Before I Forget di AKA FOREVER (/viewuser.php?uid=42464)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una data importante! ***
Capitolo 2: *** Tra le braccua del Fuoco! ***
Capitolo 3: *** Hypnotic eyes ***
Capitolo 4: *** Two hearts in one room ***
Capitolo 5: *** Past in the Dark ***
Capitolo 6: *** Fire in the Soul ***
Capitolo 1 *** Una data importante! ***
In un isola disabitata nel grande blu si riuscivano a scorgere anche da
una discreta distanza la Moby Dick e tutte le navi della flotta di
Barbabianca attraccate. Tutti si erano riuniti per un qualche motivo
sconosciuto.
Più ci si avvicinava e più si percepivano gli
schiamazzi e le urla, voci felici , suono di strumenti e canti festosi.
Le grandi imbarcazioni disposte a cerchio e unite fra di loro da ponti
mobili in legno ospitavano un enorme banchetto con delizie da tutto il
mondo e liquori pregiati, i pirati danzavano e scherzavano, era palese
che era in corso una festa.
Tutti i comandanti della flotta del grande imperatore pirata Edward
"Barbabianca" Newgate erano presenti, lui, imponente come sempre, se ne
stava sul suo trono sul ponte della Moby Dyck a ridersela mentre
guardava il trambusto creato dai suoi uomini, e al suo fianco il
comandante della seconda flotta, Portoguese D. Ace, detto Pugno di
fuoco, con in mano una bottiglia di sakè che all'improvviso
alzò gioioso verso i suoi fratelli di navigata.
-Avanti gente, oggi è il compleanno del nostro capitano,
dobbiamo fare festa come non mai. Dobbiamo farci sentire dalla marina
anche da quest'isola sperduta, quindi propongo un nuovo brindisi per
Barbabianca! HIP HIP... -
Il resto della ciurma subito lo imitò portando boccali,
botti, bottiglie e tutto quello che contenesse liquore in alto e
urlando all'unisono.
-URRA!!!!-
Il capitano rise di gusto. Si girò verso il figlio
prediletto con gli occhi lucidi.
-Ace questa è una sorpresa bellissima, mai avevo passato un
compleanno del genere.-
Il ragazzo sorrise a sua volta.
-Sapevo che ti sarebbe piaciuto, però devi ringraziare anche
Marco che mi ha aiutato in tutto questo.- Indicò il compagno
capitano della prima divisione che a sua volta gli fece cenno alzando
il pollice.- Comunque non metterti a piangere sennò la tua
immagine crolla!!- Rise nuovamente di gusto.-Comunque se non ti scoccia
vado a rifornirmi.-
Barbabianca fece lo stesso asciugandosi gli occhi.
-Non ho vergogna di piangere davanti ai miei adorati figli! Vai pure
Ace, non devi restare qui con me, io mi diverto anche solo nel
osservarvi mentre vi divertite...-
Con una pacca sulla schiena lo spintonò giù dal
ponte. I riflessi del ragazzo gli permisero di riottenere l'equilibrio
e cadere perfettamente in piedi. Si avviò verso l'immenso il
tavolo salutando con la mano dietro di lui...
Era partita da diversi giorni ormai,ma il mare si sà gioca
brutti scherzi,e cosi aveva fatto con lei. Non era mai stata un
soggetto particolarmente fortunato,anzi,la maggior parte delle volte se
sperava in una cosa accadeva l' esatto contrario. Non si era scordata
di quella data importante,anche se per molti anni non era potuta andare
a celebrare quella ricorrenza annuale. Non ricordava esattamente
nemmeno quanti anni fossero passati dall'ultima volta che l' aveva
veduto,se lo ricordava grande e grosso pieno di energie,sempre urlante
con quella voce cosi grave che avrebbe scosso le montagne. Ricordava il
suo sorriso splendente,sotto i baffi bianchi e candidi come neve,quante
volte l' aveva pizzicata dandole il bacio della buona notte,quante
volte si era addormentata mentre lui stava seduto sul suo immenso trono
a bordo della Moby Dick,tra le sue possenti braccia.
Questa volta non avrebbe perso quella ricorrenza,era mancata per
davvero troppo tempo,non aveva dato molto spesso sue notizie,anche
perchè da dove era giunta lei,le notizie non potevano essere
trasmesse tanto facilmente,e se lo si faceva era sempre contro la
legge. Non che lei seguisse le regole,anzi se ce ne era una per lei era
un invito al non attenervici,forse era a causa del sangue pirata che le
scorreva nelle vene,la parola Regolarità nella sua vita non
era mai esistita.
"Capitano!Capitano!"Una donna con una benda sull'occhio destro le si
era avvicinata toccandole con la mano la spalla.
"Si Tara,che c'è!?"L' aveva guardata dolcemente sorridendo.
"Siamo arrivati a destinazione...venga dall' altra parte della nave,da
la si sentono addirittura i canti dei Pirati...venga"L' aveva afferrata
per il braccio esile. Tara era stata una madre per lei,anche se le dava
sempre del Capitano e quasi mai la chiamava per nome. Quasi tutto il
suo equipaggio era composto da donne,alcune erano di una
bellezza a dir poco eterea,molti difatti le conoscevano come le
"Contesse dei Mari"per il carattere determinatissimo e per i modi
sofisticati ma guerreschi.
Una ad una le aveva caricate sotto il suo stendardo,sulla sua nave
meravigliosa piena di fregi in stile gotico,sulla fiancata
però era sempre ben visibile quello stemma,lo stesso che
portava tatuato dietro la schiena fin da quando era piccola.
"Guardate Capitano laggiù..."Aveva indicato una marea di
navi attraccate l'una vicina all'altra,come fossero una
città Navale,come se cento di esse ne formassero una enorme.
Sorrise,chiuse gli occhi ascoltando le voci della festa. Non stava
più nella pelle.
"Siete emozionata?"Le chiese Tara guardandola e sistemandole i
capelli.La guardò compiere il gesto,si per lei era come una
madre.
"Un po'...chissà se mi riconoscerà!"Le sorrise.
"Tranquilla,sicuramente ti riconoscerà...Edward riconosce
sempre i suoi figli..non si scorda mai di loro,nemmeno dopo tanti
anni"L' accarezzò"Su vai a prepararti piccola mia,devi
entrare con stile,non vorrai mica arrivare sulla Moby Dick conciata
cosi.."La squadrò,indossava ancora i vestiti del giorno
prima quando c' era stata la tempesta. Sospirò avviandosi
verso la propria cabina.
"Va bene...vado vado..."
Man mano che si avvicinavano le voci erano sempre più
forti,si riconoscevano anche le parole delle varie canzoni,ormai anche
lei era pronta. Usci dalla propria stanza avvicinandosi al
ponte,ripensava a quello che le aveva detto Tara,non era un po'
emozionata era molto emozionata,il cuore le martellava in petto cosi
forte da farle fischiare le orecchie. Senti la voce di uno dei Pirati
delle navi attraccate annunciare l' arrivo di un altra imbarcazione con
l' effige di Barbabianca. Tutti continuavano a cantare,pensò
che era meglio cosi,scendere nel silenzio più totale magari
guardata da tutti le avrebbe messo terrore. Tara le fu subito
accanto,cosi come le sue due fedeli consigliere Shara e Maryon,le
sorridevano dandole coraggio. Pian piano stava attraversando il pontile
abbassato e attraccato sulla Moby Dick.Lo vide subito,non era cambiato
nulla,era seduto sul suo trono,fiero osservava i suoi figli divertirsi
come matti cantando e ballando. Non sapeva se l' aveva vista,gli si
avvicinò con calma,pian piano i pirati si bloccarono ad
osservare la sfilata di donne che era appena giunta a bordo capitanata
da lei,che con atteggiamento fiero le conduceva verso il Re della Nave.
Quando gli fu davanti lo guardò,notò subito le
flebo dietro al proprio trono,alla fine qualche cosa era cambiato,era
invecchiato,anche se il suo corpo era simile a quello di quando era
piccola. Lo vide sgranare gli occhi,con il boccale fermo a
mezz'aria,sembrava scioccato. Gli sorrise,un po' in colpa per essersi
mostrata dopo 13 anni. Si abbassò a cercare il terreno
inginocchiandosi,tutta la schiera di donne,dopo di lei,si
inchinò. Alzò il viso guardandolo ancora.
"Buona sera Padre mio...sono tornata a casa!"
Tornò serio abbassando il boccale sui braccioli del trono,
si sporse in avanti con aria sorpresa e piuttosto confusa. Non credeva
ai suoi occhi. Un sorriso di commozione apparve sotto i baffi.
-Non sto sognando per il troppo alcohol? Sei proprio tu Mayoko?-
Si allungò verso di lui,gli toccò il viso con le
proprie mani candide. Gli tirò un baffo per poi accarezzarlo
sorridente.
