A new friend di DalamarF16 (/viewuser.php?uid=98962)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La Fuga ***
Capitolo 2: *** Un Nuovo Incontro ***
Capitolo 3: *** Pizza e Domande ***
Capitolo 4: *** Tu Chiamale, Se Vuoi, Emozioni ***
Capitolo 5: *** Allenamenti ***
Capitolo 6: *** Gelosia ***
Capitolo 7: *** Solo Amici? ***
Capitolo 8: *** La Partita ***
Capitolo 9: *** Una Sorpresa Per Shane ***
Capitolo 10: *** Soli ***
Capitolo 11: *** Il Tempo Dei Discorsi ***
Capitolo 12: *** Tempo Di Ripartire ***
Capitolo 13: *** Regali Di Natale ***
Capitolo 14: *** Inviti ***
Capitolo 15: *** il Ballo ***
Capitolo 16: *** Compleanno Al Concerto ***
Capitolo 17: *** Chiarimenti ***
Capitolo 18: *** Una Canzone Per TE ***
Capitolo 19: *** Epilogo 1 - Italia, Autodromo Nazionale di Monza ***
Capitolo 20: *** epilogo 2 USA, New jersey, settembre ***
Capitolo 1 *** La Fuga ***
PERSONAL SPACE: ciao a tutti, questa è la prima fanfic che scrivo a tema non sovrannaturale, perciò mi piacerebbe molto avere una vostra recensione, sia negativa che positiva, in modo da poter migliorare in questo nuova avventura in cui mi sono cacciata ^__^
Mi raccomando! Non abbiate paura di farmi critiche negative. Se argomentate ed esposte con educazione sono molto bene accentte! mi aiutano a migliorare!
Detto questo vi lascio alla lettura, ci vediamo a fondo capitolo per un paio di precisazioni ^__^
CAPITOLO 1 – LA FUGA-
Lo sapevo.
Era successo di nuovo.
Che rottura!
Odio essere una rockstar!
Ecco a cosa pensavo mentre correvo a testa bassa per il parco, cercando disperatamente di salvarmi dal solito manipolo di fans che cercavano di accalappiarmi.
Sia chiaro.
Non che io non gradisca le fans, tutt'altro. Un autografo o una foto li faccio sempre volentieri, pur rimanendo certe volte basito di fronte a certe proposte che mi vengono sussurrate all'orecchio o scritte su bigliettini stropicciati accompagnate da numeri di telefono che mi ritrovo immancabilmente nelle tasche di giacca e pantaloni ogni volta che incontriamo i fans.
Ma quando è troppo è troppo.
E questo fanclub che mi seguiva da giorni aveva decisamente superato il limite.
Ci eravamo ritrovati perfino una webcam alla finestra del bagno!
Assurdo! Totalmente assurdo!
E ora ero uscito a prendere una boccata d'aria quando mi sono ritrovato letteralmente assalito.
L'unica soluzione era stata scappare il più velocemente possibile.
Per non sembrare un completo idiota mi ero infilato nel parco pubblico più vicino.
Corsi più velocemente che potei, finchè non vidi una pista di pattinaggio sul ghiaccio, in quel momento occupata dalla squadra di hockey della mia scuola, impegnata in un allenamento.
Tutti maschi.
Perfetto.
Le fan si sarebbero sicuramente buttate sullo spogliatoio maschile. Un ragazzo nel panico si sarebbe sicuramente nascosto lì.
Ma per loro sfortuna io non ero nel panico.
Mi infilai nello spogliatoio femminile, certo che fosse vuoto.
***
Sentii la porta dello spogliatoio aprirsi mentre mi stavo cambiando in un angolo dello spogliatoio femminile. L'ennesimo scherzo dei ragazzi.
Che pizza!
Ancora non avevano capito che farmi scherzi non era conveniente per la loro reputazione? Sospirai mentre mi voltavo, pronta a rendere loro pan per focaccia.
Mi trovai davanti Nick Jonas, che mi guardava quasi terrorizzato, il viso sudato e la fronte imperlata di sudore.
***
Oh no.
Una ragazza.
E dal suo sguardo mi aveva decisamente riconosciuto.
Di bene in meglio proprio.
Ci guardammo per un lungo istante.
Curiosa e stupita lei, terrorizzato io, seduto a terra ansimante come un cagnolino.
Nongridarenongridarenongridare. Pensai immaginandomi già il suo strillo che avrebbe attirato quelle scatenate come un allarme in piena notte attirerebbe una pattuglia della polizia, e vedendomi nella mia mente intrappolato in quello spogliatoio con quelle pazze.
***
-Dove è andato?-
-Non lo so!-
-Lo spogliatoio maschile!-
Ora tutto mi era più chiaro. Fangirl.
Mi piaceva la musica dei Jonas, giovane ma profonda e divertente allo stesso tempo, ma non ero una di quelle fan urlanti che si strappavano i capelli.
Anzi, mi davano i nervi.
Istintivamente gli tesi una bottiglietta d'acqua. Da come era conciato si vedeva che aveva corso a lungo.
***
Non urlò, né mi saltò al collo abbracciandomi e baciandomi.
Mi diede una bottiglietta d'acqua.
Ne avevo urgentemente bisogno, effettivamente.
La presi, ancora stupito.
Wow. Mi ha riconosciuto, e non ha strillato.
E nemmeno mi ha insultato dicendomi che faccio musica per bambini.
Che sia un'aliena?
Mi buttai un po' d'acqua sui capelli per rinfrescarmi, mentre il resto lo mandai giù tutto d'un fiato.
-Grazie- le dissi, grato
-Figurati- rispose lei, poi andò verso la porta dello spogliatoio -Io le distraggo gridando che sei nascosto dietro la panca dei puniti, tu scappa a casa-
E senza una parola uscì.
Guardai la scena di lei che usciva e andava verso la panca puniti come per prendere qualcosa che aveva dimenticato, salvo poi strillare di averlo visto.
Tutte le fan si lanciarono in quella direzione, e io ne approfittati per buttarmi nel primo taxi a tornare a casa.
-Nick! Che ti è successo? Stai bene?- Joe venne verso di me, preoccupato di vedermi così affannato.
-Sto bene, non preoccuparti-
-Quel fanclub di pazze ti ha braccato?-
Annuii
-E te la sei cavata?- Kevin sembrava decisamente sconvolto dalla mia abilità.
Avrei potuto inventarmi chissà che cosa, raccontare loro di come con grande astuzia me l'ero cavata. E invece mi ritrovai a raccontare loro la verità.
-Ah sì, ho presente quella ragazzina. È del primo anno; credo sia qui per uno scambio culturale. Viene dall'Italia se non sbaglio. E so che è molto brava a hockey. Gira voce che giochi meglio dei maschi- commentò Joe alla fine di tutto -E che è in grado anche di mettere loro i piedi in testa pur di farsi rispettare-
Ma come faceva mio fratello a conoscere tutti i pettegolezzi della scuola?
-Grazie del gossip, Joe- risposi stanco -ora però andrei a farmi una doccia e a schiacciare un pisolino prima di incidere il nuovo pezzo-
-Fa come se fossi a casa tua- rispose Kevin ridendo
-Questa E' casa mia!- puntualizzai mentre già entravo in bagno.
PERSONAL SPACE:
Ok solo una cosa.
la PANCA PUNITI, per chi non conosce l'hockey, è la zona in cui i giocatori scontano le penalità minori in caso in cui commettano un fallo in campo durante la partita
Spero vi sia piaciuta e continuerete a seguirmi!
Un bacio
Dalamar_f16
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Capitolo 2 *** Un Nuovo Incontro ***
PERSONAL SPACE: giuro, al prossimo capitolo vi ringrazio una per una, ora però sono di fretta per cui mi limito a un grandissimo GRAZIE a tutti coloro che hanno letto, recensito e inserito questo delirio tra le storie seguite, grazie di cuore!!!
Vi auguro una buona lettura, ci si vede sotto per le precisazioni. ^__^
CAPITOLO 2 - UN NUOVO INCONTRO -
Mi svegliai di soprassalto con un grido
-Nick che hai?-
-Un alieno ti sta per rapire?-
Scoppiai a ridere, nonostante la mia proverbiale serietà. Come faccia Kevin a uscirsene con certe stupidate perfino in piena notte è un mistero che non ho ancora risolto, e credo mai risolverò.
Joe rise con me, salvo tornare subito serio.
E' uno spaccone, ma si preoccupa sempre per noi.
-Che succede, seriamente? Un altro incubo?-
-C'era una lontra aliena che suonava la tromba?-
-Kev!- lo riprese Joe, mentre io lo guardavo costernato.
-Mi sono sono ricordato...quella ragazza...l'ho lasciata in balia delle pazze. Quando hanno scoperto che aveva mentito gliel'avranno fatta pagare!-
I miei due fratelli si scambiarono uno sguardo, poi Kevin parlò
-Era armata?-
-No!-
-Indossava un'armatura?-
-No!-
-Allora è spacciata, dovremmo mandare un biglietto alla famiglia e dei fiori al funerale-
-KEVIN!-
-Ehi, è la verità-
Mi scambiai uno sguardo esasperato con Joe. Kevin era incorreggibile.
Pericolo si sedette sul mio letto e mi mise un braccio attorno alla spalla
-Tranquillo, se la sarà cavata- mi rassicurò con un sorriso -Torna a letto e non pensarci. Se è morta, o ferita, le manderemo dei fiori e un bigliettino-
Il mio cuscino lo colpì dritto in faccia.
-Evapora!-
***
Me l'ero cavata per un pelo.
E non sto scherzando.
La mia fortuna era stata quella di essere stanza abbastanza veloce a infilarmi nella mischia dei miei compagni che si contendevano scherzosamente il puck in un momento di pausa.
Ho i capelli corti e in mezzo agli altri tra le divise e le protezioni, e quasi impossibile distinguermi dai maschi.
Quelle....cose scatenate si erano infuriate quando avevano scoperto che era una bugia e che di Nick Jonas non c'era più traccia in nessun angolo del parco.
Mi svegliai il mattino dopo di soprassalto e guardai l'ora.
8.00
Accidentiaccidentiaccidenti!!!
Avevo fatto di nuovo tardi!
Mi alzai di scatto e mi tuffai letteralmente sotto la doccia fredda, mi vestii e volai a scuola. Le lezioni iniziavano alle 9.00, ma in teoria alle 8.00 avevo allenamento di hockey.
Mi infiali nello spogliatoio femminile blaterando scuse confuse al coach, che mi guardò risentito, ma che per una volta chiuse un occhio. Ero ancora nuova, dopotutto.
-Idioti!- esclamai mentre mi infilavo la divisa...e mi accorgevo che l'avevano inzuppata per bene in una soluzione di acqua e...salsa di pomodoro direi dall'odore.
Questa me l'avrebbero pagata...e cara!
***
Quel giorno a scuola, di lei nessuna traccia per i corridoio, ma sentii un ragazzo della squadra di Hockey vantarsi di uno scherzo fatto alla novellina del gruppo.
-E' sopravvissuta- fu l'unico commento di Joe, che cercava con gli occhi la nostra stilista nonché nostra migliore amica, Stella Malone
-Già- dissi accennando un sorriso mentre mi chiedevo ad alta voce come avevano potuto farle uno scherzo del genere.
Ma Joe non mi stava nemmeno ascoltando.
Stella all'orizzonte.
Cervello di Joe in blackout.
Scossi la testa e li lasciai soli.
***
Quel pomeriggio non tornai a casa subito dopo gli allenamenti.
Volevano la guerra? Li avrei accontentati.
Il mattino dopo alle 7.30 ero già a scuola a preparare con cura la mia vendetta, dopodichè entrai in classe e attesi l'allenamento del pomeriggio.
-ARRGHHHHHH!!!-
Sorrisi tra me e me mentre origliavo da fuori la porta del loro spogliatoio.
I cagnotti nei pattini forse erano stati un po' crudeli, ma era una settimana che sopportavo i loro scherzi.
-Shane sei morta!-
Senza perdere tempo cominciai a correre, certa che se mi avessero preso, forse me la sarei cavata con una doccia forzata e gelata, se i miei compagni fossero stati in una giornata magnanima.
Ma non avevo voglia di tentare la sorte.
Mi nascosi in un lampo dentro al bagno dei maschi, certa che lì non sarebbero venuti a cercarmi, ma per prudenza, mi ficcai ugualmente dentro all'armadietto delle scope, fino a che non sentii silenzio di tomba intorno a me.
***
La tregua era durata soltanto 24 ore.
Poi erano tornate all'attacco.
Avevano cominciato al mattino, lanciando aeroplanini di carta rosa con cuoricini e frasi d'amore attraverso le finestre che Kevin aveva dimenticato di chiudere.
Poi Joe era uscito nudo e bagnato dal bagno, urlando come un ossesso.
Il perchè era stato subito chiarito.
Due di loro si erano arrampicate lungo la parete della caserma dei pompieri fino al secondo piano, Dio solo sa come, e avevano quasi annegato Joe con una pioggia di bagnoschiuma all'acqua di rose e chissà che altra diavoleria.
La colazione, miracolosamente, fu tranquilla. Anche Frankie, vedendo che non tirava una buona aria, rinunciò alle sue solite monellerie.
Ma l'inferno doveva ancora arrivare.
E arrivò dopo le ore del pomeriggio, quando le fans decisero di fare irruzione nella mia aula, costringendomi a scappare via alla velocità della luce e a rinchiudermi nel bagno delle ragazze.
Mi decisi a uscire quando non sentii nemmeno un fiato provenire dal corridoio.
E non fui l'unico ad aprire la porta in quel momento.
Una ragazza stava uscendo dalle toilette dei ragazzi.
Era lei.
Ci guardammo un attimo negli occhi, poi, all'unisono, guardammo i cartelli appesi alle porte a indicare chiaramente che qualcosa non andava per il verso giusto.
Riportammo i nostri sguardi l'uno nell'altro
E scoppiammo a ridere
-Nick- mi presentai ufficialmente tendendole la mano
-Shane-
Ci fu un momento di imbarazzo, poi lei prese la parola
-Quindi...ieri spogliatoio femminile, oggi toilette delle ragazze...le tue fan non saranno contente di sapere che in realtà sei una ragazza-
Risi di nuovo.
Cavolo, la mia reputazione di “quellochenonsorridemai” stava andando a farsi benedire.
-Vieni a mangiare da me? Ormai è tardi. Ti riporto a casa io dopo- le proposi, sperando che accettasse.
Quando annuì arrossendo appena appena per l'invito inaspettato, cominciai a sospettare che fosse sul serio un'aliena.
Mi incuriosiva questa ragazza.
E tanto.
PERSONAL SPACE:
Nota: Il puck è il disco da hockey ;)
Spero che questo capitolo ad alto contenuto demenziale vi abbia divertito, se così non è ditemelo pure ^__^
Alla prossima!
Un bacio
DalamarF16
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Capitolo 3 *** Pizza e Domande ***
PERSONAL
SPACE: Ok, eccoci di nuovo con il terzo capitolo di questo delirio, ma
prima, voglio fare quello che non ho avuto tempo di fare il capitolo
scorso.
