Oh! Forever {Chuck/Blair}

di Good Girl
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Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Good Old Fashioned Lover Boy ***
Capitolo 2: *** Smile ***
Capitolo 3: *** Now My Feet Won't Touch The Ground ***
Capitolo 4: *** Sweet Disposition ***
Capitolo 5: *** Keep It Simple ***
Capitolo 6: *** Knocking On Heavens Door ***
Capitolo 7: *** Feeling Good ***
Capitolo 8: *** Blah Blah Blah ***
Capitolo 9: *** Riders On The Storm ***
Capitolo 10: *** Say Something ***
Capitolo 11: *** Hanging By A Moment ***
Capitolo 12: *** Stars In Their Eyes ***
Capitolo 13: *** Pop The Glock ***
Capitolo 14: *** Telephone ***
Capitolo 15: *** Fashion ***
Capitolo 16: *** Feeling A Moment ***
Capitolo 17: *** Stairway To Heaven ***
Capitolo 18: *** Down ***
Capitolo 19: *** Dark Blue ***
Capitolo 20: *** Good Girls Go Bad ***
Capitolo 21: *** Fireflies ***
Capitolo 22: *** No, It Isn't ***
Capitolo 23: *** Gives You Hell ***
Capitolo 24: *** Epilogo - Oh! Forever ***



Capitolo 1
*** Good Old Fashioned Lover Boy ***


AN: Ciao a tutti! Dopo la mia One-shot sono tornata a darvi fastidio! Lo so, potevo anche evitare, ma poi mi sono detta: "perchè no?" :D

Questa fic contiene SPOILER sulla terza stagione, che sto guardando in contemporanea con gli USA.

Note: In questa fic, Evelyn Bass, la madre di Chuck, è VIVA. Lei e Chuck si sono ritrovati circa quattro anni prima. Spesso metto fra parentesi aggettivi o verbi in inglese per evidenziare la sfumatura che voglio dare alla parola. Ad esempio: Chuck sorrise (inglese: smirked). Trovo che l'inglese dia più soddisfazioni, linguisticamente ed artisticamente parlando! :D; Blair ha finito l'università e lavora all'atelier della madre, Chuck è sempre il CEO delle Bass Industries. Ci saranno scene Serenate, perchè io li amo *-*! Non ci saranno, tuttavia, scene con Dan, Vanessa o Jenny: loro non li sopporto U.U. Eleanor Waldorf vive a Parigi.

Occhei, mi pare di aver detto tutto. Qualora mancasse qualcosa, provvederò ad aggiungerlo tra le note del prossimo capitolo (;

Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Josh Schwartz, Cecily Von Ziegesar, The Cw; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.



 

Capitolo 1

Good Old Fashioned Lover Boy

Queen

 

Chuck and Blair's POV

Nell'Upper East Side di Manhattan, NYC, era una normale giornata di inizio maggio. C'era il sole, che cominciava ad essere caldo a causa dell'arrivo dell'estate e, sugli alberi, miliardi di fiori variopinti coloravano il paesaggio cittadino. Era un bel cambiamento, se si considerano gli inverni e le fresche primavere newyorkesi.

Ma la grande novità, per Blair Waldorf, era l'inizio delle nuove collezioni nei suoi negozi preferiti. Eh sì, quello era l'importante per la Queen Bee dell'UES. Soprattutto ora che, dopo essersi laureata con lode alla NYU, aveva deciso di intraprendere la stessa carriera di sua madre: la stilista.

Eleanor Waldorf si era trasferita 4 anni prima in Francia, a Parigi, per occuparsi dei negozi lì, lasciando appunto quelli statunitensi in mano a collaboratori. Sotto consiglio del suo ragazzo, Chuck Bass, Blair decise di provare a lavorare nell'atelier. E si accorse subito di adorare quel lavoro. Eleanor, ovviamente, era felicissima che sua figlia avesse dimostrato interesse per tale professione e che avesse deciso di intraprenderla. Fin da quando era piccola, infatti, Blair era stata l'ispirazione di sua madre e aveva quasi sempre indossato modelli creati su misura per lei.

La moda era la sua strada, ce l'aveva nel sangue.

Quel mattino, Blair e Chuck stavano camminando per Central Park, mano nella mano. Non erano nemmeno le 8 e mezzo del mattino, ma sarebbero dovuti andare a fare colazione con la madre di Chuck, Evelyn Bass.

“Quest'acquisizione è molto importante. Spero che vada tutto bene.” disse Chuck, accennando un sorriso.

“Ovvio che andrà bene. Tu sei Chuck Bass. Non c'è niente che tu non possa fare, ricordatelo.”

Chuck sorrise alla sua ragazza, che gli aveva stretto la mano.

“A volte è bello che tu me lo ripeta.”

“Mhm, come se tu potessi davvero mai dim-”

Blair si fermò di scatto, chiuse gli occhi e respirò profondamente.

“Blair? Hey, Blair, stai bene?” disse stringendole le spalle dolcemente, preoccupato, osservando l'espressione leggermente concentrata che faceva quando cercava di calmarsi o quando, più semplicemente, doveva evitare di fare qualcosa.

Blair alzò una mano, come per dire di aspettare un attimo. Ispirò profondamente ancora una volta e aprì gli occhi.

“Blair, cosa succede?”

Ripresero a camminare.

“Oh, no, niente, non... non mi sono sentita tanto bene. Ho un po' di nausea.”

“Vuoi che ti riaccompagni a casa? A mia madre non dispiacerà se...”

“No, no, sto benissimo.”

“Blair, non è necessario che tu-”

“Chuck, sto bene, davvero. E poi non voglio perdere la colazione con Evelyn. E' da moltissimo tempo che non la vedo.”

“Siamo andati a cena da lei una settimana e mezzo fa.”

“Appunto: troppo. Sai quanto mi piaccia tua madre. Abbiamo un sacco di cose in comune.”

“Sì, ho notato. Stessa passione per le limo.”

Blair aprì la bocca stupita e diede un colpetto al braccio di Chuck.

“Chuck Bass, evita i tuoi commenti perversi. Soprattutto davanti a lei.”

Chuck scoppiò a ridere e aggiunse: “Ok, ok, va bene. Devo comunque ammettere che la tua relazione con mia madre è... strana.”

“Strana? Perchè, preferiresti che mi odiasse? Aspetta,” – disse fermandosi - “mi odia?”

“Blair, sai più di tutti quanto mia madre straveda per te. Dico solo che andate così d'accordo da spaventarmi. Anche se ho sempre saputo che ti avrebbe semplicemente adorata. E' nel mio DNA, evidentemente.”

Si sorrisero e ricominciarono a camminare, con il braccio di Chuck che stringeva la vita della ragazza.

“Sei sicura di stare bene? Non preferiresti tornare a casa?”

“No, davvero, sto bene. Sarà probabilmente per il fatto che ieri sera non mi hai fatto finire di mangiare e ora ho lo stomaco vuoto.” disse accennando un sorriso.

“Non dovrei distrarti così. Stasera finiremo di cenare, prima.”

Blair fece una faccia contrariata (inglese: Disappointed).

“Blair, non fare quella faccia.”

“Che bisogno c'è di mangiare? Possiamo benissimo farlo dopo.”

“Avremo tutto il tempo che vuoi dopo aver cenato. L'intera notte.”

Chuck fece il suo sorriso (inglese: Smirked), e Blair rispose al suo sorriso. Lo scambio di sguardi venne interrotto dal cellulare di Chuck, che cominciò a squillare.

“Chuck Bass.” “Hey, Mamma.” “Sì, stiamo arrivando. Siamo a due minuti da lì.” “Sì, sai com'è Blair, stava cercando in ogni modo di coordinare le mi-”

Blair aprì la bocca sorpresa e strappò di mano il cellulare a Chuck.

“Evelyn?” “Sì, sono io.” “Comunque, è tutta colpa di Chuck. Ne parliamo tra un minuto e mezzo.”

Blair chiuse il cellulare e affrettò il passo, tirando per la mano il suo ragazzo.

“Sbrigati, Bass!”



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Capitolo 2
*** Smile ***


AN: Come avrete capito, mi piace dar fastidio e, soprattutto, importunare con le mie fanfiction (:

Vorrei segnalarvi un errore ortografico che, suppongo per svista, mi è scappato durante la rilettura finale della pubblicazione del primo capitolo. Infatti, ho scritto per sbaglio aquisizione al posto di acquisizione. Scusatemi, non era mia intenzione. Qualora vi capitassero sott'occhio altri errori, avvisatemi! (;

Ci tengo a ringraziare tutti coloro che seguono gli sviluppi di questa fanfiction e, in particolare, un grazie enorme a ele_06 e rossygere per le bellissime recensioni! (; Non esitate a criticarmi, qualora vogliate! :D

Dunque, questo nuovo capitolo è scritto sotto il punto di vista di Evelyn. Spero vi piaccia (;

 

 

Capitolo 2

Smile

Lily Allen

 

 

Evelyn's POV

Chiusi la chiamata e sorrisi, pensando alla coppia che Blair e mio figlio formavano. Erano semplicemente fantastici, si completavano a vicenda. E Blair era sicuramente la ragazza perfetta per Charles. Era bella, intelligente, e testarda quanto lui. Era una lotta ad armi pari, senza alcun dubbio.

Ogni volta che rivedevo mio figlio, pensavo a quanto fossi mancata nella sua vita. Ci eravamo ritrovati solo 4 anni fa, dopo 19 anni di lontananza, un periodo di tempo lungo e doloroso. Vederlo così felice, però, a volte mi faceva sentire meno in colpa. E sapevo bene che la sua felicità era tutto merito di Blair.

Li vidi arrivare, mano nella mano. Lei con un'espressione concentrata, lui divertita. Sorrisi ancora alla scena che mi si presentava davanti.

“Hey, mamma.” mi salutò mio figlio, dandomi un bacio sulla guancia, ma senza togliere la sua mano da quella di Blair.

“Charles.”

Gli sorrisi, rivolgendomi poi a Blair.

“Blair, cara.” dissi abbracciandola.

“Evelyn,” disse abbracciandomi con il braccio libero “scusaci per il ritardo. Come al solito, Chuck non mi prestava ascolto.”

“Figurati, non c'è problema.” dissi guardando Charles, che roteava gli occhi.

Entrammo nel locale e ci sedemmo ad un tavolo: io da una parte, la coppia dall'altra. Notai subito una cosa.

“Charles, che bella idea quella di coordinare il colore della cravatta e delle bretelle a quello del vestito di Blair.” Sorrisi.

“Ecco, vedi?” disse la ragazza a mio figlio, sorridendogli compiaciuta.

Charles sbuffò e poi sorrise.

“Questa mattina, gli avevo detto di mettere la cravatta e le bretelle azzurre, per coordinarle al mio vestito. Dello stesso azzurro del mio vestito, però. Infatti, ho deciso che-” mi disse la ragazza.

“Un colore per ogni giorno. Oggi è l'azzurro.” disse Charles interrompendola. Blair lo guardò e disse seria “Zitto, tu.”

Tornò a rivolgersi a me.

“Come ti stavo dicendo, gli avevo detto di indossare la cravatta e le bretelle azzurre, poiché oggi è il colore dell'azzurro. Ogni giorno avremo un colore diverso. Ieri era giallo, oggi azzurro, domani probabilmente verde.” disse sorridendo.

Chuck rise e scosse la testa.

“Ancora non capisco perchè tu faccia tutto questo.” disse mio figlio.

“Perchè così saremo perfettamente coordinati! Tutti devono vedere che stiamo insieme. Devono riconoscere che siamo una coppia. Anche quando siamo in gruppo, dobbiamo spiccare tra tutti.”

Dear, tutti sanno che stiamo insieme. È da 5 anni che lo sanno. Ogni lettore di Vogue o People lo sa. Per non parlare del New Yorker o del New York Times. Le loro rubriche vivono parlando di noi.”

“Sì, ma voglio che sia evidente a tutti, sempre, in ogni momento.”

Si sorrisero, guardandosi negli occhi, poi Blair si voltò ancora verso di me.

“Comunque, stamattina aveva preso la cravatta di una tonalità d'azzurro differente.”
“Blair... era uguale.”

“No, non era uguale. Questo è un azzurro chiaro, mischiato al bianco, molto tenue e delicato. Oserei dire un azzurro pastello.”, indicando il vestito, “Quello era un celeste. Non so come tu abbia fatto a non accorgertene.”

Li guardai, ridendo.

“Passerei interi pomeriggi a guardavi mentre discutete in questo modo.”

Chuck le prese la mano e gliela baciò. Blair sorrise e abbassò lo sguardo sulle loro mani intrecciate.

 

 

Per errori/sviste, scrivetemi! (;

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Capitolo 3
*** Now My Feet Won't Touch The Ground ***


AN: 'Sera! (:

Lo so, capitolo un po' corto oggi :S Ma ho deciso di pubblicare questa fan fiction suddividendola in POV (Point Of View) per non creare confusione (: Dunque, per ogni capitolo ci sarà un, ed uno soltanto, personaggio che narrerà la storia sotto il suo punto di vista;

Un grazie enorme a: rossygere e marella88 per aver, così gentilmente, recensito questa fanfiction (: Ringrazio, inoltre, tutti coloro che seguono gli sviluppi (; Grazie davvero; se non fosse per voi, non pubblicherei nemmeno (e forse non sarebbe neanche una così cattiva idea :D)!

 


Capitolo 3

Now My Feet Won't Touch The Ground

Coldplay

 

Blair's POV

Avevamo ordinato, e il cameriere, finalmente, stava cominciando a portare le ordinazioni.

“Caffè?” mi chiese.

“Sì, grazie.”

Mi versò del caffè fumante nella tazza. Sentii il suo odore, ed il mio stomaco cominciò ad agitarsi. Mi venne improvvisamente un fortissimo attacco di nausea, identico a quello precedentemente avuto l'ora prima. Spostai la sedia e mi alzai in fretta, dirigendomi, senza dire una parola né a Chuck e né ad Evelyn, verso i servizi.

Sentii Chuck alzarsi a sua volta, preoccupato, chiedendomi se stavo bene. Sentii anche Evelyn rispondere un “Ci penso io.” e seguirmi.

Vomitai non appena raggiunsi la toilette. Era strano. Non avevo nemmeno mangiato. Ed era già da un paio di giorni che avevo la nausea; quasi una settimana, circa.

Sentii la porta aprirsi, e, dopo pochissimi istanti, Evelyn mi chiese “Blair, cara, tutto bene?”

Andai verso il lavandino e mi pulii la bocca.

“Blair, che cos'hai?” disse accarezzandomi i capelli con una mano, con fare materno.

Sospirai.

“Non lo so, Evelyn. È... strano. È da un paio di giorni che mi vengono questi attacchi di nausea e non so a cosa siano dovuti. All'inizio pensavo ad un'intossicazione alimentare... ma è impossibile, non ho mangiato nulla di strano.”

Guardai la madre di Chuck, che mi sorrideva.

“Cara, so che la domanda può risultarti imbarazzante, ma... quand'è stata l'ultima volta che hai avuto il ciclo?”

“Oh, bè...” ci pensai. Non me lo ricordavo. Più di un mese prima? Forse due. Non ci avevo nemmeno pensato. “Mhm, credo due mesi fa, circa.”.

“Dici che è da un po' di giorni che hai queste nausee?”

“Sì.”
“Non pensi che potresti...”

Evelyn non finì la frase, volendo, probabilmente, lasciarmi intendere il seguito.

La guardai perplessa. Cosa voleva dirmi?

“Blair, hai pensato a fare un test di gravidanza?”

Cosa?!
“Come?”, chiesi sbigottita.

“Un test di gravidanza.”

“Ma io non... io non posso essere...” dissi ridendo nervosamente.

Scossi la testa. “No, è impossibile.”

“Impossibile? Perchè vuoi forse farmi credere che tu, Blair Walforf, e mio figlio, Chuck Bass, non facciate sesso?”

Sorrisi imbarazzata. Era impossibile, tutti lo sapevano... persino la madre di Chuck! Bene, meglio.

“No, certo che no, è solo che... stiamo attenti.” dissi le ultime parole con un filo di voce, ma scandendole bene.

“Magari una volta non lo siete stati... basta quella, sai.”
Ripensai. E mi venne in mente quella sera, dopo la festa di fidanzamento di Nate e Serena.

"Oh."

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Capitolo 4
*** Sweet Disposition ***


AN: Buonasera a tutti i miei cari lettori :D Ahah, lo so, sembro una di quelle giornaliste/presentatrici televisive che prima di cominciare il programma - o di concluderlo - dicono "un saluto a tutti i nostri telespettatori!", ma oggi mi sento così, prendetemi un po' come vengo (:

Sono rimasta SCANDALIZZATA dal trailer del prossimo episodio di Gossip Girl, ovvero quello dell'episodio 3x17 - Ingloriosus Bassterds, che andrà in onda il 5 Aprile negli USA e il cui trailer mi sta facendo impazzire, ormai, da ieri. Ma mano che questa fan fiction andrà avanti, farò in modo che i fatti che stanno accadendo nella corrente stagione di GG, vengano integrati qui. Prevedo momenti bui, ahimé. O almeno: per i Chair nel telefilm sicuro, ma per quelli nella fan fiction? Non cambiate canale, torniamo subito dopo la pubblicità. (;

Dunque, in questo capitolo vedremo come protagonista, per la prima volta, il nostro amato Chuck, in tutto il suo splendore. Bè, più o meno. Cotanta bellezza non può essere così minimizzata (;.

Ogni volta che scrivo, mi chiedo sempre "Ma X direbbe questa cosa?" "X farebbe questo? E lo farebbe così?"; In poche parole, cerco di immedesimarmi il più possibile nei personaggi, per quanto mi possa risultare difficile :S C & B sono talmente imprevedibili... :D So che certi pezzi del mio scritto potrebbero risultare così NON-CB, ma, purtroppo, non sono loro. :S Ho cercato di non far risultare i personaggi troppo scontati, superficiali, in un qual modo banali. Spero di essere riuscita nel mio intento, almeno un po'.

E i più grandi ringraziamenti vanno a coloro che hanno dedicato un po' del loro tempo per leggere questa fan fiction, che la seguono; in particolare, ci tengo a ringraziare, ancora - non è mai abbastanza (: - ele06 e marella88 per le recensioni, e anche tutti coloro che hanno recensito in precedenza. Grazie davvero

Oh, un'ultima cosa. Non credo sia necessario, ma visto che nei capitoli precedenti me n'ero dimenticata: No Copyright Infringement Intended. All the characters belong to the Cw, Josh Schwartz, Cecily von Ziegesar ecc ecc.

 

 

Capitolo 4 

Sweet Disposition

Temper Trap

 


Chuck's POV

Ero appoggiato al muro, accanto alla porta del bagno delle signore. Non riuscivo a capire cosa stesse accadendo a Blair. Più volte, negli ultimi giorni, l'avevo sentita alzarsi durante la notte e correre in bagno. Quando tornava e le chiedevo come stava, lei aveva sempre pronta per me la stessa risposta: “Benissimo”. Era per non farmi preoccupare? Oppure nascondeva qualcosa? Ovvio che sì, era pur sempre di Blair Waldorf che stavamo parlando.

Ero ancora immerso nei miei pensieri quando la porta dei servizi si aprì ed uscì una signora, che mi fulminò con lo sguardo. Evidentemente trovava sospetto il fatto che un ragazzo stesse accanto al bagno delle signore. Scossi la testa, sorridendo. "Certe persone", pensai, "sono proprio assurde".

Subito dopo uscì Blair, seguita da mia madre. Era pallida e aveva gli occhi spenti. La presi per la vita e l'attirai a me. Lei mi sfiorò il petto con una mano e chiuse gli occhi. Le baciai la fronte e, subito dopo, appoggiò la testa nell'incavo del mio collo. Sembrava così fragile...

“Che cos'hai?” le sussurrai all'orecchio. La sentii sospirare; sollevò la testa e mi sorrise. Era un sorriso tirato, lo notai subito.

“Sto benissimo.” mi disse sorridendo. Stava mentendo, sperando che le avrei creduto. Bè, mi sembra giusto, come se io non la conoscessi.

Lo capivo dal modo in cui i suoi occhi non andavano d'accordo con la bocca. (eng. Didn’t match)

Quando mentiva, infatti, aveva l’abitudine di sbattere gli occhi più velocemente del solito.

“Non è vero.”

Smise di sorridere e chinò la testa. La risollevò e mi disse, cercando di sembrare più convincente: “Chuck, non preoccuparti, davvero. Starò benissimo, tra poco.”

“Ti riporto a casa.” dissi serio.

“No, Chuck, non è necessario.”

“Lo è. E non accetto repliche.” Ed il mio tono, sicuramente, non ne ammetteva, di repliche. Non le avrei permesso di andare al lavoro, sapendo che poteva stare male da un momento all'altro. Ecco perchè avevo già chiamato la sua segretaria, avvertendola che il capo non stava bene e che oggi non sarebbe andata al lavoro.

“Blair, Chuck ha ragione, è meglio se torni a casa.”, disse mia madre.

“Ho già chiamato Sophia. Le ho detto che oggi non saresti andata.”, dissi a Blair.

Lei sospirò ancora. Le diedi un bacio sulla guancia e le sussurrai all'orecchio: “Andiamo, ti accompagno.”

La presi per mano e andammo a prendere i cappotti al tavolo. Pagammo, salutammo mia madre e ci dirigemmo verso casa, con la limo che, mentre Blair era in bagno, avevo chiamato.

Nella limo, abbracciai Blair, mentre lei aveva appoggiato la testa alla mia spalla. Il viaggio durò una decina di minuti, benché il nostro attico fosse piuttosto vicino. Arrivammo, uscimmo dall'auto e, prendendola per mano, la condussi nel nostro appartamento.

“Ti preparo qualcosa.” proposi.

“No, Chuck, ti farò arrivare tardi al lavoro.”, disse guardandomi.

“Non credo che il mio capo avrà da dire qualcosa al riguardo, love.”

Le sorrisi e lei fece altrettanto. Le accarezzai la guancia e le dissi di andare a cambiarsi, che le avrei preparato un tè.

“No, no, no!” disse allarmata “Niente tè!”.

La guardai perplesso. “Niente tè? Ma tu adori il tè...”

“Sì, lo so, è solo che... non mi va. Affatto.”

“Cosa vorresti? Chiedi pure qualsiasi cosa.”

“Latte.” disse decisa.

“Latte?” chiesi perplesso

Blair Waldorf che beveva latte? Da quando? Non che non le piacesse, ma, se possibile, l'aveva sempre evitato.

“Sì, latte.”

Era strano, molto strano. “Ok,” ripresi perplesso “e latte sia. Vai a cambiarti, te lo porto a letto.”

Mi sorrise e si diresse su per le scale, diretta, probabilmente, verso camera nostra.

Le preparai del latte, lo misi su un vassoio dove avevo anche preparato dei biscotti, delle brioches e una fetta della sua torta preferita. Ci misi anche della frutta, nel caso ne avesse avuto voglia. Sapevo che non avrebbe mai mangiato così tanto, ma non volevo che le mancasse nulla.

Andai in camera nostra, e la vidi in mutande e reggiseno nella cabina armadio (cabina era riduttivo, perchè era una stanza a sé, praticamente), che cercava una camicia da notte. Appoggiai il vassoio sulla scrivania della camera e andai verso di lei. La presi per la vita e l'abbracciai da dietro.

“Questa tenuta ti sta divinamente” dissi baciandola sul collo e circondando la sua vita con le mie braccia. Lei rise e mi strinse a sé.

“Immaginavo che avresti detto una cosa del genere.”

Sorrisi.

“Ti ho portato la colazione. Te l'ho appoggiata sulla scrivania.”

Lei annuì e tirò fuori dall'armadio una delle sue camicie da notte. Era corta e aveva delle sottili spalline. Di seta, ovviamente, e di colore rosso bordeaux.

Se la infilò in fretta, prendendo da un altro ripiano la vestaglia coordinata. Mi prese per mano, e tornammo nella camera vera e propria. Si sedette a letto e mi fece sedere accanto a lei, sempre tenendomi per mano.

“Cosa farei senza di te?” mi disse sorridendo e prendendo anche l'altra mia mano.

Le feci il mio sorriso.

“Non lo so. E spero di non doverlo mai scoprire.”

Si avvicinò e mi baciò. Restammo fronte a fronte per un po', finchè non mi venne in mente il vassoio con il cibo.

Mi alzai e glielo misi sulle gambe.

“Ora devo andare. Mangia, tu.”, la esortai.

La vidi rattristarsi, ma cercò di nasconderlo.

Annuì e mi sorrise. “Grazie per avermi portato libagioni.”
Risi, la baciai e dissi: “Prego.”
Andai verso la porta, ma mi girai per un secondo. “Chiamami se hai bisogno di qualcosa. Qualsiasi cosa. Mentre vado chiamerò anche Dorota, per dirle di passare più tardi.”

“Ok.”

I love you.

I love you, too.”

Le sorrisi un’ultima volta ed uscii.

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Capitolo 5
*** Keep It Simple ***


AN: Ciao a tutti i miei lettori (:

Martedì ho finalmente visto la 3x17 e, come dire, sono quasi sollevata: pensavo molto peggio! Ora muoio dalla voglia di vedere la 3x18, m'intriga assai :D

Questo capitolo, come vedrete, sarà un po' più lungo del precedente (; Tuttavia, voglio tenervi ancora sulle spine per un po', per quanto concerne le "grandi svolte" di questa fan fiction. In questo capitolo è menzionata una "rottura di tre mesi" di C & B: ci tengo a precisare che l'ho inventata io (anche se chi è a conoscenza di qualche spoiler riguardante i prossimi episodi della terza stagione negli USA, dovrebbe temere una rottura )': ). Quella menzionata qui, comunque, l'ho inventata; non esiste, ci tengo a precisarlo.

Appunto: Dorota qui parla un inglese molto sgrammaticato. Non avendo mai visto GG in italiano, non so come parli in italiano, ma in inglese è divina, ha un accento assurdo e fa parecchi errori grammaticali. E poi, il modo in cui D dice Miss Blair e Mr Chuck è SUBLIME! :D

Volevo accentuare questo fatto. Tra parentesi, comunque, ci saranno le traduzioni (:

I ringraziamenti sono in fondo, occuperebbero troppo spazio! (:

XOXO a tutti *-*

 

Capitolo 5

Keep It Simple

Cobra Starship

 

Blair's POV

Camminavo avanti e indietro per la camera. Ero nervosa ed ansiosa.

Non appena Chuck se n'era andato, avevo chiamato la mia dottoressa, per fissare un appuntamento il prima possibile. Solitamente, avrei dovuto aspettare come minimo un paio di settimane prima di poter prenotare una visita in quello studio ma, contando CHI ero e con CHI stavo, non so perchè, ma riuscivano sempre a trovarmi un appuntamento. L'avevamo fissato per l'indomani, dopo la pausa pranzo. Perfetto. Chuck aveva una riunione e, anche se avesse voluto, non avrebbe proprio potuto spostarla. Thank God.

Avevo anche chiamato Dorota, chiedendole se sarebbe potuta passare in farmacia a prendermi un test di gravidanza. Volevo avere una mezza idea della situazione, prima di andare dalla dottoressa.

Nel frattempo, Serena mi aveva chiamato: sarebbe passata di lì a un'ora. Doveva farmi vedere il suo vestito da sposa, che era finalmente arrivato. Mancava solo un mese al matrimonio e Serena stava cominciando a preoccuparsi seriamente a causa del ritardo nella consegna. Ah, e poi, ovviamente, sarebbe arrivato il mio vestito da damigella d'onore. Ero leggermente intimorita da questo fatto. Serena, a volte, aveva un gusto eccentrico e non aveva voluto darmi anticipazioni di alcun tipo. A me, la sua MIGLIORE AMICA! Imperdonabile. Inoltre, sarei andata a quel matrimonio, alla fine, senza sapere nulla, solo com'era il mio vestito, quello di Chuck e quello di Serena. Frustrante, ecco l'aggettivo per descrivere il tutto. Ma per ora, sapevo soltanto che io e Chuck avevamo i vestiti coordinati.

Dunque, di quel matrimonio sapevo poco e niente. La mia “migliore amica” aveva tenuto il tutto in gran segreto, persino al futuro sposo. Nate si fidava ciecamente di lei e non gli interessava più di tanto di come e dove si sarebbe svolta la cerimonia. Non gli interessava di quante persone avrebbero partecipato, quale sarebbe stato il tema, se ce ne sarebbe stato uno, e quali sarebbero stati i colori base: gli importava solo di sposare la sua Serena. Era incredibile di come si fossero capovolti i ruoli e le coppie. Fino a qualche anno fa, non avrei mai detto che sarei finita con Chuck. E, invece, ora non mi vedevo proprio con nessun altro se non lui. Né tantomeno con Nate. Nate e Serena, d'altra parte, erano meravigliosi insieme: due divinità bionde e belle, che si completavano a vicenda, proprio come me e Chuck.

Ero felice con lui. Era la cosa migliore che mi fosse capitata in tutta la mia vita. Avevo l'incredibile desiderio di passare tutta la mia intera esistenza – e oltre, se fosse stato possibile – con lui. E lui avrebbe voluto lo stesso? Ma chi saprà mai, mi chiedevo, cosa passa per la testa di Chuck Bass?

Eravamo insieme da 5 anni, ormai, e non sembrava voler fare il minimo accenno a QUELLO. Sapeva, probabilmente, che il fatto che Serena e Nate si sarebbero sposati prima di noi, a volte, mi dava fastidio. Loro due erano insieme da molto meno di noi, contando anche quella nostra lunga rottura di tre mesi. Non avevamo mai parlato di matrimonio, ma io ci pensavo spesso. E' vero, eravamo giovani, ma come potevo non pensare all'idea di diventare sua per sempre? O meglio, come potevo non pensare all'idea che LUI sarebbe stato mio per sempre?

Ma per persuadermi, alla fine, mi dicevo che tra il matrimonio e la situazione in cui eravamo ora, non c'era molta differenza. Vivevamo insieme, la casa era metà mia e metà sua. Avevamo in conti in banca insieme, eravamo le prime persone dei rispettivi elenchi delle emergenze, e suoi nostri testamenti – sì, era molto presto, ma non si può mai essere prudenti – eravamo i primi destinatari.

Moralmente e praticamente parlando, eravamo sposati. Legalmente, no.

Quel 'legalmente' tralasciato non mi piaceva. Spesso mi chiedevo anche cosa ne pensasse Chuck. E se lui non voleva sposarmi? L'avrei accettato comunque, accondiscendente?

Io lo amavo, più della mia stessa vita. Ma l'idea che lui non volesse sposarmi mi spaventava a morte.

Fui interrotta dal campanello: Serena era finalmente arrivata.

Corsi giù dalle scale e le aprii la porta.

“Hey, S.”

“B! Che bello vederti” disse abbracciandomi. “Guarda un po' cos'ho qui!”

Mi fece vedere due enormi sacchetti, contenenti delle scatole: i vestiti. La guardai divertita.

“Vediamo, vediamo, vediamo!” dissi curiosa.

La feci accomodare e appoggiò le borse in sala. La guardai e notai la felicità che illuminava i suoi occhi.

Mi porse una scatola, la presi e mi sedetti sul divano.

“Quello è il tuo vestito.” mi disse “Spero ti piaccia. Ho cercato di seguire il tuo stile.”

Si sedette accanto a me e io cominciai a scartare l'enorme pacco, come se fosse la mattina di Natale.

Guardai al suo interno e vidi un meraviglioso vestito bianco, con decorazioni blu.

“Come potrai ben notare, i colori saranno bianco e blu. Il blu l'ho lasciato scegliere a Nate” disse sorridendo mentre pronunciava il nome del suo futuro sposo. “Il tuo vestito ricorda molto il mio, anche se meno bianco e vistoso. E' perfettamente coordinato con quello di Chuck. Su, dai, provalo!”

Lo tirai fuori dalla scatola, ridendo, e me lo provai subito. Era assolutamente perfetto.

“S, è meraviglioso! Se devo essere sincera, all'inizio ero un po' preoccupata. Temevo che mi facessi vestire con un qualcosa di veramente... assurdo.”

Siamo gentili, mi dissi.

Ridemmo entrambe, proprio come eravamo solite fare.

“Ehi, perchè non provi anche il mio vestito?”
“Non credo sia una buona idea; e poi ho paura di rovinartelo.” sorrisi.

“B, figurati! Poi manca un mese, saremmo comunque in tempo per sistemare! Dai, sono curiosa di vedere come ti sta.”

Sorrisi e alla fine acconsentii a provarmelo. Lo indossai.

Era bianco e voluminoso. Leggero e fine: Serena aveva ragione, ricordava molto il mio. Aveva delle sottili spalline blu, coordinate con dei nastri dello stesso blu che chiudevano il bustino dietro, con un fiocco finale, per nulla eccessivo. Anche i bordi del bustino erano blu e il risultato, nel complesso, era veramente delizioso.

“Oh... mio...” dissi con un sussurro.

“Già. Quando l'ho provato è stata una delle sensazioni più belle che io abbia mai provato.”

Sorrise. E le sorrisi anch'io.

Mi guardai al grosso specchio che era appeso nell'ampia sala luminosa.

“E' da togliere il fiato.” dissi.

Ci fu qualche istante di silenzio.

“Te lo chiederà, B.”

“Cosa?” dissi destata dai miei pensieri.

“Chuck. Te lo chiederà presto. Ne sono sicura.”

Stavo per risponderle quando fummo interrotte dal campanello e per un attimo sobbalzai al pensiero che potesse essere Chuck. Poi ci pensai e mi resi conto che Chuck non avrebbe suonato, sarebbe entrato direttamente con le chiavi.

“Vado io.” mi disse Serena.

Andò alla porta e fece entrare Dorota.

“Miss Serena. So good to see you.” disse la domestica. {Miss Serena, è bello rivederla}

Serena le sorrise e ricambiò il saluto. Io, nel frattempo, avevo cominciato a sfilarmi il vestito da sposa di Serena e lo stavo riponendo nella scatola accuratamente.

“Miss Blair,” mi disse Dorota avvicinandomisi “Mr Chuck says you not take cold. You stay hot so you good.” {Miss Blair, Mr Chuck dice che non deve prendere freddo. Che deve stare al caldo cosicché stia bene.}

Mi guardai e vidi che ero in mutande e reggiseno, perchè mi ero appena tolta il vestito. Non me n'ero quasi accorta. Tralasciai la raccomandazione di Dorota, sorridendo, però, dentro di me per il fatto che Chuck le avesse dato delle raccomandazioni. Vidi il sacchetto blu della farmacia in mano a Dorota.

“L'hai preso?” le chiesi.

Lei annuì e io le chiesi ancora “Quanti?”

“Due, Miss Blair” mi rispose.

Annuii e notai che Serena era venuta accanto a noi.

“Blair, che cos'è?”

Sospirai. Dovevo dirglielo? E, in quel momento, sentii che dovevo farlo. In fondo era la mia migliore amica (anche se non mi aveva dato alcun dettaglio relativo al matrimonio!).

“Dorota, puoi portarlo in camera mia?”

Dorota annuì e fece per andare.

“Sotto il letto, dalla mia parte.” le dissi. Sparì in fretta.

Serena mi guardava con aria interrogativa.

“Vieni, sediamoci.” dissi, facendola sedere sul divano. Io mi sedetti sulla poltrona di fronte, guardandola negli occhi.

“Devo dirti una cosa.”
“Dimmi.” disse lei allarmata.

“Sai, è da un po' di giorni che non sto bene... ho spesso la nausea, specialmente quando sento certi profumi. Stamattina ero a colazione con Chuck ed Evelyn e, quando il cameriere mi ha versato del caffè nella tazza, mi è venuto un attacco di nausea improvviso e sono dovuta correre in bagno.”

Feci una pausa.

“Evelyn mi ha seguito e abbiamo parlato un po'. Oltre a queste nausee, io sono in... ritardo.”

Dissi l'ultima parola in un sussurro. Dalla faccia che fece Serena, capii che aveva capito.

“OMG! Blair, sei incinta!”

Fece un sorriso a 32 denti e si mise a saltellare felice, come una bambina.

Sorrisi anch'io alla sua felicità, ma fui costretta a fermarla “Hey, hey, aspetta, non è sicuro.”

“E allora cosa aspetti a fare il test?” mi disse sempre sorridendo.

“Ho... paura.” le dissi sinceramente. Ed era vero. Avevo paura. Paura che fosse positivo. E paura che fosse negativo. Non sapevo bene cosa volevo, ma sapevo che entrambe le risposte mi avrebbero spaventata.

“Non... non sei contenta? Non lo vorresti, nel caso lo fossi?”

“Non lo so, Serena. Io e Chuck non siamo sposati e...”

“B... -"

La interruppi.

“Ho paura di non essere in grado, di non essere pronta per... così tanto.”

“Quando farai il test?”

“Domani mattina. E poi ho anche fissato un appuntamento dalla dottoressa dopo pranzo. Voglio avere un'idea prima di affrontare la visita vera e propria.”

“Come ti senti?” mi chiese sorridendo.

“Attualmente? Nervosa,... ma da quando Evelyn me l'ha detto, non riesco a fare a meno di pensarci."

Mi prese le mani e ci sorridemmo, finchè non sentimmo una chiave girare nella serratura.

“Blair?” mi chiamò Chuck, entrando nell'attico.

Lasciai le mani di Serena, mi alzai e andai verso di lui sorridendo.

“Hey” gli dissi.

Lui mi guardò e mi sorrise. Mi fece il suo sorriso. Lo odiavo quando lo faceva: avrebbe potuto farmi fare qualsiasi cosa volesse.

“Hey” mi disse lui, accogliendomi tra le sue braccia e baciandomi. Ci separammo e continuammo a guardarci sorridendo, finchè lui non si allontanò di qualche centimetro per squadrarmi.

“Non dovresti prendere freddo, Blair. Non vorrei che stessi ancora male.” disse preoccupato. “Non posso dire, tuttavia, di non apprezzare ciò che vedo.”

Risi e lo baciai, mettendo le mie braccia attorno al suo collo.

Ci staccammo solo quando Serena, che assisteva rassegnata – ogni volta era così -, diede un colpo di tosse per attirare la nostra attenzione.

Chuck la guardò, sorrise e disse: “Hey, sis.”

“Hey, Chuck.” disse Serena alzandosi. Si avvicinò a noi e, rubandomi Chuck, gli diede un leggero bacio sulla guancia.

Non appena gli si allontanò, mi riattaccai subito a lui. Era strano, mi dava fastidio il fatto di non essergli accanto.

“Che cosa stavate facendo, uno spogliarello? Non potevate aspettarmi?”
“Ah-ah, molto divertente.” dissi dandogli una pacca sul braccio. “Il vestito di Serena per il matrimonio e i nostri sono appena arrivati e lei li ha portati qui per farmi provare il mio.”

“Le sta benissimo.” disse Serena contenta.

Chuck mi guardò con uno strano sorriso sulla faccia e poi tornò a guardare Serena.

“Non lo metto in dubbio.” disse lui.

 

 

Ok, finito un nuovo capitolo (:

Posso cominciare con i ringraziamenti! (;

Un grazie infinito a: 

marella88: :D Non ho ancora deciso se B sarà incinta o no (; Si vedrà nei prossimi capitoli! :D Comunque, ho letto l'ultimo capitolo della tua ff, molto carina ^-^ - ele06: Credo che tu sia quella che devo ringraziare di più (anche per sopportare tutte le mie mail)! :D Grazie mille per recensire sempre la mia ff, sono contenta che ti piaccia (; Con tutte le bizzarre ipotesi e le mail stratosferiche che ti mando, mi chiedo se tu non ne abbia avuto abbastanza di me! (; Comunque, grazie ancora! (: - minny88: Eh già, quel promo ha colpito tutti! :S Già visto l'episodio? (: Grazie per la bella recensione! Non importa se non ne fai una ad ogni capitolo, se non hai tempo, non preoccuparti! Mi basta sapere che ti piace! :D - bellezza88: Ansia è il sostantivo adatto! ): Grazie mille per la recensione, mi fa piacere che trovi bella questa ff! :D - Honest: Contenta che ti piaccia, anche se mi spiace che tu ti aspettassi di più! Nel senso, mi spiace che io non abbia sviluppato meglio il capitolo! (: Grazie per la recensione, comunque, mi piacciono le critiche costruttive come questa! :D Qualche consiglio da darmi? (: - rossygere: Che carina che sei, grazie! (: Spero ti sia piaciuto questo nuovo capitolo! (; Grazie anche a te per recensire sempre questa ff, mi fa molto piacere sapere che ti piaccia! :D - KatyAniFrancy: Ehi, grazie mille anche a te per la recensione! (; Sono contenta che ti piaccia! :D

Ed infine, grazie mille anche a tutti i lettori! :D

xoxo, C

(:


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Capitolo 6
*** Knocking On Heavens Door ***


AN: Ciao a tutti! (: Come state?