"Non hai perso il vizio del bere è...certamente che sono
io,anche se per alcune cose sono un po' cambiata da quando mi hai fatta
andare via da casa...non è cambiata molto da quel giorno la
nostra nave,anzi sono felice che sia ancora come la ricordavo,anche se
mi sembra di notare che ti sei fatto un sacco di figli acquisiti..."Le
era mancato tantissimo,si alzò di scatto abbracciandolo.
"Scusami tanto papà se non sono potuta venire nei 13
compleanni prima,ma,ero in un punto di non ritorno,poi ti
racconterò più tardi,adesso vorrei presentarti
cosi velocemente le mie compagne"Si voltò indicando a tutti
le donne che si erano alzate di colpo.
"Padre mio,e pirati di BarbaBianca,sono lieta di presentarvi le famose
"Contesse dei Mari"note per le loro rare bellezze e per il
raffinato gusto della Guerra".
Tutte in coro alla fine della frase alzarono un girdò di
gioia al proprio Capitano.
"E adesso mie signore...divertitevi!"In trenta secondi la fila si
sciolse e ognuna si diede da fare per divertirsi. Guardò
Edward accennando un altro sorriso.
"Sono un po assetata,dammi il bocc..."Guardò le dimensioni
del boccale vuoto del padre.
"..No scherzavo..bhè vado a prendere da bere torno
subito,non ti azzardare a schiodarti da quel trono papà
altrimenti...ti stacco le flebo!"Lo senti ridere di gusto,rise anche
lei allontanandosi verso il tavolo delle bevande. Guardò un
po cosa c' era,tanto liquore e birra,poi notò una bacinella
trasparente che conteneva del liquido rosso. Dal profumo sembrava
buona,si avvicinò al ragazzo col petto scoperto e con uno
strano cappello in testa arancione,era ben piazzato,una 15 di
centimetri più alto di lei,intravedeva da sotto il copri
capo dei ciuffi di capelli neri. Si avvicinò gentilmente.
"Scusa...mi sapresti dire cosa c'è qui
dentro?"Domandò indicando il recipiente.
Mentre studiava il tavolo per guardarne le prelibatezze
sentì uno strano trambusto, qualcuno era arrivato, ma non si
girò sicuro che fosse qualcuno che aveva visto
già milioni di volte. Assaggiava manicaretti, ognuno
più buono dell'altro, la maggior parte non sapeva nemmeno
cosa fossero. La voce di Barbabianca echeggiò sulle navi,
tutti erano attenti a quello che stava succedendo, un arrivo
inaspettato, ma lui niente. Se ne stava per i fatti suoi, impegnato con
cibo e birra, d'altronde era famoso anche per il modo in cui si
estraniava.
Si mise a leggere i tipi di birre presenti a quella festa quando un
recipiente contenente liquido rosso profumato colpì la sua
attenzione. Vi si avvicinò per osservare meglio. Un attimo
prima dell'assaggio una voce leggiadra gli chiese indicazioni sulla
bevanda. Stava per rispondere di getto quando le parole gli si
fermarono in bocca, quella che aveva sentito, quella voce soave ma al
contempo sensuale era la voce di una donna. Si voltò di
scattò e l'espressione di stupore ebbe conferma nel vedere
quella figura.
Una ragazza poco più bassa di lui gli si stagliava
d'innanzi. Fisico asciutto e pelle abbronzata che si accostava
perfettamente ai lunghi e mossi capelli bianchi. Vestiva un corpetto
che copriva ben poco, la pancia scoperta, così come gran
parte del prosperoso seno, un vistoso brillantino alla pancia,
pantaloncini corti dello stesso materiale dei suoi e lunghi stivali
neri che arrivavano al ginocchio. Le braccia adornate di ninnoli di
ogni tipo come gli orecchini che portava, al collo una vistosa collana
d'oro con attaccata un teschio che al posto degli occhi aveva due
pietre preziose Ma la cosa che colpiva più di tutte era lo
sguardo spavaldo e sensuale che aveva, una vera signora dei mari.
Dopo qualche attimo di imbarazzante silenzio riottenne il dono della
parola, la guardò negli occhi.
-Questa, em... effettivamente me lo stavo chiedendo anche io... Scusa
un attimo.-
Si girò verso la Fenice.
-Marco, ma che è sta roba??- Urlò indicando la
scodella.
L'amico guardò un attimo, poi sorridente rispose a tono.
-E' un liquore fatto con un frutto rosso tipico di un isola del mare
meridionale di cui adesso mi sfugge il nome, comunque provalo
perchè è ottimo!!- E si rimise a ridere con gli
altri.
Sospirò e si girò verso la ragazza.
-Adesso sappiamo cos'è, ne vuoi un po' bellezza?-
Sorrise e senza attendere risposta ne fece due bei bicchieri, di cui
uno lo porse a lei.
-Ecco a te. Non mi sembra di conoscerti, io sono Ace Pugno di Fuoco,
avrai sentito di me. Con chi ho l'onore di parlare?-
Era stato gentile nonostante nemmeno lui sapesse cosa contenesse quel
recipiente chiedendo ad uno dei compagni,poi chiamandola "Bellezza"le
aveva riempito un bicchiere porgendoglielo. Lo afferrò
sorridente.
"Grazie mille!"Lo guardò come lui aveva fatto con
lei,perchè si,si era accorta che l' aveva squadrata dall'
alto verso il basso. Come aveva notato prima era privo di maglietta,il
petto era ben scolpito e sodo,sul braccio destro portava un tatuaggio
con la scritta "Asce"sulla S però noto una specie di X,il
gomito era coperto da una protezione arancione come il cappello. La sua
pelle era leggermente abbronzata,i capelli neri gli occhi del medesimo
colore ma con uno bagliore infuocato,aveva delle lentiggini sparse
sulle guance e sul naso,indossava dei bermuda neri con una cintura
arancione,attaccata ad essa vi era un pugnale dalla forma strana con l
elsa verde e nera.
"Si effettivamente mi è giunta qualche voce su di
te...Piacere di conoscerti Ace,io sono Mayoko Newgate,ma forse mi
conoscerai come "WitheYoko"Allungò a mano verso di lui,era
ipnotizzante il modo in cui aveva scrutato ogni centimetro della sua
persona,soffermandosi sui seni,la pancia,i capelli e gli occhi,se c'
era una cosa che sapeva fare bene,era capire dove le persone la
stessero esattamente osservando. Portò la bevanda
alle labbra rosee assaggiandola,era davvero buonissima,molto dolce e
speziata,guardò il moro leggermente arrossendo. Pugno di
Fuoco,cosi aveva detto di chiamarsi,il suo nome le era ben noto anche
dove era giunta lei la fama del ragazzo aveva causato molte
dicerie,chissà perchè suo padre l' aveva
arruolato nella sua ciurma,per quale motivo invece lui aveva deciso di
accettare?Lei era l' unica vera figlia di Newgate,suo padre l' aveva
allontanata da se per poi prendere altri pirati chiamandoli
“Figli”, perchè le aveva fatto questo?E
su tutte le dicerie che aveva sentito quale di esse erano vere e quali
no?
Gli sorrise dolcemente guardando poi la parte di nave che era stata
adibita al ballo divenendo una vera pista. Posò il bicchiere
vuoto sul tavolo.
“Allora Hikken no Ace...che ne dici,ti va di
ballare?”Lo guardò seducentemente spostando la
testa di lato allungando la mano candida verso di lui offrendogliela. |
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** Tra le braccua del Fuoco! ***
La sua stanza era come se la ricordava,solo le lenzuola erano
diverse.Quando era piccola aveva fatto comperare al padre ogni singolo
lenzuolo che fosse con gli angoli o senza,che fosse una coperta o un
piumone invernale,rigorosamente di colore viola,a pallini a
strisce,sfumature,triangoli di qualsiasi trama ma viola.Le
guardò,erano rosso scarlatte,si sedette su di esse,anche il
materasso era cambiato lo ricordava morbido,anche il cuscino non era il
suo,era duro,e lei l' aveva smepre preferito morbido.Si
guardò attorno,le pareti erano del solito colore bianco
slavatomagli oblò che davano sull esterno della nave vi
erano le tendine che aveva scelto per il suo sesto
compleanno.Sorrise,era felice di essere tornata a casa,anche se a breve
sicuramente sarebbe dovuta ripartire.Si stiracchio,era veramente
stanca,raramente si faceva lunghi sonni coordinare una ciurma non era
mai una cosa facile.Si alzò spogliandosi,posando poi tutti
gli indumenti nell' armadio,dentro notò che c' era un
cappotto nero lungo,sembrava da uomo.Lo guardò,lo
provò,sapeva di cenere,di fumo di sigaretta,o sigaro.Lo
ripose nell' armadio e chiuse.Alzò le coperte infilandosi
sotto,si era scordata del pigiama e non aveva affatto voglia di
percorrere dinuovo tutta la nave per arrivare alla sua con la
rpobabilità di svegliare sia la ciurma del padre che le
altre,per prenderlo e tornare indietro,decise di dormire in intimo.Si
nascose sotto,in posizione fetale,chiuse gli occhi seguendo il rumore
delle onde.
