Back to the past di Robigna88 (/viewuser.php?uid=62768)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** My gift for you ***
Capitolo 2: *** October ***
Capitolo 3: *** I'll do by myself ***
Capitolo 4: *** What am I supposed to do? ***
Capitolo 5: *** You can count on us ***
Capitolo 6: *** Is not a love triangle ***
Capitolo 1 *** My gift for you ***
Eccomi qui.. di nuovo. Ieri ho letto
alcuni spoiler per la season 6 di SPN e mi hanno ispirato una
nuova storia. Spero vi piaccia =)
Se vi
va commentate e grazie a tutti, anticipatamente. <3
Roby ^_^
My
gift for you
Dean
Winchester ci aveva pensato attentamente ed intensamente.
Dopo
un anno passato lontano dalla caccia a vivere una vita normale, con
una compagna e un bambino da crescere, aveva preso la sua decisione.
Ora
sapeva cosa fare con la sua piccola, amata Impala.
Quell'auto
era l'ultimo frammento di passato che gli rimaneva. L'ultima goccia
in quel mare di ricordi da cui si era allontanato velocemente,
nuotando come un naufrago verso la riva: il presente.
Aveva
perso suo fratello, aveva perso la voglia di combattere e aveva perso
tutto quello che aveva..
O
che forse credeva di avere.
L'unica
cosa che gli rimaneva di quella vita fatta di squallidi motel,
perenni dubbi e paure e mostri da cacciare, era quella Chevy Impala
del '67, nera e lucida.
L'
auto che aveva accudito per anni quasi come fosse una figlia.
E
ora, voleva liberarsene.
Da
quando Sam si era sacrificato per salvare il mondo, l'aveva posata in
un vecchio magazzino coprendola con un telo.
Non
aveva neppure svuotato il bagagliaio, tanto era il dolore che provava
davanti a quelle armi che erano state le sue compagne per tutta la
sua vita fino ad allora.
All'inizio
si era sentito come se.. come se avesse messo la sua casa dentro un
garage chiudendola a chiave e coprendola quasi fosse oramai
distrutta.
Ma
poi, col tempo, tra torte di mele e pranzi della domenica, aveva
realizzato che la sua casa non era più la quattro ruote che
l'aveva
visto crescere.
La
sua casa ora erano Lisa e Ben. E niente lo avrebbe allontanato da
loro.
Quindi
era giunto il momento di togliere il telo all'auto e farla uscire
dalla sua vita.
Non
l'avrebbe distrutta, e poi venduto i pezzi a qualche officina.
No!
E
non l'avrebbe nemmeno venduta.
Non
avrebbe sopportato l'idea di vederla guidata da un perfetto
sconosciuto con la fissa per le macchine d'epoca.
Non
avrebbe fatto nulla di tutto questo.
Lui
l'avrebbe regalata.
Alla
persona che, come suo fratello, aveva dato un po' di colore ed
allegria alla sua vita.
L'aveva
sistemata, rimettendo apposto tutti i piccoli acciacchi, e ora stava
firmando la bolla di spedizione che l'avrebbe portata a Los Angeles.
Che
l'avrebbe portata da Allison.
Diede
all'addetto al “trasloco” anche una lettera,
dicendogli di
consegnarla insieme all'auto e poi si avvicinò al suo
passato
accarezzandolo con la mano leggera.
Lo
doveva ammettere. Gli sarebbe mancata, e mentre guardava la sua nuova
familiare parcheggiata nel vialetto, per un attimo ebbe l'istinto di
tenere la sua piccola con sé.
Ma
guardò Lisa sorridergli dalla soglia della porta e i suoi
dubbi
sparirono.
Si
allontanò piano dall'auto e fece un grosso respiro mentre il
camion
si portava via, la parte più lunga e dura della sua vita.
*****
Quando
alle 07.00 del mattino, Allison sentì il rumore di un camion
davanti
casa, si alzò di scatto dal letto e si avvicinò
alla finestra.
Le
stavano scaricando qualcosa davanti casa, e lei non sapeva cosa
diavolo fosse.
Si
slegò i capelli, lisciandoli con le mani per non somigliare
ad una
pazza e scese di corsa giù per le scale, coi suoi shorts
azzurri e
la sua canotta fucsia.
Aprì
la porta giusto in tempo per evitare che suonassero il campanello e
alzò un sopracciglio perplessa notando la strana forma che
aveva la
cosa che le stavano consegnando.
«Buongiorno,
è lei Allison Morgan?» le chiese l'uomo davanti a
lei.
Ma
cosa cavolo era quella cosa nascosta sotto a quel telo da
imballaggio?
Aveva
l'aspetto di un'auto, ma lei non aspettava la consegna di una
macchina..
Per
un attimo fissò l'uomo e poi il camion perplessa e poi ebbe
come
un'illuminazione.
Forse
aveva vinto un'auto in qualche riffa a cui aveva partecipato..
Non
ricordava di aver mai partecipato a niente che avesse un premio
così.. consistente come un'auto, ma magari se l'era scordato.
Da
un po' di tempo dopotutto, aveva la memoria di una zucchina.
Sospirò
e si ricompose assumendo un'espressione più o meno umana.
«Si,
sono io.» disse «Ma non aspettavo alcuna consegna,
che cos'è?»
«E'
un'automobile.»
«Che
automobile? Non ho comprato un'automobile né, ne ho
richiesto la
consegna.»
L'uomo
davanti a lei annuì distratto, cercò il rigo su
cui farla firmare e
le diede la penna.
«Non
firmerò una bolla di consegna se prima non mi dice cosa
cavolo è
quella cosa che avete appena sistemato davanti la mia casa.»
«E'
un'auto signorina Morgan. Gliel'ho già detto.»
«Si,
ed io le ho chiesto che auto è.. Potrebbe essere
più specifico per
favore?»
L'uomo
sospirò e si passò una mano sul viso.
«Prima firmi e poi glielo
dico.»
Ma
cos'era? Un ricatto?
Allison
ridusse gli occhi ad una fessura e dopo qualche secondo di esitazione
firmò la bolla e poi attese.
«E'
una Chevrolet Impala del 1967. Nera e molto bella. Arriva da Cicero,
nell'Indiana.» le disse l'uomo porgendole la lettera
«Questa è
allegata.»
Sorrise
e quando Allison la prese, girò sui tacchi e se ne
andò.
Da
sola, sulla porta, lei si sentì soffocare per un attimo.
Inizialmente
credette di star sognando.
Dean
le aveva mandato la sua auto? Perchè mai?
Lui
amava quell'auto, quindi era alquanto strano che ora gliela avesse
mandata.
Forse
era successo qualcosa e lui era.. morto.
Così
avrebbe avuto più senso in effetti. Magari gliela aveva
lasciata in
eredità.
No!
Non era andata così, altrimenti la macchina sarebbe andata
da Bobby,
non da lei.
Sospirò
e guardò la busta tra le sue mani.
Lì
dentro c'erano tutte le risposte alle sue domande, forse.. Quindi
decise di aprirla.
Lesse
velocemente il contenuto. Poche parole, ma che tutto sommato avevano
un significato per chi come lei aveva condiviso 5 anni della sua vita
con Dean Winchester.
Finì
la lettura e piegò il foglio riponendolo nella busta.
Rientrò
in casa, fece una doccia veloce e poi decise cosa fare dell'auto.
Si!
Lo sapeva chiaramente.
*****
«Come
mai sei così silenzioso?»
Dean
sobbalzò appena e guardò Lisa accanto a lui.
Stavano
tornando a casa dopo la partita di baseball di Ben.
La
sua squadra aveva perso e a Dean era toccato il compito paterno di
rassicurare il piccolo che la prossima volta sarebbe andata meglio.
Poi,
l'avevano lasciato a casa di un amico, da cui avrebbe passato la
notte per studiare – Ben aveva detto – strategie
per la partita
della prossima settimana.
In
realtà, Dean sapeva che a quell'età, c'era un
argomento più
interessante dello sport: le ragazze.
Probabilmente
Ben e il suo amico avrebbero parlato di alcune compagne di scuola,
facendo una classifica delle più carine da invitare a
prendere un
gelato.
O
almeno credeva.
Si
sentì raggelare il sangue pensando che a lui sarebbe
spettato il
discorsetto sul sesso. Non era pronto ad affrontare quell'argomento.
E forse non lo sarebbe mai stato.
Ma
tra poco, Ben avrebbe iniziato a fare domande e lui, volente o
nolente, avrebbe dovuto trovare le parole giuste per spiegargli
tutto.
Che
imbarazzo..
Ma
anche questo faceva parte della sua nuova vita e lui voleva
apprezzare ogni singolo momento e ogni singola situazione di
ciò che
stava vivendo.
E
questo significava anche rispondere alla domanda che Lisa gli aveva
appena fatto.
Perchè
era così silenzioso?
Avrebbe
potuto dire che stava pensando a Sam, il che era vero..
Ma
non era solo quello. Era tutto un insieme di cose che gli sembravano
così strane.
Lui,
stava vivendo una vita normale e anche se gli piaceva, in alcuni
momenti, la sentiva pesante come un macigno sul petto.
Forse
mai, mai si sarebbe abituato del tutto a quello che ora aveva.
La
caccia gli sarebbe sempre e comunque mancata, e così anche
Sam,
Allison e quell'imbranato – ma in gamba – di un
Angelo che oramai
considerava un amico.
Fece
spallucce e svoltò per imboccare la via di casa.
«Stavo
pensando. Sai, un po' mi mancherà la mia auto.» le
disse.
«Allora
perchè l'hai data via? Era una bella auto. Non proprio
adatta ad una
famiglia ma era tua. Dovevi tenerla.»
«No..
Era un ricordo troppo.. grande della mia vita passata. Voglio davvero
voltare pagina, e dare via l'auto è stata la scelta
giusta.»
Lisa
sospirò e annuì piano. «Ad ogni modo, a
chi l'hai spedita?»
Ecco!
Questa era una domanda a cui avrebbe preferito, francamente, non
rispondere.
Ma
non c'era niente di male nella verità, dopotutto. L'aveva
spedita ad
Allison che gli era sembrata la persona migliore.
«L'ho
mandata ad Allison.» rispose.
«Oh..
Ad Allison..»
«Si.
