Loose Control

di dalamar_paige
(/viewuser.php?uid=99361)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Old friends ***
Capitolo 2: *** Problems ***
Capitolo 3: *** A piece of Heaven ***
Capitolo 4: *** New Arrivals ***
Capitolo 5: *** Canada ***
Capitolo 6: *** This Moment...Is Only For Us... ***
Capitolo 7: *** It's Not So Easy ***
Capitolo 8: *** Kevin ***
Capitolo 9: *** Accident ***
Capitolo 10: *** He Will Be Fine ***
Capitolo 11: *** Am I Just Your Vessel? ***
Capitolo 12: *** A New Friend ***
Capitolo 13: *** The Truth ***
Capitolo 14: *** It's Ok, Cass ***
Capitolo 15: *** Let's Know Eachother ***
Capitolo 16: *** I Miss Him ***
Capitolo 17: *** Night ***
Capitolo 18: *** You Are An Angel, Dalamar! ***
Capitolo 19: *** Personal Space ***
Capitolo 20: *** Fear ***
Capitolo 21: *** Let's Have Some Fun ***
Capitolo 22: *** Fixing The Bike ***
Capitolo 23: *** Demons ***



Capitolo 1
*** Old friends ***


OLD FRIENDS

 

Paige non sapeva più che cosa fare con lui. Da quando gli era saltato in mente di bersi un intero negozio di alcolici, non era più riuscito a smettere, e il recente comportamento di Dean non era certo stato di aiuto. Il ragazzo aveva infatti deciso di dire sì a Michael, se non proprio ora, in un futuro non troppo lontano; i due avevano finito per litigare pesantemente, arrivando addirittura alle mani.

Sam, con la sua dipendenza dal sangue di demone e i suoi tentativi di dissuadere il fratello da quella malsana decisione, era troppo impegnato per stare dietro anche ai problemi di depressione di Castiel. L’angelo, già giù di morale per la perdita dei suoi fratelli, era definitivamente crollato dopo la scoperta che la sua ultima fonte di speranza, suo padre, non era intenzionato a intervenire per fermare l’apocalisse e che perciò, tutto quello che aveva fatto, la sua ricerca che l’aveva portato in giro per il mondo, non era servita a niente.

La sua famiglia, lei e il piccolo Misha, frutto della loro unione, non erano state sufficienti ad attutire la botta, anche se gli avevano impedito, molto probabilmente, di tentare il suicidio.

Sebbene Cass non fosse mai diventato violento, e si rinchiudeva in bagno quando decideva di ubriacarsi, la ragazza aveva deciso di allontanare il piccolo da casa. Aveva anche sperato che questo gli desse una scossa. Castiel adorava suo figlio. Ma non era servito.

Cercava di fermarlo, ma lui faceva sempre di testa sua.

Paige ora poteva appoggiarsi solo a Sasha, una loro comune amica, ma anche lei poteva poco contro la volontà dell’angelo.

Le due erano sedute in salotto a mangiare del gelato, mentre Castiel riposava nella stanza accanto, una breve pausa prima dell’ennesimo appuntamento della giornata con la bottiglia.

-Com’è la situazione?-

-Sempre peggio, non so più che fare per aiutarlo. Non vuole essere aiutato da nessuno, dice che va tutto bene-

-Non arrenderti. Non puoi abbandonarlo…-

In quel momento qualcuno bussa alla porta.

 

Dalamar parcheggia la moto davanti all’indirizzo che quel Bobby Singer gli aveva dato. Gli sembrava troppo strano. Castiel. Il suo vecchio superiore. Certo ora si spiegava perché gli altri angeli avevano quasi mollato la caccia a lui. Perdere lui era una cosa, ma Castiel rientrava negli angeli veramente temibili.

Ebbene si. Anche Dalamar era un angelo. Uno di quelli di grado minore, con poteri non certo all’altezza di quelli dei suoi superiori. E ora che se ne era andato, e le sue abilità si erano dimezzate, era molto più simile a un umano che a un angelo. Solo per fare un esempio, aveva ancora le sue ali, ma preferiva evitare il volo poiché lo lasciava ogni volta esausto, specialmente se per lunghi periodi. Quando se ne era accorto, per scegliere un mezzo di trasporto si era affidato all’istinto del suo tramite, un ragazzino di appena 16 anni con gli occhi chiari e i capelli scuri, tagliati corti. La sua scelta era andata su una motocicletta, un Ducati monster nero, regolarmente comprato sotto falso nome. Non sarà stato come volare, ma ci andava molto vicino come libertà. L’unica sfortuna è che non poteva portarsi molte armi dietro, ma aveva imparato a sfruttare lo spazio disponibile al massimo delle sue possibilità e per questo riusciva sempre a stupire gli altri cacciatori sulla capienza del suo arsenale.

Una volta ribellatosi, aveva deciso di continuare a combattere il male, e poco male se ciò l’aveva fatto diventare un cacciatore al 100 per 100, con la marcia in più dei suoi poteri in caso di necessità. E quel piccolo handicap di avere gli angeli alle calcagna, il che lo condannava a una vita da reietto, per lo più.

Sentire che Castiel si era ribellato l’aveva spinto ad andare a cercarlo. Sapeva come ci si sentiva, a essere soli tutto a un tratto, con la differenza che a quanto sembrava, era amico dei Winchester, il che sarebbe stato di certo un conforto per il suo superiore.

Sentire che si era fatto una famiglia lo aveva reso felice, per non parlare di come si era sentito quando aveva scoperto della ribellione. Non avrebbe mai e poi mai voluto trovarsi a combatterlo. Non per paura, ma perché se era ancora vivo, lo doveva a lui, che più di una volta era passato sopra alla sua disobbedienza e alla sua tendenza a discutere gli ordini.

A molti suoi fratelli un comportamento simile, sotto altri superiori, era costato la vita.

La sua ricerca era stata estenuante. Castiel sapeva maledettamente bene come nascondere le sue tracce, e la stessa cosa valeva per i Winchester. Per fortuna aveva avuto una dritta prima di fuggire da una certa Pamela, una sensitiva morta poco tempo prima che lui si ribellasse e che gli aveva parlato, capite le sue intenzioni, di Bobby. Trovare quell’uomo non era stato facile, e per fortuna era bloccato su una sedia a rotelle! Ancora meno facile era stato evitare che lo ammazzasse appena dopo aver scoperto che era un angelo. Solo con lunghi discorsi era riuscito a conquistare la fiducia del cacciatore e c’era voluto ancora più tempo a far sì che si fidasse di lui a tal punto da rivelargli l’indirizzo di Castiel, o meglio di Paige.

Non sapeva bene che dire, come presentarsi. Si augurava soltanto di non venire disintegrato all’istante.

Bè, ormai sono qui, si dice e bussa alla porta.

 

-Vado io- dice Sasha alzandosi e posando la coppetta di gelato –Dà un occhio a Cass tu-

Paige annusce e va nella loro camera da letto, chiude la porta. Chiunque sia non vuole che vedesse il suo ragazzo in quello stato.

-Posso fare qualcosa per te?- sente dire Sasha e, incuriosita, la raggiunge.

-Non lo so- risponde una voce maschile piuttosto giovane, e infatti davanti alle due ragazze c'è un giovanotto certamente non ancora maggiorenne –Sto cercando qualcuno-

Castiel compare alle sue spalle, silenzioso come sempre. Per lo meno aveva ancora il senso del pericolo. Guarda un attimo il ragazzo, fissando su di lui il suo sguardo intenso. Alla fine parla

-Dalamar- dice, la voce impercettibilmente tesa.

 

-Dalamar- un uomo sui trentacinque anni lo chiama per nome, ma deve dare un’occhiata più approfondita per riconoscere il suo superiore.

-Castiel? Allora sono vere le voci che ho sentito su di te-

-Che voci?- indaga la seconda ragazza, quella che era arrivata solo dopo sull’uscio della porta. L’angelo percepisce qualcosa di strano nel suo tono di voce.

-Che ti sei ribellato- è la risposta. Dalamar comincia anche a sentirsi un po’ confuso. Qualcosa non gli quadra. C’è qualcosa di strano in tutto questo.

-Vi conoscete?-

-Sì, sono un angelo. Castiel era il mio superiore. Ferme ferme- dice subito dopo correndo ai ripari affrettandosi a spiegare, vedendo le loro espressioni farsi minacciose –Non gli sto dando la caccia. Mi sono ribellato anche io. Qualche mese prima di lui-

La ragazza che gli aveva aperto guarda prima lui, come a volergli sondare la mente in cerca di una traccia di menzogna, poi passa a guardare l’angelo

-Cass? È vero?- L’altro annuisce. La ragazza allunga la mano verso il nuovo ospite, che la stringe. –Io sono Sasha. Ora devo scappare. A presto, Paige. Cass-

Rimangono un attimo sulla porta, in un silenzio imbarazzato. Ora che si trova lì Dalamar non sa bene cosa dire. Come poteva essere di aiuto a suo fratello più della sua nuova famiglia?

-Io sono Paige- gli stringe la mano

-Dalamar Argent-

 

Paige riusciva quasi a percepire la tensione che stava provando in quel momento Castiel. Non se ne meravigliava.

Finchè si trattava di loro e di Sam, non si faceva problemi a bere fino alla perdita dei sensi, ma ora, con un altro angelo in circolazione, per quanto di basso rango poteva essere, le cose si complicavano. Decisamente.

Per lei era l’occasione di dare una svolta in positivo a tutta quella faccenda, che stava rasentando seriamente i limiti dell’assurdo.

Voleva però che fosse Castiel a parlare dei suoi problemi, non voleva passare per l’impicciona e litigarci. Non quando era in quello stato. Non era mai diventato violento, ma chi poteva sapere cosa avrebbe fatto?

-Arrivi proprio al momento giusto, qui c’è qualche problemi al momento, potrai esserci d’aiuto- dice lanciando un’occhiata eloquente al fidanzato, che però non coglie, o più probabilmente decide di ignorare l’affermazione

-Soliti problemi di routine, sai demoni- dice

 

Ora cominciava decisamente a farsi confuso. Lei diceva che poteva essere d’aiuto. Lui che si trattava delle solite cose, niente al di fuori della norma. E Castiel non era mai stato uno che minimizzava. A chi credere?

Guarda entrambi negli occhi, uno alla volta.

In quelli di dell’angelo vede soltanto disperazione, e una totale assenza di speranza. Quelli di Paige gli gridano di restare. Sono il riflesso di una disperata quanto sottointesa richiesta di aiuto. Non l’avrebbe abbandonata.

-Per la verità parlavo di altri problemi....- di nuovo Paige guarda Castiel, mentre dal canto suo Dalamar comincia a non capirci più niente.

-Paige!!!Basta!-

-Ok, ok!-

-Se è un brutto momento torno più tardi- azzarda prudentemente

-No no resta- lo ferma la ragazza, lo sguardo disperato. Non aveva avuto davvero intenzione di andarsene, in ogni caso sarebbe rimasto nei paraggi, ma aveva paura di provocare qualche lite tra i due

-Io vado via un attimo...vado di la'..devo fare una cosa- mormora Castiel in un tono che sa tanto di scusa; Dalamar lo segue discretamente con lo sguardo. Decisamente la faccenda gli puzza.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Problems ***


PROBLEMS

Castiel va in cucina. Sa cosa cercare, e non gliene importa un accidenti di Dalamar. Non gli ha chiesto lui di venire a cercarlo. Apre la credenza, e poi il frigorifero, in cerca di qualcosa.

La ricerca diventa sempre più frenetica, fa cadere a terra la bottiglia dell'olio, ma finalmente scova quella che sta cercando. Che sciocca Paige a sperare di poterlo fermare nascondendogli le bottiglie. -Castiel!!!! Che cosa hai fatto cadere!!!?- la voce della ragazza gli arriva dall'ingresso. La ignora. Prende la bottiglia e si chiude in bagno.

 

-Castiel? stai bene?- ora Dalamar è decisamente preoccupato. Che cavolo sta succedendo?

-Sì, sì- la risposta arriva leggermente soffocata attraverso la porta chiuda del bagno. Poco convinto, l'angelo guarda Paige, in cerca di una spiegazione.

-Vai da lui, ha bisogno di aiuto..da me non lo vuole- fa per allontanarsi, ma Dalamar la prende dolcemente per un braccio, trattenendola e facendola voltare verso di sé per poterla guardare negli occhi, ma senza farle del male. -

-Ehi ehi ehi, che succede? -

-Ha dei prblemi seri! Vai da lui lo vedrai!-

Lo lascia entrare in casa. Dalamar esita davanti alla porta del bagno

-Castiel?-

-Lasciami in pace!- e quando lo sente capisce di che problemi parlava Paige. La voce è decisamente quella di una persona ubriaca. Sospira.
Guarda Paige. Non sa che fare. Non vuole buttarle giù la porta del bagno.

-Che faccio? Butto giù la porta?-

-Non puoi volare?-

-E' complicato da spiegare. Diciamo che in teoria posso, in pratica mi strema-

Da dentro arrivano i rumori di Castiel che beve e sbatte contro i mobili. Dalamar comincia a essere sulle spine. Ha paura che si faccia del male -Paige? Che faccio?-

-Vattene!- l'angelo sembra furibondo.

-Non è chiusa la porta- risponde infine la ragazza -non puo' chiuderla. Ho tolto la chiave-

Dalamar annuisce. Cerca di rassicurarla con uno sguardo, poi entra deciso in bagno. Trova Castiel rannicchiato per terra, la bottiglia lì vicino; piange come un bambino. Si inginocchia accanto all'ex superiore, allontana con un calcio la bottiglia, che si frantuma contro il muro.

-Che cacchio stai facendo, Castiel?- Castiel guarda Dalamar, stenta a riconoscerlo, ma quando accade, non contiene la rabbia.

-Non sono affari tuoi!Vattene! Lasciami in pace!!-

Dalamar sa di rischiare molto. Il suo tramite è un ragazzino, anche piuttosto esile, mentre quello di Cass un uomo maturo, per sua fortuna almeno non molto palestrato. Resta però dove si trova, pur sapendo di non avere possibilità di uscirne se l'angelo decidesse di passare alle mani.

-Puoi scordartelo- dice deciso -guarda come ti sei ridotto-

-Lasciami in pace!!-

-Cass non fare così hai bisogno di aiuto!- Paige è disperata. A Dalamar non piace lo sguardo di Castiel. Non vuole che lei si faccia male.

-Va via, Paige- poi si accorge di essere stato un po' troppo duro -Lasciaci soli per favore- si accorge a malapena che lei non lo ha nemmeno ascoltato, ma è più concentrato sui movimenti di Castiel -Non obbedivo ai tuoi ordini prima, figuriamoci se inizio ora- gli dice

-Cass, ascoltalo. Hai bisogno di aiuto-

-Non ho bisogno di nessuno!!!- si alza da terra. Ora il cacciatore guarda Paige dritta negli occhi. -Paige, per favore -

-Ok- la ragazza esce dal bagno, ora Dalamar è più tranquillo. Chi ci può rimettere ora è solo lui

-Vattene!- gli intima

-NO. Puoi scordartelo-

-No? Allora vado via io!- Cass cerca di uscire dal bagno, ma, complice la sbornia e il poco spazio a disposizione, per il ragazzo non è un problema fermarlo. L'angelo inciampa e barcolla; Dal lo prende al volo e lo spinge con violenza contro la parete.

-Lasciami...lasciami- le parole del suo ex superiore sono appena sussurrate

-Castiel, sai che non lo farò- e l'altro non replica. Smette di lottare per liberarsi dalla presa -Ne parliamo? da persone civili- e magari dopo che avrai bevuto mezzo litro di caffè termina la frase dentro di sé. Mai si sarebbe aspettato quello che succede appena pronuncia quelle parole. Cass comincia a piangere ancora, a dirotto, mentre sussurra un “Sì” appena udibile tra i singhiozzi -Castiel...ehi, Castiel- Dalamar cerca di calmarlo, ma la disperazione dell'angelo viene fuori come un fiume in piena.

-Perchè! Perchè! -dice piangendo

-Cos'hai Castiel? Che ti succede?- Il cacciatore non sa che fare per calmarlo. A un tratto lo vede impallidire. Istintivamente lo prende e lo porta col viso sulla tazza del gabinetto. Appena in tempo. L'angelo ha deciso di vomitare anche l'anima. Dalamar gli sta vicino, sostenendolo finchè non ha finito. Lo aiuta poi a mettersi seduto contro la parete opposta. Per fortuna non ho mangiato nulla a pranzo, pensa. Cass lo guarda

-Non mi sento bene- dice e a lui scappa da ridere, ma riesce a contenersi.

-Ci credo...ora voglio che ti calmi però, mi hai capito?-

-Sì...ho sonno..tanto sonno-

-Ce la fai a dirmi dov'è la tua stanza?

-Di la'...di la'!- Dalamar segue il dito puntato e nota la stanza da letto. Gli passa un braccio attorno alle spalle e lo aiuta a rialzarsi, accompagnandolo e lasciandolo cadere pesantemente sul materasso.

-Adesso dormi- sussurra mentre usa i suoi poteri per addormentarlo. Sorride e torna dalla ragazza -Paige-

-SìN sono qua- la voce arriva dalla cucina. La raggiunge

-Sì è addormentato. Scusami per il bagno. Giuro che ti rimetto tutto a posto e ti ripago i danni- è davvero dispiaciuto per quello che ha combinato.

-Nessun problema- poi lo guarda dritto negli occhi, triste e scoraggiata -Che cosa devo fare? non può continuare così-

-Ehi ehi ehi...stai calma...- chiude la porta, la abbraccia dolcemente per rassicurarla -Non voglio che ci senta – dice lasciandola. La guarda attentamente, come per studiarla -Stai bene, Paige? Non ti ha...fatto del male vero?-

-Sì sto bene. Quando beve si chiude sempre in bagno- Annuisce, sollevato. Almeno non se la prende con lei.

-Non ti preoccupare. Lo tireremo fuori-

-Ha bisogno aiuto- fa una pausa, gli occhi le diventano lucidi -Non so che cosa fare con lui,non mi vuole ascoltare,e continua a bere tanto-

-Da quanto va avanti questa storia?-

-Da un bel po'.....non vuole aiuto-

-Chi altro vive con voi?-

-Nostro figlio Misha..ora sta da mia mamma- la cosa non gli piaceva. Con i bambini di mezzo le cose si sarebbero complicate. Per fortuna Paige l'aveva già allontanato da casa.

-Lo aiuteremo non preoccuparti- e il suo tono deve averla davvero rassicurata, perchè il volto le si apre in un sorriso. -Ehm...ti arrabbieresti tanto se dovessi convincerlo con la forza?-

-Non preoccuparti. Fai di tutto per convincerlo a smettere-

-Promesso-

-Grazie..sei un'amico-

-Ahhh!!!! Non ci posso crede...- le urla di Castiel nel sonno li fanno sobbalzare entrambi. Scattano nella stanza del loro amico. Maledice di nuovo i suoi poteri, ora così scarsi da non riuscire nemmeno a indurre un sonno senza sogni. Cerca di usarli di nuovo per calmarlo, col risultato che ora l'angelo comincia a piangere.

-Castiel?- Paige sussurra il suo nome, poi guarda Dalamar -Sta piangendo-

-Forse è il caso di svegliarlo...-

-Sì-

-Stai indietro- la avverte -se è sconvolto potrebbe colpirci per sbaglio. Non voglio che ti faccia male- gli obbedisce. Solo quando è a distanza di sicurezza lo scuote fino a svegliarlo. Castiel apre finalmente gli occhi. Lo riconosce e gli fa un sorriso

-Ciao- Dalamar sospira di sollievo e permette a Paige di avvicinarsi.

-Ciao-

-Come ti senti?- chiede la ragazza avvicinandosi al letto

-Un po' strano-

-Cass vuoi bere un po' di te'?-

-Ehm...ok- la risposta è un po' esitante, Dalamar pensa che un bel po' di caffè sarebbe stato decisamente meglio

-Stai bene, Castiel?- gli chiede invece preoccupato -C'è mancato poco che vomitassi anche la tua grazia.

-Ho vomitato? Non mi ricordo...che cosa e' successo?-

-Fidati, meglio se non lo sappia. Sappi solo che va tutto bene adesso- Preferisce mentire per evitare di farlo sentire in colpa. Castiel si porta una mano alla fronte. Ci siamo, pensa Dalamar, i postumi della sbornia. Lo sostiene e lo aiuta a stendersi di nuovo a letto. -Ci hai dato dentro eh? Sta giù- gli sorride -Cosa ricordi?-

-Mi ricordo...che ero in bagno.....ho solo vomitato?-

-Prima ti sei scolato qualche bottiglia. Però sì, non hai fatto altro-

-Non c'e l'ha faccio più!!! Non posso continuare così!-

-Ce ne siamo accorti anche noi che non puoi andare avanti così. Ne vogliamo parlare da persone civili?-

-Di cosa vuoi parlare?!- Dalamar sta cominciando a perdere la pazienza, ma non può permetterselo, non con un Cass così instabile.

-Castiel, sei stato il mio superiore per secoli, avresti dovuto uccidermi tempo fa, quando disobbedii a quegli ordini, mi hai salvato la vita. Voglio aiutarti, ma se non mi dici che ti succede non posso farlo-

-Nessuno..mi puo' aiutare- è la risposta sussurrata. Dalamar gli tira un pugno in pieno volto

-Sei uno stupido- questo gli provoca una nuova crisi di pianto. Il cacciatore gli dà uno schiaffo, più piano però questa volta. -Castiel. Guardami- dice in tono fermo, ma dolcemente. L'angelo solleva su di lui gli occhi azzurri rossi di pianto. -Ehi. Non sei da solo- indica Paige -Hai Paige, e ora ci sono anche io. Ma devi lasciarti aiutare.- Castiel lo abbraccia. Dopo un attimo di esitazione e sorpresa, Dalamar ricambia, stringendolo più che può. Avverte sulla sua nuca lo sguardo di Paige, che osserva la scena.-Coraggio Cass, posso chiamarti così vero?- sussurra mentre continua a stringerlo forte -Cerca di calmarti, basta piangere adesso- Castiel alza, la testa, lo sguardo deciso.

-Ck va bene.....basta piangere!-

-Bravo Cass!- L'angelo caduto fa un mezzo sorriso, poi si mette a sedere e si alza dal letto

-Devo andare in bagno-
Dalamar si alza. Lo frena

-Tu e il bagno avete uno strano rapporto. Stavolta vengo con te- poi, pensando che Paige possa avere strani pensieri la guarda. -Tranquilla voglio solo assicurarmi che non si attacchi alla bottiglia-

-Non lo faro'..devo...ehm... fare la pipi! Mi vuoi guardare mentre la faccio?-

-No ma ti aspetto appena fuori. e in caso te lo stessi chiedendo, no non sono gay e no. Non mi fido di te-

-Va bene...- dice mentre entra in bagno. Dalamar da parte sua si appoggia allo stipite della porta con la schiena, pronto a intervenire

-Scusa se l'ho picchiato, Paige. Non sapevo cos'altro fare...da quando...mi sono ribellato non ho avuto modo di...ecco di stare a contatto con la gente-

-Non preccuparti....vado di la'a preparare la cena...ti piace la pasta con il tonno?

-Mangio qualunque cosa non preoccuparti- fa una pausa -posso provare a portarlo fuori a prendere un po' d'aria?-

-Ok va bene- Risponde lei mentre si avvia in cucina. Si sente il rumore dello sciacquone, poi Castiel esce dalla stanza.

-Dov'è Paige?-

-Sta preparando la cena. Vieni con me-

-Dove?-

-Fidati di me. Andiamo a farci un giro- Castiel lo guarda, lo sguardo curioso. Alla fine, capendo che Dalamar non avrebbe detto altro, decide di fidarsi. Alza le spalle.

-Ok va bene- Dalamar lo porta fuori. gli mette in testa un casco da moto e glielo allaccia. Ne porta sempre uno di scorta con sé in caso di passeggeri inattesi. Il suo mezzo di trasporto è un po' sporco ormai, ma non ha tempo di farlo lavare. Riesce a malapena a tenerlo ben funzionante! Lo aiuta a salire in sella al posto del passeggero. Gli posa i piedi sulle pedaline. Come sempre quando si trova di fronte a una nuova esperienza, Castiel resta immobile, obbedendo ciecamente a quello che gli viene detto.

-Tieniti.- gli raccomanda il ragazzo mentre sale al posto di guida e accende la moto -Non è come volare, ma per schiarirsi le idee non c'è niente di meglio-

-Non correre!-

-Tranquillo- sì certo, non correre. Come no. Pensa tra sé Dalamar mentre ingrana la prima e parte.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** A piece of Heaven ***


A piece of Heaven


Paige è sola. La casa, per la prima volta da giorni, avvolta in un silenzio che non è dato dal fatto che Castiel abbia bevuto fino a perdere i sensi, ma dalla pace.

Dalamar è stato proprio un dono del cielo, se si poteva ancora fare affidamento a simili entità, cosa di cui lei, personalmente, dubitava ogni giorno di più.

La sua vita non era certo stata facile, né negli ultimi tempi, ma nemmeno durante la sua infanzia, che aveva passato tra lotte ai demoni e una vita normale, di facciata. Una vita fatta sempre di menzogne. Non era una ragazza qualunque. Anzi, non era nemmeno umana se vogliamo proprio dirla tutta. Era nata dalla relazione tra un angelo, sua madre, e un mezzo demone, suo padre, che le aveva donato oltre a una piccola dose di poteri demoniaci, un corpo dove vivere senza dover possedere nessuno. Ecco, questa era l'unica cosa positiva. Non doveva condividere il suo corpo con nessun altro.

Nella vita non aveva mai potuto rivelare a nessuno la sua doppia natura. Dire che era mezzo demone sarebbe equivalso a una condanna a morte, e nessuno avrebbe mai dovuto nemmeno sospettare l'esistenza degli angeli.

Tutto era poi cambiato quando Castiel un giorno le aveva salvato la vita, qualche mese prima. Era nel bel mezzo di una caccia, e si trovava in guai davvero grossi! Per fortuna era arrivato lui, e l'aveva portata via. Lei all'inizio nemmeno ci aveva fatto caso.

-Tieniti- le aveva detto. E lei si era aggrappata a quell'impermeabile grigio con tutte le sue forze.

Solo quando era stata al sicuro, si era resa conto di chi aveva davanti.

Tra i due, entrambi custodi di grandi segreti, la complicità era presto diventata amore, e aveva portato con sé il piccolo Misha.

Poi le cose erano degenerate. Lei era arrivata al punto di pensare seriamente di abbandonarlo. Ma poi era arrivato Dalamar. Forse le cose non sarebbero cambiate, ma lei voleva, anzi doveva sperare.

Prepara la pasta con calma. Non sa dove il nuovo venuto ha portato Castiel, e non vuole far trovare loro la pasta scotta.

 

Dalamar aveva guidato tranquillo fino alla statale, poi aveva cominciato ad aumentare la velocità, ma senza esagerare. Per un fatto di sicurezza in primo luogo, e poi per non spaventare Cass.

-Dove mi porti?-

-Da nessuna parte!- è l'enigmatica risposta gridata al di sopra del vento e del casco.

Proseguono in silenzio. Sente Cass, dapprima rigido e aggrappato così forte da fargli male, piano piano rilassarsi, mentre prende fiducia. Dalamar guida fino a una scogliera che termina con un dirupo che si getta nel mare. Si ferma e scende dalla moto. Aiuta l'amico a togliersi il casco e, dopo essersi slacciato la giacca, si siede, le gambe che penzolano nel vuoto. Guarda Castiel, in piedi un po' pallido. Con un gesto lo invita a imitarlo

-Tutto ok?-

-Sì, credo di sì-

Una brezza leggera accarezza i loro visi, scompigliando leggermente i loro capelli. Potrebbero sembrare padre e figlio tanta è la differenza di età tra i loro tramiti. Dalamar non aveva avuto altra scelta. O meglio, l'avrebbe avuta se il padre del ragazzo non fosse stato un violento figlio di puttana che sfogava la propria rabbia sul figlio. Il ragazzino aveva subito acconsentito a prestare il proprio corpo a patto di poter rimanere cosciente e andarsene da quella casa. Dalamar l'aveva accontentato, anzi, nei momenti più brutti non gli era dispiaciuto averlo accanto.

-Non so te- disse dopo essersi goduto per un po' la brezza in silenzio -ma questo posto mi piace da impazzire, ci vengo ogni volta che passo di qui per lavoro-

-Sì, hai ragione, si sta bene- concorda

-So come ti senti, Cass, ma credimi, ubriacarti non ti serve a niente. Ci sono passato-

-Lo so. Lo so, ma non lo so..sto troppo male...non ho più voglia di vivere....- il volto diventa triste, si copre il visto con le mani.

-Cass...hai mille motivi per vivere. Hai una ragazza splendida, un bambino, e Sam e Dean sono tuoi amici...perchè vuoi morire?- L'angelo resta in silenzio, lo sguardo lontano, puntato all'orizzonte.

-La mia dolce Paige....Misha.....- mormora, ma poi si alza di scatto -Dean non è più mio amico!!!- urla. Dalamar si morde la lingua. Anche sta volta mi sa che ho parlato troppo.

-Castiel, calmati. Ok non hai più Dean, ma a Misha non ci pensi? E a Paige?- a quelle parole si calma, si lascia cadere a terra, accanto al cacciatore

-Paige....Misha...- continua a ripetere sottovoce i nomi della sua famiglia, come una litania infinita. Dalamar tace, lo lascia metabolizzare poi gli mette un braccio intorno alle spalle.