Mentre al di fuori il più della roba utilizzata per la festa
veniva tolta lui camminava lentamente per la coperta della nave diretto
nella sua stanza. Continuava a pensare con fare assorto a quello che
era successo, a quanto quella scena fosse strana, lui che si comprotava
in tal modo di fronte ad una donna.
Entrò nella sua stanza, era buaia data l'ora, ma a lui
bastava un debole magliore emanato dal proprio corpo per orientarsi in
quell'ambiente che conosceva a memoria. Si stiracchiò
leggermente, facendo tutto in silenzio per non svegliare gli altri. Si
tolse il prezioso cappello riponendolo sul tavolo, successivamente si
tolse i calzari e i pantaloni riponendo anch'essi con cura nell'armadio.
Senza perdere troppo tempo alzò le coperte e si introdusse
nel grande letto. I pensieri però continuavano a venire
fuori come una cascata.
Improvvisamente nel rigirarsi sentì una presenza vicino a
se, la mano stava toccando qualcosa di morbido al tatto. Dal suo corpo
una luce simile alla precedente, ma maggiore in intensità si
irradiò mostrando una scena piuttosto imbarazzante. Mayoko
era accanto a lui e, anche se erano sotto le coperte, ormai sapeva che
cosa si trovava nella sua mano. Ritirò velocemente l'arto.
La scosse leggermente, doveva togliersi da quella situazione in qualche
modo.
-Mayoko, mi dispiace svegliarti, ma cosa ci fai nella mia stanza??-
Sperava che non si fosse svegliata con un istinto omicida nel cuore.
Non ricordava che fosse cosi caldo in quella stanza,anzi se la
ricordava piuttosto freddina.Senti improvvisamente una morsa sul
seno,calda anche essa.Apri gli occhi trovandosi davanti gli occhi nero
pece di Ace.Le ci volle un po' per capire se stesse sognando o se fosse
la realtà,ma quando lo vide ritrarre la mano dal suo seno e
domandarle cosa facesse nella sua stanza,capi che era
realtà.Sgranò gli occhi battendo le lunghe
cicglia piu e piu volte.Si alzò a sedere lasciando che le
coperte rosse le scivolassero di dosso lasciandole il busto scoperto.
-La tua stanza!?-
Si guardò attorno un ennesima volta,non c' era dubbio non
era la stanza di lui ma quella di lei quando abitava sulla Moby Dick.Lo
guardò,precisamente percorse con lo sguardo tutto il suo
viso,fino a scendre al collo dal quale si vedevano alcune vene
sottili,le clavicole alle spalle,la pelle bianca,i muscoli delle
braccia,la stessa mano che l' aveva afferrata,e poi quegli addominali
scolpiti.
-Gaurda che ti sbagli di gorsso questa è la mia stanza!-
Disse avvicinandosi a lui con aria di accusa.
-E tu sei nel mio letto,sotto le...no aspetta le mie coperte sono
sempre state viola,quindi sotto le coperte di qualcun altro,e...mi ai
toccato una tetta!-
Disse indicandosi il seno destro.Poi con la mano si avvicinò
toccando il torace del moro come lui aveva fatto con lei.
-Ora siamo pari,ma mi spieghi che ci fai qui?Se volevi venire a letto
con me bastava dirlo Pugno di Fuoco-Rise maliziosa.
Le coperte scivolarono via dal corpo di lei, rimase stupito da quella
improvvisa visione del suo corpo fantastico. Si destò
competamente quando lo toccò al petto e rise, ricambio con
altrettanta malizia.
-Dolcezza non esageriamo, l'hai detto tu stessa, queste coperte non
sono quelle che usavi te perchè le ho scelte io,
perchè adesso questa è la MIA stanza! Se non sei
informata chiedi prima di entrare in una stanza che non usi
più da 15 anni o quanti sono...-
Sospirò profondamento dopo quello sfogo, che lo facesse
anche passare per un bugiardo no. La guardò nuovamente, in
intimo non semvra più la ragazza sul ponte, era messa a
nudo, però doveva ammetere che di corpi in quel modo ne
aveva visti ben pochi.
-Comunque penso che ora stiano tutti dormendo, se vuoi puoi
tranquillamente rimanere qui senza malizia ne doppi fini, non potrei
lasciare una ragazza a dormire nei corridoi della nave. Il letto
è grande e ci possiamo stare benissimo in due senza
toccarci.-
Si distese di fianco dandole le spalle.
-Così dovresti essere al sicuro, spero che tu passerai una
buona nottata.-
Lo guardò,aveva un fisico perfetto anche se non capiva
perchè essendo un pirata non era molto abbronzato nonostante
stesse a torso scoperto durante tutto l' arco della
giornata.Si voltò dandole le spalle,si mise distessa
nuovamente.In effetti aveva ragione,se si fosse alzata non avrebbe
saputo dove andare a dormire,non poteva certo dormire con il padre che
russava e probabilmente l' avrebbe schiacciata.Ma più calava
il buio più non riusciva a dormire,era distesa accanto ad
uno degli uomini più affascinanti che avesse mai
conosciuto.Guardò la sua schiena,quel tatuaggio che tanto le
apparteneva.Il freddo si insinuò sotto le coperte,le venne
un brivido,poi un altro.Si sentiva anche in colpa per quella
sitauzione,e soprattutto perchè Ace aveva ragione,lei non
era più figlia di quella casa.Posò una mano sulla
schiena di lui avvicinandosi con la testa a quello stesso tatuaggio
rannicchiandosi tra le sue scapole pronunciate.
-Ace...posso dormire vicino a te...fa freddo."
Le veniva da piangere,non se ne era andata,suo padre l' aveva cacciata.
La sentì spostarsi lentamente verso di lui finche non
sentì la testa appoggiarsi fra le sue scapole.
-Certo piccola, che puoi, non ci sono preoblemi.-
Si girò abbracciandola. Un gesto che magari poteva sembrarle
troppo confidenziale, ma sperava che ci passasse sopra. La sua pelle
era così liscia e vellutata, era una piratessa ma anche una
vera ragazza che curava il suo corpo.
Si voltò abbracciandola.Aveva gli occhi chiusi,sentiva il
suo calore,cavolo se era caldo,quelle braccia muscolose,l' odore di
salsedine sulla pelle chiara.Lo guardò gli
accarezzò semplicemete una guancia.
-Ora che ci penso...sei mio fratello,se chiami Edward Babbo!..."
Sorrise.
-Mi piace il tuo viso,il tuo calore...per fortuna non abbiamo legami di
sang..."
Si assopì dolcemente tra le sue braccia posando la fronte
sul suo sterno le labbra leggermente dischiuse.
Sorrise a quelle parole.
-Però non lo siamo e questo direi che è un bene
così non abbiamo restrizioni nel nostro rapporto... Forse
per Edward non acconsentirebbe uguale...-
La sentì addormentarsi appoggiata al suo petto. Il respiro
tranquillo e regolare, che lentamente portò anche lui
all'addormentarsi profondamento. |
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** Hypnotic eyes ***
Buttò
giù il liquore tutto d'un fiato
per poi fare un bel respiro. Era veramente delizioso, una
rarità che
si era fatto sfuggire nel suo lungo pellegrinare.
-Mi dispiace ma non ho mai
sentito
nessuno di questi due nomi prima di adesso, e anche il nominativo
della tua ciurma mi giunge nuovo... Eppure di mari ne ho girati
tanti.-
Si riempì
nuovamente il bocalle
svuotandolo più velocemente della prima volta, nel frattempo
lei gli
propose un ballo allungando il braccio verso di lui. In un primo
momento rimase incantato a seguire il leggiadro movimento dell'arto
che si protendeva verso la sua figura. Poi però, pensando
alle
parole della ragazza, scoppiò a ridere di gusto, aveva le
lacrime
agli occhi e non riuscì a parlare per qualche secondo.
Quando riuscì a
riprendersi si mise
una mano sulla pancia che gli doleva dal troppo ridere.
-Mi dispiace molto
bellezza, ma io non
ho doti di ballo molto svilluppate, è meglio se non mi porti
lì nel
mezzo a meno che tu non voglia fare una pessima figura.-
La guardò negli
occhi mentre ancora si
asciugava le lacrime dagli occhi.
Lo guardò
prenderla in giro ridendo
cosi tanto da farlo lacrimare.Rimase un attimo stupita non capendo se
fosse scemo o altro,alla fine la guardò con i suoi occhi
neri e
ipnotici dicendole di non saper ballare.Con scatto gli
afferrò il
braccio e con forza che aveva preso dal padre lo strattonò
portandolo verso il centro del festeggiamento.Mentre lo trascinava
con la mano percorse il suo avanbraccio,sentiva sotto i polpastrelli
le vene pronunciate i muscoli scolpiti,riconobbe il profilo senza
guardarlo del loge pose legato al suo polso.Scivolò fino
alla sua
mano stringendola,era calda,quasi bollente,era una bella
sensazione,come stringere della cenere che si è appena
stiepidita.Sorrise non guardandolo,poi si bloccò all'
improvviso,voltandosi stringendogli l arto per non farlo scappare.Lo
guardò negli occhi.