La cosa ti.. infastidisce?» chiese dolcemente guardandola per
un
attimo.
«No..
No. Lei era la tua ragazza e se pensi che sia la persona giusta per
avere l'auto hai fatto bene a mandarla a lei.»
Il
giovane Winchester fece un grosso respiro e non aggiunse altro.
Non
voleva in alcun modo ferire Lisa ed Allison non era l'argomento
preferito della sua donna.
Quindi
era meglio fare silenzio e chiudere quel discorso.
Imboccò
il vialetto di casa e sgranò gli occhi quando
notò Allison poggiata
sul cofano dell'Impala lì davanti casa sua.
Salutò
la volontà di chiudere la questione Allison e
scese dall'auto
con Lisa.
La
aspettò e la prese per mano, poi avanzò verso
Allison.
«Hey..»
le sussurrò «Che ci fai qui?»
«Avevo
un week-end libero e ho pensato di venire a fare una visita ad un
vecchio amico e alla sua nuova famiglia.» rispose lei
guardando le
loro mani una dentro l'altra.
«Vedo
che hai ricevuto il mio regalo.» le disse ancora Dean.
«Si,
è arrivato ieri mattina. E' stata davvero una sorpresa.. E
la
lettera allegata anche.» gli disse «Quindi vuoi
dare un taglio
davvero netto al passato..»
«Si.»
«E'
un'ottima idea. Infatti,» disse Allison prendendo un spranga
di
ferro sul sedile posteriore «anche io voglio dare un taglio
netto al
passato. Quindi..» si voltò e colpì con
la spranga il lunotto
posteriore dell'auto mandandolo in pezzi.
«Questo,»
disse «è per il nostro primo incontro.» Poi
colpì il parabrezza
«E questo per il nostro primo bacio. Poi la nostra prima
volta, il
nostro primo ti amo, i nostri 5 anni insieme,» aggiunse
colpendo
rispettivamente i quattro finestrini e frantumandoli «e
questo
infine, è per l'amore che ti ho dato e per il rispetto che
tu non
hai mai avuto per me.» concluse spaccando gli specchietti
retrovisore.
Gettò
la spranga a terra col fiatone, mentre Lisa la guardava scioccata e
Dean la fissava lasciandole il tempo di sfogarsi.
«Ecco
fatto!» esclamò ancora Allison «Come se
non ci fossimo mai
incontrati. Vai all'Inferno e porta con te quello che rimane della
tua stupidissima automobile.»
Lo
guardò dritto negli occhi per un attimo e poi si
voltò pronta ad
andarsene.
Ma
si bloccò prima ancora di riuscire ad uscire dal vialetto.
Sam,
le stava davanti.
Stava
bene e fissava lei e Dean tristemente.
Come
aveva fato a fuggire dall'Inferno?
Non
aveva importanza. Era vivo ed era tutto quello che contava.
Si
avvicinò a lui e lo strinse in un abbraccio carico di suoni,
gli
accarezzò il viso e poi si allontanò.
Era
felice di vedere Sam, ma aveva appena dato un taglio al passato, e non aveva
intenzione di tornare sui suoi passi.
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Capitolo 2 *** October ***
October
Era
arrivata l'ora di tornare a casa.
Aveva
distrutto l'Impala, con una spranga di ferro, davanti allo sguardo
perplesso di Lisa e a quello per nulla sorpreso di Dean.
L'aveva
letteralmente fatta a pezzi, eppure lui non aveva battuto ciglio.
L'aveva
lasciata fare e questo le aveva fatto capire che davvero lui aveva
deciso di dare un taglio al passato.
Non
le pesava tanto.
Col
tempo, dopo aver passato 5 anni della sua vita con lui, Allison aveva
capito che, per quanto la passione, il desiderio – e si anche
l'amore – li accompagnassero, lei e Dean Winchester non erano
fatti
per stare insieme.
Lei
era troppo sicura dei suoi sentimenti, lui troppo spaventato dagli
stessi.
Non
avrebbe mai potuto funzionare.
Avrebbero potuto provare, e
continuare a stare insieme.. Ma la loro relazione sarebbe stata
sempre caratterizzata da due cose che non potevano convivere nello
stesso rapporto: sesso fantastico e comunicazione pessima.
Quei
due particolari sarebbero andati bene per una semplice avventura di
solo sesso, ma questo non era quello che lei cercava.
E
non era nemmeno quello che Dean cercava.
Da
sempre, anche se ci aveva messo tanto ad ammetterlo persino a se
stesso, Dean era innamorato dell'idea di una famiglia.
Chiuso
nella sua voglia di avere quello che gli era sempre mancato, ma
troppo spaventato per provare ad averla, aveva preferito allontanare
quel pensiero.
Rimanendo
il solito bastardo egoista..
Bravo
a letto si, ma pessimo in tutte le altre cose che rendono una storia
possibile.
Ed
Allison, non poteva né voleva assecondarlo.
Anche
lei voleva una famiglia, ma a differenza di lui, non aveva paura di
farsela.
No..
loro due non erano destinati a stare insieme.
E
il Cupido che aveva scoccato la freccia tra di loro, aveva
decisamente sbagliato coppia.
Lei
e Dean Winchester non erano perfetti l'uno per l'altra, e la sola
voglia di andare d'accordo, non poteva bastare per tenere insieme un
rapporto d'amore.
Sopratutto
considerando il fatto che, lei era l'unica che provava a tenere in
piedi quello che avevano.
Così,
col tempo, forse dopo l'ennesima sofferenza, Allison se ne era fatta
una ragione.
Inutile
continuare con qualcosa che non avrebbe mai funzionato.
Meglio
prendere strade separate e dimenticarsi l'uno dell'altra.
Vivere
le proprie vite, non fingendo di non essersi mai conosciuti, anzi..
Ricordare
quello che avevano avuto era l'esempio perfetto da seguire per non
commettere di nuovo gli stessi sbagli.
Faceva
male ammetterlo, ma era così. Poche cose in quella loro
relazione
valevano la pena di essere ricordate.
Il
resto.. beh, il resto era meglio dimenticarselo, più
velocemente
possibile.
Ma
questa consapevolezza aveva preso possesso di lei, solo dopo che lui
l'aveva mollata per andare da Lisa.
Quindi
non sapeva dire se era quello che davvero pensava, o solo quello che
il suo cuore aveva imparato a credere, per smettere di sanguinare.
Era
stata arrabbiata per un po', e quando il suo cuore aveva smesso di
fare male, e i pezzi si erano riuniti, lui le aveva mandato la sua
auto e una lettera in cui diceva addio a 5 anni, con due squallide
righe.
Non
poteva andare bene.
Ecco
perchè aveva distrutto l'auto.
Per
rimettere di nuovo insieme i pezzi di un cuore che aveva iniziato di
nuovo a sanguinare.
*****
«Sammy,
non immagini nemmeno quanto sono felice di vederti.»
sussurrò al
suo fratellino.
Sam
era tornato e ora insieme avrebbero potuto dimenticare davvero il
passato e andare avanti.
Magari
il più piccolo dei Winchester avrebbe potuto comprare una
casa lì e
stare vicino a lui e alla sua nuova famiglia.
Potevano
avere finalmente la vita normale che avevano sempre desiderato,
stando vicini senza allontanarsi davvero.
Avrebbero
potuto essere una vera famiglia, e Sam avrebbe aiutato Ben con i
compiti, mentre lui era al lavoro e avrebbe dato una mano a riparare
i piccoli danni di casa.
Come
un tubo che perde, oppure il tritarifiuti che non trita più.
Si.
Lui, Ben, Lisa e Sam sarebbero stati una grande famiglia.
E
magari Lisa avrebbe presentato a Sam una delle sue amiche, si
sarebbero innamorati e avrebbero formato una loro famiglia.
Avrebbero
fatto le uscite a 4, all'inizio.. per farli conoscere meglio.. E
infine, Sam si sarebbe lasciato andare gettandosi alle spalle tutto
il resto e vivendo sereno.
Probabilmente
avrebbe persino ripreso gli studi e sarebbe diventato un avvocato di
successo con una bella macchina e un roseo futuro davanti a
sé.
Lo
abbracciò stretto e poi lo invitò a sedersi.
«Sono
felice anche io Dean.. Di essere fuori da quel buco
infernale.» rispose Sammy con gli occhi gonfi di lacrime.
Si
mise a sedere e si guardò intorno. «Ti sei
sistemato bene..»
«Ti
avevo promesso che avrei vissuto una vita normale.. E l'ho
fatto.»
«Si,
lo vedo.. E sono felice.» gli disse «Mi piace Lisa,
ma devo
ammetterlo.. Io mi aspettavo di trovarti con Allison..»
Allison..
Gli
aveva appena distrutto l'auto e lui non aveva detto niente, troppo
preso da quel fuoco che le leggeva negli occhi.
L'aveva
accusato di non averla mai rispettata e se non fosse stata
così
stanca di distruggere con foga la macchina, avrebbe trovato
qualcos'altro da colpire urlandogli persino che non l'aveva mai
amata.
E
a quel punto probabilmente Dean avrebbe risposto e le avrebbe urlato
che si sbagliava.
Perchè
si, era stato pessimo e orribile con lei, ma l'aveva amata e solo lui
sapeva quanto.
L'aveva
amata con tutto se stesso, mettendosi in gioco e provando a non avere
paura dell'impegno.
Ma
non ce l'aveva fatta e quando tutto era finito, erano troppo lontani
per riprovarci.
Così
era andato da Lisa.
Con
lei sarebbe stato più facile costruire qualcosa.. Sarebbero
partiti
dalle basi e avrebbero fatto tutto per bene.
Con
Allison sarebbe stato troppo difficile farlo.
C'erano
troppi silenzi, troppe incomprensioni e troppe ferite da sanare tra
di loro.
Non
sarebbero bastati anni per farlo e la passione non poteva bastare per
rimettere le cose a posto.
Ma
non era sorpreso che suo fratello si aspettasse di trovarli insieme..
Onestamente
anche lui si aspettava di stare con lei.
Non
credeva che avrebbero mai trovato il coraggio di dirsi davvero addio.
Si
erano salutati, allontanati, rivisti e ripresi così tante
volte che
non ricordavano nemmeno quanto.
Incapaci
di dirsi addio e incapaci di stare insieme.
