Occhi di Ghiaccio

di Chy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Strana razza gli uomini! ***
Capitolo 2: *** Licenziata ***
Capitolo 3: *** Ballo sincronizzato ***
Capitolo 4: *** Il passato di Occhi di Ghiaccio ***
Capitolo 5: *** Passato di Aquila di Fuoco ***
Capitolo 6: *** Il passato di Tigre Bianca ***
Capitolo 7: *** Passato di Lupo della Steppa ***
Capitolo 8: *** Sotto il ciliegio... (ovvero, la calma prima della tempesta) ***
Capitolo 9: *** Non fu una serata come tutte le altre.. ***
Capitolo 10: *** Una notte insonne ***
Capitolo 11: *** Basta soffrire!! ***
Capitolo 12: *** 12 ***
Capitolo 13: *** una contro tutti ***
Capitolo 14: *** Tutti d'accordo, o quasi... ***
Capitolo 15: *** L'ultimo giorno insieme ***
Capitolo 16: *** L'addio ***
Capitolo 17: *** Rimorso ***
Capitolo 18: *** La lettera ***
Capitolo 19: *** La supplica e la partenza ***
Capitolo 20: *** Si torna a casa! ***
Capitolo 21: *** Lei&Lei ***
Capitolo 22: *** Ritrovarsi ***
Capitolo 23: *** E finalmente sono felice ***
Capitolo 24: *** E Yuri ***
Capitolo 25: *** Un tragico incidente ***
Capitolo 26: *** Torniamo a casa ***
Capitolo 27: *** Una brutta sorpresa ***
Capitolo 28: *** Una bruttissima scoperta ***
Capitolo 29: *** La consapevolezza ***
Capitolo 30: *** Le mie gambe mi portano da te ***
Capitolo 31: *** Conclusione ***
Capitolo 32: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Strana razza gli uomini! ***


Strana razza gli uomini

Strana razza gli uomini! E pensare che io ne ho 3 in casa, tutti con caratteri, modi di fare e di dire completamente diversi: non è mica facile per una povera ragazza come me vivere o, per meglio dire, sopravvivere con loro! Ma lasciate che vi parli con calma: dovete sapere che siamo, tutti e 4, studenti universitari e, visto e dimostrato che, facciamo tutti lavori occasionali che non ci permettono di affittare neanche una misera e sporca cantina, ci siamo dovuti unire tutti sotto lo stesso tetto! Non ricordo come ci sia venuta l'idea, so solo che, da un momento all'altro, mi sono ritrovata a condividere il letto con 3 ragazzi (non ci possiamo permettere 4 letti singoli e, comprarne solo 2, non sarebbe servito proprio a niente, quindi abbiamo optato per un solo letto matrimoniale)! Non è la privacy, il pudore o cosa potrebbero pensare gli altri, se venissero a saperlo, che ci preoccupa, perchè, del giudizio della gente, non ce ne fraga un cazzo; non abbiamo comprato un solo letto per fare i ganzi o i cattivi ragazzi, ma semplicemente perchè siamo, tutti e 4, dei tirchi da paura! La prima regola, in casa nostra, è "un soldo risparmiato, è un soldo guadagnato" e quindi facciamo tutto il possibile per risparmiare il risparmiabile: siamo proprio fissati!

Tornando al discorso di prima, la gente non pensa bene di noi, anche e soprattutto, grazie alla reputazione che ci siamo fatti a scuola: avete presente quei telefilm in cui ci sono i bulletti prepotenti del momento, che poi gli eroi riescono a trasformare in bravi ragazzi? Ecco, noi siamo i cattivi (e gli eroi non si sono ancora visti...)!

Beh, non siamo proprio cattivi, cattivi... però sappiamo farci rispettare! Tutti dicono che ho uno sguardo che fa raggelare (dicono...) per questo, tutti mi chiamano Occhi di Ghiaccio (come se fossi Voldemort e non si potesse pronunciare il mio infausto nome, per intenderci)! Anche i miei 3 coinquilini mi chiamano così, ma non lo fanno perchè hanno paura di me, tutt'altro: mi prendono perennemente per il culo!!!

E' domenica mattina, ed io sono sbracata sul divano, in mutande e maglietta, a leggere una yaoi di BeyBlade, mentre aspetto che gli altri si sveglino.

-Perchè non accendi la Tv?...-

Alzo lo sguardo: Yuri si è svegliato.

-E' solo uno spreco di soldi... e comunque mi aspettavo qualcosa di più di un grezzo "Perchè non accendi la Tv?" di primo mattino! Non pretendo molto, mi accontento di un cazzossissimo "Ciao", ma, a quanto pare, dovrò accontentarmi...-

Il ragazzo sospira, divertito, e mostra un elegante inchino.

-Buongiorno signorina! Mi dica, ha dormito bene stanotte?-

Rido. Yuri, bastardo com'è, non cambierà mai: di tutti, è quello che mi prende di più, per il culo!

Gli tiro addosso un cuscino, che lui afferra prontamente.

-Smettila stronzo... che fanno quegl'altri?-

Yuri smette di sorridere e sussurra, mentre se ne va.

-E' meglio se non te lo dico...-

A quelle parole, scatto in piedi e mi dirigo, furiosamente, verso la loro camera. Non posso crederci!!! Non posso credere che abbia avuto il coraggio di farlo ancora!!! E' già la quarta volta in un mese! Se lo ha rifatto davvero, lo uccido!

Entro in camera, sbattendo la porta, e li vedo: sono entrambi a dorso nudo e beatamente abbracciati!

Scoppio di rabbia.

-CHE COSA SIGNIFICA!?!?!?!?!-

Al mio urlo, i due si svegliano di soprassalto e io scopro anche, a malincuore, che, non solo sono a dorso nudo, ma direttamente nudi... Si coprono come possono.

-O-Occhi di Ghiaccio...-

-Cosa?! Occhi di Ghiaccio cosa?!?! Avanti, sentiamo come ti giustificherai stavolta! Sono curiosa!!!-

Kei, il ragazzo con cui sto parlando, si alza, coprendosi con un cuscino, e mi si avvicina. E' parecchio imbarazzato. E io, parecchio incazzata! Nonostante questo, lo lascio parlare.

-Mi... mi dispiace, ma... non ho saputo trattenermi e...-

-E cosa?! E mi sono messo a scopare Rei?!?! Ti avrò detto e ridetto, almeno un milione di volte, che non possiamo fare sesso più di una o due volte al mese! Ma tu, no! Tu non puoi trattenerti, tu hai gli ormoni in fiamme, tu sei la macchina del sesso! Che mai ti manchi la scopata settimanale, se non giornaliera, vero?! Vero, Kei?!?!-

Kei mi guarda e abbassa lo sguardo. Forse ho esagerato...

-Mi dispiace...-

Bisbiglia colpevole. Fingo di essere arrabbiata, almeno quanto prima e alzo su di lui uno sguardo raggelante. Infine, dico decisa.

-Noi quattro dobbiamo parlare...-

Yuri, so per certo, è dietro la porta a origliare. Vado ad aprirla: risultato? Yuri capitombola nella stanza!

Rei, il ragazzo sul letto, fissa la scena, sorpreso.

Fò per andarmene, poi mi fermo, voltandomi verso di loro, e concludo in tono duro.

-Subito!-

Sbatto la porta e vado in cucina: il tempo di vestirsi e saranno qui anche loro. Entro in cucina e mi siedo, controllando con furia la porta: Kei non doveva farlo!!! E' vero, ho un pò esagerato, ma quando è troppo è troppo, e lui è il re del "troppo"! Potrebbe anche essere definito "troppo4Ever!", ma il suo soprannome deriva, anch'esso, dal suo sguardo: Occhi di Fuoco (o anche Aquila di Fuoco)! A volte, ha veramente uno sguardo che brucia, ma noi preferiamo chiamarlo solo Kei! Non gli piace per niente seguire le regole (diciamo che è uno spirito ribelle, parecchio ribelle...): molte volte, lascio correre le sue scappatelle, ma quello che ha fatto ora è troppo grave e mi ha profondamente delusa...

-Non credi di essere stata un pò troppo severa con lui?...-

Mi giro di scatto e vedo Yuri. Sbuffo: quel figliolo deve sempre apparire all'improvviso! Mi tira i miei pantaloni e mi guarda, come dire -Mettili...-. Sbuffo ancora.

-No! E smettila di apparire e scomparire in questo modo: mi hai spaventato...-

Mentre mi rivesto, lui mi guarda con quei suoi occhi ghiacciati, facendomi rabbrividire; in effetti, non capisco perchè abbiano affibbiato a me, e non a lui, il soprannome Occhi di Ghiaccio; non solo ha gli occhi più azzurri e belli che abbia mai visto, ma ha uno sguardo veramente di ghiaccio! Per di più, è un ragazzo davvero bellissimo... 

Intendiamoci, il fatto che sia un bellissimo ragazzo, non significa niente per me: lo considero solo un mio amico!

All'improvviso, entra Kei ed io mi sento stranamente avampare: mi investano, con prepotenza, pensieri quali "Se Yuri è bellissimo, Kei è davvero stupendo!" o anche "Mi specchierei in eterno dentro quelle due pozze di lava fusa... (leggi = occhi di Kei)" pensieri che, ripeto, non mi avevano mai sfiorato la mente, né quando facevo sesso con lui, né quando ero ubriaca (il che è tutto dire!)!!!

La cosa mi preoccupa, e non poco...

-Rei arriva subito...-

Bisbiglia il soggetto dei miei pensieri, molto piano. Mi fa sentire ancora più in colpa, ma non lo do minimamente a vedere. Lo guardo con occhi truci e non rispondo. Yuri scuote il capo e lancia uno sguardo a Kei, che sospira. Ancora qualche secondo e arriva Rei, trafelato.

-Scusate! Dovevo rifarmi il codino!!!-

Gli occhi miei, di Yuri e di Kei cadono subito sulla lunga coda del cinese (Rei è cinese). Scuoto la testa e mi volto.

-Sedetevi...-

Mi obbediscono subito. Sanno che, quando sono arrabbiata, è meglio non contraddirmi, anche per le cose più stupide. Comincio.

-Voi sapete meglio di me, in che situazione ci troviamo...-

Annuiscono lentamente. Comincio col guardare Yuri.

-Dimmi Yuri: quanto ci costa il detersivo per bucato che usiamo, mensilmente e a testa?-

Yuri mi guarda un pò scocciato, ma risponde subito.

-Più o meno 15 euro per uno...-

-Esatto!!! 15 euro!!!!-

Il mio grido li fa rabbrividire. Kei e Rei abbassano lo sguardo.

-Con questi 15 euro ci laviamo i vestiti, la tovaglia, i lenzuoli eccetera... quanti sono per noi, 15 euro, Kei?-

Kei mi guarda, dispiaciuto. Sospira, guarda Rei e Yuri, poi risponde.

-Troppi...-

-Esatto!!! Troppi!-

Sospiro ancora. So di essere pallossissima, ma non ne posso fare a meno: su questo, non si trasdige!!! Non posso permetterlo!

-Ora tu, Rei, dimmi: quante volte possiamo lavare le lenzuola del nostro benamato letto? E perchè?-

Sembravano tre studentelli in presidenza che venivano puniti perchè avevano rotto un vetro, giocando a calcio. Patetico...

-Beh... soltanto una volta al mese, perchè... perchè c'è il controllo mensile di SuorMichelina...-

-Esatto!!! SuorMichelina!-

Yuri sta per ribattere che sembro un disco incantato sul quel

-Esatto!!!- (come lo so? Lo so, lo so...), ma lo fucilo con lo sguardo prima che dica una sola, insignificante parola.

-Yuri! Visto che hai tanta voglia di parlare, dicci: chi è SuorMichelina?-

In quel preciso istante, tutti noi, tremiamo contemporaneamente, al solo sentire quel nome. Yuri risponde.

-SuorMichelina è la proprietaria del nostro condominio...-

-Esatto!!! La proprietaria! 

Lo so che sono divertente, ma quando vedo che Rei sta per scoppiare a ridere, grazie al mio ennesimo -Esatto!!!-, lo fulmino con lo sguardo e continuo, rivolgendomi a Kei.

-Ora, Kei, visto che sai meglio di me dove voglio arrivare, dicci: perchè vi sto scassando i coglioni, a quest'ora del mattino?!-

Kei mi guarda dispiaciuto, ma anche esasperato al massimo.

-Sei arrabbiata perchè ho sporcato le lenzuola: tra pochi giorni viene SuorMichelina per la sua controllata mensile e...-

-E...-

Lo incito a continuare. In un ennesimo sospiro, Kei conclude.

-...e se trova, nell'appartamento, segni evidenti di una trombata, ci butta fuori...-

-Esatto!!! Ci butta fuori!-

I tre presenti, abbassano gli occhi. Concludo inesorabile.

-Ragazzi, potremmo mai trovare un appartamento alla nostra portata, come questo?!-

La loro risposta è chiara e semplice.

-No...-

Stringo i pugni: non ce la faccio più! Scoppio.

-Se lo sapete così bene, allora perchè continuate a trombare come dei maiali in calore, rischiando, così, di farci sbattere fuori, a calci in culo?!?!-

-Ma se non trombiamo in casa, dove trombiamo?-

Kei è scattato in piedi: non è arrabbiato, lo capisco da come mi guarda, sta solo cercando di farmi capire il suo punto di vista.

Mi calmo.

-Kei, sai meglio di me che non abbiamo abbastanza soldi...-

Il mio tono si fa più ragionevole, e questo lo tranquillizza.

-...e comunque, non è bello approfittare di Rei! E' una vera bastardata!!!-

Rei e Kei arrossiscono di brutto. Yuri ride e risponde, sarcastico.

-Aquila di Fuoco e Tigre Bianca, spiazzati da un focoso sabato notte: che robe...-

-Piantala, Lupo della Steppa dei miei stivali!!!-

Grida Kei, imbarazzatissimo. Ridiamo.

-Comunque, tornando al discorso di prima: il danno è fatto, diciamo, vada come vada, ma che non si ripeta!!!-

Il mio verdetto fa sorridere di gioia e di sollievo tutti i presenti.

Eccoci, tutti e 4: Occhi di Ghiaccio, Occhi di Fuoco (o Aquila di Fuoco), Tigre Bianca e Lupo della Steppa. A scuola siamo più conosciuti con questi nomi che con quelli veri: perchè sono chiamata così, lo sapete, ma non sapete altro di me (apparte il fatto che vivo nel condominio di una suora, con 3 sfigati) quindi dovrò darmi una mossa! Iniziamo col dire che io sono tutto tratte che una vera ragazza (del tipo "maschiaccio del gruppo") -E fin qui tutto normale...- penserete, ma vi sbagliate di grosso, perchè io:

a) Metto solo la gonna della divisa e perchè ci sono obbligata, altrimenti l'avrei già bruciata e avrei già freghato i pantaloni a Rei!

b)Sono fidanzata, ma non mi faccio scrupoli a trombare con tutti quelli che mi capitano a tiro (vi dirò, altrettutto, mi diverto 1 casino!)

c)Sono il disordine fatto a persona, dico 30 parolacce minimo al giorno (comprese un bel pò di bestemmie), il mio hobby preferito è vedere e toccare il sedere ai ragazzi (mi piace anche cantare, leggere e scrivere, ma è tutto secondario) e per finire, adoro picchiare i primini. Allora? Vi sembra tutto normale? Direi propro di no! Faccio un lavoretto patetico, adeguatissimo ad una come me: la cameriera!  Bello vero? Naturalmente studio ancora e, una volta avuto il diploma, spero di trovare un lavoro molto, ma molto più appagante!

Questo è tutto quello che, mi pare, c'è da dire su di me...

Adesso passiamo ai miei compagni: Yuri Ivanov alias Lupo della Steppa! Perchè lo chiamano in questo modo ridicolo? Perchè oltre ad essere aggressivo come un lupo, è pure russo anzi, come preferisce lui, moscovita (di Mosca). Ha i capelli rosso fuoco e gli occhi azzurro ghiaccio: c'è da dire che è uno tra i ragazzi più belli della scuola! Come dare torto allo sciame di ragazzine che gli sbava dietro e lo fissa languidamente da lontano (anche se Yuri le trova parecchio patetiche ed ha tutto il mio appoggio!). Lui è il classico tipo da mozza-fiato perchè è accattivante e sarcastico, astuto e vispo come pochi; un punto a suo sfavore/favore (a seconda delle situazioni) è la consapevolezza di avere un sacco di qualità: in parole povere, si sopravvaluta spropositatamente! Quando ci si mette, vien voglia di picchiarlo...

Yuri, oltre che fare un lavoro insignificante, ne fa uno anche particolare (ma adattissimo a lui, col carattere che si ritrova...): fa l'istruttore in una palestra (posto in cui può liberamente comandare, mostrare i muscoli e farsi ammirare dalle ragazzine: un paradiso per lui!). Nonostante questo, Yuri è una brava persona, gentile (quando vuole...) molto ironica e anche sensuale, diciamo che sa come muoversi tra la gente: è furbissimo! Infatti, apparte noi, non si fida di nessuno;

Yuri e Kei si conoscono sin dall'infanzia e sono molto "amici"...

Adesso passiamo ad un'altro soggetto: Rei Kon alias la Tigre Bianca!   Rei è un ragazzo di origine cinese ed è dolcissimo! Tra tutti noi è quello più buono: quando siamo a scuola, alza molto raramente le mani, per divertimento (come me o come Kei), ma si limita alle minacce (non vi fate ingannare dalle apparenze: per noi minacciare è davvero il minimo!). Nonostante sembri una furente, coraggiosa e rara tigre dal manto immacolato (da qui il suo nome), in realtà nasconde un carattere timido; non è un Figlio-dei-Fiori, badate bene: sa essere più tremendo di me, se si arrabbia davvero!!! Fisicamente, è proprio un bel bocconcino: corpo esile, ma muscoloso e molto agile! Ha dei capelli che somigliano molto ai miei, tipici alla cinese: neri, lisci e lunghissimi! Diciamo che, dopo il suo bel viso, è la cosa che colpisce più di lui: sono legati in una coda talmente lunga che gli arriva alle caviglie! (i miei, invece, arrivano al culo) Porta sempre abiti cinesi e, nonostante sia qui da un periodo di parecchi anni, ci sono usanze cinesi che non ha mai abbandonato: il té cinese, lo yoga, i vestiti, il cibo e via discorrendo... Rei, a calcoli fatti, è un ragazzo davvero straordinario, socievole e tranquillo, una piacevole compagnia per tutti noi (ripeto ancora che questi suoi lati "deboli" li mostra solo a noi: fuori è una vera tigre!) Il suo lavoro è forse il più appagante di tutti (tra i nostri, si intende): fa il tutor! Vista la sua enorme pazienza, è proprio il lavoro adatto a uno come lui!

Ora si passa alla parte orgogliosa del gruppo: Kei Hiwatari alias Aquila di Fuoco (lo chiamerò così perchè altrimenti, il suo soprannome si confonde col mio!)! Kei è un ragazzo giapponese di origini russe: che posso dire di lui? Siamo praticamente identici, ma teoricamente opposti! Lui pensa una cosa, io penso l'opposto, ma alla fine finiamo per fare la stessa cosa! Bah... Kei è, senza ombra di dubbio alcuna, il ragazzo più bello della scuola! Sguardo alto e penetrante, occhi vermigli come il fuoco, da qui il suo nome e il suo soprannome (Kei= Splendore del Fuoco= Occhi di Fuoco). Ha un fisico davvero eccezionale: muscoloso ma non troppo, che sotto le sue magliette nere aderenti, si vede in tutto il suo splendore, come se si fosse ad un'esposizioni delle Bellezze-Naturali!!! Ogni ragazza della scuola sogna di fare ogni genere di porcata con lui (tutte negano, ma, quando Kei passa per i corridoi, hanno certe bavette alla bocca da far concorrenza ad un labrador!) e io non posso che essere d'accordo con loro: Kei Hiwatari è davvero bellissimo!!! Questo non gliel'ho mai detto, perchè sono l'unica a cui da retta e quindi, se sapesse che penso certe cose di lui, mi metterebbe a confronto con le ragazze-labrador e, nel convincerlo del contrario, finirei col passare alle mani (cosa che vorrei evitare perchè finirei con lo sfigurarlo!)! I suoi lineamenti duri e severi, in realtà sono una maschera per nascondere il suo tremendo passato da orfano... tutto questo a scuola! Qui a casa, è una persona normale: che litiga con Yuri, che fa incazzare me, che scopa con Rei  e via discorrendo... anche lui lavora: fa il buttafuori (motivo in più per stargli alla larga quando s'incazza!)! Tutta la scuola è terrorizzata dal nostro quartetto, anche se, in fondo, siamo io e Kei che reggiamo il moccolo: picchiamo, minacciamo, creiamo risse e casini vari! Siamo solo noi due, i veri teppisti (Rei e Yuri sono gli scagnozzi a seguito) e in più, Kei è il mio ragazzo... chi l'avrebbe mai detto, vero? Io, no davvero! Eppure non posso dire che non provo niente per lui, perchè sarebbe una fottuttissima minchiata del cazzo (leggi=bugia)! Lo amo... Non sono assolutamente romantica, intendiamoci: mi aspetto molto da lui! Però, come coppia-killer della scuola, non siamo niente male...  

La domenica è l'unico giorno libero per tutti noi, l'unico giorno in cui possiamo restarcene chiusi in casa.

-Iniziamo?-

Chiede impazziente. Di domenica abbiamo una cosa precisa da fare...  -Si, sarebbe meglio! Quali prendo?-

Mi chiede Rei, alzandosi dalla sua sedia.

-Boh... prendili tutti, poi decideremo quali usare...-

Rispondo vaga. Mentre Rei va in camera, Yuri si alza.

-Prendo l'affare...-

Dice e se ne va. Ringhio: l'hanno fatto apposta! Rei e Yuri se ne sono andati per lasciare soli me e Kei! Bastardi!!! Kei mi fissa, ed io mi sciolgo letteralmente: se non fosse contro tutti i miei principi, arrossirei pure! Aquila di Fuoco sorride.

-Sono contento...-

Rimango parecchio perplessa.

-In che senso, scusa?-

Kei sorride ancora e mi si avvicina. Rabbrividisco: che vuol fare?

-Ho detto che sono contento...-

-Non fare il coglione, Kei, e parla da persona normale! Dimmi perchè sei contento, senza inciampare in frasi collaudate o discorsi del cazzo!- Ridacchia e mi si avvicina ancora.

-Che caratterino...-

I nostri volti sono solo a qualche centimetro di distanza. Sono molto imbarazzata, lo ammetto, ma non lo darei a vedere neanche se mi pagassero fiotti di soldi! Non indietreggio di un passo, anzi, ricambio uno sguardo forte e sicuro. Kei dice.

-La tua reazione di poco fa, mi ha reso contento... quando ci hai riempito le palle di -Esatto!!!-...-

L'affermazione di Aquila di Fuoco, mi fa sgranare gli occhi.

-Ma cosa stai dicendo?!-

-Sto dicendo che sono contento, perchè sei gelosa!-

-Non è vero!!!!-

Lo dico, ma non ne sono molto convinta.

-Si che è vero! Non dimenticherò mai la faccia che hai fatto quando mi hai visto a letto con Rei...-

A quelle parole, la mia mano saetta sul suo volto, colpendolo con estrema violenza e rivoltandogli la faccia. Non sembra sorpreso, tutt'altro, è come se se lo aspettasse. I miei occhi arrabbiati, lo fissano con estrema ira. Senza voltarsi, mi chiede.

-Se non sei gelosa, allora perchè mi hai dato uno schiaffo?-

Adesso è lui a guardarmi fisso fisso.

-Perchè te lo sei meritato! ...e perchè ti amo...-

Mi sarei voluta sparare ad una gamba piuttosto che rispondere così: un risposta stupida, degna di me...

-Accidenti...!-

Fa lui, massaggiandosi la guancia.

-Mi ami proprio male!-

-Se ti amo così male, è perchè ti amo troppo...-

Sorrido e lo guardo: è vero, lo amo davvero troppo, ma allo stesso tempo, lo odio. Quello schiaffo, era un'appassionante bacio, per me. Quel pensiero contorto mi fece ridere. Kei mi fissò a bocca aperta.

-Tu che ridi? E' impossibile!-

-Chi ama tanto, crede nell'impossibile, o no?-

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** Licenziata ***


Comincio col ringraziare moltissimo chi ha commentato, sopratutto Mirtle che è stata molto sincera e mi ha fatto rileggere que

Comincio col ringraziare moltissimo chi ha commentato, sopratutto Mirtle che è stata molto sincera e mi ha fatto rileggere quello che avevo scritto con occhi diversi:

xMirtle: alzerò il rating della ficci, anche se poi ti accorgerai che il tutto prenderà una piega decisamente diversa; poi, i numeri, mi dispiace ^^" so che può dare fastidio, ma l'ho fatto per praticità, cerca di capire...il testo ijn grassetto ancora meno, nel senso che non pensavo potesse costituire un problema, ma se vuoi lo tolgo ^^ e metterò anche l'avvertenza yaoi, ma anche qui capirai che andando avanti non ce ne sarà bisogno ^^

Al contrario, grazie per i complimenti: mi hanno fatto piacere =^^=

xPoppy: quante domande, casa Poppy °° allora, iniziamo con calma: io muoio letteralmente per le KeixRei, ma questa ficci non lo sarà, ma non voglio aggiungere altri spoiler ^_- beh, a quanto pare sei rimasta un pò sconvolta per il fatto che Kei e Rei fanno sesso senza stare "ufficialmente insieme" e che Occhi di Ghiaccio si limita a sgridarli senza farmarli: semplicemente perchè è quello che fa anche lei ^^ cioè questi quattro ragazzi fanno sesso gli uni con gli altri senza farsi scrupoli morali, non collegando l'atto con i sentimenti. Non so se hai capito più o meno cosa volevo trasmettere, cmq capirai meglio più avanti nella storia, non preoccuparti ^o^

xPhoenix: questo vorrebbe essere il gruppo di tutte, penso, tra tre gnocchi, scoparseli sopra, sotto e di lato XD spero che continuerai a seguirmi =^^=

xJiulia89: grazie infinite Jiulia, mi ha fatto piacere quello che hai detto ^//^

E adesso passiamo al secondo capitolo: da qui in poi le cose cambieranno molto!

=^^=Ciauz=^^=

Chy-chan

 

 

Due giorni dopo fui licenziata. Una cosa davvero umiliante...

In pratica, il fast food dove lavoravo cambiò gestione da un giorno a un'altro, e io fui costretta ad andarmene. Eravamo fottuti. I soldi erano precisi precisi con quel cazzo di lavoro, e adesso che non ce l'avevo più, beh... sarebbe stato giusto andarmene e tornare a casa: restando, avrei messo in difficoltà anche gli altri e non volevo. Preparai le valige, con il cuore rigonfio di dolore: dopo tanti anni passati insieme, ho sempre pensato che, quando me ne sarei andata, l'avrei fatto finiti gli studi, laureata, affermata nel mondo del lavoro, con la certezza di trovare una casa migliore; ho sempre pensato che, quando me ne sarei andata, l'avrei fatto col sorriso sulle labbra, senza rimpianti. Ma mi sbagliavo...

