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Non riusciva a dormire. La sua mente ancora bruciava dal
giorno della battaglia. Li avevano uccisi tutti...il Namekkiano,il Saiyan e i quattro umani. Gli idioti. Pensavano di
poterli uccidere. Salvare il
mondo,magari. Quei deboli. Uno di loro,il mezzo
saiyan,era scappato,ma lo avrebbero trovato
presto. E una volta trovato,ucciso.
Oggi era stato un gran giorno.
Dr. Gero ne sarebbe stato lieto,sebbene a loro non fregasse. La battaglia era stata vinta,nient’ altro importava. Avevano tutto il mondo da devastare.
…Ma,per qualche ignota ragione,che nemmeno lei sapeva
spiegare,non riusciva a rilassarsi. Ancora non riusciva a dimenticare uno di
loro…
Chiuse gli occhi,cercando qualche aura. Ormai non era
difficile. C’erano davvero molte aure deboli in quel mondo distrutto,ma quella forte che lei cercava era assai fioca. Quasi
svanita,ma lei sapeva che colui che la possedeva era
ancora vivo. Ne era certa.
C’era un aura che si muoveva. Poche miglia da lei,ed assai
piccola,ma c’era. Si muoveva così lentamente che pareva sul punto di morire. In
meno di un’ora sarebbe morta,stimò.
Lo lascio morire e basta.. pensò
a se stessa stiracchiandosi e mettendo le mani dietro la testa. Precisamente
non sapeva perché mai gliene fregasse. E odiava assolutamente essere incerta.
Che mi frega?pensò
indifferente. Non ho alcun rapporto con lui. Che…mi frega?
Si sedette e guardò il suo gemello,già
addormentato nell’angolo dell’edificio distrutto,dove avevano deciso di passare
la notte. Se se ne fosse andata non
se ne sarebbe accorto,e avrebbe potuto
tornare tranquillamente la mattina
dopo.
No .decise,sdraiandosi. Non
aveva un valido motivo per farlo. Sarebbe stata solo una totale e
inutile perdita di tempo.
Chiuse gli occhi,e pensò. A chi
di loro aveva ucciso. La sua mente tornò alla battaglia. A colui che non riusciva a dimenticare. Perché pensava ciò?! Aveva ucciso centinaia,migliaia di persone dopo la battaglia! Quindi perché non
riusciva a togliersi di testa quel piccolo umano?
Se quindi fosse morto?Non sarebbe cambiato nulla se
anche non lo fosse. Lei non sapeva nemmeno come si chiamava...
Ha
tentato di ucciderti..pensò rivolta a se. Come gli altri . Ma
noi,17 e io,gli abbiamo eliminati a loro volta.
Non vi era alcun motivo per pensarci ancora. Tutti erano
morti.
Tutti. ricordò Tutti ma quello là….
Sospirò e cercò di ricordarselo. Cercava di ricordare quello strano umano che
tanto aveva catturato la sua attenzione. La faccia tonda,e
quei grandi occhi gentili,che guardavano lei anche nel cuore della
battaglia, ma con quali sentimenti? Compassione? Simpatia?
Le aveva detto qualcosa. Cercò
di ricordare quello che disse. Fece infuriare il Saiyan...che disse? Fu allora che ricordò.
Basta! aveva detto,stringendo i pugni. Non dobbiamo lottare. Non stiamo davvero
cercando di ucciderli!Fermatevi,così ognuno avrà la
sua pace!
Ha!
rispose ilSaiyan, Vegeta . Parla
per te,verme!Avrò un gran piacere nel togliere dalla
faccia della terra quei mostri meccanici!!!
Idiota. pensò,sorridendo ironicamente. Lo
aveva zittito. Quello che trovava patetico,assai
più dell’orgoglio di quel Saiyan,furono queste parole
da parte del piccoletto.
Vi prego! scongiurò,e
stavolta le parole erano dirette a lei. Il suo volto era carico di serietà e di
sincerità; i suoi occhi neri brillavano di una tenue speranza. Vi
prego!Fermatevi...non voglio lottare contro di voi...vi preg...
Lei rispose alla proposta sparandogli un colpo allo stomaco. Non al cuore,o alla testa. Non dove di sicuro lo avrebbe
ucciso. Non sapeva perché. Lei non era tipo da
torturare così le sue vittime,come invece faceva
17.
Il suo attacco fece reagire gli altri,e la battaglia iniziò. Nessuno di
loro aveva la minima possibilità,sin dall’inizio. Uccise per ultimo Vegeta,con la garanzia di divertirsi di più. Ebbe il piacere di vedere il suo
orgoglioso volto impallidire,mentre entrava in agonia.
Diede il colpo di grazia a tutti, tranne al ragazzino che riuscì a
fuggire. 18 andò a vedere se il nanerottolo era ancora vivo. Aveva cercato,ferito gravemente,di aiutare i suoi amici in battaglia. Inutilmente. Gli arrivò
appresso e lo vide traballante .
P...perchè
fate questo?chiese per poi crollare in terra
ansimante,sanguinando notevolmente e facendo una grande fatica a parlare.
Perché io devo esser un vostro nemico?
Lei guardò il piccolo guerriero con aria di sufficienza. Perchè non dovrei? gli chiese. Che
farei se non lo facessi?Se non distruggo, chi mai avrebbe cura
della mia esistenza?
Io lo farei!!!rispose
BUGIARDO!!! urlò stizzita,e con
un colpo lo finì. Quasi.
Per qualche ragione era sopravissuto. E quella
fioca aura era la sua. Il piccoletto pelato. …qualunque fosse stato il suo nome.
18 visualizzò la sua scheda tramite gli occhi. -Crilin. Un ex monaco del tempio Orinji. Allenato
per quasi tutta l’infanzia da Muten,assieme a SonGoku. Approdato su Namek. Il più forte
umano purosangue. Status: Nemico..
Sì,era proprio lui. Riconobbe la foto ID che le appariva davanti
tramite qualche misterioso meccanisimo.
Crilin.
Incapace di star ancora sdraiata si alzò. Quello che voleva fare le fu
chiaro. Ci mise pochi attimi a
decidersi. Non era il tipo di persona da restar indecisa tra delle
scelte... anche se queste fossero irrazionali...
Camminò verso la finestra,che non aveva più il vetro. L’attacco alla città
aveva devastato persino gli edifici in cemento; nulla di così fragile come il
vetro era rimasto. Guardò il fratello dormente. Non sarebbe stato
svegliato stanotte. Non avrebbe saputo che era andata via.
Prese il volo nel cielo. Nero e pesante,anche l’atmosfera pareva triste. I suoi
eroi erano caduti. Che speranza poteva esserci?
Volando tra le città e le pianure, si tenne nella mente quella piccola reazione
vitale. 18 era sicura che sarebbe resistito fino al suo arrivo,ma,anche se,che
ci avrebbe fatto con lui dopo? Era indecisa. La prima cosa che le
veniva in mente era il perchè soccorrere lui . Crilin. Perchè non l’aveva
ucciso? non sapeva. Perchè andare da lui? non trovava risposta.
E il fatto di non sapere il perchè la faceva infuriare.
Finalmente,raggiunse il campo di battaglia. Era una radura aperta,lontana
dalla città. I guerrieri terrestri li avevano “inseguiti” con l’intento di
salvare degli innocenti. 17 e 18 lo sapevano,ovviamente,ma volevano giocare.
Gli avevano accontentati.
Enormi tagli sul terreno testimoniavano i colpi. Un grande cratere conteneva il
corpo carbonizzato di Vegeta. Gli altri erano qua e la. Uno di loro era
completamente distrutto,e di lui non restava altro se non un mucchietto
indefinito di cenere. Un paesaggio orribile.
Atterrò tranquillamente a terra,come se fosse un parco pubblico. “Mangia
e basta.Non ti serve per vomitare il tuo stomaco.” le insegnò suo
fratello,mentre un giorno investiva gli umani con una macchina. E aveva
ragione.
A breve distanza dal campo di battaglia,trovo chi stava cercando. Un
piccolo corpo per terra. Il suo vestito arancio risaltava con il color
marrone della terra bruciata. Così il sangue:tutto intorno vi era
una pozza
cremisi,e si notava bene.
Si mise accanto al corpo,e con un piede lo girò supino.Il suo volto era
contorto dal dolore,ma era ancora vivo. Lo sentiva respirare flebile,e così il
suo livello di energia vitale si stava abbassando inesorabilmente.
Incrociò le braccia. E ora?
lo aveva trovato. Che poteva farci? Non voleva ucciderlo; non sarebbe
stato utile nemmeno aver cominciato. Sarebbe morto comunque se non avesse fatto
nulla.
Se non lo aiuto...
Scosse la testa inconcludente. Qual era il nocciolo della questione?
Mi ha detto che non voleva lottare
le ricordò il suo subconscio.
Bah. sbottò. Mentiva senza ombra di dubbio.Certo che
mentiva....
Ma se avesse detto sul serio? Non importa .Non ho bisogno di lui. Sa
badare da solo a se stesso!
Ma ora chi
sta mentendo? le disse la sua
coscienza.
Lei scosse la testa. Perfetto. Ora stava parlando da sola. La
sua pazzia era da considerarsi completa. E chi ha causato tutta questa
confusione? Non aveva mai dubitato di se...
Lanciò un’occhiata gelida al piccoletto. Idiota. Era colpa sua. 18 chiuse
gli occhi. Dovrei ucciderlo e
basta,piuttosto....
Aprì gli occhi e continuò a fissarlo male. Poi,molto
lentamente,sbollì,e si inginocchiò verso di lui.
Posò una
mano sulla sua faccia livida,constatando dal calore che non era ancora morto.
Mi sarà utile,forse.... concluse.
Il nanerottolo la confondeva,era un nemico. Il perchè non volesse
affrontarla
era un mistero per lei,ma...
...Ma aveva detto che importava. Anche se non avesse più ucciso e distrutto.
“Ok” disse scegliendo cosa fare. Per ora lo avrebbe salvato fino ad un altro
giorno.
D’altro
canto,se fosse morto,lei avrebbe perso mezza nottata per niente...
Lo sollevò da terra prendendolo per un braccio. Allora prese il volo verso un
posto a lei conosciuto.
Il
laboratorio del dottor Gero.
*****
Atterrò quindi su uno spiazzo su una montagna. Conosceva il posto come le sue
tasche. Sapeva dove trovare l’entrata,cosa che per altri sarebbe stata
impossibile. Lei e suo fratello avevano messo il posto in disordine,dopo
aver eliminato Gero. Un buco buio segnava il punto dove giaceva il
laboratorio.
18 si mise a camminare sul passaggio scavato nella pietra. Poteva sentire la
forza vitale del terrestre sempre più fioca. Non poteva vivere a
lungo. Perforò l’entrata,rendendo agevole il cammino. Quindi camminò sopra
dei pezzi di vetro e di metallo rotti,fino a giungere davanti ad una scrivania.
Su di essa vi erano pile di progetti,e con una manata li buttò giù,posando sul
tavolo il terrestre.
Libera dal ragazzo camminò dall’altro lato del laboratorio, controllando le
celle di cura cercando di trovarne una integra. Finalmente,la trovò. Un
gigantesco pezzo di metallo era caduto su di essa,danneggiandola un po’.
Afferrò quindi la lastra e la lanciò lontano come se pesasse come carta. Si
mise a controllare i comandi. Il piccolo schermò si illuminò di verde e segnalò
il suo
corretto funzionamento.
Non era proprio perfetto,ma si poteva usare. Compose degli ordini per
preparare un nuovo trattamento,e in meno di cinque minuti fu completo.
Sorridendo,aprì la cella e si diresse verso il terrestre,portandolo al suo
interno. Il piccoletto aveva un corpo così piccolo che non occupava nemmeno la
metà del macchinario.
Patetico pensò. Lo aveva
salvato. Sarebbe sopravvissuto. La cella di cura fornisce al corpo i nutrienti
necessari per vivere. Poteva curare le sue ferite,col tempo. Sarebbe
sopravvissuto. Ma sarebbe rimasto intrappolato li, in un sonno eterno,fino
al giorno in cui sarebbe stato utile per lei.
Questo la
rendeva felice,per il fatto che finalmente avrebbe potuto dormire senza problemi.
Soddisfatta della soluzione,18 potenziò al massimo la macchina e fece per
andarsene. Si girò poi verso di lui, ricordando la situazione di lei e
17,suo fratello,che anche loro avevano vissuto. Era tutto risolto,lo aveva
salvato, ma se mai lo avesse svegliato, che reazione avrebbe avuto nel vedere
l’assassina dei suoi amici e saper di esser in cattività? Quando lei
venne svegliata dal suo creatore,
lo uccise...
No. pensò. Probabilmente
non lo farò mai più uscire da li...
Mentre stava per andarsene,nella sua mente apparve un allarme.
Si chiese cosa stesse succedendo,e poi capì.
L’androide
17 è stato abbattuto.Soggetto:Son Gohan
Abbattuto. Quella parola fu come una doccia fredda.18 si mise a volare in preda
al panico per
l’improvvisa notizia.
Volò a velocità incredibile verso il luogo dove stava suo fratello,travolgendo
incurante ogni cosa.
No! urlò. Non era
possibile...suo fratello,il suo gemello,morto... ucciso dalle mani di Son
Gohan,il saiyan mezzo-sangue che assieme all’altro era sfuggito alla
distruzione.
Travolse come una furia un fiume,spruzzando acqua ovunque.Il suo cuore iniziava
a battere forte.
Che cosa faccio?Junanago...17...mio fratello...è morto!!!
Non poteva vivere senza il gemello! Era parte di lei.Vivere senza di lui
era un assurda impossibilità. Come poteva? Come poteva completare il
piano…il piano di eliminare ogni essere
umano dalla
faccia del pianeta e vivere con lui per sempre?
La risposta? Non poteva. Non poteva farlo senza di lui.
Dove sei, Junanago?Dove sei andato,lasciandomi indietro? pensò,accellerando
così veloce
che il vento negli occhi poteva farla lacrimare.
Finalmente,al limite della velocità,atterrò. La sua mente era caos. La
sua freddezza era stravolta.
Abbassò la testa e crollò a terra,affaticata psichicamente.
Suo fratello era così dannatamente arrogante. Se avesse aperto gli occhi,anche
solo per un attimo,avrebbe evitato l’attacco suicida di Son Gohan. Ma
NO! Era stato così superbo da venir ucciso. Lo maledisse. “Idiota! Perchè non mi ha mai ascoltato
quando lo avvertivo se la situazione non era solo...divertimento??!”
Scaricò dei dati nel suo cervello. Le ultime cose che 17 aveva visto.
Morirai stavolta,androide! urlò Gohan infuriato. Erano passati
parecchi anni dalla sua fuga. Così tanto tempo... E i due androidi
erano ancora vivi. Erano sempre uguali,perchè il loro corpo non risentiva
dell’invecchiamento. Il saiyan,invece,era molto cresciuto.Non più un
bimbo,ma un uomo.
”Ti ammazzerò per ciò che hai fatto!” aggiunse infuriato. “Per
mamma,Piccolo,Vegeta,e Crilin...
TU MORIRAI,17!!!!”
Lui ricambiò con un gesto di sfida. Fin troppo ovvio che lui non poteva
competere.
17 accettò la sfida,stufo di massacrare niente altro che dei rifiuti.
Lascialo a me, Juhachigo. si
sentì dire. Voglio divertirmi un po’..
Vide i due avvicinarsi,e il ragazzo
dai capelli viola che li guardava lontano cercando di non
aver paura.
Magari mi diverto a vederli lottare.
avrebbe detto 18,se non avesse saputo il destino dei due.
La lotta iniziò prima del previsto. Il saiyan fece cenno al ragazzo di stare
lontano,e come pendesse
dalle sue labbra obbedì. Nello stesso momento si scagliarono uno contro
l’altro.
Il fratello schivava ogni offensiva con naturalezza.
Come suo solito fare,quando diede cenno di stanchezza,lo colpì con un colpo e
lo stese
al suolo,ferendolo. Oh,via,è così noioso...ho lottato
meglio con persone assai più deboli. Dov’è la sfida?
Lo provocò 17 con il suo tono borioso.
Son Gohan si rialzò lentamente dalla polvere.
Sensei! Stai bene? urlò il
ragazzino iniziando a correre verso di lui. Ma l’altro lo fermò.
Non osare muoverti, Trunks. Ordinò,e così si bloccò di colpo. Quindi si
voltò verso il nemico e
si rialzò completamente.
Junanagou atterrò davanti a lui.Sei
troppo lento per me...dimmi...prima che io ti uccida,vuoi
esprimere un desiderio? chiese con un ghigno.
Certo!Chiudi gli occhi... rispose
semplicemente il guerriero, affaticato.
Cosa? domandò 17,con un viso dubbioso.
Mi hai sentito. Chiudi gli occhi.Ti
sfido,o forse hai paura?
Il fratello sorrise e lo accontentò.La sua presunzione lo avrebbe portato alla
tomba.
Il saiyan allora si mise a raccogliere la sua forza,in un gesto di pura follia.