Grazie
a:
Ginevra Olsen per la
recensione e per aver inserito la fanfic tra le seguite ^__^
G_g96 e Annina_the best per la
recensione. Mi fa piacere che apprezziate ^__^
Wanda__ per aver inserito
questo delirio tra i preferiti
May_08 Sono contenta di averti
divertito con il secondo capitolo, speravo di strappare almeno un
sorriso ^__^
e
infine GRAZIE a tutti quelli che hanno letto senza recensire, spero
continuerete a seguirmi ^__^
Questo
capitolo è forse un po' noioso, ma volevo trovare un modo per far
inontrare gli altri Jonas e Shane e cercare di presentare un po' il mio
personaggio inedito ^__^
Spero
arriviate alla fine senza addormentarvi XD
CAPITOLO
3 – PIZZA E DOMANDE -
Arrivammo a casa nostra in poco tempo, ma ormai era già buio.
Shane aveva avvisato la sua famiglia ospitante che sarebbe tornata dopo
cena, per non farli preoccupare, poi mi aveva seguito
Ed eravamo dovuti tornare a scuola a metà strada perchè si era
dimenticata i pattini in linea nell'armadietto e non aveva voluto
saperne di lasciarli là.
Ognuno ha le sue manie.
Lei i suoi pattini, io le mie bacchette della batteria.
Mamma e papà erano fuori città con Frankie e per quella notte non
sarebbero tornati. Lo avevano portato in un parco divertimenti
piuttosto distante da casa.
Kevin e Joe invece erano seduti sul divano, preoccupati per me.
Mi sentii in po' in colpa, probabilmente si erano chiesti se mi fosse
successo qualcosa, se mi fossi sentito male.
-Scusate ragazzi- mi affrettai a spiegare appena misi piede in casa
-Quelle fan mi hanno braccato, sono rimasto nascosto nel bagno fino ad
adesso-
Joe scoppiò a ridere, più per il sollievo che per la situazione in sè,
credo. -Non c'è niente da ridere- protestai inutilmente.
-A proposito, qualcuno ha vendicato la tua ragazza. I ragazzi
dell'hockey si sono trovati i pattini pieni di cagnotti-
Arrossii fino alla punta delle orecchie mentre Shane faceva capolino
dietro di me, mostrandosi ai miei fratelli, che non l'avevano notata.
Joe si zittì, in imbarazzo.
***
L'uscita di Joe aveva decisamente messo in difficoltà Nick, che
era arrossito violentemente.
Riportai l'attenzione da quella strana casa ricavata da una vecchia
stazione dei pompieri ai tre fratelli
-La "ragazza di Nick"- replicai con un sogghigno -Si è vendicata da
sola-
Non so chi dei tre mi stava guardando più sorpreso.
Se Nick, che non si aspettava la mia uscita, o Kevin e Joe, che
probabilmente non avrebbero mai avuto il coraggio di prendere in mano
delle esche vive per la pesca.
-Dunque- cominciò Joe, rompendo quel gioco di sguardi
***
Oh no! Joe stava per uscirsene con una delle sue trovate, me lo
sentivo.
-Ti trovi Nick nello spogliatoio e non solo non strilli, ma non provi
nemmeno a saltargli addosso. Ora sei qui, in casa nostra, e sei nel
pieno delle tue facoltà mentali e nemmeno sei svenuta- disse infatti
tenendo il conto con le dita della mano -E maneggi dei vermi- fece una
pausa -Sei umana?-
-Sei una lontra che suona la tromba?-
-Che?-
Shane mi guardò per un attimo, come confusa, e io non trovai niente di
meglio da fare che battermi una mano sulla fronte, incredulo e
costernato. Ma era questo il modo di trattare una ragazza che non si
conosce?
Shane scoppiò a ridere
-Sei una lontra che suona la tromba? Magari aliena?- ripetè,
tremendamente serio e sospettoso Kevin avvicinandosi di più a lei, con
quello sguardo che lui credeva di imitare tanto bene dagli
interrogatori dei polizieschi in tv, ma che di fatto lo rendevano un
po' ridicolo.
-Ok, Kev, basta così- lo presi per una spalla, e lo tirai indietro,
mentre Joe le tendeva la mano
-Scusaci, io sono Joe, lui Kevin, Nick credo tu già lo conosca-
-Shane- si presentò lei con un sorriso
Alla fine ci guardammo in faccia, e visto che nessuno aveva voglia di
cucinare, ordinammo di comune accordo una pizza.
***
Non avevo ancora mangiato la pizza americana, la famiglia da cui
abitavo era fan della cucina sana, anche se questo per me era un
vantaggio, perchè niente è meglio della dieta mediterranea, e la
signora Miller si divertiva a imparare da me le ricette italiane.
Lo ammetto, non sarò la cuoca migliore del mondo, ma ci sono alcuni
piatti che mi escono decisamente bene.
Ad ogni modo, ero un po' preoccupata.
Non sapevo bene cosa aspettarmi.
Avevo avuto opinioni molto contrastanti sulle pizze negli USA da parte
di miei amici che erano stati in America prima di me.
Ora, chiariamo una cosa.
Non sono un'aliena, e nemmeno un robot.
Il fatto che io riesca a mantenere, come dice Joe, le mie facoltà
mentali di fronte a loro tre, dipende essenzialmente da una
convinzione. Loro sono ragazzi esattamente come me e da quel che mi era
sembrato, apprezzavano quando qualcuno li trattava come persone
normali, nonostante l'ironia con cui lo dimostravano.
Mi avevano piacevolmente colpita.
La pizza arrivò presto, e ci sedemmo sul divano a mangiare.
No, nessuno di loro aveva voglia di apparecchiare, e Joe mi aveva
placcato sul pavimento quando avevo accennato a poter mettere giù io i
piatti in tavola.
***
Ok, lo ammetto.
Ero teso.
Non sapevo come Shane avrebbe reagito davanti a noi tre al completo.
Certo, come me si era comportata in modo normale, ma chi mi diceva che
non era pazza di uno dei miei fratelli?
E invece tutto era andato per il meglio.
Ne ero felice.
Shane si era ambientata subito con noi.
Spalleggiava me nel far notare a Kevin che le sue uscite erano a dir
poco assurde, e teneva testa alle battute di Joe. Sembrava la
conoscessimo da anni.
-Allora? Sei aliena?-
Joe ovviamente ritornò sul discorso
-No!-
-Allora spiegaci, perchè, onestamente, non capiamo. Non che non
apprezziamo il tuo comportamento, ma...ecco...non ci siamo abituati-
-Ok. La verità è che non sono una fangirl, non le sopporto. Mi danno i
nervi. Tutti quegli strilli e quello strapparsi i capelli- fece una
pausa e ci guardò un attimo negli occhi -E poi...mi sentirei una scema
a strillare come un'ossessa per tre ragazzini che saltellano su un
palco come delle cavallette impazzite-
I cuscini miei e di Joe le arrivarono addosso in un attimo.
-Te lo facciamo vedere noi chi sono le cavallette impazzite ora!-
***
Aiuto!
Nick, Kevin e Joe mi stavano letteralmente uccidendo con i cuscini, e
per fortuna che le pizze erano già finite nelle nostre pance.
-Basta! Basta!- gridai ridendo cercando di liberarmi -Ok, ok...non
siete cavallette, ok, siete delle grandi rockstar-
Finalmente mi lasciarono
-Così va meglio-
-Vuoi anche il baciamano, Joe?- lo provocai ridendo
-Non sono mica il papa!-
-E com'è che uscivi dal bagno dei ragazzi? Per via dei cagnotti?-
chiese Nick troncando lo scambio di provocazioni.
-Sì. A voi ragazzi non piace quando qualcuno riesce a farvi strillare
come femminucce- spiegai
-Quindi pomeriggio bollente eh fratellino?- Joe prese Nick per le
spalle e gli scompigliò i capelli, mentre il più giovane di divincolava
-Non penso proprio!- replicai -visto che io ero nell'armadio delle
scope, mentre lui nel bagno delle ragazze-
***
Fu allora che mi ricordai di una cosa.
Dovevamo registrare quella sera!
E io avevo promesso a Shane che l'avrei riportata a casa.
Che guaio!
Per fortuna lei non aveva fretta, e si mise in un angolo a studiare
mentre noi riempivamo la caserma con le nostre prove.
Quando finimmo la trovammo addormentata profondamente sui libri. Ormai
era quasi l'una del mattino.
-Nick, chiama a casa, dì che resta da noi a dormire- mi ordinò Joe
prendendo Shane in braccio e posandola dolcemente sul divano, mentre io
le mettevo una coperta sulle spalle.
Annuii e feci la telefonata.
La signora Miller mi fece la predica, ma alla fine acconsentì, a patto
che il pomeriggio dopo la ragazza sarebbe tornata a casa subito dopo
gli allenamenti.
Riattaccai il telefono e, dopo aver sollevato la batteria, mi lanciai
letteralmente sul letto.
-Notte fratellini- Sorrisi. Kevin a volte poteva sembrare uno stupido,
ma era molto dolce
-Notte- rispondemmo io e Joe mentre già scivolavamo nel sonno.
PERSONAL
SPACE:
OK,
siete ancora svegli?! O avete fatto la fine di Shane?!
Spero
che vi sia piaciuto nonostante tutto ^__^
Alla
prossima, e mi raccomando, non siate timidi, nel bene e nel male le
recensioni sono sempre gradite ^__^
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Capitolo 4 *** Tu Chiamale, Se Vuoi, Emozioni ***
PERSONAL SPACE:
Ciao, eccomi col terzo capitolo! Grazie come sempre a May_08 per la recensione, mi
fa molto piacere sapere che apprezzi questa cosuzza ^__^
E vorrei
ringraziare tutti quelli che leggono senza commentare ^_^
Vi lascio al
capitolo e per le spiegazioni, ci vediamo alla fine ^_-
CAPITOLO 4 -TU CHIAMALE, SE VUOI, EMOZIONI-
-Sveglia, bella addormentata!-
La voce di Joe mi arrivò come in un sogno. Che ci faceva in casa mia?
Maledette rockstar. Entrano ovunque solo grazie al loro bel faccino
famoso.
Mi rigirai nel divano, aprendo appena appena gli occhi mentre cercavo
di riaffondare nel sonno.
No.
Un attimo.
Divano?!
Sbattei le palpebre e misi a fuoco il mondo intorno a me.
Ero sdraiata su un divano, in una stanza molto ampia. Alla mia sinistra
c'era un supporto con appese almeno trenta chitarre. Mi misi seduta e
realizzai che mi trovavo ancora a casa dei Jonas.
La mia memoria arrivò con qualche minuto di ritardo.
Joe era ancora lì che mi guardava. Ricambiai lo sguardo.
E mi arrivò un bicchiere d'acqua gelata sul viso, seguito dalla sua
risata allegra
-Sveglia!- ripete, mentre scoppiavo a ridere a mia volta.
Mi porse degli asciugamani puliti e la tuta della scuola. -ti cediamo
il nostro bagno, noi useremo quello di mamma e papà. Fa come se fossi a
casa tua- mi disse con un sorriso gentile. -La tuta la fornisce Nick-
Mi alzai e mi buttai direttamente sotto la doccia. Ci voleva proprio.
La mia divisa era tutta stropicciata, decisamente improponibile in
pubblico.
Grazie, Nick.
Mi andava un po' larga, ma sicuramente era meglio di quello che
indossavo prima, e decisamente più comoda!
Trovai un tubetto di gel di fianco al dentifricio, e lo usai per
sistemarmi velocemente i capelli, poi scesi di sotto, prendendo le
scale.
-Torna di sopra!- Joe mi trascinò di nuovo al piano superiore, mentre
io lo guardavo stupita. E ora che gli prendeva? Mi portò davanti a uno
dei loro pali che collegavano i due piani oltre alle scale -Si scende
così- mi disse, e si lasciò scivolare lungo il palo.
Da parte mia sorrisi e scossi la testa, ma lo imitai, scendendo lungo
il palo accanto
-Va bene così?-
-Migliora lo stile e sei a posto-
Sorrisi e mi sedetti a tavola.
Nick e Kevin stavano già facendo colazione.
-Scusate ragazzi, non volevo addormentarmi, ma credo di avere ancora
residui di jet lag alle spalle-
-Non preoccuparti. Abbiamo avvisato la tua famiglia ospitante, non
avrai problemi con loro-
-Grazie- sorrisi mentre mi alzavo per rispondere al cellulare.
-Ehi scema!-
-Ciao cretino!- mio cugino Luca. Praticamente un fratello -Indovina?
Nonostante la tua fiducia, mi hanno preso nella squadra!-
-Ti sei fatta degli amici?-
-Sì, stanotte sono rimasta a dormire da loro-
-Wow, amiche femmine?!- il suo stupore era comprensibile. Eccetto le
mie migliori amiche non avevo altre amicizie femminili. Non mi trovavo
bene in mezzo alle ragazze. Io non capisco loro, e loro non capiscono
me. Semplice, no?
-No, tre fratelli. Maschi-
-Hai capito! E brava!-
-Scemo!- lo ripresi ridendo -Ora devo scappare a scuola, però-
-Ehi ehi non così in fretta! Devi raccontarmi tutto!-
-Quando avrai 20 anni!- risposi
-Ma io ho 24 anni!-
Non replicai e attaccai il telefono, tornando dai miei amici per andare
a scuola.
-Tua madre?- chiese Joe mentre cercava di impiccarsi con la cravatta
della divisa.
Mi avvicinai e gli risposi mentre gli sistemavo il nodo, e poi facevo
lo stesso con Kevin. Nick era in grado di farlo da solo, fortunatamente.
-No, mio cugino più grande. Praticamente mio fratello. Siamo cresciuti
insieme, andava a casa solo a dormire, ogni tanto-
-Ecco perchè tieni testa a Joe-
-I fratelli maggiori sono la mia specialità- ammisi mentre prendevo lo
zaino e la borsa dei pattini in linea e mi avviavo con loro verso la
scuola
-Ma che te li porti a fare se non li usi?-
-Mi alleno nello style slalom durante la pausa pranzo-
-Nel che?-
-Venite in palestra e lo scoprirete- guardai l'aula in cui dovevo
andare, e mi separai da loro.
Il preside mi aveva dato una settimana per ambientarmi e scegliere i
corsi che avrei voluto seguire, e li stavo provando un po' tutti,
giusto per farmi un'idea, anche se in parte avevo già deciso cosa
frequentare e cosa no.
Cambiai aula più o meno ogni ora o due, ma non mi trovai mai nella
stessa classe di uno dei miei nuovi amici.
In realtà non vedevo l'ora della pausa pranzo. Stavo lavorando su un
nuovo passo con lo style, qualcosa di nuovo da inserire nella mia
prossima gara, che avrei tenuto alla Rollercup a Monza il giugno
prossimo. Non facendo parte di nessuna squadra, era l'unica
competizione a cui potessi partecipare, e ci tenevo a fare bene.
Ok, forse cominciare a settembre dell'anno prima era un po' presto, lo
ammetto, ma ad ogni modo è una cosa che mi diverte, e mi piace la
sensazione che provo quando sono concentrata sulla fila di conetti e
sui passi da eseguire a tempo di musica. Mi si svuota il cervello.
Il resto del mondo non esiste.
Solo io, la musica, e tre file di birilli grandi quanto bicchieri di
plastica.
***
-Non ci credo! Niente genitori, niente me a sistemarvi, eppure
avete le cravatte a posto. Sono sbalordita-
Stella Malone si sedette al nostro tavolo. Avevamo tenuto un posto in
più anche per Shane, ma come prevedevo non si è fatta vedere. Aveva
avvertito che si sarebbe allenata.
-Ciao Stella-
-Non illuderti. Non hanno imparato- frenai subito l'entusiasmo della
nostra stilista -Abbiamo solo avuto un ospite che ha avuto pietà di
loro-
-Grazie fratellino- mi arrivò subito la risposta degli altri due.