-Non sei solo- gli sussurra

-Sì lo lo-

-Torniamo a casa. Cerca di star sereno. Dovessi picchiarti ogni volta che ti vedo anche solo guardare una bottiglia di alcol, ti aiuterò a uscirne-

-Va bene- e finalmente sorride. Ricambia il sorriso e, reprimendo una risata, lo aiuta a infilarsi il casco, che Cass stava cercando di infilarsi al contrario

-Ehi, vuoi portarla tu?- chiede indicando la moto

-Ok. Non ho mai guidato una moto..per la verità nemmeno la macchina...l'unica cosa so guidare è la bici di Paige-

-Non è difficile- gli spiega come fare, lo guida un paio di volte, poi si siede sul sedile del passeggero -Tranquillo eh? Non andare troppo forte- gli raccomanda prima che parta mentre si sistema per dargli il meno fastidio possibile. Castiel sale sulla motocicletta, parte e dopo qualche esitazione iniziale, guida tranquillo fino a casa. Dalamar dopo poco si rilassa. La guida dell'angelo è molto tranquilla. Presto lascia la presa dai maniglioni e si posa le braccia sulle ginocchia, godendosi il tragitto. -Siamo arrivati- la voce di Cass lo riporta alla realtà. Scivola in avanti al posto di guida e parcheggia la moto, poi entra in casa.

-Paige?-

 

-Paige?- la voce di Dalamar la fa sobbalzare, non se lo aspettava di ritorno così presto. Abbassa la fiamma del fornello e va loro incontro. -Siete arrivati finalmente-

-Scusa, ma Castiel guida molto piano-

-Ok- sorride. No un attimo. Ha appena detto che Cass ha guidato? La moto? -Cass ha guidato la moto?- Chiede sorpresa.

-Ebbene sì. Potrei avere una cattiva influenza su di lui, per quanto un angelo possa essere un cattivo esempio, si intende- Paige sorride e mentre scola e condisce la pasta, Dalamar apparecchia la tavola, mentre Castiel va a darsi una sciacquata al volto. Quando torna, la ragazza gli mette un piatto di pasta sotto il naso.

-Devi mangiare qualcosa

-Non ho tanta fame

-Mangia, fidati, se non hai fame tu, la ha il tuo tramite, e con tutto quell'alcol finirai per fargli del male sul serio- gli raccomanda Dalamar, che di ferite al ragazzino che possiede ne sa qualcosa. -Va...bene..- Cass comincia a mangiare con calma. Dalamar finisce di apparecchiare poi si butta sul piatto di pasta. Alza lo sguardo e la guarda

-Ehi! E' fantastica! Complimenti!!

-Grazie!- L'altro lo guarda, curioso e stupito allo stesso tempo. Probabilmente non fa molto caso a quello che mangia

-Tu eri un angelo piuttosto potente, io no- spiega il ragazzo -e ora che sono fuggito e mi hanno dimezzato i poteri...sento anche gli stimoli umani..-

-Lo so...- e la sua tristezza è quasi tangibile.

-Ehi su con la vita...non è poi così male come sembrava-

-Non è poi così male?!- scatta inaspettatamente -sarà per te! Per me invece non è così!- Si alza di scatto, quasi rovesciando la sedia. -Paige scusa non ho più fame – dice in tono appena più civile, e se ne va via. Dalamar dà una testata contro il tavolo

-Sono la solita testa di cazzo- geme a bassa voce mentre sentono la porta della camera da letto sbattere e chiudersi. Guarda Paige. Non sa che fare. Si rende conto che è stata un'uscita un po' infelice, ma non aveva avuto intenzione di ferirlo.

-Vai da lui! Per favore..- lo implora lei -Solo tu puoi aiutarlo-

-Sembra che io non combini altro che guai- risponde, ma comunque si alza.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** New Arrivals ***


NEW ARRIVALS


Castiel è seduto sul letto. Pensa. Vorrebbe in realtà essere forte come Dalamar. Ci è passato e ne è uscito. E da solo. Perchè per lui è così difficile invece?

Sente la porta aprirsi. Nemmeno guarda chi è. Sente i passi leggeri del cacciatore.

-Scusami. Sono un coglione-

Castiel apre la bocca per rispondere, ma all'improvviso comincia a tremare. Sente il sudore imperlargli la fronte; la voglia, il bisogno, all'improvviso, di bere.

 

Lo sguardo di Cass si fa all'improvviso vuoto, mentre comincia a tremare, all'inizio piano, poi sempre più forte.

-Cass? Che succede?- chiede preoccupato avvicinandosi a lui, per sorreggerlo

“Attento!” lo avverte il suo tramite, una nota di tensione nella sua voce che Dalamar mai aveva sentito “E' in crisi di astinenza. Stai in guardia”. Ora capisce la sua paura. Conosceva bene i sintomi, ci era passato

“Grazie. Tranquillo. Non è tuo padre” si sente in dovere di rassicurarlo.

-Ho bisogno...- mormora l'angelo, più rivolto a sé stesso che a Dalamar in realtà. Lo prende per le spalle, tenendolo stretto. Lo guarda negli occhi.

-Castiel. Ehi resisti. Mi hai sentito?-

-Sì, ti ho sentito...ma...io ne ho bisogno!- uno scatto improvviso e l'angelo corre verso la cantina. Ignorando la paura del suo tramite, Kevin, Dalamar lo rincorre. Finalmente riesce a prenderlo. Lo blocca contro il muro

-CASTIEL!"- grida

-Lasciami!!!!!!- cerca di liberarsi

-SCORDATELO- lotta per tenerlo fermo. Sa di non poter resistere a lungo, senza contare che l'intera situazione sta mandando letteralmente nel panico Kevin -Paige!!!- grida disperato -Aiuto!!-

La ragazza accorre velocemente

-Che cosa succede?-

-Aiutami- ansima Dalamar allo stremo delle forse -Distruggi le bottiglie

-No! Non farlo!- con rinnovata furia Cass tira un calcio a Dalamar, mandandolo a terra dolorante, in testa anche il terrore di Kevin

“Calmati Kevin!” Nonostante tutto, riesce ad afferrare al volo le gambe dell'angelo, trascinandolo con sé a terra prima che la raggiunga e le faccia del male.

-Paige, sbrigati!- Comincia a dimenarsi, tirando calci nel tentativo di ribellarsi alla presa del ragazzo, mentre Paige distrugge a una a una le poche bottiglie rimaste con i suoi poteri. I calci di Cass cominciano ad andare a segno e il cacciatore comincia a sentire i primi colpi fare centro. Uno ben assestato lo acceca per un attimo. Quando recupera la vista si accorge di perdere sangue da un sopracciglio “Va tutto bene, Kevin, tranquillo” Non molla la presa e continua a lottare per trattenere Castiel a terra.

-Lasciami, lasciami...... lasciami- ormai l'angelo implora di essere liberato, mentre le lacrime gli rigano il volto. La resistenza all'improvviso crolla. Dalamar approfitta del momento per stendersi su di lui e bloccarlo a terra col suo peso

-Scordatelo- L'altro continua a piangere, ma lui non si sposta. Paige ritorna di sopra dopo aver distrutto tutto e vede Dalamar sopra a Castiel

-Dalamar?- chiede confusa. Non è possibile che sul serio pensi una cosa del genere! È il pensiero nella mente sia di Kevin che del suo ospite.

-Non lo voglio violentare. Ho altri gusti. Tranquilla- resta dove si trova, lo schiaccia a terra, e torna a rivolgersi a lui -Castiel, calmati adesso. Devi resistere. E' dura. Ma devi farlo-

-Castiel, ascolta Dalamar, ti prego- l'angelo abbassa il capo e annuisce. Dalamar si avvicina al suo orecchio

-Ora mi alzo, tu non fare niente di stupido o questa volta ti stendo- sussurra minaccioso

-Va bene- risponde sottovoce il “prigioniero” . Lentamente, mantenendo la presa sulla camicia di Castiel, si alza. Resta accucciato a terra, senza lasciarlo

-Alzati ora, non fare gesti bruschi- Seguendo le paure e l'istinto di Kevin, l'altra mano va a cercare il coltello degli angeli che tiene nascosto sotto la felpa. Castiel si alza da terra. Dalamar lo guarda negli occhi, la crisi sembra passata. Toglie la mano dalla lama e lo fa sedere sul divano. -Datti una calmata, ok?- Si siede a sua volta e si tampona le ferite al volto. Guarda Paige -Stai bene?-

-Sì sto bene.. è sempre così quando ha una crisi- risponde, lo sguardo triste

-Cass?-

-Ho sonno- risponde senza guardarlo

-Stavolta non te la cavi con una dormita, amico-

“Non dovevi farlo” lo avverte Kevin. Un istante prima che possa rendersene conto, l'ex superiore l'ha già spinto a terra.

-Cass?- anche Paige esita di fronte a quella reazione

-Vado a letto!- esclama questi e corre nella sua camera. Paige guarda Dalamar ancora a terra. Questa volta non ce la fa a rialzarsi. Fa per andare dal fidanzato “NO!” esclama il ragazzo nella sua testa “Non farla andare!”

-Lascialo...lascialo andare- sussurra a fatica fermandola, poi sviene.

 

Dalamar perde i sensi proprio davanti a lei. Si china su di lui, preoccupata. Solo ora nota che sul volto gli si stanno formando dei lividi scuri. Lo tampona con un panno imbevuto di acqua fredda

-Dalamar?- lo chiama cercando di svegliarlo. Poco dopo il ragazzo riapre gli occhi.

-S...scusa...devo...essere svenuto- la voce non proprio salda

-Non stai bene?-

-Cass mi ha dato svariati calci in testa prima.. deve essere stato quello- risponde mettendosi a sedere e tentando un sorriso rassicurante -Starò bene, tranquilla-

-Mi dispiace...ti chiedo scusa da parte sua....e' sempre così quando ha delle crisi-

-Non preoccuparti. Te l'ho detto. Va bene così. Preferisco prenderle che permettergli di continuare a rovinarsi- Paige gli sorride mentre lo aiuta a rialzarsi

-Sei un'amico, Cass ha davvero bisogno di aiuto-

-Gli devo la vita. E' il minimo che possa fare- a un tratto si azzittisce, come in ascolto. Paige lo guarda, all'improvviso tesa -Arriva qualcuno – dice alla fine

-Chi è?-

-Non ne ho idea. Sento solo che sta arrivando- Dalamar si alza in piedi e va a chiudere a chiave porta della stanza di Cass. Non vuole che lo prendano come ostaggio

-Non aspettiamo nessuno- per tutta risposta Dalamar tira fuori il coltello

-Sarà meglio star pronti allora- dice come spiegazione

-Ok va bene- L'angelo si concentra, usa al massimo i suoi poteri ignorando l'emicrania che subito lo assale. Si rilassa e mette via il coltello

-Tutto ok- annuncia, ansimando -Sono i Winchester. Quasi nello stesso tempo Sam suona il campanello.

L'angelo riapre la porta della camera, ora che sa che non c'è pericolo. Un giramento di testa lo costringe a mettersi una mano sulla fronte e a sedersi al più presto sul divano

“Scusa” mormora Kevin “non lo faccio apposta”

“Tranquillo, la colpa è mia, non tua. Non dovevo usare i miei poteri, non dopo averle appena prese” lo rassicura mentre cerca di respirare piano e riprendersi.

-C'è nessuno?- da fuori arriva la voce profonda di Dean. Paige gli lancia un'occhiata preoccupata e va ad aprire.

 

Le voci arrivano soffocate. Aveva detto di avere sonno, ma una volta buttatosi sul letto completamente vestito, si rende conto di non riuscire a dormire, e continua a rigirarsi nel letto. La crisi è passata, ma la voglia di bere rimane. No. Questa volta non vuole cedere.

-C'è nessuno?- la voce di Dean arriva attutita dalla porta chiusa. Aveva sentito qualcuno prima chiuderla e subito dopo riaprirla. Non si era chiesto perchè. -ciao Paige- sente il saluto dei fratelli Winchester. Non ha voglia di andare da loro.

Paige apre la porta

-Ciao ragazzi!! Su entrate-

-Grazie- Dean fa un passo dentro la casa, si guarda intorno, ispezionandola velocemente. Non ci mette molto a registrare la presenza del nuovo arrivato, sdraiato sul divano. Il suo sguardo si fa subito sospettoso -Chi è?-

-Lui....è un amico di Cass. Dalamar-

-Angelo?-

-Sì anche lui è un angelo- Il ragazzo avverte l'ostilità del cacciatore. Combattendo la nausea si mette a sedere, massaggiandosi le tempie per cercare di alleviare almeno un po' il mal di testa, cercando con tutte le sue forze di non svenire di nuovo.

-Mi sono ribellato- spiega

-Cass dov'è?- chiede Sam fissando il suo sguardo sul giovane angelo

-Credo...stia dormendo- non ce la fa più. Si alza, barcollando. Si appoggia per tenersi in piedi. La stanza comincia a girare vertiginosamente -Scusate...- corre in bagno. Dal salotto Paige e i due ospiti intuiscono dai rumori che provengono dalla toilette, che sta rimettendo

-Sta bene?- chiede Dean alla ragazza, che per tutta risposta alza le spalle. A parte lo svenimento , sembrava che il ragazzo non stesse poi così male.

-Scusate, ho fatto l'errore di far incazzare Cass e poi usare i miei poteri, ora sto bene- chiarisce l'angelo facendo ritorno in salotto dopo essersi dato una sistemata

-Hai fatto incazzare Cass?- la sorpresa di Sam non è certo celata. Dalamar esita. Non sa quanto sanno i due fratelli dello stato di salute del loro amico.

-Sì, in un certo senso- risponde tenendosi sul vago

-Ultimamente non sta bene- spiega la ragazza, gli occhi incredibilmente tristi.

-Che gli succede?-

-Ehm..ha cominciato bere...-

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Canada ***


Canada

 

-Ehm...ha cominciato a bere- ecco. Ora lo sanno anche loro. Anche loro sanno che è un povero angelo sfigato non abbastanza forte per sopportare di non avere più nessuno che lo guidi e gli dica cosa deve fare. Non abbastanza forte per accettare che il proprio padre se ne freghi di lui.

Avverte la profonda tristezza di Paige, la sua Paige. Dalamar ha ragione. Dovrebbe uscirne, solo per loro.

Sente la porta aprirsi piano, i passi dell'angelo leggeri sul pavimento. Resta immobile, sforzandosi di mantenere il respiro regolare. Non vuole parlare. E nemmeno ha voglia di vedere Sam e Dean.

-Cass?-

Continua a fingere di dormire. Dalamar gli appoggia delicatamente una coperta sul corpo, per tenerlo caldo. Si siede sul letto, accanto a lui. Immobile, non dice una parola, forse per non disturbarlo.

Alla fine il ragazzo si alza, e torna di là chiudendosi la porta alle spalle.

Castiel attende ancora due minuti, per essere certo che non torni, poi, silenziosamente, scende dal letto. Non può recuperare il suo impermeabile. Sospira. Apre la finestra e scappa in volo.

 

-Dorme- dice piano Dalamar quando torna di là dopo la sua visita a Castiel.

-Dorme, sei sicuro?- gli chiede Paige. L'angelo scuote la testa. Si mette un dito sulle labbra, poi scrive su un foglio una sola parola, "finge" e lo fa leggere agli altri.

Una fitta di dolore lo colpisce dritto al cervello. Si piega in due, mentre si porta una mano sulla fronte

-Ahi!- geme. Ma non ha tempo da perdere. Ignorando le proteste di Kevin corre verso la camera, spalanca la porta. Abbassa il capo, deluso, triste e arrabbiato allo stesso tempo.-Porca puttana!!!- -Che c'e?- chiede Sam, guardandolo preoccupato

-Ti fa male ancora la testa?- chiede Paige

-No cazzo. Se ne è andato- il tono più duro di quanto avesse voluto. In fondo, lei non c'entrava.

-Cosa?!?- è la reazione della ragazza

-E' scappato?- chiede Sam, un po' sorpreso. Non capisce proprio il gesto

-Stavolta non era il mal di testa- sta spiegando intanto Dalamar, il mal di testa che si attenuava pian piano -era Castiel che si smaterializzava. Mi ero diciamo, sintonizzato sulle sue frequenze-

-Dove sarà andato, riesci a trovarlo?- Paige ha gli occhi quasi lucidi. Ha paura. Gli scoccia darle un dispiacere, ma non può fare altro che scuotere la testa, lui stesso un po' sconsolato.

-No, è troppo lontano-

-Sam non puoi usare quel trucchetto di Rubi con la cartina?- chiede Dean al fratello. Un vecchio incantesimo demoniaco che rivelava la magia.

-Sì certo, nessun problema-

-Sbrigati. Potrebbe essersi cacciato nei guai. E non è in grado di combattere- lo incalza Dalamar -Se lo trovano gli angeli è finita-

Il cacciatore è già all'opera. Da fuoco alla cartina

-Ti muovi?-

-Sì, sì, ho fatto- ma la cartina si carbonizza, senza rivelare il luogo in cui si trova il loro amico. -Cavolo- Sam guarda il fratello, poi gli altri due -E ora?-

-Dobbiamo andare a cercarlo. E in fretta anche- Dean ha già le chiavi dell'Impala in mano quando Dalamar lo ferma.

-Ho un'idea- dice. Prende dal suo zaino un'antica cartina, una ciotola e delle strane erbe. Si concentra e pronuncia l'antico incantesimo enochiano del ritrovamento. Ha un sussulto mentre le immagini di un parco gli invadono la mente. Sembra essere freddo. Si sforza, cerca informazioni. Vede una via. Il sudore gli imperla la fronte, ma non cede. Una bandiera con una foglia di acero rossa su fondo bianco. La bandiera del Canada. Una città sotterranea. “Montreal” lo informa Kevin. “Grazie!”. Finalmente lascia andare la visione. La debolezza lo assale all'improvviso. Barcolla indietro. Sam lo prende al volo e lo sorregge prima che cada.

-Tutto ok?-

-Scarsetto come angelo eh?- lo sbeffeggia subito Dean. In risposta ottiene un dito medio.

-Sì...sto bene- dice mentre si rimette in piedi sulle sue gambe. Guarda Paige, mentre prende il bicchiere d'acqua che gli sta porgendo -Ora so dove si trova-

-Davvero? Andiamo allora!-

Dalamar volta il foglio su cui aveva scritto che Cass stava solo fingendo di dormire “Kev, dove hai detto che è?” “Canada, Montreal, regione del Quebec. Credo sia il parco più grande al centro della città” scrive diligentemente quello che il ragazzino gli sta dettando. Lo porge a Dean.

-Ci troviamo qui. Probabilmente mi farà più male che bene, ma io ci vado in volo. Non voglio che resti solo troppo a lungo. Ci troviamo là. Sbrigatevi-

E in un battito di ciglia è già sparito.

 

Castiel non ha nemmeno pensato a una destinazione precisa. Vola finchè le forze non lo abbandonano. Riesce in qualche modo ad atterrare in piedi, seppur non con la solita grazia. Si ritrova senza forze in un parco deserto, così stanco da non riuscire a mantenere l'equilibrio. Cade nell'erba umida. Il freddo subito gli penetra nelle ossa. Non posso restare qui. Si dice. Devo nascondermi.

Con fatica riesce ad alzarsi e ad arrancare fino all'albero più vicino, a cui si appoggia. Si guarda intorno, in cerca di un rifugio. Comincia a tremare di freddo. Non sa dove si trovi, ma decisamente è più freddo di casa. In lontananza vede una casetta di quelle dove si tengono gli attrezzi e i materiali per piccole riparazioni all'interno del parco.

La vista gli si incrocia. Si passa una mano sugli occhi, cercando di tornare in sé.

Raccoglie le poche forze che ha.

Come riesce arrivare alla casetta è un mistero anche per lui. Non ricorda nemmeno come sia riuscito a rompere il lucchetto che ne chiudeva la porta. Sa solo di essere riuscito a entrare, che il vento non è più tanto freddo, e che queste assi di legno sono tanto comode.

Senza nemmeno accorgersene scivola nel sonno.

 

Dean sta controllando l'auto. Il viaggio è lungo e non vuole che la sua bambina lo abbandoni nel bel mezzo del percorso. Sam è già seduto sul sedile del passeggero.

-Paige? Vieni con noi, vero?- le chiede

-Sì-

-Bene. Raccogli quattro cose, il viaggio sarà lungo. Quando lo troviamo giuro che lo prendo a calci in culo-

Paige raccoglie quattro cose per lei, e l'impermeabile di Castiel. Lo guarda storto mentre sale in auto

-Parli sul serio?-

-Assolutamente- mette in moto -andiamo-

 

Il volo si stava rivelando una vera e propria tragedia. A metà tragitto si sentiva già esausto, e ogni tanto aveva dei bruschi cali di quota “Ehi non arrenderti!” Kevin lo sprona, di più non può fare.

Non sa come, ma all'improvviso sente di aver trovato il posto, complice la scia lasciata dal volo dell'amico. Si lascia andare.

Quando si risveglia si trova a terra, gli abiti già inzuppati. Il suo corpo sta tremando “Kev?”

“S...scusa...f...fa...f...freddo” balbetta il ragazzo. L'angelo sospira. Si sente debolissimo, me se non vuole che il suo tramite muoia di freddo deve alzarsi.

Si sforza di calmare il tremito che lo scuote e si alza in piedi. Chiude gli occhi e apre la mente, in cerca del punto esatto in cui si trova Castiel.

Gli ritorna l'immagine di una casetta in legno. Si incammina per il parco, maledicendo alternativamente il freddo, Castiel e i suoi poteri svaniti quando si è ribellato.

 

E' di nuovo in paradiso. Con le battaglie da combattere, gli allenamenti e tutto il resto, la vita non è certamente tutta rose e fiori, ma sono felici. Paige lo ama come non mai, e lui ama lei alla stessa maniera. Non devono preoccuparsi di niente, se non di adempiere al loro dovere come meglio possono.

Nel sonno, Castiel comincia a piangere.

 

Dopo un'oretta di cammino finalmente arriva a quella maledetta casetta. Sente la presenza della grazia di Castiel. Sospira di sollievo. Sta bene, lo sente. Entra piano nella casetta, non vuole spaventarlo. Lo trova addormentato profondamente su una pila si assi di legno, le guance rigate di lacrime, ma il respiro regolare.

Decide di lasciarlo dormire. Ci vorranno ore prima dell'arrivo degli altri, e l'angelo ha bisogno di riposare. Si siede a terra, la schiena contro il muro. Anche lui non è molto più riposato. Porta il capo all'indietro, contro la parete, e chiude momentaneamente gli occhi. Si gode il momento di pace, ma senza addormentarsi. Non osa.

“Kevin?”

“Sì?”

“Scusami”

“Per cosa?”

“Non volevo farti passare di nuovo l'esperienza di tuo padre”

“Promettimi solo che staremo bene”

“Non gli permetterò di farti del male”

“Mi fido di te, Dal”

“Grazie”

Restano in silenzio entrambi, rilassandosi piano piano man mano che la stanchezza prende il sopravvento.

Castiel si sveglia un attimo. Si mette a sedere, gli occhi ancora pieni di sonno. Vede Dalamar seduto poco lontano. Gli fa un sorriso, prontamente ricambiato. Cass si alza e si avvicina a lui. Si lascia cadere al suo fianco e si appoggia col capo e il busto al più giovane. Chiude gli occhi

-Dovrei prenderti a calci per essere scappato lo sai vero?- gli dice, il tono quasi serio. Castiel non risponde. Si riaddormenta usando Dalamar come cuscino. -Come non detto- sospira. Lo lascia dormire.

 

-Dean? Siamo arrivati?- l'angoscia rende Paige impaziente

-Quasi- risponde l'autista con uno sbadiglio. Sono 16 ore che guida senza fermarsi -Non è colpa mia se tuo marito si è teletrasportato in culo ai lupi e Dalamar è una mezza sega- prosegue poi un po' stizzito.

-Ehi!! Dalamar non è una mezza sega!- risponde lei -Ha solo perso i suoi poteri, come Cass!-

-Non capisco, comunque. Da dove è venuto fuori Dalamar? Sei sicura che non sia una trappola?- -Cass lo conosce bene, ha confermato quello che ha detto-

-Non mi fido-

-Dean, questo lo dicevi anche con me, non ti ricordi? Non ti fidi mai di nessuno!-

-Scusa se a parte te e Cass gli unici angeli che ho conosciuto si sono rivelati dei gran figli di puttana!- risponde nervosamente l'altro. La mancanza di sonno e la tensione che si fanno sentire. La ragazza capisce, e decide di lasciar perdere, almeno per ora.

-Ora dobbiamo trovare Cass- dice cambiando argomento -speriamo stia bene-

-Se quel Salamar gli fa del male lo accoppo-

-Dean! siamo arrivati- le parole di Sam riportano tutti alla realtà. Dean inchioda e fa manovra per parcheggiare l'auto nello spiazzo davanti all'ingresso principale del parco più grande di Montreal.

 

Dalamar ormai ha il braccio e la spalla indolenziti, Cass pesa, ancora profondamente addormentato. “Dal, ho sonno” si lamenta Kevin, impossibilitato a dormire poiché non ha il controllo del proprio corpo “Sono esausto”

“Anch'io, Kev”

Stremato dal lungo viaggio, il giovane angelo finisce per addormentarsi, tranquillizzato dal fatto che qualunque cosa faccia il suo ex superiore, l'avrebbe certamente sentito.

 

Si sveglia quando all'improvviso si sente abbracciare forte.

-Paige...- apre gli occhi. Forse Cass sta sognando Paige, o forse no, ad ogni modo si ritrova con le braccia dell'angelo attorno al suo corpo. Delicatamente, cercando di non svegliarlo, cerca di staccarsi da quell'abbraccio. La presa si rinforza -Paige... non lasciarmi...non lasciarmi...- implora nel sonno.

Dalamar lo scuote dolcemente fino a svegliarlo. L'angelo sussulta. Si alza di scatto.

-Castiel- lo rassicura -Sono io. Va tutto bene-

-Che..cosa?-

-Ti stavi agitando un po' troppo nel sonno-

-Cosa?- si guarda intorno, come sperduto -Dove mi trovo?-

-Montreal, Canada-

L'angelo si ferma un attimo, chiude gli occhi, come pensando intensamente alle ultime ore. Quando li riapre, Dalamar capisce che ora ricorda della sua fuga dalla casa di Paige

-Sono arrivato fin qui?- chiede sorpreso -Come mi hai trovato?-

-Un vecchio incantesimo enochiano- è la semplice risposta -Perchè te ne sei andato?-

-Io...avevo paura- ammette dopo un po' di esitazione Castiel senza guardarlo negli occhi. Si alza e fa per uscire da quella casetta. Ormai è l'alba, il sole comincia a rischiarare i dintorni, tinge di rosso e giallo le foglie autunnali delle piante. È uno spettacolo mozzafiato, ma l'angelo non riesce a goderselo. Dalamar è accanto a lui

-Paura di cosa?-

Lo sguardo di Castiel all'improvviso si fa più duro. Guarda l'amico come se volesse farlo a pezzi

“Dal! Sta attento”, lo avverte, ma il ragazzo è già in guardia. Tuttavia l'aggressione arriva verbale questa volta.

-Non puoi capire!- gli grida contro -Lasciami in pace!!- e comincia a correre in direzione della parte più fitta del bosco.

Questa volta il giovane può stargli dietro senza fatica, le ore di sonno gli hanno fatto bene.

-Castiel!- grida rincorrendolo. All'entrata della foresta finalmente riesce a mettergli le mani addosso “Dalamar” lo avverte Kevin, che viene puntualmente ignorato. Lo blocca contro un albero. -Basta scappare!- gli urla contro.

Cass si dimena, cercando in tutti i modi di liberarsi dalla presa del più giovane, che però in qualche modo riesce a tenerlo a bada. Lo prende per la cravatta e gli fa picchiare il capo contro il tronco.-FERMO!-

Finalmente l'altro sembra calmarsi, ma l'espressione arrabbiata non cambia. Un brivido di paura percorre il corpo di Kevin. Conosce bene quello sguardo “Dalamar...ti prego...” “Stai tranquillo, Kev. Va tutto bene”. Cass lo guarda negli occhi

-Hai intenzione di picchiarmi?- chiede in tono freddo

-Solo se ti comporti come una testa di cazzo- è la decisa risposta. Le difese dell'angelo caduto crollano, finalmente

-Sto male- confessa -per tutto...-

E' l'inizio di un lungo racconto. Dai primi dubbi, alla “persuasione divina” usata dai loro superiori per farlo tornare nei ranghi, per finire con la decisione di ribellarsi. La sensazione di essere solo, nonostante Sam e Dean. La confusione che ha in testa, diviso tra l'amore verso il loro padre, e l'amore profondo e carnale verso Paige. Non sa più cosa è giusto e cosa sbagliato. Si sente perduto.

Dalamar lascia la presa su di lui lo ascolta in silenzio. In mente i ricordi dei suoi primi giorni da angelo caduto. Gli sembra di riviverlo una seconda volta sulla propria pelle. Sente l'abbraccio virtuale di Kevin rassicurarlo e dargli coraggio. Ora deve essere forte. Non c'è spazio per le sue debolezze.

