Library sweet library

di HarrynHermione
(/viewuser.php?uid=3336)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Levati di mezzo ***
Capitolo 2: *** Sette e mezza ***
Capitolo 3: *** Mezzo sorriso ***
Capitolo 4: *** Mezze verità ***
Capitolo 5: *** Il fine giustifica i mezzi ***
Capitolo 6: *** In mezzo, tra noi ***



Capitolo 1
*** Levati di mezzo ***


Luogo e tempo non ben definiti

Luogo e tempo non ben definiti...direi sesto anno, fingendo che HBP non esista.
C’è però un riferimento ad una passata storia Ron/Hermione, ma nessun timore...è  iniziata e...finita.

Doveva essere una rapida one-shot, ma poi ci ho preso la mano...credo verrà fuori qualche  capitoletto in più.

Tanto per scribacchiare qualcosa in attesa di altri progetti (long fic...? Forse... vedremo...^^).

Buona lettura!!!

 

 

 

 

 

 

“Levati di mezzo, immediatamente!” Hermione affrettò il passo, tenedo i libri stretti contro il petto, senza mai voltarsi, uno sguardo truce e infastidito sul volto.

Harry le correva quasi dietro, cercando di affiancarla e di bloccarla, senza riuscirci.

 

“Hermione...aspetta...solo un attim-” Cercò di allungare un braccio, ma lei lo evitò.

 

“Harry! Ti ho detto NO! Non voglio parlare con te! E’ abbastanza chiaro?!” Continuò a camminare verso la porta della biblioteca. Pensò che avrebbe dovuto andarsene prima, invece Harry l’aveva preceduta e l’aveva incastrata nel Sezione Incantesimi, cercando in ogni modo di parlarle.

 

“Ti prego, fammi solo spiegare...” Questa volta Hermione si bloccò di colpo, tanto che per poco Harry non le sbattè contro. Si voltò furibonda, fulminandolo con lo sguardo.

 

“Oh, certo...non è come sembra, è successo per caso, o forse no, aspetta...ERI SOTTO IMPERIUS! Ecco la scusa perfetta. Tutto a posto Harry, ti risparmio la fatica, non devi inventarti nessuna scusa idiota! E ora, LASCIAMI IN PACE!”

 

Girò sui tacchi e ricominciò la sua pesante marcia verso l’uscita. Avrebbe potuto sbranare chiunque le si fosse parato davanti, tanto era nervosa e arrabbiata.

 

Harry restò immobile, seguendo Hermione con lo sguardo, senza sapere che fare. La vide deviare dalla sua traiettoria, probabilmente per riporre uno dei libri che teneva tra le braccia.

Harry si passò una mano tra i capelli e fece qualche passo impazientemente, come a cercare una risposta nel poco tempo che restava prima che lei uscisse. Sapeva quanto sarebbe stato difficile riuscire di nuovo a trovarsi faccia a faccia con lei. Lo odiava.

 

La biblioteca era ormai deserta, ma Harry aveva perso la cognizione del tempo; non sapeva che ora fosse, e non riusciva ad individuare Madama Pince. Era venuto lì unicamente per scusarsi con Hermione e per tentare di spiegarle le sue motivazioni. Sapeva bene che non sarebbe stato per nulla semplice, sia perchè non era mai stato molto abile nell’affrontare discorsi seri, sia perchè Hermione non sembrava avere alcuna intenzione di ascoltare le sue ragioni.

 

Le candele continuavano ad illuminare la stanza, che appariva però particolarmente spettrale e tetra per via del buio che proveniva dalle alte finestre. I vetri vibravano leggermente a causa delle forti folate di vento che provenivano dall’esterno.

Harry si avvicinò alla finestra, e guardò malinconicamente fuori. Un lampo attraversò il cielo, e dopo qualche istante il castello rimbombò totalmente in conseguenza di un fragoroso tuono.
Harry vide Hermione sussultare. Da quella posizione poteva di nuovo seguire i movimenti della ragazza, mentre in punta di piedi scrutava uno per uno i titoli di enormi tomi.

Harry sorrise tra sè. Sembrava così piccola e dolce, aggrappata allo scaffale, la sua testa piena di boccoli ambrati che si protendeva con sforzo verso l’altro per riuscire a distinguere i titoli dei libri.

La sua Hermione.


Fotografò nella mente quell’immagine così semplice e ordinaria, eppure così intima...così Hermione.

Restò a fissarla, mentre il ricordo del loro recente litigio ritornava prepotentemente a far capolino nella sua mente.

 

*****

 

“Harry!” Hermione agitò la mano in segno di saluto appena lo vide in fondo alla strada che conduceva ad Hogsmeade.

 

“Ciao! Allora, di cosa volevi parlarmi? Hai detto che era importante...”

Hermione si morse nervosamente il labbro e abbozzò un sorriso, avvicinandosi le mani alla bocca e soffiandovi sopra alla ricerca di calore.

 

“Sì...avevo davvero bisogno di parlarne con te... vieni, togliamoci dal rumore e dalla folla” e gli fece cenno di incamminarsi.

 

Harry la seguì senza parlare.

 

Hermione sentiva il cuore esploderle in petto. Non sapeva cosa avrebbe detto, non sapeva realmente dove voleva arrivare...ma doveva rischiare.

Ultimamente Harry si era allontanato da lei e Ron.

Forse era piuttosto prevedibile, visto che dopo enormi tira e molla, litigi e patimenti, lei e Ron si erano messi insieme.

Harry aveva lentamente preso le distanze, forse per non intromettersi tra di loro, o per non sentirsi il terzo incomodo della situazione.

 

Lei ne aveva sofferto enormemente.

Non che disdegnasse la compagnia di Ron, anzi...ma Harry era Harry.

E quando si trovava sola con Ron, non si sentiva più la stessa. Sentiva un vuoto dentro, provava un senso di nostalgia.

Non le ci era voluto molto per capire che era Harry, ciò di cui sentiva nostalgia.

Era Harry il pezzo mancante.

E con enorme orrore e rimpianto, si era resa conto che era anche Harry ad aver unito lei e Ron.
In qualche modo era Harry a tenerli insieme.

Quando Harry era con loro, lei aveva inconsapevolmente rivolto le sue attenzioni e la sua gelosia verso Ron fino a provare qualcosa per lui, perchè Harry era semplicemente la presenza costante che faceva parte di lei. Ron sfuggiva al suo controllo, Ron la mandava in bestia e la contraddiceva, Ron era capace di farle ribollire il sangue nelle vene...e lei aveva sentito il bisogno di avvicinarlo di più a sè, quasi fosse una sfida.

Harry le era già vicino...ma aveva così tanti pesi sulle spalle, così tante cose da affrontare e sopportare, che non le era mai apparso come un vero e proprio ragazzo da desiderare, da possedere...da amare.

 

Ma poi, appena lei e Ron erano goffamente riusciti ad ammettere i loro reciproci sentimenti, Harry pian piano le era scivolato via dalle mani.

E lei aveva iniziato solo allora a desiderarlo.

Ma non come Ron.

Per Harry non provava quell’attrazione leggermente infantile e di sfida, quel sentimento un po’ irrazionale. Quell’aspettativa e adrenalina nel momento della conquista che risulta più dolce di quanto poi sia la realizzazione.

Con Harry era diverso.

Provava per lui un affetto incondizionato e radicato, un bisogno profondo e disperato.

E se ne accorgeva solo ora, ora  che lui era distante.

 

Anche Ron si era accorto che qualcosa non andava.

Era come se, insieme, lui ed Hermione avessero perso tutto il gusto. Litigavano esattamente come prima, non erano mai d’accordo, ed era davvero difficile poter condividere scambi di tenerezze.
Semplicemente, non riuscivano ad essere spontanei.

Insomma, era tutto sbagliato. Dopo il primo bacio, non avevano avuto il coraggio di parlare delle loro reciproche sensazioni. Ma poi Ron aveva raccolto un po’ di forze, e balbettando le aveva confessato che gli sembrava di aver baciato sua sorella.

Hermione era scoppiata a ridere, una risata sincera e liberatoria.

Anche Ron, Ron dalla sensibilità di un cucchiaino da tè, aveva dovuto ammettere che non erano fatti per stare insieme. Ci era voluto un po’ di tempo per capirlo, ma alla fine non avevano potuto negare l’evidenza.


Harry ovviamente non sapeva nulla. Forse, pensò Hermione sorridendo, nessuno avrebbe saputo trovare la differenza tra lei e Ron come coppia o come amici, perchè questa differenza non c’era; quindi Harry non l’avrebbe mai capito spontaneamente.

Per questo gli aveva lasciato un biglietto dentro il libro di Pozioni e gli aveva chiesto di incontrarla ad Hogsmeade per parlare.

Voleva aggiornarlo sugli ultimi eventi, sperava che Harry si sarebbe di nuovo avvicinato a lei –a loro- appena avesse scoperto che non stavano più insieme.

In realtà, sperava di riuscire a dirgli quanto le era mancato, e di come si era accorta di avere un disperato bisogno di lui. Non era affatto sicura che sarebbe riuscita a confessargli queste parole, e appena lo vide arrivare si sentì mancare e per poco le ginocchia non le cedettero.

Ma voleva almeno fargli capire che lei non era innamorata di Ron, che tra loro non avrebbe potuto esserci nulla al di fuori di una bella amicizia. Forse era davvero stupido, ma voleva mettere subito le cose in chiaro.

Non era abitudine di Hermione illudersi e fare castelli in aria, però in cuor suo pensava che se in un remoto universo e in un lontanissimo futuro Harry avesse potuto interessarsi a lei, doveva essere sicuro che lei non fosse già impegnata.

 

Hermione scosse la testa per cacciare via l’ultimo assurdo  pensiero, e rallentò quando si trovarono davanti al recinto della Stamberga Strillante.

 

Si voltò verso Harry, che la fissava con uno sguardo interessato e curioso, il capo leggermente chino verso destra.

 

Hermione si accorse di un gruppo di voci che provenivano in lontananza dalla stessa direzione da cui erano appena arrivati, quindi tirò un profondo respiro e decise di iniziare a parlare prima di essere interrotta.

 

“Ecco...io...insomma, ultimamente non abbiamo più avuto occasione di parlare...”

 

Harry la guardò leggermente accigliato.

 

“Hermione, pensavo fosse abbastanza chiaro...non era nulla di personale...ma non mi andava di intromettermi tra te e Ron...voi...insomma...!”

 

Hermione scosse la testa.

 

“Si..si...lo so, non è questo il punto...io...volevo solo dirti che...io e Ron...ci siamo lasciati”

 

Harry si lasciò scappare un’espressione di stupore.

 

“OH...mi dispiace, sembrava fosse quello che volevate...stare insieme intendo...”

 

Hermione sorrise imbarazzata ed iniziò a torturarsi le mani.

 

“No, non preoccuparti...non devi dispiacerti...insomma, anch’io pensavo che fosse quello che volevo, ma poi sia io che Ron ci siamo accorti che non poteva funzionare...siamo solo amici, ed entrambi avevamo confuso quest’amicizia per qualcosa di più”

 

Harry continuò a fissarla, lo sguardo freddo ed immobile.

 

“Perchè mi dici questo, Hermione?”

 

Hermione sussultò, improvvisamente colpita dalla domanda così diretta e sprezzante. Cercò di non scomporsi, per quanto si sentì infastidita ed urtata dalla freddezza di Harry. Perchè doveva trattarla in questo modo? Aveva detto qualcosa di male?

 

“Ecco...volevo solo...insomma, sentivo di dovertelo dire, ho pensato che avresti voluto saperlo...eravamo- anzi siamo amici, io te e Ron...ora le cose potrebbero tornare come prima...lo so che queste cose non si possono decidere a tavolino, e so anche che in fondo non ci siamo mai separati realmente, però...vorrei davvero che tra noi tre ci fosse di nuovo quel rapporto speciale...prima che tu...ti allontanassi”

 

Hermione cercò di mantenere la voce calma e sicura, anche se iniziava a provare sempre più rabbia quando si accorse che Harry non la stava neppure guardando negli occhi, sembrava a malapena prestarle attenzione.

Inoltre le voci che prima sentiva, e che ora poteva distinguere appartenere ad un gruppo di ragazze, erano sempre più vicine.

Harry abbassò lo sguardo, evidentemente a disagio.

 

“Non è così facile”

 

Hermione sentì il cuore mancarle di un battito. Non capiva cosa stesse succedendo. Cercò un tono di voce più leggero e spensierato possibile.

 

“Harry...non c’è nulla di difficile...in fondo non ti sto chiedendo di forzare il tuo comportamento... in questi periodi, riuscivamo a vederci e trascorrere un po’ di tempo insieme...adesso non dovrai più cercare di evitarci e potremo di nuovo stare insieme...come in passato”

 

“Non puoi decidere come mi devo comportare. Tu e Ron avete fatto i vostri comodi e mi avete escluso dal ‘trio’ senza pensarci troppo su. E adesso, speri che le cose tornino come prima perchè tu hai deciso che dev’essere così?!”

 

Hermione rimase a bocca aperta.

“Harry! Nessuno ti ha mai chiesto di allontanarti da noi, e nessuno ti ha escluso! Anche un bambino avrebbe subito capito che io e Ron eravamo totalmente sbagliati insieme! Se tu non fossi sparito immediatamente ti saresti reso conto che non saresti mai stato di troppo tra di noi, perchè non c’era NULLA da cui essere escluso o in cui trovarsi in mezzo!”

Ora si stava arrabbiando.

Sapeva che Harry non pensava realmente quelle cose, ma era il solito Harry. Un ragazzo insicuro che perde ogni controllo e lucidità appena percepisce qualche cambiamento. Voleva farla sentire in colpa, era troppo testardo ed orgoglioso per cedere. Non gliel’avrebbe mai data vinta.

 

Il gruppo di ragazze ormai era visibile dalla strada, e anche Harry se ne accorse.

 

La ragazze si avvicinarono ed Hermione riconobbe tra loro un viso famigliare. Grace Hunningham.
L’aveva notata qualche volta con Harry: era una Serpeverde, il nuovo portiere della squadra di Quidditch, un vero portento. Durante una partita era stata colpita per sbaglio da un Bolide ed Harry l’aveva afferrata prima che si schiantasse a terra. Da allora Grace gli girava spesso intorno, ed Harry, che non poteva dire di avere molti amici al di fuori di Ron, Hermione e qualche Grifondoro, si intratteneva spesso con lei. Grace, oltre che piuttosto carina, era molto brillante ed espansiva. Harry non era precisamente l’immagine della loquacità e della sicurezza, soprattutto in compgnia di una ragazza, quindi si faceva trascinare dall’esuberanza di Grace. Hermione non sapeva in che rapporti fossero, ma nonostante questo non la sopportava. Ed era sicura che Grace non sopportasse lei.

 

Grace si separò dal gruppetto di amiche e diresse verso Harry, senza mai distogliere lo sguardo da Hermione. Aveva uno strano sorriso, tra il compiaciuto e lo strafottente.

 

“Harry! Finalmente ti ho trovato! Hai finito con quella ‘commissione’ di cui mi avevi parlato? Ora ti puoi dedicare a me?” e sorridendo ad Hermione lo prese a braccetto.

 

Hermione non era sicura di aver sentito bene.

Una COMMISSIONE?!  Era così che Harry la considerava? Le aveva concesso qualche minuto del suo tempo, ma in realtà non aspettava altro che lei si togliesse di mezzo per occuparsi di Grace?!

Sentì le lacrime pungerle agli angoli degli occhi, ma non voleva piangere davanti a loro, non poteva dar loro questa soddisfazione.

Si limitò a guardare Harry, quasi sperando che cacciasse via quella piccola intrigante attaccata al suo braccio e tornasse il solito Harry, Harry che avrebbe fatto tutto per lei.

Ma non fu così.

Harry non la guardò negli occhi neanche per un istante, ma con voce quasi impercettibile abbassò lo sguardo.

 

“Continueremo un’altra volta, Hermione. Ora devo andare”

 

Non si voltò a guardarla, nè la salutò. Semplicemente, se ne andò.

 

Hermione restò ferma, impalata, al freddo, lo sguado fisso nel punto in cui Harry era ormai sparito.
Non riusciva a piangere, tanto forte era la rabbia che provava. Harry non si era mai comportato in questo modo con lei, non sapeva spiegarsi quell’atteggiamento.

Pensò anche che prima di raccontargli di lei e Ron, era il suo Harry di sempre, non sembrava affatto infastidito di doverla incontrare...ma poi, appena era entrata nell’argomento, il suo sguardo si era fatto di ghiaccio. E poi era arrivata Grace...

Hermione decise che doveva capire cosa stava succedendo, e si avviò con passo deciso verso Hogsmeade, intenzionata a scoprirlo.

Entrò da Madama Rosmerta, e avvistò subito Grace ed Harry seduti ad un tavolo poco lontano. Le davano le spalle, così si avvicinò a loro, poco convinta, ma consapevole di dover chiarire ogni cosa con Harry al più presto.

Quando ormai era abbastanza vicina da sentire quello che stavano dicendo, fece per attirare l’attenzione di Harry, ma restò congelata appena si accorse che Grace stava parlando di lei.

“Oh, Harry, tu sei troppo buono! Dovresti imparare a dirle di no, una buona volta! E chissà cosa aveva di tanto importante da dirti...”

Hermione trattenne il respiro e pensò che forse sarebbe stato meglio parlare con Harry in un altro momento. Ma mentre si stava girando per fuggire, sentì distintamente la voce di Harry, un tono più alto di quello che aveva usato Grace.

“Hai ragione...Vorrei solo capisse che non può pretendere di correre da me appena ne ha bisogno...quei tempi ormai sono passati”

“Probabilmente si è presa una cotta per te!” e Grace rise , una risata cristallina e spietata.

Hermione si era girata verso di loro, non si accorgeva nemmeno delle lacrime che le scendevano a fiumi, dei singhiozzi che la scuotevano. Stava tremando dalla rabbia, ma era come se non fosse realmente lì, se fosse solo l’ombra di se stessa proiettata nel peggiore degli  incubi.

Vide Harry voltarsi, e guardarla fisso negli occhi. Lui sapeva che lei era lì, lo sapeva già da prima, ne era sicura. Non riuscì ad interpretare quello sguardo. Sembrava ferito, colpevole, ma anche estremamente distante.

Harry si voltò verso Grace.

“Forse è proprio così”

 

Harry dopo aver parlato guardò ancora Hermione, quasi a volersi assicurare dell’effetto delle sue parole.

Hermione restò paralizzata per qualche istante, totalmente smarrita.

Gli lanciò un’occhiata carica d’odio e corse via, alla cieca.

Quello che Hermione non vide fu Harry alzarsi di scatto per cercare di rincorrerla.

Lui stesso non capiva perchè avesse pronunciato quelle parole, lui non voleva ferirla. Ma l’aveva appena fatto, e di proposito.

Grace gli afferrò un braccio.

“Ormai è andata, in quello stato sarebbe totalmente inutile cercare di avvicinarla. Resta qui con me, ci stavamo divertendo” gli disse sorridendo.

Harry si divincolò con violenza dalla presa.

“Lasciami in pace”

E se ne andò assestando un poderoso calcio alla  sedia, prima di sbattere la porta e sparire.

 

*****

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Sette e mezza ***


“Levati di mezzo, immediatamente

 

 

Era stato un perfetto idiota. Non era riuscito a raggiungerla, aveva anche passato allo scandaglio tutto il castello, ma invano. Inutile dire che quando una ragazza non vuole farsi trovare, non la troverai. Soprattutto se sei ad Hogwarts.

E poi nei giorni seguenti Hermione l’aveva evitato come la peste, usando Lavanda, Padma e Calì come barriera. E si sa, l’ultima cosa che Harry avrebbe voluto era essere umiliato e maltrattato davanti ad un gruppetto solidale di ragazze.

Perciò era rimasto solo con se stesso, a pensare e a maledirsi, mentre di sottecchi seguiva Hermione con lo sguardo per cogliere uno spiraglio, un foro d’accesso, un modo per intercettarla e parlarle.

 

Non riusciva quasi a capacitarsi di quello che aveva detto, o fatto.

Era come se un mostro si fosse impadronito della sua mente e avesse guidato le sue azioni, quel giorno. Accecato da una rabbia atroce che l’aveva dominato, aveva odiato profondamente Hermione fino a sentire la necessità oppressiva di farle male. Gratuitamente.