17 teneva ancora
gli occhi chiusi,non sapendo cosa avesse in mente.
18 potè vedere la scena nitida. Il fratello sorrideva,tenendo presuntuosamente
gli occhi chiusi.
Era certo di poter vincere. Non c’erano paragoni....
E così accadde. Una scena che la sorella,una volta vista,avrebbe ricordato
per sempre,fino alla
fine del tempo.
Il saiyan,completata la sua raccolta di energia,si mise a correre verso il
fratello,che stava immobile.
17 aveva l’idea di colpirlo di sorpresa,non appena si fosse avvicinato
abbastanza.
Ma le cose non andarono così. Gohan raccolse tutta la potenza possibile e gli
fu alle spalle.
Allora il gemello aprì gli occhi di colpo,ma non fece in tempo a reagire che le
braccia del saiyan
gli cinsero gli arti,bloccandolo. Il saiyan iniziò a raccogliere le energie,e
tutto si mise a tremare.
17 capì all’ultimo momento cosa volesse fare,ed assunse un’espressione
terrorizzata,cercando di
divincolarsi dalla presa. Ma ormai era tardi...
No. mormorò 18 una volta arrivata a quella scena
Sensei! Urlò Trunks.
Gohan sorrise al suo allievo,e con un urlo assordante,rafforzato dal grido di
terrore del cyborg,
generò una
colossale luce,che poi esplose sorda tutto attorno,sbalzando all’indietro il
ragazzo.
L’esplosione,quando svanì,rivelò il corpo carbonizzato di 17. Era morto. Son
Gohan si era fatto
esplodere...portando con se anche il cyborg...
La scena si
interruppe bruscamente,e 18 rimase attonita. La scena che aveva visto era la
verità,ed
era successo tutto circa 10 minuti prima.
“17...che
ti hanno fatto...” mormorò stringendosi il labbro. Sollevò poi la testa e i
suoi occhi bruciavano di collera,come mai prima d’ora.
“Maledetti...Ti
vendicherò,Junanago...!!!”
*****
In quello stesso momento,non distante,Trunks si stava riprendendo dallo
scontro.
Appena fu lucido,ricordò in un lampo ciò che era accaduto.
Colpì la
terra con i pugni,spaccando il suolo.
”Dannati!!!” urlò, rabbioso.
Gohan. Il suo Sensei, e il suo vero amico. L’unico amico che mai aveva
avuto. Era morto! Si era ucciso per distruggere il cyborg. Perchè Sensei? urlò nella mente.
Potevamo trovare un altro modo
per distruggerli!!!Potevamo!!!Perchè l’hai fatto??!
Le lacrime scesero. La persona che più gli era vicina,dopo sua madre,non c’era
più.
Si era ucciso per salvare il mondo dal cyborg,ma a costo della sua vita.
Lui aveva fallito. Non era riuscito a fermare il Sensei.
Un immensa responsabilità gravava ora sulle sue spalle,e sapeva che non ne era
pronto. Rimaneva ancora 18. Non voleva esser lui da solo a proteggere l’intero
mondo. Nemmeno ora che uno dei due gemelli era morto.
E ora era solo. A causa del suo fallimento,
E solo da lui dipendeva la salvezza dell’intero,stupido,mondo...
*****
Sei mesi dopo...
Il sole stava appena tramontando nei monti a ovest, colorando l’orizzonte di
bellissime sfumature rosse,arancio e viola. La bellezza pareva così
insolita in quel mondo morente. Nulla era più
conosciuto del dolore.
Qualcuno si muoveva ancora nella città deserta. Nel buio si vedeva
chiaramente la figura di una donna. I suoi capelli biondi e setosi
svolazzavano, nessuna emozione traspariva nel suo volto gelido. Era seduta sul
ciglio di un palazzo,con il mento posato sulle ginocchia.
Era statimesi interminabili per
lei. Non aveva fatto altro che volare senza meta,pensando. La
solitudine iniziava a farsi sentire. Non si era mai sentita
così. Nemmeno quando voleva star lei da sola.Era sempre assieme a
17. Sempre. Ora si sentiva vuota,senza un senso.
Arrivò la notte e finalmente si alzò in piedi:non poteva starsene per sempre
li.
Bene,18. pensò amaramente. Finalmente
potrai stare da sola....
Sospirò tristemente. Non sarebbe stata una cattiva idea parlare con qualcuno,ma
non aveva nessuno... Tutti nel pianeta erano suoi nemici. Tutti lo
volevano essere.
La sua mente ricordava ancora ed ancora la scena della sua morte.
Juhacigo sospirò ancora. Non poteva certo incolpare suo fratello di essere
morto,sebbene lui fosse stato un idiota. Ma nemmeno poteva
biasimarlo... Frattanto,il piccoletto ancora dormiva nella cella. Da quel
giorno non poteva più parlare con nessuno...nemmeno con...
Istantaneamente,un pensiero ridicolo le balenò la mente. Il
piccoletto! Era vivo. Non le aveva detto che non voleva essere suo
nemico? E dato che lo aveva salvato,non le sarebbe stato riconoscente?
Il pensiero era folle,lo sapeva. Ma nelle sue condizioni non poteva
fregarliene.
Si alzò e spiccò rapida in volo. Perchè non ci aveva pensato prima?.
Non era sola,pensandoci bene...
*****
18 atterrò alla base. Camminò rapidamente verso l’ingresso. Un
groviglio di piante e di radici era cresciuto in mezzo,bloccando la porta.
Non curante,con un colpo incenerì gli arbusti e si spianò la strada.
Il laboratorio era simile ad una discarica. In cattivo stato. La sua
scorsa intrusione aveva rotto la porta e lasciato il luogo in balia degli
elementi. Il risultato era un mucchio di spazzatura. 18 storse il
naso. Non era una grande fan del disordine,amava la comodità. Ma non
intendeva certo riordinare. Era solo passata di lì per riprendere una ‘cosa’
che avava conservato in caso di bisogno...
Passando per il laboratorio,non potè non notare una cella con scritto ‘17’. La
guardò e le tornarono
in mente i ricordi di suo fratello. Ma poi scosse la testa. Lui non c’era
più,quindi non doveva continuare a pensarci. Un certo umano poteva aiutarla a
metter in atto il suo piano...
Ti vendicherò,fratello. concluse
voltandosi e proseguendo.
Quando arrivò a una cella intatta,si fermò. Era quella? Di
sicuro,dato che il monitor segnalava il
suo corretto funzionamento e il fatto di essere occupata.
18 si avvicinò e toccò il pannello con una mano. Con la pressione di un
bottone,la capsula vibrò
facendo diventare il vetro trasparente, permettendo così di esaminare la
persona al suo interno.
Dopo averlo visto,assunse un’espressione sorpresa. Era proprio
lui. Crilin. Ma era un poco cambiato da quando lo vide per l’ultima
volta. Era uguale di corporatura,e la macchina lo aveva immobilizzato. Questo
era giusto. Lei stesso aveva ordinato di preservarlo fino al giorno della sua
visita. Aveva guarito ogni sua ferita,arrestando il suo processo di
invecchiamento. Ora sulla sua testa erano cresciuti una notevole quantità di
capelli neri. Durante quei mesi,oltre a venir curato del tutto,gli erano
ricresciuti
Davvero. pensò. Perchè ti rasavi?Come se non fossi
abbastanza ridicolo....
Quindi,scannerizzò il ragazzo. La sua energia vitale era sulle
centinaia. Sollevò il coperchio dei comandi per fermare la macchina e
liberarlo. Appena lo avrebbe premuto,sarebbe tornato libero.
Il suo dito esitò,stava decidendo definitivamente se liberararlo,oppure di
lasciarlo prigioniero per
sempre.
Un momento...che sto facendo? disse a se stessa. Davvero voglio liberarlo?E se mi si
rivolterà contro una volta sveglio? Noi,io e 17,abbiamo ucciso il nostro
creatore una volta fuori da quegli
aggeggi! Gli abbiamo spappolato il cervello...
Naturalmente il piccoletto non avrebbe avuto la possibilità di farle
male,ma...se la prima cosa che le avrebbe fatto sarebbe accusarla di aver
ucciso i suoi amici? Allora le sue fatiche sarebbero state sprecate.
Tuttavia,aveva detto che anche se lei lo avresse ucciso e torturato,non le
sarebbe mai stato nemico. Non poteva essere una balla...
E se così non fosse? Cosa potrei
fare?Ucciderlo? .
Fai la cosa giusta;Resta da sola. rispose il suo sub-conscio. Se anche ti si voltasse contro,tu rimarresti
sola comunque. Perchè esiti?
Taci!. urlò. Lei sapeva
che non era un buon segno cominciare a parlare da sola,ma da quando
suo fratello era morto,non riusciva a fare altro.
Finalmente,decise...tanto,non aveva nulla da perdere. Quindi,prese un
respiro e disattivò la cella.
Dopo che ebbe premuto il pannello,esso esplose tra le scintille,ustionandole la
mano.
Fissò la scena stupita. L’intero macchinario stava collassando,e i fili
andavano a staccarsi,
lanciando scintille ovunque.
No! pensò preoccupata Così ucciderà l’umano!!!
La porta della cella si aprì leggermente con un rumore insopportabile,e non come avrebbe
dovuto fare,silenziosamente. Sistema in allerta.. Malfunzionamento accertato. Il soggetto è stato liberato
dalle protezioni. Fusione del sistema imminente. Annunciò una voce
computerizzata che 18 conosceva come la registrazione di quella di Gero.
“Rapporto danni.” Ordinò la donna,tossendo per il fumo.
Computer Data danneggiata. Computer
Memory danneggiata. Environment Control danneggiato. Contollo
soggetto è dann…
“Intendo l’umano!!!Stupida macchina!!!” gridò.
Subito dopo,il pannello in fiamme venne spento da una speciale schiuma,tramite
un meccanismo di sicurezza. La porta della macchina,piena di fumo, era
leggermente aperta, e 18 si mise a fissarla
senza vedere alcuna reazione.
Soggetto intatto.Scansione danni in
preparazione. ci fu un suono simile ad un ronzio,che coprì alcune parole.
Rapporto danni al
soggetto…buzzzzzzzzzzzz…Consegue…Riprendendo
coscienza…Shock…buzzzzzzzzzzzz…Sistema ristabilizzazione rotto… … Trauma…
Ment...buzzzzzzzzzzzz… il
programma terminò e il pannello si spense definitivamente.Ora
era tutto silenzioso,e si poteva sentire solo il respiro della donna.
18 fece un paio di passi verso la cella. Non aveva capito lo status del
soggetto,quindi non poteva sapere se fosse ancora vivo,tantomeno sveglio. Il
vetro trasparente si era di nuovo fatto nero,
quindi non riusciva a vederne l’interno.
Stava per correre a forzare la porta, poi però sentì qualcosa al suo interno. Un
leggero suono,come
il lamento
di qualcuno che si risveglia da un brutto incubo. Gli occhi della donna
non si staccarono un momento dalla porta. Subito dopo un paio di piccole
mani uscirono dalla porta,cercando di aprirla. Questa si sollevò abbastanza da
far vedere la piccola figura uscire faticosamente.
Lui guardò le sue ginocchia a terra, con un’espressione indecifrabile sul
viso. Non le pareva spaventato,o arrabbiato come si aspettava. Al
contrario,i suoi occhioni la guardarono in volto
con aria confusa.
“Chi...sei?” le domandò con voce
confusa, cogliendo 18 alla sprovvista,tanto che non riuscì a
rispondere. Non si...ricordava di lei?
Il piccoletto si guardò intorno confuso. Poi si guardò le mani.
“CHI SONO IO?” domandò guardando il suo stesso corpo.
La bocca di 18 si spalancò,shokkata. Non ricordava chi fosse!? Che
gli era successo la dentro?
Il rapporto
diceva qualcosa riguardo alla rottura del ristabilizzatore...
L’esplosione gli aveva fatto una cosa così pesante da fagli perdere la memoria?
“Tu sai chi
sono?” le chiese ancora. “Non capisco. Dove sono?”
“Ti trovi nel laboratorio del Dottor Gero.” rispose 18.
“Chi è il Dottor Gero?” le domandò.
“é morto.”
“Morto?“
“Sì,morto!L’ho ucciso io stessa.” rispose irritata,stringendo i pugni.
L’umano guardò il suo volto corrucciato con dispiacere. “Ti prego,non
arrabbiarti.” pregò. “Mi spiace.”
“Taci.” gli ordinò,e lui abbassò lo sguardo. 18 gli si avvicinò. La sua
faccia si contorse nel cercar di trovare una spiegazione logica. Non se
l’aspettava di venirlo a prendere e di trovarlo così.
Poco dopo,il ragazzo si alzò,lentamente e con calma. I suoi occhi vagarono sulla
cella,il resto del laboratorio,e infine si riposarono su di lei. 18 lo
gelò con lo sguardo,notando che la fissava.
“Che hai da fissare? Vedi qualcosa che non ti piace?” gli domandò,e lui
cambiò subito soggetto.
“No, voglio solo sapere...tu sai chi sono?” domandò.
18 pensò bene prima di rispondere. “Sì...so chi sei tu.”
disse,finalmente.
“Puoi? Fantastico! Me lo dici?” chiese esaltato. Sulla sua faccia
apparve un gran sorriso,e strinse
i pugni entusiasta.
“Posso dirti tutto ciò che dovresti sapere” disse. Tutto ciò che io voglio farti
sapere,ovviamente!. pensò maligna. Stava pensando ad un
piano. No, non era come se lo aspettava,ma di certo avrebbe funzionato lo
stesso. Sarebbe stato più facile controllare il piccoletto,ora che aveva
perso la memoria. Specialmente se in passato era un suo nemico..
18 non potè non sorridere. Finalmente la fortuna girava dalla sua parte.
“Io sono Juhachigo, numero 18.” gli spiegò. “Sono un androide.”
“Sei...un androide?” domandò,per nulla disturbato dal fatto. Anzi,curioso.
18 annuì. “Sono molto più di un semplice androide.” lo corresse.
“Sono di base umana. Ho semplicemente modificato il mio corpo per il mio
scopo.”
“Qual è il tuo scopo, Juu…” abbozzò.
“Juhachigo!” urlò. “E cerca di non dimenticarlo,altrimenti...!”
Lui sussultò. “Qual è il tuo scopo…Juhachigo?” ripetè.
Juhachigo chiuse gli occhi. “Estinguere ogni umano dalla faccia di questo
insulso pianeta.” rispose tranquilla.
Il piccoletto stette in silenzio,con un sopracciglio interrogativo. Era
rimasto stupito dalle sue parole. “Perchè fai questo?” le chiese.
“Che ti hanno fatto di male che gli odi così?Ti hanno fatto male?”
18 lo guardò torva. “Puoi dirlo forte. Posso dare la colpa a tutti gli
umani per quello che hanno fatto a mio fratello.”
“Hai un fratello?” chiese l’umano.
“Anche lui è morto.”
“Oh.” disse,abbassando lo sguardo. Poi la riguardò in faccia,un po’
timoroso. “La gente attorno a te muore...?” domandò.
Lui indietreggiò quando vide 18 ghignare in modo inquietante. “Tanti
muoiono attorno a me!” disse,scoppiando a ridere. “Tanti.”
Continuò a ridere di fronte ad unCrilin impallidito.
“Ma non tutti muoiono...” gli assicurò. “Ti ho salvato dalla morte...”
“Davvero??” chiese. “Mi hai salvato?Grazie,numero 18!” disse con
tono felice e rispettoso.
“Finiscila,però!” intimò l’androide spazientita.
Obbedientemente,fece silenzio,in attesa che lei dicesse qualcosa. Non sentendo
nulla,decise
poi di
parlare al suo posto.
“Qual è il mio nome, Juhachigo?” chiese,per poi aspettare. “Ho un
nome,vero?”
Lei annuì. “Hai un nome.” Ma
non sono sicura se dirtelo o no... pensò dentro di se.
“Te lo dirò.” disse “Ma ad una condizione,e se la romperai,io ti
uccido!!!”
Crilin non pareva seguire con difficoltà,quindi continuò.
“Non dovrai dire il tuo nome a nessuno.” concluse.
“Perchè?”
”Perchè lo dico io!!!” ringhiò lei.
“Ma perchè?”
“Sei una nuova persona a partire da oggi.” gli disse. “Se rifiuti di
esserlo,peggio per te.”
Crilin pensò bene un attimo. “Okay. Se mi dici il nome,non lo dirò a
nessuno.”
Allora 18 sorrise . “Il tuo nome è Crilin,e sei un umano.”
“Crilin?Che tipo di nome è?Un bel nome?”
“Carino.” rispose lei,annuendo. “Ci sono tante cose più brutte che hanno
un nome brutto...”
Lui sorrise,quasi onorato. Quindi la guardò negli occhi,lasciando
intendere che volesse fare
un altra
domanda.
“Che c’è?”
“Juhachigo,mi hai detto che sono nuovo oggi. Che significa?”
Lei non sapeva bene come spiegarlo,e nemmeno voleva. “Non importa. Quel
che conta è che tu sia qui ora...”
