Tempo di Scelte

di Isyde
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo Uno. ***
Capitolo 2: *** Capitolo Due. ***
Capitolo 3: *** Capitolo Tre ***
Capitolo 4: *** Capitolo Quattro. ***
Capitolo 5: *** Capitolo Cinque. ***
Capitolo 6: *** Capitolo Sei ***
Capitolo 7: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Capitolo Uno. ***




Contest :Severus' Love di Ranerottola


Tempo di Scelte.

 

 



Capitolo Uno.






Il freddo pungente sferzava con violenza su di lei, arrossandole le guance e il naso. Si fermò ansante e risistemò quell'ingombrante sacchetto che teneva fra le braccia. La sua geniale idea, quella di partecipare comunque alla gita ad Hogsmede, ma sprecando la sua giornata a fare acquisti, ora non le sembrava più tanto intelligente. In fondo avrebbe potuto mandare un gufo a sua madre con la lista di ciò che aveva bisogno e nel giro di qualche giorno avrebbe potuto ricevere tutto il materiale.

Sbuffò di nuovo dandosi della stupida.

Ormai la pila di oggetti si stava pericolosamente inclinando a destra, impedendole di impugnare al meglio l'ombrello. Non poteva nemmeno utilizzare la magia, visto che non aveva ancora compiuto i tanto desiderati diciassette anni, non voleva certo ritrovarsi in tribunale con suo padre che la condannava a qualche mese di prigione ad Azkaban.

Deglutì e chiuse gli occhi. Deprimersi non serviva a nulla, si disse. Alzò il viso verso il cielo scuro e alcuni fiocchi di neve la raggiunsero, posandosi sulla fronte e sul mento. Sorrise appena e con rinnovata energia, s'incamminò verso il piccolo sentiero, facendo attenzione alle lastre di ghiaccio.

Aveva appena dato le spalle alla stamberga strillante, quando una palla di neve le sfiorò la spalla.

Per la sorpresa e lo spavento, fece scivolare l'ombrello che cadde a terra, posandosi poco lontano dalla palla di neve, ormai distrutta. Strinse come meglio poteva il pesante sacchetto e si guardò intorno. Sapeva benissimo che i Grifondoro adoravano giochi come quelli. Di solito però preferivano non usare la magia, giusto per godersi il lato selvaggio dei Babbani. Eppure quella palla sembrava incantata. Quindi poteva essere benissimo stato qualche Corvonero maggiorenne.

Si morse il labbro e strinse gli occhi, furente.

Ne aveva abbastanza di quegli spacconi, solo perché non era un tipo che socializzava e che passava il suo tempo libero a studiare o per fatti suoi, non voleva dire che era pazza o altro.

Semplicemente, lei, non voleva essere disturbata e preferiva non avere compagnia per la maggior parte del tempo.

Ricominciò a camminare più velocemente di prima, arrivando e superando Mielandia. Quasi tirò un sospiro di sollievo, quando non vide nessun movimento intorno a lei. Gli studenti cominciavano a rientrare e fra meno di dieci minuti sarebbe scattato il coprifuoco. Emise un rumore stridulo, a metà fra uno sbuffo e un lamento. Decise di prendere un po' di fiato e risistemarsi l'ombrello che ormai non usava più.

Proprio mentre stava procedendo lentamente in una difficile e delicata mossa, quella di far passare il gambo dell'ombrello dal braccio sinistro, ormai indolenzito, a quello destro; una palla di neve le arrivò dritta in faccia.

Sentì la neve schiantarsi contro ogni porzione di viso, infilarsi fra i ciuffi che penzolavano sulla sua fronte e stuzzicare l'entrata della sua bocca, aperta per la sorpresa.

La forza con cui era stata colpita aveva fatto arrossire la pelle per irritazione, gli occhi lacrimavano sia per il dolore, soprattutto al naso, sia per l'umiliazione.

Solo quando chinò la testa e alcuni strati di neve si staccarono dal suo viso per andare a posarsi sul terreno ghiacciato, si accorse di aver lasciato andare le braccia. Il suo sacchetto, quel prezioso sacchetto riempito di libri, inchiostro, pergamene, un bilanciere nuovo, alcuni sacchetti con ingredienti che non si utilizzavano a scuola e due riviste, era a terra.

Una macchia nera stava colorando la neve, segno che la boccetta di inchiostro si era rotta, spargendo il suo colore ovunque. Il sacchetto stesso, lacerato e con un grosso squarcio, si stava velocemente macchiando.

Respirò a fondo, si passò una mano sul viso e tolse ogni traccia di neve, con estrema lentezza.

Cercò di concentrarsi al meglio su quell'operazione, ignorando gli schiamazzi che si sentivano fino a lei. Tremò per la rabbia, ma non si scompose più di tanto. Si stava chinando per raccogliere il salvabile quando un'altra palla le colpì alla nuca.

Non era stata forte, ma per un secondo rimase immobile. Passò una mano sulla nuca e tolse frettolosamente i pezzi più grandi.

Gli schiamazzi, se prima erano appena udibili, ora erano delle vere e proprie urla di giubileo.

Recuperò i libri, le riviste e il bilanciere, mise nella tasca interna il sacchetto con gli ingredienti, ignorando con fermezza quegli idioti, si rialzò e riprese il suo cammino.

Davanti a lei, vide due figure che se ne stavano in piedi a parlare.

Severus Niton e Lucius Malfoy, probabilmente chiacchieravano del più e del meno, ignari di cosa le stava succedendo.

Ma come potevano sapere, che lei era oggetto di bullismo e scherzi dal dubbio gusto? Si domandò, non erano della stessa casa, si conoscevano poco, in più era di un anno più piccola, anche se frequentava alcuni corsi con quelli del settimo anno.

Lei era solamente quella di Tassorosso con un sacco di libri, quella della vita sociale pari a zero.

Rabbrividì, la neve rimasta attaccata sulla nuca, si stava sciogliendo. Piccole gocce s'insinuavano sotto i suoi abiti.

Bene, pensò, avrebbe anche preso un bel raffreddore.

-Vance!- qualcuno gridò il suo nome, e la ragazza si girò di scatto, irritata da tutta quell'assurda situazione.

Ben due palle di neve la colpirono al volto.

La ragazza, stavolta, lasciò ogni oggetto cadere per terra. Ogni singola cellula del suo corpo trasudava rabbia, sfilò la bacchetta dalla tasca del mantello ed avanzò a stento fra l'alta neve, verso quelli che erano i suoi aguzzini.

-Vance, che vuoi farci? Sculacciarci per caso?- urlò qualcuno che la ragazza ben conosceva.

James Potter e il suo compare, Sirius Black si stavano divertendo. Ridevano in modo sguaianato e assolutamente svergognato, indicandola con il dito.

La signorina Vance aprì la bocca, pronta a lanciare una maledizione, ruotò il polso facendo girare appena la bacchetta.

-Stupef...- Vance spalancò gli occhi. Il suo braccio sembrava bloccato. Alzò lo sguardo e vide Severus Piton, fissarla a metà fra il disgusto e le pena.

-Non mi sembra un'azione intelligente la tua.- parlò Lucius Malfoy, che se ne stava dietro di lei. -Vorrei ricordarti che tuo padre è il Ministro degli Interni, cugina. Non vorrai mica farti arrestare e condannare da tuo padre vero, Emmeline?- ironizzò Malfoy avvicinandosi alla giovane.

La ragazza abbassò la bacchetta e con uno strattone liberò il braccio dalla ferma morsa di Piton e scoccò ai due uno sguardo furente.

-Lasciatemi in pace.- mormorò in preda dall'ira.

Lucius Malfoy sorrise e scrollò le spalle. -Bene, io ritorno a scuola, devo incontrarmi con Narcissa.- dichiarò la giovane serpe, lasciando il compagno di casa.

Emmeline si guardò intorno, Potter e Black erano scappati alla sola vista di Malfoy e Piton.

Sicuramente era dovuto dall'assenza del loro amico Caposcuola Lupin, che guarda caso, li difendeva in continuazione.

Sospirò nuovamente e si chinò per raccogliere ciò che aveva buttato.

Sentiva lo sguardo accigliato di Piton su di lei. Non capiva perché non avesse seguito suo cugino, i Serpeverde del sesto e del settimo anno tendevano a rimanere fra loro. Era raro vederli con studenti di altre case.

Sistemato ormai il tutto sulle sua braccia, si accorse che non stava più nevicando. Alzò lo sguardo e vide la tela bagnata del suo ombrello.

-Abbiamo cinque minuti per rientrare ad Hogwarts, sempre se tu non voglia beccarti una punizione esemplare dalla professoressa Sprite.- disse Severus fissandola annoiato.

-No, certo che no.- si affrettò a dire Emmeline e confortata dalla sua presenza, riprese a camminare velocemente.

Durante quel breve viaggio, nessuno dei due parlò.

Severus Piton era troppo interessato ad osservarla.

Non aveva mai avuto l'occasione, né la voglia di parlare con lei, ma poteva dire di conoscerla grazie ai commenti ed ai racconti del suo compagni di studi.

Emmeline Vance era...bizzarra, ecco tutto.

