Di vecchi ferri e mani nervose ● Sacred Heart Set di Slits (/viewuser.php?uid=67046)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** #1. Il lato umano della cosa { Percival Cox, Robert Kelso ***
Capitolo 2: *** #2. Desideri di contrabbando { John Dorian, Christopher Turk, Elliot Reid, Percival Cox, L’inserviente, Il Todd ***
Capitolo 1 *** #1. Il lato umano della cosa { Percival Cox, Robert Kelso ***
1. Il lato umano della cosa.
[Percival Cox, Robert Kelso]
Il Dr. Cox beveva un caffè nero bollente. Una sorsata, un
inquietante crepitio dalle dita del praticante che sorreggeva la tazza.
Bob Kelso alzò lo sguardo dal giornale che stava leggendo,
diede un morso ad un muffin mezzo mangiucchiato ed assaporò
lentamente. Poi cambiò posizione.
- Perry, avrei bisogno di chiederti un favore. – disse pacato.
L’uomo poggiato al muro fece segno al ragazzo di attendere.
Il praticante guardò con apprensione i primi fili di fumo
levarsi dai polpastrelli verso l’alto, ma non disse niente.
- Vediamo – cominciò il medico, incrociando
entrambe le braccia al petto – Ci sono talmente tanti di quei
modi in cui potrei risponderti, Bob, che quasi mi vengono le vertigini.
Potrei guardare al lato umano della cosa, se non vivessi
oramai con la convinzione che ogni sera, una volta fuori di qui, la tua
pelle cominci a staccarsi pezzo dopo pezzo tramutandoti in un
disgustoso ibrido con dubbie tendenze sadiche. Caratteristica che peraltro ti
rimane invischiata addosso anche all’alba di ogni nuovo
giorno, rendendoti l’essere viscido e ripugnante che tutti
conosciamo. Senza offesa, Bob.
Quindi, questo ci riporta al problema principale, ovvero il lato umano
della cosa. Per quanto l’idea di appartenere alla specie di
questi qui – ed il suo dito si alzò in direzione
del praticante oramai in lacrime al suo fianco – mi possa
allettare quanto il fatto di dover condividere la stessa atmosfera con
Hugh Jackman, mi ritrovo tuttavia costretto a farmi portavoce
dell’intera umana specie nel risponderti:
“No” “Scordatelo”
“A-ah” o “Spiacente, ma non rientra nelle
prime migliaia di priorità della mia lista”.
Scegli pure quella che più preferisci, Bob.
Non è colpa mia, ma renditi conto che è pur
sempre del lato umano della cosa che stiamo parlando. –
concluse, assaporando una nuova sorsata di caffè.
Il Primario del Sacro Cuore inarcò le labbra in un sorriso
radioso, dai tratti quasi infantili, e si alzò prendendo il
giornale sottobraccio.
- Efficiente come sempre, Perry! – esclamò dopo aver scavalcato il corpo esanime del
praticante. – Dopo che questa mattina Ineed si è
rialzata ancora una volta dopo esser caduta dalla sedia a rotelle, non
ero in vena di cercare l’ennesimo pretesto per mandarti al
diavolo.
Quindi ti ringrazio, a nome dell’intera umana specie.
– disse pacato, per poi avviarsi nuovamente in direzione
della caffetteria.
- Ah, e ovviamente, va’ al diavolo. -
Che esaltante inizio di giornata.
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L’idea di base è quella di una
raccolta. Sono il mio punto debole, non credo di poterci far molto.
La trovata è relativamente semplice: momenti del Sacro
Cuore, che nelle mie mani dubito che Sacro potrà rimanere
ancora a lungo.
Essendo una novellina del fandom, non sono del tutto certa di esser
riuscita a rendere nel migliore dei modi i personaggi. Ci ho provato,
ma non garantisco.
* partono pomodori
Mi rimetto al vostro giudizio.
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Capitolo 2 *** #2. Desideri di contrabbando { John Dorian, Christopher Turk, Elliot Reid, Percival Cox, L’inserviente, Il Todd ***
2. Desideri di contrabbando.
[John Dorian, Christopher Turk, Elliot Reid, Percival Cox, L’inserviente, Il Todd ]
- Chiudi tu. -
- No, dai, fallo tu. -
- Per favore, tu. -
- No, tu. -
- … -
- Ha chiuso, vero? – John Dorian lanciò
all’altro un’occhiata piuttosto significativa.
