Ed ho bisogno di te....

di irenuccia cullen
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** è la perfezione... ***
Capitolo 2: *** Missione ***
Capitolo 3: *** Sentimenti ***



Capitolo 1
*** è la perfezione... ***


C’era buio. Non vedevo niente. L’oscurità mi terrorizzava e mi costringeva a restare accasciata a terra,gambe strette al petto, singhiozzante. Dov’erano tutti? << Ian….Ian, dove sei? >> fu il mio sussurro appena udibile. Il silenzio che regnava in quel luogo terrificante era assoluto e non trovavo il coraggio per squarciarlo. Il mio petto sbriciolato dall’angoscia sussultò nervoso. Con eccessiva cautela mi alzai e iniziai a vagare nell’oscurità. << Ian, aiuto. Ian. >> azzardai a voce più alta. Lacrime calde continuavano a sgorgarmi dagli occhi e mi impedivano di vedere oltre al nulla che mi avvolgeva. Sentivo freddo e mi tremavano le mani. << Ian! >> urlai in preda al panico. Poco a poco riemersi dal buio e mi accorsi che era solo un brutto sogno. Due mani forti mi strattonarono il preda alla preoccupazione << Wanda, tutto bene? >> chiese sussurrando Ian. Ian era lì, vicino a me. Lentamente riaprii gli occhi e la prima cosa che vidi fu il colore intenso del suo sguardo. Zaffiro, neve e mezzanotte. La visione di quella tonalità così brillante mi riempiva sempre di gioia e dolcezza: era come se il blu del suo sguardo mi avvolgesse,cullandomi con infinita gentilezza. Ero letteralmente stregata da quel viso bello , perfetto e gentile.<< Ian! >> sospirai sollevata gettandogli le braccia al petto (riuscii nel mio intento solamente perché eravamo sdraiati,insieme a Jamie, in quell’angusto materasso,nella stanza dei giochi. Eravamo tutti lì perché la stagione delle piogge non aveva ancora deciso di lasciar posto al cielo blu, teso e perfetto a cui tutti ci eravamo abituati e che mi annoiava). << Wanda, va tutto bene? Hai iniziato a tremare e mi sono spaventato >>parlava a bassa voce, sia per tranquillizzarmi, sia per non svegliare nessuno. << Scusa, ho fatto un semplice brutto sogno… >> con il dorso della mano cacciai le lacrime che mi rigavano il viso e abbassai lo sguardo. La timidezza che avevo ereditato da Petali Aperti alla Luna non accennava a diminuire e arrossivo continuamente, anche per via di semplici stupidaggini. Ian mi alzò il mento per potermi guardare meglio negli occhi.<< Cosa è stato a terrorizzarti tanto?>> chiese e notai una strana combinazione di affetto e scetticismo nella sua voce.<< Bé…c’era buio e tu no c’eri. Ero sola >> ammisi mio malgrado con un lieve sussurro. La mai voce squillante non mi sembrava più strana come un tempo, possibile che fossero passati già tre mesi dalla mia rinascita? Ian sospirò e mi strinse a se, comprensivo. << Viandante, lo sai vero che non ti lascerei mai, per nulla al mondo? Il solo pensiero di una vita senza te mi distrugge…non devi avere paura . Io e te resteremo insieme per sempre, te lo prometto>> quelle parole mi fecero gonfiare il cuore tanto che rischiava di esplodere. Mi allontanai per poterlo guardare negli occhi. <> mugugnai rossa in viso. Mi avvinghiai a lui e poggiale le mie labbra piene sulle sue, pallide e morbide. Le mie mani strinsero i capelli neri come la pece di Ian e avvertii uno strano formicolio sulla schiena dove la sua mano sfiorò con delicatezza la mia pelle eburnea. L’odore della sua pelle mi faceva sentire come una farfalla, tanto leggera e delicata da riuscire a spiccare il volo all’interno di quella caverna odorosa di muffa in qualsiasi momento. Quel bacio fu lento e tanto,tanto dolce. Ian sciolse la mia presa d’acciaio e intrecciò i miei occhi argentei ai suoi. Mi accarezzò i capelli e mi sorrise dolcemente. Ian . Il mio Ian. Il mio compagno, il mio unico amore, la mia ragione di vita, l’umano per cui avrei rinunciato alla mia esistenza e che avrei amato per sempre, il mio angelo custode , colui che non mi avrebbe mai lasciata. Ian, l’umano migliore e più amorevole. Il mio vero compagno. Maliziosamente ripensai al giorno in cui mi aveva fatta sua per la prima volta e ridacchiai.