-Un ospite? Una ragazza?-
Ahia.
Eccola che parte con la sua gelosia nei confronti di Joe.
Confesso che quei due non li capirò mai.
Si amano, credo se ne sia accorto il mondo intero. Tranne loro due
ovviamente.
O meglio.
Lo sanno.
E stanno male ogni volta che uno o l'altra ha un appuntamento.
Eppure restano fermi, in un limbo che è più di un'amicizia, ma meno di
una relazione, in un equilibrio precario che ho sempre paura si rompa.
Mi sconvolge, senza contare che Joe in preda alla gelosia potrebbe far
bestemmiare perfino un santo, garantito.
È ingestibile!
-Sì. È una mia amica- e in poche parole raccontai l'intera vicenda a
Stella, che, disgusto per i vermi a parte, si fece una grossa risata e
riprese a rimproverare i miei fratelli per la loro assoluta incapacità
di vestirsi.
Mi alzai e comprai un gelato, prima di dirigermi in palestra.
Wow.
Semplicemente.
Wow.
Non avevo mai visto lo style slalom prima di allora, e ne rimasi
assolutamente affascinato.
Pur essendo ignorante in materia, era palese che Shane fosse ancora
all'inizio del suo percorso perchè alcuni movimenti erano più rigidi di
altri, e a volte incespicava.
Ma era felice, persa nella sua concentrazione e nella musica che
proveniva dal suo lettore mp3 direttamente agli auricolari.
Conosco bene il suo sguardo.
Lo vedo nei miei fratelli quando saliamo sul palco per un concerto, e
sono certo che è lo stesso sguardo che ho anche io.
Lo sguardo di chi dimentica il resto del mondo, e si concentra su
quello che fa.
Infatti non si era ancora accorta della mia presenza.
E io, nonostante il gelato si stesse ormai quasi sciogliendo, la
lasciai finire prima di parlarle.
PERSONAL SPACE:
Se qualcuno si voi
si chiedesse cosa diavolo sia lo Style Slalom, vi lascio questi link a
youtube per vedere di cosa si tratta.
La Rollercup di
Monza esiste davvero, non me lo sono inventata, per chi fosse curioso
il sito ufficiale è www.rollercup.it
Ed ecco alcuni
video per capire di che si tratta.
Le tre file di
coni sono a distanza di 120cm, 80 cm e 50 cm
video 1
video 2
(ehm lo so il
commentatore dà i nervi... -.-" )
detto questo,
spero che il capitolo vi sia piaciuto! alla prossima!
Baci
Dalamar_f16
|
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Capitolo 5 *** Allenamenti ***
PERSONAL
SPACE: anche se nessuno a recensito, ringrazio chiunque abbia letto
finora questo delirio...e visto che vi voglio molto molto male, vi
pubblico il quinto capitolo.
Chi
volesse recensire anche solo per dirmi "questa fanfic fa schifo" non
sia timido, si accettano critiche ^__^
Dai
aiutatemi a crescere e migliorare!
Buona
lettura!
CAPITOLO 5 - ALLENAMENTI
Sentii un applauso alla mia destra.
La musica era appena finita. Mi voltai e vidi Nick appoggiato con le
spalle e un piede alla parete della palestra.
Mi sentii arrossire.
Sapevo di essere una mezza frana, specialmente ora che stavo solo
iniziando a mettere insieme un numero e che quindi nel fare i passi
avevo più o meno l'agilità di una settantenne appena operata all'anca.
-Non so come tu faccia a muovere le tue caviglie in quel modo e a non
annodarti, ma mi piace- mi disse avvicinandosi a me porgendomi un
gelato -pausa gelato?-
-Ok. Grazie-
-Scusa, si è un po' sciolto-
-Non importa- risposi sedendomi a terra accanto a muro -Mi piace se è
sciolto-
Mi sorrise
-Quando hai la gara?-
-A fine giugno, quando sarò già tornata in Italia-
Mi guardò per un attimo, un po' stranito
-Shane, siamo solo a settembre! Non c'è fretta-
Non risposi, lo sapevo anche io.
La realtà era che, se me ne stavo in palestra, le altre ragazze non
avrebbero avuto modo di notare che non mi truccavo, che a volte uscivo
di casa senza pettinarmi (il che avendo i capelli corti non era poi sto
gran danno a livello di immagine) e che il mio abbigliamento scolastico
puntava più alla comodità che all'eleganza.
A che mi servono i tacchi a scuola, in fondo?
Senza nemmeno accorgermene mi ritrovai a raccontare tutto questo a
Nick, con lo sguardo a terra e le mani che giocherellavano
distrattamente con l'allacciatura del pattino destro.
Ma che aveva questo ragazzo?!
Com'è che riusciva a farmi ammettere cose che non avrei detto ad alta
voce nemmeno sotto tortura?
-Quindi è questo il tuo problema. Perfetto. Domani pranzi con noi, e
non voglio sentire scuse!-
-Ma Nick...io devo al...-
-Non ci provare! Ti prometto che arriverai alla tua gara con un numero
da urlo, ma d'ora in poi pranzi con noi-
Lo guardai negli occhi, cercando qualcosa di sensato da rispondere, ma
alla fine annuii e finii il gelato.
-Ora posso tornare ad allenarmi? Almeno per oggi?-
-Solo se posso restare qui a guardarti-
Oh no.
No. No. No. No.
-Ok-
Non ci credo. Gli ho appena detto di sì?!
Mi sa che Joe e Kevin non si rendono conto che l'alieno (con tanto di
poteri di persuasione) c'è l'hanno in casa.
***
Speravo di non averla imbarazzata chiedendole di restare a
guardarla.
Lei però non aveva esitato ad accordarmi il permesso, e ne ero felice.
Rimasi seduto contro la parete, mentre lei provava e riprovava passi a
quello che era un tempo di musica molto veloce, forse troppo.
-Su che pezzo ti stai preparando?- le chiesi appena i nostri sguardi si
incrociarono.
Lei arrossì e distolse lo sguardo mentre mormorava
-I am what I am-
-Davvero?- le chiesi avvicinandomi a lei
-Sì, ma ancora non riesco a stare dietro al ritmo...è veloce-
Guardai l'ora.
Sì, avevamo ancora un po' di tempo.
-Tu provala senza musica quella specie di...coreografia. Io torno
subito-
E senza dire altro corsi fuori dalla palestra.
L'aula di musica era poco lontano dalla palestra, e da dentro proveniva
una melodia classica, ma non esitai a fare irruzione e a prendere
velocemente una chitarra e tornare da dove ero venuto.
Credo che si siano immobilizzati tutti a chiedersi che cosa mi fosse
preso, ma non me ne curai.
Shane non stava provando; si era seduta a riposare un attimo
-Pronta a riprendere?-
-Che ci fai con quella? Me la dai in testa se non sto dietro al tempo?-
Scoppiai a ridere
-No. Togliti quelle cuffie. Te la suono un po' più lenta-
***
Wow.
Premurosa la rockstar!
Lo ringraziai e mi misi in posizione, ondeggiando leggermente sulle
ginocchia per stare pronta.
Che strano sentirla solo con la chitarra e la sua voce così, bè più
matura di quella che aveva quando era uscito quell'album.
Mi riscossi subito.
Il ritmo in questo modo era molto più gestibile. Si accorse che era
ancora troppo veloce per me, e rallentò finchè non trovammo un accordo.
Ormai ero stanca, perciò provai solo la parte iniziale, quella composta
per lo più da passi base, che mi avrebbero dato punti sullo stile di
esecuzione, o almeno così mi auguravo!
-Basta!- lo interruppi dopo un po'. Non sarei riuscita a tenere su i
pattini un minuto di più.
-Sei stanca?- mi chiese appoggiando la chitarra a terra e porgendomi
una bottiglia d'acqua.
-Più che stanca, direi-
-Va meglio adesso? Col ritmo-
-Bè è più facile quando la musica rallenta fino ad assecondarmi-
risposi con un sorriso mentre mi sedevo a terra e mi toglievo i pattini
e le protezioni.
-Che lezione hai ora?-
Guardai velocemente l'orario.
-Storia. Con il professor Evans-
-Ehi, siamo nella stessa classe. Dai vieni con me. Ti accompagno-
rimase indietro per recuperare la chitarra -A proposito. Bella chiazza
di sudore sulla schiena-
-Che? Scherzi vero?-
Scoppiò a ridere. Ha una bella risata. Peccato sia sempre serio.
-Ovvio che scherzo. Andiamo o facciamo tardi!-
Arrivammo di corsa in aula, armati di pattini e chitarra, appena in
tempo per l'inizio della lezione.
***
Caspita!
Quella ragazza ne sapeva di storia, eccome!
Doveva iscriversi a questo corso. Per forza!
Doveva dare ripetizioni a me!
Mi ritrovai spesso, durante quelle doppie ore, a guardarla. Era seduta
due file davanti a me, spostata a sinistra contro il muro. Seguiva
attentamente, e quando il prof la interrogava, rispondeva in modo
esatto e con precisione.
Forse Joe non ha tutti i torti a pensare che sia un'aliena.
A quale persona può appassionare una materia come storia?!
I miei pensieri vennero interrotti quando il suo sguardo incrociò il
mio, e per la prima volta vidi i suoi occhi alla luce del sole.
Erano gli occhi più belli che avessi mai visto.
Azzurri come il mare, leggermente lucidi, profondi ed espressivi come
pochi ne avevo incontrati nella mia breve vita.
-Tutta la squadra di hockey in palestra entro dieci minuti-
La voce proveniente dall'altoparlante interruppe la magia.
Shane uscì dalla classe e io cercai di recuperare la concentrazione, ma
non ci fu verso.
Un'idea cominciò a entrarmi nella mente.
Presi il mio diario e, in fondo, all'ultima pagina, cominciai a mettere
giù un elenco di cose.
Trovai Shane fuori dall'aula, seduta per terra, tremendamente pallida.
Mi accucciai accanto a lei, preoccupato.
-Nick- mi disse guardandomi -Tra tre settimane giocherò da titolare-
Sembrava terrorizzata.
PERSONAL SPACE:
Riesccomi qui!
spero siate arrivati alla fine e che vi sia piaciuto.
Pare che nelle
teste i questi due si stia muovendo qualcosa, spero di avervi incurioso
e indotto a continuare.
Se vi va,
recensite, anche solo per insultarmi ^__^
Un bacio!
Alla prossima
Dalamar_f16
|
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Capitolo 6 *** Gelosia ***
PERSONAL
SPACE: Allora un paio di cose...
la
prima è un grande grazie a tutti quelli che leggono e a May_08 in particolare per le
sue recensioni, e non preoccuparti per quella non inviata, le mamme
hanno un tempismo perfetto, si sa ^__^
Se
non hai mai sentito lo style slalom è assolutamente normale visto che
lo conosce solo chi lo pratica praticamente, ma spero che i video che
ho messo abbiamo un po' chiarito...è più o meno una specie di
pattinaggio artistico tra conetti grossi come un bicchiere di plastica
e le gare sono simili a quelle dell'artistico, ovvero vengono valutati
i passi ma anche la musicalità e lo stile...e ci sono le penalità per
le cadute o se viene spostato più di un tot uno dei conetti
Lo
so è un casino da spiegare comunque ai fini della storia è rilevante
capire che bisogna andare a tempo di musica XD
Basta
che se comincio a parlare di pattinaggio non finisco più XD
La
seconda cosa è che ho sistemato il capitolo 3, che mi era uscito con la
pagina sformata e un formato che non so bene da dove sia venuto fuori,
ma comunque non era quello che volevo XD
Evidentemente
quel capitolo è maledetto, però almeno adesso è leggibile e non si
allarga la pagina XD
Basta
ho già scritto troppo, vi lascio al capitolo!
Buona
lettura! ^__^
CAPITOLO 6 -GELOSIA-
Era bastata un po' di musica a rimettere Shane in sesto.
La accompagnai a casa, e visto che non c'era nessuno, rimasi a farle
compagnia. Non avevo impegni con i miei fratelli per quel pomeriggio,
senza contare che la reazione della ragazza mi aveva preoccupato.
Ma, come ho già detto, buona musica e tutto si sistema.
Mi aveva spiegato che lei non aveva mai giocato una partita in vita
sua, e di fronte alla mia reazione stupita, mi spiegò che aveva
imparato a giocare a hockey la domenica mattina in un parco pubblico
della sua città, insieme ai quelli che durante la settimana le
insegnavano i segreti dello style slalom e ad altri ragazzi che avevano
giocato nel campionato di hockey in passato.
Certo, quando era entrata in squadra sapeva che avrebbe prima o poi
giocato delle partite, ma non si aspettava la nomina a titolare fin
dalla prima di campionato, e ora aveva paura di deludere tutti.
La rassicurai come potevo, sapevo quello che provava.
A metà pomeriggio la signora Miller telefonò dicendo che sarebbe
rientrata solo a tarda notte, per via di un imprevisto per lavoro.
Quanto al marito, era via per ancora un paio di notti, in visita ai
suoi genitori.
***
Eravamo di nuovo a casa dei Jonas.
Nick aveva capito subito, non so come, che stare nella loro casa,
rumorosa e disordinata, mi avrebbe aiutato di più che cenare a casa da
sola coi miei pensieri che andavano subito a divagare sulle mille e più
situazioni imbarazzanti o catastrofiche in cui mi sarei sicuramente
ficcata il giorno della partita.
-Non capisco- mi disse Kevin a cena -Dovresti essere contenta, saltare
di gioia. È fantastico essere già entrata in prima squadra quando
ancora non sai che lezioni frequentare-
-A proposito, hai deciso cosa seguire?- mi venne subito in soccorso Joe
cogliendo la palla al balzo per non farmi tornare sull'argomento
partita.
-Storia sicuramente!- Nick intervenne al mio posto, poi mi guardò -Tu
DEVI seguire storia! Devi aiutare me!-
Risi
-Sì, comunque avrei seguito storia in ogni caso, poi matematica,
fisica, biologia, letteratura e musica ovviamente- feci una pausa -per
ora ho scelto queste-
-Ho sentito bene, matematica? Bene Joe, condividerà con noi le tue
lacrime-
Una ragazza bionda e solare era appena comparsa in casa.
-Ciao Stella- gli occhi di Joe si illuminarono di gioia solo al vederla
e sembrò dimenticare tutto il resto.
-Ciao ragazzi- poi si rivolse a me -tu devi essere Shane. Nick mi ha
parlato molto di te.-
-Ciao, piacere. E tu devi essere Stella. Joe non fa che parlare di te-
Il complimento le fece piacere, le sue guance si imporporarono mentre
un sorrisetto imbarazzato le compariva sul viso.
Ma si riprese subito
-Vi ho portato i vestiti per domani. Shane ti ho stirato la divisa-
Che?
-Bè...grazie...sei stata gentilissima. Non dovevi- balbettai
riprendendomi i miei vestiti
-Ma figurati. Conta pure su di me quando hai bisogno- guardò i ragazzi
-Ora devo uscire. Ho conosciuto un ragazzi carinissimo e stasera
andiamo al cinema-
Se avesse annunciato la morte di un suo caro avrebbe fatto meno
effetto, probabilmente.
I tre fratelli si zittirono e Joe...bè lui aveva una strana
espressione, a metà tra il ferito, l'indignato e l'indifferente.
Nick e Kevin...sembravano aspettare che la bomba esplodesse.
Ma non successe niente.
Stella ci augurò buona serata, noi la augurammo a lei, e se ne andò.
***
Aspettavamo l'esplosione da un momento all'altro.
