Before I Forget

di AKA FOREVER
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una data importante! ***
Capitolo 2: *** Tra le braccua del Fuoco! ***
Capitolo 3: *** Hypnotic eyes ***
Capitolo 4: *** Two hearts in one room ***
Capitolo 5: *** Past in the Dark ***
Capitolo 6: *** Fire in the Soul ***



Capitolo 1
*** Una data importante! ***


In un isola disabitata nel grande blu si riuscivano a scorgere anche da una discreta distanza la Moby Dick e tutte le navi della flotta di Barbabianca attraccate. Tutti si erano riuniti per un qualche motivo sconosciuto.
Più ci si avvicinava e più si percepivano gli schiamazzi e le urla, voci felici , suono di strumenti e canti festosi. Le grandi imbarcazioni disposte a cerchio e unite fra di loro da ponti mobili in legno ospitavano un enorme banchetto con delizie da tutto il mondo e liquori pregiati, i pirati danzavano e scherzavano, era palese che era in corso una festa.
Tutti i comandanti della flotta del grande imperatore pirata Edward "Barbabianca" Newgate erano presenti, lui, imponente come sempre, se ne stava sul suo trono sul ponte della Moby Dyck a ridersela mentre guardava il trambusto creato dai suoi uomini, e al suo fianco il comandante della seconda flotta, Portoguese D. Ace, detto Pugno di fuoco, con in mano una bottiglia di sakè che all'improvviso alzò gioioso verso i suoi fratelli di navigata.
-Avanti gente, oggi è il compleanno del nostro capitano, dobbiamo fare festa come non mai. Dobbiamo farci sentire dalla marina anche da quest'isola sperduta, quindi propongo un nuovo brindisi per Barbabianca! HIP HIP... -
Il resto della ciurma subito lo imitò portando boccali, botti, bottiglie e tutto quello che contenesse liquore in alto e urlando all'unisono.
-URRA!!!!-
Il capitano rise di gusto. Si girò verso il figlio prediletto con gli occhi lucidi.
-Ace questa è una sorpresa bellissima, mai avevo passato un compleanno del genere.-
Il ragazzo sorrise a sua volta.
-Sapevo che ti sarebbe piaciuto, però devi ringraziare anche Marco che mi ha aiutato in tutto questo.- Indicò il compagno capitano della prima divisione che a sua volta gli fece cenno alzando il pollice.- Comunque non metterti a piangere sennò la tua immagine crolla!!- Rise nuovamente di gusto.-Comunque se non ti scoccia vado a rifornirmi.-
Barbabianca fece lo stesso asciugandosi gli occhi.
-Non ho vergogna di piangere davanti ai miei adorati figli! Vai pure Ace, non devi restare qui con me, io mi diverto anche solo nel osservarvi mentre vi divertite...-
Con una pacca sulla schiena lo spintonò giù dal ponte. I riflessi del ragazzo gli permisero di riottenere l'equilibrio e cadere perfettamente in piedi. Si avviò verso l'immenso il tavolo salutando con la mano dietro di lui...

Era partita da diversi giorni ormai,ma il mare si sà gioca brutti scherzi,e cosi aveva fatto con lei. Non era mai stata un soggetto particolarmente fortunato,anzi,la maggior parte delle volte se sperava in una cosa accadeva l' esatto contrario. Non si era scordata di quella data importante,anche se per molti anni non era potuta andare a celebrare quella ricorrenza annuale. Non ricordava esattamente nemmeno quanti anni fossero passati dall'ultima volta che l' aveva veduto,se lo ricordava grande e grosso pieno di energie,sempre urlante con quella voce cosi grave che avrebbe scosso le montagne. Ricordava il suo sorriso splendente,sotto i baffi bianchi e candidi come neve,quante volte l' aveva pizzicata dandole il bacio della buona notte,quante volte si era addormentata mentre lui stava seduto sul suo immenso trono a bordo della Moby Dick,tra le sue possenti braccia.
Questa volta non avrebbe perso quella ricorrenza,era mancata per davvero troppo tempo,non aveva dato molto spesso sue notizie,anche perchè da dove era giunta lei,le notizie non potevano essere trasmesse tanto facilmente,e se lo si faceva era sempre contro la legge. Non che lei seguisse le regole,anzi se ce ne era una per lei era un invito al non attenervici,forse era a causa del sangue pirata che le scorreva nelle vene,la parola Regolarità nella sua vita non era mai esistita.
"Capitano!Capitano!"Una donna con una benda sull'occhio destro le si era avvicinata toccandole con la mano la spalla.
"Si Tara,che c'è!?"L' aveva guardata dolcemente sorridendo.
"Siamo arrivati a destinazione...venga dall' altra parte della nave,da la si sentono addirittura i canti dei Pirati...venga"L' aveva afferrata per il braccio esile. Tara era stata una madre per lei,anche se le dava sempre del Capitano e quasi mai la chiamava per nome. Quasi tutto il suo equipaggio era composto  da donne,alcune erano di una bellezza a dir poco eterea,molti difatti le conoscevano come le "Contesse dei Mari"per il carattere determinatissimo e per i modi sofisticati ma guerreschi.
Una ad una le aveva caricate sotto il suo stendardo,sulla sua nave meravigliosa piena di fregi in stile gotico,sulla fiancata però era sempre ben visibile quello stemma,lo stesso che portava tatuato dietro la schiena fin da quando era piccola.
"Guardate Capitano laggiù..."Aveva indicato una marea di navi attraccate l'una vicina all'altra,come fossero una città Navale,come se cento di esse ne formassero una enorme. Sorrise,chiuse gli occhi ascoltando le voci della festa. Non stava più nella pelle.
"Siete emozionata?"Le chiese Tara guardandola e sistemandole i capelli.La guardò compiere il gesto,si per lei era come una madre.
"Un po'...chissà se mi riconoscerà!"Le sorrise.
"Tranquilla,sicuramente ti riconoscerà...Edward riconosce sempre i suoi figli..non si scorda mai di loro,nemmeno dopo tanti anni"L' accarezzò"Su vai a prepararti piccola mia,devi entrare con stile,non vorrai mica arrivare sulla Moby Dick conciata cosi.."La squadrò,indossava ancora i vestiti del giorno prima quando c' era stata la tempesta. Sospirò avviandosi verso la propria cabina.
"Va bene...vado vado..."
Man mano che si avvicinavano le voci erano sempre più forti,si riconoscevano anche le parole delle varie canzoni,ormai anche lei era pronta. Usci dalla propria stanza avvicinandosi al ponte,ripensava a quello che le aveva detto Tara,non era un po' emozionata era molto emozionata,il cuore le martellava in petto cosi forte da farle fischiare le orecchie. Senti la voce di uno dei Pirati delle navi attraccate annunciare l' arrivo di un altra imbarcazione con l' effige di Barbabianca. Tutti continuavano a cantare,pensò che era meglio cosi,scendere nel silenzio più totale magari guardata da tutti le avrebbe messo terrore. Tara le fu subito accanto,cosi come le sue due fedeli consigliere Shara e Maryon,le sorridevano dandole coraggio. Pian piano stava attraversando il pontile abbassato e attraccato sulla Moby Dick.Lo vide subito,non era cambiato nulla,era seduto sul suo trono,fiero osservava i suoi figli divertirsi come matti cantando e ballando. Non sapeva se l' aveva vista,gli si avvicinò con calma,pian piano i pirati si bloccarono ad osservare la sfilata di donne che era appena giunta a bordo capitanata da lei,che con atteggiamento fiero le conduceva verso il Re della Nave. Quando gli fu davanti lo guardò,notò subito le flebo dietro al proprio trono,alla fine qualche cosa era cambiato,era invecchiato,anche se il suo corpo era simile a quello di quando era piccola. Lo vide sgranare gli occhi,con il boccale fermo a mezz'aria,sembrava scioccato. Gli sorrise,un po' in colpa per essersi mostrata dopo 13 anni. Si abbassò a cercare il terreno inginocchiandosi,tutta la schiera di donne,dopo di lei,si inchinò. Alzò il viso guardandolo ancora.
"Buona sera Padre mio...sono tornata a casa!"
Tornò serio abbassando il boccale sui braccioli del trono, si sporse in avanti con aria sorpresa e piuttosto confusa. Non credeva ai suoi occhi. Un sorriso di commozione apparve sotto i baffi.
-Non sto sognando per il troppo alcohol? Sei proprio tu Mayoko?-
Si allungò verso di lui,gli toccò il viso con le proprie mani candide. Gli tirò un baffo per poi accarezzarlo sorridente.
"Non hai perso il vizio del bere è...certamente che sono io,anche se per alcune cose sono un po' cambiata da quando mi hai fatta andare via da casa...non è cambiata molto da quel giorno la nostra nave,anzi sono felice che sia ancora come la ricordavo,anche se mi sembra di notare che ti sei fatto un sacco di figli acquisiti..."Le era mancato tantissimo,si alzò di scatto abbracciandolo.
"Scusami tanto papà se non sono potuta venire nei 13 compleanni prima,ma,ero in un punto di non ritorno,poi ti racconterò più tardi,adesso vorrei presentarti cosi velocemente le mie compagne"Si voltò indicando a tutti le donne che si erano alzate di colpo.
"Padre mio,e pirati di BarbaBianca,sono lieta di presentarvi le famose "Contesse dei Mari"note per le loro rare bellezze  e per il raffinato gusto della Guerra".
Tutte in coro alla fine della frase alzarono un girdò di gioia al proprio Capitano.
"E adesso mie signore...divertitevi!"In trenta secondi la fila si sciolse e ognuna si diede da fare per divertirsi. Guardò Edward accennando un altro sorriso.
"Sono un po assetata,dammi il bocc..."Guardò le dimensioni del boccale vuoto del padre.
"..No scherzavo..bhè vado a prendere da bere torno subito,non ti azzardare a schiodarti da quel trono papà altrimenti...ti stacco le flebo!"Lo senti ridere di gusto,rise anche lei allontanandosi verso il tavolo delle bevande. Guardò un po cosa c' era,tanto liquore e birra,poi notò una bacinella trasparente che conteneva del liquido rosso. Dal profumo sembrava buona,si avvicinò al ragazzo col petto scoperto e con uno strano cappello in testa arancione,era ben piazzato,una 15 di centimetri più alto di lei,intravedeva da sotto il copri capo dei ciuffi di capelli neri. Si avvicinò gentilmente.
"Scusa...mi sapresti dire cosa c'è qui dentro?"Domandò indicando il recipiente.

