A GrimmUlqui fairy tale

di NekoRika e Vale GilBird
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


GrimmUlqui Prologo

NekoRika autor's note: Buonasera~! Questa è la prima collaborazione made in NekoRika'n'Vale GilBird ^__^ Nata sui banchi di un'aula giapponese durante la nostra vacanza studioXD Sarà una GrimmUlqui, naturalmente, e per questo primo capitolo io ho avuto il piacere di "interpretare" GrimmicioXD E' stato davvero divertente. Spero di esere stata un Grimmicio abbastanza rompi scatoleXD

Vale GilBird autor's note: Buonasera! Come ha già detto la Rika, i nostri cervelletti pazzi&sadici hanno partorito questa GrimmUlqui <3 Io ho avuto il piacere e l'onore di interpretare il mio adoratissimo emo Espada, ovvero Ulquiorra! *rullo di tamburi*  Che dire, non aggiungo altro, buona lettura XD 
Go Ulqui-chan! (come lo chiamano i suoi amici più intimi, ovvero Aizen ed io XD )







Grimmjow sbadigliò mentre entrava in classe. La sera precedente era uscito con gli amici e aveva fatto tardi. Quella mattina, naturalmente, non aveva sentito la sveglia. Non ricordava bene i dettagli: forse l'aveva spenta al primo trillo, forse non l'aveva nemmeno attivata la sera precedente, fatto stava che era arrivato in ritardo.

Non era certo una novità: era sicurissimo che il professore, stufo di riprenderlo per ogni volta che arrivava tardi, non avrebbe avuto niente da ridire. Le cuffie ben salde sulle orecchie, un panino alla mano -non aveva fatto colazione-, entrò in classe.

Ulquiorra stava prendendo appunti tranquillamente, quando la sua quiete fu interrotta da un losco figuro dai capelli azzurri, l'espressione spaesata di chi cerca dove sedersi, un panino mangiucchiato in mano e la musica metal ben udibile attraverso le cuffie. Un tizio che stava dando parecchio nell'occhio, e che aveva fatto interrompere l'insegnante e voltare metà della classe nella sua direzione. Chi cavolo era?

Il tipo in questione, fregandosene allegramente del professore e del resto degli studenti, fissò il posto libero vicino al suo.

"Scusa, è libero?" Ulquorria spostò la sua borsa, infastidito. Sperò che il ragazzo, dopo il casino iniziale, se ne stesse per i fatti propri. Stava prendendo appunti e ci teneva abbastanza a continuare indisturbato.

Grimmjow sospirò, scocciato, dopo un primo mezzo minuto di silenzio. Spense l'Ipod, scartando il panino e dandovi un morso, ignorando l'occhiataccia dell'insegnante. Si stiracchiò, sbadigliò, sbuffò di nuovo. Che lezione era quella? Storia dell'arte? Probabile. Annoiato, prese a fissare il suo compagno di banco. Capelli neri, pelle pallida. Che tipo strano. Tanto più se si considerava che stava persino prendendo appunti.

"Certo che ce n'è di gente strana!" si lasciò scappare, iniziando a frugare nella borsa.

Le speranze di Ulqiorra svanirono all'istante. Il losco figuro era l'ultima persona a poter commentare: capelli color azzurro cielo primaverile, piercing al labbro e al sopracciglio destro e tenuta da spiaggia: canottiera bianca con disegno discutibile (due donne in costume in posa simil-lesbo), bermuda a fiori e infradito. Gli mancava solo la tavola da surf. E si permetteva pure di giudicare, pensò sconsolato Ulquiorra. 

Grimmjow continuò a sbuffare, senza prendere nemmeno in considerazione pensieri simili. Dopo il risveglio, il mal di testa mattutino post-sbornia, il trascinarsi per casa in cerca dei vestiti e dello zaino, era riuscito ad arrivare a lezione. Eppure, gli sembrava di scordare qualcosa. Ma certo, la penna! Ignorando le occhiate insistenti del professore iniziò a cercare, prese la borsa -una sacca decorata con un tema floreale che faceva molto Hawaii- e iniziò a rovistare furiosamente. Nell'ordine tirò fuori: tre panini, la PSP, il cellulare, un telo da mare, i racchettoni, l'olio solare, il latte dopo sole e gli occhiali scuri. Tutto sul banco, sparpagliato ovunque.

Ulquiorra lo fissò sbalordito: come poteva comportarsi così, all'università, durante una lezione, incurante sia del professore che degli altri?! Dopo essere arrivato tardi, con la musica spacca timpani, come se fosse a casa propria.

"Signor Jeagerjacques, è comodo? Sa, al momento c'è una lezione in corso. Vuole un caffè? Chiamo qualcuno che le porti una brioche? Forse del tè?"

"Si, grazie, ora che ci penso un caffè andrebbe bene. Macchiato, con poco latte, non troppo caldo."

Silenzio di tomba.

"Signor Jeagerjacques, il suo umorismo di primo mattino è qualcosa di impagabile, lo sappiamo. Ma dopo cinque anni non ha ancora capito che questa è un'aula universitaria e non un bar?"

"Ok, ok, prof. Sono pronto. Mi siedo e non rompo più." E con ciò, si voltò verso Ulquiorra.

Grimmjow recuperò con calma tutta la roba sparsa sul banco, infilandola a forza nello zaino.

Solo quando il banco fu nuovamente libero si rese conto di qualcosa: aveva scordato la penna a casa. 

"Senti tu, come è che ti chiami? Ce l'hai mica una penna da prestarmi?"

Sempre più incredulo, Ulquiorra pensò che il suo vicino di banco aveva tirato fuori l'impensabile dallo zaino e... non aveva una penna! Una fottuta penna!

Non poteva essere vero, quel tizio. Sembrava uscito da un cartone animato.

"Ulquiorra," rispose, brusco.

"Ti chiami Ulquiorra? Ulquiorra! Che nome assurdo! Cazzo, certo che ce n' è di gente strana in giro! Ulquiorra... bah! Io sono Grimmjow," rispose quello con il nome normale, esclamandolo orgogliosamente. "Comunque, allora me la presti la penna?! Già che ci sei, mi servirebbe pure un foglio."

No, non esisteva. Era solo il frutto di un'illusione della sua mente: ieri sera aveva esagerato col cibo. I funghi dovevano essere allucinogeni...

"Tieni." gli porse penna e foglio, in volto l'aria più infastidita che riusciva a palesare.

"Mica serve essere così scazzati, è solo una penna, mica te la mangio..." Grimmjow fissò il foglio, poi il professore, il professore e poi di nuovo il foglio.

"Ma dove siamo arrivati?" borbottò scrivendo un paio di parole a casaccio tra quelle pronunciate dall'insegnante. "Si capisse qualcosa... senti, Ulqui-qualcosa, non è che potresti mettere il libro in mezzo?"

Ulquiorra era sempre più convinto che il suo vicino di banco non esistesse. Era tutta una finzione. Da un momento all'altro la classe si sarebbe alzata in piedi urlando "Candid camera!" Sì, doveva essere così. 

Con l'idea che il tizio si sarebbe calmato, mise il libro in mezzo. Grimmjow, osservando il manuale con scarso interesse, ne sfogliò le pagine.

"Ma che argomento è?" sbadigliò, cercando un titolo fra le mille parole. "E che corso è? Arte 1? Arte 2?" si allungò sul tavolo, incrociando le braccia e portandoci il viso sopra, usandole praticamente come cuscino. "Che palle, che cazzo di sonno!" sbadigliò, stiracchiandosi sul banco.