Ma, da vero finto indifferente, mio fratello maggiore aspettò che la
nostra stilista nonché migliore amica fosse ben lontana prima di...
Abbassai me stesso e Shane appena in tempo. Una delle mie bacchette
della batteria ci era passata sopra la testa mancandoci di un pugno di
centimetri.
La ragazza fece per alzarsi, ma io la tenni al riparo, spingendola
sotto il tavolo.
Venne poi il turno dell'altra bacchetta, e poi del flauto, della
macchinina di Frankie, dei suoi tamburelli...
-NO!! Mr Scimmia no!- Kevin trovava sempre il coraggio di bloccarci
quando c'era a rischio la vita dei suoi peluche. -lancia quello che
vuoi ma non lui!-
-NO! Basta lanciare oggetti per tutta la casa!- sbottai esasperato
alzandomi da sotto il tavolo, subito seguito da Shane -E' uscita con un
ragazzo? E allora?! Se sei così stupido da non riuscire a dichiararle i
tuoi sentimenti, non puoi pretendere che ti aspetti per sempre!-
***
Ero nel panico.
Non sapevo cosa fare o cosa dire. Non avevo confidenza con i Jonas,
eccetto che con Nick, e non volevo intromettermi nella loro
discussione.
La situazione mi era però abbastanza chiara.
Stella stava aspettando che Joe le chiedesse di uscire.
Era palese.
Per questo usciva con altri ragazzi venendo a dirlo proprio in faccia a
lui.
Voleva farlo ingelosire.
E cavoli se ci riusciva!
Solo che, a quanto sembrava, lui non voleva decidersi.
-E se non funzionasse? Stella è la mia migliore amica! Non voglio
perderla-
Rimanemmo per un po' tutti in silenzio. Sapevo bene cosa provava Joe.
Ci ero passata. Alla fine mi decisi a parlare
-Joe, ascoltami. Ci sono passata. Se non funziona, l'importante è
essere sinceri l'uno con l'altro, e non tirare avanti per codardia. Se
non dovesse andare, devi dirglielo subito, e spiegarle i perchè a cuore
aperto, senza farla sentire presa in giro. Se sarai sincero, e
coraggioso, tutto andrà per il meglio-
Abbassai lo sguardo e mi asciugai velocemente gli occhi, che si erano
velati di lacrime al ricordo di quell'amicizia splendida, che, per
colpa della codardia di lui, era andata a farsi benedire.
Mi mancava.
Ora ci parlavamo, ma il rapporto era quello freddo e formale di due
estranei. Il rapporto di due amici che non si erano nemmeno salutati
per un anno, e poi avevano provato a fare pace.
Non volevo che accadesse anche a Joe e Stella.
Alle mie parole era seguito il silenzio.
Sentii una mano grande posarsi sulla mia spalla. Avevo Joe di fronte a
me, e Nick sulla sinistra.
Quella mano era di Kevin. Alzai lo sguardo su di lui e sorrisi, un po'
triste.
-Be? Che c'è?- chiesi per smorzare la tensione -Ogni tanto anche io
dico qualcosa di serio-
Ridemmo tutti, anche se in sé non era un'uscita poi così divertente, ma
fu l'occasione per impegnare il cervello di Joe in qualcosa che non
comprendesse Stella, un altro ragazzo e il cinema.
Tornai a casa verso le 23:00, accompagnata da Kevin, che rimase con me
fino a quando non rientrò la signora Miller.
Nel momento in cui mi addormentai, mi sorpresi a pensare a Nick, e ai
suoi occhi seri e nocciola.
***
Shane se ne era andata.
Le sue parole mi avevano colpito, ma mi riproposi di non farle domande.
Evidentemente era un argomento che non voleva toccare.
Joe alla fine si era calmato, e ora dormiva tranquillo. Era molto
tardi, ormai, ma io volevo ancora fare una cosa, e volevo farla da solo.
O quei due mi avrebbero preso in giro a vita.
Mi sedetti al computer e richiamai un programma di remix e un file mp3
da una delle nostre cartelle di musica.
PERSONAL
SPACE:
scusate
ma non ho saputo resistere XD adoro Joe geloso di Stella XD
Niente
spero vi sia piaciuto, e vi invito come sempre a commentare sia nel
bene che nel male
Al
prossimo capitolo!
Baci!
Dalamar_F16
|
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Capitolo 7 *** Solo Amici? ***
PERSONAL
SPACE:
Ciao!
Rieccomi qui con il settimo capitolo...per ora ne ho scritti 12 ma
ancora non è finita e non so predire a quanti arriverò XD
Di
nuovo grazie a tutti quelli che hanno letto e a May_08 per la
recensione (so che non vuoi ringraziamenti ma io te li faccio lo stesso
XDXD) e a 102luna per averla inserita nelle seguite, ne sono onorata
^__^
Bando
alle ciance.
Buona
lettura!
CAPITOLO 7 -SOLO AMICI?-
Mi svegliai nevrotico.
La sera prima avevo finito quello che stavo facendo, e, dopo aver
caricato il tutto nel lettore mp3, ero andato a dormire, ma ora che era
il momento, mi sentivo un po' imbecille.
Lei non mi aveva chiesto nulla, e forse non avrebbe nemmeno gradito.
Avrebbe potuto pensare che la ritenessi un'incapace.
Avrebbe potuto arrabbiarsi.
-Nick! Qualunque cosa tu abbia fatto, le piacerà, fidati-
Ma come diavolo faceva Joe a leggermi nel pensiero?!
-Tu dici?-
-Vai tranquillo- mi rassicurò con un sorriso. Sembrava quasi aver
dimenticato l'incidente di ieri sera con Stella.
Gli sorrisi, mentre le sue parole mi rasserenavano un pochino.
Decisi di infilarle l'mp3 avvolto in un foglio di carta con un breve
biglietto di spiegazioni nell'armadietto prima di andare in classe.
***
Arrivai di nuovo appena in tempo. Mi ero decisamente svegliata
tardi quel giorno, tanto che avevo perfino scordato a casa i miei
pattini.
Aprii di fretta l'armadietto...e qualcosa mi cadde sulla testa.
-Ahio!-
Protestai mentre raccoglievo la cosa che mi aveva colpito.
Era un lettore mp3 azzurro metallizzato, avvolto in un biglietto
Questo
l'ho fatto ieri sera, spero ti sia utile.
Puoi tenere il lettore finchè ne hai
bisogno, a me non serve.
Un ammiratore non troppo segreto.
Lo accesi e indossai gli auricolari. C'erano solo cinque brani.
01-Very
slow
02-Slow
03-Almost original
04-Original
05-If you menage to use this one, you
are an alien!
Scoppiai a ridere mentre facevo partire la prima traccia.
La riconobbi subito, come riconobbi la mano che le aveva manipolate.
Nick.
Spensi l'mp3 ed entrai in classe.
Lo braccai all'inizio della pausa pranzo. Gli alzai l'mp3 davanti agli
occhi.
-Credo che questo ti sia caduto accidentalmente nel mio armadietto-
Mi guardò con una strana espressione.
Sembrava...in ansia.
Mi lasciai andare a un sorriso
-Grazie. Sei stato gentilissimo. La quinta è un'idea di Kevin e Joe?-
***
Ma non ci sono cinque tracce! Sono solo quattro! Tre rallentate
più l'originale.
Sospiro esasperato.
Quei due!
-Io non ce l'avevo messa la quinta traccia a dire il vero- ammisi -che
cos'è?-
Mi passò l'mp3...e scoppiai a ridere.
Sì, decisamente opera di Joe e Kevin.
Misi un braccio attorno alle spalle di Shane e andammo a pranzo.
Buona notizia. Stella era al tavolo con noi
Cattiva notizia. Lei e Joe stavano litigando.
Sospirai e alzai gli occhi al cielo mentre prendevo posto accanto a
Kevin.
-A che punto sono?- mi informai da mio fratello maggiore che guardava i
due litiganti senza dire ne fare niente.
-Stella si sta arrabbiando-
-E Joe se ne è accorto?-
-Non ancora-
-Ottimo-
-E' grave?- chiese Shane che vedeva la situazione degenerare
-Naaa...tanto poi fanno pace-
E così fu.
Non si parlarono per un paio di giorni, ma poi non resistettero più. Un
abbraccio e tutto era dimenticato.
Le settimane passavano, e ormai Shane era di casa, sia da noi, che da
Stella. Le due ragazze avevano legato subito, nonostante la loro
apparente diversità. Ma questo significava anche l'avvicinarsi della
prima partita di hockey della nostra amica, e non riuscivo proprio a
togliermi dalla testa la sua ansia crescente.
Ormai,a poco meno di una settimana di distanza, non riuscivamo più a
distrarla con niente, per cui ci avevamo rinunciato.
L'assenza perenne della sua famiglia ospitante, non aiutava un gran
chè, a dire il vero. Quando era da sola, diventava nevrotica.
Di comune accordo, il sabato notte la facemmo restare a dormire da noi.
Non volevo lasciarla sola la notte prima della partita. E i miei
fratelli avevano acconsentito senza protestare. Sapevano quanto mi
stessi affezionando a lei, e inoltre, Shane piaceva anche a loro.
***
Quella notte sarei rimasta a dormire dai Jonas, e, anche se si
erano presentati insieme a invitarmi, dal suo sguardo nervoso che
scendeva verso le sue scarpe, avevo capito che l'idea era stata di Nick.
Il nostro rapporto si stava evolvendo velocemente in un'amicizia sempre
più forte.
Ormai parlavamo di tutto.
Io gli avevo raccontato della mia famiglia, dei miei amici, della mia
passione per i pattini e per le moto, mentre lui mi intratteneva con i
racconti sui suoi concerti e gli scherzi che si facevano tra fratelli.
Mi aveva anche parlato delle loro promessa di rimanere casti fino al
matrimonio, e del suo diabete, chiedendomi per l'ennesima volta se non
fossi un'aliena, quando scoprì che non l'avevo ancora saputo dai gossip.
Che ci potevo fare? Non sono una tipa da gossip, io!
Nonostante la loro allegra compagnia, che mi aveva distratto, una volta
spente le luci le mie paure tornarono ad assalirmi, impedendomi di
dormire.
Continuavo a rigirarmi nel divano.
-Shane. Ehi- la voce di Joe mi sorprese. Era dolce come mai l'avevo
sentita finora
-Scusami, ti sto tenendo sveglio-
-No tranquilla, sono solo sceso a bere e ti ho sentito. Tutto bene?-
-Non riesco a dormire-
-Shh, scendiamo. Andiamo, ti preparo una camomilla-
Mi guidò le mani fino al palo al buio e mi lasciò scivolare giù prima
di raggiungermi.
Ci sedemmo al tavolo della cucina mentre l'acqua bolliva. -Allora? Tra
te e mio fratello?-
Ovviamente Joe e Kevin sapevano che tra me e Nick c'era una chimica
particolare, nonostante niente trasparisse da gesti o parole in
pubblico.
-Tra me e Nick non c'è nulla...e anche se ci fosse...ne varrebbe la
pena?-
Mi guardò curioso -Be, io a febbraio tornerò in Italia, e non potremmo
più vederci-
-Già, credo di capirti...-
-E tu con Stella? Ti decidi o no a fare il primo passo?-
-E' ora di andare a dormire- cambiò subito discorso Joe. -Infilati nel
letto di Nick e dormi, ok?- mi sorrise -Ma non dirgli che sono stato
io. Voleva dirtelo già stasera, ma aveva paura che ti arrabbiassi-
Per fortuna nella stanza regnava la penombra, o mi avrebbe visto
arrossire. -E non preoccuparti, domani farai un figurone. E comunque,
sei amica dei Jonas, non devi farci sfigurare!-
-Ah grazie!- risposi soffocando una risata -Giusto per non mettermi
pressione, vero?-
Mi riaccompagnò di sopra e si mise a letto. Esitai un attimo, poi scesi
nel buco quadrato in cui dormiva Nick, e che di giorno era coperto
dalla sua batteria. Gli toccai una gamba, svegliandolo
-Ehi- mi sussurrò appena mi riconobbe.
Non ci fu bisogno di parlare. Mi tese la mano e mi fece stendere
accanto a lui e mi abbracciò, facendomi sentire protetta e ricordandomi
quando da piccola facevo lo stesso con mio cugino quando ero spaventata
per qualcosa.
Prima che potessi rendermene conto stavo piangendo disperata, in preda
alla nostalgia.
***
L'attimo prima era davanti a me, e ora piangeva tanto forte da
spaventarmi. Mi misi seduto sul cuscino e la strinsi a me, facendole
appoggiare il viso al mio petto.
Non sapevo cosa dire o fare per tranquillizzarla.
Di fatto, non avevo nemmeno idea di cosa avesse scatenato quella crisi
così improvvisa.
Sentivo solo il mio pigiama bagnarsi molto velocemente.
Dai movimenti che sentivo, Joe si era svegliato, o era già sveglio da
prima, e ora stava richiamando a rapporto anche Kevin.
-Che succede, Nick?-
-Non lo so- risposi sincero alzando lo sguardo su di lui -Come l'ho
abbracciata si è messa a piangere-
-Le manca la sua famiglia-
Kevin, come sempre, era arrivato alla soluzione prima di me e Joe.
Poteva arrivare a rilento sulle cose pratiche, e le sue idee era sempre
meglio scartarle che metterle in pratica, ma bisognava ammettere che
nessuno come lui riusciva a leggere nel cuore delle persone e capire
esattamente cosa stava succedendo.
Strinsi Shane più forte mentre i miei fratelli si sedevano accanto a
noi, uno a destra e uno alla nostra sinistra.
-Ci siamo noi, piccola, è tutto ok. Ci siamo noi- le sussurrai mentre
Joe e Kevin ci abbracciavano. Restammo a lungo abbracciati. I suoi
singhiozzi piano piano finalmente si calmarono e Shane riuscì a
riprendere il controllo del suo corpo.
-Certo che...se ogni volta che abbracci una ragazza le fai questo
effetto...non troverai mai moglie, Nicholas-
Scoppiammo tutti a ridere, e anche Shane accennò una risatina nervosa.
Le asciugai le ultime lacrime e la abbracciai forte, intonando, subito
seguito da Joe e Kevin, “I am what I am”
Funzionò meglio di una ninnananna, e quando finimmo, dormiva
tranquilla, finalmente.
Finalmente quella giornata era finita anche per noi.
PERSONAL
SPACE:
Spero vi sia piaciuto,
vi invito, come sempre, a commentare sia nel bene che nel male!
|
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Capitolo 8 *** La Partita ***
PERSONAL
SPACE: ecco a voi il capitolo 8!
Grazie
a bluettina96 per aver inserito questo delirio tra le preferite!
Buona
lettura e ci vediamo sotto! ^__^
CAPITOLO
8 –LA PARTITA-
Quando aprii gli occhi, Nick dormiva ancora, così cercai di
scivolare fuori dal letto nel modo più silenzioso possibile.
Quando mi guardai allo specchio, quasi cacciai un grido.
Avevo gli occhi rossi e gonfi per il lungo pianto della sera prima.
Sembravo un mostro.
Mi feci una doccia e mi vestii velocemente prima di scendere per la
colazione.
Joe era già sveglio.
-Buongiorno-
-Ciao Joe-
-Va tutto bene?-
Annuìi
-Scusate se non vi ho fatto dormire-
Venne verso di me e mi abbracciò. Incredibile quanto potesse essere
dolce quando voleva
-Va tutto bene. Gli amici servono a questo, giusto?-
Sorrisi e lo lasciai andare, tuffandomi sulla colazione. Di solito non
mangiavo quasi nulla al mattino, ma quel giorno avevo particolarmente
fame. Lo reputavo un buon segno.
