The Arise of the Five Guardians

di Nyappy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'Ambasciatrice ***
Capitolo 2: *** La Fuga ***
Capitolo 3: *** La Barriera ***
Capitolo 4: *** Il Capo ***



Capitolo 1
*** L'Ambasciatrice ***


-Sono Lat'hil Yamu Bahnel, e vengo in pace.-
La ragazza, nonostante fosse legata e avesse un brutto taglio sul braccio, sembrava tranquilla e vagamente orgogliosa, mentre si presentava davanti al re del popolo nemico.
-Di questo non avevo dubbi, ambasciatrice.-, rispose il re con fare annoiato, rigirandosi sullo scranno d'oro su cui sedeva e poggiando le gambe su un bracciolo.
Si fissava con aria critica le dita ricoperte di grossi anelli d'oro, con qualche rubino incastonato qua e là.
-E quindi vi prego di slegarmi.-, chiese Lat'hil ad alta voce.
Possibile che il re stesso fosse così incivile? Maltrattare un ambasciatore!
Il re si girò lentamente verso un uomo alto alla sua destra, che rimaneva nascosto dalla penombra. Questo armeggiò con la sua cintura e tirò fuori un foglio, che srotolò
ed iniziò a leggere con tono solenne.
-Bahnel, sei stata vista uccidere due delle nostre guardie e ferire un civile. Per questo motivo, seppur ambasciatrice, non possiamo lasciarti in libertà.-
Lat'hil sbatté gli occhi, turbata. Ma come, dovevano leggere quelle robe? Non poteva dirle senza tante cerimonie?
-Le vostre guardie mi hanno attaccata a vista, e non hanno cessato il fuoco nemmeno quando ho rivelato loro di essere l'ambasciatrice di Bahnel. Mi rammarico molto per il civile,
non era mia intenzione coinvolgere innocenti.-, si scusò la ragazza abbassando il capo, essendo impossibilitata a fare l'inchino rituale di scuse.
-Si, esattamente come dicono tutti.-, tagliò corto il re, -Riferiscimi il messaggio del tuo re e forse potrai tornare a casa.-
-Bahnel non ha un re, siamo una confederazione di gilde con un parlamento.-, puntualizzò Lat'hil, prima di comunicare il suo messaggio.
-Il parlamento degli Anziani e le gilde di Bahnel chiedono una proroga del patto di non belligeranza con il re dei Daaroth, sommo Aksax II. Sono disposti ad offrire in cambio al re
oro e argento.-, Lat'hil sapeva quanto era importante questa semplice frase.
Sicurezza, doveva avere sicurezza.
-Oro e argento? E dimmi, ambasciatrice, perché Bahnel vuole una proroga del patto di vent'anni fa?-, il re si era raddrizzato sul trono e sorrideva in modo crudele.
Ecco la domanda che Lat'hil temeva. Non poteva dire ai loro nemici che a Bahnel si respirava aria di guerra civile, di rivolta e massacri.
I segni c'erano da anni, e da anni il parlamento assieme alle gilde tentava di dare un freno ai giovani ribelli, ma ora... ora che si erano organizzati, che avevano fondato la Lega dell'Uwan'y,
il pericolo era ogni giorno più consistente.
Staccato dalle gilde e indipendente dal parlamento, la Lega radunava giovani da tutta Bahnel, stanchi dei trattamenti di favore degli aristocratici, stanchi delle ingiustizie e della povertà.
-Assicurarsi la pace è forse un delitto?-, chiese Lat'hil ironica, cercando di mantenersi calma.
-Oro... argento... Bahnel, questi sono i vostri materiali di scarto. Sappiamo che voi ne utilizzate altri, molto più pregiati e resistenti...-, insinuò il re.
Come facevano i Daaroth a conoscere i loro metalli segreti?
-Quelli sono segreto esclusivo della gilda degli alchimisti. Non tutti a Bahnel possono permettersi quei metalli, e perfino il re ne possiede poco.-, spiegò la ragazza.
Il giovane re non sembrava soddisfatto di quella risposta. Rimase per qualche istante a pensare, prima di fare un cenno alle sue guardie.
-Bene, entro domattina Bahnel riceverà la mia risposta. Non ti dispiacerà rimanere a palazzo, spero...-
Avevano dato istruzioni a Lat'hil per quello. Lei era un'ambasciatrice. Non un ostaggio. E le guardie le si stavano avvicinando con l'intento di portarla via, poteva scommetterci.
Aveva le mani legate dietro alla schiena, con i palmi premuti uno contro l'altro.
Che sciocchi, i Daaroth.
Le avevano lasciato le sue armi più primitive: la frusta e un coltello corto legato alla cintura.
Concentrò un po' d'energia sulla punta delle dita, e lasciò che fili d'energia, così deboli da essere invisibili, le strisciassero su per i polsi, insinuandosi tra le fibre delle corde che la legavano.
Sorrise al re, un sorriso cortese ed affettato, e diede una rapida occhiata alle guardie, che si stavano avvicinando.
Non appena ritenne fossero abbastanza vicine, con un movimento secco delle braccia spezzò le corde che la legavano e si mise finalmente in posizione eretta.
I frantumi delle fibre cadevano sul pavimento disegnando ampi ghirigori nell'aria, e i soldati erano indietreggiati, confusi.
-Guardie!-, li richiamò il re, che guardava con interesse l'ambasciatrice, -Prendetela!-
Lat'hil non voleva uccidere anche quei soldati. Li avrebbe solo storditi, per far vedere che manteneva la sua identità di pacificatrice.
Si chinò di scatto, toccando il marmo del pavimento con la dita della mano destra, mentre la sinistra, dietro la sua schiena, per pronta a guizzare in avanti ed attaccare.
I soldati sguainarono le spade. Ma come, i Daaroth usavano ancora quelle armi barbare?
I suoi stivali iniziavano ad emettere uno strano ronzio metallico. Quelle calzature erano il suo orgoglio, l'ultimo ritrovato degli alchimisti.
Intessuti con robuste piume di Naa'ghil e pelli di lupi, contenevano un congegno che sfruttava direttamente il suo potere.
Sul calcagno c'erano delle ruote dorate, che iniziavano a girare vorticosamente, producendo quel ronzio.
"Grazie, Namhal..."
Lat'hil fece uno scatto in avanti, con una velocità sovrumana, tanto che al re pareva che si fosse teletrasportata.
Mentre si muoveva, fili d'energia spuntavano dalle sue dita per terminare saldamente ancorate al marmo.
Sfruttando questo, Lat'hil aveva iniziato a muoversi tra i soldati, legandoli con i suoi fili di magia, che ora erano così intensi da essere luminosi.
-Sommo re, io vengo in pace, e non verrò trattata da ostaggio. Per questo motivo, sarò io a tenere in ostaggio i suoi soldati, finché non mi accorderà la libertà.-
La ragazza aveva il fiato corto. Non per la corsa, quella era nulla, ma per la tensione. Se andava male... no, non poteva andare male.
Il re sorrise, e alzò la mano, fissando uno dei soldati.
-Sire!-, implorò quello prima di accasciarsi al suolo, morto.
Lat'hil si girò di scatto. Cosa lo aveva ucciso? Vide un altro soldato sbarrare gli occhi, prima di cadere a terra.
Non erano svenuti, erano proprio morti. La sua magia era inerte sui corpi morti o sugli oggetti inanimati...
Mentre scrutava le balaustre sopra il grande salone, venne accecata da una luce rossa. Cos'era?!
Per riflesso, erse una barriera luminosa a proteggerla, e fece lo stesso per i soldati rimanenti.
Sentì uno sfrigolio sulla barriera di un soldato: era un ago. Un ago lanciato da...?
Alzò nuovamente le mani, avvolgendo sé stessa ed i soldati con la barriera.
-Re Aksax, come può trattare così i suoi stessi soldati?-, chiese Lat'hil con rabbia.
Le barriere continuavano a sfrigolare, colpite da aghi e proiettili metallici che puntualmente si scioglievano al solo contatto con la sua magia.
-Va bene, va bene... cessate il fuoco!-, ordinò il giovane re con fare annoiato.
-Sarete libera di girare a palazzo, d'accordo? Questi...-, si fermò un attimo per fissarli, disgustato, -...soldati, saranno la vostra guida. Domattina tornerete a Bahnel con la mia risposta.-