<< Che c’è? >>domandò ammiccando. << Niente, sono solamente felice >> era vero: malgrado tutto la mia vita era perfetta e stracolma di felicità e amore. Tutti erano più felici da quando non correvano più rischi andando in missione e avevano trovato un modo per riportare le cose come dovevano andare. Perlomeno, quasi tutti . Lilly era ancora straziata dalla perdita di Wes ma ,nonostante non nutrisse più alcuna speranza per il futuro , aveva trovato una nuova amica con cui andava molto d’accordo. Rachel era una deliziosa trentenne dai capelli lisci e color mogano che faceva parte del gruppo di sopravvissuti di Nate. Lei e Lilly avevano tanto in comune, come, ad esempio, il dolore per la recente scomparsa del compagno. Maggie e Sharon continuavano a provare una sorta di astio nei miei confronti ma ,ormai, avevano cancellato il rancore che provavano verso tutti i miei amici. Lacey era davvero insopportabile ma ,fortunatamente, Gail, un seducente ragazzo dagli occhi cioccolato e i capelli biondo cenere era rimasto affascinato dal comportamento capriccioso e scontroso della ex-cercatrice. Era proprio vero: l’amore era in grado di compiere miracoli. Ne sapevamo qualcosa io e Mel. Mia “sorella” e Jared erano la coppia più passionale tra le numerose che si erano formate tra i tanti sopravvissuti e io ed Ian…bé, nessuno considerava più il nostro rapporto platonico dal giorno in cui avevo abbandonato la mia timidezza e mi ero presa ciò che mi spettava . Io e lui stavamo sempre insieme, giorno e notte, mano nella mano. Il corpo esile e minuto di Luna, il mio corpo a tutti gli effetti, non poteva sopportare lavori pesanti e ciò mi faceva sentire in colpa. Gli altri dovevano occuparsi quotidianamente dei campi, dovevano lavare e cucinare. Io ero diventata la “messaggera” ufficiale. Pur di non farmi stare con le mani in mano, Melanie e Doc avevano inventato quella mansione assurda che mi obbligava a girare continuamente tra le gallerie per comunicare messaggi . Quando non c’era bisogno di un messaggero mi occupavo della cucina insieme a Trudy o cercavo di lavare gli indumenti e le stoviglie. Il momento, però, dove potevo rendermi veramente utile arrivava ogni 35 giorni circa, ovvero quando Jared organizzava una nuova missione. Domani ce ne sarebbe stata una. Sbadigliando mi stiracchiai e chiesi ad Ian << Sai che ore sono? >> . << Credo le tre e un quarto, è meglio che torniamo a dormire, domani ci aspetta una giornata molto lunga…>> strizzai gli occhi affondando il viso sul petto di Ian. << Allora….Buona notte >> abbozzai un sorriso << Scusa per prima…non volevo svegliarti >> sentii una risata soffocata << Non fa niente, davvero. Non stavo dormendo..>> rimasi interdetta qualche istante << E allora cosa facevi? >> mi sforzai di allontanarmi dal suo petto caldo e muscoloso e lo guardai sospettosa << Niente, o meglio, ti osservavo >> lo vidi avvampare all’improvviso e abbassai lo sguardo , vittima della timidezza. << Ah >> sussurrai appena. << Emh…si. È meglio riposarsi, i prossimi giorni saranno un inferno…Sogli d’oro >> mi sussurrò all’orecchio con dolcezza. Guardai il suo viso innocente e provai una strana fitta allo stomaco. Istintivamente avvicinai il mio viso al suo e sfregammo i nostri nasi con tenerezza. << Ti amo,davvero >> sfiorò il mio braccio con la sua mano grande e calda. La presi tra le mie e la strinsi forte. << Anche io, Ian… >> schioccò un grande bacio sulla mia fronte e chiuse gli occhi. Mi feci più vicina a lui per riscaldarmi e mi avvolse in un tenero e spontaneo abbraccio. Ascoltai assonnata il rumore del suo respiro finché non mi accorsi che era diventato lento, regolare e profondo: si era addormentato. La certezza che amassi Ian mi cullò dolcemente fino a che non persi conoscenza .

