Back to the past

di Robigna88
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** My gift for you ***
Capitolo 2: *** October ***
Capitolo 3: *** I'll do by myself ***
Capitolo 4: *** What am I supposed to do? ***
Capitolo 5: *** You can count on us ***
Capitolo 6: *** Is not a love triangle ***



Capitolo 1
*** My gift for you ***


Eccomi qui.. di nuovo. Ieri ho letto alcuni spoiler per la season 6 di SPN e mi hanno ispirato una nuova storia. Spero vi piaccia =)
Se vi va commentate e grazie a tutti, anticipatamente. <3
Roby ^_^


My gift for you


Dean Winchester ci aveva pensato attentamente ed intensamente.
Dopo un anno passato lontano dalla caccia a vivere una vita normale, con una compagna e un bambino da crescere, aveva preso la sua decisione.
Ora sapeva cosa fare con la sua piccola, amata Impala.
Quell'auto era l'ultimo frammento di passato che gli rimaneva. L'ultima goccia in quel mare di ricordi da cui si era allontanato velocemente, nuotando come un naufrago verso la riva: il presente.
Aveva perso suo fratello, aveva perso la voglia di combattere e aveva perso tutto quello che aveva..
O che forse credeva di avere.
L'unica cosa che gli rimaneva di quella vita fatta di squallidi motel, perenni dubbi e paure e mostri da cacciare, era quella Chevy Impala del '67, nera e lucida.
L' auto che aveva accudito per anni quasi come fosse una figlia.
E ora, voleva liberarsene.
Da quando Sam si era sacrificato per salvare il mondo, l'aveva posata in un vecchio magazzino coprendola con un telo.
Non aveva neppure svuotato il bagagliaio, tanto era il dolore che provava davanti a quelle armi che erano state le sue compagne per tutta la sua vita fino ad allora.
All'inizio si era sentito come se.. come se avesse messo la sua casa dentro un garage chiudendola a chiave e coprendola quasi fosse oramai distrutta.
Ma poi, col tempo, tra torte di mele e pranzi della domenica, aveva realizzato che la sua casa non era più la quattro ruote che l'aveva visto crescere.
La sua casa ora erano Lisa e Ben. E niente lo avrebbe allontanato da loro.
Quindi era giunto il momento di togliere il telo all'auto e farla uscire dalla sua vita.
Non l'avrebbe distrutta, e poi venduto i pezzi a qualche officina.
No!
E non l'avrebbe nemmeno venduta.
Non avrebbe sopportato l'idea di vederla guidata da un perfetto sconosciuto con la fissa per le macchine d'epoca.
Non avrebbe fatto nulla di tutto questo.
Lui l'avrebbe regalata.
Alla persona che, come suo fratello, aveva dato un po' di colore ed allegria alla sua vita.
L'aveva sistemata, rimettendo apposto tutti i piccoli acciacchi, e ora stava firmando la bolla di spedizione che l'avrebbe portata a Los Angeles.
Che l'avrebbe portata da Allison.
Diede all'addetto al “trasloco” anche una lettera, dicendogli di consegnarla insieme all'auto e poi si avvicinò al suo passato accarezzandolo con la mano leggera.
Lo doveva ammettere. Gli sarebbe mancata, e mentre guardava la sua nuova familiare parcheggiata nel vialetto, per un attimo ebbe l'istinto di tenere la sua piccola con sé.
Ma guardò Lisa sorridergli dalla soglia della porta e i suoi dubbi sparirono.
Si allontanò piano dall'auto e fece un grosso respiro mentre il camion si portava via, la parte più lunga e dura della sua vita.

*****

Quando alle 07.00 del mattino, Allison sentì il rumore di un camion davanti casa, si alzò di scatto dal letto e si avvicinò alla finestra.
Le stavano scaricando qualcosa davanti casa, e lei non sapeva cosa diavolo fosse.
Si slegò i capelli, lisciandoli con le mani per non somigliare ad una pazza e scese di corsa giù per le scale, coi suoi shorts azzurri e la sua canotta fucsia.
Aprì la porta giusto in tempo per evitare che suonassero il campanello e alzò un sopracciglio perplessa notando la strana forma che aveva la cosa che le stavano consegnando.
«Buongiorno, è lei Allison Morgan?» le chiese l'uomo davanti a lei.
Ma cosa cavolo era quella cosa nascosta sotto a quel telo da imballaggio?
Aveva l'aspetto di un'auto, ma lei non aspettava la consegna di una macchina..
Per un attimo fissò l'uomo e poi il camion perplessa e poi ebbe come un'illuminazione.
Forse aveva vinto un'auto in qualche riffa a cui aveva partecipato..
Non ricordava di aver mai partecipato a niente che avesse un premio così.. consistente come un'auto, ma magari se l'era scordato.
Da un po' di tempo dopotutto, aveva la memoria di una zucchina.
Sospirò e si ricompose assumendo un'espressione più o meno umana.
«Si, sono io.» disse «Ma non aspettavo alcuna consegna, che cos'è?»
«E' un'automobile.»
«Che automobile? Non ho comprato un'automobile né, ne ho richiesto la consegna.»
L'uomo davanti a lei annuì distratto, cercò il rigo su cui farla firmare e le diede la penna.
«Non firmerò una bolla di consegna se prima non mi dice cosa cavolo è quella cosa che avete appena sistemato davanti la mia casa.»
«E' un'auto signorina Morgan. Gliel'ho già detto.»
«Si, ed io le ho chiesto che auto è.. Potrebbe essere più specifico per favore?»
L'uomo sospirò e si passò una mano sul viso. «Prima firmi e poi glielo dico.»
Ma cos'era? Un ricatto?
Allison ridusse gli occhi ad una fessura e dopo qualche secondo di esitazione firmò la bolla e poi attese.
«E' una Chevrolet Impala del 1967. Nera e molto bella. Arriva da Cicero, nell'Indiana.» le disse l'uomo porgendole la lettera «Questa è allegata.»
Sorrise e quando Allison la prese, girò sui tacchi e se ne andò.
Da sola, sulla porta, lei si sentì soffocare per un attimo.
Inizialmente credette di star sognando.
Dean le aveva mandato la sua auto? Perchè mai?
Lui amava quell'auto, quindi era alquanto strano che ora gliela avesse mandata.
Forse era successo qualcosa e lui era.. morto.
Così avrebbe avuto più senso in effetti. Magari gliela aveva lasciata in eredità.
No! Non era andata così, altrimenti la macchina sarebbe andata da Bobby, non da lei.
Sospirò e guardò la busta tra le sue mani.
Lì dentro c'erano tutte le risposte alle sue domande, forse.. Quindi decise di aprirla.
Lesse velocemente il contenuto. Poche parole, ma che tutto sommato avevano un significato per chi come lei aveva condiviso 5 anni della sua vita con Dean Winchester.
Finì la lettura e piegò il foglio riponendolo nella busta.
Rientrò in casa, fece una doccia veloce e poi decise cosa fare dell'auto.
Si! Lo sapeva chiaramente.

*****

«Come mai sei così silenzioso?»
Dean sobbalzò appena e guardò Lisa accanto a lui.
Stavano tornando a casa dopo la partita di baseball di Ben.
La sua squadra aveva perso e a Dean era toccato il compito paterno di rassicurare il piccolo che la prossima volta sarebbe andata meglio.
Poi, l'avevano lasciato a casa di un amico, da cui avrebbe passato la notte per studiare – Ben aveva detto – strategie per la partita della prossima settimana.
In realtà, Dean sapeva che a quell'età, c'era un argomento più interessante dello sport: le ragazze.
Probabilmente Ben e il suo amico avrebbero parlato di alcune compagne di scuola, facendo una classifica delle più carine da invitare a prendere un gelato.
O almeno credeva.
Si sentì raggelare il sangue pensando che a lui sarebbe spettato il discorsetto sul sesso. Non era pronto ad affrontare quell'argomento. E forse non lo sarebbe mai stato.
Ma tra poco, Ben avrebbe iniziato a fare domande e lui, volente o nolente, avrebbe dovuto trovare le parole giuste per spiegargli tutto.
Che imbarazzo..
Ma anche questo faceva parte della sua nuova vita e lui voleva apprezzare ogni singolo momento e ogni singola situazione di ciò che stava vivendo.
E questo significava anche rispondere alla domanda che Lisa gli aveva appena fatto.
Perchè era così silenzioso?
Avrebbe potuto dire che stava pensando a Sam, il che era vero..
Ma non era solo quello. Era tutto un insieme di cose che gli sembravano così strane.
Lui, stava vivendo una vita normale e anche se gli piaceva, in alcuni momenti, la sentiva pesante come un macigno sul petto.
Forse mai, mai si sarebbe abituato del tutto a quello che ora aveva.
La caccia gli sarebbe sempre e comunque mancata, e così anche Sam, Allison e quell'imbranato – ma in gamba – di un Angelo che oramai considerava un amico.
Fece spallucce e svoltò per imboccare la via di casa.
«Stavo pensando. Sai, un po' mi mancherà la mia auto.» le disse.
«Allora perchè l'hai data via? Era una bella auto. Non proprio adatta ad una famiglia ma era tua. Dovevi tenerla.»
«No.. Era un ricordo troppo.. grande della mia vita passata. Voglio davvero voltare pagina, e dare via l'auto è stata la scelta giusta.»
Lisa sospirò e annuì piano. «Ad ogni modo, a chi l'hai spedita?»
Ecco! Questa era una domanda a cui avrebbe preferito, francamente, non rispondere.
Ma non c'era niente di male nella verità, dopotutto. L'aveva spedita ad Allison che gli era sembrata la persona migliore.
«L'ho mandata ad Allison.» rispose.
«Oh.. Ad Allison..»
«Si. La cosa ti.. infastidisce?» chiese dolcemente guardandola per un attimo.
«No.. No. Lei era la tua ragazza e se pensi che sia la persona giusta per avere l'auto hai fatto bene a mandarla a lei.»
Il giovane Winchester fece un grosso respiro e non aggiunse altro.
Non voleva in alcun modo ferire Lisa ed Allison non era l'argomento preferito della sua donna.