-Puoi stare qui.-, uno dei soldati che Lat'hil aveva salvato l'aveva accompagnata nei dormitori dei militari.
La ragazza squadrò critica lo stanzone scuro con delle brande appoggiate sulla pietra fredda.
-Mi adatterò.-, disse condiscente.
-Comunque, piacere! Sono Yur.-, il soldato le pose la mano, che Lat'hil fissò con stupore.
-Lat'hil Yamu Bahnel.-, inchinò il capo, mostrando il palmo destro e tenendo rigidamente appoggiato il braccio sinistro al corpo.
-Che strano modo avete di presentarvi, voi di Bahnel! Guarda!-, Yur le prese la mano, e la strinse con una stretta piuttosto salda.
Lat'hil ritrasse la mano. -Da noi il contatto tra sconosciuti è ritenuto sconveniente.-, spiegò.
-Ma siete davvero strani!-, Yur si tolse l'elmo metallico, rivelando corti capelli castani, un viso davvero giovane e due vivaci occhi colore del legno di Uwan'y.
Poggiò l'elmo su una branda, e iniziò a togliersi l'equipaggiamento metallico.
-Comunque, ho visto che sei una maga. Che figata! E sei anche velocissima! Sono tutti così a Bahnel?-, chiese entusiasta Yur mentre si toglieva l'armilla protettiva.
Lat'hil si sedette su una brandina, giusto per.
Quel ragazzo era strano. Le faceva domande indiscrete con una naturalezza incredibile. Ma poi Lat'hil pensò: "Tanto non lo rivedrò mai più!".
-Tutti a Bahnel conosciamo la magia, ma non esiste solo questo tipo.-, iniziò.
-Da noi, ogni mago appartiene ad una gilda. Una gilda è un associazione, che protegge i suoi membri e li tutela.-, spiegò in risposta allo sguardo perplesso di Yur.
-C'è la gilda degli Elementali, che controllano le arti legate alla natura. Quella degli Incantatori, che usano l'energia cosmica, quella dei Negromanti, che riportano in vita i morti,
quella degli Alchimisti, che sfruttano i loro segreti per creare cose incredibili... e potrei continuare per ore.-
-E tu, a quale gilda appartieni?-, chiese Yur curioso.
-A nessuna.-, rispose Lat'hil stringendo gli occhi.
-Ma come? Hai il potere dei nastri luminosi, e una velocità degna di Ghil'zaah! Non c'è la gilda delle leggende?-
Se era una battuta, non faceva ridere. Ma Yur sembrava serio.
-Il potere dei "nastri luminosi" è una sotto branca degli Incantatori, chiamata degli Evocatori. Anche se ci sono vari nomignoli: Tessitori di Morte, Danzatori della Fine, Burattinai... e Ghil'zaah
dovrebbe essere il nostro Jil'hazah, il primo Evocatore.-, Lat'hil sembrava quasi addolorata nel raccontare tutto questo.
-E tu non ci sei dentro?-, Yur era affascinato da tutti quei discorsi.
Magia, gilde... a Daaroth tutto questo era favole per bambini, o leggende che raccontavano i vecchi.
-Gli Evocatori devono possedere l'abilità di materializzare la loro magia e il loro pensiero, ma non solo. Devono poterlo concentrare da tutto il corpo.-
Yur non afferrava ancora.
-La loro velocità, la loro incredibile forza, sono legate al loro pensiero. Mentre io posso solo concentrare la mia magia dalle dita, e grazie ad un artefatto degli alchimisti, riesco a supplire
alla mia mancanza. La mia velocità è tutta opera della tecnologia Bahnel.-
Ecco perché Lat'hil era stata mandata lì.
Seconda figlia del generale di stato maggiore Yamu Fuuret Bahnel, era scomoda. Non poteva essere membro di una gilda, non poteva entrare all'Accademia, doveva rimanere in casa,
essere mantenuta ed istruita da precettori privati. Era costosa.
E suo padre l'aveva subito proposta come ambasciatrice, conscio del fatto che probabilmente sarebbe stata presa come ostaggio, o sarebbe rimasta uccisa nel tentativo di scappare.
-Sarebbero quegli stivali fighissimi?-, Yur li guardò con più attenzione.
-Esatto. Ma parlami un po' del tuo mondo. Mi sembra così... strano!-
-Mmm...-, Yur sembrò concentrarsi, -in realtà, non c'è molto da dire. Qui nessuno sa usare la magia, in compenso siamo fortissimi con le macchine! Hai visto quei cecchini? Senza la tua barriera,
sarei rimasto ucciso anch'io. E non c'erano solo aghi! -, Yur sembrava molto orgoglioso.
-Ma allora perché anche tu non avevi una macchina?-, chiese Lat'hil.
-Tu hai detto che i metalli nuovi sono rari. Beh, anche le macchine. Solo i ricchi possono permettersele, e il re ha uno squadrone scelto di soldati che le usano. Anche se ultimamente stanno uscendo dei
modelli molto economici, pensavo di prendermene anch'io una...-
Modelli economici? A Daaroth quindi tutti potevano essere armati di macchine? Era un incentivo alla guerra, sicuro.
Quel giovane re pelato doveva saperne molto più di quanto dava ad intendere.
-Ehi Yur! Tra un po' vengono a fare la ronda, spegni!-, Lat'hil riconobbe l'altro soldato che aveva salvato, che era entrato sbattendo la porta, si era gettato su una branda e si era girato dall'altra parte.
Non si era nemmeno presentato...
Yur si stese sulla branda su cui era già seduto, mentre Lat'hil si alzò in piedi.
Non si fidava.
Si avvolse in una barriera morbida d'energia, che attaccò al soffitto. Una specie di amaca, molto comoda ma robusta, e soprattutto, protetta. Prima di infastidire i due soldati con la luce, l'invertì:
ora i fili di magia la mangiavano, ed emettevano della calda oscurità, perfetta.
Lat'hil si sdraiò sopra all'amaca, rimpiangendo il suo letto morbido e il suo bagno caldo serale.
Si addormentò dopo poco, stanca per tutte le emozioni della giornata, e non sentì i passi felpati fuori dalla porta e il sibilo del soldato:
-E' qui lo straniero Wynne?-

Tutti i fragili equilibri del mondo di Rothëria stavano velocemente cambiando.
Gli Wynne del nord, il misterioso popolo relegato nel continente montuoso sempre innevato, avevano iniziato ad aprirsi agli altri popoli.
I Bahnel, gli unici ad avere l'antica conoscenza delle arti magiche, iniziavano a chiudersi nel loro continente.
E i Daaroth, sotto il loro nuovo sovrano, stavano iniziando i preparativi per la guerra.