La musica era sfrenata,un
lento non ci
sarebbe mai stato in una festa piratesca.
Spostò il
bracciò di lui verso l'
alto per scivolargli sotto e poi riabbassarlo in modo da
tenerlodavanti a se quasi posato sui seno,pian piano prese
capacità
di movimento seguendo il ritmo della musica
calzante,cominciò a
muovere i fianchi strusciandosi a lui,il vento prese a soffiare
spostandole i capelli bianchi come neve,sembravano spuma di mare
ondeggiata soffice e profumata.Anche la pelle del suo praccio
profumava,sapeva di uomo,di salsedine e di abbronzatura.
-Avanti-lo
guardò spostando gli occhi
verso l' alto-Imbarazzami...-
Lei approfittò
di quel momento di sua
debolezza per trascinarlo via, lui ancora con la pancia dolorante non
tentò di liberarsi.
Lo teneva stretto con forza
erculea per
una ragazza esile come lei. Per il suo corpo di fuoco lei era
piuttosto fredda, ma le due temperature si morzavano a vicenda
portando ad un debole tepore piacevole. Cercò di nascondenre
l'imbrazzo sotto il capello quando lo prese per mano.
In pochi secondi si
ritrovò nel mezzo
della zona ad ballo, lei agilmente lo manipolò e
iniziò a ballargli
intorno strusciandosi. Ancora più imbarazzato, forse rosso
in volto,
si abbassò fino all'orecchio di lei in modo che nessuno
potesse
sentirlo.
-Ma cosa stai facendo?
Magari tuo padre
ci sta guardando e io non voglio cadere nelle sue ire...-
Nel frattempo il piede
aveva iniziato
instintintivamente a muoversi a tempo di musica battendo sul legno
del ponte.
Senti la sua voce
all'orecchio,sembrava
imbarazzato,non capiva se era rosso ma dalla sua mano e dal suo
braccio sembrava avvampare anche se a lei risultava tipeido.Video il
piede di lui battere sul legno,forse cominciava a sciogliersi come
voleva lei.
-L' ira di mio padre non
è nulla in
confronto alla mia...e poi lui è malato e io in salute-
Contunuò ad
ancheggiare
strusciandosi,fece scendere il braccio su lui stringendolo verso di
essi voltandosi,adesso lo guardava negli occhi,sentiva il suo petto
contro quello muscoloso di lui.
-magari mi diverte vederti
sotto le ire
di mio padre.....anche se da quello che ho capito tu sei il suo
pupillo,se mi tocchi tu credo che gli starà bene...e poi
stai gia
battendo il ritmo....lasciati andare,balla come ballerebbe il fuoco
che brucia una nave di legno...."
Gli sorrise lasciandogli la
mano in
modo che potesse muoversi,forse era anche un po' alticcia,ma Ace l'
attraeva come una calamita,come il sole attira i girasoli,come le api
col miele,che fosse chimica gli occhi di lui la scioglievano come
neve sotto le luci di un intensità
incredibile.Chissà che effetto
faceva lei a lui se lo domando mentre posava la mano sul suo
pettò
avvicinandosi al suo copro strusciandosi.
-Lo sai-sussurrò
alzandosi sulle punte
dei piedi -Noi piratesse siamo delle ottime incantatrici...impariamo
a danzare fi da piccole per momenti come questi,per far cadere gli
uomi a nostro volere...è come una danza di sesso..."
Lo stava incastrando, era
veramente una
maga della seduzione, doveva essere esperta di uomini. Non sapeva
come uscire da quella situazione prima che fosse troppo tardi. Si
guardò intorno cercando disperatamente un soluzione quando
improvvisamente incontro lo sguardo torvo del suo capitano.
Tornò a
guardarla.
-Scusami Mayoko ma tuo
padre ci sta
guardando malissimo e se permetti preferisco non farlo arrabbiare
vista la mia posizione, potrei ritrovarmi in guai molto seri.-
Nuovamente
guardò Barbabianca e poi
ancora intorno a lui. Di sfuggita vide Marco sghignazzare mentre lo
guardava.
"Maledetto, me la
pagherà cara!!"
Pensò tra se e
se mentre la ragazza si
strusciava sempre più insistentemente su di lui in maniera
alquanto
esplicita e facilmente fraintendibile.
Si decise improvvisamente a
cercare di
liberarsi da quella mrose psicologicamente fatale. Di scattò
scivolo
fra le braccia di lei scattando velocemente verso il luogo da cui
ernao venuti.
Lo vedeva guardarsi intorno
come se
stesse cercando una via di fuga,non voleva essere di cattivo
gusto,eveidentemente a lui non aggradava quella situazioane e tanto
meno lei.Lo lasciò svincolare,seguendolo con lo sguardo
mentre
tornava verso il banchetto.Si fermò quando lui raggiunse il
tavolo,sperava si voltasse a guardarla,era immbile in mezzo ad una
moltitudine di persone che ballavano freneticamente.Non sapeva bene
il perchè ma ci era rimasta male,lo guardò triste
per poi vltrasi
di scatto e lasciare la bolgia che incalzava a ritmo di musica.Si
avvicinò al parapetto della nave,posò la testa
sul legno a guardare
il mare in lontananza fondersi col cielo che assumeva
tonalotà
rosse,rosa,violace,quelle tipiche del tramonto.Con aria sognante
ascoltando sempre il baccano della festa,si ricordò di
quando era
piccola,di sua madre e di suo padre,felici che danzavano proprio in
una festa come quella che si stava svolgendo.Da quando Barba bianca l
aveva perduta anche nei confornti di lei che era sua figlia legittima
era cambiato.Improvvisamente le si avvicinò con passo deciso
battendo il lungo bastone sul legno del pavimento e facendo tremare
tutto proprio il capitano della Moby Dick.Posò una delle sue
grandi
mani slla sua testa,abbassandosi la guardò.Si somigliavano
tanto lo
notava bene anche lei,ricambio il suo sguardo.
-Non badare a Ace...su
questo piano è
ancora un bambino...ha paura di me non è colpa tua,scommetto
che gli
piaci-Le carezzava la testa.Intanto notò che Marco si stava
avvicinando al Portuguese shignazzando.
-L'ho spaventato mi
sa....sono troppo
diretta forse,non era mia intenzione volevo solo divertirmi,da dove
sono giunta io di duvertimenti e ho visti ben pochi...e poi
è cosi
ipnotico...-
Le sorrise.
-E' il sangue di
Roger...è purò fuoco
Mayoko,e tu sei ghiaccio...ho visto come lo guardavi,va da
lui,parlagli,io sono consenziente!"
Sospirò,forse
aveva ragione il
padre,gli sorrise,incamminandosi nuovamente vero di lui.
Non se lo aspettava ma la
fuga fu
semplice. Arrivato al tavolo notò Marco che gli andava
incontro
ancora divertito.
-Il nostro caro Ace che
scappa di
fronte ad una ragazza? Sai che verrai umiliato a vita?-
Una nuova risata
prvocatorio. Il
ragazzo lo guardò male.
-Ridi pure se ti va
pettirosso ma
quella ragazza non è come le altre. E' la prima volta che mi
trovo
così imbarazzata di fronte ad un'esponente del gentil sesso,
sembrava dovesse uccidermi e invece voleva solo ballare con me. Non
so veramente cosa mi sia successo.-
Sospirò
riempiendosi un boccale e
buttando giù tutto d'un fiato. L'amico lo imitò.
.Magari lei ti piace in
modo diverso da
tutte le differenti, non è solo attrazzione fisica. Senti
che dentro
di lei c'è qualcosa che ti attira particolarmente e che ti
fa
imbarazzare per ogni sua azione...- Prese altro liquore.-
C'è da
dire anche che comunque è una bellezza fuori dal comune, mai
vista
una così!-
Ace lo guardò
male mentr si scolava un
nuovo boccale.
-Attento a quel che dici!!-
L'amico rise di nuovo.
-Vedi? Solo il fatto che tu
te la
prenda per un apprezzamente vuol dire che qualcosa è
diverso.
Comunque stai per avere visite quindi ti lascio solo.-
Si girò
portandosi la birra alla bocca
e si allontanò.
Il moro sapeva
già cosa stava
succedendo, si girò con già impressa l'imaggine
della ragazza che
si avvicna a lui nella mente. Quando furono vicini stette un attimo
zitto prima di parlare.
-Mayoko, ti prego di
scusarmi, a me non
piace ballare ma non mi sono mai comportato in quel modo...-
Rimase con la testa china
in segno di
scuse.
Vide Marco andarsene e
farle un sorriso
complice,come se ne sapesse una piu del diavolo,sorrise a sua volta
imbarazzata.Si avvicinò al moro che appena se la vide
arrivare
abbassò la testa chiedendo scusa.Detestava che un uomo di
tale
livello come lui chinasse la testa difornte ad una cosa del genere
cosi banale.Con la mano cercò il suo viso sotto al cappello
arancione,gli prese il mento facendogliela sollevare e fissandolo
negli occhi neri.
