A Special Day - Il Suo Futuro

di Rem95
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un giorno speciale ***
Capitolo 2: *** Il suo futuro ***



Capitolo 1
*** Un giorno speciale ***


So che può sembrare scontato, la famigliola allegra. Ma dopo tutto quello che hanno passato un po' di felicità, dopo tanti anni, la meritano =). Leggetela e fatemi sapere cosa ne pensate =)

Una Giornata Speciale

Forse più cerchiamo e vogliamo uno stato di beatitudine, più questo desiderio ci confonde. Al punto di non riuscire a riconoscerci più. Invece continuiamo a sorridere e basta, sforzandoci di apparire in tutti i modi felici come vorremmo essere. Finché alla fine la verità ci colpisce, la felicità è sempre stata lì. Non nei nostri sogni o nelle speranze, ma in ciò che conosciamo..che è confortevole, familiare. (citazione episodio 6x22 G'sA)

 

_<< Ginny! Ginny! Dai alzatii! >>, il bambino di cinque anni saltava su letto della sorella cercando in tutti i modi di svegliarla. La ragazzina mise la testa sotto il cuscino cercando di ritrovare invano la tranquillità di qualche minuto prima.

<< Mamma!! Ginny non si vuole alzare! >> il fratellino cercò di lamentarsi con i genitori.

<< George non saltare su letto >> urlò una voce seria ma divertita dal corridoio.

<< Ma mamma! Oggi è un giorno speciale, per aprire i regali ci dobbiamo essere tutti!>>.

Meredith aprì la porta della cameretta con in mano il catino dei panni da stendere. Portava capelli in una grossa coda, anche se qualche ciuffo ribelle le finiva sugli occhi. Aveva una camicetta bianca con un golfino violetto scuro e i jeans neri. Sembrava essere tutto pronto, ma le ciabatte a forma di coniglietto che portava ai piedi indicavano che c'era ancora molto da fare.

Appena vide la mamma George si mise a sedere con una faccina angelica. << Su vai in bagno a lavarti denti, a tua sorella ci penso io >> << Ma però io non ho ancora fatto colazione..>>. Meredith alzò gli occhi al cielo divertita dalle scuse del figlio.<< Ma però non si dice, su fila. Che se no babbo natale si riprende tutti i pacchi!>>. Il bimbo non se lo fece ripetere due volte e corse in bagno, i regali erano sacri. Almeno sarebbe stato buono per un po' pensò la donna.

Meredith posò il catino e si sedette sul letto della figlia. << Tesoro tua fratello ha ragione, è ora di alzarsi, fra un po' arrivano gli zii>>. << Uffa! Io ho sonno..>> Ginny comparve da sotto le coperte.

Meredith rise << sembri uno zombie e noi non gli vogliamo gli zombie cattivi>> ed incominciò a fargli il solletico. Le due scoppiarono a ridere, sua figlia si dimenava sotto le coperte cercando di liberarsi.

Uno strillò seguito da un pianto le interruppe. << Questa è tua sorella che chiama. Vuole da mangiare >>, diede un bacio sulla fronte di Ginny e si avviò verso la porta. << Per quando ritorno vi voglio vedere pronti>> disse un po' più forte in modo che anche George la sentisse.

Di sotto qualcuno stava trafficando in cucina con i piatti.

Cinque minuti dopo i due bambini erano pronti e vestiti sul pianerottolo prima delle scale. Derek salì dalle scale sorridente. George li si fiondò in braccio. << Papà nessuno deve scendere, dovevamo farlo insieme!>> << lo so tesoro, ma la mamma voleva che preparassi la tavola, sai com'è fatta >> il bimbo si mise a ridere felice << già>>. Aveva i capelli neri come Derek, leggermente mossi. Anche il profilo del viso ricordava molto i tratti del padre, ma gli occhi erano dello stesso azzurro della madre.