Cass si lascia scivolare a terra -Non riesco a vivere...- comincia a piangere -mi manca la mia vita di prima-

-Ehi, lo so. E' dura.- risponde dolcemente mettendogli un braccio intorno alle spalle in segno di conforto -Credimi. Lo so. Ti senti perduto, senza una guida da seguire. Eseguire gli ordini è certamente più facile-

-Già....come fai andare avanti? Senza rimorsi?-

-So che quello che faccio è giusto. Ogni volta che salvo una persona, sento che sto facendo la cosa giusta. Non lo so...mi sento...non lo so...eseguire gli ordini...era come essere una macchina. Ora so che non lo sono più...e mi piace. Anche se comporta dei sacrifici- Cass rimane in silenzio, forse soppesando quelle parole. -Mi manca casa, e non ho più i miei poteri, a momento ci restavo secco per volare fino a qui, ma non mi importa. Non tornerei mai e poi mai nell'esercito a fare il bravo soldatino-

Finalmente Castiel lo guarda negli occhi, i suoi blu sono spalancati e spaventati.

-Dalamar- lo implora -Ho bisogno di aiuto...ora non so che via prendere-

-Non ti darò ordini. Puoi scordartelo- risponde deciso -Ma ti aiuterò-

Finalmente sorride

-Grazie-

-Che ne dici di trovare gli altri?-

-Sì- Si alza e porge la mano al più giovane, aiutandolo a mettersi in piedi.

Trovare Paige non è difficile. Castiel riuscirebbe a percepirla anche dall'altro capo del mondo, se fosse necessario. Non ci mette molto a localizzarla, all'ingresso del parco, seduta nell'Impala con Sam e Dean. -Trovata-

-Voliamo o facciamo quattro passi?-

-Facciamo quattro passi. È meglio. Voglio schiarirmi le idee-

 

Paige scende dall'auto. Ormai sono ore che aspettano, e comincia a pensare che Dean forse non aveva tutti i torti a non fidarsi di Dalmar, per quanto l'idea che possa averla ingannata così la faccia arrabbiare.

-Troviamoli- dice alla fine il maggiore dei Winchester, stanco di aspettare -Sta calando la notte. Sono preoccupato.- Gli altri due annuiscono, la ragazza nota che in mano ha il coltello degli angeli. Ma non devono fare tanta strada. Pochi metri e Dean li intravede nella penombra del crepuscolo.

Paige si lascia scappare un sospiro di sollievo nel vederli camminare entrambi sulle loro gambe.

-Forse quel Dalamar non è uno di quei figli di puttana, dopotutto- e il sollievo nella voce del ragazzo è quasi tangibile.

 

-Eccoli- indica Dalamar vedendo da lontano la sagoma dell'Impala.

Castiel segue il suo sguardo. Ma cerca Paige. Il cuore gli batte all'impazzata. Vuole soltanto riabbracciarla.

Come la vede, dimentica tutto e corre da lei.

Quasi le si getta addosso nella foga di abbracciarla.

-Castiel!- esclama lei stringendolo forte. Restano uniti per pochi istanti che sembrano anni.

-Paige- sussurra lui dopo un po' -Voglio tornare a casa. La nostra casa-

-Sì. Andiamo-

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** This Moment...Is Only For Us... ***


This Moment...is only for us...

Dalamar lo lascia correre. Con calma raggiunge Sam e Dean, che non è abbastanza veloce a nascondere il coltello. L'angelo lo intravede, ma non gliene fa una colpa. Nemmeno lui al posto suo si fiderebbe del primo angelo venuto che dichiara di avere buone intenzioni.

-Cosa è successo?- chiede Sam preoccupato

-Credo la si possa chiamare crisi di insicurezza-

-Crisi di insicurezza?- il giovane sembra non capire.

-Essere un angelo- spiega -è come essere una macchina. Non ti fai domande. Esegui gli ordini e non ci pensi. Ti fidi dei tuoi generali. Quando ti ribelli, all'improvviso non hai più nessuno che ti guidi, che ti dica cosa fare o cosa è giusto o sbagliato. Ti ritrovi completamente solo. È dura-

-Capisco...ora sta bene?-

-Non sarà facile, dovrà disintossicarsi dall'alcol, ma starà bene. Non è solo-

-Avrà bisogno di aiuto-

-Ha Paige, e ci sarò anche io. Gliel'ho promesso-

-Ci sono anch'io-

-Se gli serve una mano, il minimo che possa fare è dargliela-

 

Il tempo di un respiro, e sono di nuovo nel loro salotto. Il volo, o molto più probabilmente l'insieme di eventi, lo hanno lasciato stremato. Si butta a peso morto sul divano, godendosi per un po' il silenzio.

-Cass non ti senti bene?-

-Mi sento una merda- dice sconsolato, e non ci vuole certo un sensitivo a capire che non si riferisce solo al fisico. Si siede accanto a lui e lo abbraccia forte. Lui si appoggia a lei, ne assapora il profumo. -Scusascusascusascusa....- sussurra ripetendo più volte quella parola, come se potesse sistemare tutto. Paige si stacca dall'abbraccio, gli accarezza dolcemente una guancia

-Non e colpa tua,ti aiuterò- Cass si scosta leggermente, la guarda negli occhi

-E' colpa mia...ti prego dimmi che non ti ho fatto del male- improvvisamente si rende conto di avere pochi ricordi confusi delle ultime settimane. La cosa lo spaventa. Non potrebbe mai e poi mai perdonarsi di aver fatto del male a lei, o al piccolo Misha. -No Cass..non mi hai fatto niente, facevi del male solo a tè stesso-

Lui la stringe forte, più forte di quanto abbia mai fatto prima. La ragazza ricambia, accarezzandogli la nuca per tranquillizzarlo. -Andrà tutto bene- gli sussurra

-Lo credi davvero?-

-Sì, non sei solo, ci sono io, Dean, Sam, c'e anche Dalamar. Ti vogliamo aiutare-

-Ho paura-

-E' normale aver paura- risponde - riuscirai a uscire dalla dipendenza dell'alcol-

-E se ci ricasco?- ha quell'espressione da cucciolo sperduto che raramente prima di allora gli aveva visto, se non nei momenti più brutti

-Ti starò sempre accanto- gli promette -non ti lascero' mai solo-

-Non puoi vivermi appiccicata...per te non sarà vita. Non puoi passare la tua vita badando a me- è la debole protesta che esce dalle labbra dell'angelo.

-Cass lo faccio perchè ti amo. Ho bisogno di te; sei l'unico mio amore. Non ti lascerò mai, mai-

-Devo uscirne- risponde stringendola ancora di più, ora sa che Dal aveva ragione. Se c'era un motivo per cui doveva vivere, era la sua nuova famiglia. Paige sorride.

-Sì, ce la farai- risponde sorridendo

 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** It's Not So Easy ***


It's Not So Easy

 

Senza una parola o un cenno di saluto i due spariscono. Dalamar guarda i due cacciatori.

-Ragazzi me lo date un passaggio fino da Cass?-

-Sì, certo sali- risponde Sam aprendogli la porta del sedile posteriore dell'auto.

-Grazie- guarda Dean già al volante e pronto a partire -Lo so che non ti fidi di me-

-Ora mi fido, Dal, ma resti una mezza sega-

-Dean- il tono di Sam è un misto tra il rimprovero e l'avvertimento

-Cosa?-

-Smettila!-

-E' vero! Come usa i suoi poteri si stende da solo!-

-Ora non è il momento di discutere dobbiamo andare a casa di Cass- Dalamar sorride

-Sam, tuo fratello ha ragione. Non sono mai stato un angelo potente, per questo ho imparato a fare il cacciatore-

-Ora  andiamo.. non possiamo perdere tempo, Cass ha bisogno di noi-

-Faccio notare che più velocemente di così non posso andare- puntualizza il maggiore dei fratelli che sta già spingendo l'auto al massimo delle sue prestazioni. Dalamar non perde tempo. Sfrutta l'occasione.

-Ora chi è la mezza sega?- lo apostrofa, provocando la risata di Sam e un grugnito di disappunto da parte di Dean. Di certo non si aspettava che l'angelo riuscisse a tenergli testa.

-Questa me la paghi, Dal- poi torna serio -Com'è che stai possedendo un adolescente?-

-Il padre era un ubriacone violento. Così quando ho dovuto scegliere, ho preferito togliere Kevin dai guai-

-E com'è che ti sei ribellato? E soprattutto. Perchè sei andato a cercare Cass?-

-Non sono mai stato un gran soldato, chiedetelo pure a Castiel. Era il mio comandante. Più di una volta non ho obbedito agli ordini, e anziché uccidermi ha lasciato perdere. Quando ho sentito che si era ribellato, ho pensato che avrebbe apprezzato la compagnia di un altro angelo. Come vi ho già detto, il primo periodo è un incubo-

-E il ragazzino dentro di te? A lui non ci hai pensato?- il tono di Dean è decisamente un rimprovero.

-Kevin sta bene. Abbiamo una specie di accordo. Mi ha aiutato molto. Era l'unica compagnia che avessi. Mi ha insegnato molte cose. Anche prima. È stato lui a riconoscere il parco-

Dean tace. La sua espressione è indecifrabile. Sam lo guarda dallo specchietto retrovisore, la sua espressione sembra dire “Ehi che ci vuoi fare? Mio fratello è così”

-Non hai paura degli angeli?- chiede invece

-All'inizio ero spaventato. Poi ho imparato a difendermi e a usare alcuni trucchetti. Diciamo che la fuga di Castiel in questo senso mi ha aiutato. Hanno decisamente allentato la caccia a me-

-Capisco-

 

Dopo lunghissime ore di viaggio, finalmente arrivano a casa di Paige. Dalamar quasi balza giù dall'auto, non ne può davvero più di stare seduto. Si sgranchisce le gambe e si stiracchia come un gatto prima di seguire Sam dentro casa.

I due li vedono arrivare dalla finestra. L'angelo si stacca, seppur a malincuore da quel caldo abbraccio. È contento e spaventato allo stesso tempo. Trema di paura. Sam entra per primo in casa, seguito da Dal e, per ultimo, Dean.

-Cass, stai bene?- chiede subito Dean.

-Sì sto bene- risponde cercando di tenere la voce ferma.

-Sì, ora sta bene- conferma Paige con un sorriso accarezzando i capelli scuri del fidanzato. Dalamar sorride. È contento.

-Cass sono tuo amico. Se hai bisogno di aiuto, puoi contare su di me- dice Sam, mentre Dean si limita a fargli un cenno col capo. Sa che Castiel sa di poter contare su di lui, nonostante la recente scazzottata

-Sai già che ti faccio se tocchi un'altra bottiglia di alcol vero?- chiede invece il più giovane della compagnia

-Sì, lo so- risponde il suo superiore rammentando la frase del giorno prima

-Ma non farmi ridere mezza sega- scoppia a ridere Dean. Ormai ha trovato un nuovo bersaglio

-Mezza sega?- Castiel li guarda sorpreso

-Lascia perdere, ce l'ha con me-

-Non e una novità- risponde l'angelo, e sia Sam che Paige ridono.

-Dal, sei il primo angelo che capisce le mie battute. Non male per una mezza sega. Cass impara-

-Ah ah ah – ride sarcasticamente e finge di mettergli il muso

-Non prendertela Cass.- ribatte sicuro Dalamar con un sorriso un po' strafottente - parla parla ma noi due angeli sfigati possiamo fargli il culo quando vogliamo- Castiel gli sorride

-Giusto!-

-Sì certo come no- sbuffa il cacciatore.

Dean lascia cadere l’argomento. Forse ha trovato qualcuno in grado di tenergli testa -Vabbè mezza sega ne riparliamo al momento dei fatti-  dice mentre lancia una scatola di aspirina a Cass -Butta giù-

Castiel prende al volo la confezione,e in un attimo ingoia tutte le pastiglie.

- Cass,non tutte,ti possono fare male!- esclama Paige spaventata dal fatto che possa intossicarsi. Dean alza le spalle

-Non so se hai presente che questo qui deve bersi un negozio di alcol per andare fuori...- dice per rassicurarla, e lei effettivamente deve ammettere che il ragazzo tutti i torti non li ha.

L’angelo abbassa il capo, un po’ triste, ma soprattutto a disagio. Il maggiore dei Winchester se ne accorge.

-Con tutto quello che ci hai fatto passare, brutto figlio di puttana, le prese per il culo solo il minimo che tu possa accettare- lo riprende bonariamente

-Concordo- lo appoggia anche Dalamar con un mezzo sorriso.

Paige avverte la profonda tristezza che quelle parole provocano in lui. Guarda il cacciatore arrabbiata

-Basta Dean!-

Solo allora i due si rendono conto di quello che hanno combinato.

-Scusa Cass- dicono insieme.

Castiel non risponde. A un certo punto comincia a tremare. Dalamar lo avverte ancora prima di vederlo –Castiel?- chiede preoccupato cercando di guardarlo negli occhi, ma l’altro evita il suo sguardo. Poi il tremito comincia a essere evidente. Paige lo stringe forte a sé, cercando di calmarlo, ma le cose peggiorano di minuto in minuto.

-Non…non mi sento…bene- ammette infine battendo i denti. L’angelo è subito accanto a lui

-Che ti succede?-

Ma prima che Cass possa parlare, i suoi movimenti si fanno convulsi, una rabbia appena repressa dall’autocontrollo trapela dai suoi occhi blu

-Dala…mar- parla a fatica, riesce appena a controllarsi –io…ne..ho…bisogno…-

“Dal, attento, ti prego” lo avverte Kevin, come se il suo terrore non fosse stato più che sufficiente ad avvertirlo. Si sforza di ignorarlo.

-Dean. Sam. Aiutatemi a tenerlo fermo. Paige, sta lontana-

-Ok- il più giovane gli afferra saldamente le braccia.

È la goccia che fa traboccare il vaso. La poca lucidità rimastagli scompare mentre prende ad agitarsi convulsamente nel tentativo di liberarsi, ma Sam ha una presa d’acciaio.

-Sam!! Lasciami!- grida l’angelo, ma invano.

-Castiel! Stai fermo! Sta fermo!- Dalamar cerca di immobilizzarlo, ma il suo tramite non è abbastanza forte. Cass si divincola, e per un attimo il ragazzo perde la presa, ma fortunatamente il minore dei Winchester riesce a tenerlo, seppur a stento. Stanno entrambi sudando sette camicie.

“Dalamar!!” Kevin ormai è nel panico assoluto. Gli sembra già di sentire le botte arrivare sul suo corpo

“Sta calmo, Kevin. Stai calmo. Siamo in quattro contro uno. Tranquillo” ma non ha molto tempo per rassicurarlo.

-Aiuto!- geme Sam mentre lotta per trattenere un Castiel sempre più infuriato.

Dalamar e Dean si buttano in aiuto dell’amico. L’angelo si siede, pesandosi quanto più può, sul suo petto mentre Dean gli tiene ferme le gambe. Dal quasi viene sbalzato via nell’ennesimo tentativo del suo superiore di liberarsi, ma si aggrappa alla sua spalla e riesce a mantenere la sua posizione.

-Lasciatemi!-

Velocemente, approfittando del fatto che Sam è riuscito a bloccargli le braccia in una morsa micidiale, Dalamar tira fuori il suo coltello. Lo punta alla gola di Cass, non così vicino da rischiare di ferirlo, ma non così lontano da non essere una minaccia concreta.

-Calmati- gli intima. La voce fredda e controllata, bassa. Lo sguardo deciso puntato negli occhi azzurri dell’altro.

La minaccia ha effetto. Smette di dimenarsi, ma comincia a tremare violentemente. Dal allontana il coltello. Non vuole che si ferisca accidentalmente.

-Cass, coraggio. Dai. Ce la puoi fare- Dean lo incoraggia come può, mentre continua a tenerlo fermo.

L’angelo comincia a piangere, disperato e impaurito.

-Resisti Castiel-

Sam gli lascia andare le mani; l’angelo si aggrappa al braccio di Dalamar, con una forza tale da fargli male. Lo guarda negli occhi.

-Non lasciarmi- lo implora tra le lacrime –Aiuto…aiutami-

-Siamo qui, Castiel. Non ti lasciamo. Ma devi aiutarci. Devi resistere. Mi hai capito?-

Il tono è dolce ma deciso. Cass lo ascolta attento, poi fa sì con la testa. Dalamar percepisce chiaramente i suoi sforzi per rilassarsi e riprendere il controllo. Con gesti lenti e misurati mette via il coltello.

-Adesso ti lasciamo andare. Non provare ad attaccarci, intesi?-

Di nuovo un cenno di assenso con la testa.

Il giovane fa cenno ai due fratelli di lasciarlo.

-Sicuro sia una cosa saggia?- chiede il maggiore, dubbioso

-Sì- è la semplice risposta.

I due lo lasciano. Dean Lo guarda negli occhi

-Cass?-

-De..devo bere- blatera l'angelo con lo sguardo assente, e, come se loro non fossero presenti, cammina verso la cucina.

Dalamar guarda Paige

-Paige, dimmi che non c'è alcol ti prego- il ragazzo quasi la supplica.

-No,in cucina no- e Dalamar sospira di sollievo, mentre guarda Castiel cercare invano in ogni angolo del locale.

-Dobbiamo eliminare tutto quello che è rimasto-

-In cantina è rimasto qualcosa... non sono riuscita a romperle tutte- come se l'avesse sentita, l'angelo si dirige verso la cantina. Il primo a reagire è Dean

-Sam, va a distruggerle- ordina al fratello, che recepisce il comando troppo tardi. Ormai Cass è arrivato davanti alla porta.

Dalamar agisce d'istinto: lo afferra da dietro per le spalle  -Castiel resisti!- cerca di spronarlo, ma la reazione dell'altro è quella di ribellarsi. Per fortuna, Paige arriva in soccorso a Dal. Afferra Cass dal davanti cercando di trattenerlo. Nel frattempo Dean dà manforte al fratello nella distruzione delle scorte di alcol della coppia. Ogni bottiglia rotta sembra dare nuove energie all'angelo. Insieme, ragazza e ragazzo, riescono a spingerlo contro una parete.

-Tienilo stretto Paige, non lasciarlo andare- ansima Dalamar mentre tira fuori il coltello -Cass, non costringermi a ferirti per farti stare buono-

-No!!- Castiel si ribella incurante dell'arma e tira un calcio a Dalamar, che si piega in due per il dolore, ma in qualche modo riesce a tenere stretta la lama. Il gesto non lo aiuta, poiché al posto dell'esile angelo, che ha bisogno di qualche momento per riassestarsi, arriva Dean, ben più robusto. Nella foga, Cass tira un pugno pure a lui, in pieno viso, ma ormai Dal si è ripreso, e non trova altro modo di tenere a bada l'amico se non restituendo il calcio. Si accascia sulle ginocchia per l'intenso dolore

-Castiel?- chiede Paige preoccupata. Dalamar la guarda, dispiaciuto

-Scusa Paige- dice, poi si mette davanti a Castiel, il coltello ancora in mano -Ti calmi o no?-

-Sì....sì....- risponde gemendo di dolore. Dalamar lo aiuta a rialzarsi e a mettersi seduto sul divano. Castiel si appoggia a lui.

-Coraggio Cass, che non è  nulla...- minimizza mentre Dean lo ammanetta lesto lesto -Me ne hai tirati 2 in 24 ore e sono ancora vivo-

-E' proprio necessario legarlo?- chiede la ragazza guardando Dean

-Se vuoi lo libero- è la risposta -Ma se fa il matto dovremo tenerlo buono con la forza- Paige resta in silenzio un attimo. Castiel la guarda con i suoi profondi occhi blu intenso. Sembra quasi supplicarla. Distoglie lo sguardo prima di rispondere

-No, lascialo ammanettato...così  legato non puo' scappare di nuovo-

Castiel comincia urlare e a dibattersi, inutilmente

-Lasciatemi andare!!!! Non potete legarmi!-

Dalamar si avvicina a Castiel, lo prende per le spalle, e lo costringe a guardarlo negli occhi -

Cass. E' per il tuo bene. Stai calmo- dice con voce dolce impedendogli di guardare altrove se non nei suoi occhi verde-azzurro.

-Devo stare calmo. Tutto questo e per il mio bene- ripete sottovoce l'angelo. Il contatto tra i loro occhi non si interrompe

-Coraggio, riprendi il controllo. Va tutto bene- lo esorta a voce bassa.

-Va tutto bene......coraggio...coraggio...-continua a ripetere. Continuano a guardarsi. Dalamar tace. Con la mano libera, l'angelo stringe il braccio del più giovane, che ricambia stringendogli piano una spalla.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Kevin ***


KEVIN

“Dalamar, posso provare a parlare con Castiel?” chiede inaspettatamente Kevin.

“Certo” si ritira nel subconscio e lascia che il ragazzo riprenda il controllo del suo corpo

-Castiel?- esordisce il ragazzo un po' nervoso -Sono Kevin, il tramite di Dalamar-

-Kevin?- risponde questi, sorpreso. E non è certo l'unico in quella stanza a esserlo

-Tranquillo. Dal è ancora dentro di me, mi ha solo passato la palla per un po'-

-Ah....come mai?-

-Voglio parlarti-

-Mi vuoi parlare? Ok....-

Dal profondo della coscienza del ragazzo, Dalamar sente tutta la sua tensione, la sua paura. Per il ragazzo non è facile affrontare la situazione “Coraggio Kevin. Ci sono io. Quando vuoi, io intervengo”

Kev fa un sospiro, poi parla

-Cass...mio padre...ha il tuo stesso problema. Solo da molti anni. Se non trovi il coraggio di fermarti, di non cedere, finirai per fare del male alla tua famiglia-

L'angelo lo guarda, come stupito. Con l'aiuto di Dalamar, Kevin manda nella mente di Castiel i ricordi di una vita, con l'intento di spaventarlo. Insieme, angelo e umano, rivivono i ricordi fin dall'infanzia. Aveva appena cinque anni quando cominciarono le prime botte; all'inizio leggere, poi via via più pesanti. Più Kevin cresceva, più la situazione si faceva critica. Suo padre arrivava a fargli perdere i sensi e a conciarlo a tal punto che il ragazzo era costretto a letto per giorni, impossibilitato anche solo a parlare a causa del dolore. Dalamar esita sull'ultimo ricordo, quello che aveva fatto prendere all'angelo la decisione di prenderlo con sé come suo tramite. Il ragazzo trema vistosamente, al solo ricordo

“Kev, sei sicuro?” chiede Dalamar

“Sicuro. Vai” fa una pausa “prima che cambi idea”

“Come vuoi” e senza più esitare, anche quel ricordo penetra nella mente dell'angelo.

 

E' notte. Qualche mese prima. Kevin dorme tranquillo, il giorno dopo c'è scuola. Suo padre non è ancora rientrato. All'improvviso, lo schiocco di una frusta che cala sulla sua schiena lo strappa al suo sonno. Si sveglia con un grido di dolore, soffocato da una cinghiata sulle labbra, che provoca subito un'abbondante fuoriuscita di sangue. E le botte si susseguono, inesorabili, senza che il ragazzo riesca a difendersi. Poi la benzina, e quell'accendino calato sulla sottile striscia, sadicamente disegnata da quell'uomo ubriaco e crudele.

 

-No!!! Basta!!!!- esclama spaventato a morte da quello che ha visto. Dalamar toglie il collegamento alla mente di Castiel, mente cerca di tranquillizzare Kevin, che ora trema violentemente, le lacrime agli occhi

-Castiel.- lo supplica cercando di riprendere il controllo -Lo dico per te. So che è difficile, ma fermati. Ti scongiuro- ma quello che ha visto è più che sufficiente. Non vuole certo far fare quella fine a Misha e Paige.

-Sì...- ansima l'angelo, disperato -Ho bisogno di aiuto!-

-Ti aiuteremo- risponde Kevin ora di nuovo calmo. Sorride -Torno a cuccia, ora-

Saluta con la mano mentre lascia che Dalamar riprenda il controllo del corpo

-Ho bisogno di dormire- chiede

-Sono Dalamar, ora- aiuta Castiel a stendersi -riposa-

-Una dormita gli farà bene di sicuro- sussurra Paige mentre Castiel chiude gli occhi e cade in un sonno profondo. Dalamar tira un sospiro di sollievo, mentre fa i complimenti a Kevin per il coraggio. Sa bene quanto in questi ultimi mesi il suo ospite abbia cercato di cancellare quei ricordi dolorosi, ignorando le cicatrici e aiutando l'angelo ogni volta che poteva

-Dalamar, ora sta dormendo sul serio?- la voce della ragazza lo riporta alla realtà. Guarda bene l'amico, sondandogli la mente. Annuisce

-Questa volta sì. In ogni caso, è ammanettato al divano. Non dovrebbe riuscire a volare via. Se vogliamo esser sicuri possiamo disegnare un sigillo enochiano attorno a lui- Lei annuisce senza esitare

-Sì, così è sicuro che non scappa di nuovo-

-Avete del gesso?- chiede

-Vado a prenderlo- si allontana e torna con del gessetto bianco in mano. Lo porge a Dalamar che

disegna il cerchio, stando bene attento a restarne fuori per non finire lui stesso in trappola. Castiel, ignaro di tutto, continua a dormire.

-Dobbiamo trovare una soluzione per tenerlo buono- dice Dean con un sorriso -O la mezza sega qui finirà per uscirne castrato, e non è proprio una grande idea quella di saltargli addosso ogni volta che ha una crisi-

-Che cosa possiamo fare?- chiede Paige, ma prima che qualcuno possa rispondere, Dalamar comincia a tremare all'improvviso, tanto forte da non riuscire a stare in piedi. Sam lo sorregge e lo mette seduto a terra, dove non può farsi male

-Dalamar? Che c'e?- chiede preoccupato cercando di tenerlo fermo

-Dalamar non stai bene?- questa volta è Paige a preoccuparsi.

-E' Kevin. E' terrorizzato- spiega il ragazzo senza riuscire a controllare l'affanno e le lacrime. Ansima, come se non riuscisse a respirare bene. Gli sembra di soffocare.

-Come mai?-

-Ha mostrato a Cass il suo passato. Suo padre è un alcolizzato. Lo picchiava. Per questo anche ho scelto lui come tramite. Sembrava stesse bene. Ora però non riesce a calmarsi- una volta tornato nel suo angolino di spazio, Kevin non era più riuscito a controllare i suoi pensieri, che erano tornati, inevitabilmente, a quegli anni di torture e violenze. Alla fine, non aveva ben capito come, il corpo aveva cominciato a reagire, provocando un vero e proprio attacco di panico a Dalamar.

Piano piano, con l'aiuto di Dalamar, Dean, Sam e Paige, Kevin riesce a calmarsi. Il tremore piano piano si calma, lasciandolo febbricitante e con un giramento di testa da paura.

-Suo padre era un alcolizzato....- ripete a bassa voce Paige, il tono triste. Inevitabilmente, si chiede se anche Misha dovrà crescere con un padre così- Dalamar, ripreso il controllo, si avvicina a Paige. Le solleva il volto sfiorandole il mento con la mano.

-Ehi, Cass smetterà.- le dice dolcemente -Hai visto quanta paura gli ha messo addosso Kevin con quelle immagini?- lei annuisce -Si rimetterà vedrai-

Ma chi non si stava rimettendo era Kevin. L'attacco di panico era terminato, ma Dalamar lo sentiva tremare dentro di sè

“Kevin datti una calmata, ti scongiuro” gli dice dolcemente “Vuoi che me ne vada e ti lasci per un po'?”

"Sì.... lasciami per un po' per favore" la voce gli trema.

“D'accordo piccolo” poi si rivolge agli altri

-Finchè dorme io mi allontano un attimo. Kevin ha bisogno di stare solo. Volteggerò qui nei paraggi- poi torna a rivolgersi a Kevin “Se si sveglia avrò bisogno di te, non allontanarti troppo, d'accordo?”

“Sì"

-Va bene- risponde intanto Paige.

Dalamar lascia il corpo di Kevin “Non fare cazzate” è la sua ultima raccomandazione. Resta comunque nella stanza, non visto. Si sente un po' frustrato. A parte Castiel, per comunicare dovrà inventarsi qualcosa, ma non poteva sopportare di sentire Kevin così spaventato.

-Scusatemi, ho bisogno di farmi un giro- dice subito Kevin, e senza attendere risposta, prende il casco e si allontana in sella alla moto.

-Poveraccio- commenta Dean -Non lo invidio proprio, poverino-

-Ognuno ha i suoi problemi- è il saggio commento di Sam

-Sono contento che papà sia diventato un cacciatore. Poteva andarci molto peggio-

-Già...-

-Paige se mi mostri dov'è la roba metto su qualcosa da mangiare, poi sarà il caso che riposiamo, almeno a turni- cambia discorso il maggiore dei fratelli. Paige gli mostra la cucina.- riposati qualche ora. Badiamo noi a Castiel, e poi abbiamo un angelo svolazzante a guardarci le spalle, anche se è una mezza sega- Lei annuisce, e dopo un'ultima occhiata a Cass va in camera sua a riposarsi. Dalamar si assicura che stia bene, poi torna in cucina -Sam, tieni gli occhi aperti mentre cucino, ok?- sta dicendo in quel momento Dean, ed è allora che Dalamar si rende conto che può sfruttare l'occasione per divertirsi un po'. vediamo chi è la mezza sega, ora! Pensa maleficamente. Aspetta che Dean abbia riempito la padella poi all'improvviso gli fa arrivare tutta l'acqua in faccia, provocandogli un grido di sorpresa e paura allo stesso tempo.

