Dal diario di una giovane ragazza: Marica

di Nana_TheBest
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Non entrate in quella casa. ***
Capitolo 2: *** È il momento di aggire!! ***
Capitolo 3: *** La fine di tutto ***



Capitolo 1
*** Non entrate in quella casa. ***


Non entrate in quella casa.

C’erano una vol… Meglio un inizio come “Quel giorno…” o qualcosa del genere.

Quel giorno fu un giorno molto terribile per tre fratelli. Credo che nessuno mi crederà mai se verrà a scoprire quello che so. Oppure passerò un guaio se i miei venissero a scoprire di tutto ciò. Ma è inutile dilungarsi su tutto ciò.

Bè, quel giorno fu molto terribile per Jakob, John e Jack (li ho scritti dal più grande al più piccolo). Come ogni sabato i tre fratelli si recavano sempre davanti quella casa. Avevano sempre avuto la voglia di entrarci, la voglia c’era ma il coraggio scarseggiava. Fino a quel sabato, è inutile scrivere quello che fecero perché si capisce. Tanto sta che entrarono in quella casa. Una delle tante leggende locali narra che in quella casa ci fu una strage (e questo è vero, perché ritrovarono i cadaveri e molte tracce… ma l’unica cosa che non trovarono fu l’assassino) e le anime dei morti vagano per la casa: un classico. Forse è questa leggenda che li ha spinti a tanto. Non riuscirono ad entrare facilmente, tanto sta è che dovettero passare da una finestra visto che la porta era stata chiusa a chiave. Era tutto tranquillo in quella casa, fino a quando non sentirono uno scricchiolio di porta, come se qualcuno fosse entrato e avesse chiuso la porta lentamente.

<<Cos’era quel rumore?>> Chiese Jack impaurito, in fondo lui era il più piccolo e indifeso di tutti.

<<Tranquillo, sarà stato il vento che avrà mosso una finestra. O un oggetto cigolante, infondo questa casa è vecchia no? Oppure sono stati i fantasmi, vero Jakob?>>

<<Sì, i fantasmi! >> Jakob cominciò a imitare il verso dei fantasmi, e John gli fece da coro. Jack si spaventò ancor di più, e si allontanò dai fratelli. Loro stavano ridendo e imitando il verso dei fantasmi e quindi non si accorsero di niente. Finito il loro “gioco” di poco gusto, notarono l’assenza del fratello. Lo cercarono in tutte le parti della stanza dove si trovarono, ma di lui nessuna traccia. Lo chiamarono, si guardarono impauriti. Non sapevano dove cercarlo, quella casa era immensa!

<<Jack! Jack!>> Gridarono i fratelli insieme. Ma da lui nessuna risposta, neanche un grido di paura. Jakob e John si preoccuparono ancor di più. Il fratello dove poteva essere finito?

<<Meglio dividerci. Io cerco da quella parte, e tu da quell’altra.>> Disse John facendo il coraggioso. Jakob lo prese per il braccio e lo bloccò.

<<Meglio di no. Questa casa è immensa e noi non la conosciamo. Meglio non fare i coraggiosi, meglio non rischiare. Rimaniamo uniti e troveremo nostro fratello!>>

<<Jane ti ha dato alla testa, non è vero?>> Disse in tono sarcastico John.

<<Ma smettila! Cammina!>> Gli rispose spingendolo nel proseguire la ricerca di Jack.

Dopo un’ora di cammino si fermarono. Si accorsero che in quel punto ci erano già passato e che quella casa era un labirinto.

<<Niente panico. In questo punto ci siamo già passati, ma in queste stanze no. Quindi entriamo in una di queste, controlliamo e poi usciamo, ok?>> Disse con tono rassicurante Jakob.

<<O..o…o..oo..ok>> Rispose balbettando John.

Si fermarono davanti ad una delle tante stanze. Guardarono bene la porta: aveva qualcosa di strano. Era come scritta… Ma cosa c’era scritto su di essa? La guardarono e la riguardarono finchè non capirono cosa c’era scritto: Jack. C’era scritto proprio Jack! Si spaventarono ancor di più. Allora decisero di entrare. Quando entrarono sentirono un odore come di sangue, non riuscirono a capire cosa effettivamente fosse quell’odore visto che la luce era spenta. Tastarono la parete, era fresca e viscida. Alla fine trovarono l’interruttore e accesero la luce. Videro cose che nessuno vorrebbe mai vedere e vivere in prima persona. Sul soffitto era appesa una testa dalla quale colava del sangue. Era girata, non si vedeva il volto. Non avevano il coraggio di rigirarla quindi si misero faccia a faccia con lei. Rimasero impauriti da quella vista. Era la testa del loro fratello. A Jakob faceva schifo, quindi uscì fuori dalla stanza e senza volerlo vomitò. Stava per rientrare nella camera quando sentì un abbaio.

