Russia in the House MD

di artemis89
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


ATTENZIONE: Questa storia non mi appartiene, è una traduzione dall’inglese di una fanfiction che mi è piaciuta moltissimo. Ho chiesto il permesso all’autore per poterla pubblicare tradotta in italiano. Purtroppo non sono riuscita a creare un utente specifico per l’autore perché EFP permette di avere un solo account con la stessa e-mail…e io ho finito gli indirizzi e-mail disponibili. Se questo va in qualche modo contro le regole del sito, comunicatemelo e sarò lieta di provvedere.

 
Titolo: Russia in the House MD
Autore: Wednesday1990

Sito originale: Fanfiction.net
Link originale: http://www.fanfiction.net/s/6059391/1/Russia_in_the_House_MD
Traduzione: artemis89

 

Russia in the House Medical Division

 


CAPITOLO 1

La nazione russa stava attualmente camminando nei dintorni di Princeton, l’aspetto un po’ singolare con la sua lunga e pesante cappotto e la sua sciarpa distintiva che sventolava nell'afoso vento di marzo. Per qualche ragione quel capitalista maiale-mangia-hamburger aveva deciso di non tenere la conferenza mondiale nella sua capitale, come avrebbe fatto qualsiasi normale nazione, e nemmeno a New York, dove si trovava la sede dell’Onu, ma a Princeton, New Jersey.

Quello stupido voleva far vedere a tutti il Princeton-Plainsboro Teaching Hospital che contava un impressionante numero di diagnosi di malattie singolari insieme ad un notevole implemento di innovative tecniche mediche. Era ovvio che America volesse dimostrare che il suo paese poteva ottenere qualcosa di più che distruggere i record di obesità e stupidità. Tuttavia, sarebbe stato meglio se potesse ottenere il suo scopo senza che a farne le spese fossero le altre nazioni. Sfortunatamente questa città era fatta più per i college che per i turisti, il che significava che era difficile per chiunque trovare un ragionevole hotel (visto che qualsiasi cosa in America costava troppo).

Russia borbotto ancora tra sé e sé, spaventando un poco alcuni passanti locali, e nascondendo la parte inferiore del volto nella sciarpa. Il suo cattivo umore migliorò leggermente quando notò un piccolo parco e decise che sarebbe stato più rilassante osservare le piccole anatre nello stagno che continuare a pensare alle cose che non poteva in alcun modo cambiare (vedi America…e anche Bielorussia).

Russia si sedette calmo su una delle panchine vicino allo stagno e la tensione che si era portato a dietro tutto il giorno sparì.

“Ahhh~ Che bello se casa mia fosse più simile a qui~” disse con tristezza pensando alle sue terre spazzate dall’inverno che erano ancora ghiacciate, anche in marzo. Sfortunatamente per lui, e come per qualsiasi nazione che fosse così vicina ai Poli, la temperatura della sua terra aveva un effetto diretto sulla sua temperatura corporea, da qui i suoi pesanti vestiti invernali.

C’era un'altra ragione per cui Russia ce l’aveva tanto con America. Sebbene anch’egli avesse dei territori nell’Artico era totalmente immune a questo sfortunato effetto secondario, visto che l’alta temperatura dei territori americani sembravano bilanciarsi a vicenda, lasciandolo ad una normale temperatura corporea. E sembrava anche che Russia fosse l’unica nazione artica così pesantemente influenzata. Pensò con tristezza alle altre nazioni nordiche e al fratello invisibile, ma generalmente allegro di America. Perché era l’unico che aveva questi problemi con l’inverno e con tutto quello che lo riguardava? Russia rabbrividì leggermente quando sentì una fitta familiare al petto. Perché proprio lui?

Una mano si appoggiò improvvisamente alla sua spalla e Russia si riscosse dai suoi pensieri sempre più angosciati. I suoi occhi si chiusero per il dolore quando sentì nuovamente la fitta al petto.

“Hey, tutto ok?” chiese la voce che Russia supponeva corrispondere alla mano sulla spalla. Aprì gli occhi per guardare al folle americano che aveva avuto il coraggio di rivolgergli la parola.

I suoi larghi occhi violetti si fissarono in quelli piccoli e marroni di un affascinate uomo, che sembrava essere vicino alla quarantina e che aveva delle sopracciglia abbastanza vistose, sebbene niente di LONTANAMENTE paragonabili e quelle di Inghilterra. L’uomo sembrava intento a fare jogging, a giudicare dalla tuta che indossava e che aveva “McGill” stampato sul davanti. Russia aggrotto le sopracciglia mentre rifletteva su questo. La McGill non era un’università canadese? Magari questo tipo era canadese…era abbastanza difficile capire la differenza.

Russia si riscosse quando l’uomo scosse nuovamente la sua spalla e si rese conto che stava parlando con lui. Cominciò anche a tirargli la sciarpa.

“-davvero, sicuro di star bene? Magari ha troppo caldo, voglio dire ci sono 70 gradi (Fahrenheit, circa 38°C) fuori oggi, finirà per avere un infarto. Lo sconosciuto continuò a tirargli i vestiti, ma l’imponente nazione ringhiò e afferrò la mano prima che potesse continuare.

“Basta” disse il russo al passante con tono minaccioso. Rabbrividì di nuovo quando sentì un’altra andata di dolore.

“Hey, si calmi, sono un dottore,” proclamò l’uomo. “Il mio nome è Dr. James Wilson, e lei ha davvero una brutta aria. Cosa c’è che non va? Ha bisogno dell’ospedale?”

“Nyet,” insistette Russia, sebbene la sua stretta sul polso del medico si fosse fatta più forte mentre il dolore si intensificava esponenzialmente. Il russo lasciò la presa al polso per afferrarsi il cappotto all’altezza del cuore. Si sorprese di sentirlo bagnato e quando osservò le sue dita si accorse che erano coperte di un rosso brillante. Il dottore vicino a lui trattenne il fiato all’improvviso, tirando fuori il cellulare e iniziando a telefonare.

L’ultima cosa che Russia sentì prima di svenire fu il dottore che lo mandava all’Ospedale di Princeton. Merda.

 

Ecco il primo capitolo.

 Spero che questa fic vi piacerà tanto quanto è piaciuta a me. Ho già tradotto i primi quattro capitolo quindi direi che i primi aggiornamenti saranno abbastanza rapidi. Dipende da quanto tempo riesco a passare davanti al PC…

 PS: visto che la maggior parte di voi conosce l’inglese moooolto meglio di me, se ho fatto delle cavolate nella traduzione ditemelo pure, così correggo^^

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Visto che nessuno degli amministratori mi ha fatto una lavata di capo, immagino che va tutto bene se continuo a pubblicare…

Oh bè, io ci provo! Secondo capitolo…pronti…via!!^^

 
CAPITOLO 2

Il dottore conosciuto come Gregory House stava facendo quello per cui era più conosciuto al Princeton-Plainsboro Teaching Hospital. Lanciare la sua grossa palla da tennis rossa con il suo bastone e far impazzire il suo superiore, la dottoressa Lisa Cuddy. I suoi assistenti seduti nella stanza accanto sospirarono.

