Vivere per amare

di Nami
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Dopo undici anni sotto la luna ***
Capitolo 2: *** Il re dei pirati ***
Capitolo 3: *** Ritrovare un figlio ***
Capitolo 4: *** Parlare d'amore ***
Capitolo 5: *** Uno sguardo al passato ***
Capitolo 6: *** Ricordi assopiti ***
Capitolo 7: *** La pace non dura per sempre ***
Capitolo 8: *** L'ottimismo è tutto ***
Capitolo 9: *** L'importanza dell'amicizia ***
Capitolo 10: *** Nemici alle porte ***
Capitolo 11: *** All'arrembaggio! ***
Capitolo 12: *** Un grosso errore ***
Capitolo 13: *** Occhi di falco è tornato! ***
Capitolo 14: *** Sei avvisato ***
Capitolo 15: *** Il risveglio di un amore quasi assopito ***
Capitolo 16: *** Il biglietto ***
Capitolo 17: *** L'equivoco ***
Capitolo 18: *** E' la fine di tutto? ***
Capitolo 19: *** Un dolore lacerante ***
Capitolo 20: *** Sensi di colpa ***
Capitolo 21: *** Confessione inaspettata ***
Capitolo 22: *** Di nuovo insieme ***
Capitolo 23: *** Only love: solo amore ***
Capitolo 24: *** Stella ***
Capitolo 25: *** My love, mi hai dimenticato? ***
Capitolo 26: *** Mi chiamo Max! ***
Capitolo 27: *** La proposta ***
Capitolo 28: *** Un anello speciale ***
Capitolo 29: *** Un sogno divenuto realtà ***
Capitolo 30: *** Il senso dell'amore ***
Capitolo 31: *** Irresponsabilità ***
Capitolo 32: *** La partenza ***
Capitolo 33: *** Fire and flames: Attacco improvviso ***
Capitolo 34: *** La vera battaglia ***
Capitolo 35: *** Sconfitta ***
Capitolo 36: *** Il rapimento ***
Capitolo 37: *** Il compleanno ***
Capitolo 38: *** Alla ricerca di Ennie ***
Capitolo 39: *** Dov'è la Going Merry? ***
Capitolo 40: *** Viaggio solitario ***
Capitolo 41: *** Un simbolo d'amore ***
Capitolo 42: *** Passione ***
Capitolo 43: *** L'addestramento ***
Capitolo 44: *** Un messaggio importante ***
Capitolo 45: *** Dura ricerca ***



Capitolo 1
*** Dopo undici anni sotto la luna ***


VIVERE PER AMARE



CAPITOLO 1: Dopo undici anni sotto la luna


La sagoma della luna piena si rifletteva sul mare calmo e piatto come una tavola e il maestoso vascello pirata era fermo su di esso mentre la gente a bordo dormiva sonni tranquilli. In cabina il capitano di quella ciurma pareva l’unico sveglio. Si strofinò gli occhi per il sonno e nonostante fosse terribilmente stanco non riusciva più a riaddormentarsi. Decise che forse un buon bicchierino di rhum sotto la luce della luna lo avrebbe ricondotto nel mondo dei sogni più facilmente.. del resto funzionava sempre. Quando non riusciva a dormire si alzava dal letto e si dirigeva sul ponte avvolto nel suo nero mantello con in mano un bicchierino di liquore. Si sollevò dal cuscino e girò al capo dall’altra parte. La sua donna sembrava dormire tranquilla, non si era accorta della sua inquietudine. Avvicinò il suo viso a quello di lei e le diede un bacio sulla fronte.

- Ti amo! –

Le sussurrò e si alzò stando attento a non svegliarla. D’un tratto sentì un suo gemito. Lei si girò dall’altra parte e si portò le coperte fino alla bocca per riprendere a dormire come prima. Tirò un sospiro di solievo. Se lo avesse visto alzarsi gli avrebbe fatto domande e di certo sarebbe andata sul ponte con lui per non lasciarlo solo e lui non poteva rischiare di farle prendere un malanno o di impedirlre di riposare. Per nessun motivo al mondo, la salute delle signore innanzitutto, questa era la regola principale li a bordo.
Lentamente e molto silenziosamente uscì dalla cabina. Si portò le braccia intorno al petto. La temperatura si era fatta parecchio bassa e il freddo si faceva sentire.. eppure questo non servì a fargli passare la voglia del rhum sotto la luna. Si avvolse strettamente nel mantello e si diresse verso un’altra stanza. Aprì con cautela la porta sulla quale spiccava appeso ad un chiodo un cartellino con un nome e si addentrò nella piccola cabina. Una bambina di dieci anni era avvolta nel piumino e il suo dolce respiro si faceva sentire nel silenzio della notte.
Si chinò sulla bambina accarezzandole il capo con dolcezza.

- Ciao piccolina! –

Disse a bassa voce.

- Ti voglio bene Ennie! Sei il tesoro del tuo papà! –

Quella bambina era sua figlia. Di nome faceva Ennie; lo stesso nome scritto sul cartellino ovale appeso sulla porta. Non poteva mai descrivere il bene immenso che provava per lei. Quando Max, la sua donna gli aveva confessato di aspettare un bambino si era sentito al colmo della felicità. Avevano da poco terminato il loro viaggio alla Rotta Maggiore e ormai avrebbe potuto benissimo fare il padre, senza contare che con tutti quegli uomini a bordo di sicuro lui o lei non avrebbe corso alcun rischio. E poi, quando Max diede quello scricciolino alla luce aveva provato una gioia tale che quasi gli venne da piangere. Nel stringere quella piccola creatura aveva sentito il suo cuore battere forte, una felicità mai provata prima, quella di diventare padre.
Riprese il suo cammino dirigendosi in cambusa. Aprì con fatica l’armadietto dei liquori, il buio era ovunque, si intravvedeva solo qualche spiffero di luce notturna derivante dalla luna e aveva finito col prendere due botte al ginocchio contro le sedie intorno al largo tavolo. Ma alla fine riuscì a giungere alla mensola sano e salvo, con qualche livido ma era ancora in piedi. Riconobbe il suo amato e pregiato rhum. Stappò la bottiglia e lentamente versò il liquido in un piccolo bicchiere. Ripose la bottiglia dentro all’armadietto e dopo aver richiuso le ante cercò di trovare l’uscita.

- Ahia! –

Ma sbattè nuovamente la gamba contro la sedia e cercò di non urlare anche se gli costò molta fatica. Finalmente, dopo tutte quelle peripezie dentro alla cucina riuscì ad arrivare sul ponte. Massaggiandosi le gambe ormai di sicuro piene di lividi, si sedette mentre la luna lo illuminava creando ombre che mettevano in risalto il suo fisico atletico.

- Ah! Tu guarda che bella luna che c’è stasera! –

Era vero, ero splendida. Era completamente piena e anche molto più grande rispetto alle notti precedenti. Uno spettacolo incredibile. Quell’atmosfera lo portarono a pensare.

- Chissà come stai Rufy! –

Rufy dal cappello di paglia, lo stesso cappello che una volta apparteneva a lui, Shank il rosso, che gli aveva regalato quando era solo un bambino di sette anni. Rufy desiderava diventare un pirata degno di questo titolo, proprio come il rosso, seguire il suo esempio e diventare il re dei pirati. Alla fine, dopo dieci anni ci era riuscito.
- Brutto moccioso! Sarei proprio curioso di vederti nei panni del re dei pirati! –

Doveva avere più o meno diciassette anni, perciò tutti, leggendo i giornali, erano rimasti sorpresi e allibiti nel leggere una simile notizia. Un piratucolo di diciassette anni, con la sua scarsa ciurma, composta da ben pochi uomini, aveva conquistato tutto quello che solo Gold Roger, ventidue anni prima aveva ottenuto. Il grande tesoro nascosto da qualche parte della Rotta Maggiore.

- E così hai mantenuto la tua promessa! Sono fiero di te figliolo! –

Rufy era come un figlio per lui. Non facevano che litigare e prendersi per i fondelli ma il loro rapporto era in assoluto più forte di qualsiasi altra semplice amicizia. Sembravano davvero padre e figlio. Si somigliavano molto, soprattutto nel carattere. Entrambi erano coraggiosi e volenterosi ed entrambi erano pirati, anche se non poi così pericolosi.

Aprì gli occhi delicatamente, destandosi dal suo sonno e rimase sorpresa nel ritrovarsi da sola in quell’ampio letto.

- Shank? –

Non era più accanto a lei. Forse non riusciva a dormire ed era andato a prendere una boccata d’aria. Si stiracchiò e alzatasi dal letto guardò oltre la finestra. Aveva ragione, eccolo li. Era sul ponte, seduto a bere del liquore.

Mandò giù l’ultimo goccio di rhum assaporandolo molto intensamente. Ora avrebbe anche potuto tornarsene a letto e riprendere a dormire.. eppure qualcosa lo tratteneva. Quella notte era troppo bella con quella splendida luna.. era un peccato non guardarla perdendosi nei suoi bagliori.

- Non riesci a prendere sonno? –

La dolce voce di Max lo costrinse a distogliere gli occhi dal cielo.

- Ehi! –

La salutò con il suo largo e dolce sorriso.

- Già, non riesco a riaddormentarmi! Hai visto che bella notte? –

Max gli si avvicinò e si sedette accanto a lui ammirando il cielo notturno.

- Davvero! Non ho mai visto la luna così grande! Brr.. però fa un bel freddo! –

Shank allargò il suo mantello e lo portò intorno a Max avvolgendo anche lei.

- A che pensavi? Ti ho visto così assorto.. –

Gli domandò anche se già conosceva la sua risposta.

- Pensavo a Rufy! Avrei voglia di rivederlo! –

- Ti manca, vero? In effetti ormai sono undici anni che non lo vedi, non è più un bambino! E sai che anch’io ho voglia di vederlo? Tu credi.. –

Le tornò in mente il breve tempo che aveva trascorso al villaggio Fusha insieme al piccolo Rufy. Era stata bene, si era divertita moltissimo e Rufy gli era piaciuto tanto. Si era innamorata di quel bambino che ormai dopo tutto quel tempo era diventato un ragazzo, quasi un uomo.

- ..che si ricordi ancora di me? –

- Certo! Sicuramente! Non ti ricordi quanto è rimasto affascinato da te? Ti si è appiccicato come un francobollo e non ti ha mollato un attimo! –

Rispose lui.

- Già, hai ragione! Beh, è solo questione di tempo ormai! –

Mancava poco prima di approdare nuovamente al villaggio Fusha, dopo undici anni che quel vascello non attraccava più in quel porto. Presto avrebbero potuto rivedere tutti, anche Rufy, che con i suoi inseparabili compagni di viaggio si era stabilito laggiù definitivamente.

- Hai ragione! Chissà come sarà contento di vedermi! –

Di sicuro non si sarebbe più gettato in braccio a lui. Ormai era cresciuto.. e un po’ gli dispiaceva. Gli dispiaceva aver perso undici anni della sua vita ma in fondo era inevitabile che le loro strade si dividessero.

- Già.. e non sarà l’unico.. –

Riprese l’altra.

- Come? –

- Si, anche Makino sarà assolutamente entusiasta ed euforica! –

Shank rimase per un attimo in silenzio.

- Scusa ma.. che c’entra Makino? D’accordo che siamo amici ma.. non credo che sarà poi così “euforica” come hai detto tu! –

Constatò lui.

- Scherzi? –

Ribattè.

- Makino era innamorata cotta di te Shank! Non so se lo è ancora ma.. di certo lo era undici anni fa! –

Quella frase lo lasciò del tutto spiazzato.

- Come scusa? –

Quasi gli venne da ridere.

- Chi è innamorato di chi? –

- Te l’ho detto! Undici anni fa era cotta di te.. ma adesso potrebbe essersi trovata qualcun altro.. –

Non poteva credere a quelle parole.. lui non si era mai accorto di niente.. ma del resto in generale non era bravo ad accorgersi di certe cose..

- Ma no dai, che dici! –

Rideva.

- E’ così! Me l’ha confessato lei! Ti ricordi quando sono rimasta alla locanda durante la festa al villaggio? Beh.. era per parlare di questo.. abbiamo parlato di te.. –

- Si, questo lo so.. –

Continuò il pirata.

- Ma c’eri anche tu nell’argomento, mi ricordo che Makino mi ha detto che avete parlato di me e te.. –

- Appunto! –

Piombò il silenzio. Max guardò storto Shank per cercare di fargli comprendere la verità.

- Vabbè dai, torniamo a letto, ho sonno! –

Ma sviò il discorso immediatamente.
Si alzò e si incamminò verso la cabina.
- E-ehi! Aspetta! Che vuol dire che era innamorata di me? Ehi! –

Era passato moltissimo tempo da quando si era conclusa la terribile avventura di Max e Shank, mista di peripezie e dolore.. tuttavia adesso comincia un’altra storia.

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Capitolo 2
*** Il re dei pirati ***


CAPITOLO 2: Il re dei pirati


- Che bella giornata! –

Lucky, il pirata più grasso della ciurma, fece un profondo respiro a pieni polmoni osservando i primi gabbiani che volavano sulla sua testa mentre il sole era già alto.

- Già! Peccato che tu non sei una bella vista.. –

Esclamò una vocina. Lucky si irrigidì e digrignò i denti furioso. Il suo umore si guastava sempre quando sentiva o vedeva quella piccola peste.

- Maledetta mocciosa! Sei già in piedi? Su, tornatene a letto piccina! –

Ennie era uscita sul ponte mentre Lucky si era arrampicato sull’albero maestro. Quei due erano in guerra perenne.

- Chiudi il becco pallone gonfiato! Bleah! –

Gli fece la linguaccia e immediatamente dopo scomparve dietro alla porta della cambusa.
La tavola era imbandita con una ricca colazione e tutti si prepararono per buttarsi sui piatti.

Max aprì l’armadio e prese un vestito lungo e aderente e un paio di stivaletti. Shank era ancora sdraiato sotto le pesanti coperte con un braccio sugli occhi.

- Shank, alzati, è tardi! La colazione è già pronta! –

Esclamò tirando indietrro le coperte.

- Che male! –

Si lamentava girandosi dall’altra parte.

- Fammi indovinare! Ti è venuto mal di testa! Sei sempre il solito! Bere del rhum di notte per poi mettersi a letto subito dopo non fa bene! Tu dovresti saperlo! O no? –

Il rosso rispose con un semplice – Mh! – per ricadere nel silenzio. Max si vestì rapidamente e afferrò Shank per un braccio e lo trascinò giù dal letto.

- Eddai amore! Lasciami dormire ancora un po’! –

Si lamentava lui in preda alla terribile emicrania. La donna però non voleva sentire ragioni. Lo trascinò in bagno e lo costrinse a lavarsi e a vestirsi. Arrivò in cucina che aveva una faccia quasi spaventosa, a momenti spaventava tutti i suoi uomini.

- Ehi capo! Che faccia.. non hai dormito? –

Domandò Usop addentando una ciambella alla crema.

- .. si e no.. –

Rispose lui stravolto sedendosi sulla panca.

- Buongiorno papy! –

Ennie si buttò sulle sue ginocchia abbracciando il collo del padre.

- Ciao tesoro! –

La salutò accarezzandole il capo, anche se aveva gli occhi pesanti e una gran voglia di accasciarsi a terra e ricadere nel sonno.
Non beveva più come un tempo. Prima di conoscere Max era peggio di una spugna, si ubriacava di continuo e finiva col stare male piegato in due steso a terra ridotto come un verme strisciante. Poi però, la ragazza lo aveva ricondotto sulla retta via convincendolo a bere di meno e pensare di più alla sua salute. Ma ovviamente un vero pirata non potrebbe mai rinunciare a un goccio di vino, di birra o di un buon liquore ogni tanto..

La nave riprese il viaggio, il vento soffiava e faceva gonfiare le vele del vascello. Al largo ancora non si vedeva niente, nessuno quindi sapeva quanto ci sarebbe voluto ancora prima di raggiungere il villaggio. Avrebbero potuto posare lo sguardo all’orizzonte dopo un’ora e vedere l’isola in lontananza, come avrebbero potuto navigare ancora un mese senza vedere niente.. sapevano solo che erano vicini. La rotta era quella giusta, il resto doveva farlo la nave. Doveva solo continuare ad avanzare in quel vasto Oceano e portarli a destinazione.

Era steso sulla sdraio con il sole negli occhi. Lentamente l’emicrania si stava attenuando.

- Come ti senti? –

Max era seduta accanto a lui che come sempre gli prestava cure premurose.

- Meglio! –

Le rispose guardandola con i suoi occhioni dolci come quelli di un bambino.

- Meno male! Vedi di smetterla di bere la notte! –

- Ma veramente ho bevuto solo un misero bicchierino! –

Esclamò mantenendo il suo solito sorriso aperto e sincero, lo stesso che la aveva conquistata undici anni prima.

- Non mi interessa! –

Si alzò di scatto puntandogli contro il dito indice.

- Evidentemente non ti fa bene! Se vuoi continuare a svegliarti con l’emicrania fa pure, la scelta è tua! –

In tutta risposta lui fece la linguaccia mentre lei scoppiò a ridere allegramente.

Era appoggiata al parapetto ancora troppo alto per lei. Ma riusciva benissimo a guardare l’oceano che luccicava sotto la palla infuocata. Suo padre le aveva raccontato spesso di Rufy, per filo e per segno. Sapeva già tutto di lui. Era come se lo conoscesse da tempo. Ora era curiosa di incontrarlo, certo, sapeva che non era più un bambino di sette anni, ormai era un ragazzo mentre dentro di lei vivevano i racconti di Shank rimasti a quando Rufy era ancora piccolo. Era rimasta affascinata da lui. Un bambino così piccolo senza genitori che voleva intraprendere una vita da pirata e viaggiare per mare già a quell’età. Era un po’ come lei. Era cresciuta a bordo di quella nave insieme ai suoi genitori, un pirata e un’ex ricercata. Litigando sempre con Luchy, divertendosi a fargli fare la figura dell’idiota e giocando con il vice-capitano Ben, che adorava e che considerava suo zio. Pensandoci il rosso le aveva detto di voler bene a Rufy come se lui fosse suo figlio e che quindi lei avrebbe potuto essere una specie si sorella per lui.. si sentiva felice all’idea. Era figlia unica e conosceva il mare meglio di qualunque altro bambino. Sapeva dunque che aveva bisogno di stare a terra per un po’, conoscere gente nuova e avere nuove amicizie.

- Chissà quanto ci vuole ancora! –

Sospirò contemplando con gli occhi puntati all’orizzonte nella speranza di vedere la sagoma di un’isola. Ma ancora non c’era nulla. Davanti a loro c’era solo il mare aperto.

- Vedrai, fra poco arriveremo! –

Il vice-capitano si era appoggiato al parapetto di fianco a lei ma era così assorta nei suoi pensieri che non si era accorta della sua presenza.

- Oh, ciao zio Ben! –

Disse sorridendogli. Quando allargava le labbra a quel modo sembrava proprio suo padre. Ben si sentiva come se davanti a lui ci fosse Shank in miniatura e in versione femminile.

- Pensavi? –

- Mh! –

Seguì un attimo di silenzio.

- Secondo te quanto dovremo viaggiare ancora prima di raggiungere il villaggio Fusha? –

Riprese Ennie immediatamente.

- Beh, chi può dirlo.. una settimana, un mese.. –

L’espressione della bambina si fece subito triste e Ben pensò a qualcosa per consolarla.

- Lo so che sei stanca di stare sempre in mezzo al mare! So che non vedi l’ora di conoscere gente nuova ma non devi avere fretta! Da solo tempo al tempo e fidati del tuo zietto! Manca davvero poco! –

Subito il suo viso si illuminò e il sorriso tornò vivo sul suo viso.

- Va bene! Aspetterò! –

- Mpf! In questo sei uguale a tua madre! –

Sussurrò.

- Eh? –

- Niente! Stavo solo ricordando! Non stare troppo li a fissare il largo piccola! Distraiti con Luchy! –

E si allontanò mentre quest’ultimo fece la pernacchia al vice per riprendere a mordere il suo cosciotto.

- Antipatico! –

Mugugnò con la bocca piena.

- Eh! Non ti stanchi mai di mangiare? Non ti basta essere così grasso? Vuoi mettere su altra ciccia? –

Camminò lei davanti a lui con le mani dietro alla schiena e con aria di superiorità al fine di provocarlo.

- Zitta mocciosa! –

- Bleah! –

- Cosa? Mi fai la linguaccia? Vieni qui che ti prendo e ti butto in mare! Anzi meglio! Ti lego alla canna da pesca e ti uso come esca per i pesci! –

Ennie scoppiò a ridere e iniziò a correre per la nave con Luchy “mangiacosciotti” alle calcagna.

- Quando imparerai! –
Esclamò Max osservando quelle due furie.

- Come dici tesoro? –

- Quando imparerai ad insegnare a tua figlia che Luchy non è un bambolotto! –

Guardò storto il fidanzato mentre il grassone stava per cadere in mano perché appena scivolato su una buccia di banana piazzata da Ennie mentre questa era piegata a terra ridendo a squarciagola.

- Scusami cara ma.. non vedo cosa ci sia di male. Si diverte.. –

- Già ma non Luchy! Tanto è inutile! Tu non le dirai mai di smetterla e dato che lei ha ereditato la tua cocciutaggine non mi darà mai retta! –

Sospirò.

- Mettiti il cuore in pace! Lo sai piccola, che con me non hai scampo! –

Già, era così. Shank il rosso otteneva sempre quello che voleva. In ogni circostanza.

- Aaah! Max! Difendimi da quella pestee! –

Luchy si tuffò dietro alla donna mentre Ennie si asciugava le lacrime. Le giornate erano sempre così attive e vivaci a bordo di quel vascello. L’arrivo di Max aveva cambiato la vita di tutti. Da undici anni quella parte tutto era più bello.

Passò una settimana e ancora non vi erano traccie dell’isola. Ennie stava quasi per rassegnarsi.. avrebbe dovuto viaggiare ancora per molto tempo.
Si sedette sul ponte da sola e aprì il suo libro preferito che ormai conosceva a memoria. Un libro di navigazione dal titolo “Le isole del mondo”. Sperava di trovare, nonostante conoscesse ogni singola pagina di quel volume, qualcosa riguardante il villaggio, essendogli probabilmente sfuggito. Ma purtroppo non vi era nulla, proprio come sapeva. Richiuse il libro e sospirando delusa posò il capo sulla ringhiera di legno.

- Uffa! –

Disse solamente per cominciare a fissare i gabbiani che volavano liberi nel cielo che a suo parere non era mai stato così limpido. L’ultima volta che aveva visto un’isola era due mesi prima, da allora vedeva solo l’oceano.
Max era seduta sulle scale a guardare la sua bambina. Sapeva che si sentiva giù ma purtroppo non poteva fare nulla per consolarla. Nemmeno lei sapeva quanto ancora avrebbero viaggiato. Sapeva anche che tenerla per così tanto tempo in mare senza avere qualcuno della sua età con cui giocare ls faceva sentire sola a volte, nonostante invece fosse circondata da persone che la amavano. Si sedette vicino a lei ma non disse una parola. Voleva solo farla sentire amata e nulla di più.

- Mamma! –

La chiamò.

- Dimmi cara! –

Le rispose.

- Tu credi.. –

Chissà se sarebbe piaciuta a Rufy.

- Che Rufy mi apprezzerà? O non mi considererà altro che una mocciosa rompiscatole che gli ha portato via suo padre? –

Seguì un attimo di silenzio.

- Ennie, certo che no! Io l’ho conosciuto e credimi! E’ davvero generoso e dolce! Vedrai come gli piacerai! –

Non sembrava molto convinta ma voleva solo vederlo. Incontrare il suo ideale, il re dei pirati.

- Vado a giocare con zio Ben! –

Disse alzandosi e dirigendosi dal vice che era sdraiato a leggere il giornale. Egli vedendo la bambina venire verso di lui, lo posò e alzandosi iniziò a rincorrere la piccola minacciandola muovendo le dita intenzionato a farle il solletico. Poi, tutt’ a un tratto Ennie si fermò posando lo sguardo al largo. Vide qualcosa. Non poteva credere ai suoi occhi.

- MAMMA! MAMMA! ZIO BEN! PAPY! GUARDATE! GUARDATE! CI SIAMO! –

Corse verso il parapetto e ci si arrampicò. Era vero. All’orizzonte si scorgeva, anche se lievemente, la sagoma di un’isola. La rotta era esatta, quindi doveva essere di sicuro la loro destinazione.

- Hai ragione! SHANK, VIENI! –

Chiamò il fidanzato che incuriosito da quelle grida eccitate uscì dalla cabina.

- Si amore? Mi hai chiamato? –
- Ci siamo! –

Indicò l’orizzonte. Subito il rosso notò la sagoma dell’isola e scoppiò di gioia mentre la figlia gli saltò in braccio.

- Evviva! Papy! Che bello! Che bello! –

Non stava più nella pelle. Finalmente poteva rimettere i piedi a terra, conoscere gente nuova, visitare un villaggio..
- Sei contenta piccola? –

Stringeva la figlia mentre tutti si precipitarono sul ponte e euforici di poter finalmente toccare terra, gridarono a squarciagola. Shank, dentro di se si sentiva morire. Avrebbe potuto rivedere Rufy, suo figlio, ormai cresciuto, diventato un ragazzo, il re dei pirati di tutti i tempi. Erano passati undici anni da quando si erano salutati definitivamente. Eppure ora gli sembrarono così pochi.. talmente pochi, che aveva l’impressione di averlo lasciato il giorno prima a sette anni, e ora lo stava per rincontrare, a diciassette. Era come se il tempo vosse andato avanti nel giro di ventiquattro ore. Ma in realtò l’abisso di tempo che li aveva tenuti divisi avrebbe anche potuto averlo cancellato dal suo cuore. E se lo avesse dimenticato? Cosa avrebbe fatto se quel moccioso non lo avesse più considerato un padre? Un ideale? No. Non doveva pensarci.

- Shank! –

Lo chiamò veendolo assorto e stranamente serio.

- Che cosa c’è? –

Gli domandò dolcemente posando una mano sul suo viso. Lui ome sempre si limitò a sorridere.

- Niente Max! Stavo solo pensando! Non preoccuparti! –

E posò la piccola Ennie a terra.

- Allora uomini! –

Urlò da vero condottiero.

- Stiamo per approdere! Piegare le vele! –

E immediatamente a quell’ordine tutti obbedirono al volo. Lentamente la nave si avvicinò al porto dell’isola. A Max tornarono in mente i momenti di paura quando stava per conoscere gli amici di Shank e soprattutto il piccolo Rufy. Temeva di non piacergli e ciò la terrorizzava. Invece alla fine, tutti, Rufy soprattutto stravedettero per lei ma allora.. perché anche adesso si sentiva così nervosa? Conosceva già tutti e non andava in contro a nulla di terribile. E allora perché il suo cuore batteva a quel modo? Forse perché era diventata madre e temeva che stavolta fosse la figlia a non piacere agli altri? O magari era soltanto emozione? Si era subito affezionata a Rufy e ora stava per rivederlo nei panni di un vero uomo. Si, doveva essere per quello.. almeno credeva..

Non c’era nessuno al porto. Il vascello attraccò e tutti scesero a terra urlanti e felici. D’improvviso qualcuno uscì di casa e scrutò i pirati

- Ah… Shank! –

Esclamò e correndo verso di loro disse..

- RAGAZZI! SONO TORNATI I NOSTRI AMICI! –

Nel giro di breve tempo la folla era incredibile. Tutti salutavano quasi con le lacrime agli occhi i vecchi amici che non vedevano da una vita. Si informarono sull’avventura alla Rotta Maggiore mentre Shank esibiva orgoglioso la sua bambina che timidamente si presentò mentre tuti rimasero inteneriti profondamente. Lentamente il tempo passò… ma ancora mancava qualcuno.. Rufy non si vedeva.. dove poteva essere?

- Ragazzi.. Rufy? –

Domandò.

- Ah! –

Esclamò un ragazzo.

- E’ alla locanda di Makino! Veniti! Avete già mangiato? –

No e avevano fame ma in quel momento Shank era più preso nel vedere il re dei pirati che pensare al suo stomaco che gorgogliava. Alla locanda non c’era quasi nessuno. Makino si precipitò da Shank per i saluti ed esibì anch’ella un bambino dell’età di Ennie.

- Ciao Shank! Max! Sono così felice di rivedervi.. quanti anni.. –

Sembrava felice e sembrava proprio aver dimenticato Shank..

- Chi è quel bimbo? –

Chiese Max curiosa. Makino prese in braccio il piccolo che non appariva per nulla timido.

- E’ mio figlio! –

Lasciò tutti di stucco. Così aveva trovato un uomo in grado di darle quello che non aveva potuto ricevere da Shank. Max provò tanto piacere per lei.

- E immagino.. –

Continuò posando lo sguardo su Ennie che stringeva la mano dei suoi genitori.

- ..che lei sia vostra figlia! –

- Già! Lei è Ennie ed è il nostro orgoglio! –

Sorrise salutando la piccola che rispose con un timido “ciao!” per poi arrossire e abbassare il capo.

- Emm.. Makino.. io vorrei.. –

- Salutare Rufy? –

Lo interruppe.

- Già.. è qui? –

Le domandò.
- Si, entra pure! E’ con i suoi amici! –

Così trasse un profono respiro e si addentrò in quella locanda che conosceva più del palmo della sua mano. Aveva passato moltissimo tempo li dentro anni prima e si era divertito un mondo a prendere in giro il suo adorato moccioso. Ma ora probabilmente le cose sarebbero cambiate.

Dritto davanti a sé vide cinque ragazzi. Uno spadaccino seduto a bere un boccale di vino, un ragazzo biondo intento a fumarsi una sigaretta appoggiato al muro, un tizio dal naso lungo, una ragazza dai capelli rossi puttosto carina che stava leggendo qualcosa simile ad una carta nautica e infine.. quello al centro, seduto sul solito sgabello doveva essere lui.. Il suo vecchio cappello di paglia.. non poteva sbagliare.

- Rufy! –

Lo chiamò con un filo di voce attirando l’attenzione dei suoi quattro amici mentre lui, rimase immobile e in silenzio. Stava guardando suo figlio, Rufy, il re dei pirati.

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Capitolo 3
*** Ritrovare un figlio ***


CAPITOLO 3: Ritrovare un figlio


Il silenzio era dominante. Nessuno fiatava, tutti aspettavano solo la reazione di Rufy. Il ragazzo posò la forchetta e si alzò con cautela scendendo dall’alto sgabello. Rimase li fermo per un attimo, poi, si voltò e Shank si sentì mancare. Davanti a lui c’era un ragazzo con i lineamenti di un uomo maturo, la solita cicatrice sotto l’occhio sinistro che si era procurato da bambino.. Iniziò ad avanzare. A passo lento e regolare camminò verso Shank con sguardo serio. Poi, quando giunse d’innanzi a lui si fermò mantenendo il silenzio.

- ..come stai? –

Gli chiese sorridendo nel modo in cui solo lui sapeva fare.

- … -

Ancora non disse nulla. Cosa gli prendeva non si sapeva. Poteva almeno salutare, dire qualcosa come minimo ma.. non fece nulla.

- Tutto bene re dei pirati? Come te la sei passata moccioso? –

Rimase ancora in silenzio.. finchè non compì un gesto che lasciò Shank sorpreso. Lo abbracciò di scatto stringendogli la vita. In quel momento era come se fosse tornato bambino. Il bambino coccolone che era un tempo.

- Sono contento di rivederti! –

Disse solamente. La sua voce così diversa.. aveva perso la sua intera vita ma la sua scelta fu il mare.

- Anche io! Moccioso! –

Ricambiò l’abbraccio.

- Non chiamarmi moccioso! –

Esclamò leggemente irritato.. ma nello stesso tempo era felice di sentirsi chiamare così. Come ai vecchi tempi.

- O dai.. adesso staccati da me.. o mi metto a piangere! Lo sai che sono sensibile io! –

Il ragazzo fece come Shank gli chiese e i due rimasero a sorridersi per un po’ mentre Max li guardava intenerita. Non era cambiato nulla. Stavano bene insieme, proprio come anni prima. Poi Rufy si accorse della donna.

- Max! Ciao! Come stai? –

Si avvicinò alla donna con il sorriso. Lo stesso sorriso aperto di Shank.

- Bene! Accidenti come sei cresciuto! Mi sembra così incredibile.. –

Gli disse misurando la sua altezza.

- Beh, sono passati undici anni.. non sono pochi! –

- Zitto ti prego.. mi fai sentire vecchia! –

Scoppiò a ridere. Nonostante fosse diventato un ragazzo, era ancora bambino in alcuni suoi modi, sembrava aver ereditato ogni singolo particolare del rosso, anche se tra loro non esisteva alcun legame biologico.

Ennie era nascosta dietro alle gambe della madre che cercò di trascinare davanti, ma la bambina non ne voleva sapere di staccarsi.

- Mh? –

Rufy si abbassò per guardare meglio quella bambina che cercava in tutti i modi di non farsi vedere.

- Come sei carina! –

Disse.

- Beh? Non vuoi farti vedere? Vi somiglia moltissimo! Dimmi piccola, sei la loro figlia? –

Ma non ricevette risposta. Al che Shank le si avvicinò e la prese in braccio per mostrarla ma Ennie era talmente timida che si strinse al collo del padre nascondendo il viso.

- Dai tesoro! Non fare la bimba maleducata! Saluta come si deve signorina! –

Lentamente si voltò mentre Shank la rimise a terra posando la meni sulle sue esili spalle.

- Ciao! –

Disse soltanto.

- Ciao! Come ti chiami? –

Continuò Rufy.

- Ennie.. –

- Complimenti, è un nome davvero grazioso! –

Arrossì sorridendo contenta per quel complimento.

- Grazie! –

- Mi dica madamigella! Mi concederebbe l’onore di accompagnarla in giro per il villaggio? –

La bimba non rispose ma aveva proprio voglia di camminare. Alzò la testa guardando il padre che annuì senza aver cancellato quel sorriso nemmeno per un attimo. Rufy le porse la mano e lei, indugiando per un momento, gliela prese e insieme al ragazzo uscì felice dalla locanda.

- Che carini! –

Esclamò Max.

- Ci siamo anche noi! –

Una voce maschile si fece sentire dietro di loro, che immediatamente si voltarono posando lo sguardo sui presenti.

- Non mi sembra carino ignorarci! –

Continuò il ragazzo con le tre spade alla cintola, seduto con le braccia dietro al capo.

- Certo! Scusami! Hai ragione! –

Shank era così preso nel rivedere i suoi vecchi amici, che si era scordato dei compagni di Rufy, che per la verità era piuttosto curioso di conoscere.

- Dunque, io sono Shank detto il rosso! E.. questa è Max! –

- Molto piacere! -

Ci fu un attimo di quiete finchè il giovane biondo appoggiato alla parete con la sigaretta si avvicinò ai due.

- Ah! Come ho fatto a non notare una simile meraviglia? –

Si inchinò d’innanzi a Max che rimase perplessa. Poi il ragazzo le afferrò una mano e riprese.

- Dolce creatura! Ti prego di perdonare la mia maleducazione! Io sono Sanji, il miglior cuoco del Mare Orientale e anche miglior corteggiatore! Posso dirti che sei la bellezza fatta a persona? –

Quel comportamente non rese felice Shank che guardò storto il ragazzo.

- Oh.. beh.. grazie.. sei molto gentile! –

Disse lei un po’ imbarazzata.

- Ma figurati! Mi sono solo limitato ad esprimere ciò che è vero! Posso offrirti un caffè? –

Continuò ad adularla con gli occhi cuoriformi.

- No, non puoi! –

Shank afferrò Max e la allontanò dal biondino che cambiò subito espressione tornando serio.

- Non l’ho chiesto a te! Stavo parlando con lei! Quindi non ti intromettere! –

Sulla fronte del rosso sbucarono delle vene pulsanti.

- Come ti permetti ragazzino? Porta rispetto a chi è più grande di te! –

- Chiudi il becco nonno! –

- Nonno a chi poppante? Sta lontano dalla mia donna! –

Tra i due esplose una vera e propria battaglia di sguardi che scagliavano saette gli uni contro gli altri. Era chiaro che tra loro non poteva mai nascere un rapporto tranquillo. Si odiavano già al primo incontro.

- Su.. non litigate.. dai.. –

Max cercò di tranquillizzare i litiganti ma, inutilmente. Al chè la ragazza dai capelli rossi si alzò dirigendosi verso Sanji scagliandogli a sorpresa un pugno violento mettendolo KO, sotto gli occhi attoniti di Max e Shank. Aveva un gran gancio quella.

- Vi chiedo scusa per questo piccolo inconveniente! Vi garantisco che non accadrà più perché questo idiota lo tengo a bada io! –

Esclamò con le vene che ancora pulsavano sul pugno mentre il ragazzo aveva il viso sprofondato nel pavimento.

- Comunque! Io mi chiamo Nami! Sono la navigatrice migliore di tutti i tempi! Alla rotta Maggiore ho disegnato la cartina del mondo! Molto lieta! –

Strinse la mano di Max per rivolgersi subiro al rosso.

- Rubber ci ha parlato tanto di te! Sei il suo idolo! –

Quella frase fece molto piacere a Shank. La paura che Rufy in quei lunghi anni lo avesse potuto dimenticare lo attanagliava. Ma ora sapeva che non si era mai scordato di lui. si sentiva più sollevato.
Continuarono le presentazioni. Il tipo scorbutico si chiamava Zoro ed era lo spadaccino più forte del mondo. Shank aveva sentito dire che Mihawk era stato sconfitto da un ragazzo di diciannove anni. Dunque era lui. infine, il ragazzo che più attirò la sua attenzione fu il ragazzo dal lungo naso. Aveva la stessa età di Rufy e la cosa che più lo colpiva era la somiglianza con Yasop. Infatti, quando disse di chiamarsi Usop, allora tutto tornava. Lui era il figlio che Yasop abbandonò anni prima per intraprendere la carriera del pirata.

- Ma allora tu sei.. il figlio di Yasop, vero? –

Gli chiese il rosso.

- Beh.. si.. è un onore conoscere Shank il rosso il rosso! Sono un suo ammiratore! –

Gli strinse la mano completamente emozionato.
Stranamente Max corse fuori dalla locanda. Nessuno sapeva perché lo avesse fatto, ma fu presto detto. Si mise alla ricerca di Yasop che insieme ai suoi compagni si era diviso in giro per il villaggio. Guardò in ogni angolo ma non lo vide.. finchè non rigiunse al porto e si accorse che era li. Stava scaricando una cassa di vino per brindare al loro ritorno.

- YASOP! –

Gli urlò ansante mentre quest’ultimo balzò a terra con la cassa sulle spalle.

- Dimmi! Che succede? Come mai così di corsa? –

La vide agitata, perciò si preoccupò.

- Oh.. cosa diavolo ha combinato il capo stavolta? –

Fraintese lui.

- Non si tratta di lui! Ma di tuo figlio! –

Subito Yasop cambiò espressione. Cosa c’entrava suo figlio?

- Mio figlio? –

Chiese non afferrando ciò che la donna intendeva.

- Si! –

Riprese lentamente fiato.

- Tuo figlio fa parte della ciurma di Rufy! E’ alla locanda! –

Sbarrò gli occhi. Aveva sentito delle voci che dicevano che Usop aveva preso il mare con dei pirati.. ma non sapeva che fosse vero e soprattutto non sapeva che quei pirati erano proprio Rufy e i suoi.

- Alla locanda? –

Ancora non ci credeva.

- Si! Non vuoi andare a salutarlo? Non lo vedi da una vita o sbaglio? –

Non rispose. Non poteva vederlo. Non dopo averlo abbandonato.

- No! –

E superò Max lasciandola a bocca aperta.

- Come sarebbe! –

Si voltò di scatto fermandolo nuovamente.

- Credo che un padre come me non gli serva! Io l’ho abbandonato! Cosa gli potrei dire? –

- Solo che gli vuoi bene! –

Era vero. Non aveva mai dimenticato suo figlio.

- E.. cos’altro? –

Usop lo avrebbe mandato al diavolo, lo avrebbe incolpato per la morte di sua madre, lo avrebbe disprezzato solamente per aver abbandonato la sua famiglia! –

- Tu volevi fare il pirata! Hai solo inseguito un sogno! Sono certa che non è arrabbiato con te! Dai, non puoi raggiungere conclusioni affrettate se non provi nemmeno! –

Anche questo era vero.. ma non aveva coraggio.. nonostante fosse sempre stato un uomo determinato, fiero e indubbiamente coraggioso.. ora se la faceva sotto, aveva paura di vedere suo figlio. La prova più difficile della sua vita.

- Ne sei sicura? –

Domandò per un altro po’ di conforto.

- Certo! Dai, fidati di me! Dammi la cassa! La porto io al villaggio! –

Senza che lui potesse dire qualcosa, Max gli prese la pesante cassa e corse verso il villaggio. Sorrise. Quella donna era una compagna insostituibile. Sempre disposta ad aiutare il prossimo, sempre rassicurante, sempre gentile con tutti. Aveva ragione, doveva provare. Lentamente si incamminò alla locanda.

- Evviva! Non mi sembra vero di poter finalmente camminare a terra! –

Esclamò Ennie saltellando dalla gioia.

- E’ da molto che siete in mare? –

- Si! Troppo! Ero stanca.. e poi.. –

Si interruppe arrossendo nuovamente.

- E poi volevo incontrarti! –

Continuò dunque.

- Incontrarmi? Davvero? –

Si incuriosì Rufy.

- Si! Sai.. papà mi ha parlato così tanto di te.. sei il mio ideale! –

Lui sorrise mostrando tutti i suoi bianchi denti.

- Beh.. mi fa piacere! Dopotutto io sono il re dei pirati! Sono perfetto come modello! Ma ormai il tesoro l’ho già trovato io! –

- Lo so! Ma io non voglio diventare la regina dei pirati! –

Precisò la bambina.

- Io voglio solo diventare forte e in gamba, proprio come lo sei tu. Da piccolo eri come me, o almeno così mi ha detto papà! Anche io vorrei diventare una brava pirata! –

Le si avvicinò e le mise una mano sul capo. Quella bambina gli piaceva. Forse perché proprio come lei aveva appena detto, somigliava molto a lui quando aveva la sua età.

- Oh, ma sono sicuro che lo sei già. Sei cresciuta su un vero vascello di tale razza e sei la figlia di Shank il rosso e di Max! Entrambi sono due persone eccezionali che ammiro e stimo moltissimo! Dato che nelle tue vene scorre il loro sangue, sicuramente non sarai da meno! –

Allargò le labbra orgogliosa di avere due genitori così in gamba.

Era fermo davanti all’ingresso della locanda. Non sapeva se stava facendo la cosa giusta.. forse stava solo commettendo un errore, forse suo figlio non lo considerava da anni, eppure sapeva che doveva proseguire. Tirò un profondo respiro ed entrò.

- Oh, Yasop! Eccoti! Hai visto Max? E’ uscita di corsa.. –

- Ah, si.. è al villaggio.. ma.. siete solo voi? –

Makino era dietro al bancone. Shank era seduto sul suo sgabello preferito mentre tre ragazzi erano accomodati attorno ad un tavolo.. ma tra loro non vide nessuno che sembrasse suo figlio.

- Come mai quella faccia? –

Chiese il capitano.

- Io.. sto cercando Usop.. –

Si guardò intorno un’altra volta.. ma non lo vide.

- Arrivi tardi! –

Zoro aveva appena finito di bere la sua birra.

- Se n’è andato! Lo trovi al villaggio.. forse al mercato.. –

Non sapeva se quello era un colpo di fortuna o di vera iella. Erano diciassette anni che non vedeva suo figlio. Ora aveva la possibilità di parlargi, vederlo, spiegargli ogni cosa.. ma era terrorizzato.

- Grazie! –

Disse prima di uscire dalla locanda. No, non poteva rinunciare.. tanto prima o poi lo avrebbe incontrato stando al villaggio.. meglio farlo subito e togliersi la paura di ricevere solo puro odio e parole disprezzanti.
Certo, in quella confusione, trovare un ragazzo che nemmeno sapeva quale aspetto avesse, era come cercare un ago in un pagliaio. Al mercato c’erano un sacco di persone. Riusciva a vedere Rufy e Ennie in lontananza ma sfortunatamente non sapeva come riconoscere la persona che cercava. Si ricordava che somigliava molto a sua madre in alcuni tratti.. (come il naso.. n.d.a.)e per il resto a lui.. perciò se se lo fosse ritrovato davanti probabilmente lo avrebbe riconosciuto immediatamente.

- Cribbio! –

Si portò una mano dietro al capo sudando freddo.. la sua tensione era al massimo, la tensione di ritrovare il figlio..

- OUTCH! –

Poi qualcosa lo urtò.

- GASP! Chiedo umilmente perdono! Sono mortificato! Sono solo un imbranato! –

Qualcuno gli era andato addosso.

- Ma no.. non fa nulla.. –

Si bloccò. Ebbe come un brivido che gli percorse la schiena. Quel ragazzo.. così simile a lui.. capelli ricci e neri.. naso lungo..

- Usop? –

Lo chiamò per nome con un filo di voce.. anche lo stesso ragazzo sembrava essersi irrigidito.. era fermo in ginocchio con lo sguardo puntato su quell’uomo.

- Papà? –

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Capitolo 4
*** Parlare d'amore ***


CAPITOLO 4: Parlare d’amore


La cassa di legno pesava parecchio, c’erano ancora molte bottiglie nonostante Luchy e le altre spugne la avessero svuotata per metà. Fortunatamente aveva in corpo il potere del frutto del diavolo altrimenti si sarebbe spaccata a metà. Con la schiena spinse le porte della locanda rientrandovi.

- Scusate! Volete bere del buon vino? So che questa è una locanda e non avrei il diritto di chiederlo ma.. è avanzato e non so a chi altro portarlo! –

Sanji si avvicinò alla donna fumando cuoricini di fumo.

- Mia dolce colomba.. un fiorellino come te non dovrebbe portare pesi simili! Dai a me! Ci penso io a posarla! –

- No! Ci penso io! –

Shank afferrò la cassa prima del biondino lasciandolo con un palmo di naso.

- Mi sembrava di essere stato chiaro! –

Fece dietro front per posare la cassa.

- Ah si? –

Si irritò l’altro.

- Nonno, ti avevo detto di non intrometterti! Se parlo con lei tu stammi lontano! -

Shank aveva già inquadrato il ragazzo. Era il classico dongiovanni che si dava tante arie. Proprio il genere di tipo che detestava. Perciò fece finta di non sentire.

- Ehi! Sto parlando con te! –

- Makino, ne vuoi un po’? Dato che ci hai sempre offerto tu da bere, questa volta lascia che lo facciam noi! –

Sanji urlò a pieni polmoni aguzzando i denti.

- EHI! NON MI STAI NEANCHE A SENTIRE! –


Erano l’uno di fronte all’altro, senza trovare una parola da dire. Non si vedevano da quando Usop andava a gattoni.

- Ah, vieni! Andiamo in un posto meno affollato! Ti va? –

Esclamò dunque Yasop per cominciare. Il ragazzo si limitò ad annuire e seguendo il padre si incamminò al porto. Cosa gli avrebbe detto poi una volta giunti in solitudine proprio non lo sapeva. Cosa dirgli? “Usop, ti voglio bene, non ti ho mai dimenticato?” No, non poteva cominciare un discorso così, quando aveva lasciato suo figlio mentre quest’ultimo non aveva ancora un anno.
Sentiva le gambe tremergli, il cuore battergli all’impazzata. Era sempre stato un fifone, in ogni cosa se la dava a gambe, ma sognava di diventare un pirata coraggioso come suo padre. Non lo aveva mai detestato, anzi! Lo ammirava ogni volta che sentiva pronunciare il suo nome. Si soffermò a scrutare il maestoso vascello di Shank.

- E’ la vostra nave? –

Domandò.

- Ah, si.. –

E cadde nuovamente il silenzio.

- Usop.. –

Riprese immediatamente l’altro.

- Come.. come stai? –

Il ragazzo dal lungo naso guardò l’uomo negli occhi scuri rimanendo taciturno.

- Mi rendo conto che è difficile! Dopotutto io ti ho abbandonato e.. non hai mai avuto una figura paterna nella tua vita.. la mamma è morta a causa di una brutta malattia vero? E tu.. sei rimasto solo! –

Tacque per un attimo. Immaginava quanto fosse stato difficile per lui.

- Per questo mi rendo conto che forse.. di un padre come me ne faresti volentieri a meno! E non ti biasimo! –

Continuò senza però giustificarsi, perché sapeva che non ne aveva il diritto. Max aveva detto che lo aveva fatto per inseguire il suo sogno e che di conseguenza non aveva affatto commesso un reato.. ma lui si sentiva con le spalle al muro, suo figlio e sua moglie avrebbero dovuto essere più importanti di qualsiasi altra cosa, anche del suo sogno.

- Lo so! Sono proprio un vigliacco! Non valgo nulla! –

Ridacchiò cercando di sdrammatizzare la situazione, almeno per se stesso.

- Non dire sciocchezze! –

La voce seria del figlio si fece sentire e immediatamente Yasop si prestò ad ascoltare.

- Non sei un vigliacco! –

Quella frase lo stupì. Ma allora non era arrabbiato con lui? Non se lo aspettava.

- Non passavano giorni in cui non ti pensassi. Desideravo vederti, conoscerti! Sai, quando ero piccolo mia madre mi ha raccontato tanto di te, di quale uomo incredibile tu fossi! E quelle storie mi hanno entusiasmato a tal punto che decisi di intraprendere una vita simile alla tua.. ma purtroppo.. io non sono stato poi così coraggioso come cercavo di sembrare.. –

Il suo sguardo si fece triste. Voleva dire qualcosa, cercare di esprimergli i suoi sentimenti.. ma Usop riprese a parlare e non se la sentì di interromperlo. Voleva sapere tutto di lui e della sua vita. Voleva recuperare il tempo perduto.

- Quando avevo sette anni la mamma si è ammalata e io per tirarla su ogni mattina correvo da lei gridandole che tu stavi tornando con la tua nave.. e cercavo di illudere anche me stesso. Speravo che saresti tornato a prendermi ma.. nel mio cuore sapevo che era impossibile! –

I suoi occhi si riempirono di lacrime. Il suo passato gli faceva male. Era molto legato a sua madre. Era l’unica persona che gli era rimasta.

- Usop.. –

- Ho sempre avuto bisogno di te! E sento che ancora adesso io voglio essere tuo figlio! Ti ho sempre ammirato come un ideale, e ora che ti ho ritrovato non me la sento di essere allontanato ancora da te! –

Piangeva lacrime di dolore miste a felicità, non capiva il suo stato d’animo. Sapeva solo di essere finalmente di fronte a suo padre e questo gli bastava.
Il pirata si avvicinò al ragazzo. Ora che sapeva di non essere mai stato odiato da lui si sentiva sollevato.

- Allora buttiamoci tutto alle spalle! Ti va di abbracciarmi? –

Usop non se lo fece ripetere. Si buttò fra le braccia del padre e i due avevano dopo diciassette anni trovato l’altra parte di loro stessi.


- Makino.. non vedo tuo figlio da nessuna parte, ma dove è andato? –

Domandò Max guardandosi intorno.

- Oh.. beh.. probabilmente sarà andato a zonzo. Non sta mai fermo un momento! Mi fa sempre diventare matta! –

Sorrise.

- Ma scusa, te ne occupi da sola? Poverina.. dove si è cacciato suo padre? –

Chiese Shank svuotando l’ultima bottiglia di vino.

- Non ti sembra di aver bevuto abbastanza? –

Max gli tolse la bottiglia dalla mano impedendo a Shank di mandare giù l’ultima goccia.

- Antipatica! –

Cacciò fuori la lingua.

- Mio marito non è più sull’isola! E’ partito circa un mese fa! –

Disse Makino lavando l’ultimo piatto.

- Davvero? Come mai? –

- Beh.. –

Riprese l’altra.

- Voleva arruolarsi in marina, così è salpato! Tra due mesi tornerà per la pausa feriale! Mi rendo conto che è dura senza di lui ma.. mi scrive spessissimo raccontandomi tutto quello che gli accade nella giornata! –

Quando parlava di suo marito gli occhi di Makino si illuminavano. Doveva essere davvero innamorata. Max immaginava quanto per lei doveva essere stato difficile dimenticare Shank, ma probabilmente il destino aveva mandato suo marito da lei per curarle il cuore ferito e catturarlo per sempre.

- Così fa il marine.. caspita.. allora meno male che non c’è! O ci farebbe la festa! –

Scoppiò a ridere divertito. Mentre Max scherzosamente gli dava dei pugnetti sulla fronte.

- Tu guarda che scemo! –

Trascorse il tempo tra risate e chiacchierate. Persino i compagni di Rufy finirono con l’essere contagiati dall’allegria del rosso.. beh.. ovviamente tutti tranne il cuoco.. Ennie e Rufy passeggiavano mano nella mano in giro per l’isola, Yasop e Usop si raccontavano le loro avventure più incredibili, con il figlio che si rendeva più forte e determinato di quanto era stato.. amava raccontare panzane e farsi grande agli occhi della gente.. figuriamoci se rinunciava davanti a suo padre.. non poteva apparire come un fifone.. che delusione gli avrebbe dato?

Nella locanda c’erano solo loro due, Max e Makino.

- Tuo figlio è molto carino sai? Come hai detto che si chiama? –

- Lucas! Anche io sono rimasta molto colpita da tua figlia! È adorabile! –

Tutti erano andati a fare due passi in tranquillità e approfittando del fatto che il mercato fosse più fornito del solito.

- Ma.. è nata in mare? Non è un po’ pericoloso l’oceano per un bambino? –

Osservò.

- Beh.. –

Continuò.

- Con tutti noi direi che non corre rischi! –

- Hai ragione! –

Rise.

- E comunque.. –

Il suo volto cambiò stranamente espressione dando ai suoi occhi una diversa luce.

- Non avrei mai potuto rinunciare alla mia bambina! –

Era così. L’aborto era una cosa che detestava. Stroncare una vita dentro di lei.. era terribile. Anche se ci fossero stati solo lei e Shank su quella nave, avrebbe comunque portato avanti la gravidanza e fatto nascere quella splendida bambina.

- Tu non hai provato una grande gioia quando hai tenuto tuo figlio in braccio per la prima volta? –

Le chiese mantenendo quello sguardo dolce e luminoso.

- Scherzi.. –

Poteva immaginare quale gioia Max avesse provato.

- Ero così felice che ho pianto per tutto il giorno, ogni volta che lo guardavo o lo stringevo fra le braccia! –

Non avrebbe mai pensato di avere un figlio da un uomo che non fosse Shank. Aveva sempre desiderato che un giorno lui la avrebbe vista sotto un altro aspetto, che la avrebbe considerata più di una semplice amica che gli offriva da mangiare o di una comune donna nascosta dietro al bancone della locanda. Ma non poteva aprirgli il suo cuore perché sapeva che ci sarebbe stata male. Lui era un pirata e non avrebbe mai accattato legami di quel tipo.. poi però conobbe Max in giro per i sette mari.. e allora si era sentita crollare il mondo addosso. Il suo grande amore aveva un’altra, le sembrava di impazzire. Ma si era resa conto che Max era proprio perfetta per lui. Bella, intelligente, coraggiosa, spiritosa e forte in battaglia. Non avrebbe potuto competere. Un giorno però al villaggio arrivò un uomo che naufragò a causa di una violenta tempesta. Si chiamava Nico. Era piuttosto sperduto, aveva perso la memoria e non ricordava più chi era ne da dove veniva. Sapeva solo che voleva tornare a casa dopo molto tempo, tutto il resto era nebbia. Da allora Makino lo aveva curato con premura, preparandogli da mangiare tutti i giorni e cercando in tutti i modi di fargli ricordare il passato. Lentamente si rese conto di quanto Nico fosse dolce e gentile e.. la faceva ridere. Per la prima volta aveva incontrato qualcuno che la facessere ridere dopo Shank. Col tempo lui riacquistò la memoria, ma non era più intenzionato a tornare indietro. Desiderava stare con Makino perché dal momento in cui la aveva vista se ne era perdutamente innamorato. Dopo tre anni di convivenza decisero di sposarsi e fu così che Makino dimenticò Shank riservandogli solo un posto come caro amico. Da allora il suo cuore apparteneva solo a Nico. E a nessun altro.

- Lui ti manca non è vero? –

- Come? –

Si era accorta che pensava a lui. teneva le mani sotto al mento e senza cancellare il suo sorriso, scrutò il suo sguardo perso.

- Tuo marito! Senti molto la sua mancanza! –

Era incredibile come quella donna riuscisse a leggere dentro alle persone..

- Beh.. si.. è così evidente? –

- Veramente no! –

Rimase stupita.

- L’ho capito perché stavo guardando i tuoi occhi. Quella luce che hanno mostrano chiaramente che sei triste per qualcosa! –

Lei non era capace. Non riusciva minimamente a capire i sentimenti delle persone solo guardandole negli occhi. Forse era anche per questo che Shank si era perdutamente innamorato di lei.

- La verità è che mi manca da morire! Ma non me la sono sentita di trattenerlo! Il suo sogno.. desiderava fin da bambino di arruolarsi in marina.. –

- Avresti voluto che restasse, vero? –

Che restasse accanto a lei. Senza lasciarla mai.

- Se avessi avuto il coraggio, lo avrei trattenuto con la forza legandolo alla sedia facendogli perdere l’ultima imbarcazione! –

Max allargò il suo sorriso. Era incredibile come riuscisse a tirare fuori i suoi stati d’animo. Non aveva mai parlato così apertamente con nessuno.

- Lo sapevo! –

Disse facendole l’occhiolino.

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Capitolo 5
*** Uno sguardo al passato ***


CAPITOLO 5: Uno sguardo al passato


Era il cinque luglio. La giornata al quanto afosa, la temperatura salita oltre i quaranta gradi e il caldo sempre più insopportabile.

- ADESSO BASTA! SONO STANCA! –

Gridò sbattendo la porta. Lui rimase a fissarla esterrefatto. Fissava quella porta dietro alla quale lei era scomparsa e rifletteva su una possibile causa di quello strano comportamento.

- Max, andiamo, non ti sembra di esagerare? –

Entrò lentamente nella stanza mentre lei si era buttata sul letto.

- Ho sonno! Voglio riposare un po’! –

Era già da qualche tempo che il suo carattere si era fatto difficile. Ormai era quasi insopportabile.. ma ovviamente Shank non poteva fare altro che cercare di capire per quale motivo era sempre così nervosa perché il sorriso era la cosa che più amava di lei e non sopportava di vederla così.

- Piccola.. –

Si sedette sul letto sfiorandole il braccio.

- Che cosa ti tormenta? Cosa ti fa arrabbiare così? –

Non ricevette risposta. Non capiva.. aveva solo paura di avere fatto o detto qualcosa che la avesse ferita..

- Tesoro.. fai un bel respiro profondo e rilassati! Non vuoi parlarne con me? Dimmi, cosa ti rende così nervosa? –

- Niente! –

Disse soltanto.

- Come niente? –

Quasi rise.

- Se sei così arrabbiata un motivo ci sarà no? –

Osservò con quella sua voce calma e dolce. Lei sentiva che era al colmo dello stress. E in quel momento voleva restare sola. Desiderava mandarlo via, gridare con tutto il fiato che aveva in corpo.. ma quando ascoltava il suono di quella sua voce rassicurante diventava indifesa e molle come un budino.

- Non è niente, davvero! –

Shank si chinò su di lei dandole un bacio sul capo.

- Non mi guardi? –

Subito lei si voltò lentamente incontrando il suo sguardo e rimanendo ghicciata da quel sorriso e da quegli occhi dolci.

- Mi dispiace! –

Lui non disse una parola. Voleva solo ascoltarla.

- So di essere odiosa e irascibile in questo periodo.. è solo che.. non so cosa mi stia prendendo! –

I suoi occhi si riempirono inspiegabilmente di lacrime.

- So solo che mi sento stanca e stressata.. e mi viene spontanea questa continua rabbia.. e poi in questo periodo non mi sento molto bene nemmeno allo stato fisico! –

Shank cercò di calmarla. Le strinse la mano dolcemente e le sussurrò dolcemente “Su, non piangere, non hai nulla di cui preoccuparti finchè ci sono io!” nell’orecchio.

- Lo so! –

Effettivamente Shank si era accorto che non aveva una bella cera già da qualche giorno. A volte la notte, si svegliava e non la trovava accanto a lui. Sentiva in lontananza il suono provocato dalla sua tosse strozzata ma non le aveva mai chiesto niente. Sapeva che lei avrebbe negato, che avrebbe in tutti i modi cercato di tranquillizzarlo.

- Ma non preoccuparti, non è nulla di grave! –

Riuscì a calmarsi. Asciugandosi le lacrime lo ringraziò di cuore per non averla abbandonata nemmeno quella volta.

- Dovere piccola! Voglio proteggerti sempre lo sai! –

Poi gli venne un’idea. Suggerì a Max di farsi controllare dal loro medico di bordo. Lui avrebbe di sicuro trovato una diagnosi e avrebbe scoperto la causa delle sue continue nause e di conseguenza del suo cattivo umore. In tutta risposta Max accettò. Quello stesso pomeriggio Shank parlò con Charlie della sua situazione e gli chiese di visitare Max.

- Capo.. io non avrei problemi a farlo ma.. in questi giorni è proprio intrattabile. Non vorrei ritrovarmi con i timpani rotti.. –

Osservò leggermente impaurito il medico di bordo.

- Guarda che anche lei è d’accordo! Ti sta aspettando per il controllo! Non avere timori! –

Non era convinto ma si fece comunque avanti in cabina. Max era seduta sul letto madida di sudore per l'alta temperatura.

- Allora, diamo una controllatina a questa bella signorina! –

Max sorrise tranquilla, per la prima volta dopo qualche giorno.
Iniziò a misurarle la pressione. Poi cominciò a chiederle quali fossero i suoi sintomi continuando la sua accurata visita. Alla fine riuscì a scoprire la verità.

- Mh mh! Bel dilemma! –

Osservò Charlie.

- Che cos’ho? –

- Assolutamente niente! –

Tacque per un momento risistemando i suoi attrezzi nella valigetta.

- Direi anzi, che sei in perfetta forma.. –

Continuò dunque lui.

- Se non fosse per un piccolo particolare! –

- Potresti arrivare direttamete al dunque? –

Voleva sapere cosa le prendeva, cosa c’era in lei che non andava.

- Beh.. aspetti un bambino! –

Quella frase la ghiacciò. Un bambino? Lei era incinta di un figlio di Shank? E ora cosa sarebbe accaduto? Loro erano pirati e.. ancora non erano giunti alla fine della Rotta Maggiore.. ma ormai il peggio era passato. Stavano tornando indietro, bastava percorrere nuovamente la Reverse Mountein e la loro avvenura si sarebbe conclusa.

- Oh.. capisco! –

Si lasciò andare sul cuscino portandosi una mano alla fronte.

- Devo dirlo al capo? –

- No! –

Rispose prontamente lei.

- Voglio farlo io! –

Charlie fece spallucce e uscì dalla cabina lasciando Max sola mentre si contorceva per il caldo terribile e per i pendieri che a poco a poco prendevano forma. Cosa doveva fare? Tenere il bambino? Certamente. Per nessun motivo al mondo avrebbe stroncato la sua vita. Forse non era ancora pronta per diventare madre, me insieme a Shank sarebbe riuscita a crescere un bambino.. il problema però era proprio dirlo a lui.. ne sarebbe stato contento oppure no? Lo avrebbe voluto oppure no? La sua paura era che se lui non avesse voluto quel figlio, di certo avrebbe dovuto abortire.. e non se la sarebbe sentita. E dunque come si sarebbe dovuta comportare?
Sentì bussare alla porta.

- Max, posso? –

Ecco. Era il mometno giusto per dirglielo..

- Si! –

Disse con un filo di voce.

- Allora? Charlie mi ha detto che stai benissimo! Va meglio ora? –

Sorrise apertamente sollevato del fatto che la sua Max non avesse niente di grave. Per un attimo si era spaventato.

- Non proprio! –

Rimase in silenzio. Se era tutto a posto per quale motivo diceva di non sentirsi tranquilla?

- Che cosa c’è amore? –

- Io sto bene, è vero ma.. c’è una cosa che devo dirti! –

Sembrava una cosa seria, qualcosa di davvero importante. La sua faccia non prometteva nulla di buono.. che cosa stava per confessargli? Annuì e si sedette sul letto mentre lei invece si alzò e nervosamente iniziò a tormentaesi le dita.

- Ecco.. non so come dirtelo.. –

Disse mordendosi il labbro inferiore.

- Max.. è così grave? –

Chiese preoccupato.

- Beh.. dipende da come la prenderai.. –

Protese le orecchie e in silenzio aspettava dunque la confessione.

- Ecco io.. non ho niente, cioè.. di salute sto benissimo… ma c’è un motivo se sono sempre così nervosa e ho sempre la nausea.. –

Non avrebbe mai pensato che aspettare un figlio potesse essere così angosciante.. era terrorizzata ma.. più che altro da ciò che Shank avrebbe detto dopo..

- Dunque? –

Seguì un momento di quiete.

- Beh.. io .. –

Trasse un profondo respiro.

- Sono incinta! –

Silenzio. Lo sentiva. Stava per ricevere una tremenda delusione..

- Fammi capire.. tu.. aspetti un bambino? –

Annuì.

- Non è uno scherzo vero? –

Scosse la testa sentendo che stava per urlare.

- Sono papà? –

Si alzò lentamente dal letto e si avvicinò alla donna.

- Max, sono papà! –

Disse euforico con un largo sorriso.

- E’ fantastico! Non posso crederci! –

Strinse forte un’incredula Max. Non capiva.. quindi era contento?

- Ma.. tu.. allora.. lo vuoi questo bambino? –

- Certo che lo voglio! Io.. non so come esprimere la mia gioia! Non vedo l’ora di stringere il pargolo fra le braccia! –

E tutto contento strinse nuovamente Max che esplose a piangere.

- Ehi! Piccina, che ti prende? Non sei felice? –

Annuì velocemente senza fermare i singhiozzi.

- Io credevo.. che non lo volessi! –

Disse con voce spezzata.

- Ma tesoro, ormai non corriamo più alcun rischio! Tra poco torneremo nel mare Occidentale.. e allora nulla potrà impedirmi di diventare padre! Sai che facciamo? –

Allontanò Max da se lentamente.

- Faremo una bella stanza per lui! Proprio su questa nave! Ormai essa è come casa nostra no? Crescerà qui con noi in mezzo al mare! Tanto non correrà pericoli con tutti noi! –

Le asciugò le lacrime mentre lei sorrideva felice. Ora niente e nessuno avrebbe più potuto dividerli. Ora che aspettavano un bambino il loro legame si era maggiormente saldato.

Quel pomeriggio la temperatura era salita di un paio di gradi, e nessuno riusciva più a reggere con quell’afa torrida.. eppure, nonostante la temperatura nell’aria fosse insopportabile, Shank lavorava come un matto. Faceva avanti e indietro sulla nave mentre costringeva il povero Sam, il falegname di bordo, ad aiutarlo nella sua opera. Cosa stessero combinando non era chiaro a nessuno. Sapevano solo che da quando aveva scoperto di essere diventato padre, era molto più energico del solito. Quando loro tutti messi insieme non avrebbero saputo alzare un dito sotto quel sole cocente e con quel caldo asfissiante.

- Puf! Che caldo! –

Si asciugò la fronte sudata che gocciolava ripetutamente.

- Suvvia! Un bravo pirata deve sapere sopportare anche i sessanta gradi! Dammi una mano a spostare quella cassa! Questa stanza deve rimanere vuota così da poter costruire tutto il necessario! –

Esclamò il rosso togliendosi la camicia strizzandola come se fosse caduta in mare. Sam gli lanciò un'occhiata storta colma di rabboa.Avrebbe tanto voluto essere stravaccato sulla sua amaca o meglio ancora fare un tuffo in mare. Del resto Lucky e la metà dell'equipaggio sguazzavano in acqua da più di due ore.

- Non ti sembra un po’ presto per fare la stanza? Non è ancora nato.. –

- Chiudi il becco! Il tempo vola e voglio che la sua stanza sia pronta già da adesso! –

Max era a terra. La nave aveva attraccato in un’isoletta, la prima della Rotta Maggiore. Una gigantesca balena si immergeva e riemergeva dall’oceano provocando onde enormi facendo divertire i pirati in mare.
Lei era seduta a leggere il giornale mentre uno strano tipo con un’originale acconciatura che lo faceva somigliare ad un fiore con le gambe, le portò una tazza di the freddo.

- Grazie! Ci vuole proprio! –

Esclamò posando il giornale.

- Mi chiedo come faccia il tuo uomo a lavorare consto caldo.. cosa sta combinando ancora non l’ho capito! –

Disse sedendosi sulla sua sdraio.

- Non lo so nemmeno io! Ha detto che è una sorpresa! –

L’uomo fece spallucce e dopo aver rotto una noce di cocco versò il fresco liquido del frutto nel bicchiere e mandò giù tutto d’un sorso.
Quello strano personaggio si chiamava Crocus e la grossa balena, Lovoon, era sua. Portava un sacco di cicatrici sul muso e cosa ancora più strana, aveva il marchio di Rufy tatuato sul viso. Certo, in modo stilizzato.. ma comunque si riconosceva.

- Come mai Lovoon porta quel marchio? –

Domandò incuriosita. Crocus sorrise fra sé.

- Sai, tempo fa un ragazzino di nome Rufy è giunto qui con i suoi altrettanto giovani compagni di viaggio. Lovoon non faceva che sbattere il muso contro la montagna.. aveva il cuore ferito perché dei pirati suoi amici non sono più tornati da lei.. non sa che nella Rotta Maggiore ci hanno lasciato le penne.. –

Si meravigliava di come Rufy e Shank fossero riusciti a sopravvivere.. forse erano i soli dopo Gold Roger.

- Rufy l’ha convinta a calmarsi e le ha tatuato il suo marchio promettendole che un giorno sarebbe tornato per salutarla.. e così ha fatto.. come re dei pirati.. –

Max aveva sempre saputo che Rufy era un giovane dal cuore d’oro, già quando lo aveva conosciuto nei panni di un bimbo di sette anni.

Ormai era giunto il momento di riprendere il viaggio verso casa.. così dopo i saluti, Shank e i suoi salparono raggiungendo la Reverse Mountein.

- Ma che hai fatto per tutto questo tempo? –

Shank la trascinò nella loro cabina e le mostrò una parte della sua opera. Accanto al loro letto ce n’era uno piccolin fatto di legno con dei giochini appesi in alto.

- E’ bellissimo.. –

Si portò una mano sul petto emozionatissima.

- E non è finita! Per quando sarà più grande guarda cosa c’è di là.. –

La portò davanti ad una porta.

- Ma.. qui c’è solo il ripostiglio! –

Osservò la donna.

- Ah, correzione! C’era.. ma ora guarda cosa ha preso il suo posto! –

Spalancò la porta e Max rimase quasi folgorata. Era una stanza favolosa, tutta decorata.. c’era un grosso letto, un tavolino con una piccola seggiolina, le tende erano decorate con delle simpatiche paperette.. era tutto perfetto.

- Oh mio dio! –

Si girò verso Shank dopo aver perlustrato la stanza.

- Shank, è perfetta! –

- Lo so! Ora manca solo un orsacchiotto! Che ne dici se ne comprassimo uno? –

Corse ad abbracciarlo. Non era mai stata così felice.

- Grazie! Non hai idea di cosa hai fatto! Mi hai resa felice! –

Erano abbracciati l’uno all’altra, c’erano solo loro due… o meglio.. loro tre..


- Ehi, Max.. ma che ti prende? –

La chiamò Makino schioccando le dita davanti ai suoi occhi distogliendola dai suoi pensieri.

- Eh? Scusa, hai detto qualcosa? –

- Ma che hai? Sei così assorta.. –

Osservò.

- Scusa… -

Ridacchiò fra se e se.

- Stavo solo ricordando.. –

Chiuse l’armadietto dei piatti e si tolse il grambiule. Uscì dal bancone e si tirò giù le maniche.

- Dai, che ne dici di andare a divertirci un po’? Dopotutto tu stessa mi hai detto di non passare il tempo a pulire la locanda undici anni fa! Ricordi? –

La trascinò fuori mentre il mercato era colmo di gente.

- Certo! –

E si inoltrarono in mezzo alla folla.

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Capitolo 6
*** Ricordi assopiti ***


CAPITOLO 6: Ricordi assopiti


Nami, la navigatrice dai capelli rossi, era davanti ad una bancarella stracolma di abiti. Aveva già tre grossi pacchi ma sembrava non essere ancora sazia. In quel momento però era un po’ a corto di denaro e stava cercando di corrompere la proprietaria per farsi abbassare il prezzo. Max non conosceva i compagni di Rufy, non sapeva che tipo di persone fossero ed era piuttosto curiosa di scoprirlo. Mentre Makino cercava suo figlio, come sempre disperso fra la gente, Max osservava Nami divertita. Sembrava avere qualche problema nel convincere la signora della bancarella.

- Su, andiamo, non può farmi lo sconto del dieci per cento? –

La donna scosse la testa seriamente.

- Non se ne parla! Hai idea di quanto vale questo abito ragazzina? C’è già uno sconto del venti per cento! Nei negozi costa molto di più! –

Nami sembrò rimanere delusa ma poi le venne un’idea.

- Va bene! –

Sospirò e fece per allontanarsi.

- Se proprio ci tiene allora vorrà dire che me ne andrò.. ma stia attenta.. finirà col rimanere senza compratori! –

La signora alzò un braccio minacciosamente.

- Brutta mocciosa! –

Gridò mentre Nami tirò fuori la linguetta e Max rideva divertita da quella scena. Poi si avvicinò alla signora della bancarella.

- Scusi, quanto costa questo? –

Indicò l’abito che Nami desiderava avere con il dieci per cento di sconto.

- Fanno trenta berry! –

Però, un po’ caro, pensò Max.

- E quanto voleva pagarle quella ragazza? –

- Venti! Mi sembra poco! –

Max tirò fuori il portafogli mentre Nami si era soffermata a guardarla. Cosa aveva in mente? Per un attimo pensò che volesse comprarsi lei il vestito e fu assalita dalla rabbia. Ma poi dovette ricredersi quando con l’abito nel sacchetto si avvicinò a lei sorridente.

- Tieni! Nami, giusto? –

Rimase come un sasso. Le stava porgendo il sacchetto.. aveva comprato il vestito per lei?

- Ma.. è per me? –

- Certo! Io ho trentacinque anni! Comincio ad essere vecchia per questo tipo di abbigliamento! –

Le fece l’occhiolino e fu così che Nami rimase ghiacciata. Non convinta prese il sacchetto senza staccare gli occhi di dosso a Max.

- Grazie.. ma.. perché me l’hai comprato tu? Non eri tenuta a farlo! –

Osservò la rossa.

- Beh.. –

Riprese lei.

- Consideralo un gesto di gratitudine! Mi hai trasmesso allegria! E poi gli amici di Rufy sono anche miei amici! –

Rimase senza parole. Era la prima volta che qualcuno le comprava qualcosa per un motivo simile..

- Grazie! –

I suoi occhi presero a brillare con mille stelline.

- Ti chiamerò sorellona! Posso? Posso? –

Max sorrise nuovamente.

- Beh, suona insolito.. ma se ti fa piacere va bene! –

Era una tipa al quanto bizzarra.. ma molto simpatica.
Si allontanò mentre Nami non le staccava gli occhi di dosso. Corse a casa per provarsi immediatamente il nuovo vestito. In realtà avrebbe voluto ridarle i soldi, almeno in parte ma non aveva fatto in tempo a chiederglielo che Max se ne era già andata. E poi.. si trattava di trenta berry.. si sapeva che Nami era una ragazza piuttosto tirchia.

Ennie era seduta su una panca. Rufy era andato a riempirsi lo stomaco, diceva di avere fame.. era contenta e sgambettava sulla panchina mentre qualcuno comparve alle sue spalle.

- Sei da sola? –

Esclamò una voce. La bambina si voltò e vide il figlio di Makino che con le mani in tasca e il ciuffo da ribelle la fissava in silenzio.

- Rufy torna subito! –

Esclamò.

- Ah.. allora non ti dispiace se mi siedo qui! –

- No! –

E immediatamente il bambino si arrampicò sulla panca.

- A proposito, io mi chiamo Lucas! –

Si presentò cordialmente.

- Io sono Ennie! –

Fece lo stesso.

- Sei cresciuta in mare? –

Cominciò a farle domande curioso.

- Beh.. diciamo.. facendo varie tappe.. ma la mia casa è la nostra nave.. –

- Forte! –

Disse sorridendo.

- Hai mai viaggiato per mare? –

Domandò a sua volta.

- No! –

Rispose lui.

- Ma mi piacerebbe! Mio padre si è arruolato in marina e io vorrei seguire il suo esempio.. però c’è un piccolo particolre.. –

Si interruppe per un istante mentre Ennie eraimmobile ad ascoltare.

- Io non odio i pirati.. anzi! Beh.. sia chiaro.. i pirati come voi intendo.. o come Gold Roger.. o come Rufy soprattutto.. –

Sua madre gli aveva raccontato un sacco di storie su Shank il rosso e la sua compagna e sul grande Rufy.

- Perciò non credo che potrò arruolarmi in Marina! –

- E perché no? –

Riprese Ennie.

- Ogni persona è libera di realizzare il suo sogno! –

Era una cosa che aveva imparato dai suoi genitori. Mai tirarsi indietro.

- E’ vero.. ma sarà dura.. mi sbatteranno fuori! –

- Meglio provarci che non tentare nemmeno no? –

Sorrise apertamente.

- Tu somigli moltissimo ai tuoi genitori! –

La scrutò Lucas.

- Già! –

Esclamò lei fiera.

- Come ti invidio! Sei la figlia di due incredibili persone! Shank il rosso, uno dei più grand pirati di tutti i tempi e Max, la donna dalle capacità derivanti dal frutto del Diavolo che ha salvato un’isola da un’esplosione colossale! –

Ennie rimase senza parole. Era una cosa che non sapeva.

- La mia mamma è un’eroina? Non sapevo avesse fatto questo! –

- Scherzi? E’ su tutti i libri!! –

Perché ne sua madre ne suo padre gliene avevano mai parlato? Non immaginava che lei fosse così famosa e così incredibile. Si sentiva ancora più orgogliosa dei suoi genitori. Sorrise.

- Beh.. io vado, mamma mi starà cercando! Ci si vede Ennie! –

Si salutarono con la manina e velocemente Lucas spiccò una corsa che lo portò alla locanda.

Da qualche parte, in un posto non molto lontano dal villaggio Fusha, un certo spadaccino dagli occhi di falco navigava sulla sua barca seduto con le gambe accavallate e le dita intrecciate su di esse. A coprirgli lo sguardo dorato c’era il grosso cappello con la piuma. Il mare era calmo perciò la navigazione procedeva abbastanza lenta. Decise di mettersi a leggere per ingannare il tempo. Di recente aveva comprato un libro.. ma non perché gli piacesse leggere.. solo per una determinata notizia.. aveva comprato un volume di oltre cento pagine solo per leggerne due.
Sfogliò velocemente il libro fino a trovare le due pagine che più gli interessavano. Parlavano di Max e del salvataggio dell’isola che aveva rischiato di esplodere per colpa di uno squilibrato. Aveva sentito anche che Shank era riuscito a liberarla dalla taglia che Max aveva sulla testa.. e lui non era li. Da quando aveva scoperto l’amore non era più lo stesso. In breve tempo Max aveva conquistato il suo cuore e senza neanche accorgersene lui se lo era ritrovato spezzato in due. Lui era la punta principale del triangolo che si era creato sul vascello del rosso. Ma non aveva mai avuto l’opportunità di estromettere l’altra parte, perché Max apparteneva già a Shank da tempo e lui era giunto da loro troppo tardi. Aveva ripreso il mare da solo e sconsolato e fu difficile dimenticarla, fu dura cancellare Max dalla sua mente quando praticamente ovunque sentiva il suo nome e i ricordi si facevano sempre più vivi dentro di lui.. e soprattutto i sentimenti.. ora credeva di essere finalmente riuscito a dimenticare.. aveva ripreso la vita di prima.. ma con una differenza. Non era più lo spadaccino più forte del mondo. Quel piedistallo se lo era preso un ragazzo di diciannove anni.. un ragazzo maturo.. più di quanto non apparisse.. era in gamba.. con una forza eccezionale lo aveva battuto.. e lui, anche se ancora temuto, non era più il numero uno. Non gli era andata bene praticamente nulla.. delusione d’amore, perdita del suo titolo di imbattibile.. ora non sapeva più per cosa viaggiare.. sapeva solo che più non aveva pensieri più gli tornavano in mente i ricordi assopiti.. e di conseguenza tornava a soffrire.

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Capitolo 7
*** La pace non dura per sempre ***


CAPITOLO 7: La pace non dura per sempre


Ansante rientrò nella locanda ma non vi trovò nessuno. Era del tutto vuota.

- Ma.. che strano.. –

Esclamò Lucas pensando che sua madre non aveva mai lasciato la locanda vuota.. non se ne era mai andata.. diveca sempre che lei doveva rimanere li al suo posto e badare all’osteria, per un eventuale cliente che sarebbe potuto entrare. Eppure questa volta non aveva fatto come al solito. Forse era andata a cercarlo o magari era andata a divertirsi con i suoi amici facendo uno strappo alla regola. Uscì nuovamente recandosi al mercato quando una voce a lui famigliare lo fece sussultare.

- Eccoti qua birichino che non sei altro! –

Esclamò sua madre afferrandolo per una spalla.

- Ah.. mamma.. mi cercavi? –

- Sei sparito all’improvviso! Come avrei dovuto comportarmi? Devi smetterla di andartene senza avvertirmi! Sono stata chiara? –

Lucas annuì solamente e insieme a Makino rientrò alla locanda ancora vuota.

Rufy sbucò da un vicolo con la pancia rigonfia di cibo. Quasi non riusciva a reggersi in piedi.. ma si sapeva che era un pozzo senza fondo.

- Eccomi Ennie! Scusa se ti ho fatto aspettare! Che bella abbuffata! Burp! –

La bambina lo osservava perplessa.. o è meglio dire che osservava la sua pancia. Non poteva credere che il ragazzo avesse uno stomaco così grosso.

- Ah.. emm.. riesci a muoverti? –

Domandò.

- Si, non preoccuparti! Faccio due passi e digerisco tutto! –

Le prese la mano e lentamente la portò di nuovo al mercato.


La gente era parecchia, tra gli abitanti del villaggio e i turisti non si sapeva quante fossero le persone su quell’isola.. si faceva fatica a camminare e difficilmente si riuscivano a guardare le bancarelle. Max era in piedi lontana dalla massa, voleva trovare Ennie e Rufy ma l’impresa non risultò molto semplice.

- Ehi dolcezza! Ti va di divertirti con un vero uomo? –

Le sussurrò all’orecchio sorprendendola alle spalle. Si girò verso di lui tutta sorridente.

- Oh, e dimmi! Saresti tu il “vero uomo”? –

Domandò a Shank sarcasticamente.

- Come, nutri dei dubbi? –

Le circondò il collo con le braccia strozzandola fintamente. Ridevano a crepapelle mentre i passanti si divertivano a guardare la scena di innamorati.

- Ahia.. ah ah.. basta.. smettila! –

Riuscì a tirargli un leggero colpo sul capo convincendolo a lasciare la presa. Scoppiò in una fragorosa risata mentre Max cacciò fuori la lingua.

- Vero uomo! Non farmi ridere! Ti comporti come un bambino! Sarebbe questo ciò che ti nomina “grande uomo?” –

Cominciò a rincorrerla mentre la donna balzò all’indietro per sfuggirgli. Corsero per tutto il villaggio scontrandosi con la gente ma senza fermarsi. Ciascuno rideva e sghignazzava nel vedere quei due rincorrersi come bambini.. ma soprattutto gli piaceva vedere Shank così innamorato quando per anni non aveva fatto altro che prendersi cura solo e soltanto di Rufy quando giungeva all’isola. Poi, undici anni prima, aveva presentato Max come la sua fidanzata.. e tutti rimasero stupefatti. Non avrebbero mai pensato che Shank il rosso, uno dei più gandi pirati di tutti i tempi, avrebbe preso un impegno di quella grandezza. Quasi tutti al villaggio erano convinti che prima o poi l’amore tra lui e Makino sarebbe sbocciato. Sembravano perfetti per stare insieme.. ma ad un certo punto si erano convinti che lui non volesse legami essendo un uomo di mare.. evidentemente si sbagliavano. Era probabile che lui non fosse innamorato di Makino.. o magari lo era ma essendo lui un pirata e lei una comune cittadina non aveva voluto prometterle nulla, né amore né legami.. poi aveva incontrato Max navigando per i mari.. e da lei ottenne una figlia. Sembrava non esserci nessuno all’infuori di lei e della sua bambina.. erano le uniche “donne” della sua vita.

Stanchi e senza fiato si precipitarono dentro alla locanda e si gettarono sugli sgabelli davanti al bancone ansanti e divertiti.

- Beh? Che succede? Avete corso? –

Domandò Makino vedendoli ansimare.

- Già, per tutta l’isola! –

Rispose Max. Shank era troppo inpegnato a bagnarsi la gola con il vino. Lucas si stava scolando un bicchiere di latte e sgranocchiando biscotti al cioccolato tra un sorso e l’altro.

- E tu smettila di bere! –

Tentò di strappargli la bottiglia di mano ma lui con un gesto scaltro alzò il braccio evitando la sua presa.

- Ah, è così? –

Si alzò dalla sedia e ritentò nell’intento di prendere la bottiglia ma nuovamente Shank la schivò e così per altre volte finchè stufa, Max si accasciò sulla sedia arrendendosi.

- Uffa! –

- Eh eh! Makino! Ho ancora sete! Me ne daresti un’altra? –

Chiese all’amica.

- Cosa? Hai già bevuto tutto il vino che c’era nella bottiglia che hai in mano? –

Domandò Max al limite dell’esasperazione. E meno male che non beveva più come una volta da quando c’era lei.

- Si, subito! –

Ridacchiò Makino mentre sparì dentro al ripostiglio.

- Oooh… aaaah…. Aiuto… -

La voce di Rufy si fece sentire mentre lui e Ennie stavano entrando alla locanda. Ma non fu un’impresa facile. Aveva la pancia così piena e gonfia che non riusciva più a stare in piedi con facilità e mentre continuava a barcollare Ennie lo reggeva o lo spingeva per non farlo cadere.

- No, no.. di qua.. no… di la… aaaaah! –

Ma come previsto entrambi finirono con il perdere l’equilibrio e caddero addosso alle sedie ribaltandole.

- Caduto.. –

Rise Rufy a squarciagola mentre Ennie si rialzava massaggiandosi il ginocchio che evidentemente aveva picchiato.

- Ahia! La mia gamba! Adesso mi verrà un livido pazzesco! –

Saltellò con un piede alzato avvicinandosi ai suoi genitori.

- Mamy, mi dai un po’ di ghiaccio? –

La sollevò portandola sulle sue gambe.

Makino uscì con la bottiglia in mano sentendo il gran fracasso. Rufy si rialzò a fatica e con la pancia che dondolava ad ogni suo passo si sedette dopo aver risistemato le sedie.

Verso una certa ora del pomeriggio i visitatori aumentarono e l’osteria si faceva sempre più piena. Arrivò il punto in cui Max, Shank e Rufy dovettero uscire per fare spazio ai clienti.

- Wow! Che roba! Non si è mai vista così tanta gente! –

Nemmeno anni prima, quando Shank e i suoi uomini si fermavano al villaggio si era mai vista una simile clientela alla locanda e una folla così vasta al mercato del villaggio.

- A questo punto forse ci conviene tornare alla nave, non ti pare Max? –

- Nooo! Io non voglio tornare alla nave papy! Voglio stare qui con Rufy! –

Si lamentò prontamente la figlia del rosso aggrappandosi ai pantaloni del re dei pirati.

- Eh, che ci vuoi fare Shank? E’ pazza di me! –

Ghignò.

- Ma sentilo! –

Esclamò Shank portandosi le braccia al petto.

- Beh, se volete, tornate pure alla nave per riposarvi! Ci penso io a vostra figlia! Non vi preoccupate, ve la riporto tutta intera! –

Disse mettendo una mano sul capo di Ennie che dell’idea fu assolutamente entusiasta.

- Beh.. –

Intervenne Max.

- Direi che non ci sono problemi! Ennie è stata tanto in mezzo al mare senza contatti con altra gente all’infuori di noi! –

Ora che finalmente era a terra la vedeva così allegra e felice.. come non la vedeva da tanto tempo.

- Potremo anche laasciarla con lui, non credi Shank? –

- Mh.. posso fidarmi? –

Guardò Rufy scherzosamente.

- Ma si certo.. d’accordo che l’appetito non mi manca mai.. ma non la divorerò di certo! –

Continuò con il sorriso a pieni denti.

- Allora d’accordo! –

Si avvicinò al ragazzo.

- Ma ti avverto che se ritorna anche solo con un livido all’infuori di quello che le hai gentilmente procurato prima sul ginocchio, ti prenderò e ti allungherò così tanto da dividerti in due! –

Prese a picchiettargli la fronte.

- Moccioso! –

Continuò mentre Rufy afferrò bruscamente la mano del pirata.

- E smettila di chiamarmi moccioso! Fra meno di un anno divento maggiorenne! Ma tanto è inutile! Non sei cambiato per niente in questi anni! –

Prese la mano di Ennie e fece per allontanarsi.

- Bleah! –

E dopo aver fatto la linguaccia sparì fra la massa di gente. Shank ridacchiò, afferrò Max per la spalla e tornò al porto insieme a lei. Tutti stavano comodamente seduti sul ponte in silenzio.. non dormivano, non si scatenavano.. per questo Shank ebbe come l’impressione che ci fosse qualcosa di storto..

- Beh? Che vi prende? –

- Niente! –

Esclamarono in coro Yasop e Luchy.

A quel punto Shank ebbe la sensazione che nascondessero tutti qualcosa. Il loro tono era troppo scaltro e ben diverso dal solito.. ma decise di ignorare tutto, almeno per un po’. Aveva i piedi talmente indolenziti che non li sentiva più. Si tolse le scarpe e si distese sul letto sospirando. Finalmente un po’ di pace.

- Sei stanca? –

Le domandò appendendo il mantello e distendendosi accanto a lei.

- Già! Siamo rimasti in piedi per parecchio.. è da stamattina che non ci godiamo un meritato risposo! Penso a Ennie e mi chiedo come riesca ad avere tutta quell’energia! –

Le accarezzò la fronte sogghignando.

- E’ una bambina! A quell’età è normale che sia piena di vitalità! Guarda anche Rufy! –

- Ehi! Cosa vorresti dire! Che noi siamo troppo vecchi? –

Rise.

- No, tranquilla! Siamo ancora giovani, dei ragazzini! –

Depose un bacio sulla sua guancia per poi stendersi comodamente stiracchiandosi.

- Piuttosto! –

Sbadigliò sentendo la stanchezza piombargli addosso.

- Non trovi che i miei ragazzi abbiano qualcosa di strano? –

Max si voltò verso di lui guardandolo perplessivamente.

- Strano? No.. non mi pare.. perché? –

- Oh.. niente.. così! Dai, adesso riposati! –

Pensò di seguire il suo consiglio e si rilassò sul quel morbido letto chiudendo lentamente gli occhi. Inizialmente nessuno immaginava quello che sarebbe successo dopo. Qualcosa che avrebbe potuto distruggere delle vite, delle famiglie e qualcosa che invece avrebbe potuto stroncare anche l’amore.

Era tutto molto ofuscato al suo udito. Avvertiva solo delle voci lontane, finchè non aprì gli occhi ritornando nel mondo reale. Il posto accanto a lei era vuoto, Shank doveva essersi alzato. Si strofinò gli occhi e aspettò di svegliarsi definitivamente prima di alzarsi. Sentiva dei passi correre lungo il corridoio e venire verso di lei. Ennie era a bordo della nave e Shank stava giocando insieme a lei rincorrendola.

- Oh, ciao mamy! Nascondimi! –

Si sistemò dietro alle gambe della madre mentre Shank si arrese al gioco.

- Va bene signorina! Hai vinto tu! Ora vai a divertirti un po’ con Luchy dai! –

- Ok! –

E saltellò verso la porta che portava sul ponte.

- E’ proprio una continua riserva di energia eh? –

Pensò Max ad alta voce. Ennie non stava ferma un attimo. Non si riposava mai. Solo la sera crollava come un sasso.

- Beh.. dopotutto è sangue del nostro sangue no? Ormai non dovresti più stupirti di lei! –

- Hai ragione! –

Si fermò davanti alla sua cavia e stranamente Lucky non disse una parola. Nulla per cacciarla e questo la sorprendeva. Che si fosse arreso alla sua superiorità?

- Ehi ciccione! Alzati dormiglione! –

Gli tirò un calcio sul ginocchio e non accadde nulla. Lucky si strofinò la gamba dolorante e si limitò a scrutare la bambina ma poi tornò a riposare.

- Eh? Ma.. –

Le sembrava tutto così strano.

- Come, non reagisci? –

- Ho ben altro a cui pensare! –

Rispose prontamente. Anche lei si era accorta che c’era qualcosa che non andava.. sentiva puzza di guai in arrivo.. non sapeva perché ma aveva un brutto presentimento.. come tutti li a bordo del resto..

- Zio Ben? –

Il vice posò una mano sul suo capo dolcemente.

- Tranquilla è solo stanco! –

Cercò di convincerla.

- Perché non ti riposi un po’ anche tu? Non hai fatto che correre tutto il giorno! Sarai stravolta! –

- Veramente no! Zietto.. è successo qualcosa? –

Si vedeva che era la figlia di Shank. Riusciva a captare il minimo problema proprio come suo padre e leggere nel profondo delle persone come sua madre.

- No piccolina! Niente! Te l’ho detto! Lucky è solo un po’ stanco! –

Sapeva che stava mentendo.. ma non gli fece più domande. Pensò di andare a parlare con suo padre e sondare il terreno ma poi dopo averci riflettuto, decise di mantenere il silenzio, magari era solo una sua impressione.. quindi perché preoccuparsi tanto?

- Io non capisco.. –

Pensò a alta voce con i gomiti sulle ginocchia e il mento sopra alle mani incrociate.

- Cosa tesoro? –

Chiese Max scrivendo le ultime pagine del suo diario di bordo.

- Max davvero non hai notato niente? –

- No! Ma di cosa parli? –

Si alzò andando alla finestra osservando i suoi ragazzi comportarsi come al solito.. sembrava tutto a posto.. se non fosse per il fatto che se Shank si avvicinava a loro, tentavano di ignorarlo..

- C’è qualcosa di strano Max! Non so perché.. ma ho una brutta sensazione! –

Chiuse il diario ormai quasi completo e si avvicinò al rosso posando le mani sulle sue spalle.

- Dai, stai tranquillo caro! Cosa vuoi che succeda? –

- Non lo so.. è per questo che sono preoccupato! –

Lo costrinse a sedersi mentre lei si sistemò dietro di lui.

- Rilassati! Sei molto teso! –

Prese a fargli un massaggio alle spalle mentre lui ancora si contorceva nei suoi pensieri. Ma forse aveva ragione Max, forse si stava preoccupando troppo.

Il tramonto arrivò in fretta e si avvicinava anche l’ora di cena. La cambusa era già piena zeppa, tutti aspettavano le loro porzioni ma ancora mancavano due persone. Shank e Ben non si vedevano arrivare.

- Che fame che ho! –

Disse uscendo dal bagno, si era appena fatto una doccia. Si incamminò verso la cucina quando non si scontrò contro Ben.

- Outch! Ben.. fa più attenzione! –

Si lamentò massaggiandosi il braccio.

- Scusami capo! Sono un po’ distratto oggi.. –

- Ah si? E posso sapere perché? –

Rimasero un attimo in silenzio.

- Senti, io sono il vostro capitano! Lo so che nascondete qualcosa.. e avrò il diritto di saperlo no? Sputa il rospo! –

Sapeva che ogni tentativo per convincerlo che si stava sbagliando era inutile.. dopo tutti quegli anni che viaggiava insieme a lui..

