Once Oupon A Time

di S o m e w h e r e
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La Ragazza Misteriosa ***
Capitolo 2: *** Thanks, Man ***
Capitolo 3: *** We Meet Again ***
Capitolo 4: *** We Meet Again (Part 2) ***



Capitolo 1
*** La Ragazza Misteriosa ***


mtkhiyk
Capitolo I

La Ragazza Misteriosa




Come tutte le sere, il viale era fortemente affollato. Da ogni parte, le lucine colorate dei fanali della macchine, riempivano la notte con il loro bagliore accecante. Era un fenomeno davvero suggestivo, per gli osservatori appassionati. Chinque l'avrebbe scambiata per la solita, caotica e rumorosa Los Angeles degli anni Novanta, ma per Stella era diverso. Le sembrava di trovarsi in cielo. Le strade scure, color inchiostro le davano l'impressione dell'immensità. Le palline colorate che andavano in giro a coppie e che per un breve tratto illuminavano anche la strada, le sembravano le stelle.

Di certo non avrebbe mai immaginato, però, che quella fosse l'unica cosa bella e interessante della sua vita.
 
Infatti, era una ragazza molto infelice. Costretta a fare un lavoro sporco e schifoso, perchè sua madre voleva così. E non si poteva opporre, perchè ogni volta che cercava di farlo, la donna le riservava dei trattamenti che non riusciva a descrivere, tanto erano crudeli.
Una volta, quando era ancora una ragazzina ed era già costretta a vendersi per i viali quasi tutte le notti, aveva provato a dire a sua madre che lei non era d'accordo e questa aveva chiamato un suo caro amico, Finn. Lui non aveva indugiato neanche un pò a prenderla per i capelli e mettergli la testa nel gabinetto, finchè non avesse detto una frase del tipo: -Sono solo una sporca puttana, tutto quello che dico non conta nulla-.

Oppure, una sera in cui non aveva avuto abbastanza
clienti  per guadagnare i soldi prestabiliti, Finn l'aveva picchiata fino a farla sanguinare.

Odiava sua madre e quel bastardo di Finn con tutta l'anima. Anzi, forse anche di più.

Sarebbe voluta scappare, essere libera. Avrebbe voluto fare qualsiasi altro lavoro, ma non
quello.

Se però, lasciamo da parte tutto quello che è costretta a passare nella sua vita, era una ragazza dolce molto sensibile. Le piaceva sognare e lo faceva in continuazione, fantasticando su come sarebbe potuta essere la sua vita se fosse stata padrona di fare le sue scelte.

Il suo sogno più grande e la sua passione, erano quelle di fare la cantante. Era riuscita a farsi assumere in un locale di spogliarelliste come cantante. Il tutto, ovviamente, di nascosto alla madre, che se lo aversse scoperto, sicuramente le avrebbe riservato un altro dei suoi "piacevoli" trattamenti. Ci lavorava per tre sere alla settimana, dalle otto di sera alle undici. Riusciva a non farsi scoprire, solo perchè la sua fortuna aveva voluto che il suo turno di andare per strada cominciasse a mezzanotte. Aveva perciò tutto il tempo di mettersi addosso quelli che le definiva "stracci luridi, privi di stile, merdi fin sotto la stoffa e pieni di malattie" e di truccarsi a dovere, come fanno tutte le ragazze del suo circolo.

Lei era sicura che se suo padre fosse stato lì, non avrebbe permesso tutto quello che stava passando. Ma suo padre, era stato più volte trovato in possesso di droga, arrestato e privato dell'affidamento di sua figlia. Nonostante tutto però, era un buon padre e il fatto di averlo perso, comportava che sua madre doveva decidere per lei.

E stringeva i pugni fino a farsi sanguinare le nocche, quando pensava a quella cosa e a quanto fosse ingiusto da parte di quella schifosa donna abusare in quel modo del suo potere.

Stella in cuor suo, sapeva di non assomigliare per niente nè a sua madre, nè a sua padre. Voleva vivere la
sua vita a suo modo. Sognava un giorno di trovare l'amore della sua vita e di poter passare con lui il resto dei suoi giorni. Sognava di avere figli e si riprometteva che se li avesse avuti non li avrebbe mai trattati come veniva trattata lei. Si è capito, le voleva solamente essere normale.

E perchè non concedergli questa piccola libertà?? Perchè non assecondare il suo più semplice desiderio?? Perchè farla vivere in quel modo??
Perchè farla rimanere così
infelice??

Si faceva praticamente ogni giorno domande di quel tipo, ma non riusciva mai ad adattarvi una risposta che avesse senso oppure che fosse giusta.

*******

Anche quella sera, come tutte le altre, lei era lì, impiedi sul marciapiedi della via più affollata e caotica di Los Angeles ad aspettare che qualcuno si fermasse davanti a lei con la macchina e le dicesse: -Quanto costi??-
Già, prorpio come se fosse il più insignificante degli oggetti. In quel mondo, nessuno la trattava da
persona.

Era già l'una passata e nessuno si era ancora fermato. Cominciava già a pensare a cosa le avrebbero detto e fatto quegli animali di Finn e sua madre.

Poi, una BMW blu scura, che quasi si poteva pensare che fosse nera da tanto che era scura, si fermò davanti a lei.

Stella si avvicinò tremando. Era tanto che faceva quel lavoro, ma aveva paura e diffidava ogni volta.

Il tizio che c'era dentro, e che lei poteva vedere grazie ai finestrini non oscurati, abbassò il vetro.
 
-
Salve...- disse lei molto impaurita.
Lui la guardò con malizia e la scrutò dalla testa ai piedi, soffermandosi in particolare sul suo seno prosperoso, per poi rivolgere lo sguardo alle altre, poco lontane da loro. Lei era decisamente la migliore. Era come fa un leone quando scieglie la sua preda. E in  quel momento lei si sentiva davvero la preda più facile da catturare.

Stella aveva già capito che si trattava di un porco. E che sotto quel viso innocente, incorniciato da capelli biondi e tutti arruffati, si nascondeva una malizia incredibile, che in parte i suoi occhi marroni lasciavano emergere.

-
Salve- ripetè lui sorridendo. Ormai, purttroppo per la ragazza, lui ce l'aveva in pugno e lei sentiva che non si sarebbe potute liberare. Non avrebbe mai potuto sottrarsi dalla notte che le aspettava, in compagnia di quel maiale orrendo.