Derek si girò verso la figlia << buongiorno principessa >>. La bambina si avvicinò sorridente e gli diede un bacio sulla guancia << Ciao papà >>. Lei invece era la copia di Meredith. Ogni giorno si stupiva sempre di più della loro somiglianza. Aveva gli stessi capelli castano chiaro, il viso dolce ed elegante. Gli occhi chiari ed emotivi si muovevano veloci e curiosi. Derek ripensò a quando avevano deciso come chiamarla. Il suo nome era uscito per caso, guardando un vecchio film la sera stessa in cui l'avevano portata a casa per la prima volta .

Dalla camera infondo al corridoio uscì Meredith con in braccio una bambina di un anno e mezzo. << Ora ci siamo tutti >> mormorò Derek, incantato dalla bellezza della moglie. Lei li sorrise.

<< Ora possiamo scendere?? Ti pregooo >> George non riusciva più a stare fermo dall'agitazione, era emozionatissimo, voleva aprire i regali. << Permesso accordato >> rispose Derek ridendo, senza staccare gli occhi dalla sua amata. I loro due figli si precipitarono giù dalle scale. << George Christopher Shepherd non correre per le scale, sei ancora piccolo!>>, ma il bambino non la ascoltava più.

Meredith sorrise e si avvicinò con la bimba tra le braccia << non so se ce la faremo, fra un po' arrivano tutti e noi siamo ancora in alto mare!>>. Derek le prese il viso tra le mani, con delicatezza << guardami>>. La moglie sbuffò e i loro sguardi si incrociarono << andrà tutto bene >>. Meredith alzò gli occhi al cielo << no invece! Siamo in ritardo, non è pronto niente!>>.

Il marito sorrise, era così cambiata negli anni, si era trasformata in una mamma fantastica. Si ricordava ancora quando la moglie per la prima volta aveva preso Ginevra in braccio, a momenti non la faceva cadere. E di tutti i casini che aveva combinato in cucina e con i pannolini.

<< Andrà tutto bene. Va tutto bene. Tu sei bellissima, i nostri tre figli sono magnifici e la casa è a posto>>. Meredith si avvicinò di più il marito, spostando la bimba su un fianco. Il loro amore con gli anni era cresciuto, si era solidificato. Lo amava così tanto, sembrava solo ieri il giorno in cui si erano conosciuto al bar, dove tutto era iniziato. Si lasciarono andare in un bacio appassionato.

Carolyn sorrise dalle braccia della mamma, guardando i genitori con grossi occhi uguali a quelli del papà. Aveva pochi capelli castano scuro e un visino paffuto. L'avevano chiamata come la madre di Derek.

<< Wow!! babbo natale mi ha regalato un aeroplano telocomandabile! >> le urla di George e le risate di Ginny che arrivavano dal salotto li convinsero a scendere.

Circa un'ora dopo il campanello di casa suonò: gli invitati erano arrivati. Derek andò ad aprire la porta con un orsacchiotto di Carolyn in mano. << Vecchio mio! >> Mark si era affacciato alla entrata con un grosso sorriso sulle labbra << Cavolo per arrivare fin qua su bisogna fare una faticaccia! Dovevate per forza abitare in mezzo a un bosco?! >> si lamentò subito dopo.

I due amici si abbracciarono e si spostarono dall'ingresso per far entrare Lexie. La donna sorrise felice tenendosi i fianchi parecchio arrotondati dalla gravidanza con le mani. << Mio marito è sempre il solito, non è poi così difficile arrivare qua >>, Mark alzò gli occhi al cielo ed aiutò la moglie.

<< Mark Junior vieni qua con la torta >> urlò l'uomo. Un bambino di circa sei anni entro di corsa con in mano un pacchetto blu. Aveva i capelli neri e ricci a caschetto e gli occhi verdi. Posò la torta su tavolo e si fiondò a cercare George. Urlò solo un << ciao zii>>. Lexie sbuffò << Junior ha preso tutto dal padre >>.

Derek rise e diede una pacca sulla spalla a Mark << siediti pure >>. << Bé grazie amico >> rispose il cognato, ma Derek lo bloccò, spostando la sedia in direzione di Lexie. << Grazie >> rispose lei, sedendosi con stanchezza.