“Di cosa pensate che stiano parlando…o meglio sbraitando…?” chiese il Dr. Chase mentre cancellava qualcosa dal suo cruciverba medico. Il Dr. Foreman, con la testa appoggiata alla mano mentre controllava lacune carte, alzò lo sguardo e lanciò un’occhiata al suo collega australiano.

“Cosa ti fa credere che mi importi? O la Cuddy sta cercando di passargli un nuovo caso, che lui probabilmente non accetterà, oppure cerca di fargli fare le sue ore di ambulatorio, che lui sicuramente rifiuterà di fare. In ogni modo, non cambierà niente oggi, quindi dedicati al tuo cruciverba,” rispose Foreman seccamente. Chase sospirò e si rimise all’opera mentre l’altra assistente nella stanza, che stava controllando le mail del loro capo, ridacchiò leggermente.

Nel frattempo nell’ufficio di House, tutto ciò che aveva pensato Foreman era praticamente esatto. La Cuddy aveva già presentato ad House alcuni casi, tutti puntualmente rifiutati, ed era già passata alla difficile battaglia sulle ore di ambulatorio. Proprio quando la Cuddy stava iniziando a contrattare con il meno collaborativo e, allo stesso tempo, l’innegabilmente migliore dei suoi medici, un James Wilson piuttosto ansante entrò di corsa dalla porta. House smise perfino di giocare a palla per lanciare un’occhiata interrogative al suo migliore, e unico, amico.

Wilson era molto più disordinato di quanto gli piaceva essere normalmente, quindi doveva essere successo qualcosa di grosso.

“Cos’è successo?” chiese House all’oncologo con le sopracciglia aggrottate, mentre riponeva la sua amata palla al suo posto sulla scrivania.

“Wilson!” esclamò la Cuddy. “Dovresti essere a casa oggi. È successo qualcosa?” House alzò gli occhi quando lei ripeté la sua domanda. La Cuddy gli lanciò un’occhiataccia.

“House-” cominciò Wilson. “Devi assolutamente- Non ci crederai-” gesticolando ampiamente con le braccia. La confusione di House e della Cuddy non fece che aumentare.

Alla fine Wilson la smise di parlare a manetta e cominciò a spiegare ai due come aveva cominciato la sua giornata con una corsa nel parco. E come aveva incontrato l’uomo (praticamente un ragazzo) più strano che avesse mai visto.

Per prima cosa era vestito come se fosse nel mezzo delle Siberia e sembrava provare un forte dolore. Wilson si era avvicinato e aveva cercato più volte di attirare la sua attenzione. Ma la concentrazione dell’uomo, che sembrava essere russo, continuava a scivolare via. Wilson immaginava si trattasse di un attacco di cuore o di troppo caldo, ma quando aveva cercato di aiutarlo l’uomo gli aveva praticamente stritolato il braccio (detto questo mostrò gli evidenti segni delle dita, che erano già diventati lividi bluastri).

Dopodiché l’uomo sembrò avere un altro attacco e lo aveva lasciato per afferrarsi la giacca all’altezza del cuore. Quando l’aveva ritratta era coperta di sangue. Wilson aveva chiamato subito un’ambulanza, ma l’uomo era svenuto prima della fine della telefonata.

“E la cosa incredibile” disse Wilson, “Quando gli ho aperto la giacca mi aspettavo di trovarlo coperto di sudore, invece era freddo. Quasi congelato. E la ferito sul petto…era come se il suo cuore cercasse di uscire FUORI.” House gli lanciò una strana occhiata.

“Fuori?” disse. “Cosa vuol dire ‘fuori’?”

“Le costole stavano spingendo attraverso la pelle e, non lo so …fuori.” Wilson fece un gesto con la sua mano sul petto per enfatizzare ciò che aveva detto. La Cuddy approfittò di questo momento per parlare, visto che House era rimasto in un silenzio stupefatto.

“Hai trovato qualche documento d’identità su di lui? Magari un numero di telefono di un contatto?” chiese la donna.

“Sì,” confermò Wilson, mettendo una mano in tasca. “Ma è in russo e non so leggere il cirillico. Uno dei paramedici è riuscito a leggere il suo nome. Ivan Braginski.” Porse ad House un portafogli.

“Ivan Braginski. Anni: 20. Altezza: circa 6’3’’ (circa 183 cm). Capelli: biondi. Occhi:..” House avvicinò la foto. “…Sono viola? Molto inusuale…” La Cuddy alzò un sopracciglio al suo miglior medico.

“Sai leggere il russo? Strano.” Anche se avrebbe dovuto smettere di sorprendersi. House alzò le spalle.

“Era una fase di ribellione. Mio padre era militare, eravamo ancora nella Guerra Fredda…” House lasciò che arrivassero da soli alla conclusione. Ma Wilson era più interessato a saperne di più del misterioso paziente.

“Cos’altro dice?” chiese. House tirò fuori qualche altro documento.

“Sembra che sia una di quelle persone che hanno a che fare con il meeting che c’è questa settimana.” Diede un’occhiata al lasciapassare. “Mi chiedo chi sia il coglione che ha avuto questa brillante idea.”

Wilson e la Cuddy sospirarono pensando agli enormi ingorghi che c’erano stati da quando l’evento era iniziato. Per non parlare del fatto che dovevano sopportare un’altra settimana di tutto ciò.

“Dov’è adesso?” chiese House.

“L’hanno già sistemato in una stanza,” disse Wilson. “Gli hanno dato della morfina e quando hanno visto quanto fosse freddo gli hanno messo addosso una pila di coperte elettriche. Ho detto loro che avresti preso tu il caso…” Wilson guardò House. Sapeva che non avrebbe resistito.

House lo guardò e sorrise.

“Eh già, lo prendo io.”

Fatto^^ Come sempre spero di non aver fatto troppi errori di traduzione. E di essere comunque riuscita a rendere l’umorismo e l’atmosfera del racconto originale.

 Artemis00: Grazie mille per la tua recensione! Spero che questa fic continuerà a piacerti anche in futuro. Io me ne sono praticamente innamorata^^

 Kurohime: Ovvio nessuno può sfuggire ad Hetalia, soprattutto a Russia. Tutti diventeranno uno con Madre Russia, da?^^ In ogni modo sono contenta che questa fic ti interessi. E grazie mille per il tuo appunto. Spero di aver capito quale fosse l’errore e di averlo corretto; se ho sbagliato ancora fammelo sapere.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Eccomi di nuovo tra voi!! Grazie infinite per tutti i vostri commenti^^ Mi fa piacere che apprezziate questa fic.

