Anche Severus Piton ha un Cuore

di Berenike
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Addio, Lili ***
Capitolo 2: *** Harry Severus Piton ***
Capitolo 3: *** Continuerò a lottare per te ***
Capitolo 4: *** Il Miglior Compleanno ***
Capitolo 5: *** Il Coraggio di Amare ***
Capitolo 6: *** Fuochi d'artificio ***
Capitolo 7: *** Insieme per Sempre ***



Capitolo 1
*** Addio, Lili ***







Anche Severus Piton ha un Cuore

Episodio I: Addio, Lili

Era stato un inverno particolarmente freddo, lungo e malinconico.
Hogwarts era stata coperta di neve fino ai primi giorni di Marzo, ed ora che iniziava lentamente a sciogliersi, era come se si stesse liberando di un incantesimo.
Severus Piton camminava alto e fiero nei giardini della scuola. Tutti gli studenti erano in classe, poteva sentire lontano delle penne scricchiolare e dei calamai cadere rumorosamente a terra.
Respirò profondamente.
L'aria si stava riscaldando sotto i primi raggi di sole dell'anno, poteva sentire l'erba sotto le sue scarpe rotte e luride, soffice e bagnata. Guardò ancora una volta quel castello che una volta aveva tanto amato, e che ora odiava con tutto sé stesso.
Non aveva certo immaginato che la sua vita potesse seguire quella strada.
Si era immaginato mille volte Preside di Hogwarts certo! Ma non a quel prezzo, non senza di Lei, non a quelle condizioni...
Stava giocando da diciassette anni al gioco che Silente gli aveva imposto, un gioco contorto, un gioco a cui lui non voleva più giocare. Voleva solo vederla un'altra volta, sapere che l'aveva perdonato, che quegli ultimi diciassette anni non erano stati vani.
Continuò la sua passeggiata per i giardini della scuola. Non sapeva nemmeno lui dov'era diretto.
Di solito non si comportava così, non si era mai concesso un giorno di libertà, un giorno felice, un giorno in cui potesse fermarsi e pensare.
Tranne quel giorno.
Quel giorno di ogni anno in cui ricordava la fine della sua vita, il cambiamento che eternamente l'avrebbe ucciso, senza mai lasciargli pace. Aveva ucciso l'unica cosa che aveva mai amato.
Dentro al castello gli elfi domestici si preparavano al Grande Halloween, una festa immensa che ogni anno si teneva a Hogwarts il 31 Ottobre, il giorno della Fine di tutto.
Quella sera ci sarebbe stata la festa, improvvisamente Piton si ricordò quando anche lui vi aveva partecipato come studente, e ritornavano alla mente mille ricordi...

-Lili, verrai alla festa questa sera? - chiese un giovane studente con i capelli neri attaccati alla fronte, ad una bellissima ragazza con lo stemma di Grifondoro cucito sulla divisa della scuola.
-Certo che ci sarò! Ci sarà tutta la scuola! - Il ragazzo le sorrise con semplicità. Bastava poco una volta, per essere felice.
-Allora ci vediamo lì... - disse lui, imbarazzato e pronto ad andare a lezione.
-Certo, non vedo l'ora! - rispose lei, allontanandosi nel lungo corridoio del terzo piano.

La scena cambiò. Erano passati due anni, i due giovani si trovavano nella Sala Grande, finalmente vuota, dopo cena.
-Lili, io vorrei dirti una cosa... - la voce tremante, le mani fredde e sudate: Severus Piton era di fronte alla ragazza più bella che avesse mai visto.
-Severus, cosa c'è? E' successo qualcosa? - Lei sempre così ingenua, così raggiante, così Lili.
-No, no non è nulla... E' un po' di tempo che sto pensando a noi...-
-Andate dritti a letto voi due, cosa ci fate ancora qui?! -Gazza, il guardiano, aveva interrotto quel momento che mai più si sarebbe potuto ripetere. Chissà se le cose poi sarebbero andate diversamente...
I due ragazzi si alzarono nervosi. Si diressero verso le corrispondenti case, così lontani, ma allo stesso così vicini.

Piton si svegliò come da un sogno. Per un attimo lei era di fronte a lui, nella sua mente, per un attimo l'aveva rivista, ancora per una volta. Si toccò le mani: erano fredde e sudate come quel giorno lontano.
Se solo, se solo non fosse arrivato Gazza!
Riguardò al castello di Hogwarts, casa del suo primo Amore, casa della sua crescita e di tutto il suo sapere...
Casa delle sue paure, casa dei suoi nuovi incubi.
Quello che una volta era un sogno, ora era un luogo pieno di ricordi, di lame che giorno dopo giorno si trafiggevano nel suo cuore sempre più in profondità.
Si guardò in torno, per vedere che non ci fosse nessuno. Si inginocchiò, senza ascoltare il grido delle sue ginocchia spigolose, ascoltando solo il battito del suo cuore, un cuore che batteva ancora solo per Lei.
Raccolse un fiore da terra, lo baciò e lo lasciò libero nel vento; e come ogni anno da diciassette anni, Severus Piton guardò quel fiore fluttuare nell'aria, sentendosi colpevole, sentendosi quasi mancare, per quella morte che lui stesso aveva inflitto, all'unica cosa che aveva mai amato nella sua vita.
Addio, Lili.


ANGOLO DELL'AUTRICE
Salve a tutti! Ecco a voi il primo capitolo dedicato a Severus Piton: si tratta di una serie di episodi (non legati tra loro), in cui si vede un lato di Severus Piton sconosciuto a tutti coloro che l'hanno mai conosciuto.
Spero vi piaccia, a me commuove pensare ad un uomo così duro, ma segretamente così dolce e vulnerabile.
Commentate, sappiatemi dire cosa ne pensate! A presto
Berenike

La raccolta ANCHE SEVERUS PITON HA UN CUORE ha vinto ai NESA nella sezione BEST LONG FICTION.
Ringrazio tutti i miei lettori e coloro che mi hanno votata!



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Capitolo 2
*** Harry Severus Piton ***