Gli altri non c'erano. Avevo deciso di scrivergli una lettera e di andarmene, ma quando aprii la porta di casa per uscirne una volta per tutte, me li trovai davanti.

-Che intenzioni hai?!?!-

Mi urlò in faccia Yuri. Rei mi guardò preoccupato; ci pensò lui a spiegarmi il motivo di quella reazione, anche se avevo già capito...

-Abbiamo saputo che ti hanno licenziata... perchè non cel'hai detto?- Non risposi: cosa avrei potuto dire?! Mi feci forza.

-Non ha più importanza... me ne vado!-

Feci per oltrepassarli ed andarmene, ma qualcuno mi bloccò. Era Kei. -Te lo puoi scordare...-

Mi fece paura. Quel tono di voce, che di solito usava per spaventare i ragazzini, ora lo stava usando contro di me e mi spaventò: sembrava  che i suoi occhi volessero trafiggermi come lame di fuoco e bruciarmi dentro... una sensazione che non scorderò mai...

Yuri mi prese la valigia e la buttò attraverso la porta di casa, che volò fino al soggiorno. Kei mi trascinò con forza e Rei chiuse la porta di casa. Poi me li ritrovai tutti davanti a me, con sguardo assatanato. Cercai di sembrare risoluta e arrabbiata, ma non credo di esserci riuscita perchè Rei continuava a fissarmi con occhi pieni di compassione. Non mi piaceva la compassione, tanto meno la sua...

-Beh, si può sapere che volete?! Ho fretta!-

-... tu rimani qui...-

Sbiancai. Kei serrava i pugni e mi fissava, completamente irriconoscibile, ma non era l'unico...

-Kei ha ragione! Tu non ti muovi di qui, chiaro?!-

Mi voltai verso Yuri e lo guardai con sguardo noncurante.

-Ma cosa volete?! Che impiccioni... se voglio andarmene, non sarete di certo voi a fermarmi!!! E ora scusate, ma non voglio perdere il bus...-

Cercai nuovamente di alzarmi dalla sedia. Kei mi rispinse su di essa.

-Ho detto che tu rimani qui...-

-Cosa cerchi di fare, Kei?! Ho detto che voglio andarmene e me ne andrò!!!-

Mi alzai, dandogli uno strattone, e mi avviai alla porta. Ma questa era chiusa.

-L'ho detto e lo ripeto: tu rimani qui...- 

Quella situazione era terribile per i miei nervi:  per quanto mi sforzassi di non piangere, di restare calma e indifferente, ci riuscii ancora per poco...

-Adesso basta!!! Chi credete di essere per trattenermi qui?! Ho detto che voglio andarmene! Rei dammi la chiave!!!-

Allungai verso di lui una mano aperta, ma Rei non si mosse.

-Vuoi davvero andartene?...-

Strinsi i denti: dovevo resistere... non potevo cedere proprio ora... Certo che sarei voluta restare, era la cosa che più volevo al mondo, ma restando, sarei stata solo una palla al piede, per loro, e questo non l'avrei mai permesso: dovevo andarmene assolutamente!!!

-Ho-ho detto... ho detto di si...-

Non seppi resistere. Riuscivo a mentire benissimo ai compagni di scuola, agli insegnanti, ai miei genitori, perfino ad uno sconosciuto, ma con loro, la mia maschera di spensieratezze, durezza e "crudeltà" si frantumava come un vetro rotto... a loro non riuscivo a mentire... Sentii una lacrima percorrere la mia guancia calda, fino al mento e poi giù, fino alla linea del collo... la lacrima più lunga che avessi mai pianto... e niente era riuscita a fermare il suo percorso... la sento ancora, che bagna la mia pelle lungo quella linea ininterrotta...

-Accidenti...-

Mormorai, lasciando cadere la mia borsa a terra e strizzando gli occhi. Sentii un'altra lacrima e poi un'altra ancora... piangevo... Sentii qualcuno avvicinarsi a me e sollevarmi prepotentemente il viso. Kei...

-Dillo...-

Lo guardai dritto negli occhi. La sua stretta, sul mio volto, era ben salda quasi mi faceva male, ma non mi ribellai e neanche risposi.

-Dillo, ho detto...-

In quel momento pensai che Kei fosse l'essere più abominevole del mondo, e non perchè mi stava obbligando con la forza a restare, non perchè mi stringeva il viso facendomi male, e neanche perchè, nonostante piangessi disperata, il suo volto restava impassibile; lo pensai perchè aveva rotto lui, la mia maschera di vetro, e non solo l'aveva rotta, ma fatta a pezzi, in frantumi, senza pensare minimamente ai miei sentimenti... anche se, in realtà, i miei veri sentimenti erano proprio dietro quella stramaledetta maschera!!!

-Io... io... io rimango qui...-

Bisbigliai, tra le lacrime. Che cosa umiliante...

-Non quello, stupida... dì quello che vuoi!-

Singhiozzai ancora. Non ce la facevo più! Non avevo più intenzione di andarmene: l'unica cosa che desideravo era che quella schifosissima e umiliante situazione finisse il più presto possibile!!! Con un gesto della testa, mi liberai dalla forte presa di Kei e voltai lo sguardo, sibilando.

-Io voglio rimanere qui...-

Non lo vidi, ma sentì indistintamente Kei sorridere. Poi le sue braccia mi accolsero ed io, finalmente, potei sfogarmi con libertà... piansi... Piansi per quel cazzo di lavoro e tra le lacrime imprecai contro quel coglione del mio ex-datore di lavoro; piansi per il mio carattere forte, che tanto forte non era, perchè non riusciva a vincere contro l'affetto  che provavo per quei tre coglioni, e l'amore e l'odio assolutamente impareggiabili che provavo per Kei... piansi e basta...

-Abbiamo passato il provino...-

Spalancai gli occhi, sentendo quelle quattro incredibili parole: ABBIAMO-PASSATO-IL-PROVINO... ce l'avevamo fatto... non ci potevo credere... le possibilità di passarlo erano quasi nulle, visto che milioni di gruppi vi avevano partecipato, ma noi... NOI avevamo vinto... mi staccai prepotentemente da lui e lo fissai, furiosa. Kei aveva fatto tutto secondo un piano prestabilito: mi aveva trattenuta lì con la forza per farmi saltare i nervi, mi aveva costretto a dire la verità, a far cadere la mia maschera ed a piangere come uno di quelli stupidi primini del cazzo che ci divertivamo a far scappar via!!! Sapeva che se avesse detto subito il risultato del provino, sarei rimasta con quella scusa, ma no! Kei voleva che ammettessi di voler rimanere lì con loro, senza nessun secondo fine! Che brutto bastardo... Lo guardai, furiosa.

-Sei un bastardo!!!-

Il mio tono era, si, offeso, ma anche un pò scherzoso... 

Yuri e Rei sorrisero e mi si avvicinarono. Il russo mi scompigliò affettuosamente i capelli e Rei mi abbracciò, lasciando che consumassi tra le sue braccia, le mie ultime lacrime amare e le mie prime lacrime di gioia...

 

Continua...

 

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Capitolo 3
*** Ballo sincronizzato ***


Recensite, mi raccomando ^O^

xRiyu: ma mi hai riconosciuto vero? O.o No, perchè sai mi sa che non hai capito proprissimo chi sono ^^" cmq, esatto, una storia con l'infiltrato +.+ ti ricorda qualcosa, per caso? +o+

Ehi raga, ma lo sapete che oggi c'è Yu gi oh e Rossana??? °.° Apparte il prima che da adesso vedrò perchè mi pulula tanto di yaoi *çç* ma il secondo, che mi ha accompagnato per tutta la mia infansia çç sarebbe quasi da registrare ^_^ mi ricordo che alla fine m'incazzai di brutto perchè vidi tutte le puntate almeno un milione di volte e alla fine mi persi l'ultima >< da spararsi sul momento, vi giuro, una rabbia!! >o<

Va beh, ma adesso mi rifaccio *o* ehi, che fate ancora qui a leggere le mie corbellerie: leggete la ficci! E commentate ^_-

=^^=Ciauz=^^=

Chy

 

Terzo capitolo

Abbiamo passato il provino

 

Ma che provino era? E perchè ne ero tanto felice? Ora vi spiego tutto!

Dovete sapere che, ogni domenica, noi quattro ci esercitavamo per superare questo provino di canto. Sembra strano, vero? Cantare è un'arte per sensibili e non per teppisti come noi, eppure...

La nostra specialità non è il canto in se per se, ma i movimenti: ogni domenica ci esercitevamo per ballare tutti e 4 sincronizzati; sembra una cosa stupida, ma è parecchio difficile riuscirci! La nostra arte del del canto è chiamata semplicemente Canto Sincronizzato, cioé premette che un gruppo di cantanti, cantino e abbiano anche gli stessi e medesimi movimenti mentre ciò avviene; non occorre avere una vera e proprio coreografia, basta fare gli stessi movimenti, anche i più semplici e insignificanti, come piegare la testa, muovere le dita, rivolgere il proprio sguardo verso un punto. E in questo, devo dire, siamo i migliori! Ma non avrei mai immaginato che superassimo il provino, questo vuol dire che ho di nuovo un lavoro!!! Che bello! Sarà un lavoro davvero duro e difficile, che ci prenderà un sacco di tempo, ma abbiamo fatto una scelta: quei tre scemi, a mia insaputa, si sono licenziati! All'inizio avrei voluto strozzarli, ma poi ho concordato con loro: dovremmo dare davvero il massimo, tutti noi stessi in questo nuovo lavoro! Ero nervosa: pensavo che mi sarei massacrata!!!

Cominciammo a lavorare quasi subito e fu dura. Parecchio dura.

I nostri colleghi erano tutti quanti grandi promesse e lavorare in una grande compagnia musicale comportava una competizione mostruosa! La cosa positiva era che si lavorara solo la mattina, e il pomeriggio l'avevamo libero, ma non ho ancora finito: ci pagano un casino di soldi!!! Certo, non siamo ancora milionari (e per ora, niente piscina in casa!), ma, rispetto a prima, è molto, molto, molto, ma molto meglio! Mangiamo decentemente, possiamo vedere la Tv abbastanza spesso, abbiamo un sacco di vestiti nuovi e possiamo comprarci tutto il detersivo che vogliamo!!! Solo ad una cosa non abbiamo voluto rinunciare: il nostro benamato letto matrimoniale! E' molto vecchio, ma ci siamo troppo affezionati per rinunciarci, anche se fosse per uno più largo, morbido, spazioso e comodo; è sempre stato simbolo del nostro legame e non l'avremmo cambiato per niente al mondo!

Le settimane passarono imperterrite, e noi cercavamo di abituarci a quell'agevole situazione, troppo agevole per noi, poveri universitari... Quella mattina mi svegliai male, come sempre di recente. Mugolai infastidita e mi alzai dal letto; di mattina non me ne fregava niente degli altri anzi, meno parlavano e meglio era per loro.

-Occhi di Ghiaccio... stai bene?-

Mi strofinai gli occhi, scocciata, e mi voltai verso chi aveva parlato.

-No! E non parlarmi! Inizio a ragionare da persona civile dopo le dieci e mezzo circa, e questo lo sai benissimo anche tu!!!-

Sbattei la porta del bagno, lasciando Yuri alquanto perplesso. Alzarmi a quell'ora era un incubo per me, anche se erano solo le sette e mezzo...

Mi sciacquai la faccia. No, non ce la facevo proprio!

Andai in cucina e me li ritrovai davanti, stranamente sereni. Questo riuscì solo a innervosirmi ancora di più...

-Ehilà! Bensvegliata!-

Mi salutò allegramente Rei. Feci una smorfia.

-Lasciala stare! Non è l'orario adatto...-

Mi sedetti, rincuorata dalla voce di Kei: avevo accettato che lui fosse ufficialmente il mio ragazzo anche, e soprattutto, perchè riusciva a capirmi benissimo, in qualsiasi situazione mi trovassi, ma, nonostante questo pensiero, il mio nervosismo rimase tale e quale.

Rei guardò Kei, poi rivolse quello stesso sguardo verso di me e disse.

-Stai bene?-

Strinsi i denti. Non aveva ancora capito?! Dopo tutti gli anni che avevamo trascorso insieme, non aveva ancora capito che quella frase, detta soprattutto di primo mattino, era una cosa che proprio non sopportavo?!?! E poi perchè tutti mi facevano 'sta cazzo di domanda,  pur sapendo già la fausta risposta?! Che strazio...

-No! E smettetela di chiedermelo!!!-

Sapevo di essere abbastanza stronza (dopottutto loro cercavano solo di essere gentili!), ma vedermi fare la Figlia-dei-Fiori di mattina presto era come vedere un gatto fare nuoto sincronizzato nel lago Baijkla (lago Russo perennemente ghiacciato -me ne ha parlato Yuri-)!!!! Avevano cominciato a fare i "preoccupatosi" da quando stavo per andarmene e scoppiai a piangere... forse hanno cominciato a capire che sono una persona normale, che può soffrire e offendersi o magari piangere dal dolore e dalla gioia?! Si, è abbastanza bello, ma non vorrei che poi comincino a considerarmi una ragazza normale! Sarebbe il più grande errore della loro vita...

-Sbrighiamoci... altrimenti faremo tardi!-

Disse Yuri, alzandosi dalla sua sedia e sistemandosi il giubbotto. Facemmo così anche io, Kei e Rei, e uscimmo di casa. Mentre stavamo camminando verso la sede della nostra compagnia, Yuri mi guardò serio e poi mi disse.

-Occhi di Ghiaccio... devo chiederti una cosa molto importante...-

Tutti noi ci fermammo curiosi. Kei mise il broncio: non gli piaceva quando Lupo della Steppa si atteggiava a ragazzo-molto-serio-con-a-cuore-la-mia-persona! Rei ci fissava, perplesso. Io annuii, tranquilla.

-Stai bene?-

Il suo tono fu molto ironico e scoppiò a ridere quando vide la mia faccia furiosa. Non ero davvero arrabbiata, ma se non avessi reagito così, non avrei ricalcato il mio copione, e questo non me lo permisi... 

 

Continua...

 

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Capitolo 4
*** Il passato di Occhi di Ghiaccio ***


Un tempo vivevo con i miei genitori

Un tempo vivevo con i miei genitori. Non li ho mai potuti vedere, soprattutto mia madre. Era pazza, nevrotica. Forse in passato era stata una brava donna, ma per quanto la conoscevo io, non c'era essere più abominevole: mi trattava male, mi picchiava senza motivo quando era di cattivo umore, e quando era di buon umore, mi ignorava semplicemente. Non so se lo faceva apposta. Spero di no. Fatto sta che non l'ho mai potuta vedere, questo anche grazie al mio carattere ribelle e intollerante. Mio padre è sempre stato una non-presenza per me.          Viveva la sua vita, come se non avesse una figlia. Dalla mattina alla sera, non ci parlavamo, non ci guardavamo, non mangiavamo alla stessa tavola: vivevamo nell'ignorarci. La cosa mi fece molto male, quando ero più piccola, lo cercavo, lo volevo, volevo un padre come quello delle mie amiche, ma non lo ebbi mai e alla fine, feci il suo stesso gioco, imparando a fare a meno di lui. Mia madre, invece la odiavo proprio. Quando mi guardava, dalla sua bocca uscivano parole più velenose e sprezzanti dell'acido: diceva che dovevo essere come le mie amiche, che stavo troppo tempo in casa, che mi stavo ammalando mentalmente. Ancora ricordo i suoi occhi, sicuri di quelle affermazioni, che mi fissavano pieni di finta preoccupazione, mentre diceva che mi stavo ammalando perchè, da come la vedeva lei, non ero come le mie coetanee, che ero troppo troppo strana per essere sana. Mi portò dal medico una quantità incontabile di volte, ma il resoconto era sempre lo stesso.

-Sua figlia è sana come un pesce, signora!-

Non ci ha mai creduto. Non ci volle molto che cominciai a nutrire rancore verso di lei, che non accettava la mia diversità interiore, più maschile. Un giorno è venuta anche a dirmi che, secondo lei, ero lesbica. Non ce la facevo più. Quella era una vera tortura per me, non riuscivo più a guardare mia madre negli occhi, senza vedere solo una persona che aveva compassione per me. Fu da quei giorni che cominciai a odiare la compassione degli altri. Di mia madre, che non capiva un cazzo di me. Di mio padre, che ascoltava rapito i racconti di mia madre, come se la protagonista di quelle storie fosse la vicina di casa e non io. Delle mie compagne, che mi facevano falsi sorrisi di apprezzamento, sotto ordine delle professeresse. Tutta questa compassione mi portò ad essere più forte, mi portò ad avere molta fiducia in me. Non ho mai pensato di essere malata mentalmente o di essere lesbica. Forse all'inizio lo feci per ripicca a quelle incredibili affermazioni che tutti facevano su di me, come se volessi pensare in modo diverso da tutto quel greggie; ma col tempo, la mia ripicca divenne una vera e forte convizione. Io non era malata, non lo ero mai stata. Erano "loro" ad avere torto, ed anche se "loro" erano la stragrande maggioranza, la mia convizione rimase tale e lo è tutt'oggi, senza rimpianti.

Fu quella sera di 3 anni fa, che me ne andai. Non ricordo di preciso che cosa avevo fatto, l'unica cosa che eleggia viva più che mai nella mia memoria, è il modo in cui mia madre mi aggredì. Quella sera, dalle sue labbra uscirono tante di quelle cose impronunciabili che, nonostante mi piaccia bestemmiare come mangiare il budino al cacao, non ripeterei neanche se mi pagassero a fior di quattrini. Tra le urla di mia madre, sentì una cosa che mi colpì davvero violentemente: scoprii che non ero attesa. Quando fui concepita, i miei genitori non avevano affatto intenzione di concepirmi, ma di scopare e basta! Nella rabbia ceca delle sue parole, mi sentii paragonata ad uno sbaglio... ecco che cosa ero sempre stata per tutti loro: uno sbaglio, un errore... un solo futtittissimo errore! Il motivo della mia nascita? Beh, se non mi sbaglio gridò chiaro e tondo che se mio padre non avesse usato un preservativo bucato, a quest'ora la mia infausta presenza non sarebbe mai esistita! Un preservativo bucato... bel modo di venire al mondo... Presi e me ne andai. Quella notte stessa. A loro non importò niente, anzi meglio così: una bocca in meno da sfamare! Tanto ero da poco maggiorenne e quello che poteva succedermi, da quel momento in poi,    erano solo cazzi miei. Non mi ricordo neanche quanto camminai, quella notte, senza un posto dove andare, completamente sconvolta. Ricordo solo che, tra le lacrime mute che sgorgavano copiose dai miei occhi, vidi il paesaggio tetro di un parco pubblico. Mi sedetti su di una panchina e mentre cercavo di asciugarmi inutilmente le lacrime, vidi qualcuno sedersi accanto a me e guardarmi.

-Che stupida...-

Alzai il mio peggiore sguardo sulla figura di un ragazzo bellissimo e dagli occhi rossi come il sangue...

-Come ti permetti di chiamarmi stupida, stronzo! Non mi conosci neanche!!!-

Sorrise. Quella reazione, aizzò ancora di più le miei ire contro di lui.

-Chiunque pianga è un'emerito stupido... e da come hai reagito, suppongo che anche tu ti senta una stupida, a piangere così, signorina Occhi di Ghiaccio...-

Arricciai il naso. Com'è che mi aveva chiamato?

-Io non sto piangendo!!! Sto solo versando lacrime: è diverso!-

Ribattei decisa. Non era una cazzata uscita dal nulla, era una delle mie convinzioni più profonde. Una persona può piangere senza versare neanche una lacrima e quello si, era da stupidi! Ma quello che facevo io, era il contrario: le lacrime che scendevano dai miei occhi erano mute, cioé accompagnate solo dal silenzio; infatti non stavo singhiozzando, ne mugulando o robe simile. Solo le mie lacrime mute esternavano il mio dolore e quello era, secondo me, l'unico modo di esternare il proprio dolore senza sembrare un'emerita stupida. Avevo sempre fatto così e quel tipo non mi avrebbe fatto cambiare idea!

Non mi aspettavo che capisse (nessuno al mondo lo aveva fatto), quindi aspettai una sua battuta sarcastica o una risata fredda e pungente, ma lo sentii solo sospirare.

-Hai ragione Occhi di Ghiaccio, scusa...-

La sorpresa crebbe in me come mai mi era successo: mi aveva capito!? Mi aveva dato ragione!? Mi aveva chiesto scusa!? Ma chi era quello? E poi, perchè continuava a insistere con quel nome ridicolo?!

-Perchè mi chiami così?! Anch'io ho un nome sai?!-

Lui rise, ma non scorsi alcuna malizia in quel gesto.

-Il tuo sguardo è freddo e duro come il ghiaccio... e qualunque sia il tuo vero nome, penso che continuerò a chiamarti così... mi piace...-

Rimasi immobile. Mai mi ero sentita così confusa: che dovevo fare?! Che dovevo dire?! Come dovevo rispondere a quelle ambigue affermazioni?! Come dovevo comportarmi con lui?! Non lo sapevo...

-Ma forse...-

Continuò il ragazzo, imperterrito.

-... quello che più manca ai tuoi occhi è... un pò di calore...-

Colpita da quelle parole, mi voltai verso di lui e dai suoi occhi vidi nascere e crescere una fiamma, rossa e rovente... rabbrividii...

-Mi chiamo Kei Hiwatari... ma tu chiamami soltanto Kei...-

Sorrise ancora ed io sentii un bel tepore invadermi...

E fu così che conobbi Aquila di Fuoco... fu lui, in realtà, quella stessa

notte, ad affibbiarmi quello stupido soprannome, anche perchè, tutt'ora, non sa quale sia il mio vero nome. Gli altri lo sanno, lui no...

E' stato grazie a lui che trovai la forza di reagire, a quel tempo. Da quel giorno fino ad oggi, non ho più rivisto i miei genitori e spero vivamente di non rivederli mai più, perchè, soltanto lasciandoli, ho capito cosa volesse dire ricevere affetto e fiducia, cosa volesse dire stare intorno a persone che, nonostante la diversità, cercano di capirti senza crederti malata o lesbica: soltanto lasciandoli ho capito cosa volesse dire vivere.

 

Continua...

Ringrazio tantissimo chi ha commentato =^o^=

Chy

 

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Capitolo 5
*** Passato di Aquila di Fuoco ***


Non ricordo il motivo che mi spinse verso quei vecchi e "tragici" ricordi del mio passato, ma era proprio a mia madre che pens

Non ricordo il motivo che mi spinse verso quei vecchi e "tragici" ricordi del mio passato, ma era proprio a mia madre che pensavo, mentre m'incamminavo verso la sede della mia compagnia.

-Perchè sei così giù? Non te la sarai presa per la mia innocente battuta di poco fa, spero...-

Alzai lo sguardo e cominciai a fissare Lupo della Steppa: era raro vederlo serio, e per me era sempre un piacere potergli dire...

-Sei molto gentile Yuri, ma non è per colpa tua che sono pensierosa...-

Rei venne incuriosito dalla nostra conversazione. Mi si avvicinò.

-E perchè lo eri?-

Sorrisi. Rei mi guardava con quegli'occhi curiosi e timidi: era dolcissimo! Abbassai lo sguardo. Dopottutto perchè mentirgli...

-Pensavo a mia madre...-

Kei, che ci camminava davanti, si fermò di colpo, costringendoci a fermarci a nostra volta. Si girò lentamente, con uno sguardo davvero spaventato in volto. Si avvicinò velocemente a me e mi strinse forte.

-... mi dispiace tanto...-

Quel sussurro e quel gesto, mi toccarono il cuore, commuovendomi. Gli misi una mano tra i capelli e lo accarezzai, come se fossi io a doverlo consolare. Tigre Bianca ci fissava, preoccupato.

-Kei... non ti preoccupare... va tutto bene...-

Non sapevo che altro dire. Sentii le lacrime pungermi gli occhi, ma seppi resistere: sapevo perfettamente che Kei stava pensando a sua madre. Forse non avrei dovuto ricordargliela in modo così brusco, ma non avrei mai pensato che avesse quella reazione.

Mi si attanagliò il cuore. Sentivo di averlo ferito profondamente.

-... mamma...-

Incredula per quello che avevo appena sentito, lo costrinsi ed alzare gli occhi: Kei non poteva aver detto "mamma"! Ma che gli era preso?

Lo vidi chiudere gli occhi per non incrociare il mio sguardo, ma piccola e distinta, una lacrima gli rigava il volto. Ero sconvolta.

-Kei...!-

Yuri si avvicinò a noi e lo vidi mettere una mano sulla fronte di Aquila di Fuoco. Mi spaventai quando ritrasse la mano alla svelta, dicendo.

-Scotta!-

Neanche un secondo bastò, che Kei scivolò via dalle mie braccia, privo di sensi. Rei e Yuri lo afferrarono al volo. Vedendolo bene, notai le sue guancie rosso intenso e il suo respiro affannoso. Doveva avere la febbre alta: ma come avevo potuto non accorgemene?! Che razza di persona ero?! Troppo egoista e presa da me stessa e dai miei pensieri per non accorgermi che il ragazzo a me più vicino stava così male?!?! Fino ad allora, non avevo mai pensato di essere così stupida...

 

Tornammo immediatamente indietro. Chiamammo il "boss" per digli che non saremmo potuti venire. Quello stronzo però, disse che almeno 2 di noi dovevano raggiungerlo, altrimenti, sayonara lavoro...

Io e Yuri avevamo deciso che era meglio lasciare Rei con Aquila di Fuoco, perchè era molto più adatto di noi a prendersi cura di lui, e poi  anche il cinese era d'accordo. Stavamo ormai per andarcene, quando sentimmo un piccolo sussuro.

-Aspettate...!-

Da davanti alla porta, io e Lupo della Steppa ci voltammo. Era Kei. Si era risvegliato e si stava avvicinando a noi. Rei cercò di trattenerlo.

-Fermo Kei! Non fare lo stronzo e rimettiti a letto: hai la febbre alta!-

Aquila di Fuoco non lo prese nemmeno in considerazione. Mi si avvicinò e si aggrappò al mio braccio, poco prima di crollare a terra; ma questa volta riuscii ad afferarlo in tempo. Mi guardò negli occhi.

-Resta qui...-

Quegl'occhi mi trasmisero tutta l'angoscia di Kei e tutta la sua debolezza. Erano bellissimi, anche se a mezz'asta e stanchi: adesso che  li guardavo bene, i suoi pozzi di lava fusa, erano lucidi e chiari... Davvero bellissimi... mi supplicò, con lo sguardo più che con le parole e io non potevo restare indifferente a quella dolce richiesta d'aiuto...

-Va bene, resterò io... adesso però torna a letto!-

Sorrise, felice, e si fece riaccompagnare a letto da Tigre Bianca.

-Niente di personale, Rei...-

Sussurrò Kei all'amico. Il cinese sorrise a sua volta e scosse il capo.