NOTA IMPORTANTE: Ho notato che siete tutti preoccupatissimi per la salute di Russia: state tranquilli, non è in pericolo di vita!! L’idea per la “malattia cardiaca” di Russia è presa proprio dal manga (più canon di così!!). In una delle sue strisce Himaruya fa vedere un meeting delle Forze Alleate. All’improvviso tutti si accorgono che davanti a Russia c’è un cuore umano. Ovviamente la reazione generale è di shock e tutti chiedono a Russia dove lo ha preso (o a *chi* lo ha preso…) E lui risponde tutto imbarazzato: “Oh..è-è il mio…è che ogni tanto salta fuori…” O__O

Quindi come ho già detto non dovete preoccuparvi per la salute di Russia, è tutto perfettamente normale (se una cosa del genere avete il coraggio di definirla normale naturalmente!)

Ecco la striscia originale (purtroppo sono riuscita a trovarla solo in inglese…):

http://aph.starry-sky.com/v1_050.html

Mi dispiace tantissimo di non avervelo detto prima! Mi è venuto in mente solo leggendo i vostri commenti che questa shot non è ancora stata fatta vedere nell’anime e che non tutti hanno letto il manga. Mi scusa per la mia dimenticanza!! (*inchino*)

Ok, dopo questa rassicurazione, direi che possiamo continuare con la fiction…

 

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CAPITOLO 3

Cameron, Chase e Foreman saltarono sulla sedia quando la porta della stanza si aprì di botto.  House zoppicò velocemente all’interno e buttò tre cartelle sul tavolo.

“Nuovo paziente,” li informò mentre prendevano i fogli.

“Un russo di 20 anni è stato trovato dal nostro oncologo preferito con abbastanza vestiti da far sudare qualcuno durante un inverno siberiano. Tuttavia la sua temperatura corporea era molto inferiore al normale e, ah già, il suo cuore stava cercando di uscire dal petto. Via!” disse House con solennità, mentre scriveva “Temperatura corporea alterata” sulla lavagna insieme ad una piccola illustrazione di un cuore anatomicamente sbagliato fuori da un petto stilizzato. I suoi assistenti boccheggiarono scioccati, dimenticandosi per un attimo di leggere i fogli che avevano scritto al pronto soccorso.

“Cosa?” riuscì ad articolare Foreman guardando il suo mentore in totale incredulità.

“Mi avete sentito,” disse House con un sorrisetto. “Fuori,” e fece lo stesso gesto con le mani che aveva fatto Wilson, sebbene non per prenderlo in giro. (NdT: non sono sicura della traduzione qui…non ho capito cosa intendeva dire l’autore)

“Non è possibile,” disse Cameron, la voce bassa mentre cercava di immaginare un cuore che cercava di uscir fuori dal petto di qualcuno.

“Apparentemente lo è,” replicò House mentre si sedeva al suo posto vicino alla cucinetta e tirava fuori un lecca-lecca. Lo scartò e si fermò un attimo prima di metterlo in bocca, guardandoli in attesa. “Allora?”

“Un…rigetto per un trapianto di cuore?” suggerì Chase. Foreman e Cameron girano la testa per guardarlo increduli, ma l’australiano si limitò ad alzare le spalle in un gesto di “bè che c’è?”.

“Penso che sarebbe molto meno assurdo se ci fosse un’enorme cicatrice in mezzo al petto che indica che di recente è stato tagliato e che gli hanno sostituito il cuore, ma bel tentativo,” lo demolì House.

“Premettendo che non so nemmeno perché ti do corda, SE il cuore di qualcuno stesse cercando di uscirgli dal petto è perché il suo corpo lo sta rifiutando. In quale altra situazione un cuore perfettamente sano verrebbe rigettato dal corpo?” chiese Foreman esasperato.

“Ovviamente,” rispose House tirando fuori il lecca-lecca dalla bocca. “Non è un cuore perfettamente sano.”

Cameron cominciò a sfogliare i fogli del pronto soccorso.

“Dov’è la sua storia famigliare?” chiese, senza continuare con il ‘questo non è possibile’. Non sarebbe arrivata da nessuna parte, che avesse ragione oppure no.

“Dio santo, donna,” esclamò House. “Il cuore di quel tipo stava cascando fuori e ti aspetti che ci raccontasse della sua famiglia fino ai suoi trisavoli?” Gli altri alzarono gli occhi al cielo.

“Ok, lasciamo perdere la sua storia famigliare. Cosa abbiamo riguardo la sua storia medica?” chiese Foreman tornando a spulciare i fogli.

“Non sappiamo nemmeno se parla inglese,” ammise House. “In questo momento è riempito di morfina, sepolto sotto una fila di coperte elettrice. Fortunato bastardo.”

“Bè, non credo che troveremo niente nella sua storia famigliare” cominciò Chase. “Se una cosa del genere fosse già successa, la comunità medica ne avrebbe sentito parlare.”

“Non mi avete appena sentito dire che quel tipo è russo? Cioè viene dalla Russia?” replicò House. “Santo cielo, persino il suo nome è russo puro. Ivan Braginski. Non poteva essere più comunista di così.” Foreman gli lanciò un’occhiata disgustata.

“E quindi? Cosa centra la sua nazionalità con questo discorso?” chiese Foreman.

“Non avete mai sentito parlare di una cosa chiamata URRS? La Cortina di Ferro? La Guerra Fredda? Se qualcosa del genere fosse già successa, in Russia, cosa vi fa credere che noi ne avremmo saputo qualcosa?” Foreman si calmò visibilmente, anche se sembrava ancora infastidito.

“In questo caso non credo che otterremo niente finché non avremmo parlato con lui,” saltò su Cameron, prima che Foreman e House trovassero un'altra ragione per abbaiarsi a vicenda.

“Buona idea,” disse House alzandosi in piede. “Chi conosce il russo qui?” Tutto quello che ottenne furono sguardi vuoti.

“Ooookay, Chase!” Il ragazzo saltò sulla sedia per essere stato chiamato.

“Tu sei straniero giusto? Hai già qualcosa in comune con lui, quindi vai, fai amicizia e tiragli fuori le informazioni, compreso se ha o non ha qualche famigliare con cui metterci in contatto. Coso 1 e cosa 2” indicò rispettivamente Foreman e Cameron con il suo bastone. “Voi due prelevate un campione di sangue e fate i test per qualsiasi cosa vi viene in mente, autoimmuni, droga, tossine; e già che ci siete segnate quel tipo per un MRI (NdT: una TAC forse…? *totalmente ignorante in campo medico*). Voglio vedere cosa sta succedendo al sua cuore e alla sua testa.”