 

Non sapeva ancora dare un nome a quella rabbia. Era rimasta lì, in lui, una carica inesplosa e momentaneamente disinnescata, ma con un detonatore pronto ad essere riattivato al primo cenno.

Era divenuta potente in quei mesi lontano da loro, lontano da lei. Si era sentito escluso da Ron ed Hermione, si era sentito abbandonato benchè in effetti nessuno di loro avesse mai tentato di renderglielo esplicito.

Aveva trascorso un periodo orribile, in solitudine. Gli pareva di aver fatto un salto indietro nel tempo, di essere tornato il bambino chiuso nel sottoscala, senza nessuno che lo amasse.

Avrebbe potuto restare accanto a loro, sapeva che non avrebbe mai corso il rischio di sentirsi di troppo. Semplicemente, NON VOLEVA trovarsi accanto a loro in quella specifica situazione.

La sola idea provocava in lui una sensazione strana, fastidiosa, intollerabile.

 

Così era arrivata Grace. Harry non faceva pazzie per lei e il suo modo d’essere. Era troppo invadente, troppo aperta, troppo esplosiva per i suoi gusti. Ma lui era solo, così si era lasciato travolgere. Grace lo stordiva con le sue chiacchere e la sua irruenza, gli permetteva di non pensare.

Sicuramente lo faceva sorridere e con lei il tempo passava.

Potevano giocare a Quidditch, una passione che condividevano, o volare per ore fino alla nausea. Harry riusciva a provare quella sensazione mista di libertà ed eccitazione, quando volava. Che Grace ci fosse o meno, non faceva molta differenza, ma la sua compagnia gli dava comunque l’illusione di non essere solo.

Sapeva che lei lo portava in giro come un trofeo e preda appena conquistata, ma aveva imparato a non farci caso. L’80% delle persone che avrebbe incontrato durante la sua vita l’avrebbero amato per la sua fama e cercato per esporlo agli occhi del mondo. Si era rassegnato a questa condanna. Soprattutto ora che i suoi due unici veri amici in tutta Hogwarts gli avevano girato le spalle.

 

Harry sapeva bene di non aver scusanti per il suo comportamento.

Non le stava cercando, infatti.

Stava cercando le radici, le basi di quello stato irrazionale che l’aveva dominato quel giorno, ad Hogsmeade.

Hermione non gliel’avrebbe fatta passare liscia, questo era certo.

Doveva capire e poi spiegarle.

Ma forse non voleva capire. Era proprio questo il punto, non voleva capire che era stato il pensiero bruciante della storia tra Ron ed Hermione a tormentarlo, era stato questo sentimento totalmente nuovo e devastante ad averlo messo sulla difensiva.

Un sentimento d’ira profonda che aveva solo un nome.

Gelosia.

Che pensiero assurdo, gelosia. Non si è gelosi di due amici che hanno trovato il modo di essere felici. Non è leale.

Eppure, è la triste verità’ pensò Harry.

Gelosia dunque. Per quello che loro stavano vivendo e da cui lui era escluso.

Perchè loro erano due ragazzi normali che potevano amarsi, invece lui avrebbe visto passare gli anni prima di riuscire a trovare una persona perfetta, che lo amasse per quello che aveva dentro e non per ciò che era fuori.

 

Oh sì, aveva capito che la loro storia era finita.

E se fosse stato una persona normale avrebbe dovuto esserne contento ed accogliere con entusiasmo la richiesta di Hermione di far tornare tutto come prima, il loro idilliaco trio.

 

Invece no, quelle parole avevano scatenato il mostro in lui. L’avevano rivoltato contro Hermione senza pietà.

Se a lui ora non fosse andato bene? Si dava il caso che ricostituire il vecchio gruppetto di amici era l’ultima cosa che lui avrebbe desiderato. Non voleva, non voleva assolutamente.

Lui voleva qualcos’altro, qualcosa di ben diverso...qualcosa a cui non voleva pensare.

E sicuramente, qualcosa che Hermione non aveva neppure considerato nel più remoto antro della sua mente. Lei voleva che tornassero tutti amici.

Era così semplice forse, per lei, ripartire da zero. Ritrovarsi circondata dai suoi fedeli paladini, tornare a ridere, scherzare, litigare.

Harry invece era cambiato. Aveva avuto così tanto tempo per pensare, per osservarli, per osservarla...

 

E poi l’impulso aveva fatto il resto.

Non era forse una sua prerogativa la reazione instintiva e auto-distruttiva?

Non era lui il ragazzo testardo ed irrazionale, incapace di trattenere i suoi istinti?

Non poteva forse Harry Potter, l’eroe con la responsabilità del mondo sulle spalle, permettersi certe debolezze?

Non se a farne le spese deve essere Hermione, brutto idiota

Sì, proprio così.

Si era comportato come un verme. Invece di fermarsi e usare qualche neurone in più per organizzare un ragionamento sensato, aveva preferito fare il suo comodo. La strada più semplice.

Aveva anche dimenticato che Hermione era la persona che l’avrebbe ascoltato e compreso, alla quale avrebbe potuto parlare di qualsiasi cosa.

Avrebbe potuto spiegare quello che aveva provato, quello che si era scatenato in lui, e poi cercare di risolvere la situazione insieme a lei.

Invece no, il dissennato ed irresponsabile Harry aveva preso il sopravvento.

Ottimo lavoro.

E adesso, oltre a dover affrontare lo stesso discorso che aveva tentato di rimandare con lei, doveva anche implorare il suo perdono probabilmente immobilizzandola per farsi ascoltare.

Harry si fece un piccolo appunto mentale.

Mandare a quel paese Grace, ma definitivamente questa volta.

Sapeva di essere stato un emerito imbecille già di per sè, ma appoggiarsi alla furba Serpeverde usandola come fonte di coraggio per essere maligno era stato davvero un colpo basso. Non solo verso Hermione, ma anche nei confronti di se stesso.

Dopo aver tentato per anni di sopprimere qualsiasi caratteristica che potesse accomunarlo ad un Serpeverde, aveva permesso a quell’ombra di impossessarsi di lui ancora una volta. Sapeva di non  poter mettere del tutto a tacere quella parte di sè...ma lui aveva la facoltà di scegliere, e come gli aveva detto Silente, di scegliere tra ciò che è semplice e ciò che è giusto.

Era stato facile aggredire Hermione sperando di alleviare il suo dolore.

Ma non giusto.

 

***

 

Hermione si sentiva osservata, e si stava visibilmente innervosendo.

Sentiva la presenza di Harry, qualche metro dietro a lei, e non sapeva come reagire.

Una parte di lei sperava davvero che lui facesse qualcosa di eclatante, qualcosa che potesse risolvere la penosa situazione tra loro e sollevare quel macigno che le pesava sullo stomaco.

 

Ma era più grande in lei il desiderio di tirargli una sberla da fargli vedere le stelle e non aver nulla a che fare con lui per un bel periodo.

 

Ripensò a come si era sentita ai Tre manici di scopa, all’umiliazione e all’imbarazzo che aveva provato nel sentir Harry dichiarare che probabilmente era cotta di lui.

 

‘SBAM’!

Non si era neanche resa conto di aver sbattuto un enorme libro per terra. Si chinò subito per raccoglierlo, e sentì Harry trasalire.

No, decisamente la rabbia non le era passata, e non era per nulla sano che Harry le si avvicinasse.

 

Ora Hermione riusciva solo a pensare di sbrigare in fretta le ultime faccende lì in biblioteca e scappare via. Harry poteva essere insopportabile a volte, ma non l’avrebbe mai forzata ad ascoltarlo nè l’avrebbe trattenuta contro la sua volontà.

Era spesso un idiota, ma non un maleducato.

 

In compenso, si era stupita del modo in cui l’aveva inseguita lì in biblioteca. Non che lo avesse perdonato, oh questo mai; non sarebbe mai riuscita a dimenticare le sue parole, la sua malignità gratuita. Però era ancora sorpresa per quello che era succeso con Grace proprio lì poco prima. Non aveva assistito a tutta la scena, ma li aveva sentiti parlare e ad un certo punto Grace era uscita tutt’altro che felice, il suo falso sorriso infranto e scomparso dal suo bel visino. Pur non sapendo cosa fosse accaduto, questa scena l’aveva ripagata di almeno alcune delle lacrime che aveva versato.

 

***

 

Hermione era rimasta tutta la mattina in camera, quella domenica. Non aveva voluto rischiare di scendere in Sala Comune ed incontrare Harry.

Voleva evitare di dovergli tirare uno schiaffo in pubblico, voleva evitare di voler sprofondare in un baratro al solo ricordo di quello che lui aveva detto. E non voleva che lui si accorgesse dei suoi occhi rossi, gonfi, chiara indicazione di un recente pianto.

 

Sì, aveva pianto in camera, per quel misto di rabbia e delusione che le contorcevano le interiora senza pietà.

Piangeva perchè Harry l’aveva umiliata di fronte ad un’estranea, l’aveva fatta sentire una nullità, l’aveva mollata da sola preferendole una sciocca svampita. E poi, aveva dato corda a Grace...

Hermione avvampava al solo pensiero accennato delle cattiverie che Harry aveva pronunciato in pochi minuti...come poteva considerarla un fastidio? Per quale motivo non voleva più essere suo amico?

La sua reazione dopo la notizia della rottura tra lei e Ron era qualcosa di inspiegabile...Hermione non si capacitava del perchè se la fosse presa tanto, e la possibilità che Harry non volesse più frequentarla la tormentava, riempedola di puro terrore.

 

Le veniva quasi da ridere, lei voleva incontrarlo per tentare di fargli capire che provava per lui qualcosa di più di una semplice amicizia...e invece lui non voleva neppure più questo tipo di rapporto, con lei.

Anzi, si era preso gioco di lei. Aveva detto che aveva una cotta per lui, ma con un tono strafottente, come se avesse pietà di lei...era vero, anche se ridurre quello che lei provava ad una ‘cotta’ era assolutamente errato.

Ma Harry...Harry non aveva il diritto di umiliarla a questo modo...anche se non la ricambiava...un amico non avrebbe mai osato trattare a quel modo la sua migliore amica...e soprattutto, non Harry...non il suo Harry, Harry che non avrebbe mai fatto nulla per ferirla...

 

Ora non sapeva se era più forte la vergogna, o l’odio. Anche se Harry non poteva essere certo di ciò che lei provava, aveva fatto centro, ed Hermione era sicura che non avrebbe più osato guardarlo negli occhi...soprattutto se lui era pronto a ridersela con Grace e guardarla come fosse una povera illusa.

Però sentiva anche di odiarlo, perchè si era fidata di lui per tanti anni, e invece Harry era stato in grado di mandare in frantumi la loro amicizia e il loro legame indissolubile in pochi minuti.

Non riusciva a vedere falle nel suo atteggiamento...lei e Ron non avevano  sbagliato, non avevano mai abbandonato Harry. Riusciva a capire che Harry avesse preferito allontanarsi, ma non aveva mai dato segni di malcontento...e poi la “storia” tra lei e Ron era stata così breve e in sordina che Harry avrebbe quasi potuto non accorgersene...doveva esserci qualcos’altro sotto, ne era sicura.

Harry era esploso improvvisamente, senza motivi apparenti.

Sembrava quasi...

No, impossibile.

Non poteva essere geloso di lei

Aveva dimostrato fin troppo bene, ai Tre manici di scopa, di non avere alcun interesse per lei nè rispetto per i suoi sentimenti.

Anzi...

 

Hermione sentiva il groppo in gola sempre più soffocante.

Non solo aveva perso il suo più grande amico, accorgendosi che forse non era la persona stupenda che credeva fosse, ma avrebbe anche dovuto tentare di sopprimere i profondi sentimenti che erano spuntati, lentamente, nei confronti di Harry.

Non sapeva come vi sarebbe riuscita.

 

Aspettò fino al tardo pomeriggio per sgattaiolare fuori dalla stanza e rifugiarsi in biblioteca. Sapeva che a quell’ora Harry sarebbe stato all’allenamento di Quidditch e quindi non ci sarebbe stato pericolo di incontrarlo, ed era sicura che lui non sarebbe mai andata a cercarla.

 

Era in biblioteca ormai da un’ora, e fissava il libro annoiata.

Non c’era verso di concentrarsi, leggeva senza capire realmente quello che stava facendo.

Si perse ad ascoltare le folate di vento che provenivano dall’esterno e guardò il cielo, già cupo e livido per via di un temporale imminente, anche se a quell’ora avrebbe dovuto esserci ancora una pallida luce. Il sole doveva essere tramontato da molto poco.

In biblioteca c’erano solo due Corvonero in fondo alla sala, e una Serpeverde che stava consegnando un libro a Madama Pince.

 

Hermione si alzò spazientita e decise di fare un giro tra gli scaffali.

Mentre procedeva svogliatamente, leggendo di tanto in tanto distrattamente un titolo di un qualche libro, sentì Madama Pince rimproverare qualcuno.

Si avvicinò leggermente per sentire meglio.

 

“...e soprattutto dove crede di andare con quelle scarpe piene di fango? Avrebbe almeno potuto darsi una pulita prima di entrare disturbando l’intera bilioteca!”, stava dicendo Madama Pince indispettita.

 

Hermione rise tra sè, chiedendosi chi fosse il povero malcapitato, e pensò che Madama Pince doveva essere davvero di malumore. La biblioteca era quasi deserta, era improbabile che l’entrata dello sconosciuto avesse disturbato realmente qualcuno.

Prese uno dei libri che stava osservando e uscì per tornare al suo tavolo. Quando ormai era pienamente  in vista, sentì Madama Pince continuare:

 

“...e non m’importa, signor Potter, se è il capitano della squadra dei Grifondoro, questo non le dà il diritto di sporcare la mia biblioteca e comportarsi come fosse il padrone del mondo!”

 

Hermione restò impietrita, indecisa se far finta di nulla e sperare che lui non l’avesse vista, o scappare di corsa tra gli scaffali.

Si accorse con orrore che Harry non stava più ascoltando Madama Pince, ma era rivolto verso di lei. L’aveva vista.

 

“Hermione!”

 

Harry la chiamò e fece per avvicinarsi a lei.

 

“SIGNOR Potter!!! Ha ascoltato una sola parola di quello che le ho detto? –lo afferrò per una spalla spingendolo indietro, mentre lui protestava invano- PRIMA si pulisce e POI potrà entrare in questa biblioteca!”

Hermione non si lasciò scappare l’occasione, e mentre Harry tornava sulla soglia per recitare un incantesimo, si infilò nella sezione più nascosta e lontana della biblioteca.

‘Ti prego, fa’ che se ne vada...ti prego...’

 

Si rese conto dopo poco che il suo non era stato un gran piano. L’avrebbe sicuramente trovata, era questione di minuti.

Inquieta e nervosa, Hermione restò dov’era, facendo piccoli passi avanti e indietro.

 

Sentì qualche scaffale più in là Harry sussurrare:

“Hermione! Hermione ti prego! Esci fuori, devo parlarti!”

Col cuore in gola cercò di allontanarsi ancora. Si sentiva estremamente ridicola, ma voleva evitarlo a tutti i costi, anche inscenando un assurdo nascondino. Doveva solo cercare di raggiungere il tavolo, afferrare i suoi libri e uscire rapidamente...

 

Mentre cercava di avvicinarsi sempre di più all’uscita, sentì dei passi rapidi nella direzione in cui era Harry.

 

“Ciao!!! Ti ho trovato finalmente! Mindy mi ha detto di averti visto qui mentre litigavi con Madama Pince...quindi hai già finito con l’allenamento di Quidditch! Perchè non sei venuto a chimamarmi!”

 

Hermione sentì un attacco di nausea salirle in gola. Grace era davvero l’ultima persona che avrebbe voluto incontrare, ancora meno di Harry.

 

“Grace, non ho tempo ora” sentì Harry rispondere.

 

“Come non hai tempo, sciocchino! Non credo che stare qui a vagare nella biblioteca sia propriamente un impegno!”

 

“Grace...ho detto di no. Sto...sto cercando Hermione”

 

Silenzio.

Hermione sperava vivamente che il battito del suo cuore non si sentisse, era sicura che stesse per esploderle.

Non voleva sentire un altro discorso tra quei due, uno le era già bastato.

 

“Oh...!”

Fu questa la risposta di Grace.

Hermione si mosse con cautela verso i tavoli, ma sentì ancora Grace parlare.

 

“Oh, certo! Poverina...l’altro giorno deve essersi sentita tremendamente in imbarazzo...fai bene a cercarla, dovresti spiegarle bene qual è la differenza tra l’amicizia e una cotta colossale...così finalmente se ne farà una ragione!”

 

E di nuovo quella risata velenosa.

Hermione si sentì avvampare, avrebbe voluto rovesciare un intero scaffale in testa a quell’oca giuliva.

Respirò invece, e riprese la via verso i tavoli.

Non ascoltò cosa Harry le stava dicendo.

Però vide la reazione di Grace.

La ragazza spuntò da una delle sezioni di libri, camminando lentamente. Aveva il volto contorto in una strana espressione che esprimeva l’odio più profondo misto ad una totale sorpresa.

Hermione non potè fare a meno di gioire, in fondo al suo cuore.

Grace sembrava davvero turbata ed infastidita. Probabilmente per una volta le cose non erano andate come Sua Maestà Hunningham si sarebbe aspettata.

Hermione non era grata ad Harry, ma dovette riconoscere che qualsiasi cosa avesse detto, era stata efficace e...perfetta.

 

Grace non degnò Hermione di uno sguardo, anche se Hermione era più che sicura che l’avesse vista, ed uscì in fretta e furia.

 

“Eccoti, finalmente”

 

Harry. Si era dimenticata di Harry. Ce l’aveva davanti.

Hermione continuò a dirigersi verso il suo tavolo, senza rispondere.

Sentì Harry fermarsi.

 

“So che non vuoi vedermi..ma ti assicuro che non ci vorrà molto...è importante...”

 

Hermione prese un libro e di gran carriera iniziò a fare serpentina tra i vari scaffali, ignorando la presenza del ragazzo, con la speranza che Harry si stancasse e se ne andasse.

 

‘Mai che Madama Pince si faccia vedere quando serve!’ pensò Hermione, e si mise a controllare l’indice di un libro, continuando a non rispondere agli sguardi timidi di Harry.

 

***

 

Hermione si voltò e vide Harry guardare fuori dalla finestra, lo sguardo perso.

Iniziò di nuovo a camminare, decisa a raccogliere le sue cose e uscire.

Harry le corse incontro e le prese un braccio, riuscendo questa volta a trattenerla.

 

“Lasciami immediatamente”. Non aveva alzato la voce, l’aveva solo fissato con uno sguardo di ghiaccio, un tono fermo ed inespressivo.

 

Harry la lasciò, ed Hermione continuò a riporre i libri nella borsa.

 

“Non puoi continuare ad evitarmi, dobbiamo parlare di quello che è successo...lascia che ti spieghi...”

 

Un lampo ed un tuono.

Hermione sussultò lasciandosi scappare un quasi impecettibile gridolino.

Poi scosse la testa, come per auto-rimproverarsi di essere spaventata per uno stupido tuono.

 

“Invece posso. E lo farò finchè la tua vista smetterà di darmi allo stomaco. Buona serata, Harry”

 

E detto questo lo superò, sistemandosi la borsa a tracolla, e fece per aprire la porta.

 

Hermione afferrò la maniglia un paio di volte, ma la porta non si aprì.

 

La terza volta Hermione aggiunse anche un calcio allo stipite.

 

Poi estrasse la bacchetta. “Alohomora!”

 

Niente.

 

“ALOHOMORA!!!”.

 

Restò lì, davanti alla porta, gli occhi spalancati, il respiro affannato.

 

Harry, senza capire, si avvicinò a lei. Tentando di sdrammatizzare le disse:

 

“Hai deciso di restare?”

 

Hermione si voltò di scatto, fulminandolo. Harry avrebbe giurato di aver visto fuoco uscire dalle pupille dell’amica.

 

“E’...è...chiusa..!!!.” gli gridò contro Hermione, brandendo la bacchetta scompostamente.

 

Harry spalancò gli occhi incredulo.

 

“Come? Non è possibile...aspetta, cerco Madama Pince...” fece per andare, ma Hermione lo bloccò.