Lui annuì. “Qual è il mio scopo,ora che sono nuovo?” le domandò.
Questa domanda la sorprese.
“Il tuo scopo” iniziò lentamente. “Consiste nell’aiutarmi.”
“Okay. Come?”
Lei lo osservò mentre accettava. Sarebbe stato davvero così facile?
“Farai ciò che ti dirò? Senza lagne?” gli domandò scettica.
“Perchè no?” le chiese,sorridendo. “Mi hai salvato.”
18 sorrise d’istinto. “Andiamo.Ti spiego strada facendo.”
“Ce ne andiamo?” chiese Crilin. “Perchè?”
“Perchè ‘sto posto puzza,è umido,polveroso e schifoso.” rispose lei,già sulla
porta d’ingresso.
Allora il terrestre la seguì fino all’aria aperta,nel cuore della notte. Una
volta fuori,ovviamente,
non potè
non riprendere nel fare delle domande.
“Wow!” esclamò,guardando le miriadi di stelle luccicare in cielo. “Che
bello!!!Succede ogni notte
questo strano evento,18?”
Lei alzò leggermente la testa per vedere cosa lo stupisse tanto. La sua
bocca si storse. “Idiota.Che ci trovi di tanto bello i queste stelle?”
“Non pensi siano belle?” le chiese.
“Sono inutili. A cosa servono?”
“N...non so...forse...solo a esser belle?” rispose titubante.
“Ma stà zitto. Io so a che servono,e tu no. Ora andiamocene. Sono stufa di
‘sto posto e dei tuoi insulsi blateramenti.”
”Mi...dispiace...”
18 gli diede le spalle. Lui si alzò in piedi,con la testa bassa. Era
così pietoso...
Borbottando,si
alzò in volo,pronta ad andare. Quando si accorse che Crilin non la
seguiva,si voltò.
Era rimasto dove l’aveva lasciato,con aria incantata.
Lei si mise una mano sul fianco,spazientita. “Beh?Se non vuoi che ti
lasci qui,ti conviene sbrigarti, idiota.”
“Wow! Come riesci a volare,18?” domandò meravigliato.
18 non credette alle sue orecchie. Lui era la stessa persona che aveva
lottato contro di loro quasi un anno prima,e era certa che sapesse
volare. Lo aveva visto con i suoi occhi!
Ti prego non mi dire che non sa volare.
disse a se stessa. Se è così,è
inutile.Farei bene a ucciderlo ora che non sa nemmeno volare!
Atterrò così davanti a lui,accendendo i suoi scanner. Lesse un numero basso nel
suo potenziale,ma ciò non significava nulla. Gli umani sono infatti in
grado di controllare così bene la loro aura che possono quasi sembrare
inesistenti. Una delle abilità che aveva trascurato 17,finendo così
ucciso. In poche parole,i sensori scanner non servivano.
“Aumenta la tua aura.” ordinò a Crilin,che faceva una grande fatica a capire.
“Aumentare la mia che?” domandò.
“Non sai che è l’aura?” esclamò.
“No…è importante?”
“Si tratta della tua energia vitale,idiota!” urlò. “La fonte del tuo
potere!”
“Che potere?” domandò.
18 era sul punto di scoppiare.
L’aura!
L’unica fondamentale cosa che lo faceva respirare,e che lui non sapeva cosa
fosse!
No. Pensò bene,calmandosi.
Non ricorda cos’è. C’è della
differenza.
“Non hai mai sentito parlare dell’aura?” domandò,mentre il terrestre la
guardava dubbioso e
un poco intimorito dal suo tono.
“Mai.” rispose. “Cos’è?”
“Te la faccio vedere.” disse lei,con un sorrisino diabolico. “Lo
vuoi,Crilin?Che ti faccia vedere la tua aura?”
“Certo...credo.” annuì nervosamente. “Se è questo che vuoi...”
Prima che Crilin finisse la frase,lei gli apparve appresso e gli sferrò un
poderoso ma controllato calcio allo stomaco. Con un grido di dolore questi
venne sbalzato a terra a circa due metri di distanza. 18 controllò i
sensori,e notò che l’aura era leggermente aumentata,come difesa istintiva al
suo calcio. Lui si rialzò ansimante,tenendosi lo stomaco. Lei lo
aveva colpito molto forte.Un normale umano sarebbe morto sul colpo.
Ma istinto
o no,Crilin non pareva lontano dalla normalità. La sua forza era oltre i
10’000.
E questo era solamente una difesa istintiva.
Sorridendo,l’androide apparve alle spalle del piccoletto. Afferrò con una
mano intera una ciocca dei suoi capelli e lo sollevò in aria,stappandogliene un
po’.Ci mise poco a farlo infuriare.
Furioso,aumentò
al massimo la sua aura,accendendo un’imponente fiamma intorno al suo
corpo. Allora lo lasciò andare. Il suo livello di aura era
notevolmente aumentato.
Non avrebbe impiegato molto a ri-insegnargli a volare.
Crilin,intanto,stava osservando stupito la sua aura. “Uao!Questa è l’aura?”
“Sì.” assicurò Juhachigo. “Quella ti tiene in vita. Ecco come si
lotta,manipolando l’aura.”
“Io lottare?” chiese sorpreso.
18 guardò in alto,esasperata. Non era sorpresa,o arrabbiata per il fatto
che non sapesse nulla.
Era palese che aveva ancora la sua forza e le sue tecniche. Solo non ricordava
come usarle.
Se gli avesse ri-insegnato le basi,era certa che tutto sarebbe giunto da se.
“Combatterai.” promise. “Ma non ora. Intanto ti insegnerò a volare,poi
domani vediamo cosa potrai ricordare ancora...”
“Volare?Intendi proprio VOLARE?” esclamò,felice come un marmocchio.
Oh,Ok. Pensò,notando i suoi
modi infantili. Perderà ‘sto modo di
fare quando inizierò ad allenarlo. Sorrise al pensiero. Già...una volta iniziato,non sarà così
felice. Per il suo bene,gli converrà ricordarsi in fretta...
“Insegnami a volare! Per favore?” la voce di Crilin interruppe i suoi
pensieri. Sorrideva brillantemente,e gli occhi gli luccicavano.
“Molto bene.” rispose 18. Poi lo afferrò gentilmente per un braccio,e si
sollevò. “Reggiti.”
Con lui che si teneva per il braccio,salì fin sopra le montagne. Crilin
spalancò gli occhi appena vide l’altezza.
“18!” urlò nella paura che lo lasciasse. Il suo sorriso gelido si fece più
grande.
“Sìì?” chiese.
“Che fai?Lasciami andare!”
“Non ancora.” rispose. “Non siamo ancora in alto abbastanza.”
“Cosa?!”
Dopo aver raggiunto la cima,18 si posò su uno strapiombo,da cui si poteva
vedere sul fondo delle roccie acuminate. Quindi rilasciò il piccoletto,ormai
bianco come uno straccio.
“Hai fatto attenzione al mio volo?” gli chiese.
“Non molto...” confessò. “Ero un tantino occupato a guardare
l’altezza...”
L’androide alzò le braccia in segno di resa. “Mi chiedi di insegnarti a
volare e non presti attenzione???” chiese nervosa.
Crilin deglutì. Non gli piaceva la sua espressione. “Ehm...penso di
aver capito...non molto a dire il vero...” concluse,inghiottendo.
Juhachigo scosse la testa. “Suppongo io debba insegnarti per la via più
difficile”
“Che?La via difficile?” domandò lui. “Che intendi per ‘ via difficile’?”
Senza finire la frase,18 lo prese e lo lanciò giù per il burrone.
“AHHHHHHHHH!!!!”.
“Questa è la via difficile.” rispose,ghignando.
Poi lo seguì mentre precipitava. Sarebbe stato divertente
Intanto il povero Crilin stava per spappolarsi al suolo,senza la minima idea di
che fare. 18 gli andò incontro,a testa in giù come lui.
“Che ti prende? Perchè non voli,Crilin?”
“Non so come!” urlò,terrificato. E per un buon motivo.
Se non
avesse imparato a volare,si sarebbe sfracellato.
“Non è difficile. Ti ho mostrato la
tua aura. Vola con quella e basta.” disse,come se fosse ovvio.
“Ma io non so come recuperarla!!!”
“Vuoi che ti colpisca ancora?”
“NO!”
“Bene,allora ti conviene sbrigarti. Se ti schianti al suolo,farai un
disastro.Sangue e budella ovunque...sì sì!” disse lei,scuotendo la testa come
per annuire.
“E esattamente quanto tempo mi rimane?!” domandò lui,in panico.
18 guardò a terra.
“Si tratta
di una montagna alta. Credo tu abbia circa 30 secondi per farlo. Ah,no,28
ora,scusa..”
“MUOIOOOOOO!” urlò Crilin,coprendosi la faccia.
Quando i 28 secondi scadettero,smise di cadere. Aprì con cautela gli
occhi,e vide che la terra stava
a circa mezzo metro da lui.
“Yikes!”mugugnò. Perchè si era bloccato...volava?
“Idiota.” disse una voce. Confuso girò la testa,e vide 18. Lo teneva
saldamente per una caviglia,e lo aveva salvato dalla morte...di nuovo.
“Diciottina...!”mormorò spaventato.
“Idiota.” ripetè lei. “Perchè non hai volato?”
“Uh…non so come fare?”
Alla risposta lo mollò e vide mentre picchiava il volto a terra.
“Ahio…” si lamentò,massaggiandosi il punto in cui doveva esserci il naso.
“Frignone. Alzati subito. Dobbiamo rifare.”
“Non scherziamo!” urlò lui,guardando dal basso il monte. “Non lo voglio
rifare!Che succederebbe se non mi prendessi stavolta?”
“Difatti non ti prendo.Se non voli,muori!”
Crilin trattenne il fiato. “Non...non penso che io voglia imparare...”
ammise.
“Codardo.”
“NON SONO CODARDO!”
“Allore perchè non voli?”
“Te l’ho già detto,non so come fare!”
“Ma io te l’ho fatto vedere.”
“Bene,allora fai pena come insegnante!”
18 reagì alla frase,e lo gelò con il solo sguardo. “Cosa hai detto?”
“Uh…nulla. Assolutamente nulla!!!” replicò timoroso lui,cercando di
sorridere.
18 gli andò incontro e ripetè “Cosa hai detto?”
“P-P-penso che tu sia una bravissima maestra,e che sono pronto per volare?”
Il pigro sole iniziava a sorgere,illuminando con un
tenue pallidore la terra in rovina. La luce spazzava via le ombre anche
dagli edifici,ormai ridotti a scheletri.
Situata nella cima di uno di essi,vi era una donna bionda,dai grandi occhi
chiari.18.
Scannerizzò il paesaggio per controllare la presenza di
sopravvissuti,senza successo.
La sua mente era assorbita nel contemplare quella terra conquistata da lei e
17.
18 era immersa nei suoi pensieri. Ora aveva un altro nemico.
Quel ragazzo dai capelli viola. L’allievo dell’assassino di suo fratello,Son Gohan.
Colui su cui voleva scaricare la dolce vendetta che desiderava.
Chiuse gli occhi e sorrise malignamente. Presto,molto
presto sarebbe morto.
Ora che aveva una certa persona dalla sua,non sarebbe
stato diff…
CRASH!
L’androide si girò di scatto,verso il punto cui proveniva il rumore. Era
rimasta talmente concentrata su quel nemico che le sue braccia,inconsciamente,formarono dei Ki-blast.
“Eh Eh…scusami,18” disse una voce in tono basso.
Crilin si rialzò davanti a lei,con un’espressione innocente e un sorriso a 32
denti. Una pila di rottami giaceva ai suoi piedi.
Li aveva ovviamente fatti cadere,con
il fallito scopo di arrivarle dietro e farle una sorpresa.
Si spolverò la tuta,e si mise una mano dietro la nuca,imbarazzato.
“Scusami se ti ho spaventata,Diciottina,io…”
Gli occhi di 18 si spalancarono. “Come
mi hai chiamato?”
La sua scontrosità prese alla sprovvista Crilin,che era già indietreggiato
parecchio,con una
faccia che sembrava dire ‘Che ho fatto di male ora?’
“Ti ho fatto una domanda per caso?” domandò lei,velenosa.
“I-Io…” iniziò timido,per poi rispondere. “…Diciottina.”
“E perché mai lo hai fatto?”
Spaventato,Crilin guardò per terra cercando di non farsi biasimare.
“Beh…perché no?”
18 non era soddisfatta della risposta,quindi lasciò stare. “Che ci fai
qui? Credevo fossi a dormire dall’altra parte della città.”
Aveva preso con se il piccoletto la notte prima,dopo
averlo salvato e curato,e l’aveva trovato che aveva perso tutta la sua
memoria. Ma forse per lei era meglio così. L’ultima volta che lo
vide,prima che perdesse la memoria,lo aveva quasi ucciso.
In altre parole,era un bene che non sapesse più cosa
gli era capitato…
Dopo averlo svegliato,lo aveva portato in un rudere e gli aveva ordinato di
stare li fino al suo ritorno.
Ad esser sinceri,non sapeva nemmeno lei cosa poteva fare con uno che non si
ricordava nemmeno il suo nome. Tuttavia era felice…o
se così si può dire.
Aveva un compagnio,uno schiavo,da usare nel mezzo del
suo piano…la sua Vendetta…
“Scusa se ti disturbo,18.” disse il
piccoletto,sistemando come poteva i rottami. “Ma stamane mi sono
svegliato,ho provato a volare…e ce l’ho fatta!”
Il suo volto era entusiasta “Sono venuto a cercarti,così ti faccio vedere!”
18 venne in qualche modo intenerita dal suo modo di fare,e sorrise.
“Dopo.” fu tutto ciò che disse. I
suoi occhi luccicarono maligni.
“Pronto a lottare?”
Il sorriso felice di Crilin sfumò,per poi
svanire. “Lottare...di già???”
“Se conosci altri modi per uccidere,dimmi pure.” disse
lei in tono sarcastico.
“Hai qualche problema,forse?”
Il piccoletto fece un passo in avanti,sorprendendola. “Solo se oggi mi
spiegherai a cosa servo…
il mio scopo.” disse con calma.
La sua faccia assunse un’espressione addolorata,come se aspettasse da lei
l’ordine di tacere. Ma l’ordine stranamente non arrivò. Eppure
18 era solita zittirlo…
L’androide aveva le parole in gola.Non riusciva a dirgli
“Taci!”.
Come poteva questo piccolo umano,che
aveva salvato lei stessa,zittirla senza dire nulla?
18 gli si mise di fronte,a dieci centimetri di distanza. Era così piccolo che
non le arrivava nemmeno all’altezza del mento... Come poteva farle
qualcosa,ridicolo come era?
Il piccoletto la guardò con riguardo,come se avesse il timore di averla fatta
arrabbiare.
”18…qualcosa non va?” domandò.
”Lottare…è forse parte del mio scopo?”
Cogliendo l’opportunità,18 decise di raggirarlo. Ingannare Crilin le
faceva una sorta di dispiacere,
ma non poteva fare altrimenti:se per caso si sarebbe ricordato tutto,lei
avrebbe perso solo tempo.
“Sì,Crilin.Lottare è il tuo modo per aiutarmi.Senza,sei inutile.”
Questa risposta sembrò pietrificare l’umano. Era ovvio che “inutile” era
l’ultima cosa che voleva essere per lei.
“Lottare. Posso farlo.” disse dentro di se. Poi
guardò la donna con degli occhi confusi. “Perché devo imparare a lottare
di nuovo?”
L’androide ne aveva abbastanza della sua
idiozia. “Questo è il tuo scopo.” disse,irritata.
“Ed è tutto ciò cui ho bisogno da te,per
ora.”
“Bene,ho capito. Mi hai
salvato. Quindi t’aiuterò a lottare al tuo fianco.”
mormorò.
Poi alzò lo sguardo verso 18,e disse
“Ma io non so ancora come si lotta...”
Questo fece sorridere 18. Un sorriso maligno.
Era così ironico che un suo nemico ora fosse un suo alleato.
Ironico anche il fatto che le persone che lui prima proteggeva,ora sarebbero state sue nemiche.
Così perfettamente ironico.
*****
A dirla tutta,Crilin era confuso.
Non ricordava nulla,se non un vago ricordo del suo nome. Infatti,la prima
cosa che vide quella notte in cui si svegliò,fu 18.
Lei era la prima cosa che vide quando tornò alla coscienza,fuggendo da un mondo
di incubi. Era intrappolato in un luogo simile a un terribile sogno,da
cui non poteva svegliarsi o fuggire, e l’unica cosa che ricordava era come se
qualcuno lo scuotesse forte,mentre dei fuochi d’artificio esplodevano ovunque.
E poi vide lei.18.
Crilin ricordava di essersi sentito piccolo e futile,di fronte a lei.
Quel muro freddo e impenetrabile che pareva avvolgerla,lo faceva sentire
inutile.
Poi gli aveva detto una delle poche cose che ora sapeva… il suo nome.
E gli aveva detto chi era,perché era li. A lui pareva che lei sapesse
tutte le risposte ad ogni suo dubbio. Gli aveva anche insegnato a
volare. E questo era davvero gentile.
