Make noise

di Mary00
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Accorgersi di non essere soli ***
Capitolo 2: *** Differenze ***
Capitolo 3: *** Scambi ***



Capitolo 1
*** Accorgersi di non essere soli ***


Make noise

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Capitolo 1

Accorgersi di non essere soli






Quanto tempo era trascorso da quando mio padre era uscito? Forse un'ora, forse due. Ero praticamente sdraiata sul divano e stavo sorseggiando una limonata fresca, con un po' di ghiaccio. La TV era accesa, ma non la stavo guardando ovviamente, stavo ripensando a cosa fare domattina:

Svegliarmi nella fascia di ore dalle 8:30 alle 10:00, fare colazione, lavarmi, vestirmi con calma ed uscire entro le 11:00 per fare un salto al negozio di abiti qui all'angolo. Sembrava alquanto allettante, di sicuro di più che rimanere in casa a sorbirmi le litigate di mio padre con gli operatori del suo abbonamento telefonico perché continuano ad inviargli pubblicità inutili mentre lui aspetta importanti telefonate di lavoro... Un rumore mi dissolse dal flusso dei miei pensieri. Sembrava lo scatto che di solito fa la maniglia della camera da pranzo, ma non poteva essersi aperta da sola, non c'era vento, e anche se ci fosse stato la porta non si sarebbe mai aperta, è troppo pesante, progettata apposta per non farla sbattere alla prima ventata. Mi alzai pigramente dal divano e rimasi in piedi, in ascolto di qualche altro segnale che non tardò ad arrivare, un altro scatto, ma stavolta della porta che si chiudeva, giunsi subito alla conclusione che non ero da sola in casa, e quel pensiero mi trasmesse una leggera ansia. Rimasi ancora qualche secondo in ascolto, e poi levandomi le ciabatte e tirando fuori dalla tasca una mini-torcia, mi diressi nel corridoio, verso la camera da pranzo. Con cautela accesi l'interruttore della luce nel corridoio e feci il primo passo verso la porta della camera da pranzo, che adesso era chiusa proprio come l'aveva lasciata papà prima di uscire, ma io sapevo che non era così, qualche altra mano l'aveva toccata. Feci un secondo passo, il più leggero possibile, se c'era davvero qualcuno doveva continuare a pensare che io ero in salone e non che lo stavo cercando come invece effettivamente facevo. Avanzai di un terzo passo, ero sempre più vicina alla mia meta, ma non sentivo più rumori preoccupanti dall'ultimo scatto della maniglia di qualche minuto prima. Continuai con il quarto e penultimo passo, sì, il salone è molto vicino alla camera da pranzo. Raggiunsi la mia meta al quinto passo, poggiai delicatamente la mano sulla maniglia ed un brivido mi percosse da capo e piedi, era ghiacciata, come se l'avessero tenuta in freezer per molte ore e poi l'avessero montata sulla porta in quell'istante. La luce si spense di colpo ed il mio cuore ebbe un sussulto, non tardai ad accendere la mini-torcia e a voltarmi di spalle, poggiando la schiena sulla porta della camera da pranzo, puntai la mia unica fonte di luce in quel momento verso il lato destro del corridoio, niente, passai rapidamente dall'altro lato e vidi nel buio delle scale due puntini celesti, due pupille di due occhi luminosi, la torcia non arrivava ad illuminare quel punto, come se davanti ci fosse un pannello nero che impediva alla luce di filtrare, rimasi calma ma assunsi involontariamente un'espressione spaventata, gli occhi dalle scale si mossero rapidamente e in un momento furono sul mio stesso piano, però non sentii l'impatto di due piedi sul pavimento, solo una sensazione di estremo calore che dai piedi mi si diffuse subito fin sui capelli, gli occhi continuarono ad avvicinarsi lentamente verso di me, ma la torcia per quanto la puntassi sul giusto punto continuava a non illuminare nulla, per un attimo mi sembrò che gli occhi ridessero, ma fu solo un attimo. Ormai mancavano pochi metri e gli occhi mi avrebbero raggiunta, la mia espressione da spaventata si tramutò in terrorizzata e tentai di fare qualcosa come lo spingermi ancor più sulla porta nel tentativo d'aprirla senza abbassare la maniglia, ma come ho detto prima è impossibile che ciò accada. Improvvisamente rimasi senza un appoggio dietro la schiena, e piombai sulle piastrelle della camera da pranzo pochi secondi prima che gli occhi balzassero sul legno della porta con un boato tremendo seguito da un ruggito che io intuii fosse di rabbia. Qualcosa aveva aperto e chiuso la porta con una velocità spaventosa, non ebbi il coraggio di girarmi. La luce nella camera da pranzo si accese facendomi strizzare gli occhi tre o quattro volte di seguito, ed istintivamente spensi la torcia che avevo ancora in mano. Qualcosa mi prese sulla spalla e mi girò dall'altra parte, in quell'istante fui certa di star sognando:

Vidi un ragazzo, sì ma un ragazzo azzurro, lievemente trasparente, con gli occhi scarlatti e un viso angelico che mi fissava in modo enigmatico. Ovviamente urlai, e fu un urlo così forte e prolungato che persino quelli di tre piani di sotto ( che sono vecchi decrepiti ) fui certa, mi sentirono. Non appena riaprii gli occhi il ragazzo era ancora lì, a fissarmi in modo perplesso stavolta.

<< Potevi evitare? >>Mi chiese il ragazzo, aveva una voce pacata e tranquilla quanto misteriosa e poco raccomandabile da più punti di vista.

Io non risposi alla domanda, piuttosto mi alzai e controllai d'essere tutta intera, poi gli domandai con la mia solita voce ferma:

<< Primo, tu chi e/o cosa sei? Secondo, Cosa diavolo, per non usare termini peggiori, era quell'essere che ha provato ad assalirmi senza successo? Terzo, perché mi hai salvata? E quarto, grazie. >>

Il ragazzo a quelle parole rimase un po' di stucco, ma poi con un sorriso ironico mi rispose in ordine:

<< Primo, mi chiamo Noise e sono uno spirito. Secondo, quello che tu chiami "essere" è il mio fratello gemello, ma non credere che io e lui andiamo d'accordo, perché non è così. Terzo, ti ho salvata perché non ho intenzione che tu diventi lo spuntino di mio fratello. Quarto, prego, e quinto, ha altre domande signor detective? >>

Le risposte mi resero soddisfatta quindi gli risposi sorridendo lievemente:

<< Per adesso no. Mi chiamo Flavia, piacere. >> Gli tesi la mano, lui mi fissò in cagnesco.

<< Pensi che uno spirito possa toccarti? >> Mi disse con voce offesa.

<< No. Teoricamente hai ragione... >> Ritrassi la mano con un po' di vergogna. 

Lo fissai meglio:

Sembrava un ragazzo non superiore ai diciassette anni, ma pareva fosse apparso da un'altra epoca attraverso un passaggio spaziotemporale, indossava una blusa a maniche lunghe con merletti sul colletto e sui polsini, aveva dei pantaloni lunghi fino alle caviglie ed era a piedi nudi, aveva delle mani con dita sottili e lunghe, e si muoveva aggraziatamente, i suoi capelli erano fino alla nuca ed abbastanza scompigliati, indossava un anello con una pietra rossa all'anulare destro. 

<< Flavia? >> Mi chiamò Noise.

<< Dimmi. >> Gli risposi io.

<< Ora penso che se ne sia andato, ma continuerò a vegliare su questa casa ancora per un po'. Tu rimani in salone e non muoverti se senti rumori come hai fatto poco fa okay? >>

<< Okay. Ma quindi eri tu che hai aperto e chiuso la porta della camera da pranzo vero? >>

<< Sì. Vai in salone adesso, non sento più la presenza di Silence. >>

<< Ah, si chiama così tuo fratello? >>

<< Sì. >>

<< Senti, dimmi più o meno com'è, così almeno se mi capitasse di incrociarlo saprei che è lui e mi terrei a debita distanza. >>

<< Mmmh, è come me tranne che per i capelli, il suo colore e i suoi occhi, lui i capelli ce li ha lunghi fino alle spalle, è di colore scarlatto ed ha gli occhi color ghiaccio, quelli che hai visto prima erano i suoi. >>

<< Va bene. Grazie ancora Noise. >>

<< Ah! Un'ultima cosa, cerca di fare più rumore possibile, lui si tiene lontano dal rumore. >>

<< Presto mi dovrai spiegare la vostra differenza di nomi. >>

<< Lo farò. Ci vediamo Flavia. Ciao. >>

<< Ciao Noise. >>

Detto questo Noise s'avvicinò alla finestra e solo in quel momento notai le sue ali, non erano ali angeliche o da volatile, erano ali da farfalla, ed erano di colore scarlatto come i suoi occhi. Noise spalancò la finestra ed in un momento sparì nel cielo notturno. In quell'istante sentii la porta d'ingresso aprirsi e la voce di mio padre chiamarmi:

<< Flavia? Sono a casa. >>

<< Sì papà! >>

Mi sbrigai ad uscire dalla camera da pranzo dopo aver lanciato un ultimo sguardo alla finestra. Non appena fui in corridoio notai dei graffi celesti sulla porta e li sfiorai, erano bollenti, mi stupii che la porta non fosse in fiamme, quindi sentendo mio padre avvicinarsi tentai di farli sparire passandoci sopra la mano e così fu, i graffi si dissolsero sotto il mio tocco. Rimasi sconcertata. Mio padre si avvicinò a me.