Erano
rinchiusi in una specie di turbinio di emozioni contrastanti che, col
passare del tempo li aveva soffocati, facendoli sentire come
rinchiusi in un limbo.
Tristi
e soli anche se insieme.
Fece
spallucce soffocando dentro il grosso respiro che sentiva nel petto e
si schiarì la voce. «Le cose tra me ed Allison non
avrebbero
funzionato Sam. Noi eravamo perfetti, ma imperfetti insieme.. Non
poteva continuare. Così ci siamo fermati prima di ferirci
ancora di
più. Il giorno che tu sei..» si fermò
troppo addolorato per dire
quello che doveva «Noi ci siamo detti addio. E abbiamo preso
strade
diverse. L'ho rivista oggi dopo un anno..»
«Sembrava
molto arrabbiata.»
«Si.
Le ho regalato l'Impala allegandole un bigliettino di saluti in cui
le dicevo che avevo finalmente trovato il coraggio di rinunciare
all'auto e dare davvero un taglio al passato e lei..»
«Non
l'ha presa bene..»
«No!»
«Chissà
perchè..» sussurro Sam con tono lievemente
sarcastico.
«Hey..
che cos'è questo tono?» chiese Dean sorridendo.
«Avete
passato 5 anni insieme Dean. Anni in cui vi siete feriti, amati e
odiati e lasciatelo dire, ti voglio bene ma,» si
fermò e cercò le
parole giuste «tu sei stato pessimo con lei per la maggior
parte del
tempo. L'hai tradita così tante volte che tu stesso hai
perso il
conto.. E..»
Ma
si fermò per guardare il fratello guardarsi le mani a
disagio.
Sospirò
e si schiarì la voce.
«Sai
che ti dico? Lasciamo stare questo argomento e concentriamoci su cose
più serie. Ad esempio scoprire come sono fuggito.»
Dean
rialzò gli occhi su di lui e sorrise.
«Perchè invece non ceniamo?» disse
alzandosi.
«Non
sei curioso di sapere come sono fuggito? Io si.»
«Io
ho chiuso con la caccia ok?» urlò quasi il
maggiore dei fratelli
«Tu stai bene e questo mi basta.»
Sam
sospirò e annuì senza aggiungere altro.
Dean
stava vivendo una vita normale e lui l'avrebbe lasciato fare. Sarebbe
andato da Allison e loro insieme avrebbero trovato le risposte che
lui voleva, e nel frattempo avrebbero anche ritrovato la loro
amicizia.
*****
Ora
che era ora di ripartire, ad Allison non sembrava più una
buona idea
aver distrutto l'unico mezzo di trasporto a sua disposizione.
Non
sapeva come tornare a casa ed era tarda sera perchè potesse
andare
in un'agenzia e noleggiare un'auto.
Ora
camminava a piedi ai lati della statale che da Cicero l'avrebbe
portata alla città vicina.
Sarebbe
andata a casa della sua amica Jennifer e avrebbe ripreso con
sé il
passeggero che le aveva fatto compagnia nel viaggio che dalla
California l'aveva portata in Indiana.
Forse
sarebbero rimasti lì quella notte e poi domattina sarebbero
andati a
noleggiare un'automobile o avrebbero preso un autobus per tornare a
casa.
Solo
loro due, nella loro calda e assolata California, a vivere la vita
normale che si erano tanto impegnate a crearsi.
E
insieme, nessuno avrebbe potuto batterle.
Erano
una forza della natura, in modi diversi.
Età
diverse, esperienze diverse, ma stessa vitalità.
Si!
Loro
due insieme sarebbero state benissimo.
Sorrise
e scorse la casa in lontananza.
Le
luci erano ancora accese, quindi probabilmente Jennifer e October, la
sua compagna di viaggio erano ancora sveglie.
Sorrise
nel buio di quella desolata strada e allungò un po' il passo.
Prima
solo poco e poi iniziò a correre.
Non
vedeva l'ora di riabbracciarla e godersi quel sorriso gioioso capace
di farle passare ogni dubbio ed ogni paura.
Si!
October aveva un effetto rilassante su di lei.
Arrivò
alla porta correndo a perdifiato, ma si irrigidì notando che
qualcosa non andava.
La
porta era aperta, e da quel poco che Allison riusciva a vedere, la
casa era messa a soqquadro.
Sentì
il panico coglierla improvvisamente.
Il
cuore batterle forte e il respiro diventarle affannato.
Aprì
cauta la porta ed entrò lentamente.
Aveva
fretta di sapere se Jennifer e October stavano bene, ma doveva essere
attenta perchè morta o ferita non sarebbe servita a nessuno.
Avanzò
fino al salotto e notò Jennifer gravemente ferita per terra.
Perdeva
sangue, era pallida e tremava, ma era ancora viva.
Corse
verso di lei e la prese tra le braccia regalandole un sorriso
preoccupato.
«Jenny..»
le sussurrò guardando la gravità della ferita.
«Allison..»
«Dov'è
October?»
«L'hanno
presa.»
«Chi
l'ha presa?»
Jennifer
sospirò e chiuse gli occhi.
«Jenny!»
la scosse Allison urlando «Apri gli occhi e dimmi chi ha
preso
October.»
«I..
i demoni.» sussurrò a fatica stringendo la camicia
dell'amica «Mi
di.. dispiace. Ho fatto del mio meglio.»
Allison
scoppiò in lacrime e le accarezzò il viso.
Non
era colpa sua e lei lo sapeva.
Era
morta, probabilmente nel tentativo di proteggere October.
«Non
fa niente..» le sussurrò «Puoi andare
ora. Ti voglio bene.»
Jennifer
sorrise, lasciò cadere qualche lacrima e poi chiuse gli
occhi.
Da
sola, sporca del sangue della sua amica, Allison si guardò
intorno.
Afferrò
le chiavi dell'auto dell'amica e partì alla volta di Cicero..
Non
voleva andare da Dean a chiedere aiuto, ma non sapeva a chi altro
rivolgersi e lui se ne stava a poche ore di distanza da dove si
trovava lei.
Ingranò
la marcia e arrivò a casa di Lisa parcheggiando
distrattamente..
Scese
e corse verso la porta bussando e suonando il campanello
insistentemente..
Attese
piangendo preoccupata e quando Dean aprì la porta lo
guardò
incapace di dire qualcosa.
«Allison..»
le disse lui guardandole il sangue addosso «Che ti
è successo? Sei
ferita?»
«L'hanno
presa.. I demoni hanno preso October.» farfugliò
lei guardando lui
e poi Lisa e Sam avanzare verso la porta..
«Chi
è October?» chiese Dean afferrandola per le
braccia «Calmati e
dimmi che succede.»
Allison
pianse un po' di più e si spostò i capelli
indietro. Incapace di
parlare. Riusciva solo a pensare che l'avevano presa.
«L'hanno
presa..» sussurrò.
«Allison!»
urlò ancora Dean «Chi è
October?»
«E'..
Lei è nostra figlia.» rispose guardandolo.
Sentì
le sue mani lasciarla e l'ultima cosa che vide, furono i suoi occhi
confusi e quelli sorpresi di Sam e Lisa.
|
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Capitolo 3 *** I'll do by myself ***
I'll
do by myself
Una
figlia.
Allison
gli aveva appena detto che avevano una figlia, e lui se ne stava
lì
a fissarla incapace di fare altro.
Scioccato,
stordito, forse anche un po' felice di quella notizia.
L'aveva
scossa per farla calmare e parlare, terrorizzato dal vederla
insanguinata e in lacrime, di notte sulla soglia della porta di casa.
E
poi, l'aveva lasciata andare indietreggiando e afferrandola giusto in
tempo, prima che cadesse a terra, priva di sensi per la pressione
emotiva a cui era sottoposta.
Faceva
sempre così.
Lei
era forte e determinata, ma quando una cosa la toccava troppo, o
troppo in profondità, crollava.
Diventava
pallida e perdeva i sensi.
Proprio
come era successo in quel momento.
L'aveva
afferrata e ora la teneva tra le braccia, mentre lei fredda giaceva
lì incosciente, pallida come un lenzuolo.
Fece
un grosso respiro ingoiando le sensazioni che il profumo dei suoi
capelli gli offriva e la prese per bene in braccio riprendendo il
controllo delle sue emozioni.
«Ti
ho presa..» le sussurrò «Ti ho
presa.»
Indietreggiò
con lei tra le braccia e poi si voltò portandola dentro.
La
poggiò sul divano e le spostò i capelli dal viso.
Incurante
della presenza di suo fratello, o della donna con cui oramai viveva
da un anno, si dedicò con cura alla donna con cui aveva
vissuto per
i cinque anni precedenti a quello, e che – lo scopriva solo
ora –
l'aveva anche reso padre, di una bambina che adesso era stata rapita
dalle creature che lui aveva cercato di gettarsi alle spalle.
Le
sistemò un cuscino sotto le gambe, per sollevarle un po',
esattamente come lei gli aveva insegnato, e poi si passò una
mano
sul viso.
«Devo
chiamare un'ambulanza?» chiese ingenuamente Lisa.
Dean
scosse il capo senza nemmeno guardarla, e si perse per un attimo nei
ricordi che gelosamente custodiva dentro di sé.
Viveva
con una famiglia che non era sua, ignaro del fatto che ne avesse una
sua davvero, ad aspettarlo.
Ma
davvero Allison e la piccola October l'avrebbero voluto con
loro?
Non
importava adesso.
Aveva
Lisa e Ben e si sarebbe occupato di loro così come aveva
fatto per
un anno intero.
Non
si sarebbe allontanato solo perchè Allison era tornata ora,
dopo un
intero anno, rivelando l'esistenza di una figlia che lui avrebbe
dovuto conoscere da subito.
Ma
in fin dei conti – si rese conto – quelli erano
semplici pensieri
di un uomo confuso. Perchè se Allison non gli aveva detto
niente,
era perchè non lo voleva tra i piedi, quindi non c'era
possibilità
che lei gli chiedesse di lasciare Lisa e Ben per stare con loro.
Guardò
la sua compagna e si alzò. «Niente ambulanza.
Portami solo
dell'acqua per favore.»
«Ma
Dean se avesse qualche trauma interno? E' insanguinata ed è
arrivata
qui urlando cose che..»