Non so se l'avete già vista, ma la puntata di lunedì è stata... oh, straziante ): I nostri Chair ): Odio gli scrittori, rovinano sempre tutto ):

Dunque, lasciando da parte questo dispiacere (ç_ç), posso dirvi che, per ora, in questa FF, i Chair stanno benone :D Ma... {SPOILER FF: Nei prossimi capitoli cominceranno ad esserci problemi tra loro due. Non odiatemi, ma credo ci stia come cosa.}

Qui, inoltre, B avrà una risposta alle sue domande. E' un po' cortino il capitolo, forse, rispetto a quello prima, ma vabbè, insomma, magari compenserò con il prossimo :D

Ringraziamenti in fondo (: e Critiche (anche negative, purché costruttive!) GRADITISSIME! (;

XOXO, C

 

 

Capitolo 6

Knocking On Heavens Door

Guns N' Roses

 

 

Blair's POV

New York. Cominciai a correre, non lo trovavo. Eppure era lì davanti a me un secondo prima... svoltai l'angolo e lo vidi. Il bambino con gli occhi color nocciola mi guardò e chinò la testolina dai riccioli castani, come se cercasse di ricordarmi. Si voltò e cominciò a camminare per una strada deserta. Mi spaventai nel vederlo in mezzo alla strada. Avevo paura che si facesse male. Poi mi accorsi che non c'erano macchine, né taxi o limousine. Il bambino proseguì per la sua strada. Lo vidi entrare nei cancelli di quello che sembrava un parco. Lo seguii, gridandogli di fermarsi. Lo vidi sedersi e...

Il sogno s'interruppe. Fui svegliata da Chuck, che mi stava dando un bacio prima di andare al lavoro. Adoravo il modo in cui mi svegliava, anche se odiavo poi vederlo andare via. Avrei preferito che fosse rimasto a casa con me ma, ripensando a ciò che dovevo fare, era meglio così. Cosa avrei potuto dirgli? "Chuck, oggi ho un appuntamento dalla mia dottoressa; sai, forse sono incinta. Ma può anche darsi di no". Ok, era totalmente da escludere.

Alle 10 sarebbe arrivata Serena, con la colazione, e poi avremmo fatto il test. Aveva insistito tanto sull'esserci – e poi sull'accompagnarmi dalla dottoressa – che non avevo potuto rifiutare.

E poi, ero contenta di non essere sola. Visto che non potevo avere Chuck, se non altro, avrei avuto lei, la mia migliore amica.

Erano, dunque, più o meno le nove quando mi alzai. Feci una doccia calda e lunga e mi vestii. Serena arrivò con qualche minuto di ritardo, ma non me la presi. Era solita farlo, non era mai puntuale: per questo le dicevo sempre di trovarci mezz'ora prima del dovuto. Finiva, comunque, con l'arrivare in ritardo ugualmente: forse perchè aveva scoperto il mio trucco per farla arrivare in orario. Avrei dovuto inventarmi qualcos'altro.

Facemmo colazione con tranquillità, parlando di tutto meno che di quello e poi andammo nel bagno della camera mia e di Chuck, per fare il test. Rimasi sola a farlo, mentre lei mi aspettava fuori, nella camera da letto.

Ero nervosissima: dovevo aspettare 5 minuti per uno e 6 per l'altro, per avere il risultato. Durante l'attesa, continuavo a camminare avanti e indietro per la stanza, mentre Serena era seduta sul letto mio e di Chuck e mi guardava sorridendo.

Beata lei, che era così tranquilla.

E cos’aveva da sorridere? Non era la sua, di vita, che sarebbe cambiata se quella linea blu fosse comparsa. Cominciai a sedermi sul letto e a rialzarmi in piedi, da quanto ero agitata. Serena, ad un certo punto, per lo sfinimento, mi prese per un braccio e mi costrinse a sedermi accanto a lei.

Passarono quei 5 minuti e corsi a prendere il test fra le mani.

Oh.

Mi sentii quasi male, quando lessi il risultato. Negativo. Niente.

L'immagine del bambino dagli occhi color nocciola, che avevo visto colorare i miei sogni quella notte, svanì in un secondo.

Delusione, probabilmente era quella la sensazione adatta per descrivere il mio stato d'animo. Non avevo mai pensato seriamente al fatto di avere un bambino, prima di quel giorno. Ma ora che il risultato era negativo, mi accorsi che lo volevo. Serena mi abbracciò e mi disse: “B, mi dispiace.”

“E di cosa, S?” sorrisi triste, cercando di trattenere le lacrime. La strinsi più forte, per poi lasciare l'abbraccio.

Ci guardammo negli occhi, e potei vedere che, anche lei, era triste per me.

Mi prese le mani e mi sistemò i capelli dietro l’orecchio. Quel fare così materno di Serena mi faceva sentire così al sicuro, quando Chuck non era con me.

Restammo qualche istante a guardarci, sapevo che lei si aspettava una reazione più evidente da me di quella che avevo avuto.

Dopo un po', vedendo che, comunque, rimanevo impassibile (non volevo che vedesse quanto fossi dispiaciuta), cominciò a parlare.

“Hey, B, sono passati 6 minuti. L’altro dovrebbe essere pronto.”

Ma ormai che senso aveva guardarlo?

“S, tanto che differenza fa?”

“Oh, non essere così pessimista; Magari il risultato è positivo.”

Sospirai e mi alzai dal letto, dirigendomi verso il ripiano su cui era appoggiato il test.

Lo presi in mano, e guardai il risultato, giusto per sentirmi peggio.

Positivo. Sgranai gli occhi, pensando di sognare.

Sorrisi immediatamente e l'adrenalina cominciò a scorrere nelle mie vene, raggiungendo ogni parte del mio corpo. Serena lo guardò e si mise a saltellare felice.

“B, sono così contenta!” mi disse ridendo e abbracciandomi.

Però, poi ci pensai. Un test negativo, l'altro positivo. Non ero arrivata a nessuna risposta, il dubbio rimaneva ugualmente. L'unica cosa era che ora sapevo cosa volevo. Volevo il mio bambino e lo volevo con tutta me stessa.

"Non essere così contenta, S. Uno dei test è negativo, e l'altro è positivo... non so ancora quale sia la risposta!" dissi frustrata.

"Scommetto che quello positivo è quello giusto" mi disse facendomi l'occhiolino.

Le sorrisi e andai a cambiarmi.

Serena aspettò che fossi pronta per uscire e poi andammo a mangiare qualcosa fuori, prima dell'appuntamento dalla dottoressa, che era alle 14 meno un quarto. Io non potei mangiare molto, visto che avrei dovuto fare le analisi del sangue, ma, in quel momento, l’agitazione che avevo mi aveva fatto passare la fame e, così, non mangiare, non mi pesò più di tanto.

Andammo allo studio medico, di fronte al Central Park, dove ci fecero aspettare solo qualche minuto.

Durante l’attesa, mi ritrovai a pensare a come avrebbe reagito Chuck, alla notizia di un bambino. Mi venne da ridere, non avevo mai considerato Chuck sotto le vesti di “padre”. Non potei, però, fare a meno di pensare a quanto sarebbe stato bravo, e a come avrebbe viziato nostro figlio.

Nostro figlio.

Fui destata dai miei pensieri quando l’infermiera personale della dottoressa mi venne a chiamare, poiché era il mio turno. Mi condusse in una piccola stanza azzurra, dove mi fece le analisi necessarie.

Dopo le analisi, incontrai la mia dottoressa, Mrs Robson, nel corridoio che, con un saluto di commiato, mi disse che ci sarebbero voluti una ventina di minuti per sapere i risultati delle analisi e che, se volevo, sarei potuta andare a casa che mi avrebbero avvisato successivamente. Decisi di aspettare. Volevo saperlo a tutti i costi.

In quei venti minuti antecedenti ai risultati dell’esame, io e Serena parlammo di Chuck, di Nate, e delle paure pre - nuziali di Serena. Io non volevo parlare del mio sì-forse-non bambino, avevo paura di portare sfortuna con il risultato delle analisi. Non ero mai stata particolarmente superstiziosa, ma non volevo rischiare.

Una volta arrivata la cartella con le mie analisi, Mrs Robson ci fece entrare nel suo studio. Ci fece sedere e mi sorrise.

“Miss Waldorf, ho appena ricevuto i risultati.”

Tremavo, avevo paura. Serena, vedendomi così agitata, mi prese la mano.

L'immagine del bambino mi balenò davanti agli occhi.

Poggiò la schiena contro il tronco dell'albero fiorito sotto cui si era seduto. Si voltò verso di me. Mi sorrise. I suoi occhi color nocciola erano illuminati dalla luce del sole. Era così Chuck...

“Congratulazioni,” continuò.

Il bambino alzò una mano verso di me, come per dirmi di andare da lui.

“Lei è incinta.”

E il mondo era diventato il posto più bello dell'universo.

Mi avvicinai e mi chinai davanti a lui. Mi poggiò una mano sulla guancia. E rise.

 


Ringraziamenti:

P.s. Non so se si è capito bene, ma il bambino a cui mi riferisco alla fine è quello del sogno di B (:. So che ha un po' del paranormale, ma mi piaceva come idea xD

Grazie diecimila (mille non è mai abbastanza) a:

feffyxoxo: Grazie per la bella recensione! :D Già, la 17 era proprio triste ): Credo che gli autori vogliano farci morire ._. Hai proprio ragione, c'è ben poco da stare allegri!; minny88: Sììì, terribile, fanno impazzire anche me quei video! :S Aspetto la 19 con ansia, anche se non si prospetta bene... Grazie per la recensione, sono contenta che ti sia piaciuto questo capitolo (: Proverò a scrivere sempre un po' di più ^-^ Honest: Ehi, grazie, sono contenta che ti sia piaciuta! :D Guarda, secondo me la 17 è stata proprio triste ): Quando B si mette a piangere alla fine è da spezza-cuore. Certo, dobbiamo essere contente per il fatto che non sia andata peggio! Perchè se davvero fosse andata come nel film, c'era sì da piangere davvero! ele_06: :D Grazie, sia per le recensioni che per le mail! ;D Comunque la rottura è una coincidenza, non so se accadrà davvero così! ;) Ci sentiamo via mail! (: E grazie ancora per recensire sempre! *-* rossygere: Bellissima recensione, grazie! ^-^ E grazi anche per recensire sempre! (; Ahah, chissà se vedremo i Chair all'altare in questa ff... :D

Grazie anche a tutti i lettori! :D (L)

 

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Capitolo 7
*** Feeling Good ***


AN: Ciao a tutti! (;

Come ogni mercoledì, ho postato un nuovo capitolo. Riguardo a questo, devo precisare il fatto che questo capitolo serve come introduzione a quelli dopo. Infatti, potrei quasi definirlo "tranquilo"; per lo più, si scopriranno alcune paure di Blair. Visto anche lo hiatus di GG che si è verificato questa settimana (ci mancava pure questo), mi è sembrato giusto non mettere un capitolo particolarmente "impegnativo". E' anche un po' cortino, ma mi rifarò sicuramente con gli altri (; Ho in mente parecchi colpi di scena...

I capitoli più "forti" ritengo siano i due successivi. Saranno mooolto particolari, soprattutto il prossimo, perchè vedrete Chuck in una situazione bizzarra. Il tutto, ovviamente, secondo il mio punto di vista, che è piuttosto discutibile. (;

Il prossimo credo sia anche il capitolo più lungo che abbia mai scritto finora. Ma non voglio darvi troppe anticipazioni (; spero vi piaccia questo capitolo, nonostante la sua "tranquillità", come ho definito prima.

Ringraziamenti in fondo!

 

Capitolo 7

Feeling Good

Michael Bublé

 

Blair’s POV

Sentii calde lacrime negli occhi e una sensazione di pura felicità che si irradiava in tutto il mio corpo. Cominciai a ridere, felice, mentre Serena mi abbracciava ed esclamava contenta “Oh, B, è meraviglioso!”.

Il cellulare di Serena, ad un certo punto, cominciò a squillare e lei, scusandosi, uscì dalla stanza per rispondere.

Mi voltai verso la dottoressa e notai che mi stava sorridendo; le sorrisi, dunque, in risposta e aspettai che cominciasse a parlare. Non avevo mai provato una sensazione del genere. Mi sentivo così "piena", così felice. Istintivamente, mi accarezzai la pancia.

“E’ al terzo mese di gravidanza, la data di concepimento è da collocare tra gli ultimi di gennaio, primi di febbraio. La nascita dovrebbe avvenire nell’ultima settimana di ottobre, o, più probabile, prima settimana di novembre, circa; Dovrà venire ad effettuare delle visite una volta ogni due settimane. Non vorrei che i suoi precedenti disordini alimentari influissero sulla salute del bambino. Non dovrebbero esserci problemi, ma non è il caso rischiare.”

Improvvisamente, mi sentii in colpa. Avrei davvero potuto, per colpa dei miei problemi passati, mettere a rischio la salute del mio bambino? Il solo pensiero mi fece star male.

Bussarono alla porta, destandomi per un attimo dai miei pensieri, e la testa di Serena fece capolino nella stanza.

“B, devo andare, mi dispiace! C’è stato un problema con la torta e devo cercare di calmare Nate. Ti chiamo dopo!”. Mi sorrise e, dopo aver cortesemente salutato la dottoressa, richiuse la porta.

Il debole sorriso che era spuntato sul mio viso all’ingresso di Serena – sorriso che avevo fatto per non farla preoccupare – si spense e, facendomi coraggio, ignorando il nodo che avevo in gola, chiesi: “Io… il mio bambino potrebbe star male a causa… mia?”

“Oh, no, non c’è motivo di preoccuparsi al momento! Stia tranquilla, sono solo precauzioni quelle che prendiamo! Le prescriverò, comunque, delle vitamine che dovrà prendere dopo i pasti.”

Scrisse velocemente qualcosa su un foglio e me lo porse. Notai, appunto, che era il nome delle vitamine che avrei dovuto prendere. E l’avrei fatto sicuramente.

Mi sollevava il fatto che si trattassero di precauzioni e non di interventi riparatori veri e propri. Non me lo sarei mai perdonata, se avessi fatto del male al mio bambino.

Che strano era dire “Il mio bambino”! Mi ci sarei mai abituata? Sorrisi, non potei farne a meno.

“Oh, quasi dimenticavo. Essendo lei ormai al terzo mese, sarebbe necessario fare la prima ecografia, soprattutto per accettarci della salute del bambino.”

“Va bene.” Dissi titubante. Tutto ciò era così nuovo per me!

“Ora che ci penso, se lei lo desidera, potremmo farla anche subito. Anche se magari preferirebbe che il suo compagno fosse con lei… Sa, spesso le giovani ragazze alla prima gravidanza preferiscono essere accompagnate. E dovrebbe vedere i futuri papà come reagiscono! Si emozionano di più delle future mamme.”  Mi disse sorridendo.

Sorrisi anch’io al pensiero di vedere Chuck emozionato per il nostro bambino e, alla fine, realizzai che, pur non sapendo come avrebbe reagito alla notizia, non potevo negargli la possibilità di vedere la prima ecografia insieme a me (ammesso che avesse voluto, ovviamente).

“Facciamo così, le fisso l’appuntamento tra una settimana esatta, alla stessa ora. È ok per lei?” mi chiese prendendo la sua penna stilografica e facendola scorrere su una pagina bianca della sua agenda rossa. “Così potrà venire con il futuro papà o con chiunque lei desideri.”
Le sorrisi. “Sì, perfetto.”

Mi alzai, le strinsi la mano e, dopo averla salutata, uscii dalla clinica, attraversai la grande strada affollata e, dopo essere entrata nel Central Park ed essermi seduta su una delle panchine accanto al parco giochi, cominciai a sognare ad occhi aperti la vita che mi aspettava. La meravigliosa vita che mi aspettava.

 

Il cielo era più blu, gli alberi più verdi, i fiori più profumati e più colorati.

Stetti per più di un’ora a guardare i bambini che giocavano con le loro mamme, pensando a quando sarebbe toccato a me giocare con mio figlio.

Vedevo di tanto in tanto signore che mi fissavano e parlavano di me, poichè si erano accorte di chi ero. A volte era strano essere così al centro dell’attenzione. Non che mi dispiacesse, ovvio. Ma essere conosciuta in quel modo aveva anche i suoi svantaggi. Qualche settimana prima, ad esempio, ero stata seguita da un gruppo di ragazzine della Constance che volevano il mio autografo sulla pagina del New York Post, dove un articolo parlava di me e Chuck. Assurdo!

Mentre ero assopita nei miei pensieri, impegnata ad osservare la copertina del mio libro, A Midsummer Night’s Dream, commedia di Shakespeare, sentii qualcosa toccarmi i piedi.

Mi accorsi che si trattava di una palla e alzai gli occhi. Mi venne incontro una bambina che avrà avuto sì e no 3 anni. Io, che nel frattempo avevo raccolto la palla da terra, le sorrisi e gliela porsi. Arrivò subito dopo anche una ragazza un po’ più grande di me, bionda, che doveva essere la madre o la sorella della piccola, vista la somiglianza.

“Oh, mi scusi, quando gioca a palla la manda sempre ovunque!” disse ridendo la ragazza.

“Non c’è bisogno di scusarsi.” le risposi sorridendo.

La ragazza si portò all’altezza della bimba e le disse “Ehi, Steph, ringrazia la signora.”.

La bambina mi sorrise e mi ringraziò. Poi si girò e scappò via. La madre mi guardò per un attimo sorridendo e poi aggiunse “Devo proprio andare, altrimenti chi la trova più! Mi scusi ancora.”. Ci salutammo e la vidi correre verso il parco, chiamando il nome della bambina. Una volta trovata, la prese in braccio e, ridendo, la strinse a sé. Mi alzai in piedi e cominciai ad incamminarmi verso casa. Quella sera avrei dato a Chuck la splendida notizia e, ormai, non ce la facevo più a trattenere quella sensazione di gioia infinita. Gli avrei preparato una cena speciale (o meglio, avrei fatto sì che Dorota mi aiutasse a preparare una cena speciale) con tutti i suoi piatti preferiti.

Non vedevo l’ora di dirglielo. Già m’immaginavo la sua reazione: il suo solito sorriso sghembo con l’aggiunta di qualche battuta oscena e, in parte, inadatta al contesto, una di quelle battute che il bambino, una volta nato, non avrebbe dovuto sentire mai.

Con la consapevolezza che quella sarebbe stata una delle giornate migliori della mia vita, passeggiai per l’UES con un enorme sorriso sulle labbra.

 

(:

Ringraziamenti:

feffixoxo: Comprendo e condivido lo shock :S assurdo! Non mi è piaciuto tanto come episodio ): Grazie per la recensione! (; Sei sempre così gentile! (:

rossygere: Capisco il tuo vuoto allo stomaco ): l'ho avuto anch'io. ): Che amarezza! :S So che hai detto che non è necessario che io ti ringrazi, ma ci tengo a farti sapere che apprezzo il fatto che tu recensisci sempre, facendomi sapere ciò che pensi di ogni capitolo (; E' molto carino da parte tua! :D

GinevraMalfoy90: Grazie! :D Volevo creare una sorta di parallelismo tra la vita reale e il sogno di B, volevo che si vedesse come lei vedeva quel particolare momento nella sua mente, nel suo subconscio (; Per quanto riguarda l'episodio, mi associo a te per andare negli USA e uccidere i produttori! Li odio. Sinceramente ):

ele_06: Ele :D Grazie anche a te per la recensione! (; Quando tornerai dalla gita, sarai sommersa da e-mail di aggiornamenti vari da parte mia xD Mi ucciderai! ;D

Yahan: Anch'io non vedo l'ora che arrivi la prossima puntata! Odio gli hiatus ): Grazie per la splendida recensione, sono contenta di sapere che ti piace! Non preoccuparti se non hai tempo di scrivere ogni volta le recensioni, non è importante! ;D L'importante è sapere, appunto, che ti piace! (Scusa la ripetizione (;); Comunque, grazie per aver trovato il tempo di recensire e di seguire questa fan fiction dall'inizio: lo apprezzo molto! (:

Ringrazio, inoltre, tutti coloro che la seguono e che l'hanno messa fra i prefertiti! (; E' molto gentile da parte vostra (:

xoxo, C

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Capitolo 8
*** Blah Blah Blah ***


AN: Buon mercoledì a tutti! :D Il mio è stato oserei dire atroce, soprattutto perchè mia madre, in vista dell'ultimo mese di scuola, mi ha concesso solo un'ora al computer al giorno. DISASTRO. Avrei aggiornato prima ma, visto che dovevo accordarmi con mio fratello per l'orario, solo ora ho potuto farlo.

La puntata di lunedì mi ha delusa un po', se devo essere sincera... mi aspettavo molto di più non so voi! :S Speriamo nei prossimi due episodi ):

Siamo arrivati al settimo capitolo, uno dei più lunghi, probabilmente, che abbia scritto finora. Mi sono divertita molto nello scriverlo poiché ho deciso di fare un qualcosa di "diverso". In questo capitolo, infatti, Chuck si troverà in una situazione a mio parere bizzarra :D Non so cosa penserete voi, ma mentre scrivevo provavo ad immaginarmi il suo personaggio in una scena del genere, e non ce lo vedevo per niente :D

Mi sono divertita, appunto, perchè ho giocato un po' sulla "comicità" della situazione, tant'è che in certi punti potrà risultarvi anche stupido o banale. Certe idee mi vengono in mente durante le ore di storia, dove non riesco proprio a stare attenta, e così, per passare il tempo, mi metto a scrivere le prime parole che mi vengono in mente per farmi poi ricordare, una volta a casa, che storia devo scrivere xD In inglese, per giunta, perchè non voglio che i miei compagni leggano! U.U Sì, lo so, sono davvero fuori di testa...

Vabbè, dopo questa parentesi sulla mia salute mentale, vi lascio al capitolo, che è meglio. Un bacione a tutti e ringraziamenti + commento in fondo (;

 

Capitolo 8

Blah Blah Blah

Ke$ha

 

Chuck’s POV

 

“… e quindi, l’aumento del 3 % sulle prenotazioni è, senza dubbio, una connotazione positiva nell’ampio quadro generale che vede coinvolto…”

Ero seduto a capotavola nella grande aula conferenza della Bass Industries, guardando tutti i miei dipendenti e collaboratori seduti all'enorme tavolo delle riunioni. Picchiettavo annoiato la penna sul piccolo bloc notes davanti a me, ascoltando distrattamente Phil Devonshire, consulente amministrativo dell’Empire Hotel, che aggiornava il consiglio d’amministrazione delle Industrie Bass sullo sviluppo della società.

 

Benché l’hotel, inizialmente, non fosse compreso nelle industrie, l’anno precedente avevo deciso di inserirlo fra le proprietà della società: non era più necessario ‘farmi un nome’ in New York City. Ormai ero diventato quasi più famoso del magnate che mi aveva preceduto: Bart Bass o, come si faceva gentilmente chiamare da me, papà.

 

Alzai lo sguardo dal punto fisso del tavolo che stavo ormai fissando da ore. Esattamente dall’altro capo del tavolo, proprio di fronte a me, sedeva una composta e – apparentemente – attenta Lily Van der Woodsen (o, per meglio dire, Lily Humphrey), che si sistemava lentamente i capelli con una mano.

Lily, l’altra mia madre, quella adottiva, dirigeva, infatti, le Bass Industries, prima che io e lei decidemmo di integrare l’hotel in esse. Una volta integrato, Lily ed io diventammo soci. Lei era una splendida persona, a cui volevo molto bene, come se fosse stata davvero mia madre (cosa che, in effetti, per la legge, era).

Chuck Bass, che per 18 anni era stato orfano di madre (e anche di padre, nonostante fosse venuto a mancare quando avevo, appunto, 18 anni) da un paio d’anni a questa parte, di madri, ne aveva due. E volevo bene ad entrambe allo stesso modo.

Lily alzò lo sguardo verso di me, mi accennò un sorriso e indicò con lo sguardo Phil Devonshire - che continuava imperturbato il suo interminabile rapporto - come per dirmi di prestare attenzione a ciò che diceva.

Sapevo, però, che lei si stava annoiando tanto quanto me. Sorrisi riflettendo sul fatto che, almeno, non ero l’unico ad averne abbastanza di Phil. Guardandomi attorno, infatti, potei constatare che nessuno in quella stanza stava prestando attenzione al povero Devonshire. Egli, nonostante talvolta mi facesse piuttosto pena a causa del suo modo così ‘pomposo’ e deprimente di fare, era davvero un ottimo consulente per l’azienda, capace e sempre preparato; ma ogni volta che doveva redigere un rapporto sull’andamento dell’Empire, non solo ci impiegava più di un’ora, ma sembrava dover sempre aggiungere qualcosa al suo discorso, senza mai cogliere i punti fondamentali della situazione. Quella giornata, tra l’altro, aveva toccato – e, oserei dire, oltrepassato – i limiti del sopportabile.

 

Giunto, infatti, in ufficio (che era situato agli ultimi sei piani di un nuovo edificio nell’UES) alle 9, come ogni mattina, mi accorsi subito che c’era qualcosa di strano: tre bambini, di età compresa tra i 3 e i 5 anni - una, forse, di tre anni e gli altri due di 4 o 5 - stavano correndo e urlando per l’atrio. Vidi tutto ad un tratto Robert O’ Connell entrare velocemente nella sala e gridare “John, Simon, Stacy, smettetela! State tranquilli, vi prego; papà è al lavoro, non può starvi sempre dietro!”.

Un altro bambino, che sembrava avere 6 anni, piombò nella stanza correndo, per poi nascondersi dietro il bancone delle accettazioni, dove la mia segretaria, alla sua postazione, mostrava sul volto espressioni di totale incredulità. Era rimasta piuttosto basita nel vedere lo spettacolo che le si presentava davanti. E io con lei.

“Ronald!” sentii chiamare, “Ronald, dove sei? Smettila di giocare, devo lavorare!” disse agitata Barbara Smith, che arrivò nell’atrio a grandi passi.

Si bloccò alla mia vista, catturando anche l’attenzione di Robert O’ Connell, ora impegnato a impedire ai tre bambini di litigare. I due adulti si ricomposero in fretta e i tre bambini di Robert ricominciarono a correre ed urlare.

“Buongiorno, Mr. Bass.” Disse sorridendo timorosa Barbara Smith. “Ehm… bella idea l’iniziativa Porta tuo figlio al lavoro.”

Robert annuì, cercando di nascondere il fatto che era preoccupato per come avrei reagito.

Oh, pensai, ecco cos’era: la giornata del “Porta tuo figlio al lavoro”. Odiavo quel genere di proposte. Non sapevo com'erano riusciti a convincermi che fosse una cosa positiva, che avrebbe tirato su il morale dei dipendenti. Attualmente, sembravano tutti piuttosto irritati e frustrati. Non vedevo come avere dei fastidiosi bambini intorno potesse giovare al loro rendimento.

Rimasi pressoché impassibile all’affermazione della Smith. Sinceramente, non avevo nulla da dirle, se non “Sono un idiota per aver pensato, anche solo un secondo, che quest’iniziativa avesse un qualche lato positivo. Perché non ce l’ha.”.

Ma alla fine, invece che optare per quella scelta, pronunciai una sola sillaba “Già.”

Molto poco convinto, ovviamente.

Si sentì il pianto di un bambino e i due adulti si dileguarono. Il resto della giornata fu oltre ogni previsione: bambini che urlavano, piangevano, si nascondevano, comparivano da ogni parte; bambini che giocavano con le fotocopiatrici, i computer e gli ascensori. Sì, gli ascensori. Ebbero il monopolio di questi ultimi per l’intera giornata, causando ai nostri uffici ore e ore di ininterrotte telefonate di persone che si lamentavano.

Ci fu anche, nel primo pomeriggio, il caso di un bambino che mi fece irritare in modo particolare.

Si trattava di Sebastian Dougray, figlio di Albert Dougrey, uno dei commercialisti della società. Egli, dopo aver bussato alla porta del mio studio, entrò e si avvicinò a me, stendendo la mano per presentarsi. Mi disse nome, cognome, età, data e luogo di nascita. Gli strinsi la mano, guardandolo divertito per la serietà del suo gesto, e Sebastian, 7 anni, si sedette in una delle grosse poltrone davanti alla mia scrivania.

Io, che di bambini ne avevo già avuto abbastanza, appoggiai tranquillamente la schiena allo schienale della mia poltrona e poggiai i gomiti sui braccioli, intrecciando le dita.

“Sì?” chiesi al bambino. Lui si alzò e si diresse verso la mia libreria dove, su uno degli scaffali, tenevo le mie foto: alcune con Blair, con gli amici e la famiglia. Prese una foto che ritraeva Blair, una delle mie preferite.

“Blair Waldorf.” Sentenziò come sovrappensiero. Lo guardai leggermente incuriosito. Cosa voleva?

“Da quanto tempo sta insieme a lei, Mr Bass, se non sono troppo indiscreto?”

“Quasi 5 anni.” Risposi sorridendo, nonostante fossi piuttosto perplesso. Che serietà per un bambino della sua età! Mi ricordava qualcuno. Me.

“5 anni... E’ molto bella.”

“Sì, lo è.”

“La faccia divertire, in mia attesa.”

Cominciai a ridere. “In tua attesa? Oh, sì, non preoccuparti, è in ottime mani.”

Il bambino, però, rimaneva impassibile. Mentre io continuavo a ridere, scuotendo la testa, lui manteneva la stessa seria espressione che aveva quando era entrato.

“Cosa ci trova da ridere? Io non sarei così allegro, se fossi in lei. La sua ragazza la lascerà per me, e lei lo trova divertente. Interessante. Le piacciono le persone che si divertono con poco, dunque.”

Smisi di ridere e lo guardai sbigottito, mantenendo comunque il sorriso e l’espressione alla Chuck Bass. Non stava scherzando, quindi?

“Oh, no, al contrario. Sto veramente soffrendo, il dolore è insopportabile.” Dissi divertito.

“Uh, vedo. Comunque mancano solo 11 anni e dopo io e lei potremo sposarci.”

“Sicuro” dissi ridendo.

“Continui a ridere lei. Sono certo che Blair sarà molto più felice con me che non con lei.”

“Senza dubbio.”

“E poi 5 anni sono tanti, no? Si stuferà in fretta! E allora sarà mia.”

“E’ molto probabile che si stufi di me, prima o poi, ma cosa ti fa pensare che scelga te, tra tutti i suoi pretendenti?”

Decisi di stare al gioco. Era un bambino, in fondo...

“Bè, userò la sua scusa, no? Lei dice I’m Chuck Bass. Io dirò I’m Sebastian Dougrey. Non potrà resistere.”

“Ovviamente... Senti, io dovrei finire un lavoro, perché non vai a giocare con i tuoi amichetti?”

“Cosa? No! Voglio che mi racconti qualcosa su Blair. Cosa le piace? Sui giornali di mia madre c’è scritto che ama la Francia. E’ vero? E suo padre è scappato lì? A proposito del padre, ma è vero che ha un ragazzo? Mio padre dice che i maschi che baciano i maschi si chiamano omosessuali. E’ un omosessuale? Mr Bass, ma è vero che lei qualche anno fa ha baciato un ragazzo? Anche lei è omosessuale? Ma allora perché sta insieme a Blair Waldorf? E a lei non dà fastidio?”

Feci alcuni colpi di tosse, alzandomi velocemente dalla mia postazione e allargandomi il colletto della camicia, come se facesse troppo caldo.

“Mr Bass, ma è vero che lei pagava delle signore con le gonne corte per far sì che le dessero un bacio?”

“Mary” dissi chiamando la mia segretaria dal ricevitore sulla mia scrivania. “Non è che potresti riportare il signorino Dougray dal suo legittimo proprietario?”

“Hey, non sono mica un cane!” disse il bambino intervenendo.

“Purtroppo si è perso e dice di non saper trovare la strada per andare da suo padre. Venga, per favore. Ora.” Dissi scandendo l’ultima sillaba.

“Ma non è vero, io non mi sono perso! E’ perché è geloso, vero? Non vuole dirmi niente su come conquistare Blair!”

“Mary!” dissi aprendo la porta e chiamando la mia segretaria in corridoio. Lei arrivò correndo e ansimando.

“Forza, tu.” disse a Sebastian. “Andiamo. Mi tocca pure da fare da Baby sitter.”

Alzai un sopracciglio e lei sbuffò, girandosi e tornando verso la sua postazione con Sebastian di fianco. Lui si girò e mi fece una linguaccia.

Scossi la testa e rientrai nel mio studio.

 

Ero letteralmente perso nei miei pensieri.

Mi accorsi che Phil aveva smesso di parlare solo perché sentii gli occhi dei miei collaboratori addosso.

“Charles?” disse Lily.

“Oh, sì, uhm, grazie per il rapporto, Phil. Ottimo e dettagliato come sempre.” Dissi sorridendogli. In realtà non avevo ascoltato una parola.

Lui fece una faccia compiaciuta e si sedette gongolante al suo posto, sistemando i fogli davanti a sé. Tutti gli altri, che nel frattempo si stavano stiracchiando per riprendersi, avevano già dato l’assemblea come conclusa.

“Ok, dunque, c’è qualcos’altro da aggiungere?” chiesi.

Silenzio.

“Va bene, aggiorniamo la seduta. Il giorno della prossima riunione sarà comunicato lunedì mattina. Grazie a tutti per il vostro tempo. Buona serata.”

Tutti cominciarono ad alzarsi e uscirono salutandomi.

Lily mi si avvicinò, mettendosi una mano sul fianco e sorridendomi.

“Oh, Charles, il modo in cui alla fine riesci a fingere di aver seguito tutto il discorso è meraviglioso.”

Ridemmo entrambi e lei si mise una mano davanti alla bocca per nascondere la risata.

“Oh, cielo, Phil è sempre così… dettagliato.” Sospirò. “Credo che andrò a casa, ora. Tutti mi staranno aspettando per la cena.”

Mi sorrise.

“Tu e Blair avete qualcosa in programma? Volete unirvi a noi?”

“Ti ringrazio, ma oggi sono veramente stanco. E’ stata una giornata piuttosto pesante.”

“Anche a te hanno dato problemi, vero?”

“Un disastro unico. Erano ovunque. Non avrò MAI figli.”

Scossi la testa. Perché mai la gente decide di mettere al mondo simili creature? Sono meglio i cani. Se non altro sono meno irritanti.

Lily rise: “Ohh, ora dici così, ma aspetta di averne… ti innamorerai di loro.”

“No, non credo. Penso che non faccia per me diventare padre. Per niente.”

“Charles, non dire così; io ti vedo molto paterno, invece.” Disse sorridendo.

Alzai un sopracciglio.

“Ok, no, però si cambia. E quando sarà il momento, vedrai che sarai un padre perfetto.”

“Quel momento non credo arriverà mai, Lily. E nel caso dovesse arrivare, sarà sicuramente tra una decina d’anni. Non potrei sopportare bambini prima dei 40 anni.”

Lily scosse la testa ridendo.

“Sono certa che Blair non la pensa come te.”

La guardai. Blair?

Mi sorrise, mi salutò con un bacio sulla guancia e, dopo di che, uscì.

Misi a posto le ultime cose e chiamai la limo per andare a casa.

Arrivato davanti alla porta dell’attico, non feci nemmeno in tempo ad appoggiare la mano alla maniglia che Blair la aprì.

Indossava un vestito viola – il mio colore preferito – e… un grembiule. Un grembiule?

Aveva una mano appoggiata allo stipite della porta, l’altro braccio lungo il fianco destro.

“Hey.” Mi disse con un sorriso a 32 denti. Era splendida e pareva brillasse, come il sole. Emanava felicità da tutti i pori.

Mi ero dimenticato di un anniversario? Feci un veloce calcolo mentale, per vedere se avessi dimenticato una data importante. Ma non mi sembrava; “Non rischiamo”, mi dissi.

“Hey, buon anniversario.”

Entrai in casa e la baciai. Sentii, come al solito, le farfalle che vorticavano velocemente nel mio stomaco, come se stessero per esplodere. Le presi il viso tra le mie mani e continuai a baciarla con più foga, finché non sentii una delle sue mani respingermi.

“You BASShole, non è il nostro anniversario.” Disse con un’espressione mezza divertita e mezza contrariata.

Love me?” dissi alzando un sopracciglio, con la mia solita voce roca e il mio sorriso.

Lei sorrise, ricordandosi la citazione. “Always.”*

A volte, basta solo un sorriso per far tornare il sole.

 

 

 

*Citazione: 3x06

Commento: La "situazione strana" alla quale mi riferivo era il fatto che le Industrie Bass fossero sotto assedio. Di bambini. :D Vi immaginate Chuck Bass che lavora in mezzo a pargoli urlanti? Io no O.O E Sebastian, poi... ahah, io ce lo vedo :D Fatemi sapere cosa ne pensate! Troppo banale o ridicolo come capitolo?

P.s. Il titolo del capitolo, Blah Blah Blah, non ha niente a che fare, ovviamente, con il testo della canzone (che non è che sia il massimo, diciamolo :D). Ho solo pensato che fosse azzeccato! (;

Ringraziamenti:

Diecimila grazie a:

» GinevraMalfoy90: Sono contenta che ti sia piaciuto! :D La reazione di Chuck non si è ancora vista, ma posso dirti una cosa: O tu sei una specie di veggente, o io sono troppo prevedibile (;

» marella88: Figurati, non preoccuparti (; Grazie per la recensione, buona stesura anche a te! (:

» Yahan: :D Grazie per la recensione! :D Cercherò di fare un Chuck diverso da quello di questi episodi... anche perché odio come si sta comportando O.O

» PiccolaDolceMary: Hey, grazie per i complimenti! (; Sono contenta che ti sia piaciuta! ^-^ (Sì, questo Chuck è quasi irriconoscibile ):)

» ele_06: Ele, che dirti? :D Io sono contenta che tu non abbia uccisa, di ritorno dalla gita, per tutte le mail che ti ho mandato! :D xD Grazie per la recensione! (;

Un grazie anche alle 15 persone che seguono questa storia, comprese quelle che hanno recensito questa volta e/o in precendenza! Grazie mille, davvero.

Grazie ancora alle 9 persone che l'hanno messa tra i preferiti e, infine, grazie a tutti lettori! (:

Troppi grazie, lo so (:

xoxo, C

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Capitolo 9
*** Riders On The Storm ***


AN: Il nono capitolo is up :D

Come state? Io bene, anche se oggi sarà una giornata infernale :S Questo è l'unico momento di calma che avrò quest'oggi, visto che sono stracolma di impegni. Non volevo rischiare di non riuscire a pubblicare oggi, e così ho deciso di postarlo presto :D

L'episodio di Lunedì mi è piaciuto abbastanza, soprattutto le scene Chuck/Lily <3 Ohhhh, adorabili! E poi devo dirlo: The *itch is Back :D Mi ha fatto piacere rivedere la vecchia B! Alla NYU era diventata noioserrima... (anche se io vedo tutta questa stagione piuttosto noiosa... avete notato che anche i colori sono scuri e tristi? Proprio i colori di scena e dei costumi, intendo! Marrone, nero, rosso scuro... bellissimi, senza dubbio, ma rendono il tutto così pesante...; finalmente in questo episodio si è visto un po' di colore! I cappotti colorati :D <3)

Cooomunque (Alla Franklin di Tutto in Famiglia ;D), tornando alla fan fiction, siamo finalmente giunti al momento della verità! Bè, più o meno...

Ringraziamenti in fondo! (:

 

Capitolo 9

Riders On The Storm

The Doors

 

Blair’s POV

Presi il colletto della sua camicia e lo tirai verso di me per baciarlo.

