2 ragazze per 2 fratelli di Fransis94 (/viewuser.php?uid=108313)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'amara sorpresa ***
Capitolo 2: *** Il piano ***
Capitolo 3: *** In viaggio ***
Capitolo 4: *** Un tuffo nel passato ***
Capitolo 5: *** Un tuffo nel passato 2 ***
Capitolo 6: *** La guerra ***
Capitolo 7: *** L'arrivo ***
Capitolo 8: *** Libertà ***
Capitolo 9: *** Sofferenze ***
Capitolo 10: *** Diversivi ***
Capitolo 11: *** Imprevisti ***
Capitolo 12: *** Addio ***
Capitolo 13: *** La vita continua ***
Capitolo 14: *** Nuove emozioni ***
Capitolo 15: *** Lo psicologo ***
Capitolo 16: *** Il risveglio ***
Capitolo 17: *** Passi avanti ***
Capitolo 18: *** La nuova isola ***
Capitolo 19: *** La sfida ***
Capitolo 20: *** La resa dei conti ***
Capitolo 21: *** La sconfitta ***
Capitolo 22: *** La festa ***
Capitolo 23: *** Rivelazioni ***
Capitolo 24: *** Nuove scoperte ***
Capitolo 25: *** Confusione ***
Capitolo 26: *** Confessioni ***
Capitolo 1 *** L'amara sorpresa ***
storia1
Salve!!
Mi presento... Sono Fransis94 (Francesca in realtà) e mi sono
iscritta da poco... Questa è la mia prima Fan Fiction che faccio
perciò vi chiedo di darmi consigli e commentare la mia fic...
però non siate troppo crudeli!! Prima di iniziare ringrazio mia
sorella Chiara che mi ha aiutata e sopportata con la realizzazione di
questo racconto leggendo ogni mio aggiornamento... Che dire... BUONA
LETTURA e spero che vi piaccia!!
1- L'amara sorpresa
Era
un giorno come tanti altri dopo il suo addio. Come di consuetudine mi
stavo allenando ed esercitando a spostare oggetti e persone con la
forza del pensiero come mia madre sapeva fare. Ad un tratto sentii la
voce allarmata del cuoco di bordo -Frensis, guarda il giornale!!! Ne
parlano tutti!!! Il famigerato Portuguese D. Ace, capitano della
seconda divisione di Barbabianca, è stato catturato da un certo
Barbanera e prestò verrà giustiziato!!!- Alla sola
pronuncia del suo nome mi si gelò il sangue. Presi con foga in
mano il giornale per leggere io stessa la notizia: "Catturato
portuguese D. Ace, sarà giustiziato a breve." L'enorme titolo in
prima pagina mi pietrificò, lasciandomi senza la capacità
di rispondere al mio compagno che si sarebbe aspettato tutt'altra
reazione.
- Vicecapitano, stai bene?- mi incalzò.
-.... Sì.... Sì.... Non ti preoccupare- Mi affrettai a rassicurarlo.
Con voce incerta il cuoco continuò -Questa cattura
provocherà di certo uno scontro tra Barbabianca e la Marina...
Ma che stò dicendo?! Non sarà un semplice scontro ma la
più grende guerra mai vista in tutto il mondo!!-
Nell'udire le parole del cuoco non aspettai altro... Andai subito dal capitano Green per riferirgli la notizia.
-Dove stai andando?-
-Vado a dirlo al capitano... E' una notizia sconvolgente! deve saperlo!-
-Ma già lo sa! Gliel'ho detto io e di certo non ha avuto la tua
reazione, Frensis... Lo conosci per caso?- mi chiese dubbioso.
-Certo che lo conosco! In qualità di piratessa come faccio a non
conoscere un così famoso pirata?!- dissi isterica. Non aspettai
nemmeno una sua risposta o reazione che mi precipitai nella cabina del
capitano. Era seduto, tranquillo quando gli fui davanti. Nello stesso
istante in cui alzò lo sguardo per incontrare il mio gli lanciai
il giornale sulla scrivania. -Lo sapevi, non è vero??- non mi
aspettai una risposta perchè già la conoscevo
-Perchè non me lo hai detto subito?! sai benissimo quanto ci
tengo!!- Mi gettai in avanti battendo le mani nella scrivania cercando
il suo sguardo ora basso sul giornale.
-Lo sai benissimo il motivo. Non voglio PERDERE un elemento così
importante della mia ciurma, Frensis! E' soprattutto grazie a te che i
pirati verdi hanno acquiastato tanta fama! E lo sai benevisto che sulla
tua testa pende una taglia di 250.000.000 di berry, perfino 20.000.000
in più del sottoscritto!!- concluse amareggiato.
-Credi che me ne sia scordata? So tutto quello che hai fatto per me,
quella che mi hai fatta divetare; e per questo te ne sono infinitamente
grata. Ma di certo non posso lasciare che un mio carissimo amico muoia
senza nemmeno provare a salvarlo. Tu sai molto bene quanto ci tenga
perciò ti chiedo di lasciarmi andare. Sappi però che te
lo chiedo solo per cortesia. Perchè anche se mi dirai di no io
partirò ugualmente...-
-Bene... se la metti così allora ti lascerò andare solo
per ricordarti che anche noi ti vogliamo bene e che speriamo che presto
tornerai sana e salva... Almeno per farci visita...-
-Grazie mille Green! Certo... te lo prometto!! E vedrai che
andrà tutto bene! Bene adesso vado a prendere le mie cose e un
po' di provviste se per voi va bene... Ah.. mi potreste dare una
scialuppa?-
-Perchè? Vuoi partire subito?- chiese deluso.
-Certo! Non c'è un minuto da perdere! Hai sentito cosa hanno detto no?-
-Sì ma speravo che prima ti fermassi ancora un po' con noi...-
-Mi dispiace... Ma non posso...-
-Bè.. Vedo che hai già le idee chiare... Allora ti
lascerò partire... Potrai prendere tutto ciò di cui hai
bisogno... Ma ci penserai tu a dire tutto agli altri... Di sicuro non
la prenderanno bene..-
-Sono sicura che la prenderanno meglio perfino di te quando gli avrò spiegato come stanno le cose...-
Avevo ragione. Il resto della ciurma era molto triste alla mia
partenza, ma mi capivano. Perciò, anche se a malincuore, mi
lasciarono partire e mi ritrovai da sola con una bussola in mezzo al
mare.
CONTINUA
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Capitolo 2 *** Il piano ***
cap 2
Eccoci
qua al secondo capitolo! Ho aggiornato subito perchè non sapevo
resistere ma non vi assicuro che sarò sempre così veloce!
comunque detto questo vorrei ringraziare tutti coloro che seguono la
storia e in particolare a Marrion!! Grazie mille per i complimenti e
spero davvero che non ti deluderà questa fiction!! Mi raccomando
continuate a seguirmi e a recensire!! A questo punto buona lettura!
2- Il piano
Ricordai quei saluti proprio quando vidi una nave della
Marina che stava per fermarsi in un’isola, forse per fare provviste. Proprio
ciò che ci voleva! Posso fermarmi in un’isola e che so.. magari posso rubare la
loro nave! Che colpo di fortuna! Così remai anche io in prossimità dell’isola.
Appena arrivai al porto un Marines mi si avvicinò. Avevo paura che mi
riconoscesse così cercai di non incontrare il suo sguardo. Con la coda
dell’occhio riuscivo a notare che mi stava osservando con aria sospetta e curiosa.
–Qualcosa non va signorina?- si decise a chiedermi il soldato. Non risposi.
–Cosa ci fa una bella ragazza come te tutta sola in questo porto immenso?-
Bene.. Allora non mi conosceva.. Ne fui subito felice e delusa al tempo
stesso. Non ero abbastanza famosa? Ma la mia missione adesso era solo
una.
-Non so,- risposi con voce quasi infantile -dei pirati mi avevano
catturato e poi, dopo essersi presi gioco di me, mi hanna lasciato con
una scialuppa in mezzo al mare-
-Oh.. Mi dispiace.. Come ti chiami signorina?- Ops.. Ancora non avevo
pensato a un nome, di certo non potevo dirgli il mio vero.
-Mi chiamo Kiki- mi affrettai a dire.
-Bene kiki, allora puoi venire con me..-
-Si, ma mi sai dire in che isola siamo?- Chiesi sincera perchè non avevo idea di dove fossi sbarcata.
-Siamo a Flower, l'isola dei fiori. Ti stupirai nel vedere quanti tipi di fiori diversi esistano.-
Velocemente
assicurai la scialuppa ben posizionata nel porto mentre il marines mi
aiutava. Diedi uno guardo all'isola: era davvero bellissima, piena di
fiori colorati che la rendevano ancora più luminosa.
-Devo ammettere che sei proprio carina- disse il marines rosso di vergogna.
-Grazie-
Dissi lieta del complimento. In effetti me lo avevano detto in molti.
Io non ci avevo mai creduto visto che non mi piaceva truccarmi e, da
piccola, insieme a mia sorella Kita, preferivamo giocare con i maschi,
in particolare con due: Rufy ed Ace. Giocavamo sempre insieme a fare i
pirati. Ci scambiavamo sempre i ruoli anche se di solito a me e mia
sorella toccava fare la parte della donzella in pericolo; non che mi
dispiaceva soprattutto se a salvarmi era Ace!
Approfittai
della mia bellezza per estorcere qualche informazione in più al
marines ormai dichiarato. Proprio mentre stavo per aprire bocca,
passammo davanti ad una bacheca dove c'erano appesi avvisi di taglia di
diversi pirati. Tra questi scorsi la mia, ormai ben riconoscibile
grazie a dei semplici particolari che mi caratterizzavano. Avevo i
capelli castani e gli occhi di un colore più chiaro rispetto a
questi, e spessp vestivo di viola, il mio colore preferito. In quel
momenti indossavo una canottiera bianca un po' scollata con
pantaloncini lillà, scarponcelli marroni e un basco viola, quei
tipici cappelli francesi che indossano sempre i pittori. Con me portavo
sempre una spada che tenevo sulla schiena. Per quell'occasione avevo
anche uno zaino dove portavo l'essenziale. Ma la cosa che mi
distingueva maggiormente era un piccolo tatuaggio che avevo sul braccio
destro: una rosa viola, che mi dava il soprannome di "Frensis, la rosa
viola". Sul mio manifesto era ben visibile il mio tatuaggio
perciò stavo molto attenta a coprirlo con una bandana legata
attorno al braccio a mò di bracciale.
A
quel punto un frastuono mi riportò alla realtà e, a
quanto sembrava dallo sguardo preoccupato del marines anche i suoi. Ci
recammo di corsa verso la confusione e vidi una donna con altri uomini
festeggiare alla vista del giornale di oggi.
-Che cosa sta succedendo?- Chiese severo il soldato.
-Hanno
detto che tra tre giorni "Ace pugno di fuoco" verrà
giustiziato!- All'improvviso il dolore mi invase tutto il corpo. Avevo
così poco tempo a disposizione? No, non ci volevo credere.
-Bene, allora il capo vorrà andare subito al Quartier Generale- Pensò ad alta voce. E adesso cosa facevo?
-Riuscirete ad arrivare in così poco tempo?- Chiesi davvero curiosa. Dovevo trovare un modo per andarci anche io.
-Certo, con la nostra nave ci vorrà un po', ma arriveremo in tempo-
-E perchè? Sono più veloci?-
-No,
solo perchè sono della Marina e per noi le porte sono sempre
aperte- Perciò anche io avevo bisogno di una nave della Marina.
Ma cosa potevo fare? Certo non potevo arruolarmi. Di colpo mi venne in
mente un piano!
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Capitolo 3 *** In viaggio ***
CAP 3
Ed eccoci al terzo capitolo. Sono un po' delusa dalle poche recensioni ma forse è anche un po' colpa mia..
Aggiorno un po' troppo spesso, ma non riesco a resistereeee! Comunque vorrei come sempre ringraziare tutti quelli
che la seguono e che l'hanno messa come preferita o seguita. Grazie mille soprattutto a akagami95 che mi ha recensito
l'ultimo capitolo. Sono contenta che ti siano piaciuti Ace e Rufy da piccoli! Aspetta di leggere il prossimo capitolo!
Ma basta parlare, non vi posso dire niente!! BUONA LETTURA!
3-In viaggio
-Soldato come ti chiami?-
-Vanner, signorina-
-Ok, Vanner. Perchè non vieni a bere qualcosa con me prima di
partire e lasciarmi qua, da sola?- Provai a dire con voce suadente, e
forse lo convinsi dato che mi fece un gran sorriso.
-Con piacere, signorina-
-Chiamami Kiki-
-Certo Kiki-
Così andammo nella locanda più vicina e gli fece bere
quanto più alcol possibile, sorbendomi tutti i suoi racconti
senza senso, anche se dovevo continuare a mostrare interesse. Quando si
addormentò sul bancone, il proprietario mi chiese se avessi
bisogno di aiuto ma risposi subito che ci avrei pensato io. Lo
trascinai fuori fino ad un vicolo buio così che nessuno ci
potesse vedere. Poi gli sfilai pantaloni, camicia e cappello
lasciandolo in biancheria. Infilai il mio cappello nello zaino e
indossai i suoi vestiti, guardandomi attorno per assicurarmi che
nessuno mi avesse visto. Mi legai i capelli e li misi dentro al
cappello della marina in modo da sembrare di avere i capelli corti. Per
fortuna Vanner aveva più o meno il mio stesso colore di capelli
e di occhi, nessuno avrebbe notato la differenza. Fu allora che mi
incamminai verso la nave della marina e sentii chiamarmi; qualcuno
stava gridando il nome dell'uomo a cui avevo rubato l'identità.
-Hei Vanner! Sbrigati! Stavamo aspettando tutti te!-
-Ehm.. Arrivo!- Improvvisai una voce maschile.
-Cosa hai fatto alla voce? E perchè hai quella spada sulle spalle?-
Oh no la spada! Me ne ero proprio dimenticata! -Ehm.. Ho un po' di
raffreddore- Finsi di starnutire. -E la spada l'ho appena comprata-
-Ah va bene. Dai sali-
-Si!- Gridai.
Una volta salita notai con piacere che tutti si davano da fare, non facendo caso a me.
-Ok!- Disse una voce severa, forse il capitano. -Levate l'ancora! Dobbiamo salpare!-
-Hei Vanner! Hai sentito il capitano? E' il tuo compito levare l'ancora!-
-O..Ok!- Balbettai, contenta di avere due informazioni in più:
sapevo chi fosse il capitano e quale fosse il mio compito anche se
molto faticoso, ma con le mie doti potevo farcela. Infatti feci finta
di sforzarmi e, con la forza del pensiero, tirai su l'ancora.
-Bene Vanner! Hai fatto più veloce del solito!- Mi esortò il capitano.
Ops. -Grazie capitano-
Molto velocemente calò la notte e andammo presto tutti a
dormire. Io aspettai che ognuno si fosse posizionato nella proprio
branda, per individuare la mia. Per fortuna tutti dormivano con gli
stessi vestiti addosso perchè non avrei saputo come fare se ci
dovevamo cambiare. Quella notte ebbi modo di pensare a molte cose.
Ripensai a mia sorella e a quanto mi mancasse. Era da più di un
anno che non la vedevo.
-Adesso vi prendiamo!!- Gridarono assieme un Ace e un Rufy in miniatura.
-Tanto siamo noi le più veloci!- Rispondemmo io e Kita. Stavamo
giocando a rincorrerci sfidandoci per l'ennesima volta in
velocità. Nessuno si arrendeva e fu allora che ci fermammo sulla
spiaggia esausti.
-Non avete ancora vinto! Non ci prenderete mai! Perchè io
diventerò la più grande piratessa del mondo! Tutti mi
riconosceranno come Albats D. Kita, la piratessa che conquisterà
il One Piece!- Esultò mia sorella Kita.
-Non credo proprio!- Ribattè Rufy -Sarò io a diventare il
Re dei Pirati! Quando saremo grandi e le nostre starde si divideranno,
io creerò la mia ciurma e con essa solcherò tutti i mari
del mondo!-
-Continua a crederci fratellino- Si intromise Ace -Ma mi dispiace
rovinare il tuo sogno perchè sarò io il pirata più
potente di tutti!-
Cominciò un battibecco tra i tre, quando si accorsero che io ero
rimasta estranea al discorso. Allora Ace si avvicinò e mi
chiese: -Tu che vorresti fare da grande Frensis?-
-Anche io diventerò una piratessa molto forte ma il titolo di Re
dei Pirati non mi interessa. Mi piace la natura perciò voglio
diventare la biologa più famosa del mondo, studiando e scoprendo
tutte le specie del pianeta!-
-Wow, che sogno strano!- Disse Rufy ma non fece in tempo a finire che
arrivò un pugno di Ace che gli fece gonfiare un bernoccolo
enorme in testa.
-Non è strano, stupido! E' un bellissimo sogno e sono sicuro che riuscirà a realizzarlo!- Disse il fratello.
-Grazie Ace- Dissi un po' imbarazzata. Era la prima volta che mi difendeva così.
-Sveglia ragazzi!! C'è da lavorare sodo oggi! Non c'è
tempo per dormire!- Gridò il capitano svegliandoci tutti.
Quell'urlo mi riportò alla realtà. Era un flashback molto
reale. Mi sembrava davvero di rivivere quei momenti. Come mi mancano.
Mi mancavano TUTTI!
CONTINUA
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Capitolo 4 *** Un tuffo nel passato ***
cap 4
Siamo arrivati al quarto capitolo!! Credo che questo capitolo vi piacerà soprattutto a Akagami95
anche se non sono proprio piccoli piccoli.Negli altri capitoli non ho ringraziato formalmente Marrion e Namine23
che hanno aggiunto questa storia tra i preferiti; e Hoschimi, Kgm92 e ancora Marrion che invece l'hanno aggiunta
tra i seguiti. Grazie. Spero che vi piacerà e come sempre recensite!! Non ho nient'altro da dire...
Perciò Buona lettura!!
4- Un tuffo nel passato
La
mattina seguente m'incamminai verso la cabina del capitano per
chiedergli se dovessi fare qualche lavoro dato che in quel momento non
avevo niente da fare, forse lui mi avrebbe trovato qualche lavoretto.
Una volta arrivata davanti alla porta avevo sollevato una mano per
bussare, ma sentii la voce del capitano che stava parlando con un'uomo
la cui voce era estranea.
-Quando arrivate nei pressi del Quartier Generale, state molto attenti
e identificatevi con precisione- Disse la voce sconosciuta in tono
severo.
-Sì ma perchè tutta questa formalità?-Chiese il comandante.
-Ci sono stati molti problemi a Impel Down e se le cose non andassero
bene, è possibile che ci siano dei fuggitivi- Cosa??
Impossibile...
-Cosa??! Ma com'è possibile?! Impel Down è la prigione
più sicura di tutto il mondo!!- Anche il capitano aveva il mio
stesso stupore.
-Sì, è vero. Ma non si sa come "Rufy Cappello di paglia"
è riuscito a intrufolarvisi per salvere "Ace pugno di fuoco".-
Allora anche Rufy era intenzionato a salvarlo. Era ovvio che partisse
subito per fare qualcosa di pazzesco e stupido! Adesso come avrebbe
fatto ad uscire da quella stupida prigione??! Come minimo ci sarebbe
rimasto rinchiuso come un qualunque prigioniero dato che anche lui era
un ricercato con l'enorme taglia di 300.000.000 di berry sulla testa.
Il capitano smise di parlare seguito da un rumore che mi ricordava il
lumacrofono. Adesso avevo capito. Stava parlando con un marines che
probabilmente si trovava già al Quartier Generale.
Poi aprì la porta e mi trovò davanti a lui con ancora l'orecchio teso verso la porta.
-Cosa stai facendo, Vanner??- Mi chiese rigido.
-Nnnnniente signore... Stavo venendo a chiederle se avesse qualche
lavoretto per me dato che ora non ho nulla da fare...- Balbettai
agitando le mani.
-Mi sorprendi Vanner! Di solito non sei un soldato che si da molto da
fare... Comunque non ho nessun lavoro per te... Mi dispiace.-
-O...ok- Dissi imbarazzata per l'ennesimo errore che la natura
nullafacente dell'uomo a cui avevo rubato l'identità mi indusse
a commettere.
Non avendo di meglio da fare mi misi comoda sull'amaca a guardare il cielo.
-WOW!!!- Esclamò entusiasta mia sorella -Mamma!! Sei grande!! mi insegni come si fa?-
Mia madre rise -Non è una cosa che si impara subito... Io ci ho
impiegato tantissimi anni di studi prima di metterlo in pratica... E
per di più serve tantissima concentrazione. E tu cara mia non ne
hai neanche un po'- Concluse con un indice sulla fronte della piccola
Kita e un gran sorriso.
-E invece sì... Sono sicura che un giorno sarò brava tanto quanto te!- Disse con il broncio.
-Ahahah certo! Ne sono sicura!-
-Dai proviamoci ancora... A che numero stò pensando???- Disse con un ghigno.
-52.956.045-
-Ma allora non mi prendevi in giro!! Questa era difficilissima!!-
-Mamma...- Mi intromisi -Credi davvero che un giorno saremo in grado di
avere tutte le tue straordinarie doti celebrali? Sapremo leggere,
comunicare con il pensiero? E perfino spostare gli oggetti??-
-Ne sono convinta... Mio padre era riuscito a fare qualche scoperta...
A quanto pare si tratta di un gene che va sviluppato. Io ci sono
riuscita e sono sicura che anche voi farete altrettanto! E poi avete il
mio aiuto!-
-YEEEEE!!- Urlammo insieme io e Kita. Mia madre rise ancora.
Io e Kita saltavamo dalla gioia. Eravamo molto contente di sapere che un giorno avremo ereditato anche noi quei
strepitosi poteri che nostra madre era riuscita a coltivare grazie anche alle scoperte di mio nonno. Ho sempre
creduto di assomigliarmi molto a lei: avevo una voglia matta di studiare e capire al meglio le cose che ci circondano
anche se in un settore diverso dal suo.Dopotutto c'era già riuscita lei. E poi la natura, soprattutto gli animali mi
affascinano molto.
Era già arrivato quel giorno che avevamo sempre sognato e un po' temuto. Ace aveva compiuto 17 anni
e di certo non voleva aspettare ancora per l'inizio della realizzazione del suo sogno. Quel giorno non me lo
dimenticherò mai. La mattina ed il pomeriggio tutta l'isola si radunò per dare una gran festa in
suo onore. Mia sorella e Rufy fecero il regalo insieme. Ma io gli volevo regalare qualcosa che mi rispecchiasse, che
mi distinguesse e che gli avrebbe ricordato di me dovunque vada. Il giorno precedente girai tutta l'isola in cerca
del regalo perfetto... Ma non lo trovai... Tornai a casa davvero molto triste, quando vidi Rufy e Kita... Erano seduti
attorno al tavolo da cucina e stavano lavorando qualcosa... Avevano appena finito di realizzare una collana di enormi
perle rosse.
-Guarda che bella!! Pensi che le piaccia??- Mi chiese Kita con un gran sorriso -L'abbiamo fatta noi con le nostre mani...
cioè... L'ho fatta più io che Rufy... Altrimenti avrebbe rovinato tutto!!-
-Heii!! Guarda che ho chiesto il tuo aiuto solo perchè credevo che avessi avuto dei problemi per scegliere il regalo-
Disse Rufy arrabbiato.
-E' davvero molto bella... Come avete fatto a farla?-
-Semplice, basta un po' di filo e perle...-
-Te ne sono avanzate nessuna?-
-No... Rufy ne ha prese contate... Non aveva più soldi...- Disse Kita oltandosi verso Rufy a mo di improvero.
-Tu hai messo la manodopera e io i pochi soldi che ho...-
-Certo che se comprassi meno dolciumi avresti tantissimi più soldi-
-Rufy dove sei andato a comprarle?- Interruppi il battibecco.
-In quel negozietto vicino alla fontana... Se fai veloce forse riusciresti ad arrivarci prima che chiuda...-
-Ok! Grazie mille Rufy!!-
-Di nient...- Non fece nemmeno in tempo a finire la frase che mi ero subito catapultata fuori per arrivare prima che il
negozietto chiudesse. Per fortuna arrivai appena in tempo. Comprai un po' di perle viola e filo.
Una volta tornata a casa andai dritta in camera mia e rimasi a lavorare sul regalo per tutta la notte.
Al mattino seguente ero talmente elettrizzata e triste allo stesso tempo che feci colazione trangugiando tutto molto
velocemente. Il tempo passò alla svelta fino ad arrivare alla sua festa di compleanno. C'erano proprio tutti.
Appena mi vide Ace mi venne a salutare con un gran sorriso stampato sulla faccia e io, rossa di vergogna, gli porsi
il mio regalo.
-Questo è per te. Spero davvero che ti piaccia. Non ho chiuso occhio stanotte per finirlo in tempo.-
Ace scartò il regalo e disse: -Wow, non ho parole! è davvero bellissimo! Ma non dovevi non dormire
per me! C'è perfino inciso il mio nome sul legno! E poi questo è il tuo colore preferito giusto?-
Si ricordava il mio colore preferito! Wow! -Sono davvero contenta che ti piaccia- Sorrisi.
-Grazie davvero- Disse Ace abbracciandomi, cosa che mi fece mancare il respiro, non per la sua stretta. Era straordinario
come un gesto così semplice potesse rendermi davvero felice. Poi continuò -Prenditi cura del mio fratellino.
So che sarebbe in buone mani con te.- Mi sussurrò ad un orecchio. Mi vennero i brividi.
-Certo! Non ti preoccupare per lui! Sarà al sicuro con me.- Dissi staccandomi da lui per guardarlo in faccia ma non
mi accorsi che una lacrima mi rigava il viso.
-E adesso perchè piangi? Lo so che non è il migliore dei fratelli ma non mi sembra nemmeno un disastro.- Disse
Ace con un'aria interrogativa.
-Nono non è per questo.- Singhiozzai.
-E allora perchè?-
-Quello di oggi sarà un addio.- Ammisi.
-Non è vero.- Rispose prontamente -Ti prometto che un giorno ci ritroveremo.-
-Si ma chissà quando- Dissi asciugandomi le ultime lacrime e promettendo a me stessa che quel giorno non ne avrei versate
altre.
-Bè di preciso non lo so ma di sicuro questa ci aiuterà- Mi porse un foglietto bianco con su scritto il suo nome.
-Una vivrecard? .... Sono senza parole! Grazie di cuore!-
-Di niente Eff!- Pronunciò il nomignolo che mi aveva affibiato dandomi un bacio sulla guancia.
CONTINUA
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Capitolo 5 *** Un tuffo nel passato 2 ***
cap 5
Ed eccoci al quinto capitolo. Con questo forse le vostre idee saranno un po' più chiare, almeno spero. E
adesso passiamo alle recensioni:
1) akagami95: sono davvero contenta che ti sia piaciuto, e spero davvero che questo non ti deluda!! Un bacio!
2) chiaretta1992: grazie mille per aver aggiunto la storia tra i preferiti e comunque anche i miei personaggi
preferiti sono Ace e Rufy!! un bacio!
Volevo anche ringraziare:
-lady marion, che ha messo la storia tra le ricordate;
-chiaretta1992, marrion e Namine23, che hanno messo la storia tra le preferite;
-Hoshimi, Kgm92 e ancora marrion, che invece hanno messo la storia tra le seguite!!
A questo punto buona lettura!!
5- Un tuffo nel passato 2
Quel
pomeriggio l'isola era in festa. Ace era sempre al centro delle
attenzioni con un entusiasmo da far invidia a chiunque. Dopotutto era
il suo giorno e tutti ci stavamo impegnando per renderlo memorabile. Lo
avevamo riempito di scherzi. La festa continuò con gran
allegria, fino ad arrivare al fatidico momento della torta con le luci
spente... -Tanti auguri a te...- Iniziammo a cantere tutti a
squarciagola. Quando Ace spense le candeline, come la tradizione vuole,
ci fu un gran applauso che, imbarazzato, fece diventare Ace tutto rosso
in faccia. Poi una fila di flash delle fotografie quasi non lo
accecò.
-Dai Ace... Adesso fai le foto con gli ospiti...- Disse l'uomo che se ne occupava.
-Certo!!! Prima voglio chiamare il mio fratellino Rufy- Sentendo
pronunciare il suo nome, Rufy, tutto sporco di panna in faccia e con un
boccone di torta ancora in bocca, si voltò verso il fratello:
-Uhm?! Che devo fare?!- Disse ingoiando il boccone.
-Sei sempre il solito!! Non sarai stato solo tu a mangiare metà
della mia torta di compleanno??- Disse Ace avvicinandosi a Rufy.
Lui fece un gran sorriso come risposta. Un pugno di Ace gli arrivò dritto sulla testa.
-Sei proprio un maleducato!! Ti ricordo che abbiamo degli ospiti!!-
Disse il maggiore trascinandolo per fare una foto insieme a lui. -Adesso sorridi.. Voglio fare una foto con il mio maleducato fratellino!-
Così si misero in posa e Rufy, malgrado il bernoccolo causato dalla botta, fece un sorriso a 32 denti.
Anche se non erano fratelli di sangue, quei due si assomigliavano davvero molto.
-E adesso tocca a te Frensis.. Vieni a fare una foto dai!!-
-I..io? Nooo... Vengo male nelle foto... E poi mi vergogno...- Arrossii.
-Non essere stupida.. Sono sicuro che sarai stupenda, come sempre.-
Sorrise. Quella frase mi lasciò senza parole, di stucco.
-Si direbbe che il nostro Ace abbia una cottarella per Frensis...- Lo stuzzicò il fotografo. Tutti risero.
-Ma cosa dici?!- Arrossì il ragazzo -Cerco di essere gentile con una ragazza, al contrario di voi!!- Si difese.
A quel punto andai verso di lui in fretta, decisa di fare velocemente... Non volevo che ci prendessero in giro.
-Dai facciamo questa foto, almeno smetteranno di prenderci in giro-
-Si.. vieni qua...- Ace con un braccio mi cinse i fianchi per tenermi
più vicina a lui. Cercai di mascherare il mio imbarazzo, lo
abbracciai anche io e feci un sorriso. Appena le foto si fossero
sviluppate, avrei voluto sicuramente una copia di quella.
-Visto?! Non è stato poi così male... Giusto?-
-... No... Avevi ragione.- Improvvisai un sorriso. In effetti non era
come me lo immaginavo... Era anche peggio... Mi ero sentita talmente in
imbarazzo che avrei voluto nascondermi da qualche parte.
-Adesso è il turno di Kita- Mia sorella si avvicinò ad
Ace senza fare capricci, come invece avevo fatto io, e molto
velocemente fecero la foto. Poi tutti gli altri invitati.
Quel pomeriggio fu davvero grandioso. Mi ero davvero diverita molto.
Come sempre Rufy copriva il ruolo del buffone della serata. In fondo
era un bene, perchè riusciva davvero a farci ridere tutti.
Troppo presto arrivò il momento. Tutti ci dirigemmo verso il
porto per accompagnare e salutare Ace. Lui indossò tutti i
regali che poteva mettersi per portare con se tutte le persone
a cui teneva di più. Gli altri li mise tutti in uno zaino, visto
che, sapendo della sua partenza, gli avevano regalato oggetti da viaggio.
Ace con gran agilità salì sulla sua imbarcazione e si voltò verso noi tutti.
-Ragazzi... E' arrivato il momento dei saluti...- Poi si riferì
a noi. Io non riuscii a trattenere due lacrime anche se mi ero
ripromessa di non piangere più per quella sera. Rufy e Kita invece sorridevano, anche se in
fondo sapevo che erano tristi quanto me, ma sapevano anche che per Ace era il
momento di realizzare il suo sogno... E lo capivo anche io. Ma i miei occhi continuavano a lacrimare anche se
lottavo per farli smettere.
-Non essere triste Frensis... Al contrario... Devi essere felice!
Perchè come ben sapete stò partendo per realizzare il mio
più grande sogno!-
-Lo so...- Singhiozzai -E sono davvero molto, molto felice per te... Ma... Mi mancherai...-
-Anche voi mi mancherete... Ma un giorno ci rincontreremo, tutti in
veste di grandi pirati e piratesse!!- Disse orgoglioso. -Perciò
non mettetevi nei guai quando io non ci sarò...- Guardò
Rufy -Hai capito Rufy??-
-Certo Ace!! Tranquillo!!-
Ace che non si fidava si rivolse a me. -Ti lascio il mio
fratellino... Mi raccomando stai molto attenta perchè, non si sa
come ma riesce sempre a cacciarsi nei guai...-
-Heii!!- Protestò Rufy.
Ridemmo in coro -Stai tranquillo... A lui ci penso io...- Dissi asciugandomi le ultime lascrime.
-Ne sono sicuro... Bene... Arrivederci a tutti!!- Ci salutò Ace togliendo la corda dal porto.
Tutti restammo li... A salutarlo aspettando di vederlo scomparire all'orizzonte.
Al diciassettesimo compleanno di mia sorella, 5 mesi dopo la partenza
di Rufy, lasciammo la nostra isola natale e i nostri genitori alle
spalle.
-Adesso che siamo veramente sole... Si può sapere perchè
non sei voluta partire da sola a 17 anni?- Mi chiese Kita che era
sempre stata dubbiosa della mia risposta.
-Te l'ho già detto il perchè... Volevo aspettare la mia
sorellina.. Non volevo stare da sola in mezzo al mare. Tanto appena
entrembe troveremo la nave e la compagnia giusta ci divideremo... Stai
tranquilla.- In parte era vero. Infatti al mio diciassettesimo anno non
ero ancora pronta per partire. E poi avevo promesso ad Ace che avrei
tenuto d'occhio suo fratello e come avrei fatto se partivo solo un
anno dopo di lui? Così decisi di partire con mia sorella. Non mi
andava l'indea che partisse da sola.
-Sarà... Ma a me non mi convinci...- Mi guardò torva.
-Ti dico che è la verità!-
-E allora io non ti credo.- Aggiunse con una linguaccia.
-Fai come ti pare... Tanto io ho la coscienza pulita, non ho detto una bugia-
Dopo qualche ora di navigazione indicata da mia sorella che aveva un ottimo senso dell'orientamento,
arrivammo in un'isola. Non avevamo idea di che nome avesse avuto, ma sembrava tranquilla, anche se
piena di vegetazione. L'isola perfetta che avrei voluto esplorare per conoscere nuove specie di piante e animali.
-Ma che razza di isola è mai questa?? Non c'è anima viva!!- Commentò mia sorella.
-Non vedi che è piena di vegetazione e fauna? E' decisamente il tipo di foresta che ho sempre voluto esplorare.-
-A te puòanche piacere ma a me mette i brividi...- Disse Kita sfiorandosi le braccia con le mani.
-E dai fifona! Siamo piratesse... Ricordi?! Perciò non dobbiamo aver paura di niente. E poi iniziavo ad aver una
certa fame e qua qualcosa da mangiare lo troveremo di sicuro...-
-Forse... Ma rimane un problema...- La guardai senza capire. -Dove lasciamo la barca? Non ci sono porti.-
-Allora improvvisiamo!- Arrivate ai pressi della spiaggia mi tuffai e raggiunsi l'isola mentre Kita rimase
a bordo della barca. Appena misi piede nella sabbia trovai subito quello che stavo cercando: un grosso masso
da legare a mo di ancora. Lo portai nella barca e lo issai con una corda ad essa.
-Ecco così dovrebbe andare!- Dissi soddisfatta del mio lavoro -Adesso possiamo anche andare in esplorazione
e chissà se troveremo qualcuno o qualcosa dove poter passare la notte avremo anche un posto dove dormire
invece di questa scomodissima barca.-
Anche se controvoglia Kita mi seguì. Una volta arrivate ci mettemmo in cerca di qualcosa da mettere sotto i denti
visto che le nostre provviste stavano finendo.
-Io rimango dell'idea di mangiare qualcosa dalle provviste... Qua non mi sembra che ci sia niente di commestibile- Si lamentò
Kita.
-Ti sbagli... Sono più che sicura che troveremo qualcosa- Kita sbuffò.
Tagliai un ennesimo cespuglio fastidioso e ai miei piedi vidi due frutti strani... Uno di color arancione e uno azzurro. Entrambi
sembravano quasi decorati. Erano bizzarri, ma al tempo stesso molto invitanti.
-Si parla del diavolo...- Dissi con un mezzo sorriso stampato sulle labbra.
Kita mi scansò per guardare a cosa mi stessi riferendo. -Sei sicura che siano commestibili?- Mi chiese sincera.
-Lo scopriremo subito!- Con la spada tagliai i due frutti.
-E ora che fai?-
-Una volta ho letto che per controllare un quasiasi vegetale da frutto se fosse velenoso o meno, dobbiamo tagliarlo in due.
Se usciva un succo particolarmente chiaro e con un odore acido vuol dire che contiene sostanze tossiche.-Spiegai predendo i pezzi
per controllarne l'odore. Avevano un odore molto dolce.
-Allora?- Mi chiese impazziente Kita, affamata.
-Hanno un odore particolarmente dolce entrambi i frutti.. Tu quale vuoi mangiare?-
-Io quello arancione!! Mi ispira già dal colore!!- Si affrettò ad afferrarlo.
-Ok... A me allora non mi rimane che questo azzurro.- Lo presi tra le mani e insieme addantammo i nostri rispettivi frutti.
-Mmm... è molto buono!-Commentò Kita.
-Già! Anche il mio!- Lo divorammo in men che non si dica e alla fine del nostro pasto improvvisato uno schricchiolio
ci lasciò con le orecchie tese... Poi un altro rumore più vicino... Vidi un'ombra dietro un cespuglio muoversi...
Avevo così tanta paura che mi avvicinaii a Kita per istinto, pronta a difenderci. Impugnai la mia fedele spada sulla
difensiva. Poi un uomo alto, di corporatura robusta, moro con dei grossi baffoni si avvicinò a noi.
-Chi siete?- Ci domandò con voce minacciosa.
-Stavo per farti la stessa domanda- Risposi acida.
L'uomo guardò ai nostri piedi, proprio dove avevamo trovato i due frutti succosi.
-Do... Dove sono i frutti????- Chiese in preda al panico. -N..Non li avrete mangiati spero!!- Disse in tono arrogante.
Continuavo a fissarlo per leggere il motivo di tale frustazione.
-B..Bè- Balbettò kita.-Avevamo una certa fame e dopo che ci siamo assicurate che non fossero velenosi li abbiamo
mangiati...-
-NOOOOOOO!!-Urlò l'uomo.-Stupide!!! Quelli erano due Frutti del Diavolo!!!!!- l'uomo era diventato furioso.
Rimanemmo di sasso per lo stupore.
Una volta chiarite con l'uomo, dicendogli che era stato solo un incidente e che, se lo avremmo saputo non li avremmo di certo
mangiati, l'uomo ci spiegò tutta la sua storia.
Per farla breve anche lui era un pirata che stava cercando dei Frutti del Diavolo per poter scegliere quale mangiare. Ancora doveva
trovare dei compagni che lo avrebbero seguito.
-Voi due con i poteri che avete acquisito mi sarete molto utili nel mio equipaggio. Che ne dite di entrare entrambe nella mia ciurma?-
Ci propose Erik (era questo il suo nome).
-Mi dispiace.. Ma dovrai scegliere soltanto una di noi.. Non abbiamo intenzione di far parte della stessa ciurma.- Chiarii.
-Allora chi vuole venire con me? L'altra non starà da sola per molto.. Ho sentito dire che dall'altra parte dell'isola
ci siano molti pirati che cercano membri per il loro equipaggio-
-Se è così sarei contenta di entrare io a far parte della tua ciurma Erik.- Affermò mia sorella.
-Ne sei sicura?- Le domandai.
-Certo! Erik è un brav'uomo. Credo che mi troverei bene con lui.-
-Ahahah!! Perfetto!! Sono davvero molto felice di avere come vicecapitano una ragazza così carina come te!!- Kita arrossì.
In effetti mia sorella era molto carina. Aveva i capelli del mio stesso colore, anche se più ricci. I suoi begl'occhi verdi li aveva
eraditati da mia madre, io invece da mio padre. Amava portare degli occhiali da sole, anche se per lo più li teneva in testa.
Aveva sempre avuto più gusto di me nell'ambito della moda.
-Sono davvero molto più tranquilla nel sapere che anche tu, Frensis troverai qualcuno con cui unirti per iniziare la tua avventura.
Altrimenti non avrei mai accettato la proposta di Erik.. A proposito.. Che nome hai in mente per la nostra ciurma?-
-Saremo i pirati di Erik! La nostra bandiera sarà un teschio con dei baffi neri.- Disse emozionato Erik.
-Davvero molto originale..- Commentò sarcastica Kita.
-Bene... Adesso ci dobbiamo divedere Kita...- Abbracciai mia sorella, stringendola forte.
-Frensis.. Così non respiro!- Disse con voce flebile Kita.
-Oh... Scusa..- E mollai l'abbraccio.-Gli addii non sono mai stati il mio forte-
-Lo so.. Ma questo non è un addio... Ricordi la promessa?-
-Certo! Erik... Prenditi cura di lei..- Mi rivolsi all'uomo robusto.
-Tranquilla.- Mi confortò.
-.. Prima di andare... Mi potresti dire come si chiama il mio frutto e che poteri acquistano coloro che li mangiano?- Dissi curiosa.
-Emmm.. In realtà non lo so nemmeno io... Mi dispiace, ma sarà una sorpresa.- Rispose desolato.
-Ok.. Grazie comunque!- Dopo che io e Kita ci salutammo un'ultima volta, mi incamminai verso l'altra parte dell'isola.
Aveva ragione Kita. Quel posto stava davvero diventando molto inquietante, soprattutto se si era da sole e se stava iniziando
a calare la notte. Poi accadde tutto in fretta: misi un piede in avanti, sentii stringermi la caviglia e mi ritrovai a testa
in giù. Stavo per afferrare la mia spada per tagliare la corda, qundo sentii un rumore avvicinarsi.
-Bene... Chi abbiamo qui?- Disse una voce profonda, maschile. -Cosa ci fa una ragazza nella mia trappola per catturare la mia cena?-
-Mmm tu che dici?!- Dissi sarcastica.
-Lascia che ti liberi così potremo presentarci come si deve.- E senza aspettare una mia risposta tagliò la corda lasciandomi
cadere come un sacco di patate.
-Hei!! Ma che modi sono??- Dissi massaggiandomi la schiena che mi faceva male per la caduta. L'uomo rise offrendomi una mano per alzarmi.
-Mi chiamo Green.. Sono un pirata in cerca di uomini.-
-Io sono Frensis, una piratessa in cerca di un capitano- Risposi usando il suo stesso gioco.
-Allora entra a far parte della mia ciurma!! Sarai il vicecapitano! Niente male per una che è caduta in una trappola per animali...
Non trovi?!- Rise della sua battuta.
Mi sembrava una persona apposto perciò decisi di accettare.
CONTINUA
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Capitolo 6 *** La guerra ***
cap 6
E
siamo arrivati al sesto capitolo. Devo dire che questo capitolo
è molto ripreso dal manga per seguire la storia originale. E'
più che altro un capitolo di transizione. Ed ora passiamo ai
ringraziamenti.
Vorrei ringraziare quelli che hanno messo la storia tra i preferiti:
-chiaretta1992,
-marrion,
-Namine23.
Coloro che l'hanno messa come seguita:
-aliena,
-Hoshimi,
-marrion,
-Kgm92.
E chi l'ha messa come ricordata:
-lady marion.
A questo punto passiamo alle recensioni:
-chiaretta1992: grazie
davvero! anche secondo me Ace e Frensis stanno davvero bene insieme.
Chissà se si metteranno insieme!! BOOOOH! Non posso anticipare
niente!! Comunque continua a seguire. Spero davvero che ti piaccia.
Bacio!
-akagami95: anche io vedo benissimo Ace a fare il padrone di casa
e a menare Rufy perchè è maleducato con gli ospiti!!
ahah!! Comunque come ho già detto non posso anticipare niente su
Ace e Frensis!! =) Comunque continua a seguire la storia. Spero che ti
piaccia!! Bacio.
-marrion: non ti preoccupare se non hai recensito gli altri
capitoli. Sono stata io che ho aggiornato troppo velocemente ma ora mi
sono regolata anche perchè iniziano gli impegni e la scuola ora!
Comunque sono davvero contenta che ti siano piaciuti così tanto
questi capitoli! Ti chiedo scusa se non ho recensito le tue storie ma
sono stata davvero impegnata! Appena ho tempo lo faccio! Continua
a seguire mi raccomando!! Un bacio!
E adesso buona lettura!!!
6- La guerra
Arrivammo
al Quartier Generale senza intoppi. Una parte di me sperava di trovare
Rufy, almeno lo avrei rivisto sano e salvo dopo tanto tempo... Ma
l'altra parte non lo voleva incontrare perchè di sicuro i
marines della mia nave lo avrebbero attaccato e io avrei fatto saltare
la mia copertura senza nemmeno arrivare a Marineford.
Al QG ci stavano aspettando per iniziare l'esecuzione. Dovevano esserci
proprio tutti perchè ci sarebbe stata una guerra e più
erano, meglio potevano farcela.
-Finalmente! Siete arrivati! Come mai avete impiegato così tanto tempo, Shikami?- Ecco qual'era il nome del comandante.
-Ci siamo fermati in un'isola per fare provviste quando abbiamo saputo la notizia. E non era molto vicina a qua.-
-Va bene. L'importante è che adesso ci siamo proprio tutti.-
-Vanner!! Tu verrai con me visto che sei il più forte!-
-Sì!- Perfetto! Vanner era il più forte e il capitano si
fidava di lui tanto da portarlo con se... Mi sentii subito in colpa per
lo sfortunato uomo. Io e Shikami scendemmo dalla nave e lo seguii come
un cagnolino.
Arrivammo ai piedi della piattaforma dove Ace doveva morire e una
vampata di calore mi invase. Poi vidi il viceammiraglio Garp: l'uomo
che avevo sempre considerato come un nonno visto le ore, no i giorni,
passati assieme, e sicuramente anche lui, insieme a mia sorella, ci
considerava come delle nipoti.
Appena Shikami si fermò rimasi ferma accanto a lui a fissare Garp, con occhi pieni di felicità.
Appena Garp si accorse che lo stavo scrutando, si voltò. Io
voltai automaticamente lo sguardo ma mi sentivo il suo sguardo
indagatorio addosso. Arrossii cercando di non voltarmi, quando sentii
che stava sussurrando qualcosa al mio capitano. -Quel tuo
soldato.....-Esitò un attimo. Non avrà scoperto che...
-Non ti sembra un po' effemminato?- Stupita rimasi ad ascoltare la
risposta.
-In effetti un po' si, ma è il soldato più forte della mia nave.- Sentii un altro sguardo addosso.
Poi Garp si rivolse a me. -Soldato! Come ti chiami?-
-Vanner, signore!- Risposi con il classico saluto militare, mantenendo la parte.
-Ha anche un nome da femmina!- Bisbigliò all'orecchio di
Shikami. Divenni ancora più rossa. Poi continuò con la
sua solita risata chiassosa.
Ad interromperci fu il brusio di stupore di tutti, causato dall'entrata di Ace. Ace? No!
Da quaggiù non lo potevo nemmeno vedere ma sentivo i suoi passi.
Si fermò e sentii le due spade risuonare al contatto. Dovevo
fare qualcosa! Stavo architettando qualunque genere di rivolta ma io da
sola non ce l'avrei mai fatta. Per fortuna sentii il rumore di altri
passi. Poi la voce bassa di un uomo che chiedeva il lumacrofono. Il
capo-ammiraglio Sengoku. No! Cos'aveva intenzione di fare?
Iniziò a parlare di Ace, delle sue origini e, soprattutto, dei suoi genitori.
-Ace ha preso il cognome di sua madre, ma il suo vero nome sarebbe
dovuto essere Gol D. Ace! E' il figlio del Re dei Pirati! Nel suo
sangue scorre quello di un mostro, facendo di lui stesso un mostro!-
No! Ace non era un mostro! Non mi importava di chi fosse figlio in
realtà, non contava niente per me! Infatti non glielo avevo mai
chiesto, perchè sapevo quanto soffriva senza i suoi genitori.
-No!!- Risentii la sua voce stanca. -Il mio unico e vero padre è
Barbabianca!- Ero piena di gioia nel sentire la sua voce anche se le
sue parole uscirono gravi.
-Sciocchezze! Tuo padre, il tuo vero padre è Gol D. Roger! Tua
madre si chiamava Portuguese D. Rouge e per sfuggirci ha fatto una cosa
soprannaturale! Ti ha tenuto in grembo per 20 mesi, morendo subito dopo
il parto!-
Provai molto stupore nell'udire quella frase; stupore accompagnato da
molta ammirazione. Anche Ace ne avrà provata nei suoi confronti
visto che ha adottato il suo cognome.
La folla era impazzita. Prima c'era stato un silenzio di tomba
che mi fece trasalire. Poi un'ondata furiosa di insulti e grida contro
Ace. Ma che colpa ne aveva lui se nel suo sangue scorreva quello di Gol
D. Roger? Anche Ace odiava il suo vero padre. Considerava suo padre
Barbabianca.
Ad un certo punto una voce gridò: -Laggiù, cosa sono quelle ombre?-
All'orizzonte si potevano notare benissimo delle sagome scure spuntare
come funghi. Erano tantissime! Subito pensai che di certo Barbabianca
non poteva mancare. I miei pensieri erano accompagnati dalle urle dei
marines: urla di curiosità, di incoraggiamento e di stupore.
Quelle sagome che avevo visto in lontananza si stavano avvicinando
sempre più.. Erano navi.. Erano i pirati delle divisioni di
Barbabianca e altre navi alleate.
Non potevo crederci! Erano molti di più di quanto mi aspettassi!
Ace era di sicuro un membro molto importante, visto quanto l'uomo che
chiamava padre si era dato da fare.. Forse la risposta l'aveva sempre
chiarita.. Barbabianca considera tutti i suoi uomini come figli..E come
tali non poteva di certo lasciarli morire..
Che sciocca! Se doveva venire a salvare Ace di certo non ci sarebbe
venuto da solo! Sarebbe stata una battaglia persa dal principio.
Quando le navi che sarebbero state mie alleate furono più
vicine, un'ombra da sotto l'oceano imcombeva al centro del QG.. Non
poteva essere! Di colpo spuntò fuori la Moby Dick di Barbabianca
e altre tre navi delle sue divisioni. Ed ecco che vidi per la prima
volta di persona il leggendario e mitico Barbabianca! Non potevo
credere ai miei occhi! Rimasi perfino a bocca aperta per qualche
secondo. Era un uomo che dall'aspetto pareva molto vecchio e al tempo
stesso trasmetteva una forza e una vitalità mai vista.. Il suo
sorriso alla vista di così tanti nemici era la conferma della
sua sicurezza e noncuranza del pericolo imminente.
-Alla fine sono venuti tutti..- Sentii sussurrare Ace con voce afflitta
ma che faceva passare un filo di gioia e speranza. Alle sue parole mi
sentii delusa. Sospettava forse il contrario?
Poi Sengoku si rivolse a Barbabianca -Sono decenni che non ci rincontriamo,
Edward Newgate!- Non mi ricordavo nemmeno che quello fosse il vero nome di
Barbabianca.
-Già! Ci siamo battuti molto spesso... Vero, vecchio?- Lo guardò
minaccioso Barbabianca. Poi ci fu un momento di silenzio.
Prima che Sengoku potesse dare qualche ordine, Barbabianca tese le braccia verso
l'esterno, come se stesse per sferrare entrambi i pugni. Ed infatti fu così:
sembrava che avesse spaccato l'aria con le mani! Vidi l'acqua della baia che formava
grandissime onde, accompagnate da qualche scossa di terremoto. per fortuna non si
abbattiedero contro di noi, perchè altrimenti, nemmeno io sarei stata
in grado di sopravvivere all'acqua.
Una volta che l'acqua si ritrasse ci furono subito
delle escamazioni dei marines di sollievo che però durarono pochissimo:
il forte rumore di onde che provenivano dall'oceano stava aumentando sempre di più.
Enormi onde, perfino più grandi delle precedenti ci circondavano minacciose. Era questo,
allora lo straordinario potere del vecchio! Aveva creato un vero e proprio tsunami!!
Mi sembrava tutto così assurdo! Non ci potevo credere! Non mi sarei mai aspettata di
trovarmi in una situazione del genere. Ma cosa aveva in mente? Non erano solo i marines a
rischiare la vita... Ma anche suo figlio Ace avendo mangiato un frutto del diavolo!!
Poi vidi saltare in aria l'ammiraglio Aokiji, colui che aveva mangiato il frutto gelo-gelo,
che rese il suo corpo di ghiaccio. Lanciò dalle mani dei getti di ghiaccio, congelando
tutte e due le altissime onde -Ice Age!- Disse calmo. A quel punto capii dal sorriso di
Barbabianca che aveva fatto tutto questo solo per mettere alla prova la marina. Non poteva di
certo sperare che un solo colpo gli bastasse per sconfiggerli. Comunque, anche se era mio nemico,
fui grata all'ammiraglio per avermi salvata, insieme a tutti gli altri.
Con la velocità di un battito di ciglia, arrivò all'oceano, congelando l'acqua che
circondava le navi mie alleate, rendendole inamovibili.
Non fece in tempo a finire di congelare l'oceano che era già partito a sferrare uno dei sui
colpi a Barbabianca: aveva creato delle vere e proprie freccie di ghiaccio che lanciò contro
il vecchio che si difese subito con un suo pugno "speciale".
-Ragazzi!! Non preoccupatevi per l'acqua!! Daltronde ci ha fatto solo un favore!! Adesso possiamo
batterci per via terraaa!!- Gridò un comandante delle divisioni.
-All'attacco!!!- Urlò un altro. Non fecero in tempo a scendere tutti dalla nave che Sengoku
ordinò a quelli della marina di far fuoco con i cannoni. La guerra era ufficialmente iniziata.
Dovevo entrare in azione anche io. Stavo per agire, ma una l'attacco di Occhi di Falco mi sorprese
a tal punto da lasciarmi a bocca aperta, piena di terrore. Aveva appena tagliato gran parte del ghiaccio
che lo divideva da Barbabianca. Pensai subito che per lui non c'erano vie di scampo, ma Jaws, il famoso Diamond
Jaws, una volta diventato di diamante, si mise davanti a Barbabianca, proteggendolo.
Subito dopo entrò in azione Kizaru, anche lui intenzionato ad uccidere il vecchio con dei "proiettili"
di luce, ma, prontamente, Marco la Fenice, lo difese avvolgendo l'attacco nelle sue fiamme blu, dell'animale
di cui prendeva le somiglianze. Poi subito ci fu un breve scontro tra i due.
Al suo termine, dal quele non ci furono vincitori, sentii Kizaru avvertire i giganti di stare attenti agli
attacchi aerei. Non finirono nemmeno di rispondere che il comandante della terza divisione si misi all'opera:
tagliò un grandissimo pezzo di ghiaccio, grosso quanto un iceberg. Lo sollevò e lo lanciò
verso Marineford. -Provate a fermare questo!!- Disse orgoglioso.
Ero un'altra volta in pericolo, ma di questo non avevo paura grazie al frutto che avevo mangiato.
Ero pronta... Stava per schiacciarci tutti... Ma non lo fece... Questa volta per merito dell'ammiraglio
Akainu, che aveva il corpo fatto di magma. -Daifunka- Pronunciò il nome della sua mossa (un pugno
di magma) con cattiveria, facendo evaporare in un secondo l'enorme minaccia.
Dopo di che, come tentarono di fare anche gli altri, sferrò una pioggia di meteoriti incandescenti
a Barbabianca, distruggendo una loro nave. Sembrava l'apocalisse!! Era uno spettacolo tremendo... Era riuscito
a paralizzarmi. La pioggia infuocata continuava e un meteorite stava andando dritto contro Barbabianca.
Ma, alzando la sua arma riuscì a proteggersi -Perchè non vai ad accendere qualche
candelina magmarmocchio.- Sputò.
-Pensavo di ravvivare il tuo funerale Barbabianca.- Lo offese.
Passò pochi istanti che, mentre la battaglia continuava, ci fu un'altra entrata in scena: era Oz Jr, il
figlio del gigante più temibile ed enorme di tutti. Ma, anche se la sua statura mostrava il contrario,
in fondo era bravo ed era amico di Ace. -Ace è simbatico! Non vi lascerò liggiderlo!- Disse, anche se
con degli errori, molto sicuro di se.
-Oars!!!!! Che ci fai qui?? Con la tua stazza sarai solo un bersaglio facile!!- Gridò Ace preoccupato. Aveva
ragione. Ora la loro priorità era ucciderlo.
Ma il gigante faceva come se non lo avesse sentito. Sollevò una nave da guerra della marina e la distrusse
con molta facilità. Anche Barbabianca era preoccupato per il gigante, infatti mandò alcuni dei suoi uomini
a copriplo, anche se sarebbe stata un'impresa molto difficile. Notai una scena che mi colì: anche Boa Hancock
era entrata in azione, uccidendo qualche marines. Ma lei era uno dei sette... Perchè mai dovrebbe uccidere
i suoi alleati?? Si era forse alleata con Barbabianca? Non ne avevo proprio idea...
Gli attacchi continuarono: questa volta era il turno di Orso, uno dei
Sette. -Ursus Shock- Pronunciò il nome del suo attacco con tanta
calma da mettere i brividi. Un colpo tremendo arrivò al povero
Oz Jr. La paura mi aveva bloccata. Il gigante, nonostante il colpo,
riuscì a rialzarsi. In fondo aveva un coraggio inaudito.
Cercò perfino di colpire Donflamingo che, allegro guardava la
terribile scena. Quando il suo pugno sembrava colpirlo lui saltò
in aria, oltrepassandolo con una capriola. Sferrò un suo
terribile attacco tagliandogli metà gamba. Poi, a concludere
la sua opera mostruosa, fu Geko Moria che lo trafisse, uccidendolo. Con
i suoi ultimi sforzi cercò di arrivare all'amico, ormai in
lascime.
Pochi istanti dopo si accasciò.
Non credevo ai miei occhi. E soprattutto non credevo di essere
così codarda!! Io potevo salvarlo!! Ero ad un passo da lui e non
ho mosso un muscolo dalla paura che mi aveva paralizzata!!! Ed ora Ace
stava soffrendo per la perdita di un suo caro amico!!
Che razza di piratessa ero!! E che razza di amica!! Mi odiavo... Ma
adesso le cose dovevano cambiare!! Dovevo entrare in azione anche io!!
CONTINUA
|
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Capitolo 7 *** L'arrivo ***
cap 7
Siamo
arrivati al capitolo 7!! Premetto che questo capitolo mi piace molto e
spero vivamente che sia così anche per voi... Comunque
c'è una novità in particolare sulla modalità di
scrittura e credo che leggendola la capirete subito senza che io vi
anticipi niente...
Ma ora vorrei passare ai ringraziamenti.
Ringrazio chi ha messo la storia tra i preferiti:
-chiaretta1992
-marrion
-Namine23
Chi tra le seguite:
-aliena
-chiaretta1992
-Hoschimi
-Kgm92
-marrion
-milla96
E chi tra le ricordate:
-chiaretta1992
-lady marion
Adesso le recensioni:
-chiaretta1992. Sono davvero molto felice che questa fic ti piaccia
davvero tanto e che ti abbia fatto appassionare. E' vero... Nel
capitolo precedente ho cercato di seguire al meglio la storia originale
del manga. Il motivo credo che te lo spiegerò più
tardi... Sempre che tu cantinui a seguirla!! Spero proprio di si... Un
bacione.
-Akira_Laura87. Ti ringrazio per aver recensito anche i capitoli
già pubblicati. Inoltre ti volevo far presente che il tuo
commento sulla brevità del capitolo mi ha aiutata... Infatti
credo, e spero, che in questo sia stata più esauriente... Mi
raccomando continua a seguire!! Un bacio.