 

“Che ore sono, Harry...?”

 

La sua voce era pressochè impercettibile.

Harry cercò con lo sguardo il pendolo della biblioteca.

 

“Le sette e mezza”

 

Hermione sospirò, sembrava stesse per esplodere.

 

“La biblioteca chiude alle sette...alle sette...Madama Pince non ci ha più visti...e...”

 

Harry ora aveva capito. Si voltò verso Hermione, sperando che il suo dubbio venisse smentito.

Ma non fu così.

 

“...ci ha chiusi dentro”

 

***

 

 

 

Ciao a tutti....premetto che sono letteralmente entusiasta e commossa per il numero di recensioni...davvero, non sono parole di circostanza...è mancato anche a me scrivere, ho avuto da fare di tutto e di più in questo periodo, non vedevo l’ora di potermi dedicare di nuovo alle mie storie... e non mi aspettavo una tale accoglienza!

Ecco qua il capitolo...spero di aver mantenuto l’interesse...cmq...al massimo uno o due capitoli e ci siamo!

Ringraziamenti singoli, perchè li meritate. Se avete tempo magari leggete tutte le risposte, anche alle recensioni degli altri..è possibile vi troviate qualche mio commento che vi può interessare =).

Un GRAZIE  a tutti quelli che hanno letto, anche senza commentare.

 

aletheangel, marco, FedeHermy, HHrTrueLove, Robby, harasauror: grazie mille per le vostre brevi, ma graditissime recensioni...spero continuiate a seguirmi!!!

 

Alessia: estremamente felice che la storia ti piaccia...tranquilla, si sa com’è Harry...esplode, reagisce impulsivamente, ma poi...non è cattivo! Grazie per il sostegno! =)

 

Elisa: hai avuto la risposta alla tua domanda in questo capitolo...sì, anch’io adoro far reagire Harry un po’ bruscamente, per poi pentirsi e prendersela con gli oggetti circostanti...come ho detto, a volte è un po’ irrazionale, ma sa quando sbaglia! Grazie, sono contenta il capitolo ti sia piaciuto!

 

nuvola86: piccola Vesna poliglotta! Così mi fai arrossire! Sei davvero troppo buona con me, ma non sai il conforto di sapere che mi segui sempre, i tuoi commenti sono per me un sorriso assicurato! Ho capito, ho capito...il mio francese zoppicante sta cercando di migliorare, giorno dopo giorno =P. Tranquilla, aggiornerò abbastanza presto...e poi la storia NON SARA’ LUNGA, quindi non dovrai-dovrete soffrire molto ;). Un bacione!

 

 Juliet: beh se adori le Harry/Hermione, questo è il posto giusto^^ Tra le mie storie trovi solo romanticismo H/Hr da diabete assicurato! Non dispiacerti per la passata Ron/Hermione...neanch’io la sopporto, e infatti spero di aver chiarito, se hai letto bene, che la loro non è praticamente stata una storia, perchè insieme proprio non hanno trovato alcun feeling. Credo di aver dimostrato come la penso tra le righe della fic...i libri vogliono che stiano insieme? Ebbene, io ho spiegato a mio modo che proprio non ce la possono fare, come dici tu, non ce li vedo. Ma per dare più verosimiglianza alla mia fic, li ho fatti almeno provare, come il canone vorrebbe...;) H/Hr FOREVER! =D

 

Merewen: GRAZIE GRAZIE GRAZIE! Per seguirmi sempre, e per il più grande complimento che potessi farmi...cioè che le mie storie sono realistiche. GRAZIE, mi rendi felice!

 

Kia85: intrigante? WOW! Grazie! Eheh, tranquilla, Harry è stato volutamente un bast...ma sai che lo ADORO troppo per permettergli di esserlo davvero! Quindi...qualcosa accadrà, insomma. =P In ansia...ops...allora non sono sicura questo capitolo ti tranquillizzerà..o forse sì? Un bacione!

 

**ale69**: ed ecco la mia dispensatrice di ottimismo e supporter per eccellenza...Ciao gioia! Come dire, più che ringraziarti infinitamente...continua sempre sempre ad informarti sulla mia produzione, se tutte le torture fossero così..!!! =D E’ una piacere! Bene bene...vedo che usi le nuove strutture inglesi acquisite eh? MUST...brava brava, così si fa! Sì, un elemento di disturbo ci voleva...soprattutto per spalleggiare Harry...non credo sia cattivo, ma credo che, come per tutti, in un attimo di debolezza e quando si è feriti, sia molto facile appoggiarsi ad una persona bastarda dentro (Grace) per avere il coraggio di far del male agli altri. Non credi? E dunque, ecco il ruolo della piccola intrigante (non ho usato Ginny per rispetto a chi ama questo personaggio). So che dici sempre la verità, e per questo tengo ai tuoi commenti in maniera spropositata =*

 

Diego: grazie per il commento! Tranquillo, tranquillo. Harry si riscatterà. Hermione non si lascia mettere i piedi in testa facilmente! Harry dovrà IMPEGNARSI MOLTO per farsi perdonare......=)

 

emma: è vero Emma...tantissime recensioni...inizio a sentirmi in soggezione...* sentimento di inferiorità che mi soffoca..* GRAZIE, mi riempie di gioia sentirti dire che anche tu vedresti Harry così confuso, in questa situazione...d’altronde si sa, il nostro Harry è patologicamente imbranato con le ragazze..deve fare qualche casino...;P Porta pazienza e tutto andrà bene...inutile nasconderlo! Ho bisogno di ottimismo nella mia vita, di sorridere...e quindi ho l’obbligo morale di rendere felici i “miei” personaggi ^.^ Grazie per le 2 recensioni, sei dolcissima!

 

Carol87: ciao! ci sei anche tu! Incredibile! Sono felicissima che tu abbia letto e che soprattutto ti sia piaciuto il capitolo! Grazie mille! Un bacione!

 

maron_chan92: grazie per il tuo commento! Spero anche questo capitolo ti sia piaciuto...temo che Harry abbia fatto tutto da solo...ma Grace ha messo il suo, ovviamente...beh, tutto si chiarirà prossimamente! Grazie!

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Mezzo sorriso ***


Harry era davanti alla porta e cercava di aprirla con ogni tipo di incantesimo, fallendo puntualmente

Harry era davanti alla porta e cercava di aprirla con ogni tipo di incantesimo, fallendo puntualmente.

 

“Stai perdendo solo tempo” gli disse Hermione svogliatamente.

 

“Sai quanto Madama Pince tenga a questa biblioteca e dopo aver scoperto che qualcuno aveva l’abitudine di sgattaiolare qua dentro nelle Sezione Proibita di notte- guardò Harry leggermente accigliata- avrà certamente usato un incantesimo di Sigillo che nessuno potrebbe togliere tranne lei...”

 

E detto questo, si lasciò cadere pesantemente su una sedia, lo sguardo basso e cupo.

 

Harry si rassegnò e ripose la bacchetta, per poi girarsi e guardare verso Hermione.

 

E’ vero, il destino l’aveva aiutato e ora avrebbe avuto tutto il tempo per cercare di parlarle...ma allo stesso tempo, si sentiva stranamente agitato, in tensione...era come se le gambe fossero macigni, pesanti e quasi insensibili. Inoltre, sentiva uno strano solletico all’altezza dello stomaco...

 

Non era possibile.

Questa era emozione. Il solo pensiero di restare da solo con lei, chiuso in una stanza, gli provocava delle sensazioni indescrivibili.

Erano Hermione, la sua vicinanza, la sua compagnia a ridurlo così.

L’aspettativa di qualcosa...non sapeva nemmeno bene cosa, forse solo di parlarle, di guardarla...lo mandavano in tilt.

 

Hermione alzò lo sguardo, sentendosi osservata, e lanciò un’occhiata eloquente ad Harry, dimostrandogli che non aveva alcuna intenzione di concedergli una tregua.

Poi si alzò nervosamente e iniziò a camminare su e giù senza una meta.

Non riusciva a stare ferma, aveva il terrore di dovelo affrontare.

Era ancora arrabbiata, ma sopra ogni cosa regnava in lei l’imbarazzo, il disagio.

Si sentiva in trappola e il cuore le stava impazzendo in petto.

Ma non era solo paura di lui e del suo giudizio...c’era qualcosa di diverso, di nuovo...

Eccitazione.

 

Era chiusa in biblioteca con il ragazzo che desiderava da molti mesi, ormai. Un ragazzo insensibile, stupido, a cui lei era indifferente...ma pur sempre Harry, il ragazzo dei suoi sogni.

E sarebbe stato tutto per lei.

Se solo...

Già, se solo lui avesse ricambiato i suoi sentimenti.

Ovvero, pura fantascienza.

 

***

 

Erano trascorsi solamente dieci minuti, che ad Harry parvero ore.

Tra loro era calato il silenzio più totale, inframmezzato solo da qualche fragoroso tuono.

Harry, adesso che aveva ottenuto quello che voleva, faticava a trovare l’attimo più propizio, ogni volta che tentava di aprire bocca sentiva le parole morirgli in gola.

 

Hermione era seduta per terra, la schiena contro il muro e le ginocchia raccolte.

Fissava il pavimento con un’espressione triste e trasognata.

Harry avrebbe giurato di vederla trasalire ad ogni tuono, ma scacciò immediatamente quel pensiero dalla testa. Impossibile che avesse paura dei temporali.

 

Decise di avvicinarsi a lei, e si fece scivolare giù, la schiena contro il muro, sistemandosi a circa un metro da lei, nella sua stessa posizione.

Hermione sembrò non farci caso...probabilmente di proposito.

 

“E’ superfluo dire che sono stato uno stupido?” chiese Harry timidamente, spiando Hermione con la coda dell’occhio.

 

Hermione non si mosse nè alzò lo sguardo.

“Credo che questa sia l’unica affermazione sulla quale ci troveremo d’accordo oggi...e per molto tempo ancora” replicò con freddezza.

 

“Ti avevo vista, ai Tre manici di scopa. Mi ero girato e ti avevo vista lì, dietro di noi. Per questo ho risposto....ho risposto in quel modo a Grace...sapevo che stavi ascoltando...”

 

Hermione questa volta si mosse, e si alzò velocemente con un sospiro di disprezzo e rabbia. Il pensiero di quel momento le dava ancora un forte sensazione di vertigine.

Si girò verso di lui.

 

“Adesso so che non solo mi hai ferita, ma l’hai fatto volontariamente. Come credi che questo possa rivalutarti ai miei occhi...?” disse con profondo risentimento.

Le lacrime le premevano sempre di più, lacrime calde e amare, lacrime di umiliazione e vergogna.

 

Si girò di spalle perchè lui non potesse vederla.

 

Harry si alzò, gli occhi addolorati e quasi spaventati. Pian piano si rendeva conto del male che le aveva fatto, la consapevolezza di quanto le sue parole avessero pesato su di lei diventava insostenibile.

 

Allungò un braccio sfiorandole la spalla, ma Hermione si ritrasse, e col volto rigato di lacrime si girò verso di lui.

 

“Lasciami in pace, ti prego!”

 

C’era odio, nei suoi occhi.

 

“E’ già abbastanza imbarazzante essere in questo stato davanti a te, chiaro?! Perciò mi perdonerai se mi rifiuto di ricordare ancora quella giornata ad Hogsmeade e le tue imprese per distruggere la nostra amicizia!” Hermione cercò di riprendere fiato e soffocare i singhiozzi, riacquistando un po’ di calma.

Attese ancora un attimo che le lacrime smettessero di scendere, e asciugandole goffamente con il dorso della mano, lo guardò.

 

“Grazie a TE siamo rimasti chiusi qui, grazie alla tua ingombrante presenza ho dovuto cercare di evitarti in ogni modo e la bibliotecaria ha creduto che fossimo usciti. Sì, hai sentito bene, EVITARTI, dunque ti assicuro che il pensiero di dover dividere con TE questo spazio per tutta la notte mi dà i conati di vomito. Tutto questo è già abbastanza, non credi?... E’ colpa tua se siamo qui! Tranquillo, l’idea di dover stare con te mi rivolta tanto quanto la mia presenza è rivoltante per te...quindi, per favore, evitami le tue parole inutili e stammi lontano! Sarà meglio per entrambi e per la tua incolumità, te l’assicuro!”

 

Non le interessava di essere stata crudele, non si sentiva davvero in vena di gentilezze.

Anzi, il pensiero che in fondo al cuore la presenza di Harry le causasse ancora quella morsa allo stomaco e quello stato di profonda ansia la faceva andare su tutte le furie.

E per cercare di soffocare quell’istinto, doveva stargli lontana, ed essere cattiva.

 

Si allontanò a grandi passi, verso il fondo della stanza.

Svoltò dietro alla sezione Incantesimi e si fermò, schiena contro gli scaffali.

 

Ora stava singhiozzando. E non capiva il perchè.

‘Lui se lo meritava. Lui meritava quelle parole...io dovevo...io dovevo essere cattiva...io...dovevo...’

 

No, non doveva. Aveva detto ad Harry quelle cose, e ora stava piangendo disperatamente.

Mai sarebbe davvero riuscita ad odiarlo, neanche se si fosse impegnata.

Era arrabbiata con lui, ma più ancora con se stessa perchè non riusciva a detestarlo. Anzi, ora sentiva una profonda pena nel cuore perchè sapeva di averlo ferito.

Come avrebbe potuto continuare così, non lo sapeva. Non sarebbe mai riuscita a cancellarlo dalla sua vita, nè a rassegnarsi a lasciarlo andare. Avrebbe sempre continuato...ad amarlo.

 

Si lasciò scivolare a terra totalmente esausta, in quel buio antro, e un lampo accecante seguito da un tuono la fecero tremare.

Sì, aveva terrore dei temporali. Pensò amaramente a quanto fosse ridicolo, un clichè usato milioni di volte. La coraggiosa e brillante ragazza, il braccio destro dell’eroe...che trema di paura davanti ad un temporale. Era talmente stupido che si era premurata di non rivelare a nessuno questa debolezza, neanche ad Harry.

Quando era in compagnia riusciva a calmarsi e a restare lucida, ma in quella biblioteca scarsamente illuminata e spettrale, con quei finestroni imponenti immersi nel buio più nero, sola e triste, iniziava ad essere terrorizzata.

Chiuse gli occhi, stringendosi sempre di più le gambe contro il petto, ma qualsiasi rumore ora le pareva una minaccia e la faceva sussultare e tremare senza controllo.

 

***

 

Harry era rimasto in piedi, e continuava a guardare il punto in cui Hermione era ormai sparita.

Non poteva credere che lo detestasse fino a quel punto.

E non riusciva a capire per quale motivo si fosse convinta che lui potesse essere ripugnato dalla sua presenza. Era come vivere in un incubo, in una realtà totalmente distorta in cui ogni emozione e logica sono state capovolte. Sapeva di dover riordinare tutti quei pezzi, sapeva di essere l’unico a poterci riuscire, ma stava perdendo la fiducia.

Non trovava la forza di affrontarla ancora, non voleva più vederla piangere per colpa delle sue parole.

Pensò che forse era meglio lasciar perdere, e aspettare che il mattino arrivasse senza importunarla ancora. Era tanta la voglia di chiarire ogni cosa, ma ancora più grande era il desiderio di rispettarla e non farla soffrire ulteriormente.

 

Quindi Harry prese una sedia e la spostò leggermente più avanti, verso gli scaffali. Verso il posto in cui si era rifugiata Hermione. Fece in modo che lei non lo vedesse, ma voleva comunque tenerla sotto controllo. Non riusciva a trattenersi dall’essere iperprotettivo nei suoi confronti. L’avrebbe sempre protetta e osservata, anche da lontano. La cosa che più desiderava era che lei stesse bene e fosse al sicuro.

 

Stava per addormentarsi, cullato dal regolare suono battente della pioggia, quando gli parve di sentire un gemito provenire dalla direzione in cui era Hermione. Restò in ascolto, e dopo un forte tuono, sentì chiaramente un singhiozzo soffocato.

 

“Hermione...? Va tutto bene...?”

 

Si alzò dalla sedia e si diresse verso di lei. Non le andò accanto, ma scelse invece di sistemarsi dall’altro lato dello scaffale a cui era appoggiata.

Poteva intravedere i suoi capelli tra le file ordinate di libri. Restò a guardare la nuca dell’amica, attraverso quello spiraglio, e si rivolse di nuovo a lei, dolcemente.

 

“Hermione, ti senti bene? Lo so che non vuoi parlarmi, ma dimmi soltanto se hai bisogno di qualcosa...”

 

Hermione sussultò nel sentire la sua voce così vicina. Trattenne il respiro cercando di controllarsi, ma un altro tuono rimbombò nella stanza, e le scappò un altro lieve gridolino.

 

Harry si inginocchiò, sostenendosi con le mani al piano più basso della libreria, e continuò a rivolgersi allo spiraglio.

 

“Non devi preoccuparti...è solo rumore, e scariche elettriche. Non corri nessun pericolo dentro questo enorme castello...”

 

Hermione spalancò gli occhi. Si stava chiedendo come fosse possibile che il ragazzo che ora le stava parlando e sussurrando parole di conforto al di là della libreria, il ragazzo che senza chiedere aveva capito il motivo della sua paura, avesse potuto dimostrarsi tanto insensibile due giorni prima.

Non aveva senso.

 

“Resto qui, d’accordo? Sono qui, dietro di te. Forse non sono la persona più indicata a rassicurarti, in questo momento...ma ricordati che non sei sola. So cosa succede quando si devono affrontare le proprie paure, conosco perfettamente quella sensazione, la mente che all’improvviso perde qualsiasi razionalità, il corpo invaso da puro terrore...l’ho provato tante volte...-

 

Si interruppe qualche secondo, sospirando al ricordo di quei momenti. Hermione stava trattenendo il respiro, ascoltandolo attentamente.

 

-l’ho provato quelle notti, in cui i Dissennatori, o Voldemort stesso popolavano tutti i miei sogni...quando mi svegliavo, era come se li avessi tutti lì, davanti ai miei occhi. Ma poi, la maggior parte delle volte, Ron si svegliava sentendo il mio respiro affannato, e mi chiedeva semplicemente cosa succedeva, se stavo bene...e le sue parole erano sufficienti a riportarmi alla realtà...pensavo a qualcosa di felice, pensavo a lui, e a te, che tante volte mi sei rimasta accanto e mi hai rassicurato...e solo così riuscivo a controllare il panico”

 

Harry si mise seduto, appoggiando la schiena contro i libri. Respirò rumorosamente.

 

“Io sono qui. Credo che in qualche modo possa aiutarti. Magari pensa a me come ad una presenza generica, e sono sicuro ti sentirai meglio”

 

 

Hermione, dall’altro lato, aveva smesso di piangere e stava iniziando a respirare più profondamente e regolarmente.

 

‘Toc’

Harry si voltò, e vide che un libro era a terra, proprio accanto a lui. Hermione doveva aver spinto il libro dal suo lato, sino a far cadere questo.

 

Harry lo raccolse, tenendolo tra le mani. Hermione forse non voleva parlargli, ma con questo piccolo gesto gli aveva fatto capire che stava meglio e che aveva apprezzato le sue parole. Ne era sicuro.

Abbozzò un mezzo sorriso. Forse sarebbe riuscito a farsi perdonare, prima o poi.

 

***

 

Restarono in silenzio per molto tempo, mentre il temporale si era calmato, ma la pioggia non accennava a smettere.

Oltre al ticchettio delle gocce sui vetri, l’unico suono nella biblioteca erano i loro respiri.

Ma nessuno dei due dormiva.

L’orologio segnava le dieci ormai, probabilmente tutti gli altri studenti erano chiusi nelle Sale Comuni.

Nessuno probabilmente si sarebbe chiesto dove fossero finiti. Hermione era solita studiare fino a tarda notte prima di un test e le compagne non osavano andarla a cercare, sapendo quanto odiava essere disturbata.

Harry negli ultimi tempi era piuttosto solitario, si rifugiava spesso a pensare da solo sulla Torre di Astronomia, quando non era con Grace. Da quando si era allontanato da loro, Ron non si chiedeva più dove fosse e anche gli altri compagni evitavano di intromettersi o di fare troppe domande.

