Hilf Mir Fliegen

di Iris of Goodbye
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Avviso ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Ooooooooooook, lo so che ho gia due Fan Fiction aperte qui su u.u Ma ormai mi conoscete ç.ç non posso non scrivere!.
Questa storia è un pensiero un po' vecchio in realtà che ho deciso di mettere finalmente su carta. Il motivo? Avendo resettato il pc non ho ancor ADS qui sopra e non posso finirla ahimè. Ma non vi preoccupate u.u non l'abbandono mica!. E' questione di giorni e la mia bimba tornerà sul pc <3
Comunque, sta volta non trarrò ispirazione dai gemelli mi dispiace.... Ma non vi dico neanche chi sarà il Boy della situazione, o rovino la sorpresa.
Dal primo capitolo si capisce poco e niente ;) Pazientate un po' e il resto arriverà presto.
Nacht, Isa (:

 

 

~ нιlf  мιя  flιєgєи 
    

 

 

 

 

Penso che l'arrivo di un bambino sia sempre una cosa gradita per una coppia.
In un modo o nell'altro serve a rafforzare la relazione, che sia una gravidanza voluta o meno.
Penso anche che, le persone mature non reputano una creatura così meravigliosa un errore.
Perchè errore, è semplicemente la fiducia che darà quel piccolino ai propri genitori..
sempre che abbia la fortuna di venire alla luce..
Io ricordo perfettamente la sera in cui la mia mamma mi disse che avremmo avuto una sorellina.
Non vedevo tanta gioia nei suoi occhi, nonostante le sue labbra fossero piegate all'insù sapevo che era malinconica.
Ci spiegò anche che lei non era proprio nostra sorella, perchè non aveva il nostro stesso papà.
-dov'è suo padre allora?- domandò mio fratello alzandosi dal letto
-è andato via per lavoro, ma tornerà...spero- rispose con un filo di voce la mamma.
Poi vidi i suoi occhi chiudersi e lacrime silenziose bagnare la sua pelle perfettamente liscia.
-Non piangere mammina, ci siamo noi due con te! - le sorrisi, per quello che potevo.
Mi struggeva sempre vederla singhiozzare così.
-lo so Bill, lo so- si piegò a baciarmi la fronte, poi fece lo stesso con Tom.
-vi voglio bene piccoli miei- sussurrò abbracciandoci.
Ci stringemmo a lei, a quel caldo petto che ci aveva protetti da quando eravamo nati.
Io ero sicuro che mia sorella sarebbe stata felice lo stesso. Anche il nostro papà non viveva più qui ormai,
lo vedevamo solo qualche volta al mese. Ma mamma ci bastava, ci bastava per l'eternità.
-Buonanotte ragazzi-
Ci rimboccò le coperte e dopo aver spento la luce chiuse la porta della cameretta.
-Pensi che saremo in grado di aiutarla?- domandò lui.
-Lo spero, mamma ha bisogno di noi- rincaricai deciso.
Due sospiri, in contemporanea, e un piccolo sorriso increspato sulle nostre labbra identiche.
-In ogni caso, noi non le abbandoneremo mai, ok?- domandò Tom allungando una mano verso il mio letto.
-Mai!- annuìì deciso.
Strinsi il suo dito per suggellare quella promessa appena fatta e poi, vinti dalla stanchezza lasciammo che
morfeo si impadronisse dei nostri sogni.

 


-Come la chiamiamo?- Domandò tom sporgendosi verso al culletta dell'ospedale
-Tom! attento o la farai cadere!- intervenne subito la mamma.
-Deve essere un nome bello! Da principessa!- lo guardai.
I suoi occhi, proprio come i miei, brillavano di gioia.
Avevamo aspettato per nove lunghi mesi l'arrivo di nostra sorella, e lei era li adesso, stretta nella tutina bianca dell'ospedale,
con la pelle candida e gli occhi semiaperti. Bella da morire.
Quando si erano rotte le acque, mamma aveva strillato per il forte dolore, e noi in preda al panico avevamo chiamato
la vicina che, per fortuna nostra, era in possesso di una macchina.
La corsa all'ospedale e poi, ancora sotto le sue urla, l'avevamo vista sparire oltre la porta della sala operatoria.
Gli infermieri avevano chiamato il nostro papà, che molto "gentilmente" ci aveva raccattati e portati a casa.
E ora, a meno di ventiquattro ore dalla nascita della nostra sorellina, eravamo li a farle faccie buffe.
-Violette!- sputò poi Tom guardandomi - è il fiore preferito della mamma, ed è bello!-
-Mi piace- gli sorrisi e corsi velocemente nella stanza adiacente.
-Abbiamo trovato il nome!- saltellai contento
-Sentiamo allora..- ridacchiò Simone osservandoci
-Violette!- urlammo in coro.
Mamma ci guardò ancora, ferma sempre nella stessa posizione, con quei piccoli tubicini che si infilavano nel suo braccio
-Non ti piace..?- domandò mio fratello spaventato dalla sua Non-reazione.
- No no tesoro! è perfetto!- sorrise poi commossa.
L'abbracciamo ancora, poi il nostro papà ci chiamò, con il suo solito vocione imponente, e proprio come due cagnolini, lo seguimmo
fuori dall'ospedale.
Violette uscì con la mamma una settimana dopo, era bella tutta vestita di rosa.
Nonostante fosse molto piccola, lei ci riconosceva gia.
Tom stava sempre con lei, tutto il giorno. La controllava, ci giocava, la faceva addormentare e addirittura la cambiava assieme alla mamma.
Io invece, ero più casalingo e aiutavo Simone a fare i servizi.
-
per i miei due ometti!- sorrise mamma posandoci due grandi vaschette di gelato difronte - non sporcate nulla mi raccomando! e non datelo a Violette!-
specificò guardando Tom che con un occhiata furbetta annuì.
-Tu vuoi più bene a lei che a me Tomi?- domandai di getto osservandolo mentre posava un bacio sulla guanciotta piena della bambina.
-Ma certo che no! voglio bene tanto a tutti e due Billy.. Tu sei sempre il mio gemellino!- mi assicurò.
Il muso che poco prima aveva abbrutito la mia faccia si trasformò subito in un dolce sorriso quando sentii le sue braccia stringersi attorno a me.
Rimanemmo ancora li per qualche minuto, guardando Violette beatamente addormentata.
-Pensi che si farà bella?- mormorai ingenuamente sospirando appena
-Si, e anche tanto..è pur sempre nostra sorella!- ridacchiò portandosi una mano al petto con fare altezzoso.
Scossi la testa, come al solito non passava giornata in cui non si autocommemorasse.
-Io vado a letto, ho parecchio sonno e domani iniziamo scuola- gli ricordai scendendo dal divano.
-Si! lo so..-sbuffò lui ruotando gli occhi al soffitto.
-Andiamo Tom! è il nostro primo giorno di elementari!-
-Appunto!- borbottò guardandomi - Buonanotte Billy-
-Notte Tomi- piegai le labbra in un lieve sorriso e salii al piano superiore.
Mi infilai velocemente nel letto, steso supino rimasi ad osservare il soffitto colmo di stelline luminose rimuginando un po'.
Mi sentivo tanto piccolo e indifeso fuori dalle mura di casa, e senza Tom ero completamente perso.
Ma lui adesso si stava affezionando a Violette, e io sarei passato in secondo piano.
Come per tutti.
-Sei ancora sveglio?- domandò mio fratello entrando in camera
-Si..- Sussurrai flebile
Salì a gattoni sul mio letto e mi guardò - Sei arrabbiato?-
- No Tomi, perchè dovrei?-
Scrollò le spalle e si allungò a prendere la sua chitarra acustica, regalo fattogli dall'ex compagno di mamma.
-Ti piace proprio suonare eh?-
Annuì - Lo amo, mi fa stare bene- sospirò -Bill, voglio...voglio scrivere una canzone per Violette, mi aiuti?- domandò poi.
-Adesso?- sgranai appena gli occhi.
Annuì di nuovo - Proviamoci..-.
Tirai un bel respiro e mi allungai a prendere un foglio.
Quella sera, per destino o per fortuna, iniziammo a camminare a piccoli passi sulla strada che a distanza di dieci anni ci avrebbe portato al successo.

Ma questo noi non potevamo ancora saperlo.

 

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Hallo Leute :D Eccomi con il secondo capitolo della storia. Diciamo che prima di entrare nel "vivo" sto un po' scrivendo gli spezzoni della vita dei gemelli. Se non capite qualcosa potete scrivermelo
nelle recensioni. Bill e Tom adesso hanno 6 anni (:
Comunque, ringrazio P_Sunshine, DasIstGelogen, memy881, Marty483 e la mia lettrice assidua 
MakeSomeNoise
Buona Lettura (:

 

Capitolo 2


 