L’effetto che ancora mi faceva, nonostante fossero passati più di 5 anni, era assolutamente indescrivibile. Ero completamente dipendente da lui, in un modo quasi anormale. Quando eravamo insieme, ero come sotto l’effetto dell’alcol o, peggio, di una droga. Certe assuefazioni non dovrebbero esserci in una coppia: non mi permettevano nemmeno di avere piena facoltà di me stessa.

Lo presi per mano e lo condussi in sala da pranzo. Vide la tavola apparecchiata sulle tonalità del viola e sorrise non appena notò che, sopra di essa, erano disposte tutte le sue pietanze preferite.

“Ok, cos’hai fatto?” mi chiese quasi ridendo.

“Chi, io? Io da sola non ho fatto nulla. Noi abbiamo fatto qualcosa.” sorrisi, sperando di farlo incuriosire. Amavo quando cercava di capire cosa mi stesse passando per la testa.

Lui inarcò le sopracciglia, assumendo un’aria perplessa.

“Ovvero?” mi chiese.

“Te lo dirò subito. Ma prima, raccontami com’è andata la tua giornata.”

Gli sorrisi.

“E’ stata terribile” disse passandosi una mano fra i capelli.

“Come mai?”

Mi avviai verso la tavola, mentre lui si diresse in cucina a lavarsi le mani.

Tornò un minuto dopo e si sedette di fronte a me.

“Oggi era la giornata del Porta tuo figlio al lavoro. Odio i bambini, davvero. Sono stati allucinanti. Urlavano, mettevano tutto in disordine, correvano in continuazione, piangevano, bloccavano gli ascensori, disturbavano tutti e si infilavano nel mio ufficio. Erano irritanti e molesti, per non parlare di quel Sebastian Dougray, che ha una cotta per te, e che continuava a dire che presto saresti stata sua e che ti saresti stufata di me e altre cose del genere. Non sapevo di odiare i bambini. O almeno, non lo sapevo fino ad oggi.”

Lo vidi scuotere la testa serio e il mio sorriso sparì.

Odiava i bambini? Ah.

E come glielo dicevo, adesso, che ne avrebbe avuto uno di lì a qualche mese?

“Abbiamo ricevuto, per tutta la giornata, chiamate di protesta e sia io che Lily abbiamo dovuto scusarci con ogni ufficio dell’edificio perché, appena prima di andare via, una della care creature, non so come, rubando le chiavi al custode, è riuscita ad entrare nei sotteranei, dove c'è il pannello di controllo dell’elettricità, causando un black out in tutto il palazzo. Non so come abbiano fatto a convincermi a fare una cosa del genere. Ma questa era sicuramente l’ultima volta, perché non ho la benché minima intenzione di ripetere l’esperienza. Per almeno altri 6 o 7 anni, non ne voglio sentir parlare. Nè di iniziative di questo genere e nè di bambini.”

Chiuse gli occhi e appoggiò la schiena allo schienale della sedia. Era così abbattuto…

Mi sentii morire dentro. Come poteva una cosa che mi avrebbe reso così felice poter ridurre Chuck in quello stato?

Rimasi in silenzio, fissando il piatto che avevo davanti a me. Milioni di pensieri mi vorticavano per la testa. E ora cosa avrei fatto? Sentivo le lacrime che cominciavano a bagnarmi gli occhi.

Cercai di ricompormi in fretta. Non volevo che si accorgesse di qualcosa.

“Scusami, Blair, non volevo annoiarti…” disse riaprendo gli occhi e guardandomi sorridendo. Al suo sorriso non sapevo resistere, nonostante dentro di me stessi praticamente urlando di rabbia, delusione e sì, tristezza.

Gli sorrisi, come per fargli capire che non doveva scusarsi.

“E’ solo che è stata una giornata davvero lunga e impegnativa.”

Presi il bicchiere di vino che avevo davanti e bevvi un sorso. Dopo, però, mi accorsi che non potevo berlo a causa del bambino e lo rimisi in fretta sul tavolo, sperando di non aver in qualche modo danneggiato colui che viveva ora dentro di me.

Ma ne avevo bevuto talmente poco che non sarebbe stato in alcun modo un problema.

Notai che Chuck mi stava osservando.

“Non ti piace il vino?” mi chiese sorridendo.

“Oh, no… no, mi piace, è solo che… non mi va.” risi nervosamente.

Cominciai a mangiare, cercando di non pensare a come la mia felicità di tutta una giornata fosse completamente scomparsa dopo solo pochi minuti.

“Allora, cos’è che avremmo fatto io e te?”

“Uh?” dissi destata dai miei pensieri. “Oh! Sì, mhm… noi…” cercai nella mia mente una qualsiasi cosa che avrebbe potuto coprirmi. “Sì, ecco, noi… noi non abbiamo ancora comprato il regalo di nozze di Nate e Serena! Cosa dovremmo regalargli? Deve essere qualcosa di particolare.”

Lui mi guardò perplesso. “Tu hai cucinato solo per dirmi che non abbiamo fatto il regalo a Nathaniel e Serena?”

Era piuttosto incredulo. E, in effetti, avrei potuto trovare una scusa migliore di quella. Ma non era colpa mia, io avevo in programma di dirgli del bambino. Se poi le cose non erano andate come previsto, non ero io quella da biasimare.

“Sì, allora?” chiesi un po’ in tono di sfida.

Saranno stati gli ormoni e la mia rabbia insieme ma, in quel momento, mi venne un’incredibile voglia di andarmene; e, in più, non avevo la benché minima intenzione di stare lì a farmi criticare da Chuck.

“Nulla, constatavo solo il fatto che tu non cucini mai e che, se lo fai, c’è un motivo più importante del «non abbiamo ancora comprato un regalo per Nate e Serena.»”

Stava sorridendo, tranquillo. Sapevo che era il suo solito modo di fare, che ferirmi o darmi fastidio era proprio l’ultima delle cose che voleva.

Ma la delusione per la svolta che la serata aveva preso mi aveva fatta arrabbiare. Molto.

“Scusa se torno anch’io a casa tardi dal lavoro e non ho voglia di mettermi a cucinare tutti i giorni! E scusami, allora, per aver cucinato questa sera! Non preoccuparti, non accadrà più!”

Detto questo, mi alzai in fretta e camminai a passo svelto verso la camera da letto.

Sentii Chuck che mi chiamava, ma non mi importava.

Sbattei la porta e, togliendomi scarpe, vestito e collana, mi sdraiai a letto sotto le coperte, cominciando a piangere.

Non era così che doveva andare. Io l’avrei detto a Chuck e lui sarebbe stato la persona più felice del mondo. Avremmo cenato insieme e poi avremmo passato il resto della serata a festeggiare la splendida notizia.

E pensare che doveva essere la giornata più felice della mia vita… Alla fine, quella, infatti, si rivelò una delle peggiori.

Ad un certo punto, mi sentii anche in colpa per come avevo trattato Chuck. Lui non aveva colpe. In fondo, non mi aveva fatto nulla.

Pensai più volte di andarmi a scusare con lui, ma ogni volta che mi alzavo, c’era un qualcosa, dentro di me, che mi impediva di andare.

Senza neanche che me ne accorgessi, mi addormentai.

 

Il bambino era sotto la pioggia e piangeva.

Corsi verso di lui e lo presi in braccio, stringendolo tra le mie braccia. Mi mise le piccole mani intorno al collo e affondò la testa nei miei capelli.

Eravamo in quella posizione fermi, sotto la pioggia.

Vidi un’ombra famigliare che si avvicinava nella pioggia.

Il bambino alzò la testa e si voltò a guardare l’uomo che era appena comparso.

Chuck.

La piccola creatura che tenevo fra le mani sorrise e tese un braccio, come per toccare la figura davanti a lui.

Chuck rise sprezzante e si voltò, come per andarsene.

“Chuck” sussurrai.

Ma Chuck continuava a camminare, lontano da noi.

“Chuck! Chuck!” cominciai ad urlare.

Lui si girò.

“Odio i bambini, te l’avevo detto.”

E sia lui che il bambino tra le mie braccia scomparvero, lasciandomi da sola, sotto la pioggia scrosciante.

 

 

Ringraziamenti:

feffixoxo: Grazie, sono contenta che tu l'abbia trovato simpatico! ;) Hai ragione, solo due puntate! >.< Che nervoso ):

GinevraMalfoy90: Come vedi, una delle tue intuizioni si è mostrata corretta! :D Grazie per la recensione, sono contenta che ti sia piaciuto!

Yahan: Una fan di Sebastian :D Lo stimo pure io! U.U :D Grazie per la recensione! (: Lo apprezzo molto :D Riguardo all'episodio, concordo con te. Hai ragione, è stato piuttosto basso come livello. Anche perchè ormai ci avevano abituato ad avere i Chair (<3) in ogni episodio, mi secca che li abbiano messi così tanto da parte... Dan e Vanessa hanno più scene di loro! O.O Comunque è questa stagione in generale che non mi piace; Per me, è come se GG avesse perso colore, non so se mi spiego ):

ele_06: Grazie Ele, sono contenta che ti sia piaciuto! :D E grazie anche per i nostri scambi di mail! (; Sono quasi sicura che quest'estate ci deprimeremo insieme senza GG! :D Alla fine le raccoglieremo tutte e scriveremo un libro "Scambi di mail estivi tra povere ragazze depresse in attesa di Gossip Girl". Ahahah :D

Honest: Graaaazie! (; Mi fa piacere che tu l'abbia trovato addirittura amazing! :D Grazie mille davvero anche per la recensione! ;D

Grazie anche a tutti coloro che l'hanno messa tra i preferiti, a coloro che la seguono, e ai lettori!

xoxo, C

 


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Capitolo 10
*** Say Something ***


AN: Ciao a tutti! (: Come state?

Io così così, sono rimasta molto provata dai recenti promo/spoiler. In questa settimana, dal lato Gossip Girl, ne sono successe un sacco... soprattutto il promo inglese del finale di stagione, che mi ha emotivamente uccisa. Non so se vi sia capitato di vederlo, ma io posso dirvi che mi ha distrutta O.O Ero talmente giù dopo averlo visto che ho cancellato tutto ciò che avevo sul computer riguardo GG! Ero così arrabbiata e delusa... ): Poi sono arrivati nuovi promo che mi hanno fatto sperare ancora, soprattutto l'ultimo che è uscito (l'ANELLO!), e così si può dire che sono "in via di guarigione". Tanto per parlare in stile Facebook, io e Gossip Girl prima eravamo "In a relationship", ora siamo in "It's complicated" :D Anche perchè, prima di qualche giorno fa, avevo deciso che non avrei mai più rivisto GG O.O Questo per farvi capire, uno, il mio livello mentale; due, la potenza distruttiva di quel video!

Apriamo, ora, una piccola parentesi sull'episodio di lunedì, che mi ha fatto sorridere :D Schemi, complotti, piani... sembrava quasi essere tornati al vecchio, caro, GG! I Chair con la terapista sono stati dei grandi, per non parlare di CERTE occhiatine e l'Empire State Building alla fine! (L) Meraviglioso :D

A causa di quell'infausto promo, mi è venuto tipo un "blocco dello scrittore". Oltre a questo capitolo, ne ho già scritto solo un altro. Cercherò di aggiornare regolarmente ogni mercoledì!

Riguardo alla fan fiction, vorrei un parere da parte vostra: i sogni di Blair, o meglio, il personaggio del bambino che appare nei sogni di Blair, vi piace? Preferireste che non ci fosse? Vi prego di farmi sapere cosa ne pensate, mi aiutereste moltissimo! (; _ Riguardo, invece, a questo capitolo, sono certa noterete qualcosa di "strano". Vediamo se riuscite a notarlo! :D Pure gli indovinelli mi metto a fare... lo so, sono pessima! (;

Ringraziamenti in fondo :D

 

Capitolo 10

Say Something

Timbaland Feat Drake

 

Chuck’s POV

“Blair!” la chiamai alzandomi da tavola.

Ma lei era già corsa verso la camera da letto, sbattendosi la porta alle spalle. Ebbi l’impulso di seguirla, ma la conoscevo abbastanza bene da sapere che, almeno per un po’, avrebbe voluto stare da sola.

Perché quella reazione? Cos’era successo? Cosa le avevo fatto?

Milioni di domande, tutte senza risposta, mi balenavano in testa. Mi allontanai dalla tavola, guardandomi intorno. Perché mai avrebbe dovuto preparare tutto per dirmi che non avevamo ancora fatto il regalo a Nate e Serena? Che poi non sarebbe nemmeno servito, in verità, visto che il matrimonio imminente era solo una copertura.

All’improvviso, mi era passata la fame. Decisi di sistemare tutto, non sapevo che altro fare.

Mi spiaceva che tutto il lavoro che Blair aveva fatto perchissàchecosa fosse andato sprecato così. Quel giorno, per chissà quale motivo, era importante per lei. Altrimenti non avrebbe preparato tutto alla perfezione per niente. C’era qualcosa che non mi aveva detto ed io ero totalmente intenzionato a scoprirlo.

Fin dall’inizio, avevamo chiarito il fatto che tra me e lei non ci sarebbero dovuti essere segreti. “We are a team. And team plots together, not against itself.” mi diceva sempre.

Ma il mio segreto era grande, importante, ed era una vera sorpresa. Lei non l'avrebbe scoperto prima del tempo dovuto.

E il suo segreto? Di cosa si trattava? Perché certamente ne stava nascondendo uno… senza dubbio. Per un attimo, mi era passata per la mente un’idea, che scartai subito, visto che avrebbe portato a problemi. Avevo, infatti, pensato di chiamare Mike, il mio PI.

Ma le avevo promesso che non l’avrei fatto… non potevo farlo, era come se non mi fidassi di lei. E io di lei mi fidavo.

Finii troppo in fretta di sistemare. Presi, allora, il mio computer e mi misi sul tavolo della sala da pranzo; avevo del lavoro arretrato da fare, che mi avrebbe certamente tenuto impegnato per un po’.

Tirai fuori dalla mia valigetta fogli, contratti e miei appunti e li misi in modo organizzato sul tavolo.

Tuttavia, era inutile. Non riuscivo a concentrarmi. Il pensiero che Blair mi stesse nascondendo qualcosa, che in quel momento fosse arrabbiata con me, non mi lasciava stare. Mi offuscava la mente, impedendomi di vedere con chiarezza ciò che dovevo fare.

Mi passai una mano fra i capelli, frustrato.

Sentii, ad un certo punto, il cellulare di Blair che squillava.

Dovevo rispondere?

Lo presi in mano e guardai il nome sul display. Decisi di prendere la chiamata, magari avrebbe potuto dirmi qualcosa in più sul perché Blair fosse così di cattivo umore.

Misi il cellulare all’orecchio e la voce di Serena mi perforò i timpani.

“BBBB!” urlò lei. “Racconta, racconta! Com’è andata?”

“Com’è andata cosa?” chiesi perplesso.

“Chuck?”

“Hey, Sis.”

Sospirai e mi sedetti sul divano.

“Perché hai risposto tu? Dov’è Blair?”

“Blair è in camera. Non… è dell’umore per parlare.”

“Perché? Si è arrabbiata per come hai reagito?”

“Reagito a cosa?”

Serena stette in silenzio per qualche secondo. Pure lei mi stava nascondendo qualcosa? O stava solo cercando di coprire Blair?

“Oh.” Disse ad un certo punto. “No, niente, scusami, devo essermi confusa.”

Nemmeno un po’ convincente. Che delusione. E dire che era la mia sorellastra, con un passato più che rispettabile come bugiarda...

“Sì… certo…” le dissi.

“Chuck, non è che per caso potrei parlare con Blair?”

“Non credo, Sis. È piuttosto arrabbiata e giù di morale.”

“Che le hai fatto? Oggi era al settimo cielo!”

“Oggi?”

“Bè, sì… siamo andate a pranzo insieme. Non te l’aveva detto?”

“Deve esserle sfuggito.”

“Probabile.”

“E come mai era di così buon umore?”

“Bè, il lavoro… e tutto il resto. Ma cos’è successo, Chuck?”

“Non lo so, Sis. Sono tornato a casa ed era contenta. Aveva persino cucinato. E tu sai cosa significa quando Blair cucina. Poi abbiamo cominciato a parlare, mi ha chiesto com’è andata la mia giornata e all’improvviso si è incupita, e si è arrabbiata per un motivo stupido.”

“Oggi era la giornata Porta tuo figlio al lavoro, vero? Mamma mi ha raccontato che è stato un disastro e che tu eri piuttosto stravolto.”

“Disastro è la parola giusta.”

“Cosa hai detto a B a questo proposito?”

“Non molto. Che era stata una brutta giornata, che odio i bambini, che-.”

“Le hai detto che odi i bambini?” mi interruppe lei.

“Perché?” chiesi perplesso.

“Vuoi un consiglio?”

Sospirai. “Sentiamo.”

“Ora che stai facendo?”

“Questo è il tuo consiglio? Puoi fare di meglio, Sis.”

“Smettila, Chuck. Smetti di fare qualsiasi cosa tu stia facendo. Vai da lei, parlale, fate pace. Dille che la ami e che le starai per sempre accanto. Falle capire che se ha bisogno di te, tu per lei ci sei.”

“Le sa già queste cose, Sis.”

“Tu… ricordagliele e basta. Vedrai che andrà tutto bene.”

Sospirai profondamente.

Si trattava di questo? Blair era insicura? Aveva paura che io non la amassi? Che non la apprezzassi abbastanza?

Certe volte non la capivo proprio.

“Senti, ora devo andare. Vai da lei. Ha solo bisogno che tu le stia vicino.”

“Serena, cosa succede?”

“Non è compito mio dirtelo, scusa. Ciao Chuck, ci vediamo sabato alla festa.”

“Festa?”

“Sì, la cena di gala dei Robson.”

“Avevo dimenticato.”

“Come sempre. Notte, Chuck. Di' a Blair che ho chiamato.”

“Certo.”

Chiusi la chiamata, mi alzai dal divano e cominciai a sistemare tutti i fogli sul tavolo. Spensi il computer, soffermandomi a guardare per un attimo la foto che avevo come sfondo.

Io e Blair alla cena del ringraziamento di qualche anno fa.

 

Flashback

Lui la abbracciò da dietro, mise il suo braccio intorno a lei, che cominciò a ridere per la sorpresa del suo gesto. Le diede un bacio sulla guancia e lei, in risposta, gli sorrise, dandogli un bacio sulla punta del naso.

“Sono così felice, Chuck.” disse chiudendo gli occhi e appoggiando la testa vicino al collo del ragazzo.

“Lo sono anch’io.”

Restarono così, uno nell’abbraccio dell’altro, sorridendo, per qualche istante.

“Questo è il nostro terzo giorno del Ringraziamento insieme. Non ci credo, siamo arrivati ai tre anni.”

Blair fece una faccia finta sorpresa.

“Chuck Bass, cosa ti aspettavi? Avevi in mente di lasciarmi al nostro primo anniversario insieme?”

“Lasciarti? Oh, no, dubitavo di te, piuttosto, Waldorf.”

“Uomo di poca fede. Dovrò punirti.” Disse ridendo.

“Non vedo l’ora.” Chuck, per scherzo, le morse il lobo dell’orecchio e lei cominciò a ridere.

“Chuck!”

Jenny, che stava leggendo sulla poltrona una rivista di moda, si rivolse a loro “Non in pubblico, grazie.”

“La gelosia è un peccato, little J.” Disse Blair con un’aria di superiorità.

Jenny tacque, si alzò, appoggiò la rivista sul tavolino e sbuffando si diresse verso camera sua.

“Hey, dove vai?” chiese Dan, che stava parlando con Vanessa.

“Chuck e Blair stanno amoreggiando in mezzo alla stanza e nessuno se ne accorge. Nauseante.”

“Sappiamo non dar nell’occhio.” Disse Chuck stringendo a sé Blair.

“Oh, sì, senza dubbio. Chiediamolo ai vigili di NYC. Loro avranno un taquino pieno di multe a voi indirizzate per “Atti osceni in luogo pubblico”.”

“È successo solo quattro volte.” Puntualizzò Blair. “E una delle quali era perché il poliziotto era gay e voleva provarci con Chuck.”

“Sì, certo, certo…” disse Jenny salendo le scale.

Chuck e Blair si sorrisero a vicenda. Lily entrò nella sala da pranzo con un gran sorriso sul viso: amava avere tutti da lei il giorno del ringraziamento.

“Il pranzo è pronto.” Disse a tutti i presenti.

Serena e Nate si alzarono dal divano su cui erano seduti e, mano nella mano, raggiunsero la grande tavola allestita.

Chuck e Blair stettero esattamente dov’erano, con gli occhi chiusi e un sorriso sereno sui loro volti.

“Dovremmo impegnarci di più.” Disse Chuck.

“Impegnarci di più? E in cosa?” Rispose Blair.

“Quelle multe. Little J mi ha fatto venire un complesso d’inferiorità. Dovremmo almeno arrivare alle 10…”

Lei stava per rispondere ma un irritato (e sorridente allo stesso tempo) Eric si alzò da tavola e urlò contro di loro: “Potreste voi due farci la gentilezza di unirvi a noi? Voglio mangiare!”

“Sì, Eric, stiamo arrivando.” Disse Chuck con un sorriso sghembo rivolto a Blair.

“Ohh, grazie!” disse Eric sedendosi e suscitando una risata collettiva.

Blair rise e, prendendo la mano di Chuck, andò verso il tavolo.

 

Lo schermo si spense, e così anche il mio flashback.

Sorrisi.

Alla fine eravamo anche riusciti a superare le 10 multe, arrivando a 13. Solo per quell’anno.

Il New York Post ci aveva dedicato una pagina intera.

Misi a posto il mio computer e mi avviai verso la nostra camera. Non c’era più motivo di aspettare. Aprii piano la porta ed entrai nella camera da letto, illuminata solo dalla piccola luce sulla scrivania.

 

 

Ringraziamenti

20mila grazie a:

GinevraMalfoy90: Già, Blair c'è rimasta molto male, com'era comprensibile! E Chuck che non sa "che pesci pigliare" - espressione infelice ma a mio parere azzeccata alla situazione -... :D Grazie per la recensione ;D

feffixoxo: Sono giù quanto te per quanto riguarda i Chair nel telefilm ): Che amarezza... Ti ringrazio per aver recensito! :D

Yahan: Grazie, sono contenta che ti sia piaciuto! :D Comunque sì, nei prossimi capitoli avverrà qualcosa di molto particolare :D Non so se ti è capitato di vedere il promo inglese (ç_ç), ma spero che quell'"irreversibile" spero vivamente non sia riferito a ciò che forse succederà con J! ):

ary_gg: Che carina che sei, grazie! *-* Sono contenta che ti sia piaciuta! Non preoccuparti, finirò sicuramente questa fan fiction! (; Anzi, ti dirò di più, ho un progetto a lunga durata per questa storia (: Credo proprio sarà una specie di trilogia... e questo è solo il primo volume... (; E comunque, devi assolutamente postare! mi piacerebbe leggere i tuoi lavori! :D Non serve scaricare un programma, basta che vai qui (» http://spazioinwind.libero.it/youngrock/editor/index.html) e scrivi il tuo testo. Poi premi il pulsante html che vedi nella barra degli strumenti, copi tutto e lo incolli nella parte per caricare il testo qui sul sito (; E' facile, ma se hai bisogno di qualcosa, chiedimi pure!

ele_06: Grazie per le recensioni, Ele! :D E sono contenta anch'io di continuare il nostro scambio di mail quest'estate! :D

Ray08: Hey, grazie per i complimenti! Sono contenta che ti sia piaciuta sia la storia, sia il mio modo di scrivere (; Grazie anche per aver recensito! (:

Grazie inoltre a tutti quelli che leggono e seguono questa fan fiction :D

xoxo, C

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Capitolo 11
*** Hanging By A Moment ***


AN: COMMENTO 3x22. Ok, quanto è stato bello da 1 a 10 l'episodio finale? Io direi radice cubica di due, visto che ci siamo. Ma che cavolo è saltato in mente agli scrittori? Sono fuori come dei meloni? No, augurie, è meglio! Non riesco ad esprimere tutto il mio disappunto per l'episodio: è troppo. Partiamo dal fatto che non era molto coerente... Blair non poteva chiamare Chuck ed avvisarlo del suo ritardo? Gossip Girl si basa sulla comunicazione via cellulari! E per questo, già, non ho parole. Ma ciò che mi è dispiaciuto di più è il fatto che Chuck si sia fatto Jenny. Sapevo che sarebbe successo - anche se speravo di no -, ma vederlo così mi ha uccisa. E mi ha fatto proprio SCHIFO Chuck, se ve lo devo dire. Ma come può comportarsi così? Subito dopo essersi fatto Jenny - che, fra parentesi, odio - si comporta come se non fosse successo niente con Blair. E stava per chiederle di SPOSARLO! Ma ci rendiamo conto? E' stato disgustoso tutto, dal primo all'ultimo minuto. Uno dei peggiori episodi che io abbia mai visto. Non ci posso ancora credere. Che senso ha a questo punto riavere i Chair indietro? Mi hanno spezzato il cuore, letteralmente! La puntata era inoltre ridicola sotto ogni punto di vista. Georgina incinta? Oh, dear, mi prendete in giro? Perché io, all'inizio, credevo davvero che fosse tutto uno scherzo. Odio la Savage. Non fa altro che dire bugie a tutti i fan. Per questo finale di stagione hanno fatto un pessimo lavoro, a mio parere. Hanno cercato in tutti modi l'effetto "OMG" con risultati piuttosto deludenti, se me lo consentite... più che "OMG", io avrei detto "WTF?!". Ieri, dopo averlo visto, per curiosità, sono andata sul forum della CW per leggere i commenti all'episodio. Se avete del tempo libero e vorreste leggerli, andate qui. Sono rimasta piuttosto stupita da alcuni commenti. Spero che Josh e la Savage li leggano davvero, ripensando allo schifoso finale che ci hanno dato. Altro che finale epico... -.-" Se anche morisse Chuck, per come hanno fatto diventare il personaggio, non so neanche se mi dispiacerebbe... ): E poi che senso ha fare dei promo della serie «Chair forever» se poi rovinano tutto? E' una presa in giro bella e buona questa...

Per questo motivo, non sono molto ispirata. Mi chiedo che senso abbia scrivere su una coppia che in passato era meravigliosa, mentre ora è incredibilmente rovinata. Non so ancora se guarderò la quarta stagione. E' stato il mio telefilm preferito, e non posso in alcun modo affermare il contrario, ma niente sarà come prima. O almeno, non lo vedrò come prima. Ha perso quel non so ché di speciale che aveva per me, non mi interessa neanche più tanto.

Passando alla fan fiction, cosa che credo più opportuna - non dovrei dilungarmi così tanto per esprimere miei pareri personali :S -, in questo capitolo vedremo se i Chair faranno pace o no. Cosa ne dite voi? :D

P.s. Vedo che alcuni di voi l'hanno notata la "cosa strana"... mi fa piacere! :D Avrete una risposta a tutto questo nei prossimi capitoli (;

Ringraziamenti in fondo. (:

 

Capitolo 11

Hanging By A Moment

Lifehouse

 

Blair’s POV

 

Aprii gli occhi e vidi il bambino seduto proprio accanto a dove ero sdraiata. Mi sorrise e mise una delle sue manine piccole e delicate sulla mia faccia, come se volesse accarezzarmi.

Gli sorrisi in risposta e baciai il palmo della sua mano. Lui rise e batté le mani con gioia per il mio gesto. Assomigliava così tanto a Chuck...

Mi guardai intorno e vidi che ero nella mia camera da letto. Mi misi a sedere e presi il bambino in braccio delicatamente, facendolo sedere sulle mie gambe. Lui appoggiò la testolina sul mio petto, mi prese le mani e intrecciò le sue dita con le mie. Chiusi gli occhi e sorrisi, assaporando la felicità e la perfezione di quel momento.

Ad un certo punto, qualcuno entrò nella stanza. Aprii gli occhi e lo vidi: Chuck. Gli sorrisi. Lui ci guardò e fece una faccia felice, contenta, come se la scena che gli si presentava davanti fosse la cosa più bella del mondo.

Il bambino cominciò ad agitarsi e a tendere le braccia verso Chuck, chiamandolo felicemente “Daddy, Daddy!”

Chuck si avvicinò a noi, fermandosi accanto a me. Mi baciò la fronte e mi sussurrò all’orecchio “Lui non sarà più un problema.”

“Come?” chiesi perplessa.

Lui prese il piccolo in braccio, incamminandosi verso la porta. Mi guardò e fece un sorriso strano, quasi meschino. (eng. Devious)

Uscì dalla stanza, portandosi il bambino con sé.

Cominciai a chiamarlo. “Chuck! …Chuck, dove stai andando?! …Chuck!”. Provai ad alzarmi dal letto ma non ci riuscii. Era come se non fossi in grado di muovermi, come se delle catene mi impedissero di compiere un qualsiasi movimento.

Cominciai a piangere e a urlare “Chuck! Riportami il mio bambino! Chuck!”.

All’improvviso sentii il rumore di un’auto in movimento.

“No!” urlai.

 

Presa dallo spavento, spalancai improvvisamente gli occhi.

Era solo un sogno.

Mentre cercavo di calmarmi, sentii Chuck sedersi accanto a me.

“Sei sveglia?” mi chiese sussurrando, per evitare di svegliarmi qualora stessi dormendo davvero.

Feci un piccolo cenno con la testa, giusto per fargli capire che lo ero. Ma non avevo voglia di parlare. Soprattutto, non di quello.

“Blair, mi dispiace. Non era mia intenzione farti arrabbiare.”

Stetti in silenzio.

“Blair, per favore, potresti almeno dirmi qualcosa? Cosa diavolo sta succedendo? In questi ultimi giorni non sembri nemmeno tu.”

La rabbia che avevo prima e che avevo messo da parte cominciò a ribollire dentro di me. Mi misi subito a sedere, guardandolo in faccia.

“Non succede niente, ok? Va tutto bene. Io sto bene. Voglio solo essere lasciata in pace.”

“Non mentirmi, Blair; io ti conosco. So che hai qualcosa. Ma non vuoi parlarmene. E perché diavolo non vuoi parlarmene?! What the hell?”

“Non sono affari tuoi, Chuck! Ti ho già detto che voglio stare da sola.”

Non parlò per qualche istante.

Poi la sua voce si affievolì, quasi rivelando una punta di dolore nel suo tono “Perché non ti fidi di me?”

I do trust you!” dissi seccata. {«Mi fido di te!»}

“Allora perché mi nascondi qualcosa?” I suoi occhi sembrava mi stessero pregando. “Blair, per favore, dimmi cosa sta succedendo.”

La rabbia che mi aveva posseduta fino a qualche minuto prima, fece posto alla tristezza.

“Non posso dirtelo, Chuck. Non ora. Te lo dirò, lo giuro. Ma non sono pronta, in questo momento. E… nemmeno tu sei pronto a saperlo.”

Lui abbassò lo sguardo.

“Aspetterò. Non far passare troppo tempo.”

“Ok.” Risposi quasi sorridendo. La tristezza non mi permetteva di fare di più.

“Blair, sai che sono qui per te. Lo sarò sempre. I love you, and I always will, no matter what. Ti starò accanto nonostante tutto, sempre. Non lo capisci?”

Lacrime amare cominciarono a rigarmi il volto. Lo guardai.

Alzò lo sguardo e mi fece un piccolo sorriso, il tipo di sorriso che mi faceva quando era sincero, quando mi stava dicendo una cosa importante.

Mi gettai tra le sue braccia, stringendolo a me il più umanamente possibile, nascondendo la testa nell’incavo del suo collo. Lui mi baciò sulla testa, accarezzandomi i capelli.

“Mi dispiace.” dissi tra le lacrime.

Ci sciogliemmo dall’abbraccio e mi guardò, accarezzandomi la guancia.

“Non piangere, non è stata colpa tua, ma mia. Sono solo preoccupato per te.”

Mi venne in mente l’incubo che avevo appena avuto. Ripensandoci, capii che Chuck non avrebbe mai fatto una cosa del genere a me e al nostro bambino. Non avrebbe mai potuto farlo. Lui mi amava e avrebbe amato anche il bambino.

Vero?

Magari era solo troppo presto per dirglielo.

Sorrisi, cercando di scacciare quei pensieri.

“Com’è andata la tua giornata?” mi chiese dolcemente.

“Bene. In verità dovrei dire splendidamente. È stata una gran bella giornata, Bass.”

“Cosa è successo?”

“Oh… niente. È stata solo una bella giornata, tutto qui.”

Avrei dovuto prestare più attenzione a come rispondere alle sue domande. Capii dal sorriso che mi fece che non aveva creduto pienamente alla sua storia, ma feci finta di niente.

Gli sorrisi, guardandolo negli occhi color nocciola. Sostenere lo sguardo per rendere una bugia più credibile. Prima regola del manuale per bugiardi. Ma Chuck lo sapeva benissimo. Era come se l’avesse scritto lui, quel manuale.

“Hai fame? Vuoi qualcosa?” mi chiese ad un certo punto.

“Ora?” chiesi.

“Sì, ora. Non hai cenato. O forse intendevi un altro tipo di fame… Waldorf, continui a stupirmi."

Roteai gli occhi sorridendo.

"Non potrei mai dire di no, comunque, ad un’offerta del genere. Ma se proprio non vuoi..."

Mi fece il suo sorriso sghembo e io risi. Gli diedi un colpetto sul braccio, per scherzare, e lui si avvicinò a me, rubandomi un bacio. Sorrisi mentre le sue labbra sfioravano le mie.

“Cambiato idea?” mi chiese.

“Magari domani mattina. Ora voglio solo dormire. E’ stata una lunga giornata, sono stanchissima.”

“Ok.” Mi disse sorridendo e dandomi un altro bacio.

Ci mettemmo sotto le coperte e spensi la luce che era accesa su mio comodino. Mi sdraiai e Chuck mise il suo braccio intorno alla mia vita. Sentii la sua testa vicino alla mia e mi strinsi ancora di più a lui. Mi baciò il collo, provocandomi un brivido che mi percorse tutta la schiena, e sussurrò: “I love you.”

Presi la sua mano e gliela strinsi. La baciai e mi lasciai cullare dai miei pensieri.

Aveva la capacità di farmi sentire felice, sempre, da un momento all’altro. Era come il sole che fa sbocciare i fiori, il sole che rende tutto più bello.

Ecco cos’era, lui era il mio sole.

Ci addormentammo in pochi istanti, uno fra le braccia dell’altro. Quello era il posto a cui appartenevo.

 

 

P.s. So che questi ultimi capitoli sono, in un certo senso, monotoni ma vi prometto che sta per arrivare il punto forte dell'intera fanfiction (;

Ringraziamenti.

Grazie 20 000 (aumentano ad ogni capitolo :D) a:

ele_06: Noto con moooolto piacere che te ne sei accorta :D E hai ragione, è quella la "cosa strana" ;) Non temere, arriveranno risposte! Grazie per i complimenti! *-* E anche per la recensione! :D

feffixoxo: Sono contenta che ti sia piaciuto! :D Hai visto che finale terribile? :S Le tue predizioni si sono avverate? ): Grazie, comunque, per la recensione! Lo apprezzo molto (:

Ray08: Aspetti la mia fan fiction? :D Grazie, sono contenta che ti piaccia! :D E grazie pure per la recensione! La tua opinione sui sogni di Blair e sui Flashback mi sarà di grande aiuto per la stesura dei prossimi capitoli (;

giulythebestofthebest: Giuly, grazie mille davvero! *-* Mi fa molto piacere sapere che reputo la mia storia interessante e ci tengo a ringraziarti anche per la recensione! :D

minny88: Pure io ho avuto la nausea dopo aver cancellato tutti i file! E adesso che l'ho vista è, oserei dire, peggio :S Ho un senso di amarezza assurdo, per non parlare del fatto che per me GG è pressoché morto... o perlomeno per quanto concerne questa stagione ): Reazione all'anello: la stessa che ho avuto io :D Anche se guardandola nel complesso, mi ha fatto quasi schifo :S

Yahan: Grazie per avermi dato i tuoi pareri, mi saranno utili! :D E sono contenta che ti sia piaciuto il capitolo! (;

ary_gg: Anche tu hai indovinato di cosa si tratta quella "cosa strana"! :D Mi fa piacere (: Avrai le risposte che cerchi nei capitoli successivi :D Leggo con molto piacere la tua storia, mi piace! E per quanto riguarda il finale... bè, Jenny stuzzicadenti non è abbastanza ): Eliminiamola dalla faccia della terra e facciamola finita. U.U La odio :S Ed è inutile che Dan cerchi di difenderla prendendo a pugni Chuck. Vero è che C, in teoria, dovrebbe essere l'adulto e non avrebbe dovuto farsela, ma anche Jenny, in teoria, avrebbe dovuto essere abbastanza responsabile - e non la solita ragazzina immatura e superficiale - da capire che andare a letto con Chuck non era una buona idea... -.-" Ma vabbè, guarda, non ho parole... grazie per la recensione, comunque (:

Fiby Cullenina: Ero in paranoia pure io! :S Che ne pensi ora che hai visto l'episodio? Io ci sto davvero da schifo, anche se alla fine il promo inglese mi aveva già distrutta emotivamente... diciamo che la puntata mi ha dato il colpo di grazia ): Grazie per la recensione, comunque, sono contenta che ti piaccia! (;

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Capitolo 12
*** Stars In Their Eyes ***


AN: Here we go again :D Come state? Io sono un po' di cattivo umore, visto il periodo infernale O.O Senza poi contare il fatto che ieri, mentre studiavo al sole, mi sono scottata e non me ne sono nemmeno accorta xD

La rabbia per Gossip girl mi si è un po' affievolita, anche se continuo a ritenere quell'episodio indegno della serie e tutto sommato piuttosto deludente. Comunque, lasciamo perdere;

Questo capitolo? Diciamo che è pressoché ininfluente, ma serve da "rampa di lancio" per i prossimi capitoli, che saranno il fulcro dell'intera storia. Ok, vi lascio alla lettura :D Ringraziamenti in fondo;


Capitolo 12

Stars in Their Eyes

Just Jack

 

Due giorni dopo...

Chuck's POV

 

Suonò la sveglia. Ancora assopito, cercai con il mio braccio Blair, che, in teoria, doveva essere accanto a me. Sentendo la sua parte del letto vuota, aprii un occhio, per potermi guardare intorno.

Mi accorsi, ad un certo punto, del rumore dell'acqua della doccia nel bagno comunicante alla stanza, e realizzai dove Blair fosse. Mi misi a sedere, cercando di rendermi conto del posto in cui mi trovavo. Ogni volta che mi svegliavo – e Blair non era accanto a me – non avevo un’idea precisa del mondo circostante. Patetico? Forse un po’.

Mi passai una mano fra i capelli, sostenendo il peso del busto con il braccio libero.

“Blair?” la chiamai.

La porta del bagno si aprì e ne uscì Blair, in accappatoio, con i capelli perfettamente al loro posto. Adoravo quei boccoli color cioccolato.

“Buongiorno.” Mi disse sedendosi sul letto accanto a me e baciandomi.

Anche dopo il bacio, attesi qualche secondo prima di riaprire gli occhi, come per imprimere nella mia mente il profumo dei suoi capelli appena lavati.

Aprii gli occhi e sorrisi contemporaneamente, guardandola. Aveva qualcosa di diverso, quel qualcosa che era certamente collegato al segreto che mi stava nascondendo. Ma io non ero un esperto, non ne sapevo nulla di cose simili. Da quando mi aveva detto che, effettivamente, qualcosa c’era ma che io non ero pronto a saperlo, non aveva fatto altro che aumentare la mia curiosità, spingendomi a tutto il possibile per scoprire l’arcano mistero. I mezzi che avevo a disposizione (legali, intendo) non erano tanti; Avrei potuto insistere, cercare con tutte le mie forze di farla parlare. Ma che senso aveva? Sarebbe stato, ancora una volta, come tradire la sua fiducia. Non potevo pretendere che lei si fidasse di me, se non le davo nemmeno del tempo per pensare e decidere cosa fare. Se lei diceva di aver bisogno di tempo, io glielo avrei concesso. Troppe volte l’avevo delusa, mi ero ripromesso che non l’avrei più fatto. Anche se l’estorsione era sempre stata una delle cose che mi venivano meglio.