«Portami
solo dell'acqua Lisa!» la interruppe lui duro «Per
favore..»
ripeté più dolcemente. Guardò Allison
e le accarezzò il viso «Mi
prendo io cura di lei.. Le succede sempre così. Mi occupo io
di
lei..»
Senza
aggiungere altro, Lisa sospirò e andò in cucina
per prendere un
bicchiere d'acqua.
L'ex
ragazza del suo uomo se ne stava sul divano, svenuta mentre lui si
prendeva cura di lei.
Era
arrivata blaterando di una figlia. Una figlia che apparentemente
nessuno, eccetto lei, aveva visto.
Un'idea
le balenò in testa.
E
se la bambina non fosse mai esistita? Magari era solo uno stratagemma
di Allison, per riprendersi Dean.
Sospirò
e riempì il bicchiere. Poi tornò in salotto e si
fermò a pochi
passi da loro.
No!
Allison
non aveva bisogno di uno stratagemma per riprenderselo.
E
questo era chiaro dal modo in cui lui, ora si occupava di lei.
Si
sforzò si sorridere e diede l'acqua a Sam che stava a fianco
del
fratello e dell'amica.
Ingoiò
le sue paure e le sue insicurezze e attese che Allison si
riprendesse.
*****
L'avevano
presa.
Avevano
preso la sua bambina. La sua piccola October.
Aveva
solo cinque mesi ed Allison non riusciva, per quanto si sforzasse, a
pensare al meglio.
L'orribile
pensiero che le martellava in testa era che la piccola fosse morta.
Chissà
se aveva avuto paura quando l'avevano presa e portata via..
E
se aveva già mangiato oppure era digiuna.
Immaginò
il suo visino dipinto di paura e le sue lacrime diventare presto
singhiozzi.
La
sua voce squillante risuonare nell'aria.
Magari
l'aveva chiamata più volte spaventata ribellandosi alle
braccia che
non conosceva e che la stavano portando via.
E
lei non c'era.
Non
era lì a proteggerla, impegnata a distruggere la macchina di
quell'idiota di Dean Winchester.
Aprì
gli occhi e si mise a sedere di colpo sul divano guardandosi intorno.
Per
un attimo si scordò di trovarsi a casa di Lisa, si
scordò persino
che Sam era tornato.
Guardò
i visi delle persone intorno a lei e ricostruì mentalmente
gli
ultimi minuti.
Avevano
rapito sua figlia, aveva raggiunto la casa di Lisa e Dean per
chiedere aiuto e poi..
Poi
probabilmente era svenuta.
Come
le capitava tutte le volte che la pressione emotiva era troppa per
lei.
Si
toccò la fronte con la mano e scoprì di essere
bagnata.
Probabilmente
le avevano gettato dell'acqua sul viso per farla riprendere.
Aveva
anche un cuscino sotto le gambe, per tenerle sollevate, come lei
stessa aveva insegnato a Sam e Dean.
E
tutti, la guardavano preoccupati, eccetto Lisa che la fissava quasi
spazientita.
Riordinò
le idee e balzò in piedi barcollando.
«Devo
trovare October!» esclamò decisa guardandosi i
vestiti sporchi e
puzzolenti di sangue «Ma prima mi servono dei vestiti
puliti.»
Non
poteva andare in giro in cerca di sua figlia sporca del sangue della
sua amica morta, sulla sua auto.
Avrebbe
attirato troppo l'attenzione e non aveva tempo da perdere.
«Lisa,
potresti prestarmi una maglietta e dei jeans?» le chiese.
«Woah..
calmati!» esclamò Dean afferrandola piano per le
braccia «Hai
appena ripreso i sensi, rilassati solo un secondo.»
«Mia
figlia è scomparsa. I demoni hanno ucciso la mia amica che
si
occupava di lei e l'hanno portata via per farci chissà
cosa.»
«Di
quanti mesi è la piccola?» chiese Sam guardando
l'amica.
«Cinque
mesi. Ha solo cinque mesi.»
«Cinque
mesi?» ripeté Dean stizzito «Mi hai
tenuto nascosta l'esistenza di
mia figlia per cinque mesi Allison?»
«Non
ho tempo ora Dean..» le disse lei. Poi rivolse di nuovo lo
sguardo a
Lisa «Allora vuoi prestarmi o no un dannato paio di jeans e
una
maglietta?» le urlò.
Lisa,
la guardò e sospirò a lungo scioccata dal tono
con cui le aveva
appena parlato. Rise appena nervosa e poi la guardò dritta
negli
occhi.
«Vieni
qui dopo un anno, decori il mio vialetto con i vetri dell'automobile
di Dean e poi te ne vai senza dire niente.» le disse
«Ora torni, in
casa mia, nel cuore della notte, parlando di una figlia che, hai
avuto con il mio compagno e che nessuno – eccetto te
– hai mai
visto, e hai anche il coraggio di urlarmi contro?»
Allison
la guardò con un sopracciglio alzato e un'espressione a
metà tra il
nervoso e il sarcasmo.
Davvero
lei credeva di essere nella posizione di dire quelle cose?
Annuì
appena e si avvicinò a lei. «Tre anni fa, quando
ci siamo
conosciute, tu avevi un figlio che assomigliava incredibilmente a
quello che era il mio compagno. Anche i tempi coincidevano.. Gli ho
salvato la vita ed ero pronta a trattarlo come se fosse mio, qualora
si fosse rivelato essere davvero di Dean.» le disse calma e
glaciale
«Ti ho lasciato da sola con lui per permetterti di chiarire
tutto
quello che c'era da sistemare e per ringraziarmi di aver salvato Ben,
tu l'hai baciato e gli hai chiesto di restare. E ora che ho bisogno
di aiuto, tu stai insinuando che non ho il diritto di chiederlo qui e
che mia figlia.. non esiste?»
Lisa
sospirò e la guardò senza dire niente. Se credeva
di spaventarla si
sbagliava e lei glielo avrebbe dimostrato rimanendo lì a
reggere
quello sguardo carico di rabbia e risentimento.
«Cos'è
che ti infastidisce Lisa?» le chiese ancora Allison
«Che la mia sia
davvero sua mentre il tuo no? O è competere con me che ti
spaventa?»
Si
zittì e la guardò arrossire per il nervosismo.
Si
pentì di aver tirato in ballo Ben quando non era davvero
necessario,
ma il suo senso di colpa diminuiva se pensava che lei aveva appena
insinuato che la sua piccola October non esisteva neppure.
Come
poteva averlo anche solo pensato?
Forse
credeva che lei volesse riprendersi Dean e che quindi avesse usato
uno stratagemma vile e disgustoso come una piccola di appena cinque
mesi rapita dai demoni..
Non
la conosceva affatto e quindi non aveva il diritto di giudicarla o di
fare supposizioni.
Si
allontanò da lei e si avvicinò al borsone di Sam
poggiato in un
angolo vicino alla porta.
Lo
aprì e prese una camicia.
Si
tolse la sua e velocemente si infilò quella dell'amico.
Era
lunga abbastanza da coprire le macchie di sangue sui jeans. E si, era
un po' grande ma perlomeno era pulita.
«Sam,
prendo la tua camicia..» gli disse. Tirò fuori
dalla tasca 50
dollari e glieli mise in mano «Compratene un'altra. E brucia
questa.» gli disse dandogli la sua camicetta macchiata. Gli
accarezzò il viso e poi si rivolse a Dean.
Un
Dean perplesso e silenzioso, chiuso nello stordimento delle ultime
scoperte fatte.
«Non
sarei mai dovuta venire qui a chiedere aiuto. Dimenticati questa sera
e vivi la tua vita.» gli disse.
«Dovrei
scordarmi di avere una figlia di cinque mesi che ora è stata
rapita
dai demoni?» gli chiese lui ridendo appena «E come
diavolo dovrei
fare?»
Lei
si strinse nelle spalle e sospirò «Troverai un
modo. Se puoi
scordati cinque anni intensi come dieci, in uno solo, puoi scordarti
anche di avere una figlia che per altro non hai mai
conosciuto.»
«Si,
giusto. E di chi è il merito se non l'ho mai
conosciuta?» chiese
lui di rimando.
Allison
fissò Lisa per un attimo che sembrò infinito.
Un
attimo in cui furono complici di qualcosa che a Sam non
sfuggì e che
si sarebbe prodigato di scoprire.
«Mio!»
esclamò infine «Ora che abbiamo chiarito cosa
è colpa di chi, me
ne vado.»
Si
girò ed uscì da quella casa.
Avrebbe
cercato sua figlia da sola, o meglio.. con l'aiuto di chi, l'aveva
sempre aiutata nell'ultimo anno.
*****
Quando
Castiel era stato chiamato a rapporto, non aveva idea del
perchè.
Forse
– aveva pensato – era perchè stava
ancora troppo vicino agli
umani, anche ora che non ne aveva più motivo.
Anche
se era più corretto dire vicino ad un solo essere umano.
Sospirò
e camminò a passo lento verso – per dirlo in
termini umani –
l'ufficio del capo.
Sperava
di finire presto, per poter scendere sulla Terra e vivere il momento
migliore della sua giornata.
Lo
faceva ogni giorno, ad orari diversi, a volte persino indecenti, ma
non se lo perdeva mai.
Era
la sua ora di spensieratezza e libertà.
Libertà
da obblighi che gli stavano troppo stretti.
Da
quando Michael era scomparso nel buco insieme a Lucifero nel corpo di
Sam, a lui era toccato l'amaro compito di rimettere ordine in Cielo.
Ma
quel compito era stato più duro del previsto e ora, Castiel
rimpiangeva i tempi in cui era un semplice angelo, con obblighi e
doveri certo, ma meno complicati di quelli che aveva adesso.
Per
anni aveva ritenuto Michael il suo capo per eccellenza, poi aveva
iniziato a perdere fede in lui e infine, era arrivato a considerarlo
una povera vittima di ordini sbagliati.
Si
era illuso che suo fratello fosse solo costretto a fare quello che
doveva, cercando di allontanare dalla sua mente la
possibilità che
invece lo facesse perchè gli piaceva farlo.
All'arcangelo
Michael non poteva piacere di più l'idea di fare una guerra
piuttosto che quella di evitarla.
O
forse si..
Tra
tutti gli aggettivi che aveva usato per lui, comunque, questa era la
prima volta che gli veniva in mente la parola idiota.