Anche Severus Piton ha un Cuore

Episodio 2: Harry Severus Piton

Severus Piton era seduto nel suo ufficio, sudato, arrabbiato, furioso.
Aveva cercato di fare ciò che Silente gli aveva ordinato, ma quel maledetto Potter gli aveva reso la cosa impossibile.
Potter, Potter, Potter. E' sempre Potter che rovina tutto.
Rimase seduto per qualche momento, la luce verde del lago si rifletteva sulle pareti del suo seminterrato. Tutto appariva immobile, immutabile, le provette perfettamente allineate negli scaffali.
E ora anche Harry sapeva la verità. L'aveva appena osservata attraverso i suoi ricordi, durante una delle sue lezioni, l'ultima a dire il vero, di Occlumanzia.
James Potter non era il Santo che tutti volevano far credere. Era meschino, era infantile, era un idiota.
Piton sorrise di quel pensiero. Ogni volta che pensava a lui, ritornava studente e si ritrovava ad essere ancora quel ragazzo timido ed un po' impacciato, che veniva preso in giro dagli altri ragazzi.
Se James non fosse stato così duro con lui, forse lui non avrebbe mai sentito il bisogno di rivolgersi ai Mangiamorte per sentirsi più importante, più forte, imbattibile.
Poi un ricordo, che galleggiava nella sua mente ogni giorno della sua vita, gli ricordò che non era stato James ad allontanare Lili da lui:
-Sei una lurida Mezzosangue...- Mezzosangue... Mezzosangue...
Mezzosangue.
Come aveva potuto ferire l'unica cosa che avesse mai amato? Quella parola rieccheggiò nella sua mente sempre più forte, fino a che non dovette attaccarsi ai bordi del grosso tavolo di legno per non impazzire.
Si calmò con il passare dei minuti.
Riguardò la sedia di fronte a lui dove fino a pochi minuti prima era seduto Harry, bacchetta in mano, concentrazione ovviamente a zero, come sempre.
Anche Severus, durante quelle lezioni, aveva avuto la possibilità di guardare all'interno dei suoi ricordi.
Sapeva che non aveva avuto una vita facile fino a quel momento.
Ma chi l'aveva?
Aveva vissuto nei suoi ricordi l'infanzia, l'adolescenza, la scoperta dell'esistenza del suo padrino Sirius, il primo bacio, i dissennatori.
Odiava Potter. Era così... come suo padre.
E allo stesso tempo gli ricordava Lili, in ogni secondo della sua giornata.
Guardarlo negli occhi era come poter ammirare ancora una volta gli occhi di sua madre, era come potersi perdere un ultima volta in quello sguardo d'amore.
Ma lui non era Lili. Era suo figlio. E il figlio di James.
Poteva essere il suo. Severus Piton si meravigliò del suo stesso pensiero.
E poi ricordò. Gli tornò alla mente un episodio, di tantissimi anni prima, in cui lui e Lili erano seduti nel parco di Hogwarts.
Era una calda giornata di Giugno, gli esami stavano finendo e loro avevano deciso di godere della luce del sole. Era forse il quinto o il sesto anno di scuola per i due ragazzi, che sedevano vicini, tanto da potersi sfiorare le mani.
-Severus, pensi mai al tuo futuro? -
-Certo – disse lui con aria altezzosa – tra dieci anni mi vedo qui, a Hogwarts, Preside, che mi aggiro tra i corridoi e terrorizzo tutti i miei studenti! - Sorride sotto i raggi del sole.
Lili sorrise. Com'era bella quando sorrideva...
-Sei veramente terribile! Io intendevo... Pensi mai ad... avere una famiglia? - disse titubante. Non voleva che lui fraintendesse, ma lui era il suo migliore amico, doveva poterne parlare con qualcuno.
-No, voglio dire... un giorno forse. Se capiterà... - Bugia, bugia, bugia. Severus non voleva mentire, ma non era ancora giunto il momento per questo.
-Io vorrei due bambini! - disse lei animatamente, con gli occhi sognanti, la pelle chiara sotto il sole che gioiva insieme a lei...
-Il primo un bambino... e lo chiamerei... Harry! -
-Che razza di nome è Harry? -
-Perchè tu come lo chiameresti? - lo interrogò lei, scherzosa. Non aveva mai immaginato di avere quella conversazione con Severus Piton. Era più divertente di quanto pensasse, parlare del futuro.
-Non lo so, mi piacciono i nomi importanti... come... Severus! - disse lui, ridendo e cercando di apparire il meno imbarazzato possibile. Com'erano arrivati a parlare di figli?
-E poi vorrei una bambina...-
-Te l'ha mai detto nessuno che i figli non si possono programmare? - la rimproverò lui con aria seria. Poi sorrise, non voleva metterla a disagio, non voleva che quel sorriso meraviglioso sul suo volto scomparisse.
-Sei sempre il solito Sev, il solito pessimista! - disse lei gentilmente. Si alzò e camminò piano verso l'ingresso del castello. Non si voltò mai indietro e Piton rimase lì, immobile, cercando di capire cosa avesse sbagliato. Sbagliava sempre con lei.
Poi lei si girò di scatto, lo guardò con quei meravigliosi occhi verdi e gli chiese:
-Tu non vieni? - Severus, più felice che mai, la raggiunse.

Da quel giorno, tutti i giorni, Severus pensò a quel figlio che voleva tanto avere. Quel figlio che ormai sentiva come proprio.
Harry si doveva chiamare. Harry Severus Piton.
Lo immaginava avere gli occhi verdi di Lili e i propri capelli neri.

Certo, Harry aveva i capelli neri, ma non i suoi.

Severus Piton si arrabbiò con sè stesso per aver pensato ad una cosa così stupida.
In quale universo Lili avrebbe voluto fare un figlio con lui?
Si alzò dalla sua sedia e si diresse verso l'aula di pozioni.
Chissà se quell'inferno sarebbe finito, prima o poi.


ANGOLO DELL'AUTRICE
Vi presento il secondo episodio di questa raccolta: Harry Severus Piton.
La serie è iniziata solo ieri, ma l'adoro, mi sveglio la mattina con la voglia di scoprire qualche altro segreto di Severus Piton...
Spero vi sia piaciuto com'è piaciuto a me scriverlo...! Per favore, commentate e ditemi cosa ne pensate...
E' molto importante riceve qualche lusinga, ma sopratutto montagne di critiche, così da potersi migliorare!
Ci tengo molto a questa raccolta, per cui non siate troppo cattivi!! Ai prossimi aggiornamenti! (qualcosa mi dice che arriveranno PRESTO!)

Berenike

ps. Ringrazio di cuore coloro che hanno commentato il primo episodio di questa serie... Grazie e continuate a seguirmi... Non vi deluderò!
Pss. Un ringraziamento va in particolare a Melmon per aver corretto alcuni errori e per gli utilissimi consigli...!
Grazie mille!

La raccolta ANCHE SEVERUS PITON HA UN CUORE ha vinto ai NESA nella sezione BEST LONG FICTION.
Ringrazio tutti i miei lettori e coloro che mi hanno votata!



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Capitolo 3
*** Continuerò a lottare per te ***






Anche Severus Piton ha un Cuore

Episodio 3: Continerò a lottare per Te

Le cose stavano succedendo troppo velocemente. Silente era stato ucciso, ucciso dalla sua mano colpevole. Lui e Draco avevano lasciato Hogwarts e da allora abitavano nel quartier generale del Signore Oscuro, un tempo Villa Malfoy.
Il Signore Oscuro si fidava di Severus Piton più di chiunque altro. L'insegnate di Pozioni stava rispettando il volere di Silente.
Passava a Voldemort tutte le informazioni di cui necessitava, tranne quelle veramente importanti, come preziosi dettagli di Harry Potter o il fatto che potesse entrare o uscire indisturbato da Grimmauld Palace, il quartier generale dell'Ordine della Fenice.
Perché anche lui, ne aveva fatto parte.
Ma nessuno aveva mai veramente creduto che fosse dalla loro parte, come il Signore Oscuro non aveva mai nemmeno pensato che stesse lavorando con Silente per distruggerlo.
Era davvero un buon attore.
Si era ricordato di poter accedere a Grimmauld Palace proprio quell'estate, precedente al settimo anno di scuola di Harry Potter, in cui non poteva più trovare conforto nei brillanti occhi azzurri del più grande mago del mondo, che era stato come un padre per lui, Albus Silente, e cercava un posto per riflettere e analizzare la situazione senza interferenze.
Fare la parte del cattivo era decisamente faticoso, e farlo a tempo pieno, stava diventando estenuante.
Ma era il suo compito. Il compito che Silente gli aveva affidato. Non l'avrebbe deluso. Non ancora.

Quella notte maledetta, quella in cui era andato da Lui, da Albus Silente (un Albus giovane e combattivo), e gli aveva rivelato che era piano di Voldemort uccidere Lili e i Potter, aveva per la prima volta deluso Albus Silente. Aveva rivelato lui a Voldemort parte della profezia che lo avrebbe poi condotto dai Potter, nemmeno Silente poteva capire quanto fosse diventato meschino.
Aveva così offerto sé stesso, in cambio della protezione di quella famiglia. Ma non era servito a nulla in ogni caso.