La porta era rimasta aperta ed entrarono Cristina e Owen. La prima teneva per mano una bambina di tre anni con dei lunghi capelli rossi e occhi azzurri, Rebecca. Suo marito invece stringeva con un braccio l'altra figlia, Reachel, di un anno più piccola di Ginny. La bambina aveva i capelli a caschetto neri e gli occhi a mandorla grigi come la mamma. Come Ginny per Meredith, Reachel sembrava la copia della madre. Le due sorelle non si assomigliavano per niente, eppure guardandole si poteva capire benissimo che erano imparentate.

La famigliola era seguita da Callie e Arizona. Le due si tenevano per mano e la mora aveva in braccio una bambino di colore di circa quattro anni. L'avevano adottato tre anni prima, si chiamava Clark.

Anche Meredith si era unita al gruppo e tutti si abbracciavano e si scambiavano gli auguri. Ognuno aveva portato qualcosa da mangiare, visto che con gli anni la padrona di casa non aveva imparato a cucinare.

<< Direi che vi potete incominciare a sedere, fra un attimo sarà tutto pronto >> dichiarò Derek sfregandosi le mani. << Quali sono i nostri posti? >> chiese Mark.

Meredith rispose con enfasi << ognuno ha un segna posto, i bambini da una parte e gli adulti dall'altra >> mentre spariva in cucina. << Ha voluto fare le cose in grande quest'anno >> scherzò Derek appoggiato allo stipite della porta. << Ti ho sentito sai!?!>> urlò la moglie dall'altra stanza.

Dopo circa dieci minuti si trovavano già tutti seduti a passarsi le varie pietanze.

Si erano aggiunti anche Alex e la sua nuova fidanzata. Ormai ne cambiava una ogni mese, questa era alta magra e bionda. Un'infermiera del quarto piano, si chiamava Chantal. Era tipico del ragazzo non avere una storia fissa, dopo il vecchio matrimonio con Izzie non si era più ripreso. Forse con questa faceva davvero sul serio, visto che l'aveva portata addirittura al cenone di Natale.

<< La Bailey non viene?>> chiese Owen mentre si serviva la sua porzione di arrosto. Arizona, che si stava per infilare un mega forchettata di insalata in bocca, rispose in tutta fretta << è andata a sciare con..>>, ma il resto della frase divenne incomprensibile, perché il cibo era arrivato a destinazione impedendole di parlare.

Sua moglie Callie finì la frase per lei <<.. con Ben e i suoi figli>>, mentre sorrideva ad Arizona che le sussurrò un grazie. Alex incominciò a sghignazzare << la Bailey che scia >> e lo seguirono a ruota Mark Owen e Derek. Le ragazze alzarono gli occhi al cielo.

<< Quindi non manca più nessuno?>> , sta volta la domanda era partita da Lexie e fu Meredith a risponderle << no, Teddy e Jakson sono rimasti a fare il turno in ospedale>>.

La sorella minore le sorrise, ma la felicità si tramutò in dolore e una smorfia le dipinse il viso. Mark le si avvicino preoccupato, mettendo una mano sul pancione. Lexie tossì << niente di grave, la piccola si diverte a tirare calci>>.

<< Come la chiamerete?>> si informò Cristina. << Pensavamo a Susan, come mia madre >> rispose prontamente la donna, interrompendo il marito. Probabilmente avevano avuto quel genere di discussione un milione di volte e lei previdente voleva evitare che il marito spuntasse fuori con i suoi soliti nomi assurdi.

Il pranzo volò via infetta e Ginny si alzò per portare via i piatti sporchi e cambiarli con quelli del dolce.

<< Cavolo com'è cresciuta..>> buttò lì Mark nel vederla << sta proprio diventando una signorina >>. La bambina si riempì di orgoglio, le piaceva sentirsi dire che ormai era grande. Prese tre piatti e si diresse in cucina seguita da Reachel.