-Guarda che non mi devi
chiedere
scusa....io ho insistito e ti ho trascinato in una cosa che non
volevi spetta a me chiederti scusa,ma non mi piace affatto che mi si
chini la testa davanti in questo modo...sei un pirata,non devi
chiedermi mai più scusa per una siocchezza del genere
soprattutto
chinando la testa...la tua taglia la dice lunga sul tuo conto e poi
ti chini cosi dofronte ad una donna.Mi stupisci sai-
Le balenò in
mente l' idea che lui
potesse gia aver avuto altre donne,bellissime donne,more,rosse magari
gli piacevano le bionde,scosse la testa leggermente,togliendo la mano
dal suo mento liscio,doveva essersi fatto la braba recentemente.
Lo gardò
dolcemente.
-Scusami per
prima,solitamente non,non
mi comporto cosi,cioè ecco si non mi sono mai "strusciata"
a qualcuno come pocanzi,è che tu...tu mi confondi,mi inebri
ecco,sei
peggio del liquore...solitamente non mi comporto cosi con gli
uomini..quindi facciamo finta che non sia successo nulla.-Prese un
frutto mordendolo,sorrise.
-Dai ti lascio bere in
pace,credo che
fra poco qui tutti dormiranno,ti conviene bere e mangiare a
sazietà
prima che mio padre dica che la festa è finita,divertiti
Portuguese-
Si allontanò
ancheggiando verso il
padre che si era nuovamente seduto sul suo trono,si accostò
a lui
che le diede un bacio per poi tirargli un baffo e abbbracciarlo,poi
si allontanò dalla festa in direzione della sua stanza,di
quando era
piccola.Senti il padre annunciare che la festa era
conclusa.Chissà
Ace cosa aveva pensato di lei,chissà cosa aveva
provato.Attendeva
qualche cosa ma nemmeno lei sapeva cosa,anzi lo sapeva ma era un
sogno irrealizzabile.
Fu costretto ad alzare la
testa e lei
gli fece una bella ramanzina. Li aveva ragione, ma non poteva sapere
che era la prima volta che chiedeva scusa in quel modo, non sapeva
che l'aveva fatto perchè era lei. Quelle parole
probabilmente non lo
avrebbero scalfito dette da un altro, ma proferite dalla bocca di
Mayoko risultarono dolorose e quando lei confessò la sua
attrazione
per lui rimase spiaziato, tanto da non sapere cosa dire.
Propose di dimenticare la
cosa, ma
anche volendo non sarebbe stato capace di farlo. Lei si
allontanò
lasciandolo solo, andò dal padre per poi scomparire
all'itenro della
maestosa nave.
Non era stato in grado di
risponderle.
Rimase a bere chiedendosi come lei avrebbe interpretato il suo
silenzio e cosa stesse pensando in quel momento.
Senza che se ne accorse il
capitano
interruppe la festa con grida di disappunto da parte della ciurma,
normalmente anche lui ne avrebbe fatto parte, ma non in
quell'occasione. Non riusciva a pensare ad altro.
Diede un ultimo sorso e
posò il
boccale sul tavolo per poi dirigersi silenziosamente alle sue stanze. |
Ritorna all'indice
Capitolo 4 *** Two hearts in one room ***
La sua stanza era come se la ricordava,solo le lenzuola
erano diverse.Quando era piccola aveva fatto comperare al padre ogni
singolo lenzuolo che fosse con gli angoli o senza,che fosse una coperta
o un piumone invernale,rigorosamente di colore viola,a pallini a
strisce,sfumature,triangoli di qualsiasi trama ma viola.Le
guardò,erano rosso scarlatte,si sedette su di esse,anche il
materasso era cambiato lo ricordava morbido,anche il cuscino non era il
suo,era duro,e lei l' aveva smepre preferito morbido.Si
guardò attorno,le pareti erano del solito colore bianco
slavatomagli oblò che davano sull esterno della nave vi
erano le tendine che aveva scelto per il suo sesto
compleanno.Sorrise,era felice di essere tornata a casa,anche se a breve
sicuramente sarebbe dovuta ripartire.Si stiracchio,era veramente
stanca,raramente si faceva lunghi sonni coordinare una ciurma non era
mai una cosa facile.Si alzò spogliandosi,posando poi tutti
gli indumenti nell' armadio,dentro notò che c' era un
cappotto nero lungo,sembrava da uomo.Lo guardò,lo
provò,sapeva di cenere,di fumo di sigaretta,o sigaro.Lo
ripose nell' armadio e chiuse.Alzò le coperte infilandosi
sotto,si era scordata del pigiama e non aveva affatto voglia di
percorrere dinuovo tutta la nave per arrivare alla sua con la
rpobabilità di svegliare sia la ciurma del padre che le
altre,per prenderlo e tornare indietro,decise di dormire in intimo.Si
nascose sotto,in posizione fetale,chiuse gli occhi seguendo il rumore
delle onde.
Mentre al di fuori il più della roba utilizzata per la festa
veniva tolta lui camminava lentamente per la coperta della nave diretto
nella sua stanza. Continuava a pensare con fare assorto a quello che
era successo, a quanto quella scena fosse strana, lui che si comprotava
in tal modo di fronte ad una donna.
Entrò nella sua stanza, era buaia data l'ora, ma a lui
bastava un debole magliore emanato dal proprio corpo per orientarsi in
quell'ambiente che conosceva a memoria. Si stiracchiò
leggermente, facendo tutto in silenzio per non svegliare gli altri. Si
tolse il prezioso cappello riponendolo sul tavolo, successivamente si
tolse i calzari e i pantaloni riponendo anch'essi con cura nell'armadio.
Senza perdere troppo tempo alzò le coperte e si introdusse
nel grande letto. I pensieri però continuavano a venire
fuori come una cascata.
Improvvisamente nel rigirarsi sentì una presenza vicino a
se, la mano stava toccando qualcosa di morbido al tatto. Dal suo corpo
una luce simile alla precedente, ma maggiore in intensità si
irradiò mostrando una scena piuttosto imbarazzante. Mayoko
era accanto a lui e, anche se erano sotto le coperte, ormai sapeva che
cosa si trovava nella sua mano. Ritirò velocemente l'arto.
La scosse leggermente, doveva togliersi da quella situazione in qualche
modo.
-Mayoko, mi dispiace svegliarti, ma cosa ci fai nella mia stanza??-
Sperava che non si fosse svegliata con un istinto omicida nel cuore.
Non ricordava che fosse cosi caldo in quella stanza,anzi se la
ricordava piuttosto freddina.Senti improvvisamente una morsa sul
seno,calda anche essa.Apri gli occhi trovandosi davanti gli occhi nero
pece di Ace.Le ci volle un po' per capire se stesse sognando o se fosse
la realtà,ma quando lo vide ritrarre la mano dal suo seno e
domandarle cosa facesse nella sua stanza,capi che era
realtà.Sgranò gli occhi battendo le lunghe
cicglia piu e piu volte.Si alzò a sedere lasciando che le
coperte rosse le scivolassero di dosso lasciandole il busto scoperto.
-La tua stanza!?-
Si guardò attorno un ennesima volta,non c' era dubbio non
era la stanza di lui ma quella di lei quando abitava sulla Moby Dick.Lo
guardò,precisamente percorse con lo sguardo tutto il suo
viso,fino a scendre al collo dal quale si vedevano alcune vene
sottili,le clavicole alle spalle,la pelle bianca,i muscoli delle
braccia,la stessa mano che l' aveva afferrata,e poi quegli addominali
scolpiti.
-Gaurda che ti sbagli di gorsso questa è la mia stanza!-
Disse avvicinandosi a lui con aria di accusa.
-E tu sei nel mio letto,sotto le...no aspetta le mie coperte sono
sempre state viola,quindi sotto le coperte di qualcun altro,e...mi ai
toccato una tetta!-
Disse indicandosi il seno destro.Poi con la mano si avvicinò
toccando il torace del moro come lui aveva fatto con lei.
-Ora siamo pari,ma mi spieghi che ci fai qui?Se volevi venire a letto
con me bastava dirlo Pugno di Fuoco-Rise maliziosa.
Le coperte scivolarono via dal corpo di lei, rimase stupito da quella
improvvisa visione del suo corpo fantastico. Si destò
competamente quando lo toccò al petto e rise, ricambio con
altrettanta malizia.
-Dolcezza non esageriamo, l'hai detto tu stessa, queste coperte non
sono quelle che usavi te perchè le ho scelte io,
perchè adesso questa è la MIA stanza! Se non sei
informata chiedi prima di entrare in una stanza che non usi
più da 15 anni o quanti sono...-
Sospirò profondamento dopo quello sfogo, che lo facesse
anche passare per un bugiardo no. La guardò nuovamente, in
intimo non semvra più la ragazza sul ponte, era messa a
nudo, però doveva ammetere che di corpi in quel modo ne
aveva visti ben pochi.