“La testa? Vuoi vedere la sua testa?” chiese Foreman mentre raccoglievano le loro cose.

“Anche se voialtri l’avete completamente ignorato, voglio vedere cosa c’è che non va con la sua temperatura corporea. Qualsiasi cosa lascia tracce nel cervello. Dubito che due sintomi totalmente assurdi che capitano simultaneamente siano una coincidenza.” Si diresse verso la posta.

“E tu cosa farai?” gli domandò Chase.

“Vado a parlare con Wilson. Voglio sapere cos’altro a visto quando lo ha trovato. Apparentemente il nostro sovietico ha a che fare con il meeting mondiale che si sta tenendo qui.” House sorrise quando gli altri tre sbuffarono, probabilmente stavano pensando ai loro problemi di traffico.

“Chiamerò il loro Quartier Generale per vedere se riesco ad ottenere da loro qualche informazione, nel caso il nostro paziente si riveli difficile. E adesso al lavoro!”

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E treee!! Forse questo capitolo è un po’ noioso, ma non preoccupatevi! Al prossimo torna il nostro amatissimo russo^^

Kurohime: House è House. Punto. Lui non lavora se non si diverte. E con Russia avrà da divertirsi sul serio…Non preoccuparti, non sei affatto pignola. Grazie per la tua attenzione! Spero che anche questo capitolo ti piaccia^^

Haruhi1Miku: Figurati, non sei affatto una paurosona. Pensa che io mi devo coprire gli occhi ogni volta che tirano fuori una siringa (non li sopporto proprio gli aghi…). Spero continuerai comunque a leggere. E spero che la nota iniziale ti abbia aiutato a capire un po’ di più. Colpa mia che non ho pensato a dirvelo subito, che idiota!!

adrienne riordan: oh, non so chi vincerà (niente spoiler! :P) House è davvero in gamba, ma Ivan…bè lui è RUSSIA!! Penso che non potessero scegliere un personaggio migliore di Hetalia per aver a che fare con House XD Grazie mille per la tua recensione.

miristar: in effetti è una cross-over…dovrei averlo scritto, se mi ricordo bene. In ogni modo sono contenta che ti interessi così tanto. Spero continuerai a seguirla^^

 

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Ah scusate, sono un po’ in ritardo con l’aggiornamento. Questa settimana non ho avuto un attimo libero accidentaccio!! Mia madre aveva la macchina dal meccanico e io ho dovuto scorrazzarla avanti e indietro.

Vabbè, lasciamo stare. Meglio andare avanti con la fic. Russia è sicuramente più interessante della mia vita quotidiana…

PS: potrebbero esserci (anzi ci saranno sicuro!) degli errori di ortografia. Scusate, ma non ho avuto il tempo di rileggere tutto per bene…

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CAPITOLO 4

Russia grugnì leggermente mentre pian piano riprendeva conoscenza. Perché la sua testa era così confusa? E perché si sentiva così al caldo? Sospirò quando si rese conto che anche se la sua testa era un po’ confusa, non stava così bene da molto tempo. Dov’è che stava? Probabilmente con Lituania, se era così felice! Arrossì leggermente e sorrise. Capì che stava probabilmente sognando, ma era così bello che non poteva farci niente.

Ma quando sentì aprirsi una porta, si fermò e aprì gli occhi. Chi poteva essere…? Si immobilizzò quando mise a fuoco e si rese conto di essere in una stanza che non conosceva e che c’erano tre persone che parlottavano vicino ad una porta a vetri.

Gli occhi di Russia si spalancarono quando gli tornò finalmente in mente tutto. Quel tipo, il dottore! Russia gemette tra sé quando realizzò che il suo cuore stava probabilmente cercando di nuovo di uscire e che sfortunatamente era successo davanti agli occhi di una delle persone di America. Che era un dottore. Ciò faceva di lui una delle persone più insopportabile della terra, nella concezione di Russia. Le altre nazioni sapeva di quel suo piccolo problema e lo ignoravano, ma adesso Russia era nei guai. Non poteva certo dire ‘Oh, capita che mi caschi fuori ogni tanto, niente di cui preoccuparsi!’ questa volta. Non solo era in presenza di dottori, ma erano anche BRAVI dottori, se i discorsi di America avevano un fondo di verità.

Uno dei medici, il biondino, si voltò verso di lui e sorrise quando si accorse che era sveglio. Gli occhi di Russia lo guardarono con sospetto. Cosa stavano tramando? Il biondino afferro una sedia vuota che era appoggiata al muro e si sedette di fianco al letto di Russia. Gli altri due si misero a trafficare con delle cose sul carrello, anche se lanciavano al giovane e al russo delle occhiate sfuggenti.

“Ivan? Ivan Braginski?” chiese il biondo tentennando. Lo sguardo di Russia si spostò dagli altri due medici al giovane di fronte a lui e annuì leggermente. Il biondo sorrise di nuovo. Stava cominciando a stancarsi di questo.

"Um, privyet!" disse improvvisamente mentre guardava la sua cartellina. "Ja - Dоktоr, um, Меnja zovut Robert Chase-errr..."

Russia trasalì al suono della sua bellissima lingua mentre veniva così distorta. A quanto pare questo tipo non era americano. Ad una prima impressione avrebbe detto australiano, ma l’accento dell’uomo cambiava velocemente mentre cercava, con pessimi risultati, di parlargli in russo. L’alto sovietico si mosse per sistemarsi in una posizione più diritta. Chase lo guardò preoccupato quando si rese conto di cosa stava facendo e cercò di farlo rimanere giù.

“Basta,” disse Russia, il suo noto che indicava chiaramente il suo fastidio. Chase sussultò e si risedette sulla sedia quando fu sicuro che il russo non stesse cercando si farsi del male.

“Sa parlare inglese?” chiese speranzosamente. Russia sospirò di nuovo, perché si sentiva così stanco? Non era da lui…

“Sì” replicò seccamente, guardando l’uomo nello stesso modo. “Molto meglio di come lei sa parlare russo, perlomeno.”

L’accento di Russia era praticamente inesistente, più dovuto ai molti anni che usava quella lingua che non alla dedizione ad impararla.

“Ah bene…” l’australiano fece finta di niente e mormorò qualcosa prima di tossicchiare e tornare a rivolgere la sua attenzione alla cartella.

“Lei si trova al Princeton-Plainsboro Teaching Hospital al momento. È stato trovato da uno dei nostri medici stamattina, dopo che era svenuto in un parco ed è stato subito trasportato al pronto soccorso. Si ricorda niente di tutto questo?”