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Capitolo 2
*** Missione ***


Una sventagliata di luce mi destò dal sonno profondo che mi aveva resa incosciente la notte precedente. <>mi stiracchiai assonnata e mi guardi intorno. Jamie dormiva sodo e occupava tutto il suo materasso malconcio; Trudy , Jeb e Paige , che si erano appena svegliati, fecero un cenno nella mia direzione. Risposi con un sorriso entusiasta. Al mio fianco, Ian iniziò ad agitarsi fino a che non riemerse dal sonno. Gli altri dormivano tutti. << Buongiorno>> cercai di baciargli una guancia . Ian si voltò di scatto ,prendendomi alla sprovvista. Premette con foga la sua bocca sulla mia e quel contatto così inaspettato mi mozzò il respiro. Quando i nostri volti si allontanarono, le mie guance erano rosse e i miei occhi brillavano come due stelle in una notte serena. << Ian >> provai a dire ma non riuscivo ad elaborare pensieri coerenti. Nella mia testa vorticavano emozioni e sensazioni, volti e ricordi , senza che io riuscissi a concentrarmi sull’unico essere di cui mi importava realmente in quel momento e che si trovava vicino a me. Nelle mie vene iniziò a scorrere qualcosa di più caldo del sangue, bollente mentre il mio cuore batteva all’impazzata e mi fischiavano le orecchie. Cercai di capirne la motivazione. Non ci volle nessuno sforzo: Ian. Da quando ero riuscita a lasciarmi alle spalle Jared- cercavo di convincermi di esserci riuscita ma non avevo fatto passi da gigante-, Ian era il centro del mio universo, tutto ruotava attorno a quel viso pallido e gentile, a quegli occhi azzurri, a quel corpo slanciato e muscoloso. Ian era…. Non lo sapevo. Non conoscevo termini umani e non che fossero in grado di rendere l’idea di cosa fosse per me Ian. Niente era in grado di descriverlo o definirlo. Lui era tutto ciò che di bello esisteva e ,allo stesso tempo, era la mai rovina, il mio punto debole. Chiunque avesse toccato Ian non avrebbe fatto del mare solo a lui, sarei stata io a contorcermi nel dolore straziante. Io sarei morta d’agonia. <> mi chiese sorridendo. Non riuscivo a capirci niente di quel caos che avevo in testa e perciò risposi con un semplice “mmm” poco convinto. Ridacchiò appena e mi allontanò una nuvola di capelli dorati dal viso. Dopo qualche minuto di confusione strattonai Ian e l’obbligai a seguirmi verso la sua, o meglio nostra, camera. Non disse nulla riguardo il mio improvviso cambiamento di umore, ormai si era abituato alla mia nuova esuberanza. Percorremmo di corsa – o meglio ero io che correvo per stare al suo passo- il percorso buio e ci ritrovammo in camera prima di quanto pensassi. Velocemente indossai un paio di jeans nuovi di zecca e una maglietta di cotone a manica lunga bianca, qualcosa di poco appariscente. Con un sorrisetto malizioso osservai Ian mentre si preparava alla missione. Il suo “pigiama improvvisato” era un pantalone elasticizzato di cotone che gli arrivava al ginocchio. La notte non portava mai la maglietta. Con gli occhi sbarrati osservai avida il suo petto nudo. Possibile fosse così bello? Quando Ian si accorse della mia espressione meravigliata avvampai e ,imbarazzata, mi concentrai su un buco poco profondo nel terreno irregolare. << Se vuoi puoi guardare. Non mi vergogno mica…>> ammiccò mentre si vestiva. Quando si accorse che ero ancora più rossa e che non avevo spostato lo sguardo, rise di gusto. << Che c’è?