Hard to live in the City

di Wendy C
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** it's hard to live in the city ***
Capitolo 2: *** Girl ***
Capitolo 3: *** More than a feeling ***
Capitolo 4: *** Living Is Easy With Eyes Closed ***
Capitolo 5: *** No Reply ***
Capitolo 6: *** I Feel It All ***



Capitolo 1
*** it's hard to live in the city ***


Hard to live in the City

To all those questions, I have no answers
I wish that I could sit in the sun.

16 aprile 1998 – Londra (U.K.)


Avete mai provato quella sensazione di sentirvi inadeguati? Vi siete mai chiesti “ma io che cosa ci faccio qui?” Tutti hanno uno scopo nella vita no? Thomas Edison ha inventato la luce elettrica, Einstein ha vinto un Nobel per la fisica, i Beatles avevano scritto la storia della musica, per non parlare di Mozart che a soli cinque anni aveva già composto la sua prima melodia. E io? Che scopo avevo nella vita? Fin da piccola avevo sempre avuto la sensazione che avrei fatto qualcosa di importante un giorno. Volevo studiare medicina, diventare un chirurgo, un bravo chirurgo. Ma ora non lo sapevo più cosa volevo, era il mio ultimo anno al Thames Christian College, non ero nemmeno cristiana e in più odiavo le uniformi. Era tutto così tremendamente sbagliato, come sentirsi in trappola nella propria vita. Non sapevo nemmeno più se stessi andando bene a scuola per me o per compiacere i miei genitori, per poterli sentir dire che erano fieri della loro figlia. Ultimamente non me ne fregava niente di nulla, non volevo diventare un bravo dottore, non mi interessava avere A in tutte le materie e tanto meno mi interessava cosa pensassero di me i miei genitori. Volevo solo poter suonare la mia chitarra, adoravo la mia chitarra, non sapevo se mi avrebbe mai portato lontano, ma quando suonavo era come una boccata d’aria fresca, sentivo la musica scorrermi nelle vene, era pura poesia, linfa vitale. Spesso e volentieri mio padre aveva smontato questa mia passione, da una parte lo capisco anche. Lui era Michael McCartney, si proprio quel Michael, il fratello del famoso Paul McCartney. Sarebbe stato difficile competere con una persona del genere, nessuno vorrebbe essere solo ricordato come “il fratello di Paul McCartney” oppure il figlio, o la nipote. Ma io non avevo mai realmente pensato di diventare famosa suonando una vecchia Fender Rosewood Telecaster. Si proprio quella di George Harrison, tutto nella mia vita urlava Beatles, ma nonostante ciò, al contrario di quello che si può pensare, li adoravo. Anzi, li veneravo e al contrario di un qualunque altro fan li avevo in casa, in carne e ossa. Non mi ero mai realmente resa conto di quanto fossi fortunata, per me era tutto normale, era assolutamente normale chiamare Paul McCartney “zio”, avere come migliore amico Dhani Harrison (e ti credo, lo conosco da quando sono nata) e tutto il resto. In fin dei conti ero una normalissima adolescente come un’altra, non sapevo che fare nella vita, avevo appena compiuto diciotto anni, mio zio era un ex beatle, il mio padrino George anche e in questo momento stavo appollaiata sul tetto di casa mia mentre suonavo una vecchia chitarra classica e fumavo una sigaretta. Il cielo di Londra era dorato per il tramonto e la vita di tutti andava avanti mentre io mi sentivo in paradiso.


Cloud Number 9
Ecco lo spazio autrice :) Il nome l'ho preso da una canzone di Bryan Adams, mentre "Hard To Live In The City" è di Albert Hammond Jr.
Adoro entrambe le canzoni...e questa storia mi è stata ispirata da uno dei miei tanti viaggi mentali su Dhani Harrison XD Più preciamente questo mi è venuto in mente la settimana scorsa mentre andavo ad Ambrugo :) So che per ora non si capisce molto della storia...ma presto posterò il secondo capitolo e poi anche il terzo dell'altra ff che sto scrivendo :D Hope you enjoy it
A presto,
Brookelle <3