-
Se non le dispiace, vorrei farlo per tutta la notte...-

Lei le lanciò un'occhiata arrabbiata a piena di rancore. Certo che le dispiaceva!! Ma non poteva rifiutarsi.
Ma pensò che dopotutto, non era colpa di quell uomo, anche se era un porco. Era per colpa di quella puttana di sua madre se lei era lì.

-
Mi segua- disse lei, mentre l'uomo si accingeva a spegnere il motore della sua auto.

*******

Erano ormai ore che faceva girare il suo autista per tutta Los Angeles. Non c'era verso che prendesse sonno e l'unico modo per non annoiarsi, era girare per le strade in cerca dell'ispirezione per una canzone. Sapeva che questo comportava che il suo autista non dormisse quasi mai, e se ne dispiaceva molto.

Quella sera però, davvero non riusciva a concludere niente. Non sapeva spiegarsi questa mancanza di idee e ispirazione ed era preoccupato.
Forse, pensò, sto invecchiando e l'età comporta questi cambiamenti.

Però scacciò subito via quel pensiero perchè lui, Michael Jackson, non poteva permettersi di invecciare.

I fan, i media, non lo avrebbero mai perdonato. E anche se il suo sogno più grande era quello di avere una famiglia e vivere da persona
normale, sapeva che non sarebbe mai stato il suo destino.

Ammenochè, non volesse una mattina, leggendo il giornale leggere una cosa del tipo "MICHAEL JACKSON ABBANDONA I SUOI FAN E SI LASCIA ANDARE ALLA VECCHIA".
No, decisamente non avrebbe voluto.

Pensò che forse, se fosse andato nella via più famosa di Los Angles, avrebbe trovato l'ispirazione per qualcosa, quindi chiese l suo autista di svoltare alla sua sinistra.

E lì la vide.

Quella ragazza di cui nenache sapev il nome, ma che lo aveva già catturato. Era consapevole che non fosse una "gentildonna" come lui, ma era davvero bella.

Anche se erano lontani, lui ruscivavedere di lei ogni tratto, ogni minimo dettaglio.

Vedeva quella pelle chiarissima e candida come la neve, perfettamente incorniciata da un casco di capelli rossi, lisci come la seta, che luccicavano alla luce della luna e del lampine sotto cui era.

Il suo corpo perfetto, lasciava spazio ad ogni curva nel posto giusto, ma non aveva ne,mmeno un filo di grasso.

E quando alzò gli occhi, attratta dalla sua limousine, vide che erano verdi. Splendidi. E anche sotto quel trucco pesante riusciva a scorgene la bellezza e la purezza. Perchè lui capiva quanto fosse a disagio a fare quel mestiere. Le bastava guardarla in faccia.

Non chiese all'autista di fermarsi perchè sennò sui giornali la gentre avrebbe letto "SCANDALO:MICHAEL JACKSON VA CON LE PROSTITUTE." E ne aveva già abbastanza di problemi.
Ma giurò a se stesso che un giorno o l'altro l'avrebbe portata con sè.
Avrebbe almeno chiesto il nome, a quella ragazza misteriosa che lo aveva completamente folgorato.





















Commento D'autrice
Salve gente!! Purtroppo  per voi sono tornata e stavolta cercherò di stupirvi con la mia nuova storia. Spero davvero che vi piaccia perchè la voglia di far bene e l'impegno ci sono in abbondanza.
Mi raccomando, recensite in tanti. :)

E adesso, vi faccio vedere la faccia di Michael quando vede Stella.
P.S.: Lo so che il periodo non coincide.
Eccolo lui!! hihi!! Che pacioccoso!!!Eccolo lui!!!hihihi!!Che pacioccoso!!


Bhe vi saluto.
Con amore
Marti



















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Capitolo 2
*** Thanks, Man ***


part 2
Capitolo II

Thanks, Man


Erano giorni che non poteva fare a meno di pensare a lei. Gli sembrava piuttosto strano che gli succedesse una cosa del genere. Lui, un ultra quarantenne Michael Jackson, che non poteva fare un passo fuori da casa sua senza essere accompagnato perchè sarebbe stato letteralemtne calpestato dalle orde di persone che lo amavano e quelle che lo disprezzavano e basta; e lei una ragazza completamente sconosciuta a lui e al mondo, che aveva visto per la prima volta nella sua vita in un viale e che non dimostrava più di venticinque anni.

Se ne stava lì, sdraiato sul letto a immaginare in che modo avrebbe potuto ritrovarla, come avrebbe potuto avvicinarla senza farsi scoprire.

Bramava di sentire la voce della ragazza pronunciare il suo nome. E nel suo petto si apriva una voragine profonda e dolente come fuoco se solo pensava alla bellezza di quel viso tanto giovane e desideroso di cambiare vita.

E si chiedeva perchè, dovesse fare così male. Perchè, lei fosse capace di fargli quell'effetto senza neanche che lui la conoscesse.

-
Posso entrare Michael??- era la voce di Debbie, che interruppe fragorosamente tutti i suoi pensieri.

L'aveva sposata tre anni prima, perchè voleva dei figli. Gli disse che lo avrebbe accontentato, per fargli un regalo. Lui la trovava la cosa più dolce del mondo da parte sua, ma i giornalisti hanno cominciato a scrivere un infinità di bugie sul loro conto, per esempio che lei era il giocattolino personale di Michael Jackson e che lui la usava per i suoi scopi personali e prima o poi l'avrebbe lasciata sola perchè ormai lo aveva accontentato e quindi lui non aveva più bisogno di lei. Era tutta, solo
spazzatura, diceva lui a tutti i curiosi che gli chiedevano informazioni per riportarle ai giornali, ogni volta modificate secondo le loro preferenze.

Da tempo però, non andavano più d'accordo e, di comune accordo, avevano deciso di divorziare. L'affidamento dei figli, Prince e Paris, ovviamente era a carico esclusivamente di Michael.

-
Certo, accomodati pure.- la invitò lui mettendosi a sedere sul letto.

Non avrebbe mai potuto trattarla male, anche se non la amava più. Erano amici da tanti anni e si era deciso di conservare questa amicizia in ogni caso, e se il matrimonio l'avesse complicata, lo avrebbero lasciato da parte.

-
A che pensavi??-

Lei, la solita curiosa un pò impicciona. Michael soffocò una risatina e scossò lievemente la testa. Non sarebbe mai cambiata.