Quella mattina il sole, sembrava voler annunciare a tutti il suo arrivo alto nel cielo, splendendo gia nelle prime ore della giornata
- Tooom Biiiiiill, svegli! O farete tardi a scuola!-
Aprii gli occhi stropicciandomeli un paio di volte per mettere bene a fuoco gli oggetti attorno a me.
Mio fratello, ancora palesemente nel mondo dei sogni, mugugnava qualche frase senza senso muovendo il labbro inferiore velocemente.
- Tomi.. svegliati- lo scossi appena per la spalla, allontanandomi solo quando i suoi occhi si puntarono nei miei già vispi.
- è gia tardi, vestiti e andiamo a fare colazione- gli sorrisi appena e infilai una maglia scendendo al piano di sotto
- Buongiorno tesoro- mi salutò la mamma cordialmente.
Prese due scodelle dalla dispenza e le misi a tavola con tanto di cereali e latte
- Violette?- domandai versando un po' dell'uno e dell'altro
- Si è appena addormentata, è nel seggiolone in salotto- rispose trafficando ancora tra i mobili.
Tom scese con passo di tartaruga e come suo solito rischiò di addormentarsi con la testa nel piatto.
- Dai muoviti che siamo in ritardo!- gli urlai per l'ennesima volta chiudendo il mio zainetto.
Inutile dire che ero eccitatissimo di iniziare la scuola, in qualche modo mi sentivo grande.
- Arrivo- sbuffò lui per niente entusiasta.
Mamma ci accompagnò a scuola assieme alla nostra sorellina e aspettò finchè,
dall'entrata della classe, non la salutammo con un sorriso
sventolando la mano.
In aula c'erano un sacco di bambini; gli occhi mi brillavano per l'emozione
ma anche se avevamo tutti la stessa età non mi sentivo propriamente a mio agio.
- Ciao- esordì un mio coetaneo accomodandosi a terra vicino a me.
I suoi capelli, perfettamente lisci, erano di un biondo molto più chiaro rispetto ai nostri;
aveva gli occhi marroni e i suoi lineamenti ricadevano morbidi sulle guancie
e sul mento.
- Io sono Gustav, sono nella classe difronte. Faccio la seconda quest'anno - continuò allungando una mano verso la mia.
Un po' titubante gliela strinsi
- io sono Bill e lui è mio gemello Tom..questo è il nostro primo anno!- mi presentai.
Mi sorrise e per tutta la giornata restò a giocare assieme a noi.
All'uscita da scuola mamma era al cancello, con violette in braccio, che faceva segno di raggiungerla.
- Allora ci vediamo domani? - domandò il ragazzo biondo a Tom
- Certo.. senz'altro- sorridemmo entrambi e dopo un lieve saluto di mano ci dirigemmo all'auto.
Simone ci accolse con un caloroso bacio sulle guancie, freddatesi per il vento di Loitsche
- com'è andato il primo giorno?- domandò aprendo lo sportello e facendoci salire in macchina
- Ci siamo annoiati, ma abbiamo conosciuto un bambino. Fa la seconda- iniziò Tom
- Oh, e come si chiama?-
- Gustav!- continuai io - lo sai mamma, anche lui è un fan della musica! Suona la batteria!- sorrisi
- Ma è fantastico-
Tom confermò con un Si di testa - Qualche volta possiamo andare da lui a giocare?- domandai poi io
- Ma certo Bill, tutte le volte che volete. Basta che non date fastidio-
- no mamma.- ridacchiammo assieme prendendola in giro.
Quel pomeriggio ci toccò stare a casa di Papà.
Ogni volta che mettevo piede da lui dovevo sempre subirmi le sue lamentele sul mio comportamento.
Papà diceva che sembravo una femminuccia per certi atteggiamenti.
E come al solito, il suo preferito era Tom.
Passavano le giornate a raccontare di quando papà usciva con le ragazze e io non vi trovavo il minimo interesse in quei discorsi.
Che cosa c'è di sbagliato in me?.
- Aveva proprio una bella carrozzeria..- gli spiegò facendo ondeggiare le mani nel vuoto -peccato che non ricordo più il suo nome!-
Mio fratello rise, gli occhi velati di desiderio e immaginazione, alla bocca un filo di bava.
-Bleah..- commentai, quasi senza rendermene conto.
Mio padre si fermò di colpo - Come scusa? Io parlo di una donna..delle sue rotondità e tu dici..bleah?!- domandò quasi schifato
Lo guardai, senza paura, e annuii - Ho solo sei anni, quando sarò grande come te avrò il modo di apprezzare-
Una risata si stagliò nell'aria.
- Credimi Bill, di questo passo, quando sarai come me apprezzerai qualcos'altro- puntò gli occhi, inferociti e cattivi nei miei
- E fidati, non sono le fattezze di una donna-.
Si alzò dal divano e chiamò un taxi per farci riportare a casa.
Non appena il fantastico odore del pollo fritto della mamma giunse alle mie narici, il mio stomaco fece una capriola e solo allora mi ricordai di aver mangiato
poco e niente della "pizza" cucinata da Papà.
- Com'è andata?- domandò Simone mettendo i piatti a tavola
- Al solito- rispose sbrigativo Tom prendendo Violette in braccio che, con occhi vispi, si guardava intorno.
Adesso riinizia.
Mio fratello era un tipo per niente sociale a volte, a meno che non si trattasse di bambine ovvio.
Alla mamma non raccontava niente, si limitava ad annuire e sorridere quando gli venivano fatte delle domande.
è proprio un simpaticone..
- Bill, quando avete finito metti i piatti nella lavastovigile e andate a letto che è gia tardi- ci rimproverò bonariamente e, dopo aver recuperato la piccola,
sparì in salotto.
- Tomi... tu pensi che io sia sbagliato?- iniziai giocherellando con il cibo nel piatto, una volta finita la mia razione
Mio fratello mi guardò aggrottando appena le sopracciglia spettinate - Perchè dovresti Billy? Tu sei perfetto così, lascia stare papà..- mi sorrise appena.
- Sarà..- scrollai le spalle e feci il mio dovere da "ometto di casa".
Poi, troppo stanco per reggere oltre, salii nella cameretta; Ma prima mi fermai per prendere qualcosa dal cassetto del bagno della mamma.
Lo guardai a lungo e poi lo nascosi sotto la maglia larga del pigiama.
Forse ero strano, ma mai avrei pensato che ciò potesse dar fastidio ai miei compagni di scuola.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Ogay, non mi piace molto questo capitolo quindi Pardonnez moi (:
Ora ringrazio P_sunshine DasIstGelogen Marty483 memy881 e la nuova arrivata Darksun. Inoltre un grazie a chi ha aggiunto la storia alle seguite e ai preferiti.
Al prossimo capitolo (:

Capitolo 3

 

I mesi a seguire furono tutt'altro che felici per i due gemellini. O almeno, per uno in particolare.
- Bill! Bill santo cielo che cosa ti sei messo sulle mani?!- Domandò la madre allucinata
raggiungendolo velocemente.
- è figo! l'ho trovato in bagno. E poi lo metti sempre anche tu..perchè io non posso..-
- Perchè sei maschio..- intervenne tom infilandosi tutto il pezzo di ciambella nella bocca troppo piccola.
- E tu un maiale- borbottò al fratello. Poi si voltò verso la madre - Oggi a scuola mi hanno preso in giro, ma io non gli ho dato retta. Mi piace lo smalto!-.
Simone lo guardò, una mano posata sul petto all'altezza del cuore. Come poteva spiegargli che solo gli effemminati facevano certe cose?.
- Bill senti..- iniziò, ma non ebbe il tempo di finire perchè i suoi adorati bambini erano passati ad una guerra di padellate all'ultimo "Dong"
A scuola le cose si complicarono ulteriormente quando i ragazzini di quinta elementare conobbero il moro.
- Guarda che quello è il bagno dei maschi Kaulitz, tu devi andare nell'altro- un ragazzo piuttosto grassotello si avvicinò a lui
- So bene dove vado.- sibillò freddo e, senza dargli ulteriormente corda, si diresse alla toilette.
Il gruppetto però non si arrese. Entrarono tutti e quattro nel bagno e non appena Bill si avvicinò al lavello a muro per lavarsi le mani,
due dei più robusti gli bloccarono le braccia dietro la schiena.
- Adesso ci divertiamo femminuccia!- sputò il grassone iniziando a colpirlo alla cieca.
Rimase li, non seppe neanche per quanto, ma il sangue che colava sul labbro inferiore mischiandosi con la sua saliva
gli dava allo stomaco.
Si sentiva l'occhio gonfio e probabilmente le sue costole erano andate a farsi un giro.
- Bill! oddio Bill!- Tom lo vide steso li per terra e subito gli si precipitò vicino - ma che ti hanno fatto?- mormorò sul punto di piangere.
Devo essere proprio ridotto male pensò il moro cercando di sforzare un sorriso.
- Sono ...stati..- prese fiato anche se lo stomaco gli doleva - Claus e gli altri..- continuò dopo un po'.
Il fratello lo aiutò ad alzarsi, cercando di fargli fare pochi sforzi, e poi lo ripulì velocemente sul taglio al labbro.
-Torniamo in classe..- sussurrò buttando via un pezzo di carta insanguinato
- Non posso così..- Bill si guardò velocemente allo specchio; un enorme livido gli copriva tutto l'occhio sinistro - sembro un Panda..-
Tom rise appena. - Tieni..- disse poi dandogli il suo cappello.
Il moro lo mise sul capo abbassandolo il più possibile - Grazie..-
- Prego.- un sorriso increspò le sue labbra, prima di uscire da quel posto poco igienico.
- Ehi Bill che cosa hai combinato all'occhio?-
il ragazzo voltò appena la testa, era seduto al tavolo, da solo assieme a suo fratello, mangiando distrattamente un budino.
E poi la vide, bella come il sole, ad un passo da lui.
- Io...cosa?- domandò arrossendo appena per la figura fatta.
Una risata cristallina si levò dalla gola della ragazza - Ti ho chiesto che hai combinato all'occhio, sembri un buffissimo panda!-
- Mi hanno...-
- é andato a sbattere con la bici contro un albero ed è caduto.- rispose Tom al suo posto.
Gli occhi azzurri della bambina si spostarono da un gemello all'altro accendendosi subito non appena incontrarono quelli maliziosi
ma al contempo bellissimi del rasta.
- Ciao Tom- sorrise
- Ciao Bea..- ricambiò privo di emozioni quello.
I lunghi capelli svolazzarono ancora mentre la ragazza voltò il viso e, date le spalle ad entrambi, si dileguò tra gli altri coetanei.
Bill restò a fissarla per tutto il tempo, il piccolo corpicino stretto in quegli abitini e il biondo vivo dei suoi capelli che ondeggiavano liberi sulla schiena.
C'era creatura più bella di lei?.
Improvvisamente sentì qualcosa al basso ventre, come uno strano formicolio.
- Lei ti piace non è così?- mormorò Tom mettendo da parte il vassoio con la sua roba.
Un ghigno nacque sulle sue labbra, allora suo fratello non era poi così una Checca!.
- Si..- farfugliò il più piccolo arrossendo appena
- Provaci!-
- A lei non piaccio..- sussurrò semplicemente scrollando le spalle
- E tu che ne puoi sapere?- chiese l'altro alzando le sopracciglia
- Perchè a lei piaci tu.- borbottò incontrando lo sguardo di suo fratello.
Tom non era colpito, lo sapeva perfettamente che quella era la verità, ma non voleva ferire i sentimenti di suo fratello più di quanto gli altri
non avessero gia fatto quel giorno.
- sei solo troppo insicuro secondo me. Andiamo guardaci! siamo gemelli omozigoti..- sorrise.
-Sarà..- lo guardò ancora e poi scese dalla sedia.
La campanella suonò cinque minuti dopo e Bill potè finalmente salutare, almeno per quelle poche ore, il suo incubo peggiore.
- Oh santo cielo! che cosa ti hanno combinato?- strepitò Simone togliendogli velocemente il cappellino.
- Mi hanno picchiato..- rispose Atono.
- E per quale arcano motivo Bill? - domandò ancora tamponando piano la ferita sul labbro con un po' di disinfettante
- Perchè metto lo smalto..-
La madre sospirò - senti Bibi..-
Ma il bambino non le diede tempo di finire. - Vado da violette.-
Detto questo, senza aspettare un secondo, salì le scale a due a due dirigendosi nella camera tappezzata di rosa.
Restò a giocare con la sorellina per un po' di tempo e poi, stretta tra le sue braccia, la vide chiudere i piccoli occhietti tanto simili ai suoi.
-Farò di tutto affinchè la tua vita sia perfetta, te lo prometto- mormorò a bassa voce - E ti giuro che il primo che proverà a toccarti farà una brutta fine-
La posò nuovamente nella culletta e si lasciò sfiorare le guancie da alcune goccie salate.
Pochi singhiozzi scossero le sue spalle troppo piccole per sostenere già il peso dell'umiliazione.