Quindi era meglio fare silenzio e chiudere quel discorso.
Imboccò il vialetto di casa e sgranò gli occhi quando notò Allison poggiata sul cofano dell'Impala lì davanti casa sua.
Salutò la volontà di chiudere la questione Allison e scese dall'auto con Lisa.
La aspettò e la prese per mano, poi avanzò verso Allison.
«Hey..» le sussurrò «Che ci fai qui?»
«Avevo un week-end libero e ho pensato di venire a fare una visita ad un vecchio amico e alla sua nuova famiglia.» rispose lei guardando le loro mani una dentro l'altra.
«Vedo che hai ricevuto il mio regalo.» le disse ancora Dean.
«Si, è arrivato ieri mattina. E' stata davvero una sorpresa.. E la lettera allegata anche.» gli disse «Quindi vuoi dare un taglio davvero netto al passato..»
«Si.»
«E' un'ottima idea. Infatti,» disse Allison prendendo un spranga di ferro sul sedile posteriore «anche io voglio dare un taglio netto al passato. Quindi..» si voltò e colpì con la spranga il lunotto posteriore dell'auto mandandolo in pezzi.
«Questo,» disse «è per il nostro primo incontro.» Poi colpì il parabrezza «E questo per il nostro primo bacio. Poi la nostra prima volta, il nostro primo ti amo, i nostri 5 anni insieme,» aggiunse colpendo rispettivamente i quattro finestrini e frantumandoli «e questo infine, è per l'amore che ti ho dato e per il rispetto che tu non hai mai avuto per me.» concluse spaccando gli specchietti retrovisore.
Gettò la spranga a terra col fiatone, mentre Lisa la guardava scioccata e Dean la fissava lasciandole il tempo di sfogarsi.
«Ecco fatto!» esclamò ancora Allison «Come se non ci fossimo mai incontrati. Vai all'Inferno e porta con te quello che rimane della tua stupidissima automobile.»
Lo guardò dritto negli occhi per un attimo e poi si voltò pronta ad andarsene.
Ma si bloccò prima ancora di riuscire ad uscire dal vialetto.
Sam, le stava davanti.
Stava bene e fissava lei e Dean tristemente.
Come aveva fato a fuggire dall'Inferno?
Non aveva importanza. Era vivo ed era tutto quello che contava.
Si avvicinò a lui e lo strinse in un abbraccio carico di suoni, gli accarezzò il viso e poi si allontanò.
Era felice di vedere Sam, ma aveva appena dato un taglio al passato, e non aveva intenzione di tornare sui suoi passi.


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Capitolo 2
*** October ***


October


Era arrivata l'ora di tornare a casa.
Aveva distrutto l'Impala, con una spranga di ferro, davanti allo sguardo perplesso di Lisa e a quello per nulla sorpreso di Dean.
L'aveva letteralmente fatta a pezzi, eppure lui non aveva battuto ciglio.
L'aveva lasciata fare e questo le aveva fatto capire che davvero lui aveva deciso di dare un taglio al passato.
Non le pesava tanto.
Col tempo, dopo aver passato 5 anni della sua vita con lui, Allison aveva capito che, per quanto la passione, il desiderio – e si anche l'amore – li accompagnassero, lei e Dean Winchester non erano fatti per stare insieme.
Lei era troppo sicura dei suoi sentimenti, lui troppo spaventato dagli stessi.
Non avrebbe mai potuto funzionare.
Avrebbero potuto provare, e continuare a stare insieme.. Ma la loro relazione sarebbe stata sempre caratterizzata da due cose che non potevano convivere nello stesso rapporto: sesso fantastico e comunicazione pessima.

Quei due particolari sarebbero andati bene per una semplice avventura di solo sesso, ma questo non era quello che lei cercava.
E non era nemmeno quello che Dean cercava.
Da sempre, anche se ci aveva messo tanto ad ammetterlo persino a se stesso, Dean era innamorato dell'idea di una famiglia.
Chiuso nella sua voglia di avere quello che gli era sempre mancato, ma troppo spaventato per provare ad averla, aveva preferito allontanare quel pensiero.
Rimanendo il solito bastardo egoista..
Bravo a letto si, ma pessimo in tutte le altre cose che rendono una storia possibile.
Ed Allison, non poteva né voleva assecondarlo.
Anche lei voleva una famiglia, ma a differenza di lui, non aveva paura di farsela.
No.. loro due non erano destinati a stare insieme.
E il Cupido che aveva scoccato la freccia tra di loro, aveva decisamente sbagliato coppia.
Lei e Dean Winchester non erano perfetti l'uno per l'altra, e la sola voglia di andare d'accordo, non poteva bastare per tenere insieme un rapporto d'amore.
Sopratutto considerando il fatto che, lei era l'unica che provava a tenere in piedi quello che avevano.
Così, col tempo, forse dopo l'ennesima sofferenza, Allison se ne era fatta una ragione.
Inutile continuare con qualcosa che non avrebbe mai funzionato.
Meglio prendere strade separate e dimenticarsi l'uno dell'altra.
Vivere le proprie vite, non fingendo di non essersi mai conosciuti, anzi..
Ricordare quello che avevano avuto era l'esempio perfetto da seguire per non commettere di nuovo gli stessi sbagli.
Faceva male ammetterlo, ma era così. Poche cose in quella loro relazione valevano la pena di essere ricordate.
Il resto.. beh, il resto era meglio dimenticarselo, più velocemente possibile.
Ma questa consapevolezza aveva preso possesso di lei, solo dopo che lui l'aveva mollata per andare da Lisa.
Quindi non sapeva dire se era quello che davvero pensava, o solo quello che il suo cuore aveva imparato a credere, per smettere di sanguinare.
Era stata arrabbiata per un po', e quando il suo cuore aveva smesso di fare male, e i pezzi si erano riuniti, lui le aveva mandato la sua auto e una lettera in cui diceva addio a 5 anni, con due squallide righe.
Non poteva andare bene.
Ecco perchè aveva distrutto l'auto.
Per rimettere di nuovo insieme i pezzi di un cuore che aveva iniziato di nuovo a sanguinare.

*****

«Sammy, non immagini nemmeno quanto sono felice di vederti.» sussurrò al suo fratellino.
Sam era tornato e ora insieme avrebbero potuto dimenticare davvero il passato e andare avanti.
Magari il più piccolo dei Winchester avrebbe potuto comprare una casa lì e stare vicino a lui e alla sua nuova famiglia.
Potevano avere finalmente la vita normale che avevano sempre desiderato, stando vicini senza allontanarsi davvero.
Avrebbero potuto essere una vera famiglia, e Sam avrebbe aiutato Ben con i compiti, mentre lui era al lavoro e avrebbe dato una mano a riparare i piccoli danni di casa.
Come un tubo che perde, oppure il tritarifiuti che non trita più.
Si. Lui, Ben, Lisa e Sam sarebbero stati una grande famiglia.
E magari Lisa avrebbe presentato a Sam una delle sue amiche, si sarebbero innamorati e avrebbero formato una loro famiglia.
Avrebbero fatto le uscite a 4, all'inizio.. per farli conoscere meglio.. E infine, Sam si sarebbe lasciato andare gettandosi alle spalle tutto il resto e vivendo sereno.
Probabilmente avrebbe persino ripreso gli studi e sarebbe diventato un avvocato di successo con una bella macchina e un roseo futuro davanti a sé.
Lo abbracciò stretto e poi lo invitò a sedersi.
«Sono felice anche io Dean.. Di essere fuori da quel buco infernale.» rispose Sammy con gli occhi gonfi di lacrime.
Si mise a sedere e si guardò intorno. «Ti sei sistemato bene..»
«Ti avevo promesso che avrei vissuto una vita normale.. E l'ho fatto.»
«Si, lo vedo.. E sono felice.» gli disse «Mi piace Lisa, ma devo ammetterlo.. Io mi aspettavo di trovarti con Allison..»
Allison..
Gli aveva appena distrutto l'auto e lui non aveva detto niente, troppo preso da quel fuoco che le leggeva negli occhi.
L'aveva accusato di non averla mai rispettata e se non fosse stata così stanca di distruggere con foga la macchina, avrebbe trovato qualcos'altro da colpire urlandogli persino che non l'aveva mai amata.
E a quel punto probabilmente Dean avrebbe risposto e le avrebbe urlato che si sbagliava.
Perchè si, era stato pessimo e orribile con lei, ma l'aveva amata e solo lui sapeva quanto.
L'aveva amata con tutto se stesso, mettendosi in gioco e provando a non avere paura dell'impegno.
Ma non ce l'aveva fatta e quando tutto era finito, erano troppo lontani per riprovarci.
Così era andato da Lisa.
Con lei sarebbe stato più facile costruire qualcosa.. Sarebbero partiti dalle basi e avrebbero fatto tutto per bene.
Con Allison sarebbe stato troppo difficile farlo.
C'erano troppi silenzi, troppe incomprensioni e troppe ferite da sanare tra di loro.
Non sarebbero bastati anni per farlo e la passione non poteva bastare per rimettere le cose a posto.
Ma non era sorpreso che suo fratello si aspettasse di trovarli insieme..
Onestamente anche lui si aspettava di stare con lei.
Non credeva che avrebbero mai trovato il coraggio di dirsi davvero addio.
Si erano salutati, allontanati, rivisti e ripresi così tante volte che non ricordavano nemmeno quanto.
Incapaci di dirsi addio e incapaci di stare insieme.
Erano rinchiusi in una specie di turbinio di emozioni contrastanti che, col passare del tempo li aveva soffocati, facendoli sentire come rinchiusi in un limbo.
Tristi e soli anche se insieme.
Fece spallucce soffocando dentro il grosso respiro che sentiva nel petto e si schiarì la voce. «Le cose tra me ed Allison non avrebbero funzionato Sam. Noi eravamo perfetti, ma imperfetti insieme.. Non poteva continuare. Così ci siamo fermati prima di ferirci ancora di più. Il giorno che tu sei..» si fermò troppo addolorato per dire quello che doveva «Noi ci siamo detti addio. E abbiamo preso strade diverse. L'ho rivista oggi dopo un anno..»
«Sembrava molto arrabbiata.»
«Si. Le ho regalato l'Impala allegandole un bigliettino di saluti in cui le dicevo che avevo finalmente trovato il coraggio di rinunciare all'auto e dare davvero un taglio al passato e lei..»
«Non l'ha presa bene..»
«No!»
«Chissà perchè..» sussurro Sam con tono lievemente sarcastico.
«Hey.. che cos'è questo tono?» chiese Dean sorridendo.
«Avete passato 5 anni insieme Dean. Anni in cui vi siete feriti, amati e odiati e lasciatelo dire, ti voglio bene ma,» si fermò e cercò le parole giuste «tu sei stato pessimo con lei per la maggior parte del tempo. L'hai tradita così tante volte che tu stesso hai perso il conto.. E..»
Ma si fermò per guardare il fratello guardarsi le mani a disagio.
Sospirò e si schiarì la voce.
«Sai che ti dico? Lasciamo stare questo argomento e concentriamoci su cose più serie. Ad esempio scoprire come sono fuggito.»
Dean rialzò gli occhi su di lui e sorrise. «Perchè invece non ceniamo?» disse alzandosi.
«Non sei curioso di sapere come sono fuggito? Io si.»
«Io ho chiuso con la caccia ok?» urlò quasi il maggiore dei fratelli «Tu stai bene e questo mi basta.»
Sam sospirò e annuì senza aggiungere altro.
Dean stava vivendo una vita normale e lui l'avrebbe lasciato fare. Sarebbe andato da Allison e loro insieme avrebbero trovato le risposte che lui voleva, e nel frattempo avrebbero anche ritrovato la loro amicizia.