-
A niente in particolare.-

Lui, il solito riservato. Mentì spudoratamente, ma non poteva permettere che lei lo venisse a sapere. Lo avrebbe preso in giro a vita.

-
Bugiardo. Eri talmente assorto. Si capisce lontano un miglio che hai qualcosa per la testa o...Forse qualcuno. C'entra per caso una ragazza??-

La cosa bella è che nessuno dei due era geloso dell'altro e la separazione non gravava nè a Michael nè a Debbie, perchè l'amicizia era più importante.

-
Ma che dici?!?! E poi non sono affari tuoi.- la rimproverò, ma senza severità o rabbia, perchè non ne sarebbe mai stato capace.

Però arrossì inevitabilemnte e questo, nonostante lui avesse smentito le sue parole, non contribuì a soffocare i sospetti di Debbie.

-
Sarà, ma non mi convinci. Comunque volevo salutarti. Tra poco torno a casa.-

Era dispiaciuta di andarsene, perchè voleva molto bene al suo amico, ma era consapevole di non poter rimanere lì.

-
Ciao Debbie. Torna quando vuoi. Sei sempre la benvenuta.-

La salutò con un caloroso abbraccio. Non l'avrebbe rivista per molto tempo. Il minimo che poteva fare era salutarla a dovere.

-
Lo farò.-

Quando lei fu fuori dalla porta, lui si svestì e si fece una doccia bollente. Doveva distrarsi da quel pensiero fisso che lo tormentava da giorni ormai.

Sia per fare quello, sia per curiosità, quella sera sarebbe dovuto andare in un locale perchè aveva sentito che c'era un' ottima cantante e se fosse stata davvero brava come le voci dicevano, le avrebbe proposto di fare da corista per Invincible. Quello era il titolo del suo nuovo album che sarebbe dovuto uscire dopo poco tempo.

Si vestì in fretta e semplicemente. Certo, aveva un travistimento, con tanto di cappello, sciarpa, parrucca e occhiali da sole per non farsi riconoscere, ma se sotto avesse indossato vestiti vistosi, il tutto non sarebbe servito a nulla.

Indossò un semplice paio di Jeans e una maglietta con un disegno di Peter Pan.
Per una volta, tradì i suoi famosi mocassini con un paio di semplici scarpe da ginnastica.

Adorava Peter Pan. In lui poteva identificarsi completamente.
Perchè lui non aveva regole. Lui non voleva crescere e amava i bambini con tutto il cuore. La stessa cosa valeva per Michael.

A cosa serve crescere se l'infanzia è così bella??

Si chiedeva in continuazione questa cosa, ma era consapevole di non aver avuto un'infanzia. Questo lo rendeva molto triste e spesso versava lacrime amare su quell'arogmento. Ma non poteva farci niente. Se avesse avuto una macchina del tempo, sicuramente sarebbe tornato indietro nel suo passato e avrebbe cambiato la sua infanzia. Per sua sfortuna però, non la possedeva e non era neanche sicuro che esistesse. Così, intanto che aspettava che la inventassero, si ricreò da solo la sua infanzia e il suo mondo delle favole, anche se era già adulto.

Dopodichè, uscì, accompagnato dalla sua guardia del corpo.

-
Mike, sei sicuro che ne valga la pena??- Dave non era affatto convinto.

Erano giorni che ripeteva al cantante che secondo lui non era una buona idea frequentare
certi luoghi.

-
Dave, io non lo so se ne varrà la pena, ma devo tentare no??- era abbastanza scocciato nel dire quelle parole. Ogni volta che ne parlavano, la reazione della sua guardia del corpo era sempre la stessa.

-
Si ma è un locale di spogliarelliste!!- gli fece notare ancora una volta l'uomo in giacca e cravatta, piuttosto riluttante su quell'argomento.

Michael capiva che Dave diceva quelle cose solo per proteggerlo, per tenerlo fuori dai guai e per evitargli delle pressioni e dello stress, ma qualche volta doveva lasciarsi andare.

-
Mi fa piacere che ti preoccupi per me, ma non ne hai motivo. Il turno delle spogliarelliste và dall'una in poi. Noi andremo lì adesso e torneremo per le undici al massimo. Che c'è che non và??-

La faceva sempre troppo facile, magari avrebbe dovuto preoccuparsi di più per la sua immagine, già in parte frantumata dalle bugie dei tabloid.

-
Sei troppo ingenuo Mike...- ormai Dave si arrese. Non c'era assolutamente modo di fargli cambiare idea. Quando Michael Jackson si mette in testa una cosa, non l'abbandona finchè non l'ha raggiunta.

Michael soffocò una risatina, a metà tra il divertito e l'esasperato. Possibile che le persone intorno a lui si preoccupassero della sua posizione più di lui stesso??
Pensò che ormai era un uomo adulto e poteva prendere le sue decisioni, senza l'aiuto di nessuno.
Solo per quanto riguardava il lavoro era così, però...

-
Andiamo??- lo incitò ancora il cantante. Anche se a malincuore, Dave fu costretto ad accettare. Però disse che non voleva nessuna responsabilità se fosse successo qualcosa.

*******

Stella si stava preparando. Sarebbe andata in scena dopo poco meno di mezzora. Quella sera non avrebbe cantato molto, solo tre canzoni, perchè dopo di lei si susseguivando ballerini di break dance, numeri jazz e comici.

Si sentì sollevata nel notare, anche se per l'ennesima volta, che non era costretta ad indossare vestiti
indecenti e non doveva truccarsi da puttana, come voleva sua madre.

Non doveva truccarsi affatto. Non le piaceva per niente farlo  e si sentiva a disagio a farsi vedere conciata come una battona qualunque. Perchè non lo era.
Tecnicamente sì, ma non per sua volontà.

Perchè quello che lei voleva, lo stava facendo in quel momento.

I camerini enormi da star, gli specchi contornati da brillantini, i riflettori puntati su di lei, l'applauso del pubblico. Erano tutte cose che adorava.
Putroppo però, si trovava ancora nel mondo delle persone normali, a fantasticarci sopra.

Sapeva però, che se avesse avuto l'opportunità di diventare una cantante famosa, non lo avrebbe fatto nè per la fama, nè per i soldi. Solo perchè a lei piaceva farlo.

-
Stella muoviti. Tra pochi minuti tocca a te.- era la voce di Carly, la propietaria del locale.

Era una persona dolce e affabile, non molto socievole e piuttosto timida, ma Stella le voleva bene e Carly voleva bene a Stella.