- Va bene.. –

Portò una mano in tasca ed estrasse un pezzo di carta.

- Veramente non avremmo avuto problemi a parlartene ma.. se lo avesse saputo Rufy e di conseguenza gli abitanti del villaggio.. allora si che sarebbe stato un disastro.

- Ma.. questa è.. una lettera minatoria? –

Ben annuì solamente lasciando a Shank il tempo di leggerla più a fondo. Nell’angolino in alto c’era un timbro.. una specie di teschio nero.. il simbolo dei pirati della peggior specie.
Firmato: Charas
Lesse in fondo alla lettera. Mentre si leggeva chiaramente che quel pezzo di carta era destinato a qualcun altro. A Rufy.

- Charas? –

Chiese ad alta voce pensando a che razza di nome quello potesse essere.

- Capisci perché non te ne abbiamo parlato prima? Noi non abbiamo certo paura di quei pirati.. ma ci preoccupiamo per i nostri amici.. –

Aveva ragione. Se tutti avessero scoperto che presto dei pirati avrebbero attaccato il loro villaggio si sarebbe diffuso il panico e la gioia che invadeva quel luogo sarebbe scomparsa.

- Ho capito! –

Ghignò.

- Però.. niente male! È da quando siamo tornati dalla rotta maggiore che non mi sgranchisco i muscoli con un bel combattimento! –

Certo, sapeva che la pace stava per essere sconvolta.. purtroppo la tranquillità in un mondo come quello non poteva durare per sempre.

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Capitolo 8
*** L'ottimismo è tutto ***


CAPITOLO 8: L’ottimismo è tutto


- Ma c’è una cosa che non mi è chiara! –

Disse ripiegando la lettera e mettendola in tasca.

- Come la avete avuta? –

Domandò guardando Ben dritto negli occhi.

- Sai come succede.. –

Disse sghignazzando ricordando la scena.

- Un pirata è giunto qui a bordo della sua ridicola navetta.. avrebbe dovuto lanciare la lettera in una bottiglia di plastica al villaggio e poi sparire! .. almeno così ci ha detto! –

Un attimo di quiete.

- Ah.. –

- Sai.. però non gli è andata come da copione! Non immaginava che si sarebbe imbattuto in una vera nave pirata.. la nostra.. così lo abbiamo interrogato. Lui si rifiutava di rispondere e dunque.. gli abbiamo riservato un trattamento speciale! –

Ricordo.

- Allora! Ti conviene parlare se non vuoi finire in pasto ai pesce-cani! E credimi! In queste acque ce ne sono a bizzeffe! –

Esclamò Ben accendendosi una sigaretta.

- Mh! Non mi convincerete! Io ho le labbra sigillate! Mh! –

E richiuse la bocca senza emettere più alcuna parola.

- Va bene! –

Si scroccò le dita e lentamente si chinò.

- Se non vuoi collaborare.. vorrà dire che ti faremo confessare i tuoi loschi piani con la forza! –

Iniziò a menarlo a suon di pugni. Gli gonfiò la faccia e gli ruppe una costola con un calcio.

- Dunque? –

Luchy lo afferrò per il bavero.

- I..io.. –

Era sulla via di perdere i sensi.

- Bene! –

Continuò Yasop.

- Vedo che ne vuoi ancora eh? Lo sai, siamo pirati come te.. forse anche più pericolosi e sanguinari! Ma quando si tratta dell’incolumità dei nostri amici non transigiamo! –

Fece per colpirlo con la sua pistola ma alla fine l’uomo cedette.

- VA BENE PARLO!!! –

Urlò con quanto fiato aveva in corpo per continuare a vivere.

- Anf! Anf! Ecco.. i-il mio capo mi ha mandato… a-avrei dovuto c-consegnare que-que-questa lettera al-al re dei pirati! –

E con le sue ultime forze estrasse una bottiglia di plastica da dentro la giacca. Era piuttosto scura.. ma si vedeva benissimo un pezzo di carta arrotolato dentro. Ben afferrò la bottiglia, estrasse la lettera e silenziosamente la lesse. Poi riposò lo sguardo sul pirata.

- Ma bene! –

Rise.

- Come pensavi di fare? Di approdare al porto e darla cordialmente al sindaco del villaggio? –

Tutti scoppiarono in una ghignata da veri pirati.

- Ve-veramente.. mi sarebbe bastato lanciarla e poi filare.. –

Luchy si sedette a terra per colpa della sua ampia pancia e rise con quanto fiato aveva in gola. Non aveva mai sentito una simile assurdità.

- Ok! Ora puoi anche andartene in mare! –

- Co-come? –

Con un calcio Ben lanciò l’uomo in mare aperto lasciandolo sguazzare urlando fino a che non scomparve dalla loro visuale.

Fine ricordo.

- Capisco! –

Esclamò Shank.

- Peccato essermelo perso! –

E finalmente arrivarono in cambusa mentre tutti avevano praticamente terminato di cenare.

- Capo! Muoviti a mangiare o mi pappo anche la tua porzione! –

Sorrise un affamato Luchy che stava per posare le sue grosse manone sul piatto del rosso.

- Giù le mani! –

Gli tirò un calcio sulla testa facendolo cadere dalla sedia.

- Tesoro, è successo qualcosa? –

Domandò una curiosa Max al suo uomo avendo sentito la sua voce nel corridoio.

- Beh.. in effetti ho un annuncio da fare.. ma preferirei aspettare dopo aver mangiato! –

E iniziò a imboccarsi rapidamente mentre tutti gli occhi erano puntati su di lui.
Nei piatti non vi era più nemmeno una briciola e il rosso, mettendo giù la sua bambina che era immediatamente saltato in braccio a lui, si alzò in piedi pronto per fare il suo discorso da capitano.

- Ragazzi, è presto detto! –

Cominciò.

- So tutto riguardo la lettera! Ma non ce l’ho con voi per non avermene parlato.. capisco! –

Max rimase in silenzio a fissarlo con sguardo interrogativo. Al che Shank decise di spiegarle la situazione approssimatamente.

- Vedi, Ben e gli altri hanno sottratto una lettera minatoria indirizzata a Rufy ad un pirata, da parte del suo capo. Pare che egli voglia prendersi il tesoro di Gold Roger! Ancora nessuno lo sa al villaggio! –

Si portò una mano alle labbra preoccupata. Se lo avessero saputo avrebbero di certo reagito malissimo.

- Lo so Max! Ma non ti preoccupare! –

Si schiarì la voce.

- Uomini! E’ nostro compito difendere questo villaggio! Poiché è anche la nostra casa e i suoi abitanti la nostra famiglia! Il giorno in cui i pirati attaccheranno noi dovremmo essere pronti ad affrontarli! Anche a costo della vita! Per i nostri amici! –

Alzò un braccio come un despota e tutti fecero lo stesso.

- Sii! –

Gridarono in coro. Erano una squadra.

- Max, non voglio costringerti a combattere! –

Le disse dolcemente temendo che lei avesse paura ad affrontare un nemico di quel calibro.. ma forse la verità era che lui era quello spaventato per lei.

- Tranquillo! –

Si alzò in piedi anche lei.

- Rufy e gli altri sono anche miei amici adesso! Combatterò insieme a voi! Insieme a te! –

Si sorrisero. Shank sapeva che probabilmente lei avrebbe voluto combattere. Del resto era una donna coraggiosa, moltissimo. E lo aveva dimostrato già la prima volta che si erano incontrati.

- Va bene! –

Il rosso si sentì tirare il mantello. Abbassò lo sguardo. Ennie si era aggrappata a lui chiamandolo.

- Cosa c’è tesoro! –

Si chinò posando le mani sulla sua vita.

- Papy.. io cosa posso fare per aiutare? –

Aveva uno sguardo così triste.. forse temeva che succedesse qualcosa ai suoi amati genitori o ai suoi amici.

- Anche io voglio combattere! Sono in gamba! Posso farcela! –

Shank sorrise e le diede un bacio sulla guancia.

- Lo so! Sei mia figlia! E nelle tue vene scorre anche il sangue di tua madre. Sei proprio come noi, a tutti gli effetti! So che sei forte per la tua età.. sei cresciuta su una nave pirata! –

Prese a scompigliarle i capelli.

- Ma stavolta devo chiederti di stare nascosta! I pirati che ci hanno sfidati non sono comuni! Ho il presentimento che.. sarà un’impresa piuttosto dura! Non voglio che ti accada niente! –

- Ma papà io.. –

- Ennie! –

Fermò le sue parole posando l’indice sulle labbra della piccola.

- Lo so che vuoi renderti utile.. ma non posso permettermi di farti combattere e rischiare di perderti! –

La bambina guardò per un attimo il padre in silenzio, poi posò gli occhi su sua madre la quale annuì cercando di farle capire che anche lei era d’accordo con Shank.

- Ho capito.. –

- Adesso è ancora presto per te! Ma quando sarai più grande potrai gettarti nelle battaglie! –

Disse Ben facendole l’occhiolino. Ennie comprese che non aveva altra scelta. Durante la battaglia sarebbe stata buona e nascosta.

- Tornando al discorso della lettera! –

Riprese Max.

- Secondo me sarebbe meglio avvertire solo Rufy! Dopotutto è per lui quella sfida! –

- Hai ragione! Ma non sarebbe una cattiva idea se ci facessimo aiutare anche dai suoi compagni! Dopotutto hanno viaggiato con lui per un sacco di tempo combattendo contro numerosi nemici! –

E così dunque avrebbero fatto. Avrebbero parlato della lettera solo con il diretto interessato, Zoro e gli altri. La ciurma di Shank era a dir poco numerosa.. ma con altre cinque persone sarebbe stato ancora meglio.

Quella notte Max non riusciva a chiudere occhio. Era preoccupata per sua figlia. Per il resto della sera non aveva detto una parola. Forse ci era rimasta male o forse aveva solo paura della situazione. Sospirò.
Poi sentì una mano calda sul suo braccio e il dolce profumo che lei conosceva bene intorno a lei.

- Non riesci a dormire? –

Sentì il suo respiro sul proprio viso.

- Già! –

Si voltò verso di lui e i loro nasi si sfiorarono.

- Sei nervosa? –

- No! A dire il vero pensavo a Ennie! Mi ha fatto tanta pena! –

Anche lui aveva lo stesso stato d’animo.

- Lo so! Anche a me sai? Ma è ancora una bambina! Non può combattere! –

Osservò.

- Si.. però io alla sua età lo facevo eccome.. ma forse solo per il frutto del diavolo! –

- Infatti, è diverso.. e poi tu eri da sola! In ogni caso io la capisco sai? Perché mi ricorda tanto me alla sua età.. e anche Rufy.. –

Anche Shank da bambino aveva una voglia irrefrenabile di vivere meravigliose avventure. Sognava di fare il pirata e di avere un vascello tutto suo con molti uomini appresso. A dieci anni lui stesso veniva coinvolto volontariamente nelle risse. Si batteva anche con uomini forzuti e aveva la peggio. Tornava sempre a casa con il naso rotto e sanguinante e sua madre lo rimproverava per quella sua agitazione perenne.

“Stupido rossino! Non stai mai fermo!”

Gli diceva sempre.

- Ma lei è una bambina! È decisamente diverso! Se dovesse accaderle qualcosa io.. –

- Non le accadrà niente! Perché io le impedirò in tutti i modi di mettersi in mezzo! La mia piccola è troppo preziosa! –

Anche lei avrebbe fatto di tutto per proteggerla. In ogni modo.

- Hai ragione! Scusami! Sono troppo tesa! –

- Perchè ti scusi Max? E’ normale! Ennie è tua figlia! Anche io sono un padre forse troppo possessivo! Dai, ora dormiamo! –


Si sentiva messa da parte, inutile è meglio dire. Aveva solo dieci anni, per questo veniva trattata come una mocciosa in fasce. Ma sapeva anche che i suoi genitori volevano solo proteggerla. Però nn poteva abbandonarli. Se loro avessero perso la bataglia.. se avessero perso la vita.. cosa ne sarebbe stato di lei? Avrebbe continuato a vivere su quel vascello dove loro la avevano concepita, fatta nascere e allevata fino ad allora? Chi le avrebbe fatto da padre? Ben? Non era la stessa cosa. Se mai i suoi genitori avessero dovuto morire allora lei doveva essere con loro. O tutti insieme o nessuno. Anche lei lo diceva sempre. Proprio come Max lo faceva nei confronti di Shank. Se moriva uno moriva l’altro. Ma per Ennie era diverso. Era ancora piccola, avrebbe dovuto continuare a vivere. Ma nessuno meglio di Max e Shank poteva sapere cosa significasse rimanere senza una famiglia alla tenera età. Max era stata cacciata di casa a otto anni per colpa del frutto che aveva ingerito e così era fuggita dalla sua isola viaggiando e crescendo da sola. Shank aveva perso suo padre alla nascita. Anche lui faceva il pirata ma non aveva fatto in tempo ad arrivare nella rotta maggiore che si era sacrificato per salvare un amico. Così sua madre lo accudì da sola con parecchia fatica.. perché non era di certo un angioletto lui. la faceva disperare ma la amava da morire. Poi però un brutto giorno si ammalò di cancro.. e lo lasciò completamente solo. Anche lui prese il mare badando a se stesso.. per questo quando Max si sentiva sola e impaurita anni prima, la capiva a fondo.

Il sole non era ancora sorto del tutto. Il cielo era per metà di colore arancio, che segnava l’alba mentre l’altra metà appariva ancora come la notte. Nonostante quando si addormentava nemmeno le cannonate potevano svegliarlo era abituato ad alzarsi così presto ma li al villaggio era sempre uno degli unici. All’infuori dei suoi inseparabili compagni nessuno sull’isola si alzava prima delle sette.

- Che bella giornata! Anche oggi ci sarà un bel sole! Giornate simili mi mettono allegria! –

Indossava ancora il pigiama. Rapidamente si infilò i suoi classici pantaloni alla pescatora, la sua casacca rossa senza maniche, i suoi sandali e naturalmente non poteva mancare il cappello di paglia che lo aveva fatto riconoscere in tutto il mondo. Il cappello appartenuto una volta al suo amico-padre Shank. La locanda era ancora chiusa, Makino si alzava sempre alle sette in punto e apriva l’osteria mezz’ora dopo quindi avrebbe dovuto accontentarsi dei suoi avanzi. Nonostante avesse fatto la spesa il giorno prima il frigorifero era già mezzo vuoto. Tutta colpa del suo stomaco privo di fondo.

- Mamma che fame! Mi farò un bel panino! –

Tagliò una pagnotta, l’unica rimasta nell’armadio, a metà e la riempì con gli unici ingredienti presenti. Due fette di prosciutto, un pomodoro diviso in tre pezzi, una foglia di insalata, formaggio, sale, e un po’ di maionese. Con quello aveva completamente terminato la sua scorta. Addentò il pinino divorandone quasi metà. E nel giro di tre minuti le sue mani rimasero vuote e naturalmente aveva ancora una gran fame.
Uscì di casa allegro come al solito ma con lo stomaco in subbuglio che faceva i capricci.

- Buon giorno! –

Sentì una voce a lui molto famigliare alle sue spalle.

- Buon giorno anche a te Nami! E’ nuovo quel vestito? –

Domandò vedendola indossare un abito delizioso mai visto prima.

- Si! E il bello è che non ho sborsato un centesimo! –

Sorrise con gli occhi luccicanti.

- E’ stata Max a comprarmelo! –

- E come mai? Era un regalo? –

Si grattò la guancia.

- Beh.. ad essere sincera ancora non ho capito perché l’ha fatto! Ha detto che le ho rallegrato la giornata e voleva ringraziarmi con il vestito! Tipa strana.. ma generosa! –

Naturalmente ancora esultava per averci guadagnato.

- Capisco! In effetti Max è una donna molto gentile! Shank l’ha scelta bene! –

Anche undici anni prima, quando la aveva incontrata la prima volta si era perdutamente invaghito della sua dolcezza.

- E già! –

- Però vedi di non approfittare di lei Nami! –

La guardò storto.

- Perché mi dici questo? –

Fece lo sguardo innocente.

- Beh, perché ti conosco! –

E mentre lentamente il sole si alzava e il giorno iniziava i due compagni scesero al porto a godersi l’alba.


- Ehi! Svegliati piccola! –

La scrollò cercando di convincerla ad alzarsi ma in tutta risposta seppellì la testa sotto al cuscino.

- Dai Max! alzati pigrona! –

- No! Lasciami dormire! Sono così stanca! –

Lei si alzava sempre prima di lui e gran parte delle volte toccava sempre a lei convincerlo ad alzarsi, ma stavolta i ruoli si erano invertiti, in quanto si sentiva terribilmente a pezzi.

- Oh, dai! Ricordati che dobbiamo tenere una riunione fra pirati stamattina! –

Le tolse il cuscino dalla testa e sconsolata si alzò cascando dal sonno.
Fecero rapidamente colazione e poi, quando ormai il villaggio era trafficato come al solito durante il giorno, scesero dalla nave e con loro grande stupore li trovarono tutti li. Rufy e i suoi erano seduti sotto il sole per stare lontani dalla folla.

- Giorno gente! –

Gridò Rufy alzando una mano in segno di saluto.

- Ciao Rufy! Cosa fate qui? –

Chiese incuriosito.

- Stiamo un po’ in pace! –

Rispose prontamente Zoro.

- Come puoi immaginare al villaggio c’è una confusione.. persino la locanda è già piena! Aspettiamo che un po’ di turisti se ne vadano standocene qui tranquilli! –

- Beh, meno male! Ci avete risparmiato la fatica di cercarvi! –

A quell’esclamazione tutti si fecero più attenti.

- C’è una cosa di cui dobbiamo parlare! Mi raccomando però! Gli abitanti del villaggio, inclusa Makino, non dovranno mai.. –

Si interruppe sentendo la voce di Sanji. Pareva disinteressato a quello che stava dicendo. Afferrò le mani di Max e cominciò il suo numero da cascamorto.

- Buon giorno meravigliosa sirena! Hai dormito bene? Perché ahimè il mio cuore piangeva lontano da te! Non posso stare senza il tuo amore!! –

SDENG!!

E finì con la testa conficcata nel terreno come al solito. Si era beccato un pugno sulla testa da Nami e Shank sulla quale ora spuntavano due grossi bernoccoli (quello provocato dal pugno di Nami era a forma di cuore. N.d.a.).

- Finiscila razza di babbeo! –

Dissero in coro.

- Sto dicendo una cosa importante moccioso! E tu che fai? Ti metti a importunare la mia fidanzata! –

Esclamò uno Shank furibondo.

- Presta un po’ di attenzione! –

Urlò invece la rossina.

- Va bene! Come vuoi tu mia adorata! –

Disse rivolto a Nami con ancora la faccia a terra. Shank tossicchiò per attirare nuovamente le attenzioni verso di lui.

- Come dicevo.. –

Riprese senza perdere d’occhio il biondino che si stava rialzando.

- Non dovrete farne parola con nessuno del villaggio! E’ una cosa che deve restare fra noi, ok? –

- Perché? –

Domandò Rufy ingenuo come al solito.

- Ora te lo spiego! Guarda questa! –

Gli porse la lettera. Lui si concentrò. Non staccava gli occhi dal foglio, sembrava leggerla con molta attenzione, finchè non riposò lo sguardo su Shank.

- Ah.. –

Disse solamente.

- E cosa c’è scritto? –

Tutti caddero a terra per la sua deficienza.

- Io non ho parole! –

Esclamò uno stupefatto Zoro portandosi la mano sulla faccia. Nami più scaltra che mai tirò un cazzotto anche al gommoso che lo costrinse a pestare la testa per terra in quanto aveva il collo allungabile.

- AHIAAA! Nami! D’ora in poi mi sa che ti dovrò chiamare “pugno di ferro”! Mi hai fatto male!!! Perché mi hai picchiato? Cosa ho detto? –

Shank afferrò il ragazzo per la maglietta.

- Se ti ho dato quella lettera forse è perché devi leggerla! –

- Ah! Ora ho capito! Non potevi dirmelo prima scusa? Tu mi hai detto di guardarla e io l’ho fatto! –

Purtroppo lui era fatto così. Sembrava uno stolto senza alcuna briciola di cervello.. pareva assurdo che proprio lui fosse il re dei pirati.

- Allora, la leggo.. vediamo.. caro re dei pirati.. –

La lesse ad alta voce mentre tutti erano con le orecchie tese. La lettera diceva che presto un pirata spietato e la sua ciurma avrebbero attaccato il villaggio per sottrarre il tesoro di Gold Roger agli abitanti. Avrebbero persino distrutto ogni cosa pur di scovarlo. Inoltre Charas, l’autore della lettera, avrebbe anche sfidato Rufy per sconfiggerlo e ottenere automaticamente il titolo di re dei pirati.

- E’ pazzesco! –

Nami sembrava preoccupata.. ma del resto nemmeno Max era tranquilla.

- Ho capito! Per questo non voltete parlarne agli altri, si spaventerebbero! Giusto? –

- Oh! Meno male che almeno questo lo hai capito! –

Gli tirò un pugno sulla fronte, come era solito a fare.

- Eddai, ti ho già chiesto scusa! Che antipatico! –

Zoro posò una mano sulle sue preziose spade.

- Beh, allora li affronteremo quando sarà il momento! –

Ghignò.

- Già! Sarà uno scherzo! Se poi restiamo uniti nessuno potrà batterci! Siamo i pirati più forti di tutti i mari! –

Sorrise Sanji. Sembrava che i due non vedessero l’ora di combattere.

- Ma.. e tu Rufy? Non sei preoccupato nemmeno un po’? –

Chiese Max.

- No, prechè, dovrei esserlo? –

La lasciò senza parole.

- Io sono ottimista sai.. sono il re dei pirati.. nessuno mi può battere! Quel Cacas è un illuso! –

- Rufy.. guarda che si chiama Charas.. non Cacas.. –

Lo corresse Shank.

- Fa lo stesso! –

Max non pensava che al mondo potessero esserci delle persone come Shank. Così calme e serafiche in ogni situazione. Anche nei casi più gravi.

- Non devi stupirti! –

Intervenne la navigatrice rivolgendosi a Max.

- Loro sono fatti così! –

Sorrise.

- Capisco.. –

- I-io sono il pirata più coraggioso di tutti i mari!! Vinceremo! –

Zoro gli diede l’estremità della sua spada sulla fronte.

- Ma quale pirata coraggioso Usop! Sei un fifone! Vuoi solo atteggiarti davanti a tuo padre! –

- Non è vero Zoro! Non sono più codardo come una volta!! –

- Non gridare! –

Rufy si stiracchiò e dopo aver fatto sentire a tutti il rumore della sua pancia vuota, disse di avere una fame da lupi e correndo allegramente come se nulla fosse successo si inoltrò al villaggio.

- Tornando a noi due chérie! Che ne dici di venire a bere una tazza di cioccolata con il sottoscritto? –

Sanji tornò alla carica con Max.

- Ah.. grazie.. molto gentile.. ma non mi va.. –

- Allora forse vuoi una tazza di tè.. o di buon latte caldo.. o di caffè.. o di cappuccino!! Ce n’è per tutti i gusti! Vuoi tenermi compagnia? –

Shank già non sopportava più quel cuoco da strapazzo.

- No, ti ha detto che non vuole! Max verrà con me alla locanda! Chiaro? –

- Levati di mezzo nonno! –

E ripresero a fissarsi trucidamente.

- Sanji, devi sempre dare spettacolo? –

- Non essere gelosa mia dolcissima Nami!! –

La rossa decise di ignorarlo definitivamente e insieme a Zoro raggiunse Rufy mentre Shank e Sanji non facevano che litigare. Ben dovette trattenere il suo capo che quasi voleva menare quel ragazzo insolente.

- Dovresti rispettarmi!! –

Ma Sanji si limitò ad espellere il fumo dalla sua sigaretta. Max non staccava lo sguardo dal villaggio. Si vedeva che Rufy e Shank erano molto simili. Sia nella vitalità che nel carattere. Nel modo di prendere le cose e nel comportarsi seraficamente in determinate situazioni. Si vedeva che per loro l’ottimismo era tutto. Eppure nonostante lei sapesse che erano in molti e che probabilmente questo giocava a loro favore, temeva che avrebbero fallito e che il villaggio sarebbe stato distrutto. Tutto era possibile in quel mondo. Purtroppo non poteva essere come Shank e Rufy.

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Capitolo 9
*** L'importanza dell'amicizia ***


CAPITOLO 9: L’importanza dell’amicizia


Come promesso Rufy non rivelò nulla a nessuno. Si comportava come al solito. Si rimpinzava fino a scoppiare e aveva già ripulito dieci piatti. Tutti gli occhi erano puntati su di lui, perché di clienti in quella locanda ce ne erano molti e naturalmente non conoscendolo non potevano aspettarsi una scena simile. Capitava invece che qualche ragazzino gli si avvicinasse per chiedergli un autografo, in quanto famoso per il titolo di re dei pirati.

- Vedo che anche oggi ne hai di appetito eh Rufy? –

Osservò Makino sorridendo mentre Rufy si riempiva la bocca di purè di patate e di arrosto col sugo.

- Certo! Ciomp! Ciomp! Vedi.. ciomp! Ciomp! Il fatto è che se si fondono insieme due tipi di cucina, la tua e quella di Sanji.. non posso fermarmi! Ciomp! Ciomp! –

E continuava a masticare.

- E’ vero! In effetti i clienti sono aumentati da quando tu mi aiuti Sanji! Ti ringrazio! –

- Ma figurati Makino adorata! Per te questo ed altro! Lo sai che farei di tutto pur di rendermi utile nei tuoi confronti! –

E assunse l’immancabile espressione da pesce lesso con le narici dilatate e gli occhi cuoriformi.

Loro invece erano ancora al porto. Forse per la locanda troppo piena.. o forse.. solo per restare a riflettere in tranquillità. Max era seduta sul ponte con le gambe a penzoloni sospese sopra il mare. Aveva lo sguardo perso, fissava un punto indefinito dell’oceano senza proferire alcuna parola.

- Ehi! Va tutto bene Zucchero? –

Lucky si sedette accanto a lei sgranocchiando il suo solito cosciotto.

- Oh.. si.. certo! –

E ripiombò nel silenzio.

- Siamo bugiardelle stamattina eh? –

Diede un altro morso alla coscia di arrosto.

- Hai ragione, scusa! –

Si rese conto di aver dato quell’impressione a tutti loro. Di avergli fatto capire che qualcosa la turbava.

- Vedi.. sono preoccupata per Ennie! –

- Perché? Che ha fatto quella mocciosa? –

Domandò con la bocca piena.

- Niente.. ma ieri sera era così triste.. e stamattina non è uscita dalla sua stanza! –

Di solito era mattiniera. Si alzava alla stessa ora degli altri, ed era sempre piena di vita. Ma quella mattina invece non era uscita dalla sua camera nemmeno per fare colazione. Voleva andare a chiamarla ma Shank la aveva fermata.

- Lasciamola un po’ sola! Forse le servirà! –

Aveva detto con il suo solito tono dolce e rassicurante. In realtà quelle parole davano un altro significato.

- Non preoccuparti, non è niente! Vedrai che le passerà. Ora è solo giù di morale! –

- Beh.. avrà sonno! –

Osservò Luchy ma voleva solo tranquillizzarla.

- No, ne dubito! Ieri sera è andata a letto presto.. prima del solito.. per questo dico che è strano.. temo che si senta messa da parte.. inutile! –

E poteva immaginarlo. Era cresciuta su una nave pirata vivendo ogni giorno della sua vita insieme a gente di questa razza. Era normale dunque che volesse combattere e dimostrare di essere forte e coraggiosa.

- Credimi, quelli sono solo capricci! –

Addentò nuovamente il cosciotto.

- Ma mi rendo conto che per lei può essere dura! –

Con fatica si rialzò, barcollando.

- Vedrai! Nel giro di qualche ora verrà allo scoperto! Le passera! –

Anche lui ne era sicuro. Probabilmente aveva ragione. Doveva smetterla di preoccuparsi tanto. Tuttavia non ci riusciva. Non era facile. Era sua madre e non vedere sua figlia per tutta la mattina era un’impresa difficile.


Era sdraiata sul suo letto ormai da ore. Nonostante si stesse annoiando terribilmente però non aveva intenzione di uscire. Forse stava sbagliando, forse la sua mamma e il suo papà erano preoccupati.. ma lei proprio non ce la faceva. Perché era triste e non sarebbe riuscita a sorridere. Era più forte di lei. L’idea di essere assolutamente inutile a bordo di quella nave la faceva soffrire. Perché aveva solo dieci anni, dunque nessuno mai le avrebbe chiesto di aiutarlo nelle battaglie, non avrebbe mai potuto combattere. Come di li a poco. Quando i pirati avrebbero attaccato l’isola, lei cosa avrebbe dovuto fare? Starsene chiusa in una casa per evitare guai. Non serviva a nulla lei. Nessuno aveva bisogno di lei. Stava male.


- Outch!!! –

Lucky si era appena tuffato in mare. Stranamente la temperatura si era fatta piuttosto elevata. Ma si sapeva che lucky non era esattamente una piuma.. e tuffandosi aveva sollevato tanta di quell’acqua che la povera Max si era fatta la doccia.

- Ops! Scusami Zucchero! Non volevo bagnarti! –

Si strizzò i capelli letteralmente fradici. Ma era tutta da strizzare.

- Non fa niente! avevo giusto caldo! –

Si buttò i capelli all’indietro.

- Ora però ho freddo.. –

Disse lievemente mentre Lucky non udì alcuna parola preso a sguazzare. Era perfettamente rotondo quindi galleggiava che era una meraviglia.
Scosse la testa. Se Ennie fosse stata con lei si sarebbe tuffata e lo avrebbe di certo annegato. Sorrise. Poi sentì un asciugamano caderle sulla testa. Lo sollevò e vide Ben sedersi accanto a lei.

- Asciugati! Quell’idiota ti ha lavata per bene! Dovrebbe avere più rispetto per le signore! –

Si accese un’altra sigaretta mentre sul ponte c’erano già una decina di mozziconi.

- Tu hai troppa pazienza Max! con tutti noi! Ancora dopo tutti questi anni mi domando come ci riesci! –

Espulse una nube di fumo.

- Che ci vuoi fare! Sono un tipo paziente che non perde la calma per così poco! –

Disse strofinandosi i capelli.

- Ecco perché Shank si è perdutamente innamorato di te! Sei una donna eccezionale! –

Ben era rimasto molto colpito dalla donna già la prima volta che la vide. Appariva arrogante, presuntuosa e con un bel caratterino. Sapeva cavarsela da sola, con coraggio e determinazione. Ma poi, conoscendola meglio si era mostrata sensibile, dolce e premurosa. Inoltre non era da tutti sopportare quegli scansafatiche vivendo ventiquattro ore su ventiquattro insieme a loro. Era una compagna fantastica e un’amica preziosa.

- Ti ringrazio! Ma io non sono poi così speciale! –

Osservò avvolgendosi l’asciugamano intorno alla vita.

- Stai scherzando? Dovresti avere un po’ più di considerazione di te stessa! Lo sai? –

- Si.. questo è un mio difetto! –

Non aveva mai avuto molta fiducia nelle sue capacità. Si era sempre aggrappata a Shank, nonostante avesse le facoltà del frutto del diavolo. Prima di incontrarlo invece, era del tutto diversa. Perché era sola, quindi non aveva paura della morte. Chi avrebbe versato lacrime sulla sua lapide? A chi avrebbe fatto del male scomparendo dalla faccia della terra? Proprio ad anima viva. Ora però aveva Shank e una splendida bambina. E anche tanti amici. Non era più sola da undici anni e questo le impediva quindi di buttarsi verso la morte con volontà.

- Forse l’unico! –

Esclamò il vice buttando a terra ciò che rimaneva della sua sigaretta.

- Sei molto gentile Ben! –

Con il vice aveva forse molta più confidenza che con gli altri. Probabilmente perché era il braccio destro del suo fidanzato. In ogni caso era in assoluto il suo migliore amico.

- Figurati! La sincerità è il mio forte! –

Sorrise tirando fuori un’altra sigaretta. Proprio in quel momento Max mise una mano su di essa portandogliela via.

- Dovresti smettere di fumare! –

La piegò spezzandola a metà e la buttò lasciando che facesse compagnia agli altri mozzioni sparsi ai suoi piedi.

- Scusa, hai ragione! Ti da fastidio il fumo! –

Disse cercando di non estrarne un’altra.

- Non è questo Ben! È per la tua salute! Fumare fa molto male lo sai? –

Lo sapeva. Ormai erano secoli che fumava, non era mai riuscito a smettere.

- Si! Lo so eccome! Ma purtroppo non riesco a togliermi il vizio! –

- Beh, dovresti! Se vuoi ti do una mano! –

In effetti era vero che non sopportava il fumo. Ormai tutta la nave puzzava di nicotina e lei doveva andare in giro con il profumo spruzzandolo immediatamente dopo il passaggio di Ben. Proprio le dava parecchio fastidio. Ma lo aiutava volentieri a togliersi la voglia di sigarette per la sua salute.

- Sei molto gentile! –

Disse quando però non aveva alcuna intenzione di provare a smettere.


Sentiva tutti ridere e scherzare. Udiva il suono degli spruzzi d’acqua che Luchy sollevava nuotando. Si stavano divertendo, sembravano quasi averla dimenticata.. poi però le tornarono alla mente le parole di suo padre.

- Non posso permettermi che ti accada qualcosa! –

Lo aveva detto con tanto affetto.. solo che in quel momento era presa dallo sconforto e non ci aveva fatto troppo caso. Ma ora.. si rese conto di esagerare. Forse davvero era troppo presto per lei, forse veramente era troppo piccola. Doveva aspettare ancora qualche anno.. ma poi finalmente anche lei avrebbe potuto dimostrare il suo valore. Non doveva arrabbiarsi con suo padre perché le aveva ordinato di stare nascosta e di evitare guai. Lui lo aveva fatto per lei, per proteggerla. Non voleva perderla, mai. Perché la amava e lei questo non lo aveva capito. Quanto si vergognava. Basta, doveva scendere e chiedere scusa. Così aveva dimostrato di essere davvero solo una bambina, una bambina capricciosa. Scese velocemente dal letto, corse sul ponte e si affacciò. Ora voleva solo andare a divertirsi con loro, con i suoi amici. E lasciarsi tutto alle spalle. Scese dalla nave mentre Max, che la vide mettere finalmente i piedi a terra, si sentì sollevata.

- Visto? Eccola la nostra piccola! –

Disse Ben vedendo Max più tranquilla. Ennie corse da lei salutandola come se nulla fosse successo.

- Ciao mamy! –

Disse con il suo largo sorriso. Immediatamente Max la strinse a se, mentre Ennie si sentì ancora più mortificata.

- Mi sei mancata stamattina! –

Disse mentre Ben si alzò allontanandosi per lasciarle un po’ da sole.

- Scusami! Non volevo farti preoccupare mammina! Non lo farò più! –

Si staccò da lei stringendole le mani sentendo che Shank aveva avuto ragione. Non serviva parlarle. Doveva uscirne da sola. E ce l’aveva fatta. Aveva capito. Il rosso si avvicinò lentamente alla figlia che senza accorgersene si beccò un sonoro pugno sulla testa.

- AHIAAA! –

Si portò le mani sul capo sentendo un grosso bernoccolo. Si voltò per guardare in faccia l’autore di quel gesto e vide suo padre con sguardo serio e le braccia conserte.

- Brutta mocciosa! –

Le venne quasi l’istinto di scappare. Le faceva paura.

- Ti sembra questo il modo? Non devi fare preoccupare la tua mamma! –

- Mi dispiace! Ma.. mi hai fatto male papy! –

Esclamò mentre aveva le lacrime agli occhi per il dolore. In realtà Shank voleva solo fingere di essere un padre severo, anche lui non aveva fatto altro che pensare alla sua bambina. E vederla finalmente li con loro, con quel faccino così dolce lo rese felice. Cambiò immediatamente espressione, tornando a sorridere dolcemente.

- Su, vieni qui sciocchina! –

La sollevò mentre ancora la testa le doleva ma la bambina gli strinse il collo ignorando il bernoccolo, perché se lo era meritato quel pugno. Poi si udì un rumore. Il suo stomaco brontolava e anche piuttosto rumorosamente.

- Emm.. –

Non aveva fatto colazione quella mattina. Ora moriva di fame.

- Vorrei mangiare qualcosa! –

Arrossì. Shank ridendo la mise giù mentre Max la prese per mano.

- Dai, vieni! Ti porto alla locanda! –

E insieme si allontanarono giungendo al villaggio che finalmente parve svuotarsi. Entrarono di corsa alla locanda per prendere posto e fu sorpresa nel vedere che Rufy era ancora li. Ancora mangiava e accanto a lui c’erano almeno una ventina di piatti, se non di più.

- Ehi Rufy! Ma da quant’è che stai mangiando? –

Si sedette accanto a lui con la piccola Ennie in braccio.

- Ah! Ciao! –

Sollevò una mano mentre aveva la bocca piena.

- Oh! Mia adorata! Musa dei miei sogni! –

Sanji non poteva non notare Max e immediatamente rifilò i piatti che aveva in mano alla povera Makino che a momenti li faceva cadere tutti, provocando un disastro.

- Ciao Sanji! –

Gli sorrise sperando che Shank non decidesse di raggiungerle, o lo avrebbe menato di certo stavolta.

- Allora alla fine ti è venuta fame! Dimmi tutto! Cosa desidera la mia fata? –

- E-ehm! –

Tossicchiò la piccola Ennie catturando l’attenzione del cuoco.

- Veramente sono io quella che deve mangiare e ti sarei grata se lasciassi la mia mamma! Ce l’ha già un fidanzato! Il mio papà! Ed è l’uomo più strordinario del mondo! –

Sanji sentiva le vene pulsargli sulla tempia. Era uguale a suo padre quella piccola impicciona, ma pensò bene di non mettersi a litigare con lei, sarebbe caduto in basso se avesse attaccato briga con una bambina di dieci anni.

- Si! Sentiamo dunque! Cosa desideri mangiare? –

- Un piatto di minestra! –

E subito sparì dietro alla porta della cucina. Rufy, che finalmente parve aver finito di mangiare, si strofinò la pancia piena come un uovo, digerendo soddisfatto.

- Che bella abbuffata! –

A Max scappò da ridere ma cerò di trattenersi. Non voleva di certo offenderlo.. ma era così buffo..

- Perché stai ridendo? –

chiese perplesso mentre Ennie si rifaceva gli occhi nel vedere quale meravigliosa e succulenta minestra calda le stava arrivando.

- Niente! Scusami! E’ che tu.. mi ricordi molto Shank! –

Anche il rosso dopo un pasto si massaggiava sempre la pancia piena e lei ammirava sempre quel suo sorriso da bambinone soddisfatto, che sembrava non mangiare da settimane.
Così passò il tempo. Ennie si rimpinzò fino a scoppiare mentre Rufy faceva ridere Max con i suoi assurdi racconti. Non credeva che Rufy fosse così spassoso. Di per se le sue avventure erano si entusiasmanti ma non la stupirono, poiché anche lei era stata alla Rotta maggiore e anche lei aveva attraversato simili peripezie e pericoli che quasi le costarono la vita. Era il modo in cui le raccontava che la faceva sbellicare. Rufy la faceva morire dalle risate.. proprio come lui.. si era invaghita così tanto di lui la prima volta, proprio perché la faceva ridere. Ma soprattutto, ciò che più le piaceva, che adorava di lui, era la sua risata. Una risata sguaiata, ma aperta. Trasmetteva serenità e tranquillità contagiando chiunque gli stesse vicino. Anche lei. Tutt’ore dopo undici anni, amava Shank come la prima volta, anzi.. ripensandoci non era affatto come i primi tempi. Il suo amore cresceva di giorno in giorno e non poteva proprio fare a meno di lui. Era la sua droga, la sua nicotina, tutto ciò che fa ubriacare una persona.. lui lo possedeva. Aveva la facoltà di renderla priva di alcuna forza. Le faceva tremare le gambe, sciogliere il cuore e le piaceva. Perché lei era pazzamente ubriaca di lui.

- Come mai quella faccia sognante? A cosa pensi? –

Fu Rufy a distoglierla dai suoi pensieri “ubriachi” riportandola alla realtà.

- A cosa vuoi che pensi Rufy? Al mio papà naturalmente! –

Rispose Ennie per lei.

- Ma.. Ennie! –

Arrossì mentre la figlia solo guardandola aveva colpito in pieno la verità.

- Beh? Non è forse vero? Sai Rufy.. –

Riprese dunque la bambina ormai sazia.

- Lei e papà sono di un appiccicoso.. stanno sempre incollati! Non si separono mai! Sono innamorati cotti! –

- Insomma, adesso basta! –

Ormai era diventata del colore del lampone.

- Beh? Che c’è di male? Se due persone si amano è normale stare vicini! –

Disse il re dei pirati con un dolce sorriso.. sembrava quasi.. che anche lui amasse qualcuno.. ma forse era solo una sua impressione.. forse era solo la sua personalità ad indurlo a parlare e pensare a quel modo, così da capire a fondo le persone.

- E’ vero! –

Lentamente tornò del suo colore naturale.

- Allora, vuoi che continui? Sapessi quante storie d’avventura ho ancora da raccontarti!! –

Gli brillavano gli occhi. Si vedeva che il mare era tutto per lui, sin da bambino desiderava salpare alla volta di mille avventure, e alla fine aveva mantenuto la sua promessa. Quella di diventare il miglior pirata del mondo.

- Beh, vorrei farti qualche domanda adesso! –

Rispose dunque lei.

- Ecco.. nella tua ciurma ci sono dei ragazzi valorosi e uno più incredibile dell’altro. Hai lo spadaccino più forte del mondo, la migliore navigatrice, il più bravo cuoco e .. –

- Il miglior bugiardo! –

La interruppe Rufy.

- Già.. ma dimmi.. hai affrontata le interperie della Rotta maggiore solo con quattro uomini appresso? –

Le sembrava strano che una ciurma di pirati fosse composta solo da cinque persone..

- Veramente no! –

Osservò Rufy.

- Con noi c’erano altre due persone! –

Era curiosa. Voleva chiedergli che tipo di persone fossero, ma non fu necessario.

- Sai, c’erano una strampalata renna parlante, Chopper, nonché il nostro medico di bordo e un’abilissima archeologa, Robin! Entrambi hanno grandi poteri sai? Come me hanno mangiato un frutto del diavolo! –

Ripensava a quante ne avevano passate tutti insieme.

- Però non si sono trasferiti qui con noi! –

E gli era dispiaciuto parecchio. Orami erano tutti una grande famiglia.

- Chopper è tornato nel suo paese invernale, l’isola di Drum, dove migliorare ulteriormente le sue capacità di medico! –

Ascoltava le sue parole con molta attenzione. Nonostante fosse passato parecchio tempo, non li aveva dimenticati.

- Robin invece voleva studiare archeologia in un paese dotato di rovine e grotte misteriose! –

Gli altri inveve erano ripartiti insieme a lui.

- Ti mancano? –

- Si! –

Rispose prontamente.

- Molto! Ma non potevo impedirgli di rinunciare alle loro volontà! Il loro cuore gli suggerivano un’altra via, dunque come potevo fermarli? –

Lo ammirava davvero molto.

- Io ho anche un fratello sai? Ha tre anni più di me! –

Non sapeva che avesse un fratello.

- Anche lui ha i poteri del famoso frutto, può creare fuoco! E’ fortissimo! E io lo adoro il mio fratellone! –

Aveva lasciato il villaggio Fusha prima di lui, per cercare il grande tesoro. Ora invece, comandava la seconda flotta dei pirati di Barbabianca. Da quanto era salpato non lo aveva più rivisto.. finchè un giorno, non si rincontrarono ad Alabasta. Un regno in rovina, dove regnava la rivolta contro il palazzo reale. Rufy aveva aiutato la principessa Bibi Nefertari a salvare il regno.
Quando rivide suo fratello, non stava più nella gioia. Era così felice… ma si separarono quasi subito purtroppo.

- Vorrei tanto rivederlo! Oltre ad essere il mio fratellone è anche il mio migliore amico! –

Già. Dimenticava che Shank era un padre per lui.
Era quasi passato un anno.. eppure non aveva dimenticato niente e nessuno. Il senso dell’amicizia per lui era molto importante. Come del resto lo era per lei, che per tredici lunghi anni non aveva avuto altro che solitudine.

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Capitolo 10
*** Nemici alle porte ***


CAPITOLO 10: Nemici alle porte


Le parole così chiare e così sincere del re dei piati le erano entrate in profondità perché per la prima volta si rese conto che Rufy era simile perfino a lei. Il senso dell’amicizia per lui era importante così come lo era per lei. Era ancora giovane e ingenuo ma sapeva parlare profondamente ed esprimere pensieri seri e intelligenti. Sapeva farsi amare, lei invece alla sua età era sola.. lo era stata per tredici lunghi e interminabili anni.. finchè Shank non apparve nella sua vita e la catturò per sempre.

- Sei incredibile Rufy! –

Gli disse abbassando lo sguardo sentendosi quasi inferiore a lui, senza alcun motivo.

- Perché? –

- Il modo in cui parli e in cui ti esprimi.. sei un ragazzo eccezionale! –

- Ma dai! –

Sorrise il ragazzo.

- Soprattutto mi stupisce.. –

Continuò Max.

- Con che coraggio tu abbia affrontato il viaggio nella rotta più pericolosa! Sembra quasi che non sappia cosa voglia dire tremare di paura! –

Dovette mordersi la lingua quando notò che Rufy assunse uno sguardo serio, quasi come se quella constatazione uscita a sproposito dalla sua bocca, gli avesse dato fastidio.

- Si, questo è quello che voglio far vedere! –

Disse dunque.

- Ma in realtà so benissimo cosa sia la paura, parecchie volte io ho tremato per il terrore! –

Sanji, sussultò.

- Come Rufy! TU hai avuto paura? –

Si sentiva un verme. Lui, che stava al suo fianco da parecchio tempo, per la prima volta aveva scoperto la vera natura di Rufy. Lui era forse il ragazzo più sicuro di se che si sia mai visto, ma anche uno come lui poteva avere paura. In fondo era naturale.

- Certo! Ne ho avuta eccome! –

Quasi si innervosì perché mai nessuno lo considerava per quello che era davvero. Un ragazzo come tanti.

- Per esempio quando Zoro ha rischiato la vita combattendo contro Occhi di falco la prima volta! –

Se la ricordava bene la loro prima sfida. Era stato Zoro a lanciarla e pur sapendo di non avere molte possibilità aveva continuato a battersi fino allo stremo delle forze. Che paura aveva avuto quando Mihawk inflisse una brutta ferita sul suo petto. Perdeva così tanto sangue… temeva di aver perso un amico prezioso, perché lui era stato non solo il primo uomo ad entrare nel suo equipaggio, ma anche il suo primo vero amico.

- Oppure quando Nami non voleva più tornare insieme a noi in mare aperto dicendo di essere una degli ufficiali della banda di Arlong! –

Anche in quell’occasione aveva rischiato di perdere una cara amica se non si fosse intestardito.

- O anche quando ho rischiato di morire perdendo contro Crocodile la prima volta che l’ho affrontato a Rainbase! –

Ne aveva passate tante ma in ogni caso sapeva di non essere rimasto solo, di avere sempre e comunque un supporto morale da qualcuno dei suoi compagni.

- Scusa! –

Disse Max amareggiata.

- Dimenticavo che il viaggio nella rotta maggiore è uguale per tutti! Nessuno riesce ad attraversare la linea marittima senza finire nei guai, o senza affrontare mostri marini, nemici pericolosi e rischiare la vita! Dopotutto ci sono passata anch’io! –

Ma nonostante avesse avuto talmente tanta paura da morire solo per questo, era felice, perché per la prima volta non stava affrontando un pericolo da sola. C’erano tutti i suoi amici. Ben, Yasop, Lucky e tutti gli altri.. ma soprattutto.. c’era lui. Lui, sempre pronto ad afferrarle la mano anche solo se la sentiva nervosa. Lui, che riusciva a ghiacciarla guardandola con quei suoi bellissimi occhi. Lui, che la proteggeva sempre, c’era sempre in ogni momento. Non la aveva abbandonata mai, nemmeno la priva volta.

- Ah! Ma di che ti scusi! –

Riuscì a distoglierla dai suoi pensieri tirandole una pacca sulla schiena così violenta che la povera Max picchiò la fronte contro il tavolo.

- AHIAAA! MA SEI MATOOOO? –

Sanji tirò un cazzotto sul capo del ragazzo il quale ci mise un po’ per riuscire a trovare la forza per sollevare il capo facendolo tornare al suo posto.

- Stai bene splendida creatura? –

Max si sollevò portandosi una mano sulla fronte mentre gli occhi le lacrimavano. Rufy era un ragazzo ben educato, dolce gentile.. tutto quello che voleva.. ma aveva una forza spaventosa che a volte non riusciva a controllare.

- Ops.. –

Disse soltanto Rufy, sorridendo per sdrammatizzare.


- Ehi capo! Qui va bene? –

Recentemente la bandiera nera si era ritrovata con uno strappo, così Shank la aveva consegnata a Max per ricucirla ed era riuscita a fare un bel lavoro. Solo che la posizione della bandiera sull’albero maestro non lo convinceva più, così aveva chiesto a Yasop di aiutarlo a spostarla. Lui era abituato ad arrampicarsi sull’albero, dunque era più agile ed elastico, come una scimmia. Purtroppo però qualunque tentativo lui facesse per trovare la posizione ideale della bandiera, Shank trovava sempre da ridire sulla veduta del simbolo.

- No! Non si vede bene! Così è troppo nascosta! Voglio che incuta terrore in chi la osserva! –

Ancora una volta Yasop dovette spostarla e appenderla dall’altra parte. Ormai non sapeva più cosa fare.

- Aspetta.. fermo…. Lasciala li.. –

Indietreggiò lentamente.

- Perfetto! –

Mostrò il pollice e finalmente Yasop poté tirare un sospiro di sollievo. Strinse accuratamente i nodi ed ecco stabilita la nuova posizione della bandiera. Veramente si erano limitati ad alzarla.. ma per Shank quello della sua bandiera era una specie di “balzo evoluzionistico” ma cosa significasse davvero non lo aveva capito ancora nessuno, forse neanche lui.

- Secondo me dov’era prima andava benissimo! Sei tu che sei fissato! –

Osservò Lucky.

- Chiudi il becco testone! Non capisci niente! Essendo più alta è più in vista! Di conseguenza i nostri avversari tremeranno di più! –

E scoppiò a ridere come al solito assordando tutti. Se c’era una cosa che amava in particolare era far correre i suoi avversari. Gli piaceva quando tremavano di paura davanti a lui, ma in fondo era un pirata perciò quello che sentiva era del tutto normale. Sembrava un disco incantato, non la smetteva, ma poi quando notò Max giungere verso di loro insieme a Sanji e a Rufy si ricompose.

- Ciao! –

Sollevò la mano in segno di saluto finchè non si accorse che Max pigiava un piccolo impacco di ghiaccio sulla fronte.

- Santo cielo tesoro! Cosa ti è successo? –

Corse velocemente verso di lei .

- Chi è stato? Dimmelo così vado la e lo sfascio! –

Si rimboccò la manica.

- No, veramente Shank.. –

Intervenne Rufy.

- Sono stato io! Ih ih ih ih! –

Si sapeva che il suo unico modo per placare le acque era sorridere.

- MA TI HA DATO DI VOLTA IL CERVELLO? –

Shank lo afferrò per la collottola aguzzando i denti.

- COME HAI POTUTO PICCHIARLA?? –

Max cercò di calmarlo trattenendolo per il mantello, perché sembrava avesse tutta l’intenzione di picchiare Rufy. Gli voleva un gran bene, lo adorava e tutto ma se c’era di mezzo Max allora non transigeva.

- No, aspetta! E’ stato un incidente! –

Spiegò lei.

- Eh? –

Sembrò calmarsi, dunque Rufy riuscì a staccare la mano del rosso dalla sua giubba.

- Un incidente? –

Chiese perplesso.

- Si! Mi ha tirato una pacca sulla schiena.. ma senza volerlo ci ha messo parecchia forza… e ho.. pestato la fronte contro il bancone! –

Rimase un attimo in silenzio. Fissò il sacchetto di ghiaccio senza dire una parola.

- Scusa.. posso? –

Afferrò l’impacco e lo tolse lentamente dalla sua fronte. In alto a destra spiccava un piccolo bernoccolo ancora rosso. Non poteva resistere. Sentiva che stava per scoppiare. Sarebbe stato maleducato nei suoi confronti.. ma non ce la faceva.

- Ah ah ah ah ah ah ah ah! –

Ecco, avrebbe dovuto aspettarsi una reazione simile.

- Che diavolo hai da ridere? –

Arrossì la donna. In effetti se ci pensava ciò che era accaduto poteva essere divertente.. se però non fosse successo a lei.

- Ah ah ah ah ah ah ah ah! –

- Ne hai ancora per molto? –

Sentiva un gran prurito alla mano e in quel momento non si sarebbe trattenuta, lo avrebbe schiaffeggiato a sangue.

- Ah, scusami! Ah ah ah! E’ che… non ce la faccio! Ah ah ah! –

Sospirò amareggiata. Del resto Shank era fatto così e lo sapeva bene.

- Sei sempre il solito capo! –

Esclamò Ben avvicinandosi alla povera Max.

- Aspetta, ci penso io! Vieni con me! –

Mentre Max veniva accompagnata da Ben, cacciò fuori la lingua in direzione di Shank che sorrise divertito.
Giunsero in cambusa e Max si sedette sul tavolo massaggiandosi il bernoccolo dolorante. Ben sostituì l’impacco di ghiaccio.

- Ecco tieni! –

- Grazie mille! –

Pigiò il ghiaccio contro il bernoccolo che lentamente si stava attenuando.

- Ti fa male? –

Chiese sedendosi accanto a lei.

- Solo un po’ ma non è niente! Che vuoi che sia un bernoccolo! –

Osservò lei.

- Mpf! –

Si portò una mano alla bocca e Max lo notò benissimo.

- Beh? Ti metti a ridere anche tu adesso? Prima mi aiuti e poi mi prendi in giro? –

- No, scusa! Non stavo ridendo di te, ma di Rufy! –

Precisò il vice.

- Sai, lui è sempre stato un combina guai! Fin da piccolo! Figurati poi dopo aver mangiato il frutto del diavolo! –

Spiegò mentre Max ascoltava in silenzio.

- E con gli anni non è cambiato per niente! –

Eh si. Max ne aveva avuto la prova.

- Sei arrabbiata? –

- Con lui? E perché dovrei? –

Sorrise apertamente come solo lei sapeva fare. Non aveva mai saputo il perché.. ma Ben adorava quel suo sorriso, proprio come Shank. Forse gli piaceva perché sapeva trasmettere tranquillità in chi lo ammirava..

- Chiedevo! –

Senza nemmeno accorgersene frugò nella tasca dei pantaloni estraendo un pacchetto di sigarette.

- Ben! –

Lo rimproverò con lo sguardo.

- Ah, scusa, me n' ero dimenticato! –

Ripose il pacchetto nella tasca.

- Mi viene naturale purtroppo! –

- Non fa niente! –

Quella frase lo sorprese.

- Vedi, io non posso costringerti a smettere di fumare! Purtroppo la salute è tua, non mia! –

- Invece ti ringrazio! Vuoi solo aiutarmi! Lo fai per il mio bene! Come al solito del resto! –

E si sorrisero apertamente come due buoni amici.


Il buio ormai era calato e al villaggio tutti si preparavano per andare a dormire. Shank aveva cenato fuori. Era rimasto alla locanda di Makino in quanto desiderava passare del tempo con il suo adorato Rufy. In realtà però, come al solito avevano dato spettacolo litigando come ai vecchi tempi. In fondo anche se non lo voleva ammettere, Rufy stesso si divertiva a portare avanti delle discussioni con l’uomo che per tanto tempo era stato, il suo ideale. Probabilmente lo sarebbe rimasto sempre, fino alla fine dei suoi giorni..
Tornò a bordo della sua nave molto tardi e tutti ormai si erano rimboccati le coperte. Silenziosamente percorse il corridoio giungendo nella sua cabina. Avrebbe voluto passare a salutare la sua bambina, ma temeva di svegliarla, dunque decise di rimandare alla mattina successiva. Max sembrava dormire profondamente mentre la luce della luna illuminava il suo bellissimo volto. Si sistemò nel letto e lentamente le si avvicinò. Iniziò ad accarezzarle i capelli finchè non notò una leggera sporgenza sulla fronte. Prese a sfiorarla delicatamente sentendo che gli veniva ancora da ridere, ma era troppo innamorato di lei per deriderla nuovamente. Baciò affettuosamente la sua fronte destandola così dal suo sonno.

- Sei tornato adesso? –

Chiese lei strofinandosi gli occhi.

- Si, Scusa! Non volevo svegliarti! –

- Non preoccuparti! Ero mezza sveglia! –

La temperatura si era fatta più bassa recentemente,dunque pensò di strofinarsi contro di lui.

- Ti fa ancora male la fronte? –

Le chiese avvolgendola con le braccia.

- No! E’ tutto a posto! Ho la testa dura io! –

Disse ridacchiando.

- Oh, non c’è alcun dubbio! –

- Beh? Fai del sarcasmo? –

In tutta risposta le strofinò affettuosamente il capo con il pugno. Poi entrambi si sorrisero persi l’uno nell’altra, finchè Max non si soffermò a pensare.

- Shank.. –

Lo chiamò ripensando alle parole del re dei pirati.

- Mh? –

- Conosci il fratello di Rufy? –

- Ah, Ace? –

Forse Rufy gliene aveva parlato quel pomeriggio.

- Si, lo conosco! –

Disse.

- Che tipo è? –

- Sei curiosa eh? –

- Molto! –

Si sistemò un braccio dietro al capo e riprese.

- E’ completamente diverso da Rufy! –

Spesso pensava che ci doveva essere un errore. Non sembravano affatto costituiti dallo stesso sangue.

- Un tipo molto gentile, premuroso… c’è solo una cosa che li rende simili! –

E sfidava chiunque a negarlo.

- La determinazione nel realizzare i propri sogni! Entrambi sono coraggiosi e non temono il pericolo! –

Se lo ricordava bene. Aveva badato anche a Ace.. ma limitatamente. Perché oltre ad essere più grande di età rispetto a suo fratello, era anche più maturo e sapeva badare a se stesso. Poi,un giorno, Ace aveva lasciato l’isola e non lo aveva più visto. Nemmeno in mare. Ma sapeva che faceva parte della ciurma del suo vecchio amico Barbabianca, per così dire. Lo aveva incontrato un paio di volte, ma mai Ace era comparso d’innanzi ai suoi occhi. Questo perché come sempre era in giro da solo cavandosela con le sue uniche forze.

- E’ un bravo ragazzo! –

Ma non udì più alcuna parola. Max si era addormentata. Proprio come una bambina che cade come un sasso nel mondo dei sogni dopo aver ascoltato una favola dal proprio genitore.

- Buona notte piccola! –

Disse sussurrando prima di respirare profondamente e mettersi a dormire.

Sotto i primi raggi solari, Lerry, il consegna-giornale del villaggio, camminava a passo veloce distribuendo i quotidiani sulle porte delle case. Giunse davanti alla locanda e un rumore di setole di scopa che passavano per terra attirò la sua attenzione. Si sporse per vedere meglio oltre alle porticine di legno in stile western dell’osteria e notò la proprietaria con la sua immancabile bandana legata sul capo.

- Oh, buon giorno Makino! –

La salutò cordialmente quasi spaventandola.

- Ciao Lerry! Buona giornata anche a te! –

Sorrise prima di riprendere a spazzare.

- Lavori già a quest’ora? Non è un po’ presto per preparare la locanda? –

Osservò grattandosi la guancia perplessivamente sostenendo un pacco di giornali sotto il braccio destro.

- Sto solo dando una ripulita! –

Rispose l’altra.

- Ieri sera era molto tardi e non ne ho avuto il tempo! –

- Capisco! Non stancarti troppo però! Mi raccomando! –

La salutò con un cenno del capo e riprese il suo cammino.
Le giornate iniziavano molto presto al villaggio Fusha.. almeno per alcuni. Appariva come un luogo allegro, caldo e accogliente, nessuno fra i visitatori poteva dire di non essersi trovato bene. Purtroppo però quella calma e quell’aria di solidarietà e allegria erano destinate a finire a breve.

Il cuoco della nave denominata “Il vento dell’est” canticchiava mescolando la miscela per i biscotti. Aveva in programma di farli al cioccolato quella mattina, i preferiti del suo capo. Almeno lo avrebbe tenuto buono per un po’. Era un periodo che non stava fermo un momento. Se un tempo era pieno di vitalità ora non si sapeva se era stato investito dalla polvere di qualche fatina. Filava sempre come un razzo.
Il via vai si faceva sempre più massiccio a bordo di quel vascello. Il bagno non aveva un attimo di respiro. Ormai si era formata la fila alla porta. Dopotutto ce n’era solo uno al loro servizio.. e Max in particolare si era sempre chiesta come questo fosse minimamente possibile. Ma non aveva mai polimizzato perchè lei non aveva problemi. c'era un'alta toilette riservata per lei.. nessuno prima del suo arrivo l'aveva mai adoperata.. questo perchè non era confortevole per degli uomini come Shank e gli altri. In altre parole era riservato per le donne. Non è noto trovare il gentilsesso a bordo di una nave pirata. gli uomini di mare non possono farne a meno di solito..

Sbadigliò a trecentosessanta gradi allungando il braccio che si posò nell'altra parte del letto e la scoprì vuota. Max doveva essersi già alzata. Si vestì rapidamente e uscì dalla cabina. udì delle risa provenire dalla stanza di Ennie, dunque andò a curiosare. Le sue dolci metà erano sedute davanti allo specchio mentre Max intrecciava i capelli della sua bambina.

- Oh, vedo che vi divertite molto senza di me! -

Disse entrando nella camera.

- Ciao papy! -

sollevò un braccio senza staccare gli occhi dallo specchio. Le piaceva molto fissare la sua mamma mentre le acconciava i capelli. Sapeva farlo con tale precisione.. come se i suoi capelli venissero scolpiti.

- buon giorno amore! -

Disse Max mentre Shank si chinava su di lei per darle un bacio.

- La colazione sarà quasi pronta! Non state troppo a pavoneggiarvi davanti allo specchio! Tutte vanitose le donne di oggi! -

- Chiudi il becco! -

Sbottò Max prima che Shank scomparisse dietro alla porta.
Purtroppo quelli erano gli ultimi momenti in cui potevano stare insieme in tranquillità. Presto qualcosa avrebbe sconvolto tutto. In fondo l'era della pirateria era famosa per questo. Non esistevano acque calme. Ne in mare nè a terra.

- Va tutto bene Max? -

Era come se lei se lo sentisse. Non conosceva il motivo ma avvertiva qualcosa dentro, un brutto presentimento. A colazione il cuore le batteva all'impazzata e non poteva fermarlo.

- Come? Oh, certo Ben! Non ti preoccupare! E' tutto a posto! -

In realtà se ne era accorto anche Shank. Lui e il vice erano gli unici a conoscere Max veramente a fondo.
Da quando quella lettera minatoria aveva fatto la sua comparsa non riusciva più ad essere veramente se stessa. Si sforzava di essere allegra e tranquilla, proprio come Shank e Rufy.. ma non era un'impresa semplice. Purtroppo non appena si ritrovava da sola o in silenzio, i pensieri prendevano forma dentro di lei. Aveva una paura terribile, questa era la verità. Non tanto per i pirati. Ciò che la spaventava non era il combattimente che lei e tutti gli altri avrebbero dovuto affrontare a breve tempo, bensì quello che Makino e gli altri abitanti del villaggio, così tranquilli e serafici, all'oscuro di tutto, avrebbero provato nel vedere la loro isola attaccata da un branco di corsari non certo con buone intenzioni. Volevano il tesoro, diceva la lettera. Rufy lo aveva diviso equamente con i suoi amici e ora quell'oro era sparso in tutto il villaggio. Le venivano i brividi.
Quel pomeriggio si ritrovò nel corridoio con una montagna di asciugamani appena lavati, da sistemare in bagno. Non c'era più nessuno sulla nave, tranne lei. Almeno così credeva. La voce di Shankche apparve alle sue spalle la fece sussultare.

- Scusa, ti ho spaventata? -

- Oh! No, tutto a posto! -

Non poteva mettere le cose a tacere. Doveva parlarle. Rassicurarla.

- Cosa ti succede piccola? -

La seguì in bagno e mentre lei sistemò gli asciugamani nell'armadio lui si sedette sul bordo della vasca.

- Proprio niente! -

Mentì spudoratamente lei.

- Ascolta Max. Io ti conosco da undici anni e se riesci ad ingannare Ben e gli altri.. con me non funziona! -

Lo sapeva molto bene. Per quanto si sforzasse, lui riusciva sempre a farle gettare la maschera.

- Scusami! -

Non voleva ingannarlo. Desiderava essere sempre sincera con lui ma non voleva che si preoccupasse.

- E di cosa? -

Non si saziava mai nell'ammirare quel suo sorriso dolce.

- Max, con me puoi parlare, lo sai! -

Eccome. Di lui si poteva fidare cecamente.

- Ecco io.. -

- Hai paura, non è così? -

Non le faceva mai finire la frase. Se aveva un problema prima le domandava quale esso fosse, poi lo scopriva da solo senza lasciarla finire di parlare.

- Mi credi una sciocca, vero? -

- Affatto! -

Perchè lei si compativa.

- Max, è normale avere paura. Soprattutto in questi casi! -

"E' normale avere paura!"

Per un attimo ripensò al suo discorso con Rufy il giorno prima. Le stesse parole, lo stesso sguardo.

- Visto che ce l'ho io stesso! -

- Cosa? -

A guardarlo non si diceva affatto.

- Noi siamo forti ma non siamo imbattibili! Non sappiamo come sono i nostri avversari! Inoltre, non dimenticare che ci sono di mezzo i nostri amici! -

Aveva commesso lo stesso errore una seconda volta.

- Io appaio tranquillo ma non certo perchè lo sono! E' solo un modo per rimanere calmo e soprattutto per non lasciare trapelare nulla a Makino e agli altri! Devo comportarmi esattamente come sempre! Perchè è così che mi conoscono! Se mostro anche solo un minimo di preoccupazione.. se ne accorgerebbero immediatamente! -

Anche Rufy era sempre calmo. Ma lui stesso aveva confessato che lo faceva per mascherare quello che in realtà provava. Ancora una volta aveva sbagliato. Shank era un essere umano, come Rufy e come lei. Non c'erano differenze.

- Ehi, cos'è quel faccino? -

Alzatosi dal bordo della vasca, posò due dita sotto il suo viso, sollevandolo.

- Dai, stai tranquilla! Io non ho intenzione di abbandonarti! -

Voleva vederla sorridere.

- Insieme sempre e comunque, ricordi? Non combatterai da sola! Ti starò sempre vicino! -

La strinse forte a sè, come se volesse unirsi a lei, in un solo corpo.

- Si! -

Disse ricambiando l'abbraccio.

- Se hai pensato anche solo per un momento che avrei potuto trascurarti occupandomi solo ed esclusivamente del villaggio, puoi tirare un sospiro di solievo. Per quanto i miei amici siano importanti per me, non riuscirei mai a voltarti le spalle! -

La sentiva tesa e purtroppo i suoi timori erano più che fondati. Anche lui aveva paura di perdere la battaglia. Anche lui temeva di non riuscire a proteggere il villaggio. Ma forse, il motivo vero e proprio per entrambi era quello di lasciare sola Ennie. Era ancora piccola e sperduta. Di loro ne aveva un assoluto bisogno per crescere matura e forte. Ma soprattutto aveva bisogno del loro affetto.

- Non potrei mai pensare una cosa simile! Non dimenticare che anch'io ti conosco da undici anni e so bene che insieme ad Ennie, vengo al primo posto per te! -

- Voi siete troppo importanti per fare parte di una classifica! Nemmeno il primo piedistallo potrebbe onorarvi tanto quanto valete! -

Ciò che le piaceva del loro rapporto era il sentimento di Shank. Non si era mai sentita messa da parte, nemmeno per un momento. Lui sapeva sempre farla sentire amata e non aveva mai avuto dubbi, nè si era posta degli interrogativi come: "Ma mi ama davvero?""Cosa sono realmente per lui?""E' più importante la sua vita da pirata oppure io?" E anche lui, a sua volta, sapeva con certezza di essere profondamente amato da lei. Ma durerà davvero? Sul serio continuerà sempre così? E se una persona che in passato stava per separarli ricomparisse nella loro vita? Che cosa sarebbe successo dunque? Tante domande si possono porre in situazioni del genere. In quel momento però, c'era solo un problema che attanagliava tutti. Uno che, non si aspettavano sarebbe giunto così presto.

Ennie saltellava allegramente per le strade del villaggio, si sentiva allegra, senza alcun motivo.. in questo aveva preso da suo padre. Certo non immaginava che la sua felicità sarebbe scomparsa di li a poco.
Una voce a lei famigliare la costrinse a fermare la sua corsa. Lucas era alle sue spalle.

- Ciao! Dove vai così di fretta? -

Le chiese vedendola correre così sicura di se.

- Veramente non lo so! Ho solo voglia di correre! Oggi mi sento così bene.. -

Osservò lei. Come suo padre capitava spesso che l'umore le mutava da solo e senza alcun motivo. C'erano giorni in cui era al colmo della felicità e dell'allegria, altri invece in cui era di pessimo umore.

- Io devo andare in biblioteca! Ti va di accompagnarmi? -

- Certo! -

E insieme iniziarono la corsa spensierata verso la libreria del villaggio. Stavano bene insieme. Nonostante quella fosse solo la seconda volta che si vedevano. Saltellavano fra la gente che li osservava sorridendo. Quei bambini erano davvero carini insieme.

- Cosa vuoi prendere in biblioteca? -

Gli chiese con una nota di curiosità.

- Un libro di navigazione! Mi piacerebbe scoprire cosa c'è nel mondo già da adesso! -

Disse euforico.

- La tua mamma lo sa? -

- No! -

Rispose lui.

- Se le avessi detto la verità non mi avrebbe fatto uscire di casa! Secondo lei sono ancora troppo piccolo per leggere simili libri! -

E lei lo comprendeva benissimo.

- Genitori! -

- Già! -

E scoppiarono a ridere.
Corsero sino al porto e proprioli, in quell'istante accadde ciò che nessuno avrebbe mai voluto che accadesse così presto.

- Oh! -

Ennie ebbe il riflesso di fermarsi sul molo. Aveva addocchiato qualcosa all'orizzonte.

- Che ti prende? -

Le chiese Lucas notandola impalata con gli occhi puntati sull'oceano.

- Laggiù! -

Alzò il dito indice.

- Quella non ti sembra una nave? -

Lucas seguì la direzione del suo dito e si rese conto che la bambina aveva ragione.

- Oh! E' vero.. ma quella.. non è una nave come le altre.. -

Sentì un brivido percorrergli la schiena. Il vascello che si stava avvicinando al loro villaggio non era una nave turistica. Era certo di vedere una bandiera del colore della pece.

- Ah! Ciao Ennie! Cosa fai qui? Tu e Lucas avete fatto amicizia? -

Max, fece capolino sul ponte della nave del vento dell'Est.

- Mamma.. -

Avvertì immediatamente che c'era qualcosa che non andava dal tono della sua voce e dal suo sguardo perso all'orizzonte. Si voltò e fu così che con orrore si accorse di una terribile nave pirata che lentamente si avvicinava all'isola.

- Non ci voleva! -

Così presto.. dunque l'autore della lettera doveva essere molto vicino quando aveva mandato il suo uomo. Era arrivato il momento. Il momento che sperava fosse giunto solo più avanti..

- Shank! -

Corse nuovamente nel corridoio urlando a squarciagola.

- Shank! Dove sei! Shank! -

Era agitata. Forse anche troppo. Ma non riusciva a controllarsi. Aveva una paura folle. Per Makino e gli altri, per la sua bambina..

- Shank! -

Si scontrò con il rosso che sentendo le sue urla, era uscito dalla cabina nella quale si era rinchiuso per riflettere.

- Amore mio! Cosa c'è? Perchè strilli? -

La afferrò per le braccia.

- Shank! E' terribile! -

- Su piccina! Calmati! Fai un bel respiro! Dimmi cos'è successo! -

Cercò di calmarla accarezzandole il viso. Ma sapeva che era perfettamente inutile. Temeva di aver già compreso il problema.

- Shank! I pirati! I pirati stanno arrivando al villaggio! Dobbiamo avvertire gli altri in fretta prima che arrivino al porto! -

Il suo dubbio si rivelò fondato.

- Allora sbrighiamoci! Tu cerca Ben e gli altri! Io avverto Rufy! -

Insieme corsero fuori dal corridoio e con un balzo scesero dalla nave.

- Papà, ma.. -

- Ennie! Tu e Lucas dovete mettervi al riparo! -

Quasi glielo ordinò. Perchè alla sua bambina non doveva assolutamente succedere nulla.

- Ma .. -

- Ubbidisci! -

E senza che la figlia potesse ribattere, Shank corse al villaggio sotto gli occhi attoniti della gente.

- Mamma.. -

Non voleva andarsene. Non voleva lasciare i suoi genitori.

- Tesoro.. fa come ti ha detto tuo padre! Anche tu Lucas! Correte alla locanda! -

E così fecero. Lucas, comprendendo a pieno la gravità della situazione, tirò Ennie per un braccio fino alla locanda di sua madre. Max correva a perdi fiato senza che nessuno la potesse fermare, lungo l'intero vicolo. Doveva assolutamente trovarli. Ben e gli altri erano indispensabili.

- Ma dove vi siete cacciati! -

Pensò dentro di lei mentre si guardava intorno sperando di non dimenticare qualche angolo del villaggio. Sbucò in fondo all'isola dove finalmente, senza fiato e con il terrore alle stelle, li vide. C'erano solo Ben, Yasop e Lucky ma sicuramente da loro la voce si sarebbe sparsa più facilmente.

- Ragazzi! -

Si accasciò sulle ginocchia mentre Ben corse in suo soccorso.

- Tutto bene? -

- No! Affatto! -

Disse ansimando a fatica, come se il cuore le stesse per scoppiare.

- Cosa c'è? -

La aiutò a rialzarsi.

- Dovete avvertire gli altri! I pirati stanno arrivando al porto! -

Immediatamente Yasop e Lucky si precipitarono mentre Ben si incamminò velocemente insieme a Max verso la locanda.

- Tu riposati ora! Ci pensiamo noi! Cerca di tranquillizzare Makino! -

La donna osservava Max e Ben con aria interrogativa e sperduta. Inoltre le era giunta voce che dei pirati stavano giungendo al villaggio.

- Max? -

- Tranquilla! -

In realtà era lei che avrebbe tanto voluto essere calmata.

- Tu, Lucas e mia figlia non dovete uscire di qui per nessun motivo! Nascondetevi dietro al bancone o nella cucina! Dove volete! Basta che non commettiate follie! -

Esclamò con voce quasi tremante mentre Ben era già sparito dalla loro visuale.

Seduto in un luogo isolato dall'altra parte del villaggio, Zoro stava lucidando accuratamente una delle sue tre spade. Come facesse ad adoperarne più di una alla volta, ancora nessuno lo aveva compreso, ma dopotutto Rolonoa Zoro, ex cacciatore di taglie e re degli spadaccini nonostante la sua giovane età, era famoso proprio per la sua inconfondibile ed impareggiabile tecnica delle tre spade. Passava lentamente il batuffolino di cotone impregnato di lucido, sulle parti più opache e graffiate della lama. Ci teneva molto alle sue spade, specialmente a quella. Apparteneva ad una sua vecchia amica. Si stava così bene li, nessuna voce, non udiva alcun fracasso e nessuno gli ronzava intorno. Lui voleva un gra bene ai suoi amici. Si poteva dire che rappresentavano la sua famiglia.. ma in alcuni momenti della giornata preferiva stare da solo come un lupo solitario. Appariva tutto tranquillo finchè all'improvviso non sentì un dolore atroce alla testa. Come se un peso gli fosse caduto sulla nuca.

- Ecco dov'eri finito! -

Eccheggiò la voce di Nami.

- Maledetta! Cosa diavolo c'entra la mia testa? Dovevi proprio darmi un pugno? -

Urlò con le vene che gli pulsavano sulla fronte.

- Chiudi il becco! Ti stiamo cercando da un pezzo! E tu eri qui bello bello a lucidare le tue stramaledette spaducce da quattro soldi! -

- Ehi! Insultami se ti va ma lascia stare le mie spade! Per tua informazione sono tutte lame rarissime ed è proprio grazie ad esse che sono diventato lo spadaccino più forte del mondo! -

Rinfoderò la sua lama, ancora non del tutto lucidata.

- Come ti pare! -

- Ad ogni modo.. -

Sospirò per riprendere la calma.

- Posso sapere perchè mi cercavate? E' successo qualcosa? -

Il solito idiota, pensò la navigatrice.

- Mentre tu te ne stai qui in armonia a lucidare le tue adorate spade, la gente al villaggio è in preda al panico! -

Lo trascinò.

- I pirati che hanno minacciato Rufy, sono arrivati! -

Quella frase gli fu più che sufficiente. Si liberò dalla presa di Nami e iiziò a correre velocemente.

- Ehiii! Aspettamiiiiii! -

- Nasconditi finchè sei in tempo! -

Le gridò prima di sparire dai suoi occhi.

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Capitolo 11
*** All'arrembaggio! ***


CAPITOLO 11: All'arrembaggio!


Al villaggio regnava il panico, ciò che mai Shank e gli altri avrebbero voluto ottenere. Volevano solo mettere in salvo, i loro amici, tranquillizzarli, ma più cercavano di farli stare calmi, più le grida spaventate aumentavano di volume. Tutti sapevano di potersi fidare di Shank e di Rufy, credevano nelle loro capacità. Non potevano scordarsi chi avevano al loro fianco. Il re dei pirati e il grande Shank detto il rosso. Due pirati e due ciurme assolutamente ineguagliabili. Ma non potevano fare a meno di urlare dalla paura. Se qualcosa fosse andato storto? Se da qualche parte ci fosse stato qualcuno di ancora più potente di tutti loro messi insieme? Era un'eventualità alla quale non potevano neanche pensare che subito svenivano impauriti.

- Max, non capisco! -

Osservò Makino stringendo Lucas fra le braccia.

- Perchè dovremmo nasconderci? Cosa sta succedendo? -

- Per favore Makino! Fa come ti ho detto! E' importante! -

Erano passati solo tre giorni da quando avevano attraccato nel porto del villaggio. Eppure dovevano già confrontarsi con i guai.

- Ho capito.. venite bambini! -

Afferrò i due piccoli per la mano e li condusse in cucina mentre Max usciva dalla locanda alla ricerca di Shank. Aveva assolutamente bisogno di lui.

Si appoggiò alla parete di una casa, ansante e sentendo i piedi molli come due budini. Perchè non riusciva a trovare Rufy?

- Dove diavolo si è cacciato ora che abbiamo bisogno di lui? Maledetto moccioso! -

Riprese la corsa cercando di non farsi sfuggire nessun angolo del villaggio.

Nami era rimasta impalata dove Zoro l' aveva lasciata. Era uno spadaccino molto orgoglioso, a volte un pò sbruffone, ma quando voleva aveva anche un cuore d'oro. Non lasciava mai qualcuno nei guai. Doveva assolutamente tirarcelo fuori.

- Mi domando dove sia corso quella testa bacata! -

Si portò una mano alla fronte intenta a scrutare la stradina da lui appena imboccata.

- Non lo sa che non era l'unico a mancare all'appello! -

Purtroppo Rufy era in assoluto il migliore nelle sparizioni. Anche in passato, durante i loro viaggi capitava sempre che correva via a più non posso e alla fine finiva con il perdersi. Si ricordava bene la fatica che lei e i suoi compagni avevano fatto ogni volta per recuperarlo e riportarlo alla nave. Inoltre, riusciva sempre a portare guai.. anche questa volta, seppure indirettamente, aveva portato dei pirati nemici al suo villaggio.

Ennie era seduta vicino a Makino con le gambe rannicchiate e le ginocchie in bocca. Voleva rivedere i suoi genitori, dirgli quanto gli voleva bene, perchè aveva una paura folle che non ne avrebbe più avuto l'occasione.

- Su piccola, stai tranquilla! -

Cercò di rassicurarla la donna.

- Vedrai che la tua mamma e il tuo papà, risolveranno ogni cosa! -

Lo sperava davvero. Se solo avesse potuto combattere, se solo avesse avuto qualche anno di più.. avrebbe potuto rendersi utile. Invece non faceva altro che nascondersi, era così da sempre.

- Makino! -

La voce di Shank, li fece sussultare.

- Makino! Ci sei? -

- E' il mio papà! -

Nell'udire la voce calda del genitore, Ennie uscì dalla cucina.

- Papy! Papino! -

Saltò fra le sue braccia.

- Ciao tesoro! -

Disse nervosamente.

- Che succede Shank? Perchè strilli? -

Domandò Makino giungendo al bancone.

- Oh.. voglio solo sapere dove abita Rufy! Non riesco a trovarlo e.. magari è casa sua.. -

- Capisco! -

Gli spiegò attentamente qual'era la casa del re dei pirati. Sentiva le gambe fremergli, pronto per scattare a correre nuovamente.

- Grazie Makino! Mi raccomando, non uscite dalla locanda per nessun motivo! -

Mise Ennie a terra e si diresse verso l'uscita.

- Ah.. -

Cercò di fermarlo la bambina.

- Aspetta papy! Io ti... -

Ma senza nemmeno prestarle attenzione sparì dalla locanda.

- .. voglio bene! -

Si rattristò e immediatamente quei suoi occhioni dolci si riempirono di lacrime dando origini ad un pianto disperato.

- Oh, che diavolo hai da frignare? Siamo alle prese con dei pirati che vengono qui non certo per cortesia! Tuo padre non ha tempo ora per coccolarti! -

Disse Lucas incrociando le braccia al petto. Ennie, non ci fece caso e si portò il braccio sui suoi occhi pieni di lacrime. Makino afferrò i bambini per mano e li condusse nuovamente in cucina, dietro alla grossa stufa.

- Su, non piangere piccola! Lo sai che tuo padre ti vuole un bene dell'anima! -

Le accarezzò il capo mentre singhiozzava e Lucas si tappò le orecchie per non sentire quella lagna straziante. Li avrebbe di certo fatti scoprire se avesse continuato a piangere in quel modo.

Corse velocemente lungo la strada cercando la casa di Rufy. Da quanto Makino gli aveva detto portava un simbolo disegnato sul tetto. Ancora non aveva avuto l'occasione per girare l'intero villaggio. Aveva passato il tempo alla locanda o al porto. Non aveva messo piede da nessun' altra parte. All'improvviso però, da un vicolo sbucò qualcuno che gli finì dritto addosso.

- Ahi! -

Gridò.

- Oh, Max! -

La donna alzò lo sguardo tenendosi la mano sul naso dolente.

- Shank! Sei tu! -

- Caspita, sembra che oggi non possiamo fare a meno di scontrarci! Non credevo che la forza del nostro amore fosse così magnetica! -

Sorrise divertito.

- Ti pare il momento di scherzare? -

Aguzzò i denti mentre Shank si faceva piccolo piccolo. In un altro momento quella frase le avrebbe fatto un immenso piacere, ma ora non aveva tempo per lasciarsi coinvolgere dai suoi modi romantici.

- Scusa.. hai ragione tu amore! -

Quando si arrabbiava in quel modo gli faceva quasi paura.

- Sto andando da Rufy! Deve essere ancora a casa! Mi accompagni? -

Annuì, perchè non voleva altro che stare al fianco del suo Shank in un momento così difficile. Dunque si incamminarono velocemente verso la casa del ragazzo. Giunsero d'innanzi ad una casetta con il tetto rosso e il simbolo pirata, segno di riconoscimento di Rufy, dipinto su di esso. Shank prese a bussare alla porta chiamandolo con quanta voce aveva in corpo ma non ricevette risposta.

- Rufy! Apri questa maledetta porta! -

Ma si accorse con leggero imbarazzo che era già aperta, dunque insieme a Max, penetrò nell'abitazione. Aveva un salottino piccolo molto accogliente e una porta che lo collegava probabilmente alla sua camera. Bussò ancora una volta ma dal momento che il giovane non ne voleva sapere di uscire, entrò nella stanza spalancando la porta. Detestava fare irruzione a quel modo nelle abitazioni ma in quel momento si era ritrovato costretto. Rufy era disteso in modo scomposto sopra all'ampio letto che russava rumorosamente.

- Rufy.. che diavolo fai.. svegliati! -

In un momento simile quello stupido pensava a dormire.

- Zzzzzzzzzz! -

- Rufy.. -

- Zzzzzzzzzz! -

Si era scordato che nemmeno le cannonate potevano svegliarlo.

- Rufy! Per la miseria svegliati! -

Alzò il tono della voce.. ma non servì proprio a nulla. Il ragazzo si voltò dall'altra parte bascicando e riprendendo a russare nuovamente.

- Io questo lo ammazzo! -

Pensò dentro di se. Le urla non lo svegliavano, i rumori nemmeno.. dunque c'era solo un modo, la forza bruta. Lo afferrò per la collottola e iniziò a scuoterlo violentemente.

- Brutto moccioso incapace! Apri questi maledetti occhi!!!! -

- Zzzzzzzzzzzz! -

Tutto aveva un limite. Se a Max scoppiava quasi da ridere, Shank sentiva una voglia irrefrenabile di menarlo a suon di ceffoni.

- INSOMMA! TI VUOI SVEGLIARE? -

CRAAAAAAAAAAAAAAAAASH!

Lo afferrò una seconda volta per la maglietta e lo sbattè contro il muro, cosicchè la sua testa vi rimase incastrata. Max, impalata con gli occhi fuori dalle orbite e Rufy, che finalmente si risvegliò, ancora aveva la testa nella parete.

- Ahio! Che botta ragazzi! Ma come ci sono finito nel muro? -

Vedeva benissimo il suo bagno.

- Ti ci ho buttato contro io! -

Esclamò Shank furibondo.

- Ah! Shank! Ciao! Perchè mi hai incastrato nel muro? Stavo dormendo così bene.. -

Si lamentò come un bambino.

- Non me ne importa niente se stavi facendo dei bei sogni! Perchè qui tutti viviamo un vero incubo! -

Gli tirò un calcio nel fondoschiena.

- Ahiooo! Ma la pianti di picchiarmi? -

Cercò di tirarsi fuori dal muro mentre allungava il collo e si dimenava per uscire da quella parete che sembrava divorarlo.

- Posso..ngh! Sapere perchè.. argh! Ti scaldi tanto? -

- E' presto detto moccioso! -

Sospirò cercando di rilassarsi.

- I pirati, quelli della lettera.. sono alle porte! Capisci? -

- Eh? Quale lettera scusa? -

SDENG!

Max e Shank caddero a terra privi di alcuna parola.

- NON MI DIRE CHE TE NE SEI SCORDATO!! PEZZO DI IDIOTA! LA LETTERA MINATORIA! CE L'HAI ANCORA O TE LA SEI DIVORATA PER LA FAME? -

Gridò ancora spazientito.

- Ah.. quella lettera! Si, è nel cassetto! -

Crash!

Finalmente riuscì a liberarsi dal muro.

- Quindi.. i pirati.. sono qui? -

Si sistemò il cappello di paglia sulla testa.

- Ti prego Rufy! -

Intervenne Max.

- Devi aiutarci! La gente è in preda al panico! -

Inutile dire che il panico stava per giungere anche da lei.

- Ho capito tutto! -

Balzò giù dal letto e si scroccò le dita pronto a sgranchirsi le ossa con un bel combattimento.

- Forza gente! Andiamo a fare il sederino rosso a quella gentaglia! -

E senza che Shank potesse dire nulla, si precipitò a tutto gas fuori di casa lasciandogli mangiare la sua polvere.

- Ehi! Aspetta Rufy! Ci siamo anche noi! -

Urlò il rosso cercando di raggiungerlo.

- Non ne combina mai una giusta! -

Sembrava incredibile che proprio lui fosse il re dei pirati. Ma dopotutto in quel periodo, una persona si giudicava solo sul campo di battaglia. Perchè solo e soltanto in quell'attimo in cui un uomo dava prova del suo coraggio e dimostrazione delle proprie capacità, avrebbe potuto essere considerato tale.

- Shank! Guarda! -

Attirò Max la sua attenzione indicando il porto. Tutti erano li pronti a scaldarsi. Rufy, Zoro, Sanji, Usop, Ben e gli altri. Tutti erano presenti sul luogo, numerosi e desiderosi di fare a botte.

- Hai visto? Nessuno ci ha abbandonato! -

Non sapeva perchè, ma nonostante lo sapesse già da se, quell'immagine di tutti quanti i suoi amici riuniti insieme, la tranquillizzava.

- Ce la faremo piccola! -

Ora ne era sicura persino lei che fino a quel momento, era talmente confusa da non capirci più niente.

La nave pirata ormai sfiorò il ponte di legno e degli uomini con una faccia senza alcun dubbio spaventosa, gettarono l'ancora e ammainarono le vele. Sulla bandiera nera c'era dipinto un simbolo. Un teschio con una benda sull'occhio, un grosso cappello con una piuma sulla testa e immancabilmente un paio di ossa incrociate sotto di esso. Poi d'un tratto apparve il capitano che al contrario, sembrava il più ridicolo della ciurma. Un uomo, se poi lo si poteva considerare una persona, dalla corporatura massiccia, per non dire terribilmente grossa, forse anche peggio di Lucky, salì in piedi sul parapetto estraendo la spada e puntandola contro quella massa di giovani combattenti.

- Il mio unico obiettivo è quello di prendermi l'oro di Gold Roger! -

Urlò a squarciagola, quasi con un tono di minaccia.

- Ma immagino che non me lo lascerete prendere! Dico bene? -

Dentro le case, la gente scrutava le strade, nella speranza di non vedere qualcuno di losco penetrare al villaggio, ma udivano solo il silenzio.

Rufy, in qualità di re dei pirati, si fece avanti.

- Questo è il nostro villaggio! E se avete intenzione di saccheggiare con i vostri modi violenti, dovrete vedervela con noi! Diciamo che siamo.. una specie di pass! Metteteci fuori gioco e potrete passare! -

L'uomo scrutò in silenzio il ragazzo dal cappello di paglia.

- Ah! -

Si illuminò.

- Tu devi essere Rufy.. quello che si è incredibilmente e stranamente guadagnato il titolo di re dei pirati! -

Lo disse con tono provocatorio cercando di trasmettere all'interessato, il reale significato di quell'osservazione. "Tu devi essere Rufy.. come diavolo è possibile che un moccioso come te sia stato incoronato re dei pirati? Ci dev' essere un errore!"

- In persona! -

Esclamò il ragazzo.

- Se pensi di farmi paura.. ti sbagli di grosso! -

Lanciò un'occhiata provocatoria.

- Non hai intenzione di lasciarci prendere il tesoro senza prima avervi sconfitto? E allora guerra sia! -

Immediatamente lui e i suoi uomini si precipitarono fuori dalla nave pronti ad attaccare. La battaglia era cominciata. - Siete pronti ragazzi? ALL'ARREMBAGGIO! - Gridò Rufy come un vero leader mentre tutti alzarono un braccio e urlarono in segno di consenso.

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Capitolo 12
*** Un grosso errore ***


CAPITOLO 12: Un grosso errore


Il clangore delle lame che si scontravano e il suono delle pistole simile ad un rombo di tuono, rimbombavano nelle strade vuote del villaggio mentre gli sguardi terrorizzati attraverso il vetro. Il porto era abbastanza ampio.. ma non avevano la minima idea di quanto i loro amici avrebbero potuto resistere per trattenere gli avversari. Molti erano tentati ad assistere alla battaglia di persona.. ma se avessero rovinato ogni cosa non se lo sarebbero mai perdonato.

- Chissà come starà procedendo lo scontro.. -

Nami era rimasta dietro alla parete sentendosi inutile. Aveva affrontato pericoli terribili rischiando la vita più volte. E ora si nascondeva? Persino Usop, il fifone della ciurma, stava combattendo. Ma allora perchè aveva dato retta a Zoro? Perchè si era messa al riparo? Non si stava comportando come una pirata ma come una codarda, una sciocca donnicciola. Ma ormai era troppo tardi per entrare in azione. tralasciando Max, che aveva le potenzialità del frutto del diavolo, lei era l'unica ragazza indifesa. Aveva un'arma niente male, un bastone creato appositamente dal suo amico Usop sotto sua richiesta. Portava il nome di Climattak, un bastone climatico, ma poteva adoperarlo solo se affrontava una persona singola. Contro un intero equipaggio non avrebbe avuto scampo.

Non facevano alcuna fatica. Tutti si impegnavano al massimo e non permettevano ai loro avversari di superare il porto. Questi ultimi dunque, avevano una bella gatta da pelare e il capitano, si spazientì. Voleva a tutti i costi il ricco bottino di Gold Roger, dopotutto era ambito da tutti anche ora che era già stato incoronato un nuovo re dei pirati. Avevano molte armi a loro disposizione. Cannoni, fucili, spade, coltelli.. a vedersi avrebbero dovuto essere pirati invincibili ma sembrava quasi che fossero fatti di cartapesta. Quasi,a Rufy e gli altri, bastava soffiare per spazzarli via. Insanguinati e stanchi, ansimavano privi di forza mentre i loro avversari avevano ancora la pelle intatta. Nemmeno un graffietto. Perfno Max, si stava divertendo. Non immaginava che fosse stato così facile e ora si vergognava di aver avuto tutta quella paura. Non aveva avuto bisogno neanche dell'aiuto di Shank nè di nessun altro. Ce la stava facendo da sola, con la sua forza straordinaria. Alla fine, quando davanti a loro giaceva un gruppo di moribondi urlanti e gementi dal dolore, alzarono i pugni in segno di vittoria. Inoltre c'era voluto pochissimo tempo. Zoro non aveva nemmeno dovuto ricorrere alla sua tecnica delle tre spade. Glien'era bastata una sola per mettere KO i suoi nemici.

- Allora.. signori! -

Shank si chinò davanti al loro capo.

- Avete capito chi avete sfidato? -

Non disse una parola. Gli tremavano ancora le gambe.

- Dunque, tu devi essere Charas! -

Osservò rammentando il nome scritto in fondo alla lettera.

- Co..come? -

- La lettera minatoria che hai spedito al nostro re dei pirati! L'hai già scordato? -

Sul volto di Shank spiccava un malizioso e furbo sorrisetto che fu destinato a scomparire.

- Qua..quale lettera? -

Il silenzio era dominante. Nessuno capiva se era impazzito all'improvviso per il terrore di perdere la vita.. o se si stava prendendo gioco di loro.

- Come sarebbe! -

Riprese il rosso.

- Hai mandato uno scagnozzo fin qui per consegnare quella lettera a Rufy! Dicevi che ti saresti impossessato del tesoro! Sei tu Charas no? -

L'uomo tossicchiò sputando del sangue, poi, con un'aria stranamente sorpresa, a fatica diede la sua risposta.

- No! -

Spiegò.

- I..io mi.. chiamo Henry! -

La sorpresa riempì gli occhi dei presenti. Il suo nome, non era quello scritto sulla lettera. Duque non era lui l'uomo che avrebbero dovuto affrontare?

- Stai mentendo! -

Shank, nervosamente afferrò colui che affermava di chiamarsi Henry, per la giacca.

- No.. io mi chiamo così.. non ho mai mandato alcuna lettera... non uccidermi, ti prego! -

Era terrorizzato. Diceva il vero. Non potevano fare altro che credere alle sue parole. Per questo motivo erano già arrivati, ecco perchè sembrava incredibile averli già all'orizzonte. Non erano loro i pirati che stavano aspettando. Non era lui l'uomo l'autore di quella lettera. Per un attimo avevano avuto il grande sollievo di aver posto una fine ad ogni cosa. Il peggio era passato e i loro amici non correvano più rischi. Purtroppo era solo una fantasia. Ancora nessuno di loro era completamente in salvo. C'era ancora una minaccia per Makino e gli altri.