Sebbene i suoi metodi lo avessero quasi ucciso.
Quella mattina,lui e 18 si erano diretti fuori dalla
città,in campagna. Crilin teneva gli occhi spalancati,per cercare
qualcosa di familiare. Ma i suoi occhi non riconobbero nulla,in
mezzo a quell’immensità. Era solo un immensa distesa,raramente
contornata da qualche stagno o laghetto.
In sintesi,il posto pareva davvero solitario.
Infine,si fermarono.
“Uh,18?” le chiese,stando un poco lontano da lei. “Perché siamo qui?”
18 lo guardò. “Tu che pensi,Crilin?Voglio vedere se riesco a farti
ricordare qualche tecnica di combattimento. Questo posto mi pare
adatto…”
Crilin si guardò le mani. L’argomento preferito di 18 era proprio
questo. E pareva determinata a fargli imparare…
Allora si preparò. Se 18 gli chiedeva di lottare,lui
lo avrebbe fatto.
Qualunque cosa per farla felice. E se lottando lei lo sarebbe stata…ok.
“Bene,” disse all’androide. Così dicendo,cercò di mostrare la più determinata delle facce. Cosa che
gli riusciva,se non fosse per la sua posa improvvisata
che mostrava ogni sua debolezza. “Mostrami come,Diciottina.”
18 si mise a ridere. “Sei così patetico.”.
Crilin si sentì ferito. Non era questo che si aspettava…
Osservò 18 sciogliere la sua arrogante posizione e mettersi in una posa
perfetta.
”Molto bene,allora…ti comincerò a ridurre in
poltiglia,finchè non impari!”
COSA?
Prima che il piccoletto potesse reagire,vide la donna
sparire sotto i suoi occhi.
Sebbene non avesse mai visto una cosa simile,riusciva
in qualche modo a capire cosa sarebbe
successo dopo.
Quindi incredibilmente,istintivamente,le sue braccia si mossero come per andare
incontro al colpo. Con un terribile suono sordo,il pugno di 18 si scontrò
con il suo.
Crilin potè per un attimo sentire l’aura salire dentro di se.
La forza che prevaleva,sebbene fosse attutita,lo fece
sbalzare all’indietro,facendolo cadere nella polvere . Si rialzò quasi subito,incredulo.
Ma 18 non aspettò che l’avversario riprendesse la sua pietosa guardia,e
concentrandosi,
formò tra le mani una sfera di Ki,tanto potente da far tremare il suo braccio.
Lanciando un urlo,l’androide corse verso di lui,preparandosi a colpirlo con il
suo pugno
luccicante. Di sicuro l’impatto lo avrebbe ucciso.
Ma l’impatto non arrivò mai.
Gli occhi di Crilin,sbarrati,poterono vedere la scena
al rallentatore.
Sentì il suo corpo perdere ogni controllo,e riuscì a vedere il colpo.
Pochi istanti prima che il pugno lo colpisse,il suo corpo si spostò dalla
traiettoria.
Il pugno trovò solo il terreno,e con un’incredibile esplosione,formò un cratere,da
cui fuoriusciva
una nube di fumo.
Percependo il momento in cui 18 aveva scoperto il fianco,l’aura di Crilin
aumentò ancora ed ancora,illuminandolo di una luce bianco puro.
Senza potersi controllare,il braccio sinistro scaglio il colpo alla persona che
non avrebbe mai voluto
colpire. 18.
Il suono del pugno che si infrangeva sul suo viso fu
abbastanza forte da stomacarlo.
18 lanciò un lamento per il colpo subito,ed indietreggiò di un paio di metri.
Se ne stette poi lì,in silenzio e con le mani sul
volto,senza reagire.
Crilin era stordito per quello che aveva fatto.
”18…”
Lo aveva salvato! Era l’unica persona che
conosceva nel mondo intero! Come aveva potuto
colpirla?
Trattenendo dentro di se quell’aura,corse verso di
lei.
”18…mi dispiace!Io non…”
Solo il tempo di sfiorarle una spalla con la mano,e 18
si rianimò. Un potentissimo,doloroso
schiaffo lo centrò in pieno,facendolo crollare a terra. La sua guancia era
dolorante,ma il suo cuore
batteva all’impazzata,e questo pareva fargli ancora più male.
18 alzò il volto,e un rivolo di sangue correva dal suo
naso. La sua mano si tolse,svelando un ghigno.
Crilin cercò di guardarla negli occhi. Essi luccicavano di un rosso sangue,e assieme al ghigno inquietante,la facevano sembrare un
demonio.
I suoi occhi assetati di sangue lo pietrificarono. Pareva un'altra pensona.
“Bene” disse,chiudendo gli occhi. “Devo ammetterlo,Crilin.Non so come hai fatto,ma mi
hai sorpreso. Pare che tu abbia ancora forza. Questo allenamento non perderà
altro tempo…”
Il cuore di Crilin parve schizzare fuori dal petto.
Non gli piaceva affatto il modo freddo e sanguinario cui lei lo
guardava.
Non gli piaceva per niente.
*****
Due ore dopo,18 stava ancora insegnando all’umano a lottare. Aveva potuto constatare
che il pugno ricevuto era stato solo un colpo fortuito. Ma
aveva abbassato per sicurezza
la sua forza…non poteva certo ucciderlo…
Crilin urlò sentendo un altro osso incrinarsi. Ansimò,con
la faccia nella polvere,cercando miserabilmente di rialzarsi. Ma prima di
riuscire a farlo,il piede di 18 lo costrinse ancora al
suolo.
”Che cosa c’è,Crilin?Non riesci ad alzarti?”
Lui si lamentò penosamente.
Inginocchiandosi davanti a lui,afferrò il suo mento e lo alzò,in modo che i
suoi occhi esausti incrociassero i suoi. 18 era
frustrata. Per due lunghe ore aveva tentato di fargli recuperare
l’aura.
Per due lunghe ore,ma sensa successo.
Questo la faceva oltremodo arrabbiare.
“Che ti prende?Sai come usare l’aura,e allora perché non
lo fai?”
Crilin abbassò lo sguardo. “I…io…non posso.”
“Non posso?” ripetè lei stizzita. “E perché diavolo,non puoi?!”
Lui sospirò alla domanda…come poteva spiegare?
“Non voglio lottare.”
“Sei mia…amica?Perchè dovrei colpire un’amica?Non mi
piace fare del male!Mi stomaca!”
“Idiota!” replicò lei,prendendolo per il colletto e
appiccicando il suo volto nel suo. “O lotti,oppure ti uccido!”
”Ma…perché???”.
“Non capisci,rompiscatole senza cervello?Io distruggerò tutto di questo miserabile
pianeta! Se vuoi vivere,devi lottare! O sei mio
partner,o muori! Capito?”
Con rabbia lo spinse via.
Non voleva lottare!Brutto idiota!
Guardandolo a terra,i suoi occhi si incrociarono con i
suoi. Il suo viso era così triste e addolorato,
che lei sentì una sorta di puntura all’altezza del petto.
“Partners?” ripetè,borbottando.
Aveva davvero detto così?Partner?All’inizio,lei considerava Crilin come uno
schiavo,nulla di più.
Non si sarebbe mai sognata di dargli un ruolo simile,che
in tutta la sua vita era appartenuto solo
al suo fratello,17.
E Crilin non aveva nulla di 17.
Era piccolo,debole,cretino …o come altro si può definire…
I suoi occhi lo squadrarono bene. La parola partner gli aveva dato una luce di
speranza negli occhi.
”Ma che faccio? Come posso fare,ora che mi
considera “amica” e “partner?”
Partner. Il suo eguale…
Stupido umano.Pensò. Come posso
negarglielo,ora che gliel’ho detto...
Ma non poteva dirgli di no. La sua mente,inspiegabilmente,non le permetteva un
simile sfizio…
Così,contro ogni suo ragionamento,porse una mano al terrestre.
La reazione di lui fu istantanea. Un grande
sorriso solcò il suo volto,e i suoi occhi si animarono di
felicità. Afferrò la sua mano,stringendo
forte,quasi sul punto di piangere.
Lei capì che era felice,per il fatto di averlo riconosciuto come partner. Come
un suo eguale.
Il suo modo di fare era come magnetico,e 18 era sia
irritata,sia attratta da questo.
Contemporaneamente.
Crilin non ricordava di esser mai stato così felice. Partner.
Amico. Accettato. Wow.
Era una grande novità per lui.
“Ora però smetti di esaltarti.” la voce di lei bloccò
i suoi pensieri.
Per un momento,il suo volto si abbassò.Ma poi lo
rialzò.
”Quando lotto con te è solo per pratica,vero?”
“Sì. Si tratta di allenamento. AL-LE-NA-MEN-TO…ricordi allenamento?”
disse lei.
Crilin sorrise,un poco imbarazzato “No.”
Con un sospiro rassegnato,18 si mise in posa. Anche lui ci provò,fallendo.
Esasperata,l’androide andò da lui e iniziò a spiegare. “Non così…sembri
un buffone! Ecco…ora ti insegno…”
Il sole stava calando e 18,sedutasi su un pilastro in
cima ad un edificio in rovina,stava osservando il tramonto.
Lei e il ragazzo avevano smesso di allenarsi alcune ore prima. Per una
volta,era fiera di notare che la sua forza era allo
stesso livello della sua “morte”,ora.
Ora mancava solo insegnargli ad abbassare l’aura.Sarebbe stato uno scherzo.
E ora lei lo guardava allenarsi nel pilastro qualche
metro lontano dal suo. Aveva imparato a lanciare colpi di Ki molto in fretta,e stava
spazzando via i palazzi disabitati. La sua abilità era notevole.
Non era mai stato forte come gli altri guerrieri z,tuttavia
la sua bravura nei colpi energetici era
lodevole.
Vide che stava preparando un colpo; questa volta esso prese un colore rosso.
Lo concentrò tra le mani,e quando fu pronto,lo scagliò
nel cielo.
Muovendo le mani,iniziò a cambiare la sua forma. Gli occhi
di lei si spalancarono,riconoscendo la forma. Lucente,con cinque
punte…come una stella!
Poi,ridendo,lo fece esplodere,e una pioggia di luce dorata cadde tutt’intorno.
18 ne fu colpita. Non era un attacco,ma un semplice
divertimento.
Continuando il suo “divertimento”,preparò un altro colpo,concentrandosi di più.
Migliaia si colpi vennero sparati,e si fermarono a
mezz’aria,illuminando come delle stelle la
notte che iniziava a scendere.
Lui continuò ad esercitarsi per un’altra mezz’ora,poi
tornò a terra.
“…Va meglio?” le chiese,sorridendo.
Aveva ancora qualche difficoltà nel volo,ma non era così grave.
18 annuì e basta,non volendo fargli notare i leggeri difetti che ancora
possedeva.
Un altro po’ di pratica,e sarebbe stato perfetto.
L’indomani lo avrebbe portato nei luoghi dove leiandava spesso. I villaggi.
Ma stavolta,per la prima volta,sarebbe
stato il primo villaggio a venir distrutto senza 17;
per questo motivo voleva che Crilin venisse con lei. Una metà di lei
non voleva restar sola;
Quando prese con se il terrestre,si sentì come se lui avesse sostituito il
defunto fratello.
Ma c’era un grande problema. Ingenuo com’era,di certo Crilin non avrebbe potuto,voluto,far del
male all’altra gente. Probabilmente una parte di se,prima
di morire,era rimasta:
la metà che faceva sì che lui desiderasse proteggere e difendere i deboli.
Concentrata nei suoi ragionamenti,18 non si accorse che Crilin
le si era seduto a meno di tre centimetri di distanza,e che la stava fissando.
“Ehi,18?”
L’androide prese
quasi un colpo.
“S…Sì,che c’è?”
“Che faremo domani?” chiese,sorridendo ingenuo.
Lei quasi non rispose,ma quando vide da vicino i suoi occhi,così pieni di
devozione per lei,
decise di rispondere.
”Domani,Crilin,” iniziò,girando il volto nelle
tenebre affinché non la vedesse. “Andremo a completare il tuo scopo…”
*****
Erano stati due giorni terribili per trunks.
La sua mente aveva marchiato a fuoco la lotta contro 17. E la scena dove Gohan,il suo maestro,esplodeva in un boato assordante,senza
lasciare traccia.
Ogni suo pensiero si consumava nel pensare come vendicarsi. Come vendicare la
morte
di Gohan.
Quella mattina aveva percepito una strana aura. Un’aura famigliare.
Avrebbe voluto investigare,ma sua madre Bulma non gli aveva permesso di uscire.
Sperava che quest’aura fosse in qualche modo legata
all’androide.
Numero 18 non aveva aura,quindi non si poteva sapere
da dove arrivasse…
Se fosse stato davvero così…
la prossima volta,sarebbe stato pronto…
*****
L’indomani era un giorno cupo.
Sembrava quasi che il sole avesse paura di sorgere,c’erano nubi scure ovunque.
Proprio quello che si potrebbe
chiamare “cattivo presagio”…
18 stava in piedi presso la finestra di un edificio.
Oggi per lei era un giorno importante. Anzi,più che
per lei,per l’umano…
Dietro di lei,in un angolo,il piccoletto era rannicchiato a dormire. Era
totalmente ovvio,da quando erano divenuti “partners”,lui aveva firmato il contratto per la lealtà a
18;
Qualcosa di così palesemente avverso,se comparato alla sua vecchia vita.
Lei si voltò a guardarlo. Crilin. Oggi
era il giorno in cui tutto sarebbe fallito,oppure il giorno in cui i due si
sarebbero consolidati. 18 sperava l’ultima possibilità.
Sarebbe stato un peccato uccidere una creatura con cui aveva trascorso tutto
quel tempo…
E,sebbene non fosse mai riuscita ad ammetterlo,voleva
tenerlo con se per un motivo totalmente diverso. Il suo sorriso e la sua
allegria pareva calmare la sua rabbia. Si sentiva...beh,è difficile da
spiegare a parole... La sua natura gentile pareva come un tranquillante
per la sua furia,il suo carattere scontroso. Era rimasta affascinata dal
modo in cui giocava con l’aura,e dalla fiducia che poneva in lei. Per una
persona solitaria come lei,che aveva ucciso tantissime
persone,Crilin era un grande mistero. Mistero che
voleva in tutti i modi risolvere…
Quando finalmente sorse il sole,l’umano si svegliò e
si stiracchiò,cominciando ad alzarsi in piedi.
Non aveva nemmeno pensato a darsi una sistemata ai capelli,ormai
tutti arruffati.
Guardandosi attorno,vide poi 18,e si rilassò. Quel sorriso così magnetico venne alla luce quasi subito.
“Buongiorno.”
Lei si limitò a fargli un cenno d’intesa. “Sei pronto?” domandò poi.
Crilin all’inizio parve confuso,ma poi
annuì,ricordando. “Ah,già!Okay,andiamo!”
Corse così fuori dalla finestra e si librò nell’aria. Si voltò,agitando le braccia. “Andiamo 18!Dove si va?Mostrami
la strada!”
Esitando solo un attimo,18 gli fu accanto in aria,pronta per partire.
Ma meno di un’ora dopo,Crilin non parve più così
pronto o allegro-
Si limitava a seguire in silenzio 18 presso una città – una delle poche città
illese…almeno fino a quel giorno…
Crilin osservò dall’alto i cittadini vivere come
tutti i giorni,non sapendo quanto vicina fosse la loro fine. I bambini
giocavano,le madri chiamavano i figli,le coppie
passeggiavano mano nella mano… Tutto era totalmente sereno.
Fu in parte anche questo ciò che rese shoccante
l’ordine di 18.
“Uccidili.” gli ordinò lei,con la voce camuffata in modo da non render
riconoscibile nessun sentimento.
”COSA?!C-che hai detto?!?” domandò lui incredulo.
18 volse i suoi occhi azzurri nei suoi. “Questa è la prova,Crilin.” gli disse
onestamente.
“Questo deciderà i futuri di noi entrambi.”
“I-Io non capisco…”
Lei se lo era aspettato.
“Questo è il mio scopo.” disse a bassa voce,guardando
in basso. “Sono qui per distruggere la Terra-per
il mio creatore,mio fratello e per me stessa-. Ti ho salvato nella
speranza che tu mi aiutassi a completare il mio scopo.”
”Ed oggi è quel giorno.” concluse,fissandolo
con occhi di ghiaccio.
La bocca di Crilin era rimasta aperta. Era
palese che non sapeva che fare,o dire.
Quindi,lei decise di lasciarlo in silenzio.
“Distruggerò la gente di questa città.” continuò poi
con lo stesso tono. “E con o senza di te succederà. Solo
che con te sarà più semplice. L’unica possibilità che ti do!O ora o mai più,Crilin!”
Con le parole in gola,l’umano annuì. “I-Io v-voglio…a-aiutarti…” balbettò
sconvolto.
“E così deve essere.” concluse lei,con un sorriso.
E dopo ciò,si voltò e scese come una nube di pioggia in quella felice
cittadina.