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Capitolo 2
*** Girl ***


Girl
-Di nuovo sul tetto Alice?- ero talmente tanto assorta nei miei pensieri esistenziali da adolescente che appena sentii quella voce feci uno scatto improvviso e per poco non persi l’equilibrio.
-Merda Dhani!! Potresti avvertire quando arrivi!- e mi lasciai scivolare sul tetto fino ad atterrare sul balconcino sottostante dove si trovava lui.
-La smetti di chiamarmi “merda Dhani”!? E poi cosa avrei dovuto fare? Farmi annunciare dalla banda dell’esercito della salvezza?- e così dicendo prese la chitarra che tenevo in mano e iniziò a suonare un motivetto che non avevo mai sentito prima.
-E’ nuova? Mi piace-
-Si, l’ho scritta per una persona- e abbozza un sorriso leggermente malinconico.
-O-oh, è per una ragazza, vero?- chiedo, dandogli una gomitata sul fianco.
-Bè…ehm…più o meno-
-Oddio…lo sapevo!! Sei gay! Non che abbia qualcosa contro i gay, però avresti potuto dirmelo, sono la tua migliore amica!!- scherzai.
-Cosa? No…no Lice, non sono gay! Ma che ti salta in testa?- -Bè tu hai detto…-
-E’ per Emily…ok?-
-Ah…ok- rimasi un po’ spiazzata da quella risposta. Emily? Perché io non sapevo che gli piaceva Emily? Avrebbe potuto dirmelo, di solito mi dice sempre tutto. Dio ti prego, fa che non abbia una storia con Emily. Non voglio fare la fine di Harry Potter, con Ron e Hermione!! Ma perché sempre io devo fare da terzo incomodo?! Forse dovrei trovarmi un ragazzo…
-Però non volevo parlarti di questo. Sai no? Che sabato c’è la festa per il compleanno di Dean?- Dhani interruppe bruscamente il mio flusso di pensieri, anzi di deliri.
-Ma certo! La festa di Dean- forse dovrei anche comprarmi un’agenda dove segnare tutti i miei impegni, me ne ero completamente dimenticata. Si una bella agenda rossa, in pelle magari. Mi sentirei come una di quelle donne d’affari super impegnate, magari potrei annotarci sopra tutte le volte che suono con i ragazzi al The Garage…
-Ci andiamo insieme?-
-Cosa?- chiedo, mentre mi risveglio di nuovo dalle mie fantasticherie.
-Alla festa di Dean!! Come al solito no? Andiamo sempre insieme- ormai ha una faccia scocciata, non capisco perché si arrabbi sempre così tanto. Lo sa che ho la testa da un’altra parte ultimamente.
-Ah…si, è ok- ripresi la chitarra e rientrai in camera, ormai si era fatto buio e freddo fuori.
-E’ ok…come sempre del resto- sentii Dhani farfugliare, era ancora fuori sul balcone e non ero del tutto sicura di quello che avevo sentito, però avevo come l’impressione che si aspettasse qualcosa di più…strano da parte sua. Non so proprio cosa avrei potuto dirgli. E poi non mi sembrava di aver detto assolutamente nulla di male. Chissà forse era arrabbiato per conto suo.
Appoggio la chitarra sulla scrivania e pigramente mi sdraio sul letto, fortuna che domani non sarei dovuta andare a scuola. Nessuno in casa nostra era cattolico, ma le festività non le saltavamo mai. Se ci avessi pensato un po’ sopra sarei giunta alla conclusione che era un comportamento davvero da ipocriti, ma avevo fin troppe cose per la testa senza mettere in mezzo anche la religione.
Ad un certo punto vidi Dhani rientrare e raggiungermi sul letto.
Rimanemmo in silenzio per un po’.
-Al, dovrei…ehm…dirti una cosa- la sua voce sembrava quasi che rimbombasse dal silenzio che c’era in quella stanza.
-Sputa- risposi, restando ad occhi chiusi con il viso rivolto al soffitto.
-Ecco…io…in realtà…non mi interessa Emily-
Grazie al cielo! Sarebbe stato troppo imbarazzante, la mia migliore amica e il mio migliore amico…da vomito in pratica!
-Bene!...Cioè, sarebbe stato imbarazzante non trovi?- così dicendo aprii gli occhi e mi voltai verso di lui.
Mi fece un sorriso nervoso e notai che si era impercettibilmente avvicinato a me. In realtà non poi così tanto impercettibilmente, il suo viso si avvicinava sempre di più al mio, non riuscivo a spostarmi, era come se fossi paralizzata dalla paura, il cuore batteva troppo forte. Era tutto troppo strano. No Dhani, non farlo, perchè devi rovinare tutto!
Ma lo fece ugualmente, posò le sue labbra sulle mie, esitava, forse aveva paura. Probabilmente però, mai quanta me; che nel preciso istante in cui le nostre labbra si sfiorarono, scattai come un furetto a cui avevano appena pestato la coda e saltai giù dal letto.
-NO!! MA CHE CAVOLO…- le parole mi morirono in gola appena vidi la sua espressione. Era mortificato, umiliato, aveva la faccia di un rosso tale che sembrava che qualcuno l’avesse preso a schiaffi.
-Mi…mi dispiace- e così dicendo si alzò in fretta e furia dal letto e uscì dalla mia stanza.
Non avevo la forza di corrergli dietro e chiedergli spiegazioni, ero troppo sconvolta. Chi se lo sarebbe mai aspettato? Fino all’altro giorno facevamo le gare in bicicletta in campagna per vedere chi era il più veloce, oppure fumavamo interi pacchetti di sigarette all’oscuro dei nostri genitori, ci imbucavamo alle feste e ci inventavamo false identità per non essere collegati ai nostri famosi genitori/zii. Era quello a cui raccontavo tutti i miei segreti più profondi, Dhani sapeva tutto di me. Tutto. Ma a quanto pare io non sapevo tutto di lui, chissà da quanto andava avanti questa storia, chissà da quanto tempo provava quei sentimenti per me. E io non me ne ero mai accorta.


Cloud Number 9
Eccomi qua con il secondo capitolo ^^ scusate se vi ho fatto attendere un pò...comunque per il terzo non dovrete attendere molto per vostra immensa (s)fortuna :)
Passiamo ai ringraziamenti ^_^
Marty_youchy
Grazie mille per il benvenuto...a dir la verità è quasi un anno che sono iscritta ma mi sono decisa a pubblicare su efp solo ultimamente ^^ Ed è proprio esatto la protagonista (alice) è il mio alter ego...più fortunato si intende XD Comunque grazie per aver recensito e per aver anche letto la mia misera presentazione, spero ti piaccia anche questo capitolo :)
Thief_
scusa tanto per non essere sempre andata a capo...ma a quanto pare ne capisco davvero poco di HTML...mentre la scrivevo su word era tutto ok, poi quando l'ho copiata qui si è un pò incasinata -.- Sta volta spero di aver fatto meglio, e grazie anche a te per aver recensito ^^
A presto con il prossimo capitolo :)
Brookelle.

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Capitolo 3
*** More than a feeling ***