Così una calda notte di Agosto, quando tutti erano andati a dormire e regnava il silenzio attorno a Casa Malfoy, si vestì, percorse silenziosamente il parco ormai in disfacimento, e subito fuori dalle mura si materializzò. Pensò a Grimmauld Palace, e in un attimo fu lì davanti a quella casa che solo lui poteva vedere.
La casa era deserta, dall'esterno si vedevano distintamente le luci spente e il freddo che incombeva da troppi mesi in abbandono.
Immaginò subito che qualcuno avesse messo delle protezioni all'entrata del quartier generale, affinché lui non riuscisse ad entrare, ma le superò facilmente, pensando che lo avessero nettamente sottovalutato.
Sarebbe in grado di superarle perfino Potter, pensò sogghignando.
Si aspettò anche di vedere l'elfo domestico (di cui non ricordava il nome), ma doveva essere altrove perché la casa era deserta, silenziosamente inquietante, spenta e fredda, nessuno era più entrato lì dentro da mesi.
Per colpa sua. Un'altra volta colpa sua.
Severus alzò la bacchetta e qualche fioca luce si accese.
Finalmente solo. Finalmente lontano da tutti. Come doveva essere da sempre.
Decise di non fidarsi di quella calma apparente e decise di controllare in giro che non ci fosse nessuno. Tutti i proprietari di quella residenza erano morti, l'ultimo era stato Sirius.
Sirius Black. Maledetto anche lui. Lui e quel sua adorato amico James. James Potter.
Piton ripensò in un istante a tutto ciò che avevano fatto durante la scuola: le umiliazioni, le prese in giro, l'avevano allontanato da Lili, sempre più avvicinato a Voldemort.
La colpa di tutto ciò che sarebbe successo successivamente, era sua quanto loro.
Scacciò quei pensieri dalla sua mente, non aveva molto tempo. Era la sua serata libera dall'inferno, aveva tutto il diritto di non pensare, per una sola notte. Di non farsi trasportare dai ricordi, che sempre più lo allontanavano dalla vita reale e lo facevano vivere (o meno dire, sopravvivere), in un limbo tra il dolore e la morte.
Salì delle scale che, sapeva bene, portavano nella camera da letto di Sirius e del fratello Regulus Black. La porta del secondo era socchiusa, intravide all'interno gli stemmi Serpeverde, e per un attimo si sentì orgogliosamente a casa.
Entrò però nella camera di Sirius. Il fratello rinnegato.
Fece apparire una luce sulla punta della sua bacchetta e si guardò intorno: in quella camera ogni cosa era stata fatta per aumentare l'odio verso il proprietario. Stemmi di Grifondoro, calendari babbani, foto del mitico gruppo di Sirius erano attaccati in ogni dove nella camera.
Poi Severus si ricordò di quando Lili, la sua amata, iniziò a preferire Loro, a lui.
E la rabbia lo assalì come se fosse tornato indietro nel tempo.



-Lili, ti giuro che mi dispiace. Non avevo intenzione di offenerti... - Severus Piton era davanti al ritratto della Signora Grassa. Ovviamente non poteva entrare nella sala comune di Grifondoro, non voleva entrare, voleva solo spiegare perché.
-Non mi interessa Severus. Basta. Ho chiuso con te. -disse lei con un tono serio e deciso. Severus sapeva che era più dispiaciuta di quanto non desse a vedere, ma quella fermezza lo sconvolgeva e gli incuteva un vero timore.
-Cos'è esci con loro adesso? - disse il ragazzo dai capelli neri sprezzante. Li odiava più di qualsiasi altra cosa. Non era lei che voleva ferire quel giorno. Ma loro.
-Severus, non devo darti spiegazioni. - A queste parole lei abbassò gli occhi mentre lui la guardò intensamente, cercando di leggere nella sua anima, aspettando un segno, un cedimento, qualcosa che ci facesse capire che Lili Evans, il suo amore eterno, non stava dicendo davvero.
Ma lei si voltò, le braccia incrociate, lo sguardo basso e confermando i peggiori sospetti del ragazzo, entrò nel ritratto, verso quel mondo dal quale Piton era completamente tagliato fuori.


Tutta colpa di quel Potter.
Severus si ricordò allora di quando Sirius e Lili fossero diventati amici, dopo quell'episodio.
Ed ora lui, a diciasette anni dalla sua morte, era nella camera del suo migliore amico.
La vita era stata davvero ingiusta con lui.
In un impeto di rabbia, di angoscia, di ansietà, di furiosa consideranzione della realtà, Severus Piton mise a soqquadro tutta la stanza, alla ricerca del suo amore, che ancora una volta, lo metteva alla prova.
Urlò, i capelli sudati gli si scompigliarono sulla fronte.
Se Lili sapesse cos'ho fatto. Se sapesse che sono stato io a ucciderla.
Ancora una volta, l'ennesima, provò quel senso di colpa che non lo aveva mai abbandonato da allora.
Poi si fermò, finalmente, davanti al suo Amore: teneva tra le mani una lettera, scritta da Lili a Sirius, negli ultimi giorni della sua vita. Conteneva una fotografia della famiglia felice che giocava con una scopa per bambini. Non lesse la lettera se non per qualche riga, poi tagliò la foto con i denti, per prendere e portare con sé solo Lili.
Vederla suscitò in lui sentimenti che tentava di soffocare da troppo tempo.
Di Potter ne aveva già abbastanza. Ogni giorno della sua vita.
Poi guardò in fondo alla lettera e lesse:
Con affetto,
Lili
.
Tutto ciò che aveva provato in quel lunghi anni di solitudine si riversarono in quel momento:
vedere, poter toccare l'affetto di Lili erano per lui insieme una coltellata al cuore, e un momento di sollievo. Poter sfiorare la sua firma, e pensare che l'aveva scritta lei, che c'era stata la sua dolce mano morbida a comporre quelle lettere...
Severus Piton non si soprese quando sentì che le sue guance venivano attraverasate da lacrime calde. Strappò la fine della lettera e decise che da quel giorno sarebbe stato più forte, poteva affrontare tutto, con l'affetto di Lili nascosto nella sua tasca.

Se solo lei avesse saputo,
Quanto l'amava.


ANGOLO DELL'AUTRICE
Il terzo episodio di questa raccolta è finora il mio preferito: questo personaggio mi piace sempre di più, man mano che prede forma.
Ringrazio tutti coloro che avranno la voglia e la pazienza di leggere e commentare questo episodio: ho bisogno di consigli e giudizi per migliorare e farla apprezzare a più persone possibili! A presto
Berenike

ps. Ringrazio di cuore coloro che hanno commentato il secondo episodio di questa serie, o chi l'hai aggiunto tra le storie seguite/preferite/da ricordare... Grazie e continuate a seguirmi... Non vi deluderò!
pss. Ancora una volta mi sento in dovere di ringraziare Melmon per l'eterna pazienza nei miei confronti e gli utili consigli, che non sono mai troppi!
Berenike

La raccolta ANCHE SEVERUS PITON HA UN CUORE ha vinto ai NESA nella sezione BEST LONG FICTION.
Ringrazio tutti i miei lettori e coloro che mi hanno votata!



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Capitolo 4
*** Il Miglior Compleanno ***






Anche Severus Piton ha un Cuore

Episodio 4: Il Miglior Compleanno

9 Gennaio. Un altro 9 Gennaio.
Per la maggior parte degli studenti e degli insegnanti a Hogwarts, quel giorno era un giorno come un altro. Rappresentava forse l'inizio delle lezioni, la prima settimana di scuola dopo le vacanze invernali. Per gli studenti del primo anno probabilmente, era una nuova scoperta perché ogni giorno passato a Hogwarts, era un giorno diverso.
Ma c'era un uomo che odiava quel giorno più di tutti gli altri, e che nonostante dovesse tenere lezione in ogni caso, avrebbe preferito il bacio del Dissennatori a quella tortura.