Ciao!
Primo capitolo di una storia fantasy che ho pensato per la prima volta ieri sera. L'idea mi è piaciuta tanto che... beh, l'ho scritta! :D Sinceramente, ho molte, molte idee per questa storia, ma non so
ancora come si svilupperà, dato che è anche il mio primo esperimento fantasy. Ho voluto posticipare la descrizione di Lat'hil per un motivo, ovvero: mi piacerebbe disegnarla e linkare la sua immagine
nel prossimo capitolo, in modo che possiate averla in mente senza descrizioni troppo prolisse e noiose... dato che odio descrivere l'abbigliamento in dettaglio! xD
La situazione presenta quindi così: un mondo diviso in tre continenti principali: quello di Bahnel, dove tutti praticano le arti magiche, quello di Daaroth, dove è la tecnologia ad essere sviluppata, e
quello dei misteriosi Wynne. Amplierò le cose, ho già molte idee a riguardo. Metto rating arancione perché sinceramente, non so nemmeno io cosa scriverò, ed è meglio stare sul sicuro.
Non diventerà mai rosso, comunque :)
Mi farebbe davvero piacere sapere cosa ne pensate! Ho ancora molto da imparare nel campo della scrittura, e voglio migliorarmi sempre di più, accetto critiche e consigli! :D
Nyappy

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Capitolo 2
*** La Fuga ***


Lat'hil venne svegliata da una brutta, familiare sensazione.
Era quel brivido che le correva giù per la schiena quando qualcosa cercava di violare le sue barriere.
Aprì di scatto gli occhi e si mise a sedere con cautela sull'amaca d'energia, che assorbiva la luce. Se riusciva a mantenere il massimo
silenzio, poteva rivestirsi e attaccare l'intruso senza essere vista. Indossò in fretta i suoi vestiti, poi prese gli stivali, che aveva tenuto vicino a sè, e i guanti.
Vedeva una figura scura armeggiare per terra con la sua spada, che era stata trascinata fino alla borsa.
Decise di invertire le protezioni dei suoi oggetti, e questi, invece di emanare una calda luce scura, iniziarono ad illuminarsi, mostrandole l'intruso.
Non era un Daaroth -no, non poteva esserlo.
I capelli, da quanto riusciva a vedere Lat'hil, erano così neri da sembrare blu, e i lineamenti affilati, insieme a quegli occhi dal taglio allungato completamente neri e
le mani dalle lunghe dita, le ricordavano le illustrazioni degli Wynne sui libri d'Accademia.
Cosa ci faceva uno Wynne lì, e soprattutto, perchè diavolo stava armeggiando con i suoi oggetti personali?
-Ti sei svegliata, donna Bahnel...-, bisbigliò questo con una voce strana, quasi languida.
-Perchè stai frugando tra le mie cose, Wynne?-, chiese Lat'hil continuando a nascondersi nell'oscurità.
-Ero curioso di vedere un po' degli artefatti prodotti dalla vostra squisita civiltà, Bahnel.-
L'accento dell'uomo, nonostante la voce languida e flebile, era piuttosto duro, e marcava molto le gutturali. Per essere uno Wynne, però, parlava molto bene la lingua dei
continenti.
Lat'hil distese il palmo, e dalle sue dita spuntarono fuori dei fili di luce, che afferrarono la spada, la borsa e la frusta e le riportarono nella sua amaca, dove la ragazza riuscì a finire di
vestirsi. Aveva un disperato bisogno di un bagno caldo, ma doveva resistere ancora un po'... almeno fino alla risposta del re.
Lo Wynne si era messo in piedi, immobile, vicino alla brandina davanti all'amaca di Lat'hil. La stava aspettando?
Lei intanto diede un'occhiata alla stanza. Dalle finestre con le inferriate iniziavano ad entrare i primi raggi del sole, che tingevano di arancio le pietre e le coperte.
Yur non c'era, e nemmeno l'altro soldato era nella stanza. Erano soli, lei e lo Wynne.
-Sei venuto per parlare con il re?-, nonostante avesse frugato tra le sue cose, quell'uomo era estraneo al mondo dei Daaroth, proprio come lei.
Questo la faceva sentire stranamente rincuorata.
-Così pare. Io sono solo venuto a conoscere questa civiltà.-, rispose enigmatico.
-Sono Lat'hil Yamu Bahnel, ambasciatrice di Bahnel, piacere.-, Lat'hil scese dall'amaca, che subito si dissolse, e fece l'inchino rituale di presentazione,  mostrando il palmo destro.
-Il mio nome è Röna.-, lo Wynne si mise a fissarla intensamente, studiandola, e Lat'hil faceva lo stesso.
Röna aveva il corpo quasi del tutto coperto da una cappa bianca con strani disegni blu, simili a quelli sull'armilla di Yur.
-Dimmi, ambsciatrice, a Bahnel hanno tutti i capelli come i tuoi, dal colore delle foglie fresche?-
Lat'hil diede uno sguardo alle lunghe ciocche di capelli che le accarezzavano il viso.
Perchè quella domanda?
-No, studioso Wynne.-, decise di apostrofarlo con un onorifico tipico di Bahnel, -Ma nel mio continente questo colore è piuttosto comune.-
In effetti, quel verde così chiaro era molto diffuso, a differenza della tonalità più scura o ancora dei capelli color cielo, molto più apprezzati.
Röna sembrò riflettere per un attimo, e con un piccolo cenno del capo segnalò a Lat'hil che la risposta era stata soddisfacente.
Che fortuna che all'Accademia ci fossero anche libri sulle popolazioni degli altri continenti! Almeno Lat'hil, che era sempre stata affascinata dai misteriosi Wynne, poteva sentirsi
più a suo agio.
I due erano rimasti in piedi, immobili, e così avevano intenzione di restare, non fidandosi pienamente l'uno dell'altra.
La loro conversazione fu interrotta da un forte rumore, la porta che sbatteva, che fece sobbalzare Lat'hil, che si girò di scatto verso l'entrata.
-Scappa! Devi andare via di... AAH! E quello chi è?!-, era Yur, entrato di corsa con il fiatone.
-Sono una studioso Wynne.-, rispose Röna con calma.
-Tu sei quell'altro! Oddio!-, Yur era agitatissimo, e Lat'hil notò che gli mancavano diversi pezzi d'armatura.
-Yur Daaroth, calmati! Che è successo?-, Lat'hil non capiva. Scappare? E perchè?
-Il re... il re ha dato ordine di catturarti e farti fuori! E anche tu, Wynne! L'ho sentito mentre facevamo le nostre esercitazioni mattutine!-
Yur si bloccò subito, sentendo uno sferragliante rumore di passi per il corridoio.
-Presto!-, sibilò sbarrando gli occhi.
Lo Wynne non sembrava farsi molti problemi, e stava fissando Lat'hil, che frugava nel piccolo borsellino di pelle che aveva al braccio.
Ci stava mettendo più del previsto, dato che le tremavano le mani.
Il re... sapeva che fosse malvagio. Ma violare il patto che i Daaroth e i Bahnel avevano stipulato anni prima, uccidere un ambasciatore! Era troppo, troppo.
Finalmente riuscì a tirar fuori un pizzico di polvere scura.
-Yur, avvicinati!-
Il ragazzo, continuando a dare occhiate alla porta, corse fino in fondo alla stanza.
-Studioso Wynne, vuoi ammirare la squisita civiltà Bahnel?-, in risposta, Röna si avvicinò.
Dal mignolo di Lat'hil partì un filo che legò mollemente i tre, mentre lei gettava per terra la polvere scura.
-Cosè?!-, chiese Yur con agitazione, mentre vedeva del fumo uscire dai grani per terra.
Quando il fumo li avvolse completamente, la porta si aprì, e i tre sentirono delle grida venire dalla porta spalancata.
Ma ormai, erano già nel giardino della villa di Lat'hil.