Quello era solo il primo di una lunga serie di brutti episodi a scuola. Ma questo, non poteva ancora saperlo.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Oooooooooook u.u Grazie a chi ha aggiunto la storia alle seguite (: e anche a P_sunshine Marty483 memy881 e Splash_BK (all'inizio avevo pensato di farla figlia di Gordon ma poi ho cambiato idea quindi si è come hai detto, lei è figlia di un altro uomo di cui nessuno sa nulla u_u e che ha lasciato Simone quando ha scoperto che era incinta)
Eccovi il capitolo :D Alla prossima <3

Capitolo 4

 

Il giorno del nostro nono compleanno arrivò ben presto.
Quella mattina proprio non avevo voglia di alzarmi dal letto però.
- Auguri Fratellino- Tom si sporse sul mio letto dandomi un bacio sulla guancia
- Grazie.. auguri anche a te- mormorai con la voce impastata dal sonno.
Diedi un occhiata alla radiosveglia accanto al comodino, segnava le undici e mezza.
- Sarà meglio alzarsi- borbottai scostando violentemente le coperte dal mio corpicino.
Infilai una maglia e scesi di sotto
- Auguri!- la mamma saltellò dal piano cottura fino a me schioccandomi un rumoroso bacio sulla fronte
- State diventando proprio grandi!- farfugliò con gli occhi quasi lucidi - Comunque, ho due regali per voi!, ma prima fate colazione-
mi spinse leggermente verso il tavolo bandito di Pancake e cornetti al cioccolato. (
- Va bene, grazie- sorrisi.
Quando posai le mani sul tavolo per sedermi qualcosa mi afferò la gamba destra.
Abbassai lo sguardo credendo di essere inciampato nella cartella, invece vidi Violette attaccata al mio pantalone che, con le piccole manine, strattonava appena
- Ehi, ciao piccola!- la presi in braccio portandola all'altezza del mio viso
- aaaha!- mi carezzò piano la guancia mandandomi un bacio come solo lei sapeva fare.
Risi intenerito dai suoi versetti e la strinsi a me - Grazie per gli auguri Vi!-
- Li ha fatti prima a me tanto!- intervenne Tom allungando la mano verso mia sorella che la strinse forte intrecciando le dita minuscole nelle sue, decisamente troppo grandi.
- è vero che mi vuoi più bene?!- continuò poi.
Violette sorrise
- No lei vuole più bene a me!- ribadii sicuro di me stesso.
Ma non appena Tom aprì bocca per parlare, mamma entrò in cucina sfilandomi la bambina dalle braccia.
- Adesso smettete di confonderla, e andate fuori a giocare un po'.. -
- Si padrone- rispose subito mio fratello ghignando.
Si infilò l'ultimo pezzo del cornetto in bocca e poi prese la felpa uscendo.
- Bill..-
mi voltai a guardarla
- Dimmi mamma..-
- Ho gia detto a Tom che stasera vorrei farvi conoscere una persona. E'.. è molto importante per me-
Annuii, atterrito da quelle parole che sapevo gia cosa volevano dire, e guardandola un ultima volta seguii il rasta fuori.
Fuori al Garage, impacchettate con un semplice fiocco vi erano due Biciclette nuove di zecca.
- Ehi! Andiamo a farci un giro dai!- disse Tom guardando quei due gioielli con piena ammirazione.
Presi una delle due e tolto quell'ingombrante nastro salii sul sellino iniziando a correre.
Inutile dire che il resto della mattinata lo passammo a scorrazzare per tutti i campi di Loitsche, cercando di ammazzarci
mentre provavamo acrobazie fuori dalla nostra portata.
- Tooom, Biiill- mamma ci richiamò allungando un braccio per farci segno.
- Dobbiamo tornare..- avvertì mio fratello
- Si ..- annuii e iniziai a pedalare, poi a pochi passi, da casa mi bloccai
- che c'è?- domandò fermandosi di botto anche lui.
- Senti..mamma ti ha detto qualcosa.. di stasera?-
Mi guardò aprendo un po di più gli occhi color oro. Dentro vi lessi la mia stessa folle paura.
- No.. Ma ho gia una vaga idea di chi vuole presentarci-
- Tom..- iniziai, ma non mi diede il tempo di finire
- Lo so Bill, lo so.- detto questo, con un sorriso finto stampato sulle labbra tornò dentro.
Quella sera, verso le otto, il campanello suonò un paio di volte annunciando l'arrivo di quel qualcuno tanto atteso.
Mamma balzò in piedi e, posata Violette sulle gambe di Tom, saltellò ad aprire
- Ciao..- sussurrò con voce bassa
- Ciao..- ricambiò una voce maschile. L'uomo si sporse di poco sfiorando lievemente le labbra della mamma.
Strinsi i pugni e li lasciai cadere lungo i fianchi abbassando velocemente lo sguardo infuriato.
Era solo l'ennesimo bastardo che ci avrebbe fatto soffrire ancora.
- Bill, Tom, venite qui.- Simone ci chiamò intimandoci di raggiungerli all'ingresso.
Mio fratello si alzò chiudendo la piccola in un abbraccio protettivo - Non dire una parola- sibillò voltandosi appena verso di me.
Annuii e mi apprestai a seguirlo.
- Ragazzi, lui è Gordon, Gordo Trumper. - presentò - Gordon, loro sono Bill e Tom, e lei è Violette- continuò poco dopo.
L'uomo ci sorrise e allungò la mano verso di noi, ma ambedue restammo impassibili.
- Beh..piacere ragazzi..- disse un po' deluso abbassando lentamente il braccio.
- Bill, Tom! - ci sgridò la mamma. Ma ancora una volta non battemmo ciglio.
- Lui è solo l'ennesima fregatura.- sbottò mio fratello alzando lo sguardo per sfidare quello alquanto sorpreso di nostra Madre
- E poi a che ti serve un altro uomo? Hai noi, non ti basta?- domandò arrabbiato.
- Ma certo che si Tom, e solo che io..-
- Tu cosa? Non sei ancora stanca di piangere la notte?- urlò.
Violette si svegliò di colpo, e spaventata dal suo grido scoppiò a piangere.
La presi in braccio cercando di calmarla e poi, quando vidi che Tom aprì nuovamente le labbra, serrate solo per qualche istante, lo bloccai.
- Basta.- sussurrai - é la sua vita, e può farne ciò che vuole.- spostai lo sguardo dal suo a quello di Gordon
- Sia chiaro che la nostra fiducia bisogna guadagnarsela. E fossi in te mi arrenderei gia adesso.-.
Senza aggiungere altro salii di sopra chiudendomi, con i miei fratelli, in camera.
Mamma li, ancora imperterrita per l'accaduto.
Tutto questo sarebbe stato nuovamente un errore, ma sapevo che prima o poi avrei dovuto accettarlo, anche contro la mia volontà.

Gegen Meinen Willen.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Bonjour a tout le monde! ça va? *O*
Ok la smetto di fare la francesina del cazzo e vi posto il capitolo. Tra due settimane parto e mi sa che non avrò il tempo di scrivere li ç.ç Ma se sparisco non vi preoccupate tornerò :D
Ringrazio chi ha aggiunto la storia alle preferite, e DasIstGelogen Splash_BK e P_Sunshine per aver commentato

A presto :)

 

Capitolo 5

 

- Bill, Tom.. svegliatevi!- mamma strepitò ancora.
Mi alzai dal letto, dirigendomi, quasi ad occhi chiusi, dentro la doccia.
Lasciai che, senza fretta, lo scrosciare fresco dell'acqua risvegliasse ancora il mio corpo intorpidito.
Indossai un semplice jeans e una maglia, rigorosamente nera, prima di scendere in cucina.
- Buongiorno.- mi salutò Simone, seria e fredda, come nelle ultime due settimane.
Dopo quello che era successo a cena, con il suo nuovo Compagno, fidanzato o chicchessia, aveva smesso di rivolgerci quasi la parola.
Lei e Tom ormai si salutavano semplicemente la mattina e la sera.
Perchè non capiva che noi volevamo solo proteggerla?
- Baderete voi a Violette oggi. Io esco-
- Dove vai?- domandai apprensivo
Mi gelò con lo sguardo - Esco Bill. Con Gordon-
Prese la borsa e il giaccone dileguandosi poi nel paesino innevato.
Rimasi seduto al tavolo, per qualche minuto, mangiucchiando una frittella.
- Buongiorno- biascicò mio fratello ciabattando in cucina
- Ciao Tomi..- lo salutai un po' mogio.
Prese il cartone di latte dal frigo versadone poi il contenuto in una tazza.
- Che c'è?- domandò accomodandosi difronte a me.
Scrollai semplicemente le spalle - Nulla.. la mamma è ancora arrabbiata- risposi
Sbuffò - è colpa sua..-
- No Tomi, io penso semplicemente che abbiamo esagerato-
Mi guardò e le sue sopracciglia si aggrottarono leggermente. Probabilmente era sorpreso
- Insomma, che ci costa provare a fidarci?-
- è proprio questo l'errore che facciamo sempre..-
- Tomi. Mamma ci tiene davvero a Gordon. Magari dovremmo conoscerlo meglio...-
Rimase in silenzio scrutando le sue mani ancora piccole
- Va bene. Se ci tieni. Ci proveremo- continuò poi .
Punto il suo sguardo nel mio e allora sorrisi.
Era incredibile come, con una semplice occhiata riuscivamo a capire tutto, l'uno dell'altro.
E mi piaceva. Mi piaceva da morire il rapporto che avevo con lui, perchè era senza dubbio la persona più importante della mia vita.
- Ti voglio bene- ammisi arrossendo appena.
Ridacchio e si allungò a carezzarmi di sfuggita il braccio - Anche io fratellino-
Scesi dalla sedia e saltellando andai a prendere Violette che giaceva ancora addormentata nella sua culletta.
La sera arrivo presto, portanto dietro di se la Luna che si stagliava alta nel cielo appena nuovoloso e ventilato.
Oo e Tom eravamo affacciati alla finestra in attesa del ritorno della mamma
- Credi che entrerà se glielo chiediamo? - domandò il rasta guardandomi
- Tentar non nuoce..-
- Si ma dopo quello che gli abbiamo detto..-
Ridacchiai vedendolo impacciato poi, due fari accesi, catturarono la nostra attenzione.
- Sono loro.- dissi scendendo dal davanzale e correndo ad aprire la porta.
Nonostante il freddo e la neve per terra corsi fuori il vialetto a piedi scalzi
- Mamma!- urlai per farmi sentire oltre il vento
- Bill! santo cielo entra subito o prenderai un malanno!- esclamò ad occhi sgranati
Scossi la testa e mi avvicinai ancora aspettando che mio fratello mi raggiungesse.
- Non entriamo senza di voi-
- sto arrivando Bill.. Fammi salutare..-
- No!- intervenne mio fratello alzando appena il palmo della mano per bloccare le parole di mamma - Vorremmo..vorremmo che venisse anche Gordon..-
Entrambi sgranarono gli occhi sorpresi.
Nessuno dei due, in particolare la mamma, si aspettava che quelle parole uscissero proprio dalla bocca del ragazzo più orgoglioso e prepotente sulla faccia della terra.
- ...Che avete combinato?- domandò poi Simone a braccia conserte
- Niente! - mi affrettai a dire - ma abbiamo sbagliato, dovevamo dargli un opportunità e non l'abbiamo fatto...-
L'uomo ci guardò ancora sconcertato, poi si sciolse in un sorriso
- Mi hanno detto che voi sapete suonare!- chiese cambiando appena discorso
Tom annuì con vigore - Chitarrista!- proclamò con fare solenne.
Gordon rise. - Io ho una scuola di musica. Anche io suono la chitarra-
Gli occhi di mio fratello si illuminarono subito.
Eureka per lui!
-Entiamo a casa forza. Avrete modo di parlare dentro, al caldo.-
Annuimmo tutti all'unisono e ci accomodammo in casa davanti al camino.
Mamma salì a prendere Violette e dopo averla posizionata nelle braccia di Gordon, andò in cucina a preparare la cioccolata calda.
Mia sorella gli sorrise, iniziando a giocare con i suoi lunghi capelli corvini. Gli piaceva. 
- Allora, da quanto suoni?- domandò l'uomo osservando Tom mentre stringeva la piccola al suo petto.
- Da poco.. Non sono molto bravo però- ammise sorridendo
- Posso aiutarti io!- si offrì
-Davvero? - chiese emozionato.
Gordon annuì con vigore. - Per tutto il tempo che vorrai.-
Si sorrisero per qualche secondo, e solo allora capii che tutto sarebbe andato per il verso giusto a casa.
E inutile continuare dicendo che, quella sera, mio fratello trovò un nuovo amico con cui condividere la nostra passione, Violette un nuovo uomo che in un futuro avrebbe potuto chiamare papà, e forse la mamma, una persona affidabile con cui condividere il resto della vita.