More than a feeling
“Non voglio regalarti la luna,ne tanto meno comprarti le stelle. Non voglio dirti che farò imprese eroiche; sarei ridicola,lo sai non ce la farei. Non voglio darti il mio cuore; perché ho bisogno di lui per amarti. Voglio solo darti la mia mano. E' vero,non ti sto dando il mondo. Ma dentro questa mano c'è tutto l'amore,tutta la salvezza,il calore di cui avrai bisogno quando la stagione della tua anima sarà l'inverno.”
Continuavo a ripetermi quelle parole in testa, mentre correvo sul lungo corridoio di marmo. Avevo un bicchiere di champagne in mano e il ticchettio dei miei tacchi era assordante. Riuscivo a sentire in lontananza Amazing Grace, qualcuno suonava il piano e diverse persone cantavano in coro. Sapevo che avrei dovuto raggiungerle anche io, ma avevo paura ad entrare in quella stanza, indugia fuori davanti ad uno specchio. Come cavolo ero conciata? Portavo i capelli come Marilyn Monroe, se non era che i miei erano color ebano e più lunghi dei suoi. Avevo un vestito blu, molto stretto che mi arrivava fin sotto le ginocchia e portavo una pelliccia intorno alle spalle. Una pelliccia??!!! Da quando porto le pellicce io? Scossi la testa incredula ed entrai in questa fantomatica stanza, dove a quanto pare mi stavano aspettando tutti. Era un salotto enorme, addobbato come se fosse l’ultimo dell’anno, c’era zio Paul che suonava il piano e poi c’erano George, mamma, papà, Olivia, Dhani, James, Mary, Josh…c’erano tutti in pratica. E cantavano felici con dei calici pieni di champagne in mano. Sembrava il quadretto di un fastoso capodanno ambientato negli anni 50.
Quando entrai, si voltarono tutti a guardarmi. Mi guardavano come se fossi un ripugnante insetto che è stato appena scoperto gironzolare sopra una costosa e ottima torta di panna, aprii e richiusi la bocca più volte, senza sapere cosa dire. Non riuscivo più a ricordarmi il discorso che dovevo fare a Dhani.
-Dhani!- la mia voce riecheggiò per tutta la sala come uno sparo in mezzo a una foresta.
-Cosa ci fai tu qui? Non fai più parte della famiglia!- mi urlò contro papà.
-Co…come?-
-Vattene!- questa volta era stato Dhani a parlare.
-No Dhani! Mi dispiace, sono venuta per questo, per dirti che voglio fare la pace!- fare la pace? Ma come cavolo sto parlando? Concentrati Alice, concentrati!
-So di non essere stata carina, magari potevo evitare di urlare come un’invasata ma…- feci una pausa ad effetto –rivoglio il mio migliore amico- e mi morsi il labbro, sperando di avere un’espressione abbastanza patetica da farmi perdonare.
-Mi dispiace, ma hai perso la tua unica chance- ed improvvisamente spunta fuori dal nulla una guardia giudiziaria, o qualcosa del genere e vengo letteralmente trascinata via.
-Non puoi farlo!! E’ anche la mia famiglia quella!! Non puoi portarmi via da loro- mi sento urlare.
-NO Dhani!! NO-
-Alice…Al!!-
-NO!-
-Svegliati!!!-
Ed improvvisamente mi risveglio da quello che aveva tutta l’aria di essere un incubo, mio fratello Josh mi sta guardando con una faccia spaventata.
-Hai bevuto anche ieri sera? Lo sai che non posso sempre tener tutto nascosto a mamma e papà, se ti scoprono poi vado nei casini anche io e…-
-No!Non ho bevuto- mi alzo dal letto e mi dirigo in bagno –cretino-
-Grazie! Io ti paro il culo e tu mi dai del cretino, vai a chiedere aiuto a qualcun altro la prossima volta- ed esce dalla mia stanza.
La gente continua ad uscire incazzata dalla mia stanza, dev’esserci una qualche maledizione qui dentro, forse ho il malocchio e sono destinata a litigare con tutti quelli che conosco finché non avrò il mondo intero contro. Poi magari mi bruceranno sul rogo come si faceva con le streghe nel medioevo. Devo ricordarmi di controllare su qualche libro come si scaccia il malocchio. Ma soprattutto devo parlare con Dhani, magari è davvero incavolato con me, certo, non posso biasimarlo. Però d’altra parte avrebbe, anche lui, dovuto mettere in preventivo una reazione del genere. Cosa credeva di ottenere? Siamo amici da una vita, lui si alza un giorno e decide di baciarmi, pensava sul serio che io avrei ricambiato così? Senza pensarci mezzo secondo? Non è mica un film della Disney questo! Tanto meno una qualche commedia romantica con Cameron Diaz o Drew Barrymore!!

Più tardi, esco di casa e vado da Justin, dove insieme a Emily, Mark e Tom iniziamo le prove con il gruppo che avevamo messo insieme da qualche mese.
-Alice! L’accordo è di DO maggiore, perché continui a suonare un RE? Non lo senti che è tutto sbagliato?- Justin mi rimprovera, odio essere rimproverata da lui. Per un periodo gli sbavavo dietro molto spudoratamente. Non credo sia mai venuto a saperlo in realtà, però farmi sgridare da lui mi imbarazza comunque. Soprattutto perché se faccio parte della band è perché suono bene la chitarra…ok, va bene! Forse mi piace ancora un pochino!
-Scusa, non so che ho per la testa oggi- mi sfilo la chitarra e mi siedo su un divanetto in pelle li vicino.
-Ok, facciamo una pausa. Volete qualcosa da bere?-
-Se hai del Baileys, volentieri- Justin mi guarda divertito.
-Vado a prendere del tea- e si dirige al piano di sopra seguito da Mark e Tom.
Pazienza, avrei preferito del whisky.
Emily si siede vicino a me senza dire nulla. Credo aspetti che sia io a parlare, ma non ho voglia di raccontarle quello che è successo.
-Avanti Alice non farti pregare. Cosa è successo?- mi chiede alla fine spazientita.
-Niente- mi mordo il labbro cercando di trattenere le lacrime.
Brava frignona, mettiti anche a piangere. Ti ricordo che qui sopra c’è Justin che sta per tornare con il suo fottutissimo “tea”, vuoi davvero che ti veda piangere come una bambina per un tuo amico?
-Si certo, e i maiali volano. Dimmi subito quello che è successo o giuro che io ti…-
-OK…ok Em…ti racconto tutto!- e così le raccontai tutto, o quasi. Certo, la parte in cui Dhani parla di lei l’ho tralasciata, ma che importanza ha?
-O Mio Dio!! E tu??- mi chiede con gli occhi più spalancati di un galagone.
-Io cosa? Ero sorpresa e ho reagito non troppo bene. Alla fine è uscito dalla mia stanza molto in imbarazzo, credo- -Ma perché sei così ottusa?- e nel dirlo inizia a sbattere la testa contro il bracciolo del divano.
-Va bene che sono stata un po’ brusca con lui, ma arrivare a dire che sono ottusa non…-
-Ma non lo hai ancora capito?? Tu e Dhani siete fatti per stare insieme! Dai è così palese!! Lo sanno tutti!- mi interrompe lei, riversandomi addosso pensieri che a quanto pare condivideva con qualcun altro da parecchio tempo.
-Tutti chi? E poi a me piace un altro! Dhani è come…come un…un fratello ecco!- ci sarà qualche strano virus in giro per Londra, improvvisamente tutti saltano fuori con idee balorde! Forse è una specie di strano germe che divora i neuroni, e magari io ne sono immune e dovrò salvare l’intera umanità dalla catastrofe! Sarò come Megan Fox in Transformes…i pantaloni di pelle però non è che mi stiano proprio benissimo…
-…e siete sempre l’uno alla ricerca dell’altro. Per non dire che la maggior parte delle volte che usciamo tutti insieme voi due vi estraniate e parlate sempre dei cavoli vostri e non considerate nessuno. Comunque chi è che ti piace?- mi sono persa un pezzo del discorso di Emily, chi è alla ricerca di chi? Per me è solo un amico, quante volte devo ripeterlo??!
-Ehm…sarebbe Justin- rispondo senza guardarla in faccia, mi vergogno un po’ a dirlo ad alta voce, fino ad ora non ne avevo fatta parola con nessuno; solo con Dhani, ma lui non lo conosce.
-Justin? Stai scherzando? È praticamente identico a Dhani! Andiamo…non dirai mica sul serio!-
-Ma non è vero!- Justin uguale a Dhani? Saranno tutti e due alti e magri, forse hanno i capelli tagliati in modo similie e lo stesso colore degli occhi. Mettiamoci anche il fatto che entrambi suonano la chitarra, e sono tutti e due molto simpatici, ma le somiglianze finiscono qui! Dire che sono identici mi sembra esagerato!!
-Tu vorresti Dhani, ma hai paura di rovinare la vostra amicizia, quindi lo cerchi in qualcun altro. Sei una stupida Alice-
-Ragazze!! Il tea non c’era, ho trovato solo della limonata!- Justin stava scendendo le scale mentre Mark e Tom lo aiutavano a portare i bicchieri.
E se Emily avesse ragione? Ma non può essere, Dhani e Justin non sono poi così simili…e poi se mi piaceva Dhani l’avrei baciato anche io invece di allontanarmi, giusto?