-Akagami95. Anche io stimo moltissimo Rouge, la madre di Ace. Ha fatto
una cosa sovrannaturale, sacrificando perfino se stessa per suo
figlio!! Non è da tutti! XD Anche Oars mi sta simpatico...
Però poverino (anche se "ino" si fa per dire XD). Continua a
seguire e recensire!! Bacio.
PS: se mi riesce, nel prossimo capitolo ci sarà una sorpresa!! Quindi non ve la perdete!! =)
7- L'arrivo
Dopo
l'orribile morte del simpatico Oars, la guerra andò avanti
come se nulla fosse. Infatti un gigante cercò di colpire di
sorpresa alle spalle Barbabianca che aveva un attimo abbassato la
guardia per la scomparsa di un suo figlio. Ma subito se ne accorse e
finì per ucciderlo. Di certo l'uomo più forte del mondo
non si sarebbe lasciato mettere k.o. in così poco tempo.
Mi guardai alle spalle e notai che Garp non c'era più... Era salito da Ace.
-Ace perchè non hai vissuto come ti avevo detto di fare?!- Lo
rimproverò con le lacrime agli occhi. Infatti, da piccoli, avevo assistito alla scena in
cui Garp consigliò, anzi ordinò, ai due fratelli di
diventare dei grandi marines. Adesso ne capivo il motivo. Prima pensavo
che il vecchio avesse desiderato vedere entrambi i suoi nipoti seguire
le sue orme. Ma non si trattava semplicemente di
questo... Ne valeva perfino le loro vite!
Poi, il sole che ci stava accecando, era coperto da qulcosa. Mi misi a naso in su per guardare chi o
cosa potesse oscurare così tanto la luce solare.
Era una barca!
Stava volando! Impossibile. Infatti non stava volando... Cadeva!!
Per fortuna si fermò all'apice di una delle
enormi onde congelate. Era una nave da guerra della marina. Ma che
diavolo avevano intenzione di fare?
Fu questione di pochi secondi che l'imbarcazione scivolò, usando il
ghiaccio a mo di scivolo e atterrando sull'unica parte di oceano non
congelata. Ma per loro sfortuna il mezzo si ruppe e caddero tutti in
acqua.
Una volta che l'uomo grande e blu li riportò a riva notai che
tutti indossavano le divise a striscie nere e bianche dei carcerati.
Ma
allora erano i fuggitivi da Impel Down! L'uomo blu era il famoso Jimbe,
ex membro della flotta dei sette. Accanto a lui c'era Ivankov, dei
rivoluzionari, e Crocodile. Subito esultai alla vista di Rufy che
aveva una persona familiare accanto.....
Ma allora ce l'avevano fatta!! Il mio fratellino non era più in
quella fetida prigione. Ma stava comunque rischiando grosso... Non lo potevo permettere!!
-ACEEEE!!- Mi anticipò.
-RUFY!!!!!!!!!!!!- Gridai -Perchè sei venuto anche tu!!!?? Vi volete far ammazzare tutti??-
-Ma cosa diavolo dici!! Sono venuto per salvarti e non intendo morire!!- Rispose a tono, come sempre.
-Hei Ace!!! Ci sono anch'io!!- Una voce femminile mi chiamò. Era
accanto a Rufy. Mi ci volle qualche secondo per riconoscerla.
-KITA!!!!!!!! Che diavolo ci fai??!!! Siete tutti impazziti??!!-
-No di certo!! Sono venuta qua per le stesse ragioni di tuo
fratello...- Disse guardandosi intorno -Ma quello che mi stupisce
è il fatto che mia sorella non ci sia....-
-Ed è qui che ti sbagli!- Disse un uomo della marina
avvicinandosi a lei talmente veloce che sembrava che si fosse
teletrasportato. Poi notai che sulle spalle aveva la spada di Frensis.
Credo che quel dettaglio lo vide subito anche Kita, dato la sua reazione:
senza pensarci due volte stese l'uomo con un calcio.
Come se gli
avessero tolto la sedia da sotto il sedere, l'uomo che probabilmente aveva ucciso Frensis
(e per il quale nutrii subito un profondo odio e disprezzo nei suoi confronti)
cadde come una pera.
-Ma sei forse impazzita?! Non mi riconosci più Kita??!!- La rimproverò.
Poi vedendo che tutti si erano fermati, stupiti, cercando di capirci
qualcosa, si rialzò. Kita si mise sulla difensiva e subito anche
Rufy si avvicinò.
L'uomo alzò le mani in segno di innocenza e con molta cautela si tolse il cappello.
Mostrò subito una chioma castana con i capelli lunghi e arruffati. Poi si tolse i vestiti della marina.
Non ci potevo credere!! Era Frensis!!! Il suo tatuaggio sul braccio ne era la conferma.
-SORELLONA!!!!! Allora eri sempre stata tu!!!! Scusami per averti atterrata a quel modo!!!- La abbracciò Kita.
-Frensis!! Che bello rivederti!!- Le sorrise Rufy.
Oh no!!!! Adesso anche lei stava rischiando la vita. Non potevo permetterlo!!
-M..ma allora siete tutti rimbambiti!!! Anche tu qua, Frensis!!!-
-Ah... Grazie per l'accoglienza Ace!! Sono contenta anche io di
rivederti!!- Disse sarcastica -A perte gli scherzi... Sono qua per gli
identici motivi di tutti!! E non intendo tirarmi indietro!!- Disse
convinta.
Era talmente ostinata che non trovai nemmeno le parole per contrastarla.
-OH NO!! Adesso ci sono tutti!! Monkey D. Rufy, Crocodile, Jimbe,
Ivankov, Buggy ed entrambe le sorella Albats!!! Loro due insieme sono
invincibili!! E non dimentichiamo tutti gli altri!! Non dobbiamo farli
avvicinare ad Ace!!!!- Gridò Sengoku pieno di terrore.
Terminata l'ultima parola una nube di sabbia si stava per scontrare contro il babbo. Era Crocodile.
Prontamente Rufy lo difese con un gran bel calcio.
-Avevamo un patto moccioso- Gli ricordò Crocodile.
-Non ti lascerò avvicinarti a lui, perchè a quanto pare è l'unica persona a cui Ace tenga veramente!-
Non era affatto vero... Cioè... Tenevo tantissimo a quell'uomo, ma non era l'unica persona.
Poi Kita si rivolse a Frensis: -A proposito sorellona, come hai fatto ad arrivare al QG senza farti scoprire?-
Tesi le orecchie.. Volevo saperlo anche io.
-Vedi, ho lasciato la mia ciurma e il mio capitano vicino ad un'isola. Poi, una volta sbarcata, ho incontrato una nave della
marina, prendendo l'identitaà del soldato Vanner. Così facendo sono riuscita ad arrivare in tempo a Marineford.-
-Wow! Si vede che siamo sorelle!! Abbiamo avuto la stessa idea!! Però io ho avuto la sfortuna di capitare in una delle
navi che doveva andare a sorvegliare Impel Down. Ma in un certo senso sono stata molto fortunata, perchè mi sono
incappata precisamente in quella che Rufy e gli altri avevano scelto di rubare! All'inizio mi stavano per gettare in mare,
ma quando avevo capito cosa stava per succedere mi sono smascherata e Jimbe mi ha risparmiata.-
-Perchè è stato Jimbe a salvarti?! Rufy non c'era?- Chiese sorpresa Frensis.
-No... Rufy è arrivato dopo insieme a Ivakov, Buggy e altri carcerati.- Finì con un sorriso stampato sulla faccia.
-Ah.. Adesso capisco tutto!-
-E COSI' ENTRAMBE VI SIETE PRESE GIOCO DELLA MARINA?? E DI CONSEGUENZA ANCHE DI ME??!!- Urlò furioso Sengoku
accanto a me. Non lo avevo mai visto così. Perfino prima, quando era in pericolo di morte non aveva fatto una piega.
-Sai che emozione!! Però devo dire che siete dei veri e propri babbei!!- Disse Kita sghignazzando.
-Ben detto sorellina!!- Continuò Frensis offrendo alla sorella la mano che subito battiede il cinque.
Vedevo Sengoku: stava tremando di rabbia.
-ORA BASTAAAA!! SCIOCCHE RAGAZZINE!! NON RIUSCIRETE DI CERTO A CAMBIARE LA SITUAZIONE!! NON SIETE ALTRO CHE DELLE ILLUSE
FEMMINUCCIE!!-
-Come osi giudicarci solo perchè siamo donne??! E poi non
dimenticarti che appena ci hai viste hai avuto paura inutile bastardo!-
Gridarono all'unisono.
-Che assurdità!! IO non avrei mai avuto paura di due zingare come voi!!-
La situazione stava peggiorando. Infatti la reazione alle offese fu immediata.
Senza
nemmeno pensarci due volte, fecero un'ottima azione combinata. Frensis andò dritta verso il povero Rufy afferrandolo
per una mano. A quel punto sfruttò il potere del suo frutto Gom-Gom, per attuare una vera e propria fionda umana, con
cui Kita si lanciò verso Sengoku. La scena fu velocissima.
La ragazza stava volando dritta verso Sengoku, ma qualcosa mi "annebbiò" la vista.
Era una parete di ghiaccio che l'ammiraglio Aokiji si era affrettato a
fare, avendo capito le intenzioni delle sorelle. Ma la minore non fece
una piega nel notare il pericolo. Si posizionò con le braccia in
avanti iniziando a roteare in aria, creando un getto d'aria molto
potente, una sorta di tornado controllato proprio per distruggere la
barriera e ci riuscì.
Non credevo ai miei occhi. Da dove diavolo era spuntato quel vortice? Non esisteva in natura una cosa del genere.
Come se fosse fatta di burro, la parete spessa di ghiaccio si
frantumò con estrema facilità. Kita potè
così concludere il suo attacco sferrando un calcio ben piazzato
all'ammiraglio Aokiji che si era messo in mezzo. Ovviamente quest'ultimo si difese cercando di
congelare la ragazza, che però schivò con agilità
i suoi colpi, come se potesse leggergli nel pensiero e prevedere le sue
mosse. Kita però si ritrovò spalle al muro.
Un'altra scena catturò la mia attenzione: Occhi di Falco aveva
attaccato Rufy che stava correndo per raggiungermi. Per fortuna, prima
che il potente colpo partì dalla lama, Spada fiorita, che
aveva sempre sognato di battersi contro lo spadaccino più forte
del mondo, si mise in mezzo per potersi confrontare con quest'ultimo. Ancora una volta i mie
fratelli mi stavano aiutando. Sapevano quanto io tenessi a Rufy e non
ci pensarono due volte prima di mettersi in ballo per aiutarmi.
Poi volsi subito lo sguardo per assistere allo scontro tra Kita e Aokiji.
Volevo aiutarla... Ma ero immobilizzato!! DANNATE CATENE!!! Stavo per
perdere la mia migliore amica!! Non potevo stare li senza far niente
come avevo fatto per Oars.
L'ammiraglio non aspettò: la stava congelando. Abbassai lo
sguardo ormai appannato dalle lacrime. Non potevo guardare. Mi
aspettavo un grido di rivolta della sorella o di Rufy. Ma non successe
assolutamente nulla. Il silenzio più totale. Aprii gli occhi:
ero sicuro che quell'ammiraglio maledetto stesse per finirla. Eppure,
quando alzai lo sguardo, notai subito che Kita era ancora in piedi. Non
aveva alcun segno di congelamento. Stava in piedi, tranquilla, come se
nulla fosse.
L'ammiraglio che non poteva credere di non essere riuscito a colpirla
ci riprovò di nuovo, e ancora, e ancora, fino agli stremi delle
sue forze. Non succedeva niente di niente.
-E' inutile che continui a tentare di colpirla... Non ci riuscirai MAI!
Non capisci che in questo momento è la sorella che stà
"attaccando", anche se dovrei dire difendendo?- Disse severo Sengoku. Frensis?? Ma come poteva farlo se
era a 20 metri di distanza?!
-M...ma come diavolo fa?- Chiese esausto Aokiji.
-Davvero non avevate mai sentito parlare delle sorelle Albats? Entrambe
hanno conquistato molta fama e sono conosciute come "Frensis la
Rosa Viola" con la taglia da 250.000.000 di Berry e "Kita la Spina
Nera" con la taglia da 248.000.000 di Berry!!-
Rimasi di sasso... Entrambe avevano quasi raggiunto la taglia di Rufy.
Ne fui davvero molto fiero. Credo che anche Rufy lo era...
Infatti appena aveva sentito pronunciare quella frase
gridò un grande "WOW" aggiunto da un sorriso. Poi riprese a
cercare frenetico qualcosa per terra. Non avevo idea di cosa ma credo
che fosse abbastanza piccolo dato che alzò il piede di un uomo
per riuscire a trovarlo.
-Ma cosa diavolo c'entrano i valori delle loro taglie con ciò
che questa Strega ha appena fatto?!- Gridò Aokiji insultando
Frensis. Sengoku stava per rispondere ma Frensis lo interruppe.
-Lascia che te lo spieghi io vile ammiraglio senza cervello!!- Scattò.
-Come osi?!!!!- Si infuriò l'ammiraglio.
-Potrei farti la stessa domanda dato che mi hai chiamata "Strega",
lurido marines- Sputò Frensis. Aokiji non aggiunse altro
aspettando che la ragazza gli spiegasse... Era troppo curioso.
Aspettai interessato anche io la spiegazione di Frensis, di sicuro mi avrebbe stupito... Come sempre.
CONTINUA
|
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Capitolo 8 *** Libertà ***
cap 8
Eccoci
di nuovo insieme!! XD Spero che questo capitolo vi stupirà. Dico
solo che io mi sono divertita molto a scriverlo e che mi piace
(altrimenti non l'avrei scritto XD).
Credo
che per gli amanti della coppia Frensis x Ace questa parte della storia
vi piacerà e interesserà... Ma come sempre continuate a
seguirla e a recensire!! I volstri commenti mi hanno aiutata
molto (PS non sempre devono essere positivi... Anche di quelli a cui
non piace mi piacerebbe sapere la loro opinione).
Ma adesso passiamo ai ringraziamenti.
Chi l'ha messa tra le preferite:
-chiaretta1992
-Mei91
-Namine23
Chi tra le ricordate:
-chiaretta1992
-lady marion
E infine chi tra le seguite:
-aliena
-chiaretta1992
-Hoschimi
-Kgm92
-leonedifuoco
-Mei91
-milla96
E ora le recensioni:
-chiaretta1992. Sono davvero
moltissimo contenta che ti piaccia questa storia. Penso che se quel
capitolo ti è piaciuto davvero così tanto, questo non ti
deluderà!! (o almeno lo spero!!). Anche a me piacciono molto i
poteri di Kita, ma anche quelli di Frensis!! Lo so... Mi ero fermata
sul più bello... Ma l'ho fatto apposta... Per la suspance!! XDXD
-Akira_Laura87. L'Ace
narratore, come hai detto te, l'ho scritto sia per logica, ma anche
perchè mi piaceva far capire come si sentiva, con letteralmente
le mani legate. Ma qua la situazione cambia... Perciò continua a
seguire miraccomando!! Bacio.
-akagami95. Mi piace molto
anche a me la parte in cui le sorelle insultano Sengoku. Mi sono
divertita molto a scriverlo!! E come ho detto a chiaretta l'ho fatto
per la suspance, intendo l'essermi fermata sulla spiegazione. Mi
raccomando continua a seguire. Bacio.
8- Libertà
-La
spiegazione è molto semplice... Io, come molti dei presenti, ho
mangiato un frutto del diavolo. Più precisamente il frutto
Neutro-Neutro. A chi lo mangia dona dei poteri per lo più di
difesa, perchè mi rende neutrale a qualsiasi cosa, come se
avessi e
creassi uno scudo indistruttibile. Ma non illudetevi... Sono
capacissima di attaccare anche io.- Risposi.
-Ma se è un tuo scudo... Come hai fatto a proteggere tua sorella?- Chiese allora l'ammiraglio.
Ecco... E adesso cosa gli avrei raccontato? Di certo non gli potevo
dire la verità. Tutti stavano aspettando una risposta che non
arrivò.
-Visto che non si decide a dirlo lo farò io.- Disse a voce alta Sengoku.
No. Non poteva farlo! Lo fulminai subito cercando di persuaderlo dal suo obbiettivo.
-Sapete chi sia la madre di queste due?- Continuò.
-Mi spieghi cosa diavolo c'entra adesso la madre?!- Chise furioso ed impaziente Aokiji.
-Stai calmo... E' pertinente alla storia. La loro madre è la famosa studiosa Cristen. Ella
è riuscita a continuare gli studi del padre, facendo una
grandissima e importante scoperta. E' riuscita a controllare al meglio
il suo cervello e... perfino quello degli altri. Infatti riesce a
leggere, comunicare e spostare oggetti con la sola forza del pensiero.-
-Ma che diavoleria è mai questa? Ne avevo sentito parlare di
queste doti, ma credevo che fosse solo fantasia o al massimo delle vecchie leggende...- Disse Aokiji.
-Smettila....- Bisbigliai. Non potevo permettergli di continuare a
parlare di ciò che mia madre era in grado di fare. Ci eravamo
impegnati a mantenere il segreto con tutti gli abitanti della nostra
isola, altrimenti quegli stupidi marines l'avrebbero catturata per utilizzarla
come una specie di cavia da laboratorio. Adesso non poteva continuare a
peggiorare la situazione.
-Credo che sia genetico. Il padre di Cristen capì di avere queste doti,
perciò studiò per riuscire a svilupparle al meglio. Ma
purtroppo morì prima di terminare la ricerca, lasciando tutto ciò che aveva scoperto alla figlia.-
-Adesso basta!!! Codardo!!!! Non hai nemmeno le palle di dire tutta la verità!!!!-Dissi furibonda.
-La verità? La stò dicendo!- Mi rispose a tono.
-No! Hai detto che mio nonno è morto!! DI' CHI L'HA UCCISO!!!- Gridai.
-E' morto di una malattia.- Rispose calmo.
-Bugiardo!!- Dissi ormai in lacrime provocate dalla rabbia che avevo da
molto, molto tempo. -Sei stato tu!!! Avevi paura che questa
eccezzionale scoperta potesse compromettere la normale vita.
Così hai scelto la strada migliore da fare... Uccidere la
fonte!! Per colpa tua io e Kita non abbiamo mai potuto
conoscere nostro nonno!!! E tutta la famiglia abbiamo dovuto
vivere come dei delinquenti, nascondendoci da tutti e tutto!!! Sai
quanto sia difficile dover mentire su chi sei realmente alle persone
che ami?! Sei soltanto un bastardoooo!!!!- Volevo ucciderlo. Tremavo
dalla voglia di farlo.
Prima mi lanciò uno sguardo furente dalle offese appena
ricevute, poi continuò come se non avessi mai aperto bocca.
-Credo che entrambe le sorelle abbiano aquistato questi poteri e che siano in grado di applicarli in varie forme. Ecco come ha
fatto a proteggere la sorella. Ha spostato con il pensiero parte del
suo scudo.-
-ORA BASTA!!!!- Stavo per scattare. Mia sorella stava cercando di
aprire un dialogo mentale per convincermi a non agire ma era troppo
tardi.
Ormai, ero uscita allo scoperto. Potevo ucciderlo facilmente, vendicandomi di mio nonno.
-NOOOOOOOO!!!!! NON LA TROVO PIUUUU'- La voce disperata di Rufy mi fece distrarre dal mio intento.
-Oh no!!- Disse Kita che aveva letto nel pensiero di Rufy.
"Hei Kita. Cosa ha fatto Rufy?" Comunicammo mentalmente dato che potevamo farlo solo tra noi.
"Quell'idiota!! E' sempre il solito!!! Ha perso la chiave delle manette di Ace che Hancock gli aveva dato".
"Cosa??? Questa non ci voleva. Vorrà dire che ci penso io. Però mi dovrai tenere a bada Aokiji. Pensi di riuscirci
sorellina?"
"Certo!! Sarà un vero piacere spaccargli quell'odiosa faccia che si ritrova"
"Non avere pietà. Lascerò il mio scudo attivo su di te. Ma ricorda che per ora è solo contro il ghiaccio"
"Ok. Grazie Frensis, così mi divertirò come si deve senza che lui mi possa far niente" fece un sorriso.
Kita si preparò. Dalle mai le spuntò una grossa bolla
d'acqua che aveva preso dall'oceano. Era tonda, come se fosse rinchiusa
in un grosso palloncino controllato da lei.
-E tu cosa credi di fare sottospecie di zingara?? Leggermi la mano??- La insultò Aokiji
arrogante. Brutta mossa. Non sapava cosa gli aspettasse. Ebbi un po'
pena per lui.
-Come mi hai chiamata??!!-
-Aokiji attento!!! Lei sa controllare tutto ciò che le sta intorno!!-
-Ma come diavolo fa?? Non dirmi che è colpa di sua madre!-
-No idiota!! Per tua informazione ho mangiato il frutto del diavolo
All-All che mi consente di controllare tutto!!- Kita finì la
frase gettandogli quella specie di bolla addosso. Ma prima che lo
colpisse, l'ammiraglio la congelò.
-Che cosa avevi intenzione di fare? Tutti sanno che io posso congelare
qualsiasi cosa. E di certo l'acqua è ciò che so trasformare
meglio! Anche ad occhi chiusi se desideri!!- Tutti iniziarono a ridere di Kita.
-Certo che lo so lurido scimmione. Era quello che speravo tu
facessi!- Rispose con un ghigno. Poi creò un potente getto
d'aria scaraventando il blocco di ghiaccio, ancora in aria, contro Aokiji riuscendo ad
atterrarlo.
Brava sorellina. Adesso mi concentrai. Visto che ero capace di spostare
qualsiasi cosa con il pensiero spostai me stessa, creando una sorta di
teletrasporto. Arrivai alla piattaforma di Ace. Prima che Sengoku se ne
accorgesse gli tirai un gran calcio scaraventandolo verso la parete
più vicina. Senza che Ace potesse dire niente, ormai zittito
dallo stupore limitandosi ad osservarmi ad occhi sgranati, mi
concentrai sulla serratura. In men che non si dica le manette si
aprirono ed Ace fu libero.
-Dai Ace. Alzati.-Gli dissi porgendogli una mano.
Lui mi guardò sempre con più sorpresa, poi spostò il suo
sguado verso i suoi polsi liberi e ancora su di me. Stavo per prenderlo,
per tirarlo su, ma lui fu più veloce di me.
Mi strinse forte in un tenero abbraccio togliendomi il respiro e
avvolgendomi dal calore che solo lui era in grado di darmi. Poi anche
io gli strinsi le braccia attorno e rimanemmo in quella posizione per
un minuto.
Con le guancie rigate da lacrime silenziose che scendevano dalla gioia, poggiai la testa
sulla sua spalla. Volevo che il tempo si fermasse in quel preciso
momento.
-Mi sei mancata davvero molto- Mi disse dolce -Sono contento di rivederti. Anche se non avrei voluto in queste circostanze.-
-Non immagini nemmeno quanto io sia contenta di rivederti sano e salvo! Temevo di non arrivare in tempo per salvarti.-
La nuvola di polvere che avevo provocato con quel calcio stava scomparendo.
-Ace!!!! Come hai fatto a liberarti??!!- Chiese allegro Rufy.
-COSA??? Ace è libero??- Si domandarono stupiti molti.
-In realtà è stata Frensis. Anche se non so con precisione come.- Aggiunse voltandosi e sorridendomi.
-Emm.. Ho usato la forza del pensiero e sono riuscita a far scattare la serratura delle catene.-
-Grande sorellona!- Gridò Kita che aveva lasciato un po' di tempo all'ammiraglio per riprendere fiato.
-Adesso cosa avete intenzione di fare??- Disse Rufy. -Venire a darci
una mano o rimanere abbracciati per tutto il tempo?- ODDIO! Eravamo
ancora l'una tra le braccia dell'altro! Sciolsi svelta l'abbraccio,
rossa di vergogna. Con la coda dell'occhio guardai verso Ace. Era
completamente a suo agio. Di certo lui era abituato a questo genere di
cose. Chissà quante ragazze gli saranno corse dietro!
Non ci volevo pensare. Il solo pensiero mi faceva stare male, anche se
non sapevo il perchè. Non dovevo prendermela così, visto
che per lui eravamo solo buoni, forse ottimi amici.
Sengoku si rialzò lentamente e venne verso di noi. Ace si mise
davanti a me, impedendomi di sorpassarlo con un braccio. Ero pronta a
difenderci da qualunque genere di attacco avesse usato, tranne
l'ambizione. Era l'unico mio punto debole, come d'altronde quello di
tutti.
Il grande ammiraglio stava per attaccarci ma venne fermato da Akainu.
-A quanto ho capito tutti e quattro costituite una grande minaccia per
l'intera umanità. Perciò questo posto sarà la
vostra tomba, non vi permetterò di andarvene.- Disse
l'ammiraglio di magma.
-Questo lo dici tu.- Lo minacciò Ace.
Akainu si preparò all'attacco: fece diventare l'intero braccio
di magma, che diventava sempre più enorme.
Stava per sferrare un
pugno contro di noi. Con quel suo ghigno odioso, insopportabile si guardò intorno
fermandosi con lo sguardo verso Rufy.
-Anzi no. Voglio che Ace soffra. Dovrai guardare tuo fratello morire!-
Detto questo si scagliò verso Cappello di Paglia. Oh No! Rufy!!
Devo attivare lo scudo verso di lui!!
"Kita c'è un contrattempo. Mi dispiace ma per un po' dovrai
cavartela senza scudo. Serve a Rufy. Pensi di farcela?" Le dissi
mentalmente.
"Certo, nessun problema, anche perchè qui ho quasi finito!"
Mi girai verso mia sorella e notai con felicità che aveva quasi
messo k.o. l'ammiraglio ormai esausto e barcollante. Proprio allora vidi che sferrò l'ultimo
colpo scaraventando l'uomo ormai privo di sensi a chilometri di
distanza.
Poi corse in nostro aiuto.
-LASCIA STARE MIO FRATELLO!!!!- Gridò Ace infuriato. -Rufyyyy!!! Scappa!!-
Rufy, orgoglioso come sempre, si mise in posizione per attaccare -Gear
Second- Disse e del fumo gli uscì da tutto il corpo. Che strano.
Forse era una sua tecnica.
Poi mi concentrai perchè l'ammiraglio si fece davanti a Rufy.
Attivai il mio scudo. Ma con la sola forza del pensiero era debole.
Così allungai il passo. Dovevo andargli vicino.
-AAAAHHHH- Gridò l'ammiraglio scaraventandosi contro. Ma trovò la mia barriera che lo bloccò.
Sentivo una fortissima pressione. Non ce la facevo più. Dovevo avvicinarmi.
-Non ce la farai a proteggerlo con la sola forza del pensiero!!- Mi provocò l'ammiraglio.
"Sorellina... Ho bisogno di una mano"
"Dimmi... Di qualunque cosa si tratti"
"Devi distrarre l'ammiraglio. Ma non ti avvicinare a lui. E' troppo
pericoloso e devo proteggere Rufy. Devo avvicinarmi il più
possibile a lui altrimenti non resisterò ancora per molto"
"Ok... Avevo in mente giusto un piano"
Ace stava lanciando fiammate contro Akainu ma peggiorava solo la situazione. Infatti il suo fuoco aumentava la sua massa.
-Ace!! Basta! Così peggiori solo le cose! Lascia fare a noi!! Abbiamo un piano!!-
-Ma..- Ribattè.
-Niente ma... Ti fidi di noi giusto?-
-Si ma era una promessa... Devo occuparmi io di lui!!-
-E' vero... Ma ricordi cosa mi hai detto prima di partire? Di prendermi
cura io quando tu non ci sei... Perciò se non ci riesci è
compito mio!!- Lui rimase a guardarmi perplesso. Ma smise di
lanciare fiamme.
Kita controllò un'ondata d'acqua che era diretta ad Akainu. Perfetto!
Poi lanciò il suo violento getto appena creato. L'acqua
arrivò all'uomo ormai tutto di magma ma non successe nulla.
-Cosa credevi di fare mocciosa?? Non lo sai che il magma non si spenge?- Disse arrogante.
-Certo che lo so.- Poi del vapore invase tutta la zona circostante. -Era proprio questo il mio intento.-
Akainu continuò a fare pressione sullo scudo. Ma lentamente la
sua forza diminuiva: anche se non poteva spegnerlo l'acqua lo
indeboliva, e con quella nebbia era fuori orientamento e non si trovava
a proprio agio.
Riuscii ad arrivare da Rufy. Appena mi vide spalancò la bocca
per dirmi qualcosa. Lui e la sua dannata linguaccia! Glielo impedii
subito tappandogliela con una mano.
Poi feci cenno ad Ace di venire, prima che la nebbia fosse sparita. Anche
Kita si fece vicino a me. Bene! Avevo tutti sotto la mia protezione.
-Ragazzi... Dobbiamo combattere... Ma contro Akainu abbiamo poche
possibilità perchè non possiamo toccarlo ne avvicinarci
troppo se non sotto la mia barriera. Perciò dovrò usare
il mio asso sulla manica.-
-Grande! Hai perfino un'arma segreta!! Sei mitica Frensis!!- Disse entusiasta Rufy.
-Non lo sapevo questo!- Sbuffò Kita -Perchè non me lo hai detto subito almeno la facevamo subito finita!-
-Perchè speravo che non fosse necessario. Vedete è una
tecnica che richiede moltissima energia, una volta sono perfino
svenuta. E' per questo che speravo di non la usare.-
-Se la mettiamo così non se ne parla- Disse convinto Ace.
-Ma è la nostra unica possibilità! Contro Akainu non ce
la faremo mai se non la metto in pratica. Perciò non ammetto
discussioni!-
Ace sapeva che avevo perfettamenta ragione. Così, anche se a malavoglia accettò di ascoltarmi.
La nebbia si diradò.
CONTINUA
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Capitolo 9 *** Sofferenze ***
cap 9
Ed
eccoci arrivati al nono capitolo. Devo prima di tutto scusarmi per il
ritardo ma ho avuto problemi tecnici con la connessione a Internet.
Spero però che riesca a farmi perdonare con questo capitolo. Mi
devo inoltre scusare per la sorpresina che c'era nell'ultimo capitolo,
perchè ho constatato solo ora che non la apre nemmeno a me.
Cercherò di rimediare in futuro!! =)
Volevo poi ringraziare tutti coloro che hanno messo la storia tre le preferite:
-chiaretta1992;
-Mei91;
-Namine23.
Poi quelli che l'hanno messa tra le ricordate:
-chiaretta1992;
-lady marion.
E quelli che l'hanno messa come seguita:
-chiaretta1992;
-aliena;
-leonedifuoco;
-Hoshimi;
-Mei91;
-milla96;
-Kgm92.
Ma ringrazio anche coloro che leggono solamente la storia!
Ed ora passiamo alle recensioni.
Devo dire che questa volta sono rimasta un po' delusa: solo 2
recensioni. Vabbè forse è colpa mia, se non vi piace il
capitolo ma cercherò di migliorare. Promesso! =)
-agakami95: ti ringrazio davvero se ti è piaciuto così
tanto il capitolo. Mi dispiace se ti è sembrato un po' surreale
l'attacco contro Aokiji, ma ero a corto di idee. Questa volta ho
cercato di amplificare al massimo la mia storia. Spero che questa volta
vi piaccia! Continua a seguirmi! Un bacio!
-chiaretta1992:Wow che entusiasmo! Ho notato che questo capitolo ti
è particolarmente piaciuto e spero chq questo nuovo non ti
deluderà. A me sinceramente piacciono più i poteri di
Frensis! Forse perchè mi ci rispecchio di più. E' si! Ace
e Frensis stanno troppo bene insieme. Anche io vado matta per lui! E'
troppo bello!! Comunque torniamo alla realtà. Continua a
seguirmi e buona lettura! Bacione!
Ed ora buona lettura a tutti! =)
9- Sofferenze
Stavo all'erta... Aspettavo di vedere l'obiettivo, concentrandomi sempre più.
Una
volta che la nebbia scomparve ci trovammo di fronte l'ammiraglio Akainu
con il suo sorriso sempre strafottente ma dove riuscivo a scorgere un
velo di disagio. Forse perchè aveva capito che avevamo un piano.
-Ma allora non capite?? Potete escogitare qualunque cosa, contro di me
non avrà alcun effetto.- Speravo con tutta me stessa che si
sbagliasse. Non ero molto sicura della mia arma segreta anche
perchè era ancora in sperimentazione. Ma d'altronde era la
nostra unica chance. Ci dovevo credere a tutti i costi. Arrivati fin
qui non potevo permettere che ci uccidessero tutti. I nostri sacrifici
sarebbero stati vani.
-Questo lo dici te...- Disse Ace sicuro, con le mani in fiamme.
Proiettai la barriera verso Kita, dando cenno ad Ace che poteva
procedere. Poi resi immune dal fuoco le braccia di Rufy. Intanto Ace
dava fuoco a mia sorella che, ovviamente non provava alcun dolore
nè
calore grazie a me. Avevo la fronte velata di sudore tanto enorme era
lo sforzo, ma ce la potevo fare. Avevo sopportato di peggio.
Rufy si preparò. Kita, che ormai era scomparsa nelle fiamme, le
alimentò concentrando l'aria attorno a se e, Rufy, con abile
mossa la scaraventò verso l'ammiraglio. Era diventata un vortice
di fuoco.
Eravamo una bella squadra dopotutto.
Anche se accadde tutto molto velocemente, l'ammiraglio
stupito, riuscì a evitare l'attacco. Cavoli, non ci voleva
proprio. "Kita cosa facciamo adesso? Non ho altre idee" la contattai
mentalmente per non farmi sentire. "Non lo so, non mi viene in mente
niente" rispose. Eravamo davvero nei guai.
-E' tutto qui quello che sapete fare?? Se è così,
è meglio se lavorate nel circo. E' stato un bello spettacolo in
fin dei conti! Ahahaha- Risuonò la risata fragorosa
dell'ammiraglio tutt'intorno a noi.
-Maledetto ammiraglio dei miei stivali. Ora ti faccio vedere io cosa sa
fare un pagliaccio!!- Urlò Rufy e si catapultò
all'attacco. -NOOO- Gridammo io ed Ace all'unisono. -Gear Third- Disse
e si gonfiò la mano facendola diventare enorme. Troppo tardi.
Sferrò il suo attacco. Quel ragazzo non era per niente cambiato.
E' sempre stato troppo impulsivo per i miei gusti e devo ammettere che ha delle mosse davvero strane.
Era perfino diventato piccolo. Non ci potevo credere. Ora si che le avevo viste tutte.
L'ammiraglio schivò il colpo con estrema facilità e lo
immobilizzò, prendendolo per il collo. Rufy, che intanto era tornato delle sue dimensioni naturali, cercava in tutti i
modi di liberarsi ma ogni suo tentativo era vano.
-Agitarti è inutile. E' arrivato il tuo momento. Ho deciso!-
L'ammiraglio stava trasformano l'altro braccio libero in magma per attaccarlo.
Poi accadde una cosa che lasciò tutti a bocca aperta, perfino
noi che eravamo rimasti immobili a guardare l'attacco troppo
impulsivo di Cappello di Paglia.
L'imperatrice Pirata Boa Hancock sferrò un calcio ben piazzato
in faccia ad Akainu, che non troppo sospreso, lasciò andare Rufy
per pararsi. Aveva usato l'Haki, ecco perchè era riuscita a toccarlo.
-Lascia stare il mio adorato!- Gridò Hancock. -Non ti devi
azzardare mai più a fare una cosa del genere. Sono talmente
arrabbiata che non mi riconosco più.-
-Cosa credi di fare? Ti stai forse mettendo contro la marina per
proteggere questo pirata??- Chiese sdegnato l'ammiraglio. -Lo sai che
puoi perdere il tuo posto nella Flotta dei Sette?-
-Non mi importa. E poi a me viene perdonato tutto perchè...... IO sono
bellissima.- Disse con voce troppo mielosa. Tanto che tutti i marines
che assistevano caddero ai suoi piedi con gli occhi a forma di cuore.
Ace accanto a me si inginocchiò, facendomi spaventare
moltissimo. Mi piegai verso di lui e spostandogli il viso per
assicurarmi che non si fosse fatto niente, vidi che era conciato come i
marines. Non ci vidi più dalla rabbia. -MA TI SEMBRA IL MOMENTO
DI SBAVARE DIETRO QUELLA LI' MENTRE NOI STIAMO TUTTI RISCHIANDO LA
VITA?- Gli urlai nell'orecchio, dandogli un bel pugno in testa.
Per questo non la sopportavo proprio quella Hancock!!
"Già... Hai proprio ragione sorellina!! Quella la è proprio una smorfiosa!!" Concordò Kita.
"Hei Kita! Smettila di leggermi nel pensiero!!" La sgridai.
"Non è colpa mia!! Sai è difficile ignorare chi stà urlando!"
-Scusami davvero, ma mi sono distratto un attimo e non ho resistito.- Si scusò subito Ace, ritornando in se.
Nel frattempo l'imperatrice e Akainu stavano ancora parlando.
-Se tocchi ancora Rufy, te la dovrai vedere con me.- Lo minacciò Hancock.
-Bene allora preparati, perchè non mi fanno nessuna paura le tue minacce.-
Anche se mi stava antipatica, dovevo chiederle di aiutarci. Era l'unica
che poteva distrarlo quel tanto che basta per potermi concentrare.
"Kita... Dobbiamo chiederle di darci una mano... A quanto ho capito
è pazza di Rufy, perciò se le diciamo che ne vale la sua
incolumità penso proprio che non potrà rifiutare!"
"Uffaa!! Hai ragione... Ma non voglio farlo io!"
"E va bene piagnucolona! Ci penso io."
-Hei Imperatrice Pirata! Abbiamo bisogno del tuo aiuto!- La interruppi poco prima che partisse all'attacco.
Si voltò -E cosa ti fa credere che accetterò, sciacquetta da quattro soldi?-
Fu Ace a parlare prima di me. -Come osi chiamarla così!?-
-Io faccio quello che mi pare!! Non prenderò di certo ordini da voi!-
L'ammiraglio assisteva alla scena sbigottito.
-Ora bastaaaa!!- Si lanciò all'attacco verso di Rufy.
Come prima Hancock parò il colpo di Akainu che rimbalzò indietro per l'enorme spinta causata dall'Haki.
-Allora? Sei sicura che non ci vuoi aiutare? Nemmeno se c'è la vita di Rufy in ballo??- Dissi.
A quella parole l'imperatrice si bloccò e si voltò verso di noi, con occhi sgranati.
Ma si riprese subito. -Va bene. Se è della vita del mio amato
che stiamo parlando ci stò. Però ad una condizione, io
proteggerò solo Rufy. O al massimo Ace visto che lui ci tiene
così tanto.- Affermò infine.
-Non potevamo chiedere di meglio... Noi sappiamo badare a noi stesse,
ma abbiamo bisogno di più aiuto possibile.- Rispose Kita.
Nel frattempo Akainu si rialzò per riprendere il suo attacco.
Noi intanto avevamo chiarito con la nostra nuova alleata cosa doveva
fare. Io dovevo solo concentrarmi per sferrare il mio asso nella
manica, mentre Ace si preoccupava della mia incolumità.
Tutti si diedero da fare per consentirmelo. Infatti, Kita, Rufy ed Hancock si prepararono allo scontro con l'ammiraglio.
Chiusi gli occhi cercando di focalizzare con il mio potere il
bersaglio, dimenticandomi di tutto quello che succedeva intorno a me. Era tremendamente difficile visto che
c'era un'enorme quantità di persone, tanto che facevo fatica a
riconoscere la mia arma segreta.
Ma alla fine la individuai. Aspettando il sengnale di attacco di Ace, ne amplificai la potenza.
Ero stanchissima, ma alla fine ce l'avevo fatta! Avevo creato una sorta di corda neutrale.
-Ora Frensis!!!- Urlò Ace che mi stava difendendo dai marines che tentavano di fermarmi.
Aprii gli occhi di scatto. Fu molto veloce: nello stesso istante in cui
riuscii a capire la situazione lanciai il mio attacco verso Akainu in
ginocchio.
Lo avvolse strettissimo. Non riusciva a muoversi. Sorrisi del mio successo e l'ammiraglio se ne accorse.
-Cosa mi hai fatto razza di strega!!!! Toglimi di dosso qualunque cosa sia!!!-
Non eseguii di certo i suoi ordini, ma lui pensava di si visto che
quella corda stava lentamente entrando nel suo corpo, rilasciandolo
della stretta micidiale.
-Allora ti sei decisa ad ascoltarmi! Ahahah! Ma questo non ti
salverà visto che ho deciso che sarai tu la prima a soccombere!-
Con le poche forze rimaste, l'ammiraglio si rialzò in piedi a fatica e si gettò contro noi.
Proprio mentre arrivò davanti a me, Ace si mise in mezzo con la mano infuocata.
-Fatti da parte ragazzino!!!!- Urlò Akainu. Quello era il tipico
momento in cui il suo braccio si sarebbe trasformato in magma, ma non
lo fece. L'ammiraglio di magma con gli occhi sgranati per lo stupore
misto a paura, si accorse di quello che gli era successo, ma prima che
potesse parlare, Ace, senza pensarci due volte, lo stese con un solo
colpo potentissimo.
Ce l'avevamo fatta!!!!
-M...ma che diavolo è successo???- Si chiesero tutti stupiti.
Caddi in terra stremata per l'enorme sforzo. Stavo ansimando quando Ace
venne ad abbracciarmi e a ringraziarmi: -Grazie di tutto Frensis!! Sei
stata fantastica!- Mi disse con un sorriso a trentadue denti.
In preda alla vergogna mi affrettai a rispondere, sciogliendomi dalla
stretta. -Non mi ringraziare ora. Non è ancora finita. Siamo
sempre in pericolo.-
-Mi spieghi cosa sarebbe successo??- Mi sentii tutti gli occhi dei
presenti addosso. I miei amici attendevano una spiegazione e forse ne
avevano il diritto. Così decisi di parlare.
-La spiegazione è semplice: ho usato la funzione del mio potere
al contrario. Invece di difendermi dai poteri degli altri, ho isolato
il suo nel suo corpo. In questo modo noi eravamo al sicuro; era come se
fosse un normalissimo uomo che non ha mangiato il Frutto del Diavolo.
E' per questo che quando ci voleva attaccare con il suo pugno di magma
non ci è riuscito!- Dissi con il fiato corto. Ero ancora
ansimante seduta per terra.
-Woooooooooow!! Ma sei fortissima!!- Mi elogiò Rufy.
-Già! Si vede proprio che siamo sorelle!!- Rispose Kita.
-Non penserete di cavarvela così facilmente sciocchi
ragazzini??- Era Sengoku che stava parlando mentre si era avvicinato al
nostro campo di battaglia. -Non vi lascerò scappare!- Disse su tutte le furie. Oh no! Non
ci voleva lui. Almeno non ora che non riuscivo nemmeno a stare in
piedi.
Fu molto veloce: attaccò Rufy, ferendolo ad un braccio. Dolente
in terra, si dimenava e urlava. Aveva usato l'Haki il grandammiraglio,
ecco perchè era riuscito a ferirlo.
Mi sentivo davvero impotente. Non ero riuscita a fare niente, nemmeno a
muovere un muscolo per cercare di preoteggere un mio amico. Queste
sensazione le provavano anche Ace e Kita, che alla vista di Rufy
ferito, scattarono assieme ad Hancock.
Non riuscii a vedere come andò a finire. Un dolore lancinante
alla gamba destra mi annebbiò la vista. Riempii i polmoni e
cacciai un urlo terrificante. Non la sentivo più.
Non vedevo altro che nebbia.
L'ultima cosa che riconobbi era il volto offuscato di Ace che era corso da me preoccupatissimo.
Poi tutto tacque. Il nero scuro incombeva su di me.
Il mio corpo non era riuscito a sopportare altro dolore.
CONTINUA
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Capitolo 10 *** Diversivi ***
cap 10
Ed
eccoci arrivati al decimo capitolo. Mi scuso per il giorno di ritardo
ma devo dire che ultimamente ho il blocco dello scrittore. Non mi viene
in mente niente da scrivere. Speriamo che dopo passi. Comunque ci
tenevo a dire che nel capitolo precedente mi sono ispirata al manga per
la scena con Hancock. Spero davvero che vi piaccia e che si capisca la
dinamica della guerra. Non sono molto sicura di questo. Vabbè
speriamo bene!
Ed ora passiamo ai ringraziamenti:
vorrei ringraziare coloro che hanno messo la storia tra le preferite:
-chiaretta1992;
-Mei91;
-Namine23.
Coloro che l'hanno messa tra le ricordate:
-chiaretta1992;
-lady marion;
-ladylala.
Tutti quelli che l'hanno messa tra le seguite:
-chiaretta1992;
-leonedifuoco;
-aliena;
-Hoshimi;
-Kgm92;
-Killy;
-Mei91;
-milla96.
Coloro che mi hanno aggiunto tra gli autori preferiti:
-chiaretta1992;
-claymoreelen.
Ed infine tutti quelli che leggono e seguono solamente la storia.
Ed ora passiamo alle recensioni.
-Killy: non ti preoccupare se hai recensito anche il capitolo
precedente. Anzi mi fa molto piacere avere una nuova fan. Devo dire che
mentre scrivevo la scena di Ace che sbavava per Hancock ridevo pure io
immaginandomela. Per fortuna è intervenuta Frensis con il suo
pugno magico.
Sono contenta che ti piaccia la storia. Mi raccomando continua a seguirmi. Bacione! =)
-agakami95: wow che entusiasmo. Sembra che questo capitolo ti sia
piaciuto e ne sono veramente felice. Le idee mi sono tornate ma non
molte. Boh speriamo che per i prossimi capitolo abbia più
spunto. E poi ti volevo ringraziare visto che dall'inizio hai sempre
recensito la mia storia. Mi fa piacere!! Buona lettura! Un bacione! =)
-chiaretta1992: grazie mille per la bella recensione. Sono contenta che
la mia storia ti creii una sorta di dipendenza. E grazie infinite per
avermi aggiunto tra gli autori preferiti. Comunque spero davvero che
questo capitolo non ti deluda. Quindi buona lettura! Continua a
seguirmi! Un bacione! =)
Ed ora buona lettura a tutti! =)
10-Diversivi
Non
riuscivo a crederci. Lei era lì, inerme e distesa in terra, ed
io non ero riuscito a fare niente per evitarle altre sofferenze.
Dopo che era riuscita a salvarmi. Me, il figlio del Mostro. No era diverso. Ci aveva salvati tutti.
L'unica cosa che avevo sentito, mentre mi dirigevo all'attacco verso
Sengoku, era stato l'urlo terrificante di Frensis. Non ero riuscito a
vedere chi o cosa l'avesse scatenato. Mi ero solamente precipitato
verso di lei, vedevo che i suoi occhi erano presenti, ancora per
poco. Li chiuse infatti dopo qualche istante, che mi parve
interminabile.
Il respiro mi si bloccò in gola. Era forse morta? Subito mi
protesi verso di lei per ascolatrne il battito cardiaco. Il suo cuore
batteva! Allora non era morta. Per fortuna era solo svenuta.
-Mmmm, che peccato. Avevo mirato al petto.- Disse una voce calma.
Mi voltai lentamente, per assicurarmi che avessi sentito bene. Avevo
ragione: era stato Kizaru che l'aveva colpita alla gamba con un raggio
di luce, immaginai.
- Come hai osato? Sei solamente un bastardo!- Sputai quelle parole con decisione. -Non
solo hai colpito una persona a me cara e per di più una ragazza,
ma sei anche stato scorretto colpendo un avversario stremato a terra
e di spalle!- Ero davvero furioso.
-Non mi importa niente di correttezza e regole. In guerra tutto
è permesso. E poi non era poi così forte se ad un singolo
colpo è svenuta.- Insinuò l'ammiraglio di luce, arrogante.
-Non ti permetto di parlare di Frensis a quel modo. Le devo tutto: sia
la mia vita che la mia libertà. E' grazie a lei che sono ancora
qui.-
-Che dolce che sei. Solo un rammollito come te, Portuguese D. Ace,
potrebbe parlare in questo modo. Perciò ora vado a riscuotermi la
sua taglia.- Così dicendo si stava avvicinando a Frensis.
Un colpo ben piazzato, lo colpì in pieno viso. Ma come era possibile se era fatto di luce?
Poi vidi chi l'aveva sferrato: era Kita che su tutte le furie ansimava
per lo sforzo incredibile.
L'unica possibilità che aveva per mettere un uomo di luce k.o. era l'ambizione.
Possibile che anche lei avesse sviluppato l'Haki? Le
sorelle Albats avrebbero dato filo da torcere a molti marines.
-Non ti azzardare a toccare mia sorella, lurido verme di luce! Svelto
Ace, prendi Frensis in braccio e portala via di qui. Non voglio che
nessuno la sfiori nemmeno con un dito.- Disse a denti stretti.
-Ok Kita, ma Rufy che fine ha fatto?- Dicendo questo, mentre stavo
prendendo la ragazza distesa in terra, mi voltai lentamente e guardai
attentamente la scena che ci faceva da sfondo.
Rufy era in piedi immobile mentre fissava Sengoku che stava discutendo
con qualcuno; all'inizio non ero riuscito a distinguere per bene la
figura così familiare che lo sovrastava. Solo dopo qualche istante lo riconobbi: era
Barbabianca che era entrato in scena. Eppure io non lo avevo nemmeno
visto. Forse perchè ero troppo preoccupato per Frensis, che ora
si trovava al sicuro tra le mia braccia. Questo pensiero mi fece subito
stare meglio. Ora nessuno le avrebbe tolto un capello, senza che se la
fosse presa con me, prima.
Un dettaglio mi distrasse dai miei pensieri: erano Rufy e Hancock che
stavano correndo verso di noi mentre lui si teneva il braccio ferito e
nello stesso tempo scansava con abilità i marines che cercavano
di fermarlo. Subito dietro di loro c'era Marco trasformato
completamente in fenice.
In un batter d'occhio era planato vicino a me.
-Hei Ace, porta tuo fratello e le ragazze, compresa Hancock, alla Moby
Dick. Lì staranno al sicuro. Qui ci penso io.- Affermò
deciso mentre fissava con sguardo di sfida Kizaru.
-Sei sicuro fratello? Stai attento, mi raccomando. Ti devo moltissimo, grazie!- Presi per mano Kita
e insieme a Rufy e all'imperatrice pirata, ci dirigemmo verso la mia
nave. Era da molto che non la rivedevo. Avevo lasciato tutti per
inseguire quel farabutto di Barbanera e ora i miei amici stavano
rischiano la vita per me.
Non mi meritavo il loro bene. Non avevo mai fatto niente per meritarmelo. Io
sono il figlio di Roger, non ho il diritto di avere tutto ciò.
-Ace ora che succederà? Come faranno Barbabianca e Marco,
insieme a tutti i tuoi compagni a raggiungerci sulla nave?- Mi chiedeva
Kita mentre mi liberava la strada dai marines, che cercavano di
fermarci.
-Non lo so, credo che dobbiamo creare una sorta di diversivo. Nelle
condizioni in cui sono messi ora, non ce la faranno mai a scamparla.
Meglio se ce ne andiamo tutti da qui.- Si era quello che ci serviva. Un
diversivo! Ma come avrei fatto? Dovevo pensarci meglio. E nel frattempo radunare tutti i miei compagni.
Dopo poco arrivammo alla nave. Non era stato poi così semplice
passare con tutti quei marines nel mezzo. Per fortuna Kita e Hancock
avevano spianato la strada. Boa Hancock non era la miglior persona di
questo
mondo, ma era pur sempre una nostra alleata, grazie a Rufy.
Svelto, sistemai Frensis in una cabina, chiamando con urgenza il nostro dottore
di bordo. Per fortuna era ancora sulla nave e iniziò subito a
curarla. Uscii dalla stanza, sollevato. Almeno ora poteva
ricevere delle cure. Mi era rimasta un'altra cosa da fare: radunare tutti e mettere in atto il mio piano.
Sul ponte vidi Rufy che nel frattempo si faceva bendare alla meglio
modo, il braccio da Hancock. Kita invece era a prua. Mi avvicinai
lentamente. Era ad occhi chiusi. Aspettai qualche istante ma vidi che
non dava nessun cenno di aprire bocca, così mi decisi a parlare.
-Kita mi spieghi cosa stai facendo?-
Mi rispose dopo qualche secondo. -Sto cercando di concentrarmi, per
mettermi in contatto con tutti i tuoi compagni o coloro che non siano
marines, per avvertirli dell'imminente fuga. O almeno tentavo di farlo,
prima che tu mi interrompessi.- Rispose a tono la ragazza. Aveva un bel
caratterino. -Sai ho scoperto da poco tempo che se mi concentro bene
riesco a comunicare con il pensiero anche con le altre persone che non sono
mia sorella.-
-Cioè tu mi vorresti dire che sei in gradi di farlo?? O mio dio,
ma è meraviglioso!! In questo modo potremo tutti salvarci e
scappare da questo orribile posto.- Stavo parlando troppo. Mi succedeva
sempre quando ero contento.
-Si, o per lo meno ci provo. Non sono molto allenata in questo.
Era più brava Frensis di me, parlava perfino con gli animali. Ora, per favore, mi puoi lasciar
concentrare per una decina di minuti. Saranno più che
sufficienti per collegarmi con le loro menti, così diverse e
riconoscibili da quelle dei marines.-
-Si, agli ordini signorina! Io vado a pensare al mio diversivo.
Dì loro di avvicinarsi il più possibile alla nave. Ah e
poi
fammi un segnale appena avrai finito!- Dissi deciso. Una
preoccupazione in meno. Il mio compito era diventato il diversivo che
ci avrebbe permesso la fuga. Doveva essere una cosa combinata, in modo
da non lasciare tempo ai marines di inseguirci. Ma cosa poteva
distrarre sia gli ammiragli che Sengoku?!? Un'idea
mi balenò in mente. Poteva davvero funzionare? Ormai non c'era
rimasto più tempo per rimuginare a lungo sulle cose. Dovevo
agire.
Con un balzo, scesi dalla nave e atterrai sulla punta dei piedi.
Prima
di tutto, diedi un'occhiata in giro: Marco si stava ancora battendo
contro Kizaru, sembrava uno scontro ad armi pari. Non riuscivo a dire
chi avrebbe avuto la meglio. Spostando lo sguardo notai che il Babbo
era ancora alle prese con Sengoku e che non stava avendo la meglio.
Sentii subito una fitta al cuore. Basta. Avevo causato fin troppo
dolore tra i miei cari ed era arrivato il momento che rimediassi a
tutto.
A malincuore distolsi lo sguardo dal combattimento, sopprimendo la mia
voglia di andare là e aiutare il Babbo. Non potevo, almeno non
ora. Dovevo trovare l'uomo che ci avrebbe permesso di scappare. Solo
così avrei potuto aiutarlo.
Una mano mi dette una pacca sulla spalla. Mi voltai.
-Rufy, che ci fai qui? Fila dritto sulla nave, che il dottore ti deve curare.- Dissi con decisione.
-Non ci penso proprio. Ho intenzione di darti una mano e niente mi farà cambiare idea.-
-Ok, se proprio ci tieni. Però ti avverto: se il diversivo
funzionerà, sarà bene che ti faccia trovare sulla nave altrimenti peggiorerai solo la situazione. Chiaro?-
-D'accordo fratello!-
-A proposito già che ci sei mi dovresti fare un favore. Dovresti
chiedere a Mr. 3, l'uomo di cera, se ci può aiutare. Ho in mente
un piano che spero vivamente riesca. E' la nostra ultima speranza.-
-Ok Ace, ma cosa gli devo dire precisamente?-
-Niente, te cercalo e mandalo da me. Ci penso io. Non ti preoccupare!-
-Ricevuto! Vado e torno.- Così dicendo corse verso Buggy e la
schiera di pirati che lo seguivano. Chissà perchè quella
massa di ex-prigionieri gli stavano alle calcagna. Un giorno di questi
avrei fatto una lunga chiacchierata con Rufy, in fondo mi doveva
raccontare un sacco di cose.
Mentre lo aspettavo mi guardai intorno: era tutto come prima. Sia Marco
che il Babbo stavano ancora combattendo. Dovevano resistere solo per un
po', dopo li avrei portati tutti in salvo.
Mio fratello tornò di corsa seguito da Mr. 3, che mi si avvicinò titubante.
-Cosa vuoi da me, Portuguese D. Ace? Non ho intenzione di mettermi nei pasticci per salvarvi.- Disse.
-Nemmeno se salverai anche te e i tuoi compagni di sventura?-
A quella proposta sembrò cambiare idea. Il suo viso si illuminò.
-Possiamo venire anche io e i miei amici veramente?-
-Ma certo!- Ribadii speranzoso che ci aiutasse davvero a scappare da tutto questo.
-Ok ci sto. Dimmi solo quello che devo fare.-
Ce l'avevo fatta. Avevo avvertito tutti. Mamma mia che fatica. Non mi
ero mai impegnata così tanto mentalmente. Ma ci ero riuscita.
Era quello l'importante.
Ora dovevo solo dare il segnale ad Ace, in modo che potesse mettere in atto il diversivo che ci avrebbe permesso di fuggire.
"Hei Ace io ho avvertito tutti. Quando vuoi, puoi iniziare. Qua siamo
tutti pronti." Gli dissi mentalmente in modo da non far scoprire a
nessuno il nostro piano.
Meccanicamente tutti i piarti di Barbabianca e quelli alleati si
avvicinarono alle navi. Vista da quassù sembrava come una
coreografia. Si mossero tutti assieme.
Vidi Ace che mentre, parlava con qualcuno, un carcerato mi pareva dalla
divisa, mi face un cenno per dirmi che aveva ricevuto il mio messaggio.
La figura che gli stava accanto non la riconobbi all'inizio, poi cercai
di aguzzare la vista. Ma certo. Era Mr. 3, l'uomo fatto di cera.
Chissà cosa avevano in mente quei due.
Non avevo tempo per pensare a loro. Mi diressi velocemente nella cabina
dove il dottore stava ancora curando Frensis. Era da quando era svenuta
che non la rivedevo.
Trovandomi di fronte alla stanza, bussai piano. Nonostante questo però una voce bassa mi rispose:
-Avanti.- Entrai e richiusi subito la porta alle mie spalle.
-Come sta dottore?- Chiesi preoccupata. -E' molto grave?-
-Purtroppo ancora non posso dirtelo con sicurezza. La gamba non
è poi così grave. Qualche settimana di assoluto riposo e
un po' di fisioterapia e tutto dovrebbe tornare apposto. E' lo sforzo
mentale che mi preoccupa. Si è sottoposta ad una fatica molto
più grande di lei. E per di più ha battuto la testa
cadendo; questa cosa potrebbe aver causato seri problemi. Ma questa
è solo una diagnosi approssimata. Mi serve qualche altra ora per
dirlo con sicurezza.-
Ascoltai quelle parole che mi penetravano nel cervello una ad una
lentamente e ognuna di esse sembrava come una coltellata. Davvero mia
sorella poteva avere dei seri problemi? No, non era possibile. Non ci
volevo credere. Lei mi aveva sempre protetto, fin da piccole, e ancora
una volta si era sacrificata per me. Per tutti noi.
Non era giusto. Dovevo essere io al suo posto. Dovevo essere io distesa sul lettino.
-Grazie dottore. Se ci sono novità le sarei grata di avvertirmi.
Io devo uscire un po'.- Dissi con voce fredda, quasi glaciale. Forse il
dottore se ne accorse, visto che mi lasciò andare senza dire
nulla, ma non me ne importava niente.
Non dovevo dire niente a nessuno. Non potevo dire niente. Avevano fin troppe preoccupazioni.