Stella comparve poco dopo, e come mi vide, mi trascinò in bagno
-Che disastro!- mi disse guardandomi bene sotto la luce -Vediamo di
coprire un po', che ne dici?-
-Mi serve un miracolo per eliminare tutto questo- sospirai guardandomi
ancora una volta allo specchio.
-Naa...solo un po' di correttore messo nel modo giusto- mi fece sedere
sull'orlo della vasca -Chiudi gli occhi e resta ferma-
Le obbedii, e quando li riaprii dieci minuti dopo, non potevo credere
ai miei occhi.
-Wow...grazie!-
***
Mi svegliai e scesi a fare colazione, sperando di trovarci Shane.
Guardai Joe mentre venivamo raggiunti anche da Kevin, ancora tutto
assonnato
-Hai visto Shane?-
-E' in bagno con Stella, per cercare di coprire...be lo sai...-
ovviamente alludeva al pianto della sera prima, che aveva
lasciato dei segni sul volto delicato della nostra amica.
Ma quando lei e Stella uscirono dal bagno, ci guardammo strabiliati.
La nostra stilista era un maledetto genio! E anche dannatamente brava
-Wow- fu il commento di Joe, che, almeno per una volta, era rimasto
senza parole.
Shane distolse lo sguardo e prese i libri di scuola.
Ci mettemmo a studiare in un'atmosfera rilassata, in attesa del grande
evento del pomeriggio.
Arrivò nostro padre a rovinare tutto, all'ora di pranzo
-Ragazzi, oggi pomeriggio alle 14.30 avete le prove per
l'incisione del nuovo disco.
-No!- fu la mia spontanea esclamazione mentre istintivamente il mio
pensiero andava a Shane.
Non gliel'avevo promesso esplicitamente, ma volevo andare a tutti i
costi a vedere la sua partita, e così anche i miei fratelli;
specialmente dopo ieri notte, volevamo che ci considerasse la sua
famiglia adottiva.
-Non possiamo rimandare a domani, papà?-
Evidentemente anche Joe la pensava come me, ma quando papà ci si mette,
è impossibile fargli capire che noi avevamo altri piani. E così fu
anche questa volta.
-No. 14:30 in sala prove. E vedete di essere puntuali-
Lanciai un'occhiata ammonitrice a Joe. Non volevo che Shane si sentisse
responsabile di un'eventuale litigio tra noi e nostro padre.
***
-Ci dispiace, Shane- Joe mi sorrise, tristemente -Ci tenevamo a
venire a vederti-
Dispiaceva anche a me. Con loro a fianco mi sarei sicuramente sentita
meglio, visto che erano i miei unici amici, ma non potevo farli sentire
in colpa in questo modo.
-Non importa, Joe. Sarà per la prossima volta. Voi fate quello che
dovete fare senza preoccuparvi per me, ok?-
Mi guardarono tutti per un po', senza parlare. Forse non sapevano
cosa dire, o forse, semplicemente, erano troppo dispiaciuti per quella
situazione che si era creata.
Ma loro non mi avevano mai promesso niente, almeno non ufficialmente.
Certo, mi aspettavo che venissero, visto che ormai erano come una
seconda famiglia per me, ma che potevano farci se il destino aveva
deciso diversamente?
Erano delle rockstar, dopotutto, non potevo pretendere che mettessero
da parte il loro lavoro per me.
- Andrà tutto bene, ragazzi. Saprò cavarmela anche senza voi cavallette
-
Nick finalmente mi sorrise, anche se si vedeva che era dispiaciuto.
-Buona fortuna, allora- mi augurò abbracciandomi, subito seguito
dagli altri.
Per me, era tempo di andare.
Indossai i pattini e corsi a scuola.
I miei compagni di squadra mi stavano aspettando. Eravamo tutti in
anticipo.
Tra noi era ormai finito il tempo degli scherzi cattivi.
Dopo i cagnotti, era stata la volta degli scarafaggi e successivamente,
dietro consiglio di Joe, delle rane.
Avevo conquistato il loro rispetto, e anche la loro amicizia. Per lo
meno, non mi vedevano più come quella nuova che era arrivata a rompere
loro le scatole, e nemmeno la ragazzina che pretendeva di giocare come
un maschio.
Ormai ero una della squadra.
-Pronta?- mi chiesero
Domanda da un milione di dollari. Ero pronta? Forse sì, o forse no., ma
ormai non potevo tirarmi indietro. Annuii e andai a indossare la
divisa...scoprendo che mi avevano nascosto la mazza.
Ok. Forse il tempo degli scherzi non sarebbe mai finito.
Risi e mi unii a loro, pronta a scendere sul ghiaccio.
Buona
fortuna, Shane!
Il messaggio di Nick era stato mandato cinque minuti prima
dell'inizio, ma io lo vidi solo a metà partita.
Ero soddisfatta di me stessa. Una volta cominciata, tutte le mie paure
si erano dissolte, e stavo giocando bene. Non ero una fuoriclasse, ma
nemmeno una totale schiappa.
Tuttavia, qualcosa mi mancava.
Mi mancavano loro, i miei tre fratelli, adottivi. E soprattutto, mi
pesava un pochino, l'assenza di Nick.
***
Non c'ero con la testa.
Ci provavo con tutte le mie forze, ma proprio non riuscivo a non
pensare a Shane. Le avevo mandato un sms, ma non mi aveva risposto.
Probabilmente nemmeno l'aveva visto.
Sbagliai di nuovo l'accordo.
E mio padre diede fuori di matto.
Lasciai cadere a terra la chitarra e uscii dalla stanza.
Pochi istanti e venni raggiunto da Kevin e Joe.
-Complimenti fratellino, l'hai fatto imbestialire- si congratulò
Pericolo sedendosi accanto a me. Non era arrabbiato, anzi, quasi
compiaciuto. Erano rare le volte in cui papà perdeva davvero le staffe
con noi, e finora non era mai successo per causa mia.
-E senza introdurre animali nello studio!-
Sorrisi. Kevin alludeva a una cosa successa un po' di tempo fa, quando
per organizzare uno scherzo (ok si stava vendicando con papà perchè si
era rifiutato di comprargli dei dolcetti per Halloween, considerandolo
ormai troppo grande per certe cose) aveva fatto invadere lo studio da
una ventina di galline.
Le urla di papà probabilmente le avevano sentite fino in Sud America.
-Non mi servivano animali- risposi -ce ne sono già abbastanza là dentro-
-Ehi bada a come parli!- Joe mi diede un pugno sul braccio.
-Comunque, ci vuoi dire che cosa ti succede? Non hai mai sbagliato
prima d'ora!-
-Scusate, ma oggi non ci sono con la testa-
E non avevo bisogno di dare spiegazioni. Sapevo che loro avevano
capito.
-Vai da lei-
Che? Joe era forse impazzito? Papà sì che mi avrebbe ammazzato!
-Senti- rincarò la dose -Tanto qui non stai facendo niente. Prenditi
mezz'ora, vai lì, la saluti, e torni. Ok?-
-E se andassimo tutti?-
Guardai Kevin. Se mi fossi allontanato solo io ci avrebbe ammazzato, ma
andare tutti e tre era come buttarsi da un aereo senza paracadute!
-Buona idea, Kev-
Perfetto. Aveva anche l'appoggio di Joe. Di bene in meglio.
-Nick? Che fai? Vieni o resti qui come un'idiota?-
-Arrivo, arrivo-
Ero preoccupato per come avrebbe reagito papà, ma decisi che ci avrei
pensato dopo. Ora Shane aveva bisogno di noi.
Ovviamente la partita era già quasi finita, e la nostra squadra stava
vincendo per 5 gol a 2.
Shane era in campo, riconoscibile solo per la maglia numero 14; il suo
corpo e i suoi lineamenti nascosti sotto le numerose protezioni.
Sport brutale l'hockey.
Appunto.
***
Sport brutale l'hockey.
Lo avevo sempre saputo, ma essere lanciata contro la balaustra in
piena accelerazione non era un'esperienza che avevo fretta di provare.
Agli allenamenti e al parco in Italia, ci si fermava prima, di solito.
Ma ora ero in partita e dovevo darmi da fare.
Le protezioni avevano fatto il loro sporco dovere. Certo erano
pesantissime, e abituarsi era stata un'impresa, ma non risentii
minimamente della botta.
Visto che però era già la terza caduta, il coach chiese un timeout.
E allora li vidi.
Joe stava cercando di attirare la mia attenzione saltellando e agitando
le mani, mentre Nick...be a occhio e croce stava impedendo a Kevin di
accendere una specie di razzo segnalatore, o forse una torcia
incandescente.
E' da quando lo conosco che mi chiedo come faccia quel ragazzo ad
entrare in possesso degli oggetti più impensabili e ad averli sempre
con sé al momento che lui riteneva più opportuno usarli.
Sorrisi e li salutai con la mano.
Tornata in campo mi avvicinai a loro
-Credevo vi stesse esercitando a saltellare sul palco come cavallette
impazzite-
-Tu invece hai fatto la fine della zanzara spiaccicata due minuti fa-
Mi rimbeccò subito Joe mentre entrambi scoppiavamo a ridere.
-Ci siamo presi una pausa per venire a vedere come te la cavi-
-Grazie ragazzi- diedi loro in cinque molto velocemente. L'arbitro
stava fischiando la ripresa del gioco.
Mi sentivo felice.
Giocai molto meglio, e prima della fine della partita, segnai anche il
mio primo gol ufficiale.
***
Non potemmo rimanere a lungo, ma sapevo che era bastato. Ora
giocava con una grinta diversa.
Avevamo fatto bene a venire.
-Ora vedi di non sbagliare una nota, fratellino. Dobbiamo farci
perdonare la fuga!-
-Contaci-
Non avevo sensi di colpa o pesi sullo stomaco, e sapevo che Shane non
si era fatta troppo spiaccicare contro le balaustre.
Non commisi più un errore, e anche papà dovette ricacciare indietro
l'arrabbiatura. Concludemmo in tre ore quello che non eravamo riusciti
a fare in un intero pomeriggio.
Shane e Stella ci raggiunsero in tempo per sentirci incidere
l'ultima canzone, e scoppiarono in un applauso dopo il mio assolo alla
batteria.
-Ok, basta così per oggi- accordò alla fine nostro padre, e prima che
potesse aggiungere altro, avevamo già agguantato le ragazze e le
avevamo portate a cena a una velocità che stupì perfino noi stessi.
Quella sera, quando tornai a casa, presi il mio diario di scuola,
aperto a quella famosa ultima pagina dove ormai un mese prima avevo
cominciato a fare quella lista.
Subito mi ritrovai addosso i miei fratelli.
Non c'era verso di avere un po' di privacy, ma forse, in questo caso,
era meglio così.
Raccontai loro il mio progetto, e ne furono entusiasti.
Ma anche se non lo fossero stati, l'avrei realizzato a tutti i costi,
anche da solo.
PERSONAL
SPACE:
Eccomi
qui, non credo ci sia nulla da chiarire a livello di termini,
per
cui niente, spero vi sia piaciuta e se è così vi invito come sempre a
commentare!
Alla
prossima!
Baci!
Dalamar_F16
|
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Capitolo 9 *** Una Sorpresa Per Shane ***
PERSONAL
SPACE: anche se sono due capitoli che nessuno commenta, vedo che la
storia continua ad avere un buon numero di visite, perciò, per tutti
voi che leggete nascosti nell'ombra, ecco a voi il nono capitolo.
BUONA
LETTURA!!
CAPITOLO 9 -UNA SORPRESA PER SHANE-
L'Italia mi mancava.
Mi mancava il mio paesino di collina, una cittadina di circa 30000
abitanti ma dove tutti, per un motivo o per l'altro, mi conoscevano.
Mi mancava il suo parco, con quel bosco immenso dove mi piaceva
rifugiarmi.
Mi mancavano i suoi bulletti, quei ragazzi che conoscevo fin dalle
elementari che tutti credevano pericolosi, ma che avevo imparato ad
ignorare, e che, in fondo, erano innocui.
Mi mancava il parroco, anche se non potevo dirmi certo una praticante
fedele e credente, il suo modo di fare, sempre gentile e affabile.
Me ne accorgevo ora, che era metà novembre, e per le strade di questa
cittadina del New Jersey cominciavano a comparire le prime luci di
Natale e le prime insegne luminose.
Tutto l'opposto della mia città, dove il sindaco e i negozianti non
volevano spendere soldi per le decorazioni, e il periodo natalizio non
portava con sé altre luci che i lampioni e i semafori.
Mi mancava girare per quelle strade tortuose con la mia moto.
Ma, più che i posti, mi mancavano le persone.
Mio cugino e mia madre più di tutti, nonostante tenessi con loro un
contatto giornaliero.
Ma poi le mie due amiche, sì. Mi mancava perfino accompagnarle a fare
shopping, che per me consisteva in un pomeriggio di noia mortale mentre
loro correvano da una vetrina a un'altra, dentro e fuori dai camerini.
E i miei compagni del pattinaggio. I compagni di squadra della scuola
erano simpatici, ma nessuno come i miei allenatori riusciva a
farmi sentire allo stesso tempo così torturata e protetta.
E mi mancavano anche i dieci minuti che ogni tanto passavo dal mio
amico meccanico, per scambiare due parole e guardarlo mentre aggiustava
moto e scooter.
Accanto a me avevo sempre i Jonas, Nick soprattutto, e Stella, ma non
era esattamente la stessa cosa, tuttavia, senza di loro probabilmente
sarei impazzita.
***
Non so come mi venne in mente quell'idea, eppure arrivò.
Semplicemente non volevo più vederla così.
Cercava di nasconderlo, ma la sua tristezza era palese.
Probabilmente stavo sbagliando tutto, ma diedi 50 dollari a Frankie
perchè mi tenesse Shane lontana per un paio d'ore.
Non potevo chiederlo ai miei fratelli, perchè se volevo riuscire nella
mia impresa, avrei avuto bisogno di loro.
Avevamo tre o quattro obiettivi fondamentali da raggiungere, e solo uno
dei quattro si prospettava di facile impresa.
Fu una maratona, e finimmo appena in tempo, ma ce l'avevamo fatta.
Forse sarei riuscito a togliere un po' di quella nostalgia dai suoi
splendidi occhi blu.
Ormai non mentivo più a me stesso.
Shane mi piaceva.
Mi piaceva il suo essere maschiaccio, il suo chiacchierare di tutto e
niente; mi piaceva osservarla mentre si allenava, ogni giorno più
brava, ogni partita sempre più protagonista.
Mi piaceva rubarle l'mp3 e suonare per lei quando si allenava nello
style, facendola impazzire con continui cambi di ritmo fino a che non
si buttava su di me e fingeva di picchiarmi.
E io piacevo a lei.
Ma nessuno dei due avrebbe mai fatto il primo passo. Era stato un
contratto implicito tra noi due.
Una relazione ci avrebbe portato solo dolore nel momento in cui fosse
partita e non saremmo più stati insieme.
Eravamo diventati come fratelli, io e lei, e, almeno per ora, ce lo
facevamo bastare.
Ma proprio perchè lei contava per me quasi quanto Joe e Kevin, non
potevo lasciare che soffrisse di nostalgia senza tentare di
risollevarle il morale.
E pazienza se in tutto questo ci avevo trascinato anche loro due, anche
se sapevo che lo facevano volentieri.