Cloud Number 9
Ecco qui il nuovo capitolo :)
informazione di servizio: la citazione che ho messo all'inizio è di "This war is ours"
passiamo ai ringraziamenti :D
Whydoesitalwaysrainonme
sono spuntata dal nulla *__* prima stavo a nutopia *ç* ok a parte gli scherzi...grazie :D mi fa piacere che ti piaccia come scrivo ^^ spero che ti sia piaciuto anche questo capitolo ^^
E ringrazio anche tutti quelli che sono passati qui e hanno letto e basta..o anche solo chi è passato di qui XD
A presto,
Brookelle.

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Capitolo 4
*** Living Is Easy With Eyes Closed ***


Living is easy with eyes closed
Quella sera, dopo le prove, mi feci accompagnare a casa da Justin. Continuava parlare delle prove, della serata in cui avremmo suonato al The Garage. Vomitava parole su parole. Ogni tanto ne captavo qualcuna. Ma non lo stavo ad ascoltare, continuavo a pensare a quello che aveva detto Emily.

Tu vorresti Dhani, ma hai paura di rovinare la vostra amicizia…
Che assurdità, perché mai dovrei essere innamorata di Dhani? Solo perché siamo molto in confidenza, solo perché lui è un ragazzo e io una ragazza, non vuol dire che non possiamo essere amici. Esiste l’amicizia, mica bisogna essere sempre innamorati. Perché sono tutti fissati con l’amore? Ogni persona che conosco è sempre fissata con l’amore e la passione, ma esistono anche altre emozioni nella vita.
Siamo tutti, sempre, alla ricerca di una persona d’amare, ne parlano i libri, te lo cantano nelle canzoni e lo vedi nei film. Sembra che nessuno riesca ad essere in pace con se stesso, sembra che per vivere, ogni singola persona abbia bisogno di qualcuno al suo fianco. Forse è anche vero, ma perché bisogna cercarlo così insistentemente? Non è peggio? Non sarebbe meglio voler vivere la propria vita con gli amici e eventualmente, se un giorno si conoscerà qualcuno di speciale, passarla anche con lui? Non sarebbe meno stressante, invece di passare tutto il tempo alla ricerca di qualcuno?
Perché la gente non mi lascia in pace? Le amiche non dovrebbero sostenerti? Emily avrebbe dovuto dire qualcosa tipo, “si hai ragione, sarà stato un momento di debolezza, parlagli e vedrai che tornerete ad essere semplici amici, come siete sempre stati e come dovreste essere”.
Mi sentivo già meglio a pensarle da sola quelle cose, noi siamo amici, e a volte può succedere che qualcuno sia confuso, ci può stare, un momento di debolezza prima o poi capita a tutti. Siamo esseri umani, è normale sbagliare.

E allora perché hai il cuore che sta per scoppiarti nel petto?

Perché ho solo paura di perdere la nostra amicizia, è l’unico motivo per cui mi sudano le mani e mi batte forte il cuore. Poi sono in auto con Justin, sarà anche quello il motivo, non vedo altre alternative.
-Mademoiselle, siamo arrivati- mi apre la portiera prima ancora che io possa accorgermi che siamo già davanti a casa mia.
-Grazie per il passaggio Justin!-
Faccio per avviarmi al cancello quando mi sento chiamare… -Al! Sabato c’è la festa di Dean, ti andrebbe di andarci insieme?- mi chiede Justin con un sorriso spavaldo dipinto sul volto.
Avanti Alice rispondi di si!! Cosa stai aspettando?

Non pensi che Dhani si potrebbe offendere?