Mentre studiava il tavolo per guardarne le prelibatezze sentì uno strano trambusto, qualcuno era arrivato, ma non si girò sicuro che fosse qualcuno che aveva visto già milioni di volte. Assaggiava manicaretti, ognuno più buono dell'altro, la maggior parte non sapeva nemmeno cosa fossero. La voce di Barbabianca echeggiò sulle navi, tutti erano attenti a quello che stava succedendo, un arrivo inaspettato, ma lui niente. Se ne stava per i fatti suoi, impegnato con cibo e birra, d'altronde era famoso anche per il modo in cui si estraniava.
Si mise a leggere i tipi di birre presenti a quella festa quando un recipiente contenente liquido rosso profumato colpì la sua attenzione. Vi si avvicinò per osservare meglio. Un attimo prima dell'assaggio una voce leggiadra gli chiese indicazioni sulla bevanda. Stava per rispondere di getto quando le parole gli si fermarono in bocca, quella che aveva sentito, quella voce soave ma al contempo sensuale era la voce di una donna. Si voltò di scattò e l'espressione di stupore ebbe conferma nel vedere quella figura.
Una ragazza poco più bassa di lui gli si stagliava d'innanzi. Fisico asciutto e pelle abbronzata che si accostava perfettamente ai lunghi e mossi capelli bianchi. Vestiva un corpetto che copriva ben poco, la pancia scoperta, così come gran parte del prosperoso seno, un vistoso brillantino alla pancia, pantaloncini corti dello stesso materiale dei suoi e lunghi stivali neri che arrivavano al ginocchio. Le braccia adornate di ninnoli di ogni tipo come gli orecchini che portava, al collo una vistosa collana d'oro con attaccata un teschio che al posto degli occhi aveva due pietre preziose Ma la cosa che colpiva più di tutte era lo sguardo spavaldo e sensuale che aveva, una vera signora dei mari.
Dopo qualche attimo di imbarazzante silenzio riottenne il dono della parola, la guardò negli occhi.
-Questa, em... effettivamente me lo stavo chiedendo anche io... Scusa un attimo.-
Si girò verso la Fenice.
-Marco, ma che è sta roba??- Urlò indicando la scodella.
L'amico guardò un attimo, poi sorridente rispose a tono.
-E' un liquore fatto con un frutto rosso tipico di un isola del mare meridionale di cui adesso mi sfugge il nome, comunque provalo perchè è ottimo!!- E si rimise a ridere con gli altri.
Sospirò e si girò verso la ragazza.
-Adesso sappiamo cos'è, ne vuoi un po' bellezza?-
Sorrise e senza attendere risposta ne fece due bei bicchieri, di cui uno lo porse a lei.
-Ecco a te. Non mi sembra di conoscerti, io sono Ace Pugno di Fuoco, avrai sentito di me. Con chi ho l'onore di parlare?-

Era stato gentile nonostante nemmeno lui sapesse cosa contenesse quel recipiente chiedendo ad uno dei compagni,poi chiamandola "Bellezza"le aveva riempito un bicchiere porgendoglielo. Lo afferrò sorridente.
"Grazie mille!"Lo guardò come lui aveva fatto con lei,perchè si,si era accorta che l' aveva squadrata dall' alto verso il basso. Come aveva notato prima era privo di maglietta,il petto era ben scolpito e sodo,sul braccio destro portava un tatuaggio con la scritta "Asce"sulla S però noto una specie di X,il gomito era coperto da una protezione arancione come il cappello. La sua pelle era leggermente abbronzata,i capelli neri gli occhi del medesimo colore ma con uno bagliore infuocato,aveva delle lentiggini sparse sulle guance e sul naso,indossava dei bermuda neri con una cintura arancione,attaccata ad essa vi era un pugnale dalla forma strana con l elsa verde e nera.
"Si effettivamente mi è giunta qualche voce su di te...Piacere di conoscerti Ace,io sono Mayoko Newgate,ma forse mi conoscerai come "WitheYoko"Allungò a mano verso di lui,era ipnotizzante il modo in cui aveva scrutato ogni centimetro della sua persona,soffermandosi sui seni,la pancia,i capelli e gli occhi,se c' era una cosa che sapeva fare bene,era capire dove le persone la stessero esattamente osservando. Portò la bevanda  alle labbra rosee assaggiandola,era davvero buonissima,molto dolce e speziata,guardò il moro leggermente arrossendo. Pugno di Fuoco,cosi aveva detto di chiamarsi,il suo nome le era ben noto anche dove era giunta lei la fama del ragazzo aveva causato molte dicerie,chissà perchè suo padre l' aveva arruolato nella sua ciurma,per quale motivo invece lui aveva deciso di accettare?Lei era l' unica vera figlia di Newgate,suo padre l' aveva allontanata  da se per poi prendere altri pirati chiamandoli “Figli”, perchè le aveva fatto questo?E su tutte le dicerie che aveva sentito quale di esse erano vere e quali no?
Gli sorrise dolcemente guardando poi la parte di nave che era stata adibita al ballo divenendo una vera pista. Posò il bicchiere vuoto sul tavolo.
“Allora Hikken no Ace...che ne dici,ti va di ballare?”Lo guardò seducentemente spostando la testa di lato allungando la mano candida verso di lui offrendogliela.

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Capitolo 2
*** Tra le braccua del Fuoco! ***


La sua stanza era come se la ricordava,solo le lenzuola erano diverse.Quando era piccola aveva fatto comperare al padre ogni singolo lenzuolo che fosse con gli angoli o senza,che fosse una coperta o un piumone invernale,rigorosamente di colore viola,a pallini a strisce,sfumature,triangoli di qualsiasi trama ma viola.Le guardò,erano rosso scarlatte,si sedette su di esse,anche il materasso era cambiato lo ricordava morbido,anche il cuscino non era il suo,era duro,e lei l' aveva smepre preferito morbido.Si guardò attorno,le pareti erano del solito colore bianco slavatomagli oblò che davano sull esterno della nave vi erano le tendine che aveva scelto per il suo sesto compleanno.Sorrise,era felice di essere tornata a casa,anche se a breve sicuramente sarebbe dovuta ripartire.Si stiracchio,era veramente stanca,raramente si faceva lunghi sonni coordinare una ciurma non era mai una cosa facile.Si alzò spogliandosi,posando poi tutti gli indumenti nell' armadio,dentro notò che c' era un cappotto nero lungo,sembrava da uomo.Lo guardò,lo provò,sapeva di cenere,di fumo di sigaretta,o sigaro.Lo ripose nell' armadio e chiuse.Alzò le coperte infilandosi sotto,si era scordata del pigiama e non aveva affatto voglia di percorrere dinuovo tutta la nave per arrivare alla sua con la rpobabilità di svegliare sia la ciurma del padre che le altre,per prenderlo e tornare indietro,decise di dormire in intimo.Si nascose sotto,in posizione fetale,chiuse gli occhi seguendo il rumore delle onde.