Ed è proprio quell'uomo che ci ha aiutato a realizzare il nostro sogno. Che ha creduto in noi ogni singolo istante. Che ci ha fatto diventare i Tokio Hotel.
Lui, il nostro angelo custode.

 

 

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Capitolo 6
*** capitolo 6 ***


ook scusate il ritardo ma Venerdì ho l'esame e devo studiare...
Vi posto subito il capitolo ;) Grazie a memy881 Splash_BK DasIstGelogen e P_Sunshine. E ovviamente a tutti quelli che hanno aggiunto la storia alle preferite e seguite (:

 

Capitolo 6

 

Gli anni passano per tutti.
Così rapidi, come l'acqua che scorre sul letto di un fiume.
Così leggeri, come il passaggio delle nuvole sul ciel sereno.
Così ricchi, come l'amore che provavo per la mia famiglia.
Era trascorso tanto tempo da quando la mamma aveva conosciuto Gordon, e ancora adesso gli occhi brillavano quando venivano a contatto tra di loro.
Non credevo all'eterno amore, ma speravo che lui sarebbe rimasto un altro po' con noi.
Gordon era fantastico, sotto tutti i punti di vista.
Con lui accanto eravamo riusciti anche a formare una piccola band, nulla di importante ovviamente. Eravamo troppo piccoli.
Ma l'idea di far parte di un gruppo mi elettrizzava da morire.
I Devilish.
Era questo il nome perfetto.
Diabolici proprio come noi.
Un sorriso si allargò sul mio viso quando entrai nel garage dove provavamo ogni domenica dopo aver finito i compiti.
- Ciao!- salutammo in coro io e mio fratello, gli altri due componenti.
Gustav, il ragazzo che avevo conosciuto il primo giorno di scuola, era diventato il batterista della band e con il tempo eravamo riusciti a trovare anche un bassista.
Georg era più grande di noi di due anni ma questo non gli dava affatto fastidio anzi, lui e Tom erano diventati più che buoni amici.
- Iniziamo?- domandò il rosso collegando il suo strumento all'amplificatore.
- Si, però questa volta proviamo la nuova canzone va bene?- mi posizionai accanto a loro pronto per attaccare.
Non avevo un microfono, ma la mia voce riusciva comunque in qualche modo a fondersi e farsi sentire in mezzo a tutto quel casino.
- posso vedere anche io?..- chiese insicura una vocina dalle scale.
Violette comparì difronte a noi saltellando sui gradini con le sue piccole gambine.
Non avrei mai pensato che si sarebbe potuta fare così bella.
E invece lei, ogni anno che passava, sbocciava come un fiore in primavera.
I suoi occhi vispi e verdi, i capelli, dello stesso biondo cenere mio e di Tom, che ricadevano morbidi sulle spalle.
Il corpo ancora troppo piccolo e magro.
Aveva solo Sei anni mia sorella, eppure gia un sacco di ragazzini le stavano dietro.
C'era da essere gelosi della sua bellezza.
Era una di quelle che ti toglievano il fiato, che te lo mozzavano facendoti aprire la bocca come un perfetto idiota.
Ma violette era troppo piccola per capire che da grande tanti bambini le avrebbero chiesto la mano.
Sorrideva a tutti, senza escluderne nessuno. Li faceva giocare con lei e a volte con la sua solita dolce innocenza gli regalava un bacio sulla guancia..
Quando Simone e Gordon avevano reso ufficiale il loro fidanzamento, lui le aveva proposto di riconoscere mia sorella come sua figlia.
Adesso anche lei aveva un cognome ed un papà.
Naturalmente nostra madre ci aveva chiarito che per nessun motivo dovevamo dire a Violette che Gordon non era il suo vero padre.
Quando sarebbe stata più grande, gliene avrebbero parlato tutti e due assieme.

Le guancie di mamma si erano subito bagnate sotto le sue lacrime
- perchè piangi? - le avevo chiesto terrorizzato con gli occhi lucidi
- Sono solo contenta amore- mi aveva rassicurato lei carezzandomi la folta chioma adesso corvina.
Avevo annuito e mi ero nascosto dietro l'angolo, dove mio fratello ascoltava in silenzio il discorso.
Gordon le aveva detto con dolcezza che quella bambina lo faceva impazzire.
Voleva essere un padre per lei. Non voleva farle sentire la mancanza di una figura tanto importante accanto.
Aveva sorriso asciugandole le lacrime salate,sussurrandole parole a noi incomprensibili.
Poi aveva tirato fuori dalla sua giacca una scatolina di velluto blu e, inginocchiandosi ai piedi della mamma, le aveva chiesto la mano.
Ripetendole per tutta la sera quanto l'amasse.

- Va a giocare con le bambole Vi!- sbottò mio fratello guardandola.
Una strana smorfia comparve sulle bocca di mia sorella. Stava per piangere.
- Avanti lasciatela guardare- intervenne Georg, poi si chinò accanto al viso di mia sorella accarezzandole i capelli - Fa pure Vivì ci fa piacere avere spettatori-
Violette piegò le labbra all'insù e saltellò fino ad una delle vecchie sedie poste nel garage accomodandosi sopra quella.
- Possiamo iniziare?- riprese Gustav facendo tintinnare le bacchette tra di loro.
- si, cominciamo- Chiusi gli occhi e quando la musica partì lasciai che le note invadessero il mio corpo facendomi sentire vivo.
Si, era questo che mi provocava la musica.
Un insieme di sensazioni indescrivibili. Un misto di amore e odio, passione e tristezza.
Urlai quelle parole che io stesso avevo scritto qualche tempo fa, fino a quando le mie corde vocali, esauste, non chiesero una pausa.
Si diressero tutti di sopra, in cucina, per la cena.
Io fermo, al solito posto osservando mia sorella. Ancora nell'angolino, gli occhi puntati sul basso nero presente in sala.
- Vi..- sussurrai avvicinandomi.
Mi guardò e si distese in un sorriso - Mi piace tanto..- farfugliò indicandomi - La tua voce mi fa sentire bene.-
Le accarezzai i capelli intenerito e con le sue manine sfiorò il piercing al sopracciglio.
- Da grande lo farò anche io!- dichiarò poi ridacchiando.
- Oh no Vi! Mamma si arrabbierà tanto!-
- Anche papà..- continuò lei scrollando le piccole spalle.
Annuii convinto.
- Bill..- mi chiamò dopo un po' scendendo dalla sedia. Mi piegai sulle ginocchia arrivando alla sua altezza.
Faccia a faccia, occhi negli occhi.
- Promettimi che continuerai a cantare. Lo farai per me!. Voglio vederti diventare famoso. Voglio che urlino il tuo nome così forte da rompere le finestre.-
Deglutii cercando di far sparire quel groppo alla gola.
- Voglio anche che tutti sappiano che io sono tua sorella! Perchè un giorno tu e Tomi mi renderete orgogliosi di voi..- mi accarezzò la guancia
e allora sforzai un sorriso - Te lo prometto piccolina. Lo farò per te.-
La presi tra le braccia e salii di sopra, raggiungendo il gruppo.
A volte non riuscivo neanche io a capire come, una semplice bambina così piccola potesse dire certe cose.
Come potesse scatenarmi tante sensazioni insieme.
Violette era come la musica per me.
Era una cosa senza il quale ne io ne Tom potevamo stare. Era la luce dei nostri occhi.
E per quanto volessi uccidere quell'uomo che l'aveva messa al mondo scappando poi via come un codardo, dall'altro lato lo ringraziavo infinitamente.