Ulquiorra iniziò a perdere la pazienza: quel tipo era incredibile. Che fosse entrato nella prima aula che aveva trovato? Magari era pure di un'altra università... No, cazzo, il professore lo conosceva.

"Arte 1," rispose controvoglia.

"Cazzo, la solita noia. Sono cinque anni che sento le solite stronzate. Certo però, tu non è che mi aiuti, non sei molto socievole! Rispondi a monosillabi!"

Ulquiorra impiegò un paio di secondi per formulare una risposta più o meno decente.

"Cinque... anni?!" Cinque anni... e doveva ancora passare arte 1? Ma cosa era, un incubo?! Quindi, facendo un calcolo, doveva avere più o meno... venticinque anni.

"Beh, che c'è di strano? Il mio vecchio spera ancora nella mia laurea, ed eccomi qua," sbuffò scocciato Grimmjow. "Meglio comunque che trovarmi un lavoro." Afferrò la borsa, cercando al suo interno, estraendo la PSP.

"Vuoi giocare in wireless con me?" chiese, dando per scontato che anche Ulquiorra ne avesse una. "Proprio ieri ho sbloccato quei nuovi accessori in Soul Calibour... Anzi, visto che questa lezione è una rottura di palle, perché non andiamo in mensa?"

Ulquiorra iniziò seriamente a perdere la pazienza. Quel tipo era troppo assurdo per esistere: dopo cinque anni -cinque anni- di università non passare arte 1 era grave, molto grave. Chiedere di andare in mensa, durante una lezione, con tre panini infilati nella borsa, era semplicemente stupido.

"Tu non sei vero."

"Cazzo dici? Dai, Ulqui! Ah, posso chiamarti così, vero? Allora, giochiamo? Sta lezione è una noia assurda!"

"Tu non esisti."

"Dai, Ulqui, vuoi venire almeno in mensa? Non mi hai risposto!"

"A parte il fatto che sono solo le dieci e mezzo... saremmo nel mezzo di una lezione. Sai, c'è gente che vorrebbe seguire."

"Ma chi cazzo vorrebbe seguire una rottura di palle come questa?" Grimmjow scrollò le spalle, come se fosse un'ovvietà. "E poi la pizza è buona a tutte le ore!"

"Beh, sai, io vorrei passare l'esame, non voglio trovarmi fra cinque anni con una chioma azzurra, arrivare in ritardo alla lezione e rompere le palle al vicino di banco che cerca di stare attento" sottolineò con un tono più o meno pacato.

Grimmjow immaginò Ulquiorra con i capelli azzurri, fissandolo perplesso, molto perplesso.

"No, non ci staresti bene," rispose semplicemente, scrollando le spalle. Ulquiorra lo fissò, sgranando gli occhi.

"Tu non puoi esistere. Cazzo, era una battuta. Capisci almeno l'ironia?"

Grimmjow lo squadrò, scocciato. "Capisco solo che sei un cazzo di tipo noioso. Almeno quanto questa lezione inutile." Afferrò lo zaino, alzandosi, abbandonando lì foglio e penna. Senza salutare si incamminò verso l'uscita dell'aula.

Non sapendo che fare, Ulquiorra lo fissò andarsene. Nel bel mezzo della lezione. Dopo aver rotto le palle tutto il tempo.

"Signor Schiffer, vuole continuare a fissare il vuoto o seguire la lezione?" infierì la voce dell'insegnante.


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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


GrimmUlqui1

Note iniziali: Visto che abbiamo già avuto un fraintendimento, specifichiamo che questa storia NON è ambientata in Giappone. Conosciamo la cultura Giapponese, studiamo Giapponese, e abbiamo fatto vacanze studio in Giappone, e proprio perché sappiamo quanto sono rigide le loro norme, le loro scuole, non ci siamo cimentate. tanto più che in una università Giapponese non ci siamo mai state e probabilmente non ci andremmo mai, è una nostra bella abitudine non scrivere su cose che non conosciamo di prima mano. Se avessimo voluto ambientare la storia in Giappone avremmo scritto di una vacanza studio.
Quindi, dove è ambientata? Idealmente in Italia, visti i riferimenti culturali, ma visto che i nomi non sono certo italiani (ma nemmeno Giapponesi), e non potevamo tradurre i nomi in Giacomo e Umberto (con nomi d'arte Grimmjow e Ulquiorra) abbiamo evitato di dare una collocazione specificaXD
Questa storia è una AU, quindi un minimo di OOC mi sembra normale, visto che i backgroud sono diversi, che i personaggi non sono Arrancar, che non hanno poteri, non combattono, e via dicendo. E' il cosiddetto "OOC giustificato" che c'è in tutte le AU. Se da fastidio un consiglio (o una critica costruttiva) sul come "arginare il problema" non sarebbe male.
E' una commedia, quindi contiene situazioni leggere. E' normale che sia così, così come è normale che non ci sia un realismo assoluto. Nelle commedie, che siano manga o film, ci sono sempre state situazioni paradossali ed esagerazioni. Se avessimo voluto scrivere una cosa iper-realistica lo avremmo messo nelle note.
Questo è un capitolo di transizione, utile solo ad inquadrare la situazione e a spiegare un paio di cose. E' breve. Comunque buona lettura!^__^







Ulquiorra aveva sempre vissuto una vita tranquilla. Aveva una stretta cerchia di amici con cui si trovava bene, una brava famiglia, e assolutamente nessun problema di sorta. Era felice dell'andamento della sua vita, della sua scelta degli studi, dell'università che frequentava.

Fin da bambino non aveva avuto ben chiaro cosa fare del suo futuro. Di una sola cosa era sempre stato certo: amava disegnare. Il disegno era per lui passione e sfogo allo stesso tempo, qualcosa alla quale dedicare anima e corpo. Così, nel dover decidere l'università, la sua scelta era ricaduta nell'ambito della moda. Non che gli stesse particolarmente a cuore, semplicemente gli era sembrata l'unica opportunità sensata, dal momento che univa la sua passione ad un guadagno accettabile. L'architettura l'aveva esclusa a priori, non essendo tagliato per il disegno geometrico, e la pittura, per quanto gli piacesse, non era adatta a qualcuno che nel futuro desiderava un lavoro decentemente redditizio.

Era stato con questi presupposti che aveva iniziato le lezioni, qualcuna apprezzandola, qualcuna sopportandola. L'università era prestigiosa, un ottimo ambiente. Unico problema: la presenza di quel tizio dai capelli azzurri e una fama di fannullone/perdigiorno a tempo indeterminato. Ulquiorra pensò amaramente che aveva avuto il piacere di conoscerlo durante la prima settimana di università.

Ricordava che qualche anno prima, mentre frequentava le superiori, una sua amica aveva accennato alla presenza di una “figura leggendaria” -naturalmente nel senso ironico del termine- all'interno della facoltà di architettura. L'aveva raccontata come una diceria passata da persona a persona, che aveva sentito riferire da altre ragazze. Rukia era una delle sue più care amiche, difficilmente mentiva, anzi, era una delle poche ragazze toste e dirette che conosceva. Non aveva messo in dubbio le sue parole, semplicemente non si era mai fidato delle voci di corridoio che passavano da scuola a scuola, su persone lontane che nessuno aveva realmente visto di persona. Al tempo aveva creduto che fosse un balla: insomma, chi cazzo poteva rimanere per cinque anni all'università e non dare nemmeno un esame? Era assurdo persino da pensare.

Poi ricordava che anche il fratello di Rukia, Byakuya, gli aveva detto qualcosa al riguardo: Grimmjow Jeagerjacques – questo il suo nome – proveniva da una famiglia ricca; figlio di un famoso architetto, per levarselo (probabilmente) dalle scatole i genitori avevano continuato a “donare” fondi alla scuola, con la cieca convinzione che un docente magnanimo potesse finalmente regalare la laurea al figlio. 

