Pretendo sempre l'ultima parola

di lon8tana
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Peace&(no more)love ***
Capitolo 2: *** Crash - quando il cuore perde un byte ***
Capitolo 3: *** I sussurri mi feriscono solo quando non li ascolto, a tradimento. ***



Capitolo 1
*** Peace&(no more)love ***





"Calma apparente.

Rifiuto di plasmare la realtà a colpi di martello,
schegge di piombo appena scalfite nel duro di corazza indifferente.
Uno, due, cento miei volti deformati in un gioco di specchi
a ricordarmi che non c'è una sol chiave a dipanar matasse.
Che la ragione è indaffarata e il quadro non ha contorni.
Pacati gesti,ma d'apparenza…
e non vi sarà tempesta a liberare frustrati lampi.

No, che io la rabbia la sfogherò
coi fiori nei cannoni."

Non resta che l’alba a commiserare
involucri di falene stanche,
pallide di disgelo.
Una ad una col volo in bocca
la morte ha avvolto nel suo bacio più suadente.
Ancora in danza prima di toccar vetro,
proprio lì,
dove goccia a goccia
il vapore esala e fuori è giorno.
Proprio lì dove il dito, stridendo,
ha dapprima esitato.
Poi nel fragore di una porta sbattuta,
sul letto un solco vuoto ancora caldo
e una parola sola scritta a fiato.

FINE

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Capitolo 2
*** Crash - quando il cuore perde un byte ***


Fu un ferirsi le bocche avide,
assetate,
carne da mal digerire e risputare
sulla crosta di ferite chiuse,
poi riaperte dalla spinta di reni ansiosi.
Poche ore rubate per colmare distanze siderali
ma di rassicurante viltà,
tra picchi e cadute di voleri e disvoleri altalenanti.
Fu divorarsi la pelle su note di struggenti dolcezze,
tra le pieghe di veli scivolosi a celare debolezze da bere,
da possedere nell'interscambio di pupille tremule.
E fu sogno svanito al mattino di te, di noi,
ombre affamate nel ventre di notti insonni.



" Di che odorasse quel frullar di mani
tu non l'hai detto e io non te l'ho chiesto,
che la sera ci spiava dalla luna
dietro ai fari della tua auto blu.
E non ho creduto al ticchettio bugiardo della pioggia
o a labbra fiorite di ghigni d'acciaio e creta.
Hai coltivato la mia assenza
e ci hai fatto l'amore con piacere salato a tratti.
E no, non credo dovremmo aggiunger grani
trasudandoli dagli occhi.
Che se il respiro trema è solo il freddo
e con le dita traccio il nome appannato,
come da bambina
quando non ti conoscevo quel neo sulla schiena ne la ruga sulla fronte.
E no, non credo dovremmo masticare emozioni
per poi sputacele dietro alle schiene scoperte.
Come quella volta delle unghie affondate nel petto
e io a conficcarle più giù.
E il chiaro scuro delle nostre pelli stanche,
forse più stanche del fil di ferro che ti rubavo dal respiro.
La luna ingrandita e la nostra canzone è il tuo asso nella manica.
Ma io no, non credo più dovremmo."






NB: scusate l'eventuale uso improprio dei termini informatici del titolo, sono andata molto a "suono", scegliendo tra quelli pciniani quello che piu mi andava a genio senza però , forse , reale attinenza, perche io, di computer e figurarsi suoi linguaggi, tanto per restate il tema non capisco un BIP


@Dragana: grazie moltissime per le tue parole come sempre. Ho cosi grande stima e considerazione per la tua scrittura che tutto ciò che dici è da me recepito con doppio piacere rispetto a parole normali :)))



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Capitolo 3
*** I sussurri mi feriscono solo quando non li ascolto, a tradimento. ***


Con-tatto, sfiorarsi il cuore si, 
ma con delicatezza;
l'equilibrismo d'evitare smottamenti emozionali
eterni solo il tempo di questa sigaretta non ancora accesa.
Che si, barattavo consonanti per farne concetti di compiuto senso
e borbottavo scuse per ingarbugliarlo, il senso "dell'io questo sento".
E pretendevo arcobaleni per farne immaginarie primavere
mentre, bugiarda, protendevo già l'ombrello.

Contando mentalmente l'arrivo certo della pioggia.

 

 

I miei pettini li appendo a testa in giù a giorni alterni
per ammansirne i denti d’avorio antico.
Insubordinati nodi postmoderni si ribellano alla logica del cappio spezzato.

Penzola a vuoto il riflesso di sfilacciate corde,
danzando ombre di orme sghignazzanti.
E l’eco di frettolosi ansimi insozza pareti , vecchie croste e muffe in festa,
di sogni assassini o assassinati, senza alcuna preferenza.

Fosse per me la esprimerei per i perdenti,
 tanto per differenziarmi in qualche cosa o per pura empatia,
 non sta  a me dirlo.

Sarò materia di studio per posteri neuropatologi banchettanti sulla mia salma divelta,
slabbrata in molteplici lembi dove prima il sangue pulsava a fiotti
 annebbiandomi la vista nei giorni di pioggia.

Soltanto al sole me ne sto svenuta a contare i pidocchi che mi infestano la schiena.
Ma schiacciarli è pura noia e, d’altra parte, il gioco mi diverte,
 – esser divorata viva-
 sentirmi carne da macello svegliata a morsi da croniche apatie.

E ribellarmi solo quando mi ricordo che bolle d’aria pura le respiro a notte fonda
svanendomi i contorni in piccoli infarti di insopportabile dolcezza.

@Dragana: Povera la mia costante e fedele lettrice che pippe devi sorbirti in questo periodo! Che vuoi farci, m'è presa la fissa di queste rime non rime, diciamo molto street style (va a vedere poi quale strada, sicuro qualcuna tutta buche e disastrata, mica una figa della Beat America!). Cmq grazie perchè hai sempre una bella parola per me, c'è sempre una frase che rileggo (confesso) una due volte, incredula. Più che pretesa di (P)poesia diciamo che or come ora la prendo come hai detto- come catarsi e sfogo che se da nessun'altra parte dovesse portare, almeno conduce alla leggerezza di spirito, nu?! Tanto non mi promuovo più come cinica lettrice/autrice, che mi sono smentita sufficientemente!!  Ma è bello lo stesso questo angolino dove imbottigliare qualche pensiero e lasciarlo alla corrente, libero di arrivare dove qualcuno (e troppo spesso tu!) voglia raccoglierlo.
Ti seguo eh?!  :-)

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