Severus Piton era nato il 9 Gennaio 1959. Ricordava i suoi primi compleanni con orrore, con disprezzo e con vergogna. Aveva provato dei sentimenti, verso quel giorno, che un bambino non dovrebbe provare. Ogni giorno della sua giovane vita, il piccolo Piton faceva finta di essere come tutti gli altri, nonostante gli abiti logori e smisurati. Cercava di adeguarsi agli altri bambini, e per quanto il suo sforzo fosse risultato vano, lui si era convinto che un giorno, anche lui si sarebbe sentito come tutti gli altri.
Ma si sbagliava.
Il giorno del suo compleanno però aveva sempre rappresentato un eccezione a questa speranza: era il giorno in cui, nelle poche ore passate in casa, suo padre gli ricordava quanto inutile fosse la sua esistenza. Era il giorno in cui suo padre gli ricordava che era stato uno sbaglio, un errore, che era inutile sulla terra e che non avrebbe mai concluso nulla. Era il giorno in cui, se non scappava abbastanza velocemente, suo padre lo picchiava e gli diceva che per tutta la vita, pensando al suo compleanno avrebbe dovuto sapere che non c'era nulla da festeggiare.
Che lui non era altro che una nullità.
Le cose cominciarono a cambiare quando arrivò a Hogwarts. Per i primi anni non disse a nessuno quando fosse il suo compleanno. Di giorno in giorno, di anno in anno vedeva i suoi compagni di Casa festeggiare il loro giorno speciale con regali, torte, applausi da parte degli amici...
Mentre lui cresceva, senza che nessuno lo notasse.


Al terzo anno di scuola di Severus Piton però, qualcosa cambiò.
Lili Evans quell'anno non voleva perdersi il compleanno dell'amico, per cui fece qualche ricerca che la condusse al giorno esatto. Ma non c'era traccia di quel giorno che sembrava più una maledizione che un giorno da festeggiare, così decisa a non perdersi d'animo, Lili scrisse una lettera al professor Silente. Fu in un caldo giorno d'estate che la famiglia Evans ricevette la risposta, in un foglio di pergamena arrotolato e dato nel becco di uno splendido gufo grigio.
Cara Signorina Lili Evans,
Il compleanno del Signor Piton è il 9 Gennaio. Spero di essere stato d'aiuto.
Cordiali Saluti,
Albus Silente.

La lettera era stata scritta in fretta, ma era estremamente gentile e disponibile. Lili non si pentì di aver disturbato il professore durante l'estate, e ripiegò la lettera all'interno del suo baule.


Anche quell'anno Severus Piton non aveva nessun' intenzione di festeggiare il suo compleanno.
Nonostante la lontananza dal padre aiutasse parecchio in quel giorno, continuava a sentire la sua voce profonda che gli ricordava quanto lui fosse irrilevante nel mondo, e quasi poteva ancora sentire il dolore fisico che molto spesso gli aveva procurato da piccolo.
Anche il 9 Gennaio arrivò, Piton scese a far colazione come se nulla fosse, notò subito che c'era qualcosa di insolito. Gli studenti lo salutavano per i corridoi, e un paio di loro gli strinsero perfino la mano. Quando entrò nella sala grande non potè credere ai propri occhi:
Sopra i tavoli delle case, lungo tutta la Sala Grande, c'era un enorme striscione, che riportava la seguente scritta:
Buon Compleanno Severus! Lili
Appena entrò, tutti risero di lui e di quel gesto affettuoso. Severus non era era certo il ragazzo più popolare della scuola, e molti interpretarono quello striscione come un modo per mettersi al centro dell'attenzione.
Al centro dell'attenzione. Ecco dov'era Severus Piton.
Lili urlò di smetterla, di smettere di ridere, era il suo compleanno!
Severus la guardò carico di odio, come un tempo aveva guardato suo padre.
E scappò via. Corse nel suo dormitorio e strappò la sua divisa, strappò le lenzuola e tutto ciò che le sue mani furiose incontrassero. Urlò così tanto che presto si ritrovò senza voce e quando si fu calmato, imprecò contro suo padre che per primo aveva rovinato quel giorno, e che di conseguenza, aveva maledetto anche tutti i compleanni seguenti.
E poi ripensò a Lili. Alla sua dolce, adorata Lili che aveva cercato di traformare quel giorno in un giorno di festa. Rivide i suoi occhi carichi di sofferenza, di colpe e di giustificazioni.
Lei non voleva altro se non la felicità di Severus.
Piton si asciugò le lacrime piene di rabbia, si riaggiustò i vestiti e corse verso la Sala Grande. Erano ancora tutti lì, nei tavoli delle loro case, che parlavano e scherzavano.
Lui entrò silenzioso sotto gli occhi di tutti, si avvicinò coraggiosamente a Lili, che sedeva al tavolo di Grifondoro con le lacrime agli occhi, e la guardò pieno di orgoglio. Lili abbassò lo sguardo e si mise a piangere come mai aveva fatto di fronte a lui.
-Lili, non piangere! - disse lui abbracciandola di fronte a tutta la scuola.
-Io volevo solo augurarti buon compleanno!- disse lei tra un singhiozzo e l'altro.
-E l'hai fatto. Questo è il miglior compleanno di tutta la mia vita. - disse lui sorridendo.
Lili alzò lo suardo e ricambiò l'abbraccio.
Poi uscirono abbracciati, sotto le risa di tutti gli studenti di Hogwarts.
Piton sorrise. Cosa importava che cosa pensassero gli altri, quando lui aveva la sua adorata Lili?


Da quel giorno, ogni anno il 9 Gennaio Lili organizzò qualcosa per il suo amico Severus. Niente di appariscente, nulla di plateale, ma poco a poco gli fece dimenticare le urla del padre e la sua costante delusione verso il figlio.


Ma ora Lili non c'era più, pensò Piton nel suo uffico, quello stesso giorno di tanti troppi anni dopo.
Non avrebbe mai più ricevuto degli auguri, non avrebbe mai più festeggiato, perché senza di lei, non c'era più nulla da festeggiare.
Severus Piton iniziò lezione quel giorno, e alla vista di Harry Potter si ricordò di quanto fosse stato felice quel giorno lontano, quel primo 9 Gennaio in cui aveva potuto guardare quegli stessi occhi verdi senza sentirsi una nullità.



ANGOLO DELL'AUTRICE
Spero che quest'episodio di: Anche Severus Piton ha un Cuore vi piaccia!
Ho provato ad immaginare un compleanno di questo personaggio così contorto ed enigmatico: e come dimenticare la sua adorata Lili?
Spero commentiate questo episodio così carico d'odio e d'amore allo stesso tempo! Ho bisogno del vostro parere per migliorarmi e per migliorare questa serie, che di volta volta mi piace sempre di più!! :-)
Berenike

ps. Ringrazio di cuore coloro che hanno commentato il terzo episodio di questa serie, o chi l'hai aggiunto tra le storie seguite/preferite/da ricordare... Grazie e continuate a seguirmi... Fan di Severus fatevi avanti!

pss. Ancora una volta, devo ringraziare Melmon per il magnifico commento a questo episodio, perchè riesce sempre a cogliere le sfumature delle mie storie! E grazie anche per notare quei piccoli errori che a me sfuggono...!

psss. Inizialmente, chissà per quale ragione, avevo scritto che il compleanno di Piton era il 9 Settembre. Ringrazio veramente con tutto il cuore Malandrina94 e Fairy of Fire che hanno notato l'errore e che mi hanno portato sulla giusta strada: il suo compleanno è, effettivamente, il 9 Gennaio. Come farei senza di voi? Chissà cosa mi stava passando per la testa. Grazie mille!!

La raccolta ANCHE SEVERUS PITON HA UN CUORE ha vinto ai NESA nella sezione BEST LONG FICTION.
Ringrazio tutti i miei lettori e coloro che mi hanno votata!



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Capitolo 5
*** Il Coraggio di Amare ***






Anche Severus Piton ha un Cuore

Episodio 5: Il Coraggio di Amare

Severus Piton correva, correva verso quei cancelli che lo avrebbero portato lontano da quel luogo di morte. Correva, il cuore impazzito ed il respiro accelerato, colpa di quella giovinezza che già da tempo lo aveva abbandonato. Di fronte a sé, il giovane Draco Malfoy correva, agile e veloce, aiutato dal terrore e dalla vitalità dei suoi anni.
Severus Piton sorrise guardandolo, pensò che la sua anima era intatta, come aveva voluto Silente.
Albus Silente.
Albus Silente era morto. Per mano sua.
Ora quanti aveva creduto in lui avrebbero pensato che aveva da sempre lavorato per Voldemort.
E invece no. Era stata la volontà di Silente ad ucciderlo.
Ma non era facile da spiegare.
Severus sentiva Harry dietro di loro avvicinarsi sempre di più. Aveva visto tutto, lo sapeva, aveva visto Silente ucciso e l'unica cosa che voleva era vendetta. Ma se la stava per prendere con l'uomo spagliato.