-Che cosa succede?! Dean?- Sam si preoccupa subito. A un tratto l'appannarsi della finestra attira l'attenzione del ragazzo, che legge in trasparenza “sono stato io”

-Dalamar? Sei stato tu?- chiede muovendo appena le labbra. Sulla finestra compare un sì

-Se ti scopre peggio per te- soffia l'altro divertito, mentre Dean impreca contro il rubinetto, che crede impazzito. Dalamar intanto se la ride, e giusto per mettere in chiaro le cose, fa comporre all'acqua le parole “mezza sega”

-Brutto figlio di... sei stato tu!!!!- grida a Dalamar, che nel frattempo è piegato in due dalle risate. “Affermativo” compare sull'acqua -Maledetto!!!! Vuoi la guerra?!!- grida. Di rimando l'angelo crea un aeroplanino con un foglio di carta e glielo lancia addosso Il cacciatore cerca di prenderlo al volo, ma all'ultimo momento, gli fa cambiare traiettoria, facendolo cadere in picchiata sulla sua testa.

-Dala se ti prendo...- ora Dean sembra davvero arrabbiato. Prende la scopa

-Ora sei decisamente nei guai, Dal- commenta Sam piegato in due dal ridere. Dean cerca di colpirlo con la scopa, facendo ridere l'angelo che viene attraversato dall'oggetto senza conseguenze.

La scenetta però ha provocato parecchio rumore, svegliando sia Paige che Castiel.

-Che cosa succede?!- chiede la ragazza entrando in cucina, mentre l'angelo si mette a sedere di scatto. Dalamar lo raggiunge. Finalmente qualcuno che può vederlo e comunicare con lui! Ha ancora il sorriso sulle labbra.

-Ciao Cass-

-Che cosa succede?- chiede ancora mezzo addormentato

-Niente, ho solo fatto qualche scherzetto a Dean- risponde Dalamar facendo sfoggio del suo migliore faccino innocente. Castiel sorride, e cerca di alzarsi

-Cass attento- lo mette in guardia -Ti abbiamo creato un sigillo enochiano per evitare che te la filassi come prima- guardando con attenzione, l'angelo finalmente nota il disegno sul pavimento

-Castiel come ti senti?- chiede la ragazza raggiungendolo

-Sì..ora mi sento bene....ho sete- risponde l'angelo, ora quasi completamente sveglio.

-Ti prendo l'acqua- dice subito Sam. Gliela porge entrando senza problemi nel cerchio. Paige ne resta fuori, altrimenti finirebbe per restarne imprigionata all'interno.

-Grazie...Sammy- ringrazia con un sorriso

Dalamar all'improvviso nota che è passato bel po' di tempo da quando Kevin si è allontanato da solo. Non è un buon segno. Di solito non stava via più di mezz'ora.

-Vado a cercare Kevin- dice a Cass, che lo riferisce ad alta voce agli altri -Ormai è quasi un'ora che è via...e suo padre abita in questo stato-

-Abita qui vicino?- Dean è decisamente sorpreso. All'istante dimentica gli scherzi dell'angelo

-Pensi che sia andato da lui?- chiede Paige, che impegnandosi riesce grazie alla sua natura di angelo a sentire la voce di Dalamar

-Non è così scemo- risponde, di nuovo usando Cass come microfono -Ma mi preoccupa il fatto che possano essersi incontrati per sbaglio-

-Speriamo di no, Dalamar vai da lui- sembra davvero preoccupata per il ragazzino. Dalamar guarda Castiel -Vuoi venire? Potrebbe servirmi aiuto-

-Ehm....sì- poi ripete ad alta voce quello che gli ha chiesto l'angelo. Dean gli toglie le manette e rompe il sigillo per permettergli di uscire -Andiamo- dice a Dalamar -Sai dov'e?-

-Non esattamente. Iniziamo ad andare, ok?-

-A dopo ragazzi- saluta Cass per entrambi, poi segue l'amico fuori. I due volano alti nel cielo, fino a quando non vedono la moto. Scendono di quota. La moto sembra essere scivolata per un bel po' di metri sul terreno.

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Accident ***


ACCCIDENT

Kevin aveva preso la moto e si era allontanato di corsa da quella casa. Si era concentrato solo sulla guida, perchè non voleva pensare ad altro. Era contento del rapporto che aveva con Dalamar, aveva visto che gli altri tramiti non erano altrettanto fortunati. L'angelo si preoccupava sempre per lui, oltre che per sé stesso. E rispettava il suo bisogno di solitudine.

Stava bene attento a tenersi lontano da casa sua. Non voleva certo incontrare suo padre, non ora che non aveva Dal a portarlo via dai guai. Ad un tratto incrociò un camion. Una livrea nera. Troppo riconoscibile. Suo padre. Immagini di botte e grida gli tornano alla mente. Troppo tardi si rende conto di aver invaso la corsia opposta. Un suono di clacson lo riporta alla realtà. Un'auto sta arrivando dritto di fronte a lui. Senza pensare, pianta una frenata e cerca di scartare di lato, verso il bordo della strada. L'auto lo evita, sterzando a sua volta, ma la moto lo sbalza via. Ha solo il tempo di imprecare mentre rimbalza una volta sull'asfalto e poi giù dal vicino burrone. Il casco attutisce appena i colpi alla testa, ma Kevin non resta cosciente tanto a lungo da sentire l'arrestarsi della sua caduta.

 

Preoccupato, Dalamar atterra accanto alla moto, Castiel ricompare subito accanto a lui

-Sembra abbia fatto una brutta caduta- è il commento del più giovane, che nel frattempo si china a osservare il segno della frenata e le tracce di vernice sull'asfalto che danno una vaga idea dell'entità dell'incidente. Cass guarda la moto, cercando invano il ragazzo nei dintorni

-Ora dove sarà- chiede, sentendosi anche un po' in colpa. Non fosse stato per i suoi problemi, il ragazzo non avrebbe avuto bisogno di allontanarsi per tranquillizzarsi.

-Vorrei saperlo- è la risposta. Dal si concentra. Tocca la moto, sperando di avere qualche indizio. Quando riapre gli occhi, è terrorizzato -E' caduto giù dalla scarpata- e prima ancora che Castiel possa recepire l'informazione, si butta in picchiata giù dal burrone

-Cosa!? Ehi! Aspettami!- spiega le ali e segue Dalamar

 

Combattendo il dolore, Kevin apre gli occhi. Ha male ovunque. Anche solo respirare gli provoca fitte dolorose. Vede a stento arrivare Dalamar e Castiel

-KEVIN!!!- Dalamar, grida, spaventato. Vorrebbe rassicurarlo, ma fa troppo male. Castiel si avvicina a lui, mettendogli una mano sulla fronte

-Kevin?! Kevin?- lo chiama dolcemente, più e più volte

-Cass- risponde debolmente appena crede di averne la forza. Sembra più un gemito che una parola, ma l'angelo capisce lo stesso

-Che ti è successo?-

-Non...non ricordo...- ed è vero. La sua mente ha un grosso buco nero. Non ricorda niente da quando Dalamar ha lasciato il suo corpo. L'angelo li raggiunge, trema. Stende le ali su di lui, come per proteggerlo. Kevin sente il calore sprigionarsi da quelle candide piume.

-Ora che cosa facciamo?- Cass guarda l'amico spaventato.

-Aiuto...per favore....aiutatemi...- Kevin trema tutto nonostante la copertura delle ali. E' terrorizzato.

-Dobbiamo portalo all'ospedale- Dalamar annuisce. Nessun dei due possiede più poteri di guarigione. Uno non li ha mai avuti, mentre all'altro sono stati tolti

-Prendilo...senza un corpo io posso solo svolazzare qui intorno- Il più giovane è quasi irritato. Si sente inutile.

Castiel lo prende in braccio. Fa più piano che può, ma il minimo movimento fa urlare il ragazzino di dolore. L'angelo sente una stretta al cuore.

-Scusa...ti ho fatto male..non volevo..mi dispiace e tutta colpa mia"

Kevin lo guarda negli occhi, sembra disperato

-Aiutami...ti prego...anche se fa male...aiutami...- lo implora mentre una lacrima gli riga la guancia.

Non potendo fare di più, Dalamar avvolge le sue ali ancora più strette attorno al corpo di Kevin, vuole che senta che gli è vicino anche se non può fargli da tramite. La posizione è decisamente scomoda, ma gli sembra il minimo

Kevin lo guarda, sa di essere fortunato a poterlo vedere e sentire, non tutti i tramiti hanno questa fortuna. Tenta di fargli un sorriso, anche se fa tanto male. Sviene.

-Muoviamoci- Dice Castiel e trasporta entrambi all'entrata dell'ospedale più vicino, il Sacro Cuore.

 

I medici lo accolgono, portando subito una barella.

-Lo metta giù, lo stenda- Cass fa quello che gli viene ordinato, poi fa un passo indietro

-Castiel. Avverti gli altri. Io non lo abbandono-

Cass annuisce, impercettibilmente. Se parlasse lo scambierebbero per un pazzo, ovviamente. Guarda l'amico seduto sulla barella entrare nella sala operatoria. Operazione urgente. Le porte si chiudono davanti a lui; una luce rossa indica l'operazione in corso.

L'angelo esce nel cortile della struttura. Prende il cellulare e chiama Dean.

 

Lo squillo del telefono li fa sobbalzare tutti. Da quando i due angeli sono usciti, sono in ansia per Kevin. Quando poi i tempi si erano allungati, l'aria si era fatta terribilmente tesa e pesante. Non conoscevano i tempi di Dalamar, ma non era da Cass farli uscire pazzi facendoli attendere così a lungo.

Tra i due fratelli passa un unico sguardo preoccupato.

-Pronto...Dean....- l'espressione di Dean si fa d'un tratto preoccupata. Sia Paige che Sam si avvicinano. Il ragazzo attiva il viva-voce. La voce dell'angelo è sconvolta.

-Cass, ehi che succede? Tutto ok?- chiede il cacciatore preoccupato

-Kevin ha avuto un incidente....e caduto dalla moto....siamo all'ospedale...per favore vieni....- sembra sull'orlo delle lacrime. Si guardano. Scattano verso l'impala nello stesso istante.

-Stai calmo, ok? Arriviamo subito- lo rassicura mettendo in moto. Le barriere di Castiel crollano. Comincia a piangere a dirotto.

-E' tutta colpa mia!!- Oh no.

-Castiel!- il tono con cui parla è quasi duro -Ora devi calmarti. Tu non c'entri. Non è colpa tua. Stai calmo- ma la situazione non migliora

-Dean, mi sento in colpa....per favore vieni più presto che puoi...per favore-

-Arriviamo Cass. Siamo già in viaggio. Sta calmo-

-Ok- riattacca il telefono,e aspetta nell'atrio l'arrivo degli amici, che per fortuna non tardano. Evidentemente Dean aveva guidato mentre parlava con lui al telefono. Il ragazzo entra di corsa in ospedale, quasi facendo irruzione, seguito a ruota da Sam e Paige, un po' più civili.

-Cass- lo chiama, preoccupato e sconvolto.

-Dean....- gli corre incontro piangendo. Il maggiore dei fratelli resta indeciso un attimo, poi, per la prima volta da quando lo conosce, lo stringe a sè

-Tranquillo Cass, è tutto ok- gli sussurra mentre chiede con gli occhi aiuto a Paige

-Cass...- interviene la ragazza -Dean ha ragione andrà tutto bene- Dean le lascia spazio. Lei si inserisce e insieme a Dean abbraccia l'angelo.

-Dov'è Dalamar?- gli chiede per distrarlo un po' dai suoi pensieri.

-E' con lui...in sala operatoria....- risponde piangendo.

Paige cerca di calmarlo, mentre Dean lo stringe un po' più forte

-Basta piangere, Cass- e detto questo lo lascia nelle braccia sicuramente più gradite della ragazza. Si allontana e va a prendere dell'acqua. Vedendo che si sta calmando, prima di avvicinarsi si affaccia al vetro opaco della sala operatoria. Si distinguono solo delle figure in movimento intorno a un corpo, niente che aiuti a capire come sta il ragazzo.

-Notizie? Vedi qualcosa?- chiede Sam a bassa voce avvicinandosi al fratello

-Non vedo un accidente. Spero vada tutto bene-

-Lo spero anch'io- poi guarda castiel -dean...castiel si sente in colpa....ho paura che potrebbe....- il ragazzo annuisce. Ci aveva già pensato anche lui

-Sì, hai ragione. Non perdiamolo di vista. A Kevin ci pensa Dalamar- sospira -in ogni caso noi non possiamo fare niente per il ragazzo-

-Ok-

Dean si avvicina a Castiel, che ora ha smesso di piangere. Gli porge la bottiglietta d'acqua che aveva preso

-Bevi un po', ti calmerà-

-Va..be...ne- la voce ancora gli trema. prende l'acqua e beve qualche sorso. Il ragazzo si rivolge a Paige

-Va meglio?- chiede indicando con un cenno del capo l'angelo. Lei annuisce e prende la mano di Castiel, stringendogliela dolcemente e facendogli dolci carezze sul dorso. Lui ricambia la stretta, un mezzo sorriso sul volto.

-Cass. Non è colpa tua. Chiaro?- dice lentamente Dean guardandolo dritto negli occhi.

Castiel ricambia lo sguardo. All'improvviso diventa pallido, si porta le mani alla gola, come se non riuscisse a respirare. Si sente soffocare da quell'ambiente così freddo e impersonale, ma allo stesso tempo così pieno di sofferenza

-Cass?- Dean gli prende le mani, gliele toglie dalla gola, cercando di farlo respirare -E' una crisi?-

-Devo uscire..mi sento soffocare- si alza e esce fuori a prendere un po' d'aria fresca. Dean lo segue, preoccupato che possa perdere i sensi

-Va meglio?- gli chiede una volta fuori, ma non c'è bisogno della risposta vocale. L'angelo fa dei grandi respiri. Il colore del viso torna quello naturale

-Sì, ora sì- risponde passato l'affanno.

-Torniamo dentro? O restiamo qui fuori per un po'?-

-Restiamo ancora qua,per favore-

-Va bene. Chiamo Paige? Vuoi stare con lei?- Il volto dell'angelo quasi si illumina, mentre annuisce. Dean le manda un sms. Non vuole lasciarlo solo, ha paura che abbia un'altro crollo emotivo come quello di prima. La ragazza esce di corsa dalla struttura. Il ragazzo fa un sorriso, poi li lascia soli e rientra.

 

Castiel, una volta solo con la ragazza, ricomincia a piangere. Si siedono insieme su una panchina: Paige lo stringe forte e gli accarezza i capelli.

-Cass, che cos'hai?-

-Mi sento male...per quello...e successo a Kevin....non posso nemmeno guarirlo....- si sfoga infine. Sente la morsa al petto che l'aveva soffocato fin da quando si era reso conto di non poter fare altro che affidarlo ai medici allentarsi un pochino. Paige gli da dei dolci baci sulla fronte e sui capelli, cercando di calmarlo.

-Shh...non è colpa tua...stai buono...ci sono i dottori, ci pensano loro- gli dice. Cass apprezza il tentativo, anche se non si fida molto degli umani. Le fa un mezzo sorriso, bagnato di lacrime -Tranquillo, andrà tutto bene- lo rassicura. Quasi comincia a crederci anche lui

-Sì...andrà bene...andrà tutto bene- continua ripetere a voce bassissima, il peso al cuore ormai quasi dissolto. La ragazza gli prende la mano, per dargli coraggio. Lui la guarda -Ora mi sento meglio...ritorniamo dentro-

-Sicuro? Non sei obbligato-

-Sì... andiamo- e guardandolo negli occhi vede che è quello che vuole. Si alzano e, tenendosi abbracciati tornano dentro.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** He Will Be Fine ***


HE WILL BE FINE

L'operazione è durata parecchie ore, durante le quali Dalamar non si è mai staccato dall'amico. É arrabbiato. Avrebbe voluto poter fare di più, ma senza un corpo e con i poteri dimezzati, l'unica cosa che gli restava da fare era restargli accanto, scaldarlo e farlo sentire al sicuro.

Non aveva smesso un attimo di sussurrargli rassicurazioni all'orecchio, tenendogli le mani nelle sue. Era lieto di essere un angelo, invisibile e incorporeo, in modo da non dare fastidio ai medici. Non capiva niente della medicina umana, ma guardava quello schermo con i valori vitali di Kevin con la stessa attenzione e dedizione con cui, all'inizio del suo addestramento, aveva letto la bibbia. Avrebbe pregato, se avesse ancora creduto in suo Padre.

Aveva sentito anche tutto il dolore e il senso di colpa di Castiel, ma l'aveva quasi ignorato. Lui aveva Dean e Paige. Kevin era solo.

-Abbiamo finito- dice in quel momento il chirurgo -Possiamo richiuderlo. Non so se è un miracolo o cosa, ma questo ragazzino ha un angelo custode davvero in gamba. Starà bene in poco tempo-

La notizia riempie il cuore di gioia a Dalamar, che non perde tempo e torna fuori a dare la bella notizia.

Vede il suo ex superiore che rientra, accompagnato dalla ragazza.

-Cass!- esclama correndogli incontro

-Dalamar, come sta?- chiede subito l'altro preoccupato.

Dalamar si posa a terra.

-Sta bene. Stanno finendo di operarlo- Castiel sorride, e, guardatosi intorno velocemente per assicurarsi che non ci sia nessuno in giro, lo abbraccia forte -Grazie, Capitano- sussurra Dalamar trattenendo a stento le lacrime -Non ci fossi stato tu sarebbe morto-

-Shh, va tutto bene Dal...va tutto bene...- i due si staccano. Castiel da la buona notizia agli altri, che di tutto quello che è stato detto non hanno sentito una parola. Hanno solo visto l'angelo abbracciare l'aria.

Sam e Dean sospirano di sollievo, Paige sorride. Dalamar guarda Cass -Tu stai bene? Ti sentivo sconvolto prima-

-Sì sto bene....mi sentivo male....ma ora sto bene- E l'angelo più giovane sorride, poi torna serio. Le orecchie tese ad ascoltare quello che stanno dicendo i dottori là dentro. In un attimo e di nuovo nella sala operatoria, in piedi tra i due.

-Dovremo chiamare i genitori, se non l'hanno portato qui loro-

Ha sentito abbastanza. Torna da Castiel, allarmato

-Che c'è?- l'angelo ha subito fiutato il pericolo

-Mi serve aiuto, Cass. Devi fingerti il padre di Kevin. Tu o dean. Non importa. Se chiamano il vero padre è finita-

-Va bene Dalamar. Ora calmati. Ci pensiamo noi- lo rassicura mettendogli una mano sulla spalla

-Grazie. Sei un amico Cass-

Ma Castiel non può rispondere perchè in quel momento il dottore esce dalla sala operatoria, appena dietro di lui la barella con su il ragazzo, ancora sotto anestesia. Due infermieri lo portano in una stanza poco lontano. Dalamar fa un cenno all'amico e va con Kevin. Il dottore si avvicina a Castiel

-Lo ha portato qui lei, vero?- L'angelo fa un cenno affermativo -E' il padre?-

-Sì...si riprenderà?- il dottore lo guarda, come chiedendosi se stia dicendo la verità o meno, poi vede quegli occhi così angosciati, e decide di fidarsi

-E' stato fortunato, nonostante la caduta che ha fatto, se l'è cavata con poco- spiega -poteva andargli molto peggio. Si rimetterà-

-Posso vederlo?-

-Certo, si sta svegliando dall'anestesia. Mi raccomando, non lo agiti-

-Ok. Va bene-

-Passo più tardi a controllarlo- fa un cenno del capo anche agli altri mentre si congeda -Arrivederci- Castiel entra nella stanza di Kevin, in punta di piedi, col cuore che gli batte a mille e tanta paura di fare qualcosa di sbagliato. Dalamar è seduto sul letto, le ali di nuovo attorno al ragazzo. Si sta riprendendo dall'anestesia e vuole che si senta sicuro.

-Dalamar...- sussurra l'angelo. L'altro si volta appena

-Che c'è?-

-Starà bene...- risponde avvicinandosi al letto -Lo ha detto il dottore

-Grazie-

Castiel prende una sedia e si siede vicino a Kevin che comincia a riprendere i sensi. È ancora stordito quando apre gli occhi, ma non esita a riconoscerli, prima il suo fidato angelo, poi Castiel -Dal...Cass- dice con la voce appannata

-Kevin...- risponde sottovoce l'angelo più anziano. Kevin volta la testa, lo guarda negli occhi -Grazie- balbetta riconoscente

-Come ti senti?-

-Stordito-

-Mi dispiace tanto...- Castiel ha le lacrime agli occhi, si sente terribilmente in colpa. Kevin vorrebbe spiegargli, dirgli che non è colpa sua, ma l'anestesia è ancora in circolo, e il solo pensiero di una frase così complessa è difficoltoso. Gli prende la mano, cercando di rassicurarlo. L'angelo, finalmente, gli sorride.

Kevin è avvolto nelle ali di Dalamar. Lo apprezza, ma tra quelle e le coperte pesanti del letto, sta cominciando ad avere caldo

-Dalamar...scaldi...troppo- dice tossendo un pochino.

L'angelo si scusa e toglie le ali. Si siede accanto a lui e gli prende la mano.

-Grazie- guarda Cass -Sono tutte...così calde, le vostre ali?-

L'angelo sorride, ma si attiene a quello che gli ha detto il dottore

-Sì- risponde ripensando a come ci si era avvolto dentro la prima volta che aveva trascorso una notte sulla terra -Kevin..ora hai bisogno di dormire...io e Dalamar ti stiamo accanto..non ti lasciamo...- Kevin annuisce

-Lo so...che non mi libero di...voi-

-Ora dormi-

Il ragazzo chiude gli occhi. I due angeli restano immobili, per non disturbarlo. Pochi minuti dopo i suoi occhi sono di nuovo aperti,

-Non ve ne andate...vero?-

-No- risponde Castiel -Restiamo con te...non ti lasciamo solo- fa una pausa -Non ti lascio solo-

Il ragazzino ora è più sveglio. Inoltre, vuole rassicurarlo. Non gli piace l'idea che si senta colpevole per qualcosa che non ha fatto.

-Non è stata colpa tua, Castiel.- dice, il tono più deciso che riesce a tirar fuori -Non è colpa tua se mio padre è un figlio di puttana-

-Kevin...io....sono stato io a farti ricordare tuo padre..quello che ti ha fatto passare...e..ora ....basta....Kevin ora è più importante ti rimetti...ok?- ma Kev non è meno testardo di Castiel

-Cass...io voglio che tu stia bene...nessuno mi ha obbligato...non parliamone più però...solo...non sentirti in colpa...ti prego-

-Ok...va bene..ora riposati- risponde con sorriso. L'attenzione di Kevin viene però attirata dagli altri, in attesa fuori dalla porta. Fa loro cenno di entrare. Paige si avvicina per prima, preoccupata

-Kevin come stai?-

-Grazie a Cass, ora sto bene- cerca di muoversi, ma il dolore intenso lo blocca. Con un gemito di dolore e l'aiuto di Dalamar si rimette a posto. Nonostante tutto, sorride. -Più o meno-

-Kevin resta fermo- lo blocca la ragazza -Ti fa male tanto?- Lui non vuole farla preoccupare

-Solo un po'. Ho passato di peggio, credimi- ed è la pura verità. Quella caduta non è niente rispetto a quello che gli faceva suo padre, o alle ferite che si è provocato in battaglia con Dalamar, quando ancora non si era ribellato. Dalamar lo stringe forte, protettivo.

-Paige ....Kevin ora deve riposare... per rimettersi...- Cass interrompe il dialogo tra i due. Kevin gli posa una mano sul braccio

-Non importa Cass...se non mi muovo...va tutto bene-

-Kevin, no. Non va tutto bene – La voce dell'angelo si fa più autoritaria. A Dalamar ricorda i tempi in cui era il suo superiore. Lo copre bene, rimboccandogli le coperte e fa uscire tutti dalla stanza -Ora dormi un po'-

Il ragazzo vorrebbe replicare, ma Dalamar gli sussurra

-Lascialo fare...ormai ha deciso così-

-Su dormi..io ti starò vicino..se hai bisogno di qualcosa basta chiedere...ok?- Kevin annuisce, solo di una cosa vuole essere sicuro.

-Dalamar può restare?-

-Sì certo- risponde l'altro sorridendo

-Comunque non me ne sarei andato, sappiatelo-

con un ultimo sorriso il ragazzo si addormenta. Dalamar si stende accanto al suo protetto. Comincia a essere stanco. Mantenere l'invisibilità è difficile e stancante. Ma mai per niente al mondo vorrebbe un altro tramite.

-Grazie, Castiel- sussurra al suo superiore, che sorride, alzando lo sguardo da Kevin

-Di nulla, Dalamar-

I due restano in silenzio, quasi immobili per non disturbare Kevin.

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Am I Just Your Vessel? ***


AM I JUST YOUR VESSEL?

Kevin si ritrova in un vecchio parco giochi. È seduto su un'altalena. Un uomo gli si avvicina. Non c'è bisogno che si presenti. Si alza di scatto, arretrando.

-Sai chi sono, non è vero, Kevin?-

Il ragazzo annuisce. Il dolore è sparito. Nel sogno è perfettamente sano -Stai bene ora, vero?-

Non risponde -Sai, se mi dici dove posso trovare te e il tuo amico angioletto, Castiel e i Winchester, potrei guarirti-

-No, grazie- Kevin non esita -Mi tengo le ferite. Lasciami in pace!-

-Avanti, ragazzino, non essere stupido. Quando si accorgerà che per curarti ci vorrà tempo, non esiterà ad abbandonarti-

-Non lo farà. Siamo amici-

 

Kevin comincia ad agitarsi nel sonno.

-Lasciami in pace!-

I due angeli si guardano, un po' allarmati.

-No...Non è vero...Noi...siamo amici!- Una ferita comincia a sanguinare per i movimenti bruschi -Lasciami in pace, Zaccaria!-

-Zaccaria?- Castiel è decisamente sorpreso. -L'avete incontrato?- Il tono decisamente simile a quando era il suo capo-reggimento.

-Sì- risponde -Ma siamo sempre riusciti a sfuggirgli, in qualche modo-

 

-Amici?- Zaccaria si mette a ridere -Sei solo il suo tramite. E nemmeno l'unico per giunta-

-Non...Non mi abbandonerà-

Poi ricorda quando Dalamar era sobbalzato. Zaccaria era morto.

-Chi...chi sei tu?- Ma l'angelo misterioso scompare, lasciandolo solo e spaventato.

 

Kevin si sveglia di soprassalto, gli occhi chiari terrorizzati, il cuore che batte a mille. Ignorando il dolore si mette seduto, aggrappandosi a Castiel con tutte le sue forze.

Stupito, l'angelo lo stringe a sé, cercando di calmarlo. Decisamente Paige è più brava in certe cose. Lo sente tremare tutto

-Era un incubo, Kevin, va tutto bene. Va tutto bene. Calmati-

Ma il ragazzino trema. Dalamar lo guarda, spaventato e preoccupato insieme.

-Calmati. Calmati- gli sussurra Castiel, ormai quasi preoccupato.

-Dov...dov'è Dalamar?-

-Dietro di te-
L'angelo si avvicina e lo avvolge nelle sue calde ali. Kevin comincia a piangere a dirotto

-Dalamar...Dalamar...-

-Shh- lo tranquillizza accarezzandogli i capelli -E' tutto ok...è un incubo. È finita-

-Tu...io...tu...per te...io...non sono solo un corpo...vero?-

Chi? Cosa? Dalamar non è nemmeno sicuro di aver capito bene tanto assurde gli suonano quelle parole. Se non gliene fosse importato niente, lo avrebbe abbandonato in ospedale, oppure direttamente in quella scarpata, senza nemmeno soccorrerlo.

Stringe più forte le ali attorno a quel corpo ferito, desiderando, ora più che mai, un corpo mortale per potergli dare sicurezza con un vero abbraccio.

-No, Kevin. Sei mio amico. Non sei solo il mio tramite.Come ti vengono in mente queste cose?-

Kevin si sforza di calmarsi, ma quando parla, la voce è ancora scossa dai singhiozzi

-C'era...Zaccaria...ma...non era Zaccaria...mi...mi ha detto...che.. se dicevo dove eravate...mi...mi guariva...gli...ho detto...di no...e lui...ha detto...che sono...solo un corpo...che appena ti accorgerai...che per un po'...non starò bene...sceglierai un altro...- guarda Castiel, si accorge di avergli piantato le unghie nella carne. Allenta la presa -Non...non era un...sogno-

I due angeli si guardano negli occhi per un po', in silenzio. Si sentono solo i singhiozzi di Kevin e il leggero frusciare dei vestiti di Cass che si muovo nel tentativo di calmarlo. Sono entrambi spaventati all'idea che qualche altro angelo dia loro la caccia, perchè probabilmente sarà ancora più potente di quanto lo fosse Zaccaria, se non addirittura Michael in persona, ora che ha un tramite, seppur provvisorio, o peggio, Lucifer.

A rompere il silenzio è Kevin. Guarda Dalamar negli occhi

-Non mi lasciare- lo implora -non voglio tornare da mio padre-

-Sta tranquillo, piccolo- lo rassicura Dalamar -Non ti lascerò mai-

Kevin finalmente sorride, si calma e smette di tremare. Si rende anche conto della pena che la notizia appena fornita ha arrecato agli angeli. Ma si rende finalmente conto anche, del dolore che sta provando, a causa dell'incidente e dell'operazione appena subita. Geme di dolore.

Castiel si affretta a rimetterlo disteso, seppur con delicatezza.