Mentre al di fuori il più della roba utilizzata per la festa veniva tolta lui camminava lentamente per la coperta della nave diretto nella sua stanza. Continuava a pensare con fare assorto a quello che era successo, a quanto quella scena fosse strana, lui che si comprotava in tal modo di fronte ad una donna.
Entrò nella sua stanza, era buaia data l'ora, ma a lui bastava un debole magliore emanato dal proprio corpo per orientarsi in quell'ambiente che conosceva a memoria. Si stiracchiò leggermente, facendo tutto in silenzio per non svegliare gli altri. Si tolse il prezioso cappello riponendolo sul tavolo, successivamente si tolse i calzari e i pantaloni riponendo anch'essi con cura nell'armadio.
Senza perdere troppo tempo alzò le coperte e si introdusse nel grande letto. I pensieri però continuavano a venire fuori come una cascata.
Improvvisamente nel rigirarsi sentì una presenza vicino a se, la mano stava toccando qualcosa di morbido al tatto. Dal suo corpo una luce simile alla precedente, ma maggiore in intensità si irradiò mostrando una scena piuttosto imbarazzante. Mayoko era accanto a lui e, anche se erano sotto le coperte, ormai sapeva che cosa si trovava nella sua mano. Ritirò velocemente l'arto.
La scosse leggermente, doveva togliersi da quella situazione in qualche modo.
-Mayoko, mi dispiace svegliarti, ma cosa ci fai nella mia stanza??-
Sperava che non si fosse svegliata con un istinto omicida nel cuore.

Non ricordava che fosse cosi caldo in quella stanza,anzi se la ricordava piuttosto freddina.Senti improvvisamente una morsa sul seno,calda anche essa.Apri gli occhi trovandosi davanti gli occhi nero pece di Ace.Le ci volle un po' per capire se stesse sognando o se fosse la realtà,ma quando lo vide ritrarre la mano dal suo seno e domandarle cosa facesse nella sua stanza,capi che era realtà.Sgranò gli occhi battendo le lunghe cicglia piu e piu volte.Si alzò a sedere lasciando che le coperte rosse le scivolassero di dosso lasciandole il busto scoperto.
-La tua stanza!?-
Si guardò attorno un ennesima volta,non c' era dubbio non era la stanza di lui ma quella di lei quando abitava sulla Moby Dick.Lo guardò,precisamente percorse con lo sguardo tutto il suo viso,fino a scendre al collo dal quale si vedevano alcune vene sottili,le clavicole alle spalle,la pelle bianca,i muscoli delle braccia,la stessa mano che l' aveva afferrata,e poi quegli addominali scolpiti.
-Gaurda che ti sbagli di gorsso questa è la mia stanza!-
Disse avvicinandosi a lui con aria di accusa.
-E tu sei nel mio letto,sotto le...no aspetta le mie coperte sono sempre state viola,quindi sotto le coperte di qualcun altro,e...mi ai toccato una tetta!-
Disse indicandosi il seno destro.Poi con la mano si avvicinò toccando il torace del moro come lui aveva fatto con lei.
-Ora siamo pari,ma mi spieghi che ci fai qui?Se volevi venire a letto con me bastava dirlo Pugno di Fuoco-Rise maliziosa.

Le coperte scivolarono via dal corpo di lei, rimase stupito da quella improvvisa visione del suo corpo fantastico. Si destò competamente quando lo toccò al petto e rise, ricambio con altrettanta malizia.
-Dolcezza non esageriamo, l'hai detto tu stessa, queste coperte non sono quelle che usavi te perchè le ho scelte io, perchè adesso questa è la MIA stanza! Se non sei informata chiedi prima di entrare in una stanza che non usi più da 15 anni o quanti sono...-
Sospirò profondamento dopo quello sfogo, che lo facesse anche passare per un bugiardo no. La guardò nuovamente, in intimo non semvra più la ragazza sul ponte, era messa a nudo, però doveva ammetere che di corpi in quel modo ne aveva visti ben pochi.
-Comunque penso che ora stiano tutti dormendo, se vuoi puoi tranquillamente rimanere qui senza malizia ne doppi fini, non potrei lasciare una ragazza a dormire nei corridoi della nave. Il letto è grande e ci possiamo stare benissimo in due senza toccarci.-
Si distese di fianco dandole le spalle.
-Così dovresti essere al sicuro, spero che tu passerai una buona nottata.-

Lo guardò,aveva un fisico perfetto anche se non capiva perchè essendo un pirata non era molto abbronzato nonostante stesse a torso scoperto durante tutto l' arco  della giornata.Si voltò dandole le spalle,si mise distessa nuovamente.In effetti aveva ragione,se si fosse alzata non avrebbe saputo dove andare a dormire,non poteva certo dormire con il padre che russava e probabilmente l' avrebbe schiacciata.Ma più calava il buio più non riusciva a dormire,era distesa accanto ad uno degli uomini più affascinanti che avesse mai conosciuto.Guardò la sua schiena,quel tatuaggio che tanto le apparteneva.Il freddo si insinuò sotto le coperte,le venne un brivido,poi un altro.Si sentiva anche in colpa per quella sitauzione,e soprattutto perchè Ace aveva ragione,lei non era più figlia di quella casa.Posò una mano sulla schiena di lui avvicinandosi con la testa a quello stesso tatuaggio rannicchiandosi tra le sue scapole pronunciate.
-Ace...posso dormire vicino a te...fa freddo."
Le veniva da piangere,non se ne era andata,suo padre l' aveva cacciata.

La sentì spostarsi lentamente verso di lui finche non sentì la testa appoggiarsi fra le sue scapole.
-Certo piccola, che puoi, non ci sono preoblemi.-
Si girò abbracciandola. Un gesto che magari poteva sembrarle troppo confidenziale, ma sperava che ci passasse sopra. La sua pelle era così liscia e vellutata, era una piratessa ma anche una vera ragazza che curava il suo corpo.

Si voltò abbracciandola.Aveva gli occhi chiusi,sentiva il suo calore,cavolo se era caldo,quelle braccia muscolose,l' odore di salsedine sulla pelle chiara.Lo guardò gli accarezzò semplicemete una guancia.
-Ora che ci penso...sei mio fratello,se chiami Edward Babbo!..."
Sorrise.
-Mi piace il tuo viso,il tuo calore...per fortuna non abbiamo legami di sang..."
Si assopì dolcemente tra le sue braccia posando la fronte sul suo sterno le labbra leggermente dischiuse.

Sorrise a quelle parole.
-Però non lo siamo e questo direi che è un bene così non abbiamo restrizioni nel nostro rapporto... Forse per Edward non acconsentirebbe uguale...-
La sentì addormentarsi appoggiata al suo petto. Il respiro tranquillo e regolare, che lentamente portò anche lui all'addormentarsi profondamento.

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Capitolo 3
*** Hypnotic eyes ***


Buttò giù il liquore tutto d'un fiato per poi fare un bel respiro. Era veramente delizioso, una rarità che si era fatto sfuggire nel suo lungo pellegrinare.

-Mi dispiace ma non ho mai sentito nessuno di questi due nomi prima di adesso, e anche il nominativo della tua ciurma mi giunge nuovo... Eppure di mari ne ho girati tanti.-

Si riempì nuovamente il bocalle svuotandolo più velocemente della prima volta, nel frattempo lei gli propose un ballo allungando il braccio verso di lui. In un primo momento rimase incantato a seguire il leggiadro movimento dell'arto che si protendeva verso la sua figura. Poi però, pensando alle parole della ragazza, scoppiò a ridere di gusto, aveva le lacrime agli occhi e non riuscì a parlare per qualche secondo.

Quando riuscì a riprendersi si mise una mano sulla pancia che gli doleva dal troppo ridere.

-Mi dispiace molto bellezza, ma io non ho doti di ballo molto svilluppate, è meglio se non mi porti lì nel mezzo a meno che tu non voglia fare una pessima figura.-

La guardò negli occhi mentre ancora si asciugava le lacrime dagli occhi.


Lo guardò prenderla in giro ridendo cosi tanto da farlo lacrimare.Rimase un attimo stupita non capendo se fosse scemo o altro,alla fine la guardò con i suoi occhi neri e ipnotici dicendole di non saper ballare.Con scatto gli afferrò il braccio e con forza che aveva preso dal padre lo strattonò portandolo verso il centro del festeggiamento.Mentre lo trascinava con la mano percorse il suo avanbraccio,sentiva sotto i polpastrelli le vene pronunciate i muscoli scolpiti,riconobbe il profilo senza guardarlo del loge pose legato al suo polso.Scivolò fino alla sua mano stringendola,era calda,quasi bollente,era una bella sensazione,come stringere della cenere che si è appena stiepidita.Sorrise non guardandolo,poi si bloccò all' improvviso,voltandosi stringendogli l arto per non farlo scappare.Lo guardò negli occhi.