-Arrivo.- terminò di sistemarsi i capelli e in fratta si mise la sua collanina portafortuna.

Una venticinquenne non dovrebbe più fare queste cose, si ripeteva, ma la portava con sè ugualmente, ogni volta. Era una pietra abbastanza grande, ma non si notava quando era insieme a tutto il resto. Aggrappata ad essa, c'era una fatina che aveva il vestito dello stesso colore della pietra, il preferito di Stella: azzurro.

Si alzò in fretta dalla comoda sedia, su cui si era adagiata per preparasi e salì sul palco, dopo che Carly la ebbe presentata.

Sistemò il microfono e si guardò intorno. C'erano più persone dell'ultima volta, il chè le provocava una forte sensazione di dolore allo stomaco.

La persona che la incuriosì di più, fu un uomo seduto infondo alla sala. Non riusciva a vederne la faccia perchè era coperta da una grossa sciarpa color nocciola e da pesanti occhiali da sole con le lenti scure e piuttosto grandi per il suo viso. I suoi capelli erano biondi, ma intuì dall'attaccature che era una parrucca.

Persò che se fosse stato uno che non voleva farsi notare, stava facendo di tutto tranne che quello.

Poi partirono le note della prima canzone
Cinderella, di Lionel Richie.

Segiurono
Material Girl, di Madonna e Ben di Michael Jackson.

*******

La riconobbe appena la vide. Non avrebbe mai potuto dimenticare quel viso. Era senza dubbio lei la ragazza che aveva visto quella sera e che non era più uscita dai suoi pensieri.

Ora poteva parlarle, poteva conoscerla.


Quella sera, bramava di sentire la sua voce ed ecco fatto. Quella dolcissima melodia che ti rapiva al primo acolto. Quella voce d'angelo che ti entra direttamente nel sangue e rimane lì per il resto dei tuoi giorni. La voce della ragazza
speciale.

Lui se ne era reso conto fin dal primo momento che lei era diversa, speciale.

Si ritenne fortunato ad indossare quella sciarpa e quegli occhiali, perchè lei non vide l'espressione da perfetto idiota che da diversi minuti albergava sul suo viso, incantato dalla sua bellezza e dalla sua voce.

Sarebbe stata lei la corista per Invincible, aveva già deciso.

Si alzò per andarglielo a comunicare, ma si fermò a metà strada e pensò che lui non sapeva niente di lei. Avrebbe dovuto chiedere informazioni.

Così, si diresse dalla signora che l'aveva presentata poco prima e gli chiese il suo nome e dove era in quel momento.

Seppe che si chiamava Stella Diaz e che il suo camerino era vicino al bagno delle donne.

Andò dove la donna gli aveva indicato, ma si fermò prima di entrare, perchè sentì delle voci, così, visto che la porta era socchiusa, decise di vedere cosa stava accandendo.

*******

-Che ci fai qui schifosa puttanella??- Finn urlò pieno di rabbia. Digrignava i denti in una maniera davvero spaventosa.

Stella sapeva che le avrebbe fatto male. Molto male.

-
Finn, i-io...- cercò di balbettare qualcosa ma era troppo spaventata.

Intanto indietreggiò, fino ad inciamparsi nella sedia del suo camerino, che la fece cadere a terra. Si rialzò subito, tremando.

Lui si avvicinò a lei con una mossa repentina, la prese per i capelli e le diede un pugno in piena faccia.

Lei cadde a terra, ma stavoltà non si rialzò.

Una riga di sangue le colava dal naso, fino ad entrare in bocca. Ma lei non se ne accorgeva, perchè era troppo terrorizzata.

Michael non poteva più stare lì senza fare niente.

-
Lasciala stare adesso, vattene.- minacciò Finn e anche se il suo viso era coperto dal travestimento, si capiva che aveva un'espressione infuriata.

-
Chi sei tu??- gli chiese Finn. Ora era lui che cominciava a tremare. Fu colpito da quell'uomo, soprattutto dalle sue spalle. Un armadio a sei ante, si può dire.

E visto che non riusciva a vedere il suo corpo, decise che era meglio evitare.

-
Vattene ho detto!!- Non era mai stato così serio, così arrabbiato.

Ma non poteva tollerare quello che stava facendo a quella ragazza. E lui odiava le inguistizie.

Finn obbedì e se ne andò con la coda tra le gambe, spaventato anche lui quanto la ragazza.

-
C-chi sei tu...??- balbettò debolmente la ragazza.

Non era roba da tutti i giorni che un uomo completamente sconosciuto ti salvasse da un altro uomo che sta per picchiarti.

Quando si alzò e lo guardò bene, si accorse che era lo sconosciuto misterioso che l'aveva tanto incuriosita poco tempo prima.

Si chiese come mai era lì, ad origliare nel suo camerino. Cosa voleva da lei??

-
Ora non posso dirtelo, ma dimmi quando posso rivederti.- La sua domanda non era solo per svelarle l'identità. L'aveva fatta anche perchè lui doveva rivederla.

Da quel momento giurò a se stesso che lui l'avrebbe protetta, l'avrebbe portata via da tutti quelli che volevano farle del male. Lui l'avrebbe salvata.

-
Domani...- rispose ancora un pò insicura. Non si fidava del tutto di quell'uomo, ma lui l'aveva salvata. Era il minimo che potesse fare concedergli quello che lui le aveva chiesto. E poi era curiosa di sapere che c'era dietro quei Ray-Ban scuri, che facevano tanto da Agente Segreto della CIA.

-
Allora domani vieni a questo indirizzo alle quattro del pomeriggio.-

Scrisse su un foglietto l'indirizzo di casa sua, di Neverland.

Poi mantre stava per uscire, lei gli mise una mano sulla spalla e lo fermò.

-
Grazie.- sussurrò piano.

Ora aveva un debito con lui.

Michael, da sotto tutta quella stoffa, accennò un sorriso contento. Ma sicuramente lei non lo aveva visto.








Angolo Dell'autrice

Ciao ragazzi!! Finalmente sono riuscita a postare il secondo capitolo. Sono sorpresa e siddisfatta di me stessa, perchè questo capitolo mi sembra venuto bene. Ma il mio giudizio non conta. Siete voi a giudicare e spero che recensirete in tanti per dirmi cosa ne pensate.