*****
”ANDROIDE!!!!” urlarono le persone vedendo la donna scendere. Molte di loro,quelle più furbe,
cercarono di fuggire. Altre rimasero come statue a guardare la scena.
18 si mise in piedi sul tetto di un grattacielo,sparando
nella folla,e facendo volare pezzi di uomini ovunque. Quando il panico prese la
gente,per lei il divertimento iniziò…
La donna volò in mezzo a loro,e con calci e pugni iniziò a fare una carneficina.
Un pandemonio.
Stanca poi di spargere sangue,si alzò in volo e
riprese a sparare colpi in mezzo alla folla terrorizzata,devastando in breve tutta la città.
Tra un colpo e l’altro,18 si accorse della mancanza della presenza di Crilin.
Decise così di sospendere la carneficina e di cercarlo in fretta.
L’intera città era in fiamme,e dell’umano pareva non esserci più tracce.
La sua aura era fioca…
Disturbata,allora abbandonò i superstiti e cercò
meglio. Nel punto dove c’era del fumo,sentiva la sua
forza.
Finalmente lo vide,ma ciò che i suoi occhi videro non
era come se lo aspettava.
Non era solo. Accanto a lui vi era un giovane dalle parvenze molto forti -nei
canoni umani,ovviamente-. Ma
il ragazzo non sembrava spaventato. Anzi,stava
attaccando Crilin.
E Crilin le stava prendendo,sotto gli occhi stupiti
di 18.
Non voleva alzare l’aura. La teneva bassa proprio
perché si rifiutava di ucciderlo.
Il giovane attaccava con tutta la forza che poteva…aveva appena perso la sua
famiglia.
E Crilin stava immobile,a subire i colpi.
Questo la fece infuriare. In un lampo fu in mezzo ai due,e
spinse via il ragazzo,che assunse una
faccia spaventata. Poi si voltò verso il guerriero.
Crilin alzò lo sguardo,con
la faccia leggermente percossa,e gli occhi pieni di dolore.
“18,io…”
L’androide non gli diede tempo di spiegare. Lo
afferrò al collo con una mano di ferro e portò il suo volto vicino a quello di
lui.
”Che diavolo fai?!Perchè ti fai picchiare da questo
verme,quando puoi spazzarlo via da questo lurido pianeta
con un gesto!!!”
“Io…Io non posso…” disse lui con affanno.
“Sì che puoi!!!” gli occhi e la voce di 18 erano in fiamme.
”Uccidilo adesso!!!”
Crilin parve sul punto di piangere. “Non
posso,18!Non posso!” urlò,cercando di liberarsi.
Lei non lo lasciava. “LO FARAI!!!!”
I suoi occhi ridivenirono rossi,quel rosso che tanto faceva paura al terrestre.
Sollevò l’altra mano e gliela mise a tre centimetri dalla faccia,iniziando a
preparare un colpo letale. Crilin rimase intontito ad osservare la luce della
sua mano.
“Uccidilo ora,oppure io ucciderò te!”
Gli occhi di lui non abbandonarono la mano di 18. “No,18…n-n-non mi ucciderai…non lo farai,v-vero?...” chiese disperatamente.
Come risposta,18 fece brillare la mano di più. “FAI COME TI DICO!!!”
Nello stesso momento,notando che l’attenzione dell’androide
era focalizzata completamente sul piccoletto,il ragazzo raccolse da terra un
lungo pugnale,e si lanciò verso di lei.
Crilin vide la scena al rallentatore. I suoi
occhi si spalancarono,vedendolo venire verso di
lei.
Verso colei che lo aveva salvato. Che gli aveva detto ogni cosa che ora sapeva.
Non poteva permetterlo. Il coltello,il
pugnale,era impresso come un marchio a fuoco nella sua mente.
No. Non sarebbe successo!Non sarebbe successo!
Il momento dopo parve accelerare,come se fosse durato
tutto una frazione di secondo.
Con uno strattone Crilin si liberò della morsa di 18,e si fiondò sull’umano. La sua
mano formò una sfera di energia,e colpì l’obbiettivo.
”NO!” urlò subito dopo la sua mente,vedendo il Ki-blast
esplodere.
Vide con orrore il ragazzo cadere all’indietro. I suoi occhi si
capovolsero,e il sangue uscì dalle labbra ormai prive
di vita. Era morto.
Lui lo aveva ucciso.
“No…”fu tutto ciò che potè dire. “Che cosa ho
fatto…”
Crollò in ginocchio,senza mai smettere di fissare il
ragazzo che aveva appena assassinato.
Incapace di restare a fissarlo,nascose
la faccia tra le mani,nel disperato tentativo di non piangere…
*****
Poche miglia distanti dalla città ormai in rovina,vi
era una figura che volava disperatamente.
Trunks stava volando più veloce che poteva.
Aveva percepito un’ondata di morte,capendo subito che era stata opera dell’androide.
Ma era tardi. Troppo tardi per fermare la
morte. Troppo tardi…
Nuvole di fumo denso uscivano dalle macerie della città distrutta. Il fuoco
bruciava in fretta,e la poca gente rimasta scappava di
corsa.
Troppo tardi…
Trunks osservava,orripilato. Così
tanti erano morti. I corpi di coloro che erano
morti per mano di quel mostro bruciavano lentamente. La devastazione era
totale e completa. I pochi edifici che si erano salvati ora bruciavano.
Non riusciva a creder che fosse accaduta una cosa così orribile…
Maledisse se stesso. Se solo avesse
volato più in fretta…
Ricominciò a sentire il peso sulla schiena. Il peso che Gohan
sopportava,ma che lui non riusciva a farlo…
Lentamente,Trunks atterrò.
La terra era in parte coperta di sangue…
Stomacato,il ragazzo corse in aiuto dei sopravvissuti…
*****
Dal buio di un edificio sul punto di crollare,un paio di occhi guardavano Trunks.
La sua espressione di orrore era
così divertente per lei…
I bambini sopravvissuti piangevano perché volevano i genitori. I pochi che
avevano ancora le forze,cercavano di tirarli fuori
dalle macerie.
18 era fiera del suo lavoro di distruzione. Un largo sorriso rigò il suo volto.
“Uno a zero per me,Saiyan…” mormorò,ridendo tra i denti.
La sua vendetta,così dolce,stava prendendo luogo…
Osservando il saiyan,lei decise di uscire allo scoperto per giocare con lui.
Sarebbe stato perfetto,se non fosse per un piccolo
problema…
Crilin. Lui
era il suo problema. 18 malediva se stessa,per il
fatto che le cose non andavano mai come non voleva lei…Pareva che,nonostante
gli sforzi,Crilin avesse ancora questi difetti.
Nonostante le ore perse,ancora era difettoso…
Andò così dall’umano. Pensando al suo volto disperato,il
suo labbro si storse.
Che specie debole,da crollare per
così poco…
Ma la sua faccia cambiò espressione quando lo vide. Una piccola figura,in una tuta da combattimento arancione sbiadito, era
appoggiata al muro. La sua faccia era sepolta tra le braccia.
18 sospirò,notando il velo di pietà che ricopriva il
piccoletto.
Forse non doveva insistere così a fargli uccidere qualcuno. Magari era troppo
presto…
Lo aveva spinto quasi fino al punto di rottura…
Si ricordava perfettamente tutto. Si era messo contro di lei,dicendo che non poteva far del male all’umano.18 poteva ancora vedere la luce folle che aveva negli
occhi,segno della battaglia che stava vivendo dentro di se…la lotta tra l’avere
la sua approvazione e il rifiuto dal divenire uno spietato assassino.
Alla fine,per Crilin,la
morte del ragazzo era come un peccato inaccettabile. Ma per 18 era irrilevante…
Ne aveva uccisi così tanti…che
contava uno in più?
Ma ciò non tirava certo su Crilin.
Aveva ucciso qualcuno. Preso una vita!
Anche nel buio 18 poteva vederlo tremare…
Nel suo stato attuale,lui era del
tutto vulnerabile.
E poi,18 non aveva il coraggio di
pensare se sarebbe successo il peggio:
Che succederebbe se Crilin fosse
visto e riconosciuto dal ragazzino saiyan?
Piegandosi sulle ginocchia,lei cercò di scuotergli
leggermente la spalla,e di tirarlo fuori
da qualsiasi incubo che stesse facendo.
“Crilin?” chiamò il suo nome gentilmente. E
anche se dentro di lei bolliva il desiderio di prenderlo a schiaffi e scuoterlo
violentemente,qualcosa le diceva che non era una cosa
buona.
”Crilin…rispondimi…”
Al tocco della donna,le spalle tramolanti
del terrestre si tesero e si tolsero la mano di dosso.
La sua faccia si allontanò il più possibile da lei,ancora
nascosta tra le braccia.
18 udì un fioco sospiro.
Infastidita,lei pensò solo “Stupidi sentimenti
umani…”.
I suoi circuiti non potevano aiutarla a consolare il piccolo
umano. E lei mai prima d’ora aveva tentato di consolare
qualcuno…
“Crilin,dobbiamo andarcene
da qui. Ti devi riprendere!”
“…L-lui è morto.” mormorò
lui in una voce bassa e addolorata. Un brivido scosse il suo corpo.
“I-Io l’ho u…ucciso…”
In un rigurgito di frustrazione,18 disse la prima cosa
che le passava in mente.
”Idiota!Non hai fatto nulla di sbagliato!Lui ti ha attaccato per primo!”
Le sue parole ebbero l’effetto opposto a quello sperato…
Con un singhiozzo doloroso,Crilin
ficcò il volto sempre più in mezzo alle braccia.
La sua espressione era ridotta in frantumi
“…come ho potuto ucciderlo…”
18 quasi si prese a schiaffi dall’esasperazione.
Ma poi udì una voce… “Ehi! C’è qualcuno qui?”
Lei riconobbe subito la voce del saiyan,che era venuto per cercare superstiti.
Dovevano andarsene subito!
Si voltò verso Crilin,pensando alla peggiore delle eventualità:se Trunks lo avesse visto,riconosciuto,
che sarebbe accaduto poi?
Allora prese il terrestre per il colletto,sollevandogli il volto. Lo
scosse poi forte,appiccicandogli il suo volto addosso.
“Ascolta,Crilin!Dobbiamo andarcene prima che quel dannato
saiyan ci trovi,e ora non ti aiuterò più! Ormai
quello è morto! Dimenticatelo; non sarà di certo l’ultimo che vedrai morire!”
Non ricevendo risposte,18 lo scosse più forte “Mi hai
sentito?”.
Furono poi i suoi occhi pieni di dolore a guardare nei suoi.
Così pieni di dolore da farle scordare per un attimo la presenza del saiyan.
Ormai,se anche fossero volati
via,li avrebbe visti.
Strattonando Crilin per un braccio,18
lo portò con sè nell’oscurità.
Giusto in tempo per vedere il ragazzo dai capelli viola entrare.
Con il respiro trattenuto,lei
osservò il nemico guardarsi intorno.
Per un attimo egli pareva sicuro che nella stanza non ci
fosse nessuno,ma poi,improvvisamente,socchiuse gli
occhi per percepire eventuali aure.
18 sbarrò gli occhi. Così li avrebbe scoperti!
Afferrò quindi il mento di Crilin,girandolo
affinchè lui potesse vederla dritta negli occhi.
“Abbassa la tua aura!” bisbigliò.
All’inizio,Crilin non eseguì l’ordine,facendo passare
un momento di terrore alla donna.
Ma poi chiuse gli occhi e fece scendere l’aura,fino al
punto in cui sembrava non esistere.
18 aveva capito. Capito che lui aveva obbedito per il
suo bene. E anche quello di se stesso.
Come previsto,il saiyan riaprì gli occhi e se ne andò,a cercare altri
superstiti.
18 tranquillizzò la postura e lasciò la sua forse-un-po’-stretta-
presa su Crilin.
Lui cadde seduto a terra,ansimando
pesantemente. Era fortemente turbato.
Annoiata e ancora tesa dalla loro quasi-scoperta,fece per andarsene,ignorandolo.
Poi lo guardò male. “Andiamo,Crilin. Dobbiamo andarcene...”
Lui allora,sebbene riluttante,si alzò e la seguì
obbediente...
*****
18 era davvero frustrata. Se ne stava seduta sul tetto della loro
“casa” a Satan city, con uno sguardo particolarmente
stizzito.
Non credeva ancora al fatto di essersi nascosta da Trunks.
Eppure lui non era un nemico invincibile. Lei era ancora molto più forte di lui
Quindi perché nascondersi? Perché nascondersi,potendo
batterlo?
Semplice. Perchè voleva che la sua Vendetta
fosse perfetta. Avrebbe scielto il luogo e il
giorno.Gli avrebbe portato via ciò che amava,facendolo disperare. Poi,nello scontro,gli avrebbe
fatto pagare per quello che avevano fatto a 17! Lo avrebbe ucciso molto
lentamente!
Un sorriso malvagio apparve quando si immaginò la scena. Niente era più soddisfacente
di immaginarsi il proprio nemico morire ancora ed
ancora...ogni volta in modo più cruento.
E chi se ne frega se era solo un illusione.
D’un tratto i suoi pensieri “appaganti” vennero
stoppati,quando vide il piccoletto. Era seduto sul tetto,qualche
metro più in basso di lei,con aria cupa. Sin dal loro arrivo,non aveva
proferito parola,ne reagito a qualsiasi ordine o grido da parte di lei.
Da quando erano arrivati,lui aveva raccolto le ginocchia al mento,ed era
rimasto così.
18 riposò il mento tra le mani,e sospirò. Crilin era parte della sua frustrazione,doveva in
qualche modo tirarlo su…
Sollevandosi leggermente,fluttuò in basso verso di
lui.
Magari avrebbe potuto farlo tornare in se.
Sorprendentemente lui alzò lo sguardo vedendola arrivare.
Posò la schiena sulle tegole,con un volto perso.
La luce che aveva negli occhi era ora fioca.
“Pensi che ora io sia una persona orribile?” Domandò con
calma. La sua testa guardò per terra. “Tu...tu pensi che io
debba morire per quello che ho ho fatto?”
L’androide non era certa della risposta. Si
sedette alle sue spalle,e posò i gomiti sulla sua
schiena ricurva. Poi diresse lo sguardo verso il cielo stellato.
“Non so.” disse tranquillamente. “Ma se tu meriti di morire per aver
ucciso un solo umano,Crilin,che cosa dovrei meritarmi
io?”
Si udì poi una sonora risata.
Crilin si girò di scatto. Anche nel buio,lei poteva scorgere il suo sguardo incredulo.
“Come puoi ridere di
una cosa del genere?” chiese,con voce tremante.
18 sorrise. Cercò poi di posare il petto
sulla schiena di lui,per parlargli meglio.
“Credo che dopo che anche tu avrai ucciso così tanti…”
Crilin non la lasciò finire.
“Ma COME PUOI uccidere le persone e non importartene!” domandò
in tono aggressivo.
Il tono rude di Crilin la sorprese. La sua voce tuonò nei suoi circuiti.
La sua voce,il suo tono,era chiaramente un tono di sfida.
“Come puoi viver solo per te stessa,Juhachigo?”
…Qualsiasi altra persona,tranne Crilin,avrebbe potuto
morire per tali maniere.
Come OSAVA sfidarla?
Tuttavia,le sue parole dicevano la verità.
18 stette in silenzio alle spalle del
piccoletto.
Lui aveva acceso un qualcosa dentro di lei,che
non aveva mai e poi mai provato.
E...e se lei fosse stata...
No!
La faccia di 18 si contorse.
Non aveva mai dubitato di se. Mai. E non avrebbe
iniziato certo ora.
Ma le parole di Crilin le rimbombavano nelle orecchie…
Ma come puoi uccidere le persone e non importartene!
Come puoi vivere
solo per te stessa?
Le sue sopracciglia si aggrottarono. Voleva
odiarlo.
Lo voleva odiare per confonderla così! Prima di
conoscerlo,tutto era così semplice.
Uccidere e odiare era così semplice!
Pensa te,era un cyborg! E un
cyborg come lei era in conflitto con se stessa?
E questo perchè? Per un
inutile,stupido umano...
Avrebbe voluto odiarlo…
Tuttavia,per qualche strano motivo,non ci riusciva.
Non riusciva a odiarlo...
18 strinse i pugni,rabbiosa.
Crilin intanto si era alzato in
piedi,davanti a lei,in attesa di una risposta.
Lei sorrise.
“Sai una cosa,Crilin?” gli
disse. “Vorrei tanto ucciderti in questo momento.”
Lui deglutì. “...Okay...”
Ma poi lei scosse la testa. “Vorrei,ma penso di
non esserne in grado…” .
Crilin parve confuso. “Perchè no?”
Iniziò a piovere. Grandi gocce di pioggia caddero,e
in breve si formò un acquazzone .
Crilin espanse istintivamente la
sua aura,per proteggersi dalla pioggia.
18 gli andò vicino,per trovare
riparo.
Poi 18 rispose.
“Non lo so ancora,Crilin...dal giorno in cui ci siamo
conosciuti...io...ecco,sento qualcosa che non va...in te...in me...in noi.”