La musica era sfrenata,un lento non ci sarebbe mai stato in una festa piratesca.

Spostò il bracciò di lui verso l' alto per scivolargli sotto e poi riabbassarlo in modo da tenerlodavanti a se quasi posato sui seno,pian piano prese capacità di movimento seguendo il ritmo della musica calzante,cominciò a muovere i fianchi strusciandosi a lui,il vento prese a soffiare spostandole i capelli bianchi come neve,sembravano spuma di mare ondeggiata soffice e profumata.Anche la pelle del suo praccio profumava,sapeva di uomo,di salsedine e di abbronzatura.

-Avanti-lo guardò spostando gli occhi verso l' alto-Imbarazzami...-


Lei approfittò di quel momento di sua debolezza per trascinarlo via, lui ancora con la pancia dolorante non tentò di liberarsi.

Lo teneva stretto con forza erculea per una ragazza esile come lei. Per il suo corpo di fuoco lei era piuttosto fredda, ma le due temperature si morzavano a vicenda portando ad un debole tepore piacevole. Cercò di nascondenre l'imbrazzo sotto il capello quando lo prese per mano.

In pochi secondi si ritrovò nel mezzo della zona ad ballo, lei agilmente lo manipolò e iniziò a ballargli intorno strusciandosi. Ancora più imbarazzato, forse rosso in volto, si abbassò fino all'orecchio di lei in modo che nessuno potesse sentirlo.

-Ma cosa stai facendo? Magari tuo padre ci sta guardando e io non voglio cadere nelle sue ire...-

Nel frattempo il piede aveva iniziato instintintivamente a muoversi a tempo di musica battendo sul legno del ponte.


Senti la sua voce all'orecchio,sembrava imbarazzato,non capiva se era rosso ma dalla sua mano e dal suo braccio sembrava avvampare anche se a lei risultava tipeido.Video il piede di lui battere sul legno,forse cominciava a sciogliersi come voleva lei.

-L' ira di mio padre non è nulla in confronto alla mia...e poi lui è malato e io in salute-

Contunuò ad ancheggiare strusciandosi,fece scendere il braccio su lui stringendolo verso di essi voltandosi,adesso lo guardava negli occhi,sentiva il suo petto contro quello muscoloso di lui.

-magari mi diverte vederti sotto le ire di mio padre.....anche se da quello che ho capito tu sei il suo pupillo,se mi tocchi tu credo che gli starà bene...e poi stai gia battendo il ritmo....lasciati andare,balla come ballerebbe il fuoco che brucia una nave di legno...."

Gli sorrise lasciandogli la mano in modo che potesse muoversi,forse era anche un po' alticcia,ma Ace l' attraeva come una calamita,come il sole attira i girasoli,come le api col miele,che fosse chimica gli occhi di lui la scioglievano come neve sotto le luci di un intensità incredibile.Chissà che effetto faceva lei a lui se lo domando mentre posava la mano sul suo pettò avvicinandosi al suo copro strusciandosi.

-Lo sai-sussurrò alzandosi sulle punte dei piedi -Noi piratesse siamo delle ottime incantatrici...impariamo a danzare fi da piccole per momenti come questi,per far cadere gli uomi a nostro volere...è come una danza di sesso..."


Lo stava incastrando, era veramente una maga della seduzione, doveva essere esperta di uomini. Non sapeva come uscire da quella situazione prima che fosse troppo tardi. Si guardò intorno cercando disperatamente un soluzione quando improvvisamente incontro lo sguardo torvo del suo capitano. Tornò a guardarla.

-Scusami Mayoko ma tuo padre ci sta guardando malissimo e se permetti preferisco non farlo arrabbiare vista la mia posizione, potrei ritrovarmi in guai molto seri.-

Nuovamente guardò Barbabianca e poi ancora intorno a lui. Di sfuggita vide Marco sghignazzare mentre lo guardava.

"Maledetto, me la pagherà cara!!"

Pensò tra se e se mentre la ragazza si strusciava sempre più insistentemente su di lui in maniera alquanto esplicita e facilmente fraintendibile.

Si decise improvvisamente a cercare di liberarsi da quella mrose psicologicamente fatale. Di scattò scivolo fra le braccia di lei scattando velocemente verso il luogo da cui ernao venuti.


Lo vedeva guardarsi intorno come se stesse cercando una via di fuga,non voleva essere di cattivo gusto,eveidentemente a lui non aggradava quella situazioane e tanto meno lei.Lo lasciò svincolare,seguendolo con lo sguardo mentre tornava verso il banchetto.Si fermò quando lui raggiunse il tavolo,sperava si voltasse a guardarla,era immbile in mezzo ad una moltitudine di persone che ballavano freneticamente.Non sapeva bene il perchè ma ci era rimasta male,lo guardò triste per poi vltrasi di scatto e lasciare la bolgia che incalzava a ritmo di musica.Si avvicinò al parapetto della nave,posò la testa sul legno a guardare il mare in lontananza fondersi col cielo che assumeva tonalotà rosse,rosa,violace,quelle tipiche del tramonto.Con aria sognante ascoltando sempre il baccano della festa,si ricordò di quando era piccola,di sua madre e di suo padre,felici che danzavano proprio in una festa come quella che si stava svolgendo.Da quando Barba bianca l aveva perduta anche nei confornti di lei che era sua figlia legittima era cambiato.Improvvisamente le si avvicinò con passo deciso battendo il lungo bastone sul legno del pavimento e facendo tremare tutto proprio il capitano della Moby Dick.Posò una delle sue grandi mani slla sua testa,abbassandosi la guardò.Si somigliavano tanto lo notava bene anche lei,ricambio il suo sguardo.

-Non badare a Ace...su questo piano è ancora un bambino...ha paura di me non è colpa tua,scommetto che gli piaci-Le carezzava la testa.Intanto notò che Marco si stava avvicinando al Portuguese shignazzando.

-L'ho spaventato mi sa....sono troppo diretta forse,non era mia intenzione volevo solo divertirmi,da dove sono giunta io di duvertimenti e ho visti ben pochi...e poi è cosi ipnotico...-

Le sorrise.

-E' il sangue di Roger...è purò fuoco Mayoko,e tu sei ghiaccio...ho visto come lo guardavi,va da lui,parlagli,io sono consenziente!"

Sospirò,forse aveva ragione il padre,gli sorrise,incamminandosi nuovamente vero di lui.


Non se lo aspettava ma la fuga fu semplice. Arrivato al tavolo notò Marco che gli andava incontro ancora divertito.

-Il nostro caro Ace che scappa di fronte ad una ragazza? Sai che verrai umiliato a vita?-

Una nuova risata prvocatorio. Il ragazzo lo guardò male.

-Ridi pure se ti va pettirosso ma quella ragazza non è come le altre. E' la prima volta che mi trovo così imbarazzata di fronte ad un'esponente del gentil sesso, sembrava dovesse uccidermi e invece voleva solo ballare con me. Non so veramente cosa mi sia successo.-

Sospirò riempiendosi un boccale e buttando giù tutto d'un fiato. L'amico lo imitò.

.Magari lei ti piace in modo diverso da tutte le differenti, non è solo attrazzione fisica. Senti che dentro di lei c'è qualcosa che ti attira particolarmente e che ti fa imbarazzare per ogni sua azione...- Prese altro liquore.- C'è da dire anche che comunque è una bellezza fuori dal comune, mai vista una così!-

Ace lo guardò male mentr si scolava un nuovo boccale.

-Attento a quel che dici!!-

L'amico rise di nuovo.

-Vedi? Solo il fatto che tu te la prenda per un apprezzamente vuol dire che qualcosa è diverso. Comunque stai per avere visite quindi ti lascio solo.-

Si girò portandosi la birra alla bocca e si allontanò.

Il moro sapeva già cosa stava succedendo, si girò con già impressa l'imaggine della ragazza che si avvicna a lui nella mente. Quando furono vicini stette un attimo zitto prima di parlare.

-Mayoko, ti prego di scusarmi, a me non piace ballare ma non mi sono mai comportato in quel modo...-

Rimase con la testa china in segno di scuse.


Vide Marco andarsene e farle un sorriso complice,come se ne sapesse una piu del diavolo,sorrise a sua volta imbarazzata.Si avvicinò al moro che appena se la vide arrivare abbassò la testa chiedendo scusa.Detestava che un uomo di tale livello come lui chinasse la testa difornte ad una cosa del genere cosi banale.Con la mano cercò il suo viso sotto al cappello arancione,gli prese il mento facendogliela sollevare e fissandolo negli occhi neri.