-Comunque penso che ora stiano tutti dormendo, se vuoi puoi
tranquillamente rimanere qui senza malizia ne doppi fini, non potrei
lasciare una ragazza a dormire nei corridoi della nave. Il letto
è grande e ci possiamo stare benissimo in due senza
toccarci.-
Si distese di fianco dandole le spalle.
-Così dovresti essere al sicuro, spero che tu passerai una
buona nottata.-
Lo guardò,aveva un fisico perfetto anche se non capiva
perchè essendo un pirata non era molto abbronzato nonostante
stesse a torso scoperto durante tutto l' arco della
giornata.Si voltò dandole le spalle,si mise distessa
nuovamente.In effetti aveva ragione,se si fosse alzata non avrebbe
saputo dove andare a dormire,non poteva certo dormire con il padre che
russava e probabilmente l' avrebbe schiacciata.Ma più calava
il buio più non riusciva a dormire,era distesa accanto ad
uno degli uomini più affascinanti che avesse mai
conosciuto.Guardò la sua schiena,quel tatuaggio che tanto le
apparteneva.Il freddo si insinuò sotto le coperte,le venne
un brivido,poi un altro.Si sentiva anche in colpa per quella
sitauzione,e soprattutto perchè Ace aveva ragione,lei non
era più figlia di quella casa.Posò una mano sulla
schiena di lui avvicinandosi con la testa a quello stesso tatuaggio
rannicchiandosi tra le sue scapole pronunciate.
-Ace...posso dormire vicino a te...fa freddo."
Le veniva da piangere,non se ne era andata,suo padre l' aveva cacciata.
La sentì spostarsi lentamente verso di lui finche non
sentì la testa appoggiarsi fra le sue scapole.
-Certo piccola, che puoi, non ci sono preoblemi.-
Si girò abbracciandola. Un gesto che magari poteva sembrarle
troppo confidenziale, ma sperava che ci passasse sopra. La sua pelle
era così liscia e vellutata, era una piratessa ma anche una
vera ragazza che curava il suo corpo.
Si voltò abbracciandola.Aveva gli occhi chiusi,sentiva il
suo calore,cavolo se era caldo,quelle braccia muscolose,l' odore di
salsedine sulla pelle chiara.Lo guardò gli
accarezzò semplicemete una guancia.
-Ora che ci penso...sei mio fratello,se chiami Edward Babbo!..."
Sorrise.
-Mi piace il tuo viso,il tuo calore...per fortuna non abbiamo legami di
sang..."
Si assopì dolcemente tra le sue braccia posando la fronte
sul suo sterno le labbra leggermente dischiuse.
Sorrise a quelle parole.
-Però non lo siamo e questo direi che è un bene
così non abbiamo restrizioni nel nostro rapporto... Forse
per Edward non acconsentirebbe uguale...-
La sentì addormentarsi appoggiata al suo petto. Il respiro
tranquillo e regolare, che lentamente portò anche lui
all'addormentarsi profondamento.
La mattina seguente si sveglio al caldo,non soffocane,ma
dolce,piacevole,lo sentiva sulla schiena,incalzante.Non aprì
gli occhi,prima doveva crogiolarsi ancora un po' in quel comodo
letto,non aveva minimamente ricllocato tutto quello che era accaduto la
sera prima.Si voltò sentendo quel calore sulle spalle,come
una coperta avvolgente che la teneva stretta.Cambiò lato
scontrandosi delicatamente contro un qualche cosa di morbido ma sodo.Vi
posò la fronte abbracciò quel
calore,mugolò appena.Poi si decise ad aprire gli occhi.Una
ciocca di capelli neri,decisamente non i suoi,le solleticava il naso
perfetto.La guardò incuriosita,sollevò la testa
trovando un volto angelico posato accanto al suo viso,la guancia
deformata posata sulla sua fronte.Guardò in basso,quelle che
la stringevano non erano le sue coperte,ma le braccia muscolose e
tatuate del moro.Arrossi,non si mosse,non voleva svegliarlo,non voleva
proprio che mollasse la presa.Lo guardò nuovamente,quelle
effigi tanto carine erano tantissime sembravano costellazioni d'
orate.Sorrise toccandone una,poi un altra..erano troppe da
contare.Certo che il ragazzo aveva proprio il sonno
pesante.Guardò uno degli oblò,il sole no era
ancora alto in cielo,forse erano le dieci del mattino.Si
alzò leggermente posando le labbra sulla guancia che era
caduta sul cuscino morbido.Lo accarezzò.
-Ace...svegliati...dormiglione di un Pirata."
Si avvicinò al suo viso,sorridente,continuando a stringerlo
come lui stringeva lei.
Sentì qualcosa toccargli il viso leggermente, non ci fece
caso e continuò a dormire per svegliarsi completamente una
volta sentita quella frase. Prima di aprire gli occhi fece emnte
locale. Si ricordò che quella che stava abbracciando stretta
era Mayoko.
Aprì gli occhi all'improvviso trovandosela ad un soffio dal
viso. Velocemente le tolse il braccio che le impediva i movimenti di
dosso e si allontanò un po' da lei.
-Perdonami Mayoko, non volevo appiccicarmi così a te, ma sei
così fresca che mentre dormivo è successo. Adesso
se vuoi alzarti fai pure.-
Le sorrise. Si accorse che, al contrario di lei che era tutta coperta,
lui teneva tutto il busto scoperto.
Sorrise,era felice di essere stata "fresca" per lui.Le tolse il braccio
di dosso,quello con il Tatoo,lo guardò mentre lo spostava
era cosi aggrazziato nonostante fosse un ragazzo grande e forte.Si
rimise distesa guardandolo dal basso verso l' alto.Rise arrossendo.
-Guarda che sei una stufetta niente male...avevo un feddo ieri notte
meno male che mi sei capitato tu....probabilmente se ero finita con mio
padre a quest' ora o ero una sottiletta oppure non avevo
dormito.Russa,russa troppo,prima o poi gli infilerò un tappo
in bocca.
Lo guardò,sfiorò il suo piede con il proprio,ma
non era imbarazzata,le sembrava di aver gia dormito 100 notti con lui.
-Pugno di fuoco,ho contato ben 23 effigi d'orate sul tuo viso,poi
però ho perso il conto e tu non ti sei svegliato
minimamente,certo che hai il sonno pesante...però sei
tremendamente carino quando dormi..."
Si sentì strano, nessuna gli aveva mai parlato
così, mai una ragazza lo trattava con tanta
familiarità.
-Dai, smettila, che mi imbarazzo. E poi non dirlo in giro che qui son
tutti pronti a prendermi in giro.-
Si mise a ridere. Si alzò a sedere.
-Che ore sono? Il sole non è ancora allo zenit quindi non
è ora di pranzo, strano. Comunque la maggior parte della
ciurma sarà ancora a dormire.-
Si stiracchiò, alcune ossa fecero rumore. Poi si ristese.
-No, non ce la faccio. Penso che rimarrò qui a letto ancora
un po', si sta troppo bene. E poi sono in buona compagnia...-
Si girò verso la ragazza sorridendole maliziosamente.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 5 *** Past in the Dark ***
Lo osservò in ogni suo minimo gesto,nel movimento della
labbra,il copro che si stende,il rumore della sua voce e lo scricchiare
delle sue ossa.Era tutto cosi bello e luminoso,come se non accanto a
lui non sentisse nessun peso sul cuore come se quello che aveva
vissuto,fino alla conoscenza del moro,non fosse mai esistito.Si
ridistese accantoa lei,la guardava,era imbarazzato.
-Io non intendevo imbarazzarti è che...stò bene
con te,molto,siamo cosi opposti,entrambi testardi ma comunque
complementari,cioè ad esempio stanotte io avevo bisogno di
caldo e tu di qualche cosa di fresco,è stato
perfetto...Insomma è la prima volta da anni che dormo senza
mai svegliarmi,senza incubi,senza urla e pianti.E' come se la tua luce
e il tuo calore mi sciogliessero l anima,e quel peso che mi porto
dentro..."
Si sollevo appena guardandolo seriamente avvicinandosi a lui
ravviandogli una ciocca di capelli neri dietro l' orecchio.
-E' come se tu fossi il mio sole..."
Da una parte si sentiva imbarazzato davanti a tanta dolcezza nei suoi
confronti, dall'altra non capiva alcune cose che aveva detto,
perchè avesse quell'alone di tristezza che la ricopriva. Per
ricambiare il suo gesto le carezzò una guancia.
-Sono lusingato per le tue parole,ma capisco Mayoko, cosa vuol dire che
pinagi e soffri? Eppure a vederti sei una corsara unica, sempre attiva
e felice di stare con la tua ciurma. Però sotto tutto
c'è qualcosa che ti strugge il cuore, so che ci conosciamo
da nemmeno 24 ore ma mi sento affine a te e vorrei poterti aiutare in
qualche modo...-
Forse chiedeva troppo, ma voleva veramente liberarla da quel fardello
che si portava dietro, anche se non sapeva cos'era di tanto doloroso.