*****

Ora che era ora di ripartire, ad Allison non sembrava più una buona idea aver distrutto l'unico mezzo di trasporto a sua disposizione.
Non sapeva come tornare a casa ed era tarda sera perchè potesse andare in un'agenzia e noleggiare un'auto.
Ora camminava a piedi ai lati della statale che da Cicero l'avrebbe portata alla città vicina.
Sarebbe andata a casa della sua amica Jennifer e avrebbe ripreso con sé il passeggero che le aveva fatto compagnia nel viaggio che dalla California l'aveva portata in Indiana.
Forse sarebbero rimasti lì quella notte e poi domattina sarebbero andati a noleggiare un'automobile o avrebbero preso un autobus per tornare a casa.
Solo loro due, nella loro calda e assolata California, a vivere la vita normale che si erano tanto impegnate a crearsi.
E insieme, nessuno avrebbe potuto batterle.
Erano una forza della natura, in modi diversi.
Età diverse, esperienze diverse, ma stessa vitalità.
Si!
Loro due insieme sarebbero state benissimo.
Sorrise e scorse la casa in lontananza.
Le luci erano ancora accese, quindi probabilmente Jennifer e October, la sua compagna di viaggio erano ancora sveglie.
Sorrise nel buio di quella desolata strada e allungò un po' il passo.
Prima solo poco e poi iniziò a correre.
Non vedeva l'ora di riabbracciarla e godersi quel sorriso gioioso capace di farle passare ogni dubbio ed ogni paura.
Si! October aveva un effetto rilassante su di lei.
Arrivò alla porta correndo a perdifiato, ma si irrigidì notando che qualcosa non andava.
La porta era aperta, e da quel poco che Allison riusciva a vedere, la casa era messa a soqquadro.
Sentì il panico coglierla improvvisamente.
Il cuore batterle forte e il respiro diventarle affannato.
Aprì cauta la porta ed entrò lentamente.
Aveva fretta di sapere se Jennifer e October stavano bene, ma doveva essere attenta perchè morta o ferita non sarebbe servita a nessuno.
Avanzò fino al salotto e notò Jennifer gravemente ferita per terra.
Perdeva sangue, era pallida e tremava, ma era ancora viva.
Corse verso di lei e la prese tra le braccia regalandole un sorriso preoccupato.
«Jenny..» le sussurrò guardando la gravità della ferita.
«Allison..»
«Dov'è October?»
«L'hanno presa.»
«Chi l'ha presa?»
Jennifer sospirò e chiuse gli occhi.
«Jenny!» la scosse Allison urlando «Apri gli occhi e dimmi chi ha preso October.»
«I.. i demoni.» sussurrò a fatica stringendo la camicia dell'amica «Mi di.. dispiace. Ho fatto del mio meglio.»
Allison scoppiò in lacrime e le accarezzò il viso.
Non era colpa sua e lei lo sapeva.
Era morta, probabilmente nel tentativo di proteggere October.
«Non fa niente..» le sussurrò «Puoi andare ora. Ti voglio bene.»
Jennifer sorrise, lasciò cadere qualche lacrima e poi chiuse gli occhi.
Da sola, sporca del sangue della sua amica, Allison si guardò intorno.
Afferrò le chiavi dell'auto dell'amica e partì alla volta di Cicero..
Non voleva andare da Dean a chiedere aiuto, ma non sapeva a chi altro rivolgersi e lui se ne stava a poche ore di distanza da dove si trovava lei.
Ingranò la marcia e arrivò a casa di Lisa parcheggiando distrattamente..
Scese e corse verso la porta bussando e suonando il campanello insistentemente..
Attese piangendo preoccupata e quando Dean aprì la porta lo guardò incapace di dire qualcosa.
«Allison..» le disse lui guardandole il sangue addosso «Che ti è successo? Sei ferita?»
«L'hanno presa.. I demoni hanno preso October.» farfugliò lei guardando lui e poi Lisa e Sam avanzare verso la porta..
«Chi è October?» chiese Dean afferrandola per le braccia «Calmati e dimmi che succede.»
Allison pianse un po' di più e si spostò i capelli indietro. Incapace di parlare. Riusciva solo a pensare che l'avevano presa. «L'hanno presa..» sussurrò.
«Allison!» urlò ancora Dean «Chi è October?»
«E'.. Lei è nostra figlia.» rispose guardandolo.
Sentì le sue mani lasciarla e l'ultima cosa che vide, furono i suoi occhi confusi e quelli sorpresi di Sam e Lisa.

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Capitolo 3
*** I'll do by myself ***


I'll do by myself



Una figlia.
Allison gli aveva appena detto che avevano una figlia, e lui se ne stava lì a fissarla incapace di fare altro.
Scioccato, stordito, forse anche un po' felice di quella notizia.
L'aveva scossa per farla calmare e parlare, terrorizzato dal vederla insanguinata e in lacrime, di notte sulla soglia della porta di casa.
E poi, l'aveva lasciata andare indietreggiando e afferrandola giusto in tempo, prima che cadesse a terra, priva di sensi per la pressione emotiva a cui era sottoposta.
Faceva sempre così.
Lei era forte e determinata, ma quando una cosa la toccava troppo, o troppo in profondità, crollava.
Diventava pallida e perdeva i sensi.
Proprio come era successo in quel momento.
L'aveva afferrata e ora la teneva tra le braccia, mentre lei fredda giaceva lì incosciente, pallida come un lenzuolo.
Fece un grosso respiro ingoiando le sensazioni che il profumo dei suoi capelli gli offriva e la prese per bene in braccio riprendendo il controllo delle sue emozioni.
«Ti ho presa..» le sussurrò «Ti ho presa.»
Indietreggiò con lei tra le braccia e poi si voltò portandola dentro.
La poggiò sul divano e le spostò i capelli dal viso.
Incurante della presenza di suo fratello, o della donna con cui oramai viveva da un anno, si dedicò con cura alla donna con cui aveva vissuto per i cinque anni precedenti a quello, e che – lo scopriva solo ora – l'aveva anche reso padre, di una bambina che adesso era stata rapita dalle creature che lui aveva cercato di gettarsi alle spalle.
Le sistemò un cuscino sotto le gambe, per sollevarle un po', esattamente come lei gli aveva insegnato, e poi si passò una mano sul viso.
«Devo chiamare un'ambulanza?» chiese ingenuamente Lisa.
Dean scosse il capo senza nemmeno guardarla, e si perse per un attimo nei ricordi che gelosamente custodiva dentro di sé.
Viveva con una famiglia che non era sua, ignaro del fatto che ne avesse una sua davvero, ad aspettarlo.
Ma davvero Allison e la piccola October l'avrebbero voluto con loro?
Non importava adesso.
Aveva Lisa e Ben e si sarebbe occupato di loro così come aveva fatto per un anno intero.
Non si sarebbe allontanato solo perchè Allison era tornata ora, dopo un intero anno, rivelando l'esistenza di una figlia che lui avrebbe dovuto conoscere da subito.
Ma in fin dei conti – si rese conto – quelli erano semplici pensieri di un uomo confuso. Perchè se Allison non gli aveva detto niente, era perchè non lo voleva tra i piedi, quindi non c'era possibilità che lei gli chiedesse di lasciare Lisa e Ben per stare con loro.
Guardò la sua compagna e si alzò. «Niente ambulanza. Portami solo dell'acqua per favore.»
«Ma Dean se avesse qualche trauma interno? E' insanguinata ed è arrivata qui urlando cose che..»
«Portami solo dell'acqua Lisa!» la interruppe lui duro «Per favore..» ripeté più dolcemente. Guardò Allison e le accarezzò il viso «Mi prendo io cura di lei.. Le succede sempre così. Mi occupo io di lei..»
Senza aggiungere altro, Lisa sospirò e andò in cucina per prendere un bicchiere d'acqua.
L'ex ragazza del suo uomo se ne stava sul divano, svenuta mentre lui si prendeva cura di lei.
Era arrivata blaterando di una figlia. Una figlia che apparentemente nessuno, eccetto lei, aveva visto.
Un'idea le balenò in testa.
E se la bambina non fosse mai esistita? Magari era solo uno stratagemma di Allison, per riprendersi Dean.
Sospirò e riempì il bicchiere. Poi tornò in salotto e si fermò a pochi passi da loro.
No!
Allison non aveva bisogno di uno stratagemma per riprenderselo.
E questo era chiaro dal modo in cui lui, ora si occupava di lei.
Si sforzò si sorridere e diede l'acqua a Sam che stava a fianco del fratello e dell'amica.
Ingoiò le sue paure e le sue insicurezze e attese che Allison si riprendesse.