Mark continuò << sembra ieri quando è nata. Sono già passati otto anni..>>. Derek annuì << è passato tutto così in fretta, se non sbaglio eri alla fine del terzo anno di specializzazione quando la aspettavi? >>, chiese rivolto a Meredith.

Sua moglie si era alzata per aiutare la figlia e sua “nipote” << Mmh.. sì. Se non mi sbaglio..>>. << E ora siamo tutti qua, tutti strutturati >> concluse Mark. I presenti annuirono pensierosi.

Cristina fu la prima a riprendersi dalla malinconia degli anni passati << piuttosto, avete visto l'intervento al cuore, pancreas e braccio destro della signora della 25a?>> << era veramente conciata male>> << è stata un'operazione emozionante..>>. Fiumi di commenti inondarono la stanza, ognuno voleva dire la sua.

Tutto era perfetto. Aveva anche iniziato a nevicare. Sicuramente avrebbero giocato a palle di neve più tardi. E la loro casa nel bosco era lì, finalmente non era più un sogno. Nella loro camera, sopra il letto, il post-it ricordava a tutti l'amore che due persone possono provare l'una verso l'altra._

 

 

 

 



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Capitolo 2
*** Il suo futuro ***


Ok, lo so bene che questa doveva essere una one-shot. Però l'altro giorno mi è venuta l'ispirazione. So anche che leggendola vi chiederete cosa c'entra con il vero Grey's Anatomy. Sinceramente la risposta non c'è. Forse l'ho scritta perché i sentimenti della protagonista sono uguali a quelli che sto provando io. O forse perché mi sono affezionata a quei nuovi “piccoli” personaggi del capitolo precedente.

L'importante è che ora è qua, su efp. Spero davvero possa piacere, anche se è un po' “diversa”.

Se vi va fatemi sapere cosa ne pensate con una recensione ;)

                                                                                                                        IL SUO FUTURO

Carolyn era appoggiata alla ringhiera del balcone.

Stranamente era una giornata soleggiata, inusuale per Seattle.

Il suoi capelli castano scuri svolazzavano al vento. Il suo sguardo era perso nell'orizzonte, sopra gli alti tetti degli edifici. Il suo viso era contratto, sembrava preoccupata.

Per l'ennesima volta aveva litigato con la madre a causa del suo futuro.

<< Tesoro vieni, avanti. Parliamone >>, come al solito la mamma la chiamava dal piano inferiore cercando di far pace.

Carolyn sbuffò. Questa volta era diverso. Non si poteva risolvere tutto con un semplice “parliamone”.

Sentì qualcuno muoversi di sotto.

Forse sarebbe stato meglio scendere. Le dava fastidio chiunque entrasse in camera sua.

Già, camera sua. Solo sua.

Per anni aveva diviso ogni cosa con Ginny, la sorella maggiore. Ed ora si ritrovava da sola. L'unica rimasta in casa. Eccetto sua madre ovviamente.

La parte di camera della sorella era rimasta invariata da quando, cinque anni prima, si era trasferita al college. Ma anche adesso che era specializzanda al Seattle Gray Mercy West Hospital non ne aveva voluto sapere di tornare a casa. Così la lasciava com'era per non mutare il ricordo perfetto, o quasi, che aveva di Ginny. Passando vicino al suo letto si poteva persino ancora sentirne il profumo.

Carolyn non permetteva neanche alla amiche di toccare nulla, quando venivano a fare i compiti.

Poteva sembrare una persona fissata, ma il fatto era che le mancava terribilmente la sorella.

Appena poteva andava a trovarla nel suo nuovo appartamento in centro, che condivideva con Reachel, la figlia della zia Cristina. Anche lei specializzanda.

Ma non era la stessa cosa di averla sempre tra i piedi.

Scese le scale con lentezza, i ricordi le avevano peggiorato l'umore.

Meredith era seduta nel tavolo della cucina, stava leggendo un vecchio libro.

<< Oggi non sei di turno? >> mugugnò infastidita la figlia, avvicinandosi al frigo.