Gli occhi di Russia si assottigliarono in concentrazione mentre cercava di ricordare cosa era successo quella mattina.

“Il dottore giusto? Il suo nome è Dr. Wilson, da?” Russia guardò il biondino per conferma. Chase annuì e sorrise.

“Già. I paramedici e il Dr. Wilson hanno detto che lei provava molto dolore e che stava sanguinando da una ferita sul suo petto. Inoltre soffriva anche di un forte abbassamento della temperatura corporea, per questo le abbiamo portato così tante coperte elettriche.” Indico l’eccessivo numero di panni, che stavano praticamente ricoprendo la larga nazione. Russia le osservò e si accorse che era questo il motivo per cui si sentiva così al caldo. Non ci fece troppo caso, ciò che invece gli importava era l’orribile camiciola da ospedale che qualcuno gli aveva messo addosso. Arrossì quando si rese conto di non indossare biancheria.

“Dove sono i miei vestiti?” chiese.

“Probabilmente erano macchiati di sangue,” rispose Chase. “L’ospedale li starà facendo lavare, ma tutto ciò che era pulito sarà sicuramente in uno di quegli armadietti.”

Chase si alzò e fece il giro del letto per aprire uno degli armadietti che erano allineati contro il muro.

“Aha! Eccoli,” disse tirando fuori due stivali e una pila di abiti. “Sembra che abbiano prese solo la giacca e la camicia. Tutto il resto è qui.”

“Ehm,” cominciò Russia, con timidezza. I tre dottori di stupirono di vedere un uomo così grande sembrare così infantile, ma incredibilmente sembrava un comportamento adatto a lui. “La-la mia sciarpa c’è?”

Chase guardò di nuovo la pila di abiti e vide un lembo beige spuntare fuori dal fondo.

“Sì, è questa?” chiese tirandola fuori per fargliela vedere. Russia si illuminò e annuì allegramente.

“Da!”

Allungò una mano e Chase gliela consegnò. Russia canticchiò contento mentre se la legava intorno al collo e sospirò soddisfatto. Si sentiva molto più a suo agio adesso. Tra i sedativi, il calore e la riunione con la sua sciarpa, l’ospedale sembrava un posto decisamente migliore dove passare una settimana invece di quell’inferno che sarebbe sicuramente stato il meeting.

Chase scosse la testa e si risedette sulla sedia. Sembrava che anche Cameron e Foreman avessero concluso e stessero solo aspettando che lui finisse (o iniziasse) di interrogare il loro nuovo paziente.

“Bene,” cominciò Chase recuperando la sua cartellina. “Allora, Ivan, abbiamo bisogno si alcune informazioni sulla tu storia medica e su quella della tua famiglia. Qualsiasi cosa ci può essere utile, quindi per favore sii onesto con noi.”

Gli occhi di Ivan si fecero sospettosi. Magari non era una grande idea rimanere qui, ma sembrava che avrebbe dovuto far buon viso a cattivo gioco per adesso.

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Artemis00: bè House fa sempre breccia nel cuore della gente…nel bene e nel male! (della serie o con le parole o con una siringa…) Grazie mille per la tua recensione!^^

Kurohime: Sta tranquilla, io sono peggio di te. Mi basta vedere delle bandierine per strada o sugli stuzzicadenti dei panini per pensare subito ad Hetalia. È diventata la mia droga… Grazie mille per la spiegazione medica, ora ho le idee un po’ più chiare. E grazie anche per controllare sempre gli errori! Spero che anche questo capitolo sia di tuo gradimento.

miristar: Mi spiace per la lunghezza…cercherò di postare abbastanza di frequente per compensare. Contenta? E comunque…sì ne succederanno delle belle^^

Haruhi1Miku: non preoccuparti, già il fatto che continui a leggere questa fic e a recensire è tutto il supporto che mi serve. Per la traduzione…bè se sei peggio di me forse non noterai i miei madornali errori (che ci sono, ne sono sicura!). Spero che continuerai a leggere nonostante quelli^^

adrienne riordan: Ivan non è senza cuore! Lui in realtà è buono…sono gli altri che lo costringono a essere cattivo…..*non molto convinta*

ChibItaliaSweet: anche io all’inizio non avevo letto le scans (ammetto che ancora adesso non le ho lette tutte…). Più che altro perché sono talmente disordinate che si fa fatica a raccapezzarcisi!! Però ho scoperto che alcune di esse sono delle vere perle, o muori dal ridere o ti commuovi un sacco…Continuo a preferire i disegni dell’anime però. Sono davvero contenta che questa fic ti piaccia così tanto. Spero che anche questo capitolo non ti deluda…^^

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Personalmente adoro questo capitolo. Russia-chan è meraviglioso quando è imbarazzato!! <3

Ok, ok niente spolier. Leggete e divertitevi^^

Nuovo capitolo. Olè!

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CAPITOLO 5

“Allora, signor Braginski, adesso le dirò le informazione che già abbiamo” iniziò Chase controllando i files sul russo.

“Il suo nome è Ivan Braginski, ha 20 anni e la sua altezza è di 6’3” (circa 183 cm), può dirmi il peso?” Ivan arrossì al pensiero della sua ossatura pesante.

“In libbre?” chiese retoricamente, alzando lo sguardo al soffitto mentre rifletteva, maledicendo America per essere così testone e non essere passato al sistema metrico. Non era altro che una seccatura per gli altri stati.

“Uhm, attorno alle 210 libbre (circa 95 kg).” Il rossore si accentuò, mentre giochicchiava con la sciarpa. Le labbra di Chase si arricciarono leggermente quando notò l’incertezza del giovane. Un uomo della sua taglia doveva essere stato preso in giro parecchio da bambino.

“È un buon peso per qualcuno della sua stazza” disse distrattamente, sebbene segretamente compiaciuto quando Ivan lo guardò sorpreso e arrossì felice, un accenno di sorriso sulle labbra.

“Il Pronto Soccorso ha già compilato la parte del modulo relativa ha gravi problemi di salute…” mormorò Chase. Russia lo guardò interrogativo.

“Qual è il mio grave problema di salute?” chiese. Aveva già un’idea di cosa poteva essere, ma era una buona idea controllare. Chase sembrò quasi sbalordito prima di tossicchiare per nascondere l’imbarazzo.

“Ah bè, come le abbiamo già accennato, la sua temperatura corporea non funziona nel modo che dovrebbe, da qui le coperte termiche. E poi quando il dottor Wilson l’ha trovata, il suo cuore stava…uhm…” fece un vago gesto con la mano.

“Cercando di uscir fuori” concluse piano. Russia annuì pensosamente. Bè almeno non era niente di nuovo o inaspettato. Come avrebbe fatto ad uscire da questo casino senza provocarne uno più grosso? Doveva a tutti i costi chiamare il suo capo…

Nel frattempo i tre medici si scambiarono occhiate meravigliate. Si aspettavano una reazione maggiore, ma il russo sembrava averla presa bene. Che fosse sotto shock?