- Risparmiami! Farà tutto quello che mi chiedi! Ma io te lo giuro! Non mi chiamo Charas! Non so nemmeno che razza di nome sia! -

Di sicuro le lacrime che aveva agli occhi non potevano fare parte della sua commedia da attore. Lui non era il loro uomo.

- Allora, vattene! -

Si sollevò lentamente da terra arrabbiato e deluso.

- Prendi la tua lurida nave e sparisci da qui! -

Non ci vollero nemmeno cinque minuti per salire a bordo della nave e issare l'ancora. Con la coda fra le gambe Henry e i suoi uomini sparirono dall'isola. Ci erano voluti solo pochi minuti per sconfiggerli.. sembrava troppo strano che dei tipi del genere, così deboli fisicamente, avessero avuto il fegato e la pazzia di sfidare il ragazzo più forte del mondo, il re dei pirati.

- Shank.. -

Lo chiamò la donna giungendo alle sue spalle.

- Dimmi piccola! -

Si girò verso di lei sorridendo, perchè non voleva darle alcun segno di preoccupazione.

- Cosa si fa? -

- Che intendi? -

- Cosa diciamo agli altri? Abbiamo sconfitto i nostri avversari ma.. non possiamo dirgli che in realtà non sono ancora al sicuro! Se sapessero che presto subiranno un altro attacco, immaginati il delirio! -

Aveva già visto abbastanza terrore negli occhi di tutti.

- Max ha ragione! -

Intervenne Zoro rilegandosi la bandana sul braccio.

- Se dicessimo loro la verità si scatenerebbe un panico maggiore rispettoa quella da noi appena visto! -

L'unica soluzione era fare finta di non sapere nulla. Volevano che tutti vivessero una vita tranquilla, anche se purtroppo, essendo in possesso del leggendario tesoro, non avrebbero certo potuto evitare gli attacchi di qualche malvivente. Penetrarono nel villaggio a passo lento e regolare nel silenzio, mentre notando la loro figura in mezzo alla strada uno ad uno, uscirono dalla propria abitazione entusiasti.

- I nostri eroi! Ce l'hanno fatta, siamo salvi! -

Le grida di gioia non servirono a tirare su il loro morale.. o meglio.. naturalmente l'unico a comportarsi come al solito era Rufy. Era strano che Shank fosse così cupo. Forse differentemente dal ragazzo, Shank sapeva capire qual'era il limite. Quello lo era di gran lunga.

- Certo! Avevate qualche dubbio? -

Sollevarono Rufy e lo fecero volare come segno di adulazione. Sembravano così sereni adesso.. che non volevano neppure immaginare cosa sarebbe accaduto quando i veri pirati, sarebbero arrivati. Purtroppo avevano commesso un errore. Avevano combattuto contro i pirati sbagliati.

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Capitolo 13
*** Occhi di falco è tornato! ***


CAPITOLO 13: Occhi di falco è tornato


Quella sera la locanda era come sempre piena di clienti. La pace sembrava essere dominante e il terrore di quella mattina era solo un lontano ricordo. Ennie non si separava un attimo dai suoi genitori. Era così contenta che tutto fosse finito bene.. eh si. Shank e Max non intendevano dire nulla neanche a lei. Si sarebbe preoccupata di nuovo e avrebbe sicuramente insistito per restare al loro fianco stavolta.

- Non ho mai visto così tanta gente, eh tesoro? -

- E' vero papy! -

Ennie pensò che il rosso si stesse rivolgendo a lei in quanto Max non rispose alla domanda. Shank vide un viso cupo, teso.. che sperava tanto sparisse dopo quella mattina.. purtroppo, dopo l'errore madornale che avevano commesso, non era stato possibile.

- Senti Ennie, perchè non vai a giocare con Lucas? E' tutto solo da ore.. tienigli compagnia! -

- Ok! -

Dopo avergli dato un bacio sulla guancia si grattò il viso, il pizzetto di Shank le aveva fatto il solletico. Scese dalle sue ginocchia e raggiunse Lucas nella confusione. Max aveva lo sguardo perso su Makino, che lavorava con tanto impegno e tanta allegria, come al solito. Poi però, sentì una calda e forte mano afferrare la sua e due labbra morbide baciargliela delicatamente.

- Tutto bene? -

Le chiese con quella sua voce calda e dolce.

- Non proprio.. -

- Lo so che sei delusa, tutti lo siamo.. ma hai visto com'è andata stamattina! Potrebbe andare nello stesso modo la prossima volta! -

Non sapeva perchè ma non ne era poi tanto convinto. Sentiva qualcosa, un brutto presentimento.

- Shank! Non erano loro i pirati che avremmo dovuto affrontare! Stamattina ci è andata bene perchè Henry e i suoi erano delle mezze calzette! Se quel.. Charas, giusto? Ha scritto una simile lettera per Rufy non deve essere poi tanto debole! -

Effettivamente, lui stesso non si sarebbe mai azzardato a commettere una simile pazzia. Sfidare il re dei pirati.. ragazzino o no sulla sua testa ci sono state ben due taglie altissime: trentamilioni dopo aver sconfitto Arlong, l'uomo pesce del mare orientale, per altro uno degli esseri più pericolosi in circolazione, e centomilioni in seguito alla battaglia contro uno dei membri della flotta dei sette, Crocodile. Solo per questo chiunque avrebbe dovuto tremare dopo aver sentito pronunciare il suo nome.

- Lo sai che quasi mi fa paura? -

- Chi scusa? -

- Rufy! -

Le risultò faticoso trattenersi dal ridere.

- E' inutile che cerchi di non scoppiare! -

Le lanciò un'occhiata maliziosa e minacciosa al tempo stesso.

- Io mi stupisco di questo.. ma è la verità! Rufy ha solo diciassette anni, eppure guardalo! E' diventato l'uomo più pericoloso del mondo! Si è guadagnato il titolo di re dei pirati.. onestamente.. un tempo non credevo che ce l'avrebbe mai fatta! -

Sarebbe diventato un bravo pirata, questo si.. in fondo glielo aveva giurato sul cappello che portava in testa. Ma mai avrebbe immaginato che proprio quel ragazzino avrebbe preso il posto di Gold Roger.

- Andiamo Shank! Tu non ci hai nemmeno provato! Volevi dargli la possibilità di realizzare il suo sogno! -

Erano giunti alla fine del viaggio nella rotta più pericolosa.. ma dopo aver saccheggiato molte navi nemiche si potevano accontentare e così, Shank il rosso aveva ceduto il suo posto a Rufy.

- E' vero! -

Riprese lui.

- Ma l'ho fatto solo perchè non ne sarei mai stato capace! -

- Eh? -

Era in assoluto la prima volta che Shank ammetteva di essere stato insicuro di sè.

- Max, sai bene che la fiducia in me stesso non è mai mancata.. però..guardiamo in faccia la realtà. Quel ragazzo mi ha sconfitto su tutta la linea! -

Eppure non si rodeva il fegato. Qualcun altro di sicuro, da qualche altra parte in quel mondo dominato dalla pirateria, si stava probabilmente consolando con l'alcool per aver perso il titolo di re dei pirati a causa di un moccioso, ma non lui. Voleva così bene al suo Rufy che mai avrebbe potuto detestarlo per questo. Fin da quando era bambino, si era dimostrato coraggioso e pieno di idee sul suo futuro da corsaro. Aveva realizzato il suo sogno e Shank era felice. Gli andava bene anche così, si accontentava del secondo posto.

- Se avessimo proseguito il viaggio.. non credo che sarei riuscito a guadagnarmi quella corona così ambita! Sono un bravo pirata e un abile spadaccino! Mi basta così! Non posso essere di più! -

- Adesso non pensi di essere tu quello troppo severo con se stesso? -

Lei era pessimista e a lui non andava bene. Cercava sempre di tirarla su di morale, di farla sorridere comunque, anche di fronte al pericolo.

- Non essere così dura con te stessa! -

Glielo aveva ripetuto parecchie volte da quando si conoscevano. Adesso, le sembrava quasi impossibile che le parti si fossero invertite.

- Shank, non sei forse stato tu ad insegnarmi che la resa è la soluzione più sciocca che si possa trovare? -

La guardò dolcemente negli occhi senza dire una parola, mentre lei gli stringeva la mano. Era cambiata molto dal loro prima incontro di undici anni prima.. ma l' aveva sempre amata, quasi da impazzire. Anche quel suo carattere prevenuto, gli piaceva moltissimo.

- Tempo fa ho incontrato un pirata molto saggio e coraggioso! Mi ha detto di non arrendermi mai davanti al pericolo ma di saperlo affrontare a testa alta anche tremando di paura! Dov'è finito quell'uomo? -

Aveva ragione. Si stava rammollendo e non poteva finire col diventare un fifone che si metteva a correre la maratona per sfuggire al pericolo.

- E' vero! -

Sorrise.

- Ormai non hai più bisogno dei miei insegnamenti! -

- Forse.. ma ho bisogno di te! -

Le portò un braccio intorno alla spalla e depose un bacio sulla sua fronte.

- Cosa farei senza la mia Max! -

Disse pensando che sicuramente se non la avesse mai conosciuta, avrebbe rimpianto per sempre tutte quelle splendide cose che aveva ottenuto da lei. Una vita felice e una figlia meravigliosa.

- Ah, sei qui! -

Yasop era uscito dalla locanda non vedendo suo figlio nei paraggi. Non capiva dove potesse essere finito. Non era con i suoi amici e pensò fosse tornato a casa, ma lo trovò al porto a fissare la sua nave pirata.

- Che fai? -

- Questa nave è proprio uno spettacolo, lo sai papà? -

In confronto alla sua, la Going Merry era una nocciolina.

- Beh.. sai com'è.. quando si è in metà di mille in una ciurma.. ci vuole un vascello di questa stazza! -

- Se non fosse tua.. mi farebbe quasi paura.. -

Osservò. Ma dopotutto la sua Merry, gli andava più che bene, nonostante fosse ormai ridotta ad un rottame. Praticamente si poteva dire che più che ad una nave pirata somigliava ad un collage.. ma non se n'era mai voluto liberare. Quel galeone era un regalo di una ragazza per lui molto importante.

- A proposito! Sei stato bravo stamattina! -

Se la cavava bene con la fionda, aveva un'ottima mira.

- Davvero? Grazie.. in fondo sono un pirata anch'io no? Essere sempre pronti ad affrontare il pericolo con coraggio! Questo è il mio motto! -

Disse con un tono di voce piuttosto elevato.

- Si.. perchè ti stanno tremando le gambe? -

- Ah... può succedere di avere un pò di paura no? Stamattina.. mi sono spaventato un pochino.. tutto qui! -

Non era sicuro che l'avesse bevuta.

- Solo un pochino? -

- Mh! E va bene, un bel pò! Ma è normale avere paura! -

- Ah ah ah! -

Si stupì. Si aspettava una ramanzina del tipo: "Vergognati! E' questo quello che hai ereditato da me?"

- Certo che è normale avere paura figliolo! Però potevi dirmelo subito! Io non pretendo che tu sia come me.. mi basta sapere che mi vuoi bene! Non cambia niente il fatto che ti tremino le gambe quando devi affrontare il nemico.. io sono comunque orgoglioso di te! -

Gli vennero le lacrime agli occhi per la commozione.

- Oh papà! -

- Su, adesso però non esagerare! Siediamoci un pò e parliamo, dai! -

- Di cosa? -

- Non lo so.. ma non lo facciamo da un sacco di tempo.. da tutta la vita.. no? -

Ci teneva molto a conoscere meglio suo figlio. Non lo aveva mai dimenticato e ora che finalmente era insieme a lui, desiderava sapere i suoi gusti, i suoi hobby, cosa avesse fatto nei suoi diciassette anni di vita fino a quel momento e di come avesse conosciuto Rufy.

- Usop.. parlami di tua madre! -

Aveva solo un vago ricordo di quella donna.. ma l'aveva amata moltissimo e probabilmente gli sarebbe stato difficile innamorarsi di nuovo.
Così rimasero seduti sotto la luna sul ponte, di fronte alla grossa nave di Shank. Si divertirono molto. Scoprirono di assomigliarsi parecchio sotto molti aspetti, soprattutto nella passione per il disegno e l'architettura. Entrambi sapevano progettare invenzioni e avevano una mira eccezionale. Yasop con la pistola e Usop con la fionda, ma si vedeva che erano fatti dello stesso sangue.

Quella mattina presto una barca strana, navigava lentamente mentre l'isola si avvicinava sempre più. A bordo, un uomo dall'aspetto inquietante, con una lunga giacca e un cappello con la piuma che gli copriva gli occhi. Dietro alla schiena portava una grossa spada.. che però sembrava non essere quella che lui un tempo chiamava "spada nera". Era sempre della stessa forma e dello stesso colore.. ma di sicuro non era quella. Durante la battaglia contro Rolonoa Zoro, la sua micidiale arma era stata spezzata dall'avversario e fu così che il piedistallo di "re degli spadaccini" gli sfuggì di mano. Alzò lo sguardo dorato come quello di un falco e notò un villaggio all'orizzonte. Doveva rifornirsi di cibo ma sentiva che aveva voglia di riposarsi. Ora che non era più lo spadaccino più forte, non aveva tanta voglia di andare in giro a spezzare navi pirata per mostrare le sue incredibili capacità. Una volta giunto al porto scese dalla barca e la legò accuratamente. Poi si voltò e fu così che notò l'ombra di una grossa nave a lui famigliare al suo fianco. Alzò gli occhi sulla bandiera nera. Non poteva sbagliarsi. Quella era la bandiera di Shank il rosso. Quanto tempo era passato da quando aveva lasciato quel vascello riprendendo la sua strada sconfitto per amore? Dieci, undici anni? Dunque, se c'era quel pirata.. doveva esserci anche lei.. come si sarebbe comportato se l'avesse incontrata? Cosa le avrebbe detto? L'ultima volta l' aveva salutata con un bacio e rivelandole i suoi sentimenti. Ora che aveva persino avuto una figlia da Shank, come si sarebbe tolto d'impiccio? Non era sicuro di quello che provava.. ma non aveva dimenticato l'unica donna al mondo che gli aveva fatto scoprire il significato della parola "amore". Forse avrebbe dovuto fare finta di niente, comportarsi come nulla fosse.. o forse.. semplicemente fare rifornimento e sparire da li, cambiare isola, trovarsi un altro posto dove stare. Si, avrebbe fatto così. Si diresse verso il villaggio con il sacco dei cibi completamente vuoto.

- Accidenti! -

Esclamò Makino perlustrando retro-bottega.

- Che succede? -

Domandò Max.

- Mi è rimasto solo un barile di vino! I clienti aumentano a vista d'occhio e non basterà per tutti! -

Non aveva mai visto così tanti viaggiatori nella sua locanda.

- Shank, noi non abbiamo una cassa piena di barili sulla nave? -

Si rivolse al fidanzato.

- Si! Possiamo dargliene un paio! -

- Vado a prenderli se vuoi! -

Si offrì la donna.

- Oh Max, grazie! Mi avete salvata! -

Sospirò sollevata. Non amava fare brutte figure con i suoi clienti. Gestiva quella locanda da quasi quindici anni.. finchè durava era meglio lavorare al massimo.
Max uscì dalla locanda strusciandosi contro le schiene della gente e riprese fiato una volta fuori, poi corse al porto. Vide delle altre persone dirigersi verso di lei. Se avevano intenzione di fermarsi da Makino, allora doveva sbrigarsi a prendere il vino. Si arrampicò sulla nave e penetrò nella stiva. Alzò il pesante coperchio della cassa e afferrò due grosse botti di vino. Uscì dalla stiva e con un balzo tornò a terra.

- Uff.. spero solo che le bastino.. se la gente continua ad aumentare.. nn credo che questo vino durerà.. -

All'improvviso, qualcosa attirò la sua attenzione. Una barca dalla forma inquitante con le vele nere.. una barca che lei conosceva bene e che era assolutamente inconfondibile. Si soffermò con le botti ai piedi a scrutare la barca vuota. Quella era la barca di Mihawk, ne era certa. Fece per sollevare nuovamente i barili quando dei passi dietro di lei la costrinsero a rialzarsi. Si voltò e purtroppo non fu affatto felice di vedere quell'uomo, nonostante in passato aveva sostenuto il contrario. Occhi di falco era immobile davanti a lei con il sacco riempito di cibo. Era tornato al porto dopo il rifornimento pronto a salpare.. ma non era servito per evitarla. La guardava perso nei suoi occhi scuri mentre i suoi, dello stesso colore di quelli di un falco, riflettevano la sua immagine.

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Capitolo 14
*** Sei avvisato ***


CAPITOLO 14: Sei avvisato!


Erano l'uno di fronte all'altra, silenziosi, lasciando che intorno a loro si udisse solamente il suono delle onde leggere che si infrengevano contro le navi attraccate e il verso dei gabbiani che di prima mattina, svolazzavano sulle loro teste.

- Ciao.. -

Disse l'uomo rompendo il silenzio e facendola ghiacciare, non sapeva nemmeno lei perchè.

- Ciao.. -

Rispose dunque, abbassando subito lo sguardo.

- Come va? -

Riprese a parlarle come se nulla fosse, sebbene con una nota di nervosismo.

- Bene, bene si.. -

Continuava sentendo che voleva gridare e fuggire. Lo sapeva, stava per accadere qualcosa. Se Shank avesse saputo che Mihawk era li e che si erano persino incontrati, come avrebbe reagito? In passato aveva preso malissimo il fatto che lei chiacchierasse allegramente con lui e non stavano ancora insieme.. figuriamoci adesso che erano fidanzati da undici anni e avevano persino una figlia.

- E tu? -

- Bene! -

Cadde di nuovo il silenzio. Occhi di falco si diresse verso la sua barca, superando Max e riponendo il sacchetto dei cibi sulla barca.

- Sei.. sei diretto da qualche.. parte? -

Continuò quasi balbettando.

- Beh.. veramente è da parecchio che viaggio senza avere una meta precisa! -

- Vattene! -

Pensava dentro di lei.

- Vattene via, per favore! -

Le dispiaceva, dopotutto non lo odiava affatto, al contrario. Lo considerava un amico, tuttavia era meglio così, che sparisse ancora una volta e che Shank non fosse mai venuto a saperlo.

- A te.. darebbe fastidio? -

- Mh? Cosa? -

Si distolse dai suoi pensieri. L'uomo dagli occhi dorati si voltò lentamente verso la donna assumendo uno sguardo ancora più serio.

- Se io restassi qui! -

Un brivido le percorse la schiena. Come lo diceva a Shank, adesso? E soprattutto cosa avrebbe pensato lui?

- No! Perchè dovrebbe? -

Mentì spudoratamente.

- Stavo pensando.. di fermarmi qui per un pò! -

Aveva preso quella decisione, ma non conosceva il motivo. Prima era seriamente intenzionato ad andarsene immediatamente, ma ora che aveva Max davanti agli occhi, qualcosa lo costrinse a cambiare idea, a rimanere in quel villaggio.

- Ah.. -

Doveva cercare un modo per uscire da quell'impiccio.

- Senti.. emm.. devo portare questi barili alla locanda.. sai.. ci lavora una mia amica e.. sta finendo la scorta... c'è una certa urgenza.. -

- Vai pure! -

Lo aveva capito bene che moriva dalla voglia di scappare ma questo non gli importava perchè la considerava una cosa del tutto normale.
Così Max afferrò il vino sotto le braccia.

- Ci si vede! -

Gli disse senza nemmeno guardarlo negli occhi, camminando a passo veloce verso la locanda, sparendo dalla sua visuale.

- Non è cambiata per niente negli anni! -

Si disse mentre stringeva più accuratamente la cima della barca.

- E' sempre bellissima! -

E sospirò cercando di tornare in se. Promise a se stesso che si sarebbe controllato, che si sarebbe fermato solo qualche giorno. L'avrebbe vista per un'ultima volta e poi, dimenticata.

Penetrò nell'attività sollevando i barili cercando di non darli in testa alla gente. Fortunatamente era magra, dunque poteva scivolare fra le schiene delle persone. Posò il vino sul bancone sospirando, ma nessuno, Shank compreso, sapeva che in realtà era un sospiro di solievo. Era riuscita ad allontanarsi da Mihawk.. per il momento..

- Max, grazie davvero! Sei un'amica! -

Esclamò Makino rincuorata nel poter finalmente servire da bere ai clienti impazienti.

- Ma figurati! -

Disse portandosi un ciuffo di capelli dietro all'orecchio.

- Io l'ho sempre saputo che è un angelo! -

Shank le si avvicinò.

- Non esagerare! -

- No, dico sul serio! -

Nonostante fosse pazza di lui e le sue coccole e i suoi baci l'avessero sempre riempita di gioia, in quel momento era tutto diverso.

- Beh? C'è qualcosa che non va? -

Ovviamente a Shank non sfuggì.

- Mh? No, perchè? -

Non poteva dirgli la verità. Doveva apparire più sorridente che mai e recitare perfettamente.

- Così.. hai un'aria un pò strana.. non sarà ancora per la solita storia vero? -

- Figurati! Ormai mi è passata! Sono più tranquilla, davvero! -

Invece la sua inquietudine peggiorava di giorno in giorno.

- Sicura? -

- Certo! Dov'è Ennie? -

Si guardò intorno cercando la sua bambina.

- Oh, è insieme a Lucas! Quei due sono diventati inseparabili! -

- Mi fa piacere che nostra figlia abbia trovato un amico! -

E sentendo le farfalle allo stomaco chiese un piatto di minestra alla bella Makino. Shank la osservò mentre parlava con la donna, sembrava davvero tutto a posto ma lui avvertiva sempre tutto quello che gli succedeva intorno, soprattutto se si trattava di Max o di sua figlia. Eppure c'era qualcosa di diverso, forse davvero Max non era più turbata dall'eventuale attacco dei loro nemici, ma da qualcosa di più.. qualcosa che proprio non si spiegava. Cos'era successo al porto?

- Dove mi stai portando? -

Domandò Ennie all'amico che la stava strattonando con forza.

- Dai, sbrigati lumacona! Voglio farti vedere una cosa! -

Ancora non le aveva risposto ma Ennie adorava le sorprese. Giunsero d'innanzi ad una casetta e Lucas la invitò ad entrare. Corse nella sua cameretta e afferrò una sedia salendoci sopra per scrutare meglio la parte alta di quel largo scaffale pieno zeppo di libri.

- Sono tutti tuoi? -

Gli chiese sbalordita.

- Più o meno! -

Con lo sguardo cercava un libro in particolare con un articolo che, ne era sicuro, avrebbe riempito di gioia la piccola Ennie.

- Ah! Eccolo! -

Prese un volume molto alto, soffiò via tutta la polvere dalla copertina e sedendosi sul letto iniziò a sfogliarlo velocemente.

- Ecco! Leggi questo articolo! -

Porse il libro alla bambina, la quale incuriosita iniziò a leggere con attenzione.

- Wow!! Parla della mamma!!!! -

- Già! Si riferisce alla vicenda di undici anni fa, di quando Max, la ricercata, ha salvato un'isola da un'esplosione! Un pazzoide aveva nascosto una bomba in un rifugio.. cosìcchè nessuno potesse trovarlo! Ma tua madre con l'ingegno è riuscita a scoprirlo e a lanciare l'esplosivo in alto nel cielo! -

Mentre descriveva nei dettagli quella vicenda, gli si illuminarono gli occhi.

- Sei un suo grande ammiratore vedo! -

- Scherzi???? Sia tua madre che tuo padre.. sono eccezionali!!!! -

- Senti... -

Chiuse il libro tutta emozionata.

- Non è che me lo puoi prestare? Te lo restituisco domani! -

Voleva proprio leggere quell'articolo con calma e soprattutto farlo vedere a suo padre.

- Ok! -

Rispose annuendo. Ennie abbracciò il libro con forza, allargando le labbra fino agli zigomi. Uscirono dalla confortevole casetta e si diressero camminando a passo lento verso il porto.

- Ciao Max! -

- Ah, ciao Ben! -

- Hai visto quell'idiota? -

- Chi? -

- Il capo! -

Le piaceva molto il rapporto che avevano Shank e Rubber con i loro compagni di equipaggio. Erano i capitani ma non venivano quasi mai considerati tali. Tutti li trattavano esattamente come uno di loro, una cosa che la colpiva sempre.

- Ah! E' andato a cercare Ennie! E' da ore che se ne sta in giro! -

- Ho capito! Finalmente la locanda si è svuotata eh? -

Disse notando molti più tavoli e sedie vuoti.

- Già! Guarda la povera Makino! E' esausta! Da stamattina non fa che lavorare sodo! Non dev'essere facile gestire una locanda tutta da sola e al tempo stesso crescere un figlio! -

Le tornò in mente la chiacchierata che avevano fatto qualche giorno prima. Makino le aveva parlato di suo marito e di come egli gli mancasse da quando aveva preso il mare.

- Chissà come si sente sola senza di lui! -

Osservò a voce alta mentre il suo sguardo si rattristava. Pensava che mai avrebbe voluto trovarsi al suo posto. Shank doveva starle accanto sempre, non avrebbe saputo sopportare la sua lontananza.

- Di che parli? -

- Oh, niente, niente! Non farci caso scusa! Pensavo ad alta voce! -


Perlustrava ogni strada in tutto il villaggio. Era un padre iperprotettivo.. anche se si fidava del piccolo Lucas.. non lo soddisfaceva l'idea che fossero insieme, da soli, mentre la giornata passava. Se si sentiva così adesso che la sua Ennie era ancora una bambina, chissà quando sarebbe cresciuta. Probabilmente non le avrebbe permesso nemmeno di uscire all'aperto senza essere accompagnata da Ben.
D'un tratto in lontanza, udì una vocina molto famigliare. Veniva dal porto. Evidentemente quello era il suo posto preferito, ci andava spesso. Ennie adorava guardare il mare, sentire il vento fra i capelli e vedere le varie barche e navi che ondeggiavano sull'acqua. Per quanto lei desiderasse passare un pò di tempo sulla terra ferma, non poteva reprimere il suo amore per il mare. Era cresciuta in esso e come suo padre, apparteneva all'Oceano ormai. Dunque, cambiò direzione, incamminandosi verso il porto, che in tanti anni aveva toccato con piedi più volte.

- Aspetta! Dove corri? -

Non riusciva più a starle dietro ormai.

- Ma come fai ad essere sempre così piena di energie? Tra l'altro quel libro pesa una tonnellata.. io al posto tuo avrei le braccia ridotte in poltiglia e la lingua a terra.. -

Osservò il bambino asciugandosi la fronte madida di sudore.

- Dimentichi che sono la figlia di un pirata! -

Disse l'altra sorridento a pieni denti, voltandosi verso di lui e camminando all'indietro.

- Già.. ma hai comunque dieci anni.. oh.. attenta! -

Non fece in tempo ad avvertirla che Ennie si scontrò contro qualcuno e cadde a terra con un tonfo mentre il pesante volume le scivolò di mano.

- Ahio! -

Si massaggiò il fondoschiena, poi alzò lo sguardo per vedere cosa o chi aveva appena investito. Un uomo alto almeno tre metri, vestito di nero con un grosso cappello e una spada lunga un chilometro sulla schiena, la stava fissando con aria perplessa.

- Mi scusi signore, le ho fatto male? -

Disse guardandolo in quei suoi occhi dorati come quelli di un falco.

- Io no.. piuttosto mi sa che sei tu quella che si è fatta male! -

Esclamò con tono serio. Lucas l'aiutò a rialzarsi e raccolse il libro.

- Vede, è un pò distratta.. -

- Non è vero! -

Gli tirò un pugno sulla testa.

- Ahia! -

Gli spuntò un bernoccolo piuttosto vistoso. Ennie si rivolse nuovamente all'uomo.

- Mi sembra di averla già vista.. come si chiama? -

Quella bambina.. quegli occhi.. quel sorriso.. somigliava a qualcuno..

- Ti importa molto sapere il mio nome? -

- Si! -

Ne era certo, quella bambina doveva essere la figlia di..

- Sono Mihawk! Ora sei più contenta? -

Si portò una mano sotto il mento per riflettere.

- Mmmh.. vediamo.. dove l'ho già sentito? -

- Che sciocca! Davvero non sai chi è?? -

Lucas invece, sembrava aver capito di chi si trattasse.

- Aspetta.. ci sto arrivando.. -

- Ti risparmio la fatica! -

Disse lui guardandola storto.

- E' l'uomo che tutti chiamano "Occhi di falco"! Un tempo era lo spadaccino più forte del mondo e ancora adesso è temutissimo! -

- Ah! Giusto! Ecco dove ho già sentito quel nome! Una volta da papà! -

- Scusa piccola.. -

Intervenne Mihawk.

- Tuo padre hai detto? Per caso lui è.. -

- Shank il rosso! -

Terminò la frase per lui. Aveva visto giusto. Quel sorriso era identico a quello di Shank e gli occhi e i tratti del viso erano quelli di Max, come poteva sbagliarsi?

- Ho capito.. -

Giunse fuori dal villaggio e finalmente notò i due bambini in piedi sul molo. Fece per chiamarli quando all'improvviso sentì un brivido lungo la schiena. Riconobbe subito quell'uomo davanti a loro. Mihawk.. cosa ci faceva nel suo villaggio? Occhi di falco sentì come uno sguardo addosso, alzando gli occhi lo vide, non molto distante da lui mentre lo fissava con aria seria. Ennie seguì la direzione del suo sguardo e notò suo padre.

- Ah! Papino! -

Corse da lui facendogli le feste come un cagnolino. Il pirata si chinò su di lei, sorridendole come al solito, accarezzandole il capo.

- Guarda papy, su questo libro c'è un articolo che parla della mamma! Me l'ha prestato Lucas! -

- Davvero? Allora voglio leggerlo anch'io eh? -

- Mh mh! -

Occhi di falco osservava quell'immagine di un padre e una figlia così attaccati l'uno all'altra, così uniti e legati da un amore profondo. Da molto tempo non ricordava più quella luce negli occhi di Shank.

- Adesso perchè non tornate alla locanda a riposarvi un pò? Non potete stare in giro tutto il giorno, fate preoccupare i vostri genitori! -

- Ok! Andiamo subito! -

E insieme all'amico, Ennie corse via verso la locanda lasciando che Shank e Mihawk rimanessero soli a fissarsi in silenzio.

- Non mi sarei mai aspettato di vederti qui! -

Disse Shank rompendo il silenzio fino a quel momento interrotto solamente dal suono delle onde.

- Se è per questo nemmeno io! -

Se avesse avuto anche solo un'idea che in quel villaggio avrebbe trovato loro, non ci avrebbe mai messo piede.

- Cosa sei venuto a fare qui! -

Lo interrogò.

- Solo a fare un pò di rifornimento.. e a riposare un pò! -

- Eh, da quando hai perso il titolo di spadaccino invincibile batti la fiacca eh? -

Disse con un maligno e malizioso sorriso.

- E falla finita! Undici anni non sono serviti per cambiarti! -

- Puoi anche cambiarmi d'abito Mihawk, ma non puoi cambiare ciò che sono! -

Era proprio vero. Un pirata restava sempre un pirata. Sia che navigasse per mare o che marcisse in una cella umida. Rimaneva sempre un criminale, qualche sbarra non poteva cambiare la sua natura.

- Beh.. devo dire che non sei l'unico, anche Max è sempre la stessa! -

Quella frase lo lasciò spiazzato. Perchè aveva fatto il nome di Max?

- L'hai vista? -

Domandò spiazzato.

- Stamattina! -

Sembrava averlo fatto apposta, per vedere la sua reazione. Ma non pensava avesse mentito perchè ripensò al comportamento assente di Max.

- Stai alla larga da lei! -

Lo minacciò furioso.

- Altrimenti? -

- Altrimenti ti riduco in poltiglia! -

Un tempo erano quasi amici, seppure rivali.. andavano d'accordo, si aiutavano. Da quando invece entrambi si erano innamorati di Max, le cose avevano preso una piega diversa.

- Che paura! -

Esclamò lo spadaccino.

- Ti avverto Mihawk! Se ti azzardi ad avvicinarti a Max te ne farò pentire! Ti rispedirò da dove sei venuto in una tabacchiera! -

Perchè lo avrebbe ridotto in cenere.

- Questo caro rosso, è tutto da vedere! -

Parlò con le sue spalle perchè se ne stava andando. Aveva sentito bene quelle parole ma fece finta di non sentire. Era evidente che ancora, Max rappresentava qualcosa per lui. Ora che si era fatto vivo, qualcosa sarebbe cambiato, lo sentiva.

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Capitolo 15
*** Il risveglio di un amore quasi assopito ***


CAPITOLO 15: Il risveglio di un amore quasi assopito


Si allontanò dal porto segnando la parola "Guerra" fra lui e Mihawk dagli occhi di falco. La locanda era ormai svuotata e finalmente Makino aveva un pò di tempo per rilassarsi a sorseggiare un buon tè. Ennie era seduta in silenzio mentre ogni singola parola del libro la catturava e Lucas schiacciava un pisolino.

- Ah, eccoti qui! Ben ti stava cercando! -

Esclamò Max alzandosi dallo sgabello.

- Vieni, ti sta aspettando al mercato! -

Che ormai era il simbolo del villaggio. D'un tratto però, Max si accorse che Shank era stranamente silenzioso. Da quando aveva rimesso piede alla locanda, non aveva detto una parola.

- Tesoro, va tutto bene? -

Shank la fissava con uno sguardo mai visto prima, nemmeno lei sapeva cosa esso significasse.

- Ah, ho capito! Sei arrabbiato perchè non ti ho ancora dato un bacio da quando ci siamo alzati stamattina, vero? -

Pensò alla prima motivazione che le venne in testa.

- Allora rimediamo subito! -

Gli avvolse il collo con le braccia e gli diede il bacio più dolce che avesse mai ricevuto. Amava davvero quella donna, l'amava alla follia, per questo non poteva e soprattutto non voleva perderla.

- Allora va meglio? -

Ancora Shank non disse nulla.

- Ma.. che cos'hai? -

- Max, vieni un attimo fuori! -

Le disse con tono stranamente serio. Mentre il nero mantello ondeggiava ad ogni suo passo, uscì dall'osteria. Si chiedeva cosa fosse successo.. ma forse un sospetto ce l'aveva.

- Dimmi! Che succede? -

- Questo devi dirmelo tu Max! -

Non capiva.

- Ma.. di che parli? Non riesco a comprendere.. -

- Perchè non me l'hai detto? -

Le domandò dunque.

- Perchè non mi hai detto che Mihawk è qui? -

Immediatamente Max abbassò lo sguardò tristemente. Sperava tanto che tutto si fosse aggiustato da solo, che Shank non fosse mai venuto a sapere dell'arriavo di Occhi di falco e che presto o tardi quest'ultimo se ne sarebbe andato via senza che nulla fosse successo. Che stupida era stata. Niente poteva essere perfetto. La vita in generale non lo era affatto.

- Mi dispiace! -

Rispose.

- "Mi dispiace"? E' tutto quello che sai dirmi? -

- Mi dispiace di non averti detto la verità! Cos'altro vuoi sentirti dire? -

Non voleva litigare con lui, non ancora una volta per colpa di Mihawk.

- Max.. perchè? Perchè non hai voluto dirmelo? -

Le domandò nuovamente.

- Perchè temevo che ti saresti preoccupato Shank! -

Iniziò a spiegare. - Non volevo che Mihawk ci rovinasse la vita.. se tu fossi venuto a sapere la verità.. ecco.. non lo so neanch'io.. temevo solo.. di perderti.. -

Era questa la sua paura. Shank osservò quegli occhi tristi che tanto gli piacevano rendendosi conto di essersi comportato come uno sciocco senza cervello. Di nuovo, come in passato. Max apparteneva a lui e a nessun altro. Perchè doveva prendersela con lei? Voleva solo proteggerlo.

- Scusami! -

Disse accarezzandole la gancia.

- Scusa piccola! -

Max scosse lentamente la testa.

- Hai tutto il diritto di essere arrabbiato.. avrei dovuto parlartene.. ma.. non voglio che Mihawk sia di nuovo causa di sofferenza per noi due! -

Nemmeno lui lo desiderava. Anche lei iniziò a fargli le coccole, accarezzandogli la guancia.

- Di cos'avevi paura! Che io fuggissi insieme a lui? -

Gli chiese sorridendo.

- Sai, credevo sapessi che da ormai undici lunghi anni io sono innamorata di te! -

Gli sussurrò sulle labbra.

- Infatti lo so! -

- Mpf! Abbracciami, sciocchino! -

In mezzo alla gente si strinsero in un abbraccio, innamorati persi l'uno dell'altra.

- E-ehm! Scusate se interrompo la vostra scena romantica, piccioncini! -

La voce di Ben li costrinse a staccarsi da quella magia.

- Oh.. Ben.. che c'è? -

- Ti stavo cercando.. devo parlarti! -

- Dimmi! -

Posò lo sguardo su Max. In realtà lei non avrebbe dovuto sentire..

- Ah.. ho capito, me ne vado se vuoi, vi lascio soli! -

- No! -

Esclamò Shank afferrandola per un braccio.

- Tu fai parte del gruppo Max.. sei una di noi.. se Ben vuole dire qualcosa parlerà con entrambi! -

Il vice sospirò.

- E va bene! -

Di sicuro quella notizia non li avrebbe resi felici.

- Occhi di falco è sull'isola! -

- Si.. lo sappiamo! -

Esclamò Shank.

- Ah.. -

Allora lui era arrivato tardi.

- Sta tranquillo Ben, va tutto bene! Non c'è nessun problema! -

Almeno voleva fingere che fosse così. Mihawk non sarebbe nemmeno più esistito da quel momento. Se lo avesse incontrato ancora non gli avrebbe regalato nemmeno uno sguardo. Mai più. Tuttavia la paura per entrambi che qualcosa potesse accadere era terribilmente forte. Si fidavano l'uno dell'altra.. era delle solite incomprensioni che si preoccupavano. Ne succedevano sempre parecchie nella loro vita.

- Ho capito! -

Esclamò sollevato.

- Ho intravisto Occhi di falco al mercato.. così ho pensato di dirtelo capo.. mi preoccupavo della tua reazione.. beh, meglio così! Ah, Max.. -

Sentiva di doverle delle scuse.

- Mi dispiace se ho cercato di mandarti via un attimo fa.. non voglio che tu pensi che ti sto tagliando fuori.. è solo che non volevo intimorirti con la notizia di Mihawk.. tu prendi così tanto a cuore il destino di questo villaggio.. ho pensato che che non fosse giusto darti un'altra preoccupazione! -

Lei non lo aveva mai pensato e non si era minimamente offesa. Mai si era sentita tagliata fuori perchè da quando aveva messo piede sul "Vento dell'Est" tutti si davano da fare per ricoprirla di attenzioni, Shank e Ben soprattutto.

- Ma figurati Ben! Anzi.. ti ringrazio! -

- Bene! -

Non avrebbe mai potuto sopportare il suo sguardo deluso o arrabbiato. Max era la sua migliore amica, una sorella in altre parole, da accudire in caso di bisogno, quando Shank non c'era era lui che si doveva occupare di lei e della piccola Ennie.

- Meno male che tutto è finito bene! -

Osservò Nami mentre scarabocchiava qualcosa su un foglio bianco.

- Di che parli? -

Rufy invece, si stava preoccupando di cos'altro infilare nella sua bocca già piena di cibo.

- Come al solito parli con la bocca piena Rufy.. un pò di decenza insomma! -

Così inghiottì tutto in un lampo.

- Scusa! -

Sorrise come un bambino.

- Dicevo.. che sono contenta che i nostri nemici si siano arresi! Ora finalmente il villaggio non corre più rischi! -

- .. -

- Beh? Che c'è? -

Rufy riprese ad ingozzarsi con una grossa fetta di pane.

- Allora non l'hai saputo Nami? Quelli erano dei piratucoli comuni.. non erano loro i nemici che aspettavamo! C'è stato un malinteso! -

Esclamò biascicando con tono tranquillo, quasi come se non vi fosse alcun problema.

- Che cooosaa? -

La navigatrice invece, non prese molto bene quella notizia. Alzandosi di scatto sbattè violentemente le mani sul tavolo.

- Ti senti bene? -

Le domandò.

- Vuoi dire che quelli.. non erano loro? Cioè.. il loro capo.. non era lui l'autore della lettera? -

- No! -

Ancora quel tono serafico che la mandava in bestia.

- E lo dici così? Come se niente fosse?? -

- Perchè? -

- Non sei preoccupato neanche un pò? -

Si rese immediatamente conto di aver posto una domanda inutile.

- No! -

Cercò di ricomporsi, tornando a sedere e sospirando per calmare i nervi.

- E allora.. che facciamo adesso? Gli altri non lo sanno, vero? -

- E' ovvio Nami! E non dovranno mai saperlo. Quando arriverà il momento combatteremo esattamente come abbiamo fatto ieri! -

Se lo diceva lui allora doveva stare tranquilla ma si sapeva che esattamente come Shank, Rufy non prendeva quasi mai niente sul serio.

- Asso! Ho vinto la partita! -

Quella sera, sulla nave di Shank, Ennie e gli altri giocavano a carte in tranquillità. La bambina sembrava cavarsela più che bene in quanto dall'inizio del gioco, non aveva permesso a nessuno di vincere.

- Eh no! Non è possibile! Basta cribbio, è già la terza volta!! -

Sbuffò Lucky buttando le carte che aveva in mano al centro del tavolo.

- E' inutile Lucky! Credo che Ennie non ti lascerà ai vincere! E' uguale a sua madre! -

Osservò Yasop. Anche contro Max non avevano mai speranza.. e a quanto sembrava Ennie non aveva minimamente preso da Shank nel gioco delle carte, che al contrario era negato.

- Ah ah! Allora.. che ne dite di un'altra partitina? -

Domandò con sorriso malizioso mentre mescolò le carte.

- No, io mi congedo! -

Disse Lucky alzandosi rumorosamente dalla sedia.

- Ti arrendi? -

- Si, mi arrendo, contenta? -

E stiracchiandosi uscì sul ponte a rilassarsi.

- Tu guarda.. non pensavo di essere diventata così famosa! -

Osservò sfogliando le pagine del libro.

- Beh, che ti aspettavi? Hai salvato un'isola Max! Prima o poi il governo avrebbe dovuto mostrarti del riconoscimento! -

Si sdraiò sopra di lei, scostandole i capelli dal collo.

- Dio, come sei bella! -

In quel momento rideva soddisfatto dentro di lui perchè Mihawk era probabilmente in giro tutto solo o a bordo della sua barchetta (che aveva pensato bene di spostare il più lontano possibile dalla nave di Shank) a pensare che mai avrebbe potuto averla.

- Sei talmente bella che mi viene voglia di fare un altro figlio! -

- Ehi.. adesso non esageriamo eh? Una figlia è più che sufficiente! Mi preoccupo già abbastanza per lei.. figuriamoci se avessimo un altro bambino! E poi.. Ennie sarebbe gelosa! -

Precisò.

- Eddai, facevo così per dire! -

Disse baciandole i capelli.

- Si, si! Pensa a dormire invece di dire cretinate! -

- Ah scusa tanto se sono sincero.. vorrà dire che non ti farò più un complimento, così impari! -

Ccciò fuori la lingua facendola scoppiare a ridere. Sembrava proprio un bambino che si ribellava a sua madre. A volte Max, sentiva di volerlo accudire e coccolare come un cucciolo. Quei momenti così pieni di gioia.. non c'era un giorno in cui non rideva insieme a lui. Perciò Mihawk avrebbe dovuto continuare a stare lontano dalla loro vita.
Purtroppo era solo un bel sogno.

Arrivò per prima alla locanda, si era alzata di buon' ora e aveva pensato di dare una mano a Makino nei preparativi. Era un giorno importante quello che ricorreva. Era il compleanno del sindaco del villaggio e ogni anno Makino organizzava sempre una festa in suo onore. Compiva settenta anni ma era ancora vispo e florido come un ragazzino.

- Buon giorno Makino! -

La salutò.

- Ah, Max! Anche a te! Che fai già in piedi? -

- Non riuscivo più a dormire! Vuoi una mano? -

- Grazie! Guarda, in questi giorni sono veramente a pezzi! -

Così insieme cominciarono a ripulire e ad appendere striscioni colorati. La festa sarebbe cominciata solo quel pomeriggio ma avrebbero dovuto tenere la locanda bene in ordine già da quella mattina. Era incredibile come parlavano e si aiutavano gioiosamente, come due buone amiche. In passato Makino non poteva vederla. Odiava Max, per il semplice fatto che le avesse portato via il grande amore della sua vita. Shank rappresentava tutto per lei e dopo che lui presentò Max come la sua donna, si sentì morire. Poi col tempo, aveva imparato ad amare un uomo di nome Nico, un uomo eccezionale che insieme a lei aveva concepito un bellissimo bambino.

- Oh, guarda! State per fare una festa? -

All'improvviso, una calda e seria voce, che Max purtroppo conosceva bene, le costrinse a distogliere lo sguardo dai chiodi che tenevano fermo il primo striscione.

- Si.. oggi è il compleanno del nostro sindaco! -

Spiegò Makino.

- Ah, tanti auguri! -

Quegli occhi dorati e taglienti le incutevano quasi terrore.

- Che.. che cosa posso fare per lei? -

- Beh, questa è una locanda no? Secondo te sono venuto qui per grattarmi la pancia? Vorrei mangiare qualcosa! -

Max, cercando di restare più calma possibile, tentò in tutti i modi di mandarlo via con una giusta spiegazione.

- Veramente Mihawk.. questa locanda è chiusa oggi.. per via della festa.. fuori c'è il cartello, non l'hai visto? Quindi non credo che lei voglia.. -

- No, non c'è problema Max! In fondo si tratta solo di un piatto! -

In realtà Mihawk le faceva paura, per questo pensò fosse meglio assecondarlo. Ancora però non sapeva che quell'uomo era colui che Zoro aveva sconfitto.

- Sei sicura? -

Domandò nervosamente.

- Si! Faccio in un attimo! Si accomodi pure signore! -

Avrebbe volentieri preso una mazza per dargliela in testa in quel momento. Come aveva potuto farle questo? Sentiva una gran voglia di ucciderla.

- Guarda che non devi mascherare per forza i tuoi sentimenti! -

Le disse senza nemmeno voltarsi verso di lei.

- Lo so che preferiresti vedermi uscire da qui! -

Ma non aveva la minima intenzione di assecondarla.

- Ma no.. che dici? -

Mentì.

- Smettila di fingere! Tu e Shank non volete nemmeno vedermi! -

Aveva proprio colto nel segno.

- Ma non vi porto rancore ragazzi! Al contrario! -

Quanto le sarebbe piaciuto scappare via da li, in un lampo, come una scheggia. Se solo non si fosse mai alzata dal letto. A quell'ora si trovava ancora sotto le calde coperte accanto a Shank. Purtroppo non poteva sparire senza dire niente a Makino e dal momento che si era offerta di aiutarla non poteva nemmeno trovare una scusa per sgattaiolare via. Avrebbe aspettato con calma che Mihawk se ne sarebbe andato.

Sbadigliò con la bocca a trecentosessanta gradi stiracchiandosi a lungo. Poi si accorse di essere solo in quell'ampio letto. Trovò un biglietto sul cuscino di Max.

Dato che non riuscivo a dormire mi sono alzata presto.
Sono alla locanda per aiutare Makino se poi vuoi raggiungermi, ok?
Non poltrire troppo, mi raccomando!
Ti amo, cucciolo.
Max

- Mpf! -

Piegò il foglietto e lo ripose nel cassetto. Teneva sempre tutto ciò che proveniva da lei. Forse per il profumo di lei. Si vestì rapidamente e senza nemmeno fare colazione, scese dalla nave incamminandosi verso l'osteria. Avrebbe mangiato li un boccone veloce. Almeno così pensava di fare.

- Mh! Complimenti! Davvero squisita! -

Makino gli aveva appena servito un piatto di minestra calda.

- Ah, grazie! -

Arrossì lievemente la donna.

- Dammi una birra! -

Non chiedeva mai per favore, si faceva sempre servire. Nonostante non fosse più il numero uno, continuava con queste manie di superiorità trattando gli altri come se fossero suoi schiavi.

- Su..subito! -

Si precipitò a prendere una bottiglia, assicurandosi che fosse bella fresca e soprattutto di marca.

- Ma come fai ad essere così meschino! -

Era la prima volta da quando si erano rincontrati che Max si rivolgeva a lui con quel tono freddo. Mihawk si limitò a girare il capo verso di lei, fissandola con i suoi occhi taglienti.

- Makino lavora tutto il giorno, ha avuto delle giornate faticose ultimamente! Come puoi darle ordini? -

- Le ho solo chiesto una birra! -

E tornò ad imboccarsi. Se quella la si poteva definire una "richiesta"..

- Ecco a lei! -

Stappò la birra e gliela versò nel boccale pià bello che aveva nella credenza. Tirava un'aria strana li dentro, Makino intimorita, Mihawk così serio e Max silenziosa. All'improvviso la voce di Shank ruppe quell'atmosfera cupa.

- Dov'è la mia dolce metà? -

Esclamò felice come una pasqua entrando nella locanda. Il suo sorriso fu destinato a spegnersi quasi immediatamente. Mihawk era seduto al bancone, nel posto di solito occupato da lui. Si sentì pervadere da una rabbia quasi lacerante.

- Max, andiamo via! -

La afferrò per un braccio.

- Ma.. io.. stavo aiutando.. -

- Scusaci Makino! Ci vediamo più tardi! -

Disse passando attraverso le porticine western con Max appresso senza nemmeno darle il tempo di capire cosa stesse succedendo.
C'era da aspettarsi una reazione simile, pensò Occhi di falco. Avrebbe continuato a portarla via da qualunque luogo se c'era anche lui, ma non aveva intenzione di farsi trattare così. Lui era Mihawk il grande, il suo orgoglio gli impediva di farsi mettere i piedi in testa. Se voleva una cosa la otteneva.. così.. se voleva Max allora se la sarebbe presa in qualche modo. Credeva davvero di non provare più amore nei suoi confronti.. solo interesse.. ma si sbagliava e se ne rese conto dopo averla vista un'altra volta. L'amore che credeva assopito si era risvegliato dentro di lui.

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Capitolo 16
*** Il biglietto ***


CAPITOLO 16: Il biglietto.

La strattonò il più lontano possibile dalla locanda, più lontano che poteva da quell'uomo.

- Ahia! Mi fai male Shank, lasciami! Guarda che so ancora camminare da sola! -

Finalmente le lasciò il braccio dolorante. Lo aveva stretto con una tale forza che quasi le aveva lasciato il segno.

- Scusa, ma dovevo assolutamente portarti via! -

Era girato di spalle. Dal tono della sua voce, si capiva perfettamente a cosa pensava.

- Shank, io.. -

- Perchè non sei venuta via? -

La interruppe.

- Perchè.. avevo promesso a Makino di aiutarla.. non potevo lasciarla così! -

Fece in tempo a finire la frase che le sue forti braccia la avvolsero con forza.

- Non glielo permetterò! Non gli permetterò di farci ancora del male! -

Ovunque andassero lui c'era. Anche volendo, se si sarebbe fermato ancora a lungo in quel villaggio, non avrebbero potuto evitarlo.

- Tu appartieni a me Max! Hai capito? Non ti lascerò andare via! -

Voleva farglielo sapere, a tutti i costi.

- Ma io.. non intendo andare da nessuna parte Shank! -

Lo rassicurò cingendogli la vita.

- Non ti devi neanche avvicinare a lui! Piuttosto scappa! Ma non ti avvicinare! -

Lo sentiva spaventato. Mai lo aveva visto così impaurito. Nemmeno in battaglia. La paura di perderla era molto forte ma non pensava che Mihawk gli incutesse così tanto terrore.

- Tu devi essere solo mia! Non voglio che Mihawk ti sporchi con le sue luride mani! -

Non doveva temere nulla perchè mai lei sarebbe caduta nelle sue grinfie.

Osservava quell'uomo dagli occhi di falco mentre beveva lentamente la sua birra. Il piatto era già vuoto e lo spadaccino era ormai pronto ad andarsene dalla locanda.

- Mi.. mi scusi.. -

Lo chiamò Makino con un filo di voce. Mihawk si limitò a ghiacciarla con i suoi occhi.

- Lei.. conosce Shank e Max? -

La reazione di Shank fu molto strana.

- Si, li conosco! -

Disse semplicemente alzandosi dallo sgabello. Frugò nella tasca e tirò fuori un sacchetto di monete. Lo lanciò sul tavolo e facendo dietro front si diresse all'uscita mentre Makino vedeva le sue larghe spalle sparire dala sua vista.

- Ma chi era quell'uomo? -

Eppure aveva la sensazione di saperlo. Non conosceva il suo nome ma.. sentiva di conoscerlo bene di fama. In che rapporti era con Shank? Quando il rosso lo aveva notato, il suo umore si era immediatamente guastato. Era entrato da quelle porticine di legno con il sorriso sulle labbra e l'umore alle stelle pronto ad abbracciare la sua fidanzata.. poi, non appena notò quello strano individuo seduto nel posto in cui si era sempre seduto lui, a mangiare come se nulla fosse, i suoi occhi avevano come cambiato luce. Si era limitato ad afferrare forte Max e a portarla via dalla locanda.

- Non lo sopporto.. -

Disse rabbioso.

- Non lo sopporto proprio! -

- Eppure una volta eravate buoni amici! -

Osservò sconsolata Max.

- Lo so.. -

Anche lui ne era ben consapevole. Purtroppo però, le cose non sarebbero mai più tornate come prima.

- Shank.. -

Spostò le mani dalla sua schiena al suo petto, incontrando i suoi occhi bellissimi.

- Sono io la causa? Insomma.. è per colpa mia che non siete più in buoni rapporti, vero? -

Sorrise come solo lui sapeva fare.

- Ehi, non dire che ti senti in colpa perchè non c'è alcun motivo! Si, da quando sei apparsa nelle nostre vite tutto è cambiato ma.. come potevi sapere che due uomini grandi e grossi sarebbero caduti ai tuoi piedi? -

Si, non lo immaginava di certo, tuttavia, si sentiva responsabile.

- Max, tu sei la cosa più bella che mi sia mai capitata! -

Riprese a stringerla con forza.

- Perciò non potrei mai rimpiangere di averti incontrata! Tra me e Mihawk non c'è mai stata poi questa grande amicizia.. anzi! Siamo stati rivali fin dall'inizio! -

C'era stata una volta in cui avrebbe voluto seppellirlo per il fatto che fosse il miglior spadaccino del mondo. Insomma, era talmente invidioso che a momenti scoppiava, anche se non la aveva mai ammesso con nessuno, forse nemmeno con se stesso.

- Hai capito? Cosa vuoi che sia perdere un rapporto, se lo si può chiamare tale, con Occhi di falco, in confronto a te? -

- Grazie! -

Disse rincuorata.

- Non ringraziarmi! -

Le portò una ciocca di capelli dietro all'orecchio.

- Non l'ho detto per tirarti su di morale sai? Se l'ho fatto è perchè.. -

- ..tu non parli mai a vanvera! -

Terminò la frase al suo posto, prevedendo ciò che stava per dirle.

- Oh! Te lo ricordi! -

- Dai, torniamo alla nave! -

Disse afferrandogli la mano.

- Ennie si chiederà dove siamo finiti! -

Mentre lentamente tutti mettevano i piedi fuori dal letto, Shank e Max camminavano a passo lento e regolare verso il porto. Probabilmente avrebbero rincontrato Mihawk ma, a quel punto scappare non sarebbe servito più a niente. Dovevano comportarsi normalmente, come se nulla fosse stato, in questo modo probabilmente, lui si sarebbe stancato e non vedendo più alcuna reazione da parte loro, se ne sarebbe andato via. Non aspettavano altro.

- Ehi, Ben! -

Lo chiamò tornando a bordo del suo vascello. Il vice terminò di fumare la sua sigaretta, perchè proprio non ce la faceva a smettere. Pensò però di farlo alla larga da Max o l' avrebbe delusa.

- Si capo? -

Domandò uscendo sul ponte.

- Non vedo Ennie! -

Era tutto fin troppo tranquillo. Lucky stava dormendo stringendo il suo cosciotto come fosse un cuscino. La sua serenità era dunque insolita. Nessuna risata da parte della bambina che si divertiva a maltrattarlo, nessun grido disperato da parte sua.

- Perchè non c'è! -

Spiegò lui.

- E' scesa poco fa! Il suo amico Lucas è venuto a chiamarla! -

- Capisco! -

C'era una nota di dispiacere in quell'esclamazione. Avrebbe tanto voluto salutarla perchè dalla sera prima non la vedeva. Di solito era sempre sul ponte a giocare con Lucky e gli piaceva quell'atmosfera allegra. Invece, da quando erano sbarcati dull'isola, regnava un'insolita calma.

- Max, dobbiamo fare qualcosa prima che quei due si sposino e abbiano dei figli! -

- Ah ah ah! Ma Shank! Sono solo dei bambini! -

Precisò divertita.

- Lo so! -

Ribattè.

- Ma gli anni passano! Se quei due sono così uniti adesso, chissà quando saranno maggiorenni! -

- Shank, tu ti preoccupi troppo! -

Disse asciugandosi gli occhi umidi per le risa.

- Ennie ha solo dieci anni! E' ancora presto per simili congetture, non credi? -

- Forse.. ma sono comunque suo padre! -

Max lo sapeva bene. All'età di quattordici anni, Ennie avrebbe cominciato a cavarsela da sola. Allora avrebbe conosciuto ragazzi viaggiando per mare e avrebbe portato qualche pretendente davanti a Shank, che n'era sicura, non avrebbe retto poi tanto. Le veniva di nuovo da ridere se ci pensava.

- Grazie mille per il libro! -

Gli disse aiutandolo a rimetterlo al suo posto.

- Figurati! Siamo amici no? -

Ennie rimase per un attimo in silenzio.

- Beh? Che ti prende? Non vuoi essere mia amica? -

- Lo voglio eccome! -

Precisò.

- E' solo che.. non ho mai avuto un vero amico.. -

Era abituata a stare sulla sua nave circondata si, da persone che le volevano bene, ma sentiva che le mancava qualcuno con cui condividere giochi divertenti. Maltrattare Lucky era un passatempo per lei e se una volta la entusiasmava, ora non lo faceva più di tanto.

- Beh, allora comincia con me no? -

- Grazie! -

Sorrise la bambina.

- A proposito! Anche i tuoi hanno letto l'articolo? -

- Mh! -

Annuì soddisfatta.

- Il mio papà era così contento.. -

- A proposito di tuo padre! -

Divenne stranamente serio, non si spiegava perchè.

- Ti ricordi l'altro giorno, quando abbiamo incontrato l'uomo dagli occhi di falco? -

- Si.. -

Non capiva cosa c'entrasse quel discorso.

- Ho notato che tuo padre aveva uno sguardo strano nei suoi confronti.. -

- Strano in che senso? -

Più andava avanti nella spiegazione, più non ci capiva niente.

- Non lo so.. quasi.. quasi arrabbiato.. tu sai in che rapporti è con lui? Sembrava conoscerlo bene.. -

Pensò che forse si erano affrontati in duello una volta.

- Beh, mio padre mi ha parlato di lui tempo fa.. ma non è che abbia molto approfondito.. per la verità non mi ha mai detto di conoscerlo! -

Che glielo avesse tenuto nascosto? Stava crescendo, perchè Shank la trattava sempre come una mocciosa?

Siccome non aveva niente da fare sul Vento dell'Est, decise di andare a fare una passeggiata. Era tornata solo per vedere la sua bambina ma dato che non c'era non aveva motivo di stare li a fissare quelle fecce di fogna mentre ronfavano. Chiuse il libro che aveva in mano e si stirò le braccia sotto la luce del sole.

- Mh? -

Poi notò Shank seduto accanto a lei con una bottiglia sulle labbra.

- Cosa stai bevendo? -

Sbottò lei acidamente.

- Niente! solo birra.. -

- SOLO birra? -

Sapeva bene cosa succedeva ogni volta che beveva come una spugna. Perdeva completamente la ragione e ore dopo veniva colpito da una terribile emicrania.

- Eddai, lasciami bere un goccino! Che cattiva che sei! Un pirata non può venir considerato tale se non beve! -

- Ah! Come ti pare tanto non mi dai mai ascolto.. tieniti pure i tuoi principi idealistici da pirata se vuoi.. io vado a fare un giretto! -

- Come vuoi cara.. vedi di non perderti eh? -

- Che antipatico! -

Cacciò la linguetta scherzosamente prima di scendere dalla nave.

- Che donna straordinaria! -

Sussurrò sulla bottiglia.

- Come? Hai detto qualcosa capo? -

- Sai Ben.. non c'è giorno in cui non mi senta fortunato ad averla con me! -

- Ah parli di Max! -

Temeva che si stesse rincitrullendo se aveva persino cominciato a parlare da solo. Con la bottiglia in bocca come faceva a capire le sue parole? Non aveva nemmeno realizzato che si stava rivolgendo a lui.

- Già, è una donna eccezionale! -

Comfermò. Probabilmente al mondo non esisteva nessuna come lei.

Passeggiò augurando il buongiorno ai suoi amici che facevano capolino fuori dalle case.

- Buon giorno Max! -

Strillò Rufy comparendo alle sue spalle dandole la sua classica pacca sulla schiena. finì spiaccicata per terra.

- Uno di questi giorni ti faccio secco! -

Ringhiò con la faccia impregnata nel terreno. Il re dei pirati, scoppiò in una fragorosa risata.

- Ih ih ih! Scusa.. l'ho combinato grossa anche stavolta, vero? -

- Rufy ascolta caro.. io ti voglio bene.. ma la devi smettere di usare la tua forza con me.. -

Non poteva rischiare di ritrovarsi con il naso rotto, era già la seconda volta che pestava violentemente la faccia.

- D'accordo..ti chiedo scusa.. -

- ... -

- Max? -

Qualcosa la fece rabbrividire. Sentì come uno sguardo addosso. Si voltò lentamente e come ci si poteva aspettare Mihawk era li. Appoggiato al muro di una casa con le braccia incrociate al petto e il suo grosso cappello, la stava guardando con i suoi occhi dorati.

- Max? Ehi Max? Va tutto bene? -

- Come? Ah, si, certo! Tutto bene.. -

Era meglio filare. Non doveva nemmeno più parlare con quell'uomo. Avrebbe fatto solo del male a Shank.

- Senti Rufy, perchè non andiamo al mercato? Se non sbaglio oggi è l'ultimo giorno! -

Ricordò di averlo letto su una locandina appesa alla parete dell'osteria di Makino.

- D'accordo, tanto non ho niente da fare! -

Lo afferrò per la mano e lo trascinò quasi con forza. Si chiedeva quale fretta avesse.

- Ahio.. fai male anche tu però! -

Sembrava preoccupata per qualcosa, era chiaro che voleva fuggire.. da qualcuno. Mentre camminavano a passo veloce, Rufy si voltò cercando di mettere a fuoco la fonte. Dunque fu così che notò una figura possente e molto nota. L'uomo che li stava puntando con quello sguardo freddo, era di sicuro Mihawk dagli occhi di falco. Non aveva la minima idea che anche lui fosse giunto al suo villaggio. Probabilmente era tornato per ottenere una rivincita contro Zoro. Ma c'era una cosa che non si spiegava. Qual era il legame fra lui e Max? Si conoscevano? O era solo una reazione di paura da parte della donna vedendo uno degli uomini più temuti al mondo?

- Max, ora puoi anche fermarti, il mercato l'abbiamo già superato.. -

Si fermò di colpo, rendendosi conto che era talmente presa dalla voglia di fuggire, ancora una volta, che non si era accorta di essere arrivata oltre il luogo prestabilito.

- Scusami! -

- Max, ma che succede? -

- Ti dispiace se non ne parliamo? -

Era così tranquilla quando aveva deciso di passeggiare al villaggio, sapeva che c'era la possibilità di rincontrarlo.. eppure non si sentiva affatto impaurita all'idea. Tra l'altro anche Shank le aveva permesso di passeggiare liberamente senza dire una parola. Ora invece, solo se ricordava quei suoi occhi agghiaccianti le venivano i brividi. Shank le aveva imposto di comportarsi come al solito, con naturalezza. Ma come poteva lei, camminare naturalmente se in ogni angolo sbucava lui? Non ce la faceva proprio a stare calma. Dopo il suo arrivo si era perfino scordata della lettera minatoria e dei loro nemici.. aveva solo Mihawk in testa e la remota possibilità che potesse rovinare tutto quello che lei e Shank avevano costruito in quegli anni la faceva impazzire.

- D'accordo.. -

Preferì non interferire. Evidentemente era una questione personale e lui doveva solo starne fuori.

- Oh! Senti che profumino.. oggi devono aver messo la bancarella del pesce come specialità! -

Con la bocca umida e lo stomaco in gorgoglio, corse a tutta velocità verso il mercato, senza nemmeno darle il tempo di dire bè.

- Ma tu guarda.. mi ha mollata qui.. -

Sospirò amareggiata, ma forse era meglio così. Poteva stare sola e riflettere meglio.. ma non sapeva che non era affatto come credeva. Voltandosi si scontrò contro una figura scura.

- Ahi! -

Ma allora era destino quello di pestare il naso?
Non ebbe neanche più il tempo di pensarci perchè si accorse che si era appena imbattuta in lui.. Mihawk era davanti ai suoi occhi, la osservava con sguardo arrabbiato, gelido.

- Che.. che fai qui? -

- Ti ho seguita! -

Rispose lui come se nulla fosse.

- E perchè? -

- Perchè mi andava! -

Non le piacevano quegli occhi, non le piacevano per niente. Il modo in cui la guardava non prometteva niente di buono.

- Rufy si è disperso.. -

Disse prontamente per uscire da quell'ennesima situazione.br> - Devo andare a recuperarlo prima che faccia danni! -

Si voltò velocemente pronta a correre via ma Mihawk la strattonò per un braccio e la sbattè violentementa contro il muro.

- Lasciami! -

Urlò.

- NO! -

La ghiacciò ancora una volta.

- Se vuoi che ti lasci, prima devi spiegarmi cosa ti ha detto quello spostato! -

Si riferiva a Shank, non c'erano dubbi.

- Come osi? -

Aggrottò la fronte infuriata. Per nessuna ragione al mondo perdonava chi insultava l'uomo che amava.

- Non ti azzardare pià a parlare male di lui! Non è uno spostato! -

- Come ti pare! -

Le stringeva le spalle con tale forza che le mancava quasi il respiro.

- Cosa ti ha detto? Ti ha convinto lui ad evitarmi, vero? -

Perchè?

- Non è così! -

Perchè doveva sempre intromettersi fra di loro?

- L'ho deciso di mia volontà! -

La strinse con maggiore energia.

- Ahi.. -

- Una volta hai detto che eravamo amici! Che ti sarebbe piaciuto rincontrarmi! -

- Beh, le cose cambiano! -

Puntualizzò.

- Sono passati undici anni da allora! -

- E con questo? -

Se lo conosceva abbastanza bene, sapeva che non si sarebbe arreso facilmente.

- Il rapporto fra me e Shank è maturato ancora di più e abbiamo avuto una bambina! Non ti sembra abbastanza? -

- Affatto! -

- Adesso basta! -

Si dimenò per liberarsi dalla sua presa, ma non ci riuscì.

- No! Basta lo dico io! -

La sbattè nuovamente contro la parete di quel vicolo, procurandole un dolore terribile.

- Non ho intenzione di essere trattato come se fossi invisibile! Io esisto! Ho una consistenza! Sono reale! E voglio essere considerato tale! -

Per tutto quel tempo, lei e Shank avevano pensato il contrario.

- Che cosa vuoi Mihawk? Cosa vuoi da me? -

- Ti amo! Non è abbastanza? -

Non avrebbe mai dovuto dirglielo.

- Ma non è giusto! -

Chiuse gli occhi delusa.

- In tutti questi anni.. io credevo.. speravo che i tuoi sentimenti verso di me si fossero ormai raffreddati! -

- Beh, lo credevo anch'io.. ma è tutto cambiato dopo che ti ho rivista! -

Ora ne aveva la certezza. Voleva rovinare tutto, voleva averla e spezzare l'amore che c'era fra lei e il rosso. Ma non poteva permetterglielo, non voleva che finisse quella magia che lei e Shank avevano creato.

- LASCIAMI!! -

Gridò un'altra volta. Mihawk sembrava non avere intenzione di mollare la presa, ma all'improvviso un pugno scagliato da lontano, lo colpì in pieno viso scaraventandolo a terra.

- Non hai sentito? -

Si avvicinò Rufy.

- Ti ha detto di lasciarla stare! -

Mihawk si riazlò con il naso sanguinolento. Si pulì la narice e puntò il ragazzino.

- Cappello di paglia! -

Esclamò riconoscendolo senza ombra di dubbio. Rufy si limitò a guardarlo seriamente e lui non aveva altra scelta se non quella di telare. Non voleva che scoppiasse un brusio insopportabile fra la folla e lui amava passare in osservato.

- Vedi di farti gli affari tuoi la prossima volta! -

Mentre il suo mantello ondeggiava ad ogni suo passo sparì dal vicolo.

- Max, va tutto bene? -

- Grazie Rufy! -

Disse mentre una lacrima le sgorgò dagli occhi.

- Max.. -

Notò che si stava massaggiando la spalla. Lentamente le tirò giù la spallina della maglia notando un livido scuro.

- Hai una brutta contusione.. forse è meglio se torni da Shank, lui ti farà curare! -

- No.. non posso... non posso dirgli la verità.. -

Sapeva che avrebbe fatto un casino. Sarebbe andato a cercare Mihawk e probabilmente lo avrebbe ammazzato di botte.

- Ma lui deve sapere.. -

- No! -

Erano affari loro.. almeno su questo Mihawk, aveva ragione.

- Come vuoi.. sei libera di dirgli quello che ti senti.. forse preferisci farti curare dal nostro dottore? -

Si limitò ad annuire perchè non aveva la minima idea di cosa raccontargli.

- Buon giorno doctor! -

- Oh! Rufy! Buon giorno anche a te! Dimmi, cosa posso fare per te? -

Gli domandò, perchè vedere Rufy nel suo studio era assolutamente una novità.

- Max si è fatta male.. -

Spiegò mentre lei si accomodava in silenzio.

- Ha battuto la spalla.. -

- Ah, vieni cara, siediti! -

La controllò a lungo, scrutando quel livido che non la smetteva di dolere e di ingrossarsi.

- Caspita, ma questa è un delle peggiori contusioni che abbia mai visto.. che diavolo è successo? -

E adesso cosa s'inventava?

- E' scivolata su un pezzo di ghiaccio! -

Rispose Rufy al posto suo.

- Oggi, per l'ultimo giornho di mercato hanno messo il pesce! -

- Ah.. -

Come spiegazione gli sembrava al quanto strana.

- E.. dove hai sbattuta la spalla? Su una cassa? -

In quel caso sarebbe stato tutto regolare.

- No, a terra.. -

Dunque si c'era qualcosa di strano. Se fosse realmente scivolata su un cubetto di ghiaccio, avrebbe dovuto picchiare il fondoschiena.. come aveva fatto a prendere tutto quello slancio?
Moriva dalla voglia di dire la verità a Shank perchè mentire all'uomo che amava era la cosa che più detestava al mondo ma non poteva fare in modo che succedesse una tragedia. Il villaggio Fusha non doveva riempirsi di sangue prima del tempo, prima dell'attacco dei veri nemici. Sapeva bene che se avesse saputo la verità, avrebbe cercato Mihawk per riempirlo di botte.

- Non gli permetterò di sporcarti con le sue luride mani! -

Nella sua mente eccheggiavano quelle parole.

- Lo ha fatto Shank.. -

Pensò tristemente. Su di lei portava il segno del suo brutale tocco.

Alla locanda proseguivano i preparativi per la festa. Makino stava ancora appendendo gli striscioni con la fronte madida di sudore. Se Max fosse rimasta avrebbe saputo darle una mano ma Shank l'aveva portata via di fretta che non aveva nemmeno avuto il tempo di protestare.

- Makino! Ma stai facendo tutto da sola? -

Domandò Sarah, la sua vicina di casa.

- Ciao Sarah! -

La salutò trafelata.

- Guarda, sono sfinita.. -

- Ma potevi chiamarmi! -

- Non ha importanza! Un pò di lavoro non ha mai ucciso nessuno! -

Forse, ma la vedeva così pallida.

- Ti do una mano dai! Che c'è da fare? -

- Grazie! Sei la mia salvatrice! Dunque dovresti.. -

Iniziò ad ispezionare la locanda per vedere cosa ci fosse ancora da aggiungere.

- Ah, dovresti dare una pulitina ai tavoli se ti va.. sai, non ho ancora avuto il tempo.. -

- Sono già con lo straccio in mano! -

Disse dirigendosi al bancone. D'un tratto però qualcosa le costrinse a sussultare e quasi Makino cadde dalla scala. Mihawk entrò rumorosamente nella locanda.

- Oh, salve, è ancora lei? -

Perchè diavolo era tornato? Non le piaceva per niente quell'individuo.

- Scusate il disturbo ma avrei un favore da chiederti! -

- Un favore? A me? -

Makino si indicò incredula e priva di alcuna spiegazione.

- Si! A te! Sei sorda? -

Era parecchio nervoso. Anche più prima.

- Mi dica.. -

Non aveva altra scelta.

- Quando vedi Max, dalle questo! -

Le afferrò la mano e sul palmo vi posò un foglietto piegato in quattro.

- Cos'è? -

- Non sono affari che ti riguardano! -

Risuonò acido il suo tono di voce.

- Tu daglielo e basta! -

Fece per andarsene ma notò Sarah che lo fissava con aria perplessa.

- E tu che hai da guardare? -

Se la sua intenzione era quella di intimorirla ci era riuscito alla grande.

- Oh.. n-niente.. scusi tanto! -

- Oh, a proposito.. -

Si soffermò sulla soglia.

- Non dire a Max che sono stato io a dartelo! -

Altrimenti non lo avrebbe mai accettato.

- Come? Ma.. e allora cosa le dico? -

- Quello che ti pare! Per nessun motivo non fare il mio nome! Non potrebbe mai prenderlo se sapesse che proviene da Mihawk Occhi di falco! -

Rimase scottata da quella frase. Dunque era lui l'uomo che Rolonoa Zoro aveva sfidato, era lui l'ex spadaccino più forte del mondo. Ora si spiegava quegli occhi inquietanti.
Fissò per un istante quel foglietto. Era tentata ad aprirlo e leggerne il contenuto, ma non poteva immischiarsi nei loro affari. Avrebbe consegnato quel biglietto a Max senza fare parte in alcun modo dei loro problemi.

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Capitolo 17
*** L'equivoco ***


CAPITOLO 17: Il bacio equivoco


- Ma dove si sarà cacciata? -

Era passato parecchio tempo da quando Max era scesa dalla nave. Aveva detto di voler fare una passeggiata.. ma doveva per forza essersi fermata da qualche parte. Forse era tornata alla locanda per aiutare Makino. In ogni caso pensò di scendere a terra e raggiungerla. Ne sentiva già la mancanza. Inoltrandosi al villaggio, gli arrivò un disgustoso odore di pasce sotto le narici. Dovevano averlo messo per l'ultimo giorno di mercato. Gli faceva venire la nausea, dunque cercò di arrivare da Makino il più in fretta possibile.

- Buon giorno! -

Disse entrando nella vuota locanda. Faceva un certo effetto vederla così di prima mattina. Di solito era piena zeppa di gente.

- Ciao Shank! Se cerchi Max non è qui! Non l'ho più vista tornare! -

Disse Makino mentre puliva i bicchieri di scorta.
b - Ah, ho capito.. ciao Sarah, come va? -

- Bene, grazie Shank! E' da un bel pezzo che ci si becca eh? -

- Già.. -

Non sapeva perchè ma aveva come il brutto presentimento che le fosse successo qualcosa.

- Non è che sapete dov'è andata? -

- No, io non l'ho proprio vista più Shank! -

Stava per dirgli del biglietto. Forse era meglio se glielo avesse consegnato lui.. ma poi pensandoci, non doveva farglielo sapere perchè da quanto aveva potuto vedere, lui e Occhi di falco non erano in buoni rapporti e non sapeva nemmeno cosa inventarsi. Non poteva dirle che un uomo aveva scritto quel biglietto per la sua fidanzata, sarebbe andato su tutte le furie. Avrebbe perfino credutoche Max avesse una relazione segreta.

- Va beh, grazie comunque! Ci vediamo più tardi ragazze! -

E uscì nuovamente dalla locanda pensando a dove potesse essersi cacciata.

- Sei sicura Max? Se vuoi resto ancora un pò.. -

- Ma no Rufy, hai già fatto abbastanza! -

Disse massaggiandosi la spalla ancora dolente.

- Mi hai salvata.. e mi hai portata qui.. non posso pretendere di più! Grazie infinite! Ora me la cavo da sola! -

Non aveva una bella cera. Ogni tanto tremava. In che rapporti era quell'uomo con lei? Non vedendola più dietro di sè al mercato, si era preoccupato un pò, così aveva deciso di tornare indietro a cercarla. Prima di sentire le urla di Max aveva udito una frase da parte dell'uomo. Sperava tanto di essersi sbagliato ma se le sue orecchie funzionavano ancora bene, avrebbe giurato che Mihawk le avesse detto di amarla.. lui non sapeva nemmeno che si conoscessero.. poi quelle parole della donna.. quel tono spaventato.. si vedeva che ancora adesso aveva addosso il terrore di poco prima.

- Se insisti.. vedi di stare attenta.. quell'uomo.. è pericoloso! -

Ne aveva già avuto la prova.

- Lo so Rufy.. dai, ci vediamo alla locanda per la festa! -

- Ok! -

Fu uscendo dallo studio che notò Shank fra la gente mantre passeggiava. Aveva uno sguardo preoccupato, si guardava intorno e probabilmente stava cercando Max.

- Ehi Shank! -

- Ah, Rufy! Ciao! -

Esclamò notandolo davanti alla casa.

- Sai dov'è Max? -

- Certo! E' qui dentro! -

Disse indicando lo studio del medico.

- Cosa? E' dal dottore? -

Lo sapeva lui, che non c'era motivo di stare tranquillo. Se lo sentiva che le era successo qualcosa.

- Si, si è fatta male.. ma non è nulla di grave! Ha solo battuto la spalla! -

Non poteva raccontargli altro.

- Cavolo.. è evidente che si diverte molto a farmi preoccupare! -

Entrò nell'abitazione notandola seduta con la spalla fasciata sotto la maglietta scollata.

- Max! Tesoro, va tutto bene? -

Sentendo quella voce, il suo cuore prese a battere all'impazzata.

- Ciao Shank.. -

- Ma che ti è successo! Non ti trovavo più.. -

Abbassò lo sguardo tristemente. Doveva farcela, doveva resistere e non dirlgi la verità. Purtroppo non si rivelò semplice, desiderava che il loro rapporto non fosse costruito sulla menzogna.. ma le stava molto a cuore anche la serenità dei suoi amici.

- Piccola? Che cos'hai? -

- E' che.. non posso! -

- Cosa non puoi? -

- Dirti.. com'è successo! -

Si stava già preparando psicologicamente a ridere di gusto dopo acer sentito la spiegazione. Immaginò subito che si trattasse di qualcosa di buffo e imbarazzante.

- Oh Shank, non ti ho sentito entrare! -

Osservò il dottore, uscendo dalla cucina.

- Max si è procurata un bel livido sul retro della spalla! Ha fatto uno scivolone.. -

Spiegò.

- Uno scivolone? -

- Si.. sai che hanno messo il pesce oggi no? E' scivolata su un pezzo di ghiaccio! -

Lo sapeva, ora si sarebbe messo a ridere a squarciagola. Almeno, era quello che si aspettava. Invece, stranamente si limitò a sospirare chiudendo le labbra in un sorriso.

- Meno male, allora non è successo niente! -

- Come niente.. io mi sono fatta male! -

Preferiva fare la figura della distratta piuttosto che raccontargli i reali fatti.

- Si, lo so.. ma temevo fosse accaduto qualcosa di peggio quando Rufy mi ha detto che eri qui dal medico.. che sciocchina che sei! Vuoi proprio farmi venire un infarto a trentotto anni, tu! -

Posò una mano sul suo capo, come fosse una bambina.

- Mi dispiace! Il terreno era tutto bagnato.. e non ho visto il pezzo di ghiaccio.. può succedere no? -

- Si! Certo che.. avrei voluto vederti.. ah ah ah ah ah ah! -

Le sembrava troppo strano che non si fosse ancora preso gioco di lei.

- Come minimo ti sarebbe venuto quell'infarto di cui parlavi! -

- Si.. questo è vero... -

Singhiozzava tra una parola e l'altra.

- .. per le risate! Ah ah ah ah ah! -

Le piaceva troppo quel sorriso, quella risata poi, le trasmetteva tranquillità e serenità.

- Proteggimi Shank! -

Pensò dentro di lei.

- Proteggimi sempre e non lasciarmi mai andare via! Non voglio più finire fra le sue braccia! -

Aveva avuto tanta paura. Non credeva che Mihawk potesse arrivare addirittura a farle del male dopo aver detto di amarla. Tra l'altro, in passato lo credeva un uomo migliore.

- Eh Shank. tu ridi.. ma Max ha seriamente rischiato di rompersi la spalla.. -

Era proprio questo che non si spiegava. Non quadrava la storia della scivolata.

- Addirittura.. oh.. ah ah.. allora.. ah ah ah.. scusami tanto amore mio! Ah ah ah.. -

- Si, tu ti scusi.. -

Lo guardò storto.

- Ma intanto continui a ridere! -

- E' più forte di me.. ah ah ah.. -

Persa nella sua risata allegra si gettò fra le sue braccia, convincendolo a fermarsi.

- Ehi.. che c'è? -

- Nulla, nulla... -

Voleva solo fargli sapere quanto lo amava.

- Voglio stare un pò fra le tue braccia! -

Immediatamente la avvolse con dolcezza. Si divertiva con lei, la prendeva in giro, la beffeggiava.. ma proprio perchè era innamorato pazzo di lei. Sapeva comportarsi come un bambino e come un uomo al tempo stesso. Non poteva farci niente, ormai Max era come la sua droga e lui, di sicuro doveva prenderne una dose smisurata per sentirsi davvero bene.

- Eh i giovani d'oggi.. -

Sussurrò il medico sparendo dalla stanza per lasciarli soli. Se solo quell'abbraccio fosse durato in eterno. Perchè si erano fermati su quell'isola? Se prima era al settimo cielo, adesso lo rimpiangeva. Era felice che Ennie si stesse divertendo con un nuovo amico così come lo era per il fatto che Shank avesse riabbracciato Rufy.. ma se doveva continuare a soffrire, a stare male per più di un motivo.. prima l'attacco dei pirati e adesso anche Occhi di falco.. preferiva di sicuro essere in mare aperto con la sua famiglia e i suoi compagni, in serenità, come un tempo.

- Max, forse è solo una mia impressione.. -

Disse senza staccarla da sè.

- Ma mi sembra che tu sia turbata da qualcosa.. -

Non era semplice mentirgli anche perchè lui si accorgeva di tutto, di un minimo cambiamento d'umore, di ogni cosa che riguardava i suoi sentimenti.

- No, non ho niente! -

Voleva continuare a tenere il viso appoggiato alla sua spalla perchè era l'unico modo che aveva per non fargli vedere la sua espressione.

- Sicura? -

- Certo.. è che la spalla mi fa male.. ho rischiato di romperla, ricordi? -

- Solo per uno scivolone? -

Inutile dire che nemmeno a lui quella faccenda quadrava. Gli sembrava troppo divertente per essere vera, e poi si era fatta così tanto male? Impossibile.. eppure preferì non insistere.. se non se la sentiva di dirgli la verità. Certo però, non era più sincera con lui. Perchè? Tutto.. da quando c'era Mihawk..

- Rufy! Dove sei stato? Sbrigati dai, devi darci una mano! Sanji sta preparando delle torte per la festa! Aiutaci a portarle! -

Esclamò Nami sorreggendo una grossa torta al cioccolato.

- Mmmh! Volentieri!! -

- Non le toccare ingordo! Si mangiano dopo! Queste sono solo per la festa e non per soddisfare il tuo stomaco di mattina! -

- Uffa.. ho fame.. e questo profumino di torta.. è così invitante.. -

Non riusciva a controllarsi, aveva la bava alla bocca.

- Da qua Nami! -

Intervenne Zoro.

- La porto io questa.. è meglio non affidarci al capitano o si mangia tutto! -

Sollevò il dolce sorreggendolo con una mano.

- Ecco, bravo, anche tu, era ora che la smettessi di ronfare! -

- Chiudi il becco oca! -

I litigi fra quei due erano l'ordine del giorno, Nonostante tutto però, erano sempre e comunque, uniti come una grande famiglia.
Nel pomeriggio, la locanda si riempì di tutti i migliori amici del sindaco. Rufy e gli altri, Shank e la sua ciurma, Max e gli abitanti del villaggio. C'erano un sacco di dolci e torte invitanti e gli striscioni colorati creavano una calda e accogliente atmosfera.

- Ragazzi.. sono commosso.. -

Disse strofinandosi gli occhi.

- Suvvia! Questo è il minimo per il nostro sindaco! Tanti auguri di buon compleanno! -

La festa cominciò, tutti si divertivano un mondo, tutti tranne lei. Nonostante le risate divertite e la tranquillità che regnava li dentro, non riusciva a togliersi dalla mente il momento in cui era finita fra le grinfie di Mihawk, il momento in cui le aveva detto di amarla ancora e in cui l'aveva violentemente sbattuta contro il muro. Poteva rimetterci una spalla a causa sua. Una cosa era certa. Occhi di falco non era l'uomo che credeva. Era un mostro, un demonio. Ci era rimasta male, seriamente. Un tempo lo considerava forse il suo migliore amico.. ma si rendeva conto che era stato un bene per lei avere Ben come amico più caro fino a quel giorno. Lui si che era una persona fantastica. Poteva contare su di lui, sempre e mai poteva farle del male.

- Max.. mia adorata, c'è qualcosa che non va? -

Fu la voce di Sanji a distoglierla dai suoi pensieri.

- Oh, no.. pensavo.. -

- Gradisci una ciambella al cioccolato mia deliziosa colomba di zucchero? Le ho preparate con le mie manine! -

In effetti aveva parecchia fame.

- Si, grazie! -

Ne prese una, forse quella più ripiena.

- Se hai bisogno sono in cucina! A dopo bellissima! -

Quel ragazzo era davvero simpatico. Faceva il cascamorto con tutte le donne.. anche con quelle più vecchie di lui, come nel suo caso. Ma in fondo tutti noi abbiamo una particolarità. E poi Sanji, era molto garbato e gentile.

- Max, come va la spalla? -

Le domandò Rufy con la bocca piena e un vassoio di dolciumi in mano.

- Meglio, grazie! -

- E.. a Shank non hai detto niente, vero? -

- No, niente.. ma è meglio così credimi! Ho le mie ragioni! -

Difatti, lui non intendeva fare la spia.

- Tranquilla, io non so niente! Sono muto come un pesce! -

Sapeva bene di potersi fidare di lui.

- Sei davvero un ragazzo eccezionale! -

- Gli amici servono a questo o sbaglio? -

Aveva ragione. Come aveva fatto a cadere nella trappola di Mihawk? Undici anni prima, l'unico motivo per cui le stava vicino nel momento del bisogno, era solo perchè la voleva. Non certo per consolarla. Anzi no. Era proprio quello che voleva fare, tirarla su di morale.. a modo suo però.

- Ah Max.. -

La chiamò Makino facendole segno di avvicinarsi. Scese dal tavolo sul quale era seduta, posando la ciambella sul piatto. La raggiunse al bancone.

- Questo è per te! -

Tirò fuori il biglietto di Mihawk dalla tasca del grembiule. Era meglio darglielo subito e togliersi il pensiero.

- Cos'è? -

- Non lo so! Leggilo! -

Disse prima di voltarsi a versare del vino nei bicchieri.
Aprì il biglietto e cominciò a leggere le parole scritte con la massima precisione.

Alle cinque vieni al porto, devo parlarti in privato di una cosa importantissima. Max, è questione di vita o di morte.
Shank

Sentì un brivido percorrerle la schiena. Di cosa voleva parlarle Shank? Che avesse capito tutto? Ma certo, era l'unica spiegazione.

- Makino, te lo ha dato Shank? -

Non sapeva perchè le aveva fatto quella domanda, dopotutto c'era la sua firma.. eppure aveva un presentimento..

- Ah, Sarah, hai visto la bottiglia di birra? -

Sembrava non averla sentita. Per forza, era così indaffarata.. in realtà lei aveva sentito benissimo ma cercava in tutti i modi di ignorarla perchè si sarebbe trovata nei guai.
Posò lo sguardo su Shank. Stava bevendo come una spugna e rideva a crepapelle insieme a Lucky e Yasop. Sembrava normalissimo il suo comportamento.. tuttavia era ovvio che quello era un modo come un altro per mascherare la verità, esattamente come aveva fatto lei. Guardò l'orologio appeso alla parte. Le lancette segnavano le quattro, quindi mancava ancora un'ora. Il tempo trascorse molto lentamente e lei, nonostante si sentisse in colpa per il sindaco, non vedeva l'ora di andare al porto e scoprire cosa Shank voleva dirle, ignorando che in realtà, quello fosse solo un trucco. Una trappola, che le avrebbe rovinato la vita, Sarebbe stato per sempre? Le cose si sarebbero poi aggiustate? Oppure avrebbe sofferto in eterno? Ancora lei non sapeva cosa stava per succedere.

- Ragazzi, devo fare una cosa, torno subito! -

La voce di Shank attirò la sua attenzione. Lo vide uscire dalla locanda e comprese. Si stava avviando verso il porto, mancavano solo dieci minuti all'ora x. Aspettò qualche minuto prima di uscire anche lei dall'osteria. Trasse un profondo respiro perchè non si sentiva affatto tranquilla e in quegli ultimi cinque minuti, giunse al luogo prestabilito. Fu sorpresa di non vedere nessuno. Shank era uscito prima di lei, con ben cinque minuti di anticipo, eppure non c'era ancora. Come mai?

- Lo sapevo che saresti venuta! -

All'improvviso una voce che lei conosceva bene e che non era affatto quella dell'uomo che amava, le fece ribollire il sangue. Si voltò di scatto trovandosi davanti la figura di Mihawk che con il suo sguardo serio e dorato, la fissava quasi compiaciuto.

- Tu.. cosa fai qui? Cosa vuoi da me, non lo capisci che non ne voglio più sapere di te? Io.. io sto aspettando Shank! -

Esclamò sentendosi le gambe molli e tremanti.

- Beh, lui non verrà! -

Per un momento temeva gli avesse fatto qualcosa.

- Che cosa ne hai fatto di lui? Se gli hai fatto del male giuro che.. -

- Che cosa? Pensi forse di potermi sconfiggere solo perchè hai le potenzialità del frutto del diavolo? -

No, lo sapeva bene che non poteva competere con un uomo della sua stazza, nonostante i suoi poteri. Già quella mattina, non aveva potuto fare nulla.

- Comunque no, tranquilla. il tuo amato sta bene, io non l'ho neppure sfiorato.. se devo essere sincero non so dov'è.. -

Lentamente cominciava a capire.

- Era mio quel biglietto! -

- Che cosa? -

Ancora una volta ci era cascata.

- Sapevo che se mi fossi firmato con il nome del tuo fidanzato saresti corsa qui senza problemi! Un piano geniale il mio, vero? -

Lo detestava, in quel momento come mai era accaduto.

- Sei un bastardo!! -

Gridò cercando di fuggire, ma lui riuscì naturalmente a bloccarla.

- Lasciami! Non mi toccare! Non ti è bastato rischiare di rompermi la spalla? -

Com'era forte.

- SHAAAAANK! Mh! -

Fece in tempo a gridare il suo nome che Mihawk le tappò la bocca con la mano.

- Non ci provare Max! Non ci provare neanche! E' tutto inutile! -

Cos'aveva in mente di farle quel demonio? Perchè? Perchè le stava facendo del male?

- Io ti voglio! Mi hai capito? E quando io voglio una cosa la ottengo! -

Cominciò a mancarle il respiro, dunque prese a picchiargli la mano per convincerlo a liberarle la bocca.

- Puah! -

Finalmente la fece respirare di nuovo.

- Non riuscirai a liberarti Max! Non puoi più scapparmi ormai! -

Tuttavia voleva tentare ugualmente.

- Perchè! Io e Shank ci amiamo! Abbiamo una bambina! Non pensi a nostra figlia? A quello che potrebbe provare? Sei insensibile fino a questo punto? -

- Certo, la vostra è proprio una bella bambina! -

Disse voltandola violentemente verso di sè.

- Ma non basta per fermarmi! -

Uscì tutto contento dal negozio. Tempo prima aveva comprato una collana preziosissima, con un piccolo ciondolo. L'aveva comprata per Max, per dargliela il giorno del loro anniversario. L'aveva portata a valutare dal gioielliere del villaggio per avere la prova di possedere un gioiello valido. Così ora, si stava preparando per regalarglielo. Si era fatto fare una bella scatola e lui aveva anche scritto un biglietto. Entrò alla locanda con il cuore che batteva a mille, senza vedere l'ora di dargliela. Ma fu sorpreso di non vederla.

- Rufy, hai visto Max? -

Domandò al ragazzo mentre si rimpinzava.

- Ah.. ciomp ciomp! E' uscita poco dopo di te.. ma.. ciomp! Non scio dov'è andata! -

Che fregatura. E' proprio vero che quando hai fretta di fare una cosa, il destino fa di tutto per prolungare i tempi. Così uscì ancora per cercarla.

- Ti.. ti prego! -

Disse respirando profondamente per calmarsi.

- Lasciami dai, così non risolvi nulla perchè.. io non ti amo! Non preferisci trovarti una donna che possa ricambiarti allo stesso modo? -

Voleva farlo ragionare.

- E finiscila! -

Purtroppo sapeva che non sarebbe servito.

- Non mi importa delle altre donne! Per me esisti solo tu! Lo vuoi capire? -

- No! Sei tu che non capisci! -

Non capiva quanto amava Shank.

- Io amo Shank! -

- Ma perchè ti ostini a nominare quello sporco pirata? Cos'ha lui di così particolare? Cos'ha fatto per convincerti a portarti a letto? -

Nel preciso istante in cui terminò la frase, gli arrivò un potente schiaffo sulla faccia che gli fece volare il cappello.

- Mi fai schifo! -

Ringhiò con lo sguardo più ripugnante che avesse mai avuto per qualcuno.

- Ennie è nata da una storia d'amore vera e preziosa! -

- Basta! Basta! Basta! Ne ho abbastanza di questa storia smielata! Ennie è la nostra preziosissima bambina.. Shank mi ama... io amo Shank... CAVOLO! DACCI UN TAGLIO! NON SAI PROPRIO DIRE ALTRO? -

Ora si sentiva davvero spaventata.

- Non me ne importa proprio niente della vostra storia! A me importa solo dei miei sentimenti! -

- Certo! Tu non pensi mai ad altro che a te stesso! -

- Può anche essere così e allora? -

Cercò di tirargli una ginocchiata nello stomaco ma con un riflesso potentissimo, Mihawk riuscì a parare il colpo afferrandole il ginocchio.

- Arrabbiati pure! Diventi più bella lo sai? -

- SMETTILA! -

Gli era sembrato di sentire delle voci in lontananza, aveva la netta sensazione che Max lo stesse chiamando. Infatti era proprio così. Lei stava gridando il suo nome con il cuore.

- Grida finchè ti pare, tanto non c'è nessuno! Sono tutti a festeggiare vero? Anche il tuo uomo ormai non può più sentirti! -

Ancora un pò le avrebbe staccato le braccia tanto gliele stringeva.

- Mi fai male! -

- Cos'è, ti metti a piagnucolare adesso? -

- Ma che vuoi? Uccidermi? Eh? M vuoi ammazzare? Perchè mi dai questa impressione dato che mi stritoli! -

In passato aveva deciso di arrendersi e lasciarla a Shank perchè era quella la scelta che Max aveva preso. Ma ora non gli importava più. Voleva solo lei. Senza pensarci troppo su la avvicinò con violenza a se e le tappò la bocca con un bacio, soffocandola.