-Non importa, ti capisco... però...-

Mentre mi toglievo il giubbotto, ascoltavo di strisco quella curiosa conversazione, e lo stesso stava facendo Yuri, da dietro la porta. Tigre Bianca non continuò fino a quando Kei non si fu completamente adagiato sul divano, sotto le coperte: anche lui guardava l'amico, perplesso, aspettando la conclusione del discorso. Rei concluse acido.

-Però non ti fare illusioni... Occhi di Ghiaccio non potrà mai prendere il suo posto... è morta e nessuno potrà sostituirla!-

Kei sgranò le palpebre e spalancò la bocca, incredulo.

-Ma... ma Rei...! Ma cosa stai... ?!-

Senza potergli dare il tempo di reagire, Rei continuò, inesorabile.

-Kei, lei non è la madre che ti ha abbandonato...-

Yuri abbassò lo sguardo, come se non avesse voluto sentire quelle parole pungenti. A me si contorsero le budella: che senso avevano quelle parole?! Perchè Rei aveva detto quelle cazzo di parole?! Ma non pensava a Kei?! Già stava male fisicamente, perchè voleva farlo stare male anche nel cuore?! Bisognava essere proprio bastardi!!!

Quando mi voltai, lo guardai con estrema rabbia: avremmo fatto i conti dopo... prese il suo giubbotto e uscì, insieme a Yuri, in fretta.  Rimasi immobile, davanti all'ingresso. No, non ne avevo il coraggio... non riuscivo a trovare il coraggio di alzare gli occhi e guardare Kei... non ci riuscivo... ma, a quanto pare, la cosa gli era abbastanza palese.

-...hai paura di guardarmi?-

Mi morsi il labbro. Lentamente alzai gli occhi per incrociare i suoi... Kei mi guardava tranquillo e mi sorrideva. Nonostante tutto, però, quella maschera di tranquillità era mal interpretata, perchè, personalmente pensavo che Kei potesse nascondere con molta più facilità  la sua enorme angoscia, ma evidentamente ora era al limite.

-Kei smettila, ti prego... non voglio che tu finga... non con me...-

Il sorriso del ragazzo, a quelle parole, si increspò e i suoi occhi, da lucidi per la febbre, cominciarono a diventar lucidi per le lacrime che cercava invano di trattenere in essi. Mi faceva davvero pena...

-O-Occhi di Ghiaccio...-

Ruppe un singhiozzo mentre con una mano si copriva il viso, inondato di lacrime. Mi avvicinai a lui e lo strinsi forte a me. Era sempre così...

Era sempre così quando si parlava di sua madre: Kei non riusciva a controllarsi e se non si sfogava piangendo, era il suo fisico a crollare.

Solo una volta è riuscito a raccontarci di chi era stato e di che cosa avesse fatto, prima di incontrarci. Non fu una bella storia, anzi...

Beh, insomma, voi che avreste fatto se avessero ucciso vostra madre (a suon di botte, notate bene) davanti ai vostri occhietti da bambino di neanche 7 anni?! Non credo che sarebbe un bel ricordo, dico bene? Bene, e se vi dicessi che è proprio quello che successe a Kei? ...

Fu una brutta faccenda, anche se non c'è molto da dire: suo padre era un alcolizzato. Sua madre, una sera, cercò di fermarlo e ci rimise la vita. Kei fu l'unico testimone oculare della vicenda... un bambino di 6 anni... rimase profondamente segnato da quell'episodio, tanto che, da quel giorno, Kei, non si fidò più di nessuno. Fu costretto ad abitare col nonno, che lo trattava manco fosse un'oggetto, e questo non fece altro che accrescere l'indifferenza e la sfiducia di Kei verso le persone. Pensava che non ci sarebbe stato nessuno disposto ad afferrare la sua mano, tesa in segno di aiuto e in cerca di libertà...

Dopo tanti anni, riuscì finalmente a trovare 2 persone in grado, non solo di afferrarla (quella mano), ma anche di stringerla forte, e pronte a far ricorso a tutte le loro forze, pur di tirarlo su e di farlo reagire. Quelle 2 persone erano Rei e Yuri, e tutti e tre erano dei miseri quattordicenni. Kei scappò via con loro e da quel giorno iniziò la loro avventura, alla ricerca di un lavoro, di un posto dove vivere, di un pò di soldi per arrivare alla fine del mese e pagarsi gli studi, mai interrotti (nonostante le vicende drammatiche che tutti noi abbiamo dovuto subito, avere la forza di continuare una cosa pallosa come lo studio, io l'ho considerato un vero e proprio miracolo!) insomma, da quel giorno di 3 anni fa, iniziò la loro avventura. La mia, con loro, iniziò pochi mesi dopo, quando incontrai Kei al parco. Per un lungo periodo non mi volle dire perchè mi si avvicinò, quella notte, ma poi, guardando una foto di sua madre, capii: eravamo identiche, due goccie d'acqua (apparte l'età, s'intende)! Rei non ha mai visto di buon occhio le fasi in cui Kei si aggrappava a me, in cerca di calore e conforto "materno"; secondo lui, Kei si sta illudendo che sua madre sia ancora viva, in me, e troppe volte mi scambia per lei. Forse ha ragione, ma non sono pienamente convinta: secondo me, Kei, pensa che io sia una specie di "angelo" mandato da sua madre per proteggerlo al suo posto, il che, a mio parere, è accettabile. Rei è troppo severo a volte con lui; in fondo, tutto si può accettare, ma niente si può dimenticare...

E' ha questo che sto pensando, mentre lo cullo tra le mie braccia e lui sfoga il suo pianto disperato. Espressi ad alta voce quello che pensavo.

-... niente si può dimenticare...-

Come se fosse stato un rimprovero, Aquila di Fuoco rispose, burbero.     

-Ma io lo vorrei!!! Vorrei non ricordare più il sangue di mia madre sul pavimento della cucina! Vorrei non ricordare più le sue urla! Vorrei non ricordare più il volto disperato, mentre mi guarda in cerca di aiuto! Aiuto che io, stupido, cretino, bastardo e stronzo non gli ho dato! Vorrei... vorrei davvero dimenticare tutto, ma non ci riesco...-

Lo strinsi con più forza a me e gli baciai la fronte umida e calda. Dissi.

-Non potevi fare niente per lei... e poi, smettila di ricordare queste cose spiacevoli... ci sono delle cose di tua madre che ti piacerebbe ricordare? Cose molto più piacevoli?-

Chiesi, cercando di essere più gentile che potevo. Non volevo sembrare ridicola, ma cercavo, come potevo, di farlo star meglio.

-Si... il suo profumo mi piaceva... qualunque cosa indossasse, la sua pelle profumava di vaniglia... era un profumo così dolce...-

Kei sorrise, mentre una lacrima malinconica scivolava sul suo bel volto. Lentamente abbassò le palpebre e scivolò tra le mie braccia, sospirando serenamente. Si era addormentato. Sorrisi, felice e lo coprii con una coperta; andaii in cucina e cominciai a preparare degli impacchi di acqua fredda. Ero felice di aver potuto far qualcosa per lui (cosa molto rara) e, mentre preparavo gli impacchi, cominciai a studiarmi il discorsino da fare a quello stronzo di Rei: oggi non l'avrebbe passata liscia! Gliene avrei dette di tutti i colori! Ridacchiai. No, anche se ci pensavo, non riuscivo proprio ad arrabbiarmi. Ero troppo felice per Kei, per arrabbiarmi ancora, ma, tra me e me, mi ripromisi che, la mia prossima arrabbiatura, l'avrei sfogata su di lui.

 

Continua...

 

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Capitolo 6
*** Il passato di Tigre Bianca ***


Quando Rei e Yuri tornarono a casa, avevano un'aria davvero stravolta

Quando Rei e Yuri tornarono a casa, avevano un'aria davvero stravolta. Quest'ultimo si buttò sul divano, accanto a Kei e lo fissò.

-Ora stai meglio, pulcino malato?-

Kei arrossì impercettibilemnte, al sentirsi chiamare in quel modo ridicolo, ma non se la sentì di rispondergli male (suppongo per il fatto che Yuri abbia lavorato come un mulo, al posto suo); si limitò ad avvicinarsi a lui, coprendolo con un'altra coperta e sorridendo.

-Pensa a te, piuttosto, Lupo della Steppa dei miei stivali! Stai congelando...-

Anche Yuri sorrise e si accoccolò sotto le coperte, al calduccio. Sorridendo, mi voltai verso Rei: dopotutto, noi due, avevamo un conto in sospeso! Ma, con mia grande sorpresa, mi resi conto che Tigre Bianca non era nella stanza. Eppure mi era lì, poco fa...

-Yuri, dov'è andato Rei?-

Chiesi, rivolta al moscovita. Lui, in risposta, alzò le spalle, infastidito. Capendo chiaramente che da lui non avrei avuto nessuna risposta, mi incamminai verso camera nostra, alla ricerca del cinese. Quando vi entrai, la luce era spenta e mi ci volle un pò per abituarmi a quel buio; non appena ci riuscii, vidi la sagoma di Rei a sedere sul pavimento, piegata su se stessa. Mi avvicinai lentamente.

-Rei...?... va tutto bene...?-

Era una domanda stupida, perchè anche un bambino avrebbe capito che non stava bene. Ma cosa ci stava succedendo in quel periodo?! Prima io, poi Kei, adesso Rei! Ma basta!!! Ci mancava solo Yuri e avremmo fatto tombola! Sperando che non fosse nulla di grave, mi sedetti davanti a lui e attesi una sua risposta. Non attesi a lungo...

-N-non ce la faccio... sono troppo debole... per riuscirci...-

Non mi sorpresi più di tanto: Rei non faceva altro che autodeprimersi per via di quella faccenda con la sua famiglia. Si sentiva debole, inutile, inadatto a tutto, sempre fuori luogo e via di scorrendo...

-Per riuscire a fare cosa, Rei...?-

Chiesi, titubante. La sua risposta mi colpì: me ne aspettavo una più generica, tipo -Tutto...- o magari -Per riuscire ad andare avanti...-, invece alzò lo sguardo e mi disse.

-Non sono in grado di essere gentile Kei... lo faccio sempre stare male... riesco solo a farlo pensare a sua madre e a farlo soffrire...-

Singhiozzò. Era da quando stavo lì, davanti a lui, che singhiozzava. Non ebbi neanche il tempo di parlare, che Rei proseguì.

-... il fatto è che... volevo fargli capire, quanto era stato fortunato, ad avere una madre che... che... che gli voleva bene...-

Mi sentii incupire. Capivo cosa volesse dire Rei. Capivo benissimo cosa significava venir ripudiati dalla propria famiglia. E non valer niente per loro. Lo capevo anche troppo bene, purtroppo...

-So che vuoi dire...-

Tigre Bianca alzò ancora gli occhi su di me e mi guardò. Non seppi interpretare quello strano sguardo, forse pensava di avermi ferito...

-M-mi dispiace... non volevo fare soffrire anche te...-

Ecco, lo sapevo! Mai una volta che Rei pensi a se stesso, che faccia il bastardo e/o l'egoista. Il problema è che è troppo buono!

-Non dire sciocchezze, io sto benissimo! Sei tu quello ferito, non io... smettila di pensare agli altri, pensa a te stesso! ... sai, a volte, per non soffriere troppo, puoi anche essere agoista...-

Questa volta fu lui a sgranare gli occhi, e lo fece con una tale rapidità che una lacrima sfuggì alla salda stretta del suo orgoglio e gli rigò il volto. Le sue labbra iniziarono a tremare...

-D-davvero...?-

Una piccolissima luce di speranza, illuminò il suo sguardo. Gli sorrisi.

-Ma certo...-

Anche lui accennò un sorriso. Sembrava un piccolo bambino indifeso! Davvero dolcissimo... con quel sorriso innocente che accendeva i suoi occhi di una luce nuova, più bella e luminosa. Eppure, anche lui era reduce di un passato crudele, che continuava a tormentarlo tutt'ora. Era nato in un miscolo vollaggio, sui monti della Cina, dove la disciplina e le regole erano la cosa più importante. Rei era troppo piccolo, a quel tempo, per capire il significato della parola "proibito" e bastò un solo passo falso, che i suoi genitori lo ripudiarono e lo cacciarono via. A 9 anni. Non ci ha mai voluto dire cosa avesse fatto. Forse pensa che, se noi lo venissimo a sapere, lo ripudieremmo come la sua famiglia. Che stupido...

-Q-quella volta... io ho...-

Rei stava cercando di dirmi qualcosa. Forse il motivo del suo ripudio?

-Cosa? Io cosa? Coraggio Rei... non avere paura, non ce n'è motivo...-

Si asciugò le lacrime. Si stava tranquillizzando, ma non riusciva ancora a guardarmi negli occhi. Attesi una sua risposta.

-C'era... u-una ragazza... io... io l'amavo... e anche lei... ma... ma quando seppero dei nostri sentimenti... ci dividero e mi cacciarono...-

Sgranai gli occhi. Non era possibile!!! Per 'sta cazzata avevano abbandonato loro figlio?!?! Ma che razza di persone erano?!?!?!

-Per una storiellina tra bambini???? Stai scherzando, vero?!?!-

Altre due lacrime scesero lungo il volto di Rei, che scosse il capo. Stavo per ribattere, con rabbia, quanto le regole del suo cazzossissimo villaggio fossero solo minchiate, ma, incrociare il sguardo, mi frenò. Mi supplicava. Mi stava supplicando di non dire niente. Io sospirai. Mi avvicinai a lui e lo strinsi a me. Forte. Fortissimo. Più forte che potei. Tigre Bianca si aggrappò spasmodicamente alla mia maglietta, stringendola talmente forte da farsi sbiancare le nocce. Pianse...    

 

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Capitolo 7
*** Passato di Lupo della Steppa ***


Quella sera, mi ritrovai in camera a pensare a quella triste situazione

Quella sera, mi ritrovai in camera a pensare a quella triste situazione. Non avrei mai pensato che Kei e Rei potessero reagire in quel modo, disperarsi e piangere, essere deboli. Rabbrividii a quel pensiero. Pensando che Kei e Rei, le mie colonne portanti (senza le quali crollerei), potessero essere così fragili, mi sentii fragile con loro...

Kei aveva visto, senza poter fare niente per imperdirlo, la morte prematura di sua madre, l'unica persona che gli avesse voluto bene...

Rei era stato ripudiato dalla sua stessa famiglia, solo perchè amava una bambina, imparando così ad aver paura dell'amore stesso...

Io, beh... avevo dovuto subire una madre nevrotica, che non riusciva a capirmi (non che ci provasse, s'intende...) e una terribile scoperta...

E Yuri... Yuri aveva dovuto subire davvero il peggio del peggio...

In quel momento la porta di camera si aprì ed entrò lui... Yuri...

-Ehi, che ci fai qui, tutta sola?-

Abbassai lo sguardo. Come dirgli che stavo pensando a lui?! Ma soprattutto, come digli che stavo pensando al suo passato?!

-Pensavo a tutta questa situazione...-

Risposi vaga. Non ero sicura di riuscire a reggere il moccolo a lungo.

-A Rei e Kei?-

Domandò il moscovita, sedendosi accanto a me, a gambe incrociate.

-Si, a loro... come stanno adesso?-

Chiesi. Dopotutto era da un bel pò che glieli avevo "appioppati".

-Benino... si sono addormentati sul divano da pochi minuti.-

Rispose lui. Lo osservai, mentre si passava una mano tra i capelli.

-E tu? A che pensavi?-

Chiesi d'impulso, per cercare di cambiare discorso. Pensavo che mi rispondesse -Niente...- come era solito fare, ma mi accorsi, subito dopo, che era stata una mossa davvero poco intelligente. Mi rispose.

-... a Boris...-

Boris... Boris era il ragazzo che Yuri amava, anche se ormai...

-Non ti ci provare!!! Oggi è stata una giornata abbastanza movimentata! Si ammala Kei, piange Rei, io penso a mia madre... ci manchi solo tu e facciamo tombola!-

Mi accorsi subito di aver detto una cosa davvero egoista. Era come se gli avessi vietato di sfogarsi, di esternare i suoi sentimenti: come se gli avessi detto che non me ne fregava un cazzo di quello che provava!!! Lo sentii sospirare. E mentre sorrideva, accadde ciò che temevo. Voltandomi, infatti, vidi una lacrima rigargli il volto. Mi guardò.

-E se invece, facessimo davvero tombola, tu... tu mi consoleresti...?-

Non gli risposi. Lo abbraccia forte. E per la terza volta, in quella giornata, dovetti sentire una delle persona che amavo di più, piangere e disperarsi, stringendosi a me. Mentre piangeva, gridava quel nome.

-Boris...!!!-

Ecco. Era successo quello che temevo. Se le mie 3 colonne portanti cedevano, io crollavo con loro. E mentre cercavo invano di consolare il mio piccolo Lupo della Steppa, i volti affranti di Aquila di Fuoco e di Tigre Bianca si facevano spazio nella mia mente: tutti loro pensano che io sia forte, ma non lo sono... non lo sono... loro sono la mia forza...

-Fatti forza Yuri... ti prego, non ti fidare di me... non sono in grado di portare anche il tuo fardello... non sono così forte...-

Lui ruppe un songhiozzo più forte e si aggrappò ancora di più, come a dirmi di trovare la forza, per lui, di sopportare anche quel fardello.

-E' colpa mia se è morto...-

Con un ultimo sospiro, e cercando di trattenere quel pianto che mi veniva così naturale, scossi il capo.

-Non dire cazzate! Non è colpa tua se eri nato con quel problema cardiaco: avevi bisogno di un trapianto per forza, non saresti sopravvissuto...-

-Si, ma... PERCHE' LUI?!?!?! Perchè doveva fare una cosa così stupida?! Perchè doveva suicidarsi?! Perchè lo ha fatto?! Perchè?!?!-

Avevo un'insopportabile nodo alla gola. Mi faceva male. Malissimo.

-Per donarti il suo cuore... quello che ora batte nel tuo petto, Yuri...-

-Ma il suo cuore cel'avevo già: lui mi amava!!! E...-

-Esatto, lui ti amava! Non trovava la forza di vivere senza di te e allora ti ha donato la sua vita... l'ha donata a te, alla persona che amava, perchè vivessi anche per lui! Tu devi vivere per Boris!-

Scosso dai singhiozzi, Yuri alzò la testa e mi guardò.

-Se lui non è riuscito a vivere senza di me, perchè dovrei riuscirci io...-

Spalancai gli occhi e fu più forte di me. Lo schiaffeggiai con tutta la forza che potevo. Troppo tardi. A quelle parole, le lacrime già scendevano copiose dai miei occhi, descrivendo, per me, il mio stato d'animo. La disperazione. La paura. E la rabbia.

-Perchè tu ci DEVI riuscire, hai capito?!?! Tu DEVI vivere Yuri!!! Come faremo noi senza di te?! Come farò IO seza di te?!?! Me lo spieghi?!?! Boris ti ha donato il suo cuore! Morendo sarai tu stesso a ucciderlo!!! A uccidere il suo amore per te; a uccidere il suo animo, ancora vivo in te; a uccidere il suo ricordo, che sempre eleggia nei tuoi pensieri; a uccidere il suo cuore, che ora batte nel tuo petto! Tu DEVI vivere Yuri!!! Per Rei e Kei, per Boris, e anche per me... non dire mai più una cosa del genere, promettimelo... promettimelo Yuri!-

Nascosi il mio volto, nel suo petto e piansi. Finalmente era il mio turno. Sentii le sue braccia stringermi forte. Che bella sensazione...

-Perdonami... io vivrò, te lo prometto... ma ti prego, non piangere...-

Non ci riuscivo. Non riuscivo a smettere di piangere. Ero crollata. L'ultima cosa che ricordo è il calore delle braccia di Yuri e il calore del suo corpo contro il mio, poi chiusi gli occhi e smisi di piangere.

 

Continua...

Ringrazio Poppy, Sorellla e Riyu che hanno commentato: non preoccupatevi, la storia prenderà una piaga decisamente strana, questi capitoli prendeteli come LA PACE PRIMA DELLA TEMPESTA +.+ ah, un'altra cosa: la ficci è già finita da più di un anno ed devo solo trovare il tempo di pubblicarla ^^" e poi ne faranno un fumetto tra non molto, cmq spero che continuerete a leggerla e grazie per il vostro sostegno ^*^

Chy

 

 

 

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Capitolo 8
*** Sotto il ciliegio... (ovvero, la calma prima della tempesta) ***


Il giorno dopo, non so dove trovammo la forza per andare a scuola

Il giorno dopo, non so dove trovammo la forza per andare a scuola.

I nostri nervi non si erano ancora del tutti "rinsanati" e quindi sarebbe bastato un No-Nulla per farci incazzare.

Entrammo in classe che eravamo neri. E i nostri compagni se ne accorsero subito. Entrò anche il prof.

-In piedi!-

Mi alzai di malavoglia. Tutta quella formalità non era per me.

-Saluto!-

La classe si inchinò. Sentii Yuri ridere: lui era dietro di me e mi stava guardando il culo. Sospirai rassagnata: quella cavolo di gonna!!! Non riesco neanche a ricordare quante volte abbia imprecato contro quello stupido straccio! Il prof ci fece cenno di sederci e noi, come sempre, ubbidimmo. Alla prima ora avevamo Giapponese Antico: compito. Una palla mortale. Non ebbi troppi problemi (anche se non posso dire che fosse stato il mio miglior compito!) al contrario di Rei e Yuri. Tigre Biance era il più bravo di noi, diligente e responsabile (beh, non esageriamo: era pur sempre uno di noi!), ma per il Giapponese era proprio negato (quello normale, figurarsi quello antico!); Lupo della Steppa, invece, era direttamente un asino (non che si sforzasse di studiare, intendiamoci!) e quindi era normale se, anche quella volta, prense meno di venti (su cento), anche perchè il libro l'aveva perso circa due mesi fa (mai usato, nuovo di zecca: peccato, potevamo rivenderlo!)! Kei era abbastanza bravo ed io venivo subito dopo di lui (non investivo molte energie nella scuola... era già tanto dover mettere quella cazzo di gonna!).

Tra Giapponese Antico, Storia, Matematica ed Economia, la nostra mattinata volò e giunse l'ora di pranzo. Ero seduta ai piedi del grande ciliegio della scuola e lasciavo che il vento mi scompigliasse i capelli. C'era un tale silenzio, intorno a me... una tale tranquillità... sarei rimasta così per sempre, cullata dal quel secco e freddo vento...

-Ehi... tutto bene?-

Aprii gli occhi e vidi Rei seduto accanto a me, Kei appoggiato al tronco del grande albero, a braccia incrociate, e Yuri disteso sul prato, mani alla nuca, che guardava serenamente il cielo sopra di noi. Rimasi perplessa. Da quanto tempo erano lì?

-Che ci fai, voi, qui?-

Chiesi. Aquila di Fuoco si chinò su di me e mi mise una mano sulla testa, scompigliandomi affettuosamente i capelli. Mi sorrideva.

-Sembravi pensierosa... vuoi stare sola?-

Rei si voltò a fissarmi e anche Yuri mi guardò, in attesa di risposta. 

-No... voglio stare con voi...-

Risposi sorridendo, scacciando, con quelle poche parole, le loro perplessità. I ragazzi mi sorrisero, a loro volta. 

 

Prendemmo il nostro pranzo e cominciammo a mangiare, discutendo animatamente.

-Yuri! Non puoi mangiare solo la carne!-

-Rei ha ragione: nel tuo piatto ci sono anche tante verdure!-

Ribattei decisa, spalleggiando Tigre Bianca. Yuri sorrise malizioso.

-Ed infatti, sono buonissime! Perchè non le mangiate voi?-

Così dicendo, prese un pezzo di carne dal piatto di Kei (avendo finito quella nel suo) e se lo mise in bocca. Kei non fece una piega.

-Kei fermalo! Dopo potrebbe anche sentirsi male!-

Kei, alle parole di Rei, scosse il capo.

-Questo puoi togliertelo dalla testa: Yuri ha uno stomaco di ferro...-

Rei lo fissò di traverso, poi si voltò verso Yuri, combattivo.

-Beh, non mi arrenderò senza combattere!-

Restai cinque minuti abbondanti ad osservare Yuri e Rei bisticciare per qualche pezzo di carne, poi la mia pazienza crollò.

-Che cos'è questo disgustoso spettacolo?! Smettetale subito!-

Dire che mi ignorarono è poco. Beh, che dovevo fare? Rinunciai.

-Lasciala!! Quella carne è mia!-

-Te lo puoi scordare!!! E poi non è tua, è mia!-

E mentre quei due facevano i cretini, un gruppo di ragazzi ci si avvicinò. Erano dei Cerca-Guai.

-Ehi voi! Sloggiate subito da qui, altrimenti vi meniamo, chiaro?!-

A parlare era stato un tipo abbastanza alto e "ben impostato"... questo, però, non toglieva il fatto che fosse un emerito coglione! Sfidarci?! Probabilmente non sapeva chi eravamo, e quel pensiero mi innervosii... Alzai gli occhi al cielo: era una giornata così tranquilla... troppo tranquilla per farmi arrabbiare, fortunatamente per loro... Stavo per alzarmi, quando sentii una voce, a me familiare, dire.

-Dovrete farci sloggiare a calci in culo, stronzo! Forza: fatti sotto!!-

Mi voltai di scatto: era Yuri! Il lupo perde il pelo, ma non il vizio...

-Dai Yu! Oggi non mi va: è una giornata così tranquilla!-

Dissi lamentosa, sperando di fargli cambiare idea in tempo, ma Lupo della Steppa mi fissò con occhi battaglieri e supplichevoli, insieme.

-Vuoi farti mettere sotto dal primo che passa?! E dai! Non hai voglia? Beh, come si dice dalle mie parti, l'appetito vien mangiando...-

Lo guardai di traverso: dalle sue parti?! Lasciai perdere quello stupido ragionamento e mi voltai a guardare Rei e Kei: Tigre Bianca si era già sbarazzato dei nostri pranzi e si stava scrocchiando le dita, mentre Aquila di Fuoco si stava mettendo il suo Pugno di Ferro, preferito: quello per le grando occasioni! Sospirai, rassegnata.

-Uffa... e io che volevo passare una giornata tranquilla... va bene, ragazzi: diamoci da fare!-

Non facevamo mai niente se non eravamo tutti d'accordo (a mo' di greggie di pecore...), e quindi, anche in quell'occasione, non iniziammo senza la mia completa "resa".

Loro erano cinque e noi quattro, ma non ci furono troppo problemi, se non fosse che il quinto di loro mi spaccò il labbro con un destro. Questo si, che mi fece incazzare: cioé io, proprio io che non volevo disturbarmi, fui stata malmenata. Eh no, cazzo!!! In compenso, sfogai la mia rabbia sui suoi "gioielli di famiglia"... mi ci divertii un casino!!! Poi arrivarò il professore e noi dicemmo la solita scusa, per tirarci fuori dai guai...

-Vedesse come si picchiavano, professore! Non avrei mai pensato che arrivassero a tanto solo per avere un appuntamento con me...-

Dissi con voce stridula e petulante. Ero molto brava a fingere.

-E guardi cosa le hanno fatto!!! Dovrebbe sospenderli!-

Ribetté Rei, mettendo in evidenza il mio labbro (cosa che non mi piacque molto...) e lui fice una faccia da Non-Ci-Posso-Credere-!.