Chase tossicchiò nuovamente e decise di proseguire.

“Bene, tutto ciò che sappiamo è che lei è coinvolto con il meeting mondiale che si sta tenendo a Princeton, giusto?” Russia annuì.

“Cosa fa esattamente?” chiese l’australiano con curiosità.

“Ahh, sono una specie di rappresentante del mio paese negli affari internazionali e lavoro part-time come assistente del nostro presidente,” spiegò Russia allegramente.

Chase si sentì soffocare quando si rese conto che il loro paziente era un impiegato governativo di tale leva. Sarebbe stato meglio NON fare casini con questo qua. Inutile dirlo, Cameron e Foreman stavano pensando la stessa identica cosa.

“Ehm, ok,” disse Chase passando alla pagina successiva dopo aver compilato la precedente con le nuove informazioni.

“Le dispiacerebbe parlarci delle sue situazione abitativa, stato coniugale e se ha o no dei figli?” recitò Chase leggendo dalla pagina di fronte a lui. Russia lo guardò. Perché avevano bisogno di conoscere queste cose? Non importa, avrebbe fatto divertire questi mortali.

“Vivo da solo a Mosca, non sono mai stato sposato e non ho nessun figlio.” Chase riportò anche questi dati.

“Può dirci se fa uso di droghe e quanto? Sono inclusi tabacco, alcool, sovradosaggio di medicinali e droghe più comuni.”

“Non fumo o faccio uso di droga, ma bevo parecchio.” La mente di Russia cominciò a vagare allegra pensando alla sua amata vodka. Chase alzò le sopracciglia.

“Le uniche medicine che uso sono l’aspirina e lo sciroppo per la tosse, quando sono ammalato.”

“Ok, comunque per quanto riguarda l’alcool…quando dice ‘parecchio’ intende dire che è un pesante bevitore?” Russia lo guardò confuso.

“Cosa intende per ‘pesante bevitore’?” chiese con curiosità.

“Un pesante bevitore, nel caso di un uomo, significa il consumo di più di due bicchieri al giorno in media” spiegò Chase. Russia non dovette nemmeno pensarci su.

“Da, credo di esserlo allora.” Vodka~...chissà se poteva trovarne un po’ anche qui?

“Ok,” Chase si adeguò allo strano comportamento del paziente. Si stava adattando all’assurdità della situazione, sebbene derivasse tutto dalla grande pratica fatta al servizio del suo capo.

“Ha viaggiato recentemente, al di fuori di America e Russia?”

Da~ Ho viaggiato molto per lavoro. Sono stato praticamente ovunque.” Mentalmente Chase si lamentò. Questo significava che tutto era possibile, così come l’inquinamento patogeno. Se non avessero scoperto qualcosa al più presto, House gli avrebbe fatto fare test per batteri e virus finche i loro occhi non avessero cominciato a sanguinare.

“Ha qualche allergia?”

“Nyet”

“Qualche animale domestico?”

Russia stava quasi per chiedere se i Baltici contavano come animali domestici, ma all’ultimo decise che non era un’idea geniale e rispose di no.

“La sua famiglia ha una storia di malattie cardiache?”

“Nyet”

Il dottore sembrò un po’ frustrato dopo questa.

“La sua famiglia ha mai avuto qualche tipo di malattia inusuale? Genitori? Parenti?” provò ancora Chase.

“Le mie sorelle non hanno mai avuto problemi medici, per quanto ne sappia. Non ho mai conosciuto i miei genitori” rispose Russia onestamente. Era sicuro che il Generale Inverno non contasse. Non che avrebbe mai incluso quel bastardo in un qualsiasi contesto famigliare, ma tristemente la più lunga relazione che aveva era con lui e, se doveva essere onesto con se stesso, era la cosa più vicina ad un genitore che avesse mai avuto. Il che, ancora una volta, era parecchio triste.

“Ha delle sorelle? Può contattarle e farle venire qua?” chiese Chase speranzosamente. Avere una famiglia da interrogare era sempre una buona cosa.

“Contattare…?” Gli occhi di Russia si spalancarono terrorizzati. Si raggomitolò e cominciò a tremare. Le parole ‘sposare, sposare, sposare’ riecheggiarono in piccoli cerchi sinistri attorno alla sua testa.

“Uhm, Ivan,” Chase era molto confuso all’improvviso cambiò di atteggiamento alla menzione dei parenti del russo. Gli altri sembravano altrettanto confusi e Cameron sembrava voler confortare il grande, infantile russo che sembrava in preda ad una rottura emotiva. Chase alzò le spalle hai due e tornò a rivolgersi al loro paziente.

“Ivan?” provò ancora Chase. “Abbiamo bisogno di parlare con una delle tue sorelle. Sono entrambe a Mosca? Sarebbero in grado di venire fin qui?” La formulazione della domanda sembrò riuscire a calmare un po’ il ventenne, costretto a pensare ad una risposta.

“Sia mia sorella maggiore che, ugh” Russia rabbrividì di nuovo, “la minore sono qui a Princeton,” ammise. L’umore di Chase si risollevò.

“È fantastico!” esclamò l’australiano, sebbene se ne pentì quando si accorse che il tremito del giovane peggiorava. “Può darci un numero di telefono da chiamare? Qualsiasi cosa?”

Russia annuì, tirando fuori una mano e mimando il gesto di scrivere. Sospirò mentalmente e pensò che poteva almeno cercare di fare in modo che Bielorussia non si accorgesse di niente. Russia lottò per scacciare un brivido e un gemito di orrore. Sarebbe stata la cosa peggiore che potesse immaginare. Sarebbe stata peggio solo se America avesse deciso di seguirla e bisticciare con lui mentre sua sorella gli proponeva di sposarlo. Di nuovo.

Chase intuì cosa voleva e strappo un pezzo di carta da uno dei fogli e lo mise sulla cartellina, passandola al paziente terrorizzato (di cosa poi fosse terrorizzato non lo capiva proprio) insieme ad una biro.

“Questo dovrebbe farvi mettere in contatto con mi sorella maggiore, Yekaterina.” gli disse Russia.

“Potete fare in modo che lei non dica a nessuno che sono qui in ospedale?” chiese Russia guardando Chase con gli occhi imploranti da cucciolo. Il volto di Chase mostrò chiaramente la sorpresa, ma annuì alla richiesta.

“Sicuro. Ah, direi che è tutto.” disse Chase dando un’occhiata alla cartella. “Oh, aspetti. Mi scusi, ma dobbiamo, uhm, sapere qualcosa a proposito della sua vita sessuale. Se è sessualmente attivo, partner, abitudini, ecc.”