-Grazie- poi li guarda, cerca di fargli coraggio -Cosa facciamo ora?-

Dean fa irruzione all'improvviso nella stanza, seguito in maniera più civile dagli altri

-kev sei intero?- chiede preoccupato. Il ragazzo si accoccola nelle ali di Dalamar

-sì...- accenna, poi più sicuro -sì-

-Dobbiamo portarti via da qui, anche se sei ferito-

-No!- obietta Dalamar, credendo che Dean sia impazzito -Sta troppo male!- l'angelo parla loro attraverso il pensiero.

-Sì Dean- lo implora Kevin -Portami via...-

Il più giovane dei due angeli guarda il fratello, in cerca di solidarietà

-Ti prego- dice -Almeno tu concordi che è una pazzia portarlo via da qui in queste condizioni?- Castiel ricambia lo sguardo e annuisce, il ragazzo è ancora messo troppo male per poter pensare di spostarlo

-Dean- dice in appoggio a Dalamar -Come facciamo a far uscire Kevin? Non può muoversi-

-Voi due non potete guarirlo?-
-Se avessi potuto non sarebbe qui a quest'ora no?- una punta di acidità nel suo tono dovuta al suo senso di impotenza. Kevin ora però vede una speranza. Si attacca a Dean

-Portatemi via di qui, per favore- guarda Dalamar -Ti prego, Dal...- è in quel momento che Paige si fa avanti

-Posso guarirlo io, sono anch'io un angelo- lo sguardo di Dalamar si illumina

-Davvero puoi?!-

-Sì, posso guarirlo- ha una lieve esitazione, non ha mai usato quel potere prima di allora, ma non ce la fa a vedere Kevin in quello stato e i due angeli così abbattuti. Dalamar inaspettatamente la abbraccia forte. Lei ricambia. 

-Grazie- le sussurra. Lei sorride, si stacca da quell'abbraccio invisibile e va da Kevin. Il ragazzo la guarda curioso mentre si concentra e in pochi minuti lo rimette in sesto.

-Come ti senti ora, Kevin?- lui sorride, la abbraccia

-Sto benone. Grazie. Ora mi portate via da questo posto per favore?-

-ok ok- risponde Paige ridendo.

-Grazie di tutto Paige-

-Ora dobbiamo portarti via...che scusa possiamo inventarci col dottore?-

-Nessuna- risponde Dean -Ce ne andiamo e basta-

Castiel annuisce, e così anche gli altri. Sarebbe troppo complicato spiegare una guarigione così miracolosa senza esporre il personale dell'ospedale ai pericoli. Kevin li guarda, poi posa il suo sguardo su Dalamar, deglutisce.

-Prima..di andare a casa, vorrei passare da casa mia, per favore...- il gruppo ammutolisce, stupito. Quando il ragazzo sposta lo sguardo su di lui, Castiel guarda Dalamar, indeciso, vorrebbe avere il permesso di suo fratello prima di dire qualcosa. -Vi prego.- insiste -Devo prendere delle cose. Mio padre non è mai a casa a quest'ora. Farò presto. Lo giuro- un impercettibile segno del capo di Dalamar.

-Ok va bene...- accorda alla fine Cass -Pero' qualcuno deve venire con te-

-Ovviamente.- sottolinea Dalamar con una punta di severità nel tono di voce -Tu là dentro da solo non ci vai- Kevin sorride e annuisce. Non si aspettava certo che lo lasciassero andare da solo, e nemmeno lui voleva, ad essere sinceri.

-Andiamocene.- Dean interviene -Sam ha recuperato la moto-

Kevin si riveste velocemente, Paige gli ha portato dei vestiti puliti e soprattutto intatti, al contrario di quello che è rimasto del suo precedente abbigliamento. Sam gli consegna chiavi e il casco, tutto rovinato e con la visiera rotta. Lo stringe forte, consapevole di essere ancora vivo grazie ad esso.
-Allora?- il ragazzo è impaziente -Chi viene con me?-

-Vengo io..se ti va bene- Kevin annuisce alle parole di Cass

-Io vi volo dietro-

-Fate attenzione.- si raccomanda Dean -Cass tieni il telefono a portata di mano. Per qualunque cosa chiamateci- L'angelo annuisce mentre Kevin sale sulla moto e la accende, per valutarne i danni. Il motore sembra ok, così anche freni, cambio e manubrio. Chi sta meno bene è la fiancata, da un lato tutta rovinata, e lo specchietto dello stesso lato, che probabilmente si è staccato al momento dell'impatto. Guarda dispiaciuto i danni
-Scusa Dal, l'ho rovinata tutta- l'angelo gli fa un sorriso

-Non preoccuparti...la posso riparare-

Il ragazzo ricambia, mentre Castiel monta dietro di lui. Parte deciso verso casa, con tanta paura nel cuore, ma la voglia di riprendersi le sue cose.

Una volta giunto a casa, va diretto in camera sua, toglie un asse dal pavimento, tira fuori dei farmaci. Dalamar si avvicina, è preoccupato per il ragazzo

-Cosa sono?-

-Psicofarmaci...per...dormire senza sogni- Kevin tiene lo sguardo basso. Con un gesto deciso li mette nel vecchio zaino che usava per la scuola. Non era la prima volta che tornavano in quella casa, insieme, ma non l'avevano più fatto da quando il padre era tornato a casa inaspettatamente. Né Kevin né Dalamar avevano potuto fare nulla per evitare le botte. Era scappati a stento, rifugiandosi in un bosco per due settimane prima di riuscire a stare di nuovo in piedi. Ora anche Dalamar era sulle spine. Non vedeva l'ora di andarsene da lì, ma non mette fretta a Kevin.

Il ragazzo prende i suoi pattini, li controlla velocemente e li infila nello zaino, se dovrà mai affrontare un angelo, vuole giocarsi il tutto per tutto; un'altra asse sollevata: questa volta un coltellino multiuso e un altro coltello, identico a quelli in dotazione all'esercito. Una lama lunga almeno venti centimetri con la punta leggermente ricurva. Avverte lo sguardo di Dalamar su di sé, uno sguardo ora decisamente sorpreso. Si sente in dovere di dare qualche spiegazione, per correttezza. Di nuovo però tiene lo sguardo puntato a terra.

-Non ce la facevo più...l'ho comprato...per...per...uccidere mio padre...se...se mi avesse...toccato ancora-

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** A New Friend ***


A NEW FRIEND

Castiel è nell'altra stanza. Si guarda in giro. La casa è in disordine, c'è roba ovunque. Ovunque ci sono resti di bottiglie di alcolici vari, piene, vuote, rotte. Ci sono macchie ovunque, e non tutte di sporco o alcol. Basta un'occhiata all'angelo per individuare punti in cui Kevin le aveva prese. Ci sono ancora resti del suo sangue. Rabbrividisce e si affaccia alla camera del ragazzo, in tempo per sentire le sue parole.

Abbassa lo sguardo, improvvisamente triste.

-Non ti permetterò di diventare come mio padre- dice, deciso. L'angelo non può fare a meno di fare un sorriso.

-Grazie-

 

Sentono la porta aprirsi, Dalamar torna a essere invisibile al mondo. Kevin si irrigidisce, ma invece entra una ragazza

-Kev? Sei tu?- chiama. Kevin si rilassa

-E'...è una mia amica- spiega a beneficio degli angeli, mentre va ad accoglierla.

Lo sguardo di Cass cade su uno scaffale, pieno di bottiglie ancora piena. Deglutisce, mentre sente il desiderio salire in lui. Fa appello a tutto il suo autocontrollo.

-Per favore- dice con la voce che trema -Andiamocene-

Dalamar lo prende per le spalle, lo costringe a voltarsi verso di lui
-Non guardarle. Toglitele dalla testa-

Kevin intanto si è avvicinato alla ragazza.

-Ciao...Marika- si abbracciano come fratelli

-E' passato un sacco di tempo, ancora quelle stronzate sugli angeli e l'apocalisse? Cos'è? Uno di loro ti ha posseduto-il tono leggero con cui sono dette quelle parole fa si che Dalamar, non visto, guardi storto la ragazza. Improvvisamente ricorda. É la migliore amica di Kevin, colei che lo ospitava quando suo padre lo picchiava, la ragazza con la quale si confidava, che lo prendeva in giro e lo credeva pazzo quando lui aveva cominciato a raccontarle delle visite notturne di Dalamar, poco prima di ottenere il suo consenso a fargli da tramite.

Kevin sospira, esasperato, mentre con la coda dell'occhio controlla i due angeli. Cass sembra al limite della resistenza.
-Per l'ultima volta. Non sono stronzate!-

-Davvero?- la ragazza è decisamente scettica.

Ma Kevin non ha tempo di rispondere. Castiel comincia a tremare

-Dalamar, Kev....per favore possiamo andare?- Kevin gli butta un occhio. La situazione comincia a farsi critica per l'angelo, mentre Marika lo guarda come fosse pazzo. Anche lui con questo Dalamar? Che poi dov'è? Qui ci siamo solo io, Kev, e questo strano tizio con l'impermeabile. Kevin la guarda, implorante e preoccupato.

-Prima usciamo da qui. Poi ti spiego tutto- promette mentre prende Castiel per le spalle e cerca di trascinarlo fuori. Cass cade in ginocchio a terra. No, no, no! Geme Kevin dentro di sé. Si accuccia vicino all'amico. Non hanno più molto tempo -Castiel, ti scongiuro...se torna mio padre...mi ucciderà...ti prego...alzati- lo implora

-Cass. ce la puoi fare. Andiamo via da qui dai. Coraggio- Lo sostiene Dalamar, ma è la paura che avverte in Kevin a far si che si costringa, con fatica, ad alzarsi. Si appoggia a Kevin che lo aiuta ad arrancare verso la porta. Marika non sa spiegarsi perchè, ma gli apre le porte, agevolando il passaggio.

-Andiamo via, andiamo via- L'uomo sembra decisamente sull'orlo delle lacrime.

-Sta calmo Cass, ce ne andiamo. Kevin, fammi rientrare nel tuo corpo così posso controllare meglio Cass-

-Ok- poi guarda Marika che sembra dire “mo parli pure da solo?” -Chiudi gli occhi, o la luce ti accecherà- Lei obbedisce e anche con gli occhi serrati avverte l'intensa luminosità provocata dall'entrata nel corpo del ragazzo dell'angelo.

-Cass, ci sono io, ora. Non mollare adesso ok?- La ragazza capisce subito che a parlare non è più Kevin, nonostante la voce sia la stessa, solo che ora sembra più profonda. Allora non era pazzo. Castiel nel frattempo si è appoggiato al nuovo venuto, che lo sorregge. Guarda la ragazza e le lancia un cellulare, che a stento prende al volo.

-Ragazzina, stai a distanza di sicurezza, e se ti dico scappa, corri più veloce che puoi e chiama il primo numero in rubrica. Di che Cass sta male, ok?-

-O...ok- dice e obbedisce all'angelo, che deduce essere il famigerato Dalamar.

-Cass?...siamo quasi fuori, resisti, ok?- ma Castiel sta sempre peggio. Ha cominciato a sudare e il tremore si è accentuato. -Castiel, ascoltami. Dobbiamo andarcene, ok? Vuoi che suo padre ammazzi Kevin?!?!- con grande stupore della ragazza, queste parole sembrano scuotere l'uomo, che grida di andarsene, e velocemente. Ad un tratto sotto i suoi occhi i due spariscono.

La voce di Kevin la chiama da fuori.

-RAGAZZINA! ESCI! SIAMO QUI FUORI!-

Lei obbedisce e li raggiunge di corsa vicino alla moto.

-Cass? va meglio?-

-Ora credo di sì- ansima Castiel appoggiandosi a Dalamar e chiudendo gli occhi. Il ragazzo lo sorregge, facendolo sedere per terra vicino alla moto

-Ora calmati- dice quasi dolcemente, poi alza lo sguardo sulla ragazza, che gli restituisce il telefonino. Sorride -Non siamo un gran chè come angeli, vero? Io sono Dalamar, lui Castiel- si presenta. Lei ricambia il sorriso e si avvicina, aiutandolo a slacciare la cravatta a Cass per farlo respirare meglio.

-Io sono Marika...- dice intanto -Castiel non sta bene?-

Dalamar è lesto a mentire. Vuole proteggere il suo superiore.

-Ha problemi a stare nei luoghi chiusi-

-Non lo sapevo che anche gli angeli soffrono di claustrofobia-

-Cass? Ehi...riprenditi dai...- gli da dei leggeri schiaffi sul volto, poi torna a guardare Marika -E così, fino a pochi minuti fa eravamo delle stronzate e ora conversi amabilmente con un tizio che si è appena impossessato del corpo di un tuo amico?- chiede ironico

-Dopo che ti ho visto...non posso non crederci- fa una pausa, guarda quegli occhi tanto famigliari, ora quasi sconosciuti -Perchè proprio lui?- Non può fare a meno di chiedere -Con tanta gente che c'è...perchè?-

-Ero assegnato alla sua linea sanguigna, non posso prendere chiunque come tramite...cioè in teoria potrei, ma lo ucciderei in poco tempo. E quando ho visto cosa gli faceva suo padre...non potevo lasciarlo nei guai...e non volevo dividere la mia vita con un ubriacone violento- in sottofondo si sente la voce di Castiel che continua a ripetere, come una litania le parole “devo resistere... devo resistere...."

-Cass va tutto bene...tranquillo- A quelle parole l'angelo sembra risvegliarsi

-Andiamo a casa? Andiamo a casa!- grida, agitandosi.

-Vuole ritornare a casa? Ehm...ha una casa? Casa?- Marika è a dir poco confusa.

-Vieni con noi, ti spiegheremo tutto con calma...- le risponde Dalamar mentre cerca di tenere buono l'amico -Dammi la mano e non avere paura. Sarà un po' strano ma...tu fidati ok?- La ragazza annuisce, un po' spaventata mentre porge la mano a Dalamar.

LA sensazione è molto strana. Si sente come strappare via dal terreno. Dura un battito di ciglia, all'improvviso è di fronte a una casa. Si guarda intorno, sorregge per miracolo Dalamar, che sembra esausto, tanto da non riuscire a stare in piedi.

-Dean!Paige! Sam! Aiuto!- grida il ragazzo che non riesce più a stare in piedi e cade a terra, portando con sé anche Castiel. La ragazza si china su di lui, preoccupata.

-Dalamar!- una ragazza esce dalla casa, seguita da altri due giovani.

-Aiuto!- esclama Marika, vedendo Dalamar sull'orlo di perdere i sensi.

Un ragazzo con i capelli corti, molto carino si avvicina a loro tre. Prende un braccio di Dalamar e lo aiuta ad alzarsi, sorreggendolo. Un altro, più giovane del primo e molto alto, si occupa di Castiel. Marika fa un passo indietro, per non intralciarli. La ragazza la guarda, curiosa e sospettosa allo stesso tempo.

-Tu chi sei?- chiede

-Mi chiamo Marika...- risponde -Sono..un'amica di Kevin...sì insomma...del corpo di Dalamar-

Paige la guarda intensamente negli occhi, per capire se dice la verità-

-Che cosa è successo?- le chiede intanto Sam

-Castiel...non si è sentito bene...Dalamar ci ha teletrasportati qui...credo...- le cose cominciano a farsi confuse per lei.

-Sì è sentito ancora male?-

-Sì...Dalamar mi ha detto che soffre di claustrofobia-

Paige guarda Dalamar, curiosa e stupita allo stesso tempo. L'angelo ne incrocia lo sguardo, e le invia un solo pensiero.

"Ho cercato di proteggerlo...non le ho detto dell'alcol"

“Hai fatto bene,grazie”

Dal si stacca dalla presa forte di Dean e cerca di andare incontro alla ragazzina. Barcolla pericolosamente, me resta in piedi.

-Non è stato un gran volo- si scusa -Stai bene, Marika?-

-S...sì- risponde la ragazza. Con tutto quello che sta succedendo, il volo è l'ultimo dei suoi problemi al momento, ma apprezza la preoccupazione dell'angelo. Avverte sulla sua nuca lo sguardo non proprio amichevole del ragazzo che fino a poco prima aveva tenuto in piedi Dalamar.

L'unica donna del gruppo, a parte lei, le si avvicina e le tende la mano.

-Ciao Marika, io sono Paige- Marika le stringe la mano. Il ragazzo che sorregge Castiel, che ancora non si è proprio ripreso dalla crisi, le fa un cenno con il capo

-Io sono Sam! Ciao-

La ragazza non può fare a meno di sorridere, poi torna seria, si volta verso l'unico di cui ancora non conosce il nome. La fissa con i suoi occhi intensi; lei ricambia lo sguardo

-Che c'è?- chiede infine, decisa, tanto da far arrossire quel ragazzone con la faccia da duro. -Niente..- risponde questi infine -Io sono Dean!-

-Ciao-, poi lo sguardo di Marika si posa di nuova su Dalamar, tutto tremante e bianco come un lenzuolo. -Stai bene?- gli chiede, ma a risponderle è Dean, con un sorrisino di scherno sul volto

-Sì, sta bene. È solo una mezza sega-

-Andiamo dentro... -interviene Paige -Cass e Dalamar hanno bisogno di riposare-

Dean annuisce e passa un bracco attorno alle spalle di Dalamar, aiutandolo a entrare in casa. Il colore comincia a tornare sul suo volto, ma il tremore è ancora ben visibile. Come sono dentro, Dalamar afferra una bottiglia d'acqua e si siede su una sedia, la beve tutta in un sorso.

Sam nel frattempo ha fatto sedere Castiel sul divano. Dalamar la rassicura con uno sguardo, così la ragazza si rivolge al più anziano dei due angeli.

-Castiel? Va meglio?- gli chiede. Cass comincia a tremare, all'improvviso, tanto forte che a stento riesce a parlare.

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** The Truth ***


THE TRUTH

-Ho sete..- balbetta -Datemi...-

E poi tutto accade molto velocemente. Sam la afferra per una spalla e la butta indietro, vicino a Paige, quasi all'entrata della cucina.

-Cass. No. Resisti- cerca di dire Dean in tono rassicurante mentre disegna velocemente uno strano disegno racchiuso in un cerchio, tutto intorno al divano dove Castiel è seduto. La ragazzina osserva tutto, curiosa.

-Non preoccuparti. E' tutto ok- la rassicura Sam. Marika non è stupida. Comincia a pensare che la claustrofobia non sia il vero problema di Cass, ma ci passa sopra. Era ovvio che Dalamar volesse proteggerlo. Tuttavia non può non dubitare delle parole di Sam

-Tutto ok?- chiede dubbiosa, poi indica il disegno di Dean -Che cos'è?- Sam per la prima volta la guarda, e si rende conto che forse è una novellina.

-Ma tu cosa sai...sì insomma...di angeli e demoni?- le chiede.

Già che cosa sa? Che esistono, fondamentalmente. Che prendono in prestito i corpi degli umani per poter interagire sulla terra. Niente in sostanza. E lo bisbiglia, timida, rivolta al ragazzo.

Castiel attira di nuovo la loro attenzione. Sembra furioso, spaventato e disperato allo stesso tempo.si alza in piedi, e cerca di uscire dal sigillo, ma viene respinto sul sofà, come se si fosse lanciato contro una solida parete di cemento armato, però invisibile. La ragazza guarda di nuovo Sam

-Lo ha intrappolato?- chiede confusa

-Sì...lo ha fatto per il suo bene- ma l'urlo di Cass li riporta al presente.

-Lasciatemi uscire!!!- e la sua disperazione è tale che spaventa Marika, e non solo. Dalamar decide in quel momento che non ne può più. Entra nel cerchio, ben sapendo che una volta dentro sarà in trappola esattamente quanto suo fratello.

-Cass...ehi Cass- dice dolcemente, ma se è possibile questo fomenta la rabbia dell'altro

-Dalamar!!! Fammi uscire!!- grida, ma non è meno energica la risposta

-NO-

Castiel lancia un ultimo grido, quasi animalesco, e sfoga la sua ira sulla prima cosa, o meglio persona, che gli capita a tiro. Ancora debole, e preso alla sprovvista, Dalamar non riesce a parare i primi colpi, che arrivano forti e diretti. Solo dopo qualche minuto, durante i quali ne prende di cotte e di crude, comincia a dare segni di resistenza. Comincia a cercare di difendersi come può, ma la furia di Castiel è incontenibile. E finalmente la ragazza capisce. Il suo pensiero va subito a Kevin, intrappolato insieme a Dalamar in quel cerchio. Come in passato, sebbene l'angelo in confronto a quello che gli faceva suo padre, lo sta coccolando amorevolmente. Fa un passo avanti, vorrebbe aiutare l'amico, più che l'angelo che ospita, ma Sam e Paige la trattengono.

L'angoscia comincia a entrare dentro di lei.

 

Le botte stanno mandando in panico Kevin, lentamente ma inesorabilmente. Dalamar sente chiaramente la sofferenza e la paura del ragazzo. Non può intervenire sulle sue emozioni, e allora fa l'unica cosa che può fare: si fa carico di tutto il dolore fisico. Urla di dolore mentre comincia a sentire gli effetti delle azioni di Castiel.

“Kevin, ti prego. Tieni duro”

“Vaffanculo” Il suo modo di dirgli che può ancora resistere.

“Grazie”

A un tratto si ritrova a terra, imprigionato nel cerchio, ormai troppo debole per tentare di difendersi ulteriormente. Il suo superiore lo prende a calci, facendolo piegare su sé stesso. Il dolore fisico è veramente troppo.

“Dal...lasciami...ci penso io” ansima Kevin e l'angelo non se lo fa dire due volte. Sente tanto male che il solo pensiero di muoversi lo atterrisce. Mantiene la facoltà di parola, lasciando però il resto al ragazzo, che a fatica si sottrae dalle botte di Castiel e si rialza, riuscendo a coglierlo di sorpresa e a bloccargli le braccia, gettandolo sul divano. Mai come ora Angelo e ragazzo devono lavorare insieme, in perfetta sincronia, nonostante Dalamar risenta di ogni movimento dei suoi muscoli, che Kevin muove come se fosse sano.

-Fermo! Stai fermo!- grida Dalamar, la voce ferma e potente, nonostante il dolore fisico. Di nuovo l'angelo cerca di ribellarsi, ma Kevin resiste. Dalamar lo guarda dritto negli occhi. Sa che farà soffrire Kevin, ma forse è l'unica possibilità che gli rimane.

-Pensa a Kevin, Cass...- ansima -Vuoi che tuo figlio un giorno sia costretto a prendere psicofarmaci per dormire e compri un coltello per ucciderti?!?!-

 

Marika non sa come sia possibile, ma quelle poche parole, decise quanto disperate, sembrano avere molto più effetto del sigillo enochiano. Castiel si ferma di colmo, smettendo di lottare per dal libero sfogo a un pianto disperato

-No!! No!- grida tra le lacrime. Ora il suo terrore è quasi percepibile -Non voglio!!! Non voglio!!-

Dalamar lo abbraccia stretto.

-Allora resisti Cass...- il tono deciso, ma allo stesso tempo dolce e rassicurante. -Resisti Capitano-

e il più anziano stringe il più giovane, quasi si appende a lui, spinto dalla disperazione. È un abbraccio che Marika conosce molto bene. Kevin la stringeva così ogni volta che correva da lei, ferito e spaventato.

-Sì!!- Esclama tra le lacrime, il tono deciso.

 

Dalamar lascia un po' di spazio a Kevin, se lo merita, e forse è quello che meglio lo può convincere. Castiel nota immediatamente la differenza, senza che il ragazzo dica nulla per sottolineare che ora non è più Dalamar a parlare.

-Non arrenderti Castiel, non ti arrendere- lo sprona e Castiel annuisce, deciso

-Non lo faro'....Ce l'ha faro'..lo devo fare per Paige..per Misha...-

La crisi è passata. Dalamar riprende il controllo del corpo di Kevin. Lascia le braccia di Castiel, smettendo di imprigionarlo. Si siede accanto a lui, sul divano. Guarda Marika negli occhi, e sa che la ragazza ha capito. Ma non c'è rimprovero negli occhi della ragazza. Probabilmente, nonostante la sua giovane età, ha capito il desidero di proteggere suo fratello. Tuttavia, sa che le deve delle scuse. E ormai nascondere la verità è inutile.

-Scusa se ti ho mentito sulla claustrofobia...- mormora continuando a guardarla. Di sottofondo si sente Cass che ripete a sé stesso che deve farcela. La ragazza non parla -Come hai potuto sentire...il vero problema di Cass è lo stesso del padre di Kevin...- si ferma, esita, poi riprende -Ma ne sta uscendo-

La ragazza annuisce, comprensiva, e Dalamar torna a rivolgersi all'amico

-Cass, come va?- ma l'angelo è ormai addormentato profondamente sul divano. Il ragazzo finalmente si rilassa, tirando un sospirone di sollievo. Guarda Dean.

-Dean, fammi uscire da qui-

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** It's Ok, Cass ***



IT'S OK, CASS.

Il ragazzo si alza e interrompe il sigillo in un punto solo, spezzandolo. L'angelo esce dal cerchio, zoppica vistosamente e barcolla, il viso è una maschera di sangue. Ce l'ha perfino sugli occhi e a stento vede dove va. Sente Marika prenderlo per un braccio, delicatamente per non fargli male, e aiutarlo a sedersi. Molto delicatamente, la ragazza comincia a pulirgli le ferite.

Dean non perde, naturalmente, l'occasione di prenderlo in giro

-Sei la solita mezza sega, Dalamar!-

-Dean smettila!- lo riprende il fratello

-No, gli devo parecchi scherzi a questa mezza sega- e Sam sorride al ricordo degli scherzi fatti da Dalamar quando era fuori dal suo tramite e invisibile. Per tutta risposta, l'angelo esibisce il suo miglior faccina da finto innocente.

-Non fare l'innocente, ora!-

-Permaloso-

-Mezza sega!-

“Ci risiamo?” si informa Kevin, ormai ha rinunciato a trattenere il suo ospite.

Marika smette per un attimo di medicare Dalamar, guarda Paige e Sam

-Questi due sono sempre così?- Ma lo sguardo esasperato di Sam è molto più esaustivo delle sue parole

-Ehm...da quando si sono conosciuti si comportano così-

Alza lo sguardo al cielo, in fondo divertita, poi riprende a medicare Dalamar.

-Ahio!- si lamenta quando per sbaglio preme un po' troppo forte su una delle ferite. È dispiaciuta, ma non può trattenersi. Si finge sorpresa

-Su Dalamar non mi dire che ti ho fatto male?- e Dean riattacca con la sua cantilena.

-Mezza sega mezza sega mezza sega!- l'angelo lo ignora, mentre risponde alla ragazza

-Solo un po'-

-Basta Dean..non gridare..così svegli Cass- lo riprende il fratello e il maggiore abbassa immediatamente il tono di voce, ma non si ferma.

-Mezza sega- e Dalamar sbuffa. Marika gli sorride, mentre ripone il kit di pronto soccorso

-Ho finito- annuncia. L'angelo ricambia il sorriso.

-Grazie- e la ragazza arrossisce.

Paige si siede accanto a Castiel, cominciando ad accarezzargli dolcemente i capelli. Non li conosce, ma è evidente che lei lo ama con tutta sé stessa. Come è altrettanto evidente la sua preoccupazione.

-Stai bene Paige?- le chiede

-Sì... sì sono preoccupata per lui..spero che riesca guarire- dice triste. Marika non può fare a meno di sorriderle

-Vedrai che ce la farà...è forte e ci siete voi con lui- la rassicura convinta, strappando un sorriso alla giovane. In quel momento l'angelo si sveglia,

-Paige- sussurra prendendole la mano. La ragazza sorride.

Marika porta tutti fuori dalla casa, per lasciare loro un po' di spazio.

-Come ti senti? Va meglio ora?-

-Sì...ora...- balbetta -Ora va meglio-

Paige gli sorride, quel sorriso dolce che lui ama tanto. Non può fare a meno di ricambiare, ma la serietà torna presto sul suo viso. Come al solito non ricorda nulla della crisi, questo lo fa sentire sollevato e terrorizzato allo stesso tempo. Deve chiederlo, anche se teme la risposta.

-Ho...fatto del male a qualcuno?-

-No..Dalamar è riuscito a calmarti..è davvero un amico- e flash della mezz'ora precedente si affacciano alla memoria di Castiel, che ricorda distintamente di aver picchiato selvaggiamente il suo fratellino. Si rattrista, sentendosi come il padre di Kevin, e soffrendo anche per aver fatto del male non solo a Dalamar, ma anche al ragazzino.

-Sì...però l'ho picchiato prima che ci riuscisse- mormora, una lacrima solitaria gli scende sulla guancia. La ragazza la raccoglie con un dito.