Una Tassorosso remissiva e silenziosa, l'unica studentessa a poter frequentare le lezioni di Incantesimi e Trasfigurazione del settimo anno, pur essendo iscritta al sesto.

Un curioso caso di saccenza. In più, invece di essere rispettata dal resto della scuola, ultimamente era soggetto di scherzi e prepotenze da parte di un gruppo di persone, che ben conosceva.

Era rimasto sconcertato dalla maleducazione ed idiozia di Black e compagni. Non capiva come mai se la prendessero con una ragazza.

-Hai detto qualcosa?- domandò improvvisamente Emmeline, l'aveva sentito borbottare e voleva sapere se era contro di lei, oppure contro quei cretini dei Grifondoro.

-Niente. Siamo arrivati Vance. Tieni il tuo ombrello.- disse solamente Severus porgendoli l'ombrello, accuratamente chiuso.

Lui stava quasi per andarsene ma il suo sguardo fu catturato dal nuovo bilanciere.

-E' un ottimo modello.- aggiunse prima di voltarsi e proseguire verso la Sala Grande.

Emmeline rimase per un po' a fissare quella magra schiena. Avrebbe voluto ringraziarlo, ma dalla sua bocca non uscì nessun suono e come al solito aveva fatto una brutta figura.

Si diede della stupida e decise di scendere nei sotterranei caldi della casa di Tassorosso.





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Capitolo 2
*** Capitolo Due. ***


 

Capitolo Due.




La primavera aveva sciolto i numerosi pupazzi danzanti che popolavano il parco di Hogwarts. La stagione del Quidditch era alle porte e i giovani studenti si preparavano alle future giornate di sole ed allegria, scherzando e cominciando a sostituire i pesanti abiti della divisa invernale con quelli estivi. Le studentesse sfogliavano con attenzione le varie riviste di moda, Babbana e Magica, per capire quale trucco o quale pettinatura dovevano scegliere per stupire se stesse e i propri corteggiatori.

Severus Piton non apprezzava particolarmente quella leggerezza che s'impossessava di tutti, compresi compagni di scuola come Malfoy e Nott che sembravano completamente impazziti.

Il primo aveva deciso che avrebbe conquistato a tutti costi l'altezzosa Narcissa Black, l'altro ignorava di avere degli obblighi scolastici.

Ormai in biblioteca trovava solamente Rabastan Lestrange e Regulus Black, gli unici studenti di Serpeverde interessati a finire con profitto gli studi.

Ma un'altra presenza lo distraeva ogni tanto. Non si era mai accorto di Emmeline Vance fino a quella disastrosa gita ad Hogsmede.

Non che si parlassero o che si salutassero più di tanto, alla sola idea di socializzare con chiunque non fosse della sua casa ed in particolare circostanze, lo faceva rabbrividire.

Ma non riusciva ad ignorare quella massa di capelli castani, quegli occhi azzurri e quello sguardo concentrato sui libri.

Teneva la testa piegata da un lato, le dite della mano che giocherellavano con le pagine ingiallite dei volumi che leggeva con grande pazienza. La bocca era storta in una smorfia di noia, il piede molto spesso batteva ritmicamente contro il pavimento.

Non capiva se lo faceva per distrarre gli altri o se era del tutto incosciente di quell'abitudine.

Distolse lo sguardo da lei e riprese a scrivere il tema di Pozioni.

Proprio in quel momento, Emmeline alzò il viso e si mise a fissare i giochi di luce che facevano brillare le ciocche nere di Severus.

Si mangiucchiò distrattamente la coda della penna.

Ogni qualvolta si distraeva dai compiti e dalle lezioni, la sua mente vagava sempre su Severus Piton.

Ne era quasi ossessionata e questo non le era mai capitato.

Nemmeno per il suo odiatissimo futuro marito, Ludovic Bagman, l'essere più stupido a questo mondo, dopo suo cugino Malfoy e quella sciroccata di Bellatrix Black.

Avendo poca esperienza in materia di affari sentimentali, aveva deciso di aspettare qualche sua mossa.

Da quel poco che sapeva, Severus Piton non era assolutamente interessato a lei.

Anzi, non la riteneva degna nemmeno di essere una sua amica o conoscente con il quale scambiare qualche parola.

Un semplice “ciao” non le sembrava un accenno a qualcosa di più.

Sospirò sconfitta. Forse avrebbe dovuto ascoltare quella chiacchierona di Danielle Hugman.

Severus odiava le donne, dopo che Lily Evans lo aveva pubblicamente offeso, l'anno prima.

Pensandoci, si disse, Lily era mille volte più carina di lei.

Occhi verdi, capelli rossi, sguardo dolce e gentile, sempre sorridente e tremendamente popolare. Anche grazie a quell'idiota del suo fidanzato, James Potter.

Lei non aveva nulla di ciò.

Era bruttina, gli occhi erano di un colore non definito, come i capelli del resto. E poi le sue guance erano costantemente rosse per l'imbarazzo ed aveva grosse difficoltà a parlare e a socializzare.

Emmeline mise giù la penna e iniziò a raccogliere i suoi libri, dopo tutto quel pensare, la sua testa si ribellava di memorizzare altro.

Infilò con cura tutto nella borsa e s'incamminò verso i dormitori di Tassorosso.

Solo quando imboccò il piccolo corridoio verso i sotterranei, si accorse di una presenza che la seguiva. Si voltò di scattò, convinta che fosse uno degli idioti dei Malandrini e sfoderò pronta la bacchetta, ma rimase sorpresa nell'incontrare lo sguardo corrucciato di Severus.

-Non credi di esagerare? Potresti fare male a qualcuno.- commentò seccamente il ragazzo riprendendo a camminare.

-E' nelle mie intenzioni- rispose Emmeline, rimettendo a posto la bacchetta. Si osservarono a lungo.

-Non dovresti perdere tempo con gente del genere. Noi...siamo superiori a loro.-

Emmeline Vance annuì e lo seguì, rimanendo al suo fianco, per un poco. Sentiva chiaramente le mani tremare e sudare nelle tasche, il cuore le batteva, facendola respirare più velocemente del solito. Non era nuova a quei discorsi. La superiorità dei Puri di Sangue e l'inferiorità di tutti gli altri.

I Black ci credevano fermamente e secondo i deliri di Bellatrix, il mondo doveva essere governato dai Purosangue. I Malfoy seguivano con interesse la cosa, mentre i Vance se ne stavano in disparte annuendo. Sapeva che suo fratello aveva abbandonato gli studi superiori per unirsi “a colui che avrebbe donato un futuro nuovo al Mondo Magico”.

Rabbrividì di colpo, sperò solamente che Severus non fosse così estremista, così, respirando a fondo, decise di affrontarlo.

-Piton...Tu credi veramente che...Il nostro mondo debba essere governato solamente dai Purosangue?- gli chiese fermandosi.

Il Serpeverde alzò un sopracciglio. -Ne sono convinto.- rispose solamente. -E dovresti esserlo anche tu. Non vedi come sono Potter e compagnia? Inutili rifiuti umani che sprecano il loro tempo a prendere in giro gli altri.-

-Se la metti in questo piano, hai perfettamente ragione.- si affrettò a rispondere Emmeline, improvvisamente spaventata da quelle parole così dure.

-Io devo andare, Vance. Buona serata.- disse solamente mentre si voltava e continuava il percorso che l'avrebbe portato nella sua Sala Comune.

La ragazza rimase bloccata in quella posizione.

Allora era vero.

Qualcosa stava cambiando.

Fu il rumore lontano di passi a farle riprendere coscienza e riprendere a camminare.

Una volta salita in camera, trovò sulla sua scrivania privata, una lettera e una rosa.

Chiuse gli occhi e posando la sua roba sul suo letto, sapendo benissimo di avere su di sé, gli occhi curiosi delle sue compagne, si avvicinò al tavolo.

Per un solo secondo sperò che la lettera fosse firmata da un Piton.

L'aprì lentamente e lesse solamente la firma: Ludo Bagman.

Toccò i lunghi petali della rosa rossa, con qualche incantesimo Ludo aveva congelato le gocce di rugiada sul fiore, regalandole un'aria di freddezza.

Una lacrima le cadde dall'occhio sinistro e solcò la sua guancia cadendo a Terra.

Sentiva sempre più vicina, un'ombra oscura che si avvicinava, più minacciosa che mai.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Grazie mille per l'accoglienza e le tante visite/seguite.

 

Piccola Vero: Grazie mille per aver recensito. In effetti il personaggio di Emmeline Vance è praticamente non utilizzato, anzi molti non sanno che ruolo abbia nella saga. Sono contenta nel sapere che comunque ti incuriosisce. Un bacio e al prossimo aggiornamento.

 

Mizar: Accetto la tiratina per aver sminuito il tuo licantropo preferito U.U Grazie mille per i complimenti e spero che ti sia piaciuto anche questo capitolo.

 

Ranerottola: Grazie. Grazie. Grazie. Comunque, sto correggendo!! Sono contenta che il pairing e la storia ti sia piaciuta. Il mio intento era scrivere qualcosa di leggero ma nemmeno troppo "allegro". Sono felicissima di sapere che ti è piaciuto il mio modo di caratterizzare i personaggi. Un bacione!!