C’era anche l’opzione dell' «inganna e scopri», ovvero quella di arrivare alla soluzione del 'mistero' ingannandola.

Blair però avrebbe capito che stavo cercando di scoprire di cosa si trattava. E a quel punto si sarebbe intestardita maggiormente, e, per darmi fastidio e per farmela pagare, avrebbe aspettato secoli prima di dirmi di cosa si trattava. E io non potevo permetterlo.

Notai, ad un certo punto, che mi stava guardando in modo strano.

“Sarà bellissimo.” Sussurrò dolcemente.

Colsi di sfuggita quelle parole e la guardai perplesso, con un’aria interrogativa.

“Come?” le chiesi.

Lei parve riprendersi da un sogno ad occhi aperti.

“Oh… la… la giornata. Sarà bellissima.”

Fece il suo sorriso da «ti sto mentendo e spero che tu non te ne accorga».

Ricambiai il sorriso. Pensava davvero che ormai non riconoscessi le sue espressioni?

“Cos’hai in programma oggi?”

“Devo preparare la nuova sfilata, quella del 22 maggio. Non vedo l’ora.”

Gli occhi le brillavano e questa era una cosa che accadeva sempre quando si parlava di moda e, in particolare, del suo lavoro. Avevo sempre saputo che avrebbe finito col diventare stilista, aveva troppo buon gusto per sprecarlo così. Lei all’inizio era titubante, probabilmente perché associava il lavoro da stilista a sua madre, con la quale aveva avuto un rapporto piuttosto turbolento durante l’infanzia e l’adolescenza. Poi, con l’inizio della sua nuova carriera, Blair e sua madre si erano in un certo senso ritrovate, ricucendo pian piano un rapporto che si credeva fosse ormai rovinato per sempre.

“Quindi… potresti pranzare con me?”

“Cosa intendi per «pranzare»?” mi chiese seria, ma sorridente.

“Qualsiasi cosa intenda tu, sono aperto a tutte le alternative.” Dissi facendole il mio sorriso. “All’una nel mio ufficio?”

“Mi spiace, ma non posso.”

“Ah, no?” chiesi divertito.

“No. Sono a pranzo con Evelyn oggi. E ho un appuntamento che non posso rimandare subito dopo.”

Detto questo, mi diede un colpetto sulla mano e si alzò sorridente, dirigendosi verso la cabina armadio.

“Passi più tempo con mia madre che con me.”

La sentii ridere. La sua risata mi metteva sempre di buon umore.

“Questo non è vero, e lo sai.” Disse uscendo qualche minuto dopo dalla cabina indossando un vestito (che le stava divinamente, aggiungerei).

Le andai incontro e tirai su la zip dell’abito. Lei si girò e mi diede un leggero bacio sulle labbra.

“E poi, ci sono un sacco di cose che non posso fare con lei.” Mi disse mettendo le braccia intorno al mio collo. Le cinsi la vita e l’attirai a me per baciarla ancora.

Non mi sarei mai stancato di baciarla.

“E questa è una di quelle?”

“Assolutamente.”

Mi sorrise.

“Devo andare, sono in ritardo.” Disse tra un bacio e l’altro.

Le presi il viso con le mani e la baciai ancora. Dopo qualche minuto (o secondi? O ore? Con lei era come se il tempo non avesse dimensione), mi morse la lingua. Mi staccai subito e roteai gli occhi.

“Sai, ci sono modi molto più educati per esprimersi.” le dissi.

Lei sorrise compiaciuta e sparì nuovamente nella cabina armadio, per poi tornare qualche istante dopo con scarpe, borsa e giacca in mano.

“Suppongo che oggi sia il giorno del verde scuro.” Dissi osservando i colori che indossava.

“Esattamente. Ti ho già tirato fuori quello che devi indossare, l’ho appeso accanto allo specchio.” Disse indicando la cabina.

Roteai nuovamente gli occhi e le sorrisi. Non vedevo l’ora che quella storia dei vestiti finisse. Tutti sapevano che stavamo insieme – da 5 anni ormai –, che bisogno c’era di vestirsi uguali? Il tutto, per me, era ancora un mistero, ma alla fine, se ci pensavo, mi rendevo conto del fatto che questo sembrava renderla felice e quindi, perché non farlo?

“Ti chiamo dopo.”

E dicendo così, dopo avermi dato un ultimo bacio, uscì dalla stanza.

 

 

Ok, ve lo posso anche dire: Questo era praticamente l'ultimo capitolo 'noioso', perchè nel prossimo ci sarà un evento piuttosto importante e i prossimi, come già vi ho detto prima, saranno il fulcro della storia.

Quindi perdonatemi per il capitolo, ma mi serviva per introdurre i successivi (:

E poi, credo che il Chuck Bass della mia ff sia troppo buono... è ora di risvegliare il suo lato BASStard, direi :D

Ringraziamenti:

giulythebestofthebest: Orrendo è dir poco! Non ci sono parole per descriverlo... comunque, grazie per la recensione (; Sono contenta che ti sia piaciuto!

feffixoxo: Mi fa piacere sapere che non annoiano :D Grazie per la recensione! Hai ragione, il finale faceva piangere :S

bellezza88: Ansiosa? Davvero? :D Bè, grazie, sono contenta! (: So che C non muore, non potrebbe, però mi secca come hanno messo giù il tutto... ):

ele_06: :D Grazie per la recensione, Ele! Finchè tu non mi dirai di piantarla, continuerò a mandarti mail, rassegnati xD :D

Ray08: Concordo riguardo al finale :| Comunque grazie per la recensione e sono contenta di sapere che ti piaccia il modo in cui scrivo! (: Continuerò a postare ogni mercoledì, ormai è un appuntamento! ;D Non credo di riuscire a postare due volte alla settimana, anche se mi piacerebbe. Ho talmente tante idee per questa fan fiction (e anche per i seguiti, che ho già più o meno impostato) che se posto solo una volta alla settimana, non finirò più! Magari con l'arrivo dell'estate, potrò dedicargli più tempo (:

Fiby Cullenina: Ha scioccato totalmente pure me O.O Comunque grazie per la recensione! (;

ary_gg: Ti capisco, anche a me fa strano pensarli così... e ancora più strano è scriverli così! :S Grazie per la recensione (: Purtroppo, C non saprà tanto presto del bambino...

 

Grazie a tutti per le recensioni e per seguire questa fan fiction! (L)

xoxo, C

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Capitolo 13
*** Pop The Glock ***


AN: Ciao a tutti! :D

Come potete notare, sto aggiornando prima del previsto. Motivi? Due. Il primo è che la settimana prossima sarà per me infernale sotto ogni punto di vista e, per questo, NON potrò aggiornare mercoledì, come al solito. Il secondo è che questa fan fiction è lungi dall'essere finita... Siamo più o meno a metà, e ho già scritto (o comunque già pensato) i prossimi tre/quattro capitoli. Innanzitutto, questa fan fiction credo farà parte di una "trilogia": questo è il primo volume. Avevo in mente di finirla entro la fine di giugno, per poi dedicarmi ad una nuova fan fiction (che sto scrivendo) per tutta la durata dell'estate. A settembre avrei ripreso con il "secondo" volume, per poi lasciare l'ultimo per il 2011. Però, qualora non riuscissi a finirla per tempo... diciamo che mi scombina un po' i piani, anche perchè io non ci sarò per tutto luglio... vabbè, insomma, troverò una soluzione. Probabilmente posterò molto più frequentemente (per la vostra gioia, perchè non ne avevate abbastanza di me :D), del tipo due o tre capitoli alla settimana.

Ma andiamo al punto :D E' un po' lungo, e contiene due POV, due punti di vista; L'uso di due punti di vista mi era necessario per questo capitolo perchè, come vedrete, è abbastanza rilevante per il corso della storia e contiene dei momenti particolari, che condivideranno Evelyn e Blair. Alcuni particolari che inizialmente non saranno molto chiari verranno spiegati successivamente nel corso della vicenda (:. Questo è, inoltre, il primo dei capitoli che saranno il fulcro della storia. Miei chiarimenti riguardo al capitolo verranno segnalati alla fine (: Buona lettura! (E ringraziamenti in fondo, come al solito ;)).

 

Capitolo 13

Pop The Glock

Uffie

 

Evelyn’s POV

“Richard, si fermi qui, proseguirò a piedi, grazie!” dissi al mio autista, mentre proseguivamo a rilento sulla limo. Il traffico Newyorkese era assurdo, certe volte.

Aprii la portiera e cominciai a correre frettolosamente verso il ristorante in cui ci saremmo dovute incontrare io e Blair venti minuti prima, circa.

Entrai nel ristorante e andai a chiedere al direttore di sala di indicarmi il tavolo che avevamo prenotato. Lui mi condusse nella sala privata, dove c’era meno confusione – e dove mio figlio e la sua ragazza erano soliti prenotare per evitare paparazzi e simili. Vidi Blair che mi sorrideva e che mi faceva un cenno con la mano.

Le andai incontro, dicendole “Oh, Blair, cara, scusami per il ritardo!”

“Non preoccuparti, sono arrivata anch’io pochi minuti fa.”

Le sorrisi, ci abbracciammo e prendemmo entrambe posto, chiamando un cameriere per ordinare. Conoscevamo a memoria il menù, non avevamo nemmeno la necessità di guardare quali pietanze servissero.

“Dunque,” cominciai mentre il cameriere si allontanava “oggi è il grande giorno, eh?”

Lei mi fece un piccolo sorriso, mise a posto il tovagliolo sulle sue gambe, e mi rispose chiara e decisa, lasciando trasparire, dal tono della sua voce, la felicità che provava in quel momento “Sì.”

“Immagino che tu sia contenta” le dissi guardandola con fare materno. Ormai, era come se fosse mia figlia.

Stette in silenzio per qualche secondo, come se stesse pensando a qualcosa. Poi, un po’ titubante, disse: “Oh… sì, certo… solo che…”

“Chuck?”

La ragazza mi guardò e poi sospirò.

“Sì.”

“Blair, so che te l’ho già detto, ma io rimango dell’opinione che dovrebbe saperlo. Ne sarebbe entusiasto, lo sai.”

“Non ne sono così sicura. Ha detto che odia i bambini e che non ne vuole sentir parlare.”

“Blair, cara, stiamo parlando di mio figlio, Charles Bass. È ovvio che non ne voglia nemmeno sentir parlare… sai che ha paura di certi tipi di impegno! Però, guarda ad esempio la vostra relazione…”

Mi guardò perplessa e io le sorrisi.

“Mio figlio, come d’altronde suo padre, non è mai stato il tipo da rapporto serio, e noi, tu meglio di me, lo sappiamo bene. Ma resta comunque il fatto che tu, Blair Waldorf, sei una vedova nera e sei riuscita ad intrappolarlo nella tua ragnatela. Per i primi tempi, lui aveva paura a dichiarare i suoi sentimenti per te e ad avere una relazione seria. Poi ha affrontato questa paura, l’ha superata e, ancora oggi, può vederne gli esiti positivi. Ma c’è voluto del tempo prima che si facesse coraggio e prima che decidesse di provare a combattere questa sua paura. Pensaci: se tu avessi chiesto ad un Charles Bass liceale se avesse voluto una relazione seria… quale sarebbe stata la sua risposta?”

“Avrebbe fatto il suo solito sorriso e avrebbe risposto con una delle sue solite frasi del tipo «Chuck Bass doesn’t do girlfriend».” Disse Blair alzando gli occhi al cielo, sospirando.

Io accennai ad una piccola risata e lei fece lo stesso.

“Esattamente.” Dissi sorridendo.

“Quindi dici che… potrebbe accettare la cosa?”

Vederla così vulnerabile mi faceva tenerezza. Le presi la mano come per confortarla e le risposi: “Ti dirò di più; secondo me, dopo aver saputo di questo fatto, adorerà l’idea di diventare padre. Lo sai com’è Charles, ha solo bisogno di capire ciò che vuole. E una volta che ti avrà vista così contenta e che avrà saputo il sesso del bambino, per non parlare di quando lo vedrà nell’ecografia per la prima volta, capirà che è una cosa meravigliosa. Fidati, lo so per esperienza. E poi, come potrebbe scappare dalla ragazza che ama e da suo figlio?”

“Sembri così sicura… Perché appoggi così tanto questa idea? Perché tu sembri mia madre e la mia, di madre, non lo sembra affatto?”

Abbassò lo sguardo.

“Oh, Blair, non dire così, sai che non è vero. Tua madre ti adora ed è fiera di te! Ricordi al pranzo di Pasqua? Tua madre continuava a dire di quanto fosse contenta che tu avessi intrapreso la sua carriera, che la tua nuova linea era splendida…”

Blair scosse la testa. “Lei non sarà contenta del bambino, la conosco. Dirà che mi sono rovinata la vita, o meglio, che mi sono fatta rovinare la vita da uno che non mi vuole nemmeno sposare e che non appena nascerà il bambino mi lascerà per tornare alle sue abitudini… precedenti.” Disse con una faccia disgustata.

“Non sapevo tua madre odiasse così tanto Charles.” Dissi stupita.

“Oh, no, non lo odia affatto… è solo che… non era questa la vita che si aspettava da me. Lei pensava che io sarei andata a Yale, dove avrei preso il massimo dei voti, mentre continuavo il mio perfetto fidanzamento a lungo termine con Nate Archibald in attesa del matrimonio… non che andassi alla NYU e avessi una relazione complicata e distorta con Chuck Bass, il womanizer di Manhattan. Sa bene che Chuck è cambiato, che mi ama e che è una persona meravigliosa ora. Ma una parte di lei non credo abbia mai accettato l’idea che io e Nate non fossimo fatti per stare insieme. Odierà il fatto che sono incinta. E odierà ancora di più che non mi sia sposata prima, per non parlare del fatto che il padre del bambino non è il suo perfetto Nate.”

Stetti in silenzio e meditai sulle parole che la ragazza mi aveva appena detto. Com’è possibile, mi chiedevo, odiare la propria figlia perché incinta di un ragazzo che ama e che, comunque, finirà con lo sposare? Non avevo molta esperienza come madre, nonostante lo fossi, ma alcune prese di posizione non riuscivo a contemplarle. Un conto era se Chuck e Blair fossero stati degli adolescenti alle prese con una gravidanza dopo una relazione di breve durata… ma loro avevano 23 anni, attualmente, e stavano insieme da più di 4. E tutta questa ostilità nei confronti di mio figlio non riuscivo a capirla, probabilmente per il fatto che ogni volta che vedevo Eleanor parlare con lui era sempre gentile, educata e lo elogiava in ogni modo. Perché cambiare idea per una cosa del genere? Soprattutto se la figlia è così entusiasta al riguardo!

“Blair, voglio dirti una cosa. Voglio che tu sappia che io sono contenta. Sono contenta che tu e mio figlio stiate per avere un bambino e non vedo questo come un errore. So che un giorno Charles ti sposerà, ne sono sicura. Avere un bambino adesso sarà impegnativo, ma sono certa che ce la farete, insieme. E sarà il bambino più bello e fortunato del mondo, perché avrà dei genitori come voi due.”

Lei mi guardò e sorrise dolcemente.

“Se Eleanor avrà qualcosa da ridire, che lo faccia pure. Ma Blair, ti prego, fai quello che ti senti. La vita è la tua e tu devi essere in grado di decidere ciò che vuoi. Sappi, comunque, che io sarò dalla tua parte, qualsiasi cosa accada. Tengo a te come se fossi mia figlia, e non vorrei per nulla al mondo vederti infelice. So che l’idea di diventare madre può spaventare, io lo so bene. Ma non rinunciarci, se è questo quello che vuoi. Perché io l’ho fatto, ci ho rinunciato, ed è stato l’errore più grande che potessi fare. E inoltre, spero di poter partecipare alla vita del mio nipotino.” Conclusi accennando un sorriso.

Blair mi guardò ancora, mi sorrise mentre delle lacrime le scendevano sul viso. Si alzò da tavola, si avvicinò a me e mi abbracciò. La strinsi forte e le accarezzai i capelli, come se fosse stata la mia bambina.

“Ti voglio bene, Evelyn. Grazie per esserci.” Disse tra una lacrima e l’altra.

“Ti voglio bene anch’io, cara. Però…” dissi sciogliendomi dall’abbraccio, “diglielo.”

Lei sorrise e annuì.

Subito dopo, arrivarono i piatti e mangiammo in gran fretta, poiché eravamo in ritardo per l’appuntamento di Blair.

Sì, quell’appuntamento. Avremmo fatto la prima ecografia al bambino. Blair mi aveva pregato di andare e, in quanto nonna del futuro nascituro, non avevo potuto dirle di no.

Sapevo che avrebbe preferito che ci fosse stato Charles con lei, ma non avendoglielo detto, ovviamente, lui non sarebbe stato presente.

 

Mentre camminavamo per le strade di Manhattan, dirette verso lo studio medico, squillò il cellulare di Blair. Lei guardò e poi sorrise.

“Buone notizie?” chiesi.

Lei sorrise di nuovo e disse: “Gossip Girl. Mi è arrivato un blast. Era da giorni che non ne ricevevo uno, di solito me ne arrivano in continuazione.”

Gossip Girl. Ricordai quello che mi avevano spiegato Serena e Eric a proposito di questa ragazza che diffonde Gossip per tutta Manhattan, inviando blast a tutti coloro che si erano sottoscritti alla sua linea di distribuzione e causando non pochi problemi nelle relazione di tutti nell’Upper East Side.

Blair mi passò il cellulare e lessi.

 

Spotted: Mamma Bass e la nostra Queen B in giro per Manhattan, dopo un intimo pranzetto nel loro ristorante preferito. E dov’è il nostro Dark Prince? Che c’è, B?, preferisci pranzare con mamma piuttosto che con C? Sempre più interessante. Xoxo, Gossip girl.

 

Scossi la testa ridendo e le ripassai il cellulare.

“Pensavo che tu e Chuck non foste più iscritti alla lista di distribuzione.” Dissi.

Lei mi guardò e sorrise. “Sì, in teoria sì… ma non riesco a non sapere come se la cavano le matricole alla Constance o come regnano le mie eredi. Ho lasciato il mio regno in mano a delle incapaci.”

Risi per la serietà con cui parlava la ragazza.

“Mi arrivano dei blast solo quando si parla di me. Così mi tengo aggiornata.”

Sorrise e poi si fece subito seria. “Oh…” disse.

“Cosa c’è, cara?”

“C’è qualcuno che ci sta osservando. Altrimenti non sarebbe arrivato il messaggio.”

Cominciò ad allarmarsi.

“Svelta, Evelyn, nessuno ci deve riconoscere.”

Mi prese sotto braccio dopo aver indossato i suoi occhiali da sole e accellerò il passo.

Quella ragazza andava troppo veloce per me. In tutti i sensi.

 

Arrivammo allo studio in perfetto orario. Entrammo subito a fare la visita, anche perché la dottoressa ci stava già aspettando. Arrivò 5 minuti dopo anche Serena, che Blair aveva voluto con sé come sostegno morale.

Dopo la solita visita di routine, la dottoressa fece stendere Blair sul lettino, con me e Serena ai suoi lati.

“Ok, Miss Waldorf, stiamo per vedere il suo bambino.” Disse la dottoressa scostando il camice di Blair dalla sua pancia. “E’ pronta?”

Blair si guardò intorno per un secondo, come se stesse pensando. Si alzò di scatto e disse “No! No, per favore, aspetti un attimo… dovrei… andare ai servizi, è urgente.”

La dottoressa le sorrise “Certo, vada pure.”

La guardai un po’ timorosa, temendo che non si sentisse bene. Scambiai un’occhiata con Serena, che sembrava anche lei preoccupata, e seguimmo con lo sguardo Blair che usciva in fretta dalla stanza e che si dirigeva nei corridoi.

 

Blair’s POV

Uscii dalla stanza di corsa, afferrando la mia borsa. L’aria che c’era lì dentro mi stava soffocando.

“Miss Waldorf, stiamo per vedere il suo bambino.” Le parole della dottoressa rieccheggiavano nella mia mente.

Ma sapevo che c’era qualcosa che non andava.

E quel qualcosa che non andava era la non presenza di Chuck. Doveva esserci. Volevo che ci fosse per vedere il nostro bambino. Lui… non poteva mancare.

Presi il cellulare dalla mia Chanel e composi in fretta il numero.

Squillò a vuoto per un minuto, finché poi non partì la segreteria telefonica.

 

«Avete contattato Chuck Bass. Ora non posso rispondere, lasciate un messaggio.»

 

“Chuck,” cominciai sospirando al telefono. “Ehi, sono io… Blair.” Come se fosse necessario specificare chi ero. “Ehm, scusami se ti chiamo adesso, lo so che sei impegnato e che sei al lavoro, che non dovrei disturbarti, ma ero qui che stavo pensando e mi sei venuto in mente tu. Chuck, devo dirti una cosa, una cosa davvero, davvero, importante, che ormai so da una settimana ma che non ho ancora avuto il coraggio di dirti.” Cominciai a piangere “E’ una cosa grossa, enorme, che ci cambierà la vita. E non so come tu possa prenderla, anche se una mezza idea ce l'avrei... E' solo che non voglio che tu veda tutto come un errore, perchè per me non è affatto così, e non so come mi comporterei se sapessi che tu vedi questa cosa in modo negativo. Ti ricordi il segreto che ti stavo nascondendo? Bè, ecco, è questo. So che avevo detto di non essere pronta a dirtelo e che nemmeno tu eri pronto a saperlo, ma… in questo momento sono terrorizzata e ... non so cosa fare e ho bisogno di te! Non è il genere di notizia che dovrei darti al telefono, ma ora sto per entrare a fare la visita, dove vedrò per la prima volta nostro figlio e… Chuck, sono incinta. Sono incinta di tre mesi e io lo so da una settimana ma non avevo il coraggio di dirtelo. Poi oggi ho parlato con Evelyn e sono così spaventata che-….”

 

«Siamo spiacenti, ma il messaggio da lei registrato supera la durata massima consentita. Per ricomporre il messaggio, prema 1, per chiudere la chiamata, prema 2.»

 

Il pianto si ruppe all’improvviso, lasciandomi senza parole. Persino la segreteria telefonica non voleva dargli la notizia che diventerà padre. Ma io avevo così bisogno di lui… perché non aveva risposto?

Mi asciugai in fretta le lacrime e, cercando di ricompormi il meglio possibile, rientrai nella stanza.

Non riprovai nemmeno a chiamare.

 

Evelyn’s POV

La vidi rientrare sorridente, nonostante gli occhi rossi evidenziassero il fatto che avesse pianto. L’impulso di chiederle cosa ci fosse sotto, il motivo del pianto, era forte, ma non mi sembrava il caso di chiederglielo di fronte alla dottoressa e a Serena. Guardai la ragazza bionda, che non sembrava essersi accorta di nulla.

Blair si avvicinò a noi e si distese sul lettino, scostando il camice dalla sua pancia.

“Ok, pronta?” le chiese la dottoressa.

Blair annuì sorridendo.

“E’ un po’ freddo.” Avvisò la dottoressa mettendole il gel sulla pancia. Lo spalmò con la sonda e cominciò a spiegare ciò che compariva sullo schermo del monitor.

Sia io, che Blair, che Serena guardammo ipnotizzate lo schermo.

E si vide subito, nonostante le piccole dimensioni e nonostante non fosse ancora sviluppato completamente: il bambino, mio nipote.

 

Blair’s POV

La magia di quell’attimo non era descrivibile. Il mio bambino. Era la prima volta che vedevo il mio bambino.

Lacrime, questa volta di felicità, cominciarono a rigarmi il volto. Quel momento sarebbe stato davvero perfetto, se Chuck fosse stato con me. E sapevo, comunque, che era tutta colpa mia se lui era assente.

La dottoressa, indicando punti distinti nello schermo, ci spiegava cos’era rappresentato.

“Questa è la testa, qui ci sono i piedi, e queste sono le mani.” Continuò sorridendo e indicando contemporaneamente lo schermo.

Io cominciai a piangere, un po’ per l’emozione, un po’ per la tristezza per il fatto che Chuck si fosse perso questo momento.

“Ohh, B, è bellissimo.” Mi disse Serena contenta, come se stesse sognando ad occhi aperti. Mi strinse la mano e mi accarezzò la testa.

“Il mio nipotino non poteva essere più perfetto, come la madre. Ma ho il presentimento che sarà uguale a suo padre.” Disse Evelyn.

Io risi e le risposi “Lo spero!”

“Volete sapere il sesso?”

Guardai subito in direzione di Evelyn. Cosa avrei dovuto fare? Avrei dovuto aspettare Chuck?

Da lei non ottenni nessun cenno.

E alla fine risposi.

“Sì.”

“E’ chiaro, è una femmina.”

Mi bloccai all’improvviso. Una femmina. Una bambina. La bambina mia e di Chuck!

Serena cominciò a saltellare contenta e io risi dall’entusiasmo.

La dottoressa spense il monitor e aggiunse “Le foto dell’ecografia può ritirarle qui fuori. La mia assistente se ne sta già occupando, saranno pronte tra 10 minuti.”

Io sorrisi ed annuii, dicendo felice “Ok!”

Mentre mi rivestivo, Io, Evelyn e Serena parlammo dei nomi, dei colori per la camera e di tantissimi altri dettagli che, in fin dei conti, non ci sarebbero dovuti ancora interessare.

C’era, infatti, ancora un padre che doveva ancora venire a conoscenza di sua figlia.

 

Uscimmo dalla clinica e le ringraziai per essere venute con me alla visita. Erano state così gentili ad aiutarmi, che provavo un senso di gratitudine immenso nei loro confronti. Ci salutammo e ci separammo, ognuna di noi diretta al proprio lavoro.

Il mio pomeriggio lavorativo fu impegnativo, soprattutto per il fatto che la mia mente era da tutt’altra parte.

Una bambina. Inizialmente, ero convinta che sarebbe stato un maschio. Un po’ per i miei sogni, un po’ perché avere un piccolo Chuck in miniatura sarebbe stato esilarante.

Ma ora che ci pensavo, ero contentissima di sapere che fosse una femmina.

Una piccola Chuck? O più una piccola Blair?

Sorrisi per tutta la giornata, ricevendo parecchie occhiate preoccupate da parte di alcuni miei collaboratori. Pensavano, forse, che mi fossi fatta qualcosa.

Finii tardi di lavorare e mi accorsi che non avevo nemmeno avvisato Chuck.

Era quasi mezzanotte quando varcai la porta di casa, pronta a scusarmi per aver tardato così tanto senza nemmeno avvisare. Quella sera gli avrei finalmente dato la notizia, non aveva senso aspettare.

Ma la casa era vuota.

Vidi la spia della segreteria telefonica del telefono di casa che segnalava un messaggio. Lo feci partire.

 

«Salve Miss Waldorf, sono la segretaria delle industrie Bass. La chiamo per informarla che Mr Bass dovrà trattenersi al lavoro fino a tardi, a causa di un problema sorto durante la riunione sui bilanci. Mi ha detto di dirle che sarà a casa per le 3. Nel caso non dovesse tornare, non si preoccupi. Buona serata.»

 

Ancora una volta, tutta la mia felicità sparì. Perché ogni volta che entravo in quella casa doveva andare male qualcosa?

Mi venne voglia di piangere. Andai lentamente verso la camera da letto, feci una doccia e andai a letto.

Chuck non c’era. E probabilmente non sarebbe tornato.

Presi il telefono sul comodino, in un ultimo e disperato tentativo di sentirlo. Composi il numero e chiamai.

Ma non rispose.

Volevo dargli la buona notizia, volevo dirgli che sarebbe diventato padre. Ma lui non c’era.

Spensi la luce e mi sdraiai nel buio.

Era troppo bello per essere vero, pensai.

Era troppo bello pensare che fosse possibile, finalmente, dire a Chuck tutta la verità.

Ma la sua assenza mi fece un effetto strano, come se fosse stata una conferma al fatto che non era ancora pronto per diventare padre.

E così, mi addormentai piangendo.

 

Su una spiaggia, al tramonto, la bambina dagli occhi color nocciola aveva il viso rigato da lacrime e guardava all’orizzonte, dove il sole scompare nel mare.

 

 

Chiarimenti: Dunque, da dove cominciare? Cercherò di essere molto breve: la scelta di Evelyn come personaggio secondario a Blair è stata, ovviamente, volontaria e voluta. Volevo che si mettesse a confronto Evelyn, una madre che non è mai stata realmente madre, e Blair, una madre che non lo è ancora ma lo sarà.  Ho aggiunto anche Serena alla scena perché, sinceramente, ce la vedevo troppo in quel momento, a esultare tutta contenta per Blair. Per quanto riguarda la visita medica, per ovvie ragioni, non so come avvenga di preciso. Spero di non aver scritto delle "corbellerie" xD E, infine, riguardo alla completa assenza di Chuck: so che potrebbe suonare molto drastica la mia scelta di far indugiare Blair così tanto nel dire la verità a Chuck solo perché lui non ha risposto al cellulare. Ma Blair, in questa storia, è comunque un personaggio estremamente sensibile a causa della gravidanza e ha paura di essere abbandonata. Secondo me, anche la Blair del telefim risente un po' di questo fatto; in fin dei conti, i genitori l'hanno praticamente abbandonata, Nate l'ha tradita con Serena e Chuck... è Chuck, insomma. Ritengo che Blair Waldorf sia un personaggio, comunque, di grande spessore psicologico, con una forza emotiva non indifferente, nonostante tutte le sofferenze da lei patite. Qui, per ora, ho deciso di mettere in evidenzia il suo lato estremamente sensibile. Quindi, Chuck che non le risponde e la segreteria telefonica che "rifiuta" il suo tentativo di aprirsi e confidare l'enorme segreto a Chuck sono elementi che contribuiscono al motivo della sua insicurezza; Spero che capiate il perchè di questa mia scelta che, forse, e in certi casi, può apparire ridicola e tendenzialmente poco probabile (: Grazie per l'attenzione, comunque! 

Ringraziamenti:

Fiby Cullenina: :D Innanzitutto, grazie per la recensione! Poi, posso dirti che la parte BASStarda di Chuck che risveglierò, sarà sufficientemente cattiva. Ma non ti dico quanto lo sarà, né per quanto durerà questa sua fase (; Ok, ora puoi odiarmi :D

feffixoxo: Grazie per aver recensito! (; Io, da rabbia e delusione per il finale, sono arrivata a provare una sorta di indifferenza :S Che è peggio, forse! Comunque, anch'io sto cominciando a immaginare la nuova stagione... con assai scarsi risultati :D

ary_gg: Sono contenta che ti piaccia e sono pure contenta che tu non li trovi noiosi (; Grazie per la recensione! :D

Ray08: Awww, ma grazie! Non pensavo che la mia fan fiction potesse mai mancare a qualcuno :D! Comunque, come ho già scritto prima... ho altri progetti per l'estate :P Grazie per la recensione, comunque! Sono contenta che pensi che sia ben scritto (: :D

ele_06: EEEle, carissima, cosa posso dirti di nuovo che già non sai? :D Per prima cosa, grazie per aver recensito! (; In secundis {massì, latineggiamo visto che ci piace (Non guardo Reality o cose varie, per la cronaca xD)}, sono contenta che ti piaccia il capitolo! E terzo, dovrai sopportarmi per moooolto tempo, temo :D


Grazie a tutti per seguire gli sviluppi della storia, in particolare a tutti coloro che trovano il tempo di recensire! (: Lo apprezzo davvero molto!

Al prossimo capitolo che, vi assicuro, sarà molto OMG! :D

xoxo, C



 

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Capitolo 14
*** Telephone ***


AN: Uccidetemi, sparatemi virtualmente. Lo so, sono una pessima persona: vi avevo promesso più capitoli alla settimana e non ho nemmeno più aggiornato ): Scusatemi.

La mia migliore amica era venuta a stare da me per l'intera settimana e, visto che aggiornare la fan fiction mi prende un'ora o due (per correggere, rivedere eccetera), non ho potuto aggiungere prima il nuovo capitolo.

Vi sono mancata? Spero di sì :D No, sto scherzando (: Visto che GG è finito, non ho molto da commentare ): Posso dirvi che seguo frequentemente i nuovi spoiler, ma non mi piacciono tanto. Questa idea del Chuck con una nuova identità di sa tanto di soap opera o.o

Cooomunque, a breve, metterò a disposizione sul mio profilo un link; Questo link sarà l'indirizzo per accedere al mio archivio di fan fiction, dove ce ne saranno di inedite e in lingua (a volte scrivo in inglese per esercitarmi (:). Qualora vogliate farci un salto, mi farebbe piacere. Ma non è certamente obbligatorio, anzi. (;

Questo capitolo è ambientato due settimane e mezzo dopo quello precedente. Mi serviva fare questo spazio temporale per arrivare alla scena cult :D Buona lettura! (; Ringraziamenti in fondo :D

 

 

Capitolo 14

Telephone

Lady GaGa feat Beyoncé

Due settimane e mezzo dopo. (23 maggio).

 

Blair’s POV

Senza che nemmeno me ne rendessi conto, erano passate due settimane e mezzo dalla visita medica, da quando scoprii che io e Chuck avremmo avuto una bambina.

E io non gli avevo ancora detto che ero incinta.

Dopo quella sera, mi ero convinta del fatto che lui mi avrebbe abbandonata, se avesse saputo che stava per diventare padre.

Come mi sbagliavo…

Mi sembrava strano, comunque, che non si fosse accorto del mio aumento di massa corporea. Ero infatti ingrassata di qualche chilo, com’era normale, a quanto aveva detto la dottoressa. La pancia cominciava a vedersi, ma potevo ancora nasconderla facilmente.

Ma Chuck… era semplicemente assurdo che non avesse notato nulla. Forse era per il lavoro, per il fatto che era troppo impegnato: era sempre rimasto in ufficio fino a tardi, talvolta non tornando neppure e facendo 48 ore di lavoro no-stop. Cominciai a preoccuparmi per quel ritmo di lavoro che era costretto a seguire; più volte gli chiesi di cosa si stava occupando, ma lui trovava sempre il modo di sviare il discorso.

Tutto ciò, comunque, non giustificava il fatto che non si fosse accorto che io, Blair Waldorf, ero leggermente ingrassata e non indossavo più i soliti vestiti e gonne aderenti e che non bevevo più. Blair Waldorf E’ vestiti e gonne aderenti.

Possibile che non l’avesse notato davvero?

La nostra vita sessuale era attiva come al solito, nonostante tutto. E neanche lì aveva detto nulla riguardo al mio aumento di peso. Eravamo i soliti Chuck e Blair di sempre. L’unica differenza era che io ero incinta senza che lui lo sapesse e che lui era diventato uno stacanovista. Lui, Chuck Bass, uno stacanovista. Chi l’avrebbe mai pensato?

Erano tutte domande che mi tormentavano da qualche settimana, dal giorno della visita.

Il tempo continuava a passare inesorabile e Chuck non aveva ancora saputo del fatto che sarebbe diventato padre di lì a 6 mesi, o meno.

Avevo nascosto le foto dell’ecografia nei cassetti del mio armadio, dove sapevo che lui non sarebbe mai andato a guardare e dove nascondevo sempre ciò che non volevo venisse trovato (come, ad esempio, il mio diario, che, dopo essere sparito per qualche giorno, era magicamente tornato al suo posto. Come? Mistero).

Sarebbe stato terribile se avesse scoperto il mio segreto in quel modo.

Io, comunque, nel tentativo di mettere da parte i brutti pensieri e le mie paure, avevo cercato di concentrarmi il più possibile sul mio lavoro, visto che il 23 maggio si sarebbe tenuta la mia prima sfilata ufficiale. Ero molto emozionata; tanto che quella notte, un po’ per la nausea dovuta alla bambina, un po’ per l’eccitazione, non ero riuscita a dormire per niente.

Mi alzai presto e mi preparai il più in fretta possibile per la prima parte della giornata, che avrei passato a controllare tutto prima della sfilata della sera.

Feci una doccia veloce e andai nella cabina armadio, cominciando a selezionare quello che mi stava ancora e quello che avrei potuto mettere inizialmente. Per la serata, avevo un rosso Valentino meraviglioso: elegante ma non troppo, l’ideale. Era corto, la gonna era di tessuto leggero e partiva dal punto vita. Avevo deciso di indossare un V, perché mi sembrava troppo utilizzare uno degli abiti di mia creazione… troppo pretenzioso, forse; dovevo fare un'ottima impressione ad alcuni osservatori che sarebbero venuti, dovevo dare il meglio di me.

Rimasi ad osservare i miei vestiti per mezz’ora. Era come se mi fossi incantata, pensando, comunque, a tutt’altro. Ad un certo punto, sentii delle braccia cingermi la vita. Fu una strana sensazione pensare, anche solo per un momento, che Chuck stesse abbracciando me e sua figlia, involontariamente e a sua insaputa.

“Hey” mi sussurrò Chuck all’orecchio.

“Ciao.” Sorrisi accarezzandogli la guancia.

“Nervosa?”

“Un po’.”

“Sarai perfetta, senza dubbio.”

Sospirai. “Lo spero. A che ora vieni stasera?”

“Alle 9?”

“Ok.”

“Però… dovrò andare via presto, purtroppo. Ho una riunione alle 11 e mezza.”

“Chuck Bass, è da due settimane che torni a casa ad orari improponibili.” Dissi mettendomi le mani sui fianchi.

“Lo so, mamma.” Disse enfatizzando l’ultima parola.

Mi agitai involontariamente e lo guardai basita. L’aveva capito?

“Mamma?” chiesi tremolante.

“Perché sembri mia madre.” Mi disse sorridendo.

Un sospiro di sollievo mi fece rilassare.

“Comunque, mi spiace davvero non esserci fino alla fine.”

“Non preoccuparti,” dissi “me la caverò.”

Gli accennai un sorriso e lui mi fece il suo solito sorriso sghembo. Mi diede un bacio sulla guancia e lo guardai uscire dalla stanza.

Presto, avrei dovuto dirglielo. Non potevo continuare a nasconderglielo.

Mi preparai in fretta perché ero in ritardo e finii con l’indossare un abito già messo una volta, ma che, almeno, non mi metteva in evidenza la pancia.

Presi la borsa coordinata all'abito che era nel ripiano accanto e, dopo aver gettato un'ultimo sguardo alla mia figura riflessa nello specchio, uscii dalla stanza e mi diressi verso la sala.

Stavo per svoltare l'angolo, dietro al quale ci sarebbe stata il salone, ma, cogliendo qualche sporadica parola di una conversazione telefonica di Chuck, mi bloccai.

Avevo capito bene?

"Serena, non essere ridicola. Non è incesto, non siamo fratelli di sangue." disse Chuck al telefono, mentre osservava Manhattan fuori dalla finestra con una tazza di caffé, quasi sicuramente corretto, in mano.

"No, non può venirlo a sapere, siamo stati molto cauti."

"Lo so, spiace anche a me mentirle. Io ci tengo ancora a lei, in qualche modo, ricordi? E' pur sempre stata la prima ragazza che ho amato."

Stava parlando di me? Che razza di conversazione era? Mi appoggiai alla parete evitando di fare rumore, non volevo essere scoperta.

"Non preoccuparti, tra poco risolverò la questione. Tu? Hai risolto con Nate?"

"E' difficile, lo so bene. Ma se vogliamo stare insieme, dobbiamo trovare una soluzione. Sono stanco di incontri segreti." disse sottovoce.

Io cominciai a morire lentamente.

Chuck. Serena. Chuck e Serena. La mia migliore amica e il mio ragazzo, la zia acquisita e il padre della mia bambina.

La gola mi bruciava, le lacrime mi pungevano gli occhi e le mie guancie erano accaldate. Le gambe mi tremavano, avevo un formicolio alle mani e un'orrenda sensazione, la più brutta e devastante sensazione che io avessi mai provato, era come se circolasse nelle mie vene, infettando il sangue e portando al mio cervello emozioni negative e pensieri orrendi, che mi stavano mangiando a poco a poco la mente. Come avevano potuto farmi una cosa del genere? Chuck, lui che diceva di amarmi... e Serena! Serena si sarebbe dovuta sposare da lì a due settimane! Ma cos'avevano in testa? E io cos'avrei fatto?

Quella rivelazione giungeva nel momento meno opportuno. Ero confusa, arrabbiata, delusa. Ma, peggio ancora, mi sentivo persa. Letteralmente persa. Tutto il mio mondo, tutti i punti fermi della mia vita si erano sbriciolati, lasciando spazio al vuoto.