-Non volevi..l'hai picchiato perchè eri disperato.....e questo lui lo sa- ma la tristezza non svanisce dallo sguardo dell'angelo -Non essere triste, per favore...- lo implora -riuscirai a uscirne-

-Sta bene?- chiede preoccupato

-Sì, sì sta bene- lo rassicura. Finalmente Castiel si rilassa, sospira di sollievo e la abbraccia

-Tu stai bene?- le chiede e lei annuisce, ricambiando. Lui assapora il profumo dei suoi capelli, sente di amarla più che mai. La stringe più forte ancora. La ragazza solleva il viso dalla sua spalla e lo bacia con passione, passione a cui lui si abbandona completamente, lasciando che lo rassicuri.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Let's Know Eachother ***


LET'S KNOW EACHOTHER

Fuori sono tutti in silenzio. Dean fissa la porta di casa, e Sam e sua volta guarda il fratello maggiore. Marika si siede per terra, mentre Dalamar prende posto sul dondolo. A interrompere quel silenzio è proprio la ragazza.
-Ehm...ragazzi...mi...fareste un riassunto delle puntate precedenti?-
Dean smette di guardare la porta, la guarda
-Vuoi sapere che cosa sta succedendo?-
-Be prima Kevin...ora Dalamar...mi avete tirato dentro questo casino...almeno sapere chi sono i cattivi non mi farebbe schifo saperlo-
Dean sorride e prende un bel respiro. Che strano carattere quella ragazzina!
Con l'aiuto di Sam e Dalamar le racconta tutto dal principio, aggiungendo qua e là trucchi o tecniche per eliminare i demoni o i fantasmi. Si fa davvero attenta quando cominciano a raccontarle di angeli, demoni e dell'apocalisse. Dalamar fa la sua parte, ma Marika non può non notare che il pensiero di casa un po' lo rattrista, pur percependo che non è pentito della scelta pericolosa che ha fatto.
-E questo è tutto- conclude dopo ore l'angelo, sembra dispiaciuto -Ora ci sei dentro anche tu..mi dispiace-
-Pazienza...forse era così che dovevano andare le cose- fa una pausa, sorride. Lo guarda con espressione furbetta -Mezza sega, mi insegni qualche trucco o dovrò dipendere da voi ogni volta che rischio la pelle?-
-Mi chiamo Dalamar!- ribatte subito lui, facendola ridere
-Scusa- dice mentre si calma
-Vediamo che sai fare, mezza sega- lo sfida subito Dean
-Lo vedrai- promette l'angelo
Marika e Sam si guardano, le espressioni esasperate. I due hanno cominciato con un altro dei loro soliti battibecchi scherzosi. Il più giovane dei Winchester si abbassa e le sussurra in un orecchio
-Intanto che questi due sono intenti a litigare, vieni con me, ti insegno a sparare-
-Ok- poi guarda i due -MA LA FINITE?!-
-No!!-rispondono insieme
-Almeno su una cosa sono d'accordo...- è il commento della ragazza, prima di aggiungere -E comunque...siete due mezze seghe-
Ed ecco che finalmente i due tacciono, guardandola per un attimo come storditi, mentre lei sorride con finta innocenza dipinta sul visto. È una breve pausa, dopo la quale i due cominciano di nuovo con i loro litigi.
-Su Marika andiamo- le dice Sam guidandola sul retro della casa.
Le mette in mano una pistola, una beretta 9mm semiautomatica. Le spiega brevemente, ma in modo completo come usarla, come ricaricarla e come smontarla e rimontarla in caso di necessità. Monta un silenziatore, per non allarmare tutto il vicinato, e posa dei barattoli di latta sulla staccionata. -Il silenziatore devia di un paio di millimetri la traiettoria- la avverte -tienilo in mente per adesso mentre punti, d'accordo?-
-Sissignore- Marika ora fa sul serio. Sa già come impugnare l'arma, ogni tanto ha provato a sparare con delle armi ad aria compressa per divertimento. Certo, questa pesa molto di più, ma sente che dovrà farci l'abitudine. Tenendo a mente i preziosi consigli del più giovane dei Winchester, la ragazza si concentra sul barattolo, lasciando che il suo corpo faccia il resto.
-Bene così. Ora spostati in basso di un paio di millimetri, ricordi?-
Marika obbedisce e fa fuoco. Il rinculo la stordisce per un attimo. Non se lo aspettava così differente dalle armi ad aria compressa. Lo tiene a mente per i prossimi colpi -Ehi bella mira!- si complimenta Sam. Posa un altro barattolo accanto al primo, rimettendo il precedente in posizione -Ora prova, due in fila, nel minor tempo possibile-
La ragazza obbedisce. Questa volta ci mette qualche tentativo in più prima di centrare l'obbiettivo, ma tutto sommato non è male per una principiante.
Gli esercizi si susseguono per un po', con diversa complessità, fino a svuotare due caricatori, per un totale di trenta colpi sparati. - Direi basta per oggi, o finirai per battere Dean...allora si che si accorgerà di essere una mezza sega- la ferma alla fine Sam. Marika fa per restituire l'arma, ma lui scuote la testa, consegnandole un caricatore nuovo. -Ricaricala e tienila con te, almeno quando potresti essere in pericolo-
-Sissignore- risponde con un sorriso mentre tornano davanti insieme.
La situazione non è cambiata di una virgola. Marika e Sam si scambiano uno sguardo, prima di tentare di separarli -Basta adesso. Fate i bravi bambini- esclama mentre cerca di dividere i due litiganti. Nella foga però un gomito di Dean la colpisce in pieno visto, facendole perdere l'equilibrio. Marika si ritrova a terra, con il naso sanguinante
-AHIO!- protesta mentre i due si bloccano immediatamente.
-Dean!- lo riprende severo suo fratello, mentre l'angelo si china sulla ragazza per aiutarla
-Mari? Stai bene?- le chiede passandole un fazzoletto, con il quale si tampona il sangue.
-Grazie- poi li guarda, e, incredibilmente, sorride -l'ho detto, siete due mezze seghe- e Sam annuisce, pienamente d'accordo con lei. Dalamar è mortificato
-Scusaci, fa tanto male?- le chiede seriamente preoccupato
-No, per fortuna no- lo tranquillizza lei.
“Non preoccuparti...è forte...appena le passa vi prenderà a calci nel didietro” lo rassicura la voce di Kevin nella sua testa. Dalamar non può fare a meno di sorridere, guardando quella ragazzina all'apparenza tanto fragile
-Che c'è da sorridere?- chiede la ragazza. Naturalmente, ora solo Dalamar può sentire il ragazzo
-Kevin ha detto che sei forte,e dopo ci darai una bella lezione...ehhehe voglio proprio vedere- e questa volta non trattiene una risata. Lei sorride di rimando, una strana espressione sul viso
-Prova un po' a chiedergli quante volte le ha prese da me- gli risponde, un po' provocatoria.
-Le..le ha prese da te?- le parole di Marika lo hanno lasciato di stucco “Le hai prese da lei?!” chiede direttamente al suo tramite.
“Ehm...sì... è capitato...” risponde quest'ultimo un po' imbarazzato “Se c'è una cosa che non dovrete insegnarle, è usare coltelli e combattere” spiega poi, sorprendendolo, se possibile, ancora di più
“Con quelli diventa pericolosa?” non può fare a meno di chiedere
“Diciamo che sa come usarli”
Probabilmente lo stupore dell'angelo è scolpito nel suo visto chiaro come un cartello pubblicitario al neon, perchè Dean prende la parola
-Mezza sega ci aggiorni su quello che Kevin ti sta dicendo?-
-Sta dicendo che Marika...e una che sa difendersi- risponde Dalamar. Il maggiore dei fratelli non trattiene una risata di scherno
-Lo vedremo-
-Sì, lo vedrai!- è la replica decisa di lei -ora ho bisogno di fermare il sangue, però-
Dalamar si china di nuovo su di lei. Non ha più i suoi poteri di guarigione, ma proprio per questo nel frattempo ha imparato qualche tecnica base di pronto soccorso, in caso di emergenza.
-Ti farà un po' male, ma tu resisti ok?- la avverte mentre le preme forte con due dita la base del setto nasale. La ragazza strizza gli occhi e geme di dolore, ma non si muove, né si sottrae alle cure -lo so, fa male, ma è efficace- la rassicura mentre preme ancora più forte. Il sangue finalmente si ferma. Con cautela, le toglie la mano dal naso, assicurandosi che l'emorragia si sia arrestata davvero. -Grazie...Dalamar-
-Stai bene?- le chiede aiutandola a rialzarsi
-Ora sì ,grazie-
-Ragazzi entriamo?- chiede Sam -comincia far freddo-
-sì entriamo..non possiamo dormire qua fuori- accorda Dean rabbrividendo, un gesto che non sfugge a Marika
-Povero piccolo...- Lo canzona -hai paura di ammalarti?-
-Ah ah ah!no!- ribatte il ragazzo, ironico -Io ho la pelle dura! Lo dico per te..sei una ragazzina-
-Sì, Sì certo...- il tono di lei è tutto fuorchè convinto
-Dean, Marika non litigate!- li chiama all'ordine Sam, ma è tutto inutile. Dean le dice qualcosa all'orecchio, cui lei risponde con una gomitata nelle costole, non sufficiente a fargli del male, ma abbastanza per farlo alterare
-Ehi!! Sei impazzita, ragazzina?!- le grida dietro indignato.
-Che c'è? ti ho fatto male forse?- e la provocazione che ottiene di rimando.
Per tutta risposta Dean cerca di ricambiare lo sgarbo, ma Marika è veloce e lo blocca in tempo prima che lui riesca a colpirla. È l'inizio di un combattimento, a metà tra una lotta seria e lo scherzo.
Le grida e i rumori attirano fuori di casa perfino Castiel e Paige, che si trovano di fronte a uno spettacolo a di poco insolito.
-Che cosa succede?- chiede Castiel, rivolto sia a Dalamar che a Sam-
-Non lo so...ma spero che mio fratello le prenda-
-Da chi le deve prendere?-
-Da Marika, se continua così- è la semplice risposta accompagnata da un cenno del capo a indicare i due giovani intenti a combattere.
Dean cerca di buttarla a terra, ma di nuovo, Marika schiva la proiezione dell'uomo e velocemente tramuta la sua fuga in una nuova proiezione che manda il Winchester a terra. Dean riesce a tirarla a terra con lui, ma nella caduta riceve un calcio in pieno stomaco
“Dalamar, fa qualcosa!” urla Kevin nella testa dell'angelo
“Che cosa?!” risponde tra l'ironico e il preoccupato
“Non lo so! Ma fa qualcosa!"
Ma prima che Dalamar possa pensarci su seriamente, Castiel interviene
-Basta!!! La volete smettere di litigare?!?- urla deciso
La ragazza si toglie svelta dalla traiettoria di un calcio di Dean e gli blocca le braccia dietro la schiena in una morsa ferrea. Nonostante i suoi tentativi, il ragazzo proprio non riesce e liberarsi, e alla fine smette di dimenarsi, arrendendosi.
-Ora abbiamo finito- risponde tranquilla, poi lo lascia andare -Non mi sottovalutare- lo avvisa...poi sorride -Bella sfida comunque-
-Sì certo- risponde arrabbiato per essersi fatto mettere nel sacco da una mocciosa -La prossima volta...vincero' io-
La ragazza non gli risponde e rientra in casa con Dalamar, seguiti da Paige e Castiel. Per ultimi i due fratelli.
Il minore degli angeli va in cucina e prende del ghiaccio, che posa delicatamente sul viso di Marika, dopo averla fatta sedere
-Avrai anche smesso di sanguinare ma se non metti il ghiaccio domani ti troverai con la faccia gonfia- le dice dolcemente
-Grazie Dalamar-
-Marika, che cosa e'successo?- le chiede Paige preoccupata notando solo ora le ferite al volto
-Niente, non preoccuparti...stavamo solo giocando, e mi hanno colpita per sbaglio-
-Ti ha colpita per sbaglio?- poi passa a guardare Dean con uno sguardo di rimprovero. Marika non sa perchè, ma sente di doverlo difendere. In fondo è vero. Non è stato un gesto intenzionale
-Non l'ha fatto apposta-
-Se lo dici tu- il tono di Paige non è esattamente quello di una persona convinta, mentre Castiel lancia un rimprovero aspro al ragazzo. La prossima volta dovrà prestare più attenzione a quello che fa. La ragazza-angelo nel frattempo butta un'occhio distrattamente all'orologio, quando si accorge che ridendo e scherzando è arrivata la mezzanotte. Sussulta e cerca di mandare tutti a letto, anche perchè gli animi si stanno decisamente scaldando.
Dean e Castiel sembrano sull'orlo di una lite, mentre Sam è semplicemente troppo stanco per cercare anche solo di dividerli.
I due stanno litigando a proposito dell'essere normali e del bisogno di sonno degli uomini, cosa assolutamente estranea alla maggior parte degli angeli, almeno a quelli che non si sono ribellati e di conseguenza godono ancora dei loro pieni poteri.
Marika comincia a sentire la stanchezza. Involontariamente si appoggia col capo alla spalla del giovane angelo, che sente una sensazione di piacevole calore che non ha mai sentito prima. Tutto questo lo spaventa. Che gli sta succedendo?
-Marika?- la richiama dolcemente e lei si rialza
-Scusa...ho solo...un po' sonno- si giustifica
Paige decide che è decisamente ora di andare a letto. Si alza e si avvicina alla ragazza.
-Vieni con me...ti preparo il letto...-
-Non disturbarti...- risponde Marika -va bene anche il divano...tranquilla-
-Non vuoi dormire dentro un bel letto caldo? Il divano e scomodo..su vieni non mi disturbi per niente-
-Se insisti...ma io dormo su qualunque cosa, sappilo...anche un pavimento se serve-
-Anche dentro una cuccia?- la provoca subito Dean ridendo
-Quello lo proverò solo dopo che avrò visto te dormirci dentro.- è la pronta risposta, completata da -Ah no scusa...lo fai già ogni volta che dormi in auto -
Sam e Castiel non possono fare a meno di scambiarsi uno sguardo preoccupato. Insultare l'Impala di fronte a Dean potrebbe diventare decisamente pericoloso.
Infatti il maggiore dei fratelli Winchester si alza arrabbiato, pronto a colpire la ragazza, ma Dalamar si mette di fronte a lei per difenderla, parando il colpo col braccio
-Ora basta. Stai esagerando- lo avverte serio, la grazia percepibile dietro gli occhi di Kevin.
Paige ne approfitta per prendere la ragazza per mano.
-Andiamo- le dice guidandola di sopra.
La stanza è molto grande, anche troppo per la ragazza. Insieme, le due preparano il letto. -Se hai bisogno di qualcosa chiamami ok?- si raccomanda Paige
-Vorrei parlare con Dean...- chiede timida -Ne ho abbastanza di litigare-
-Ok...gli dico di venire?- risponde l'altra -Cosi parlate da soli senza qualcuno intorno-
-Grazie, di tutto- Marika fa un sorriso mentre l'altra scende.
Si stende sul letto, esausta e un po' confusa dagli ultimi eventi, nonché da una strana sensazione che ha riguardo a Dalamar. Dovrebbe essere infuriata con lui, le ha portato via Kevin, e ora lo usa come tramite, facendogli correre chissà quali pericoli. E invece, si sente quasi attratta da lui. Che casino!
Il corso dei suoi pensieri viene interrotto da Dean, che entra di soppiatto
-Paige mi ha detto che mi volevi parlare- chiede a bassa voce
Marika alza lo sguardo verso di lui e si mette seduta.
-Sì...forse...- comincia, poi esita, tentando un sorriso -Forse abbiamo cominciato con li piede sbagliato...o forse col piede fin troppo giusto...-
-Mi sa con tutte due- risponde Dean ironico
-Che ne dici di fare una tregua? Basta litigare-
-Ehm...ok va bene- accetta il ragazzo sedendosi accanto a lei
-Tanto vinco sempre io- lo provoca ridendo mostrandogli la lingua
-Vedremo- le risponde ridendo, scompigliandole i capelli
Castiel entra in quel momento, cercando nell'armadio le cose per farsi la doccia e cambiarsi.
-Scusami. Ti sto rubando il letto- si scusa la ragazza
-Nessun problema- la rassicura l'angelo di rimando -Va bene così, non preoccuparti. Vado a farmi la doccia. Notte-
-Notte- rispondono i due all'unisono. Castiel fa per uscire, poi si ferma e guarda Dean
-Ora mi sento bene-
-Ok Cass-
L'angelo sorride, poi esce. Marika guarda Dean
-E' buffo Castiel...- commenta, poi completa, vedendo l'amico rabbuiarsi -Il suo modo di fare...sembra...non lo so...innocente...come un bambino. È una cosa strana in un adulto-
Dean non risponde subito, sembra quasi soppesare le parole della ragazza
-Sì- risponde infine -lo è... e adesso anche di più-
-Che vuoi dire?-
-Voglio dire- replica l'altro -Che adesso ha bisogno di aiuto... potrebbe avere un'altra ricaduta-
Marika annuisce, sa bene cosa significhi avere un alcolizzato in casa, o meglio, un vicino di casa alcolizzato.
-Lo so bene...conosco la situazione...e per fortuna Cass è innocuo-
Innocuo? Per un attimo il maggiore dei Winchester si chiede se Marika non sia impazzita. E pure la visto anche lei picchiare selvaggiamente Dalamar. Lei sembra capire la sua confusione. -Il padre di Kevin...- chiarisce -Nemmeno voi tutti assieme l'avreste trattenuto...Dalamar non ne sarebbe mai uscito vivo-
Dean si rattrista. Non riesce nemmeno a immaginare come possa essere stata la vita di Kevin
-Mi dispiace...per lui- mormora
-Già...ne ha passate tante...non lo biasimo se pur di andarsene ha accettato di dividere il suo corpo con un angelo e buttarsi in questa assurda faccenda dell'apocalisse- risponde Marika

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** I Miss Him ***



I MISS HIM

Finita la doccia, Castiel si guarda allo specchio. Vede degli occhi sconvolti, tristi e stanchi allo stesso tempo. Finisce di vestirsi, poi entra nella cameretta del piccolo Misha, vuota da molto tempo ormai. Lui e Paige avevano deciso di allontanarlo da loro quando le cose intorno si erano fatte pericolose, ma da quando aveva cominciato a bere, la ragazza gli aveva proibito di vederlo. Per proteggerlo. Non le dava torto. Si siede accanto al lettino, con le lenzuola pulite e in ordine. È pensieroso.

Sobbalza quando sente bussare. Alza lo sguardo. Dalamar è appoggiato allo stipite della porta.

-Dalamar... -sussurra sorpreso -Sei venuto...a controllarmi?-

-Non mi serve controllarti...- risponde il fratellino

Castiel si volta, prende una foto di Misha dal comodino, la guarda intensamente

-Mi manca tanto- dice piano rivolto più a sé stesso che al compagno. Dalamar non ce la fa a vederlo in quello stato. Istintivamente fa un passo nella stanza, avvicinandosi al fratello.

-Ehi, perchè non voliamo da lui? Solo per qualche minuto- gli propone, serio.

Il volto del suo superiore si illumina, mentre sorride

-Sì, magari-

-Dai andiamo. Gli dai il bacio della buonanotte e torniamo qui-

Castiel dimentica il divieto di Paige. Da solo non ci sarebbe mai andato, ma con Dalamar le cose sono diverse. Dal non permetterà mai che gli faccia del male.

-Sì dai andiamo!- dice con rinnovato entusiasmo e il suo subordinato si avvicina a lui.

Gli posa due dita sulla fronte e lo porta con sé a casa dei genitori di Paige, proprio accanto alla culla dove dorme il piccolo.

Dalamar si avvicina piano al lettino. Resta senza fiato

-E' bellissimo Cass...-

-Sì... è bellissimo- Castiel ora sembra solo un padre, si china sul piccolo e lo bacia sulla fronte.
Misha sente la loro presenza, e apre gli occhi, rivelando due iridi blu zaffiro identiche a quelle del padre.

-Ha i tuoi occhi- non può fare a meno di sussurrare Dalamar, mentre Cass prende in braccio il suo piccolo, cullandolo dolcemente. Solo in quel momento il più giovane realizza una cosa che, guardando Castiel negli occhi, capisce che l'altro ha già capito tempo prima.

-Cass...- comincia esitando -Noi siamo fratelli quindi...in un certo senso...lui...è...mio nipote?-

-Sì, Dala- gli risponde con dolcezza mentre cerca di farlo riaddormentare. Dalamar sorride e accarezza delicatamente la guancia del piccolo, che lo guarda e sorride

-Ciao piccolo- sussurra.
Castiel comincia a cantare una ninna nanna in enochiano

-Dormi piccolino..sogni d'oro...piccolino- E il piccolo piano piano chiude gli occhi, lasciandosi cullare dalle braccia e dalla voce del padre. Quando si addormenta, lo rimette di malavoglia nella culla.
Dalamar si odia, mentre costringe Castiel a tornare a casa. Sono via già da un po' e ha paura che a casa si preoccupino per loro. Sono spariti senza dire nulla.

 

Marika si è appena addormentata quando sente la porta aprirsi di scatto, e subito dopo, l'imprecazione ad alta voce di Dean. Si sveglia di soprassalto e cerca a tentoni l'interruttore della luce

-Che succede?-

-Cass e sparito!- esclama l'altro, un po' agitato.

La ragazza scatta in piedi

-Dalamar?-

-Non c'e nemmeno lui, è sparito anche lui, spero che sia insieme a Cass-

La ragazza comincia a preoccuparsi. Non conosce i due angeli da molto, ma sa bene che dentro Dalamar c'è Kevin e questo basta a inquietarla. Non è dal ragazzo sparire nel nulla senza dire niente. Inoltre, alla sua mente torna il fresco ricordo del racconto di poche ore prima.

- Non...non saranno stati...sì insomma...Michael? Gli angeli?- chiede un po' esitante. Non sa esattamente come funzionano queste cose

-Spero di no!- il tono del ragazzo è a metà tra la rabbia e la preoccupazione. Lo scambio di battute ha svegliato anche Paige e Sam che entrano spaventati nella stanza.

-Che succede ragazzi? Vi ho sentito urlare-

-Cass...- risponde Dean -E' sparito insieme a Dalamar-

-Cosa?!?- Sam è allibito.

In quel momento però sentono aprirsi la porta, e le voci sussurrate dei due angeli che rientrano con passi felpati. Marika si scambia uno sguardo con il maggiore dei Winchester

-Tu lo tieni, io lo accoppo a quella mezza sega, ok?- e il ragazzo annuisce, serio. Il gruppo scende, e prima che possa anche solo rendersene conto, Dalamar si trova attaccato al muro, tenuto fermo da Marika, che lo guarda furiosa -Si può sapere dove cazzo siete stati?!!?-

-Spero per voi che abbiate avuto dei guai per sparire così- la appoggia Dean serio

-Marika lascialo!- esclama serio Castiel, e la ragazza obbedisce, per rivolgersi a lui.

-Cass dove siete andati?-

-Siamo andati a trovare il mio Misha..mi manca tanto..dovevo vederlo-

A quelle parole la rabbia della ragazza sbolle velocemente quanto era montata in lei. Non può restare arrabbiata di fronte a due occhi tanto intensi quanto tristi. Ad arrabbiarsi sul serio, però sembra essere Dean questa volta

-Ragazzi! non me ne frega dove andate, ma per favore...se ve ne andate ditecelo!!!-

-Va bene..scusa..- mormora Castiel triste, rendendosi conto di quanto il ragazzo si sia preoccupato. Rivolge l'attenzione a Dalamar

-Mezzasega, voglio parlarti. Da solo- Qualcosa dice al più giovane degli angeli che sa che questa volta è il caso di annuire e obbedire senza fare storie.

Segue Dean fuori casa, sul pianerottolo. Per la seconda volta in pochi minuti viene bloccato al muro, ma questa volta avverte una concreta minaccia incombere su di lui.

-Capisco lui – comincia Dean, la voce pericolosamente calma e pacata -sta attraversando un brutto periodo...ma tu, porca vacca!!! Devi tenerlo d'occhio, ma non devi far prendere a noi un infarto!!!!-

-Lo so, Dean..non l'ho lasciato solo!!- cerca di difendersi il ragazzo -Sono andato con lui..aveva voglia di vedere suo figlio!-

L'altro tira dei profondi respiri mentre cerca di calmarsi, lo lascia andare, permettendogli di rilassarsi

-Lo so mezzasega. Lo capisco- risponde in tono civile -Non vi sto proibendo di uscire o altro, ma per favore. Qualcosa ha fatto visita a Kevin nei sogni, e avete mezzo paradiso alle calcagna, per non parlare dell'intero inferno. Ci siamo preoccupati da morire-

-Lo so..Dean..va..bene ..non lo faremo più-

-Almeno avvisate. Potete anche non dire dove andate, ma non sparite più in questo modo. Sono stato chiaro?-

-Sì,Dean!-

Il ragazzo sorride, poi gli da una sberla, non troppo forte, ma abbastanza da sembrare di avvertimento

-Ti serva da lezione mezzasega- lo avverte mentre apre la porta e lo invita a rientrare. Per istinto si porta una mano alla guancia, la sente arrossarsi.

 

-Paige mi manca tanto..dovevo vederlo- sta cercando intanto di spiegare Castiel alla ragazza-angelo. Si aspetta che sia arrabbiata con lui, gli aveva fatto giurare che non l'avrebbe visto finchè non fosse uscito dal tunnel dell'alcol. Con sua sorpresa, la ragazza sorride

-Certo Cass...nessuno te ne fa una colpa,e con te c'era Dala...ci siamo solo preoccupati perchè non avete detto nulla-

-Scusa..non succederà più- promette abbracciandola stretta. La sente ricambiare.

 

I due rientrano, Marika guarda Dalamar

-La prossima volta che sparisci senza avvisare ti faccio nero...- il tono quasi scherzoso.

L'angelo le sorride

-Va bene-

La ragazza ricambia, e in un qualche strano modo, Dalamar si sente molto dispiaciuto di averla fatta preoccupare non solo per Castiel, ma anche per Kevin. Sei un angelo, ricordatelo. Dice a sé stesso

-A letto ora, per stasera ne avete combinate abbastanza- dice risoluta, poi si accorge che Dalamar dormirà sul pavimento. Si sofferma a guardare per un attimo, mentre gli altri salgono a cambiarsi.

-Vai a letto- le dice -anche tu, sarai stanca-

La ragazza annuisce, indifferente. Lei qualche ora per lo meno ha dormito. -Io vado a letto,sono stanco, spero che stanotte Cass non abbia altre crisi-

-D'accordo...- fa per andare, poi esita e si volta -e grazie per prima, quando hai fermato Dean che stava per picchiarmi-

L'angelo si limita a sorriderle. È una fortuna che sia buio, o la ragazza l'avrebbe notato arrossire.

-Ehi- Marika si volta di nuovo -vieni a dormire con me...se ti senti in imbarazzo lascia tutto a Kevin, lui è abituato. Non mi va di farti dormire per terra-

Ora decisamente Dalamar ringrazia il buio

-Ok..- balbetta -meglio...che lascio..a lui- La ragazza gli sorride, e l'angelo cerca di darsi un contegno -Sei un' amica..grazie-

-Figurati, dai vieni-

Lo guida di sopra, e, dopo essersi cambiata si mette a letto, dando le spalle all'angelo per non imbarazzarlo più di quanto lo sia già.

Lo sente mettersi a letto, ma solo distrattamente perchè si sta già addormentando.

Non si accorge che per l'angelo è impossibile chiudere gli occhi, non tanto per imbarazzo, ma perchè Kevin, dopo l'incontro notturno con il finto Zaccaria, ha paura di addormentarsi.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Night ***


http://img228.imageshack.us/img228/706/loosecontrol.jpg>

NIGHT


Castiel è steso a letto, le braccia appoggiate sul cuscino sotto la nuca, guarda il soffitto. È strano, ma per la prima volta da giorni non si sente stanco, e nemmeno sente il desiderio di dormire. Forse il non bere comincia a fare effetto.
Ma come il suo pensiero sfiora anche solo l'argomento alcol, comincia a non sentirsi bene, il desiderio comincia a montare dentro di lui.
D'istinto guarda Paige. La ragazza, dopo tante notti passate in bianco a vegliarlo, ha finalmente ceduto al sonno, e ora dorme profondamente accanto a lui.
Sentendosi impazzire, si mette seduto sul bordo del letto, cercando di resistere. No. Non può stare fermo. Deve muoversi, camminare.

Dalamar ha rinunciato a dormire, ormai. Aspetta che Kevin sia abbastanza esausto da non poter più resistere. A un certo punto sente dei passi in corridoio. Passi leggeri, che riconoscerebbe ovunque. Li sente arrivare davanti alla sua camera. Chiude gli occhi, fingendo di dormire. Sente i passi arrestarsi davanti alla porta aperta della stanza. Cerca di restare calmo e mantenere la finzione
-Sta dormendo- lo sente dire sottovoce, e non capisce se sia dispiaciuto o sollevato dalla cosa.
Come sente che il suo superiore ha sceso le scale, Dalamar si volta e scuote piano Marika fino a svegliarla
-Che co..sa...succede?- chiede lei mezza addormentata, a voce un po' troppo alta. L'angelo le posa piano una mano sulla bocca mentre la fa voltare verso di lui.
-Shh, non gridare. Credo che Cass stia per combinarne una delle sue-
-Cosa? Ora dov'e?- chiede lei sottovoce guardandolo dritto negli occhi.
-Al piano di sotto-
-Andiamo da lui- Marika è pronta a scendere, ma Dalamar la blocca, trattenendola per un braccio
-No.- la ferma -Ho un'altra idea. Se te la senti-
-Sì, me la sento. Che devo fare?-

Castiel è seduto sul divano, le mani strette a pugno sulle gambe. Il desiderio è sempre più forte, ma non vuole cedere, non questa volta.
-Devo resistere- continua a ripetere muovendo solo le labbra mentre si costringe a restare seduto, a non volare in città nel primo negozio di liquori che trova.

-Ascoltami. - sussurra Dalamar in fretta, senza però dimenticare di essere chiaro -se scendo io, capirà che lo sto tenendo d'occhio. Ora tu mantieni quella faccia da rincoglionita che si è appena svegliata che hai addosso ora, e scendi in cucina fingendo di avere sete, giusto per controllare, ok? e fa finta di non notarlo, devi sembrare addormentata o quasi-
-Ok va bene- Marika annuisce, convinta. Fa per andare, ma di nuovo l'angelo la blocca, improvvisamente nervoso
-Ehi, se ti aggredisce, o cerca di farti del male grida, d'accordo?- si raccomanda
-Ok!-
Dalamar finalmente la lascia andare. Si siede sul letto, le orecchie tese a sentire quello che succede, e i muscoli i tensioni
“Sarà stata una buona idea?” chiede Kevin e l'angelo non risponde. Non ne è troppo sicuro.

