True love never dies di Robigna88 (/viewuser.php?uid=62768)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Now that my love is gone ***
Capitolo 2: *** I'll remember you ***
Capitolo 3: *** Journey ***
Capitolo 1 *** Now that my love is gone ***
Now
that my love is gone
Ora
che il suo amore se ne era andato, Olivia Baker non aveva
più nulla
per cui vivere.
Aveva
pensato e ripensato a cosa fare. A cosa poteva fare
per
riuscire a stare senza di lui.
Ma
non aveva trovato niente per cui valesse la pena continuare a
respirare.
Il
suo amore era morto.
E
la sua mancanza le pesava sul petto come un macigno.
Era
morto per proteggerla, sacrificando se stesso, sotto i suoi occhi.
Con
una lacrima che gli rigava il viso e uno sguardo amareggiato ma
pronto a dirle addio.
E
lei era rimasta sola!
Sola
con le sue paure e con le sue tristezze.
Sola
coi silenzi di quella casa che le sembravano più rumorosi di
qualsiasi frastuono.
Ogni
giorno apriva gli occhi sperando di vederlo lì, a sorriderle
e ad
accarezzarle i capelli come faceva ogni mattina, e puntualmente, il
suo cuore andava in pezzi quando si rendeva conto che lui non
c'era... e che non ci sarebbe stato mai più.
Era
andato e la sua anima era andata via con lui.
Il
giorno in cui era morto era stato come se gliela avessero strappata
dal petto.
Persino
la sua voce faticava ad uscire.
E
incapace di urlare, di chiedere aiuto o di implorare pietà,
se ne
era rimasta lì a guardarlo dare la sua vita in nome di
quell'amore
che avevano coltivato e difeso con tutte le loro forze.
Castiel..
Le
mancava terribilmente.
Ogni
cosa in quella casa era un ricordo di lui, tanto che per un po' aveva
pensato di trasferirsi.
Ma
non sarebbe servito a niente.
L'immagine
di lui che le sorrideva, il tocco delle sue mani, il suo odore che si
faceva più intenso ogni volta che facevano l'amore,
l'avrebbero
accompagnata dovunque, anche in capo al mondo.
Aveva
letto tanto, tutto quello che c'era da sapere sulla morte di un
angelo che aveva peccato di umanità.
Non
andavano in Paradiso.
Rei
dei peccati commessi – se amare può definirsi
peccato – finivano
in un posto che era come una specie di nazione neutrale.
Non
era Inferno e non era Paradiso.
Era
una specie di Limbo.
Un
posto isolato e triste in cui il peccatore avrebbe scontato la sua
condanna alla dannazione eterna.
Che
strano vero?
Un
angelo punito solo per aver dato amore ad un'umana.
Cos'era?
Una specie di angelico razzismo nei confronti dell'umanità?
Olivia
non lo capiva e non lo accettava.. E Castiel nemmeno, per questo era
morto.
Ma
adesso, dopo una settimana di malinconica e amara esistenza in
solitudine, lei sapeva cosa fare.
Sua
madre da piccola, le ripeteva sempre una citazione sull'amore che
diceva “Il vero amore non muore mai” e ora Olivia era decisa a
capire quanto questo fosse vero.
Sapeva
come fare a capire e voleva farlo.
Si!
Aveva
deciso e niente le avrebbe fatto cambiare idea.
Lei
voleva rivedere il suo amore perduto e c'era solo un modo per far si
che questo avvenisse.
Prese
un barattolo di pillole e riempì la vasca da bagno di acqua
fredda.
Fredda,
per preparare il suo corpo al gelo che l'avrebbe colpita pochi minuti
prima di morire.
Indossò
il suo abito più bello, per essere presentabile e bella agli
occhi
del suo amato e poi ingoiò un intero barattolo di sonniferi
mandandolo giù con un po' di scadente vino.
Incredibile!
Lei,
che era sempre stata incapace di mandare giù anche la
più piccola
delle pillole, ora ne aveva appena preso un intero barattolo senza
battere ciglio.
Il
potere dell'amore..
Scoppiò
in lacrime e dopo qualche minuto, quando la testa iniziò a
girarle e
la sua vista ad annebbiarsi, capì che era il momento.
Entrò
lentamente dentro la vasca ormai piena di acqua e piano piano si
abbandonò al senso di stordimento.
Scivolò
leggera fino ad immergersi sott'acqua e si lasciò morire,
lentamente
e senza paura.
Fino
a non sentire più nulla, fino a non sentire più
il battito del suo
cuore.
Fino
a percepire, lontano, solo l'eco della sua vita che le scivolava ora
tra le dita.
Stava
morendo, ma per lei era come rinascere.
Avrebbe
rivisto l'amore della sua vita e questo era tutto quello che la
faceva sentire capace di respirare di nuovo.
Salutò
il mondo, così come lo conosceva.
Salutò
la vita che con lei era stata buona tutto sommato, e poi chiuse gli
occhi. Le ciglia bagnate e la pelle fredda.