Serena. Serena sapeva che ero incinta, sapeva che stavo aspettando un bambino da Chuck! Non potevo crederci, mi rifiutavo di farlo... Come avevo fatto a non accorgermi prima di tutto? Ma in fondo, chi avrebbe mai potuto pensare una cosa del genere? Quale migliore amica farebbe mai una cosa del genere?

No, mi ero sbagliata, avevo capito male.

"Stasera ci sei, giusto?"

"No, ovvio che non glielo dico stasera."

"Sì, le ho detto che ho una riunione. Ci incontriamo alle 23 nel Conservatory Garden, ok? Usciremo separati dalla sfilata, meglio non destare sospetti. Ci vediamo lì, a dopo."

Lo sentii sospirare e chiudere la chiamata.

Mi faceva schifo.

Con me si comportava come se non mi stesse nemmeno tradendo.

Volevo allontanarmi da lui il più in fretta possibile. Avrei organizzato una strepitosa vendetta, una di quelle vendette impossibili da dimenticare. Gli avrei fatto pentire di avermi trattata in quel modo. Di aver trattato in quel modo me e sua figlia. Che ingenua a pensare che Chuck Bass fosse cambiato, dopo tutto quel tempo.

Inspirai profondamente e cercai di rimettermi in sesto. Per nulla al mondo gli avrei fatto capire di aver ascoltato la conversazione. Altrimenti si sarebbe aspettato un qualcosa, una vendetta, da parte mia. E invece la mia rivincita sarebbe dovuta arrivare di sorpresa, tanto da coglierlo alla sprovvista. Avrei dovuto organizzare qualcosa di assolutamente memorabile. Sia per lui che per Serena.

Stampai un sorriso sul mio volto e con passo deciso svoltai l'angolo per entrare in sala.

"A stasera!" gli dissi sorridendo.

Lui ricambiò il sorriso e io uscii dalla porta.

Falso ipocrita.

 

Chuck's POV

Blair chiuse la porta e io tornai a guardare Manhattan dalla finestra.

Speravo di non aver causato una sua reazione troppo violenta con quella telefonata.

Presi il cellulare e ricomposi in fretta il numero di Serena. Squillò un paio di volte, quando, finalmente, S rispose.

"Hey, ha sentito?"

"Tutto." dissi sorridendo compiaciuto.

"Dici che sta già complottando qualcosa?"

"Oh, sicuro. Non sarebbe Blair Waldorf, altrimenti."

"Dobbiamo stare attenti?"

"Sì. Attenti a non farci scoprire, e attenti ad una sua probabile vendetta. Con me ha fatto finta di niente, credo farà lo stesso con te. Ma quando Blair fa così, vuol dire che ha già in mente qualcosa. Tieni gli occhi aperti."

"Anche tu. Sei sicuro che abbia sentito tutto?"

"Completamente sicuro, l'ho sentita."

"Bene. Deve essere andare alla perfezione il piano. E' tutto pronto per stasera?"

"Sì, tutto a posto. Hey, Sis, grazie per l'aiuto. Spero ne valga la pena."

"Figurati, Chuck. Ovvio che ne varrà la pena, vedrai. Ora devo andare, devo sistemare ancora qualcosa. Ci vediamo alla sfilata!"

Chiusi la chiamata e misi il cellulare in tasca.

Quella sera avrei scoperto tutte le mie carte sul tavolo da gioco, una partita Chuck contro Blair.

Chi avrebbe vinto?

 

Ringraziamenti:

Fiby Cullenina: Ciao! :D Grazie per la recensione e sì, la trilogia sarà su Chuck & Blair. :D Sarà il seguito di questa fan fiction (;

Ray08: Grazie mille per la recensione! Sono contenta che ti piaccia il rapporto Evelyn/Blair, anche a me piace molto e credo avrà un ruolo importante nel corso della fan fiction. :D E sono contenta di sapere che leggerai anche i seguiti! :D Grazie!

ary_gg: Innanzitutto, grazie per la recensione :D In secundis, sono contenta che tu pensi che sia riuscita a cogliere la personalità di Blair (; Quando scrivo, ho sempre paura di non rendere correttamente i personaggi! :S

ele_06: :D, grazie per la recensione! Sì, quel particolare momento ha certamente un valore importante, oserei dire fondamentale. So che ti aspettavi che Chuck sarebbe arrivato da un momento all'altro, ma ci sono vari motivi per cui ho fatto la scelta di non renderlo partecipe. Il primo è che sarebbe stato troppo scontato, e le cose scontate non mi sono mai piaciute :D Il secondo è che Chuck non lo sapeva. Come avrebbe fatto a scoprirlo? Certo, Serena o Evelyn avrebbero potuto dirglielo. Ma non era compito loro, era compito di B, e lei ha deciso di non farlo. Loro rispettano la loro decisione.  E' sempre stata la mia idea quella di non rendere Chuck partecipe all'ecografia, un po' per i motivi che ti ho elencato, un po' perchè mi serve per sviluppare il resto della storia. La sua "non presenza" avrà paradossalmente un ruolo molto importante nel resto della vicenda. Ci saranno delle conseguenze a questo fatto. Comunque no, al contrario, Eleanor appoggia Chuck. Lei approva la relazione tra lui e Blair. Quello che intendevo io era più che altro: Eleanor Waldorf approverebbe il fatto che sua figlia sia incinta a 23 anni e senza essere sposata? Grazie per la recensione, Ele! :D E non ti preoccupare, non hai detto nulla di male, anzi! :D

feffixoxo: Purtroppo no, bisognerà aspettare ancora un altro po' prima della rivelazione. Ma non temere, manca poco (; Grazie per la recensione! :D

StereoLove_96: Grazie per le anticipazioni, anche io mi tengo sempre aggiornata ;D E grazie anche per la recensione, sono contenta che ti piaccia questa fan fiction! (;

Yahan: *-* Grazie! Sono contenta di sapere che appoggi la mia idea di non fargli sapere subito del bambino! :D Grazie per la recensione! (;

Cercherò di aggiornare presto! *-*

xoxo, C

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Capitolo 15
*** Fashion ***


AN: So che non ve l'ho mai detto prima d'ora, ma io vi amo :D No, davvero (: Soprattutto per il fatto che mi lasciate sempre un commento, che mi date la vostra opinione (cosa che adoro, davvero) e anche per il fatto che vi mostrate sempre interessati alla storia :D Mi piace anche il fatto che nelle recensioni mettiate qualche vostra ipotesi su quello che potrebbe accadere nel prossimo capitolo e che spesso ci azzeccate. Allora mi fate rendere conto del fatto che sono troppo prevedibile, e mi spingete a fare qualcosa in più, mi spingete a sforzarmi di pensare a qualcosa di un po' strano, magari, un qualcosa che non vi aspettereste. Quindi, io devo ringraziarvi tutti, in particolare tutti coloro che commentano, dal primo all'ultimo, perchè sono fermamente convinta del fatto che voi siate fondamentali per lo sviluppo della storia (: Che farei senza di voi?

Dunque, che altro dire? Con lo scorso capitolo sono stata buona :D Pensate che, inizialmente, pensavo di non mettere il punto di vista di Chuck :P Sareste morti lì sul colpo, come molti di voi mi hanno detto? :D Buona lettura e ringraziamenti in fondo! *-*

 

Capitolo 15

Fashion

Lady GaGa

 

Blair’s POV

Seduta alla mia scrivania davanti alla finestra dell’Atelier, stavo giocando con una penna con la mano destra, mentre avevo il braccio sinistro sul bracciolo della sedia.

Guardavo fisso davanti a me, senza pensare a nulla in particolare.

Anzi, in verità, stavo pensando ad una possibile vendetta per Chuck e Serena, ma ancora non mi era venuto in mente nulla. Nella sala c’era una gran confusione, dovuta agli ultimi controlli e ritocchi pre-sfilata. Il mio sguardo si soffermò su Susanne, Lydia e Rose, che stavano controllando gli abiti di 5 modelle semi anoressiche, che si stavano guardando allo specchio.

Osservare quei corpi senza carne, mi metteva a disagio. I miei vecchi problemi alimentari, che, in fondo, tanto vecchi non erano, rappresentavano ancora una ferita aperta per quanto mi riguardava; Vedere ragazze così magre mi faceva sentire grassa. E anche in quel momento suscitavano in me quella sensazione.

Rose stava sistemando l’orlo di una gonna, evidentemente troppo lunga. Susanne era invece impegnata con il giro vita di un abito, che stava troppo grosso alla modella. Figuriamoci.

Lydia sembrava aver finito, aveva appena controllato la scollatura di un maglione.

Tutto sarebbe dovuto andare alla perfezione.

Nonostante stessi male emotivamente parlando, mi ero promessa di non farmi influenzare dai cattivi pensieri. Chuck aveva rovinato la mia vita, ma non gli avrei permesso di rovinare pure la mia carriera. Era, praticamente, l’unica cosa che mi era rimasta.

Tuttavia, non appena mi soffermavo un secondo, non riuscivo a non pensare a quello che Chuck e Serena mi avevano fatto. Non lo credevo nemmeno possibile e sapere che era realmente accaduta una cosa del genere, mi faceva stare peggio.

Ma come, mi dicevo, come hanno potuto farmi una cosa del genere?

Io non l’avrei mai fatto, a nessuno di loro.

E poi, Nate sapeva? Avrei dovuto dirglielo?

Che persone disgustose che erano. Serena più di Chuck, forse. Lei sapeva che ero incinta, sapeva che aspettavo un bambino. Bella migliore amica, quella che agisce in questo modo alle tue spalle e poi fa finta di nulla.

Odio. Odio era l’emozione che provavo in quel momento. Ma gliel’avrei fatta pagare sicuramente, avrei trovato una vendetta talmente cattiva e crudele che nessuno se la sarebbe mai scordata. Sarebbe, oserei dire, passata alla storia come la peggior vendetta mai architettata. Già vedevo la mia foto nel regolamento delle Queens della Constance, insieme agli altri record da me battuti.

Avevo talmente tanta rabbia dentro di me, che sentivo il bisogno fisico di prendermela con qualcuno. Guardando la gente davanti a me, c’era solo l’imbarazzo della scelta.

Mi alzai, mi sistemai il vestito, appoggiai la penna alla scrivania e cominciai a fare un giro per la sala.

Prendermela con quelle ragazze e con le mie dipendenti non avrebbe risolto nulla, ma almeno mi avrebbe fatta stare meglio. E poi si vestivano talmente male, che rendevano il tutto quasi divertente.

“Anna! OMG, mi prendi in giro?” dissi urlando alla consulente di marketing. “Cosa sono quelle?”

La ragazza indossava un orrendo paio di Prada, dell’estate 2003, ormai passate e scadute. Erano un insulto a un qualsiasi bel paio di scarpe e, soprattutto, un’offesa a me.

“Non osare indossare quegli scarti alla sfilata di stasera. Dalli in beneficenza, sono certa che ci sarà qualcuno che le apprezzerà.”

Anna mi guardò per qualche istante, un po’ perplessa. Io alzai le sopracciglia e, con tono seccato, le risposi “Che hai da guardare? Dileguati!”

Detto questo, la ragazza corse via in fretta. Notai che la gente intorno a me si era fermata ad osservare la scena.

“Vi ho detto di fermarmi? No! Forza, non dormite! C’è ancora un sacco di lavoro da fare. Dana!” dissi indicando una delle mie disegnatrici “Ti prego, dimmi che non fai sul serio.”

“Perché?” chiese timorosa Dana.

“Questo sarebbe il modello inedito? E’ improponibile, rifallo!”

“Ma Blair, ci ho messo giorni…!”

“Non mi interessa! Ti ho detto di rifarlo, non mi hai sentito forse?”

“Io…”

“Dana, che aspetti? Hai tre ore di tempo. Comincia!”

Dana cominciò a piangere e scappò via, incrociando Laila, la mia vice segretaria, più confidente che segretaria, che stava venendo verso di me.

“Non so cosa tu abbia oggi, B, ma mettere così in agitazione le persone, non ti aiuterà a risolvere il problema.” Mi disse Laila prendendomi da parte.

Io cominciai a ridere sarcastica. Chi era lei per dirmi cosa dovevo fare?

“Laila, sul serio? Da quand’è che mi dici cosa fare? Torna a controllare i dettagli per la sfilata, non ho bisogno di te adesso.”

“B, cos’hai? Lo sai che per te ci sono sempre, non devi per forza tenerti tutto dentro.”

Sbuffai. Mi stava davvero annoiando. Laila era sempre stata per me un’ottima amica, era una persona splendida. Ma quel giorno era cominciato male e sarebbe sicuramente finito peggio. O almeno quello era ciò che pensavo.

La mia rabbia non mi permetteva di essere obbiettiva, mi spingeva solo a trattare male gli altri. Era così che mi comportavo quando ero arrabbiata, dovevo sfogare le mie frustrazioni sugli altri. Non era un atteggiamento corretto, anzi, ma mi faceva stare meglio. Così facendo ho mantenuto il mio ruolo di regina alla Constance per anni.

“Laila, vattene. Non credo ti andrebbe di essere licenziata, o sbaglio?”

Laila scosse la testa e si voltò per andarsene.

All’improvviso, dalla porta d'ingresso entrò Serena.

Sfacciata, falsa, bugiarda.

“Serena!” dissi fingendo entusiasmo.

Lei mi venne incontro sorridendo, come se non si stesse facendo il mio ragazzo (per la seconda volta) alle mie spalle. Evidentemente era un’abitudine per Serena rubarmi i ragazzi. Nate, Chuck… e se avessimo voluto, avremmo pure potuto aggiungere Carter alla lista. Non era mai stato il mio ragazzo, ma avevamo fatto sesso una volta, prima che lui si mettesse con Serena.

“B, hey, come va?” mi chiese.

“E’ un disastro. Sono tutti degli incapaci.” Dissi urlando, facendo in modo che i presenti mi sentissero.

Cominciarono tutti a lavorare più velocemente, spaventati da una mia possibile reazione. Ormai, tutti sapevano come comportarsi quando avevo periodi del genere.

Io sorrisi compiaciuta: nonostante tutti gli anni passati, ancora mi piaceva essere temuta.

Se avessi dovuto scegliere tra l’essere amata e l’essere temuta, avrei sicuramente scelto la seconda opzione. L’amore, come avevo visto, non portava da nessuna parte. Ti faceva solamente soffrire e incasinava la tua vita. Quali erano i vantaggi?

Serena si guardava intorno, aspettando che io dicessi qualcos’altro.

Cos’ero io, la sua intrattenitrice?

“Perché sei venuta, S?”

“Oh, volevo solo passare a salutarti, ma non credo sia il momento più adatto.”

“No, non lo è.” Dissi sorridendole freddamente.

“Mhm, ok… ci vediamo stasera alla sfilata!”

“Sicuro.”

Serena stava per avvicinarsi e per darmi un bacio sulla guancia quando io, anticipandola, mi voltai e ricominciai il mio giro di insulti. Mi sentivo più carica che mai.

 

Erano le 8; mancava più di un’ora all’inizio della sfilata e già la sala era piena di persone, quasi tutte dell’UES. Mia madre era appena arrivata da Parigi per presentare la mia serata e con lei erano arrivati anche Cyrus, mio papà e Roman.

Non appena mio padre varcò la soglia d’ingresso, io gli corsi incontro e gli gettai le braccia al collo. Era da troppo tempo che non lo vedevo, mi era mancato tantissimo.

“Daddy!” urlai non appena lo vidi.

“BlairBear, come stai? Mi sei mancata molto, sai?” disse stringendomi a sé.

Io chiusi gli occhi per cercare di trattenere le lacrime. Con la gravidanza ero diventata estremamente emotiva, non mi andava che i miei genitori mi vedessero piangere così. Senza contare il fatto che avrei attirato l’attenzione dei paparazzi.

“Allora, oggi è la tua grande serata, giusto?” disse mio padre guardandomi negli occhi.

“Già, spero vada tutto alla perfezione.”

“Lo sarà sicuramente, cara! Vado a controllare.” Disse mia madre sorridendo e accarezzandomi una guancia.

“Blair, honey, quanto tempo!” disse Cyrus abbracciandomi.

Gli diedi un colpetto sulla schiena e lui mi sorrise.

“Sei bellissima, complimenti. Sono molto fiero di te, lo sai, vero?”

Io sorrisi e annuii.

“Oh, cara, volevo dirti che Aaron ti saluta e si scusa per non essere venuto. Però, ho parlato con Stefani, Lady GaGa, e mi ha detto di dirti che passerà sicuramente.”

“Grazie, Cyrus.”

Lui mi sorrise ancora una volta e andò in mezzo alla folla, alla ricerca di chissà cosa. Era un tipo strano, Cyrus.

Abbracciai frettolosamente Roman e cominciai il lungo, ma necessario, giro di saluti.

Era come se l'intero Upper East Side, o meglio, l'intera Manhattan, si fosse ritrovata. Eppure era un evento esclusivo, gli ospiti invitati erano 500, tra cui una ventina di personaggi noti come, appunto, Lady GaGa o Sarah Jessica Parker, Carrie di Sex and The City, che mi aveva chiamata personalmente per farmi i complimenti.

In quel momento, ero felice. Ero felice perchè stavo pensando a me e alla mia carriera e non alla mia vita sentimentale o alla bambina. E non che il pensare alla bambina mi rendesse triste... ma ormai associavo la mia gravidanza alla mia relazione con Chuck, com'era normale, e il solo pensarci mi faceva stare peggio. Per quella serata, sarei esistita io. Io e solo io. Suonava un po' egoistico anche allora, ma non avrei mai permesso a quel BASStardo di Chuck e a quella meretrice d'alto borgo di Serena di rovinarmi la mia serata. Chi erano loro? Nessuno, loro non erano nessuno.

Ma proprio mentre stavo pensando a quello, vidi Serena entrare mano nella mano con Nate nella stanza. Sorrideva ed era ovviamente perfetta accanto al suo perfetto fidanzato. Peccato che quest'ultimo non sapesse che lei se la faceva con il mio di ragazzo, nonché suo migliore amico. Mi veniva un po' da ridere, oltre che da piangere. Ridere perchè non potevo credere di essere stata così stupida. Come avevo fatto a non accorgermi di nulla? Perchè, alla fine, tutto quadrava... Chuck che rientrava tardi dal lavoro, riunioni improvvise... era con Serena per tutto il tempo! Assurdo.

Li vidi guardarsi intorno e vidi Nate, quel povero ingenuo ragazzo, indicarmi per attirare l'attenzione di Serena e sorridermi. Mi vennero incontro e Serena mi abbracciò.

"B, sei splendida." mi disse staccandosi dall'abbraccio.

Abbracciai amichevolmente Nate, facendo poi un sorriso di ringraziamento a Serena.

"Wow, è pieno di gente!" esclamò Nate.

"Vero? E lo show non è neppure cominciato. Sono fiera delle mie abilità di organizzatrice." dissi sorridendo compiaciuta.

"E Chuck dov'è?" mi chiese Serena.

Girai di scatto la testa verso di lei, con gli occhi che, se avessero potuto, avrebbero lanciato fiamme. Come osava?

Sbattei velocemente (e involontariamente) le palpebre e le sorrisi. L'avrei uccisa.

Misi una mano sul fianco e risposi "Oh, non è ancora arrivato, ma dovrebbe essere qui fra poco."

Sentii all'improvviso un braccio cingermi la vita e mi accorsi che era Chuck.

"Eccoti, ti ho cercata ovunque." mi disse dandomi un bacio sulla guancia.

Che dolce.

Probabilmente feci anche una faccia schifata, perché Nate mi lanciò uno sguardo perplesso. So mentire fino ad un certo punto, però, non posso fare miracoli.

Vidi Serena lanciare uno sguardo a Chuck e vidi lui voltare la testa per guardarmi, essendosi accorto del fatto che io stavo osservando l'intera scena. Aveva paura di farsi scoprire? Allora non era furbo come pensavo, altrimenti non avrebbe chiamato la sua amante di mattina, quando io ero al piano di sopra.

Nate e Serena si congedarono e si dileguarono abbastanza in fretta. Chuck mi girò verso di lui, così da guardarmi dritto in faccia.

"Hey, come stai?" mi chiese.

Io sorrisi freddamente. "A meraviglia."

Lui mi fece il suo sorriso e si chinò per baciarmi. Inizialmente, ricambiai il bacio. Sentire il calore delle sue labbra contro le mie, era... indescrivibile. Come avrei fatto a rinunciare a tutto quello? Bastava che Chuck sfiorasse con le sue labbra le mie, per far sì che in testa mi si aprisse un paradiso, una sorta di Valhalla. Ma poi, mi venne in mente la conversazione telefonica di quella mattina. Destata da quel sogno immaginario, gli morsi il labbro inferiore con tutta la forza che avevo in me. E vista la mia rabbia, era tanta.

Lui si staccò in fretta, con un'espressione di dolore in viso. Il labbro gli sanguinava abbondantemente e con una mano cercava di bloccare il sangue.

"Blair!" urlò.

Non credevo di essere così forte; sorrisi compiaciuta a questa mia nuova scoperta.

"Oppps, scusami... quanto mi dispiace! Metti un po' di ghiaccio, magari passa."

Sorrisi, con il mio solito sorriso da Regina che aveva appena vinto un round, e me ne andai.

Volevano la guerra? Perfetto.

Io avevo appena cominciato.

 

Erano le 11 meno un quarto. La sfilata era andata a meraviglia, gli stilisti che avevo invitato si erano tutti complimentati con me e alcune attrici e cantanti famose mi avevano chiesto il permesso di indossare abiti di mia creazione nei loro film o video musicali. Ero stata lontano da Chuck il più possibile.

Ora, infatti, c'era la festa post show, dove tutti potevano fare domande alla stilista, ovvero io. Tuttavia, mi trovai ben presto distratta da uno spettacolo tutt'altro che piacevole.

Mentre stavo parlando con una piccola stilista di Washington, avevo visto Serena avvicinarsi a Chuck, che sedeva al bancone dei drink con una borsa del ghiaccio sul labbro (con mia grande soddisfazione).

Serena appoggiò una mano sul braccio di Chuck e, sorridente, sembrava gli stesse raccontando qualcosa di divertente.

Lo capii dal fatto che lui, dopo qualche secondo, tolse il ghiaccio dal labbro e rise.

La stilista cercava, ormai, di attirare la mia attenzione in ogni modo.

"Secondo lei, cosa c'è fra quei due?" le chiesi indicando Chuck e Serena.

La stilista si voltò perplessa, un po' stupita dalla domanda che le era stata posta e osservò il mio (ex)ragazzo e la mia (ex)migliore amica.

"Mhm, io..." cominciò lei a dire.

"Hanno una storia. Lui è il mio ragazzo, lei è la mia migliore amica, che si deve sposare tra poco."

"Oh, mi..."

"Sa, non posso dire di essere sorpresa... d'altra parte, Serena ha la mania di rubarmi i fidanzati. Quello che mi chiedo è: perché Chuck? E' pure suo fratello adottivo."

"Io, sinceramente,..."

"E poi, che razza di migliore amica fa una cosa del genere? Deve odiarmi proprio..."

"Miss Waldorf, a proposito della collez-"

"Non ci credo!" dissi non appena vidi Serena avvicinarsi verso Chuck e sussurrargli qualcosa nell'orecchio.

Guardai Serena sorridere a Chuck e uscire dall'ingresso principale.

Già se ne andava? Voleva dire che tra poco Chuck l'avrebbe seguita e si sarebbero incontrati nel Central Park!

Vidi Chuck sorridere da solo e poi alzare lo sguardo. Concentrai tutta la mia attenzione sulla stilista, che sembrava a dir poco seccata dalla mia mancanza di interesse nei suoi confronti.

Chuck mi venne incontro.

"Hey, io devo andare. Ci vediamo dopo a casa, non so quando tornerò."

Io annuii sorridendo e lo salutai con una mano.

Lo odiavo, lo odiavo per il modo in cui si comportava. Uscì anche lui dall'ingresso principale e mi venne all'improvviso una grande, splendida e meravigliosa idea. Una sorta di primo piano di vendetta nei confronti di quei falsi traditori.

Li avrei seguiti e, dopo averli fotografati cogliendoli sul fatto, avrei mandato la foto a Gossip Girl e a tutti i giornali di gossip della città.

Per Chuck, sarebbe stato un completo disastro. Non c'è nulla di peggio di uno scandalo nel mondo dell'economia moderna. Sapere che Chuck Bass, il grande imprenditore, tradiva la sua fidanzata con la migliore amica di quest'ultima, avrebbe certamente creato scalpore. Soprattutto... ovvio, soprattutto se la fidanzata era pure incinta. Certo, sarebbe stato orrendo per Chuck scoprire della bambina in quel modo... ma era lui che se l'era cercata tradendomi.

E a Serena che danni avrebbe procurato? Bè, avrebbe detto addio al suo matrimonio perfetto, al suo fidanzato perfetto e alla possibilità di condurre una vita perfetta. Insomma, piano perfetto.

Sorrisi compiaciuta. Era solo il primo passo di quella che sarebbe stata una scalata enorme. Ovviamente, non se la sarebbero cavata con così poco.

Avrebbero sofferto, avrebbero provato lo stesso identico dolore che avevano procurato a me.

Mi congedai da quella povera donna, che ormai aveva perso le speranze, e raggiunsi velocemente la porta d'ingresso.

Tutti gli invitati mi guardarono parecchio stupiti: non era normale il fatto che la stilista abbandonasse il suo show a metà serata.

Corsi fuori e mi guardai intorno, noncurante degli scatti dei paparazzi che mi accecavano con i loro flash. Pensai per qualche secondo a cosa fare, finché non vidi Chuck e Serena entrare nella limo di Chuck e partire in mezzo al traffico di Manhattan.

Io chiamai immediatamente la mia limo, saggiamente parcheggiata di lì a pochi metri.

Aprii in fretta la portiera, cercando di scappare dai fotografi che mi stavano seguendo. Ordinai al conducente di bloccare le portiere, per evitare qualche visita sgradita da parte dei paparazzi e urlai: "Segua immediatamente quella limo!"

"Ma Miss Waldorf, non è quella di Mr Bass?" mi chiese Harry, il conducente.

"Bravo, Harry, hai indovinato." dissi battendogli sarcastica le mani. "Ora vai!".

Arrivammo a destinazione un quarto d'ora dopo, poiché a causa del traffico cittadino, avevamo perso un paio di volte la limo di Chuck.

Scesi in fretta dalla limo, vedendo quella di Chuck parcheggiata a pochi metri da uno degli ingressi secondari del Central Park. Corsi dall'altro lato della strada ma mi bloccai quasi subito. Notai, infatti, un qualcosa di veramente strano.

Davanti all'ingresso, stava in piedi, a mani congiunte, un uomo vestito interamente di nero, con una ricetrasmittente nell'orecchio. Sembrava un agente segreto o roba simile. Era alto, grosso, pelato e incuteva un certo timore in qualunque persona lo guardasse.

Mi avvicinai lentamente e mi bloccai quando lui mi chiese con voce roca e solenne "Blair Waldorf?"

Non sapevo se essere spaventata, stupita, o un mix di entrambe.

Misi una mano sul fianco e, con un'aria perplessa ma allo stesso tempo sicura di me, risposi "Mhm, sì."

L'uomo si fece da parte e mi indicò di entrare. Io, un po'intimorita, cominciai a camminare e varcai l'ingresso.

Ciò che vidi appena entrata fu una delle cose più belle, emozionanti e stupefacenti della mia vita.

 

 

Ringraziamenti:

Dunque, per cominciare, ci tengo a dirvi che... sono molto contenta di avervi fatto spaventare con lo scorso capitolo :D Era proprio la mia intenzione. :P Mi odierete per come questo capitolo è finito, ma sono certa saprete resistere fino al prossimo :D Ho aggiornato presto questa volta, credo farò lo stesso anche la prossima. Questo capitolo è stato scritto sul momento e, benché gli abbia dato una rilettura finale, potrebbero esserci errori di battitura o simili. Qualora me ne accorgessi, provvederò subito a correggere (: Ora, però, cominciamo con i ringraziamenti veri e propri *-*

ary_gg: Grazie mille per la recensione. :D Se mi avevi data per dispersa, allora sono contenta xDD Era proprio quello che volevo pensaste :D Grazie mille ancora! *-*

britney18: Infarto? Buono :D Come ho già detto in precedenza, era proprio la reazione che volevo causare! Grazie per la recensione, un bacione! (:

giulythebestofthebest: Contentissima che ti sia piaciuto il capitolo :D Però, no, Chuck non sa nulla del bambino (; Tuttavia, era una bella intuizione, mi piace :D Grazie per la recensione! (;

feffixoxo: Grazie per la recensione, sono contenta che ti sia piaciuto il capitolo! :D E sono anche contenta che tu pensi che io abbia tirato fuori il bastardo che c'è in Chuck in modo soddisfacente :D Grazie ancora!

ele_06: Eleeeee! :D Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto ;D La vuoi sapere una cosa? In verità sì, vi volevo un po' morte :P E pensa se non avessi messo il punto di vista di Chuck! Scoprirai presto cos'hanno in mente C ed S, non temere (; E per quanto riguarda il diario di B... mah, solo il tempo ce lo dirà :D Comunque, grazie per la recensione e per i complimenti! *-*

onda94: Ciao, Onda94, grazie mille per la recensione! Sono contenta che ti piaccia la storia e il modo in cui scrivo! :P Spero ti sia piaciuto anche questo capitolo! (; Un bacione!

FibyCullenina: Grazie per la recensione e per l'entusiasmo! :D Non appena sarà disponibile il link con le mie ff in lingua, te lo darò! (; Farti cascare nel tranello, era quello il mio scopo! ;D Grazie ancora! (:

Ray08: Ho fatto la brava, ho postato dopo poco tempo :D Alle tue domande ho risposto in parte in questo capitolo, in parte temo dovrai aspettare i prossimi ;D Ma non preoccuparti, le risposte arriveranno presto! Grazie mille per la recensione, lo apprezzo molto! (:

Un grazie enorme a tutti coloro che recensiscono ogni volta i capitoli *-* Come ho già detto all'inizio, avete un ruolo fondamentale per la storia!

Un grazie anche a tutti i lettori, a tutti coloro che seguono la storia e a tutti coloro che l'hanno messa fra i preferiti! Grazie davvero (:

Alla prossima,

xoxo, C

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Capitolo 16
*** Feeling A Moment ***


AN: (: Attualmente, non so cosa dirvi, a parte il fatto che, come vi ho già detto nelle note del precedente capitolo, io vi amo :D In un certo senso, mi sconvolge il fatto che la mia storia possa essere piaciuta. Non mi aspettavo un riscontro così positivo da parte vostra. Ho ricevuto più complimenti per il mio modo di scrivere da voi qui, che in tutta la mia vita (: Ed è una cosa che apprezzo molto davvero, anche se a volte mi mette in soggezione. Quindi, voglio DAVVERO ringraziarvi ancora una volta per l'attenzione che mi dedicate leggendo e commentando la storia perchè, come dicono anche in inglese, con i vostri pareri e commenti, you made my day, voi fate la mia giornata, mi rendete felice. E non sono esagerata, lo penso davvero (:

Direi che questo capitolo è quello che stavamo tutti aspettando (me compresa :D). E' il capitolo più importante di tutta la storia, il fulcro, come l'avevo chiamato precedentemente, della fanfiction. Mi spiace avervi fatto aspettare, ma, benché l'avessi già scritto mentalmente, c'erano alcuni passaggi e alcuni dettagli che non mi quadravano affatto. E anche adesso, se devo essere sincera, non sono molto convinta, anche perchè lo sto scrivendo sul momento. Vorrei che mi diceste le vostre impressioni su questo capitolo, impressioni il più sincere e schiette possibili (nel senso che, se vi aspettavate di più, se non vi è piaciuto, se avreste voluto qualcosa di diverso, vorrei mi diceste cosa ne pensate) (: Mi fido del vostro parere, so che ci posso contare :D Essendo, appunto, il capitolo più importante, ho bisogno ora più che mai della vostra collaborazione, in modo da capire se ho preso una direzione sbagliata o no.

Per quanto riguarda questo capitolo, devo dirvi una cosa, cioè che, purtroppo, non sono mai stata a New York, e di conseguenza non ho mai visto il Central Park. Ho cercato di documentarmi, anche perchè è dall'inizio della fan fiction che avevo in mente questo capitolo con questa determinata ambientazione, ma potrei fare degli errori nella descrizione. Quindi, per favore, perdonate la mia ignoranza in materia ): E ora vi lascio alla storia (: Grazie per l'attenzione e ringraziamenti in fondo! ;D


Capitolo 16

Feeling A Moment

Feeder

 

Blair's POV

Ciò che vidi appena entrata fu una delle cose più belle, emozionanti e stupefacenti della mia vita.


Il Central Park aveva sempre avuto un non so ché di magico, di notte. Fin da quando ero bambina, i miei genitori mi portavano la sera al parco a prendere un gelato, e io ero solita passeggiare mano nella mano con loro, circondata da quei meravigliosi ed enormi alberi che mi affascinavano per la loro grandezza e imponenza. Il parco rappresentava, per me, un luogo di completa pace e armonia, un luogo dove tutte le mie preoccupazioni si dileguavano. Un luogo dove io potevo davvero definirmi felice.

Tutto ciò, fino a quel momento.

Varcai il cancello, voltandomi per gettare un ultimo sguardo all'uomo in nero. Cosa ci faceva lì? E come faceva a sapere il mio nome?

Decisi di non pensarci. Avevo cose ben più importanti da fare, in quel momento: trovare Chuck e Serena.

Guardai davanti a me e mi bloccai, vedendo lo spettacolo che mi si presentava. Mai avrei potuto immaginare una cosa del genere.

Era... semplicemente incredibile, indescrivibile.

Candele, milioni di candele color crema, erano disposte ai lati della strada e conferivano all'ambiente un'atmosfera magica.

La luce fioca e delicata emanata dalle candele, il cielo limpido con la luna e le stelle che brillavano, gli alberi adornati da lunghi drappeggi dorati, a loro volta decorati con fiori, Peonie bianche...

Rimasi completamente estasiata, stupita, meravigliata. Chi aveva creato tutto quello? E perchè mi ricordava qualcosa di incredibilmente famigliare?

Era uno degli spettacoli più belli che avessi mai visto. Guardandomi attorno, cominciai a camminare; Notai un qualcosa di strano. La strada non conduceva al Conservatory Garden, come avevo sentito dire a Chuck quella mattina, ma conduceva invece verso la Bethesda Fountain. Che avessi sbagliato strada? Strano, eppure la limo di Chuck era posteggiata appena fuori dall'entrata lì vicino e poi le decorazioni non lasciavano spazio a fraintendimenti. No, non avevo sbagliato, quello era il giusto percorso.

Realizzai che le candele, le decorazioni e tutto il resto, erano probabilmente una sorpresa per Serena da parte di Chuck.

Il solo pensiero mi fece star male. All'improvviso, quello che avevo appena definito magico, mi sembrava il luogo più brutto del mondo.

Mi bloccai un attimo, come paralizzata. Volevo davvero scoprire Chuck e Serena? Volevo davvero rendermi conto di un fatto che mi avrebbe rovinato per sempre la vita e che mi avrebbe fatto terribilmente male?

Pensai per un attimo di tornare indietro. Non volevo sapere.

Ma una voce dentro la mia testa mi diceva di proseguire, di andare avanti. Io ero Blair Waldorf, e Blair Waldorf non si arrendeva mai. Avrei sofferto? Tanto. Ma avrei fatto soffrire anche loro con me.

Guardai l'ora, le 11 e 3 minuti. Se avessi proseguito, li avrei sicuramente incontrati.

Mi feci forza e cominciai a camminare, sempre più velocemente, finché non arrivai davanti alla struttura antecedente la fontana*1. Scesi le scale*2 e lo vidi, attraverso gli archi*3.

Chuck Bass mi dava le spalle, stava guardando la fontana. Avrei potuto riconoscerlo fra mille. I suoi capelli, il suo completo nuovo firmato Armani, il modo in cui teneva le mani in tasca. Sì, era lui, senza dubbio.

Mi guardai intorno e vidi che, anche lì, milioni di candele erano disposte intorno alla piazza. Erano talmente tante che illuminavano tutto come se ci fossero state luci artificiali. I drappeggi dorati con le peonie bianche erano stati disposti sugli alberi attorno alla fontana e alcuni mazzi di fiori erano persino collocati nel centro di quest'ultima, disposti in modo che non si bagnassero troppo.

E tutto quello per Serena. Non riuscivo a crederci. Feci qualche passo avanti, entrando nella piazza. Probabilmente Chuck mi sentì arrivare, poiché i miei tacchi facevano rumore sul pavimento. Ma non si voltò.

Osservai con più attenzione la scena che mi si presentava davanti. Neanche in un sogno sarebbe stato possibile immaginare una cosa del genere.

Tutto sembrava essere stato collocato con così tanto ordine e così tanta attenzione per i dettagli, che non sembrava quasi vero. Gettai uno sguardo dietro la fontana, dove si estendeva il lago. Candele color crema galleggiavano sulla superficie scura dell'acqua, riflettendo la luce che emettevano e rendendo, se era possibile, ancora più incredibile il tutto.

Questo è per Serena, continuavo a dirmi. Ma dov'era lei?

La rabbia che trattenevo dalla mattina mi diede forza e concentrai la mia attenzione su Chuck.

Che i giochi abbiano inizio, mi dissi.

Cominciai a camminare verso di lui, in fretta.

"Tu, BASShole!" esclamai. Ero stata fin troppo buona.

Lo vidi voltarsi, con il suo solito sorriso stampato in volto.

"Waldorf, sapevo che saresti venuta."

"Dov'è lei?" chiesi fumante di rabbia.

"Lei chi?"

Aveva pure il coraggio di prendermi in giro? Sbuffai esasperata.

"Non fare finta di non sapere dov'è, BASStardo. Lo so che è qui con te. E so cosa mi state facendo alle spalle! Come hai potuto farmi una cosa del genere? Perchè, Chuck?"

Lui sorrise, fece il suo solito sorriso alla "I'm Chuck Bass."

Prima ancora che potesse rispondere, lo anticipai "E non dire I'm Chuck Bass, perchè giuro che ti stacco la testa a morsi."

"Oh, Waldorf, come siamo violente stasera."

Pure i commentini si metteva a fare, ora?

Chiusi gli occhi, cercando di mantenere un autocontrollo sufficiente, tale da impedirmi di castrarlo lì sul momento.

Avrei dovuto seguire il corso di Yoga fino alla fine, invece che abbandonarlo a metà. Mi sarebbe stato utile in occasioni come quelle.

"Puoi smetterla di essere te stesso per almeno 5 minuti e rispondermi seriamente?"

"Rispondere a cosa?" chiese sempre sorridente.

Adesso lo uccido, fu quello che pensai in quel preciso momento. Ok essere Chuck Bass, e ok essere spiritoso, ma quello non era proprio il momento. Non ero davvero dell'umore per stare ai suoi giochi e in modo particolare non riuscivo a capire perché si ostinasse a comportarsi così, a prendermi in giro, senza rivelarmi dove fosse Serena.

Evidentemente non teneva abbastanza alla sua vita, altrimenti avrebbe capito che quel modo di comportarsi l'avrebbe solamente portato ad una morte prematura. Da parte mia.

"Non fare l'Idiota, Chuck. Sai benissimo di cosa sto parlando."

Lui fece una faccia perplessa.

"Serena, Chuck! Dov'è?!"

"Oh, ma lei non è qui."

Ok, adesso basta.

"Chuck, perchè mi hai tradito con lei?"

Chuck fece un sorriso ambiguo.

"Io non ti ho tradito con lei."

Misi le mani sui fianchi e assunsi l'atteggiamento da Queen B.

"Chuck, non penserai di essere in grado di prendermi in giro così, vero? Sia io che te sappiamo che tu mi hai tradito con la mia migliore amica, o forse dovrei dire EX migliore amica, Serena. E che continui a farlo. Quindi, perché negare?"

Lui sorrise ancora e rispose: "Sto negando, perché davvero non ti ho tradito con Serena."

"Perché diavolo stai sorridendo?" dissi arrabbiata.