 

No, non c’erano proprio possibilità che uscissero di lì prima della mattina. Inoltre la biblioteca era in una posizione piuttosto isolata, a nulla sarebbe valso urlare o sbattere contro la porta. Senza contare che le pareti erano insonorizzate, escludevano i suoni che provenivano dal castello e viceversa.

 

Maledizione alla solerzia e alle manie di Madama Pince!

 

“Harry”

 

Harry in un primo momento non fece caso alla voce di Hermione. Ormai non contava più di sentirla parlare, soprattutto a lui.

 

“Harry..?”

Questa volta il tono era più insistente, e sentì anche Hermione muoversi leggermente.

Si riscosse dal suo stato di trance e si voltò verso lo scaffale. Il cuore gli batteva a mille.

 

“Sì?”

 

Sentì Hermione prendere fiato e sussurrare qualcosa tra sè e sè. Poi ricominciò a parlare.

 

“Hai detto che mi avevi visto ai Tre manici di scopa. Che hai risposto in quel modo perchè mi avevi vista”

 

La voce di Hermione era piuttosto distante, fredda, ma calma.

“...Perchè...”

 Pronunciò la domanda quasi in un soffio.

 

“Hermione...preferirei parlarti guardandoti negli occhi...”

 

“Resta lì, ti prego. Rispondi”

 

Harry si sedette appoggiando la nuca contro i libri e guardando verso l’alto.

 

“D’accordo. Ero arrabbiato con te. Volevo ferirti appositamente. Lo so, è una cosa stupida ed infantile, sto ancora cercando di spiegarmi perchè io abbia detto quelle cose...e ti assicuro che mi vergogno da morire...”

 

“Hai detto che dovrei smettere di correre da te quando ho bisogno. E’ quello che vuoi?”

 

Hermione affrettò la conclusione della frase. Le era salito di nuovo un enorme groppo in gola.

 

“No! Non è quello che voglio! Io...io non potrei mai desiderare una cosa simile! Mai!”

 

Harry si stava infervorando. Si accorse di essersi alzato in piedi, e stava stringendo i pugni con forza. Anche Hermione ora era in piedi, ma si rifiutava di guardare nella direzione di Harry.

 

“Ma è quello che hai detto...e proprio a lei...non ne hai parlato con me, ma hai pensato bene di mettere in piazza una questione solo nostra...davanti a quella piccola ipocrita senza cervello...” Disse queste ultime parole con una rabbia enorme, trattenendosi dal tirare qualcosa a terra.

 

“Sapevo che ti avrebbe ferito...sapevo che mi avresti odiato, soprattutto se avessi parlato con Grace di queste cose...e anche per quello che ho detto dopo...”

 

Hermione si immobilizzò, e sentì il sangue gelarsi nelle vene. Per poco non crollò a terra e si sostenne ad uno scaffale per non ritrovarsi in ginocchio. Deglutì, restando in ascolto.

 

“Grace ha detto una stupidaggine...sono sicuro che tu non hai una cotta per me, nè l’ho mai pensato...e soprattutto, non parlerei mai a Grace di te in quel modo. Ti prego di credermi, io e Grace non parliamo mai di cose serie, e non potrei mai paragonare la nostra amicizia a quella che ho con lei...non farei mai stupidi pettegolezzi su di te, nè oserei mancarti di rispetto... non potrei mai...sei troppo importante per me, troppo perchè una come Grace possa capire...”

 

“L’hai fatto Harry. Tu...mi hai mancato di rispetto...mi hai...-prese fiato per respingere un singhiozzo-...mi hai umiliata davanti a lei...mi sono sentita...patetica...”

 

“Lo so” Harry abbassò il capo, sconfitto.

La cosa era più difficile di quanto credesse. Aveva combinato tanti disastri in poche ore quel giorno, che ora non sapeva da che parte iniziare per scusarsi.

 

“Ho perso totalmente il controllo, Hermione. Mi dispiace, non smetterò mai di ripetertelo...non ero in me, non ho mai creduto ad una sola delle parole che ti ho detto...era solo...rabbia...”

 

Hermione rise, ma con sarcasmo.

 

“E’ troppo facile così. Non puoi nasconderti dietro ad un ‘non ero in me’ e sperare che io ti capisca e perdoni”

 

“Non voglio giustificarmi, Hermione. Voglio solo che tu capisca realmente...”

 

“E allora spiegati!” gridò Hermione, spazientita “Continui a ripetere che eri arrabbiato con me, che hai sfogato la tua ira contro di me! Perchè, Harry? E’ una domanda troppo difficile? Riesci a spiegarmi perchè hai voluto ferirmi fino a questo punto? Perchè...perchè la mia amicizia non ti va più bene...? –la sua voce si ruppe- ...perchè? Hai detto che nulla è più come prima...perchè...perchè mi hai lasciata da sola...e te ne sei andato con lei...invece di...di spiegarmi...?”

 

Un singhiozzo le sfuggì dalle labbra, e lo soffocò coprendosi la bocca con le mani.

 

Harry guardò il corpo dell’amica scosso dai singhiozzi attraverso i libri, e sul suo volto si dipinse uno sguardo addolorato. Appoggiò le mani agli scaffali, guardando a terra, e a voce molto bassa sussurrò:

 

“Ero geloso”

 

***

 

Lo so, lo so...nessuna soddisfazione con questo capitolo...i chiarimenti sono solo all’inizio! E’ come se Harry ed Hermione parlassero senza ascoltare, non vi pare? Non riescono proprio a capirsi...per ora...

Passiamo a voi. Ok, direi che sono COMMOSSA è dire poco. 40 recensioni per solo due capitoli, vi assicuro che non me ne capacito. SIETE STUPENDI!!! VI ADORO! Sto passando un periodo difficile, e trovo nella scrittura e nel mondo di Harry Potter il mio unico sfogo...e quindi non potete immaginare quanto sia importante che mi sosteniate tanto con le vostre recensioni! Purtroppo non riuscirò a rispondere a tutti, siete così tanti *_*...quindi cercherò d’essere molto breve...

 

HHrTrueLove ti ringrazio per la recensione, anche se sapere che mi segui mi rende già felice...sì ho tradotto per ora solo una ff, Taste, la trovi sotto l’autrice Kate J...traduco fic H/Hr dall’inglese, a proposito tra qualche settimana inizierò una nuova trduzione di una fic che trovo stupenda!

Ale69 ti ho già ringraziato, ma lo faccio di nuovo, sai benissimo quanto ADORI i tuoi commenti, anke se in ritardo non fa nulla!

FraFra grazie infinitamente anche a te! Tranquilla che Harry verrà spremuto per bene..!

Nika 91 sei molto gentile, grazie per il commento sullo stile!

Romy, mi spiace dovrete aspettare ancora un pochino per vedere qualcosa di più...solo pensieri per adesso!

Alessia/Dreamerina non preoccuparti, scrivilo pure quante volte vuoi! ;P Cosa combineranno là dentro...? Hmmm...vedrai..

Julien continuo, continuo...se mi minacci, non posso fare altrimenti...=) Anzi, pensavo di finire con il 3 capitolo invece...continua ancora!

Vesna tesoro..l’inglese mi piace mooolto di più ;P E poi Shakespeare...la mia PASSIONE...ho aggiornato un po’ tardi ma spero ne sia valsa la pena...un bacione e grazie!

Robix, grazie x il commento stupendo, il realismo dei persnaggi è il  mio maggior obiettivo...quindi grazie anke a Miyaki, contentissima tu stia apprezzando Harry...e anke grazie a FedeHermy, sempre per i commenti sui personaggi...so bene di non saper creare trame particolarmente fantasiose o originali, ma mi impegno almeno nei dettagli sui caratteri dei personaggi.

Merewen mi fai arrossire come sempre quando parli di capolavoro..sei un angelo!

Emma grazie anche a te di nuovo, per l’osservazione sul realismo di H/Hr e sui loro pensieri...

Betabeta grazie, spero questo capitolo risponda alle tue aspettative =) e grazie Diego, credo che Grace sia stata messa al suo posto =)

Savannah, non sai quanto io sia felice del tuo commento, sto iniziando solo adesso a leggere le tue fic e direi che sono stata consigliata MOLTO bene...dire che sei bravissima è dire poco. Quindi i tuoi complimenti sono molto importanti per me, ti ringrazio infinitamente per le attente osservazioni sui capitoli.

Marco, grazie molte, come sempre.

 

Grazie a tutti, anche a chi legge senza commentare.

Oh, piccola nota. Avete notato che nei titoli ai capitoli compare sempre la stessa parola? In realtà non era voluto, dopo il 2 capitolo mi sono accorta della ripetizione assolutamente casuale (Levati di mezzo, Sette e mezza..) così per gioco, ora inserirò la parola in ogni titolo e capitolo! Lo so, sono un po’ suonata...^^’’’

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Mezze verità ***


‘Geloso

‘Geloso...?’

 

Hermione sentì la parola rimbalzarle in testa, più e più volte.

Riusciva a sentire il cuore in gola...non aveva ancora capito quasi nulla, eppure quell’affermazione l’aveva spiazzata. Non solo. L’aveva pervasa di un calore strano e di una sensazione inaspettata. Gioia.

Harry era geloso...Harry era geloso di lei.


Possibile?

 

Registrò con estrema lentezza il concetto e soprattutto, le sue implicazioni.

Ma poi migliaia di mezze frasi e pensieri si affollarono nella sua mente in modo disordinato e confuso.

Se Harry era geloso, forse lei non gli era così indifferente come aveva creduto...se Harry era geloso, forse c’era davvero una spiegazione al suo assurdo comportamento di quel giorno...forse avrebbe potuto restare ad ascoltare le sue ragioni...forse...forse avrebbe potuto perdonarlo...

 

Hermione sorrise con amarezza.

Ecco il punto. L’avrebbe perdonato comunque, e lo sapeva. Il suo cuore le stava parlando apertamente in quel momento.

Non appena aveva intravisto quel raggio di luce, non appena si era accorta che poteva esserci una soluzione a quella penosa situazione, il suo cuore aveva mancato di un battito e aveva perso la pesantezza da cui era stato avvolto e soffocato in quegli ultimi due giorni.

Non aspettava che questo. Una via d’uscita.

 

“Non è così facile”

 

Le tornarono in mente le parole di Harry, in quel giorno, come un fulmine a ciel sereno. No, non era tutto facile, anzi. C’era qualcosa che continuava a non quadrare.

Hermione spense subito l’eccitazione che l’aveva pervasa qualche attimo prima.

Harry avrebbe potuto parlarle, spiegarsi già allora. E invece non l’aveva fatto.

Sembrò realizzare all’improvviso che Harry non voleva che le cose tornassero come prima. Era stato molto chiaro in proposito. Il fatto che non avesse affrontato con lei l’argomento la riempiva di paura. Doveva esserci qualcosa di grande, dietro. Ne era terrorizzata.

 

“...quei tempi ormai sono passati...”

 

Ancora quelle parole.

Aveva bisogno di capire, tutto, subito.

Non si trattava più di fare la sostenuta e di disperarsi per un amore non corrisposto.

Si trattava di perderlo e no, non poteva accettare un’idea simile.

Harry le doveva delle spiegazioni e lei era pronta ad ascoltarle, ora.

 

***

 

Harry era rimasto in silenzio, gli occhi chiusi, sostenendosi allo scaffale.

Non poteva credere di averlo detto. E ora cosa avrebbe fatto?

Aveva bisogno di spiegarsi con Hermione...ma nemmeno lui sapeva fin dove sarebbe potuto arrivare.

 

Si sarebbe fermato.

Si impose di porre un freno quando le parole avrebbero iniziato a sfuggire senza coerenza dalla sua bocca senza seguire più la logica dei suoi pensieri.

Le aveva già fatto abbastanza male e voleva evitare di peggiorare la situazione.

Ora voleva che lei tornasse a fidarsi di lui, avrebbe messo da parte ad ogni costo tutti quegli altri pensieri che facevano pericolosamente capolino nel suo cervello.

L’ultima volta che aveva dato loro retta, aveva ridotto la sua migliore amica in queste condizioni.

Pensò che era già abbastanza.

 

Harry respirò profondamente cercando di riacquistare coraggio sufficiente per incominciare a parlare, ma appena sollevò il volto, perse di nuovo ogni sprazzo di lucidità.

 

Hermione era lì, davanti a lui.

Lo sguardo intenso, posato su di lui per la prima volta da due giorni.

Vide le sue ciglia ancora umide per il recente pianto, le gote leggermente arrossate...e pensò che non gli era mai sembrata tanto bella come in quel momento.

Si stava mordendo il labbro inferiore, e i giochi d’ombra creati dalla flebile luce delle candele davano al suo volto una luminosità nuova, magnetica.

 

Harry si accorse che l’espressione dell’amica tradiva imbarazzo, ma anche ansia, aspettativa. La vide sistemarsi una ciocca di capelli dietro l’orecchio e abbassare timidamente lo sguardo, ma poi tornare a fissarlo con la stessa intensità.

 

Harry restò come incantato, gli occhi un po’ persi e sognanti, senza neppure rendersi conto di essersi fermato ad ammirare Hermione come fosse un capolavoro d’arte.

 

“Oh...io...scusami”

 

Balbettò queste parole passandosi una mano tra i capelli, quando si accorse del tempo che era passato in cui era rimasto immobile ed imbambolato.

 

“Continua” gli disse Hermione, senza distogliere lo sguardo, con un’espressione illeggibile tra il triste e il preoccupato sul viso.

 

Harry sospirò e poi cercò le parole più giuste.

 

“Ero...geloso...geloso di quello che tu e Ron avevate...voi stavate insieme, come coppia intendo, e io restavo invece il solito ragazzo solo...voi eravate i miei migliori, forse unici, amici, eppure in qualche modo mi stavate escludendo...”

 

Hermione cercò di replicare a questa affermazione, ma Harry le fece cenno di aspettare.

“...so che non mi avreste escluso veramente...ma mi sentivo comunque di troppo...voi eravate una coppia e io mi sentivo stupido...perchè tu e Ron eravate riusciti in qualcosa, in qualcosa che io forse non troverò mai...aspetta, lasciami finire...cerco solo di essere realistico...-abbassò lo sguardo, per non permetterle di leggere l’amarezza nei suoi occhi- ...io sono, e resterò sempre ‘il Prescelto’...il Bambino Sopravvissuto...chi pensi che riuscirà mai ad amarmi per quello che ho dentro, e non per le foto che appaiono sulla Gazzetta del Profeta, per il mio nome, o per la mia cicatrice?”

 

Harry alzò con riluttanza lo sguardo, e vide che Hermione era rimasta immobile e senza parole.

 

“Lo vedi...te ne rendi conto anche tu...ed è per questo che sapere di te e Ron insieme è stato tanto difficile per me...quella ferita si è riaperta, e vi ho invidiato per quello che io non potevo avere. Perciò vi ho evitati, mi sono allontanato...e ho covato una rabbia profonda ed assolutamente irragionevole nei vostri confronti. Chiamami stupido, me lo merito...ma è stato più forte di me”

 

Harry respirò. Sapeva di non averle detto tutto, sapeva che c’era molto di più, ma sapeva anche che non voleva parlargliene.

 

“Sei stato uno stupido”

 

Harry si lasciò scappare un sorriso, ed Hermione sollevò un sopracciglio. Non sorrise, ma Harry capì che non c’era più lo stesso risentimento nelle sue intenzioni.

 

“Non ho il diritto di giudicare i tuoi sentimenti, non sarò io a dirti che non avresti mai dovuto invidiare me e Ron...però avresti dovuto parlarmene, invece di sparire...forse non te ne sei accorto, ma ho sentito davvero la tua mancanza in quel periodo...e tutto quello che desideravo era capire perchè non riuscivi più a guardarmi negli occhi senza distogliere lo sguardo, o a confidarti con me...”

 

“Non era facile...non riuscivo a ricavare un solo pensiero coerente...”

 

Hermione tornò seria. E parlò ancora, senza mai guardarlo.

 

“Beh...come hai potuto notare, in fin dei conti io e Ron non abbiamo ottenuto proprio nulla...-sorrise tra sè- E poi...sono sicura che qualcuno riuscirà ad amarti per quello che sei, Harry. Non devi perdere la speranza che questo accada...è così facile volerti bene, e per –esitò un attimo- ...qualcuno...sarà anche facile innamorarsi di quello che sei veramente...”

 

Harry la fissò. In fondo non aveva detto nulla di particolarmente compromettente, eppure quell’esitazione lo aveva come elettrizzato.

Però...Hermione si augurava che lui potesse trovare qualcuno da amare. Era sicura che l’avrebbe trovato.

Sì, era stato davvero stupido a pensare, anche per un solo istante, di poterle rivelare che ciò che era cambiato erano i suoi sentimenti, e ciò che lo scuoteva era la terribile prospettiva di dover continuare ad essere, per chissà quanti anni, il suo migliore amico.

Solo il suo migliore amico.

 

Eppure c’era nell’aria qualcosa di strano, qualcosa di sospeso.

Lui non stava dicendo tutto quello che avrebbe potuto...ma Hermione...anche Hermione era inspiegabilmente cauta, nelle sue parole. Quasi sospetta. E poi...continuava a distogliere lo sguardo ed evitare i suoi occhi. Questo non era da lei.

 

‘Respira Hermione...respira...’ pensò la ragazza, sempre più in preda ad un crescente panico.

Era agitata, insofferente. Avrebbe voluto essere a mille miglia di Harry, ma allo stesso tempo si sentiva irrimediabilmente attratta da lui e dalla sua presenza.

Voleva trovare conforto in lui e contemporaneamente scappare.

Forse voleva scappare proprio per soffocare quel bisogno di abbracciarlo, di essere confortata da lui come era successo così tante volte...

 

***

“Hermione, sei qui?”

 

Hermione sussultò e un singhiozzo le scappò dalla bocca prima di riuscire a trattenerlo.

 

Harry si accorse che l’amica si trovava poco distante da lui, ed ebbe la certezza di averla sentita davvero piangere.

Si avvicinò ad un grosso albero, l’albero in riva al lago, e notò alcuni boccoli di capelli mossi dal vento che spuntavano da dietro il tronco.

 

Le toccò la spalla. Anche a costo di spaventarla, doveva parlarle, voleva sapere cosa fosse successo.

 

“Hermione...”

 

Hermione si voltò dall’altra parte cercando di nascondere il viso e non incontrare lo sguardo dell’amico, quei suoi occhi verdi che riuscivano a capire tutto prima ancora che lei potesse aprire bocca.

 

Harry si sistemò davanti a lei, e dolcemente le girò il viso.

La sua espressione si fece di ghiaccio quando lo vide.

 

Hermione aveva un visibile taglio sul labbro inferiore, che era gonfiato di conseguenza.

Harry sfiorò il labbro con la punta dell’indice, mentre Hermione continuava a singhiozzare e non voleva alzare gli occhi.

 

“Chi è stato?” chiese Harry, con una decisione e una freddezza che le diedero i brividi.

 

“E’ solo una sciocchezza Harry...un incidente, niente di più, davvero...”

Ma la sua reazione tradì le sue parole. Non appena ebbe finito di parlare, altre lacrime scesero dai suoi occhi e altri singhiozzi la scossero violentemente.

 

Harry le accarezzò una guancia, obbligandola a guardarlo.

 

“Dimmi cosa è successo.”

Parole che non ammettevano repliche o tentennamenti.

 

Hermione respirò, cercando di riacquistare la calma.

“Ero...ero in Sala Comune...e...stavo litigando con Ron...”

 

Gli occhi di Harry si fecero di fuoco. Tremando dalla rabbia, riuscì a malapena a pronunciare ua frase intera.

“E’...stato...Ron ti ha fatto...questo...?”

 

“Oh no, Harry, no...non l’ha fatto di proposito, è stato solo uno stupido incidente...”

 

‘Bene...allora invece di ucciderlo, lo torturerò solo fino a quando mi implorerà di smettere piangendo...’ pensò Harry, con i denti serrati e un’espressione omicida sul volto.

 

“Ma ti ha fatto del male...e questo mi sembra abbastanza...”

 

Hermione gli appoggiò una mano sul polso della mano destra, con la quale Harry aveva istintivamente afferrato la bacchetta.

 

“Harry...ascoltami...era solo un litigio...uno dei nostri tanti litigi...forse più violento del solito...e sai com’è impulsivo Ron...ha urlato qualcosa ed è corso su per le scale del dormitorio...passando mi ha urtata e io come una stupida ho perso l’equilibrio e ho sbattuto contro lo spigolo del tavolo...”