-Certo! Con piacere- rispondo quasi urlando, pur di far tacere la voce di Emily nella mia testa.
-Ti passo a prendere alle otto allora- e così dicendo torna alla macchina e io varco il cancello di casa. Appena chiudo la porta sento delle voci provenire dal salotto.
-Finalmente sei tornata a casa! Ti davamo per dispersa- mio papà sorride venendomi incontro. Insieme a lui c’è zio Paul e…George! Oh mio dio! E se Dhani gli avesse detto qualcosa? No, non è così stupido. Però io mi sento in imbarazzo lo stesso, soprattutto perché a guardarlo mi sembra di avere davanti Dhani e irrimediabilmente arrossisco.
-Eh si! Hehe! Beh io vado di sopra, ciao zio! Ciao George- e senza nemmeno voltarmi salgo le scale alla velocità della luce.
-Dai Mike, lasciala stare. Avrà le sue cose da fare invece che stare con dei vecchi come noi- disse George a papà.
Mi chiusi la porta della mia camera alle spalle e mi lasciai scivolare fino a sedermi sul pavimento. Avevo un sacco di pensieri che mi ronzavano in testa, come tante mosche chiuse in un barattolo di vetro. In teoria, io, me, medesima dovrei sapere quello che voglio per me stessa no? Perché allora è così complicato? Perché deve essere sempre tutto così maledettamente difficile? Forse siamo noi che rendiamo le cose difficili anche quando non lo sono. Avrei potuto semplicemente chiamare Dhani, chiedergli come andava, discutere della questione come due persone adulte e vaccinate e dirgli che avevo avuto un invito per la festa di Dean, un vero invito. E fine della storia. Si sarebbe risolto tutto nel migliore dei modi. Ma invece c’era qualcosa che mi tratteneva dal farlo, cosa fosse non lo sapevo.
Alzai lo sguardo e la prima cosa che vidi fu una foto di me e Dhani quando avevamo dieci e dodici anni, insieme a Merlin, il mio cane. Eravamo abbracciati e sorridevamo felici in quella foto. Me la ricordo perfettamente quella giornata, David Schneider mi aveva fatto piangere dicendo che non sapevo suonare la chitarra e che facevo schifo. Molto gentile da parte tua David.
Non volevo uscire di casa e dicevo che non avrei mai più toccato una chitarra in vita mia, allora Dhani mi aveva letteralmente trascinato fuori di casa con la mia vecchia chitarra e Merlin. Eravamo andati a Hyde Park e aveva iniziato a suonare qualcosa per me.
Non ascoltarlo quel cretino di David Schmerder, lui nemmeno la sa suonare una chitarra scommetto- -Si chiama Schneider- singhiozzo io.
-Fa lo stesso, Schmerder gli si addice di più!-
Risi anche io insieme a lui, sapeva sempre come fare a tirarmi su il morale.
-Sai, tutti dobbiamo imparare a fare qualcosa, nessuno nasce sapendo già suonare la chitarra. Nemmeno Jimi Hendrix, anche lui prima faceva schifo-
Lo guardai perplessa.
-E poi comunque tu non fai schifo, devi solo fare pratica- Passammo in resto del pomeriggio a suonare e a giocare con Merlin, sapevo che avrei sempre potuto contare su di lui. Era la mia ancora di salvezza, la mia isola felice. Come avrei potuto mandare tutto all’aria aggrappandomi a un amore effimero? Io volevo la sua amicizia, se fosse stato qualcosa di più avrebbe rischiato di naufragare come il Titanic. E allora sarei affondata anche io. Non potevo permetterlo.
Presi il telefono e composi il suo numero di casa.
-Pronto? Dhani? Sono Alice, potrei venire? Devo parlarti-


Cloud Number 9
Eccolo qua...un altro capitolo :D Questo è solo un capitolo di transizione, giusto per far comprendere meglio come ragiona Alice e per spiegare il suo rapporto con Dhani ^^
La canzone del giorno è Strawberry Fields Forever che con la frase Living is easy with eyes closed descrive abbastanza bene come vive Brookelle u.u
Ahem!! Coff Coff n.d. John
Ops...ahaha volevo dire Alice u.u n.d. Brookelle
Passiamo ai ringraziamenti :)
Whydoesitalwaysrainonme: thank you ragazza con il nickname lunghissimo (alias: mia unica lettrice ufficiale) XD Spero ti sia piaciuto anche questo misero capitoletto.
E grazie anche solo a chi passa e se ne va :)
Alla prossima (:
Brookelle.

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Capitolo 5
*** No Reply ***


No reply
If I where you I’d realize that I love you more than any other guy.

Non andò assolutamente come avevo immaginato. Uscita da casa sua avevo la mascella contratta in una smorfia, cercavo di darmi un contegno ma se avessi potuto avrei preso a calci tutto quello che mi si parava davanti. Ero rimasta senza parole, assolutamente scioccata dal fatto che in realtà conoscevo davvero poco Dhani, avevo vissuto gli ultimi dodici anni nell’ignoranza più totale.
Fu peggio che ricevere uno schiaffo in pieno volto. Peggio di quando Jennifer aveva detto che non potevo stare nel suo stupido gruppetto, alle medie, perché avrei oscurato la sua popolarità. E vi garantisco che a undici anni una cosa del genere ti segna per il resto della vita. Ma questo fu decisamente peggio…

-Ti piace vedere solo quello che vuoi vero?- mi interruppe pacatamente Dhani mentre gli spiegavo il mio ragionamento “inaffondabile” sulla nostra amicizia e sul fatto che sarei andata alla festa con Justin.
-Co…come scusa?- chiesi spiazzata dalla sua frase.
-TU…vedi SOLO quello che ti PARE!- questa volta lo urlò.
Probabilmente c’è stato un blackout nella mia testa, perché per qualche secondo non sono riuscita a pensare assolutamente a nulla. Mi riecheggiavano in testa le sue parole, sentivo solo quelle e il battito del mio cuore che accelerava a dismisura. Da un momento all’altro sarebbe scoppiato.
-Dhani…io…non so che dire-
-Immaginavo- sorrise sarcastico. –Hai fatto finta di non vedere nulla per dodici anni, non ti sei mai posta il problema vero? Non hai mai pensato a qualcosa da dire. E per te è un bel problema visto che programmi tutti i tuoi discorsi con minuziosa precisione-
Qui fece una pausa, forse era per creare della suspance, ma io sapevo già dove voleva andare a parare. Mi resi conto che lo avevo sempre saputo, solo che mentivo a me stessa perché non volevo vederlo. Odiavo ammetterlo, ma forse Emily aveva ragione.
-Si può quasi sentire il rumore del tuo cervello in moto, ci sono gli ingranaggi che si muovo alla velocità della luce…ma te lo risparmio Alice. Non c’è bisogno che cerchi una scusa plausibile-
-Scusa tanto se non volevo rovinare tutto!- risposi con un tono leggermente incrinato e acuto.
-Ma tutto cosa? Non lo capisci che abbiamo già rovinato tutto?- oddio ti prego, fa che non si metta a piangere altrimenti lo faccio anche io.
-no…- mi uscii un sussurro flebile e nemmeno troppo convincente.
-Non mi hai mai dato una risposta, ho provato a fartelo capire in tutti i modi possibili, ma non hai mai detto nulla. Se io fossi stato in te lo avrei capito che ti amo più di qualunque altro ragazzo-
Rimasi per qualche secondo a rimuginare sulle sue parole… -E ora?- chiesi infine mordendomi il labbro.
-Ora sta in te Alice…è tutto nelle tue mani-
Non dissi nulla, non sapevo come rispondere…
-Come immaginavo. Aspettare te è come aspettare la pioggia durante la siccità: deludente e inutile-