 

JuliaSnape: Da buona Tassorosso, colgo sempree l'occasione per descrivere la mia cara Casa e i miei personaggi preferiti!Poi solo una mente brillante come quella di Vance, può stare dietro a Severus.

 

Un bacione a tutti.

 

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Capitolo 3
*** Capitolo Tre ***


 

 

Capitolo Tre.



Emmeline si fissò lungamente allo specchio.

I capelli scuri erano stati tirati indietro e l'abito con due sottili spalline esaltava la sua naturale pelle di un tono più scuro, tipica dei Vance.

Sorrise allo specchio, rivolgendo un “grazie” appena bisbigliato a Patricia Watson che le aveva acconciato i capelli e stava ammirando la sua opera.

-Oh, dai Em. Non devi assolutamente ringraziarmi, l'ho fatto con piacere.- disse la ragazza, un'allegra Tassorosso del settimo anno. -In fondo questa è la festa della scuola!Pensa, fra un mese ci saranno gli esami e nessuno di noi avrà tempo di festeggiare.- aggiunse sorridendo raggiante

-Già.- le labbra appena colorate di rosso, si strinsero in una smorfia che doveva risultare un timido sorriso a Patricia che sistemò un fiore giallo sull'elaborata acconciatura dell'amica.

I suoi sospetti erano stati confermati da quella lettera che custodiva, furtivamente, nel secondo cassetto della sua scrivania.

Suo fratello le aveva scritto, delirando di nuovi scenari che avrebbero potuto rivoluzionare il mondo, di un signore che avrebbe potuto cambiare le sorti e che lei doveva assolutamente farne parte, la sua bravura e la sua intelligenza potevano essere utili alla causa.

La sola idea di “servire” qualcun'altro la faceva stare male.

-Oh, come è tardi! Dobbiamo andare!- esclamò Patricia guardando il suo orologio da polso.

-Chi è il tuo cavaliere?- chiese incuriosita da tanta attenzione e nervosismo nella migliore battitrice dei Tassi.

-Davvero me lo stai chiedendo?- domandò sconcertata Patricia.

-Deve essere un tipo particolare, visto che sei così contenta.- rispose la ragazza, alzandosi e cercando la bacchetta che era sicura di aver lasciato sul letto.

-E' Sirius Black, un gran bel pezzo di ragazzo.- sospirò incantata.

Il volto di Emmeline s'incupì, lo sconcerto la colpì come un fulmine infuocava i rami di un albero solitario.

Ancora loro.

Ancora umiliazioni.

Perchè fra tutte le ragazze che erano disbonibili a cedere al suo corteggiamento, aveva scelto l'unica che la considerasse un'amica?

Fremette di rabbia.

-Io vado, ci vediamo in sala.- le disse la ragazza.

Emmeline scese poco dopo, ma un ragazzino del primo anno le bloccò il passaggio.

-Il Professor Silente e la Professoressa Sprite vogliono vederti, dicono che sia urgente. Li trovi nello studio della Sprite.- le annunciò con sguardo serio.

Emmeline quasi ride, per contentezza, almeno così avrebbe evitato di vedere Patricia al braccio di Black. Salì le scale con una certa fretta, girando l'angolo si scontrò con un gruppo di persone. Per nulla infastidita da quel rallentamento, riprese la sua corsa, lasciandoli alle spalle. Non aveva visto, lo sgardo, prima confuso, poi sorpreso di Lucius Malfoy. Nemmeno quello, quasi scioccato, di Severus Piton.

Emmeline continuò la sua corsa ed arrivò con il fiatone che le opprimeva il torace, davanti alla porta della Professoressa Sprite. Si ricompose un secondo, come sua madre gli aveva insegnato e dopo aver bussato un paio di colpi entrò.

Vide il Professor Silente coinvolto in un'animata discussione con un uomo che le dava le spalle, seduto elegantemente sulla piccola poltrona. La Preside della sua Casa, li fissava in modo serio.

-Signorina Vance, può attendere qualche minuto fuori?- domandò gentilmente Silente.

Emmeline annuì e richiuse la porta. Il vestito non aveva nessuna tasca, così rimase a mani incrociate , con la schiena appoggiata al muro, batteva nervosamente il piede contro il pavimento di marmo.

Dopo poco meno di due minuti, un uomo alto, magrissimo e con un portamento regale uscì dalla stanza.

Si voltò verso di lei. -E' un piacerla averla conosciuta, signorina Vance.- le disse prendendole con un accenno di forza la mano e baciandola. -Molti mi hanno parlato della sua intelligenza, ma ben pochi mi hanno avvertito della sua incantevole bellezza.- aggiunse, guardandola negli occhi.

-Grazie...Ma lei chi è?- domandò Emmeline. Per la prima volta nella sua vita, non stava arrossendo a una simile lusinga. Il suo cuore sembrava aver dimenticato la necessità di battere.

-Oh, che sciocco. Il mio nome è Tom Riddle, ma sono conosciuto anche con altri epiteti.- mormorò, lasciandole la mano. -Spero proprio di vederla schierata dalla parte giusta, signorina Vance.- continuò. Fece un mezzo inchino e se ne andò. Emmeline rimase a lungo immobile e solo quando sentì ogni cellula del corpo, rilassarsi, ritornò alla realtà e bussò di nuovo. Questa volta attese l'allegra voce della Professoressa Sprite, gridargli di entrare.

Sorridendo di nuovo, fece il suo ingresso.

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La Sala Grande era stata completamente rinnovata. I lunghi tavoli erano spariti, rimpiazzati da piccoli tavolini rotondi, sparsi qua e là, che dovevano accogliere gli studenti, senza badare ai colori. Eppure i Grifondoro e i Corvoneri erano tutti riuniti nella parte destra della Sala, i Tassorosso, come sempre, erano sparsi al centro, ed a sinistra sedevano i Serpeverde.

Severus Piton chiuse per un secondo gli occhi, non riusciva a scacciarsi dalla mente quell'immagine.

Lei con i capelli raccolti, l'abito bianco che risaltava il colore, quasi bronzeo della sua pelle, il suo modo elegante e leggiadro di muoversi, le guance arrossate.

Persino quel profumo che solo per un secondo, aveva odorato. Lavanda. Un intenso profumo di Lavanda. Com'era possibile che una ragazza tanto anonima e apparentemente noiosa, potesse essere così femminile, così pura?

Non era forse una Vance?

Una ragazza destinata al campione inglese di Quidditch, una che aveva vissuto negli agi e nella comodità di una famiglia ricca e potente? Una che con molta probabilmente non avrebbe mai avuto bisogno di affermarsi. Bastava sbandierare il suo cognome, pensò Severus, versandosi da bere ed ignorando l'occhiata confusa che gli fece Regulus Black.

-Stai bene, Piton?- gli domandò soltanto.

-Bene.- rispose seccamente l'altro, voltandosi e fissandolo apertamente.

-Sei nervoso, per quello che succederà?- ammiccò lui, buttando un fugace sguardo al suo braccio sinistro.

-No.-

Si separarono in fretta. Regulus Black raggiunse una ragazza di Corvonero che aveva l'aria di annoiarsi, mentre Piton rimase a fissare una lunga chioma rossa, volteggiare per la piccola zona di ballo. Vide il suo sincero sorriso aprirsi a Potter, il suo corpo muoversi verso di lui con quella grazia che la distingueva dalle altre. Udì la sua risata.

Cristallina, pura.

Un canto melodioso che allietava il suo animo. Ma quando Potter la baciò, quella serenità che aveva in corpo, sparì del tutto.

Strinse il bicchiere, facendo diventare bianche le nocche.

Rimanere ad osservare ancora come quel schifoso Grifondoro, si mostrasse come un pavone, assieme ai suoi amici, lo avrebbe solo fatto arrabbiare.

E lui non voleva farlo.

Non gli serviva la rabbia, lui era ben superiore a tutti gli altri.

Lui era molto più coraggioso ed integro di quell'ammasso di ragazzi urlanti.

Uscì in fretta, dirigendosi verso il parco. Immaginava che la sua Sala Comune fosse diventata luogo ideale per nascondersi agli occhi degli altri.

Camminò un poco, con il bicchiere di burrobirra preso da Rod Lestrenge e si fermò ad ossevare il cielo. Immutabile e silenziosa la Luna rilasciava i suoi dolci raggi sulla Terra.

Sorrise appena, bevendo un sorso. Un peccato aver lasciato il corso di Astronomia, anni fa.

Stava quasi per andarsene, quando riconobbe una figura seduta, su un masso.

Rimase fermo, due differenti consigli gridavano nella sua mente.

Da una parte, una voce che ben conosceva gli diceva di avvicinarsi.

L'altra, gli ricordava della stranezza di quella ragazza, della necessità di rimanere concentrato nella sua vendetta e nella costruzione del suo successo.

A decidere furono i suoi stessi piedi che si mossero verso di lei.

Notò il piccolo fiore giallo, coperto da rugiade cristallizzate, posato a lato della sua acconciatura. La schiena nuda rivelava alcuni piccoli nei, sparsi qua e là.