Quando aveva sentito quella storia raccontata prima da Rukia poi da Byakuya non aveva collegato il loro riferirsi alla stessa persona. I pettegolezzi non erano mai stati di suo interesse, aveva sempre preferito pensare ai fatti propri, e anche se i suoi amici avevano accennato alla questione in seguito alla sua scelta sull'università da frequentare, non aveva mai pensato che qualcosa del genere -qualcuno del genere- avrebbe potuto interferire con la sua vita.

Non avrebbe mai immaginato di ritrovarselo durante la prima settimana, così, all'improvviso: non si era preparato psicologicamente.

La lezione era stata noiosa, doveva ammetterlo, però cavolo, un po' di appunti doveva prenderli. Se non avesse seguito le lezioni l'esame sarebbe stato veramente tosto. Il professore di certo non aiutava a mantenere vivo l'interesse: spiegava lentamente, ogni tanto si fermava, perdeva il segno, riprendeva da un punto imprecisato della lezione, proseguiva, poi si fermava di nuovo... ci mancava solo Grimmjow a rompere le palle. Con tutti i posti liberi che c'erano nell'aula, proprio in quello vicino al suo aveva dovuto sedersi?

Ulquiorra, preso dai suoi pensieri, per poco non camminò oltre la fermata dell'autobus, rimuginando e rimuginando. Il tragitto casa-scuola consisteva in un'oretta di bus, volendo poteva arrivare a piedi seguendo una scorciatoia, ma faceva troppo caldo. Per quello optò per il mezzo pubblico. Trovare un posto dove sedersi e dormire un'ora sarebbe stato di sicuro più piacevole che camminare sotto il sole cocente. La strada a piedi poteva essere più bella da vedere e più piacevole da percorrere, ma in quel momento non aveva bisogno di niente del genere. Era esausto, mentalmente stanco e nervoso.

Ed era solamente la prima settimana di università. Aveva bisogno di tornare a casa il prima possibile, di fare una doccia. Aveva bisogno di rilassarsi, di togliersi Grimmcoso dalla mente, di perdere un po' di tempo a leggere uno dei suoi libri preferiti, oppure di disegnare. Sì, di disegnare, di lasciare andare il pennello sulla tela, di lasciare che la fantasia volasse libera. Avrebbe escluso a priori il colore azzurro dal suo ipotetico dipinto, ne era certo.

Eppure la mente continuava a tornare sulle vicende appena accadute. Certo, gli amici gli avevano parlato di lui, la reputazione di quel Grimm-qualcosa lo precedeva, ma non pensava che potesse essere così rompipalle, così insistente, così... il fatto è che non aveva mai conosciuto qualcuno così inutile. Provava una sensazione di fastidio nei suoi confronti, un fastidio definito e marcato. Non capiva come qualcuno potesse buttare a puttane la propria vita in quel modo.

Se l'università non fosse stata fondata dal bisnonno, quel tizio sarebbe stato sbattuto fuori già da un pezzo. Da quanto si sapeva, il preside attuale doveva essere il nonno, e Ulquiorra si chiedeva veramente come potesse permettere al nipote di comportarsi indisturbatamente in quel modo, anzi, come potesse la famiglia avere ancora la speranza di vederlo laureato.

A giudicare da come era venuto fuori il figlio, pure la famiglia doveva essere parecchio strana. Forse stavano solo aspettando il momento opportuno per ammazzarlo e nascondere il cadavere. A saperle queste cose...

In ogni caso, adesso conosceva quell'individuo. Ma proprio vicino a lui aveva dovuto sedersi? Ulquiorra non aveva mai fatto niente di male nella sua vita, da quanto gli sembrava di ricordare.

Sperava che quel Grimm-qualcosa avesse perso ogni interesse nei suoi confronti. Non gli aveva dato nessuna confidenza, in più aveva risposto a monosillabi. Sperava che tutto ciò avesse funzionato. Sperava che quel primo incontro sarebbe rimasto l'unico, che non avrebbero fatto altro che ignorarsi reciprocamente lungo i corridoi e in qualsiasi aula fossero malauguratamente venuti ad incontrarsi.

Trovò finalmente due posti liberi sull'autobus, prese posto su un sedile e sull'altro appoggiò lo zaino. Cercò l'ipod, lo accese e indossò gli auricolari, pensando che un po' di musica avrebbe sicuramente fatto bene. In una decina di minuti si addormentò. Percorse il tragitto di ritorno in uno stato di dormiveglia, sbadigliando di tanto in tanto e controllando le fermate. Quando scese era più stanco di quando si era addormentato. Maledetto Grimmjow.













The corpse Bride: Allora, iniziamo per punti. Non abbiamo mai specificato che la fanfiction è ambientata in Giappone. Non ci sogneremmo MAI di ambientare una storia in una università Giapponese perché non l'abbiamo mai frequentata, sappiamo come funziona il loro sistema scolastico, ma non avendoci mai messo piede preferiamo non toccare cose che non conosciamo di prima persona per non scrivere cazzate. Quindi, l'università non è Giapponese. Conosciamo la cultura Giapponese perché studiamo Lingue orientali all'università, indirizzo Giappone. E siamo pure state in Giappone, rispettivamente una e due volte.
- Quando abbiamo scritto abbiamo usato come riferimento la nostra facoltà, non certo una scuola Giapponese in cui non siamo mai state. Problemi per i cappelli azzurri? C'è gente che gira con i capelli fuxia, viola, con i dread, con la cresta punk, e come se non bastasse gira gente vestita nei modi più disparati. Nessuno fa storie se una persona viene vestita dark, gothic, gothic lolita, cosplay, visual, e via dicendo. Una di noi due (Rika) è andata all'università con i capelli biondi e blu, e con abbigliamento vario, quindi non vedo proprio il problema se Grimmjow ha i capelli azzurri. Loro non sono in un'università di lingue, ma frequentando una facoltà d'arte, e penso che il discorso sia simile. C'è un motivo se non li abbiamo messi a fare giurisprudenza o medicina.
- Non è ambientata in Giappone, i professori non sono Giapponesi, e le battute le fanno. E' capitato a noi, non vedo perché non debba capitare a loro. Grimmjow è fin troppo sfrontato, ma ha un motivo per cui può esserlo. Un motivo stupido e banale, ma è pur sempre un motivo, e questa è una commedia, quindi non ci sentiamo in dovere di ricercare il realismo assoluto. Tanto più che le commedie, sia in ambito manga, sia in ambito film, da sempre sono giocate sull'esagerazione, e volendo sulla parodia e sul surreale.
- Come detto siamo state in Giappone, a fare homestay. Non è uso comune, ma se proprio lo vogliono i Giapponesi un cappuccino lo trovano senza problemi, e pure un caffé, e pure un cornetto. La pizza è un chiaro riferimento alla cultura italiana, e vuole esserlo. E poi pure in Giappone c'è.
- Abbiamo insegnanti che ricordano i nomi di quasi tutta la classe. Abbiamo insegnanti che ci salutano per strada, che ci fermano sui treni, che si fermano a chiacchierare con noi. Qualcuno è anche stato invitato al ristorante con gli studenti. E stiamo parlando di un'università pubblica, figurarsi in una privata, o in una a numero chiuso, dove tutto questo è pure più probabile.
L'OOC. Siamo in una AU. Bleach non ha mai avuto una gran introspezione, anzi, è sempre stato molto superficiale su questo. Grimmjow di base è un personaggio molto impulsivo, diretto, sfrontato, e abbastanza tutto fumo e niente arrosto, visti i combattimenti che lo riguardano. (Sembra voglia spaccare il mondo e poi le prende puntualmente) Ulquiorra è serio, freddo, pacato, cinico e riflessivo. Almeno questo è quello che vediamo noi, tenendo presente che un po' d'interpretazione è legittima. In una AU scolastica, senza che i personaggi abbiano subito nessun trauma di nessun genere, senza i combattimenti e senza la possibilità di uccidersi a vicenda, senza poteri, e via dicendo, non potevamo certo renderli "incisivi" come nel manga, abbiamo dovuto togliere i lati cupi, e abbiamo dovuto rendere il tutto più leggero. Ulquiorra sopporta, e cos'altro avrebbe potuto fare? E' un ragazzo di vent'anni, non ha nessuna esperienza simile alle spalle, fin'ora ha solo vissuto la sua vita tranquillo e beato. Che altro doveva fare? Ci è sembrata la cosa più logica farlo sopportare, almeno fino ad un certo punto. Grimmjow è spensierato proprio perché non ha subito tutto ciò che subito nell'anime. Saranno anche OOC, paragonati al Grimmjow e all'Ulquiorra del manga, ma siamo in una AU comica, i background sono diversi. Senza considerare che hai sparato sentenze al riguardo senza dare nemmeno mezzo consiglio sul come renderli più "loro" nella nostra trama. La SasuNaru? Non abbiamo mai seguito la SasuNaru, che anzi, non ci piace per nulla come coppia. Non abbiamo nemmeno mai visto Junjou Romantica, ed evitiamo shojo e yaoi-pseudo-shojo. Le coppie che seguiamo sono di tutt'altra pasta, e non abbiamo preso in considerazione la GrimmUlqui perché "fa molto figo" o perché "stuzzica". Stiamo provando a scriverci una commedia, e non un'angst pesantissimo o una lemon, tutto qui. Stravolgimento dei personaggi? Ripeto, qualche consiglio non sarebbe stato male.