*****


L'avevano presa.
Avevano preso la sua bambina. La sua piccola October.
Aveva solo cinque mesi ed Allison non riusciva, per quanto si sforzasse, a pensare al meglio.
L'orribile pensiero che le martellava in testa era che la piccola fosse morta.
Chissà se aveva avuto paura quando l'avevano presa e portata via..
E se aveva già mangiato oppure era digiuna.
Immaginò il suo visino dipinto di paura e le sue lacrime diventare presto singhiozzi.
La sua voce squillante risuonare nell'aria.
Magari l'aveva chiamata più volte spaventata ribellandosi alle braccia che non conosceva e che la stavano portando via.
E lei non c'era.
Non era lì a proteggerla, impegnata a distruggere la macchina di quell'idiota di Dean Winchester.
Aprì gli occhi e si mise a sedere di colpo sul divano guardandosi intorno.
Per un attimo si scordò di trovarsi a casa di Lisa, si scordò persino che Sam era tornato.
Guardò i visi delle persone intorno a lei e ricostruì mentalmente gli ultimi minuti.
Avevano rapito sua figlia, aveva raggiunto la casa di Lisa e Dean per chiedere aiuto e poi..
Poi probabilmente era svenuta.
Come le capitava tutte le volte che la pressione emotiva era troppa per lei.
Si toccò la fronte con la mano e scoprì di essere bagnata.
Probabilmente le avevano gettato dell'acqua sul viso per farla riprendere.
Aveva anche un cuscino sotto le gambe, per tenerle sollevate, come lei stessa aveva insegnato a Sam e Dean.
E tutti, la guardavano preoccupati, eccetto Lisa che la fissava quasi spazientita.
Riordinò le idee e balzò in piedi barcollando.
«Devo trovare October!» esclamò decisa guardandosi i vestiti sporchi e puzzolenti di sangue «Ma prima mi servono dei vestiti puliti.»
Non poteva andare in giro in cerca di sua figlia sporca del sangue della sua amica morta, sulla sua auto.
Avrebbe attirato troppo l'attenzione e non aveva tempo da perdere.
«Lisa, potresti prestarmi una maglietta e dei jeans?» le chiese.
«Woah.. calmati!» esclamò Dean afferrandola piano per le braccia «Hai appena ripreso i sensi, rilassati solo un secondo.»
«Mia figlia è scomparsa. I demoni hanno ucciso la mia amica che si occupava di lei e l'hanno portata via per farci chissà cosa.»
«Di quanti mesi è la piccola?» chiese Sam guardando l'amica.
«Cinque mesi. Ha solo cinque mesi.»
«Cinque mesi?» ripeté Dean stizzito «Mi hai tenuto nascosta l'esistenza di mia figlia per cinque mesi Allison?»
«Non ho tempo ora Dean..» le disse lei. Poi rivolse di nuovo lo sguardo a Lisa «Allora vuoi prestarmi o no un dannato paio di jeans e una maglietta?» le urlò.
Lisa, la guardò e sospirò a lungo scioccata dal tono con cui le aveva appena parlato. Rise appena nervosa e poi la guardò dritta negli occhi.
«Vieni qui dopo un anno, decori il mio vialetto con i vetri dell'automobile di Dean e poi te ne vai senza dire niente.» le disse «Ora torni, in casa mia, nel cuore della notte, parlando di una figlia che, hai avuto con il mio compagno e che nessuno – eccetto te – hai mai visto, e hai anche il coraggio di urlarmi contro?»
Allison la guardò con un sopracciglio alzato e un'espressione a metà tra il nervoso e il sarcasmo.
Davvero lei credeva di essere nella posizione di dire quelle cose?
Annuì appena e si avvicinò a lei. «Tre anni fa, quando ci siamo conosciute, tu avevi un figlio che assomigliava incredibilmente a quello che era il mio compagno. Anche i tempi coincidevano.. Gli ho salvato la vita ed ero pronta a trattarlo come se fosse mio, qualora si fosse rivelato essere davvero di Dean.» le disse calma e glaciale «Ti ho lasciato da sola con lui per permetterti di chiarire tutto quello che c'era da sistemare e per ringraziarmi di aver salvato Ben, tu l'hai baciato e gli hai chiesto di restare. E ora che ho bisogno di aiuto, tu stai insinuando che non ho il diritto di chiederlo qui e che mia figlia.. non esiste?»
Lisa sospirò e la guardò senza dire niente. Se credeva di spaventarla si sbagliava e lei glielo avrebbe dimostrato rimanendo lì a reggere quello sguardo carico di rabbia e risentimento.
«Cos'è che ti infastidisce Lisa?» le chiese ancora Allison «Che la mia sia davvero sua mentre il tuo no? O è competere con me che ti spaventa?»
Si zittì e la guardò arrossire per il nervosismo.
Si pentì di aver tirato in ballo Ben quando non era davvero necessario, ma il suo senso di colpa diminuiva se pensava che lei aveva appena insinuato che la sua piccola October non esisteva neppure.
Come poteva averlo anche solo pensato?
Forse credeva che lei volesse riprendersi Dean e che quindi avesse usato uno stratagemma vile e disgustoso come una piccola di appena cinque mesi rapita dai demoni..
Non la conosceva affatto e quindi non aveva il diritto di giudicarla o di fare supposizioni.
Si allontanò da lei e si avvicinò al borsone di Sam poggiato in un angolo vicino alla porta.
Lo aprì e prese una camicia.
Si tolse la sua e velocemente si infilò quella dell'amico.
Era lunga abbastanza da coprire le macchie di sangue sui jeans. E si, era un po' grande ma perlomeno era pulita.
«Sam, prendo la tua camicia..» gli disse. Tirò fuori dalla tasca 50 dollari e glieli mise in mano «Compratene un'altra. E brucia questa.» gli disse dandogli la sua camicetta macchiata. Gli accarezzò il viso e poi si rivolse a Dean.
Un Dean perplesso e silenzioso, chiuso nello stordimento delle ultime scoperte fatte.
«Non sarei mai dovuta venire qui a chiedere aiuto. Dimenticati questa sera e vivi la tua vita.» gli disse.
«Dovrei scordarmi di avere una figlia di cinque mesi che ora è stata rapita dai demoni?» gli chiese lui ridendo appena «E come diavolo dovrei fare?»
Lei si strinse nelle spalle e sospirò «Troverai un modo. Se puoi scordati cinque anni intensi come dieci, in uno solo, puoi scordarti anche di avere una figlia che per altro non hai mai conosciuto.»
«Si, giusto. E di chi è il merito se non l'ho mai conosciuta?» chiese lui di rimando.
Allison fissò Lisa per un attimo che sembrò infinito.
Un attimo in cui furono complici di qualcosa che a Sam non sfuggì e che si sarebbe prodigato di scoprire.
«Mio!» esclamò infine «Ora che abbiamo chiarito cosa è colpa di chi, me ne vado.»
Si girò ed uscì da quella casa.
Avrebbe cercato sua figlia da sola, o meglio.. con l'aiuto di chi, l'aveva sempre aiutata nell'ultimo anno.