Perchè
per stare in mezzo a quel caos per secoli e secoli, senza mai battere
ciglio, senza mai una distrazione, si deve essere idioti.
Non
c'era altra spiegazione.
Scosse
il capo pensando subito ad altro ed entrò nella grande
stanza in cui
era atteso.
Il
suo nuovo diretto superiore, Nathaniel, che da quando Zaccaria era
morto gli diceva cosa fare e cosa non, lo aspettava tranquillo
fissandosi le mani.
Castiel
si mise davanti a lui e incrociò le mani dietro la schiena.
«Mi ha
fatto chiamare?»
«Si
Castiel.. Ho un nuovo compito per te, sulla Terra.» gli disse
«In
mezzo agli umani che tanto ti affascinano.»
Un
compito sulla Terra? Beh, se le cose erano messe male, stavolta,
anche solo la metà di come erano messe la prima volta che
gli
avevano affidato un incarico sulla Terra, sarebbe sicuramente
impazzito.
«Sam
Winchester è tornato.» disse l'anziano angelo
«Non sappiamo se sia
ancora umano, se sia scappato o se invece sia stato liberato di
proposito per.. sondare il terreno per un possibile nuovo attacco da
parte di.. tu sai chi.»
Oh
no! Lucifero..
E
Dean.. Dean sapeva che suo fratello era tornato?
«Dovrai
capire le sue intenzioni e concentrarti solo ed esclusivamente su di
lui. Studiare le sue mosse, conoscere i suoi piani e organizzare una
difesa se sarà necessario.» continuò
Nathaniel.
Perchè
ne parlava come se fosse già scontato che Sam era cattivo?
«Va
bene!» esclamò tranquillo.
«Bene!
Ora Castiel.. Sto per dirti un'altra cosa.»
continuò il suo
superiore «E te la dico, perchè ti apprezzo, visto
che ti sei sempre dimostrato un buon soldato. Fedele, nonostante tutto,
e
giusto.»
Castiel
lo guardò dritto negli occhi e piegò la testa di
lato.
«La
piccola October.. Figlia della tua cara umana e del caro Dean
Winchester, è stata rapita da alcuni demoni. Vogliono fare
di lei un
essere malvagio ed io voglio che tu stia lontano da questa cosa. Il
tuo compito è concentrarti su Sam Winchester. Solo su di
lui.» gli
disse «E per rendere chiara l'idea, voglio che tu sappia che,
se
disobbedirai, uccideremo Allison Morgan.»
Castiel
sentì il sangue raggelarsi nelle vene.
La piccola October,
la sua
ora di spensieratezza, era stata rapita dai demoni che volevano
renderla malvagia, e lui doveva.. solo concentrarsi su Sam ignorando
questa cosa..
E
se avesse disobbedito, Allison sarebbe morta..
Si
congedò dal suo superiore con uno sguardo calmo e formale, e
appena
uscito da lì, individuò Allison e volò
da lei.
Doveva
nasconderla e sopratutto, doveva stringerla forte, calmando la paura
per le sorti di October, che immaginava l'avesse investita come un
treno.
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Capitolo 4 *** What am I supposed to do? ***
What
am I supposed to do?
«Ci
stai davvero ancora pensando Dean?»
Dean
Winchester sobbalzò alle parole del fratello, sorpreso dalla
domanda, e ancor più dal fatto di non avere una risposta.
Gli
stava chiedendo se aveva davvero intenzione di starsene seduto con le
mani in mano sapendo che sua figlia era stata rapita dai demoni, o se
invece aveva intenzione di fare qualcosa.
Gliel'aveva
chiesto più delicatamente di come aveva fatto Lisa poco
prima, ma il
succo era quello.
Lisa
gli aveva detto che, se fosse andato ad aiutare Allison, avrebbe
decisamente potuto risparmiarsi il disturbo di tornare a casa. E
anche se Dean aveva pensato che fosse dannatamente egoistico da parte
sua, metterlo davanti ad una scelta tanto dura, in un secondo
momento, si era reso conto del perchè glielo stava chiedendo
e aveva
iniziato a dubitare ancora di più su quale fosse la cosa
giusta da
fare.
Non
conosceva October. Aveva già cinque mesi e lui fino a cinque
ore fa
non sapeva nemmeno che esistesse..
Ma
era figlia di Allison.. sua figlia e non poteva fingere di non
saperlo.
Sospirò
profondamente combattuto tra due grandi momenti della sua vita che lo
tormentavano.
Il presente che lo rendeva felice, e il passato che
stava cercando di dimenticare e che rischiava di rovinare quello che
aveva ora.
Era
già successo in passato.
Ma
i ruoli erano invertiti allora: Lisa era il passato che rischiava di
minare il presente, e il presente era Allison.
Però
era diverso allora..
Era diverso perchè lui non aveva ancora
accettato e vissuto il ruolo di padre e compagno di vita.
Si,
Allison era la sua ragazza, ma lui si accingeva a morire e quindi non
si era calato fino in fondo nel suo ruolo di perfetto fidanzato.
Eppure,
nonostante tutto, nonostante tutte le piccole diversità tra
i due
momenti che erano comunque simili, Dean si ricordava benissimo la
cosa che maggiormente li differenziava davvero.
Allison
non gli aveva chiesto di scegliere.. Non l'aveva
“minacciato” di
lasciarlo quando c'era la possibilità che Ben fosse suo
figlio.
Né
tanto meno aveva minacciato di allontanarlo davanti alla decisione di
salvarlo.
Anzi, si era messa a disposizione, rassicurando Lisa sul
fatto che Ben stava benissimo e che lo avrebbero trovato, e le aveva
salvato la vita lasciando che lui e Sam andassero a salvare quella
del piccolo.
Si
ricordava persino cosa gli aveva detto subito dopo che il caso era
stato risolto.
Sapeva
che Lisa l'aveva baciato e sapeva che da quel momento in poi, lui non
avrebbe mai smesso di pensare a quel bambino che gli somigliava
tanto.
Sapeva che avrebbe sognato di fargli da padre e che
probabilmente, nei suoi sogni, Lisa avrebbe preso il posto che lei
aspettava di avere da anni.
La
sua donna, amata e rispettata senza tradimento alcuno.
Eppure,
nonostante sapesse tutte quelle cose, lei l'aveva guardato e
sorridendo gli aveva detto: «Ho aperto un piccolo
fondo
fiduciario per Ben.. Per i suoi studi al college. Ci ho versato
quindicimila dollari e nei prossimi mesi ne verserò ancora.
Lisa lo
saprà solo dopo che ce ne saremo andati.. Dovresti tornare a
trovarlo qualche volta. E' un bambino in gamba e una figura paterna
gli farebbe bene.»
E
in quel momento, lui aveva capito perchè Allison era
speciale.
E
ora, non poteva credere di starsene seduto lì a pensare se
aiutarla
o meno a salvare la loro bambina.
Si
alzò e guardò il fratello. «Aspettami
qui. Vado a prendere le mie
cose.»
Ora
sapeva cosa fare. E se Lisa lo amava, avrebbe capito e col tempo
l'avrebbe perdonato..
E
se non fosse andata così.. Beh, forse l'ultimo anno era
stato un
errore.
*****
«Dannazione
Cass! Perchè non rispondi mai quando devi?»
Aveva
provato a chiamarlo almeno venti volte da quando aveva lasciato la
casa di Lisa e Dean e aveva capito che, se voleva ritrovare sua
figlia, poteva contare solo su se stessa.. E su Castiel.
Non
biasimava Dean per aver scelto di rimanere lì, chiuso nella
sua
bella casa con la staccionata bianca, col profumo di caffè
caldo al
mattino.
No!
Capiva
perchè l'aveva fatto. Finalmente il problematico e complesso
Dean
Winchester aveva trovato un equilibrio e lei si era persino pentita
di essere andata lì a metterlo in discussione.
Si
era guadagnato la sua dolce vita con compagna e figlio.
Si
era guadagnato la voglia di mandare il passato a farsi fottere e di
accogliere il futuro a braccia a aperte.
Se
le era guadagnato sudando, mettendo a repentaglio la sua vita per
anni, e perdendola anche.
E
lei, aveva rotto l'idillio in cui lui aveva imparato a vivere e ora
si pentiva amaramente di essere andata da lui per chiedere aiuto.
Avrebbe
dovuto mettersi subito alla ricerca della piccola da sola, chiamando
solo Castiel che le aveva fatto da padre per cinque mesi.
Si!
E
se mai, questa storia della bambina fosse venuta fuori e Dean
l'avesse saputo.. Allora avrebbe potuto mentire dicendo che proprio
Castiel era il padre.
E
non sarebbe stata una bugia, ma una mezza verità visto e
considerato
che l'angelo era l'unico padre che October avesse mai conosciuto.
Fece
un grosso respiro e, dopo aver provato a chiamare di nuovo,
scagliò
il cellulare lontano davanti a lei. Sbattendolo contro un muro ed
rompendolo in milioni di piccoli pezzi.
Ma
subito si rese conto dell'immensa stupidaggine che aveva fatto.
Fare
a pezzi l'unico strumento che le avrebbe permesso di contattare Cass,
proprio mentre lo cercava, non era stata una mossa intelligente.
Niente
affatto.
Ma
era nervosa e agitata e anche se le era stato insegnato a mantenere
la calma sempre e comunque, ora non riusciva a farlo.
Per
un attimo le tornò in mente John Winchester.
Così
bravo nel suo lavoro. Caratterizzato da una calma glaciale e da un
modo di affrontare le cose quasi stoico.
Per
tanto tempo, dopo averlo conosciuto si era chiesta come potessero,
tratti così marcati del suo carattere, sparire
così velocemente
quando si trattava di Dean e Sam.
Lei
proprio non riusciva a spiegarselo..
Ma
ora che era mamma, lo sapeva.. Sapeva come funzionava e capiva molte
più cose di quell'uomo che aveva conosciuto e vissuto, anche
se per
poco.
Fermò
l'auto e scese in preda ad una vera e propria crisi di ansia.
Era
in un posto sperduto, “persa” nella desolata
statale con alle
spalle l'Indiana e davanti un posto che non sapeva nemmeno se era
quello giusto in cui cercare.
Fece
dei grossi respiri e chiuse un attimo gli occhi.