La ruggine di mithril era uno degli ultimi ritrovati degli Alchimisti.
Il mithril, metallo indistruttibile che solo loro potevano forgiare, era conosciuto già da parecchi anni, ma l'uso della ruggine prodotta durante la lavorazione era stata una scoperta grandiosa.
Bastava amalgamare la ruggine insieme ad un composto segreto perchè questa diventasse solida e simile ad una pietra.
Questa pietra, se raschiata, produceva delle scheggie friabili che potevano essere ridotte in polvere. Bastava che la polvere toccasse il suolo perchè producesse del fumo scuro, un
fumo incredibile, che aveva la capacità di riportare istantaneamente alla pietra madre.
-Ma dai! Che figata!-, Yur era rimasto colpitissimo dalla ruggine.
-Non tanto. Se poi vuoi tornare al punto in cui hai usato la ruggine, devi rifare tutto il viaggio. La ruggine è per le situazioni d'emergenza.-, spiegò Lat'hil.
Aveva portato i due nel salone principale della loro villa, e stava aspettando che il Parlamento aprisse.
Doveva andare là, comunicare tutto quello che aveva visto e sentito dal re dei Daaroth e poi essere finalmente sciolta dal suo compito di ambasciatrice.
-Maz'ï, puoi stare tu con i nostri ospiti?-, chiese Lat'hil alla cameriera.
-Certo, signorina.-, rispose quasta con un inchino.
Mentre stava per uscire, Lat'hil si girò di nuovo verso Maz'ï. -E Sam'ir?-
-E' andato fuori per suo padre, ha delle commissioni da sbrigare. Tornerà verso pranzo.-
A Lat'hil non andava molto a genio lasciare nella sua villa Yur e quello Wynne, ma almeno sapeva che Maz'ï. li avrebbe tenuti sotto controllo senza problemi. Se non volevano finire
abbrustoliti...
Mentre camminava per le vie della capitale, si accorse di quanto in soli due giorni le erano mancati i banchetti colorati, le tende e le stoffe preziose che vendevano i mercanti, le scuole all'aperto
e soprattutto la magia. L'aria che si respirava a Bahnel ne era impreganata, la faceva sentire subito meglio.
Gli anziani del Parlamento ascoltarono la ssua storia con partecipazione. Lat'hil non aveva screditato del tutto i Daaroth -dopotutto, Yur le aveva salvato la vita-, ma non li aveva certo dipinti nel
migliore dei modi. Certo, aveva avuto contatti solo con il re, Yur e l'altro soldato, però...
-Lat'hil Yamu Bahnel, noi sciogliamo il tuo sigillo e da ora puoi tornare ad essere una cittadina di Bahnel.-, parlò l'Anziano al centro della sala, mentre tutti univano le mani davanti a loro e
il sigillo d'ambasciatrice sulla spalla di Lat'hil svaniva in uno sbuffo di fumo chiaro.
-Ti chiediamo di trattare con riguardo i due ospiti.-, le chiese l'Anziano più vicino, -Che il Daaroth torni cantando la lode di Bahnel, e che lo Wynne possa celebrare la nostra squisita civiltà.-
Perchè tutti non potevano essere come gli Anziani? Non aveva mai visto un gruppo di persone più sagge e giuste. Chiunque poteva contattarle, chiunque poteva comunicare con loro.
La loro bontà e la loro gentilezza era qualcosa di straordinario.
Si ricordava le parole del padre, a cui anni fa aveva fatto la stessa domanda: -Bahnel è il continente d'Utopia. I maghi più giusti e saggi lasciarono le altre terre per radunarsi qui e vivere in
pace, ecco perchè noi Bahel siamo così. L'influsso benefico dei nostri antenati fa sì che ogni giorno regni prosperità e felicità.-
Non era proprio così. La Lega dell'Uwan'y, che voleva la guerra civile, era il segno che qualcosa non andava. Ma cosa? Per Lat'hil era tutto perfetto.
Cresciuta sotto la protezione del potere del padre, aiutata in tutto quello che faceva, non si era mai mossa dallo sterminato centro della capitale, non aveva mai visitato la periferia, dove vivevano
i più poveri dei poveri.

Quando tornò a casa, Lathil trovò Maz'ï che raccontava le fiabe per bambini a Yur, che le ascoltava rapito, mentre Röna sfogliava uno dei libri dell'Accademia sulla civiltà Wynne, e Sam'ir
osservava la scena dalle scale, mezzo in ombra.
Le ci volle un po' per elaborare il tutto. Erano... erano pur sempre stranieri. Sconosciuti. E non sapeva nemmeno le loro intenzioni.
Aveva agito d'impulso, portando a casa anche loro, ma che poteva fare? Macchiarsi anche di quelle due vite, oltre ai soldati?
-Sam'ir...-, bisbigliò piano. In un istante, il maggiordomo fu lì vicino a lei.
Sam'ir e Maz'ï erano fratelli, ma non si somigliavano per niente. Sam'ir, che a ventidue anni era nel fiore della giovinezza, era una presenza calma e rassicurante.
La sua pelle bianchissima contrastava terribilmente con i capelli corvini, gli occhi così scuri da sembrare neri e gli abiti. Ovviamente neri.
Maz'ï al contrario, che di anni ne aveva ventiquattro, era bionda e prosperosa, a differenza del magrissimo fratello, e dava sempre un tocco colorato alla sua uniforme da cameriera.
Lat'hil fece uscire dal mignolo un piccolo filo d'energia, che si avvolse attorno a quello di Sam'ir, che solo lei poteva vedere.
Era il loro modo di mettersi in contatto.
Sam'ir era per lei amico, fratello e maestro... quello che, almeo un po', le aveva fatto aprire gli occhi e l'aveva trasformata da bambina viziata a ragazza responsabile.
Era molto, molto più potente di lei, e quando univano le loro energie in quel modo riuscivano anche a condividere alcuni pensieri.
Lat'hil doveva stare sempre molto attenta, a non lasciar scappar nulla di troppo. Aveva troppa, troppa paura che lui si allontanasse...
Si sedettero sul divano vicino a Yur e Maz'ï, e Lat'hil iniziò a ricordare il suo viaggio, da quando aveva lasciato la villa a quando era andata al Parlamento, tutto.
"Lo sapevo che non era una buona idea farti andare. Devi ancora imparare molte cose.", le comunicò Sam'ir con affetto, lanciando in contemporanea uno sguardo tagliente a Yur e Röna.
"Ci alleniamo anche oggi?", gli chiese Lat'hil con impazienza, mentre il suo filo d'energia stringeva sempre di più quello di Sam'ir.
"Dopo pranzo, te lo prometto.", le rispose il maggiordomo con gentilezza.
"Adesso dobbiamo preparare il pranzo, tuo padre tornerà a breve."
In quei momenti, sembrava tutto dolcemente normale.

Il continente di Bahnel stava per essere colpito da due grandi minacce, contemporaneamente.
Perchè mentre Lat'hil stava tranquilla nelle sue proprietà, la capitale in periferia era in subbuglio: la guerra civile era una realtà sempre più concreta.
E il re dei Daaroth non si era certo dimenticato dell'ambasciatrice di Bahnel e dei suoi straordinari poteri.

Lat'hil  Aksax Yur Röna
Ciao! :D allora, se seguite i collegamenti sopra andate alla mia pagina di deviantART, dove ho postato i disegni dei quattro personaggi. Non so quali saranno i prossimi, comunque li linkerò nel
terzo capitolo :) Qua ho introdotto un po' di nuovi personaggi, anche se la storia si deve ancora muovere del tutto.  All'inizio della stesura di questo capitolo, Sam'ir (che scritto Samir è un nome
realmente esistente, e che mi piace da matti) era molto più importante, ma poi l'ho relegato a personaggio secondario. E anche il romanticismo, ci sarà più avanti. Meglio spalmare un po' di cose,
no? :D soprattutto, non voglio che l'amore diventi il tema principale. E voglio che Lat'hil cambi, cresca, diventi più forte.
Azione! Magia! Colpi di scena! :D ecco. Sto pian piano decidendo i vari compagni di Lat'hil, nel prossimo capitolo credo che descriverò la loro partenza da Bahnel e l'inizio delle loro avventure.
- LadyViolet: grazie mille :D spero che anche questo capitolo ti piaccia! Il titolo... pensavo di cambiarlo xD comunque non ora, quando svilupperò di più la storia. E' un'incognita anche per me,
adesso! :) bacioni!
Mi piacerebbe davvero sapere che ne pensate :D è il mio primo esperimento fantasy, e vorrei migliorare sempre di più! Quindi ringrazio in anticipo chi leggerà, commenterà o aggiungerà la storia alle seguite! Grazie di cuore!
Nyappy

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Capitolo 3
*** La Barriera ***