*****

Quando Castiel era stato chiamato a rapporto, non aveva idea del perchè.
Forse – aveva pensato – era perchè stava ancora troppo vicino agli umani, anche ora che non ne aveva più motivo.
Anche se era più corretto dire vicino ad un solo essere umano.
Sospirò e camminò a passo lento verso – per dirlo in termini umani – l'ufficio del capo.
Sperava di finire presto, per poter scendere sulla Terra e vivere il momento migliore della sua giornata.
Lo faceva ogni giorno, ad orari diversi, a volte persino indecenti, ma non se lo perdeva mai.
Era la sua ora di spensieratezza e libertà.
Libertà da obblighi che gli stavano troppo stretti.
Da quando Michael era scomparso nel buco insieme a Lucifero nel corpo di Sam, a lui era toccato l'amaro compito di rimettere ordine in Cielo.
Ma quel compito era stato più duro del previsto e ora, Castiel rimpiangeva i tempi in cui era un semplice angelo, con obblighi e doveri certo, ma meno complicati di quelli che aveva adesso.
Per anni aveva ritenuto Michael il suo capo per eccellenza, poi aveva iniziato a perdere fede in lui e infine, era arrivato a considerarlo una povera vittima di ordini sbagliati.
Si era illuso che suo fratello fosse solo costretto a fare quello che doveva, cercando di allontanare dalla sua mente la possibilità che invece lo facesse perchè gli piaceva farlo.
All'arcangelo Michael non poteva piacere di più l'idea di fare una guerra piuttosto che quella di evitarla.
O forse si..
Tra tutti gli aggettivi che aveva usato per lui, comunque, questa era la prima volta che gli veniva in mente la parola idiota.
Perchè per stare in mezzo a quel caos per secoli e secoli, senza mai battere ciglio, senza mai una distrazione, si deve essere idioti.
Non c'era altra spiegazione.
Scosse il capo pensando subito ad altro ed entrò nella grande stanza in cui era atteso.
Il suo nuovo diretto superiore, Nathaniel, che da quando Zaccaria era morto gli diceva cosa fare e cosa non, lo aspettava tranquillo fissandosi le mani.
Castiel si mise davanti a lui e incrociò le mani dietro la schiena. «Mi ha fatto chiamare?»
«Si Castiel.. Ho un nuovo compito per te, sulla Terra.» gli disse «In mezzo agli umani che tanto ti affascinano.»
Un compito sulla Terra? Beh, se le cose erano messe male, stavolta, anche solo la metà di come erano messe la prima volta che gli avevano affidato un incarico sulla Terra, sarebbe sicuramente impazzito.
«Sam Winchester è tornato.» disse l'anziano angelo «Non sappiamo se sia ancora umano, se sia scappato o se invece sia stato liberato di proposito per.. sondare il terreno per un possibile nuovo attacco da parte di.. tu sai chi.»
Oh no! Lucifero..
E Dean.. Dean sapeva che suo fratello era tornato?
«Dovrai capire le sue intenzioni e concentrarti solo ed esclusivamente su di lui. Studiare le sue mosse, conoscere i suoi piani e organizzare una difesa se sarà necessario.» continuò Nathaniel.
Perchè ne parlava come se fosse già scontato che Sam era cattivo?
«Va bene!» esclamò tranquillo.
«Bene! Ora Castiel.. Sto per dirti un'altra cosa.» continuò il suo superiore «E te la dico, perchè ti apprezzo, visto che ti sei sempre dimostrato un buon soldato. Fedele, nonostante tutto, e giusto.»
Castiel lo guardò dritto negli occhi e piegò la testa di lato.
«La piccola October.. Figlia della tua cara umana e del caro Dean Winchester, è stata rapita da alcuni demoni. Vogliono fare di lei un essere malvagio ed io voglio che tu stia lontano da questa cosa. Il tuo compito è concentrarti su Sam Winchester. Solo su di lui.» gli disse «E per rendere chiara l'idea, voglio che tu sappia che, se disobbedirai, uccideremo Allison Morgan.»
Castiel sentì il sangue raggelarsi nelle vene.
La piccola October, la sua ora di spensieratezza, era stata rapita dai demoni che volevano renderla malvagia, e lui doveva.. solo concentrarsi su Sam ignorando questa cosa..
E se avesse disobbedito, Allison sarebbe morta..
Si congedò dal suo superiore con uno sguardo calmo e formale, e appena uscito da lì, individuò Allison e volò da lei.
Doveva nasconderla e sopratutto, doveva stringerla forte, calmando la paura per le sorti di October, che immaginava l'avesse investita come un treno.

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Capitolo 4
*** What am I supposed to do? ***


What am I supposed to do?


«Ci stai davvero ancora pensando Dean?»
Dean Winchester sobbalzò alle parole del fratello, sorpreso dalla domanda, e ancor più dal fatto di non avere una risposta.
Gli stava chiedendo se aveva davvero intenzione di starsene seduto con le mani in mano sapendo che sua figlia era stata rapita dai demoni, o se invece aveva intenzione di fare qualcosa.
Gliel'aveva chiesto più delicatamente di come aveva fatto Lisa poco prima, ma il succo era quello.
Lisa gli aveva detto che, se fosse andato ad aiutare Allison, avrebbe decisamente potuto risparmiarsi il disturbo di tornare a casa. E anche se Dean aveva pensato che fosse dannatamente egoistico da parte sua, metterlo davanti ad una scelta tanto dura, in un secondo momento, si era reso conto del perchè glielo stava chiedendo e aveva iniziato a dubitare ancora di più su quale fosse la cosa giusta da fare.
Non conosceva October. Aveva già cinque mesi e lui fino a cinque ore fa non sapeva nemmeno che esistesse..
Ma era figlia di Allison.. sua figlia e non poteva fingere di non saperlo.
Sospirò profondamente combattuto tra due grandi momenti della sua vita che lo tormentavano.
Il presente che lo rendeva felice, e il passato che stava cercando di dimenticare e che rischiava di rovinare quello che aveva ora.

Era già successo in passato.
Ma i ruoli erano invertiti allora: Lisa era il passato che rischiava di minare il presente, e il presente era Allison.
Però era diverso allora..
Era diverso perchè lui non aveva ancora accettato e vissuto il ruolo di padre e compagno di vita.

Si, Allison era la sua ragazza, ma lui si accingeva a morire e quindi non si era calato fino in fondo nel suo ruolo di perfetto fidanzato.
Eppure, nonostante tutto, nonostante tutte le piccole diversità tra i due momenti che erano comunque simili, Dean si ricordava benissimo la cosa che maggiormente li differenziava davvero.
Allison non gli aveva chiesto di scegliere.. Non l'aveva “minacciato” di lasciarlo quando c'era la possibilità che Ben fosse suo figlio.
Né tanto meno aveva minacciato di allontanarlo davanti alla decisione di salvarlo.
Anzi, si era messa a disposizione, rassicurando Lisa sul fatto che Ben stava benissimo e che lo avrebbero trovato, e le aveva salvato la vita lasciando che lui e Sam andassero a salvare quella del piccolo.

Si ricordava persino cosa gli aveva detto subito dopo che il caso era stato risolto.
Sapeva che Lisa l'aveva baciato e sapeva che da quel momento in poi, lui non avrebbe mai smesso di pensare a quel bambino che gli somigliava tanto.
Sapeva che avrebbe sognato di fargli da padre e che probabilmente, nei suoi sogni, Lisa avrebbe preso il posto che lei aspettava di avere da anni.

La sua donna, amata e rispettata senza tradimento alcuno.
Eppure, nonostante sapesse tutte quelle cose, lei l'aveva guardato e sorridendo gli aveva detto: «Ho aperto un piccolo fondo fiduciario per Ben.. Per i suoi studi al college. Ci ho versato quindicimila dollari e nei prossimi mesi ne verserò ancora. Lisa lo saprà solo dopo che ce ne saremo andati.. Dovresti tornare a trovarlo qualche volta. E' un bambino in gamba e una figura paterna gli farebbe bene.»
E in quel momento, lui aveva capito perchè Allison era speciale.
E ora, non poteva credere di starsene seduto lì a pensare se aiutarla o meno a salvare la loro bambina.
Si alzò e guardò il fratello. «Aspettami qui. Vado a prendere le mie cose.»
Ora sapeva cosa fare. E se Lisa lo amava, avrebbe capito e col tempo l'avrebbe perdonato..
E se non fosse andata così.. Beh, forse l'ultimo anno era stato un errore.

*****

«Dannazione Cass! Perchè non rispondi mai quando devi?»
Aveva provato a chiamarlo almeno venti volte da quando aveva lasciato la casa di Lisa e Dean e aveva capito che, se voleva ritrovare sua figlia, poteva contare solo su se stessa.. E su Castiel.
Non biasimava Dean per aver scelto di rimanere lì, chiuso nella sua bella casa con la staccionata bianca, col profumo di caffè caldo al mattino.

No!
Capiva perchè l'aveva fatto. Finalmente il problematico e complesso Dean Winchester aveva trovato un equilibrio e lei si era persino pentita di essere andata lì a metterlo in discussione.
Si era guadagnato la sua dolce vita con compagna e figlio.
Si era guadagnato la voglia di mandare il passato a farsi fottere e di accogliere il futuro a braccia a aperte.
Se le era guadagnato sudando, mettendo a repentaglio la sua vita per anni, e perdendola anche.
E lei, aveva rotto l'idillio in cui lui aveva imparato a vivere e ora si pentiva amaramente di essere andata da lui per chiedere aiuto.
Avrebbe dovuto mettersi subito alla ricerca della piccola da sola, chiamando solo Castiel che le aveva fatto da padre per cinque mesi.
Si!
E se mai, questa storia della bambina fosse venuta fuori e Dean l'avesse saputo.. Allora avrebbe potuto mentire dicendo che proprio Castiel era il padre.
E non sarebbe stata una bugia, ma una mezza verità visto e considerato che l'angelo era l'unico padre che October avesse mai conosciuto.
Fece un grosso respiro e, dopo aver provato a chiamare di nuovo, scagliò il cellulare lontano davanti a lei. Sbattendolo contro un muro ed rompendolo in milioni di piccoli pezzi.
Ma subito si rese conto dell'immensa stupidaggine che aveva fatto.
Fare a pezzi l'unico strumento che le avrebbe permesso di contattare Cass, proprio mentre lo cercava, non era stata una mossa intelligente.
Niente affatto.
Ma era nervosa e agitata e anche se le era stato insegnato a mantenere la calma sempre e comunque, ora non riusciva a farlo.
Per un attimo le tornò in mente John Winchester.
Così bravo nel suo lavoro. Caratterizzato da una calma glaciale e da un modo di affrontare le cose quasi stoico.
Per tanto tempo, dopo averlo conosciuto si era chiesta come potessero, tratti così marcati del suo carattere, sparire così velocemente quando si trattava di Dean e Sam.
Lei proprio non riusciva a spiegarselo..
Ma ora che era mamma, lo sapeva.. Sapeva come funzionava e capiva molte più cose di quell'uomo che aveva conosciuto e vissuto, anche se per poco.
Fermò l'auto e scese in preda ad una vera e propria crisi di ansia.
Era in un posto sperduto, “persa” nella desolata statale con alle spalle l'Indiana e davanti un posto che non sapeva nemmeno se era quello giusto in cui cercare.
Fece dei grossi respiri e chiuse un attimo gli occhi.
Quando li riaprì, Anna le stava davanti e ghignava divertita..
«Vattene via! Non ho tempo da perdere con te.» le disse.
Anna rise a crepapelle e poi la colpì a tradimento.
Allison sentì la sua mascella scricchiolare e il suo naso sanguinare copiosamente.
L'aveva colta di sorpresa, e solo perchè lei era troppo pensierosa per badare a quella maledetta e alle sue reazioni e azioni.
Si toccò il naso e poi guardò la sua avversaria serrando le mascelle.. «Non avresti dovuto farlo!» le disse dura.
Si scagliò contro di lei e iniziò a colpirla come meglio poteva. Ma era fuori allenamento e si accorse quasi subito che Anna aveva di nuovo i suoi poteri tutti intatti..
In quel momento si rese di una cosa che non riuscì proprio a capire..
Anna era stata uccisa da Michael sotto i suoi occhi.. Aveva preso fuoco e si era incenerita.. Come poteva ora essere di nuovo viva?