Christopher Turk si strinse nelle spalle ed addentò un primo
morso di croccante. Poi fece scivolare il dolcetto nella manica del
camice, lanciando una o due occhiate di controllo alle proprie spalle.
- Ma Carla non ti aveva fatto smettere con quella roba? -
- E’ di contrabbando. – ammise.
- Questa non me la bevo! – disse il medico alzando un dito e
puntandolo in direzione dell’amico - Spiegami chi potrebbe
mai essere così folle in quest’ospedale da
mettersi contro Ca… -
- Cinque di contrabbando, bello! – non riuscì a
finire la frase perché ancora prima di rendersene conto si
ritrovò riverso su uno dei seggiolini vicini
all’entrata. Guardò la mano dolorosamente pulsante.
Poi il braccio del Todd, ancora alzato.
Infine nuovamente la mano striata di uno spiacevole rossastro.
Che diavolo di corso di aggiornamento era andato a fare il Todd con il
proprio mentore alle Hawaii?
Gli occhi del primario del Sacro Cuore si alzarono al cielo in perfetta
sincronia con il quarto tentativo di Turk di risollevare
l’amico da terra.
- Confesso che un po’ lo invidio, insomma, ogni volta che ha una
nuova relazione diventa sempre così… felice.
– Perry Cox guardò un’ultima volta il
penoso spettacolo del medico in lacrime intento a tamponarsi il naso.
Poi incrociò le braccia al petto e fece dietro front,
affiancando la collega.
- Nuova relazione? Barbie, quei due stanno insieme praticamente dal
momento in cui sono nati. Se non fosse per il fatto che la medicina
odierna ancora non contempla l’eventualità che da
un unico utero possano nascere due bambini di razza diversa,
scommetterei anche le mutande – oltre alla casa, lo stipendio
e quel demone in tacchi a spillo che ancora spaccio per mia compagna
– sul fatto che uno dei due abbia chiesto in subaffitto
l’utero della madre dell’altro soltanto per avere
la possibilità di tenere la manina all’amichetto
in quei difficili nove mesi. -
Elliot Reid ignorò il commento dell’altro e trasse
un profondo respiro, continuando.
- E’ così fortunato… io non credo di
aver mai avuto una sola relazione felice quanto la sua. A parte quella
avuta con lui, per l’appunto, e quell’altra che
ebbi con Jimmy Brendan al college. In effetti quella fu un
po’ strana… tutto andava bene fino a quando un
giorno, dopo un pranzo a casa dei miei genitori, non lo andai a trovare e… -
- Non mi dire. Lo trovasti impiccato? – tentò il
primario. Elliot fece un’espressione strana e mosse
più volte la mano davanti al viso, in segno di diniego.
- No, ma che dice! – disse con un risolino. – Lo
trovai sul tappeto. Con un buco in fronte. Ed una pistola nella mano
destra. – concluse, lasciando invariato il risolino ma con
uno strano tic all’occhio destro.
- Odorava di polvere da sparo e cannella. -
Il dottor Cox annuì con ferma convinzione. Poi
entrò nella propria campana immaginaria, dove
indossò un paio di cuffie immaginarie e scrisse –
sull’ennesimo foglio immaginario – i primi quindici
motivi per cui l’accesso agli insani di mente fosse tuttora
vietato.
Elliot alzò gli occhi al cielo e scosse la testa, sconsolata.
- Dio, che darei per poter anche soltanto uscire di nuovo a cena con un
uomo. – mormorò prima di andarsene.
L’inserviente lasciò cadere lo scopettone ed
uscì a grandi falcate dalla stanza.
« … »
- Signore, son quasi passate due ore ormai. A questo punto, tornerei a
consigliarle un tavolo per uno. -
L’uomo raccolse i tre scoiattoli impagliati che sedevano al
suo fianco – i tipi più vispi, che indubbiamente
avrebbero subito legato con dottoressa bionda – e si
alzò.
- Io me ne vado. – disse puntando un dito in direzione del
cameriere – Ma stai più che certo che non finisce
qui. -
- Ti tengo d’occhio, Chez François. – continuò,
adocchiando il nome del ristorante impresso sulla divisa del ragazzo.
- Ti tengo d’occhio. -
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