“Huh?” Russia inclinò la testa in risposta. Questa era una domanda che non gli aveva mai fatto nessuno.

“Ummmm,” Russia intrecciò le dita a disagio e il rossore sulla sua faccia aumentò talmente da poter rivaleggiare con quello di Inghilterra quando era ubriaco.

“Io non, ehm, non ho mai…” cominciò Russia imbarazzato, ma fortunatamente Chase capì al volo e lo salvò dal continuare. (1)

“Er, non importa…ma ha mai avuto una fidanzata?” Russia scosse la testa, gli occhi chiusi e leggermente coperti dalla frangia. “Uhm, fidanzato?” Stessa risposta.

“Bè, d’accordo, è tutto ciò che ci serve per adesso. Il dott. Foreman e la dott.sa Cameron hanno bisogno di prelevare dei campioni di sangue. Dobbiamo fare una ricerca per eventuali tossine, batteri, virus. In poche parole qualsiasi cosa possa interferire con la vostra salute. Inoltre vorremmo mandarla a fare un MRI, ma abbiamo bisogno che lei ci firmi questo consenso prima” disse Chase allungando nuovamente la cartellina al russo. Foreman e Cameron cominciarono a muoversi dall’altro lato del paziente.

Russia rifletté un attimo mentre prendeva la cartella. Era una buona idea? Bè…non è che avrebbero trovato qualcosa e, a parte per la temperatura, tutto sarebbe tornato normale in un paio di giorni. Russia alzò le spalle e firmò il fogli del consenso, dopo però aver lanciato un’occhiata sospettosa alla giovane dottoressa che aveva appena aperto una confezione ed estratto un ago dall’aria piuttosto sinistra.

Russia sospirò e con qualche esitazione allungò il braccio per far fare il prelievo. Se non altro aveva una quasi-valida scusa per non presentarsi al meeting. Non che si sarebbe perso niente di nuovo, visto che tutto quello che succedeva sempre era America che sparava qualche sua idea idiota e Inghilterra e Francia che litigavano per la milionesima volta (sebbene a Russia sarebbe quasi mancata quella parte, il sangue non mancava mai di rallegrarlo).

Russia immaginò che l’unica cosa che poteva fare era stare sdraiato sotto quelle *piacevolissime* coperte termiche e aspettare di vedere cosa sarebbe successo. E magari riuscire a trovare un po’ di vodka già che c’era?

 (1) Riporto la spiegazione dell’autore riguardo a questo punto.

Per quelli che trovano strana la parte riguardante la ‘storia sessuale’ di Russia, per favore date un’occhiata a questa:

http://aph.starry-sky.com/chrismas_bonsai8.html

In questa parte, Hetalia Christamas Special, Francia va in giro a molestare persone a random (come al solito) e ci prova anche con Russia. E sapete qual è la (carinissima) reazione di Russia?

Dice “Eh? Cosa..? Cosa sta succedendo?” Francia si scusa, e Russia risponde “Oh non me la sono presa…ma è una sensazione che non avevo mai provato”. Questo non lo rende un vergine innocente?

Visto che il fumetto è Canon mentre le milioni di fanfic che immaginano Russia come un mostro violentatore NON lo sono, ho deciso di andare con la conclusione più probabile che nessuno sia mai andato a letto con Russia perché sono tutti spaventati a morte da lui e che Russia non ci abbia mai pensato perché, andiamo! Sua sorella vuole SPOSARLO! Al suo posto sarei terrorizzato dal sesso.

Questa è l’idea dell’autore. Sinceramente non ho ancora trovato una scan o un episodio che la contraddica. In ogni  modo in questa fic è così. Punto.

miristar: tutti amano Russia…a parte America forse…e i Baltici…Grazie per aver commentato.

Kurohime: sinceramente non sapevo che Chase parlasse russo. Magari si era preparato le frasi da dire e basta…chissà! Spero che questo capitolo ti piaccia^^ Grazie per la recensione!

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Eccoci arrivati al 6° capitolo. Altro capitolo che io trovo parecchio divertente^^

*In tono solenne* Leggete e recensite. Bè se vi piace ovviamente…

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CAPITOLO 6

House si fermò un attimo e osservò i suoi assistenti sparire dietro l’angolo. Sebbene di norma House non visitasse mai un paziente a meno che non ci fosse costretto, era abbastanza curioso di conoscere questo qua. Dopotutto, non capitava tutti i giorni di incontrare un russo con il cuore che stava per cadergli fuori dal petto.

‘Un russo molto forte oltretutto’ pensò House ricordando i lividi sul polso di Wilson. Serviva molta forza per provocare dei lividi del genere e l’uomo che li aveva fatti stava parecchio male quando era successo. House non voleva neanche pensare a quanto quel tipo poteva essere forte quando era in piena salute. Magari sarebbe stato meglio non far arrabbiare il paziente, non sapeva se poteva sopravvivere ad un pugno di quelli.

House si avviò verso l’ufficio di Wilson e aprì senza bussare. Wilson, che stava scrivendo qualcosa, alzò lo sguardo in attesa.

“Perché stai lavorando a dei documenti nel tuo giorno libero?” chiese House mentre chiudeva la porta e si sedeva.

“Alcuni dottori hanno un enorme montagna di documenti da fare e che incredibilmente fanno. Visto che ero qui ho pensato di mettermi avanti con i miei. Perché sei qui?” chiese Wilson appoggiando la biro sul tavolo e appoggiandosi alla sedia.

“Oh Jimmy. Sempre un bravo burocrate. Sono sicuro che mammina sarà davvero orgogliosa del suo piccolo bubbala” lo prese in giro House mentre tirava fuori il cellulare e un pezzo di carta. Wilson alzò gli occhi, ma la sua attenzione ritornò subito su House. House se ne accorse e sospirò.

“Ho mandato i tre cagnolini a raccogliere informazioni e un campione di sangue. Con un po’ di fortuna saremmo in grado di contattare un famigliare. Proprio adesso sto per chiamare il servizio informazione della conferenza e vedere se riescono a darmi delle informazioni sul nostro russo,” spiegò House mentre cominciava a digitare sul telefono.

“E dirgli che uno dei loro impiegati è in ospedale con una malattia potenzialmente mortale, ovviamente,” replicò Wilson. House alzò un dito e appoggiò il telefono all’orecchio. Wilson sospirò e cominciò a roteare con la sedia.