Yur e Röna, dopo il pranzo -che aveva soddisfatto molto lo Wynne, un po' meno il Daaroth-, uscirono in giardino con Maz'ï, per assistere agli allenamenti di Lat'hil.
-Non pensavo che vi doveste allenare anche voi!-, disse Yur rivolto alla cameriera, che osservava con sguardo cupo una ditata nera sopra il corrimano delle scale.
-Certo che ci dobbiamo esercitare. Non nasciamo certo con l'assoluta conoscenza!-, aveva risposto Maz'ï mentre dall'indice le spuntava un piccolo gorgo d'acqua, che stava pulendo la macchia.
-Si ma... non potete inventare? Nel senso, fare le cose ad istinto?-, Yur non era certo di aver capito.
-Quello lo fanno i bambini.-, rispose la ragazza, -C'è bisogno di un'assoluta conoscenza del proprio potere, dei propri limiti e delle proprie debolezze per riuscire ad improvvisare.
Ed è proprio per questo che è nata l'Accademia.-
Yur non domandò altro, preferendo concentrarsi sui due che stavano in piedi, l'uno di fronte all'altra, nel giardino sotto di loro.
-E' Sam'ir che si esercita con lei?-
-Si. Dato che la signorina Lat'hil non può frequentare l'Accademia, io le insegno ciò che so sulle materie curricolari, mentre Sam'ir, che possiede il suo stesso potere, le fa da maestro.-
Maz'ï sembrava piuttosto tranquilla nel dire ciò. Ma perché Lat'hil non poteva andare all'Accademia? Essì che la biblioteca della villa non mancava certo di libri con il sigillo dell'Accademia
-che era riuscito a riconoscere nonostante i ghirigori della ceralacca-.
-Iniziano.-, li avvisò Röna.

Quello spettacolo era difficilissimo da seguire per tutti e tre. Perché più che un'esercitazione o una battaglia, sembrava davvero uno spettacolo.
Sam'ir si era subito spostato alle spalle di Lat'hil, in meno di un battito di ciglia, e altrettanto rapidamente la ragazza si era portata all'angolo del campo marmoreo, toccando il suolo con una mano.
Si era cambiata gli abiti, ed ora le risultava molto più facile spostarsi. A braccia aperte aveva fatto uno scatto in avanti, mentre contemporaneamente Sam'ir si muoveva lentamente lungo il perimetro
del loro campo d'allenamento.
Lat'hil aveva fatto un movimento di frusta con entrambe le mani, e poco più avanti di lei, dove Yur immaginava che i fili di luce fossero cozzati tra di loro, si erano generate delle forme strane di luce
liquida che sembravano galleggiare, prima di sciogliersi.
Uno spettacolo. I due si muovevano così rapidamente che Yur aveva smesso di concentrarsi su di loro, e guardava solamente le figure di luce, che somigliavano vagamente a fiori.
-Affascinante.-, commentò Röna colpito, mentre Maz'ï non sembrava dello stesso parere.
-Sam'ir ci sta andando piano, dato che la signorina Lat'hil è ancora una principiante, e deve concentrarsi il doppio...-
Yur si ricordava delle parole della ragazza: lei riusciva a far fuoriuscire quei fili solo dalle dita, mentre gli stivali la rendevano così veloce.
-E qui c'è un'altra ditata nera! Dannazione, vi siete puliti le mani?-
-A dire il vero no, scusa Maaz!-, una voce galleggiò dietro le loro spalle, e Yur si girò di scatto, non vedendo nessuno.
-Beh, ma sono davvero un Daaroth ed uno Wynne, che ha combinato Laat?-, la voce si era spostata, ora veniva da destra, vicino a Maz'ï.
-Primo, lavati le mani. Secondo, mi chiamo Maz'ï, non Maaz! Terzo, se non vuoi che t'abbrustolisca, fatti vedere!-, ringhiò Maz'ï con un cipiglio terribile.
-Ok, ok...-, e all'improvviso, appollaiato sopra il corrimano in marmo apparve un ragazzo.
-Ciao.-, li salutò sorridendo ebete, poi, vedendo che le sue dita erano ancora sporche, se le pulì sui vestiti, piuttosto sporchi pure loro.
-Lui è Namhal l'Alchimista.-, lo presentò Maz'ï, afferrandolo per la collottola e iniziando a pulirgli la faccia.
-Ahia! Fai piano, mi serve la pelle! E... no! Non sciogliermi il codino! Sai quanto ci ho messo per farmelo?-, il ragazzo si mise a ridere, sotto gli occhi sbalorditi di Yur e quelli attenti di Röna.
Nel frattempo, Sam'ir e Lat'hil avevano smesso di esercitarsi.
-Devi mettere meno energia negli stivali e concentrarne di più sulle mani. Non usi quasi mai le barriere, e alla lunga con gli attacchi a frusta diventi prevedibile., stava dicendo Sam'ir.
Lat'hil accolse quelle note con un cenno del capo, aggiungendo poi: -Abbiamo altri ospiti.-
-Ehi, Laat! Fammi vedere se quegli stivali vanno bene!-, gridò Namhal dal corrimano sventolando le braccia.
-Più che bene!-, Lat'hil era comparsa dietro di lui un secondo dopo, sorridendo.
Yur aveva preso un colpo, mentre Namhal, impassibile, si era messo a chiacchierare con la ragazza.
Non era certo che gli piacesse Bahnel. Insomma, era tutto così... magico! Gente che diventava invisibile, acqua che sgorgava dalle dita, fiori di luce... e tutto questo per loro era normale!
Senza contare il cibo, bleah! Tutte verdure, e la poca carne che c'era era strana e viola! Viola!
† † † † 
Namhal si era messo a giocare a scacchi con Lat'hil. O almeno, sembravano scacchi. I pezzi erano tutti simili, con delle sfere luminose di colori diversi sopra le teste.
Yur stava cercando di capire le regole di quel gioco da un quarto d'ora ormai, ma non riusciva proprio a sbrogliarsi tra elementi, pezzi ed attacchi.
-Laat, è il terzo negromante che mi mangi!-, si lamentò Namhal quando la sfera blu scuro del suo pezzo divenne nera.
-E tu non hai fatto altro che mettermi fuori gioco gli incantatori, siamo pari!-, Lat'hil sembrava molto presa.
Maz'ï ogni tanto passava con uno straccio e fissava male Namhal, mentre Sam'ir era rimasto fuori in giardino.
Che strano concetto della servitù che avevano a Bahnel! Erano tutti liberi di fare quel che volevano e prendere a botte gli ospiti!
A Daaroth se un servo osava disubbidire era punito con la pena di morte...
-Ho vinto!-, Namhal aveva iniziato a fare uno strano balletto sulla poltrona, mentre Lat'hil rimetteva i pezzi al loro posto sulla scacchiera.
-Posso giocare?-, all'improvviso dalla poltrona dietro al tavolino apparve Röna, rimasto nella penombra a studiare il gioco fino ad allora.
Namhal gli fece uno strano segno con le dita, simile ad una V, e gli chiese: -Contro il grande vincitore o la piccola Laat?-
Lat'hil non sembrò apprezzare particolarmente quel soprannome, ma si alzò dalla sedia di fronte a quella di Namhal e lasciò il posto allo Wynne.
Incredibile ma vero, lo straniero riuscì a mettere più di una volta in difficoltà l'Alchimista, che vinse dopo mezz'ora di attacchi serrati.
-Wynne, sei un genio, uno stratega nato. Io e te dobbiamo parlare!-, Namhal era entusiasta di quella vittoria ottenuta così a fatica.
Yur, che a dire la verità si sentiva un po' trascurato, si affacciò alla finestra di quel grande salotto scuro, e diede un'occhiata giù in giardino.
Era un pavone, quello che zampettava vicino al grosso albero vicino alla finestra? Sembrava proprio un pavone, uno degli animali considerati più regali di Daaroth, e la cui carne prelibata
era impossibile trovare se non alla reggia. E lì erano selvatici!
Decise di scendere di soppiatto, almeno per vederlo meglio. Non era tipo da nutrirsi di vegetali, lui, aveva bisogno di carne! E quel pavone...