Naturalmente, dopo quella risposta il mio viso avvampò come se mi avesse appena preso a schiaffi e insultato pesantemente, quindi feci la cosa che sapevo fare meglio, scappai via.
Scappare era l’unica cosa che mi riusciva bene. Scappavo sempre quando avevo paura.
Mi lasciavo i problemi alle spalle, non ci pensavo e momentaneamente stavo bene. Ma in realtà, li nascondevo e basta, non li affrontavo. Li lasciavo in un angolino e loro crescevano a dismisura, fino a diventare insormontabili.
Come in questo caso.
Una piccola e particolarmente taciturna parte di me aveva sempre saputo di piacere a Dhani. Era frustrante rendersene conto in quel modo, come quando fai qualcosa di sbagliato sapendo già quali sono le conseguenze, però lo fai comunque e quando poi ti si ritorce tutto contro, te la prendi con te stessa per essere stata così idiota. Per il nervoso presi a calci un idrante…
-Ahiii!!! Che male…stupido idrante- sbraitai zoppicando verso l’auto.
Passai il resto della serata e della settimana a prendermela con tutti e con tutto per ogni cosa. In pratica diventai più noiosa e irritante di quello ch ero già normalmente.
Volevo che tra me e Dhani le cose tornassero come erano prima di tutto questo casino, sempre che ci fosse mai stato un “prima”. Non potevamo essere lo stesso amici?
-Ma ti pare? Cristo Alice, eppure sei una persona intelligente, come fai ad essere così ottusa sull’argomento “Dhani”?- Emily fa il gesto delle virgolette mentre pronuncia il suo nome. L’argomento Dhani? Ora ha pure un nome? Perché non chiamarlo il “The Dhani Puzzle’s Project” allora.
-Ma perché non mi credi? Io voglio solo che torniamo ad essere amici-
-Se lo dici tu- odio quando si usa un tono condiscendente con me. Ma per quale assurdo motivo non dovrebbe credermi? Non posso volergli bene come amico e basta?
-Provate a chiarirvi alla festa di Dean allora. Piuttosto…cosa ti metti per stasera?- ecco brava, cambiamo discorso che è meglio.
-Pensavo al vestito quello metà nero e metà rosa, con il chiodo in pelle. Che ne dici?-

Era un vestito diviso in due parti, la parte superiore era formata da una canottiera nera, infilata dentro a una gonna aderente ma con delle balze rosa shocking. Arrivava fino a metà coscia, sotto avevo messo delle calze a rete e come scarpe degli anfibi.
Mi guardai allo specchio per l’ultima volta prima di uscire di casa, i capelli rossi erano leggermente mossi e il ciuffo era così corto che sembrava quasi una frangia. Gli occhi nocciola erano contornati da una matita nera, nel complesso non stavo male, mi sentivo abbastanza soddisfatta del risultato. Così raggiunsi trionfante Justin che mi aspettava al piano inferiore.
-Divertitevi ragazzi- disse mia madre, è sempre stata una donna calma e di poche parole. Mirava il bersaglio e si faceva intendere, inoltre non faceva mai raccomandazioni inutili, a differenza di mio padre.
-Alice mi raccomando, non fare cavolate. Lo sai come sono qui i giornali… “La nipote calma e discreta di Paul McCartney è stata vista fare questo o quest’altro con…”- per l’appunto, non avevo mai fatto nulla di male, perché avrei dovuto proprio iniziare stasera?
-Si certo papà, a domani!- risposi esasperata.
Dopo la festa sarei rimasta a dormire a casa di Emily.

Arrivammo a casa di Dean intorno alle nove, casa sua si trovava in campagna, fuori Londra. Era una villa in stile vittoriano, completamente bianca con un portico all’entrata.
-Stai molto bene vestita così- mi disse Justin, appena entrati in casa.
-Grazie Jus! Sei gentile- risposi un po’ imbarazzata. In fondo mi piaceva no?
-Sai…ti ho invitato stasera…perché…-
-Aaaaliceeeeee!!!- venni travolta da un abbraccio a orso da parte di Dean.
Dean e io eravamo compagni di banco al Thames, era un tipo simpatico, un po’ invasivo a volte ma simpatico. Era piacevole chiacchierare con lui, c’era sempre da ridere fino alle lacrime. E così pensando alla battuta che aveva appena fatto sul mio vestito e Courtney Love, mi dimenticai completamente di Justin.
Ormai erano le dieci passate e Dhani non era ancora arrivato, iniziavo ad essere un po’ nervosa, volevo chiarire con lui al più presto.
-Hai intenzione di bere tutta la bottiglia di vodka alla pesca?- mi chiese Dean.
-E’ agitata! Sai…deve parlare con Dhani- e nel dire la parola “parlare”, Emily fece di nuovo le virgolette. Ma per caso era la reincarnazione di Freud?
-Vorrei che la smettessi di psicoana…piscoan…quello li…i miei sentimenti- risposi non troppo lucida. Era tutto un po’ ovattato, segno che ormai ero sull’ “allegro andate”. Non ero ubriaca, sapevo quello che facevo, solo avevo i riflessi un po’ più lenti del normale.
Ad un certo punto mi sentii toccare la spalla, mi voltai assolutamente certa che fosse Dhani, ma in realtà era Justin.
Rimasi leggermente delusa, più che altro perché, come mi ero già ripetuta in testa per tutta la serata, volevo chiarire con Dhani e poi perché per una frazione di secondo mi ero completamente scordata dell’esistenza di Justin e del fatto che ero venuta alla festa con lui. -E’ tutta la sera che ti cerco, ti va di ballare?- mi chiese Justin.
-Certo- e andammo nella sala a fianco dove c’era un gruppo che suonava e gente che ballava un lento. Non riconobbi la canzone, ma sembrava decisamente qualcosa di Buddy Holly. Così iniziammo a ballare anche noi, leggermente in imbarazzo ma abbracciati.
-Credo che con le conoscenze giuste potremmo davvero sfondare, come gruppo intendo- esordì Justin.
-So che non ti piace chiedere aiuto a tuo zio, ma magari potrebbe…-
Non gli lasciai finire la frase e lo baciai. Era la prima volta che prendevo questo tipo di iniziative, il cuore mi batteva abbastanza forte, ma non quanto avevo immaginato. Il gruppo che suonava attaccò con “Love is strange”.
Eppure avevo fantasticato spesso su quel bacio, perché non era come avevo immaginato?