Gli occhi del terrestre si abbassarono.
“Credo...credo che allora mi
renderò utile…aiutandoti…a…lottare…”
Crilin stava vagando nella nebbia di una delle tante città fantasma,quel
giorno
Crilin stava vagando nella nebbia
di una delle tante città fantasma,quel giorno.
Stava camminando con calma,saltando
da un palazzo all’altro.
Solitamente si sarebbe divertito,ma
non oggi...
Ovviamente era stata 18 a mandarlo li. Il suo obbiettivo? Cercare
altri umani.
Sospirò al pensiero. Un solo giorno era passato dal massacro,e lei stava già cercando altra gente da uccidere. A
lui,questa sembrava una ossessione.
Non riusciva però a dirle questo; “uccidere è sbagliato…” Era solo un
pensiero.
Non poteva ricordare come,o perché
lo pensava.
In lui però vi era solamente questa certezza. Era così.
Bisognoso di dirlo,non poteva però
farlo – specialmente a lei, il cui ideale di “giusto e sbagliato” era tanto
confuso quanto lo era lui stesso.
E sfortunatamente,la notte prima non erano così vicini da capirsi l’un l’altro…
Quel mattino,tra loro due era
apparsa una sorta di tensione,e Crilin non aveva il
coraggio di disobbedire,o di replicare negativamente.
Doveva cercare. Così “Diciottina” aveva ordinato.
Per quanto a lungo avesse cercato,non avrebbe più
ucciso.18 aveva detto che poteva…
-A patto ovviamente di far qualcos’altro…-
Non andava bene? Cercare la distruzione,ma non
crearla lui?
Non era sicuro. A dire il vero,Crilin stava prendendo una prospettiva di vita grigia...
-Del tipo che non ci si può fidar mai di niente…-
Che gli era successo? Si chiedeva ogni tanto.
Quando era rinato,risvegliato dal
sonno eterno,la sua mente non era nemmeno lontanamente turbata,rispetto ad ora. Non
aveva ancora capito che doveva dolorosamente accettare la realtà.
Prima il mondo per lui era puro,bianco,ed
era felice.
Ora la sua mente era un caos – sentendosi colpevole,o perlomeno un sentimento
di questo genere. E…confusione! Quattro,cinque volte il normale
disorientamento.
Anche se quel tempo l’aveva passato con lei,si sentiva solo.
Tutto quello che conosceva era solo 18.
E 18 era un assassina.
Gli aveva salvato la vita...e questa era una bella cosa.
Lo aveva aiutato a volare…dato un’identità…e anche questo
era bene.
E poi aveva ucciso un intera città
di persone. Questo aveva perplesso Crilin.
Cosa era giusto?Cosa sbagliato? Era quello che sentiva lui nel cuore,o
quello che diceva 18?
Sospirò a fondo,posandosi su un bordo di un palazzo in rovina.
Guardò poi l’orizzonte,cercando in
qualche modo di non pensare troppo.
Forse,pensava,se non avesse pensato
troppo a questo,le risposte sarebbero arrivate da sole…
D’un tratto,un lieve suono attirò la sua attenzione.
Rimase basito al vedere un piccolo gruppo di persone camminare sotto di lui.
Marciavano lenti,sull’orlo della
stanchezza. Ovviamente avevano camminato molto– forse
per fuggire dalla furia dell’androide...
Crilin provò pietà per loro. Che sfortuna
per loro trovarsi in quel momento,in quel luogo così
pericoloso ora. Se 18 li avesse visti,non sarebbero scampati...
Stanchi ed incapaci di proseguire,gli umani collassarono
sul marciapiede.
Una piccola bimba corse tra le braccia del padre. Anche
lui pareva al limite.
“Non siamo lontani abbastanza,mammina?”
la sua voce sfiorò delicatamente le orecchie di Crilin.
La donna lanciò uno sguardo all’ipotetico marito. Poco dopo,egli annuì.
Evidentemente,volevano accamparsi... Crilin venne sorpreso dall’ironia
della loro posizione. Perchè in tutti i luoghi,proprio
a Satan city? Perchè proprio vicini a 18?
Rimase ancora seduto dov’era,ad osservarli da
lontano. Non lo sapeva ancora,un qualcosa in lui lo costringeva a restare,
stare vicino ai membri della sua stessa razza.
Posò quindi il mento sul palmo di una mano.
Il padre e il figlio più vecchio stavano girando,guardando
dentro gli edifici per trovar qualsiasi tipo di cibo,o altro. Tutti gli
altri erano contigui,seduti a riposare.
Fu allora che quella bimba,saltando giù dalle braccia materne,si mise a
gironzolare.
In quella maniera inutile e allegra dei bimbi.
Crilin la vide raggiungere un negozio in rovina,dalla cui insegna contorta pareva un negozio di capsule di
cibo. La piccola probabilmente non era in grado di leggere,ma la sua
ricerca fu un
successo lo stesso…
“Papà!Papà!” urlò poi lei,cercando di attirare l’attenzione “Guarda! Capsule!”
Queste magiche parole animarono all’istante la gente,che si mise a correre
verso di lei
più veloce che poteva.Poi il padre giunse appresso
alla piccola.
“C’è una fessura qui!Qui dentro può esserci del cibo,ma
l’entrata è bloccata da questo blocco di cemento... Dobbiamo provare
tutti a sollevarlo…”
Vi fu un mormorio attorno all’immenso blocco di cemento.
Ma tutti si radunarono,e,con la loro forza,iniziarono
a spingere.
Il cuore di Crilin ebbe una fitta,al vederli. Non
sarebbero mai stati in grado di sollevarlo.
Il piccolo gruppo era troppo poco,e
c’erano solo due adulti.
Qualcosa nella sua mente riconobbe i cinque come una
famiglia...
Infine,il gruppo cedette. Un bimbo piccolo era a
terra,ansimante.
Nonostante la distanza,lui potè vedere le lacrime della bimba,mentre fissava il
piccolo buco
da dove si scorgevano delle capsule.
Era una delle agonie più crudeli. Il cibo era a meno di un metro da loro,e non potevano prenderlo…
Osservando da un pilastro,Crilin sentiva il suo corpo
pulsare.
Più di ogni altra cosa sentiva il
dovere di aiutare quella gente...
Qualcosa dentro di lui lo stava pregando...qualcuno...dentro di lui....mormorava.
Un’altra persona,dentro di lui…gli
stava parlando con voce fioca…
Crilin sentì il suo cranio
scuotersi violentemente,facendogli perdere per un
attimo il senno…
Qualcuno che lo scuoteva da dentro….una sorta di trance.
Per un attimo gli mancò il fiato,poi
strinse la testa dolorante tra le mani.
”Cosa stavo pensando?” pensò,riaprendo
gli occhi.
Per un piccolissimo attimo,lui
aveva visto un'altra persona,chiusi gli occhi.
Qualcuno uguale a lui,ma stranamente…in qualche modo…differente…
“L’ho perso...” si lamentò “Sì...se ne è
andato...”
Lanciò uno sguardo al gruppo.
Con la forza della disperazione erano ancora li a spingere,invano.
E poi...capì cosa aveva sentito – Quella persona gli aveva detto “VAI!AIUTALI!!!”
Così si alzò in piedi a fatica. Pensando a cosa avrebbe detto 18,se fosse venuta a sapere di quello
che stava facendo,si diresse verso il gruppo senza far il minimo rumore.
Aveva deciso che era meglio non farsi vedere – meglio per entrambi.
Così,almeno,18 non avrebbe
attaccato il gruppo,vedendolo vicino al loro.
Si posò nel lato opposto del blocco-grande abbastanza da nasconderlo- e attese
il momento propizio.
“Ok…proviamo di nuovo”mormorò il padre.
Appena questi iniziarono a spingere,Crilin sorrise,e
afferrò con le mani i bordi del pesantissimo
blocco di cemento. Sforzandosi solo un poco,e
mugugnando leggermente,alzò piano piano il masso.
Dal lato opposto si udivano lamenti e respiri affannati.
Poi Crilin vide la madre correre
dentro l’edificio a prendere le capsule.
Gli altri mebri della famiglia
tremavano allo sforzo,non sapendo però che non erano
loro a tenere il peso...
Il sorriso di Crilin divenne splendente. Era tutto
perfetto.
E così sarebbe stato...per solamente altri due secondi...
Due grandi e curiosi occhi blu apparirono dal buio,dove stava Crilin,sorprendendolo.
Lui quasi mollò la presa,capendo
all’istante di esser stato scovato.
Gli occhi della bambina lo squadrarono in volto,per poi posarsi sulle sue braccia muscolose,per poi finire
sulle sue mani,infilate sotto il blocco di cemento.
Non appena la piccola capì che Crilin
stava tenendo sollevata la roccia,si illuminò in volto.
E poi la bocca della bambina si contorse in un grande sorriso.
“Mamma!!!” urlò,alzando la testa. “C’è qualcuno qui,penso sia un
angelo!!!!”
Il risultato del grido fu istantaneo. I tre mollarono la presa,scoprendo che esso era ancora sospeso in aria. Segno evidente di qualcuno che lo teneva dall’altra parte.
Inutilmente,Crilin cercò di
posare il masso a terra,ormai era stato scoperto!
Il padre fu in un attimo dalla sua bimba,trovandola in compagnia.
Era un ragazzo piccolo,dai capelli neri. Aveva una
faccia a metà tra lo sconvolto e il sorpreso.
Sua figlia frattanto,saltava e
batteva le mani contenta.
“è un angelo,papà!” esultò lei
felice,indicando un Crilin in panico. “Proprio
come avevo pregato!”
Il resto della famiglia arrivò,e vedendo Crilin,rimasero
sorpresi.
Poi il bambino più grande fece un passo in avanti e lo indicò con l’indice.
“Tu hai sollevato quel masso enorme?...D…Da…da solo?”
domandò,balbettando.
Crilin annuì esitando un poco. “Voi tutti sembravate bisognosi d’aiuto...”
Solo la piccola non era sorpresa.
Si avvicinò a lui,ignorando il richiamo
della madre,preoccupata.
Sorrise,rivolgendo gli occhi pieni
di ammirazione verso il ragazzo.
“Grazie infinite,angelo!” urlò,per poi afferrarlo per le ginocchia,senza dargli
tempo di saltare indietro.
Crilin sudò freddo,sentendo la stretta della bimba più forte. “Sapevo ci
avresti aiutato!”
Crilin non era per nulla sicuro su cosa
rispondere. “Ah....prego…”
Il padre poi corse dalla figlia,e la tirò via da lui,dandogli uno strattone.
Si mise poi di fronte a lui,notando la statura quasi pietosa.
Tuttavia,quel piccoletto dai capelli corvini,gli
faceva quasi paura…
La bambina si dimenava tra le braccia della madre.
“Ehi!Voglio parlare con il mio angelo!!!Lasciami,mamma!!!”
“Non è un angelo,tesoro...” spiegò la
mamma,malavoglia.
Ma poi la madre sorrise,guardandolo. “Ma è una persona davvero buona…”
Gli sorrise. “Grazie mille per l’aiuto.Stavamo iniziando a pensare di non farcela...”
Crilin rimase silenzioso e freddo.
Il padre continuava a fissarlo,ma poi sorrise e gli
porse la mano destra.
“Il mio nome è Mochizuki. E tu...chi sei?”
Crilin rimase a guardare la mano,ma non ricambiò il
gesto. Pensava all’avviso di 18:
”Non dovrai mai dire il tuo nome a nessuno…”
“I…io non posso dirti il mio nome…” rispose poi,nervoso.
Ci fu poi uno scambio di occhiate dal marito alla donna.
Forse si chiedevano che tipo di persona era,da non
poter dire come si chiamava…
Così,iniziarono a nascere altre
domande.
“Dov’è la tua famiglia?”
Ci fu una pausa.
“Sono solo.” rispose poi lui,con
tristezza quasi naturale.
Credendo subito alla perdita dei suoi cari,la donna lo guardò triste. In fondo,non era il solo…
“Poverino...e vivi qui tutto da solo?”
Non vi fu risposta. Ma poi la donna chiese al marito
”Perché non lo facciamo venire con noi?Viver qui tutto solo…”
Crilin interruppe all’istante la donna.
“Io non posso venire con voi...”
C’erano molte altre domande da fare a quel tizio. Ma i
cinque si rassegnarono.
Quindi fecero come nulla e partirono in avanti.
“Ma che stai dicendo?” domandò l’uomo,con aria spaventata.
”Se andate per di la,domani sarete morti!!Vi prego,credetemi,e andate via!!!”
Fortunatamente,il gruppo annuì,e cambiò direzione.
Tutti passarono al suo fianco,e la piccola bimba gli
sfiorò i capelli con la mano.
Tutti fecero un cenno di addio al piccoletto,e la
donna si voltò cerso di lui.
“Io spero proprio che tu trovi chi sei…”disse,con voce fioca.
Crilin li vide allontanarsi,fino a sparire
all’orizzonte.
Il ricordo di quella bimba,di certo sarebbe rimasto nella sua carne per tanto
tempo...
E come nulla,la sua testa riprese a esser confusa,pesante.
Perfino peggio di prima.
Ma io chi sono? la
domanda risuonava nella sua mente...
Quello stesso giorno,alla Capsule Corporation,Trunks era sommerso dai
pensieri
Quello stesso giorno,alla Capsule Corporation,Trunks era
sommerso dai pensieri.
Il sacrificio invano del suo Sensei,Gohan…
Il peso che gravava sulla sua testa…
La strage di quella cittadina,il fatto di non esser riuscito
a fermarla…
Senso di colpa. Ovunque pareva percepire l’aria ostile nei
suoi confronti.
Come se le anime delle persone innocenti se la prendessero
con lui.
“Povero stupido Saiyan…”
Questo turbinio di pensieri,vorticosi e intrecciati,venne
interrotto dai passi delicati
della madre,che fece capolino nella stanza.
Bulma,la sua attenta madre,notò subito l’aria abbattuta del
figlio.
“Tesoro…cosa ti preoccupa?”
“Ho perso,mamma…ho lasciato che l’androide uccidesse
ancora…”
Il tono di Trunks era estremamente rassegnato.
“Io non sono degno di Gohan…”
Prima di poter finir la frase,un sibilò passò di fianco a
lui,e uno schiaffo lo centrò al volto.
Non uno di quei ceffoni cattivi,ma bensì uno schiaffo
salutare.
Bulma stette dinnanzi a lui,con uno sguardo serio,ma allo
stesso tempo dolce.
La guancia livida del figlio venne poi carezzata dalle sue
sottili dita.
Il giovane abbracciò la madre,in cerca di un qualche
conforto.
L’unica persona che rimaneva al mondo per lui,era li. Per
consolarlo,come ogni madre.
E come ogni madre,lei poteva trovare il modo per farlo
sorridere.
Bulma si sistemò i capelli,e diede una ultima carezza al
figlio.
“Non preoccuparti,Trunks…oggi ti farò vedere una cosa.
Una cosa su cui ho lavorato per tutti questi mesi,e che
finalmente potrai vedere…”
Gli occhi di Trunks iniziarono a brillare di una tenue
speranza.
Qualunque cosa fosse stata,sarebbe stato qualcosa di
geniale…
****
“Mamma,cosa mi vuoi mostrare?” chiese il ragazzo,scendendo con
lei nella hall.
Il volto della madre era assolutamente determinato. Era ovvio per lui che
la madre avesse una qualche idea -idea tanto determinata,che nulla le avrebbe
fatto cambiare idea.
Scese le scale,proseguirono per il laboratorio,unico posto sicuro dopo il
risveglio degli aneroidi,
perché sottoterra. E sottoterra,loro non potevano scoprirli…
“Ti devo far vedere una cosa,Trunks” iniziò poi,lentamente.
”Una cosa che potrebbe metter fine all’incubo dell’androide e dei suoi
omicidi…”
Trunks battè le ciglia freneticamente per la sorpresa– mezzo sconvolto dalla
notizia,e perché non riusciva a credere che sua madre potesse creare una cosa
così potente. Quale tipo di arma avrebbe potuto creare…così potente da
sconfiggere l’androide?
“Mamma – “ provò ad interromperla,ma senza successo.
“Lo so che forse non potrai capire perchè non l’ho mai usata prima...ma so
anche che puoi capire i rischi di questa tecnologia…”
Raggiunse il pannello di controllo del laboratorio. Con lentezza,posò la
mano per scannerizzare le sue impronte digitali,e aprì così la porta.
Mentre la donna gironzolava nel laboratorio,Trunks si guardava intorno.
La madre lo ignorò,assorta nalle sua ricerca.
Poi,però,nel suo volto apparve un sorriso trionfante.
Senza dire altro,aprì una scatola bianca,contenente un piccolo
contenitore.
Sollevandolo davanti a se,lo mostrò a suo figlio.
“Questa è la mia chiave per la vittoria.” gli disse,felice.
”Ma...madre...questa sarebbe la nostra arma finale...?Ma…credevo che…”
“Trunks…QUESTA è la nostra salvezza.”lo interruppe la donna.
Posando la scatola sul tavolo,l’aprì.
Conteneva tre fiale,riempite con un liquido misterioso.