franky9397: GrazieXD Sono felice di esserci riuscitaxD So che il capitolo è parecchio inutile, ma serve come intermezzo per mettere in chiaro un paio di cose e per preparare i prossimi.
Vale: Grazie del commento *__* Si, beh, è il primo capitolo...dovevamo un pò presentare i personaggi! 

Ninive Shyal
: Mi dispiace, ma non ci piace granché la Ulquiorra/OrihimeXD Però fa piacere sapere che come inizio ti è piaciuto, nonostante non sia la coppia che preferisci^o^
Vale: Come ha detto la Rika, non siamo molto amanti dello UlquiHime XD Scusa! XD Mi fa piacere che ti sia piaciuto ^__^

Selfish: Beh, penso che l'OOC sia inevitabileXD E' una AU, Ulquoirra e Grimmjow non possono essere come nella serie originale, i background sono diversi, stonerebbe troppo con la storia. Non ci sono i presupposti per renderli in quel modo, e abbiamo dovuto mettere il tutto su un piano più leggero e meno serioso. In ogni caso se hai idee per far notare meno la cosa siamo più che disponibili verso i consigli^__^ Per Ulquiorra, almeno da parte mia (Rika), non c'è stato nessun desiderio di dargli un senso dell'umorismo, quando più di calcare sull'ironia. Ma a gestire Ulqui è principalmente Vale, e lo caratterizza come riesce meglio a lei, e come lo vede lei in contesto AU. Io gestisco Grimmjow, e i motivi per cui l'ho reso in questo modo li ho spiegati già nell'introduzione: non possiamo mettere cattiveria, crudezza o elementi simili in questi personaggi, quindi per Grimmjow rimane l'impulsività, l'atteggiamento di chi vuole rimanere fuori dagli schemi imposti. C'è anche l'aspetto da considerare se in trama nascono così e basta, in una AU bisogna pensare al motivo per cui uno potrebbe conciarsi con capelli azzurri e fisico palestrato in quel modo, molto bello da vedere, e tutto il resto. Insomma, i personaggi sono adattati alle esigenze di trama, per farla breveXD Per i cognomi usiamo le traslitterazioni "ufficiali", quelle del manga, se dovessi tradurre il Katakana sarebbero diversi anche i nomi^^
Vale: Come dice Rika, gestire Ulquiorra è un pò complicato, perchè non è certamente un tipo che risponde a battute (un tipo alla Ichigo per dire XD), lo vedo più portato per il sarcasmo e l'ironia. Riassumendo, visto che ha detto tutto Rika, siamo in una AU, quindi certe scelte ce le siamo prese più o meno liberamente, anche perchè la storia non è ambientata in Giappone (come abbiamo già precisato). Non hanno nè poteri paranormali, nè ci saranno botte in stile Bleach. Altrimenti non mettevamo AU^^ Comunque, grazie per la recensione! E poi, su, Ulquiorra è simpatico...è che nel manga non ha occasioni per mostrarloXD

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


GrimmUlqui capitolo 2 Note: Abbiamo messo l'avvertimento OOC. Perché noi, né come autrici né come lettrici, siamo mai state "puriste", soprattutto nelle AU dove, finché la storia era interessante e piacevole da leggere, abbiamo sempre considerato accettabile e spesso inevitabile l'OOC giustificato dall'ambientazione.  Però capiamo che può esserci qualcuno che non la vede come noi, ed ecco l'avvertimento.
Prendete questa fanfiction per quello che è, sperando che possa piacere almeno un po'.^^ E' la nostra prima collaborazione, e abbiamo appositamente scelto questa trama e adattato in questo modo i personaggi. E' stata una scelta ragionata, per non complicare le cose a nessuna di noi due, visto che in linea di massima scriviamo su generi diversi, e rimarrà così dal primo all'ultimo capitolo. Terminata questa, se ne avremo voglia e tempo, magari scriveremo qualcosa di più impegnato. Nel frattempo le fanfiction serie, ragionate e impegnate, preferiamo scriverle non in collaborazione, ma negli account personali.
Qui Byakuya e Rukia sono fratelli, non cognati.
Renji è fuori carattere. Ci dava l'impressione di qualcuno che, in contesto AU, potesse avere un atteggiamento simile, e lo abbiamo reso così. Prendetelo per quello che è, sappiamo che non è IC XD Siamo anche consapevoli di non saper trattare Ichigo, ma ci abbiamo provato.







Era passata poco più di una settimana. 

Ulquiorra aveva continuato la sua vita universitaria senza ulteriori intoppi. Le lezioni teoriche, i laboratori, le ore di disegno. Si stava trovando discretamente bene, e anche se non era certamente tutto divertimento e la stanchezza veniva accumulata giorno dopo giorno, le lezioni erano abbastanza stimolanti da fargli venire voglia di svegliarsi ogni mattina.

Ad interrompere quella quiete era stato l'invito ad un festa. Il doppio invito ad una festa, per essere precisi, inviato da Rukia e Byakuya su Facebook. Qualcosa di tranquillo, avevano detto, organizzato a casa loro. Un po' di amici di Byakuya, un po' di amici di Rukia, approfittando dell'assenza dei genitori partiti per un viaggio di lavoro.

I Kuchiki erano una famiglia benestante, proprietari di una casa notevole, una villa con piscina, appena fuori città. I coniugi Kuchiki erano entrambi avvocati, Rukia aveva raccontato ad Ulquiorra che si erano conosciuti in tribunale, durante una causa in cui difendevano clienti opposti. I figli erano cresciuti in un clima tranquillo, e come molti facevano, avevano approfittato dell'occasione – un corso di aggiornamento – per riunire vecchi e nuovi amici.