«Dopo che Michael mi ha ucciso..» disse Anna gettandola a terra e colpendola con un calcio allo stomaco «Lucifero mi ha riportata in vita.. Lui mi ama davvero.. Come un padre.. E così..» aggiunse afferrandola per i capelli «Eccomi qui.»
Allison raccolse le sue forse e la colpì liberandosi dalla sua presa.
«Quando risorgerà mi amerà ancora di più.. perchè la tua bambina sarà il mio regalo per lui..»
«L'hai presa tu maledetta sgualdrina!»
«Si.. Lei verrà trattata come una regina.. E quando Lucifero tornerà, e credimi, tornerà, lei sarà pronta.» le disse colpendola con un altro calcio e un pugno.
«Pronta per cosa?» chiese Allison sanguinando col viso gonfio di percosse.
«Per contenerlo.» rispose l'angelo ridendo.
Poi la colpì un'ultima volta e sparì lasciandola sola e moribonda.
Ora sapeva chi aveva preso la piccola e per cosa.. Ma era malconcia per fare qualcosa.

*****

Castiel non aveva calcolato che il vecchio sigillo di Allison gli avrebbe impedito di trovarla.
Aveva pensato che fosse oramai inutile e privo di potere, ma si sbagliava.
E se ne rese conto solo quando, provando insistentemente a cercarla, non l'aveva trovata.
Il suo cellulare era sempre occupato e lui non sapeva cosa fare.
Dopo aver spiccato il volo per scendere sulla Terra, era stato richiamato dal suo superiore, e dovendo fingere di non avere alcuna intenzione di disobbedire, era tornato su.
Ma non appena aveva messo piede in Paradiso, si era reso conto che la chiamata era una trappola, organizzata da chissà chi, per ritardare la sua discesa sulla Terra e la sua ricerca di Allison ovviamente.
Si era sentito un idiota per esserci cascato e aveva subito ripreso il suo cammino.
Aveva spiegato le ali e aveva volato più velocemente possibile, e non riuscendo a trovare Allison, si era trasportato a casa di Lisa e Dean, credendo di trovarla lì.
Ma tutto quello che aveva visto erano stati il giovane Winchester e il fratello da poco tornato, proprio come i suoi superiori avevano detto, seduti sul divano del soggiorno pensierosi.
Aveva tirato un silenzioso sospiro di sollievo. Sollevato dal non vederla lì, col suo ex ragazzo.
Si!
Era geloso di quel rapporto che li aveva legati e che lui da sempre aveva cercato di avere con lei. E vedere che non era andata a chiedere aiuto a lui, lo rendeva – egoisticamente – felice.
Ma se non era andata da lui e non aveva chiamato, dove era finita?
Prese il suo cellulare e si accorse solo allora delle circa venti chiamate perse.
L'aveva chiamato e lui, non se ne era accorto.
Provò a richiamarla, ma lei non rispose e a quel punto la sentì.
Percepì la sua aura vibrare debolmente.
Era sofferente e nonostante il panico che sentiva pervaderlo in quel momento, per le sorti della donna che amava, ora sapeva dove andare e dove trovarla.
Volò fino a lì, da dove sentiva la sua energia sprigionarsi, anche se debolmente, e la trovò stesa a terra, sanguinante e incapace quasi di respirare.
Si inginocchiò e la prese tra le braccia capendo all'istante la gravità delle situazione e anche perchè era riuscito a sentirla.
Aveva almeno quattro costole rotte, e di conseguenza il vecchio sigillo con cui era marchiata si era spezzato rendendola visibile ai suoi occhi.
«Allison..» la chiamò piano accarezzandole i capelli impiastricciati di sangue e per un attimo sentì il bisogno di urlare.
Il suo bel viso era gonfio e tumefatto. Sanguinante e ferito praticamente in ogni angolo.
Sembrava una maschera ma lui la trovava comunque bellissima..
«Cass..» rispose lei a fatica «Dove cavolo eri? Ho provato a chiamarti venti volte.»
L'angelo sorrise di quel rimprovero.. Anche mezza morta riusciva a non perdere il suo caratterino..
Le poggiò la mano sulla fronte guarendola lentamente e amorevolmente, e quando fu come nuova, la fermò prima che iniziasse a parlare.
Le poggiò una mano sullo sterno e la marchiò con un sigillo ancora più potente di quello che aveva prima, e poi la aiutò ad alzarsi da terra. «Chi ti ha.. ridotta in quel modo?»
«Cass, Anna ha preso October.. Lei ha detto che è il suo regalo per Lucifero.»
«Anna è morta.»
«No..» disse lei scuotendo il capo «Cioè si, ma Lucifero l'ha riportata indietro prima di essere di nuovo rinchiuso in gabbia e le ha ridato tutti i suoi poteri. E ora lei lavora per lui.. Ha preso lei la piccola. Ha detto che nell'attesa che Lucifero ritorni la prepareranno, in modo che sia pronta.»
«Pronta per cosa?»
«Per contenerlo..»
Castiel si sentì scosso da migliaia di brividi di orrore. Ma fece un grosso respiro e strinse il viso di Allison tra le mani dolcemente.. «E' stata Anna a ridurti in quel modo?»
«Si ma..»
«La ucciderò! Lo giuro. Stavolta la ammazzo.»
Allison indietreggiò un po' e strinse i pugni. «Castiel! Ha preso lei October.. Vogliono tenerla pronta per essere il nuovo contenitore di Lucifero.. Capisci o no?»
L'angelo annuì e sospirò profondamente.. «Senti, so che è orribile da dire, ma questa è la cosa migliore che potesse capitarci.. perchè se devono prepararla per il ritorno di Lucifero, nessuno oserà alzare un dito su di lei.. Quindi per quanto possibile devi stare tranquilla.. La troveremo, te lo prometto.»
Allison sentì gli occhi di nuovo riempirsi di lacrime e annuì lentamente.. «Ok.»
«Bene, ora prendi una camera in un motel e..» prese il suo cellulare e glielo diede, vedendo il suo distrutto in un angolo della strada «Prendi questo. Ti chiamerò più tardi e mi dirai dove sei. Hai capito?»
«Si, ma.. dove vai adesso?»
Castiel sospirò e le baciò la fronte, poi volò via.
Avrebbe evocato Anna e, dopo essersi fatto dire dove trovare la piccola, l'avrebbe fatta a pezzi.
Fosse stata anche l'ultima cosa che faceva.. L'avrebbe uccisa.


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Capitolo 5
*** You can count on us ***


You can count on us



L'avrebbe uccisa.
Si! L'avrebbe riempita di botte, come lei aveva fatto con Allison e poi l'avrebbe uccisa.

Prima però, ovviamente, si sarebbe fatto dire dov'era la piccola.
Questo era il suo piano, e la sua determinazione lo faceva sentire sicuro che sarebbe riuscito a portarlo a termine.

Anna – aveva detto Allison – aveva di nuovo tutti i suoi poteri, ma anche lui, quindi sarebbe stata una lotta alla pari.
Avrebbero combattuto, e anche se sicuramente Anna gli avrebbe dato filo da torcere, lui avrebbe vinto alla fine.
E a portarlo alla vittoria sarebbe stato l'amore per Allison e la voglia di ritrovare la sua piccola October.
Sospirò pensando che sua non era il termine più adatto a definire la piccola.
October era figlia di Allison, e anche se lui si comportava con lei come un padre, non era suo padre.
Lei era figlia di Dean Winchester, del grande amore del suo grande amore.
Si irrigidì pensando a loro e al loro passato.
Immaginando le mani di Allison che dolci e leggere accarezzavano Dean, e alle mani di Dean che bramose, quanto le sue, accarezzavano il corpo di Allison.
La sua pelle morbida, i suoi capelli profumati, le sue labbra rosate.
Scosse il capo rallentando la velocità del volo. Per non rischiare di precipitare al pensiero di quelle immagini che bruciavano come fuoco nella sua mente, e poi individuò il posto ideale in cui fermarsi.
Uno spiazzale umido e buio..
Il perfetto posto per un tipo squallido e traditore come Anna.
Si piegò sulle sue ginocchia e si tagliò il palmo della mano.
Col sangue, disegnò un perfetto cerchio sull'asfalto bagnato e pronunciò lento e deciso, con una precisione che fece specie persino a lui, la formula necessaria ad invocarla.
Chiuse gli occhi e poggiò la mano ferita al centro di quel cerchio sulla strada.
Si accese un leggero fuoco.
Una fiamma che non emanava nessun calore.. Semplicemente colorava e illuminava un po' il buio intorno.
Si alzò in piedi e attese, lasciando che fosse l'ardore della missione che aveva da svolgere, ad alimentare il magico fuoco, e poi la sentì.
Anna era lì.
Stava dietro di lui. La sentiva ghignare malvagia e il suo nervosismo, la sua rabbia, crescevano in modo direttamente proporzionale all'aumentare della sua risata.
Si voltò verso di lei guardandola con aria truce e tirò fuori il suo pugnale.
«Anna!» esclamò duro «Dimmi dov'è October, e forse ti ucciderò senza farti soffrire troppo.»
Anna annuì appena e avanzò piano con fare pensieroso. «Scordatelo!»
«Allora userò le maniere forti.» continuò Cass.
Allungò la mano e la spinse indietro con violenza e senza pietà..
Dovevano parlare..
Oh si! Dovevano.