<< No, è il mio giorno libero. Sono reperibile, ma visto che il cerca-persone no ha ancora suonato pensavo di parlare un po' con te. Magari possiamo vedere le iscrizioni ai diversi college >>

A Carolyn sembrò di non vederci più dalla rabbia, possibile che sua madre doveva sempre impicciarsi negli affari suoi?! << Te l'ho già detto, io non vado a nessun college! >> protestò.

<< Ma Carolyn, è una cosa importante. Stiamo parlando del tuo futuro. La facoltà di medicina tiene aperte le iscrizione solo per un'altra settimana >>

<< Oh ti prego. Non ricominciare con la solita storia, io n-o-n farò il medico. Punto >>

Le era passata persino la sete, rimise il succo a posto. Odiava quel tipo di discorsi. Prese la borsa e si diresse verso la porta di ingresso.

<< Carolyn nessuno ti sta dicendo che devi fare il chirurgo. È solo un ipotesi. A tuo padre piacerebbe se tu.. >>

<< Lo so benissimo cosa vorrebbe papà! Ma non mi importa, okay?! >>. Sì, odiava decisamente quel tipo di discorsi. << Io esco >> urlò mentre scopriva dietro alla porta.

Meredith si massaggiò la testa. Era così difficile fare la madre. Il lavoro era sempre molto pesante e spesso non riusciva a stare dietro a tutto.

Soprattutto da quando Derek era venuto a mancare. Era stato un brutto colpo per ognuno di loro.

Ormai gli anni migliori erano passati e i suoi figli sembravano provar di tutto per farla arrabbiare.

Sopratutto Carolyn. Era così testarda.

Sorrise. In effetti le assomigliava molto.

****

Non sapeva che cosa l'avesse porta lì. Forse si sentiva al sicuro in quel posto.

Ci aveva passato così tanti giorni quando era piccola. Suo papà la ci portava sempre nei momenti liberi, quando non era impegnato a salvare la vita a qualcuno.

Sì, sul tetto del Seattle Gray Mercy West Hospital si sentiva al sicuro.

Era una giornata tranquilla tutto sommato.

Carolyn sospirò.

Aveva provato a chiedere a un'infermiera se sapeva dove si trovasse Ginny, ma non aveva ottenuto un gran che. “La dottoressa Shepherd è in sala che assiste a una craniotomia” le aveva risposto malamente la donna.

Già, la dottoressa Shepherd. Sua sorella era sempre stata la più sicura di sé fra i tre fratelli. Era stata un'ottima alunna e aveva sempre saputo che una volta laureata avrebbe intrapreso la carriera del chirurgo.

Un po' la invidiava. Tutti dicevano che era la perfetta combinazione dei coniugi Shepherd.

Anche George poteva essere considerato un ottimo elemento per la famiglia.

Era sempre stato un po' matto e scalmanato. Ma era un tipo determinato e si era arruolato nell'esercito appena possibile.

Per fortuna non era solo, si era consolata Meredith. Infatti con lui si era inscritta anche Rebecca, la figlia minore degli Hant. Erano fidanzati dai tempi del liceo.

George mancava a tutti. Era partito quasi subito per l'Iraq.

Evidentemente avevano così bisogno di rinforzi che neanche gli avevano fatto finire la scuola di addestramento.

Era da sei mesi laggiù, ogni tanto telefonava. Sembrava felice.

Carolyn si sentì mancare, non era giusto. Insomma, i suoi fratelli l'avevano abbandonata.

Ormai si facevano sentire raramente. Come se diventare grandi e indipendenti significasse dimenticarsi della sorella più piccola

Lei era sempre stata la più piccola. Quella a cui si regalavano barbie anche per il tredicesimo compleanno. Quella che tutti pensavano sarebbe restata per tutta la vita in casa, perché la minore.

In effetti non era proprio la più giovane, sua cugina Susan aveva un anno e mezzo in meno di lei. Ma ne dimostrava almeno dieci di più.

Ripensandoci per parecchio tempo l'aveva odiata, perché troppo sapientona. Però le voleva davvero tanto bene, ma purtroppo Susan si era trasferita nel Wisconsin due anni prima. Alla zia Lexie avevano offerto un ottimo posto di lavoro e tutta la famiglia aveva traslocato. Si sentivano ogni venerdì, ma praticamente non si vedevano mai.