-Guarda che non mi devi chiedere scusa....io ho insistito e ti ho trascinato in una cosa che non volevi spetta a me chiederti scusa,ma non mi piace affatto che mi si chini la testa davanti in questo modo...sei un pirata,non devi chiedermi mai più scusa per una siocchezza del genere soprattutto chinando la testa...la tua taglia la dice lunga sul tuo conto e poi ti chini cosi dofronte ad una donna.Mi stupisci sai-

Le balenò in mente l' idea che lui potesse gia aver avuto altre donne,bellissime donne,more,rosse magari gli piacevano le bionde,scosse la testa leggermente,togliendo la mano dal suo mento liscio,doveva essersi fatto la braba recentemente.

Lo gardò dolcemente.

-Scusami per prima,solitamente non,non mi comporto cosi,cioè ecco si non mi sono mai "strusciata" a qualcuno come pocanzi,è che tu...tu mi confondi,mi inebri ecco,sei peggio del liquore...solitamente non mi comporto cosi con gli uomini..quindi facciamo finta che non sia successo nulla.-Prese un frutto mordendolo,sorrise.

-Dai ti lascio bere in pace,credo che fra poco qui tutti dormiranno,ti conviene bere e mangiare a sazietà prima che mio padre dica che la festa è finita,divertiti Portuguese-

Si allontanò ancheggiando verso il padre che si era nuovamente seduto sul suo trono,si accostò a lui che le diede un bacio per poi tirargli un baffo e abbbracciarlo,poi si allontanò dalla festa in direzione della sua stanza,di quando era piccola.Senti il padre annunciare che la festa era conclusa.Chissà Ace cosa aveva pensato di lei,chissà cosa aveva provato.Attendeva qualche cosa ma nemmeno lei sapeva cosa,anzi lo sapeva ma era un sogno irrealizzabile.


Fu costretto ad alzare la testa e lei gli fece una bella ramanzina. Li aveva ragione, ma non poteva sapere che era la prima volta che chiedeva scusa in quel modo, non sapeva che l'aveva fatto perchè era lei. Quelle parole probabilmente non lo avrebbero scalfito dette da un altro, ma proferite dalla bocca di Mayoko risultarono dolorose e quando lei confessò la sua attrazione per lui rimase spiaziato, tanto da non sapere cosa dire.

Propose di dimenticare la cosa, ma anche volendo non sarebbe stato capace di farlo. Lei si allontanò lasciandolo solo, andò dal padre per poi scomparire all'itenro della maestosa nave.

Non era stato in grado di risponderle. Rimase a bere chiedendosi come lei avrebbe interpretato il suo silenzio e cosa stesse pensando in quel momento.

Senza che se ne accorse il capitano interruppe la festa con grida di disappunto da parte della ciurma, normalmente anche lui ne avrebbe fatto parte, ma non in quell'occasione. Non riusciva a pensare ad altro.

Diede un ultimo sorso e posò il boccale sul tavolo per poi dirigersi silenziosamente alle sue stanze.

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Capitolo 4
*** Two hearts in one room ***


La sua stanza era come se la ricordava,solo le lenzuola erano diverse.Quando era piccola aveva fatto comperare al padre ogni singolo lenzuolo che fosse con gli angoli o senza,che fosse una coperta o un piumone invernale,rigorosamente di colore viola,a pallini a strisce,sfumature,triangoli di qualsiasi trama ma viola.Le guardò,erano rosso scarlatte,si sedette su di esse,anche il materasso era cambiato lo ricordava morbido,anche il cuscino non era il suo,era duro,e lei l' aveva smepre preferito morbido.Si guardò attorno,le pareti erano del solito colore bianco slavatomagli oblò che davano sull esterno della nave vi erano le tendine che aveva scelto per il suo sesto compleanno.Sorrise,era felice di essere tornata a casa,anche se a breve sicuramente sarebbe dovuta ripartire.Si stiracchio,era veramente stanca,raramente si faceva lunghi sonni coordinare una ciurma non era mai una cosa facile.Si alzò spogliandosi,posando poi tutti gli indumenti nell' armadio,dentro notò che c' era un cappotto nero lungo,sembrava da uomo.Lo guardò,lo provò,sapeva di cenere,di fumo di sigaretta,o sigaro.Lo ripose nell' armadio e chiuse.Alzò le coperte infilandosi sotto,si era scordata del pigiama e non aveva affatto voglia di percorrere dinuovo tutta la nave per arrivare alla sua con la rpobabilità di svegliare sia la ciurma del padre che le altre,per prenderlo e tornare indietro,decise di dormire in intimo.Si nascose sotto,in posizione fetale,chiuse gli occhi seguendo il rumore delle onde.

Mentre al di fuori il più della roba utilizzata per la festa veniva tolta lui camminava lentamente per la coperta della nave diretto nella sua stanza. Continuava a pensare con fare assorto a quello che era successo, a quanto quella scena fosse strana, lui che si comprotava in tal modo di fronte ad una donna.
Entrò nella sua stanza, era buaia data l'ora, ma a lui bastava un debole magliore emanato dal proprio corpo per orientarsi in quell'ambiente che conosceva a memoria. Si stiracchiò leggermente, facendo tutto in silenzio per non svegliare gli altri. Si tolse il prezioso cappello riponendolo sul tavolo, successivamente si tolse i calzari e i pantaloni riponendo anch'essi con cura nell'armadio.
Senza perdere troppo tempo alzò le coperte e si introdusse nel grande letto. I pensieri però continuavano a venire fuori come una cascata.
Improvvisamente nel rigirarsi sentì una presenza vicino a se, la mano stava toccando qualcosa di morbido al tatto. Dal suo corpo una luce simile alla precedente, ma maggiore in intensità si irradiò mostrando una scena piuttosto imbarazzante. Mayoko era accanto a lui e, anche se erano sotto le coperte, ormai sapeva che cosa si trovava nella sua mano. Ritirò velocemente l'arto.
La scosse leggermente, doveva togliersi da quella situazione in qualche modo.
-Mayoko, mi dispiace svegliarti, ma cosa ci fai nella mia stanza??-
Sperava che non si fosse svegliata con un istinto omicida nel cuore.

Non ricordava che fosse cosi caldo in quella stanza,anzi se la ricordava piuttosto freddina.Senti improvvisamente una morsa sul seno,calda anche essa.Apri gli occhi trovandosi davanti gli occhi nero pece di Ace.Le ci volle un po' per capire se stesse sognando o se fosse la realtà,ma quando lo vide ritrarre la mano dal suo seno e domandarle cosa facesse nella sua stanza,capi che era realtà.Sgranò gli occhi battendo le lunghe cicglia piu e piu volte.Si alzò a sedere lasciando che le coperte rosse le scivolassero di dosso lasciandole il busto scoperto.
-La tua stanza!?-
Si guardò attorno un ennesima volta,non c' era dubbio non era la stanza di lui ma quella di lei quando abitava sulla Moby Dick.Lo guardò,precisamente percorse con lo sguardo tutto il suo viso,fino a scendre al collo dal quale si vedevano alcune vene sottili,le clavicole alle spalle,la pelle bianca,i muscoli delle braccia,la stessa mano che l' aveva afferrata,e poi quegli addominali scolpiti.
-Gaurda che ti sbagli di gorsso questa è la mia stanza!-
Disse avvicinandosi a lui con aria di accusa.
-E tu sei nel mio letto,sotto le...no aspetta le mie coperte sono sempre state viola,quindi sotto le coperte di qualcun altro,e...mi ai toccato una tetta!-
Disse indicandosi il seno destro.Poi con la mano si avvicinò toccando il torace del moro come lui aveva fatto con lei.
-Ora siamo pari,ma mi spieghi che ci fai qui?Se volevi venire a letto con me bastava dirlo Pugno di Fuoco-Rise maliziosa.