Ulquiorra aveva accettato, pensando che fosse una buona occasione, se non per sfogarsi un po', almeno per rivedere i suoi amici più cari.

Rukia era stata una sua compagna di classe delle superiori, si era sempre trovato bene con lei. Non la sentiva praticamente dal diploma, avendo la ragazza trascorso l'intera estate nella preparazione degli esami di ingresso della facoltà di medicina. Aveva studiato sodo ed era riuscita ad accedere all'università. In più da qualche mese usciva con un ragazzo, e questo aveva ridotto a zero le loro uscite insieme. Byakuya, seguendo invece le orme dei genitori, studiava giurisprudenza ormai da anni.

In breve, non vedeva entrambi da mesi. Non avendo interesse nell'uscire con Stark e con gli altri idioti dei suoi ex compagni di classe, era da un po' che non faceva altro che studiare.

Aveva indossato i suoi jeans preferiti, una t-shirt carina e una felpa leggera. Nonostante l'autunno fosse da poco iniziato e le giornate fossero ancora calde, la sera tendeva ad essere fresco. Recuperò la tracolla con portafoglio, chiavi di casa e cellulare, e uscì.

A casa Kuchiki aveva passato tanti bei pomeriggi, anche perché, grazie alle ripetizioni di Byakuya, era riuscito ad ottenere un voto decente in matematica. Casa Kuchiki era una villetta a due piani, di costruzione recente, nulla di straordinario nella forma, ma era situata in una zona tranquilla, fuori città. Ulquiorra dovette partire un bel po' di tempo prima dell'inizio della festa, data la distanza dalla sua casa.

Camminando, notò che la sera tirava una brezza leggera, probabilmente la festa si sarebbe tenuta in casa: la stagione era troppo avanti per usare la piscina. Per fortuna aveva avuto il buon senso di portare una felpa.

Casa Kuchiki, quanti ricordi.

Se la ricordava esattamente come era adesso: la piscina, il giardino ben tenuto (i coniugi Kuchiki erano amanti del verde), tipica casa di una famiglia benestante.

Se la festa si fosse protratta fino a notte inoltrata, Ulquiorra sarebbe rimasto a dormire nella stanza degli ospiti, come ai vecchi tempi.

“Ciao, Ulquiorra! Come va? Sono secoli che non ci vediamo!” Una voce squillante e allegra interruppe i suoi pensieri. Non poteva che appartenere ad una persona. Orihime Inoue. Orihime era stata la migliore amica di Rukia fino alla terza superiore, quando, a causa del trasferimento del padre, la ragazza aveva cambiato città e scuola.

Ulquiorra spense l'Ipod, era da una vita che non la vedeva. Notò che assieme a lei vi era una ragazza dai capelli scuri che non aveva mai visto. “Ciao Orihime, tutto okay. Sono secoli che non ci vediamo.” 

“Eh già, proprio vero! Anche qui va tutto bene! Sono riuscita a diplomarmi, adesso frequento l'università! Ah, già. Che scema! Non ti ho presentato la mia amica: lei è Tatsuki Arisawa.” e indicò la brunetta che camminava in silenzio di fianco all'amica.

“Ciao, tu devi essere il famoso Ulquiorra, Orihime mi ha parlato molto di te e di Rukia. Non vedevo l'ora di conoscerti!”

“Già, sono io...” cazzo, la tizia assomigliava proprio a Rukia, pensò. Se non nell'aspetto, quanto nel carattere.

“Ragazzi, sbrighiamoci che altrimenti arriviamo in ritardo! Dobbiamo aiutare Rukia nei preparativi!”

“Ma se la festa inizia alle 8! sono solo le 7! Orihime, calmati, è fra un'ora!” sempre la solita Hime, se non aiutava il mondo non era felice.

Rukia li accolse con una cassa di birra tra le braccia, barcollò leggermente sotto quel peso, e si affrettò ad appoggiare le bevande sul tavolo. I preparativi erano ad un ottimo punto tra tartine, snack vari, e soprattutto tante bibite, quasi tutte alcoliche. Rukia e Orihime parlavano tra di loro, raccontandosi a vicenda le novità, l'andamento delle cose, l'università e tutto ciò che veniva loro in mente. Rukia affermò di voler presentare loro il suo nuovo ragazzo, conosciuto durante le lezioni preparatorie per l'esame di ingresso all'università. Ci stava assieme da tre mesi, e lui era il tipo -come Rukia lo descrisse- a cui piaceva comportarsi da idiota ma che in fondo non lo era. Ci si trovava discretamente bene, spiegò. Ulquiorra ebbe modo di scoprire che Orihime si era trasferita per l'università, che Tatsuki era la sua coinquilina. Le due ragazze avevano impiegato ore di macchina ad arrivare. Come aveva sospettato (l'idea di Orihime con la patente non lo ispirava granché) era stata Tatsuki a guidare.

Byakuya aveva aiutato anche lui, e Ulquiorra aveva scoperto che gli mancavano solo tre esami alla laurea. Era proprio passato un sacco di tempo dall'ultimo volta che Ulquiorra aveva visto gli altri. Certo, Orihime laureanda era un'idea un po' inquietante (non quanto vederla alla guida di una macchina), però le augurava ogni bene.

Ulquiorra era curioso di scoprire il misterioso fidanzato di Rukia. Nel giro di un'oretta il salotto si era riempito di gente. Tanti volti conosciuti di ex compagni di classe, ex amici, persone che avevano frequentato la scuola un anno e si erano persi per strada.

I preparativi erano ormai conclusi; Ulquiorra riconobbe fra la massa un suo vecchio amico di classe e iniziarono a parlare del più e del meno, dei vecchi tempi, delle tette di Orihime (Ulquiorra fece finta di non sentire) e di cavolate in generale. Tutto filava liscio e tranquillo, si stava divertendo molto, quando ebbe l'impressione di vedere una chioma azzurra spuntare all'improvviso.

Probabilmente doveva aver esagerato con l'alcool.

Sì, doveva aver bevuto troppo. Troppa Coca-cola, visto che l'alcol non lo toccava -non aveva un bell'effetto su di lui-, ed era risaputo che la Coca-cola provocava visioni... questo era quello che gli sarebbe piaciuto pensare. Capelli blu, solita faccia da schiaffi, risata sguaiata che si sentiva fin lì. Che diavolo ci faceva Grimmjow in quel posto? Chiuse gli occhi e poi li riaprì, sperando che sparisse. Nulla da fare.

Rukia lo raggiunse, afferrandolo per un braccio. “Finalmente ti ho trovato! Volevo presentarti il mio ragazzo.” La ragazza sorrideva, e indicava in direzione di Grimmjow. Di Grimmjow. Prima di ricordare che lei aveva affermato che il suo ragazzo frequentava medicina, prima di ricordare qualsiasi cosa o di mettere in moto il cervello in un qualunque modo, sbarrò gli occhi, sbottando “Lui?!” con un tono che rasentava lo shock. “Ma no, non lui! Quello con i capelli arancioni!” la ragazza scrollò le spalle. “Quello è Grimmjow, il suo migliore amico. A proposito, frequenta la tua stessa università, te lo presento!” e senza aspettare la risposta di Ulquiorra fece per trascinarlo verso il gruppo seduto su un divano poco distante.