-Vance, come mai qui?- chiese. La ragazza sobbalzò e solo allora si accorse del tono utilizzato, forse troppo brusco e antipatico.

-Odio partecipare alle feste.- disse solamente lei. -E tu?- si voltò lentamente. Severus deglutì il vuoto, che si formò intorno a lui, alla vista di quelle labbra sottili disegnate da un rossetto rosso.

-Stesso motivo.- rispose bevendo un lungo sorso e riuscendo a riprendere il controllo della sua voce e della sua mente. -Come mai correvi, senza vedere dove mettevi i piedi?- domandò, contento di aver trovato un modo per cambiare argomento e sciogliere quella situazione.

-Ho avuto un colloquio con Silente.- disse alzandosi.

-Di che genere?- Severus si avvicinò, inconsapevolmente, verso la giovane.

-Il Ministero della Magia, intende darmi una borsa di studio per il Centro di studi Antropologici Magici, in Angola. Per partecipare dovrei dare gli esami finali quest'anno,saltando il mio settimo anno.- Emmeline si interruppe. Poteva confidargli quel segreto? Poteva fidarsi di lui? Poteva dirgli cosa stava architettando, contro la sua famiglia e contro la società in cui era cresciuta? Metà del suo cuore diceva di sì, l'altra di no. Preferì rimanere in silenzio.

-Mi sembra un'opportunità irripetibile.- esordì lui.

Emmeline si limitò ad annuire ed a fissarlo. Si ricordò delle parole di Patricia sull'importanza di fare il primo passo e che alcune volte dovevano essere le donne a farlo.

Si avvicinò a lui, tenendo gli occhi fissi sui suoi. Senza nemmeno pensarci , con le mani tremanti, che forse avevano realizzato prima di lei cosa stava per fare, accarezzò il viso di Severus e lo accostò a sé, lasciando che il suo caldo respiro, inebriasse ogni suo senso.

Premette velocemente le sue labbra sulle sue.

Ma quello che all'inizio sembrava un timido incoraggiamento, divenne una morsa.

Il ragazzo gli aveva preso i polsi, stringendoli appena e facendo abbassare le sue mani. Scostò le sue labbra, violentemente e chiuse gli occhi.

Rafforzò la morsa con cui teneva stretta Emmeline e con una smorfia, allontanò la ragazza.

Un silenzio li avvolse. Nessuno dei due si guardava in faccia.

-Perché l'hai fatto? Devo ricordarti che sei la fidanzata di Bagman?- disse Severus, rompendo definitivamente il silenzio.

-Io sono fidanzata con Ludo, solo per volere dei miei genitori. Non per mia scelta.- per la prima volta, disse quello che realmente pensava su quel fidanzamento combinato. -Io non lo amo.- aggiunse decisa.

-E credi di amare me?- sentenziò Severus, quasi ridendo alla vista di quello sguardo confuso e smarrito.

-Non c'è nulla di male nell'amare, Severus.- rispose, con voce rotta. -Io so cosa voglio dalla vita.-

-E cosa sentiamo?- ora si stava decisamente divertendo.

-Voglio poter scegliere. L'idea di dipendere dalle decisioni altrui, mi fa rabbrividire. Sarò io a stabilire cosa fare o meno.- Emmeline lo stava guardando, furiosa mentre sentiva le lacrime scendere, i pugni stretti tremavano leggermente e il petto conteneva a stento lunghi singhiozzi.

-Sei solo una ragazzina. Una che vive di ideali astratti. Il mondo non fa per te, Emmeline.-

-Con questo cosa vuoi dire?-

-Che forse, devi stare lontana da certi ambienti e scegliere luoghi. Ti s'addice di più, una vita sui libri che sui campi di battaglia.- parlò con una flebile voce e si girò, non poteva ancora vedere quel viso rigato dalle lacrime. Uno strano dolore, molto simile a quello che provava nel vedere Lily, gli sconvolse lo stomaco. Ritornò al Castello, sperando di dimenticare quella faccenda.

Emmeline, invece, era immobilizzata in quella posizione e solo dopo aver notato di tremare più di freddo che di rabbia, rientrò nel suo dormitorio.

S'infilò nel suo letto, cercando di nascondere quelle calde lacrime che ancora scendevano copiose, alla vista delle sue compagne.

Solo Patricia si accorse che qualcosa doveva essere andato storto, ma non fece nessuna domanda e l'aiutò a sciogliere la stretta acconciatura.

Quella notte, Emmeline Vance capì che quella timida idea che viaggiava nella sua mente da mesi, poteva diventare realtà.

Poteva scegliere.

Lei aveva scelto.

Chiusi gli occhi e si fece una promessa.

Avrebbe continuato a scegliere fino alla fine della sua vita, anche contro il volere dei suoi stessi genitori, contro le rigide regole della alta società, contro la stessa Hogwarts.

Quel cielo nuvoloso sembrò quasi appoggiarla, illuminando la sua stanza con la luce abbagliante di un fulmine.

All'alba, il mondo avrebbe visto una nuova Emmeline Vance.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

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Scusatemi per l'immenso ritardo con cui posto una ff che tra l'altro avevo già finito di scrivere. Ma fra l'università e le normali attività di tutti i giorni mi è proprio passata di mente.

Ringrazio chi, comunque è rimasto fra i seguiti.

Eccovi il terzo capitolo, siete arrabbiate per il bacio mancato?

Io un po' sì >.<

JuliaSnape: Grazie mille per la recensione, ti dedicherei una statua nel bel mezzo di Milano se potessi v.v

Emmeline in amore è alquanto sfortunata, essere la fidanzata di Ludo Bagman, è uno strazio. Ma non è che Severus renda le cose più facili. Spero che ti sia piaciuto questo terzo capitolo. Un bacione e grazie ancora!

Iside91.

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Capitolo 4
*** Capitolo Quattro. ***


 

 

 

 

Capitolo Quattro.

 

 

 



Gli esami avevano reso i giovani studenti del quinto e del settimo anno alquanto irritabili,negli ultimi due mesi.

La maggior parte si chiudeva nelle varie arie delle biblioteche, cercando di recuperare mesi, se non anni, di lacune.

Severus Piton smise di aiutare Malfoy e Nott, quando riuscirono a fondere ben tre calderoni. Odiava aver a che fare con degli incompetenti. In più come se non bastesse, quasi tutti quello del settimo anno ritenevano stupido studiare, ora che il mondo sarebbe stato rivoluzionato.

L'Oscuro Signori li attendeva la notte fra il 31 giugno e il 1 luglio, per riceverli e conoscerli.

Sentì l'orgoglio divamapargli nel petto e dargli fiducia. Lui, l'unico erede dei Prince, avrebbe lavato via ogni traccia del suo passato.

Persino la, ormai stupida, ossessione per Lily Evans gli pareva inutile e per nulla onorevole.

Lei era, e rimaneva, una Mezzosangue.

Chinò di nuovo il capo e ricominciò a leggere il libro di Erbologia, ma una specie di sbuffo, lo distrasse.

Alzò appena gli occhi e cercò la fonte di tale rumore.

E quello che vide, lo pietrificò. Da molte settimane non la vedeva più in giro, nemmeno alle lezioni del settimo anno che frequentava.

I capelli corti, quasi a caschetto, l'aria seria, il corpo molto più slanciato e magro. Gli occhi quasi vitrei, insensibili alla luce.

Emmeline Vance era completamente diversa.

Fece una smorfia e riprese a leggere, non poteva perdere tempo per una ragazza così sfrontata, stupida ed ingenua.

Non sapeva che su di lui vi era lo sguardo furbo di Rabastan.

-Piton, lo sai che sei strano?- domandò quasi ridendo.

-Che diamine intendi dire?- sibilò Piton, stringendo con forza la penna d'oca, che vibrò violentemente.

-Intendo dire che sei veramente stupido a mollare quella sciocca della Vance.- rispose lui, sorridendo. -Sangue puro, discreta bellezza ed in più un grande cervello. L'ideale per un fanatico pozionista come te. Lo sai benissimo che lui, ti premierebbe.- aggiunse fissando Emmeline.

-Ma se non la vuoi. Ci può provare sembre qualcun'altro, come Nott o Black. Oppure, Goyle.-

Severus alzò un sopracciglio e decise di non commentare quello che il suo compagno di studi disse.

Non riusciva a vedersi, incollato ad una donna per esigenze di copione. Nemmeno per scherzo.

Non dopo quella disastrosa esperienza con Lily.

L'aveva sempre considerata sua amica.

Si conoscevano fin da piccoli, erano cresciuti insieme aspettando il momento in cui avrebbero dimostrato al mondo di essere speciali.

Importanti.

Era bastato un pomeriggio a rovinare l'affiatamento di un'intera infanzia.

I suoi sogni, i suoi desideri che giravano sempre intorno a lei, si distrussero.

L'unica cosa che voleva fare, era mostrarle quanto si sbagliasse. Lui non sarebbe stato un povero reietto da umiliare, come Potter e compagnia, pensavano.