Love, love is strange Lot of people take it for a game…

Mi staccai quasi subito e lui mi sorrise, gli sorrisi di rimando, ma quasi subito la mia espressione di trasformò in disgusto e delusione quando vidi Dhani entrare tenendo per mano una ragazza. Chi cavolo era?
Il cuore mi era arrivato il gola, ora si che batteva forse, ma per il motivo e la persona sbagliata.
Se avessi parlato mi sarebbe schizzato fuori dalla bocca! Rabbrividii alla scena che mi si disegnò in testa.
-Wow…Alice…non avrei mai pensato che…-
-Scusami un attimo- interruppi Justin e poi come una furia oltrepassai Dhani prendendogli contro volontariamente e mi diressi da Emily.
-C’è Dhani!- le dissi stringendole convulsamente il braccio e guardandola con aria sconvolta.
-Non sembra una versione pazza e ubriaca di Courtney Love?- chiese Dean piegando la testa di lato.
-Ma quando mai la Love è stata sana di mente scusa?-
-Hey scusate?? Io sono qui!! E non sono ubriaca!- iniziai a scuotere le braccia davanti a loro.
-Beh? Che aspetti? Vai dai!!- e nel dire così mi spinse verso la direzione in cui era Dhani.
-NO! Aspetta!- la guardai terrorizzata.
Primo non mi ricordavo più il discorso che volevo fargli e secondo era con un’altra ragazza!
-C’è una tipa con lui!-
-Cosa? Quell’uovo di pasqua è una persona?- chiese Dean.
In effetti aveva ragione, era conciata in un modo strano quella ragazza. Aveva un vestito verde acido che sembrava un sacco della spazzatura e un enorme fiocco verde in testa.
Ma chi cavolo era?
-Chi se ne frega Alice!! Vai a salutarlo almeno!- Emily mi diede un’altra spinta.
-Ma io…-
-Cristo Santo! Tira fuori le palle e vai a parlargli!- ora mi stava proprio spingendo.
-Ma io non ho…-
-Vai!-
-Ma…-
-Niente ma!! Vai!- e nel dirlo mi diede un’ultima spinta e per poco non caddi addosso a Dhani.
Nel secondo in cui lui si stava girando verso di me, vidi il mio riflesso allo specchio.
Avevo i capelli spettinati e il trucco sbavato, sembravo sul serio una versione rossa e magra di Courtney Love. Ero spaventevole!!
-Dhani!- esordii con troppo entusiasmo.

Your sweet loving is better than a kiss…

-Alice…-
-Mi manchi…- c’è da dire in mia difesa che avevo bevuto metà bottiglia di vodka e quindi faticavo un po’ a tenere a bada i sentimenti e a formulare discorsi sensati. Generalmente odio essere sentimentale.
Non rispose.
-Dhani…- andiamo di qualcosa di intelligente cervello ammuffito!
–Io ti voglio bene e…- o mio dio! L’ho detto sul serio?
Forse ho bevuto più di una bottiglia di vodka…
In vino veritas…
Ma funziona anche con la vodka?
-Dhani davvero…io non riesco a stare…-
Ma qui vengo interrotta da lui. Mi si avventa addosso con decisione e mi bacia. Non come l’ultima volta, ora sembra più sicuro. Mi tiene la testa fra le mani e mi bacia come se fosse l’ultimo bacio della sua vita prima della fine del mondo.
Non riesco a ribellarmi, forse non voglio…forse è la vodka… Appena ci stacchiamo, mi prende per mano e mi trascina verso le scale.
Ho il cuore che martella come un tamburo impazzito, mi tremano le mani, anzi…mi trema tutto il corpo.
-E la tua amica?- chiedo fermandomi a metà della prima rampa di scale.
-Chi se ne frega!- nel dirlo mi attira a se e mi ritrovo con le spalle appoggiate al muro.
Ci baciamo di nuovo, ha una mano appoggiata sulla mia coscia, prende la gamba e l’attira verso di sé.
-E Justin?- chiede lui sta volta.
-Chi se ne frega- rispondo io sorridendo.
Mi bacia ancora.
Ormai sono in balia delle emozioni e dell’alcool, quindi lo prendo per mano e lo trascino in una stanza lungo il corridoio.
Dentro la serratura c’è una chiave, la prende lui e ci chiudiamo dentro, lasciando fuori non solo la musica e i nostri amici, ma anche i dodici anni passati insieme.
Questa sera siamo solo Alice e Dhani.


Cloud Number 9
Eccomi qui con un nuovo capitolo...ammetto che non ne sono troppo entusiasta :(
Scusate se salto i ringraziamenti singoli ma sono di fretta. Ringrazio Julia Molly Lane e Marty_youchy che hanno recensito l'ultimo capitolo e anche tutti quelli che sono passati di qui a leggere e basta :)
A presto!!!
Brookelle.