- Mh.. mh!! -

Non riusciva a liberarsi nè dalle sue braccia nè dalle sue labbra. Le aveva conficcato la lingua in bocca e le impediva di respirare. Solo quando si staccò per riprendere fiato lei riuscì a tornare alla vita, perchè le sembrava quasi che con quel bacio le stesse succhiando l'anima.

- Che sta succedendo? -

Poi, sentì la voce più bella, più calda che avesse mai udito in vita sua. Shank era li, davanti a loro. Aveva visto tutto e dunque, si setì gelare.

- Shank.. -

Non sapeva se sentirsi sollevata o impaurita.

- Tu.. brutto.. -

Lasciò cadere la scatola che aveva in mano e si gettò verso Mihawk tirandogli un pugno. Quest'ultimo si rialzò massaggiandosi la guancia mentre finalmente Max era libera dai suoi arti.

-.. Bastardo! -

Terminò la frase tremando per la rabbia.

- Shank.. o Shank.. -

Stava per correre fra le sue braccia ma lo sguardo gelido e infuriato che le scagliò le congelò le gambe.

- E così.. era questo il tuo gioco eh? -

Non riusciva a seguire.

- Aspettavi il momento giusto per fare il doppio gioco.. brava! Ci sei riuscita! -

- No.. io.. -

Perchè diceva quelle falsità? Lui l'aveva vista fra le braccia di Mihawk mentre egli la baciava e ciò gli era bastato per fraintendere.

- Ad ogni modo adesso.. ne avrai solo uno! Vuoi lui? E allora prenditelo! -

Si voltò per andarsene. La stava lasciando?

- No! Shank! Amore! Aspetta.. non è.. -

Lo afferrò per un braccio ma immediatamente lui si scansò dalla sua presa.

- NON MI TOCCARE! -

Le gridò furibondo mentre lei cadde per terra con gli occhi sbarrati.

- Non toccarmi mai più! Come hai potuto fregarmi? Abbiamo una figlia.. -

No. Non era stata lei a fregarlo ma Mihawk.

- Io ti amo! -

- Smettila Max! Smettila di mentire! -

E si dileguò allontanandosi dal porto mentre mille lacrime le bagnarono il viso. Mihawk incrociò le braccia al petto e osservandolo sparire, mostrò un ghigno compiaciuto.

- Perchè!! -

Si piegò per terra presa dalla disperazione, finchè non notò una scatoletta accanto a lei. La aprì e vi trovò una collana stupenda. Quella era per lei? Lui la stava cercando.. per regalargliela.. Raccolse il bigliettino che era scivolato via e lesse quelle profonde e dolci parole di un uomo innamorato.

Per Max.
Amore mio, sono passati ormai più di undici anni da quando sei apparsa nella mia vita. L'amore che ho per te è talmente grande che ormai non ho più le parole per esprimertelo. Così, per questo nostro anniversario che cade proprio oggi, io ti faccio questo regalo nella speranza di conquistare ancora di più il tuo puro cuore.
Non è certo con un gioiello che una donna si può innamorare di un uomo, ma io spero che questo serva ad avvicinarti a me ancora di più.
Con tutto il mio amore
Shank

PS: Ti amo. E' tutto quello che posso dierti ancora perchè sei talmente bella che non ho più alcuna parola.

Nel leggere quelle frai intense si sentì terribilmente in colpa. Perchè era finito tutto? Perchè lui l'aveva guardata come se fosse stata spazzatura? Perchè tutto a causa di un'incomprensione?

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Capitolo 18
*** E' la fine di tutto? ***


CAPITOLO 18: E' la fine di tutto?

Se ne stava seduta per terra stringendo la collana e il biglietto. Povero Shank, lui, così innocente e così innamorato.. perchè doveva arrivare proprio in quel momento? Chissà cos' avrà pensato di lei.. e poi il modo in cui l'aveva guardata..

- Suvvia, non è colpa tua se quello è un credulone! Evidentemente non aveva poi questa grande fiducia in te! -

Esclamò Occhi di falco mentre si grattava la guancia ancora un pò dolente. Non si era minimamente scomodato a rispondere al colpo. Aveva avuto una voglia irrefrenabile di estrasse la sua spada e farlo a fette, ma non poteva abbassarsi al suo livello. Lui era di gran lunga superiore e aveva anche la vittoria in pugno.

- E' colpa tua! -

Disse alzandosi da terra.

- E' TUTTA COLPA TUA! PERCHE'? PERCHE' SEI TORNATO? -

Corse verso l'uomo iniziando a prenderlo a pugni sul petto. Lo colpiva con forza anche se sapeva che gli stava solo facendo il solletico.

- SE TU NON TI FOSSI MAI INTROMESSO, TUTTO QUESTO NON SAREBBE SUCCESSO! BASTARDO! -

Non poteva permetterle di insultarlo ancora. Doveva farla tacere in qualche modo e pensò che l'unica soluzione fosse quella di baciarla un'altra volta. Mica gli dispiaceva a lui. Le tappò nuovamente la bocca fermando le sue parole.

- Mh! No.. Bastaa! -

Riuscì a staccare le labbra dalle sue ma immediatamente dopo si ritrovò stesa sotto di lui.

- Insultami, picchiami, fa quello che ti pare finchè vuoi! Io non mi arrendo stavolta! Non sei contenta? Ora non hai più bisogno di preoccuparti di Shank.. è solo un ricordo! -

Tentò di fuggire, di sgattaiolare via, era magra e poteva liberamente scivolare fra le sue braccia.. se non fosse stato per un piccolo particolare. Mihawk era troppo forte e non riusciva minimamente a muoversi.

- Mi hai procurato una contusione alla spalla.. -

Iniziò a fare il punto della situazione ad alta voce.

- Hai distrutto il rapporto che c'era fra me e Shank.. -

Le lacrime non si fermavano e ciò non lo rendeva affatto contento. Perchè continuava a frignare?

- Mi hai rovinato la vita! Tutto questo non ti basta ancora? -

- No, non mi basta! Io voglio molto di più! -

Cercò di baciarla nuovamente ma lei girò il viso dall'altra parte per impedirglielo.

- Lo so che ti piaccio! Non fare l'ostinata! -

Le afferrò il viso con forza e lo riportò nella posizione precedente riuscendo così a baciarla per una terza volta.

- Mh! -

Ma finalmente lei riuscì a tirargli un calcio nello stomaco costringendolo a sollevarsi leggermente da lei, così tentò la fuga. Ancora una volta, quel tentativo fu inutile perchè lui la afferrò per la vita trascinandola nuovamente a terra.

- Bel tentativo il tuo! -

Disse con un ghigno odioso stampato sulla faccia.

- Smettila! -

Chiuse gli occhi mentre questi straboccavano di lacrime. Lui l'amava e non poteva sopportare oltre.

- Adesso piantala di piangere! Per favore! -

Quello sembrava un ordine ma lei non poteva fermarsi.

- Dannazione! Allora è così? Non ti piaccio proprio? -

- No! Non mi piaci! Io amo Shank, solo e soltanto lui! -

Ribadì il concetto.

- Prima pensavo fossi una brava persona! Ti credevo un amico ma un amico non si comporta così! Hai completamente frantumato quello che mi ero costruita su di te! Sei diverso da quello che credevo! -

Quelle parole lo fecero infuriare.

- TACI! -

Le gridò tirandole uno schiaffo.

- Perchè? Possibile che non provi niente? Undici anni fa io ti facevo comodo per piangere vero? La mia spalla ti serviva.. poi sei tornata a piagnucolare fra le braccia di quel pirata! Ne ho abbastanza! -

- Nooo! -

Cercò di fargli arrivare la sua voce. Voleva farlo tornare indietro.. fargli capire che lui stava approfittando di lei, senza la sua approvazione. Purtroppo di Shank, neanche l'ombra. Aveva urlato con tutte le sue forze mentre Mihawk le strappava la maglietta seriamente intenzionato a prenderla anche li, su quel ponte deserto di quel porto che, lo sapeva, avrebbe odiato per il resto della vita.

- Lasciami! Lasciami! Lasciamiii! -

Continuava a tirare dei pugni sulle sue spalle. Non voleva che quel diavolo la violentasse. Perchè stava succedendo tutto quello?

Clack!

D'un tratto il rumore di un fucile che stava caricando attirò la sua attenzione e lentamente, sentendosi puntato dall'arma, sollevò il capo. Ben, il vicecapitano di Shank il rosso, era li, che lo stava tenendo sotto tiro.

- Hai tre secondi di tempo per fare una scelta! Resti impalato sopra di lei a farti impallinare o la lasci immediatamente e te ne vai fuori dalle scatole! -

Aveva uno sguardo arrabbiato, che Shank gli avesse parlato? In fondo era anche il suo migliore amico.. ma si, poteva essere.

- Scocciatore! -

Pensò mentre amaramente si sollevava da Max, che ancora distesa a terra tentò di richiudere la maglietta coprendo la biancheria scura.

- Sparisci o giuro sul mio onore che ti sparo! Non sto scherzando! -

- Tsk! -

Indifferente come al solito, si allontanò dal porto dirigendosi verso l'altra parte dell'isola dov'era ormeggiata la sua barca. Pensava fosse meglio rimandare, riprendere il discorso insomma, solo quando le acque si fossero calmate.

- Max.. -

Ripose il fucile alla cintola mentre la donna si sollevava singhiozzando.

- Stai bene? -

Si limitò ad annuire.

- Accidenti, che guancia rossa! Ti ha picchiata eh? -

Annuì nuovamente pensando che l'aveva salvata dalla sue grinfie. L' era andata bene anche questa volta. Già undici anni prima, un uomo senza scrupoli, nonchè nemico di Shank, stava per violentarla, ma c'era sempre lui li pronto a proteggerla, il suo Shank l'aveva protetta, l'aveva salvata da quell'essere. Questa volta invece, lui non c'era e si era sentita abbandonata. Se non fosse stato per Ben..

- Grazie! -

Disse sinceramente posando il viso su di lui.

- Grazie infinite Ben! -

Non riusciva a smettere di piangere. Ben tolse la sua giacca dalle spalle e la posò addosso a Max.

- Dimmi, cos'è successo? -

Le chiese abbracciandola.

- Ho visto il capo un attimo fa.. era fuori di se.. -

Le sue lacrime aumentarono smisuratamente.

- Mi ha lasciata! -

- Cosa? -

Non poteva credere alle sue orecchie. Lui che non faceva che dire quanto ne era innamorato.. l'aveva scaricata?

- Mihawk mi ha baciata e... sigh! Shank è arrivato.. sigh! In quel momento! Ha pensato che io lo stradissi e.. si è infuriato! -

Afferrò la sua maglietta stringendola con quanta forza aveva in corpo.

- Se avessi visto il modo in cui mi ha guardata.. -

Gli spiegò.

- Mi odia! Lo so! Mi detesta! Non mi vuole più vedere! -

- Dai, stai tranquilla! Basta solo spiegargli le cose come stanno realmente.. -

- No! Non mi crederebbe mai! -

- E se provassi a dirglielo io? -

- Non cambierebbe nulla! L'unico che può fargli cambiare idea è.. solo Mihawk! -

Si abbandonò fra le sue braccia stringendo in mano ancora quel ciondolo e quel biglietto ormai accartocciato. Non se ne sarebbe mai più separata.

- Dai, andiamo a cercarlo? -

- No! Non posso più guardarlo in faccia! -

- Oh Max! -

Era ferita davvero. Come aveva potuto Mihawk trattarla in quel modo?

- La guancia ti si sta gonfiando! Vieni, dobbiamo farti vedere dal dottore! -

Fu così che rimise piede in quello studio per la seconda volta in un giorno.

- Max! Che è successo stavolta? Non dirmi che sei scivolata di nuovo! Ormai il mercato non c'è più! -

Ben la fece sedere sul letto, poi le allacciò la giacca per coprire quel ben di Dio che Mihawk aveva osato violare.

- Ma.. che guancia.. che hai fatto? Sei andata a sbattere? -

Gli scappava da ridere. Era proprio sbadata la donna. Ma la sua voglia di sbellicarsi scomparì immediatamente dopo le parole del vice.

- E' stata picchiata! -

Disse estraendo una sigaretta dal pacchetto.

- Cosa? E da chi? -

- Un uomo.. che noi conosciamo bene.. un uomo che è giunto qui di recente! -

Non aveva tempo di fare altre domande, doveva subito mettere della pomata e poi del ghiaccio su quella guancia gonfia.

- Allora.. anche stamattina.. non sei scivolata! -

- No! Scusi se ho mentito! -

- Ma no, figurati! -

Spalmò della pomata da lui considerata portentosa.

- Max, hai visto Mihawk anche stamattina? -

- Si Ben! -

Come poteva dimenticare una simile esperienza?

- Mi sono contusa una spalla! -

Spiegò tremando.

- Veramente Ben.. -

Intervenne il medico.

- Ha rischiato di romperla! -

- Ma come.. si può essere così meschini? -

S' infilò la sigaretta in bocca ma proprio mentre stava per accenderla, posò lo suardo sulla donna. Era così triste, abbattuta, stanca.. non poteva anche intossicarla con il suo stupido fumo. Piegò la sigaretta e la lanciò nel cestino.

- Emm.. Max, forse è meglio.. se per un pò di tempo non ti fai vedere in giro.. se quell'uomo ce l'ha con te.. potrebbe prenderti di sorpresa in un altro momento! -

Aveva ragione.

- Si Max, devi restare sulla nave, non hai altra scelta! -

Sulla nave, avrebbe dovuto stare con Shank.. ma ormai non aveva più la forza di parlare nè di obiettare.

- Poverina! Tu guarda com'è ridotta! -

Se Shank l'avesse vista in quelle condizioni, probabilmente si sarebbe ricreduto.

Camminava a passo veloce senza nemmeno fermarsi un istante, senza sapere dove stesse andando. Passando davanti alla locanda, Rufy lo notò distintamente mentre ancora tranqugiava dolci. Gli era apparso strano, diverso dal solito. Giunse il più lontano possibile,finchè non si fermò.Con le mani tremanti, frugò nella tasca e tirò fuori un bigliettino. Era quello scritto da Max. Aprendo il cassetto, poco dopo essersi svegliato, non aveva potuto fare a meno di prenderlo e infilarlo nella tasca dei pantaloni, così da poterlo prendere ogni volta che voleva e leggere quelle parole bellissime.. e false.

Ti amo cucciolo.

Quanto gli era piaciuta quella frase e ora.. la odiava.

- Bugiarda! -

Disse accartocciando il biglietto prima di lanciarlo contro la parete di una casa. Si accasciò appoggiato ad un vuoto barile, portandosi le mani fra i capelli.

- Perchè Max! Perchè! Dicevi di amarmi.. recitavi? Lo hai fatto per tutti questi anni? Non pensi alla nostra Ennie? -

Ogni volta che avrebbe guardato negli occhi sua figlia, avrebbe visto lei. Come avrebbe fatto ad andare avanti? E soprattutto come si sarebbe comportato? Cos' avrebbe detto a sua figlia? -

- Shank.. -

Comparve Rufy ma non gli rispose. D'un tratto notò un pezzo di carta accartocciato ai suoi piedi. Lo raccolse e lo lesse in fretta.

- Ma cos'è successo? -

Non poteva sbagliarsi.. ma quelle.. sembravano lacrime. Non voleva parlarne evidentemente, dunque si limitò a sedersi accanto a lui, all'uomo che considerava suo padre e aspettò che si calmasse.

Era già tornata a bordo della sua nave e se ne stava sdraiata su quel letto matrimoniale nel quale aveva passato un sacco di notti insieme a lui. Ora, probabilmente, quella che stava per venire sarebbe stata l'ultima. Si alzò dirigendosi allo specchio. Tirò fuori la collana dalla scatoletta e la indossò. Rimase li, a fissare la sua immagine con addosso quel ciondolo bellissimo (non sono brava nelle descrizioni.. n.d.a.) ripensando alle parole del biglietto che aveva nella tasca, ormai tutto stropicciato. Con tutti i gratta capi che Mihawk le aveva fatto passare, si era completamente scordata che in quello stesso giorno ricorreva il loro anniversario. Così si che gli aveva dato l'impressione di non tenere a lui.

- Mamma! Sono tornata! -

Bussò alla porta.

- Arrivo! -

Esclamò asciugandosi gli occhi.

- Ciao cara! Come stai? Ti sei divertita? -

Chiese mostrando il sorriso più falso che avesse mai dovuto tirare fuori.

- Si, molto.. ma mamma.. qualcosa non va? Hai gli occhi tutti rossi.. -

Si vedeva che era la figlia di Shank. Era tale e quale a lui, si accorgeva di ogni cosa.

- No Ennie, sto bene! -

Scosse la testa.

- Sono solo un pò assonnata.. tutto qui! -

Non sembrava convinta ma non fece altre domande.

- Io sono in camera mia se mi cerchi! Papà non c'è? -

- No, tornerà più tardi! -

Veramente non era sicura che sarebbe ritornato.

- Ah, vabbè.. -

Aspettò che si allontanò dal corridoio per rientrare in cabina con le lacrime agli occhi. Non poteva credere di averlo perduto, lo rivoleva indietro ad ogni costo, anche se avesse dovuto lottare fino all'ultimo sangue per ottenere il suo perdono. Lei era innocente e in quel momento desiderava che Mihawk fosse stato maledetto per sempre.

La festa di compleanno, malgrado tutto, era stata un successo. La gente del villaggio si era divertita e il sindaco era più che soddisfatto. Ora che tutto si era concluso, ogni singolo individuo si stava preparando per andare a tavola.

- Max, è pronta la cena! -

Disse dall'altra parte della porta.

- Vieni dai! -

- Non ho fame! -

Esclamò con un filo di voce, ma lui riuscì comunque a sentirla.

- Non puoi non mangiare niente.. sei già debole.. -

- Ho detto che non ho fame! -

Sapeva di avere a che fare con la persona più testarda del mondo e se insisteva rischiava di farla infuriare ancora di più.

- Come vuoi! Dico agli altri di lasciarti qualcosa nel caso ti venisse un pò di appetito! -

Non udì più nulla. Non l'aveva mai vista in quelle condizioni. Purtroppo non poteva fare nulla se davvero Shank si era fatto la sua idea, solo starle vicino al posto suo e aspettare di trovare una logica soluzione.

- La mamma non viene zio? -

- No Ennie! -

Rispose alla bambina.

- Non sta molto bene! Ha mal di testa! -

Mentì.

- E papà? Perchè non c'è? -

- Beh.. aveva delle cose da fare.. -

Tutti si domandavano cosa stesse succedendo e soprattutto per quale motivo Shank non fosse tornato a bordo della sua nave. Era sempre affamato all'ora di cena ma forse si era fermato alla locanda.

- Shank, ancora non ho capito! -

Osservò ingoiando l'ultimo pezzo di pane.

- E' meglio così Rufy! Non sono ancora pronto per parlarne! -

- Almeno mangia qualcosa.. non hai messo nulla nello stomaco! -

- Non mi va niente! Ho lo stomaco chiuso! -

Aveva capito che c'entrava Max, così come aveva capito che tra loro era successo qualcosa e di sicuro, qualcosa di grave se Shank aveva versato delle lacrime. Per lui era stato un colpo. Non lo aveva mai visto piangere.

- Senti Rufy.. ti dispiace se resto qui stanotte? -

Non se la sentiva di tornare sulla sua nave, non se la sentiva di affrontare lei. Non poteva nemmeno più guardarla negli occhi.

- No, certo! Resta pure.. Purtroppo però ho un letto solo.. -

- Non fa niente, dormirò per terra! -

- Ma sei pazzo? -

Si alzò dalla sedia e si diresse verso l'armadio in camera sua. Tirò fuori qualcosa.. una coperta e un cuscino e li sistemò a terra, accanto al suo letto.

- Sei un ospite! Dormirò io per terra! -

Disse sorridente.

- Ma.. Rufy! -

- Smettila! Se vuoi restare qui a dormire devi accontentarti del mio letto! -

Quella era in assoluto la prima volta che passava la notte da un'altra parte.

Si era infilata sotto quelle coperte già da qualche ora e ancora non riusciva a chiudere occhio. Probabilmente non ci sarebbe riuscita per il resto delle ore notturne, perchè lui non c'era. Non era rientrato e si sentiva sola, abbandonata senza di lui. Era Shank che riusciva a tirarla su e a farla sorridere nei momenti tristi. Le accarezzava la fronte e nell'orecchio le sussurrava: "Sta tranquilla! Ci sono io!"
Ora invece non era con lei e forse non ci sarebbe più stato. Si sentiva morire. Dopo il suo sguardo di ghiaccio, non avrebbe potuto convincerlo facilmente.

- Dove sei! -

Voleva proprio saperlo, voleva sapere dove stava passando la notte e soprattutto se stava pensando a lei.

Seduta sotto la luna piena, mentre il vento soffiava freddamente, rifletteva, perchè lo sapeva, che le cose non stavano andando bene. Le mancava suo padre, non era abituata ad andare a dormire senza il suo bacio della buona notte.

- Che fai ancora sveglia? -

La voce di Ben attirò la sua attenzione.

- Non riesco a dormire! -

- E.. perchè? C'è qualcosa che ti turba? -

Le domandò sedendosi accanto a lei con la sigaretta in bocca.

- Guarda che non mi inganni zio Ben! -

Quegli occhi.. erano gli stessi di suo padre quando capiva che tirava un vento strano.

- L'ho capito sai che è successo qualcosa! -

Sapeva che non poteva nasconderle la verità, tuttavia voleva comunque provarci.

- Ennie.. non è nulla di grave! Sta tranquilla! Ora torna dentro che qui fa freddo! -

- Come vuoi! -

L'accompagnò nella sua stanza.

- Buona notte piccola! -

Sussurrò rimboccandole le coperte.

- Si.. notte! -

E uscì dalla camera richiudendo la porta silenziosamente mentre quei cialtroni sei suoi compagni russavano rumorosamente.

Mentre il sole sorgeva, un altro giorno cominciava e loro, non avevano chiuso occhio. Rufy dormiva invece molto profondamente, con la bocca spalancata e l'aria sognante. Sorrise in silenzio pensando a cosa avrebbe fatto senza il suo moccioso. Si alzò senza fare il minimo rumore e rapidamente s'infilò la camicia. Spalancò "l'armadio delle schifezze" e prese una brioche alla crema sentendo lo stomaco in subbuglio. Quanto avrebbe voluto in quel momento, essere in sua compagnia, a mangiare insieme un abbondante colazione. La mattina, era la parte del giorno che preferiva a bordo del Vento dell' Est. Il momento in cui si svegliava e la trovava accanto a sè con quel viso così dolce mentre sognava, le labbra morbide serrate, gli occhi chiusi e i capelli dispersi sul cuscino. Oppure le volte in cui lo batteva sul tempo e si svegliava per prima. Aveva l'abitudine di accarezzargli la frangia e di svegliarlo con dei bellissimi baci sulla guancia, vicino alla bocca. Non poteva credere che tutto quello era svanito. Come aveva potuto ingannarlo? O forse, semplicemente teneva di più a Mihawk? Da quel lontano giorno di undici anni prima non lo aveva dimenticato? Non ci capiva più nulla. Sapeva solo che voleva odiarla ma non ci riusciva.

- Yaaaawn! Giorno! -

Si stiracchiò il ragazzo con i capelli arruffati.

- Ehi! Quella era l'ultima brioche alla crema! Che ladro! -

- Scusa.. avevo fame! -

- Ah.. vabbè.. tanto ho ancora la torta che è avanzata ieri alla festa! -

Gli tornò subito il sorriso.

- Piuttosto, stanotte hai dormito almeno un pò? -

- No! -

Rispose con naturalezza.

- Ma non importa! Che aspetto ho? -

- Mh.. la verità? -

- Te l'avrei chiesto sennò? -

Ingoiò la prima fetta di torta al cioccolato che aveva pensato bene di prendersi non appena aveva scoperto che avanzava.

- Sei orribile! Sembri un cadavere! -

- Grazie per la sincerità ... -

Onestamente non gli importava più di tanto apparire sciupato. Voleva solo che tutto tornasse come prima. Se solo non fosse arrivato mai in quell'istante.. forse non avrebbe scoperto niente e avrebbe continuato a credere nel suo amore.. un amore falso.

- Max, sei sveglia? -

Voleva assicurarsi che stesse bene.

- Si! -

Rispose a bassa voce prima che il vice entrasse nella cabina.

- Non ho dormito affatto.. per la verità! -

Disse con.. quello era un mezzo sorriso? Evidentemente cercava solo di sdrammatizzare.

- Non devi lasciarti andare in questo modo! -

- Lo so.. devo pensare a Ennie ma.. è più forte di me! Senza di lui.. io non riesco ad andare avanti Ben! -

Non si sentiva molto bene. Era molto stanca nonostante avesse dormito abbastanza quella notte. Le girava un pò la testa ma forse era dovuto dal fatto che si era alzata dal letto troppo in fretta. Uscendo dalla sua stanza, aveva udito delle voci provenire dalla cabina dei suoi genitori. Che suo padre fosse rientrato durante la notte? Ma si, doveva essere così. Felice di poterlo abbracciare dopo la mattina precedente, raggiunse la camera, ma prima ancora di entrare la voce di Ben la costrinse a fermarsi dietro alla parete.

- Ascolta Max, so che è dura ma.. Shank ormai ha la sua idea in testa e.. finchè qualcuno non proverà a fargliela cacciare via.. temo che non tornerà a bordo.. -

Ma di cosa stava parlando Ben? Per quale motivo suo padre non sarebbe più tornato?

- Lo so! Purtroppo lo so bene! Ma vedi io.. lui .. mi manca da morire! -

Stava piangendo?

- Senti, devi fidarti di me! Tu e il capo siete troppo importanti per me! Quindi non lascerò che la vostra storia si spezzi definitivamente! Le cose sono già tragiche adesso.. perciò devo fare in modo che lui scopra la verità.. e ti perdoni.. -

Iniziò a tremare. Per la rabbia, per la paura, non lo sapeva bene neanche lei..

- Allora.. è così.. -

Disse sulla soglia della porta.

- Ennie! -

Si agitò sua madre. Aveva sentito ogni parola?

- Io.. io lo sapevo! Lo sapevo che era successo qualcosa! -

Ansimava, non era un buon segno.

- Avete litigato vero? -

- Ennie.. io.. -

E ora cosa le diceva? Nemmeno Ben riusciva a trovare le parole più appropriate.

- Avete litigato per colpa tua.. e adesso.. papà non torna più perchè è arrabbiato con te! TI ODIO! -

Quelle parole la ferirono dentro, ancora di più, lacerando ulteriormente la sua ferita. Sua figlia, le aveva appena detto di odiarla, solo dopo aver sentito il loro discorso. Anche lei aveva frainteso.. e ora rischiava di perdere anche lei? D'un tratto però, accadde qualcosa.

- Io.. non posso.. perdonarti se.. il mio papà.. non torna.. -

Ennie si accasciò a terra. Immediatamente, Max e Ben si precipitarono da lei, sollevandola.

- Ma.. ha la febbre alta Ben! -

Le guance erano arrossate e la fronte scottava.

- Presto, portala a letto subito! Io vado a chiamare Charlie! -

Fino alla sera prima stava benissimo e adesso? Come aveva fatto ad ammalarsi? Probabilmente non era nulla di grave ma si sentiva comunque immersa nel panico. Charlie accorse in camera seguito da tutti gli altri, con in mano la sua solita valigetta. Prese a visitarla accuratamente finchè, dopo qualche minuto, non diede la sua diagnosi.

- Non è niente! Ha solo un pò di influenza! -

Tossicchiava e ogni tanto emetteva qualche starnuto.

- Forse.. è per ieri sera! -

Rammentò il vice.

- E' rimasta esposta all'aria per diversi minuti.. aspettava il capo.. -

Alla sua piccola mancava il papà.. quanto le faceva male il cuore.

- Per favore.. mi lasciate un momento da sola con lei? -

- Certo! -

Si sedette, ancora in camicia da notte di fianco al suo lettino. Le afferrò la mano sentendola calda e cercò di trasmetterle tutto il suo affetto.

- Mi dispiace amore! -

Disse sinceramente.

- Mi dispiace tanto! -

Pensò che forse Shank, avrebbe dovuto saperlo. Ennie era anche sua figlia e in quel momento ignorava che giaceva a letto con la febbre e il raffreddore. L'unica persona che avrebbe dovuto dirglielo.. era lei.

- Ben! -

Lo chiamò facendogli segno di avvicinarsi.

- Dimmi! Ti ha detto qualcosa? -

- No! -

La poteva affidare a lui, sapeva di potersi fidare.

- Adesso mi vesto e poi.. vado a cercare Shank! -

- Max.. -

- Ha il diritto di sapere che sua figlia sta male.. non importa se non vorrà ascoltarmi per il resto.. in questo momento voglio solo che lui stia con Ennie! -

Capiva perfettamente, così annuì ed entrò nella stanza mentre Max s'infilò un vestito leggero e un paio di scarpe. Di corsa scese dalla nave, ignorando le parole di Lucky che cercava d'informarsi sulle condizioni della bambina. Non facevano che litigare da quando era nata.. ma gli era molto affezionato. Si inoltrò al villaggio e il primo posto in cui pensò di cercare, fu la locanda. Ancora era chiusa, dunque non poteva essere li. In giro non c'era nessuno.. ma poi le venne un'illuminazione. E se si fosse rifugiato da Rufy? Ma si, era logico. Era l'unico posto in cui avrebbe potuto andare. Raggiunse immediatamente la sua abitazione e dopo aver tirato un profondo respiro bussò alla porta.

- Si? -

Esclamò Rufy.

- Oh Rufy.. scusa il disturbo, lo so che è presto.. Shank è qui? -

Era molto agitata, sembrava essere successo qualcosa.. ancora.
Quella voce.. Shank si alzò dalla sedia e raggiunse la porta. I loro sguardi s'incontrarono e immediatamente lui assunse un tono gelido e distaccato.

- Che cosa ci fai qui! -

- Shank.. io.. ascolta.. devo dirti una cosa importante! -

- Vattene via! -

Non le sembrava nemmeno lui, era così incredibile che l'uomo che le stava di fronte era Shank.. era così diverso..

- Shank.. andate a parlare fuori.. io non voglio ascoltare! -

Esclamò Rufy cercando di stare fuori dai loro affari.

- No, tanto se ne sta andando, vero? -

La fissò con occhi di ghiaccio. Non la odiava affatto, ma doveva in qualche modo allontanarla da lui. Perchè più la guardava più si sentiva male.. e innamorato.

- No! -

Rispose Max. Non poteva assolutamente rinunciare. Ennie lo stava aspettando.

- Per favore Shank, è importante! -

Lo supplicò e dunque lui non ebbe altra scelta. Uscì di casa mentre Rufy sussurrò "Chiarite dai! Non mi piacete così separati!" a Max prima di chiudere la porta. Shank l'aveva superata e ora era li, di spalle.

- Cosa sei venuta a fare Max! -

Riprese a congelarle il cuore.

- Per metterti a posto la coscienza? -

- Ma io non amo Mihawk! E' stato lui a baciarmi! -

- Si certo! La colpa è sempre sua vero? -

Disse senza nemmeno voltarsi.

- Te lo giuro Shank! Io ero andata al porto perchè Makino mi ha consegnato un biglietto che poi era suo! Io credevo fosse da parte tua ed è per questo che sono andata all'appuntamento! -

Spiegò in fretta sperando di convincerlo.

- Ero li ad aspettare te! Non lui! -

- Mi dispiace, non ti credo Max! -

Disse ancora senza voltarsi.

- Devi credermi! Io amo solo te! -

Gli si avvicinò posando le mani su quella possente e meravigliosa schiena ma immediatamente lui si voltò affinchè lei le staccasse da lui.

- Ti ho già detto di non toccarmi! -

Stava per piangere ancora.. non resisteva.. ma in ogni caso doveva convincerlo della sua innocienza.

- Senti.. io.. -

- Max, eri fra le sue braccia, ti ho visto mentre non tentavi minimamente di scansarti! -

In realtà lei ci aveva provato con tutte le sue forza.. ma Mihawk l'aveva completamente immobilizzata.

- Perchè era troppo forte per me Shank! -

- Smettila! Basta con queste assurdità! E' finita! Hai capito? -

Finita. La loro storia.. finita.. no.. non poteva lasciare le cose come stavano.

Shank fece per rientrare in casa ma Max lo fermò afferrandolo per un braccio.

- Aspetta ti prego, in realtà c'è un altro motivo per cui sono venuta a cercarti! -

Girò leggermente il capo.

- Quale motivo? -

- Si tratta di Ennie! E' malata Shank! -

Sentendo quelle parole, cambiò immediatamente espressione.

- Malata? -

- Non è nulla di grave, tranquillo! Ha l'influenza! Ieri sera è stata sul ponte ad aspettarti.. ha preso freddo e ha la febbre! Vieni alla nave ti prego! Ha bisogno di te! -

Sapeva che di fronte a una simile richiesta non poteva rifiutarsi.

- D'accordo! -

Rispose sospirando. Max sorrise. Almeno aveva ripreso la sua espressione di uomo dolce.

- Togliti subito quel sorriso dalla faccia! -

Ma fu destinata a mutare di nuovo.

- Se vengo alla nave è solo per Ennie, è chiaro? Non montarti la testa! -

Annuì tristemente. Fece per incamminarsi ma ancora lo afferrò.

- Aspetta! -

Lo fermò.

- Ascolta, non m'importa se non mi credi! Hai tutto il diritto di odiarmi.. probabilmente al tuo posto.. avrei reagito allo stesso modo perciò non ti biasimo! -

Disse le uniche parole che ancora potevano salvare la loro situazione.

- Ma sappi che non mi arrendo! Non lascerò che le cose finiscano così fra noi due! Hai capito? -

- Lasciami andare da mia figlia! -

Ignorandola ancora una volta, corse via verso il Vento dell'Est.

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Capitolo 19
*** Un dolore lacerante ***


CAPITOLO 19: Un dolore lacerante

Tornato a bordo della sua nave, corse immediatamente verso la camera di Ennie, senza nemmeno fumare i suoi uomini per quanto erano lunghi. Tutti gli domandavano dove fosse stato e lo insultavano per aver abbandonato così sua figlia. Lui però, non ci fece nemmeno caso. Si fermò davanti a Ben, il quale lo scrutò a lungo.

- Che c'è? Fammi entrare! -

Non diceva una parola, solo lo osservava.

- Ti ho detto di lasciarmi entrare Ben, sei sordo? La mia bambina ha bisogno di me! -

Lo sapeva bene che Ennie si era ammalata solo per aspettare lui.. ma voleva capire come stavano ora le cose fra lui e Max, ma dal suo modo di fare era lampante che non si era risolto niente.

- Come vuoi! -

Si scansò leggermente permettendogli di penetrare nella cameretta. Quella stanza che lui e Max avevano arredato insieme, prima ancora che la loro piccola nascesse. Che bei ricordi.. tuttavia preferiva dimenticarli.
Prese posto sulla sedia sistemata accanto al letto, Ennie sembrava stare meglio dopo la medicina somministratole da Charlie. Aveva la febbre e lui.. non era li.. ora invece non l'avrebbe mai più abbandonata.

- Ehi.. amore? -

La chiamò con un filo di voce accarezzandole la guancia rossa.

- Stai tranquilla! Ora c'è papà! -

Posò una mano sulla sua fronte, scottava, ma aveva smesso di ansimare e tossiva di meno.

- Mh.. papà? -

Aprì lentamente gli occhi dopo aver udito la sua voce. Vide la sua immagine davanti agli occhi.

- Ciao piccolina! Come stai? -

- Sei tornato papà? -

- Si, sono tornato per te! -

Max rimase dietro alla parete, seguendo ogni singola parola. Con Ennie era il solito Shank mentre con lei.. con lei era duro come la pietra e freddo come il ghiaccio, come mai lo era stato. Nemmeno in passato. Una volta avevano litigato sempre a causa di Occhi di falco, ma non stavano insieme ancora.. e Shank non l'aveva mai guardata in quel modo.. nemmeno quella volta. Ora era tutto cambiato.

- Stai qui papy.. ti prego.. cof! Cof! -

- Non ti agitare altrimenti ti peggiora la tosse.. rilassati! Non me ne vado! -

Sorrise rasserentata. Ora che il suo papà era li, si sentiva già meglio. Lei invece no. Lei non faceva che pensare che lo aveva li, in quella camera, di nuovo sulla loro nave, eppure lo sentiva così lontano. Ben era accanto a lei e nemmeno se n'era accorta. Non le chiese nulla, non disse una parola, semplicemente la guardava.

Aspettò che si addormentasse per lasciare la stanza e dirigersi in cucina. Aveva la gola secca e lo stomaco in subbuglio. Avrebbe volentieri divorato un tavolo. Aprì la porta cercando di non fare rumore e si fermò all'istante prima ancora di richiuderla alle sue spalle, a guardare Max seduta contro la parete con la testa nascosta sotto le braccia. Forse dormiva. Sapeva solo che aveva una gran voglia di prenderla in braccio e portarla sotto le coperte, come faceva ogni volta che crollava come un sasso. Purtroppo, ormai non avrebbe più potuto fare nulla del genere. La sorpassò incamminandosi ma Max si sollevò ancora mezza sveglia e vedendo l'uomo lo chiamò senza pensarci.

- Shank! -

Si fermò.

- Che vuoi! -

- Voglio.. sapere come sta Ennie.. -

- E' un pò tardi per preoccuparti di tua figlia! Non credi? -

Sembrava che cercasse in ogni momento a farla sentire in colpa, per qualcosa che non aveva commesso.. per questo si sentiva male.

- Ti prego, non fare così! -

- Cosa ti aspettavi Max? Che con un semplice "perdonami" io sarei tornato da te come se nulla fosse? -

- Ma io non amo quell'uomo! Cosa posso fare per farti cambiare idea su quanto accaduto? -

Non aveva nemmeno più parole per convincerlo.

- Mi dispiace, non puoi! -

E sparì in cambusa lasciandola ancora una volta li da sola, Ormai lo sapeva.. era finita. Mihawk non gli avrebbe mai detto la verità e lei non avrebbe mai potuto convincerlo del suo amore. Doveva rassegnarsi al fatto che lo aveva perso per sempre. Si accasciò per terra senza nemmeno più una lacrima perchè ormai le aveva esaurite.

Shank rimase sul Vento dell'est fino a quel pomeriggio, finchè non decise di tornare al villaggio. Ennie si era ripresa, la febbre era calata di molto, le era rimasto solo un leggero raffreddore.

- Papy, aspetta! -

Lo chiamò uscendo dalla stanza.

- Ennie, torna a letto, che fai in piedi? -

- Mi porti con te? -

Non se la sentiva di restare ancora a letto.

- Ma che dici? Sei malata! Se ti porto fuori.. -

- Dai papà, ti prego! Mi coprirò bene, lo prometto! Voglio solo stare con te! E ti giuro che tornerò indietro se non mi sentirò bene! -
br> Beh, poteva anche accontentarla, in fondo desiderava solo restare con suo padre ancora un pò.

- E va bene! Dai, vai a coprirti! -

- Evviva! Ti adoro papino! -

In quel momento Max aprì la porta della cabina.

- Ho sentito bene? La vuoi portare fuori? -

- Si! -

Rispose freddamente.

- La porto un pò al villaggio! La riaccompagno presto! -

- Ah.. va bene! -

Non riusciva più nemmeno a guardarlo negli occhi.

- A proposito.. al porto mi è caduta una scatola! -

- Si.. l'ho presa io Shank.. -

- Allora.. -

Si era seriamente pentito di aver speso tutti quei soldi per una donna falsa, che non lo amava.

- Ridammi la collana! -

Tese la mano per riprendersela, ma lei non voleva separarsene, ci era già attaccata, Anche perchè ormai era l'unica cosa sua che possedeva..

- La rivenderò! Posso ricavarci un bel pò di quattrini! -

- Si.. ok! Come vuoi! -

Tristemente si slacciò il ciondolo dal collo e lo ripose nel palmo della sua mano. Si aspettava di vederglielo addosso, dopotutto le donne sono fatte così. Non sanno mai resistere davanti alle cose che luccicano.

- Non fare quella faccia! Se ti piacciono così tanto i gioielli perchè non chiedi a Mihawk di regalartene uno? -

Era diventato insopportabile. A lei non gliene fregava nulla dei gioielli, lui avrebbe potuto regalarle anche un pezzo di legno e lei lo avrebbe conservato con la massima cura, solo per il fatto che veniva dal suo cuore.

- SMETTILA! NON NE POSSO PIU' DEL TUO COMPORTAMENTO! -

Gridò sbattendo violentemente la porta.

- SE DAVVERO TI FA COSI' ARRABBIARE IL FATTO CHE TI RIPUGNI, DOVEVI PENSARCI PRIMA DI TRADIRMI! -

Fece lo stesso prima di tirare un pugno contro la porta. Si sentiva morire, non ce la faceva proprio a stare senza di lei, ma non poteva nemmeno più riaverla perchè ormai era tutto concluso.

- Papà.. perchè stai urlando? -

Si era dimenticato di lei.. come gli era saltato in mente? Perchè si era messo ad urlare in quel modo?

- Non è nulla! Papà è solo un pò esaurito! -

- Perchè gridi con la mamma? Se avete litigato non potete fare pace? -

Provava così tanta pena per quella povera bambina.. gli bruciavano gli occhi e prima che le lacrime si materializzassero, si voltò dall'altra parte.

- Dai, vieni Ennie! Andiamo al villaggio! -

- Mh! -

Si buttò sul letto pensando che quella era in assoluto la prima volta che alzavano la voce in quel modo l'uno con l'altra.

Due ore dopo, la nave si era svuotata. Solo Ben era rimasto a bordo, non se la sentiva di abbandonare Max. Per la verità era stato lui a costringere gli altri a scendere altrimenti sarebbero rimasti. Sapeva che Max non aveva voglia di parlare, solo lui conosceva la situazione, dunque era meglio così.

Mentre lei dormiva, se ne stava fuori dalla porta a fumare una sigaretta. Voleva essere li nel caso avesse dei problemi. Purtroppo lei non stava facendo sonni tranquilli. Riviveva quegli orridi momenti in cui si trovava fra le braccia di Occhi di falco e sognava di camminare per le strade del villaggio finchè all'improvviso non sbucava fuori lui pronto a riprenderla. E poi, il suo adorato Shank mentre la ghiacciava con le sue parole.

- Nooo! -

Gridò svegliandosi di botto ritornando alla realtà. Immediatamente Ben, spalancò la porta inoltrandosi nella cabina.

- Max! Che succede? -

- Oh.. scusa.. anf, anf! Non è niente Ben! -

- Ma.. stai piangendo! -

Osservò prima che lei si toccasse le guance e si rendesse conto di averle bagnate.

- Non è niente.. -

Ripetè.

- Ho fatto un brutto sogno! -

Spiegò sentendosi sollevata. Occhi di falco era alla larga da lei, per fortuna.

- Max.. -

Era troppo per lui vederla così.

- Senti Ben, perchè non vai un pò alla locanda? -

- Eh? E lasciarti sola in queste condizioni? -

- No, va pure! -

Si sentiva compatita ed era una cosa che detestava.

- Io sto bene Ben, davvero! Vai a distrarti! Hai già fatto abbastanza per me! -

Sorrise al fine di convincerlo, ma lei stava sempre peggio ogni minuto che passava senza Shank.

- Sei sicura? Basta chiedere e resterò qui finchè vuoi! -

- Lo so e ti ringrazio ma non c'è più bisogno! Vai su.. devi tenere d'occhio quell'incosciente o farà si che Ennie peggiori! -

Ne parlava come se stessero ancora insieme,, solo per farsene una ragione, Fuori c'era un sole così bello che era un peccato non approfittarne. Solo lei non se la sentiva ancora di mettere piede giù dalla nave.

- Va bene! Però mi raccomando! Non scendere dal veliero per nessun motivo al mondo! E.. so che sto per chiederti molto.. ma non devi nemmeno uscire sul ponte! Se Mihawk ti vede è la fine eh? Sei sola e non potrò aiutarti nemmeno io! -

Lo sapeva ma ormai nulla aveva più senso.

- Comunque cercherò di tornare presto! -

Annuì e il vice si dileguò. Ora non c'era più nessuno. Che pace. Si buttò con la testa sul cuscino asciugandosi le guance. Aveva fatto bene a darle ascolto? Davvero stava bene? Sul serio non aveva bisogno di lui? Non sapeva perchè ma aveva dei dubbi. Temeva che avesse intenzione di commettere qualche sciocchezza. E non poteva immaginare che aveva avuto come una premonizione.
Decisa a non restare più in quel letto che la soffocava di ricordi e di brutti sogni, si alzò dal materasso. Camminava a passo lento lungo il corridoio rammentando tutte le volte che ci era passata insieme a lui mano nella mano. Non ci aveva nemmeno provato a dimenticarlo, non era possibile dopo più di undici anni che vivevano insieme. Immersa nei pensieri non si era nemmeno accorta di essere sul ponte all'aperto, ormai aveva perfino dimenticato le parole di Ben. Giunse al parapetto e cominciò a fissare l'acqua che luccicava sotto il sole.

- Che bello l'oceano! -

Disse ad alta voce.

- Pensandoci è da tanto tempo che le sue acque non mi bagnano la pelle! -

A causa del potere del frutto del diavolo non poteva nuotare ma cominciava a sentire dentro di lei la voglia di abbandonarsi fra le onde. Salì sulla staccionata di legno, rimanendo in equilibrio.

- Se solo potessi.. -

Aveva voglia di sparire, di sprofondare nelle acque marine dove nessuno avrebbe più potuto recuperarla. Così, quasi fuori di se come se fosse sotto un effetto di ipnosi, si lasciò cadere .

- Ah! E' proprio una bella giornata questa! -

Esclamò Zoro sentendosi rilassato mentre passeggiava in solitudine.

- Mi ci voleva questa bella camminata in pace.. con Rufy non si riesce a stare tranquilli.. -

Gli sarebbe piaciuto anche sdraiarsi al sole, sul ponte del porto ma purtroppo quel bel sogno fu come spezzato dalla figura di una donna che cadeva in mare.

- Ehi! -

Max aveva appena toccato l'acqua e purtroppo, tutti coloro che possedevano il potere del frutto maledetto, sprofondavano come delle incudini.

- Ma.. dov'è sparita? -

Riflettendoci gli era giunta voce da Rufy che Max aveva mangiato uno di quei frutti da piccola.. se allora non poteva nuotare sarebbe di sicuro annegata.

- Accidenti! -

Tolse le spade dalla cintola e le scarpe, poi si tuffò nell'acqua fresca e limpida. Nuotò a lungo finchè non l'afferrò prima che toccasse il fondo. Dandosi una spinta con i piedi tornò a galla e si arrampicò sul ponte trascinandola. La fece distendere e le tirò dei leggeri schiaffi cercando di svegliarla e sperando di essere arrivato in tempo. Se fosse morta, Shank il rosso non gliela avrebbe fatta passare liscia.

- Ehi! Mi senti.. sveglia.. -

Ci mise un pò prima di sputare l'acqua ingerita e di realizzare di essere ancora in vita.

- Ah.. sei tu.. -

Disse mettendo a fuoco la sua immagine.

- Ma che ti è saltato in mente? Perchè diamine ti sei buttata? Lo sai no che non puoi nuotare! -

In realtà nemmeno lei sapeva il motivo.

- Santo cielo Max! -

Ben, aveva deciso di tornare indietro perchè non si sentiva affatto tranquillo e arrivando al porto si rese conto che i suoi timori erano fondati.

- Ma che ti è successo? Perchè sei fradicia? -

- Si è buttata in mare! -

Spiegò Zoro.

- Ti conviene sorvegliarla.. non ho idea di che cosa le sia venuto in testa! -

Esclamò rimettendosi le scarpe. Ormai poteva lasciarla nelle mani di Ben.

- Ti sei buttata? Ma ti ha dato di volta il cervello? -

Era più che prevedibile una simile reazione.

- Ti avevo proibito di mettere piede all'aperto! Era per il tuo bene! E tu che hai fatto? Ti sei buttata in acqua? Ma volevi morire? -

- Forse.. -

Rispose lei ancora intontita.

- Forse? Ma che razza di risposta è questa! Hai dimenticato Ennie? Non hai pensato a tua figlia? Dovresti vergognarti! -

La ramanzina sembrava non avere termine e lei non poteva fare altro che incassare.

- Hai ragione! -

Disse solamente chiudendo gli occhi. Ben sapeva che era ridotta male dopo la rottura con Shank ma certo non immaginava fino a che punto davvero fosse giù. Al punto da volere la morte.. questo non glie era minimamente passato nell'anticamera del cervello.

- Dai, andiamo ad asciugarti! Non vorrai ammalarti pure tu! -

L'aiutò ad alzarsi da terra, poi si voltò epr ringraziare lo spadaccino ma ormai era già sparito.

In quel momento sentiva una rabbia tale da esplodere. C'era solo una persona, l'unico vero responsabile era solo uno, solo lui, Occhi di falco.

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Capitolo 20
*** Sensi di colpa ***


CAPITOLO 20: Sensi di colpa

Aveva una gran voglia di prenderlo a pugni. Come aveva osato rovinare così l'esistenza delle due persone più felici del mondo? Ora però doveva occuparsi solo ed esclusivamente di Max, come aveva promesso a Shank. Quando lui non c'era, Max era sotto la sua tutela.. ma questa volta chissà per quanto tempo ancora avrebbe dovuto vedere il suo capitano salire e scendere dalla nave con il muso..

- Come ti senti? Hai bevuto molto? -

Le domandò preoccupato mentre tossicchiava.

- No.. non più di tanto, sto bene! Grazie a Zoro.. -

- E' stato un vero colpo di fortuna! E' passato proprio al momento giusto! Io ancora.. non riesco a credere che abbia cercato di suicidarti Max! -

Un tempo non ci avrebbe pensato due volte, durante la pubertà e l'adolescenza,, avrebbe tanto voluto scomparire. Viaggiava per mare da sola, senza amici, senza nessuno al mondo. Era completamente sola e quante volte aveva fissato l'oceano pensando a quanto le sarebbe piaciuto farsi ingoiare.. dopo aver conosciuto Shank era convinta che non avrebbe mai più provato quei sentimenti di confusione.

- Lo so, hai tutto il diritto di essere arrabbiato! -

- Sono arrabbiato, è vero! Sono arrabbiato perchè non hai pensato a tua figlia! Sono arrabbiato perchè ti stai buttando via! Sono arrabbiato perchè la Max che conosco è sparita! -

Purtroppo non dipendeva da lei. Ci aveva provato a parlargli ma.. tutto inutile. Nessuno avrebbe potuto convincerlo..

- Evidentemente non aveva poi così tanta fiducia in te! -

Le tornarono in mente le parole di Mihawk. Pensadoci su questo aveva ragione. Dopo undici anni, Shank aveva davvero creduto che stesse mentendo, recitando.. perchè?

- Oh no Max! -

Esclamò dispiaciuto vedendo ancora una volta, il suo volto rigato dalle lacrime.

- Ben.. non ce la faccio! Senza di lui io.. io.. mi sento morire! -

- E finirai davvero con il crepare se continui a non mangiare e a non dormire! Tu guarda.. sarai dimagrita di almeno quattro chili in due giorni! -

Forse era un tantino esagerato ma davvero aveva perso peso, il suo viso era più magro.. su questo ne era più che sicuro.

- Max, ascoltami.. io non posso essere pronto a scattare per ogni tua sciocchezza.. anche io ho la mia vita.. -

Doveva spronarla in qualche modo. Aiutarla a reagire.

- Perciò ho intenzione di seguire il tuo consiglio e andarmene al villaggio! -

Ma non si fidava più di lei purtroppo.

- A malincuore però dovrò tenerti sotto chiave! -

- Si, lo capisco Ben! Anzi, sono io che ti prego di farlo! Chiudimi qui dentro, perchè ormai non so più controllarmi! -

Almeno avrebbe potuto stare calma e soprattutto ferma. Non avrebbe potuto trovare un modo per farla finita.

- Max, io ti voglio bene.. -

- Lo so! -

Disse sorridendo dopo tanto tempo.

- Te ne voglio anch'io! Grazie! Grazie per tutto quanto! Sei il mio migliore amico! -

- Tu e il capo siete molto importanti per me! Non ce la faccio più a vedervi separati! Ora cambiati e mettiti a letto! Ti prometto Max, che tutto si aggiusterà! Abbi fiducia in me! -

Lei si fidava ciecamente di lui ma era Shank il vero problema. Come si sarebbe ricreduto non lo sapeva. Lo conosceva da una vita, sapeva quindi che se si metteva in testa una cosa nulla avrebbe potuto fargli cambiare idea.

- Ti prego, prova a dormire! -

- Va bene! -

Era così in pena per lei.. senza volerlo stava facendo del male anche a lui.
Detto ciò aspettò che il vice uscisse dalla cabina prima di chiuderla a chiave, poi si cambiò rapidamente indossando la camicia da notte di seta bianca, che piaceva tanto a Shank.

- Questa veste ti rende ancora più sexy! -

Le aveva detto.

S'infilò sotto le coperte e chiuse gli occhi sperando di non fare incubi stavolta.

In realtà avrebbe potuto benissimo buttare giù la porta a calci ma sentiva che non avrebbe più commesso idiozie. Veramente non sapeva esattamente dove andare. Non aveva voglia di mischiarsi nel casino della locanda, perciò camminò in un vietta isolata. Forse stava cercando Occhi di falco e sapeva benissimo dove aveva ormeggiato la sua barca. Il villaggio non era molto grande, tra l'altro, perciò lo avrebbe trovato con facilità. D'un tratto però, delle voci attirarono la sua attenzione.

- Ma insomma! Perchè non vuoi capire? -

Quello sembrava proprio Rufy.

- Perchè non c'è niente da capire! -

Invece quella voce, era del suo capo.

- Si che c'è testa vuota! Max non è la persona che credi tu! -

Dunque anche Rufy era al corrente della situazione? Doveva averne parlato con lui alla fine.

- Io credo solo a quello che ho visto e mi è bastato! Ho provato a far finta di niente e a pensare che è stato solo un errore ma non ci riesco! -

Stavano litigando. Era in assoluto la prima volta che quei due affrontavano un vero litigio, senza prese in giro nè risate divertite. Erano seri e terribilmente infuriati.

- Max ti ama! Lo so! Glielo leggo in volto ogni volta che la incontro! -

Lui era bravo a leggere nel cuore delle persone ed evidentemente Shank non ne era capace quanto lui.

- Senti moccioso! Una volta per tutte! Questi non sono affari che ti riguardano! -

Non poteva starsene li a spiare, doveva fare qualcosa. Aveva promesso a Max che tutto si sarebbe sistemato dunque, doveva subito cominciare a mantenere la sua parola.

- Invece sono eccome affari che ci riguardano! -

Intervenne dunque catturando la loro attenzione.

- Ehi! Ciao Ben! Come butta? -

Lo salutò un Rufy fino a poco prima arrabbiato, ora con il sorriso sulle labbra.

- Ho avuto giornate migliori! -

Confessò.

- Non ho capito... -

Riprese Shank.

- Cosa vuol dire che sono anche affari vostri? Che diavolo ne sai tu di questa storia? -

- Direi tutto capo! -

Era ovvio che stesse dalla parte di Max pure lui.

- Bene. Sono contento per te e allora? -

- E allora sono cose che riguardano anche noi perchè Max ci sta molto a cuore! -

Stava a cuore a tutti quanti. Purtroppo anche a lui che tentava di detestarla.

- Ma davvero? Immagino che stia recitando bene la parte della derelitta! -

Un brivido gli percorse la schiena. Non gli piacque affatto quella frase.

- Certo.. era chiaro che anche tu ti fossi fatto abbindolare! Dopotutto io stesso per undici anni ci sono cascato! -

Lo detestava. Lo detestava sempre di più.

- Beh? Hai perso la lingua Ben? Non dirmi che quella ammaliatrice ti ha letteralmente fatto il lavaggio del cervello! -

Quelle ultime parole le rimasero schiacciate sulla faccia perchè Ben gli scagliò un pugno facendolo volare a terra. Ansimava per la rabbia, non lo aveva mai picchiato e in assoluto mai aveva provato disprezzo nei suoi confronti.

- Wow! Bel colpo Ben! -

Lo incitò il ragazzo perchè, gli dispiaceva ammetterlo, ma stavolta Shank se l'era meritato. Alla fine aveva sputato il rospo con lui e non poteva credere che Max lo avesse davvero tradito. Non sapeva bene come stavano andando le cose, sapeva solo che Mihawk aveva cercato di farle del male.

- Ahio.. che male.. ma che diamine.. ti è saltato in mente? -

- ADESSO TE LA DO IO UNA BELLA LAVATA DI CAPO! -

Alzò spaventosamente la voce. Per fortuna erano tutti alla locanda, altrimenti chissà che folla..

- TI RENDI CONTO CHE MAX SI E' QUASI AMMAZZATA PER TE? -

Lui l'aveva vista mentre giaceva fra le braccia di Zoro (my love n.d.a.) completamente priva di lucidità. L'aveva vista piangere e urlare di dolore per così tante volte.. che non poteva perdonargli quelle parole.

- Come? Ammazzata? Ma che dici! -

Gli scappò quasi da ridere.

- Sta male capo! Sta male sul serio! -

Sembrò calmarsi, riprese il suo solito tono tranquillo.

- C'è stato un malinteso. Capisco la tua rabbia ma.. credimi, è sbagliata! -

Ancora non capiva dove voleva andare a parare.

- Occhi di falco è innamorato di lei, è vero! -

Sfidava chiunque a dire il contrario.

- Ma lei lo detesta! -

- Si, come no! -

- Per favore lasciami finire! -

Riprese immediatamente.

- Dopo potrai dire quello che vorrai, ma adesso stammi a sentire! -

Rufy si sedette su una cassa di legno appoggiata contro la parete di una casa mentre Shank, ancora sedeva a terra.

- Ti ha raccontato della contusione alla spalla? -

- Certo che me l'ha raccontato! -

Rispose con tono irritato.

- Ma che diavolo c'entra la sua spalla con tutto questo? -

- C'entra! Credimi, c'entra eccome! -

Si rese conto che l'unico modo per afferrare il suo concetto era quello di ascoltarlo fino in fondo.Tanto ormai era della sua opinione.

- E' stato Occhi di falco a procurarle quel livido! -

Spiegò lasciandolo senza parole.

- Cosa? Ma non è vero, che stai dicendo? E' solo scivolata.. -

- No Shank! -

Intervenne Rufy.

- Io ero con lei.. Occhi di falco la stava trattenendo con la forza! Lei lo implorava ma lui... non voleva lasciarla andare! -

Rufy era il solo testimone.

- Ma allora.. perchè mi ha mentito? -

- Perchè non voleva farti preoccupare! Lo sai no che ci tiene alla felicità degli altri! -

Su questo Rufy aveva ragione.

- E non è tutto! -

Riprese il vice.

- Era giunta al porto convinta che tu le avessi dato appuntamento.. ma in realtà era tutto un piano architettato da quell'uomo! -

Gli spiegò che lei aveva tentato di liberarsi e che lui era talmente forte da non farla minimamente muovere. Gli disse anche che dopo il fatto, dopo che lui se ne andò per lo sconforto, Mihawk aveva cercato di violentarla e ci sarebbe riuscito a violare il suo corpo, se non fosse intervenuto in tempo lui, con il suo fucile.

- E oggi.. ha cercato di suicidarsi! Si è buttata in mare senza nemmeno rifletterci.. sarebbe morta se Zoro non fosse intervenuto per salvarla! -

Non poteva crederci. Allora davvero aveva preso un granchio? Davvero lei lo amava? Aveva frainteso tutto? E per colpa della sua poca fiducia.. avrebbe anche potuto non vederla più.

- Non sta recitando! Ho dovuto chiuderla a chiave in cabina per evitare che commettesse un altro tentativo di suicidio! -

Lei, la sua Max si voleva uccidere per lui. Come aveva potuto? Come aveva osato trattarla così?

- No.. -

- Si capo! Fossi in te io andrei da lei a chiederle perdono! -

Era tutto quello che poteva dirgli e a quanto sembrava dalla sua faccia forse, lo aveva convinto. Lo sapeva, bastava provare. Probabilmente la testimonianza di Rufy aveva giocato in suo favore.

- Accidenti! -

Disse dentro di se sentendosi lacerare.

- Quel che dovevo dire l'ho detto! Max ha subito solo violenza da parte di Mihawk! Le ha quasi rotto una spalla, tentativo di stupro e.. schiaffo! L'ha fatta finire in clinica medica per ben due volte! -

Detto ciò fece per ritirarsi, ma si fermò avendo come un'illuminazione.

- Un momento! Ennie non era con te? -

- E' alla locanda! -

Spiegò Rufy, perchè lui era così sconvolto da non riuscire nemmeno più a parlare.

- Makino le sta preparando una tazza di latte caldo per darle solievo alla gola! -

- Ho capito! Mi raccomando, riportatela presto alla nave.. non voglio che Max si preoccupi anche per questo! -

E s'incamminò verso dove, non lo sapeva nemmeno lui. Voleva solo che i sensi di colpa lo invadessero. Meritava di soffrire così dopo le orribili parole che aveva sputato.

- Adesso sarai soddisfatto! -

Eccheggiò la voce di Rufy.

- Io vedo sempre il suo sguardo felice, luminoso.. come hai potuto credere, proprio tu, che la donna con cui vivi da undici anni ti avesse mentito! -

Aveva ragione. Come poteva fare? Cosa poteva dire?

- Ora è meglio se te ne torni da tua figlia! Io voglio riposare un pò, sono stanco! -

Quel messaggio arrivò forte e chiaro alle orecchie del rosso. Era insomma un modo come un altro per dire che non lo avrebbe più ospitato e che di conseguenza non avrebbe avuto altra scelta che tornare alla nave e chiarire la situazione. Ma come? Non aveva più nemmeno il coraggio di guardarla in faccia. Povera la sua piccola. Come l'aveva ridotta.
Si alzò da terra con il labbro sanguinante e a passo lento andò alla locanda.

- Allora, ti senti meglio adesso? -

Domandò Lucas alla bambina mentre sorseggiava la sua bella tazza di latte caldo.

- Si! -

Rispose serena.

- Per fortuna! Ero venuto a chiamarti stamattina ma i tuoi amici mi hanno detto che stavi male.. -

- Lo so. zio Ben me l'ha accennato! Scusa se non sono potuta venire a giocare! -

- Ma figurati! Quando si ha la febbre bisogna stare a letto! -

D'un tratto ebbe una brutta sensazione. Non sapeva bene cosa c'era nell'aria ma lo avvertiva..

- Mamma! -

Chiamò Makino mentre lucidava un bicchiere.. lo stesso da ormai mezz'ora.

- Dimmi.. -

- C' è qualcosa che non va? -

- No! Che dici! -

Era evidentissimo invece. Sembrava preoccupata per qualcosa e non sapeva cosa.

- Senti Ennie.. mi hai detto che i tuoi hanno litigato.. -

- Si! -

Si rattristò.

- Non so perchè.. ma la mamma deve aver fatto qualcosa che non è piaciuto per niente a papà! -

Sapeva solo che li aveva sentiti gridare e mai era successo. Si era sempre vantata di avere due genitori uniti che non discutevano mai e la riempivano d'amore. Ora invece cos'era accaduto per dividerli così?

Faceva avanti e indietro per il villaggio, ormai lo aveva perlustrato tutto. Sperava solo di non incontrare Occhi di falco o lo avrebbe riempito di pugni e onestamente non si sentiva in vena di fare a botte. Passò praticamente tutto il giorno a rimuginare, senza dire una parola a nessuno. Ben riportò Ennie sulla nave e la bambina era non poco dispiaciuta, Era andata al villaggio proprio per stare con Shank, invece lui, ad un certo punto aveva preso e se n'era andato via con Rufy e non era più tornato.

- Max, ho buone notizie! -

Disse bussando alla porta. Non udì una parola.

- Max? -

Per un momento ebbe il terrore di trovarla senza vita, così aprì velocemente la seratura e spalancò la porta della cabina. Era stesa nel letto, con gli occhi chiusi, non si muoveva.

- Max, Max! Svegliati! Per l'amor di Dio! -

Sentiva il cuore in gola, le mani gli tremavano. Era terrorizzato.

- Mh.. Ben.. che c'è? -

Domandò svegliandosi.

- Sia ringraziato il cielo! Ma vuoi farmi morire d'infarto? -

.. anche Shank aveva detto la stessa cosa..

- Mi farai venire un infarto a trentotto anni tu.. -

Le scappò un sorriso.

- Max.. volevo dirti una cosa importante! -

Disse riprensendosi dal colpo.

- Ho parlato con il capo! -

A quella frase alzò la testa di scatto.

- Gli ho raccontato tutto! -

- Ebbene? -

Sorrise.

- Ha capito! -

- Davvero? -

I suoi occhi si riempirono di gioia.

- Ma cosa.. come.. che ti ha detto? -

- Beh non molto.. ma dalla faccia.. sembrava sconvolto! Max, lui non avrà il coraggio di parlarti se lo conoscso bene! Ma tu.. devi andare da lui! Ora non ti caccerà via! -

Non disse nulla, soltanto afferrò il viso di Ben e gli diede un bacio sulla fronte come ringraziamento.

- Ora esci per favore! Mi devo vestire! -

Lo spintonò fuori dalla cabina richiudendo la porta.

- Pff! Che tipo! -

Si sentiva più sollevato. Ora tutto si sarebbe risolto. Almeno.. era quello che pensava.
Indossò una lunga gonna e una maglia aderente senza maniche. Voleva essere il più elegante possibile ora che Shank sarebbe tornato insieme a lei.

La locanda ormai si era svuotata, non c'era più nessuno e la luce del tramonto illuminava di poco le case. Entrò nella locanda dove Makino era stranamente immobile, dietro al bancone. Stava.. piangendo?

- Makino.. -

La chiamò con un filo di voce. Lei immediatamente si asciugò le lacrime e si voltò con un finto sorriso.

- Si, dimmi! -

- Ma.. va tutto bene? -

- Si! Certo! -

Era ovvio che mentiva.

- Ma hai gli occhi gonfi.. -

- Ho solo lavorato un pò troppo! -

-...-

Se non voleva parlarne allora era meglio lasciar perdere.

- Senti, vorrei chiederti una cosa.. per caso.. ecco.. l'uomo dagli occhi di falco.. ti ha.. lasciato un biglietto? -

Voleva accertarsene.

- Si.. certo! Ecco.. in realtà.. non dovrei dirtelo.. lui.. voleva così! -

- E.. ce l'hai ancora tu? O è nelle mani di Max? -

- No, lo ha lasciato qui! Aspetta! -

Disse tirando su con il naso e con gli occhi lucidi come uno specchio d'acqua.

- Ecco, l'ho tenuto qui nel caso.. servisse ancora.. ti giuro che non l'ho letto! -

- Ma non preoccuparti! Piuttosto.. posso vederlo? -

- Tieni! -

Le tremava la voce. Si limitò a prendere il biglietto, lo aprì e lo lesse.

Vieni al porto.

C'era scritto.

E' questione di vita è di morte.

Sembrava una cosa importante.

Shank..

Allora era vero. Mihawk si era firmato con il suo nome al solo scopo di incontrarla. come si sentiva male, un vero e proprio idiota.

- Grazie Makino! -

Disse stracciandolo.

- Ora credo proprio che non servirà più! -

- Mh! -

- Ma ora veniamo a te! - Disse con tono serio.

- C'è qualcosa che ti fa star male, si vede! -

- Beh, Shank io.. so che tu e Max avete dei problemi in questo momento e.. non me la sento di darti fastidio.. -

- Ma quale fastifio! Siamo amici no? Dai, racconta! -

Rimase in silenzio per un attimo prima che le lacrime sgorgassero dai suoi occhi.

- Vedi, il fatto è.. che non so cosa fare! -

La raggiunse dall'altra parte del bancone.

- Cosa succede? -

- Ecco io.. non so come dirlo a Lucas.. suo padre.. -

- E successo qualcosa a tuo marito? -

Le chiese in ansia. Lei aveva un figlio da crescere e senza l'uomo che amava accanto, come sarebbe andta avanti? Nessuno poteva capirla meglio di lui.


- Posso leggerlo? -

Annuì e dopo averlo tirato fuori dalla tasca lo consegniò nelle sue mani. Era tutto stropicciato e umido, chissà per quanto ci aveva pianto sopra.
Il telegramma diceva così:

Gentilissima S.ra Makino, non è stato facile per noi della sede della marina, spedirle questo telegramma. Tuttavia qualcuno doveva farlo in qualche modo, lei ha il diritto di sapere.

Quelle parole non promettevano nulla di buono.

Purtroppo suo marito.. è disperso. Non lo troviamo signora, da nessuna parte. Vede, purtroppo c'è stata un'emergenza in mare aperto. Suo marito è stato chiamato per portare la nave dell'ottava flotta verso il punto designato, il punto in cui una banda di pirati, forse i più pericolosi che ci sia mai capitato di incontrare, stava spadroneggiando senza pietà.
C'è stata una terribile battaglia e come se non bastasse, la nostra flotta è stata colpita da una violenta tempesta. Un'onda anomala ha sommerso la nave. Pare che ci siano tutti qui, sani e salvi.. tranne uno.. e quel qualcuno è suo marito. E' caduto in mare e non sappiamo se è ancora vivo o se è stato inghiottito dalle acque. Sappiamo solo che ci sono poche probabilità che sia salvo.
Con la morte nel cuore per aver perso un uomo dei migliori e il dolore nel doverle comunicare la probabile morte del suo consorte, le inviamo distinti saluti.

La marina militare.

Non poteva credere ai suoi occhi. Se davvero era morto, il piccolo Lucas come l'avrebbe presa?

- Oh Makino.. è terribile.. mi dispiace tanto! -

- Sapevo bene a cosa andava incontro.. eppure.. non l'ho fermato! Perchè? Perchè non l'ho implorato di restare? Adesso sarebbe ancora vivo! -

Non poteva fare nulla se non stringerla forte.

- Non sei sola! Ci sono io! -

Lui le avrebbe dato tutta la sua amicizia. Non l'avrebbe mai abbandonata in un simile momento di puro dolore.

Era scesa dalla nave felice come una paqua. Ora tutto sarebbe finito, alla faccia di Mihawk che credeva davvero di aver rovinato tutto. Ora avrebbe potuto di nuovo stringerlo e baciarlo con passione, come prima. In realtà non sapeva dove fosse.. ma tentò con il posto più ovvio, la locanda. Raggiunse l'osteria e fece per aprire le ante in legno. Finchè una scena non la paralizzò. Shank c'era ma.. perchè stava abbracciando Makino?

- Sta tranquilla! -

Le disse.

- Non ti lascerò mai! -

Quelle parole la pietrificarono. Lui.. amava Makino? Ma allora.. perchè tutta quella storia? Che stesse in realtà cercando un valido pretesto per lasciarla? ..no, non era minimamente possibile. Non voleva crederci. Dopo le parole di Ben.. era davvero convinta che tutto si sarebbe sistemato e invece.. ora stava li a guardarli mentre si stringevano. Non ebbe nemmeno la forza di piangere, semplicemente versò lacrime con il cuore. Shank alzò lo sguardo e la vide li, prima che scappasse via. Ancora una volta, aveva distrutto tutto. Se prima i sensi di colpa lo laceravano, ora lo uccidevano.

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Capitolo 21
*** Confessione inaspettata ***


CAPITOLO 21: Confessione inaspettata


Correva a più non posso, di certo non verso il porto. Aveva già dato una bella gatta da pelare a Ben e non voleva che lui la vedesse piangere ancora, per non parlare della sua bambina. Era già talmente scossa da quella situazione.. Si fermò dall'altra parte dell'isola, sedendosi su un cumulo di terra. Si rannicchiò e nascose la testa fra le braccia. Rideva, ringhiava per la rabbia.. il suo cuore era colmo di sentimenti, ma soprattutto era così addolorata che non si rendeva nemmeno conto veramente di quello che aveva visto con i suoi occhi.

- Che c'è? Piangi? -

Quella voce..
Alzò la testa senza nemmeno voltarla.

- No, non piango! Non ne ho più la forza! -

Rispose.

- Oh.. ma come siamo drammatiche! -

Si sedette accanto a lei. Quest'ultima con un rapido movimento della mano, afferrò un sasso e lo sollevò in segno di minaccia. Se lui le avesse di nuovo messo le mani addosso, lei lo avrebbe colpito, anche ucciso.

- Ehi ehi! Calma! Mettilo giù! -

Disse Occhi di falco.

- No, non lo farò! Avvicinati di un altro centimetro e parola mia ti spacco la testa! -

Se solo non fosse mai arrivato al villaggio..

- Tranquilla! -

Esclamò sospirando con lo sguardo verso l'orizzonte.

- Non ho intenzione di continuare il discorso dell'altro giorno! -

Abbassò leggermente il braccio.

- Anche se all'inizio ne avevo tutta l'intenzione! Specialmente la volta scorsa.. -

Doveva davvero fidarsi? Con Mihawk era meglio non abbassare mai la guardia.

- Ma in questi giorni ho riflettuto parecchio e ho capito.. che tu ami Shank e anche se avessi il tuo corpo non potrei mai avere il tuo cuore! -

stringeva ancora il pezzo di roccia, temeva che nel momento in cui lo avrebbe posato sulla terra, si sarebbe ritrovata di nuovo nella posizione supina, sotto di lui.

- Ti chiedo perdono.. per averti trattata in quel modo.. e mi dispiace anche per averti fatto male alla spalla e per averti tirato quello schiaffo! -

- Sei troppo violento Mihawk! -

Disse lei esplicitamente.

- Si.. hai ragione! Ma cosa ci si puà aspettare da uno come me? -

Sembrava tranquillo e anche.. triste.. mah..

- Perciò ho deciso che me ne andrò da qui! Non mi vedrai mai più! -

- Che cosa?? -

Si alzò in piedi di scatto.

- Prima rovini la mia vita e poi te ne vai? Combini il disatro e scappi? Ma ti sembra corretto? -

- No.. hai ragione! -

Annuì lui.

- E' per questo che andrò a parlare al tuo uomo! Contenta? -

- Affatto! -

Disse risedendosi. Purtroppo ormai.. non era più convinta che le cose si sarebbero sistemate fra di loro.. però.. sentiva che c'era qualcosa, che era successo un fatto.. dopo le parole che Shank aveva scritto nel biglietto e dopo i soldi spesi per regalarle quella collana per il loro anniversario.. come poteva adesso amare un'altra?

- Come! Non facevi che dire che l'unico responsabile ero io! Adesso non sei contenta che mi sono arreso all'evidenza? Se gli parlo io ti perdonerà! Non è questo che vuoi? -

- Non lo so! Non so più niente! -

Lasciò cadere la fronte sulle ginocchia.

- Beh, fa come ti pare! Io voglio avere la coscienza a posto! Perciò farò come ho deciso! Se poi le cose fra voi non andranno, affari vostri! Io almeno il gesto lo faccio! -

E si alzò da terra allontanandosi. Lasciò cadere il sasso per terra e si sdraiò a pancia all'aria con lo sguardo posato sul cielo azzurro.

- E' una giornata così bella.. -

Pensò ad alta voce.

- Eppure è una delle giornate peggiori della mia vita! -

Sapeva bene dove trovarlo. Se non era alla nave, l'unico posto dove poteva essere era la locanda. Se non si abbuffava o beveva ogni due per tre, non si sentiva soddisfatto.

- Va un pò meglio? -

- Come fa ad andare meglio Shank? Va sempre peggio ogni volta che penso di essere rimasta senza di lui! -

- Hai ragione, scusa.. -

Se davvero suo marito era morto, lui non avrebbe potuto in alcun modo riportarglielo.

- Purtroppo è tutto quello che posso fare per te! -

- Non preoccuparti! Fai già abbastanza! -

Se non ci fosse lui.. non oserebbe nemmeno immaginare la sua vita senza un amico così.. eppure.. una volta era il suo grande amore.

- Senti Makino... -

Riprese.

- Questo Nico.. è più affascinante di me? -

- Che? Ma che razza di domande fai in un momento come questo? -

Ecco. Era pretendere troppo vederlo serio per più di cinque minuti.

- Beh.. è solo una mia curiosità! Dato che una volta eri cotta di me vorrei sapere se tuo marito è più bello del sottoscritto! -

Rimase immobile prima di pietrificarsi e sbriciolarsi in mille pezzi per l'imbarazzo. (come succede sempre nei manga n.d.a.)

- E.. e.. e.. e tu c..c..c.. come fai a sapere che una volta ti amavo? T--t--te l'ha detto Max per caso? -

Se scopriva che era davvero stata lei, l'ammazzava.

- No, l'ho scoperto da solo! -

Disse sorridendo. Non voleva che Max e Makino litigassero per questo sciocco motivo. Probabilmente ci sarebbero state delle tensioni ora che Max li aveva visti insieme.

- Capisco.. ti sono sembrata una stupida vero? -

Chiese arrossendo.

- No! Anzi! Mi ha fatto molto piacere! Mi dispiace solo di non essere potuto diventare l'uomo che volevi, disposto a restarti accanto dandoti tutto il suo amore! -

- Ma io lo sapevo che eri irraggiungibile! -

Tuttavia aveva sofferto così tanto..

- Ad ogni modo.. è stato meglio così! -

Osservò.

- Perchè ho potuto conoscere Nico e innamorarmi di lui! L'ho sposato e ho avuto un bellissimo bambino e.. si! Lui è più affascinante di te! - (non ci credo manco morta! Non esistono uomini più belli di Shank, Zoro e Sanji! n.d.a. ps. scusate questo sfogo ma ho dovuto farlo anche per evitare commenti da parte di voi fan di Shank ^___^)

Esclamò con occhi maliziosi.

- Naa! Non ci credo! -

- Invece è vero! -

- Non ci credo! -

- E' vero!! -

- Voglio vedere una sua foto! -

Ci fu un momento di silenzio prima che Makino scoppiò a ridere.

- Tu non cambi mai! -

- Beh, almeno ti ho fatta ridere! -

Era vero, senza rendersene conto si era un pò rallegrata.

- Mpf! Hai ragione! Grazie! -

Anche se il dolore per aver perso suo marito era così grande che non sapeva come lo avrebbe sopportato.

- Dovrò farmi forza e.. dire la verità a mio figlio.. anche se non oso immaginare la reazione.. gli è così affezionato.. -

- E' sempre doloroso per un figlio perdere un genitore, così come lo è per una moglia quando perde il marito o viceversa! -

Per questo motivo lui non poteva perdere Max, la sua compagnia per la vita.

- Si, lo so bene! Ma non ho altra scelta, dovrò andare avanti ugualmente.. -

- E poi non è detto che sia morto no? -

- No, è vero.. -

Ma lei aveva sempre il pessimismo in testa e dopo le parole della lettera inviatole dalla marina militare, era sicura che mai più Nico avrebbe fatto ritorno solcando la porta di casa.

- Scusate se interrompo la vostra piacevole conversazione! -

Esclamò Occhi di falco penetrando rumorosamente nella locanda.

- Ancora tu.. -

Ringhiò uno Shank infuriato.

- Non sono qui per litigare.. -

- CHIUDI IL BECCO! -

Corse verso di lui per servirgli un altro pugno in faccia, stavolta rompendogli la mascella, ma prima che potesse sfiorarlo, Mihawk afferrò una sedia e la usò come scuso. Questa, dopo essere stata colpita dal pugno del rosso, si spezzò in due mentre mille scheggie frantumate cadevano a terra.

- Guarda che hai fatto! Il pavimento n'è pieno! Povera Makino! -

- Ma fammi il piacere, piuttosto, l'altra volta mi hai colpito ma ho preferito sorvolare la cosa! Ma ti avverto, prova a picchiarmi di nuovo e non avrò pietà! -

Buttò per terra la sedia completamente rotta.

- Comunque te l'ho già detto! Non sono qui per fare a botte ma solo per parlare! -

- Io non voglio parlare! -

- Nemmeno se riguarda Max? -

- ... -

Doveva davvero ascoltarlo? E se avesse mentito un'altra volta?

- Ragazza.. -

Si rivolse a Makino.

- Esci un attimo! -

Le ordinò. Non gli andava che sentisse i loro affari.

- No, lei resta! -

Rispose l'altro.

- Questa è la sua locanda! Per quale motivo dovrebbe sloggiare? -

Mihawk era sempre rozzo e in assoluto il maleducato numero uno al mondo. Non chiedeva mai "per favore" nè formava una richiesta in modo decente.

- Non fa niente Shank! -

Disse la proprietaria.

- Non mi va di ascoltare i discorsi altrui e poi ho bisogno di prendere una boccata d'aria! -

Così, senza neanche incontrare gli occhi di Mihawk che le incutevano solo terrore, uscì dall'osteria.

- Allora, che diavolo vuoi ancora? Non hai già distrutto abbastanza la mia vita e quella di mia figlia? -

- E a Max non pensi? -

- Certo che ci penso! -

Non riusciva nemmeno a togliersela dalla testa. Voleva solo che le cose tornassero come prima ma ora che Max lo aveva visto abbracciato ad un'altra donna non sapeva se lo avrebbe perdonato.

- Ci penso sempre a lei! Perchè l'amo più della mia stessa vita! -

- Commovente! -

Osservò lo spadaccino con una smorfia stampata sul viso.

- Comunque voglio raccontarti come sono andate veramente le cose! -

- So già come sono andate le cose! -

Spiegò con tono irritato.

- Quindi ti risparmio la fatica! Mi hanno raccontato tutta la verità! Tu ti sei servito di Max! Hai cercato di abusare di lei e le hai anche fatto del male! -

- si, è vero! -

Lo odiava ancora di più quando usava quel tono serafico anche dopo aver combinato una strage.

- E allora cos'hai da dire in tua discolpa? -

- Che mi dispiace! -

- E io ti credo secondo te?

- Sei libero di fare quello che vuoi! -

Lui voleva soltando andarsene, con il cuore a pezzi, si, ma almeno con la coscienza pulita.

- Comunque ti dico solo una cosa! Lei ti ama! Ti ama davvero! -

Ora lo sapeva anche lui.

- Ho cercato in tutti i modi di averla, volevo portartela via perchè ero davvero convinto che lei provasse qualcosa anche per me.. invece mi sbagliavo! -

Restava in silenzio ad asoltare le sue parole. Pensava che fosse venuto solo per metterlo ulteriormente contro Max, invece come mai stava raccontanto la verità? Non era da lui.

- Lei ha scelto te, ancora una volta! Esattamente come in passato! -

Abbassò lo sguardo mentre i sensi di colpa salivano e salivano, senza fermarsi.

- Quindi abbi cura di lei, pirata! Perchè non ti perdonerò se soffrirà ancora, in futuro! -

Si voltò pronto a sparire per sempre dalla loro vita, ma Shank lo costrinse a fermarsi.

- Perchè mi dici queste cose? -

Girò di poco il capo, rispondendo dopo un attimo di silenzio.

- Lo sai anche tu che tengo a lei! -

E uscì dalla locanda.

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Capitolo 22
*** Di nuovo insieme ***


CAPITOLO 22: Di nuovo insieme


Restò immobile, con i piedi incollati al pavimento perfettamente lucido della locanda e con gli occhi spalancati verso le porticine in stile western che ancora si muovevano dopo il passaggio di Occhi di falco. Non riusciva a crederci. Mihawk, come in passato, nonostante fosse innamorato di Max, alla fine aveva fatto in modo che loro stessero insieme. Tuttavia non poteva perdonarlo per ciò che aveva fatto. Ora voleva solo cercarla, trovarla, stringerla fra le sue braccia e non lasciarla più. Ma aveva paura. Dopo le orribili parole che le aveva rivolto e dopo essersi fatto vedere abbracciato alla donna un tempo innamorata pazzamente di lui, probabilmente sarebbe stata lei ora, a non volerlo più vedere. Con che coraggio poteva incontrare il suo sguardo?

Avanzava in silenzio e cupamente verso la sua barca nera come la pece. Tuttavia, qualcosa lo fermò, o meglio dire, qualcuno. Zoro stava parlando con un uomo, lo stesso Zoro che gli aveva sottratto il titolo di miglior spadaccino. Ormai però, aveva perso tutto e non poteva fare nulla per riprendersi ciò che gli apparteneva. Ignorandolo riprese il cammino ma fu lui a bloccarlo dopo averlo sentito passare. Aveva captato la sua presenza come un ragno con i sensori dietro alla nuca.

- Ehi tu! -

Lo chiamò con voce seria.

- Cosa ci fai qui? Sei venuto per batterti di nuovo con me? -

Gli domandò con aria di sfida. "Se vuoi io sono pronto!" Questo era il reale significato.

- No! Non era quella la mia intenzione! -

Spiegò.

- Ormai sei tu il numero uno, ragazzo! Cerca di farti onore! Non fare in modo che il piedistallo che mi apparteneva vada sprecato! -

- Non succederà! Non temere! -

Precisò con un sorriso malizioso prima che Mihawk abbandonasse quel terreno. Non si aspettava di vederlo proprio li, nel loro stesso villaggio, come non si aspettava che un uomo orgoglioso quanto Occhi di falco, potesse scappare di fronte a lui.
Raggiunse la sua barca accorgendosi che Max non era più da quelle parti. Se n'era andata. Meglio così, pensò. Non aveva intenzione di stringerla al suo corpo e darle un bacio d'addio come undici anni prima. Insomma.. non era virile. Slegò la cima, montò sopra l'imbarcazione e galleggiando si allontanò per sempre, da quell'isola e dalla vita di Max. Non l'avrebbe mai più rivista, almeno lo sperava. Basta. Ora doveva andare avanti per la sua strada.

Ci stava mettendo parecchio lei, ma evidentemente quei due, stavano pomiciando in qualche angolo nascosto dell'isola. Sedeva sull'albero maestro insieme a Ennie, la quale leggeva un libro piuttosto grosso.

- Da dove viene quel libro? E' di Lucas? -

Le chiese non avendo mai visto un volume con quella copertina.

- No! -

Posò lo sguardo su di lui, richiudendo il grosso libro.

- Me l'ha comprato papà tempo fa! Ma tra una cosa e l'altra non l'ho mai letto! -

Spiegò. Aveva tanti bei ricordi con suo padre.

- Capisco! -

Ora si che stava bene lui. Shank e Max di nuovo insieme.. finalmente non avrebbe più visto nessuno dei due soffrire le pene d'amore.

- L'amore.. chissà se lo proverò anch'io un giorno.. -

In realtà lui amava tutti. Amava Ennie, Max, Shank e i suoi fidati compagni. Amava Rufy e i suoi più cari amici, ma mai aveva amato una donna come Shank amava Max.

- Un giorno forse potrò capire.. -

Lanciò la sigaretta in mare e portandosi le braccia dietro alla nuca sospirò, addormentandosi con il suono delle onde che risuonava nei suoi padiglioni.

Non prestava attenzione alle voci e ai saluti della gente che superava senza neppure notarle. Tutti erano venuti a sapere dei problemi tra lei e Shank, certo non conoscevano i dettagli, ma sapevano che fra loro non scorreva più buon sangue. Li avevano sentiti discutere una volta.. per motivi incomprensibili ma speravano tutti in cuor loro, che tornassero ad essere la celebre coppia di un tempo perchè mai, in tutte le volte che Shank era approdato sulla loro isola, lo avevano visto così felice. Ora invece sembrava come spento.. e Shank il rosso senza sorriso non è Shank il rosso.

Non se la sentiva di tornare alla nave anche se prima o poi avrebbe dovuto affrontare sia Ben che sua figlia.. e allora cosa avrebbe potuto dire? Che aveva sorpreso Shank fra le braccia di un'altra e che questa donna portava il nome di Makino?
Senza accorgersene finì per terra dopo un duro scontro con qualcuno che ovviamente, non aveva notato a causa della sua sbadataggine.

- OUTCH! -

Era destino che dovesse picchiare sempre la spalla già dolente?

- Oh, Max.. scusa, non ti avevo vista.. -

Parli del diavolo ed ecco che egli spunta.. Makino. Non sapeva se fulminarla con lo sguardo o comportarsi come al solito ma d'un tratto la sua attenzione fu catturata dal foglio che c'era per terra. Non curante, lo spiegò attentamente.

- Makino.. è tuo? -

Notò la donna abbassare dolorosamente lo sguardo. Non lesse tutto per filo e per segno.. riuscì solo a comprendere che il marito di Makino probabilmente non sarebbe più tornato.

- Oh cielo! Scusa.. non volevo impicciarmi! E' una cosa terribile! -

Le vennero quasi le lacrime agli occhi e.. si sentiva egoista e malvagia. Perchè non sapeva se le stava venendo da piangere per l'amica o solo perchè si rese conto che forse, Shank la stava consolando e nulla più.

- Non importa.. figurati! -

Si asciugò gli occhi rossi e gonfi come due meloni.

- Piuttosto, tu e Shank siete gli unici a saperlo! Per favore! Non dite niente a nessuno! Nemmeno a Lucas! -

- No.. va bene! -

- Senti.. -

Riprese rialzandosi.

- Come vanno le cose fra voi due? -

- Oh.. beh.. -

Non sapeva più nemmeno lei quale fosse la verità.

- So che è brutto quando litighi con la persona che ami.. ma.. lui Max, è seriamente innamorato di te! Lo conosco da anni e.. credimi! La sua espressione è molto diversa da quando sei apparsa tu! -

Se lo ricordava bene. Non sopportava quel sorriso gioioso, più del solito e quegli occhi felici. Avrebbe tanto voluto che fosse per lei quell'amore..

- Io.. -

- Quindi ti prego! -

La interruppe.

- Non lasciarlo andare via! -

Non poteva perdonarla se si sarebbero separati definitivamente. Glielo aveva portato via senza saperlo.. perciò.. ora doveva tenerselo.

- Tu che hai ancora accanto la persona che ami... ti prego, non soffrire così! Veramente, non ne vale la pena! -

Ora era lei quella presa dai sensi di colpa. Avevano litigato furiosamente per un motivo grave, certo.. ma se ci pensava era cento volte meglio che aver perso Shank in mare. Makino non avrebbe mai più rivisto suo marito, l'uomo che amava e dal quale aveva avuto un figlio.. quindi con che coraggio si comportava così?

- Si! Hai ragione! -

Ora sapeva cosa doveva fare.

- Quindi prima voi due.. alla locanda.. -

- Ci hai visti alla locanda? -

- Perdonami.. non volevo spiare.. -

- Ma no! -

Stranamente trovò la forza di sorridere.

- Tranquilla, guarda che non sono più innamorata di lui! Per me esiste ed esisterà solo mio marito! Shank mi stava semplicemente consolando! Mi ha detto che non mi abbandonerà.. tutto qui! -

Già, lo supponeva.

- Quindi ora corri a riprendertelo! -

Disse quasi rimproverandola come una madre quando sgrida il proprio figlio. Annuì incoraggiata.

- Grazie! -

Esclamò felice prima di correre verso dove avrebbe ritrovato il suo amore.

- Max.. sono contenta per te..tu che hai ancora la persona che ami.. cerca di essere felice.. -

Sapeva che a lei sarebbe risultato quasi impossibile esserlo di nuovo.

Aveva il cuore in gola. Non sentiva più le gambe e uno spaventoso capogiro la sorprese.

- Accidenti.. -

Forse aveva esagerato a correre così.. in quei giorni si era delibitata parecchio, aveva lo stomaco vuoto e si e no aveva dormito tre ore in tre giorni. Si accasciò davanti all'entrata della locanda, ansimando e vedendo incredibilmente buio davanti ai suoi occhi.

- Anf! Mi gira la testa.. anf!! -

- Max? -

La sua voce calda l'aiutò a rialzare la testa appena posata per terra. Era incredibilmente pallida e sudava freddo.

- Che cos'hai? -

Le chiese uno Shank preoccupato.

- Non è niente! Anf! Anf! -

Cercò di spiegargli.

- Ora mi passa! -

- Vieni! Bevi un bicchiere d'acqua! -

L'aiutò a rialzarsi e sostenendola la portò sulla sedia al tavolo dove si era seduto per riflettere, forse chissà.. aspettando lei. Forse sentiva che sarebbe arrivata.. del resto sapeva prevedere ogni cosa, soprattutto in fatto sentimentale. Sapeva sempre quando Max stava arrivando da lui. Non poteva credere di essere fra le sue braccia e soprattutto di sentire la sua voce dolce.

- Grazie, ora va meglio! -

Posò il bicchiere che aveva svuotato in un lampo.

- Ma che hai combinato? Ti sei messa a correre la maratona per il villaggio? -

Le stava sorridendo..

- Beh.. diciamo.. -

Fece lo stesso prima che il silenzio li avvolse nella locanda vuota. Ora cosa avrebbe dovuto dirle? Che gli dispiaceva? Era così.. da morire.. ma il modo.. doveva trovare quello giusto.

- Senti, io.. -

Attaccarono insieme.

- Emm.. volevo dirti che.. -

Non volevano darsi la precedenza..

- Mpf! Prima tu! -

Disse Max.

- Prima le signore! -

- .. -

In fondo gli aveva già chiesto scusa.. per cui ora era a bocca asciutta.

- Ecco.. io.. io non.. -

Balbettava.

- Io.. io.. -

Fu colta dal panico.. e di nuovo dalle lacrime. Di quel passo avrebbe sommerso l'isola.

- Cielo.. scusami.. -

Si sentiva una bambina ma immediatamente lui si alzò dalla sedia raggiungendola. Si chinò davanti alle sue gambe posando la mano sulla sua.

- Ehi, guardami! -

Le disse. Non se lo fece ripetere. Adorava i suoi occhi, adorava lui..

- Piccola! -

Sorrise di nuovo.. finalmente come se nulla fosse successo.

- Mi dispiace! Mi dispiace tanto! -

Si disperò.

- Ma per cosa? Max qui, l'unico che si deve scusare sono io! -

E non solo. Avrebbe dovuto essere il suo schiavo a vita per riuscire a farsi perdonare dopo quello che aveva detto.

- Non mi sono fidato di te.. nè della tua parola.. -

- No! -

Non era lui il responsabile.

- Tu sei arrivato in quel momento.. anche io forse.. al tuo posto avrei reagito allo stesso modo! -

- Ti prego, smettila! -

La rimproverò dolcemente.

- Non dire che non ho sbagliato! Mi difendi sempre.. per una volta.. prova a rassegnarti all'idea che è stata solo colpa mia e della mia poca fiducia! -

Le accarezzò la guancia ancora lievemente gonfia.. ma lui se ne accorse immeditamente.

- Accidenti.. che guancia.. -

Come aveva fatto a notarla solo in quel momento?

- Sono stato pure cieco oltre che bastardo! -

Versava lacrime su lacrime. Come una cascata che versa acqua nell'oceano senza una fine.

- Su, ora basta piangere! -

Si alzò insieme a lei. Erano l'uno davanti all'altra mentre gli occhi di lei si specchiavano perfettamente nei suoi.

- Scusa! -

Sapeva che non era abbastanza ma lei era così dolce.. che lo avrebbe perdonato anche senza le sue parole.

- D'ora in poi mi fiderò solo di te! E non di quello che vedrò! Puoi perdonarmi? -

Non rispose. Con una forza e una prontezza incredibile si gettò addosso a lui stringendolo con tutta la sua energia.

- Ti amo! Ti amo! Ti amo! -

Avrebbe tanto voluto continuare a dirglielo in eterno.

- Lo so! -

Rispose lui cingendo la sua esile vita. Tutto si era concluso. Ora erano di nuovo insieme, Max e Shank.
Non poteva fermarsi. Voleva solo abbracciarlo e non litigare mai più con lui. Aveva il cuore spezzato.. ma a poco a poco si stava ricomponendo dopo le sue parole, dopo le sue scuse.

- Sai, è stato Ben a farmi una bella lavata di capo.. -

Le raccontò.

- Ricordami di ringraziarlo! So che ti è stato molto vicino in questi giorni! -

Sarebbe stata persa senza di lui.

- E' un amico prezioso! -

Il migliore al mondo.