Severus Piton, al contrario di quello che pensavano tutti, non odiava Harry Potter. Anzi.
Sarebbe morto per lui, sarebbe morto mille volte per quegli occhi verdi, così simili a quelli di Lili.
Il giorno dello Smistamento di Harry, il professore di Pozioni per poco non si era sentito mancare. Gli avevano riferito che il bambino assomigliava alla madre, ma rivedere dopo tanto tempo quegli occhi verdi, così dolci e compassionevoli, aveva riaperto ferite troppo profonde. Quella sera aveva continuato a fissare Harry Potter, non poteva staccarsi da quegli occhi, non ora che li aveva ritrovati dopo tanto tempo.
Per un secondo dimenticò di aver ucciso Lili, dimenticò che se n'era andata, dimenticò che non si parlavano già da molto tempo prima della sua morte.
Ma presto capii che quella non era Lili. Era suo figlio.
Giorno dopo giorno, Severus Piton doveva rivivere una condanna a morte infinita: tutte le volte che vedeva Potter, ricordava da una parte la gioia nel vedere la sua Lili, la dolcezza dei suoi occhi, un tempo lontano e meraviglioso, dall'altra riviveva la notte della sua morte continuamente, e di nuovo, di nuovo, di nuovo...
Per questo trattava Harry Potter con disprezzo. Rappresentava da una parte l'amore, la gioia e dall'altra la morte.
E rappresentava James. James Potter, l'uomo che Lili aveva sposato e con cui aveva avuto un figlio.
Quello stesso James che pochi anni prima Lili aveva definito come un arrogante, e che attaccava non appena questo si avvicinava a Piton. Com'erano cambiate le cose.
Harry Potter rappresentava per Piton l'odio sviscerale che questo provava verso sé stesso.
Avvertiva lo sguardo di Lili addosso, qualsiasi cosa facesse. Era come se lei fosse di nuovo lì, con lui. Ma non la Lili che tanto aveva amato. Una Lili arrabbita, furiosa con lui per averla uccisa.
Tutto questo non era possibile, erano pensieri che esistevano solo nella mente del professore, ma che gli impedivano di provare compassione per quel ragazzo come tutti gli altri.
Ma infondo Piton amava Harry Potter come un figlio e sperava con tutto il cuore che prima o poi Harry avrebbe saputo la verità, avrebbe saputo che amava sua madre dall'infanzia e che l'odio apparente contro di lui, non era altro che il profondo odio verso sé stesso riflesso in uno specchio.
Severus Piton avrebbe dato la vita per Harry Potter. E la stava dando, ogni giorno. Stava vivendo come un traditore (da qualsiasi parte lo si guardasse), stava vivendo come un reietto, insegnava una materia che lo rendeva infelice, viveva senza la persona che aveva amato più di sé stesso.
Lui il Principe Mezzosangue. Lui, così intelligente e brillante.
Meritava una vita migliore.


Stava correndo verso i cancelli di Hogwarts quando Harry Potter lo raggiunse. I suoi occhi quella sera non erano quelli di Lili. Gli occhi verdi di Lili non avrebbero mai provato tutto quell'odio, non erano mai stati rossi di sangue per la vendetta e la rabbia, nemmeno il giorno in cui gli aveva detto addio perché stava diventanto cattivo.
Harry lo guardò. Guardò l'assassino di Albus Silente e capì che voleva ucciderlo, voleva fargli del male.
Severus Piton lo guardò come un padre guarda un figlio. Come sempre la parte che stava recitando non gli permetteva di rivelare la verità. Avrebbe voluto urlare:
-Non è come credi! Non ho ucciso Albus Silente! -
Ma Silente aveva detto di non rivelare ad Harry la verità, il Signore Oscuro avrebbe potuto scoprire il suo inganno, e ucciderlo prima del tempo.
Per un attimo Severus Piton fu tentato dal rivelare ad Harry tutta la verità. Per una volta voleva rivelare cosa fosse successo davvero, invece di prendersi tutte le colpe.
Ma no, ancora una volta sarebbe stato condannato per un crimine che non aveva commesso.
Harry era lì davanti a lui. Continuava a lanciargli maledizioni, senza capire.
Se solo avesse saputo che stava cercando di uccidere l'unico uomo ancora in vita che stava dando tutto sé stesso, ogni giorno della sua vita dalla morte di sua madre, per salvarlo e per uccidere colui che gli aveva rovinato la vita.
Severus schivava facilmente le maledizioni del ragazzo: grazie alla Legimentis poteva facilmente sapere in anticipo le sue mosse, ma conosceva allo stesso momento la rabbia del suo cuore.
Che lo feriva come una pugnalata al cuore.
Era così simile a suo padre, a volte. Così immaturo e istintivo.
Piton lo scagliò a terra, sperando di non avergli fatto troppo male. Non lo feriva il fatto che Harry Potter lo odiasse. Forse anche più di Voldemort.
L'unica cosa che voleva realmente, era sapere che Lili non lo odiasse. Che lei, ovunque si trovasse, capisse quello che stava facendo e lo aiutasse ad andare avanti.
Senza di lei nulla di tutto quello aveva un senso.
Harry Potter si rialzò, pronunciando quell'incanto (Sectusempra), che lo stesso Piton aveva inventato, ma che si era ritorto contro di lui, e gli aveva rovinato la vita.
E' vero Potter non poteva sapere la verità. Forse qualcosa però poteva saperlo.
-Sono io il Principe Mezzosangue. - disse all'improvviso, carico di un antico odio.
James Potter. Maldetto. Aveva scoperto i suoi incantesimi e li usava contro di lui.
Sentì la vecchia sensazione di vergogna addosso, e ancora una volta corse corse corse più lontano che potè dal figlio di colei che più aveva amato al mondo, e dell'uomo che più aveva mai odiato.


Harry Potter lo aveva definito un codardo. Severus Piton lo perdonò per quel pensiero.
Lui era tutto, tranne che un codardo. Ma non perché ogni giorno mentiva a Voldemort.
Ma perché ogni giorno, si alzava e riusciva a vivere con la consapevolezza di aver ucciso la sua Lili.


A quasi vent'anni di distanza, Harry Potter guardò suo figlio: Albus Severus.
Era ancora così piccolo che non poteva capire quanto il suo nome fosse importante.
Ripensò alla notte in cui Silente era morto. Ripensò a Piton, al suo sguardo dopo che lui stesso lo aveva rincorso verso i cancelli di Hogwarts.
E finalmente capì quello sguardo che Severus gli aveva rivolto. Capì che Severus stava cercando di salvarlo e sorrise, di fronte al suo coraggio.
Guardò verso il cielo azzurro sopra lui e consapevole che lui lo stesse guardando, sussurrò: Grazie.



ANGOLO DELL'AUTRICE
Che triste... sigh sigh sigh! Scusate ma ripensare a questo personaggio mi rattrista sempre di più!
Lo trovo così profondo, così dolce, per tutta la vita lui ha amato la sua Lili, ed ha sacrificato la sua intera esistenza per lei.
Spero che questo episodio vi piaccia: di sottofondo troviamo una scena già letta alla fine del sesto capitolo della saga, ma i sentimenti che vengono fuori sono completamente nuovi: non più d'odio, ma di perdono verso Harry, che ancora non poteva comprendere il coraggio di Piton.
Spero commentiate "Il Coraggio di Amare", così da sapere cosa ne pensate... A presto!
Berenike

ps. Ringrazio di cuore coloro che hanno commentato il quarto episodio di questa serie, o chi l'hai aggiunto tra le storie seguite/preferite/da ricordare... Grazie e continuate a seguirmi... Fan di Severus fatevi avanti!

pss.Ringrazio Melmon per le correzioni e i suggermimenti!! Come farei senza di te? Grazieeeeeeeeee!!