Adesso dovevo essere io a riuscire a portarla via da questo inferno. Stavolta dovevo essere io a salvare mia sorella.
CONTINUA
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Capitolo 11 *** Imprevisti ***
cap 12
Ed
eccoci al capitolo 11. Che dire... Posso solo anticipare che in qualche
modo questo è il capitolo decisivo per la fine di questa
guerra... Ops.. Ho già detto troppo =) Il seguito dovete
scoprirlo solo leggendo!! Miraccomado... Conto su tantissime
recenzioni!!
Intanto mi limito ai ringraziamenti.
Chi ha messo la storia tra le preferite:
-bunny65
-chiaretta1992
-leonedifuoco
-Mei91
-Namine23
Chi tra le ricordate:
-chiaretta1992
-lady marion
-ladylala
Chi tra le seguite:
-aliena
-Auron_san
-chiaretta1992
-Hoshimi
-Kgm92
-Killy
-leonedifuoco
-Mei91
-Miki Michaelis
-milla96
Chi mi ha aggiunto tra gli autori preferiti:
-chiaretta1992
-claymoreelen
Ed ora passiamo alle recenzioni:
-Akagami95. Ti ringrazio davvero tanto per la tua fedeltà!! Cmq,
la risposta a molti tuoi dubbi sarà questo capitolo. Anche io
spero che Ace la smetta con queste idee che nessuno gli voglia bene, ma
ormai fa perte del suo carattere... Forse chissà, qualcuno
riuscirà a cambiarlo...
-Killy. Grazie mille per i tuoi complimenti... Non sai quanto sia
contenta che questa storia piaccia anche all'autrice di una storiaa che
anche a me piace molto... Anke io mi devo complimentare.. E mi dispiace
se al contrario non te la recenzisco molto... Ma il problema è
che non ho molto tempo... A malapena ce la faccio a pubblicare altri
capitoli!! Questa scuola mi manderà al manicomio!! =) Comunque
continua a seguirmi! Un bacio.
-chiaretta1992. Come sempre ti ringrazio e non ti devi preoccupare per
la lunghezza della tua recenzione. Come ho già detto anche a
Killy nemmeno io ho molto tempo, perciò tranquilla. Miraccomando
continua a seguire! Un bacio.
11-Imprevisti
Non
avevo molto capito quale fosse il piano di Ace ma nei suoi occhi c'era
un'aria di sicurezza, che non misi in dubbio la sua efficienza. Non gli
avevo detto ancora di Frensis e di quello che mi aveva riferito il
dottore. Non doveva saperlo ora che potevamo fuggire da quell'inferno.
Se ne veniva a conoscenza il piano sarebbe andato in fumo, a causa
della sua impulsività. Pur non essendo fratelli di sangue, Ace e
Rufy si assomigliano molto caratterialmente.
Il mio compito ora era quello di difendere la nave dagli attacchi. Non
era poi molto difficile visto che tutti gli attacchi che subivamo erano
cannonate che potevo controllare con l'aria che le
circondava.
Spesso infatti le palle tornavano indietro ai legittimi proprietari, come boomerang.
Poi con la coda dell'occhio notai che Ace e Mr. 3 stavano ancora confabulando.
Speravo davvero che l'idea di Ace funzionasse, altrimenti eravamo spacciati. Era la nostra unica speranza.
Nel frattempo i pirati di Barbabianca, insieme a tutti gli altri che
stavano dalla loro parte, erano quasi tutti saliti sulla Moby Dick e
sulle loro rispettive navi. A questo punto doveva succedere qualcosa,
altrimenti ci avrebbero fermato. Ma cosa stavano aspettando? Stavamo
rischiando già moltissimo a trattenerci là, senza una
vera e propria difensiva. Io ero molto affaticata per lo sforzo mentale
affrontato per avvertire tutti ed ora la difesa della nave non è
che migliorava molto le mie condizioni. Non avrei retto ancora per
molto.
Poi finalmente qualcosa accadde. Una specie di sostanza bianca, di una
consistenza densa stava avanzando a terra lentamente verso i marines.
Ma che diavolo era? Non avevo mai visto una cosa del genere.
Si stava sempre di più allargando e man mano che avanzava,
bloccava le caviglie di coloro che si trovavano nel suo cammino.
Ma certo! Era cera. Ecco a cosa serviva Mr. 3. Ma perchè non ci
avevo pensato prima? Non era poi così difficile da capire.
Tutti i pirati sopravvisuti erano tornati alle proprie navi e
assistevano come me allo spettacolo. Era davvero una soddisfazione
vedere quei marines bloccati che stavano imprecando, mentre noi stavamo
per andarcene.
Mr. 3 stava completando il piano di Ace in modo eccezionale. Loro
furono gli ultimi due a salire sulla Moby Dick. O almeno sembrava a me.
-Hei, dove sono Marco e il Babbo?- Chiese Ace a Jaws, mentre stavano
facendo mente locale per capire quale fosse la mossa successiva.
-Non lo so. Non li ho visti salire sulla nave. Forse saranno ancora a terra!-
Entrambi si precipitarono sul parapetto per assicurarsi che fosse solo
una brutta supposizione, ma rimasero impietriti. Io li raggiunsi in un
secondo. Focalizzai là, dove i loro sguardi erano diventati
assenti e freddi.
Marco e Barbabianca erano ancora nella baia. Erano entrambi in piedi che stavano discutendo con qualcuno.
O mio dio. Ma quello era.. No non ci potevo credere. Cosa ci faceva qui
quel farabutto di Barbanera. Non gli bastava aver causato questa
orribile guerra? Era proprio un bastardo.
Ace scattò. -Non posso starmene qui, mentre loro si battono ancora una volta per me.-
Mi precipitai per fermarlo e lo strattonai per un braccio.
-No! Ace non puoi! Non puoi fare questo a Barbabianca. Lui non vorrebbe
che rischi ancora una volta la tua vita per uccidere quel farabutto di
Teach. Non ne vale la pena. E poi se muori tutti i tuoi compagni che
hanno combattuto per te, saranno morti invano. Non lo fare ti prego!-
Dissi convinta. Era vero. Barbabianca non avrebbe voluto che rishiasse
di nuovo la sua vita.
-Ma devo! Non li posso lasciare lì.- Disse con le lacrime agli
occhi. Non lo avevo mai visto piangere. Perfino da piccolo non piangeva
mai per dimostrare che era forte. Ed ora era lì davanti a me,
sembrava così fragile. -Ti prego lasciami andare.-
Lo abbracciai. -No Ace, non posso. Fallo per me, per Barbabianca, per
Rufy, per i tuoi compagni. Fallo per Frensis. Pensa a lei!-
A quelle parole sembrò svegliarsi. Sciolse l'abbraccio e, anche se a malincuore, si diresse verso il timone.
Lo seguii. -Senti, io mi metto in contatto con Marco per sapere che
succede. Se mi dice qualcosa di importante te lo riferisco subito
d'accordo?-
Annuì, ma non disse niente.
Aveva bisogno di stare solo. Se ci fosse stata mia sorella di sicuro
avrebbe reagito in maniera diversa. Speravo che guarisse presto. Lo
speravo con tutto il mio cuore. Con lei era tutto più semplice.
Nel frattempo mi allontanai per
concentrarmi e tornai là dove avvistai la scena.
Vedevo qualcuno che era in ginocchio. Misi a fuoco la figura. Ma era Kizaru! Che ci faceva in terra?
Poi aguzzai lo sguardo e notai che aveva delle catene alle mani. Ma
certo! Gli avevano messo le catene di agamaltolite in modo che non
potesse fuggire dal nostro diversivo, dato che era fatto di luce. Che
idea geniale. Ma chi era stato? Di certo non Marco visto che anche lui
aveva mangiato un Frutto del Diavolo.
Già Marco! Mi ero distratta un attimo e mi ero dimenticata cosa dovevo fare in quel momento.
"Hei Marco mi senti? Sono Kita." Vidi che si girava attorno confuso. "Sono sulla Moby Dick, voltati".
Eseguì il mio ordine e si girò verso di me. Feci un cenno
con la mano per dirgli la mia posizione. Finalmente mi notò.
Bene era tutto più semplice se stava voltato verso di me.
"Senti, Ace ha visto che è arrivato Barbanera e voleva venire a
darvi una mano, ma non gliel'ho permesso e gli ho detto che era una
cosa stupida, perchè avrebbe buttato all'aria tutto il nostro
piano. Ho sbagliato?"
Fece cenno di no con la testa. "Perfetto. Ma ora che cosa dobbiamo
fare? Ce ne dobbiamo andare o vi aspettiamo?" Senza pensarci due volte
mi fece un gesto che faceva capire di andarsene via. "Vuoi che ce ne
andiamo?" Annuì. "Sei sicuro?" Annuì ancora. "D'accordo.
Noi andiamo però devi promettermi che riuscirete a salvarvi.
Cerca di scappare, trasformati in fenice e torna qui, qualsiasi cosa, ma
salvatevi. Ace non potrà reggere se anche voi morite". Pensai
quelle parole con un nodo alla gola. Non li conoscevo bene, ma avevano
rischiato la vita per salvare Ace, e con quel gesto ci avrebbero
permesso di scappare, di andare via da qui.
Marco da lontano annuì ancora e tornò da Barbabianca.
No! Stava combattendo contro Barbanera. Non me ne ero nemmeno resa
conto da quanto ero concentrata. Non se la sarebbe cavata facilmente.
Era già agli stremi delle forze dopo il combattimento contro
Sengoku, ora immobilizzato dalle caviglie grazie alla cera di Mr. 3.
Non avrebbe retto ancora per molto quella cera, per cui era meglio se
ci sbrigavamo ad andarcene.
Dovevo avvertire Ace, ma cosa gli avrei detto? La verità, di
sicuro. Aveva tutto il diritto di saperla. In fondo era pur sempre la
sua famiglia e io non avevo nessun diritto per mentirgli riguardo a
queste cose.
Decisa, andai da Pugno di Fuoco, che era seduto sulle scale, con la
testa tra le mani. Mi avvicinai lentamente per non spaventarlo. Non era
l'Ace che conoscevo. Lui non avrebbe mai reagito così. Si vedeva
che ci teneva più della sua stessa vita a loro.
-Hem.. Ace mi sono messa in contatto con Marco.- A quelle parole
alzò di scatto la testa. -Ha detto che loro se la stanno cavando
benissimo e che noi ce ne dobbiamo andare via subito. Loro ci
raggiungeranno non appena avranno sistemato Barbanera, grazie a Marco
che si trasformerà in fenice. Mi ha detto questo.-
Non disse niente. Nei suoi occhi si vedeva lo stupore per quelle parole
e anche la paura, paura di perdere due membri della propria famiglia.
Io sapevo bene cosa significava.
-O..ok.- Disse infine. Ma.. aveva già accettato senza dire
niente? -Se ci tengono così tanto che li abbondoni, allora
rispetterò le loro scelte.- Così dicendo se ne
andò ad avvertire tutti dell'imminente partenza.
Povero Ace. Per lui era un duro colpo rischiare di perdere le persone a
lui più care per salvarlo. Prima i suoi compagni, poi Frensis ed
ora Marco e Barbabianca. Nessuno poteva immaginare il suo stato
d'animo.
Tornai alla realtà e, come tutti, detti una mano per andarsene da quell'orribile posto.
In pochi minuti fu tutto pronto, non ci volse molto anche perchè
eravamo in molti desiderosi di allontanarsi il più possibile
dalla baia.
Una volta partiti detti un'ultima occhiata alla scena che ci stavamo
lasciando alle spalle. Molti marines si stavano liberando dalla cera e
Marco e Barbabianca stavano ancora combattendo contro Barbanera e i
suoi seguaci. Da quella distanza non riuscivo a capire chi stava
aveglio la meglio e chi no. Sapevo solamente che dovevano tenere duro,
per tutti noi ma soprattutto per Ace. Già Ace.. ma dove diavolo era finito?
Andai a cercarlo per tutta la nave. Non c'era. Non lo trovavo da nessuna parte. Non sarà per caso sceso a terra? Poi mi venne in mente una cosa che ancora non aveva fatto.
Mi precipitai subito davanti a quella cabina. No, ti prego fa che non sia qui. Aprii
la porta della stanza lentamente. Lui era lì, come pensavo. Ace
era seduto sul lettino dove mia sorella era ancora incosciente.
Non ci voleva anche questa, non doveva vederla in queste condizioni, almeno non per il momento.
Era così premuroso. Gli aveva bagnato la fronte che scottava. Gli era salita pure la febbre, per la ferita.
-Che ha detto il dottore?- Mi disse piano. Ecco, ora che gli avrei
detto? La verità, come sempre. Non ero molto brava a dire le
bugie e lui mi conosceva bene.
-Dice che la gamba non è poi così grave ma quello che lo
preoccupa è lo sforzo mentale a cui si è sottoposta.
Forse non potrà mai tornare come era prima.- Dissi con voce
fredda. Purtroppo quella era la realtà che lo volesse o no.
Magari non le fosse successo niente, ma quel farabutto di Kizaru
l'aveva colpita ed ora lottava per ritrovare sè stessa.
Era rimasto a bocca aperta con gli occhi sbarrati, per qualche istante.
Poi abbassò la testa, prendendosela tra le mani.
-Perchè?- Mi chiese. Stavo per rispondergli, ma non feci in
tempo ad aprire bocca, che subito continuò. -Ma perchè
tutte le persone a cui voglio bene devono soffrire per me? Sono stufo
di causare tutto questo dolore. A quest'ora lei non sarebbe in queste
condizioni se non fossi mai nato, il Babbo e Marco non starebbero
rischiando la loro vita per proteggermi. Niente di tutta questa
orribile guerra sarebbe successo se io non fossi esistito. Io non
dovevo nascere. Sono il figlio di Roger e non merito la vita,
così come non merito l'affetto di tutti loro. Sono solo uno
scherzo della natura. IO NON DOVEVO NASCERE!- Concluse.
Stavo tremando per la rabbia. Mi avvicinai ad Ace, che si era alzato ed
era di fronte a me, e gli mollai uno schiaffo. -Non ti permettere mai
più di dubitare della tua stessa esistenza. Non ti permetto di
dire queste cose su di te, per cui falla finita. Qui nessuno è
obbligato a rischiare la vita per te. Siamo tutte persone mature e
prendiamo coscienza delle nostre decisioni. Quindi niente dipende da
te!- Dissi con il fiatone. Avevo detto tutto questo di getto.
Ace, che si teneva la guancia dove l'avevo colpito, mi fissava
immobile. Non si era mosso di un millimetro. Tornò alla
realtà, decidendosi a parlare. -Hai ragione Kita. Scusami
davvero. Basta piangersi addosso. Andiamo, dobbiamo portare tutti
lontano da questo orribile posto.- Così dicendo si avviò
verso la porta e, aprendola lentamente, se ne andò.
Forse ero stata un po' insensibile con lui, ma non doveva
autocommiserarsi in quel modo. Non gli faceva bene. Dopo una rapida
occhiata volta a mia sorella, uscii pure io dalla cabina.
Doveva riposare in assoluto silenzio quindi era meglio andare via.
Seguii Ace, ma mi fermai sul ponte.
No. Non era possibile. E adesso come avremo fatto ad andarcene.
Con tutto quel trambusto ce ne eravamo completamente dimenticati. E per
di più una nave della marina ci stava inseguendo da lontano.
Come diavolo potevamo fare per aprire le Porte della Giustizia?
CONTINUA
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Capitolo 12 *** Addio ***
cap 12
Ed
eccoci qua. Siamo al dodicesimo capitolo. Devo dire che questo è
un capitolo in cui avverrà un fatto decisivo. Come sempre, per
questo genere di cose, ho seguito abbastanza il manga. Eravamo rimasti
che i nostri amici si erano ritrovati di fronte le Porte delle
Giustizia sbarrate. Riusciranno a scappare e lasciarsi alle spalle
Marine Ford? Vediamo.
Ed ora passiamo ai ringraziamenti. Vorrei ringraziare tutti quelli che hanno messo la storia tra le seguite:
-aliena;
-Auro_san;
-chiaretta1992;
-Hoshimi;
-Kgm92;
-Killy;
-leonedifuoco;
-Mei91;
-Miki Michealis;
-milan010;
-mila96.
Tutti quelli che l'hanno messa tra le ricordate:
-chiaretta1992;
-Ice_DP;
-lady marion;
-ladylala;
-milan010.
Tutti quelli che l'hanno messa tra le preferite:
-bunny65;
-chiaretta1992;
-leonedifuoco;
-Mei91;
-Namine23;
-Silverwood.
E infine tutti quelli che leggono e basta. =D
Ed ora passiamo alle recensioni:
-Killy: Grazie mille per i complimenti. Sono contenta che ti piaccia la storia.
Speriamo che riescano a scappare. Maledettissime Porte della Giustizia.
Kita ha fatto benissimo a prendere Ace a schiaffi perchè ha
sempre il vizio di dire quelle cose. Che poi non sono per niente vere.
Per ora di Frensis non sappiamo ancora niente. Ora Ace ha altri
problemi per la testa. Ma ora basta sennò rovino il finale!
Grazie mille per la recensione. Alla prossima! bacione. =)
-akagami95: grazie mille per la recensione. Beh si speriamo che tornino
tutti sani e salvi, ma sarebbe troppo bello, no? Staremo a vedere
quello che succederà. Come ho detto prima di Frensis sapremo
qualcosa forse nel capitolo 13 ma non ne sono sicura. Comunque buona
lettura! =)
-chiaretta1992: grazie mille per la recensione. Questa volta ti sei rifatta! Hai scritto davvero molto.
Barbanera è arrivato proprio come nel manga e chissà cosa
combinerà? Speriamo niente di male, ma ho i miei dubbi.
Kita ha fatto proprio bene vero? Me lo sentivo che faceva bene a malmenare Ace! Ahahah!
Il trucco della cera non è molto brillante ma non avevo in mente
nient'altro! Vabbè dai ti lascio alla lettura. Alla prossima! =)
Ed ora buona lettura a tutti!! =D
12-Addio
No. Come diavolo avevo
fatto a scordarmi di una cosa così importante. Sembrava che le stesse porte mi guardassero per deridermi. No, non era
possibile. Così facendo avevo condannato tutti loro. Adesso la
marina ci avrebbe catturati ed uccisi tutti.
Nessun'altro
doveva morire. Troppi miei compagni e amici avevano sacrificato la loro
vita per me. Adesso non potevo più permettere che succedesse di
nuovo. Non dovevo essere più io la causa della loro morte. Non
me lo sarei mai e poi mai perdonato.
Dovevo agire ed anche in fretta, per avere una minima possibilità di andarcene da quel lurido postaccio.
Ma come potevo fare? Non avevo in mente altre idee. L'unica
possibilità era che qualcuno avesse aperto le Porte della
Giustizia dai comandi al Quartier Generale. Ecco!
Sarei stato io quel qualcuno. Dovevo garantire a tutti i miei compagni un futuro.
Dovevo agire in fretta prima che qualcuno mi potesse fermare. Non
sapevo ancora come avrei fatto ma dovevo improvvisare. In fondo mi era
sempre riuscito bene ad improvvisare.
Mi recai di corsa sul ponte e sistemai una delle scialuppe sulla corda
per farla calare, quando ad un tratto sentii una mano che mi trattenne
per una spalla. Troppo tardi. L'avevo fatta troppo facile.
Mi voltai lentamente. Era Kita che mi fulminava con lo sguardo.
A quanto pare ero troppo prevedibile. Aveva già capito cosa
avessi intenzione di fare.
-Cosa credi di fare? Ho capito, sai. Non ti azzardare a fare quello che stai pensando.-
Ma come faceva? Sembrava che mi leggesse nel pensiero. Aspetta ma con i loro poteri era molto probabile.
Merda, non ci voleva anche questa.
Le urla dei passeggeri erano sempre più assordanti. Tutti erano nel panico, ansiosi di andarsene da lì.
-Ma DEVO farlo!! Altrimenti come faremo a fuggire?? Almeno devo fare un tentativo!!!-
Ma prima che Kita potesse aprire bocca per controbattermi successe
qualcosa che mai mi sarei aspettato in un momento come quello. Tutti se
ne erano accorti. Mi alzai, allontanandomi dalla scialuppa che volevo
usare per scendere in mare e mi avvicinai a quel bellissimo fascio di
luce che mi accecava gli occhi. Era la luce della nostra salvezza, era
la luce che proveniva dall'esterno del Quartier Generale. Non credevo
ai miei occhi.
Ma come era possibile??? Chi era stoto? Era forse un miraggio della mia folle fantasia??
Scostai per un breve istante lo sguardo dalla luce e vidi Kita che sorrideva. Il fatto mi lasciò a bocca aperta.
Possibile che sapeva chi fosse l'artefice?
-M.. ma chi diavolo è stato?- le chiesi subito spiegazioni.
-Vedi, prima anche io e Rufy ci siamo passati... All'inizio non sapevo
chi fosse stato ma con l'arrivo di Barbanera ho capito tutto.- Disse.
-Barbanera??? Che cosa c'entra quel lurido traditore???- risposi
furioso. Al solo pensiero di quella feccia mi ribolliva il sangue nelle
vene.
-Stai calmo Ace. Ora ti spiego.- Disse cercando di farmi ragionare.
-Quando eravamo nella baia ha pensato ad un modo per scappare. Grazie
ai suoi compagni è riuscito ad ipnotizzare un marines di
sorveglianza nella sala del quadro generale di tutta la baia. In questo
modo gli ha fatto aprire le Porte della Giustizia, permettendo sia a
noi che a lui di scappare. In fondo quel pezzente si
è mostrato utile soltano per una cosa!-
-Chi l'avrebbe mai detto!!- Rimasi stupito. Non mi piaceva il fatto che
quel bastardo alla fine ci aveva salvati tutti! Era un traditore e per
di più adesso stava combattendo contro Barbabianca!! Provavo un
tale disprezzo che non cono parole per descriverlo.
La nave procedette dritta verso la libertà. Non sapevo
descrivere il mio stato d'animo. Era un misto tra felicità per
la nostra salvezza e preoccupazione per il destino di Marco e del
Babbo. Provavo sempre una fitta al cuore quando pensavo a cosa gli
sarebbe successo se fosse andata per il peggio.
Mi scrollai dalla testa quell'orribile pensiero e feci due passi per il
ponte. Al timone c'era Kita, che dimostrava di sapersela cavare anche
con l'orientamento. Ma c'era qualcosa che quella ragazza non sapesse
fare?? Continuai con la mia passeggiata da zombi. Di certo non avevo un
bell'aspetto.
Dopo poco decisi di andare a controllare le condizioni di Frensis
quando un fatto mi lasciò a bocca aperta. Un fascio di luce blu
e gialla era appena atterrata sul ponte. Avrei riconosciuto quelle
tonalità di colori ovunque.
Subito mi precipitai verso Marco che aveva ripreso le sue sembianze umane, ma mi bloccai non appena vidi l'orribile sorpresa.
No. Non poteva essere. Perchè? Che avevo fatto di male? No, anche questo no. No! No! No! NO! NO!!! NOOOOOO!! Non ci volevo credere.
Vidi quel corpo enorme, senza forza, accasciato a terra..... Non avevo
la
forza di chiedere spiegazioni. Rimasi li, immobile come di pietra,
mentre tutti accerchiavano i due per vedere cosa fosse successo.
Il mio sguardo si spostò su Marco, che stava piangendo disperato accanto a lui.
Alla fine la mie gambe cedettero. Mi inginocchiai accanto a quell'uomo,
l'unico che era riuscito a farmi sentire parte di una vera famiglia.
L'unico che mi aveva accettato, senza giudicarmi per il mio passato.
L'unico che potessi realmente chiamare PADRE.
La vista mi si appannò. Le lacrime
cominciarono a gonfiare gli occhi stanchi e riscendevano sul viso
pesanti, come se portassero via una parte importante della mia vita.
Le urla di disperazione degli altri pirati non erano niente in
confronto alle grida silenziose che mi squarciavano il petto. Quel
vuoto insopportabile al cuore...
Alla fine trovai la forza di avvicinarmi al Babbo.
Lo abbracciai, continuando a piangere senza sosta.
-P... p... perchè!!!- Balbettai, lottando contro i singhiozzi
che mi impedivano di parlare. -Nooooooooooooooooooooooooooooooooo!
Babboooooooooooooooooooooooo!!! Ti prego riprenditi!!!!! Non mi puoi
lasciareeee!! Tu sei il mio vero ed unico padre!! NON PUOI MORIREEEE!!!
TU DEVI DIVENTARE IL RE DEI PIRATI!!!- Queste urla strazianti zittirono
gli altri che silenziosamente continuavano a piangere e singhiozzare.
-Me lo avevi promesso. Non puoi.- Dissi con un filo di voce.
Lo guardavo, lo fissavo con occhi colmi di un dolore insopportabile in
attesa che dicesse qualcosa, qualsiasi cosa, perfino la più
banale.
Non ce la faceva. Gli leggevo il dolore stampato in faccia. Non volevo
nemmeno pensare alle sofferenze che provava quell'uomo.
Alla fine, con le ultime forze rimaste riuscì a tossire. -N....
non fare c... così Ace- Un altro colpo di tosse. Non ce la
facevo a vederlo in quelle condizioni.
-Ma perchè lo hai fatto?? Perchè mi sei venuto a salvare??
Perchè non mi hai lasciato morire?!?! In fondo io non dovevo
nemmeno nascere!!!-
-Adesso basta!- La sua voce, nonostante fosse debole e flebile,
risuonò nell'aria. -Tu sei mio figlio! Non potevo di certo
lasciarti
morire!!- Disse orgoglioso della sua scelta e per niente pentito. La
sua voce però si sffievoliva sempre di più. -E poi
è naturale che i genitori muoiano
prima dei figli...- Affermò deciso.
Le lacrime non smettevano di scendere, non riuscivo nemmeno più a vederlo.
-Ti voglio bene, figlio mio.....- La sua mano che mi stringeva cadde. Gli occhi si chiusero.
Il cuore perse un battito, non riuscivo nemmeno più a capire cosa stesse accadendo.
-NOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!-
Non ce la fecevo. Strinsi quel corpo che stava diventando sempre più freddo.
-NOOOO!!!- La voce sempre più disperata. I miei vestiti era
inzuppati del SUO sangue, che colava sul pavimento dalle innumerevoli
ferite, formando vere e proprie pozze.
Smisi di gridare. Il mio corpo, paradossalmente, era diventato di
ghiaccio. Non avvertivo più il calore del suo corpo. LUI se ne
era andato, lasciandoci tutti. Lasciandomi da solo.
Poi sentii una mano sulla spalla. Non mi voltai. Non ne avevo la forza.
-Ace mi dispiace.- Era Marco. Lo riconubbi dalla voce. -Siamo tutto moltissimo addolorati. Ma il nostro
carissimo Babbo non tornerà. Adesso dobbiamo solo occuparci del
suo corpo.-
Nemmeno lui non ce la faceva più. Tratteneva a stento le lacrime che gli gonfiavano gli occhi.
Aveva ragione. Ma io non potevo farlo. Non ero più cosciente delle mie azioni. Il mio corpo faceva tutto da solo. Era come un guscio vuoto.
-S... si hai ragione, ma io non ce la faccio... Mi dispiace.-
-Va bene... Non ti preoccupare fratello.-
Mi alzai lentamente ma persi subito l'equilibrio. Qualcuno mi riprese
poco prima che toccassi terra. Non mi accorsi chi era. Molto
probabilmente Rufy.
Mi accompagnò in bagno trascinandomi e aiutandomi a lavarmi
senza dire
una parola. Non ce la facevo. Le mie parole non riuscivano a trovare la
bocca. Ero come intrappolato dentro il mio corpo.
Volevo dirgli che ero contento che almeno lui si era salvato, ma ero troppo sconvolto.
L'acqua calda mi scivolava via sul corpo portandosi con se quel colore
denso del suo sangue. Speravo che portasse via anche
quell'orribille pensiero, ma per mia sfortuna non era così.
Il bagno andò avanti lentamente. Ormai vedevo scorrere l'acqua sempre più limpida sul mio corpo.
Lui non c'era più: dentro il dolore mi uccideva. Avevo perso una tra le persone più
importanti che abbia mai avuto. Dopo tanto tempo, sapendo la
verità, quel dannato vecchio mi aveva accettato così
come ero, non per chi fosse mio padre.
Le lacrime, che si erano appena fermate, riniziarono a scorrere, veloci come l'acqua che mi bagnava il corpo.
Ad un certo punto Rufy mi parlò. Non capii nemmeno cosa mi
avesse detto. Era come se fossi chiuso in un'ampolla di vetro. Il
cervello si era staccato dal resto del mio corpo. Nemmeno le azioni
più banali ero in grado di fare.
Adesso desideravo solo rimanere da solo. Questo, forse Rufy lo aveva
appena intuito dato che se ne andò chiudendosi delicatamente la
porta alle spalle.
Non ce la facevo proprio a rimanere ad assistere la scena di un morto
vivente. Soprattutto se quello in questione era Ace! Il mio fratellone!
Lo avevo sempre visto come un punto di riferimento, forte, che non
aveva paura di niente, nemmeno della morte. E vederlo in quello stato
non mi faceva affatto sentire bene. Ma come biasimarlo? Io sarei stato in condizioni peggiori se
qualcuno a me caro fosse morto.
In fondo la stava prendendo anche troppo bene, si vedeva proprio che lui era il maggiore e il più maturo!
Forse gli faceva bene starsene un po' per conto suo.
Andai di fretta verso la cabina in cui era Frensis, sperando che ci fosse anche Kita: avevo bisogno di parlarle.
Nel breve tratto incontrai Hancock che mi stava aspettando ansiosa. Non appena mi vide le si illuminarono gli occhi.
-Allora? Come sta tuo fratello? Ma soprattutto come stai te?- Chiese tutto talmente di fretta che la capii a stento.
-Ace non sta troppo bene come di sicuro avrai capito... Sembra un morto
vivente. Di conseguenza nemmeno io sono nelle migliori condizioni.-
-Oh... Mi dispiace tantissimo Rufy... Cosa posso fare per aiutarti??- Disse con voce premurosa.
-No no, tranquilla... Hai già fatto troppo per me!! Mi hai
salvato più volte la vita e non dimentichiamo tutti i favori!!-
Le presi le mani. -E per qusto ti ringrazio tantissimo!!!-
La lasciai senza parole. Ma ora dovevo andare a vedere come stessero le due sorelle! Non potevo aspettare.
-Scusami ma ora devo andare!!- Le dissi dirigendomi da Kita e Frensis.
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Capitolo 13 *** La vita continua ***
cap 10
Ed eccoci
qua al tredicesimo capitolo. Questa volta sono stata puntuale
nell'aggiornare il capitolo. Devo dire che questo è solo un capitolo di
transizione, dove non accade niente di emozionante. Però volevo dire
che il prossimo sarà determinante! Basta non dico più niente.
E adesso passiamo ai ringraziamenti.
Vorrei ringraziare tutti quelli che hanno messo la storia tra le seguite:
-aliena;
-Auro_san;
-chiaretta1992;
-Hoshimi;
-Kgm92;
-Killy;
-leonedifuoco;
-Mei91;
-Miki Michealis;
-milan010;
-mila96.
Tutti quelli che l'hanno messa tra le ricordate:
-chiaretta1992;
-Ice_DP;
-lady marion;
-ladylala;
-milan010.
Tutti quelli che l'hanno messa tra le preferite:
-bunny65;
-chiaretta1992;
-leonedifuoco;
-Mei91;
-Namine23;
-Silverwood.
Ed infine coloro che mi hanno messo tra gli autori preferiti:
-chiaretta199;
-claymoreelen.
Ma grazie anche a tutti coloro che leggono e basta.
Ed ora passiamo alle recnsioni:
-Killy: Ciao! E già questo capitolo è stato molto triste
ma devo dire che il prossimo sarà più allegro. Si Ace
deve smetterla di dire queste cose ma non cambierà mai. Ormai ha
le sue idee in testa e nessuno gliele farà cambiare. O almeno
per ora è così. Per quanto riguarda Frensis, sapremo
qualcosa nel capitolo 14. E forse sarà qualcosa di importante.
Comunque continua a seguirmi e grazie mille per la recensione, Un
bacione! Buona lettura.
-akagami95: Ciao. E' si questo è un capitolo molto triste ma
questo di ora sarà èiù allegro. Ace si sente
davvero a pezzi ma sarà la vicinanza a Frensis a farlo stare
bene. Per quanto riguarda la ragazza nel capitolo 14 avremo una svolta
decisiva. Continua a seguirmi e grazie mille per la recensione. Un
bacione, Buona lettura.
-chiaretta1992: Ciao. Già questo è un capitolo molto
triste per tutti ma soprattutto per Ace. Speriamo che si riprenda bene.
Frensis come ho già detto vedremi come sta nel capitolo 14.
Quello che segue è solo un capitolo di transizione. Comunque
buona lettura e grazie mille per la recensione. un bacione. Ciao!
Ed ora buona lettura a tutti! =)
13- La vita continua
Ormai
erano già passati quattro giorni dalla fine della guerra. Il
tempo sulla nave scorreva molto lento, anche perchè non vi erano
avvenimenti che riuscivano a scandirlo in modo regolare. L'unico fu
quel giorno in cui fummo costretti a fermarci su di un'isola, per
seppellire il corpo di Barbabianca. Era l'unico desiderio rimasto ad
Ace e non acconsentire era davvero una cattiveria. Quell'uomo,
così coraggioso da rischiare la propria vita per salvare suo
figlio, venne seppellito sulla stessa isola in cui iniziò il suo
viaggio da pirata. Era il suo ultimo desiderio: rimanere per sempre
là dove tutto era cominciato, là dove il sogno di avere
una vera e propria famiglia, lo spinse a solcare il mare. In fondo era
sempre stato questo il suo sogno: non diventare il Re dei Pirati, non
possedere le più grandi ricchezze del mondo, niente di tutto
questo, ma solo avere una famiglia. Lui che non ne aveva mai avuta una.
Quel giorno Ace non era più così distrutto, sembrava
sereno al pensiero che il sogno di suo padre si era avverato. In fondo
Barbabianca era davvero riuscito a formare una cricca di persone che
avrebbero dato la loro stessa vita per salvarlo: la sua famiglia
insomma.
Tra i pirati girava un'aria velata di tristezza ma allo stesso
sollevata per lo stesso motivo che spingeva Ace a comportarsi in quel
modo. Di certo non era un comune funerale. Partecipavano tutti coloro
che erano riusciti a scampare a quell'orribile avventura.
La cerimonia si concluse prima di quanto pensassi e tutti tornarono sulla Moby Dick e sulle altre navi.
Negli ultimi giorni però non sapevo cosa fare dato che sulla
nave c'era sempre un affollamento di gente e a fare compagnia a
Frensis, che nel frattempo non dava cenni di miglioramento, ci stava
sempre Ace. A questo non potevo dire nulla, visto che era l'unico sfogo
che gli poteva rimanere.
Le uniche volte che rimanevo da sola con mia sorella erano quando facevamo a turni per andare a mangiare.
Altrimenti lui era sempre lì, non la mollava un secondo. Si vedeva proprio che aveva un debole per lei.
Proprio per questo passavo tutto il mio tempo in compagnia di Rufy e dell'odiosa Boa
Hancock che era pazzamente innamorata di lui. Le stava dietro come un
cagnolino. Ma, a giudicare da come si comportava, Rufy non se ne era
nemmeno accorto. Non che la cosa mi importasse, anzi, almeno non stava
sempre con lei e a me non toccava la sfortunata sorte di reggere il
moccolo.
Odiavo quelle coppiette sempre attaccate come api sul miele. Troppo smielate tanto per rimanere in tema di api.
Inoltre, la principessa serpente non è che mi andasse poi
così a genio. Era troppo altezzosa per i miei gusti. In
particolare mi diede fastidio il suo comportamento all'assegnazione
delle cabine per gli ospiti. Dato che queste erano in numero ridotte,
avevano pensato di riunire tutte le donne in più in un'unica
stanza, mentre gli uomini nell'altra.
Ma quell'odiosa smorfiosetta di Hancock, che si credeva
chissà chi perchè era la più bella, volle una
stanza tutta per sè. Io, non sapendo dove altro andare, mi
adagiai sull'amaca del ponte. Anche se era davvero molto umido e mi
faceva
diventare i capelli gonfi come quelli di una scopa, non mi lamentavo.
Tirava una bella brezza che toglieva quell'aria torrida. E poi, di
certo non era una delle mie notti peggiori.
Poi il vantaggio di starsene da soli, è che ti puoi schiarire le
idee.. pensare e ripensare ai mille problemi che ti occupano la mente.
A forza di girovagare tra i miei pensieri, mi stavo per addormentare
quando Rufy, che per caso passava da lì, si fermò davanti
a me.
-Che ci fai qui fuori?? Non avevi una stanza?- Mi chiese sorpreso, facendo sobbalzare sull'amaca.
-Quella tua amica odiosa vuole tenersela tutta per sè.- Dissi
imbronciata, ricomponendomi. -E poi mi spieghi come fai a sopportarla? Odia tutti e
tutto tranne che se stessa... E' davvero patetica...- Terminai con la
solita espressione critica.
-Non dire così...- Rufy che difendeva Hancock? Ora le avevo
viste proprio tutte. -E' vero... Ha un caratteraccio... Ma molto
è dovuto dalla sua infanzia, perchè vedi... lei è
stata.... una schiava...-Terminò la frase rattristito per la ragazza e
arrabbiato con i Draghi Celesti.
-Ah...- Non sapevo proprio cosa dire... Povera... Mi rimangiai tutte le
cattiverie che avevo pensato su di lei. -Non lo sapevo...
Questo spiega moltissime cose... Ma allora lo dobbiamo dire a tutti!
Devono sapere il suo passato!- Affermai decisa. Così tutti
potevano conoscere il motivo per cui si comportava in quel modo.
-No! Me lo ha vietato! In realtà non avrei dovuto riverarlo nemmeno a te... Perciò acqua in bocca. Chiaro?-
-Chiarissimo! Mi tapperò la bocca... Però mia sorella di
sicuro lo verrà a sapere...- Dissi. In fondo era vero. Tra noi
due non esistevano segreti, anche perchè era impossibile
nascondersi delle cose quando puoi leggere nel pensiero.
-Va bene... Basta che anche lei stia zitta.-
Passò qualche secondo. -Allora... Vuoi venire nella mia stanza?
Ci sono due letti.- Mi chiese spontaneamente, con un gran sorriso.
-Ma gli altri non ci sono?- Chiesi incredula della proposta appena ricevuta.
-No... A quanto pare preferiscono rimanere svegli o dormire nella stiva
insieme a Baggy... Mah... Non li capisco proprio. Ci sono due letti
comodissimi!!-
-Se la mettiamo così allora accetto volentieri!- Dissi allegra di non dover subire tutta quell'umidità.
-Ora che ci penso il tuo letto non l'ho nemmeno toccato.- Affermò. -Per quanto riguarda
il pigiama ci sono le infermiere di Barbabianca che hanno più o
meno la tua stessa taglia. Perchè non chiedi loro se ne hanno
uno da prestarti?-
-No... Non ce n'è bisogno... Dopo tutto quello che stanno
facendo per mia sorella non mi sembra carino chieder loro
qualcos'altro.- Mi sentivo già in colpa per tutte le cure e
medicine che riceveva gratis. Prima o poi le avrei ripagate per tutto.
-Ma che dici! Me lo hanno detto loro! Dopo che sono andato a prenderne uno anche per Hancock...-
-Che maleducata!! Ci manda perfino te!!- Dissi irritata da quel suo comportamento viziato.
-No... Mi sono offerto io... Dopo tutto quello che ha fatto per me...-
Rufy era molto diverso da me. Lui doveva ringraziare tutti coloro che
l'avevano aiutato almeno una volta. Sotto questo aspetto era molto
maturo.
-Io rimango comunque dell'idea che se ne sta apprifittando... Dopotutto gli piaci da impazzire!-
-Ma cosa stai dicendo?- Ok. Se da una parte stava maturando, dall'altra
era ancora ai primi passi. Possibile che non se ne fosse accorto? Mah.
-Io ed Hancock siamo solo buoni amici!- Disse sorpreso.
-Si... Vallo a dire a lei...- Lo presi in giro.
-Comunque... Ora che ci penso me ne avevano dato uno in più per
scorta. Ce l'ho ancora in camera... Te lo puoi mettere tu!-
-Perfetto!! Grazie mille Rufy!- Lo abbracciai. Ricambiò. -Domani le ringrazierò!-
Scesi alla svelta dall'amaca e ci dirigemmo verso la
cabina. Fiancheggiavo Rufy, mentre fischiettava un motivo molto allegro
e orecchiabile. Stare in sua compagnia mi metteva sempre di buon umore.
Da piccola avevo dormito moltissime
volte insieme a Rufy, Ace e mia sorella. Ma ora mi sentivo strana
all'idea di dormire da SOLA nella sua stanza. Avevo le farfalle
nello stomaco. Non le avevo mai provate in vita mia. E poi non aveva senso. Io e Rufy eravamo solo buoni amici.
Entrati in camera, Rufy si catapultò sul letto e contemporaneamente si tolse la maglietta.
Dedussi allora che l'altro doveva essere il mio dato che sopra c'era
anche una camicia da notte rosa. Io odiavo le camicie da notte, e per
di più rosa. Ma mi dovevo accontentare.
Mi voltai e vidi che stava già dormendo a petto nudo con addosso
solo i suoi calzoncini. Subito mi sollevai. Rendava tutto molto
più facile se lui dormiva già. Non mi sentivo tanto
più in imbarazzo.
Non mi restava altro da fare che andare a farmi un bagno rilassante prima di andare a letto.
Così, scocciata presi la camicia da notte, e andai in bagno.
Era da molto che non mi lavavo in una bella vasca colma di acqua calda. Ne avevo una voglia matta.
Notai con estremo piacere che c'erano già lo shampoo e il bagnoschiuma.
Aprii l'acqua tutta calda ed aspettai che si riempisse. Poi mi tolsi i
vestiti e mi immersi distendendomi fino a quando l'acqua non arrivasse
al collo. Proprio quello che ci voleva.
Ero completamente sommersa di bolle. Era davvero rilassante. Per poco non mi addormentai.
Proprio per questo decisi di uscire subito dopo un bello shampoo perchè, altrimenti, sarei collassata.
Presi l'asciugamano più grande e me lo avvolsi tutto attorno, mentre quello piccolo lo usai per i capelli.
Aprii lo scarico e iniziai a rimettere apposto tutti i prodotti, quando Rufy entrò di corsa in bagno.
-Spazioooo! Devo fare pipì!!!- Stava correndo in direzione del water con le mani in basso come per trattenerla.
Non ci potevo credere! Si stava perfino tirando giù i calzoni
pur sapendo che c'ero io! Ma come si era permesso. Di sicuro non
l'avrebbe passata liscia.
Rossa di vergogna uscii subito sbattendo la porta del bagno, che si riaprì
poco dopo da Rufy. Mi fissava con la sua solita faccia da innocente,
mentre io lo fulminavo con lo sguardo.
-Scusa ma non ce la facevo più!- Disse con un sorrisetto stampato in faccia.
Era davvero il colmo!! Ancora imbarazzata non riuscivo nemmeno a
guardarlo in faccia. Poi mi feci coraggio e le mie parole uscirono come
sparate da un vulcano.
-TI SEMBRA IL MODO DI COMPORTARSI?!?! Non sai che si deve bussare prima
di entrare?!?! Soprattutto se in bagno c'è una ragazza!!!- Urlai con tutto il fiato che avevo.
Si portò il braccio alla testa -Emm scusami...- Disse continuando a ridere.
Non ci vedevo davvero più dalla rabbia. Gli mollai un pugno in
testa, con tanto di bernoccolo e me ne andai in bagno per vestirmi e
asciugarmi. Ero davvero arrabbiata, tanto che non mi asciugai nemmeno i capelli.
Uscii dalla stanza senza degnarlo di uno sguardo e me na andai dritta
verso l'amaca sul ponte. Preferivo dormire all'umidità piuttosto
di stare nella stessa stanza di quel maleducato.
Rufy, mi fissava mentre uscivo e, ostinato come sempre, mi seguì.
-Hei Kita dove stai andando?-
-Dove mi pare!- Risposi arrogante.
-Se è un bel posto posso venire anche io?- Chiese tutto contento. Ma come faceva ad essere così odioso?
Mi adagiai sull'amaca. -Non mi dire che vuoi rimanere a dormire qui?!- Mi chiese sorpreso.
-Sì... Non ci dormo con un maleducato come te!!-
-Ma che ho fatto di così grave??- Era confuso. Non se ne rendeva nemmeno conto. Tipico dei ragazzi.
-Non sai che noi ragazze abbiamo bisogno dei nostri spazi??? Ti sembra
una cosa da niente entrare in bagno mentre mi stavo lavando? E se non
avessi avuto l'asciugamano addosso??- Dissi su tutte le furie.
-Hai ragione. Scusami...- Non lo avevo mai sentito scusarsi. O almeno non come ora.
Lo fissai, per constatare che dicesse la verità ma dopo qualche
minuto non diede segni che stesse scherzando, e mi convinsi che stava
dicendo la verità.
-Allora... Mi perdoni? Sappi che non ti lascio qua da sola con Baggy
nelle vicinanze. Chissà cosa sia in grado di fare quel maniaco!!
A costo di dormire con te sul ponte.- Disse premuroso. Era così
carino quando si preoccupava per me. Non lo avevo mai visto così. Subito mi
sciolsi.
-Ok... Ti perdono. Però ricordati di bussare prima di entrare in bagno quando ci sono io...- Dissi calma.
-Non ti preoccupare. Non succederà mai più.- Mi abbracciò. -Non voglio più litigare, scusa!-
-Va bene.- Dissi sciogliendo l'abbraccio. Mi sentivo in imbarazzo, ma non ce n'era motivo.
Tornammo in camera e dormimmo ognuno nel proprio letto.
La mattina seguente dovetti svegliarlo, perchè come al solito, se
fosse stato per lui, avrebbe dormito per tutto il giorno. Andammo a
fare colazione nella mensa della nave e subito dopo ci incamminammo
verso la camera di Ace, per trovare Frensis e per dargli il cambio.
Bussai alla porta dicendo: -Vedi Rufy... Così si bussa...- Lo
presi in giro come se parlassi di educazione ad un bambino. Lui non mi
rispose ma si limitò a lanciarmi un'occhiataccia amichevole.
-Avanti.- La voce di suo fratello apparve davvero molto stanca.
-Hei Ace! Come sta?- Chiese Rufy, anticipandomi.
-Non ha fatto troppi cambiamenti... Ma il dottore ha detto che, anche
se lentamente, sta migliorando.- Disse con un sorriso appena
pronunciato sulle labbra. Mamma mia. Era proprio ridotto male.
-E tu? Non mi sembri molto in salute.- Questa volta ero io a parlare.
-Non ti preoccupare Kita... E' solo che non ho dormito molto...- Questo
era davvero molto strano. Di solito Ace dormiva anche troppo per una
persona normale. Si vedeva che era cotto!
-Mmm... Allora oggi faremo da guardia io e Rufy. Tu vai a riposarti pure nella nostra stanza...- Dissi.
-Vostra?- Notò il pronome. Forse non era così stanco come pensavo.
-Storia lunga. E' la stanza di Rufy tecnicamente.- Spiegai alla svelta.
-Ti ringrazio Kita ma l'ho promesso.- Mi disse tornando al discorso di prima. -Non la lascierò solo per la
mia stanchezza!- Wow. Lo ribadisco! Era cotto stra cotto! Già da
piccoli avevo la sensazione che avesse un debole per lei, ma ora ne ero sicura.
-Bene. Come vuoi, ma ora vai a fare colazione. Io cambio la flebo.-
Presi in mano uno di quei sacchetti trasparenti e mi preparai a sfilare
l'altro, quasi vuoto.
-Ok. Agli ordini.- Non se lo fece ripetere due volte. Era davvero affamato.
Terminai con la mia faccenda dopo pochi secondi che Ace chiuse la porta.
-Certo che si vede davvero tanto che a Ace piace mia sorella!!- Mi
rivolsi a Rufy, che si stava gingillando con un barattolo di medicine
di Frensis.
-Davvero?? Ace ha un debole per Frensis??- Non cambierà mai!! Non aveva notato niente.
-Non ci posso credere che tu sia l'unico a non averlo capito! Ormai in
questa nave lo sanno tutti!!- Dissi togliendogli le medicine da mano,
per paura che combinasse danni.
-Emm... Non sono molto bravo a capire le relazioni!- Si difese.
-Questo lo sapevo. E comunque non solo le relazioni.- Lo presi in giro. Ci fissammo negli occhi e ridemmo entrambi.
-Oggi che facciamo? Andiamo a pescare sul ponte?- Mi propose tutto contento.
-Ok... E' da tantissimo tempo che non pesco!!- Dissi emozionata. Avevo
una gran voglia di fare qualcosa di diverso della solita ordinaria
routine. E di certo con Rufy non c'era da preoccuparsi. Ogni giorno
aveva in mente qualcosa di diverso e strambo. Era uno spasso stare con
uno come lui.
Poco dopo Ace fu già di ritorno. Come sempre si sedette al suo
solito posto accanto a mia sorella, e si mise a canticchiare la
canzoncina che intonavamo sempre da piccoli. Ancora se la ricordava.
Eravamo tutti molto uniti. Ed è stato un miracolo che siamo di
nuovo tutti insieme, sani e salvi. Poi mi ritornò in mente
Frensis. O quasi tutti, per lo meno.
Mi scrollai quei pensieri tristi di dosso e uscii dalla stanza assieme a Rufy. Ci dirigevamo verso il ponte.
Constatammo che le condizioni atmosferiche fossero perfette per pescare,
così andammo subito a chiedere qualche canna e qualche esca.
CONTINUA
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Capitolo 14 *** Nuove emozioni ***
cap 14
Ed
eccoci qua al quattordicesimo capitolo. Mi devo correggere ma qui non
scopriremo niente di particolare su Frensis. Ma è quasi sicuro
che nel prossimo ci sarà una svolta importante. In questo
capitolo ci sono più che altro, intrecci amoroso nuovi. Spero
davvero che vi piacciano. =)
Ed ora passiamo ai ringraziamenti.
Vorrei ringraziare tutti quelli che hanno messo la storia tra le seguite:
-aliena;
-Auro_san;
-chiaretta1992;
-Hoshimi;
-Kgm92;
-Killy;
-leonedifuoco;
-Mei91;
-Miki Michealis;
-milan010;
-Lorelei95;
-mila96.
Tutti quelli che l'hanno messa tra le ricordate:
-chiaretta1992;
-Ice_DP;
-lady marion;
-ladylala;
-milan010.
Tutti quelli che l'hanno messa tra le preferite:
-bunny65;
-chiaretta1992;
-leonedifuoco;
-Mei91;
-Namine23;
-Silverwood.
Ed infine coloro che mi hanno messo tra gli autori preferiti:
-chiaretta199;
-claymoreelen.
Ma grazie anche a tutti coloro che leggono e basta.
Ed ora passiamo alle recensioni:
-Killy: Ciao. Grazie mille per i complimenti. Mi piaceva anche a me
l'idea che Barbabianca venisse seppellitto la dove tutto era iniziato.
E' una bella cosa. Ace si sta sempre più riprendendo anche
perchè è stata un brutto colpo. Speriamo che Frensis gli
stia vicino. La scena tra Kita e Rufy devo dire che faceva ridere anche
a me mentre lo scrivevo. Tipico dei maschi. =D Kita sembra che si stia
avvicinando ma è ancora molto indecisa. Vedremo cosa
succederà. Penso e spero che questo capitolo ti piaccia!
Ciao un bacione, e continua a seguirmi! Grazie ancora! =D
-akagami95: Ciao! E' già Rufy è uno scapestrato! Per lui
questo genere di cose sono normali, ma per fortuna c'era Kita che gli
ha stampato un bel bernoccolo in testa. Di Frensis scopriremo
novità nel prossimo capitolo! Promesso. =) Grazie mille per i
complimenti! Ciao, un bacione e continua a seguirmi! =D
-chiaretta1992: Ciao! Non ti preoccupare se mi hai lasciato una
recensione in più nel primo capitolo. Non ci sono problemi.
Grazie mille per i complimenti. Devo dire che il capitolo nuovo
è uno dei miei preferiti. Mi piacciono questi intrecci amorosi!
Spero davvero che piaccia anche a voi!
Grazie ancora! Ciao, un bacione e continua a seguirmi! =D
Ed ora buona lettura a tutti! =D
14- Nuove emozioni
Ci
posizionammo. Eravamo seduti sul ponte e stavamo facendo una gara, come
al solito proposta da Rufy, a chi acchiappava più pesci. Era una
cosa un po' stupida, ma quando stavo con lui ritornavo bambina. Non so
perchè, ma mi dava un senso di serenità ed allegria
stare con lui.
Ero in vantaggio di 5 a 3. Logico. Siamo sempre noi ragazze a vincere.
-Uffa!! Non abboccano più!! Io volevo vincere!!- Si lamentò.
-Ci credo che non abboccano... Se continui a parlare a voce così
alta li fai scappare tutti!!- Lo ammonii, ridendo. Era davvero un
bambino. Voleva vincere a tutti i costi.
-La pesca è troppo snervante!! Non fa per me!!- Disse con il labbrino imbronciato.
-Dici così solo perchè stai perdendo!- Lo presi in giro. Mi piaceva quel suo lato tenerone.
Il battibecco si trasformò in una gara di pizzichi. Non era giusto. Rufy mi stava riempiendo grazie al suo potere. Dannatissimo Frutto Gom Gom.
Durante la "dura battaglia" notai un secchio pieno di acqua
vicino a noi. E in quel momento prese atto la mia vendetta. Feci
spostare tutta l'acqua fin sopra la sua testa, e mentre era distratto,
gliela feci rovesciare tutta addosso.
-Ma che.. Ecche cavolo!- Affermò sorpreso. Non se lo aspettava
proprio. Io scoppiai a ridere. La sua faccia era davvero buffa.
-Piccolo lui. E' tutto bagnato. Vieni qua che ti asciugo.- Lo presi in
giro, ma evidentemente lui non capì lo scherzo e si
avvicinò a me.
Eh, ma allora sei te che mi istighi. Non esitai nemmeno un attimo. Raccolsi più vento possibile formando una piccola raffica e gliela scaraventai addosso.
Stavo morendo dalle risate. Era davvero troppo divertente. Aveva tutti i capelli sparati come se avesse preso la scossa.
-Ah ma allora vuoi la guerra, piccola Kietta!- Eh no. Non doveva farlo, aveva pronunciato quella parola. Ora si che gliel'avrei fatta pagare.
-Non dovevi chiamarmi in quel modo. Lo sai che lo odio.- Dissi fulminandolo con lo sguardo.
-Ma dai. E' così carino. E poi lo usavano tutti, quando eravamo piccoli.- Disse allegro.
Ebbene si. Piccola Kietta era il mio nomignolo che mi avevano affibiato
tutti gli abitanti della nostra isola dove eravamo cresciuti. Non c'era
un motivo particolare, ma tutti dicevano che mi stava bene.
Io l'ho sempre odiato. Anzi odiavo i soprannomi e nomignoli a prescindere.
-Ti faccio vedere io cos'è carino!- Dissi mollandogli un pizzico sulla guancia.
-Ahia!- Si lamentò. -Questa me la paghi.- E così dicendo mi avvolse con le sue braccia che si erano allungate.
-E ora che mi dici?- Disse sfottendomi.
Cavolo. Ero legata e non
potevo muovermi. Non risposi per non dargliela vinta, anche se dovevo
dirgli qualcosa perchè mi lasciasse andare... Ma eccola la mia
salvezza. Lì vicino a Rufy c'era una piuma di un uccello.
Riuscii a spostarla e gli feci il solletico proprio sulla pancia.
Si ce l'avevo fatta! Mi aveva liberata.
Rufy si lasciò andare a risate così fragorose che si
sentivano dappertutto. Potevano dare fastidio, così gli diedi un
pugno in testa: -Hei, falla finita! Puoi dare fastidio tu e le tue
sciocche risate!- dissi scherzosa.
-Ora non la passi liscia.- Così dicendo voleva farmi cadere a
terra, ma nel tentativo di farmi sgambetto, cadde anche lui e mi
finì sopra. Si accorse di essere atterrato sul morbido, e
alzando lo sguardo, le nostre facce si ritrovarono distanti 2
centimetri.
Mi fissava, ed io, non so per quale motivo, non riuscivo a dire niente,
a protestare: niente. Ero immersa nel suo sguardo così profondo.
Non riuscivo a non guardarlo. Mi ero completamente immersa nei suoi
occhi scuri, così affascinanti, così misteriosi.
-Mhr mhr.- Qualcuno si schiarì la voce. Solo allora realizzai di essere ancora in quella posizione. Merda. Subito spostai il peso di Rufy da una parte e mi alzai in piedi, sistemandomi i capelli e i vestiti.
Facendo così, persi però l'equilibrio e andai contro una
figura dal fisico molto atletico. Questa mi sostenne quasi
abbracciandomi.
Mi scansai subito e mi ritrovai di fronte al comandante della prima divisione. Mamma mia che figuracce!
-Scusami se ti sono caduta addosso, Marco.- Mi scusai. -Ho perso l'equilibrio.-
-Non ti preoccupare Kita. Non è un problema se mi finisce
addosso una bella ragazza come te!- Disse deciso e sicuro di sè. Ma che fa? Ci prova? Cavolo!
-Ehm, grazie per il complimento.- Dissi rossa di vergogna.
-Come è andata la pesca?- Mi chiese interessato, e lanciando
uno sguardo a Rufy, che nel frattempo si era rialzato, e mi
fiancheggiava.
-Bene!! Io ne ho presi 5, mentre Rufy 3.- Dissi fiera di me stessa. Adoravo vincere.
-Ahahahah- Rise. -Rufy, sei tale e quale a tuo fratello!! Lui non ha la pazienza per la pesca!!- Constatò.
Rufy lo fulminò con lo sguardo. Non gli piaceva perdere, anche
se si trattava di sciocchezze, e per di più non gli piaceva che
lo prendessero in giro.
-Vedo che invece noi due ci assomigliamo! Abbiamo più pazienza
di loro due messi assieme!!- Questa volta era rivolto verso di me.
-Già!! Anche solo per sopportarli!!- Dissi. Sembrò
apprezzare la mia battuta e ridemmo insieme. Guardai poi Rufy. Che
strano. Il suo comportamento era strano. Di solito rideva su battute
del genere. Era come se gli dessero fastidio. Era come freddo.
-Perchè oggi non facciamo un giro della nave?- Mi propose Marco,
prendendomi alla sprovvista, anche perchè stavo ancora guardando
Rufy, che a quelle parole sembrò come se si fosse appena
svegliato. Ebbe come un sussulto. -Scambiamo due parole giusto per
conoscerci meglio... Che ne dici?- Disse convinto, nella speranza che
accettassi.
Ci pensai su. Per oggi io e Rufy non avevamo progettato niente. E poi
quel Marco mi sembrava simpatico, anche se si prendeva un po' troppe
confidenze.
-Ok.- Accettai senza pensarci troppo.
-Allora dopo pranzo?- Domandò.
-Certo.- Confermai. E così dicendo, Marco si allontanò a
testa alta, lanciando prima un'occhiataccia a Rufy, che
ricambiò.
Poi si voltò verso di me. -Ma mi lasci da solo?- Chiese rattristito.
-Solo per qualche ora.- Risposi. Si imbronciò molto. -E poi tu non hai Hancock?!- Dissi per distrarlo un po'.
Non rispose. Rimase in silenzio.
Ci rimettemmo a pescare.