Era trascorsa una settimana da quando avevo dato a Frankie quei
soldi, e ora il grande giorno era arrivato.
In qualche modo Stella era riuscita a convincere Shane ad accompagnarla
a fare shopping, in modo che io e i miei fratelli potessimo agire
indisturbati.
E Frankie si prese altri 50 dollari per starci fuori dalle scatole. A
testa. Per un totale di 150 dollari.
Quel bambino ha un discreto talento per gli affari, devo ammetterlo.
Ma per questa volta ne valeva la pena.
Ero all'aeroporto, insieme a Kevin e Joe.
Il volo dall'aeroporto di Malpensa sarebbe atterrato da lì a 10 minuti.
Avevo voglia di esultare. Finalmente era fatta.
-Frena l'entusiasmo, Nick , o sembrerai una fangirl-
-Fottiti Joe-
-Ma come siamo suscettibili. Nervosetto eh?-
Mi morsi la lingua per non rispondergli male.
Ci siamo.
L'aereo aveva appena toccato terra.
-Rilassati, Nick. È suo fratello, non suo padre- cercò di rincuorarmi
Kevin, ma non erano le parole adatte. Il padre di Shane era morto
quando era piccola, e suo cugino Luca era sempre stato molto protettivo
nei confronti della ragazza, a tal punto che se usciva con un ragazzo,
il fortunato doveva prima passare sotto il suo sguardo.
-E comunque, voi due non uscite assieme, ma anche se fosse, tu sei ok-
Grazie, Joe.
Un ragazzo sui 25 anni stava venendo dritto verso di noi. Era alto
circa un metro e ottanta, capelli corti e scuri e un pizzetto che lo
faceva sembrare un po' più maturo di quanto in realtà fosse, da quanto
raccontava Shane.
-Luca?- chiesi esitante
-E voi siete i Jonas?-
-Affermativo- rispose Joe per tutti -Io sono Joe, lui Kevin, e lui è
Nick-
-Ciao. Grazie dell'invito-
-Grazie a te di essere venuto. Shane ancora non sa niente-
-E per quell'altra cosa?- gli chiesi diretto
Lui sorrise.
-Tutto a posto, non preoccuparti-
-Ora puoi esultare fratellino! È fatta!- Joe mi strinse in un abbraccio
caloroso, che ricambiai
-Andiamo a casa allora. Joe, a che punto sono le ragazze?-
-Stella la sta bloccando in un negozio di stoffe con la scusa dei
nostri vestiti-
-Perfetto-
No, non era perfetto. Stella poteva diventare nevrotica quando si
trattava di scegliere le stoffe per noi tre, e Shane era intollerante
allo shopping di qualunque tipo, pattini compresi.
Ora di sera ci avrebbe odiato.
Sperai che la visita del cugino sarebbe bastata a farci perdonare.
Sistemammo la moto in un angolo del garage, ben coperta, e ci
assicurammo che non fosse visibile, dopodichè salimmo in casa. Era
quella un'altra sorpresa che avevamo in serbo per lei.
Un po' per farla sentire sempre più a casa anche in questa terra
straniera, e un po' perchè Joe e Kevin erano veramente stufi di sentire
i suoi monologhi sulle motociclette. E perchè io non sopportavo di
vedere dentro i suoi quella nostalgia ogni volta che vedeva qualcuno
passare in moto.
Col permesso di mamma gli avevamo preparato la stanza degli ospiti,
dove avevamo aggiunto un letto in più per Shane. Era prevedibile che la
ragazza avrebbe voluto rimanere con suo cugino, o almeno così speravamo.
***
-Stella ti prego...muoviti a decidere!- la implorai.
Ero decisamente pentita di aver acconsentito ad accompagnarla a fare
shopping. Non avrei mai potuto immaginare che avremmo passato quasi
quattro ore in un negozio di stoffe. Nemmeno le mie due migliori amiche
riuscivano a passare tanto tempo in un solo negozio, neanche nella
stagione dei saldi!
-Ehi, un po' di rispetto!- mi rispose fintamente offesa -devo scegliere
con cura le stoffe!-
Mi mostrò quello che era almeno il centocinquantesimo campione ; era
una stoffa pesante, simile al jeans, ma più morbida, di un bellissimo
grigio fumo. -Che te ne pare? Può andare per Joe?-
Sospirai mentre la commessa mi guardava, implorando che si decidesse in
fretta.
Aveva già esaminato tre quarti delle stoffe presenti in negozio, senza
giungere a nessuna conclusione. Ancora un po', e l'avrebbe uccisa,
sempre che non l'avessi fatto prima io.
Alla fine decise per due rotoli di quella, più due rotoli di cotone
bianco, e uno color verde bottiglia.
Finalmente!
Arrivai a casa che era ormai ora di cena, ed ero esausta.
Mai più shopping con Stella!
Specialmente se questo era destinato ai Jonas!
Il suono di telefono mi strappò un gemito. Ma che avevo fatto di
male nella mia vita per non meritarmi un attimo di riposo?
-Ehi vieni a cena da noi?-
E come diavolo facevo a dire di no a Nick? Ok, proviamoci.
-Veramente, sarei un po' stanca-
-E dai! Mangiamo una pizza tutti insieme poi ti riporto a casa, te lo
prometto-
Odiavo quando usava quel tono di voce...era impossibile dirgli di no.
Sbuffai, e sapevo che dall'altro capo del telefono, lui stava
sorridendo; lo faceva sempre quando alla fine acconsentivo ad
accontentarlo
-Arrivo-
***
-Allora?- Luca probabilmente era più nervoso di me, se ciò fosse
stato possibile.
-Credo che ci ucciderà, ma ha detto di sì-
-Perfetto-
Il campanello suonò proprio in quell'istante, e quasi mi prese un
infarto. Ma poi ragionai che non poteva essere lei, a meno che non
avessero inventato il teletrasporto negli ultimi dieci secondi.
Era Stella, infatti, arrivata a mostrarci le stoffe che aveva comprato
per noi.
Noi tre ci guardammo, terrorizzati.
Se ci aveva messo le solite ore a scegliere quei materiali, Shane
avrebbe avuto istinti omicidi verso di noi che in confronto Hannibal
sarebbe stato una persona tenera e adorabile nei riguardi delle sue
vittime.
Presentammo Luca, e io invitai Stella a cenare da noi, visto che Joe
non si decideva.
Altro suono di campanello, altro infarto.
Ci siamo, pensai mentre andavo ad aprire la porta, col cuore che
batteva a mille.
-Ciao ragaz...Luca!!-
Lo strillo che cacciò credo mi abbia rovinato per sempre l'udito. Mi
tolsi di mezzo appena in tempo, mentre lei correva ad abbracciare il
cugino, che la strinse forte e la sollevò da terra.
Mi scambiai uno sguardo con Joe e ci capimmo. Prese Kevin per un
braccio e ci spostammo in cucina a preparare la tavola, mentre Stella
andava nel nostro studio a posare la stoffa e ci raggiungeva.
***
Tutti i miei istinti omicidi verso i Jonas e Stella svanirono
all'istante quando vidi mio cugino.
Lo abbracciai forte mentre sentivo che mi sollevava da terra.
Quando ci staccammo, io piangevo, e lui aveva gli occhi rossi e
leggermente lucidi, come sempre quando stava per piangere.
-Che fai? Piangi?-
-No, scema! Quella che piange sempre sei tu!-
-Fottiti-
Scoppiammo a ridere.
Dopo quasi tre mesi ci rivedavamo, e tempo due minuti eravamo già lì a
battibeccare.
Questo era il nostro rapporto.
Rimanemmo lì, uno di fronte all'altra, per un po' senza sapere bene
cosa dire o fare. Non era da noi abbracciarci e baciarci, e già sapeva
cosa era successo in quei mesi perchè gli avevo raccontato tutto, e
sicuramente aveva visto le foto su facebook.
-Wow...ti stai...facendo crescere i capelli- mi disse infine e io
annuii.
Non sapevo perchè lo stavo facendo, erano anni che la loro lunghezza
non superava i 4 centimetri, ma, all'improvviso, sentivo di voler
cambiare. -ti stanno bene-
C'è da dire che il merito era tutto di Stella, che mi aiutava a tenere
in ordine questa massa informe.
-Grazie-
-Quindi...loro sono i famosi Jonas. Dalle foto sembravano dei
bimbiminkia, ma vedo che non è così. Hanno tagliato i capelli-
Scoppiai a ridere -Nick mi sembra un bravo ragazzo-
-Lo è. E'...assolutamente...- mi trovai in imbarazzo. Stavo per dire
adorabile, ma mi bloccai.
-E' gentile e premuroso, e ti vuole bene. È stato lui a organizzare
tutto, anche se poi ha mandato avanti Joe a parlare con me, ma non dire
a Nick che te l'ho detto io-
Sorrisi e lo abbracciai di nuovo.
-Andiamo? Ho fame...e ho tre fratelli da uccidere-
Ok. Forse i miei istinti omicidi non erano poi così svaniti.
***
-Siamo perdonati, vero?-
La guardammo, imploranti.
Cugino o non cugino, non sapevamo quale fosse il limite di tolleranza
allo shopping di Shane. O meglio, lo sapevamo. Ed era questo a
preoccuparci. Stella poteva risultare stressante.
-Sì, certo- guardò in alto -Frankie!-
E una cascata d'acqua gelata ci cadde sulla testa, inzuppandoci.
Lei e Stella scoppiarono a ridere.
-Ora siete perdonati- Shane non si scompose e si sedette a tavola,
mentre Luca soffocava una risata, forse per paura che per ripicca lo
sbattessimo fuori di casa, cosa che, ovviamente, non sarebbe mai potuta
accadere.
-Quanto si è fatto pagare?- si informò Kevin
-Niente. Tormentare i suoi fratelli è un'attività che fa a gratis-
-Non ci posso credere! A noi spilla sempre un sacco di soldi!-
Joe era a dir poco indignato, e come dargli torto? In una settimana ci
aveva estorto 200 dollari!
Che se ne fa un bambino di 8 anni con 200 dollari?!
-A dire il vero mi ha fatto promettere che se riesco a comprare quella
moto usata che ho visto tre settimane fa lo portavo a fare un giro-
Sì, ok, è un pagamento.
Ma a noi meno di 50 dollari non chiede!
Bella fregatura!
Lasciammo cadere il discorso all'arrivo, finalmente, della pizza.
Ero indeciso se dire o no a Shane dell'altra impresa in cui avevo avuto
successo, ovvero la moto, ma alla fine optai per mantenere il segreto
almeno fino a Natale.
Luca infatti non aveva potuto portare anche il casco e la giacca con le
protezioni della ragazza, e io avevo deciso di regalargliene uno nuovo
per Natale, mentre Kevin e Joe, con l'aiuto di Stella, le avrebbero
regalato un completo da moto, leggero per non affaticarla troppo, ma
robusto e adeguatamente protetto per limitare i danni in caso di caduta.
Dovevamo solo evitare che si comprasse quella che aveva visto.
Era davvero un'ottima occasione, un prezzo stracciato e condizioni
ottime.
Ma come fare?
PERSONAL SPACE:
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e vi abbia sia divertito che
intenerito.
Non siate timidi, fatemi sapere i vostri pareri ^__^
|
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Capitolo 10 *** Soli ***
PERSONAL
SPACE: eccomi qui con decimo capitolo di questo delirio.Prima di tutto
grazie a May_08 per la
recensione, e non preoccupatevi, certo se recensite mi fa piacere ma
finchè i miei capitoli avranno un numero soddisfacente di visite
continuerò a pubblicare...anche se avrei piacere di sentire le opinioni
di chi legge ^__^
Poi
grazie a
BENNYY
Bluettina96
lovebug
Wanda_
Per
aver inserito la fanfiction nelle preferite ^__^
e
anche a
102luna
BENNYY
Ginevra
Olsen
sara
chan 92
per
averla inserita nelle storie seguite
Ne
sono onorata! Grazie a tutti/e!
Se
volete recensire non siate timide, so accettare le critiche, non mangio
nessuno XD (almeno non fuori dall'orario dei pasti principali XD) ^__^
CAPITOLO 10 -SOLI-
Quella notte non riuscivo proprio a prendere sonno.
Ero felice ed euforica come non mi sentivo da tanto tempo.
E dovevo tutto a Nick.
Mi ritrovai a pensare a quanto fosse singolare la situazione che si era
creata, e a come la nostra amicizia era nata ed era cresciuta,
rinforzandosi giorno per giorno evolvendosi in qualcosa che, lo
sapevamo entrambi, era inutile creare.
Mi sentivo anche un po' in colpa a dire il vero.
Lui faceva tanto per me, e anche Kevin e Joe, e io, anche se sudavo
settecentoventi camicie al giorno per aiutarli a studiare storia e
matematica, mi sentivo molto in debito nei loro confronti.
Certo, ogni tanto gli tenevo Frankie fuori dalle scatole ed evitavo che
Stella andasse in paranoia...e mi sorbivo Joe e la sua gelosia (ormai
quando cominciava con le sue paturnie, misteriosamente Kevin e Nick si
dileguavano nel nulla a una velocità che definirei supersonica), ma
erano piccole cose in confronto alla loro ospitalità e al loro
essere...una famiglia verso di me.
E con questo, avevano superato ogni aspettativa.
Di Luca non sapevano niente, e se è vero che grazie a Facebook
rintracciare i cognomi era diventato una passeggiata, l'impegno che ci
avevano messo a rintracciare il suo telefono, a mettersi in contatto
con lui e a farlo arrivare qui senza che io sospettassi nulla, bè, era
davvero notevole.
Avrei voluto davvero fare qualcosa per ricambiare, ma sul serio, non
avevo la minima idea di come agire.
Fu allora che sentii degli stani rumori provenire dal bagno,
intervallati da una forte tosse.
Mi alzai silenziosa.
Ora che ero più vicina, con l'orecchio accostato alla porta potevo
sentire che qualcuno lì dentro stava rimettendo la cena.
-Ehi?- sussurrai aprendo un poco la porta.
Era Joe.
E non stava affatto bene. Entrai e mi avvicinai a lui.
-Joe? Tutto ok?-
Lo aiutai a ripulirsi con un asciugamani, e tirai l'acqua del
gabinetto. Lui scosse la testa, ma si mise l'indice sulle labbra. -Ok,
scendiamo giù di sotto, così mi racconti che succede-
Annuì, e lo portai al piano inferiore, scendendo le scale, questa volta.
Continuava a tossire, e stava anche iniziando a sudare. Mi stava
preoccupando. E non poco.
Lo misi seduto e gli preparai una camomilla. -Allora?- gli chiesi di
nuovo mentre gliela porgevo.
-Sto malissimo, Shane, ma non voglio dirlo agli altri. Domani abbiamo
il concerto di beneficenza, e non voglio che venga annullato-
-Ma non puoi cantare in queste condizioni, guarda come sei conciato-
Mi guardò implorante, come a chiedermi se non potessi fare una
magia e farlo guarire.
Con tutto quello che aveva fatto per me, avrei davvero scambiato la mia
salute con la sua, pur di aiutarlo, ma purtroppo certe cose accadono
solo nei film.
E comunque, quando Joe implorava con quello sguardo, non era possibile
dirgli di no.
Lo abbracciai forte e gli toccai la fronte. Bruciava dalla febbre.
Accompagnai la camomilla con una tachipirina. Quella febbre dovevamo
farla scendere in qualche modo.
-Bevi questa intanto. Poi vediamo come va, ok?-
Annuì e si portò la tazza alla bocca.