Sorrise con amarezza, cercando lo sguardo di Harry e sperando che si fosse addolcito.

 

Harry distese un poco i tratti del volto.

“Però ti ha urtata tanto forte da farti cadere, e non è neppure tornato per vedere se ti eri fatta male! Deve averti sicuramente sentita sbattere a terra!”

La rabbia gli salì di nuovo nel petto.

Nessuno poteva fare del male ad Hermione e passarla liscia.

Soprattutto, non Ron.

“Harry...sai com’è fatto Ron...si infiamma, ma poi torna sui suoi passi. Sono sicura che domani verrà a scusarsi e non oserà guardarmi in faccia per la vergogna. Ormai..ci sono abituata.”

 

E gli strinse la mano, per convincerlo che davvero andava tutto bene.

Ma poi guardò verso il lago, e nei suoi occhi tornò un’ombra, l’ombra delle cattiverie che Ron le aveva detto, l’ombra del loro continuo discutere, dell’immaturità di Ron...

 

Ed Harry non ebbe bisogno di chiedere, si accorse immediatamente di quello che passava nella mente dell’amica.

E allora l’abbracciò stretta, circondandola completamente con le braccia e facendole appoggiare il viso contro il suo petto, e le permise di piangere tutte le lacrime che ancora dovevano essere versate, e le fece sfogare tutta l’amarezza, la tensione, la tristezza che aveva accumulato.

 

Hermione respirò l’aria pura e pungente, che sapeva di erba, inverno e rugiada. Si fece totalmente sopraffarre dal debole frusciare delle foglie che duettava con il delicato incresparsi dell’acqua del lago.

E si lasciò avvolgere totalmente da Harry, dal suo calore, e tutto il mondo là fuori era solo un contorno, una cornice di un perfetto quadro in cui il suo eroe la proteggeva, cullandola e dandole sicurezza.

Nessuno avrebbe potuto farle del male, le parole di Ron non la ferivano più in quell’ istante.

C’era Harry con lei.

 

Harry giurò che Ron non l’avrebbe comunque passata liscia.

Le lacrime di Hermione erano abbastanza per assicurare al suo migliore amico  una buona mezz’ora d’inferno.

 

***

 

Hermione ripensò a quell’episodio, avvenuto pochi giorni prima che lei e Ron si mettessero effettivamente insieme.

Quel momento riassumeva tutto ciò che lei ed Harry erano.

Gli abbracci, i più dolci e rassicuranti abbracci che lei avesse mai ricevuto.

Quegli abbracci che profumavano di calma, di pace, di dipendenza e fiducia.

Gli abbracci che solo Harry sapeva regalarle.

Avrebbe avuto bisogno, disperato bisogno di uno di quegli abbracci, di sentire il calore del suo corpo, il suo respiro controllato e regolare, e le sue parole sussurrate...

Sorrise tra sè ricordando il giorno che seguì a quell’incontro al lago. Harry aveva parlato con Ron, lei lo sapeva. L’aveva pregato di non farlo, ma era chiaro che l’aveva fatto. Lo giudicò dall’espressione di puro terrore ed imbarazzo che aleggiò sul volto di Ron per l’intera giornata subito dopo che lei li vide insieme, e dalle scuse esagerate, quasi ridicole tanto erano goffe, che Ron le aveva fatto.

 

Questo era Harry, il suo Harry.

Ma adesso, era tutto diverso.

Harry non era riuscito a confidarle le sue paure, la sua gelosia...e inoltre...

 

“Harry...ora spiegami perchè mi hai detto che tutto è cambiato. Spiegami perchè hai detto a Grace che avrei dovuto imparare a non correre più da te. Spiegami perchè...-la sua voce si ruppe, sopraffatta dal nodo in gola che ancora la tormentava-...perchè le mie parole, la...fine della storia tra me e Ron...ti hanno portato a reagire in quel modo...”

Stava tremando, senza rendersene conto.

Aveva paura, paura di ciò che lui avrebbe potuto risponderle.

 

Harry invece sudava freddo.

E pensava.

Pensava a come spiegarsi senza cedere a quel sentimento devastante che si impadroniva di lui attimo dopo attimo, irrimediabilmente.

 

“Era la mia sofferenza Hermione...quel sentimento che per mesi ho tenuto chiuso in me...mi mancavi...tu e..Ron mi mancavate...mi sembrava troppo bello...troppo bello per essere vero...”

 

“Tra noi non c’è mai stato nulla di complicato, Harry” rispose Hermione, con una punta di fastidio nella voce.

“Io...non riesco davvero a seguirti...perchè l’idea che tutto tornasse come prima ti è parsa così irrealizzabile...cosa è cambiato...”

E piantò gli occhi direttamente nei suoi. Era stanca di rimandare, di lottare, di tergiversare. Voleva una risposta, e la voleva immediatamente.

 

“Io. Sono cambiato io. Mi spaventa l’idea di ricostruire quasi artificilamente un rapporto che...è cambiato. Insomma Hermione...puoi dirmi quello che vuoi, puoi continuare a ripetere all’infinito che tra te e Ron le cose non sono mai andate oltre un certo limite...ma tutto cambia. Cambiamo noi, i nostri atteggiamenti, il nostro modo di rapportarci alla vita, agli altri...e gli equilibri Hermione...gli equilibri finiscono per sbilanciarsi e divenire precari...”

 

“Dimmi di cosa hai paura, Harry. Avanti, dimmi cosa ti impedisce di essere sincero...dimmi perchè non vuoi che le cose tornino come prima...”

La voce di Hermione non era più controllata, ma insicura e debole.

 

“Tu vuoi che le cose tornino come prima?”

Hermione si congelò all’istante.

Aprì bocca, ma la voce non uscì.

Poteva sentire invece il battito del cuore che le pareva rimbombare nella stanza, sovrastare il rumore dei tuoni che si allontanavano e della pioggia ancora battente.

Un fulmine balenò alla finestra, dietro di lei, e in quel lampo di luce Harry potè leggere il volto di Hermione.

Una maschera di pietra.

 

‘Hermione...rispondi...avanti...’

 

“C—certo...perchè non dovrei...volerlo—è...è o non è quello che ti ho chiesto, in fondo? Che tra noi tornasse tutto come prima...tra noi tre...”

Avrebbe voluto sprofondare nel sottosuolo per kilometri, quando si rese conto che la sua voce era talmente terrorizzata da rendere assolutamente inaffidabile qualsiasi cosa avesse detto.

 

“Già...è quello che vuoi...”

Disse Harry, guardando altrove con un tono di risentimento piuttosto accentuato.

 

“E..e questo cosa vorrebbe dire, Harry? E’...è quello che voglio, e mi sembra davvero naturale. Perchè tu, invece, ti ostini a rifiutarlo? Io...io ho...”

Le lacrime iniziarono a scendere copiosamente, mentre Hermione cercava di scacciarle con rabbia, asciugandole violentemente con il dorso della mano.

 

“...ho bisogno di averti accanto e...mi dispiace che tu ti sia sentito solo...non avrei mai voluto ferirti e lo sai...ma...hai toccato il limite Harry...e l’hai superato...posso perdonarti l’impulsività e la rabbia che hai covato dentro...ma non puoi chiedermi di perdonarti questo...questo silenzio...questo tuo continuare a girare intorno all’argomento senza...senza riuscire a dirmi chiaramente in faccia quello che devi...”

 

Hermione dovette fermarsi, perchè i singhiozzi le impedivano di continuare.

Harry la guardava interdetto, disperato nel vederla così, lui che tentava in ogni modo di asciugare le sue lacrime...ma non poteva...non poteva rovinare tutto...non poteva andare oltre...lei e Ron si erano accorti di non essere fatti per stare insieme...che la loro amicizia aveva impedito il sorgere di un sentimento più forte...era stata tutta un’illusione...e allora...neanche lui sarebbe riuscito ad avere qualcos’altro da lei...era inutile sperare, e rischiare di farla soffrire ancora di più...

Però...ora Hermione piangeva...e lui era del tutto inutile...combattuto tra il palesare i suoi pericolosi sentimenti e l’impossibilità di riuscire ancora ad essere suo amico...

 

Le si avvicinò, asciugandole alcune lacrime che scendevano...

 

“Mi dispiace...io non so spiegarti Hermione...non so dirti quello che voglio, non riesco a capirlo io stesso...”

 

“Allora puoi anche lasciarmi in pace”

Hermione non sapeva dove avesse trovato la forza di pronunciare quelle parole, ma veder crollare davanti ai suoi occhi il rapporto che aveva con Harry, sentirlo così distante, poter quasi toccare l’incomprensione che si ergeva tra di loro, tutto questo faceva troppo male per riuscire a sopportarlo.

E la mano di Harry ancora appoggiata delicatamente sul suo viso era un tocco di fuoco che bruciava quasi fosse incandescente.

No, neanche lei avrebbe voluto che le cose tornassero come prima.

Anche lei percepiva i cambiamenti in corso. Soprattutto in se stessa, in quello che provava.

Ma non riusciva a capirlo, non riusciva più a comunicare con Harry. Pensava a tutto quello che avevano provocato in lui le sue poche parole di qualche giorno prima...e si sentiva quasi sollevata per non aver detto nulla di più...per non avergli detto che era stato lui, Harry, ad entrare prepotentemente nel suo cuore e a renderle finalmente chiaro chi era la persona che avrebbe voluto avere accanto in ogni minuto della sua vita...

 

Harry restò profondamente ferito da quelle parole. Sapeva di essere nel torto, di aver continuato imperterrito con questo stupido gioco di mezze verità e di consapevolezze taciute...però non riusciva a staccarsi da lei, non poteva lasciarla...non ne era più capace...

“Ti prego Hermione...perdonami...”

 

“Sono stanca di perdonarti, stanca di vederti scivolar via...di...rincorrerti...ti prego...lasciami andare...”

 

Harry sentì una forza crescergli dentro, mentre osservava le lacrime di Hermione scendere, i suoi occhi che indugiavano sulla sua spalla, in un punto non ben definito, incapaci di rivolgersi a lui...

 

E lo fece.

Un movimento brusco, insapettato, che nemmeno lui riuscì a controllare, a frenare, a realizzare.

 

Un istante, aveva circondato la nuca della ragazza, spingendola con goffa irruenza contro gli scaffali, tanto che Hermione dovette cercare a tentoni il legno dietro di sè per non cadere.

Si fissarono per qualche secondo che parve un infinito, trattenendo il respiro.

Gli occhi di lei, ancora lucidi e come incastonati di cristalli color ambra, gli occhi di lui verdi, scuri, impossessati di una luce nuova e disperata.

Due cuori in tumulto, i loro corpi quasi tremanti.

 

E poi Harry si avventò sulle sue labbra, premendo tutto il suo peso contro di lei.

Iniziò a baciarla con passione estrema, e se per i primi secondi Hermione tentò invano di respingerlo, spingendo con una mano contro il suo petto, dovette infine soccombere, arrendersi a se stessa, e ricambiò quel gesto inconsulto eppure così vivo, reale, totale.

 

Si baciarono con foga, come se avessero desiderato questo contatto da sempre.

E forse, era così.

Febbrilmente le loro lingue si incontrarono e i loro corpi si strinsero l’uno all’altro come se volessero fondersi insieme, per non separarsi mai.

Fu una tempesta di emozioni, un’esplosione di sentimenti che li lasciò totalmente sconvolti, muti ed ansimanti.

Si staccarono quando il bisogno d’aria era ormai necessario, e si guardarono ancora.

Ed era paura, nei loro sguardi.

Silenzio e paura.

 

Finchè...un rumore.

Un rumore, dietro di loro.

Un rumore nella direzione della porta.

 

Passi.

 

“Guarda guarda chi abbiamo trovato qui, Mrs Purr...due monelli che cercavano di sfuggire al nostro controllo...”

Gazza fece una risatina maligna, e si avvicinò a loro.

 

“Una vera fortuna...o forse sfortuna, per voi...che io e Mrs Purr abbiamo deciso di controllare quest’area, dopo tanto tempo...”

 

Harry ed Hermione lo guardarono disgustati.

Poi Harry si staccò da lei, senza neppure guardarla, e dandole le spalle andò a recuperare la sua borsa.

 

“Sarà meglio che spariate nei vostri dormitori, piccioncini! E domani avrete una bella sorpresa, non appena informerò la Preside di questa insubordinazione...eheh...vero Mrs Purr? Una bella punizione per i due birbanti...”

E la gatta miagolò in risposta.

Hermione guardò Gazza con odio.

“Siamo rimasti chiusi dentro, la professoressa McGrannit non ci punirà” disse con disprezzo.

 

Gazza la fulminò con lo sguardo facendo il verso alla ragazza mentre parlava.

“Bla bla bla...certo signorina Granger...vedremo chi ha ragione...e ora fuori! Nei vostri dormitori!”

 

Hermione si voltò, cercando Harry con lo sguardo. Lo trovò che era quasi sulla porta. Lo vide voltarsi e guardarla appena, con un’espressione mista tra il colpevole e lo spaventato negli occhi.

 

Mormorò “Harry...”, ma lui voltandosi le disse piano “A domani” e senza più indugiare, uscì dalla biblioteca e sparì.

 

Hermione restò immobile, senza parole. Raggruppò i suoi libri ed uscì anche lei, ma ogni passo le sembrava uno sforzo sovraumano, il cuore sembrava essere sul punto di saltarle fuori dal petto. Harry l’aveva baciata, lei aveva baciato Harry.

E lui era scappato.

Ancora.

 

Harry arrivò in Sala Comune, e sbattendo un pugno contro il muro non appena il ritratto si chiuse, fissò lo sguardo a terra, tremando visibilmente.

‘Che cosa ho fatto...maledizione...come ho potuto...’

 

 

 

 

 

 

 

 

Perdonatemi per l’enorme, imperdonabile ritardo...tra studio, influenza e gravi problemi d’ispirazione non sono riuscita a mettere prima insieme questo capitolo...spero l’attesa non vi abbia spazientiti troppo e abbiate letto con piacere ugualmente!

Volevo fare 3 ringraziamenti personali...innanzitutto a Vesna e Ale69...ero entrata in crisi mistica, e se non fosse stato per il vostro paziente supporto morale e per le vostre parole non avrei ancora scritto questo capitolo...grazie.

E poi un grazie enorme a Sara...la prima persona in assoluto con cui io abbia potuto parlare apertamente (intendo di persona) sia di H/Hr che delle mie fanfiction (tra l’altro, vedendo GoF al cinema...atmosfera perfetta...)!!! E’ stata una sensazione stupenda e mi ha dato un sacco di forza per riuscire a concludere oggi il 4° capitolo, finalmente! Grazie per la serata Sara!

E poi il GRAZIE cumulativo va a TUTTI voi, alle stupende recensioni che avete lasciato...non mi era ancora successo, e invece sono stata colta da un orribile blocco in questo mese...ma rileggendo i commenti sono riuscita a sbloccarmi...vi adoro.

Piccoli ringraziamenti personali (sempre più striminziti, scusatemi, ma sono davvero incasinata^^’ )

 

Innanzittuto, ancora le mie scuse a tutti quelli che chiedevano di aggiornare presto...probabilmente con questo capitolo vi avrò esasperato ancora di più, questi due sono proprio imbranati...vogliono la stessa cosa e non l’hanno ancora capito...

W H+Hr ti ringrazio infinitamente per il grande complimento.

Emma grazie per continuare sempre a seguirmi e sostenermi!

Marco grazie per il commento positivo..purtroppo la notte si è un po’ accorciata, vero..? Lo so, sono cattiva....;P

Julien...spero tu non abbia ordito trame terribili contro di me, per il ritardo terribile...grazie per lo sforzo nella ricerca dei sinonimi...mi lusinghi!

Elisa, Desdeus, Miyaki, grazie per i commenti lasciati e per avermi ancora seguita...

Nirvana, hai perfettamente ragione...vicini e lontani...non ancora abbastanza per comprendersi ma...qualcosa si è mosso, giusto?

Beta beta, sono felice la trovata degli scaffali ti sia piaciuta, grazie mille!

harasauror...credevo anch’io fosse l’ultimo capitolo e invece...però non siamo lontani dalla fine, temo.

Fedehermy eh sì, l’attenzione l’hanno attirata, peccato che Harry sia così terrorizzato da non saper dire tutto...

Merewen, e tu sei troppo buona come sempre nelle tue recensioni...ti ringrazio, scusa x la lunga attesa!

Nuvola 86, mia dolcissima Vesna, ti ho già ringraziata all’inizio e ti ringrazio ancora..sei una fonte indispensabile per la mia autostima sempre mooolto bassa...Un capolavoro addirittura..sono io che mi emoziono!

Savannah, il tuo commento è per me un piacere immenso come sempre, a costo di ripetermi. Ti ringrazio infinitamente per l’analisi, è davvero una soddisfazione per me accorgermi di essere riuscita a descrivere bene le loro sensazioni e contraddizioni. L’umanità, la realtà, è ciò che più inseguo scrivendo...sapere che qualcuno riesce a percepirle attraverso le mie parole mi rende non felice, di più.

Lisaskeeter, i tuoi commenti mi fanno sempre piacere, anche sistemati in più lidi! Ti ringrazio quindi doppiamente!

Dreamerina, Nika 91 grazie mille, allora continuerò a buttarmi a capofitto nelle mie storie, tranquille =)

JennyGranger, hermy88, Gima grazie davvero per i commenti, spero continuiate a seguirmi!

Ale 69...anche tu hai ricevuto i tuoi ringraziamenti personali...ma ti ringrazio ancora...e sai bene quale fosse la mia precaria situazione mentale nello scrivere questo capitolo, quindi aspetto il tuo commento...lo sai che ci tengo...Mi sono venute le lacrimucce agli occhi leggendoti...scrivere su Harry Potter e sentirmi dire che sono ‘magica’...sei un tesoro enorme! GRAZIE!

Lily, non scusarti...io sono proprio completamente pazza, e H/Hr fanatica! Ti ringrazio tantissimo per i complimenti mi riempie di gioia sapere di scatenare delle emozioni!

Strega91, di nuovo grazie, per questa e tutte le altre recensioni...cavoli, poverina ti sei letta tutte le mie storie...che coraggio...=P Grazie per aver notato i miei dettagli e per avermi detto che scrivo con cura e col cuore...è quello che cerco di fare sempre. Lusingatissima per essere tra i tuoi preferiti...grazie!!!

 

 

 

 

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Il fine giustifica i mezzi ***


E siamo quasi arrivati alla fine

E siamo quasi arrivati alla fine.

In realtà…NON E’ ANCORA L’ULTIMO CAPITOLO! (Sara, ti starai chiedendo se sono del tutto pazza, lo so…). Ci sarà ancora un epilogo, questo è diciamo…il capitolo preparatorio al gran finale! Spero non lo troviate troppo noioso.

Vorrei fare un invito a tutte le scrittrici/scrittori della coppia HARRY/HERMIONE:

NON FATEVI SCORAGGIARE DA HBP!!!!!!! Insomma, la ship non affonda comunque, qualsiasi cosa esca nel canone! Con le nostre fanfiction saremo SEMPRE in grado di rivolgere il canone dei libri a nostro favore, con la fantasia potremo sempre far sì che H/Hr sia realtà. Non vi sembra stupido scoraggiarsi? Ciò che conta è scrivere e avere una passione. Non sarà un libro che non va come alcuni di noi si aspettavano a bloccare la vena creativa di stupende scrittrici/scrittori come siete!

E poi…c’è ancora un libro, fino ad allora non si può dar nulla di certo!

 

Ma ora…il capitolo.

 

 

 

Tlic. Tlic. Tlic.

Pioggia, sui vetri.

 

Un lampo.

Un tuono.

 

Tlic. Tlic. Tlic.

Ancora gocce, altre mille gocce.

 

Un sospiro.

Un volto riflesso, disfatto.

Un vetro percorso da rigagnoli d’acqua, e il volto si deforma.

Nella luce, il verde di due occhi.

Occhi tristi.

 

***

 

Tic.Tic.Tic.Tic.Tic.

Pioggia più lieve sui vetri, il temporale si allontana.

 

Un lampo.

Il tuono si fa aspettare, è un rombo ovattato, lontano.