Passarono due minuti in silenzio, poi mi decisi a finirla qua, anche perchè ne io ne Rufy riuscivamo a prenderne altri.
-Rufy, proporrei di smetterla... Tanto ora dobbiamo andare a mangiare.
Avevo pensato di andarci un po' prima, così Ace non dovrà
mangiare sempre tardi... Che ne dici?- Proposi, per fare un favore anche al fratello.
-Si, hai ragione... Ma mi devi concedere la rivincita! Mi raccomando!-
Disse, forzando un sorriso. Non capii il perchè, ma non volli
leggergli nel pensiero, anche perchè usavo questo potere solo in
casi di pericolo. E non per i miei problemi. Era infantile comportarsi
in quel modo, solo per sapere cosa passasse per la testa alle persone.
Feci un sorriso. -Certo! Ma ti avverto, non riuscirai a vincere nemmeno la prossima volta!-
-Non ne sarei così sicuro- Concluse con un sorriso a 32 denti.
Ma non era molto convinto. O meglio, apparentemente sembrava devvero
contento, ma aveva qualcosa che non andava. Non sapevo bene cosa, ma
ormai lo conoscevo molto e per me era come un libro aperto. Di sicuro gli sarebbe passata.
Una volta messa apposto l'attrezzatura da pesca ci dirigemmo in sala da pranzo, raggiunti subito da quella smorfiosa di Hancock.
Quel Marco non mi piaceva troppo. Ma quella bistecca era davvero
squisita!! Io, Kita ed Hancock eravamo in sala mensa, e non riuscivo a
fermarmi. Era tutto delizioso. Mi stavo accaparrando tutto quello che
fosse commestibile, e che mi fosse passato sotto le mani.
Poco prima Kita mi aveva chiesto se, per i pochi minuti in cui Ace si
fosse allontanato da Frensis per mangiare, avessi badato io alla
sorella. Non ero entusiasta di rimanere seduto senza far niente e per
di più da solo, ma accettai visto che si trattava della salute
di una tra le mie migliori amiche. E poi avrei fatto di tutto purchè si rimettesse.
-Non lo mangi quello?- Le chiesi indicando un involtino che non aveva toccato.
-Giù le mani!!- Mi disse scherzosa, ma aveva un tono strano. Non era la solita Kita.
Sorrisi. Stavo cercando di tirarla un po' su di morale, perchè
da quando eravamo entrati in sala mensa si era fatta un po' pensierosa,
e credevo che fosse preoccupata per la salute di sua sorella. Ma non
dissi niente. Non volevo peggiorare la situazione, e per questo non le chiesi niente.
Poi, una volta finito di mangiare, Hancock se ne andò
in camera per riposarsi dato che
aveva detto di non aver chiuso occhio, io andai da Ace, mentre stavo
ancora smangiucchiando un cosciotto di pollo, e Kita con Marco
a fare un giro.
Mi chiedevo perchè avesse accettato dato che non mi sembrava nemmeno molto simpatico. Bah.. Valle a capire le donne.
Arrivai di fronte alla cabina e bussai piano. Dopo pochi secondi Ace mi
aprì, invitandomi ad entrare e dicendomi che sarebbe tornato il
prima possibile, ma lo esortai a prendersela con calma. Non volevo che
si strozzasse solo per fare un piacere a me.
Così mi ritrovai solo con la "bella addormentata" Frensis. Non
sapevo cosa fare. Mi stavo annoiando a morte. Giocherellavo ogni tanto
con una bottiglietta di medicine, ma la riposi subito. Non ero
dell'umore giusto per gingillarmi.
Avevo una sensazione strana e non riuscivo a togliermi
dalla testa Kita e Marco con l'immagine di un loro bacio. Mi chiedevo
di continuo cosa stessero facendo. Ma perchè? Perchè mi
comportavo in quel modo? Non dovevo preoccuparmi così tanto,
dato che era la sua vita e se aveva deciso di uscire con lui a me non
doveva importare niente. Eppure non era così.
L'ansia mi stava divorando. Aspettavo frenetico l'arrivo di Ace,
così sarei potuto andare a spiarli. Non mi fidavo proprio di
Marco. Quella mattina mi aveva dato l'impressione che la volesse
mangiare con gli occhi.
Non so il motivo, ma mi aveva dato davvero molto fastidio. Ma non ero
convinto nel mio piano, perchè se Kita mi avesse scoperto, mi avrebbe
ucciso.
-Ho deciso!- Dissi ad un tratto alzandomi in piedi.
-Deciso cosa?- Mi fece prendere uno spavento. Era Ace sulla porta. Non lo avevo nemmeno sentito.
-Emm... Niente!! Scusa ma devo scappare!!! Ciao!!!- Dissi veloce, uscendo dalla porta, e correndo sparato verso il ponte.
Dovevo trovarli. Chissà dove si erano cacciati.
Cercai per tutta la nave. Alla fine erano nella cucina, ormai vuota. Mi posizionai dietro la
porta che dava direttamente sulla stanza, e sbirciavo di tanto in
tanto. Mi calmai perchè avevo il fiatone per la corsa frenetica.
Marco le stava
raccontando delle diverse avventure che aveva passato su quella nave.
Voleva fare colpo il provolone!
-Ahahahah- Kita si mise a ridere, all'improvviso.
-Perchè ridi adesso?- Le chiese Marco, curioso.
-Guarda quel pomodoro!! Ahahahah- E indicò il frutto con la
perte verde dritta verso l'alto, che aveva una forma ovale invece di
tondeggiante.
-E allora??- Le disse, non capendo cosa ci fosse di così divertente. Veramente non capivo nemmeno io.
-Ti somiglia davvero molto!!- Affermò alla fine, continuando a ridere.
Ora che me lo aveva fatto notare era vero! Ahahah. Erano uguali!
-Ahahahah- Rise anche lui.
-Sai cosa? Credo che quel tatuaggio che hai sul fianco con le spine sia
adatto per te... Sai essere davvero pungente!!- Fece il gioco di
parole, continuando a ridere insieme a lei.
-Credo che l'abbiano capito in molti, visto che mi hanno soprannominata "Kita, La spina nera"!- Constatò.
-Già... Sei davvero molto famosa!! Hai perfino un'enorme taglia!- Si complimentò.
-Posso dire lo stesso di te!- Disse decisa.
Ma che cavolo... Si scambiavano complimenti a vicenda.
Poi, immobili, rimasero a guardarsi negli occhi.
-Sai... Non lo credo davvero... Intendo l'essere spinosa. Anzi, io ti
paragonerei di più ad un fiore: bellissimo, delicato e vivace.-
Disse Marco, con voce ammorbidita.
-Che belle parole... Nessuno mi aveva mai parlato così...- Apprezzò Kita.
-Inoltre..- Continuò il comandante della prima divisione. -..Devo dire che mi hai salvato la vita.-
Cosa?? Salvato la vita?
-...Io?- Chiese stupita almeno quanto me. -E cosa avrei fatto per salvarti?-
-Quel giorno in cui siamo scappati da Marine Ford.. Sono state le tue
parole, quelle che mi hai detto nel pensiero, a darmi la forza di
tornare sulla Moby Dick, dopo la morte del Babbo.- Disse triste,
ripensando a quel giorno orribile da una parte, ma miracoloso
dall'altra.
-......- Kita rimase immobile, senza dire nulla, a quello che successe dopo.
Io non riuscivo a credere ai miei occhi, mentre il mio cuore aveva perso un battito..
Non riuscivo a capire.. Non sapevo perchè, ne come abbiano fatto le labbra di Marco a trovare le mia.
Mi stava ricordando di quel giorno in cui scappammo tutti da
quell'orribile posto, ma che per lui le mie parole furono come un
salvagente, e poi niente. Sentivo solo il suo sapore in bocca. Era
molto strano ma piacevole. I miei occhi rimasero sbarrati. Marco mi
piaceva, ma mi sentivo ancora insicura. Non sapevo realmente cosa
volessi.
Nel frattempo le sue labbra si staccarono, e mi fissava, come si aspettasse che dicessi qualcosa.
-Scusami Marco, ma non mi sento molto bene..- Dissi alla svelta. -Devo
aver preso un'insolazione questa mattina mentre stavamo pescando. Forse
è meglio che mi vada a riposare un po'.- Conclusi
frettolosamente.
Non aspettai nemmeno che rispondesse qualcosa, che me ne andai, quasi correndo.
Volevo stare un po' da sola, a pensare, a scoprire il perchè mi
sentissi in quel modo. Era strano. Non mi ero mai capitato in vita mia.
Mi diressi velocemente alla mia cabina, che condividevo con Rufy.
Entrai velocemente, sbattendo la porta e mi buttai sul primo letto che
mi capitò sotto tiro. Non sapevo nemmeno se era il mio o no.
-Ahia!- Esclamò qualcuno e mi ritrovai a faccia spalmata sul suo petto.
-Hei! Stai più attento la prossima volta.- Dissi arrabbiata
tirandomi su, quando mi accorsi con chi stavo parlando. -Ma che cavolo
è successo? Perchè stai piangendo?-
CONTINUA
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Capitolo 15 *** Lo psicologo ***
cap 11
Ed
eccoci arrivati al quindicesimo capitolo. E' un capitolo davvero
avvincente, dal punto di vista sentimentale (devo dire che ho avuto ispirazione dall'anime Rossana!) e poi finalmente ci
sarà qualche novità su Frensis, ma solo un piccolo
accenno. Ma adesso basta sennò vi dico tutto!
Ed ora passiamo ai ringraziamenti. Vorrei ringraziare tutti quelli che hanno messo la storia tra le preferite:
-bunny65;
-chiaretta1992;
-Itacina;
-leonedifuoco;
-Mei91;
-Namine23;
-Silverwood.
Coloro che hanno messo la storia tra le ricordate:
-chiaretta1992;
-Ice_DP;
-lady marion;
-ladylala;
-milan010.
Tutti quelli che invece l'hanno messa tra le seguite:
-Aki_Black_Fire;
-Auron_san;
-chiaretta1992;
-Hoshimi;
-Kat Luna89;
-Kgm92;
-Killy;
-leonedifuoco;
-Mei91;
-Miki Michaelis;
-milan010;
-milla96;
-Ramona37.
E infine coloro che mi hanno messo tra gli autori preferiti:
-chiaretta1992;
-claymoreelen;
-Ramona37.
Ma grazie anche a coloro che leggono e basta!! =)
Ed ora passiamo alle recensioni:
-Killy: ciao! Sono davvero contenta che questo capitolo ti sia piaciuto
e ti abbia fatto divertire. Anche io, mentre lo scrivevo ci ridevo! Mi
piaceva inserire Marco nelle vicende amorose della nave, e dove poteva
essere inserito se non a dare noia a Rufy con Kita? Vedremo poi come
andrà a finire la faccenda!! =) Baciando Marco Kita ci è
rimasta male, perchè non sapeva che cosa voleva e per questo
è scappata in camera sua, dove ha sbattuto contro qualcuno. Ma
chi sarà mai!! Ahaha!
Mi raccomando continua a seguirmi! Un bacione!! Ciao e grazie ancora!!
-Aki_Black_Fire: Ciao!! Grazie mille per la recensione e sono contenta
che hai recensito!! Non ti preoccupare che per ora di idee ne ho
abbastanza, quindi la storia continua!! Mi raccomando continua a
seguirmi! Un bacione e grazie ancora!! =)
-chiaretta1992: Ciao e grazie mille per i complimenti. Sono contenta
che il capitolo ti sia piaciuto. E' uno dei miei preferiti
perchè mi piacciono gli intrighi amorosi. Mi raccomando continua
a seguirmi!! Un bacione e grazie ancora! =)
-Kat Luna89: Ciao e benvenuta!! Mi fa moltissimo piacere avere una
nuovo recensitrice! Non ti preoccupare per l'età perchè
anche mia sorella ha 19 anni e gli piacciono molto i manga soprattutto
One Piece!!
Anche a me è dispiaciuto per Barbabianca ma volevo seguire il
più possibile il manga! Comunque anche io adore Ace e non ti
preoccupare che non voglio trascurare Hancock! Anzi avevo intenzione di
inserirla anche lei in questi intrecci amorosi, ma chissà con
chi!!
Mi raccomando continua a seguirmi! Grazie ancora e un bacione!! Ciao!! =)
Ed ora non mi resta che dirvi buona lettura a tutti!!! =)
15- Lo Psicologo
-Perchè stai piangendo Rufy?- Mi chiese ancora, spostandosi da me, e mettendosi proprio accanto, seduta sul letto.
Stavo piangendo? Non me ne ero
accorto. Ma adesso che me lo aveva fatto notare sentivo quell'odiosa
fitta al petto...
Mi
voltai per non vedere quello sguardo indagatorio fisso su di me,
sconvolto. Avrebbe insistito ancora, se non gli avessi risposto. Ne ero
sicuro. Faceva così fin da piccola.
-Allora?- Mi esortò ancora.
-Mi vuoi rispondere Rufy?? Cosa ti è successo? Non mi dire che
Ace o Frensis stanno male?- Mi chiese preoccupatissima.
-Nono, loro stanno bene. O almeno non c'entrano loro.- Spiegai subito.
-E allora che ti è successo?- Continuò.
Il problema era che non lo sapevo nemmeno io! Cosa mi stava succedendo?
Mi sedetti sul letto, prendendomi la testa tra le mani. Non sapevo cosa dirle.
-No.. Non lo so. Mi è entrato qualcosa nell'occhio.- Mentii, alla fine, strofinandolo.
-Lascia che ci dia un'occhiata...- Mi disse premurosa. Si avvicinò a me. Mi prese il volto tra le mani.
Avevamo i
nostri visi a due centimetri di distanza. Arrossii. Era così
carina... Il mio cuore iniziò a battere all'impazzata. Ma
perchè? Perchè reagivo così??
Poi si concentrò sull'occhio e io agii di istinto, senza pensarci due volte.
Arrivai
a unire le mie labbra con le sue. Chiusi gli occhi. Non vidi la
sua reazione ma non si tirò indietro. Questo mi rassicurò.
Poi, la strinsi a me. Sentivo che anche lei lo voleva. Non mi
rifiutò e questo mi piacque e mi sollevò molto.
Anche se avevo agito istintivamente, senza pensare troppo ai dettagli,
la mia sola ed unica paura era quella di perderla. Un rifiuto.
Mi mise le braccia attorno al collo, e si sedette sopra di me. Non si
tirava indietro, anzi la sentivo molto presente. Spostò poi le
mani tra i miei capelli. Lei mi desiderava, come io desideravo io.
Eravamo un'unica cosa.
Poi mi staccai lentamente a suo malincuore, dato che si era avvicinata
ancora per baciarmi di nuovo. Questa volta fu un bacio meno passionale,
delicato ma allo stesso tempo molto dolce.
Tornammo alla fine a guardarci negli occhi, felice, ma al tempo stesso molto confusa Kita mi chiese:
-Perchè lo
hai fatto Rufy?- Mi aveva preso davvero alla sprovvista. Non sapevo
più che dirgli. Il dolore al petto che prima mi srtingeva in una
morsa, adesso non c'era più. Ero solo felice per quello che
avevo fatto, anche se gli dovevo delle spiegazioni che non conoscevo
nemmeno io.
-A dire la verità non lo so. Ho fatto quello che mi sentivo di fare.- Le confessai.
Si alzò subito, allontanandosi da me. I suoi occhi erano ardenti di rabbia. Era davvero arrabbiata.
-E così io sarei una specie di cavia da usare per un tuo capriccio?!?- Disse su tutte le furie.
Questa volta
l'avevo combinata grossa. Ma che mi era saltato in testa? Perchè
l'avevo fatto? Non potevo starmene buono buono a crogiolare nel mio
dolore?
-No non l'ho mai
pensato... Non lo so nemmeno io il motivo...- Dissi sincero, sperando
che quelle banali scuse potessero bastare a spengere il suo fuoco.
-Bene. Buonanotte
allora Rufy! Io vado a dormire da Marco!- Fu un colpo al petto. Il solo
sentire pronunciare quel nome dalle sue morbidissime labbra mi
bloccò. Ero come pietrificato.
Poi vidi Kita dirigersi verso la porta della stanza.
-NO!- Mi affrettai a dire. -Ti prego scusami!!-
-E perchè
mai dovrei farlo? Non mi sembra che sei così pentito!- Disse
pungente, voltandosi verso di me e lanciandomi un'occhiata che
fulminava.
-Io non sono
affatto pentito di quello che ho fatto, perchè mi è
piaciuto da morire baciarti. E lo farei altre mille volte. Solo che non
so
spiegarti bene il perchè.-
Ammisi, guardando in basso. -Ti prego credimi.- Dissi alzandomi e
dirigendomi verso di lei.
-Visto che ti ostini a non dirmi niente, ti saluto! Sogni d'oro!- E se ne andò sbattendo la porta.
Balzai giù dal letto e mi precipitai fuori dalla stanza. Vidi Kita dirigersi veloce verso le cabine dei comandanti.
-Kita!!! Aspetta!! Ti devo parlare!- La raggiunsi e l'afferrai per un
braccio per farla voltare. Nello stesso istante in cui la mia mano
toccò il suo polso, mi mollò uno schiaffone dritto in
faccia. Anche se non era per il dolore fisico, quel gesto mi fece molto
male.
-Non ti azzardare a
toccarmi!- E così dicendo, riprese la sua andatura spedita verso
Marco. Ma che cavolo avevo combinato. Non ne facevo una giusta. Non
volevo perderla, per niente al mondo. Avrei fatto di tutto per chiarire
le cose.
Stetti qualche secondo con la mano sulla guancia.
-Wow! Che
caratterino la ragazza! Peggio della sorella!- Disse qualcuno. Non mi
girai subito, ma dopo qualche istante. Era Ace sul ponte che, a quanto
pareva, aveva assistito all'intera scenetta.
-Che hai combinato stavolta Rufy per meritarti quella cinquina?- Mi
chiese, avvicinandosi.
-Beh, non avrei molta voglia di parlare.- Dissi ancora sconvolto.
-Eddai! Non vuoi confidarti con il tuo fratellone?- Aggiunse con una pacca sulla spalla.
-No! Ho detto di no. Lasciami in pace.- Affermai deciso, respingendolo.
-Scommetto che
l'hai baciata... Così, senza un motivo... E lei si è
arrabbiata perchè si sente usata...- Disse deciso.
Oddio! Come diavolo aveva fatto a indovinare con così tanta
precisione? Avevo proprio un fratello perspicace. L'avrei visto bene a
fare lo psicologo!
-Non ci sei vicino nemmeno un po'.- Dissi arrossendo e voltandomi dall'altra parte per non cadere nel suo sguardo indagatore.
-Ahhhhh... Ho indovinatooo! Ammettilo fratellino. Ormai ti conosco troppo bene. Sei un libro aperto per me.-
Non risposi. -Eddai... Ammettilo... Non farti pregare...- Mi esortò ancora.
-E va bene! Lo ammetto! E' esattamente come hai detto tu!- Dissi alla fine esasperato.
-Ma sei sicuro di non sapere il motivo?- Mi chiese incredulo.
-Si... Cioè sento di dover fare certe cose... Ma non so il
perchè... E poi quando ho visto quei due baciarsi... Mi è
crollato il mondo addosso... Pensa che ho perfino pianto!- Stavo
sparlando troppo velocemente.
-Frena frena frena... Chi si sarebbe baciato?!- Chiese stupito.
-Kita e Marco... Quel tuo amico ci ha provato sensa scrupolo e alla
fine li ho visti baciarsi!- Abbassai lo sguardo rattristito.
-Ah... Non lo sapevo. Mi dispiace Rufy. Ma mettiti nei suoi
panni: fino a cinque minuti fa non sapevi nemmeno che ti fossi
innamorato di Kita...- Mi disse. Cosa? Io innamorato? No, non era possibile.
-Io? Innamorato di Kita?!- Lo fissai sbalordito. -Naaa.- Ace mi guardò storto.
-Vediamo... Hai mai pensato che sia carina?- Feci cenno di si.
-In realtà credo che sia bellissima.- Dissi.
Poi continuò. -Ti batte forte il cuore quando sei con lei?- Mi chiese subito dopo.
-Si.- Era una sensazione strana. Non l'avevo mai provata in vita mia. Era successo soprattutto da quel bacio.
-Quando non sei accanto a lei ti senti solo, anzi vuoto?-
-Si. Non so come faccia, ma a questo punto posso dire, che il mio mondo gira attorno a lei.-
-Rufy allora non
c'è altra spiegazione. Ti sei innamorato. E
la dimostrazione è che hai perfino pianto per lei! Cos'altro
vuoi?- Mi fissava con quella faccia da "te l'avevo detto". Lo odiavo
quando faceva in quel modo, ma aveva ragione. Kita mi piaceva davvero
molto...
-Ma si può guarire? Intendo dall'innamoramento?- Chiesi ad un tratto.
Mi arrivò uno dei suoi soliti cazzotti amichevoli, anche se non troppo, in testa.
-Idiota! Non è una malattia!! Anzi... Credo che sia la
più bella delle emozioni che un uomo può provare.
Perfino più forte della tua volontà di realizzare il tuo
sogno! Non è una cosa volontaria però... Succede e basta.- Disse con uno sguardo perso nel vuoto.
-Ne parli così bene... Sembra quasi che anche tu provi dei
sentimenti per qualcuno.- A quelle parole sobbalzò. Poi continuai. -Sai Kita mi ha detto che secondo lei, tu hai
una bella cotta per Frensis... Non è forse così?-
Anche Ace arrossì. Bene. Finalmente la frittata si era rivoltata dalla sua parte!! Adesso potevo tartassarlo io!
-Ho indovinato vero?- Lo stuzzicai, dandogli delle leggere spinte.
-.... Si... -Ammise alla fine.
-E bravo il mio fratellone!! A proposito... L'hai lasciata sola?-
-A dire la verità adesso c'è Kita con lei.- No aspetta, non ci sto più capendo niente.
-Ma come? Mi aveva detto che andava da Marco! Come fa ad essere da Frensis?- Gli chiesi subito.
-Vedi fratellino... Le donne sono molto astute.- Rise. Ok era ufficiale. Non lo seguivo più. A quanto pare se ne accorse anche lui, perchè continuò subito con la spiegazione.
-Oggi pomeriggio Kita e Marco sono venuti da me. Kita mi ha chiesto
se questa sera poteva rimanere lei, per tutta la notte con sua sorella,
per fare un piacere anche a noi, dato che è da tanto tempo che
non parliamo un po'. E così prima ti ha raccontato una balla per
farti ingelosire. Per capire se veramente tieni a lei o se l'hai solo
sfruttata.- Disse fiero di se e della sua logica. L'ho detto e lo continuo a dire: doveva fare lo psicologo, non il pirata.
Adesso, però, era tutto chiaro.
-Ma allora te cosa ci facevi sul ponte? Ci spiavi?- Chiesi dubbioso.
-Stavo venendo a chiamarla perchè, sai com'è... Non
voglio lasciare troppo tempo senza compagnia Frensis perchè io
dovevo andare un attimo da Jaws... Poi però, senza volerlo, ho
assistito alla scena.-
-Ho capito. Però Ace devo dire che avresti un futuro come
psicologo! Ahahah.- Risi della mia battuta. Però era vero...
Aveva capito tutto senza nemmeno essere il soggetto diretto. Ma come
caspita faceva?
-Non ridere.- Disse allegro -Questa è la dimostrazione di quanto
io vi conosca tutti quanti!! Cosa che tu ancora non sai...- Mi sorrise. -Dai... Adesso vai da lei e confessagli tutto.- Continuò a suggerirmi.
-No! Non saprei nemmeno come cominciare!- Mi lamentai. Era vero, non sapevo da che parte farmi.
-Intanto inizi con il scusarti... Poi credo che le parole verranno da se.-
-Come "credo"? Tu
non hai mai fatto cose del genere?- Gli chiesi stupito. Era strano. Ace
aveva avuto un sacco di ragazze, anche prima di partire. Possibile che
non abbia mai provato questo "innamoramento"?
-Non ancora. Perchè non ne ho avuto occasione. E non c'era
la ragazza giusta... Però tra qualche giorno credo che lo
farò.- Ecco!! Trovai il compromesso perfetto!
-Allora io parlerò con Kita solo dopo che tu avrai parlato con Frensis!- Dissi sicuro di me e della mia idea geniale.
-Ma sei impazzito?
Non se ne parla! E poi vuoi far passare tutto quel
tempo mantenendo questa situazione con Kita? Non mi sembra proprio il
caso! Lo sai che le ragazze sono molto permalose!! Non ti
perdonerà MAI!- Mi sgridò convinto. Uffa, mi aveva
sgonfiato l'entusiasmo, per una cosa pensata bene. Era sempre il solito.
-In realtà non lo sapevo.- Confessai alla fine.
Vidi lo sconforto di Ace. -Non sai proprio niente di niente allora!!
Come faccio ad avere un fratello così!!- Si lamentò
scherzoso, prendendomi la testa sotto il braccio destro e sfregandomela con le nocche della mano sinistra.
-Hei lasciami! Vuoi
combattere?- Lo provocai, liberandomi dalla presa. Poi però vidi
la sua espressione eloquente e lasciai perdere il combattimento. -Ma se
dopo vado ti lascio un'altra volta solo!- Cercai di persuaderlo con la
scusa di lui e rimettendomi a sedere.
-Non ti preoccupare per me. Posso fare benissimo a meno di te per un
po'.- Cavolo! Aggiunse tirandomi su. Poi iniziò a spingermi in direzione
della cabina dove si trovavano le sorelle.
-Ok. va bene, va bene! Ho capito. Però vieni anche tu!- Dissi deciso.
-Io? A fare cosa?- Chiese non capendo il senso della sua presenza in quella circostanza.
-Come? L'hai detto tu stesso che non volevi che Frensis stesse sola e
allora io porterò Kita fuori. E con chi pensi che
rimarrà la sorella?- Questa volta lo avevo incastrato.
-Si. Ma come gliela spieghi la mia presenza? Non possiamo certo dirle
che io so tutto. Dopo se la prenderebbe ancora di più.- Affermò, sicuro che non potevo controbattere.
-Allora verrai con la scusa che hai lasciato il tuo asciugamano in bagno.- Fregato!
-Va bene... Ma solo perchè sei il mio fratellino.- Disse alla fine, pensandoci su per qualche secondo.
-Grazie Ace!! Così mi potrai perfino suggerire cosa dire.-
-Ok, ma vedrai che non ce ne sarà bisogno. E comunque non te
ne approfittare. Se non fosse un caso così importante per te non
avrei mai accettato.- Disse. Si vedeva che mi voleva molto bene.
-Afferrato! Questa sarà l'ultima volta.-
E detto questo, ci incamminammo verso la sua cabina.
Intanto pensavo a cosa dire. Avevo preparato tutto un discorso che
sembrava tratto da un romanzo strappalacrime, ma che forse alle ragazze
piaceva quel genere.
Arrivati davanti alla porta Ace mi disse: -Pronto?- Feci un profondo sospiro.
-Pronto.- Ace allora bussò.
-Avanti.- Con estremo stupore sentii Kita che aveva risposto allegra.
Allora non era arrabbiata? Non gliene importava niente di me? Dalla sua reazione avevo capito di si.
Poi una scena che mi lasciò sorpreso....
CONTINUA
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Capitolo 16 *** Il risveglio ***
cap 12
E
siamo così arrivati al sedicesimo capitolo! Penso che questo vi
possa piacere visto che finalmente scopriremo qualcosa della nostra
Frensis. Non vi voglio rovinare la sopresa, perciò concludo qui.
Ed ora passiamo ai ringraziamenti. Vorrei ringraziare tutti quelli che hanno messo la storia tra le preferite:
-bunny65;
-chiaretta1992;
-Itacina;
-leonedifuoco;
-Mei91;
-Namine23;
-Silverwood.
Coloro che hanno messo la storia tra le ricordate:
-chiaretta1992;
-Ice_DP;
-lady marion;
-ladylala;
-milan010.
Tutti quelli che invece l'hanno messa tra le seguite:
-Aki_Black_Fire;
-Auron_san;
-chiaretta1992;
-Hoshimi;
-Kat Luna89;
-Kgm92;
-Killy;
-leonedifuoco;
-Mei91;
-Miki Michaelis;
-milan010;
-milla96;
-Ramona37.
E infine coloro che mi hanno messo tra gli autori preferiti:
-chiaretta1992;
-claymoreelen;
-Ramona37.
Ma grazie anche a coloro che leggono e basta!! =)
Passiamo ora alle recensioni.
-Killy: Ma ciao! Mi dispiace che hai dovuto aspettare tutto il giorno
per leggere il nuovo capitolo, ma di solito aggiorno la sera anche
perchè il pomeriggio sono sempre impegnata con la scuola. Sono
contenta che ti sia piaciuto il capitolo concentrato tutto sulle
vicende di Rufy. Povero, si è innamorato e nemmeno se ne
è accorto. E' servito Ace per svegliarlo un po', tipico di Rufy.
Cosa avrà visto nella stanza?? Vabbè dai ti lascio alla
lettura! Ciao un bacione e continua a seguirmi! =)
-Kat Luna89: Ciao! Sono davvero contenta che ti sia piaciuto
così tanto la mia descrizione dell'"innamoramento", come direbbe
Rufy! =) Mi dispiace ma volevo tenervi un po' sulle spine, creare un
po' di suspance! Vabbè ora tutto si capirà. Mi raccomando
continua a seguirmi! Ciao un bacione! =)
-Aki_Black_Fire: Ciao! Ma che bei complimenti! Non mi merito
così tanto! ^-^ Comunque non so davvero che dirti. Non so come
scrivo, vado un po' a caso sinceramente. Comunque ti ringrazio lo
stesso e sono sicura che riuscirai nel tuo intento di diventare
scrittrice!! Mi raccomando continua a seguirmi! Un bacione! Ciao. =)
-chiaretta1992: Ciao! Sono davvero contenta che ti sia piaciuto il
capitolo! E grazie mille per i bei complimenti! Troppo buona! Comunque
cosa sarò successo a Kita che ha lasciato rufy così
sorpreso? Mi raccomando continua a seguirmi! Un bacione! Ciao! =)
Ed ora buona lettura a tutti! =)
16- Il risveglio
Quella
continua oscurità era snervante, non ce la facevo più.
Cercavo e lottavo con tutte le mie forze per cercare una maniera, un
qualcosa su cui aggrapparmi. Cercavo di riacquistare il controllo di me
stessa ma non ce la facevo proprio. Ero entrata nella disperazione.
Avevo il terrore di rimanere in quella situazione per sempre. Ma la
cosa che mi opprimeva di più era quella solitudine. Non avevo
nessuno, e soprattutto non mi ricordavo niente e nessuno. Ero sola.
Ma quella volta stavo riuscendo a sentire qualcosa. Un lieve rumore.
Qualcuno, vicino a me. Sentivo il suo respiro, un po' accellerato.
Chiunque fosse era in continua agitazione. Lo capivo dai continui
sbuffi impazienti e passi in ogni direzione che faceva. Poi accanto a me il
rumore dello spostamento di una sedia e quel respiro, ora più
calmo, ma sempre più vicino. Poi la sua mano calda mi toccò.
Riuscii a sentirla, anche se lievemente! Finalmente stavo riuscendo a rimpadronirmi del mio
corpo!
-Frensis.... Ma quando ti decidi a rimetterti?!- Una voce femminile stava parlando. Ma non la conoscevo.
E poi chi era questa Frensis? Chiunque fosse questa ragazza era molto
in pena per "Frensis", lo capii dal suo tono di voce. Ora che ci
pensavo però sia quella voce che quel nome mi erano familiari.
Volevo svegliarmi, volevo rassicurare quella ragazza, perchè
anche se non la conoscevo mi sembrava davvero molto
in pena. Poi sentii il calore di una mano sulla mia. Ma chi era? Forse
la ragazza? Volevo stringerla perchè sentivo che me la stava
toccando come per un incoraggiamaento, ma l'unico mio risultato fu un
minimo movimento delle dita. Speravo che lo avesse sentito.
-Eh?! Frensis?? Ti sei mossa? Frensis riesci a sentirmi??- Era la
ragazza di prima. Ma chi diavolo era questa Frensis? Ero forse io? Ma
io come mi chiamavo?
Per avere la certezza che si stesse rivolgendo a me cercai nuovamente di smuovere la dita ma senza risultato.
Poi due tocchi alla porta mi sopresero.
-Avanti!- Disse allegra la ragazza.
Ci fu un momento di silenzio, ma che subito fu riempito da una voce
maschile, anch'essa molto familiare.
-Cosa è successo? Perchè sei così allegra?- Le
chiese una voce maschile.
-Perchè mi è sembrato che abbia smosso le dita della mano
destra!- Allora mi aveva sentita! Ero forse io Frensis? Non ricordo.
-Davvero?- Questa volta però era un'altra voce, sempre maschile!
Era diversa perchè era come se la conoscessi da tanto tempo. Una
voce molto
bella, calda e familiare. Mi piaceva davvero molto.
-Si, ma non te lo posso dire con certezza, dato che è stato un
tentativo davvero molto debole. E' probabile che me lo sia solo
immaginato.- No, non era giusto! Ci avevo provato con tutte le mie forze.
-Probabile.- Rispose la bella voce, con un tono davvero molto triste.
Poi un minuto di silenzio.
-Allora? Perchè siete venuti qui?- Chiese la ragazza con un tono diverso, come presuntuoso.
-Io sono venuto solo per prendere il mio asciugamano.- Si affrettò a rispondere il ragazzo con la voce più bella.
-E tu invece?- Esortò in un'altra direzione, sicuramente verso l'altro.
-Emm, ecco, i.. io sono venuto per scusarmi Kita.- Allora era
così che si chiamava la ragazza. Mmm... Kita. -Non dovevo
comportarmi in quel
modo... Mi dispiace. Se me lo permetti vorrei parlarti un attimo
fuori.- Senza dire una parola sentii dei passi che si stavano
allontanando e per finire la porta si chiuse, poi silenzio. Di sicuro
c'era stata una comunicazione a gesti che mi ero persa. Adesso ero
forse
sola?
Poi dei rumori di passi che si avvicinarono a me. Chi c'era rimasto? Ah si... Il ragazzo dalla bella voce.
Si sedette e anche lui mi prese la mano.
Il suo tocco mi diede una scarica in tutto il corpo, riuscendo a farmi riacquistare molta sensibilità in più.
Poi mi accarezzò il viso. -Frensis, devi essere forte, devi
lottare, devi assolutamente riuscire a riprenderti. Altrimenti non
saprei come fare senza di te. Frensis, fallo per me!- Nell'udire
così tanta sofferenza in quella voce melodiosa mi veniva quasi
da piangere. Anche se esteriormente non poteva sembrare, dentro avevo
quella fitta al petto che non mi dava pace. Perchè mi stava
succedendo questo? Eppure non lo conoscevo nemmeno! Ma ciò
nonostante volevo accarezzarlo, per
dargli conforto, per assicurarlo che non doveva stare in pena per me.
Ma non ci riuscivo! Non riuscivo a trovare l'uscita da quella tremenda
oscurità.
Poi mi si avvicinò, sentivo il suo respiro vicino, a pochi
centimetri dal mio viso. Il cuore mi batteva a mille. Quel suo profumo
mi faceva girare la testa.
Infine, la scarica più potente di tutte fu quel tocco della sue labbra sulla mia fronte.
Quel calore, quel profumo, quella voce mi ricordavano qualcuno. Ma non mi veniva in mente nessuno.
Poi il ragazzo si appoggiò, quasi violentemente al bordo del letto.
No! Cos'era successo? Stava forse male? Non potevo permetterlo, dato che anche lui mi aveva aiutato molto con quelle scariche.
Non sopportavo nemmeno l'idea che quel ragazzo si fosse sentito male
lì, vicino a me mentre io non potevo fare nulla per aiutarlo.
Allora con tutta me stessa cercai di aprire gli occhi. Stavo lottando
contro quell'odiosa oscurità. E stavo vincendo dato che riuscii
a intravedere una debole luce. Man mano che riuscivo ad aprirli,
anche quella bassa tonalità mi bucava gli occhi. Dopo
averli sbattuti più e più volte riuscii finalmente a
mettere a fuoco. Subito cercai dove fosse il ragazzo dalla bella voce.
Sul bordo del letto, appoggiato, c'era un ragazzo moro, a dorso nudo
con degli strani tatuaggi sulla schiena e sul braccio. Nell'ultimo
c'era scritto ASCE con una X sopra alla lettera S. Forse era il suo
nome... Che strano nome Asce!
Cercai di svegliarlo delicatamente ma temevo che stesse male
perciò insistetti dato che con una mia scrollata debole all'inizio
non avevo risolto un bel niente.
Alla fine riuscii nel mio intento. Il moro alzò lo sguardo
verso me, che lo stavo guardando sorpresa. Possibile che si fosse
addormentato tutto di un colpo?
Mi fissò per qualche secondo con gli occhi ancora socchiusi. Poi
si decise a parlare. -Bene, sto ancora sognando, ma mi sembrava davvero
reale.- E si riappoggiò sul bordo del letto.
Non ci stavo capendo più niente. Ma che diavolo stava combinando?
-St... Stai bene?- Decisi di chiedergli, continuando a scrollarlo delicatamente.
Il moro si tirò su di scatto, guardandomi con gli occhi sbarrati.
-Frensis!- Mi prese la mano sempre più stretta. Una goccia era
sull'orlo del suo occhio. -Stai bene. Non è un sogno allora!- Poi mi abbracciò ed era
come se mi avesse guarita. Quella scarica, quel calore mi diede più forze.
Sentivo di prendere sempre più il controllo di me stessa, grazie a lui.
Una volta che sciolse l'abbraccio, tentai di alzarmi, o perlomeno di mettermi seduta al meglio sul letto.
Notò il mio gran sforzo e con un braccio mi aiutò nel
mio intento, delicato come se avesse a che fare con un bambino.
-Come va? Non ti senti stanca?- Mi chiese dolce. Non avevo mai sentito
una voce così bella! Quasi mi dimenticai quello che mi chiese.
-A dire la verità un po' lo sono.- Risposi alla fine. -Ma voglio sforzarmi, voglio
riprendermi il prima possibile.- Gli sorrisi debolmente dallo sforzo.
-Bene, adesso devo andare a chiamare il dottore. Mi ha detto di
avvertirlo quando ti saresti ripresa, per sottoporti a diverse
analisi.- Così dicendo si stava avviando verso la porta. Il mio
cuore perse un battito. Ti prego no! Non voglio!
-No ragazzo, non andare! Non lasciarmi sola!- Ero disperata al solo pensiero di rimanere di nuovo da sola. -Ti prego!-
Prima mi guardò strano come se avessi detto qualcosa che non andava, poi, notando la
nota di disperazione nella mia voce, corse subito verso di me,
sedendosi sul letto. -Non ti preoccupare non me ne vado!-
Subito mi tranquillizzai. Il mio battito cardiaco si stabilizzò.
Mi guardai intorno.
Mi trovavo in una stanza completamente in legno. Non sapevo nemmeno dove ero, la mia sola
attenzione appena svegliata era stata per il ragazzo.
E poi chi erano Kita e Rufy? Kita
pensavo che sia la ragazza di prima, a meno che non abbia sognato tutto.
-Kita e Rufy? Chi sono? E soprattutto io? Dove sono?- Chiesi alla fine al moro che ancora era seduto.
Ancora una volta all'inizio rimase stupito della mia domanda, ma subito dopo si riprese.
-Non ti ricordi niente, vero?- Scrollai la testa.
-In effetti il dottore aveva
paura di questo risultato.... Nemmeno di me, giusto?-
-Niente di niente.- Risposi.
-Potresti aspettare solo un secondo? Vado a chiamare due persone che
sono qua fuori.- Notando la mia espressione di terrore, mi
rassicurò subito -Non ti preoccupare... Vado e torno!- E
così dicendo uscì veloce dalla stanza.
Sapevo benissimo di cosa mi volesse parlare. Mi doveva delle spiegazioni. Non si poteva comportare così.
Non poteva prima baciarmi e poi dirmi che l'aveva fatto solo
perchè gli andava. Io non sono un giocattolo, che puoi usare
quando ti pare e poi buttare via appena non ti serve più.
-Allora cosa vuoi?- Chiesi con una punta di acidità che lo prese
alla sprovvista. In fondo non mi aveva mai vista così, anche
perchè, fino a quella sera, non ce n'era stato motivo.
-Io.. Hem, ecco io volevo scusarmi, per quello che ho detto.-
Iniziò timido, con lo sguardo basso. -So benissimo perchè
mi sono comportato in quel modo, solo che l'ho capito in ritardo. Sai
com'è! Io sono sempre quello che ci arriva tardi.- Disse
cercando di alleggerire la tensione che si era creata.
-Bene allora illuminami.- Parlai sempre con quell'acidità che annullò il suo debole tentativo.
-Io... Ecco vedi... Io...- Iniziò Rufy, ma prima che potesse concludere la frase, Ace uscì di corsa dalla stanza.
-Ragazzi, entrate subito!! Frensis si è svegliata.- Disse entusiasta.
-Cosa??- Parlammo insieme io e Rufy.
-Frensis si è svegliata?- Chiese di nuovo per conferma, il più piccolo.
-Davvero?? Ma è meravoglioso!- Esultai io. Che bello. Mia sorella di nuovo tra noi.
Ace annuì. -Si però..- Ecco. C'era un però. Allora non tutto filava liscio. -..Lei non si ricorda niente. Non sa nè chi sia, nè dove si trovi. Niente di niente!- Disse con un tono afflitto.
Merda! Frensis che non si ricordava di noi. Perchè? Perchè doveva andare tutto male?
-Ok. Dai entrate, ma siate cauti. Meglio non farla sforzare o
provocarle dolori inutili. Io intanto vado a chiamare il dottore.-
Disse Ace, convinto, mentre si avviava verso la cabina del dottore.
Io e Rufy, entrammo affiancati.
Frensis, che aveva un colore davvero
pallido, era seduta sul letto, mentre guardava fuori dall'oblò.
Nel sentirci, si voltò di scatto. -Chi siete voi?- Disse spaventata.
-Non ti preoccupare.- La rassicurai. -Siamo amici e non vogliamo farti
del male.- Nell'udire la mia voce si tranquillizzò. Forse si
ricordava di me? O era per il mio semplice tentativo di rassicurarla?
-Ma dov'è il ragazzo moro di prima?- Chiese quasi nel panico.
-Non devi avere paura. Ace è andato a chiamare il tuo dottore
per farti visitare. Sai, è da molto che eri incosciente, e tutti
noi eravamo davvero preoccupati.- Dissi gentilmente, avvicinandomi
lentamente a mia sorella, che mi fissava con occhi pieni di terrore.
-Si ma voi chi siete? Io vi conosco per caso? Non ricordo nulla. Mi
sembrate due persone familiari però.. Ahia!!- Esclamò,
portandosi le mani alla testa come per tenersela.
-Frensis? Ehi Frensis che hai fatto??- Io e Rufy scattammo verso di lei.
-Che dolore allucinante alla testa! Non ce la faccio! Fa troppo male!-
Quasi urlava. Non riuscivo a vederla in quel modo. Dovevo fare qualcosa.
-Presto Rufy! Va a chiamare il dottore ed Ace con urgenza.- Urlai verso
Cappello di paglia, che mi obbedì subito.
-Shhh.. Calmati Frensis.- Dicevo mentre la abbracciavo. -Sta calma. Ora
tutto si aggiusta.- La accarezzavo. Sembrava essersi calmata, ma non la
lasciai. Non volevo.
Ace e Rufy, insieme al dottore arrivarono di corsa. -Cos'è
successo? Mica le avrete fatto delle domande sul suo passato?- Chiese
il dottore per capirci di più.
-Non effettivamente. Stava solo dicendo che non ci conosceva ma che
avevamo una faccia familiare e poi le è preso il dolore alla
testa.- Constatai.
-Mi sta scoppiando!!- Si lamentò disperata Frensis.
Il dottore molto velocemente estrasse una siringa dalla sua borsa e
iniettò una sostanza trasparente nel braccio di Frensis. Pochi
istanti dopo la ragazza, che si stava torcerdo dal dolore sul letto, si
tranquillizzò fino ad addormentarsi.
-Mi dispiace, ma sono stato costretto ad iniettarle un sedativo.- Disse con un tono diplomatico.
-Mi scusi, ma perchè le è preso un attacco così improvviso e doloroso?- Gli domandai preoccupata.
-Appena ripresa non dovete assolutamente parlarle minimamente del suo
passato o dirle cose che la "costringano" a pensarci. Ha già
fatto enormi progressi. Secondo la mia diagnosi si doveva riprendere la
settimana successiva, e invece ho sbagliato. Ha una forte
personalità, determinata. Ma in questo caso la sua
qualità ha solo peggiorato la situazione.- Disse freddo.
-Come peggiorato?- Questa volta scattò Ace, impaurito.
-Si, vedete un risveglio precoce per questo tipo di situazione
può solo peggiorare la paziente. La sua mente ora ha solo
bisogno di assoluto riposo ed è per questo che sottoporla a
sforzi mentali inutili può solo causarle altri problemi. Mi
dispiace molto, avrei dovuto avvertirvi anche per quest'eventuale
ipotesi, ma avrei scommesso che le serviva almeno un'altra settimana.-
Il medico volse in basso lo sguardo come profondamente pentito.
-Ma domani come dobbiamo affrontare la questione? Cioè, domani
quando si risveglierà cosa dovremo fare?- Chiese Rufy.
-Domani, senza dirle niente del suo passato dovrete portarla a fare
colazione e farle bere anche questa tisana. Non è buona ma
è ottima per la sua situazione. Aiuta la mente
stabilizzandola, perciò inventate qualcosa per convincerla.
Questo ad ogni suo pasto, che dovranno essere 5: colazione, spuntino, pranzo, un secondo spuntino e cena. Deve
riprendersi anche fisicamente, non solo mentalmente. Solo domani
prossimo potrete cominciare a raccontarle del suo passato.- Diagnosticò il dottore.
-Quindi domani dovremo solo preoccuparci di farla mangiare e di farle bere questa tisana?- Chiese Ace.
-Non esattamente, dovrete comunque continuare a darle le cure che vi ho
detto di sottoministrarle ogni giorno. E mi raccomando, fate attenzione alla
sua dieta, deve essere equilibrata: dosate bene glucidi, proteine,
lipidi e soprattutto molta frutta. Non disprezzerei anche una bella
spremuta di arance piena di vitamina C.- Disse infine.
I due ragazzi che avevo accanto aprirono la bocca. Come sempre non ci
avevano capito un'H di quello che aveva detto il dottore. Per fortuna
che c'ero io altrimenti la povera Frensis non ce la poteva fare.
Chissà cosa le avrebbero dato da mangiare! Solo bistecche
sanguinanti!
Anche il dottore allarmato dalle faccie dei due fratelli si rivolse con
lo sguardo a me, sperando che almeno io avessi capito qualcosa.
-Non si preoccupi... Ci penserò io.- Sollevato il medico mise
apposto i sui "ferri del mestiere" e prese la sua valigetta per
andarsene. Dopotutto era sempre notte.
-Allora starò tranquillo. Mi raccomando ragazzi, non le parlate
di niente. Solo del presente.- Detto questo si incamminò verso
l'uscita.
-Ok. Lo faremo, buonanotte dottore, a domani.- Gli dissi, tirando una gomitata ai due accanto a me.
-Buonanotte- dissero all'unisono.
-Buonanotte ragazzi.- E se ne andò con un sorriso.
Restammo in silenzio finchè non mi decisi a parlare. -Ragazzi io
vorrei restare con mia sorella questa notte.- Dissi a voce bassa per
non disturbarla, anche se magari dopo i sedativi, non ce n'era bisogno,
ma non volevo correre rischi.
-Se non ti dispiace vorremo restare anche noi.- Affermarono i due ragazzi insieme.
-Va bene! Allora dormiremo tutti insieme! Andate a prendere delle
coperte e dei cuscini per restare qui stanotte.- Dissi decisa.
-Wow!! Ragazzi sarà un pigiama party, come quelli che facevamo
sempre da piccoli! Ve lo ricordate?- Chiese Rufy tutto entusiasta. Cavolo! Non ci avevo pensato! Ora avrei dovuto sorbirmi Rufy per tutta la sera. Non era proprio il momento giusto per fare questo genere di cose.
-Ok Kita aspettaci qui, torniamo subito con tutto il necessario.-
Così dicendo Ace strattonò fuori suo fratello per farsi
aiutare e entrambi uscirono dalla stanza, lasciandomi da sola con
Frensis, che dormiva. Aveva un'espressione beata. Povera, dopo tutto
quello che aveva passato, ora anche la perdita di memoria. Non era
giusto. Non si meritava tutto questo.
Presi dall'armadio tutte le coperte che erano sistemate dentro e le tirai fuori, insieme a tutti i cuscini disponibili.
Li sistemai in terra, a cui aggiunsi anche quelle recuperate da Ace e Rufy, formando un morbido materasso.
Io andai in bagno per cambiarmi, e mettermi il pigiama, mentre i due fratelli aspettavano il loro turno.
Non appena tutti fummo in pigiama, ci posizionammo. Per mia sfortuna, mi
toccò il posto vicino a Rufy, dato che Ace si era già
sistemato vicino a Frensis e Rufy vicino a lui.
A me invece era toccato il posto più lontano da mia sorella, ma
non mi lamentai, dato che era solo una sciocchezza, e non avevo voglia
di mettermi a discutere per questo genere di cose.
Mi misi sotto le coperte e mi voltai, dando di spalle a Rufy. Non volevo nemmeno guardarlo.
CONTINUA
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Capitolo 17 *** Passi avanti ***
cap 17
Ed
eccoci attivati al diciassettesimo capitolo! In quello precedente, la
nostra Frensis si è finalmente ripresa, riportando però
una perdita di memoria. Nel frattempo Rufy si stava quasi per
dichiarare, ma è stato interrotto. Ci eravamo lasciati con un
pigiama party, cosa succederà ai nostri amici?
Ed ora passiamo ai ringraziamenti. Vorrei ringraziare tutti quelli che hanno messo la storia tra le preferite:
-bunny65;
-chiaretta1992;
-Emy96;
-Itacina;
-leonedifuoco;
-Namine23;
-Silverwood.
Coloro che hanno messo la storia tra le ricordate:
-chiaretta1992;
-Ice_DP;
-lady marion;
-ladylala;
-milan010.
Tutti quelli che invece l'hanno messa tra le seguite:
-Aki_Black_Fire;
-Auron_san;
-chiaretta1992;
-Hoshimi;
-i4ever;
-Kat Luna89;
-Kgm92;
-Killy;
-leonedifuoco;
-Miki Michaelis;
-milan010;
-milla96;
-Ramona37.
E infine coloro che mi hanno messo tra gli autori preferiti:
-chiaretta1992;
-claymoreelen;
-Ramona37.
Ma grazie anche a coloro che leggono e basta!! =)
Ed ora passiamo alle recensioni.
-Emy96: Ciao! Benvenuta in EFP! Sono davvero contenta che ti piaccia la
mia storia e grazie mille per i complimenti! Già i due fratelli
si devono dichiarare, ma chissà se Kita riuscirà a
perdonare Rufy! Mi raccomando continua a seguirmi! Un bacione e grazie
ancora! =)
-Killy: Ma ciao!! Già già, il punto di vista di Frensis
ha subito smascherato la sorpresa! Poi Ace che viene paragonato al
ragazzo dalla voce più bella!! Chissà perchè! XD
Povera Frensis che è costretta a farsi addormentare per il
dolore, ma soprattutto povero Rufy che viene interrotto proprio mentre
stava per dichirarsi. Ce la faranno mai quei due? All'idea di un
pigiama party, ovviamente è Rufy che esulta! Vedremo cosa
succederà la notte! Ciao ci sentiamo!! Un mega bacione! =)
-chiaretta1992: Ma ciao! Sono davvero contenta che la storia ti piaccia
e che sei contenta per il risveglio di Frensis! Povera, dopo tutto
quello che ha passato se lo meritava! L'idea del pigiama party è
davvero carina e piaceva molto anche a me!! Vedremo cosa combineranno
quei quattro! Ciao!! Un bacione!=)
-akagami95: Ciao!! Sono contenta che ti piaccia la storia che si fa
più interessante dopo la perdita di memoria della nostre
Frensis! Lieta che ti sia piaciuta anche la scena della distinzione di
voci, e del pigiama party! Vedremo ora che succederà a quei 4!!
Mi raccomando continua a seguirmi! Un bacione!! =)
Ed ora buona lettura a tutti!! =)
17- Passi avanti
Quella notte credo che sia stata la più angosciante di tutta la mia vita.
Non riuscivo a non pensare a Frensis. Non ce la facevo. Era più
forte di me. Quei due che battibeccavano non mi davano certo fastidio.
In confronto a ciò che avevo in testa erano solo sussurri, quei
schiamazzi.
Pensavo, molto egoisticamente, come fosse possibile che non si
ricordasse di niente e nessuno. Certo, aveva fatto molti progressi, anche
troppi dato che il dottore è stato costretto a riaddormentarla.
Ma cosa stavo dicendo??? Era tutta e solo colpa mia se adesso si
trovava in quello stato, se non aveva ricordi e se, soprattutto, aveva
rischiato la vita. Come potevo anche solo pensarle quelle cose? Come se
fosse colpa sua quella situazione. E tutto questo per quel dannato di
Teach. Se non fosse stato per lui, io non m sarei cacciato in quel
guaio e mettere a repentaglio la vita di tutti: Frensis, Rufy, Kita,
Marco e i miei fratelli, e poi lui, l'uomo che ha fatto di me il pirata
che sono oggi. E' solo colpa mia se lui è morto.
Ma perchè sono nato? Dopotutto nessuno mi voleva, sono il figlio
del mostro, è naturale che io provochi morte e sofferenza. Se
mia madre non mi avesse mai messo al mondo io non avrei MAI provacato
tutti questi dolori, perfino a lei stessa. Ho ucciso perfino mia
madre... Come può un essere così spregevole stare al
mondo?
Quei pensieri che erano sempre presenti nella mia mente furono
interrotti da un rumore. Era notte fonda e tutti dormivano. O almeno
così pensavo.
Mi misi seduto sulla coperta per avere una visuale migliore. Poi qualcuno si stiracchiò e mi voltai automaticamente.
-Oh ciao.- Disse Frensis ancora un po' assonnata, stropicciandosi un occhio. -Ti ho svegliato?- Mi chiese dolce.
-Ehm... Nono non mi hai svegliato. Non ti preoccupare.- Risposi alla svelta. -Piuttosto, come stai?-
-Mmm.. Ora sto meglio. Il mal di testa è passato. Forse per il
momento non dovrei pensare al mio passato. Anche se però ho un
dolore forte alla gamba. Che mi è successo?- Mi chiese impaurita.
Wow! La ragazza era perspicace anche se stava male.
-Tra qualche giorno ci penseremo al tuo passato, ok? Per la gamba
invece ti sei ferita.- Le dissi alla svelta per non indurla a pensarci.
Non volevo causarle altri dolori.
-Ok, mi racconterai tutto tra qualche giorno.- Mi disse.
-Certo, non ti preoccupare, per il momento.- Dissi a bassa voce
per non svegliare gli altri, che ronfavano come due bambini. Per di
più si erano molto avvicinati ed era come se fossero
abbracciati. Meglio non rovinar loro questo momento!! Sghignazzai,
pensando all'indomani quando avrei raccontato tutto a Rufy.
-Che ridi?- Mi domandò Frensis.
-Sai questi due si piacciono a vicenda ma non lo vogliono ammettere. Sono due teste calde!- Dissi ridendo.
-Già. Stanno molto bene insieme a vederli così.-
Affermò con un sorriso raggiante. -Mi potresti parlare di te?
Prometto che non cercherò di ricordare niente. Sarà come
se ci conoscessimo adesso.- Mi chiese quasi implorante, dopo una sua lunga pausa.
-Mmm.. Non sono molto convinto. Non so se ti farebbe bene.- Dissi valutando i pro e i contro.
-Ti prego. Non sai che strazio sia parlare con persone così
familiari, ma trattarle come degli estranei.- Disse con un tono molto
afflitto.
-Ok. Però non ti sforzare a ricordare, altrimenti al minimo
dolore smetto subito e chiamo il dottore.- Dissi sicuro di me e facendo
illuminare i suoi occhi mentre annuiva alle mie richieste.
-Allora, io mi chiamo Portuguese D. Ace e sono, anzi ero, il comandante
della seconda divisione di Barbabianca.- Affermai deciso la mia
presentazione.
-Perchè dici ero? Avete litigato tu e il capitano?- Mi chiese ingenuamente.
-Magari. Vedi mio padre, perchè in fondo era un padre per me,
è morto qualche giorno fa, in seguito a una guerra...- Non
aggiunsi che anche lei partecipò alla battaglia altrimenti la
inducevo io stesso ai ricordi. -Mi è dispiaciuto tantissimo,
vedi, porto ancora il tatuaggio del suo Jolli Roger sulla schiena.-
Così dicendo mi voltai per mostrarglielo.
-Mmm... anche questo è molto familiare, ma non cercherò altro in testa.- Aggiunse per rassicurarmi.
Era davvero molto in gamba. Non sapeva nemmeno cosa le fosse successo e
con poche ore era riuscita ad inquadrare la situazione. Inoltre si
preoccupava di continuo che io non mi preoccupassi di lei. Mi stupiva
sempre di più quella ragazza.
-Cos'hai? Perchè mi stai fissando?- Mi disse quasi spaventata.
Non me ne ero nemmno accorto! La stavo perfino fissando! -Emm.. Niente niente, stavo solo pensando...-
-E a cosa?- Mi chiese, inclinando di poco la testa.
-Di quanto tu sia unica. Solo poche ore fa ti eri ripresa e in quel
poco tempo in cui sei stata sveglia hai capito tutto quanto! Cosa ti
stava succedendo e cos'è meglio per te! Devo ammettere che non
finisci mai di stupirmi tu!- Dissi sorridendo.
La ragazza, a quelle parole si fece più allegra.
-Grazie, comunque mi racconti qualcosina anche di loro due?- Disse indicando quei due che ormai erano abbracciati.
-Ecco, la ragazza si chiama Kita ed è tua sorella minore. Ha due
anni meno di te e come avrai capito anche lei è una piratessa
come te. Il ragazzo invece è Rufy, mio fratello minore, anche se
non di sangue, ma noi ci consideriamo fratelli. Si è messo in
testa di diventare il Re dei piarati e nessuno lo smuove dal suo
obiettivo.- Dissi ridendo mentre pensavo alla sua testardaggine.
-Ok, ho capito, grazie mille. Io se non sbaglio sono Frensis, sorella
di Kita e una piratessa coi fiocchi a giudicare dalla taglia che pende
sulla mia testa.- Disse con uno sguardo un po' perso nel vuoto.
-Ti ricordi della tua taglia?- Gli chiesi stupito.
-No, l'ho solo letto in quella parete!- E indicò la parete in
cui avevo appeso le taglie della persone a me care: lei, Rufy e Kita.
-Ah, vedo che non ti sfugge nulla!-
-Comunque, prima hai detto che consideravi il tuo capitano, come se
fosse un padre, anche se non lo era. Quello vero non l'hai mai
conosciuto?? Sai per caso chi era?- Mi chiese tutto d'un getto. Era
davvero assetata di sapere la ragazza.
-Vedi, mio padre era... Gol D. Roger, il Re dei pirati.- Dissi
lasciando una lunga pausa, per verificare la sua reazione, ma niente.
Non fece niente. Rimase lì immobile a fissarmi, come per
incitarmi con il mio racconto.
Presi così un grosso respiro e continuai.