Le coperte scivolarono via dal corpo di lei, rimase stupito da quella improvvisa visione del suo corpo fantastico. Si destò competamente quando lo toccò al petto e rise, ricambio con altrettanta malizia.
-Dolcezza non esageriamo, l'hai detto tu stessa, queste coperte non sono quelle che usavi te perchè le ho scelte io, perchè adesso questa è la MIA stanza! Se non sei informata chiedi prima di entrare in una stanza che non usi più da 15 anni o quanti sono...-
Sospirò profondamento dopo quello sfogo, che lo facesse anche passare per un bugiardo no. La guardò nuovamente, in intimo non semvra più la ragazza sul ponte, era messa a nudo, però doveva ammetere che di corpi in quel modo ne aveva visti ben pochi.
-Comunque penso che ora stiano tutti dormendo, se vuoi puoi tranquillamente rimanere qui senza malizia ne doppi fini, non potrei lasciare una ragazza a dormire nei corridoi della nave. Il letto è grande e ci possiamo stare benissimo in due senza toccarci.-
Si distese di fianco dandole le spalle.
-Così dovresti essere al sicuro, spero che tu passerai una buona nottata.-

Lo guardò,aveva un fisico perfetto anche se non capiva perchè essendo un pirata non era molto abbronzato nonostante stesse a torso scoperto durante tutto l' arco  della giornata.Si voltò dandole le spalle,si mise distessa nuovamente.In effetti aveva ragione,se si fosse alzata non avrebbe saputo dove andare a dormire,non poteva certo dormire con il padre che russava e probabilmente l' avrebbe schiacciata.Ma più calava il buio più non riusciva a dormire,era distesa accanto ad uno degli uomini più affascinanti che avesse mai conosciuto.Guardò la sua schiena,quel tatuaggio che tanto le apparteneva.Il freddo si insinuò sotto le coperte,le venne un brivido,poi un altro.Si sentiva anche in colpa per quella sitauzione,e soprattutto perchè Ace aveva ragione,lei non era più figlia di quella casa.Posò una mano sulla schiena di lui avvicinandosi con la testa a quello stesso tatuaggio rannicchiandosi tra le sue scapole pronunciate.
-Ace...posso dormire vicino a te...fa freddo."
Le veniva da piangere,non se ne era andata,suo padre l' aveva cacciata.

La sentì spostarsi lentamente verso di lui finche non sentì la testa appoggiarsi fra le sue scapole.
-Certo piccola, che puoi, non ci sono preoblemi.-
Si girò abbracciandola. Un gesto che magari poteva sembrarle troppo confidenziale, ma sperava che ci passasse sopra. La sua pelle era così liscia e vellutata, era una piratessa ma anche una vera ragazza che curava il suo corpo.

Si voltò abbracciandola.Aveva gli occhi chiusi,sentiva il suo calore,cavolo se era caldo,quelle braccia muscolose,l' odore di salsedine sulla pelle chiara.Lo guardò gli accarezzò semplicemete una guancia.
-Ora che ci penso...sei mio fratello,se chiami Edward Babbo!..."
Sorrise.
-Mi piace il tuo viso,il tuo calore...per fortuna non abbiamo legami di sang..."
Si assopì dolcemente tra le sue braccia posando la fronte sul suo sterno le labbra leggermente dischiuse.

Sorrise a quelle parole.
-Però non lo siamo e questo direi che è un bene così non abbiamo restrizioni nel nostro rapporto... Forse per Edward non acconsentirebbe uguale...-
La sentì addormentarsi appoggiata al suo petto. Il respiro tranquillo e regolare, che lentamente portò anche lui all'addormentarsi profondamento.

La mattina seguente si sveglio al caldo,non soffocane,ma dolce,piacevole,lo sentiva sulla schiena,incalzante.Non aprì gli occhi,prima doveva crogiolarsi ancora un po' in quel comodo letto,non aveva minimamente ricllocato tutto quello che era accaduto la sera prima.Si voltò sentendo quel calore sulle spalle,come una coperta avvolgente che la teneva stretta.Cambiò lato scontrandosi delicatamente contro un qualche cosa di morbido ma sodo.Vi posò la fronte abbracciò quel calore,mugolò appena.Poi si decise ad aprire gli occhi.Una ciocca di capelli neri,decisamente non i suoi,le solleticava il naso perfetto.La guardò incuriosita,sollevò la testa trovando un volto angelico posato accanto al suo viso,la guancia deformata posata sulla sua fronte.Guardò in basso,quelle che la stringevano non erano le sue coperte,ma le braccia muscolose e tatuate del moro.Arrossi,non si mosse,non voleva svegliarlo,non voleva proprio che mollasse la presa.Lo guardò nuovamente,quelle effigi tanto carine erano tantissime sembravano costellazioni d' orate.Sorrise toccandone una,poi un altra..erano troppe da contare.Certo che il ragazzo aveva proprio il sonno pesante.Guardò uno degli oblò,il sole no era ancora alto in cielo,forse erano le dieci del mattino.Si alzò leggermente posando le labbra sulla guancia che era caduta  sul cuscino morbido.Lo accarezzò.
-Ace...svegliati...dormiglione di un Pirata."
Si avvicinò al suo viso,sorridente,continuando a stringerlo come lui stringeva lei.

Sentì qualcosa toccargli il viso leggermente, non ci fece caso e continuò a dormire per svegliarsi completamente una volta sentita quella frase. Prima di aprire gli occhi fece emnte locale. Si ricordò che quella che stava abbracciando stretta era Mayoko.
Aprì gli occhi all'improvviso trovandosela ad un soffio dal viso. Velocemente le tolse il braccio che le impediva i movimenti di dosso e si allontanò un po' da lei.
-Perdonami Mayoko, non volevo appiccicarmi così a te, ma sei così fresca che mentre dormivo è successo. Adesso se vuoi alzarti fai pure.-
Le sorrise. Si accorse che, al contrario di lei che era tutta coperta, lui teneva tutto il busto scoperto.

Sorrise,era felice di essere stata "fresca" per lui.Le tolse il braccio di dosso,quello con il Tatoo,lo guardò mentre lo spostava era cosi aggrazziato nonostante fosse un ragazzo grande e forte.Si rimise distesa guardandolo dal basso verso l' alto.Rise arrossendo.
-Guarda che sei una stufetta niente male...avevo un feddo ieri notte meno male che mi sei capitato tu....probabilmente se ero finita con mio padre a quest' ora o ero una sottiletta oppure non avevo dormito.Russa,russa troppo,prima o poi gli infilerò un tappo in bocca.
Lo guardò,sfiorò il suo piede con il proprio,ma non era imbarazzata,le sembrava di aver gia dormito 100 notti con lui.
-Pugno di fuoco,ho contato ben 23 effigi d'orate sul tuo viso,poi però ho perso il conto e tu non ti sei svegliato minimamente,certo che hai il sonno pesante...però sei tremendamente carino quando dormi..."

Si sentì strano, nessuna gli aveva mai parlato così, mai una ragazza lo trattava con tanta familiarità.
-Dai, smettila, che mi imbarazzo. E poi non dirlo in giro che qui son tutti pronti a prendermi in giro.-
Si mise a ridere. Si alzò a sedere.
-Che ore sono? Il sole non è ancora allo zenit quindi non è ora di pranzo, strano. Comunque la maggior parte della ciurma sarà ancora a dormire.-
Si stiracchiò, alcune ossa fecero rumore. Poi si ristese.
-No, non ce la faccio. Penso che rimarrò qui a letto ancora un po', si sta troppo bene. E poi sono in buona compagnia...-
Si girò verso la ragazza sorridendole maliziosamente.

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Capitolo 5
*** Past in the Dark ***


Lo osservò in ogni suo minimo gesto,nel movimento della labbra,il copro che si stende,il rumore della sua voce e lo scricchiare delle sue ossa.Era tutto cosi bello e luminoso,come se non accanto a lui non sentisse nessun peso sul cuore come se quello che aveva vissuto,fino alla conoscenza del moro,non fosse mai esistito.Si ridistese accantoa lei,la guardava,era imbarazzato.
-Io non intendevo imbarazzarti è che...stò bene con te,molto,siamo cosi opposti,entrambi testardi ma comunque complementari,cioè ad esempio stanotte io avevo bisogno di caldo e tu di qualche cosa di fresco,è stato perfetto...Insomma è la prima volta da anni che dormo senza mai svegliarmi,senza incubi,senza urla e pianti.E' come se la tua luce e il tuo calore mi sciogliessero l anima,e quel peso che mi porto dentro..."
Si sollevo appena guardandolo seriamente avvicinandosi a lui ravviandogli una ciocca di capelli neri dietro l' orecchio.
-E' come se tu fossi il mio sole..."

Da una parte si sentiva imbarazzato davanti a tanta dolcezza nei suoi confronti, dall'altra non capiva alcune cose che aveva detto, perchè avesse quell'alone di tristezza che la ricopriva. Per ricambiare il suo gesto le carezzò una guancia.
-Sono lusingato per le tue parole,ma capisco Mayoko, cosa vuol dire che pinagi e soffri? Eppure a vederti sei una corsara unica, sempre attiva e felice di stare con la tua ciurma. Però sotto tutto c'è qualcosa che ti strugge il cuore, so che ci conosciamo da nemmeno 24 ore ma mi sento affine a te e vorrei poterti aiutare in qualche modo...-
Forse chiedeva troppo, ma voleva veramente liberarla da quel fardello che si portava dietro, anche se non sapeva cos'era di tanto doloroso.
Per un attimo pensò a come fosse strana la vita, il loro incontro, la loro dormita insieme e il comportamento di se stesso che non aveva mai avuto con nessun'altra.