Quando
li riaprì, Anna le stava davanti e ghignava divertita..
«Vattene
via! Non ho tempo da perdere con te.» le disse.
Anna
rise a crepapelle e poi la colpì a tradimento.
Allison
sentì la sua mascella scricchiolare e il suo naso sanguinare
copiosamente.
L'aveva
colta di sorpresa, e solo perchè lei era troppo pensierosa
per
badare a quella maledetta e alle sue reazioni e azioni.
Si
toccò il naso e poi guardò la sua avversaria
serrando le mascelle..
«Non avresti dovuto farlo!» le disse dura.
Si
scagliò contro di lei e iniziò a colpirla come
meglio poteva. Ma
era fuori allenamento e si accorse quasi subito che Anna aveva di
nuovo i suoi poteri tutti intatti..
In
quel momento si rese di una cosa che non riuscì proprio a
capire..
Anna era stata uccisa da Michael sotto i suoi occhi.. Aveva preso
fuoco e si era incenerita.. Come poteva ora essere di nuovo viva?
«Dopo
che Michael mi ha ucciso..» disse Anna gettandola a terra e
colpendola con un calcio allo stomaco «Lucifero mi ha
riportata in
vita.. Lui mi ama davvero.. Come un padre.. E
così..» aggiunse
afferrandola per i capelli «Eccomi qui.»
Allison
raccolse le sue forse e la colpì liberandosi dalla sua
presa.
«Quando
risorgerà mi amerà ancora di più..
perchè la tua bambina sarà il
mio regalo per lui..»
«L'hai
presa tu maledetta sgualdrina!»
«Si..
Lei verrà trattata come una regina.. E quando Lucifero
tornerà, e
credimi, tornerà, lei sarà pronta.» le
disse colpendola con un
altro calcio e un pugno.
«Pronta
per cosa?» chiese Allison sanguinando col viso gonfio di
percosse.
«Per
contenerlo.» rispose l'angelo ridendo.
Poi
la colpì un'ultima volta e sparì lasciandola sola
e moribonda.
Ora
sapeva chi aveva preso la piccola e per cosa.. Ma era malconcia per
fare qualcosa.
*****
Castiel
non aveva calcolato che il vecchio sigillo di Allison gli avrebbe
impedito di trovarla.
Aveva
pensato che fosse oramai inutile e privo di potere, ma si sbagliava.
E
se ne rese conto solo quando, provando insistentemente a cercarla,
non l'aveva trovata.
Il
suo cellulare era sempre occupato e lui non sapeva cosa fare.
Dopo
aver spiccato il volo per scendere sulla Terra, era stato richiamato
dal suo superiore, e dovendo fingere di non avere alcuna intenzione
di disobbedire, era tornato su.
Ma
non appena aveva messo piede in Paradiso, si era reso conto che la
chiamata era una trappola, organizzata da chissà chi, per
ritardare
la sua discesa sulla Terra e la sua ricerca di Allison ovviamente.
Si
era sentito un idiota per esserci cascato e aveva subito ripreso il
suo cammino.
Aveva
spiegato le ali e aveva volato più velocemente possibile, e
non
riuscendo a trovare Allison, si era trasportato a casa di Lisa e
Dean, credendo di trovarla lì.
Ma
tutto quello che aveva visto erano stati il giovane Winchester e il
fratello da poco tornato, proprio come i suoi superiori avevano
detto, seduti sul divano del soggiorno pensierosi.
Aveva
tirato un silenzioso sospiro di sollievo. Sollevato dal non vederla
lì, col suo ex ragazzo.
Si!
Era
geloso di quel rapporto che li aveva legati e che lui da sempre aveva
cercato di avere con lei. E vedere che non era andata a chiedere
aiuto a lui, lo rendeva – egoisticamente – felice.
Ma
se non era andata da lui e non aveva chiamato, dove era finita?
Prese
il suo cellulare e si accorse solo allora delle circa venti chiamate
perse.
L'aveva
chiamato e lui, non se ne era accorto.
Provò
a richiamarla, ma lei non rispose e a quel punto la sentì.
Percepì
la sua aura vibrare debolmente.
Era
sofferente e nonostante il panico che sentiva pervaderlo in quel
momento, per le sorti della donna che amava, ora sapeva dove andare e
dove trovarla.
Volò
fino a lì, da dove sentiva la sua energia sprigionarsi,
anche se
debolmente, e la trovò stesa a terra, sanguinante e incapace
quasi
di respirare.
Si
inginocchiò e la prese tra le braccia capendo all'istante la
gravità
delle situazione e anche perchè era riuscito a sentirla.
Aveva
almeno quattro costole rotte, e di conseguenza il vecchio sigillo con
cui era marchiata si era spezzato rendendola visibile ai suoi occhi.
«Allison..»
la chiamò piano accarezzandole i capelli impiastricciati di
sangue e
per un attimo sentì il bisogno di urlare.
Il
suo bel viso era gonfio e tumefatto. Sanguinante e ferito
praticamente in ogni angolo.
Sembrava
una maschera ma lui la trovava comunque bellissima..
«Cass..»
rispose lei a fatica «Dove cavolo eri? Ho provato a chiamarti
venti
volte.»
L'angelo
sorrise di quel rimprovero.. Anche mezza morta riusciva a non perdere
il suo caratterino..
Le
poggiò la mano sulla fronte guarendola lentamente e
amorevolmente, e
quando fu come nuova, la fermò prima che iniziasse a parlare.
Le
poggiò una mano sullo sterno e la marchiò con un
sigillo ancora più
potente di quello che aveva prima, e poi la aiutò ad alzarsi
da
terra. «Chi ti ha.. ridotta in quel modo?»
«Cass,
Anna ha preso October.. Lei ha detto che è il suo regalo per
Lucifero.»
«Anna
è morta.»
«No..»
disse lei scuotendo il capo «Cioè si, ma Lucifero
l'ha riportata
indietro prima di essere di nuovo rinchiuso in gabbia e le ha ridato
tutti i suoi poteri. E ora lei lavora per lui.. Ha preso lei la
piccola. Ha detto che nell'attesa che Lucifero ritorni la
prepareranno, in modo che sia pronta.»
«Pronta
per cosa?»
«Per
contenerlo..»
Castiel
si sentì scosso da migliaia di brividi di orrore. Ma fece un
grosso
respiro e strinse il viso di Allison tra le mani dolcemente..
«E'
stata Anna a ridurti in quel modo?»
«Si
ma..»
«La
ucciderò! Lo giuro. Stavolta la ammazzo.»
Allison
indietreggiò un po' e strinse i pugni. «Castiel!
Ha preso lei
October.. Vogliono tenerla pronta per essere il nuovo contenitore di
Lucifero.. Capisci o no?»
L'angelo
annuì e sospirò profondamente.. «Senti,
so che è orribile da
dire, ma questa è la cosa migliore che potesse capitarci..
perchè
se devono prepararla per il ritorno di Lucifero, nessuno
oserà
alzare un dito su di lei.. Quindi per quanto possibile devi stare
tranquilla.. La troveremo, te lo prometto.»
Allison
sentì gli occhi di nuovo riempirsi di lacrime e
annuì lentamente..
«Ok.»
«Bene,
ora prendi una camera in un motel e..» prese il suo cellulare
e
glielo diede, vedendo il suo distrutto in un angolo della strada
«Prendi questo. Ti chiamerò più tardi e
mi dirai dove sei. Hai
capito?»
«Si,
ma.. dove vai adesso?»
Castiel
sospirò e le baciò la fronte, poi volò
via.
Avrebbe
evocato Anna e, dopo essersi fatto dire dove trovare la piccola,
l'avrebbe fatta a pezzi.
Fosse
stata anche l'ultima cosa che faceva.. L'avrebbe uccisa.
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Capitolo 5 *** You can count on us ***
You
can count on us
L'avrebbe
uccisa.
Si! L'avrebbe riempita di botte, come lei aveva fatto con
Allison e poi l'avrebbe uccisa.
Prima
però, ovviamente, si sarebbe fatto dire dov'era la piccola.
Questo
era il suo piano, e la sua determinazione lo faceva sentire sicuro
che sarebbe riuscito a portarlo a termine.
Anna
– aveva detto Allison – aveva di nuovo tutti i suoi
poteri, ma
anche lui, quindi sarebbe stata una lotta alla pari.
Avrebbero
combattuto, e anche se sicuramente Anna gli avrebbe dato filo da
torcere, lui avrebbe vinto alla fine.
E
a portarlo alla vittoria sarebbe stato l'amore per Allison e la
voglia di ritrovare la sua piccola October.
Sospirò
pensando che sua non era il
termine più adatto a definire la piccola.
October
era figlia di Allison, e anche se lui si comportava con lei come un
padre, non era suo padre.
Lei
era figlia di Dean Winchester, del grande amore del suo grande amore.
Si
irrigidì pensando a loro e al loro passato.
Immaginando
le mani di Allison che dolci e leggere accarezzavano Dean, e alle
mani di Dean che bramose, quanto le sue, accarezzavano il corpo di
Allison.
La
sua pelle morbida, i suoi capelli profumati, le sue labbra rosate.
Scosse
il capo rallentando la velocità del volo. Per non rischiare
di
precipitare al pensiero di quelle immagini che bruciavano come fuoco
nella sua mente, e poi individuò il posto ideale in cui
fermarsi.
Uno
spiazzale umido e buio..
Il
perfetto posto per un tipo squallido e traditore come Anna.
Si
piegò sulle sue ginocchia e si tagliò il palmo
della mano.
Col
sangue, disegnò un perfetto cerchio sull'asfalto bagnato e
pronunciò
lento e deciso, con una precisione che fece specie persino a lui, la
formula necessaria ad invocarla.
Chiuse
gli occhi e poggiò la mano ferita al centro di quel cerchio
sulla
strada.
Si
accese un leggero fuoco.
Una
fiamma che non emanava nessun calore.. Semplicemente colorava e
illuminava un po' il buio intorno.
Si
alzò in piedi e attese, lasciando che fosse l'ardore della
missione
che aveva da svolgere, ad alimentare il magico fuoco, e poi la
sentì.
Anna
era lì.
Stava
dietro di lui. La sentiva ghignare malvagia e il suo nervosismo, la
sua rabbia, crescevano in modo direttamente proporzionale
all'aumentare della sua risata.