Perdonami Violette se ho mantenuto la promessa solo a metà.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Mi sa che questo sarà l'ultimo capitolo prima di partire ç.ç
Ma io spero davvero di non lasciarvi con il fiato sospeso fino a dicembre!. Se lo faccio picchiatemi xD
Ringrazio P_Sunshine memy881 Splash_BK DasIstGelogen Marty483 e quella scema di MakeSomeNoise che legge e mi commenta le cose su msn (Idiota XD)
Alla prossima (:

 

Capitolo 7

-Vivì! Ho una sorpersa per te!- la mia compagna di banco saltellò fino al corridoio raggiungendomi.
Era ora della ricreazione e come tutti i giorni, stavo scendendo nel giardinetto sul retro per godermi un po' di sana solitudine.
- Dimmi..- Risposi con noncuranza continuando a camminare.
Elizabeth posò due fogli di carta stampata proprio sotto il mio naso. Rettangolari ed arancioni.
- Che sono?- domandai guardandoli di sfuggita.
- Che sono? Che cosa sonooo?- Chiese allibita posizionandosi davanti a me impedendomi così di proseguire
- Beh si, che cosa sono? ..-
- Ma dove vivi?!- esclamò palesemente scocciata.
Poi sventolò ancora quei pezzi di carta dinnanzi al mio volto.
- Sono Biglietti per il concerto di sabato!- esultò, come se ancora non ci credesse che erano li, proprio tra le sue mani.
- Che..concerto?- come se non lo sapessi.
Improvvisamente il mio cuore mancò di un battito.
Il loro concerto, naturalmente.
Obernahusen, 26 febbraio 2010.
Welcome to The Humanoid City.
Una scarica elettrica attraversò tutta la mia spina dorsale.
- I tokio Hotel suoneranno li! Allora mi accompagni?- chiese schioccando le dita quando si accorse che non ero propriamente presente in sala.
- Non credo sia una buona idea.- Dissi cercando di superarla.
Mi seguì.
- Perchè?-
- Perchè no.. -
- Non ti piacciono?- il suo volto si intristì di colpo.
No non mi piacciono! Li odio! sono solo una banda di ragazzi che si credono fighi!
- Non penso che mia madre mi faccia venire..-.
- Ok..- sussurrò afflitta fermandosi - Chiederò a mia madre di accompagnarmi..-
Sei un Egoista Violette.
- Eli.. Aspetta- la bloccai prima che andasse via - Verrò con te, se è questo che desideri.-
I suoi occhi si illuminarono. Sul suo viso pura contentezza.
- Grazie Grazie Grazie!- mi abbracciò - Sei la migliore amica che si potesse mai avere!- baciò velocemente la mia guancia e tornò in classe.
Quando le lezioni finirono, uscii da scuola e presi la bici tornando a casa.
Nonostante fossi ancora una ragazzina, ero l'unica in tutta la scuola che andava via senza i genitori.
Ero presa in giro da metà dell'istituto.
Un po' per la mia emarginazione, un po' per il mio aspetto.
Vestivo quasi sempre di nero, molto sportiva nonostante fossi una ragazza.
Ero bella, e questo dava fastidio a tutte le ragazze. Così ogni minimo difetto lo facevano risaltare.
Ma non mi ero mai curata del parere degli altri, i miei fratelli mi avevano insegnato così.
Sorrisi a quel pensiero, era stato proprio Tom a dirmelo.
- Perchè lo prendono in giro ? - mormorò la bambina più piccola mentre gli occhi le si riempivano di lacrime
- Non lo so Violette..I bambini sono cattivi quando vedono qualcosa di strano- ammise suo fratello accarezzandole i capelli biondastri
- Tomi, Bill sta piangendo- tirò su con il naso.
Se uno dei due stava male, lei anche soffriva.
- Ci penso io adesso a farlo smettere- si chinò sulle gambe arrivando all'altezza di sua sorella
- Piccola, promettimi che qualsiasi cosa ti diranno, se non sarò li a proteggerti, te ne infischierai- la guardò
- Tu sei bella sia fuori che dentro e sii sempre te stessa, qualsiasi cosa succeda-
Un abbraccio di quelli sinceri, prima di vederlo sparire oltre la porta della propria camera.
- Sono a casa- annunciai posando le chiavi di casa sul ripiano all'ingresso.
Buttai la cartella per l'aria e andai in cucina - Ciao mamma..- salutai prendendo un pezzo di pane
- Vi! Smettila di mangiare, è quasi pronto!- mi rimproverò
- Va bene.. - sbuffai - Papà non torna neanche oggi?-
- Lo sai che non può Violette..-
Non può. Mio padre preferiva seguire i miei fratelli in giro per il mondo piuttosto che preoccuparsi di stare a casa, di aiutarmi a fare i compiti.
Ma ormai c'ero abituata.
Erano passati cinque anni dal loro debutto come band.
I Tokio Hotel.
Famosi in quasi tutto il mondo. Peccato che nessuno li conosceva affondo.
Nessuno sapeva che quando erano diventate delle Star avevano lasciato una sorellina di appena nove anni da sola.
Nessuno sapeva che io esistevo.
Perchè per la mia " protezione" avevano preferito non dire nulla.
Di rimanere semplicemente in due. I gemelli Kaulitz.
E io li odiavo, li odiavo da morire.
Odiavo Tom e il suo fare protettivo anche a 500 chilometri da casa.
Odiavo Bill e le sue promesse non mantenute.
Odiavo la mia vita perchè non potevo costruirmene una vera.
- Vivì vieni è pronto- mi alzai dal divano raggiungendola in cucina.
La tavola, come al solito bandita per due.
- Va tutto bene?- domandò mia madre osservando il mio volto cupo. - Certo- Risposi prontamente inforcando un po' di pasta.
- Amore, lo so che vorresti tanto che papà fosse più presente. Ma Bill e Tom hanno bisogno di una mano in più..-
Indurii la mascella - E io non ho bisogno di una mano? Ho solo quattordici anni e devo gia stare a casa da sola quando tu non ci sei. Vado a scuola con la bici mentre le mie amiche se ne stanno
comodamente sedute in auto. Faccio i compiti da sola e se ho bisogno di una mano nessuno può darmela!- la guardai - Ma noi non abbiamo bisogno di uomini in casa-
Sul mio viso, un sorriso ironico.
- Sai cosa mamma? Sabato vado al concerto ad Obernhausen- Mi alzai salendo in camera mia.
Il piatto di pasta, ancora intatto sulla tavola.
Mia madre ferma nella stessa posizione per diversi minuti, la sua bocca spalancata, i suoi occhi velati di tristezza.
Li avrei guardati dal parterre, ancora una volta negli occhi così simili ai miei, e avrei urlato tutto il mio dispresso per loro.
Avrei sentito le ragazze chiamare i loro nomi, e lo avrei fatto anche io.
Lì in mezzo ad un tutte quelle Fan che, nonostante pensassero di conoscere tutto della loro vita, non sapevano della mia esistenza
Uno spazio piccolo del mio cuore però li amava profondamente. Anche dopo tutto quel male.
"Perdonami Violette se ho mantenuto la promessa solo a metà"

Ma il mio animo proprio non riesce a scusarti Bill. Ed io ci ho provato. Davvero...

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Capitolo 8
*** Avviso ***


STORIA SOSPESATEMPORANEAMENTE PER BORSA DI STUDIO IN GERMANIA.

Se avrò tempo per aggiornare,ovviamente lo farò.
Chiedo davvero scusa per il disagio ma non sono riuscita a concludere la fan Fiction.

A Dicembre.

Isabella (:

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 ***


Salve a tutti (: Non so come ho avuto il tempo di scrivere questo capitolo visto che non posso stare molto al pc.
Qui si gela (: e mi manca tanto stare a casuccia per scrivere in santa pace, ma vabbe. Tre mesi passeranno in fretta. Avviso tutti che questa tastiera non ha accenti dunque per far capire mettero un‘apostrofo.
Alla prossima, Tschuuss :)



Capitolo 8

 

 

-sono agitato- sussurro‘ il ragazzo seduto sul divano di pelle nera.

- andra‘ bene, come sempre; noi siamo perfetti!- lo rassicuro‘ il fratello vantandoli.

Il moro guardo‘ l‘orologio appeso al muro e annui‘ appena. Le lancette, di differente grandezza ma con colore uguale, segnavano le otto e un quarto.

Tra meno di un ora il primo concerto dell‘humanoid City sarebbe iniziato. Afferro‘ una ciotola di cristallo accanto al sofa‘, dentro vi erano le caramelle gommose che tanto amava.

Proprio come Vi‘ penso‘ abbozzando automaticamente un sorriso amaro.

Infilo‘ uno di quei piccoli orsetti tra le sue labbra e lascio‘ che il gusto della fragoa gli invadesse la bocca.

Vedeva la sua piccola sorellina pochissime volte all‘anno, solo quando sua madre la obbligava a trasferirsi da loro per le vacanze di Natale.

Violette era cambiata tanto da quando avevano iniziato la loro carriera, si era chiusa in se stessa e anche se suo fratello gli dava dello stupido, Bill non poteva non pensare che in fondo, dietro quei sorrisetti

forzati, c‘era tanto odio per loro.

- Ragazzi...- Gordon entro‘ nella sala con alcuni tecnici. - Fuori c‘e il pienone!- annuncio‘ entusiasta.

Tom sorrise maliziosamente lisciandosi appena la maglia extra-large; come al solito avrebbe scelto una ragazza dal pubblico per passare la serata, e sapere che erano in tante poteva solo renderlo contento.

Da parte del moro, arrivo‘ un semplice assenso di capo.

-Bill che c‘e?- domando‘ apprensivo il patrigno.

- Nulla!- mormoro‘ riaggiustandosi la tuta dopo che lo staff ebbe finito di microfonarlo.

Il chitarrista sbuffo‘, sapeva perfettamente cosa passava per la testa al piu piccolo -Bill crede ancora che Violette sia arrabbiata con noi..-

- Ah..- rispose semplicemente l‘uomo, non poteva e non voleva dirgli ora che Simone lo aveva chiamato disperta dopo una furente lite con Violette proprio approposito dei Gemelli.

Sua "Figlia" era poi venuta qui con la sua miglire amica per guardare i suoi fratelli come se fosse una normale Fan. E lui non poteva non essere preoccupato pensando che da sola, a quattordici anni, Era tra una folla

di ragazzine incallite ed in piena fase ormonale.

Avrebbe tanto voluto farla prelevare da uno dei suoi Bodyguard, ma conoscendola, si sarebbe dimentata fino all‘ultimo urlando come una pazza.

Poteva solo starsene inerme e sperare di ritrovarla intera.

Stesso carattere deciso di Tom, stesso comportamento Isterico di Bill.

L‘unica cosa che distingueva violette dai Gemelli erano gli occhi.

I suoi occhi color smeraldo, tanto intensi da far paura.

Quello stesso sguardo che aveva lasciato trapelare molte volte tutto l‘odio per non essere mai presente.

-Gordon??- Bill lo richiamo‘ per la terza volta, scuotendo una mano smaltata dall‘alto verso il basso.