<< Tutto okay Flavia? >>

<< Ehm... Sì, non preoccuparti papà, sarai stanco suppongo. Perché non vai a farti una doccia e poi vai a dormire? >>

<< Mmmh sì, una bella doccia è quel che mi ci vuole. >> Detto questo s'allontanò al piano di sopra. Mi augurai che Silence non avesse lasciato altre traccie...

Mi diressi in salone e spensi la TV, che era rimasta accesa per tutto il tempo, dopodiché mi sedetti sul divano e sospirai, ero ancora molto incredula per quello che mi era successo negli ultimi dieci minuti, io, che trovavo sempre una spiegazione a tutto, ora non sapevo come spiegare quella serie di eventi particolarissimi e forse unici. Chissà, forse l'indomani sarebbe stato peggio...

 

 

 

***

 

 

 

Ebbene sì! Sono tornata per un'altra storia horror! Spero che vi piaccia, mi ci sono impegnata molto, e sinceramente mi sono divertita ^^ mi auguro diverta anche voi. Recensite anche se il capitolo non vi è piaciuto please :)

Kisses <3

Mary00




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Capitolo 2
*** Differenze ***


Make noise

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Capitolo 2 

Differenze

 

 

 

 

Quella calda mattina non seguii i miei programmi, mi svegliai alle 11:00 sul divano, non uscii, non feci colazione ma feci solo una doccia. Mio padre era già uscito, quello passa metà del suo tempo fuori casa... Dopo essermi vestita in shorts e canottiera gironzolai per il piano di sopra, alla ricerca magari di qualche altro segno del passaggio di Silence, ma non trovai nulla, né un'impronta, né un graffio, né una qualsiasi traccia. Mi accorsi che la casa era troppo silenziosa, e Noise mi aveva detto di fare più rumore possibile, quindi feci per avvicinarmi alla radio in bagno, ma improvvisamente sentii una sensazione di estremo calore come quando, la sera prima, Silence era sceso sul mio stesso piano dalle scale. Intuii che fosse solo una sensazione dovuta al poco cambio d'aria che c'era stato in bagno dopo la mia doccia, quindi aprii la finestra, ma mi ritrovai davanti il volto di un ragazzo, di colore scarlatto e lievemente trasparente, con i capelli lunghi fino alle spalle e gli occhi color ghiaccio: Silence. Mi allontanai lentamente dalla finestra, continuando a fissare Silence, che a sua volta fissava me come se fossi la sua colazione, poi distolse lo sguardo ed entrò dalla finestra con facilità, come fosse un contorsionista di quelli che si vedono al circo. Notai sulla sua schiena due ali del colore dei suoi occhi, fui certa che di spalle mi sarebbe sembrato un'enorme morpho blu. Non appena fu dentro il bagno tornò a fissarmi nello stesso modo di prima, e più io indietreggiavo, più lui si avvicinava, minaccioso come poche cose che avevo visto. Arrivai alla soglia del bagno e con uno scatto fulmineo ed espressione determinata gli sbattei sonoramente la porta in faccia, come di solito si fa con un ospite indesiderato, e lui era proprio quello. Corsi più forte che potei sino alle scale e con un solo salto, reggendomi al corrimano le passai tutte, dopo aver toccato terra ricominciai a correre senza voltarmi indietro ed arrivai davanti alla porta del salone, che stranamente era chiusa, tentai d'aprirla, ma sembrava che qualcosa la tenesse chiusa dall'interno, quindi ci rinunciai, non avevo tempo, fui costretta a voltarmi indietro e dalle scale vidi Silence volare fino a quando non mi fu davanti, stava per scattarmi addosso brutalmente, ma io attesi il suo scatto e poi mi abbassai balzando verso la porta della camera da pranzo e chiudendomici dentro, acchiappai il mio cellulare che era poggiato sul tavolo e misi un brano metal al massimo volume, dopodiché tenni il cellulare incollato alla porta e da fuori si sentì un gemito strozzato, come di qualcuno che stava soffrendo atrocemente, sorrisi e continuai a tenere il cellulare sulla porta finché non sentii più nulla da fuori, poi mi voltai di spalle, presi una sedia e con essa bloccai la maniglia della porta, fatto ciò mi adagiai su un'altra delle sedie che c'erano nella stanza e sospirai passandomi un braccio sulla fronte. Fissai la finestra, sperando che Noise apparisse da un momento all'altro, ma ciò non successe, guardai le piastrelle colorate sul pavimento ed una lacrima clandestina scese sul mio volto, una sola, ma dentro c'erano racchiuse tutta la mia paura e tutta la mia ansia per gli avvenimenti che si stavano susseguendo fin troppo velocemente nelle ultime ventiquattr'ore. Un rumore mi costrinse ad alzare lo sguardo alla finestra, Noise era lì, col fiatone, appollaiato sulla finestra a fissarmi con ansia.