Ulqiorra voleva morire. Una morte veloce, indolore. Rukia non poteva sapere che aveva già avuto il piacere di incontrare Grimmjow. “Rukia, lo conosco già,” le rispose con tono affranto.
“Ti ha dato qualche problema?” Rukia sospirò. “E' un idiota, ma non è una cattiva persona, se si impara a sopportarlo il necessario,” scrollò le spalle, ad indicare che lei ci era riuscita, dopo una certa titubanza -e voglia di uccidere- iniziale. Ulquiorra realizzò che la ragazza doveva essere brilla, era un po' più allegra del solito. Nonostante questo aveva capito al volo la situazione, sperò che servisse ad evitare di essere trascinato tra di loro. Vana speranza. “Dai, ti presento Ichigo,” insistette nel trascinarlo tra Grimmcoso e amici.

Ulquiorra sapeva bene che se Rukia insisteva era il caso di darle retta, soprattutto se si parlava di qualcosa per lei importante. Era da tanto tempo che non la vedeva, non voleva creare problemi per colpa di un cretino incontrato una sola volta a lezione. La seguì titubante, in fondo si stava divertendo, sperò che un incontro con Grimmjow non avrebbe cambiato le cose.

Non aveva scelta. Con la speranza che tale Ichigo fosse meglio del suo migliore amico, e che il coso blu avesse perso interesse in lui dopo il primo incontro, la seguì. Un'altra vana speranza.

Appena Grimmjow vide lui e Rukia avvicinarsi gli andò incontro, alzandosi barcollante dal divano. “Ulqui! Cosa ci fai qua?” biascicò con tono allegro e nient'affatto sobrio, cingendogli le spalle e praticamente trascinandolo a sedere. Non ebbe nemmeno il tempo di reagire, che si ritrovò seduto tra di lui e un tipo con i capelli rossi, probabile amico di Ichigo e Grimmjow.

“Potresti anche rispondere... Comunque tieni, bevi!” Grimmjow tentò di passargli una birra, che Ulquiorra evitò. “Renji, molla quella cazzo di psp! E' lui, è Ulquiorra, il tizio strano di cui ti ho parlato!”

Ulquiorra non aveva mai provato impulsi violenti verso nessuno, ma quel Grimmjow stava decisamente riuscendo a fargli provare nuove emozioni. Non solo voleva togliersi immediatamente da quel divano, ma, in quel momento, aveva il serio desiderio di ammazzare Grimmjow, o almeno di riempirlo di pugni fino a lasciarlo steso a terra. Ulquiorra non aveva mai picchiato nessuno, e nonostante stesse odiando con tutto se stesso quel tizio, il problema era che aveva tipo il doppio di spalle di lui, per non parlare della muscolatura. In ogni caso, la sensazione rimase.

Non reagì. Rimase semplicemente immobile tra quei due, teso. Purtroppo era sempre stato bravo a contenere la rabbia, non era mai esploso, era sempre stato un tipo pacato, che pensava prima di agire. Odiò quel lato di sé, lo odiò sul serio.

“Grimmjow, lascialo stare. Quando la finirai di rompere il cazzo alla gente?” Nemmeno la voce di Rukia, e un paio delle sue occhiate assassine, ebbero effetto. Grimmjow ignorò il tutto. Ulquiorra era abbastanza certo che un tizio con un carattere simile dovesse sapere bene cosa significava ritrovarsi contro una Rukia seriamente arrabbiata, ma forse era troppo ubriaco per ricordarsene, e anche lei aveva bevuto troppo per preoccuparsi di essere incisiva com'era di solito.

E poi, cos'avevano tanto da dare a lui del tipo strano? Era quello più normale, lì in mezzo! Su Grimmjow aveva già sprecato più pensieri e parole del necessario, ma non era solo lui. Quel Renji aveva i capelli tinti di un rosso acceso, sgargiante, e aveva una serie di tatuaggi sulle tempie. Non aveva mai visto qualcosa del genere, e meno male che doveva essere lui quello strano!

“Cazzo, Grimm! Devo finire Tekken, e tu rompi il cazzo così?” Renji rispose infastidito in direzione di Grimmjow, per poi lanciare una veloce occhiata ad Ulquiorra. “Sono Renji Abarar, piacere.” Mise in pausa giusto il tempo di stringergli la mano.

“Ma devi essere sempre così cretino? L'hai già finito almeno quindici volte quel gioco del cazzo!”

“Non con Jin Kazama.”

“Renji, non riesci a comportarti come una persona normale per una buona volta?” La voce di Rukia ebbe il potere fargli alzare gli occhi dallo schermo.

“Ma... devo finire Tekken sei...” borbottò scocciato, mettendo in Stand by la psp, aspettando il momento propizio per riprendere a giocare. Tutti sapevano che quando voleva Rukia poteva fare davvero paura, Ichigo in primis, e per quello tendevano a moderarsi davanti a lei.

“Allora, Ulqui, bevi?” Grimmjow, senza allontanare il braccio dalla spalla di Ulqiorra -che avrebbe voluto tagliarglielo, quel braccio- fece un secondo tentativo di ripassargli la sua birra, da cui aveva bevuto un attimo prima. “E comunque, ancora con quel cazzo di Tekken? Mai non sei stufo? Grimmjow si voltò verso Renji, contrariato. “Ma se lo sanno tutti che Soulcalibur è meglio!”

Ulquiorra si chiese perché, perché doveva essere tra quei due, che a momenti litigavano per decidere quale videogioco era meglio dell'altro, con tanto di sguardi in cagnesco? Non accettò la birra, ovviamente, un po' perché aveva deciso di non bere da prima di entrare in quella casa, un po' perché, maledizione, quella cosa aveva toccato la bocca di Grimmjow, e nonostante non avesse mai avuto problemi simili con i suoi amici, quello era un caso ben diverso. In compenso, da quanto stava vedendo, Grimmjow aveva già bevuto abbastanza per entrambi, e continuava a tracannare birre e qualsiasi alcolico gli passasse sotto mano, o venisse appoggiato sul tavolino che stava di fronte al divano dov'erano seduti.

Rukia nel frattempo si era avvicinata ad Ichigo, sedendosi senza troppe cerimonie sulle sue gambe. Dalla risata che lei si lasciò sfuggire, chissà per quale motivo, Ulquiorra capì che probabilmente era l'unico a non aver ancora bevuto. “Sono astemio,” tagliò corto, sperando che bastasse. Gimmjow non parve ascoltarlo, troppo concentrato nella discussione che stava avendo con Renji.

“Soulcalibur? Ma non farmi ridere. In Tekken ci sono Jin e Hwoarang, e tanti personaggi fighi, per non parlare delle mosse! In Soulcalibur, invece? Ti piace solo per le tette e il culo di Ivy!”
“E ti pare poco?” Ribatté convinto Grimmjow. “Un gioco andrebbe giocato anche solo per un paio di tette come quelle!” affermò.

Ulquiorra si sentiva sempre più scomodo in quella posizione. Aveva seriamente paura che quei due si mettessero a litigare. Per allora lui non voleva essere lì in mezzo.

“Ehi, Ulqui, secondo te qual'è il più figo tra i due?”

Ulquiorra stava odiando quel nomignolo. All'inizio gli aveva soltanto dato fastidio, ora lo detestava con tutto se stesso. In più, a lui non piacevano nessuno dei due videogiochi. Aveva sempre trovati i piacchiaduro troppo stupidi e meccanici, se proprio doveva perdere tempo alla Playstation preferiva farlo con qualcosa come Final Fantasy. In ogni caso non gli sembrava una buona idea dirlo. Renji lo salvò dal dover rispondere con l'ennesima replica sulle tette di Ivy.

“Quindi, tu scegli un gioco in base ad un paio di tette?” Renji sogghignò. “Non c'è da stupirsi se non ne capisci nulla di videogiochi, se tutto quello che ti interessa è quanto sono svestiti i personaggi femminili,” esclamò, fermamente convinto . “E no, non è solo per la presenza di Nina e Anna,” si affrettò ad aggiungere, notando sguardi scettici arrivare sia da Rukia sia da Ichigo.