Le sfiorò la guancia,un tocco sempre cosi caldo e dolce,chiuse gli occhi per poi riaprirli.Si mise seduta avvolgendosi le gambe con la coperta viola.Lo guardò,si sistemò i capelli dietro le orecchie.
-Va bene...ti racconterò perchè nonostante sia una Contessa dei Mari,sul mio cuore c'è un masso attaccato....Come dici tu,io ho una ciurma,ma la mia famiglia rimane sempre questa-Guardò la stanza,la sua nave-casa.
-Questa è la mia casa,è qui che dovevo rimanere..Invece lui mi ha cacciata,mi ha allontanata da se..."
Si sistemò meglio cominciando a torturare uno dei cuscini piccoli,stringendoselo al petto.
-Io sono nata su questa nave,la Mobi Dick è la mia casa,da sempre,e avevo immaginato che ci sarei morta onorandola.Mio padre è sempre stato un uomo burbero ma gentile,essendno un Pirata di fama molte volte doveva assentarsi per compiere delle sottospecie di "Missioni".Mia madre era un angelo,si sono conosciuti in un bar nel Villlaggio di Rouge non sò se lo conosci...comunque si innamorò di una cameriera Yuki,appunto mia madre.Era cosi bella,come un stella,sembre brillante dolce,fresca,attiva,non mi annoiavo mai.Poi però,quel giorno mio padre che era assente non riusci a salvarla.Dei pirati ci attaccarono e uccisero mia madre.Era incinta di mio fratello,che ovviamente è morto,non è mai venuto alla luce.Quella stessa notte mi promisi che sarei diventata una pirata forte come mio padre,astuta,ma mi serviva più..potere.Quando papa tornò scoprendo cosa era accaduto,mi mise su una barca affidandomi ad una donna che non avevo mai visto.Mi ha cresciuta fino a quando non sono scappata,in cerca dei furtti del Diavolo.Ho formato cosi la mia ciurma,perchè da sola non potevo farcela,sono giunta fino al nuovo mondo dove ho trovato uno dei frutti...Solo che il nuovo mondo non mi ha riservato una bella gita di ritorno verso casa.Ho incontrato Tich,che mi ha attaccata....non sapevo che aveva tradito mio padre,quindi diciamo che lo accolsi bene.Poi però lui ha...tentato di..._
non riusciva a dirlo.

Lei si sistemò per parlare. Lui si limitò a tirare su il busto e a fare forza sul braccio per stare su.
La storia inizio, era veramente tragica, ad ogni frase la tristezza e la rabbia si impossessavano di Mayoko. Vederla era veramente doloroso, quello che mostrava agli altri era solo una copertura per anscondere ciò che si portava incatenata in fondo all'anima.
Infine pronunciò quel nome e lui strinse i pugni. Teach. Quel lurido cane aveva invaso anche la vita di qualcun'altro allora, si era approfittato di un'altra persona vicina a Barbabianca che riteneva un compagno.
-Se non te la senti di continuare ti capisco, non è necessario...-
Si sentiva un po' in colpa per averla incitata a raccontarle quelle cose.

Gli prese la mano,la strinse nella sua,lo guardò non pianse,non aveva più lacrime per farlo.
-Lui  mi ha proposto di diventare una sua pirata,io ho rifiutato,cosi ha tentato di,violentarmi,ma non sapendo che avevo imangiato uno dei frutti mi sono ribellata,nello scappare da lui,perchè il suo si che è un potere enorme,mentre stava inghiottendo tutto con la sua oscurità,mi ha colpita alla schiena..."Si voltò mostrando il tatoo che lo steso Ace aveva sulla propria,una cicatrice percorreva l emblema per obliquo da una scapola fino al fianco.
-Mi ha sfregiato la schiena,è una fortuna che non sia morta dissanguata...ma non è qeuesto il punto...Ace io mi sono salvata per il rotto della cuffia,quell' uomo è un baratro oscuro se ti ci perdi dentro è la fine...-Si ritorvò a pensare una cosa,si lanciò tra le braccia del moro stringendolo.
-Probabilmente se lui non mi avesse creduto morta e lasciata li io non ti avrei mai conosciuto,non sare mai potuta tornare a casa.non avrei potuto chieder a mio padre perchè nonostante avesse me come figlia,chiamassi alti "Figli miei"...devo ammettere che vi ho odiato tutti...ma poi,ho capito..Probabilmente sono io che sono nata sbagliata.."

Improvvisamente gli si buttò addosso abbracciandolo. Era la rpima volta che si trovava in una simile situazione, ma insitintivamente porto la mano fra i fluenti capelli della ragazza massaggiandoli. La sentiva vicina a se come se fosse una sorella, non capiva perchè nonostante tutto si consocevano da poche ore. Probabilmente si sentiva accomunata a lei nel momento stesso in cui era venuto a sapere che anche la sua vita era stata violentemente travolta da Teach. Quel porco schifoso.
-Senti Mayoko, te non sei sbagliata, anzi penso che barbabianca tenga infinitamente a te. Il fatto è che molti di noi gli ha salvati da chissà quale fine, è per questo che ci tratta come figli, o almeno per me è così...-
La strinse forte a se. Anche lui aveva sofferto tanto in passato.
-Non preoccuparti, io ho un conto in sospeso con quel barile di lardo e riuscirò a fargliela pagare costi quel che costi. Non mi interessa che potere ha, il mio sarà più forte del suo!-
Strinse i denti e la stoffa che copriva Mayoko.

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Capitolo 6
*** Fire in the Soul ***


L'abbracciò,stretta come faceva suo padre quando era piccola,cosi caldo e dolce,nonostante i possenti muscoli.Si strinse in lui nascondendosi quasi,sentiva le sue mani tra i bianchi capelli.Le vennero i brividi dalla nuca alla schiena,una,due volte.Quando fece la battuta su Teach sorrise,lo guardò staccandosi.Posò una mano candida sul viso del moro,toccò quelle effigi sulle guancie.

-Quanto sei buffo....E dolce.Ma non devi rischiare la vita contro di lui,non voglio.-Gli accarezzò il viso fino al mento passando poi al collo,a quelle perle rosse che portava.Poi tornò su,si avvicinò posando le labbra vicno all' angolo della sua bocca.

-Grazie Ace...Sono felice che tu esista.E di averti conosciuto soprattutto,beato che papà non demorde con gli anni altrimenti non ti avrei ancora inconrto-

Si staccò baciando l' altro angolo della bocca.

Lo sapeva l' aveva capito,Ace era più di un fratello trovato,si stava innamorando e avrebbe sofferto.Ma era una sofferenza che avrebbe pagato volentieri anche con la vita.


Si ritrovò confuso da quei gesti, quelle parole. Quei baci delicati, ma capiva benissimo che c'era anche della voglia in quei gesti. Non seppe ersistere e con forza premette le sue labbra su quelle della ragazza. Non la costrinse, avrebbe accettato anche uno schiaffo, ma almeno ci aveva provato.

Lentamente si staccò da quel morbido e caldo tocco.

-Anche io sono felice di averti conosciuto. In queste poche ore con te ho provato molte sensazioni nuove... Sei speciale...-

Le sorrise dolcemente. Un sorriso del genere non lo aveva mai rivolto a nessuno, probabilmente perchè veniva fatto solo in presenza di una ragazza speciale, a cui ci si sentiva affini e verso cui si provavano dei sentimenti forti.

-Adesso ho un altra persona da vendicare, lo farò soffrire come mai in vita sua.-

Si leggeva nei suoi occhi l'odio per quel traditore.


Vide nei suoi occhi l' ardore del suo stesso fuoco,una luce che aveva visto in pochi se non in nessuno.Posò la mano sulla sua fronte bianca,era davvero strano come fosse diafano rispetto a lei che era olivastra.Lo accarezzò ripetutamenre spostando quelle ciocce corvine che ricadevano in avanti.Si avvicinò posandovi le labbra dolcemente.Profumava di buono,di sole,salsedine e un odore proprio che non avrebbe mai scordato.Una fragranza sensuale e buona.

-Che buon profumo che hai..."Sorrise stringendogli la testa con le braccia portandola tra i seni.Sorrise,i capelli cosi chiari quasi bianchi si mossero con lei posandosi su di lui,sul suo torso nudo,ondulati e soffici come nuvole.Lo trascinò buttandosi all'indietro giù tra le lenzuola.