Marika cerca di stare tranquilla, anche se si sente un po' agitata, nonostante sia rassicurata dal fatto che in ogni caso, Dalamar è pronto a intervenire in sua difesa.
Finge, ma nemmeno troppo (in parte le viene naturale) di essere mezza addormentata.
Sente che Castiel l'ha sentita arrivare ma finge di non accorgersi della sua presenza. Va in cucina e si prende un bicchiere d'acqua. L'improvvisa presenza dell'angelo accanto a lei la fa sussultare, e questa volta senza finzione. Non l'ha proprio sentito.
-Posso averne uno anche io, per favore?- le chiede. La ragazza annuisce, nonostante il colpo che le è appena preso.
-Cass, mi hai spaventata!-
-Scusami, non volevo- si scusa l'angelo.
-Ok...- ora si è calmata. Versa anche a lui dell'acqua- Come mai sei in giro a quest'ora?-
-Non riuscivo a dormire, tu?-
-Mi sono alzata perchè avevo sete-
L'angelo non risponde, prende l'acqua che gli porge la ragazza, ma all'improvviso, la sua mano comincia a tremare.
-Castiel? Che c'e?- gli chiede preoccupata. Ma l'angelo non risponde. Il tremore si estende velocemente a tutto il suo corpo. Il bicchiere cade per terra, infrangendosi in mille pezzi sul pavimento lucido.
-Non...voglio...acqua....- riesce a dire con i denti che battono.
Marika non sa bene come comportarsi, ha anche tanta paura. Certo Dalamar le ha promesso di intervenire, ma che succederebbe se Castiel riuscisse a tapparle la bocca? Non pensarci! Esclamò dentro di sé. Stai calma!
-Devi resistere Cass..per favore.. Cass..- sussurra la ragazza. Lui si aggrappa forte a lei, trascinandola con sé per terra, e solo grazie ai jeans le schegge di vetro non arrivano fino a lei. In ogni caso, non è quello il momento per preoccuparsene.
-Ho...bisogno...di bere-
-Cass lo so..devi resistere...fallo per tuo figlio- Marika si sforza di mantenere la voce calma, mentre guarda l'angelo dritto negli occhi, alla ricerca di quella scintilla di speranza che era solita cercare in Kevin quando lo soccorreva dopo le botte del padre, quando si sentiva senza speranza.
Sente l'angelo stringere la presa su di lei, mentre si sforza intensamente di resistere. Il tremito aumenta, trasferendosi anche alla ragazza tanto è forte. Marika lo abbraccia stretto, accarezzandogli i capelli in un tentativo disperato di tranquillizzarlo, mentre lui trema, immobile. Le sembra quasi di sentire perfino le ali tremare. Dalamar, non sarebbe male se venissi a darmi una mano, pensa.
-Ci sono io con te...- lo rassicura -Non ti lascio da solo-
-Aiutami...ti prego...-
-Ti aiuto, resto con te- la voce di lei si è alzata di un tono, nella speranza che Dalamar la senta e venga a darle una mano. Non si sente minacciata, non pensa che l'angelo le farà del male, ma non sa come comportarsi

I rumori dalla cucina non sono rassicuranti. Ha sentito distintamente il bicchiere cadere a terra, ma su suggerimento di Kevin non si è mosso.
“Se le succede qualcosa ne sei responsabile” per la prima volta, Dalamar sta minacciando seriamente il suo tramite. Non gli era mai capitato prima. Che gli stava succedendo? Perchè si sentiva così protettivo nei confronti di quella ragazzina?
“Dalamar, tengo a lei” risponde Kevin un po' arrabbiato “Non voglio che le accada niente. Solo non credo sia in pericolo”
“Lo spero Kev, lo spero”
In quel momento la voce di Marika si fa più alta. Dalamar non esita un secondo a precipitarsi giù dalle scale.
La ragazza e Castiel sono al centro della sala, l'uno nelle braccia dell'altra. E Cass non sembra star per niente bene. Marika alza gli occhi verso di lui, allo stesso tempo spaventata e sollevata.
-Ehi, che succede?- chiede l'angelo raggiungendoli
-Cass ha una crisi...- ma anche se fosse stata zitta la situazione era evidente. Salta di corsa il divano, atterrando a pochi centimetri dai due.
-Castiel?-
-Io..ho bisogno- Non lo guarda in faccia. Ha il viso nascosto nella spalla di Marika, e anche la voce risulta soffocata dal contatto della bocca con la felpa di lei. Senza dire una parola, Dalamar trasporta tutti nella stanza che divide con Marika
-Mari, chiudi la porta e disegna un sigillo attorno a me e Castiel-
A quelle parole, l'angelo pare risvegliarsi. Spinge via la ragazza e cerca di uscire dalla stanza, ma viene prontamente afferrato per un braccio e trattenuto da Dalamar -Marika, sbrigati ti prego!-
Ci mette poco a riprendersi dallo spintone. Velocemente chiude la porta a chiave e facendo appello a quello che le hanno insegnato poche ore prima disegna a memoria un sigillo per terra, attorno ai due angeli. Castiel non vuole arrendersi, e lotta con il fratello, cercando di uscire dal sigillo.
-Marika, stai fuori dal sigillo, ok?- la avverte serio mentre cerca di trattenere il suo ex superiore.-Qualunque cosa succeda stanne fuori-
Lei annuisce e termina finalmente il cerchio. Dalamar lascia Castiel, tanto non può andare oltre quella barriera invisibile quanto potente. Viene respinto un paio di volte -Non puoi uscire e lo sai. smettila. Ti farai solo del male- dice il più giovane in tono calmo. È seduto a terra, pronto a schivare eventuali colpi improvvisi. La batosta del pomeriggio gli è bastata e avanzata. Il più anziano cade all'improvviso in ginocchio, come svuotato da ogni energia. Dalamar si alza il piedi
-Voglio uscire!!- è l'ultima energica protesta, prima che la voce diventi un sussurro-voglio..voglio...-
-No Cass, no- si inginocchia di fronte a lui, gli prende il viso tra le mani e lo guarda dritto negli occhi inviandogli l'immagine di Misha che sorride. Castiel comincia a piangere
-Misha, Misha...mi manca..mi manca..tanto- dice singhiozzando tra le braccia di Dalamar, che, implacabile, gli bombarda la mente di immagini del bimbo.
-Pensa a lui Cass- lo sprona stringendolo forte a sé -pensa a lui-
Castiel ripete il nome del piccolo all'infinito, in un sussurro appena percepibile. Il fratellino non dice niente. Lancia uno sguardo a Marika, seduta per terra a bordo del cerchio. Piano piano i singhiozzi e il tremore si placano, lasciando Castiel esausto e spossato. -Ora basta. Ok?-
-Sì...sì- è la debole risposta dell'angelo, che finalmente lo lascia andare e lo aiuta a rialzarsi in piedi, mentre la ragazza, capito che il pericolo è passato, spezza il sigillo, permettendo loro di uscire.
-Portami a letto..cercherò di dormire- promette l'angelo, ma Dalamar scuote la testa. Non vuole lasciarlo solo e rischiare che faccia del male a Paige. Non se lo perdonerebbe mai.
-Preferirei che restassi qui con noi-
Castiel sembra capire le sue paure. Si limita ad annuire mentre prende una bottiglietta d'acqua dalle mani della ragazza che gliela porge con un sorriso
-Tieni Cass, bevi...ti calmerà un po'-
-Grazie-
-Dai andiamo a letto ora. Ci stringiamo un po'-
Lei e Dalamar si stendono uno accanto all'altra, occupando il meno spazio possibile per far star comodo il loro amico. Tempo pochi minuti e tutti e tre dormono profondamente.

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** You Are An Angel, Dalamar! ***


YOU ARE AN ANGEL, DALAMAR!
Il mattino dopo, Dalamar apre gli occhi, un po' infastidito dalla luce del sole che filtra dalla finestra della stanza. Solo in un secondo momento, recuperate le facoltà mentali necessarie a rispondere alle domande chi sono? Dove sono? Perchè sono? Si accorge che le sue braccia sono avvolte intorno a un corpo che respira regolare contro il suo. Alzando lo sguardo appena, vede Castiel guardare lui e Marika dormire abbracciati.
L'imbarazzo è totale.
Il suo ex superiore però non dice nulla, semplicemente si alza dal letto. Senza preoccuparsi di cambiare posizione, il giovane angelo abbassa di nuovo la testa e riprende a dormire, come se non si fosse mai svegliato.

Gli aveva fatto una strana impressione vedere Dalamar dormire abbracciato a Marika, ma quando gli occhi del ragazzo avevano incrociato i suoi, non aveva trovato nulla di meglio da fare se non alzarsi. Sorride quando vede suo fratello riabbassare la testa e cadere di nuovo in un sonno profondo.
Castiel rimane lì a guardarli per un po', valutando se svegliarli o meno, poi decide che i due si meritano un po' di riposo. Tra una cosa e l'altra hanno passato quasi tutta la notte in bianco, e Dalamar aveva sulle sue spalle anche le notti prima. Resta lì appoggiato alla porta ancora un po', osservandoli. Gli facevano quasi tenerezza. Con un ultimo sorriso esce dalla camera, preoccupandosi di chiudere bene la porta dietro di sé. Se Dean avesse visto quella scena, non avrebbe più smesso di prenderli in giro probabilmente.
Fuori dalla porta vede Dean, che, ancora mezzo addormentato si avvia verso le scale.
-'Giorno Cass-
-Buongiorno Dean-
-La mezza sega e la ragazzina dormono ancora?- chiede indicando la stanza. Castiel annuisce, serio, sperando che il ragazzo non apra la porta per controllare, o peggio ancora, che voglia svegliarli. -ok, dai scendiamo a far colazione- dice invece, e le parole lo colgono così di sorpresa che ci mette qualche secondo prima di rispondere con un semplice
-Sì ok-
Scendono insieme le scale. Come al solito Paige è già in piedi, così come Sam. Sono decisamente i mattinieri della compagnia. La ragazza gli si avvicina preoccupata. Chissà che ha pensato non vedendomi accanto a lei questa mattina, si chiede per la prima volta.
-Stai bene?- Castiel non si stupisce più della sua preoccupazione per lui, ormai ci ha fatto il callo, ma non può fare a meno di abbracciarla, per farle sentire che si, sta bene
-Sto bene- la rassicura in un sussurro delicato.
Paige lo guarda, e gli sorride teneramente, lasciandogli il tempo di perdersi nei suoi occhi
-Hai avuto un'altra crisi?- gli chiede poi, seria
-Sì, ma per fortuna con me c'erano Dalamar e Marika, mi hanno aiutato-
-Mi dispiace non essermi accorta di nulla...- ma Castiel è solo grato che, nonostante tutto, lei sia ancora accanto a lui,
-Non preoccuparti...ora sto bene- la rassicura ancora, ottenendo un abbraccio di quelli che avrebbero tolto il respiro a chiunque. Ricambia, appoggiandole un bacio sulla guancia.
-Piccioncini, venite a mangiare!- a rovinare tutto come al solito ci si mette Dean, subito rimproverato dal fratello minore
-Dean sei sensibile quanto un elefante infuriato-
La frase fa ridere sia Castiel che Paige, raramente Sam se ne esce con queste frasi, e solo in casi estremi.
-Zitto Sammy- ed è impossibile non capire che è un po' risentito. Lascia cadere la questione e guarda la coppia -seriamente venite però o si raffredda tutto-
-Va bene!- rispondono i due andando verso la cucina.

Marika apre gli occhi. La prima sensazione che prova è quella di...protezione. Si sente straordinariamente al sicuro. Ci mette un attimo a capire che si trova tra le braccia di qualcuno. Conosce quelle braccia, ma la forza, la sicurezza che trasmette, non sono di Kevin.
Non le spiace quell'abbraccio. Assolutamente.
Alza lo sguardo, finalmente, e incrocia gli occhi già svegli di Dalamar. La sta guardando, quasi immobile per non disturbarla.
Marika sente uno strano calore salirle sulle guance, in risposta all'improvviso imbarazzo dell'angelo, il cui viso diventa subito rosso. Cerca di sorridere, per evitare di farlo sentire in imbarazzo.
-Buongiorno Mezzasega- dice cercando di stiracchiarsi.
Dalamar si alza, e la libera dall'abbraccio
-Buongiorno Marika- è la risposta appena sussurrata, mentre diventa sempre più rosso. E la ragazza comincia seriamente a preoccuparsi.
-Ehi...stai bene?-

-Ehi stai bene?- No che non sta bene. Per niente. Improvvisamente si rende conto di essere un angelo. Il suo comportamento è deplorevole. Si alza velocemente dal letto, senza il coraggio di guardare la ragazza in faccia.
-Sì, sì- risponde fissandosi i piedi scalzi come se fossero la cosa più interessante del mondo. Forse Marika ha percepito qualcosa. Si mette seduta sul letto e lo guarda
-Ehi...stavi dormendo- lo rassicura -Non hai fatto niente di male, ok?-
Ma le parole in buona fede, se è possibile, lo mettono ancora più in difficoltà. Annuisce, ma non è per niente convinto. Ed è molto, molto nervoso.
Lei non sa più cosa fare. Si aggrappa all'unica speranza che ha
-Kevin ti prego fa qualcosa o ci ritroviamo un angelo al forno per colazione!-
E il suo tramite scoppia a ridere. Solo dopo un po' riesce a calmarsi e a tornare serio.
“Dalamar...” comincia serio “Non è successo niente..ora..calmati”
-Scusa se sono un angelo! Non dovrei...fare certe cose- è talmente agitato che le parole, anziché arrivare soltanto a Kev, sono pronunciate ad alta voce. E se ne rende conto solo quando è la ragazza a rispondergli.
-Che dici?- risponde tra il confuso e il divertito -Tu non hai fatto niente di male,abbiamo solo dormito e basta-
-Dalle retta- la supporta Kevin -Tranquillo. E' tutto ok-
E sotto le parole rassicuranti di entrambi, l'angelo si convince e cerca di calmarsi.

Di sotto, intanto, Dean si sta mangiando tutto ciò che capita sotto il raggio delle sue mani
-Non ho mai mangiato così bene- esclama alla fine, sazio.
Paige arrossisce, lusingata
-Grazie-
Chi non sembra molto a suo agio in questa situazione è Castiel, che mentre mangia, lancia occhiate preoccupate al piano di sopra, un atteggiamento che non passa inosservato agli occhi attenti di Paige
-Che succede Cass?- e, per la seconda volta quel mattino il messaggio gli arriva in ritardo
-Cosa??!- risponde sobbalzando
-Continui a guardare di sopra...che succede?-
-Ehm..no niente- risponde nervoso l'angelo
-Cass?- questa volta è Dean a preoccuparsi (tra una porzione di marmellata e l'altra)
-Non ho niente- ripete Castiel, cercando di nascondere il nervosismo. Ma a Paige non può mentire. La sente prendergli la mano e guardarlo intensamente negli occhi, mentre gli invia un messaggio telepatico
-Castiel, sei agitato che hai?-
-Dalamar e Marika- risponde infine l'angelo -li ho visti dormire abbracciati..non dirlo a Dean per favore-
-E allora? Che c'è di male? Noi abbiamo anche avuto un figlio...comunque non glielo dirò, sta tranquillo- in effetti anche Paige sapeva quanto potesse essere difficile per un angelo affrontare i propri sentimenti, il tormento interiore, la confusione e la paura del peccato. Perfino per un angelo ribelle è difficile accettare certe cose. E con un Dean in giro le cose non sono certo facilitate!
-Che succede?- chiede Dean, che forse ha percepito che qualcosa è passato tra i due.
-Niente che ti riguardi - risponde la ragazza con un sorriso innocente sul viso.
Dean la guarda storto, mentre Cass ne approfitta per cambiare discorso e svignarsela-
-Vado a chiamare Marika e Dalamar- dice sparendo su per le scale.

Nel frattempo Dalamar si è chiuso in bagno, per cambiarsi, lasciare a Marika un po' di privacy mentre si cambia, ma soprattutto per mettere ordine nella sua testa. Che cavolo mi sta succedendo?! Si chiede quasi sull'orlo della disperazione.
“Ehi non ci credo...ti piace Marika!!!” ecco, ci mancava solo Kevin
"No,non mi piace!" cerca di difendersi mentre arrossisce. Ci manca solo questo. Prima la ribellione, ora l'amore per un umana. Abbastanza per condannarlo a morte certa.
“Non puoi ingannarmi Dalamar!”
“Ehm..già è vero... senti i miei pensieri" compresi quelli dei miei dubbi, completa senza parlare.
“Senti, lo so che sei un angelo, ma non c'è niente di male, chiaro?”
Già parla facile lui, mica è lui a rischiare la pelle. E quel che è peggio, anche Marika ne avrebbe pagato le conseguenze di fronte ai suoi superiori. Poi pensa anche a Paige e Castiel. Certo la situazione è diversa, ma forse se lo fa Cass tanto sbagliato poi non è
“Sì hai ragione" dice infine.
“Solo, per favore...se mai succederà qualcosa tra voi due...stordiscimi, non voglio invadere la vostra privacy”
“Va bene” sorride Dalamar “grazie”
“Ora datti un contegno, vestiti ed esci da qui”
Dalamar annuisce al suo riflesso allo specchio e si cambia.

Castiel sale le scale, cercando di calmarsi. Dean non deve sapere niente. Sa bene come deve sentirsi Dalamar in questo momento, combattuto tra l'istinto e gli insegnamenti rigidi del paradiso.
Con circospezione socchiude la porta della stanza, quanto basta per farsi sentire
-Marika, Dalamar? Dormite ancora?-
Marika finisce di vestirsi infilandosi velocemente una felpa. Non che vederla in t-shirt avrebbe sconvolto l'angelo, ma fa freddo.
-No siamo svegli- risponde intanto -Dalamar è in bagno-
-E' pronta la colazione,se non ti sbrighi a scendere Dean mangia tutto... è una spazzatura vivente-
-Arrivo- risponde lei mentre bussa alla porta del bagno -Mezzasega muoviti o Dean si mangia tutto!-
-Sì arrivo-

Dalamar risponde alla chiamata della ragazza con voce ferma, l'imbarazzo ormai passato. La fame comincia a farsi sentire.
“Mi raccomando Dalamar!” si raccomanda Kevin
“Ok! Non preoccuparti!" dice mentre controlla di essere in ordine prima di uscire dal bagno
-Sono pronto, scendiamo- dice a Marika con un sorriso
-Muoviti!! Ho fame! Se Dean si mangia tutto mangio te come colazione!!-
-Che paura!- l'angelo le fa il solletico, facendola ridere sotto lo sguardo attento di Castiel. I due scendono le scale di buon umore.

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** Personal Space ***


PERSONAL SPACE


Castiel entra in bagno. Dopo la notte passata ha decisamente bisogno di una doccia rilassante. Le crisi lo sfiniscono, ogni volta. Però sente sempre di più di poterle controllare. Questa volta ha perfino dominato l'istinto violento che gli era salito quando l'avevano imprigionato. Il suo affetto per Dalamar era stato più forte. Si sentiva decisamente fiero di sé stesso.
Si spoglia ed entra in doccia, lasciando che il getto tiepido lo rilassi.

-Dean!- avverte Marika entrando in cucina insieme a Dalamar -Se hai mangiato tutto sei morto!-
-Non ho mangiato tutto!- è la risposta quasi indignata del maggiore dei Winchester, che provoca una strana occhiata da parte di Sam. In effetti, sul tavolo non è rimasto molto.
-Sarà meglio per te, Winchester- risponde Dalamar mentre Paige si alza a scaldare loro la colazione
-Se no cosa mi fai Mezzasega?- è l'ironica risposta.
-Non provocarmi-
-Ora basta!- impone Paige mettendo in tavola la colazione -Non cominciate di prima mattina. Mangiate finche e calda- aggiunge poi rivolta ai due più giovani. Marika le sorride
-Grazie e scusaci per il ritardo, la prossima volta svegliateci-
-Grazie Paige- aggiunge l'angelo mangiando con appetito. Tra una cosa e l'altra sono due giorni che non mette nulla sotto i denti, e Kevin aveva cominciato a protestare energicamente per la mancanza di cibo.
La ragazza sorride, ma torna seria quando Dean si accorge che Castiel non è sceso con loro. Presi a giocare, i due avevano dato per scontato che fosse dietro di loro.
-Credevo fosse dietro di noi- si giustifica Dalamar, provocando l'ira di Dean
-Credevi?- gli urla contro -Cass non deve mai restare da solo!-
Ma l'angelo non gli lascia nemmeno il tempo di finire la frase. Ignorandolo completamente corre di sopra. Si rilassa quando sente scorrere l'acqua della doccia. Sorride e torna di sotto
-Sta solo facendo una doccia- informa gli altri
-Sei sicuro? Potrebbe essere solo una scusa!- Dean è arrabbiato. Dalamar capisce la sua preoccupazione, ma ora è stufo. Perchè diavolo Dean Winchester deve prendersela con lui?!?
-Ora mi hai rotto!- sbotta esasperato -Se non ti fidi di me alza il culo e vai tu stesso a controllare!-
-Sì è quello che farò!- risponde l'altro alzandosi e salendo le scale-Andrò io a controllare-
Con un sospiro Dalamar si siede e finisce svogliato la sua colazione. Non riesce a capire perchè Dean non si fidi di lui. Certo non sarà il più potente degli angeli, e già una volta ha permesso che Castiel riuscisse a scappare, ma non è così scemo da fare due volte lo stesso errore!
-Scusalo, Dalamar...- mormora Sam guardandolo negli occhi. È davvero dispiaciuto per come suo fratello lo sta trattando
-No problem.. è preoccupato, lo capisco-
-Mi dispiace che se la prenda sempre con te-
Dalamar alza le spalle.

Dean sale di sopra. Sente l'acqua scendere. Bussa alla porta con colpi decisi. Non ottiene risposta.
-CASTIEL!!!- grida con tutto il fiato che ha in gola. Ma di nuovo nessuna reazione.
Castiel è sotto la doccia, completamente rilassato. Ha escluso il resto del mondo, vuole concedersi qualche minuto solo per sé.
A un tratto sente la porta aprirsi di scatto. Torna alla realtà con un grido
-Che cosa succede?- esclama spaventato.
Dean lo guarda per un attimo, prima di distogliere lo sguardo, imbarazzato
-Sono venuto a controllare che stavi facendo- spiega guardando fisso a terra -non rispondevi e mi sono preoccupato-
-Dean!- l'angelo si copre con l'asciugamano più in fretta che può -Ora lo sai! ora puoi uscire per favore?!-
E per fortuna Dean toglie il disturbo più velocemente possibile.

Di sotto Dalamar sente i colpi e le grida, non può fare a meno di ridacchiare, salvo tornare serio a un avvertimento di Sam. Pochi minuti dopo Dean si siede a tavola, in silenzio. A nulla servono le occhiate di Marika e del giovane Winchester. Non può trattenersi
-Allora?- chiede
-Sì... stava facendo la doccia- risponde senza guardarlo.
E stavolta è Sam che non riesce a trattenere le risate. L'occhiata di Dean in risposta è micidiale, di quelle del tipo smettila o ti uccido. Il fratello si sforza e finalmente riesce a calmarsi.
-Scusa..- spiega -Ma sta volta te la sei cercata-

Castiel si riveste in fretta, irritato con Dean per l'interruzione. Decisamente doveva dirgli quattro parole. La sua rabbia sbollisce all'istante però quando si accorge che Paige lo guarda, appoggiata allo stipite della porta.
-Entra Paige- Le dice dolcemente. La ragazza entra e si avvicina a lui
-Stai bene?-
-Sì, sì certo- risponde con un sorriso abbracciandola. Lei ricambia e lo bacia dolcemente, e per Cass non c'è cura migliore che quel gesto. Ricambia dolcemente
-Scendiamo?Ti va?-
-Sì, ok- la lascia andare, ma la prende per mano, lasciandosi guidare dolcemente giù per le scale.
Dalamar e Dean stanno di nuovo litigando, e non per scherzo questa volta.
-Oh..no- geme Paige -Ancora!-
-Ok basta- interviene in quel momento Marika ad alta voce -Dalamar, portami a casa per favore, io devo prendere delle cose e tu è il caso che recuperi la moto- é una scusa che non sta molto in piedi. La moto non è necessaria e Marika ha il cambio per almeno un paio di giorni, ma vuole solo dividerli. Guarda Dalamar con insistenza, finchè il ragazzo non coglie.
-Ok va bene- dice nervoso -Andiamo è meglio-
Mette due dita sulla fronte della ragazze e con un ultimo sguardo arrabbiato verso Dean, trasporta sé stesso e Marika a casa di quest'ultima, proprio accanto a quella di Kevin.

Castiel guarda Dean arrabbiato, più di quanto lo sia mai stato finora
-Dean Winchester non fare mai più una cosa del genere!-
Sam è confuso, guarda prima suo fratello, poi l'angelo.
-Che cosa hai fatto Dean?-
-Lui lo sa che cosa ha fatto- risponde distrattamente Cass tornando a guardare Dean -avrò dei problemi, ma ESIGO di poter avere i miei spazi!!!-
-Ok..scusa..ti chiamavo e tu non mi hai risposto..mi sono preoccupato-
-Mi volevo solo fare una doccia!-
-Ora basta!- Dean interrompe a voce alta quel fiume di parole -Ti ho chiesto scusa!- si alza dal divano e esce di casa sbattendo la porta. Cala il silenzio. Cass ripensa a Dean, a tutto quello che ha fatto per lui. Prende due respiri profondi poi si alza e lo raggiunge.
Lo trova seduto sui gradini, le braccia attorno alle ginocchia
-Dean...- comincia esitando -Io...non chiedo tanto. Solo un po' di fiducia-
Con sua sorpresa, il ragazzo si alza e lo abbraccia
-Va bene-
-Grazie-

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** Fear ***


FEAR
Arrivati a casa di Marika, Dalamar aveva il respiro affannato. Era lieto che per tornare avrebbero usato la moto. Di volare per ora proprio non se ne parlava. Si sentiva stanchissimo e le ali gli dolevano.
Getta uno sguardo distratto alla casa di Kevin. Pessima idea.
Il camion nero dell'uomo era parcheggiato davanti all'abitazione. Angelo o non angelo, Dalamar sente la paura crescere dentro di sé. E non si tratta di Kevin questa volta. Questa volta è lui.
Il ricordo dell'ultima volta che li aveva trovati a gironzolare da quelle parti, il senso di impotenza provato dall'angelo mentre subiva botte e insulti senza poter nemmeno reagire, erano ancora ben impressi nella mente di Dalamar. Senza riuscire a controllarsi, comincia a tremare violentemente, tanto violentemente da non riuscire a stare in piedi
Marika segue il suo sguardo, tutto sommato tranquilla, poi nota lo stato del suo amico. Oh no! Pensa andandogli vicino, allo stesso tempo spaventata e preoccupata.
-Marika...aiutami. Ti prego- geme l'angelo mentre la ragazza si accuccia accanto a lui.
-Sì, sì. Sono qui-
Dalamar alza lo sguardo verso di lei, gli occhi lucidi, prossimi alle lacrime.
-Una volta ha picchiato anche me- le parole escono in fretta, non balbettate o esitanti, ma non per questo meno spaventate. L'angelo sembra sull'orlo di una crisi di panico. -Non sono riuscito a impedirlo-
La ragazza gli mette una mano sulla spalla, cercando di confortarlo e calmarlo, ma quando lo sente tremare sotto la sua mano, non può fare a meno di abbracciarlo forte. Dimentica di prendere i suoi vestiti e le poche cose che si era mentalmente segnata di prendere. La priorità ora è portare via Dalamar e Kevin il prima possibile.
-Andiamo via- gli sussurra, ma con sua sorpresa l'angelo scuote la testa.
-Non...non posso...non posso volare...- dice trattenendo a stento un pianto disperato. Questa non ci voleva. Marika cerca di rimanere calma, ma anche lei comincia a sentire la tensione. Periodicamente il padre di Kevin le capitava in casa, ubriaco perso, chiedendo di suo figlio. La ragazza spera vivamente che non gli venga in mente di farlo oggi, o non saprebbe come aiutarli a uscirne indenni. Dà un'occhiata all'esterno. La moto è riparata. Non c'è pericolo che l'uomo li veda.
-Andiamo via con la moto-
-Sai...sai..guidarla?- chiede Dalamar, lo sguardo all'improvviso illuminato dalla speranza.
-Sì certo- in realtà aveva guidato poche volte e solo moto di piccola cilindrata, non certo una moto potente come quella dell'angelo, ma non le sembra il caso di sottolinearlo con Dalamar in quello stato. Devo stare calma, peso o non peso della moto; cilindrata o non cilindrata.
Dalamar le passa le chiavi della moto, che tintinnano nella sua mano tanto forte è il tremore. L'angelo nonostante si sforzi proprio non riesce a calmarsi, cerca di aggrapparsi a Kevin, ma il ragazzino ha anche più paura di lui.
-G...guida tu...io...non...io...ho troppa...paura- Marika prende le chiavi e lo aiuta ad alzarsi in piedi e camminare fino alla motocicletta. -Portami...via...da qui- mormora, la fronte imperlata di sudore, lo sguardo febbricitante.
-Sì, certo- ansima la ragazza aiutando Dalamar a salire sulla moto. L'angelo si aggrappa forte alla sua vita appena lei si siede al posto di guida. Senza perdere altro tempo Marika accende la moto. Nonostante siano mesi che non guida, il suo istinto lavora per lei, permettendole di partire senza esitazioni.
Solo quando la casa scompare definitivamente dalla loro vista, Dalamar riesce a rilassarsi, e il contrasto è tanto forte da fargli mancare completamente le forze, il suo corpo non gli risponde più.
-Marika...fermati..per favore- ansima mentre lotta per rimanere in sella.
La ragazza lo sente cedere più che il suo appello, e subito accosta la moto.
-Dalamar?!- chiede preoccupata e spaventata allo stesso tempo. Mette il cavalletto e scende dalla moto, aiutando i suoi tentativi resi vani dal panico di togliersi il casco. Glielo sfila dolcemente, attenta a non fargli del male. Il suo viso è bianco come un lenzuolo. Il ragazzo riprende a respirare, mentre finalmente il suo corpo torna a rispondere agli ordini.
-Starò bene...- la rassicura vedendo il suo viso -non preoccuparti. E' stato solo un attimo-
Marika continua a guardarlo, gli asciuga con la manica della felpa il sudore dalla fronte. Il colore finalmente sta tornando sulle sue gote. Tira un sospiro di sollievo. Questa volta l'aveva davvero fatta preoccupare. Il ragazzo si prende ancora qualche minuto prima di parlare di nuovo -Sto bene, ora. Se vuoi possiamo andare-
Marika lo guarda ancora per un attimo, poi gli restituisce il casco e riparte.
Dalamar ora sta bene, la tensione si è sciolta. Si gode il viaggio, ma si rende all'improvviso conto di quanto la ragazza fosse stata sotto pressione a causa sua. Bell'angelo del cavolo che sono.
Immerso nei suoi pensieri e nelle sue insicurezze, non si rende conto che nel frattempo sono arrivati a casa. Scende dalla moto e si toglie il casco
-Scusami Marika- trova il coraggio di dire -Non ti ho nemmeno lasciato il tempo di prendere le tue cose- in risposta ottiene un dolce sorriso, che però non serve a tranquillizzarlo
-Fa niente non preoccuparti-
-Mi dispiace...davvero-
La ragazza si avvicina al suo viso, non tanto da sfiorarlo, ma quanto bassa per farlo sentire...strano. Non a disagio, ma sicuramente una sensazione molto, molto strana.
-Non è colpa tua..- gli sussurra in tono dolce -E' tutta colpa del padre di Kevin-
Dalamar distoglie lo sguardo e annuisce senza trovare il coraggio di parlare. Gli sorride di nuovo-Su entriamo- di nuovo l'angelo fa un cenno affermativo senza parlare.
Come entrano in casa, Dalamar corre di sopra. Ha solo voglia di stare da solo.