“E il bello è che usi gli stessi metri di giudizio anche per le ragazze!" Rise Renji, ormai convinto di avere la vittoria in pugno. Di poter quindi confermare la superiorità di Tekken. Era una cosa importante avere degli scopi nella vita.

Grimmjow mise il broncio, e Ulquiorra si chiese perché stava succedendo proprio a lui. Perché. Non solo il discorso Tekken VS Soulcalibur, due giochi che a lui sembravano assolutamente identici, se non per i personaggi, e che se non sbagliava erano anche degli stessi produttori. Ora doveva pure sentire delle ex di Grimmjow? Ma cos'aveva fatto di male? Non gliene fregava assolutamente nulla, né di Tekken, né di Soulcalibur, né tanto meno di quante tette avevano le ex di Grimmjow.

Erano tutti allegramente brilli, per non dire ubriachi. Una situazione in cui non avrebbe mai voluto ritrovarsi. Ulquiorra sperava nell'aiuto di Rukia, ma la ragazza, ancora seduta sulle gambe del fidanzato, aveva finito per addormentarsi. Gli stava pure sbavando sulla maglietta.

“Dai ragazzi, fatela finita con queste cazzate. Grimmjow, lo sappiamo tutti quanto adori essere al centro dell'attenzione, quanto sia la tua ragione di vita. Ti piacciono le tettone, che siano vere o finte. Tutte le tue fidanzate sono durate sì e no una settimana, tutte con le tette enormi. Quando mi sono messo con Rukia hai persino avuto da lamentarti perché a detta tua era piatta come una tavola,”  Ichigo affermò scocciato, nel tentativo di chiudere quella discussione imbarazzante sul nascere. “E tu Renji, Grimmjow sarà anche un idiota e tutto il resto, ma tu non hai molto da dire, se non ti scolli da quella psp non hai speranze.”

Si zittirono entrambi. Ulquiorra si chiese se quel silenzio fosse dovuto alle parole di Ichigo o al fatto che si fossero finalmente accorti che Rukia dormiva, e quindi alla paura di svegliarla. Rukia era una ragazza tanto brava e tanto cara, ma se fosse stata svegliata da parole come “Tekken”, “Soulcalibur”, o “tette” avrebbe reagito in modo non troppo positivo. Come darle torto?

In ogni caso quell'Ichigo si stava rivelando meglio del previsto. La prima impressione non era stata grandiosa, sarà stato il vedere la compagnia che frequentava, ma iniziava a capire perché Rukia ci stava assieme.

Si rilassò in quella decina di minuti di pacifica tranquillità, lasciando che lo sguardo vagasse oltre il tavolino, attraverso la stanza. Il volume della musica era alto, e una massa di persone ballavano -o almeno ci provavano- agitandosi seguendo il ritmo. Aveva perso di vista Orihime da un po', e non vedendola da nessuna parte si chiese cosa stesse facendo l'amica. Non gli parve una cattiva idea usare la scusa dell'andare a cercarla per allontanarsi un po' da quel gruppo. Aveva davvero bisogno di non vedere per un po' le loro facce.

Grimmjow lo precedette. Tenendo tra le mani la bottiglia di un qualche alcolico dal colorito rosato, pescata dal tavolo -non si era reso conto del quando e del chi ce l'avesse appoggiata-, gliela porse. “Questo è leggero, sa di frutta, dovrebbe piacerti.”

Ulquiorra si meravigliò della resistenza di Grimmjow, oltre che della sua insistenza. Da quando era stato trascinato su quel divano l'aveva sempre visto con qualche bottiglia in mano, e a quanto sembrava riusciva ancora a parlare e forse a pensare. Lui con una birra già era brillo.

Si chiese il da farsi, se davvero bere potesse essere una buona idea. Era vero, si era ripromesso di non toccare alcol, se l'era ripetuto più volte, ma stava vedendo così tante bibite passare tra la gente che i suoi propositi stavano pian piano crollando. In fondo se davvero era roba alla frutta mica poteva essere così pesante. Decise di provare, poteva sempre assaggiare e, in caso, mollare al volo la bottiglia.

Provò, pensando che non era male. Un sorso o due non l'avrebbero ucciso, inoltre sembrava davvero leggero come alcolico. Non bruciava la gola, ed era dolce, piacevole, non amaro come la birra. Scendeva liscio senza problemi.

“Allora, com'è?” chiese Grimmjow, aspettando che Ulqiorra gli passasse la bottiglia per bere a sua volta. Aveva sempre avuto una buona resistenza all'alcol, e riusciva ancora a pensare, ma sentiva la testa leggera, ed era certo che se si fosse alzato in piedi non avrebbe camminato dritto.

Non era stata una buona idea, per Ulquiorra. Si era ripromesso di non cedere e così avrebbe dovuto fare, perché probabilmente quella cosa rosa, fruttata e leggera, non era poi così analcolica come sembrava. Sembrava uno di quei strani cocktail a base di frutta, roba da spiaggia, che alla maggior parte delle persone non faceva un gran effetto. Ulquiorra non si era limitato quello. L'aveva trovato buono, e un'idea si era insinuata nella sua mente: assaggiare altro. Grimmjow realizzò il fatto, ma poco male, ormai era cosa fatta, e a lui non dispiaceva. Del resto era da tutta la sera che cercava di farlo bere.

Bastarono una quindicina di minuti per far capovolgere la situazione: ora era Ulquiorra che passava alcolici a Grimmjow, che, seguendo il buon proposito del “è una festa quindi bevo tutto quello che mi danno” continuò ad accettare, ben felice di farlo. “Alla faccia dell'essere astemio,” rise. In risposta Ulquiorra borbottò qualcosa che non riuscì a capire.

Lo sguardo gli cade su Renji per un attimo, anche il rosso aveva continuato a bere, e ora fissava il vuoto con occhi vacui, continuando a pigiare i tasti della psp e mormorando una serie di parole di cui colse solo il nome “Nina”. Scrollò le spalle, Grimmjow, accettando la cosa come normale, il cervello ormai annebbiato dall'alcol.

Ad Ulquiorra era bastato veramente poco, alla fine aveva ceduto, ed era stato definitivamente. L'unico ad essere ancora relativamente sobrio era Ichigo, Con Rukia seduta sulle sue gambe, addormentata, non poteva permettersi di seguire i suoi amici in ogni cazzata che dicevano o facevano, e soprattutto nella quantità di alcolici che stavano bevendo, come ai vecchi tempi. Limitato in quella posizione scomoda non poté che rimanere fermo e in silenzio, pensando che da un lato gli dispiaceva, ma dall'altro i ragazzi non stavano dando certo una gran immagine di loro stessi, ed era in un qualche modo felice di poterne stare fuori. Renji parlava tra sé e sé, borbottando frasi sconnesse, Grimmjow... Ichigo lo fissò, sperando di aver sentito male.

La mente di Grimmjow aveva ormai perso ogni appiglio sulla realtà, dopo una lunga serie di assaggi e bevute. Fissava Ulquiorra con sguardo vacuo, soffermando per la prima volta l'attenzione su di lui. “Certo che hai proprio dei bei capelli,” biascicò. Ulquiorra lo ignorò totalmente, continuando a sorseggiare da una bottiglia. Non si rese affatto conto che Grimmjow gli stava parlando.