"Perché era proprio qui che ti volevo. Dimmi, Blair Waldorf, da cosa deduci che io abbia una storia con Serena?"

"Ti ho sentito stamattina." dissi scandendo le parole, per fargli capire QUANTO ero arrabbiata. "A proposito, non è stato molto intelligente da parte tua chiamare la tua amante quando io ero al piano di sopra. Ti facevo più furbo, Bass."

Lui rise. "Cos'hai da ridere adesso?!" dissi io irritata.

"Waldorf, pensaci un attimo. Chi sono io?"

"Oddio, siamo a questi livelli? Come se tu non sapessi chi sei."

Scossi la testa, stanca di quell'inutile conversazione.

"Esattamente. Quindi dovresti arrivarci da sola al fatto che io, Chuck Bass, qualora avessi un'amante, non la chiamerei mai sapendo che tu sei in casa con me."

Lo fissai negli occhi, cercando di capire il senso di tutto quello.

"E allora?"

"E allora direi che Blair Waldorf non è la Blair Waldorf di prima, se non è nemmeno riuscita a capire che c'era qualcosa sotto."

Lui sorrise e si voltò ancora.

Meditai sulle sue parole. Effettivamente, non era stato molto furbo da parte sua chiamare Serena sapendo che io ero ancora in casa. Avrebbe potuto aspettare che io me ne andassi. Perché allora? Cosa c'era sotto?

Mi guardai ancora intorno, pensando. E all'improvviso, capii perché tutto quello mi sembrava così famigliare: il mio diario.

 

Nelle ultime pagine del mio diario, avevo descritto il mio matrimonio con Chuck. Anche con Nate, anni prima, l'avevo fatto e, dopo che ci eravamo lasciati, avevo strappato le pagine. A quei tempi, in un certo senso, odiavo Nate e sapevo che non ci sarebbe stato futuro per noi.

Ma con Chuck, era diverso. Sapevo che con lui ci sarebbe stato un futuro. Le cose che provavo con lui, non avrei mai potuto provarle con nessun altro.

Nei primi mesi della nostra relazione, già avevo le idee chiare sul nostro matrimonio. Sapevo che era presto per pensarci, e che, forse, lui l'avrebbe trovata ridicola come cosa, ma non potei farne a meno.

Scrissi una ventina di pagine alla fine del mio diario, dove descrivevo dettagliatamente l'intero evento. I colori, la stagione in cui si sarebbe svolto, gli invitati, i fiori...

Chiusi quei miei pensieri nel mio diario e decisi che non li avrei più guardati fino a quando Chuck non mi avrebbe chiesto di sposarlo. Perché sapevo che l'avrebbe fatto, prima o poi. Non scrissi su quel diario per molto tempo, neanche per scrivere i miei pensieri riguardo alla gravidanza. Tuttavia, una volta, lo feci vedere a Serena. Aveva un disperato bisogno di idee per il suo matrimonio con Nate e io, dunque, pensai di farle vedere il materiale che avevo raccolto per la pianificazione di un mio ipotetico matrimonio con Chuck. Qualche giorno dopo, il mio diario sparì, per poi ricomparire magicamente.

 

Non avevo mai pensato alla scomparsa del mio diario sotto questi termini. Sinceramente, non mi era proprio venuto in mente che la sua sparizione potesse essere in qualche modo collegata con Serena. Ma adesso che ci pensavo, tutto era talmente così chiaro e lampante, che mi sentivo davvero stupida per non averci pensato prima.

Osservai ancora una volta le candele, i drappeggi dorati e le peonie bianche, che emanavano uno splendido profumo. Erano tutti dettagli presi dal mio diario.

Probabilmente, all'inizio non me n'ero resa conto perché ero troppo concentrata sulla questione Chuck-Serena.

Ma questo cosa voleva dire? Che Chuck aveva preso il MIO diario con i MIEI dettagli per fare una sorpresa a Serena?

O forse...

"Il mio diario." sussurrai con le lacrime agli occhi.

Chuck si voltò e mi sorrise.

"Ci sei arrivata." disse annuendo.

"Ma... io l'avevo fatto vedere a Serena... e lei... Tutto questo non è per lei, vero?" dissi più a me che a lui.

Lui rise "Direi di no."

"Perchè stamattina l'hai chiamata, parlando di quelle cose? E perché stasera alla sfilata eravate appartati e siete andati via praticamente insieme?"

"Serena mi ha solo aiutato a rendere questo possibile. Diciamo che è stata una mia complice nel trarti in inganno. Ti conosco, Blair Waldorf. Stamattina, quando ero al telefono con Serena per discutere gli ultimi dettagli, ti ho sentita scendere. Era da tempo che io e Serena cercavamo il momento perfetto per lanciare l'esca e stamattina è arrivato. E' stato un colpo di fortuna che sia capitato stamattina. Il momento è arrivato a pennello. Ho fatto apposta a dire quelle cose per fare in modo che tu sentissi. Come infatti avrai notato, non sono stato per niente indiscreto. E dimmi, Chuck Bass agirebbe mai in questo modo?"

"No." dissi decisa. E, in effetti, era vero. Chuck Bass era furbo, era un mago dell'inganno. Non si sarebbe mai fatto scoprire così.

"Dunque, ho fatto in modo che tu ascoltassi la chiamata. Non ero certo della tua reazione, ma sapevo che non avresti fatto nulla sul momento. Blair Waldorf pianifica le sue vendette. Se devo essere sincero, inizialmente ero un po' preoccupato. Non essere al corrente dei tuoi piani non è piacevole, non si sa mai cosa aspettarsi."

Sorrisi. Ma il mio sorriso si spense in fretta. Perchè fare tutto questo?

"Poi," disse proseguendo "alla sfilata, quando mi hai morso il labbro, ho capito che avevi abboccato all'amo. A proposito, non sapevo avessi tutta questa forza." disse sorridendo.

"Come facevi a sapere che sarei venuta?" chiesi.

"Tu sei Blair Waldorf. Non ti saresti mai persa l'occasione perfetta per coglierci sul fatto e farcela pagare. O sbaglio?"

"No, non sbagli." dissi sospirando. "Ma com'eri sicuro del fatto che vi avrei trovato? O meglio, ti avrei trovato. Al telefono avevi detto che vi sareste incontrati al Conservatory Garden..."

"Oh, sì, l'ho detto. Ma sapevo che mi avresti seguita in limo. E sapevo che avresti visto la mia limo appena fuori dall'ingresso. Comunque, qualora fossi entrata dalla parte del Conservatory, avevo lasciato un biglietto indirizzato a Serena che sono certo avrebbe attirato la tua curiosità."

"Perchè hai fatto tutto questo? Non... potevi agire come una persona normale?" chiesi dopo qualche secondo d'attesa.

"E quando mai, Waldorf, io e te siamo state persone normali?"

Sorridemmo entrambi, osservandoci.

"Sei bellissima." disse guardandomi fisso negli occhi, sorridendo, come se io fossi l'unica cosa veramente importante a questo mondo. Era quella una delle cose di Chuck che mi facevano sciogliere. Il modo in cui mi guardava. Nessuno mi aveva mai guardato in quel modo, prima di Chuck. E ogni volta che lui lo faceva, mi rendevo conto di quanto lo amassi. E di quanto lui amasse me.

Eravamo come piatrificati. Lì, a guardarci fisso negli occhi, sorridendo.

"Penso che sia arrivato il momento." mi disse avvicinandosi e prendendomi per mano.

E poi, tirò fuori dalla tasca interna della giacca una scatolina blu. LA scatolina blu.

"Blair Waldorf, non mi inginocchio perchè potrei rovinare il completo." disse ridendo lievemente. Risi anch'io con lui, mentre gli occhi cominciavano a velarsi di lacrime. "Una volta, mi dicesti che ero bravo a fare discorsi, ma adesso non mi vengono nemmeno le parole. So che siamo ancora giovani, e che tu hai appena cominciato a lavorare, e se devo dirlo, stai facendo un ottimo lavoro" sorrise e io con lui. "ma non voglio più sprecare tempo. So che sei la mia sola, Blair Waldorf, e che sempre lo sarai. Fino a qualche anno fa, non credevo possibile poter stare con una sola persona e in modo particolare con te, la perfetta fidanzata del mio migliore amico. Ma sul palco del Victrola, ho visto per la prima volta la vera te. Ed è da quella notte che mi hai incastrato." rise. "Quindi, visto che senza di te, come già abbiamo visto in precedenza, sono completamente perso... Blair Waldorf, mi concederesti l'onore di diventare mia moglie... tra circa un'ora?"

Aprì la scatoletta blu e rivelò uno splendido anello, di semplice maniffattura, con un diamante a forma circolare.*4

Le lacrime, ormai, mi rigavano il volto.

"Tra circa un'ora?" esclamai "Lo sai, vero?" chiesi piangendo più forte, realizzando che probabilmente qualcuno l'aveva informato della bambina.

"Cosa, che cosa so?" chiese preoccupato e un po' perplesso allo stesso tempo.

"Conosci il mio segreto."

Lui mi guardò per un attimo, senza parole.

"Quale segreto?"

Lo guardai negli occhi, per capire se mi stesse mentendo o no.

Era sincero, non sapeva nulla della bambina. Cambiai discorso.

"Cosa vuol dire tra circa un'ora?" chiesi, calmandomi un po', ma rimanendo pur sempre agitata e nervosa.

Avevo sempre sognato quel momento, fin da quando ero piccola. Ma c'era qualcosa che non andava...

"Vuol dire che, se accetterai, potremo sposarci tra circa un'ora." disse lui tranquillo, sorridendo.

Io rimasi letteralmentea a bocca aperta.

"Cosa?! E come faremmo a sposarci tra un'ora?" chiesi basita.

Lui fece il suo sorriso alla Chuck Bass.

"Lo so che magari avresti voluto organizzarlo tu, ma volevo fosse tutto una sorpresa. Grazie al tuo diario, ho organizzato il matrimonio. E' tutto pronto, manchi solo tu."

"Chuck..."

Lui si avvicinò e mi prese le mani.

"Blair, io ti amo. Sei la prima a cui l'ho detto e l'ultima a cui lo dirò. E voglio sposarti, oggi, subito. So che è tutto molto improvviso e non hai avuto il tempo di pensarci, però se tu mi ami, e sai di volermi sposare, allora perchè non farlo subito?"

Lo guardai negli occhi. Mi aveva letteralmente spiazzata con questa trovata.

"Ma... il vestito..."

"Fatto."

"E il luogo..."

"Sistemato."

"Il viaggio di nozze..."

"Toscana, Italia."

"E gli invitati..."

"Stanno già aspettando."

Non ci potevo credere. Fino ad un'ora prima credevo che lui non mi amasse più, che mi tradisse con la mia migliore amica. Credevo di essere sola.

E ora lui era lì, davanti a me, con l'anello in mano, che aspettava agitato una mia risposta. E mi faceva il suo sorriso.

Sospirai e presi l'anello fra le mie mani. Notai che c'era un'incisione al suo interno.

3 words, 8 letters.

Sorrisi.

"E' un sì?" chiese lui.

"Damn you, motherCHUCKer. Sapevi che avrei detto di sì."

Sorrise e mi prese l'anello dalle mani. Mise via la scatoletta e infilò delicatamente l'anello al mio dito.

Mi baciò la mano e poi io gli gettai le braccia al collo. Mi strinse a sé, come se non volesse lasciarmi andare. Poi, mi prese il viso fra le mani e ci baciammo, per la prima volta da fidanzati. E visto che ci saremmo sposati di lì a poco tempo, probabilmente anche l'ultima.

Dopo il bacio, che sembrò durare, con mia pura felicità, un'eternità, lui prese il cellulare e compose un numero.

"Sis? Stiamo arrivando." disse sorridendo.

"Non ce n'è bisogno, sono qui!" disse Serena, sbucando da dietro le arcate. Con lei c'era pure Nate, che, ovviamente, non si staccava nemmeno per un secondo dalla sua Serena.

"Cosa ci fa qui?" chiese Chuck perplesso.

"Scherzi? E perdermi tutto questo? Mai!" disse venendoci incontro.

"B, mi spiace di averti fatto star male..." disse rivolta a me.

Io le sorrisi e l'abbracciai, sussurandole nell'orecchio "Grazie."

Serena poi si congratulò anche con Chuck e, dopo aver controllato l'ora, mi prese per mano e cominciò a camminare in fretta, diretta verso la strada principale.

"Siamo in un maledetto ritardo! B, sbrigati! Nate, dovrete essere pronti tra circa mezz'ora, se volete che il matrimonio venga celebrato a mezzanotte in punto!" esclamò Serena.

Mi voltai verso Chuck. Mezzanotte in punto?

Gli sorrisi e lui fece lo stesso con me. Non feci nemmeno in tempo a fargli un cenno con la mano, che Serena mi portò letteralmente via.

Che giornata. E non era ancora finita.

 

 


Note:

*1Prospettiva fontana e struttura: X

*2Scale da cui scende Blair: X

*3 Archi attraverso i quali vede Chuck: X

*4 Anello di Blair: Tiffany & Co, Engagement ring, 4 carats X (mi era piaciuto molto per la sua semplicità (:)

Spero di non essere caduta nel banale o nel ridicolo con questo capitolo >.<

 

Ringraziamenti:

Fiby Cullenina: Grazie per la recensione! (: E comunque, ciò che ho detto all'inizio del capitolo lo pensavo davvero :D La sorpresa era ciò che tu aspettavi? :D

feffixoxo: Graaaazie! :D Sono contenta che ti sia piaciuto! :D E poi sì, a me piace far morire la gente, ahahah xDD Grazie per la recensione! (:

ary_gg: Oddio, grazie mille a te per i complimenti! Sono contenta che ti sia piaciuto tanto e che ti abbia fatto divertire :D Quando ho letto la tua fic, ambientata in quel pezzo al Central Park, ero quasi scoppiata a ridere perchè era dall'inizio di questa storia che mi ero fissata con il CP e è stato strano vedere che anche tu hai avuto la mia idea :D Spero tu non pensi che l'abbia copiata da te, perchè non era proprio la mia intenzione :S Grazie per la recensione, e comunque hai perfettamente ragione! *-* I sorrisi di Queen B (L)

bellezza88: Grazie per la recensione, spero ti sia piaciuto questo capitolo! :D

giulythebestofthebest: Grazie per la recensione, sono contenta di sapere che ti sia piaciuto il capitolo (: Sinceramente, anche a me dispiaceva un po' far soffrire Blair così, ma direi che ne è valsa la pena (; Grazie mille ancora! (: Un bacione!

HouseGirl: Grazie per la bella recensione, mi ha fatto molto piacere leggerla! Apprezzo molto il fatto che tu abbia trovato del tempo per recensire, quindi ci tengo davvero a ringraziarti! (: Grazie mille per i complimenti, mi fa piacere che ti piaccia! :D

onda94: Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto! Un bacione e grazie per la recensione!

Yahan: Grazie per la recensione! :D Delusa dalla sopresa? Ti aspettavi qualcosa di più? (:

marella88: Sono contenta che tu sia contenta, ahah :D Grazie mille per la tua recensione, spero ti sia piaciuto anche questo capitolo! (:

Ray08: Mi ha fatto piacere leggere la tua recensione, grazie! :D Sono contenta che ti piaccia la storia, e grazie per i complimenti *-* No, non chiedi troppo! :D Anche perché dovrò cercare di finirla entro il 4 luglio, visto che poi parto e per un mese non posso aggiornare :S Fammi sapere cosa ne pensi di queso capitolo, se ti va :D Mi farebbe piacere sapere la tua opinione (:

glorietta: *-* Ti sei iscritta principalmente per la mia storia? Oddio, grazie mille! :D Sono contenta che ti piaccia così tanto la mia storia... lo apprezzo molto! *-* Grazie mille davvero! :D

Grazie a tutti per l'attenzione che mi dedicate. Grazie ai lettori, a coloro che recensiscono, che seguono la storia e a coloro che l'hanno messa tra i preferiti. Grazie davvero (: E so di essere ripetitiva perché lo scrivo in ogni capitolo, ma voglio che capiate la gratitudine che ho nei vostri confronti (:

xoxo, C

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Capitolo 17
*** Stairway To Heaven ***


AN: Scusatemi per il ritardo con la pubblicazione; Ho avuto qualche problema, diciamo, "famigliare", e non avevo proprio voglia di scrivere. Talvolta mi capita :) Tuttavia, non volevo farvi aspettare troppo. Parto tra una settimana, e temo comunque che non riuscirò a completare la fanfiction entro tale data... ): Mah, vediamo cosa riesco a fare (: Per quanto riguarda questo capitolo... come al solito spero non vi deluda (; Vedremo anche il punto di vista di un altro personaggio! P.s. Anastasia è la figlia di Vanya e Dorota (:
Per il resto, una parola soltanto: GRAZIE. Non avete idea di quanto questa semplice parola significhi per me. (: Grazie, grazie mille davvero per il contributo che date alla storia. Ringraziamenti specifici in fondo. (:

 

Capitolo 17

Stairway To Heaven

Led Zeppelin

 

Blair's POV

"Serena! Serena, aspetta, per favore." dissi ansimante a Serena, che mi stava trascinando per mano in giro per il parco.

"Che c'è, B? Dai, siamo in ritardo!" mi disse cominciando a camminare più in fretta.

"Perché, dove stiamo andando?"

Serena si fermò e si voltò verso di me, stringendomi la mano. Mi sorrise e mise l'altra mano sulla mia spalla, come per confortarmi.

"Ora, Blair Waldorf, stiamo andando al Belvedere Castle*1, dove, al suo interno, troveremo un'intera equipe di make-up artists con a capo François, una leggenda nel suo campo, e Lisbeth, la tua parrucchiera, pronta per farti l'acconciatura. Se non ti sbrighi, però, arriveremo in ritardo!"

Lei riprese a camminare mentre io, come bloccata, rimasi ferma e immobile, stupita.

Come aveva fatto ad organizzare tutto questo? Perché non voleva nemmeno darmi il tempo per metabolizzare la cosa?

Fissavo il pavimento ciottolato, pensando a quanto la mia vita fosse cambiata nel giro di un mese. Un figlio, un matrimonio...

Ad un certo punto, mi venne in mente. La bambina. Con Chuck non ne avevo ancora parlato, lui aveva il diritto di saperlo. Non potevo aspettare dopo la cerimonia, non sarebbe stato leale. Non gli avrei dato una via di fuga, non gli avrei così permesso di pensare e di decidere con la propria testa quello che voleva davvero fare. E se dopo aver saputo della bambina avesse cambiato idea riguardo al matrimonio?

Il solo pensiero mi fece star male, era come se avessi una morsa allo stomaco. Ma nonostante questa terribile sensazione, sapevo ciò che dovevo fare: rivelare a Chuck il mio segreto.

Mi maledii per non averci pensato prima. Quale persona, quale madre responsabile, attende più di un mese prima di rivelare al suo ragazzo un segreto simile?

Sentii una mano appoggiarsi sul mio braccio e riconobbi subito Serena, di fronte a me.

"B, c'è qualcosa che non va?" mi chiede preoccupata.

"Sì... sì che c'è, Serena." dissi guardandola negli occhi. Avrebbe dovuto pensare anche lei a questo, visto che aveva aiutato Chuck ad organizzare il matrimonio!

"Quale?"

"Serena, la bambina! Oddio, non posso crederci di non averglielo detto!". Mi passai una mano sulla fronte, chiudendo gli occhi e sospirando nervosa.

"B, ci penseremo dopo! Adesso dobbiamo andare, altrimenti saremo in ritardo!" disse prendendomi per mano e ricominciando a camminare.

"No, Serena, io devo dirglielo. ADESSO."

Mi voltai per tornare indietro, sperando di trovare Chuck sulla mia strada.

"B, B!" urlò Serena chiamandomi e raggiungendomi, voltandomi verso di lei e mettendo entrambe le mani sulle mie spalle.

Io chiusi gli occhi e sospirai nuovamente, prossima al pianto.

Chuck non mi avrebbe mai perdonato per non averglielo detto, vero?

"B, ascoltami."

Io scossi la testa ripetutamente, non volendo ascoltare ciò che aveva da dirmi.

"Blair! Apri gli occhi."

Aprii gli occhi e la guardai, occhi castani dentro occhi azzurri.

"Ora, andremo a prepararci-"

Io avevo già cominciato a protestare, quando Serena proseguì "B, ora andremo a prepararci e io ti racconterò tutto quanto, da quando Chuck mi chiese aiuto fino a 5 minuti prima che tu lo trovassi alla fontana. Dopo di che, tu, Blair Waldorf, farai un respiro profondo e percorrerai la... beh, chiamiamola navata, insieme a tuo padre e andrai a sposare Chuck Bass."

Serena fece una faccia perplessa ed disse "Mhm".

"Cosa?" chiesi io.

"Ho detto Chuck Bass e sposare nella stessa frase. Non avrei mai pensato di sentirla."

Ridemmo entrambe, sentendo che la situazione si era lievemente alleggerita.

"Quando glielo dirò?" le chiesi in cerca di conforto nelle sue parole.

"Presto, B. E vedrai che lui ne sarà entusiasta. Ma ora, siamo DAVVERO in ritardo e dobbiamo DAVVERO andare."

Annuii leggermente con il capo, presi per mano Serena, e sorridenti ci avviammo verso destinazione.

 

Arrivate qualche minuto dopo al Castello, non potei fare a meno di notare le candele color crema poste sulle mura dell'edificio.

"OMG." dissi meravigliata non appena mi trovai davanti all'ingresso secondario del castello.

"Voi due avete ideato tutto questo?" chiesi a Serena, che nel frattempo mi stava conducendo all'interno del castello per prepararci.

"Chuck, vorrai dire. E' stato lui a coordinare tutto e a dare disposizioni. Io ero solo quella che controllava che tutto fosse a posto."

Le sorrisi e insieme varcammo la porta d'ingresso. Attraversammo un piccolo corridoio, e salimmo le scale. Andammo proprio nel punto più alto della torre, dove si aveva una meravigliosa vista del'intero del parco.

Non feci nemmeno in tempo ad entrare nella stanza, che venni attaccata da tre ragazze e un signore, sicuramente gay dal modo di parlare e con una forte cadenza francese, che mi fecero accomodare su una poltroncina e cominciarono a parlare di come avrebbero sistemato i miei capelli e di come mi avrebbero truccata. Mi spedirono letteralmente in bagno a farmi una doccia, che durò circa 2 minuti contati, e poi mi diedero la biancheria da indossare e una sottoveste da mettere mentre aspettavo, per non rovinare il vestito, che tra l'altro non avevo ancora visto.

Mi pettinarono in fretta, senza nemmeno darmi il tempo di capire cosa stessero facendo. Fecero un'acconciatura semplice ma elegante, con i capelli raccolti dietro la nuca e un ricciolo lasciato libero sulla destra.*2

Il trucco durò circa dieci minuti e ci volle l'aiuto di tutte e due le collaboratrici di François, il make-up artist, e, ovviamente, di François stesso. Era semplicemente adorabile e me ne innamorai subito.

Per un attimo pensai di sposare lui al posto di Chuck. Ohh, ovviamente no!

"Tesoro, hai una pelle FAN-TA-STI-CA." mi disse François, dopo aver finito di truccarmi.

"Grazie, François." dissi ridendo.

Bussarono alla porta ed entrò mio padre in smoking, mano nella mano con Roman, il suo ragazzo.

"Papà!" esclamai andandogli incontro e abbracciandolo.

"Oh, Blair Bear, sei splendida."

"Tu lo sapevi, vero?" gli chiesi in tono accusatore, ma con dolcezza.

"Oh, sì, cara. Ma non potevo dirtelo, avevo promesso a Charles." mi disse sorridendo.

"Suppongo sia una buona risposta." dissi io sorridendo.

Sentii François avvicinarsi e schiarirsi la voce. "Tesoro, chi sono questi bei ragazzi?" mi chiese sistemandosi il ciuffo di capelli corvini.

"François, loro sono Harold e Roman, mio padre e il suo... ragazzo." dissi indicandoli.

François assunse un'espressione dispiaciuta.

"Oh, impegnati entrambi?" chiese titubante.

Mio padre e Roman annuirono e risero.

"Tesoro, ti aspetto fuori." mi disse mio padre dandomi un bacio sulla guancia. Mi guardò per qualche secondo sorridendo, osservandomi attentamente e poi uscì dalla stanza.

Mi guardai intorno. Lisbeth e le altre due ragazze stavano sistemando, mentre François era appena entrato nella stanza da bagno.

Serena? L'avevo persa di vista pochi minuti fa.

Approfittai della distrazione di Lisbeth e delle ragazze per uscire dalla stanza, percorrere in silenzio le scale e il corridoio e uscire dall'edificio, allontanandomi sempre di più dal castello e dirigendomi verso il mio posto preferito lì, al Central Park: il laghetto, dove io e Dorota eravamo solite dar da mangiare alle papere. Vestita solo con una sottoveste, mi fermai a braccia conserte a guardare la scura distesa d'acqua. E mi persi nei miei pensieri.

 

Serena's POV

Mi allontanai dalla stanza solo per qualche istante, poiché avevo ricevuto un messaggio da Chuck e Nate.

Scesi le scale, e percorsi un altro corridoio, diverso da quello che avevo percorso poco tempo prima con Blair. Entrai in una stanza ben illuminata, dove Nate era seduto su una poltrona con un bicchiere in mano e la cravatta non ancora allacciata e Chuck camminava nervoso avanti e indietro, con gli occhi chiusi.

Chiusi la porta alle mie spalle e feci qualche passo verso Nate, dandogli un bacio stampo.

Lui mi prese per mano e fece una faccia divertita. Puntai la mia attenzione su Chuck.

"Chuck, tutto bene?" chiesi guardandolo sospettosa.

"Come sta Blair?" mi chiese aprendo gli occhi.

"Sta benissimo, la stanno truccando."

"Non ha cambiato idea, vero?"

"No, Chuck." risposi divertita dalla preoccupazione che leggevo nel suo volto.

"Sei sicura?"

"Sì, ne sono assolutamente e completamente certa."

Dopo qualche secondo di silenzio, il futuro sposo disse: "Devo parlarle."

Fece per uscire dalla stanza, quando io corsi e mi misi davanti alla porta, bloccando il passaggio.

"Ohh, no, non puoi."

"Serena, spostati." mi ordinò.

"Neanche per sogno. Non puoi vederla, Chuck, è la tradizione."

Chuck sbuffò e andò a sedersi sul divano accanto a Nate, che gli diede una pacca sulla spalla, ridendo.

"Tra poco toccherà anche a te, è inutile che ridi." disse serio Chuck.

Il sorriso di Nate si spense velocemente e Chuck tornò a concentrarsi su di me.

"Posso chiamarla, almeno?"

"No." dissi decisa.

"Per favore." chiese supplichevole.

"No."

Incrociai le braccia e osservai Chuck sbuffare ancora una volta.

"Chiamala tu. Per favore. Voglio solo sapere se ha cambiato idea." mi disse.

Lo guardai negli occhi e vidi un'emozione che poche volte avevo visto negli occhi di Chuck Bass: paura.

Sospirai e tirai fuori dalla tasca dei jeans il mio cellulare. "Sappi che non potrai parlarle." dissi avvertendolo. "E sappi inoltre che ti prenderò in giro per tutta la vita per questo. Il grande Chuck Bass spaventato a morte." dissi scuotendo la testa e selezionando il numero di Blair.

Sentii squillare il telefono, con gli occhi preoccupati di Chuck addosso.

Dopo qualche squillo, mi rispose François.

"Ma chérie, nous avons un probléme." disse agitato.

"François, lo sai che non so parlare il francese." dissi roteando gli occhi.

"Scusami, Tesoro, pensavo fossi più colta."

"Ti voglio bene, F.", dissi ridendo. Mi prendeva sempre in giro perché non sapevo parlare la sua lingua. Forse era per questo che con Blair andava così d'accordo: prima stavano avendo un'intera conversazione in francese!

"Ma ti voglio bene anch'io, Tesoro." disse. "Ma abbiamo un problema comunque."

"Ah sì?" dissi guardando Chuck, che nel frattempo si era alzato.

"La sposa è puff, sparita."

"Uh, davvero?" dissi fingendo di rimanere tranquilla.

Coprii il ricevitore con una mano e dissi a Chuck "Sta benissimo, si sta cambiando. Devo andare a vedere tra quanto sarà pronta."

Salutai con la mano e mi affrettai a lasciare la stanza, prima che un sospettoso Chuck mi facesse domande alle quali non sapevo rispondere. Chiusi la porta e mi avviai per il corridoio.

"Arrivo." dissi brevemente al telefono.

Corsi nella stanza di Blair e chiesi agitata "Cosa intendi con sparita?"

François, che stava guardando fuori dalla finestra le candele che galleggiavano sul lago, si voltò verso di me e disse: "Sparita, dileguata, scomparsa. Dillo come vuoi, Tesoro, per me non fa alcuna differenza."

Mi venne incontro con un'espressione preoccupata.

Era strano vedere François realmente preoccupato per qualcosa.

"Ma dove, DOVE è andata? Eravate qui con lei!" esclamai esasperata.

"Ha approfittato di un nostro momento di distrazione e si è dileguata." disse una delle ragazze.

"L'avete chiamata?"

Lisbeth mostrò un cellulare, il cellulare di Blair.

"Ok, dobbiamo assolutamente trovarla. Deve ancora cambiarsi e... Oh mio Dio, mancano 17 minuti alla mezzanotte!"

Mi passai una mano tra i capelli, disperata. Dove diavolo era?

Sentii bussare alla porta e, voltandomi, vidi una timida Dorota fare capolino dalla porta.

"Miss Blair qui?" disse titubante.

"Oh, Dorota, l'abbiamo persa!" le risposi.

Dorota rimase per un minuto silenziosa, poi parve all'improvviso illuminarsi. "Io trova Miss Blair. Miss Serena cambia. A tra poco."

Detto questo, chiuse la porta e lasciò me e François nella disperazione più totale.

Il matrimonio si sarebbe dovuto celebrare letteralmente di lì a un quarto d'ora e la sposa era letteralmente scomparsa.

Chuck mi avrebbe letteralmente uccisa.

 

Blair's POV

Non so per quanto tempo stetti a pensare e ad osservare il lago. Troppo? Speravo di no.

Avevo davvero bisogno di un po' di tempo da sola, lontana da tutti.

Pensai al matrimonio, alla mia carriera, alla bambina; Cose che mi avrebbero radicalmente cambiato la vita. Ero felice? Sì.

Sentii ad un certo punto un rumore di passi. Mi voltai e vidi Dorota, che mi sorrideva. Le sorrisi anch'io.

Mi si avvicinò e si voltò a guardare il lago.

"Non essere mai piccoli abbastanza, vero Miss Blair?" chiese con il suo inglese sgrammaticato.

Risi leggermente.

"Suppongo di no."

Dorota mi diede un sacchetto: il pane per dar da mangiare agli animali.

Presi un panino e cominciai a farlo a pezzi, lanciandone alcuni nell'acqua. Sapevo che gli animali erano a dormire, ma era più il gesto che contava che altro.

"Miss Blair, è splendida."

"Grazie, Dorota." risposi sospirando.

"Miss Blair ha paura?"

Smisi di fare a pezzi il pane e la guardai. Avevo paura?

"Non lo so, forse sì. Voglio dire, sto per sposarmi e sto per avere un bambino..."

Ci pensai per qualche secondo e poi scossi la testa. Perché tutto quello, in fondo, sapevo che non mi spaventava.

"No, non ho paura." dissi alla fine, decisa.

"Perché qui, allora?"

"Avevo bisogno di un po' di tempo per pensare."

Ci fu qualche secondo di silenzio.

"Anastasia pagetto e io damigella, Miss Blair, lo sapeva?" mi chiese sorridente Dorota.

Io mi voltai verso di lei, le sorrisi e l'abbracciai.

"Grazie, Dorota. Grazie di tutto."

Lei ricambiò l'abbraccio e, dopo un po', mi disse: "Miss Blair, è tardi. Andare a cambiarsi!"

"Oh... Oh!" dissi realizzando tutto.

Cominciammo a camminare in fretta e andai nella mia stanza. Dorota si fermò al piano inferiore, poiché lei e le altre damigelle si sarebbero cambiate lì.

Aprii la porta, e un François sollevato mi venne incontro.

"Oh, Tesoro, sei qui! Mi hai fatto prendere uno spavento E-NOR-ME. Mi stavano diventando i capelli bianchi." disse mettendosi una mano sul cuore e sistemandosi il ciuffo con l'altra.

"Blair!" urlò Serena uscendo dal bagno, vestita da damigella d'onore.

Era un vestito splendido. Sorrisi pensando al fatto che Chuck aveva seguito alla lettera ciò che volevo.

Serena mi venne incontro e mi portò al centro della stanza.

"Hai cinque minuti per cambiarti. Ma dove sei stata?!" mi chiese.

Io le sorrisi. "Non importa, ora sono pronta."

Una delle ragazze arrivò portando in mano uno splendido vestito color crema.*3

Aveva delle spalline molto sottili e un bustino rigido. La gonna di seta era lunga e vaporosa. Una fascia d'oro cingeva la vita.

Il vestito era esattamente uguale al modello da me disegnato sul mio diario. E Chuck l'aveva fatto eseguire alla lettera.

"Waldorf Original, bambina mia." disse mia madre entrando.

Le sorrisi e lei mi venne incontro sorridendo. Mi abbracciò e mi diede in mano un sacchetto blu di Victoria Secrets. Serena e tutte le altre, vedendo la scena, uscirono dalla stanza, per concederci uno di quei momenti madre e figlia.

"Apri." mi disse sorridendo.

Al suo interno c'era un bustino e un paio di mutande coordinate, blu.

"Qualcosa di blu." disse mia madre.

Le sorrisi e l'abbracciai ancora, ringraziandola, per poi andare in bagno a cambiarmi. Ritornai nella stanza ed indossai il vesito.

Mia madre mi aiutò a metterlo, poiché il bustino del vestito andava allacciato da dietro. Esso, però, era leggermente stretto. La mia pancia, infatti, cominciava a vedersi.

"Blair, cara, ma..." disse stringendo i nastri, notando anche lei che il bustino era un po' stretto.

Ad un certo punto, si bloccò e la vidi, attraverso lo specchio che avevo davanti, alzare lentamente la testa, fino ad incrociare il mio sguardo.

Sorrise contenta.

"Sei incinta." disse. Era un'affermazione.

Io sorrisi e annuii con la testa.

"Ohh, Blair, cara!" disse abbracciandomi.

Io risi, felice.

"E' una notizia meravigliosa!"

"Mamma, devo chiederti un favore."

"Certo, tesoro, dimmi."

"Non devi dirlo a nessuno. A nessuno, mamma, nemmeno a Chuck."

Mia madre mi guardò per qualche secondo.

"Non lo sa?"

"No," risposi sospirando. "E non so quando e come dirlgielo."

"Come, verrà da sé, tesoro mio. Aspetta che il matrimonio sia finito. Lascia passare qualche giorno, vedrai che andrà tutto bene."

La abbracciai nuovamente finché non bussarono alla porta.

Evelyn.

Le corsi incontro e l'abbracciai, felice.

"Blair, cara, sei splendida."

Le sorrisi e le presi una mano.

Lei, con l'altra mano, mi diede un cofanetto blu. Sembrava vecchio; sopra c'era scritto "Tiffany & Co.".

"Era della nonna di Charles, Amelie. Me lo diede il giorno del matrimonio, dicendomi di conservarlo per la futura sposa di mio figlio. Direi che questo è tuo, ora." mi disse dolcemente.

Aprii delicatamente il cofanetto e vi trovai dentro una splendida tiara*4. Aveva un aspetto certamente regale e i diamanti le conferivano eleganza e raffinatezza.

"Evelyn, è splendida." dissi con un filo di voce.

"Qualcosa di vecchio." disse sorridendo.

Mia madre si avvicinò a noi, sorridendo, e mi sistemò il diadema in testa.

"Sei la sposa più bella che io abbia mai visto." disse mia madre con gli occhi che le brillavano.

Evelyn mi diede un bacio sulla guancia e mi disse: "Vi aspettiamo giù, Cara."

Mi fece l'occhiolino ed uscì dalla stanza.

Mia madre si allontanò un secondo, per poi tornare indietro con dua altri cofanetti. Uno l'avrei riconosciuto ovunque: il cofanetto della Erickson Beamon.

"Charles mi ha detto che l'avresti voluta, per il matrimonio."

Io sorrisi al ricordo della sera in cui mi fu regalata quella collana e me la feci mettere da mia madre.

Aprii, poi, il secondo cofanetto, per trovarci dentro un piccolo cuore di diamanti. Era una piccola spilla, che mia madre appuntò all'interno della fascia dorata, in modo che non rovinasse l'armonia del vestito.

"Qualcosa in prestito."

Bussarono nuovamente alla porta e Serena entrò sorridente. Appena mi vide, si bloccò.

"Oh mio Dio, B! Sei bellissima!" esclamò.

"Dubitavi, forse?" dissi scherzando.

Serena mi venne incontro e mi abbracciò, dandomi un bacio sulla guancia.

Si staccò da me e, prendendomi le mani, mi disse: "E' il momento."

Sorrisi elettrizzata e io, mia madre e Serena ci avviammo per le scale e i corridoi. Il matrimonio si sarebbe tenuto all'aperto, sotto le stelle.

Durante la preparazione, Serena mi aveva spiegato come avevano organizzato il tutto.

Un pomeriggio, Chuck l'aveva chiamata, chiedendole di incontrarsi. Lui le aveva raccontato il suo piano e lei, entusiasta, aveva subito acconsentito ad aiutarlo. La preparazione del matrimonio non fu di per sé lunga. Chiesero i permessi per prenotare l'intero parco per tutta la serata e Serena si occupò di prenotare il catering e tutto il resto. Difficile, mi disse, fu fingere il tradimento. Nate era a conoscenza del piano, ma sia lei che Chuck temevano in una mia probabile vendetta, che avrebbe potuto rovinare le cose. Mi conoscevano bene, in fondo, sapevano che non avrei mai lasciato perdere l'intera faccenda. Serena mi disse inoltre che le era incredibilmente dispiaciuto non dirmi niente, e fingere di essere quel genere di amica che ti pugnala in quel modo alle spalle, soprattutto sapendo che io ero incinta. Mi raccontò anche del fatto che lei e Nate si sarebbero sposati comunque alla data prefissata, anche se avevano utilizzato il loro matrimonio un po' come scusa per prendere, ad esempio, le mie misure per il vestito (le misure servivano anche per il vestito da damigella per il loro matrimonio). Dopo avermi raccontato ogni dettaglio per filo e per segno, mi fece una semplice domanda. "Ne è valsa la pena?". E io risposi: "Assolutamente."

Arrivammo davanti al portone principale, dove mio padre già mi aspettava. Vidi Dorota e Serena mettersi in posizione e Anastasia davanti a loro con il cuscinetto degli anelli in mano. Era proprio una splendida bambina, con i capelli biondo scuro come il padre, Vanya.

Ero agitata, nervosa, eccitata, meravigliata, stupita, felice, e ansiosa allo stesso tempo. Non riuscivo a credere che tutto quello stesse accandendo. E, soprattutto, che stesse accadendo a me.

Mio padre mi porse il braccio e io lo presi. Mi diedero in mano il bouquet: peonie bianche, con una peonia rosa al centro. Sorrisi per la peonia rosa, sapendo che Chuck, proprio perché non era coordinata con gli altri colori, aveva sicuramente litigato con Serena per metterla nel mazzo.

"Ho paura." dissi sinceramente a mio padre, guardandolo.

Lui mi sorrise dolcemente e mi strinse la mano. "Sei bellissima, te l'ho già detto?"

Sorrisi.

"Se vuoi, siamo ancora in tempo per scappare. Manca un minuto alla mezzanotte. Posso aiutarti a non farti scoprire."

Io risi, rispondendogli. "No, voglio restare."

Ci sorridemmo a videnda e la musica cominciò. Entrò Anastasia, seguita da Dorota e Serena.

E poi, fu il mio momento.

 

Chuck's POV

La vidi entrare, illuminata dalla soffice luce delle candele poste sopra le mura.

Era la cosa più bella che avessi mai visto in vita mia. I capelli, il vestito, il viso.

Non esisteva nessun altro per me, soltanto lei. Mi si avvicinò. I nostri sguardi incatenati.