Inoltre,vi era una siringa sigillata ermeticamente.
La donna prese la siringa e la riempì del contenuto di una
fiala.
Con attenzione,alzò lo strumento medico,e lo porse davanti agli occhi increduli
del figlio.
“Questo”disse,a bassa voce “è un
virus informatico bio-meccanico”
*****
Lontano dalla Capsule corp,Crilin si era messo in cima ad un palazzo,intento ad
osservare il gruppo di umani che prima aveva incontrato.
Sospirando,iniziò ad esser indeciso sul fatto di non averli
seguiti.
”Forse è meglio se li tengo
d’occhio,finchè non sono lontani abbastanza...”pensò lui
”Almeno fin dove 18 non può vederli...”
Sapendo che Crilin non poteva vederla,una donna osservava a sua volta il
gruppetto di umani,con un aria arrabbiata.
Quando il terrestre si alzò in volo,decise di arrivargli alle spalle per
coglierlo di sorpresa.
“CRILIN!!!!”
Il terrestre riconobbe subito la voce dal tono arrabbiato e autoritario,e
sussultò.
Lentamente,si voltò,e vide 18 dietro di se,a braccia conserte.
“Che hai combinato?Ti avevo detto di avvertirmi!E che fai?Lasci scappare dei
miserabili umani dalle tue mani!!!!Imbecille!!!!.”
“Lo so…” mormorò lui,con calma.
“Allora perchè li hai lasciati scappare?!”urlò 18,facendo sussultare l’umano.
Lui scosse la testa,per poi mormorare. “Non so,18...” ammise. “Ma
loro mi facevano uno strano effetto…non so…”
Osò dare uno sguardo alla sua faccia. “Per favore...perchè non li lasci
andare”
La voce non era molto sicura “...Solo per questa volta!”
18 non sapeva cosa la faceva infuriare di più…se il fatto che Crilin le aveva
disobbedito,lasciando andare gli umani…o il fatto che ora le stava chiedendo di
risparmiarli.
“Idiota…” mormorò,sottovoce. Poi ,però, nei suoi occhi vi fu uno
scintillio. E un sorriso maligno. “Bene. Li lascerò andare.”
La faccia di Crilin si alzò di colpo. “Sul serio?!” non credeva a ciò che
aveva sentito.
“Non stai scherzando?”
Lei annuì tranquillamente,celando un ghigno compiaciuto.
”Tu puoi tornare a casa,Crilin” disse,dandogli le spalle.
“Ho ancora una cosa da fare,prima di tornare a casa…”
Lui la stette a guardare con curiosità. “Non ti posso aiutare?”
Lei scosse la testa. Poi ripetè che avrebbe lasciato andare la famiglia.
Sembrando soddisfatto,allora il ragazzò se ne andò.
18 sorrise vedendolo andarsene. Poi iniziò a seguire con lo sguardo la
famigliola.
Si stava dirigendo verso ovest, probabilmente la città più vicina.
”Bene” disse poi, seguendoli in volo. “Portatemi alla città che mi serve…”
*****
“Un virus info- che?” fece Trunks, senza ben sapere cosa provare
Era immobile davanti a sua madre,e davvero non riusciva a distogliere lo
sguardo da quella miserabile siringa,ora piena di liquido.
Era quella la grande arma di sua madre?
“Non capisco,madre!!!!E il rischio???!Hai idea di cosa
potrebbe succederti??!”urlò Trunks,
immaginando le conseguenze,se fosse stata lei ad usarla sull’androide.
”Non lo userò io,Trunks…sai che sono troppo debole…” lo interruppe lei.
Avvicinandosi al figlio,gli consegnò attentamente la
siringa.
”So che può non far giustizia a tutti gli indifesi uccisi,ma questa è la nostra
unica speranza.
E so che sono una vigliacca…ma caro…toccherà a te iniettarlo all’androide!”
*****
Non molto lontano,il gruppetto di umani stava lentamente camminando,secondo i
loro limiti umani,
e 18 stava sopra di loro come un avvoltoio. Non sapeva dove l’avrebbero condotta,ma
lei li avrebbe
seguiti ovunque.
E il luogo dove erano diretti gli umani,era proprio la
Capsule corporation.
*****
Il ragazzo guardò la siringa,ora nella sua mano. Non riusciva a spiegare cosa
provava,se tensione,delusione, o ancora rancore. Guardò gli occhi di sua madre,
sottomesso
”Quindi…questo virus disattiverà l’androide,non è vero?”
Bulma,intanto,stava riempendo altre due siringhe con il virus.
Quasi biasimando la domanda ignorante del figlio.
”Farà molto di più di un semplice disattivamento...” mormorò. “Un androide non
è una semplice macchina. E non è nemmeno un cyborg.”
Trunks non capì,così la madre continuò. “Quella creatura,Trunks,non è
come un chip informatico.
Respira,sanguina,e vive. Il virus penetrerà nel suo
centro informatico,e devasterà tutto…la ucciderà…”.
“E non ci sarà nulla di veloce e indolore.”
*****
Il sole stava per tramontare a Satan city,e sul tetto dell’edificio vi era
seduto un ragazzo.
Con un aria abbattuta,osservava ogni cosa.
Aveva uno strano presentimento. Era come se qualcosa di brutto stesse per
accadere...
l’aria era pesante, e si avvertiva una strana atmosfera.
Stava per accadere qualcosa? Pensava, attendendo il suo ritorno. Qualcosa di
brutto?
Vorrei che 18 fosse qui. Mormorò poi,affondando
la faccia tra le mani.
*****
Trunks e Bulma se ne stavano in silenzio ad osservare l’orizzonte,dalla
terrazza della Capsule corp.
Come previsto,ci fu una grande esplosione ad un centinaio di metri da loro.
E poi,la sirena speciale per l’allarme androide.
“Madre!!!”urlò Trunks, riparandola da scheggie volanti con la sua aura.
Bulma rimase stretta al petto del figlio. Velocemente,si portò vicino le
tre siringhe,mettendole poi con cura nella mano del ragazzo.
La sirena faceva un grande chiasso,ma la donna riuscì a parlare,urlando.
“L’androide è qui,Trunks!!!!Sembra che non dobbiamo esser
noi a cercarlo!!!!”
”Devi farlo!!!” urlò la donna,spingendolo lontano. “Non preoccuparti per me!Ora
devi solo andare a distruggere il maledetto androide!!!”
Trunks esitò solo un momento. Poi si alzò in aria,volgendo lo sguardo verso il
luogo dell’esplosione.
Senza dire nulla,si mise in volo,stringendo più forte che poteva le preziose
siringhe.
Era la sua ultima chanche. E non sarebbe finito come Gohan...
*****
18 rideva selvaggiamente dall’alto di un palazzo.
Rideva guardando la gente fuggire,urlando e calpestandosi in preda al panico.
Alcuni rimasero a fissare la sfera di energia tra le sue mani.
E questo era davvero divertentissimo,le dava un piacere immenso.
Sparando il suo letale colpo,fece saltare in aria il gruppo di persone che
aveva seguito, e le passò nella testa solo di striscio ciò che aveva promesso
al piccoletto…
Così assorbita dallo spettacolo apocalittico creato dalle sue mani,non si rese
nemmeno conto dell’aura alle sue spalle. Solo quando sentì la voce,si voltò.
”Androide!!!!!!!!” urlò la voce con tono di sfida.
Lentamente,si girò. Un sorriso maligno apparve,riconoscendo quella persona come
l’ultimo saiyan.
”Bene bene...sei il ragazzo con i capelli viola...” sbeffeggiò lei. “Alla fine
ci siamo incontrati.
Wow…credevo di impiegarci più tempo…”
Trunks non rispose,e osservò la città mezza distrutta. Lei stava uccidendo i
suoi amici e conoscenti.
Tutti senza la minima colpa…
”Che c’è,moccioso?Non ti piace lo spettacolo??!” continuò a provocare lei,con
un piano.
”Sei troppo debole per cercare di fermarmi??”
Facendo stridere i denti,Trunks cercò di trattenere la sua ira.
In quello scontro doveva usare tutta la sua forza,e la rabbia lo avrebbe
ostacolato.
18 sorrise. Sapeva bene come provocare la rabbia in lui.
”Hai intenzione di stare lì a fissarmi?Oppure stai aumentando la tua aura per
suicidarti come ha fatto il tuo patetico maestro??”
Come programmato,il ragazzo iniziò a tremare,sibilando a denti stretti,nel
disperato tentativo di non perdere il controllo.
18 ghignò,soddisfatta del suo lavoro. “Esatto, lurido moccioso! Il tuo
maestro è morto da codardo-
e ha portato via come un codardo la vita di mio fratello!!!”
Questa provocazione fece crollare i nervi di Trunks,che fece esplodere la sua
rabbia in modo selvaggio. Un urlo venne seguito da un’esplosione dorata.
Era davvero la cosa più stupida. 18 era preparata a questo,e si era messa in
posa.
Trunks urlò,mentre sferrò un primo pugno.
L’androide schivò il pugno con un movimento quasi impercettibile,e allo stesso
tempo contrattaccò,colpendo con una ginocchiata terribile lo stomaco di Trunks.
Senza aver tempo di riprendersi,un altro calcio lo prese al volto,facendolo
stramazzare al suolo dopo un paio di giravolte.
“Il signorino Trunks ha perso la sua tempra?” domandò lei,sghignazzando.
Trunks sputò del sangue a terra,poi si asciugò con una mano la bocca.
Si accorse che la sua mano era tagliata. Un taglio lungo,che stillava sangue.
“Cosa--?”
Abbassando lo sguardo,vide dei cocci di vetro a terra.
Le siringhe si erano rotte.Distrutte
sotto le sue stesse mani!
“No!” mormorò disperato il ragazzo,cercando di raccogliere i frammenti.
Una siringa era distrutta,e il liquido virale era tutto perso per il terreno.
La seconda era incrinata,e perdeva velocemente il fluido.
Solamente la terza sembrava utilizzabile.
Aveva una lunga incrinatura su tutta la sua lunghezza,ma era
ancora integra.
Trunks raccolse con la massima cura la siringa, e la tenne in mano.
Ora che le altre due erano andate,era rimasta una sola e
unica possibilità.
La tensione pareva fargli schizzare il cuore.
18 non si era accorta delle siringhe e lo guardava da
lontano.
Ma lui era pronto. Pronto per fare il suo ultimo gioco.
*****
Crilin si svegliò di colpo da un sonno leggero e per nullariposante.
Si alzò e corse verso il tetto,per poi guardare il cielo.
C’era un’aura potentissima che si muoveva su e giù,come una battaglia.
Crilin ebbe un altro brutto presentimento,percependo l’aura.
“...D....Diciotto...?” mormorò,spaventato.
Il suo stomacò ebbe come un groviglio doloroso,come se qualcosa di
brutto stesse per accadere.
Senza pensare minimamente,si alzò in volo,e a velocità altissima,volò in
direzione di quella aura
misteriosa.
*****
18 rimase a guardare incuriosita il ragazzo,che finalmente si stava
avvicinando.
Un rivolo di sangue correva lungo il suo pugno. Ma prima che potesse vedere
meglio,la voce di Trunks la distolse.
”Ne ho abbastanza,18. Ora non cederò ai tuoi provocamenti. E dimostrerò che
Gohan era un eroe,al contrario di te!!!!”
La donna storse la bocca senza volerlo.
Quel moccioso le stava dando della codarda?
Trattenendo la stizza,si mise a braccia conserte.
”Tsz…speravo di ucciderti dopo aver devastato ogni cosa,e non prima…sai?
Sarebbe stato un piacere vederti soffrire ancora di più!!!”
Trunks stavolta rimase impassibile.
Sul volto dell’androide apparve un sorriso. “…non è che mi stai
nascondendo qualcosa…?”
Trunks ebbe un sussulto,temendo di venir scoperto,ma poi si calmò.
”Forse…pronta a scoprirlo?”
Questa risposta ebbe l’effetto di sortire una breve risata a 18,che si mise in
posa, iniziando ad aumentare in modo esponenziale l’aura.
Davanti a lei,anche Trunks iniziò a fare ricorso a tutta la sua forza rabbiosa.
Lo scontro iniziò senza un rumore: entrambi sparirono,per poi incontrarsi
entrambi nel cielo.
L’aura sintetica di 18 e quella dorata del saiyan illuminavano il tutto.
Trunks urlò lanciando alcuni attacchi,cercando di dare forza alle gambe.
Lottare con una mano sola,per via della siringa,non sarebbe stato semplice.
L’androide conduceva con naturalezza lo scontro,e ne era consapevole.
Sparendo dalla vista del guerriero,riapparve subito alle sue spalle, e
colpendolo con un calcio rotante,lo spedì addosso ad una collinetta.
Alzandosi subito,il ragazzo si lanciò contro di lei,prendendola di sorpresa con
un pugno al volto.
Gli occhi dell’androide si tinsero di rosso,e una leggera risata sibilò dalla
sua bocca.
Aveva notato che il ragazzo non usava l’altro braccio,ma non
aveva capito che nascondeva qualcosa. Le pareva piuttosto una sfrontata mossa
per prenderla in giro.
”Ora ti farò vedere cosa significa farsi male veramente” mormorò al ragazzo di
fronte a lei.
Con un urlo quasi animale,la donna iniziò a tempestare il ragazzo di calci e
pugni violentissimi,
mentre lui,palesemente in difficoltà,si difendeva come poteva con un solo
braccio.
Trasportandosi improvvisamente alle sue spalle,18 lo prese di sorpresa,e con le
mani rigide,
ficcò due pugni nelle sue costole,sentendo uno scricchiolio sinistro. Un ultimo calcio rovesciato spedì a terra il saiyan,che rimase disteso
senza muoversi.
La donna si avvicinò tanto da potere toccare con la guancia i capelli
biondi del saiyan,e,accostandosi dolcemente alla sua orecchia,sibilò
”Che diavolo ti prende,moccioso??”
Trunks si limitò a sospirare affaticato. Lo stadio di super saiyan gli aveva
tolto la maggior parte delle forze,e in più il dolore per i colpi subiti quasi
lo sovrastava.
Teneva a malapena in mano la siringa. Sarebbe bastato poco per colpire
l’androide,ma il sangue della mano rendeva scivoloso il vetro dello strumento.
”Androide!!!” chiamò poi la
donna,ansimando.
“Androide!!!” ripetè più forte,cercando di non farsi vedere mentre con
una mano girava la siringa e toglieva con cura il cappuccio protettivo.
18 si mise a ridere,e afferrò con vigore il braccio del ragazzo,portandoselo a
pochi centrimetri.
”Che c’è,piccolo?!Vuoi dire qualcosa prima di morire?” domandò con voce
cinicamente mielosa.
“Esatto...” disse lui,cercando di raccogliere tutte le sue ultime forze.
Era l’ultima possibilità.
”Ho imparato una cosa nei tuoi confronti,aneroide numero 18…”
Il sorriso ignorante di 18 non accennò a sparire. “Che cosa?”
Il saiyan afferrò per lo stantuffo il semplice strumento,e disse lentamente la
frase...
”Ho imparato che tu e tuo fratello siete identici…
perché.. entrambi…”
e poi, un ultimo urlo segnò la sua mossa
“NON SAPETE DISTINGUERE UNA TRAPPOLA!!!”
Senza lasciare il tempo di capire a 18, il pugno di Trunks scoprì l’ago della
siringa,e sollevando il braccio,si apprestò a colpire più forte che poteva.
18 lanciò un urlo quando l’ago bucò la sua carne.
Di riflesso,spintonò via il saiyan,e strappò subito dal collo l’oggetto.
Osservando l’oggetto,vide nel suo palmo una siringa vuota.
”COSA?” ringhiò lei,lanciando un occhiata assassina al ragazzo.
”Una siringa vuota???Che mi hai fatto???Che cos’è???”
Fu allora che lei udì una risata. Era una risata allegra e sincera,ben lontana
da una risata di chi ha perso la ragione,o altro.
Il ragazzo stava ridendo.
18,furiosa,ruppe facilmente la siringa,e urlò “RIDI DI ME???”
”PAZZO!!!Sei così stupido che pensi che un simile oggetto possa battermi??”
Di tutta risposta,Trunks continuò a ridere. Era felice. Ce
l’aveva fatta!!!
18 scoppiò di rabbia e fece per colpire il ragazzo con un pugno.
Ma il pugno non arrivò mai...
Dopo appenaun paio di passi, la donna
sentì la sua testa scuotersi violentemente.
Temporaneamente accecata,si fermò, scuotendo la testa per cercar di riprendersi.
Le mani iniziarono a scuotersi da sole,e il suo intero corpo
ebbe come una vampata.
Sbiancando,la donna urlò “Che mi hai fatto??!” a Trunks. Confusa,poi,iniziò
a guardarsi attorno.
“Si tratta di una cosa che mia madre ha
creato per te” ghignò Trunks.
”Un virus informatico,che ti ho iniettato poc’anzi…”
18 iniziò a respirare
affannosamente “V-Virus??”
”Ti ucciderà.” si limitò a dire lui,con calma.