- Già, puoi dirlo! -

Lo sapeva bene anche lui.
Allentando lentamente la presa si staccò leggermente da Shank, rincontrando il suo sguardo totalmente diverso dal giorno prima. Se prima la guardava con odio e disprezzo, ora la fissava con amore e nulla di più.

- Mi sento un idiota! -

Le disse.

- Non lo sei! -

- Lo sono eccome! A momenti mandavo all'aria tutto quanto.. ho perfino rovinato il sorriso della mia bambina! -

Ma non era il solo. Lei aveva contribuito a far soffrire la loro figlia.

- E' che.. la verità è un'altra. Max.. io.. ho avuto paura! -

E tanta anche.

- Undici anni fa tu e Mihawk eravate molto amici e se ben ti ricordi anche in quel periodo avevamo litigato! -

Come dimenticarlo. Aveva sofferto parecchio anche in quell'occasione. Per la prima volta aveva trovato un uomo fantastico, gentile, che non la giudicava nè la trattava come una persona da evitare.

- Ecco io ho avuto paura che.. che tu.. in questi anni non lo avessi mai dimenticato e.. -

- Che potessi amare entrambi? -

Gli rubò le parole di bocca.

- Si.. o forse addirittura che.. amassi solo lui.. cavolo! Perdonami!!! -

Si chinò sulle ginocchia avvolgendole la vita. Come! Come aveva potuto pensare questo di lei.

- Dai ora basta Shank! -

Lo intimò a rialzarsi.

- Chiudiamola qui! Storia passata! Ricominciamo tutto da capo? -

Perchè non desiderava altro.

- Si! E' una buona idea.. -

Disse scostando una ciocca di capelli dal suo viso prima di avvicinarvisi.

- Che ne dici.. questo.. è un buon inizio? -

Chiese prima di baciarla, nel modo in cui solo lui sapeva fare.

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Capitolo 23
*** Only love: solo amore ***


CAPITOLO 23: Only love: solo amore


Aveva quasi perso ogni speranza eppure.. ora era li insieme a lui, condividendo uno dei baci più belli che si fossero mai dati. Tutto sommato a volte, le litigate servivano,, certo non così pesanti.. ma una coppia non si potrebbe definire tale se non ha qualche discussione.. insomma, guardando in faccia alla realtà, si può dire con certezza che non esiste una coppia perfetta.

- Beh, direi che è l'inizio migliore! -

Rispose in seguito lei.

- Mpf! Come va adesso? -

- Ora bene! Non desideravo altro che riaverti! -

- Intendevo fisicamente! Prima eri così pallida.. dimmi la verità.. non hai mangiato nulla, vero? -

Era così sciupata?

- E come potevo? Senza di te la mia vita.. non aveva un senso! -

- Sapessi la mia! -

Si abbracciarono ancora una volta, per accertarsi di non trovarsi in un sogno.

- Quasi dimenticavo! -

Esclamò Shank frugando nella tasca, e senza nemmeno sciogliersi dall'abbraccio allacciò la collana che aveva sequestrato, intorno al suo collo.

- Questa è tua! -

Disse accarezzandole i capelli.

- Ti è andata bene.. stavo per rivenderla! -

- Mah.. ho qualche dubbio! -

Disse ridacchiando.

- Conoscendoti non credo che ne saresti stato capace! -

- Ok.. mi hai beccato! -

Sembrava tutto tornato come all'inizio, ogni cosa era tornata al suo posto.. ora non dovevano fare altro che tornare alla nave insieme e ricostituire la famiglia che erano prima dell'arrivo di Occhi di falco.

- Shank, prima ho incontrato Makino! -

Disse tristemente.

- Max.. prima ci hai visti insieme ma io stavo solo... -

- Lo so! La stavi consolando! -

Lo interruppe posando l'indice sulle sue labbra per fermare quelle parole che non considerava assolutamente necessarie.

- Ho visto la lettera inviatole dalla marina.. e così.. suo marito pare morto, eh? -

- Già.. è una cosa terribile! -

Soprattutto per un bambino come Lucas.

- Se fosse capitato a te non so che avrei fatto! -

Confessò preoccupata cingendogli nuovamente la vita.

- Non succederà! Il mare l'ho sposato! Ricordalo.. -

- Ah.. ti sei sposato senza dirmi niente? -

Senza il minimo scrupolo cominciò a scherzare, così, con naturalezza. Il loro rapporto era basato soprattutto sullo spirito umoristico. Dopotutto Shank era famoso per questo.

- Eh.. che ci vuoi fare! -

Attaccò lui.

- Dovrai accontentarti di essere la seconda! -

- Come! -

Riprese ridendo.

- Non avevi detto che ero troppo importante per far parte di una classifica? -

- Si, è vero.. ma sai com'è.. il mare è il mare! -

- Certo! E io cosa sono? -

Non poteva mancare la voglia di scherzare e di prendersi in giro. Si divertivano sempre, ogni giorno che passava sentivano di essere vincolati l'uno all'altra sempre di più.

- Tu? -

Chiese dopo un attimo di silenzio in cui la sua risata si trasformò in un dolce sorriso.

- Tu sei la cosa più bella e preziosa. Sei la luce nella notte e il sole che sorge la mattina nel mio cuore! -

Le mancavano quelle parole colme di romanticismo, amore e passione.

- Ah.. -

Sollevò il sopracciglio con sarcasmo.

- E così sarei una cosa.. -

- Eddai! Vuoi a tutti i costi rovinare la mia frase poetica? Lo sai cosa intendo! -

- Si, lo so! -

Lei non ne era capace. Non riusciva mai in nessun caso esprimere i suoi sentimenti con frasi o parole sentimentali. Sapeva solo dire "Ti amo" e poi cos'altro? Niente. Il suo amore era così forte che non poteva nemmeno descriverlo.

- Dai andiamo! Torniamo a casa! -

Il vento dell'est era la loro casa.
Camminavano a testa alta lungo la stradina che li avrebbe condotti al porto mentre occhi incuriositi scrutavano le loro mani unite e le dita intrecciate. Shank era di nuovo Shank. Quanta gioia nel rivederlo felice come un tempo.

In seguito i momenti che si susseguirono furono assolutamente indimenticabili nel loro cuore. Momenti in cui il volto di Ennie brillò vedendoli insieme, in cui Ben gli abbracciò con quanta forza aveva in corpo e quello in cui Lucky e i loro compagni si scambiarono sguardi interrogativi con facce inebetite e un'unica domanda scritta sulla fronte: "Cos'è successo che noi non sappiamo?"
Quegli istanti servirono a cancellare ogni cosa, ogni paura e ogni minima preoccupazione dalla loro testa.. si dimenticarono perfino di Makino.. ignorando che in quel momento stava rannicchiata sotto le lenzuola piangendo su una foto che la ritraeva con suo marito stretta in mano. La luce serale penetrava nella finestra e le illuminava le lacrime mentre lentamente la luce della candela posata sul comodino si spegneva.

Persa nel buio della sera e nelle stelle che brillavano nel cielo privo di nube alcuna, ascoltava in silenzio la risata del suo rosso mentre in cambusa si divertiva come un bambino in compagnia.

- Ora stai proprio meglio eh? -

La voce di Ben penetrò nelle sue orecchie, distogliendole lo sguardo dal cielo.

- Già! Sto davvero bene! -

- Si vede! Si vede eccome! -

Osservò appoggiandosi con la schiena al parapetto in legno.

- Si vede dal tuo viso.. e dai piatti che hai svuotato a cena! -

- Cos'è, fai del sarcasmo o mi prendi solo per il naso? -

Ogni giorno che passava somigliava sempre più a Shank in fatto di prese in giro.

- Avevo fame.. ecco! -

- Ed è una buona cosa! Era ora che riprendessi a mangiare.. altrimenti di quel passo saresti scomparsa dalla faccia della terra continuando a dimagrire.. -

Disse osservando le ombre sei suoi compagni in cambusa, che saltavano ubriachi fradici sul tavolo mentre ridevano con voce strozzata.

- Onestamente non osavo immaginarti fra le braccia del capo, sottile come un grissino! Avrei potuto usarti come stuzzicadenti! -

- Spiritoso! -

Rise battendo la mano sulla sua spalla.

- Sai prima il capo.. -

Raccontò sedendosi sul ponte.

- Mi ha posto i suoi più sentiti ringraziamenti! Mi ha detto di essere fortunato ad avere una persona responsabile e così affidabile accanto e soprattutto.. mi ha detto che sarei un amante perfetto per una donna! -

A quella frase arrossì lievemente.

- Sai.. le sue parole.. mi hanno fatto piacere.. tanto piacere... anzi, mi hanno reso felice! -

Non si era mai sentito così prima di quel momento.

- Vedi Ben, Shank ha semplicemente detto ciò che rappresenta la verità! Se non ci fossi stato tu.. ora che ne sarebbe di me? -

Si chinò dietro di lui, afferrandogli affettuosamente le spalle.

- Sono io la fortunata.. ad avere un amico come te! -

- La fortuna è tutta mia! -

Restarono in silenzio, sotto la luce della luna non ancora completamente piena senza accorgersi che era già notte inoltrata. Shank si sentiva così bene quella sera, che aveva voglia di festeggiare fino a tardi. Purtroppo però si ritrovò da solo nel bere l'ultimo bicchiere prima di andare a letto.. tutti erano crollati come sassi, sparsi per la cucina e lui li, solo come una boa nell'oceano.

- Beh.. alla mia salute! -

Alzò il bicchiere in aria e lo mandò giù tutto d'un sorso.

- Buona notte ragazzacci! -

Disse uscendo dalla cambusa. Aveva visto Max e Ben sul ponte fino a poco tempo prima.. ora invece non c'era nessuno. Evidentemente l'unico che aveva voglia di fare le ore piccole era lui. Entrò nella cabina e si stupì di vederla ancora sveglia, seduta davanti allo specchio.

- Ciao! -

Lo salutò con un filo di voce.

- Ehi! -

Rispose lui appendendo il mantello.

- Ancora in piedi? -

- Si! Aspettavo te! -

Aveva passato già tre notti da sola in quell'ampio letto.. ora non voleva assolutamente addormentarsi senza di lui.

- Ennie? -

- Dorme già da un'ora! -

Spense la lampada cosicchè la stanza si fece scura, illuminata solo dalla luce serale che filtrava attraverso le tende della finestra.

- Andiamo a dormire anche noi adesso! E' tardi! -

S' infilò sotto le coperte mentre lui rimase immobile ammirando quel trionfo di bellezza che per più di tre giorni gli era mancato. Gli era mancato il suo sorriso, gli erano mancati i suoi capelli con il loro profumo, gli erano mancati i suoi morbidi seni, le sue gambe lisce e i suoi piedi leggiadri. Tutt' a un tratto si rese conto che dormire sarebbe stato un grosso errore e soprattutto uno spreco.

- Io non voglio dormire! -

Disse avvicinandosi a passo lento.

- Voglio solo te! -

Sussurrò posando delicatamente la mano sulla sua guancia altrettanto delicata.

- E allora.. -

Disse lei afferrando quella mano forte e calda che avrebbe voluto sentire su tutto il corpo.

- ..prendimi! -

Senza permetterle di dire un'altra sola parola, la baciò avidamente senza potersi fermare. Era come la prima volta.. undici anni prima.. la prima volta che avevano fatto l'amore. Era passato così tanto tempo che sembrava un'eternità.. invece per lui era ieri o ancora, solo un secondo prima. E pensare che c'era davvero chi diceva che la passione in una coppia, con gli anni si ssarebbe spenta e non sarebbe esistita più quella voglia di accarezzarsi e di amarsi come un tempo. Loro si amavano di più ogni ora che passava. E anche se avevano fatto l'amore altre volte.. quella era speciale.. come la prima..
Depose piccoli e sensuali baci su quel collo liscio e caldo, scendendo alla scavatura del seno più bello che lui avesse mai visto. In breve tempo si ritrovarono nudi a stretto contatto, amandosi alla follia, galleggiando in quell'atmosfera che li avvolgeva nella notte silenziosa.

- Max.. -

Chiamò il suo nome quasi sussurrandolo, sentendo stranamente bagnato sulla sua guancia. Sollevando di poco il capo, si rese conto che una lacrima era appena scesa dai suoi occhi.

- Amore mio.. -

Le asciugò lo zigomo mentre lei sorrideva. Era felice, per questo piangeva.

- Va tutto bene? -

- Si.. -

Esclamò facendo scorrere il dito indice lungo il suo viso.

- Stai tremando.. -

Si accorse afferrandole la mano.

- Tremo perchè il mio cuore piange! -

Spiegò.

- Piange per te, piange per noi.. piange.. per tutto.. -

- E questo "tutto" ormai rappresenta il passato! -

- Si! -

Annuì sicura.

- Quindi ti prego! Amami! -

Gli chiese sfiorandogli le labbra.

- Amami e basta! -

Lui non desiderava che amarla e nient'altro. Aveva vissuto nell'agonia più totale di averla perduta.. ora non voleva più lasciarla andare via.

- Io vivo per amare! -

Pensò dentro di se.

- Vivo per amarti, per amarvi! -

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Capitolo 24
*** Stella ***


CAPITOLO 24: Stella


- Oh issa! -

- Ehi, fa attenzione! -

Esclamò Jo, correndo in aiuto del compagno.

- Questa cassa è preziosissima!! -

Spiegò irritato.

- Se la fai cadere ti spezzo le ossa! -

- Uffa.. che esagerato! -

Si lamentò Lucky con una smorfia di disappunto.

- Li dentro ci sono solo dei pesci! Ormai sono morti.. mica scappano! -

- Si, ma mi ci vedresti a raccogliere una massa di pesci viscidi e puzzolenti? -

- No.. ma sarebbe divertente! -

Sghignazzò.

- E piantala! Tornatene a mangiare il tuo cosciotto, va! -

E sbuffando si ritirò in cucina per sistemare il pesce. La maggior parte delle volte, mangiavano a bordo della loro nave perchè si sentivano davvero a casa propria e in questo modo, evitavano la folla della locanda. Un tempo erano solo loro e se la spassavano, ma da quando il villaggio Fusha era diventato anche un luogo per turisti non c'era più quella voglia di scorrazzare per le strade, bussando alle porte e rompere le scatole alla gente per puro passatempo.

Si stava bene quella mattina, la temperatura era piacevole. Loro, completamente sotto le lenzuola, ridevano divertiti, l'uno stretto all'altra.

- Dormito bene amore? -

Domandò alla donna accarezzandole la schiena liscia.

- Erano tre notti che non riposavo così bene! E tu? -

- Lo stesso! -

Avevano passato una delle notti più belle della loro vita.

- Però è strano.. -

Osservò.

- Cosa? -

- Non ho mal di testa! -

Disse con aria interrogativa.

- Eppure ieri sera mi sono scolato due bottiglie.. -

- Eh.. chissà che magari cominci ad essere immune all'alcool.. -

- Finalmente.. così non mi romperai più per farmi smettere! -

Si alzò facendo sbucare la testa da sotto le coperte.

- Sei cattivo! Io lo faccio per te.. -

- Oh lo so.. scherzavo! Su, vieni qui! -

Si diedero un bellissimo bacio, come facevano ogni mattina fino al giorno della loro rottura.

- Oggi che fai? Vai alla locanda? -

Le domandò mentre entrambi si rivestirono.

- Penso di si Shank.. il fatto è che Makino sta passando un momento difficile.. probabilmente non riuscirà mai ad uscirne completamente.. perciò credo sia giusto restarle vicino, ne ha bisogno! Non dovrà essere sola quando dirà la verità a Lucas.. ammesso che non l'abbia già fatto.. -

Si così fosse stato, non osava immaginare il dolore nel cuore di quel bambino.

- Vieni con me? -

- Certo! Restiamole accanto! -

Andò a sedersi d'innanzi allo specchio per sistemarsi i capelli e mettersi il trucco scuro intorno agli occhi.

- Sei sempre così sensibile Max.. -

E lo adorava.

- E' che ho provato ad immaginare la mia vita senza di te.. anzi.. per tre giorni ho potuto sentirlo davvero nel mio cuore.. perciò.. capisco perfettamente quello che prova quella povera donna! -

Nel vetro dello specchio riuscì a vedere il suo volto ma principalmente i suoi occhi riflessi.

- Non devi preoccuparti! -

Disse abbracciandola.

- A me non succederà mai nulla! Ti starò sempre accanto piccola! -

- Si! -

Lo sperava, non avrebbe mai più dovuto abbandonarla. Lasciò che si preparasse, dopotutto si sa che le donne quando sono davanti ad uno specchio non possono fare a meno di rimirarsi per ore (io sono inclusa.. ^___^' n.d.a.).

- Giorno capo! -

Lo salutò Ben con un gesto della mano.

- Giorno a te! -

- Dormito bene? -

Domandò con un tono ironico,, che non prometteva nulla di buono.

- Si! Tutta la notte come un ghiro! -

- Non ho dubbi! -

Disse sorridente mentre si allontanava dal lungo corridoio.

- Voi avete forse capito.. -

Si rivolse ai suoi compagni mentre sgranocchiava una morbida pagnotta.

- .. cosa diamine è successo tra il capo e Max? -

- No Yasop! -

Scossero la testa tutti insieme.

- Ma forse non gli va di parlarne.. probabilmente avevano litigato.. e anche piuttosto pesantemente.. -

Rammentò. Li aveva uditi gridare senza alcuna logica.

- Chissà.. -

Sospirò Lucky.

- Meglio lasciar perdere comunque.. -

Solo a nessuno andava giù il fatto di essere stati tagliati fuori.

- Tu Ben sai qualcosa? -

- No, niente! Nè più nè meno di voi! -

Mentì di buon grado.

- Bugiardo! -

Lo rimproverò Yasop.

- Ho visto sai, la tua gioia nel vederli tornare.. hanno fatto pace e ti sei rallegrato! Perchè non puoi dirlo anche a noi? -

- Semplicemente perchè è una storia passata che potrebbe riportare dolore nei loro cuori! Fidatevi, è meglio così! -

Se lo diceva lui.. forse aveva ragione.

- Papino! -

Esclamò Ennie saltando in braccio a Shank che la baciò subito rumorosamente sulla morbida guanciotta.

- Come va Ennie? Meglio? -

- Si! -

Rispose lei sentendosi in gran forma.

- Ho qualche colpo di tosse ogni tanto, ma sto benissimo ora! -

- Sono contento! Volevi dirmi qualcosa? -

- Si! Posso andare da Lucas? Mi ha detto di farmi trovare alla locanda! -

Non sapeva se essere felice per la loro amicizia o geloso.

- Si, va bene! Vai pure ma vedete di non imboscarvi! Dovete rimanere in bella vista! -

Così da controllarli a fondo.

- Ok papy.. -

Shank la rimise a terra e immeditamente Ennie corse felice giù dalla nave. Si divertiva in quel villaggio, ora che tra lui e Max si era tutto risolto poi.. era ancora più gioiosa. Per un pò aveva visto il suo volto così serio, così spento.. gli si era stretto il cuore.

Corse alla locanda ma non c'era nessuno.. era strano, Lucas le aveva dato appuntamento proprio li e lei era addirittura in ritardo di dieci minuti.. come mai non c'era ancora? Abitava al piano di sopra.. d'un tratto delle voci attirarono la sua attenzione. Poco più avanti Makino e suo figlio, stavano parlando di qualcosa che sembrava importante. Notò il volto di Lucas coperto di lacrime, poi il bambino iniziò a picchiare la donna sulle gambe.

- NON E' VERO! -

Aveva gridato.

- PAPA' NON E' MORTO! -

Suo padre, il marito di Makino era morto? Non capiva..

- Lucas, per favore! -

Makino si era inginocchiata e lo aveva stretto a sè. Non poteva fare nulla in quella situazione, solo abracciare suo figlio e cercare di farsi forza, almeno lei.. ma onestamente non sapeva se ci sarebbe riuscita. Si dimenò fino a sfuggirle dalle braccia prima di scappare via.

- LUCAS! -

Non sapeva come fare finchè.. non notò Ennie, li immobile a fissare la figura di Lucas che si faceva sempre più lontana e piccola.

- Ennie.. -

Corse dalla bambina, quasi supplicandola.

- Va da lui! Sei sua amica.. puoi aiutarlo almeno tu? Ti supplico! Da me non vuole sentire ragioni! -

Annuì solamente senza nemmeno dire una parola. Era sconvolta. Non si aspettava di asistere ad una simile scena. Corse nella direzione presa da Lucas e cominciò a cercarlo. Non sapeva proprio cosa dire, nè cosa fare.. ma almeno poteva sedersi accanto a lui e stargli vicino.

Due ore dopo..

- Mi sembra incredibile! Abbiamo la locanda tutta per noi! -

Osservò felice Rufy.

- E' vero.. probabilmente nessuno vuole far lavorare Makino in quelle condizioni.. -

Nami era molto preoccupata per la donna.

- Già.. è terribile quello che è successo.. -

- Tu credi davvero che suo marito.. -

- Non lo so Nami.. -

Sinceramente sperava fosse tutto un errore della marina o che semplicemente, la notizia non rappresentasse il vero, che Nico fosse in realtà vivo, nascosto da qualche parte..

- Nami.. -

La prese per un braccio e la fece sedere sulle sue gambe.

- Promettimi che noi due non ci lasceremo mai! -

Aveva assistito a così tante tragedie in una volta.. la rottura fra Max e Shank, la presunta morte di Nico.. temeva che anche a loro due succedesse qualcosa.

- Te lo prometto Rufy! Sei troppo importante per me! -

Spiegò togliendogli il cappello di paglia, posandolo sul tavolo.

- Anche tu lo sei per me.. -

Disse a sua volta prima di baciarla sulle sue splendide labbra. Era un momento magico, loro due di nuovo soli.. raramente gli capitava di potersi baciare in tranquillità.. e quella era una delle poche volte.. almeno così credevano. Max entrò nella locanda, intenzionata a stare con Makino. Voleva parlarle, rassicurarla.. ma quello che trovò invece, non fu quello che si aspettava. Nami e Rufy, lei in braccio a lui, le loro labbra a contatto.. qualcosa non quadrava. Non aveva la minima idea che quei due stessero insieme.

- GASP!! -

La giovane coppia si accorse della sua presenza, solo dopo qualche secondo.

- ACCIDENTI RAGAZZI! VI CHIEDO UMILMENTE SCUSA!!!! -

Si coprì la faccia sentendosi terribilmente imbarazzata.

- Ma prego.. continuate pure.. io.. me ne vado.. fate come se non vi avessi mai interrotti!! -

Fece per andarsene ma Rufy la costrinse a fermarsi.

- Max, non ti preoccupare! Resta pure! Cercavi me? -

- No, Makino! Non c'è? -

Pensava di trovarla li..

- Non ho idea di dove sia.. siamo entrati poco fa.. e abbiamo trovato la locanda vuota.. -

E adesso dove andava a cercarla?

- Se vuoi vado a vedere dove si è cacciata.. -

Si offrì Nami.

- Ma figurati.. -

- Non c'è problema.. mi sento un pò imbarazzata.. vorrei sbollire.. -

Non capitava spesso che qualcuno li sorprendesse l'una in braccio all'altro uniti in un bacio.

- Rufy.. perdonami! -

Si sentiva terribilmente in colpa.

- Ti ho detto che non devi preoccuparti! Dai, siediti! -

Dunque si accomodò.

- Senti.. emm.. non per fare l'invadente ma.. è da tanto che voi due.. si insomma.. che tu e Nami state.. -

- Insieme? -

Interruppe le sue parole.

- Già.. -

- Vediamo.. più o meno da.. qualche mese ma non so esattamente quanto.. ho perso il conto.. -

- Non lo sapevo.. -

Prese il cappello dal tavolo e lo riposò sulla testa.

- Vedi Max, posso affermare che Nami è tutta la mia vita! -

Le sembrava di vedere Shank al suo posto.

- Sei tutta la mia vita! -

Non faceva che ripeterglielo da anni.

- Io volevo trovare lo One Piece.. solo per diventare il re dei pirati, volevo a tutti i costi mantenere la promessa che avevo fatto a Shank quando ero ancora un bambino! -

Iniziò a raccontare mentre lei ascoltava in silenzio e con attenzione.

- Ma in realtà.. il tesoro più grande e prezioso.. l'avevo già trovato.. e non me n'ero reso conto! -

- Nami! -

- Si! Proprio Nami! Lei è sempre stata importantissima per me.. sia come navigatrice che come amica.. ma poi.. verso la fine del mio viaggio.. ho cominciato a comprendere.. che in realtà il mio era amore! -

Gli brillavano gli occhi mentre ne parlava. Ecco perchè sapeva capirla a fondo quando diceva di amare Shank.

- Nami è.. la stella che mi ha illuminato per tutto il viaggio nella rotta maggiore! La mia stella.. -

- Ne sei proprio innamorato eh? -

Gli chiese sorridendo.

- Si! -

Confessò naturalmente. Per lui era spontaneo. Chiuse gli occhi con la guancia posata sulla mano. Era proprio una bella donna Max.. e ora che ci pensava..

- Max.. ora che ti guardo bene.. tu somigli molto a.. -

- Mh? A chi? -

Chissà se anche Zoro si era accorto di ciò.

- No, niente! Lascia stare, scusa! -

Fece scendere il cappello fino agli occhi ripensando a quella meravigliosa persona che gli era capitato di incontrare durante il suo lungo percorso in mare..

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Capitolo 25
*** My love, mi hai dimenticato? ***


CAPITOLO 25: My love, mi hai dimenticato?


Quella frase di Rufy la lasciò perplessa.

- No, dimmi Rufy.. a chi somiglio? -

- Beh.. non è importante.. -

Eppure a lei sembrava il contrario..

- Sicuro? Puoi dirmelo.. con me puoi parlare, lo sai, no? E poi sono curiosa! Chi è che mi somiglia? -

Era così dolce.. proprio.. come lei.. se n'era appena reso conto.. erano molto simili.. in ogni aspetto.. come aveva fatto a non accorgersene prima?

- Ecco.. tu somigli moltissimo a una persona che ho incontrato tempo fa.. era una ragazza.. una ragazza della nostra età.. ma ne sono certo, siete praticamente identiche! -

Rufy ne aveva conosciuta di gente, navigando per mare.

- Davvero? -

Lui annuì.

- E raccontami! Com'era questa ragazza? -

- Lei era.. unica! -

Ricordava bene il giorno in cui l'aveva incontrata.. e ricordava anche quanto le si era affezionato.. come a una sorella.

- Era proprio come te! Dolce, premurosa, simpatica e molto bella.. -

Gli mancava.

- Era quindi, un'altra dei tuoi migliori amici.. -

- Oh si, puoi giurarci! Purroppo però non ha proseguito il viaggio con noi.. e da quando ci siamo separati da lei.. io non l'ho più rivista.. -

Ma prima o poi il destino li avrebbe riuniti, ne era certo.

- Capisco.. -

- Eh.. va beh.. cose che capitano no? -

Come faceva a sorridere a pieni denti? Proprio non se lo spiegava.. ma del resto ormai aveva del tutto rinunciato a capire quei due svitati.. lui e Shank, il suo adorato..


- Ehi! Che fai dormi? Non la smetti proprio di poltrire tu.. vero? -

Si era svegliato di buon'ora, come ogni giorno.. ma poi aveva finito con l'addormentarsi di nuovo. Ma si sa che Zoro nella vita precedente era un ghiro, e dei più pigri.

- Sanji.. -

Ringhiò nervosamente strofinandosi gli occhi.

- Sveglia bello.. ora che sei lo spadaccino numero uno al mondo non puoi cadere così in basso! Certo che forse era meglio se non battevi quell'uomo.. in questo modo, dato che non hai più obiettivi, batti doppiamente la fiacca! -

Si sedette accanto a lui mentre parlava con tono sarcastico.

- E tu allora? Ora che sei il cuoco migliore, e che hai persino trovato il cuore dei mari.. dovresti dedicarti di più alla cucina invece che alle donne.. vedi che qualche cosa in comune ce l'abbiamo? -

Litigavano sempre.. ma si volevano un gran bene.

- Piuttosto.. -

Sanji cambiò subito espressione.

- Stavi sognando lei, non è vero? -

Gli chiese con sguardo serio.

- Chi? -

- Sai benissimo di chi parlo Zoro.. -

- No, non ho sognato nessuno! -

Cercò si sviare lui.

- Non mentire.. ti ho sentito mentre chiamavi il suo nome! -

Ormai la sognava incessantemente quasi ogni notte.. era scontato che prima o poi lui se ne sarebbe accorto.

- Lo so che soffri.. ma devi dimenticarla.. prova a pensarci! Forse lei non ce la faceva più ad aspettarti.. è passato molto tempo.. e la lontanaza era talmente forte.. che ha deciso di riprendere in mano la sua vita e ricominciare tutto da capo! -

Finì in tempo la frase, prima che Zoro lo facesse sussulare sbattendo violentemente il pugno per terra.. quasi sprofondando un asse del ponte.

- Solo qualche mese.. Eppure lei lo sapeva.. -

Rammentò.

- .. e mi aveva garantito che sarebbe rimasta li ad attendermi! -

- Non importa quanto tempo ci vorrà.. mesi, anni.. io ti aspetterò perchè ti amo! -

E allora perchè ora si trovava al villaggio Fusha, con i suoi compagni? -

- Zoro.. -

Gli faceva tanta pena.

- Lei era.. quella giusta! L'unica forse.. anzi.. ne sono sicuro! -

- Ah.. su questo sono d'accordo! -

Osservò il biondo cuoco.

- Non può esistere un'altra donna capace di trovarti attraente.. -

- MA INSOMMA! LA FINISCI? IO TI PARLO DI COSE SERIE E TU CERCHI DI FARMI ARRABBIARE?? -

- Scusa.. scusa.. stavo scherzando.. -

In realtà voleva tirarlo su di morale.

- Scherza pure.. -

Disse ricomponendosi.

- Ma io sto male Sanji.. sto male davvero! -

Mai se lo sarebbe aspettato.

- Quando mi sono guadagnato il titolo di spadaccino invincibile.. ero così felice.. il mio primo pensiero è stato: "Kuina! Ho mantenuto la nostra promessa!" Ma poi.. immediatamente dopo mi è tornata in mente lei.. -

Lo aveva giurato anche a lei.

- Mi sono detto: "Ora posso tornare da lei vittorioso.. come le avevo promesso!" -

E così era stato.. ma lei non c'era.

- E invece guarda com'è finita! Ho remato a lungo.. solo per raggiungerla.. e quando finalmente sono arrivato.. ad aspettarmi non c'era nessuno.. lei se n'era andata.. e anima viva ha saputo dirmi dove si fosse trasferita.. -

Non l'avrebbe più vista.. si sentiva soffocare.

- Lo so.. mi hai già raccontato tutto quando sei arrivato qui.. -

Era a pezzi. Tutti loro si aspettavano che sarebbe giunto laggiù.. ma dopo qualche tempo e insieme a lei.. invece.. dopo cinque giorni di separazione,, si era rifatto vivo.. trasferendosi li da loro.. da solo.

- E adesso in totale, non la vedi da quasi un anno.. -

- Già! -

Si accorse che la sigaretta era ormai lunga un centimetro. La tolse dalla bocca e la ripose nel portacenere.

- Sanji.. secondo te mi ha dimenticato? -

- No, Zoro! -

Si ricordava bene quanto lei fosse innamorata di lui.. e soprattutto quanto lui stesso aveva sofferto a causa di ciò.

- Può darsi che abbia trovato un altro uomo.. ma ne sono sicuro.. non ti ha cancellato dalla memoria, nè dal suo cuore! -

Gli spiegò il suo parere.

- Eppure questo non mi conforta! -

Temeva davvero che si fosse dimenticata di lui. Non era rimasta ad attenderlo, anzi, si era trasferita forse proprio per non farsi trovare da lui, perchè non lo amava più.

- Dimmi perchè! -

Pensò.

- Perchè mi hai tradito? Hai ferito il mio cuore.. mi hai voluto abandonare.. -

- So perchè d'un tratto questo dolore ti si è risvegliato.. -

Sanji interruppe i suoi pensieri.

- E' per via di Max, vero? Perchè le somiglia.. quando l'ho vista la prima volta sono rimasto sbalordito.. sembrano sorelle.. e tra loro c'è una bella differenza d'età! -

Forse perchè Max sembrava molto più giovane dei suoi anni.

- Hai colto nel segno! Il fatto è che.. quando la guardo.. quando sorride.. mi ricorda lei.. fin troppo.. per questo cerco di evitarla.. per questo faccio di tutto per rendermi antipatico da lei.. -

Invece, quando stava passeggiando in solitudine l'aveva vista cadere dalla nave e si era tuffato per salvarla perchè sapeva che non poteva nuotare e che di conseguenza sarebbe morta affogata. Fradicia,occhi chiusi, bella come un angelo.. proprio come lei. Erano uguali e non potè fare a meno di andarsene immediatamente dopo l'arrivo di Ben.

- Amore mio.. mi hai dimenticato? -

Si ricordava ancora la prima volta che la vide, fra le cascate di un ambiente fresco e paradisiaco.. e poi, dopo che i loro occhi si erano incontrati, non riuscì più a togliersela dalla testa. Un giorno però, la portò in salvo, sulla loro nave ed ebbe come un tuffo al cuore, felice, non sapeva perchè, di rivederla. Non conosceva nemmeno il suo nome.. finchè lei non si presentò a tutti loro, spaventata e insicura, ma meravigliosa e da allora non dimenticò mai nemmeno una volta come si chiamava.

- Piacere di conoscervi! Mi chiamo Ania! -

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Capitolo 26
*** Mi chiamo Max! ***


CAPITOLO 26: Mi chiamo Max!


Erano rimasti insieme alla locanda per parecchio tempo a chiacchierare sul più e sul meno del loro viaggio nella rotta più pericolosa di tutti i mari. Max gli raccontò dettagliatamente il suo passato e il giorno in cui lei e Shank si videro la primissima volta. Non poteva dimenticare quella scena, viveva nella sua mente da anni e non poteva e soprattutto non voleva, minimamente cancellarla dalla testa. Stava uscendo da un negozio e un uomo alto con un lungo mantello nero, stava impiedi d'innanzi a lei, bloccandole ogni tentativo di uscita. Gli aveva imposto di spostarsi e lui si era voltato verso di lei, mostrandosi per quello che era: un uomo bellissimo. Tuttavia, inizialmente soffriva, fuggiva, da ogni luogo che visitava. La marina stava d'appertutto e sulla sua testa pendeva una cospiqua taglia che faceva gola a chiunque, perciò non fece molto caso a quell'uomo dalla testa rossa che le impediva di andarsene.

- Ora capisco.. in effetti Shank è sempre stato l'idolo delle donne.. ma stranamente lui, pur essendo un pirata non ne ha mai presa in considerazione nemmeno una. Le guardava, gli sorrideva.. ma nulla di più. Pensava solo a bere e a prendermi in giro.. -

Non si sarebbe mai aspettato di vederlo arrivare con una donna appresso, per giunta così speciale. Uno come lui, permaloso, ubriacone e burlone che si innamorava.. era davvero una cosa unica nel suo genere. Generalmente i corsari sono circondati da fanciulle, delle più belle e facili.. da usarle come puro passatempo. Invece lui non ne possedeva nessuna sul Vento dell' Est.. a loro non importava, per la verità. Lucky e compagnia, qualche volta, facevano la corte alle pollastrelle che gli servivano da bere o che semplicemente passeggiavano per strada, ma non avevano intenzione di sfruttare il loro corpo solo per divertimento. Le donne sono sacre; questo era il loro motto.

- Comunque Rufy.. -

Riprese lei.

- Mi dispiace molto! -

- Eh? Di cosa? -

- Di somigliare così tanto alla tua amica.. -

Spiegò.

- In questo modo ti faccio venire nostalgia.. ti chiedo scusa.. -

- Max, tu che c'entri? Non è mica colpa tua! E poi mi sei simpatica quindi non vedo una motivazione per ignorarti.. -

Ma forse qualcuno ce l'aveva.

- A proposito.. hai mai parlato con Zoro? -

Zoro.. lo spadaccino.. ora che ci pensava non lo aveva ancora ringraziato per averla salvata.. ma non le era più capitato d' incontrarlo.

- Più o meno.. perchè? -

- Beh, vorrei sapere.. come ti è sembrato? Non so, freddo.. distaccato.. o disponibile e gentile? -

Disponibile e gentile si.. ma non si poteva dire che fosse il massimo della simpatia..

- Veramente mi è sembrato parecchio imbronciato.. quel ragazzo è così musone.. -

Osservò.

- Come immaginavo.. -

- Eh? -

- Vedi Max.. -

Doveva spiegarle le cose al completo se voleva che ci capisse qualcosa.

- Ti ho parlato di Ania, no? Vedi.. lei e Zoro.. erano innamorati.. -

Ora si spiegava tutto.

- Perchè parli al passato? -

- .. -

Preferiva dimenticare quel giorno in cui il suo migliore amico era tornato con un viso distrutto.

- Perchè non si sono più visti, Max! -

Disse tristemente.

- Non molto lontano da qui, noi tutti ci siamo separati da Zoro. Lui voleva andare da lei, perchè Ania gli aveva promesso che lo avrebbe aspettato.. invece quando è arrivato alla sua isola, lei non c'era più. Se n'era andata! -

Era una cosa terribile.

- Lui ha sofferto così tanto.. sai, Zoro era un lupo solitario. Molto unito al nostro gruppo, certo.. ma considerava l'amore una cosa assolutamente inutile.. insomma preferiva restare da solo.. -

Finchè Ania non fece la sua comparsa.

- Ma poi, ha incontrato Ania.. ed è stato.. un colpo di fulmine, dico davvero. Le si è affezionato subito! -

Come lei si era immediatamente attaccata a Shank.

- Poi.. se n'è innamorato profondamente.. e lei, ricambiandolo ha deciso di diventare la sua ragazza.. -

E non poteva immaginare che qualcosa li avrebbe potuti dividere.

- Solo che poi.. non so cosa sia successo.. Ania si è trasferita e lui.. non sa dove cercarla! Ormai fra loro è finita.. -

Ecco perchè Zoro non la guardava mai negli occhi.. anche il giorno del salvataggio.. era sparito subito..

- Accidenti Rufy.. ora si che mi sento uno schifo.. -

- Ah ah ah! Sei proprio buffa tu.. -

Lei però non ci trovava nulla da ridere.

- Ad ogni modo.. non è colpa tua se da qualche parte nel mondo c'è una tua sosia.. vedrai, col tempo Zoro ti accetterà.. perchè tu sei Max, non Ania! Tu sei tu e lei e lei. Siete due persone differenti! -

Era vero.

- Ma dove si è cacciata Nami? Possibile che Makino si sia volatilizzata? -

- Poverina Rufy.. forse vuole stare sola.. non dimenticare che ha perso suo marito.. -

Aveva camminato per l'intero villaggio.. solo in quel momento riuscì a trovare la donna. Era seduta su una panca al porto e non da sola. Shank il rosso era accanto a lei e le stava parlando. Camminando, il rumore dei tacchi delle sue scarpe che battevano sul ponte in legno, attirò la loro attenzione.

- Oh.. scusatemi.. vi ho interrotti? -

Chiese intimorita.

- No, figurati! -

Rispose Shank.

- Ecco.. Makino ti cercavo.. -

Spiegò la ragazza.

- Max è venuta alla locanda! Per vederti, ma non c'eri.. -

- Allora forse è meglio se la raggiungiamo.. Ma è sola? -

S'informò Makino.

- No no! C'è Rufy con lei! -

Aveva gli occhi talmente rossi.. e gonfi. Quanta sofferenza aveva dentro. Nami aveva i suoi amici, che ormai considerava dei fratelli.. ma Rufy... ah.. Rufy era unico. Lui era sempre così aperto, così bambino.. e le piaceva un sacco. Il suo largo sorriso.. i suoi lineamenti che con il tempo si erano fatti più maturi.. la sua cicatrice suturata sotto l'occhio sinistro che gli donava un'aria da duro.. lei lo amava, da tempo ormai.. finchè al termine del loro viaggio nella Rotta maggiore, non comparve la paura nel suo cuore. Si era detta: "Ecco.. siamo giunti alla fine.. e abbiamo realizzato i nostri sogni..io, ho raggiunto il mio obiettivo.. ho disegnato la mappa del mondo.. riportando ogni singolo dettaglio dei posti che ho visitato.. eppure perchè non riesco ad essere veramente felice?" Ciò che la pietrificava era l'idea di separarsi dai suoi compagni. Erano diventati una famiglia, avevano viaggiato per diverso tempo.. non sopportava l'idea di lasciarli.. ma soprattutto di lasciare lui. Poi, tutti loro, a parte Chopper e Robin che avevano i propri compiti da svolgere e Zoro, avevano fatto un patto solenne: Insieme per sempre, come fratelli. Sanji all'inizio, voleva tornare dal cuoco che lo aveva allevato come un figlio; Zef, nel mare Orientale, sulla nave ristorante chiamata Baratie, dove aveva lavorato e vissuto per dieci lunghi anni. Ma come poteva lasciare loro? Erano diventati così importanti,, che non poteva abbandonarli.. i loro stomaci avevano bisogno dei suoi pasti. Lei invece, avrebbe tanto voluto rivedere sua sorella e i suoi vecchi amici al villaggio di Coco.. ma..Rufy era la sua vita. Si erano stabiliti tutti li e lei e Rufy erano diventati una coppia a tutti gli effetti. Per questo non poteva immaginare cosa avrebbe provato lei se lo avesse perduto. Makino aveva amato un uomo per anni.. e ora.. probabilmente non lo avrebbe visto mai più. Non avrebbe più sentito il suo profumo, le sue mani calde e forti sul suo corpo, non avrebbe più ricevuto i suoi splendidi baci e non avrebbe più udito paroline dolci all'interno del suo orecchio. Un brivido le percorse la schiena. Se durante il tragitto nell'Oceano, avesse perso Rufy in mare.. che avrebbe fatto lei? Si sarebbe buttata, lo avrebbe seguito, perchè non avrebbe più avuto alcuna ragione di vivere.

- Max, perdonami! -

S' inchinò profondamente addolorata mentre penetrava nell'osteria.

- Ma figurati Makino! Piuttosto come va? -

Ma che razza di domande le venivano in mente? Dalla sua faccia era più che ovvio che non stava affatto bene.

- Ecco.. sono molto preoccupata per Lucas.. vedi.. sa tutto! -

- Oh no! -

Sperava tanto che Ennie fosse con lui in quel momento.

- Tua figlia è una bambina adorabile! Ha accettato di stargli vicino nonostante si conoscano da poco tempo.. è una persona fantastica, proprio come i suoi genitori! -

Si sorrisero dolcemente e amichevolmente. Non sapevano esattamente cosa fare per far tornare Makino, quella di un tempo, ma ci avrebbero provato in tutti i modi, a rimarginare quella ferita.

Sedeva lontano da lui, lo ascoltava piangere.. preferiva aspettare che si calmasse per parlargli.

- Puoi anche andartene sai.. -

Disse invece lui.

- Non sei costretta a restare e sorbirti le mie lacrime! -

Ma immaginava perfettamente che c'era lo zampino di sua madre.

- Invece resto! -

Esclamò.

- Siamo o non siamo amici? Se sto qui non è certo per pietà! Nè perchè tua madre mi ha chiesto di starti accanto! -

Aveva un cuore grande così.. proprio come suo padre.

- ... grazie.. -

Non aveva amici all'infuori di lei. Gli altri bambini del villaggio lo scansavano e ancora non aveva capito perchè.

- Di cosa? -

Chiese avvicinandosi e sedendosi appiccicata a lui prima che il bambino posasse la testa sulla sua spalla.

- Posso? -

Domandò singhiozzando.

- Certo! -

Rispose timidamente lei, arrossendo lievemente sulle guance.


Makino aveva ricominciato a lavorare dietro al bancone, era l'unico modo, almeno lei diceva, per distrarsi e dimenticare momentaneamente i brutti e tristi pensieri. Shank, nonostante si sentisse molto addolorato per l'amica, in quel momento non poteva fare a meno di scostare gli occhi da Max. I sensi di colpa purtroppo erano fortissimi. Insieme avevano giurato di lasciarsi tutto alle spalle.. ma purtroppo lui, non ci riusciva. Non aveva avuto fiducia nella donna che amava, questo lo uccideva. Pensava che l'amava troppo, quasi fino a soffocare.. forse avrebbe dovuto chiederglielo perchè, già da un pò di tempo, ci stava pensando.. di sposarla.. Era l'unico modo per legare indissolubilmente e in eterno le loro anime, lui voleva questo. Nonostante Max gli appartenesse completamente, voleva di più, la voleva come sua moglie. Non poteva rischiare di perderla di nuovo, non voleva soffrire ancora per colpa del suo orgoglio di uomo e pirata, e spezzarle il cuore. Trasse un profondo respiro e si alzò dalla sedia sulla quale sedeva. Si avvicinava a passo lento verso la donna mentre dentro di sè pensava: "Perdonami Makino!"
Posò le mani sulle sue spalle, avvicinando il viso al suo.

- Max, c'è una cosa.. che vorrei dirti.. -

Le sussurrò nell'orecchio.

- Adesso? -

Le sembrava egoista sparire così dopo che era giunta alla locanda per stare vicino a Makino.

- E' importante.. ma se preferisci.. ne parliamo stasera! -

- Ok! Ti prometto che ti ascolterò con attenzione! -

Gli scoccò un bacio sul mento coperto dalla barbetta. Sapeva che Shank era un uomo paziente e che sicuramente non se la sarebbe presa.
In fondo avrebbe anche potuto aspettare qualche ora.. la sera, tutto era più tranquillo. Invece ora, la gente piano piano, giungeva dal mare, perciò sarebbe stato al quanto complicato trovare un angolo appartato.


- Yaaaawn! Che stanchezza! -

Esclamò Zoro massaggiandosi il collo.

- Come? Sei stanco? Ma se non hai fatto che poltrire! Avanti, dammi una mano a portare questa cassa alla locanda! La dolce Makino sta così male povera creatura.. dobbiamo renderci utili in qualche modo! -

Saltellò Sanji, entusiasta di poter aiutare una bella donna come la proprietaria dell'osteria.

- Oh e va bene! -

Sbottò Zoro sbuffando con una nota di disappunto. S'infilò una mano sotto il fushaka e con l'altra sollevò la cassa aiutato da Sanji che la sosteneva dalla parte opposta.

- Piuttosto.. tu Zoro, come stai? -

Non aveva più detto una parola da quando aveva chiuso quel discorso.

- Sto bene! Davvero, va maglio! -

Quanto mentiva, glielo si leggeva in faccia. Lui soffriva sempre, anche quando non lo dava a vedere. Ania era davvero l'unica per lui, l'unica che avesse mai amato e verso la quale sicuramente avrebbe provato amore nel resto dei suoi giorni. Si chiedeva se si sentiva più ferito nel cuore o nell'orgoglio. Dopotutto Zoro era molto sicuro di sè e soprattutto, la persona forse più orgogliosa della terra. Non capiva ancora bene in quale delle due parti era veramente distrutto.. Zoro aveva fatto una promessa alla ragazza che amava: tornare da lei dopo il suo viaggio e soprattutto, dopo essere diventato lo spadaccino numero uno al mondo. Lui l'aveva mantenuta quella promessa, così come aveva mantenuto quella fatta anni prima a una defunta amica, Kuina. Aveva battuto Occhi di falco e tutto si era concluso.. in tutti i sensi. Era giunto alla sua isola, dove desiderava riabbracciarla.. ma Ania non c'era più. Probabilmente lo spadaccino più forte del mondo aveva subito una tremenda sconfitta. Proprio quando l'aveva perduta, si rese conto di essere ancora più innamorato di lei. Nonostante avesse passato non molto tempo accanto a quella splendida creatura, ormai era letteralmente coinvolto. Questo non giovava al suo orgoglio.

- Ma la vuoi smettere di fissarmi così? Ti ho detto che sto bene! -

Ma lui stesso sapeva che non era così. Temeva sempre d'incontrare Max e di rivedere Ania in lei. Max appariva molto giovane per la sua età, anche Shank la prima volta che la vide, la scambiò per una diciottenne, togliendole almeno cinque anni.

- Non sei costretto ad entrare sai.. -

- Ma falla finita! -

Non poteva tirarsi indietro. Per quanto soffrisse nel guardarla negli occhi, non poteva assolutamente fare la figura del codardo. Non era mai fuggito in vita sua e non avrebbe certo cominciato ora. Giunsero alla locanda, dove già la gente, giungeva dal mare. Zoro scrutò la folla e fu così che in fondo, seduta sullo sgabello davanti al bancone, la vide.

- Zoro.. -

- Tutto ok! -

S'incamminarono sollevando la cassa, cercando di non farla sbattere contro le teste dei clienti.

- Makino caaaaaraaa! Ti ho portato la scorta! Così non dovrai perdere tempo nel fare la spesa! Visto? Sono stato bravo? Eh? -

Quel ragazzo le era sempre molto utile. Svolgeva il lavoro di cuoco alla perfezione e le procurava sempre ricette e ingradienti eccezionali.

- Grazie Sanji! Sei stato bravissimo! -

Disse, senza però sorridere.

- Mi duole vederti in quelle condizioni per tuo marito.. -

Si rattristì. Odiava vedere una bella donna piangere.

- Ma se vuoi posso sostituirlo io!! -

Sussurrò appena.

- Cosa? -

- Oh niente! -

Zoro era li, immobile dietro al "riflesso" di Ania. Era come guardare in uno specchio.

- Zoro? -

Sanji lo chiamò, così Max si voltò e i loro sguardi s'incontrarono. Aveva un viso così serio, quasi arrabbiato. In effetti lo era. Era furibondo, con lei.

- Perchè le somigli così tanto? -

Si domandava senza trovare una risposta.

- Perchè sei così uguale a lei? Perchè proprio ad Ania? -

Non sapeva perchè, ma sembrava che il destino volesse punirlo.

- Sanji.. -

Riprese con tono cupo e serio.

- Ho fatto ciò che mi hai chiesto, se il mio lavoro qui è terminato, io torno a dormire! -

Anche se non ci sarebbe di certo riuscito.

- A dopo! -

Mostrò le spalle e uscì dalla locanda. Però non poteva lasciarlo andare così, doveva ringraziarlo e soprattutto parlargli. Si alzò rumorosamente e di fretta dallo sgabello e si precipitò ad inseguirlo.

- Max? -

Fu l'unica parola che Shank riuscì a dire mentre corse via.

- Ma dove va? -

- No Shank! -

Udì la voce di Rufy mentre stava anch'egli per varcare la soglia.

- E' una questione che devono risolvere loro! -

Spiegò.

- Che? -

Ma di quele questione parlava? Da quando Max e quel giovane erano così in confidenza? -

- Ascoltami! -

- Come vuoi.. -

Se così era, allora doveva aspettare. Ci avrebbe pensato lei a spiegargli ogni cosa.

Riuscì a raggiungerlo prima che tornasse a bordo della Going Merry. Con un filo di voce e il cuore a mille per la corsa, chiamò il suo nome.

- Zoro! -

Un brivido gli percorse tutto il corpo, dalla testa ai piedi

- Si? -

Le chiese freddamente.

- Ecco io.. ho ancora un conto in sospeso con te.. -

- Non mi risulta! -

- Ma si! Mi hai salvato la vita l'altro giorno.. e io.. non ti ho ringraziato! Grazie! Davvero, non so come ripagarti! -

Avrebbe preferito non essere stato lui il salvatore.

- Grazie è sufficiente! -

Le disse.

- Aspetta ti prego! Non te ne andare! -

Fermò nuovamente il suo cammino.

- Senti.. so tutto Zoro! Rufy me ne ha parlato! So che somiglio.. alla tua ragazza! -

- ... -

Quella testa vuota non si faceva mai gli affari suoi, era molto meglio se lei non sapesse nulla.

- Mi dispiace! Mi dispiace tantissimo, credimi! -

- Non hai nulla di cui scusarti! -

Già, dopotutto non poteva odiarla se Madre Natura le aveva donato quell'aspetto.

- Lo so.. però io mi sento lo stesso così in colpa! -

Come poteva fare per riuscire a fargli capire la realtà?

- Per favore Zoro, guardami! -

Rimase in silenzio, senza voltarsi.

- Zoro! Guardami per piacere.. -

Riprese seccata. Immediatamente, Zoro voltò il capo e di nuovo rincontrò l'immagine della ragazza che amava.

- Io sono Max! -

Iniziò a spiegargli.

- Sono Max e ho trentaquattro anni! Non diciotto! -

Già.

- Capisci? So bene che ti ricordo lei e credimi! Mi dispiace molto per quello che è successo fra voi! -

Rufy le doveva aver raccontato proprio tutto..

- Però ti prego figliolo! Non odiarmi! -

Quel sorriso, era uguale, in tutto e per tutto.. a quello di lei. Abbassò lo sguardo, stringendo i pugni rabbiosamente e contorcendosi in una smorfia di dolore con gli occhi strettamente chiusi. Max gli si avvicinò lentamente, gli afferrò le mani e gliele strinse forte.

- Sono Max Zoro, è questo il mio nome! -

Posò la mano sul suo viso, facendogli battere il cuore all'impazzata, come un tamburo, quasi fino a fargli male al petto.

- Potrei essere tua madre, lo sai? -

Arrossì leggermante.

- Si beh.. sarei contento.. se avessi.. si, una madre come te!

- Mpf! Mi fa picere! -

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Capitolo 27
*** La proposta ***


CAPITOLO 27: La proposta


Cercava di tranquillizzare quel bel ragazzo che non aveva alcun diritto di soffrire a quel modo, non per colpa di una sciocca che lo aveva abbandonato nonostante egli fosse così innamorato. Lei non avrebbe mai avuto il coraggio di farlo, anche se per pura ipotesi, i suoi sentimenti verso di lui si fossero raffreddati. Avrebbe mantenuto la promessa, aspettandolo fino alla fine per dirgli tutta la verità di persona. Non si sarebbe mai sognata di partire, fregandosene di lui e di quelli che erano i suoi forti sentimenti.

- Credimi, mi dispiace! -

Ribadì.

- Per favore, non mi evitare, non c'è motivo.. -

- Lo so! -

Rispose l'altro.

- Ma vedi.. siete identiche, proprio non ce la faccio! -

- Va bene, come vuoi! Non ti chiedo di comportarti come se nulla fosse, solo di non detestarmi! -

Non le piaceva essere odiata.

- Va bene! -

Disse facendole allentare la presa. Fece scivolare la mano dalla sua, sciogliendo quel contatto fra palmi che lo rendeva inquieto e gli aumentava il dolore nel cuore. Si arrampicò sulla scaletta di corda, sparendo dentro a quel piccolo ma grazioso vascello chiamato Going Merry.
Così tornò alla locanda. Aveva già abbandonato quel luogo in fretta e furia, senza più preoccuparsi di Makino.. nè di Shank. Le importava solo conoscere meglio lo spadaccino e tirarlo su di morale. Purtroppo sapeva bene che ogni suo tentativo era stato inutile. Zoro non aveva mai creduto che Max fosse Ania, solo, quella loro incredibile somiglianza lo distruggeva nell'animo e nell'orgoglio e probabilmente, lui non sarebbe mai riuscito a guardarla a lungo negli occhi, senza abbassare lo sguardo.

- Max, va tutto bene? -

Le si avvicinò Shank in un lampo, non appena la vide etrare.

- Si! -

- Ti ho vista correre fuori.. che è successo? -

- Nulla! -

- Max.. -

Non voleva essere tenuto all'oscuro da lei. D'ora in poi, il loro rapporto si sarebbe basato sulla reciproca fiducia. Era questo che lui desiderava.

- Non è niente Shank! Vedi, da quanto mi hanno detto, somiglio tantissimo alla ex ragazza di Zoro! Per questo lui è così distaccato! Ho solo voluto parlargli un pò! Tutto qui! -

Raccontò.

- Oh, ma guarda! -

Irruppe lui divertito.

- E così da qualche parte esiste la sosia della mia adorata colomba? -

- A quanto pare! -

Disse sorridendo.

- Mi piacerebbe incontrarla questa ragazza.. chissà che tipo è! -

Osservò.

- Ehi! Ha solo diciotto anni! Non è un pò troppo giovane per te? -

- Certo, senza alcun dubbio! Voglio solo fare un confronto.. e constatare che al mondo non esiste nessuna che possa eguagliare la mia Max! -

Le spiegò baciadole delicatamente la mano.

- Ah ecco.. Quindi vorresti dire che se una ragazzina ti facesse la corte, tu la manderesti a casa di filato, vero? -

- No.. solo che tu sei unica al mondo... -

Allargò le labbra di gusto notando il suo sguardo.

- Lo so bene sai.. ti ho visto tutte le volte che hai lanciato un'occhiata d'apprezzamento a Nami! La divori con gli occhi! -

Lo rimproverò.

- Beh Max.. devi ammettere che Nami è proprio una bella pollastrella.. -

- Non metto in dubbio che sia una bella ragazza.. ma potrebbe essere tua figlia lo sai? E poi è la ragazza di Rufy! Se lui ti becca credo proprio che ti spennerà vivo! -

Le aveva detto che Nami rappresentava la cosa più importante della sua vita. Se notava le occhiate che Shank le lanciava, di sicuro gliele dava di santa ragione.

- Ma dai, quella bellezza sta insieme a Rufy? Che spreco! -

- Ma insomma! La finisci? -

- Siamo gelosette eh? -

Le scoccò un'occhiata colma di sarcasmo.

- Gelosa io? -

- Di chi stiamo parlando? -

- Io non sono gelosa! -

- Ah no? -

Invece lo era terribilmente. Aveva sempre pensato a Shank come una sua proprietà. Se vedeva anche solo una donna appicicarsi contro di lui, sapeva ringhiare così ferocemente, da spaventarla e mandarla via. Una bestia incavolata, delle peggiori e lui si divertiva. Di conseguenza, non poteva perdonargli gli sguardi verso le altre. Doveva avere occhi solo ed esclusivamente per lei.

- Meglio così! -

Continuò.

- Se non ti da fastidio allora non vedo per quale motivo non dovrei spassarmela con altre belle ragazze.. e poi Rufy non mi fa alcuna paura! Lo stenderei subito, io! -

Cercava di trattenersi dal ridere mentre la faccia di Max si contorceva in una smorfia di rabbia che di sicuro sarebbe esplosa da un momento all'altro.

- Quindi non avrò timori nell'avvicinarmi a Nami! -

Doveva trattenersi ancora un pò. Era dura. La voce gli tremava e dovette portarsi una mano sullo stomaco per evitare di esplodere.

- Ma sentilo... e tu credi davvero che a lei tu possa interessare? -

- Certo! Nessuna donna puà resistere al mio vascino selvaggio! -

Dopotutto anche lei era caduta ai suoi piedi come una pera cotta.

- Ah beh, selvaggio lo sei di sicuro! -

- Già! Sopratutto a letto, n'è vero? -

Perchè doveva sempre sparare cacchiate?

- Non direi proprio! -

- Ah No? -

- No! -

- Vuoi forse dire che sono una frana? -

Aveva una voglia matta di punzecchiarlo a sua volta e vendicarsi.

- No! Peggio! -

- Va bene! Visto che la metti così.. ti dirò cosa ne penserà Nami! Sicuramente lei saprà apprezzare! -

- HA DICIOTTO ANNI!! E' UNA RAGAZZINA! VERGOGNATI, RAZZA DI PEDOFILO! -

E sotto gli sguardi della gente stupita e senza parole, uscì dalla locanda con i fumi. Era davvero insopportabile Shank, quando si comportava da presuntuoso e soprattutto lo detestava ogni volta che osava ferirla.

- Ah ah ah ah ah ah ah ah ah! -

Fu la risata sguaiata del rosso a rompere il silenzio che si era creato.

- Ah ah ah ah! Oddio, crepo! Ah ah ah ah ah! -

Si gettò sulla sedia accanto a lui, senza badare ai commenti delle persone che gli stavano intorno.

- Ma insomma, Shank! -

Intervenne Rufy con un grosso cosciotto di arrosto in mano e la bocca rigonfia di carne e sugo.

- Perchè la tratti male? Se continui a prenderla in giro, sta pur tranquillo che tra breve sarà lei a scaricarti per l'esasperazione! -

Lui ne sapeva qualcosa di quel suo carattere menefreghista.

- Ma dai! -

Disse asciugandosi le lacrime.

- Sono undici anni che faccio così.. mi conosce ormai! Si arrabbia al momento, ma poi sbollisce e mi perdona! -

- Già.. perchè Max è troppo buona! -

Su questo non aveva dubbi. Max era in assoluto la persona più generosa e comprensiva che avesse mai incontrato nella sua vita. Però.. a volte aveva un caratterino piuttosto difficile da gestire e se si arrabbiava era meglio non stuzzicarla.. avrebbe anche potuto distruggere la nave, solo con le onde sonore della sua voce. Per questo l'adorava. Lo faceva divertire, ridere di gusto, lo insultava e lo perdonava, era dolce e sensibile, bella e sensuale, delicata come un petalo di rosa e più forte del marmo al tempo stesso. Per questo la desiderava completamente, la voleva accanto non più solo come un'inseparabile compagna, ma come una moglie, così da appartenergli definitivamente e rendere ufficiale il loro legame anche agli occhi di Dio.

- E' vero, è troppo buona! -

Nel considerare "uomo" un topo di fogna come lui, che beveva e si ubriacava fino al volta stomaco, uno che portava il nome di "pirata".


- Quel cretino maledetto!! -

Digrignava i denti per quell'uomo senza scrupoli nè pudori che viveva insieme a lei da una vita. Lo conosceva, scherzava.. lei spessissimo stava al gioco e ribatteva mettendolo con le spalle al muro, ma in casi simili, s'infuriava, ferita nel suo orgoglio di donna.

- Non cambierà mai.. lo so! -

Si sentiva già meglio.. e in colpa per averlo chiamato "pedofilo" davanti a tutta quella gente. Conoscendolo però, in quel momento si stava sbellicando dalle risate, massaggiandosi la pancia dolente. Non gli era mai importato di avere gli sguardi su di sè.. al contrario di lei.

- Ecco.. ancora una volta mi sono dimenticata di Makino! Poverina.. me ne sono andata di nuovo senza preavviso.. chissà che considerzione avrà ora, di me! -

Forse non era affidabile, non era la persona adatta per starle vicino come amica.

- Accidenti a me.. e al mio caratteraccio.. con Shank non mi devo arrabbiare.. sennò faccio il suo gioco.. undici anni e ancora me lo scordo.. -

Sospirò mentre il profumo del mare le penetrava dolcemente nelle narici, giungendo ai polmoni.

- Chissà cosa voleva dirmi Shank! -

Se ne ricordò solo al momento. Le aveva detto che si trattava di una cosa importante.. onestamente non aveva la minima idea di cosa si trattasse, sperava fosse nulla di grave. Aveva già passato l'inferno e ancora non si era tutto concluso. Da qualche parte in quel vasto oceano, i corsari forse più pericolosi che avessero mai affrontato, li stavano raggiungendo.


- A proposito Rufy.. Max mi ha detto che Nami è la tua ragazza.. razza di furbacchione!

Picchiettava il gomito contro il suo braccio, giocando di punta come sapeva fare lui.

- E smettila! -

Disse l'altro.

- Non sono più un bambino Shank! E' più che naturale che un ragazzo quasi maggiorenne abbia una storia sentimentale! -

- E allora perchè non l'hai detto a nessuno? -

- Io non avevo problemi.. è Nami che non vuole farlo sapere.. -

Alzò gli occhi al soffitto, ripensando alle paroli della bella navigatrice.

"Meglio se non lo diciamo a nessuno.. è meglio così!"

- Ah ah ah ah ah ah ah! -

Ecco che di nuovo esplose in un'assordante risata.

- E ora che c'è? -

- Capisco, poverina! Probabilmente si vergogna di te! Ecco perchè preferisce mantenere il segreto! Ah ah ah ah ah ah! -

Ormai non si arrabbiava nemmeno più. Dopo tutto quel tempo, aveva imparato a sopportare le sue battute.

- Piuttosto Shank, si può sapere cos'hai detto a Max per farla infuriare così? -

- Ma niente! -

Aveva ancora in testa la sua faccia arrabbiata.

- La stavo solo prendendo un pò in giro! Scherzavo dai.. -

- Io conosco bene i tuoi scherzi! -

Lui stesso da piccolo n' era sempre vittima.

- E ti assicuro che sanno essere molto pesanti a volte! -

- Dici? -

- Dico si! -

In effetti forse aveva esagerato un pò.. Max non si era arrabbiata perchè fingeva di essere interessato a Nami, ma semplicemente perchè le aveva dato fastidio non essere lei al centro dell'attenzione. Si rendeva perfettamente conto che Shank non poteva parlare sempre e solo di lei.. ma si sentiva ferita quando la prendeva in giro a quel modo. Dicendole che Nami era una bellissima ragazza, le aveva fatto sentire che la reputava addirittura più affascinante di lei, mentre in verità non era affatto così.

- Forse dovrei chiederle scusa? -

- Si Shank! Vedi, non importa quando a fondo lei ti possa conoscere e soprattutto quanto spesso scherzi con te assecondando le tue parole! Quello che devi capire è che le persone non sono burattini da trattare come vuoi! -

Lui stava solo scherzando.. non pensava di fare un torto a qualcuno.

- Ho capito! Corro! -

- Bravo! -

Rufy stava diventando un vero uomo. Non si aspettava di trovarlo così cambiato e soprattutto così maturo, quando lui invece, era sempre lo stesso.

- Cavolo.. -

Pensò.

- Forse ci sono andato un pò pesante.. -

Non avrebbe dovuto dire quelle cose, in realtà l'orgoglio di Max sapeva essere anche più forte del suo. Pregava perchè non gli arrivasse un sonoro ceffone nel momento stesso in cui dalla sua bocca, sarebbe uscita la parola "Scusa!"

- .. se le chiedo di sposarmi oggi, mi dirà di no.. -

Con che faccia si presentava da lei e come se nulla fosse le chiedeva "Vuoi sposarmi?" Se non stava zitto non gioiva. Doveva sempre rovinare tutto, ormai era un pò che non faceva altro, creava casini e nulla di buono. Se avesse ascoltato il suo cuore e le sue parole, sicuramente non si sarebbero mai lasciati. Ora invece, se non avesse sputato quel veleno per lui normale, Max non sarebbe fuggita da lui così furibonda. Si sentiva un cretino, nonostante fino a quel momento, scherzasse di continuo, senza mai vergognarsi.

- Chissà dov'è andata adesso... -

Al villaggio non c'era nessuna sua traccia, pensò dunque, che l'unico luogo in cui cercare fosse il Vento dell'Est.

- Piccola, sei qui? -

Il ponte era deserto e regnava il silenzio.

- Max! -

Nessuna voce.

- No.. non è neanche qui.. caspita.. se l'è presa sul serio se ha pensato di non farsi trovare.. -

All'improvviso udì qualcosa. Un rumore dalla cambusa. qualcuno stava rovistando. Vi scese silenziosamente finchè non vide una sagoma sottile e leggiadra, che lui conosceva molto bene. Senza il minimo suono, aprì la porta ed entrò nella stanza mentre lei era presa a cercare qualcosa nelle casse sistemate accanto al frigorifero. Come un gatto, le si avvicinò a passo felpato e afferrandole violentemente le spalle gridò:

- Alt! Sei in arresto! -

- AH!! -

Sentiva il cuore pulsare con forza nel suo petto mentre Shank ridacchiava ancora una volta, prendendosi nuovamente gioco di lei.

- Ma sei pazzo? Mi hai fatto prendere un colpo! -

- Ah ah! Ma se ti ho chiamato per ben due volte! -

- Beh, non ho sentito, ero sovrappensiero, ecco! -

Nonostante si fosse pentito di averla ferita poco prima, era stato più forte di lui. Non poteva proprio fare a meno di divertirsi.

- Scusa dai, non lo faccio più! -

- Tsk! Come no! -

Era davvero arrabbiata.

- Oh tesoro, te la sei presa? -

- Secondo te? -

- Scherzavo! -

Alzò la voce mentre lei uscì dalla cambusa con in mano una pagnotta.

- Che fai! Per il nervoso mangi? -

- Ho fame! Vi siete spazzolati tutto, la dispensa è vuota! E' rimasto solo del pane! -

Disse masticando frettolosamente.

- Attenta però.. finirà che mi ritroverò una palla di lardo al posto tuo! -

- INSOMMA! LA PIANTI? -

- Ah ah ah! -

Come faceva ad essere così insensibile?

- Va bene, ricevuto! Mi tappo la bocca.. scusa! -

Disse scostandole i capelli dal viso, portandoli dietro al suo orecchio.

- Stavolta non ti scuso! -

- Dai, lo sai come sono.. non tenermi il broncio amore.. non lo sopporterei.. -

- E allo... -

Non riuscì a terminare la frase perchè Shank le catturò dolcemente le labbra. Era talmente innamorato che, sarebbe rimasto li, a contatto con la sua dolce bocca per un'ora intera.

- Allora.. dovevi pensarci prima.. -

Concluse cambiando completamente il tono della voce, da arrabbiato a tremante e delicato.

- Perdonato? -

- Non lo so.. -

- Ok! Allora ti do un altro bacio! -

Fece per avvicinarsi a lei ancora una volta, ma la donna gli conficcò di scatto un pezzo di pane in bocca quasi facendoglielo andare di traverso.

- Sei matta? -

- Ah ah ah ah! Così impari! Bleah! -

Cacciò fuori la lingua sentendosi più tranquilla.

- E va bene, me lo sono meritato! Allora? Mi perdoni? -

- Mh.. va bene! -

Si rese conto di essersi comportata esattamente come una bambina capricciosa. Una mocciosa che frignava perchè il suo fidanzatino la prendeva per il naso ridendo di lei e sfottendola anche davanti alla gente. Ma del resto lo amava anche per questo. Perchè nonostante la trattasse spesso come il suo "oggetto personale" di divertimento, l'amava e sapeva proteggerla sempre quando qualche pericolo emminente giungeva d'innanzi a loro. La avvolgeva nel suo mantello scuro come la pece che spesso lei aveva dovuto rammendare con ago e filo a causa dei numerosi buchi e strappi di battaglia. Eppure non si stancava mai. Ogni volta cercava in ogni modo di fare un bellissimo lavoro, per far ritornare quel mantello impregnato del profumo di lui, esattamente come nuovo. Non si doveva vedere nulla nè sentire suture con le dita. Stava sempre attenta e se commetteva uno sbaglio, sfilava il filo e ricominciava da capo. Avrebbe dato anche la vita per lui perciò, nonostante le sue rabbie repentine, era pazzamente innamorata di lui.

- Meno male! -

Sospirò rasserenato.

- Allora forse posso fartela adesso quella proposta.. -

- Mh? -

Chiese con un punto interrogatico stampato in fronte.

- Che proposta? -

Shank tossicchiò per darsi un tono e per riuscire a trovare il coraggio di dire tutto quello che doveva spiegare.

- Ecco.. ti dispiace se prima vado a bere un goccietto? -

Fallì clamorosamente. La gola gli si era prosciugata in un lampo. Moriva dalla voglia di chiederglielo e ora che finalmente poteva farlo, ora che si trovavano da soli a casa loro, si sentiva come se la voce gli stesse completamente sparendo. Non immaginava di emozionarsi.. o meglio dire, spaventarsi, nel chiederle di sposarlo.

- No.. -

Disse perplessivamente mentre lui sparì nuovamente dietro alla porta della cambusa.

- Ma che gli prende adesso? -

Era così bravo nel cambiare umore inn un lampo..

- Accidenti, non va! Non va proprio... cribbio! -

Si rimproverò. Era così felice di aver ricevuto ancora una volta il suo perdono.. eppure, non appena si preparò per fare la domanda più importante della sua vita, nel momento stesso in cui incontrò i suoi occhi, il suo cuore gli fuoriuscì dal petto.

- Ok, ce la faccio! Glielo chiedo e mi dirà di si! -

Non aveva mai parlato di matrimonio con lei. E se avesse preferito restare libera? Se avesse desiderato solo un rapporto forte e nient'altro? Uscì dalla cucina e la vide appoggiata al parapetto della nava, piuttosto impaziente. Prima le diceva di volerle parlare urgentemente e poi spariva a bere?

- Max.. -

- Dimmi.. dai che sono curiosa! -

Deglutì e iniziando a camminare avanti e indietro, cercò di esprimere i suoi sentimenti nel modo più chiro e possibile.

- Vedi, la notte scorsa e quest'oggi, ho riflettuto molto. Tutto quello che sta accadendo ed è accaduto.. la nostra rottura, la morte di Nico e il rapporto fra Rufy e Nami.. tante piccole cose che mi hanno fatto prendere la mia decisione! -

Ascoltava in silenzio domandandosi che tipo di decisione egli avesse preso.

- Io ti amo moltissimo.. così tanto che a volte mi sento soffocare.. -

Sorrise.

- Anch'io.. -

- Bene allora.. spero che non mi darai una risposta negativa! -

- Ma.. a che proposito! -

Era già stanca di tanti giri di parole. Non sapeva aspettare.

- Ecco.. -

Le afferrò le mani e s'inginocchiò. In quello stesso momento, i suoi interrogativi trovarono una risposta.

- Oh mio Dio.. -

Disse emozionata prima ancora che lui potesse formulare la domanda.

- Max, amore, vuoi sposarmi? -

Rufy era solo un ragazzino. Era troppo giovane per una relazione seria e per questo poteva tranquillamente vivere una storia sentimentale con la sua Nami. Ma lui ormai stava invecchiando. Ancora un paio d'anni e avrebbe raggiunto la quarantina. Non poteva continuare a vivere accanto alla donna che amava solo come compagno, ormai tutto quello che possedeva, non gli bastava più.

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Capitolo 28
*** Un anello speciale ***


CAPITOLO 28: Un anello speciale.


- Non so cosa dire.. -

Spiegò presa dall'emozione.

- Dimmi di si! -

Lo desiderava con tutto il suo cuore.

- Beh Shank.. io ti amo però.. -

Cambiò immediatamente espressione non appena lei pronunciò quelle parole.

- No, mi dispiace! -

Una pugnalata al petto.

- Max... qual'è il problema? -

- La tua proposta Shank è fatta con il cuore ma.. in realtà.. vuoi solo colmare i tuoi sensi di colpa! Hai scelto il matrimonio come riparazione.. e questo non mi va! -

Purtroppo era la pura verità. Effettivamente voleva sposarla anche per riuscire a cancellare il suo dolore ancora ardente, ricominciare tutto dall'inizio.

- Se non vuoi.. io non ti costringo! -

Assunse uno sguardo così triste.. forse stava esagerando. Dopo un momento di silenzio, esplose in una divertita risata.

- .. che hai? -

- Ma dai sciocchino! -

Si gettò ad abbracciarlo con la felicità alle stelle.

- Ci sei cascato davvero? -

- Vuoi dire che ti stavi prendendo solo gioco di me? -

Eppure non riuscì ad arrabbiarsi.

- Già! Considerala solo una piccola vendetta personale! -

Ora si che si sentiva soddisfatta.

- Devi ammettere che sono una bravissima attrice! -

- Ah, non oserei mai sostenere il contrario! Mi hai spezzato il cuore! -

- Scusa! -

Gli aveva dato una bella lezione.

- Allora riformulo la domanda! -

Sapeva che non avrebbe ricevuto una risposta negativa, questa volta.

- Vuoi sposarmi? -

Posò una mano sul suo viso, quasi giochicchiando con la barbetta che le piaceva molto.

- Si! Voglio sposarti! -

Rispose guardandolo negli occhi più belli del mondo.

- Perfetto! -

- Come "perfetto"? Tutto qui? -

- Beh si.. cosa dovrei fare? Mettermi a ballare? -

- Come minimo... e poi sarebbe divertente! -

- Ora basta prendermi in giro eh? -

Si strinsero entusiasti all'idea di diventare finalmente una coppia vera, sposata, unita nel sacro vincolo del matrimonio, per l'eternità. Non sarebbero più stati solo due esseri perdutamente innamorati, uniti solo dal sesso e dalla forza del cuore. Ora potevano finalmente alzare le loro braccia e unire le mani affinchè esse diventassero una sola. Sarebbero finalmente divenuti un unico essere.

- Occavolo! -

Si picchiò la fronte con la mano, dannandosi per la sua estrema stupidità.

- E ora che ti prende? -

- Siamo nei guai! -

Spiegò preoccupato.

- Non ho l'anello di fidanzamento! -

- ... -

Per un momento aveva temuto il peggio. Le sue facce, le sue espressioni, sapevano incuterle terrore.

- Ah.. sarebbe questo il grande problema? -

- Scherzi? Un bell'anello su questo splendido dito ci vuole! -

Disse sollevando nuovamente la sua delicata mano e scrutando l'annulare completamente spoglio.

- Ma Shank! Fra poco ci sposiamo e ci vorrà comunque una fede! -

Osservò.

- Posso anche farne a meno! -

- Non se ne parla nemmeno! Una proposta di matrimonio non può essere considerata tale senza un anello! Voglio attenermi alle comuni tradizioni! -

- Se proprio ci tieni, per me va bene.. -

- Ehi.. non sembri poi così contenta.. -

- E' ovvio che lo sono!! -

Solo non le sembrava proprio il caso di andare a spendere una barca di soldi per un anello. Il giorno del matrimonio avrebbe comunque dovuto levarselo per far posto ad uno più importante, la fede dorata che avrebbe portato per il resto della vita.

- Allora ti darò un motivo in più per essere felice! Ti comprerò un anello che mai nessuna donna ha avuto la fortuna di portare! Vado subito! -

- Ma.. -

Lo vide scendere con un balzo felino dalla nave e correre al villaggio intimandola di aspettarlo. Che tipo..
Rimase per un attimo in silenzio a fissare il punto in cui Shank era scomparso.

- Mi sposo.. -

Si rese veramente conto di quello che stava accadendo solo in quel preciso istante.

- AAAAAAAAH! MI SPOSOOOO! -

Alzò i pugni al cielo e saltò più in alto che poteva, esattamente come una ragazzina gioiosa che saltellava dopo aver ricevuto una bella notizia. Stava per diventare la moglie di Shank il rosso, una pirata a tutti gli effetti. Fino a quel momento lo era stata solo in parte.

Al villaggio c'era un ottimo gioielliere, ormai pensionato da tempo, ma di cui si fidava ciecamente. Sperava tanto di trovare quello che cercava. Voleva un anello diverso dagli altri, uno speciale, il più bello che una donna avesse mai portato al dito. Era tutto così strano.. come se non avessero mai vissuto insieme.. invece condividevano lo stesso letto e la stessa nave da metà esistenza, quindi il matrimonio avrebbe dovuto essere solo un modo come un altro per diventare maggiormente uniti. Allora perchè entrambi si sentivano così? Il matrimonio è un passo importante e l'idea di trovarsi davanti ad un uomo di chiesa, circondati da fiori e persone care, pronti per dire il fatidico "si", li elettrizzava.

- Salve Rei! Come butta amico? -

Salutò entrando nell'accogliente casetta.

- Oh, guarda chi si vede! Ciao Shank! Era ora che passassi a trovarmi! -

Rei era un uomo molto anziano, perciò passava la maggior parte del tempo seduto in casa, le sue gambe non gli permettavano più di stare in piedi. Nonostante la sua vecchia età però, era molto intelligente e astuto, uno che non si faceva mettere nel sacco molto facilmente. Spesso capitava che la gente cercasse di imbrogliarlo per fregargli i gioielli da sotto il naso, ma lui rispondeva a suon di bastonate e grida infuriate. Un uomo ancora pieno di vita, il vecchio Rei.

- Hai ragione, è che ho avuto un pò da fare in questi giorni... -

Si accomodò sulla poltrona, davanti a lui.

- Ti offrirei qualcosa, se queste mie povere gambe fossero ancora quelle di una volta! -

Gli voleva un gran bene. Era così spontaneo e simpatico..

- Non preoccuparti amico.. resta pure seduto! -

Si domandava come potesse una testa calda come quel rosso, di razza pirata, ad essere sempre così generoso con un gioielliere della sua stazza.

- Eh.. in questo periodo poi.. sono così preoccupato per la mia adorata nipotina.. -

Sospirò giocando con la sua lunga barba bianca.

- Lo immagino.. Makino non si riprenderà facilmente.. è dura accettare la morte di una persona importante come un consorte! -

Makino era la nipote di Rei; la figlia di suo figlio, morto molti anni or sono.

- Già.. beh.. che posso fare per te, ragazzo? -

Immediatamente, sul suo volto ricomparve un largo sorriso.

- Vorrei dare un'occhiata agli anelli che vendevi.. -

Spiegò.

- Ho chiesto a Max di sposarmi! -

- Ooooh! -

S'entusiasmò.

- Ma è grandioso! Congratulazioni figliolo! -

- Grazie.. -

Disse arrossendo lievemente sugli zigomi.

- Dunque.. non ne ho molti.. prova a guardare dentro quel cassetto.. -

Subito raggiunse il mobile in stile antico, ancora ben lucido dopo tutti quegli anni che giaceva in quella casa. Aprì il piccolo cassetto indicato da Rei e vi trovò una scatola in legno. La aprì ed inziziò a scrutare i vari anelli che sapeva, Rei lucidava ogni giorno. Ormai viveva da solo da tempo in quell'abitazione e i gioielli erano l'unica cosa a lui rimasta. Da quando Makino aveva comprato la locanda e l'appartamento soprastante, si sentiva così solo.. più volte lei, aveva cercato di convincere suo nonno a trasferirsi insieme a lei, ma era troppo legato a quella casa in cui era cresciuto ed invecchiato.

- Trovato nulla di tuo gusto? -

Chiese avvicinandosi al pirata, sostenendosi tremante al lungo bastone.

- Che fai Rei, torna a sedere! -

Aveva sempre paura quando lo vedeva camminare. Temeva che gli cedessero le gambe, ormai non aveva più l'età.

- E piantala di trattarmi come se stessi crepando! -

Gli picchiò la testa con il bastone.

- Ahio! Scusa, hai ragione! -

Ma che ci poteva fare se gli si era attaccato come fosse suo nonno?

- Piuttosto.. hai solo questa merce? -

Non vedeva nulla di suo gusto. C'erano almeno una dozzina di anelli ben fatti, ricoperti d'oro e di pietruzze luccicanti.. ma lui bramava di più.

- Si, mi dispiace! Ho smesso di lavorare dieci anni fa.. tutto il resto l'ho venduto! Davvero non c'è nulla che ti soddisfi? Max non mi è sembrata una donna tanto avida.. ma solo innamorata di te! Secondo me sarebbe felice anche se le regalassi un anello di metallo! -

Non c'erano dubbi, ma doveva assolutamente compensare, ricoprirla d'attenzioni e soprattutto delle cose più costose.

- Sbaglio o le hai già regalato una collana? Sei venuto da me poco tempo fa per farmela valutare, o la mia memoria fa cilecca? -

- Assolutamente! -

Max aveva ragione su una cosa: lui si sentiva in colpa per quanto successo e voleva riparare in ogni modo. Ma il matrimonio con lei era una cosa alla quale non avrebbe mai potuto rinunciare. Lo desiderava davvero.

- Eh! Sono vecchio ma non ancora rintronato! -

Ridacchiò divertito.

- Eh no.. mi sa che tu camperai altri cinque anni se non di più.. -

Aveva già raggiunto novant'anni.. l'età giusta per morire ormai.. eppure scoppiava di salute.

- E ti dispiace? -

- No no! Anzi! Vorrei che campassi ancora una vita intera! -

Ma sapeva che prima o poi sarebbe giunto il suo momento.

- Lo vorrei tanto anch'io.. mi auguro solo di non essere stroncato da un infarto proprio ora.. che la mia nipotina è così sola.. -

C' era una nota di tristezza nella sua frase.

- Come? Perchè dovrebbe venirti un infarto? Non hai detto che sei vispo e florido? -

- Certo! Era solo per dire! -

Si grattò la testa, comprendendo di aver parlato troppo.

- Eh beh.. comunque.. grazie di tutto Rei.. -

- Allora niente anello? -

- Mh! -

Dove lo tirava fuori adesso? Se solo avess saputo praticare la stregoneria.. avrebbe potuto far comparire un anello splendido solo con la forza del pensiero, ma non aveva alcun potere soprannaturale. Nemmeno i frutti del diavolo avrebbero mai potuto donarglielo.

- Senti.. ho sentito dire tempo fa.. che qui vicino c'è una piccola metropoli.. pare che ci sia il negozio di gioielli più fornito di questo mare! -

- Eh? Ne sei sicuro? -

Aveva navigato in quell'oceano per anni e non ne sapeva nulla.

- Certo! Fossi in te andrei a dare un'occhiata! Invece di fare avanti e indietro qui, sciocco che non sei altro, avresti anche potuto visitare degli altri posti! -

- Parli come se ti desse fastidio riavermi al villaggio! -

Osservò perplessivamente.

- Ma figurati! -

Sbottò picchiandogli violentemente la schiena. Avrà avuto anche novant'anni.. ma ragazzi, aveva ancora una bella forza nelle braccia.

- Grazie lo stesso! -

- Figurati! Vieni qui quando vuoi! Sai, che sei il benvenuto! -

Ora come avrebbe detto a Max, che si sarebbe assentato per un pò? Probabilmente ci sarebbero voluti due giorni per andare e tornare.. lei non glielo avrebbe mai permesso solo per comprare un anello. In ogni caso, non avrebbe preso il mare da solo. Avrebbe chiesto ad un uomo di partire con lui, l'unico che sapeva consigliarlo, colui che gli avrebbe fatto da testimone il giorno delle nozze.

- Ben! -

Si sedette al suo tavolo, dove beveva come una spugna prosciugata.

- Si capo? -

Non gli piaceva quello sguardo. Sapeva bene che quando gli si avvicinava con quel sorriso, voleva un favore da lui.

- Ci sarebbe una cosuccia che vorrei chiederti.. -

Ecco.

- Scordatelo! -

Fortunatamente reggeva benissimo l'alcool, altrimenti gli sarebbe saltato al collo come minimo. Dopo tutti i grattacapi che gli aveva procurato in quei giorni..

- Eddai, almeno fammi parlare! -

- Parla pure, tanto non cambiano le cose! -

- Che cattivo! E' questo il modo di trattare il tuo capo? -

In verità era proprio così che voleva essere trattato nella normale vita quotidiana. Proprio come un comune mortale..

- Parla! -

Sbottò esasperato.

- Dunque, il fatto è questo! -

Tossicchiò pronto a fare un annuncio importante.

- Io e Max ci sposiamo! -

Ben non sembrò prenderla bene, si fece andare di traverso tutto il vino che stava per ingerire.

- Come?? -

- Che c'è di male? Hai fatto di tutto per farci tornare insieme.. e ora non approvi il nostro matrimonio? -

- Non è questo! -

Disse posando lo sguardo su Makino.

- Ma vi sembra il caso di sposarvi ora? Con Makino in quelle condizioni? Hai una vaga idea di quale sofferenza le provocherete? -

Lavorava incessantemente, solo per dimenticare.

- Ma si, certo che lo so! -

Ed era proprio per questo che voleva sposarsi al villaggio, per farle accettare la realtà.

- Ben.. se Makino ha perso suo marito.. non è certo colpa nostra, ma di una scelta che il suo consorte ha fatto! -

Non aveva la minima intenzione di sacrificarsi ancora una volta.

- Questo è vero capo, ma.. -

- Ben, ti prego! So bene che Makino ne soffrirà. E' per questo che sarò io a parlargliene! Ma non puoi Ben, non dopo tutto quello che abbiamo passato io e Max, dirmi di non sposarmi! -

C'era una luce d'odio in quei suoi occhi.

- Ma infatti non voglio oppormi! Anzi! Ne sono davvero felice! Sposatevi pure perchè è la cosa giusta per voi due che convivete da undici anni e più! Solo.. non adesso! Aspettate ancora un pò! -

Almeno il tempo necessario per convincere Makino a tirare avanti normalmente, guardando oltre il suo cuore. Accettando la morte del marito.

- Certo! Non ci sposiamo mica domani! C'è ancora tempo! Non ho nemmeno l'anello di fidanzamento! -

Spiegò.

- Cosa? Hai chiesto a Max di sposarti e non le hai ancora comprato l'anello? Ma in che mondo vivi? -

Non aveva avuto il tempo di pensarci, figuriamoci.

- E' proprio per questo che mi servi tu! -

Posò una mano sulla sua spalla, guardandolo con le stelline intorno agli occhi.

- Su amico.. portami a comprarglielo! Accompagnami! E ti prometto che avrai la carica di testimone di nozze! -

Accompagnare Shank il rosso, chissà dove, a scegliere un anello per la sua fidanzata.. manco morto avrebbe accettato.

- No no, grazie! Assegnala pure a qualcun altro! Magari a Lucky, che ne sarà felice! -

Solo che Lucky non avrebbe saputo aiutarlo come si doveva.

- No Ben! Mi servi tu! -

- Scordatelo! -

Si alzò dalla sedia e uscì dalla locanda con Shank appresso. Probabilmente ci avrebbe messo tutta la sera per convincerlo, ma parola d'onore, avrebbe vinto. Se per la gente comune il motto giusto era: l'importante non è vincere ma partecipare, per lui invece era fondamentale vincere, in ogni battaglia e di sicuro quella che stava per affrontare era la più impegnativa di tutte.

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Capitolo 29
*** Un sogno divenuto realtà ***


CAPITOLO 28: Un sogno divenuto realtà.


- Makino! Non è che hai bisogno di una mano, mia adorata? -

- No Sanji, grazie! Ce la faccio! -

Aveva i suoi dubbi. Doveva fermarsi per riprendere fiato ogni cinque minuti. Non dormiva da notti, si vedeva. Era molto lenta nel lavoro e doveva fermarsi molto spesso a riprendere fiato e come se non bastasse, la locanda era sempre più colma di clienti.

- Insisto! Mi occupo io dei pasti, riposati! Zoro! Tu porterai i piatti e prenderai le ordinazioni! -

- CHE COSA? -

Non aveva la minima intenzione di fare il cameriere. D'accordo dare un aiutino, ma li si esagerava.

- Tu farai come ti ho detto, altrimenti ti riempio la faccia di calci rovinandotela definitivamente! In quel caso si che non attirerai mai più le donne! -

- Oh! Uffa! Sei insopportabile! -

Probabilmente si sarebbe ricordato delle risate di presa in giro dei suoi amici per il resto dei suoi giorni.. questo era il vero problema. Non era portato per fare il cameriere e a dire il vero non ci aveva mai nemmeno provato. Quello era il mestiere di Sanji, quando lavorava al Baratie, quindi perchè non poteva occuparsi lui di tutto? S'infilò il grembiule e cominciò il suo giro fra i tavoli, contro voglia e sentendo che quanto prima avrebbe sbattuto volentieri il blocco degli appunti in faccia a Sanji. Tre ordinazioni ed era già sfinito. Quello spadaccino da strapazzo non era portato per lavori simili.. forse l'unico mestiere era quello del ghiro e nient'altro.


- Ti prego Ben! Fallo per il tuo migliore amico! -

Non sapeva più cosa fare per scrollarselo di dosso. Aveva girato a lungo senza sapere dove stesse andando, solo per riuscire a seminarlo.. eppure, nonostante ci fosse una gran folla, Shank riusciva perfettamente a stargli incollato come un francobollo.

- No! Vacci da solo! -

Sbottò nuovamente.

- Per favore! Te ne sarò riconoscente per tutta la vita! -

- Ah si? E che cosa mi daresti in cambio? -

- Vediamo.. -

Si portò una mano al mento per contemplare.

- Ci sono! Una donna! -

- Una che? -

- Una donna! Ti procurerò una fidanzata! -

Esclamò allegramente e con una nota di divertimento.

- Grazie, ne faccio anche a meno! -

- Ma dai! Non vuoi sentire il cuore battere per amore come succede a me? -

Doveva occuparsi di Ennie e Max, dei suoi compagni e perfino di lui.. figuriamoci se aveva del tempo libero per pensare all'amore.

- Ti ho detto che non cambio idea, capo! -

- Ti prego! Ti prego! -

Gli era venuto un gran mal di testa.

- No! No! No e no! -

Era irremovibile.

- Uffa! Testone! -

- Perchè non ci vai con Max scusa? Essendo lei la tua fidanzata, non ha il diritto di scegliere il suo anello con il suo futuro maritino? -

- Voglio farle una sorpresa! -

Da solo non sarebbe mai riuscito a prendere una decisione. Si sarebbe impuntato su più di un anello e ci avrebbe messo almeno ventiquattro ore per scegliere quello giusto.

- Allora attaccati! -

- Davvero? Grazie Ben! Sapevo che avresti accettato! -

Si aggrappò alla sua maglietta come un bambino.

- NON A ME IDIOTA! ATTACCATI AD UNA NAVE E FARTI PORTAR VIA! ERA UN MODO DI DIRE! - *

- Se pensi che mi arrenda ti sbagli di grosso sai... -


Era già passato parecchio da quando quello scatenato di Shank l'aveva lasciata sola su quel vasto vascello.

- Ma dove si è cacciato? -

Si chiedeva mentre sfogliava una rivista di moda. Voleva scegliersi un abito da sposa ma quelli che vedeva lasciavano piuttosto a desiderare. Lei ne voleva uno classico, leggero, senza maniche a sbuffo che la facevano apparire come una bambola di porcellana e senza merletti e pizzi troppo vistosi. Prima che mangiasse il frutto del diavolo, da bambina, aveva sempre sognato un giorno, d' indossare un vestito bianco di seta molto lungo, senza gonne pompose, senza sottoveste. Sul capo non avrebbe mai indossato un velo, ma una ghirlanda di rose bianche con qualche nastro che pendeva sul retro. Avrebbe voluto indossare un paio di orecchini di perla e due splendide scarpe con il tacco. Il bianco le stava divinamente e dunque come poteva non adoperare questo colore per ogni particolare degli accessori matrimoniali? Quanto alla cerimonia, nulla di grande, solo un matrimonio semplice, accanto a Shank, davanti ad un uomo di chiese e circondata dalle persone a lei più care. Voleva che sua figlia le facesse da madamigella, indossando un bel vestitino del suo stesso identico colore, portando un cesto pieno di profumati fiori. Non avrebbe mai pensato che un giorno, anche lei avrebbe compiuto il grande passo. In realtà non ci sperava più. Da tempo stava segretamente pensando di chiedere a Shank di sposarla.. perchè ormai era passato troppo tempo per continuare a vivere insieme come semplici innamorati. Poi, un bel giorno, lui s'inchinò ai suoi piedi precedendola sul tempo, ponendole quella domanda che aveva atteso a lungo.


In quello stesso mare, non molto lontano dall'isola, una barca navigava sulle leggere e dolci onde sotto il cocente sole che quel giorno picchiava più del solito.

- Accidenti che caldo! -

Un uomo sdraiato sul ponte, con un paio di occhiali da sole neri sugli occhi e una divisa militare, si sventolava un foglietto di carta sul viso per produrre dell'aria in quanto, non soffiava nemmeno un pochino di vento.

- Tieni! Bevi questa! -

Esclamò una giovane ragazza porgendogli un bicchiere di aranciata.

- Ti rinfrescherà! -

Spiegò sedendosi accanto a lui.

- Grazie! Ho una sete.. -

- Come mai indossi la divisa anche se sei fuori servizio? -

Aveva una maglietta bianca a maniche corte con il simbolo della marina, il cappello e la grossa giacca stavano appoggiati sul parapetto della piccola imbarcazione, ma quei pantaloni e quegli stivaloni avevano l'aria di essere molto pesanti.

- E' ovvio! Sono un marinaio! -

Disse sorseggiando la fresca aranciata.

- E un uomo di mare porta sempre la divisa! Che succede se ci imbattiamo in un branco di pirati e io sono vestito con camicetta e pantaloncini alla hawaiana? Pensa che figuraccia! -

Avrebbe perso tutta la sua dignità.

- Ah ah ah ah! Si, in effetti saresti ridicolo! -

- Già.. muoio di caldo.. ma questa è una delle tante prove che un bravo marinaio deve saper superare! -

- Contento lei generale.. -

Si stiracchiò sotto la luce del sole, si sistemò meglio la gonna che con l'alta temperatura le si era appiccicata alle gambe e si alzò in piedi dirigendosi verso la porticina in legno.