<< Flavia... Stai Bene? >> Mi chiese con un filo di voce.

<< Sì. Noise entra. >> Gli risposi cancellando la clandestina lacrima dal mio volto come fosse stato solo un piccolo leggero fastidio che mi aveva costretta a passare il dorso della mano sulla guancia. Gli sorrisi involontariamente. Noise si sedette sfiancato sulla sedia vicino alla mia, continuava a tenersi una mano premuta sul petto, all'altezza del cuore, ed aveva un'espressione dolorante.

<< Noise? Che cosa cavolo hai fatto per venire fino a qui? >>

Come risposta Noise mi fissò dritta negli occhi con un'espressione al limite della sopportazione del dolore e poi mi rispose con una voce dove lessi solo ansia e male fisico:

<< Non... Chiedermelo Flavia... E' stato qui, vero? >> Sapevo che intendeva Silence.

<< Sì... Non preoccuparti, me la sono cavata. Calmati, per favore, e spiegami che razza di strada hai fatto per venire qui, voglio saperlo Noise. >> Gli dissi determinata fissandolo negli occhi.

<< Bhe, visto che ci tieni tanto te lo dirò, sono dovuto venire qui da un altro universo Flavia. >> Chiaramente all'inizio non credetti alla frase, ma poi ragionando sugli ultimi eventi incominciai a pensare che poteva essere la verità. 

<< E tu sai quanta resistenza ci vuole per passare da un universo all'altro? >> Mi chiese Noise provando ad assumere una voce ferma senza successo.

<< Immagino molta... >>

<< Così tanta che io non riesco quasi a sopportare lo sforzo... >> Mi disse guardandomi un'ultima volta e poi abbassando lo sguardo. 

Rimasi ferma a fissarlo mentre riprendeva fiato a fatica, come se respirare gli costasse uno sforzo enorme. Passarono una ventina di minuti e Noise si riprese completamente, sospirò svuotandosi completamente di tutta la fatica e il dolore e poi mi fissò sorridendo debolmente, dopo quello sguardo cadde a terra, svenuto credo. Mi precipitai al suo fianco e lo fissai mentre lentamente acquisiva colore, un colorito pallido di pelle, i capelli diventarono di un castano scuro quasi nero, la blusa rimase bianca e i pantaloni si scurirono fino a diventare neri. Le ali rimasero scarlatte. Decisi di portarlo in salone, ma di peso, sapendo benissimo che mi sarebbe costato uno sforzo enorme. Lo sollevai stupendomi di quanto fosse gelido e leggero e scansai la sedia dalla porta, aprendola con un piede, fuori nel corridoio Silence non c'era più e la porta del salone adesso era spalancata, mi ci avvicinai camminando a fatica ed adagiai Noise sul divano, gli svenimenti in estate erano comprensibili, soprattutto dopo uno sforzo a malapena sopportabile come quello che Noise aveva appena affrontato. Presi una brocca di vetro dall'angolo cottura in salone e la riempii d'acqua fresca del rubinetto, poi presi una bustina di zucchero e ne versai dentro la brocca il contenuto, presi un bicchiere dalla credenza e vi versai dentro l'acqua, subito dopo portai il bicchiere alle labbra sottili di Noise e gli feci ingoiare il liquido. Non successe nulla per una decina di minuti, ma passati quest'ultimi, aprì lentamente i suoi occhi scarlatti e mi fissò stordito, poi improvvisamente scattò seduto e si fissò le mani, poi se ne portò una alla fronte e si rimise sdraiato sospirando di rabbia.

<< Noise... Ma che è... Successo? Ti spiacerebbe spiegarmelo? >> Gli chiesi io che ci capivo sempre meno.