- Si...Scusa.. Ehm.. Bene, e‘ ora di andare- sforzo‘ un sorriso sincero e si appresto‘ a lasciare la stanza in piu‘ in fretta possibile.

- Mah!- Tom scrollo‘ le spalle - Sono l‘unico normale qui!- borbotto‘ soffocando una risata.

Ecco la cazzata! penso‘ suo fratello seguendolo sconsolato.

Raggiunsero il resto del gruppo, ed eccitati quanto impauriti salirono sul palco alle nove in punto.

- Hallo Oberhauseen!- urlo‘ il moro alzando un braccio verso il cielo, e alle prime note della chitarra la sua voce, dolce e contemporaneamente aggressiva, inizio‘ a riempire l‘intero stadio.

Due occhi, arrivati magicamente in seconda fila dopo un pomeriggio all‘insegna di gomitate ed insulti, lo guardavano lucidi per la felicita‘ ed il rancore.

E‘ mio fratello! avrebbe voluto urlare. Ma no, non poteva.

Resto‘ semplicemente in silenzio, inerte tra migliaia di fans, beandosi semplicemente Di quel suono cosi familiare.

- Andiamo Vivi‘! Non sei contenta?- Domando‘ Eli

- Certo... Certo..- sussurro‘ all‘amica sorridendo appena.

Li squadro‘ uno ad uno, ad iniziare da Gustav per finire con Bill, lasciandosi poi traspostare dall‘atmosfera.

Schiuse le labbra ed inizio‘ a cantare; quei testi cosi conosciuti, quei testi cosi maledettamente sentiti.

Solo due ore, prima che la magia del momento cessasse di colpo.

Luci accese, Lacrime infrante contro il pavimento, corpi sfiniti ed un semplice "Dankeschön" da ricordare.

- Oh mio dio..- sussurro‘ emozionata Elizabeth. Le gambe ancora le tremavano per l‘emozione.

Finalmente li aveva visti dal vivo, e mai avrebbe potuto chiedere di meglio.

- Ahm..- violette la guardo‘, immobile allo stesso posto, aspettando che la folla scemasse. - Io torno con mia madre Sta... Sta arrivando- menti‘

- oh- l‘amica scrollo‘ le spalle - Va bene. A domani, Tschuss!- sventolo‘ la mano in aria e scompari inghiottita dalla folla.

La biondina rimase li, e solo quando fu sicura che ogni singola persona all‘interno del palasport fosse andata via, si avvicino‘ alla sicurezza.

- Violette.- La voce di suo padre risuono‘ prepotente

-Papa‘..- rispose, nel parlare nessun tipo di intonazione.

- Tua madre mi ha chiamato. Vieni con me, ti riaccompagnamo a casa.-

- Non occorre. Prendero‘ il treno.- ribatte‘ - Ho solo bisogno di un po di soldi. Sei in arretrato di due mesi con la Paghetta.-

- Non puoi andare sola, e‘ troppo tardi.- si avvicino‘ a lei afferrandole delicatamente il braccio.

- Lasciami!- sbotto‘ cercando di allontanarsi, ma Gordon aumento di poco la pressione - Sta ferma Vi‘ ma che ti prende?!- domando‘ con una punta di rabbia.

Allarmati dalle urla, dopo dieci minuti buoni, i Tokio Hotel scesero Giu‘

Quello che non si aspettava di vedere nessuno, era proprio quello scricciolino che continuava a dimenarsi.

Tre sguardi, e tanto da dirsi.

Violette era li.

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Capitolo 10
*** Capitolo 9 ***


uhm Guten Tag Leute :)
Stare qui e non combinare nulla a scuola mi ispira. Non é vero in realtá scrivo solo perché mi annoio e non voglio addormentarmi in classe u_u ( vi voglio bene xD)
Ringrazio  P_Sunshine (-.-) Marty483 memy881 e Splash_BK

 

Capitolo 9


Guardai quegli occhi cosí simili ai miei per non so quanto tempo prima di distogliere lo sguardo.
Loro erano lí che mi fissavano, incapaci di produrre alcun suono con la bocca.
Dimenticai per un momento il motivo del mio essere lí.
Dimenticai il perché ero arrabbiata con loro.
Dimenticai perfino il mio nome.
Avevo solo voglia di correre e abbracciarli.
-Violette..- sussurró Tom sorpreso di vedermi. Ero andata solo al loro primo concerto prima di giurare a me stessa che non il avrei piú visti suonare.
E invece quella sera avevo infranto la mia promessa. Li avevo visti e mi ero divertita da morire.
-Papá, devo andare a casa- sibillai senza rispondere al suo saluto.
Gordon mi guardó e sospiró - si, adesso andiamo..- Lanció una breve occhiata ai Gemelli e avvisó le guardie del corpo.
- Ehi piccola..- Georg aspettó che il resto del gruppo si allontanasse per avvicinarsi a me.
Si fermó a pochi centimetri avvolgendomi tra le sue grandi braccia.
Georg era l‘unico della band che adoravo. Il perché... beh, era palese.
Lui mi piaceva e anche tanto ma i suoi otto anni in piú mi proibivano di farmi avanti.
Mi lasciai sfuggire un breve sospiro quando, il suo odore cosí buono, penetró nelle mie narici.
- Come stai?- domandó senza sciogliere quel tenero contatto.
-Bene..- mentii
Non parló piu, semplicemente mi accarezzó i capelli facendomi aumentare il battito del cuore.
- Georg, la macchina é arrivata!- urló uno dei miei fratelli.
Slegai le sue braccia dal mio corpo e, portandomi il cappuccio a coprire i lunghi capelli, uscii.
Bill e Tom erano sempre stati molto protettivi quando ero piccola e odiavano vedere che un altro ragazzo mi abbracciasse.
Ancor di piú se era un componente della Band.
-Puoi almeno dirmi " Ciao Tom"? - sbottó frustrato quando sfortuna volle che in macchina capitassi accanto a lui.
-Ciao Tom.- lo imitai senza alcun tono nella voce.
Mi guardó appena scuotendo il capo e poi si infiiló le cuffiette con Samy Deluxe a palla.
Difronte a me, invece, due occhi da cucciolo bastonato mi fissavano sovrapensiero.
Sostenni il suo sguardo fino a quando esasperata ed imbarazzata non mi voltai verso il finestrino.
Infondo lo sapevo che quella lotta tra occhi l‘avrebbe vinta lui. Contro Bill nessuno poteva combattere.
-dopodomani devi venire a casa?- chiese osservando le sue unchie perfette, accennando una punta di aciditá nel parlare.
- Non ci contare troppo, preferirei andare da nonna piuttosto che mettere piede in quella casa..- Mi avvelenai.
Quado ci si metteva era proprio un Bambino!.
Mio padre si giró ponendo fine a quel battibecco. - Tua madre mi ha detto che avete litigato. Posso saperne, di grazia, il motivo? Ti comporti come una drogata in astinenza.- borbottó - che ti prende Viví?-
- Forse lo sono..- ipotizzai ironica - Tu che ne sai? Non ci sei mai a casa- Scrollai le spalle.
Vidi i suoi occhi sgranarsi appena, sapevo sempre dove e come colpirlo ormai.
- Violette, non iniziare ancora con questa storia, é il mio lavoro lo sai!- provó a spiegare, ma io avevo tappato le orecchie dopo aver udito il mio nome.
Arrivai a casa un ora dopo, passata tra discussioni e occhiatacce.
- Sono tornata- urlai posando nuovamente le chiavi sotto lo zerbino, davanti la porta.
- Ah eccoti!- sussurró Simone scendendo le scale. Era ancora delusa, glielo si leggeva in faccia.- La berlina é ancora fuori?- domandó scostando la tenda.
Come sapeva che non ero tornata con Elizabeth?.
Annuii e la lasciai nell‘atrio andando a togliere i vestiti completamente unti di fumo e sudore per le ore passate in fila.
Quando uscii dal bagno, dopo una lunga e rilassante doccia calda, attraversando il corridoio, udii ancora voci al piano inferiore.
Papá doveva essere li.
Curiosa, mi spazzolai i capelli e nascosi il mio corpo, avvolto in un‘semplice asciugamano, dietro la colonna in muratura.
- Simone sei sicura? Non é una decisione troppo avventata?-
- No Gordon, ne ha bisogno e poi vedrai che per lei sará piú che una punizione..- Spiegó mia madre.
- Va bene, ne parleró con Bill e Tom allora- rispose sconfitto - Tu? Lo dirai tu a lei?-
Simone annuí prima di baciarlo dolcemente.
Tornai in camera infilandomi immediatamente nel letto, risparmiandomi cosí quella patetica scenetta romantica nel salotto di casa
Volevano punirmi
Strinsi le lenzuoa e lasciai che la spazzola cadesse sul tappeto provocando un tonfo sordo.
Che avevano in Mente?
- le faró preparare le valigie il prima possibile - Pausa - Ho giá parlato con Gordon, Tom, é qui ed é daccordo- nuovamente silenzio - Un pó di movimento non le fará male, ha bisogno di cambiare aria-
Ma che cosa..?
- Non intralcerá in alcun modo il vostro lavoro lo sai! E poi ci penserá suo padre se dovesse combinare guai.. Ok, Ti voglio bene anche io...Salutami Bill.. Ciao-
Sentii dei passi veloci muoversi sulle scale e poi tutto intorno tacque.
I Miei occhi sgranati per le parole appena udite, il mio cuore che palpitava.
Mia madre mi stava mandando via da casa.
Via da Hamburg.
In tour con i Tokio Hotel.

- Un giorno verrai con noi!- esclamó il ragazzo dai capelli neri e palesemente tinti, raccogliendo la sua valigia dalla cameretta.
- Davvelo?- rispose timorisa una vocina, forse un po´ triste in quel momento.
Il moro annuí e accarezzó i capelli della bambina - Davvero- confermó salendo sul grande bus e sparendo dalla sua vista.

Vedi Bill? Avevi ragione.
Quel giorno é arrivato.

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Capitolo 11
*** Capitolo 10 ***


Hallo (:
Le belle giornate qui sono finite, é putroppo tornata la pioggia.
Vabbé ringrazio Splash_BK P_Sunshine memy881 e Marty483 (beh, spassando é una parola grossa visto che faccio 7 ore di scuola al giorno e non capisco una mazza..)


Capitolo 10


Non piansi quella notte.

Non dormii.

Rimasi semplicemente stesa nel mio letto a baldacchino, guardando il soffitto ricoperto di Poster.

Allungai un braccio verso il comodino e acciuffai l‘ipod.

Le note confuse di River flows in you si propagandarono in tutto il mio corpo tranquilizzandomi.