- Piuttosto, sarebbe meglio se restassi in cabina! -

Osservò la giovane.

- Sei ancora convalescente! Non devi dimenticarlo! -

- Oh ma io sto benissimo! -

Esclamò alzando i muscolosi bicipiti da marinaio robusto.

- Grazie a una dottoressa di mia conoscenza! -

- Ecco appunto! -

- Cosa? -

- Non mi ci è voluto poco per curarti! Guarda che eri ridotto malissimo! -

Era giunto alla sua isola conciato in modo pietoso. Aveva ferite su tutto il corpo, un febbrone da cavallo e per pura fortuna non era morto affogato.

- Sono riuscita a salvarti appena in tempo, perciò cerca di non stare troppo sotto questo sole o con la pressione ancora leggermente bassa che ti ritrovi.. -

Gli si avvicinò puntandogli l'indice sulla fronte.

- .. finirai per svenire disidratato! Vuoi davvero farti venire un capogiro? -

- Va bene.. ricevuto capitano! -

- Smettila! Non siamo su una nave pirata! -

- No.. ma mi piace prenderti in giro cara figliola! -

La giovane scosse la testa divertita e aiutandolo a rialzarsi lo condusse nella cabina.

- Guarda che ce la faccio anche da solo sai.. -

- Veramente ti sto aiutando perchè sei pigro.. non per altro.. -

- Spiritosa la piccola! -


Molta gente attendeva fuori dalla locanda, sperando che si svuotasse al più presto. Ogni posto era occupato e c'era addirittura chi mangiava in piedi.

- Allora Zoro! Dove sei finito? Sbrigati con quelle ordinazioni! -

Gridò il cuoco sbattendo un uovo in pentola.

- Sono qui! Eccoti il tuo blocco! -

Irruppe furibondo sbattendo il libretto violentemente sul tavolo.

- Non ci siamo! -

Lo rimproverò.

- Non è questo lo spirito giusto! -

- Chissene importa! Io non sono un cameriere! E' un lavoro così sudicio per lo spadaccino più forte del mondo! Mi tocca pure indossare un ridicolo grembiule! -

Si sentiva un vero idiota. Se Mihawk fosse stato ancora li, si sarebbe pentito di aver combattuto contro di lui e avergli ceduto il piedistallo di miglior artista di scherma.

- Questi "ridicoli" grembiuli, come li chiami tu, sono opera della dolcissima Nami! Li ha cuciti lei per la bella Makino! Quindi non ti permetto di insultarli chiaro?? -

Osservava quei due ragazzi fuori dal comune, affascinanti e un tantino eccentrici. Forse avrebbe dovuto tornare lei al lavoro o la locanda sarebbe andata in rovina..


- Ehi svegliati! -

Lo scosse con forza per destarlo dal mondo dei sogni.

- Oh mi senti? Ci siamo ti dico! -

- EH? COSA? CHI? SEI IN ARRESTO MALEDETTO FURFANTE! Anf! Anf! -

Gridò con agitazione, allontanandosi dal suo sonno.

- Calmati.. sono io.. -

- Oh.. ciao cara! -

- Siamo arrivati! Sei a casa generale! -

Lo condusse all'aperto e una meravigliosa visione lo colse. Quell'isola bellissima, quel posto dove aveva trovato l'amore, una moglie e un bellissimo figlio.

- Sono tornato! -

Sussurrò con le lacrime agli occhi.

- Evviva! Sono tornato! -

Sollevò la ragazza e la fece volteggiare per la felicità.

- Aiuto! Mettimi giù! -

- Ma ti rendi conto? Sono di nuovo al villaggio! -

- Si mi rendo conto anche.. che forse io non avrei mai dovuto seguirti! -

Divenne improvvisamente triste e molto spaventata.

- Suvvia piccola.. hai fatto tanta strada.. hai lasciato la tua casa solo per rivederlo, giusto? -

Annuì.

- E allora perchè vuoi tirarti indietro? Non dimenticare che mi hai salvato la vita! Ora voglio assolutamente ripagarti! Voglio farti riconciliare con il tuo ragazzo! Non lo vedi da tempo.. -

Rimase un momento in silenzio, fissando la sagoma dell'isola che si faceva sempre più grande.

- Da quasi un anno.. -

Fece i conti.

- E non sei contenta di riabbracciarlo? -

- Si, da morire.. se solo potessi! -

Lui non avrebbe nemmeno voluto vederla.

- Ascolta cara, lui ti perdonerà, ne sono sicuro! Hai avuto le tue ragioni per andartene! -

- Si.. ma mi sento comunque uno schifo! -

Le afferrò le spalle e cercò di tirarla su di morale, di incuterle coraggio.

- Non devi piccina! -

- So bene che dovevo aiutare mia madre a qualunque costo però... lui ha sofferto! -

- Cerca di parlargli! Ce la farai! Ne sono sicuro! -

Lo guardò per un momento negli occhi, immediatamente dopo mostrò un dolcissimo sorriso.

- Si! Ce la farò! Dopotutto sono stati proprio quei ragazzi ad insegnarmi che mai nella vita bisogna tirarsi indietro! -

- Giusto! Allora! Sei pronta per approdare? -

- Prontissima! -

Riusciva a scorgere due vascelli in quel porto, di stazze completamente diverse. Uno era gigantesco, scuro e inquietante, l'altro invece era più piccolino ma molto famigliare.

- La Going Merry.. -

Pensò. Quanto tempo aveva passato su quella nave. Scesero a terra mentre udirono le voci allegre della gente che passava una comune giornata quotidiana.
Avanzarono fra la folla e le prime voci sorprese per non dire incredule, eccheggiarono nelle loro orecchie.
"Ma quello è... " "Che dici, non può essere lui!" "Eppure è identico.." "Ma non è possibile!" "Che avesse un fratello gemello nascosto da qualche parte?"
Molti erano felici.. altri spaventati dal suo avanzare da marinaio fiero. Rei si era affacciato alla finestra sentendo tutto quel baccano e riuscì a notare un uomo, che lui conosceva molto bene. Poi, la sua attenzione fu attirata dalla ragazza che egli si portava appresso. Una bella ragazza castana con un paio di spessi occhiali scuri, sembrava proprio essere Max.

- Ehi Max! Ma.. lo sai chi è quello? -

Forse si stava sbagliando, forse era solo un semplice marine venuto per un'ispezione. Se così fosse stato, Shank e i suoi compagni erano in grave pericolo..già, era senza ombra di dubbio così. Lui era morto, la notizia era giunta dalla base militare. Come avrebbero potuto mentire,i marinai erano sempre onesti.

- Come? -

La giovane si soffermò poco più avanti e si voltò con aria interrogativa.

- Ti ho chiesto se per caso.. sai chi è quell'uomo Max! -

- Guardi, c'è un errore! - Spiegò lei sorridendo.

- Io non sono chi lei crede! Deve avermi scambiata per qualcun' altra! -

Fece un elegante inchino e riprese il suo cammino. Molto garbata. Dunque quella non era lei.. eppure si somigliavano come due gocce d'acqua perfino nei gesti.
Alla locanda ancora, nessuno si era accorto di quello che stava succedendo, finchè, un uomo di corporatura sottile, con un simpatico cappellino in testa, entrò nella sala con l'affanno, quasi senza riuscire ad emettere parola.

- Ma.. Makino! -

La chiamò con quanta energia gli restava.

- Jin! Che cosa succede? -

Domandò la donna trovandolo in uno stato terribile.

- E'.. è.. un miracolo! -

- Eh? Ma di che stai parlando? -

- O è un fantasma... o il buon Dio ha avuto pietà di te! -
Non aveva ancora afferrato il vero concetto, finchè all'improvviso, un'ombra non comparve davanti all'ingresso e un uomo alto ed elegante penetrò nell'osteria. Sbarrò gli occhi, lasciò cadere il bicchiere che aveva appena sollevato dal tavolo sette, lasciando che esso si frantumasse ai suoi piedi con un grosso suono. Mentre l'uomo di marina, avanzava con passo lento, la donna si portò una mano sulle labbra, felice, spaventata.. non lo sapeva nemmeno lei. I casi erano due: o stava nuovamente sognando, o quello stesso sogno era divenuto realtà. Suo marito aveva varcato quelle porte, Nico era tornato ed era vivo.




*Noi diciamo spesso:"Attaccati!" Oppure "Attaccati al tram!" in situazioni molto simili. Ovviamente in quei tempi non esistevano i tram.. n.d.a

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Capitolo 30
*** Il senso dell'amore ***


CAPITOLO 30: Il senso dell'amore


Si soffermò d'innanzi a lei mentre il silenzio era dominante all'interno di una locanda, fino a qualche secondo prima terribilmente chiassosa.

- Tu.. -

Riuscì a dire lei con voce tremante.

- Non può essere! -

Si dovette appoggiare allo sgabello dietro di lei, o sarebbe di sicuro crollata a terra.

- Beh? Non sei contenta di rivedermi? -

Chiese lui con un sorriso smagliante e sensuale, mentre sollevò il cappello dal capo e lo portò al petto.

- Ma tu.. tu sei morto! -

Versò lacrime indescrivibili e all'interno di quel silenzio, la sua voce rimbombava. I clienti assistevano a quell'insolita e strana scena, con un grosso punto interrogativo in ogni dove della loro faccia.

- Ti sembro morto? -

Le chiese porgendole la mano.

- Sono tornato a casa tesoro! -

Disse.

- Sono sopravvissuto.. per voi! -

Allungò la mano tremante e fredda quanto il ghiaccio e sfiorò la sua. Sentì un dolce calore; il calore della sua forte mano, che le era mancata tantissimo.

- Sei.. sei vivo.. sei salvo... -

Singhiozzò mentre intrecciò le dita con le sue. Sentì un dolore al petto, il dolore del cuore che faticosamente si stava ricomponendo.

- Tu sei salvo! -

Si gettò fra le sue braccia piangendo tutte le lacrime del mondo. L'uomo la strinse forte a sè, felice di essere finalmente nel suo ambiente. Quali incubi aveva avuto mentre galleggiava sotto l'acqua dell'oceano in tempesta. Aveva visto i volti delle persone a lui più care, il volto di Makino e Lucas, sognando di non poterli rivedere mai più. Poi un giorno, si risvegliò in un caldo letto, accanto ad un bellissimo fuocherello acceso nel caminetto antico di quella casetta accogliente e una voce dolce, sussurrò sopra di lui.

- Si sente bene ora, signore? -

Si rese conto di essere vivo, anche se per un pelo soffiato. Si trovava tutto intero, debole e stanco.. ma salvo, davanti a quella splendida ragazzina che grazie alle sue doti di medico, gli aveva salvato la vita.

- Su Makino, non piangere! Ora sono qui! -

Le massaggiava la schiena per tranquillizzarla e solo quando si sentì veramente meglio, alzò il capo e lo guardò negli occhi asciugandosi le lacrime.

- Bentornato a casa caro! -

Esclamò felice prima che nel locale scoppiassero applausi potenti e incoraggianti. Nessuno aveva capito niente, tranne che dopo tanto tempo, quell'uomo di marina aveva fatto ritorno da sua moglie.

Strinse la mano a tutti, a Rufy, a Nami, a coloro che si erano preoccupati e che ora si congratulavano per il suo ritorno.

- Sono contento di vedere che stai bene! -

Sorrise Rufy.

- Il villaggio ha rischiato di perdere il miglior marinaio del mondo! -

- Oh grazie Rufy! Mi lusinghi! -

Un marine amico di un branco di pirati.. davvero insolito e curioso.

- Ma cos'è successo esattamente? Al villaggio tutti eravamo convinti che tu fossi spacciato.. -

Commentò Usop.

- Lo so.. vedete.. ho veramente rischiato di morire.. ma..mi sono imbattuto in una dottoressa coi fiocchi... ed eccomi qui! -

Vispo e integro, un generale di marina brillante e pronto a scattare.

- Cosa non darei per ringraziarla! -

Osservò Makino ancora incredula.

- Beh.. credo che lo potrai fare benissimo! -

Spiegò.

- Dal momento che non sono venuto qui da solo! -

Era rimasta li fuori, appoggiata alla parete dell'osteria, aspettando il suo momento.

- Zoro.. -

Si rivolse allo spadaccino che serio e arrabbiato, stava raccogliendo un piatto dopo l'altro.

- Questa volta tocca a te! -

Disse mentre il ragazzo mostrò una smorfia, pensando che la lontanza dal villaggio, lo aveva completamente rintronato. Nico sorrise e scostò lo sguardo sull'ingresso.
Immediatamente tutti, nessuno escluso, si voltarono verso le porticine in stile western, prima che Nico intimasse a qualcuno di farsi avanti.

- Vieni pure! -

Alzò la voce per farsi sentire. Subito, qualcun altro apparve davanti all'ingresso. Una ragazza che possedeva un'aria famigliare.

- Max? -

Si domandò ad alta voce Makino, curvando leggermente la testa per la sorpresa.

- Chi? -

Domandò Nico, sapendo per certo, che il suo nome era ben diverso. La giovane fotocopia della donna in questione, tolse gli occhiali da sole e aprendo gli occhi si avvicinò con passo lento e sensuale. Non poteva essere.. eppure.. sembrava proprio... Rufy e gli altri sbarrarono gli occhi e Zoro.. ancora indossando il suo grembiule da cameriere, spezzò a metà il piatto che aveva in mano. Quella era lei, era Ania ed era davanti ai suoi occhi.

- Ciao Zoro! Come state ragazzi? -

Cercò di mascherare l'emozione e il battito cardiaco che sembrava sfondarle il petto.

- ANIA! -

Urlò un Rufy entusiasta correndo ad abbracciare quella vecchia amica che gli era tanto mancata.

- Come sono contento di vederti! -

La strinse con forza. Si era dimenticata di quanta forza possedesse quel ragazzo, ora noto come "re dei pirati".

- Anch'io! Mi sei mancato! -

Rufy era stato il suo migliore confidente, lo ricordava bene.

- Ania! -

- Ania! -

- Ania, mia adorata! Dolce colomba farcita di sensualità! Mia splendida torta di fragole! Bellissima crostata alla crema! Mio squisito bignet al cioccolato! Amore della mia fino ad ora inutile vita! Sei tornata per rendermi felice? -

Nami afferrò l'orecchio di Sanji e trascinò il ragazzo più indietro che poteva.

- Ci sono prima io Sanji! -

E immediatamente corse a stringere la sua carissima amica. Aveva pianto così tanto il giorno in cui si erano separate. Si affezzionava sempre a tutti, così come si era attaccata alla principessa Bibi, rimasta nel regno di Alabasta, un giorno parecchio lontano.

- Ma come mai sei qui! E' incredibile! Non mi sarei mai aspettata di vederti! Come sono contenta! -

- Nami! Come stai! -

Si asciugò una lacrima felice, come non lo era da tanto tempo.

- Nami cara! Lascia che anch'io abbia modo di salutare la mia piccola Ania! -

Si chinò sulle ginocchia e afferrò la sua mano delicata, che ormai aveva quasi dimenticato.

- Bentornata fra noi! -

Le disse posando le sue labbra su quella bella pelle bianca. Aveva salutato tutti, tranne una persona.

- Makino! Lei è Ania, la dottoressa che mi ha curato! -

La presentò Nico. Fece in tempo a dire "Piacere", che la donna le afferrò le spalle con affetto.

- Oh grazie! Che Dio ti benedica! Hai fatto in modo che mio marito tornasse a casa! Come potrò mai ripagarti? -

- Signora, grazie è più che sufficiente, non si preoccupi! -

La fece accomodare come un'ospite importante. Le offrì un piatto di minestra e più volte dovette convincerla a non pagare. Zoro la osservò a lungo, riuscendo ad intravvederla in mezzo alla folla intorno a lei. Aveva una voglia matta di avvolgerla fra le braccia, di accarezzarla, di baciarla su quelle splendide labbra che vedeva muoversi mentre chiaccherava con tutti.. tranne che con lui. Non poteva, non se la sentiva di raggiungerla. Era troppo arrabbiato con quella ragazzina che lo aveva ferito. Cosa ci facesse li, non lo sapeva.

- Ania! Chiamami solo Makino e dammi del tu! -

La pregò.

- E' incredibile! Sei identica a una mia amica! Non appena la incontrerai, sono certa che entrambe rimarrete sconvolte! -

C'erano pochissime differenze fra di loro, pochi dettagli.

- Immagino.. è la seconda volta che vengo scambiata per un'altra! -

Perchè non la salutava? Perchè non la degnava di un minimo di attenzione? Sperava che le si avvicinasse, che l'abbracciasse.

- Allora Ania! Che hai fatto in tutto questo tempo? -

La interrogò Rufy rimpinzandosi di patate al forno.

- Un pò di cose! -

- Eh! Dopo che Nelson è sparito dalla tua vita ti sarai data alla pazza gioia! -

Poteva dirlo forte. Quel pirata le aveva strappato due anni di vita; l'aveva rinchiusa, ricattata e per vincolarla a sè aveva persino rapito sua madre.

- Scusatemi un momento! Torno subito! -

Si asciugò la bocca e si alzò dallo sgabello. Non sperava più di ritrovarsi circondata dai suoi amici più cari. Aveva così tante cose da chiedergli.. ma doveva assolutamente parlare con lui o finiva per esplodere. Quanto le mancava. Ed era così carino con quel grembiule, svolgendo un mestiere che non si sarebbe mai aspettava di vedergli fare.. Gli andò in contro, gli sorrise. Stava sparecchiando un piccolo tavolo con la minima attenzione. Ma immediatamente la lasciò con un palmo di naso, dirigendosi verso la cucina, senza nemmeno guardarla. Osservò la porta dietro alla quale era sparito e si sentì immediatamente presa dal dolore. Posò lo sguardo sul generale di marina e lo guardò con il volto più triste che egli avesse mai visto dipinto su quel leggiadro viso.

- Te l'avevo detto! -

Questo riuscì a leggerle nello sguardo.

Sentì una mano sulla sua spalla.

- Puoi venire un momento con me? -

Chiese Sanji sussurrandole nell'orecchio, prima che il profumo della sua nota acqua di colonia, la avvolgesse al completo.

- Si, certo! -

Forse, lui avrebbe potuto capirla, aiutarla, ora come ora era l'unico. Sarebbe stato tutto perfetto se Zoro l'avesse accolta come si accoglie la propria ragazza. Purtroppo sapeva che sarebbe stato complicato riconquistarlo. Era così allegra, tutto era svanito in un istante, nonostante fosse su quella terra da appena venti minuti.

- Sanji.. come ti butta? -

- Bene direi! Ho trovato una specie di impiego! Mi occupo spesso della locanda di Makino, sai, per continuare a coltivare le mie arti culinarie! -

Raccontò accendendosi una delle sue immancabili sigarette.

- E tu? A quanto pare alla fine, sei diventata un bravo medico! -

- Più o meno.. -

- Io non avevo dubbi, sai? Sapevo che avresti realizzato il tuo sogno! Come sta tua madre? -

Gli venne in mente quella donna, bella quanto Ania, che aveva sofferto nelle mani di uno sporco pirata per un lungo periodo.

- Adesso sta bene! -

- Adesso? -

Le chiese sorpreso.

- Si.. è stata molto male di recente.. -

Spiegò.

- Ha avuto.. un forte attacco! Ha rischiato di morire! - - Non posso crederci! E si è rimessa? -

- Si, completamente.. ma non è stato merito mio! -

Per questo non riusciva a considerarsi un'ottima dotoressa.

- Non capisco.. -

- Io sono un medico Sanji, però.. non sono riuscita a capire cosa la stesse uccidendo! Non da sola almeno! Non riuscivo a farle scendere la febbre.. alla fine.. ho dovuto trasferirla in un luogo dove avrebbe potuto essere curata alla perfezione! -

Ora si spiegava ogni cosa.

- Allora è per questo.. che Zoro non ti ha trovata! -

Si era trasferita, ma per salvare la vita di sua madre. Lei rappresentava tutto per Ania, se lo rammentava.

- Si, è solo per questo! -

Sospirò amareggiata.

- Te lo giuro! Non ho mai smesso di amarlo! -

Anzi, con il tempo. si era innamorata di lui ancora di più. Sentendolo lontano, provando un dolore terrificante nel vivere separata da quel ragazzo, il suo amore era cresciuto.

- Ho saputo che mi ha cercata... e che se n'è andato sconvolto.. avrei voluto rintracciarlo.. ma non sapevo dove lui fosse.. finchè.. Nico non mi ha parlato di questo villaggio. Mi ha detto di conoscervi tutti quanti e allora.. gli ho chiesto.. di portarmi qui! -

Era invidioso. Lui aveva amato moltissimo Nami, ma alla fine. lei aveva scelto Rufy. Quanto ad Ania, aveva provato un forte sentimento anche per lei prima che s' innamorasse di Zoro.

- Parlagli! Vedrai che ti perdonerà! -

- E se non mi ama più? -

Rise, gettando il mozzicone di sigaretta per terra, schiacciandolo con il tacchetto della scarpa.

- Sta tranquilla! E' più cotto di un arrosto bruciato, quello li! -

Posò nuovamente una mano sulle sua spalla e la riaccompagnò alla locanda. Ora Zoro aveva un motivo importante per abbandonare il mestiere di cameriere.

- Lo trovi in cucina! -

Disse sollevando il vassoio di piatti.

- Grazie.. ma preferisco parlargli più tardi.. -

Alla larga da occhi indiscreti, nel silenzio.

- Ehi Ania! Vieni a tenerci compagnia! -

Fece segno Rufy, sentendo una voglia matta di fare quattro chiacchiere.

- Arrivo! -

- Allora, tutto bene? -

- Si Nami! Tutto bene! E tu? O meglio.. e voi.. -

C'era qualcosa che non la convinceva, qualcosa di veramente diverso.

- Noi? Che intendi dire? -

Arrossì la navigatrice sorseggiando nervosamente un bicchiere di buon vino bianco.

- Andiamo Nami.. non credere di potermi ingannare! -

Sollevò un sopracciglio con sarcasmo.

- L'ho capito subito che state insieme! -

- No no.. ti sbagli.. eh eh... ops! Che sciocca! Mi sono dimenticata che ho un vestito da ritirare al mercato! Ci vediamo dopo eh? -

Come una lippa, balzò giù dallo sgabello e corse saettando fra un cliente e l'altro.

- Ah ah ah ah ah! Mi fa morire quella ragazza! -

Si divertì Rufy sbattendo una mano sul bancone.

- Ma.. quale mercato Rufy... arrivando qui non ho visto nemmeno una bancarella! -

- Per forza! Il mercato non c'è più ormai, l'hanno terminato! E' solo una scusa che ha inventato per andarsene! Fa sempre così quando è imbarazzata! -

Un motivo in più per darle da pensare.

- Si , l'avevo capito... piuttosto.. dimmelo tu! -

Lo prese sotto braccio, cercando in tutti i modi di avere una risposta, nonostante ormai la conoscesse già.

- Cosa? -

- Ci ho azzeccato vero? Tu e Nami siete fidanzati? -

- Beh, si! Come hai fatto a capirlo? -

Aveva uno sguardo molto attento, sin da quando era sulla Going Merry. Si era accorta dei sentimenti che navigavano in entrambi i loro cuori.

- Non ci vuole molto! Basta un'occhiata per rendersene conto! -

- Ah si? -

- Già! Sai Rufy, sapevo che prima o poi, sarebbe finita così fra voi! -

Immaginava che lui, così impacciato e inesperto, forse anche più di lei, avrebbe aspettato parecchio tempo prima di confessare a Nami di amarla, ma era certa che al termine del loro viaggio, sarebbero diventati finalmente una coppia.

- Già! Come al solito ci hai azzeccato eh? -

- Visto? Non puoi mentirmi! -

Recitò le stesse parole che le rivolse lui in passato, quando soffriva a causa di un'incomprensione con Zoro. Fra loro non era stato quasi mai tutto rose e fiori, eppure avevano trascorso giorni bellissimi insieme, anche quando nessuno di loro due era a conoscenza dei sentimenti reciproci. E poi, quando si erano fidanzati, Il loro cuore era diventato così caldo...

- E' così! -

Disse dunque.

- Nemmeno tu però! -

- Eh? -

- Si! Vorresti che ci fosse Zoro al posto mio, non è forse vero? -

Purtroppo, in parte lo era e si odiava.

- Ma no! Che dici? -

- Guarda che non mi offendo, anzi! Se sei qui è solo per lui, giusto? -

Anche questo rappresentava il vero.

- Soprattutto per lui, si! -

- Lo sapevo! Tu non l'hai mai dimenticato! -

Non aveva mai creduto alle parole del suo amico, nemmeno per un istante, perchè si fidava di Ania e conosceva il suo cuore.

- Mai! -

- Allora tornate insieme, dai! Così potremo fare una bella uscita a quattro un giorno! Che ne dici di andare in gita da qualche parte? Io adoro il campeggio! -

Sorrise a pieni denti. Anche se i suoi lineamenti erano molto maturati in quel tempo, i suoi modi erano sempre quelli di un bambino.

- Tu adori tutto Rufy! -

Rise.

- Amo la vita! E' un male? -

- No! Mi piaci molto per questo! -

- Hi hi! Anche tu mi piaci Ania! Sei una ragazza eccezionale e credimi! Zoro è fortunato ad averti trovata! -

La fortuna in realtà, era tutta sua. Zoro era speciale. Possedeva un carattere arrogante, presuntuoso e spesso insopportabile, ma con lei.. era dolce, sempre disponibile. E poi i suoi baci.. Lo amava, lo amava tantissimo. Per questo lo rivoleva.

- Su che aspetti! Corri a riprendertelo! -

- Ma adesso.. sta lavorando! -

- Credimi! Sarà contentissimo di lasciare il posto di lavoro! -

- Ma non è nemmeno venuto a salutarmi! - E sapeva che aveva tutte le ragioni.

- E tu intendi aspettare che lui venga vicino a te per dirgli quanto ne sei innamorata? -

Se c'era un motivo per cui aveva lasciato la sua isola e di conseguenza infranto la sua promessa, Zoro doveva saperlo.

- Fidati! Aspettare peggiora solo le cose! -

Lei aveva provato amore per tantissimo tempo e probabilmente.. anzi, sicuramente, lo avrebbe sentito peril resto della sua vita. Solo grazie a questo sentimento, la sua esistenza aveva un senso ormai.
Annuì, ringraziò Rufy con tutto il cuore per esserle ancora una volta, restato vicino e si gettò in mezzo alla gente per cercare l'uomo dei suoi sogni, del suo cuore. Poi lo vide, mentre si tolse il grembiule e lo appoggiò sul bancone, stanco e infuriato. Aveva una dignità lui. Lo raggiunse e lo chiamò con un filo di voce tremula.

- Zoro.. -

Rimase li, fermo per un momento, finchè non esclamò, irritato e serio..

- Non abbiamo niente da dirci! -

Quasi la ghiacciò.

- Si invece! Devo parlarti! E' importante! -

- Bene! Io non voglio ascoltarti! -

Lo afferrò per la maglietta costringendolo a voltarsi e a guardarla negli occhi. Questa volta era davvero lei quella che vedeva.

- Invece mi ascolterai! Ti prego! Lasciami parlare! -

- Perchè dovrei ascoltare le tue sciocchezze da ragazzina viziata? -

Si scansò violentemente da lei.

- Perchè fai così! Non sei contento di vedermi? -

- Se le cose fossero andate diversamente.. lo sarei! -

Come biasimarlo?

- Lo so ma lascia che ti spieghi! -

- Non c'è niente da spiegare! Mi hai tradito! -

- No! -

Gli strinse la vita cercando in qualche di modo di tranquillizzarlo, di farlo sentire importante.

- Vieni fuori ti prego! Devo dirti come stanno le cose! Per favore! Se non vorrai credermi allora.. potrai anche detestarmi! -

- E sia! Ma non ho molto tempo da perdere! -

Le bastava solo un minuto per cercare di riaverlo. Cingendogli il polso, lo trascinò all'esterno, all'aria aperta, dove avrebbe tanto voluto passeggiare con lui, mano nella mano.

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Capitolo 31
*** Irresponsabilità ***


CAPITOLO 31: Irresponsabilità


- Io ti amo! -

Confessò immediatamente, senza girarci troppo intorno. - Ti amo ancora così tanto.. -

- E allora perchè non mi hai aspettato? -

- L'ho fatto! Finchè.. -

- .. Non te ne sei andata via! Senza pensare a me! -

Terminò la frase lui.

- Non è così! Ci ho pensato sempre a te! -

Quanto avrebbe voluto crederle.

- Mi spiace Ania! Non sei abbastanza convincente! -

Si voltò. Le stava dando le spalle..

- Non te ne andare.. -

Disse con un filo di voce.

- Io dovevo salvare mia madre! -

Gli urlò con quanta forza aveva in gola.

- Tua madre l'abbiamo salvata noi tutti insieme tempo fa! Non inventare scuse! -

Scosse la testa rapidamente pregandolo di ascoltare le sue parole.

- Mia madre stava morendo Zoro! Si è ammalata poco tempo fa! -

- .... -

Piombò il silenzio.

- Io non ho potuto curarla.. e abbiamo dovuto trasferirci per un pò.. in un ospedale non molto lontano dalla mia isola! -

Gli si avvicinò con gli occhi umidi e posò le mani sulle sue lisce e calde guance.

- Ho sofferto molto nel partire.. ma dovevo portarla li.. dovevo fare in modo che lei guarisse! Perdonami! Perdonami! Non ti ho dimenticato! -

Stava piangendo. Che motivo avrebbe avuto di raccontare una bugia così grande? Ania non avrebbe mai coinvolto sua madre in una panzana. La conosceva.

- Per fortuna sta bene adesso! Quando sono tornata a casa ho saputo di te.. e che io non c'ero... quando Nico mi ha detto di vivere qui e di conoscerti bene.. ho voluto seguirlo! -

- E hai lasciato.. tua madre da sola? -

Gli sembrava così assurdo.

- No! E' guarita.. ed è in buone mani! Ora aspetta un bambino dall'uomo che ha sposato un mese fa! -

Solo lei era da sola. Solo lei non aveva l'uomo che amava vicino a se.

- Ti prego, credimi! Ti amo! Ti amo amore! -

- Oh Ania! -

Staccò le sue mani dalle proprie guance e le posò sul petto.

- E tu Zoro? Mi ami ancora? -

Soffocava per l'amore che aveva nei suoi confronti.. ma non sapeva cosa fare, se tornare insieme a lei.. oppure no. Lo desiderava.. tuttavia, temeva di soffrire ancora. E poi ormai, la sua famiglia era li e lui non avrebbe più potuto andarsene. Ania invece, voleva troppo bene a sua madre per lasciarla definitivamente. Perciò sapeva bene che un giorno, se ne sarebbe andata via.. lasciandolo ancora una volta.

- Non lo so Ania! -

Mentì dunque.

- Onestamente sono molto confuso! -

Invece sapeva bene cosa voleva, ma era troppo tardi. Sapere che in realtà lei non lo aveva cancellato dal suo cuore, che aveva infranto la sua promessa per qualcosa di veramente importante.. e le sue lacrime, lo avevano reso felice.

- Confuso? Perchè? -

- Non lo so.. ho bisogno di riflettere! -

Sentiva ancora quel nodo in gola, lo stesso che gli era comparso quando aveva visto la sua Ania allontanarsi da lui.

- Zoro.. -

Si asciugò le lacrime, ma purtroppo, aveva un brutto presentimento e sapeva, che sarebbe scoppiata di nuovo.

- Sii sincero! -

Lo guardò dritto negli occhi più belli del mondo.

- Tu sei innamorato di me.. oppure no? -

Ora cosa avrebbe dovuto risponderle?

- Ania.. sei importante per me... però.. non provo più.. quel sentimento che avevo un tempo.. -

Abbassò lo sguardo, mentre le gambe le sembravano due gelatine.

- Vuoi dire... che.. non mi ami più? -

- No Ania... mi dispiace! -

Dovette sforzarsi moltissimo per non cedere.

- Io.. non sono più innamorato di te ormai.. il tempo.. mi è servito.. per dimenticarti! -

- No.. non ci credo! -

Gli afferrò la maglietta, stringendola quanto più poteva.

- Non posso crederci! Stai mentendo! Sanji mi ha detto che.. -

- Lascia perdere quello che ti ha detto quel cuoco da strapazzo! -

Rischiava di rovinare tutto.

- Lui vuole solo aiutarci.. per questo dice cose che non sono vere.. per vederci di nuovo insieme! Ma ora io non posso più stare con te! -

Si allontanò da lei, mentre le sue splendide mani, scivolarono dal suo petto. Rimase immobile, completamente senza fiato in gola, mentre lui si allontanava.

- Perdonami! -

Gridava dentro di se.

- Perdonami Ania! -



Stava tornando alla sua nave ora che finalmente ci era riuscito. Alla fine, Ben aveva cambiato idea. Sarebbe partito insieme a lui come testimone di nozze.


- Ti ho detto che non vengo! Sei sordo? -

- Suvvia! Non hai la minima intenzione di eseguire un ordine del tuo capo? -

- Io eseguo gli ordini solo in campo di battaglia e non in cose stupide come questa! -

Non ci si vedeva proprio davanti ad una vetrina a scrutare tutti quegli anelli barluccicanti, che lo mandavano in bestia.

- Ah... comprare un anello di fidanzamento ti sembra stupido? -

Irruppe lui furibondo.

- E' il segno dell'amore di un uomo verso la proprio compagna! -

- Se lo dici tu... per me sempre sciocco resta.. -

- Ok... va bene! Come vuoi! -

Si soffermò.

- Se proprio non ti va... lo chiederò a Lucky! -

- Alleluia! -

- Però.. ti avverto Ben.. non potrò più considerarti il mio migliore amico! -

Rimase per un attimo in silenzio.

- Ma che assurdità.. -

- No Ben, dico davvero! -

Sembrava così serio..

- Se non vuoi aiutarmi, starmi vicino in un momento così importante.. allora.. non posso considerarti il mio amico più fidato! -

Non poteva credere a quello che sentiva.

- Ma ti sei fumato il cervello? -

- No! Il testimone di nozze, ha un ruolo importante! Invece tu, te ne starai in disparte a vedere quello che consideri tuo amico, compiere il grande passo e non potrai dire nulla nè muovere un dito! Ricordatelo Ben! Mi hai deluso! -

Sapeva che poteva trattarsi di una trappola, tuttavia, non se la sentì più di dirgli di no.

- E va bene ho capito! Hai vinto capo! Verrò con te se proprio ci tieni! -

- Davvero? Grazie Ben! Sapevo che avresti ceduto! Allora partiremo domattina ok? Come sono felice! -



Lo aveva abbindolato per bene lui. Ora c'era solo un altro piccolo ostacolo: Max. Non gli avrebbe mai permesso di salpare.

- Amore! -

La chiamò salendo a bordo.

- Ah eccolo finalmente! -

Esclamò sbuffando, richiudendo velocemente la rivista.

- Ma dove ti eri cacciato? -

- Emm.. piccola.. ho una cosa da dirti.. -

- Che è successo stavolta? -

La faceva sempre stare in ansia. - Ecco.. io.. devo comprarti l'anello... ma per farlo.. dovrò partire domani! Qui vicino c'è un'isoletta molto carina.. lo comprerò laggiù! -

- SCORDATELO! -

Reagì esattamente come previsto.

- Non ti permetterò mai di lasciare il villaggio! Solo per comprare un anello poi! -

- Ma cara.. devi avere un anello al dito.. solo così saremo ufficialmente fidanzati! -

- Non m'interessa! -

In verità.. lei non voleva restare sola. Non voleva passare una notte o due in quel grosso letto senza di lui, come prima.

- Per me va bene qualunque anello! Non dirmi che qui non ne vendono perchè non attacca! -

- Beh.. un mio vecchio amico ne vendeva... ma... non mi piacciono.. -

- E non hai pensato che l'anello deve piacere a me? -

- Certo.. è proprio per questo che parto.. ma non sarò da solo, mi accompagnerà Ben! -

Forse in quel modo, avrebbe potuto cambiare idea.

- Non posso credere che lui abbia accettato.. conoscendoti gli avrai detto qualcosa per convincerlo! -

- Eh... -

Riusciva sempre ad accorgersi di tutto.. del resto.. anche lui era sempre attento a ciò che gli accadeva intorno, soprattutto nei riguardi di Max. Sempre, era in grado di leggerle nel profondo. Adorava questo loro carattere così simile. Fatti proprio l'uno per l'altra.

- Non mi vuoi proprio lasciare andare? Su, starò via solo due giorni dopotutto! -

- Appunto! Mi sembrano già troppi! -

- Come come? Aaaaah! Adesso ho capito! -

Le afferrò il viso con due dita e l'avvicinò di scatto a sè.

- Tu non vuoi che io parta perchè sai che ti mancherò da impazzire! -

- Oh, non dire fesserie! -

Si scansò lentamente.

- Lo dico solo perchè non mi sembra il caso di salpare per comprare un anello! E poi ti sembra il momento più appropriato? Proprio ora che Makino sta male? -

- Non posso crederci! Ma allora tu e Ben vi siete messi d'accordo! -

- D'accordo su cosa? -

Non poteva credere che perfino Max, intendesse sposarsi il più tardi possibile soltanto per non ferire i sentimenti di Makino. Certo, era troppo strano che lei, con il suo grande e dolce cuore, non dicesse una sola parola a riguardo.

- Vuoi rinviare le nozze, non è vero? -

Cambiò immediatamente umore.

- Ma se non le abbiamo nemmeno fissate! -

Commentò.

- Beh, io davo per scontato di sposarci in breve tempo.. -

- Breve quanto esattamente? -

- Non so.. -

Farfugliò lui.

- Fra un paio di settimane.. -

Forse era troppo presto, ma non stava più nella pelle.

- Lo so, avrei dovuto parlarne con te.. se reputi giusto sposarci più avanti per me.. va bene.. -

- Shank.. io ti sposerei subito! -

Gli confessò stringendogli la mano.

- Ma allora.. perchè hai detto.. -

- Intendevo solo dire, che 48 ore sono tante! Makino si accorgerà della tua assenza e chiederà di te! Io non me la sento di mentirle capisci? Perciò.. vorrei che aspettassi un pochino.. il tempo necessario per dirle come stanno le cose e abituarla all'idea.. -

Voleva essere insieme a lui nel momento in cui Makino sarebbe venuta a sapere del loro matrimonio.

- Tesoro, non devi farti problemi! Le parlerò stasera stessa! Vedrai! Non ci impedirà di sposarci, la conosco! -

La afferrò per la sua esile vita e la portò contro di sè.

- Niente e nessuno potrà impedirmi di passare la mia vita con te amore mio! -

Le scoccò un veloce, ma bellissimo bacio.

- Ti prego, lasciami partire! Voglio farti una sorpresa! -

- Vuoi regalarmi un anello a sorpresa? Tu sei tutto matto.. -

Rise.

- No.. sono innamorato! -

Precisò strofinando la guancia contro la sua.

- Ti metterò al dito l'anello più bello che tu abbia mai visto in vita tua! -

- Uff.. e va bene! -

- Ti amo! -

- E comunque... -

Riprese subito.

- Sappi.. che avevi ragione.. -

Lo strinse dolcemente, facendosi avvolgere dal suo buonissimo profumo.

- Mi mancherai terribilmente! Due giorni saranno un'eternità senza di te! -

- Non ho dubbi! -

- Ci avrei giurato! -

- Ah ah! -



Era ancora in mezzo alla stradina, poco più avanti della locanda. Fissava dritto davanti a sè, sperando di vederlo tornare indietro, ma fu tutto inutile. Non poteva credere di aver fatto tutta quella strada per niente e soprattutto le sembrava così impossibile che lui non fosse più innamorato.

- Sanji, dove sono Ania e Zoro? -

- Non lo so Nico.. -

Ma era più che naturale, che quei fossero insieme da qualche parte.

- Forse sono qui fuori! -

- Ho capito, grazie! -

Non aveva più avuto modo di parlare con Ania, ci teneva a scambiare quattro chiacchiere. L'aveva vista così afflitta.. Uscì all'aperto e imboccando la stradina che portava al porto. Solo dopo averla sorpassata, si accorse di lei. Era appoggiata di spalle, contro una parete.

- Ah sei qui.. ma.. come mai da sola? -

La sentiva singhiozzare.

- Piccolina.. perchè piangi? E' successo qualcosa? -

- Oh Nico! -

Posò la fronte contro il suo ampio petto, sentendo che ora come ora, aveva soltanto lui per sfogarsi. Non se la sentiva di rovinare la giornata ai suoi amici.

- Ero.. così gioiosa prima.. così felice.. e ora guardami! -

Immersa nelle lacrime.

- Ti prego non fare così Ania.. ho già visto troppi pianti oggi, tra quello di mia moglie e il tuo.. dovremmo essere tutti felici.. -

- E' quello che vorrei anch'io! -

Ma purtroppo, non avrebbe più potuto esserlo.

- Cos'è successo? Zoro non c'è? -

- Se n'è andato! -

Spiegò tirando un grosso sospiro.

- Lui.. non mi ama più! Non mi vuole più! -

- Non capisco.. -

- Mi ha dimenticata! Mi ha detto che.. non è più innamorato di me! Io e lui non staremo insieme mai più! E' finita! Definitivamente! -

No, non ci credeva nemmeno un pò. Aveva visto lo sguardo di Zoro quando Ania aveva fatto capolino nell'osteria. Quegli occhi, quella luce nel suo sguardo.. erano di un uomo innamorato.

- E' crudele che io sia di nuovo felice con mia moglie.. e tu.. Vorrei tanto che stessi al fianco del ragazzo di cui sei pazzamente innamorata! -

- Pazzamente.. hai detto la parola giusta! -

Nel preciso istante in cui lo rivide, tutto intorno a lei scomparì. Rimase solo l'immagine di un bellissimo e dolce ragazzo.

- Si risolverà, vedrai! -

- E come se Zoro non mi ama! -

- Ti ama! Ti ama! Lascia fare a me! -

- Ma.. -

- Meriti di essere felice! Hai fatto tanto per me e inconsapevolmente per la mia famiglia.. ora è giusto che faccia qualcosa per te! -

Senza nemmeno lasciarle il tempo di replicare, corse chissà dove, intenzionato a risolvere una situazione ormai giunta al suo capolinea.

- Che stupido! -

Non c'era più nulla da fare ormai.

- Ma che ti salta in mente.. eh Zoro? -

Era una menzogna. Lui non l'amava? Ma che diamine gli passava per la testa? Perchè soffrire e fare piangere anche lei? Sapeva bene dove trovarlo. Nel luogo in cui andava sempre nei momenti di sconforto. In un angolino dell'isola c'era uno spiazzo piccolissimo, ma molto rilassante. Si riusciva perfettamente a sentire il profumo del mare a l'aria fresca proveniente da un punto indefinito dell'orizzonte. Si affacciò con il capo e lo vide; seduto su una piccola roccia, mentre faceva rimbalzare dei sassi sull'acqua.

- Sapevo di trovarti qui! -

Osservò avvicinandoglisi con le mani dietro la schiena e il passo da fiero marinaio.

- Sei appena tornato da una brutta avventura! -

Disse il ragazzo.

- In un villaggio dove tutti ti credevano morto! Dovresti essere con tua moglie! -

- E tu dovresti essere con la tua ragazza! -

- Fra noi è finita! -

- Già! Perchè sei stato tu a volerlo! -

Si accomodò al suo fianco, come un genitore che si siede accanto al figlio, pronto a consolarlo.

- Non l'amo! Per quale motivo dovrei stare con lei? -

- Non m'incanti ragazzo mio! -

Si capiva dal tono della sua voce, che non era sincero.

- Tu sei innamorato cotto di Ania! Lo so! Lo vedo nei tuoi occhi! -

- Davvero? -

- Si! C'è un motivo se le hai mentito! -

Ma non si spiegava quale. Entrambi si adoravano, si amavano. Allora perchè non tornare una coppia?

- Almeno hai chiarito la faccenda di quella volta? -

- Si.. mi ha spiegato.. e le credo! -

- E meno male! Saresti un idiota se non le credessi! La sua povera mamma ha patito tanto la malattia.. quando Ania mi ha portato in salvo, lei non stava ancora molto bene! -

Quella splendida ragazza si era occupata di due persone in una volta. Si era data un gran da fare, allo stesso modo per entrambi.

- Capisco.. -

Gli piaceva sua madre.. forse perchè lui, era visto bene da lei.. temeva di ricevere le classiche ramanzine di una madre.. invece.. si era semplicemente raccomandata. Voleva che lui le stesse accanto, sempre e comunque, che la proteggesse. Lo avrebbe fatto a costo della vita se Ania non avesse scelto di restare e di abbandonare il viaggio.

- Qual'è il problema? -

- Nessun problema! -

- Ma mi credi davvero così scemo? -

L'unico sciocco su quell'isola, era solo lui, il re degli spadaccini..

- Cosa vuoi sentirti dire? Che amo Ania? Si è vero, è così! Ora sei contento? -

- Ehi.. non ti scaldare amico! -

Voleva solo aiutarlo.

- No, non era questo comunque ciò che le mie orecchie cercavano! -

Perchè già lo sapeva da sè.

- Vorrei sapere perchè l'hai lasciata definitivamente! -

- Affar mio! -

- No caro! E' anche affar mio visto che tengo alla ragazza! -

Si era affezionato a lei, come ad una figlia.

- Fra te e Ania non esistono legami di sangue! Perciò non trattarla come se fosse una tua proprietà! Non mi piace la confidenza che hai con lei! -

Soprattutto, non gli piacevano quei sorrisi dolci che si rivolgevano.

- Non sarai mica geloso! Io ho già una moglie e Ania è solo una ragazzina Zoro! Come te! -

- Io non sono un bambino! -

- Da come ti comporti sembrerebbe di si! -

Non adorava particolarmente la gente che lo criticava a quel modo.

- Ma stai zitto! -

- Zoro.. io ho un figlio, che non vedo l'ora di stringere, di portarmi sulle spalle! -

Nessuno avrebbe potuto sostituire Lucas.

- Ma Ania è una brava ragazza! Sembrerebbe quasi perfetta, non vedo difetti in lei! -

- Credimi! Ne ha eccome! -

Ma non gli importava.

- Beh.. la conosci molto meglio di me.. tuttavia... -

Gli afferrò il braccio mentre si preparò a lanciare l'ennesimo sasso in mare.

- Rilassati e ascoltami! -

- Non lo vuoi capire? Voglio stare da solo! -

- No Zoro! Prima lasciami parlare, poi se vorrai, potrai anche startene qui solo come un cane, a farti venire un crampo al braccio! -

Nico era eccezionale quanto lui in testardaggine. Un degno avversario.

- Ania è sconvolta! -

- Perchè, io? Secondo te come sono? -

- Sei un cretino! -

Forse era meglio se teneva il becco chiuso. Quel marinaio si divertiva sempre a provocarlo e a lui dava non poco fastidio.

- L'ho vista li, in mezzo alla strada.. mentre singhiozzava come una disperata! -

Lo sapeva che soffriva e gli faceva male il petto. Non avrebbe mai voluto procurarle lo stesso dolore che aveva provato lui quasi un anno prima per una disgrazia accaduta alla sua povera madre. Aveva frainteso, credeva di non rappresentare più nulla per lei, invece, gli era bastato ascoltarla, sentire la verità per rendiersi conto che davvero, lei lo amava ancora.

- Zoro, perchè non vuoi stare insieme alla donna che ami? -

- Io lo vorrei tantissimo! -

Disse in fine.

- Solo che... -

- Solo che cosa Zoro? -

- Lei se ne andrà via un'altra volta! Lo so! Sua madre rappresenta tutto! Non la potrà mai abbandonare! Alla fine tornaerà a casa sua e io.. soffrirò ancora una volta! -

Il bel marinaio, si portò una mano davanti alla faccia e borbottò qualcosa di incomprensibile. Sembrava che stesse cercando di trattenersi dal menarlo..

- E ora che ti prende? -

- Sei un idiota Zoro ecco cosa sei! Un perfetto imbecille! -

- Eh no! Adesso basta! -

Balzò in piedi furioso e offeso.

- Non ti sembra di avermi insultato già abbastanza? Vuoi che ti faccia a fette? -

- Si. così la tua bella reputazione si distruggerà in un instante! -

Non aveva tutti i torti.

- E poi come pensi che ti guarderà lei, se ammazzi un uomo sposato e con un figlio? -

Ripose la spada che aveva estratto con uno scaltro movimento, nel fodoro. Lui veramente, voleva solo provocarlo.

- Comunque ragazzo.. lascia che ti dica una cosa! Il resto starà a te! -

Non era facile convincere un tipo complicato del calibro di Roronoa Zoro.

- Ania è disposta seriamente.. a lasciare la sua isola e trasferirsi qui! Ne ha già parlato con sua madre.. e sulla mia barca ci sono i suoi bagagli! -

Lei, era disposta a lasciare tutto quanto, solo per vivere accanto a lui.

- Cosa? -

- E' la mia ultima parola! -

Si sollevò da terra. pulendosi il fondoschiena dalla sabbia che si era attaccata sui pantaloni, si sistemò il cappello e s'incamminò lasciando lo spadaccino completamente solo, a riflettere sui suoi sciocchi e irresponsabili sbagli. Se solo ne avesse parlato con lei, avrebbe immediatamente scoperto la verità.

- Che cosa ho fatto! -

Si vergognava di se stesso. Come avrebbe potuto guardarla in faccia senza considerarsi uno sciocco?

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Capitolo 32
*** La partenza ***


CAPITOLO 32: La partenza



Non aveva la minima idea di cosa dirle, sapeva soltanto che ora, la voleva. Voleva sentirlo dire da lei, assicurarsi che non si fosse trattato di una trappola di quel sudicio marinaio. Se davvero Ania era decisa a trasferirsi al villaggio con tutti loro, con lui, allora cambiava tutto quanto. Niente più dolore, niente più solitudine, solo amore, solo affetto.. solo coccole.. mai come in quel momento sentiva, che aveva un bisogno irrefrenabile si essere accudito come un bambino indifeso.


- Ania! Ma cosa ti è successo? -

Sanji uscì a fumarsi una sigaretta. Makino, non gli permetteva di accenderne nemmeno una all'interno della sua locanda, Nè mentre cucinava, nè quando serviva i piatti ai tavoli. Nella sua antica e famosa osteria era assolutamente vietato fumare.

- Niente.. -

Si asciugò velocemente gli occhi e tornò a sorridere.

- Ehi.. non ti sforzare.. -

Si chinò a terra ad avampetto con lei, i loro sguardi erano incrociati e i loro volti l'uno davanti all'altro.

- Dimmi, dov'è quell'idiota? -

- Zoro.. non è qui! -

- Ma lo era prima o no? -

Non se la sentiva di dargli un dispiacere. Sanji si era sempre preoccupato molto, si era preso cura di lei in ogni istante in passato e certo, anche se ormai era passato del tempo, anche se lei si trovava a Fusha da meno di un'ora, Sanji non avrebbe smesso di starle accanto.

- No no! Io non l'ho visto! -

- Bugiarda.. -

Si capiva lontano un miglio che aveva appena finito di piangere.

- Non ti si può nascondere niente.. sei proprio come Rufy tu.. -

- Ehi! Non paragonarmi a quella fogna! Io e lui non abbiamo proprio niente in comune! -

- Ah ah! Hai ragione! -

- Un sorriso vero stavolta.. -

Osservò spegnendo la sigaretta sulla terra.

- Cosa? -

- Hai sorriso, ma con il cuore! Prima invece, ti stavi solo sforzando! -

- Già.. -

- Ania, puoi parlare con me, lo sai! -

Si, lo sapeva benissimo. Però..

- Cosa ti ha fatto quello spadaccino dei miei stivali? -

- Beh.. Sanji... prima vorrei sapere una cosa.. -

- Va bene! Dimmi! -

- Perchè mi hai mentito? -

Voleva saperlo. Nonostante egli avesse solo cercato di aiutare entrambi, aveva forse peggiorato la situazione.

- Di che parli? -

- Mi hai detto che Zoro mi ama molto.. invece non è affatto così! -

- Fammi capire! Zoro ti ha detto che non è più innamorato di te? -

- Mh.. -

Era molto confuso. Non riusiva mai a capire cosa frullasse in quella sua testa vuota e giunse alla conclusione che forse, non ci sarebbe riuscito mai.

- Ania, se qui c'è qualcuno che ti ha mentito, quello è proprio Zoro! -

- Ma.. -

- Che motivo avrei avuto per dirti una bugia? Lui stava malissimo Ania! Te l'assicuro! Hai presente quella donna.. quella che ti somiglia tanto.. beh... Zoro non poteva nemmeno guardarla! -

Forse anche ora, gli sarebbe riuscito difficile.

- Perchè gli ricordava te! Ti vedeva in lei, nonostante voi due abbiate un' età molto differente! Max, la donna in questione, appare molto più giovane di quanto in realtà non sia perciò.. capisci che per lui.. è stato uno shock incontrarla? -

Abbassò il capo e rimase in silenzio.

- Non riesco a capire Sanji! Perchè mi ha spezzato il cuore? -

- A dire il vero Ania.. non lo so! -

Si sollevò da terra e si stiracchiò sentendo la stanchezza accumularglisi addosso.

- Però lo vuoi un consiglio da amico? -

- Si.. -

- Vai a cercarlo! Non posso vederti qui a soffrire.. non lo sopporto! Sei tornata.. e abbiamo tutti il diritto di essere felici, soprattutto tu e Zoro! -

Le diede un dolce bacio sulla guancia e ritornò al suo lavoro di cuoco. Sanji aveva ragione. Non poteva starsene immobile ad aspettare che le cose si sistemassero da sole. Partì alla ricerca dello spadaccino prima di imbattersi di nuovo nell'agente di marina.

- Oh Ania! -

- Nico! Hai visto Zoro? -

- Si! E' laggiù! In fondo c'è uno spiazzo! Lo trovi li! -

- Grazie! -

- Ma... bah.. -

E riprese la corsa perdendo subito il fiato. Non sapeva orientarsi in quell'isola, era la prima volta che ci metteva piede e nonostante Nico le avesse perfettamente indicato il luogo, non riusciva a trovare alcuno spiazzo. Ansante si guardò intorno, premendosi il petto. Imboccò una piccola via fra due case e immediatamente, senza poter far nulla per impedirlo, cadde a terra pesantemente a causa della sua sbadataggine. Era così presa nel cerare lui, che non si era accorta della cassa davanti ai suoi piedi.

- Ohi! -

Si sollevò a fatica mentre due calde mani l'afferrarono per le braccia e la riportarono in piedi.

- Ti sei fatta male? -

- Zoro.. -

- Rispondimi! Stai bene? -

- Sto bene! -

Disse indolenzita e terribilmente imbarazzata.

- Non preoccuparti! -

- Meno male! Ti ho vista fare un volo.. -

- Che figura! -

Si portò una mano davanti agli occhi, arrossenso lievemente sulle guance. Già in passato si era ritrovata in una situazione simile.. con lui. Lo rammentava così bene. Aveva appena frantumato un bicchiere nella cucina della Merry e nel raccogliere i singoli pezzi di vetro caduti a terra, si era procurata un taglio sul dito. Niente di grave, solo un minuscolo graffietto. Ma lui, le aveva afferrato la mano e posato le labbra sulla piccola ferita, succhiando il sangue. Poi, l'aveva portata al lavandino, mettendo le loro mani a stretto contatto, sotto l'acqua fresca.

- Ania.. -

Tolse delicatamente le dita dai suoi occhi e subito, la sua bellissima bocca si posò sulla propria. Socchiuse gli occhi, abbandonandosi a lei e desiderandola come non mai.

- Io ti amo! -

Ribadì lei.

- Lo so.. -

- Anche tu mi ami vero Zoro? -

Accarezzò il suo zigomo con un dolce movimento del pollice.

- Lo so che è così! -

- Mi sentivo soffocare senza di te! -

Confessò in fine.

- Beh.. sei comunque riuscito a portare a termine il tuo compito! -

- Solo grazie all'amore che provavo per te... e.. che provo tutt'ora! -

Allora Sanji diceva il vero. Era un esperto nel campo dell'amore nonostante fosse solo.

- Perchè hai detto quelle cose.. -

- Perchè sono uno stupido! -

Era la prima volta che sentiva una cosa simile da lui e onestamente non se lo sarebbe mai aspettato.

- Io.. temevo che tu decidessi di andartene ancora.. e io.. avrei sofferto! Perchè vedi, ormai vivo qui! -

- E infatti non ti avrei mai chiesto di lasciare il tuo villaggio! -

- Scusami! -

- Perdonato! -

Lo afferrò per mano e insieme uscirono da quello stretto vicolo, ma avvolgente per entrambi.

- Affinchè lo sappia Zoro.. io.. mi trasferirò qui! -

- Si, ne sono al corrente! E.. sono felice! -

Sicuramente ci aveva pensato Nico. Le aveva detto che avrebbe fatto qualcosa per aiutarla e a quanto sembrava, alla fine ci era riuscito davvero.



- Però promettimi che tornerai presto! -

- Si.. te lo prometto! -

Sorrise Shank.

- Anche perchè non riuscirò a resistere più di tanto senza di te! -

La sollevò con forza, mentre divertita ridacchiava fra le sue braccia.

- Devo fare pratica! -

Disse lui.

- Per cosa? -

- Per quando ti porterò in cabina, la prima notte di nozze! E' tradizione che il marito porti la moglie in braccio sino al letto! -

A lei bastava solo diventare sua moglie. Tutto il resto erano cose superficiali.

- Beh! Non è che ci vuole tanto! -

- E beh, insomma.. cominci a pesare tesoro! -

- MH! -

Gli tirò un pugno su quella sua testa rossa sentendo i nervi a fior di pelle.

- Ahio! Fai male! -

- Così impari pirata! -

- Mi risulta che anche tu sia una pirata! -

- E allora? -

Tornò con i piedi sul ponte e i due ripresero a guardarsi negli occhi.

- Stavo solo scherzando io.. -

Commentò massaggiandosi il capo con la mano.

- Sei bellissima! -

- Ah ecco! Così va meglio! -

Si unirono in un altro bacio, quando la voce del vicecapitano che li chiamava da terra, penetrò nei loro padiglioni.

- Ehi pomicioni! Ci sono novità al villaggio! -

Si appoggiarono al parapetto e s'informarono.

- Che tipo di novità? -

- Il marito di Makino è vivo! Ed è qui! -

Aveva scoperto la notizia, quando ormai il marinaio era già alla locanda.

- Cosa? Ma Ben, sei proprio sicuro? -

- Certo! L'ho conosciuto di persona! Avanti venite! Sempre appiccicati a sbaciucchiarvi! -

Fece per voltare le spalle, quando s'illuminò.

- Ah dimenticavo! -

Sputò il mozzicone di sigaretta a terra e lo calpestò numerose volte.

- C'è un'altra cosa! Pare che sia giunto qui accompagnato da una bella ragazza, che somiglia moltissimo a te Max! -

- Eh? A me? -

S'indicò.

- Già! Io non l'ho vista.. ma dicono sia una tua perfetta sosia! -

- Ah! La ragazza di cui mi parlavi! -

Rammentò Shank.

- Allora andiamo dai! Che sono curioso d' incontrarla! -

E si lanciò con un agile e scattante salto, cadendo con le ginocchia raccolte.

- Sempre il solito.. -

Non si sarebbe mai aspettata di ritrovarsi faccia a faccia con se stessa e l'idea la rendeva un pò inquita. Ma c'era dell'altro. Se la ragazza in questione fosse stata la ragazza di Zoro, allora la preoccupava la reazione di quest'ultimo.. In fondo non erano affari suoi... voleva solo pensare a Makino e alla gioia che sicuramente stava provando nel riavere accanto suo marito. Era così felice per lei.. quasi commossa.

- Piuttosto Ben.. sei sicuro che io mi possa avvicinare a lui? -

- Capo.. non mi dirai che hai paura.. -

Più che altro, si trattava di insicurezza.

- Fa parte della marina... io sono un pirata! -

- Si, lo sa anche lui! -

Ma non era affatto pericoloso. A dire la verità, non sembrava nemmeno un agente, era molto diverso.

- Ha parlato con me come se nulla fosse.. sa che sono il vececapitano della ciurma di Shank il rosso! Fidati! Lui arresta solo i veri criminali! -

Non era abituato ad avere a che fare con agenti della marina, anche se in passato aveva fatto amicizia con un marine, vecchio amico di Max. Non sapeva se fidarsi o meno questa volta.. ma probabilmente Makino non gli avrebbe mai permesso di arrestarlo perciò..

- Makino, te li ho portati! -

Urlò Ben non curante della folla. La donna uscì dalla cucina insieme al marito, ma nessuno poteva dire con precisione se la stava aiutando nel lavoro o meno..

- Ah eccovi! Sanji porta questo al tavolo sette! -

- Subito! -

Tirò un sospiro finalmente in pausa e raggiunse Shank e gli altri.

- Grazie Ben! -

Nico si portò il cappello sul petto, com'era solito a fare nelle presentazioni cordiali.

- Non posso credere a quello che vedono le mie pupille! -

Afferrò dolcemente la mano di Max e gliela baciò da vero galant'uomo.

- Sei identica alla mia Ania! Siete due gocce d'acqua! Deliziosa signorina, tu sei? -

- Max! Molto lieta! -

- Il piacere è tutto mio! -

Shank si piazzò davanti alla donna fulminando il marine. Se prima lo temeva, ora voleva incenerirlo. Non apprezzava gli uomini che toccavano Max. A suo parere apparteneva completamente a lui e lui soltanto, aveva il privilegio di toccare la sua bella pelle, liscia come quella di una pesca.

- Vacci piano marinaio! -

- Oh! Tu devi essere.. Shank il rosso vero? Ho sentito tanto parlare di te! -

- Già! In persona! Sono anche il fidanzato di Max, nonchè suo futuro marito! -

Ci tenne a spiegare senza troppi giri di parole.

- Cosa? -

Makino si sbalordì e posò lo sguardo sgranato su una Max leggermente a disagio.

- Vi sposate? Ma è meraviglioso! Max! Congratulazioni! -

- Emm.. grazie! -

Sapeva che aveva tutte le ragioni del mondo per essere felice, tuttavia non poteva fare a meno di pensare a Makino e di quanto era, dopo tanto tempo, raggiante e sorridente.

- Anche io.. sono contenta per te Makino! Ma Lucas lo sa? -

- Ancora no! Voglio fargli una bella sorpresa quando torna! -

Quel bambino soffriva moltissimo per la creduta perdita del padre che adorava. Il ritrovandoselo davanti agli occhi, gli avrebbe restituito il sorriso.

Trascorsero due ore in assoluta pace, parlando, ridendo, bevendo, insomma, spassandosela. Nico e Makino non erano mai stati così uniti, quanto a Max e Shank, festeggiavano il loro fidanzamento (anche se non ufficiale). Nico era un uomo simpatico, gioioso, Shank dovette rivedere meglio la sua posizione.



Sulla Going Merry c'erano solo loro due. Si udiva il suono delle onde e, mentre giacevano a letto, completamente nudi e perdutamente innamorati l'uno dell'altra, si accarezzavano con amore; un amore che non si era minimamente frantumato con il passare del tempo.

- Stai bene? -

Le chiese sussurrando.

- Certo! -

In passato, erano sul punto di fare l'amore, ma lei si fermò. Doveva restare e sarebbe stato maggiormente più doloroso separarsi da lui se gli apparteneva spiritualmente e fisicamente.

- Non è che poi te ne pentirai? -

- Zoro.. -

Si sollevò leggermente, portandosi la mano sul capo sorreggendolo e premendo il gomito contro il cuscino.

- L'altra volta era diverso. Non era il momento! -

Anche se in realtà non aveva voluto altro che lui.

- Smettila di preoccuparti! Io sono qui per restare! -

- Sei sicura? Non è che poi, sentendo la mancanza di tua madre decidi di fare ritorno a casa? -

Sorridendo, scosse la testa. Cercò di tranquillizzarlo, circondandogli il collo con le braccia e riportando il suo corpo a stretto contatto con quello di lui.

- E poi adesso mamma ha un uomo accanto e un figlio in arrivo! Sarei solo un peso per la loro famiglia! -

- Già, ma è anche la tua! Non sei curiosa di conoscere il tuo fratellino? -

- Si! Difatti, ho promesso a mia madre che sarei andata a trovarla! Se vuoi, puoi venire con me.. mi farebbe piacere! -

Era nervosa all'idea di ritrovarsi con un neonato in braccio, soprattutto se si trattava di suo fratello.

- D'accordo! Così almeno, ti trascinerò via con la forza se ti venisse l'impulso di restare! -

- La pianti? Fidati di quello che dico per una volta! -

- Scherzavo! Permalose eh? -

Quanto aveva desiderato quel momento.. loro due da soli, in un ampio letto morbido, dopo aver fatto l'amore per la prima volta.

- Piuttosto Ania, posso farti una domanda? -

Che lo attanagliava da quando aveva saputo la verità.

- Non è che.. il vero motivo del tuo trasferimento qui.. è il tuo patrigno? -

- Il mio patrigno John? -

Chiese trattenendosi dal ridere.

- E perchè mai avrebbe dovuto essere lui il motivo? -

- Beh.. non so.. magari.. lui non ti piace e piuttosto che vivere in quella casa, vedendolo accanto alla tua adorata mamma... -

- Ma va! Figurati! -

Lei era partita solo per rivedere lui, perchè stava morendo disidratata, dopo un anno, senza il suo profumo, senza le sue labbra, senza i suoi occhi, senza i suoi bei capelli morbidi e soprattutto senza il suo corpo caldo e scolpito alla perfezione.

- Lui è un brav'uomo! Lo conoscevo già da tempo! Sai, è nel suo studio medico che lavoravo! -

- Ah si? Dunque è un dottore.. -

- Già! In assoluto il medico migliore che io conosca! E' stato il mio maestro! Da anni ormai ha una fissa per mia madre e io lo sapevo bene! Anzi! Siccome lo consideravo un pò come un secondo padre.. ho cercato di convincerlo a confessarle i suoi sentimenti, ma lui.. -

Era testardo come un mulo.

- Mi odierà! -

Non faceva che dire.

- Io non le piaccio! -

E s'infuriava come una bestia, perchè sapeva che in realtà, anche sua madre provava una forte attrazione per lui, solo che non voleva ammetterlo nemmeno a se stessa.

- Capisco! -

Si sentì più sollevato.

- Ora ti sei reso conto davvero, che sono venuta qui solo per te? -

- Si, tranquilla! Ti credo! Anche perchè in ogni caso, ora che il tuo bellissimo corpo è qui fra le mie braccia, non ti lascerò scappare in alcun modo! -

E lei desiderava solo restare ingabbiata fra i suoi arti forti.

- Andiamo dai! -

Disse lei con rammarico.

- Dove? -

- Al villaggio! Non mi sono comportata tanto bene con gli altri, specie con Sanji! Mi è stato così vicino poco fa... e io me ne sono andata senza avvisare! -

- Ecco! Lo sapevo che ti saresti pentita di aver fatto l'amore con me.. -

Si voltò dall'altra parte gonfiando le guancie offeso.

- Ma no dai, scemo! Che hai capito! -

Lo afferrò per le spalle.

- Intendevo solo che non è stato carino averli lasciati così.. non mi pentirei mai di essere stata a letto con te! -

- Lo so! Volevo solo prenderti in giro! -

- Ci avrei giurato! -

In realtà, lui non si era mai preso gioco di lei, nemmeno una volta. Ora invece, lo voleva fare sempre, così da sentirsi davvero il suo ragazzo, da sviluppare il loro rapporto.



Tirava un'aria leggera, quasi primaverile. Si stava benissimo dopo giorni di forte e insopportabile caldo.. i primi gabbiani svolazzarono sulle case del villaggio e sulle navi ancorate al porto e tutti loro. lentamente ed uno ad uno, aprirono gli occhi tornando alla realtà.
Sbadigliò sentendo le palpebre pesanti e si stirò ancora terribilmente stanca. Posò la mano dall'altra parte del letto, sentendola stranamente vuota. Shank si era già alzato? Eppure non era poi così mattiniero di solito..

- Buon giorno futura moglie! -

Esclamò pimpante come un bimbo e felice quanto una pasqua, spalancando la porta dela camera.

- Ah! Buon giorno a te futuro marito! -

Si sollevò a fatica e rimase al quanto di stucco nel vedere il suo uomo posare un vassoio pieno di cose invitanti sopra al materasso.

- E questo? Da dove arriva? -

- Dalla cucina! -

- Scemo.. lo so anch'io che è stato preparato in cucina... solo.. è qualche occasione speciale? Non è che ci siamo già sposati e io non me ne sono nemmeno accorta? -

Aveva un insolito mal di testa che non ricordava quasi cosa fosse successo il giorno prima.

- Proprio così! Ti ho fatto bere fino a perdere lucidità e ti ho portato all'altare! E' stata la nostra prima notte di nozze! -

Era così serio che per un momento ci cascò in pieno.

- Mi prendi in giro.. -

- Certo! -

- Ah ma va al diavolo! -

- Ah ah ah ah! Ci hai creduto sul serio? -

Sapeva bene che avrebbe continuato a prenderla per i fondelli anche dopo il matrimonio.

- Ad ogni modo, voglio solo viziarti! Mangia tutto, mi raccomando! Hai bisogno di ingrassare un pò! -

- Come! Non ti lamentavi del mio peso? -

- Già! Sei una piuma! E sei troppo magra... in questi giorni hai perso si e no tre chili.. -

- Dici? -

Ne aveva passate di tutti i colori in effetti.

- Si! Quindi ingozzati! -

- Ma non ce la faccio a mangiare tutto.. -

Sulla nave, lei era l'unica a non avere una fogna al posto dello stomaco.

- Mi raccomando! Quando torno domani, voglio che gli altri mi dicano che hai mangiato come un suino! -

- Sei tu il suino! -

- No, non grugnisco! -

Non voleva che partisse, non avrebbe saputo resistere quarant'otto ore senza di lui.

- Davvero non vuoi fami vedere gli anelli del tuo amico? -

- Si! Non sono adatti alla tua bellezza! -

Le sfiorò la punta del naso con l'indice.

- Mi manchi già.. -

- Resisti piccola.. due giorni passano in fretta! Mi raccomando! Occupati di Ennie mentre sono via! -

- Ok! -

- E soprattutto, occupati di te stessa! Rilassati! Parla un pò con Ania! -

Si ricordò solo in quell'istante di aver conosciuto la ragazza. Quando se la ritrovò davanti agli occhi, rimase in silenzio per un abbondante minuto, pensando che sicuramente, c'era uno specchio che rifletteva perfettamente la sua immagine. Ania e Zoro, erano tornati insieme, il viso del giovane era così cambiato, così luminoso..

- Da quanto ho visto è una ragazza simpatica! Non ti farebbe piacere fartela amica? -

- Si.. però.. mi fa un certo effetto starle vicino! -

- Immagino.. ma non devi preoccuparti! Sei e rimarrai sempre la più bella! -

Depose un bacio sulla sua fronte e la salutò con un cenno di mano. Immediatamente, Shank e Ben, salparono a bordo di una scialuppa e si allontanarono dal villaggio ignari di quello che in loro assenza sarebbe accaduto. Nessuno in realtà, era al corrente del pericolo emminente..

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Capitolo 33
*** Fire and flames: Attacco improvviso ***


CAPITOLO 33: Fire and flames: attacco improvviso



Rimase completamente sotto le coperte sentendosi incapace di sorridere. Sapeva bene che Shank era solo partito per comprarle un anello di fidanzamento e sapeva anche che la sera successiva lo avrebbe riabbracciato. Tuttavia, l'idea di passare 48 ore senza di lui, era tremenda. Persino Ben mancava, ed era il suo unico confidente. Si, andava d'accordo con gli altri, erano compagni inseparabili e molto premurosi.. però più irresponsabili, più infantili e inaffidabili. Si sentiva sola, ma fortunatamente aveva ancora sua figlia e poteva vedere in lei l'immagine del suo futuro marito senza saziarsi mai.

- Buon giorno zucchero! -

La salutò Lucky vedendola scendere sul ponte.

- Buon giorno Lucky! Vuoi favorire? -

Aveva fatto la colazione più abbondante della sua esistenza e proprio non ce la faceva a svuotare il vassoio, si sentiva un uovo.

- Mh volentieri! Grazie Zucchero! Sei un angelo! -

- Figurati, io sono piena! -

L'amico fece per afferrare un croissant alla crema, ma con un gesto scaltro, Yasop gli sottrò il vassoio da sotto il naso.

- Giù le mani! Queste leccornie sono di Max, non ti permetterò di ingerirle! -

- Ma scusa... a lei non vanno.. -

- E ti sembra un buon motivo per approfittare di lei? -

Aveva promesso a Ben di sostituirlo. Avrebbe fatto lui da migliore amico a Max e l'avrebbe protetta a costo della vita.

- No Yasop, davvero, non c'è bisogno! -

Spiegò Max.

- Io non ce la faccio più! Guarda mi scoppia la pancia! -

- Mh.. però è un peccato sprecare questo ben di dio.. -

Commentò osservando attentamente il resto della colazione.

- Infatti ci sono io! -

Si offrì volontario Lucky.

- Vabbè! Vorrà dire che terremo tutto per Ennie! Per merenda! -

E scomparve dietro alla porta della cambusa lasciando Lucky con un palmo di naso.

- A proposito di Ennie.. non la vedo! E' già scesa? -

- Oh si.. -

Rispose l'altro ancora infuriato per la colazione persa.

- Capisco.. certo che da quando siamo approdati al villaggio, Ennie non sta un momento sulla nave a parte la notte.. -

- Che vuoi farci! Non ha mai avuto un amico e soprattutto ha sempre e solo vissuto per mare! Lascia che si diverta! -

Almeno non gli dava più fastidio ora che aveva Lucas.

- Hai ragione! -

Solo non riusciva più a passare un momento con la sua bambina.


- Stai uscendo? - Domandò Rufy appena sceso dal letto, notando la sua ragazza già vestita, alla porta di casa.

- Si! Oggi voglio anch'io dare una mano alla locanda! Sai, visto che Nico è appena tornato, Makino vorrà passare un pò di tempo con lui! -

- Si, è vero! Ma hai mangiato qualcosa almeno? -

Si preoccupava sempre che Nami mangiasse, per lui, il cibo era fondamentale per affrontare bene la giornata.

- Una brioche! Ci vediamo dopo! -

- Ah aspetta Nami! Devo parlarti! -

Dopo aver avuto un'allegra chiaccherata con la sua cara amica Ania, aveva capito, che doveva assolutamente mettere le cose in chiaro.

- E' importante? Ho promesso a Sanji che sarei andata alla locanda.. non ne possiamo parlare più tardi? -

- No! Ne parleremo adesso! -

Non lo aveva mai visto così serio.

- Rufy.. -

Disse richiudendo la porta.

- E' successo qualcosa? E' da ieri sera che sei strano.. -

- E' che non capisco una cosa Nami.. -

- Che cosa? -

Aveva paura, che lei non lo amasse nel modo soffocante in cui lui amava lei.

- Tu ci tieni a me? -

- Ma certo che tengo a te! Che domande fai? -

Chiese con una smorfia di disappunto.

- Allora perchè non vuoi ufficializzare la nostra storia? -

Soltanto Max e i loro compagni ne erano al corrente, ma il resto del villaggio no. Ci teneva a far sapere ai suoi migliori amici, nessuno escluso, che anche lui si era innamorato. Voleva che gli altri vedessero Nami come la fidanzata del re dei pirati.

- Ancora con questa storia? Eppure ne abbiamo già parlato.. -

Sapeva che si sarebbe arrabbiata.

- Già, ma sono stanco di essere trattato come se non contassi nulla! -

Era stanco di nascondersi per baciarla o anche solo per abbracciarla. Si sentiva a disagio.

- Beh! Per me conti moltissimo quindi finiscila! -

- E allora parliamone anche agli altri! Se davvero mi ami, perchè non vuoi? -

Non disse una parola.

- Nami? Rispondimi! -

La afferrò strettamente per un braccio.

- Ahio! Mi fai male! -

- Rispondimi! Ti vergogni di me? E' per questo che non vuoi farlo sapere in giro? -

- ... -

- E'.. è così? -

Gli venne un grosso e fastidioso nodo alla gola. Assunse un espressione così triste, come quella di un bambino.

- Sei uno stupido! -

Disse a tono scansandosi e uscendo di casa correndo. Non poteva crederci. Nami si vergognava di avere lui come ragazzo.. che sciocco era stato, a credere per tutto quel tempo, che Nami lo ricambiasse nello stesso modo.

- Accidenti! -

Urlava nella sua testa, correndo all'impazzata.

- Perchè si comporta così? Perchè non capisce che lo amo? -

Lei non si vergognava di lui, al contrario. Si vergognava di se stessa, ecco la verità. Temeva sempre di non essere alla sua altezza, di essere commentata e presa in giro.. che sciocca.

- Così lo perderò.. -

Si rese conto.

- Che devo fare? -

L'aveva combinata davvero grossa, di prima mattina.


Ancora in dormiveglia, ascoltava il cinguettio degli uccellini e il verso dei gabbiani, prima di sentire un caldo tocco sulla sua guancia e due morbide labbra sulle sue.

- Mh.. buon giorno! -

Sussurrò appena aprendo gli occhi e ritrovandosi quella meravigliosa immagine davanti agli occhi.

- Dormito bene? -

- Yawn! Si.. e tu Zoro? -

- Bene! Benissimo.. -

Era in assoluto la prima notte, che non faceva incubi e soprattutto che non sognava lei, ora che l'aveva al suo fianco.

- Che fai stamattina? Lavori alla locanda? -

- Non sia mai! -

Gli venivano i brividi se ci ripensava.

- Ho già fatto una figura pietosa ieri.. non si ripeterà più! -

- Eddai! Eri così carino con quel grambiule.. -

Commentò facendolo arrossire.

- Ma smettila.. ero ridicolo! -

- Fidati! Eri un amore! -

- Beh.. apprezzo credimi.. ma non indosserò mai più un grembiule in vita mia! -

Si sentiva ancora imbarazzato.. probabilmente per un pò di tempo, non sarebbe nemmeno riuscito a mettere piede alla locanda.

- La decisione spetta a te Zoro.. -

Ma lei lo avrebbe rivisto volentieri con quel grambiule addosso.

- Io comunque alla locanda ci vado.. -

Precisò.

- Non ho parlato nemmeno un pò con Nami... vorrei farlo! Ho tante cose da dirle! -

- Già.. dimenticavo che Nami è la tua migliore amica! -

Disse con disappunto.

- Beh? Cos'è quel tono geloso? Non posso mica mettere Nami al tuo posto io! -

- Vorrei sperare! -

- Nami è la mia più cara amica, tu sei il mio ragazzo! Due posizioni completamente diverse! -

- Quindi io conto di più? -

Perchè lei rappresentava tutto.

- Zoro, tu sei la persona più importante per me! Ti amo e ti desidero con tutte le mie forze! Però non posso certo cancellare Nami e mia madre dal mio cuore.. non ci riuscirei mai.. -

Non era questo che lui voleva.

- E non ti chiederei mai una cosa del genere! Volevo solo sapere, se preferisci stare con lei, oppure con te! -

- Te lo ripeto Zoro! -

Disse dolcemente.

- Nami è la mia migliore amica e tu il mio ragazzo! Con lei sto bene perchè ridiamo, scherziamo, chiacchieriamo, ci scambiamo consigli e opinioni, così come con Rufy, Sanji e Usop! Con te sto bene perchè mi diverti, mi sorprendi, mi accarezzi e mi fai sentire amata! -

Non aveva mai avuto dubbi in passato, sulla sincerità di questo suo amore. Durante la battaglia per la sua liberazione, Zoro le era restato accanto sempre. l'aveva protetta rischiando la vita e aveva quasi versato lacrime, quando gli aveva confessato di non voler salpare insieme a loro.

- Non dici niente? -

Domandò mentre la guardava assorto in chissà quale triste pensiero.

- Certo! Dico che ho avuto la risposta che volevo! -

Sorrise.

- Allora non ti dispiace se vado all'osteria? -

- No! Basta che al tuo ritorno, sarai tutta per me! -

- Promesso! -


Entrò con l'affanno e la disperazione che le invadeva il corpo. Spalancò rumorosamente la porta della cucina e gridò..

- Sanji! Ho combinato un disastro! -

Il biondo cuoco rimase con il grosso cucchiaio da cucina posato sulle labbra, immobile, a contemplare la sua Nami così agitata che gli aveva al quanto fatto prendere un infarto.

- Nami, che succede? -

- Scusami... è che sono incavolata con me stessa! -

Si portò le mani fra i capelli.

- Ho capito, dammi solo un secondo che finisco di cuocere il curry! Secondo te com'è venuto? Assaggia! -

Le portò una cucchiaiata di invitante e profumato curry e con dolcezza lo assaggiò, assaporando l'aroma delizioso del brodo e la tenerezza della carne.

- Mh! Sanji! Oggi hai superato te stesso, è squisito! -

- Davvero Nami cara? Evviva! Mi fa sempre piacere ricevere complimenti da te! -

Spense i fornelli e portò la pentola sul tavolo, lasciando raffreddare leggermente il curry. Si sfilò il grembiule e lo appese, poi si preparò a fare da ascoltatore e consigliere, come ormai faceva da giorni. Prima con Zoro, poi con Ania e ora anche con Nami. Non che a lui desse fastidio..

- Dimmi tesoro, che cosa c'è! -

- Ecco.. si tratta di Rufy.. -

Spiegò.

- Temo.. di averlo ferito! -

Difficilmente sarebbe riuscita a chiedergli scusa guardandolo dritto nelle palle degli occhi.

- Spiegati.. -

- Beh.. -

Rimase in silenzio per alcuni secondi.

- Nami, se non mi racconti tutto non posso aiutarti.. -

- Vedi, Rufy vuole a tutti i costi.. che io ufficializzi la nostra storia senza problemi.. -

Lei era un genio nel ferire gli uomini. In passato, li trattava solo come suoi schiavi, prima di innamorarsi.

- Però io.. non me la sento... mi vergogno.. -

Continuò.

- Solo.. che gli ho fatto credere di vergognarmi di lui e non è così! -

- Perchè non vuoi far sapere la verità? Sei la navigatrice migliore di tutti gli oceani, hai disegnato la mappa del mondo e sei fidanzata con il re dei pirati! Io non vedo alcun motivo di cui vergognarsi! -

Si, era vero, non esistevano problemi, allora perchè?

- A dire il vero.. non lo so neanch'io.. vorrei credimi, vorrei tanto dimostrare a Rufy tutto il mio amore per lui.. ma c'è qualcosa che mi blocca.. -

E ora nn era più sicura di cosa fosse.

- Io provo vergogna per me stessa.. -

- Perchè? -

- Per come lo sto trattando! -

Era troppo importante per lei, non lo avrebbe dovuto perdere per nessun motivo al mondo.

- Il mio consiglio è questo Nami: Metti da parte le tue ansie e compi il tuo destino insieme a lui! Nessuno ti giudicherà, al contrario! -

- Tu l'hai fatto però.. -

Commentò malinconicamente.

- In passato non ero felice del vostro fidanzamento.. mi sono arrabbiato solamente perchè ti facevo comodo quando volevi tu.. poi, mi hai voltato le spalle. Speravo tanto che fra noi due.. vabbè! Lascia perdere! -

Scosse la testa rapidamente. Non era di lui che si stava parlando, anche se, non era mai al centro dell'argomento. Si sentiva sfruttato, come al solito.

- Lo so Sanji e mi dispiace! Io ti ho dato l'impressione di usarti, ma non è così! Io ti voglio bene davvero! Sei il mio migliore amico! -

- Ti credo Nami, non preoccuparti! -

Tornò a girare il cucchiaio nel curry per evitare che si solidificasse.

- Piuttosto Sanji.. in realtà.. non ero io quella che volevi vero? -

- Certo che ti volevo! Sin dal primo momento che ti vidi! -

Rammentò il giorno in cui Rufy arrivò al Baratie con i suoi amici appresso e il momento in cui aveva visto Nami ridere a crepapelle, con il sorriso più bello del mondo.

- Non scherzare dai.. -

Sapeva bene di contare molto per lui, ma solo come amica. In realtà c'era qualcun altro di cui gli importava.

- Non era vero amore! Questo sentimento non l'hai mai provato per me... ma per Ania, non è così? -

Si bloccò di botto, con il cucchiaio ancora in mano.

- Ma.. che stai dicendo? -

- So bene di non intendermene quanto te.. però.. riuscivo a vedere la dolcezza con cui la trattavi e soprattutto.. come la guardavi! E' stato uno shock per te.. vedere che non aveva occhi che per Zoro.. -

Non avrebbe mai pensato di essere scoperto. Era convinto di recitare alla perfezione.

- Quando hai visto che Ania aveva scelto Zoro.. hai pensato.. che ti ero rimasta solo io! Poi è arrivata Bibi ma non la conoscevi come già conoscevi me! -

Solo per questo si era impuntato su di lei. Solo che alla fine, era coinvolto talmente tanto che ricevette un'altra bastonata.

- Ti ringrazio per la tua pazienza e per i tuoi preziosi consigli! Farò come dici tu! Metterò da perte le mie paure, perchè Rufy è troppo prezioso! -

Forse lo sapeva anche prima di parlare con lui.

- Allora! Cosa posso fare qui per rendermi utile? I tavoli sono puliti? -

- Nami.. -

- Si? -

Credeva le dicesse la sua classica frase: "Una dolce fanciulla come te non deve lavorare!"

- Lei non lo sa vero? -

- Cosa? -

- Parlo di Ania! Non sa che sono innamorato di lei.. vero? -

- Certo che no! Io non gliel'ho mai detto! E sarebbe meglio che anche Zoro ne rimanesse all'oscuro.

O lo avrebbe considerato suo nemico per il resto della vita.

- Certo! Stai tranquilla! -

Ania era così contenta adesso.. non se la sentiva di rovinare la sua felicità e soprattutto, di cancellare il suo sorriso.


- Ti ho trovata! -

Esclamò Lucas divertito.

- Uffa, non vale! Mi trovi sempre! -

Si lamentò Ennie.

- E' perchè ti nascondi sempre nei posti più ovvi! Io invece sono furbo! -

- Così però non è divertente giocare a nascondino! -

- Ooh! Le femmine.. frignano sempre! -

- Ripetilo! -

Cominciarono ad inseguirsi, uniti come mai lo erano stati prima. Da quando Lucas aveva riabbracciato suo padre, era cambiato, in meglio.

- Ciao bambini! Che fate? -

Una voce femminile li costrinse a fermarsi.

- Ah.. tu sei... Ania, giusto? Sei tu che hai riaccompagnato il mio papà? -

- Già! E tu sei Lucas.. somigli moltissimo al tuo papà, sai? E.. tu sei.. -

- Ennie! E' incredibile.. sei identica alla mia mamma.. -

L'aveva appena scambiata per lei.

- Lo so! Mi ha fatto un effetto così strano incontrarla.. ma è una donna eccezionale! -

- Si! -

- Beh, io vado alla locanda! Non fatevi male eh? -

Le piaceva curiosare in giro, adorava visitare posti diversi e conoscere gente nuova. Sbucava ogni tanto in qualche vicolo e le capitava di attaccare conversazione con qualcuno del villaggio. Erano tutti gentili e amichevoli con lei.. Quello era il luogo in cui da quel momento avrebbe vissuto, un luogo caldo, accogliente, pieno di vita.

Un luogo che, definiva stupendo prima che esso venisse rovinato dalla tirannia di un branco di uomini spietati e privi di alcuno scrupolo.

Zoro aveva deciso di andarsene, la Merry era troppo silenziosa per i suoi gusti e si stava annoiando. Voleva raggiungere lei e stare in compagnia, ma soprattutto, voleva assicurarsi che quel sudicio marinaio, non le mettesse le mani addosso. Se pensava che avevano viaggiato insieme per dei giorni.. chissà, magari l'aveva spiata mentre si lavava, violando la sua privacy e soprattutto il suo splendido corpo.. strinse i pugni fortissimo e digrignò i denti furioso.
All'apparenza Nico, sembrava un uomo per bene, educato e gentile, ma a lui non piacevano gli uomini di marina, che volevano a tutti i costi e in ogni circostanza, apparire perfetti.

Quei pensieri, gli si cancellarono in un istante e la sua espressione mutò radicalmente. Ci fu un'esplesione violenta, causata non si sapeva da cosa. Grida spaventate ecchiggiavano nell'aria e restando immobile a contemplare, cercò di riflettere.

- Oh no... -

Disse Zoro osservando attentamente le fiamme e il fumo che investiva il villaggio.

- Laggiù c'è la locanda... Ania! -

Forse qualcuno aveva buttato la sigaretta accesa per terra, forse era solo un incidente.. ma se davvero era la locanda a fumare in quel modo, doveva accettarsene immediatamente. Non poteva aver perso i suoi amici e soprattutto la sua Ania. Tutto in un lampo.. un attimo prima quel luogo era felice e gioioso, ora era solo un luogo che andava a fuoco, con urla strazianti. Corse sentendosi le gambe deboli finchè, con il cuore in gola che quasi lo strangolava e il fiato corto, si accorse con solievo che la locanda era ancora intatta. Nami, Sanji e Makino, erano in piedi davanti all'ingresso, completamente immobili. Mancava lei. Perchè? Dov'era?

- Nami! -

La chiamò, mentre la rossa tentava di far rinvenire Makino, la quale cadde a terra all'istante.

- Hai visto Ania? -

- Ania? Non era con te? -

Schiaffeggiava la guancia di Makino ma lo shock per lei, era stato tremendo.

- No! Avrebbe dovuto venire da voi! -

- Zoro.. -

Disse Sanji con la paura in subbuglio.

- Qui non è venuta! -

E se fosse stata coinvolta nell'esplosione?

- No! No! Devo trovarla! -

- Aspettami! Vengo con te! -

Perchè aveva cambiato idea? Perchè non li aveva raggiunti? Sarebbe rimasta al sicuro. Cercarono lungo la via, ma non la trovarono.

- Sanji! Dobbiamo cercare sotto le macerie! -

Due abitazioni erano andate in frantumi.

- Aspetta! Non abbiamo ancora visitato tutta l'isola! -

- Tu continua a cercare! Io vedo se è qui sotto! -

Pregava per non trovarla li. Se l'avesse vista con gli occhi chiusi, ferita e senza respirare, sarebbe morto.

- Ti prego Ania! Dimmi che sei ancora viva! -

Scostò i vari pezzi di legno coperti di fiamme, ma sembrava non essere intrappolata li sotto. Per un attimo tirò un sospiro, finchè non notò qualcosa che lo fece irrigidire. A terra, poco più avanti di lui, c'era una catenina argentata con appeso un cuore. Era la collana di Ania. La indossava sempre, anche in passato. Con forza e velocità buttò per aria le macerie finchè, per il suo dolore più grande non la trovò.

- ANIA! -

Gridò tirandola fuori da quel disastro.

- Ania! Apri gli occhi! Dimmi che mi senti! Dimmi che stai bene! -

La squoteva, aveva paura, quasi piangeva.

- Zo..ro! -

Ma il suo nome, pronunciato debolmente da lei, lo rese tranquillo.

- Oh mio dio Ania! Amore, mi hai fatto spaventare! -

Aveva una ferita sulla fronte e vari graffi sparsi sul corpo ma, nulla di grave.

- Cos'è successo? Perchè non eri alla locanda? -

- Io.. ci stavo andando credo.. non ricordo bene.. -

Disse massaggiandosi la testa.

- Poi d'un tratto.. è scoppiato tutto e.. non so.. sono rimasta sommersa! -

Però era salva. Questo contava.

- Piuttosto.. ci sono feriti? -

- Temo di si Ania! -

- Allora.. devo.. immediatamente curarli! -

Cercò di alzarsi, ma Zoro la fermò.

- Che fai! Prima devi medicarti! Stai perdendo ancora sangue! -

- Non importa! Io sono un medico e devo fare il mio lavoro! -

Soffrivano. Gente ferita fisicamente, gente ferita nel cuore per aver perso le persone a loro care..

Sanji continuava la ricerca indenne. Temva anch'egli il peggio. Dopo il suo discorso con Nami, aveva capito di essere ancora innamorato di lei. Se fosse morta? Si soffermò al porto, gettando il mozzicone della sigaretta mordichiato per l'ansia terribile e fu così, che lo vide. Sbarrò gli occhi, colto dal panico. Accanto alla nave di Shank il rosso, c'era un vascello ancora più grande con cannoni che sputavano fuoco. Allora, erano loro la causa di tutto. Li stavano attaccando. Dovevano necessariamente essere, i pirati che avevano sfidato il suo capitano, quelli veri stavolta. Ma la cosa più preoccupante, fu un'altra. La ciurma di Shank, era fuori combattimento. Alcuni giacevano per terra, altri in mare, altri sul ponte. Anche Max e Yasop.. tutti, nessuno escluso. Avevano provato a bloccare i nemici.. inutilmente.

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Capitolo 34
*** La vera battaglia ***


CAPITOLO 34: La vera battaglia



- Devo avvertire immediatamente gli altri! -

Prima che fosse stato troppo tardi. Mentre riprese la corsa, un'altra abitazione fu colpita ed esplose dietro di lui facendolo saltare chissà dove, mentre respirava il terribile odore della polvere da sparo. Raccogliendo le sue forze, riuscì a tornare in piedi e a riprendere il veloce cammino. Quel villaggio era tutto per loro. Era dove vivevano, dove scherzavano, dove soffrivano, dove perdonavano.. era la loro casa e non potevano assolutamente perderlo. Perchè quel maledettissimo tesoro del re dei pirati faceva così tanta gola?

- Eh? Ania? Stai bene? -

Si era quasi dimenticato di lei, ma nel vederla sana e salva, benchè ferita, lo rese sollevato.

- Io si! Ma devo assolutamente salvare i feriti! Presto! Datemi una mano! C'è ancora qualcuno sotto le macerie! -

Non le importava del sangue che perdeva dalla testa. Colava incessante sull'occhio, annebbiandole la vista, ma preferiva preoccuparsi per gli altri anzichè per se stessa. Il suo lavoro dopottutto consisteva proprio in quello. Un comportamento degno di un bravo dottore.

- Prima devo avvertire Rufy! Siamo nei guai ragazzi! -

- Che succede Sanji? -

- I pirati! Sono qui! E hanno messo fuori combattimento anche Max e gli altri! -

Fu dunque spiegato quel disastro improvviso. La battaglia, quella vera, stava per cominciare. Del resto c'era da aspettarselo.

- Zoro, tu occupati pure di Ania e della gente in fin di vita! Ci penso io ad avvisare Rufy! -

Dovevano tenersi pronti. Prima o poi, dopo quel segnale di attacco, i loro nemici sarebbero scesi a terra per sfidarli.. e non ci avrebbero pensato due volte ad ammazzare chiunque, avrebbero persino sterminato l'intera popolazione pur di prendersi i tesori.
Purtroppo, arrivò troppo tardi. La casa di Rufy era crollata, completamente.

- Sanji.. mi daresti una mano?? -

Ma udì la sua voce. Sollevò uno dopo l'altro i pesanti massi e lo trovò li, salvo e privo di graffi.. ma incastrato.

- Ah meno male! Vedo che grazie alla tua pelle di gomma sei riuscito a scamparla! -

- Invece di fare dello spirito, tirami fuori!! -

Riuscì a liberargli la gamba e balzò in piedi.

- Ah! Ora va meglio! Ma tu sai che sta succedendo? Cosa sono queste esplosioni? E Nami sta bene? Ti prego dimmi che è salva! -

Lo afferrò per la cravatta, supplicandolo come un bimbo spaventato.

- Si! Sta benissimo.. ma qui c'è un problema! -

Spiegò.

- I pirati sono arrivati Rufy! Ci stanno attaccando! E Max.. è stata completamente neutralizzata, insieme ai suoi compagni! -

- Che cosa? Mi stai dicendo.. che la ciurma di Shank non ci potrà più essere d'aiuto? -

- Temo di no.. -

Restava solo una cosa da fare: mettere al riparo i loro concittadini e combattere fino allo stremo delle forze.