Si
voltò verso di lei guardandola con aria truce e
tirò fuori il suo
pugnale.
«Anna!»
esclamò duro «Dimmi dov'è October, e
forse ti ucciderò senza
farti soffrire troppo.»
Anna
annuì appena e avanzò piano con fare pensieroso.
«Scordatelo!»
«Allora
userò le maniere forti.» continuò Cass.
Allungò
la mano e la spinse indietro con violenza e senza pietà..
Dovevano
parlare..
Oh
si! Dovevano.
*****
Sam
continuava a chiedersi come potevano fare per trovare October.
Un
po' si era stupito, come Dean, di aver scoperto solo ora di questa
nipotina.. Ma il suo stupore era durato un attimo.
Lui
era perso all'Inferno.. Allison non avrebbe potuto di certo
dirglielo.
E
poi, onestamente.. non credeva che, anche potendo, glielo avrebbe
detto.
L'aveva
tenuto nascosto a Dean, che era il padre.. Ed era stata dannatamente
brava a farlo.
Contrariamente
a quanto si poteva pensare, le voci tra i cacciatori circolavano
molto in fretta, e di certo, Allison Morgan, ex amore di Dean
Winchester, con una bambina, non sarebbe passata inosservata.
Eppure
lei c'era riuscita.
Aveva
tenuta nascosta l'esistenza di October, e se non fosse capitata la
brutta cosa che invece era successa.. beh, probabilmente non
l'avrebbero mai saputo.
O
forse si!
Lui
sarebbe andato a trovarla prima o poi, e a quel punto avrebbe notato
la piccola.
Avrebbe
fatto 2+2 e avrebbe scoperto tutto..
Ma
l'avrebbe detto a suo fratello?
Sospirò
pensandosi in quell'assurda situazione in cui si sarebbe trovato..
Da
un lato la sua migliore amica che gli chiedeva di non dirlo, e
dall'altro il suo senso di colpa nei confronti del fratello a cui
difficilmente sarebbe riuscito a non dire nulla.
Però,
forse ci avrebbe provato.. Spinto dal terzo lato di quella storia,
che voleva preservare la felicità e l'angolo di
normalità che suo
fratello si era ritagliato dopo anni passati a vivere sull'orlo della
morte e della pazzia.
Si
prese la testa tra le mani, tappandosi le orecchie..
Quasi volesse
zittire le voci nella sua mente..
Si
schiarì la voce e decise di chiedere.. Non avrebbe mai
voluto
toccare quel tasto delicato, sopratutto perchè sapeva dove
li
avrebbe condotti, ma ora, non poteva più fingere di non
essere
curioso..
«Posso
farti una domanda?» chiese al fratello che distrattamente
guidava la
sua nuova auto familiare.
Dean
annuì senza staccare gli occhi dalla strada, pensieroso e
con gli
occhi carichi di dubbi.
«Tu
ed Allison, che tipo di rapporto avete avuto nell'ultimo
anno?»
chiese Sam.
«Dopo
che tu.. beh.. Noi abbiamo preferito prendere strade diverse. Io sono
andato da Lisa e lei è tornata a casa.»
«Così?
Senza dubbi o perplessità? Semplicemente vi siete
lasciati?»
«Si!
Quando una cosa non funziona è inutile provare a farla
andare.. E'
meglio finirla.. Io non sono un tipo da lunghi e tristi addii, dopo
tentativi di riparo.. preferisco tagliare il problema alla radice.
Netto e ordinato.»
«Il
problema? Allison era il problema?»
Dean
sospirò e scosse il capo. «No!»
esclamò «Io ero il problema, ma
lei non era la soluzione.»
Sam
fece un grosso respiro, pensando alla prossima domanda, ma quando
Dean accese la radio, facendo intendere di non avere alcuna voglia di
continuare a parlarne, lasciò perdere tutto e si
concentrò su
altro.
Afferrò
il suo computer e cercò inutilmente di rintracciare l'amica.
Come
avrebbero fatto a trovarla?
Si
passò una mano sul viso e si ricordò del piccolo
trucchetto che
usavano tempo prima, tutti e tre, quando erano costretti a dividersi
e poi ritrovarsi.
Primo
motel dell'elenco telefonico.
Lo
cercò e poi disse a Dean dove andare.
*****
Nemmeno
il caldo e rilassante getto dell'acqua sulla pelle riusciva a farla
sentire meglio.
Il
macigno sul suo petto pesava ogni minuto di più, ed Allison
aveva
capito che, avrebbe smesso di opprimerla, solo quando avrebbe stretto
tra le braccia October, sana e salva.
Castiel
le aveva detto che l'avrebbero ritrovata, e che per quanto orribile
da dire, gli scopi per cui volevano.. usarla, avrebbero impedito che
le venisse fatto del male.
Rabbrividì
a quel pensiero e chiuse l'acqua.
Uscì
dal box doccia e si avvolse in un asciugamano pulita, per quanto
pulite le cose potevano considerarsi dentro la stanza di quello
squallido motel.
Indossò
i soli vestiti che aveva, ripromettendosi di comprare qualcosa di
pulito il giorno dopo..
Non
per vanità, ma solo per igiene personale.
Era
triste e depressa, e non voleva anche essere puzzolente.
Lasciò
i capelli bagnati e liberi di accarezzarle le spalle e strinse forte
tra le mani il cellulare che Castiel le aveva dato, attendendo con
ansia una telefonata che le avrebbe dato notizie.
Le
sembrò di impazzire, in attesa di uno squillo, e
cercò di calmare
la sua agitazione canticchiando.
Chiuse
gli occhi e uscì fuori sul portico.
Si
mise a sedere sui gradini godendosi la fresca aria serale e
canticchiò la prima canzone che le venne in mente.
Ma
quale poteva essere la prima canzone a venire in mente alla mamma di
una bambina di cinque mesi?
Intonò,
andando in automatico, la ninna nanna preferita di October,
immaginando di cullarla poggiata lì, sul suo cuore, mentre
lei
sorrideva ribellandosi al sonno, per poi crollare stringendo
dolcemente una ciocca dei suoi capelli.
Le
sue mani paffute e profumate di talco, il suo viso sorridente e i
suoi capelli sempre arruffati che lei amava acconciare con piccole
mollettine colorate.
Sentì
il cuore esploderle dentro il petto e maledì se stessa per
essere
stata tanto stupida da dare retta al suo orgoglio, e riportare la
macchina a Dean..
Avrebbe
dovuto distruggerla e rispedirgliela, senza andarci di persona..
«Maledetta
me!» esclamò con la voce rotta dal pianto.
Poggiò
il cellulare accanto a sé e nascose il viso tra le mani
scoppiando
in lacrime.
La
sua piccola, dolce October..
Era
così bella e tenera.. Come poteva Lisa, anche solo aver
pensato che
non esistesse?
Resistette
a stento alla tentazione di distruggere anche quel cellulare che Cass
le aveva dato.
Le
serviva, ma lo odiava perchè non squillava.
Si
ritrovò a singhiozzare da sola, con unica compagna l'eco del
suo
pianto disperato.
Si
poggiò la mano sul cuore, come per fermare i battiti
martellanti e
dolorosi nel suo petto e poi sentì una mano accarezzarle
gentile i
capelli.
Non
si spaventò neppure..
L'odore,
familiare al suo olfatto, la colpì in pieno, e si rese conto
che,
anche se aveva detto a se stessa e a tutti il contrario, in quel
momento lei aveva bisogno di lui, e non sarebbe stato indifferente,
per lei, se lui si fosse rifiutato di aiutarla.
Si
tolse le mani dal viso, senza aprire gli occhi e senza smettere di
piangere e si lasciò stringere nel caldo abbraccio
familiare, che
l'aveva stretta tante volte.
Si
aggrappò a lui, quasi come fosse il salvagente che le
avrebbe
evitato di affogare nel suo dolore, e affondò il viso nel
suo petto.
«Andrà
tutto bene..» sentì sussurrare.
Sarebbe
andato tutto bene?
Non
lo sapeva.. Ma per lo meno, ora aveva due mani in più pronte
ad
aiutarla..
Anzi, quattro. Perchè poteva scorgere la sagoma di Sam
lì accanto.
«Grazie
di essere venuto..»
gli disse piano.
«Non
c'è di che.. Ora alzati e andiamo dentro.. Fa fresco qui
fuori e i
tuoi capelli sono bagnati.»
Allison,
si asciugò gli occhi, anche se i singhiozzi non si fermarono
e annuì
cercando di convincere se stessa che tutto sarebbe andato per il
meglio..
Afferrò
le mani di Dean che la aiutavano ad alzarsi e con lei e Sam
entrò in
camera.
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Capitolo 6 *** Is not a love triangle ***
Is
not a love triangle
«Allison..
Ti va di parlarmi di October?»
Quando
Dean glielo aveva chiesto, Allison era rimasta perplessa per un
attimo.
Onestamente,
anche se non glielo avrebbe mai detto, aveva pensato che a lui non
importasse niente di niente della piccola.
E
l'aveva pensato per diversi motivi.
Primo
fra tutti l'esitazione che aveva avuto quando gli aveva chiesto
aiuto..
Se
gli interessava davvero sapere qualcosa di sua figlia,
perchè aveva
esitato davanti alla sua richiesta di aiuto?
Forse
adesso gli interessava, perchè sapere di che colore ha i
capelli, o
gli occhi.. o sapere qual è la sua canzoncina preferita, era
quello
che gli serviva per trovare dentro di sé la giusta voglia di
ritrovarla.
Forse
– anche se Allison ne dubitava – voleva solo
accertarsi che Lisa
non avesse ragione e che quindi la piccola esistesse davvero.
No!
Dean
era stronzo a volte, ed era emotivamente immaturo, ma.. lui le
credeva.
O
almeno lei sperava che fosse così.
Ma
ora, cosa doveva fare?
Asciugarsi
gli occhi e parlargli di October o chiedergli perchè di
colpo gli
interessava sapere di lei?
Sospirò
e si asciugò gli occhi prendendo la sua decisione. Poco
importava se
chiedeva solo per sfatare i suoi dubbi..
Lei
adorava parlare della sua bambina e nonostante tutto. Dean aveva il
diritto di sapere.
Oramai
l'aveva coinvolto e non era giusto tenerlo all'oscuro.