-Che delinquenti!!! Hiwatari, porta Hino in infermeria! Me no male che eravate con lei, ragazzi, altrimenti chi sa cosa le avrebbero fatto!-

Mentre io e Kei ci stavamo allontanando, lui bisbigliò sarcastico.

-... magari, chi sa cosa tu avresti fatto, Occhi di Ghiaccio...-

Lo guardai, divertita.

-Paura, eh?-

Pochi secondi dopo ci ritrovammo, noi due, in infermeria, mentre Kei cercava di disinfettarmi la ferita.

-Ahi!!! Sta più attento Kei, così mi fai male!-

-Ma sta zitta! E' solo un graffietto.-

Mi infastidì capire che non era stato minimamente preoccupato per me: magari, in realtà, lo era, ma aveva imparato a mascherare così bene i suoi sentimenti che nemmeno io, che ero la sua ragazza, potevo dirlo. Certo volte era così freddo...

-Perchè sei così pensierosa, oggi?-

Quella domanda mi fece sospirare. Decisi che avrei provato a fargli capire il pensiero che mi era venuto in mente.

-Pensavo che... a volte sembri così freddo e distante... non è che mi nascondi qualcosa, vero?...-

Lui mi guardò, leggermente sorpreso, poi sorrise e mi sedette accanto. -Scusa... non pensavo di darti quest'impressioni, ma lo sai che... la solitudine diventa un'abitudine... comunque non ti sto nascondendo niente, credimi: sai come sono fatto, no?...-

Si fece triste e allora decisi di cambiar piega a quella conversazione.

-No, non lo so... dimmelo tu!-

Rise, divertito. Era così bello quando rideva, peccato che lo facesse così di rado...

-Beh, sono freddo, menefreghista, asociale e... incredibilmente bello!-

Risi a mia volta e mi appoggiai alla sua spalla. Lo sentii sussultare...

 

Continua...

 

 

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Capitolo 9
*** Non fu una serata come tutte le altre.. ***


Non fu una serata come tutte le altre

Non fu una serata come tutte le altre. A dir la verità avevo avvertito, già da prima, una certa tensione tra noi, e non ne capivo il motivo. Quella mia convinzione si concretizzò quando Yuri e Kei litigarono.

-Non c'è bisogno che tu mi risponda così!!!!!-

-Ma sta zitto!!! Sei tu che hai cominciato a insultarmi!-

-Non ti ho insultato! E poi, io insulto che mi pare, va bene?-

-Va bene solo se non te la rifai con me!!!-

-Ma io non me la rifò con te! Se abbiamo iniziato a discutere la colpa è solo tua!!!!-

-Ma fammi il piacere, stronzetto! Il punto è che tu stai dicendo solo cazzate!!!-

-Ma chi ti credi di essere, per rispondermi così, bastardo?!?!-

-E come ti avrei risposto, stronzetto?!-

-Ecco! Esattamente così, e sai quanto questo tuo comportamento mi faccia incazzare!!! Perchè non la pianti?!-

-Cerchi rogne?-

Rei li guardava con uno strano sguardo, come se fosse d'accordo con uno dei due ma non volesse mettersi in mezzo. Cosa nascondevano? Sapevo di non dovermi mettere in mezzo anch'io (la seconda regola di casa nostra è "vivi e fregatene del resto"), ma fu più forte di me.

-Buoni, buoni, buoni! Calma, calma, calma! Fermiamo la cagnara e ricordiamo al mondo intero che siamo persone! Qual'è il problema?-

Yuri fece uno scatto rabbioso verso di me, ed io ebbi un pò timore di quello che mi avrebbe risposto. Vedendo i miei occhi timorisi, Lupo della Steppa si calmò leggermente. Si voltò verso Kei e gridò.

-Su, avanti! Diglielo Kei! Dille il "problema", coraggio!-

Mi voltai verso Kei: non stavano parlando di me, vero?...

-Muoviti Kei!!!-

All'ennesimo urlo di Yuri, Aquila di Fuoco si voltò verso di lui e lo prese per il bavero della maglietta. Spaventata, corsi a fermarlo.

-Kei, lascialo! Ma che ti prende, sei impazzito?!-

Kei guardava Yuri con una rabbia negli occhi che mai gli avevo visto. Ma che stava succendendo a quei due?! Ed io perchè non me n'ero accorta?! Kei, dopo non poche esitazioni, lasciò andare la maglia di Yuri. Non smisero un secondo di fissarsi. Ma cosa stava succedendo?!In tutte quelle "operazioni", Rei non aveva mosso un solo muscolo e fissava la scena; a dire il vero, non sembrava molto sorpreso...

Per fermare Kei, gli avevo preso le mani e gliele stavo ancora tenendo, quando si voltò verso di me e mi fissò, con occhi languidi.

-Sta tranquilla... non è successo niente...-

Suppongo che mi abbia risposto così, perchè dovevo avevo uno sguardo a dir poco terrorizzato. E lo ero. Ero terrorizzata. Da lui.

Intuendolo, Aquila di Fuoco lasciò le miei mani e andò in camera sua.

 

 

Con la coda dell'occhio, vidi Rei seguire con lo sguardo l'ombra di Kei fino a camera, poi sbuffò e chiuse gli occhi: come faceva a stare così tranquillo?! Mi voltai verso Yuri e, in modo risoluto, gridai.

-Che cosa sta succedendo qui?!-

Purtroppo, quella che volevo sembrasse una minaccia, uscì come un grido spaventato e disperato: lo stavo pregando di darmi spiegazioni! Lupo della Steppa si voltò verso di me e mi guardò con uno sguardo disgustosamente compassionevole, ma anche incredibilmente serio.

-In due parole? Beh, Mr. Univero non vuole che faccia sesso con te e mi fa scenate del cazzo, credendo di fare la parte del bravo fidanzatino che difende la sua bella fidanzatina...!-

Sgranai gl'occhi: Kei non voleva che facessi sesso con Yuri?! Questa era una novità! Il nostro rapporto si basava anche (oserei dire soprattutto) sul contatto fisico (=sesso) e ci siamo sempre trovati bene così: il nostro "Fregatene-dei-fatti-sono-i-sentimenti-che-contano!" era sempre prevalso sul meno eccitante "Non-è-giusto-fare-così!", e non avrei mai creduto che qualcuno di noi potesse mai prendere in considerazione più quest'ultima che la prima! Il nostro legame era costituito solo di tre elementi (pochi, ma molto importanti):

a) I doveri (scuola, lavoro, soldi ecc...).

b) I sentimenti.

c) Il divertimento.

Il sesso non era nella sfera dei sentimenti ne, tantomeno, dell'amore, ma si era sempre trovato schierato, barricato, murato (va beh, avete capito il senso) nella sfera del divertimento: solo ed esclusivamente del divertimento! Avevo sempre tranquillamente fatto sesso sia con Rei che con Yuri (anche se preferivo quast'ultimo, a dirla tutta), e anche Kei non era da meno anzi: lui si dava da fare anche più di me! Quindi quell'affermazione di Yuri non solo mi lasciava perplessa, ma mi spaventava ulteriormente: il nostro rapporto stava cambiando?...

Neanche il tempo di digerire la notizia, che il moscovita continuò.

-... mentre lui, invece, più portarsi a letto Rei, senza che nessuno gli rompa il cazzo! Che stronzo...-

Diede un calcio al tavolo, che tremò per pochi istanti. Solo al quel punto Rei intervenne: aprì di scatto gli occhi e si rivolse a Yuri.

-Non mettermi in mezzo, Yuri! Io non c'entro nulla...-

Lupo della Steppa lo guardò malissimo. Rimasi imbambolata a fissarlo, mentre si scambiava occhiatacce con Tigre Bianca.

-E perchè no, scusa?! Vivi anche tu in questa casa, giusto?! E poi anche tu sei d'accordo con me! Perchè non fai qualcosa?!-

-Questi non sono fatti miei, non direttamente, e di consequenza non muoverò un dito, ma impuntarsi come fai sempre te è inutile: sai com'è fatto Kei! Dovresti capire da solo come comportarti...-

Yuri si sedette accanto a Rei, incrociando le braccia e sospirando.

-Si, lo so...-

Ero rimasta letteralmente sconvolta da quei discorsi: cioé mi avevano sempre tenuto fuori da questi fatti, che oltretutto mi riguardavano da vicino (molto vicino, oserei dire!)?! Che bastardi! Notai che avevano una grande considerazione di me anche in quel momento e per poco non persi la calma. Mi avvicinai a Tigre Bianca e Lupo della Steppa, inginocchiandomi di fronte al divano e, guardandoli negli occhi, chiesi. 

-Da quanto tempo va avanti questa storia?-

Rei si voltò vero Yuri e lo guardò come a dire di rispondermi. La sorpresa diede più spazio alla rabbia: da quanto tempo tacevano su di  una cosa così importante?! Strinsi i pungi, aspettando una risposta.

-Beh... più o meno... da 3 settimane a questa parte...-

Dire che rimasi sciockata è poco: ma era un'eternità!!!

-T-tre settimane...?!-

Mi alzai di scatto e corsi da Kei: quella storia doveva finire!

Ero talmente presa dall'idea di andare da Kei, che non sentii Rei dire.

-Un segreto in meno...- 

 

 

Corsi in camera nostra e vi entrai dentro, sbattendo la porta.

-Kei!!!-

Era disteso sul letto e, non appena si accorse che ero entrata nella stanza, si alzò a sedere, guardandomi sorpreso.

-Occhi di Ghiaccio!-

In un primo momento non seppi che dire (ero entrata in camera senza riflettere e quelle erano le conseguenza), poi chiusi la porta alle mie spalle e mi avvicinai a lui.

-Perchè non me l'hai detto prima?-

Sospirò e si ributtò sul letto: sembrava leggermente infastidito.

-Alla fine Yuri te l'ha detto...-

-Grazie a Dio, si!!! Cazzo... tre settimane... per quanto ancora speravi di nascondermelo?!-

Mi rispose di botto, tra l'arrabbiato e lo scontato.

-Finché potevo!-

Rimasi molto colpita da quella risposta: come sarebbe a dire -Finché potevo!- che faccia tosta!!!

-Come sarebbe a dire?! Fino a poco fa pensavo che andasse tutto bene e adesso viene fuori che... che... questo, insomma! E io non ho ancora capito da cosa è partito... questo!-

Si alzò di scatto dal letto e venne verso di me. Indietreggiai.

-In una parola? Gelosia!-

Gelosia. Una parola che non era mai entrata in casa nostra e che mai, avrei pensato, entrasse o venisse portata dentro da qualcuno. E invece, quel giorno, la gelosia vi era entrata davvero, o per meglio dire, era stata portata dentro proprio da Kei: l'inverosimile nell'inverosimile!!! Riuscii soltanto a balbettare, sommessa.

-G-gelosia? In che senso, scusa...-

Kei sorrise con amarezza: forse si aspettava una risposta così.

-Nel senso che non sopporto l'idea, anche se solo idea, di Yuri che ti mette le mani addosso, che ti bacia, che ti lecca, che ti morde, che ti fa gemere sotto di se... non sopporto l'idea che faccia sesso con te, punto e basta!-

Si girò e si ributtò sul letto, dandomi le spelle, probabilmente offeso. Come reagire? Che fare quando una cosa che ha sempre fatto parte della tua vita, come se fosse scontata, crolla ai tuoi piedi come cartapesta e non c'è più? Arrabbiarsi? Arrendersi? Fregarsene? Boh! Quando si è in situazioni del genere, c'è solo una cosa da fare: non reagire per niente! Di conseguenza, rimasi a bocca aperta come un baccalà, aspettando la sua reazione. Ma dopo un minuto o due, Kei non aveva ancora detto e/o fatto nulla.

-Kei?-

Mi avvicinai lentamente. In fondo ero consapevole che si stava comportando come un bambino viziato -E' mio! E' mio!E' mio!- ecco come si stava comportando. Volevo potergli dire che era un egoista: scoparsi gli chi pare e poi dire che è geloso di me, se faccio altrettanto! Che coerenza!!! Non fa una piega: un ragionamento degno di Kei... purtroppo solo il fatto che si stava comportando così perché era geloso di me, bastava e avanzava a far crollare le mie difese e a farmi sentire in colpa! L'amore ti fotte, a volte...

Mi avvicinai a lui, sedendomi sul letto, e presi ad accarezzargli i capelli, come se lo stessi consolando.

-Kei, dimmi una cosa...-

Mi era venuto un dubbio atroce: Kei non era mai stato incoerente...

-... da quanto tempo è che non fai sesso con Rei e Yuri?-

Sentii un risolino ironico provenire dalla bocca di Kei.

-E chi se lo ricorda più ormai... sarà quasi un mese...-

Allora avevo visto giusto! Kei, una volta scoperti questi suoi sentimenti di gelosia, aveva subito smesso di farsi gli altri per far conciliare fatti e pensieri: voleva davvero farmi sentire una puttana! Che brutto bastardo... forse non voleva che mi sentissi proprio una puttana, ma un tantino in colpa si! Che bastardo, lo stesso...

-Perchè non me l'hai detto prima?! Sei masochista?! Ti piace soffrire?! No, diciamo più che altro che sei un maledetto vittimista! Facendo così, hai fatto soffrire entrambi: non sai come mi sono sentita, scoprendo queste cose! E cosa hai ottenuto?! Niente!!!-

Si voltò di scatto verso di me e disse, con voce alterata.

-E cosa avrei dovuto fare?!-

I suoi occhi erano disperati, sembravano dirmi -Ho sbagliato tutto, vero?- e a me sarebbero bastate poche parole per distruggere definitivamente ogni sua speranza di cambiare le cose, ma anche lui sapeva che non lo avrei mai fatto.

-Kei, cosa devo fare per farti capire che io sono qui? Con me puoi sempre parlare.-

La tensione sparì dal suo volto e lentamente mosse le labbra in un sussurro che mi sembrò eterno.

-Grazie...-

Si girò verso di me e mi abbracciò. Mi distesi sul letto accanto a lui e lo strinsi forte, nascondendo la mia testa nell'incavo del suo collo. Lo sentii sospirare profondamente ed io ispirai il suo buonissimo odore, che mi infondeva un'incredibile tranquillità. Sentii Kei ridacchiare.

-Perchè mi stai annusando? Cos'è, ho un'odore particolare?-

Sorrisi e annuii, annusando di proposito il suo collo "profumato".  

-Si...-

Annusai più forte e feci finta di pensare intensamente, poi risposi.

-Direi piuttosto... cannella!-

Risi mentre osservai il suo sguardo perplesso: quando assumeva quell'espressione da bambino sorpreso (che entrava in contrasto con i suoi lineamenti duri e severi) diventava ancora più splendido. Non solo bello e non solo affascinante, ma splendido! Come una creatura misteriosa e al contempo contraddittoria...

-Occhi di Ghiaccio?-

-Si!!!-

Risposi con un urletto, colta di sorpresa, e mi ritrovai i suoi perplessi occhi rosso sangue che fissavano i miei.

-Sei troppo pensierosa in questo periodo: non è che mi stai nascondendo qualcosa, vero?-

Ho sempre temuto quella domanda, perchè nascondevo (e nascondo) tantissimi segreti in me, segreti che non posso e non devo redere pubblici! Ma in quei giorni, un segreto troppo grande e troppo pericoloso stavo mantenendo, e non solo non potevo e dovevo, ma non volevo renderlo pubblico!

-Chi, io?! E che segreto potrei avere?! La mia vita è così monotona!-

Bugiarda!

Diceva una voce dentre di me, ma non l'ascoltai.

Doppia bugiarda!

E va bene! L'ascoltai benissimo e mi fece nascere anche un forte senso di colpa nel cuore, ma riuscii a reprimere questi fastidiosi sentimenti. Kei mi abbracciò ed io mi addormentai tra le sue calde braccia, mentre quella stessa voce mi poneva una domanda strana: potresti mai rivelare a Kei, Rei e Yuri questo tuo terribile segreto?

A quella domanda non seppi e non volli rispondere.

 

Continua...

Scusate se non ringrazio mai chi commenta, ma ho a malapena il il tempo di postare (come avrete notato ^^"), ma sappiate che tengo conto di ognuno di voi =^*^=

Chy-chan

 

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Capitolo 10
*** Una notte insonne ***


Quella stessa notte fui svegliata da alcuni strani rumori.

Aprii gli occhi, infastidita, e mi mossi lentamente; Kei era sotto di me. Sorrisi imbarazzata quando mi resi conto di aver dormito sul suo torace. Mi mossi ancora più cautamente: stava dormendo così tranquillo, mica volevo svegliarlo! Notai che la luce in salotto era ancora accesa: chiusi la porta di camera alle mie spalle e mi recai là. Sapevo già chi ci avrei trovato: avevo visto Rei dormire appallottolato intorno al cuscino, ma Yuri non era in camera.

Andando per esclusione, doveva essere lui.   

-No... no!... è inutile che insisti: ho detto di no!-

Man mano che mi avvicinavo, sentivo la voce del bel lupetto della Steppa che parlava, nervosa. Sembrava fosse al telefono... ma che ci faceva Yuri al telefono a quest'ora della notte?!

Tra il sorpreso e l'arrabbiato (non mi piaceva essere svegliata), mi apprestai a seguire ogni piccolo estratto di quella conversazione clandestina.

-Si, lo so... beh, pensi che sia facile!... si, scusa... ma stiamo insieme da più di 3 anni! Va bene, ne parlerò anche con loro... si,si... ok... ciao mamma... ciao...-

Mi permisi di pensare a quello che avevo appena ascoltato: Yuri era appena stato al telefono con sua madre e gli aveva detto che avrebbe parlato con delle persone con cui stava insieme da 3 anni di qualcosa! Non c'era ombra di dubbio che eravamo noi, ma questo qualcosa, a mio parere, non avrebbe portato nulla di buono: avevo un bruttissimo presentimento...  

Intanto sentii Yuri riattaccare la cornetta del telefono, imprecando.

-Merda...!-

Feci un respiro profondo ed entrai in salotto.

-Tutto bene, Yuri?-

Lo vidi trasalire, mentre si voltava verso di me ad occhi sgranati: mi chiesi come avrebbe regito alla mia presenza.

-Occhi di Ghiaccio!!!-

Cercai di fargli un sorriso, la sua espressione di disagio aumentò maggiormente: sapeva che sapevo.

-Hai... hai sentito, vero?-

Chiese lui, in tono vagamente spaventato. In tutta risposta, annuii.

-Si, si... ma non l'ho fatto apposta, mi dispiace! Approposito, come sta tua madre?-

La mia affabilità lo stava trascinando con forza a spalle al muro. Non ne sapevo il motivo, ma Yuri avrebbe preferito non farmi sapere di quella chiamata, ma ormai era troppo tardi e io volevo delle spiegazioni. E più il comportamento e lo sguardo di Yuri mi supplicava di non infierire, più io infierivo: dolevo sapere tutto! 

-Emh... bene, bene... non hai sonno?-

Voleva cambiare discorso: era così palese! Ma non glielo potevo permettere, non finché non avevo saputo quello che volevo sapere!

-No, ormai sono sveglia!... era da un bel pò che non sentivi tua madre, vero? L'ultima volta, mi sembra sia stato durante l'estate... l'hai chiamata te? Sai, non ho sentito squillare il telefono...-

Altrimenti detto -Non dirmi cazzate: ho sentito tutto e mentirmi sarebbe inutile!- Ormai non aveva altre possibilità: o mi diceva la verità o si metteva a urlare, facendo finta di essere offeso per tanta ficcanasaggine. Ma fortuntamente Yuri non era stupido...

-Vuoi delle spiegazioni, vero...?-

Annuii lentamente e mi avvicinai ancora di più a lui.

-Beh, vedi... mia madre ha cominciato a contattarmi più o meno due settimane e mi... mi ha chiesto di tornare a Mosca, da lei e mio padre... dice che sente la mancanza e che in questi ultimi 3 anni hanno cercato di rintraccirmi in tutti i modi! Ora insiste che parli con voi di questa storia e che torni presto a casa da loro...-

Senza che me ne resi conto, iniziai a tremare. Yuri non era stato molto chiaro, ma aveva lasciato intendere che quella poteva essere una cosa definitiva. In quel -Tornare a Mosca...- Yuri aveva lasciato intendere anche -...e restarci!- ma non volevo credere a quel che aveva detto: ci avrei creduto solo se Yuri me lo avesse detto chiaro e tondo!

Come camminare per strada e vedere davanti a se un palo: solo se ci sbatti il naso (rischiando di rompertelo!) credevi alla sua presenza. E così anch'io. Con voce carica di ceca speranza, gli dissi.

-E che problema c'è? Vai da loro per Natale e poi torni...-

Avevo sottolineato ben bene quel - e poi torni...- perchè volevo che capisse le mie disperate intenzioni. Sentii un tuffo al cuore quando lo vidi scuotere la testa e rispondermi con tristezza infinita.

-No... mi madre vuole che torni da loro... definitamente!-

I primi minuti che proseguirono mi servirono per elaborare, digerire la notizia e per rendermi conto del vero significato di quelle parole.

-D-definitivamente...?-

Yuri non mi rispose. Si avvicinò a me con lentezza estrema, e strinse le sue mani bianche e tremanti intorno alle mie spalle.

-Io voglio restare con voi! Siete le persone più importanti che io abbia: tutti voi mi siete stati accanto quando ne avevo bisogno, soprattutto dopo la morte di Boris...-

Mi sentii incredibilemte sollevata e stavo per abbozzare una specie di sorriso, quando lo sentii pronunciare quel maledetto monosillabo.

-... ma...-

Alzai velocemente gli occhi su di lui e mormorai.

-Ma cosa?!-

Non ero arrabbiata (c'era tempo dopo per arrabbiarsi!): ero disperata! Quella che era uscita dalle mie labbra, era una supplica!!!

Mi guardò, trattenendo il respiro: anche lui era disperato. Non sapeva cosa dire e l'ultima cosa che voleva era ferirmi. Ma non era facile.

-S-senti... io voglio bene hai miei genitori e non voglio che soffrano!-

-Ma anche noi soffriremo, senza di te! E poi, come puoi tonare da loro, dopo quello che hanno fanno quando hanno scoperto che eri bisex?! Cacciarti via e poi chiederti di ritornare: che faccia tosta!!!-

Yuri chiuse gli occhi di colpo. Stava male al solo ricordo. Malissimo.

-Lo so... ma sono pur sempre i miei genitori... i-io non voglio scegliere tra loro e voi... siete entrambi importanti per me!-

Sobbalzai a quelle parole anzi, a quella parola: scegliere! Che merda di parola... anch'io, come Yuri, dovevo scegliere...

E' arrivato il momento!

Quella voce! Era da ieri che mi tormentava, mettendomi dubbi atroci sul segreto che stavo mantendendo: voleva che ne parlassi con Yuri.

Con lui puoi parlare: è la persona giusta... è il momento giusto...

-Yuri, io non ti chiedo di scegliere... non potrei mai chiedertelo... perchè vedi... anch'io devo fare la tua stessa scelta!-

Era arrivato il momento di rivelare il mio segreto: una settimana di silenzio era anche troppo! Lo guardai di nuovo e dissi.

-Mia madre è stata ricoverata in un ospedale psichiatrico, e mio padre è rimasto solo...-

Riuscivo a malapena a guardalo negli occhi, ma non gli sentii sospirare parola e quindi, proseguii.

-Mi ha raccontato tutto mio padre, in una lettera che mi ha spedito tempo fa. Mi è arrivata già da una settimana...-

Ancora niente. Stavo per continuare, quando lui mi anticipò, chiedendomi titubante.

-E... cosa ti ha scritto?-

Deglutii. Era molto difficile continuare. Difficile e doloroso.

Coraggio, un ultimo sforzo!

-Dice che ha bisogno di me... che non ce la fa da solo... vuole che torni a casa da lui...-

Yuri mi guardò, angosciato.

-Definitivamente?-

Annuii molto lentamente, come a temere qualcosa.

-Si, definitivamente...-

Ci scambiammo uno sguardo complice: eravamo entrambi in una situazione di merda! Ma le sorpreso non erano finite...

-Anche Rei e Kei sono nella nostra situazione...-

Mormorò piano Yuri. Rimasi in ascolto.

-Kei è stato contattato dal notaio di suo nonno, poco più di dieci giorni fa. A quanto pare suo nonno è morto e ha lasciato tutta la sua eredità all'ultimo erede della famiglia... lui! Ci dovrebbero essere, in quest'eredità, un paio di ville, macchine sportive, gioielli, roba di valore, non che una casermata di soldi... in parte è tutto di Kei...-

Cavoli! Almeno lui non doveva star dietro ad una madre nevrotica...

-Ma dice che non vuole niente... sembra che quella roba dovrebbe condividerla col padre, è lui non vuole... ma non sa che fare...-

-E Rei?-

Chiesi a bruciapelo. Sembrava la serata delle scoperte sensazionali...

-A rincontrato la sue vecchia fiamma...-

-No?! Vuoi dire la bambina che gli piaceva quando stava ancora nel suo villaggio?!-

-Yes!-

-Wow...-

-E che vuol fare?-

Yuri sospirò e poi mi rispose.

-Nessuno lo sa... ne Kei, ne tu, ne io e neanche lui...-

-Quindi dobbiamo tutti decidere se restare insieme o "cambiare indirizzo", giusto?-

-Esatto... -

-E' davvero meraviglioso...-

Mi feci sarcastica. Forse perchè non sapevo come reagine o forse perchè mi sembrava tutto estremamente ridicolo. Sembrava che il mondo giocasse a incasinare le nostre già incasinate abbastanza esistenza! Roba da non credere.

-Il mondo ce l'ha con noi...-

Commentai. Non so perchè, ma volevo sentire ancora la voce di Yuri.

-Già...-

-E appurato questo, che si fa?-

-Boh... andiamo a dormire?-

-Ok... ma con gli altri che si fa?-

-Ne parlaremo domani, adesso ho troppo sonno... tu no?-

-Si, ma non so se riuscirò a dormire...-

Yuri sorrise con dolcezza.

-Tra le braccia mie e di Kei, come puoi non riuscirci...?-

Sorrisi leggermente imbarazzata.

-Giusto, ma Rei?-

-E chi lo stacca dal suo cuscino quello!!-

Sorrisi e strinsi con un braccio la sua larga e calda vita. Lui fece lo stesso con la mia. Ci guardammo ancora e tornammo a dormire.

 

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Capitolo 11
*** Basta soffrire!! ***


La mattina dopo dovevamo andare a lavoro e tutto iniziò con una normalità che non mi sarei mai aspettata. Così ci ritrovammo a tavola,  a mangiare intorno ad uno strano silenzio, l'unica cosa non-normale quella mattina; forse dipendeva dalle mie ripetute avvertenze sul non-dovete-prendermi-in-considerazione-di-primo-mattino, ma non mi erano mai stati veramente a sentire e quindi capii che stava veramente cambiando qualcosa tra di noi. Al quel pensiero tremai impercettibilmente e per qualche secondo non mi mossi: l'idea di lasciarli e di ritornare in quella terribile casa... no!!! Mai e poi mai!Sgranai gli occhi all'improvviso e il cucchiaio che avevo in mano cadde nella tazza, facendo partire un grosso schizzo di latte che macchiò il tavolo. I ragazzi mi guardarono, perplessi e preoccupati.