-La mia stanza da ora in poi è anche la tua,quando dovrò ripartire potrai starci tranquillamente,mi fido!- Lasciò la presa sulla testa carezzandolo.Quando sarebbe partita..E lui?Cosa avrebbe fatto?Avrebbe cercato vendetta con Teach?Le sarebbe mancata?Al solo pensiero per quanto nuovo fosse quel sentimento che le sembrava di avere nel petto da sempre,già la sua presenza gli mancava.Lo accarezzò.

-Vorrei tanto,poter vedere i mari con te,andare di avventura in avvantura..Ma dovrò partire e tu invece vorrai vendicarti,anche se sò che sei forte ho paura che non ti stringerò più tra queste mie braccia se ti lascerò andare contro di lui..Quindi ti prego,portami con te e se ciò non è possibile,allora fa che questo sia il miglior tempo per noi due..."Cercò il suo sguardo.


Non fece in tempo a rispondere a quella domanda che si ritrovo immerso nei morbidi seni della piratessa. Arrosi di colpo, ma lei non poteva vedere. All'iniziò si agitò un po', ma alla fine stava bene lì dove si trovava. Improvvisamente si sentì trascinare in avanti fino a incontrare il letto. Lo lasciò andare. Sebbene stesse bene sul suo seno preso un grosso respiro.

-La ringraio principessina per questo onore!- Le sorrise.

La vide pensierosa e preoccupata. Chhissà cosa le passava per la testa. La risposta arrivò con il suo discorso. Le prese le mani e la guardò negli occhi.

-Mayoko ascoltami, io vorrei tanto che tu venissi con me a riempire di botte quel grassone, ma sarebbe un vincolo. Te hai la tua ciurma di piratesse e la tua reputazione nel nuovo mondo. Io invece vago da solo per questa acque alla sua ricerca.-

La abbracciò forte a se quasi automaticamente, e altrettanto naturalmente pronunciò nuove parole.

-Anche io penso a quando dovremo separarci e non potrò vederti, già mi sento solo e senza una parte di me...-

La guardò dolcemente.

-Però ora siamo insieme e questo mi consola molto!-


La strinse a se,"tutti gli uomini pirati sono dei bastardi"dicevano,no non era affatto cosi,forse alcuni,tanti,ma Ace,lui era un Angelo i corpo di Diavolo seduttore seguito da un ombra scura di mistero,come se quel percorso che stesse percorrendo fosse stato dettato da una colpa precedente.Teach era una bestia oscura,Ace una bestia luminosa,cosa avrebbe potuto fare mai lei?Sarebbe stata d' intralcio ai suoi scopi,e forse se si fosse messa nel mezzo avrebbe pensato più a lei che a se stesso.Lo abbracciò forte guardandolo in un secondo momento.Scosse i bianchi capelli.

-Non posso venire con te,non perchè non voglia,come dici tu io sono una Contessa dei Mari,mio padre mi ha cacciata da qui perchè gente come Tich bramava di fare violenza su di me,e fino a qualche anno fa non ero come sono ora.Non ero cosi forte,non avevo mangiato un frutto del mare,ne mi ero spinta fino ai tormenti del Nuovo Mondo.-

Sospirò riprendendo il discorso-Quel che cerco di dirti è che nonostante sia più forte di come ero allora,sarei solo d' intralcio,anche se lottassi con te probabilmente sarei inferiore alla bestia che è Teach..E tu finiresti con il preoccuparti più per la mia incolumità che per la tua,e siccome ci tengo alla tua vita,perchè non ho mai incontrato un uomo come te,è meglio che non ti segua,capisci?-

Si riavvicinò a lui posando le labbra sulle sue facendo pressione sui gomiti per arrivare al suo viso,giocò con le sue labbra salate e calde,allargò le gambe facendolo sistemare per bene.Lo guardò seducentemente,guardò le sue spalle ampie e muscolose,quel tatuaggio sul braccio,poi i suoi occhi di fuoco,cosi meravigliosamente diversi dai suoi.Lo baciò nuovamente,il suo era un invito...


Si lasciò abbandonare a quel bacio, ogni volta era una nuova pace. Tutti i suoi sensi si concentravano in quell'unico gesto unico in tutto il mondo. La percepì muoversi con le gambe, ma non capì subito quello che tentava di fare. Lei si distaccò da quel tocco piantandogli negli occhi uno sguardo malizioso e invitante. Quella parte di lei gli risvegliava nuovi stimoli, una nuova parte di lui che non aveva mai conosciuto in così tanta quantità. Aveva capito bene quello che lei voleva, ma non era molto sicuro.

La baciò di nuovo con vigore e passione. Le carezzò i fianchi e la pancia morbida e liscia. Risalì lentamente sfiorando con le dita la sua pelle abbronzata. Arrivati ai seni cominciò a massaggiarli lentamente. Circunnavigò il petto della ragazza fino ad arrivare al nodo che teneva il costume stretto sulla ragazza e con calma lo sciolse lasciando che l'induemntò cadde.

-Mayoko sei sicura di quello che vuoi fare?-

Voleva che ci pensasse bene per non pentirsene in futuro.


La baciò,ripetutamente,le sciolse il nodo del costume con il quale aveva dormito,ultimo legame che aveva la sua pelle con la stoffa dell' indumento.I seni si liberarono da quella costrizion,lasciando le loro vere forme ortonde libere.Senti la pelle di lui calda contro la propria gelida.Un brivido le percorse la schiena facendogliela inarcare.Lo strinse a sè,poi quella domanda.

Non si vergognava di farsi vedere semi unda da lui,non sapeva perchè ma era come se lo conoscesse da una vita talmente lungha che probabilmente quello che stava per succedere era successo infinite volte.Sorrise arrossendo,in un tic prese a arricciarsi una ciocca bianca di capelli guardando imbarazzata le lenzuola.

-S-so che è strano,ma lo voglio,ti desidero,sei fuoco sulla mia pelle di ghiaccio,tu sei una fiamma ardente ho bisogno di te,perchè non sò quando potrò riaverti...Quindi Portuguese D.Ace,fa l' amore con me,l' unico attimo che posso donarti con purezza,regalo a te la mia verginità,perchè sei un fratello,un compagno e perchè anche se ti conosco solo da ieri sera e si potrebbe ben pensare che sono una "lucciola",sento di amarti e di voler essere tua,prima che sia troppo tardi...Ma solo se tu lo vorrai.."


La vide arrosire nonostante la carnagione scurita. Lo divertiva vedere la dura e mascolina ragazza conosciuta la sera prima in quell'atteggiamento così dolce e comune., sembrava quasi un'altra persona. Vedendola un po' nervosa le prese a carezzare i capelli candidi, lo rilassava molto e pensava che con lei fosse lo stesso.

-Io non sto pensando male di te. Nonostante io stesso avessi dei dubbi fino a poco fa su quello che sta succedendo fra noi adesso che provo i tuoi identici sentimenti,...- le parole sembravano non volergli uscire -Anche io ti amo Mayoko!- Disse tutto di getto ma fui come un liberazione per lui.

Sospirò e si tolse gli indumenti inferiori.

-E sono sicuro che lo voglio, con tutto me stesso.-

Inizio a massagiarle la sua intimità da sopra l'intimo.

-Quando te sei pronta Mayoko, prometto che farò più piano che posso ma te dovrai dirmi se provi dolore.-

Volevo che quel momento fosse indimenticabile e non voleva rovinarlo facendolo finire in uno strazio per il fisico della ragazza, non voleva farle male.


Le accarezzò i capelli per tranquillizzarla,come lo sapeva?Forse erano compatibili anche mentalmente,silasciò cullare da quelle mani calme e morbide,cosi calde sulla sua acute.Anche lui aveva avuto dei dubbi,poi improvvisamente le disse di amarla.Sgranò gli occhi,non di stupore di piacere,era sin dal momento che l' aveva veduto la sera primain cui aveva incrociato il suo sguardo,che aveva desiderato che l' amasse.

-Anche io ti amo...Ti ho amato subito appena i tuoi occhi neri si sono posati sulle mie tette...Voglio fare l' amore con te.-

Fu cosi che l' assecondò,la voleva quanto lei voleva lui,prese a massaggiarla sicuramente non avrebbe potuto urlare e nonostante fosse intimorita dal dolore che avrebbe potuto sentire,voleva fosse lui la causa di quel dolore.Lo vide svestirsi,privarsi dei vestiti.Sapeva come muoversi,le balenò in mente che forse aveva avuto altre donne,forse non era la prima,ma forse era meglio cosi.Era gelosa delle donne fantasma di Ace,ammettendo che davvero ne avesse avute.Lo lasciò spogliarsi,poi prendendogli le mani portandosele entrambi ai fianchi gli fece afferrare l' ultimo indumento che la copriva.

-Sono pronta...Fammi tua Ace-

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