-Io.. lo odio. Per colpa sua io sono nato, non avendo fatto altro che
recare dolore e sofferenza a tutti coloro che mi sono cari. A te per
esempio. Non saresti mai in queste condizioni se io...-
Non riuscii a finire la frase, perchè Frensis scese alla svelta
dal letto e mi abbracciò. Mi ritrovai con il viso affondato nei
suoi capelli morbidi. Rimasi con le braccia a mezz'aria, poi mi sciolsi
a contatto con il suo corpo e la abbracciai forte a me. Non volevo
più perderla.
Rimanemmo in quel modo per qualche minuto, poi si staccò da me.
Troppo presto, non volevo lasciarla proprio allora che avevo più
bisogno di lei.
-Scusami.- Mi disse, una volta che tornammo faccia a faccia. -Stavi
soffrendo troppo e non sapendo cosa fare, ho agito d'istinto.- Mi disse
con la testa bassa e imbarazzata. -Ora meglio che vado a letto, mi
sento ancora molto stanca.- Così dicendo non mi diede nemmeno il
tempo di controbattere che se ne andò sotto le coperte,
voltandosi dall'altra parte.
Rimasi lì per qualche istante. Alla fine decisi che era
meglio lasciarla dormire e forse parlare con lei di quel gesto l'indomani. Mi
rimisi sdraiato e mi addormentai subito, anzichè navigare nei
miei pensieri, cosa ormai abituale per me.
La mattina seguente ci svegliammo tutti insieme. Rufy e Kita, ancora
abbracciati, si resero conto della loro posizione, e si allontanarono
subito rossi di vergogna e con tanto di pugno da parte di Kita.
Rufy e il suo mega bernoccolo andarono in bagno per primi, mentre
noi sistemavamo la camera, ormai tappezzata di coperte e cuscini per
l'occasione.
Poi fu il turno di Kita e poi il mio, che volevo però cedere a
Frensis, ma che rifiutò dicendo che voleva rimanerci di
più per farsi un bagno caldo.
Una volta tutti pronti, andammo a fare colazione nella sala mensa,
ancora popolata nonostante fossero le nove passate. Frensis veniva
aiutata a camminare da Kita, dato che zoppicava un po' a causa della
gamba.
Non ci rivolgemmo mai parola e non volsi forzare le cose per paura di farla sentire a disagio.
Eravamo in un tavolo tutti assieme, quando Marco arrivò correndo.
-Ragazzi, c'è un'isola all'orizzonte. La nostra prima meta!!-
Gridò, facendo calare il silenzio nell'enorme stanza.
-Woaw. Che bvello!! Una nuovba isovla!- Urlò Rufy con la bocca piena.
-Vieni, Frensis. Andiamo a vedere.- Disse Kita, prendendo sotto braccio la sorella e dirigendosi verso il ponte.
Io rimasi con Rufy che stava finendo di ingozzarsi, quando mi ricordai
della tisana di Frensis. Così andai subito a fargliela preparare
e gliela portai.
Trovai le sorelle Albats mentre scrutavano all'orizzonte la sagoma della nuova isola e mi avvicinai.
-Frensis, questa tisana te l'ha prescritta il dottore. Serve per
aiutarti con la tua amnesia.- Dissi deciso porgendole la tazza fumante.
-Grazie. Sei stato molto gentile.- Disse la ragazza, afferrandola e
sorseggiandone un po'. -Mmm.- Fece una smorfia di dissenso. -Devo dire
che non ha un buon sapore. Ma se serve per farmi guarire la
berrò.- Si rivolse a me con un sorriso molto dolce.
-Stai bene?- Gli chiesi preoccupato per la scorsa notte.
-Certo! Non ti preoccupare.- Mi rispose col suo tono vellutato.
-Ok. Vado a vedere che combina Rufy. Non si sa mai cosa potrebbe fare.
Dopo stanotte.- Dissi ridendo mentre lanciavo un'occhiata a Frensis
che, avendo inteso, per poco non si strozzava con la tisana.
Subito mi avvicinai tutto preoccupato, ma si riprese subito e rise a squarciagola.
-Cosa avete da ridere voi due?- Chiese con tono indagatorio Kita.
-Noi due? Niente!- Rispose Frensis che tratteneva a stento le risate.
-Siete tu e Rufy che ci fate ridere. Eravate così dolci questa
notte.- La provocò la sorella.
-E voi due come fate a saperlo?- Chiese subito Kita per nascondere il suo imbarazzo, ma ormai era già tutta rossa.
-Mi sono svegliata questa notte e ho trovato lui, ho trovato.. Mmmmm...
Oddio, non mi ricordo più il tuo nome.- Mi disse allarmata.
No, non ci potevo credere. Aveva fatto così tanti miglioramenti.
-O cavolo! Ora come faccio?- Mi disse quasi nel panico. -Io non ti
voglio dimenticare.- Era andata veramente nel panico e stava prendendo
l'ansia anche a me.
-Ok stai calma. Ti accompagno in camera tua e vado a chiamare il dottore. Sicuramente sarai stanca.- Le dissi per calmarla.
-V...va bene.- Acconsentì e si fece accompagnare alla sua stanza
da Kita, mentre io corsi subito dal dottore per riferirgli l'accaduto.
Lo trovai nel suo studio e vedendomi allarmato, mi seguì nella
cabina di Frensis.
-Bene signorina.- Disse il medico entrando. -Cosa è successo?-
-Vede dottore, stavo parlando con Ace e Kita, quando.... Aspetti un
attimo! Ora mi ricordo di voi. Mi ricordo di tutta la giornata,
compresa la scorsa notte e il risveglio!- Disse tutta eccitata.
-Ma come è possibile dottore?- Gli chiesi preoccupato.
-Probabilmente è l'effetto della tisana che ha bevuto.- Disse
rivolgendo uno sguardo alla tazza mezza vuota che era posata sul
comodino. -Vedete ha la capacità di migliorare la memoria, con
un momentaneo senso di vuoto iniziale. Questo però si
colmerà molto presto, anzi andrà perfino a migliorare, a
patto che continui a berla.- Diagnosticò il medico.
Rimanemmo tutti di stucco, compresa Frensis.
-Ok, grazie mille dottore.- Disse quest'ultima. -Ma posso continuare ad
uscire e andare in giro, oppure è meglio che rimanga in cabina?-
Le chiese gentile.
-Nono, signorina Albats. Può tranquillamente andare a fare un
giro sulla nuova isola, però si ricordi di non si sforzare col
ricordare. Siamo d'accordo?- Le disse con un tono autoritario.
-Certo dottore. Grazie ancora.- Concluse Frensis.
-Ok allora arrivederci ragazzi.- E così dicendo il medico si congedò, dirigendosi verso il suo studio.
-Allora è deciso! Appena attraccheremo sulla terra ferma andremo
alla scoperta della nuova isola!- Dissi eccitato. Avevo davvero voglia
di sgranchirmi insieme agli altri.
-Si!! Sono davvero contenta Ace! Ho una voglia matta di conoscervi! E
chissà, magari riuscirò a ricordarmi tutto!- Disse
allegra Frensis.
-E poi ho sentito dire dal nostro navigatore che questa sarà
un'isola estiva... L'ideale per rilassarsi un po'.- Avvisai le ragazze. Che bello l'estate.
-Wow! Che bello!! Io spero che ci sia qualche centro commerciale
così ti porterò a fare un po' di shopping Frensis!!-
Disse entusiasta Kita alla sorella. -Ne ho abbastanza dei soliti pochi
vestiti. Ci rifaremo il guardaroba!!! Sei contenta?- Chiese con tutto l'entusiasmo possibile. Aveva gli occhi che brillavano.
-Emm... Certo...- Disse non molto convinta Frensis.
-Allora ti aspetto eh! Io intanto vado ad avvisare gli altri!- E
così dicendo uscì tutta di fretta in direzione del ponte.
-Non ti ho vista molto convinta... Sei sicura di volerci andare?- Mi voltai verso la ragazza che era rimasta perplessa.
-Non che mi piaccia molto fare shopping, ma d'altronde non ho un
vestito e volevo passare un po' di tempo con lei.- Spiegò
molto brevemente. Come sempre si preoccupava prima degli altri che di
se stessa. Era una ragazza d'oro. Fin da piccola, aveva una sorta di
senso protettivo verso la propria sorellina. Si era afidata questa
enorme responsabilità senza mai lamentarsi.
-Si, ti capisco, ma ti avverto che se non è cambiata, e non mi
sembra minimamente, andrà su tutti i giri di fronte a un negozio
e non credo che avrete molto di cui parlare se non di taglie e colori.-
La avvisai della sorella. Mi suonava ancora strano che ero io a doverla
avvertire del carattere di Kita. La conosceva meglio di se stessa.
-Ah è vero, perfino da piccola adorava andare per le bancarelle
del nostro paesino, io non ci andavo mai, la accompagnava sempre nostra
madre. Ogni tanto tornava con qualche regalino anche per me, dato che
non le sembrava giusto. Anche se era un pensiero piccolo, niente di
che, io lo custodivo come se fosse un tesoro, come questo bracciale.-
Disse afferrando un bracciale color oro. -Lo regalò sia a me che
a Kita e da allora entrambe lo portiamo sempre con noi. E' l'unico
ricordo che abbiamo portato nel nostro viaggio di lei.-
Ci fu qualche istante di silenzio. Allora quella tisana funzionava davvero!!
-Frensis ma ti sei accorta che stai ricordando? Ti sei ricordata di tua
sorella e tua madre, di un episodio di quando eri piccola!- Ero molto
felice per lei. Desideravo troppo che si rimettesse.
-E' vero! Non me ne ero nemmeno accorta! E' stato così
naturale...- Chinò la testa come se stesse pensando a
qualcos'altro.
-Che stai facendo?- Le chiesi immediatamente.
-Sto cercando di ricordarmi anche di voi due, di te e di Rufy...- Disse confermando i miei sospetti.
-No! Non ti devi sforzare! Ricordi cosa ti ha detto il dottore? I
ricordi ti ritorneranno da soli, senza che nemmeno te ne accorgi, come
adesso.- Mi affrettai a dirle in modo che smettesse di agire di testa
sua e magari peggiorasse la situazione.
-Ma io mi voglio ricordare di te! Devo ricordarti! Sento che sei molto
importante ma non so il perchè. E questo vale anche per Rufy,
ovviamente.- Spiegò decisa. Aveva una tale determinazione che
era difficile dirle di no, ma quella volta non dovevo smuovermi
minimamente dalla mia posizione.
-Te l'ho appena detto. Ogni cosa a suo tempo. Non rischiare Frensis, io
non vado da nessuna parte e non voglio assolutamente che peggiori,
proprio ora che ti sei ripresa. Non sopporterei che ti succedesse
qualcos'altro di brutto. Sei troppo importante per me.- Quelle parole
mi uscirono spontaneamente, facendo scuotere la ragazza di fronte a me.
Forse non se l'aspettava, ma era la semplice verità.
Non
volevo nemmeno pensare a quell'agonia che provai in quei giorni dopo la
morte di Barbabianca e quindi, quei giorni in cui Frensis non dava cenni
di miglioramento. Non volevo rivivere di nuovo quella situazione.
-Ace, non ti devi preoccupare.- Mi disse premurosa, rivolgendomi uno
dei suoi sorrisi così calorosi, che mi scaldarono il cuore. -Se
la cosa ti fa stare così male non ci penserò. Però
adesso voglio che tu
non stia male.- Disse preoccupata avvicinandosi. Nel suo stato
era perfino preoccupata per me. Avevo
gli occhi lucidi sia al ricordo di tale sofferenza e alla sue parole.
-Grazie Frensis, ora sono più tranquillo.- La rassicurai.
In quel momento Rufy, tutto eccitato entrò in camera.
-Siamo arrivati!! Stanno gettando l'ancora, possiamo sbarcare!!-
Urlò dalla gioia. Era davvero un bambino. Non riusciva mai a
nascondere i propri sentimenti o emozioni. Era davvero un libro aperto.
-Perfetto!! Grazie mille Rufy!- Le rispose Frensis, dato che io ancora
non riuscivo a parlare. -Dai Ace! Andiamo!- Mi prese per mano,
strattonandomi debolmente dato le condizioni della sua gamba.
Così la affiancai, pronto a sorreggerla nel caso che non ce la
facesse.
Ci stavamo dirigendo tutti sul ponte, quando qualcuno urlò in fondo al corridoio.
-Ragazzi aspettate!- Era Kita che stava venendo verso di noi. -Dov'è finito Rufy?- Chiese correndo.
-Ma come non era con te?- Le chiesi. Dopo averci avvertito Rufy si era
dileguato e pensavamo fosse andato a chiamarla. -Comunque se può
essere d'aiuto è
appena stato da noi ad avvertirci, forse è andato ad avvisare
anche gli altri.- Conclusi.
-Oh no! Spero che non abbia invitato anche quella smorfiosa di
Hancock!- Esclamò Kita, disgustata per il brutto presentimento
che aveva. Quelle due proprio non si potevano sopportare.
E così dicendo andò verso il ponte.
-Ma cos'ha Kita? perchè non vuole Hancock?- Mi chiese Frensis,
stupita, mentre la sorreggevo con un braccio, per aiutarla a camminare.
Povera, non ci stava capendo più niente.
-E' solo gelosa.- Dissi alla fine. In fondo era la pura verità. Era gelosa di Rufy!
CONTINUA
|
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Capitolo 18 *** La nuova isola ***
cap 18
Ed
eccoci qua al diciottesimo capitolo. Ci eravamo lasciati quando i
nostri amici erano giunti ad una nuova isola. Chissà cosa accadrà in
questo nuovo e avvomcente capitolo?
Ed ora passiamo ai ringraziamenti. Vorrei ringraziare tutti quelli che hanno messo la storia tra le preferite:
-bunny65;
-chiaretta1992;
-Emy96;
-i4ever;
-Itacina;
-leonedifuoco;
-Namine23;
-Silverwood.
Coloro che hanno messo la storia tra le ricordate:
-chiaretta1992;
-Ice_DP;
-lady marion;
-ladylala;
-milan010.
Tutti quelli che invece l'hanno messa tra le seguite:
-Aki_Black_Fire;
-Auron_san;
-chiaretta1992;
-Hoshimi;
-i4ever;
-Juliett_94;
-Kat Luna89;
-Kgm92;
-Killy;
-leonedifuoco;
-Miki Michaelis;
-milan010;
-milla96;
-Ramona37.
E infine coloro che mi hanno messo tra gli autori preferiti:
-chiaretta1992;
-claymoreelen;
-Ramona37.
Ma grazie anche a coloro che leggono e basta!! =)
Ed infine ho risposto alle recensioni con la nuova funzione di EFP!
-chiaretta1992;
-Killy;
-Emy96;
-Kat Luna89;
-Juliett_94;
-akagami95.
Ed ora buona lettura a tutti! =)
18- La nuova isola
Che
bella sensazione scendere a terra, dopo così tanti giorni di
navigazione. Era davvero un sollievo sgranchirsi le gambe per un po' e
avere intorno nuovi ambienti, che non siano quelli soliti e monotoni
della Moby Dick.
C'eravamo proprio tutti, o almeno quelli che conoscevo io. Ma in fondo,
dopo essere stata per circa un mese sulla stessa nave, avevo fatto
conoscenza di tutti i suoi passeggeri.
Avevamo ognuno delle mete diverse: c'era chi voleva andare a fare un
giro per la nuova isola per esplorare, chi voleva farsi una passeggiata
tra le strade del villaggio vicino e magari fare rifornimento di cibo,
chi voleva andarsene un po' in giro e raccimolare qualche informazione
su quanto tempo impiegasse il Log Pose a registrare il magnetismo
dell'isola e quindi dirigersi verso la prossima.
Naturalmente qualcuno però aveva deciso di rimanere a fare la
guardia alla nave, e per mia sfortuna tra quelle persone non c'era
Hancock.
Quel maledetto di Rufy era andato ad avvertire anche la signorina
"Sono-bella-solo-io", che aveva scambiato il gesto di cortesia
dell'ingenuotto, come un vero e proprio invito a uscire. Ma si
può essere più presuntuose?
Fatto sta che da quando ci ha dato l'onore di uscire dalla sua cabina,
non ha lasciato Rufy nemmeno per un secondo. Penso che un polipo stia
meno attaccato allo scoglio, di quanto possa fare Hancock con Cappello
di Paglia.
Avevamo tutti deciso di andare a fare un giro per il paese, che si
trovava non molto lontano da dove avevamo attraccato con la nave.
Era davvero molto pittoresco come villaggio. Tutte le case erano
costruite allo stesso modo: avevano tutte la stessa struttura, ma
ognuna possedeva quel particolare che la rendeva unica e speciale.
Erano tutte colorate, e ogni casa aveva dei fiori appese alle finestre
dello stesso colore della facciata esterna. E non solo qualche vaso, ma
intere distese di fiori, che emanavano nell'aria un profumo buonissimo.
Era da tanto che non rivedevo un posto così speciale e colorato.
-Wow, che magnifico posto!- Esclamai meravigliata.
-Già, è a dir poco unico.- Rispose Frensis, che mi camminava a fianco, aiutata dall'inmancabile Ace tuttofare!
Quando si trattava di aiutare Frensis, era in grado di fare tutto. Che carino!
Camminavamo per le strade con molta tranquillità, dato che in
giro sembrava tutto apposto e non c'era la minima presenza della
Marina.
Marco, che stava passeggiando insieme a noi, si fermò un attimo in una locanda per chiedere informazioni.
Uscì poco dopo e si avvicinò a noi. -Questa è
l'isola Kites, conosciuta come isola degli aquiloni, dato che molto
spesso gli abitanti dell'isola costuisconi aquiloni di strane forme e
colori per poi lasciarli volare tutti assieme, come la tradizione
vuole. Il Log Pose impiega
una settimana per registrare il magnetismo, quindi abbiamo tutto il
tempo disponibile, per rilassarci un po'. A proposito, il locandiere mi
ha avvisato che abbiamo avuto la fortuna di attraccare nella settimana
in cui daranno vita alla loro tradizione.- Disse con voce calma.
-Si, che bello! Potrò assaggiare ogni pietanza tipica di queste
parti godendomi lo spettacolo!- Disse Rufy con un sorriso a 32 denti.
-E io ti accompagnerò, mio Rufy-chan!- Affermò sdolcinata
Hancock che si era attaccata al suo braccio.
Che nervi che mi dava quella ragazza.
-E quando li faranno volare?- Chiese mia sorella.
-Domani pomeriggio alle 3 e mezza- Rispose Marco, quasi automaticamente.
-Ora che ci penso, tra poche isole le mie piratesse Kuja mi verranno a prendere per tornare ad Amazon
Lily.- Disse Hancock.
-E sai più o meno tra quanto verranno?- Chiese dispiaciuto Rufy.
-Non lo so, ma ovviamente aspetteremo prima di
tornare a casa. Ora che ci penso, Rufy perchè non ti unisci a
noi, con la tua ciurma vi ritroverete tra 2 anni, nella mia isola ti
potrai allenare a tuo piacimento, con gli animali più forti di
tutto il mondo.- Le propose Hancock elettrizzata. Quelle parole mi
fecero sussultare. Non pensavo arrivasse a così tanto. Fissavo
Rufy, per cercare di capire quale risposta avrebbe dato ad Hancock. Non
riuscivo a staccare gli occhi da quei due, che formavano una coppietta.
Perchè mi doveva dare così fastidio? In fondo non era
quello che volevo liberarmi di Rufy? Non ne ero più molto
convinta.
-Emm... Non lo so Hancock, devo decidere.- Disse serio Rufy. Non era molto felice della sua proposta.
-Non ti metto fretta, ma sappi che sei sempre il benvenuto!- Le disse
Hancock, prima triste ma poi tirandosi su di morale, speranzosa di una
futura risposta positiva.
-Ok, grazie mille Hancock.- Le disse poi Rufy, parlandone come se non fosse successo niente.
Un istante di silenzio che fu subito riempito dal rumore degli stomaci di Rufy e Ace.
-Che fameeee!!- Si lamentarono. Si vedeva che erano fratelli.
-Ahahahah.- Ridemmo all'unisono tutti e 6.
-Andiamo a cercare un buon ristorante!- Si incamminò Rufy.
Andammo a mangiare in un posto davvero meraviglioso. Il cibo era ottimo
e la vista fuori dalla finestra davvero spettacolare. Non avendo molta
fame, mi soffermai molto a pensare guardando il panorama.
Io avevo
lasciato la mia ciurma e ora non sapevo cosa fare. Di certo non potevo
tornare non sapendo nemmeno dove si erano cacciati. E poi non potevo
lasciare tutti gli altri. Rufy, Frensis e Ace. Proprio ora che ci
eravamo riuniti.
Cosa potevo fare? Decisi che era meglio rimandare quelle riflessioni ad un altro momento. Ora volevo solo divertirmi un po'.
Una volta terminato il pranzo non sapevamo cosa fare.
-Dai Rufy, vieni con me a fare un giretto!- Disse Hancock trascinandoselo dietro.
-Hei Kita, io e Frensis andiamo a fare un giro, e trovare qualche posto
dove rilassarsi. Ci vediamo questa sera alla nave.- Disse Ace,
avviandosi con Frensis verso la periferia.
-Ma...- Non feci in tempo a obiettare che quei due si erano già allontanati, lasciandomi da sola. O quasi.
-Bene, siamo rimasti io e te.- Disse Marco alle mie spalle.
Mi voltai, per guardarlo in faccia. -Già.- Dissi con un tono un
po' spento, perchè nessuno mi aveva considerato. -Che facciamo?-
Gli chiesi rivolgendogli un sorriso.
-Non so. Andiamo a fare un giro anche noi.- Mi disse e ci incamminammo insieme.
Ero davvero felice di essere di nuovo sola con Ace. Non so
perchè, ma mi trasmetteva
sempre quella sensazione di benessere e tranquillità. Poi cosa
davvero strana, quando aveva avvertito Kita che saremmo andati a fare
un giro da soli, avevo le farfalle nello stomaco. Non ricordo di averle
mai provate in vita mia. Però sono una bella sensazione. Il suo
braccio intorno alla mia vita, che mi sorreggeva per aiutarmi a
camminare, mi dava le vertigini. Eppure era solo un gesto gentile per
dimostrarmi la sua amicizia. Non era possibile e nemmeno
immaginabile che io ed Ace fossimo più di semplici amici. E poi,
prima di giungere a qualsiasi conclusione dovevo ricordarmi di lui. Ma
non ci riuscivo. Era così frustrante. Ora però non ci
dovevo pensare. Volevo solamente godermi il momento.
Mi portò in una spiaggia, poco frequentata, dove si poteva
ammirare un bellissimo paesaggio. Il sole caldo, batteva sulla mia
pelle, riscaldando il mio corpo già bollente, per il tocco di
Ace.
All'improvviso mi trascinò giù, e finimmo entrambi a
sedere sulla sabbia. Rimasi a guardarla per un po', mentre ci passavo
sopra con le mani, come a disegnare un semicerchio. Quei minuscoli
sassolini che mi scorrevano tra le dita, erano fantastici. Non era una
sabbia normale però. Era molto chiara, quasi bianca. Il
contrasto che provocava con il blu marino dell'acqua era una meraviglia
per gli occhi. Quel posto era davvero splendido.
-Finalmente un posto tranquillo.- Disse Ace, distraendomi da quel
vagare di pensieri. -Tutta quella gente in movimento per la festa di
domani mi dava sui nervi.- Si rivolse a me con un sorriso molto caldo.
-Già, era davvero fastidiosa.- Porsi lo sguardo altrove. Non
volevo fissarlo, anche perchè mi creava troppo imbarazzo. Poi,
guardando il mare, mi venne un'idea. -Dai Ace, perchè non andiamo
a fare un bagno?- Dissi, mentre stavo cercando di alzarmi.
-Ma sei impazzita?- Mi disse, prendendomi per un braccio, e annullando
ogni mio tentativo di mettermi in piedi. Quel suo modo mi aveva un po'
preso di sorpresa. Ok, non voleva fare il bagno, ma poteva dirmelo
anche in una maniera migliore. -Con il frutto del diavolo che abbiamo
mangiato finiremo affogati!- Mi disse con un tono premuroso, che
cancellò all'istante quello che avevo pensato prima.
-Frutto del diavolo? Cos'è?- Chiesi stupita del modo in cui
aveva strutturato la frase. Quell'"abbiamo" non mi aveva molto
convinta. -L'ho mangiato anche io?- Gli dissi, rivolgendogli uno
sguardo impaurito. Cosa diavolo poteva essere? Se ci poteva far
annegare, doveva essere qualcosa di veramente brutto.
-Tranquilla, è un frutto che ci ha donato dei particolari poteri
e che, però, ci ha negato la capacità di nuotare, almeno
nell'acqua del mare, facendoci affondare come se fossimo di pietra.- Mi
disse, tranquillizzandomi. Non ci stavo capendo più nulla. Un
frutto che dava dei poteri? Ma in che mondo mi trovavo?
-E che tipo di poteri ci da?- Gli chiesi, cercando di nascondere la mia paura mista a sorpresa nella voce.
-Ne esistono infiniti. Io, per esempio, ho mangiato il frutto Foco-Foco che mi ha
reso un uomo di fuoco.- E così dicendo, mi diede una dimostrazione, trasformando il
suo dito in uno fatto di fuoco.
Wow! Che meraviglia. Stavo per avvicinare la mia mano, al suo dito
infuocato, quando lo spense, facendolo ritornare a quello originale.
-Hei, stai attenta! Guarda che non è un gioco. Puoi farti del
male sul serio.- Mi ammonì, con uno sguardo un po' severo.
-Sc..scusami.- Dissi a bassa voce, abbassando lo sguardo. Mi sentivo un'emerita idiota. Ma che volevo fare?
-Dai non è successo niente di grave. E poi forse, con il tuo
potere, potevi anche rimanerne illesa.- Disse, appoggiandosi con le
mani dietro la testa e finendo disteso sulla sabbia.
-Uh? E che potere può essere in grado di rendermi immune dal tuo
fuoco?- Chiesi sbalordita. Ok, adesso non ci capivo più niente.
Mi sentivo come un pesce fuor d'acqua.
-Sinceramente non ne so molto sul tuo potere dato, che fino ad un mese
fa non ne sapevo niente nemmeno io. L'unica cosa che so è che
hai mangiato il frutto Neutro-Neutro, che ti ha reso neutrale a tutto.- A
quelle parole mi tornò in mente tutto! Quel giorno, quando io e
mia sorella trovammo quei due frutti.
-Ora mi ricordo!- Urlai, alzandomi di scatto. Quella mossa mi
provocò dolore alla gamba. Ma non me ne importava niente.
Finalmente mi ricordavo! Si mi ricordavo il mio potere e tutte le
abilità che mi aveva dato. Che fantastica sensazione sapere chi
sei. In fondo quel frutto era diventato ormai parte di me. Non saprei
immaginarmi senza il mio potere!! -Fammi provare se lo so usare
ancora!- Dissi concentrandomi.
-E come?- Mi chiese confuso, mentre si alzava.
-Attaccami con il tuo potere.- Gli dissi, seria, guardandolo negli occhi.
-Non se ne parla neanche.- Era davvero serio.
-E dai!- Lo pregai, come una bambina fa con la mamma, per avere dei dolcetti.
-No.- Aveva preso la sua posizione e non dava segni di cedimento. Ma io
dovevo provare! Dovevo vedere se ero ancora in grado di usare i miei
poteri.
-E allora prova a darmi solo un pugno!- Riprovai.
-Ho detto di no.- Non voleva cedere.
-E allora te lo darò io.- E così dicendo resi neutrale la
mia mano e gli tirai un pugno. Ovviamente non sentì nulla dato
che era di fuoco e io non mi bruciai.
-Visto? Niente di niente.- Gli dissi mostrando la mia mano che non aveva nemmeno un graffio.
-Già, è proprio un potere davvero utile quando combatti
con persone che hanno mangiato un Rogia.- Mi disse gentile. Sapevo di
cosa parlava, della classificazione dei Frutti del Diavolo. Era davvero
una cosa meravigliosa parlare con le persone senza fermarli sempre, per
capire di cosa parlano. Una boccata d'aria.
Ace si rimise a sedere sulla sabbia, e lo imitai quasi subito anche
perchè la gamba cominciava a darmi davvero fastidio. Mi
soffermai qualche secondo in più ad ammirare il suo viso.
La sua espressione dava a capire che era davvero concentrato, mentre
fissava l'orizzonte. Era come se pensasse ad una cosa molto
importante, che gli ronzava in testa da tempo. Sopra gli occhi si
erano formate delle rughe d'espressione. Poi passai ad osservare gli
zigomi e le guance. Aveva davvero dei bei lineamenti, ed ora che ci
facevo caso, era pieno di lentiggini! Minuscoli puntolini, leggermenti
più scuri della sua carnagione, che gli riempivano la zona
centrale del viso. Mi ero fissata a guardarlo.
-Senti..- Disse ad un tratto sempre guardando l'orizzonte,
risvegliandomi dallo stato di quasi contemplazione, in cui ero caduta.
Distolsi alla svelta lo sguardo, arrossendo. -Mi stavo chiedendo il
perchè del tuo comportamento della scorsa notte. Cioè,
parlo di quando mi hai abbracciato.- Continuò poi voltandosi per
guardarmi in faccia.
Mi aveva preso alla sprovvista e ci misi qualche istante per rimettere
in ordine le idee. -Sinceramente non so dirti il motivo preciso, per
cui l'ho fatto.-
Questa volta ero io a guardare il mare, lontano. Non volevo guardarlo
in quel momento, anche perchè mi avrebbe imbarazzato troppo. Mi
vergognavo a parlare di quel mio gesto, un po' avventato, ma era la
verità. -Mi è venuto d'istinto.
Vedevo che soffrivi tanto e volevo evitare di farti stare male, dato che quella sofferenza mi faceva male anche a me. E'
davvero strano pensare di consolare una persona da poco conosciuta, o
almeno da quanto mi ricordi. Allo stesso tempo però sento di
conoscerti fin troppo bene. C'è qualcosa che mi impedisce di
raggiungere i miei ricordi. Una sorta di muro che non so come abbattere.- Dissi sincera.
Alle mie parole Ace spalancò gli occhi come se avessi detto un mucchio di fesserie.
-Non capisco come tu possa dire una cosa così meravigliosa su di
me. Tu non sai niente perchè non ti ricordi, ma io sono un
mostro! Per me è morto mio padre, mia madre, hanno rischiato la
vita Rufy, Kita e perfino te, Frensis. Come puoi pensare una cosa
simile su di me!?- Disse alzandosi in piedi e guardandomi fisso negli
occhi.
-Ma che diavolo dici?? Io non mi ricorderò anche niente, ma
visto che tutte queste persone sono disposte a rinunciare alla loro
stessa vita per te, vuol dire che una
persona tanto cattiva come dici di essere non lo sei affatto.- Dissi
alzandomi anche io in piedi, per guardarlo meglio in faccia.
-Ma lo sai di chi sono figlio? Mio padre, il mio vero padre è
Gol D. Roger, il Re dei Pirati!- Era davvero furente di rabbia.
Sembrava che potesse esplodere da un momento all'altro.
-Lo vuoi capire che di chi sei figlio non importa a nessuno??? Importa
solo agli idioti che non sanno minimamente di quel che parlano!!- Mi
stavo davvero arrabbiando, ma le mie parole ebbero un buon fine dato che si
stava tranquillizzando.
-Non sai quanto vorrei non essere mai nato...- A quelle parole non ci
vidi più dalla rabbia. Mi venne l'istinto di dargli uno schiaffo
e lo feci. Non glielo detti troppo forte ma ci rimase comunque male.
-Non lo dire più!!- Urlai con tutta me stessa verso di lui e
così facendo girai i tacchi e me ne andai. Non ce la facevo, mi
faceva male la gamba, ma non volevo fermarmi o tornare indietro. Per
quanto mi sforzassi di andare il più veloce possibile, dei passi
mi stavano raggiungendo velocemente.
-Dove credi di andare, nelle tue condizioni?- Disse Ace, un po' freddo prendendomi per un braccio.
-Non lo so, ma di sicuro lontano da te.- Dissi cercando di scrollarlo via, senza però successo. Mi teneva, la sua stretta
si faceva sempre più forte. Non faceva male, ma avevo paura di
quel suo comportamento. Alla fine, la presa si allentò fino a
che non mi lasciò. Ero sempre girata, e non mi voltai nemmeno
per guardarlo, che feci il primo passo per allontanarmi.
Mi bloccò un'altra volta, prendendomi sempre per il braccio.
Questa volta era una presa più delicata che mi costrinse a
voltarmi e mi ritrovai con la faccia sul suo petto. Mi teneva stretta a
lui e quel suo tocco, mi aveva dato una scarica in tutto il corpo.
-Scusami.- Mi disse, appoggiando la testa sulla mia. -Non dovevo dire
quelle cose, ma sono pensieri che mi attanagliano la mente. Scusami,
davvero.- Continuò. Quelle parole erano talmente sincere che non
resistetti e misi le braccia intorno alla sua schiena. Lo abbracciavo
forte.
-Non ti preoccupare, però promettimi che non lo dirai
più.- Gli dissi seria, anche per il suo bene, per impedirgli di
continuare a stare male.
-Ok, promesso.- Mi disse, stringendomi ancora di più. Quella
presa mi faceva quasi mancare il respiro, ma era una sensazione
bellissima.
-Quindi.. Pace?- Gli dissi, staccandomi da lui, per guardarlo in faccia, e mostrandogli il mignolo alzato.
Mi guardò male. -E quello cos'è?- Mi chiese, guardandomi di sottecchi. Mi fece sentire un po' stupida.
-Il mignolino della pace... Come facevamo da piccoli.- Spiegai velocemente.
-Che hai detto?- Mi chiese di ripetere. Aveva un'aria strana.
-Il mignolino della pace.- Perchè mi aveva chiesto di ripetere? Stava forse diventando sordo?
-No, dopo...- Non riuscivo a capire dove voleva arrivare ma gli risposi lo stesso.
-Come facevamo da piccoli...- Che aveva?
-Ti ricordi di noi da piccoli?- Mi chiese eccitato per il mio grande passo avanti. Era vero! Mi ero ricordata!
-Si!!! Non me ne ero nemmeno accorta! Ora mi ricordo tutto della nostra
infanzia: io, te, Kita e Rufy che giocavamo e che quando litigavamo
facevamo sempre e subito la pace con il mignolo!! Che bello!! Ti
ringrazio Ace!- Dissi, rivolgendogli un sorriso molto solare e caldo.
-E per cosa?- Mi chiese stupito.
-Perchè con te riesco a ricordarmi tutto! Sei come una medicina
umana per me!- Spiegai la ragione che mi rendeva in quel modo. Ero
davvero felice.
-Felice di aiutarti!- Mi disse con un gran sorriso. -Allora pace?- Concluse alzando di nuovo il dito.
-Certo, pace!- E così dicendo presi il suo dito, intrecciandolo
con il mio. Era un gesto infantile, ma mi piaceva un sacco.
-Sai..- Continuò sempre stringendomi il mignolo. -Sembri una
bambina. Non in senso offensivo, ma perchè la tua
semplicità e spontaneità mi ricorda molto i bambini. E'
un bene. Come questo gesto!- Disse alzando le nostra dita ancora
incrociate.
A quelle parole arrossii.
-Già, mi piace troppo questo gesto, anche se è infantile.- Affermai, sciogliendo poi la presa.
-Ma ora ti ricordi anche di me, cioè di come ci siamo incontrati
di nuovo e tutta la storia?- Mi chiese con un barlume negli occhi che
faceva capire la sua speranza.
Vedendolo così speranzoso, mi sforzai a ricordare. -Mmm...- Ci pensai ma niente. -Niente purtroppo. Solo qualche scena di
quando eravamo bambini. Mi dispiace.- Uffa, non era giusto.
Fece un sospiro di rassegnazione. Poi continuò dicendo. -Non
è colpa tua. Ma visto che hai detto che io ti aiuto molto,
che sono una "medicina umana" per te,- Aggiunse alle due parole
virgolettate il gesto con le dita di entrambe le mani, -ti
rimarrò accanto fino a quando non ti sarai ripresa del tutto.
Non ti libererai di me mai- Disse deciso e felice allo stesso tempo.
-E non voglio farlo!- Risposi subito sincera. Se fosse stato per me saremmo stati sempre insieme. Non aspettavo altro!
La passeggiata con Marco fu davvero molto divertente! Avevamo perfino
costruito un aquilone dato che non sapevamo cosa fare... E devo
ammettere che ci era davvero venuto bene. Mi piaceva troppo.
Avevamo sentito dire dagli abitanti del paese che il giorno dopo ci
sarebbe stata perfino una gara che avrebbe premiato l'aquilone più originale. Allora
io e Marco avevamo deciso di partecipare iniziando la costruzione.
Non avevo molta fantasia, ma per fortuna c'era il comandante della
prima divisione che colmava la mia mancanza. Pensava che sarebbe stata
una buona idea, riprendere un modello originale, e chi avrebbe potuto
posare per questa opera, se non La Fenice in persona? Proprio per
questo ci stavamo dedicando alla ricerca di materiale, tutto ovviamente
di colore blu e giallo.
Passare il tempo con Marco era davvero molto meglio di quanto mi
immaginassi. Era una persona davvero semplice e carismatica. Non
occorreva che mi sforzassi, per divertirmi in sua compagnia. Se qualche
volta poteva esserci qualche pausa, trovava sempre un argomento che
riusciva a riempire il silenzio fastidioso che si creava. E questo suo
aspetto mi piaceva molto.
Non fu molto difficile il recupero dei materiali e la costruzione.
Avevamo quasi finito, mancavano solamente gli ultimi ritocchi che lo
avrebbero reso impeccabile.
Marco era chinato sull'aquilone, impegnato a scrivere qualcosa con un
pennarello nero. Mi avvicinai molto, e quasi all'altezza dell'orecchia
gli chiesi ad alta voce: -Marcooo, cosa stai combinandoo?-
Il mio quasi urlo lo fece sobbalzare, facendolo sedere di colpo in terra.
-Hei, ma ti sembra il modo?- Mi disse scherzoso.
Gli risposi con una linguaccia. -Così impari a fare qualcosa sul
nostro aquilone senza prima interpellarmi!- Affermai decisa e con una
certa aria snob. Mamma mia, ma chi era quella ragazza? Di certo non io.
Io odio le ragazze altezzose e snob. Però mi era venuto
spontaneo.
-Hai ragione, ma se te l'avessi chiesto non credo che avresti
accettato. Così ho deciso di agire di testa mia.- Disse,
prendendo l'aquilone, e mostrandomi il disegno.
CONTINUA
|
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Capitolo 19 *** La sfida ***
cap 19
Ed
eccoci arrivati al diciannovesimo capitolo! In fondo a questo vi
premetto già che ci sarà una sorpresina!! Spero davvero
che vi piaccia! Prima di iniziare vorrei ringraziare Killy,
che mi ha dato dei suggerimenti anche sulla struttura del capitolo e
spero davvero che questo lo renda più leggibile a tutti!! Grazie
mille!!
Ed ora passiamo ai ringraziamenti. Vorrei ringraziare tutti quelli che hanno messo la storia tra le preferite:
-bunny65;
-chiaretta1992;
-ChibiWall;
-Emy96;
-i4ever;
-Itacina;
-Killy;
-leonedifuoco;
-Namine23;
-Silverwood.
Coloro che hanno messo la storia tra le ricordate:
-chiaretta1992;
-Ice_DP;
-lady marion;
-ladylala;
-milan010.
Tutti quelli che invece l'hanno messa tra le seguite:
-Aki_Black_Fire;
-Auron_san;
-chiaretta1992;
-Hoshimi;
-i4ever;
-Juliett_94;
-Kat Luna89;
-Kgm92;
-Killy;
-leonedifuoco;
-Miki Michaelis;
-milan010;
-milla96;
-Ramona37.
E infine coloro che mi hanno messo tra gli autori preferiti:
-chiaretta1992;
-claymoreelen;
-Ramona37.
Ma grazie anche a coloro che leggono e basta!! =)
Ed infine ho risposto alle recensioni con la nuova funzione di EFP!
-chiaretta1992;
-Killy;
-Emy96;
-Kat Luna89;
-Juliett_94.
Ed ora buona lettura a tutti! =)
19- La sfida
Era
una copia perfetta del mio tatuaggio, riportato all'esatto centro
dell'aquilone. Rimasi a bocca aperta nel vedere una spina nera sulla
nostra creazione.
-Ma.. ma è bellissimo!!- Dissi meravigliata, guardando ancora
una volta verso il disegno. -Ma non dovevi farlo.- Continuai poi
rivolgendo lo sguardo verso Marco che stava ancora lì impalato a
fissarmi.
-Vedi è per questo che non volevo dirtelo!- Disse poi avvicinandosi.
-Già, lo so, ma ti ringrazio lo stesso.- Dissi rivolgendogli un sorriso caloroso.
-Visto che sono stato molto bravo, non mi merito un premio?- Mi chiese quasi malizioso, avvicinandosi sempre di più.
-Mmmmm, non lo so, cosa vorresti per premio?- Dissi con voce un po'
suadente per stare al gioco. Mi divertiva tenere i ragazzi pendenti
dalle mie labbra. Mi piaceva giocare con loro. E' una cosa che mi ha
sempre divertito.
-Non so, che dici di un bacetto?- Mi chiese disinvolto, avvicinandosi
sempre più. Volevo giocare con lui e tenerlo ancora un po' sulle spine.
-Certo!- Dissi avvicinandomi a mia volta! Quando le nostre labbra
stavano per toccarsi, il mio volto cambiò direzione,
schioccandogli un bacio sulla guancia. Subito dopo, mi allontanai
velocemente contenta del mio scherzetto!
-Hei, ma non vale!- Mi disse, rincorrendomi e prendendomi da dietro, per poi farmi il solletico.
Stavo morendo, non ce la facevo più. Avevo le lacrime agli occhi
per aver riso troppo. Finii a terra, tirandomi dietro anche lui.
Ad
un tratto smise di farmi il solletico, e si distese a terra proprio
a fianco a me. Col rincorrerci finimmo in un giardino pubblico vicino a
dove stavamo costruendo il nostro aquilone. Era bellissimo. Era pieno
di fiori che rendevano l'aria buona e il paesaggio colorato, come tutto
il paese del resto. Ne approfittai della tregua per riprendere un po'
di fiato, anche se avevo un forte dolore allo stomaco, per le troppe
risate.
-Sai..- Mi disse mentre guardava il cielo, con le mani dietro la testa.
-Devo dire, che non ho mai incontrato nessuna ragazza come te. Tutte
quelle che ho frequentato, non sono mai riuscite a farmi divertire come
fai te. Sei speciale, Kita, e mi piaci davvero tanto.- Disse poi
voltandosi verso di me per vedere la mia reazione.
Non avevo parole, non mi aspettavo per niente al mondo che mi dicesse
quelle cose. Certo, avevo capito che era interessato a me, ma non
pensavo fino a questo punto.
Non sapevo ancora cosa rispondergli. Non avevo ancora le idee chiare,
per colpa di Rufy. Non sapevo cosa volevo. Non lo volevo illudere, non
se lo meritava.
Rimasi in silenzio per qualche istante, quando questo fu rotto da un urlo che conoscevo fin troppo bene.
-Rufy, amore, dove stai andando?- Chiese smielosa Hancock a Cappello di
Paglia, che stava venendo verso la nostra direzione, lasciando la
Principessa Serpente indietro di qualche metro.
-Hei ragazzi, finalmente vi ho trovato.- Disse Rufy mentre si stava
avvicinando a noi. Mi alzai quel tanto che bastava per mettermi seduta
a gambe incrociate, mentre strappavo l'erba. Mi innervosiva la sua
presenza, soprattutto se con lui c'era anche Hancock. Ma perchè
mi doveva fare quell'effetto?
-Dove sono gli altri?- Disse quando notò che eravamo solamente
io e Marco. Non risposi, rimasi a testa bassa, anche perchè ci
aveva già pensato la Fenice.
-Non lo so, hanno preferito fare un giro per conto proprio, e siamo rimasti noi due da soli.-
Disse sottolineando ancora di più le ultime due parole. Marco si
rivolgeva verso di Rufy con uno sguardo quasi di sfida. In tutto quel
tempo che avevo trascorso sulla Moby Dick, l'avevo visto comportarsi in
quel modo solo una volta, cioè quando eravamo sul ponte che mi
invitò a fare un giro con lui, quella mattina di qualche giorno
fa. Anche in quella situazione si era rivolto a Rufy con lo stesso modo.
Non so, forse era geloso. Ma non aveva motivo di esserlo. Io e Rufy eravamo solo buoni amici.
-Rufy, perchè non andiamo a finire il nostro aquilone, per la
gara di domani?- Chiese Hancock, avvicinandosi a Rufy e prendendolo
sotto braccio, quasi per portarlo via.
-Ah, partecipate anche voi alla gara dell'aquilone più
originale?- Disse Marco, stupito quanto me che avessimo avuto la stessa
idea. Allo stesso tempo lanciò come uno sguardo di sfida che
Rufy colse al volo.
-Già, e sono sicuro che il nostro sarà mille volte
migliore del vostro.- Affermò Rufy sicuro di se, accettando
quindi la sfida. A quel punto subentrai io. Non potevo starmene zitta a
una simile provocazione.
-Si certo. Non potrete mai batterci.- Mi alzai lentamente, arrivando a
fiancheggiare Marco e avendo quindi davanti Rufy ed Hancock.
Cappello di Paglia rimase male nell'udire le parole che mi uscirono di bocca. Era come sorpreso.
-Ok, scommettiamo.- Quella volta era Hancock a parlare. -Se saremo noi
a vincere, cosa di cui ne sono sicura, dovrete farci da schiavetti per
una settimana, senza discutere su cosa vi chiediamo.- Disse sicura di se, con un tono arrogante.
-Un
po' ovvia come proposta per una principessa, ma accetto.- Le lanciai la
frecciatina senza nemmeno consultarmi con Marco. Non volevo
assolutamente risultare inferiore. Mi dava davvero fastidio la sua
sfacciataggine ed era davvero altezzosa.
-Allora è deciso.- Ribadì lei.
-Certo.- Risposi. Tenevo testa al suo sguardo, guardandola fissa negli occhi. Di certo non sarei stata io a cedere per prima.
-Vieni Rufy, andiamo a finire il nostro lavoro.- Disse sempre fissandomi, per poi spostare lo sguardo e andarsene.
-Arrivo!-
Rispose Cappello di Paglia. -Allora in bocca al lupo ragazzi! Ma tanto
vinceremo noi!- Era troppo sicuro di se. Non sapeva con chi aveva a che
fare allora.
-Crepi!
Ma ti sbagli, vinceremo noi!- Questa volta mi anticipò Marco,
con il suo solito sguardo. Aveva davvero una notevole determinazione.
Certo, era una questione di principio, ma avevo l'impressione che per
lui fosse qualcosa di più. Un qualcosa di più importante,
che va oltre all'orgoglio.
-Lo vedremo domani!- Gridò con voce allegra mentre stava raggiungendo Hancock ormai lontana.
Rimanemmo in silenzio, impalati a guardare i due andarsene.
Il
primo di noi a parlare fu Marco. -Dobbiamo mettercela tutta!
Mi raccomando Kita, dobbiamo vincere!- Era difficile persuadere quegli occhi così
determinati dal loro intento. Ma anche io ero
d'accordo con lui!
-Si!
Non dobbiamo perdere assolutamente contro quella smorfiosa!- Non la
sopportavo. Cercavo di convincermi che aveva quel suo
caratteraccio per la sua infanzia, ma non ci riuscivo proprio.
-E
poi Rufy... Adesso la nostra vittoria è diventata una questione
di principio tra me e lui!- Non gli andava a genio. Forse la mia
intolleranza verso Hancock era la stessa che Marco aveva verso Rufy.
Era davvero una bella coincidenza.
-Dai, rimettiamoci al lavoro.- Dissi per distrarlo un po', visto che si era fatto molto serio dopo l'incontro con i due.
La
sera arrivò presto. Era un vero peccato, anche perchè
avevo trascorso una delle giornate più belle, tra quelle che mi
ricordavo ovviamente. Il che ne restringeva il campo a davvero poche.
Io
ed Ace, avevamo trascorso tutto il pomeriggio a fare passeggiate e
chiacchierate, lungo la spiaggia. Ovviamente, io riuscivo a
camminare grazie al suo sostegno, come sempre inmancabile.
Il
tempo in sua compagnia era volato in un attimo. Non sembrava fosse
trascorsa nemmeno un'ora che il cielo si era già imbrunito e il sole
stava per tramontare. Eravamo rimasti a guardare il tramonto come una
coppietta innamorata. Ero davvero felice!!
Quella
sera, eravamo nella stessa locanda dove avevamo pranzato, e come se ci
fossimo dati un appuntamento, ci eravamo tutti riuniti allegramente. O
almeno era quello che pensavo, fino a poco prima che iniziasse la cena.
Tra
Rufy e Marco, così come tra Hancock e Kita, c'era molta
tensione. I quattro non facevano altro che tirarsi frecciatine pungenti
a vicenda. Era come se si stessero sfidando: Kita e Marco VS Hancock e Rufy.
Io
ed Ace ci guardammo con uno sguardo che faceva intendere la nostra
perplessità. Ma non chiedemmo niente per non causare altro
scompiglio.
Terminata
la cena tornammo tutti alla nave. Prima però, io e Frensis ci
eravamo messi d'accordo a parlare con i nostri rispettivi fratelli.
Così lasciammo proseguire Marco e Hancock da soli perchè
avevano le loro cabine più lontane dalle nostre.
Una
volta chiusa la porta della nostra nuova stanza, mia e di Rufy
ovviamente, perchè ora che si era ripresa Frensis, ci sembrava
giusto che le due sorelle Albats dormissero assieme, mi decisi a
chiedere a Rufy
quale fosse il problema: ero sicuro che in qualche maniera ci entrasse
Kita. Non sapevo il vero motivo però. Potevo dire che era
intuito. Si, l'intuito del fratello maggiore.
-Cos'era
quella situazione di prima a cena, Rufy?- Gli chiesi, con un tono
davvero minaccioso, distraendolo quindi dalla sua indifferenza che
aveva apposta creato per l'occasione.
-Quale
situazione?- Ecco, ti pareva. Faceva il finto-tonto. In fondo, sapevo
che un po' tonto lo era sempre stato, ma non per queste situazioni.
Quando si trattava di sfide miste a orgoglio, era come se il suo
cervello iniziasse a funzionare bene. Così come doveva essere
normalmente.
-Eddai,
hai capito benissimo!- Continuava a fingere di non capirci nulla.
Allora a mali estremi, estremi rimedi caro fratellino.
-C'entra Kita, vero?- Se non voleva parlare, lo avrei fatto
confessare io, con le buone o con le cattive! E quale metodo migliore,
se non pungerlo sul vivo toccando il suo argomento tabù?
Esitò
qualche istante. -E va bene, tanto a te non ti sfugge mai niente...-
Disse alla fine voltandosi verso di me, dato che per tutta la
conversazione mi aveva dato le spalle. -Si,
in qualche modo c'entra Kita, ma per il semplice motivo che io e
Hancock e Kita e Marco, abbiamo deciso di partecipare alla gara
di domani con gli aquiloni. E' questione di principio adesso,
perciò non chiedermi nemmeno di rinunciarci!- Mi disse
più determinato che mai, fissandomi negli occhi. Di certo non
sarei andato contro al suo volere, ma ero sicuro che c'era qualcosa di
più.
-E'
così importante per te questa sfida.- Gli chiesi, rompendo il silenzio che si era creato. -Ma perchè? Insomma,
sono sicuro che c'è qualcosa oltre il semplice orgoglio....- Conclusi.
-In
effetti è così... Dagli sguardi di sfida che oggi Marco mi lanciava,
mi è sembrato davvero che ci fosse anche Kita di mezzo...- Esitò qualche istante. -Intendo
come "premio".- Disse, alla fine, voltandosi dall'altro lato ancora una volta.
-Ma
che razza di idiozie!- Come potevano mettere una persona, e per di
più Kita come premio?! No, quello non era mio fratello. Lui non
l'avrebbe mai fatto, soprattutto ad una sua amica e per di più
la ragazza di cui è innamorato follemente.
-No
no, non ti scaldare!- Si degnò di guardarmi in faccia, per
cercare di calmarmi. -Non lo abbiamo detto in maniera esplicita,
però anche lui sembrava davvero molto determinato e io non
voglio
assolutamente perderla. Almeno non prima di averle parlato... Dopo
sarà libera di scegliere ciò che vuole.- Ero
impressionato! Il mio fratellino stava finalmente crescendo! Dovevo
rimangiarmi quello che avevo pensato qualche minuto fa. Ero contento
del suo cambiamento.
-Hai
ragione, sono fiero di te Rufy! Mi raccomando, cerca di vincere allora!-
Cercai di tirarlo un po' su dato che si era rattristito pensando alle
possibilità di quel futuro non molto remoto. Intanto mi
incamminai verso l'uscita.
Fece
un sorriso a 32 denti. -Certo che vincerò! E poi lo ha costruito
Hancock, perchè io sono una vera frana... Ma dove vai?- Mi
chiese alla fine, vedendomi stringere il pomello della porta.
-Emm...
Faccio una passeggiata prima di andare a dormire. Mi aiuta a
rilassarmi.- Mentii. Di sicuro non potevo rivelargli la mia vera
meta.
-Ah
ok! Io vado a dormire che sono davvero molto stanco.- Mi rispose lui,
sbadigliando sonoramente. Il che costituì una vera e propria
prova. Nel giro di qualche minuto sarebbe collassato sul letto, o sul
pavimento, se non sarebbe riuscito a raggiungerlo prima. Perfetto!
-Ok... Allora Buonanotte!- Dissi chiudendo la porta.
Con
passo veloce andai fino alla stanza di Marco. Volevo, e dovevo, sentire
anche la sua versione. Volevo sapere se anche lui teneva così
tanto a quella competizione.
Arrivato alla porta bussai. Marco mi rispose subito: -Avanti.- Così entrai.
A quanto pareva aveva appena finito di fare la doccia dato che, anche se vestito si stava asciugando i capelli.
-Ah, scusami... Se hai da fare passo più tardi.- Dissi per non disturbarlo ancora.
-No
no, non ti preoccupare... Vieni pure, cosa mi volevi dire?- Mi rispose
tranquillo. Bene, potevo parlare tranquillamente allora.
Eravamo
in camera nostra. Ora che
mi ricordavo meglio di mia sorella non era più un problema
rimanere sola con lei. Anzi ero entusiasta di passare il mio tempo con
lei. Potevo scoprire dettagli che si potevano rivelare importanti, per
la mia memoria.
-Allora
Kita... Cos'era quell'aria tesa prima a cena?- Mi decisi a chiederle,
dopo un bel respiro, mentre mi mettevo il pigiama e sistemavo il
letto.
-Ma
di quale aria pesa stai parlando?- Mi disse con tono da gnorri, mentre
si stava pettinando davanti allo specchio. Eh no, quel trucchetto non
funzionava con me. Sapeva benissimo di cosa stessi parlando.
-Non
fare la finta tonta con me. Anche se è da poco che mi ricordo
di voi, lo capiva benissimo anche un estraneo che c'era qualcosa che
non andava.- Dissi guardandola negli occhi, dato che si era voltata verso la mia direzione.
Sbuffò.
-E va bene, tanto a te non si può nascondere niente.- Era
sempre stato così, non mi poteva nascondere nulla dato che la
leggevo come se fosse un libro aperto. Non avevo nemmeno bisogno dei miei poteri. -Vedi, io e Marco abbiamo
costruito un aquilone e così hanno fatto anche Rufy ed Hancock.
Domani ci sarà una vera e propria gara per l'aquilone più
originale e abbiamo deciso di sfidarci.- Si decise a dire alla fine. Era come sollevata, per essersi tolta un peso enorme.
-Deduco che non è una semplice gara amichevole.- Dissi tranquilla, ripensando i loro comportamenti a cena.
-In effetti Rufy e Marco si sono lanciati certe occhiataccie...- Rispose pensierosa, magari sulle vicende di quel pomeriggio.
-A
te invece non importa nulla?- Domandai conoscendo già la
risposta. Era ovvio che lei era quasi la prima ad aver lanciato la
sfida. Era sempre stata orgogliosa e poi ora c'era anche Rufy di mezzo.
-Certo
che mi importa! Devo dare una bella lezione a quella smorfiosa e a
Rufy. E' stata lei a sfidarci e non posso certo rimanere impalata se mi
sfida.- Come avevo immaginato. Era tipico di mia sorella la testardaggine e l'orgoglio.
Eravamo arrivati
alla verità. Quella mattina avremmo scoperto la coppia
vincitrice: Kita e Marco oppure Rufy e Hancock?
Non ne avevo proprio idea e sinceramente non tifavo nessuno. Anzi,
avrei preferito se quei testoni non si fossero mai sfidati. Quelle
competizioni, anche se amichevoli e carine per gli spettatori,
nascondevano sempre delle conseguenze.
I
partecipanti erano già al paese, mentre io ed Ace eravamo appena
partiti.
-Allora? Ieri sera che ti hanno raccontato Rufy e Marco?- Gli chiesi, rompendo il silenzio creato dopo i saluti mattutini.
-Rufy all'inizio
faceva il finto tonto, come se non ci fosse stato niente che non andava
nella cena, ma poi ha confessato tutto dato che con me non può
avere segreti.- Disse, fincheggiandomi come sempre e sorreggendomi,
mentre ci dirigevamo al paese. -Entrambi hanno detto che non è
una semplice gara
ma che si giocano sia l'onore che Kita.- Disse tranquillo. A quella
dichiarazione
sobbalzai. Come potevano giocarsi mia sorella? Ma prima che dicessi
qualcosa, Ace
continuò.
-Lo so, è
un po' rude e maschilista come
scommessa ma vedi, entrambi sono innamorati di tua sorella. Chiaramente
sarà lei a scegliere ma è una questione di principio tra
loro due.- Affermò velocemente per evitare che mi arrabbiassi.
Non ci vedevo più. Li difendeva anche? Ma come poteva prendere
le parti di quei due?
-Come puoi
difenderli?- Dissi piena di rabbia. Non mi sembravano corretti quei
discorsi nei confronti di mia sorella. Se erano entrambi innamorati si
dovevano dichiarare e basta.
-Non è
che li difendo. Sto solo dicendo che li posso capire...- Disse agitando
le mani velocemente. Poi continuò. -Se ci fosse qualcun'altro che fa la corte a te, io avrei
agito come mio fratello.- Confessò abbassando lo sguardo.
Diventai rossa.
Cosa voleva dire? Che mi stava corteggiando anche lui? Il mio cuore
aveva accelerato il battito. Poi però i miei pensieri si
rivolsero alle sue prime parole. Ora che ci riflettevo a mente fredda
non
aveva tutti i torti. In fondo sia Rufy che Marco si stavano comportando
così perchè ci tenevano a mia sorella.
Poi ripensando a quello che aveva detto di Rufy mi misi a ridere.
-E ora perchè ridi?- Mi chiese stupito dei miei sbalzi d'umore.
-Perchè
si vede che Rufy e Kita sono fatti l'uno per l'altra. Anche mia
sorella faceva la finta tonta all'inizio, ma poi ha confessato tutto.
Non mi può sfuggire nulla di lei, è come un libro aperto
per me.- Affermai convinta di quello che dicevo. Quei due stavano davvero bene insieme.
-Hei Frensis,
Ace!! Siamo qua!!!- Urlò da lontano Kita agitando la mano per
farsi vedere, e interrompendo la nostra conversazione.
-Si parla del diavolo...- Dissi. Poi spuntò anche Rufy da dietro l'angolo.
-E spuntano le corna.- Concluse Ace.
Ridemmo assieme, molto fragorosamente. Non mi divertivo così da tempo.