La raccolta ANCHE SEVERUS PITON HA UN CUORE ha vinto ai NESA nella sezione BEST LONG FICTION.
Ringrazio tutti i miei lettori e coloro che mi hanno votata!



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Capitolo 6
*** Fuochi d'artificio ***






Anche Severus Piton ha un Cuore

Episodio 6: Fuochi d'artificio

Severus Piton ero in piedi nella Sala Grande. La sala era ormai vuota e quasi completamente silenziosa. Guardò il soffitto, che era in continuo cambiamento, e notò che quella sera era particolarmente cupo e nuvoloso. Ad Hogwarts si respirava la tensione del periodo precedente agli esami finali, forse era quello che per il momento rifletteva il soffitto.
Piton uscì dalla porta del castello, e notò che fuori l'aria era fresca ma sopportabile, il cielo molto più chiaro e stellato rispetto all'interno.
Certo, il vero cielo non doveva rispecchiare l'atmosfera della Terra. Piton pensò che se così fosse, allora secondo il suo umore, il cielo doveva essere sempre nero, sempre scuro, sempre in tempesta.
Ma si ricordò che c'era stato un tempo, in cui non era così.


-Severus, come festeggiamo la fine degli esami? - chiese una ragazza minuta che passeggiava al fianco del ragazzo. Era Lili. Una Lili giovane, felice, il sorriso sempre ad irradiare il viso.
-Gli esami non sono ancora finiti! - disse lui, che non voleva far trapelare nulla della sua sorpresa.
-Dai Severus, come se ti preoccupassero! Sei il più bravo del nostro corso, anzi di tutti i corsi! - lo prese in giro lei, aprendo le braccia verso il cielo. Severus sorrise orgoglioso. Avrebbe tanto voluto che suo padre lo vedesse in quel momento, mentre eccedeva in qualcosa. In tutto, a dir la verità.
-Ti aspetto domani sera, vicino al lago oscuro. - le sussurrò lui all'orecchio malizioso, lasciando lì Lili, all'entrata dell'aula di Trasfigurazioni, piena di aspettative.
Severus era un ragazzo strano certo, ma il suo cuore era puro.
Lili Potter finì gli esami e mangiò il fretta il giorno seguente, aspettando con trepidazione la sera.
Non vide per tutto il giorno l'amico, che era probabilmente concentrato in qualche esame impossibile. Presto avrebbero festeggiato la fine degli esami insieme, la fine del loro quinto anno ad Hogwarts.
Finalmente la sera arrivò, il cielo era perfetto: chiaro, senza nemmeno una nuvola, le stelle che si rispecchiavano nel lago oscuro. Lili arrivò per prima: non indossava la sua divisa da Grifondoro, che le ricordava ogni giorno di più la distanza dall'amico, ma indossava dei semplici abiti babbani, che le stavano benissimo. O almeno questo fu il primo pensiero di Severus quando la vide.
Il ragazzo arrivò solo qualche minuto più tardi, il viso rilassato per la fine degli esami, ancora addosso la divisa Serpeverde. Lui non aveva abiti babbani con sé. Era un mago, c'era una bella differenza.
Severus e Lili si sedettero insieme a bordo del lago, che quella sera era perfettamente piatto, nessuna creatura a filo d'acqua, né vento che ne producesse onde. Regnava uno strano silenzio tra i due giovani, un silenzio innaturale, di solito sostituito da risate e battute ironiche.
Ma Severus Piton aveva altri progetti per quella sera. Voleva che questa volta, andasse tutto alla perfezione. Sorrise nervoso pensando che nemmeno quando l'aveva conosciuta, quando per la prima volta aveva conosciuto Lili, era andato tutto come previsto. Questo pensiero lo riportò indietro nel tempo e si riscoprì a provare le stesse emozioni di quel lontano giorno in cui si erano conosciuti.
Lili giocava con Petunia al parco. Piton, nascosto in un cespuglio vicino, le guardava. Lili produceva della magie che la sorella non sapeva fare, e nessuna delle due capiva da dove provenissero quei poteri. Piton lo sapeva, voleva parlare con quella bellissima bambina che nel profondo del suo cuore, amava già profondamente. Ogni giorno guardava i suoi capelli oscillare al vento, ne sentiva un profumo lontano, ascoltava la sua voce melodica.
Un giorno si fece coraggio, aveva aspettato quel giorno da tanto tempo, ma al posto di ispirare fiducia nella bambina, riuscì solo a farsi detestare, a terrorizzarla, a farla scappare.
L'aveva chiamata Strega. Strega era una cosa buona, ma lei non capì.

Piton tornò al lago oscuro, accanto a Lili. Questa lo guardò accigliata e gli domandò perplessa:
-A cosa stavi pensando? - Lui rispose sinceramente, lo sguardo basso. Quel ricordo gli faceva ancora male. Il padre lo aveva preso in giro quella sera, ricordandogli che lui era una nullità, nessuno lo voleva, tanto meno quella bella bambina al parco...
-Pensavo a quando ci siamo conosciuti... -
Lili rise. Forse lei non aveva lo stesso odioso ricordo nella mente. Sorrise dolcemente.
-Mi dispiace! - gli disse lei. Lui non capiva.
-Per cosa? E' stata colpa mia...-
-No, insomma me la sono presa perché mi hai chiamato strega! Come se fosse una cosa negativa...-
Piton decise che era meglio non dirle che in realtà non se l'era presa proprio per quello, si era allontanata perché lui aveva chiamato Petunia: Babbana. Allora le due bambine non sapevano cosa significasse, ma avevano capito che era qualcosa di cattivo...
Piton sorrise. Lei forse non lo ricordava, forse quell'incontro non era andato così male come si ricordava.
-Ma tu non potevi saperlo. Lili non faresti male nemmeno ad una mosca... - la canzonò lui.
Era giunto il momento della sua sorpresa. Il ghiaccio era stato rotto, ora toccava alla sua magia fare il resto. Sperava solo che questa volta, entrambi avrebbero conservato un bel ricordo della serata.
Calò il silenzio, ormai anche il cielo era di un blu intenso, che il lago oscuro rifletteva come uno specchio. L'aria era fresca, Lili si strinse al suo golfino rosso mentre Severus con un braccio le cinse la vita mentre con l'altro alzò la bacchetta.
E accadde la cosa più meravigliosa che Lili avesse mai visto.
Dalla bacchetta di Severus fuoriuscirono tantissimi fuochi d'artificio, molto simili a quelli babbani, ma così colorati, così intensi, che di così incredibili non ne aveva mai visti.
Severus la guardò sorridere ammirata e si saziò di quella gioia.
I fuochi d'artificio magici ricoprivano tutto il cielo di fronte a loro, poi Severus indicò il lago e le disse semplicemente:
-Guarda – il lago oscuro rifletteva i fuochi d'artificio, che giocavano sull'acqua che li rifletteva, in un gioco di luci e ombre meraviglioso.
Molti studenti di Hogwarts uscirono per godere dello spettacolo, ma a Piton non importò. L'unica cosa importante era che Lili ne godesse e che fosse felice.
Lui non guardò i fuochi: la sua magia, i suoi veri fuochi d'artificio, erano lei, il suo sguardo brillante e affascinato per una magia che lui aveva prodotto.
Lili era come stregata da quella magia, guardava alternativamente il lago che li rifletteva, ed il cielo dove esplodevano. Quando si stavano per affievolire, guardò Severus e riconobbe in lui il suo migliore amico, la sua forza, la sua dolcezza, l'unico che per lei avrebbe mai fatto un gesto così romantico. Si avvicinò al suo viso magro, e notò che profondi occhi neri avesse.
Forse non li aveva mai guardati da così vicino. Severus lasciò che lei si avvicinasse con calma, per non forzarla. Poi iniziò ad avvicinarsi cauto anche lui, sentiva il suo profumo dolce, poteva toccarle i capelli setosi...
E finalmente le loro labbra, per un secondo si sfiorarono.
Poi le si ritrasse, con dolcezza, da quel bacio che era durato meno di un secondo.
Un secondo di felicità.
-Devo andare – gli disse lei, alzandosi e correndo verso il castello.
Severus non capì se cosa fosse appena successo. Non capì mai perché si ritrasse subito. Ma non se ne preoccupò, si passò le labbra con la lingua, per fissare il sapore di lei e non dimenticarlo mai.
Un sapore che ancora sentiva qualche volta. Quando la pensava intensamente.
Sapore di pesca.