>> chiesi e la mia voce era un misto di vergogna, imbarazzo, curiosità e rabbia. Continuò a ridere finché non mi passò uno zainetto rosso e bianco, molto infantile. Lo guardai con un sopracciglio alzato e Ian si limitò a fare spallucce. In un attimo la mia timidezza si dissolse e mi avvicinai a lui. Ero troppo bassa per poterlo baciare come avrei voluto così mi limitai a stringere le mie braccia attorno ai suoi fianchi e poggiare la testa contro il suo addome nudo e scolpito. <> mormorò sarcastico massaggiandomi la schiena. Risi appena del suo tono esasperato << Sai che hanno bisogno di qualcuno che li aiuti a fare shopping. È mio dovere rendermi disponibile>> dal tono che usò per rispondermi ne dedussi che stava alzando gli occhi al cielo << Ma non possono farsi aiutare da Sole o da Burns?>> risposi sicura << Sole non è mai uscita, sai che il mondo esterno la terrorizza e Burns è andato qualche settimana fa con la cellula di Max e non è ancora tornato>> strinsi la mia manina troppo piccola a quella di Ian che mi cingeva i fianchi. << E poi>> continuai << siamo andati in missione insieme a Mel e Jared poco tempo fa,qui se la caveranno anche senza di noi ,per qualche settimana.>>mi sollevò con estrema delicatezza e mi strinse al suo petto caldo ed invitante. <> rantolai quando iniziò a baciarmi. Era come iniettarsi nelle vene un concentrato di piacere puro. Cercando di ignorare le farfalle nello stomaco, gemetti ,vittima del piacere <> mi ascoltò, mio malgrado, e andammo a salutare tutti. Dopo tutti i convenevoli corremmo , mano nella mano, in direzione della macchina mostruosa di Jared dove ci aspettavano Pam e Rob. Appena arrivammo ci accorgemmo che i due erano all’interno di una berlina anonima e non erano soli. Riconobbi quella chioma rossiccia e ispida all’istante << Burns>> esclamai piacevolmente sorpresa quando i tre scesero dall’auto. << Wanda, ehy ciao. Ian>> il tono freddo che Burns usò pronunciando il nome di Ian non sorprese nessuno di noi. Tra i due non correva buon sangue. Ian fece un cenno nella sua direzione << Ehy Pam, Rob come va? Tutto bene ragazzi? Non sapevo non ci fosse bisogno di noi >> salutò più allegro. Pam sorrise imbarazzata e gesticolò nervosamente << Burns è tornato ieri sera e non abbiamo avuto il tempo di avvertirvi. Se volete potete venire comunque>> strinsi forte la mano di Ian quando mi accorsi che stava valutando la possibilità di tornare alle grotte. << Ci farà piacere venire con voi>> cinguettai entusiasta. Non avevo proprio voglia di tornare ad oziare. << perfetto allora>> esclamò Rob. Io e Ian prendemmo un furgoncino verde-acqua sbiadito mentre i nostri tre compagni ripresero posto ella loro autovettura e ci incamminammo lungo il deserto.