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Capitolo 6
*** I Feel It All ***


I Feel It All
…I’ll be the one who’ll break my heart, I’ll be the one to hold the gun…


Non pensavo a nulla in quel momento, ero completamente concentrata ad ascoltare il rumore ritmato del suo respiro sulla mia pelle. Le sue mani mi accarezzavano violentemente mentre io cercavo di slacciargli i jeans. Lo volevo così tanto che avrei potuto strappargli i vestiti di dosso se ne avessi avuto la forza, quella sensazione mi faceva impazzire, era come se il mio corpo si fosse completamente scollegato dalla mia mente e facesse quello che voleva, quello che sentiva più che altro.
Mi attirò a se con foga, eravamo uno di fronte all’altro in ginocchio sul letto di taffettà, prese a baciarmi il seno e allora inarcai la schiena lasciandomi completamente andare al suo abbraccio.
-Sai…Dhani…io…- sospirai, ma venni interrotta da lui.
-Non dire nulla Alice, questa volta non parlare ti prego- e mi strappò i collant con piglio deciso, poi iniziò a baciarmi le gambe.
-Mi dispia…- tentai di dire.
-Non importa- mi fermò di nuovo e mi baciò la bocca questa volta.
Baciare Dhani, era paragonabile al primo bacio, il cuore batteva come un tamburo impazzito, le mani tremavano e… una piccola vocina dentro di me diceva: Ma che cavolo stai facendo Alice??!!
Improvvisamente mi staccai da lui e lo guardai dritto negli occhi, aveva uno sguardo pieno di ammirazione, era come se fosse ammaliato da…me…e io invece avevo ripreso a farmi tutte quelle domande, ero convinta di aver fatto una cavolata, ero disgustata da me stessa, quasi mi vergognavo di quello che stavo per fare, come avrei potuto guardarlo di nuovo negli occhi e pensare al mio amico Dhani, non era più il mio migliore amico.
Era diventato qualcosa di diverso, di più intimo ed io ero così confusa e insicura che non sapevo assolutamente se ero pronta per una cosa del genere. Avrei voluto dire di si, mi piaceva vederlo felice, non potevo di certo negarlo questo.
Ma dall’altra parte dire di si significava impegnarsi in qualcosa di serio, non poteva essere altrimenti. E io avevo una specie di allergia verso i rapporti seri.
Guardai la porta chiusa alla nostra desta, guardai di nuovo Dhani, la porta…Dhani…la porta…
La porta!!!
Saltai giù dal letto e con uno scatto felino raccolsi il vestito che avevo buttato a terra, me lo infilai prima che Dhani potesse anche solo capire cosa stesse succedendo, prima che io potessi capire cosa stessi facendo. Prima di capire che questo gesto avrebbe cambiato tutto per sempre. Quel che successe dopo è un turbine di ricordi abbastanza confusi…
-Alice…- Dhani era sceso dal letto e mi stava raggiungendo con indosso solo i jeans.
Fui più veloce di lui ed aprii la porta, davanti a me c’era il caos.
Il primo volto che vidi fu quello di Julia Heart con una fotocamera in mano.
-Dite cheese!!- e scattò una foto di me e Dhani, avevo i capelli scompigliati e i collant in mano mentre Dhani era a torso nudo e mi stava trattenendo per un braccio.
In quel momento provai l’irrefrenabile impulso di tirarle un pugno in faccia, ma invece mi districai dalla presa di Dhani e mi fionda giù per le scale a rotta di collo senza darmi il tempo di ascoltare anche uno solo dei commenti fatti da Julia o dalla sua cricca di deficienti.
Uscita fuori in veranda vidi Justin che stava parlando, un po’ troppo spregiudicatamente, con una ragazzina abbastanza insulsa, forse era ubriaco.
-Possiamo tornare a casa?- chiesi senza salutarlo o altro. Si girò lentamente verso di me, socchiuse gli occhi e mi guardò con aria confusa, poi s’infilò una mano in tasca ed estrasse le chiavi.
-Tieni!-
-Ma…-
-Sono troppo ubriaco per guidare e non ho voglia di tornare a casa ora, quindi se te ne vuoi andare prendi queste cazzo di chiavi!- me le lanciò e poi riprese a flirtare con quella tipa come se nulla fosse successo, come se non fossi mai esistita.
Non tornai in casa, non salutai nessuno, mi avviai alla macchina a passo svelto, misi in moto e sgommando uscii dal vialetto.
La macchina sfrecciava veloce lungo la strada, non riuscivo nemmeno a pensare, perché se mi fermavo a pensare ero perduta. Sapevo di aver fatto tutto da sola, sapevo di aver appena distrutto tutto, ma non potevo pensarci.
Una situazione del genere era paragonabile al cioccolato, si avete letto bene, al cioccolato per una persona affetta da gastrite. Dolce e buono per gli occhi, ma è tutta un’illusione, in realtà brucia, carbonizza e corrode, come un acido. Anche se è solo semplice cioccolato. Buonissimo cioccolato.
E lui non poteva essere allo stesso tempo il mio cioccolato e il mio bicarbonato contro la gastrite.
Forse era il modo sbagliato di affrontare la situazione, forse dovevo semplicemente dirgli come la pensavo, perché a volte l’amore non è tutto, non si può semplicemente ascoltare il cuore e fare quel cavolo che si vuole, sarebbe controproducente, sarebbe come darsi la mazza sui piedi, come camminare ad occhi chiusi senza sapere cosa si ha davanti a se. Ed io non volevo stare male, ero stanca di stare male per qualcun altro, nonostante tutte le buone intenzioni che poteva avere Dhani sapevo che con lui sarei stata peggio che con chiunque altro, avrei sofferto di più, lo avrei amato di più, era scontato questo.
Mi ero persa lungo tutte quelle stradine di campagna, ma non ero andata nel panico, stranamente mi ero fermata in un campo, vicino ad un albero, forse presa dall’esasperazione di tutta la situazione. Aprii il tettuccio dell’auto reclinai un po’ il sedile ed accesi la radio.
-E questa, gentili ascoltatori nella notte, è per voi!! All Things Must Pass! Sperando che possa risollevare il morale di chi lo ha sotto ai piedi-
Sorrisi all’annuncio del dj alla radio.
Il cielo era particolarmente limpido e luminoso, la luce della luna risplendeva in mezzo a tutte quelle stelle e una leggera brezza primaverile mi scompigliava i capelli, per un attimo mi tranquillizzai pensando che avevo davanti a me una vita intera per sistemare le cose, forse un giorno avrei anche ritrovato la strada per tornare a casa.
It’s not always going to be this grey, all things must pass, all things must pass away…


Cloud Number 9:
Eccomi qua, dopo un'eternità di tempo con un nuovo capitolo :) Spero che ci sia ancora qualcuno che si ricordi di questa storia :)
Intanto per incominciare vorrei ringraziare Marty_youchy, Julia Molly Lane e Whydoesitalwaysrainonme....grazie, sono davvero lusingata dai vostri commenti ^_^ spero che vi possa piacere anche questo capitolo!! E grazie anche solo a chi passa di qui!!
A presto!!
Brookelle <3

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