<< Accidenti, avrei dovuto resistere... Sono svenuto vero? >>

<< Ehm... Sì, ma non hai risposto alla mia domanda, Noise... >>

<< Scusami, fa tutto parte delle differenze tra me e mio fratello e fra quelle degli umani e noi spiriti. Ora te le elencherò, partendo da quelle fra me e mio fratello:

Intanto Noise vuol dire rumore e Silence silenzio, poi, io ho le ali e gli occhi scarlatti, ma sono di colore azzurro, mentre Silence è di colore scarlatto ed ha le ali e gli occhi azzurri, io trasmetto freddo e lui caldo, lui è cattivo e selvaggio ed io buono e quasi umano. Poi, quello che è successo poco fa è una reazione che gli spiriti hanno, svenendo in seguito ad un viaggio spaziotemporale in posti dove non abitano, si trasformano negli esseri che abitano quel posto per quarantotto ore, poi svengono e si ritrasformano nella loro forma basilare. Hai capito? >>

<< S-sì, anche se mi sembra tutto molto... Non so davvero come definirlo. >> Ed era vero, avevo compreso tutto ma non riuscivo ad inserire quelle parole in una catalogazione quantomeno logica. 

Rimasi in silenzio, a fissare Noise mentre pensava distrattamente a qualcosa che mi sfuggiva.

<< Flavia... Adesso io non posso più proteggerti, sono nella tua stessa situazione, contro Silence non ho più armi... >>

<< Non preoccuparti Noise, qualcosa faremo vedrai, non scoraggiarti adesso, ho ancora bisogno di te, in fondo le ali ce l'hai. >>

<< Sì, per scappare. In passato sono scappato troppe volte, non avrei voluto ripetere quest'errore... >>

<< In che situazione eri scappato? >> 

<< Un mio amico era in pericolo e mi disse di fuggire mentre lui si sacrificava per me, io ho fatto così ma non me lo sono mai perdonato... Lui è morto per un mio errore. >>

<< No, sono sicura che se fossi rimasto non saresti riuscito a fare molto, se ti ha detto di scappare ci sarà stato un motivo quantomeno logico, non credi anche tu, Noise? >>

<< Forse... Comunque adesso non voglio pensare al passato, ma solo al presente, e in questo presente ti devo proteggere da mio fratello. Ora, cerchiamo di fare il più rumore possibile, non bastano le parole, ci vuole musica, molta musica, musica forte... >>

<< Ho capito cosa intendi, però prima dovrò spiegare a mio padre un po' di cose... Bhe, intanto dimmi una cosa, tu riesci a ripiegare le tue ali? >>

<< Certo che ci riesco. >> Conclusa la frase si mise a sedere e ritrasse le ali dentro la schiena, facendole sparire in meno d'un minuto. 

<< Bene, dirò a mio padre che sei un mio amico del campeggio e che sei venuto a farmi visita, ti fermerai qui da noi per due giorni, i tuoi sanno tutto e gli va bene. So come convincerlo non preoccuparti. >>

<< Mmmh okay, e la musica? >>

<< Ah ah ah! Se pensi che sia un problema vieni con me... >>

Ci alzammo, lui dal divano e io da terra, e ci dirigemmo nella mia stanza, che forse è il rifugio più grande di CD metal della città, quasi non ascolto altro, e poi, quando ho voglia di musica al massimo volume, accendo le enormi casse che ho, inserisco il CD e alzando il volume al massimo, e fregandomene di quelli del vicinato che strillano lamentandosi, mi perdo nel mio mondo personale. 

Appena fummo in camera Noise si strizzò gli occhi due o tre volte, ogni libreria era riempita da una miriade di CD metal abbinata a libri d'ogni tipo, da dizionari d'italiano e tedesco a libri fantasy e gialli d'ogni anno e autore. 

<< Wow... Non aggiungo altro. >> Disse Noise sorridendomi. 

<< Eh sì. Ora scusami, dobbiamo o no fare rumore? >>

<< Certo che sì! Vai!! >>

Dovetti solo premere play perché c'era già uno dei CD più forti degli ultimi tempi inserito dentro, scelsi il terzo brano, quello con più assoli d'elettrica ed alzai il volume al massimo, poi mi sdraiai sul letto e Noise seguì il mio esempio tamburellando le dita sul lenzuolo e muovendo la testa a tempo, aveva un sorriso molto allegro stampato sul volto, forse il metal piaceva anche a lui. 

Per il momento andava tutto bene, ma non sarebbe continuato così per molto purtroppo...