 

Tic.   Tic.   Tic.

Gocce rade. Deboli.

 

Un singhiozzo.

Sul vetro, solo schizzi di gocce. L’acqua non scorre più.

Un volto riflesso, spaventato. Scorrono rigagnoli sul volto. Lacrime.

Nella luce, due occhi color ambra.

Occhi lucidi.

 

***

 

Hermione camminava lentamente sotto il porticato del cortile.

Respirava a pieni polmoni l’aria pungente, inalando l’odore di erba ancora bagnata dal recente diluvio.

Non aveva visto Harry per tutta la mattina, né aveva intenzione di andarlo a stanare.

Però aveva sperato, aveva sperato con tutto il cuore di incontrarlo, o ancora meglio, che lui la cercasse di proposito.

 

Sciocchezze…Harry è scappato, non ha alcuna intenzione di trovarmi.

 

Ma un brivido le percorse la schiena, solo formulando il pensiero dell’amico.

Il bacio della notte precedente era ancora un ricordo vivido.

 

Hermione sentì il cuore impazzirle nel petto.

Non era stato un sogno, non si era immaginata la disperazione e il calore con cui Harry l’aveva baciata.

E non poteva neppure negare l’evidenza.

Lei aveva risposto al bacio con la stessa passione, con la stessa emozione.

 

Arrossì violentemente nascondendosi fino al naso nella sua sciarpa color porpora, e sbuffò spazientita.

Se Harry l’aveva baciata, doveva esserci un motivo.

Ma le sue continue contraddizioni, la totale incoerenza tra le sue parole e le sue azioni, la stavano stancando.

Avrebbe assecondato il corso degli eventi.

Non era da lei rassegnarsi, ma il comportamento dell’amico sfuggiva da ogni logica e da qualsiasi schema. Non aveva senso.

Aveva accettato di incontrarla volentieri dopo diversi mesi, poi l’aveva trattata a pesci in faccia, l’aveva umiliata davanti a Grace, l’aveva placcata e pedinata per potersi scusare, le aveva detto di essere geloso…e poi era stato un labirinto di parole, parole infinite ed inconcludenti, parole che tacevano una verità probabilmente scomoda.

E quando il silenzio di Harry e la sua freddezza l’avevano ferita sufficientemente, quando gli aveva chiesto di lasciarla in pace perché incapace di comprendere la sua esitazione, le sue mezze frasi…

 

Un bacio.

Il primo, forse unico bacio tra di loro.

Un bacio improvviso, una doccia gelida, una tempesta di sensazioni.

Un bacio che avrebbe cambiato tutto.

O forse, che avrebbe potuto cambiare tutto.

Un bacio che poteva significare molte cose…o distruggere il loro rapporto.

 

Ho paura…

 

Hermione si fermò a fissare il cielo, e a contare le lente gocce che scivolavano giù dalla tettoia.

Aveva paura di ciò che sarebbe accaduto. Aveva paura di ciò che sentiva dentro, e di ciò che Harry potesse non sentire.

Aveva paura delle implicazioni di quel bacio.

 

Abbassò lo sguardo, colpita da un improvvisa folgorazione, gli occhi velati da un’ombra.

 

Un addio… ” sussurrò, pronunciando la parola quasi senza fiato.

Si sorresse alla colonna di pietra, senza avere la forza di muoversi o di alzare gli occhi.

 

***

 

Il vento gli tagliava il viso, tanto che faceva fatica a tenere gli occhi aperti.

Sentiva l’aria insinuarsi prepotentemente attraverso le maniche, dal colletto, sotto i pantaloni, ma non accennava a rallentare.

I suoi capelli corvini erano totalmente spettinati, schiacciati indietro dalla forte velocità.

Stringeva il manico della sua Firebolt con forza e si lanciava tra le nuvole sospese sopra il lago, poi in picchiata verso l’acqua, una frazione di secondo per poter avvistare il suo riflesso su quello specchio placido, per poi indirizzare di nuovo la scopa verso l’alto.

Sorvolò le colline che circondavano Hogwarts, la foresta, tornò indietro e poi si allontanò ancora.

 

Quando Harry era nervoso, aveva bisogno di sfogarsi.

Per questo correva a prendere la sua Firebolt e si precipitava fuori dalla scuola, iniziando a volare il più lontano possibile, lontano da voci e facce note, solo lui e l’aria, e la possibilità di dimenticare ogni angoscia e turbamento.

Disperdere nel vento tutti i pesi che si accumulavano nella sua mente.

 

Quel giorno era particolarmente confuso.

Non riusciva a ragionare, non riusciva a trovare in testa un solo pensiero logico o coerente.

Soprattutto, non sapeva se voleva realmente dimenticare quello che era successo.

Una scena gli balenava di continuo davanti agli occhi, e invece di scacciarla, si ritrovava a sudare freddo, a rievocarla senza sosta, a rammentare ogni più piccolo dettaglio perché quel ricordo non sfumasse.

E un tremito lo scuoteva non appena riassaporava la sensazione delle sue labbra posate su quelle di Hermione.

 

Idiota!

 

Harry si era tirato un pugno in testa, e aveva deciso che la soluzione migliore sarebbe stata quella di prendere una bella boccata d’aria gelida, per raffreddare anche i suoi bollenti spiriti.

 

E così si era ritrovato sulla sua scopa, a volare come un pazzo senza meta, in uno stato quasi surreale che era un misto di rabbia e paura, eccitazione ed esaltazione.

 

Avrebbe voluto correre da Hermione, abbracciarla, baciarla ancora, e non separarsi più da lei per il resto della sua vita.

Non aveva mai desiderato tanto qualcosa o qualcuno, e le sue azioni scombinate, le sue contraddizioni, il suo terrore e la sua totale STUPIDITA’ degli ultimi giorni ne erano stati una prova lampante.

Però, come avrebbe potuto guardarla ancora negli occhi…?

Poteva sembrare tutto così facile, ora…l’aveva baciata, le aveva palesato i suoi sentimenti, ed Hermione non gli aveva lanciato una Maledizione Senza Perdono né aveva urlato…probabilmente anche lei avrebbe voluto baciarlo…

E invece no. Avevano solo 17 anni accidenti! Queste cose non erano mai così semplici! C’erano sempre complicazioni, problemi. Un conto era agire d’impulso, guidati dall’istinto, un conto era affrontare la situazione di petto, parlarne, capirsi.

E confessarsi…innamorato.

E poi era tutto inutile. Hermione si augurava che lui trovasse qualcuno, aveva detto che era sicura qualcun’altra l’avrebbe amato per quello che era.

Questo non pareva ad Harry una confessione d’amore, anzi. Gli sembrava un’elegante modo per dire “io ovviamente non sono quella persona”.

Senza contare quel piccolo particolare…Hermione lo detestava. Lui aveva ripetuto che non avrebbe voluto che le cose tornassero come prima. L’aveva respinta, anche solo come amica; pur di non rivelarle cosa sentiva dentro, le aveva detto che tutto era irrimediabilmente cambiato e lei aveva scambiato questo suo tergiversare come un rifiuto.

 

Non è lei ad aver capito male. Sei tu che hai voluto che fraintendesse…

 

Harry iniziò a rallentare il suo folle volo, e atterrò ai margini della foresta. Si sdraiò a terra, sul prato, incurante del terreno umido, della sensazione di freddo, del viso e delle mani quasi totalmente congelate.

Decise che le avrebbe detto di aver commesso un errore.

Decise che l’avrebbe assecondata, che le avrebbe chiesto di tornare indietro nel tempo, al momento in cui lei gli aveva chiesto di lasciarla in pace.

Decise che il bacio doveva essere dimenticato, che non aveva significato nulla.

Sentì le membra contorcersi, il cuore mancare di un battito, e un nodo in gola che gli toglieva il fiato, ma si convinse che non avrebbe potuto fare altrimenti.

 

Prima o poi, quel nodo in gola si sarebbe sciolto, il suo cuore avrebbe ricominciato a battere regolarmente, il suo respiro non sarebbe più stato mozzato.

Prima o poi, avrebbe smesso di amarla.

 

***

 

La trance di Hermione venne interrotta da alcune voci petulanti che si avvicinavano sempre di più, sotto il portico.

Non fece in tempo a far finta di nulla e defilarsi, che una di quelle voci, una voce odiosa, la raggiunse chiamandola per nome:

 

“Guarda chi c’è…Miss So-Tutto-Io Granger…”

 

La ragazza, che Hermione riconobbe subito essere Grace, pronunciò la frase con un tono di disprezzo e allo stesso tempo trionfante. Le sue due amiche, che baciavano anche il terreno su cui Grace camminava, le fecero eco con un sottofondo di risatine strafottenti.

 

Hermione fulminò Grace con lo sguardo e poi si voltò, sperando di potersene andare ignorandola. Ma Grace non mollò l’osso.

Afferrò Hermione per un braccio, strattonandola finché ottenne di voltarla di nuovo verso di sé.

 

“Come, Granger…non vuoi scambiare due chiacchiere con una vecchia amica? Vuoi fare la preziosa?”

Hermione fece di tutto per non rispondere, non riteneva valesse neppure la pena di discutere con lei. Si divincolò liberandosi dalla presa, e fece di nuovo per andarsene.

 

“Ma guardatela…la verità fa male, vero Granger? Forse speravi di riuscire ancora a tenere nascosto ad Harry il fatto che gli sbavi dietro da anni?”

 

Hermione si bloccò immediatamente, sentendo la rabbia crescere dentro a dismisura, e il sangue salirle alla testa.

Si voltò, trasudando odio da ogni singola cellula del suo corpo, e sibilò a denti stretti:

 

“Stai zitta!”

 

“Ohoh…abbiamo toccato un tasto dolente, a quanto vedo. La piccola perfetta Hermione Granger che soffre di pene d’amore…dev’essere un bel guaio…mi chiedo se le tue prestazioni scolastiche non ne abbiano risentito…beh, se così fosse, suppongo correresti subito ai ripari. Non c’è nulla che tu possa amare più di un vecchio polveroso libro…”

 

Grace si zittì all’istante, quando vide Hermione avvicinarsi a lei.

Non potè capire cosa stesse succedendo né prevenirlo, che sentì la sua faccia girarsi innaturalmente verso destra e un bruciore diffondersi sulla sua guancia sinistra.

Hermione le aveva assestato una sberla con tutto la forza e l’odio che possedeva, mentre con gli occhi fissava Grace con aria di sfida.

 

Grace restò un attimo immobile, come a realizzare quello che era successo, e non badò neanche alle sue due tirapiedi che dopo aver lanciato due gridolini spaventati erano corse via, probabilmente a cercare qualcuno a cui raccontare ciò era appena accaduto.

 

La ragazza si scostò una ciocca di capelli biondi dagli occhi, e portò la mano sulla guancia dolorante.

Poi la sua bocca si increspò in un sorrisetto compiaciuto, e tornò a posare il suo sguardo su Hermione. Era lì per provocarla, provava eccitazione nel vedere Hermione sconvolta fino a quel punto.

 

“Tu non sai nulla di me, né mi conosci. Prova ancora una volta ad insinuare qualcosa sulla mia vita e te la farò pagare” minacciò Hermione, e non era mai stata tanto seria.

 

“A me non importa un fico secco della tua vita, basta che levi le tue manacce da Harry. Harry è mio”.

Non c’era esitazione nella voce di Grace, non battè ciglio mentre rivendicava il possesso di Harry.

 

Hermione scoppiò a ridere.

“Harry è…tuo? E ti sei mai chiesta se lui è d’accordo? Da come ti ha cacciato dalla biblioteca ieri pomeriggio, non mi pareva così entusiasta di averti attorno…”

 

Hermione vide Grace sbiancare.

 

“Sì, c’ero anch’io, ricordi? Se quello è il tuo modo di possederlo, beh credo che dovresti rivedere un attimo i tuoi piani!”

Hermione si sentiva piena di forza. Era stata umiliata da Grace troppo profondamente, e quella ragazza era la maggior colpevole di tutto quello che stava accadendo tra lei ed Harry. Aveva deciso di metterla a tacere una volta per tutte.

 

Grace non era più così sicura di se stessa, ma tuttavia replicò con risentimento:

 

“Io e Harry avremo avuto un’incomprensione, ma almeno non mi sono abbassata al tuo livello di patetismo…pur di parlargli hai fatto in modo di rimanere chiusa con lui in biblioteca, e qual è stato il risultato? Sei qui tutta sola a frignare, e a quanto mi risulta dalle voci che giravano stamattina, Harry non si è dato tanta pena per venire a cercarti…”

 

Hermione smise di respirare. Le parole di Grace la colpivano come mille lame. E’ vero, Grace era all’oscuro di molti particolari, non sapeva nulla di quello che era accaduto, ma faceva sfoggio dell’episodio ai Tre Manici di Scopa per sentirsi superiore a lei, senza sapere che quello non era Harry, che lei non aveva mai conosciuto la vera persona che Hermione conosceva da 6 anni e che…

 

Amo…

 

Lei lo amava! Era questo il punto! Come aveva potuto essere gelosa di Grace, come aveva potuto credere che Harry le avesse mai preferito l’intrigante Serpeverde! Tutto questo non contava, perché lei lo amava! Questo era abbastanza, lo era sempre stato per sei lunghi anni…e lo sarebbe stato ancora.

 

Hermione sorrise a Grace, sicura.

 

“Tu non lo conosci. Tu non hai neppure la più pallida idea di chi sia Harry Potter. Tu non mi fai paura”.

 

Grace sbattè le palpebre nervosa.

 

“Granger…dici che lo conosci così bene, ma in sei anni non sei stata in grado di dirgli quello che provi. Mi è bastata una settimana per portartelo via, e mi ci vorrà molto di meno per allontanarlo da te di nuovo. Lasciatelo dire, sei davvero patetica. Harry non merita un’insignificante e debole Mezzosangue come te…tu sei solo capace di ammirarlo da lontano e piangere se qualcuno gli si avvicina, perché non hai mai avuto il coraggio di desiderarlo realmente. Beh, resta pure a guardare mentre lo consolerò…” e fulminò Hermione con lo sguardo, un sorriso sdolcinato e scintillante sul volto.

 

Ma Hermione continuava a sostenere il suo sguardo senza accennare a cedere. Anzi, le sorrise ancora, sempre più tranquilla.

 

“Hai ragione Grace! Sono stata a guardare per anni, ma adesso basta. Non ti permetterò di toccarlo, mai più. Grazie per questa conversazione, Grace. Ero decisa a lasciarlo andare per sempre, invece parlare con te mi ha aperto gli occhi. Stupita? Sì, lo sono anch’io. Non avrei mai pensato di doverti ringraziare per qualcosa. Stammi bene!”

 

Grace restò con lo sguardo fisso in un punto non ben definito. Hermione poteva vedere i suoi occhi lucidi, il suo corpo tremare sottilmente di rabbia, le braccia lungo il corpo e le mani convulsamente strette a pugno.

 

Hermione si voltò per andarsene, ma poi cambiò idea e si rivolse ancora a Grace.

 

“Oh…per la cronaca…tu non me l’hai mai portato via. Sei stata un passatempo, hai approfittato della sua debolezza per attirarlo a te. Harry ti ha frequentata perché sentiva la mancanza dei suoi veri amici.”

 

E detto questo, si avviò a passo deciso verso la Sala Comune.

Avrebbe terminato quello che aveva iniziato ad Hogsmeade qualche giorno prima.

Non era da lei cedere, non si sarebbe mai più fatta mettere i piedi in testa da Grace o da nessun’altra.

Avrebbe parlato ad Harry, senza pensare alle conseguenze.

Se era un addio ciò che Harry voleva, l’avrebbe accettato, ma prima lui avrebbe dovuto ascoltarla.

Le mancò il respiro solo realizzando cosa avrebbe significato per lei, un addio.

Ma le cose erano cambiate, lei ed Harry erano quasi due estranei.

Avrebbe rischiato il tutto per tutto.

 

***

 

“Harry! Hai sentito cos’è successo??!!”

Neville entrò correndo nella Sala Comune, quasi senza fiato. Si appoggiò respirando affannosamente al divano rosso porpora, dove Harry se ne stava sdraiato, senza fare nulla, fissando il fuoco con aria sconsolata.

Si voltò pigramente verso Neville, non particolarmente interessato alle sue novità, ma comunque disposto ad ascoltarlo.

 

“No…cosa?”

 

Neville prese fiato.

“H-Hermione…anf…anf…”

 

Non appena Harry sentì pronunciare quel nome, si rizzò a sedere, improvvisamente sveglio ed interessato.

 

“Hermione cosa? Le è successo qualcosa..?” iniziò ad agitarsi.

 

“N-no…almeno non credo…mi hanno raccontato che era nel cortile…anf-anf—“

 

“Era nel cortile e cosa..?” Harry ormai si era alzato e si protendeva verso Neville.

 

“Ha incontrato Grace…hanno litigato e…Hermione le ha tirato una sberla da farle girare la faccia!”

 

Harry guardò Neville perplesso.

 

“C-cosa…? Hermione…ha…ha picchiato Grace…?” chiese incredulo Harry, già terrorizzato dal fatto che avessero litigato. Chissà cosa Grace avrebbe potuto dire ad Hermione…avrebbe potuto ferirla ancora di più…

 

Neville sorrise debolmente, cercando di riprendere a respirare regolarmente.

 

“Sì…la notizia ha fatto il giro della scuola…sai, Grace è molto popolare, le sue amiche hanno raccontato la storia anche ai muri…”

 

“E poi? E’ successo altro? Grace ha reagito?” …di nuovo quella fastidiosa sensazione di ansia, al solo pensiero che qualcuno potesse aver fatto del male ad Hermione.

 

Neville fu colto impreparato. Si guardò intorno e balbettò un incerto “N-non so…”

 

Per Harry fu abbastanza.

 

“Accidenti! Accidenti, accidenti! Neville, dì a Seamus che ci vedremo più tardi!”

 

Neville annuì lentamente.

 

“D’accordo…ma Harry, si può sapere dove stai correndo?”

 

“Devo trovare Hermione!” gli urlò, e uscì come un fulmine dal ritratto, trafelato.

 

Neanche tre minuti più tardi, Hermione varcò la porta del ritratto della Signora Grassa, un’espressione leggermente ansiosa e trasognata sul volto.

Scandagliò con gli occhi l’intera stanza, e poi si rivolse verso divano, dove un paio d’occhi la fissavano come fosse un’aliena.

 

“Neville…? C’è qualcosa che non va? Avrei bisogno di vedere Harry, subito…sai dov’è…?” disse con voce insicura.

 

Neville la guardò come se lo stesse prendendo in giro.

 

“Uhm…Harry è corso via poco fa…stava venendo a cercare te…”

 

“Oh…davvero? E…perché mi cercava?”

 

Tu-tum…tu-tum...

 

“Beh…ha saputo di quello che è successo con Grace…in realtà ormai lo sanno tutti…credo fosse preoccupato…strano tu non l’abbia incontrato!”

 

“Oh…!”

 

Fu tutto quello che Hermione riuscì a dire. I pensieri correvano nella sua mente tanto rapidi che non riusciva a starci dietro.

 

“Neville! Che ore sono?!”

 

Neville, iniziando seriamente a dubitare della sanità mentale della sua amica, controllò velocemente l’ora e le rispose con una leggera nota di terrore nella voce.

 

“Le…le sei…”

 

“Le sei!” ripeté Hermione trionfante.

 

“Neville, ho bisogno del tuo aiuto. Dì ad Harry…digli che hai incontrato…Grace! Sì, Grace…e che…che ti ha detto che vuole vederlo in biblioteca alle sei e mezza! Digli che vuole parlargli…di me…e tu ovviamente non mi hai mai incontrata. D’accordo? Puoi cercarlo e dirglielo? E’ davvero molto importante…”

 

“Ma…Hermione…perché non glielo dici tu…sei tu che vuoi parlargli, giusto…?” cercò di replicare Neville, esitante.

 

Hermione si rattristò all’istante. Guardò Neville con un’ombra di amarezza negli occhi.

 

“Perché…perché non sono sicura che verrebbe” disse quasi sottovoce, fissando il pavimento.

 

Neville capì che non avrebbe dovuto insistere sull’argomento, per quanto gli sembrasse chiaro che i suoi due amici stessero nuotando in un oceano di fraintendimenti ed incomprensioni.