Scusatemi!! Lo so che la foto nel capitolo precedente non si vede, mi dispiace. Se avete dei consigli da darmi per fare in modo che si veda, io li accetto volentieri.

Comunque, ora passiamo ai ringraziamente e alle risposte alle recensioni.

Innanzitutto ringrazio TUUUUUUUUUUUUUUTTI  quelli che hanno letto la storia.


LALLAMJ: allora, prima di tutto tu non ti dilunghi per niente, perchè mi piace quello che scrivi. Io sto dalla tua parte, ed è per questo che ho deciso di scrivere questa FF. Le donne vanno rispettate tutte. Qualsiasi sia il loro paese di provenienza, il loro colore della pelle e quant altro.
Hai visto però che l'ha salvata!! hihi!! un eroe luiiiiiiii!!! come te lo immagini Mike stile 007!! a me fa troppo ridere!!hihihi!!
Grazie ancora per la tua recensione teso. Ti voglio bene!!!

96OPAL: Marta, carissima!! Ti ringrazio per i complimenti fatti al primo capitolo della mia storia.Sono felice che ti piaccia e come vedi, l'ho continuata. Non ti preoccupare se non hai potuto recensire gli ultimi capitoli della storia di Ally e Mike, non importa.L'importante è che ti sia piaciuta. Comunque, tornando a questa storia, hai proprio ragione riguardo ai genitori di Stella...Soprattuttto per quanto riguarda sua madre. Lei davvero una bastarda...(scusate) poverina la nostra ragazza.
Rispondo subito alla tua domanda. Stella ha venticinque anni.
Grazie ancora della tua recensione. Spero che ti piaccia anche questo capitolo.Ciao, ti voglio bene!!

BLANKET_LOVE:ciao!!! che bello, una nuova lettrice!!! evviva^^!!
ok, adesso basta. Sono felice, che ti piacci la mia FF. Siamo nel 1999, un anno che non è molto famoso nella vita di Michael, apparte per il suo divorzio con Debbie.
Grazie mille per la tua recensione. Ti voglio bene!!

ELVIRAJ:elvy ciaooooooo!!! anche se non hai recensito ancora questa FF (e lo farai sennò ti uccidoo!!! n d me) (okok, non voglio morire n d te impaurita) (sto scherzando nn ti preoccupare n d me) rispondo alla recensione della storia con Ally, visto che hai tirato in ballo anche questa. Sono felice che ti sia piaciuta, sia questa che quell'altra. Hai porprio ragione riguardo alla favola di Mike...non meritava di finire così...
Vabbè ma non pensiamoci sennò mi viene da piangere e non è il caso visto che sono stata male anche ieri per lo stesso motivo...
Insisto sul fatto che IOOOOOOOOOO DEVO RINGRAZIRTI, QUINDI SMETTI DI FARLO TU!! ti voglio bene, spero che ti piaccia anche questa storia^^.




E adesso ringrazio di nuovo tutti quanti e vi auguro buona fortuna a leggere le mie storie...

It's all for love.

Marty


 




















 














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Capitolo 3
*** We Meet Again ***


part 3.
Capitolo III

We Meet Again



Chi era quell'uomo?? Come aveva fatto a capitare lì in quel momento e perchè l'aveva salvata?? Cosa voleva da lei, per desiderare di rivederla??

Stella non riusciva a spiegarsi niente di tutto quello che era accaduto quella sera. Non riusciva a trovare una spiegazione logica e mille domande fluttuavano insistenti nella sua testa, in attesa di risposte che lei era ben lontana dal riuscire a dare.

Però fece molte ipotesi e tra queste, pensò che forse era una dei soliti maiali che volevano solo portarsela a letto. Stile "usa e getta".

Ma lui l'aveva salvata, non poteva essere così.

Era ancora diffidente, non riusciva a fidersi cecamente solo per averlo visto una volta. Forse è però troppo esagerato usare la parola "visto". Dopotutto, l'unica cosa visibile di lui erano i cinquanta chili di stoffa che si portava sulla faccia.

Non sapeva più cosa doveva pensare e non poteva immaginare minimamente cosa si sarebbe dovuta aspettare.

Pensò che in fondo, l'unico modo per rispondere alle sua domande era andare all'indirizzo scritto sul biglietto, il giorno dopo.

Neverland Valley Ranch
Los Olivos, A nord di Los Angeles.

La prima volta che lesse il biglietto, non ci trovò niente di strano. Pensò che fosse un normale indirizzo, niente di chè.

Probabilmente, se fosse stata più informata su quello che succedeva nella sua città, la sua reazione sarebbe stata diversa. Ma lei non guardava la televisione e non leggeva i giornali. Strano, se è fatto da una venticinquenne, però se questa venticinquenne è costretta dalla madre a fare tutto quello che lei vuole, non risulta poi così strano.

Era già un miracolo che di giorno la facesse uscire a cazzeggiare come gli pareva.

E poi, lei stessa non si interessava molto ai personaggi famosi e a quello che i media dicevano su di loro.

Diceva che erano tutti uguali, che una volta raggiunto il successo, non si preoccupavano più delle persone a loro coare che per anni, anche nei momenti difficili gli erano state accanto. Era sicura, che se un giorno anche lei fosse diventata famosa, non sarebbe mai diventata così. Avrebbe sempre tenuto i piedi per terra, conservando quella sorprendente umiltà che la caratterizzava.

Passò tutta la notte a rimurginare sopra queste e tante altre cose che le passavano per la testa, senza quasi dormire. Per fortuna che quella sera non sarebbe dovuta andare a "lavorare".

La mattina, per così dire, si svegliò alle 14:30. Eh si, era una dormigliona. Però quella volta, la si poteva capire, non aveva dormito per tutta la notte...

Pranzò velocemente e poi si preparò per andare all'appuntamento che aveva fissato alle 16:00.

Si mise un paio di pantaloncini neri che arrivavano al ginocchio e una canottiera viola. Non voleva farsi riconoscere anche di giorno. E poi pensò che se davvero interessava a quell'uomo, le sarebbe piaciuta anche vestita in quel modo semplice.

Chiamò un taxi e diede all'autista il bigliettino su cui era accuratamente scritto l'indirizzo da raggiungere.

Lui la guardò e si mise a ridere sfacciatamente.

Che ha da ridere?? pensò, ma non ci fece caso più di tanto.

*******

Sono già le quattro e un minuto!! Che fine ha fatto, dannazione!! si disse Michael tra sè. Si è capito, era impaziente di rivederla.