-Emh... scusate...-

Mi alzai e presi un asciughino per pulire, mentre Rei mi guardava.

-Tutto ok?-

Tremai e annuii velocemente. Ero nel panico: non volevo dire addio a tutto quello, non volevo dire addio ai sorrisi dolci di Rei, non volevo dire addio agli occhi pieni di calore di Kei, non volevo dire addio alle caldi mani di Yuri, non volevo tornare a casa mia, non volevo che l'incubo tornasse, non volevo più soffrire! Basta soffrire!!! Basta!!!!!! Senza accorgemene, mi buttai per terra e scoppiai a piangere. Basta!!! Basta!!! Basta!!! Perchè le cose non potevano restare com'erano?! Perchè non riuscivo a ignorare quella stramaledetta lettera di mio padre?! Mi aveva rovinato la vita, non meritava niente! Niente di niente, benché meno che io mi rovini il futuro per lui!!! E mia madre? Un ospedale psichiatrico? Non c'è posto migliore per lei! Ma allora perchè non riuscivo a far finta di niente?! Sono una masochista, vittimista di merda!!! Mi sto distruggendo da sola, e per cosa poi? Per chi? Per i miei genitori?! No, grazie: la mia vita non vale così poco! Eppure non riuscivo a non sentirmi una vera merda... Sentii il rumore di 3 sedie spostarsi e tre voci a me familiari...

-Occhi di Ghiaccio!!! Che c'è?!?-

-Ti senti poco bene?! Ti fa male qualcosa?!-

-Non è che qualcuno di ha aggredita e non cel'hai detto?!?!-

-Ma che cazzo spari, Kei!!!-

-Occhi di Ghiaccio, non è che sei incita...?-

-Rei!!!! Non dire cazzate, anche te! Avete un bel modo di farla stare meglio, non c'è che dire...-

-Ma sta zitto, Yuri! Tu non sei di certo più utile di noi! E poi non sappiamo nemmeno perchè sta piangendo!-

-Occhi di Ghiaccio dicci cosa è successo, ti prego! Perchè piangi? E' successo qualcosa che non sappiamo?-

Rei, Kei e Yuri era tutti lì, intorno a me, che mi chiedevano come stavo e si preoccupavano per me, ma quel pensiero non mi tranquillizzò anzi, mi terrorizzò ulteriormente e piansi più forte: sarei mai riuscita a vivere senza di loro?! No... no, mai e poi mai!

-Ti prego, dicci qualcosa Occhi di Ghiaccio!-

La voce di Kei mi fece venire una fortissima morsa allo stomaco.

-... non so che cosa fare... i-io non lo so... che cosa devo fare...-

Yuri, che evidentemente aveva capito anche troppo bene, mi si avvicinò e cercò di consolarmi, ma non riuscinvo a sentire neanche un suono uscire dalla sua bocca: stavo malissimo, vedevo le sue labbra muoversi e i suoi occhi preoccupati rivolti verso di me, ma niente riuscì a farmi star meglio. Più loro cercavano di essere gentili, più io mi sentivo persa, e l'idea di stare lontano da loro per chissà quanto tempo, mi distruggeva lentamente e con estremo dolore.

Non ricordo molto bene ciò che avvenne dopo: mi ritrovai tra le rassicuranti braccia di Yuri, mentre lui raccontava a Rei e Kei gli avvenimenti della notte appena passata. Restammo in sienzio per non ricordo quanto, alla fine Rei mi si avvicinò e prese ad accarezzandomi i capelli sorridendomi e rassicurandomi.

-Non piangere più... andrà tutto bene, vedrai...-

-Rei... non so che fare... che cosa devo fare?!-

Ero disperata. Non riuscivo a fare neanche due più due e a ritrovare la calma, l'unico pensiero nella mia testa era uno solo: che cosa dovevo fare?!

Scegli! Devi scegliere!

Grazie al cazzo! Lo so, ma non è facile: infondo sono pur sempre i miei genitori!

Staranno malissimo... sia i tuoi genitori che loro: soffriranno!

E io cosa devi fare per non far soffrire nessuno?!

Non puoi far niente...

Non voglio che soffrano!!!

E' inevitabile che soffrano, qualunque sarà la tua scelta...

No! No! Non posso scegliere!!! Non ci riesco!

-Rei!!! Non voglio scegliere! No, non voglio!!!-

Venni scossa da terribili singhiozzi, come mai mi era successo, e mi strinsi a Rei con più forza. Sentii che ricambiava l'abbraccio con altrettanta forza. Anche Rei... anche Yuri e Kei... !!!

Sgranai gli occhi e cercai in tutti i modi di frenare il mio pianto incessante. Mi ero scordata di una cosa importantissima: non ero l'unica! Non ero l'unica a dover scegliere, non ero l'unica a soffrire! Gli altri erano lì, con me, stessa situazione, stesse sensazioni di merda, eppure non piangevano come una pirla! Alzai gli occhi e dissi.

-Noi staremo insieme qualunque cosa accada... per sempre...-

Rei, che già prima aveva cominciato a singhiozzare, Yuri e Kei, trattenutisi sino ad ora, mi abbracciarono, soffocando il pianto.

Continua…

Grazie a chi ancora mi segue nonostante tutto ^^

X Sorellla: il dubbio sulla relazione a quattro dei nostri eroi ti verrà chiarita in seguito =^^= grazie x il tuo commento gentilissimo!

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Capitolo 12
*** 12 ***


Le cose peggiorarono giorno dopo giorno. Mio padre insisteva. Anche la madre di Yuri non faceva che riempirlo di chiamate. Il notaio del nonno di Kei gli aveva dato un ultimatum, così come la "ragazza" di Rei: se non vieni da me e metti apposto le cose, sei fuori per sempre! Gli esami per la maturità erano vicinissimi e avevamo deciso di rimandare tutte le decisioni a dopo di essi, concentrandoci sullo studio come meglio potevamo. Ma rimandare non serviva a nessuno. Anzi peggiorara ulteriormente la situazione e il nostro nervosismo si faceva sentire più vivo che mai: chi dovevamo scegliere? E perchè?

Andammo avanti per un bel pò, rimandando decisione dopo decisione, scelta dopo scelta, fino ad arrivare a fine Maggio. Agli esami finali.

-Sta tranquillo. Sarà una passeggiata.-

-Parli bene tu che sei un secchione! Ma io che cacchio faccio?!-

Eravamo davanti a scuola, e stavamo discutendo nervosamente.

-Fai l'esame come si deve, e se non sai le risposte, le metti a caso.-

Kei era di una freddezza inumana, in quei giorni, molto più del solito. Nessuno aveva potuto ignorare il suo estremo cambiamento.

-Si, bah! Bella cosa e se poi faccio peggio?!-

-E falla finita, Yuri! Non puoi venire qui e lamentarti di non aver studiato abbastanza!!! Fai solo la parte del coglione!-

-Grazie Kei...-

Tra Yuri e Kei le cose degeneravano sempre di più. Se parlavano, litigavano. Non sapevo se era per la scelta del dopo-esame o per quella storia del sesso (in effetti, c'era anche quello da concludere), in ogni modo il loro rapposto dipendeva ormai da come l'uno o l'altro si sveglieva la mattina! E non era molto piacevole starli a sentire...

-Su, su finitela! Concentriamoci sul primo esame e diamoci dentro.-

Dissi, mettendomi in mezzo a loro. Si zittirono all'istante.

Facemmo l'esame in poco tempo e la sera fummo subito a casa. Rei era un pò nervoso: aveva avuto un incontro del terzo tipo con la sua "ragazza", e per di più l'esame di Giapponese Antico non gli era andato troppo bene. Al contrario, Kei e Yuri era abbastanza calmi. Per quanto mi riguardava, l'esame era l'ultimo dei miei problemi: l'unica idea fissa che avevo in testa era risistemare le cose tra di noi. Il che era anche più difficile di uno stupido esame di maturità!

-Ehi ragazzi, che ne dite di uscire, stasera?-

Non so perchè feci quella domanda assurda, ma fu la prima cosa che mi venne in mente. Kei e Yuri mi fissarono leggermente sorpresi, poi annuirono e presero il giubbotto. Rei fece un pò più storie.

-Dai no! Sono stanco e poi voglio andare a letto presto. Niente disco, oggi...-

Il suo tono era un misto tra il lamentoso e il supplichevole: terribile!

-E chi ha parlato di disco?! Che ne dite, invece di... un pò di cinese!-

Avevo appena pronunciato le parole magiche. Mi gustai ben bene la trasformazione del volto di Rei: il suo sguardo si illuminò all'istante e scattò in piedi, con un sorriso irrefrenabile stampato in faccia.

-Si, cinese!!! Sei un genio!-

Alle mie spalle sentii dei risolini: tutti in quella stanza avevano capito benissimo (e da secoli) che il cibo cinese era il punto debole di Rei: parlavi di quello e, qualunque cosa stesse facendo, ti correva dietro pronto a farsi una bella mangiata di risi alla cantonese, polli al kerry, misti di mare alla piastra, verdure saltate, spaghetti di riso con gamberi ecc. L'unico che non l'aveva ancora capito era proprio lui, e aveva la stessa reazione giocosa ogni volta che io o gli altri pronunciavamo le parole magiche: una reazione davvero dolcissima!

Passammo una bella serata, contrariamente a quanto avevo pronosticato (pessimista com'ero in quel periodo) e ne fui davvero felice. Volevo che ne passassero tantissimi altri di momenti belli come quello, volevo che quelli che stavo vivendo non finissero mai. La nostra avventura era iniziata poco più di tre anni fa, e non poteva essere già finita: di questo ero sicura!

Ma c'era un scelta da fare. Una scelta difficile.

Non potevamo vivere gli uni senza gli altri, ma le nostre famiglie avevano bisogno di noi, e noi dovevamo saldare vecchi conti col passato. Forse la separazione sarebbe stata un giusta scelta...

Stava prendendo in considerazione quella opportunità, e la cosa mi sorprese non poco: proprio io che avevo fatto quella scenata un pò di tempo fa! Ma mi era servita per riscattarmi e farmene una ragione: sapevo che anche gli altri aveva preso la mia stessa decisione. Partire era duro, difficile e doloroso. Forse sarebbero passati molti anni prima di un altro nostro incontro e chi sa quanti cambiamenti, fuori e dentro di noi. Non volevo che le cose cambiassero, ma a quel punto non potevo farci niente, anche perchè non potevo costringere altri a restare se volevano partire sul serio!

...

Decisi, quindi che sarei partita.

Sarei tornata dei miei genitori e sarei rimasta con loro finchè le cose non si sarebbero ristemate. Poi sarei ritornata da loro.

Se sicura che sia la scelta giusta?

Non so se è giusta, ma di sicuro è l'unica che posso prendere.

Sai che soffrirai senza di loro, e nonostante questo parti?

Devo. Devo, perchè ho promesso a me stessa di rispettare le loro scelte, e se loro vogliono partire, lo farò anch'io. E poi devo tornare dai miei genitori. Loro adesso hanno bisogno di me, purtroppo.

E così la decisione fu presa. Sarei partita subito dopo i risultati degli esami. Questo voleva dire fra tre giorni. Tre giorni alla fine di tutto.

 

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Capitolo 13
*** una contro tutti ***


Non so dove ne trovai il coraggio. Ancora oggi me lo chiedo...

Ma glielo dissi. Dissi ai ragazzi che volevo partire. Che avevo scelto. Ebbero una reazione che non mi sarei mai aspettata.

-Partire?!-

Mi gridò Yuri.

-Proprio tu che hai fatto quella scenata, pochi giorni fa?!-

Mi fece sentire davvero schifosa. Spregievole sopra ogni cosa. Ci riuscì lui per primo. Sul momento sperai che morisse dolorosamente.

-Non c'è bisogno che tu me lo rinfacci in questo modo!!! Dopottutto non sei tu quello che vuole tornare dalla mamma, o sbaglio?!-

Yuri mi guardò con tanto d'occhi, ed io mi sentii orgogliosa d'essere riuscita a scaturire quella reazione. Poi iniziò il peggio.

-E tu che stai facendo invece, spiegamelo!!!-

Cercai una risposta plausibile, ma riuscii solo a gridare.

-Mia madre è pazza! Non è la stessa cosa!!!-

A quelle parole Yuri si zittì: senza volerlo avevo vinto il confronto. Ripresi il controllo di me stessa, e continuai, rivogendomi a tutti.

-Ci ho pensato molto in questi giorni, e sono arrivata alla conclusione che partire è l'unica soluzione!-

Sentii rumore di porcellana infranta. Rei, che stava rigovernando, aveva fatto cadere un piatto a terra. Piatto che ora era ai suoi piedi, in frantumi. Si accorse con un secondo di ritardo cosa era successo.

-S-scusate...-

Farfugliò, prendendo una scopa e spazzando la porcellana infranta. Osservai la scena con una morsa allo stomaco. Stavano reagendo davvero malissimo alla cosa.

-Tutto bene Rei?-

Yuri si avvicinò a lui. Solo allora vidi che stava tremando. Mi fece sentire per la seconda volta davvero schifosa. Spregievole sopra ogni cosa. Ci riuscì Rei per secondo, anche se involontariamente.

-Quando?-

Mi voltai di scatto, interrompendo il filo dei miei pensieri. Era Kei.

-... tra 3 giorni...-

Stanno soffrendo... lo sai, vero?

Stavano soffrendo, lo sapevo. Ma era l'unica scelta possibile! Non potevo costruirmi un futuro, se il mio passato era a pezzi. E' poi sei stata tu a dirmi di scegliere! Tu mi hai messo con le spalle al muro!

Io ti ho detto di scegliere... non di partire...

Senti, io ho scelto, e la mia scelta è questa!

... quando te ne pentirai sarà troppo tardi...

Tornai alla realtà, ignorando quella cazzo di voce interiore.

Solo allora notai che Kei mi stava fissando. Ma nei suoi occhi non c'era la solita fiamma calda. Non vi vedevo niente, solo vuoto...

 

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Capitolo 14
*** Tutti d'accordo, o quasi... ***


Altra notte insonne. Altri dubbi. Altri ripensamenti.

Erano le 3 del mattino. Avevo dormito, si e no, un paio d'ore e ormai ero arrivata alla conclusione che provarci era più che inutile.

Ero ancora decisa. Il mio orgoglio si era impuntato e adesso era tutta questione di tempo. Meno di 2 giorni e... e niente. Niente di niente. Niente rimpanti, niente sensi di colpa, nienti sguardi da evitare, niente falsi sorrisi, niente maschere... ma anche niente serenità, niente battute sarcastiche, niente ore passate a studiare insieme per gli esami, niente abbracci, niente baci, niente Rei e sorrisi dolci, niente Yuri e mani calde, niente Kei e niente amore.

Quello che mi aspettava era il nulla. Il nulla più doloroso...

Lo vedi... ti stai pentendo... ripensaci.

Taci! Nessuno mi sta obbligando a partire e nessuno mi sta chiedendo di restare. La scelta è solo mia! Non mi sto pentendo affatto!!

Niente Rei e sorrisi dolci...

Stai zitta!

Niente Yuri e mani calde...

No! Non mi sto pentendo! Non riuscirai mai a convincermi!!

Niente Kei e niente amore...

Basta!!! Sono stufa di stare ad ascoltare! Sparisci!!!

...

Bene. Pensavo di essermi sbarazzata di quella cazzo di voce, ma non era così. Stavo per riprovare ad addormentarmi, quando un urlo...

-Ma a che servirebbe?!-

Balzai a sedere sul letto, più sveglia che mai. Kei! Non c'erano dubbi:

quella era la voce di Kei! Mi guardai attorno e mi accorsi che ero l'unica in camera, gli altri erano spariti. Mi alzai e mi diressi verso la voce di Kei. Era in salotto e c'erano anche Rei e Yuri.

Mi rannichiai in un angolo, accanto alla porta, e ascoltai le loro voci.

-Beh, che vuoi fare, scusa?! Legarla al letto e costringerla a restare?!- Di me. Stavano parlando di me.

-E tu non faresti niente?!-

-Sta calmo Kei!! Ricordati che anche noi non vogliamo che parta!-

Si. Stavano proprio parlando di me.

-State buoni voi due! Litigate già troppo di giorno, non mettetevi a farlo anche la notte.-

La voce ferma e calma di Rei riuscì a calmare i due litiganti.

-Bene, ora ragioniamo con calma... Occhi di Ghiaccio ha deciso di partire fra 3 giorni e questo nessuno di noi può cambiarlo.-

Il suo tono di voce era pericolosamente incrinato. Deglutii.

-Possiamo provare a parlarle!-

La voce di Kei risuonò nell'aria. Mi scoprii felice: Kei ci teneva così tanto che restassi?

-Giusto, parliamole! Magari riusciremo a farle cambiare idea.-

Yuri... non riuscii a reprimere un sorriso.

-Ragazzi, stavo pensando... e se fosse la scelta giusta...?-

Un silenzio pieno di inquetudine ci circondò. Chiusi gli occhi.

-Si, insomma... e se quella che Occhi di Ghiaccio ha preso fosse l'unica scelta possibile?-

Kei parlò con parole disperate e confuse.

-Ma è una sciocchezza! Abbiamo tante scelte... possiamo restare insieme...-

Sorrisi, piena di amarezza. Non potevamo restare insieme. Il destino era contro di noi, come il resto del mondo. E non solo io lo sapevo...

-Kei... forse Rei ha ragione...-

-Cosa?! Ehi, no!!! U-un momento...! Ma che state dicendo?! Siete impazziti?! Rei... Yuri...-

Ancora silenzio. Si sentivano solo i balbetii sommessi di Kei. Sentirli mi spezzò letteralmente il cuore. Perchè, se ci pensavo, io avevo qualcuno da cui tornare: avevo mio padre. Yuri aveva i suoi, che pur sempre mostri rimanevano come i miei, ma sempre genitori erano. E Rei aveva la sua bella fidanzatina. Ma Kei? Kei non aveva nessuno...

-... Kei...-

Non mi sentirono e continuarono a parlare per conto loro.

-Non sarà una cosa così grave Kei... po-potremo sempre riincontrarci, rivederci...-

Kei ridacchiò e rispose con sarcasmo.

-Certo! Lo so anch'io che Mosca e Pechino sono dietro l'angolo, cosa credi?!-

Rise ancora. Una risata spenta e vuota, che rispecchiava il suo animo, spento e vuoto come quella risata. Ancora silenzio.

-Ok... ci sto! Dai, partiamo tutti quanti!! Tanto io ho solo da guadagnarci in questa storia, giusto?! Ma allora perchè sto qui a perdere tempo con voi?!-

-Kei noi...!-

-Basta!!!... vado a letto...-

Mi alzari e corsi in camera, fingendo di dormire. Lo sentii mentre mi accarezzava una guancia, e il mio cuore toccò il fondo, quando disse.

-Addio, amore...-

Per un attimo, sentii l'irrefrenabile voglia di alzarmi dal letto e buttarmi tra le sue braccia, dirgli che anch'io l'amavo e chiedergli perdono per quel terribile dolore, che stava provando in silenzio.

Ma alla fine non lo feci. Non feci niente.

 

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Capitolo 15
*** L'ultimo giorno insieme ***


Passarono inesorabilmente altri 2 giorni. Mi alzai presto e di malavoglia: quella mattina avrebbero fatto uscire il nostro primo singolo, the "OOC". Avevo deciso di andare a comprarlo con i miei soldi e di rifiutare quello che voleva regalarmi il boss (essendo i componenti del gruppo abbiamo diritto ad un tot di dischi gratis). Quindi uscii.

Erano le 9:00 di mattina e quando me n'ero andata i ragazzi dormivano ancora. Avevamo passato due giorni nella tensione più spinosa: il mio aereo sarebbe partito il giorno dopo alle 8:10.

Non sapevo quando sarebbero partiti gli altri, ma ormai era tutto fatto: SuorMichelina era stata avvisata da una settimana e aveva già trovato un altro inquilino che avrebbe preso il nostro posto molto volentieri; il boss ci aveva dato tutti gli indirizzi possibili immaginabili, per tenerci tutti sempre in contatto: il lavoro continuava, in un altra sede ma continuava. Insomma, era tutto ok.

Tornai a casa solo un quarto d'ora dopo, e i ragazzi stavano continuando imperterriti a dormire. Con un sorriso sulle labbra, misi il cd nello stereo e cominciai ad ascoltarlo. Era davvero bello...

Un pò strano, un pò particolare, un pò diverso dagli altri, ma davvero bello. E poi aveva un titolo molto azzeccato: Out of Character  "OOC" (che voleva dire appunto "Fuori dal carattere").

Sospirai, rassegnata. Era inutile che cercassi di non pensarci: il giorno

dopo, a quell'ora stessa, sarebbe stato tutto finito. Tutto quanto.

Il punto era che avevo fatto tutto da sola! Agli altri non era mai passata neanche per l'anticamera del cervello l'idea di partire!

Mi sentii pienamente responsabile di quella situazione spinosa, e sarcasticamente dissi a me stessa.

Brava, complimenti!

No, ancora quella voce!

Scossi la testa e carcai di far finta di nulla. Mi voltai nella direzione opposta, verso la cucina, e la figura assonnata di Kei mi apparve davanti agli occhi.

-Buongiorno!-

Salutai sorpresa. Lui annuì, assonnato, e si lasciò cadere su una sedia. Sorrisi un pò triste, pensando alla carezza di due giorni prima.

Mentre facevo del caffé molto forte, vidi Kei alzare di scatto la testa e ascoltare la canzone, come se sene fosse accorto solo in quel momento.

-E' uscito...-

Dissi semplicemente, notando il suo gesto. Lo vidi sorridere e seguire il ritmo della melodia con un ticchettio continuo delle dita.

-Mi ero dimenticato che usciva oggi...-

Rispose, rapito da quelle note. In lontananza, la voce assonnata di Rei canticchiò su quelle già citate note melodiose. In pochi secondi, fece la sua apparizione in cucina, sbadigliando, strofinandosi gli occhi e gingillandosi i cappelli lunghi sciolti e arruffatissimi. Kei ridacchiò.

-E' pronto il té?-

Chiese Rei, sedendosi lentamente nella sedia accanto a Kei, che lo fissava sorridendo. In effetti era uno spettacolo molto divertente...

Presi la sua tazza, piena di buon té bollente (rigorosamente cinese), e gliela misi davanti agl'occhi.

-Si, bell'addormentato nel bosco...-

Risposi sorridendo. Rei mise subito il broncio e mi guardò con due occhi ambrati semi-offesi: erano come quelli di un bambino che non vuole essere preso in giro, ovvero di una tenerezza unica! Mi disse.

-Non prendermi in giro...-

Io riuscii a trattenermi, ma Kei scoppiò a ridere. Rei pareva ancora più offeso di prima.

-Che hai da ridere?-

Chiese, imbronciato. Troppo bello! Non biasimai Kei per quello che fece, anzi avrei voluto avere io l'onore di farlo. Si avvicinò a lui, gli lanciò un dolcissimo bacio sulla guancia e, ridacchiando ancora, disse.

-Sei troppo bello, quando fai così...-

Rei arrossì tantissimo. Si capiva lontano un miglio che Kei gli piaceva. Certo non era amore, ma gli piaceva tanto. E anche a Kei piaceva Rei. Ah, ecco... la fortuna di essere bisex! Se non funziona con un sesso, provaci con l'altro, dice sempre Yuri. Approposito di Yuri...

-Buon(sbadiglio enorme)... g-giorno...-

Ci voltammo tutti e tre. Lupo della Steppa era sulla porta di camera, che si cimentava nel suo sport mattutino preferito: sbadigliare!

-Vieni qui, brutto brocco che non sei altro! Lo sai che non mi piace vederti ciondolare.-

Disse Kei, che non si era ancora ripreso dalle risate di prima. Yuri si avvicinò a noi, ma quando si accorse della canzone si bloccò.

-Ehi, ma...!-

-Si, oggi è uscito il singolo.-

Ripetei. Che memoria da lumache che avevano...

Si sedette tra me e Kei, prendendo la sua tazza di caffé tra le mani.

-Che si fa oggi?-

Chiesi, portando in tavola il latte caldo. Yuri mi chiese, perplesso.

-Pensavamo avessi qualche impegno per oggi. E' l'ultimo giorno e...-

-Appunto!-

Mi guardavano tutti strano. Possibile che non capissero?

-E come pensate che voglia passare il mio ultimo giorno se con voi?!-

Rei spalancò un sorriso che di più belli non ne avevo mai visti.

Yuri sgranò i suoi azzurissimi occhi e mi guardò sorpreso.

Kei mi sorrise tristemente e fece un cenno d'assenso col capo.

 

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Capitolo 16
*** L'addio ***


La fine dell'ultimo giorno.

Sembrava il titolo di un film hollywoodiano, ma non lo era purtroppo.

Era la realtà, la mia realtà.

E mentre attendevo, riuscivo solo ad pensare a questo.

Era come se la mia me stessa di quei tre anni stesse lentamente morendo e la mia me stessa, morta tanto tempo fa, stesse rinascendo al suo posto. Kei una volta mi disse:

-Ognuno di noi può rinascere, basta solo volerlo... io l'ho fatto, ma una volta soltanto... l'unica cosa che si deve fare in questi casi, è combattere i propri ricordi... ed è proprio quello che ho fatto io... combatti per la vita, per la tua vita...-

Aveva ragione, ma rinascere per tornare alla vita lasciata non era proprio quello che avevo in mente per rinascere. Io stavo rimorendo.

Il mio ultimo giorno era da poco finito e neanche il bellissimo tramonto davanti ai miei occhi riusciva a rallegrarmi.

Kei stava parlando al cell con quello stupido notaio, che anche oggi aveva avuto il coraggio di chiamarlo. Io, Rei e Yuri ce ne stavamo in silenzio, appoggiati alla ringhiera bianca del parco pubblico, a osservare il cielo che oscurava, e il sole che moriva all'orizzonte.

-Che bel tramonto...-

Disse Rei, col tono di voce di un condannato a morte.

-Meraviglioso...-

Rispose Yuri, più freddo di un pezzo di ghiaccio.

Non volevo vederli così tristi, quindi misi le braccia intorno ai loro colli e li strinsi a me, esclamando.

-Su col morale, ragazzi! Non mi piace vedervi con quelle faccie OOC: non è da voi!-

Yuri ridacchiò con amarezza.

-Abbiamo davvero le faccie OOC?! Accidenti...-

Mi scompigliò i capelli e tornò a guardare il tramonto, con la stessa espressione triste. Rei non disse niente, all'inizio, poi bisbigliò.

-... mi mancherai...-

Mi voltai verso di lui. Occhi lucidi. Voce incrinata. Oh no...

-Dai, non fare così Rei... ti scriverò un'e-mail ogni sera e una lettera ogni settimana! E ti farò uno squillo alle 7 del mattino. Tutti i giorni!- 

Yuri sorrise e Rei alzò gli occhi verso di me: sembrava sollevato.