- Ho capito! Presto, dobbiamo sbrigarci! -

Mentre Ania e Zoro tentavano di dissotterrare le persone sommerse dai detriti, Rufy e Sanji urlavano per tutto il villaggio. "Mettetevi al riparo!" Dicevano. "Dei pirati ci stanno attaccando! Ci pensiamo noi a difendervi!" Erano tutti così spaventati e confusi..

- Ah.. Nami? -

- Makino, finalmente! Come ti senti? -

La donna finalmente, riprese conoscienza.

- Bene.. ma dov'è Lucas? E Ennie? E Nico? -

- Saranno qui intorno, stai tranquilla! -

Per la verità non ne aveva la certezza, ma la vedeva così spaesata.. pensò di recitare al meglio e mostrare una tranquillità che in realtà non provava affatto. Makino era nata e cresciuta in quel villaggio. Vederlo così smembrato era stato un colpo terribile. Se mostrava anche solo un minimo di insicurezza, sarebbe andata in trance più totale e non poteva permettere che accadesse.

- Porca pupazza! -

Esclamò il sindaco notando una nera bandiera, sventolare sulle acque del mare Orientale.

- Il nostro villaggio.. rischia di essere distrutto! -

- Sindaco che sta facendo! -

Lo afferrò Sanji.

- Deve mettersi al riparo! Ci pensiamo noi a proteggervi! -

Anche se non aveva la più pallida idea di come avrebbero potuto vincere. Persino la ciurma di Shank il rosso era fuori gioco.. ed era composta da pirati forti e valorosi. Loro erano solo in cinque.. o meglio quattro se scartava Usop.. e Nami, essendo lei una donna, forse non le avrebbe mai permesso di mettere a repentaglio la sua vita. La cifra ammontava a tre. Tre contro una trentina di uomini.. un'impresa ardua. In passato se l'erano vista con molti più pirati in una sola volta.. ma la loro forza era niente paragonata a quella dei loro nuovi nemici.

- Mio dio no.. non è possibile.. -

Nico, si era arrampicato sul tetto di una delle case ancora intatte, a scrutare quel vascello che purtroppo, aveva già visto.

- Quella bandiera.. sono loro.. i pirati con cui io e la mia squadra abbiamo combattuto poco tempo fa.. -

Era colpa loro, se aveva rischiato di morire affogato dentro un mare in tempesta. Ora quei mostri erano giunti alla sua isola. Il destino lo voleva forse morto?


- Zoro! Aiutami! -

Disse Ania cercando di sollevare l'ultimo ferito.

- Arrivo! -

Lo diseppellirono dai detriti e lo portarono accanto agli altri. Aveva già fasciato la metà della gente che si contorceva per il dolore, tuttavia stava agendo di fretta e come se non bastasse.. stava poco bene. La sua fronte continuava a sanguinare e le impediva di ragionare a pieno.

- Oh! -

Quasi perse l'equilibrio, ma Zoro la sostenne di riflesso.

- Ania! Non vedi che stai peggiorando? Devi medicarti! -

- Non posso! Non c'è tempo! -

I pirati sarebbero scesi a terra da un momento all'altro. I cannoni avevano finito di sparare ormai, perchè di li a poco, non ci sarebbe più stato nulla da distruggere.

- Aiuto! I pirati! I pirati ci hanno attaccati! -

Gridò un abitante correndo avanti e indietro, completamente terrorizzato. All'improvviso si udì uno sparo agghiacciante e l'uomo crollò a terra senza vita. Scoppiò un urlo generale mentre tutti si premevano contro le pareti di una locanda sul punto di esplodere. Chi aveva potuto, si era rifugiato nella propria abitazione, mentre la maggior parte di quelle persone era senza un tetto sulla testa e un letto sul quale dormire. Ad ogni modo dovevano avere fiducia. Finchè il re dei pirati gli avrebbe protetti, non sarebbe successo nulla di male.

- Ah! Questa è musica per le mie orecchie! -

Una voce roca, profonda e maschile, poi un'immagine.. un'ombra, in seguito una sagoma più definita e in fine un energumeno di due metri.

- Non mi stanco mai di sentire questo splendido suono! -

Una risatina di sottofondo. Non era solo purtroppo.

- Che diavolo volete.. da me? -

Rufy, Sanji e Zoro si piazzarono l'uno accanto all'altro d'innanzi ai loro nemici.

- Ania! -

Le sussurrò.

- Nasconditi ti prego! -

La ragazza scosse la testa. Doveva finire il suo compito e lo avrebbe fatto anche con quei pirati sull'isola.

- Ah! Così sei tu il re dei pirati! -

Disse scrutandolo divertito.

- Ma guardati! Sei solo un ragazzino! -

Sembrava quasi impossibile che proprio lui avesse quel titolo. Se pensava che si era fatto sottrarre il sommo tesoro da sotto il naso.. gli veniva un nervoso.. aveva sentito dire che Rufy dal cappello di paglia possedeva un'età piuttosto giovane, ma certo non si aspettava un simile poppante.

- Non farti ingannare dalla mia età! -

Lo minacciò a parole portandosi la mano destra sul braccio opposto, pronto a riempirgli la faccia di pugni. Quello era il suo villaggio, il luogo in cui era nato e in cui aveva vissuto una vita meravigliosa. Avrebbe potuto continuare a vivere in pace pur avendo i suoi problemi sentimentali.. invece ora, non sapeva nemmeno più dove mangiare. La locanda, era ormai l'unico luogo dove tutti potevano passare le giornate.

- Come ti sei permesso di distruggere Fusha? Mi hai fatto arrabbiare sul serio! -

Guardava i cadaveri non ancora spostati dal campo di battaglia e le persone bendate al limite della sopportazione del dolore. Le ferite erano ben medicate, ma la debolezza in loro si faceva sentire.

- Forse non ti è chiara una cosa ragazzo.. -

Rinfoderò la pistola e si portò le mani sui fianchi.

- Quello di poco fa.. era solo un avvertimento! Il bello viene adesso! A meno che.. -

Seguì un momento di quiete.

- ..tu non mi consegni subito il tesoro.. senza fiatare! In quel caso forse.. potrei anche risparmiare te e il tuo.. -

Fissò Zoro e Sanji con una smorfia di disgusto.

- Questo lo chiami "equipaggio"? -.

- Mai! -

Gridò il re.

- Non ti consegnerò mai il nostro tesoro! Appartiene a tutti noi! -

Nessuno disponeva di molti soldi in quel villaggio, da anni ormai. Perciò aveva diviso equamente il tesoro da lui conquistato.

- Ah, quindi non se ne fa niente.. -

Riprese la sua arma da fuoco e con un agile scatto la puntò in direzione di Ania che cominciava a vedere sempre più scuro intorno a lei. A fatica distingueva un'arma da fuoco.

- Vorrà dire che inizierò con lei! Che ne dite? Un'alra vittima vi potrebbe far ragionare? -

Avrebbe dovuto correre via sin dall'inizio, invece, se ne stava ancora li, debole e in pericolo.

- No! Lasciala stare! Prenditela con me se proprio vuoi qualcuno con cui divertirti! -

Sbottò Zoro infuriato.

- Ah.. perchè dovrei? Secondo il codice.. il più debole è destinato a soccombere per primo e lei mi sembra al quanto in difficoltà! -

Avrebbe fatto qualunque cosa pur di prendersi l'oro? Anche uccidere una ragazza così indifesa e bella?
Portò il dito sul cricchetto (ma esiste sto termine? nda) e caricò la pistola pronto a colpire.

- Questo è un ultimatum! -

Li sfidò.

- NO! -

Non poteva guardare quell'essere schifoso uccidere la sua ragazza. Non poteva vederla morire, attaccò il pirata senza pensarci. Non sfoderò nemmeno le sue tre spade. Si lanciò contro l'uomo e lo buttò per terra lasciando che la pistola gli cadesse di mano. Cominciò a tirare cazzotti sul volto di quell'uomo, gonfiandolo quasi come un pallone. Proprio in quell'istante, la povera Ania perse i sensi cadendo definitivamente a terra. Non transigeva. Nessuno doveva permettersi di minacciarla con una pistola, specie quell'essere infame. Sanji e Rufy furono colti di sorpresa dai loro avversari e non fu affatto facile neutralizzarli. Alla fine, sembrava che tutto si fosse concluso, ma c'era qualcosa di veramente inspiegabile. Com'era possibile che Max e gli altri, fossero stati sconfitti con tale facilità? Proprio da mezze calzette simili? No, non potevano aver già vinto, era stato tutto troppo facile.
Solo quando Zoro si stancò di tirare cazzotti, si rialzò ansante, ma soddisfatto per quello sfogo. Tuttavia, la sua appena conquistata allegria, fu distrutta in un lampo. L'uomo si rialzò barcollando e scoppiò in una fragorosa risata. All'improvviso accadde qualcosa di stupefaciente. Le sue ferite, tutte, dalla prima all'ultima, si rimarginarono completamente e il suo volto tornò come nuovo. Non rimase nemmeno una cicatrice, neanche un misero graffietto. Perchè?

- Cosa? -

Osservavano.. senza parlare.

- Allora! Ti sei divertito? Mi fa piacere! Ma c'è una cosa che non sai di me! -

Spiegò massaggiandosi le guance ancora lievemente doloranti.

- Ho mangiato un frutto del diavolo! Il mio nome è Charas e vi informo che è giunta la vostra ora! -

Questa volta non c'erano dubbi. Era lui il pirata che aspettavano, quello vero. Era appena giunta, la vera battaglia.

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Capitolo 35
*** Sconfitta ***


CAPITOLO 35: Sconfitta


Non sentiva più niente, solo silenzio. Nemmeno il verso di un gabiano o le onde di un mare piatto quanto una tavola da surf. Intorno a lei regnava il buio, un'oscurità tale da farla sentire sperduta.

- Dove sono? -

Si chiedeva sentendo le palpebre pesanti e il resto del corpo completamente perso. Non si sentiva più niente. Nè le braccia nè le gambe.. era come sotto l'ffetto di un'anestesia.. finchè d'un tratto, una voce non la portò in superficie, facendole ritrovare la luce.

- Max! Ehi Max! Svegliati! -

Yasop le schiafeggiava il viso tentando in tutti i modi di risvegliarla. Se fosse morta? Come lo avrebbe detto a Shank? Come minimo lo avrebbe ammazzato con le sue mani. Aveva giurato di proteggerla a costo della vita e invece.. aveva fallito.

- Ahi... -

Rispose lei indolenzita.

- Oh meno male! Mi hai fatto spaventare! -

Non rispondeva ai suoi richiami, che infarto gli stava venendo.

- Yasop.. cosa.. è successo? -

- Non ricordi? I pirati.. sono giunti al villaggio e hanno sparato! Guarda che disastro.. la nostra povera isola! -

Faticando portò lo sguardo sul villaggio se ancora lo si poteva chiamare tale.

- Non ci posso credere! -

Era orribile. Non esisteva più. Fiamme alte toccavano il cielo..

- Già è vero.. abbiamo tentato di fermarli ma... -

Come unico risultato erano quasi finiti al creatore.

- Accidenti al capo.. -

Sussurrò Lucky.

- Proprio ora se ne doveva andare? E quel cretino di Ben lo ha seguito.. -

Quella si che era iella.

- In ogni caso Lucky.. -

Riprese Max.

- Non credo che sarebbe cambiato qualcosa. Ben e Shank sono fortissimi è vero.. ma guardaci! -

Dei vermi striscianti.

- Già.. ohi ohi.. che male! -

Eppure dovevano trovare un modo per scendere a terra. La nave avversaria era vuota, questo significava una cosa sola. Che gli abitanti del villaggio, se mai qualcuno fosse sopravvissuto a quella strage, erano in grave pericolo. Purtroppo aveva un brutto presentimento. Forse nemmeno Rufy sarebbe riuscito a vincere.

- Vi prego.. andiamo a combattere! -

Si sollevò tremante.

- Come? Ma.. non vedi come sei ridotta? E noi.. non possiamo fare un bel niente! -

- E allora.. volete arrendervi così? Preferite lasciare Rufy e i vostri amici in balia di quell'essere? E' vero probabilmente non vinceremo mai ma.. Shank mi ha insegnato.. che non bisogna mai tirarsi indietro, nemmeno dopo una batosta! -

E intendeva seguire ogni suo preziosissimo consiglio.

- Voi siete liberi di fare come volete.. ma io..io scendo a terra! -

Afferrò un fucile ancora carico e se lo portò in spalla mentre una goccia di sangue scivolò sulle sua guancia provocandole una larga striscia rossa su quella meravigliosa pelle rosa e vellutata. Eppure, nonostante le sue condizioni, riuscì a trovare la forza per buttarsi giù dalla nave.

- Max! Aspetta, dove vai! Cosa speri di fare da sola! -

Voleva combattere con onore, come un vero pirata. Anche se, probabilmene sarebbe morta. Voleva in qualche modo, prendere il posto di Shank e battersi anche per lui, perchè lo sapeva, che non si sarebbe mai tirato indietro. Camminava, non sapeva come. ma avanzava lentamente sentendo nelle narici l'odore di bruciato provocato dai vari incendi che spiccavano bollenti e distruttori in un'isola fino a poco prima rigogliosa.

Era sparita. Loro invece? Si abbandonavano al dolore delle ferite e delle ossa rotte, ecco che facevano. Si arrendevano. Max era senza ombra di dubbio la donna perfetta per Shank e sicuramente, migliore di tutti loro messi insieme.


Rimase immobile come una statua mentre lui rideva e rideva, senza potersi fermare. Lo aveva colpito fino alla morte, con tutta la forza che possedeva nei suoi pugni. Avrebbe steso chiunque.. tranne questa volta. Contro i poteri derivanti da uno dei portentosi frutti del diavolo poteva fare ben poco. Il suo avversario poteva rimarginare ogni ferita sul suo corpo. Era quindi immortale, almeno all'apparenza. Persino Rufy, che aveva ingerito quegli stessi frutti tempo fa, non era in grado di restare in piedi con un corpo ridotto male.. era dunque giunta la loro fine? Forse era destino che la gloria da re dei pirati durasse fino a un determinato giorno? Che in realtà fosse Charas, colui che meritava di diventare il successore di Gold Roger? Non esistevano risposte nè persone che potessero darle.

- Allora? Che ve ne pare? -

Continuò tra un ghigno e l'altro.

- Mi avevate sottovalutato nè? -

Si sfirò il naso ancora leggermente gonfiato.

- Nessuno può battermi! Lo avete capito oppure no? Consegnatemi il tesoro da bravi! Lasciate che il titolo di re dei pirati passi al sottoscritto.. e vi prometto solennemente che me ne andrò all'istante! -

Certo. Ormai aveva distrutto il villaggio e non c'era più niente. Sapeva che avevano nascosto il tesoro in un luogo ben sicuro.. ebbene voleva sapere quale fosse.

- Te lo ripeto ancora una volta! -

Sbottò Rufy tremante di rabbia.

- Noi non ti consegneremo un bel niente! Il tesoro è nostro, così come quest'isola! E tu hai distrutto tutto vigliacco! Quanto al titolo che brami di ottenere, mi dispiace delurti.. -

Nessuno glielo avrebbe rubato da sotto il naso. Mai.

- Ma è solo mio! Sono io il re dei pirati! -

- Ah ah ah ah! Ancora per poco! -

Lasciò che il suo collo scroccasse rumorosamente e intimò i suoi leccapiedi di lasciarlo agire da solo, senza un minimo di sostegno.

- Per prima cosa.. mi vendicherò con lo spadaccino.. -

Non aveva gradito purtroppo, il trattamento che gli aveva riservato.

- Preparati.. -

Zoro estrasse così le sue tre spade mettendosi in posizione d'attacco. Inerme all'infinito, ma di sicuro valeva ben poco in combattimento.. almeno questo era quello che credeva prima di ricevere il pugno più forte che avesse mai sentito nello stomaco. Spalancò la bocca sputando della saliva e lasciò cadere le lame sulla terra con un forte clangore. Finì poco più indietro, strisciando e ricoprendosi di sabbia.

- ZORO! -

Esclamarono in tandem i suoi compagni, mentre Usop tremava nascosto chissà dove e Nami deglutiva all'interno di un'abitazione. Perchè non riusciva a reagire? Perchè non combatteva insieme a loro? Che razza di pirata era lei?

- Eddai! Fammi vedere anche a me! -

Protestò Ennie.

- No! Questi non sono spettacoli per femminucce! Ti potrebbe impressionare! -

- Ma dai! Sono cresciuta su una nave pirata! Non mi spavento mica per così poco! -

Lucas si domandava soltanto, dove fosse il suo papà, mentre la piccola Ennie sentiva come uno strano presentimento. La sua mamma era in gravi condizioni.. quanto ai suoi amici.. non sapeva nemmeno se erano ancora in vita. Ma non poteva piangere. Non in quell'occasione. Lucas aveva perso il suo villaggio e gli sarebbe piaciuto tanto correre alla locanda, fra le braccia di sua madre che di sicuro stava in pena per lui. Ora come ora, non poteva far altro che starsene li e proteggere la figlia di Shank il rosso, perchè se anche solo tentava di uscire allo scoperto, Charas gli avrebbe inflitto un colpo di pistola, non curante della sua età.

Zoro si sollevò posando fortemente i pugni per terra mentre sentiva che lo stomaco lo stava definitivamente abbandonando. Non aveva mai provato un dolore del genere prima di quel momento. Era come se le sue viscere si stessero contorcendo, spappolando, il suo povero stomaco era messo piuttosto male. Tossicchiò un pò di sangue che bagnò il terreno e cercò in tutti i modi di rimettersi in piedi. Ma non appena riuscì a mettersi sulle gnocchia, fu colto da una fitta piuttosto violenta che lo costrinse a buttarsi ancora.

- Argh.. coff!! -

- ZORO! -

Gridò ancora Rufy senza ricevere risposta. Era incredibile. Non lo aveva mai visto in quelle condizioni, per di più senza nemmeno aver mosso una spada. Quello spettacolo era troppo per lui, un dolore al cuore. Il suo villaggio ridotto a brandelli, Ania e Zoro gravemente feriti.. gente bendata che soffriva e persone finite all'altro mondo per quei cannoni maledetti che avevano ruggito e sputato fuoco.

- Questa volta mi hai fatto davvero infuriare.. -

Con denti stretti allungò il suo braccio pronto a colpire.

- PUGNO GOM GOOOOM! -

Lo avrebbe ammazzato si. Con le sue mani. Un uomo del genere non meritava di continuare a vivere.

- IN AZIONEEEE! -

Lo lanciò in direzione di Charas, il quale non fece in tempo a scansarsi. Si beccò un altro pugno in faccia che lo atterrò in un baleno. Rufy riportò il braccio al suo posto e con fare soddisfatto ghignò in segno di sfida.

- Questo era solo.. un avvertimento! -

Le stesse parole.. perchè lui non era peggio di lui, nemmeno allo stesso livello. Monkey D. Rufy, lui che possedeva nel suo cognome quella famosa D. come Gold D. Roger, era superiore e di molto anche. Sanji espulse del fumo dalle narici, buttò con un dolce gesto la sigaretta per terra e come ogni giorno, la calpestò.

- Avete commesso un grosso errore sapete.. -

Spiegò scostandosi dei ciuffi di capelli dorati dal viso.

- A provocare così il mio capitano.. -

Si tolse la cravatta e buttò la giacca sopra il bel corpo di Ania, coprendole la schiena, come per proteggerla. Non poteva avvolgerla con le sue braccia, quindi, doveva affidarsi ai suoi caldi indumenti. Probabilmente anche lui sarebbe finito piegato in due.. ma voleva almeno battersi per mantenere alto il suo onore di pirata.

- Quanto a voi, piratucoli da strapazzo che non valete niente senza il vostro capo.. prendetevela pure con me! Uno contro tutti! Vi piace l'idea? -

Sollevò la gamba mantenendo incessantemente le mani in tasca.
La ciurma avversaria annuì divertita, sicura al cento per cento, che non avrebbe sprecato nemmeno un secondo contro di lui.
Poi all'improvviso, si udirono degli spari nell'aria e uno dopo l'altro, si portarono le mani sul petto che cominciò a sanguinare quanto una cascata. Tutto in un lampo... Sanji non se ne rese nemmeno conto, non ne ebbe il tempo.
Poco più lontano di loro, una donna coraggiosa di nome Max, colpiva a sangue freddo quegli animali violenti. Erano privi di anima, nel loro torace non batteva un cuore. In loro viveva il vuoto e la voglia di arricchirsi con uno stuzzicante bottino.

- E adesso farabutti? Come la mettiamo eh? -

Ansimava, faticava a stare in piedi.. ma li aveva fatti fuori tutti.. alla fine fu uno solo a sopravvivere.

- Ma guarda.. dunque sei ancora viva.. -

Osservò Charas con disappunto.

- Lo siamo tutti! Cos'è.. non te l'aspettavi? Evidentemente i tuoi colpi non ci hanno fatto nemmeno il solletico! -

Caricò nuovamente il fucile e portò il dito sul grilletto.

- Ha! Non farmi ridere! Ma se sei li che non ti reggi in piedi! -

Sapeva bene di non potere nulla contro di lui. Avrebbe voluto solamente, che Shank e Ben fossero li accanto a lei.. invece era sola..

- Shank.. amore.. -

Sussurrò appena mettendo l'uomo sotto tiro.

- Combatterò anche per te.. -

Non sarebbe sopravvissuta.. ma di una cosa era sicura..

- Non ti dimenticherò mai.. -

Una lacrima sgorgò dai suoi occhi e sparò con foga verso l'uomo, il quale indietreggiò ad ogni proiettile che gli penetrava la carne. Rimase immobile, steso in un lago di sangue. Un'altra persona sarebbe morta sul colpo.. lui invece no. Si rialzò come se nulla fosse successo sotto gli occhi attoniti dei presenti.

- Cosa speravi di fare pupa? -

I proiettili fuoriuscirono dal suo corpo e le ferite si richiusero magicamente.

- Il frutto del diavolo che ho mangiato.. è uno dei più rari lo sai? -

Rufy a confronto.. non era niente.. per quanto le dispiacesse ammetterlo.

- Si... lo sapevo.. -

Disse lasciando scivolare il fucile dalle sue mani.

- Comunque.. mi hai dato parecchio fastidio... quindi.. mi dispiace, ma ci salutiamo qui! -

- NO! MAMMAA! -

Qualcuno Urlò. Poi di nuovo il silenzio.

- Ennie... -

Riconobbe quel bel suono. La sua bambina stava bene ed era nascosta da qualche parte intorno a loro.

- Che fai sei pazza? -

La rimproverò Lucas tappandole la bocca.

- Se ti scopre ti uccide! -

- Mh! Mmmmh! -

Charas riprese la concentrazione e tossicchiò attirando nuovamente le attenzioni su di lui.

- Bene bene! A quanto pare oltre che una guerriera sei pure una mamma.. beh.. mi spiace.. ma non posso proprio lasciarti in vita! Insomme.. lo capisci vero? Ne va del mio orgoglio... è nella mia natura!-

Le si avvicinò lentamente, lei invece restò impassibile, sentendo di non poter fuggire.

- LASCIALA STARE BRUTTO MOSTRO! -

Rufy e Sanji si gettarono addosso a lui bloccandogli le braccia, ma con un gesto scaltro, egli si liberò della loro morsa con forza e li lanciò contro le macerie. In fine, afferrò Max per il collo e la sollevò.

- Sei giunta al capolinea! -

Estrasse un coltello dalla tasca e si preparò ad infilzarla.

- Shank.. addio.. -

Chiuse gli occhi pronta a morire, ma non percepì alcuna lama penetrarle la pancia. Perchè la sua bambina, si liberò dagli arti di Lucas e corse verso il pirata afferrandogli la gamba.

- Lascia stare la mia mamma! -

Disse piangendo.

- Ennie no! Vattene da qui! -

Doveva salvarla. Shank avrebbe sofferto troppo se entrambe lo avessero abbandonato per sempre.

- E tu che vuoi mocciosa.. -

Lasciò cadere Max e prese Ennie per i capelli.

- AHIA! -

Gridò lei divincolandosi.

- Lattante.. hai commesso un grosso errore.. -

Riuscì a finire la frase e immediatamente venne colpito ancora una volta.

- Non ti azzardare a toccarla! -

Ringhiò Rufy avvolgendole le spalle in segno di protezione.

- Rufy.. -

- Questa bambina è troppo importante per noi.. se ti azzardi ancora a toccarla.. giuro su tutto quello che ho che ti faccio a pezzi! -

Non solo non poteva perdonarsi se quel bastardo le procurava anche solo un taglietto su quella bellissima pelle di bambina delicata, ma aveva fatto una promessa a Shank tempo prima.

- E ricorda che se torna a casa con un ginocchio sbucciato o anche con un livido ti allungo fino a spaccarti in due! -

Rammentava bene le sue parole.

- Ma davvero.. -

Osservò divertito il pirata peggiore di tutti i mari.

- Questa si che è una notizia interessante.. -

Ora potevano davvero preoccuparsi.

- Allora.. facciamo così.. voi mi consegnate il tesoro.. e io non la sfioro nemmeno con un dito! -

Disse mentre la sua ferita, si rimarginava come tutte le altre.

- Ma come puoi.. -

Non ci vedeva per la rabbia che gli invadeva il corpo.

- Essere così meschino? E' solo una bambina! -

La lasciò e si scagliò ancora una volta verso un demonio privo di umanità.

- Muoriiiii! -

Ma questa volta non riuscì nemmeno a sfiorarlo, perchè immediatamente, provò un immenso dolore alla mascella e si ritrovò sommerso di terra senza riuscire più a muoversi.

- Ahia.. che.. male.. -

Lo sapeva, poteva essere rotta.

- Ora veniamo a noi.. piccina.. -

Ennie si portò il braccio d'innanzi al viso.. tremante di paura. Era forse la fine?

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Capitolo 36
*** Il rapimento ***


CAPITOLO 36: Il rapimento



Rigido come un pezzo di ghiaccio, infreddolito per il terrore, immobile quanto una statua.. non poteva uscire, non poteva reagire.. ma soprattutto.. non riusciva ad aiutare la sua amica in perocolo.. si faceva schifo. Desiderava con tutto il cuore aiutarla.. ma non era solo la paura di morire a bloccarlo. Nella sua mente compariva sempre il volto di sua madre in lacrime, che gridava il suo nome. S'immaginava cosa lei e suo padre avrebbero provato se lui fosse morto.. e si bloccava. Aveva le mani legate.

- Che trattamento preferisci? -

Riprese il pirata.

- Io.. i..i..i...io.. -

- Oh oh! Povero pulcino! Hai paura? Ah ah ah ah ah! -

Max si tirò su sentendo il corpo pesante, come se una calamita l'attirasse pesantemente per terra.

- Lasciala.. andare... -

Stava per perdere i sensi ancora una volta e non poteva permetterlo. La sua piccola era in pericolo e doveva salvarla. Se sveniva in quel momento.. chi ci avrebbe pensato? Guardò tutti; Zoro, Sanji e Rufy distesi e immersi nella sabbia mista a polvere da sparo mentre nell'aria regnava ancora l'odore di bruciato. Che puzza.. che incubo.

- Papà... aiutami.. -

Piagnucolò Ennie.

- Ormai nessuno può più sentire la tua voce! -

- Ne sei sicuro? -

Il sorriso gli restò ghiacciato sulla faccia, perchè a sua insaputa, qualcun altro si era permesso di mettersi in mezzo, anche se ancora non aveva la più pallida idea di chi potesse essere. Si voltò con irritazione e davanti ai suoi occhi comparvero le figure di Yasop, Lucky.. di tutti loro.

- Ma come.. anche voi? Non vi avevo sistemato? -

Il sangue gli colava da ogni parte del corpo, impregnando la sabbia che calpestavano ogni giorno normalmente, ora mista a polvere e pezzi di cemento o legno. Sembrava quasi di camminare su un terreno del tutto diverso.

- Si! Nei tuoi sogni forse.. -

Sincronizzati sollevarono le pistole.

- No! -

Cercò di gridare Max, ormai quasi completamente senza voce.

- E' tutto inutile! Lui è.. -

Ma il resto della sua frase fu completamente mascherato dai proiettili che uscirono malefici dalle canne. Colpirono Charas ovunque: nello stomaco, nelle braccia, nelle gambe.. purtroppo non servì. Rimase in piedi, serio e.. vivo. Le sue ferite si chiusero e ogni singola goccia di sangue si prosciugò come se non fosse mai esistita.

- Maria madre di Dio!! -

Esclamò Yasop sbalordito.

- Sono davvero arrivato al limite! -

Ringhiò l'uomo.

- Possibile che non lo capiate da soli, branco di idioti? -

La fine era giunta ormai. Beh.. almeno il loro onore era stabile al suo posto.. nessuno poteva dire che non si erano battuti con coraggio. Si sedettero a terra, aspettando il gran finale.

- Però... forse.. magari potrei.. -

Si portò una mano al mento, contemplando per un minuto abbondante.

- Si.. diciamo che potrei fare così! -

Sollevò Ennie per la maglietta e lanciò una sfida di tipo ben diverso.

- Cambio di programma! La bambina viene con me! -

Spiegò.

- Non le torcerò nemmeno un capello.. ma.. badate bene! Se la volete rivedere, dovrete consegnarmi il tesoro di Gold Roger! Sempre a Nord.. e mi troverete prima o poi.. Ah ah ah ah! -

Non erano molte chiare le sue parole, ma riuscirono comunque a percepirne il messaggio. Charas avrebbe ripreso il mare insieme ad Ennie e si sarebbe allontanato dall'isola. Loro avrebbero dovuto partire per cercarlo immediatamente dopo con i tesori.. solo se gli avrebbero consegnato il bottino, lui l'avrebbe lasciata libera. Il problema era uno solo. Non sapevano dove cercare. Sempre a Nord.. e che razza di indicazione era mai quella? Aveva una vaga idea di quante isole ci fossero laggiù? Senza contare che probabilmente avrebbe ucciso Ennie comunque.. in questo caso i problemi diventavano due..

- Mi raccomando... sono stato abbastanza generoso, non trovate? Insomma.. vi ho risparmiati anche se a dire la verità mi è costato.. perciò fate i bravi e seguite il copione! -

Avanzò con passo lento e deciso, superando Max che tentò di afferrargli il piede.. ma non ci vedeva quasi più ormai. Passò dritto accanto alla ciurma.. la quale non mosse un dito.. sentendo le ossa spappolate. Come un robot arruginito non riuscivano a muoversi.

- NO! MAMMINA! YASOP! AIUTATEMI VI PREGO! ZIO BEN! PAPA'! -

Ascoltavano impotenti il suo grido d'aiuto.. e si sentivano dei vermi, il loro cuore piangeva lacrime amare.

- Ennie! -

Max invece, poteva solo odiarsi per come le cose stavano andando. Si odiava perchè aveva permesso a quello schifo umano di portare via sua figlia, cosa avrebbe detto Shank al suo ritorno? Che non l'aveva protetta a dovere, questo avrebbe urlato. Per di più, Ben se la sarebbe presa anche con il povero Yasop.. com'è crudele la vita.
Quello era lo scenario. Un' isola completamente sventrata dai colpi di cannone. Le urla disperate dei bambini in fasce, il fuoco dei vari incendi che ancora ricopriva il cielo di nero, cadaveri e corpi in fin di vita. C'era in fine chi giaceva al suolo privo di sensi e chi se ne stava immobile, o per la paura, o per i dolori lancinanti nel corpo. Fitte terribili attraversavano le loro schiene, i loro arti.. costole rotte, ferite profonde. Quello ormai era ciò che restava del famoso villaggio Fusha. E cosa che nessuno si sarebbe mai aspettato, anche il re dei pirati.. se la gente lo avrebbe ancora considerato il successore di Gold D. Roger, era stato neutralizzato.
Craig, Arlong, Kuro, Crocodile, Ener.. tutti avversari passati.. forti uno più dell'altro, robusti come macigni.. quasi tutti con le capacità di un frutto maledetto.. allora perchè anche questa volta, Rufy non riusciva a vincere? Non aveva poi queste grandi capacità.. poteva solo rimarginare le sue ferite e poi? Nessun altro potere in combattimento. Ma tirava dei pugni potentissimi.. quasi come se le sue mani fossero fatte di acciaio.

Con le maniche delle camice rimboccate, lavoravano fino allo stremo per rimettere in sesto il loro bel villaggio ridotto in poltiglia. Inutilmente. Non era facile ricostruire tutto.. ci avrebbero impiegato anni.. probabilmente, avrebbero anche dovuto trasferirsi da un'altra parte, era impossibile vivere così, senza una casa, senza un letto.. quella notte avevano tutti dormito sul pavimento della locanda o fra i massi di cemento e marmo. Solo i feriti potevano riposare su un letto, nella clinica medica, che, per una pura grazia del signore, non aveva subito alcun danno.

- Ahio! Fai piano! -

Strillò Zoro quasi cieco per il male.

- Senti ragazzo, qualcuno ti deve pur medicare e dato che la tua ragazza non è in condizioni per farlo, tocca a me! Sono il miglior medico di questo mare! Resisti e vedrai che guarirai presto! -

Ken era bravissimo nel suo mestiere, tutti al villaggio lo ammiravano.

- E va bene.. non farla tanto lunga.. scusa tanto se ho lo stomaco "bucato" e la schiena a pezzi! -

- Bucato! Capirai per un pugno! -

- Un pugno che a momenti mi buca! -

Poteva sentire ancora il dolore.

- Ecco qua fatto! -

Disse chiudendo le bende con attenzione.

- Mi chiedo solo se vanno bene.. -

- Perchè? Scusa non hai appena detto che sei il miglior medico di questo mare? -

- Si.. ma la tua ragazza è dell'Oceano Orientale o sbaglio? -

- Non sbagli.. ma che c'entra Ania? -

Ken portò lo sguardo sulle persone già precedentemente medicate.

- Le sue fasciature sono perfette.. forse anche meglio delle mie! Quanti anni ha? -

- Diciannove quasi.. -

- Giovane! E in gamba! Non trovi? -

Sistemata sul materasso, ben coperta e perfettamente bendata sulla fronte, appariva ancora più bella del solito.. così angelica, così tranquilla.. era indescrivibile la paura che aveva avuto, paura di perderla.

- Oh si, lo è! -

Osservò con un bellissimo sorriso, tipico di un innamorato.

- Eh.. i giovani d'oggi! -


Era soddisfatto. Si girava e rigirava la scatola fra le mani, fiero del suo acquisto.

- Secondo te le piacerà? -

- Eccheppalle! -

Sbuffò il vice, stanco del suo capitano e di quel breve viaggio durato nemmeno due giorni. Era felice di averci messo così poco, perchè lo sapeva sarebbe diventato pazzo.

- Ti ho già detto di si! Ne sarà felicissima! -

E buttò la decima sigaretta nel mare.

- Vergognati! -

Lo rimproverò.

- Il mare è un piccolo tesoro del mondo! Non devi inquinarlo con le tue tossiche sigarette! -

- Sai quanta roba c'è qui dentro? Non lo sai che la gente ci butta di tutto? -

- Lo so, ma non per questo devi imitare! -

Un attimo di silenzio.

- Allora, sei proprio sicuro? -

Riprese.

- Ooooh! Si capo si! Hai comprato l'anello più bello e caro del negozio! Come può non piacerle? E poi lo sai! A lei ne andrebbe bene perfino uno di plastica! -

Già. A lei bastava che fosse un dono suo, venuto dal suo cuore.

- Forse hai ragione.. -

- E finalmente lo capisci.. -

S'infilò la scatolina in tasca e prese a scrutare l'orizzonte.

- Sono proprio felice! -

Disse.

- E ci credo, fra poco ti sposi! Tra l'altro ora che il marito di Makino è tornato a casa non dovrete più ritardare! -

- Non mi riferivo solo a questo! -

Precisò.

- Sono contento di averci impiegato solo un giorno! Sento così tanto la mancanza di Max.. non vedo l'ora di rivederla! E poi chissà la mia bambina! Starà fremendo senza il suo papà! -

- Ma sentilo! Quante arie che si da! -

- E' vero! Mi vuole bene lei.. al contrario di qualcuno! -

Lo squadrò maliziosamente, da capo a piedi.

- E piantala di dire scemenze. Se non te ne volessi non ti avrei accompagniato dino a li! -

- Ah davvero? A me risulta che l'hai fatto solo sotto un ricatto! Ti fa comodo essere al centro dell'attenzione eh? Ti piace il fatto che ti consederi il mio migliore amico.. non è così? -

In certi momento lo detestava il suo capitano.

- Senti.. lo sai benissimo che nessuno più di te merita di essere il mio migliore amico! -

- Si lo so.. -

Rise.

- Mi piace prenderti in giro! -

- Non lo sapessi.. -

In quel momento entrambi, così sereni e pacifici, ignoravano il disastro che aveva accolto tutti durante la loro assenza.

- Mh? -

Ben si sporse sul parapetta, fissando un punto indefinito davanti a sè.

- Ehi capo, guarda anche tu! Non sembra anche a te che ci sia qualcosa di strano? -

- Eh? Qualcosa di strano? -

Non vedeva nulla.. solo qualcosa di lontano.. poi, mano a mano che si avvicinavano si accorse che quella era la loro isola.

- Ma guarda! Siamo già arrivati a casa! -

- Così pare.. ma.. mi sembra tutto diverso.. c'è qualcosa.. che non va... -

Il sorriso immancabile sul volto longilineo e perfetto di Shank, scomparve lentamente. Si rese conto di quanto Ben avesse ragione. Tutto era cambiato.. o meglio.. distrutto.

- Ma.. cosa diamine è successo? -

- Io una mezza idea ce l'avrei.. -

Era chiaro.

- Oh no... ma perchè! Non potevano aspettare noi per attaccare?? -

- E' stata mica tua l'idea di partireo sbaglio? -

- E non dare la colpa a me adesso! -

Immediatamente qualcosa si spezzò dentro di lui. Ebbe come una strana sensazione. Un brutto presentimento. Gli sembrava di sentire la voce di Ennie nel suo cuore.. ma forse era solo la sua immaginazione. Non ci pensò. Appena la barca toccò terra, balzò giù come un gatto e corse lontano dal porto. Ogni singola casa era crollata, non restava quasi più nulla.

- MAX! -

Gridava.

- ENNIE! -

Paura, rabbia.. mille sentimenti mischiati l'uno nell'altro.

- Shank! -

La voce di Makino, lo costrinse a fermarsi.

- Makino! -

Tornò indietro, verso di lei e l'abbracciò forte, come non mai.

- Mio dio! Stai bene? -

- Io.. io sto bene.. -

- No! Non dirmi che è successo qualcosa a tuo marito o a tuo figlio! -

- Beh non esattamente.. Nico sta bene, ha solo qualche graffio.. e Lucas è rimasto illeso.. però.. è come dire... in uno stato di trance! -

Nessuno riusciva a cavargli una sola parola.

- In trance? -

- Ecco.. non parla.. non si vuole alzare.. se ne sta seduto e muove ogni tanto il capo per ascoltarmi.. ma.. nulla di più! -

Poi le venne in mente. Ennie non c'era più, era stata portata via, ma questo Shank ancora non lo sapeva.

- E' terribile.. e.. gli altri? -

- Rufy.. tutti stanno bene.. ma qualcuno del villaggio non ce l'ha fatta! -

Singhiozzava.

- No dolcezza mia, non piangere! -

L'abbracciò di nuovo, cercando di confortarla.

- Tu dovevi vedere! Io ho visto tutto! E' stato orribile! C'è stata una battaglia.. ma.. hanno perso! Hanno combattuto con coraggio.. anche Max.. -

- Max! -

Il suo nome lo illuminò.

- Come sta? E' ferita? E Ennie? Ti scongiuro! Dimmi che non è accaduto nulla a loro due! Dimmi che sono salve! -

- Ecco.. si.. stanno bene.. Max però ha delle brutte ferite.. è ancora addormentata.. la trovi.. li dentro! -

Non poteva fare a meno di piangere. Era così felice per il ritrovamento di suo marito e adesso..

- Grazie! Mi raccomando Makino, fatti forza! Passerà anche questo! -

- Lo spero! -

Le diede un dolce bacio amichevole sula fronte, poi lasciò la presa entrando in clinica con il cuore in gola.

- Ken! -

- Oh Shank! Che gioia rivederti! Sapessi che strage ci è stata.. -

- So già tutto! Dov'è Max? -

- E' nell'altra stanza! A momenti dovrebbe svegliarsi! -

Avanzò superando un letto dopo l'altro. Zoro era seduto accanto alla sua Ania, le parlava sorridente, stringendole la mano bianca e baciandogliela al termine di ogni frase. Sanji si faceva massaggiare la gamba slogata con gioia da una bella infermiera. Fece capolino nell'altra camera, quasi completamente vuota.. in fondo, vicino alla finestra c'era lei.

- Max! -

Quanti graffi aveva sul viso.. quali lividi sulle braccia. La sua Max. La sua adorata futura moglie aveva combattuto.. e lui non c'era.

- Amore! -

Le sfiorò una guancia per risvegliarla.

- Mi senti tesoro mio? -

Quel dolce richiamo.. lo riconobbe distintamente anche nei suoi sogni. Aprì lentamente gli occhi.

- Shank! -

Disse felice e nello stesso tempo sorpresa di rivederlo così presto.

- Si amore! Sono qui! -

- Oh Shank! -

Si sollevò e con foga gli buttò le braccia al collo.

- Tesoro! Mi sei mancato! Mi sei mancato tanto! -

In realtà non lo vedeva solo dal giorno prima, ma per lei era come passata una vita.

- Anche tu piccina, mi sei mancata! -

E anche lei affogò in un pianto che sembrava non avere fine.

- Lo so.. è stata un'esperienza terribile.. -

Tremava, singhiozzava.. non l'aveva mai vista così.

- Su su.. calmati ora.. sono qui con te adesso! -

- No! Non capisci! -

Come dirglielo?

- Ho fallito! Ho fallito! -

- In cosa? E' perchè sei stata sconfitta? Piccola, non preoccuparti! Sono comunque orgoglioso di te! -

- No! Ho fallito come madre! -

- Come madre? -


Ben corse dentro ansante e terrorizzato.

- Tutto a posto? State tutti bene? Dove sono Yasop e gli altri? -

- Ben.. ciao! Sono sull Vento dell'Est! -

Non ci aveva nemmeno fatto caso. La sua nave era del tutto passata inosservata. Poi udì in lontananza la voce di Shank. Si avvicinò alla stanza, ma sentendolo conversare insieme a Max, pensò di fermarsi.

- Cosa intendi amore? -

- Loro.. lui.. è malvagio! Insensibile! Me l'ha presa! -

- Ma chi! Cosa ti ha preso! -

Le tolse le mani dal volto, per capire meglio le sue parole.

- Lui l'ha rapita! -

- Ma lui chi? -

- Charas! -

Quel nome..

- Charas l'ha portata con sè! -

Lo conosceva..

- Ennie... -

- Ennie? Charas ha rapito nostra figlia? -

Sperava di aver capito male.

- Si! -

Rispose lei debolmente prima di riscoppiare.

- Mi dispiace! Non ho saputo proteggerla! -

Un dolore straziante gli percorse il corpo. Strinse Max con amore, facendole sapere che c'era, era li per lei.
Ben si poggiò al muro, strinse i denti e chiuse gli occhi con una smorfia di tristezza. - Ennie! -

Sussurrò. La sua "nipotina" era nei guai.

- Mi dispiace!! -

Continuava.

- No! Non è stata colpa tua! -

- Tutti ci abbiamo provato.. a difenderla.. ma.. lui è.. troppo forte! -

- Lo so.. non preoccuparti! La troveremo! -

Non gli avrebbe permesso di restare impunito. La sua dolce bambina.. doveva riprendersela a qualunque costo.. anche della sua esistenza.

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Capitolo 37
*** Il compleanno ***


CAPITOLO 37: Il compleanno



Non si sarebbero mai aspettati una cosa simile.. per la verità si erano del tutto scordati della lettera dei pirati.. Shank poi.. era così preso dal suo matrimonio che gli era del tutto uscito di testa. Sfortuna volle purtroppo, che Charas giungesse sulla sua isola proprio mentre loro due non c'erano. Lui e Ben erano lontani e i loro compagni, i loro amici inseparabili, le persone a loro più care, soffrivano. Shank si reputava un imbecille, un idiota senza cervello. Se solo avesse aspettato un giorno, uno solo per partire.. a quell'ora probabilmente, Ennie sarebbe stata li insieme ai suoi genitori e la sua Max non avrebbe avuto tutte quelle ferite e quei brutti ematomi che avevano l'aria di essere terribilmente dolorosi.

- Sono io che devo chiederti di perdonarmi! -

Le sussurrò mentre un pochino si calmava.

- Se non ti avessi lasciato da sola.. -

- No Shank! -

Scosse la testa.

- Sono io che non ho saputo proteggere nostra figlia! -

D'un tratto la paura tornò viva dentro di lei e le lacrime ripresero a scendere come una cascata.

- E se le fa del male? Se non la nutre? Se la picchia? Se la tortura? -

Poi, un terrore ben più grande.

- E se la uccide? -

E cominciò a tremare.

- E' la mia vita! E' ciò che ho di più caro! -

Spiegò.

- Tu e la mia bambina siete troppo importanti per me! Vi amo! Vi amo alla follia e non sopporterei l'idea di perdere anche solo uno di voi due! Shaaank! -

- Stai tranquilla! Non le farà del male! Deduco che c'è un motivo particolare se l'ha portata con sè.. giusto? Vuole qualcosa in cambio.. -

E quel qualcosa lo conosceva già.

- Il tesoro di Rufy.. -

- Lo immaginavo! -

- Ho paura! -

- Non devi! Vedrai! Non la uccide! Non può farlo! E' un pirata come me del resto no? Deve rispettare il codice! -

Max si asciugò gli occhi, poi riprese a guardarlo negli occhi riscoprendo il suo viso sereno e sorridente.

- Quale codice? -

- Come! Dopo tutti questi anni che conduci la vita di un pirata ancora non lo sai? -

Le batte il pugno sulla fronte.

- Se ci ha imposto uno scambio, vuol dire che ha intenzione di restituircela viva! No? -

- Affatto! La può benissimo uccidere! E poi prendersi l'oro! -

- E' qui che sbagli! -

Era malvagio, ma anche se non l'aveva mai visto in faccia, conosceva perfettamente le sue intenzioni.

- Di solito si fa così: si mostra l'ostaggio e solo dopo l'avversario può dargli ciò che vuole! -

- Ma.. -

Era così confusa..

- E se poi non ci consegna nostra figlia? -

- E cosa se ne fa di una bimba di dieci anni? -

Proprio nulla.

- Non lo so.. -

- E comunque puoi stare tranquilla! Lo attaccheremo non appena fa una mossa sbagliata! Io sono velocissimo sai? -

- Lo so.. -

Restava ancora un particolare.

- Ma come la troviamo? Non sappiamo dove l'ha portata.. -

- Non vi ha dato delle indicazioni? -

- Ci ha detto solo.. di andare sempre a Nord! -

Una bella gatta da pelare.

- Già.. in effetti non è un'impresa semplice.. non ci resta che cercare in tutte le isole.. da qualche parte sarà no? -

- Si.. -

- Amore.. non preoccuparti! -

La guarda con affetto, accarezzando la sua bella pella.

- La salveremo! Partiamo domani stesso! Pensi di riuscirci? -

- Adesso! -

- Come? -

- Io voglio andare adesso a riprendere mia figlia! -

Fece per alzarsi dal letto, ma il rosso l'afferrò per le spalle e la costrinse a rinfilarsi sotto le lenzuola.

- Non puoi! Non sei nelle condizioni più adatte! -

- Ma sto bene! E poi cosa importa? Io rivoglio Ennie! -

- Anch'io Max! Partirei all'istante! Ma non vedi come sei ridotta? -

Faceva finta di no.. ma era certo che si sentiva a pezzi.

- Posso curarmi sulla nave.. -

- No! E' molto meglio qui! Credimi! -

- Perchè! -

Protestò.

- Che differenza fa? -

- Hanno combattuto tutti con te, vero? Intendo Yasop e gli altri.. -

- .. si... tutti.. -

Dal primo all'ultimo, non l'avevano mai abbandonata.

- Quindi anche Charlie.. -

- Si.. -

- Mi spieghi come fa a curarti se è ferito almeno quanto te? -

- Ah.. è vero.. -

Scoppiò a ridere, poi, una volta ricomposto, la strinse ancora a sè.

- Sciocchina che sei! -

- Ma scusa.. tu come lo sai che è ferito.. l'hai visto? -

- No! Non ci vuole molto a capirlo.. basta guardare com'è ridotto questo villaggio per capire che il nostro avversario è molto potente.. -

- Immortale! -

Lo corresse.

- Eh? -

- E' immortale Shank! Tu non hai visto! Lo abbiamo colpito con fucili e pistole.. -

Se ci ripensava le venivano i brividi. Quasi ebbe freddo e si strinse maggiormente a lui per riscaldarsi.

- Le sue ferite.. tutte.. si sono rimarginate.. non è morto.. capisci? Non c'è modo di ucciderlo.. ha mangiato un frutto del diavolo.. -

- Troveremo un modo! -

Un essere immortale? Baggianate. Anche Rufy era immune ai proiettili. Con un corpo di gomma è difficile restare ferito.. però lui lo era.. e lo era stato anche in passato, a giudicare dai suoi racconti. Non esisteva un essere immortale, c'era sempre un modo.. un punto debole.. qualunque minimo dettaglio.

- Sei sicuro? Ti vedo così spavaldo.. -

- Non sono tranquillo! -

Le afferrò la mano e la trascinò sul petto, dove batteva il cuore.

- Senti! -

Batteva così forte che sembrava squarciargli il torace.

- Oh tesoro.. hai paura anche tu.. -

- Tanta piccola! Ne ho tanta credimi! E' di mia figlia che stiamo parlando! Ma ricordi quello che ti ho detto poco tempo fa? Io cerco sempre di essere ottimista, per questo sorrido.. resto calmo perchè con la tremarella non si risolve nulla! Sorrido e basta, sempre.. perchè è l'unico modo che ho per sentirmi più forte e sicuro di me! -

Questo non lo aveva mai capito. Dopo una vita che viveva insieme a lui, ancora non lo sapeva.

- Capisco! Vorrei tanto essere come te! -

- Come me? Un'ubriacona sciocca e infantile? Una che prende in giro tutti? Vorresti essere così? No per carità! Già non mi sopporto da solo.. figuriamoci se fossi come me! -

Riuscì a strapparle una candida risata.

- Ti senti meglio ora eh? -

- Si.. ho più fiducia! -

- Brava cucciola! Ora riposati! Sogna Ennie e vedrai che la sentirai più vicina a te! -

- Shank.. -

- Si? -

Sorrise e lo osservò a lungo. in silenzio.

- No.. niente! Volevo solo guardarti! -

Era talmente bello con quei suoi occhi docili, i suoi capelli del colore del fuoco.


- MALEDIZIONE! -

Afferrò con rabbia un bicchiere di vetro e lo lanciò contro la parete in legno frantumandolo con un fastidioso frastuono. Quanta forza aveva nelle braccia.

- Accidenti Yasop.. che grinta.. -

- Chiudi il becco tu! -

- Ok! -

Si portò le mani fra i capelli, domandandosi perchè.

- Ma come! Ditemi! Come abbiamo fatto a restare immobili? -

Il silenzio all'interno di quella stanza dimostrava chiaramente che nessuno di loro conosceva la risposta.

- Come abbiamo potuto permettergli di prendersi la nostra bambina? CACCHIO! -

Il rumore di un grosso pugno che sbatteva sul tavolo lo fece sobbalzare. Si voltò velocemente notando Lucky, per la prima volta senza un cosciotto in mano, in piedi e con occhi che, sebbene fossero coperti dagli occhialini, lo sapeva, erano di fuoco.

- Smettila una buona volta pezzo di idiota! -

Quasi lo spaventava. Quando Lucky s'infuriava, diventava una bestia. Certo, forse non come il suo capitano.. ma quasi.

- Non capisci che non serve proprio a niente stare qui a riempirsi la testa di stupidi interrogativi? Ormai è successo, basta! Non continuare a menarla! -

Anche lui si poneva gli stessi interrogativi in testa, ma lo sapeva perfettamente che non avrebbe mai trovato delle spiegazioni.

- E allora che cosa vuoi fare? -

- Ah, ti sei pure rincitrullito adesso? Ma dico, ti sei bevuto il cervello o cosa? -

Come poteva non sapere come comportarsi, eppure era così ovvio.

- Si va a cercare Ennie! -

- Ma non vedi come sei ridotto? E poi non possiamo andarcene senza il capo, lo sai! E' la regola! -

- Allora aspettiamo che torni! Dato che manca pure il vice non ci resta molta scelta! -

Uscì sul ponte zoppicando, con il braccio sinistro bendato. Forse era rotto.. nemmeno il dottor Ken era riuscito a trovare una diagnosi appropriata. Magari si sarebbe fatto controllare da quella delizia, quella Ania.. si chiamava così se non errava. Era proprio graziosa, forse perchè vedeva molto Max in lei. Fortunato Roronoa..

- Eh.. certo che è buffo! -

- Cosa! -

Rispose amaro.

- Non fai che disprezzare la piccola.. litigate sempre.. lei ti fa i dispetti e tu la insegui per punirla.. tutti i giorni è così, da quando è nata.. eppure, sei il primo che si sacrificherebbe per lei! -

- Mi sembra ovvio! -

Quella nave appariva vuota e silenziosa senza Ennie..

- Passo tutto il giorno insieme a lei.. le voglio tanto bene.. -

Anche se non lo dava mai a vedere. Ed era chiaro che Ennie stessa, era molto affezionata a Lucky, altrimenti non lo avrebbe mai scelto come vittima delle sue bravate.

- Già! Gliene vogliamo tutti! -

E chi non l'amava?


- Mh.. Zoro.. -

Disse con un filo di voce, sulle sue labbra.

- Si? -

Mantenne gli occhi chiusi, cercando di catturarle ancora le labbra.

- Come va la pancia? Ti fa molto male? -

- No! Non sento più niente! -

Era bastato un bacio di lei per guarirgli il dolore.

- E tu? Come va la testa? -

- Mh.. la sento pesante.. ma non avverto dolore! -

- Certo! -

Sorrise.

- Sei robusta come una roccia! -

- Io? Mi confondi con te mi sa.. -

- No! Affatto! Tu sei incredibilmente forte Ania! Perdevi sangue.. eppure continuavi a svolgere il tuo lavoro! Sei.. incredibile! -

- Sul serio? No.. non è vero! -

Zoro le sollevò il mento, ghiacciandola ancora con quei suoi bellissimi occhi.

- Lo è invece! E' per questo che ti amo così tanto! Sei speciale! -

- Abbracciami! -

Desiderava sentire il suo corpo, il suo calore. Zoro portò le mani sulle suo morbie e esili spalle e lentamente posò la sua piccola testa castana sul proprio petto, forte, caldo, robusto, prorompente.

- Non mi lasciare mai! -

- Non lo farò! -

Era lui quello spaventato, quello che non voleva restare solo. Vedeva tutti così presi l'uno dall'altro.. Rufy da Nami, Shank da Max, Makino da Nico.. Lucas da Ennie.. e Sanji, benchè non avesse una compagna.. si occupava di ogni ragazza che gli capitasse davanti e ora che lui aveva risolto le sue questioni personali, ora che Ania era tornata da lui, Sanji non lo guardava nemmeno più. Temeva di allontanarsi anche da lei, non sapeva come.. ma aveva questo gran senso di preoccupazione, perciò l'avrebbe protetta sempre, con il suo corpo le avrebbe fatto scudo, così da non permettere più a nessuno di graffiare la sua bella pelle che sapeva di frutta fresca, così da fargli venire voglia di morderla.

- Ho paura! -

Confessò.

- Di cosa? -

- Non lo so.. ma ho paura... Ennie.. è stata rapita dal pirata non è così? -

- Si, purtroppo.. ma non ti preoccupare! Troveremo il modo di riportarla a casa! -


Uscì dalla stanza in silenzio, fissando il vuoto. Superò il vice senza nemmeno accorgersi di lui e uscì dalla clinica ritrovandosi in mezzo a quel disastro. Macerie ovunque, case distrutte.. il suo bel villaggio portuale.. andato in frantumi. La sua Max così piena di contusioni... e la sua bambina nelle mani di una sputo dell'umanità.

- Ehi capo.. -

Ben gli si avvicinò.

- Si? -

Rispose semplicemente lui.

- Va tutto bene? -

- No! -

Era la prima volta in tutta la sua vita che gli sentiva dire una cosa del genere. Di solito era sorridente, allegro, spensierato, mai terrorizzato come in quell'attimo. La perdita della sua figlioletta doveva proprio averlo sconvolto.

- Lo so.. è una cosa terribile.. -

- Come posso fare Ben... -

Si domandava.

- Dimmi tu, come! -

- Andremo a cercarla, tutti insieme! Vedrai! Vinceremo! -

- E se non fosse così? -

Un attimo di quiete.

- Ma che, ti sei rincitrullito di botto? Dov'è finito lo Shank che conoscevo? Quello che non si tira mai indietro, che nhon si arrende mai nemmeno davanti al pericolo più mortale? Se ti lasci andare in questo modo cosa ne sarà della piccola? E alla povera Max non pensi? E' già abbastanza distrutta! In tutti i sensi! -

Aveva ragione.. discorso degno di un vice-capitano.

- Si! Scusami Ben! Non so cosa mi sia preso! -

Tornò a sorridere, ma ne era certo, si stava solo sforzando.

- Piuttosto.. le hai già dato l'anello? -

- E come potevo? -

In quelle circostanze..

- Non hai visto come soffre? Quanto ha pianto? Come avrei potuto, anche nei confronti di mia figlia, preoccuparmi di metterle al dito l'anello di fidanzamento? -

Con tutta la fatica che aveva fatto per sceglierlo.. alla fine, ancora giaceva in quella scatola nella tasca dei suoi pantaloni.

- Capisco! -

- Piuttosto.. non è che hai visto Rufy? In clinica non c'è.. -

- Si, l'ho incontrato prima.. -

Spiegò.

- Era alla locanda.. ma non so se lo trovi ancora li.. -

- Non importa! Grazie di tutto Ben! -

E si dileguò in uno stato che mai aveva visto addosso a lui. Aspettò che scomparisse all'interno dell'osteria, poi s'incamminò verso il porto. Voleva vedere come stavano i suoi compagni che avevano combattuto fino allo stremo.

- Permesso? -

Non c'era nessuno li, nessun cliente. Era strano vedere la locanda così vuota a quell'ora..

- Ciao Shank! Ben tornato! -

Lo accolse Rufy seduto al tavolo.

- Grazie.. come stai? -

- Benone nonostante tutto! Ricorda che sono fatto di gomma! -

E giù a ridacchiare.

- Già è vero.. e tu Nami? -

La ragazza stava versando un tè al suo ragazzo.

- Non sei ferita, vero? -

- No! Io no! -

Abbassò lo sguardo. Posò la teiera fumante e di corsa giunse d'innanzi al rosso con un inchino di dispiacere.

- Perdonami! -

Lo supplicò con le lacrime agli occhi.

- Io non ho fatto niente! -

A parte restare nascosta.

- Non mi sono nemmeno data un minimo da fare! Sono una vigliacca! Non sono riuscita a combattere per il terrore di morire! Non ho contribuito per proteggere tua figlia! Mi dispiace molto! -

Shank osservò la sua testolina rossa denza dire una parola, poi tornò a sorridere posando una mano sul suo capo.

- Non preoccuparti piccola, è tutto a posto! E poi non è giusto che una ragazzina carina come te faccia il lavoro di un uomo! -

La tranquillizzò. Sapere che non era arrabbiato con lei la rese molto più sollevata, ma si sentiva sempre e comunque in colpa.

- La verità è.. -

Intervenne Rufy, serio come non mai.

- Che se le fosse successo qualcosa io.. -

- Si lo capisco! -

- Max come sta? -

- Eh.. non bene purtroppo! -

Era più forte il dolore psicologico che quello fisico.

- Poverina.. ha fatto di tutto... tutti noi l'abbiamo fatto... -

- Lo so Rufy, non preoccuparti! -

Allontanò una sedia da sotto il tavolo e si accomodò di fianco a lui.

- Piuttosto, lo sai che giorno è oggi? -

- Mh? No, perchè? -

- Il solito sbadato! -

Scosse la testa ridendo.

- Come puoi dimenticarti di un giorno così importante? -

Ormai avevano tutti perso la cognizione del tempo.

- Buon compleanno Rufy! -

Il ragazzo rimase un momento in silenzio, poi allargò nuovamente le labbra.

- E' vero! Oggi è il mio compleanno! Grazie Shank! -

- OH CAVOLO! -

Nami corse ad abbracciarlo.

- Scusami! Scusami! Scusami! Me n'ero scordata! Perdonami tanto! Auguroni! Auguroni! -

- Grazie Nami! Non preoccuparti! Come vedi me n'ero dimenticato io stesso, perciò.. ih ih ih ih! -

Un uomo. Era appena diventato un uomo.

- Eh si! Ora anche tu fai parte del club dei maggiorenni! -

Stappò una bottiglia di vino.

- Alla tua salute moccioso! -

- Insisti anche ora che sono un adulto eh? Non cambierai mai! -

- Che vuoi farci! -

Mandò giù in un sorso il liquido rosso.

- A proposito.. non vedo nessuno al bancone. Makino? -

- Ah.. è nel magazzino.. con Nico e Lucas.. -

- Capisco! Allora li raggiungo! -

Era curioso di sapere cosa fosse accaduto al bambino e soprattutto era desideroso di aiutare la sua amica. Lei che ancora aveva suo figlio a casa, doveva essere felice.

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Capitolo 38
*** Alla ricerca di Ennie ***


CAPITOLO 38: Alla ricerca di Ennie



Bussò alla porta già aperta del ripostiglio, sentendo una voce straziata dal dolore e uno strano silenzio dopo ogni sua domanda.

- Scusate.. -

Con il capo fece capolino e riuscì così a notare ciò che succedeva. Lucas era seduto per terra, appoggiato alla parete, suo padre con il braccio fasciato e il labbro graffiato, era stato pesantemente picchiato, spiccava in piedi con un completo che non somigliava minimamente alla sua preziosa divisa. Makino invece, era china sul bambino, con gli occhi lucidi e gonfi, quegli stessi occhi che vedeva da giorni, sperava che tornassero quelli di un tempo.

- Ciao Shank! -

Salutò Nico cordialmente, sebbene con un tono pari a due decibel.

- Forse vi disturbo.. se preferite vado via.. -

- No! Resta ti prego! -

Lo supplicò Makino.

- Provaci tu a farlo parlare... io credo.. che sia così per Ennie.. forse si sente in colpa! -

- A proposito! -

Esclamò il marine massaggiandosi il braccio rotto.

- Mi dispiace moltissimo per quello che è successo.. -

- Grazie! -

Si avvicinò lentamente al piccolo Lucas e si inginocchiò d'innanzi a lui. Il bambino si limitò ad osservarlo. in silenzio. Per lo meno si muoveva, meglio di niente.

- Ciao Lucas! -

Sorrise.

- Come stai? -

- ... -

- Non me lo vuoi dire? -

- ... -

Per Makino era troppo doloroso vedere suo figlio in quelle condizioni. Shank posò lo sguardo sul marito, facendogli segno di seguire la moglie sconvolta. Ci avrebbe pensato lui a suo figlio.

- Non forzarlo troppo! -

- Tranquillo! -

In quello stanzino rimasero solo loro. Shank e Lucas.

- I tuoi genitori se ne sono andati! Con me non vuoi parlare? -

- ... -

- Andiamo! Non è stata colpa tua! Hai solo undici anni.. come potevi fronteggiare un pirata di quel calibro? Hai fatto la cosa più giusta stando nascosto! Pensa alla tua mamma e al tuo papà, quanta sofferenza avrebbero provato nel perderti! -

Lui stesso stava già abastanza male sapendo la sua piccina lontano, nelle mani di un essere abbietto.

- No.. -

Si stupì nel sentire la sua voce.

- Ti sbagli.. io.. avrei dovuto.. proteggere la mia amica.. ma non l'ho fatto! -

- Andiamo! Ci hanno provato tutti e tutti hanno fallito! Cosa credi che avresti potuto fare tu da solo? -

- Qualcosa.. almeno un gesto.. -

Riusciva perfettamente a capire i suoi sentimenti. Aveva solo undici anni, ma era già un uomo.

- Io credo che Ennie non te l'avrebbe mai permesso! Comunque, non ti sembra di aver esagerato? Far preoccupare così i tuoi genitori.. sei un gran birbante! -

- Ma sta zitto! -

Promise a Lucas, ma soprattutto a se stesso, che entro quella sera avrebbe recuperato sua figlia. Non gli importava dove nè come trovarla, voleva solo porre fine a quell'incubo, vendicare la distruzione del villaggio e la morte di gran parte dei cittadini, Max per essere stata conciata in quel modo, i suoi compagni di equipaggio, Rufy.. tutti coloro che si erano battuti e che avevano sofferto nell'assistere al massacro.

- Shank.. -

Lo chiamò.

- Si? -

- Tu credi.. che Ennie sia arrabbiata con me? -

- No piccolo.. -

Era proprio come lui.

- Non lo è affatto! Anzi! Sarà felice di saperti salvo! -

La conosceva. Se avesse visto Lucas cadere ferito.. o peggio ancora morto, sacrificandosi per lei, solo per lei, si sarebbe creata un terribile senso di colpa nel cuore.

- Grazie.. -

- Figurati! Promettimi però che non farai più preoccupare la tua mamma! -

- Va bene.. lo prometto.. -

- Bravo bambino! Sono orgoglioso di te! La mia Ennie si è trovata proprio un amico speciale! -

Arrossì e lo fissò allontanarsi dallo stanzino.

- Allora? -

Chiese Makino preoccupata.

- Sta bene.. vai dai, ora sono sicuro che vuole parlarti! -

Quanta invidia nei loro confronti. Una famiglia vera, loro tre tutti insieme, proprio come lo erano loro una volta.. prima che tutto si complicasse; prima Mihawk, poi Charas.
Sembrava che qualcosa volesse impedirgli di essere ancora felice.. e stava malissimo. Rivoleva la vita di prima, quando ancora non succedeva niente. Alcun litigio, nessuna battaglia pericolosa.. dopo la Rotta Maggiore niente li aveva più visti appesi a un filo. Ora invece, ci si trovavano un'altra volta, sospesi sopra ad un burrone e aggrappati a una ragnatela sottile. Se tutto fosse stato un fallimento, anche il tentativo di salvataggio di Ennie, quel filo si sarebbe spezzato per sempre e loro sarebbero caduti in basso.. negli abissi profondi.. nella morte.

- Rufy.. vorrei parlarti! -

- Dimmi! -

- Vuoi che me ne vada? -

- No Nami, resta anche tu! -

- Va bene.. -

Sembrava una cosa veramente importante.

. Ascolta.. lo so che oggi è il tuo compleanno.. però.. devo chiederti un favore enorme.. perchè ho davvero bisogno del tuo aiuto! Te la senti? -

- Certo! Conta su di me! Allora, quando partiamo? Ora? Oggi? Stasera? -

Rimase per un attimo a bocca asciutta. Era incredibile quanto gli somigliasse nonostante fra di loro non esistessero legami di sangue di alcun tipo. Aveva capito tutto, anche senza avergli detto niente di concreto.

- Grazie moccioso! -

- Di niente.. antipatico! -

- Sai per la verità.. -

Spiegò.

- Max ha insistito tanto per salpare oggi.. ma viste le sue condizioni, all'inizio ho rifiutato.. le ho imposto di riposarsi.. -

- Ma poi, dopo aver parlato con Lucas ti sei reso conto che sarebbe stata una sofferenza per tutti aspettare.. -

- Già.. -

Non sapeva quanto sarebbe durato il viaggio.. ma lui ci avrebbe provato, con il massimo delle sue forze.

- Nami.. tu non hai problemi a venire? -

- No! Assolutamente! Avvertirò anche Sanji e gli altri.. -

Lo sapeva che avrebbe potuto rivelarsi un viaggio di sola andata.. tuttavia, desiderava stare vicino a Rufy e questa volta, combattere al suo fianco.

- Io non voglio costringerti.. è che mi rendo conto che Rufy è il tuo ragazzo.. -

- Noi saremmo felicissimi di potervi aiutare! -

Scosse la testa rossa.

- Non ho fatto nulla! Lascia che almeno ora io mi possa rendere utile! Vado a parlarne con i ragazzi! -

E uscì dalla locanda di corsa, quasi entusiasta della partenza.

- Complimenti! Ti sei trovato una ragazza veramente speciale! -

- E' vero! Ma anche tu sei fortunato.. con una moglie speciale come Max! -

Pensava a quando le avrebbe detto di partire. La sua gioia.. i suoi "grazie"..

- Beh.. non è ancora mia moglia.. comunque, la mia Max è unica! Senza offesa per la tua ragazza Rufy, ma.. la mia donna è la numero uno! -

- Ih ih! Non preoccuparti, anch'io penso questo di Nami! E' normale quando si è innamorati! -

Ed entrambi lo erano alla follia.


- Mh... devi stare attento Rei.. lo sai no, che non ti devi agitare! -

Osservò il medico profondamente in pensiero per l'anziano nonno di Makino.

- Pezzo di imbecille! Come faccio a stare tranquillo in questo momento? -

- Lo so che non è facile.. ma ti devi riguardare.. il tuo cuore non reggerà ancora per molto! -

- Eh.. ahimè lo so bene! -

Sospirò rassegnato, aspettando tranquillo la sua ora.

- Piuttosto, l'hai già detto a Makino? -

- No.. -

- E cosa aspetti? Di mandarle un gabbiano dall'al di là? -

Sollevò il suo bastone e glielo tirò in testa.

- AHIA! -

- Non vedi povera bambina cosa sta passando? Come posso darle anche questa brutta notizia? -

- E' vero, però.. -

- Aspetterò il momento più opportuno per parlargliene.. ora non è proprio il caso.. -

Si massaggiò la schiena dolorante di uomo vecchio, al quale non restava più alcuna gioia da vivere.

- Mi raccomando però, sbrigati.. non ti resta molto.. secondo i miei calcoli non hai nemmeno un mese.. -

- Si.. entro un paio di settimane saprà tutto quanto..-

- Ci conto... -

- Mh.. -

Avanzò contento verso la clinica ansioso di darle quella splendida notizia. Si era perfino dimenticato di essere appena rientrato e di avere ancora l'anello in tasca. In quel momento gli importava solo di rendere felice la sua fidanzata con le parole e riottenere la sua famglia.

- Ciao Rei! Come butta? Ti trovo in forma.. -

- Il solito cretino! Smettila di prendermi per i fondelli, rossaccio! -

E ancora sollevò a braccio lesto il suo bastone.

- Guarda che non sto scherzando.. dico sul serio! A giudicare da quanto accaduto.. dovresti essere morto.. -

- BASTARDO DI UN PIRATA! -

- Ehi ehi, calmo! Scherzavo! Mica mi auguro la tua morte, lo sai che ti voglio bene! -

E purtroppo non immaginava che di li a poco, quel magnifico uomo a lui così caro, come un padre, si sarebbe definitivamente spento, andandosene dal mondo.

- Si.. non lo dimostri.. ma per fortuna lo so! Comunque.. stai andando a trovare la tua dolce metà? -

- Già! Sta riposando! -

- Emm.. veramente Shank.. -

Ken gli si avvicinò con imbarazzo, a capo chino cercando di schivare il suo sguardo.

- Non c'è.. se n'è andata.. -

Il rosso osservò l'uomo nelle palle degli occhi, incredulo.

- Come se n'è andata! -

- Si, ecco.. mi ha detto che era stufa di stare in quel letto.. e che voleva riposare sul Vento dell'Est.. -

Doveva aspettarselo da lei.

- E non hai cercato di fermarla? Ma lo sai che è in pessime condizioni! Non è in grado di andare al porto da sola! -

- Mi rendo conto.. infatti ho tentato di dissuaderla, ma.. la conosci.. è cocciuta.. -

- Si.. molto purtroppo.. -

Era esasperato, in quanto quella donna bellissima che tanto amava, lo faceva sempre stare in pena.

- Grazie comunque Ken, per esserti preso cura di lei.. ci vediamo! Ciao Rei! -

- Ciao! -

Lo squadrò con espressione sognate. Rammentò di quando anche lui era giovane e affascinante e si era perdutamente innamorato di sua moglie. Non era più lo stesso da quando era solo.. sua figlia aveva lasciato l'isola e non aveva mai sue notizie..ormai anche lei aveva raggiunto una certa età.. sua nipote invece aveva da tempo lasciato la sua casa per trasferirsi sopra la locanda. Invidiava quella coppia, Max e Shank, stavano veramente bene insieme, sembrava fossero nati apposta per incontrarsi.

- Tienitela stretta Shank.. -

Bisbigliò senza farsi capire.

- Eh? Hai detto qualcosa Rei? -

- No Ken, niente! -

- Bah.. comincio a credere che stia perdendo anche il cervello.. temo che non rimarrai in vita per un mese.. è troppo per te.. -

- IDIOTA! -

- AHIA!! SMETTILA!! -

Corse cercando di non inciampare in qualche detrito, pregando per lei. Sperava di non trovarla svenuta o gemente per terra.. lo sapeva, non avrebbe retto. Con Ennie lontana non avrebbe dovuto preoccuparsi più di nient'altro.. invece tale madre tale figlia. Entrambe, anche senza volerlo, gli incutevano paura e preoccupazione. Giunto al porto, chiamò a gran voce Ben, il quale uscì sul ponte accendendosi una sigaretta e strofinandosi l'orecchio con il mignolo.

- E che hai da strillare? -

- Max è li? -

- Si! E' in camera! -

- Dorme? -

- Boh! -

Salì a bordo del vascello, attraversò il ponte senza nemmeno preoccuparsi dei suoi uomini ingessati e si precipitò velocemente in cabina.

- MAX! -

La donna si sollevò dal cuscino con aria stravolta.

- Shank, ciao! -

- Ciao? Ma ti rendi conto che avresti potuto farti del male? -

Si buttò sul materasso afferrandola e stringendosela al petto.

- Non voglio che tu corra rischi inutili! -

- Scusa.. è che non ce la facevo più a stare li.. lo sai che odio gli ospedali.. -

- Ma quella è una clinica, piccola per giunta! -

- Fa poi differenza? -

Per lei non cambiava nulla. Senza offesa per Ken e Ania, che svolgevano al meglio il loro lavoro, detestava i medici. Sempre li a metterti le mani addosso per visitarti. Era una cosa che non sopportava.

- Si.. mi rendo conto.. però... -

- Amore, sto bene.. -

- Sicura tesoro? -

Annuì. Se la coccolò come un cucciolo appena nato, godendosi il profumo dei suoi capelli e l'odore di pesca proveniente dalla sua pelle.

- Max.. c'è una cosa.. so che ti avevo detto di no, ma.. -

Poi avrebbe dovuto anche parlarne con il suo equipaggio..

- Ti spiace se partiamo oggi? -

- Mi spiace? Ma stai scherzando?? Io partirei subito! Immediatamente pur di riprendermi mia figlia! -

- Allora va bene? -

- Certo che va bene! Va benissimo! Grazie! Grazie! -

Gli portò le braccia al collo senza badare ai vari graffi e alle contusioni che le provocavano dolore. Voleva solo abbracciarlo e sorridere- Chiese a sua figlia di aspettarla, perchè presto sarebbe giunta da lei.

- Perfetto! Allora Max, andiamo a riprenderci nostra figlia! -

- Mh! -

- Si va tutti.. alla ricerca di Ennie! -

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Capitolo 39
*** Dov'è la Going Merry? ***


CAPITOLO 39: Dov'è la Going Merry?



Era tutto pronto ormai. Le casse, il rifornimento.. le due navi ancorate l'una vicina all'altra; il Vento dell'Est e la Going Merry.

- Ci siamo tutti? -

Domandò Rufy guardandosi intorno. A bordo del suo vascello c'erano i suoi compagni. Sulla nave imponente di Shank, l'intera ciurma, numerosa, composta da uomini coraggiosi e valorosi, gridava eccitata per il viaggio. Gliel'avrebbero fatta pagare a quel pirata.. avrebbe visto cosa significava rapire la loro piccola Ennie.

- SI SALPA! -

Lentamente entrambe le barche si staccarono dal porto e Fusha, o meglio ciò che ne restava, li osservava da lontano.

- Dobbiamo cercare di mantenere sempre la stessa rotta! A Nord.. e soprattutto dobbiamo sempre fiancheggiare il Vento dell'Est! -

Spiegò Nami scrutando quel lungo e vasto tratto di mare davanti a sè.

- Ormai è troppo tardi per tornare indietro.. -

- Lo so! -

- Sei sicura che poi non te ne penti Ania? Questo è un viaggio pericoloso! -

- Mi rendo conto Zoro! Ma sono un medico! Posso sempre esservi utile no? E poi.. non potevo restarmene li.. ad attenderti sapendo che avresti anche potuto non tornare più! -

Se dovevano morire, meglio farlo tutti insieme.

- .. scusa, mi dispiace, non intendevo innervosirti! Mi preoccupo per te! -

- Non devi! Io me la cavo! -

- Certo e al meglio.. ma non sei abituata a combattere! -

- E allora? Posso comunque tentare! -

Già una volta quel viscido verme aveva provato a farla fuori. Questa volta, non avrebbe avuto alcuna esitazione.

- Non ti staccare da me! -

- Come? -

- Restami sempre vicino Ania! Non ti staccare da me! Ti proteggerò in qualunque momento! -

Le afferrò delicatamente una ciocca di capelli, facendola scorrere più volte sulla sua mano. Gli sembrava di accarezzare della seta..

- Te lo prometto! Ma tu.. cerca di preoccuparti anche di te stesso.. e soprattutto resta vicino ai tuoi compagni! Non devi occuparti di me solo perchè stiamo insieme! -

Li amava tutti.

- Non preoccuparti, sono come dei fratelli per me, non li abbandonerò.. ma tu.. ricorda sempre che sei tutta la mia vita! -


Si vestì in fretta, per uscire dalla clinica si era rimessa addosso i vestiti insanguinati e strappati in vari punti del giorno prima. A fatica si sollevò dal letto e spalancò le ante in legno antico dell'armadio. Aveva ancora tutti i vestiti che Shank le aveva comprato anni prima, durante il suo primo viaggio insieme a lui, quando ancora non erano fidanzati. Le andavano alla perfezione, per fortuna non aveva acquisito peso. Sentiva ancora un gran dolore alla schiena, in più, si era fatta maggiormente male alla spalla già precedentemente contusa per colpa di Mihawk.. e dire che stava guarendo. Aprì il cassetto della scrivania e frugò fra le varie cianfrusaglie. Avrebbe dovuto mettersi una pomata, si stava rigonfiando.

- Max, stamattina hai mangiato? -

Entrò in cabina e la trovò presa nel cercare qualcosa di importante.

- Che cerchi? -

- Una pomata! -

- Ah.. allora li dentro non la troverai mai! -

- Ma l'ho messa qui.. almeno mi sembra! -

Si portò le mani fra i capelli. Detestava quando le cose sparivano senza una spiegazione. Lei poi, non aveva un minimo di pazienza.

- Guarda che ce l'hai sotto il naso.. -

Rise. Immediatamente fu colta da un dubbio. Voltò il capo verso il comodino e lo vide. Il tubetto era li, accanto al suo letto e non l'aveva visto.

- Ce l'hai messa tu? -

- No, amore mio! -

- Accidenti! Comincio anche ad avere i vuoti di memoria! Andiamo bene! -

D'un tratto non rise più. Capì immediatamente che forse Max non era in vena di alcuna presa in giro. Notò che i suoi occhi erano bagnati..

- No Max, non stai perdendo la memoria! Sei solo sotto stress! -

- Lo so! Non ce la faccio più ad andare avanti così! Ma cosa ho fatto di male? -

Si abbandonò addosso lui, il quale la fece sedere lentamente sul materasso.

- Su, stai tranquilla! Presto riavrai la tua bambina fra le braccia! Nel frattempo devi stare calma però, mh? D'accordo? -

- Ci proverò! -

- Brava! -

Un caldo bacio scoccò sul suo capo dal profumo inconfondibile.

- Dimmi, dove devi spalmarla la pometa? Te la metto io! -

Afferrò il tubetto dalle sue delicate mani e levò il tappino.

- Qui! -

Abbassò la maglietta scoprendo la spalla rossa e gonfia.

- Ma che hai fatto! -

- Nulla... è che..Charas ha peggiorato le condizioni.. -

- Che condizioni? Vuoi dirmi che ti eri già fatta male? -

- Beh.. si... Shank, non ti ricordi? E' stato Mihawk.. -

Rimase un momento in silenzio, rammentando quell'incubo. Mihawk, la sua stretta forte e dolorosa, quando l'aveva sbattuta violentemente contro il muro.. poi di nuovo quando aveva cercato di violentarla. Lei che gridava il nome di Shank, lui che non sentiva ragioni.. era lontano.. forse non udiva nemmeno più la sua voce.

- E' vero.. Mihawk.. -

Divenne serio all'improvviso, ebbe quasi paura.

- Ben non te l'aveva detto? -

- Si, certo! -

Si sentì di nuovo male. I sensi di colpa tornarono accesei dentro di lui.

- Mi farai venire un infarto a trent'otto anni tu! -

Si ricordava di quella frase, quando era venuto a sapere che Max era in clinica medica.

- .. quella volta non sei scivolata! Io credevo.. -

Che fosse stato un colpo di distrazione, invece..

- L'ho incontrato al porto.. non so se prima o dopo l'accaduto.. ricordo di averlo minacciato! Se si fosse avvicinato a te in qualche modo, io lo avrei fatto a pezzi! Invece non l'ho fatto! Non ti ho protetta! -

Gli si lacerò il cuore. La branchiò strettamente.

- Perdonami! Scusami tesoro mio! -

- Ma Shank.. lo sai che non ti ho mai detestato per questo! Non sono mai stata arrabbiata con te! -

- Avresti dovuto invece! Io mi faccio schifo! Scommetto che adesso non hai più fiducia in me! -

Erano passati dei giorni, dopo la partenza di Occhi di Falco.. però era come se tutto fosse successo solo ventiquattro ore prima.

- Dai Shank, basta adesso! Non voglio più che tu ti crei questi problemi! Abbiamo fatto l'amore. Come potrei dunque non fidarmi più di te? Ero fra le tue braccia quella notte.. ho persino pianto per la gioia! Hai già dimenticato? -

Come avrebbe potuto scordarsi di una notte magica come quella?

- No, non l'ho dimenticato! -

- Allora basta! Adesso voglio solo trovare mia figlia.. e non pensare più nè a Mihawk, nè ai problemi che ci ha causato! Me l'hai detto tu di stare tranquilla, di non piangere più.. -

Shank sorrise. L'adorava quando faceva la dura in quel modo.. quando lo sostituiva, scambiando i loro ruoli, quando era lei a coccolarlo con affetto, a tranquillizzarlo.

- Hai ragione! Dai, girati! Bisogna subito spalmarti la pomata prima che si gonfi di più! -

Massaggiò la spalla dolente. Digrignò i denti, non immaginava che potesse farle così tanto male.

- Scusa.. sto schiacciando troppo? -

- No! Va bene! -

Tutt'a un tratto il dolore scomparve. Quando la crema trasparente si assorbì perfettamente, cominciò ad avvertire il calore della sua mano mentre la passava sulla pelle. Si lasciò andare.. rilassandosi.

- Ti sento così tesa.. -

Disse.

- Tesa? -

- Si, lo sento dalle tue spalle.. sono troppo rigide! -

Per quanto si sforzasse, una parte di lei restava sempre insieme ad Ennie e la rendeva inquieta.

- Scusa.. -

- Guarda che sono nervoso quanto te, piccola! -

Forse non lo era mai stato così tanto.. a parte quella volta, undici anni prima, quando Max stava per morire dopo aver salvato lui.

- Shank, promettimi che starai attento, ti prego! Io ho paura anche per te! -

- Giuro che non morirò! Amore.. io sono forte se ci sei tu con me.. sei la mia forza.. con te vicino non posso perdere nessuna battaglia! -

Era il suo siero rivitalizzante, ciò che gli permetteva di riacquistare energia.

- Meglio così.. perchè io.. voglio combattere ancora! -

Era sicura che glielo avrebbe impedito, non le avrebbe mai permesso di gettarsi in un'altra battaglia, non dopo tutte le forze che aveva perso e le ferite che le spiccavano sul corpo.

- Se io te lo impedisco tu cosa fai? -

- Combatto ugualmente! -

- Mpf! -

Non voleva assolutamente che facesse parte di quella guerra.. ma ormai ci era dentro fino al collo e di sicuro non gli avrebbe mai dato ascolto.

- Lo sapevo! Allora non sto nemmeno a dirtelo! Già lo sai che non approvo! -

- Si! Ma io.. -

- Vuoi combattere! -

- Si! -

Era al corrente del fatto che nessuno al mondo era più testardo di lei. Quando prendeva un'importante decisione, nessuno, neanche lui, era in grado di farle cambiare idea, di convincere a mollare tutto.

- Volevi qualcosa prima? -

- Si! Volevo chiederti se hai messo qualcosa nello stomaco! -

- No! -

Rispose dunque sentendo lo stomaco completamente chiuso.

- Non avevo fame.. -

- Ecco, lo immaginavo! -

Strinse i pugni contro le sue tempie costringendola a socchiudere gli occhi.

- La vuoi smettere di metterti a dieta? -

- Dieta? Quale dieta? -

Domandò lei tranquilla.

- Non fare la finta tonta! Guarda che ho capito le tue intenzioni! -

- Ah si? -

Sapeva che prima o poi l'avrebbe colta con le mani nel sacco.

- Non vuoi mangiare perchè hai paura di ingrassare! Non vedi come sei magra? Hai intenzione di scomparire dalla faccia della terra? -

- Guarda che sei ben lontano.. -

Cercò di mascherare la verità.

- No no, sono proprio al capolinea invece! Dimmi la verità.. -

La squadrò con malizia.

- Hai paura che possa non amarti più se metti su peso, vero? Vuoi per forza stare dentro i vestiti di undici anni fa? -

- Beh.. stamattina.. veramente avevo lo stomaco chiuso.. -

- Dimmi! Ho ragione, non è così? -

Scostò lo sguardo da tutt'altra parte, arrossendo sulle guance.

- Ecco.. si.. -

- Ah ah ah ah ah ah! -

- E non ridere! -

Incrociò le braccia al petto, gonfiando la faccia permalosamente.

- Eddai Max! Non devi farti questi problemi! Cosa credi, che se anche dovessi mettere su tre o quattro chili, io ti pianterò? -

Rimase in silenzio.

- No.. è solo che.. tu mi prendi sempre in giro! -

E il suo grosso errore era quello di prenderlo sul serio.

- Ma dai! Lo sai che scherzo sempre! Mica dico sul serio! E poi guardati! Pensi forse di essere grassa? -

- No.. ma.. -

Le afferrò le guance e gliele tirò con forza.

- AHIA! MA SEI SCEMO? -

- Dove sarebbe il grasso qui? C'è solo pelle! -

- Ok.. ma mi hai fatto male! -

Ringhiò strofinandosi le guance ormai rosse come pomodori.

- Scusa! -

Si chinò su di lei, baciandole entrambe le guance arrossate.

- Va meglio? -

- Mh.. -

- Mi prometti che d'ora in poi lascerai perdere questa fissazione della dieta? Per me sei e resterai sempre bellissima! Non devi preoccuparti! -

Annuì sospirando.


- Vediaamoooo.. -

Nami si portò un dito fra le labbra, poi lo sollevò al vento. Restò immobile per un attimo, giunse alla sua conclusione. - Ragazzi, mi raccomando! Fate in modo di mantenere sempre questa rotta e soprattutto di non perdere di vista il Vento dell'Est! -

Usop si calò giù dall'albero maestro.

- Perchè? C'è qualcosa che non va? -

- Direi! Sta cambiando il tempo! E' in arrivo.. una brutta tempesta ragazzi.. -

Forse la più violenta in assoluto.

- In effetti.. questo tratto di mare è famoso per le sue condizioni atmosferiche! -

Spiegò Rufy ciondolando sulla polena.

- Ricordo che Shank anni fa, ne parlava spesso! Quando vengono le tempeste qui.. sono sempre molto violente! -

- Iih! Ragazzi siamo fritti! -

Tremò Usop divorandosi le unghie.

- Non preoccuparti fifone! Non è la prima volta che dobbiamo affrontare una tempesta! -

- Stai zitto Zoro, mi risulta che la maggior parte delle volte tu dormivi! -

- Non è vero! -

- E' vero! -

Un improvviso dolore sul loro cranio.

- Vi sembra il momento di litigare? -

Sbraitò la navigatrice ancora scrutando preoccupata il cielo. - Non dimenticate che c'è una bambina da salvare.. -

Ben gettò il mozzicone di sigaretta in mare. S'incamminò nel corridioio fino ad arrivare alla cabina del suo capo. Bussò lentamente e aprì la porta con attenzione.

- Scusate.. -

- Vieni pure! -

Disse Shank mandandogli un chiaro messaggio. "Non hai interrotto niente!"

- Max, non vorrei allarmare nessuno, ma ci sono delle nuvole strane in cielo.. Nami dice che è in arrivo una tempesta! -

La donna si sollevò dal materasso, raggiunse il ponte e posò gli occhi sul cielo coperto.

- Si, ha ragione! -

Spiegò dunque.

- Sta per arrivare un temporale! -

- Qui vengono sempre tosti! Diventa impossibile prendere il mare.. -

- Noi ce la faremo! -

Esclamò Max convinta e pronta a qualunque evenienza. Dovevano farcela, in ogni modo. Non potevano assolutamente bloccarsi sin dall'inizio.

- Ehi Rufy! -

Urlò Shank.

- Si? -

- Mi raccomando! State ben attenti al timone! Non dobbiamo assolutamente separarci o non ci ritroveremo più! -

Sollevò il pollice mostrando un aperto sorriso a pieni denti. Sapeva di potersi fidare, ma purtroppo non era in grado di prevedere la violenza di quella tempesta in arrivo.
Il vento cominciò a sollevarsi e le prime gocce di pioggia caddero sul ponte in legno di entrambe le navi con un leggero ticchettio. In men che non si dica le onde si sollevarono e giunse un tifone che sembrava volesse spazzare via qualunque cosa.

- Tenete duro! -

I due equipaggi lottarono con tutte le loro forze per mantenere la loro nave a galla, ci erano già passati, ci sarebbero riusciti anche quella volta. Stavano ben attenti ad eventuali strappi alle vele, se imbarcavano acqua tentavano disperatamente di toglierla con i secchi.
Un onda invase la Merry.

- Aiutoooooo.... cadoooooooooo! -

- RUFY! -

Strillò Nami nel panico. Non poteva lasciare la sua postazione. Rufy si era sporto troppo e non aveva fatto in tempo ad aggrapparsi. Shank si gettò nell'Oceano per recuperarlo. Nuotò a fondo, ma riuscì a portarlo in superficie. Max gettò la scaletta di corda dal parapetto affinchè Shank si potesse arrampicare. Il re dei pirati era salvo. Sputava acqua su acqua, ma almeno respirava ancora. Un'altra onda che colpì il Vento dell'Est. Nessuno cadde in mare. Poi, la Going Merry s'inclinò al vento. Era molto più piccola del veliero del rosso, di conseguenza era anche più leggera e si catapultava facilmente. Quante ne aveva passate quella povera nave. Una volta sembrava quasi che non potesse più navigare, invece eccola li, ancora robusta. Nel piegamento graffiò lievemente il Vento e la ciurma di Rufy fu costretta a ricadere su di esso. Rimasero attaccati come ragni sulle pareti e impossibilitati a tornare a bordo del loro mezzo. Yasop urlò, invitandoli a salire sul ponte, appendendosi per la corda che lanciò in loro soccorso. La Merry, ormai sprovvista di equipaggio, tornò alla posizione eretta. La pioggià sembrò cessare.. ma un banco di fitta nebbia si sollevò all'improvviso.

- Ci mancava solo questa! -

Shank non vide più niente, solo nebbia intorno a sè.

- Max! Max dove sei? -

- Sono qui! -

- Dove? Non ti vedo! -

Muoveva il braccio tentando di toccarla, di cercarla.. non la sentiva. Poi, una splendida mano rosata lo afferrò per il braccio.

- Max? Sei tu? -

- Si! Shank! Non vedo niente! -

- Non preoccuparti! -

Le sussurrò accarezzandole il capo.

- Vedrò io per te! -

Passarono alcuni minuti prima che il pesante banco scomparisse. Ma finalmente, il peggio sembrava ormai passato.

- State bene ragazzi? Ci siete tutti? -

Con lo sguardo vagava sul vascello, era andata bene, non aveva perso nessuno.

- E voi ragazzi siete stati fortunati! -

Si rivolse a Nami.

- Se non ci fosse stato il Vento dell'Est sareste caduti in mare! -

- Eh già! -

Osservò Sanji rabbrividendo.

- Saremmo di certo affogati se non ci fossimo appesi! Scusate l'irruzione ma... -

- Figurati! State bene no? Ne sono felice! -

Già, ogni cosa era andata per il verso giusto eppure... qualcosa non quadrava.. mancava qualcuno.. ma chi?

- Oh no! Ania! Zoro! -

I loro amici non erano sul vascello.

- Devono essere rimasti sulla Merry! -

Sanji corse al parapetto sporgendosi lentamente.

- Ragazzi! Mi sentite? -

Paura.

- Ragazzi! -

Aveva paura. Poi, si rese conto che anche se fossero stati vivi, non avrebbero potuto in alcun modo rispondere. La Going Merry era sparita. Non c'era più.
Max camminò lentamente verso il biondo cuoco. Lo afferrò per la manica della giacca e chiese.

- Dov'è la Going Merry? -

L'avevano persa di vista.. con Zoro e Ania. Loro non c'erano più, se n'erano andati con la nave.

- Mi piacerebbe risponderti.. -

Nella nebbia, non li avevano visti allontanarsi.

- Con quella tempesta.. non sono riusciti a mantenere la rotta.. -

Forse non avrebbero mai dovuto salpare con due navi, ma con una soltanto. Il Vento era abbastanza grande da contenerli tutti. Una persona di più o una persona di meno, non faceva differenza. La Going Merry era scomparsa e con lei anche i loro amici.

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Capitolo 40
*** Viaggio solitario ***


CAPITOLO 40: Viaggio solitario



Tutto si era cocluso e l'aria si era fatta più fresca. Si sentivano leggeri, trasportare dalle onde caute. Erano forse in paradiso? Stavano così bene.. Aprendo gli occhi, lui notò l'azzurro del cielo, sembrava quasi impossibile che una meraviglia del genere fosse stata fino a poco prima così grigia e cupa. Forse aveva sognato? Non era successo niente di tutto quello?
Si sollevò con fatica, massaggiandosi la testa, doveva averla sbattuta. Si guardò intorno, niente. Silenzio, non c'era nessuno. Che fine avevano fatto i suoi compagni? E soprattutto dov'era il Vento dell'Est? Si erano persi.. Avvertì un dolce calore sulle sue dita, un bel corpo giaceva accanto a lui.

- Ania! -

La squoteva delicatamente cercando di riportarla alla realtà.

- Ania, riesci a sentirmi? Sono io, avegliati! E' tutto passato! -

D'un tratto rammentò ogni cosa. La tempesta, l'onda, i suoi amici che erano caduti addosso al vascello di Shank.. e loro due, attaccati all'albero maestro strettamente a contatto. Erano riusciti a mantenersi stabili sulla nave.. ma l'unico risultato era quella desolazione.

- Zoro! Dove.. dove siamo? -

Con gli occhi ancora appannati, riusciva a percepire la quiete..

- Non lo so.. abbiamo perso tutti.. -

Si alzò agitata.

- No, non è possibile! E adesso cosa facciamo? Mio Dio! Non li troveremo mai! -

Due forti braccia intorno alle sue morbide spalle.

- Stai tranquilla piccola! Andrà tutto bene, non dimenticare che ci sono io insieme a te! -

- Si! Ma come possiamo fare? -

- Innanzitutto dobbiamo vedere se la rotta è quella giusta! Magari ci siamo solo allontanati dal vascello.. -

Ania s'incamminò barcollando in cambusa, dove Nami aveva lasciato la mappa. Non c'era.. quando si catapultò la nave, doveva essere caduta.. la cercò con attenzione, poi la vide, incastrata sotto una cassa.