Mi sedetti di fronte a lui.
-Grazie-
-Hai anche mal di gola?-
-Un pochino-
-Ce l'hai del miele?-
-No-
-Ok, torniamo a letto ora. Hai bisogno di riposo-
Lo aiutai a infilarsi sotto le coperte e gliele rimboccai. Tremava di
freddo ora.
-Grazie- ripetè per la seconda volta in pochi minuti. Gli misi il
cellulare vicino al cuscino.
-Ora cerca di dormire un po'. Se hai bisogno fammi uno squillo sul
cellulare e arrivo, ok?-
Annuì e si girò su un fianco.
Sospirai e tornai a letto.
Questo sì che era un guaio. Pregai che non gli peggiorasse troppo il
mal di gola, o la band sarebbe stata davvero nei pasticci.
Il mattino mi alzai presto. Avevo tenuto il cellulare accanto a me
tutta notte, ma per fortuna Joe era stato bene. Dormivano ancora tutti
profondamente quando uscii di casa per comprare del miele.
Il negozio aveva appena aperto, e non c'era ancora nessun cliente,
perciò me la sbrigai in fretta.
Svegliai Joe.
-Buongiorno- mi salutò. Si vedeva che non stava bene, ma aveva una cera
migliore di quella di questa notte. E poi, aveva la voce.
-Sono andata a comprarti il miele. Scendi?-
-Arrivo-
MI raggiunse poco dopo.
-Come va questa mattina?-
-E' come se Nick mi avesse suonato la batteria in un orecchio per tutta
notte. Per il resto va bene-
Gli porsi una tazza di latte e miele condita con un'altra pastiglia.
-ancora? Mi vuoi drogare?-
-Vuoi che la febbre si abbassi o no?-
-Chi ha la febbre?-
Oh no!
Io e Joe ci guardammo per un attimo negli occhi; per un attimo fui
tentata di mentire, ma quando capì le mie intenzioni, Pericolo venne
allo scoperto.
-Io- confessò -Mi sono sentito male questa notte-
-Ora come stai?-
-Meglio. La tua ragazza mi ha rimesso in sesto-
***
Ma perchè faceva queste battute quando non avrei mai avuto il
coraggio di picchiarlo?!
Eccheccavolo! Non era per niente giusto!
Lasciai correre solo perchè era ammalato.
So che potevo sembrare cinico e superficiale o, peggio ancora, che di
Joe non me ne fregasse niente, ma dovevo fare quella domanda.
Assolutamente.
-Ce la farai a cantare?-
-Spero di sì. Io ci provo- almeno era stato sincero e non aveva fatto
lo spaccone come al suo solito.
Guardai Shane, che teneva le mani sulle sue spalle, come a dargli
coraggio; ricambiò il mio sguardo, e capii che era un po' preoccupata.
Kevin e Luca scesero con la dovuta calma. Essendo il più grande di noi
tre, aveva legato subito con il cugino di Shane, ed era chiaro che
avevano una passione in comune: dormire a lungo.
La situazione parve subito grave anche a Kevin, e soprattutto, era
della primaria importanza che mamma e papà non lo venissero a sapere.
Per questo, anziché venire a scuola con noi, Joe e Luca andarono dritti
a casa di Shane, dove mio fratello avrebbe potuto stare tranquillo. Non
volevamo che gli si alzasse la febbre.
***
Kevin era corso in classe; per via di Joe avevamo fatto tutti
tardi a scuola.
Io e Nick avremmo dovuto avere lezione di musica, ma chi aveva voglia
di andarci con tutto quello che era successo?
Io ero un po' reticente a non andare, ma, come fai a preoccuparti dei
voti di musica quando hai i fratelli Jonas a disposizione per le
ripetizioni?
Ci mise veramente poco a convincermi.
Uscimmo dalla scuola e andammo al parco dove ci eravamo conosciuti. Era
tranquillo ora che era mattina e l'anno scolastico inoltrato. Non
c'erano gli schiamazzi dei bambini, e nemmeno i gruppi di ragazzi che
di solito vi si radunavano.
C'erano solo poche persone anziane, sedute sulle panchine o
passeggianti lungo i vialetti con il cagnolino.
-Grazie, Nick-
-E di cosa?-
-E me lo chiedi? Di tutto quello che stai facendo per me-
***
A quelle parole mi venne spontaneo passarle un braccio attorno
alle spalle e attirarla verso di me.
La vidi arrossire leggermente, ma non si tirò indietro, anzi, si
appoggiò a me, posando la testa sulla mia spalla.
Le sorrisi e le appoggiai un bacio sulla fronte.
-Eri talmente triste che volevo tirarti su di morale, in qualche modo-
-Sì, ma quello che hai fatto è...bè, è straordinario. Nessuno si era
mai preoccupato tanto per me, nessuno che non abbia un legame di sangue
con me, per lo meno-
Ci sedemmo a terra, tenendoci abbracciati. In quel momento non mi
preoccupava sporcare i pantaloni beige della divisa.
-Voglio che non ti dimentichi di me- le dissi sincero.
Anche se cercavo di non pensarci troppo, mancavano poco più di due mesi
alla sua partenza, e io non volevo lasciarla andare. Ero egoista, lo
so, ma non volevo separarmi da lei.
-Io non mi dimenticherò mai di nessuno di voi. Specialmente di te,
Nicholas-
La strinsi forte e le baciai di nuovo i capelli, anche se avrei tanto
voluto baciarla altrove, a dire il vero. Ci guardammo negli occhi per
un lunghissimo istante, consci dei nostri reciproci sentimenti, ma
altrettanto realisti sul non poter iniziare una storia che non ci
avrebbe portato da nessuna parte.
Avrei voluto dirle tante cose, ma quello non era il momento. Era il
momento di restare in silenzio e goderci quel raro momento di quiete e
solitudine.
Restammo lì per almeno un paio d'ore, poi Shane mi riportò alla realtà,
con mio grande rammarico.
La lezione di storia chiamava.
PERSONAL SPACE:
Spero che questo breve momento di intimità tra Shane e Nick vi sia
piaciuto!
Alla prossima!
un bacio!
Dalamar_F16
|
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Capitolo 11 *** Il Tempo Dei Discorsi ***
PERSONAL
SPACE: Ciao!!!
Grazie
a tutti quelli che hanno letto anche il cpaitolo 10 ^__^
Vi
invito, come sempre a non essere timidi e a commentare, ripeto che non
mangio nessuno ^__^
CAPITOLO 11 – IL TEMPO DEI DISCORSI
-Shane! Shane! Shaneeee!-
Joe quasi buttò giù la porta per la fretta di bussare ed entrare.
Guardai l'ora. Quattro del pomeriggio. Evidentemente mi ero
addormentata sui libri.
Cercai di ricordare, ma non avevo appuntamento con i Jonas, e nemmeno
con Stella. Ne ero sicura. Ma allora, che voleva?
Era passato qualche giorno da quando si era ammalato. Alla fine il
concerto era andato bene lo stesso, anche se a fine serata Joe aveva
dichiarato che non avrebbe mai più bevuto nemmeno un sorso di latte e
miele.
Io e Luca avevamo passato la serata a prepargliene, facendoglielo bere
ogni due canzoni nella speranza che lo avrebbe aiutato.
Ne era uscito nauseato, ma almeno era arrivato fino alla fine senza
collassare!
Ora era guarito, e quella mattina era finalmente tornato a scuola.
-Che c'è?- gli chiesi ancora assonnata mentre gli aprivo la porta.
-Ehm...è normale che Luca abbia rapito mio fratello?-
Cominciai a sudare freddo
-Quale fratello?-
Ma già immaginavo la risposta.
***
Luca mi aveva chiesto se potevamo parlare. Da soli.
Sembrava molto serio.
E io ero terrorizzato.
Ma lo accontentai.
Uscimmo di casa per andare a mangiare qualcosa insieme. Avevo una mezza
idea di dove sarebbe andato a parare, ma la cosa mi mandava lo stesso
nel panico.
Che dovevo dirgli?
Come mi dovevo comportare?
Ovviamente si era accorto che tra me e Shane c'era qualcosa che andava
oltre l'amicizia, oltre il vederla come una sorella (anzi, ero proprio
grato che tra me e lei non ci fossero legami di sangue, anche se forse,
la parentela avrebbe solo facilitato le cose in questo caso), ma non
credo sapesse che il bacio più spinto che ci eravamo scambiati era
stato sulla guancia.
Ci sedemmo in un piccolo locale e ordinammo.
-Allora Nick...-
Respira Nicholas. Respira.
-Hai già chiesto a Shane di uscire?-
Blackout. Panico.
Respira, Nick.
-Ehm...- fortunatamente non c'erano specchi nei dintorni; non so di che
colore fosse diventata la mia faccia e non ci tenevo a scoprirlo! -No-
-Posso chiederti come mai?-
-Sappiamo entrambi che non ha senso iniziare una relazione destinata a
finire tra due mesi- fece per interrompermi, ma ormai ero partito,
dovevo finire -Una relazione intercontinentale farebbe soffrire
entrambi, e io non voglio che lei stia male-
OK, ero arrivato in fondo.
Luca mi guardò per un attimo, poi sorrise.
-Sei un bravo ragazzo, Nick. Potevi approfittartene, ma vedo che a mia
cugina ci tieni-
Non trovai altro da fare se non annuire. Era la verità, dopotutto.
-prenditi cura di lei fino a febbraio, intesi?-
Finalmente riuscii a sorridere e anche a parlare di nuovo.
-Assolutamente. Puoi stare tranquillo-
-Torniamo a casa, o finirai per collassare. E per fortuna non ti ho
chiesto se avevate già fatto sesso-
Ohmiodio.Nononl'hadettodavvero.
Ora la mia faccia credo stesse diventando quasi violacea tanto ero
arrossito. Non sapevo nemmeno cosa dire.
Aiutooo!
***
-A me comunque puoi dirlo. Tu e Nick state insieme?-
Ma ci si metteva pure Joe, adesso?!
Non bastava che mio cugino avesse preso da parte Nick per fargli
probabilmente uno di quei discorsetti del tipo
“sefaidelmaleaShanetiriducoaunvegetale”, no, doveva intervenire anche
il fratello maggiore, ora.
-No. Non stiamo insieme. Te l'ho detto, farebbe solo soffrire entrambi-
-Dovreste tentare però-
Finalmente un appiglio per spostare la conversazione!
-Da che pulpito!-
-Che?-
-Tu e Stella! Voi non avete problemi, lei sarà sempre con te. Non c'è
motivo per non tentare-
-Ma la band...se ci lasciassimo, che succederebbe? Avremmo perso
un'amica e una stilista!-
-Secondo me ti stai arrampicando sugli specchi, comunque, la decisione
spetta a te- sogghignai, era finito il tempo dei discorsi seri -ammesso
che tu sia in grado di pensare-
-E così io non sono in grado di pensare eh? Perfetto. Vieni qui che ti
rovino se ti prendo-
Cominciò a rincorrermi per tutta la casa, mentre ridevamo come dei
matti. Alla fine riuscì a prendermi e a buttarmi sul letto, facendomi
il solletico a più non posso.
Questo è il tipo di rapporto che si è instaurato con Joe.
Con Nick sono più abbracci e confidenze anche di una certa serietà, c'è
complicità.
Con Pericolo sono litigi scherzosi e finte lotte, e tanta, tanta voglia
di fare confusione. Eravamo due vulcani sempre in attività, sempre a
progettare scherzi a chiunque, che fosse Stella, Kevin o Nick. Ma
quando c'è da aiutarsi, non c'è esitazione. Siamo sempre lì a
proteggerci a vicenda.
Quanto al maggiore, con Kevin ho un rapporto strano. Per lo più ci
esprimiamo in musica; amiamo entrambi le chitarre, e il loro suono, e
anche se io sono una dilettante in confronto a lui, è bello chiuderci
in studio e suonare insieme qualche ora, spesso senza parlare.
Alla fine, mi sento leggera è libera. È magico.
E poi, lui resta quello che, bene o male, ci protegge e ci rassicura
quando qualcosa non va, che sia a livello emotivo, fisico o scolastico.
-Basta! Basta, Joe, ti prego!- lo implorai alla fine mentre cercavo di
non soffocare nelle mie stesse risate.
Alla fine mi lasciò andare. Rimanemmo su quel letto troppo piccolo per
due persone, e finimmo per addormentarci insieme.
***
-Luca, prima di partire puoi farmi un favore?-
-Certo-
-Convinci Shane a non compare la moto che ha visto, ti prego-
Luca mi sorrise; gli avevo spiegato che volevo fosse una sorpresa per
Natale, ma non avevo ancora preso sul serio in considerazione la
possibilità che lei se la comprasse cosa che invece lui aveva
sottolineato.
-E come faccio?-
-Ma non lo so! Inventati qualcosa! A te sembra che dia retta!-
-Ok, ok, vedrò di inventarmi qualcosa-
-Ti ringrazio-
|
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Capitolo 12 *** Tempo Di Ripartire ***
PERSONAL
SPACE: ciao!
Scusate
se vi ho fatto attendere qualche giorno ma sono stata davvero molto
impegnata tra gli esami all'università e la ricerca di un sistema per
aggiustare i miei poveri pattini mezzi rotti...
Comunque...un
grande GRAZIE a tutti quelli che leggono senza commentare e a:
May_08 per la
recensione...non preoccuparti, ci sono passata un paio di anni fa e ti
dico per esperienza che i professori fanno di tutto per terrorizzarti
ma stai tranquilla, la maturità non è poi così terribile...l'università
è molto molto peggio XD
Ti
ringrazio comunque per la fedeltà a questo delirio!
Jonas_sister per aver
inserito la fanfic tra le preferite, le seguite e la recensione *__* mi
ha fatto molto piacere, spero continuerai a seguirmi e a farmi sapere
cosa pensi tramite le recensioni (anche in negativo) ^__^
Per
vostra Sfortuna...sto già scrivendo il seguito, spero che l'idea vi
vada a genio XD
ora
vi lascio al capito.
Buona
lettura!
CAPITOLO 12 – TEMPO DI RIPARTIRE-
Luca era con noi da una settimana ormai, ed era tempo per lui di
ritornare in Italia.
Sarebbe rimasto volentieri di più con noi e Shane, e da parte nostra lo
avremmo ospitato con piacere per tutto il tempo che avesse voluto ma,
purtroppo, come ci ha ricordato, lui non è un rockstar e se vuole
mangiare deve lavorare.
La breve vacanza era finita.
Di buono c'era che il morale di Shane si era decisamente sollevato, e
nonostante l'inevitabile tristezza che accompagnava la partenza del
cugino, nei suoi occhi si era riaccesa l'allegria.
E io ne ero felicissimo.
La nostra missione era stata un successo.
***
Ero molto combattuta.
Da una parte la felicità e la gratitudine per quella visita inaspettata
di Luca, che mi aveva restituito un po' di quella grinta che la
nostalgia mi aveva tolto; dall'altra la tristezza per la sua partenza,
e il desiderio egoistico che restasse con me.
Ma poi mi ricordavo che comunque avevo Nick a cui appoggiarmi, e mi
sentivo un po' meglio.
Lo accompagnammo proprio io e Nicholas all'aeroporto, visto che Joe e
Kevin stavano buttando giù dei nuovi arrangiamenti e non ne avevano il
tempo data la pubblicazione ormai prossima del nuovo album. Loro
sarebbero venuti più che volentieri, ma il loro padre era stato
categorico.
Nessuno di loro doveva muoversi di casa.