-E-mail, lettere e squilli... me lo prometti?-

Annuii vivacemente, ma sapevo che non bastava.

-Mi mancherai, a letto...-

Sospirò Lupo della Steppa tornando a guardare il tramonto.

-Solo a letto?-

Domandai. Lui si voltò e mi sorrise. Era un sorriso vero, non malizioso e neanche amaro o di scherno: era un sorriso semplicissimo.

-No, non solo...-

Sorrisi anch'io. L'avevano presa molto bene e questo mi sollevò.

Ma dopotutto non potevo fare a meno di pensare che quello era il nostro addio. 

Mi staccai dalla ringhiera e corsi da Kei, che era poco distante.

-Si, si... lo so... abbia pazienza e tutto si risolverà.- stava dicendo.

Non aveva ancora finito la sua telefonata, ma quando mi vide, disse.

-Ora è tardi, la devo lasciare... si, arrivederci.- e riattaccò il telefono.

Sorrisi e mi avvicinai a lui.

-Tutto a posto?-

Era strano: stavo dicendo addio alla persona che amavo ed ero tranquillissima. Come se tutto fosse normale. Come se non fosse successo niente. Come se non ci stessimo davvero dicendo addio.

-Si, tutto ok...-

Lui evitava in ogni modo di guardarmi, e io lo notai subito.

-Kei...-

Lo vidi stringere convulsamente in mano il cellulare. Sembrava stesse per esplodere da un momento all'altro.

-Io non voglio che tu parta...-

Abbassai lo sguardo e non dissi niente: quella era la prima volta che ne parlavamo così apertamente e io mi sentivo scoperta.

-Perchè devi partire?! Ti manca qualcosa qui?! Abbiamo fatto qualcosa che ti ha ferita?! Se è così scusaci, ma non partire!!!-

Le sue insinuazioni puzzavano di pianto imminente...

-Non è colpa vostra, Kei...-

-E allora perchè?!?! Dimmi perchè parti!?!?!-

Non lo volevo guardare. Non dovevo guardarlo. Se l'avessi fatto, tutto sarebbe stato inutile. Non dovevo guardarlo. Non dovevo!

-Perchè devo affrontare il mio passato. Sono scappata per tre anni, ma adesso è arrivato il momento e io sono abbastanza forte per affrontarlo. Per questo parto: parto per me stessa.-

Continuavo imperterrita a tenere gli occhi bassi, ma lo ascoltavo molto attentamente.

-Sei una schifosa egoista...-

-Si, lo sono.-

Singhiozzava e io sapevo che avrei potuto rassicurarlo, ma non dovevo. Non dovevo guardarlo per nessun motivo al mondo!

-Ti prego... ti supplico... se mi ami, non partire...-

Le mie labbra cominciarono a tremare. Non dovevo! Non dovevo!!!

-Mi dispiace, ma... domani io partirò, qualunque cosa tu dirai.-

Alle mie parole, fredde e pungenti come la morte stessa, Kei corse via piangendo, ma neanche in quell'istante trovai il coraggio di guardarlo.

Il giorno dopo presi il mio aereo e partii. Adesso era tutto finito.

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Capitolo 17
*** Rimorso ***


Stetti male per ore e ore.

Appena rientrata in quella casa, rinsentendo quell'odore malsano e fastidioso, mi si era stretto lo stomaco ed ero corsa in bagno.

Avevo vomitato tutto quello che avevo mangiato. E lacrime.

Mi sentivo una misera stupida, come se mi fossi gettata nel baratro da sola, come se fossi quella che pensa al suicidio come alla soluzione migliore, alla salvezza.

Ero completamente sconvolta.

Mi accasciai in un angolo del bagno, piangendo. Piansi e urlai.

Urlai forte. Con rancore e con pentimento.

Tanto nessuno poteva sentirmi, e anche se mi avessero sentito non me ne sarebbe fregato un cazzo. Urlai fino a farmi bruciare la gola.

Sola.

Ero sola.

Quello era il mio unico pensiro.

Ero sola.

Davvero sola.

Completamente sola.

Il pensiero di Kei mi tartassava il cervello, con le sue parole disperate.

-Non voglio che tu parta...-

-Perchè devi partire?!Ti manca qualcosa qui?! Abbiamo fatto qualcosa che ti ha ferita?! Se è così scusaci, ma non partire!!!-

-Ti prego... ti supplico... se mi ami, non partire...-

Mi ci era voluto così poco per sparare la sentenza sbagliata...

-Per questo parto: parto per me stessa.-

E mi ci era voluto lo stesso tempo per uccidere la persona che amavo.

-Mi dispiace, ma... domani io partirò, qualunque cosa tu dirai.-

Un passo...

Solo un passo fatto in quella casa mi aveva fatto rinnegare la mia scelta. Un solo misero passo...

Non mantenni la promessa fatta a Rei. Ero troppo sconvolta.

-E-mail, lettere e squilli... me lo prometti?-

L'avevo fatto sicuramente piangere, e questo mi fece sentire peggio.

-...mi mancherai...-

Molto peggio...

-Mi mancherai, a letto...-

E Yuri? I suoi occhi tristi prima della mia partenza sarebbero rimasti tristi per sempre? Non riuscivo a reagire in alcun modo...

-Solo a letto?-

Quanto ero stata ipocrita...

-No, non solo...-

Kei, Rei e Yuri. Il mio cuore portava 3 nomi dentro di se, 3 nomi che lo riempivano tutto. Non c'era spazio che per loro, nel mio cuore.

Non c'era un mio pensiero non rivolto a loro.

Non c'era una mia lacrima non versata in nome del loro affetto.

Rei riusciva sempre a riscaldarmi con i suoi bellissimi sorrisi.

Yuri mi preteggeva con le sue grandi mani, calde e protettive.

Kei mi aveva dato la luce, la libertà, gioie immense, e il suo amore.

E io...

Io cosa avevo fatto per loro?! Cosa avevo dato di mio a loro?! Cosa avevo lasciato nel loro cuore, adesso?! COSA?!?!

Suppliche ignorate...

Promesse infrante...

Occhi pieni di tristezza...

E loro non avevano mai meritato tutto questo, mai.

Forse sarebbe stato meglio non averli mai incontrati, non averli mai guardati, non averli mai amati così tanto da farli soffrire, non aver mai offerto loro una speranza inutile... forse sarebbe stato meglio così.

Adesso però, mi rendevo conto che non potevo vivere senza di loro.

Lo sentivo...

Non stavo esagerando...

Non era solo una sensazione...

Il male che mi portavo dentro non è solo immaginazione...

Il dolore che mi trapassava le ossa e la carne era vero...

Verissimo...

E faceva male...

Avevo fatto di loro tutto ciò che avevo. La mia vita. La mia anima.

E ora che non ero con loro stavo lentamente morendo.

Lentamente e con estrema agonia.

Sentivo la pelle prendere fuoco.

Il mio cuore, con la lentezza di una goccia di sangue che scorreva sulla pelle, si stava fermando.

Mi misi una mano sul petto: era vero, il mio cuore rallentava sempre di più... i miei respiri potevo contarli, ormai...

Quella era la punizione giusta per me, e per il male che stavo facendo a loro. Il dolore, il rimpianto, le lacrime, la sofferenza e poi, la morte.

Le mie colonne portanti erano crollate. Io stavo cadendo nel vuoto più nero. E non ci sarebbe stato nessuno a prendermi la mano. Morii.

Sola.

Ero sola.

Completamente sola.

E questa volta lo ero per sempre.

Quel giorno, appena giunta a casa, la mia me stessa di quei 3 anni morì dopo una lenta agonia e io, tornata quella che ero stata, mi apprestai a continuare quella vita che ormai non mi dava più ragioni per viverla. Con triste lentezza, passarono 2 anni...

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Capitolo 18
*** La lettera ***


Inesorabili e stanchi, 2 anni erano passati...

La mia vita scorreva lenta, ed io ero irrimediabilmente cambiata.

Da quel giorno non avevo mai più risentito le loro voci, ne rivisto i loro volti, ne letto una loro lettera, e-mail o visto il loro nome sullo screem del cellulare. Da quel giorno, i contatti con loro si erano persi.

Avevo cercato di rinnegare il più possibile il mio dolore, di ignorarlo, di fare finta di nulla, ma niente era servito. L'odio verso la mia scelta era l'unico sentimento tanto forte da farmi sentire ancora viva.

-Dopotutto anche l'odio è un sentimento...- mormorai.

-Hai detto qualcosa, tesoro?-

Mi voltai verso la donna che aveva parlanto, e mi sforzai di sorridere.

-No, niente mamma...-

Mia madre sorrise e continuò a guardare i fiori che le avevo portato. Eravamo nell'ospedale psichiatrico dove era stata ricoverata, precisamente nella serra: il medico diceva che ai malati piacevano molto i fiori e le piante. Infatti c'erano molti pazienti.

-Non sai come sono contenta che tu sia venuta a trovarmi!-

Esclamò mia madre, all'improvviso. Risposi, sempre sorridendo.

-Vengo tutti i giorni, mamma: sono venuta anche ieri.-

-Davvero?... n-non mi ricordo...-

Sorrisi, cercando si essere comprensiva.

-Non importa mamma, non sforzarti.-

Provai a usare un tono affettuso nei suoi riguardi. Mi sorrise.

Venivo a trovare mia madre tutti i giorni quando mio padre era a lavoro. Il dottore diceva che da quando c'ero io era un pò migliorata, e mi aveva invitato ad andare da lei tutti i giorni. Accettai senza problemi. Lei aveva avuto una reazione inaspettata: baci, abbracci, lacrime, sorrisi, carezze, risate... era contenta che fossi tornata. A quanto pareva, la malattia aveva cancellato dalla sua memoria tutti gl'ultimi 3 anni: per lei non ero mai scappata di casa.

-D'altronde c'è chi non vede e chi finge di non vedere: è molto frequente in questi casi, che il pazziente dimentichi completamente fatti che l'hanno fatto soffrire: è una specie di barriera per proteggersi dal passato. Tua madre deve aver sofferto molto, dopo la tua partenza.-

Così mi aveva detto il medico curante di mia madre, un giorno.

Non mi ero sentita in colpa: mi dispiaceva, ma ero sicurissima che andarmene via e incontrarli fosse stata la mia più grande gioia e fortuna. Non me ne importava niente di mia madre, niente. Da quando ero tornata, le stavo sempre accanto, ma non provavo niente per lei, nessuno sentimenti. Ne rabbia, ne ira, ne pentimento, ne affetto: niente. Mi faceva solo una gran pena.

-Lo sai che ieri ho fatto un altro sogno, tesoro. Era bellissimo, e c'eri anche tu!- disse mia madre, interrompendo i miei pensieri.

Non era una novità quella del sogno. Dopo aver visitato la serra, mi raccontava sempre i suoi sogni: sogna tutte le notti.

-Davvero? E che cosa è successo?- chiesi stanchissima.

Lei, in un sorriso, cominciò a raccontarmi tutto nei minimi particolari, come se stesse ancora sognando. L'ascoltai di sfuggita.

-...e tu eri così piccola. E correvi tra i petali rosa dei peschi in fiore. Giocavi con altri 2 bambini, ma poi siete diventati tutti tristi... poveri cari... che spettacolo triste...-

Sorrisi con amarezza: mi erano tornati in mente Rei e Yuri, quando in primavera ci arrampicavamo sul grande ciliegio della scuola, e lì ci accoccolavamo tutti insieme. Finivamo sempre per addormentarci...

-Ma poi è arrivato un quarto bambino! Allora eravate tutti contenti e siete andati a giocare! E correvate, correvate, correvate... eravate così felici insieme, vi prendevate per tutti mano: eravate inseparabili!-

Un brivido gelido mi attraversò la schiena. 4 bambini inseparabili...

Inseparabili?

No, non più ormai...

Il mio volto divenne improvvisamente di bronzo. Nessuna espressione. Così ero diventata in quei 2 anni. Così avevo imparato ad essere. Fredda. Impassibile a tutto e a tutti. Non lasciavo trasparire nessuna emozione. Era la mia maschera di vetro: ero di nuovo una mascera. Quella stessa maschera che Kei aveva infranto, adesso era di nuovo sul mio volto, pronta a nascondere ogni traccia di sentimento.

-Doveva essere bello...-

Dissi acida. Lei non si accorse della cattiveria del mio tono: faceva finta di non capire. A salvare la situazione fu il dottore.

-Signorina Hino può venire un attimo? C'è suo padre al telefono.-

Mi alzai scusando mia madre, e raggiungendo il telefono. Presi in mano la cornetta di esso e, dopo qualche secondo, risposi.

-Si, papà? Che c'è?-

Lui cominciò a dirmi di correre subito a casa, immediatamente. Era sconvolto. Cercai di farlo calmare, ma lui insisteva.

-Devi venire a casa, subito!-

Continuava a ripetere. Riattaccai il telefono e avvertii il dottore.

Devo ammettere che ero abbastanza agitata. Non riuscivo a capire il perchè di tutta quella furia e quell'agitazione: che cosa era successo?

Parcheggiai la macchina e corsi su, in casa. Aprii con furia la porta.

Mio padre mi si avventò contro, agitatissimo.

-Guarda! Guarda! G-guarda cosa è arrivato poco fa!-

Disse, sventolando in aria una semplicissima busta da lettera bianca.

-Tutto qui?! E che cos'è? la bolletta?!- chiesi irritata.

-Non è per me! Capisci?! E' per te! Questa lettera è per te!-

La presi subito in mano. Era vera, quella busta portava il mio nome...

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Capitolo 19
*** La supplica e la partenza ***


Rimasi immobile per qualche secondo, fissando quella busta bianca.

E se fosse...

E se fossero...

No! Scossi il capo. Non illuderti! E' praticamente impossibile che uno di loro ti scriva dopo 2 anni! Non illuderti! Non fare la stupida!

Eppure... come avrei potuto illudermi davvero... come avrei voluto poter credere ancora... con tutta me stessa, l'avrei voluto!
Alzai gli occhi verso mio padre, ma mi accorsi di essere di nuovo sola. Chiusi la porta di casa e vi entrai, senza distogliere gli occhi da quel candido pezzo di carta. Mi tolsi automaticamente il giubbotto e lui buttai sul divano, sempre fissando la busta che tenevo in mano.

Ero tesissima. Le emozioni riaffioravano in me, come non mi accadeva ormai da 2 anni. Proprio così: ero emozionata! E questo mi rendeva felice, da un lato, ma se poi non fossero stati loro? Oh no...

Ci sarei rimasta talmente male! Deglutii e mi sedetti sul mio letto, togliendomi le scarpe e riponendo la preziosa lettera accanto a me, sulle coperte. Respitai a fondo. Chiusi gli occhi. La presi e l'aprii.

 

Occhi di Ghiaccio,

tu non mi conosci personalmente, ma sai chi sono. Questo però non ha importanza adesso. Ti sto scrivendo per chiederti un favore. Per supplicarti. Rei è malato e sai benissimo a chi mi sto riferendo.

Rei è malato molto gravemente. Ha cominciato a sentirsi male due anni fa, quando sei partita e non ti sei fatta più sentire. Ha la gastrite. Forse non sai che è una malattia terribile, che provoca un fortissimo dolore fisico e mentale. Sono due anni che cerca di guarire, ma non ci riesce: aspetta ogni giorno che tu ti metta in contatto con lui, parla sempre di una promessa che gli hai fatto e si rifiuta di guarire. Tu sei l'unica che può aiutarlo, ti prego torna da lui! Tu forse non lo sai, ma  Rei è molto importante per me e so che lo è anche per te. Torna qui!

Torna, ti prego! Aiutalo! Lui ha bisogno di te, ha bisogno di voi!

Ti supplico, tornate da lui...

Ti supplico,

una persona molto vicina a Rei

ps: puoi trovarlo nella vostra vecchia abitazione: fai presto!

 

Mi ci vollero una dozzina di secondi per capire e rifflettere sul messaggio di quella lettera. E quando lo feci sentii una fitta.

Rei... malato... la promessa... aveva bisogno di me... gastrite... dolore... dovevo tornare da lui... solitudine... aveva bisogno di me... Allora perchè ero lì?! Che cosa cazzo stavo facendo?! COSA?!?!

Mi alzai dal letto, accartocciando la lettera. Presi una valige e la riempii in due minuti. Sarei tornata e l'avrei fatto una volta per tutte!

 

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Capitolo 20
*** Si torna a casa! ***


Scrissi due righe ai miei e prenotai il primo volo

Scrissi due righe ai miei e prenotai il primo volo. Tornavo a casa!

Prima di salire sull'aereo feci uno squillo a Rei, il primo dopo 2 anni. Lo spensi e partii.

Avevo il cuore in gola come poche volte, e mi bruciavano i polmoni. Sentivo una gran voglia di piangere, sia dalla gioia che dalla paura.

E se Rei fosse stato incazzato con me?!

E se non mi avesse voluto vedere?!

No!!! Dovevo togliermi dalla testa quei pensieri stupidi! Adesso non importava che cosa pensava Rei di me o se mi odiava, l'importante era che riuscisse a guarire: solo questo contava! Solo Rei e basta!

Un paio d'ore dopo, l'aereo atterrò.

Mi avviai correndo (per quanto il mio borsone me lo permettava) verso l'uscita dell'aeroporto. Mi catapultai sul primo taxi che mi capitò sotto tiro, e quasi gridai il nome del mio vecchio appartamente, che mai nella vita avrei dimenticato, non mancando di precisare.

-Faccia in fretta, per favore!-

Il tassista partì a tutta birra verso casa mia. Mi sentivo così dinamica, scatenata, esplosiva, come se potessi fare 1000 cose tutte insieme!

Mi sentivo veramente viva!!! Sentivo che stavo rinascendo di nuovo.

Sorridevo. Avevo in incancellabile sorriso sulle labbra, e anche se mi sforzavo di cambiare espressione, non c'era niente da fare: riuscivo solo a sorridere! Era molto più forte di me! Anche se, visto il motivo del mio ritorno era da stronzi sorridere così, non potevo farne a meno.

Appena giunta davanti al nostro vecchio appartamento, lanciai al tassista una banconota da non so neanche quanto, e mi fiondai davanti alla porta del condominio. La guardai per un lunghissimo periodo...

Avevo aspettato 2 anni...

2 lunghissimi e terribili anni...

Ma adesso che vi ero davanti, era come se non fossi mai partita...

Mi sentito talmente bene, a mio agio...

Mi sentivo a casa...

Ero tornata... ero tornata nell'unico posto che era davvero casa mia!

Non potei, e neanche volli, trattenere le lacrime. Iniziai a piangere.

Era da tantissimo tempo che non piangevo di gioia: prima di quel giorno non avevo mai avuto motivi per essere davvero contenta.

E in quel momento lo ero: lo ero come non mai!

Rimasi ancora a fissare il vecchio campanello d'ottone, poi lo suonai.

Attesi. Sentivo il cuore salire in gola e strozzarmi lentamente.

Stai calma... fai un respiro profondo...

Presi quel consiglio, e mi sentii un pò meglio. Le lacrime avevano cessato di cadere, quando la porta si aprì. Una ragazza era apparsa davanti a me, una ragazza che non avevo mai visto prima di allora. 

-Benarrivata Occhi di Ghiaccio, ti stavamo aspettando...- mi disse.

 

 

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Capitolo 21
*** Lei&Lei ***


Ringrazio quelli che commentano, sopratutto Lunetta: si, questa storia è più vecchia di un anno, ma visto che è sempre rimasta

Ringrazio quelli che commentano, sopratutto Lunetta: si, questa storia è più vecchia di un anno, ma visto che è sempre rimasta la cosa più bella che abbia scritto, la pubblico dappertutto! Grazie ancora!!

Chy

 

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Rimasi un pò imbambolata davanti a quella strana ragazza.

-Tu sei... quella della lettera!-

La vidi fare un sorrisino di scherno.

-Sei perspicace... forza entra!-

Entrai in casa un pò titubante. Quando vidi che niente era cambiato, sorrisi. Ma, oltre a me e lei, non c'era nessun'altro e io mi insospetii.

-Dov'è Rei?- chiesi subito.

Lei stava chiudendo la porta. Mi fissò con occhi estremamente cattivi.

-E' in ospedale. Stanotte ha avuto un collasso fisico, ed è stato ricoverato d'urgenza.-

Sentii un'altra fitta.

-Ma adesso sta bene, vero...?-

Distolse lo sguardo da me e si sedette con noncuranza su una sedia.

-Non lo so. Più tardi lo andremo a trovare e potrai constatarlo di persona.-

Avevo l'impressione che quella ragazza ce l'avesse con me, ma visto e dimostrato che non sapevo chi era, non riuscii a trovare neanche una spiegazione a quel comportamento glaciale. Mi sedetti davanti a lei.

-Chi sei?-

Lei mi guardò ancora una volta con occhi duri. Ricambiai lo sguardo.

-Mi chiamo Vita. Sono la ragazza di Rei.-

Sgranai gli occhi incredula: quella era la bambina della tribù!

-Tu sei quella bambina! Quella che abitava nel villaggio di Rei!-

Subito mi tappai la bocca con una mano. Ma che mi prendeva?! Gridare a quel modo! Fino a pochi giorni fa, sarei rimasta in silenzio ed ascoltarla, senza ribattere e contraddire, e adesso mi era scappata di bocca esclamazione tanto impertinente! Non c'erano dubbi, ormai: stavo tornando quella di un tempo. Felice per quella constatazione, la guardai aspettando la risposta, non mancando d'aggiungere.

-Scusa, non volevo essere indiscreta...-

Per la prima volta, la vidi sorridere in modo comprensivo.

-Non importa. Ciò che hai detto è vero: quella bambina sono io.-

Ancora una volta non seppi trattenermi: erano troppi anni che non vedevo ne sentivo Rei, e volevo sapere tutto ciò che gli era successo. 

-E come vanno le cose tra di voi?-

Mi stavo comportando come una bambina curiosa. Curiosissima!

-E' finita poco fa...- rispose malinconica.

Capii di aver toccato un tasto dolente. Ma, curiosa, rimasi in ascolto.

-Il punto è che lui è fissato con... con voi... e io non potevo sopportarlo-

Sgranai gli occhi: cosa si era messa in testa quella su me e Rei?!

-Guarda che tra me e Rei non c'è mai stato niente e mai ci sarà!-

Precisai ben decisa. Lei scosse il capo, sconsolata.

-Non sto parlando di lui e te, ma di voi tutti... di te, lui, Yuri e Kei.-

Rimasi alquanto perplessa. Rei era fissato con noi? Che voleva dire?

-In che senso? N-non riesco a capire...-

-Io credo che tu capisca, e anche molto bene... Rei non fa altro che parlare di voi, di come siete, di come siete importanti per lui, di come vorrebbe rivedervi, di quanto vi vuole bene, di come gli siete stati vicini quando è stato cacciato dal villaggio, d-di come a-adesso gli m-manchiate e-e...-

Vita si era coperta il volto con una mano, mentre cercava di trattenere il pianto irrefrenabile. Mi di spiaceva vederla così. Si vedeva quanto amava Rei, ma a quanto pareva lui era troppo legato a noi per avere una relazione seria con lei, e lei l'aveva capito.

Riuscì a smettere di singhiozzare, e mi guardò con gli occhi rossi.

-Non posso stare con lui a queste condizioni, tu mi capisci vero...?-

Annuii seriamente. Mi dispiaceva molto per lei, ma non potevo farci niente. Dopotutto anch'io ero come Rei, e quegl'ultimi anni me l'avevano dimostrato: non sarei mai riuscita a vivere senza di loro. Intanto Vita continuava a parlare di Rei.

-So che è giusto così... sono stata io la cause delle sue sofferenze, in passato, e adesso non posso tornare da lui, come se nulla fosse.-

Mi guardò, cercando a stento di non piangere. Non resitette.

Mi avvicinai a lei e l'abbracciai. Non la conoscievo, era vero, però non potevo permettere che soffrisse in quel modo senza far niente. Parlai.

-Rei è un ragazzo molto fragile, so che lo sai anche tu... lui ha bisogno di quell'affetto materno e paterno che gli è stato tolto da piccolo, ed è come se fossi noi i suoi genitori... ma tu sei molto più forte di lui! Sei una ragazza coraggiosa e con un forte carattere: tu ce la puoi fare! Non farti abbattere così! La vita ti riserva ancora molte strade da percorrere! Vedrai che riuscirai a rialzarti, e continuerai a vivere...-

Mi strinse con più forza e sfogò il suo irrefrenabile pianto. Ne aveva un gran bisogno, e si vedeva. Le accarezzai affettuosamente la testa.

Ci volle poco perchè si riprendesse. Si asciugò gli occhi, imbarazzata.

-Grazie... adesso mi sento meglio...-

Mi sorrise con gratitudine e poi aggiunse.

-Ora capisco perchè Rei dice che sei una che sa consolare!-

Sorrisi anch'io e mi alzai: non vedevo l'ora di incontrarlo!

-Vorrei andare da lui, adesso. Ti dispiace?-

Scosse il capo e si alzò anche lei. Andò in camera e prese una borsa.

-Il mio volo parte tra un paio d'ore. Saluta Rei da parte mia.- disse.

Rimasi di stucco: partiva tra un paio d'ore?! Ma come?!

-Vuoi andare via?! E cosa succederà a Rei?!- chiesi sorpresissima.

Sorrise tristemente e si mise il giubbotto.

-Adesso che ci siete voi, Rei non ha più bisogno di me. Addio...-

Prese sua la valigia e se ne andò, lasciandomi un pò amareggiata.

 

 

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Capitolo 22
*** Ritrovarsi ***


L'ospedale dove era stato ricoverato Rei si trovava nel più bel quartiere della città

L'ospedale dove era stato ricoverato Rei si trovava nel più bel quartiere della città. Era pieno di giardini in fiore e viali privi di macchine: anche la nostra vecchia scuola era in quel quartiere.

Mentre il taxi percorreva tranquillamente la strada, vidi i giardini delle scuole elementari pieni di bambini che correvano tra i petali e cercavano di prenderli. Sorrisi: sembrava tanto il sogno di mia madre... avrei voluto che Vita fosse lì con me. Ero certa che sarebbe partita più serenamente dopo aver visto quello spettacolo. Sospirai.

Il taxi parcheggiò, lo pagai e entrai nel grande edificio bianco.

L'ingresso era pieno di gente diversa, chi in ansia chi tranquilla, e io attirai subito la loro attenzione. Senza curarmene, mi avvicinai al bancone dove si trovava l'infermiera. Tossii lievemente e le chiesi.

-Scusi, in che reparto si trova Rei Kon?-

L'infermiera sorrise e indicò un corridoio alla mia destra.

-Da quella parte, signorina: stanza 415.-

La ringraziai e intrapesi la via indicata. Era molto emozionata. Ero certa che quando avrei visto Rei gli sarei saltata adosso: chi sa se era cambiato... chi sa se era la stessa persona dolce che avevo lasciato...

E chi sa lui come avrebbe reagito alla mia presenza! Oddio...

Il silenzio, rotto solo dai miei passi, era molto scenografico, dato il biancore intorno a me: sembrava il paradiso (non perchè ci si stava bene, ma la conbinazione tra la tranquillità, il bianco e il silenzio mi ricordava molto un luogo sacro). Avevo il cuore in gola...