 

 

 

***

 

 

 

Contenti?? Ho aggiornato dopo pochissimo vero?? Eh sì, mi sto proprio divertendo, come una bimba piccolina che gioca colla sua Barbie nuova ^^ Che esempio demente o.O 

xDD 

Okay, credo che continuerò presto a scrivere, voi recensite, così il tempo si dimezza :) Okay??

Baci a tutti e grazie delle recensioni!

Mary00

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Capitolo 3
*** Scambi ***


Make noise

 

 

 

 

 

 

 

 

Capitolo 3

Scambi

 

 

 

 

 

 

 

Accidenti! Senza rendermene conto mi ero addormentata, e per di più davanti a Noise... Ma come avevo fatto? C'era la musica metal a palla, forse invece che turbarmi mi aveva rilassata, bho. Non appena aprii gli occhi la prima cosa di cui mi resi conto fu che la musica era stata spenta e che Noise non era più davanti a me come quando mi ero irrimediabilmente addormentata, quindi mi misi a sedere, la testa mi girava vorticosamente, mi ci portai una mano e mi scansai le fastidiose ciocche che vi ricadevano sopra, poi mi alzai, ma non andai molto lontano, inciampai sul tappeto pochi passi dopo, mi preparai psicologicamente ad un impatto che non arrivò, qualcosa mi aveva sorretta, qualcosa o qualcuno? Alzai lo sguardo e trovai Noise, mezzo sbiancato, più di quanto non lo fosse già.

<< N-Noise... >> Dissi con una voce che non riconobbi.

<< Flavia. Non alzarti, vieni, sdraiati di nuovo, devo spiegarti qualche cosa. >> Mi sorresse fino al mio letto, dove mi adagiò lentamente.

<< Ma che...? >> Gli tentai di chiedere io.

<< Silence era riuscito ad entrare. >> Mi disse Noise guardandomi dritta negli occhi con un'espressione a dir poco seria.

<< Ma che c... Ouff... >> Sentivo che da un momento all'altro la mia testa avrebbe preso il volo, mi sentivo molto stordita.

<< E ti ha attaccata, molto direttamente. Io ho tentato di fermarlo, ma... In queste condizioni non l'ho nemmeno toccato... Ti ha risucchiato molte energie, e avrebbe continuato se io non avessi richiamato un aspetto provvisorio, che però mi è costato caro... >> Mi mostrò un taglio lungo almeno dieci centimetri sul suo braccio, appena dopo il polso. A quella vista riacquistai un po' di lucidità mentale, abbastanza per formulare una frase completa almeno.

<< Qual'è stato il prezzo? Dimmelo Noise, chi ti ha fatto quel taglio e con cosa? >> Lo guardai nei suoi occhi scarlatti e non cambiai sguardo fino a quando non parlò.

<< Vedi, è stato fissato uno scambio, se alcuni spiriti si dovessero trasformare in umani involontariamente e poi avessero bisogno di tornare spiriti per un po', potrebbero farlo, e l'effetto durerebbe quanto decidiamo noi, però il prezzo da pagare è... Un po' di sangue. >>

<< Quanto sangue? >> Stavo riacquistando lucidità man mano che Noise continuava il discorso.

<< Bhe... Quasi mezzo litro. >>

<< COSA???!!! MA SONO TOTALMENTE IMPAZZITI???!!! DI CHE CAVOLO SI SONO FATTI??!! DIMMELO!!! >>

<< Calmati Flavia, hanno bisogno di sangue perché... Devi sapere che c'è un consiglio di alcuni ehm, individui, adoperiamo questo termine, che decidono le regole nel nostro universo, e non sono spiriti come noi, perché quasi nessuno spirito è adatto a prendere decisioni, ci facciamo prendere troppo facilmente dalle emozioni, quindi l'ultimo dei nostri consiglieri, che è stato uno spirito, ha dettato l'ultima regola prima di morire, ha deciso che da quel momento in poi, sarebbe stato un consiglio di vampiri a prendere decisioni, perché i vampiri non si fanno trascinare facilmente dalle emozioni, e poi sono molto intelligenti, avrebbero scelto sempre il meglio per il nostro universo. Ora, loro non hanno detto di voler sempre un pagamento, ma per azioni di estremo bisogno hanno detto di volere che paghiamo un pegno, e la quantità cambia in base al tempo che scegliamo per tornare noi stessi... Prendono il pagamento facendoci un taglio sul braccio e lasciando scorrere il sangue in una boccetta, quando arriva al culmine della boccetta se ne vanno e ci trasformano nel nostro vero aspetto per il tempo che abbiamo deciso noi. Io ho deciso mezz'ora, e per mezz'ora ho combattuto contro Silence, facendogli molto, ma molto male, suppongo che ci ragionerà prima di tentare di rientrare qui. >>

<< Noise... Tu per, proteggermi hai... Oh Dio... >> Abbassai lo sguardo e mi portai le gambe al petto stringendole a me con le braccia e versando una sola lacrima, come qualche ora prima, una sola lacrima, ma stavolta rappresentava tutta la mia tristezza e tutta la mia rabbia per non aver potuto fare assolutamente nulla ed anzi per dover essere stata salvata da qualcuno che conoscevo appena e che invece sembrava conoscermi molto bene...