No, lui avrebbe imboccato le strade per il successo, per il potere, per la rivoluzione.

Né le parole di Lily, né il discorso di Vance, avrebbe potuto cambiarlo.

Il Signore Oscuro lo avrebbe aiutato, lui avrebbe potuto dimostrare quanto il suo talento sia straordinario.

-Anzi, già che ci sono, stasera la invito alla nostra festicciola.- propose Abbastanza sorridendogli.

Piton chinò il capo senza dire nulla, riprese a leggere di erbe curative e ignorò la sommessa risata del compagno di casa.

Rabastan si alzò e camminò verso Emmeline, completamente assorta nel lettura non notò l'arrivo di quel ragazzo.

-Salve Vance.- la salutò Lestrange.

-Buongiorno.- disse lei, continuando a leggere.

-Mi chiedevo se tu volessi venire con me, alla nostra piccola festa.- Rabastan si sedette accanto a lei nell'unico posto libero che vi era in quel tavolo.

Emmeline chiuse il libro di scatto. Si voltò verso il giovane Serpeverde.

-Non mi interessa. Ho altri impegni.- sibilò. Raccolse la sua roba e velocemente scomparì dalla biblioteca. Rivolse un breve sguardo furente a Severus che lui ricambiò con la sua impassibilità.

Se prima era arrabbiata, ora era semplicemente delusa.

Quello che pensava fosse un capriccio adolescenziale, in realtà stava diventando un atteggiamento comune a molti ragazzi. A partire da suo cugino Lucius, ma anche Rod Lestrange, Bellatrix Black, alcuni ragazzi di Corvonero come Thomas Nige e Olivia Husher, e altri di Grifondoro.

Ma almeno era sicura che nessun Tassorosso sembrava andare contro coloro che non provenivano da una famiglia Pura.

Emmeline sorrise.

Il cappello aveva avuto perfettamente ragione, quando scelse per lei la Casa.

Era felice di appartenere alla Casa dei giusti, degli onesti e dei lavoratori.

Di persone come Hestia Jones, incredibile giocatrice di Quidditch, sempre pronta a dare una mano a chi non riusciva a volare bene sulla scopa.

Di persone come Amos Diggory, simpatico ragazzo del settimo anno, che tirava su il morale a chiunque.

Di persone come Charity Burbage, allegra ragazza che la stava convincendo ad andare insieme a lei, dopo il diploma, alla scoperta del mondo Babbano.

Anche se voleva veramente passare del tempo con lei, c'era qualcosa che glielo impediva. Una specie di sensazione.

Un'amara consapevolezza che niente sarebbe stato come prima.

Perfino la stramba Professoressa di Divinazione si era lasciata scappare che qualcosa di nefasto avrebbe segnato la vita di ognuno di noi.

Molti avevano riso e se n'erano completamente dimenticati.

Altri invece avevano accolto questa rivelazione con serietà, quasi come se sapessero cosa stava per accadere.

Dopo aver letto per la decima volta la stessa pagina, decise di andare a fare una passeggiata per i corridoi prima del corpifuoco. Si sedette su un cornicione e rimase lì, a lungo, ad osservare i bellissimi fiori che coloravano il parco.

Come avrebbe potuto lasciare tutto quello?

Quella serenità, quella protezione che solo il Castello poteva dare?

Oltre il cancello, il suo futuro la stava aspettando.

Chissà, forse non proprio roseo, come tutti pensavano.

Forse più oscuro.


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

______________________

 

Rieccomi con questa quarta parte.

Sono contenta che nuove lettrici si siano aggiunte.

Un grandissimo grazie a voi XD.

 

Panty96: Grazie per avermi prima di tutto cercato nel mare infinito di ff e poi recensito, non sai quanto mi faccia piacere. La mia idea era quella di lasciarvi liberi di immaginare fisicamente e non Emmeline, ma allo stesso tempo, di ricalcare alcuni tratti del suo carattere da ottima Tassorosso. Ci sono ancora un paio di capitoli che posterò nei prossimi giorni, per fortuna ^^.

Non posso rivelarti se Sev vivrà o meno, ma ti consiglio di seguire ancora un po'. Grazie mille per la bellissima recensione! Alla prossima, *_*

 

Julia Snape: Hola Severuccia, io ti adoro ^_^. La statua te la farò comunque, sostituirò il vecchio Garibaldi con Julia Snape in versione equestre. Lo scorso capitolo ho sottolineato l'amore indescrivibile/ossessione che Severus ha per Evans ma anche le speranze crollate di Emmeline. Spero che anche questo capitolo ti riesca a prendere.  Diciamo che mi sono ispirata all'atmosfera degli esami di maturità. Un bacione, Isy.


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Capitolo 5
*** Capitolo Cinque. ***



 

 

 

Capitolo Cinque.

 

Quattordici anni più tardi.



-E' ora di riunire l'Ordine della Fenice.- disse solamente Albus Silente all'uomo incapucciato.

-Non siamo rimasti in molti, ma possiamo contare su tutta la famiglia Weasley, su Kinglsey e su Hestia Jones.- contò sulle dite della mano. -Ma ci serve assolutamente l'aiuto di Emmeline Vance.-

L'uomo coperto dal cappuccio s'irrigidì immediatamente.

-E perchè mai?-

-Semplice, ha aiutato il Ministero a catturare molti Mangiamorte ed in più ha protetto i Babbani, come nessuno di noi ha mai fatto. Senza contare che in questi anni, ha lavorato molto per arrivare nelle sfere decisionali dei Ministeri Babbani, potrà influenzare le scelte del loro Governo, durante la guerra.- Silente si voltò e sorrise all'uomo. Prese una caramella al gusto viola e la magiò con gusto.

-Potresti contattarla per me?- gli chiese infine.

-No. Non posso Silente.- rispose con un tono arrabbiato.

-Oh, andiamo Severus! E' stato molti anni fa, una cotta adolescenziale! Sono sicuro che entrambi l'avete superata quella fase.-

-Non so di cosa stai parlando.- Severus scattò in piedi, lasciando che il cappuccio scoprisse il suo volto stanco.

-Comunque, Emmeline lavora per il Ministero della Difesa Babbano. Ecco qua il suo indirizzo. Fai presto.- gli tese un foglio di pergamena accuratamente strappato.

-Ho scelta?- gli chiese. Silente scosse la testa e gli sorrise.

-Stavolta, però, non stai andando incontro alla morte, rivedrai solo una vecchia compagna di scuola.-

Severus aspettò qualche secondo prima di prenderlo e rigirarlo leggendo l'indirizzo.

Quasi disgustato da quella missione, ripose il foglio in una tasca ed uscì, velocemente.

Sentiva il bisogno di ritanarsi nel suo studio e lavorare su una pozione qualunque.

Eppure la sua mente disubbiva, facendogli ricordare i lunghi capelli castani di Emmeline, le sue labbre storte in uno strano sorriso.

L'aria felice che aveva quando ricevette il diploma, del suo ultimo sguardo.

Dell'ultimo sguardo che si scambiarono prima di perdersi fra la folla.

Prima che la guerra lo macchiasse.

Prima di stringere fra le bracce, il corpo freddo della sua Lily.

Prima di morire lentamente, giorno per giorno, sperando che la fine sia vicina.

Ed eccolo lì.

Da solo nella città Babbana che ha visto rivoluzioni e guerre degne di qualunque libro di storia.

Si curvò e a testa bassa passò per quelli che erano i nuovi quartieri di Parigi, formati da grossi palazzi di vetro.

Svoltò a destra, per imboccare una via più tranquilla, si trovò a qualche porta dall'indirizzo che Silente gli aveva consegnato. Su una delle vetrine vi era una televisione accesa che trasmetteva un concerto o qualcosa del genere. Quell'oggetto lo disgustava.

Suo padre, Tobias Piton, era completamente assuefatto da quella televisione.

Passava così le sue serate, con una birra in mano e lo sguardo concentrato su quella scatola.

Il concerto lasciò subito spazio a una specie di telegiornale.

Una donna, dai capelli castani, parlava con un tono serio. Indossava una uniforme blu scura, piena di medaglie e di stelline.

Si scostò da quella vetrina e proseguì verso il numero dodici. Una piccola villetta con una porta blu e le persiane rosse. Decise di smaterializzarsi dentro, odiava quella folla di gente ridere e gridare per la strada senza nessun reale motivo.

Si ritrovò nel bel mezzo di quello che era un salone. Ritrovò un'altra gigantesca televisione, spenta per sua fortuna.

Accanto al lungo divano nero, vi era un tavolino. Sopra di esso era stato lasciato un pesante volume, “Le Guerre D'Olanda”, accanto vi era,invece, un giornale con la data del giorno prima.

Si tolse il capotto e lo ripiegò con cura sul suo braccio.

L'intera casa sembrava pulita e assolutamente perfetta, come se venisse usata poco.

Severus notò un paio di foto appese.

Nella cornice posta in mezzo, vi era un paesaggio desertico, un cartello sulla sinistra, coperto da vari buchi di proiettili di cui si poteva appena capire la scritta principale: “I..aq”.