Stanza 412...

Avevo paura di aver sbagliato ospedale, o magari di aver capito male l'indicazione dell'infermiera, o ancora di prendere la stanza sbagliata.

Avevo paura di tutto il possibile e tutto l'impossibile.

Stanza 413...

Mi risistemai i capelli e i vestiti. Chi sa che aspetto avevo?

Stanza 414...

E se Rei non mi avesse riconosciuto subito? E se avessi dovuto spiegargli che ero la persona che l'aveva fatto soffrire? Oddio!

Stanza 415!

Mi bloccai di colpo. Mancava un passo. E io sapevo meglio di chiunque altro quanto un passo potesse essere determinante. Sopratutto quel passo. Poteva portarmi via tutto o poteva darmi tutto.

Respirai profondamente e feci quel maledetto passo...

-Rei...- sussurai.

E lo vidi. Là, immobile, sul letto. Portava una maschera che aiutava a respirare e un paio di fili che, dalla fronte, arrivavano a delle strane macchine. Sembrava stesse dormendo. Cercai di avvicinarmi a lui, ma sentii qualcuno muoversi nella stanza. Mi girai e rimasi incredula.

-Yu... Yuri...?!-

 

 

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Capitolo 23
*** E finalmente sono felice ***


-O-Occhi di Ghiaccio

-O-Occhi di Ghiaccio...!- esclamò lui.

Rimasi allibita. Yuri era lì, davanti a me. Seduto su una sedia della stanza d'ospedale di Rei, che piangeva silenziosamente. Yuri era lì!

-Yuri!!!-

Mi buttai tra le sue braccia gridando il suo nome, felice. Che bello! C'era Yuri! Non potevo crederci! Lo strinsi fortissimo e gli accarezzai i capelli rosso fuoco. Lui, in un primo momento, rimase immobile, troppo scioccato per reagire prontemente, poi sentii le sue braccia intorno al mio collo e la sua stretta forte. Qualunque fosse il motivo che l'aveva portato a piangere, ora ne aveva un'altro e lo stesso valeva per me. Iniziammo a piangere senza provare neanche a trattenerci.

-Sei tornata!!! Sei tornata a casa! Che gioia, sei qui!!!-

Gridò Yuri, ridendo e piangendo contemporaneamente. Singhiozzai forte e mi sciolsi dal suo abbraccio, guardandolo negl'occhi. Sorrisi.

-S-sono tornata...- bisbigliai incredula.

-Si, sei tornata... sei tornata da noi!- esclamo lui, ridendo.

Era così felice. E io ero così felice. Eravamo felicissimi.

Rimanemmo avvinghiati per non mi ricordo neanche quanto. Non volevamo più separarci. Oddio, ero così felice di sentirlo così vicino a me! Mi sentivo vera, viva come non mi era mai successo! Ero felice! Felice in modo pazzesco! Mi piaceva da matti spettinargli i capelli...

-Yuri... come sono felice...-

I miei singhiozzi e le mie risate si erano fusi insieme, diventando un suono strano e misterioso che usciva dalle mie labbra. Un bel suono.

-Anch'io lo sono... e non sai quanto!-

Anche Yuri singhiozzava. Non avrei mai pensato di vedergli avere una reazione del genere: piangeva come un bambino! Ero tornata davvero, e questa era la conferma che aspettavo da quando avevo suonato il campanello d'ottone di casa, la gioia che da anni cercavo!

-Y-Yuri...-

Un sussurro giunse alle nostre orecchie e noi ci staccammo, placando lentamente il nostro pianto di felicità. Yuri si diresse verso il letto di Rei, prendendomi per mano e trascinandomi con lui, come se avesse paura di vedermi partire ancora in quei pochi secondi.

-Rei... stai meglio?- chiese Lupo della Steppa.

Vidi Rei sorridere e annuire. Poverino... era così pallido...

-Guarda chi è venuta a trovarti, oggi...-

Dissi Yuri sorridendo felice, trascinandomi tra lui e Rei. Sorrisi imbarazzatissima. Rei sgranò gli occhi e cominciò a piagere.

-S-sei tornata...-

Annuii, sentendo gli occhi inumidirsi ancora. Sorrisi con gioia...

-Sono tornata Rei...-

Tigre Bianca scoppiò a piangere, singhiozzando come un bimbo.

-O-Occhi di G-Ghiaccio...-

Lentamente portò una mano sulla mascherina e se la strappò via. Rimasi a fissarlo mentre si alzava a sedere, e con fatica apriva le braccia, in cerca di quel contatto che anch'io cercavo. Mi avvicinai.

-Abbracciami, ti p-prego...-

Lo strinsi forte, piangendo ancora. Mi sentivo tremendamente in colpa, per quello che aveva passato. Cominciai a parlargli.

-Mi dispiace Rei... avrei tanto voluto mantenere la promessa che ti ho fatto ma... ma tu non sai come ero diventata... non avevo più emozioni, non provavo più nulla... è stato terribile senza di voi... ma adesso, non voglio più andarmene. Siete troppo importanti per me, davvero. E-e poi... mi siete mancati... mi siete mancati tantissimo!-

Ricominciai a singhiozzare forse peggio di prima. Ero cosi felice!!! La gioia e disperazione che avevo erano immensi! Ero disperata! Mi sentivo così felice da essere disperata! Una sensazione che mai dimenticherò per il resto della mia vita. Mai.

Rei mi strinse con più forza e quando capì che non avevo più fiato per parlare, decise di mettermi a tacere lui, prima che ricominciassi.

-O-Occhi di Ghiaccio, ti prego... stringimi e basta... non parlare...-

Ubbidii a quel dolcissimo comando e lo strinsi ancora più forte, stando attenta a non fargli troppo male. Sembrava così fragile...

All'improvviso Yuri si guardò intorno.

-Occhi di Ghiaccio hai visto una ragazza bruna con gli occhi verdi, venendo qui?- chiese.

Scossi il capo, confusa. Poi capii quel che voleva dire.

-Vuoi dire Vita? E' partita.-

Rei, che si stava asciugando gli occhi, rimase a bocca aperta.

-Partita?! E dove?- chiese tristemente.

Yuri gli si avvicinò, preoccupato.

-Stai calmo Rei! Lo sai che è pericoloso per te agitarsi così!-

Rei guardò il russo e si calmò, ridistendendosi sul letto. Gli risposi.

-Non so dov'era diretta. Mi ha detto che adesso che c'eravamo noi, non avevi più bisogno di lei.-

Il cinesino abbassò la testa, sconsolato. Un'altra piccola lacrima percorse il suo volto. Una lacrima di tristezza.

-Perchè tutte le persone a cui voglio bene, prima o poi, partono sempre? E' per qualcosa che faccio? C'è qualcosa che non va in me?-

-No!- esclamò Yuri, arrabbiato ma anche dispiaciuto.

Mi sedetti accanto a lui e gli strinsi la mano. Lo guardai seria.

-Ascoltami bene, vittimista dei mei stivali! Tu non hai proprio niente che non va e non fai niente di male, ok?! E poi, ci siamo noi con te...-

Yuri si sedette dalla parte opposta alla mia e annuì. Rei sorrise felice.

-Grazie...-

 

 

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Capitolo 24
*** E Yuri ***


Non potevamo restare a dormire in ospedale, quindi tornammo a casa per la notte

Non potevamo restare a dormire in ospedale, quindi tornammo a casa per la notte.

-Tornerete anche domani, vero?- ci aveva chiesto Rei, implorante.

Io e Yuri avevamo sorriso, annuendo e dicendo queste testuali parole.

-Torneremo e resteremo. Tutti i giorni, fino a quando non sarai guarito.-

Lui aveva sorriso, sollevato. In quel momento eravamo a casa, sul divano, immersi nel più calmo dei silenzi. Avevo un grsn sonno e non vedevo l'ora di andare a dormire, ma d'altro canto ero desiderosa di parlare con lui, volevo sapere cosa aveva fatto in quegl'anni, da quanto tempo era tornato, come si era sentito senza di noi e se...!

...se aveva notizie di Kei...

-Ti prego, ti supplico... se mi ami, non partire...-

-Kei...-

Ero così immersa nei miei pensieri che l'unica cosa che sentivo era il calore di Yuri. Mi stava abbracciando.

-Ho pensato davvero di morire senza di voi...- mi sussurrò cauto.

Inclinai indietro la testa fino a sentirla sul suo petto. Stavo così bene... Su un morbido divano, sotto una coperta calda, tra le braccia di Yuri, mentre lui mi sussurrava all'orecchio... bellissimo...

-Dove sei stato in tutti questi anni?- gli chiesi.

Lo sentii sospirare piano e mi strinsi di più a lui.

-All'inizio sono tornato dai miei, per fare un tentativo...- iniziò piano.

Chiusi gli occhi, stanca, e lo ascoltai in silenzio.

-Dovevi vedermi... ero privo di vita, così sgonfio... mi sentivo uno schifo.- sussurrò.

Sentii una fitta. La terza quel giorno. Mi rigirai verso di lui e lo abbracciai per la vita, stringendolo con più affetto. Sorrise.

-Continua...- bisbigliai.

-Non c'è molto da dire.- mi rispose -Me ne andai via, quasi subito: non facevo altro che pensare a voi. Ero così vuoto... camminai come un coglione per giorni e giorni. Mi sentivo inutile...-

Con una mano, gli accarezzai le spalle e lo sentii rabbrividire.

-Non sei inutile...- bisbigliai.

Il suo calore era così forte, così bello...

-Lo sai quando ho toccato il fondo?-

Scossi lentamente il capo, stordita da quel calore.

-E' successo circa un mese fa... camminavo ai bordi di una grande strada trafficata e all'improvviso un autobus mi è sfrecciato accanto velocissimo. La prima cosa che ho pensato, subito dopo...? -Perchè non mi sono buttato sotto quell'autobus? A quella velocità non avrei neanche sofferto molto... un colpo e via!- ... ecco a cosa ho pensato...-

Tra le sue braccia, dove mi trovavo, percepii un piccolo brivido. Alzai gli occhi dispiaciuta, scorgendo il suo volto triste e pieno di lacrime. Mentre con una mano gli asciugavo le guancie bollenti, lui continuò a parlare, singhiozzando e chiudendo gli occhi.

-S-se Vita non mi a-avesse contattato il giorno dopo i-io... non so cosa avrei fatto!- gridò disperato.

Era terribile vederlo così. Sapere quanto aveva sofferto. Quanto era stato male. Era la cosa più straziante del mondo.

Gli accarezzai i capelli, attirandolo a me. Yuri mi abbracciò disperatamente, esplodendo. Esplodendo. Esplodendo da dentro, con tutta la sua rabbia, il suo odio, il suo dolore e la sua tristezza. Lo lasciai sfogare come meglio voleva, finchè non si fosse calmato un pò. Presi il suo volto tra le mani e lo guardai dritto negl'occhi.

-Mi avevi promesso di vivere, Yuri. Se sei qui non è merito di Vita, ma tuo. Sei tu che sei arrivato fin qui: sei solo, tu hai capito?! Tu e nessun'altro! Adesso sei vicino a me, che piangi disperato e io sono felice. Capisci, tu sei importante per noi e solo il fatto che tu sia qui basta a farmi felicissima! Solo il fatto che tu sia qui...- sorrisi.

Anche lui sorrise, per quanto possibile. Avvicinai il mio viso al suo e sfiorai le sue labbra tremanti. Sentii i suoi nervi tesi farsi più sciolti.

-Ma non voglio sentirti dire mai più una cosa del genere!- ammonii.

Sorrise, questa volta veramente e io mi sentii incredibilmente sollevata. Yuri annuì e si ridistese sul divano, aprendo le braccia invitandomi a accoccolarcisi. Sorrideva, questa volta con malizia. Era un invito troppo dolce perchè lo rifiutassi: mi buttai tra le sue braccia, ridacchiando. Lo strinsi a me. Mi strinse a se.

Tra quel calore confortante, fu lui il primo ad addormentarsi e io, cullata dalle sue grandi mani calde, chiusi gli occhi sorridendo...

-Ti prego...-

Sognai un volto affranto, che piangeva...

-Ti supplico...-

Mi tendeva le mani e cercava di non farmi andare via...

-Se mi ami...-

Conoscevo quel volto... era quello scolpito nel mio cuore...

-Non partire...-

Una lacrima percorse il mio volto e prima di sprofondare definitavamente nel mondo segreto dei miei sogni, sussurrai inconsciamente.

-Perdonami Kei...-

 

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Capitolo 25
*** Un tragico incidente ***


Erano passate due settimane immerse nella tranquillità, e Rei migliorava giorno per giorno

Erano passate due settimane immerse nella tranquillità, e Rei migliorava giorno per giorno. Ogni giorno andavamo da lui e tornavamo a casa la sera. Il mio rapporto con loro era oltremodo maturato: eravamo decisamente più tranquilli e calmi di un tempo, e avevamo finalmente capito quanto fossimo importanti (anzi, vitali!) l'uno per l'altro. Quel giorno, iniziato come tanti, ebbe una conclusione ben diversa dal solito, che per poco non mi fece morire...

-Ehi Rei, come stai oggi?- chiese Yuri, dandogli un'affettuosa pacca sulla spalla.

-Mi sento in gran forma! Ma se qualcuno mi portasse, casualmente, in un ristorante cinese, potrei anche sentirmi meglio...- rispose lui.

Sorrisi maliziosa e scossi il capo a mò di professoressa.

-Eh no, signorino! Di cinese puoi mangiare solo ed esclusivamente del buonissimo riso in bianco!-

Dissi, tirando fuori dalla borsa una ciotola di riso scondito. Rei si mise le mani sulla pancia, impietrito.

-No, ti prego! Sono mesi che vado avanti a riso in bianco!-

Yuri ridacchiò, e tirò fuori un altra ciotola.

-Il dottore ha detto che, se lo mangi tutto, puoi anche fare un piccolo strappo alla regola...- ammiccò, mostrando un piatto di fumante e profumato di misto di mare alla piastra: il piatto preferito di Rei.

-Pesce!!!- esclamò Rei entusiasta.

Mi piaceva ancora da matti quella reazione gioiosa...

-Dammi il riso! Dammi il riso! Dammi il riso!-

Gridò Rei emozionato, allungando le braccia. Lo ingollò tutto, in pochi secondi, e il pesce fece la stessa fine. Io e Yuri restammo a guardarlo, sorridendo: sembravamo i suoi genitori.

-Buono!- esclamò il cinesimo, quando ebbe finito.

Mentre io e Yuri ridevamo ancora, entrò in camera l'infermiera.

-Buongiorno signor Kon. Come va oggi?- chiese lei cordialmente.

Rei fece uno dei suoi dolcissimi sorrisi.

-Benissimo, grazie!-

Anche l'infermiera sorrise. Mentre tutti la fissavano incuriositi, lei prese a controllare (come ogni giorno) i macchinari collegati a Rei e le varie cartelle cliniche, fino a quando.

-Oddio!!!- lanciò un urlo.

Fece cadere a terra la cartellina che teneva in mano e spalancò la bocca, impaurita. La sua reazione, scatenò i nostri timori.

-Cosa c'è?!- chiesi io, allarmata.

Mi era venuta l'ansia: che cosa aveva Rei?! C'era qualcosa che non andava?! Cosa stava succedendo?!

Yuri lanciò uno sguardo preoccupato a Rei, che scosse il capo confuso.

-Io sto benissimo!- ribadì il moretto.

L'infermiera riprese la cartella caduta a terra, e corse via per il corridoio, chiamando a gran voce.

-Dottore! Dottore, venga subito!!-

Venni presa dal panico e corsi immediatamente da Rei. Gli misi una mano sulla fronte e poi sulle gote paffute. Niente febbre.

-Ti fa male da qualche parte?! Ha freddo?!- chiesi, nel panico.

Rei mi afferrò i polsi con gentile decisione e mi guardò negl'occhi.

-Occhi di Ghiaccio, stai calma. Io sto bene!-

Annuii velocemente la testa. Non ne ero molto convinta. Per niente.

-E' qui dottore!-

La voce agitata dell'infermiera ci raggiunse ancora una volta: dalla porta apparve un giovane dottore agitatissimo. La ragazza gli fece vedere nuovamente i macchinari e le cartelle cliniche.

-Ma è impossibile!- esclamò il dottore.

Yuri prese il coraggio a 4 mani, e si fece avanti.

-Dottore, che sta succedendo?!-

Quello ci guardò, scosse il capo e alzò le spalle, come se fosse la cosa più semplice del mondo. Le parole che disse dopo mi distrussero.

-Ormai non c'è più niente da fare...- disse semplice.

Guardai Rei, che ricambiava uno sguardo sconvolto, e poi Yuri, che scuoteva lentamente la testa, incredulo. Non resistetti: lanciai un urlo.

-No!!! No, non può essere! Rei sta bene! Rei sta bene!!!-

Gridai cercando di buttarmi addosso al dottore. Se Yuri non mi avesse afferrata in tempo, l'avrei sens'altro buttato a terra.

-Stai ferma!!! Occhi di Ghiaccio, stai calma!!!- mi gridò.

-Come faccio a stare calma, me lo spieghi?!- urlai io.

Rei fissava un punto sul letto con lo sguardo completamente assente.

-M-ma io sto bene... n-non è possibile c-che...-

Intanto io cercavo di liberarmi dalla salda stretta di Yuri.

-Calmati!!!!- urlò ancora.

-No!!! Dev'esserci un modo per salvare Rei! Ci deve essere per forza!!!- gridavo di rimando.

Ero sconvolta. Letteralmente sconvolta. Avrei voluto uccidere quel dottore del cazzo che in 3 secondi aveva distrutto la speranza di 2 settimane, anzi di 2 anni! Ero disperata più che mai! Non avevo neanche il coraggio di ammettere a me stessa cosa stava accadendo...

In quell'istante, la voce di Rei raggiunse fioca le mie orecchie.

-Allora è così... io... io morirò...-

Dio, mi sentii morire! Presi a urlare più forte di prima.

-Rei non dirlo!!! Non dirlo!!! Tu non morirai! Non puoi morire! Non puo farlo!!! No! Ti prego!!!-

Yuri, affranto, mi strinse di più. Poi, tra i singhiozzi, una voce ferma...

-Morire? Ma cosa dite? Il signor Kon è guarito completamente!-

 

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Capitolo 26
*** Torniamo a casa ***


Sgranammo gli occhi, più increduli che mai

Sgranammo gli occhi, più increduli che mai. Yuri mi lasciò andare.

-G-guarito...- sibilò.

Mi voltai a guardare Rei. Aveva la mia stessa espressione in volto. Espressione sconvolta, occhi gonfi e rossi dalle lacrime imminenti.

Le sue lacrime.

Lacrime di sollievo.

Lacrime di gioia.

Lacrime e lacrime, che scorrevano sul suo viso incredulo.

Corsi da lui e lo presi per le spalle, scuotendolo.

-Sei guarito Rei!!! Sei guarito! Ce l'hai fatta!!-

Gridai in preda alla gioia.

Yuri si avvicinò al dottore, sorridendo felicissimo.

-Grazie mille dottore! Grazie!-

Lui scosse la testa, come a volerlo mettere a tacere e poi aggiunse.

-Non mi devi ringraziare. Il merito è sopratutto vostro, che gli siete stati vicini.-

Yuri annuì senza ascoltarlo, troppo sconvolto per capire veramente quello che diceva. Venne da me e Rei, abbracciandoci e accarezzando i capelli morbidi del piccolo cinesino, che piangeva ancora.

-Bravo Rei, ce l'hai fatta...- gli bisbigliò all'orecchio.

Rei singhiozzò più forte e si strinse a noi, piangendo felice.

Quando uscimmo dall'ospedale (neanche venti minuti dopo), l'aria ci sembrò più fresca che mai. Guardai la reazione di Rei al paesaggio sensazionale davanti a se: si era fermato sulla soglia dell'edificio e aveva alzato gli occhi al cielo azzurro, ammirando il roseo colore dei petali di pesco che volavano leggerissimo sopra di lui. Annusò l'aria.

Chi sa per quanto tempo era rimasto chiuso in quell'ospedale...

-Ero in un posto così bello e non lo sapevo...- gli sentii dire.

Yuri si avvicinò a lui, mani in tasca, ma sorriso dolce.

-Rei...- lo chiamò.

Dopo pochi secondi dedicati ancora a contemplare il paesaggio davanti a se, Tigre Bianca voltò lo sguardo su Yuri.

Lupo della Steppa gli tendeva la mano.

-Torniamo a casa Rei...-

Questi sorrise dolcemente e ricambiò la stretta, buttandosi anche sul suo fianco e abbracciandolo di lato; Yuri lo accolse tra le sue braccia, leggermente imbarazzato da quella situazione. A quel punto, mi avvicinai anch'io all'altro lato della vita di Yuri, quello libero, e lo strinsi anch'io. Lui mi mise un braccio intorno alle spalle. E sospirando, ripetè.

-Torniamo a casa...-

 

 

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Capitolo 27
*** Una brutta sorpresa ***


Una settimana dopo il boss ci richiamò in sede, dicendoci che aveva deciso (senza averci consultato) di girare un video del no

Una settimana dopo il boss ci richiamò in sede, dicendoci che aveva deciso (senza averci consultato) di girare un video del nostro quarto singolo, the "SP" (Suffering People), per incrementare le già alte vendite del singolo. Il primo video era un grandissimo passo avanti, e poi lo avrebbero trasmesso sulle reti più importanti del paese.

Ad attenderci nel suo elegantissimo ufficio c'era il boss: l'argentino Francisco Calderines! Noto proprietario di una delle case discografiche nazionali più importanti del paese e ricco finanziatore di tutti i nostri successi, Calderines ci fece accomodare e spiegò la sua idea del video nei minimi dettagli. Sarebbe stata durissima: la coreografia preparata era molto complessa e l'interpretazione doveva essere perfetta in tutti i modi. Dovevamo diventare ballerini provetti e attori eccezionali nel giro di pochissimo tempo! Sospirai stanca.

Come avrei voluto che Kei fosse con noi, in quel momento...

Mentre Calderines continuava a parlare, io ero immersa nei miei pensieri rivolti a Kei quando sentii il suo nome echeggiare nell'aria.

-Per Kei cosa farete? Siete riusciti a contattarlo o assumerete una comparsa?- aveva chiesto Yuri.

Rei abbassò il capo sconsolato ed io evitai accuratamente di guardare qualcuno negl'occhi. In quel periodo avevamo cercato di rintracciare Kei in tutti i modi possibili immaginabili, ma non aveva mai risposto alle nostre chiamate, ai nostri messaggi, alle nostre lettere ed e-mail: era letteralmente scomparso! Yuri affermava, malignamente, che era alle Hawaii a spendere tutto il suo capitale in lattine di birra; Rei temeva che gli fosse successo qualcosa di brutto, che fosse in coma, o magari morto: insomma, se non si preoccupava non era contento!

Io non ero sicura di niente, ma paure le avevo...

-Ti prego... ti supplico... se mi ami, non partire...-

E se fosse proprio lui a non voler tornare? Forse aveva ragione Yuri...

Ma se avesse ragione Rei, mi sentirei  maligna a pensare queste cose! Cercai di non pensarci troppo...

-Io non ho bisogno di nessuna comparsa...-

Una voce bassa e roca ruppe il piccolo silenzio venutosi a creare. Ci voltammo di scatto: avevamo riconoscuto subito quella voce unica...

Poi, la conferma dei nostri dubbi...

-Vieni avanti Kei!- chiamò Calderines, aiutato da un gesto della mano. Entrò nella stanza un ragazzo altissimo e robusto, con i capelli quasi in ordine e lo sguardo duro. Kei. Quello era un Kei irriconoscibile.

-Bene, problema risolto. Possiamo andare avanti...-

Mentre Calderines parlava ancora del video, io fissavo Kei. Oddio...

Era lì, accanto a me... l'avevo cercato per più di una settimana intera e adesso era a un passo da me! Lo sguardo alto e serio, gli occhi rosso sangue che fiammeggiavano come sempre. Davvero bellissimo...

 

 

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Capitolo 28
*** Una bruttissima scoperta ***


Dopo tutte le varie spiegazione del presidente Calderines, uscimmo dal suo studio avvolti in un silenzio tesissimo

Dopo tutte le varie spiegazione del presidente Calderines, uscimmo dal suo studio avvolti in un silenzio tesissimo. Avrei voluto parlargli.

-Kei...-

Rei si era avvicinato al soggetto dei miei pensieri, cercando un'argomentazione plausibile per attaccar bottone: ma ce n'era bisogno? In fondo bastava solo un grande abbraccio! Sorrisi felice e mi avvicinai a lui, ma la sua risposta gelida mi freddò di colpo.

-Che vuoi?!-

Mi si gelò il sangue nelle vene. Pensai, sperai, di aver capito male...

Yuri prese in mano la situazione.

-Che razza di risposta è, Kei?! Non ci vediamo da 2 anni e la prima cosa che ti esce dalla bocca è uno schifosissimo -Che vuoi?!- Che vogliamo? Te lo dico subito!-

Si avvicinò a Kei e gli mise una mano sulla spalla.

-Ci sei mancato...- disse con occhi languidi.

Rimanemmo immobili, guardando Aquila di Fuoco speranzosi.

-Non è vero...- bisbigliò Kei.

Il suo sussurro mi fece tremare e non riuscii a trattenermi.

-Ma che stai dicendo?! Perchè dici così?! Si che ci sei mancato! Tantissimo!!! Io non ho fatto altro che pensare a t...!-

-STAI ZITTA!!!!!! NON E' VERO!!!-

Gridò Kei voltandosi verso di me e fissandomi iroso: i suoi occhi erano grandi, rossi, fiammeggianti. Ammutolii, impietrita.

-Che sia ben chiaro! Sono qui solo per il video!! Non per voi! In tutto questo tempo ho imparato benissimo a fare a meno di voi, e adesso non contante niente per me!! E tu!- gridò, indicandomi -Non mi toccare! Non mi parlare! Non mi guardare! Fai come se non esistessi!! Io farò altrettando, non preoccuparti!- si voltò e fece per andare via.

Sconvolta, mi avvicinai a lui e gli sfiorai il braccio, timorosa.

-Ma Kei...- sussurrai.

La sua reazione mi spaventò. Si voltò di scatto e urlò.

-Ti ho detto non mi toccarmi!!! Stammi lontana!-

Ritirai la mano molto velocemente, non riuscendo a staccargli gli occhi di dosso. Mi sentii mancare all'improvviso. Tirai un lungo e profondo sospiro, mettendomi una mano sul petto all'altezza del cuore. Non vidi più niente. Prima leggermente sfuocato. Poi decisamente annebbiato. E infine non vidi più niente. Non volevo vedere. Chiusi gli occhi di colpo facendo scivolar via dai miei occhi tante lacrime, senza freno, senza restrinzione, senza niente.

E chi mi fermava più adesso...

-Kei!!! Perchè??? Che cosa ti ho fatto???- gridai nella disperazione.

Sgranò gli occhi e mi guardò allibito. E invece lo sapevo...