Ma perchè tanta ansia, tanta agitazione?? Arriverà, me lo ha promesso.

Quel giorno aveva fatto uscire tutti di casa, con una scusa. Voleva avere il tempo di conoscerla, senza che la sua famiglia si mettesse in mezzo.

Voleva che nessuno si intromettesse, perchè gli serviva tempo per farsi avanti.

Almeno quel giorno, sarebbe stato solo.

Sussultò appena, assorto nei suoi pensieri, quando il campanello gli fece capire che era arrivata.

Stella, da fuori, cominciava a capire,che forse non era una persona come tutte le altre, quella con cui aveva a che fare.

Gli girò lievemente la testa, quando sporse appena la testa fra le sbarre ferrose e fredde del cancello e vide l'enormità di quella
cosa.

Non sapeva bene come definirla.

Non poteva dire
casa, sarebbe stato troppo riduttivo come termine.

Pensò che forse, il termine che più si addiceva a quel posto fosse
Wonderland. Già, proprio il paese delle meraviglie.

Lui uscì in fretta e aprì il cancello.

Stella entrò, ma non riusciva ancora a vedere l'uomo della sera precendete. In realtà, non vedeva nessuno.

Michael trovò il coraggio di farsi avanti, solo quando le fu dentro alla sua maestosa villa.

Lui lo vide e spalancò gli occhi. La bocca le si aprì leggermente in un'espressione da ebete. Perfetto.

Si riprese subito, perchè sembrava davvero una stupida.

Ok, non era molto informata, ma come si fa a non conoscere Michael Jackson??

Lui rise lievemente e le andò vicino.

-
Ciao.- cominciò timidamente l'uomo.

Cercò di farla sentire a suo agio, fece il possibile per apparire normale ai suoi occhi.

-
S-salve Mr. J-Jackson...- lei, ancora stupita nel vederlo, riuscì a balbettare solo questo.

-
Puoi chiamarmi Michael...-

-
Salve signor Michael-

Quasi per miracolo, cominciava a realizzare e la sua parlata si ristabilizzava.

Non è che fosse tarda, ma non riusciva a comprendere bene quello che succedeva in quella situazione. Del resto, chi non lo avrebbe fatto??

-
E puoi darmi del tu...-

Aveva capito che era abbastanza emozionata. Era capitato anche a lui di esserlo e in quei momenti è difficile parlare e pensare allo stesso tempo.

-
Ehm...Un uomo ieri sera mi ha dato appuntamento qui, credo. Ma forse ho sbagliato, anzi sicuramente ho sbagliato. Mi dispiace di averl...Averti disturbato.-

Si girò e fece per andarsene, ancora molto scossa.

-
Aspetta!!-

Lui le corse dietro e le prese un braccio.

Lei si giro, ancora più scossa di prima.

-
Ieri sera, insomma....Ero io.-













Nota d'autrice


Ok, ormai non so più come chiamarlo, cambio ogni volta. Scusatemi davvero. Mi dicono in molto che sono matta ma...Non è che mi importi molto...
Ci vogliono anche i matti al mondo no??
Come si dice, il mondo è bello perchè è vario.

Ed ecco che lui si rivela!!! Verso la fine di questo capitolo, Stella sembra un pò tarda, ma non è così davvero. L'emozione gioca brutti scherzi...
Comunque credo che tutte noi avremmo avuto quella reazione (o forse anche peggio) nel vedere Michael. é capibile...(<--- esiste come parola?? XD)

Ok, rispondo alle recensioni che è meglio, sennò rischio di scrivere cose poco adatte alla situazione....

LALLAMJ ---> ciao tesoro!!! come sono felice di leggere le tue recensioni ogni volta!! sono contenta che ti piaccia Mike versione 007!!
Sarebbe dannatamente sexy con i vestiti di James Bon addosso, oddio!!!
hihi!! ESTREMA PERVERSIONE O.o
Grazie amu, ti voglio bene!!


96OPAL ---> ciao Marta!! in effetti ci ho pensato e forse rispondere alle recensioni sotto è meglio...o forse non perchè adesso tutti leggono le mie scritte da pazza....
Ma vabbè, chissene frega. Ti ringrazio, sono felice che ti sia piaciuto il capitolo. Anche io odio la madre di Stella e Finn (non puoi....ci hai inventati tu!! hahah n d loro due coglioni) (si, ma vi odio lo stesso!!! n d me che fa la linguaccia).
Chissà, come andrà tra Stella e Mike...Io ho un buon presentimento...
Vedremo, non voglio anticiparti troppo!!!
Grazie di tutto tesoVo...Ti voglio tanto bene!! =)


BLANKET_LOVE ---> Ciao!!!! sono contenta che ti faccia ridere la mia idea di Michael versione 007!! e sono contenta che ti piaccia anche il capitolo!! grazie mille per i tuoi complimenti!! Come già detto tante volte, anche io odio Finn!! è un gran figlio di *******!!!
Si!!!! Mike è il nostro eroe!!! hihihi!!!
Grazie ancora!! ciao, un bacio!! ti voglio bene!!


ELVIRAJ ---> uuuuuh!!! ciao teso!!! hihihi!!!!
Non ti preoccupare per non aver recensito....E,a prprosito, auguri....Scusa per il ritardo^^ =)
Mi fa piacere che ti piaccia la storia.
Il rapporto con Debbie è molto importante per me, perchè è un'amicizia davvero sincera. E ci tenevo a sottolinearlo.
Mike difende la SUA Stella?? chissà....è già sua?!?! mah....vedremo!!
Cioa elvy!!! ti voglio taaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaanto bene!!!!!!

Tataaaaaaaaaaan!!!! spero che vi piaccia anche questo capitolo!!!

A presto,
with love

Marty













 







 



















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Capitolo 4
*** We Meet Again (Part 2) ***


ff
Capitolo IV

We Meet Again (part 2)




-T-tu??-

Ancora la ragazza non si rendeva conto se tutto quello che gli sembrava di vivere fosse un sogno o se si trattasse della dura realtà, che a volte sapeva essere davvero sorprendente.

Lui annuì timidamente, cercando di nascondere il rossore che gli colorava le guance.

-
Io...C-cosa??E...Perchè??Emh...-

Non riuscì a dire altro che questo Stella. Abbassava e alzava le palpebre, perchè voleva vedere se, quando avesse riaperto gli occhi, lui fosse stato ancora lì.