 

“Perché credi che invece voglia incontrare Grace?”

 

“Hai detto che mi stava cercando, quindi vorrà capire cos’è successo. Anche se…abbiamo avuto dei…problemi –la voce le tremò leggermente-…credo che Harry si precipiterà ad ascoltare quella maligna Serpeverde se…si tratta di me…”

 

Neville non sembrava convinto, ma annuì. Avrebbero risolto tra loro, era inutile mettersi in mezzo.

 

“Ti prego Neville…trovalo al più presto e…grazie”.

 

Detto questo, si voltò e si diresse verso la biblioteca.

 

Aveva dovuto inventare questo stratagemma perché nel suo cuore continuava ad essere convinta che l’unica intenzione di Harry fosse quella di dirle addio.

Sapeva di attirarlo in biblioteca con l’inganno, ma pensò che il fine giustificava i mezzi.

Aveva bisogno di parlargli, non poteva più aspettare.

E l’avrebbe obbligato ad ascoltarla, in qualsiasi modo.

 

 

 

Un ritardo sempre più pesante…e sono stata pure moooolto cattiva, non concludendo ancora la storia…eheh.

Ma voi siete molto buoni e mi perdonerete, vero?

L’epilogo arriverà molto presto, questo è sicuro. Non dovrete aspettare un altro mese!

Anche perché, al contrario di questi capitoli che scrivo volta per volta, il finale è già praticamente scritto.

Passiamo alle vostre STUPENDE recensioni, come sempre.

 

Alessandro, Nirvana: grazie ad entrambi per il complimento al capitolo e lo so, L’occasione della vita è rimasta un attimo bloccata…ma aggiornerò entro massimo due settimane, prometto!

Dreamerina: ciao bellissima, e grazie…ti ho fatto aspettare ancora un casino, che vergogna…spero che anche questo chap ti tenga incollata…incrocio le dita (e devo ancora recensire la tua fic ormai conclusa e leggere il seguito…si vede ke sono stata fuori uso per un po’, eh? =_=)

Lily: grazie mille, come sempre..se prima pensavi fossero idioti, chissà adesso…un capitolo intero su pensieri inutili…ahah…grazie per aver apprezzato lo scorso capitolo, ne sono lusingata!

Harasauror, Loveman, Betabeta, Desdeus: grazie davvero per aver recensito…ancora pochi chiarimenti qui, lo so, sono insopportabile…però manca poco! =)

Emma: temo che questa volta invece il tempo non verrà ripagato da un gran bel capitolo, anzi…però almeno sono felicissima ti sia piaciuto quello prima.. Grazieeeeeeee!

Ale 69: la mia aleeee! =))) Parlavi di fiato sospeso eh…? E cosa ne dici di questo capitolo? (*si abbassa per evitare la pioggia di oggetti scaraventati da Ale sulla sue testa)…ehm…a parte gli scherzi…sapere che il capitolo ti ha presa così tanto mi rende proprio tanto felice…E certo che sei stata importante per la realizzazione! Ma ti prego, riemergi che ti ho dispersa! ^X^

Strega91: grazie grazie grazie! Ero molto affezionata a quel flashback di Hermione, quindi sono contentissima che tu l’abbia notato! E dici bene..devono solo capirsi…ne hanno proprio tanto,tanto bisogno..! =p

Marco: grazie, e sì, Harry deve farsi forza…ma a quanto pare è Hermione a dover prendere in mano la situazione..! Vedremo…spero intanto ti sia piaciuto questo ‘intermezzo’.

Herm88: wow…tu sei davvero troppo, troppo buona…il 4 capitolo mi sembrava molto strano, invece è piaciuto…non riesco ancora a crederci! Tranquilla…continuerò a scrivere!

Sakura83, Jennygranger: grazie infinite per i complimenti!

Maeve84: ciao!!! Figurati per l’altra volta, e ti ringrazio di nuovo! Continui ad essere l’unica persona con cui io parli che è consapevole di questa mia passione per le ff, e incredibilmente è per me un’enorme fonte d’ispirazione! Hai visto che ho combinato? Ho tirato via l’epilogo, che sarà a sé stante..^^’’’ Grazie ancora, soprattutto per le emozioni che dici di aver provato leggendo.

MrsHermPotter:grazie per il complimento, e sì, questi due sono proprio imbranati, mi trovi d’accordo…però continuo ad insistere! In fondo, hanno 16 anni…mi sembra normale che si facciano tutti questi problemi sull’amore! Io me li facevo di sicuro!

Merewen: le recensioni come la tua mi danno proprio i brividi, lo sai? Io provo molte sensazioni mentre scrivo, a volte mi emoziono…perciò leggere quello che tu hai provato è davvero una soddisfazione che non ha prezzo. Un GRAZIE infinito. (E scusa, vi ho fatto aspettare di nuovo tanto…=( )

Lisaskeeter: il tuo entusiasmo è contagioso! Ma ti prego, non uscire pazza, non me lo perdonerei…=P Soprattutto dopo questo ennesimo capitolo del tutto inconcludente….! Ma grazie davvero, per tutto!

Danny Fan: ti ringrazio davvero tanto. Capisco bene cosa significhi non avere il tempo di leggere altre storie…soprattutto quando fatico addirittura ad aggiornare le mie…perciò un grazie ancora più grande per avermi seguita, soprattutto perché tu sei una grande scrittrice che ammiro tantissimo. In fondo anch’io non li inserisco in un contesto molto vasto nella scuola..come vedi scelgo alcuni ambienti circoscritti e mi concentro su quelli. E mancandomi la fantasia e l’inventiva, quelle che hai tu, mi dedico più all’introspezione e alle menti dei personaggi che all’avventura e alle situazioni.

Nuvola86: ecco la mia Vesna (ti risponderò alla mail presto presto)…Un enorme sorriso come sempre appena leggo la tua recensione…è così bello sapere che ci sei! GRAZIE tanto di tutto, spero che non mi odierai troppo per questo capitolo…Un bacione!

Marikotter: sì, penso anch’io che quelli fossero i pensieri di Hermione…ma se li lasciavo fare, era tutto finito. Invece ci vuole un po’ di sana suspance..e Gazza era il mio uomo! =P Grazie e spero questo capitolo sia accettabile!

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** In mezzo, tra noi ***


Ok, finalmente siamo giunti alla fine

 

 

 

 

***

 

 

‘Perché non arriva? E se non venisse? Deve venire, ad ogni costo…’ pensava Hermione, un libro aperto sul tavolo per figura.

Era ormai seduta in biblioteca da mezz’ora e aveva tentato di occupare il tempo leggiucchiando un testo sulla ‘Storia di Pietre e Amuleti Magici’, ma in realtà la lettura non l’aveva presa molto: il suo sguardo invece sfrecciava continuamente dalla porta d’ingresso all’orologio, con una costanza quasi maniacale.

 

‘Sette meno venti…se ritarda ancora un po’ non riuscirà ad entrare…’

Iniziò a tamburellare nervosamente i piedi sotto il tavolo, mordendosi con foga il labbro inferiore.

Non sapeva lei stessa se augurarsi che Harry comparisse, oppure pregare che non si facesse vedere.

Voleva parlargli, ma sentiva lo stomaco stringersi quando realizzava ciò che avrebbe voluto dirgli.

La porta scricchiolò ed Hermione si voltò di scatto, ma nessuno era entrato. La porta era semplicemente rimasta aperta.

 

Scosse la testa per scacciare qualsiasi pensiero negativo, e lanciò un’occhiata a Madama Pince, che stava iniziando a riordinare il suo bancone e a controllare quanti studenti fossero ancora presenti in biblioteca, in vista dell’orario di chiusura imminente.

 

Hermione decise che era tempo di nascondersi e così si avviò nel modo più disinvolto e celato possibile verso uno degli ultimi scaffali, in modo da essere nascosta, ma di poter tener d’occhio la porta.

Restò rannicchiata, seduta a terra con le ginocchia contro il petto, tanto raccolta che poteva sentire il battito del suo cuore rimbombare e scuoterla.

 

Vide uscire gli ultimi due studenti, una ragazza di Corvonero e uno di Tassorosso e iniziò a pensare di essere stata una stupida. Erano ormai le sette meno cinque e aveva perso le speranze che Harry potesse comparire.

Attirare Harry in biblioteca con l’inganno per potergli parlare, facendo in modo di restare di nuovo chiusi dentro! Ma come mi è venuto in mente…!’

 

Si alzò, decisa a rinunciare e ad uscire, quando si sentì afferrare per le spalle.

Sentì un fruscìo e poi qualcosa che la copriva, qualcosa di stoffa pesante.

Un mantello.

Dietro di lei, un corpo. Ne poteva percepire il calore, il respiro un po’ accelerato di una persona. Ignorò lo strano brivido di eccitazione che le passò lungo la schiena quando un braccio le cinse la vita, stringendola di più a quel corpo.

Stava per gridare dallo spavento, quando sentì una mano coprirle la bocca.

Davanti a lei, Madama Pince stava per uscire dalla biblioteca e chiuderla, e si era voltata proprio nella direzione in cui Hermione si trovava. La bibliotecaria esitò un attimo, ma poi si voltò e uscì, come se non l’avesse vista.

Hermione sentì un sonoro ‘tlac’ provenire dalla serratura e realizzò di essere rimasta, effettivamente, chiusa in biblioteca. Di nuovo.

 

La mano che le copriva la bocca pian piano scivolò via, e così anche il braccio in vita mollò la presa.

 

Hermione con un gesto repentino si allontanò da quella persona, sentendo scorrere sul volto e sul corpo il mantello che poco prima li aveva coperti.

 

Fu in quel momento che si rese conto di cosa era successo, qualche frazione di secondo prima di essersi voltata ed essersi trovata faccia a faccia con Harry, che con cura piegava il suo Mantello dell’Invisibilità e le sorrideva.

 

“Ha-Harry…! Ma…cosa…?” riuscì a malapena a balbettare.

 

“Per poco non ci facevi scoprire, per fortuna avevo il Mantello e ti ho impedito di urlare…”

 

“Mi hai spaventata a morte!” replicò Hermione indispettita.

 

Harry arrossì leggermente.

 

“Ti ricordo che eri INVISIBILE…! –replicò Hermione, poi all’improvviso sembrò realizzare qualcosa- Aspetta…da quanto tempo eri qui…?”

 

Harry fece qualche passo superandola.

 

“Sono entrato col Mantello indosso…erano circa le sette meno venti…” disse con lentezza, e si grattò la testa un po’ imbarazzato.

 

Hermione all’improvviso capì che quando la porta aveva scricchiolato e lei aveva creduto fosse rimasta aperta per caso, un motivo c’era.

 

“Ma…allora…tu…sapevi…?”

 

Harry evitò di guardarla dritto negli occhi.

 

“Neville è venuto a cercarmi e mi ha detto che Grace mi aspettava qui…mi sono un po’ stupito, ma ho deciso di venire comunque…finchè non l’ho intravista per le scale, e non mi sembrava affatto diretta verso la biblioteca…”

 

Hermione spalancò gli occhi, un’espressione colpevole, e poi si guardò intorno.

“Non era un gran piano, vero…?” disse sospirando e abbozzando un sorriso. Adesso le sembrava così ovvio che Harry avrebbe potuto incontrare Grace per il castello.

 

“No…a quel punto Neville ha vuotato il sacco…così ho preso il Mantello per evitare altri spiacevoli incontri o impedimenti e sono sgattaiolato qui dentro…”

 

“Perché sei rimasto nascosto fino alla fine? Perché non hai tolto il Mantello appena mi hai vista…?” chiese Hermione, scrutandolo direttamente negli occhi.

 

“Perché…ho pensato che…visto che dovevi parlarmi avremmo potuto…farlo qui…”

 

“…chiusi in biblioteca, di nuovo” concluse Hermione, che non si trattenne più e iniziò a ridere.

Era incredibile scoprire che entrambi avevano avuto la stessa idea, e anche Harry pareva piuttosto divertito…o forse imbarazzato.

Entrambi volevano quindi parlare, chiarirsi, nessuno voleva evitare l’altro. Anzi, tra loro c’era stato un totale agio, da quando si erano incontrati, come se nulla li avesse mai sfiorati, né un litigio, né un fraintendimento, né un…

 

Harry la osservò, e pensò che non ricordava l’ultima volta in cui l’aveva vista esplodere in una risata tanto genuina. Pensò anche che una ragazza come Hermione avrebbe dovuto sorridere ogni singolo giorno della sua vita, perché era un dono per chiunque potesse vedere i suoi occhi illuminarsi, il suo naso arricciarsi in quel modo tanto imperfetto quanto irresistibile.

 

Benché quella risata fosse estremamente contagiosa, Harry non rise più, ma restò in silenzio, finchè anche Hermione se ne accorse e si calmò.

 

Incrociò il suo sguardo, e si rese conto che il momento degli scherzi era finito.

Hermione prese fiato tentando di raccogliere tutto l’autocontrollo che possedeva per iniziare a parlare, ma venne preceduta da Harry.

 

“Visto che non si parla d’altro…cos’è successo con Grace? E’ vero che l’hai…picchiata…?”

 

Hermione arrossì leggermente e si guardò improvvisamente la punta delle scarpe.

 

“Ecco…ho fatto di tutto per non parlare con lei, ma ha iniziato a provocarmi…ha rinvangato l’episodio a I Tre Manici di Scopa, allora le ho detto di stare zitta…-si accorse che stava parlando più velocemente del normale mentre nella sua mente ritornavano le parole di Grace…-

 

‘Forse speravi di riuscire ancora a tenere nascosto ad Harry il fatto che gli sbavi dietro da anni?’

 

“…ma lei ha continuato e così non ci ho visto più e le ho tirato uno schiaffo in piena faccia…a dire il vero è stato piuttosto soddisfacente…”

 

Harry pareva preoccupato.

 

“E lei…ti ha fatto del male?”

 

Per un attimo Hermione sentì una morsa allo stomaco. Le parve di tornare indietro nel tempo e di vivere in un déja-vu, perché quello era il tono del suo Harry, del migliore amico che conosceva da sei anni e che si preoccupava continuamente per lei…non sapeva neppure più quantificare il tempo che era passato da quando Harry aveva usato quella sfumatura di apprensione nei suoi confronti…

 

“Oh…no…abbiamo continuato a litigare, ma non ha reagito…sperava di farmi più male con le parole” aggiunse Hermione con amarezza.

 

Harry si sentì colpevole, e lo era pienamente. Se Grace si era messa in mezzo a loro e aveva tormentato Hermione, era solo a causa sua.

 

“Mi dispiace. E’ colpa mia, non avrei mai dovuto fornirle un appiglio per sfogare il suo veleno…- strinse i pugni per sfogare la rabbia- non so come ho potuto essere tanto imbecille…”

 

“E’ passata, Harry. Io…credo di averle chiuso la bocca definitivamente”

 

Harry la guardò incredulo. Aveva visto Hermione sgomenta davanti a Grace, l’aveva vista debole e indifesa mentre piangeva e poi scappava per Hogsmeade…ma solo adesso riconosceva la vera Hermione, quella che non si arrende di fronte a nulla e che non permette a nessuno di prevaricarla.

 

Hermione, notando l’espressione curiosa di Harry, prese fiato per placare i battiti accelerati del suo cuore e continuò.

 

“Le ho detto che non mi faceva paura…io…le ho detto che…”

 

Si interruppe e fece qualche passo, andando ad accarezzare con cura la copertina di alcuni libri ordinati sullo scaffale che le stava accanto.

Harry la seguì con lo sguardo, ipnotizzato da quel movimento silenzioso e accurato, dalle sue dita sottili che tracciavano le lettere dorate del titolo del libro.

Hermione, tenendo la mano posata sul libro, alzò di nuovo lo sguardo verso di lui.

 

“Le ho detto che non le avrei più permesso di allontanarti da me”

 

Harry credette di essere pronto per un infarto. Non solo le parole di Hermione, ma anche la serietà e convinzione con cui le aveva pronunciate, lo lasciarono di sasso.

Da quando si era fatta così decisa? E poi…sembrava quasi che Hermione…lo stesse rivendicando!

Per mesi, quando si erano allontanati, lui aveva sperato che un giorno Hermione arrivasse e lo strappasse da Grace, dimostrandogli di sentire la sua mancanza…e lei, Hermione, come aveva potuto credere anche solo per un istante che Grace l’avesse realmente allontanato da lei…quando invece non aveva mai smesso di pensarla…

 

“Hermione…”

 

Ma Hermione lo interruppe dolcemente, appoggiandogli una mano sulle labbra.

Harry la guardò. Hermione stava sorridendo, ma c’era un’espressione strana sul suo volto. I suoi occhi erano lucidi, un po’ spaventati.

Sembrava sopraffatta da un’emozione fortissima che tentava in ogni modo di trattenere.

Era come sull’orlo delle lacrime, ma Harry riusciva leggere anche felicità in quello sguardo, aspettativa. E la mano, che appena sfiorava le sue labbra, era scossa da un sottile tremito, ed era fredda.

 

“Ti prego Harry…lasciami parlare, o non credo riuscirò mai ad arrivare fino in fondo…” disse con voce leggermente incrinata, spostando la mano e abbassando lo sguardo.

 

“D’accordo…”

 

Hermione annuì e iniziò a torturarsi le mani nella speranza di riuscire a nascondere la sua agitazione e il tremore che le scuoteva.

 

“Quando ho chiesto di parlarti, ad Hogsmeade…non sono riuscita a dirti tutto quello che avrei voluto…”

 

‘Credo sia un problema comune’ pensò Harry con rammarico, e sentì il suo stomaco contorcersi.

 

Hermione sorrise debolmente, quasi come l’avesse sentito, ma continuò a guardare in un punto lontano della biblioteca, e non Harry direttamente.

 

“…quel giorno volevo spiegarti come erano andate realmente le cose tra me e Ron…qual’era stato il vero motivo che mi aveva fatto capire di non voler restare con lui…”

 

“Mi hai detto che avevate semplicemente capito di essere solo amici…” intervenne Harry, incapace di fermarsi in tempo, e senza nascondere una punta di risentimento e fastidio nel dover ricordare quella conversazione e la storia tra Ron ed Hermione.

Non voleva più sentirsi ripetere che le cose sarebbero potute tornare come prima.

 

“Lo so…ed è la verità. Ma c’è qualcos’altro, qualcosa che riguarda solo me…”

 

Hermione esitò un attimo, mentre Harry iniziò a fissarla insistemente.

 

“Continua”

 

“Quando stavo…con Ron…ho capito che mancava qualcosa…” Hermione si bloccò, sbattendo un piede a terra e facendo qualche passo nervosamente.

 

“Accidenti! Non è affatto semplice…”

 

Si voltò spiando la reazione di Harry, e lo vide sempre fermo, con gli occhi fissi nei suoi, in cerca di spiegazioni.

 

Hermione sospirò pesantemente.

 

“…Mancavi tu, Harry. Tra noi mancavi tu. Eravamo rimasti io e Ron, si supponeva noi fossimo una coppia…ma eri tu a tenerci insieme, Harry. Lo so, sembra un discorso assurdo…- si fermò cercando di ordinare nella mente i pensieri- …quando tu c’eri, accanto a noi, accanto…a me, sentivo questo strano sentimento di rivincita nei confronti di Ron…volevo che lui si avvicinasse di più a me, ed ero tremendamente gelosa di lui…e poi, mi faceva arrabbiare e non potevo fare a meno di reagire e rispondergli a tono…fino a…fino a desiderare di stare con lui…”

 

Harry scrollò le spalle e distolse rapidamente lo sguardo. Hermione seguì i suoi gesti, senza capire perché sembrasse tanto infastidito dalle sue parole.

 

“Hermione…non mi interessano i particolari del vostro innamoramento…se ho tentato di tenermi lontano da voi, ci sarà stato un motivo…”

 

Hermione gli toccò un braccio, un velo di tristezza dipinto sul volto, e continuò ignorando le sue parole.

 

“…tutto questo è sparito, quando ci siamo messi insieme. Appena ho ottenuto quello che volevo, mi sono accorta che non sarebbe stato lo spirito di rivalsa, il nostro continuo battibeccare, la mia possessività nei confronti di un amico a far nascere…l’amore. Quando…quando tu ti sei allontanato da noi…non è rimasto più nulla…”

 

Harry sembrava confuso. Non riusciva a trovare un senso in quel discorso.