In un secondo, mi fu accanto. Pronunciai automaticamente i miei voti, senza nemmeno ascoltare ciò che diceva il ministro.

Sentivo solo la mia e la sua voce. Le altre erano superfluee. Era normale?

Un vortice di sentimenti mescolati dentro di me mi davano una sensazione di benessere mai provata prima.

Infilai l'anello al dito di Blair; la vidi sorridere quando fu il suo turno di mettere l'anello al mio dito, probabilmente per ciò che avevo fatto incidere all'interno di questo.

The butterflies are still fluttering.

Vidi lacrime bagnare il suo bel viso, lacrime di felicità.

E poi, ci dichiararono marito e moglie.

Avvicinai il mio viso al suo, chiudendo gli occhi. Le nostre labbra, soffici, delicate, si sfiorarono per qualche istante, per poi incontrarsi decise.

"Ora sei mia, per sempre." le sussurrai all'orecchio.

Lei sorrise e mi rispose "Era ora."

 

 

*1 Belvedere Castle: Mentre facevo le mie ricerche per l'ambientazione, mi sono imbattuta nelle foto di questo castello all'interno del parco, e me ne sono perdutamente innamorata. E', tra l'altro, considerato uno dei posti più romantici dell'intero parco e, sinceramente, dopo aver visto le foto, non ho potuto far altro che concordare (L). Attualmente è solo un osservatorio, ma viene spesso utilizzato per matrimoni. Foto: X, X, X
*2
Acconciatura. Per l'acconciatura di Blair, ho sempre immaginato un qualcosa di semplice ma molto elegante e raffinato, che in certo senso rispecchiasse la personalità di Blair (per quanto riguarda l'elegante e il raffinato.). Nessun fiore in testa, né fiocchetti o cose simili. Questa era la mia idea: X, immaginatela ovviamente con i capelli ricci di B! (:
*3
Esempio del colore: X
*4
Tiara: Tiffany, X


Scusatemi se non ho descritto con tutti i dettagli il matrimonio, ma non sono molto esperta di queste cose e, per evitare di scrivere cavolate, ho preferito prendere il tutto molto alla larga :D

Ringraziamenti:

Ray08: Glielo dirà, glielo dirà! Ora, so che sto tirando l'intera questione bambino per le lunghe, ma mi serve che Chuck non lo sappia ancora (; Ho in mente qualcosa, ovviamente :D Grazie per la recensione! E sì, quella è ESATTAMENTE la faccia a cui stavo pensando :D
Fiby Cullenina: Di solito, le tue supposizioni sono sempre vere, quindi sono contenta di averti stupita, almeno questa volta :D E sono contenta che tu ti sia commossa! *-* Grazie per la recensione! (;
ary_gg: Anime affini *-* Mi piaaaaaace! :D Le tue recensioni mi fanno sempre ridere, sei una tipa particolare, secondo me :D Grazie per la recensione! (;
bellezza88: Posso dirti che IL momento sta arrivando, sarà tra due o tre capitoli, non ho ancora deciso. Sono contenta che ti sia piaciuta e ti ringrazio per la recensione! :D
Haycint_Purple: Grazie mille per la recensione, sono contenta che ti sia piaciuto il capitolo! *-* Sono anche contenta di aver azzeccato lo stile-Chuck, per quanto riguarda la proposta. Pensavo di essere totalmente fuori strada! (:
britney18: Grazie per i complimenti, sono contenta che tu abbia apprezzato il capitolo! :D Come già detto, arriverà presto il momento della verità... basta solo aspettare :D Grazie per la recensione!
feffixoxo: Oddddio, grazie, sono contenta che ti sia piaciuto così tanto! :D Purtroppo no, non è venuto a saperlo in questo capitolo, ma arriverà quel momento, non temere (: Grazie mille per la recensione! :D
ele_06: Il perché del matrimonio a mezzanotte verrà spiegato nel prossimo capitolo *-* Per ora posso dirti che la mezzanotte mi ha sempre affascinata, fin da quando ero piccola, per i motivi più disparati. Tuttavia, ripeto, ci sarà una spiegazione nel prossimo capitolo (: Grazie per la recensione, Ele, sono contenta che ti sia piaciuto il capitolo! :D E non preoccuparti minimamente per non aver recensito lo scorso capitolo! U_U Non ce n'è motivo (:
glorietta: Grazie mille, sei gentilissima! :D E grazie mille anche per la recensione! Sono contenta che ti sia piaciuto! :D
Yahan: *-* grazie! Più che impegnarmi, volevo che i lettori avessero un'idea precisa di ciò che avevo in mente. Questa fan fiction è nata praticamente da un sogno. Mesi fa, ho infatto sognato la scena della proposta descritta nel precedente capitolo. E poi, intorno ad essa, ho costruito l'intera storia. So che come cosa potrebbe risultare un po' fuori dal normale, ma a me capita spesso di sognare certe cose XDD Avevo una vaga idea dei luoghi, ma non avendo mai visitato il Central Park, né essendomi mai documentata al riguardo, ho dovuto fare qualche ricerca per evitare di scrivere vere e proprie sciocchezze. Sono contenta che ti sia piaciuto, e ti ringrazio tantissimo per la tua recensione! (: Lo apprezzo molto!

Grazie anche ai lettori e a coloro che seguono! Un bacione a tutti! (;

 

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Capitolo 18
*** Down ***


AN: Ciao a tutti! Mi vedo costretta ad aggiornare, visto che partirò Domenica e che, per arrivare a tale data, mancano solo 3 giorni. Sarò di ritorno il 30 o il 31 luglio, ancora non lo so bene, e là, dato che il mio portatile è rotto, non potrò aggiornare questa fan fiction. La fine verrà dunque pubblicata in agosto e, successivamente, credo ne posterò un'altra, la quale NON sarà il seguito di questa (Il seguito lo pubblicherò verso fine settembre, credo; devo vedere come riuscirò ad organizzarmi). Vi avviso comunque che prima di partire avevo in mente di aggiornare 2 volte ancora, anche se non so bene quando, di preciso.
Mi spiace non essere dettagliata con tutti gli avvenimenti, ma avendo poco tempo, devo cercare di fare in fretta, diciamo. E mi dispiace molto davvero, mi sarebbe piaciuto avere più tempo per dedicarmici.

Scusatemi, davvero.

E comunque, il momento da voi tanto atteso, è finalmente arrivato. Qui ci sta una risata malvagia, ma sembrerebbe troppo sadico.
Ringraziamenti in fondo (:

 

Capitolo 18

Down

Blink 182

 

 

Chuck's POV

Eravamo in limo e io stavo stringendo fra le mie braccia Blair, che si era addormentata non appena usciti dalla sala del ricevimento. Quel giorno, si era celebrato il matrimonio di Nate e Serena, i quali erano appena partiti per la loro luna di miele alle Maldive, e Blair era stata costretta ad aiutare Serena tutto il giorno con i preparativi, in quanto damigella d'onore; Ripensando agli eventi delle ultime quarantott'ore, mi venne da ridere.

 

Due giorni prima del matrimonio di Serena e Nate, mentre dormivamo, fummo interrotti dallo squillo del cellulare. Ovviamente, era la mia carissima sorella adottiva Serena, che, per qualche strano motivo a noi sconosciuto, aveva considerato opportuno chiamarci a quell'ora del mattino (non erano ancora le 7), per renderci partecipi della sua ultima, grande, trovata: un doppio addio al nubilato.
Visto che Blair, a causa degli avvenimenti, non era stata in grado di avere una vera e propria festa di addio al nubilato - anche se non l'avrebbe voluta comunque, così mi diceva -, Serena pensò di rendere la sua festa, anche la festa di Blair, nonostante fosse già sposata. Blair non avrebbe dovuto pensare a nulla, diceva Serena; Avrebbe pensato a tutto lei. E già lì, io, Nate e Blair avremmo dovuto capire che, quella festa, sarebbe stata un completo e totale disastro.
I festeggiamenti cominciarono presto; Serena venne a prendere Blair a casa di primo pomeriggio, dicendo che "avevano bisogno di tempo per essere all'altezza della serata". Dalla faccia che fece Blair, capii subito che non ne aveva molta voglia. Tuttavia, la spronai fino in fondo ad andare, non volevo si perdesse una qualche esperienza per colpa mia. Andò riluttante, nonostante con Serena fingesse enorme entusiasmo.
Per prima cosa, mi disse Blair, andarono a fare shopping con le amiche, per comprare dei vestiti. Dopodiché, andarono ad una festa organizzata dalle amiche di Serena, che avevano ingaggiato una squadra di spogliarellisti, con mio immenso piacere. Una lunga cena al ristorante cinese più costoso di tutta Manhattan e un giro nei burlesque club più rinomati (fatta esclusione per il Victrola, poiché sapevano che io e Nate, ad un certo punto della serata, saremmo andati lì) dove, sì, si esibirono sui palchi. Stanche dei club, s'infiltrarono ad una festa privata, in onore di un qualche attore sconosciuto dell'alta società New Yorkese. Essendo praticamente tutte mezze ubriache, attirarono molto in fretta l'attenzione, tanto in fretta da essere cacciate dal locale, e inseguite da una delle guardie personali dell'attore, poiché Serena aveva avuto la splendida idea di rubargli il cappello, gli occhiali e le ricetrasmittenti. Non si sa come, finirono in un bar, dove gli omosessuali più ricchi della grande mela si erano trovati per fare una specie di "gay pride". A quanto pare, quello fu il momento più divertente della serata. C'era anche un video, a testimoniare quel particolare evento, in cui Blair respingeva le avance di una ragazza lesbica, che aveva mostrato un certo interesse nei suoi confronti. Come biasimarla? Io, di certo, non potevo. {P.s.s. Io non ho assolutamente nulla contro i gay, sia chiaro! :D}
Uscirono dalla festa acclamate dalla folla, dopo che Iz e Penelope, con grande stupore di tutti, si erano messe a cantare, ubriache, sul bancone del bar. Nel frattempo, le aveva raggiunte anche Dorota, che sotto insistenza di Blair, si era fatta convincere a partecipare al resto della serata. Girando per l'Isola, incontrarono di nuovo la guardia del corpo dell'attore, che non aveva ancora smesso di cercarle. Per tentare di sfuggirgli, entrarono nel primo edificio disponibile, che si rivelò essere un cinema. Proiettavano "Via col vento", la versione originale del 1939. Dopo una decina di minuti, tuttavia, vennero cacciate persino dal cinema, poiché Serena aveva cominciato a vomitare e Sarah - una lontana cugina di Serena -, Sophie - la segretaria di Blair -, e Lauren - un'amica di Blair dell'università - si erano messe a giocare a nascondino, ormai completamente andate.
Vagarono per Manhattan per un'altra ora, con Serena che stava male, Katy, Iz, Sarah, Sophie e Penelope che si stavano addormentando, Sarah, Lauren, Laila e Dorota (sì, anche lei, con mio enorme stupore) che continuavano a ballare sui marciapiedi e in mezzo alla strada, Hannah e Barbara che si avvicinavano a tutti i ragazzi che vedevano passare, Chloe che piangeva perché si era appena lasciata con il suo ragazzo e Blair, in quanto unica sobria (cosa che ancora non mi spiego completamente), che cercava di controllarle, di farle calmare e di consolare Chloe, in preda ad una vera e propria crisi di pianto. Come finì il tutto?
Barbara stava litigando con la ragazza di uno con cui ci stava provando e, mentre Blair e le altre tentavano di fermarla, lei diede un calcio alla ragazza. Lì vicino c'era una pattuglia della polizia, che stava controllando il quartiere. Avevano già ricevuto una segnalazione anonima che li aveva avvertiti riguardo ad un gruppo di ragazze sulla ventina, vestite da sera e mezze ubriache, che si erano infiltrate ad una festa privata, rubando alcuni effetti personali di una delle guardie. Questa fonte anonima definì il gruppo pericoloso.
Vennero portate tutte e quattordici in centrale di polizia, dove furono "messe in gabbia.". Erano quasi le sei del mattino quando fui svegliato (ancora) dal mio cellulare che squillava. Trovarlo non fu facile, dato che mi ero fermato a dormire da Nate e la stanza era un vero e proprio disastro, ma quando risposi, non mi sarei mai e poi mai aspettato di sentire una cosa del genere. Era infatti la centrale di polizia, che mi informava del fatto che mia moglie, Blair Waldorf-Bass, e le sue tredici amiche erano state arrestate con l'accusa di furto e disturbo alla quiete pubblica, il tutto aggravato dal fatto che erano tutte, tranne Blair, completamente ubriache e che si erano tutte addormentate in cella. Tutte tranne Blair, che però, in compenso, era stata male.
La mia reazione non fu quella che il poliziotto che mi aveva chiamato si aspettava: scoppiai, infatti, a ridere e, suscitando l'indignazione di quest'ultimo, riattaccai, chiamando subito dopo la mia limo per poter andare in centrale. Dopo un'estenuante ma persuasiva opera di convincimento, riuscii a far capire ai poliziotti che si trattava di giovani ragazze alle prese con i primi addii al nubilato e che, così, si erano lasciate prendere un po' la mano. Ovviamente, un fatto del genere non si sarebbe verificato mai più.
Nonostante non fossero del tutto convinti, le rilasciarono tutte quante, facendo però pagare la cauzione a Barbara e a Serena, per il calcio e per il furto. Non appena aprirono le sbarre, Blair disse al poliziotto "Potreste anche lavarle queste celle, qualche volta." Poi mi corse incontro e mi abbracciò, sussurrandomi all'orecchio "Portami immediatamente via da qui.". Io le feci il mio sorriso e, andando verso la limo, le feci vedere le foto segnaletiche che le avevano scattato per l'arresto (e che mi ero fatto dare), dicendo che le avrei appese in camera nostra. La sua risposta fu una gomitata nello stomaco.
Non ebbe molto tempo per riposarsi: il matrimonio si sarebbe celebrato di sera, ma Serena aveva bisogno d'aiuto fin dal mattino. Inizialmente non volevo che Blair andasse di mattina, dopo la notte che aveva passato: aveva bisogno di riposare.
Ma lei aveva insistito talmente tanto che alla fine fui costretto a cedere. Il matrimonio, tuttavia, fu piuttosto tranquillo. Nate e Serena avevano poco cervello, ma insieme riuscivano a formarne uno intero. Era bello vedere il vero amore trionfare così.
Loro partirono subito dopo il ricevimento per la luna di miele. Io e Blair saremmo andati in agosto, visti i miei e i suoi impegni di lavoro. Per organizzare il matrimonio, avevo perso qualche giornata lavorativa e dunque dovevo recuperarla, per poter poi fare un mese completo in Italia. Blair si mostrò molto comprensiva; capiva alla perfezione la situazione.

 

"Mr. Bass, siamo arrivati." disse l'autista.

Strinsi Blair nell'abbraccio, le diedi un bacio sui morbidi capelli color cioccolato e le dissi dolcemente: "Mrs Bass, siamo a casa."

Lei si mosse leggermente e la sentii mormorare.

Scossi la testa e sorrisi. Se non si fosse alzata lei, avrei dovuto portarla in braccio fino all'attico. E così feci, infatti.

Varcai la soglia del nostro splendido nuovo attico sulla Quinta Strada, dono di nozze da parte dei genitori di Blair.*1

Attraversai l'ampio salone e raggiunsi la nostra camera, posando delicatamente Blair sul letto. Quando feci per allontanarmi, lei mi prese la cravatta e mi attirò a sé.

"Dove vai? Resta qui con me." farfugliò nel sonno.

Io sorrisi, le accarezzai la testa e tolsi le sue mani dalla mia cravatta, per poi darle un bacio sulla fronte, sussurrarle "Vengo subito", e andare nell'enorme cabina armadio per cambiarmi. La vidi alzarsi di malavoglia e prendere la sua camicia da notte, ordinatamente appesa accanto al letto.

Dopo aver cercato in ogni singolo centimetro del mio armadio, persi le speranze: non riuscivo a trovare nulla. Ci eravamo trasferiti da poco, ma la casa era in perfetto ordine. Avevamo sistemato tutto nella prima settimana; ci mancava solo una parte della mobilia, e la casa era a posto. I vestiti, tra l'altro, erano stati la prima cosa che Blair aveva deciso di sistemare. Che l'altra domestica avesse sbagliato e avesse messo nel posto sbagliato i miei vestiti?
Visto che Dorota era spesso impegnata con la bambina, Anastasia, fummo, con molto dispiacere, costretti ad assumere un'altra domestica, che ci aiutasse in casa, dato che sia io che Blair uscivamo presto la mattina e tornavamo tardi la sera. Elda, così si chiamava, era una signora sulla cinquantina, bionda, di origine Ucraina, molto gentile e simpatica, benché timida e talvolta impacciata. Faceva ancora molta fatica a parlare la nostra lingua, nonostante vivesse ormai negli Stati Uniti da tre anni, e non si apriva facilmente con le persone. Tuttavia, la prima volta che Blair la vide, se ne innamorò e lo stesso fu per Elda. L'unica domestica che aveva mai fatto breccia nel cuore di Blair era sempre stata Dorota; era strano, ora, vedere che c'era possibilità anche per qualcun altro.

Elda lavorava da noi dalle 7 del mattino alle 7 di sera, lasciandoci l'intera serata "libera". Già un paio di volte aveva colto me e Blair "impegnati", e pure lei aveva capito che era meglio stare attenti, in casa Bass.

Ancora non sapeva bene come sistemare le cose, dato che era nuova, e quindi capitava spesso che mettesse qualche vestaglia di Blair nel mio armadio e viceversa.

Cominciai dunque a cercare un qualsiasi mio pigiama dalla parte di Blair, che era uguale alla mia, ma che in fondo conteneva molti meno capi d'abbigliamento. Avevo sì tanti completi, ma mai tanti come Blair. Il suo armadio era, infatti, diviso in 5 sezioni principali: vestiti da sera, vestiti da party, vestiti leggeri o casual, gonne, camicette. Un sesto scompartimento era per le vestaglie e i pigiami. L'ottavo era per i cappotti. E poi c'erano otto enormi cassetti, per i foulard e fazzoletti, cinture, cerchietti (che usava ancora), collant/cazamaglie e parigine, intimo e tutti gli altri accessori. Il suo cassetto personale, dove teneva, ad esempio, il suo diario segreto, era quello più in basso a sinistra. Era praticamente il più vuoto, tra tutti. Ed era l'unico che, inizialmente, evitai di aprire.

Guardai ovunque, ma non trovai nulla. L'unico posto dove non avevo guardato era proprio l'ultimo cassetto, poiché non volevo che, magari, Blair pensasse che io la spiassi, leggendo il suo diario. Mi fidavo di lei e lei si fidava di me, era così che un rapporto funzionava. Mi ci era voluto tempo per capirlo, ma finalmente ero riuscito a comprederlo.

Che male c'era, tuttavia, nel vedere se, per caso, era finito il mio pigiama lì dentro? Non avrei mai guardato il suo diario, in fondo.

Mi sentivo ridicolo: era solo un pigiama. Ma tutti quelli che mi conoscevano, sapevano bene che a Chuck Bass, oltre che bastardo, stronzo, «twisted manipulative psychopath» (come amava definirmi un tempo Blair), bisognava associare anche la parola pigiama. Pigiama di seta egiziana, con precisione. Senza il mio pigiama, non riuscivo a dormire.

Sospirai e aprii l'ultimo cassetto, quello "sacro". Era pieno della mia roba. Scossi la testa e cominciai a tirare fuori tutti i miei vestiti, che poi avrei rimesso nel mio armadio. Svuotandolo, il cassetto era praticamente vuoto. Conteneva il diario segreto di Blair, un album fotografico di quando era piccola, alcune foto nostre sparse e la sua cartella medica, ovvero la cartella che conteneva tutti i documenti medici di Blair, dai suoi primi ricoveri per i problemi alimentari fino a quel momento. Cosa ci faceva lì? Era sempre stata, insieme alla mia, nello studio, insieme agli altri documenti. Che Elda l'avesse spostata? Di sicuro. Che motivo aveva Blair per tenerla nel cassetto? Elda evidentemente l'aveva trovata in giro e, non sapendo dove metterla, l'aveva messa nel primo spazio disponibile.

"Chuck!" mi chiamò Blair dalla stanza. "Vieni a letto?"

"Sto arrivando!" le dissi in risposta.

Misi da parte uno dei miei pigiami, presi la cartella medica e chiusi il cassetto. Il resto dei vestiti trovati li appoggiai su una sedia, in modo da ricordarmi, il mattino dopo, di metterli in ordine. Con la cartella sotto braccio e il pigiama in mano, cominciai a camminare fuori dalla stanza. Uscii dalla cabina armadio e notai che Blair era già sotto le coperte. Mi sorrise e mi fece cenno di venire accanto a lei. Mi fermai sull'uscio della camera da letto, diretto verso lo studio, per indicarle la cartella e dirle che l'avrei messa nello studio.

Arrivato in sala, attraversai un enorme corridoio per poi arrivare nello studio. Mi fermai un secondo a guardare la cartella. Sopra di essa, c'era un bigliettino con scritto "Ecografia quarto mese, 20 giugno 14.30".

Era un biglietto da visita, con il nome e il numero del medico a lato.

Ecografia 4 mese?

Aprii lentamente la cartella e al suo interno vi trovai foto. Quel tipo di foto.

 

Blair's POV

Ero a letto, che aspettavo Chuck. Mi misi sotto le coperte e sistemai il cuscino, mentre, dopo essere andata in bagno a rinfrescarmi e a lavarmi i denti, mi stavo mettendo la crema da notte.

Vidi Chuck rientrare in camera dalla cabina armadio, appoggiare il pigiama sul letto e fermarsi sull'uscio della porta con una cartelletta in mano.

Gli feci cenno di venire a letto, accanto a me, ma lui mi mostrò questa cartelletta e mi disse "Vado a metterla nello studio, torno subito. Elda deve averla sposata." Mi sorrise ed uscì.

Rimasi qualche secondo ferma, immobile. Quale ALTRA cartella poteva mai esserci nell'armadio?

Pensai per qualche secondo, senza muovere di un solo centimetro i miei muscoli.

E poi capii.

Mi alzai in fretta e cominciai a correre verso lo studio.

Non poteva scoprirlo in quel modo. Non doveva scoprirlo in quel modo.

Corsi il più in fretta possibile, con il fiato in gola, affannata.

Arrivai nel corridoio, misi insieme tutte le forze che mi rimanevano per raggiungerlo. Arrivai all'entrata della stanza, vidi Chuck voltato di spalle.

Si girò, con la cartella in mano, aperta.

Le ecografie.

Cercavo i suoi occhi, ma aveva lo sguardo basso.

Dopodiché, con un movimento lento ma deciso, alzò la testa.

E l'espressione che aveva in faccia, di delusione, tristezza, dolore, mi fece morire lentamente.

Ora lo sapeva, e l'aveva scoperto nel peggiore dei modi possibili.

Ed era tutta colpa mia.

Solo mia.

 

*1 Se avete visto Sex and The City: The Movie, avete più o meno idea di cosa sto parlando :D Diciamo che, per come la intendo io, è molto simile quella di Chuck e Blair. La loro camera da letto è comunicante con tutta la casa, benché leggermente appartata, e non completamente staccata come, mi pare, sia in SATC. La casa che ho in mente per loro due è indescrivibile, non saprei nemmeno io bene come descriverla *-*
P.s. La cabina armadio di Chuck & Blair è tipo quella di Carrie, sempre di Sex and The City: The Movie.

Delusi? Amareggiati? Arrabbiati? Fatemi sapere cosa ne pensate! *-* Cosa pensate succederà?

Ringraziamenti
Un enorme e profondissimo grazie a:

Fiby Cullenina: Sì, è vero, hai ragione! Anche a me ricorda un po' quel pezzo di BD :D Nemmeno ci avevo pensato :S Da quando è uscito il film, la mia passione per Twilight si è via via affievolita, tanto che ora non posso nemmeno dire di essere una fan ._. Comunque, grazie mille per la recensione! Un bacione! (:
ary_gg: Purtroppo, o per fortuna (dipende dai vari punti nella lista dei pro e contro), starò via un mese. La fan fiction finirà tra qualche capitolo, ma come già detto in precedenza, probabilmente avrà dei seguiti a distanza ravvicinata :D Sono contenta che il capitolo precedente ti abbia commossa, mi ha fatto piacere sapere che l'hai apprezzato! :D Grazie per la recensione, xoxo! (:
_Kia_Smile_: Affascinata, addirittura *-* Grazie, sono contenta che ti sia piaciuta così tanto! :D Grazie per la bella recensione, xoxo! (:
ele_06: Mi è dispiaciuto sviluppare poco il matrimonio vero e proprio, ma per evitare di fare errori madornali con le parole eccetera, ho preferito fare così :D Sono, comunque, molto contenta che ti sia piaciuto e, ovviamente, ti ringrazio un sacco per la recensione! *-* Quella degli oggetti blu, prestati, regalati eccetera, fa parte di una tradizione che ormai si è sviluppata in tutto il mondo. Qui, ad esempio, puoi trovare una buona spiegazione :D Altrimenti basta che cerchi su internet e dovrebbe dartelo! (; xoxo! :D
feffixoxo: Sono contenta che tu ti sia commossa :D Grazie per la recensione *-* xoxo, :D
kag92: Grazie per i bei complimenti, sono molto contenta che ti piaccia il modo in cui scrivo e che ti piaccia anche la fancfition! (: Ci tengo anche a ringraziarti per la bella recensione da te postata nella one shot, grazie davvero. Finalmente Chuck, in qualche modo, l'ha scoperto... sai, mi è sempre piaciuto illudere i lettori. Si aspettano qualcosa, e poi se ne ritrovano un'altra. Che cosa meravigliosa *-* Grazie ancora per la recensione, xoxo! :D

Un grazie anche a tutti coloro che seguono, che l'hanno aggiunta tra i preferiti e che la leggono! xoxo, C :D

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Capitolo 19
*** Dark Blue ***


AN: Dunque! Lo scorso capitolo è finito male, insomma, è stato piuttosto disastroso. Fin dall'inizio della fanfiction, era così che volevo Chuck scoprisse della gravidanza di Blair. Chiamatemi sadica, ma in testa ho un disegno abbastanza preciso di quello che voglio, e questo rispecchia certamente le mie volontà. E poi, ricordiamoci che è di Gossip Girl che stiamo parlando, le cose andavano troppo bene per poter continuare così! Spero, comunque, di non avervi deluso troppo: non era mia intenzione.
Ho deciso di aggiornare presto, e vi comunico che, qualora riuscissi, potrebbero esserci altri due aggiornamenti, anziché uno. Vediamo come sono messa, anche perché se riuscissi ad aggiornare due volte, la seconda volta sarebbe di sabato sera/domenica mattina. Spero di riuscirci!
Vi lascio al capitolo, che so deluderà qualcuno ma, come già detto prima, sto rispettando il mio disegno... e poi... Abbiate fiducia in me! (:
Ringraziamenti in fondo!


Capitolo 19

Dark Blue

Jack's Mannequin

 

Chuck's POV

Ero immobile, le foto strette tra le mie mani, che tremavano. Un vortice di emozioni mi stava letteralmente sconvolgendo, non facendomi capire nulla.

Come aveva potuto farmi questo? Cosa avrei fatto ora?

La guardai negli occhi, sperando di poter ottenere qualche risposta, così, senza parlare.

Perché le parole, in quel momento, sembravano non venirmi. Avevo la gola secca, respiravo profondamente, cercando di calmarmi.

Nei suoi occhi, lacrime trasparenti cominciavano a formarsi.

Un'espressione di dolore le incorniciò il viso.

Lei non aveva il diritto di sentirsi così, perché era tutta colpa sua.

 

Blair's POV

Mi guardò negli occhi.

"Chuck..." sussurrai avanzando un passo incerta.

"Da quanto lo sai?" mi chiese lui, secco.

"Chuck, mi dispia-" dissi con voce tremolante per il pianto che mi bloccava la gola.

"Da quanto tempo lo sai?" ripeté lui, scandendo bene le parole, con un tono di voce che lasciava trasparire la rabbia che provava in quel momento.

"Un mese."

"Un mese?!" esclamò lui stupito.

"Chuck, io-"

"Un mese?! E' da un maledettissimo mese che sai di essere incinta e non mi hai detto NULLA?" chiese adirato.

"Non comportarti come se la colpa fosse interamente mia..." sbottai, con la rabbia che cominciava a crescere.

In fondo, era stata anche colpa sua, se non gliel'avevo detto.

"Ohh, sentiamo, e di chi sarebbe la colpa? Mia?"

"Hai detto che odiavi i bambini."

Chuck scosse la testa.

"E ti sembra una spiegazione valida?"

Sbatté sulla scrivania la cartella e si avviò a grandi passi verso il corridoio, sorpassandomi.

"Sì, lo è! Perché se il padre della MIA bambina mi viene a dire che odia i bambini e che non ne vuole avere, non può certo biasimarmi per non aver trovato il coraggio di dirgli che, guarda caso, sta per diventare padre!" dissi io seguendolo fino al salotto.

Lui si diresse verso il ripiano bar, dove si versò un bicchiere di Scotch.

"E' il mio bambino, Blair! Quando diavolo pensavi di dirmelo, eh? Quando avresti dovuto partorire?"

Sentivo l'acidità nelle sue parole, cosa che mi fece stare peggio.

"Hai tutto il diritto di essere arrabbiato, ma-" cominciai.

"Arrabbiato?! Non è abbastanza, non esprime pienamente ciò che provo in questo momento. Io direi più furioso, irritato, amareggiato, deluso-"

"Sì, e ne hai il diritto! Ma non comportarti come un completo... idiota! Cerca di calmarti, così ne possiamo parlare tranquillamente!" dissi io nel tentativo di farlo ragionare.

Aveva ragione, aveva completamente ragione. Ma ormai il danno era fatto, cosa potevo fare per rimediare? Non avrebbe mai dovuto scoprirlo in quel modo, sarei dovuta essere stata io a dirglielo. Ma, da persone civili, avremmo potuto risolvere tutto, se solo l'avesse voluto.

"Ohh, spero tu stia scherzando, perché se pensi che io sia in grado di calmarmi adesso, hai sbagliato. Come, mi chiedo, come hai potuto farmi una cosa del genere? Non dirmi che aspetti un bambino... Blair, ma cosa diavolo ti è passato per la testa?"

"Chuck, lo so che ho sbagliato. Avrei dovuto dirtelo subito, come avevo programmato. Avevo preparato la cena e stavo per dirtelo, ma... ma poi hai detto che odiavi i bambini e-"

"L'hai già detto. E non è una scusa."

"Lo so. Ma ti prego, se solo tu potessi perdonarmi..." dissi avvicinandomi a lui, sfiorandogli il braccio.

Chuck scosse la testa e allontanò il braccio dalla mia mano.

Io, allora, mi misi davanti a lui e presi il suo viso tra le mani, cercando di stabilire un contatto con i suoi occhi, che lui teneva bassi.

"Ascoltami. Io ti amo, e suppongo tu lo sappia già. Non te l'ho detto, e ho sbagliato, ma pensavo che tu non ne saresti stato felice come lo ero io e che ti saresti arrabbiato con me. So che ora è difficile perdonarmi, ma ti prego, fallo per me, fallo per nostra figlia," dissi accennando un debole sorriso "fallo per noi."

Chuck chiuse gli occhi, poi li riaprì, appoggiò il bicchiere vuoto sul bancone e mi guardò, severo. Prese i miei polsi e tolse le mie mani dal suo viso.

Richiuse gli occhi e sospirò.

"Ho bisogno di tempo per... pensare."

Detto questo, si allontanò, dirigendosi verso la porta.

"Chuck... dove vai..." gli chiesi, con il pianto in gola.

Lui fece un cenno con la mano, accompagnato da un monosillabo. "Via."

"Chuck..." dissi io disperata, in un ultimo tentativo di fermarlo.

Lui aprì la porta d'ingresso e si fermò, voltandosi un secondo verso di me.

"Non sarebbe dovuta andare così."

E poi uscì.

Io, nel pieno di una crisi di pianto, mi accasciai al suolo, con le lacrime che mi bagnavano il volto, ininterrottamente.

Non ebbi nemmeno la forza di alzarmi.

Rimasi lì per tutta la notte. E forse anche di più.

 

Chuck's POV

Era tardi, notte inoltrata. Vagavo per le strade di Manhattan, in balia dei miei pensieri più cupi.

Blair era incinta, aspettava un bambino. Una bambina, da quanto avevo capito; nemmeno gliel'avevo chiesto.

Mi passai una mano tra i capelli, indeciso su dove andare, senza sapere cosa pensare.

Non avrei dovuto lasciarla lì in quel modo, ma era la prima cosa a cui avevo pensato: fuggire.

Era come se fossi tornato indietro di qualche anno, quando fuggivo davanti a tutto, davanti ai problemi, davanti ai "Ti amo".

Ma non potevo stare lì con lei. Era troppo.

Camminando, mi ritrovai davanti al posto che segnò la mia adolescenza: il Palace.

Pur essendo proprietà delle Bass Industries, non ci entravo da anni.

Sorrisi.

Lì dentro era successo davvero di tutto.

Le feste con Nate, gli incontri segreti con Blair...

Smisi di pensare e varcai le soglie. I camerieri cominciarono a bisbigliare tra loro, alla mia entrata, e la segretaria alla reception s'irrigidì di colpo.

Il direttore, che, con la sua valigetta in mano, sembrava stesse andando via, mi venne incontro, visibilmente agitato.

"Oh, Mr Bass! Quale piacere averla qui!"

Feci un cenno con il capo e dissi "Il piacere è mio, Mr Donovan."

"Come sta la vostra signora, Mr Bass?" chiese, gentile.

"Oh, lei sta... bene."

"E' una così bella ragazza! Magari mio figlio ne trovasse una così!" disse roteando gli occhi.

Accennai un sorriso.

"Dunque, cosa la porta qui a quest'ora della notte?"

"Vorrei la mia vecchia stanza, Mr Donovan. La 1812."

"Ohh, certamente Mr Bass! Venga, si accomodi."

Sapevo che si stava domandando perché io, nel cuore della notte, gli stessi chiedendo una camera d'albergo mentre a casa mia disponevo di sufficienti stanze per gli ospiti per 20 persone. Ma non erano affari suoi, e non gli avrei detto nulla, ovviamente.

Mi diede le chiavi della stanza e io dissi "Conosco la strada."

Volevo solo andarmene a dormire.

Entrato in stanza, mi spogliai e andai a letto, sperando che, il giorno dopo, sarebbe stato un giorno di gran lunga migliore di quello.

O almeno, migliore di poco.

E non pensai nemmeno al pigiama.

 

Blair's POV

Il mattino dopo, aprii gli occhi, scoprendo di trovarmi ancora sul pavimento. Mi misi a sedere, rendendomi conto del fatto che la segreteria telefonica stava riproducendo un messaggio, un messaggio di Serena.

"B, ma dove sei finita? E' da tutto il giorno che ti cerco! Ho saputo quello che è successo con Chuck... mi dispiace, B, ma vedrai che si sistemerà tutto, non preoccuparti. Richiamami quando ascolti il messaggio! Baci dalle Maldive da parte mia e di Nate!"

Scossi la testa, alzandomi. Lanciai uno sguardo fuori dalla finestra, e mi accorsi che era notte.

Ma quanto avevo dormito?

Guardai l'orologio posizionato sopra il camino: Le 2 e 23 minuti del mattino.

Mi passai una mano tra i capelli, pensando di aver dormito circa 24 ore. Mi venne in mente ciò che era successo la sera prima, di come Chuck se n'era andato, lasciandomi da sola.

Quale marito lascia la propria moglie, per di più incinta, in quel modo?

Andai in cucina, in cerca di un po' di caffé. Era vero che in gravidanza era sconsigliato berlo, ma ne avevo bisogno. Un po' di caffé, inoltre, non avrebbe fatto male.

Mi chiesi perché Elda non mi avesse svegliata, visto che ero stata sdraiata sul pavimento, ma poi ricordai che quello era il suo giorno libero. L'avrei comunque vista quella mattina.

Mi feci del caffé e decisi di andare a fare una doccia.

Passando in sala, mi accorsi della spia della segreteria telefonica. Avevo 15 messaggi registrati.

Li feci partire. 3 di mia madre che, preoccupata, mi chiedeva se avevo bisogno di qualcosa. 4 di Serena, che moriva dalla voglia di raccontarmi la sua notte di nozze, 6 di Sophie che, preoccupata perché non ero andata al lavoro, mi aveva chiamata per sapere il motivo, 1 di Katy e 1 di Chuck.

Ascoltai solo quello di Chuck, fino in fondo.

"Blair, sono io." disse schiarendosi la voce. "Volevo informarti che domani dovrò partire per una settimana, o forse più. Ho alcune riunioni per l'apertura di due hotel in Spagna, ed è richiesta la mia presenza là. Passerò la mattina, presto, per prendere ciò che mi serve. Ci vediamo."

Ci vediamo?! Con chi pensava di parlare?

Cancellai tutti i messaggi, irritata, e andai a farmi un lungo e caldo bagno.

Quel BASStardo se ne sarebbe andato in Spagna, per una settimana, lasciandomi completamente da sola.

Chi si credeva di essere?

Finito il bagno, mi vestii e tornai in sala.

Mi addormentai ancora davanti alla tv, con Breakfast at Tiffany's in riproduzione.

 

Chuck's POV

Aprii la porta di casa con il mio paio di chiavi, cercando di non fare rumore, visto che erano le 6 del mattino.

Avevo l'aereo alle 9 e dovevo cercare di fare in fretta, senza svegliare Blair.

Entrai nell'ampio salone e la prima cosa che notai, fu Blair, sdraiata sul divano, e la televisione accesa.

Mi avvicinai lentamente e sorrisi. Era bellissima.

Mi destai dai miei pensieri e andai a preparare le borse.

Una volta terminato, tornai in sala e mi fermai un secondo accanto a Blair.

Le scostai i capelli dal viso e le diedi un leggero bacio sulla fronte.

Vidi le sue mani, dolcemente adagiate sulla pancia che, ora che la notavo, cominciava a mostrare i segni di una gravidanza. Ancora non ci credevo: come avevo fatto a non accorgermene?

Misi una mano sopra la sua pancia e sorrisi.

Ora che lo sapevo, non mi sembrava poi così brutto il fatto che Blair aspettasse un bambino.

E io dovevo partire, per la Spagna.

Sarebbe dovuta andare Lily, ma per motivi di salute, non me l'ero sentita di farla andare.

Le volevo bene, era come una madre per me: quel viaggio l'avrebbe stancata troppo.

Guardai ancora Blair: sarei stato lontano da lei per una settimana, o forse più. Ma, una volta tornato, avrei sistemato le cose.

Sorrisi un'ultima volta ed uscii di casa, chiudendomi la porta alle spalle.

 

Serena's POV

"Nate! Nate, sbrigati!" urlai, chiamando Nate.

"Arrivo, S, un secondo!"

Eravamo appena tornati dalla nostra luna di miele. Erano passati una settimana e qualche giorno da quando eravamo partiti e la vacanza era andata a meraviglia. Avevamo dovuto anticipare il rientro a causa di un piccolo evento, che ci aveva fatto preoccupare: Chuck e Blair.

Chuck era partito per la Spagna per lavoro, e Blair ne era rimasta distrutta.

Sapevo quello che era successo e, in un certo senso, non potevo biasimare Chuck per come aveva reagito. Ma lasciare Blair così, a casa da sola, non la vedevo affatto una buona idea.

Io li avrei fatti tornare insieme, di sicuro. Dovevano farlo, non gli avrei permesso di rovinare tutto quanto.

"Siamo tornati prima, e ok. Ma adesso che hai intenzione di fare?" mi chiese Nate prendendomi per mano e conducendomi verso la limo che ci aspettava fuori dall'aeroporto.

"Non preoccuparti." dissi indossando gli occhiali da sole. "Ho un piano."

E Nate, roteando gli occhi, disse "Oh, God."