Michael inclinò leggermente la testa da una parte sulla sua faccia si stampò un enorme punto interrogativo.

Ok, Stella, possiamo farcela.

Pensò questo tra sè e, dopo aver tirato un lungo sospiro, diede ordine ai suoi pensieri.

-
Allora. Quello che intendevo dire è: Io sono Stella.-

Improvvisò una lieve risatina isterica e poi -
Scusa...-

Se avesse potuto, si sarebbe sicuramente scavata una fossa, ci sarebbe andata dentro, e sarebbe rimasta lì per sempre.

Lui rise con lei. Si divertiva a vedere le facce buffe che faceva.

-
Lo so chi sei tu.-

Stella lo guardò sorpresa. E anche piuttosto impaurita.

-
Oh, aspetta. Non pensare male, ti prego. Me lo ha detto la signora che gestisce il locale dove hai cantato ieri sera.-

Cercò in qualche modo di riparare al danno commesso. Non voleva che lo credesse un pedofilo o robe del genere. C'era già troppa gente che lo vedeva per quello che non era.

-
Carly...Se potesse, non smetterebbe mai di parlare.-

Constatò ridendo, che era davvero una gran chiacchierona. Di solito lei non parlava con gli sconosciuti e, tantomeno, diceva loro informazioni personali su sè stessa.

-
Ho notato. Le ho chiesto solo il nome e mi ha detto persino la tua età e la data di nascita.-

Pessima battuta...

Ma Stella rise lo stesso. Michael la faceva divertire.

-
Vuoi entrare in casa??- chiese gentilmente lui, indicandogli la porta della sua "residenza".

-
Ok...Direi che hai un bel pò di cose da spiegarmi...-

Cominciava a sentirsi leggermente più a suo agio di prima. Stava imparando a conoscerlo, anche se era con lui da non più di cinque minuti.

-
In effetti hai ragione, scusami...- si ritirò interamente nelle sue spalle, abbastanza imbarazzato.

Non è che lei volesse dare ordini, ma appena entrati in casa, cominciò a mettere per bene le cose in chiaro, senza preoccuparsi del favoloso panorama che aveva alla spalle e tantomeno di avere di fronte Michael Jackson in carne ed ossa.

-
Punto primo. Perchè mi hai difesa con Finn??-

Lui fu più che stupito della sua reazione. Di solito, se una ragazza fosse entrata lì, avrebbe fatto salti di gioia e forse sarebbe morta su quel pavimento, trascinando anche lui ad avvicinarsi ad una morte lenta e piena di urla convulse ragazze impazzite.

Ma lei no, non aveva fatto nessuna di queste cose. Voleva solo fare ordine tra i suoi pensieri ed effettivamente, ne aveva tutto il diritto.

-
Perchè sono capitato lì per caso e non sopporto le ingiustizie.- prima risposta all'interrogatorio.

Stella valutò la risposta e la considerò accettabile, tranne per una piccola cosa...

-
Punto secondo. Come facevi a sapere che era un ingiustizia??-

Domanda interessante, secondo Michael. Scelse di rispondere da gentiluomo, un pò sul misterioso.

-
Perchè un uomo che picchia una donna commette in OGNI caso un atto ingiusto, per non dire una molestia.- seconda risposta all'interrogatorio.

Ancora non si era convinta del tutto, la ragazza, così proseguì con le domande.

-
Punto terzo. Perchè hai voluto rivedermi??-

Lui spalanò gli occhi e arrossì così improvvisamente, che lei credette di vederlo andare a fuoco.

-
Per rispondere alle tue domande.- disse infine, rispondendo per la terza volta all'interrogatorio e nascondendo a Stella parte delle vere ragioni.

-
Punto quarto. Perch...-

Stavolta, non finì di parlare, perchè la voce di Michael, la interruppe dopo pochissime parole.

-
Scusa, posso parlare??-

Si finse irritato per una manciata di secondi, incrociando le braccia al petto.

-
Oh...Certo!!- sorrise.

Lei aveva capito che stava fingendo e lo sgamò subito.

Lui ci rimase male, ma poi sorrise. Nessuno era mai stato così bravo da capire in anticipo uno dei suoi scherzi e poi sgamarlo.

-
In realtà, ti ho chiesto di venire anche per un altro motivo.-

Stella cominciò ad incuriosirsi e si chiese perchè non glielo aveva detto come prima cosa.

-
Cioè??-

Voleva sapere. La sua curiosità non aveva freni. E neanche la sua impazienza.

-
Ieri sera sono venuto a quel locale per un motivo. Sto cercando una corista per il mio nuovo album e...Mi chiedevo se tu...Fossi disposta a lavorare con me. Mi piace molto la tua voce.-

In realtà, lui si era letteralemnte innamorato di quella voce pulita e cristallina, ma era meglio non esagerare. Infondo era la prima volta che parlava con lei.

-
Cioè...Non sto sognando vero?? Tu vuoi...Io...Oddio, credo che impazzirò.-

Di nuovo si era impappinata. Pensò a tutta la confusione che stava facendo, alla sua faccia da idiota e ai suoi balbettii da deviata mentale e allora, si riprese prima che lui potesse dire qualcosa.

Lentamente, ordinò le cose da dire, gesticolando freneticamente e ruotando gli occhi.

-
Io...Tu...Lavorare...Insieme...Ho capito bene?? Hai detto così vero??-

Non era ancora sicura. Con tutte quelle emozioni nello stesso momento e quellla confusione, poteva anche avere capito male. O addirittura esserselo immmaginato.

Lui rise di nuovo e scoprì che anche lei era normale, nonostante non avesse le reazioni da vera a prorpia "fan".

-
Si, hai capito bene. E non è un sogno.-

Più parlava con quella ragazza, più si rendeva conto di quanto lei fosse speciale, diversa e insolitamente buffa, ma sensuale e attraente nello stesso tempo.

-
Ti va??-

Michael voleva tirare le conclusioni. Era impaziente di sapere la sua risposta.

-
Scherzi?? Certo che mi va...Tu sei...Tu...-

Si rese conto della estrema cavolata appena detta, solo quando Michael scoppiò in una sonora risata.

-
Nooo!! Davvero??-

La prese in giro continuando a ridere.

-
Intendevo dire Mr. Jackson, che lei potrebbe farmi sfondare!!-

Lo linciò con lo sguardo, fingendo, e poi rise con lui.