Per un attimo pensò a come fosse strana la vita, il loro
incontro, la loro dormita insieme e il comportamento di se stesso che
non aveva mai avuto con nessun'altra.
Le sfiorò la guancia,un tocco sempre cosi caldo e
dolce,chiuse gli occhi per poi riaprirli.Si mise seduta avvolgendosi le
gambe con la coperta viola.Lo guardò,si sistemò i
capelli dietro le orecchie.
-Va bene...ti racconterò perchè nonostante sia
una Contessa dei Mari,sul mio cuore c'è un masso
attaccato....Come dici tu,io ho una ciurma,ma la mia famiglia rimane
sempre questa-Guardò la stanza,la sua nave-casa.
-Questa è la mia casa,è qui che dovevo
rimanere..Invece lui mi ha cacciata,mi ha allontanata da se..."
Si sistemò meglio cominciando a torturare uno dei cuscini
piccoli,stringendoselo al petto.
-Io sono nata su questa nave,la Mobi Dick è la mia casa,da
sempre,e avevo immaginato che ci sarei morta onorandola.Mio padre
è sempre stato un uomo burbero ma gentile,essendno un Pirata
di fama molte volte doveva assentarsi per compiere delle sottospecie di
"Missioni".Mia madre era un angelo,si sono conosciuti in un bar nel
Villlaggio di Rouge non sò se lo conosci...comunque si
innamorò di una cameriera Yuki,appunto mia madre.Era cosi
bella,come un stella,sembre brillante dolce,fresca,attiva,non mi
annoiavo mai.Poi però,quel giorno mio padre che era assente
non riusci a salvarla.Dei pirati ci attaccarono e uccisero mia
madre.Era incinta di mio fratello,che ovviamente è morto,non
è mai venuto alla luce.Quella stessa notte mi promisi che
sarei diventata una pirata forte come mio padre,astuta,ma mi serviva
più..potere.Quando papa tornò scoprendo cosa era
accaduto,mi mise su una barca affidandomi ad una donna che non avevo
mai visto.Mi ha cresciuta fino a quando non sono scappata,in cerca dei
furtti del Diavolo.Ho formato cosi la mia ciurma,perchè da
sola non potevo farcela,sono giunta fino al nuovo mondo dove ho trovato
uno dei frutti...Solo che il nuovo mondo non mi ha riservato una bella
gita di ritorno verso casa.Ho incontrato Tich,che mi ha
attaccata....non sapevo che aveva tradito mio padre,quindi diciamo che
lo accolsi bene.Poi però lui ha...tentato di..._
non riusciva a dirlo.
Lei si sistemò per parlare. Lui si limitò a
tirare su il busto e a fare forza sul braccio per stare su.
La storia inizio, era veramente tragica, ad ogni frase la tristezza e
la rabbia si impossessavano di Mayoko. Vederla era veramente doloroso,
quello che mostrava agli altri era solo una copertura per anscondere
ciò che si portava incatenata in fondo all'anima.
Infine pronunciò quel nome e lui strinse i pugni. Teach.
Quel lurido cane aveva invaso anche la vita di qualcun'altro allora, si
era approfittato di un'altra persona vicina a Barbabianca che riteneva
un compagno.
-Se non te la senti di continuare ti capisco, non è
necessario...-
Si sentiva un po' in colpa per averla incitata a raccontarle quelle
cose.
Gli prese la mano,la strinse nella sua,lo guardò non
pianse,non aveva più lacrime per farlo.
-Lui mi ha proposto di diventare una sua pirata,io ho
rifiutato,cosi ha tentato di,violentarmi,ma non sapendo che avevo
imangiato uno dei frutti mi sono ribellata,nello scappare da
lui,perchè il suo si che è un potere
enorme,mentre stava inghiottendo tutto con la sua
oscurità,mi ha colpita alla schiena..."Si voltò
mostrando il tatoo che lo steso Ace aveva sulla propria,una cicatrice
percorreva l emblema per obliquo da una scapola fino al fianco.
-Mi ha sfregiato la schiena,è una fortuna che non sia morta
dissanguata...ma non è qeuesto il punto...Ace io mi sono
salvata per il rotto della cuffia,quell' uomo è un baratro
oscuro se ti ci perdi dentro è la fine...-Si
ritorvò a pensare una cosa,si lanciò tra le
braccia del moro stringendolo.
-Probabilmente se lui non mi avesse creduto morta e lasciata li io non
ti avrei mai conosciuto,non sare mai potuta tornare a casa.non avrei
potuto chieder a mio padre perchè nonostante avesse me come
figlia,chiamassi alti "Figli miei"...devo ammettere che vi ho odiato
tutti...ma poi,ho capito..Probabilmente sono io che sono nata
sbagliata.."
Improvvisamente gli si buttò addosso abbracciandolo. Era la
rpima volta che si trovava in una simile situazione, ma
insitintivamente porto la mano fra i fluenti capelli della ragazza
massaggiandoli. La sentiva vicina a se come se fosse una sorella, non
capiva perchè nonostante tutto si consocevano da poche ore.
Probabilmente si sentiva accomunata a lei nel momento stesso in cui era
venuto a sapere che anche la sua vita era stata violentemente travolta
da Teach. Quel porco schifoso.
-Senti Mayoko, te non sei sbagliata, anzi penso che barbabianca tenga
infinitamente a te. Il fatto è che molti di noi gli ha
salvati da chissà quale fine, è per questo che ci
tratta come figli, o almeno per me è così...-
La strinse forte a se. Anche lui aveva sofferto tanto in passato.
-Non preoccuparti, io ho un conto in sospeso con quel barile di lardo e
riuscirò a fargliela pagare costi quel che costi. Non mi
interessa che potere ha, il mio sarà più forte
del suo!-
Strinse i denti e la stoffa che copriva Mayoko.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 6 *** Fire in the Soul ***
L'abbracciò,stretta
come faceva suo
padre quando era piccola,cosi caldo e dolce,nonostante i possenti
muscoli.Si strinse in lui nascondendosi quasi,sentiva le sue mani tra
i bianchi capelli.Le vennero i brividi dalla nuca alla
schiena,una,due volte.Quando fece la battuta su Teach sorrise,lo
guardò staccandosi.Posò una mano candida sul viso
del moro,toccò
quelle effigi sulle guancie.
-Quanto sei buffo....E
dolce.Ma non
devi rischiare la vita contro di lui,non voglio.-Gli
accarezzò il
viso fino al mento passando poi al collo,a quelle perle rosse che
portava.Poi tornò su,si avvicinò posando le
labbra vicno all'
angolo della sua bocca.
-Grazie Ace...Sono felice
che tu
esista.E di averti conosciuto soprattutto,beato che papà non
demorde
con gli anni altrimenti non ti avrei ancora inconrto-
Si staccò
baciando l' altro angolo
della bocca.
Lo sapeva l' aveva
capito,Ace era più
di un fratello trovato,si stava innamorando e avrebbe sofferto.Ma era
una sofferenza che avrebbe pagato volentieri anche con la vita.
Si ritrovò
confuso da quei gesti,
quelle parole. Quei baci delicati, ma capiva benissimo che c'era
anche della voglia in quei gesti. Non seppe ersistere e con forza
premette le sue labbra su quelle della ragazza. Non la costrinse,
avrebbe accettato anche uno schiaffo, ma almeno ci aveva provato.
Lentamente si
staccò da quel morbido e
caldo tocco.
-Anche io sono felice di
averti
conosciuto. In queste poche ore con te ho provato molte sensazioni
nuove... Sei speciale...-
Le sorrise dolcemente. Un
sorriso del
genere non lo aveva mai rivolto a nessuno, probabilmente
perchè
veniva fatto solo in presenza di una ragazza speciale, a cui ci si
sentiva affini e verso cui si provavano dei sentimenti forti.
-Adesso ho un altra persona
da
vendicare, lo farò soffrire come mai in vita sua.-
Si leggeva nei suoi occhi
l'odio per
quel traditore.
Vide nei suoi occhi l'
ardore del suo
stesso fuoco,una luce che aveva visto in pochi se non in
nessuno.Posò
la mano sulla sua fronte bianca,era davvero strano come fosse diafano
rispetto a lei che era olivastra.Lo accarezzò ripetutamenre
spostando quelle ciocce corvine che ricadevano in avanti.Si
avvicinò
posandovi le labbra dolcemente.Profumava di buono,di sole,salsedine e
un odore proprio che non avrebbe mai scordato.Una fragranza sensuale
e buona.
-Che buon profumo che
hai..."Sorrise
stringendogli la testa con le braccia portandola tra i seni.Sorrise,i
capelli cosi chiari quasi bianchi si mossero con lei posandosi su di
lui,sul suo torso nudo,ondulati e soffici come nuvole.Lo
trascinò
buttandosi all'indietro giù tra le lenzuola.
-La mia stanza da ora in
poi è anche
la tua,quando dovrò ripartire potrai starci
tranquillamente,mi
fido!- Lasciò la presa sulla testa carezzandolo.Quando
sarebbe
partita..E lui?Cosa avrebbe fatto?Avrebbe cercato vendetta con
Teach?Le sarebbe mancata?Al solo pensiero per quanto nuovo fosse quel
sentimento che le sembrava di avere nel petto da sempre,già
la sua
presenza gli mancava.Lo accarezzò.