*****

Sam continuava a chiedersi come potevano fare per trovare October.
Un po' si era stupito, come Dean, di aver scoperto solo ora di questa nipotina.. Ma il suo stupore era durato un attimo.
Lui era perso all'Inferno.. Allison non avrebbe potuto di certo dirglielo.
E poi, onestamente.. non credeva che, anche potendo, glielo avrebbe detto.
L'aveva tenuto nascosto a Dean, che era il padre.. Ed era stata dannatamente brava a farlo.
Contrariamente a quanto si poteva pensare, le voci tra i cacciatori circolavano molto in fretta, e di certo, Allison Morgan, ex amore di Dean Winchester, con una bambina, non sarebbe passata inosservata.
Eppure lei c'era riuscita.
Aveva tenuta nascosta l'esistenza di October, e se non fosse capitata la brutta cosa che invece era successa.. beh, probabilmente non l'avrebbero mai saputo.
O forse si!
Lui sarebbe andato a trovarla prima o poi, e a quel punto avrebbe notato la piccola.
Avrebbe fatto 2+2 e avrebbe scoperto tutto..
Ma l'avrebbe detto a suo fratello?
Sospirò pensandosi in quell'assurda situazione in cui si sarebbe trovato..
Da un lato la sua migliore amica che gli chiedeva di non dirlo, e dall'altro il suo senso di colpa nei confronti del fratello a cui difficilmente sarebbe riuscito a non dire nulla.
Però, forse ci avrebbe provato.. Spinto dal terzo lato di quella storia, che voleva preservare la felicità e l'angolo di normalità che suo fratello si era ritagliato dopo anni passati a vivere sull'orlo della morte e della pazzia.
Si prese la testa tra le mani, tappandosi le orecchie..
Quasi volesse zittire le voci nella sua mente..

Si schiarì la voce e decise di chiedere.. Non avrebbe mai voluto toccare quel tasto delicato, sopratutto perchè sapeva dove li avrebbe condotti, ma ora, non poteva più fingere di non essere curioso..
«Posso farti una domanda?» chiese al fratello che distrattamente guidava la sua nuova auto familiare.
Dean annuì senza staccare gli occhi dalla strada, pensieroso e con gli occhi carichi di dubbi.
«Tu ed Allison, che tipo di rapporto avete avuto nell'ultimo anno?» chiese Sam.
«Dopo che tu.. beh.. Noi abbiamo preferito prendere strade diverse. Io sono andato da Lisa e lei è tornata a casa.»
«Così? Senza dubbi o perplessità? Semplicemente vi siete lasciati?»
«Si! Quando una cosa non funziona è inutile provare a farla andare.. E' meglio finirla.. Io non sono un tipo da lunghi e tristi addii, dopo tentativi di riparo.. preferisco tagliare il problema alla radice. Netto e ordinato.»
«Il problema? Allison era il problema?»
Dean sospirò e scosse il capo. «No!» esclamò «Io ero il problema, ma lei non era la soluzione.»
Sam fece un grosso respiro, pensando alla prossima domanda, ma quando Dean accese la radio, facendo intendere di non avere alcuna voglia di continuare a parlarne, lasciò perdere tutto e si concentrò su altro.
Afferrò il suo computer e cercò inutilmente di rintracciare l'amica.
Come avrebbero fatto a trovarla?
Si passò una mano sul viso e si ricordò del piccolo trucchetto che usavano tempo prima, tutti e tre, quando erano costretti a dividersi e poi ritrovarsi.
Primo motel dell'elenco telefonico.
Lo cercò e poi disse a Dean dove andare.

*****

Nemmeno il caldo e rilassante getto dell'acqua sulla pelle riusciva a farla sentire meglio.
Il macigno sul suo petto pesava ogni minuto di più, ed Allison aveva capito che, avrebbe smesso di opprimerla, solo quando avrebbe stretto tra le braccia October, sana e salva.
Castiel le aveva detto che l'avrebbero ritrovata, e che per quanto orribile da dire, gli scopi per cui volevano.. usarla, avrebbero impedito che le venisse fatto del male.
Rabbrividì a quel pensiero e chiuse l'acqua.
Uscì dal box doccia e si avvolse in un asciugamano pulita, per quanto pulite le cose potevano considerarsi dentro la stanza di quello squallido motel.
Indossò i soli vestiti che aveva, ripromettendosi di comprare qualcosa di pulito il giorno dopo..
Non per vanità, ma solo per igiene personale.
Era triste e depressa, e non voleva anche essere puzzolente.
Lasciò i capelli bagnati e liberi di accarezzarle le spalle e strinse forte tra le mani il cellulare che Castiel le aveva dato, attendendo con ansia una telefonata che le avrebbe dato notizie.
Le sembrò di impazzire, in attesa di uno squillo, e cercò di calmare la sua agitazione canticchiando.
Chiuse gli occhi e uscì fuori sul portico.
Si mise a sedere sui gradini godendosi la fresca aria serale e canticchiò la prima canzone che le venne in mente.
Ma quale poteva essere la prima canzone a venire in mente alla mamma di una bambina di cinque mesi?
Intonò, andando in automatico, la ninna nanna preferita di October, immaginando di cullarla poggiata lì, sul suo cuore, mentre lei sorrideva ribellandosi al sonno, per poi crollare stringendo dolcemente una ciocca dei suoi capelli.
Le sue mani paffute e profumate di talco, il suo viso sorridente e i suoi capelli sempre arruffati che lei amava acconciare con piccole mollettine colorate.
Sentì il cuore esploderle dentro il petto e maledì se stessa per essere stata tanto stupida da dare retta al suo orgoglio, e riportare la macchina a Dean..
Avrebbe dovuto distruggerla e rispedirgliela, senza andarci di persona..
«Maledetta me!» esclamò con la voce rotta dal pianto.
Poggiò il cellulare accanto a sé e nascose il viso tra le mani scoppiando in lacrime.
La sua piccola, dolce October..
Era così bella e tenera.. Come poteva Lisa, anche solo aver pensato che non esistesse?
Resistette a stento alla tentazione di distruggere anche quel cellulare che Cass le aveva dato.
Le serviva, ma lo odiava perchè non squillava.
Si ritrovò a singhiozzare da sola, con unica compagna l'eco del suo pianto disperato.
Si poggiò la mano sul cuore, come per fermare i battiti martellanti e dolorosi nel suo petto e poi sentì una mano accarezzarle gentile i capelli.
Non si spaventò neppure..
L'odore, familiare al suo olfatto, la colpì in pieno, e si rese conto che, anche se aveva detto a se stessa e a tutti il contrario, in quel momento lei aveva bisogno di lui, e non sarebbe stato indifferente, per lei, se lui si fosse rifiutato di aiutarla.
Si tolse le mani dal viso, senza aprire gli occhi e senza smettere di piangere e si lasciò stringere nel caldo abbraccio familiare, che l'aveva stretta tante volte.
Si aggrappò a lui, quasi come fosse il salvagente che le avrebbe evitato di affogare nel suo dolore, e affondò il viso nel suo petto.
«Andrà tutto bene..» sentì sussurrare.
Sarebbe andato tutto bene?
Non lo sapeva.. Ma per lo meno, ora aveva due mani in più pronte ad aiutarla..
Anzi, quattro. Perchè poteva scorgere la sagoma di Sam lì accanto.

«Grazie di essere venuto..» gli disse piano.
«Non c'è di che.. Ora alzati e andiamo dentro.. Fa fresco qui fuori e i tuoi capelli sono bagnati.»
Allison, si asciugò gli occhi, anche se i singhiozzi non si fermarono e annuì cercando di convincere se stessa che tutto sarebbe andato per il meglio..
Afferrò le mani di Dean che la aiutavano ad alzarsi e con lei e Sam entrò in camera.

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Capitolo 6
*** Is not a love triangle ***