Sotto il cartello vi era una ragazza, che sorrideva alla camera. Il capo era coperto da un pesante casco. Gli occhi erano celati da un paio di occhiali scuri, fra le mani una mitragliatrice leggera, le labbra erano appena storte in una specie di sorriso.

Quelle labbra.

Le avrebbe riconosciute ovunque.

Dunque era questo il ruolo di Vance? Si domandò, fissando le altre foto, di diversi scenari di guerra.

Poi una foto lo incuriosì.

Vi era una Emmeline giovane, forse ancora ventenne che abbracciava un bambino di qualche anno.

Sorrideva radiosa, come ogni donna avrebbe fatto.

I capelli neri del bambino contrastavano con il candore della sua camicia.

Che potesse essere diventata madre?

Forse era quello il motivo per cui era scomparsa del tutto, lontana da tutti, compresa la guerra.

Per un attimo pensò di andarsene non voleva rimanere, non voleva vederla solcare la porta abbracciata a un marito gentile e buono, come lo era sempre stata lei.

Un riconoscibile schiocco lo distrasse, poco lontano dall'entrata qualcuno si era smaterializzato.

Rimase immobile e per sicurezza fece scivolare la bacchetta dalla manica sinistra, impugnandola.

L'esperienza gli insegnava che la prudenza, in quei casi, non era mai troppa.

Una figura alta comparve nel luminoso salotto e si bloccò vedendolo.

Severus notò l'uniforme blu e la somiglianza con la stessa donna che aveva visto in quella televisione.

I capelli castani corti erano raccolti in una stretta coda da cui erano sfuggiti alcune ciocche, sottobraccio teneva il cappello e il suo viso era diventato una maschera di gelida sorpresa.

-Alors, chi non muore, si rivede.- disse appena.

Emmeline Vance alzò il sopracciglio e appesa il cappello. Si voltò e si tolse la giacca con lentezza.

-Sono qui per conto di Silente.-

-Lo so.- rispose lei seccamente. -Ho i miei informatori.-

Piton s'irrigidì. -Bene. Saprai anche che ruolo ho io in questo momento?- gli domandò.

-Probabilmente sei qui, per fare il messaggero di turno. O no? Oppure sono vere le altre voci, quelle dolci vecchiette che non credettero alla tua sceneggiata davanti al Tribunale.-

-Non mi interessa, cosa pensi. L'Ordine ha bisogno di te e tu lo sai.-

Emmeline ridacchiò.

Si avvicinò ad un mobiletto, aprì le ante e si versò un bicchiere di liquore dal colore bianco e lo sorseggiò appena.

-Harry Potter sta bene?- domandò improvvisamente, voltandosi verso l'uomo.

-Sì. E' ancora vivo.- rispose Severus, ignorando la fitta al cuore che lo colpiva ogni volta che qualcuno parlava di Potter.

Non riusciva a non collegare quegli occhi verdi a quelli di Lily.

-Ho degli affari in corso. Ci metterò un po' ad arrivare in Inghilterra, ma dì pure a Silente che può contare su di me, anche stavolta.- la voce di Emmeline era appena udibile.

Un soffio di vento.

Senza motivo si ricordò del fresco venticello di aprile, del suo abito giallo, a quella rosa fra i capelli, alla morbidezza di quelle labbra. Un colpo al cuore, lo scosse interiormente.

-Vance, io...-cominciò Severus. -Mi dispiace di averti...-

-Eri innamorato di quell'oca dell'Evans.- completò lei, sorridendo. -Se pensi davvero che sia diventata così, per una cotterella di almeno vent'anni fa. Oltre ad essere insopportabile, sei stato contagiato anche dall'egocentrismo del mio caro cuginetto.-

-E allora perchè sei sparita?- la scelta di Vance di cambiare completamente vita e di andarsene non era stata ignorata da Severus.

A lungo aveva cercato di capire cosa l'avesse spinta a gettarsi in un mondo sconosciuto e di togliersi di mezzo Ludo Bagman.

Proprio quell'episodio gli suggerì come Vance fosse detarminata a proteggere i Babbani dai Maghi e non solo.

Grazie a qualche soffiata del Ministero sapeva che aveva fatto arrestare un centinaio di maghi e streghe che utilizzavano la magia con il solo scopo di infastidire i Babbani.

Quella che era una ragazza gentile e aggraziata si era trasformata in una macchina perfetta.

In una spia perfetta.

-Non sono affari tuoi!- esclamò, ad un tratto arrabbiata.

Si guardarono negli occhi per un momento soltanto, prima che Piton scomparì con un leggero schiocco.

Emmeline strinse con forza il bicchiere e lo lanciò contro il muro, facendo cadere una cornice.

Le lacrime che stava trattenendo da quando l'aveva intravisto, in piedi nel suo soggiorno, scesero incontrollabili, solcando quelle guance arrossate.

Si strinse in un abbraccio convulso, rotto dai singhiozzi, mentre la mente veniva accecata dai ricordi.

La morte di suo fratello, per mano del Signore Oscuro, dopo aver fallito una missione.

La rabbia di suo padre nei suoi confronti, quando fu arrestato.

La delusione di sua madre, quando piantò all'altare Bagman.

La vendetta che lesse negli occhi di Bellatrix, dopo averla catturata.

La soddisfazione di Lucius quando fu scagionato di ogni accusa.

I corpi degli Auror caduti, allineati uno di fianco all'altro, davanti all'entrata del Ministero.

Il volto esangue di Patricia, accanto a quello di Lily Evans e Potter.

Se nella Prima Guerra aveva affrontato tutto con determinazione e speranza.

Ora non era sicura che sarebbe sopravvissuta alla Seconda Guerra.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

__________________

 

Sono molto contenta di vedere crescere il numero delle visite e delle recensioni, davvero non me l'apettavo.

Fa davvero piacere!

Ora passo alle recensioni.

Panty: Purtroppo lo dico da tempo, i Tassorosso sono relegati a comparsi nel 99% delle ff. E' veramente stupido, perchè i Tassi possono essere protagonisti di una storia quanto i grifondoro. Ludo, io continuo ad adorarlo, assomiglia molto al prototipo di maschio belloccio senza cervello, e una come Emmeline mica poteva finire con lui? spero che ti sia piaciuto anche questo, bacioni!

JuliaSnape: hola, XD. puntualissima anche stavolta, è che ho voglia di aggiornare questa ff che ho scritto tempo. marco aurelio è troppo figo lasciamolo là, togliamo il garibaldi dalla vecchia Milàn e quell'orrido coso senza nome che c'è a Piazza Affari. Oppure se vuoi le cose in grande al posto della fontana di trevi ti metto un bel busto?

Sono contenta che il pezzo sui Tassi ti sia piaciuto, XD io li adoro e amo metterli in risalto appena posso.

ti è piaciuto anche questo capitolo? Spero di sì! qi il caro Severus è pentito. XD Emmeline 1- Evans 0

Julia Weasley: Contenta di ritrovarti qui! Grazie per aver letto questi quattro capitoli a distanza di tempo. Allora, il fatto dell'età mi ha tenuto in dubbio a lungo, all'inizio volevo rispettarle, ma poi ho preferito non specificare e metterli tutti insieme, creando alcuni legami famigliari inesistenti fra i Malfoy e i Vance e inserendo qualche oscuro personaggio. Io adoro Sirius, ma sono sicura che quando era un giovane non era altro che un teppistello XD, quindi ho voluto tratteggiare il lato negativo dei malandrini. All'inizio questa Emmeline doveva essere una specie di Luna Lovegood degli anni 70', ma l'ispirazione mi ha colpita e ho costruito questo personaggio senza rendermene conto. XD Fa parte dell'Ordine anche se in modo relativo. Sper che seguirai anche il prossimo capitolo. Bacioni!

 

 

Vi starete domandando come mai Emmeline sia un militare francese.

Semplice, tutto nasce durante una cena di famiglia, la maggior parte della mia famiglia, che non è di origine italiana, ha fatto l'esercito. Qualcuno è diventato anche militare d'alto rango.

In pratica Emmeline aiuta a cercare ed arrestare coloro che usano la magia all'interno di contesti non magici per divertimento sadico oppure per scopi non precisati dai Ministeri della Magia. Infilitrandosi fra le linee Babbane può venire a conoscenza degli eventi catalogati come "paranormali" o senza spiegazione scientifica e condurre le sue indagini in assoluta autonomia.

Penso che nei contensti di guerriglia e caos sia facile che un mago si metta al servizio di qualche Babbano criminale solo per soldi o potere.

La foto con la scritta non decifrata è Iraq, non si tratta dell'attuale missione interforze, ma bensì di quella del 91'.

Ah, lavora per la Nato e le Forze Europee, che hanno alcune sedi in Francia.

 

Spero che ogni dubbio e/o stranezza di questo capitolo sia stato chiarito.

XD, lo so ho idee bizzarre.

 

Baci Isy.

 

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Capitolo 6
*** Capitolo Sei ***


Capitolo Sei.







Ronald Weasley tossì più volte, tentò di rialzarsi, ma un dolore atroce alla gamba sinistra lo fece di nuovo cadere. Si voltò verso i suoi piedi e vide che un masso pesante era caduto su di essa e  spostarla da solo richiedeva un'energia che in quel momento non possedeva.