-Vorrei tanto,poter vedere
i mari con
te,andare di avventura in avvantura..Ma dovrò partire e tu
invece
vorrai vendicarti,anche se sò che sei forte ho paura che non
ti
stringerò più tra queste mie braccia se ti
lascerò andare contro
di lui..Quindi ti prego,portami con te e se ciò non
è
possibile,allora fa che questo sia il miglior tempo per noi
due..."Cercò il suo sguardo.
Non fece in tempo a
rispondere a quella
domanda che si ritrovo immerso nei morbidi seni della piratessa.
Arrosi di colpo, ma lei non poteva vedere. All'iniziò si
agitò un
po', ma alla fine stava bene lì dove si trovava.
Improvvisamente si
sentì trascinare in avanti fino a incontrare il letto. Lo
lasciò
andare. Sebbene stesse bene sul suo seno preso un grosso respiro.
-La ringraio principessina
per questo
onore!- Le sorrise.
La vide pensierosa e
preoccupata.
Chhissà cosa le passava per la testa. La risposta
arrivò con il suo
discorso. Le prese le mani e la guardò negli occhi.
-Mayoko ascoltami, io
vorrei tanto che
tu venissi con me a riempire di botte quel grassone, ma sarebbe un
vincolo. Te hai la tua ciurma di piratesse e la tua reputazione nel
nuovo mondo. Io invece vago da solo per questa acque alla sua
ricerca.-
La abbracciò
forte a se quasi
automaticamente, e altrettanto naturalmente pronunciò nuove
parole.
-Anche io penso a quando
dovremo
separarci e non potrò vederti, già mi sento solo
e senza una parte
di me...-
La guardò
dolcemente.
-Però ora siamo
insieme e questo mi
consola molto!-
La strinse a se,"tutti gli
uomini
pirati sono dei bastardi"dicevano,no non era affatto cosi,forse
alcuni,tanti,ma Ace,lui era un Angelo i corpo di Diavolo seduttore
seguito da un ombra scura di mistero,come se quel percorso che stesse
percorrendo fosse stato dettato da una colpa precedente.Teach era una
bestia oscura,Ace una bestia luminosa,cosa avrebbe potuto fare mai
lei?Sarebbe stata d' intralcio ai suoi scopi,e forse se si fosse
messa nel mezzo avrebbe pensato più a lei che a se stesso.Lo
abbracciò forte guardandolo in un secondo momento.Scosse i
bianchi
capelli.
-Non posso venire con
te,non perchè
non voglia,come dici tu io sono una Contessa dei Mari,mio padre mi ha
cacciata da qui perchè gente come Tich bramava di fare
violenza su
di me,e fino a qualche anno fa non ero come sono ora.Non ero cosi
forte,non avevo mangiato un frutto del mare,ne mi ero spinta fino ai
tormenti del Nuovo Mondo.-
Sospirò
riprendendo il discorso-Quel
che cerco di dirti è che nonostante sia più forte
di come ero
allora,sarei solo d' intralcio,anche se lottassi con te probabilmente
sarei inferiore alla bestia che è Teach..E tu finiresti con
il
preoccuparti più per la mia incolumità che per la
tua,e siccome ci
tengo alla tua vita,perchè non ho mai incontrato un uomo
come te,è
meglio che non ti segua,capisci?-
Si riavvicinò a
lui posando le labbra
sulle sue facendo pressione sui gomiti per arrivare al suo
viso,giocò
con le sue labbra salate e calde,allargò le gambe facendolo
sistemare per bene.Lo guardò
seducentemente,guardò le sue spalle
ampie e muscolose,quel tatuaggio sul braccio,poi i suoi occhi di
fuoco,cosi meravigliosamente diversi dai suoi.Lo baciò
nuovamente,il
suo era un invito...
Si lasciò
abbandonare a quel bacio,
ogni volta era una nuova pace. Tutti i suoi sensi si concentravano in
quell'unico gesto unico in tutto il mondo. La percepì
muoversi con
le gambe, ma non capì subito quello che tentava di fare. Lei
si
distaccò da quel tocco piantandogli negli occhi uno sguardo
malizioso e invitante. Quella parte di lei gli risvegliava nuovi
stimoli, una nuova parte di lui che non aveva mai conosciuto in
così
tanta quantità. Aveva capito bene quello che lei voleva, ma
non era
molto sicuro.
La baciò di
nuovo con vigore e
passione. Le carezzò i fianchi e la pancia morbida e liscia.
Risalì
lentamente sfiorando con le dita la sua pelle abbronzata. Arrivati ai
seni cominciò a massaggiarli lentamente.
Circunnavigò il petto
della ragazza fino ad arrivare al nodo che teneva il costume stretto
sulla ragazza e con calma lo sciolse lasciando che
l'induemntò
cadde.
-Mayoko sei sicura di
quello che vuoi
fare?-
Voleva che ci pensasse bene
per non
pentirsene in futuro.
La
baciò,ripetutamente,le sciolse il
nodo del costume con il quale aveva dormito,ultimo legame che aveva
la sua pelle con la stoffa dell' indumento.I seni si liberarono da
quella costrizion,lasciando le loro vere forme ortonde libere.Senti
la pelle di lui calda contro la propria gelida.Un brivido le percorse
la schiena facendogliela inarcare.Lo strinse a sè,poi quella
domanda.
Non si vergognava di farsi
vedere semi
unda da lui,non sapeva perchè ma era come se lo conoscesse
da una
vita talmente lungha che probabilmente quello che stava per succedere
era successo infinite volte.Sorrise arrossendo,in un tic prese a
arricciarsi una ciocca bianca di capelli guardando imbarazzata le
lenzuola.
-S-so che è
strano,ma lo voglio,ti
desidero,sei fuoco sulla mia pelle di ghiaccio,tu sei una fiamma
ardente ho bisogno di te,perchè non sò quando
potrò
riaverti...Quindi Portuguese D.Ace,fa l' amore con me,l' unico attimo
che posso donarti con purezza,regalo a te la mia
verginità,perchè
sei un fratello,un compagno e perchè anche se ti conosco
solo da
ieri sera e si potrebbe ben pensare che sono una "lucciola",sento
di amarti e di voler essere tua,prima che sia troppo tardi...Ma solo
se tu lo vorrai.."
La vide arrosire nonostante
la
carnagione scurita. Lo divertiva vedere la dura e mascolina ragazza
conosciuta la sera prima in quell'atteggiamento così dolce e
comune., sembrava quasi un'altra persona. Vedendola un po' nervosa le
prese a carezzare i capelli candidi, lo rilassava molto e pensava che
con lei fosse lo stesso.
-Io non sto pensando male
di te.
Nonostante io stesso avessi dei dubbi fino a poco fa su quello che
sta succedendo fra noi adesso che provo i tuoi identici
sentimenti,...- le parole sembravano non volergli uscire -Anche io ti
amo Mayoko!- Disse tutto di getto ma fui come un liberazione per lui.
Sospirò e si
tolse gli indumenti
inferiori.
-E sono sicuro che lo
voglio, con tutto
me stesso.-
Inizio a massagiarle la sua
intimità
da sopra l'intimo.
-Quando te sei pronta
Mayoko, prometto
che farò più piano che posso ma te dovrai dirmi
se provi dolore.-
Volevo che quel momento
fosse
indimenticabile e non voleva rovinarlo facendolo finire in uno
strazio per il fisico della ragazza, non voleva farle male.
Le accarezzò i
capelli per
tranquillizzarla,come lo sapeva?Forse erano compatibili anche
mentalmente,silasciò cullare da quelle mani calme e
morbide,cosi
calde sulla sua acute.Anche lui aveva avuto dei dubbi,poi
improvvisamente le disse di amarla.Sgranò gli occhi,non di
stupore
di piacere,era sin dal momento che l' aveva veduto la sera primain
cui aveva incrociato il suo sguardo,che aveva desiderato che l'
amasse.
-Anche io ti amo...Ti ho
amato subito
appena i tuoi occhi neri si sono posati sulle mie tette...Voglio fare
l' amore con te.-
Fu cosi che l'
assecondò,la voleva
quanto lei voleva lui,prese a massaggiarla sicuramente non avrebbe
potuto urlare e nonostante fosse intimorita dal dolore che avrebbe
potuto sentire,voleva fosse lui la causa di quel dolore.Lo vide
svestirsi,privarsi dei vestiti.Sapeva come muoversi,le
balenò in
mente che forse aveva avuto altre donne,forse non era la prima,ma
forse era meglio cosi.Era gelosa delle donne fantasma di
Ace,ammettendo che davvero ne avesse avute.Lo lasciò
spogliarsi,poi
prendendogli le mani portandosele entrambi ai fianchi gli fece
afferrare l' ultimo indumento che la copriva.
-Sono pronta...Fammi tua
Ace-
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=551015
|