“Salve, qui è il dr. House; sono il capo del reparto diagnostico del Princeton-Plainsboro Teaching Hospital. Vi sto chiamando a riguardo di uno dei vostri impiegati. È stato portato al pronto soccorso questa mattina e al momento sono il suo medico curante. L’unica cosa che abbiamo è la sua carta di identità e mi stavo chiedendo se potevo avere alcune informazioni su di lui,” disse House in tono professionale. Wilson non finiva mai di stupirsi di quanto bene poteva recitare House quando voleva qualcosa. Faceva quasi paura.

“Sì, il suo nome è Ivan Braginski. Attorno ai 6’3’’ (circa 183 cm), capelli biondi, occhi viola. Sì aspetto,” continuò House.

“Cosa hanno detto?” sussurrò Wilson. House mise una mano sul ricevitore e rispose sempre sussurrando.

“Hanno detto che mia passano chi se ne occupa. Un tizio di nome Jones.” Wilson annuì.

***************

L’uomo in questione alzò gli occhi quando sentì pronunciare il suo nome umano e vide che una delle sue nuove segretarie lo stava guardando con apprensione. Le rivolse un largo sorriso e le fece cenno di entrare. Lei sorrise timidamente in risposta, poi si avvicinò rapidamente alla sua scrivania.

“C’è un dottore in linea. Dice di lavorare al Princeton-Plainsboro Teaching Hospital e che Ivan Braginski è un suo paziente. Ho notato che è sulla lista che mi ha dato, quindi ho pensato che sarebbe stato meglio passarlo direttamente a lei, signore,” disse la ragazza. America alzò un sopracciglio alla notizia e si chiese cosa era successo al suo arci-nemico (tecnicamente ex-arci-nemico, ma fa lo stesso.)

“Che linea?” chiese alzando la cornetta.

“Linea tre signore,” America annuì.

Mentre la segretaria si girava per tornare al suo posto, America richiamò la sua attenzione.

“Potete dire al signor Kirkland e al signor Williams di venire qui?” le chiese. Lei annuì e chiuse la porta uscendo. America schiacciò il tasto tre del suo telefono.

“Salve, qui è Jones che parla. Come posso aiutarla?”

“Signor Jones? Qui è il dr. House. Uno dei suoi impiegati è attualmente un mio paziente e mi stavo chiedendo se posso avere alcune informazioni su di lui. Attualmente ho solo la sua carta di identità.”

Gli occhi di America si illuminarono quando capì chi era la telefono. Dr. House! Era, tipo, il miglior medico al mondo! Sorrise al pensiero di come avrebbe sbattuto in faccia a Inghilterra e Canada la reputazione del suo miglior ospedale. Gliel’avrebbe fatto vedere, loro e la loro sanità pubblica. Ovviamente ignorò felicemente il fatto che il suo governo stava attuando una riforma per attivare una sanità pubblica anche in America. Dettagli…

“Di quale impiegato stiamo parlando?” chiese America fingendo ignoranza.

"Ivan Braginski"

“Oohhhh, quello” disse America con quanta più condiscendenza possibile nella voce. “Non è un vero è proprio impiegato. È il rappresentante mondiale per la Federazione Russa.”

America fece una pausa e tenne il telefono vicino all’orecchio quando gli sembrò di sentire il suono di qualcuno che tossiva dall’altra parte.

"Dr. House...?"

***************

Wilson fece un salto sulla sedia quando House cominciò a tossire all’improvviso.

“Cosa c’è?” sussurrò. House alzò una mano e chiese al signor Jones di aspettare un attimo. Poi velocemente mise una mano sul ricevitore.

“Quel tizio, il russo,” sussurrò House. “È IL rappresentante della Federazione Russa.”

Wilson rimase a bocca aperta. Uno così giovane era COSI’ importante?

“Santo cielo…”sussurrò.

“Già,” rispose House prima di riprendere la conversazione.

***************

America picchiettò con la biro sulla scrivania aspettando che il dottore tornasse in linea. Sentì alcuni bisbigli dall’altra parte, ma non riuscì a capire cosa dicevano.

“Eccomi.”

America sospirò e stava quasi per dire ‘finalmente’, ma si trattenne. Era una di quelle cose che Inghilterra avrebbe sicuramente definito ‘scortese’. E non voleva certo offendere il dr. House. Era uno dei suoi cittadini migliori dopotutto!

“Posso avere qualche dato medico sul signor Braginski? E magari qualche modo per contattare la famiglia?”

America ci pensò su un attimo. Avrebbe dovuto chiamare il capo di Russia e sentire cosa ne pensava. Non aveva nessuna idea se Russia andava regolarmente dal medico o meno, ma non era compito suo procurarsi questi dati in ogni modo. La famiglia era un discorso completamente diverso. Un sorrisetto malvagio si fece strada sul volto di America.

“Devo fare alcune telefonate per quanto riguarda i dati medici, dr. House, ma ci sono due sorelle che lavorano qui. Posso facilmente contattarle e mandarle da lei.” disse.

“Quando possono essere qui?”

“Cosa ne dice se le do il numero di telefono così le può chiamare lei stesso? Le darò la loro linea personale così non dovrà passare attraverso altre segretarie.”

“Di cosa si occupano?”

“Oh, sua sorella maggiore, Yekaterina Braginski, e la minore, Natalia Arlovskaya, sono le rappresentanti di Ucraina e Bielorussia. Rispettivamente.”

America lanciò un’occhiata stranita al telefono quando sentì nuovamente tossire.

“Tutto bene?”

Sentì un leggero ‘sì’ quindi America lasciò i numeri al medico, poi riattaccò. Non vedeva l’ora di dirlo a Inghilterra e Canada. Russia bloccato in ospedale con Bielorussia e Ucraina in arrivo? Sarebbe stato esilarante.

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Grazie mille per tutte le meravigliose recensioni. Mi fa tanto piacere che questa fic continui a piacervi. Anche se non l’ho scritta io mi fa sentire felice felice per averla tradotta^^

Kurohime: anch’io trovo che Russia sia troppo carino e innocente per essere un maniaco sessuale. Può essere sadico e schizofrenico finchè vuoi, ma non sessualmente…Solo perché gli piace il sangue e la violenza (ogni tanto), non vuol dire che debba essere cattivo!! Almeno non sempre…

Haruhi1Miku: posso rispondere altrettanto brevemente? ^_____^ *abbraccio*

miristar: sinceramente preferisco le RussiaxCina alle RussiaxLituania. Opinione personale naturalmente, ma penso che un ‘vergine’ come Russia abbia bisogno di uno con mooooolta esperienza come Cina (4000 anni…di esperienza ne avrà parecchia!!) E poi con Cina sembra un rapporto più alla pari, Lituania sembra sempre maltrattato! Ma come ho detto prima, è un’opinione personale…

ChibItaliaSweet: O______O Oddio, Natalia-infermiera non l’avevo proprio mai immaginato! *scioccata* Chissà cosa potrebbe somministrare a Russia come medicina!!

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