-E adesso
perchè ridete?- Ci chiese Kita, confusa del nostro
comportamento. In fondo, anche io sarei rimasta confusa davanti a una
scena simile.
-Niente, lascia
stare. Ma dimmi, quanto manca all'inizio?- Gli chiesi, curiosa di
quanto potesse mancare all'inizio della fatidica gara.
-Non molto. Noi siamo i quinti ad esibirci, mentre loro sono i sesti.- Disse indicando Rufy e la principessa serpente.
Mi voltai a
guardarla ma un'altra persona catturò la mia attenzione: una
donna, bionda, molto alta con gli occhi azzurri. Non so il motivo ma mi
sembrava di averla già incontrata da qualche parte. Mi stava
già fissando e quando notò che la guardavo anche io, se ne
andò, con un sorrisetto stampato sulle labbra.
-Hei sorellona, che ti prende?- Mi chiese Kita, risvegliandomi dai miei pensieri.
Volsi lo sguardo
verso mia sorella. -Niente, mi sembrava di conoscere una persona, ma
probabilmente mi sbaglio.- Dissi lasciando fare. Sarà stata solo
un'impressione.
-Ok. Dai, adesso
andate con gli altri spettatori che tra poco inizia lo spettacolo.-
Disse spingendoci impazientemente. Ero davvero curiosa, non vedevo
l'ora che iniziasse la gara.
CONTINUA
Ed
ecco a voi, come promesso la sorpresa!! Frensis e Kita disegnate e
colorate da me a mano, senza averle modificate al computer. Cliccate
sui nomi!
Frensis
Kita
PS: mi scuso cari lettori se vi
ho mostrato le due protagoniste solo dopo 19 capitoli ma devo dire che
ho avuto qualche problema con lo scanner! ^^ Perdono! =D
Inoltre devo ringraziare la mia amica Killy, che mi ha illuminato su
come caricare le immagini sul capitolo! Senza il suo aiuto non sarei
mai stata in grado! Thanks!! =D
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Capitolo 20 *** La resa dei conti ***
cap 20
E
siamo arrivati al ventesimo capitolo. Mi scuro per il ritardo, ma con
queste feste di mezzo non ho avuto tempo nemmeno di terminare il
capitolo. Comunque meglio tardi che mai... No?
Spero che vi piaccia, perchè scoprirete chi è la bionda che ho citato il capitolo precedente!
E adesso passiamo ai ringraziamenti.
Ringrazio chi ha messo la storia tra le preferite:
-bunny65;
-chiaretta1992;
-ChibiWall;
-Emy96;
-Itacina;
-Killy;
-leonedifuoco;
-lucia la misteriosa;
-Namine23;
-Silverwood.
Chi tra le ricordate:
-chiaretta1992;
-Ice_DP;
-lady marion;
-ladylala;
-milan010.
Chi tra le seguite:
-Aki_Black_Fire;
-Auron_san;
-chiaretta1992;
-ghirigoro;
-Hoshimi;
-i4ever;
-Juliett_94;
-Kat Luna89;
-Kgm92;
-Killy;
-Kira_chan88;
-leonedifuoco;
-Miki Michaelis;
-milan010;
-milla96;
-Ramona37.
E infine chi mi ha messo tra gli autori preferiti:
-chiaretta1992;
-claymoreelen;
-Ramona37.
Ma grazie anche a coloro che leggono e basta!! =)
Per ultimo ringrazio coloro che hanno recensito, a cui ho risposto con la nuova funzione di EFP:
-chiaretta1992;
-Killy;
-Emy96;
-akagami95.
Ed ora buona lettura a tutti!! =)
20- La resa dei conti
Una volta
trovata una postazione perfetta per ammirare lo spettacolo, rividi la
donna che velocemente si stava spostando altrove. Chi era? E cosa stava
facendo? Quella faccia, non mi era nuova, ma non riuscivo a ricordare.
Era terribilmente frustrante. Mi sentivo davvero a terra. Ma non dovevo
far preoccupare inutilmente gli altri. Sicuramente era solo una donna
con dei lineamenti comuni. Si, era per quello che mi sembrava
familiare.
La gara
iniziò poco dopo. I primi aquiloni devo ammettere che non erano
un gran che. Il primo rappresentava una farfalla, altri pipistrelli, di
forme e dimensioni diverse, ma seguendo sempre i soliti schemi
tradizionali. Ce n'erano davvero pochi che furono in grado di colpirmi.
Magari per gli accostamenti di colori, o anche per la loro danza che
riuscivano a fare in aria. Tutti quei colori, quelle forme che si
muovevano velocemente e in svariate direzioni erano una meraviglia per
gli occhi.
Arrivò
poi il turno di Kita e Marco. Intravidi una forma diversa del loro
aquilone, di colore azzurro. Si, era proprio una fenice, un modello
molto fedele al vero! Ma qualcosa la caratterizzava: era un segno di
colore nero sul dorso dell'aquilone. Aguzzai lo sguardo per riuscire a
distinguere meglio la figura che presiedeva.
-Hei, ma quello
è il tatuaggio di mia sorella!- Constatai ad Ace, che stinse gli
occhi in direzione dell'aquilone che stava danzando leggiadro in
aria.
-E' vero! E' una copia identica! E bravo Marco, voleva fare colpo.- Disse sempre guardando la loro creazione.
-E chi ti dice
che non lo abbia disegnato mia sorella?- Dissi un po' stupita di quella
sua affermazione, un po' troppo azzardata per i miei gusti.
-Perchè
penso che Kita non sia un tipo che si vuole mettere al centro
dell'attenzione. Non è molto egocentrica. O almeno questa
è la mia impressione. Ma correggimi se sbaglio.- Mi disse
guardandomi negli occhi.
-Ora che ci
penso meglio, hai proprio ragione. Kita non avrebbe mai fatto una cosa
del genere. Me lo sarei più aspettata da una come Hancock. E'
una constatazione. Non è in senso offensivo.- Dissi velocemente.
In fondo era vero. La principessa serpente è la classica
ragazzza che adora essere il centro dell'attenzione di tutti. Nessuno
escluso!
L'esibizione di
Marco e Kita non durò molto ma fu più che sufficiente per
stupire la maggior parte dei presenti. Vidi i giudici di gara annotare
molto velocemente i loro giudizi sui tabelloni che avrebbero poi
pubblicato per annunciare il vincitore della gara.
Lo spazio
adibito all'esibizione fu alla svelta sgomberato, per lasciar spazio ai
successivi concorrenti. Era il turno di Rufy e Hancock. Ero proprio
curiosa di vedere cosa avevano inventato quei due.
Intravidi un
aquilone dalla forma un po' insolita, come un serpente rosso e bianco,
ma aveva anche una chiazza gialla in alto. Non riuscii a notare
nient'altro. La mia attenzione si spostò subito altrove.
Accadde tutto
molto velocemente. Rividi ancora una volta la donna dai capelli chiari,
seguita da un gran numero di marines. Subito la grande flotta ci
circondò, gettando la gente nella disperazione, ma lasciandola
scappare, dietro la loro copertura. Eravamo in trappola. Eravamo tutti
in posizione, pronti a difenderci da un'eventuale e molto possibile
attacco.
-Ahahahah!!- La
risata melodiosa della bionda risuonò dappertutto, mentre si
stava avvicinando sempre di più a me. Non avevo paura, ma non
ricordandomi minimamente di lei, temevo soltanto di quali poteri
possedesse. Ace, Rufy, Kita e Marco non davano il minimo cenno di
timore, solo stupore. Hancock si limitava ad osservare senza accenno di
emozione.
-Pensavate
davvero che la marina non vi avrebbe seguiti?- Continuò
fissandomi. Quegli occhi. Erano talmente familiari. -Bene bene, siete tutti qua.- Disse voltandosi a guardare
anche gli altri. -Ace pugno di fuoco, Rufy cappello di paglia, Marco la
fenice, Kita la spina nera e Frensis la rosa viola.- Concluse l'elenco
continuando a fissarmi.
Non ce la facevo
più, dovevo ricordarmi, o almeno sapere qualcosa di più!
Era frustrante e questo mi rendeva molto debole e insicura. -Tu chi
sei?- Mi decisi a chiederle alla fine.
-Ahahahah!
Davvero non ti ricordi Frensis? Abbiamo già combattuto in
passato, e se
non fosse stato per il tuo capitano che si è messo in mezzo, ti
avrei battuta.- Quell'affermazione non mi aiutò molto.
Continuavo a non ricordare e forse, dalla mia
espressione, anche lei capì che non mi aveva illuminato con
quella
sua misera spiegazione. -Comunque mi presento per chi non mi
conoscesse. Io sono Marta, un capitano della marina.- Cosa un capitano? Non ci voleva proprio. -Mi delude
che non ti ricordi di me, mia cara Frensis. Eppure non mi dimenticano
facilmente.- Continuò poi con tono beffardo. Era talmente sicura di sè.
Tutta quella sicurezza non faceva altro che peggiorare la mia
situazione e farmi sentire sempre più insignificante e debole.
Cercai di
sforzarmi coi ricordi. Marta... Scavai nella mia mente,
pensando a questo nome. L'immagine di una pantera con gli occhi azzurri
mi passò veloce. Fu una strana sensazione che mi fece leggermente sobbalzare.
-Mi chiamano
anche La Pantera, per il frutto zoo-zoo che ho mangiato.- Fu un attimo.
Quello scontro, quegli occhi, quegli artigli. Mi tornò tutto in
mente. Quel giorno in cui io e il capitano Green, gli unici componenti
della nostra ciurma, ci imbattemmo nella Marina. Non sapevo ancora
utilizzare i miei poteri e questo mi portò
quasi alla morte. Se non fosse stato per Green, a quest'ora sarei stata
cibo per pantere.
Quel ricordo mi
fece male. Fu un dolore ricordare che la mia vita sia dipesa da
un'altra persona senza la quale non ce l'avrei fatta. La doveva pagare
per quell'affronto. Il mio orgoglio era stato ferito. IO ero stata
ferita.
-Ora mi ricordo
tutto!- Dissi sicura di me, guardandola negli occhi. -Tu sei quella strega bionda con cui ho combattuto nel mare
orientale!- La sbeffeggiai, con un sorisetto diabolico stampato sulle labbra. Il ricordare era
un punto a mio vantaggio.
-A chi hai detto
strega?- Mi disse su tutte le furie. Quell'insulto la fece risvegliare.
Era come se un fuoco si fosse acceso nei suoi occhi.
-A te, e a chi
altrimenti? Vedi altre bionde e per di più streghe nei
dintorni?- Continuai con l'offesa. Era un piacere riuscire a prendermi
gioco di lei.
-Ti avverto, non
farmi infuriare Frensis.- Mi avvisò, come se potesse
spaventarmi. Non mi faceva più paura quella donna, non
più ormai. -Sono molto cambiata dall'ultima volta! Adesso
sono più forte, e non sarà una passeggiata battermi!-
Affermò, mettendo le mani sui fianchi e guardandomi dall'alto
verso il basso.
-Se è per
questo anche io sono diventata molto più forte.- La avvertii.
Bene, a quel punto era più una questione di principio che altro.
Sarebbe diventata la nostra resa dei conti.
-So tutto mia
cara. So perfino dei poteri, possiamo definirli... Sovrumani che
appertengono alla tua famiglia.- Quell'affermazione mi fece sobbalzare.
Possibile che fosse realmente a conoscenza dei poteri che la mia
famiglia voleva
custodire anche a costo della propria vita? Non potevo permetterglielo.
-Come hai fatto
a scoprirlo???- Dissi allarmata. Non poteva mandare all'aria
così tanti anni di ricerche e sacrifici. Ero seriamente
preoccupata per mia madre.
-Si da il caso
che poco fa sia
tornata dall'isola Misaka e abbia scoperto che la c'è un
compagno
di ricerche di tuo nonno. Non è stato molto difficile catturalo
e farlo parlare, dopo che ho minacciato di far del male alla
sua famiglia.- Non riuscivo più a muovermi. Come poteva fare del male a persone innocenti? Quella donna era
davvero una vipera. Avrebbe fatto di tutto pur di raggiungere il suo
scopo. Non l'avrebbe passata liscia!
Prima che
potessi aprire bocca, e quindi risvegliarmi dal mio stato di shok, Ace
mi precedette. -Vigliacca!- Disse con un tale disprezzo che risuonava
nella sua voce, facendola tremare. Mi voltai lentamente verso di lui.
-Tu, Portuguese
D. Ace devi stare zitto. Non ti dovrebbe importare dei valori familiari
dato la famiglia che ti ritrovi.- Pugno di Fuoco a quella frase stava
per scattare. No, non doveva. Non potevo permettere che soffrisse
ancora. Gli presi una mano e la strinsi forte, mentre volsi il mio
sguardo carico di puro odio verso di lei. Ace si voltò verso di
me. Pur non guardandolo in faccia riuscivo a capire il suo
sbigottimento per il mio gesto.
-Ragazzi.- Dissi
con tono fermo e deciso, senza mai abbassare lo sguardo. -Vi prego,
lasciatela a me. Ho una sfida da chiudere una
volta per tutte.- Mi voltai lentamente verso tutti loro: Kita, Rufy,
Hancock, Marco ed infine lui, il più importante di tutti, Ace.
Lui non mi avrebbe mai permesso di combattere da sola. Ma non potevo
permettere che si intromettesse di nuovo qualcuno. Non lo avrei
sopportato.
La sua mano era
ancora intrecciata alla mia. Abbassai la testa per guardare, per
assaporare quel calore un'altra volta, come se riuscisse a darmi la
forza necessaria. Poi presi un bel respiro e alzai lo sguardo,
incrociando il suo, corrugato in una smorfia di dolore per le parole
che stavo per dirgli. In fondo mi conosceva bene per immaginarsi quello
che gli avrei chiesto.
-Ace, so che ti
senti responsabile di quello che mi è successo a Marine Ford, ma
non ti devi preoccupare per me. Sono forte abbastanza da poterla
battere da sola.- Dissi con tono supplichevole mentre mi immergevo nel
nero dei suoi occhi. Erano così ipnotizzanti. Poi cercai di
riprendere lucidità per continuare e dare un nesso logico alle
mie parole. -Ti prego, non riuscirei a sopportare di nuovo una sua
sconfitta.-
Pugno di Fuoco
mi guardò con uno sguardo che riuscì a spaventarmi. Stava
davvero soffrendo per la mia richiesta ed io egoisticamente glielo
chiesi lo stesso. Fu una pausa che sembrò durare secoli,
soprattutto con le continue minacce e provocazioni che venivano da
Marta, ma che ero riuscita ad ignorare trasformandole solamente in un
rumore di sottofondo. Alla fine aprì bocca. -Frensis, capisco il
tuo stato d'animo. E' la stessa cosa che provo nei confronti di Teach.
Proprio per questo ti lascio andare, ma ti prego, ti prego,
promettimi che tornerai sana e salva da me.- Disse queste parole come
se fosse il suo ultimo desiderio, quello più nascosto, che
riusciva a torturarlo da dentro.
Fu un sollievo
avere l'approvazione anche di Ace e lo rigraziai abbracciandolo,
annullando lo spazio che c'era tra di noi con un piccolo balzo, il
quale fece svegliare la gamba intorpidita per le medicine che prendevo,
con una fitta non molto intensa. Ma non ci feci caso. Volevo solo
godermi il momento. -Te lo prometto!- Affermai decisa, stringendolo
ancora di più. Quel calore, ormai era dappertutto, aveva invaso
completamente il mio corpo. Era come se ogni minima cellula di me si
stesse gustando una carica di energia prima della lotta. Ero
completamente assuefatta da tutto ciò, e questo mi rendeva molto
più attenta e vigile.
Sciolsi a mio
malgrado l'abbraccio dopo qualche minuto, ma prima che potessi farlo,
Ace mi baciò la guacia, scaturendo in me l'ennesima scossa
piacevole.
-Ma che bella
scenetta romanatica.- Si intromise beffarda la Marine. Era
davvero odiosa. -Fate proprio bene a salutarvi così
calorosamente, dato che sarà il vostro ultimo incontro.-
Continuò con la minaccia. Non ci vedevo più dalla rabbia.
Il fatto che si fosse intromessa nei miei fatti personali, mi rendeva
carica di odio ed ira. Una rabbia che sentivo crescermi nel petto, come
se fosse pronta a prendere il controllo del mio corpo.
-Cerca di non
fare molto la simpatica, mia cara Marta. Se la tua vita è
talmente insignificante da non avere nessuno al tuo fianco, non devi di
certo prendertela con me.- Le rivolsi un sorisetto compiaciuto per la
mia frecciatina inviatole. I ragazzi che ormai mi fiancheggiavano
trattenevano a stento le risate, trasformandole in dei risolini soffocati.
-Come ti
permetti, brutta insolente?- Chiese indegnata e offesa per l'affronto
che le avevo arrecato. Era pronta per scattare. Non aspettavo altro.
-Io faccio
quello che voglio. Non prenderò di certo ordini da una fallita
come te, mia cara.- La nostra sfida durava ormai da troppo tempo, tanto
che tutto il rancore che tenevo in serbo per lei si stava trasformando
in offese gratuite e minacce. Ma tutto ciò non mi importava. Non
finchè non avremo chiuso questa storia una volta per tutte.
-Bene,
ragazzina. L'hai voluta tu!- Disse mettendosi in posizione d'attacco,
chinandosi e poggiandosi anche sulle mani, riportandomi alla memoria
proprio la posizione di un felino mentre caccia.
-Avanti, fatti
sotto.- Dissi mettendomi in posizione a mia volta e invitandola ad attaccarmi con
un gesto delle mani. Poi però mi venne in mente una cosa. Dovevo
saperla a tutti i costi. -Se permetti, prima vorrei sapere una cosa da
te!- Mi rivolsi con tono deciso verso di lei.
-Ultimo
desiderio acconsentito. Chiedimi tutto!- Disse prendendosi gioco di me.
Ma ormai non mi importava più nulla. Aveva già segnato il
suo destino.
-L'uomo di cui
hai parlato, il compagno di ricerche di mio nonno, dove si trova?-
Dovevo assolutamente trovarlo. Di certo sarebbe stato di grande aiuto
per colmare le lacune che ormai caratterizzavano il mio passato.
Essendo solo una ragazzina i miei genitori non mi hanno mai reso molto
partecipe agli eventi principali, come la scoperta di questo
straordinario potere. Quel poco che so, l'ho scoperto da sola, contando
solamente su me stessa e su mia sorella. Lei non mi ha mai abbandonato.
-Non dovrei
dirtelo dato che potrebbe risultare pericoloso per la nostra
indennità, ma dato che non vivrai abbastanza per andare a
cercarlo, te lo posso concedere.- Disse con tale sicurezza. -Si trova
sulla nostra nave. I miei uomini stanno procedendo col recupero di
informazioni. Spero solamente che resista. Sarebbe un peccato che
morisse, ma dato la sua età, chi può dirlo?-
Era davvero una
vipera. Come poteva torturare un pover uomo e per di più
anziano, solo per estorcergli qualche informazione? Non aveva davvero
scrupoli. Pur di raggiungere il suo scopo avrebbe fatto di tutto.
-Bene. Adesso ho
tutto quello che mi serve. Possiamo procedere.- Dissi, preparandomi
allo scontro. Ma prima che potessi escogitare una qualsiasi strategia
di attacco, la vice ammiraglio mi piombò addosso molto
velocemente, assumendo la sua forma intermedia: era diventata una donna
pantera.
Per fortuna, per
quanto riguarda a riflessi non ero messa male. Scansai per un pelo il
suo attacco, balzando indietro di qualche metro e atterrando sulle
gambe. Quella mossa mi costò però un dolore lancinante
alla gamba, che mi smorzò il respiro, facendomi quasi accasciare
a terra.
-Bene bene. Vedo
che la nostra Frensis non gode di ottima salute fisica. E' proprio un
vero peccato dato che quello era solo un misero assaggio di ciò
che sono in grado di
fare.- Mi mise in guardia con voce strafottente.
-Non
preoccuparti per me. Sto benissimo. E comunque non mi fai paura.-
L'avvertii, rialzandomi con cautela, grazie anche all'aiuto di Ace che
si era precipitato in mio soccorso, preoccupato delle mie
condizioni.
-Sei proprio
sicura di farcela?- Mi chiese con un tono supplichevole, che faceva
intendere di ritirarmi finchè ne ero in tempo.
-Si. Non voglio
tirarmi indietro. Stai tranquillo.- Gli dissi guardandolo negli occhi
per fargli capire che non ero affatto preoccupata.
Dopo aver
rigraziato Pugno di Fuoco, tornai a fissarla. Non doveva più
succedere che mi cogliesse alla sprovvista. Non dovevo più avere
punti deboli, altrimenti sarei stata finita.
Aveva uno strano
sguardo. Era come se stesse architettando qualcosa di losco nella sua
mente subdola. Guardò prima me e poi passò a setaccio
tutti i miei compagni. Sorrise compiaciuta, forse di quello che stava
tramando. -Thomas!- Gridò senza nemmeno staccare gli occhi da
me.
-Si capitano!!-
E senza nemmeno aggiungere altre indicazioni, un ragazzo scattò
dal gruppo di marines che ci aveva circondato dirigendosi verso i miei
compagni.
-Attenti
ragazzi!!! Gli ho letto...- Kita non fece nemmeno in tempo a finire la
frase che il ragazzo gli piombò alle spalle. Non riuscii a
capire nemmeno come fece perchè troppo veloce, ma riuscì
ad ammanettare mia sorella, Rufy, Ace e Marco. Non riuscivo a credere
ai miei occhi. Ma come aveva fatto? Non era possibile. Non lo avevo
nemmeno visto.
-Brutta strega!! Cosa ci hai fatto? Liberaci subito!- Si lamentò Rufy dimenandosi.
-Sono manette di agalmatolite!!!- Dedusse Ace, preoccupato e accasciato a terra, per colpa delle stesse.
-Ma che razza di
mostro è quel Thomas?- Si chiese Marco, divincolandosi per
cercare di liberarsi, ma ovviamente il suo tentativo fu inutile.
-Sono uno dei pochi, padrone delle sei tecniche.- Si vantò il ragazzo.
-Libera subito
Rufy!- Gridò piena di rabbia Hancock, arrivando a mettere k.o.
qualche decina di marines solo per avvicinarsi al capitano.
-E perchè
mai dovrei farlo?!- La derise Marta, fronteggiando la principessa
serpente, che nel frattempo si era fatta largo arrivandole di
fronte.
-Thomas, per non correre rischi, sai cosa devi fare.- Rivolse un ulteriore ordine al ragazzo portentoso.
-Eseguo subito!-
E così dicendo un istante dopo anche Hancock era ammanettata.
Non ci potevo credere. Quel ragazzo aveva una velocità
inaudita.
-So che fai
parte della flotta dei 7. Ma dalla guerra pare che tu abbia preso le
difese di questi pirati, perciò sei una minaccia per noi dalla
parte della giustizia!- La informò il capitano. -Non voglio
interferenze nel nostro combattimento, così potremo definire una
volta per tutte la vincitrice!- Disse infine lanciandomi un'occhiata che si faceva intendere.
-Bene!
Cominciamo da dove eravamo rimaste!- Iniziò la battaglia
scagliandosi nuovamente contro di me, assumendo la sua forma intermedia.
Non feci una
piega. Rimasi immobile a braccia incrociate attivando solo il mio scudo
per gli attacchi fisici. In quel modo non poteva farmi niente. Era come
se ci fosse una corazza tutt'intorno a me che impediva a qualsiasi suo
attacco di raggiungermi.
-Mmm... Vedo che
hai migliorato la tua tecnica difensiva. Ma la tua barriera non ti
proteggerà in eterno!- Mi urlò contro, decisa come se
avesse un piano preciso da attuare. Proprio in situazioni come quelle
il mio potere si risvegliava. La paura o la tensione per un'imminente
battaglia o pericolo erano come una sveglia per me e la mia
potenzialità. Potevo leggerle nel pensiero, ma solo quando
scorreva nel mio corpo sufficiente adrenalina causata da queste
situazioni. Era per questo che non potevo leggere tranquillamente la
mente di ognuno. O almeno non ancora. Quel tipo di tecnica mi
richiedeva una grande concentrazione ma si rivelava molto utile nel
corso di una battaglia. Potevo prevedere ogni sua mossa.
Riuscii a
scorgere molto velocemente un'immagine di un suo balzo in aria con
tanto di attacco dall'alto verso di me. E così fu. Saltò
in aria roteando come se fosse una trottola,
mettendo i suoi artigli in bella mostra e accumolando velocità
si
gettò contro di me. Proprio come avevo visto.
Era un colpo
davvero molto forte! Continuavo a proteggermi, ma ad un certo punto il
dolore lancinante alla gamba mi fece distogliere l'attenzione dalla
barriera. Dannazione, questa proprio non ci voleva!
Capita la gravità della situazione in cui mi trovavo
per colpa di quella dannata ferita, balzai via. Ma all'atterraggio
poggiai scorrettamente il piede in terra e persi l'equilibrio, cadendo.
Mi faceva malissimo. Già non ce la facevo più! Non dovevo
darmi per vinta. Ero forte abbastanza per riuscire a batterla, magari
facendo più attenzione ai suoi attacchi e non usando colpi che
prevedevano un grande sforzo delle gambe. Si, ce la potevo fare! Ce la
dovevo fare!
-Ahahahah!
Scommetto che quella ferita non ti da pace! Non è forse
così?- Mi derise con il suo sorrisetto maligno.
-Sei un'ignobile
vigliacca!- Urlò Ace prima che io aprissi bocca. Non mi voltai a
guardarlo, non ne avevo il tempo e non potevo. Il suo sguardo
accusatorio della serie "te-l'avevo-detto", mi avrebbe perseguitato per
tutto il combattimento.
-Devo ammettere
che sei stata davvero molto astuta e diabolica nell'attaccarmi
dall'alto, in modo da esercitare più pressione contro le mie
gambe.- Dissi rialzandomi. -Non concluderò mai niente se mi
limito a difendermi, perciò dovrò passare anche io
all'attacco.- La avvisai calma impugnando la mia spada. -E' da molto
che non la uso... Ma sappi che me la cavo ancora egregiamente!- Urlai
correndo in suo attacco.
CONTINUA
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Capitolo 21 *** La sconfitta ***
cap 21
Ed
eccoci arrivati al ventunesimo capitolo. Inanzitutto scusatemi per il
ritardo, ma il rientro a scuola è stato più duro del
previsto. Per farmi perdonare a fine capitolo ci sarà una
sorpresina. =D Questo capitolo segnerà la fine del combattimento
e uno dei punti salienti della storia. Detto questo passiamo ai
ringraziamenti.
Ringrazio chi ha messo la storia tra le preferite:
-akemi_katy;
-bunny65;
-chiaretta1992;
-ChibiWall;
-Emy96;
-Itacina;
-Killy;
-leonedifuoco;
-lucia la misteriosa;
-Namine23;
-Silverwood.
Chi tra le ricordate:
-chiaretta1992;
-Ice_DP;
-lady marion;
-ladylala;
-milan010.
Chi tra le seguite:
-akemi_katy;
-Aki_Black_Fire;
-Auron_san;
-chiaretta1992;
-ghirigoro;
-Hoshimi;
-i4ever;
-Juliett_94;
-Kat Luna89;
-Kgm92;
-Killy;
-Kira_chan88;
-leonedifuoco;
-Miki Michaelis;
-milan010;
-milla96;
-Ramona37.
E infine chi mi ha messo tra gli autori preferiti:
-chiaretta1992;
-claymoreelen;
-Ramona37.
Ma grazie anche a coloro che leggono e basta!! =)
Per ultimo ringrazio coloro che hanno recensito, a cui ho risposto con la nuova funzione di EFP:
-chiaretta1992;
-Killy;
-Emy96;
-akemi_katy.
Ed ora buona lettura a tutti!! =)
21-La sconfitta
Gli sferrai un colpo dopo l'altro ma lei
continuava a schivarli tutti. Mi stava dando davvero sui nervi. Ma non
mi arrendevo. Continuavo e
continuavo ad attaccare, senza però ottenere niente. Anche se
riuscivo a leggere nel pensiero le sue mosse, non era abbastanza per
riuscire sia ad evitarle che a sferrarle un attacco decente. Questa
cosa mi dava davvero fastidio.
Ad un certo punto sobbalzammo
entrambe indietro, respirando affannosamente per la fatica. Era davvero
migliorata molto. Eravamo alla pari in quel momento, ma ero sicura che
non combattesse al meglio delle sue forse, così come facevo
io.
-Non te la cavi
davvero male! Mi hai sferrato colpi senza sosta. Ma non è
bastato!- Mi disse arrogante e strafottente.
-L'ho capito
benissimo anche da sola. Ma sappi che era solo un riscaldamento!-
Terminai balzando di nuovo in suo attacco, dopo che lei fece lo stesso, anticipandomi di qualche istante.
Continuavamo a
lottare all'impazzata come prima, instancabilmente, quando interruppi
per un secondo facendo un passo indietro, per aprire la mano e per
lanciarle un'onda neutrale. -Neutro wave!-
urlai, facendola scaraventare
contro la parete. Il mio potere era più che altro difensivo, ma
nel corso degli anni avevo imparato qualche tecnica offensiva, frutto
di anni e anni di duri allenamenti. Mi rivennero in mente tutte quelle
ore trascorse con il capitano Green ad allenarci sul ponte della nave.
Quell'uomo mi aiutò moltissimo e gli sarei sempre stata grata.
Chissà se un giorno lo rivedrò mai.
-Niente male.-
Disse asciugandosi con il dorso della mano il sangue dal mento,
provocato da una ferita alla testa. Mi fece ritornare alla
realtà, distogliendomi da quei pensieri nostalgici. -Ma devi
ancora assaggiare la mia
nuova potenza!- Mi avvertì rialzandosi in piedi.
-Non fai altro
che avvertirmi e complimentarti inutilmente con me, ma non fai mai
quello che dici. Inizio a pensare che non ci siano nuove mosse o
miglioramenti in te, ma lo dici solo per intimorirmi. Sappi che non ho
assolutamente paura di te.- Dissi sicura di me.
-Ah no? Perchè ne dovresti proprio avere!- Si rivolse a me, tenendo sempre una certa distanza per riprendere fiato.
-Sento parlare ma non vedo nessuno davanti a me come avversario!- Continuai a provocarla.
-Come osi?
Piccola insolente!- Mi disse piena di rabbia. Era proprio quello che
speravo che facesse. Non stava combattendo seriamente e io non ci
volevo perdere tutto il giorno solo per battermi con lei. Volevo
tornare a trascorrere i miei pomeriggi tranquilli in compagnia dei miei
amici e poter finalmente guarire. Volevo tornare a ricordarmi di tutti
loro. In modo completo.
Le mie provocazioni portarono ad un suo colpo micidiale con gli artigli. -Panther claws!- Urlò a squarciagola venendomi addosso. Mi difesi
con la spada, ma quell'attacco era talmente potente che l'onda d'urto mi trascinò
per tutta l'area del nostro "ring", facendomi finire con la faccia a terra e scaraventando la mia spada un po'
più lontana da me. La gamba mi faceva tremendamente male. Tutta
quella resistenza a cui l'avevo appena sottoposta, di certo non la
fece migliorare. Era un dolore davvero insopportabile.
-Frensis!!- Urlarono preoccupati all'unisono Kita, Ace e Rufy.
-Aaah!!- Gridai
dal dolore. Una fitta ancora più lancinante delle altre alla
gamba. Sentivo una presenza vicino a me. Alzai lo sguardo: era Marta. Non mi ero nemmeno accorta che mi aveva raggiunto e che mi
stava pestando con disprezzo la gamba.
-Aaaaaaaah!!!!-
Continuavo a lamentarmi affannosamente. Non ce la facevo proprio. Era
un dolore atroce che mi toglieva il respiro.
-Bastaaa!
Smettila!!!- La pregava Kita. Non riuscivo nemmeno a guardare i miei
amici. Non ce la facevo. La vista mi si annebbiava sia per il dolore
che per le lacrime che sgorgavano senza intenzione di smettere. Era una
reazione infantile mettersi a piangere in un momento come quello, ma
non lo controllavo io. In fondo il dolore si doveva sfogare in qualche
modo, e quale peggiore, se non quello di piangere, impedendomi di
vedere e avere una visuale migliore per il combattimento?
-Bastarda!!!-
Urlò Ace. -Non sei capace di batterti lealmente??!!- Era
così preoccupato. Dovevo reagire. Non potevo permettere che
quella situazione mi impedisse di continuare a combattere. E poi dovevo
rassicurare i miei amici. Non volevo che si preoccupassero in quel modo
per me.
A quelle parole la Marine smise di torturarmi. -A dire la verità, mio caro Pugno
di Fuoco, ci stiamo battendo all'ultimo sangue. E' più che
lecito che io mi metta ad attaccarla sui suoi punti deboli.- Lo
informò avvicinandosi a lui.
Intanto ripresi
fiato. Avevo le fiamme in quella dannata ferita. Non sapevo più
cosa fare. Non sapevo come poter combattere al pieno delle mie energie.
Ad un tratto mi venne in mente un'idea.
Provai nel
mio intento e funzionò. A quel punto mi rialzai come se non
fosse successo niente, con tanto di sorrisetto sfacciato stampato in
faccia.
-Allora?-
Dissi
prendendomi gioco di lei. -Dove eravamo rimaste?- Quel mio
atteggiamento fece rimanere a bocca aperta tutti, nessuno escuso.
Perfino quegli odiosi marines che si era portata dietro e che ridevano
prima
della mia sofferenza ora se ne stavano zitti. Tutto intorno a me era
calato un silenzio di stupore, che fu però presto interrotto.
-M...Ma
co... come...?- Non riusciva nemmeno a concludere la frase. Ne
approfittai per recuperare la spada non molto lontano da me, ma il
sentirmi disarmata mi dava un po' di preoccupazione.
-Siccome
voglio
battermi come si deve contro di te, ho provato, con il mio potere a
emarginare il dolore. Come una sorta di anestetico. Ora in quella zona
non sento più niente.- Spiegai alla fine, dopo aver ripreso la
mia arma e fronteggiando Marta, che era proprio davanti a me.
La marine
sorrise, una volta che si riprese dallo stupore. -Come vuoi, ma sappi
che il dolore lo sentirai dopo, tutto insieme.- Mi avvertì, come
se fossi un'ingenua che non pensa alle conseguenze delle sue azioni.
Sapevo benissimo che quella cosa mi sarebbe costata molto più
sofferenza una volta che avrei smesso di isolare il dolore, ma ci
dovevo provare. Non avevo altro modo per evitare che quella ferita mi
avesse impedito di vincere. -A patto che tu sopravviva, ovviamente.-
Concluse sicura di se.
-Lo so.
Come se fosse un qualsiasi anestetico.- Le dissi, come annoiata, per la
banale affermazione che mi aveva appena rivolto. -E stai tranquilla che
dopo dovrò sopportare anche questo dolore! Perchè ti
batterò!-
In quel
momento iniziò la battaglia vera e propria. Stavamo dando il
massimo di noi stesse. Io che mi proteggevo con il mio scudo, anche se
a volte venivo scaraventata solo per l'onda d'urto, troppo potente in
confronto al nostro ultimo scontro. E lei, che non riusciuva a
ripararsi dalle mie potenti onde e che si procurava molte ferite
più di me. Io avevo solo qualche graffio, ed è per questo
che in quel momento ero in vantaggio.
-Adesso mi sono proprio stancata!- Disse esauta ed arrabbiata la marine. -Panther Cut!-
Urlò sferrandomi un suo colpo micidiale che era riuscito a
squarciare l'aria. Era una visione terribile. Vidi quell'enorme lama
dirigersi verso di me. Dovevo contraccattare e pure in fretta!
-Neutro impact!- Dissi, mentre lanciai un attacco neutrale unito alla lama
della mia spada. In quel modo potevo contrastare meglio il suo, riuscendo a concentare tutta la potenza su un punto ben preciso.
Quei nostri
due attacchi si scontrarono a vicenda,
senza avere risvolte decisive sulla nostra battaglia. Ma l'onda d'urto
provocò ulteriori ferite ad entrambe, scaraventandoci lontano.
Mi rialzai a fatica e affannosamente. Non sarei riuscita a durare
ancora a lungo. Tutti quei colpi stavano pian piano esaurendo la mia
forza vitale. E dovevo chiudere quella faccenda a tutti i costi. Ora
più che mai!
-Bene,
credo che userò il mio miglior attacco.- La avvertii, posizionandomi di nuovo. -Ma prima
mi devi dire dove tieni le manette per i miei amici.-
-Non ti
preoccupare, ho incaricato personalmente Thomas di rilasciarti le
chiavi delle manette, in caso di sconfitta. Sono una donna onesta io,
sai?- Disse, prendendosi gioco di me. Non riuscivo a tollerare oltre.
-Perfetto,
allora posso ucciderti senza problemi.- Sputai quelle parole con
disprezzo. Non volevo arrivare a tanto, ma quella donna se l'era
cercata.
Era il
momento di agire e in fretta. Arrivai
veloce come un fulmine davanti a lei con la mano tesa, davanti al suo
sguardo spaventato per la mia espressione diabolica. Sentivo tutte le
mie energie concentrarsi sul palmo della mia mano. Era una sensazione
strana, ma anche piacevole per un verso.
-Neutro
Shock!-
Dissi sprigionando tutta la mia energia in quel colpo
micidiale. Anche se conoscevo i contraccolpi, non me ne importava
niente. Ci sarebbero stati i miei amici a prendersi cura di me in
quella mezz'ora in cui sarei stata priva di sensi.
L'ultima
cosa che riuscii a vedere, era il corpo del capitano cadere a terra
inerme. Fu una vera soddisfazione. Sorrisi. Quella fu l'ultima cosa che
feci, oltre sentire le voci preoccupate dei miei amici, prima di
svenire. Poi nient'altro che buio. Quell'oscurità terribile che
mi aveva già imprigionato. Ma stavolta era diverso. Questa volta
ero sicura di aver vinto, e poi dovevo riuscirci.. per mia sorella..
per Rufy. Dovevo farlo per LUI!
Quell'attacco
era tremendamente potente! Non avevo mai visto nulla del genere! Ce
l'aveva fatta! Frensis, la mia sorellona, ce l'aveva fatta!! L'aveva
sconfitta dopo tutto quello che ha subito e la sua ferita! Formidabile!
Poi si
accasciò a terra. In quel momento il sangue mi si gelò.
E credo che fu così anche per gli altri che stupiti la
guardavano, immobili.
-Frensis!!!!!- Urlammo preoccupati insieme.
Con le
manatte ancora strette ai polsi ci precipitammo da lei. Se le fosse successo qualcosa di grave, non sarei riuscita a
sopportare di nuovo quella situazione. Dovevo fare qualcosa e in
fretta.
I marines
che erano intorno a noi si guardavano stupiti per la sconfitta del loro
capitano. Se l'erano proprio certata. Così imparavano a mettersi
contro una delle sorelle Albats!
-Non
è niente, ha solo perso i sensi per lo sforzo.- Ci
rassicurò Marco, dopo averle sentito il battito cardiaco. -Non
è ferita gravemente.- Io, Ace e Rufy cacciammo un sospiro di
sollievo. Ero davvero più tranquilla.
-E adesso
dacci la chiave.- Disse Rufy al marine Thomas. Finalmente ci saremo
tolti quelle odiose manette. Mi rendevano molto più debole e
sentivo che le forze stavano sempre più abbandonando il mio corpo.
-Gli ordini
del capitano erano basati sulla sua sconfitta. Ma dato che anche la
pirata ha perso i sensi, non si può considerare una sconfitta.-
Ci spiegò calmo. Era davvero il colmo. Tutti gli sforzi di mia
sorella erano quindi stati inutili? O no, non credo proprio.
Gliel'avrei fatta pagare!
-Stai
scherzando? E' stata Frensis a darle il colpo di grazia!- Gridò
Ace su tutte le furie. Era davvero molto arrabbiato. Marco e Rufy si
avvicinarono a lui per trattenerlo, evitando così che
commettesse qualche sciocchezza. Era davvero strano. Di solito era il
contrario, ovvero Ace che evitava a Rufy di cacciarsi nei guai. Ma era
ovvio. Si trattava di mia sorella. Cosa non avrebbe fatto Pugno di
Fuoco per Frensis?
-Io eseguo
solo gli ordini.- Continuò impassibile Thomas senza scomporsi
per il tentato attacco. -E perciò... Soldati! Arrestateli
tutti!- Affermò deciso, indicandoci.
Ero pronta
a combattere. Non mi sarei arresa così facilmente, soprattutto
dopo quello che aveva fatto mia sorella. Anche se non potevo usufruire
dei miei poteri, sapevo cavarmela lo stesso nel combattimento corpo a
corpo. Di certo, non mi avevano messo sulla testa una taglia
così alta, se mi basavo solamente sul potere del frutto All-All.
Mi ero
messa in posizione di attacco verso i marines. Ma i
soldati non avevano mosso un dito. Qualcosa, o qualcuno alle nostre
spalle, aveva catturato la loro attenzione, facendoli cadere in uno
stato di completa adorazione con tanto di occhi a forma di cuore. Era
ovvio chi ci fosse dietro a tutto questo.
-Mero mero mellow!-
Gridò Hancock, trasformando tutti i marines in pietra. Non
credevo ai miei occhi. Sapevo che potere possedeva la principessa
serpente ma non lo avevo mai visto in azione dal vivo. Era uno
spettacolo raccapricciante: davanti a noi una stesa di soldati
completamente pietrificati.
-Ma come hai fatto a liberarti?- Chiese Rufy euforico per la svolta che aveva preso la situazione.
-Ho sedotto
un marine pregandolo di liberarmi.- Spiegò tranquilla Hancock
passandosi una mano dietro il collo facendo sventolare i suoi lunghi
capelli neri. -Un gioco da ragazzi.- Disse come se non fosse successo niente.
-Sei stata grande!- Si complimentò Rufy con un sorriso a 32 denti.
Si stavano
tutti complimentando con lei. Non volevo farlo anch'io. Il mio orgoglio
era troppo fiero da impedirmi di ringraziarla. Ma prima o poi avrei
dovuto farlo, altrimenti me l'avrebbe rinfacciato per sempre. Nel
frattempo spostai lo sguardo altrove, quando la mia attenzione fu
catturata da una figura immobile, seduta in terra. Lo riconobbi subito,
anche se non capii subito perchè il potere di Hancock non aveva
funzionato con lui. -A
quanto pare il tuo potere da strapazzo non ha avuto niente a che fare
con lui.- La stuzzicai, attirando l'attenzione di tutti e indicando
Thomas che si teneva la mano sanguinante. Come se l'era fatta quella
ferita?
-Tu,
stupido marine, vedo che conosci il modo per non cadere in tentazione.-
Lo minacciò Hancock più infuriata di
prima, dato la mia pungente affermazione. Ma certo! Thomas si era
ferito per evitare di finire come tutti gli altri soldati. Non ci avevo
nemmeno pensato. -Ma farai meglio a consegnarmi
le chiavi per liberare i miei amici!- Continuò con lo sguardo
sempre puntato verso di lui. Lo stava davvero fulminando.
-Mi
dispiace ma non puoi darmi degli ordini, visto la tua schierata da
parte dei pirati e non più della marina.- Disse il soldato
stappando un pezzo della sua camicia e avvolgendolo intorno alla mano a
mo di fascia.
Hancock, a
passo lento, ma deciso, si avvicinò ad uno dei suoi compagni
ormai pietrificato. -Come vuoi, ma ti avverto, se non vuoi che i tuoi
compagni muoiano, dovrai darmi retta. Dopotutto sei solo tu contro
tutti noi. E soprattutto contro di me!- Così dicendo stava
spingendo il soldato, facendogli assumere una posizione di equilibrio
molto precario.
Il marine
ci pensò un attimo. Sapeva che non aveva vie di scampo con una
donna tanto crudele come lei. In effetti sapevo che era sadica ma
non pensavo a questi livelli. Dopotutto si trattava di Rufy e sono
sicura che avrebbe fatto di tutto pur di liberarlo.
-E va bene.
Ti concedo un patto, senza che nessuno dei miei uomini si faccia del
male... Tu fai tornare come prima i miei compagni e io ti darò
le chiavi. Ma sappi che dopo non vi lasceremo scampo per la fuga.- Disse Thomas così convinto del suo piano.
-Facciamo
che sia solo io la vincitrice...- Disse con un sorrisetto diabolico
stampato in faccia. Con uno scatto raggiunse il marine e gli
strappò le chiavi che teneva strette in mano. -Perfume Femur!-
E così dicendo iniziò a roteare vorticosamente con il suo
corpo lanciando calci ovunque. Uno di questi colpì in pieno
Thomas trasformandolo in pietra. Che velocità! Era davvero molto forte. Il posto nella Flotta dei Sette se l'era meritato tutto!
-Bravissima
Hancock!! Così non li avremo alle costole per la fuga!- Si
complimentarono tutti e tre i maschi. Sia Ace che
Marco avevano gli occhi a forma di cuoricino, mentre gli sbavavano
dietro. Avevo una voglia tremenda di prenderli a pugni. Ma mi trattenni
solo perchè ero ancora ammanettata. Rufy invece, era contento
della sua
vittoria, ma non gli andava dietro come tutti gli altri. Devo ammettere
che ero un po' gelosa di Marco, per quel suo atteggiamento, ma non ci
potevo fare niente. Ma Ace non avrebbe avuto scampo! Sarei andata di
sicuro a ridirlo a Frensis. Non si poteva comportare così se
voleva mia sorella. Anche se quei due non li separerebbe nemmeno una
mia tempesta!
-Grazie
ragazzi.- Disse contenta per la sua vittoria. Poi spostò lo
sguardo verso di me. -E tu Kita? Non mi ringrazi per averti liberata?-
Mi rivolse un sorrisetto.
-In effetti
ti devo un favore... Grazie Hancock.- Dissi senza entusiasmo con voce
tremendamente piatta, quasi annoiata. Non volevo mostrare così
tanta gratitudine verso di lei.
Stavo
finalmente rincominciando a sentire tutto, anche se non riuscivo a
muovermi o svegliarmi. Proprio come la prima volta. Ma ora era diverso. Il buio che mi
imprigionava adesso era niente in confronto all'oscurità che mi
aveva quasi divorata precedentemente. Stavolta potevo benissimo
riemergere senza molti sforzi. Riuscivo a sentire il dolore che mi
pizziccava insistentemente la gamba. L'effetto dell'"anenestetico" era di
sicuro svanito non appena persi conoscenza. Era un dolore
insopportabile ma qualcosa lo rendeva molto meno forte. Qualcosa o
qualcuno! Quel tocco era davvero di aiuto per me.
-Finalmente
siamo liberi da quelle stupide manette!- Rufy stava continuando il
discorso
probabilmente già iniziato. Chissà da quanto ero svenuta.
E poi come avevano fatto a liberarsi? Avevo davvero vinto? -Grazie
Hancock.- La ringraziò.
A quanto pareva era stata la principessa serpente a toglierci dai guai. Comunque sia ero contenta
che tutto fosse finito nella maniera giusta.
Mentre
stavo pensando sentii una mano calda accarezzarmi la guancia di nuovo. Mi diede
una scossa piacevole che mi riavviò ulteriormente i sensi.
-Ragazzi, dobbiamo portare Frensis sulla nave per farla curare.- Disse Ace, accanto a me, prendendomi in braccio.
-Si, vai
pure Ace... Io devo recuperare l'amico di mio nonno, che si trova sulla
nave di Marta.- Disse Kita, con una voce davvero seria. Ero contenta
che anche lei non avesse preso la questione con leggerezza. In fondo si
trattava del nostro passato.
-Va bene. Allora ci ritroviamo direttamente sulla nave. D'accordo?- Disse impaziente Ace.
-Ok, a dopo allora.- Terminò Kita.
Poi
iniziò il dondolio della camminata sicura di Ace. Stargli in
braccio, o soltanto vicino, era talmente rassicurante che anche in
quelle condizioni non temevo di nulla. Arrivammo alla nave a
giudicare dal rumore dei suoi passi contro il legno dell'imbarcazione.
Camminò molto, a quanto mi sembrava si stava dirigendo alla mia
cabina. Poi sentii aprire una porta.
Mi sistemò delicatamente sul letto. Mi accarezzò
nuovamente la guancia
pronunciando: -Sono contento che sia andata bene dopotutto... Certo che
sei davvero testarda Frensis!- Disse, forse non sapendo che lo stessi
ascoltando. -Ma è anche per questo che mi sono innamorato di
te.- Concluse con un bacio in fronte. -Aspettami qui, vado a chiamare
il dottore.- E così dicendo tornò indietro chidendosi la
porta alle spalle.
O mio dio.
Aveva davvero detto quello che penso che abbia detto? Il mio cervello
non riusciva più nemmeno a formulare frasi sensate. Il mio cuore
stava scoppiando. Il battito cardiaco era aumentato talmente tanto che
pensavo potesse uscire da un momento all'altro.
Non riuscivo a crederci. Era innamorato di me. Forse ero
morta. Forse ero arrivata in paradiso. Impossibile. Altrimenti non
sarebbe tutto buio. Ma allora era la realtà!
CONTINUA
Cari
lettori, c'è una sorpresina per voi. Questa volta si tratta di
un'antagonista della nostra Frensis. Credo proprio che abbiate capito
di chi parlo. Scusate se la qualità non è delle migliori,
ma non ho avuto tempo di colorarla! Ripeto ancora che è fatta
interamente a mano dalla sottoscritta! =DD Alla prossima!!
Marta
|
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Capitolo 22 *** La festa ***
cap 22
Ed
eccoci che siamo arrivati al ventiduesimo capitolo di questa storia!
Prima di tutto mi devo scusare per il ritardo con cui ultimamente
aggiorno, ma devo dire che sono un po' impegnata ultimamente! Ma spero
che davvero questo capitolo vi piaccia! Non accade niente di
importante, ma a me piace lo stesso perchè sono una tipa
romanticona! Ormai lo avrete capito no? Comunque detto questo passiamo
ai rigraziamenti!
Ringrazio chi ha messo la storia tra le preferite:
-akemi_katy;
-bunny65;
-charlie1995;
-chiaretta1992;
-ChibiWall;
-Emy96;
-Itacina;
-Killy;
-leonedifuoco;
-lucia la misteriosa;
-Namine23;
-tre 88.
Chi tra le ricordate:
-chiaretta1992;
-Ice_DP;
-lady marion;
-ladylala;
-milan010;
-tre 88.
Chi tra le seguite:
-akemi_katy;
-Aki_Black_Fire;
-Auron_san;
-chiaretta1992;
-ghirigoro;
-Hoshimi;
-i4ever;
-Juliett_94;
-Kat Luna89;
-Kgm92;
-Killy;
-Kira_chan88;
-leonedifuoco;
-Miki Michaelis;
-milan010;
-milla96;
-Ramona37;
-tre 88.
E infine chi mi ha messo tra gli autori preferiti:
-chiaretta1992;
-claymoreelen;
-Ramona37.
Ma grazie anche a coloro che leggono e basta!! =)
Per ultimo ringrazio coloro che hanno recensito, a cui ho risposto con la nuova funzione di EFP:
-chiaretta1992;
-Killy;
-Emy96;
-akemi_katy.
Ed ora buona lettura a tutti!! =)
22- La festa
Era
così tremendamente difficile aspettare. Non sono mai stato un
tipo paziente, persino quando ero piccolo. Quando Rufy veniva portato
da Garp in posti assurdi per l'allenamento ancora più assurdo
che il nonno gli sottoponeva, non stavo più nella pelle
aspettando il suo ritorno. Forse perchè mi sentivo solo, o
più semplicemente mi mancava il mio fratellino, ma il punto
essenziale è che non so aspettare. Voglio sapere le cose ed in
fretta. Figuriamoci se la cosa di cui devo venire a conoscenza riguarda
la ragazza di cui sono innamorato.
Erano
passati già venti minuti dal combattimento di Frensis contro il capitano Marta e
ancora non dava segni di voler riprendere conoscenza. Ero così
in ansia per lei. Ero lì che la guardavo, senza poter fare
niente. Senza poterle dare un minimo aiuto. Continuavo a bagnarle la
fronte e le guance con un panno bagnato, nella speranza che questo le
fosse d'aiuto. Non so, forse il contatto con l'acqua fresca poteva
farla sentire meglio. Ma era solo un mio parere. Io, di certo non ero
il dottore.
Il
medico era già venuto. Giusto il tempo di sistemare
delicatamente Frensis sul letto della sua cabina e andare di corsa a
chiamarlo. Lo stavo quasi strattonando per invogliarlo a fare di fretta
per visitare la ragazza. Un tantino irritato, mi aveva chiuso
giustamente la porta della cabina di Frensis in faccia. Lo capivo
benissimo. Non mi ero comportato affatto in maniera educata. Ma ero
disposto a mettermi contro tutte le persone del mondo, pur di fare
stare bene Frensis.
Non potendo fare altro, durante la visita medica mi accasciai a terra,
appoggiandomi alla parete. Dovevo aspettare, come se fosse il mio
passatempo preferito, e quale modo migliore per ammazzare il tempo se
non quello di ripensare all'accaduto delle ore precedenti? Facendo un
rapido resoconto, la giornata era iniziata con quella stupida gara di
aquiloni e poi si era trasformata in un duello, che non riguardava
certo i partecipanti di quest'ultima. Il non fare niente, stare
lì impotente a vederla combattere, aspettare che lo scontro
terminasse, quell'attesa mi stava davvero snervanto e logorando dentro.
Era proprio come l'ultima volta. In quante altre occasioni si
doveva ripetere questa storia? Quante altre volte dovrò
stare a guardarla mentre combatte?
Vederla
scontrarsi così duramente nonostante la ferita alla gamba, era
stato quasi un colpo al petto. Ero così in ansia per lei. Temevo
che si potesse fare seriamente del male. Durante tutto il duello, il
cuore aveva smesso di funzionare regolarmente. Ogni volta che incassava
un colpo, era come se perdesse un battito. Ma era forte, lo è
sempre stata. Persino da piccola, quando si doveva fare grande per
proteggere la sorellina dai guai in cui si cacciava costantemente. Per
questo verso, mi assomigliava molto. Anche io dovevo badare a quella
testacalda di Rufy che ogni giorno ne inventava una diversa.
Quella
ragazza era un vero portento. Io credevo in lei. Sapevo che era forte e
coraggiosa e non avevo dubbi sull'esito dello scontro. Nonostante
questo però mi preoccupavo. Non potevo fare altrimenti. E' nella
mia indole, tendere a proteggerla, e vederla combattere da sola, non
faceva altro che tirare fuori il mio lato protettivo.
Lo
schiudersi di una porta mi fece sobbalzare e riprendermi dal vagare dei
miei pensieri. Era il dottore, che aveva appena terminato la visita.
Subito mi alzai. -Come sta dottore?- Chiesi impaziente al medico che si
trovava di fronte a me.
-Non
ti preoccupare. Le sue condizioni sono alla lunga migliori del suo
ultimo combattimento. Ha riportato varie ferite, ma sono soltanto
superficiali e nel giro di qualche giorno guariranno tranquillamente.
Per quanto riguarda la gamba, purtroppo l'ha sottoposta ad un terribile
sforzo e per questo avrà bisogno di ulteriore riposo.- Mi disse
con il suo tono professionale. -Le ho fatto una visita controllando
anche i valori della pressione del sangue e devo dire che ho ottenuto
dei risultati che mi hanno lasciato un po' perplesso. I battiti del
cuore sono alle stelle. Non so proprio spiegarmi questa cosa. Per caso
hai fatto o detto qualcosa che potrebbe averla scombussolata?- Mi
chiese sospettoso.
Subito ci pensai su. Cavolo! Eccome se le avevo detto qualcosa di
importante. Le avevo rivelato i miei sentimenti, ma non pensavo che
potesse farle del male. E cosa più importante, era riuscita a
sentirmi?
-Si,
in effetti le ho detto una cosa. Ma dottore, è possibile che mi
abbia sentito? Come ha fatto?- Gli chiesi un po' allarmato. Non ero
pronto per questo. Di certo non lo avrei fatto se fosse stata
cosciente. E poi non volevo turbarla ulteriormente dato che doveva
ancora recuperare la memoria completamente.
-Si
credo proprio che ti abbia sentito. Penso che si trovi come in uno
stato di subconscio che le permette di percepire e sentire tutto, anche
se non ha ripreso conoscenza. Non so come abbia fatto a sviluppare
questa capacità. Che sia una conseguenza del suo potere?- Si
chiese dubbioso. -Sinceramente non ne ho idea. Fatto sta che sono quasi
sicuro che ti abbia sentito. Quindi cerca di starle vicino in questi
momenti di subcoscienza e parlale molto. Credo che questo sia come un
appiglio per lei. Ci siamo intesi?- Mi disse alla fine, ricomponendosi
e parlando con quel suo tono così professionale. Devo dire che
mi prese un po' alla sprovvista.
-Certo,
dottore. Farò come mi ha detto. Grazie di tutto e scusi per
prima.- Gli rivolsi le mie scuse. Se le meritava tutte. Dopo quello che
aveva fatto per Frensis era il minimo.
-Non
ti preoccupare. Chiamami se hai bisogno. Mi troverai al mio studio,
come sempre.- Mi disse per poi andarsene, ritornando da dove era
tornato.
Entrai
subito nella cabina di Frensis. Mi misi seduto, tranquillo, anche se
non molto dato che dovevo aspettare. Ma per lei avrei fatto di tutto.
-Sai
Frensis, sei stata davvero formidabile. Non lo volevo ammettere ma sei
diventata davvero forte.- Iniziai a parlare a vanvera. Non avevo
argomenti interessanti e dovevo trovare qualcosa. Feci una lunga pausa
in cerca di qualcosa da dire. -Ora che ci penso la gara di aquiloni non
è ancora finita. Chissà chi avrà vinto. Sarei
stato proprio curioso di scoprire come sarebbe andata a finire se Marta
non avesse interrotto tutto. Vedere Marco e Rufy contendersi Kita. E'
così divertente questo triangolo. Ma la sai qual'è la
cosa più divertente per me? Che la nostra cara principessa
serpente non se la fila nessuno. Non fa ridere anche te?-
-Hmr,
hmr..- Qualcuno si schiarì la voce alle mie spalle. Ero
così concentrato a parlare a Frensis che non mi ero accorto che
qualcuno era entrato. Ti prego, ti prego fa che non sia...
-Oh,
ciao Kita.- La salutai, tirando un sospiro di sollievo per non essermi
ritrovato davanti Hancock. Sarebbe stata davvero una brutta figura!
-Dicevi?
Chi non si fila chi?- Mi chiese spiegazioni, in tono indagatorio, con
quella sua espressione da rimprovero. Quell'espressione mi sembrava davvero strana.
-Che cosa intendi dire?- Le chiesi per avere maggiori informazioni. Non riuscivo davvero a capirla.
-Prima,
non eri tu a sbavare dietro ad Hancock, dopo averci liberato?- Mi
chiese alla fine, entrando e chiudendosi la porta alle spalle.
Questo
si che era un colpo basso. Chissà come si sentiva Frensis in
questo momento. Non volevo turbarla di nuovo. Mi voltai un attimo
verso di lei, ma la sua espressione non era cambiata. -Sai com'è...
Quella donna, devo ammettere che è davvero bella.- Cercai di
difendermi. In fondo era vero. Di certo non potevo dire che non aveva il suo fascino.
-Questo
già lo so. Ma a te non piaceva mia sorella?- Ecco. Mi stavo
scavando una fossa da solo, da dove non potevo uscire. Più non
volevo parlare di questo e più lo facevo. Accidenti a me, ma perchè non sono stato zitto?
-Certo
che mi piace tua sorella! Infatti Frensis la supera di gran lunga, ma
sono pur sempre un maschio e certi apprezzamenti sono di dovere.-
Ammisi alla fine, dato che ormai era inutile tentare di sviare il
discorso o cambiare argomento.