Rimase sdraiato, come era caduto prima e con gli occhi cercò la testa riccia, che era sicuro di aver intravisto poco prima di perdere i sensi.

-Hermione!- tentò di gridare ma la sua flebile voce non riuscì ad imporsi, fra i boati che udiva in lontananza. 

Chiuse gli occhi e strinse possesivamente la bacchetta.

Per nulla al mondo doveva morire. Non ora che era riuscito nella sua unica e vera missione, non ora che aveva scoperto quanto lei ricambiasse il suo sentimento.

Nel momento in cui stava per abbandonarsi alla stanchezza ed al sonno. Vide una figura oscura avvicinarsi. Se avesse avuto un po' di voce avrebbe gridato, ma puntò la bacchetta contro di lui.

-Smettila Weasley! La Guerra è finita.- il giovane rosso spalancò gli occhi. Quella voce la conosceva molto bene, per molto tempo l'aveva terrorizzato per compiti e insultato per la sua goffaggine nel preparare le pozioni in classe.

Sbattè gli occhi più volte, scacciando via una goccia di sangue che ostruiva la palpebra destra. Finalmente i suoi occhi focalizzaro l'austera figura del professore di Pozioni. Aveva una manica strappata da cui poteva intravedere dei morsi animaleschi sulla sua carne. Tremò al solo pensiero che potesse essere stato attaccato dal Licantropo Greyback, forse quando era caduto sotto le sue maledizioni non era morto.

Forse quella bestia era ancora viva.

-Alzati Weasley e vai ad aiutare gli altri.- ordinò il Professore. Un dolore atroce lo contorse, la gamba ora pulsava tutta. Tentò di mettersi in piedi e solo al terzo tentativo ci riuscì.

Giusto in tempo per vedere Piton scomparire nel corridoio secondario.

 

Severus Piton strinse i lembi della manica, cercando di non far uscire più sangue del necessario.

Nella sua mente continuava a rimandargli il momento in cui vide Emmeline sorridergli e prendere una maledizione, lanciata verso di lui.

Quel sorriso.

Quelle labbra.

Se prima l'avevano ossessionato, ora erano diventato l'unico punto fisso della sua esistenza.

Lei con il suo coraggio.

Lei e la delusione negli occhi castani.

Lei e quella risata, breve e profonda.

Lei e quella tenacia, quella caperbietà, quella onestà che mai lui aveva avuto.

Lei, l'unica che metterebbe la vita di un Mangiamorte, prima della sua.

Sorpassò il cadavere di Bellatrix Lestrange e sentì il sollievo dargli calore.

Desiderava la sua morte da anni, anzi decenni e scorgerla a terra, esangue e fredda.

Morta, per sua fortuna.

Imboccò la strada per la biblioteca e finalmente la vide.

La schiena appoggiata al muro, le gambe distese, i capelli castani che le coprivano il volto.

Un rigagnolo di sangue si allontanava dal suo petto, lasciando una scia ancora fresca.

Si mise a correre e la prese fra le braccia.

-Emmeline!- ripetè più volte il suo nome, l'adagiò come meglio poteva sul suo petto e le prese il polso, captando il battito.

Un singhiozzo cominciò dallo stomaco verso le labbra serrate del martoriato Professore di Pozioni.

Ma i troppi anni passati a interpretare il ruolo del gelido mangiamorte, gli aveva tolto ogni lacrima possibile.

La strinse convulsamente a sé.

-Vance, mi senti?- domandò, scostò i lembi della maglia e notò il profondo squarcio che vi era poco sopra lo stomaco. Tirò fuori la bacchetta e pronunciò alcune parole. Vide la ferita richiudersi, provocando un nuovo dolore alla donna che mugulò qualcosa.

Dopo molto tempo, aprì gli occhi.

Emmeline non riusciva a vedere oltre quella macchia scura, si sentiva stretta in una strana morsa, quasi morbida.

Decise di chiudere gli occhi nuovamente e fece appena in tempo a sentire una voce, gridargli di rimanere sveglia.

Sorrise e si abbandonò alle tenebre.

-Emmeline, ti prego svegliati!- le urlò ancora Severus.

Preso dallo sconforto, la afferrò e con le ultime energie sollevò il suo corpo e s'incamminò verso l'infermeria.

Sulle scale incontrò un'irriconoscibile Aurora Sinistra, con il volto coperto di calcinacci.

-Severus!- esclamò la donna. -E'...è...-

-Muoviti ed avverti Madama Chips.- gli ordinò.

Tentò di scacciare via quel pensiero atroce che anche la sua collega aveva colto.

Al solo pensieri che lei stesse morendo, si sentiva mancare.

L'insegnante di Astronomia salì le scale ed avvertì l'infermiera.

Severus posò la donna sul primo letto disponibile, si accorse del colorito pallido di Emmeline.

Ma lentamente i suoi occhi si chiusero, il suo corpo non rispondeva ai suoi comandi e scivolò velocemente nell'incoscienza.

Si accasciò al suolo e l'ultima cosa che percepì fu la serenità che percepiva prima di cadere nell'oblìo dell'incoscienza.


 

 

 

 

 

 

 

 

____________

 

 

 

Non posso credere che tante persone abbiano letto in questi ultimi giorni tutta la ff, facendola schizzare da 50/70 letture a 200!

Grazie mille!!

E purtroppo vi devo annunciare che il prossimo capitolo sarà l'epilogo.

Questa ff è nata per il mio primo contest e mai avrei pensato di arrivare quinta, quindi vedervi sempre più numerose mi fa un piacere immenso.

Stasera aggiorno questo sesto e cupo capitolo con l'umore nero a causa di un quasi incidente causato da un cretino.

E poi dicono che sono le donne ad essere un pericolo in auto!!

 

Voglio indire un contest breve. Quale volto dareste ad Emmeline?

Non voglio imporvelo ma mi farebbe piacere vedere a quale volto più o meno famoso assomiglia la vostra Emmeline.

Ve lo chiedo perché, grazie anche alle recensioni e alle continue visite, ho una mezza idea di scrivere qualcos'altro su di loro.

Soprattutto su Emmeline Vance.

 

Panty: Scappa e non farti vedere dai tuoi! XD. Il bel bambino comparirà nel prossimo aggiornamento e molte cose saranno spiegate....A causa delle limitazioni del concorso ho voluto e dovuto stringere molto sulla lunghezza della ff. Aspetto un tuo commento, bacioni!

 

Julia Weasley: Ma con quale degli affascinanti Weasley ti sei sposata? Ti ricordo che Ron-Ron è mio XD)

Per quanto io nn sopporti la evans, nn la si può eliminare nel giro di due capitoli. E' stata la causa delle sofferenze di Piton e ha segnato la sua vita. Nel prossimo capitolo capirai come le cose si evolvono e fino a quanto Emmeline ha amato Severus e viceversa.

Un bacione  e spero di risentirti al prossimo capitolo.

 

Isy.

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Capitolo 7
*** Epilogo ***




Epilogo





La migliore medimaga, Sophia Derwent, del reparto Lesioni da Maledizione uscì sorridendo. 

Quasi non poteva crederci. Quella che doveva essere un caso disperato, si era trasformato in un esempio di tenacia e guarigione. Quella gentile paziente dagli occhi castani e il sorriso sulle labbra, le riservava sempre qualche racconto simpatico. 

Analizzando aveva scoperto diverse vecchie fratture alle costole, un polmone quasi distrutto, qualche buco qua e là. 

Insomma non le dava l'idea di essere stata una tranquilla ragazza di compagna. 

Anzi, da quello che aveva letto in quei mesi alla Gazzetta del Profeta, Emmeline Vance, la paziente numero 3229, era un'eroina più per i Babbani francesi che per i maghi inglesi. Ma grazie al suo aiuto e alle sue conoscenze, gli Auror erano riusciti a catturare un gruppo di mangiamorte europei, pronti a mettere scompiglio in Asia ed Africa.

Le ferite riportate ormai si stavano riemarginando e la signorina Vance si stava riprendendo in fretta. 

Nel giro di una settimana, la medimaga Derwent avrebbe firmato le carte per farla dimettere.

Per il corridoio incontrò la figura nera e taciturna del suo Professore di Pozioni. Magro e con il viso scavato, quasi irriconoscibile. Girava per il San Mungo da quando aveva preso le rendini dello staff di pozionisti dell'Ospedale, riuscendo a risolvere la maggior parte dei casi critici.

Lo salutò con un cenno sperando di ricevere un saluto, ma come sempre, l'uomo non rispose e la superò.

La medimaga proseguì il giro e non si accorse che questa volta il Professore entrò nella stanza 3229.

Severus aprì la porta e la richiuse lentamente.

Emmeline non si era accorta del suo arrivo, gli dava le spalle e sembrava intenta a leggere qualcosa.

I capelli erano stati lasciati sciolti, lungo la schiena. Dalla vestaglia poteva intravedere i numerosi bendaggi allo stomaco.

Si schiarì la voce per avvertirla.

Emmeline si voltò di scatto e rimase immbile a lungo.