La
tristezza sarebbe finita da lì a poco, e la gioia sarebbe
tornata
nascendo ed avvolgendola, direttamente dagli occhioni blu del suo
angelo “peccatore”.
Note: Questa storia
mi è venuta in mente di improvviso ieri sera.
Sarà brevissima (3 capitoli xD) e molto triste (o almeno
è a quello che miro). Spero che vi piaccia. I commenti sono
sempre graditi =)
Baci, Roby <3
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Capitolo 2 *** I'll remember you ***
I'll
remember you
Non
se la sarebbe mai scordata.
Anche
se fosse andato in Paradiso, o all'Inferno, piuttosto che finire in
quel Limbo colmo di emozioni e dolore, lui non l'avrebbe mai
scordata.
I
suoi capelli neri e la sua bocca carnosa.
La
sua pelle profumata di miele e la sua voce che sussurrava il suo nome
tutte le volte che la stringeva tra le braccia facendola sua.
Mai!
Lui
non l'avrebbe mai scordata.
Si
sarebbe ricordato di Olivia Baker per il resto dei suoi giorni.
Lì,
condannato a vivere una specie di supplizio eterno, ogni ricordo di
loro, gli appariva vivido e forte davanti agli occhi.
L'aveva
amata, intensamente e totalmente.
La
prima e unica donna che avesse mai amato, gli era costata la vita.. E
lui era stato sereno e sicuro davanti alla scelta di morire per lei.
Non
aveva avuto nemmeno un dubbio.
Scegliere tra la sua vita e la
salvezza di Olivia era stata la scelta più semplice che si
fosse mai
ritrovato a compiere.
La
morte e la sofferenza erano sembrati niente, se considerava il motivo
per cui lo stava facendo.
Per
salvare la donna che amava.
E
con una lacrima lì a rigargli il viso, l'aveva guardata per
un'ultima volta dicendole addio.
Addio
alla beata meraviglia che la sua vista gli offriva.
Addio
a quel senso di dolcezza che lei sapeva dargli.
Addio
a quella sensazione di essere a casa che i suoi occhi gli regalavano
dolcemente ogni volta che lo guardava.
Addio
alla sua voglia di vivere con lei per il resto dei suoi giorni,
rinunciando a tutto quello che aveva e che era, solo per essere
giusto per lei.
Addio
a tutto.
Ma non all'amore che provava.
Quello
non sarebbe mai passato. Se lo sarebbe portato dentro per il resto
della sua vita, o forse era meglio dire non vita.
E non
avrebbe permesso a nessuno di portarglielo via.
L'avrebbe
custodito gelosamente dentro il suo cuore lasciandolo uscire solo
attraverso le lacrime che gli solcavano il viso e i singhiozzi che
gli impedivano di respirare.
E poi
l'avrebbe ripreso con sé, bevendo il suo dolore e ingoiando
quegli
stessi singhiozzi, ancora e ancora.
Si alzò
e
camminò distrattamente su e giù per la valle
desolata a cui era
destinato.
Condannato
a rimanere da solo, con i suoni e le immagini del suo passato
intatti.
Condannato
solo perchè aveva amato.
Un amore
marcio, sbagliato per chi stava sopra di lui.
Ma giusto e
quasi disperato per lui che lo aveva vissuto minuto per minuto senza
mai pentirsi.
Non c'era
niente di sbagliato in quel sentimento, eccetto forse la troppa
intensità che lo caratterizzava.
Chiuse gli
occhi abbandonandosi alla dolce reminiscenza di un bacio, o di un
abbraccio, o di una parola gentile.
Si
lasciò
cadere in ginocchio, scosso di nuovo dai singhiozzi e pianse
disperato urlando con tutta la voce che aveva.
Affranto,
perso, solo..
Non voleva
stare lì. Voleva tornare dalla sua donna e amarla,
stringerla e
coccolarla.
Godere del
caldo della sua pelle e del morbido delle sue labbra.
Si
rannicchiò su stesso desiderando di morire..
Che
stupido!
Era già
morto e non l'avrebbe rivista mai più.
L'unica
speranza che gli rimaneva, era quella che lei stesse bene.
Che fosse
felice e che trovasse la forza di andare avanti senza di lui.
Chiuse gli
occhi stremati dal pianto e immaginando di accarezzarla,
accarezzò
l'asfalto intorno, singhiozzando di nuovo, come un bambino.
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Capitolo 3 *** Journey ***
Journey
-
Alle nozze sincere di due anime impedimenti non so.
Non
è amore
l'amor che
muta se in mutare imbatte
o,
rimovendosi
altri, si rimuove,
oh no:
è faro che per sempre è fisso
e
guarda alle bufere non dà crollo,
amore,
è stella ai vaganti
navigli,
nota in
altezza, nel valore ignota.
Non
è zimbello al
tempo, s'anche a teneri
labbri
s'incurva quella falce e
chiude,
non
tramuta con l'ore e i giorni brevi
ma inoltra
sino
all'estrema sventura.