<< Flavia. >> La voce di Noise mi fece alzare lo sguardo, che errore! Così lui vide che stavo piangendo... Mi si avvicinò e lentamente con movimenti cauti, quasi avesse paura che io scappassi come un gattino al freddo, impaurito dalla crudeltà e dalle dimensioni del mondo in cui vive, mi abbracciò, era gelido, vero, ma mi trasmesse un altro tipo di calore, un calore all'altezza del petto, proprio sul cuore... Rimanemmo così per qualche secondo, tempo in cui mi tranquillizzai totalmente e in cui ripresi lucidità mentale al pieno delle mie possibilità.

<< Flavia?! Il pranzo!! >> Strillò mio padre dal piano di sotto. Me n'ero dimenticata, o forse non avevo avuto tempo per pensarci, comunque mi alzai di corsa e scesi di sotto, Noise mi seguì, poco prima di imboccare il primo scalino mi voltai verso di lui per controllare che fosse quantomeno presentabile, quando notai che non lo era gli dissi:

<< Noise, scendi al negozio d'abbigliamento all'angolo, comprati una t-shirt e un paio di jeans, cambiati in camera mia, metti via i tuoi vestiti nell'armadio, ritrai le ali e poi vai nel bagno qui sopra, prendi le lenti a contatto di mio padre, sono scure, ti nasconderanno gli occhi scarlatti mettile, pettinati e spruzzati un po' del mio profumo, poi scendi. Và! Fai in fretta!! >> Gli porsi una banconota da venti, Noise annuì e si diresse verso la mia camera, da dove poi prese il volo e scese al negozio, mio padre mi chiamò di nuovo ed io scesi le scale correndo.

<< Eccomi papà! Non ti avevo detto al telefono che da ieri a pranzo era avanzata la pasta al forno? >>

<< No, non me l'avevi detto. >>

<< Okay, scusami, dai scaldala, io mi cambio, guarda sono ancora in pigiama! >>

<< Sì, ma sbrigati che è ora di pranzo. >>

<< Arrivo subito! >> Corsi di nuovo di sopra e appena mi resi conto che mio padre non poteva più vedermi chiusi gli occhi e sospirai pesantemente, appena li riaprii mi trovai Noise davanti, mi fece sobbalzare.

<< Noise! Ma fare rumore è chiedere troppo? >> 

<< Scusa! Va bene così? >> Aveva fatto tutto quello che gli avevo detto di fare, indossava una t-shirt al posto della blusa e dei jeans al posto dei pantaloni, le ali non c'erano, si era pettinato, i suoi occhi erano color castagna e profumava di lavanda. 

<< Va benissimo, sorridi. >> Noise sorrise così falsamente e sarcasticamente che scoppiai a ridere.

<< Aspettami qui. Vado a cambiarmi, quanto sei scemo ahahah!! >>

Mi misi una canottiera e dei pantaloni fino al ginocchio, mi pettinai velocemente e mi spruzzai anch'io il profumo. 

<< Andiamo. >> Dissi a Noise che mi aspettava fuori dalla camera. 

Scendemmo le scale lentamente, io davanti e lui dietro, mio padre era già in camera da pranzo, sentivo il profumo della pasta al forno inoltre. Entrammo lentamente, quasi avessimo paura d'essere rimproverati per un crimine mai commesso.

<< Papà? Devo presentarti un mio compagno del campo estivo, si fermerà qui da noi fino a dopo domani, si chiama Valentino. >> Mio padre fissò Noise negli occhi e poi rispose.

<< Sì, Rossi. Okay, si può fermare, ma dove dormirà? >>

<< Qui sul divano. >> Gli risposi io pestando un piede a Noise che fece una mezza smorfia che assomigliava ad un sorriso.