Si era nascosto dietro all'albero, mentre il volatile, che aveva richiuso la coda e stava beccando per terra, non sembrava essersi accorto della sua presenza.
"Perfetto!", Yur era davvero contento. Abbandonò con cautela la sua posizione per avvicinarsi, avvicinarsi... ecco, gli era a due passi...
Con uno scatto improvviso, saltò sopra al pavone, scostandosi subito dopo e mantenendolo a terra con le braccia.
Questo aveva iniziato ad agitarsi e gracchiare, ma Yur era saldo nel suo proposito: doveva mangiarlo. Insomma, ne aveva assaggiato solo un bocconcino anni prima...
-Cosa stai facendo, di grazia?-, sentì una voce dietro di sé e trasalì. Ah, era Sam'ir...
-E' un pavone! L'ho catturato!-, Yur mise molta soddisfazione in queste parole.
Sam'ir alzò un dito, e Yur si sentì sollevare in aria.
-Ma che?! Aargh! Mettimi giù! Guarda, è scappato!-, si mise ad urlare ed agitasi, sempre galleggiando in aria, mentre Sam'ir si era avvicinato al pavone e gli stava toccando con gentilezza la fronte.
-Questi pavoni sono protetti da un sigillo. Se rompi quel sigillo, è finita per te, come per tutti gli abitanti della villa.-, lo rimproverò Sam'ir posandolo a terra.
-Scusa, eh! Non lo sapevo...-, si difese Yur imbronciato, dirigendosi verso le scale che portavano all'entrata della villa.

Quando entrò, si ritrovò davanti ad uno spettacolo a dir poco bizzarro. Erano tutti attorno alla poltrona su cui era seduto Namhal, che aveva il viso rivolto verso l'alto, gli occhi spalancati e
la bocca aperta, come se gli mancasse l'aria.
-Cazzo.-, Namhal sembrava parlare a fatica. -Hanno distrutto la nostra Gilda. Stanno arrivando...-
Maz'ï si girò si scatto verso l'entrata.
-Sam'ir!!-, gridò rivolta al fratello, che comparve vicino a lei un istante dopo.
-Arrivano. Dobbiamo proteggere la villa.-, Maz'ï, che di solito era sempre tranquilla e allegra, in quel momento era pericolosamente seria.
-Arrivano chi?-, s'intromise Yur, ancora appoggiato alla porta.
-Quelli della Lega dell'Uwan'y. Vieni con me.-, Maz'ï iniziò a correre giù per le scale che portavano al seminterrato, seguita da Lat'hil, Röna che sosteneva Namhal e Yur, che non ci stava capendo nulla.
Arrivarono davanti ad una porta in legno massiccio con degli starni simboli neri, e Maz'ï si fece da parte. Non appena Lat'hil la raggiunse, toccò con una mano il legno rossiccio, e la porta si aprì
silenziosamente.
Cos'era quello stanzone, un magazzino? Alle pareti erano appoggiati scaffali e scaffali ricolmi di boccette, armi e vestiti.
-E' da più di vent'anni che l'Armeria non viene aperta.-, notò Lat'hil afferrando uno zaino e porgendolo a Yur.
-Tieni, riempilo con tutto quello che puoi. Prenditi una spada o qualche altra arma semplice.-, fece lo stesso anche con lo Wynne, che lasciò Namhal.
-Laat, io ho già la mia roba.-, disse alla ragazza, frugando nello zaino che aveva alle spalle, -Tieni, questi sono per te.-, e le porse dei guanti verde acqua, dello stesso colore degli stivali.
-Li hai finiti?-, Lat'hil sembrava sorpresa.
-Insomma, si. Saranno un po' difficili da usare, come gli stivali, ma dopo ti ci abitui.-, Lat'hil li indossò subito, ponendosi di fronte ad uno scaffale.
In una manciata di secondi lo zaino vicino a lei era colmo di scatoline e boccette, perfettamente ordinate.
-Sono fantastici, grazie!-
Yur aveva trovato una spada piuttosto semplice, che si era legato alla cintura assieme alla sua di soldato, mentre Röna si era preparato solo lo zaino.
-Non ti prendi un po' di armi?-, gli chiese Yur, ottenendo in risposta un segno di diniego con la testa.
-Avete fatto?-, Maz'ï si pose davanti alla porta, impaziente.
Per primo uscì Namhal, seguito da Röna e Yur. Maz'ï corse fuori e Lat'hil fu l'ultima, e con la sua uscita sigillò la porta.
Corsero tutti su per le scale, e senza le lanterne che illuminavano il salotto, lo trovarono buio come se fosse notte.
-Che succede ora?-, Yur aveva avuto troppe, troppe sorprese in un solo giorno.
-E' Sam'ir, ha eretto una barriera a protezione della villa.-, rispose Lat'hil mentre usciva in giardino.
Qui trovarono il maggiordomo, immobile, con le braccia distese.
L'intera proprietà era avvolta da una barriera nera, e l'unica fonte di luce era un buco situato in alto, che faceva vedere un pezzetto di cielo.
Lat'hil fu la prima a raggiungerlo, ovviamente. Aveva mantenuto quella velocità solo per cortesia.
Gli altri li raggiunsero di corsa, mentre la ragazza sembrava impegnata a protestare.
-Vieni anche tu, non m'importa! La villa è un semplice ammasso di pietra!-
-Lat'hil, tu andrai con Maz'ï al sicuro.-, il tono di Sam'ir non ammetteva repliche.
-Con Maz'ï e con te!-
Mentre stavano assistendo a quel battibecco, si sentirono trascinare. Era Sam'ir, ovviamente, che li stava legando assieme.
-Non farlo!-, esclamò Lat'hil.
-Maz'ï, è il boschetto vicino al nostro villaggio.-, Sam'ir tirò fuori della ruggine di mithril dalla tasca dei pantaloni e la lanciò sul gruppo.
-Vieni con noi!-, urlò Lat'hil, prima di essere risucchiata dal fumo nero... e trovarsi in una foresta sconosciuta.
† † † † 
In un solo giorno, Yur aveva visto più meraviglie che in un'intera vita.
Ma il suo viaggio era appena iniziato...
Ciao! :D e con questo capitolo, iniziano le avventure vere e proprie di Lat'hil e la sua compagnia. I membri cambieranno di sicuro, ci saranno nuovi acquisti e gente che se ne andrà...
Non mi faccio abbattere dalla carenza di recensioni, secondo me l'importante è scrivere perché si vuole scrivere, senza dare troppa importanza ai commenti. Che comunque sono apprezzati, eh! ;D
Ringrazio in anticipo chi commenterà, aggiungerà la storia alle seguite o leggerà e basta! Grazie :)
Nyappy

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Capitolo 4
*** Il Capo ***


Il bosco nel quale si erano ritrovati era luminoso, e il sentiero che costeggiava la radura era contornato da cespugli pieni di strani fiori variopinti e insetti che svolazzavano pigri.
Yur si guardò attorno, allarmato. Tutto quello era troppo, troppo per lui.
Diede un'occhiata allo Wynne, che sembrava molto a suo agio, quasi sorrideva. Bah, era finito con certi stramboidi...
Nel frattempo, Namhal e Maz'ï stavano vicini a Lat'hil, che fissava il terreno con occhi stretti.
-Se la caverà.-, cercò di rassicurarla Maz'ï.
In risposta, Lat'hil rialzò il viso. -E adesso che siamo qui, che facciamo?-, chiese in tono duro.
Maz'ï sbattè gli occhi un paio di volte, realizzando la stessa cosa.
-Laat, ho abbastanza ruggine di mithril per riportare tutti a Bahnel, però...-, Namhal indicò una delle tante borse appese alla cintura.
-La Gilda è distrutta, e non sappiamo se la situazione è tranquilla. Maz'ï, di preciso, dove siamo?-, Lat'hil sembrava essersi ripresa, e con un cenno del capo chiese anche a Yur e Röna di avvicinarsi.
-Siamo a Uwan'e, poco più a nord della capitale. Qui c'è il più grande albero di Uwan'y di Bahnel.-, rispose Maz'ï con una punta di soddisfazione nella voce.
Lat'hil sollevò lo sguardo al cielo, per pensare... ma subito dopo lo posò sul viso terrorizzato di Namhal.
-Maaz, siamo fregati. Siamo nel territorio della Lega!-
Quasi per obbedire ad uno strano ordine dettato dal destino, sentirono dei rumori vicino al sentiero che costeggiava la radura.
-Fermi là, voi cinque! Che ci fate qui?-