“Un cane?” Pensò. Come poteva esserci finito un cane là dentro? L’unico modo per scoprirlo è andarlo a cercare. Lo cercò impulsivamente senza chiamare il fratello. Sentì sempre più vicino l’abbaio: questo voleva dire che era vicino al cane misterioso. Infine arrivò in una stanza. Era completamente vuota. Ma non ne era così sicuro. Sentiva che c’era qualcuno in quella stanza, però non sapeva chi. Risentì quell’abbaio, ma stavolta lo sentì molto vicino a lui.

<<John! Smettila con questi scherzi di cattivo gusto! Tanto lo so che sei te ad abbaiare!>> Urlò, così che il fratello possa sentirlo. Ma del fratello nessuna risposta. Stessa storia di Jack.

<<Ma… aspetta! Ma se John l’ultima volta che l’ho visto era in quella stanza, chi è che sta giocando con me in questo modo? Ma perché non l’ho chiamato prima di cercare quel cavolo di cane!? Meglio vedere se è rimasto a guardare il nostro povero fratello!>> Disse molto preoccupato per il fratello. Cominciò a correre. Si fermò davanti a quella porta. E con un respiro profondo attappandosi il naso entrò. John non c’era! Dove era finito?! Stava cercando in tutta la stanza evitando di guardare la testa di Jack, fino a quando non sentì un urlo. Penso subito a John che era scomparso. In quella stanza c’erano due porte, entrò alla seconda visto che la prima portava in corridoio. Sfrecciò come non mai. Davanti a sé trovò un porta. Entrò e vide suo fratello legato con delle cinture per i pantaloni e un uomo con una motosega in mano: aveva diviso in due John! L’uomo non si accorse dell’arrivo di Jakob e vista l’occasione prese una pistola che si trovava in un tavolo.

<<Cosa hai fatto!?!?>> Urlò all’assassino puntandogli la pistola contro. Non gli sparò perché l’uomo lo stava rincorrendo.

“Se scappo lui mi rincorrerà fino a quando non mi dividerà in due o mi farà a pezzi! Ma se gli sparo…” Pensò soddisfatto della sua idea. Allora si fermò e si girò. Puntò la pistola alla gamba dell’uomo e sparò. Egli cadde a terra dolorante con la motosega accesa che gli stava vicino. Jakob continuò a correre fino all’uscita. Continuò a scappare senza sapere dove andare. Il ragazzo era scappato, forse era andato a cercare aiuto.

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Capitolo 2
*** È il momento di aggire!! ***


È il momento di agire!!

 

Caro Diario,

sono giunta ad una conclusione: voglio andare a cercare Jakob.

Lo so, è una decisione un po’ azzardata però devo… Devo perché… Bè, sono molto preoccupata per lui. Sembrerà strano non lo conosco, invece ti sbagli caro Diario se lo pensi! Io lo conosco, ed anche molto bene. Lo conosco fin quando ero alta mezzo tempo. Bei tempi quelli là! Eravamo piccini piccini e non sapevamo cosa facevamo, giocavamo giorno e notte! Sembravamo fratelli; che bei ricordi! Ma lasciamo da parte il passato e torniamo a noi.

Ti stavo raccontando che io e Jakob ci conosciamo da molto tempo e che… bè io sono MOLTO innamorata di lui, non si vede ma lo sono. Quindi, se gli è successo qualcosa, io muoio! Non riuscirei a vivere senza di lui!

All’inizio pensavo di non farcela ad andarlo a cercare, poi ho riflettuto ed ho deciso di agire senza aiuto di nessuno, senza chiamare polizia e senza raccontare a nessuno di questa storia. È il momento di partire, mio amico Diario! Ti porterò con me, non voglio che qualcuno legga di quanto se io non riesca a ritornare sana e salva a casa!

Andiamo!

Dobbiamo partire, per le nostre indagini, dalla casa maledetta e dove ora ci troviamo davanti! Ci dovrebbe essere qualche traccia che ci conduci a Jakob, qualche traccia che… non so… Ma, aspetta! Qua c’è qualcosa! Mmmh, del sangue (?), almeno credo. Se qui c’è una traccia di sangue ce ne dovrebbero essere delle altre.

Eccone una, ed un’altra , ed un’altra ancora! E ce ne sono molte altre! Devo seguirle!

Le tracce si fermano qua. Siamo davanti, uhm, un bosco credo. Io continuo le ricerche, se lo trovo sono fiera di me.

Mi sono appena fatta il Segno della Croce, se mi dovesse succedere qualcosa che Dio mi aiuti. Sto camminando piano piano, non mi voglio far sentire, ho paura di incontrare chi sa chi e chi sa cosa!

Ma… Aspetta… Qui c’è un’enorme chiazza di sangue! Io continuo.

Scusa, mi sei caduto dalle mani e io ho appena urlato, ed ora sto piangendo disperata!

Jakob, Jakob! Mi senti?!?! Svegliati! MA PERCHÉ?!?!? PERCHÉ PROPRIO A ME?!?! Cosa ho fatto di male, per vedere morta la persona che amo? Nooooo!

Sento qualcuno dietro di me! È l’assassino di Jakob, ed io so chi è!