Quello è stato il nostro unico bacio pensò Piton, fuori dalla Sala Grande, molti molti anni dopo. Nonostante il soffitto magico di Hogwarts fosse ancora cupo e nuvoloso, nel suo cuore, era tornato il cielo stellato di quella notte lontana.
La notte dei fuochi d'artificio.
Piton, con un gesto istintivo tirò fuori la bacchetta e in ricordo di quell'emozione dimenticata, ripensò nella mente l'incantesimo da pronunciare. Si guardò intorno: la sala era vuota. Poteva far comparire qualche fuoco d'artificio senza seminare il panico tra gli studenti.
Ma non uscì nulla dalla sua bacchetta.
Perché la vera magia quella sera, era Lili.
Severus mise in tasca la bacchetta, odiandosi ancora una volta per non essere morto al posto del suo Amore. Si sfiorò le labbra con la lingua.
Sapore di pesca.



ANGOLO DELL'AUTRICE
Vi presento il sesto capitolo di questa raccolta: Fuochi d'artificio!
Questa volta (FORSE) l'atmosfera è più dolce e meno malinconica... O qualche fazzoletto l'aveva usato lo stesso?
Per favore commentate, il vostro parere (qualunque esso sia) è importante!!
Berenike

ps. Ringrazio di cuore coloro che hanno commentato il quinto episodio di questa serie, o chi l'hai aggiunto tra le storie seguite/preferite/da ricordare... Grazie e continuate a seguirmi... Fan di Severus fatevi avanti!

La raccolta ANCHE SEVERUS PITON HA UN CUORE ha vinto ai NESA nella sezione BEST LONG FICTION.
Ringrazio tutti i miei lettori e coloro che mi hanno votata!



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Capitolo 7
*** Insieme per Sempre ***






Anche Severus Piton ha un Cuore

Episodio 7: Insieme per Sempre

”Ti prego Lili, proteggi Harry questa notte...”Severus Piton era in piedi, all'interno del Platano Picchiatore, la bacchetta di Sambuco in mano, pronto alla battaglia.
Nessuno sapeva da che parte stesse realmente, nessuno poteva immaginare che nella sua testa, tutte le sue preghiere era rivolte ad Harry.
Il Signore Oscuro era di fronte a lui, la punta della bacchetta puntata contro la propria gola, per poter parlare e farsi sentire dagli studenti ed insegnanti di Hogwarts che si erano uniti all'Ordine della Fenice per opporgli resistenza.
-Consegnatemi Harry Potter e sarete risparmiati... - stava dicendo. Piton pregò perché Harry non cedesse al dolore e alla sofferenza che vedeva attorno a sé.
Piton guardò la sua bacchetta. Era la sua solita, logora bacchetta sporca, ma aveva forse un potere che Voldemort non conosceva: avendo lui sconfitto Silente, quella era diventata la bacchetta di Sambuco. La bacchetta più forte del mondo.
Severus per un attimo si lasciò trasportare dall'immaginazione, e pensò di colpire alle spalle Voldemort con una maledizione, proprio con quella bacchetta potentissima: poteva risparmiare molte morti, forse anche quella di Harry.
Voldemort sembrò quasi comprendere i pensieri di Piton, che chiuse la sua mente e la rese impenetrabile anche per il miglior Legimens del mondo. Non poteva aver intuito quel pensiero impossibile.
Silente era stato chiaro: doveva essere Harry ad uccidere Voldemort. E poi non tutti gli Horcrux erano stati distrutti.
Severus guardò di sfuggita Nagigi avvolto dalla sua protezione perfetta, il sesto Horcrux di Voldemort, l'unico che Harry non era ancora riuscito a distruggere. Se l'avesse distrutto lui, forse, l'avrebbe potuto aiutare.
Il preside di Hogwarts tornò in sé: per quanto Voldemort si fidasse di lui, non gli avrebbe mai permesso di avvicinarsi a Nagigi.
Severus, nella penombra e nel silenzio in cui si trovava, ripensò a Lili, a suo figlio fuori che stava combattendo per sopravvivere, stava combattendo per i suoi genitori e per i figli che un giorno, forse, avrebbe avuto.
Severus rimase sconvolto dall'emozione che provò a quel pensiero.
Per un attimo aveva provato quella preoccupazione, quell'orgoglio, che solo un padre può provare.
Severus, non è tuo figlio! pensò subito dopo. E' vero. È il figlio di Lili e di James Potter.
Ma sono io che l'ho protetto per questi ultimi vent'anni. Io ho protetto il figlio di Lili.
-Severus – la voce del Signore Oscuro interruppe i suoi pensieri. Se solo sapesse la sua preoccupazione a chi era rivolta...
Severus girò la testa verso il suo Signore per fargli capire che era in ascolto. Il suo sguardo era impenetrabile, forse solo Lili avrebbe intuito che quello era lo sguardo di un uomo terrorizzato.
Un uomo cui figlio stava combattendo contro dei Mangiamorte.
Non è tuo figlio! gli ricordò una voce interna. Non la ascoltò.
-Perché con me non funziona, Severus? - Piton non capì a cosa si stava riferendo. Voldemort era esattamente di fronte a lui, camminava formando dei piccoli cerchi nel terreno, il sibilo della sua voce che riempiva il silenzio della Platano Picchiatore, ma che non riusciva a scacciare le sue preoccupazioni.
Poi Piton capì. Era alla bacchetta che si stava riferendo. La teneva in mano, lievemente alzata, e la osservava come se fosse un giocattolo vecchio e non funzionante.
-Non lo so, Mio Signore. - gli spiegò lui. Bugia, bugia, bugia. Ormai sapeva mentire bene a Voldemort, anche se gli incuteva un certo timore...
Severus Piton capì a cosa si stava riferendo Voldemort.
Alla bacchetta di Sambuco.
Quella che lui stava stringendo nella sua mano.
-Mio Signore, permettetemi di andare a cercare Potter... -
Era troppo presto per morire, non poteva permettersi di morire senza dire ad Harry ciò che Silente gli aveva riferito: che doveva morire anche lui, a sua volta, immolarsi a Voldemort, per distruggere la parte di Horcrux (il settimo) che aveva dentro di sé...
Ma il Signore Oscuro voleva quella bacchetta quasi quanto Harry.
E per raggiungere il suo scopo era capace anche di uccidere il suo più fedele servitore.
O almeno, colui che riteneva tale.
Severus cercò di insistere. Doveva trovare Harry, doveva riferirgli ciò che...
-Non può essere altrimenti – continuò Voldemort. Era forse la prima volta in vita sua in cui si scusava, la prima volta in cui per uccidere cercava una giustificazione – Devo dominare la bacchetta, Severus – disse alzando lo sguardo e puntato la bacchetta contro Nagigi – Se domino la bacchetta, domino Potter. -
Piton guardò Nagigi. Era troppo intelligente per non capire cosa stesse per accadergli.
Era così felice di lasciare questo mondo freddo, tortuoso, buio. E raggiungere la sua Lili.
L'unico rimorso che lasciava sulla Terra, era quello di non aver avvertito Harry e di morire nel tradimento, senza che nessuno sapesse quanto in realtà fosse stato coraggioso.
Nagigi attaccò Severus. Puntò alla sua gola e la perforò con un solo attacco.
Severus non riuscì stare in piedi, si afflosciò sulle ginocchia, un dolore indescrivibile e la forza che piano piano lo abbandona.
Voldemort lasciò la stanza, richiamando a sé il serpente.
Severus pregò che Lili lo venisse a prendere, ma che prima, mentre moriva da solo nel pavimento del Platano Picchiatore, esalando gli ultimi respiri di quella vita ignobile, pregò che Lili gli mandasse Harry, voleva morire guardando per l'ultima volta i suoi profondi occhi verdi.
Gli occhi di Lili.
Socchiuse gli occhi e pensò di sognare, di essere già nell'altro mondo, quando si ritrovò Harry accanto.
Ma non poteva essere già morto, il dolore era ancora troppo soffocante, e il pavimento troppo duro, per essere l'aldilà.
Harry lo guardò con quegli occhi verdi che Piton tanto aveva sognato di ammirare prima di morire.
Ora non moriva solo, era tra le braccia di Lili, e tra le braccia del ragazzo che aveva protetto per tutta la vita.
Harry Potter. Suo Figlio.
Un figlio che però doveva sapere la verità: Piton gli lasciò così i suoi ricordi, i ricordi di una vita intera che potessero scagionarlo, che potessero dimostrare il suo coraggio, la sua intelligenza, il suo amore infinito per Lili, morta quasi vent'anni prima, ma ancora viva nel suo cuore.
Harry raccolse i pensieri che fuoriuscivano insieme al sangue di Piton.
Gli stringeva forte la mano, come fa un figlio con il proprio padre che sta morendo.
Severus Piton era felice, non aveva mai provato tanta gioia in vita sua: non temeva la morte, per quanto questa potesse far male, nulla poteva essere così doloso come lo stare in vita.
Vivere nella consapevolezza di aver ucciso Lili. Di essere un traditore.
Di odiare quel figlio che in realtà amava più di qualsiasi altra cosa. Eccetto Lili.
Severus Piton era felice, perché finalmente tutti avrebbero saputo, la sua vita non sarebbe stata vana. Voleva sussurrare, con le sole poche forze che gli rimanevano, che gli dispiaceva di aver ucciso Lili. Gli dispiaceva davvero.
Ma questo, come gli diceva sempre Silente l'aveva dimostrato proteggendo il figlio di Lili.
Ora che era arrivata la sua ora, Severus voleva solo morire cullato da quello sguardo che per tanti anni lo avevano tenuto in vita: lo sguardo Lili.
Lui era già morto. Quando era morta Lili.
Quella era solo la morte del suo corpo. Era dolorosa, ma nulla paragonata alla morte della sua anima, spezzata la notte di Halloween in cui Voldemort aveva ucciso Lili.
-Guardami – riuscì a sussurrare Severus ad Harry, prima di esalare il suo ultimo respiro sulla Terra.
Addio, Figlio Mio. riuscì a pensare, prima di morire.