Marika sistema i caschi per terra, mentre nota Castiel sdraiato sul divano, tutto rigido con gli occhi chiusi, le mani strette a pugno.
-Ciao Cass-
-Ciao Marika- la sua voce suona tesa, quasi irreale. Si mette la mano sul volto. Marika si avvicina, improvvisamente preoccupata.
-Stai bene? Hai l'aria un po' sbattuta-
Passano alcuni secondi, durante i quali Castiel non risponde, ne si muove. Poi si mette seduto sul divano, lasciandole spazio per sedersi accanto a lui.
-Sì- risponde a voce bassa -Mi sento un po' giù...sto cercando di resistere...- fa un piccolo sorriso-Per ora ci sto riuscendo-
Marika gli mette una mano sulla spalla, stringendogliela piano in un gesto di conforto
-Se hai bisogno sono qui, ok?-
-Ok- risponde l'angelo regalandole un sorriso.

Dalamar sale di sopra. Vorrebbe solo chiudersi in camera e restarci il più a lungo possibile.
All'improvviso vede Dean in difficoltà. La porta del bagno quasi gli cade, ma l'angelo è abbastanza svelto da Afferrarla al volo.
-Grazie- Dean quasi sbuffa dall'irritazione.
-Coraggio- lo incita -Io la tengo, tu la sistemi, ok?-
-Va bene-
Insieme cominciano a sistemarla, quando all'improvviso sentono la voce conosciuta di Castiel
-Ho le allucinazioni? o li vedi anche tu?- dandogli un'occhiata, il cacciatore vede che sta guardando Marika stupito. La ragazza ricambia lo sguardo non meno sorpresa.
-Sì, li vedo anch'io!-
L'angelo più anziano sorride e la accompagna in camera, aiutandola a sistemare i caschi in un angolo. La ragazza apre lo zaino e ne tira fuori un bastoncino di legno. Una delle pochissime cose che era riuscita a recuperare prima del cedimento di Dalamar, forse perchè l'aveva recuperata per prima, per non dimenticarsene. È una radice di liquirizia. Lo porge a Castiel -Quando hai bisogno, se senti il desiderio di bere, prova a masticare questa-
-Va bene-le risponde sorpreso prendendo la radice -Grazie-
-Prego...ma non mandare giu quello che mastichi...il tuo tramite non gradirebbe-
-Ok-
I due tornano giù di sotto, e Dalamar ne approfitta per chiudersi nella stanza a chiave. Il gesto non sfugge a Castiel, che però al momento ha altro a cui pensare. Dal momento dell'incidente, Dean non lo guarda in faccia, e in più gli parla a monosillabi.
-Dean, posso parlarti?-
-Ok- risponde l'altro senza guardalo in faccia. L'angelo lo porta di sotto, in salotto, dove sono soli. -Dean, stai bene?-
-Sì, certo!- risponde in fretta -e tu stai bene?-
-Sì-
-Bene- Dean sorride, ma di nuovo senza guardarlo in faccia. Castiel non ne può più di questa situazione. Che gli prende tutto d'un tratto?
-Dean. Perchè non mi guardi?- finalmente il maggiore dei Winchester alza lo sguardo, incrociando gli occhi azzurri dell'angelo. Si rende conto di quanto l'angelo sia confuso da quella situazione
-Sì certo che ti guardo!-lo rassicura con un altro sorriso. Castiel annuisce
-E per prima...non preoccuparti, ok? Non lo dirò a nessuno- Dean arrossisce ripensando alla scena, ma annuisce, allo stesso tempo sollevato e grato. -Ora vado, mi sa che la Mezzasega ha qualche problema...-
-Ok- e mentre guarda Cass salire le scade rivede quella scena nella propria mente. Scuote la testa, deciso, come a scacciare quelle immagini.

Di sopra vede Marika appoggiata allo stipite della porta chiusa a chiave.
Lo guarda disperata, come invocando aiuto. Con un sospiro Castiel bussa forte alla porta.
-Ho già provato non vuole aprire...- la ragazza sembra preoccupata e dispiaciuta, come fosse colpa sua. In qualche modo l'angelo non è stupito. Sa cosa sta passando nella mente di Dalamar, pur non avendone parlato direttamente con lui, ma gli atteggiamenti sono inequivocabili.
-Non ti ha aperto?- chiede comunque. Questo è decisamente strano, anche se non sorprendente. La ragazza scuote la testa in segno di diniego.
-Ha provato anche Sam, ma niente-
-Ora ci provo io...vai giù..per favore- forse senza la ragazza intorno l'angelo si sarebbe rilassato. Senza una parola, Marika scende le scale, sedendosi sul divano.
Castiel bussa forte alla porta.
-Dala!! Sono io, Cass. Apri!- urla, il tono molto simile a quello di un ordine. Non vuole esserlo chiaramente, Dalamar non è più un soldato, ma gli viene spontaneo. Attende qualche minuti, poi, finalmente la porta si schiude per farlo entrare.
Dalamar è steso sul letto a pancia in sotto, il volto nascosto nel cuscino, segno che per aprirgli aveva usato i suoi poteri. Decisamente un cattivo segno. Cass entra nella stanza -Che cosa c'e?- chiede diretto.
-C'è che sono una mezzasega....dean ha ragione- risponde il giovane angelo alzando il volto quel tanto che basta perchè le sue parole non si riducano a un mugugno insensato.
-Non e' vero- prova a rassicurarlo, ma Dalamar ora è esploso. Si volta, mettendosi a sedere sul letto.
-Castiel, io sono un angelo, dovrei proteggere le persone, non dovrei aver paura degli umani, giusto?-
-Be..si...di chi hai paura?-
-Oggi...siamo andati da Marika, a riprendere la moto e altre cose...e anzichè farmi coraggio col padre di Kevin...ho avuto un attacco di panico...mi sono nascosto dietro a una ragazzina, capisci? io dovrei proteggere lei e Kevin...invece...- Finito lo sfogo, Dalamar ha gli occhi lucidi, sembra sul punto di piangere.
Castiel ricorda distintamente i ricordi che Kevin gli ha inviato per fargli capire che stava facendo un errore. Nessuna sorpresa per il panico del ragazzo, anche se gli sembra strano che Dalamar non riesca a controllare la propria paura, ma dirglielo in questo momento di certo non lo aiuterà, si dice l'angelo cercando di deviare il discorso.
-Anch'io al tuo posto avrei paura di lui- dice in tono triste, ma nemmeno questo sembra aiutare Dalamar, che scuote la testa, incapace di perdonarsi quella debolezza che gli ha impedito di tener fede alla promessa fatta a Kevin di tenerlo sempre al sicuro.
-Nascondermi dietro una ragazzina...- mormora nascondendo il volto tra le mani.
Castiel cambia tattica, senza contare che l'insicurezza di Dalamar lo sta spaventando. Se anche lui crolla, io su chi mi appoggio? Non può fare a meno di chiedersi.
-Dala- comincia dolcemente scostandogli le mani per guardarlo negli occhi e sedendosi accanto a lui -in quel momento non avevi scelta..per favore non fare così..ci sono già io, sono giù...e così non mi aiuti- Il giovane sembra ristabilizzarsi a quelle parole. Annuisce
-Hai ragione...scusami Castiel-
In quel momento Paige apre la porta, il volto che si apre in un sorriso quando finalmente trova Castiel. Lo aveva lasciato sul divano e non vederlo più l'aveva fatta preoccupare. -E' colpa mia Paige, scusa- si giustifica Dalamar scacciando un inizio di pianto con la forza. -Grazie, Cass-
-Ti va di scendere?-
-Dammi due minuti e arrivo-

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** Let's Have Some Fun ***




LET'S HAVE SOME FUN

Castiel annuisce e lo lascia solo, seguendo la ragazza di sotto dove trovano anche il resto del gruppo, eccetto Sam, uscito per fare la spesa e prendere una boccata d'aria.
Marika e Dean si stanno come al solito azzuffando a suon di solletico e battute. Il ragazzo è decisamente più forte e infatti la ragazzina è bloccata sotto di lui, in balia degli scherzi di Dean. -Ancora litigate voi due?- chiede Castiel
Dean gli risponde tra le risate, lasciando finalmente andare Marika che resta per un attimo a terra, cercando di riprendere fiato e serietà
-Stiamo giocando, non preoccuparti- lo rassicura ancora con il sorriso sulle labbra. L'angelo non sembra molto convinto, ma poiché ha capito che non sempre gli umani hanno comportamenti a lui comprensibili, si siede tranquillo sul divano a guardare la tv, nello stesso istante in cui Sam rientra in casa e comincia a sistemare la spesa. A sua volta Marika si alza, guardando l'orologio. Quasi mezzogiorno
-E' il caso di preparare qualcosa da mangiare? Vi va la pizza?-
-Sì hai ragione!- la appoggia Paige, e la pizza riscuote un discreto successo, eccetto che da Dalamar, che scende le scale, i capelli bagnati, segno che deve aver buttato la testa sotto il lavandino per calmarsi. Sebbene abbia accettato la pizza, non sembra affamato. Marika ordina le pizze, poi apparecchia la tavola per tutti, in cucina.
Sam finisce di sistemare gli acquisti, poi lascia il locale. Ora che la ragazza è sola, il giovane angelo si avvicina a lei, a testa bassa. Lei lo guarda un po' preoccupata, ma non dice niente. La fa star male vederlo così giù di morale, lui che si solito ha sempre la battuta pronta. Tuttavia non lo forza a parlare, né gli fa domande. Sarà lui a parlare, se e quando se la sentirà
-Scusa per prima- sussurra infine Dalamar, a voce talmente bassa che la ragazza ci mette un attimo a decifrare quelle parole. Un sorriso le sale spontaneo. Vorrebbe abbracciarlo ma ha paura di metterlo in imbarazzo, così si contiene.
-Fa niente..non preoccuparti... -sussurra di rimando per rassicurarlo -in quel momento eri nervoso-
-Mi dispiace, sul serio...- insiste -dovrei essere io a proteggere voi, non il contrario- ed è chiaro che con quel voi intende sia lei che Kevin.
-Dala- riprende dolcemente -in quel momento non potevi, perchè sentivi la paura di Kevin
-No Marika. Non era Kevin. Ero io- questo la spiazza, poi ricorda le parole balbettate in preda al panico, sul fatto che una volta quell'uomo era riuscito ad agguantare Dalamar e a riempirlo di botte senza dargli via di scampo. La cosa non la meraviglia, ma lo stesso non vuole che si senta in colpa.
-Non è successo niente di grave... - cerca di farlo sorridere facendogli una carezza -siamo interi no?-
Finalmente ottiene quello che vuole. Il ragazzo annuisce e azzarda un mezzo sorriso.
-Non succederà più- promette
Marika annuisce. Sa che probabilmente accadrà ancora, nessuno può essere perfetto, ma non glielo fa notare. Non vuole che perda il buon umore appena riacquistato.

Castiel sta facendo zapping tra i canali, indeciso su cosa vedere, e allo stesso tempo alla ricerca di qualcosa di interessante.
-Cass ti vuoi decidere?- esclama Dean la terza volta che l'angelo fa ricominciare da capo la lista dei canali.
-Sto dando un'occhiata...-
-Metti un cosa qualsiasi, basta che non sia Hello Kitty!-
-Che c'è?- lo punzecchia subito il fratello minore -Ti vergogni ad ammettere che è il tuo programma preferito?-
-Non è vero!- si difende Dean, mentre guarda Cass -In realtà è il suo preferito- dice puntando il dito verso Sam. Castiel coglie la palla al balzo per prendere un po' in giro Dean, una volta ogni tanto.- -Dean, Dean, Dean...- lo riprende serio -non dovresti sempre scaricare le cose su Sam-
-Non è vero!- subito il maggiore dei Winchester si altera, punto sul vivo. L'angelo non può fare a meno di ridacchiare tra sé e sé
-Sì certo come no...ti ho visto sai, che lo guardavi- rincara la dose.
Sam non può fare a meno di ridere, seguito a ruota da Paige. Chi si diverte meno è Dean. Si alza e gli si avvicina, fissandolo dritto negli occhi
-Ora controlli anche quello che faccio?-
-Non più...- non può fare a meno di ammettere, questa volta seriamente -Lo facevo prima, quando ero agli ordini di Zaccaria-
-Ah ok... -il sospetto svanisce presto dalla mente del ragazzo, permettendo a Cass di rilassarsi e lasciarsi andare a un sorriso.
-Comunque ti stavo solo prendendo in giro-
Dean lo guarda, come stupito, poi scoppia a ridere.
-Non farlo più – lo avverte -se no io...-
-Sì voglio proprio vedere che mi fai- non può fare a meno di provocarlo l'angelo. Ma non fa tempo a finire la frase che il ragazzo è subito seduto sul suo petto, mentre comincia a fargli il solletico. Con un colpo d'ali l'angelo si porta fuori dalla presa di Dean che, spiazzato, cade dal divano, provocando anche la risata di Marika e Dalamar, che hanno intravisto tutto dalla cucina. Il cacciatore si alza e guarda Castiel, che se la ride in un angolo
-Vieni qua se hai coraggio- gli grida
-No,no,no,- è la risposta dell'angelo che scuote la testa allontanandosi ancora di più da Dean.

Dalamar segue la scena tra risate e sorride e Marika non può fare a meno di guardarlo di soppiatto. È felice, finalmente l'allegria è tornata in lui dopo la brutta avventura del pomeriggio.
A interrompere le sue riflessioni ci pensa il campanello. Le pizze sono finalmente arrivate. Dalamar le fa cenno di non muoversi, mentre lui paga e ritira.
Si mettono tutti a tavola, mangiando velocemente e con appetito. Tutti tranne il giovane angelo, che mangia svogliato e senza appetito. Al contrario, Castiel divora la sua pizza, tanto da strappare a Dalamar uno sguardo stupito.
-Ma che hai un imbuto al posto della bocca?- non può fare a meno di chiedere
-Avevo solo fame- si giustifica l'angelo
-E poi sono io quello che ha lo stomaco senza fondo- protesta Dean sorridendo
-La differenza tra te e Cass è che tu mangi otto volte al giorno, Castiel solo quando si ricorda!- sottolinea Sam, provocando le risate generali. Dean finisce la sua pizza e va a stendersi sul divano, addormentandosi quasi istantaneamente. Sam si alza, e dopo aver sparecchiato il posto del fratello, gli mette una coperta sulle spalle, poi torna a finire di mangiare.
-Dalamar? Non stai bene?- Marika è preoccupata. Il ragazzo non ha mangiato praticamente niente. L'angelo sobbalza, spaventato.
-Eh?-
-Non stai bene?- ripete
-Ah...no...sto bene- risponde arrossendo -solo...non ho tanta fame...- porge il resto della pizza a Castiel
-Ne vuoi?-
-Sì grazie!- e tutto contento fa sparire in poco tempo anche la pizza dell'amico. Paige sorride, gli piace vederlo mangiare così di gusto. Dalamar non può fare a meno di ridere, Cass gli sembra un bambino, e in parte gli ricorda sé stesso le prime volte che aveva sentito il gusto del cibo in bocca.
Quando tutti hanno finito, il giovane angelo esce di casa diretto al garage dove ha parcheggiato la moto. É tempo di cominciare a ripararla.

Finito di mangiare, Castiel raggiunge Dean sul divano. All'inizio la sua intenzione è quella di guardare la tv, poi però le sue palpebre si fanno pesanti e in men che non si dica cade addormentato accanto all'amico. Paige sorride con un po' di tristezza vedendolo. Lo copre con una coperta. Quando l'aveva conosciuto, Cass non aveva nessun bisogno di dormire, o di mangiare, ma da quando aveva cominciato a bere, quei bisogno avevano cominciato a manifestarsi, prima in modo leggero, poi sempre più frequentemente. L'alcol lo stava rendendo umano, e non era certa che fosse una buona notizia.

Ritorna all'indice


Capitolo 22
*** Fixing The Bike ***


FIXING THE BIKE
Marika esce di casa, ha bisogno di fare quattro passi, e poi è un po' preoccupata per Dalamar. Non dovresti, si dice, sa badare a sé stesso. Ma è anche vero che lei deve occuparsi di Kevin, e se l'angelo rischia di metterlo in pericolo, doveva evitarlo.
Smettila di mentire a te stessa. Una vocina dentro di lei la sorprende. Dala ti piace, e tanto!
Immersa nei suoi pensieri arriva al garage. Bussa piano prima di entrare.
Il ragazzo è chino sulla moto, alle prese con le riparazioni
-Ti serve una mano?- gli chiede
-Ehm...no,grazie...c'e la faccio- ma a smentirlo ci pensa tempestivo uno schizzo d'olio che gli arriva dritto in faccia. La ragazza non può trattenere una risata divertita, ma nello stesso tempo si china su di lui raccogliendo uno straccio da terra. Lo ripulisce, stando attenta che non gli vada negli occhi.
Lui resta fermo immobile. In parte imbarazzato in parte sorpreso dall'attenzione della ragazza nei suoi confronti. Quando riapre gli occhi e incrocia quelli azzurro cielo di Marika, si sente arrossire. -Dai qui pasticcione, faccio io. Ho le mani più piccole, ci arrivo meglio- dice prendendogli di mano il flacone e arrivando facilmente a oliare la catena appena riparata.
-Grazie- le dice con un sorriso appena accennato
-Prego Mezzasega-
-Non sei arrabbiata con me?- non può fare a meno di chiederle. Quel dubbio gli girava in testa da qualche giorno. Lei era gentile con lui, e si comportava da amica, ma non si sentiva nemmeno un po' infastidita dal fatto che gli avesse portato via il suo migliore amico?
-No- risponde senza capire -Perchè dovrei essere arrabbiata con te?-
-Be...per Kevin-
-No,non ho nessun motivo per arrabbiarmi- gli risponde lei baciandolo delicatamente su una guancia. Vorrebbe stringerla forte a sé e baciarla, ma qualcosa lo trattiene. Sei un angelo! Si ricorda per la centesima volta. Arrossisce, provocando un altro sorriso alla ragazza. Gli piace quando sorride. Lo rilassa.
Risponde al sorriso e torna al lavoro, Kevin, che si è rispettosamente lasciato sedare all'arrivo di Marika, ha fatto un bel po' di danni con quella caduta, a cui ancora non sa dare una motivazione, ma che lo aveva portato a conoscere quella ragazzina coraggiosa che ora se ne stava tranquilla a guardarlo lavorare, dandogli una mano di tanto in tanto. Il tutto si svolgeva in un silenzio rilassante e piacevole
-Dalamar, tu hai gli occhi verdi? Intendo...te..come angelo...nella tua vera forma-
-Sì...- risponde mentre sistema la moto senza alzare lo sguardo. Si chiede appena come faccia lei a saperlo
-Si vedono sai? Anche se sei nel corpo di Kev- bè, questo è decisamente sorprendente. Alza la testa e la guarda sorpreso. -Kevin ha gli occhi azzurri, ma ora al centro, vicino alla pupilla, sono verdi- spiega lei. Ma come ha fatto a notare un particolare del genere? Si chiede, nemmeno lui se ne era accorto in tutto quel tempo.
-Non sapevo che si vedessero, non mi guardo quasi mai allo specchio- risponde
-Deve essere strano per te...vederti in un corpo che non è il tuo-
Non sai quanto piccola...
-Già è così, per questo non mi specchio mai- risponde invece rimettendosi al lavoro.
La ragazza si siede per terra e lo guarda. Ormai è quasi finito, mancano solo i ritocchi finali. Certo la carena resta messa piuttosto male, ma non avendone un'altra a disposizione, si era arrangiato a rimettere in sesto quella originale.
Si passa una manica sulla fronte, asciugandosi il sudore. Finalmente!
-Finito! Ora la devo solo provare-
Marika gli passa il casco mentre Dalamar sale e mette in moto. Il motore si accende obbediente tintinnando ritmicamente senza perdere un colpo. L'angelo indossa in casco e lascia che Marika lo aiuti ad allacciarlo per bene.
-Sta attento- si raccomanda, seria. Non può resistere a quegli occhi.
-Vuoi venire con me?- le chiede istintivamente, e solo dopo si ricorda che quella situazione avrebbe comportato un contatto fisico, questa volta con lui in pieno possesso delle sue facoltà. Avrebbe resistito a baciarla? Controllati, per Dio!!
-Ok- risponde intanto lei indossando un secondo casco e sistemandosi dietro di lui. La ragazza è abituata a viaggiare in moto, e sa per istinto come sistemarsi per non creare imbarazzo. Per fortuna. Si tiene alla sua vita, stringendo le mani nelle tasche del giubbotto dell'amico.
Dalamar parte piano, assicurandosi che non si spaventi.
Marika si rilassa completamente. Nonostante sia timido e un po' impacciato, Dalamar le dà una sensazione di sicurezza che raramente aveva sentito. Dimenticando tutto si appoggia col busto alla sua schiena, appoggiando la testa sulla sua spalla.
-Vado troppo veloce?- le chiede preoccupato
-No, va bene. Non ho paura-
Dalamar fa un giro largo, attraversando rettilinei e tratti di curve e colline, per saggiare le riparazioni sul maggior numero possibile di superfici. Quando ritiene che sia tutto a posto torna indietro.

Ritorna all'indice


Capitolo 23
*** Demons ***



DEMONS

Arrivati a casa lo spettacolo che li attende non è dei migliori. Almeno otto demoni stanno attaccando la casa, protetta solo da Paige e Sam.

All'improvviso la realtà piomba violenta agli occhi di Marika, che per la prima volta nella sua vita si trova faccia a faccia con un demone. La paura la assale per un attimo, e l'istinto la fa aggrappare forte a Dalamar.

L'angelo si toglie velocemente il casco. Si volta e lo toglie anche alla ragazza. Povera piccola, battesimo del fuoco, non può fare a meno di pensare.

-Non aver paura!- le dice per rassicurarla -Entra subito in casa!-

Marika annuisce e scesa dalla moto corre verso la casa, con l'intenzione di svegliare Cass e Dean e chiedere aiuto. Lancia un grido quando all'improvviso si sente sollevare in aria. Uno dei demoni l'aveva vista e aveva deciso di farle provare l'ebbrezza della caduta libera. Cade pesantemente al suolo, ricordandosi all'ultimo di rilassare ogni muscolo per scongiurare il pericolo di fratture gravi. L'impatto le toglie il fiato, lasciandola per un attimo stordita. Un grido di dolore di Dalamar la riporta alla realtà. È spaventata, ma non può farsi prendere dal panico. Paige sta correndo verso di lei, senza accorgersi che un demone ne sta approfittando per colpirla.

-Paige attenta!!- grida mentre estrae la pistola e prende velocemente la mira, sparando due colpi verso il demone. Non ha tempo di chiedersi se l'ha colpito o meno. Dean e Castiel, dove diavolo siete?!?!? pensa mentre Paige le porge la mano aiutandola ad alzarsi. Il petto e la schiena le fanno male, e le gira la testa per la botta presa, ma non può arrendersi.

 

Gli spari svegliano Dean di soprassalto

-Cass! Cass!-

-Che succede- risponde assonnato l'angelo, poi lo colpisce la sensazione che Paige sia in pericolo, in grave pericolo, e con un battito d'ali si precipita fuori, dove viene atterrato dal corpo di Dalamar, lanciato dal demone. Istintivamente lo stringe mentre cadono. Il ragazzo stava dando una mano a Sam, quando il nemico aveva deciso che ne aveva abbastanza di averlo tra i piedi e lo aveva lanciato via.

-Castiel!- Dalamar si rialza da terra, prendendo l'amico per un braccio e facendolo alzare insieme a lui.

-Stai bene Dala?- gli chiede preoccupato, ma non troppo. Ci vuole ben altro per mettere ko un angelo.

-Sì, sì sto bene, ho la pelle dura- e rinfrancato dalla risposta, Castiel corre ad aiutare Sam e Dean, che nel frattempo li aveva raggiunti fuori buttandosi subito nella battaglia.

-Prenditi cura di Mari e Paige, Dalamar!- gli grida vedendo con la coda dell'occhio le due ragazze messe in difficoltà da quattro demoni.

Marika sta sparando all'impazzata, cercando di prendere la mira, ma i proiettili possono poco; tuttavia questo basta a distrarli quel tanto che basta perchè Dalamar possa prenderli di sorpresa ed esorcizzarli.

-Dalamar!- esclama vedendolo, la pistola puntata contro un demone che minacciava di Colpirlo -Hai un coltello?-

-Sì,lo porto sempre con me- risponde un attimo stupito continuando a combattere.

-Dammelo. Non so sparare bene-

Con una mossa veloce e senza pensare, l'angelo estrae la sua lama dal fodero e la lancia alla ragazza, che la prende al volo con rapidità e precisione collaudate. Senza più esitare, si butta nel gruppo dove i Winchester e Castiel stavano affrontando la maggioranza dei demoni, lasciando Paige e Dalamar a gestire il resto della situazione

-Stai attenta, piccola- il sussurro di Dalamar è appena udibile perfino a sé stesso, ma la ragazza sembra sapere quello che fa. Colpisce un demone appena in tempo mentre Paige ne approfitta per finire quello che resta.

 

Castiel sta lottando con tutte le sue forze, diviso tra la concentrazione sulla battaglia e la preoccupazione per Paige. Ha notato solo di sfuggita Marika, veloce come un fulmine e precisa come poche persone aveva mai visto a maneggiare la lama di Dalamar.

Due demoni si avventano su lei e Dean, imprigionandoli contro il muro della casa, impossibilitati a muovere un solo muscolo dal potere demoniaco. Castiel e Sam non perdono tempo. Con l'aiuto di Dalamar e Paige finalmente uccidono anche l'ultimo, il più potente, nonché capo della spedizione.

Improvvisamente libera di muoversi, Marika cade a terra. Non è ferita, ma ha decisamente bisogno di riprendere fiato.

Dean accanto a lei è più pronto all'improvvisa assenza del potere demoniaco e riesce a rimanere in piedi.

Dalamar corre verso di lei, sfinito e preoccupato

-Marika, come stai?- le chiede accucciandosi accanto alla ragazza, che si sente un po' in colpa per averlo allarmato. Si appoggia al suo petto, tremando un po', e lascia che i battiti del cuore la calmino

-Sto bene...sto bene- lo rassicura, poi guarda Castiel -State bene? Come sta Paige?- mentre combatteva l'aveva vista venire colpita abbastanza duramente e cadere a terra

-Sto bene, Marika- la rassicura la ragazza con un sorriso, subito ricambiato. Dalamar la prende in braccio, stringendola forte per rassicurarla

-Vieni ora, ti riporto dentro- le dice dolcemente e lei si aggrappa a lui, resistendo a stento alla tentazione di baciarlo. È un angelo, ricorda a sé stessa.

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=503953