“E cazzo, anche un bel viso,” continuò Grimmjow, aggrottando le sopracciglia nello sforzo di osservare Ulquiorra. La sua mente sembrava essersi scordata che si trattava di un ragazzo, improvvisamente si era reso conto che aveva dei bei capelli, un bel viso, dei bei occhi, verdissimi. “Saresti proprio il mio tipo... se solo avessi più tette,” mormorò affranto, sotto lo sguardo sempre più perplesso di Ichigo.

Ulquiorra continuò ad ignorarlo, senza ascoltare né capire nessuna di quelle parole. Bevve dalla bottiglia finché non sentì più il sapore dell'alcol scivolargli tra le labbra. A quel punto la scostò dalla bocca e la fissò contrariato, controllando il livello della bevanda. Ovviamente rimanevano solo poche gocce sul fondo, e nient'altro.

“Perché non hai una quinta?” mormorò sempre più sconsolato Grimmjow. Ichigo pensava di avere già visto tutto quello che c'era da vedere, del resto il suo amico stava dando il peggior spettacolo di se stesso da tempi memorabili. Se fossero stati almeno in due ad osservarlo ci sarebbe stato da ridere, ma era da solo, e tutto quello che riusciva a provare era perplessità. Molta perplessità. Ulquiorra aveva dei tratti dolci, ma non femminili. Non tanto da poterlo scambiare per una ragazza, almeno. Grimmjow, ubriaco com'era, c'era riuscito. Ichigo non aveva ben idea del cosa frullasse nella testa del suo amico, ma era abbastanza certo che Grimmjow fosse ubriaco. Completamente ubriaco.

Non era una novità vederlo flirtare -o tentare di flirtare- con qualcuno quando era in quello stato, buona parte delle sue “ex ragazze” le aveva raccattate in quel modo, tramite un paio di parole carine biascicate. Ichigo era certo che, anche se fosse stato zitto, molte di loro avrebbero comunque abboccato. Era la quotidianità, finché si parlava di ragazze... ma quella situazione aveva del surreale.

Ichigo era abituato a vedere gente ubriaca. Era abituato a vedere Grimmjow ubriaco, nello specifico, e avrebbe anche potuto sopportare tutto ciò. Avrebbe anche potuto far finta di nulla, fingere di non aver visto né sentito nulla. Ma non ci riuscì. Non ci riuscì quando vide Grimmjow avvicinarsi ad Ulquiorra, ed eliminare ogni distanza tra di loro. Quando vide la bocca di un suo amico appiccicarsi a quella di un amico -anch'esso maschio- di Rukia.

“Maledizione, prendete una camera!” sbottò, l'espressione shockata, il viso paonazzo.

Grimmjow prese le sue parole alla lettera, afferrando Ulqiorra per un polso e trascinandolo in piedi mentre biascicava un “Come ho fatto a non pensarci prima?”

Ichigo rimase a fissare per una manciata di minuti il punto dove fino a poco prima erano seduti i due, desiderando di poter dimenticare quanto aveva visto, e ciò che, con ogni probabilità, aveva involontariamente provocato.












The Corpse Bride: Non abbiamo molto da dire, dal punto che, a quanto pare, la tua concezione di AU è completamente diversa dalla nostra. AU sta per Another Universe/Alternative Universe, e ciò significa che se vogliamo prendere i personaggi e sbatterli in un'ambientazione totalmente diversa, possiamo farlo. Possiamo anche creare una commedia su questa trama, e abbiamo ogni diritto di alleggerire il manga, dargli un'altra ambientazione, e sconvolgerne pure le basi. Per il "creare una relazione omosessuale", questo è proprio assurdo da dire. L'autore non ha specificato se i personaggi sono etero o no, non li abbiamo mai visti andare appresso a qualche ragazza, e per quello che ci viene detto al riguardo potrebbero essere gay pure nel mangaXD Ma non è quello il punto, perché anche l'avvertimento "shounen-ai" è segnalato, e se lo yaoi non ti piace, o se lo reputi associato in automatico all'OOC, mi chiedo che senso abbia avuto aprire questa fanfiction.
Ci tengo anche a precisare che noi non abbiamo mai chiesto che sia il lettore a decidere per noi il carattere dei personaggi. Era solo un modo carino per dire che, se si fa una critica negativa, non sarebbe male allegarci qualche consiglio, altrimenti la critica è del tutto inutile. Era solo per dire "se fai la lista della spesa, tra l'altro per metà basata su presupposti che non abbiamo mai scritto né pensato, e ti limiti ad una serie di "difetti" il commento è totalmente inutile perché non serve a nessuno". Non abbiamo bisogno che qualcun altro scriva per noi la nostra fanfiction, e penso sia chiaro.
Non aggiungo altro, perché non mi sembra abbia senso. Abbiamo aggiunto l'avvertimento "OOC", e questo basta e avanza.
Vale: beh, io aggiungo solo che se non mi piace un certo pairing non lo leggo... lo dico in buona fede eh^^ poi non sono certo il tipo che fa vittimismo in ogni cosa, quindi, prima di dire a due perfette sconosciute "meno vittimismo e più autocritica", consiglierei di aspettare e pensarci su^^ con questo, amen. La mia socia ha già detto tutto^^

franky9397: Questo è più corposo^^ Spero possa piacere
Vale: si, lo spero anche io^^

Selfish: Abbiamo messo l'avvertimento^^ Perché noi non siamo mai state troppo pignole (insomma, finché un personaggio non fa azioni completamente diverse o contrarie rispetto a quello che vorrebbe il suo carattere ci va bene), tanto più che il contesto è AU. Anche perché dopo tanto tempo passato tra doujinshi, fandom Giapponese e fandom Inglese ci si rende conto che tutti questi problemi per la caratterizzazione ce li facciamo solo qui in Italia, e ci è davvero passata la voglia di guardare il pelo nell'uovo. Comunque tranquilla, non li manderemmo mai a raccogliere margherite su un campo di fioriXD Altro problema che c'è stato alla nascita di questa fanfiction è stato che Vale Gilbird non scriveva da diverso tempo, e lei è abituata con le fanfiction comiche/demenziali, quindi abbiamo pensato a qualcosa che non risultasse troppo complicato per nessuna delle due. Non è una storia impegnata, io (NekoRika) le trame impegnate già le scrivo di mio nel mio account, e volevamo iniziare con qualcosa di leggero^^ Per questo non ci saranno scene esplicite, mattonate di introspezione, e cose sul genere che io (Rika) amo tanto scrivereXD Avevamo tenuto in considerazione alcuni dei tuoi esempi, ma li abbiamo scartati perché all'università non ci sono casi di bullismo e contesti simili. Per ora ci teniamo questi personaggi e questa ambientazione, sperando non sia poi male da leggere^^ "Cifer" al posto di "Shiffer" lo trovo orribile°__° Mi sa che manterremo, sia ora sia in futuro, la trascrizione del mangaXD
Vale: esatto, non scrivo da un sacco, quindi non so se ce l'avrei fatta a immaginare situazioni cupe o angst (io poi sono anche patita del genere^^)...questa fic nasce proprio con l'idea di farsi due sane risate in tranquillità XD rispetto il tuo punto di vista e grazie per la recensione^^ perché il pulcino non può cogliere margherite? u___u scherzo eh XD

Ninive Shyhal: Orihime comunque ha fatto la sua comparsa, se può far piacere^o^ Siamo felici che segui questa fanfiction anche se non è sulla tua coppia preferita! Se può consolare non scriveremo nessuna scena esplicitaXD Eh, anche a noi tocca studiar e>.<;;
Vale: eh, non parliamo di studio è meglio...se fosse per me farei come Grimm però poi i miei non penso sarebbero molto felici °___° grazie per il fatto che leggi anche se non è il tuo pairing preferito^^ *applauso*

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