Erano stati catturati. O meglio, accompagnati fino all'albero Uwan'y, ai piedi del quale sorgeva la base della Lega omonima.
Yur si guardava freneticamente attorno, mentre venivano scortati attraverso la foresta, mentre Röna camminava tranquillamente, assaporando i profumi della foresta.
I tre giovani membri della Lega dell'Uwan'y non portavano armi, o almeno, così sembrava.
Ma allora perché i tre Bahnel erano così tesi?
Mentre entravano nel campo, pieno di tende fumose e giovani che correvano di qua e di là, Namhal sembrava particolarmente nervoso.
Vennero scortati fino alla base dell'albero, così grande da arrivare fino al cielo, e dal tronco così largo da sembrare un palazzo reale.
Le immense radici erano costellate da piccole tende in bilico sul legno, e nella più grande incontrarono il capo della Lega.
Vennero annunciati come degli intrusi nel bosco, cosa che irritò visibilmente Maz'ï. Dopotutto, era solo tornata a casa...
-Benvenuti.-, una voce maschile li accolse, e il giovane uomo davanti a loro si alzò dalla sedia vicino alla sua scrivania zeppa di boccette e li salutò con uno strano inchino, lo stesso
che Lat'hil aveva fatto a Yur quando si erano incontrati.
-Sono Karneel Finüur Uwan'har.-, si presentò fissando il gruppo attentamente, come per studiarli.
Lat'hil fu la prima a rispondere, presentandosi a sua volta, seguita da Maz'ï e Namhal, che teneva le labbra strette come per trattenersi.
Yur imitò alla bell'è meglio l'inchino degli amici, presentandosi semplicemente come Yur Daaroth, mentre Röna si limitò a dire il suo nome, senza tante cerimonie.
Era chiaro che i due stranieri non avevano idea del perché tutte quelle presentazioni. Se Yur era sempre più convinto di stare tra gli strambi, Röna osservava tutto, curioso.
Il capo della Lega, Karneel, era vestito in modo piuttosto semplice, comune, e quando chinò il capo in avanti per fissarli meglio il campanellino attaccato ad una lunga ciocca di capelli tintinnò allegro.
-Perché siamo stati portati qui?-, chiese Lat'hil nello stesso tono affettato che aveva usato a Daaroth per parlare al re.
-Eravate in pericolo. Usiamo quel bosco per esercitarci.-, spiegò con calma Karneel, -Come avete fatto a superare le barriere?-, chiese a sua volta.
-Siamo scappati con la ruggine.-, Lat'hil sorrise amara, stringendo gli occhi, -Dopo che la Lega del'Uwan'y ha attaccato la mia residenza.-
Karneel sembrò colpito da quest'affermazione e rimase per una manciata di secondi in silenzio.
-Non sono stato io a dare l'ordine di attaccare la villa di Yamu Fuuret Bahnel, il grande stratega..-
-E allora chi è stato a ordinarlo? E chi a distruggere la Gilda degli Alchimisti?-, intervenne Namhal facendo un passo in avanti.
-Non la Lega dell'Uwan'y. Abbiamo avuto dei disertori, e....-, quelle parole sembravano uscire a fatica dalla bocca di Karneel.
-Ribelli! Voi siete ribelli!-, sbottò Maz'ï, bloccandosi subito dopo.
-Maz'ï  Ryner Uwan'e. Noi non siamo ribelli. Noi vogliamo cambiamenti.-, spiegò l'uomo fissandola malinconico.
-Vi siete organizzati per una rivoluzione armata.-, l'accusò Maz'ï , -Il vostro campo... il bosco per le esercitazioni...-
Maz'ï  fu interrotta da Lat'hil, che le mise una mano sulla spalla con uno scatto misurato.
-Il nostro campo accoglie giovani poveri che la capitale non accetta, orfani e persone sole.-, iniziò Karneel con voce calma, -E li facciamo studiare, insegniamo loro come usare i loro poteri, dato che
nemmeno l'Accademia li accetta.-
Girò attorno al tavolo, avvicinandosi ai cinque, -Noi vogliamo il cambiamento. Il Parlamento ci degrada a ribelli, e non ci ascolta. Lat'hil Yamu Bahnel, sei mai uscita dal tuo palazzo per visitare la
periferia?-, chiese alla ragazza inclinando il capo.
Lat'hil rispose, con sincerità: -Mai.-
-Allora non hai mai visto le condizioni in cui versano i poveri. Voi del centro vi beate della vostra ricchezza, della vostra Accademia, e il Parlamento soddisfa solo i vostri bisogni.
Chiedete alle regioni del nord se i loro bambini riescono a sopravvivere all'inverno, o alle isole se riescono a procurarsi gli ingredienti per l'Alchimia.-, Karneel aveva mantenuto un tono pacato, eppure faceva quasi paura.
-Ti devo contraddire su un punto, Karneel Finüur Uwan'har.-, Lat'hil si fece avanti, e questa volta fu Maz'ï a trattenerla.
-Io ho sempre vissuto nella mia villa, come hai detto tu, sola nella mia nobiltà. Non sono mai andata in periferia, come ti ho già detto. Ma non ho mai messo piede all'Accademia.-
Karneel la fissò con interesse, ma non fece alcuna domanda.
-Io... non ho i requisiti adatti per frequentarla. L'Accademia è democratica, non tutti possono accedervi, per quanto ricchi possano essere. E il Parlamento... non ho mai visto persone più giuste.-
Yur dovette ammettere che il discorso di Lat'hil filava. Lo facevano restare, altro che il suo re...
-Il Parlamento ha ignorato le richieste delle regioni del nord di mandare maghi preparati per affrontare meglio l'inverno. Ha ignorato le richieste delle isole, che senza Alchimisti preparati muoiono di malattie
banali. Ha ignorato le richieste della periferia della stessa Bahnel capitale, per costruire più scuole e legalizzare tutti gli insegnanti ambulanti. Ha ignorato di salvaguardare tutti gli altri alberi di
Uwan'y del paese, abbattendoli per chissà quale motivo. E senza alberi di Uwan'y, questa regione rischia di essere distrutta dall'interno, dai suoi stessi animali.-
Yur non aveva afferrato quest'ultima frase. Che legame intercorreva tra gli alberi e gli animali?
-Avrà avuto le sue ragioni.-, affermò Lat'hil incerta. Le sue sicurezze iniziavano a traballare.
Come? Quei vecchietti così giusti, che volevano la pace e il benessere di Bahnel... no, non poteva essere vero.
-Maz'ï  Ryner Uwan'e.-, chiamò Karneel con voce pacata, -Tu vieni da un paese vicino al mio. Ti è stato permesso di andare all'Accademia? Vedo che sei vestita da serva, serva del grande stratega.-
Maz'ï  fece un profondo respiro, prima di rispondere con tono acceso: -Si, l'ho frequentata. E non sono una serva, sono una cameriera. Yamu Fuuret Bahnel non è il mio padrone, bensì il mio datore di lavoro,
e grazie a lui sono riuscita a frequentare l'Accademia e vivere in pace finchè non siete arrivati voi.-
E Karneel si accorse che gli occhi rossi di Maz'ï fiammeggiavano.