In poche parole, tutti i suoi parenti avevano deciso di svignarsela.

A partire dal padre. Lei era ancora piccola quando morì in un'incidente stradale. Aveva si e no undici anni. Il cuore di Derek si era fermato sul colpo.

Una lacrima solcò il viso di Carolyn, le faceva sempre lo stesso effetto ripensarci.

Lo squillo del telefono la riportò con i piedi per terra.

Sperò non fosse la madre.

Guardò il display. Un sospiro di sollievo uscì dalla sua bocca.

Era Clark, il suo migliore amico. Ormai da sempre condivideva ogni cosa con il figlio di Callie e Arizona.

Però non aveva voglia di rispondergli, rifiutò la chiamata. Sicuramente avrebbe capito.

Ritornò a fissare il cielo.

Gli occhi chiari rifletteva al meglio ogni cosa su qui si soffermava il suo sguardo.

E lei cos'era? In cosa si distingueva? Quali erano i suoi sogni?

Comprese di non saper rispondere a nessuna di quelle domande.

Ha diciott'anni appena compiti si accorse di non essere nulla di speciale. Lei non era speciale.

Non era brava in nessun sport in particolare, sebbene se la cavasse, non sapeva suonar nessun tipo di strumento e non era intelligentissima.

Era solamente una ragazza testarda e insicura.

Dei passi la fecero sobbalzare. Si girò di scatto.

Il primario Bailey era comparsa dietro di lei. Portava un maglione rosa scura i jeans blu. Ovviamente il tutto sotto al lungo camicie bianco. La mani in tasca.

<< Buon giorno dottoressa >> salutò educatamente la ragazza.

<< Buon giorno anche a te >> sorrise la donna << Che ci fai qua? Cercavi tua madre o tua sorella? >>

<< Ehm.. no.. in realtà sono venuta qua per pensare >> farfugliò lei.

<< Mmh ti capisco >>, Miranda si guardò in torno << È un ottimo posto >> aggiunse.

<< Già >> rispose timida.

Quella donna la spaventava. Pur essendo bassa si poteva definire una vera forza della natura.

<< E a cosa pensi? >>continuò il primario.

<< Al mio futuro, dottoressa >> sospirò Carolyn.

<< Cosa vuoi farne del tuo futuro? >> domando la Bailey.

<< Non lo so ancora >> ammise l'altra.

<< Male >> protestò la donna << Vorresti fare il chirurgo? Come i tuoi. O la cantante? Ci sono un sacco di mestieri a questo mondo >> precisò.

Carolyn la guardò, magari fosse così facile.

<< Mi sembri una ragazza sveglia, ti vedo bene in una sala operatoria >>

<< Non sono all'altezza, mi dispiace >> sussurrò la ragazza, tornando a guardare l'orizzonte.

<< Sai, una volta un amico mi chiese se io ero un pesciolino o uno squalo. Adesso come adesso non mi sembra di appartenere alla seconda categoria, ma a quel tempo ero parecchio timida e insicura. Il punto è che devi lottare per quello che vuoi. Anche se ci saranno altri migliori di te. Devi combattere per essere la prima. Non lasciare che stupidi pregiudizi fermino la persona che sei veramente. Ora io non so se tu farai il medico, ma il punto è: vuoi essere uno pesciolino o uno squalo? Sappi che se sceglierai la prima potresti pentirtene più avanti >>

Carolyn si girò verso la sua interlocutrice. Era rimasta un po' perplessa. Non capiva come queste potesse centrare con il suo futuro.

Ma su una cosa la Bailey aveva ragione, in quel momento lei si stava comportando da pesciolino. Scappando dagli impegni e dal college soprattutto.

Rimasero in silenzio per un po', entrambe immerse nei propri pensieri.

<< Meredith mi ha detto che non sai ancora a che facoltà inscriverti >> ruppe il silenzio Miranda.