Non lo vedeva da quella notte al Castello. Sentì le sue membra tremare e un lungo singhiozzo rimase incastrato nel suo petto.

-Ciao.- disse solamente Emmeline, ritornando a fissare una foto.

Severus era indeciso se rimanere lì o avvicinarsi, ci impiegò molto a decidere e fu un gesto di lei a convincerlo.

Si sedette sulla piccola poltrona.

-Chi è?- domandò sommessamente l'uomo.

Emmeline alzò il viso verso di lui, non riuscendo a smettere di accarezzare il viso della foto.

-E'...mio figlio.- confessò con voce flebile. -Si chiama...Ezra.-

Un gelo siberiano ghiacciò gli occhi e il cuore di Piton. Quello che temeva si stava avverando. 

Proprio nel momento in cui stava per riuscire a ricominciare, a provare a vivere veramente quello che gli rimaneva, qualcosa glielo impediva.

Di nuovo.

Ma questa volta non era una guerra, ma bensì un terzo incomodo. 

Non seppe come, trovò la forza per sorridere e stava per complimentarsi per la “bellezza” di quello che bambino non era più, quando notò le lacrime che scendevano copiose.

Emmeline si era sciolta in un silenzioso pianto. Piccole gocce salate colpivano la foto che teneva in mano come una scarica di proiettili.

-Fra tre giorni terrà il suo primo concerto.- disse, interrompendo quel tedioso silenzio. -Vorrei che i suoi genitori fossero lì a vederlo.- Severus aggrottò le sopracciglia ed Emmeline si accorse di quella espressione perplessa.

-Credevi che io fossi la madre di Ezra?- chiese, al quanto stupita.

-Non c'era nulla che potesse eliminare questa opzione.- rispose lui.

-Certo che sei bizzarro! Una madre non rischia così la sua vita, prima per i Babbani e poi per i Maghi! Una sconsiderata!- esclamò Emmeline, ridacchiando. -Ezra...ha perso i genitori quando aveva cinque anni. Suo padre era uno dei miei migliori amici e un stimato tenente maggiore. Poco prima di morire, mi confessò che intorno al figlio vi erano strani fenomeni “paranormali”. Ho deciso di prendermi cura di lui, di educarlo alla magia e non solo. E' un bravo ragazzo sai? A Hogwarts lo avrebbero fatto Prefetto di Tassorosso, come minimo.-

-Avrà sicuramente preso dalla madre.- aggiunse Severus. Emmeline lo guardò e non potè non sorridere notando il calore dei suoi occhi scuri. Era da tempo che non lo vedeva così vitale, animato dalle emozioni che scuotevano la sua anima.

Ci erano voluti ben due Guerre per riportarli al punto di partenza.

A farli riprendere da quel punto che avevano lasciato in sospeso, da quella sera del ballo.

-Avevi ragione Emmeline.- cominciò Severus, chinandosi verso il suo volto. -Io ho sbagliato.-

Lei scosse le spalle. -Tutti sbagliano. Eravamo giovani e stupidi. Credevamo di poter fare tutto. Se tu hai preso quella strada, almeno hai avuto il coraggio di impegnarti per pagare i tuoi errori. Io ne ho preso un'altra e devo ancora pagarne le conseguenze.-

Severus scosse la testa e quasi rise. Emmeline era troppo gentile con lui e con il suo passato.

-Perchè non te ne sei andata in Angola?- domandò improvvisamente l'ex mangiamorte.

La donna scoppiò a ridere, scuotendo i capelli e lasciando che la tensione scivolasse via dal suo corpo.

-Perchè ho potuto scegliere di non farlo. Di non ubbidire a quello che la ragione mi suggeriva e di provare a seguire il cuore.- rispose Emmeline.

-E' ora sei felice?- un silenzio carico d'attesa calò sulla stanza. Severus non potè non osservare i molti fiori che le erano stati regalati. Sì, probabilmente lo era.

Lei ruotò gli occhi al soffitto.-Nell'esercito Babbano ho imparato che chiedersi queste è solo una perdita di tempo. Bisogna vivere senza rimpianti e al massimo delle proprie possibilità.- Emmeline si avvicinò verso il suo viso. -E tu Severus sei felice?-

-Non so cosa sia la felicità. Ma potrei cercare di scoprirlo.-

-Se vuoi, posso darti una mano. Non che sia un genio in questo campo, ma possiamo provarci.-

Severus trattenò il respiro, quasi non si accorse di essere così vicino alle sue labbra.

Tanto sottili quanto sensuali e uno strano calore riempì la sua anima.

-Insieme?- domandò Severus.

La donna sorrise ed annuì. Si accostò di più alle labbre dell'uomo che vent'anni fa la segnò profondamente.

Ma lo scatto della maniglia della porta li fece sobbalzare entrambi.

Un ragazzo dai disordinatissimi capelli neri che gli ricadevano sulla testa in modo buffo.

Indossava una mantellina azzurra, con ricami d'oro e d'argento e teneva in mano il tradizionale cappello del scuola di magia di Beauxbatons.

-Maman!-

Emmeline sorrise. Un sorriso che, Severus, mai aveva visto increspare quelle labbra e rimase incantato da quello spettacolo. Vide una gioia rara esplodere nella donna, mentre abbracciava il ragazzino. Severus si alzò e decise di andarsene. Ancora una volta sentì il bisogno di fuggire, di andarsene, di non farsi toccare da quella sensazione di felicità, di non darsi un'occasione per cambiare. 

Per provarci almeno e così s'incamminò verso la porta.

Emmeline baciò la testa di suo figlio e dopo averlo stretto a sé, si accorse della scomparsa di Piton.

Lo trovò davanti alla porta.

-Ezra, je te présente un héro.- disse rivolgendosi al figlio. -Severus...per favore rimani.- disse voltandosi verso l'uomo.

Emmeline vide un nuovo sorriso spuntare sul viso di quell'uomo che da ragazzina aveva amato.

E quando lui accettò la sua mano tesa e la strinse, i suoi occhi castani si inumidirono.

Questa volta, entrambi avrebbero potuto scegliere.


Fine








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E' finita.

Sono tristissima.

Ma per consolarmi una mia carissima amica mi sta disegnando Emmeline e Severus nella scena in ospedale. Inoltre ha preso come spunto uno dei vostri suggerimenti, ispirandosi ad Anna Hathaway, che tra l'altro è una delle attrici più belle e promettenti di Hollywood.

Allora, devo iniziare con i ringraziamenti.

Grazie a tutti coloro che hanno letto/seguito.

Grazie a Mizar.

Grazie a ladylala.

Grazie a Elly93, fiori, JuliaWeasley,JuliaSnape ,lady of the sea, jessy93, Ladyhawke25, lucre, MokaAkashiya, Panty, Piccola Vero, Vodia.


Rispondo alle ultime recensioni.


-Julia Snape: Ti perdono! D'altrone quella che postava dopo mesi, sono io.XD. Sono contenta di aver letto le tue recensioni bellissime e che ti sia piaciuta tanto questa ff. Ecco il finale, non troppo romantico, non sarebbe Piton.

Spero di risentirti ancora, grazie, grazie, grazie.


JuliaWeasley: Grazie per aver lasciato il mio Ronnie/Wonny. Proprio perché è una What If? ho dovuto cambiare molte cose, per poter scrivere su loro due. Quella era la battaglia finale, Come avrai letto il capitolo finisce bene. Non ho voluto matrimoni o feste, non li vedevo adatti a loro. Grazie per ogni tuo commento e per aver seguito, mi ha fatto un grande piacere.


Panty!: Hola! Ho avuto paura per la tua feroce minaccia! ^^Eccoti il capitolo, va bene o devo abituarmi all'idea che mi strapazzerai un po'? Cote de Pablo è una grande, è un tipo di donna, Ziva, che assomiglia molto ad Emmeline. Grazie mille per la tua partecipazione, per aver recensito. Appena finirò di scrivere un capitolo di un'altra ff, farò visita alla tua pagina. XD Preparati!


Biancolupin: Ciao, non ho capito, dovevo alzare il raiting? L'ho tenuto Verde, perchè non vi sono scene o descrizioni dettagliate di cose impressionabili. O forse lo sono per alcuni? Se è per questo, mi dispiace e vedrò di alzarlo.

Grazie comunque, per aver recensito. Hai notato, il bambino, alla fine non è di Severus!

Ancora Grazie anche se siamo all'ultimo capitolo.





Allura, fra qualche tempo, penso che riscriverò qualcosa su questa coppia, ma non so se sarà legata a questa ff, oppure no.

Non posso non condividere con voi, l'inizio di una ff a cui tengo tantissimo e ci ho lavorato moltissimo.

E' nel fandom Orignale e se avete voglia mi farebbe piacere vedervi e sentire le vostre critiche e commenti, anche lì.

E' una storia a cui tengo tanto, riprende tematiche a cui sono legata. Si chiama "Notti Senza Stelle".

Dopo quasta pubblicità occulta, rinnovo i saluti e i ringraziamenti che coinvolgono anche Ranerottola, per aver indetto questo Contest.

Un bacio a tutti.

Iside91.


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