Forse non era morto. Forse si era solo smaterializzato.
Severus Piton si guardò intorno: era nella sala grande di Hogwarts.
Ma chiaramente, non c'era nessuna battaglia in corso.
Il soffitto della Sala Grande era limpido, azzurro come il cielo d'estate, raggi di sole penetravano tra le grandi vetrate ai lati. Al posto dei quattro lunghi tavoli delle case, c'era uno spazio immenso vuoto, silenzioso, pacifico.


Forse Severus Piton era in paradiso, nel suo paradiso.


Severus si guardò di nuovo intorno. Non pensava all'arredamento, o al silenzio, o al sole accecante fuori dalla finestra: cercava solo Lei. La sua Lili.
Corse avanti indietro per quella che a lui sembrò un eternità.


Forse era all'inferno. Ovunque era un inferno, senza Lili.


Sentì delle voci provenire dall'esterno. Corse verso il portone del castello, il cuore palpitante, la speranza che gli faceva sudare le mani.
Correndo verso il portone, si riflesse in uno specchio e notò che non era più Severus.
Era un Severus giovane, bello, sorridente. Il suo viso non era contratto dalla preoccupazione, anzi era sereno e rilassato. I suoi occhi non erano terrorizzati, ma profondi ed innamorati.
Indossava la divisa di Serpeverde. Era una divisa nuova e pulita, non come quella che indossava lui ai tempi della scuola. I suoi capelli neri erano corti e puliti, si spostarono con il vento quando il portone del castello si spalancò.
Severus sentì la voce melodica del suo Amore.
Corse verso l'uscita, appena varcò le porte di Hogwarts fu investito dal calore del sole, e dalla sua luce abbagliante.
Non c'era più silenzio, ma c'era il suono di centinaia di mani che battevano, battevano, battevano di fronte al suo coraggio.
Di fronte a Severus c'erano tutti coloro che erano stati uccidi d Voldemort e che combattevano la sua stessa battaglia. Tutti bellissimi, ringiovaniti, sereni, meravigliosi come Angeli.
In prima fila c'era Lili, le lacrime agli occhi, che gli corse in contro e lo abbracciò. James la seguì e abbracciò Severus come un vecchio amico. Seguirono Sirius Black, Regulus, e tutti coloro che volevano complimentarsi con lui.
Allora loro sapevano.
Per ultimo si fece avanti Silente. Piton lasciò per un attimo la mano calda e leggera di Lili per abbracciare il vecchio Preside, che aveva una forma giovane e serena.
Il suo volto era rigato da lacrime di gioia, sapeva che era riuscito a portare a termine il suo compito, come sapeva che finalmente Severus aveva avuto ciò che si meritava.


Lili lo fissò intensamente, le lacrime che le scendevano calde sulle guance.
-Lili, io.. - Non sapeva cosa dire. Voleva solo guardarla e saziarsi di quella vista meravigliosa.
Lei lo guardò con dolcezza e gli sussurrò:
-Abbiamo tutto il tempo del mondo. Non ci lasceremo mai più, staremo sempre insieme... - guardò James, Sirius, Silente che gli sorridevano amorevolmente - ma ora abbiamo una guerra da vincere. -
Severus guardò Lili. No, lui aveva già vinto.




ANGOLO DELL'AUTRICE
Eccoci giunti alla fine di questa raccolta: ho voluto concludere con la morte di Severus e l'inizio della sua nuova vita nell'aldilà.
Spero vi piaccia...! Ho voluto dare un senso alla morte di Piton, cercando di dargli finalmente ciò che meritava; un riconoscimento a ciò che ha fatto per tutta la vita, dedicandosi alla protezione di Harry e rimando federe all'unico amore della sua vita.
Se vi è piaciuto, o se non vi è piaciuto... FATEMELO SAPERE!! Commentate please! :-)
Berenike

ps. Ringrazio di cuore coloro che hanno commentato il sesto episodio di questa serie, o chi l'hai aggiunto tra le storie seguite/preferite/da ricordare... Grazie e continuate a seguirmi... Fan di Severus fatevi avanti!
pss. Ringrazio Melmon per le correzioni al capitolo sesto: sono felice che ti sia piaciuto, anche io preferisco usare il nome di battesimo nei ricordi passati di Sev, ma non sempre mi è possibile perchè a volte si accavallano troppe ripetizioni, e spesso il cognome torna utile per evitarle :-)
psss. SIAMO PRONTI PER IL CONCORSO DI FANFICTION!! Giusto in tempo!! :-) In bocca al lupo a tutti e che vinca il migliore!

La raccolta ANCHE SEVERUS PITON HA UN CUORE ha vinto ai NESA nella sezione BEST LONG FICTION.
Ringrazio tutti i miei lettori e coloro che mi hanno votata!



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