-Ahahahah!-
Si mise a ridere Kita. -Hai ragione. E' solo la tua indole maschile che
parla. Voi maschi siete tutti uguali.- Scoccò la frecciatina rivolta verso di me.
Ma in questo caso non potevo darle torto.
Poi
ad un certo punto la sua espressione cambiò. I suoi occhi si
socchiusero come se avesse sentito qualcosa di strano. Ma che diavolo
le succedeva? -Tutto bene, Kita?- Le chiesi preoccupato.
-La
senti anche tu questa risata?- Mi chiese dopo qualche istante. Quella
domanda un po' mi spiazzò, ma mi misi in ascolto lo stesso. Non
sentivo niente di niente. Gli unici rumori che riuscivo a percepire
erano quello dell'infrangersi delle onde contro il legno della nava e i
soliti suoni che provenivano dal ponte. La stessa routine insomma.
-Io non sento niente Kita. Sei sicura di star bene?- Mi alzai, dirigendomi verso di lei.
-Mah...
Sarà stata la mia immaginazione.- Disse non molto convinta.
-Comunque, ero venuta per sapere come stava mia sorella e tutta quella
storia mi ha fatto dimenticare tutto. Cosa ha detto il dottore?-
Continuò poi.
Le
spiegai tutto, riportando le testuali parole che mi aveva detto il
medico. Non mi avrebbe perdonato se avessi tralasciato qualcosa.
-Sono
contenta che non si sia fatta nulla di grave. Comunque vuoi rimanere tu
a farle compagnia, o hai qualcos'altro da fare?- Mi chiese.
-Nono,
non devo fare nulla. Se non ti dispiace ci vorrei rimanere io.- Era
quello che mi faceva stare meglio. La sua vicinanza e il sapere che si
trovi accanto a me era una sicurezza che mi permetteva di stare bene.
-Come
vuoi, ma quando si sveglia chiamami, capito?- Mi avvertì. Era
logico. Era preoccupata per lei. Era più che normale che lo
fosse.
-Certo,
tranquilla.- Poi ripensai all'amico del loro nonno. Che fine aveva
fatto? Erano riusciti a trovarlo? -A proposito, quel vecchietto rapito dalla marina, lo avete
trovato?- Le chiesi preoccupato.
-Si,
si chiama Philip e, dopo essersi ringraziato con noi per averlo
liberato, ha detto che mi riconosceva. Sai, nostro nonno aveva sempre
con se una nostra fotografia e gliela mostrò. Ora si sta
riposando nella mia cabina, ma aspetterò Frensis per parlargli
del nostro passato.- Mi disse pensierosa. Era giusto che volesse aspettare la sorella per una cosa del genere.
-Fai
bene. Sono sicuro che Frensis non te lo perdonerebbe se gli parlassi
ora.- Gli rivelai come la pensavo io. Era vero, in fondo. Anche io mi
sarei comportato allo stesso modo se Rufy non mi avesse parlato di una
cosa così importante.
-No, infatti. Allora ci vediamo Ace.- Disse salutandomi con la mano e incamminandosi verso l'uscita.
-Ciao
Kita.- La salutai. Poi mi voltai e mi rimisi alla posizione di prima,
pronto ad aspettare il risveglio di Frensis con ansia. Ma un movimento
minimo catturò la mia attenzione. Le dita della ragazza si
stavano muovendo se pur pochissimo. Subito scattai in piedi e mi
avvicinai a lei.
-Frensis
riesci a sentirmi? Frensis sono qui. Ce la stai facendo, dai continua
così. Svegliati! Ce la puoi fare, sono sicuro che ce la puoi
fare! Dai Frensis.- Continuavo a parlarle come per darle un appiglio a
cui aggrapparsi per venire fuori da quell'oscurità.
-A..Ace.- Balbettò dolcemente. Allora mi sentiva. Dovevo continuare a parlarle.
-Si
Frensis, sono qui. Va tutto bene. Ce la stai facendo. Continua
così. Sei forte Frensis.- La incoraggiavo. Ce la poteva fare. Ce
la doveva fare.
Ad
un tratto sbattendo le palpebre ripetutamente, alla fine riuscì
ad aprire completamente gli occhi. Ero così felice. Si era
svegliata. Ce l'aveva fatta. Ne ero più che sicuro.
-Ace..- Mi disse dolce con la voce un po' assonnata. Era così debole e indifesa.
-Si
Frensis, sono qui. Non ti preoccupare, ci sono io.- Le dissi premuroso.
-Come ti senti? Hai qualche dolore particolare? La gamba come sta?-
Continuai poi.
-Mmm,
ho mal di testa.- Mi disse mettendosi seduta sul letto e portandosi la
mano alla testa. -Per il resto, mi sento molto indolenzita e un po'
bloccata.-
-Sono sicuro che questo sia una delle conseguenze del tuo attacco. Il
mal di testa intendo. Per quanto riquarda il fatto che ti senti
bloccata, è perchè il dottore ti ha fasciato le ferite
che avevi. Ha detto che erano tutte superficiali e che nel giro di
qualche giorno dovrebbero sparire.- Le spiegai la sua condizione con
calma. -Per il resto, tutto apposto?- Continuai a tartassarla di
domande.
-Si,
sto bene. La gamba mi fa male, ma è sopportabile. Non è
niente in confronto al dolore che ho provato prima.- Mi rivelò.
Povera, aveva davvero sofferto molto. -Ma dimmi, sono riusciti davvero
a trovare l'amico di mio nonno? Sono riuscita ad ascoltare la vostra
conversazione prima e mi è sembrato di aver capito così.
Poi tutto è diventato un fastidioso ronzio, forse perchè
mi stavo svegliando, e non sono riuscita a sentire più niente.-
Mi spiegò la situazione al momento prima che si svegliasse.
-Si l'hanno trovato e sono riusciti a liberarlo.- Non feci in tempo a continuare che subito mi piombarono addosso molte domande.
-E ora dove è? Sta bene? Kita ci ha già parlato?- Mi tempestò di domande. Riuscii a malapena a fermarla.
-Si, stai calma. Ora ti spiego.- Le dissi, spiegandole poi come si erano svolti i fatti.
Poi
un momento di silenzio. Non sapevo più cosa dirle. Cioè,
sapevo cosa chiederle, se aveva sentito anche il mio discorso iniziale,
ma non avevo il coraggio. Perchè era così difficile? Ma
poi decisi di dichiararmi ufficialmente un'altra volta. Ora doveva
pensare solo a riprendersi.
-Ma poi, come è andata a finire la gara tra i ragazzi?- Disse Frensis rompendo il silenzio imbarazzante.
-Non
ne ho idea. Ma credo di aver sentito una voce, da un passante, che
diceva che stasera avrebbero detto l'esito. Ma non lo so con certezza.-
Le dissi.
-Allora oggi torneremo in paese!- Disse entusiasta.
La
sera arrivò veloce. Avevo passato tutto il tempo nella mia
cabina, tra i vari avanti e indietro di persone che volevano vedermi,
ed a farmi curare e disinfettare la ferita alla gamba, che non
stava di certo meglio di prima. Ma il dolore era attenuato da pensieri
ben più urgenti. Sulla mia stessa nave c'era l'uomo che, insieme
a mio nonno, avevano scoperto quel potere così formidabile ma
allo stesso tempo distruttivo, se cadeva in mani sbagliate. Ed io ero
una di quelle che lo possedeva, o almeno in parte. Sono in grado di
leggere nel pensiero solamente quando mi sento minacciata o in
pericolo, o comunque in situazioni gravi. E la stessa cosa vale per mia
sorella. Mentre soltanto io ero capace di spostare oggetti o cose con
il pensiero, dato che mi serve molto per aumentare il mio potere. Su
questo Kita non era ancora molto esperta. Ma dovevo capire e sapere
troppe cose. Mio nonno che fine
aveva fatto? Era ancora in vita? E mia madre era forse in pericolo?
Dovevo assolutamente
parlare con quell'uomo. Era una questione vitale per noi, ormai.
Mi
stavo cambiando nella mia stanza, per assistere all'eventuale
premiazione della gara di aquiloni. Speravo davvero che quella sera
avrebbero annunciato l'esito, anche perchè ero curiosa di sapere
come sarebbe andata a finire tra i ragazzi. Chi avrebbe conquistato il
cuore di mia sorella? Oddio, pensare certe cose mi faceva uno strano
effetto. La mia sorellina contesa tra due ragazzi. Speravo solamente
che lei non soffrisse e che la questione si chiarisca il più
presto possibile.
Un
lieve bussare, mi spaventò leggermente così assorta
com'ero nei miei pensieri. -Sei pronta, Frensis?- Era Ace, che mi aveva
lasciato un po' di tempo per farmi preparare. Cavolo, era una
situazione così imbarazzante. Quando sentii quelle parole il
cuore pareva espodermi dentro la cassa toracica e persino il dottore se
n'era accorto quando mi visitava. Lo avevo sentito parlare dei
risultati ad alta voce. Ma lo aveva detto quando io ero svenuta. E
magari quelle cose non le pensava veramente. Magari lo aveva detto per
aiutarmi a farmi svegliare. Cavolo, che casino. Io di certo non ne
avrei parlato. Mi vergognavo troppo di poter fare un buco sull'acqua e
fare la figura dell'idiota. No, avrei fatto finta di niente. Sarebbe
spettato a lui parlarne.
-Si,
arrivo.- Dissi, mantenendo la voce più calma possibile. Mi
costava un po' fatica, ma ce la dovevo fare. Dovevo fare finta che non
mi fosse successo niente. Ce la potevo fare. Presi le stampelle, dato
che dopo il combattimento non mi riusciva a camminare senza, e uscii
alla svelta. Per quanto possa essere veloce una ragazza con le
stampelle. Ace, mi aspettava di fronte alla porta, un po' assorto con
lo sguardo perso verso un punto indefinito, e più bello che mai.
Dovetti distogliere lo sguardo da lui per evitare di mettermi a
fissarlo o arrossire. Non era proprio il momento.
-Come
stai?- Mi disse, non appena si accorse di me, con tanto di sorriso che
mi fece sciogliere il cuore. No, non ce la potevo fare. Come potevo
resistere, se lui era sempre lì, con quel suo fascino... Basta
Frensis! Un po' di contegno. Non fare la smidollata innamorata. Sei
forte e devi dimostrarlo anche in queste occasioni!
-Allora? Frensis perchè non mi rispondi?- Mi chiese Ace, preoccupato, avvicinandosi un po'.
Eh?
Cavolo ero così presa nei miei pensieri che mi ero totalmente
scordata che mi stava parlando. -Sisi sto bene! Non ti preoccupare,
Ace!- Dissi velocemente mentre indietreggiavo. La sua vicinanza di
certo non migliorava le cose per me. Sembravo davvero troppo impacciata
con quelle stampelle.
Poi
accadde tutto molto velocemente: la punta della stampella si
impigliò su una tavola di legno del pavimento un po' in rialzo e
persi l'equilibrio. Mi ritrovai sospesa in aria con la faccia
vicinissima a quella di Ace che, al contrario di me, aveva i riflessi
pronti. Arrossii violentemente. Ci dividevano solamente due centimetri.
Cavolo, quanto era bello!! Scrollai la testa e ripresi velocemente
lucidità. Molto impacciatamente mi divincolai cercando di
sfuggire alla sua presa così forte e sicura. Delicatamente Ace
mi rimise in equilibrio con tanto di stampelle in mano.
-Ehm,
scusami e grazie per non avermi fatto cadere.- Dissi con la testa bassa
per nascondere il rossore che ormai padroneggiava sulle mie guancie.
-Non c'è di che. Ma sei sicura di stare bene?- Mi chiese premuroso.
-Certo.
Non ti preoccupare. Ora andiamo sennò ci perdiamo tutta la
premiazione.- Dissi avviandomi il più velocemente possibile
all'uscita della nave.
Era
proprio come aveva detto Ace. La premiazione si teneva quella sera in
paese. Tutto era decorato in modo così impeccabile che sembrava
surreale. C'erano tantissimi banchini, che vendevano ogni sorta di
specialità tipiche del paese. Mi mettevano un'allegria assurda
quel mix di luci colorate che si intonavano perfettamente con il resto
del paese. Era uno spettacolo meraviglioso.
Al
centro della piazza c'era un palco, dove al momento suonava una band,
facendo muovere dal ritmo sfrenato e allegro moltissime persone, subito
sottostanti. Le melodie e le canzoni erano davvero carinissime. Ti
rapivano proprio ed era impossibile resistergli. Mi voltai un attimo
per vedere dove si fossero cacciati gli altri, che avevamo appena
raggiunto io ed Ace.
Lo
spettacolo che mi ritrovai davanti mi fece morire dalle risate. Ace,
come un quindicenne, si era messo a ballare proprio al centro della
pista. Non riuscii a trattenermi e scoppiai in una risata fragorosa.
Non riuscivo a smettere. Mi faceva talmente male lo stomaco, che non
riuscivo a respirare.
-Hei
Frensis, cos'hai da ridere??- Mi chiese divertito, sapendo già
la risposta. Infatti non riuscivo nemmeno a parlare, ma continuavo a
ridere a crepapelle. -Dai vieni a ballare!- Mi incitò
avvicinandosi.
-Ma sei matto? Sei cieco o forse? Non vedi che ho le stampelle?-
-Certo
che le vedo, puoi sempre fare il ballo del robot!- Mi prese in giro. Ma
non era una cattiva idea, dopotutto mi andava proprio di divertirmi un
po'.
-E
va bene!- Dissi avvicinandomi a lui, che mi stava guardando a bocca
aperta, non credendo ai propri occhi. Di certo non si aspettava la mia
reazione.
Intanto
io mi stavo cimentando in quel "ballo" con tanto di smorfie buffe
tipiche dei robot. Ace si mise a ridere di gusto. Era da un po' che non
lo vedevo così felice. Poi anche lui iniziò a ballare
accanto a me, in completa sintonia.
-Non credevo che le ragazze facessero simili sciocchezze!- Mi disse allegro.
-In_effetti_non_lo_fanno_tutte...
Ma_io_sono_un_robot_non_quell'_essere_che_tu_chiami_"ragazza".- Lo presi
in giro facendo la voce da robot. A quella mia risposta Ace
scoppiò a ridere più che mai. Aveva le lacrime agli
occhi, e la risata contagiosa! Anche io scoppiai. Sembravamo due matti
ubriaconi, ma non mi ero mai divertita come quella volta!
Poi
la musica cambiò e proprio non potevo continuare a fare la scema
con quelle note. Era diventato un lento! Io ed Ace ci asciugammo le
lacrime, per aver riso così tanto. Poi il conduttore della festa
prese il microfono: -E adesso miei cari maschietti, prendetevi la
vostra donna, per ballare questo romantico lento.- Disse con voce
seducente.
Ace
si avvicinò a me, offrendomi la mano. -Allora signorina Albats?
Mi concede questo ballo?- Mi disse con quel suo sguardo che mi
scioglieva sempre. Non potevo resistergli. Cavolo, perchè doveva farmi quell'effetto?
-Ma
come faccio?- Dissi indicandomi la gamba. -Anche se è un lento
non ce la faccio a rimanere in piedi da sola.- Constatai.
-Infatti
non sei da sola, ti sostengo io. E poi basta che ti sbilanci e vedrai
che non avrai problemi.- Mi disse premuroso come non mai, offrendomi
una mano da vero gentiluomo.
-Allora accetto volentieri la sua proposta, signor Portuguese.- Risposi prendendogli la mano.
CONTINUA
|
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Capitolo 23 *** Rivelazioni ***
cap 23
Ed
eccoci arrivati al ventitreesimo capitolo!! Finalmente scopriremo
l'esito della gara di aquiloni, e non solo... Ci saranno sorpresine
piacevoli per i fans della coppia AcexFrensis! Ma ora passiamo ai
ringraziamenti!
Ringrazio chi ha messo la storia tra le preferite:
-akemi_katy;
-bunny65;
-charlie1995;
-chiaretta1992;
-ChibiWall;
-Emy96;
-Itacina;
-Killy;
-leonedifuoco;
-lucia la misteriosa;
-Namine23;
-redflo66;
-tre 88.
Chi tra le ricordate:
-chiaretta1992;
-Ice_DP;
-lady marion;
-ladylala;
-milan010;
-tre 88.
Chi tra le seguite:
-akemi_katy;
-Aki_Black_Fire;
-Auron_san;
-chiaretta1992;
-ghirigoro;
-Hoshimi;
-i4ever;
-Juliett_94;
-Kat Luna89;
-Kgm92;
-Killy;
-Kira_chan88;
-leonedifuoco;
-Miki Michaelis;
-milan010;
-milla96;
-Ramona37;
-tre 88.
E infine chi mi ha messo tra gli autori preferiti:
-chiaretta1992;
-claymoreelen;
-Ramona37;
-tre 88.
Ma grazie anche a coloro che leggono e basta!! =)
Per ultimo ringrazio coloro che hanno recensito, a cui ho risposto con la nuova funzione di EFP:
-Killy;
-Emy96;
-tre 88.
Ed ora buona lettura a tutti!! =)
23-Rivelazioni
Mio Dio come ero imbarazzata. Non me la sono mai cavata bene con la danza,
figuriamoci con una gamba che non eseguiva gli ordini che le davo. Ma
per fortuna c'era Ace con me. Lui mi sorreggeva, impediva che cadessi e
che mi facessi male. Era davvero molto bello!
Il
dj aveva messo un lento davvero molto romantico. Dopo il suo invito,
che non potevo per niente al mondo rifiutare, ci unimmo in un ballo
dolce. Più che ballare, stavamo dondolando da una
parte all'altra, con piccoli passi, anche per evitare che la gamba,
già molto precaria, facesse brutti scherzi. Tenevo le braccia
attorno al suo collo, mentre lui mi sorreggeva in vita. Mi dava un
senso di infinita sicurezza. Quel suo tocco, così delicato mi
dava una scarica inebriante che mi percorreva tutto il corpo, facendomi
venire dei brividi assurdi. Non sapevo perchè mi faceva
quell'effetto, nè se anche lui provava le stesse cose. L'unica
cosa che sapevo è che con lui sarei potuta andare in capo al
mondo e superare ogni sorta di difficoltà. Era un po' infantile, ma con lui avrei potuto fare di tutto.
-Ti
fa tanto male la gamba?- Mi disse dolce e premuroso, spostandomi una
ciocca di capelli che mi era andata sugli occhi con una mano, mentre
con l'altra aveva rafforzato la presa sulla mia vita.
-Non
molto, ora che ci sei tu!- Rispose automaticamente la mia bocca, senza
che il mio cervello le avesse inviato l'impulso di parlare. Stupida,
stupida!! Maledetta me e la mia boccaccia, che non se ne sta zitta! Non
avrei dovuto dirgli quelle cose. Non doveva stare con me solo
perchè si sentiva in colpa, o per un mio capriccio. Io volevo
che lui stesse con me perchè era ciò che voleva.
-Sono
contento.- Disse, ridendo un po' sotto i baffi. -Sei molto bella
stasera, Frensis.- Affermò poi cogliendomi di sorpresa, mentre
stavo scrutando le coppie che si erano formate per ballare, proprio
come noi.
Arrossii
violentemente, incrociando il suo sguardo così profondo e
ipnotizzante. Lo spostai subito altrove. Ero troppo imbarazzata.
-Grazie.- Dissi timida, facendo uscire una voce flebile e bassa.
Nel frattempo la canzone finì, costringendoci a fermarci e a staccarci.
-Bene,
ragazzi! Tra poco si terrà la premiazione della nostra gara.
Chissà chi vincerà, aggiudicandosi l'ambitissimo premio
The Little Kite.- Disse il dj indicando il trofeo che si trovava in una
teca alle sua spalle. -Quindi, mi raccomando non mancate! Restate con
noi! Torneremo tra pochi minuti!- E così dicendo se ne
andò dietro il palco.
-Bene.-
Disse Ace, rompendo il silenzio che si era creato tra di noi e
porgendomi le stampelle. -Direi di andare a cercare gli altri per
avvertirli.- Concluse.
-Ottima
idea.- Risposi io, impugnando le mie inseparabili stampelle ed
incamminandomi. Ero davvero grata al dj per aver tolto quella canzone.
La situazione stava degenerando e soprattutto, credevo di non
connettere più da quanto sangue si era accumulato sulle guance,
facendomi diventare paonazza.
Ci
dirigemmo per i numerosi banchini della festa, in cerca dei nostri
compagni. Non fu molto difficile trovarli. Andammo quasi ad occhi
chiusi, sicuri di poterli trovare, o meglio trovare Rufy, a far fallire
le varie bancarelle che vendevano prodotti alimentari tipici del posto.
E come non detto, erano proprio lì, a trattenere Cappello di
Paglia che stava per aggredire un altro cliente che aveva comprato
l'ultimo cosciotto di pollo.
-Cavolo.
Come sempre devo andare a togliere Rufy dai guai. Anche se quel
cosciotto non sembra niente male!- Disse con un sorriso. Erano proprio
fratelli quei due. -Aspettami qui Frensis.- Mi disse facendomi cenno con
la mano di non muovermi.
-Ok.-
Era la sola parola che riuscii a pronunciare, intanto che Ace si stava
facendo spazio tra le persone per raggiungere gli altri che erano con
Rufy.
Dopo
poco tornò con suo fratello preso per un'orecchia e gli altri a
ridere dietro i due. La gente li scansava, guardandoli attonita. Come
sempre ci facevamo riconoscere da tutti. Cavolo, che vergogna. -Svelti
ragazzi! Tra poco inizierà la
premiazione! Dovete salire sul palco!- Avvertii tutti, non pensando
più a quello che le persone potevano pensare su di noi. In fondo
erano i miei amici e sono speciali così come sono, compresi i pregi e i
difetti!
-Lo
sappiamo, ma credimi, questo qua non voleva lasciare la tavola per
nulla al mondo!- Mi disse mia sorella sghignazzando e indicando Rufy.
-Hi hi!- Sorrise Rufy, portando la mano sulla testa come per scusarsi.
-Va
bè, però ora sbrigatevi!- Dissi cercando di spronarli a darsi una mossa. Andammo tutti in direzione del
palco. Kita, Rufy, Marco ed Hancock salirono dietro le quinte, lasciando me ed
Ace di nuovo soli.
-Secondo
te chi vincerà?- Mi chiese Ace, cogliendomi un po' alla
sprovvista. Sinceramente non ci avevo pensato a come potesse andare a
finire questa gara.
-Sai
che ti dico?- Dissi alla fine. -Io spero che non vincano nessuna delle
due coppie. Almeno potremo tornare alla tranquillità, se
così si può chiamare, sulla nave. Immagina se vincesse
Kita o Hancock. Sarebbe un continuo rinfacciarsi le cose a vicenda.
Invece con un pareggio diciamo, nessuno potrà dire niente.-
Conclusi, fiera del mio ragionamento. In fondo non faceva una piega.
-Già,
non ci avevo pensato a questi risvolti. E brava la mia Frensis!- Mi
disse, stuzzicandomi e mettendomi un braccio intorno alle spalle.
Rimasi pietrificata. Mi sentivo così impacciata. Poi però
cercai di calmarmi e concentrarmi sul palco, dove era iniziato un po'
di movimento.
-Ed
ora, signore e signori, il momento che tutti aspettavate! Tra
pochissimo staremo per annunciare la coppia vincitrice, che si
porterà a casa l'ambitissimo premio..- Iniziò a sbraitare
il presentatore sul microfono, facendo risuonare in tutta la piazza la
sua voce altisonante. -..Si tratta del trofeo più conosciuto
sull'isola e nel raggio di chilometri! Vi renderà talmente
famosi, da avere una massa di fans alle calcagne costantemente!!
L'unico e inimitabileeee.... The Little Kite!!- Urlò infine
mostrando il trofeo che si trovava al centro del palco su un'apposita
colonnina, illuminato da un occhio di bue. La presentazione del premio
fu subito seguita da un boato proveniente dalle urla di approvazione
degli abitanti. Tutto intorno a noi c'erano persone che brindavano
felici e festeggiavano. Non immaginavo che fosse una cosa così
importante questa gara. Ma in fondo era una tradizione dell'isola e
come tutte le tradizioni, doveva essere rispettata.
-Facciamo
entrare i nostri partecipanti, con le loro opere.- Disse il
presentatore, accompagnato dall'immediata entrata di tutte le coppie
concorrenti e dei rispettivi aquiloni. Hancock sembrava che partecipasse ad
una sfilata di moda, attirando l'attenzione di tutta, o quasi, la
popolazione maschile.
-Ma
quella non è la principessa pirata?- -Si, è proprio lei.-
-Wow! E' davvero bellissima!- La gente cominciò a parlare della
sua presenza con elogi e complimenti. Erano davvvero una folla
adorante, stesa ai suoi piedi.
Rufy
invece si comportava normalmente, mentre continuava a mangiare il
cosciotto di pollo appena conquistato. Era davvero incorreggibile!
Finalmente potevo vedere per bene il loro aquilone. Si trattava di un
serpente, tipico della popolazione Kuja, dal colore bianco con macchie
rosse, con un cappello di paglia in testa. Non era male come idea. In
fondo riportava sia un particolare di Hancock che di Rufy.
Marco e Kita sembravano completamente a proprio agio sul palco. Erano
così naturali e spontanei, con la loro fenice in mano!
-Benissimo.
Ora che ci siamo tutti, facciamo entrare Mary, la nostra valletta, con
la busta contenente i nomi delle tre coppie finaliste!- Annunciò
il presentatore, scaturando migliaia di incitamenti da parte del
pubblico. Ace aveva ancora il braccio intorno all mia spalla. Non mi
dava più fastidio, anzi mi aiutava a stare in piedi, evitando
che perdessi l'equilibrio. Stavamo semplicemente in silenzio,
attendendo il verdetto.
Una
ragazza mora, alta e slanciata fece la sua entrata sul palco,
consegnando la busta. -Grazie Mary. Bene, signore e signori! Le tre
coppie finaliste sono.....- Fece una lunga pausa creando molta
suspance. -Kita e Marco,- Vidi i due battersi il cinque per il posto
aggiudicato. -..Eveline e Robert e.. Hancock e Rufy!!- Anche loro
esultarono con entusiasmo. La principessa serpente sembrava sollevata,
forse per lo spavento che aveva appena preso. Non oso immaginare come
si fosse sentita, non appena abbia udito i nomi dei suoi rivali e non il suo.
L'altra
coppia aveva come aquilone, una figura tanto strana quanto
affascinante. Era un accozzamente perfetto di combinazioni di colori
che costituivano una meraviglia per gli occhi. Era così
ipnotizzante. Era davvero un bellissimo aquilone!
-Le
altre coppie scartate si possono accomodare per di qua.- Li
invitò il presentatore a sgomberare il palco. -Benissimoo!! Ecco
arrivato il momento che tutti aspettavate! La coppia vincitrice che si
porterà a casa il premio The Little Kite, aggiudicandosi un posto di
ammirazione nella storia di quest'isola, sarà...- Ero
così impaziente di sapere l'esito di questa gara. Stavo ancora
sostenendo la mia idea, ovvero di un pareggio, per garantire una
convivenza pacifica, ma allo stesso tempo, una piccola parte di me
tifava per mia sorella. In fondo era più che normale. Eravamo
così legate che mi era impossibile non stare dalla sua parte.
-EVELINE
E ROBERT con il loro stupefacente aquilone!!!- Urlò a
squarciagola il presentatore, indicando i due vincitori allibiti e
consegnando loro il premio sotto una pioggia di coriandoli dai mille
colori. Erano così meravigliati che rimasero a bocca aperta, per
tutta la premiazione. Il mio squardo si spostò poi sulle due
coppie finaliste scartate. Kita ed Hancock erano giù di morale.
Non si sarebbero mai aspettate un misero pareggio, che non avrebbe
portato vincitori alla loro scommessa personale. Rufy e Marco invece
non sembravano così tanto dispiaciuti. Mi sembrò davvero
strano, dato che anche loro si pretendevano il cuore di mia sorella.
Questo pensiero ancora mi dava sui nervi, ma cercai di sopprimere quel
senso di rabbia. Comunque erano così tranquilli entrambi. Bah,
valli a capire i maschi!
-Hai
visto, Frensis? E' andata proprio come avevi detto tu!- Mi disse ad un
tratto Ace, facendomi perdere il filo dei miei pensieri.
-E' vero! Visto, io ho sempre ragione!- Lo stuzzicai.
-Ma
come siamo modesti stasera!- Mi disse, dandomi un pizzicotto sulla
guancia. Per quel gesto mi misi a ridere, rispondendo con una
linguaccia.
Arrivarono
subito tutti gli altri. -Chi se ne frega della gara! Ora divertiamoci!-
Disse Kita, muovendosi a passi di danza, euforica per la canzone che
avevano appena messo. Aveva un ritmo davvero frenetico e ti prendeva
molto.
Io
cercai di muovermi un po' alla meglio, imitando gli altri con movimenti
piccoli. Ovviamente c'era Ace che ballava vicino a me, mettendomi
sempre di ottimo umore. Era un vero divertimento guardarlo
divertirsi in quel modo.
Ad
un tratto venne da me e mi disse all'orecchio: -Guarda Frensis, ti
faccio vedere come si rimorchia una ragazza a ballare!- E così
dicendo si avviò verso una ragazza che stava ballando con le sue
amiche. Iniziò a muoversi sensualmente vicino a lei, mandandogli
sguardi così profondi e adescatori. Stavo morendo dalle risate.
Ci rimasi un po' male però quando la ragazza iniziò a
ballare insieme ad Ace. Mi sentivo strana. Mi dava davvero fastidio.
Anzi possiamo dire che ero gelosa di lei. Volevo esserci io al suo
posto.
Poi
fece una cosa che mi sorprese. Scansò la ragazza, che rimase a
bocca aperta per il rifiuto appena ricevuto, e venne verso di me. Mi
diede un bacio sulla guancia e iniziò a ballare con me. Mi
sentivo addosso gli sguardi invidiosi di quella ragazza che era stata
per gioco, il centro delle attenzioni di Ace per un momento.
-Lo
sai che non dovresti prendere in giro così le ragazze?- Gli
dissi, avvicinandomi al suo orecchio altrimenti non riusciva a
sentirmi per il volume alto della musica.
-Lo
so. Ma era solo una prova. Non ho perso il mio fascino!- Mi disse,
passandosi una mano tra i capelli, e sentendosi fiero di
sè.
Risi
con gusto. -E poi ero io la modesta?- Gli chiesi ironicamente.
-Comunque quella ragazza c'è rimasta davvero male.- Constatai
dando un'occhiata alla ragazza di prima che ci fissava attonita.
-Hai
ragione. Ma a me lei non interessa. Sono interessato ad un'altra
ragazza fantastica e meravigliosa.- Mi disse, fissandomi con uno
sguardo dolce.
Poi
un dolore lancinante alla gamba mi tolse il respiro, facendomi perdere
l'equilibrio. Ace preoccupato mi diede appoggio, sostendendomi. -Che
succede Frensis?- Mi chiese allarmato.
-La.. la gamba. Non ce la faccio.- Riuscii a dire a fatica.
-E'
meglio se torniamo alla nave.- Mi disse prendendomi in braccio.
-Tranquilla ti porto io.- Poi si rivolse agli altri, senza nemmeno
soffermarsi molto. -Ragazzi porto Frensis alla nave. Voi non vi
preoccupate. Ci penso io.- Non riuscii a sentire nemmeno la risposta
dei miei amici, dal frastuono che risuonava in tutta la piazza.
Per
tutto il tragitto restammo in silenzio. Stavamo attraversando la
spiaggia che ci divideva dalla Moby Dick, quando Ace aprì bocca,
sorprendendomi come al solito. -Senti Frensis, devo dirti una cosa. Lo
so che sei stanca e ti fa male la gamba, ma ti chiedo solo di resistere
altri cinque minuti. E' davvero importante.- Mi disse con occhi quasi
supplichevoli.
-Ma certo dimmi tutto, Ace.- Risposi un po' preoccupata per il tono con cui mi aveva rivolto quella richiesta.
Smise
di camminare e mi scese delicatamente, facendo attenzione a non
toccarmi la gamba. Quando si assicurò del mio equilibrio si
decise a parlare. -E' da tempo che volevo parlartene. Solo che con la
storia della perdita della memoria e con i vari contrattempi non ne ho
avuto mai occasione.- Io stavo davanti a lui, immobile e in silenzio,
in ascolto di quello che aveva da dirmi. Una parte di me sospettava di
cosa volesse parlare, ma cercai di soffocarla, per concentrarmi sulle
sue parole. -Non sono mai stato bravo con i discorsi e tu lo sai
benissimo! Volevo solo dirti che da quando ci siamo rincontrati, non
riesco a smettere di pensarti o di preoccuparmi per te. Sei il centro
dei miei pensieri e non riesco a starti lontano.- Fece una lunga pausa. -Ti amo, Frensis!- Disse infine. Il
cuore mi batteva talmente forte che riuscivo a sentirlo benissimo.
Ace
si avvicinò lentamente, mi mise i capelli dietro l'orecchio,
prendendomi il volto tra le mani. La distanza che ci divideva era
sempre di meno. Arrivò col viso a pochissimi centimetri dal mio. Tremavo, ma non per la paura.
Poi, più dolce che mai, le nostre labbra si unirono
delicatamente.
Tutto
poi accadde in un lampo. Nella testa mi passarono veloci mille
immagini, era un vortice di colori che si mescolavano tra di loro,
mandandomi un po' in tilt. Non ci capivo più niente. Cosa stava
succedendo?
Poi
ad un tratto, tutto rallentò, facendomi rivivere tutti i momenti
che dividevano la mia infanzia dal presente, fino a quando mi
risvegliai, senza ricordarmi niente. Rividi la partenza di Ace, quella
di Rufy e la mia e quella di mia sorella Kita. Tutto il dolore che
provai quando mi separai da lui. Vidi il ritrovamento dei frutti del
diavolo All-All e Neutro-Neutro, che hanno reso me e mia sorella due
piratesse valorose. La nostra separazione subito seguita dalla mia
entrata nella ciurma del capitano Green, che mi insegnò
moltissimo, facendomi allenare e diventare ogni giorno più
forte. Tutte quelle avventure, compreso il combattimento con Marta, mi
fecero ricordare quell'uomo così coraggioso, a cui devo
praticamente tutto. Rividi tutti quei momenti passati a pensare ad
Ace, lontano ma che non ero mai riuscita a dimenticare. Tutte
quelle notti insonni, pensando a cosa sarebbe successo se non fossimo
mai partiti e separati. E poi quel fatidico giorno in cui lessi
l'annuncio sul giornale della sua condanna. In quel momento il mondo mi
cadde addosso e agii d'istinto, facendo ciò che il mio cuore,
che era sempre appartenuto a lui, mi disse di fare. Fu così che
mi ritrovai a Marine Ford a combattere per difendere l'amore della mia
vita. E ci sono riuscita. Io sono riuscita a salvare Ace, anche se
questo mi è costato la perdita della memoria ed una ferita alla
gamba, per colpa di Kizaru.
Mi
staccai da lui non appena mi accorsi che ci stavamo ancora baciando. Mi
ressi a lui, per evitare di cadere. Tenevo la testa china.
-Frensis,
tutto bene? Ti senti male? Ti prego scusami. Ecco, lo sapevo. Non
dovevo dirtelo. Adesso ti ho turbato. Ma perchè non me ne sono
stato zitto e buono, a crogiolarmi nel mio dolore? Ti prego, scus...-
Gli misi un dito sulle labbra per zittirlo da quel suo ciarlare a
vanvera. Lo guardai negli occhi, in quel nero così avvolgente.
-Ace...- Iniziai a dire. -Io mi ricordo!! Mi ricordo tutto!! Mi ricordo
di te, di Rufy, delle mie avventure con il capitano Green!! T U T T
O!!- Iniziai a urlare come una pazza. Ma non me ne importava niente.
Finalmente mi ricordavo di lui e perchè mi faceva quell'effetto.
Anche se la mia mente non se lo ricordava, il mio corpo non si era mai
dimenticato di lui e ogni mia cellula ne aveva bisogno. Come una droga!
-Mio
dio, ma è bellissimo!- Mi disse, prendendomi in braccio. E
ricominciandomi a baciare. Questa volta mi concentrai meglio sul bacio.
Riuscivo a sentire il suo sapore inebriante in bocca.
Quel profumo, quel calore che si spargeva in tutto il corpo, mi dava
alla testa, provocandomi le vertigini. Gli misi una mano tra i capelli
e il nostro bacio si fece più intenso e passionale. Le nostre
labbra si schiusero, aprendo le danze alle nostre lingue che si
intrecciavano continuamente.
Il
dolore alla gamba non lo sentivo nemmeno più. Ace era un
medicinale più che perfetto per me. Con molta fatica e forza di
volontà, riuscii a trovare la forza di staccarmi per un momento
da lui. Non era l'unica cosa che dovevo dirgli. Ce n'era un'altra,
altrettanto importante, se non di più. Aspettai un attimo per
far passare le vertigini che mi aveva
provocato quel bacio così perfetto. -Anche io ti amo, Ace!- Gli
dissi sorridendo, sempre ad una distanza ravvicinata dal suo viso. Non
volevo allontanarmi dal suo profumo! Ero così felice che toccavo
il cielo con un dito. Non riuscivo a sentire o vedere nient'altro che
non fosse lui! Il mio Ace! Lui mi amava e io amavo lui! Ora niente ci
avrebbe diviso!
Felice come non mai, mi strinse ancora più forte a se e riniziammo proprio là dove avevamo finito.
La
luce che entrava dall'oblò della mia stanza, mi batteva proprio
sugli occhi. Era davvero molto fastidiosa. Mi girai dall'altra parte
del letto, cercando di riprendere sonno. Fu tutto inutile. Non riuscivo
più a dormire. Poi mi alzai di scatto, mettendomi a sedere sul
letto, e provocandomi un leggero dolore alla gamba. Feci mente locale,
ricordando cosa fosse successo la sera precedente.
Io
ed Ace finalmente ci eravamo dichiarati. Non riuscivo a crederci. Mi
portai la mano alle labbra, toccandole lievemente. Quelle labbra si
erano unite con le sue, in una danza che era durata.. Non mi ricordo
nemmeno io quanto, so solo che quando mi riportò alla mia
stanza, era davvero tardi, ma mi accompagnò alla porta, con
tanto di bacio della buonanotte. Mi misi a letto cercando di non fare
il minimo rumore per non svegliare Kita, ma nonostante tutto era
riuscita a scoprirmi, e a distorcermi tutte le informazioni. Era
impossibile resistere al volere della mia sorellina, soprattutto se ti
faceva il faccino dolce con tanto di labbrino! Le raccontai tutto,
senza tralasciare il minimo particolare e del mio recupero totale di
memoria. Mi abbracciò, felice per me, sia per il fatto di Ace
che per la memoria. A proposito di Kita, mi voltai per vedere se c'era
ancora, ma
il suo letto era già vuoto. Doveva essere uscita quella mattina
presto.
Io
ed Ace, mi rimisi a pensare.. Ace e Frensis.. Frensis ed Ace.. Mio Dio, ero al settimo
cielo. Iniziai a battere le mani, con tanto di risatine isteriche,
dimenandomi sul letto. Sembravo fuori di testa. Se qualcuno fosse
entrato proprio allora, mi avrebbe presa per pazza sicuramente.
Già, una pazza con gli occhi a forma di cuore!!! Ma come facevo
a non pensarci? Cavolo, quanto era bello e perfetto!!
Qualcuno
bussò alla porta ad un tratto. Cercai di ricompormi. -Si?-
Dissi, cercando di controllare la voce e di non farla sembrare troppa
euforica.
-Frensis, sei sveglia?- Mi chiese mia sorella. Per fortuna era lei.
-Si, entra pure.- Gli dissi. Kita entrò e si avvicinò al mio letto.
-Svelta
Frensis, fatti una doccia, cambiati e vieni a fare colazione. Il signor
Philip si è già svegliato e sta meglio. Credo che oggi
possiamo parlare di quella questione.- Mi disse assumendo un tono
più serio soprattutto sull'ultima parte.
-Certo,
Kita. Tu vai pure dagli altri, io ti raggiungo tra pochissimo.- Le
dissi precipitandomi verso il bagno, ansiosa per quello che sarebbe
successo dopo.
CONTINUA
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Capitolo 24 *** Nuove scoperte ***
cap 24
Inizio
col scusarmi tantissimo per aver aggiornato solo ora. Scusate... Ho
avuto problemi con il computer che era ad aggiustare. Comunque alla
fine ce l'ho fatta! Meglio tardi che mai... No? In questo capitolo
capiremo molte cose sul passato delle nostre protagoniste. Spero che
non sia scontato e che vi stupisca almeno un po'.
Ringrazio chi ha messo la storia tra le preferite:
-akemi_katy;
-bunny65;
-charlie1995;
-chiaretta1992;
-Emy96;
-Itacina;
-Killy;
-leonedifuoco;
-lucia la misteriosa;
-Namine23;
-redflo66;
-stellinatvb;
-tre 88.
Chi tra le ricordate:
-chiaretta1992;
-Ice_DP;
-lady marion;
-ladylala;
-milan010;
-Nunzia97;
-tre 88.
Chi tra le seguite:
-akemi_katy;
-Aki_Black_Fire;
-Auron_san;
-chiaretta1992;
-ghirigoro;
-Hina_smack;
-Hoshimi;
-i4ever;
-Juliett_94;
-Kat Luna89;
-Kgm92;
-Killy;
-Kira_chan88;
-leonedifuoco;
-Lilith9;
-Miki Michaelis;
-milan010;
-milla96;
-Nunzia97;
-Ramona37;
-redflor37;
-tre 88.
E infine chi mi ha messo tra gli autori preferiti:
-chiaretta1992;
-claymoreelen;
-Lilith9;
-Ramona37;
-tre 88.
Ma grazie anche a coloro che leggono e basta!! =)
Per ultimo ringrazio coloro che hanno recensito, a cui ho risposto con la nuova funzione di EFP:
-Emy96;
-chiaretta1992;
-redflor66;
-akagami95;
-tre 88;
-Killy.
Ed ora buona lettura a tutti!! =)
24- Nuove scoperte
Non
riuscivo a crederci! Finalmente mia sorella ed Ace si erano dichiarati.
Non potevo più vederli in quel modo! Soffrivano troppo entrambi
per quella situazione ancora poco chiara! O almeno per loro. Io l'avevo
sempre detto che erano davvero una coppia perfetta quei due. Fin da
quando eravamo ragazzi, lo sapevano tutti che erano fatti per stare
insieme! C'era un certo feeling che li legava, che non avevo mai visto.
Per non parlare anche del carattere! Avevano davvero un carattere
opposto, molto simile per certi versi, ma nonostante la loro
diversità riuscivano a combaciarsi perfettamente.
Mia sorella
è sempre stata premurosa, sia verso di me, la sorellina minore
che si cacciava sempre nei guai, sia verso i due fratelli Rufy ed Ace.
Non so, aveva sempre quel che di protettivo verso di noi. E' come se
fosse maturata prima del previsto, forse anche per tutte le
responsabilità che si erano addossate su di lei dopo la morte di
nostro nonno. Ho sempre stimato mia sorella per questo.
Lei lo faceva per aiutare mia madre, soprattutto dopo la scoperta del
nostro potere. Di sicuro non sarà stato facile per una giovane
donna, già con i suoi problemi, spiegare a due monelle che non
era possibile dir loro il segreto dei loro nuovi poteri, appena
acquisiti. E di certo la mancanza di nostro padre, che per inseguire il
suo sogno di diventare un grande pirata, se ne era andato quando noi
eravamo solamente delle bambine. Non gliene faccio una colpa, ma avrei
preferito che fosse stato più presente nella nostra vita.
Proprio per questo ci aveva detto che si trattava di un gene
sviluppato, l'artefice dei nostri poteri. Da brave bambine ingenue e
credulone noi ci credemmo, anche se penso che mia sorella abbia sempre
sospettato qualcosa, anche se non ne aveva mai fatto parola. Solamente
all'età di 16 anni nostra madre ci spiegò che i nostri
poteri non derivavano dai geni. Ma non sapeva, o forse non voleva,
aggiungere altro.
Fatto
stà che quel giorno ne avremo saputo di più, parlando con
Philip. Anche se avevo passato poco tempo con lui devo dire che
era
un vecchietto in gamba per la sua età. Appena lo abbiamo
trovato, superata la fase di stupore, ha subito capito chi io sia. E
poi era vivace anche in quella circostanza. Non sembrava affatto in
pensiero sul fatto che la marina lo aveva catturato e che stava perfino
rischiando la vita. In un certo senso mi ha ricordato Rufy.
Avevo una
tal voglia di saperne di più che non vedevo l'ora che mia
sorella si muovesse. Era li impalata davanti all'armadio che stava
decidendo cosa indossare. Poi si voltò. -Kita, secondo te cosa
devo mettere?- Mi chiese indecisa.
-Non lo so Frensis, qualsiasi cosa, basta che ti sbrighi.- Le dissi scocciata dall'attesa.
-Che ti
prende Kita?- Mi chiese preoccupata avvicinandosi. In effetti era la
prima volta che reagivo in quel modo. Di solito quando qualcuno mi
chiedeva consigli sull'abbigliamento mi si illuminavano gli occhi. Ma
non quella volta.
-Ni...
niente.- Balbettai. -E' che.... Frensis, ho paura. Ho paura che
quell'uomo ci dica cose che non vorremo sapere, ma che sono la
verità. Non so se ho il coraggio di volerle sapere.- Conclusi
sincera.
-E
perchè mai non vorresti sapere la verità? Dopotutto noi
siamo questo e non credo che saperne di più sui nostri poteri
sia un male.-
-No di
certo. Ma siccome lui era un amico di nostro nonno ho paura di scoprirne
di più su lui. Non voglio sapere che la vita di nostro nonno
è stata solo concentrata su studi che poi hanno portato solo
alla sua morte.- Confessai con gli occhi gonfi, che aspettavano solo di
lacrimare, con quella sensazione in cui ti sembra che il cuore ti
scoppi dentro.
Frensis che
non sapeva cosa aggiungere, dato che era anche la sua preoccupazione,
guardandomi ancora negli occhi, mi avvolse in uno dei suoi abbracci da
mamma. Io, che stavo lottando nel trattenere le lacrime, tra le sue
braccia non ce la feci più, lasciando che mi rigassero la faccia
ormai accanto alla sua. Frensis mi accarezzò la testa, premurosa
come sempre. -Ho anche io la tua stessa paura. Ma sento anche il
bisogno di saperlo. Non so il perchè ma è così.-
Mi disse tenera. La mia sorellona!! Cosa avrei fatto senza di lei? Era
il mio mondo e non avrei permesso a nessuno di distruggerlo!
Restammo
abbracciate per qualche altra manciata di minuti. Mi sentivo
così al sicuro tra le sue braccia. Il suo respiro regolare, ma
strozzato ritmicamente dai singhiozzi che aveva provocato il pianto, mi
dava un senso di pace e sicurezza indescrivibile! Poi ad un certo
punto, sempre dolcemente Frensis si staccò. Si asciugò le
piccole tracce di acqua salata che le erano rimaste sulle guance e
cercò di ricomporsi. Era così doloroso vederla
così fragile e vulnerabile. Lei che era stata così forte
per me. Per tutti noi!
-Io direi
che ti potresti mettere quei jeans con quella maglietta rossa,
semplice ma non troppo.- Dissi cambiando discorso e asciugandomi gli occhi.
-Ottima idea!- Cercò di sembrare convincente Frensis.
Come al
solito eravamo gli ultimi ad essere arrivati nella grande sala da
pranzo. Di chi poteva essere la colpa se non dei due fratelli
ritardatari per definizione? Mia sorella ed io eravamo passati a
prenderli alla loro cabina ma come al solito dormivano ancora. Erano
entrambi a torso nudo col lenzuolo disastrato per il loro sonno
leggero. Per poco mia sorella non sveniva alla visione di un Ace mezzo
nudo, anche se non ne capisco il motivo. Va sempre in giro senza
maglia. Il mio sguardo si spostò poi su Rufy: cavoli se anche
lui era bello! Non ci avevo mai fatto caso, ma anche il fratellino
minore non era male. Cercai di cacciare via quei pensieri. Non erano da
me. Poi io e mia sorella ci scambiammo uno sguardo complice e perfido.
Ci avvicinammo ai letti dei rispettivi fratelli e da brave ragazze
quali siamo, abbiamo dovuto svegliarli dolcemente: buttarli giù
dal letto ci sembrava il modo più cauto e dolce possibile. Dopo
averli spronati più volte a sbrigarsi a vestirsi, siamo riusciti
a raggiungere la mensa, dove si erano già riuniti Marco, Philip
e gli altri comandanti delle divisioni di Barbabianca. Tra tutte le
cose che erano successe non avevo mai avuto occasione di conoscerli
bene, ma mi sarebbe molto piaciuto. Non so, mi affascinava molto la
loro sintonia e l'amore indiscusso che provavano verso Barbabianca. Di
sicuro avrei cercato di conoscerli meglio.
Dopo
esserci saziati tutti con un'abbondante colazione fornitaci dal cuoco
di bordo, arrivò il momento tanto atteso da me e mia sorella.
Lei, al contrario di me, cercava di mascherare il suo nervosismo anche
aiutata dalla presenza di Ace, che la spalleggiava e le dava conforto.
Erano davvero fatti l'una per l'altro. E di me invece chi si prendeva
cura? Notai solo allora che c'erano Rufy e Marco rispettivamente alla
mia destra e alla mia sinistra, come due guardie del corpo. Quella
situazione non mi piaceva affatto e sarebbe stata una delle prime cose
che avrei chiarito, non appena ne avrei saputo di più sul mio
passato. Era davvero insopportabile, ma come mi sarei comportata? Cosa
avrei detto ad entrambi? Cavolo, che casino!
Aspettammo
che tutti se ne fossero andati, per avere un po' più di privacy.
Non dovemmo nemmeno aspettare molto. Nel giro di una decina di minuti
se ne erano già tutti andati, lasciando la mensa semi vuota. A
quel punto potevamo parlare con tutta tranquillità. Ci
disponemmo seduti attorno ad un tavolo, alla cui estremità si
posizionò Philip.
-Salve a
tutti ragazzi. Non vi aspettavo così numerisi... A cosa devo
tutti questi spettatori?- Iniziò tranquillo Philip, anche se un
po' imbarazzato dai ragazzi.
Ace prese
la parola. -In realtà ci interessa molto sapere il passato delle
due sorelle. Sono nostre carissime amiche, che conosciamo fin da piccoli.- Terminò la frase con un pizzico di orgoglio.
-E' la
verità...- Disse Frensis, acconsentendo quello che aveva appenda
detto Ace. -E poi abbiamo bisogno di loro. Sai ci
spaventa un po' sapere cosa sia successo a nostro nonno. Nemmeno nostra
madre ne sa molto. Ci ha detto solo che la Marina lo ha rapito e
giustiziato perchè aveva quel gene più sviluppato
rispetto agli altri che ci consente di spostare oggetti o persone con
il pensiero, leggere e comunicare.- Terminò mia sorella
spiegando velocemente la situazione al vecchietto, che ascoltava senza
proferire parola. Ma la sua espressione parlava benissimo. Di certo, da
come aveva reagito, non si aspettava una spiegazione del genere. Rimase
esterefatto.
-Ah, è questo che vi ha detto vostra madre?- Rispose lui stupito.
-Si,
perchè non è la verità?- Intervenni io, forse in
maniera un po' sgarbata, ma odiavo non essere a conoscenza di una cosa
così importante per noi, come i nostri poteri. Mi dava davvero
sui nervi.
-Non
esattamente.- Rispose calmo, non curandosi della mia punta di
maleducazione con la quale avevo aperto bocca. A quelle parole io e mia
sorella ci guardammo.
-Continua ti prego.- Lo incitammo insieme. Non stavo davvero più nella pelle. Dovevo sapere qualcosa e alla svelta.
Prese un
respirone e iniziò con il racconto, con tutta calma. -Dovete
sapere che i vostri poteri non derivano dai geni che avete ereditato.
Questo è quello che abbiamo fatto credere alla Marina per non
far cadere in mani loro anche questo tipo di potere, dato che all'epoca
era iniziata la caccia verso gli storici che studiavano i Poignee
Griffe, ritenuti una minaccia, e a quelle armi micidiali. Perciò
io e vostro nonno decidemmo di dire che era un nostro gene così
anche se ci avrebbero ucciso non avrebbero mai scoperto il nostro
segreto. Nell'isola in cui ci eravamo insediati per svolgere al meglio
i nostri studi e dove vostro nonno Adam conobbe e si innamorò di
Komori, vostra nonna, la vita era pacifica e noi avevamo quasi finito i
nostri studi.- Sembrava che tutto poteva andare per il meglio. Ma la
parte peggiore doveva arrivare e di certo non mi sarebbe piaciuta. Ero
come divisa: una parte di me voleva assolutamente continuare ad
ascoltare, mentre l'altra desiderava andarsene via e rinchiudersi in un
posto lontano. Logicamente però prevalse la parte curiosa e,
lottando interiormente, riuscii a resistere. -Ebbene un giorno
arrivò la Marina a perquisire
l'isola e Sasuke, un giovane a cui non stavamo molto simpatici,
spifferò che noi stavamo facendo delle ricerche, affermando che
però non sapeva di che tipo fossero. Io andai nel panico. Non
sapevo più cosa fare. Temevo per la nostra vita. Non potevamo
certo combattere in due tutti quei marines. Magari contro una normale
flotta ce la potevamo anche cavare, ma era venuto un viceammiraglio,
per quello non avevamo scampo. Ma vostro nonno decise di affrontarli, o
meglio di non scappare, permettendo a Komori, che aveva in grembo
vostra
madre, di fuggire insieme a me, che dovevo portarla al sicuro.
Sapevo che non avrebbe avuto scampo, per quanto lui fosse stato un
bravo attore, non poteva ingannare tutti.- Concluse con un tono di
rammarico e amarezza nella voce. Ero come pietrificata. Non riuscivo a
reagire. Non sapevo cosa fare o dire.
-Non mi
dica che ha avuto il coraggio di lasciarlo da solo...- Si intromise
Rufy, usando un tono accusatorio che non scalfì minimamente
Philip. Era davvero un uomo molto paziente ed educato. Capiva benissimo
come ci potessimo sentire e non se la prendeva se gli mancavamo di
rispetto. Era davvero ammirevole da parte sua.
-E cosa
potevo fare?- A quei ricordi, al vecchietto scese una lacrima che gli
rigò la faccia ormai segnata dalla vecchiaia. -Avevo deciso di
rimanere con lui, dopotutto eravamo migliori amici, ormai fratelli
e anche se avevo paura non potevo lasciarlo solo. Ma piangendo mi
supplicò di portare in salvo la sua famiglia. Komori non ce la
poteva fare da sola in mare aperto e dato che aveva in grembo la loro
bambina, quella nostra bugia gli si ritorse contro, mettendo in
pericolo anche lei.- Si fermò un attimo per asciugarsi le
lacrime. Non mi resi nemmeno conto che anche io e mia sorella stavamo
piangendo silenziosamente, così ne approfittammo anche noi per
seguire il suo esempio. -Sapete, vostro nonno è morto da eroe.
Si è sacrificato per salvare la sua famiglia. Non dovete
ricordarlo come un povero studioso buono a nulla, anzi eravamo in gamba
nel combattimento. Ma lui, come me, conosceva i rischi di questa
ricerca. Ma in fondo era pur sempre il nostro sogno.- Concluse
orgoglioso di come aveva descritto nostro nonno, nonchè suo
migliore amico.
-Ti
prego... Dicci da dove derivano i nostri poteri.- Lo supplicai
singhiozzando. Non ero proprio riuscita a trattenermi. Non era da me,
ma la descrizione che mi aveva dato Philip di mio nonno, me lo fece
immaginare come un uomo di valore e con dei sani principi. Proprio come
me!
-Vedete,
Adam ed io trovammo in quell'isola una pietra molto particolare, la
quale ad occhio nudo sembrava oro, ma si presentava più
flessibile. Sapete benissimo che l'oro è durissimo e per
modellarlo si deve fondere a temperature elevatissime. Ma quella
pietra, era molto fragile. Così facemmo numerosi esperimenti e
teorie su di essa.- Prese una lunga pausa, durante la quale
sorseggiò lentamente un bicchiere d'acqua. Era come se volesse
creare più suspance. Non stavo nella pelle, attendendo con ansia
il continuo di quella che era la mia storia, il mio passato. Poi
riprese fiato e continuò. -In realtà non è
una pietra vera e
propria. E' come se fosse biotica, al suo interno c'è vita. Non
nel vero senso della parola, ma si parla di una sostanza molto simile a
quella che noi abbiamo nel nostro cervello. La differenza sta che da
sola non ha alcun effetto nella pietra, ma se avvicinata ad un umano,
questa aumenta i suoi poteri psichici.- Terminò la spiegazione
scientifica con una punta di orgoglio per quella scoperta che sarebbe
sempre appartenuta a lui e a nostro nonno.
-Perciò
non si parla di genetica, ma deriva tutto da queste pietre?- Chiesi
conferma, ancora un po' confusa per la conclusione che mi aveva fornito.
-Esatto,
per la precisione quelle che avete al collo.- Disse indicando con il
dito le pietre della collana a me tanto cara e da cui non mi separavo
mai. Era un ricordo della mia famiglia. Le afferrai per sentire se
erano realmente fragili. -Ma non sono affatto fragili!- Conclusi.
-No,
infatti. Ho studiato per anni un modo per farle assomigliare a tutti
gli effetti all'oro.- Mi disse fiero di sè. -In questo modo
nessuno può sospettare dell'esistenza di questo tipo di potere
così micidiale, e catastrofico se capita nelle mani
sbagliate.-
-Ora che ci
penso, i nostri poteri si sono sviluppati solo dopo che la mamma ci
aveva regalato queste pietre. Diceva che era un regalo di nostro
nonno.- Disse Frensis tra le nuvole, ripensando alla stessa scena che
avevo evocato io nella mia mente. Quel giorno d'estate quando la mamma
arrivò con un pacchetto, che ci avrebbe cambiato la vita per
sempre.
-In
realtà le ho modellate e spedite io. Sono sicuro che vostro
nonno ne sarebbe stato d'accordo. Probabilmente vostra madre conosceva
tutto, dato che le ho scritto anche una lettera con spiegato tutto
quanto, ma non ve lo ha detto perchè ha voluto proteggervi.-
Arrivò a questa conclusione molto serenamente e pienamente
d'accordo. In fondo era la cosa giusta da fare.
-E come lo
spieghi il fatto che i nostri poteri si attivano solamente quando ci
sentiamo in pericolo o durante un combattimento?- Chiese mia sorella
scaltra. Io ancora non ero giunta a quella conclusione, dato che ero
ancora in uno stato di semi-shock causato dalle rivelazioni appena
dette.
-Beh,
è molto semplice. Come ho già detto quelle pietre hanno
una composizione del tutto simile a quella del nostro cervello, anche
se ne differiscono per una componente. L'adrenalina, prodotta con le
situazioni di pericolo, è un particolare ormone che ha una
funzione di neutrasmettitore e per questo potete usare i vostri poteri
solamente
quando è in circolazione l'adrenalina, che aumenta le vostre
capacità. Ci sono stati solo rarissimi casi in cui sono
riuscito a usare le mie doti in una situazione totalmente diversa. Ma
ci vogliono anni e anni di duro allenamente e una profonda
concentrazione. Non vi consiglio di provarci spesso, anche
perchè provoca un affaticamente mentale indescrivibile che vi
potrebbe costare la salute. Dovreste avere una sintonia così profonda per avere un contatto mentale in quelle condizioni.-
Concluse con un tono un po' amareggiato e malinconico, come se fosse
pentito di chissà quale fatto avvenuto nel suo passato.