- Trovata! -

Esclamò uscendo sul ponte.

- Allora.... -

Scrutarono con attenzione la cartina, stabilendo immediatamente il punto in cui si trovavano.

- A me sembra regolare Ania.. la rotta è esatta. Sempre dritto, no? -

- Si.. ma allora.. dove saranno gli altri? -

- Stanno bene! Sono tutti insieme! Se stiamo seguendo la stessa rotta, vedrai che li troveremo presto! -

- Mh! -

Ripiegò la mappa e se la portò nella tasca della gonna.

- Hai paura? -

- Tanta! -

- Ania, io te l'avevo detto di non venire! -

- E cosa pretendevi che facessi? Che restassi li da sola? No, mai! Preferisco di gran lunga avere paura... in fondo.. sono con te! -

Se c'era lui, era felice.

- Sei ferito! -

Disse accorgendosi di una striscia di sangue che scese improvvisamente dalla sua fronte.

- Non me n'ero accorto! -

- Vieni, devo medicarti subito! -

Afferrò la sua mano e lo trascinò in cabina. Aprì una scatoletta e tirò fuori un cerotto e del liquido disinfettante.

- Siediti! -

Zoro si accomodò sul materasso e aspettò di ricevere le cure dovute. Ania ripulì la sua fronte dal sangue e medicò lentamente il graffio, per fortuna non era profondo. Avvertì un leggero bruciore, ma era abituato a dolori ben peggiori. Portò il cerotto nel punto ferito e lo pigiò con attenzione.

- Fatto! -

Ripose la scatoletta medica sotto il letto.

- Grazie! -

- Di niente! E' il mio mestiere! -

Zoro le afferrò la vita e la trascinò verso di sè. La strinse e poggiò il capo sul suo petto morbido e caldo.

- Sono contento che sei qui! -

Se lei non avesse preso il mare insieme a loro, in quel momento si sarebbe ritrovato solo.. senza nessuno accanto. Invece aveva lei.

- Anch'io! -

Avvolse la sua testa, abbracciandolo forte forte.

- Lo vedi che ho fatto bene a venire? -

- Già! -

Se prima non era d'accordo, in quel momento pensò che Ania aveva preso la decisione migliore del mondo.

- Così adesso posso pensare solo a te! -

Disse divertito.

- Non ne sarei così sicura! -

Ribattè lei.

- Dobbiamo pensare a trovare gli altri prima.. -

- Oh, eddai! Li conosci! Staranno benissimo! E poi se la rotta è quella giusta li incontreremo a destinazione! Vedrai! -

- Bah.. -

Anche lei aveva imparato a conoscerli, eppure non era tranquilla. Sentiva qualcosa dentro, nel suo profondo.. qualcosa che ancora non riusciva a spiegarsi.


- Ehi! Vi va un pò di torta? Luis ne ha preparate quattro piuttosto invitanti! -

Shank sbucò aprendo la porta. Loro erano li, seduti, immobili, silenziosi, preoccupati..

- No, grazie! Io non ho fame! -

Rispose Nami.

- Nemmeno io! -

- Io neppure! -

- IO SI! UNA TORTA, CHE BONTA'! -

Rufy si fiondò in cambusa, non appena sentì la parola "torta". Lui era l'unico che sembrava calmo e tranquillo, come al solito del resto. In realtà però sapeva, che era esattamente come lui. Fingeva. Mentiva per guardare avanti, per non tremare di paura.

- Beh.. se ne volete.. sapete dove trovarci! Guardate che vi conviene sbrigarvi, quei caproni le staranno già finendo tutte! -

Sorrise. Come poteva essere così impassibile? Era proprio tale e quale a Rufy.

- No, grazie! Non abbiamo voglia! Se volete dopo vi posso dare una mano a lavare i piatti! -

- Grazie Sanji, ma sei un ospite! Gli ospiti non lavorano! -

Voleva tenersi occupato, ad ogni costo. Altrimenti sarebbe di certo impazzito. Zoro e Ania erano scomparsi. Non c'erano più, non aveva saputo proteggere nè il suo amico.. nè la ragazza di cui era innamorato.

- Ma, dov'è Max? -

Si accorse che lei non c'era.

- Non lo so! Ma se non viene mi mangio anche la sua parte! -

Si offrì felice Lucky.

- Sempre la solita! Continua a non mangiare! -

Sospirando raggiunse la cabina, certo di trovarla ancora li.

- Max! -

Era seduta alla scrivania sorreggendosi il capo con la mano. Era concentrata su un pezzo di carta, di cui lui ignorava il contenuto.

- Ehi? -

Cominciò a massaggiarle le spalle.

- Non vuoi un pò di dolce? -

- No, grazie! Ho una nausea tremenda! -

Rimase in silenzio per un momento, assaperando il terrore.

- Non sarai mica incinta! -

Una figlia bastava e avanzava.. la sua unica figlia.. che per di più non era insieme a loro.

- Impossibile! Sto prendendo la pillola! -

Lo rassicurò lei.

- Ah! Meno male.. -

Sporse lentamente la testa, cercando di curiosare su quel foglio di carta. Vedeva una mappa.

- Cosa fai? -

- Controllo le varie isole.. -

O meglio le contava, erano veramente tante, di quel passo non avrebbero più trovato la piccola Ennie.

- Tesoro, adesso basta! -

Le prese la cartina da sotto gli occhi e la ripose nel cassetto.

- Così ti fai solo del male! -

- Non m'importa! La mia bambina starà soffrendo più di me! -

- Vedrai che starà bene! Dai, vieni a mangiare qualcosa, è da ieri che ti tieni lo stomaco vuoto! -

Scosse la testa.

- Dai! -

- No! Non mi va! -

Era strana, avvertiva qualcosa in lei.

- Max, che cos'hai? -

- Non lo so.. mi gira la testa.. mi sento male! -

La costrinse a staccarsi da quel tavolo.

- Sdraiati! E' solo agitazione piccola! Devi stare calma! -

Di quel passo anche lui sarebbe impazzito.

- Non ci riesco! Perdonami! Non posso mantenere la promessa che ti ho fatto! -

- Stai tranquilla! Quando mi hai promesso di andare avanti a testa alta, sapevo che non eri per niente convinta! -

Desiderava sempre più, essere come lui, essere un uomo, essere più forte.

- Non vuoi proprio una fetta di torta? Piccola piccola? -

- No, grazie! -

- Sicura? -

- Sicura! -

Sperava di non doversi preoccupare anche per lei, invece..

- E va bene, non ti posso costringere! -

- Dove vai? -

Gli domandò spaventata vedendolo alzarsi.

- Di la! Vorrei una fetta di torta! Al contrario di te io ho fame! -

- No! Non andare! -

Si gettò verso di lui, stringendogli la vita con le gambe ancora comodamente piegate sul materasso.

- Non lasciarmi sola! Questa nave mi sembra già abbastanza vuota senza Ennie.. non lasciarmi sola! -

Perchè se lei restava in quella stanza, senza nessuno, avrebbe cominciato a pensare.

- Torno subito.. sono veloce a mangiare! -

- No! Ti prego! -

Si, una bambina. Sembrava proprio una bambina, ma non se ne vergognava.

- Scusami! Lo so, mi sto rendendo insopportabile! -

- Non devi neanche pensarlo tesoro! Mai! -

Si distese accanto a lei, avvolgendola, proteggendola.

- Prova a dormire un pò! -

- Non mi va! -

Voleva solo stare insieme a lui, su quel letto, in silenzio. Con lui e nessun altro.


Erano passate parecchie ore da quando il Vento dell'Est e la Going Merry si erano separate. Il viaggio proseguiva calmo e costante.. e terribilmente silenzioso. Zoro pensò che l'unico modo di far passare il tempo fosse quello di allenarsi con i suoi preziosissimi pesi, anche se a dirla tutta, non ne aveva poi molta voglia.

- Zoro, non sei stanco? -

Lo aveva osservato tutto il tempo, persa di quei suoi bicipiti e pettorali che si gonfiavano ad ogni contrazione delle braccia. Quei pesi.. si domandava come poteva anche solo sollevarli da terra.. lei sarebbe sprofondata.

- Sono due ore ormai che ti alleni così.. ti faranno male tutti i muscoli! -

Non si era mai allenato così tanto.

- No! Ci sono abituato e poi il mio fisico è robusto! -

- Si, ma sono un medico! Sarebbe meglio che la smettessi! -

- Non preoccuparti! -

Lei si preoccupava eccome per i suoi pazienti.

- Fa come vuoi! Io ti ho avvertito eh? -

Si ritirò in camera. Pensò di leggere qualcosa.. ma non aveva le idee ben chiare. Curiosò fra i libri di Nami. Tutti volumi di navigazione, come un tempo. Non aveva mai posseduto romanzi o cose del genere.

- Uffa.. -

Sentiva gli occhi pesanti, magari avrebbe potuto fare un pisolino.. tanto finchè Zoro era sul ponte ad allenarsi, cosa avrebbe potuto fare lei?

- Ah! Può bastare! -

Ripose i pesi al loro posto e afferrò l'asciugamano che Ania gli aveva sistemato sulla ringiera in legno. Si asciugò per bene il viso, poi si recò al bagno per farsi una bella doccia rinfrescante.
L'acqua scorreva veloce sul suo corpo, delineandone ogni piega, ogni muscolo. Come stava bene, era così rilassante.. Si insaponò con cura, sciacquò via il sapone e chiuse il getto della doccia. Ora si ragionava.. Ma Ania dov'era? Sentiva una quiete strana.. come se ci fosse solo lui su quella nave. Per un attimo rabbrividì.

- Ania? -

La chiamò, senza ricevere risposta.
Sollevò il portoncino della cabina e scese le scale.

- Ah, sei qui! -

Per un momento aveva pensato di averla persa.. non sapeva perchè. Che stupido era stato.
Si mise accanto a lei, sulla parte libera del letto e solo dopo essersi disteso, si rese conto che stava dormendo. La guardò in silenzio, poi sorrise spontaneamente nel vedere quegli occhi chiusi, quelle labbra serrate.. nel sentire il suo caldo respiro su di lui. Scostò i capelli dal suo viso, portandoli indietro. Preferiva di gran lunga il suo bel faccino, quando era libero. Com'era bella. E per più di trecentosessantacinque giorni, l'aveva avuta lontana. Come aveva fatto a non impazzire del tutto? Con Max davanti agli occhi poi.. soffriva, certo. Non la poteva vedere. Però andava avanti. Si chiedeva ancora come ci fosse riuscito.


Sbadigliò ancora mezza addormentata, si strofinò gli occhi impiastricciati e sospirò. Immediatamente sentì un dolce calore su di lei, il calore di un corpo a lei famigliare. Zoro era li accanto, dormiva mentre le cingeva la vita con il braccio.

- Che dolce! -

Era così sereno, con quell'espressione diversa dal solito.. un amore.

- Cucciolo! -

Disse strofinandogli i capelli in quella cabina tutta per loro, in quel viaggio solitario.

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Capitolo 41
*** Un simbolo d'amore ***


CAPITOLO 41: Simbolo d'amore



Non smise un attimo di massaggiarle il braccio, sembrava quasi che volesse riscardarla.. forse sapeva che aveva freddo. Dentro di lei regnava una tempesta di ghiaccio così gelata che il suo cuore si era irrigidito. Quasi faceva male. Lui questo lo aveva intuito e tentò in ogni modo di sciogliere la sua neve, distruggere quei campi di ghiaccio nel suo cuore.

- Dormi? -

Per un attimo pensò di si.

- No! -

- Non ti muovevi! Credevo ti fossi addormentata! -

Male non le avrebbe fatto.

- Stavo solo ascoltando il battito del tuo cuore! -

Lo sentiva sulla schiena.

- Mpf! Ti piace? -

- Moltissimo! -

La tranquillizzava.

- Si.. però.. mi si sta addormentando il braccio amore.. -

Era parecchio che ci teneva posato il suo capo.

- Ops! Scusami! -

Si sollevò in fretta, sudando freddo.

- Ti ho fatto male? -

Glielo afferrò sollevando la manica già arrotolata, come la portava sempre.

- Adesso va molto meglio! -

Alluse al tocco della sua mano.

- Stupido, dico sul serio! -

- Ma no! Non è niente! Avevo solo un leggero formicolio! Posso alzarmi o ti servo ancora? -

- Mi servi! -

Si gettò su di lui, come un cucciolotto bisognoso di affetto.

- Coccole! -

Gli disse dunque.

- Non te ne ho già fatte abbastanza? Non puoi dire di avere carenza d'affetto! -

- No è vero, però... coccole... -

- E va bene! -

Non voveva staccarsi da lui. Solo in sua compagnia dimenticava tutto.

- Ti amo! Lo sai questo? -

- Certo che lo so Max! Me lo dimostri ogni giorno! -

Soprattutto dopo la questione di Mihawk... da quando avevano fatto pace, cercava sempre di dargli tanto amore. Più di quanto gliene avesse dato in passato.

- Sicuro? -

Quegli occhi.

- Perchè hai questi dubbi? Non devi più pensare a quella storia! Me l'hai detto tu di dimenticarla! -

- Lo so.. è solo che.. -

- Non temere! Lo so che mi ami! L'ho sempre saputo forse, dentro di me! -

In un angolo nascosto.

- Sei tutta la mia vita, te l'ho detto! -

Il suo tesoro. Forse era anche per questo che non gli era importato più di diventare il re dei pirati.

- Ti amo dal primo momento che ti ho vista! -

Undici lunghi anni.

- Te lo ricordi? -

- E come potrei dimenticarlo! -

- Allora ricorderai anche di essere stata parecchio pungente! -

Sperava di farla ridere, ma si beccò un pugno in pancia.

- Ahio! -

- Antipatico! Perchè devi sempre rovinare tutto? Eri partito così bene.. eri così romantico.. adesso ti prenderei a schiaffi! -

- Ah ah ah ah ah ah! Scusami! Hai ragione! -

In realtà, l'aveva fatto con intenzione. Era diverso dal solito. Non intendeva prenderla in giro, solo distrarla.

- Comunque Max, dico sul serio! Sin da quella volta, io ti ho amato! -

- Non prendermi per i fondelli! -

A quanto sembrava stava funzionando.

- Ma se all'inizio credevi che avessi diciotto anni! -

- Ah ah ah! E' vero! -

Non gliel'aveva perdonato. Era certa di detestarlo per sempre solo per il fatto di avergli dimostrato cinque anni di meno. Invece, le era bastato un giorno. Solo ventiquattro ore ed era completamente persa.

- Ma dico sul serio! Ti ho cercata! Non sapevo perchè, ma ti volevo rivedere! -

Tutti credevano che volesse prenderla nella ciurma come una guerriera.

- Forse perchè sentivo, che eri un dono del destino. Un dono tutto mio! Solo per me! -

- Infatti è così! Io lo sono! -

- Cosa? -

- Solo tua! -

Si sdraiò nuovamente, strofinandosi contro il suo petto.

- Ti apparterrò sempre! -

E mentre lo disse, una lacrima le scese dagli occhi.


...quarant'otto ore dopo...

Riusciva a malapena a sollevare un dito, quando tentava con tutto il braccio, una fitta tremenda gli trapassava l'arto. Succedeva con entrambi, con la schiena.. tutto.

- Ma che diavolo.. -

Era in assoluto la prima volta che gli capitava. Si era allenato per due giorni di fila. Ora doveva pagarne le conseguenze.

- Te l'avevo detto io! -

Disse sprezzante Ania.

- Ma tu no! Non hai voluto ascoltarmi! -

- Fammi passare i dolori! -

- E come faccio? -

Poteva solo disinfiammargli i muscoli con una pomata, ma soltanto il tempo poteva guarirgli il dolore.

- Sei un medico no? Aiutami! -

- Ho cercato di aiutarti! Mi hai forse dato retta? Ora arrangiati! -

Imbronciata salì le scale e scomparve dietro la porticina della cabina.

- Ehi! Aspetta! Non puoi lasciarmi qui! -

Offesa e delusa per non essere stata considerata, si recò in cambusa, dove prepararò la colazione. Zoro non si meritava niente, nemmeno una briciolina.. però gliela portò ugualmente. Se voleva svolgere bene il suo lavoro, doveva nutrirlo con qualcosa di sostanzioso. Solo in questo modo lui, si sarebbe sentito meglio.

- Ne vuoi? Ci sono anche dei biscotti al cioccolato! Gli ho fatti io secondo una vecchia ricetta di Sanji! -

- Grandioso! Peccato che non possa muovermi! -

Ania posò il vassoio sulla scrivania e aiutò il suo ragazzo a sollevarsi dal cuscino.

- Ahia! Piano! -

- Guarda come ti sei ridotto! Che bisogno c'era di allenarsi così! Hai faticato quattro ore in due giorni! -

- Cosa vuoi che faccia? Che mi scusi per non averti ascoltata? Va bene, hai vinto! Mi dispiace! Sei contenta ora? -

- Non ti arrabbiare! Lo dicevo solo per il tuo bene! -

Cos'era quell'aria strana?

- Ania, sei sicura di stare bene? -

- Benissimo! Perchè? -

Non era lei, non era la solita Ania.

- No, niente! Passami i biscotti! -

.. non poteva essere ancora spaventata per Rufy e gli altri, ormai lo sapeva che erano tutti al sicuro, che li avrebbero rivisti presto.. c'era dell'altro.

- Vado a controllare la rotta. Tu non fare disastri! Muoviti piano, dopo vedo se posso fare qualcosa! -

Si, era diversa. Si aspettava che le cose andassero in modo differente. C'erano solo loro. Da soli, su quella nave.. Da quando si erano separati dai loro compagni non gli aveva dato nemmeno un bacio. Come se qualcosa la bloccasse, come se fosse a teatro, d'innanzi ad una platea.

- Uff! -

Portò a fatica un biscotto alle labbra, con grande dolore. Era squisito.. ottimo. Forse anche migliore di quelli di Sanji. Peccato che in uno stato simile, non poteva assaporarlo alla perfezione.

Raggiunse lentamente il parapetto, guardandosi intorno. La desolazione.

- Cosa mi succede? -

Si strofinò la fronte, cercando nel suo profondo una risposta plausibile. Non la trovava. Si era perduta, in tutti i sensi. Si sentiva sola e il solo pensarlo la lacerava, perchè sapeva che non era così, che c'era Zoro accanto a lei. Eppure con lui non riusciva più a parlare, da due giorni ormai.. forse non voleva in realtà.. lo vedeva così forte, senza preoccupazione alcuna.. che non se la sentiva di deprimerlo con i suoi racconti, con i suoi sentimenti incompresi. Per la prima volta in vita sua, l'orgoglio prese il sopravvento. Che brutta influenza quella di Zoro.. ma che poteva farci? Era innamorata..

- Zoro.. -

Lo voleva sentire più vicino, perchè lo avvertiva distante, troppo. Due ore al giorno si allenava con i suoi pesantissimi pesi e non la degnava di uno sguardo. La magia era scomparsa. Non era più come all'inizio. Forse perchè erano già quarant'otto ore che convivevano loro due da soli.. però ci stava malissimo.

- Ti amo! -

Dolci parole sussurrate nel piacere..

- Sei bellissima! -

Una mano calda che ricadde sul seno passionalmente..

- Non ti lascerò mai più scappare via! Mi appartieni per la vita! -

In ogni dettaglio, le tornò alla mente il momento in cui era diventata donna a tutti gli effetti, in cui aveva perso la sua purezza, in cui avevano fatto l'amore.
Scosse la testa cercando di scacciare via quei pensieri, si odiava. In un momento così critico lei pensava al sesso.. Ma non appena si riconcentrava sul mare, sentiva risuonare quella voce, quelle parole.. risentiva addosso quel calore, quel piacere infinito..
Una volta non ne sarebbe mai stata capace. Forse perchè non aveva mai avuto una cosa simile da ricordare. Ora che ce l'aveva, che anche lei si era fatta sfuggire dalle dita la sua verginità, non riusciva a dimenticare.


Si allacciò i pantaloni appena cambiati e sistemò la pancera accuratamente. Abbottonò la camicia profumata di pulito e si sistenò il nero mantello in spalla. Si rimirò allo specchio con attenzione. Dieci anni non lo avevano per nulla cambiato.

- Però, virile! -

Aveva mantenuto il suo fascino. In realtà non si era mai dato tante arie, nemmeno davanti alle donne. Non gli piaceva apparire vanitoso, a suo parere, le persone che se la tiravano, non potevano fare nient'altro nella vita.. però, da quando Max dormiva nel suo letto, da quando era innamorato di lei, non poteva fare a meno di controllarsi i capelli ogni secondo e di guardarsi per ore cercando un'imperfezione. Perchè per lei, voleva essere perfetto.
Nulla di sbagliato, era tutto a posto.
Max dormiva ancora. Quella notte non aveva chiuso occhio. Per la verità nemmeno lui. Si era accorto che non stava dormendo, le parlò a bassa voce. Avevano passato il tempo abbracciati, confortandosi l'un l'altro. E si rattristò nel rammentare..

- La verità è che sono un falso! -

Aveva detto.

- Cerco sempre di cancellare la tristezza dal cuore di tutti.. quando sono io il primo che sta male! -

Ennie gli mancava. Voleva sentire ancora il suo sottile richiamo, le sua manine che gli tiravano il mantello, voleva ancora prenderla in braccio e giocare a nascondino per tutta la nave. Con lei anche lui tornava bambino. Il bambino che è sempre stato dentro di lui, che è sempre in ogniuno di noi.

- Perchè mentire! Anche i capitani sanno piangere! Perchè impedirglielo se vogliono farlo? -

Lei gli aveva detto così.

- Perchè non voglio piangere! -

E stavolta l'orgoglio non c'entrava affatto.

- Se piango vuol dire che mi sono arreso! E non voglio farlo! Voglio andare avanti a credere fortemente che ce la faremo! Anche se soffro, anche se starò male finchè tutto non tornerà com'era prima! -

Quale liberazione parlare con lei. Era la prima volta che stava così bene dopo aver ceduto, dopo aver mostrato la sua debolezza.

- Ti ho deluso, vero? -

- Tu non mi deludi mai! Anzi! Che tu ci creda oppure no, sono orgogliosa di te per quello che mi hai detto! -

Piangere era una debolezza. Lei non era debole, non voleva esserlo. Chi mangia il frutto del diavolo dovrebbe essere sempre in forza.

Fece per uscire dalla cabina, quando notò i suoi pantaloni di due giorni prima, quegli stessi pantaloni che nella tasca portavano il simbolo del loro amore. Se n'era scordato. Perchè aspettava a darglielo, COSA aspettava? Forse lei lo voleva al dito.. non desiderava altro.. forse temeva si fosse dimenticato di comprarglielo... che si fosse scordato del loro matrimonio. Si avvicinò ai pantaloni e frugò nella tasca. La scatola era ancora chiusa, ancora nuova. Senza pensarci troppo su l'aprì e prese l'anello. Se lo rigirò in mano a lungo.. poi gettò la scatola nel cestino sotto la scrivania e s'inginocchiò dalla parte di Max. Sollevò la spallina della sua camicia da notte che si era abbassata con i movimenti nel letto e le prese delicatamente la mano. Infilò lentamente l'anello sull'annulare, calzava perfetto. Temeva di non aver preso bene la misura..
Quando avrebbe riaperto gli occhi, il suo umore sarebbe cambiato, almeno lo sperava.

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Capitolo 42
*** Passione ***


CAPITOLO 42: Passione



I passi pesanti e barbari dei suoi compagni, la riportarono pesantemente al mondo reale. Si strofinò gli occhi, rendendosi conto che aveva dormito davvero. Credeva di non riuscirci. Con la vista ancora appannata, sbadigliò per la stanchezza. Scese dal letto e spalancò le ante dell'armadio, prendendo la prima cosa che le capitò a tiro. Si lavò con cura al suo bagno privato, o meglio dire il loro, e si pettinò i capelli arruffati, riportandoli a posto, perfetti. Poi controllò i suoi occhi. Orribili, aveva delle borse tremende, pensò di coprirle con un pò di fondotinta. Ecco, così andava certamente meglio. Sistemò la trousse nel beauty case e scostò un ciuffo dietro l'orecchio. Fece per andarsene, ma in quell'attimo realizzò. Sbagliava o aveva qualcosa al dito? Lo sollevò e fissò lo specchio. Un anello.. forse era solo un'allucinazione prodotta dall'immagine nel vetro.. posò di scatto gli occhi sul dito. Era vero. Aveva un anello ed era bellissimo. Lo ammirò a lungo, incredula e felice. Quando si svegliò completamente, sorrise e si lasciò trasportare dall'emozione.

- AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH! -

Gli andò di traverso il caffè che stava bevendo. Lanciò la tazza che Lucky dovette prendere al volo a pochi millimetri dal pavimento, evitando che si frantumasse in mille pezzi. Corse lasciandosi dietro una scia di polvere e scivolò frenando appena raggiunse la porta della toilette.

- Amore mio dolce! Cosa c'è? Che succede????? -

Si voltò felice verso di lui.

- AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH! -

Si gettò in braccio a lui, facendogli cadere il mantello.

- Mi sono perso un pezzo.. -

Disse con la testa fra le nuvole.

- OH MIO DIOOO! GRAZIE! TI AMO! TI AMO! TI AMOOOOO! -

Ad un tratto capì. L'anello... l'aveva visto al suo dito e n'era felice.

- Max! -

La costrinse a tornare con i piedi per terra, perchè fosse stato per lei, avrebbe continuato a baciargli la guancia restando avvinghiata con le gambe alla sua vita.

- Shank! E' bellissimo! -

- Ti piace? Ci ho messo un pò per trovare quello giusto, ma alla fine.. ho comprato il migliore! -

- Grazie! Temevo che non volessi più sposarmi! -

- E per quale motivo non dovrei sposare la mia piccina? -

Se non fosse successo quel che era accaduto, l'avrebbe portata all'altare anche in quell'istante.

- Non lo so.. avevo questo presentimento! -

- Facciamo così! Dammi l'anello! -

Allungò la mano.

- Perchè? -

- Dai, te lo metto meglio! Voglio rifarti la proposta come si deve! -

- Ah, ok! -

Lo tolse a malincuore, sapendo che immediatamente lo avrebbe riavuto indietro.

- Max! -

Sollevò la sua splendida mano e infilò l'anello una seconda volta.

- Vuoi sposarmi? -

- Si, mio bel pirata! -

Gli afferrò la maglia e lo trascinò verso di sè, baciandolo.

- Lo voglio! -

E ridendo di pazza felicità, gli strinse il collo abbracciandolo. Entrambi sapevano che non era il momento più appropriato per condividere quella gioia immensa, ma Ennie ne sarebbe stata felice.

Quella giornata trascorse piuttosto in fretta. Zoro si era ripreso. Solo il risveglio era stato doloroso. Ormai non sentiva più niente, solo un leggero indolenzimento dopo qualche movimento delle braccia. Fortunatamente non ebbe la brillante idea di sollevare i pesi. Quel pomeriggio non si allenò.
A cena avevano mangiato in silenzio, entrambi attendendo una parola dell'altro, senza successo.
Ania lavò i piatti attentamente, ancora senza dire nulla.

- Ehi.. potresti anche rivolgermi almeno una parolina.. -

Osservò Zoro deluso. Forse non lo amava abbastanza.

- Mh! -

- Sei arrabbiata? -

- No! -

- Sei sicura? E' perchè non ti ho ascoltato ieri, vero? Mi dispiace! Sul serio, ti chiedo scusa! -

Come al solito, si era comportato da autentico idiota.

- No, Zoro, non preoccuparti! Non sono più arrabbiata! -

Si alzò dalla panca e la raggiunse, stringendole la vita.

- Guarda che non sei molto convinta! Se ce l'hai con me devi dirmelo! Non lo sopporto... -

La ragazza chiuse il lavandino. Si asciugò le mani con il panno e sospirando si voltò affinchè i loro occhi s'incontrassero.

- No, amore mio! Non ce l'ho con te! -

Sorrise cingendogli le spalle.

- Allora me lo dai un bacio? -

Divertita gli sfiorò dolcemente le labbra. Non sapeva perchè non aveva trovato il coraggio di parlargli sino a quel momento, sapeva solamente che si era comportata malissimo con lui, senza alcun motivo.

- Perdonata? -

- Per cosa? -

- Per essere stata un'idiota! -

- Qui l'idiota sono io! -

Nessuno di loro stava sbagliando. La colpa era solo del destino, di quella tempesta, di quella nave che era così facile da spazzare via.. di tutto, ma non loro.

- Ah, sono proprio stanco! -

Quella era stata in assoluto la giornata più faticosa di tutte. Non aveva fatto nulla, ma combattere cercando di riportare i suoi muscoli al proprio posto, si era rivelato piuttosto faticoso. Si distese sul letto, Ania si accomodò alla scrivania accendendo la candela e aprendo uno dei tanti libri di Nami.

- Non vieni a leggere a letto? Sei più comoda! -

- No, va bene anche qui! -

A letto accanto a lui. Riaffiorivano i ricordi.

- Va bene! -

Portò le braccia incrociate dietro alla testa, felice di poterle muovere di nuovo.
Per tutto il tempo, Ania mantenne gli occhi sulla stessa pagina, non riuscendo a concentrarsi. Moriva dalla voglia di chiudere quel libro del quale ignorava il contenuto, di voltarsi e di andare da lui per essere confortata. Ora lo sapeva cosa provava. Aveva paura. Paura di perdere i suoi amici, di morire in quel viaggio.. di vedere quel Charas sparare alla bambina.. le veniva da piangere.

- Ania, non sei ancora stanca? Quelli sono libri che solo Nami può leggere d'un fiato! Dai, vieni a rilassarti qui! -

Immersa nelle sue nascoste paure, non aveva nemmeno udito la voce di Zoro.

- Ania? -

Il ragazzo si alzò immediatamente. Lentamente camminò verso la scrivania e le afferrò le spalle preoccupato. Lei sussultò.

- Calmati! Sono io! -

Com'era tesa.

- Scusami! -

- Che cosa ti succede piccola! Dimmelo ti prego! -

Depose un caldo bacio sulla sua tempia, poi scese allo zigomo, fino a raggiungere il collo. Quella pelle che già conosceva, che già aveva assaporato una volta.. d'un tratto lo riportò vitale, cancellando ogni traccia di stanchezza. Non aveva più alcuna voglia di dormire.
Desiderava lei, ancora. Forse l'aveva sempre voluta tutta per sé.. tutta.

- Zoro.. -

Sussurrò.

- Non ora.. -

Cercò di opporre ogni possibile resistenza, per quanto le apparisse dura. Fino a quel momento, non aveva desiderato nient'altro.

- Io ti voglio adesso! -

Da ore non faceva che guardarla. I suoi capelli morbidi, la sua pelle profumata, le sue labbra dolci, il suo seno caldo che tanto bramava.. e poi.. voleva spingersi in lei e portarla in un mondo tutto loro, dove l'amore era la colonna portante e tutto scompariva d'innanzi ai loro cuori uniti strettamente.

- Lasciati andare! -

La supplicò senza fermare i suoi baci divoratori.

- Zoro.. Zoro.. io.. -

- Sssst! -

La sua bocca sapeva di mare, di fresco..

- Lasciati andare! -

- Mh.. mi stai tentando.. -

- Si! -

Rispose dunque quello spadaccino rigoglioso, maturo, bello come nessuno al mondo, ripieno di un orgoglio mai visto, ma senza dubbio diminuito da quando conosceva lei. E lei non voleva altro che lui.
Tremava al solo pensiero di perdere tutto quello che aveva ottenuto con fatica in quel lungo anno, temeva di morire e staccarsi da lui. Questo Zoro lo sentiva. Era forse anche per ciò, ch'egli tentava di farla cedere, di convincerla a lasciarsi andare fra le sue braccia, quelle braccia forti che una volta sistemate intorno alla sua liscia e splendida schiena, non avrebbero più lasciato la presa. Si sarebbero incollate alla pelle fresca di lei e quel corpo che aveva già posseduto una volta, la sua prima volta, non gli sarebbe mai più scivolato via.. e mentre le abbassava delicatamente la spallina del top, pensava che era troppo poco una volta sola..
L'avrebbe posseduta ancora e ancora, per chissà quanto tempo in futuro.
Sapevano di sbagliare, il momento era troppo tragico per abbandonarsi a simili tentazioni, era anche vero che la Merry appariva troppo silenziosa, senza i loro compagni.. era un peccato non approfittarne. Benchè fossero etrambi in pensiero, perchè anche lui, per quanto conoscesse i suoi cari amici, per quanto cercasse di pensare il contrario, era con la mente in due posti. La nave di Shank il rosso e l'isola dove Charas da viscido animale qual era, teneva prigioniera una bambina innocente. Speravano per loro, che stessero bene, tutti. E non si fermavano nemmeno per un istante.

- Sta tranquilla! -

Continuò.

- Non hai nulla da temere! -

- Si! -

Rispondeva a comando, ormai già completamente sua, mentre si faceva baciare e spogliare con dolcezza.
Si ritrovò sul letto morbido come fosse fatto di piume e riuscì a sfiorare il paradiso abbandonandosi agli splendidi baci e alle tenere, ma soprattutto terribilmente piacevoli, carezze dello spadaccino.

- Zoro.. -

Chiamò ancora una volta il suo nome. Lui sollevò il capo, incrociando gli occhi neri con i suoi, marrone scuro, quasi pece.
E una lacrima scivolò velocemente sulla sua guancia bagnandola con un rigo che alla luce della candela luccicava quanto un prezioso diamante.

- Stai piangendo! -

Osservò passando l'indice sotto i suoi occhi, asciugandole gli zigomi.

- Ti prego! -

Esclamò spaventata.

- Stringimi! Stringimi forte! E non lasciarmi più! -

La sollevò leggermente e l'avvolse come desiderava, coricato su di lei.

- Ania! -

Fu lui ad evocare il suo melodioso nome.

- Non avere paura! Ci sono io! Cos'è che ti tormenta tanto? -

Anche se in realtà lo sapeva, voleva che fosse lei a spiegarlo, perchè erano due giorni, da quando il Vento era scomparso dai loro occhi in quella nebbia bianca provocata dall'umidità nell'aria, che si teneva tutto dentro. Si sa, mantenere uno stato d'animo del genere chiuso nel cuore per troppo tempo, fa solo più male e null'altro.

- Non lo so! Sono spaventata! Ho paura di trovare il cadavere di quella bambina, ho paura di non rivedere più Rufy e gli altri.. ho paura di morire, o domani o quando sarà, e di conseguenza.. ho paura di lasciarti! -

Lui, provava lo stesso, seppur in modo diverso.

- Hanno bisogno di quella bambina viva! Rufy e gli altri sono con la ciurma di Shank il rosso, sono in tanti.. stanno bene e li ritroveremo presto! -

Già.. almeno su questo punto di vista, poteva tranquillizzarsi.

- Quanto a noi.. -

Proseguì affondando le dita fra i suoi bei capelli.

- Noi non moriremo! -

Dunque la baciò, muovendo la lungua contro la sua. I due muscoli all'interno delle loro bocche si coccolavano, si assaporavano, si abbracciavano.. facendoli rabbrividire di piacere.

- Fai l'amore con me! -

Disse terminando quel bacio mozzafiato.

- Abbandonati! Non temere, siamo al sicuro! -

E lei poteva davvero dire di esserlo, in quel momento, nuda sotto di lui, su quel letto accogliente che sembrava fatto apposta per loro due.

- Ti appartengo! -

Così, fecero l'amore con passione e un sentimento più grande del solito. Lui spingeva e l'accarezzava per calmarla, lei gli avvolgeva la schiena , stringendo i denti ogni qualvolta provava dolore, ma che si poteva considerare, un dolore dolce.

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Capitolo 43
*** L'addestramento ***


CAPITOLO 43: L'addestramento



Avevano trascorso la notte nella passione, quasi senza fermarsi mai. Era il loro modo di sfogarsi, di abbandonarsi ai loro reali sentimenti, aprendo i loro cuori, intrecciandoli l'uno con l'altro..
Ancora dormiva e dal suo viso così sereno sembrava quasi che non avesse avuto paura alcuna, che niente l'avesse turbata fino a quel momento. Forse ci era riuscito, a placare il suo terrore, a tranquillizzarla.. solo con i suoi sentimenti, con le sue spinte in quella notte d'amore. Si soffermò a guardarla, perchè sotto le coperte, il suo volto appariva ancora più bello e dolce.

Non poteva smettere di osservarlo e farlo luccicare alla luce, le piaceva tantissimo. E poi calzava alla perfezione. Era felice, non sapeva perchè, ma davvero si sentiva rinata, con una fiducia tutta nuova. Da quanto lui le aveva messo quell'anello sull'annulare, sentiva che non c'era nulla che insieme non avrebbero potuto superare. Ennie sarebbe ritornata al villaggio insieme a loro e il giorno del matrimonio avrebbe camminato con un bel vestitino bianco e una ghirlanda di fiori sui capelli, lanciando petali sul tragitto che loro due avrebbero percorso uno dopo l'altro per raggiungere la felicità.

- Sono contento di vedere che stai meglio! -

- E' tutto merito tuo! -

Avrebbe dovuto darglielo subito quell'anello.

- Che vuoi che sia! Sto facendo di tutto per andare avanti senza arrendermi! -

- Ce la faremo, vero amore? -

- Si tesoro, ce la faremo! -

Intrecciò le dita con le sue, infondendole un pò del suo coraggio, del suo amore.

- E' incredibile! -

- Cosa? -

- Gli anni passano! -

Spiegò dunque.

- Noi ne abbiamo ben undici alle spalle! -

Undici lunchi anni volati come soffia il vento, velocemente.

- Ma questo non ci cambia! -

Si sentiva sempre più giovane, ogni giorno che passava, questo perchè c'erano loro, Ennie e Max. La sua famiglia.

- Sono ancora pazzo di te! -

Disse sfiorandole il collo voglioso.

- Il tempo passa, ma diventi sempre più bella! -

Come la prima volta che la incontrò.

- Beh, non siamo mica la bella e la bestia! -

Fece del sarcasmo.

- Sono io quella che rimane estasiata da te! Sei così affascinante che non riesco a resisterti! -

- Modestamente.. sono un pirata! I pirati si conservano fino alla più vecchia età! -

Merito delle esperienze vissute.

- Può darsi.. ma sembri un ragazzino! -

- Un ragazzino di quasi quarant'anni... -

- Come minimo dimostri dieci anni di meno! -

- Tu una ventina! -

- Senti.. un tempo erano cinque.. com'è che sono diventati venti? -

Lo fece ridere di gusto.

- Ah tesoro, sei sempre uno spasso! -

- Antipatico! Non la finirai mai di prendermi in giro, vero? -

- No, mi diverto troppo! -

E continuava a sognare il momento in cui avrebbero passato la loro prima notte da sposati.

La colazione era assolutamente tranquilla e per la prima volta dopo quarantotto ore, era riuscita a mettere qualcosa nello stomaco.

- Mangia qualcos'altro! -

- No, grazie Zoro, sono a posto così! -

- Mi domando come tu riesca a mangiare così poco! Io sono ancora affamato.. -

- Dimentichi che non sei un ragazzo normale! -

Non lo era nessuno di loro in verità.

- Come? Cos'hai detto? Vieni qui e ripetilo! -

- Hai capito benissimo! -

- Ah si? -

Le afferrò con forza il sottile polso e la trascinò sopra le sue ginocchia.

- Prova a ripeterlo! -

- Non sei un ragazzo normale! -

- Ripetilo! -

- Non sei un raga.. -

Quella frase fu completamente cancellata dal suo bacio.

- Ripetilo! -

- Smettila dai.. l'hai capito! -

- Lo so.. ma mi piace il suono della tua voce! -

- Che scemo! -

Non sapeva se quello era il momento buono per chiedeglierlo. Forse.. aveva anche paura di farlo. Conosceva già la sua risposta.. ma lei ci teneva così tanto.

- Zoro ascolta.. io vorrei.. -

- Cosa? -

- Ecco.. che tu.. -

- Si? -

Ci aveva pensato tutta la mattina, non poteva lasciare le cose così com'erano. Lei doveva cambiare, voleva cambiare..

- Voglio che mi insegni a combattere! -

Restò per un attimo in silenzio.

- Ania.. non vorrai combattere contro Charas.. -

- Invece si! -

- Assolutamente no! Toglitelo dalla testa! -

Era troppo pericoloso.

- Ti prego, io lo desidero davvero! Sono stanca di nascondermi, sono stufa di non servire a niente! -

- Ma che stai dicendo! Tu sei un medico eccezionale! Ci servi eccome! -

Lei intendeva in modo diverso.

- Zoro.. questa volta sono irremovibile! -

Non le avrebbe fatto cambiare idea.

- Per favore! Insegnami ad usare la spada! Insegnami a difendermi! -

Non poteva contare sempre su di lui.

- Ci penso io a difenderti! -

- Lo so, ma non è giusto! Tu non puoi pensare a combattere e nello stesso tempo a proteggere me! Devi contribuire, collaborare con gli altri.. e nello stesso tempo difendermi.. -

Non voleva più.

- Ania, ce la faccio! -

- Non sto sottovalutando le tue capacità! Lo so che puoi farcela.. ma.. non voglio che sia tu a rimetterci! Se continui a preoccuparti per me.. potresti.. -

- No! Non accadrà! -

Diventava ancora più forte se doveva proteggere lei.

- Ti prego! -

- Non lo so Ania.. l'arte della scherma non s'impara così su due piedi! Ci vogliono anni di esperienza.. -

Lui usava la spada da quando era bambino.

- Guarda che lo so bene! Non pretendo mica di raggiungere il tuo livello.. sarebbe comunque impossibile! Ti sto solo chiedendo di insegnarmi a maneggiarla.. almeno.. il minimo indispensabile! Per favore! -

Forse cominciava a comprendere.

- Mi sembrava di avertelo già detto! Non mi interessa se non sei una spadaccina come Kuina! Lei era lei, tu sei tu e mi vai benissimo così! -

Si, in passato forse, avrebbe fatto di tutto per eguagliare la sua amica. Ma ormai..

- Kuina non mi interessa! Voglio farlo per te.. per voi.. e anche per me, per diventare qualcuno! Per favore! Ti prometto che.. non mi caccerò nei guai! -

Doveva accontentarla? Sembrava volerlo con tutto il suo cuore.

- E va bene, d'accordo! -

Il suo volto si illuminò.

- Ma ti avverto, non sarà facile con me come maestro! -

Dopotutto era il re degli spadaccini.

- Non preoccuparti, oggi saremo legati soltanto dal rapporto che c'è fra un' alieva e il suo maestro! -

- Ok! -

Non vedeva l'ora di cominciare. In tutta la sua vita non aveva mai preso in mano un'arma. Finalmente anche lei, dopo diciannove anni stava per farlo, per la prima volta. Era una giornata splendida, perfetta per allenarsi.

- Allora.. -

Si tolse la maglietta, restando a petto nudo. Se intendeva distrarla ci riuscì alla perfezione. Che muscoli.. non si stancava mai di ammirarlo.

- Prima di imparare ad usare la spada, devi riuscire a difenderti in un combattimento corpo a corpo. Pensi di potercela fare? -

- Certamente! -

A botte almeno aveva fatto in passato. Non ci sarebbero stati problemi di apprendimento.

- Il tuo avversario è molto forte Ania! Può sorprenderti in qualunque momento. Se ti si avvinghia da dietro e ti afferra in questo modo.. -

Infilò le braccia sotto le sue e le bloccò i movimenti.

- .. tu che cosa fai? -

Non ci pensò due volte. Con il tacco della sua scarpa colpì fortemente la sua gamba, poi gli prese il braccio, glielo portò dietro la schiena e invertì i loro ruoli.

- Così dici che può andare? -

- Beh.. dimenticavo che voi donne usate dei metodi differenti.. -

Disse con la gamba dolente.

- Scusa, ti ho fatto male? -

- Ricorda: in un combattimento non bisogna mai chiedere al proprio avversario se si è fatto male.. -

- Lo so anch'io! Lo dicevo per te.. -

Zoro era il suo maestro in quel momento. Nulla di più.

- Allora mi comporterò con più serietà! -

- Bene! Ora proviamo un'altra mossa! -

Delicatamente le prese il collo caldo e liscio.

- Se il tuo nemico cerca di soffocarti, come riesci a liberarti? -

Rimuginò pensando ad una soluzione, poi s'illuminò.

- Un calcio dove dico io va bene? -

- Per carità non sperimentarlo.. -

Per un attimo temette il peggio per i suoi attributi.

- Ah ah ah ah! No, tranquillo! Con te non oserei! -

Ma in campo di battaglia avrebbe potuto benissimo rivelarsi efficace.

- Anche qui direi che non hai problemi.. -

Doveva ammetterlo. Non immaginava che fosse così in gamba.

- Tieni, prendi questa! -

Sfoderò due delle sue preziosissime spade e gliene consegnò una. Ania la prese attentamente. Ma quanto pesava? Sembrava di piombo. Si domandava come Zoro potesse maneggiarne addirittura tre in una volta sola.

- Ma.. Zoro, questa.. -

All'improvviso si rese conto di conoscere quella spada. Quella lama così preziosa, di pregevole fattura..

- Non è la spada di Kuina? Non è meglio se la prendi tu? -

- No! Mi va bene questa! Una spada vale l'altra per me! -

Non si sarebbe mai aspettata quella frase.

- A me però.. -

Non andava bene.

- Ah, ho capito scusami! Forse non avrei dovuto dartela.. -

- No, non è questo! -

Anche se impugnare una spada appartenuta a qualcun altro prima di Zoro, per di più Kuina, le procurava una strana sensazione.

- E' che.. lo sai che sono imbranata.. -

Si fece quasi piccola.

- Se per caso la faccio cadere e si graffia? E se mi vola in acqua? -

Arrossì e immaginò la sua faccia. La cosa a lui più cara, il suo tesoro.. andato perduto.

- Andiamo, non ti sembra di esagerare? -

Affatto.

- E poi dopo tutti i combattimenti che ho affrontato si è scheggiata e graffiata un sacco di volte! Non hai visto quanto è rovinata? -

In effetti sembrava proprio sfinita.. tutta graffiata e opaca.

- Si però.. è la tua spada! Quella a cui tieni di più! E' la spada della tua amica! -

- E' in buone mani! -

Proseguì lui serio.

- Dici? -

- Non le ho scelte a caso! Volevo che tu utilizzassi quella! -

- Perchè io? -

Per farla soffrire? Per procurarle delle paranoie?

- Perchè sei tu! -

Spiegò.

- Ania.. non l'ho mai fatta usare a nessuno! Tu sei la prima a cui l'affido! -

La prima. Nessuno a parte lei.

- Ma non sono nemmeno una spadaccina.. -

- E con questo? -

Perchè non lo capiva? Perchè aveva così poca fiducia in se stessa?

- L'ho data solo a te, perchè mi fido! Perchè sei la mia ragazza e io ti amo! -

Nessuno all'infuori di lei poteva toccare la sua spada.

- Capisco! -

Lo faceva perchè era lei. Poteva essere chiunque. Ma solo per il fatto che era Ania, gliela voleva far impugnare e le dava anche un certo tono, le donava.

- Grazie! -

Sorrise.

- Perchè mi ringrazi sciocca? Non te l'ho mica regalata! -

- Lo so! Ma mi hai reso felice! -

Bastava davvero così poco per afferrare il suo sorriso..

- Allora cominciamo? -

- Si! -

Tirò fuori uno spirito nuovo e quella spada diventò improvvisamente leggera.
Sollevò la lama e gliela puntò sotto il mento.

- E' importante sapere una cosa: mai abbassare la guardia, per nessun motivo! E' la regola principale per uno spadaccino! -

Seguiva questo principio anche mentre dormiva, stava sempre in guardia.

- Mai per nessun motivo! -

Annuì ripetendo le sue parole.

- Attacco! -

Cominciò a maneggiare la spada costringendola ad indietreggiare. Si difendeva come poteva, cercando di parare i colpi.. ma purtroppo era inesperta e si ritrovò la spada avversaria sul fianco.

- Hai abbassato la guardia! -

- Non è vero, ero attenta! E' che è difficile! -

- E' normale! E' la prima volta! Coraggio, ancora! -

Che strano pensò. Prendeva sul serio il ruolo di insegnante.

- Si.. ma non potresti andare più piano e insegnarmi a muovermi? -

Ci teneva ad imparare.

- E' qui che sbagli! -

Continuò la lezione piuttosto severamente.

- Non spetta a me insegnartelo, ma a te stessa! Sei tu che decidi come combattere e come muoverti! -

- Ma come? -

- Non guardarmi così! Non è difficile da capire! -

- Sarò ignorante ma non capisco! -

Zoro sorrise.

- Non prendertela, non è affatto un'offesa e soprattutto non essere severa con te! Per tutti è difficile apprendere, io avevo solo dieci anni quando ho cominciato a frequentare le palestre! Tu sei già avanti, credimi! -

Forse doveva rinunciare, però ormai.. aveva convinto il suo ragazzo a sprecare il suo tempo per allenarla, sarebbe stata una vera egoista. Ma soprattutto una stupida autentica a mollare qualcosa per lei importante. Zoro non gliel'avrebbe perdonato.

- Ma come si fa? -

- Vuoi sapere dov'è nascosta la nostra forza interiore? -

- Mh! -

Le si avvicinò e posò delicatamente la mano sul suo petto, sentendo dei leggeri battiti.

- E' qui! -

Rispose.

- Nel nostro cuore! E' da qui che nasce tutto! E' solo esso a darci la forza di volontà! Capisci cosa intendo? -

Combattere per chi si ama. Per proteggere o per orgoglio. Qualunque fosse il motivo, il cuore era la colonna portante, il filtro di tutto.
Afferrò la sua mano.

- Si! Ora comincio a capire! Il cuore è l'unica forza e mi suggerisce di combattere per te! -

- Per me? -

- Io ti amo! -

E avrebbe dato la vita per salvare la sua.

- Posso battermi per amore tuo, o per difenderti! In ogni caso sarò forte solo con te accanto! -

E depose un bacio sulla sua forte mano. Quanto era bella, gli tornava quasi voglia di fare l'amore con lei.

- Brava, è questo lo spirito giusto! Hai capito alla perfezione! -

- Sei un ottimo insegnante! Saggio e chiaro come l'acqua! -

- Modestamente davanti ai tuoi occhi hai il re degli spadaccini dolcezza! Il numero uno al mondo! -

Il numero uno. Il primo, l'unico e il solo. In tutto.

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Capitolo 44
*** Un messaggio importante ***


CAPITOLO 44: Un messaggio importante



Non sentiva più le braccia. Aveva fatto progressi, riusciva a difendersi, aveva anche imparato ad attaccare.. ma quanta fatica.

- Sono stanca.. -

- Devi continuare! Se vuoi diventare una spadaccina, devi imparare a resistere alla stanchezza! -

Non era abituata.

- Però.. -

- Avanti! Riprova ad attaccarmi! -

- Si, un momento! -

- Va bene, allora lo farò io! -

E le corse incontro. Di riflesso sollevò la spada e bloccò la sua. Ripresero a duellare. Perchè la trattava così? Prima non era neanche d'accordo..

- Ricordati! Non abbassare la guardia! -

- S-si.. -

Ma una mossa sbagliata la costrinse a cadere pesantemente per terra.

- Ahi.. -

Una storta alla caviglia.

- Che male, dev'essersi slogata.. -

Massaggiava il piede lentamente, cercando di muoverlo.

- Devo riposare un attimo! -

- Il tuo avversario non ti concederà il tempo di rilassarti! -

Purtroppo lo sapeva.

- Alzati! -

Quasi glielo ordinò.

- Ok! -

Con fatica si sollevò, mentre Zoro si offrì di aiutarla.

- Lasciami! Ce la faccio! -

Disse scansandolo. Tornò lentamente in piedi e gli puntò la spada sulla gola.

- Forza, riprendiamo! -

Così, l'allenamento proseguì fra un clangore e l'altro, finchè sfinita, non cedette del tutto. Non era più in grado di muoversi ormai, erano quattro ore che si esercitava. Zoro le scagliò la spada contro, Ania si scansò di colpo schivando la lama che le sfiorò la maglietta a pelo, ma una fitta lancinante le colpì la caviglia, costringendola a cadere sul ponte di legno.

- AH! -

- ANIA! -

Lasciò cadere la spada per terra, come se fosse fatta di plastica. Un tempo non ne sarebbe mai stato capace, ma da quando c'era Ania, lei era più importante di qualunque spada da collezione.

- Stai bene? -

Non riusciva a rialzarsi.

- E' che.. sono stanca! -

- Scusami! -

Era solo colpa sua.

- Perdonami Ania! -

Il suo dolce piede. Era stato lui a procurarle quel dolore. La strinse a sè. Non sapeva per quale motivo aveva continuato ad allenarla a quel modo, come un insegnante severo.. tutto quello lo faceva per lei, su questo ne era sicuro. L'aveva vista così piena di volontà, così desiderosa di combattere.. e forse, per paura di poterla perdere in battaglia, aveva voluto addestrarla al meglio.

- Non è niente! -

- Vieni, devi medicarti! Poi ci facciamo una bella doccia, vuoi? -

- Ok! -

Sorreggendola, la riportò in piedi e senza nemmeno rifoderare le sue spade, l'accompagnò in cabina.

Sul Vento dell'Est regnava una dolce tranquillità. Unica nel suo genere. Quel galeone era sempre popolato dall'allegria, frenesia a vitalità. In quel momento invece, appariva come una nave deserta.
Lui si guardava intorno fumando la terza sigaretta consecutiva. I suoi occhi si appoggiarono sul mare e intento a riflettere quasi masticò il mozzicone fra i denti.

- Oh Ania, mia dolce sirena! Spero che tu sia sana e salva! -

La sua preoccupazione per lei era forte sin dal momento in cui quei meravigliosi occhi scuri scomparvero dalla sua visuale.

- Zoro! Proteggila sempre! Non abbandonarla mai, ovunque vi troviate! Non deludermi amico mio.. -

Sapeva che il suo sentimento era solo destinato a soffocarlo. Ania aveva fatto la sua scelta, da tanto tempo ormai. Nami.. per un momento gli tornò in mente quel giorno non molto lontano in cui finalmente, dopo peripezie e pericoli, il mitico tesoro di Gold D. Roger entrò nelle loro mani. I loro sogni si erano avverati, il viaggio era finito. Eppure, nonostante la totale paura di perdere i propri compagni, erano ancora li, tutti insieme, certo non al completo. Ma almeno erano felici.. prima che Charas rovinasse ogni cosa. Quel giorno, quando salparono dall'isola Raften, l'ultima pericolosissima tappa della Rotta Maggiore, aveva rivelato i suoi sentimenti alla giovane navigatrice. Lei stava già con il re dei pirati e lui non lo sapeva.

- Nami, ti amo! -

Confessò con il cuore palpitante in gola.

- E tu? -

Temeva, sentiva che mai la cartografa gli avrebbe detto "anch'io".

- Sanji, mi dispiace! -

Iniziò così la sua risposta.

- Io ti voglio bene, lo sai! Ma il mio cuore l'ho già donato a Rufy! -

Quale dolore.

- Lo so che sono importante per te.. ma sono davvero io quella che desideri più di chiunque altro? -

- Io.. penso di si.. -

- Io invece, non ti credo affatto! -

Quello non era vero amore.

- E' Ania quella che vorresti, non è così? -

- Che c'entra Ania adesso? -

- C'entra! -

Gli sorrise.

- Lei non c'è da tempo, ma tu.. l'hai amata davvero in quel periodo! -

Era così.

- Mi manca.. -

- Manca a tutti noi! Ma anche se lei fosse qui, credi che ti avrebbe ricambiato? -

- No! -

Rispose dunque.

- No, lei.. è innamorata di un altro! -

Zoro.

- Però tu l'ami vero? Come puoi quindi, pensare di potermi sostituire a lei? -

- Ma io.. tu Nami mi piaci moltissimo! -

- Lo so! Sono sempre stata la tua preferita! Fin dal primo momento che mi hai vista al Baratie! Però, quello che provi per me, non è amore! Solo affetto! -

E ancora una volta, il suo cuore di uomo forte e innamorato, si spezzò a metà.


Però, le parole di Nami, in fondo erano reali. Se n'era reso conto nel momento in cui aveva visto Ania comparire sulla soglia della locanda.

- Ormai devo arrendermi all'evidenza! -

Nami apparteneva a Rufy, Ania a Zoro. Usop aveva un rapporto a distanza con una certa Kaia.. solo lui era solo.

Tremava. Non sapeva se per la paura, la felicità, o la gioia di trovarsi fra le sue braccia.

- Non lasciarmi! -

Lo implorò.

- Stai tranquilla, ti sarò sempre accanto! E' questo quello che fa un marito, no? -

- Shank, ti amo! -

- Anch'io ti amo piccola! -

- No, io.. -

Si sollevò dal suo petto caldo.

- Io ti amo davvero! Ti amo tantissimo! -

- Si, lo so! -

La guardava con un bellissimo sorriso.

- Sicuro? -

- Max, cosa ti prende? Pensavo che ti fossi tranquillizzata.. lo so che è dura, ma devi rilassarti tesoro mio! Dai! -

- E' che io.. io ti amo.. -

- Si, l'hai già detto! Lo so che mi ami, non devi preoccuparti! -

- Ti amo, ma lo sai quanto? -

- Da morire! -

Proprio come lui.

- Già! E' così! Non scordarlo mai! -

- Non lo farò! Ora perchè non riposi un pò? Fra il matrimonio e la nostra piccola.. sei molto sotto stress.. -

- Non ci riuscirei.. -

Era così piena di sentimenti mischiati fra loro.

- Si che ci riesci, devi solo sdraiarti e chiudere gli occhietti! -

Desiderava guardarla dormire.

- Ma io.. -

- Ssst! Basta parlare! Fallo per me! Prova a dormire! In questi giorni, avrai dormito una notte soltanto.. -

- Va bene ci provo! -

Il sonno era molto pesante. Si faceva sentire. Forse aveva paura di addormentarsi.. e di abbandonare Ennie con il pensiero.

- Ma tu resti ancora qui? -

Non poteva abbandonarsi al mondo dei sogni senza il suo tocco, senza il suo respiro.

- Certo amor mio! Resto finchè hai bisogno di me! -

La coccolava.

- Dormi! -

- Tu? -

- Io sto qui a vegliarti! -

- Hai una bella faccia stravolta.. -

- Faccio così spavento? -

Le rimboccò le coperte.

- No, sei bellissimo! -

- Tu sei un incanto, ma hai davvero bisogno di un buon riposo! -

- Mh.. allora non hai intenzione di dormire.. -

- Sono il capitano! Spetta a me controllare ogni cosa qui a bordo! -

Spiegò pensando che davvero cascava dalla stanchezza.

- Se mi addormentassi perderei la mia carica! Persino Ben non chiude mai occhio! -

- Capisco.. sei sempre in copetizione con lui eh? -

Rise.

- Chi, io? Assolutamente! -

- No, dici? -

- Già! Su, ora fai la nanna bambina! -

Le avrebbe tenuto compagnia per un pò, finchè non sarebbe entrata nella sua realtà mentale, perchè lo sapeva, avrebbe di sicuro perso ogni volontà e avrebbe permesso alle sue palpebre di coprirgli gli occhi stanchi, oscurando ogni cosa.


- Sapevo di trovarti qui! -

Esclamò entrando in cambusa..

- Ciao Nami! -

Divorava tutto senza fermarsi, senza avanzare nulla.

- Dove c'è da mangiare ci sei anche tu! Ormai so sempre dove trovarti! -

- Eh! -

Voleva portare a termine quel discorso.. che prima dell'attacco al villaggio, li aveva fatti litigare.

- Ascolta.. mi piacerebbe.. continuare a parlare.. di quel fatto.. -

- Coscia? Ciomp! Ciomp! -

- Sai.. quando abbiamo.. litigato.. prima del disastro.. -

- Ah! Non è niente, storia passata! -

Per lui si era risolta così, gli bastava averla accanto.

- No Rufy.. per me non lo è! -

Si ripugnava per come lo aveva trattato. Non poteva più nemmeno guardarsi allo specchio.

- E perchè? -

- Se smetti un attimo di mangiare te lo dico! Sto cercando di parlarti di una cosa importante, smettila di rimpinzarti! -

Come faceva a mangiare in un momento simile, proprio non se lo spiegava. Del resto quello era Rufy.

- Ok! Ti ascolto! -

E sospese il suo pranzo mentre con la coda dell'occhio, fissava incessantemente la sua carne.

- Vedi.. l'altra volta ti sei arrabbiato perchè.. sostenevi che mi vergogno di te! -

Ma non era affatto così.

- Nami, lasciamo perdere! L'ho capito, non lo fai per cattiveria! Mi rendo conto che sono strano, ho dei modi di fare molto goffi, a volte non comprendo nemmeno le cose più semplici e in fine, provoco sempre guai! Insomma, sono molto imbarazzante! -

Ormai si era arreso all'evidenza.

- Se ti crea tanti problemi stare con me in pubblico, non c'è problema! Mi va bene così! L'importante è che quando ci troviamo da soli, senza nessuno, tu mi dimostri il tuo affetto per me! -

Affetto. Lei provava molto di più.

- Rufy, stai sbagliando! Io non mi vergogno di te! -

Come poteva?

- Al contrario, sono fiera di mostrarti alla gente! -

Il re dei pirati, il ragazzo più straordinario della terra.

- Ah si? -

- Si! Il problema sono io! Non tu! -

Lei con le sue paranoie da sciocca ragazzina.

- E' forse perchè sei più grande di me? -

- Non conta nulla Rufy, è solo un anno! Che vuoi che mi importi? Non ho mai tenuto conto della nostra età! E poi ormai, siamo entrambi maggiorenni! -

Un uomo e una donna. A tutti gli effetti.

- Si.. e allora? Cos'è che ti tormenta Nami? Quando qualcuno ti chiede se sono il tuo ragazzo.. cominci a balbettare.. e alla fine neghi l'evidenza! Oppure scappi, come hai fatto con Ania! Perchè? Se non sono io il problema.. forse non mi ami abbastanza? -

O magari non lo amava per niente.

- Non è neanche questo il problema! Quando abbiamo terminato la nostra avventura per mare.. ho promesso che sarei sempre stata con te, ricordi? Dopotutto, avevamo deciso così: di metterci insieme soltanto alla fine di tutto! -

I loro sentimenti erano fioriti molto tempo prima, ma dovevano occuparsi solo dei loro sogni.

- Già.. -

- Vedi, avevo diciotto anni quando ho scelto di stare con te.. e ne ho compiuti diciannove da poco.. -

Un'età molto giovane.

- La verità è che ho paura. Sempre. Ho paura di non essere all'altezza di una storia così seria.. non perchè non mi piaci, al contrario! Lo sai che sono innamoratissima di te.. è che io.. ecco.. -

- Ti senti insicura! -

- E' così! -

- Nami, anch'io ho la tua stessa paura! Ma non reagisco così! Capisco che sia imbarazzante baciarmi davanti a tutti e non ti costringerò mai a farlo se non vuoi! Voglio solo.. che tu mi stia vicino, senza abbandonarmi quando qualcuno vuole sapere cosa c'è fra di noi! -

Nessuno li avrebbe giudicati.

- Ormai è normale avere una storia! Guarda Ania e Zoro! Anche se so che in realtà hanno le nostre preoccupazioni, si sostengono l'un l'altro! Stanno insieme e non hanno paura di dimostrarlo! -

Doveva riuscirci anche lei.

- Non c'è altro Nami? -

- No! Perdonami se ti ho fatto soffrire! -

- Ti amo! Lo sai, vero? -

- Certo! Ti prometto che d'ora in poi non scapperò più! -

O affrontare la paura, o perdere il ragazzo che amava.
Preferiva di gran lunga la prima scelta.

- Come va? Fa ancora male? -

- Un pò, ma che vuoi che sia una storta! -

Purtroppo, la sua esperienza nel campo della medicina, le suggeriva di restare immobile.

- Lo so, anche il gonfiore non sembra serio, ma devi riguardarti! -

- Si! -

- Fa vedere! -

Le afferrò delicatamente il piede e con dei dolci movimenti della mano, le massaggiò quella caviglia sottile che sapeva, si era stortata per colpa sua.

- Ah, è ora di pranzo! -

- Adesso.. voglio che riposi un attimo! -

I crampi della fame, avrebbero aspettato.

- Come vanno i tuoi muscoli? -

- I miei benissimo! I tuoi piuttosto.. -

Non era sicura che il giorno a seguire avrebbe potuto riprendere in mano una spada.

- Non male.. ma non mi sono mai stancata tanto! -

- Beh, chi importante vuole diventare, un pò deve soffrire! -

- Ma sentilo! -

Quante fatiche aveva dovuto passare lui, prima di realizzare il suo obiettivo.

- Comunque, sei davvero bravissima! Per essere la prima lezione, sai maneggiare la spada in maniera perfetta! -

- Come no! -

- Dico sul serio! -

Ricordava la prima volta che impugnò una spada vera. Il suo peso l'aveva spalmato al suolo, facendogli sanguinare il naso. E' tutto molto più complicato per un bambino di dieci anni.

- Tutto sommato è stato divertente! -

Disse.

- Cosa? La mia caduta? -

- No, parlavo dell'addestramento! -

- Ah! -

Non le piaceva essere presa in giro, neanche da lui.

- E' la prima volta che impersono il ruolo di maestro! Devo ammettere che è una sensazione strana! -

- Perchè strana? -

- Perchè mi basta chiudere gli occhi per rivedere il mio passato. Quei giorni in cui ero ancora un bambino incapace nel mestiere, il padre di Kuina, era il mio maestro! Mi ha insegnato tutto! Ricordo che ci sedevamo spesso in riva al laghetto e ascoltavo affascinato le lezioni su come usare davvero una spada! -

Non conosceva questo lato della sua vita. In fin dei conti, non sapeva proprio niente di lui, eppure le sembrava di conoscerlo dalla più tenera età. Erano in sintonia, c'era affinità fra di loro. Certamente Zoro, non sarebbe mai riuscito a lasciarsi andare così con qualcuno che non fosse Ania.

- Sembra ieri, ma è passato tanto di quel tempo.. mi pare incredibile che ora tocchi a me, insegnare! -

- Sei la persona più appropriata per farlo! Non dimenticare che sei lo spadaccino numero uno al mondo! -

- Già.. l'alievo ha superato il maestro! -

Lui, n'era orgoglioso.

- Voglio mostrarti una cosa, aspetta qui! -

Chissà di cosa si trattava, in ogni caso era presa dalla curiosità. Sembrava essere qualcosa di veramente importante, i suoi occhi avevano brillato, si. Come un diamante al sole. Fece ritorno in cabina con un foglio piegato in quattro. Apparentemente, sembrava una lettera.

- Cos'è? -

- Leggi! Me l'ha spedita il mio maestro un paio di mesi fa! -

Lentamente riportò il foglio alla sua dimensione e attentamente si perse in quelle parole piene di sentimenti.

Caro Zoro.
Probabilmente saprai già il motivo per cui ti ho spedito questa lettera, ma in ogni caso, lascia che te lo dica, mentre le lacrime sgorgano dai miei occhi.
Sono terribilmente commosso e orgoglioso di te. Ti sei impegnato tanto in questi lunghi anni, sei migliorato sempe di più, con grande forza di determinazione, di giorno in giorno. Senza mollare mai, senza dimenticare per un attimo la promessa fatta alla mia cara figlia, la mia povera Kuina. Spesso mi chiedo: cosa sarebbe successo se quel lontano giorno di nove anni fa, non fosse scivolata da quel gradino? Dove sarebbe adesso e soprattutto chi sarebbe, se non fosse stata così sbadata?
Sicuramente, non sarebbe al tuo livello. Lo so, tu non hai mai tenuto conto del suo sesso. Ricordo ancora le tue parola: Uomo o donna che differenza fa? Mi colpirono moltissimo, nel più profondo, ma purtroppo sapevo che non era possibile. No, Zoro, Kuina sarebbe diventata forse la più forte fra le donne, amava le spade. Avrebbe potuto giungere molto lontano. Ma una donna non potrà mai eguagliare la forza di un uomo. E' così che vanno le cose, lo so, fa soffrire, Kuina non l'aveva accettato. In fondo, tu sai, è finita com'è finita. E' morta. Eppure, tu mi hai dato la forza di continuare. A undici anni ti sei presentato in palestra, quando hai versato tutte quelle lacrime che, mi ricordo ancora, si erano impregnate nel parquet rendendolo umido. Mi hai pregato di aiutarti, di renderti migliore, anche per lei. Mi hai incoraggiato, mi hai rimesso in piedi nonostante il dolore per la perdita della mia adorata figlia fosse così lacerante da non lasciarmi nemmeno respirare.
Per otto anni, tu mi sei stato accanto. Se sei diventato il migliore, se sei giunto dove volevi, se hai tagliato il traguardo che tanto bramavi per entrambi, è stato solo grazie alle tue forze. Io ti ho soltanto dato le basi per farlo. Da quando te ne sei andato, la vita è diventata solamente tua. Sei lo spadaccino più forte del mondo, come tu e Kuina volevate. Te lo sei meritato.
Non posso fare altro che piangere per la gioia e sperare che un giorno tu verrai a trovarmi con la tua ragazza. Sono proprio curioso di incontrarla, sai? Me ne hai parlato in un tale modo.. quando ho letto le tue parole pensavo: questo è davvero il mio ragazzo? Eh si. Zoro si è innamorato. Un amore grandissimo, l'unico che capita una sola volta nella vita.
Ti faccio i miei più sentiti auguri per il futuro e ti mando un forte abbraccio.
A presto ragazzo mio.
Con affetto,
Il tuo maestro.


Per tutto il tempo non aveva fatto altro che guardarla. Così, si accorse immediatamente che stava piangendo. Gli venne spontaneo sorridere.

- Ehi, hai la lacrima facile! -

Le disse divertito asciugando le sue guancie calde.

- Scusa! -

Non si era resa conto che il suo volto era bagnato dalle lacrime.

- E' che.. è una lettera così commuovente.. -

Doveva avergli voluto molto bene.

- Zoro, questo messaggio è molto importante per te! Lo sai cosa voleva dire in verità, vero? -

- Cosa? -

- Che per lui, sei stato un figlio! Il figlio che è riuscito a colmare il vuoto della sua Kuina! -

Sorrise e annuì, prima di baciarle la fronte e di stringerla al suo petto.

- Non sapevo che gli avessi parlato anche di me! -

- Gli ho spedito una lettera poco dopo la tua partenza. Ero abbattuto.. e ho pensato di fargli sapere i miei sentimenti, perchè anche lui, è stato un padre per me! -

Lo sapeva.

- Grazie! -

- Per cosa? -

- Per non avermi dimenticata! -

Dimenticare Ania. Nell'ultimo anno aveva vissuto e combattuto soltanto per lei, quasi voltando le spalle a Kuina. Anche se ci avesse provato, certamente non sarebbe mai riuscito, a scordarsi di lei.

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Capitolo 45
*** Dura ricerca ***


CAPITOLO 45: Dura ricerca




Con il cannocchiale ben stretto in mano, perlustrava l'orizzonte sotto la luce del sole. Che bella giornata, un sole così splendente non si vedeva da tempo e la temperatura era veramente piacevole sulla pelle.. un giorno così bello avrebbe dovuto trasmettergli il buon umore.. ma nessuno di loro se la sentiva di sorridere.

- Eh? -

Una striscia di terra comparve nel mirino.

- Ci siamo finalmente! EHI GENTE! TERRA! -

La prima isola in cui avrebbero cercato la loro piccola Ennie. Erano certi di non trovarla laggiù, in fondo Charas sapeva giocare bene le sue carte e da pirata qual era, non poteva rendergli il compito facile. Non poteva nascondersi sulla prima tappa del viaggio, assolutamente. Ma in fondo, un'accurata ricerca non fa mai male nella vita.

- Hai sentito tesoro? -

Le disse scrollandola dolcemente.

- Terra! -

- Mh.. si.. ho sentito! -

Si strofinò gli occhi stanchi.

- Oh, scusa, ti ho svegliata? -

- No, non mi ero nemmeno addormentata! -

Le riusciva sempre più difficile dormire.

- Beh, non sei contenta? Terra Max! -

- E allora? -

- Come "e allora"! -

- Shank, andiamo, sii realista! -

Si sollevò dal cuscino, sistemandosi i capelli arruffati.

- Non la troveremo mai sulla prima isola, è impossibile! -

- Non si può mai sapere nella vita! -

- E' inutile che cerchi di tirarmi su, anche tu sai benissimo che ho ragione! -

Lentamente il sorriso scomparve dal suo volto.

- Amore, lo so che non è facile.. -

Non poteva accettarlo nemmeno lui.

- E' di nostra figlia che stiamo parlando! -

La figlia che non vedeva l'ora di riabbracciare e di portare in spalla per tutto il villaggio.

- Anche se non dovessimo trovarla qui.. la cercheremo da un'altra parte! Non ci daremo per vinti! -

- Si.. e intanto il tempo passa! -

Erano trascorsi tre giorni da quando avevano lasciato l'isola imbattendosi in quella terribile tempesta! -

- E in più Ania e Zoro sono scomparsi! -

- Ti preoccupi anche per loro, vero? -

- Non posso certo fregarmene.. -

- Stai tranquilla, stanno bene, lo sento! -

Le portò i capelli all'indietro, liberando il suo viso.

- E anche nostra figlia! Stanno tutti bene! -

In un angolino del suo cuore avvertiva il suo respiro, la sua voce.

- L'unico che avrà bisogno di un buon dottore, sarà solamente Charas.. ammesso che sopravviva.. dopo quello che ha fatto, non so se riuscirò a lasciarlo in vita.. -

Aveva distrutto il loro villaggio, ammazzato metà della popolazione privando mogli dei loro mariti e figli dei propri genitori. Aveva osato fare del male alla sua Max, ai suoi compagni e in fine si era anche permesso di umiliare il re dei pirati e di rapire la sua bambina. Uno schifo umano di quel genere, non era degno di godersi la vita.

- Questo è poco ma sicuro! -

Disse lei.

- Io lo ucciderò! E' una promessa! Lo faccio a pezzi! -

- Allora lo faremo insieme! -

- Si! Insieme! Gli daremo quel che si merita! Lo faremo inginocchiare imprecando pietà! Lo faremo scomparire fra atroci sofferenze! -

Che degne parole.

- Devo farti i miei complimenti, undici anni ti hanno trasformata alla perfezione, parli proprio come un vero pirata! -

- Ho imparato dal migliore! -

Gli sussurrò baciandolo vicino alle labbra.

- Dimentichi che non sono io il re dei pirati! -

- E allora? Per me sei e resterai sempre il pirata più incredibile, più forte e più bello di tutti i mari! -

- Sul "più bello" sono d'accordo! -

- Ma sentilo come se la tira adesso! -

La strinse a sè ridendo a labbra serrate.

- Lo vedi? Sono di nuovo riuscito a farti sorridere! -

- Tu mi fai sempre sorridere! Sei contagioso! -

- Modestamente! -

Anche quando piangeva, quando stava male, quando si sentiva abbattuta o depressa. Le bastava una sua battuta, una sua parola, una sua espressione, per farla ridere.

- Non merito forse una ricompensa per questo? -

- Come? -

- Beh, sono contento di trasmetterti il buon umore.. ma non posso mica fare il giullare gratuitamente.. -

- E cosa vuoi! -

- Non ci arrivi da sola? Voglio qualcosa di prezioso, pagami a dovere! -

Percorse il suo braccio avanzando con l'indice e il medio, facendole il solletico.

- Ma cosa ti do! Non vorrai mica dei soldi! Da me che sto per diventare tua moglie! -

- E chi ha parlato di soldi? -

- E allora? -

- Va bene! Vorrà dire che mi prenderò la ricompensa da solo! -

Afferrò il suo viso delicatamente con le mani e lo portò dolcemente verso di sè. La baciò con dolcezza, trasmettendole calore, facendole battere il cuore.

- Io parlavo di questo! -

Sussurrò sulle sue morbide labbra.

- Mh... mi sento in colpa.. -

- Per cosa? -

- Per Ennie! -

Spiegò con rammarico.

- Lei è nelle mani di un corsaro senza scrupoli.. e noi ce ne stiamo qui a baciarci! -

- Amore mio, la nostra piccola, ne sarebbe felice! Non vorrebbe vederci abbattuti per lei! Non credi? -

- Forse.. ma io mi sento un'egoista.. perciò dovrò chiederle scusa perchè.. adesso ti chiedo un altro bacio! -

Voleva conforto, affetto, amore. I suoi baci erano l'unica cosa in grado di infonderle coraggio.
Shank le catturò nuovamente le labbra. Non le allontanò un attimo dalle sue. Le assaporò deliziato, innamorato, finchè la voce di Lucky non gli avvisò dell'isola ai piedi del vascello.



Minuscole ma visibili gocce di sudore sotto al cocente sole, fiati corti e forti clangori, quasi assordanti. Avevano ripreso gli allenamenti, senza darsi un attimo di tranquillità, senza fermarsi un momento.
Cominciava ad abituarsi. La stanchezza scompariva lentamente, il dolore alla caviglia era solo un ricordo, la sua determinazione, come l'agilità nei movimenti, era notevolmente aumentata. Tutto in soli due giorni.

- Brava! Continua così! -

Le disse.

- Attenta, sto per attaccarti! -

Dopo un secondo di quiete, Zoro si lanciò nuovamente contro di lei, la quale bloccò la spada, impugnando la "sua" . Quella stessa spada che sapeva, un tempo apparteneva a Kuina. L'idea di saperla maneggiare, la rendeva così orgogliosa di se stessa e terribilmente felice. Credeva di aver ormai allontanato quei pensieri, di aver scordato Kuina e la sua superiorità. Invece si sbagliava, non aveva mai smesso di pensarci.

- Ania.. -

Riprese a guardarla negli occhi, mentre le loro spade erano l'una contro l'altra spinte entrambe, da una grande forza fisica.

- Ti ho mai detto.. che le tue labbra sono morbide e sensuali? -

- Come? -

Prese a guardarla in un modo.. quasi.. voglioso. Un sorriso malizioso.. in un momento del genere.

- Veramente.. no! -

- Ah no? -

Che gli saltava in testa. Credeva che prendesse sul serio il suo ruolo d'insegnante. Perchè stava tentando di farle perdere la concentrazione?

- E dimmi... te l'ha detto nessuno che sei.. sexy ed elegante? -

Continuò.

- Beh.. no.. -

Arrossì.

- Che peccato! Sei veramente uno spettacolo! -

Ammorbidì la pressione della spada, costringendola ad indietreggiare.
Con una mano le avvolse la vita.

- Che ne dici di un'altra "performance"? -

- Ma che stai dicendo? -

- Sai bene a cosa mi riferisco! Parlo dell'altra notte! Vuoi un altro assaggio della mia passione per te? -

- A..adesso?? Qui?? -

- Perchè no! Per me va bene dovunque! Mi basta assaporare il tuo bel corpo! -

La strinse a sè, avvicinando le labbra alle sue, facendola impazzire.

- Allora? Mi vuoi? -

Dopo un attimo di silenzio, diede la sua risposta.

- Stupido! -

Sorrise e con una veloce mossa gli tolse la spada di mano e lo costrinse a sbattere contro la parete.

- Ah ah ah! -

Si portò la spada in spalla, come una vera spadaccina.

- Ti ho fregato tesoro! -

Camminò sensualmente, avvicinandosi a lui. Con la punta della lama gli sfiorò la guancia.

- Guarda che ti ho capito sai.. volevi farmi perdere il controllo per poi disarmarmi! Peccato che ti ho battuto sul tempo! -

- Mpf.. ah ah ah ah! -

- Che ridi adesso! -

- Rido per la tua faccia! Dì la verità, non hai capito subito che era un trucco, stavi per cascarci in pieno! -

Cacciò fuori la lingua.

- Non è vero! -

- Ah no? Allora perchè hai cominciato a tremare? -

- ... non stavo tremando! -

- Oh si invece, e anche molto! Dimmi, ti basta davvero così poco per mandarti K.O.? -

- NON E' VERO!! -

Riprese a ridere, afferrandola per un braccio, attirandola nuovamente verso di sè.

- Devo farti i miei complimenti! Hai superato la prova, brava! Ogni giorno che passa somigli sempre di più ad una vera spadaccina! -

- In altre parole, mi stai dicendo che sono "finta".. -

- Niente affatto! Più vera di così.. -

- Scherzavo! -

Restarono immobili, abbracciati, ad ascoltare il battito del loro cuore.
E mentre loro passavano il tempo, allontanando ogni cattivo pensiero, i loro amici cercavano e cercavano, senza un attimo di tregua.

- Voi non scendete ragazzi? -

Rufy e i suoi compagni, erano seduti sul ponte, godendosi il calore del sole sulla loro pelle.

- Perchè mai scusa? -

Domandò Rufy naturalmente.

- Bastate voi.. e poi.. lo sai non la troveremo certamente qui! -

Anche loro erano così sicuri..

- Beh.. so bene che non è così semplice.. però.. è mia figlia.. e non rinuncerò a cercarla, nemmeno se so in partenza che non la troverò! -

Detto ciò spiccò un salto scendendo dalla nave.

- Ora capisco da chi hai preso Rufy... -

Osservò Sanji accendendosi accuratamente una sigaretta.

- Tu e quello siete tali e quali! -

- Dici? Naa... non ci somigliamo per niente.. -

- Potreste sembrare padre e figlio invece! Forse non lo hai mai notato ma.. avete un'incredibile somiglianza fisica.. entrambi siete testardi, senza alcun senso del pericolo, avete voglia di avventura e quando v'incavolate potreste ridurre un villaggio in frantumi! Più simili di così.. -

E lui era contento di somigliare a Shank.

- Vedi Sanji, Shano è stato più di un amico per me! Quando ero bambino, lo guardavo senza poter fare a meno di pensare che avrei tanto desiderato diventare come lui! Ammiravo il suo coraggio, la sua tenacia, ma soprattutto la sua costante tranquillità! Oggi sono esattamente come volevo diventare e ho da tempo realizzato il sogno di una vita, sono riuscito a diventare il re dei pirati! -

Abbassò di poco il cappello di paglia, affinchè gli coprisse gli occhi.

- Solo mi rendo conto.. che forse sono ancora troppo immaturo e questo piedistallo non è mai stato adatto a uno come me! -

- Ma che stai dicendo! -

Protestò Nami.

- Non è affatto vero! Molti si sono cimentati nella tua stessa missione, e molti di loro sono caduti prima ancora di entrare nella Rotta Maggiore! -

- Si, quello che di ci è vero Nami, però... che razza di re dei pirati sono, se non sono in grado di proteggere una bambina? -

Piombò il silenzio. Tutti capirono all'istante. Rufy si sentiva responsabile, lui, che si era guadagnato il titolo di "re dei pirati", davanti all'immortalità di Charas, dovutagli da uno dei mitici frutti del diavolo, dei quali lui stesso si era nutrito da bambino, non aveva potuto nulla. Ennie, la figlia del suo grande eroe, di suo padre, del suo amico Shank, era stata portata via davanti ai suoi occhi e lui se n'era stato li, immobile, senza poter muovere un solo muscolo, impossibilitato a rialzarsi, perchè gli bastava sollevare un dito, perchè ogni parte del suo corpo si lacerasse benchè lui fosse un "uomo di gomma".

- Non mi darò pace finchè non la ritroverò! -

Continuò.

- Sono certo che Charas, l'ha nascosto nell'ultima isola di questo mare, l'ultima tappa, è quella a cui dobbiamo mirare! Certo però.. io non ho alcuna intenzione di persuadere Shank a cambiare idea in questo modo. Sono sicuro che lui stesso sa dove quel vile tiene sua figlia. Forse, non lo fa per se stesso... lo fa per Max.. -

Per la sua amata compagna che tanto soffriva, quella donna così forte e bella che avrebbe dovuto sposare.. in quel momento probabilmente, sarebbero stato davanti all'altare se non fosse accaduto nulla di tutto quello. Purtroppo, il destino è imprevedibile e puà coglierti di sorpresa in qualunque momento, privandoti di una felicità fino a quel momento creduta indistruttile e incancellabile.
Per Max, avrebbe girato ogni angolo, ogni isola di quel vasto Oceano... solo per rassicurarla, per illudere forse, anche se stesso. Come si dice, tentar non nuoce, per questo motivo, non intendeva mollare, anche se sapeva con certezza che mai e poi mai, almeno finchè non sarebbero giunti all'ultima isola della rotta che stavano seguendo nella paura e nella preoccupazione, avrebbe scorto gli occhioni dolci della sua adorata figlia, che tanto amava.

- Non mi darò pace finchè quel mostro, non sarà finalmente schiacciato al suolo come merita! Non mi darò pace finchè.. Ennie non tornerà al villaggio insieme a noi! -

- E io sarò al tuo fianco! Non potrò perdonarlo per aver osato toccare con le sue luride mani una signorina, anche se si tratta di una bimba! -

- Grazie Sanji! Il tuo aiuto mi servirà! -

- Co...combatterò anch'io! -

- Sei sicuro Usop? -

- S..si! La volta scorsa mi sono solo nascosto... so di essere un codardo ma.. vorrei almeno rendermi utile questa volta... -

Disse mentre le sue gambe tremarono più che mai.

- Grazie! -

- E questa volta... combatterò anch'io insieme a voi.. -

- Ma Nami.. -

- So di essere una donna e so che probabilmente si rivelerà una battaglia pericolosa.. ma almeno voglia fare qualcosa per quella bambina... il bastone climattack che Usop mi ha costruito tempo fa, mi sarà molto utile.. -

- Beh.. io non posso impedirti di batterti però... Nami.. io non riuscirò a... -

- Si, so bene che non potrai proteggermi in continuazione... sarai molto occupato.... per questo mi rendo conto che probabilmente dovrò contare solo sulle mie forze.. ma io non me la sento di abbandonarti proprio adesso! Abbiamo viaggiato fianco a fianco per diverso tempo, no? Siamo sempre stati una squadra.. lo saremo anche adesso! -

Dopo un attimo di silenzio, il sorriso comparve sui loro volti. Sollevarono il pugno allegri e tutti in coro pronunciarono la risposta.

- GIUSTO! -



Si erano allenati duramente anche quella mattina, ora meritavano un pò di riposo, soprattutto lei con il suo dolce fisico di ragazza, non era abituata ad affrontare esercizi di quel calibro, nè tanto meno, ad utilizzare una spada per diverse ore. In realtà era anche la prima volta che ne impugnava una, sembrava quasi incredibile che fosse già cpsì "esperta" pur essendo ancora una principiante. Era buffo se ci pensava.
Non avrebbe mai immaginato che Ania, possedesse una simile capacità di apprendimento.
Aveva voglia di coccolarla comodamente sdraiato su quel letto dove per ben due notti si erano amati, dove entrambi avevano perso la loro verginità, diventando a tutti gli effetti, un uomo e una donna adulti.
Quel letto che Nami non aveva mai voluto togliere dalla sua stanza, benchè all'inizio, soffrisse terribilmente a vedere completamente intatto, ma soprattutto vuoto.
In quel breve periodo in cui Ania si era fermato sulla Going Merry, lei e Nami avevano legato così tanto, da diventare inseparabile come due sorelle. Ricordava bene le sue lacrime quando Ania le confessò di volersi fermare con sua madre, di non poter intraprendere un altro viaggio al loro fianco, che si sarebbe rivelato lungo, non si sapeva quanto, ma soprattutto pericoloso. Lei credeva ciecamente nella loro sopravvivenza, sapeva bene che presto o tardi, avrebbe potuto riabbracciarli.. ma non voleva rischiare di morire anche lei insieme a loro, di conseguenza, di procurare un altro terribile doloro alla sua povera madre, che probabilmente non avrebbe retto un simile shock. Da quel giorno Nami decise, che il letto in cui la sua cara amica Ania aveva dormito diverse notti, non sarebbe mai più stato tolto. In quello stesso letto in seguito, ci aveva dormito Bibi, la principessa di Alabasta, un'altra inseparabile amica con la quale aveva stretto un forte legame. Il periodo che aveva trascorso insieme a loro, più o meno era quanto quello di Ania... eppure, nonostante loro avessero fatto molte altre conoscienze importanti, nessuno era mai riuscito a dimenticarla. In particolar modo, lui e Nami.

- Ania! -

Chiamò allegramente il suo nome sollevando la porticina della cabina. Scese le scale e in quel momento, si bloccò. Non appena la vide addormentata sulla scrivania di Nami, si soffermò quasi come se avesse paura di svegliarla con un solo passo.
Lentamente si avvicinò, facendo la massima attenzione a non far scricchiolare il parquet di legno. Abbassò di poco il capo e si accorse che dormiva profondamente. Gli scappò un sorriso. Era così dolce, così bella.. gli venne ancora più voglia di stringerla al suo petto. Ma preferì lasciarla dormire.
Fece per allontanarsi, quando qualcosa sul tavolo sotto le sue braccia, attirò la sua attenzione.
Un foglio scritto, da lei. Sembrava una lettera, almeno a giudicare dall'impostazione. Lentamente si apprestò a leggere.

Cara mamma,
il tempo passa sempre più velocemente e a me sembra ieri che ho lasciato l'isola verso il villaggio chiamato Fusha.


Aveva scritto una lettera alla sua mamma, nonostante la lontananza era ancora così legata a lei.. doveva mancarle moltissimo.

Ti ricordi di Zoro, vero? Ti ho raccontato il motivo che mi spinse a lascirare tutto quanto, a lasciare te e il fratellino che molto presto nascerà e che purtroppo quel giorno magnifico, io non potrò conoscere.
Lui era venuto a cercarmi e il dolore che provò nel non vedermi, nel pensare che io lo avessi abbandonato senza tener fede alla promessa fatta l'anno prima, è stato talmente grande che quando mi ha incontrata alla locanda del villaggio, mi ha quasi mandata fuori a calci. Si è arrabbiato così tanto.. io ho cercato più volte di spiegargli la verità, di cosa ti era successo per farmi assentare dall'isola senza pensarci.
Alla fine ha capito, mi ha ascoltata e ora tutto è come speravo. Io e lui insieme. Lo amo così tanto... ma ho sempre paura.. di non essere amata nello stesso modo..

Quella frase, lo colpì al cuore. Perchè pensava una cosa del genere?

Non fraintendere.. lui mi ama moltissimo, me lo dimostra, lo sento fortemente.. però... non lo so.. sai bene che la paranoia è il mio difetto peggiore e per questo.. ho sempre il terrore di amarlo troppo, di mostrarmi appiccicosa, completamente dipendente da lui.. ho paura di irritarlo con questo mio comportamente sciocco e di conseguenza.. di perdere il suo amore..

- Oh piccola... -

Sussurrò appena senza che lei potesse sentirlo, immersa nei suoi sogni.

Mi rendo conto che forse.. esagero un pò e che dovrei lasciargli i suoi spazi.. è che siamo rimasti lontani per così tanto tempo... e poi... c'è un altro motivo. Purtroppo la pace non è durata. Ho fatto in tempo ad arrivare al villaggio, a chiarire tutto con lui, che un pirata privo di cervello ha attaccato il villaggio provocando una strage. Dovevi vedere quanti cadaveri... quante fiamme.. macerie... di quante persone mi sono dovuta occupare...
Alla fine quell'uomo.. no scusa, mi correggo, quell'animale... no.. non va bene nemmeno questo termine.. gli animali sono molti meglio di quell'essere indescrivibile... ha rapito una bambina di solo dieci anni.. capisci? Una bambina... la figlia di Shank il rosso, avrai certamente sentito parlare di lui, è un pirata in gamba, amico di Rufy.
Noi tutti siamo partiti per cercarla, per salvarla dalle grinfie di quella feccia dell'umanità, siamo salpati con due vascelli... e purtroppo, come se le cose non fossero già abbastanza critiche, io e Zoro ci siamo persi con la Merry in mezzo ad una brutta tempesta che ha colto tutti di sorpresa. Era così violenta... la nave si è capovolta, gli altri sono riusciti a salire sul veliero di Shank.. noi due invece.. siamo rimasti soli e abbiamo perso tutti di vista, benchè la rotta sia corretta.
Ho paura mamma. Ho tanta paura, per questo ho chiesto a Zoro di insegnarmi ad usare la spada, per questo sto cercando in tutti i modi.. di sentirmi protetta.. so che con lui non correrò mai pericoli... e poi ora come ora, mi è rimasto soltanto lui, ecco perchè gli sto così addosso, perchè non riesco a smettere di dirgli che lo amo..

Dopo quelle parole, non riuscì più a leggere altro. Il resto del foglio era sotto di lei che dormiva beatamente. Ma quanto aveva letto gli bastò.

- Allora.. hai ancora paura amore.. -

Le accarezzò piano i capelli, baciandole il capo affettuosamente.

- Speravo di riuscire a placare la tua angoscia.. forse ci sono riuscito, solo l'altra notte... -

Mentre facevano l'amore.

- Ti proteggerò sempre! -

Disse raggiungendo le scale. Charas non doveva permettersi di sfiorarla, altrimenti, tant'era vero che si chiamava Roronoa Zoro, lo avrebbe ridotto in così tanti pezzettini da non poterli nemmeno contare.



Avevano cercato per diverso tempo e quella era già la terza isola che visitavano.. al contrario delle precedenti, non era affatto disabitata, c'era un piccolo villaggio, di conseguenza era assolutamente impossibile che Charas si trovasse laggiù. Un pirata come lui, sceglie sempre un luogo isolato per nascondere un prigioniero. Del resto c'era da aspettarselo.

BOOM! CRAASH!

- Che cos'è stato? -

Domandò Lucky rimettendo piedi sul ponte.

CRASH!

- Viene dalla cabina.. -

Shank corse immediatamente nella sua stanza. Spalancò la porta e notò Max in ginocchio sul pavimento, tremante come una foglia d'inverno.

- Che cosa c'è tesoro! Stai male? Sei ferita? -

La sedia era ribaltata sotto la finestrella a forma circolare, a terra c'erano i cocci del vaso che fino a un attimo prima, spiccava pieno di fiori, in quel momento sparsi per il pavimento, sulla larga scrivania. La sua mano sanguinava.

- Che hai fatto! -

- Perchè! -

Disse nella disperazione.

- PERCHE' NON LA TROVIAMO! PERCHE'!! -

Picchiò il pungo a terra singhiozzando.

- Amore, stai tranquilla.. stiamo solo sbagliando posti... vedrai... la troveremo presto! -

- E SMETTILA DI ILLUDERMI!! -

- Cosa? -

-Smettila... smettila di raccontarmi panzane.. smettila di mentire, non indossare quella maschera solo per tranquillizzarmi! Sai benissimo anche tu che a quest'ora potrebbe essere morta.... NOSTRA FIGLIA POTREBBE NON ESSERCI PIU'! NON LA RIVEDREMO PIU'! ENNIEEEEE! NOOOOOOO! -

Shank la strinse fortissimo, avvolgendola con il mantello.

- Ti prego, non dire queste cose! Non parlare così o distruggi tutto il mio ottimismo! -

E una lacrima rigò anche la sua guancia, di nuovo, come quella notte in cui si mostrò debole per un istante.

- Io sto facendo del mio meglio.. te lo giuro! Non so più cosa fare! Il terrore mi paralizza.. l'idea di non poter più stringere fra le braccia la mia bambina, mi soffoca profondamente! Per questo voglio continuare a sperare! Per questo faccio in modo di percepirla.. per rendermi conto che davvero, la mia ansia è inutile! -

L'avvolse ancora di più.

- Non dire che è morta! Non dire che non la rivedremo più, con queste parole, tu mi uccidi! -

Si abbandonò fra i suoi arti di uomo forte, ma sensibile allo stesso tempo. Lui soffriva così tanto, forse anche più di lei.

- Scusami... scusa amore... ma io... ho paura... -

- Lo so! Anch'io ho paura! -

E abbracciati l'un l'altro piansero forte. Il loro dolore arrivò nei cuori di tutti, che piansero dentro di loro, in silenzio. Quella che stavano intraprendendo era.. una dura ricerca..

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