Is not a love triangle


«Allison.. Ti va di parlarmi di October?»
Quando Dean glielo aveva chiesto, Allison era rimasta perplessa per un attimo.
Onestamente, anche se non glielo avrebbe mai detto, aveva pensato che a lui non importasse niente di niente della piccola.
E l'aveva pensato per diversi motivi.
Primo fra tutti l'esitazione che aveva avuto quando gli aveva chiesto aiuto..
Se gli interessava davvero sapere qualcosa di sua figlia, perchè aveva esitato davanti alla sua richiesta di aiuto?
Forse adesso gli interessava, perchè sapere di che colore ha i capelli, o gli occhi.. o sapere qual è la sua canzoncina preferita, era quello che gli serviva per trovare dentro di sé la giusta voglia di ritrovarla.
Forse – anche se Allison ne dubitava – voleva solo accertarsi che Lisa non avesse ragione e che quindi la piccola esistesse davvero.
No!
Dean era stronzo a volte, ed era emotivamente immaturo, ma.. lui le credeva.
O almeno lei sperava che fosse così.
Ma ora, cosa doveva fare?
Asciugarsi gli occhi e parlargli di October o chiedergli perchè di colpo gli interessava sapere di lei?
Sospirò e si asciugò gli occhi prendendo la sua decisione. Poco importava se chiedeva solo per sfatare i suoi dubbi..
Lei adorava parlare della sua bambina e nonostante tutto. Dean aveva il diritto di sapere.
Oramai l'aveva coinvolto e non era giusto tenerlo all'oscuro.
«Cosa vuoi sapere?» chiese.
«Tutto quello che ti viene in mente..» rispose lui «Per favore..»
Allison fece un grosso respiro e si schiarì la voce.. Tutto quello che le veniva in mente era tanto, ma non potevano fare altro che aspettare l'arrivo di Castiel, quindi, tanto valeva ammazzare il tempo.
Castiel..
I pensieri di Allison si soffermarono su di lui.
Se lo immaginò scontrarsi con Anna, picchiarla senza pietà solo perchè lei non aveva avuto pietà per il suo povero viso, e per tutto il resto, nello scontro che avevano avuto poco prima.
Si preoccupò pensando che, il sentimento che muoveva Castiel a scontrarsi con l'altro angelo, un tempo suo superiore, non era il migliore dei sentimenti.
L'odio e la rabbia avrebbero potuto fargli perdere la lucidità e avrebbe potuto farsi male.
Ma Cass era un angelo saggio e consapevole delle sue azioni, e teneva troppo a lei ed October per compiere gesti avventati che l'avrebbero anche solo ferito gravemente.
«Ehm.. lei ha capelli dorati.. Quando è nata tendevano un po' al rossiccio, ma col tempo i riflessi rossi sono spariti ed ora ha il tuo stesso identico colore.. Ma ha i miei occhi.. Occhi nocciola quasi sempre velati da un sottile strato lucido.. Anche quando è felice.» iniziò «Adora l'altalena.. Quando la porto al parco, sulle giostrine piange disperata se qualcuno la occupa e lei non può salirci. Adora assaggiare tutto.. Tutto quello che posso farle assaggiare ovviamente. Guarda curiosa ogni cosa intorno a lei e quando ha sonno si prende il viso tra le mani e lo stringe tirandolo verso il basso nel disperato tentativo di tenere gli occhi aperti.. Le prime volte credevo che fosse una specie di gioco, e ho cercato di distrarla da questa abitudine.. Ha la mia pelle chiara e le rimanevano tutti i segni rossastri delle mani sul viso..»
Si fermò e sorrise, così come Dean che la fissava estasiato, quasi come se stesse ascoltando una bellissima favola.
«Ma poi ho capito che lo faceva quando aveva sonno e così, ora appena la vedo farlo, la prendo in braccio e la porto di sopra nella sua camera. La tengo in braccio e mi siedo sulla sedia a dondolo.. E piano piano lei si assopisce arrotolandosi tra le dita una ciocca dei miei capelli.»
«E dorme tutta la notte o si sveglia?»
«Dipende.. A volte si addormenta presto e quindi all'alba si sveglia, sazia di sonno e inizia a urlare cose senza senso.. che – ho capito – essere il suo modo di canticchiare.. Lei si afferra i piedini con le mani e mormora mormora.. fin quando non vado a prenderla. La porto nel lettone con me e lei si nasconde sotto le lenzuola e giochiamo a cucù.. E si diverte.. e la sua risata.. è una gioia per le orecchie.»
Si fermò e scoppiò in lacrime.
Le mancava la sua bambina e iniziava a temere che non l'avrebbe rivista mai più.

*****

Cosa poteva dirle per farla sentire meglio?
Si sentiva tremendamente in colpa per averle chiesto di parlare della piccola.. Se non l'avesse fatto, ora probabilmente starebbe dormendo stremata dal pianto.
E invece, singhiozzava e lui era incapace di fare o dire qualcosa per farla stare meglio.
Gli era piaciuto sentire della bambina. Gli era piaciuto sapere che era il perfetto mix tra loro e gli era piaciuto sentirlo raccontare da lei che aveva una predisposizione naturale a raccontare le cose.
Gli era piaciuto tutto, ma vederla piangere disperata ora, gli straziava il cuore.
Voleva stringerla e rassicurarla, ma farlo sarebbe risultato ipocrita, perchè lui non sapeva se tutto sarebbe andato per il meglio.
Ci sperava e aveva cercato di infonderle coraggio già prima, al suo arrivo.. Ma ora se ne stavano da ore chiusi dentro una camera d'albergo, con Sam fuori in giro a cercare piste e tracce, contattando amici che preferiva non conoscere, e Castiel alla ricerca di Anna che – oramai non gli era più difficile crederlo – aveva preso la bambina, rivelandosi l'infima stronza che Allison aveva sempre sostenuto fosse.
Si passò la mano sul viso e la osservò alzarsi, nervosamente in preda ai singhiozzi più forti che avesse mai sentito.
«Allison..»
«La ucciderò! Lo giuro.. fosse l'ultima cosa che faccio, io ucciderò quella maledetta di Anna.. Si è presa tutto quello che è mio.. Te, e con te la mia serenità e ora nostra figlia..»
Nostra.. era la prima volta che questa espressione non lo terrorizzava o disorientava.
Anzi.. lo incuriosiva e lo riempiva di tenerezza.
Tenerezza nel pensare che, da qualche parte, una profumata e deliziosa bambina, con la pelle della mamma – e quindi la più bella e morbida che avesse mai accarezzato – aspettava di essere stretta tra le braccia.
E quella deliziosa creatura, era anche sua.
Voleva bene a Ben, come se fosse suo – cosa che effettivamente non era mai stata chiarita davvero – ma October, era sua davvero e senza dubbio. Aveva il suo sangue e racchiudeva in sé tutti i dettagli che facevano di lei una Morgan/Winchester.. E lui quell'accoppiata l'aveva sempre amata.
Si perse per un po' nei suoi pensieri e poi si alzò allarmato quando vide Allison prendere un pugnale, e uno strano libro.
Immaginava cosa volesse farci, e non gli piaceva per niente quell'idea.
«Che vuoi fare?» le chiese raggiungendola «Invocare Anna, e batterti con lei con l'intento di ucciderla?»
«Esatto.. Ma prima la torturerò senza pietà finché non mi dirà dov'è October.»
«Un piano geniale.. Si, fatti uccidere. Così, quando ritroveremo la piccola non avrà più la sua mamma.»
«Cosa dovrei fare secondo te?»
«Avere pazienza.. Castiel sta arrivando e sono sicuro che ci darà buone notizie. Ti prego..»
Allison si calmò e fece un grosso respiro.. Dean aveva ragione e lei doveva stare calma, anche se era difficile.
Scosse il capo gettando pugnale e libro sul letto e scrollò le spalle come per rilassarsi prima di un grande incontro di box.
«Hai ragione..» sussurrò «E' solo che non so più a cosa aggrapparmi..»
«Aggrappati a me..» le sussurrò Dean a sua volta. Le prese le mani e le baciò dolcemente speranzoso di essere abbastanza forte da sorreggerla.

*****

Lui si stava facendo in quattro per aiutarla e come al solito, Dean Winchester si prendeva le coccole e i momenti intimi.
Come quello che gli si era presentato davanti non appena era arrivato nella stanza.
Aveva chiamato prima di arrivare, e aveva immaginato che Allison non fosse sola, ma nonostante tutto, il pensiero che lì ci fosse proprio Dean che le stringeva le mani con fare apparentemente romantico, non l'aveva neppure sfiorato.
Si aspettava di trovare Sam forse.. Si!

Sam poteva anche essere logica come presenza..
Invece c'era Dean e vedere Allison con le mani dentro le sue, gli dava il voltastomaco..
Si schiarì la voce, rumorosamente, incurante della possibilità di interromperli..
Non sapeva se c'era effettivamente qualcosa da interrompere, ma se c'era gliene importava ben poco.
Fece qualche passo avanti e osservò in ogni minimo dettaglio i gesti di Allison.
Si era allontanata da Dean non appena aveva sentito il suo arrivo.. E questo era un bene.. Ma si era allontanata perchè voleva farlo, o solo perchè non voleva ferirlo?
La prima opzione gli piaceva decisamente di più della seconda.
Guardò il libro stretto in una delle sue mani e lo agitò un po'.
«Ti ho portato Il mago di Oz. E' uno dei tuoi libri preferiti e ho pensato che leggere ti avrebbe distratta.. Ma vedo che ti stai già distraendo a sufficienza.» le disse lanciando il libro sul letto.
Si voltò verso la porta ed uscì fuori per riflettere..
Doveva calmarsi e ricacciare indietro la sua gelosia.
Perchè? Perchè aveva chiamato Dean? Lui non le bastava? Doveva per forza coinvolgere anche l'ex cacciatore?
Si passò la mano sul viso e si mise a sedere sui gradini del piccolo portico frontale alla stanza.
Fece dei grossi respiri, cancellando – o almeno provandoci – dalla sua mente l'immagine appena vista, e poi le sentì..
Le mani che tanto amava accarezzargli i capelli..
Chiuse gli occhi per un attimo e li riaprì giusto in tempo per vederla sedersi accanto a lui.
«Grazie del libro.. E' stato molto carino da parte tua..» la sentì sussurrare.
«Non carino abbastanza visto che Dean si prende la tua gratitudine ed il tuo affetto, ed io solo delle botte da parte di Anna.»
«Cass.. stava solo cercando di confortarmi.. Ti prego, non fare così..»
«Perchè non dovrei? A lui non è mai importato veramente di te.. Eppure tu l'hai chiamato.. Prima di me ci scommetto..»
«Si, perchè ero vicina a Cicero quando October è scomparsa e il panico mi ha sopraffatta e sono andata da lui che era il più vicino..»
Castiel sospirò e la guardò. «Ci sei andata solo per questo?»
Allison sorrise appena e gli prese amorevolmente il viso tra le mani poggiando delicatamente la bocca sulla sua..
«Solo per questo..» gli sussurrò «Ora dimmi cosa sai.. Questo non è un triangolo amoroso.. Stiamo cercando October.»
L'angelo sorrise dolcemente e prima di parlare, la baciò di nuovo stringendola forte a sé.

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