E adesso stavano coprendo Nick, che nonostante tutto era voluto venire
con me.
Luca mi abbracciò forte forte, e si vedeva che stavamo entrambi
trattenendo le lacrime, ma tutti e due sapevamo che non avremmo pianto
di fronte all'altro.
-Stai attenta e fai la brava- mi raccomandò prima di passare il metal
detector ed entrare nella departure area.
-Certo, non preoccuparti...- gli sorrisi -e poi, ci sono i Jonas con me-
Mi guardò serio per un attimo e mi prese per le spalle.
-Ti prego, ti scongiuro- mi disse serio guardandomi dritto negli occhi
-tua madre è già abbastanza preoccupata così, non comprare quella moto,
ti prego, la farai morire di paura-
***
Un genio, ecco cos'era quel ragazzo.
Un maledetto genio.
Certo, forse giocare la carta della mamma preoccupata era un po'
scorretto, ma forse era l'unica argomentazione in grado di convincerla
a desistere all'acquisto.
E, per la miseria, ci era riuscito!
Ad ogni modo, mi allontanai fingendo di parlare al telefono, per dare
loro la possibilità di salutarsi senza estranei tra i piedi.
Pochi minuti dopo, Luca mi raggiunse e mi porse la mano, facendomi un
cenno d'assenso. Gliela strinsi con un sorriso complice, che si
trasformò in un abbraccio.
-Grazie di tutto. Mi raccomando, bada a lei-
-Non preoccuparti. Ci siamo noi- notai che sia Shane che Luca erano
sull'orlo del pianto, così lo spinsi verso il check-in. -vai adesso;
l'aereo non aspetta te-
-Già, quello succede solo a voi rockstar-
Se non avessi saputo che erano cugini, avrei detto che erano fratelli.
Si assomigliavano molto nel modo di fare. Sorrisi e gli diedi un pugno
sulla spalla mentre già si metteva in coda.
Aspettammo finchè non ebbe passato i controlli, poi ci dirigemmo verso
la grande vetrata che dava sulla pista di decollo.
Misi un braccio attorno alle spalle di Shane e la feci appoggiare a me,
mentre le lacrime le scendevano piano sulle guance.
-Stai tranquilla. Ci siamo noi. Non siamo come lui ma, siamo qui-
Lei annuì, ma continuò a piangere, con la testa nascosta contro la mia
camicia. La strinsi forte, ma non dissi nulla; sapevo come ci si
sentiva a separarsi da una persona cara per molto tempo.
Quando l'aereo partì, agitai una mano in segno di saluto, anche se non
avevo idea se Luca potesse o no vedermi, dopodichè, portai Shane via da
lì.
Ci sedemmo in auto, e prima di partire, rimanemmo per un po' seduti
abbracciati sul sedile posteriore, fino a che non si calmò e smise di
piangere.
Le asciugai le lacrime e le baciai la fronte.
-Andiamo a casa, piccola. Con il baccano dei miei fratelli starai
meglio-
-Mi basta che resti con me-
-Promesso- le sorrisi facendola sedere sul lato passeggero e mettendomi
alla guida per tornare verso casa.
Prima, però, mi fermai a prendere le sue cose per la notte.
Era escluso che dormisse in casa sua, con quella famiglia ospite che
non c'era mai.
PERSONAL
SPACE:
Dunque
solo una nota, la Departure Area è quella zona dove si attente dopo
aver passato il metal detector per imbarcarsi a bordo dell'aereo.
Forse
si capiva, ma io l'ho voluto precisare.
Niente,
spero vi sia piaciuto...fatemi sapere commentando come al solito, nel
bene o nel male ^__^
Un
bacio
Alla
prossima
Dalamar_F16
|
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Capitolo 13 *** Regali Di Natale ***
PERSONAL
SPACE:
Eccomi,
scusate se non aggiorno più tutti i giorni ma il tempo è davvero poco,
comunque spero continuerete a seguirmi ^_^
Come
sempre grazie a chi legge senza recensire, spero che almeno quando sarà
finita mi diciate che cosa ne pensate ^__^
E
un grazie grandissimo a May_08
per la tua recensione, e già per i due purtroppo non si prospetta un
gran futuro ma chi può dirlo?
Spero
arriverai con me alla fine per scoprirlo ^_^
CAPITOLO 13 -REGALI DI NATALE-
Il Natale si avvicinava, e io e i miei fratelli eravamo giunti a
una conclusione. Shane doveva passarlo con noi.
Lo so, già che c'eravamo tanto valeva prenderla con noi in famiglia
fino alla fine dello scambio, ma non volevamo creare casini a scuola, e
inoltre non eravamo sicuri che ce l'avessero permesso visto che noi
eravamo pur sempre tre ragazzi in età adolescenziale e quindi, secondo
loro, facili a cedere agli ormoni.
Ma potevo mettere la mano sul fuoco che nessuno di noi era interessato
a Shane da quel punto di vista, eccetto forse, me, ma, al momento, mi
interessava di più che lei fosse felice.
Avevamo solo un problema. Non sapevamo come l'avrebbero presa i nostri
genitori.
Erano molto osservanti, e ci tenevano che il Natale fosse una cosa da
passare in famiglia.
Peccato che Shane una famiglia non l'avesse.
-Dobbiamo dirlo a mamma e papà- Joe era deciso più che mai -non
possiamo farle passare il Natale da quelli! Nemmeno la considerano!-
-Lo sappiamo, Joe, ma come facciamo?- Kevin era molto realista su
questo punto. Era ovviamente dalla nostra parte, ma conosceva i nostri
genitori meglio di noi.
Vidi in quel momento Frankie che giocava con un videogioco che Shane
gli aveva regalato per il suo compleanno, e mi avvicinai a lui, seguito
dagli sguardi attenti e curiosi dei miei fratelli maggiori.
-Frankie, puoi mettere in pausa un attimo? Dobbiamo parlare-
-Qualunque cosa sia, non sono stato io- corse subito ai ripari il
piccolo di famiglia, mentre appoggiava il joystick per terra.
-No tranquillo, non è successo niente, ma ci serve il tuo aiuto-
-Per cosa?-
-Ci aiuti a convincere mamma e papà a far venire qui da noi Shane per
il pranzo di Natale?-
-Sì!-
-Cosa hai in mente, Nick?-
-Joe, se siamo un fronte compatto, tutti e quattro, non potranno che
dirci di sì! Per forza!-
I miei due fratelli maggiori si guardarono un attimo, poi annuirono.
***
-Stella! Stella! Stella!-
-Che c'è Shane?-
-Ho bisogno di aiuto per i regali dei ragazzi-
-Sono lì fra dieci minuti-
Ebbene sì.
Sono ufficialmente entrata nella crisi da regalo di Natale.
Volevo fosse qualcosa di speciale per tutti e tre, anzi, per tutti e
quattro, contando anche Frankie.
Per Stella avevo già preso qualcosa con l'aiuto di Joe. Ci eravamo
aiutati a vicenda per i regali alla ragazza.
Era il mio modo di dire grazie a tutti loro per quello che mi avevano
dato finora e che io non sapevo assolutamente come ricambiare.
Per Kevin scelsi una bellissima chitarra aerografata con una spiaggia e
un mare con onde altissime. Adorava le chitarre particolari, e più
particolare di quella, io non sapevo davvero cosa andare a pescare. E
soprattutto, era qualcosa che rappresentava una parte speciale del
nostro rapporto di amicizia. A tutto ciò allegai un tenerissimo orsetto
di peluche bianco. Sapevo che li adorava.
Per Frankie, Stella fu fondamentale. Insieme a lei, infatti confezionai
una bellissima tuta da ginnastica con la sua foto e la scritta “I'm the
best Jonas ever”. In certe cose somigliava proprio a Joe. Per lui il
peluche era a forma di tigre e schiacciandogli la pancia ruggiva.
Con Joe fu già più difficile. Cosa potevo trovare che simboleggiasse la
nostra complicità e i nostri litigi allo stesso tempo? Alla fine optai
per un cuscino su cui feci ricamare la scritta “Io non servo per
colpire le persone” a cui allegai una cavalletta di peluche che io e
Stella avevamo vestito da pugile con un occhio nero.
So che era molto semplice, ma credo rendesse a sufficiente l'idea.
Con Nick andai in crisi per davvero.
Stella ovviamente sapeva che tipo di sentimenti provavo per lui, era
con lei che andavo a confidarmi sulle cose più intime. Volevo che fosse
qualcosa di unico, ma che risultasse troppo intimo e romantico.
Alla fine la mia amica mi fece sedere sul letto
-Chiudi gli occhi- mi ordinò
-Che?-
-Chiudili, forza- Non ammetteva repliche, perciò le obbedii -Ora pensa
a Nick. Che cosa ti viene in mente?-
La prima immagine fu un paio di pattini.
In fondo, era nato tutto grazie alla mia passione per i pattini. Quel
giorno mi stavo allenando a hockey, quando lo avevo salvato dalle fan,
e la nostra amicizia si era consolidata quando lui aveva inciso quelle
tracce rallentate di “I am what I am” per aiutarmi a imparare.
E poi, ovviamente, mi venne in mente quella canzone. Adoravo quando me
la cantava.
Riaprii gli occhi e lo dissi a Stella.
-Mm...pattini e una canzone...- ripetè lei a mezza voce pensandoci su
un poco -spiegati-
-Bè, è sempre stato molto dolce, ma anche divertente. Viene a vedermi
pattinare e a volte mi ruba l'mp3 per suonare lui, o la canta ad alta
voce per distrarmi e farmi sbagliare...e gli piace cantare per me
quando sono triste-
-Oh...che dolce...non sai che invidia...- mi disse abbracciandomi con
un sorriso.
-Però...non voglio che sembri qualcosa di troppo romantico o
impegnativo...-
-E allora puntiamo alla semplicità, ci stai?-
-Ti adoro Stella!-
E così anche il regalo per Nick fu sistemato.
***
-Ma perchè no?!- esplose Joe all'ennesimo rifiuto di nostro padre
di avere Shane con noi a Natale
-Deve stare con la sua famiglia ospitante, è giusto così- gli rispose
mia madre cercando di mantenersi calma. Non sopportava quando uno di
noi alzava la voce.
-Non capisci, mamma, quelli se ne fregano di lei! Sono sempre via!-
Finora, anche se ci eravamo presentati come un fronte unico, a parlare
era stato prevalentemente Joe. Se avessi parlato io, le cose
sarebbero sicuramente andate male. Sarebbe venuto fuori quello che
provavo per lei e mi avrebbero accusato di tenere più a una ragazza che
alle tradizioni di famiglia; ragion per cui tenevo la mia bocca ben
sigillata.
-Mamma ti prego!- intervenne a sorpresa Frankie, e senza bisogno
che lo pagassimo!
-Non ci credo! Avete tirato dentro anche lui pur di impietosirci!-
Oh,oh. Mamma si stava arrabbiando.
-Mamma ascolta- intervenni io, ma Kevin mi anticipo', bloccandomi la
frase a metà
-Perchè non chiami i signori Miller e chiedi a loro se Shane può venire
da noi? Se a loro non dispiacerà non avrete più scuse-
Oh mio Dio. Kevin aveva appena avuto un'idea sensata!
Avrei voluto abbracciarlo.
I nostri genitori ci guardarono per un attimo, poi mia madre prese il
telefono e me lo passò, intimandomi di comporre il numero di casa dei
Miller. Mi tremavano le mani mentre pregavo dentro di me che avessero
deciso di partire per Natale o fare chissà cos'altro che non
comprendesse Shane.
Rimanemmo in attesa, mentre il telefono squillava e successivamente
qualcuno dall'altro capo rispondeva alle domande di nostra madre.
Noi quattro ci scambiammo appena uno sguardo, salvo irrigidirci
inconsciamente quando tornò da noi con la risposta.
-Va bene, invitatela pure- disse infine con un sorriso -Sarebbe
comunque a casa da sola-
Riuscii a stento ad aspettare che scendesse di sotto prima di esultare.
***
Il Natale dai Jonas passò in maniera splendida, e la signora
Denise era stata davvero gentilissima; mi aveva chiesto si mi andava di
preparare qualcosa di tipicamente italiano, o se c'era qualche
tradizione in particolare che volevo rispettare, ma poiché ero ospite,
mi attenni alle loro usanze, anche se l'avevo accontentata
raccontandole come passavo io il Natale a casa mia.
Alla fine mi aveva perfino convinto a preparare i cappelletti secondo
la ricetta tipica romagnola (che ovviamente mi ero fatta mandare da
mamma via mail) e in qualche modo ero riuscita a recuperare un
panettone in un supermercato italiano che una zia di Stella (che aveva
origini italiane) frequentava abitualmente. A 50 miglia da noi.
I regali erano piaciuti un sacco, anche se, a dispetto della scritta,
Joe aveva inaugurato proprio su di me quel cuscino quando aveva visto
il ricamo sulla tuta di Frankie.
Kevin mi era quasi saltato addosso quando aveva scartato la chitarra, e
così pure Stella, a cui avevo preso un set nuovo di forbici e attrezzi
da ricamo.
Nick...bè Nick era arrossito e mi aveva abbracciato forte, cercando di
nascondere le lacrime.
Stella aveva avuto una magnifica idea nell'aiutarmi a confezionare un
cuscino a forma di pattino con un tessuto che avevamo stampato con un
sacco di foto mie e sue e le parole di “I am what I am”.
Come ringraziamento, avevo comprato qualcosa anche per i genitori dei
Jonas, un foulard per Denise, e per Paul un elegante fazzoletto da
taschino. I ragazzi mi avevano aiutato nell'acquisto, ovviamente.
Io avevo adorato il regalo che mi avevano fatto i ragazzi. L'unico
rammarico era che non avrei potuto usarli fino al mio ritorno in Italia.
***
I nostri regali le erano piaciuti un sacco, ed era scoppiata a
ridere quando aveva visto il disegno che stella aveva ricamato sul
retro della giaccia da moto: una lontra pattinatrice che suonava la
tromba, con due antennine verdi sopra la testa. Era una lontra aliena.
Come aveva spiegato Joe, non eravamo riusciti ad accordarci sul
soggetto.
Quanto a me, bè, per poco non scoppiavo a piangere quando ho visto quel
cuscino.
Era stato un pensiero dolcissimo, e assolutamente personale, così come
tutti i regali che aveva fatto a noi quattro.
Ma sentivo che per me aveva penato non poco, e la forza del suo
abbraccio me lo aveva confermato.
Ero felice, e non vedevo l'ora di restituirle la sua moto il giorno
dopo.
Quella notte le avevamo preparato la camera degli ospiti, ma sapevamo
tutti e tre che non sarebbe servito.
Infatti alla una circa, quando i miei già dormivano, la sentii
infilarsi nel mio letto
-Ciao piccola-
-Ciao Jonas-
-Grazie per il regalo. E'...bellissimo- ancora ora mi veniva il groppo
alla gola.
-Stella stava per strozzarmi. Non riuscivo a trovare niente per te-
-Accidenti, ecco perchè mi lanciava sguardi assassini- risi mentre la
abbracciavo e la aiutavo a infilarsi sotto le coperte accanto a me.
Rise anche lei, ma era stanca. E si vedeva.
Le diedi un bacio sulla fronte e le cantai una canzone finchè non si fu
addormentata.
PERSONAL
SPACE:
Spero
vi sia piaciuto!
Non
siate timidi e fatemelo sapere con una recensioncina eddai ^__^ *__*
Un
bacio!
Alla
prossima
DalamarF16
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