<< Ma no! Non può dormire sul divano, fai dormire lui sul tuo letto e tu dormi sul divano, e che modi sono di accogliere gli ospiti? Bha, Valentino, dormi tranquillamente sul suo letto. >> Mio padre sorrise a Noise. Prima che pestassi un altro piede a Noise lui lo scansò ed avvicinandosi a mio padre con un sorriso molto convincente e pure qualcos'altro che non captai gli rispose:

<< No guardi signor Franco, a me il divano va più che bene, e poi sinceramente lo preferisco al letto, ho problemi alla schiena e i materassi troppo rigidi non fanno per me. Comunque grazie della gentile offerta, in altre circostanze l'avrei volentieri accettata, mi creda. >> Continuava a sorridere e a parlare con una voce suadente e melodiosa allo stesso tempo, mio padre si era come incantato a fissarlo, poi si scosse lievemente, come tornato in sé dopo una sede spirituale e rispose con garbo:

<< Bhe, se preferisci il divano allora è okay, prego accomodati, il pranzo è servito, non volete che si raffreddi, no? >> Mio padre non fece nemmeno caso come me al fatto che Noise già sapesse come si chiamava senza che nessuno glie l'avesse detto. Dopo gli avrei chiesto un po' di cose riguardo al discorso fra lui e mio padre... Ci sedemmo a tavola e cominciammo a mangiare.

Il pranzo finì molto meglio di ciò che speravo, mio padre e Noise sembravano andare molto d'accordo, avevano continuato a parlare per tutto il pranzo, anche perché a Noise pareva non piacere la pasta al forno, forse il suo palato raffinato era abituato a ben altre cose, magari di un'altra epoca, comunque anche se con una lentezza esasperante, vuotò il piatto. Dopo aver mangiato secondo, contorno e frutta, sparecchiai e dopo aver lavato i piatti velocemente, io e Noise salimmo in camera mia per lasciare mio padre in salone a riposare. Arrivati in camera chiusi la porta ed entrambi ci sedemmo sul letto.

<< Ora mi spieghi che gli hai fatto? >> Chiesi a Noise incrociando le braccia sul petto.

<< Eh eh eh... Bhe l'ho solo persuaso a farmi dormire sul divano, così potrò controllare meglio la situazione in casa, sai, se Silence dovesse entrare di nuovo per una visita senza preavviso dovrei essere quantomeno abbastanza educato da accoglierlo come si deve, o no? >> Concluse la frase con un sorriso abbastanza crudele. 

<< Sai Noise? Da come parli sembra proprio che tu provenga da un'altra epoca... Cos'eri in passato? >>

<< Il maggiordomo di uno dei sovrani d' Italia. >>

<< Chi? >> Gli chiesi io che di storia sapevo meglio di chiunque altro.

<< Voi non lo avete studiato, non appare nei libri di storia e nemmeno nella storia stessa, è come se fosse stato solo un'apparizione nel corso degli eventi, si chiamava Michele, l'anno in cui è vissuto non posso rivelarlo, ma io stesso l'ho servito, e sono stato il suo maggiordomo personale per molti anni, fino a che il mio gemello, appunto Silence, non mi ha ucciso, ma poco prima di cadere nel sonno eterno anche io l'ho ucciso, infilzandolo con un coltello. >>

<< Oh... Un giorno comunque dovrai spiegarmi la tua vita ed anche la tua morte, non oggi, per stamattina ne ho avuto abbastanza... >> Gli sorrisi sinceramente.

<< Sì, un giorno lo farò. >> Ricambiò il sorriso. 

<< Cosa hai usato per convincere mio padre? >> 

<< Alcuni trucchetti degli spiriti. >> Mi fece l'occhiolino. 

<< Bha, nulla di nocivo no? >> Gli chiesi un po' ansiosa.

<< No, nulla di nocivo tranquilla. >> Rimanemmo in silenzio per un po', poi riaccesi lo stereo, però lievemente più basso di prima, mio padre dormiva adesso. 

<< Noise, a te piace la musica metal? >> Gli chiesi notando che stava ricominciando ad adagiarsi al ritmo.

<< Bhe, non la conosco abbastanza per poter dire che mi piace, ma il ritmo è... Decisamente ti impedisce di stare fermo! >>

<< Hai ragione. >>

Rimanemmo ad ascoltare la musica fino a quando non calò la sera...

 

 

 

***

 

 

 

Ciao a tutti, scusatemi se non ho aggiornato prima... Vabbé, grazie per chi ha recensito e per chi ha aggiunto la storia fra le preferite e le seguite thank you!

kakashina97100: In effetti non gli piace, come hai potuto leggere qui sopra nella storia ;) 

Continuate a recensire please =)

Grazie ancora 

Mary00


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