Se errore
è questo, e su di me
provato,
io mai non
scrissi, e mai nessuno ha amato. -
(William
Shakespeare – Sonetto 116)
Quante
volte avevano letto insieme quei versi?
Lei
faticava a ricordarselo e ora, mentre con gli occhi chiusi attendeva
un segno che le facesse capire di essere finalmente morta, Olivia ci
pensava e ci ripensava.
Poche
frasi, belle e significative.
Pochi
versi che avevano fatto capire loro tante cose sull'amore.
Versi
sussurrati alla luce di un camino, in una sera di pioggia.
Pronunciati a fiori di labbra dalle loro bocche che sempre faticavano
a staccarsi.
Aprì
gli occhi rincuorata dal ricordo e fu come risvegliarsi in un'altra
dimensione.
C'era
riuscita!
Aveva
dato un taglio a quell'esistenza fatta di solitudine, resa deprimente
dall'assenza di Castiel.
Si
alzò e si guardò intorno con fare spaesato.
Era
diverso da come lo aveva immaginato. Molto diverso.
Era
anche peggio di quello che lei credeva, ma non le importava.
Se
Cass era lì, quello sarebbe stato il posto più
bello che avesse mai
visto.
Fece
un grosso respiro e avanzò piano.
Spaventata
e alla ricerca del suo amore..
L'avrebbe
trovato! O almeno sperava.
Canticchiò
una triste canzone e camminò a passo lento, a ritmo del
ricordo dei
battiti del suo cuore.
Ora
non batteva più, anche se se ne stava ancora lì,
dentro il petto a
farle male.
Si
lisciò l'abito e poi lo vide.
Il
suo angelo se ne stava poco distante da lei, seduto. Con la testa tra
le mani, rannicchiato su stesso a pensare a chissà cosa.
*****
Olivia..
Era
tutto quello che passava per la mente di Castiel.
Per
un momento, in quel silenzio assordante scandito dal suono delle sue
lacrime, gli era parso di sentirla canticchiare.
E
cullato dal suono di quella voce, si era messo anche lui a
canticchiare quella canzone.
La
sua mente iniziava a giocargli brutti scherzi.
Non
ce l'avrebbe fatta senza di lei.. Per un attimo credette di
impazzire, ma poi si ricompose e si alzò da terra, anche se
svogliato e privo di stimoli.
Alzò
il capo e la vide.
Correva
verso di lui, chiusa in un abito bianco che a contrasto con la sua
pelle olivastra la rendeva bella al pari di una Dea.
Rinsavì
dallo stupore e le corse incontro stringendole il viso tra le mani
assaporando il dolce sapore della sua bocca.
«Olivia..»
le sussurrò «Tu sei.. qui.»
Le
asciugò il viso bagnato di lacrime e la baciò
ancora e ancora.
E
poi si rese conto della triste verità.
C'era
solo un modo che avrebbe permesso alla sua amata di raggiungerlo.
E
a lui non piaceva quell'opzione.
Si
staccò da lei e la afferrò per le braccia
scuotendola.
«Cos'hai
fatto?» le urlò «Ora sarai dannata anche
tu, come me, per il resto
dei tuoi giorni.»
Lei
sorrise, tra le calde lacrime padrone sul suo viso, e gli
accarezzò
le labbra con le dita leggere.
«Saremo
dannati insieme amore mio.. Io e te.»
«Perchè?»
urlò ancora lui piangendo «Io ti amo, non volevo
che tu facessi
questo.»
«Non
c'è dannazione peggiore per me, dello stare senza di te. Per
un'intera settimana, da quando sei morto, è stato come se il
cuore
mi esplodesse nel petto.. Non mi importa di niente, se non di starti
accanto.»
Castiel
singhiozzò. La amava e non avrebbe mai voluto quella fine
per lei,
ma una parte di lui, era così felice di vederla, che non
riuscì a
dire altro.
La
baciò stringendola a sé, dando voce ai ricordi
che l'avevano
accompagnato prima del suo arrivo lì, in quella landa
sperduta
lontana dalla Terra.
Le
sorrise stringendole le mani e poi gliene prese una iniziando con lei
a camminare.
Ora
quel posto sarebbe stato più bello per lui.
Decisamente
migliore e più vivibile.
Si
sorrisero dolcemente e poi videro una luce accecante aprirsi
lì
davanti a loro, e sentirono una voce gentile invitarli ad entrare.
Cos'era
quel posto, lo sapevano bene entrambi.
Il
Paradiso...
Era
il loro premio per l'amore che li legava.
Un
amore talmente vero, da resistere persino alla morte.
-Fine-
Note: Eccoci alla fine.. Questa
storia è nata per essere breve e così
è stato. E' nata anche per essere triste, ma piena di
speranza. Speranza necessaria a credere in un amore che non
muore mai.
Se questa parte dell'idea è riuscita, lo lascio decidere a
voi ;)
Grazie mille per
avermi fatto compagnia anche in questa storia, assecondando la mia
follia.
Grazie del sostegno e dell'affetto che sempre mi mostrate sempre.
Baci, Roby <3
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