L’assassino è…

 

***

Piaciuto il capitolo?? Ringrazio MaryMary perché è stata l’unica a recensire il primo capitolo! Chi legge deve recensire, capito? ù.ù

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Capitolo 3
*** La fine di tutto ***


Ciao a tutti, ragazzi/e! Questo sarà l’ultimo capitolo di questa storia. Prima di iniziare a leggere volevo dirvi che Marica aveva fatto cadere il suo diario apposta, nella speranza che se qualcuno passi per quella strada legga tutto quanto. Ed inoltre, ci sarà anche un cambio ti personaggio! Buona lettura! ^^

 

La fine di tutto

 

Mi sveglia, a fatica, ma mi svegliai. Mi trovavo in un luogo strambo, pieno di lucci accecanti puntate su di me. Naturalmente io non potevo vedere niente tranne un’immensa luce che mi copriva tutti. Mi coprivo gli occhi per il fastidio, fino a quando vidi tutto a fatica, visto che mi stavo abituando a quella vista fastidiosa. Vidi un uomo, forse un ragazzo non riuscivo a definirlo molto bene. Fatto sta che non era una donna. Cominciavo a vederlo sempre meglio, avevo un po’ le idee confuse, causa forse del colpo alla testa. Rimasi immobile per qualche minuto, stupita alla vista di quell’essere orripilante. Non era né un animale, né un mostro. Era semplicemente la persona che odiavo di più al Mondo.

<< Ma allora sei stato tu! >> Esclamai io arrabbiata. Ero così arrabbiata che mi volevo alzare e picchiarlo, ma mi contenni.

<< Cosa te lo fa pensare? >> Disse lui con una tranquillità assurda.

<> Ero ancora più arrabbiata, volevo spaccare tutto.

<< Oppure cosa? Cosa vuoi farmi? Vuoi farmi un dispetto e mettermi il rossetto male? Oppure lo smalto? Ahahahah… Mi fai solo ridere. >>

<< Io ti farò pure ridere, ma tu mi fai solo piangere. Tu, che non sei mai stato accettato da nessuno e che ti vuoi dimostrare un duro solo perché hai ucciso Jakob. Il mio Jakob… >> Mi uscì qualche lacrima. Perché proprio Jakob?

<< ”Il MIO Jakob”? Da quando in qua è tuo? Aspetta, ma ti piace! Ti piace! Ahahah, questo è uno scoop. Mi dispiace, ma non sarà MAI tuo! Ma aspetta, è morto! Ahahah. Quanto mi diverto con te! >> Stava scoppiando a ridere. Come si può ridere su certe cose??

<< Il mio è uno scoop? Pensa prima al tuo! Tanto lo sanno tutti chi ti piace! >> Avevo detto la prima cosa che mi era passata per la testa. E ora chi dico? Devo dire il primo nome che mi passa per la testa, non Jakob però!

<< Davvero? E chi sarebbe? >> Era diventato pallido. Si vede che è qualcuna che conosco, che mi è molto vicina e che sono legata molto a lei. Mmmmm… Vediamo, chi può essere? No! Speriamo di no! Speriamo che non sia lei!

<< Sono io, non è vero? >>

<< Come facevi a saperlo? Nessuno lo deve sapere! Specialmente te! Ora che faccio? L’unica cosa è eliminarti! >> Rabbrividii a quelle parole. Perché? Perché mi doveva eliminare? Comincia a piangere dalla paura.

<< Ti prego, Andrew, non farlo! Perché hai ucciso il tuo fratellastro, perché? Non fare lo stesso errore con me. >>

<< Troppo tardi cara. >>

Prese il coltello insanguinato, io chiusi gli occhi e poi… Mi uccise.

Mia sorella si era accorta della mia assenza, quindi cominciò a cercarmi. Andò prima alla Casa Maledetta. Non mi trovò.

<< Uh! Delle tracce di sangue! E che le sia successo qualcosa? Meglio seguirle… >> Disse, e cominciò a camminare.

Finirono le tracce di sangue ed iniziò l’enorme traccia insanguinata. C’era il corpo di Jakob, rabbrividì. Vide il diario.

<< E questo? Ma… E’ il diario di Marica! Chissà che c’è scritto! >> Aprì, il diario. Lesse tutto il contenuto e si mise una mano davanti alla bocca. Stava piangendo. Era molto preoccupata per sua sorella.

La cercò in vano, fino a quando non trovò una piccola casa. Ci entrò. Vide Andrew insanguinato e il corpo della sorella che giaceva a terra. Cominciò a piangere.

<< Pure te, ora! >> Disse Andrew stufo. Forse doveva uccidere mia sorella.

<< Perché? Perché l’hai uccisa? >> Era disperata, avevi gli occhi tutti rossi.

<< Perché lei sapeva di quello che avevo fatto a Jakob. >>

<< Allora sei stato tu! >>

<< E visto che ora lo sai anche te, devo eliminarti. >> Uccise allo stesso modo mia sorella. Ora non aveva più niente, non sapeva più che fare. Era disperato. Si pentì di aver ucciso tre persone. Alla fine, si uccise.

 

***

 

Fine della storia. Piaciuta??

Recensite, mi raccomando!

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