Non volevo alzarmi, non ne avevo voglia.

Quel sabato lo avrei passato nel mio letto.

- Violette, é pronta la colazione..- mormoró mia madre dando due colpi alla porta.

Il brontolio del mio stomaco fece ben capire che dovevo fare quell‘enorme sforzo e scendere dai miei.

Infilai un pantaloncino di seconda mano ed una vecchia felpa con il nome di Tom stampato sopra.

-buongiorno- salutó educatamente mio padre - Dormito bene?(*)-

Alzai il viso verso il suo e scrollai le spalle.

La tavola era completamente bandita di roba.

Sorrsi tra me e me.

Credevano di addolcirmi con cosí poco?

- Buon appetito!- esordí Gordono strofinando le mani tra di loro e prendendo un panino.

Lo imitai qualche secondo dopo bevendo un po‘ di cioccolata calda.

Ogni tanto alzavano lo sguardo, scrutandomi, poi il campanello suonó.

Andiamo bene.. pensai immaginando giá chi fosse.

-Guten Tag Mutti!- esultó Bill abbracciandola con il suo esile corpo. Poco dopo Tom fece lo stesso.

Mi alzai da tavola posando rumorosamente la tazza nel lavabo; quello non era decisamente un Buongiorno.

- Violette...per favore.- chiese mio padre quando mi vide sull‘uscio della porta.

- Ho finito la mia colazione- sussurrai

- Potresti rimanere qui per noi?- pregó dolcemente Tom osservando con aria sognante il tavolo.

Non gli risposi, ma non mi rifiutai di acconsentire la sua richiesta.

-Quando é il prossimo concerto?- domandó simone

- Tra una settimana..Stiamo facendo il pienone!-

- Sono fiera di voi!-

La solita frase fatta. Quella che mia madre ripeteva sempre ai miei fratelli.

- Che programmi avete per oggi?- intervenne poi Gordon rivolgendo quella domanda anche a me.

- Nulla...siamo liberi.- il moro sorrise

- io esco.- mormorai giocherellando distrattamente con un filo della mia felpa

- Dove vai?-

- Non lo so..-

- Con chi?-

Il nervo sulla mia fronte si ingrandí. Non era mai a casa ma quando era presente sapeva come rompere le scatole.

- Esco Tom! come una normale ragazza della mia etá! Con Chi non ti interessa..-

- Si che mi interessa!-

- Io non ti ho mai chiesto il nome di tutte le ragazze con cui sei stato!- borbottai innervosendomi

- Allora é un ragazzo!- mamma, Gordon dite qualcosa!- si giró verso i miei genitori in cerca di aiuto.

Ma quella volta non gli fu dato.

- Tom, lasciala in pace, non é piú una bambina..- mormoró Bill infilandosi mezzo panino in bocca.

- Tom, Bill ha ragione.- confermó mia madre.

Un ghigno soddisfatto spuntó sulle mie labbra facendolo infervorire.

Il problema era che io non sapevo ancora con chi andare fuori quella mattina.

Avrei chiamato Elizabeth, forse.

Li lasciai tutti giú, ancora in tavola, e con la scusa di dovermi preparare mi chiusi in Camera mia.

Frugai tra i cassetti per un cambio e poi acciuffai il mio cellulare.

Piggiai velocemente il numero di casa della mia amica non ricevendo peró nessuna risposta.

- Dannazione!- sbottai buttandomi sul letto.

Non potevo restare li, ne tanto meno uscire da sola.

Se quell´idiota di mio fratello avesse scoperto che lo stavo solo prendendo in giro prima non mi avrebbe dato pace per il resto della mia vita.

Qualche secondo dopo che il mio cervello iniziasse ad elaborare un piano, il mio telefono vibró.

Su quel piccolo schermo un unico messaggio che mai mi sarei aspettata di ricevere

Ehi piccola, ti disturbo? Sono a prendere un caffé in un bar non lontano da casa tua, e visto che ho la mattinata libera mi faceva piacere stare un po´ con te. Ti va?

Lo rilessi mille e mille volte prima che il calore alle mie guancie mi avvisó che avevo smesso di respirare gia da un po´.

presi un bel respiro e aspettai qualche secondo prima di rispondergli.

Ma certo! Dammi il tempo di cambiarmi e sono da te.

Mi guardai allo specchio, cambiandomi e ricambiandomi piú volte. Nonostante sapessi che era inutile cercare di sembrare carina per lui, a me faceva piacere lo stesso che mi guardasse.

Infondo anche io ero una donna. Un po´ piccola per lui ma pur sempre una donna.

- Io esco.. A dopo!- Sorrisi all´intera famigliola seduta in salotto e a passo spedito mi diressi al Bar dell´angolo.

Ad aspettarmi, l‘unica persona con cui mai avrei pensato di passare la mattinata.


Georg.

 

(*) era una cosa che dovevo mettere perché qui la mia famiglia ogni volta me lo chiede " Guten Schlafen" :)

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Capitolo 12
*** Capitolo 11 ***


Scusate il ritardo.
Spero di aggiornare il prima possibile (:



Capitolo 11


-Georg!- urlai alzando una mano per farmi notare tra la folla.

Una delle mie non-caratteristiche era proprio l´altezza.

Mi sorrise appena facendomi segno di avvicinarmi - Buongiorno-

- ´Giorno- ricambiai accomodandomi al confortante caldo del Bar.

- Dovevi fare qualcosa di importante?- domandó

scossi la testa - No, anzi mi hai salvata da Tom e Bill..-

- Erano a casa tua?-

- Giá, colazione in famiglia..- Dissi ironica

Ridacchió e chiamó il cameriere ordinando un latte macchiato anche per me

- Come mai mi hai inviato il messaggio.?- curiosai con una punta di imbarazzo

- Ti dispiace?-

- Nono! e che non me lo aspettavo..- lo guardai

 Le sue labbra si piegarono all´insú. Adoravo le fossette che gli si creavano agli angoli della bocca.

- Ehi testolina! Non ti vedo mai e per una volta che siamo ad Hamburg ne voglio approfittare!-

Scrollai le spalle accennando una posa da diva - mmh, va bene faró questo sforzo.-

Storse appena il naso -Sforzo- ripeté.

Mi sporsi a lasciargli un bacio sulla guancia liscia e perfetta.

Potevo solo immaginare la sensazione che avrei provato se mai avessi sfiorato quelle labbra.

Le sue labbra maledettamente invitanti..

-..signorina, ci vuole lo zucchero?- mi chiese il cameriere con tono appena esasperato.

Non doveva essere la prima volta che me lo domandava.

Dovevo essermi incantata.

- Si..si grazie.- mi affrettai a dire.

Dire che quella mattinata fu la piú bella della mia vita era un eufemismo. Stavo cosí bene quando lo vedevo ridere, quando mi accarezava la guancia dolcemente,

che dimenticavo perfino il mio nome.

- Ti va di andare al lago?- chiese pagando

- Non c´é troppa gente?-

- Fa freddo, non dovremmo trovare intoppi- sorrise

- Va bene allora- mi alzai con lui e lo seguii al freddo della Germania.

Ricordavo perfettamente quel parco giochi che contornava il piccolo lago. Era stato compagno di avventure quando Tom e Bill erano ancora "loro".

- Andiamo fifona! l´acqua é bassa!-

- Non mi va di fare il bagno, ho paula- borbottó una bambina di etá decisamente inferiore ai dieci anni.

- Avanti!- la incitó uno dei due gemelli giá bagnato - ci siamo noi!-

- Voi mi fate affogale-

Il rasta alzó gli occhi al cielo e a passi lenti si diresse fuori dal lago. Sua sorella era piú testarda di un mulo quando ci si metteva.

-avanti Ví, ti terró io- si piegó sulle ginocchia aprendo le braccia -vieni- le mormoró dolcemente.

Si sentí una presa leggera al collo e strinse le sue braccia attorno all´esile corpo della bambina.

- Non mi lasciale va bene?- farfuglió vedendolo dirigersi verso l´acqua

- non ci penso nemmeno- le accarezzó i capelli immergendosi nuovamente, con il corpo di Violette avvinghiato al suo.

Sorrisi dolcemente a quel ricordo.

Tom avrebbe dato la vita per me, e chissá se era ancora cosí.

- La settimana prossima ti tocca venire allo studio?- domandó il rosso guardandomi appena.

- No, non credo- mi voltai verso di lui - diciamo che le cose si stanno complicando-

- i tuoi genitori?-

. non proprio. Diciamo che mamma vuole che io stia un po´con papá- spiegai.

Lo vidi aggrottare la fronte, cercando di collegare

-Ma...Gordon viene con noi..-

- Appunto- annuii

-vieni...- sgranó appena gli occhi - in tour con noi?-

Annuii nuovamente

- Ah..- rispose seplicemente.

La sua espressione lo tradí e potei notare che, in effetti, non ne era poi cosí entusiasta.

Che mi aspettavo.

- non é sicuro!- scossi le mani in aria

- okok!- scrolló le spalle tirando un sorriso.

Restammo ancora un po´ in silenzio, forse imbarazzati per la situazione non del tutto normale.

- E con la scuola come farai?-

- Non lo so Ge..Non so piú nulla-

Mi accarezzó i capelli piano, capendo il mio disagio - Vedrai che, se proprio devi venire, ti faremo divertire!-

Storsi il naso strappandogli una lieve risata.

- Non ti fidi di me?-

- Mi fido. É solo che non ci trovo tanto divertimento ad essere sballottati per mezzo mondo-

Ancora, la sua risata invase le mie orecchie, contaggiandomi poco dopo

- Andiamo Nana, adesso é meglio se ti riaccompagno a casa-

Si alzó tirandomi poi  a cavalluccio sulla sua schiena.

Le sue mani sulle mie gambe, il suo viso accanto al mio e, poco dopo, le sue labbra posate sulla mia guancia.

Come potevano quei semplici gesti significare cosí tanto per me?.

Nascosto dietro ad un albero, mio fratello spense la sigaretta schiacciandola con la scarpa bianca e costosa.

Strinse forte le chiavi della sua audi e si apprestó a tornare a casa.

Io e Georg, semplicemente ignari di quegli occhi color nocciola che ci avevano spiato.

 

Allora due Note:

- Non pensate male di Georg, lui vuole che Violette venga.

- Tom é ancora Molto molto molto geloso della sorella.

 

 

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Capitolo 13
*** Capitolo 12 ***


Morta di Freddo -.-"
Ringrazio Marty483 P_Sunshine e memy881, e anche tutti coloro che aggiungono tra i preferiti e le seguite.

 

Capitolo 12

 

-sono tornata!- urlai perché qualcuno all´interno della casa sentisse.