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Capitolo 3
*** Sentimenti ***


<< Fermiamoci qui. Vedi, vicino a quella libreria >> consigliai ad Ian mentre cercavamo un posto auto libero. Sgommando riuscì a fermarsi dove gli avevo indicato e mi diede un bacio sulla guancia. << Ricordati di non parlare con Burns… Rischiate di sembrare insieme e sai che c’è bisogno di fare tante scorte >> si raccomandò Ian. << Certo >> sorrisi dolcemente e scesi dall’auto. Entrata nel negozio fui sopraffatta dall’odore di ciambelle e decisi di prenderne qualcuna per gli altri, erano già le 4 del pomeriggio. Cercai di non dare nell’occhio quando afferrai degli scatoloni pieni di polpa di pomodoro ma non ci riuscii. << Serve una mano? >> chiese gentilmente il mio amico indigeno. << Si, grazie. Prima dovrei prendere altra roba, però.>> mantenni un tono disponibile ma distaccato per non nutrire sospetti. << L’aspetto >> continuò a sorridere. Poco dopo ci dirigemmo verso il parcheggio con delle buste colme di cibi deliziosi e , appena mi sedetti accanto a Ian, gli porsi le ciambelle. << Buone!>> esclamò ingozzandosi << Vuoi che guidi io? >> gli domandai ridendo quando lo vidi grugnire. << Non sei troppo piccola per guidare? >> sbuffai. Come in quella occasione, ero sempre schiava del mio corpo troppo fragile e giovane. Poco più tardi mi ritrovavo sdraiata , accanto ad Ian in un letto matrimoniale del Motel dove alloggiavamo. Ian dormiva sodo e ,come sempre, occupava quasi tutto il letto. Guardarlo dormire mi divertiva un sacco. Ripensai a quando mi aveva baciata per la prima volta e non riuscii a trattenere le risate. Un attimo di silenzio assoluto e il suo respiro profondo ricominciò ad arrivarmi ,con ritmo regolare, all’orecchio. Uno strano ticchettio richiamò la mia attenzione. Non sapendo da dove veniva mi sentivo un po’ confusa. Poco dopo, con grande terrore mi accorsi che qualcuno stava bussando alla mia porta, e ,sbiancata dalla paura, mi diressi verso l’uscio. Chi poteva venire a bussare in camera mia alle 2 di notte? << Si? >> azzardai a voce bassissima. << Ah…ehm…Wanda? Sono io. >> Sospirai di sollievo quando riconobbi quella voce roca e familiare. << Burns? >> bisbigliai aprendo la porta. Il rossore che colorava le guance scarne del mio amico mi sorprese. << Non ti ho svegliato, vero? Ti ho sentito ridere…>> perplessa guardai in direzione di Ian << Ehm.. si. No, non mi hai svegliata. Vuoi entrare? >> << Si, grazie >> accettò senza esitazione. Mi sedetti sul divanetto anonimo della camera, il più lontano possibile da Ian, e gli feci segno di accomodarsi al mio fianco. << C’è qualcosa che vorresti dirmi? >> la mia voce era appena udibile nel silenzio della camera. << Bé, ecco,io…. Si, Wanda. Ormai è troppo tempo che tengo nascosti i miei sentimenti per te.>> strabuzzai gli occhi appena pronunciò quelle parole << Ascolta , Viandante >> continuò rosso in viso << Tu mi piaci tantissimo ma ti confesso quello che provo per te solo perché non riesco più a trattenermi. Questa nostra discussione non cambierà affatto il nostro rapporto. So che ami Ian e per questo non proferirò mai più parola a riguardo. Ma sappi che ti amerò sempre >> sospirò sollevato, lieto di essersi tolto quel peso dalla coscienza . Attendeva una risposta, glielo si leggeva in faccia. Ma cosa potevo dire? Non potevo dire che provavo lo stesso, perché l’affetto che mi legava a lui era ben diverso di quello che mi teneva incollata ad Ian o mi faceva desiderare Jared, e non potevo nemmeno dire di farsene una ragione perché non volevo ferirlo. << Burns >> dovevo spiegargli, con il massimo della dolcezza ,che quello che provava per me non era ricambiato. << Tranquilla Wanda, so cosa stai pensando >> mi interruppe bisbigliando << Non c’è problema. Ora vado a letto, sogni d’oro Viandante. >> sgusciò via dalla stanza prima che riuscissi a formulare un qualche pensiero coerente. Rimasi una buona mezz’ora a ripensare a tutto quello che avevo sentito e, letteralmente attonita, ritornai accanto al mio amato. La notte non riusciva a trascorrere tranquilla tra le mie solite ansie e i sensi di colpa causati dalla visita del mio amico. Non riuscii a chiudere occhio e solo dopo due ore di tensione e crampi allo stomaco riuscì ad addormentarmi.

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