Nella sala
calò un silenzio fastidiosissimo, che mi riportò alla
realtà. Guardai mia sorella assorta nei suoi pensieri.
Chissà a cosa stava pensando. Nella mia mente scorrevano
così tante immagini e pensieri che il modo migliore per
esprimermi mi sembrò quello di stare zitta. Non riuscivo a
mettere insieme una frase per fare un discorso concreto. Quelle
rivelazioni mi avevano davvero turbata.
-Mi
dispiace ragazze se vi ho turbate o spaventate in qualche modo, ma
volevate sapere la verità, ed è questa, che lo vogliate o
no. Non sempre siamo disposti ad accettare questo tipo di cose, per
questo vi capisco perfettamente se non volete più saperne di
quelle pietre.- Disse Philip guardando prima la mia collana e poi
quella di mia sorella. Istintivamente portai una mano al collo,
toccando i contorni della pietra. Chi poteva immaginarsi che fosse quel
regalo a me così caro, ad avermi dato i poteri che mi
distinguevano dal resto del mondo. -Non siete obbligate a continuare a
portarle ora che ne conoscete anche la parte peggiore dei vostri
poteri. Non so quanto vi possa spaventare di potere essere scoperte
dalla Marina, e vivere una vita fuggendo e nascondendosi da esse.-
Terminò la frase con lo sguardo perso nel vuoto, forse
ricordando tutte le cose belle a cui ha dovuto rinunciare a causa di
quelle pietre.
-Fatto sta
che io non sono pentito di nulla. Se tornassi indietro rifarei le
stesse cose. Non ne cambierei una al mondo.- Disse ad un tratto
alzandosi e reggendosi al tavolo per non perdere l'equilibrio. -Se non
vi spiace ora tornerei nella mia stanza. Sono molto stanco, ma se
volete questo pomeriggio sono ancora a vostra disposizione.- Noi rimanemmo in silenzio, senza aggiungere altro.
Poi, quando
fu fuori dalla grande sala, Frensis ci guardò tutti, uno a uno e
disse: -Devo ammettere che mi ha stupita, ma d'altro canto noi siamo
pirati e non sarà certo un problema se dovremo scappare dalla
Marina anche per questo!- Terminò allegra.
CONTINUA
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Capitolo 25 *** Confusione ***
cap 25
Ed
eccoci arrivati al venticinquesimo capitolo. Prima di tutto mi devo
umilmente scusare con voi lettori per il ritardo!! Tra la scuola e il
fatto che le ultime due settimane le ho passate in Galles, devo dire
che non ho avuto davvero tempo per aggiornare. Comunque ora sono qua e
mi auguro davvero che vi piaccia il capitolo. Kita avrà delle
sorprese che la manderanno davvero in confusione. Vabbè vi
lascio alla lettura del capitolo, ma prima passiamo ai rigraziamenti.
Ringrazio chi ha messo la storia tra le preferite:
-akemi_katy;
-charlie1995;
-chiaretta1992;
-Emy96;
-Itacina;
-Killy;
-Kisses;
-leonedifuoco;
-Namine23;
-niki 96;
-redflo66;
-Shiokaze;
-stellinatvb;
-tre 88.
Chi tra le ricordate:
-chiaretta1992;
-Eynys;
-Ice_DP;
-lady marion;
-ladylala;
-milan010;
-Nancy97;
-tre 88.
Chi tra le seguite:
-akemi_katy;
-Aki_Black_Fire;
-Auron_san;
-chiaretta1992;
-ghirigoro;
-hina_smack;
-Hoshimi;
-i4ever;
-Juliett_94;
-Kat Luna89;
-Kgm92;
-Killy;
-Kira_chan88;
-leonedifuoco;
-Lilith9;
-Miki Michaelis;
-milan010;
-milla96;
-Nancy97;
-Ramona37;
-redflor66;
-tre 88;
-Vale2910;
-_histerya_.
E infine chi mi ha messo tra gli autori preferiti:
-chiaretta1992;
-claymoreelen;
-Lilith9;
-Ramona37;
-tre 88.
Ma grazie anche a coloro che leggono e basta!! =)
Per ultimo ringrazio coloro che hanno recensito, a cui ho risposto con la nuova funzione di EFP:
-Emy96;
-redflor66;
-_histerya_;
-tre 88;
-Killy.
Ed ora buona lettura a tutti!! =)
25- Confusione
Dire
che non mi aspettavo minimamente una spiegazione del genere era un
eufemismo. Rimasi letteralmente allibita nello scoprire che quello che
avevo sempre considerato come vero, era solo una copertura per far si
che mio nonno non avesse dato la sua vita invano. Che grande uomo! Non
avrei mai immaginato che avesse fatto un gesto tanto eroico. Lui aveva
fatto una scelta: l'amore, la famiglia. Aveva lottato per i suoi ideali
ed ha preferito morire per questi, piuttosto che vivere con un
rimpianto. Nessuno poteva permettersi di criticare la sua decisione.
Sfido chiunque a non comportarsi nello stesso modo in una situazione
analoga. Anche se aveva lasciato mia nonna con un bambino in grembo,
aveva supplicato il suo migliore amico di accompagnarla e prendersi
cura della sua famiglia, anzichè lottare con lui. Aveva fatto
tutto quello che poteva fare in una situazione del genere. E di certo
non avrei mandato all'aria il sacrificio di mio nonno. Non lo avrei
permesso a nessuno al mondo. Dovevo solo riuscire a diventare
più forte, allenandomi duramente per migliorare i miei
poteri.
Ero
sdraiata sul letto. Era notte fonda e quei pensieri erano tutto il giorno
che mi ronzavano in testa. Non ne potevo più. Dovevo cercare di
distrarmi un po'. Decisi che andare a fare una passeggiata sul ponte,
mi avrebbe di certo rinfrescato le idee. Scesi dal letto cercando di
fare il minimo rumore possibile per non svegliare mia sorella che
dormiva beatamente. Era stata una giornata dura per entrambe.
Mi
infilai i primi vestiti che mi capitarono tra le mani, senza
badarci troppo. Uscii stando ben attenta a non sbattere troppo
violentemente la porta.
Una
volta fuori mi incamminai in direzione del ponte con estrema calma.
Vidi in lontananza che seduto sopra la ringhiera di legno c'era
un'ombra maschile.
Avvicinandomi
alla figura e sempre più anche alla luce, notai con stupore che
era Rufy, che immancabilmente stava addentando un cosciotto di pollo.
Mi venne da sorridere nel notare quella scena, il tutto accompagnata da
una stretta allo stomaco. Non bene, non andava affatto bene, provare
quelle sensazioni al pensiero di stare da sola con lui. Mi avvicinai
lentamente per non spaventarlo. Stava guardando il mare illuminato dal
chiarore della luna, appollaiato sulla polena della nave. Lo scrosciare
delle onde che si infrangevano sul legno della nave era un suono
davvero rilassante. Era da quel
pomeriggio che avevamo lasciato l'isola di Kites, per dirigerci alla
successiva. I motivi erano ovvi. Non volevamo altri
contrattempi con la marina e allo stesso tempo, portare in salvo il
vecchio Philip. Quel vecchietto se la meritava un po' di sana
tranquillità e di sicuro avrebbe fatto piacere alla sua famiglia
che fosse tornato sano e salvo. Ci aveva infatti rivelato che la sua
isola natale era proprio quella a cui eravamo diretti noi. Che
coincidenza perfetta!
Arrivai
finalmente alle spalle di Rufy. -Come mai in piedi a quest'ora?- Mi
chiese Cappello di Paglia anticipandomi e prendendomi alla sprovvista.
Non pensavo che mi avesse sentito e volevo spaventarlo, giusto per
divertirmi un po'. -Non riuscivi a dormire?- Continuò con le
domande, ma senza voltarsi.
-Sinceramente
stavo ripensando a quello che ci aveva rivelato questo pomeriggio il
vecchio Philip. Avevo troppi pensieri che mi ronzavano in testa,
impedendomi di prendere sonno e quindi ho deciso di venire per prendere
una boccata d'aria fresca. E' davvero un sollievo questa
tranquillità!- Dissi tirando un sospiro di sollievo. Non si era
ancora degnato di voltarsi, quindi decisi di sedermi sulla ringhiera
del ponte.
-Tu invece? Com'è che sei qui?- Chiesi un po' fredda per la mancata considerazione da parte sua.
-Stesso
motivo.- Rispose freddo e distaccato. Quella risposta mi lasciò un po' spiazzata. Non lo riconoscevo più.
Non avrebbe mai risposto in quel modo, a meno che non ci fosse stato un
motivo serio a spingerlo. Non era da lui. E' sempre stato un tipo
solare, che non se la prende mai e cerca sempre di tirarti su di
morale. Ma ora era l'esatto opposto. Doveva essere successo qualcosa di
importante e, da brava amica, era mio compito scoprirlo.
-Sei
sicuro di stare bene?- Gli chiesi un po' titubante anche per la
risposta che avrei ricevuto. Non ho mai sopportato l'idea di veder
soffrire i miei amici.
-Hai
presente quando non puoi fare a meno di una persona? Quando faresti di
tutto pur di vederla felice, anche lasciare che scelga qualcun'altro al
posto tuo, ma allo stesso tempo la vorresti tu, vorresti che non si
allontanasse mai da te, che non ti lasciasse mai solo, perchè ne
hai bisogno, perchè non ne puoi fare a meno, perchè
è diventata fondamentale per la tua felicità?- Continuava
a fare quelle domande retoriche, alle quali non potevo far altro che
rispondere annuendo, senza però aprire bocca. Non ce la facevo,
non potevo vederlo in quel modo. Avevo un dolore fortissimo allo
stomaco. Lui stava soffrendo e io non sapevo che fare per riuscire a
farlo stare di nuovo bene. A fare ritornare il vecchio Rufy, quello che
conoscevo fin da piccola, con il quale ho passato i più bei
momenti della mia infanzia. -Beh, io provo queste cose, Kita. Non
riesco più a smettere di pensarti, sei ormai parte di me. Io
voglio che tu sia felice, ma allo stesso tempo non sopporto l'idea che
tu possa scegliere Marco. Non riesco proprio a tollerarlo. Solo il
pensiero che lui ti possa toccare, che riesca dove io ho fallito, mi fa
saltare i nervi.- Disse deciso, senza però mai voltarsi. Non
avevo mai sentito così tanta determinazione nella sua voce, dove
però emergeva anche tanta sofferenza.
Se
prima non riuscivo a rispondere, adesso ero diventata una statua. Ogni
mio muscolo si era immobilizzato non appena avesse rivelato che ero io la
persona di cui stava parlando e per la quale stava così male.
Non se lo meritava, lui non meritava così tanta sofferenza solo
per me.
-Non
devi però sentirti in colpa Kita. Qualunque cosa tu scelga di
fare, sappi che io ci sarò sempre per te. Scegli
indipendentemente da me. Voglio solo che tu sia felice.- Disse senza
che io aprissi bocca per dargli una risposta. -Bene, credo proprio che
me ne andrò a schiacciare un pisolino. E' stata una giornata
dura per tutti.- Continuò poi e così dicendo si
alzò di scatto e con un balzo scese sul ponte, tenendosi con una
mano il cappello di paglia ben saldato in testa, per impedire che
volasse via. Se lo abbassò sul volto, in modo da nascondere gli
occhi. -Buonanotte!- Mi disse poi, passandomi accanto. Notai un
luccichio sulla sua guancia, una lacrima che lentamente stava
scendendo, solcando la pelle e bagnandola di acqua salata. Una cosa che
pensavo di non vedere in vita mia. Rufy stava piangendo. E la cosa
peggiore è che lo stava facendo per me. Quanto ero insensibile
ed egoista.
L'unica
cosa che riuscii a fare fu tendere una mano verso di lui. Fu un
tentativo tanto inutile quanto patetico. Come potevo pretendere che si
voltasse, se nemmeno avevo aperto bocca? Non ce la facevo. Mi era
impossibile proprio fisicamente. Il mio cervello non voleva inviare
l'impulso ai muscoli di muoversi, per permettermi di parlare e quindi
di mettere in chiaro le cose. Rimasi lì a guardarlo andarsene,
allontanandosi da me.
Mi
sentivo veramente uno schifo. Dentro di me non c'era nulla. Solo vuoto.
Inutile e odioso vuoto. Un vuoto che non poteva essere facilmente
riempito, perchè causato da un dolore di un amico. Si era
portato via tutto. Mi sentivo come un involucro, buttato in terra e
lasciato da parte, a cui hanno portato via la parte importante. La
parte significativa, quella senza la quale non puoi vivere.
Che
brutti scherzi gioca il destino. Ero uscita per prendere una boccata
d'aria e per cercare di non pensare a niente di importante ed ero
tornata peggio di prima. Anzi aveva ancora più pensieri in testa
e mi sentivo veramente uno schifo, per aver deluso un amico, per aver
ferito una delle persone più importanti della mia vita. Dovevo
risolvere quella situazione. Marco e Rufy. Non era possibile che loro
tenessero a me così tanto. Dovevo agire in qualche modo, ma come
mi sarei dovuta comportare? Chi dovevo scegliere? Ma perchè mi
spettava sempre la parte più difficile? Chiunque scegliessi, uno
doveva soffrire per forza. Non potevo stare male solo io? Non chiedevo
molto: volevo solamente evitare inutili dolori e sofferenze a persone
che non se lo meritavano affatto.
Trascinando
le gambe come uno zombie, mi diressi verso la cabina, quasi sicura che
in qualunque posto mi trovassi, non sarebbe cambiato nulla. Sarei stata
sempre male con i soliti pensieri che mi ronzano in testa. Aprii la
porta, senza fare molta attenzione a non fare rumore, e mi buttai sul
letto. Non mi preoccupai nemmeno di togliermi i vestiti. Non ne avevo
la forza. Strinsi un cuscino con le braccia e iniziai a piangere a
dirotto. Non so quanto tempo trascorsi in quelle condizioni, so solo
che delle braccia fin troppo familiari e un profumo irriconoscibile mi
avvolsero con dolcezza in un abbraccio tenerissimo. Una presa a cui era
superiore solo quella di mia madre. Frensis si posizionò accanto
a me e senza dire niente, aspettò pazientemente che finissi di
sfogarmi inzuppando di acqua salata il suo pigiama, per poi ascoltare
le frasi senza senso che uscirono spontaneamente dalla bocca. Le stesse
parole che non pronunciai al momento giusto. Che tempismo
perfetto.
Era
mattina. La luce calda del sole mi accarezzò la pelle, con un
calore piacevolissimo. Mi voltai nel letto e notai che mi sorella
Frensis era ancora accanto a me, mentre dormiva beatamente. Il ricordo
della sera precedente a quella visione mi colpì in pieno come
uno schiaffo. Solo per un momento mi ero illusa che potessi stare
meglio, ma questo non sarebbe accaduto, almeno finchè non avrei
chiarito tutto. Basta piangersi addosso, non sarebbe servito a niente.
Era l'ora di rimboccarsi le maniche e darsi da fare.
Scesi
dal letto silenziosamente, per non svegliare Frensis. Dopo ieri sera si
meritava tutto il riposo possibile. Era stata tutta la notte a
consolarmi. Non c'era nemmeno bisogno che mi vestissi: ieri sera non mi
ero nemmeno messa il pigiama. Feci una piccola tappa in bagno per darmi
una sistemata e lavarmi. Mi guardai bene allo specchio: ero davvero
ridotta molto male. Le occhiaie, residui della notte precedente, mi
segnavano gli occhi con delle macchie violacee. I capelli erano un
groviglio di nodi, e districarli sarebbe stata davvero un'impresa
ardua. Impugnai la spazzola e la affondai nella massa voluminosa.
Quando mi accorsi che non avevo risolto molto, decisi di infilarmi
sotto la doccia. Di sicuro lo shampoo e il balsamo non avrebbero fatto
del male ai miei capelli, se ancora potevo chiamarli così. Fu
davvero una buona idea. Non solo i miei capelli erano ora privi di
nodi, ma mi sentivo davvero meglio. Proprio per questo uscii dal bagno
in fretta, senza nemmeno asciugarmi i capelli. Faceva caldo e non ce ne
sarebbe stato bisogno.
Mi
diressi verso il ponte, prima di entrare in mensa dove mi aspettava la
colazione, e mi godetti il calore dei raggi del sole che era alto nel
cielo. Il mare di mattina era il mio preferito. Mi dava una
serenità inimmaginabile, tanto che quasi mi dimenticai
l'accaduto che mi aveva così turbato.
Dopo
una decina di minuti decisi che era giunto il momento per andare a fare
colazione, anche perchè il mio stomaco si stava lamentando.
Entrai nella mensa, già popolata di risatine e chiacchiere
mattutine dove il profumo di cornetti caldi e cappuccino arrivò
a solleticarmi il naso. Scrutai attentamente che non ci fossero in giro
Marco o Rufy: non ero pronta per affrontare uno dei due o nella peggio
delle situazioni, entrambi. Non vedendo nessuno dei due in giro, mi
affrettai a mettere qualcosa sotto i denti. Afferrai le prime cose che
mi capitarono sotto tiro e mi voltai per scappare con il mio bottino in
mano, quando mi scontrai con un petto maschile, facendomi cadere
insieme alla mia colazione.
-Dove
andiamo così di fretta?- Mi chiese una voce che conoscevo bene,
prendendosi gioco di me. Non ci volevo credere. Davanti a me c'era
Marco che mi offriva una mano per aiutarmi mentre sghignazzava.
-Che hai da ridere?- Gli chiesi afferrando la sua mano e alzandomi in piedi.
-Beh
devo dire che la colazione ti fa sembrare più giovane!- Mi prese
in giro. Solo allora mi accorsi di avere pezzetti di cornetti e
biscotti attaccati in ogni dove. Velocemente mi scrollai via tutto,
cercando di darmi una ripulita alla meglio.
-Ecco ora va meglio.- Mi disse Marco. -Dormito poco stanotte? Mi sembri stanca. Forse qualche brutto sogno?- Mi domandò.
-Ehm,
non proprio un incubo. Più che altro non ho sognato niente. Ed
è stato proprio quel niente che mi faceva paura.- Dissi
abbassando la testa. Notai un avvicinamento verso di me, da parte
dell'ex comandante
della prima divisione di Barbabianca. -Ma niente di che. Non c'è
da preoccuparsi.- Affermai allontanandomi un po'. Non volevo che
accadesse la stessa situazione della sera precedente. Non lo avrei
sopportato. Dovevo darmi una mossa a scegliere. Non era giusto. Non
dovevo farli aspettare troppo. Ero come una bambina viziata che non
sapeva quale giocattolo scegliere. Solo che non erano dei giocattoli,
ma persone vere e per di più miei amici. E inevitabilmente avrei
ferito uno dei due. Ma non era giusto!
Mi
allontanai senza nemmeno salutare Marco. Di sicuro ci era rimasto male
e ci sarei passata come maleducata, ma non potevo rimanere lì.
Dovevo stare da sola e schiarirmi le idee. Ma come potevo isolarmi da
tutto e da tutti in una nave, e quindi in un luogo limitato? Decisi
allora di andare in cerca del posto perfetto, là dove nessuno
avrebbe potuto disturbare lo scorrere dei miei pensieri.
Ero
già abbastanza spaesata da quel pomeriggio con le rivelazioni
del vecchio Philip. Mia sorella Kita in crisi non ci voleva proprio.
Avevo sentito che era uscita furtivamente dalla stanza, di sicuro per
non svegliarmi, ma non mi aspettavo di vederla tornare in catalessi.
Non riuscivo a capire cosa era successo. Il suo volto era una maschera
di cera. Solo il pianto interrotto che sgorgava dai suoi occhi, mi ha
fatto capire che si trattava di una questione di cuore. E quale rimedio
migliore, se non un abbraccio caloroso e una spalla su cui piangere?
Trascorsi tutta la notte ascoltando, senza proferire parole, lo
scorrere senza freno di frasi insensate, come: -No, Rufy. Tu non
capisci. Anche io provo le stesse cose.- Oppure: -Non piangere, ti
prego. Tu non meriti di soffrire. Solo io devo stare male.-
Non
riuscivo a dare un nesso logico a quelle parole. Avevo solo capito che
aveva parlato con Rufy, ma non era riuscita a mettere in chiaro le
cose. Come potevo aiutarla io? Mi limitai solamente ad accarezzarla e
ascoltare instancabilmente. Solo all'alba riuscì ad
addormentarsi, stremata da una notte insonne e segnata da profonde e
nitide occhiaie violacee.
Quella
mattina, quando mi svegliai, il suo letto era vuoto. Pensai che si era
alzata presto, forse anche per evitare di incontrare Rufy o Marco. Ora
di certo si sarà isolata in un angolo della nave per pensare e
schiarirsi le idee. Ero troppo in sintonia con lei. Nonostante potessi
leggerle nel pensiero grazie ai miei poteri, non volli invadere la sua
privacy. Sapere che una persona può accedere a tutti i tuoi
pensieri e segreti, mi da dava davvero fastidio e proprio per questo
cercavo di ricorrere a questo mio potere solo in casi di emergenza,
come in battaglia o in situazioni di pericolo.
Ma
i miei problemi non finivano qui. Tutto quel trambusto del vecchio
Philip e la preoccupazione per mia sorella mi avevano fatto dimenticare
la cosa più importante di tutte: io ed Ace. Mio dio, non
riuscivo a crederci!! Ace si era dichiarato e mi aveva baciato e grazie
a lui mi era tornata la memoria! L'unica cosa è che non ero
riuscita a parlarci dopo quella sera. Il pomeriggio precedente lo avevo
trascorso parlando con Philip e cercando di sapere più cose
possibili. Ero come una bambina che scopriva il mondo per la prima
volta: avevo sete di informazioni e, in quel momento, era la mia unica
preoccupazione.
Decisi
che era arrivato il momento di alzarsi da letto per cercare di
combinare qualcosa di utile e non oziare sotto le coperte. Andai in
bagno e mi vestii alla svelta, pronta per andare a riempirmi lo stomaco
brontolante. Aprii la porta della cabina, quando mi bloccai nel vedere
una figura di fronte a me, con la mano a pugno pronta per bussare. Era
Ace, che in tutta la sua semplicità, mi guardava sorpreso.
-Hei,
buongiorno! Che tempismo perfetto eh?- Mi chiese sfoggiando uno dei
suoi sorrisi che mi tolse il fiato. Ma perchè doveva sempre farmi quell'effetto?
-Buongiorno
anche a te! Stavo proprio per venire a svegliarti, ma mi hai anticipato
a quanto pare.- Risposi anche io sorridendo e cercando di mantenere il
respiro regolare.
-Eh
si. Ma non ti ci abituare. Comunque ancora dormivi? E' davvero tardi e
tutti hanno già fatto colazione, ma da bravo ragazzo quale sono,
sono riuscito a recuperare qualcosina per te!- E così dicendo,
mostrò la mano che fino ad allora teneva nascosta dietro la
schiena e proponendomi un piatto colmo di cornetti e delizie varie. Non
sapevo cosa rispondere. Nessuno aveva mai fatto una cosa così
gentile per me.
-Che
carino! Ma non ti dovevi disturbare. Stanotte mia sorella era in crisi
e ho dovuto darle il mio sostegno da sorellona. Non potevo lasciarla da
sola. E' per questo che non ho dormito un gran che.- Non feci in tempo
a finire la frase, che uno sbadiglio mi colse alla sprovvista.
-Non
è un disturbo e comunque se sono andate così le cose, hai
bisogno di riposo allora. Ma prima devi mangiare!- Mi disse premuroso.
Presi
il piatto che mi stavo offrendo e mi diressi verso il letto. Avevo
bisogno di mettermi comoda. Mi sedetti e notai che Ace era ancora sulla
porta che mi guardava.
-Mi
aiuti a finire questa roba? E' troppa per me.- Gli dissi con una voce
un po' da vittima. Vidi lui avvicinarsi e sedersi accanto a me, con un
sorriso stampato in faccia.
Iniziammo a mangiare in silenzio. Non sapevo davvero cosa dire. Mi
sentivo in imbarazzo. Il silenzio mi dava troppo fastidio. Finimmo nel
giro di qualche minuto. Io mangiai solo un cornetto, mentre Ace
spazzolò via tutto il resto.
-Bene e adesso dormi!- Mi disse Pugno di Fuoco come un ordine.
-E perchè? Io non ho sonno! E poi non mi va di stare sola in camera.- Mi lamentai, quasi piagnucolando.
-Vorrà dire che rimarrò con te.- Mi disse prendendomi alla sprovvista.
-D'accordo.
Se è così che preferisci passare il tuo tempo!- Lo
stuzzicai. In realtà ero felicissima di passare del tempo con
lui. Ci posizionammo distesi sopra il letto ed Ace mi passò un
braccio dietro il collo. Era davvero bello stare in sua compagnia. Non
avrei scambiato quel momento con nessuno al mondo.
-Sei
davvero fantastica, Frensis. Mi piaci molto!- Mi disse senza
però guardarmi in faccia. Meglio così perchè il
mio colorito passò da rosa carne a rosso porpora. Mio dio quanto
era imbarazzata.
-Grazie,
Ace. Non mi merito tutti questi complimenti! Anche tu mi piaci davvero
tanto.- Gli dissi voltandomi verso di lui in cerca delle sue labbra.
Volevo sentire il suo profumo in bocca. Volevo inebriarmi con il suo
calore, che emanava sempre.
Quando
le nostre bocche erano a pochi centimetri di distanza, un peso mi venne
addosso, togliendomi il respiro. Aprii gli occhi per vedere cosa fosse
successo. Era Ace, che con la sua narcolessia, aveva avuto un colpo di
sonno finendomi addosso. Cercai di spostarlo e dopo un po' di fatica ce
la feci.
Mi
posizionai accanto a lui, appoggiando delicatamente la testa sul suo
petto. -Tu e il tempismo andate a braccietto.- Dissi sarcastica, ma non
ero arrabbiata. Come potevo prendermela con Ace? Non ce la facevo
proprio. Mi strinsi più forte a lui, addormentandomi nel giro di
pochi minuti, tra le braccia dell'amore della mia vita.
Era
stato davvero difficile trovare un posto dove nessuno mi avrebbe
disturbato, ma alla fine ce l'avevo fatta. Quale posto migliore poteva
rispondere alle mie esigenze, se non la stiva? Là, ora che era
stata riempita con i viveri necessari per arrivare alla prossima isola,
nessuno ci andava a meno che non era ora di cena. Ma visto che era
tarda mattina, era deserta.
Avevo
il fiatone per aver corso in cerca di quel posto. Mi accasciai in
terra, appoggiando la schiena ad un enorme sacco di patate. Era una
posizione scomoda ma non avevo nè la voglia nè la forza
per spostarmi. Dovevo decidere. Finchè non avessi preso una
decisione non sarei uscita da là. A costo di starci rinchiusa
per il resto del viaggio: non era una prospettiva così
spiacevole, ma mi sarei comportata da codarda scappando alle prime
difficoltà. Tirai un sospiro e cercai di mettere un po' di
ordine, là dove regnava la confusione.
C'era
qualcosa che mi stava annusando la mano, facendomi il solletico. Aprii
gli occhi di scatto e notai che era un topolino, che stava curiosando
nei dintorni. Mi sfregai gli occhi, ma era tutto inutile. Era tutto
buio laggiù. Dovevo essermi addormentata. Gli altri si saranno
preoccupati di sicuro. Mi precipitai fuori dalla stiva, all'aria
aperta. Quel sogno. Mi aveva fatto capire tante cose. Dovevo trovarlo e
parlargli. Dovevo riuscire a dirgli che avevo scelto LUI!
CONTINUA
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Capitolo 26 *** Confessioni ***
cap 26
E
siamo al ventiseiesimo capitolo. So che ultimamente non faccio altro
che scusarmi per i ritardi, ma ho avuto il famoso blocco dello
scrittore. Ma alla fine ce l'ho fatta. E spero che sia di vostro
gradimento. Scusatemi ancora. Ma so che mi capirete. E poi credo che vi
piaccia perchè c'è sia romanticismo che
comicità... Ma non aggiungo nient'altro. Buona lettura.
Ringrazio chi ha messo la storia tra le preferite:
-akemi_katy;
-charlie1995;
-chiaretta1992;
-Emy96;
-Itacina;
-Killy;
-Kisses;
-leonedifuoco;
-Namine23;
-niki 96;
-redflo66;
-Shiokaze;
-stellinatvb;
-tre 88;
-_sakura chara97_.
Chi tra le ricordate:
-chiaretta1992;
-Eynys;
-Ice_DP;
-lady marion;
-ladylala;
-milan010;
-Nancy97;
-tre 88.
Chi tra le seguite:
-akemi_katy;
-Aki_Black_Fire;
-Auron_san;
-chiaretta1992;
-ghirigoro;
-hina_smack;
-Hoshimi;
-i4ever;
-Juliett_94;
-Kat Luna89;
-Kgm92;
-Killy;
-Kira_chan88;
-leonedifuoco;
-Lilith9;
-Miki Michaelis;
-milan010;
-milla96;
-Nancy97;
-Ramona37;
-redflor66;
-tre 88;
-Vale2910;
-_histerya_.
E infine chi mi ha messo tra gli autori preferiti:
-chiaretta1992;
-claymoreelen;
-Lilith9;
-Ramona37;
-tre 88;
-_sakura chara97_.
Ma grazie anche a coloro che leggono e basta!! =)
Per ultimo ringrazio coloro che hanno recensito, a cui ho risposto con la nuova funzione di EFP:
-Vale2910;
-redflor66;
-Emy96;
-_histerya_;
-Killy;
-tre 88.
26- Confessioni
Ero
distrutto. Non pensavo di poter stare così male per una persona,
eppure ero lì e mi sentivo veramente uno schifo. Il mio umore
era a pezzi. Non credo di essermi mai ridotto in quelle condizioni. E
tutto per una ragazza. Non era di certo colpa sua, anche perchè
come poteva passarmi per la testa di odiarla? Non ne sarei mai stato in
grado. Per quanto mi avesse ferito, io l'avrei sempre perdonata. Non
ero in grado di dirle di no. Il mio cuore non poteva e non
voleva.
Mi rigirai
e rigirai nel letto, cercando di assumere una posizione che magari
potesse attenuare, anche se minimamente, il dolore che provavo al
petto, esattamente all'altezza del cuore. Una fitta acuta che ogni
volta mi toglieva il respiro. E' come se con i discorsi dell'altra
sera, Kita si fosse portata via una parte di me. Non sapevo se sarei
riuscito a riprendermi e tornare il vecchio Rufy. Ma ce la dovevo fare.
Dovevo andare avanti, anche per i miei compagni. Uno di questi giorni
di sicuro ci saremo ritrovati, e di questo brutto periodo ne rideremo insieme.
Dovevo darmi forza.
Era
pomeriggio e il sole era ancora alto nel cielo, ma non ne volevo sapere
di uscire dalla mia cabina. Naturalmente ero uscito solo per fare
colazione e pranzo. Per fortuna, almeno l'appetito, non era sparito.
Però di Kita non c'era nemmeno la minima traccia. Forse stava
male anche lei per quello che le avevo detto. Al pensiero di averla
ferita o averle provocato dolore, mi sentii uno schifo e in colpa. Ma
non potevo andarla a cercare per consolarla. Non ce l'avrei fatta a
incontrarla e stare di nuovo da solo con lei. Come potevo darle
sostegno se mi fossi sentito male anche io? Non sarei stato affatto di
aiuto, proprio per questo decisi che era meglio oziare tutto il giorno
sul letto. Non volevo nemmeno incontrare Hancock che, come sempre, mi
stava alle calcagna come un cagnolino con il suo osso. Non volevo
risponderle male, mi sarebbe dispiaciuto, e decisi di stare nella mia
stanza.
Fu
così che trascorsi tutto il pomeriggio chiuso in cabina.
Numerose volte Ace e Frensis vennero a chiamarmi, ma la sola vista dei
due piccioncini felici, mi dava la nausea e, anche se volevo uscire,
non ero più in grado. Solo nel tardo pomeriggio, il brontolio
del mio stomaco mi richiamò, svegliandomi dal sonno leggero in
cui ero caduto. Decisi di andare a mettere qualcosa sotto i denti. Mi
diressi verso la mensa, che si stava piano piano affollando di gente.
Entrando, detti un'occhiata veloce in giro, ma nemmeno l'ombra di Kita.
Iniziavo a preoccuparmi.
Richiamato
ancora una volta dallo stomaco, mi sedetti a tavola, il più
lontano possibile da Ace e dai miei amici, prendendo e mettendo nel
piatto quanto più potevo. Non ci volle molto a fare fuori una
buona parte delle portate che si trovavano sul tavolo, e tra
un'imprecazione e l'altra degli altri pirati, una volta sazio me ne
andai a fare un giro sul ponte. Era così rilassante stare
all'aria aperta senza il fracasso della ciurma che lavora e grida.
Fu proprio
allora che vidi, dopo un'intera giornata, Kita che stava parlando con
qualcuno. Non riuscivo a vedere bene chi fosse, perchè la figura
era nascosta dietro l'albero maestro. Anche se sapevo che non dovevo
farlo, la curiosità mi spinse a sbirciare. Mi bastò
vedere i capelli biondi del ragazzo, che fu abbastanza per me. Kita
stava parlando con Marco e, a guardare l'espressione dei due, era
davvero una cosa seria. Non volli trattenermi ancora. Avevo visto
abbastanza. Non sarei riuscito a reggere ancora una delusione. Kita di
sicuro si stava dichiarando e io non potevo farci niente. Lei aveva
fatto la sua scelta e io l'avrei rispettata. Sempre e comunque. Non mi
sarei nemmeno mai messo contro di lui. Non avrei fatto niente che
avesse potuto ferirla o farla stare male. Lei ora era felice e io
dovevo esserlo per lei. Forse era più facile a dirsi che a
farsi. Corsi in camera mia, il luogo dove ormai i miei dolori potevano
sfogarsi e venire fuori. Mi buttai sul letto e chiusi gli occhi
cercando di sgomberare la mente e non pensare a niente. Era proprio
quello che mi ci voleva.
Dovevo
parlare con lui. Quel sogno nella stiva mi aveva davvero aperto gli
occhi. Non mi sarei mai immaginata che fosse stato il mio subconscio ad
indicarmi l'amore della mia vita, colui con il quale avrei trascorso il
resto della mia esistenza. Almeno così mi auguravo.
Uscita di
corsa dalla stiva, procedetti a passo veloce in cerca di Marco. Dovevo
assolutamente parlargli e dirglielo. Non riuscivo più a tenere
questo peso dentro. Mi imbattei in lui dopo qualche minuto. Gridai il
suo nome, per farmi notare e costringerlo a fermarsi. Per fortuna mi
sentì subito e si voltò verso di me.
-Hei Kita!
Finalmente! Ma dove eri finita? E' tutto il giorno che non ti ho
visto.- Mi disse l'ex capitano della prima divisione di Barbabianca,
con un'aria un po' preoccupata in volto.
-Niente di
cui preoccuparsi. Avevo bisogno solo di stare da sola per un po',
giusto per schiarirmi le idee.- Ammisi sinceramente.
-Sicura di stare bene?- Mi chiese dolcemente.
-S..Si io
sto bene.- Balbettai molto impacciatamente. -Ma quello che sto per dire
ti farà stare male. Mi.. mi dispiace. Io non voglio ferirti. Io
non voglio che altre persone stiano male per colpa mia. Tu non te lo
meriti. Non hai fatto niente di male. Cavolo, ma perchè non
posso stare male solo io?- Parlavo a vanvera e ormai le parole mi
uscivano da sole senza che seguissero un nesso logico.
-Hei, hei.
Calma Kita!- Marco mi interruppe, prendendomi per le spalle. -Mi vuoi
dire cosa succede e stare calma?- Mi disse, senza però mollare
la presa su di me.
-Vorrei
dirtelo nel modo più delicato possibile, ma credo che non
esista, perchè la prenderai male comunque. Vedi, io............
Io sono innamorata di Rufy.- Sentii la sua presa su di me stringersi,
fino a farmi male. Ovviamente non dissi nulla. Era il minimo che dovevo
sopportare. Non riuscivo a guardarlo negli occhi. Tenni lo sguardo
basso. Marco, però, fece una cosa che non mi sarei mai
aspettata. Sempre tenendomi per le spalle, mi avvicnò a lui e mi
abbracciò. Era una presa forte e passionale. Ricambiai l'abbraccio nel modo più dolce possibile.
Rimanemmo
in quella posizione senza proferire parola per qualche minuto. Dopo
poco fu Marco a sciogliere l'abbraccio e finalmente riuscii a guardarlo
in faccia. Il suo volto era privo di segni di rabbia o ostilità. Era limpido anche se il suo sguardo trapelava dolore.
-Beh, che
devo dire? Hai fatto la tua scelta e di certo non ti costringerò
a cambiare idea. In fondo siamo persone adulte e ognuno è in
grado di prendersi le proprie responsabilità. Di certo non mi
metterò a fare il bambino e non rivolgerti parola. Anzi, penso
che non ti libererai alla svelta di me e, appena Rufy abbasserà
la guardia e farà una mossa falsa, io sarò lì, per
consolarti e conquistarti. Quindi non ci sperare di mandarmi via
così alla svelta.- Mi disse deciso, con lo sguardo fisso su di
me.
-Hemm..
Certo. Non volevo liberarmi di te, anzi sono contenta che non l'hai
presa così male. Pensavo molto peggio. Comunque scusami lo
stesso.- Dissi sincera con un lieve sorriso dolce sulle labbra. -Ora
devo proprio andare. Ci vediamo in giro.- Conclusi senza prolungare
ancora per molto la mia permanenza con lui. In quel momento dovevo
stare con un'altra persona, dovevo trovare Rufy per dirgli che quello
che lui provava era corrisposto.
Iniziai a
correre, senza sapere però dove andare di preciso. Pensai che,
essendo l'ora di pranzo, fosse in mensa ma non c'era nemmeno l'ombra di
Rufy. Uscendo, capitai di fronte a Frensis ed Ace. Forse quei due
sapevano dove si trovava.
-Oh finalmente! Ma dove ti eri cacciata?- Mi chiese Ace con un'aria curiosa dipinta sul volto.
-Hem, ora
non posso parlare. Ti spiego tutto dopo.- Guardai mia sorella, che
aveva uno sguardo complice. Lei sapeva che mi ero isolata per pensare e
schiarirmi le idee. Ma di sicuro l'aveva capito anche senza leggermi
nel pensiero. Ultimamente non avevo percepito la sua presenza nella mia
testa. Era davvero ammirevole che mi avesse lasciato la mia privacy.
-Sapete dov'è Rufy? Vado di fretta e devo parlargli
assolutamente!- Chiesi impaziente. Dovevo parlargli il prima
possibile.
-Si, dovrebbe essere nella nostra stanza. E' tutto il giorno che se ne sta da solo.- Mi disse Ace.
-Ok,
grazie!- Lo ringraziai mentre già correvo in direzione della
cabina dei due fratelli. Ero così impaziente di dirglielo.
Arrivai di
fronte alla stanza dove si trovava Rufy, o almeno così speravo.
Avevo il fiatone da quanto avevo corso. Tirai un sospiro cercando
di ricompormi un po' e di sembrare con un ritmo respiratorio il
più calmo possibile. Non era proprio il massimo fare una
dichiarazione con il fiato corto. Mio Dio. Stavo per dichirarmi. Ok,
non ci dovevo pensare, altrimenti sarei collassata nel giro di due
secondi.
Bussai alla
porta, e tesi l'orecchio nell'attesa e nella speranza di una risposta.
-Non voglio niente! Andatevene!- Disse una voce un po' masticata che
proveniva dall'interno della stanza. Sembrava che si fosse appena
svegliato o che avesse in bocca qualcosa.
-Rufy sono
io, Kita! Ti devo parlare urgentemente! Ti prego, aprimi!- Lo
supplicai. Contro ogni mia aspettativa, non passò molto prima che
la porta mi si spalancasse di fronte.
-Cosa
è successo? Stai bene? Ti sei ferita?- Mi chiese allarmato.
Inizialmente non ne capii il motivo. Poi ripensai a quello che avevo
detto. Il tono con cui avevo parlato era molto supplichevole e sembrava
che fossi in fin di vita. Forse avevo esagerato un po'.
-No no, stai calmo! Io sto benissimo...- Non feci nemmeno in tempo a terminare la frase che mi interruppe.
-Ma allora che hai fatto?- Mi chiese con gli occhi puntati che stavano aspettando una mia risposta.
Quegli
occhi scuri mi avvolsero in un calore che non avevo mai provato prima. Esitai un po'.
Non sapevo più cosa rispondergli e il mio corpo parlò da
solo. Mi gettai tra le sue braccia, baciandolo.
Lo strinsi più a me, portando le mani al collo. All'inizio lo sentii
distante per la sorpresa, poi mi avvolse a sè, aumentando la passione
del bacio. In quel momento il tempo si era fermato. Non pensavo a
nient'altro che a lui, sicura tra le sue braccia.
Accarezzandolo
mi accorsi che mi stava scendendo una lacrima, ma non di tristezza o
quant'altro, ma di gioia. Finalmente ero con lui e nessuno ci avrebbe
separato tanto facilmente.
Alla fine
ci guardammo negli occhi ma sempre a una distanza ravvicinata. Rufy mi
accarezzò la guancia, asciugandomela dalla goccia salata.
-E ora perchè piangi?- Mi chiese con un leggero sorrisetto dolce.
-Piango
dalla gioia. Sono davvero felicissima di stare con te!- Finalmente mi
ero decisa ad ascoltare il mio cuore ed è stata la cosa migliore
che avessi mai fatto in vita mia.
-Mai quanto
me!- Mi stuzzicò, rivelandomi anche le sue emozioni.
Chissà come si sentiva in quel momento. Il mio cuore batteva
all'impazzata, senza dare cenni di voler rallentare fino ad un battito
decente.
-Si, ma te non hai pianto per il nostro bacio.- Lo avevo in pugno. Non poteva controbattere.
-No, ma
stavo per farlo dato il tuo alito di cipolla!- Ci rimasi di sasso. Non
me lo aspettavo proprio. Oltre ad aver rovinato il momento, come al suo
solito, mi aveva tirato un colpo basso.
-Non è vero!! Non le ho mangiate le cipolle.- Piagnucolai, cercando di difendermi. Mi sentivo davvero in imbarazzo.
-Aspetta,
farmi controllare ancora...- E così dicendo, mi prese il mento
tra le mani, portando le mie labbra ancora schiuse per la sorpresa, a
contatto con le sua. Fu un bacio più intenso e dolce del primo,
che mi lasciò imbambolata come sempre.
-No, non
era vero.- Enunciò il verdetto, staccandosi lentamente da me e
guardandomi negli occhi. Non mi ero ancora ripresa dal bacio e non oso
immaginare con che faccia da ebete lo stavo guardando. Cercai di
rimettermi in sesto e dissi le prime parole che mi vennero in mente.
-Scemo! Era
solo una scusa per baciarmi di nuovo, non è vero?- Cercai di
incastrarlo. Non doveva inventare scuse per baciarmi. Non più.
-Emmm... Si, lo devo ammettere.- Mi fece il suo gran sorriso accarezzandosi dietro la testa.
-Guarda che
ora non devi trovare delle scuse per baciarmi, lo puoi fare quando
vuoi.- Dissi un po' imbarazzata, esternando i miei pensieri.
-Ah si?
Allora posso rifarlo anche ora?- Mi chiese con gli occhi che gli
luccicavano. Non lo avevo mai visto così contento. Era come un
bambino con un caramella. Ma forse non aveva capito bene cosa intendevo
con "quando vuoi".
-Uffaaa!- Mi lamentai. -I
baci non si chiedono! Si danno e basta! Così rovini tutta
l'atmosfera.- Lo rimproverari scherzosamente. Non sapeva proprio
flirtare.
-E va bene,
vuoi entrare per un po'?- Mi propose voltandosi di 90 gradi,
invitandomi con un cenno della mano come un vero gentiluomo. Non lo
vedevo affatto Rufy nelle vesti di un gentleman e mi venne da ridere.
Cercai di soffocare la risata, ma non ce la feci e scoppiai.
-E ora cosa
hai da ridere?- Mi chiese confuso. Era normale che non ci stesse
capendo niente. I miei sbalzi d'umore lo stavano mandando in confusione.
-Niente,
è solo che non ti ci vedo nei panni di un gentiluomo.- Gli
spiegai sinceramente, una volta ripreso fiato e asciugate le lacrime
che mi avevano provocato le risate.
-Sei sempre
a criticarmi, nanerottola.- Mi disse, mostrandomi la lingua. In fondo
me lo meritavo e per questo decisi di non controbattere, ma di
rispondere a mia volta con una semplice linguaccia. -Allora vuoi entrare
o no?- Mi chiese di nuovo, impaziente.
-Ma come? Ora niente più bacio?- Mi lamentai. In fondo dopo aver fatto tutta questa storia me lo poteva anche concedere.
-No, te lo
darò quando meno te lo aspetti!- Mi disse con un sorrisetto
stampato in faccia. Devo ammettere che faceva un po' paura. Sembrava quasi una minaccia.
Intanto ci sdraiammo uno accanto all'altra sul suo letto. Mi teneva la testa con un braccio, come se fosse lui il cuscino.
-Ma mi
spieghi cosa dicevi a Marco prima?- Mi chiese, rompendo il ghiaccio.
Mossa giusta, dato che si era creato troppo silenzio imbarazzante.
-Gli stavo spiegando la situazione, prima di farlo infuriare se ci avesse visto insieme.- Gli spiegai tranquilla.
-Capisco.-
Mi disse un po' distratto, mentre stava fissando il soffitto, un po'
assorto nei suoi pensieri. Fece una breve pausa, per poi continuare.
-Sai prima vi avevo visti e mi era presa una tale rabbia e tristezza
che
avrei rovesciato tutta la nave! Ma
mi sono trattenuto pensando che ti avevo promesso che avrei
accettato qualunque tua scelta, che la avrei rispettata.- Disse
allentando la presa della mano sul materasso. Non oso immaginare quanto
fastidio abbia potuto aver provato, assistendo a quella scena.
-E per
questo Rufy, ti ringrazio. Ma io ora sono qui con te e non voglio più perdere un minuto senza te.- Gli dissi
montandogli quasi sopra e avvolgendolo in un altro abbraccio. Quello
non era un gesto da me dato che, anche se amo farmi notare
nell'aspetto, sono sempre stata una che chiude i suoi sentimenti
dentro, che non li manifesta. Per questo verso io e Rufy eravamo due
poli opposti. Ma si sa, gli opposti si attraggono!
Questa volta fu il corpo di Rufy a parlare. Infatti fu lui a baciarmi di nuovo.
Ma in quel momento la porta si aprì.
-Secondo te
cosa avrà voluto dire tua sorella a Rufy, così tanto
urgentemente?- Mi chiese Ace curioso della mia opinione.
-Non lo so
proprio, prima l'ho vista parlare con Marco, ma me ne sono subito andata
per lasciargli la loro privacy.- Gli spiegai tranquillamente la mia
opinione su queste cose. Non l'avrei tollerato se qualcuno l'avesse
fatto a me, per cui mi facevo tranquillamente i fatti miei.
-Mmm... Hei, perchè non sbirci nei pensieri di Kita?- Mi domandò eccitato, quasi come un bambino al luna park.
-Ma che sei scemo?- Urlai scherzosa contro Ace, dandogli un pugno in testa. -No che non lo faccio! Sai che non voglio!-
-Va bene, ma non c'era bisogno di scaldarsi troppo.- Si lamentò, accarezzandosi il bernoccolo.
-Hai ragione... Come mai mi potrò far perdonare?- Gli dissi avvicinandomi a lui teneramente.
-Vieni qua.-
Mi fece cenno di salirgli sulle gambe. -Eppure lo sai benissimo come si
fa anche ai bambini per fargli passare la bua.- Mi disse con un tono talmente ovvio da farmi passare per scema.
-Certo! Un bacietto sulla bua!- Dissi agendo e baciandolo nel punto preciso della testa in cui si era gonfiato.
-Ma a me
quel bacino non basta... Come la metti?- Mi disse prendendomi le mani e
bloccandomele con una delle sua. Ero bloccata proprio davanti a lui.
-Mmm... Ho
capito cosa vuoi realmente. Ma sappi che non ci casco in questi
trucchetti! Te lo devi guadagnare!! E poi se mi obblighi, che gusto
c'è? Quindi ti consiglio di lasciarmi.- Risposi provocandolo un
po'.
-Vediamo...
Ti va bene se me lo guadagno così?- Senza nemmeno dammi il tempo
di capire le parole che avesse pronunciato, mi ritrovai le sue labbra
incollate alle mie. Non che mi dispiacesse, ma mi aveva incastrata!
Volevo provare a fare la fredda, per vedere la sua reazione, ma a
quanto pareva non gli piacciono proprio le cose fredde. D'altronde lui
era il fuoco, il calore puro, e riusciva sempre a sciogliermi. Come
potevo resistergli?
-Suppongo
che non te lo aspettavi, non è vero?- Mi disse alla fine dato
che ero rimasta lì, ancora ad occhi chiusi, impalata come un'idiota.
Che vergogna!
-Emmm...
Scusa, è solo che ancora mi sembra un sogno: io e te insieme,
non ci posso ancora credere.- Confessai rossa di vergogna.
-In effetti
stiamo vivendo un sogno, da cui spero di non svegliarmi mai, mia cara
bella addormentata!- Mi disse toccandomi la punta del nasino come si
fanno ai bambini.
-Perchè
non andiamo un attimo nella mia cabina per stare un po' da soli?-
Aggiunse poi, dato che eravamo nel ponte davanti a tutti.
-Ma non ci saranno Rufy e Kita?- Chiesi io, ripensando a mia sorella e a dove potesse essere.
-Non credo. E poi dai, anche
se ci fossero andiamo a dare un'occhiata... Non vorrei che mio fratello
ci fosse rimasto male per una cattiva notizia di Kita.- Mi disse un po'
preoccupato per il fratellino. In fondo si volevano un bene dell'anima.
-In effetti
anche io sono un po' preoccupata, però non so perchè ma
penso che lei sia innamorata di Rufy, non di Marco.- Gli dissi di getto
le mie impressioni e il mio parere. Ero più che convinta di
quello che dicevo.
-Perchè lo pensi?- Mi chiese mentre ci eravamo incamminati verso la cabina.
-Non so,
chiamalo sesto senso femminile... Il suo modo di guardarlo, Kita mi
sembra più felice quando è in compagnia di Rufy, ma non
felice come se stesse ridendo di una battuta, ma felice come io lo sono
quando sto con te!- Gli dissi avvicinando il suo braccio, ormai
intrecciato al mio, a me.
-In effetti
hai ragione... Non ci avevo mai fatto caso a questi particolari, ma ora
che ci penso meglio è vero!- Rispose alla fine, senza
però allontanarsi di un centimetro da me.
Maschi. Dissi tra me. Non capiranno mai queste cose, non è nella loro natura.
E tra
supposizioni varie, arrivammo di fronte alla porta della cabina.
Entrambi appoggiammo un orecchio per sentire se c'era nessuno nella
stanza. Silenzio.
-Forse hai ragione tu, e sono andati a fare una passeggiata.- Bisbigliò Ace.
-Credo
anche io. Vedi ho sempre ragione io!- Lo stuzzicai bisbigliando anche
io, anche se non ce n'era il motivo dato che forse dentro non c'era
nessuno.
-Non è detta l'ultima parola!- Mi sfidò Ace.
-E allora
scopriamolo! Ma aumentiamo la posta in gioco. Scommetto 100 berry che
dentro non c'è nessuno!- Lo sfidai offrendogli la mia mano.
-Ok! Scommettiamo.- Rispose stringendola.
-Allora, al tre apriamo insieme la porta...- Gli dissi afferrando il pomello della porta.
-Va bene.... 1.. 2.. 3!!- E insieme spalancammo la porta.
Con mio
grande stupore quei due erano li, sopra il letto, attaccati come
sardine, che tra l'altro si stavano pure baciando!!!! Rimasi a bocca
aperta. Io, che avevo sempre vinto con Ace qualsiasi tipo di scommessa
questa volta avevo perso!! Ma come era possibile?? Lo sfottevo sempre
per il fatto che non ne azzecca mai una e adesso ho perso??? Nooooo!
-Ahahahahah!-
Mi derise Ace con tanto di puntarmi un dito e tenersi la pancia con
l'altro braccio dalle risate. -Questa volta hai perso tu!!!-
-E comunque
non ti devo niente... Con tutte le volte che ho vinto io e ancora non
ho visto nemmeno un berry...- Dissi a braccia conserte, atteggiandomi da
superiore.
-Questo
è vero... Uff, per una volta che avevo vinto.... Però sappi
che non ti darò pace; per questo piccolo errorino ti
tormenterò per tutte le prossime scommesse.- Mi minacciò.
-Emmm.... Scusate...- Si schiarì la voce Kita.
-Si? Che
vuoi??- Rispondemmo insieme io ed Ace con un tono di voce seccato, come
se stesse interrompendo una discussione importantissima.
-No, che volete voi??- Gridò Kita con tanto di denti da squalo.
-Ah
è vero.... Abbiamo interrotto il vostro bacio... Scusateci
tanto, continuate pure, noi andremo da un altra parte.- Dissi spingendo Ace verso la porta. -Aspetta un
momento. Voi vi stavate baciando!- Mi ricordai dell'accaduto, fermandomi di scatto.
Non risposero, ma entrambi diventarono rossi dalla vergogna.
-Hai visto
Ace? Il tuo fratellino e la mia sorellina stanno crescendo! Però forse non un po' troppo in fretta?- Volsi il mio sguardo
indagatorio per darle noia a Kita arrivandole alle spalle.
-Vattene!-
E senza nemmeno accorgemene mi ritrovai un cuscino ben stampato in
faccia. Che dolore! Mi aveva centrato in pieno il naso.
-E tu Rufy?
Che mi dici?? Come è stato il tuo primo bacio??- Mi imitò
Ace avvicinandosi però al fratello con tanto di faccia da pesce
lesso.
-Non era il
mio primo bacio!- Questa volta però ad Ace gli toccò un
pugno, non un cuscino. Poi lo prese di peso e lo scaraventò
fuori dalla stanza.
-Ahahahahah! Ben ti sta!- Lo derisi tenendomi la pancia dal ridere.
-Zitta tu!- E mi arrivò anche a me un pugno da Kita capitandomi la stessa sorte di Ace.
-Ahia! Ma
che modi sono?- Dissi ritrovandomi malconcia sopra qualcosa di morbido.
Era Ace! E per giunta gli caddi precisa precisa sopra i suoi gioielli.
Che vergogna!! Mi ritirai immediatamente seduta (non sopra Ace, ma
accanto) completamente rossa! So che ero stata io a cominciare, ma Kita
non l'avrebbe passata liscia!
Ace
tirò un gemito di dolore soffocato, come se qualcuno gli avesse
tirato un pugno nello stomaco. In effetti era successo ben peggio, per
un uomo!
Notai che
con la coda dell'occio anche Rufy stava sentendo dolore per il
fratello. -Uuhh... Che male!- Disse portandosi anche lui le mani in
quelle prossimità.
Ace ancora era accasciato a terra dal dolore.
-Ace, scusami, perdonami, ma non l'ho fatto apposta! E' stata quella perfida di Kita!- Dissi aiutandolo a rialzarsi.
-Ma no,
scusami, non stavo mirando proprio li. Mi dispiace Ace- Recitò
la furbetta. Intanto, però, Kita se la stava spassando sotto i
baffi.
-In effetti ce lo siamo meritati... Li abbiamo interrotti!- Dissi a Ace cercando di risollevarlo un po'.
-Ti
correggo: ME lo sono meritato. Tu non hai avuto nessun effetto
collaterale!- Sibilò ancora un po' piegato dal dolore ma sempre
con un tono scherzoso.
-Questo lo
dici tu! Guarda il bernoccolo e che naso rosso che ho!- Cercai di
difendere la mia situazione, che in effetti mi era andata di lusso.
-Se
è per questo anche io ho un bernoccolo da parte di Rufy- Ecco,
dovevo rassegnarmi. Quello più malconcio era di sicuro lui.
-Dai, andiamo nella nostra cabina.- Gli suggerii. E per nostra intendevo quella mia e di Kita.
-Si, che ho bisogno di stendermi un attimo.- Si fermò un istante a pensare. -Per caso avete del ghiaccio?-
-Siamo a questo livello di dolore?- Chiesi preoccupata. Per volere del ghiaccio gli dovevano fare moooolto male.
-Già.
Se si parla di prenderti in braccio sei più leggera di una
piuma. Ma in questo caso, senza offesa, mi sei sembrata più
piombo.- Tirò dell'ironia. Vera, ma pur sempre ironia.
-Mi
dispiace così tanto...- Continuava a scusarsi Frensis sempre
più lontana a noi. E poi non ne capisco il perchè dato
che era stata quella perfida che avevo accanto.
-Certo che sei stata spregevole con Ace!- Le dissi ripensando a quanto dolore avesse provato.
-Ma non
l'ho fatto apposta. Ci è caduta per sbaglio, e poi con quel
fondoschiena che si ritrova!- Disse prendendosi gioco della sorella.
-Ma non ce l'ha grosso, anzi, direi che è un bel fondoschiena!- Apprezzai quel ben di Dio.
Non lo avessi mai fatto. Anche io, come i due malcapitati, mi ritrovai un bernoccolo in testa!
-Ma sei
matta?! Stavo per aggiungere che in questo vi assomigliate,
perchè anche tu hai un gran bel sedere.- Non feci in tempo
nemmeno a finire anche questa frase che mi tirò un altro pugno,
creandomi un altro bernoccolo sopra al primo. Sembravo un gelato a due
gusti! Forse ora era il caso di non aggiungere nient'altro.
-Primo: non
devi guardare i sederi delle altre. E secondo: come ti permetti di
guardare il mio popò?- Disse rossa un po' di vergogna e un po'
di rabbia.
-Popò??-
Sgranai gli occhi per la sorpresa. Non sentivo usare quella parola da
quando ero bambino. -E poi se non posso guardare ne il sedere delle
altre, ne il tuo, io quali posso ammirare?-
-Quelli
degli uomini. Anzi no, ti farebbe sembrare gay.- Disse. Forse ci stava
ripensando. Forse almeno il suo... -Mmm... E va bene. Solo quelle delle
donne. In fin dei conti vale sempre la regola: guardare, ma non
toccare! Intesi?-
-Intesi! Ma tanto ora mi interessi solo tu.- Cercai di cambiare discorso. Ero così felice di essere con lei.
-Ti interessa solo il mio sedere?- Mi chiese con un pugno chiuso, minacciando un altro di quei bernoccoli.
-No, no. Ma
che vai a pensare? Mi interessi tutta!- Cercai di cavarmela. Non volevo
diventare a tre gusti. Temevo di aver peggiorato la situazione...
Ma una voce
mi salvò. Era Marco: -Ragazzi! Preparatevi! Stiamo per sbarcare
nell'isola!- Ci urlò da lontano, per evitare un pezzo di stada
inutile, dato che eravamo ancora fuori dalla cabina.
-Hai
sentito? Siamo arrivati. Ora potremo portare il vecchio a casa. E
visitare l'isola dove nostro nonno è morto, ma nella quale si
è anche costruito una famiglia.- Disse un po' giù di
morale.
-Eddai, su
con la vita. Vostro nonno è morto da eroe! C'è solo da
portargli rispetto e ammirazione!- Le dissi sorridendo. Non mi piaceva
quando diventava triste. Amavo il suo bel sorriso!
-Hai ragione!- Mi sorrise. Ecco. Era proprio quello di cui stavo parlando.
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