Posai la giacca sull´appendiabiti all´ingresso e poi mi diressi nel salone accanto al camino.

- Ehi, sei tornata- Bill mi sorrise candidamente spostandosi appena sulla destra per farmi spazio.

- Giá..- sussurrai accomodandomi, sfortunatamente, accanto a lui.

Mi guardó di sottecchi, scrutando dapprima il mio viso, soffermandosi poi sul corpo snello proprio come il suo.

Forse pensava a quanto iniziassi a somigliargli.

- Sei cresciuta un sacco..- ammise con un velo di tristezza nella voce.

- giá - ripetei imbarazzata.

Non che fossero i complimenti a mettermi a disagio, ma parlare con mio fratello, sentirlo cosí vicino come non succedeva da troppo tempo.

Era.. Strano?.

Sorrise appena - Mi chiedo solo se riuscirai mai a perdonarci..-

- Bill..- iniziai. Non mi andava di parlare di quello adesso.

Ma lui non mi diede il tempo di continuare - No violette.- inizió - Vorrei solo che capissi che non lo abbiamo fatto perché non ti vogliamo bene. Anzi, é proprio per questo! La tua vita sarebbe diventata un inferno. Volevamo proteggerti.-

sbuffai - potevate proteggermi anche facendovi vedere ogni tanto-

sospiró e annuí - per questo non ho scuse-

- Giá..- mi alzai dalla poltrona bloccandomi qualche metro dopo.

L´aria satura del suo odore dolcissimo.

- Bill..-

- mmh?-

- Forse..potrei riuscirci. A perdonarvi intendo.-

Anche se non potevo vederlo perché ero voltata, lo sentii chiaramente sorridere.

- Ma ho bisogno di tempo..-

- Ne abbiamo a sufficienza credo.-

Restai ferma ancora qualche metro e poi salii le scale a due a due chiudendomi in camera per l´intero pomeriggio.

Accesi il computer entrando subito in chat. Avevo bisogno di parlare con Elizabeth riguardo quel giorno.

PrettyPrincessKaulitz scrive:

Ehi, vi! mia madre mi ha detto che mi cercavi, ero da Caroline. Tu che hai fatto?

Fuckin´Princess scrive:

Ehi! Tranquilla, volevo solo sapere i compiti ma ho trovato di meglio da fare poi.

Le guance mi si colorarono al solo ricordo.

PrettyPrincessKaulitz scrive:

Cioé?

Fuckin´Princess scrive:

é una lunga storia, ma centra il ragazzo di cui ti ho parlato.

PrettyPrincessKaulitz scrive:

ma io sono curiosa! Posso venire da te?

Fuckin´Princess scrive:

ehm.. Credo che andró a mangiare fuori con mia madre oppure da mia nonna. Magari domani ok?

PrettyPrincessKaulitz scrive:

Come non detto.. A domani allora. Io torno a sentirmi i Tokio Hotel!.

Spensi nuovamente l´aggeggio e aprii la porta sbattendo contro quell´armadio di mio fratello.

- Ehi, dove vai cosí di corsa?- domandó

- In bagno.. sai.. bisogni..- lo guardai Ironica. Mi posó una mano sulla testa facendomi una carezza proprio come se fossi un cane.

- E smettila!- sbuffai scrollandomelo di dosso.

Se c´era una persona che poteva darmi fastidio se lo voleva era lui.

- Tom, sei stato nel bosco?- chiesi aggrottando la fronte e guardandogli la maglia

- Chi ..io? No..- si grattó il collo.

Ti conosco come le mie tasche Kaulitz e quel gesto lo fai solo quando sei nervoso.

- E perché la tua felpa é sporca di rugiada?- domandai

Scrolló le spalle - Hamburg é piena di alberi!- ghignó appena e scappó di sotto prima che io potessi ribattere.

Maschi.

Scossi la testa e qualche minuto dopo raggiunsi la famiglia di soto.

- Violette, mi aiuteresti a portare i piatti in tavola?-

- Certo- sospirai e raggiunsi Simone in cucina.

- Dove sei stata stamattina?- mise un po´di pasta al sugo in un piatto e alzó lo sguardo su di me

- A prendere un caffé con Elizabeth e Caroline- mentii.

Mia madre annuí

- Tu, non mi diresti mai una bugia vero?- mormoró improvvisamente.

- Cosa?! No! certo che no mutti. - sforzai un sorriso e presi le porzioni fuggendo letteralmente da quella stanza.

- Sto morendo di fame.- Tom mi corse incontro posando il viso sulla mia spalla per sentire il profumo del cibo.

- Ehi, ehi. Non sono io il piatto- sbuffai infastidita e imbarazzata da quel gesto d´affetto, posando i piatti in tavola.

Vidi mio fratello alzare gli occhi al cielo, fiondandosi poi, senza alcuna grazia, sulla pasta.

- Bene- esordí mio padre una volta finita la cena - Penso che sia arrivato il momento di parlare..-

- Puoi risparmiarti le chiacchiere, so giá tutto.- lo guardai e feci per alzarmi ma il tono duro di mia madre riportó automaticamente il mio corpo sulla sedia

- Violette..- mi sgridó - ho fiá parlato con i tuoi professori e oltre ad avere tre insufficienze il tuo comportamento non é dei piú idonei.-

Dannati doppiogiochisti.

- Dunque, non so come faccia tu a saperlo giá, ma come ha detto tua madre sabato partirai con noi. Cambiare aria ti fará bene- esibí un sorriso ironico degno di Gordon Trümper e poi mi guardó - E stara con il tuo vecchio per tutto il tempo che vorrai!-

- Ritiro tutto ció che ho sempre detto e rifiuto l´offerta!- mi alzai - é stato un piacere-

il campanello accompagnó le mie ultime parole.

Bill, esasperato da quel battibecco andó ad aprire la porta.

Merda.

- Bill! aspett..- lo rincorsi raggiungendolo peró, troppo tardi.

La porta si spalancó rivelando la mia migliore amica sull´uscio.

L´espressione che vidi sul suo volto, non mi piacque per niente.

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Capitolo 14
*** Capitolo 13 ***


Scusate il ritardo sono stata senza Internet.
Ringrazio memy881 e Marty483 per le recensioni

 

Capitolo 13

 

Era alla mia porta da dieci minuti buoni. Fissava prima me poi Bill, poi di nuovo me, quasi non credesse a ciò che quei due lapislazzuli guardavano.
-Eli..- provai piano temendo di "svegliarla" dal suo coma.
-Tu, loro, e non...come?- sbottò muovendo caoticamente le mani.
Sul suo viso un improvviso rossore.
-Vuoi entrare?- propose allora mio fratello.
Lei lo guardò e poi, intimidita annuì.
-Elizabeth- proferì mia madre andandole incontro
-Signora..signora Kaulitz- salutò con una certa difficoltà.
Che cosa le avrei detto?
"Ehi scusa se non ti ho detto che sono la sorella dei Gemelli più famosi al mondo ma l'ho dimenticato!"
La mia amica mi guardò in attesa di una spiegazione
-Eli..- iniziai non sapendo come continuare
-Perchè non me lo hai detto..??- mormorò stringendo convulsamente i pugni
-Perchè non lo sa nessuno- sussurrai. La vidi sorridere priva di allegria prima di alzarsi - Io sono "Nessuno"? Non sono la tua migliore amica?. Pensavo di conoscerti.
Che sciocca-
Prese nuovamente la sua borsa e si avvicinò alla porta recuperando la giacca - Me ne torno a casa-
- Per favore..- tentai afferrandola per il braccio. Si scrollò facilmente dalla presa e mi guardò.
Nei suoi occhi solo il Gelo.
- Non posso essere amica di una bugiarda..- mi sussurrò un semplice scusa e sparì oltre la porta.
Sentii improvvisamente una morsa allo stomaco, come se qualcuno avesse deciso di calpestare i miei sentimenti ancora una volta.
Che avevo fatto al mondo per soffrire così?
Non dovevo nascere. Ecco cosa.
Strinsi i denti pregando alle lacrime di non scendere sulle mie guance, non li davanti a tutti. Io non ero debole.
Elizabeth aveva ragione, ma non era colpa mia. Erano loro che di nuovo mi avevano rovinata e io li odiavo.
- Violette..- iniziò dolcemente mia madre. La bloccai con una mano e proprio prima di scoppiare a piangere, riuscii a chiudermi in camera mia.
Avevo paura.
Paura di averla persa per sempre. Paura che questo segreto non fosse più al sicuro.
Più tardi delle nove qualcuno bussò alla porta della stanza senza però aspettare un mio consenso che non sarebbe, in ogni caso, arrivato.
- Ehi- mormorò infilando appena la testa dentro la mia camera -Posso entrare?-
Non gli risposi, mi limitai ad annuire.
Si avvicinò al letto lasciandosi cadere accanto a me - io non credo che Elizabeth smetterà di parlarti per questo. Lo so, insomma, è un segreto bello grande da mantenere. Ma la colpa è nostra-
Allungò una mano verso i miei capelli donandogli una lieve carezza.
- mi dispiace per quello che è successo stasera. Per non esserci stato.. e per averti reso la vita un inferno. Non sono un buon fratello-
sorrisi appena guardandolo - No, non lo sei da un po'. Ma tu hai la tua vita, i tuoi amici e le tue fans. Io non sono neanche parte della famiglia-
-Pensi davvero questo?- domandò con un pizzico di delusione. Lo guardai, in quegli occhi così simili ai miei.
Come avevo fatto a stare lontana da loro per tutto quel tempo?
Era una follia. Loro erano la mia vita.
Sentii le sue braccia avvolgermi nel momento in cui i miei occhi si fecero lucidi. Mi accucciai al suo petto stringendo appena la sua maglia tra le mani
- Ti prometto che non partiremo fino a quando tu e la tua amica non avrete chiarito-
- Non fare promesse che non puoi mantenere-
-Ti ricordo che io sono il sostituto del sole e posso tutto!-
Sorrisi affondando ancora di più nel suo abbraccio.
- Ti voglio bene- mi sussurrò d'un tratto sorprendendomi. Erano state poche le volte in cui me lo aveva detto.
Lui preferiva dimostrarle le cose piuttosto che parlare - E te ne vuole molto anche Bill..-
-Grazie per essere qui- gli risposi . Alzai il viso verso il suo incrociando ancora quello sguardo. Se c'era una cosa che mi confondeva di lui erano i suoi continui
sbalzi d'umore, ma nonostante tutto quella sera decisi di non pensarci e godermi il caldo delle sue braccia ed il profumo della sua pelle.
Non parlammo più, restammo semplicemente sul letto fino a quando morfeo non ci richiamò entrambi.


Era quello il vero Tom?.

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