«Cosa
vuoi sapere?» chiese.
«Tutto
quello che ti viene in mente..» rispose lui «Per
favore..»
Allison
fece un grosso respiro e si schiarì la voce.. Tutto quello
che le
veniva in mente era tanto, ma non potevano fare altro che aspettare
l'arrivo di Castiel, quindi, tanto valeva ammazzare il tempo.
Castiel..
I
pensieri di Allison si soffermarono su di lui.
Se
lo immaginò scontrarsi con Anna, picchiarla senza
pietà solo perchè
lei non aveva avuto pietà per il suo povero viso, e per
tutto il
resto, nello scontro che avevano avuto poco prima.
Si
preoccupò pensando che, il sentimento che muoveva Castiel a
scontrarsi con l'altro angelo, un tempo suo superiore, non era il
migliore dei sentimenti.
L'odio
e la rabbia avrebbero potuto fargli perdere la lucidità e
avrebbe
potuto farsi male.
Ma
Cass era un angelo saggio e consapevole delle sue azioni, e teneva
troppo a lei ed October per compiere gesti avventati che l'avrebbero
anche solo ferito gravemente.
«Ehm..
lei ha capelli dorati.. Quando è nata tendevano un po' al
rossiccio, ma col tempo i riflessi rossi sono spariti ed ora ha il
tuo stesso identico colore.. Ma ha i miei occhi.. Occhi nocciola
quasi sempre velati da un sottile strato lucido.. Anche quando
è
felice.» iniziò «Adora l'altalena..
Quando la porto al parco,
sulle giostrine piange disperata se qualcuno la occupa e lei non
può
salirci. Adora assaggiare tutto.. Tutto quello che posso farle
assaggiare ovviamente. Guarda curiosa ogni cosa intorno a lei e
quando ha sonno si prende il viso tra le mani e lo stringe tirandolo
verso il basso nel disperato tentativo di tenere gli occhi aperti..
Le prime volte credevo che fosse una specie di gioco, e ho cercato di
distrarla da questa abitudine.. Ha la mia pelle chiara e le
rimanevano tutti i segni rossastri delle mani sul viso..»
Si
fermò e sorrise, così come Dean che la fissava
estasiato, quasi
come se stesse ascoltando una bellissima favola.
«Ma
poi ho capito che lo faceva quando aveva sonno e così, ora
appena la
vedo farlo, la prendo in braccio e la porto di sopra nella sua
camera. La tengo in braccio e mi siedo sulla sedia a dondolo.. E
piano piano lei si assopisce arrotolandosi tra le dita una ciocca dei
miei capelli.»
«E
dorme tutta la notte o si sveglia?»
«Dipende..
A volte si addormenta presto e quindi all'alba si sveglia, sazia di
sonno e inizia a urlare cose senza senso.. che – ho capito
–
essere il suo modo di canticchiare.. Lei si afferra i piedini con le
mani e mormora mormora.. fin quando non vado a prenderla. La porto
nel lettone con me e lei si nasconde sotto le lenzuola e giochiamo a
cucù.. E si diverte.. e la sua risata.. è una
gioia per le
orecchie.»
Si
fermò e scoppiò in lacrime.
Le
mancava la sua bambina e iniziava a temere che non l'avrebbe rivista
mai più.
*****
Cosa
poteva dirle per farla sentire meglio?
Si
sentiva tremendamente in colpa per averle chiesto di parlare della
piccola.. Se non l'avesse fatto, ora probabilmente starebbe dormendo
stremata dal pianto.
E
invece, singhiozzava e lui era incapace di fare o dire qualcosa per
farla stare meglio.
Gli
era piaciuto sentire della bambina. Gli era piaciuto sapere che era
il perfetto mix tra loro e gli era piaciuto sentirlo raccontare da
lei che aveva una predisposizione naturale a raccontare le cose.
Gli
era piaciuto tutto, ma vederla piangere disperata ora, gli straziava
il cuore.
Voleva
stringerla e rassicurarla, ma farlo sarebbe risultato ipocrita,
perchè lui non sapeva se tutto sarebbe andato per il meglio.
Ci
sperava e aveva cercato di infonderle coraggio già prima, al
suo
arrivo.. Ma ora se ne stavano da ore chiusi dentro una camera
d'albergo, con Sam fuori in giro a cercare piste e tracce,
contattando amici che preferiva non conoscere, e Castiel alla ricerca
di Anna che – oramai non gli era più difficile
crederlo – aveva
preso la bambina, rivelandosi l'infima stronza che Allison aveva
sempre sostenuto fosse.
Si
passò la mano sul viso e la osservò alzarsi,
nervosamente in preda
ai singhiozzi più forti che avesse mai sentito.
«Allison..»
«La
ucciderò! Lo giuro.. fosse l'ultima cosa che faccio, io
ucciderò
quella maledetta di Anna.. Si è presa tutto quello che
è mio.. Te,
e con te la mia serenità e ora nostra figlia..»
Nostra..
era la prima volta che questa espressione non lo terrorizzava o
disorientava.
Anzi..
lo incuriosiva e lo riempiva di tenerezza.
Tenerezza
nel pensare che, da qualche parte, una profumata e deliziosa bambina,
con la pelle della mamma – e quindi la più bella e
morbida che
avesse mai accarezzato – aspettava di essere stretta tra le
braccia.
E
quella deliziosa creatura, era anche sua.
Voleva
bene a Ben, come se fosse suo – cosa che effettivamente non
era mai
stata chiarita davvero – ma October, era sua davvero e senza
dubbio. Aveva il suo sangue e racchiudeva in sé tutti i
dettagli che
facevano di lei una Morgan/Winchester.. E lui quell'accoppiata
l'aveva sempre amata.
Si
perse per un po' nei suoi pensieri e poi si alzò allarmato
quando
vide Allison prendere un pugnale, e uno strano libro.
Immaginava
cosa volesse farci, e non gli piaceva per niente quell'idea.
«Che
vuoi fare?» le chiese raggiungendola «Invocare
Anna, e batterti con
lei con l'intento di ucciderla?»
«Esatto..
Ma prima la torturerò senza pietà
finché non mi dirà dov'è
October.»
«Un
piano geniale.. Si, fatti uccidere. Così, quando ritroveremo
la
piccola non avrà più la sua mamma.»
«Cosa
dovrei fare secondo te?»
«Avere
pazienza.. Castiel sta arrivando e sono sicuro che ci darà
buone
notizie. Ti prego..»
Allison
si calmò e fece un grosso respiro.. Dean aveva ragione e lei
doveva
stare calma, anche se era difficile.
Scosse
il capo gettando pugnale e libro sul letto e scrollò le
spalle come
per rilassarsi prima di un grande incontro di box.
«Hai
ragione..» sussurrò «E' solo che non so
più a cosa aggrapparmi..»
«Aggrappati
a me..» le sussurrò Dean a sua volta. Le prese le
mani e le baciò
dolcemente speranzoso di essere abbastanza forte da sorreggerla.
*****
Lui
si stava facendo in quattro per aiutarla e come al solito, Dean
Winchester si prendeva le coccole e i momenti intimi.
Come
quello che gli si era presentato davanti non appena era arrivato
nella stanza.
Aveva
chiamato prima di arrivare, e aveva immaginato che Allison non fosse
sola, ma nonostante tutto, il pensiero che lì ci fosse
proprio Dean
che le stringeva le mani con fare apparentemente romantico, non
l'aveva neppure sfiorato.
Si aspettava di trovare Sam forse.. Si!
Sam
poteva anche essere logica come presenza..
Invece
c'era Dean e vedere Allison con le mani dentro le sue, gli dava il
voltastomaco..
Si
schiarì la voce, rumorosamente, incurante della
possibilità di
interromperli..
Non
sapeva se c'era effettivamente qualcosa da interrompere, ma se c'era
gliene importava ben poco.
Fece
qualche passo avanti e osservò in ogni minimo dettaglio i
gesti di
Allison.
Si
era allontanata da Dean non appena aveva sentito il suo arrivo.. E
questo era un bene.. Ma si era allontanata perchè voleva
farlo, o
solo perchè non voleva ferirlo?
La
prima opzione gli piaceva decisamente di più della seconda.
Guardò
il libro stretto in una delle sue mani e lo agitò un po'.
«Ti
ho portato Il mago di Oz. E'
uno dei tuoi libri preferiti e ho pensato che leggere ti avrebbe
distratta.. Ma vedo che ti stai già distraendo a
sufficienza.» le
disse lanciando il libro sul letto.
Si
voltò verso la porta ed uscì fuori per
riflettere..
Doveva
calmarsi e ricacciare indietro la sua gelosia.
Perchè?
Perchè aveva chiamato Dean? Lui non le bastava? Doveva per
forza
coinvolgere anche l'ex cacciatore?
Si
passò la mano sul viso e si mise a sedere sui gradini del
piccolo
portico frontale alla stanza.
Fece
dei grossi respiri, cancellando – o almeno provandoci
– dalla sua
mente l'immagine appena vista, e poi le sentì..
Le
mani che tanto amava accarezzargli i capelli..
Chiuse
gli occhi per un attimo e li riaprì giusto in tempo per
vederla
sedersi accanto a lui.
«Grazie
del libro.. E' stato molto carino da parte tua..» la
sentì
sussurrare.
«Non
carino abbastanza visto che Dean si prende la tua gratitudine ed il
tuo affetto, ed io solo delle botte da parte di Anna.»
«Cass..
stava solo cercando di confortarmi.. Ti prego, non fare
così..»
«Perchè
non dovrei? A lui non è mai importato veramente di te..
Eppure tu
l'hai chiamato.. Prima di me ci scommetto..»
«Si,
perchè ero vicina a Cicero quando October è
scomparsa e il panico
mi ha sopraffatta e sono andata da lui che era il più
vicino..»
Castiel
sospirò e la guardò. «Ci sei andata
solo per questo?»
Allison
sorrise appena e gli prese amorevolmente il viso tra le mani poggiando
delicatamente la bocca sulla sua..
«Solo
per questo..» gli sussurrò «Ora dimmi
cosa sai.. Questo non è un
triangolo amoroso.. Stiamo cercando October.»
L'angelo
sorrise dolcemente e prima di parlare, la baciò di nuovo
stringendola forte a sé.
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