 

“Non riesco a capire…non capisco dove vuoi arrivare…”

 

“Avevo un disperato bisogno di te, non di Ron” Hermione pronunciò queste parole con solennità, anche se poteva sentire il cuore in gola. Quando vide che Harry restava in silenzio, decise di continuare.

 

“Ti avevo sempre accanto, ed ero disposta a fare tutto ciò in mio potere per aiutarti, sostenerti…e sapevo che se avessi avuto bisogno, ti avrei sempre trovato al mio fianco. Eri la mia costante e tra noi era così semplice…non c’erano stupide liti, gelosie…non c’era neanche bisogno di parole, a volte -Harry sorrise-…e io ti ho dato per scontato, e…cercavo l’attenzione di Ron,  quando invece avevo solo bisogno di te…e il fallimento della storia tra me e Ron mi ha solamente fatto capire che era te che dovevo trattenere…”

 

Hermione abbassò lo sguardo, quasi senza fiato. Il cuore le batteva all’impazzata, e si rese conto di aver iniziato a piangere senza essersene accorta. Ora si sentiva avvampare di calore.

Raccolse tutto il coraggio che aveva ancora in corpo per alzare lo sguardo su Harry, e restò pietrifica da quello che vide.

 

Harry non la stava più guardando, teneva ostinatamente gli occhi lontani dai suoi. E i suoi occhi erano quasi spalancati, e spaventati. Hermione poteva quasi vedere nella sua testa le nuove informazioni che venivano esaminate e poi recepite…e più il tempo passava, più Harry appariva perso. Però non smise di guardarlo e continuò a parlare. Doveva arrivare fino in fondo, se l’era ripromesso. A qualunque costo.

 

“Mentivo quando ti ho risposto che volevo le cose tra noi rimanessero come prima. Non ci ho creduto neanche per un istante…ti ho mentito perché tu non volevi più restarmi accanto…perché non volevi più avere niente a che fare con me…-ora Hermione poteva chiaramente percepire le lacrime rigarle il volto-…mi hai detto che tutto era cambiato e non sei riuscito a spiegarmi il perché…” dovette interrompersi e prendere fiato perché i singhiozzi erano diventati troppo violenti e le impedivano di parlare.

 

“Quel bacio Harry…quel bacio sembrava un addio…la tua distanza in questi giorni, le tue mezze frasi, i tuoi silenzi…non sono stati altro che nuove prove del tuo desiderio di allontanarti da me…per questo non ho avuto il coraggio di dirti la verità…Ma ora…ora io sarò terribilmente egoista, ma non posso lasciarti andare senza essere sincera con te fino in fondo…non posso perderti senza dirti che…che ti amo…”

 

Le ultime parole furono quasi un sussurro, e per poco non svenne quando Harry piantò i suoi occhi verdi nei suoi.

Decise di continuare, perché ormai, non aveva più nulla da perdere.

 

“-…ti amo perché è così da sempre, da quando tu sei diventato mio amico, da quando abbiamo iniziato a lottare l’uno accanto all’altra e a sostenerci…”

 

Harry non smetteva di guardarla, avvolto in una luce neutra e non interpretabile.

Hermione si asciugò le lacrime rapidamente e respirò per calmare i singhiozzi. Si affrettò a continuare, non lasciando quasi spazio tra le parole che pronunciava in un misto di panico e pianto.

 

“..lo so…è assurdo…ma ero stanca di tenere dentro tutto questo…anche se non servirà a molto non mi importa. Farò quello che mi chiederai. Se vuoi che io sparisca o che ti eviti, lo capirò…farò quello che vuoi…però, ti prego, dimmi almeno qualcosa…”

 

Harry invece non parlò.

Ma prima che Hermione potesse capirlo, si ritrovò stretta a lui, le sue braccia che la circondavano fermamente, il suo volto nascosto tra i suoi capelli. Harry la stringeva sempre di più, convulsamente, quasi a voler cercare il maggior contatto possibile tra i loro corpi.

 

Hermione restò spiazzata; anche se avvolta dal profumo e dal calore di Harry e quasi intossicata dalla sua vicinanza, non riusciva a scacciare dalla mente paure e dubbi, e quel peso opprimente allo stomaco non la abbandonava ancora.

Era impossibile dimenticare che lui era rimasto zitto ed imperturbabile. Gli aveva appena confessato di amarlo, ed era certa che sarebbe stata probabilmente l’ultima cosa che gli avrebbe detto.

Il sollievo per essersi aperta totalmente a lui veniva spazzato via dalla profonda angoscia di un distacco imminente.

Anche se…lui la stava abbracciando…

E piangeva.

Inizialmente non se n’era accorta, ancora troppo stupita dal suo gesto, ma ora poteva sentire i suoi lievi, camuffati singhiozzi, il suo respiro affannato che scuoteva anche lei. Sentì anche una lacrima, che filtrata attraverso i suoi capelli le stava bagnando la base del collo.

 

Quando Harry la scostò da sé, dolcemente ma con convinzione, Hermione sussultò, improvvisamente privata di quella vicinanza che ormai non v’era attimo che non sognasse.

Cercò subito i suoi occhi, allarmata e in stato quasi confusionale.

 

Fu allora che Harry le sorrise. Sorrise tra le lacrime, ed era quel sorriso che gli illuminava il volto e che donava ai suoi occhi lampi di smeraldo che incantavano chiunque li avesse osservati da vicino.

E lei, Hermione, era rimasta infinite volte a fissarli stregata.

Li fissò anche in quel momento, e ancora tremante asciugò con il pollice alcune lacrime che gli rigavano il volto.

Harry assaporò il piacere di quel tocco delicato socchiudendo gli occhi. Quando li riaprì la vide sorridere, con quell’espressione rassicurante e un po’ materna tipica di Hermione, e seppe senza dover chiedere che aveva capito, che non avrebbe dovuto giustificarsi né scusarsi per il suo pianto. Non con lei.

 

Harry allungò una mano, scostandole una ciocca di capelli dal viso. Giocò poi con quel ciuffo ribelle, accarezzandolo tra le dita come fosse il più prezioso e delicato degli oggetti.

 

Senza lasciar andare i suoi capelli, Harry disse, con voce esitante:

 

“Io…”

 

Ma Hermione non lo lasciò continuare.

 

“E’ quello che provo Harry… è qui, nel mio cuore. So che non sei abituato a sentirtelo dire, e invece meriteresti di essere amato ogni singolo giorno. Non devi ringraziarmi, perché non è stata una mia scelta. Tu sei qui -e si pose una mano sul petto-…e non mi importa se non puoi rispondere lo stesso…”

 

“Credo…credo che ora tocchi a me darti delle spiegazioni…Voglio che tu sappia alcune cose…se mi lasci parlare”

 

Hermione deglutì ridacchiando imbarazzata, poi si concentrò sul suo volto. Sentì il respiro mancarle, ma decise di non parlare e gli fece cenno di continuare.

 

“Vedi…quest’ultima settimana è stata…assurda. Ci siamo rincorsi e fraintesi per giorni, abbiamo lanciato parole al vento senza mai ascoltarci realmente…e lo ammetto, non ho fatto altro che evitare di dirti la verità”

 

“Cosa intendi?” chiese Hermione con un filo di voce.

 

Harry prese fiato e abbassò la mano che ancora indugiava sul volto dell’amica.

Lei lo amava. Hermione lo amava. Ora gli sembrava così stupido, tutti i dubbi, i suoi tentativi di reprimere quello che provava, le sue convinzioni errate, la sua rabbia esplosa quel giorno, la sua avversione nei confronti di lei…quando lei, proprio lei gli rivolgeva quelle parole che per tutta la vita avrebbe voluto sentire, e che ancora gli stavano facendo esplodere il cuore nel petto…

 

“Quel bacio non era un addio…non lo era neanche alla lontana. Se ti ho baciata è perché…perché non ho potuto trattenere l’istinto…come invece sono riuscito a trattenere le parole…”

 

Hermione voleva parlare, ma Harry continuò senza badare al suo tentativo.

 

“Ti ho detto di esser stato geloso di te e Ron, di quello che eravate. E’ vero, mi sentivo solo e provavo una forte invidia. Ma presto ho capito che non era un sentimento provocato dall’amicizia che mi legava a voi” Harry distolse lo sguardo, posandolo dietro ad Hermione, verso i tavoli della biblioteca deserta e semibuia.

 

“Cos’era, Harry…?” chiese Hermione, cercando di nascondere la paura nelle sue parole.

 

“Non potevo sopportare l’idea che tu stessi con lui…con lui e con chiunque altro. Ero geloso di te, di voi, che Ron ti fosse accanto quando volevo…volevo esserci io”

 

Hermione sentì gli occhi riempirsi di lacrime, intenerita dal tono di Harry, prima infervorato, ma poi calmo e dolce.

 

“Mi…mi hai sempre detto che non volevi che le cose tornassero come prima…che tutto era diverso…” balbettò Hermione mentre faticava a parlare normalmente, sopraffatta dalle mille emozioni di quegli istanti.

 

“Perché è tutto diverso…ho reagito in questo modo stupido e auto-distruttivo, e ho rischiato di distruggere tutto anche con te…perchè non potevo accettare il fatto di…di non voler più essere tuo amico”

 

Fu come se un lampo avesse trafitto il corpo di Hermione. Le parve di sentire se stessa lacerata, a metà.

Harry se ne accorse e si affrettò a continuare.

 

“Hermione…io non volevo più essere SOLO tuo amico…per questo ad Hogsmeade, quando mi hai proposto di ricostituire il nostro vecchio trio, quando mi hai spiegato che la storia tra te e Ron era fallita perché avevate frainteso la vostra amicizia con qualcosa che non esisteva…io non potevo immaginare che tu…insomma che…provassi…”-Harry arrossì improvvisamente, ma Hermione sentì un tuffo al cuore nel vederlo così imbarazzato e goffo solo ad ammettere che lei provava dei sentimenti per lui.

Quello che ancora faticava a credere- o che non aveva il coraggio di credere, era che Harry potesse realmente provare qualcosa per lei…

 

“Avevo paura, una paura enorme di sbagliare…di sbagliare come avete fatto tu e Ron…ho creduto che da un’amicizia non sarebbe mai potuto nascere nient’altro…che tu non volessi nascesse nient’altro. Però non potevo recitare a lungo…e come avrai notato non sono stato molto bravo a nascondere il nervosismo e la rabbia all’idea di non poterti avere accanto a me- sorrise alzando un sopracciglio- …e…in biblioteca, ti avevo così vicina…avevo bisogno di te…”

 

Hermione lo guardava quasi incantata, pensando di non essere più nel mondo reale, ma in un sogno.

Rideva, piangeva, della loro stupidità, dei fraintendimenti, della gioia che sentiva dentro, della completezza che la stava invadendo solamente sentendolo parlare.

 

“Era…era questo…questo che era cambiato in te…? Il perché non volevi le cose tornassero come prima…?” Hermione parlava e sentiva nella sua mente aprirsi tante porte, colmarsi tante lacune e incertezze, le mezze frasi e i silenzi ora acquistavano tutti una fine, un senso, una logica.

 

Harry sorrise grattandosi la testa e vergognandosi di se stesso, di quanto era stato ottuso e avventato. Poi tornò serio, e con delicatezza prese la mano di Hermione nella sua.

 

“La mia risposta…è noi”

 

Hermione, un po’ in ansia e sicuramente non totalmente lucida, lo guardò interrogativamente.

 

“Come …?”

 

“Noi” ripetè Harry con più convinzione. “Mi hai detto che avresti fatto qualunque cosa io ti avessi chiesto. E’ questo quello che io ti chiedo, quello che voglio”

 

“Noi…?” Hermione sembrava ancora non capire, o forse capiva troppo bene e faticava a realizzare appieno quella sensazione splendida che sentiva vibrare tutt’intorno.

Sentiva la testa leggera, come se stesse galleggiando, e un senso di vertigine che si impadroniva di lei.

 

Harry sbuffò, fingendo di essere spazientito, e le puntò l’indice contro la fronte, chinandosi al livello dei suoi occhi.

 

“Signorina Granger, mi stupisco della sua scarsa recettività…- disse scherzando, poi assunse un tono serio e sorridendo continuò- Quello che sto cercando di dirti è che…ti amo anch’io”

 

La voce gli tremò leggermente, ma mai era stato più sicuro di qualcosa.

Il sorriso che Hermione sfoderò gli tolse il fiato e per poco la scarsa forza che ancora gli rimaneva nelle gambe non lo abbandonò del tutto.

E faticò ancora di più a restare in equilibrio quando Hermione si avvicinò a lui con lentezza quasi logorante, fece in modo che i loro nasi si sfiorassero, poi gli accarezzò il volto con le mani, gli cinse la nuca e lentamente lo baciò, un bacio molto diverso dal primo, un bacio dolce e sensuale, profondo, un bacio che era anche uno scambio di promesse, un bacio che univa i loro respiri, i loro battiti.

Hermione si stava perdendo nel profumo della pelle di Harry, nel sapore delle sue labbra, ed era elettrizzata nel sentire il suo respiro così vicino.

Harry sentiva un tremore diffondersi in tutto il corpo, era frastornato dal contrasto tra averla desiderata così tanto e poterla realmente stringere a sé.

 

Il bacio si interruppe quando Hermione sentì le labbra di Harry incurvarsi in un sorriso contro le sue.

 

Hermione sorridendo a sua volta gli sussurrò: “Che c’è…?”

 

“Pensavo che dovremmo subito raccontare questa novità a Grace…visto che ormai siete amiche…”

 

Hermione sbuffò allontanando il viso dal suo : “Oh, per favore! Sarà meglio che quella serpe si tenga a qualche miglio di distanza, o fossi in lei starei attenta la prossima volta che salirà sulla scopa prima di una partita…”

 

Harry non potè fare a meno di scoppiare a ridere cingendo Hermione alla vita e guardandola.

 

“E’ una minaccia?”

 

Hermione continuò con il solito tono convinto e alterato:

 

“Diciamo un avvertimento…nel caso provasse ancora ad avvicinarsi a te…o a mettersi in mezzo, tra di…noi…” e sorrise il modo misterioso e anche un po’ compiaciuto.

Adorava il suono della parola “noi”.

 

In tutta risposta Harry la baciò di colpo, senza darle il tempo di accorgersi di nulla e togliendole letteralmente il respiro.

 

“W-wow…” disse quasi in un sospiro Hermione quando si separarono, ancora sorpresa e scossa.

 

Harry rise. “Mi piace questo tuo lato aggressivo. E’…intrigante…”

 

Hermione ricambiò il sorriso, un lampo di malizia negli occhi.

 

“Fossi in te starei attento…non puoi immaginare cosa sarei capace di fare…”

 

E gli sfuggì dalle braccia, avvicinandosi al tavolo sul quale giaceva chiuso e abbandonato il libro che stava leggendo poco prima.

 

Harry la seguì e la abbracciò da dietro, passandole le braccia intorno alla vita e appoggiando la testa sulla sua spalla.

 

“Riguardo a cosa fare, io avrei un’idea…” le sussurrò Harry all’orecchio.

 

Hermione gli rispose ironica.

 

“Oh, davvero?”

 

“Sì…”

 

“ E cosa vorresti fare?” chiese Hermione, voltandosi finchè si ritrovò contro il suo viso.

 

“Beh...io e te, soli tutta la notte in una biblioteca deserta…” disse stringendola di più e sorridendo.

 

“Harry James Potter!!! Non ti facevo così sfacciato!” e gli assestò un pizzicotto sul fianco.

 

Harry cercò di proteggersi ridendo.

 

“In realtà pensavo di trascorrere tutta la notte a fare una ricerca su…- si sporse in avanti per leggere meglio.-…uhm… ‘Storia di Pietre e Amuleti Magici’..? Mi pare un argomento…interessante! Credo che sia tu ad esserti fatta strane idee…onestamente!”

 

Hermione scoppiò a ridere e si girò soffocando le sue e le risate di Harry con un bacio.

 

 

 

FIN

 

***

 

 

 

 

NOTE CONCLUSIVE! LEGGERE!

Ok, finalmente siamo giunti alla fine.

Come promesso, l’epilogo, che era già quasi totalmente scritto, non si è fatto aspettare.

Un grazie a Sara, di nuovo, per le tue parole dopo che ho postato il capitolo precedente. Mi hai tirata un sacco su di morale e sono riuscita a rimettere le mani sulla tastiera!

E poi un GRAZIE di cuore a tutti. Credo sia la fic che mi ha dato più soddisfazioni in assoluto, per il vostro sostegno, il numero di recensioni incredibilmente alto…sono commossa, davvero, e anche un po’ triste che sia finita, benché non sia lunga. Tutto questo ha significato molto per me.

E adesso…gli ultimi ringraziamenti personalizzati, come sempre:

 

 

Desdeus: apprezzo la sincerità. Ho solo trovato la recensione un po’cruda… “tutto il resto non mi è piaciuto”…avrei voluto capire in modo più articolato il perché. Grazie, comunque. Speriamo questo capitolo finale sia un po’ meglio.

Kia85: idem come sopra. Avrei apprezzato una critica un po’ più costruttiva, comunque mi dispiace non ti sia piaciuto. Grazie per il commento.

Maripotter: grazie per aver lasciato la recensione, non preoccuparti se non l’hai fatto prima! E figurati, io non mi scoraggio proprio per le coppie di HBP e conosco bene la teoria della pozione d’amore! Grazie per avermela ricordata!

Lady86: grazie per il commento positivo, e anche per essere d’accordo sulla questione HBP. H/Hr xever!

Marco: ti ringrazio tantissimo e spero che la conclusione ti abbia soddisfatto!

Brynden: grazie mille, e finalmente verrai accontentata!

Emma: grazie grazie, per fortuna hai apprezzato..sapevo che non vedere mai insieme Harry ed Hermione per un capitolo intero avrebbe dato un pochino fastidio…ma l’ho fatto apposta. Volevo che il finale fosse un capitolo a sé stante. Spero mi sia riuscito abbastanza.

Strega91: sì lo so, la corda l’ho tirata forse anche troppo…ma sono contenta ti sia piaciuto comunque. Ora credo tu possa rilassarti e distendere i nervi! =)

Dreamerina: grazie mille per quello che hai scritto, davvero, e per il sostegno! Sì, la sberla a Grace mi ha dato molta soddisfazione, lo ammetto! Visto, l’epilogo non si è fatto aspettare! Grazie grazie e certo che ti leggerò ancora..spero sarà reciproco!

Herm88: wow, che recensione! Non importa se non ha recensito tutto, figurati! E’ vero, mi concentro soprattutto sui personaggi, mi fa davvero piacere di aver centrato l’obiettivo. Cavoli, grazie mille, c’è tutto in quella recensione, mi fai arrossire! ^X^

Lisaskeeter: Grazie mille per la tua presenza costante. Sì,è proprio la fine, non me la cavo benissimo con le long-fic…ci proverò forse in futuro! Continua a leggermi se ti va!

Mysticmoon, marikotter, lydia: grazie tantissimo per aver lasciato la recensione, e per avermi letto, e per i complimenti. Grazie!

Fede333: ecco qui l’epilogo o quello che è, una fine comunque. Come vedi nulla di abbandonato, c’è solo voluto un po’ di tempo…per fortuna molto meno per la conclusione. Grazie x esserti preoccupata, sono contenta ti fossi affezionata a qsta storia”!

Loveman: grazie, sono contenta il ritorno ti abbia fatto piacere…sono perdonata x l’attesa? Ho impiegato poco ad aggiornare!

Merewen: grazie per la tua ennesima stupenda recensione. Sono contenta tu abbia letto la fic appena hai potuto! E grazie, tengo molto ai tuoi commenti! E grazie anche per quanto sei dolce sulla questione attesa…spero che questo finale sia decente anche se non avete aspettato! Un bacione

Harrydipendente:grazie! Spero la fine sia bella come te l’aspettavi, lo spero tanto!

Maeve 84: dulcis in fundo, un enorme grazie alla mia ispiratrice personale! Grazie davvero con tutto il cuore per il sostegno!

 

E vi ringrazio tutti per le recensioni buone o cattive che riceverò per quest’ultimo capitolo che non potrò commentare!

Rimanete collegati, la traduzione sta arrivando!

 

HarrynHermione

 

 

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=56141