-Sei solo un'ipocrita...- disse lui.

Lo sapevo bene... il motivo di quel comportamento...

-Ti prego...-

L'avevo sempre temuto...

-Ti supplico...-

Il mio peggiore incubo...

-Se mi ami...-

Era proprio davanti ai miei occhi...

-Non partire...-

E si era concretizzato.

Ero in ginocchio, davanti a lui. Occhi chiusi. Singhiozzi sommessi.

-P-perd-donami...-

Non mi rispose.

Te ne pentirai...

Mi sono già pentita!!! Non solo grazie alla mia stupenda trovata ho sofferto come un cane, ma Kei adesso mi odia! Posso solo immaginare cosa abbia provato in tutti questi anni...

Eri stata avvertita...

Lo so. Lo so...

Sapevi che non ti avrebbe perdonata se fossi partita. Questo è ciò che ti meriti per averlo fatto soffrire. Tu sapevi tutto, ma non hai voluto crederci... e questa è la tua punizione...

-M-mi dis-spiace tanto...-

Non ti perdonerà mai...

-Non potrò mai perdonarti!!!-

Quelle due voci mi stavano uccidendo.

Lui ti odia...

-Ti odio. Ti odio Occhi di Ghiaccio. Se non ti avessi mai incontrata...-

Non avrebbe mai sofferto...

-... non avrei mai sofferto.-

Avevano una sintonia mortale. Mortale per me. E per il mio cuore.

Sentii un fruscio vicino a me e la sua voce mi accarezzò l'orecchio.

-Forse non ti ho mai amato veramente...-

-BASTA!!!!!!!!-

Un urlo. Un rumore di schiaffo. Ma io non mi ero mossa e non avevo fiatato. Alzai lentamente gli occhi colmi di lacrime. Rei... Yuri...

Yuri, sconvolto per quelle parole, aveva gridato. Rei era corso da lui e lo aveva schiaffeggiato tanto forte da rivoltargli la faccia. Ammutolii.

-Smettila Kei!!! Non è vero!!! Tu sai che non è vero!!! Niente, assolutamente niente di quello che hai detto è vero!!! E tu lo sai!!!-

Rei e la sua voce mi scaldarono per un'istante il cuore...

Percepii il disagio di Kei e mi sembrò di vederlo tremare, dicendo.

-Pensa quella che ti pare, Rei...-

E se ne andò, non riuscendo a nascondere le sue piccole lacrime...

 

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Capitolo 29
*** La consapevolezza ***


Non mi ricordo cosa successe dopo

Non mi ricordo cosa successe dopo. Ero talmente sconvolta che ho solo piccoli flash di quel che accadde. La voce di Rei che cercava di richiamare Aquila di Fuoco. Le braccia di Yuri che cercavano di sollevarmi a forza da terra. Le parole, dolci quanto vane, che mi sussurrava all'orecchio con l'intento di tranquillizzarmi.

Quando finalmente ripresi il controllo dei miei sensi, quando mi resi conto del dove/quando/perchè mi ritrovai sul divano di casa, avvolta in una caldissima coperta di lana.

-Ciao...- una voce davanti a me.

Voltando lentamente la testa, vidi gli occhi ambrati di Rei; in mano teneva il copione del video.

-Sono qui solo per il video!-

Ricordi dolorosi. Di parole che feriscono con l'intenzione di farlo. Parole che rimbombano senza sosta nella testa.

-Dobbiamo iniziare a studiarcelo.-

Disse Rei riferendosi al copione, ma io non lo udii.

-Mi odia...-

Il mio unico pensiero.

Il mio incubo avverato.

-Non ti odia affatto: era solo arrabbiato!- parole al vento...

-Nei suoi occhi...- una pausa, piccola e timorosa -... c'era odio puro.-

Sentii un sospiro da parte di Rei.

-Sono sicuro che tutto si sistemerà, ma tu devi cercare di reagire!-

Reagire? E come?

-Non credi di riuscirci...- sussurrai.

-Tu devi riuscirci!- una voce più dura.

Alzai gli occhi e vidi Yuri accanto a Rei. Ma che ne sapevano loro?!

-Ma non capite?! E' finita!!!- gridai in preda alla disperazione.

Reagisci!

-Lui non mi vuole più...- singhiozzai.

Devi reagire!

-L'ho fatto soffrire troppo... lui mi aveva supplicata, ma io...-

-Ti prego... ti supplico... se mi ami, non partire...-

- ... ma io me sono fregata!-

Senza rendermene conto, iniziai a urlare tutti i miei pensieri.

-Sapevo che avrebbe sofferto!! Lo sapevo!!! Ma non ho voluto ascoltarlo! Lui adesso pensa che non lo ami, perchè sono partita! Avrei davvero voluto restare, per dimostrargli il contrario, ma non l'ho fatto!!! Sono una stupida!!! L'ho sempre amato!!! Lui adesso mi odio e me lo merito!! Si, me lo merito!!! Non volevo che soffrisse, non volevo lasciarlo solo, non volevo che mi odiasse!!! Ma non ho fatto un emerito cazzo per impedirlo!!! Ma vi giuro che io lo amo!- singhiozzai.

Dei passi. Yuri si era seduto accanto a me, sul divano.

-Guardami.- un ordine duro.

Obbedii. I suoi cristalli si persero nel gielo dei miei occhi spenti.

-Chi ti ha portato per la prima volta in questa casa?- chiese.

-... Kei...- dissi con un filo di voce.

-E con chi hai fatto l'amore per la prima volta?- chiese ancora.

-Con Kei...- risposi ancora. Le lacrime mi bruciavano.

-E chi ti ha supplicato di restare qui, accanto a lui?-

Ricominciai a singhiozzare. Sentivo che il mio cuore non avrebbe retto per molto a quella tortura.

-Yuri, lascia perdere...-

-Stai zitto Rei!!! Rispondimi: chi ti ha supplicato di restare?!-

Tra un mugolio strozzato che usciva dalle mie labbra e l'altro, dissi.

-... K-Ke-ei...-

Yuri, accecato dalla rabbia, cominciò a scuotermi, gridando.

-E allora perchè?! Perchè sei qui a piangerti addosso, inceve che da l'uomo che ami?!?! Perchè non sei da lui a fargli cambiare idea?!?!-

Spalancai gli occhi di colpo. Quel che feci dopo non me lo so spiegare.

Fu proprio inspiegabile. Le lacrime, come a comando, smisero di rigarmi il volto e i polmoni smisero di bruciarmi. La mia espressione era tra le più serie, orgogliose e fiere che si fossero mai viste. Mi alzai di scatto, e senza dire o fare niente, uscii di casa. Cominciai a correre. Non sapevo che mi prendeva. Era come se il mio cuore e il mio corpo, entrati in sintonia, stessero facendo quello che volevo fare davvero, estraniando la mia razionalità da quei movimenti. Non sapevo se era un bene o un male, fatto sta che era quello che stavo facendo.

Non sapevo neanche dove il mio cuore mi stava portando. In fondo, non conoscevo il nome dell'abitazione di Kei: non sapevo dov'era! Eppure le mie gambe correvano sicure, come se sapessero perfettamente dove condurmi. E fu così.

Mi fermai ai piedi di un grande albero di ciliegio in fiore, che io riconobbi come quello dove tante volte avevamo pranzato. Ero davanti alla mia vecchia scuola. Presi a fissarla, più che confusa.

Perchè ero lì? Che cosa dovevo fare adesso?

Ascolta...

Un singhiozzo. Bastò fare un pò d'attenzione a ciò che c'era intorno a me, che sentii subito il singhiozzo di qualcuno. Mormorio sommesso...

-...-

Non riuscii a capire molto bene, ma ero certa di non essere sola.

-C'è qualcuno?- chiesi stupidamente al vento.

I singhiozzi cessarono. Solo nel silenzio capii che quei mormorii provenivano da dietro l'albero. Sporgendomi appena con la testa, mi trovai davanti ad bellissimo ragazzo dagl'occhi rosso sangue...

 

 

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Capitolo 30
*** Le mie gambe mi portano da te ***


Non mi ricordo cosa successe dopo

Non mi ricordo cosa successe dopo. Ero talmente sconvolta che ho solo piccoli flash di quel che accadde. La voce di Rei che cercava di richiamare Aquila di Fuoco. Le braccia di Yuri che cercavano di sollevarmi a forza da terra. Le parole, dolci quanto vane, che mi sussurrava all'orecchio con l'intento di tranquillizzarmi.

Quando finalmente ripresi il controllo dei miei sensi, quando mi resi conto del dove/quando/perchè mi ritrovai sul divano di casa, avvolta in una caldissima coperta di lana.

-Ciao...- una voce davanti a me.

Voltando lentamente la testa, vidi gli occhi ambrati di Rei; in mano teneva il copione del video.

-Sono qui solo per il video!-

Ricordi dolorosi. Di parole che feriscono con l'intenzione di farlo. Parole che rimbombano senza sosta nella testa.

-Dobbiamo iniziare a studiarcelo.-

Disse Rei riferendosi al copione, ma io non lo udii.

-Mi odia...-

Il mio unico pensiero.

Il mio incubo avverato.

-Non ti odia affatto: era solo arrabbiato!- parole al vento...

-Nei suoi occhi...- una pausa, piccola e timorosa -... c'era odio puro.-

Sentii un sospiro da parte di Rei.

-Sono sicuro che tutto si sistemerà, ma tu devi cercare di reagire!-

Reagire? E come?

-Non credi di riuscirci...- sussurrai.

-Tu devi riuscirci!- una voce più dura.

Alzai gli occhi e vidi Yuri accanto a Rei. Ma che ne sapevano loro?!

-Ma non capite?! E' finita!!!- gridai in preda alla disperazione.

Reagisci!

-Lui non mi vuole più...- singhiozzai.

Devi reagire!

-L'ho fatto soffrire troppo... lui mi aveva supplicata, ma io...-

-Ti prego... ti supplico... se mi ami, non partire...-

- ... ma io me sono fregata!-

Senza rendermene conto, iniziai a urlare tutti i miei pensieri.

-Sapevo che avrebbe sofferto!! Lo sapevo!!! Ma non ho voluto ascoltarlo! Lui adesso pensa che non lo ami, perchè sono partita! Avrei davvero voluto restare, per dimostrargli il contrario, ma non l'ho fatto!!! Sono una stupida!!! L'ho sempre amato!!! Lui adesso mi odio e me lo merito!! Si, me lo merito!!! Non volevo che soffrisse, non volevo lasciarlo solo, non volevo che mi odiasse!!! Ma non ho fatto un emerito cazzo per impedirlo!!! Ma vi giuro che io lo amo!- singhiozzai.

Dei passi. Yuri si era seduto accanto a me, sul divano.

-Guardami.- un ordine duro.

Obbedii. I suoi cristalli si persero nel gielo dei miei occhi spenti.

-Chi ti ha portato per la prima volta in questa casa?- chiese.

-... Kei...- dissi con un filo di voce.

-E con chi hai fatto l'amore per la prima volta?- chiese ancora.

-Con Kei...- risposi ancora. Le lacrime mi bruciavano.

-E chi ti ha supplicato di restare qui, accanto a lui?-

Ricominciai a singhiozzare. Sentivo che il mio cuore non avrebbe retto per molto a quella tortura.

-Yuri, lascia perdere...-

-Stai zitto Rei!!! Rispondimi: chi ti ha supplicato di restare?!-

Tra un mugolio strozzato che usciva dalle mie labbra e l'altro, dissi.

-... K-Ke-ei...-

Yuri, accecato dalla rabbia, cominciò a scuotermi, gridando.

-E allora perchè?! Perchè sei qui a piangerti addosso, inceve che da l'uomo che ami?!?! Perchè non sei da lui a fargli cambiare idea?!?!-

Spalancai gli occhi di colpo. Quel che feci dopo non me lo so spiegare.

Fu proprio inspiegabile. Le lacrime, come a comando, smisero di rigarmi il volto e i polmoni smisero di bruciarmi. La mia espressione era tra le più serie, orgogliose e fiere che si fossero mai viste. Mi alzai di scatto, e senza dire o fare niente, uscii di casa. Cominciai a correre. Non sapevo che mi prendeva. Era come se il mio cuore e il mio corpo, entrati in sintonia, stessero facendo quello che volevo fare davvero, estraniando la mia razionalità da quei movimenti. Non sapevo se era un bene o un male, fatto sta che era quello che stavo facendo.

Non sapevo neanche dove il mio cuore mi stava portando. In fondo, non conoscevo il nome dell'abitazione di Kei: non sapevo dov'era! Eppure le mie gambe correvano sicure, come se sapessero perfettamente dove condurmi. E fu così.

Mi fermai ai piedi di un grande albero di ciliegio in fiore, che io riconobbi come quello dove tante volte avevamo pranzato. Ero davanti alla mia vecchia scuola. Presi a fissarla, più che confusa.

Perchè ero lì? Che cosa dovevo fare adesso?

Ascolta...

Un singhiozzo. Bastò fare un pò d'attenzione a ciò che c'era intorno a me, che sentii subito il singhiozzo di qualcuno. Mormorio sommesso...

-...-

Non riuscii a capire molto bene, ma ero certa di non essere sola.

-C'è qualcuno?- chiesi stupidamente al vento.

I singhiozzi cessarono. Solo nel silenzio capii che quei mormorii provenivano da dietro l'albero. Sporgendomi appena con la testa, mi trovai davanti ad bellissimo ragazzo dagl'occhi rosso sangue...

 

 

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Capitolo 31
*** Conclusione ***


Rimasi a fissarlo negl'occhi, e quell'attimo mi sembrò eterno

Rimasi a fissarlo negl'occhi, e quell'attimo mi sembrò eterno.

Rimasi a osservare quelle dolci sfumature rosse, che da intense schiarivano, allontanandosi dalla pupilla. Piccole goccie di sangue.

Intorno alla linea degl'occhi c'era un'ombra scura e rossastra, come se fossero consumati, e il suo naso, piccolo e rotondo, era arrossato, non so se dal pianto o dalla sorpresa di vedermi.

Alcune lacrime erano ancora visibili, ai limiti del volto. Aveva pianto. Era lui che singhiozza, prima. Era lui, Aquila di Fuoco. Kei Hiwatari.

-Kei...- sussurrai, senza staccargli gli occhi di dosso.

Anche Kei non aveva smesso di fissarmi, alquanto sorpreso. Poi, come se tutto d'un tratto si fosse svegliato, i suoi bellissimi occhi sorpresi divennero di colpo duro e severissimo. Direi quasi bastardi.

-Che ci fai tu qui?!- chiese flebile.

Aveva un tono poco convinto, e cercava in tutti i modi di reprimere i singhiozzi spontanei che insorgevano dalle sue labbra rosse.

Mi chinai su di lui.

-Perchè piangi Kei? Che cosa è successo?- chiesi preoccupata.

Non mi rispose. Rimase a guardarmi per un lungo lasso di tempo, con espressione ancora sorpresa e insolitamente tenera. Non disse niente.

-E' per colpa mia?- chiesi ancora.

Aprì la bocca, ma nessun suono uscì dalle sue labbra. Sembrava volesse aprirsi con me, come un tempo, ma poi quasi ci aveva rinunciato. Comunque non mi sentivo in vena di consolarlo, anche perchè anch'io ne avevo un gran bisogno. Mi sedetti accanto a lui.

Chiusi gli occhi e annusai l'aria... che buon profumo di fiori...

-Perchè sei qui?- mi chiese all'improvviso.

Voltai lo sguardo ancora verso di lui, e gli sorrisi con stanchezza.

-... non lo so...- risposi.

Era la verità: l'unica cosa che mi aveva condotta lì era la voglia di vederlo e le mie gambe. Non c'era un motivo preciso. Avevo solo corso sin lì. Ma come spiegarglielo...

-Vuoi dire che passavi di qui per caso o che mi cercavi?- richiese.

Le solite vecchie domande a trabochetto di Kei...

-Tutte e due.- risposi ad occhi chiusi.

Sembrava non voler stare più zitto.

-E ora che sei qui, che intenzioni hai?-

Aprii gli occhi e mi voltai a guardarlo. I suoi occhi arrossati mi fecero sentire un pò in colpa. Odiavo vederlo piangere, più di ogni altra cosa.

-Voglio sapere perchè stavi piangendo.- risposi risoluta.

Era strano. Tutto era strano. Era come se prima non fosse successo niente. Come se non mi avesse trattato male. Come se ci rincontrassimo lì per la prima volta. Semplicemente parlavamo.

Il suo sguardo divenne ironico e malinconico al contempo.

-Dovresti sapere perchè piango...- disse infine.

-Quindi è per colpa mia?-

Si voltò completamente verso di me, e i nostri volti furono ad una lieve distanza l'uno dall'altro. Capii di essere arrossita perchè mi sorrise.

-Si, è colpa tua Occhi di Ghiccio...- mi rispose.

A quel punto, abbassai gli occhi. Mi dispiaceva averlo fatto piangere.

-Scusa, io non volevo ferirti...-

-Ma l'hai fatto.-

-Lo so...-

Quella conversazione stava prendendo una piega che non mi piaceva.

Ancora una volta ci abbandonammo sul tronco del grande ciliegio, in silenzio. Il cielo era azzurro e c'erano pochissime nuvole a macchiarlo.

-Occhi di Ghiaccio...-

-Mh...-

-Perchè sei tornata?-

Sorrisi. Sentivo che le cose si stavano lentamente riaggiustando...

-Per Rei. Ma ho sempre cercato una scusa per tornare.- gli dissi.

Lo sentii sospirare. Mi voltai per l'ennesima volta verso di lui e chiesi.

-Tu pensi che io... che io non ti ami più, vero?-

Come risposta, solo il silenzio.

-Ti prego Kei, se non mi ami, dimmelo.-

-... sei così ansiosa di rompere con me?-

Sbiancai.

-No! Non volevo dire questo! Ma stamattina...-

-Non ho detto che non ti amo più, stamattina.-

-Mi hai trattata in un modo... pensavo che mi odiassi...-

-Te lo saresti meritato, il mio odio.-

Ancora silenzio. Mi alzai da terra e mi diressi davanti a lui. Mi fissò sorpreso, mentre mi sedevo davanti a lui e lo guardavo.

-Allora mi odi?-

Avevo sempre voluto fargli quella domanda. Sempre.

-No, non ancora...-

Una risposta degna di lui, pensai.

-E allora perchè stamattina mi hai detto che... che forse non mi hai mai amato?-

Dalle labbra mi scappò un piccolo suggulto, e Kei se ne accorse.

-Per ferirti. Per farti del male.-

-Beh, grazie tante!!!- urlai contrariata.

-Come pensi che mi sia sentito io, quando mi hai lasciato?!?! Credevi che fossi felice?!-

-No, certo...-

-Allora non parlare di cose che non sai...-

Sentii la rabbia montare a quelle parole...

-... cose che non so...- sussurrai furibonda -Pensi di essere stato l'unico a soffrire?! Apparte il fatto che anch'io ho sofferto, non siamo i soli!!!-

-Ho pensato davvero di morire senza di voi...-

-Yuri è stato di merda, lo sai?! E se tu ti fossi interessato un pò a lui, te ne saresti accorto!! E Rei si è ammalato di gastrite, lo sai questo?!-

-Perchè tutte le persone a cui voglio bene, prima o poi, partono sempre?-     

-Siamo sempre stati un noi e adesso tu comincia a parlare al singolare, come se non contassimo più niente per te!!! Come se...!-

-Adesso basta, smettila!- esclamò.

Incrociai i suoi occhi rossi. Rossi di natura e di un pianto imminente.

-Non sono stato io a partire, ricordi?-

Mi zittì. Quello era un colpo basso...

-E perchè non ti sei fatto vivo almeno con Rei? Avresti potuto aiutarlo a guarire. Stava così male...-

Abbassò lo sguardo, colpevole.

-M-mi dispiace... come sta adesso?-

-Molto meglio, ma starebbe meglio se tu tornassi. Gli manchi molto.-

Sorrise. Ero certa che mancasse anche a lui...

-Il mio piccolo neko-chan...- sussurò rivolto al cielo.

-Ti prego, torna a casa Kei!- pregai.

Lui distolse lo sguardo, fortemente a disagio.

-Ti ricordi cosa ti dissi l'ultimo giorno?-

-Ti prego... ti supplico... se mi ami, non partire...-

-Me lo ricordo bene...-

-Occhi di Ghiaccio...-

Alzai gli occhi e incrociai i tizzoni ardenti di Kei. Mi guardava triste.

-Sei partita perchè non mi ami?-

Rimasi in silenzio, a quella domanda. Mi sporsi verso il suo volto e catturai le sue labbra calde. Mi persi nelle sensazioni che bacialo mi dava: quanto mi era mancato! Sentii le sue mani sul mio volto...

-Ti basta come risposta?-

-No...-

-Ti amo Kei.-

-Adesso va molto meglio...-

E riprendemmo a baciarci. Avrei voluto restare così per sempre ma... -Ah però! Non vi si può lasciare soli due minuti!-

Alzammo lo sguardo e fissammo allibiti Yuri e Rei, che erano magicamente sbucati dal nulla. Kei si alzò e riabbracciò Yuri.

-Mi sei mancato Lupo della Steppa dei miei stivali...-

-Anche tu mi sei mancato pulcino...-

Rei tossì, lievemente imbarazzato, dicendo.

-Yuri lascialo! Non vorrai mica abbracciarlo solo te, voglio sperare!-

Yuri e Kei si staccarono dal loro abbraccio, e Yuri lo canzonò.

-Cos'è? Sei geloso?-

-Io?! Geloso?! Naaa!! E' che se continui così, me lo consumi prima che posso riabbracciarlo senza ucciderlo di schiaffi.-

-Hai detto bene mr_senza_ucciderlo_di_schiaffi!-

Così dicendo Kei abbracciò anche Rei, rassicurandolo.

-Come stai adesso, piccolo neko-chan?-

-Quante volte dovrò ripeterti di non chiamarmi così?!- chiese Rei indispettito.

-Sempre, perchè credo che non smetterò mai di chiamarti così.-

-Questo mi ricorda qualcosa...-

Yuri si volto verso di me e sorrise malizioso.

-Vero signorina Occhi di Ghiaccio?-

Sorrisi.

-Ma sta zitto lupastro!- gridò Kei saltando addosso a Rei.

-Vieni piuttosto a uccidere Rei! Solletico!-

-Si, dai!!- esclamò Yuri, entusiasta, buttandosi sul poveretto.

Rei era bloccato a terra e stava ridendo tanto da farsi venire le lacrime agl'occhi. A me veniva da ridere solo a vederlo.

-Basta, ti prego… Kei, bastaaaa! Non ce la faccio più… Yu… Yuri... ahhh bastardo… smetti! Basta, Kei... ti prego bastaaaa… ahhhh… Yuri!!!!!!- stava gridando il povero tigrotto.

-Occhi di Ghiaccio vieni anche tu! Non riesco a tenenrgli ferme le mani!- mi gridò Yuri, mentre si peccava un manata in faccia.

Sorrisi tra il contento e il malizioso. Mi tirai su le maniche e urlai.

-BANZAI!!!!!!!-

E tutto così finì, o forse è meglio dire iniziò. Comunque fu bellissimo. Dall'oscurità le nostre anime avevano finalmente visto la luce. L'amore aveva vinto su tutto, su tutto quanto sembrava più forte, sul male che sembrava inarrestabile. E noi siamo tornati a vivere.

 

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Capitolo 32
*** Epilogo ***


Epilogo

Epilogo

 

Una donna alta e slanciata entrò in fratta e furia in un piccolo cortile. Lunghi capelli neri le percorrevano tutta la schiena, fino al culo come era solita dire. La sua meta era un grande albero in fiore.

-Cazzo! Ma perchè devo sempre arrivare in ritardo?!- si chiese,  correndo.

Avvicinandosi sempre di più al grando ciliegio dove era diretta, notò tre persone. Tre uomini. Sorrise sollevata.

-Occhi di Ghiaccio!!!- gridò uno di loro.

Quello che l'aveva chiamata era un uomo dallo sguardo gentile, i capelli lunghi e neri come i suoi, e gli occhi color dell'ambra rara...

-Rei!!!- rispose gridando la donna.

Non appena giunse davanti ai tre uomini che la stavano aspettando, cadde a terra senza più fiato. Il secondo dei tre si fece avanti.

-Sempre in ritardo, vedo.- ghignò il rosso che aveva parlato.

-Fanculo Yuri...- rispose la donna, sfinita.

L'ultimo dei presenti le si sedette accanto, sorridendo.

La prima cosa che lei vide, alzando la testa da terra, furono gli occhi rosso sangue di lui... sorrise di rimando.

-Finalmente sei arrivata.- disse l'uomo dagli occhi rossi.

-Senti Kei, non mi fare la paternale, ok? Vorrei vedere te al mio posto quanto tempo libero avresti... ringrazia che sia venuta!-

I due uomini in piedi si sedettero accanto ai loro amici. Il rosso rise.

-Buon anniversario gente...- sussurrò al vento.

Si stesero tutti sull'erba fresca del prato, annusando il buonissimo profumo dei fiori e ammirandone i petali che volavano sopra di loro. La donna ispirò profondamente e cominciò a cantare SofferingPeople. Il loro grande successo. Il video? Un capolavoro senza eguali.

Purtroppo erano passati tanti anni da quel tempo, in cui loro erano una band musicale. Adesso ognuno aveva preso la propria strada.

Ma quel giorno era speciale. Era il loro anniversario. Era L'anniversario. Quel giorno, di secoli fa, si erano ritrovati, e mai e poi mai avrebbe dimenticato le emozioni provate e le lacrime versate.

Nessuno era mai più riuscito a separarli da allora. Nessuno e niente.

L'uomo dagli occhi rossi si rimise in piedi, stiracchiandosi per bene.

-Ah... non ho più l'età per fare queste cose...- si lamentò subito dopo.

L'uomo dai capelli rossi e gli occhi di cristallo rise divertito a quell'affermazione. Si alzò, trascinando la donna su con se.

-Fermo Yuri! Che fai?!- gridò questa, contrariata.

Ma lui non rispose, si chinò sui suoi ginocchi e la issò sulle sue spalle. La donna, impaurita, cominciò a martellare la sua schiena di pugni.

-Mettimi giù Yuri!!! Ho paura!! Non fare lo scemo!!!- gridò.

Yuri sorrise, e guardò Kei divertito, davanti a se.

L'uomo dai lunghi capelli mori e gli occhi ambrati si era alzato e, correndo verso il grande prato, chiamò gli altri a gran voce.

-Forza venite!!! Vediamo chi arriva primo!!!-

E ricominciò a correre. Kei lo seguì a ruota, ridendo come un pazzo. Yuri sorrise e cominciò a correre con la donna in spalle, che urlava.

-Yuri!!! Lasciami!!! Tu mi vuoi proprio uccidere, eh Lupastro!?!-
Rei e Kei, davanti a loro, ridevano felicissimi. Lo stesso faceva Yuri.

Corsero lungo il tutto grande prato, ridendo e urlando felici.

Quella era la libertà. La libertà per cui avevano combattuto insieme. 

E adesso avevano la certezza che sarebbe stato così in eterno...

 

Fine

 

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