Provando una grande paura,l’androide iniziò a guardarsi attorno
spaesata.
Gli scanner apparirono davanti ai suoi occhi,lampeggianti e pieni di segnali di
pericolo.
La sua parte meccanica scandì nel cervello la parola~Intruso!~
La donna iniziò a urlare con tutta la sua forza,in preda al panico più puro.
”NOOOOOOOO!!!!!”
Con un esplosione di rabbia e disperazione,l’androide emise un immenso
bagliore,che fece sgretolare tutti i grattacieli vicini,e che lanciarono in
aria Trunks come una piuma.
Accecato dal bagliore,Trunks perse di vista il cyborg,e venne come sbalzato via
dalla forza di quell’esplosione,per poi atterrare con violenza a terra.
Esausto,usò le sue ultime forze per girarsi supino.
Guardò il cielo,sperando di vedere la donna.
Ma non c’era nessuno.
Era
sparita.
”Merda!!!” urlò rabbioso. “Come può esser scappata??”
*****
Crilin stava volando più veloce che poteva verso il fatidico luogo. Qualcosa non va!!! urlava
nella mente.
Aveva percepito uno scontro,ma ora tutto si era calmato. Che fine aveva fatto 18??! Le
era forse successo qualcosa??!
Una volta arrivato sul campo di battaglia,il suo occhio venne catturato
da qualcosa.
Vide un qualcosa cadere dal cielo,per poi abbattersi al suolo.
Una parte di lui sperava che fosse 18.
Ma da un altro lato,il suo volto divenne bianco per l’ansia.
Scendendo a terra con scrupolo,il terrestre camminò verso il punto dove era
caduto quel qualcosa.
E quando i suoi occhi videro ciò che era, il respiro gli mancò per diversi
attimi.
“18!!!!!”
Ed era davvero lei. Sdraiata a terra a pancia in giù, la donna era scossa da
convulsioni violente e incontrollabili. Tutto il corpo si scuoteva in modo
incontrollabile,e dei gemiti uscivano dalla sua bocca ad ogni spasmo.
Crilin scattò verso di lei e la prese tra le braccia. Chiamò il suo nome,ma
senza risposta.
“18,parlami!!!Che hai???Che ti hanno fatto???!!!!”
I suoi occhi inaspettatamente si aprirono,e lo fissarono negli occhi.
Deglutendo,la donna parve riconoscerlo,ma lasciava intendere il suo dolore
immenso.
”Che è successo,18?” domandò lui,scuotendola per aver risposta “Chi è stato a
farti questo???!!!”
La donna,incapace di mettere a fuoco,rispose con un rantolo.
”…I…I-Il Sa-Sa…Saiyan…mi ha…messo un virus…”
Le sue parole furono recise da un altro scossone,che le fece uscire un altro
struggente lamento.
Il virus era penetrato a fondo.
”...M...morirò!!!” disse ancora lei,con un tono simile ad un pianto.
Gli occhi di Crilin si riempirono di lacrime, quando vide 18 perdere
conoscenza.
Tentò disperatamente di toglierle di dosso,scuotendo la testa.
”N...Non ti preoccupare,18...” sussurrò disperato “Non morirai…io mi prenderò
cura di te…”
Un altro lamento uscì dalla bocca della donna,ormai priva di conoscenza.
Posando il corpo a terra,ancora scosso dalle convulsioni, Crilin dovette
recidere un gemito dentro il suo petto.
Improvvisamente, si mise le mani tra i capelli,e iniziò a
tirare con forza,in preda alla disperazione.
Non riuscendo a calmarsi, diede delle tremende testate al
suolo,finchè il suo viso si riempì di sangue.
Prendendo di nuovo tra le braccia la donna, Crilin serrò gli
occhi,e mormorò con un filo di voce.
“…Ti vendicherò…la farò pagare a chi ha fatto questo…”
”…Lo prometto…lo farò,qualsiasi cosa
dovesse costarmi…”
Nuvole di polvere e cenere cominciarono a sollevarsi,parecchio tempo
dopo la prima esplosione
Nuvole di polvere e cenere cominciarono a
sollevarsi,parecchio tempo dopo la prima esplosione. Fiamme- piccole e
grandi- bruciavano sopra ogni palazzo, e la poca gente che era riuscita a
salvarsi,
stava preparandosi a fuggire.
In mezzo a quella gente, vi era un giovane tutto insanguinato. Il suo braccio
era girato in modo innaturale, come se fosse rotto.
Heh. Non “come se fosse rotto” .Rotto senza dubbio.
La verità era che lui stava entrando in agonia. Il suo arto era piegato in modo
contrario, e gli provocava un dolore indicibile. Tutte le sue energie erano
state usate nello scontro…
e il risultato era questo…
La città era quasi distrutta. Poteva vedere attraverso i suoi occhi semi-aperti
– che non riusciva ad aprire completamente- il risultato negativo dello scontro
contro l’androide.
Combattendo contro l’incoscienza, si mise in ginocchio. Doveva alzarsi, in
qualunque modo.
Sapeva per istinto che lui non aveva “vinto” la battaglia. L’androide non era
morto.
Lei era ancora viva.
Santo dio...come poteva esser sopravvissuta?
In qualche modo,la Capsule corp era rimasta illesa dallo
scontro, diversamente dagli altri edifici.
Trunks cercò di camminare, sebbene sentisse il mondo
perdersi ad ogni passo.
Con l’ultimo barlume di forza, arrivò alle sue porte.
E vide la cosa più bella che avesse mai visto nella sua vita.
Poco prima che le sue gambe crollassero, una figura apparve nel mezzo della
polvere.
Quella donna debole, magra, senza forza…stava davanti a lui, con aria preoccupata.
“…m-madre…” Mormorò lui, prima che il mondo divenisse buio, e che il suo corpo
incosciente
cadesse al suolo, senza sensi.
*****
‘Lei sta per morire...’
Crilin era seduto nel buio, con le ginocchia al petto. Le sue dita
premevano sulla sua testa, attorcigliate ai suoi capelli neri. Continuava
a ripetersi sempre la stessa frase, ora piano e ora forte.
‘Sta morendo. Un virus la sta
uccidendo. La ucciderà. La sta uccidendo ora.
Devo fermarlo in
qualche modo. Deve esserci un modo!!! Lei non deve morire!!!’
I pensieri giravano nella sua mente, facendoglipungere gli occhi e dolere lo stomaco.
Si sentiva inutile. Ma doveva salvarla. Che avrebbe fatto, senza di lei? Era
l’unica persona al mondo per lui. Già ora si sentiva perduto.
Nel buio della sua casa, un’altra figura si scuoteva debolmente, tormentata da
febbre ed incubi.
La donna si lamentò, con voce strana, simile ad un
pianto. Crilin si avvicinò a lei, sciogliendo la sua posa, e cercò di
coprirla meglio con la coperta.
Gentilmente, sollevò la sua testa, e afferrò una tazza di acqua fresca accanto
al letto, per poi premerla sulle sue labbra. Lei reagì con un
brontolio,quasi fosse arrabbiata.
Ma era troppo debole per reagire, quindi in breve tempo si
mise a bere con lentezza.
Per lui era insopportabile vederla così. Non era mai stata così debole. Mai.
Ma ora era lì, che tremava per la febbre, incapace persino
di bere normalmente.
Senza i suoi occhi furiosi e la sua posa difensiva, 18 sembrava così umana.
Stava soffrendo come qualsiasi essere umano, e stava morendo come una vera
donna.
La donna afferrò con debolezza la maglia del terrestre, e la strinse, cercando
di calmare il suo dolore.
“Shhhh..” mormorò lui. “Per favore...non morire.”
La presa di 18 svanì, quando lei cadde di nuovo svenuta.
”Sembri così umana quando dormi, 18…’’
pensò lui, posandola gentilmente sul letto.
‘‘Tu
hai bisogno di me.’’
Crilin chiuse gli occhi, e si avvicinò al suo volto. Così vicino che le
sue sopracciglia potevano sfiorare le sue. Poi bisbigliò nel suo
orecchio, “Non ti devi preoccupare,18, troverò la persona che ti ha fatto
male. Ti farò guarire, e non soffrirai più. So dove si trova- lo riesco ancora
a percepire, 18. Non è lontano. Andrò da lui e ti farò guarire. Ho un piano,
Diciottina. Sarai fiero di me…ti
prometto che non ti lascerò morire…”
Lei non poteva sentirlo, ma a lui non interessò. La posò
delicatamente sul suo giaciglio,e la ricoprì per bene,carezzandola su una
guancia.
Prima di andarsene si girò verso di lei ancora una volta,preoccupato per la sua
sorte.
‘Qualsiasi cosa...” pensò, cercando di
voltarsi “Ho promesso di fare qualunque cosa...”
E con quel pensiero, prese il volo nelle nuvole grigie.
*****
Era mattina quando lui si fermò a sedere nei pressi di una città ancora “fumante”. Crilin
fissò quello scenario devastato con aria orripilata, sapendo che la causa di
tutto era 18. La sua mente continuava a chiedersi perché, ma il suo cuore
proprio non trovava risposta.
”18,come puoi fare questo alla gente?” disse, rivolgendosi alla lontana
androide
Ma poi un pensiero lo avvolse come una coperta, soffocandolo.
Chi sono io per giudicare 18? Anche io ho ucciso…
”...Devo comunque salvarla” sospirò ancora tormentato dal pensiero.
18 era troppo importante. Lo era...
Crilin cercò di sgombrare la mente, levandosi di dosso il pensiero.
Doveva concentrarsi sull’aura
che aveva sentito,quella enorme aura che aveva affrontato
18, e che ora era davvero debole...
Forse…anche il Saiyan era ferito…
“Saiyan.” Crilin pronunciò la parola incerto. Poteva ricordare di averla
già sentita. 18 l’aveva pronunciata la notte prima, morendo. Il saiyan
l’aveva ferita a morte.
E Crilin non capiva cosa volesse dire.
Camminò lentamente verso il luogo da dove proveniva l’aura.
Era ancora dall’altra parte della città,ma a lui non
importava. Stare vicino agli altri umani, che ora bivaccavano tra le macerie,
lo faceva stare quasi bene…
Quando finalmente raggiunse l’edificio, si fermò
completamente. Era una struttura rotondeggiante, di colore giallo pallido.
In una facciata,le parole “Capsule Corp.” erano impresse con della vernice blu
sbiadita.
Crilin rimase a fissare intontito l’edificio. Sentì
poi il suo respiro farsi più accelerato, e la testa stringersi in un terribile
mal di testa.
“Questo edificio...”
mugugnò Crilin premendosi le dita sulle tempie “Io...ci sono gia stato qui...?”
”No di certo.” Crilin ignorò il terribile dolore alla testa, e abbassò ancora
di più la sua aura, tanto
da farlo stare appena in piedi. Quindi si diresse lentamente
verso la costruzione.
Vi erano due persone all’interno- poteva sentirle.
Abbassando la testa sotto un'altra stretta dolorosa,
si avvicinò ad una piccola porta sul retro.
”Per 18” ricordò la sua mente. E così entrò dentro quell’enorme edificio.
Crilin non aveva mai visto un edificio del genere. Era
l’unico con ancora le porte, le finestre, e il soffitto ancora intero. Si
immerse nelle tenebre, camminando a passo felpato.
Ma quello che lo sconcertava era...che a lui pareva esserci già stato,in quel
luogo.
La sua gittata cardiaca stava aumentando lentamente.
Chiuse gli occhi appena nella sua testa giunse un altra
dolorosa scossa elettrica.
”Ma dove sono?” si domandò.
“Madre!!!” una voce urlò da dietro la porta, facendo quasi saltare il
terrestre, che si appiattì contro il muro della stanza.
Dei passi come risposta risuonarono nel corridoio alle spalle del
terrestre.
Davvero non sapeva cosa avrebbe fatto se lo avessero scoperto…seppure aveva
promesso di far di tutto per salvare 18.
Fortunatamente, i passi si fermarono, e si udì aprirsi una porta. Poi,nella
stanza davanti a lui,da dove proveniva la voce,si udirono ancora. Segno che
aveva preso un'altra via.
”Dovrei ascoltare” disse a se stesso.Allora si avvicinò per accostare
l’orecchio. Si sentiva
come un intruso nella sua stessa casa. Ma era strano. Quella
non era la sua casa.
Crilin arrivò poi così vicino alla porta che poteva sentire cosa si stava
dicendo all’interno.
Quindi accostò l’orecchio,e chiuse gli occhi per ascoltare
meglio.
<>
Una voce maschile parlò. “Ma è riuscita a scappare,madre. Se n’è andata!!!”
”Allora starà morendo da un altra parte” disse la voce di donna.
<>
Crilin spalancò gli occhi. Stavano parlando di 18!
Percependo le aure dei due, il terrestre riconobbe l’aura
della voce maschile.
Era proprio il Saiyan!!!
Il ragazzo sentì la rabbia aumentare,ma la soppresse. Con attenzione,aprì di
pochissimo la porta,
quanto bastava per sbirciare con l’occhio. E quello che vide
lo soprese.
Attraverso i suoi occhi neri, Crilin vide un ragazzo steso sul letto. I suoi
capelli porpora ricoprivano appena il volto distrutto dai colpi. Un braccio era
del tutto avvolto nelle bende.
Sentendo la sua aura,si rese conto di aver a pochi passi il
Saiyan.
Ma era un ragazzo!!
Non più grande del ragazzo di quella famiglia che aveva aiutato. Una
giovane persona. Ne adulto,ne bambino. Crilin divenne confuso. Davvero
quel ragazzo ridotto in quel pietoso stato,
era stato in grado di danneggiare così 18?
E l’altro umano lo confuse ancora di più. Era una donna non più giovane,con dei
lunghi capelli turchini. Guardava il ragazzo con aria afflitta.
“Sua madre?” si domandò.
La parola “Madre” parve strana a Crilin. Poteva capire il concetto,ma
proprio non ricordava
niente al riguardo.
Quindi continuò ad origliare in silenzio.
<>
Il ragazzo parlò, “Sicura che non ci sia un rimedio? Un modo per farla
riprendere? Una cosa che possa curarla?”
La madre rispose con calma. “No,Trunks. L’unica cosa che può curarla è
l’antivirus,ma lo tengo ben chiuso in laboratorio.”
“Laggiù non è sicuro” rantolò il ragazzo “Lei tornerà a prenderlo!!!”.
La donna non cambiò espressione. “Non temere Trunks. Lei non sarà in grado di
raggiungerci.
Non ce la farà più fisicamente.”
<>
Crilin posò la testa sul muro. Le parole “Cura”, “Antivirus”, e “Laboratorio”
erano rimaste impresse nella sua mente confusa.
“Tornerò da te tra un attimo,Trunks.” disse la donna. E stavolta la voce era
vicina alla porta.
In panico,capendo che la donna era diretta verso di lui, il terrestre corse
verso una porta
e vi si infilò prima che lei entrasse nella stanza.
Senza parole, Crilin scoprì che la stanza non portava da nessuna parte.
L’icona “Wc” era sopra di lui. Si sentì davvero idiota.
”Ma perchè mi nascondo?” si domandò.
”18 si vergognerebbe di te,’’
disse a se stesso,sospirando.
Allora si sforzò di ripensare al corpo inerme e sofferente di 18,steso nel buio
della sua “casa”.
Gli occhi iniziarono a pungergli,ma trovò un barlume di
coraggio e di forza.
”Il saiyan è il mio nemico”.
La testa non aveva accennato a pulsare,da quando era entrato
nell’edificio.
”Lei non può farcela da sola...solo io
posso salvarla...”
Crilin aprì leggermente la porta,osservando la donna con un occhio.
Si era seduta su una sedia rovinata,con aria abbattuta.
“Deve essere preoccupata per il figlio” pensò lui.
Un inspiegabile ondata di gelosia passo attraverso di lui,guardando la
donna.
Gli dava rabbia,poichè sapeva che ciò che aveva visto era
“Amore.”
Quella donna amava suo figlio.
‘Com’è fortunata,’ pensò. “Lei ha qualcuno da amare...”
“E anche il ragazzo deve amarla così…”
”Così...tanto?”
Crilin trattenne il respiro. Il suo cuore ebbe come un tonfo,non appena si
accorse del pensiero che stava formulando la mente.
Davvero lui aveva pensato una cosa del genere?
‘Il saiyan è inutile,ora,’la sua mente iniziò come a
mormorare,mentre lui ascoltava con orrore. ‘Lui
non curerà 18,anche se lo uccidi. Non la curera. Ma se prendi sua
madre…la madre che ama…’
“No!” fece lui,premendosi le dita sugli occhi.
“Rapire” un altra parola uscì chissà come nel suo cervello.
”Lei può esserti utile!!!. Lui non permetterà che tu uccida sua
madre. Salverà 18. Morirà se non lo fai. Morira!!!La stai
uccidendo,Crilin!!!Avevi detto l’avresti salvata!!!Tu…”
“Io l’ho
promesso!!!” concluse lui. E si sentì come male.
Si voltò verso la luce fioca della stanza. La donna era ancora seduta sulla
sedia,da sola...