Carolyn annuì con la testa.

<< Se vuoi ti posso portare a fare un giro per l'ospedale, così potrai vedere cosa ti aspetta se sceglierai medicina o infermieristica >> continuò.

La ragazza sorrise << L'avrò già visto un milione di volte, senza offesa >>

Il primario la guardò male << Non intendevo stando seduta in una delle poltroncine per i pazienti o per i famigliari. Intendevo venendo a fare il giro visite con gli specializzandi. Non a caso oggi li devo sorvegliare io. E se sarai attenta e brava potrai assistere anche a un intervento dalla vetrata in alto >>

Carolyn quasi non ci credeva, poteva guardare un'operazione. Per anni aveva cercato di convincere i genitori ma la risposta era sempre stata un drastico no.

<< Wow! >> fu la sua risposta. Magari sarebbe riuscita anche a vedere la sorella.

<< Perfetto, seguimi >>

                                                                                                    ****

Quando tornò a casa, Carolyn si sentì distrutta. Si diresse in cucina per un breve spuntino.

Era felice.

Trovò sua madre intenta a compilare delle cartelle cliniche.

<< Ciao Ma' >> disse allegra.

Meredith la squadrò per un attimo, poi sorrise << Ciao >>

<< Che fai? >> anche se era stanca, voleva parlare un po' con sua mamma.

<< Controllo le analisi del paziente della 2456 >> rispose l'altra, sempre più confusa dal comportamento della figlia.

<< Ah, il signor Wellington. Stai tranquilla, dormiva beato quando siamo passati a visitarlo >> rispose Carolyn prontamente.

Per poco sua mamma non faceva cadere tutto quello che aveva in mano. << Cosa?? >> balbettò.

<< Oggi la dottoressa Bailey mi ha offerto un giro turistico per l'ospedale >> disse la figlia, sorridendo. Sapeva di aver sorpreso la madre.

<< Ma l'avrai già visto un milione di volte >> contestò Meredith.

Carolyn alzò gli occhi al cielo << Non hai capito. Mi ha fatto fare il giro visite con gli specializzandi. Per due ore sono stata una di loro. Ho potuto persino assistere dalla vetrata a un intervento >> si vantò, sembrava sprizzare felicità da tutti i pori.

Le varie espressioni di Meredith che si susseguivano mano a mano che ascoltava la storia erano buffissime, la figlia dovette concentrarsi al massimo per non scoppiare a riderle in faccia.

<< Sai, credo che in fondo fare il medico non deve essere poi così brutto >> ammise la ragazza << Mentre assistevo dall'alto hanno salvato la vita a un uomo. La vita. Dovevi vedere i familiari quando hanno appreso la notizia >>

I suoi occhi scintillavano dall'emozione.

<< Sono contenta che ti piaccia >> proclamò sorridendo Meredith, era la stessa sensazione che aveva provato lei anni addietro. La sua prima volta in sala, con Derek al suo fianco. Era stata un'iniezione di adrenalina pura.

<< Ma non devi decidere con fretta, hai ancora tempo. Anch'io ci ho impiegato molto per iscrivermi a college. Ho visitato tutta l'Europa prima di trovare il coraggio necessario >> ammise la donna.

<< Ma tra una settimana chiudono le iscrizioni >> disse divertita la figlia.

<< Tuo padre sarebbe fiero di te, Tesoro >> sorrise Meredith.

                                                                                                                  -”Sì, credo proprio che medicina mi piacerà” pensò Carolyn -

Ps: starete pensando che Derek che muore è una cosa orribile, lo so bene. Per me è come un incubo T.T Ma non riuscivo a immaginarlo vecchio e pensionato u.u Era l'unico modo, perché farlo sparire tramite divorzio con Meredith forse sarebbe stato peggio. Io amo Derek Shepherd <3 e spero possiate perdonarmi.

Ah giusto, volevo anche ringraziare tutte le persone che hanno letto o commentato il capitolo precedente di questa mia fan-fiction, grazie davvero =) spero facciano lo stesso con questo ;)

 

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