-
E sentiamo, signorina Stella, perchè le interessa tanto sfondare??-

Era come se si conoscessero da una vita. Si parlavano e si capivano come una coppia di amici di vecchia data. Chiunque, vedendoli in quel contesto li avrebbe scambiati per tali, ma in realtà si conoscevano da solamente mezz'ora.

-
Che razza di domande fai?!? Perchè cantare è il mio sogno, mi piace tanto farlo. E poi perchè io voglio migliorare il mondo.-

Michael fu sorpreso della risposta di Stella. Non aveva nominato soldi, fama o fan adoratori. Non si era vantata di essere una grande cantante, anche se lo era, e non aveva neanche detto di essere migliore di molti altri. Tutte cose che, persone che lui conosceva, avrebbero detto e fatto probabilmente senza neanche accorgersene.

Da quel momento l'uomo capì che lei meritava uno spazio in più. Era sprecata come semplice corista. Michael avrebbe fatto il possibile per darle maggior importanza nel suo disco. Magari avrebbe potuto pensare ad un duetto.

-
In che senso??- non era certo di aver capito bene, ma aveva capito anche da solo che non c'era nessun secondo fine.

-
Nel senso che, attraverso la musica io voglio lanciare un messaggio. I cantanti moderni ormai fanno musica solo perchè sono interessati al denaro, agli ammiratori e a tutto il resto. Io penso che dovrebbero usare il potere della loro voce e la loro influenza sulle persone per cercare di farle cambiare, per cercare di migliorare il mondo. Io farei così se diventassi famosa. Ti ammiro, perchè le poche canzoni che ho acoltato e che tu hai scritto, rispecchiano perfettamente la mia idea sui cantanti.-

Ora era definitivamente sbalordito. La guardava ad occhi spalancati, incapace di muoversi, di pensare e di dire qualcosa. Era esattamente quello che pensava lui. Nessuno prima di allora era mai riuscito a capire così bene cosa ci fosse nella sua testa. Non al primo incontro almeno.

-
Sei sicura che sia solo per questo??- glielo chiese maliziosamente, ma sapeva che non ce ne era bisogno.

-
Si per questo. E poi perchè, beh, così mia madre non mi costringerebbe più a fare la...-

Si bloccò in tempo, aveva parlato troppo e non era il caso di continuare, visto che era una cosa di cui si vergognava molto.
Non ne andava per niente fiera, anzi. E poi aveva paura che se glielo avesse rivelato, lui non avrebbe più voluto lei come corista

-
...La??-

La incitò curioso, ma dentro di sè aveva il sospetto di aver capito tutto.

-
Niente, scusami.-

Non aveva mai avuto una faccia così seria, da quando aveva attraversato quel cancello.

-
Daaaaai!!! Ti preeeeeego!!!-

Michael fece le labbrucce e intrecciò le dita in una preghiera, ma lei non cedette.

Dopo aver riso per il suo comportamento, disse -
Non è niente di importante, davvero. Non voglio annoiarti.-

L'uomo decise di non insistere. Doveva accontentarsi, per ora. Se avesse voluto glielo avrebbe detto lei, dopo che si sarebbero conosciuti meglio.

-
Ok, ma prima o poi me lo dirai.-

-
Sei uno che non molla, vero??-

-
In genere no...-

Risero tutti e due. Lei, divertita dal suo atteggiamento. Lui, coinvolto dal sorriso di lei.




























*Note della pazzerella*


Ciao a tutti amoriiiiiiiii!!!!  Bello il titolo in verde flash veeeeeeero??? hihihi!!! me lo ha consigliato la mia cara Marta!!! grazie mille tesoro!!!

Allora?? Che ne pensate di questo capitolo??? Non preoccupatevi, all'inizio Stella è ancora un pò intontita, ma poi realizza.

E sta per rivelargli il suo segreto!!! Si blocca in tempo, ma Michael non si arrende...Non del tutto almeno...

Ok, ora vi ringrazio tutti, anche quelli che non hanno recensito. grazie per aver letto la storia^^

E ora passo a commentare le recensioni.

96OPAL---> marta tesoro!!! grazie mille per i tuoi suggerimenti, mi piacciono tanto e poi rispecchiano molto bene la mia  persona.
Che carina, ti piace Mike che si preoccupa?? hihihi!!!! chissà come mai...XD
Ti dico una cosa: anche io lo avrei toccato!!! E se mi avessi visto, avresti pensato male di sicuro!!! muahahahahaha!!!! O.o
Vabbè, sclerosi apparte, grazie mille per le tue recensioni!!!
ti voglio taaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaanto taaaaaaaaaaaaanto bene tesssorrrro!!!! hihihi!! un bacio =)


ELVIRAJ---> ciao elvy!!! no ringraziarmi per gli auguri, non fa niente e poi a me fa piacere farteli!!!
Che belli i complimenti che hai fatto a Stella, ma come hai visto in questo capitolo, lei non è sempre riflessiva e matura hihihi!!!
Grazie mille, anche io ti voglio taaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaantiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiisssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssimooooooooooooooooooooooo bene!!!!



Dulces---> uuuuuuuuh!!!!! evviva!!! nuovo lettore/ lettrice (scusa!!XD). mi fa sempre piacere avere nuove persona che leggono e recensiscono i miei capitoli, grazie!!! Spero che continuerai a leggerla!!


BLANKET_LOVE--->  innanzitutto cara, volevo ringraziarti per aver messo la mia storia nelle preferite^^ grazie di cuore!! :* un bacino te lo meriti...Lo vuoi??
Comunque, se ti è piaciuta la Stella impacciata del capitolo precedente, questa volta si piegerai a metà dalle risate XD.
é davvero imbarazzata e goffa, poverina!!! hihihi!!!
Probabilmente anche io avrei pianto di gioia, se fossi stata al suo posto. Forse addirittura avrei fatto di peggio.... ;)
Greazie mille di nuovo tesoro^^ ti voglio tanto bene!!!



LALLAMJ --->ahah!!! you're a BAD girl!!! hihihi!!!
comunque, non ti dirò mai cosa succederà!!!! muahahah!!! scusa, ma non voglio rovinarti la sorpresa.  
hihi!!! ti voglio bene. un bacio.




Ragazze, spero che vi sia piaciuto anche questo capitlo.
P.S.: credevo di dover sospendere la sotira, perchè non riuscivo più ad aggiornare.

Vabbè, vi lascio


Con amore,

Marty







































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