Alla fine, Karneel decise di rimandare la loro discussione al giorno dopo e li mandò in due tende libere a riposare, Maz'ï e Lat'hil in quella centrale, Namhal, Yur e Röna in quella vicino alla strada.
-Maz'ï... cosa faremo?-, Lat'hil era raggomitolata nella sua amaca e guardava giù la ragazza, seduta sul basso letto della tenda.
-Aspetteremo domani. E poi, faremo come fa di solito Namhal.-
-Improvviseremo.-, Lat'hil sospirò, prima di ergere una barriera attorno alla tenda. Non si fidava per niente di quel Karneel.
Era troppo calmo, troppo sicuro di lui... e quando aveva denunciato il Parlamento, sembrava fremere...
Ma erano tutti pensieri pesanti, per Lat'hil che era stanca, così stanca...

-Ma senti.-, Yur si era rigirato sul letto, fissando le assi sopra di lui. -Naam, mi spieghi un po' di cose?-
Namhal, seduto sul letto sopra quello del Daaroth, si sdraiò con un balzo, esclamando: -Dimmi!-
Per prima cosa, Yur gli chiese a cosa servissero gli alberi di Uwan'y. Era una domanda che si era posto più volte dopo il discorso di Karneel.
-Oh, giusto.-, annuì Namhal, -Tu non lo puoi sapere. L'aria di Bahnel è impregnata di magia. E fa impazzire gli animali.-
Röna, che fissava malinconico il nulla davanti a sè sembrò improvvisamente prestare attenzione alle parole del ragazzo.
-E quindi gli Alchimisti erano riusciti a creare un albero che assorbisse tutti i residui magici. Questo di Uwan'e copre quasi metà regione, dato che è immenso.
Ma gli altri sono molto più piccoli, dato che sono posti in insediamenti con poche persone, ed il legno d'Uwan'y è davvero pregiato...-
-E' un albero non adatto a stare negli ambienti troppo estremi, vero?-, chiese Röna girandosi per guardare l'entrata della tenda.
-Giusto! Al nord infatti non ci sono, e gli abitanti sono pochi. E al sud la situazione è anche peggio...-, spiegò Namhal con dispiacere.
-E quel Karneel, è inquietante! Troppo calmo!-, proseguì Yur cambiando argomento.
-Beh, ha i suoi motivi. E' uno dei maghi più forti della regione, mi ricordo che quando sono uscito dall'Accademia i prof prendevano sempre il suo nome a modello...-
-E cosa fa? Fa esplodere la gente con lo sguardo?-, chiese Yur con terrore.
-Noo, che dici? Hai visto i segni che ha sotto gli occhi? Ha gli stessi poteri di Laat. Solo che, beh... sono molto, molto più forti.-
Namhal sembrò bloccarsi all'improvviso.
-Yuur, tu vieni da Daaroth!-, esclamò come illuminato.
-...si?-, rispose questo fissando storto le assi sopra di lui.
-Ma allora tu hai visto le macchine!-, Namhal scese con la testa dal suo letto, e anche da sotto Yur poteva riconoscere il vero sorriso dell'appassionato.
-Certo! Ma lo sai che è uscito un n uovo modello di...-
Röna ascoltava tutto, non capendo metà termini tecnici. Però quei due erano davvero divertenti.

Quella mattina Lat'hil fu svegliata da Maz'ï, che con disappunto non riusciva ad uscire dalla tenda per effetto della barriera della ragazza.
Dopo essersi preparate, uscirono dalla tenda e si trovarono di fronte una ragazza piuttosto bassa, che si offrì di accompagnarle alla tenda del suo capo.
Là trovarono già i ragazzi ad aspettarle, in piedi vicini alla scrivania di Karneel, che le salutò con un inchino meno formale di quello del giorno prima.
-Come stavo dicendo ai vostri amici...-, il capo della Lega dell'Uwan'y aveva un sorriso triste che non prometteva buone notizie, -Siete liberi di andare. Come vi ho già detto, noi vogliamo
il cambiamento, ma secondo metodi pacifici.-
Namhal sembrava avere parecchio da discutere, ma non disse nulla, fissando il pavimento con il broncio.
-Tuttavia, mi permetto di dirvi alcune informazioni che potrebbero rivelarsi utili.-, si sedette alla scrivania, ponendo a Yur, il più vicino, un foglio.
-I membri della Lega dell'Uwan'y che vi hanno attaccato sono ribelli, e sono anche un nostro problema. Un mio problema.
Shanil Qoor Nahlin, questo è il nome del mio ex-generale migliore.-
-Veniva da un piccolo paese del sud, e grazie alla sua incredibile forza è diventata in poco tempo una dei miei cinque generali. Però...-, Karneel strinse gli occhi, pensieroso.
-Avevate ragione, ieri la Lega dell'Uwan'y ha attaccato Bahnel. I ribelli che non seguivano la mia via pacifica si sono radunati attorno a Shanil, e lei ha preso il comando di quella che lei dice essere la vera Lega.-
Il foglio in mano a Yur si sollevò, mostrando l'immagine di una giovane donna vestita di blu.
Yur fissava con gli occhi sbarrati il foglio che galleggiava sopra le sue mani. "Sono maghi.", dovette ricordarsi, "E possono far galleggiare le cose..."
-Ci stai chiedendo di combatterla?-, chiese Lat'hil incrociando le braccia.
Aveva capito il gioco di Karneel. Lui seguiva vie pacifiche. Ma non aveva problemi a non farle seguire agli altri.
-Vi sto chiedendo di aiutare Bahnel. Di fermare una persona pericolosa che non ha problemi ad attaccare le Gilde o le residenze private.  E di fermare i ragazzi che l'hanno seguita.-
Quella, più che la richiesta di un capo, sembrava quasi una supplica.
-Quando sono tornata da Daaroth volevo solo godermi la mia tranquilla quotidianità, non salvare il mondo.-, obbiettò Lat'hil.
-Giusto, non abbiamo obblighi di alcun genere. Voi siete molti di più!-, proseguì Maz'ï.
Namhal stava per dire qualcosa. Fissò le due ragazze, prima di sussurrare con un filo di voce: -Per me va bene...-
Questa risposta ottenne un sorriso d'approvazione di Karneel, che fissò i due stranieri.
-Beh, io vorrei tornare a casa. Se facciamo un po' di deviazioni non è che mi dispiace...-, Yur si beccò due occhiate fulminanti, a cui rispose con un debole sorriso.
-Io sono venuto qui per osservare, nonostante la mia permanenza a Bahnel non fosse prevista.-, la voce accentata di Röna si alzò nel silenzio che seguiva la risposta di Yur.
-E non c'è modo migliore di osservare che con un bel viaggio.-
Il gruppo si trovava diviso. Maschi contro femmine, sembrava di avere ancora cinque anni.
-Laat, senza di te sono morto. E anche tu, Maaz, mi servi.-, Namhal cercò di convincerle.
Lat'hil alzò gli occhi al cielo, prima di borbottare: -Non sei morto, non ti preoccupare.-
E anche Maz'ï, suo malgrado, si ritrovò coinvolta nel grande sorriso che Karneel stava rivolgendo al gruppo.

E così, dopo che Karneel ebbe riferito loro il rapporto delle sue spie, i cinque fecero rifornimenti nel campo e uscirono dal territorio di Uwan'e.
E non sapevano nemmeno a cosa stavano andando incontro...
Ciao! :D finalmente il quarto capitolo. Con questo, i personaggi sono introdotti quasi tutti, per un po' non ne aggiungerò altri. Mancano i disegni!! Lo so, non ho avuto il tempo di scannerizzarli, al lavoro.
Li aggiungerò su deviantart quando potrò :) nel prossimo capitolo ci sarà anche il primo combattimento. Mmm, ne infilerò un paio qua e là, mi piacciono :)
-Emildrago: ciao, grazie mille! Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto :) ho deciso che la vera "cattiva" sia una donna, e non un uomo per cambiare un po' le cose. Voglio sbizzarrirmi xD
Il tuo augurio è davvero bellissimo, grazie! Baci :)
Ringrazio in anticipo chi commenterà la storia, la aggiungerà alle seguite o leggerà e basta... grazie! :D
Nyappy

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