 

 

Ahah, il piano di Serena U_U
Comunue, spero di non avervi deluso troppo. Lo ripeto: Abbiate fiducia in me (;

Ringraziamenti:

glorietta: So di lasciare l'amaro in bocca e, credimi, mi dispiace; Comunque, non temere (: Cercherò di aggiornare il più possibile in questi giorni. Grazie per la recensione (:
Ray08: Figurati, non devi scusarti! Anzi, ti ringrazio non solo per aver recensito questo capitolo, ma anche per il capitolo precedente! Sono davvero contenta che ti sia piaciuto :D Ti mancherò per tutto luglio? *-* Ahah, anche tu mi mancherai! ;D Comunque grazie ancora per la recensione! (:
ary_gg: Attualmente, non t'invidio affatto! O_O Buona fortuna per l'esame! Grazie per la bella recensione, sono contenta! Nooo, non voglio farvi morire, comunque; voglio solo farvi penare un po' U_U!
bellezza88: Sono sempre stata dell'opinione che L'amore non è bello se non è litigherello... Erano troppo felici quei due, doveva per forza accadere qualcosa tale da rovinare la loro serenità! *-* Con me non si può mai stare tranqulli :D Grazie mille per la recensione, comunque! :D
P.s. Sì, ho sentito delle new entries! Mah, guarda, ti dico... per l'attrice di Eva, sono contenta... lei è stupenda *-* Anche se, però, la odierò per essersi messa in mezzo -.-" Riconciliazione CB? Lo speeero! Anche se non lo so, ciò che ha fatto Chuck era proprio brutto, a mio parere! Per quanto riguarda Nate... mi spiace un sacco! Io sono sempre stata SereNate dall'inizio del telefilm, ed ero così contenta che erano insieme! *-* NJB-C era finalmente unito... ): Mah, vediamo cosa ci attende! Ora, però, se lo devo dire, quella che m'intriga di più è Georgina O_O
onda94: Grazie per i complimenti, sei gentilissima! *-* Ringrazia anche le tue conoscenti da parte mia, sono contenta che vi piaccia! (: Mi fa davvero tanto piacere :D Grazie mille per la recensione! (;
Fiby Cullenina: Dunque, il numero preciso di capitoli mancanti non lo so... la mia idea era di farne 24, ma il numero potrebbe variare! *-* Anch'io adoro quella casa, la trovo davvero splendida *-* E, secondo me, è un sacco B-Style! Sono contenta che ti sia piaciuto il capitolo e grazie mille per la recensione! :D
ele_06: Grazie, Ele, sono contenta che ti sia piaciuto! :D Anch'io mi immaginavo la scena con B e le amiche XDD Ahah! Mhm, non ti dirò nulla sui prossimi capitoli :P Al massimo vi lascerò con la curiosità che vi divora! :D
P.s. Sono contenta che tu mi trovi originale! *-* E figurati, per le tradizioni del matrimonio! :D Non è stato nulla di che (;
_Kia_Smile_: Ahah, la tua recensione mi ha fatto letteralmente morire dal ridere XDD Non temere, avrete altri aggiornamenti! :D Per quanto riguarda la questione dei biondi, ci tengo a precisare che non li discrimino affatto XDD E' solo che, anche Chuck, se non sbaglio, faceva qualche accenno alla questione Serena/Nate-senza cervello :D Ora, visto che io mi sogno le cose, potrei anche averlo immaginato da sola, ma ho sempre considerato Nate e Serena delle persone abbastanza "fessacchiotte" e quella battuta mi è venuta spontanea XD Grazie mille per la recensione, l'ho molto apprezzata! :D
P.s. Amo causare infarti prematuri U_U :D XDD


Grazie a tutti coloro che recensiscono, seguono, inseriscono la storia tra i preferiti e tra quelle da ricordare! You made my day (:
Xoxo, C :D

 

 

 

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Capitolo 20
*** Good Girls Go Bad ***


AN: Nuovo capitolo (: La mia idea era di metterlo ieri sera, ma mia madre aveva gentilmente spento il modem -.-
Visto che Lunedì 5 cominciano le riprese, vedrò di commentare un po' gli spoiler arrivati fino ad ora; Dunque, inizio col dire che l'attrice che interpreterà Eva, Fleur Delacour di Harry Potter, è, a mio parere, una bellissima ragazza e sono certa darà del filo da torcere all'ego di B U_U Anche se, secondo me, è troppo vecchia per poter interpretare la parte della fidanzata di un ventenne o.o Però vabbè, insomma, stiamo a vedere! Per quanto riguarda Katie Cassidy, futuro love-interest di Nate, non mi interessa molto, ve lo dico XD Sono sempre stata SereNate, e sono ancora certa che S e N formino una splendida coppia insieme, ma per me Gossip Girl è Chuck e Blair, quindi non mi interesso più di tanto delle faccende affaccendate dei due biondi sovraccitati :D Comunque, sono abbastanza curiosa per quanto riguarda Georgina, chissà per cosa è tornata a fare... Se è Dan che vuole, se lo può pure prendere, per quanto mi riguarda XD
Chuck & Blair? Chuck mi fa abbastanza schifo, dopo il finale di stagione. Non ho ancora ingoiato il rospo-Jenny, è una cosa orribile... comunque, per la cronaca, qui nella mia fanfiction, l'intera questione Jenny non è mai esistita! Perché, se fossi in Blair, non perdonerei Chuck. Mai. C'è un limite anche a ciò che l'amore deve tollerare, credo, e Chuck ha completamente superato quel limite, a mio parere. Il tradimento è una atto che proprio non contemplo; se amo una persona, la amo e basta, che senso ha tradirla? Ok, la pianto XD
Ma vabbé, insomma, è inutile che mi faccia (e che faccia a voi) certe menate: non risolvono e non cambiano nulla U_U
Il titolo di questo capitolo, Good Girls Go Bad, è il titolo della mia canzone preferita, ovviamente cantata dalla splendida Leighton Meester e dai Cobra Starship :D
Non ho molte annotazioni da fare su questo capitolo: leggetelo e ditemi che ne pensate! Anche perché Serena metterà in atto il suo piano! Stick around!
Ringraziamenti in fondo. (:

 

Capitolo 20

Good Girls Go Bad

Cobra Starship Feat Leighton Meester

 

Serena's POV

Eravamo seduti al tavolo, da Per se, uno dei migliori ristoranti dell'intera New York, che vantava un menù incredibilmente vario e rinomato.

Chuck era ancora in Spagna, e io e Nate cercavamo di stare vicino a Blair, come meglio potevamo.

Lei cercava di essere forte, non voleva farci vedere che stava male per ciò che era successo tra lei e Chuck, ma io sapevo bene che quei sorrisi, quegli sguardi e quel comportamento, non erano altro che una copertura. Blair Waldorf stava male, e prima reagiva, meglio era. Nascondere il suo dolore non sarebbe servito a niente.

"Non ho ancora ben capito cosa tu abbia intenzione di fare, ma spero non combinerai un disastro. Come tuo solito." mi disse Nate, sorridendomi divertito.

Lo guardai, stupita, e gli diedi un colpetto sul braccio.

"Tu! Dovresti fidarti di me, sono tua moglie." dissi fingendomi offesa.

Lui roteò gli occhi, prendendomi la mano e baciandola dolcemente.

"Ovvio che mi fido di te. Dico solo che pianificare cose del genere non è mai stato il tuo forte; Sono, inoltre, abbastanza curioso di scoprire come riuscirai ad ingannare quei due. Sono il re e la regina dei complotti, come puoi pensare di competere con loro?"

"So mentire bene, se voglio, Mr. Archibald." risposi in tono serio, ma sorridendo.

"Ah sì, eh?" mi chiese chinando la testa di lato e sorridendomi.

"Oh, sì."

Risi e mi avvicinai al suo viso, baciandolo. Lo sentii sorridere, le sue labbra contro le mie labbra, mentre ci staccavamo per riprendere fiato.

"Mhm, mhm." disse qualcuno schiarendosi la voce.

Io e Nate ci staccammo, guardando il nuovo arrivato: Blair, con una mano sul fianco e la sua borsa Chanel nera nell'altra, che indossava uno dei nuovi vestiti che avevamo comprato insieme nel nostro giro di shopping-terapia.*1

In sua presenza, cercavamo di evitare di fare la coppietta. Sapevo che le dava fastidio, non volevo contribuire al suo "malessere".

Lei fece un sorrisetto freddo, come quello che faceva alle sue tirapiedi alla Constance.

"Se vi disturbo, posso benissimo andare a casa. Non è, certamente, mia intenzione interrompere quello che sembrava un momento... privato." disse sottolineando l'ultima parola.

"No, no." disse Nate, sorridendole.

"Blair, non preoccuparti; e poi ti abbiamo invitata noi, ovvio che non stai interrompendo nulla." risposi io amichevolmente.

Lei sorrise ancora, fecendo quel solito sorriso, e si mise a sedere.

"Ti sta d'incanto quel vestito, B!" le dissi.

"Grazie, S."

Vidi Blair sistemarsi il tovagliolo mentre un cameriere veniva a versarle del vino nel bicchiere.

"No!" gli disse Blair, secca. "Mi dia dell'acqua, per favore."

Il cameriere, abbastanza intimorito dal tono di voce di Blair, le versò dell'acqua, mormorando un veloce "Mi scusi, Mrs Bass.", e scappò in fretta nella sala adiacente alla nostra.

Blair, al "Mrs Bass" del cameriere, si irrigidì un attimo; quando si accorse che la stavo fissando, si rilassò immediatamente - come se io nemmeno me ne accorgessi.

Scambiai uno sguardo d'intesa con Nate.

"Allora..." disse lui per introdurre un discorso.

"Come stai, B?" chiesi.

"Meglio di ieri, peggio di domani. Non c'è un modo per definire il mio stato d'animo attuale, S." disse sorridendo.

"Oh."

Bevvi un sorso di vino.

"E... con Chuck?"

"Umpf, Chuck... il mio splendido e adorabile marito. Come va con Chuck? Bella domanda. Non lo sento da un po'. Però, in compenso, mi lascia ogni giorno un messaggio in segreteria telefonica. Carino, vero?" disse prendendo il bicchiere d'acqua, bevendoselo tutto d'un sorso. Immaginava fosse del vino?

"Ma... tu lo richiami?" chiese Nate.

"Oh, sì, certo. Lo chiamo la sera, prima di finire il lavoro." rispose lei.

"Ma... sono sei ore avanti in Europa. Quindi là saranno... le 3, 4 del mattino?" dissi cercando di pensare.

"Complimenti, S, vedo che sai ancora fare le addizioni. Sì, diciamo che quello è l'orario che prediligo." disse annuendo e sorridendo.

"Lo svegli volontariamente? Sei sadica, Blair Waldorf..." disse Nate stupito e leggermente turbato dalla cosa.

"Non dire idiozie, Nate. Chuck spegne il cellulare di notte. Gli lascio un messaggio in segreteria telefonica! Lui fa apposta a chiamarmi a quell'ora perché sa che sono in ufficio. E non mi ha mai chiamata sul cellulare, perché sa che, altrimenti, risponderei. Dunque, mi sembra che i messaggi in segreteria siano, in fondo, la cosa migliore. Non mi va di parlargli."

"E... cosa ti dice lui nei messaggi?" chiesi.

"Blair? Sono io, Chuck. Come stai? Non so ancora la data precisa del mio rientro, ma qui le cose si stanno prolungando. Chiamami se hai bisogno di qualcosa. Mi manchi." disse Blair imitando la voce di Chuck.

"Bé, vedi? Dice che gli manchi." disse Nate, accenando un sorriso.

"Nathaniel, certe volte la tua stupidità mi stupisce. E' ovvio che dica che gli manco, un divorzio in questo momento non gioverebbe affatto ai suoi affari.”

"Divorzio?" chiese Nate stupito.

“In effetti…” cominciai io.

“Cosa?” chiesero Blair e Nate all’unisono.

“Oh, no, niente.”

“Ok, ora, se volete scusarmi…” disse Blair alzandosi.

“Dove vai?” chiesi.

“Alla toilette. La gravidanza mi sta uccidendo.” Disse in tono melodrammatico.

Si allontanò dal tavolo, e io presi il mio cellulare.

“Carter? Entra.”

“Carter? Quel Carter, Carter Baizen?” chiese Nate perplesso.

“Esattamente quel Carter, Nate.”

“Ma che diavolo…” cominciò Nate, subito bloccato dall’entrata di Carter Baizen.

“Archibald.” Disse Carter sorridendo e facendo un cenno a Nate, “Mrs. Archibald.”

“Risparmiatelo, Carter.” dissi.

“Ok, ho sempre odiato i convenevoli. Dunque, dov’è Mrs Bass?”

“Alla toilette. Non appena ti dirò che sta arrivando, preparati.”

“Preparati per fare CHE COSA? E cosa c’entra lui? Serena, cosa sta succedendo?” chiese Nate, piuttosto perplesso e irritato.

“Il mio piano, Nate. Mi serviva qualcuno e, visto che Carter mi doveva un favore, si è offerto volontario.”

“Volontario obbligato, precisiamo.”

Nate, rassegnato, mi chiese sospirando “Cos’hai in mente?”

“Ora lo vedrai. Non parlare, sta arrivando!”

Vidi Blair avvicinarsi al tavolo, guardando con sospetto il nuovo arrivato, che le dava le spalle.

“Carter Baizen?” disse una volta arrivata al tavolo.

“Mrs Blair Bass, ne è passato di tempo. Ho saputo che il tuo maritino ha fatto amicizie in Spagna e che porterà una certa Lola alla cena di gala di sabato sera. Non siete nemmeno durati due settimane, questa volta?”

Le pupille di Blair si dilatarono dalla rabbia e dalla sorpresa. Mi fulminò con lo sguardo.

“Serena. Ti dispiacerebbe spiegare?” chiese Blair, sorridendo amabilmente e sbattendo velocemente le ciglia.

Oh, bomba innescata.

“Blair, io… io volevo dirtelo, ma…” dissi io, recitando alla perfezione la mia parte.

“Oh, sì, certo, sei dalla sua parte! Ma cosa potevo aspettarmi da te?” esclamò Blair.

“Siediti. Stiamo dando spettacolo.” Disse Carter severo.

Blair si sedette irritata, più per far smettere i bisbiglii attorno a lei, che per altro.

Incrociò le braccia, assumendo un’espressione piuttosto seria.

“Si porta una ragazza, uh?” chiese lei retoricamente.

“Sì. Attualmente la conosco, è un’amica di una mia lontana cugina. Piuttosto calda, devo dire.” Disse Carter.

La prossima cosa che vidi, fu Carter che reprimeva un urlo di dolore, mentre il suo viso si contorceva in una smorfia, e una Blair sorridente.

“Mi hai fatto male!”

“A cosa pensi che serva un tacco 12?”

“Tu sei matta.”

“No, sono incinta. E comunque, ora dobbiamo trovare una soluzione a questo problema.” Disse Blair seria.

“Problema?” chiesi.

“Serena, ti aspetti davvero che io vada alla festa senza un accompagnatore? Sei completamente fuori strada.” Disse ridendo.

Nate mi strinse la mano sotto il tavolo, come per chiedermi cosa stesse accadendo.

“Mi serve qualcuno di abbastanza ricco, e di bella presenza… qualcuno che dia fastidio a Chuck, qualcuno che lui non sopporta…” disse pensierosa.

Poi, il suo viso si illuminò per un attimo, e si voltò verso Carter.

“Tu. Tu mi accompagnerai alla cena di gala.”

“Ohh, no, non ci pensare.” Rispose Carter.

Ottimo attore.

“Sì, invece.” Ribatté lei.

“E perché mai dovrei?”

Blair alzò un sopracciglio e disse “Umpf, come se a te dispiacesse provocare Chuck Bass.”

“In effetti…"

"Allora?" chiese Blair.

"Va bene, Mrs. Bass. Ma mi aspetterò qualcosa in cambio.”

“Eviterò che Chuck ti spacchi la faccia, direi che è abbastanza. Comunque, non toccarmi, tieni le mani a posto. Te le potrei staccare.”

“Io? Non tocco le donne incinta. E poi, mi sono stufato delle Upper East Siders… le spagnole sono di gran lunga più… passionali. Chuck ha fatto bene, dovresti pensarci anche tu, Nate.”

Gli lanciai un’occhiata.

Blair si alzò e gli diede una borsata in testa.

“Idiota.” Disse. “Ti aspetto alle 7 davanti a casa mia sabato sera, fatti dare l’indirizzo da Serena.”

Detto questo, si voltò per andarsene.

“Blair!” la chiamai. “Blair, questa non mi sembra affatto una buona idea.”

“Questa me la sbrigo da sola, S, grazie per l’interessamento.”

“Blair, ti prego, pensaci. Chuck-”

“Chuck niente, Serena. Lo sto ripagando con la stessa moneta. Sono stanca di fare la good girl. E poi, lo dicono tutti: Good Girls Go Bad.”

Sorrise, un sorrisetto cattivo, diabolico. Un sorriso alla Blair Waldorf insieme a Chuck Bass.

E con questo, se ne andò.

Tornai al tavolo, aspettando che lei uscisse dal mio campo visivo.

Poi sorrisi.

“Ben fatto, Carter. Anche se, forse, mi sarei fatto pregare un po’ di più.” Dissi.

“L’importante è che abbia funzionato.”

“Serena, posso sapere cosa sta succedendo? Chuck non sta tornando con nessuna… Lola.” Chiese Nate.

“Lola è una mia… amica, se così si può chiamare.”

“Più mia che sua.” Disse Carter facendo a Nate l’occhiolino.

Roteai gli occhi e proseguii con il racconto: “Quando andammo in Europa qualche anno fa, per cercare mio padre, io e Carter ci fermammo qualche giorno in Spagna. Lì, Carter ha una lontana cugina che ci ha ospitati per qualche giorno a Barcellona e questa sua amica, Lola, ci ha fatto più o meno da guida turistica.”

“E non solo.” Aggiunse Carter.

“Non voglio sapere dei tuoi rapporti con lei.” Dissi schifata.

“Gelosa?” disse lui sorridendo.

Io sbuffai e Nate disse “Taci.”

“Allora, dicevamo… oh, sì. Ho pensato che se fossi riuscita a farli ingelosire l’uno dell’altra, alla fine avremmo risolto i nostri problemi. Dunque, ho contattato Carter e gli ho chiesto aiuto. Lui ha accettato e ora siamo a posto con Blair. Sono certa che Chuck andrà su tutte le furie quando vedrà Blair insieme a lui.”

“E questa Lola? Chuck non me ne ha parlato, credo mi avrebbe detto se avrebbe incontrato una ragazza e che l’avrebbe portata qui...” Disse lui.

“Oh, non l’ha ancora incontrata. Ma lo farà. Domani. Diamo il tempo alle notizie di girare.” Dissi io prendendo il cellulare.

Mandai un blast a GG, nel quale annunciavo Blair e un nuovo cavaliere come coppia attesa alla cena di gala. Chuck, che riceveva ancora i messaggi, avrebbe sicuramente trovato qualche ragazza da portarsi a casa per far ingelosire Blair.

“Come fai ad essere certa che non tradirà Blair con lei?” chiese Carter.

“Si vede che non conosci la dinamica di Chuck e Blair.” Dissi io sorridendo.

“No, Chuck non lo farebbe mai. Anche se sapesse di aver perso Blair, prima di andare a letto con un’altra, proverebbe in ogni modo a riprendersela. E’ fatto così.” Disse Nate. “La ama troppo, anche solo per pensare a qualcun’altra. E poi, ora che sono sposati, direi che il legame che c'è tra loro è ancora più profondo. Con il passare degli anni, hanno dovuto affrontare molte difficoltà. Il loro rapporto è sempre stato contorto, complicato. Ma ora? E’ puro e semplice. Ovvio, sono Chuck e Blair, quindi tanto puro e semplice non potrà mai esserlo… però è troppo profondo per essere distrutto così facilmente. Direi che è un ottimo piano, S.”

Mi strinse la mano e sorrisi.

Nate Archibald era ancora in grado di stupirmi come se fosse la prima volta.

 

Blair's POV

Avevo appena finito di prepararmi, quando Carter arrivò sotto casa. Scesi in fretta: eravamo già in ritardo e non volevo perdermi la faccia di Chuck quando avrebbe visto me e Carter insieme.

Il viaggio fu piuttosto silenzioso, da parte sua. Gli diedi per tutto il tempo raccomandazioni e avvisi affinché la serata andasse come volevo io. Sembrava fin troppo mansueto, per essere lui.

Arrivammo a destinazione una decina di minuti più tardi, scendendo uno alla volta dalla limo.

Non appena misi fuori un piede dalla limo, fui assalita dagli scatti dei paparazzi.

Avanzai sul tappeto, mettendomi in posa e sorridendo. Sentii qualcuno bisbigliare "Dov'è Mr Bass? Perché non è con lei? E chi è quello?"

Sorrisi di nuovo, soddisfatta.

A quel punto, mi ritrovai Carter accanto, che mi mise una mano sul fondo della mia schiena. Gli gettai un'occhiata furente: Non toccarmi, era il messaggio. Credevo di essere stata abbastanza chiara.

Carter ritirò in fretta la mano, sbuffando, e mi fece segno di andare avanti.

Entrammo nell'enorme salone, ben illuminato e splendidamente decorato.

La prima cosa che feci fu scannerizzare l'intera sala, nel tentativo di vederlo. Tuttavia, non era evidentemente ancora arrivato. D'altra parte, il suo aereo sarebbe dovuto atterrare alle 18.45, tempo di andare a cambiarsi e sarebbe venuto.

Vidi Serena venirmi incontro, mano nella mano con Nate.

"B!" mi disse, abbracciandomi.

Io le sorrisi, e poi diedi un bacio sulla guancia a Nate.

"Carter." disse Serena, come per salutarlo.

Carter sorrise e mi guardò, chiedendomi "E a me non dai il bacio?"

Roteai gli occhi e, prendendo Serena a braccetto, ci allontanammo da lui.

"E' una pena." le dissi sbuffando.

"Chi?"

"Carter, Serena!"

A volte mi stupiva per la sua stupidità.

"E' questo il modello che hai creato appositamente per la serata?" mi chiese indicando il vestito che indossavo.

"Sì." dissi sorridendo. "Blair Waldorf, edizione limitata. Volevo qualcosa di assolutamente... sensazionale."

"Oh, lo è!" esclamò Serena sorridendomi. "Allora..." aggiunse. "Come va?"

"Davvero, Serena? Sarà la quinta volta che me lo chiedi, oggi."

Scossi la testa, stufa di quella domanda. Tutti quelli che incontravo, me la ponevano ogni, circa, 10 minuti. E tutto ciò era piuttosto stressante.

"E' solo che sono preoccupata, B." mi disse dolcemente.

"Lo so, S, e lo apprezzo! Ma io sto benissimo, a meraviglia. E lo sarò ancora di più quando Chuck vedrà me e Carter insieme."

Le sorrisi e ci dirigemmo al tavolo di forma circolare, che aveva 6 posti. Guardai i nomi.

Lolita Carmen Fernàndez, Charles Bartholomeow Bass, Blair Cornelia Waldorf-Bass, Carter Alexander Baizen*2, Serena Cecilia Van Der Woodsen-Archibald, Nathaniel Fitzwilliam Archibald.

"Cosa ci fanno loro qui?" dissi indicando i biglietti di Chuck e di Lola. Che razza di nome era Lola?!

"Non lo so, B. La disposizione dei tavoli non era compito mio."

Il party era infatti stato organizzato dalla madre di Serena, Lily, e lei aveva aiutato con i preparativi. Ma non potevo accettare di stare accanto a Chuck per tutta la serata.

Presi i biglietti di Chuck e Lola, per scombinare i posti.

"Non puoi cambiargli di tavolo, B! Mia madre mi ucciderebbe pensando che sia stata io!" esclamò Serena.

"Calmati, Serena. E' solo che non li voglio di fianco."

Cambiai la disposizione dei biglietti, così da non trovarmi né Chuck né Lola accanto. Ora, però, erano di fronte a me. Avrei dovuto sostenere lo sguardo di Chuck per tutta la sera? Forse era meglio se li avessi lasciati dov'erano.

"Signore e Signori," disse Lily al microfono. "Sono così felice di vedervi qui così numerosi! Prego, prendete posto, le portate cominceranno ad essere servite tra pochi minuti."

Io e Serena ci sedemmo, una accanto all'altra, visto che avevo cambiato l'ordine dei posti. Presto ci raggiunsero anche Carter e Nate, che si stavano lanciando occhiate ben poco amichevoli. Nate ce l'aveva ancora con lui per ciò che era successo anni prima, con la storia del Poker e tutto il resto.

Presero tutti posto e non parlammo per un minuto intero.

Poi, Serena mi diede un colpetto contro il gomito. Alzai subito la testa e vidi Chuck, all'entrata, accompagnato da una ragazza molto abbronzata e molto formosa, con un vestito rosa confetto. Era alta, quasi più di Chuck, con dei lunghi capelli scuri raccolti e un viso carino, purtroppo.

"Rosa confetto?!" esclamai schifata. "Ma da dove viene, dal paese delle bomboniere?"

"Blair." mi disse Serena, come per dire di contenermi.

"Blair, cosa! Guardala. Sembra una prostituta."

"Blair!" mi disse Serena stupita.

"Oh, dai, Serena, guardala! Che taglia ha di reggiseno? Una quinta?"

Serena non ebbe nemmeno il tempo di rispondere che Chuck e la ragazza confetto si erano avvicinati al tavolo.

"Nathaniel, Sis, Waldorf." disse facendo un cenno con la testa a ciascuno, sorridendo.

Lo vidi bloccarsi alla vista di Carter.

"Baizen." disse evidentemente arrabbiato e irritato.

Cercò subito di non darlo a vedere.

"Charles, ti ricordi di Carter, vero?" gli chiesi sorridendo.

Lui puntò la sua attenzione su di me.

"Complimenti, vedo che la gravidanza non ti ferma." disse sorridendo, con uno di quei sorrisi alla Chuck Bass, uno di quei sorrisi cattivi, solitamente accompagnati dalla battutina, come in questo caso.

"Non ha fermato te." dissi rispondendo al suo sorriso.

Calò il silenzio, mentre io e Chuck ci guardavamo negli occhi; uno sguardo carico di tensione, di nervosismo.

"Tu sei incinta?!" chiese la ragazza confetto tutta allegra con il suo orrendo accento spagnolo, battendo le mani.*3

La guardai, sorridendo freddamente, lanciandole un'occhiataccia.

"Sì." risposi.

"Ohh, che bello congratulazioni!" rispose lei sorridendo come un'ebete. Povera, era davvero senza cervello.

"Lola, questi sono Serena, mia sorella adottiva, Nathaniel, suo marito e mio migliore amico, Carter, un idiota, e... Blair... mia moglie."

"Oh. Ohh! Tua moglie?"

Chiusi gli occhi e annuii sorridendo.

"Quindi il bambino è... tuo?" chiese a Chuck.

"Suppongo di sì." fu la risposta.

Aprii gli occhi di scatto, furiosa. Osava pure mettere in dubbio il fatto che lui fosse il padre?

Presero posto e cominciarono a servire le varie portate.

"Dunque, Lola." cominciai io. "Come vi siete conosciuti tu e Chuck?"

Cominciai mangiare gli antipasti: stavo morendo di fame.

"Ohh, bé, io ero ospite all'hotel in cui lavorava-"

"Chuck lavora in un hotel?" chiesi fingendomi stupita.

Lei guardò Chuck e poi rivolse nuovamente il suo sguardo su di me.

"No, bé, lui era lì per delle riunioni d'affari e, per sbaglio, ci siamo scontrati." disse lei ridendo.

"Eh, il caso." dissi sorridendo.

"Oh, sì! Allora abbiamo cominciato a parlare e lui mi ha invitata qui, sapendo che io sarei dovuta tornare a New York."

"Ma davvero? Quindi sei di New York?"

"No, sono spagnola, di Barcellona per l'esattezza. Ma mio padre lavora qui e così, quando lui è qui, a volte lo raggiungo per passare un po' di tempo insieme a lui."

"Ma che cosa carina. Dunque tu e tuo padre siete molto uniti?"

"Sì, un sacco. Adoro il mio papà."

Sembrava una tredicenne viziata e quel vestito rosa confetto non faceva altro che alimentare le mie convinzioni sul suo stato mentale. Come si faceva anche solo a pensare di poter indossare un vestito del genere?

"Un padre che, attualmente, tiene a sua figlia. Non se ne vedono tanti, in giro." dissi lanciando un'occhiata a Chuck.

Lui sbattè la forchetta sul piatto, appoggiò il tovagliolo sul tavolo e si alzò.

"Blair, posso parlarti un secondo?" mi chiese serio, facendomi un sorriso severo.

"No." gli risposi secca, guardandolo dall'alto in basso.

"Ne ho davvero bisogno. Per favore, vieni."

Era visibilmente irritato.

"Vai, Blair, cara. Non preoccuparti, starò benissimo." mi disse Carter, mettendo una mano sopra la mia e sorridendo dolcemente. Dopodiché, lanciò un'occhiata a Chuck per vedere la sua reazione.

Aveva i lineamenti tirati ed era evidentemente arrabbiato.

Lo guardai per qualche istante e, poi, mi alzai in silenzio.

Lui aspettò che gli fossi accanto e poi, prendendomi per il polso, mi condusse fuori dalla sala principale; salimmo delle scale ed entrammo in una delle stanze del lungo corridoio, che sembrava essere uno sgabuzzino.

"Ohh, molto di classe, davvero. Uno sgabuzzino." dissi sorridendo sarcastica.

"Perché sei venuta qui con lui?" mi chiese serio.

"Perché? Sei tu che dovresti farti la domanda."

"Cosa?"

"Perché ti sei portato dietro la ragazza confetto?" chiesi quasi sull'orlo delle lacrime. La gravidanza mi aveva reso iper sensibile, cosa che odiavo. Piangevo per nulla, ridevo per ancora meno. Questi sbalzi d'umore sabbero finiti presto, vero?

"Ho portato la ragazza confetto, perché TU ti sei portata Carter Baizen."

"No! IO mi sono portata Carter Baizen perché TU ti sei portato la ragazza confetto!"

Ci guardammo per un secondo, perplessi. Cos'era successo?

"Carter e Serena mi hanno detto che tu ti eri trovato una spagnola e che te la saresti portata qui, giovedì sera a cena." dissi sussurrando, cercando di capire cosa fosse successo.

"Ho ricevuto ieri un blast di Gossip Girl in cui mi diceva che tu avresti avuto un accompagnatore per la serata. Lola l'ho incontrata solo ieri."

Scossi la testa e poi esclamammo all'unisono: "Serena."

"Non ci credo che sia riuscita ad ingannarmi così." dissi.

"La uccido." mormorò Chuck.

Calò il silenzio e ci guardammo negli occhi.

Poi, cominciai a ridere, dicendo "Siamo due idioti."

"Due completi idioti." disse ridendo anche lui.

"Eri geloso, ammettilo." dissi sorridendo divertita.

Chuck roteò gli occhi, sorridendo, e abbracciandomi alla vita.

"Lo ero tanto quanto lo eri tu." rispose alla fine.

Lo guardai negli occhi, divertita.

"Niente ragazza confetto?" chiesi titubante.

"Niente Carter Baizen?" chiese lui.

Scossi la testa.

Ad un certo punto, Chuck sorrise e mise una mano sulla mia pancia. Il suo gesto mi fece letteralmente sciogliere.

Misi la mia mano sopra la sua e sorrisi contenta.

"Come sta?" chiese.

"Bene. Meglio, ora." risposi.

"Blair, mi dispiace per come mi sono comportato. E' solo che... era tanto da-"

"Shh." gli dissi abbracciandolo. "Non devi scusarti, è stata colpa mia. Avrei dovuto dirtelo prima. In ogni caso."

Mi strinse a lui e mi baciò la testa.

"Mi sei mancata." sussurrò tra i miei capelli.

"Mi sei mancato anche tu." dissi tra le lacrime.

Si staccò da me e mi prese il viso tra le mani.

Dopo due secondi, le mie labbra erano attaccate alle sue, i nostri respiri in sincronia.

Di due cose ero sicura: la prima era che non mi sarei fidata mai più di ciò che diceva Serena riguardo me e Chuck. Nonostante il suo piano avesse funzionato, di lei, non c'era da fidarsi. La seconda era che mi era mancato, mi era mancato troppo. Non gli avrei permesso di andarsene così un'altra volta.

 

Serena's POV

Eravamo ormai alla terza portata, e di Chuck e Blair non c'era neanche l'ombra.

Io e Nate sapevamo già cos'era successo tra quei due, non avevamo nemmeno il coraggio di andarli a cercare. Ci saremmo imbattuti in una scena a dir poco spiacevole.

"Ma... credete stiano bene?" chiese Lola. "Non dovremmo andare a cercarli?"

"Oh, direi di no. E' di Chuck e Blair che stiamo parlando, non è una buona idea andarli a cercare dopo che si sono appartati per chiarire."

"Oh... ma tornerà Chuck? Era così carino..."

Allora era proprio stupida.

Carter la guardò, roteando poi gli occhi, e disse "Lola, ricordi il piano? Lo scopo era far tornare quei due psicopatici insieme."

"Ahh, ho capito."

Io, Nate e Carter ci scambiammo uno sguardo.

"Ma quindi non gli piaccio davvero?" chiese ancora lei.

"Andiamo a salutare mia madre, Nate?" chiesi.

"Sicuro."

Ci alzammo dal tavolo e ci allontanammo in fretta.

 

Carter's POV

Guardai la coppietta andare al tavolo di Lily, e io rivolsi lo sguardo a Lola, che mi guardava perplessa.

"Ma quindi non gli piaccio davvero?" chiese ancora, quasi dispiaciuta.

"Stai zitta e mangia." dissi stanco.

Di spagnole ne avevo conosciute parecchie, ma quella era la più stupida.

Vidi la coppia di psicopatici rientrare in sala, mano nella mano. Lei aveva i capelli leggermente spettinati, e il rossetto, prima rosso, era quasi completamente andato via. Lui aveva l'ultimo bottone della camicia slacciato, e la cravatta non era stata allacciata con attenzione.

Scossi la testa, ridendo.

Avevo sempre pensato che quei due, in fondo, si meritassero a vicenda. A volte avevano solo bisogno di un piccolo aiuto per ricordarlo.

Mi alzai e, prendendo per il polso Lola, uscii dalla sala, diretto all'esterno.

Ora il re e la regina di Manhattan erano tornati alla carica, a quanto pareva.

Grazie al cielo io non vivevo più lì.



 

 

*1 • Essendo Blair incinta, anche se di poco, in fin dei conti, non credo indosserebbe vestiti molto molto aderenti. Ho pensato ad una cosa del genere: X, abbastanza classica, ma pur sempre elegante. Quella cintura bianca non mi piace tanto, però; pensavo ad un qualcosa, sempre bianco, ma di più piccole dimensioni: più tipo una fascia, che una cintura :D Comunque, il vestito da parte della nuova collezione di Alice + Olivia, delle giovani stiliste New Yorkesi che più volte hanno vestito i personaggi di GG (Blair, ad esempio, nella 2x01, 2x02, 2x10, 2x12, 3x01...); Io trovo i loro vestiti davvero meravigliosi *-* Ovviamente qui in Italia non ci sono negozi, ma anche se ci fossero, i loro capi sono parecchio costosi (Il vestito a fiori di Blair, nella 3x01, costava circa 630 dollari O_O A me piace un sacco quel vestito, ma i miei mi ucciderebbero se spendessi tutti quei soldi .__.). Cooomunque, io le adoro. Hanno fantasia, sono creative. (:
*2
• Non conosco il secondo nome di Carter, né tantomeno so se ne possiede uno. Ma Alexander mi piaceva e, visto che tutti avevano due nomi, gliel'ho attribuito. Per il resto, i secondi nomi del NJB-C sono corretti. P.s. Guardate Chuck e Blair! Charles Bartholomeow e Blair Cornelia *-* BC/CB.
*3 Lo span-glish è davvero una delle cose più brutte che io abbia mai sentito, vi giuro. Gli spagnoli che ho conosciuto erano assurdi O_O
P.s. A me gli spagnoli stanno simpatici, comunque :D Non voglio generalizzare!


Ringraziamenti:

feffixoxo: So che i bei momenti sono più belli di quelli cattivi, ma dobbiamo ricordarci che stiamo parlando di C e B! :D Loro hanno una dinamica molto particolare... e poi, qualche momento di crisi ci sta! :D Grazie per la recensione (:!
ary_gg: Questa volta direi che Serena ha avuto fortuna :D Grazie per la recensione, spero tu sia soddisfatta del capitolo (:
bellezza88: Come ho scritto anche nella mia introduzione, io non contemplo proprio i tradimenti O_O Sono una cosa rivoltante, non scriverei mai a proposito di tradimenti (avvenuti sul serio)! Il 13, non vedo l'ora! :D Grazie di aver recensito (:!
ele_06: Ahah, ti fidi di me! *-* Spero ne sia valsa la pena! :D Grazie per la recensione, sono contenta che tu non sia stata poi così delusa! :D Non ho ancora ben pensato al prossimo capitolo, ma vedrò cosa si potrà fare :D
_Kia_Smile_: Le tue recensioni mi fanno sempre ridere, lo sai? XD Comunque non farei mai scoppiare la coppia, va contro i miei principi *-* Grazie per la recensione, mi fa piacere! :D
Ray08: Sono contenta che tu sia contenta di come stiano andando le cose! *-* Pensavo di aver commesso un epic fail :D Serena credo che, per una volta, ne abbia fatto una giusta! :D E per quanto riguarda le canzoni, sono contenta che ti piaccia questa idea! Io, senza musica, non riesco proprio a scrivere, non so se anche per te è così. Mi dà l'ispirazione per tutto, ogni capitolo ha il titolo della canzone che mi ha ispirato sul momento! La 1812 mi manca un sacco ): Grazie per la recensione, spero ti sia piaciuto il capitolo! (:
glorietta: Sì, è triste, ma sono pur sempre C e B! (; Sono certa che questo capitolo abbia tirato un po' su il morale a tutti :D Grazie per la rencensione! *-* (:

Un grazie a tutti, come al solito!
xoxo, C!

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Capitolo 21
*** Fireflies ***


AN: Ciao a tutti, il vostro incubo peggiore è tornato! :D :D
Oddio, sembrano passati secoli dall'ultima volta che ho aggiornato, vero? :D Almeno, così mi sembra!
L'Inghilterra è stata davvero epica, mi è spiaciuto un sacco andarmene! Avevo appena cominciato a divertirmi ): Comunque vi ringrazio tantissimo per non aver abbandonato la fan fiction, nonostante la mia lunga assenza. Vi sono debitrice.
Come avrete capito, la fan fiction sta quasi volgendosi al termine. Ho ancora in programma tipo 4 o 5 capitoli, a seconda di cosa riesco a pensare :D Ma prometto che non vi deluderò (:
O almeno proverò a non farlo. ;D
Dunque, nell'ultimo capitolo CB sono tornati insieme, grazie al piano di Serena e grazie all'intervento di Carter Baizen. Questo capitolo sarà collocato un paio di mesi dopo l'evento :D Spero davvero, davvero, di non deludervi :S Comunque, è un capitolo moooolto easy. Devo scaldarmi, è da troppo tempo che non scrivo :S
Ringraziamenti in fondo, xxx! :D

 

Capitolo 21

Fireflies

Owl City

 

Blair's POV

Se a 15 anni mi avessero detto che a due mesi dai miei 24 anni mi sarei ritrovata sposata con Chuck Bass, incinta di circa 7 mesi e laureata alla NYU, avrei pensato che mi stessero prendendo in giro. Avrei pensato che fosse un incubo, che mai al mondo mi sarei voluta trovare in una simile situazione.
Eppure, ora, niente mi sembrava più reale e meraviglioso di quel momento.

La mia vita sembrava una favola, la fairy tail che avevo sempre sognato. Solo che al posto del principe azzurro, avevo scelto il cavaliere nero.

Probabilmente, la scelta migliore che avessi mai fatto in tutta la mia vita.

Da quando io e Chuck ci eravamo riappacificati alla cena di gala di Lily, tutto era andato alla perfezione. Chuck era entrato completamente nel suo ruolo di futuro genitore. Era molto premuroso e questo suo nuovo lato mi faceva tenerezza. Ok, ho detto davvero la parola "tenerezza" riferita a Chuck Bass? Tutto ciò ha un non so che di incredibile, non trovate?

Questa gravidanza stava cambiando tutti: Serena era sempre più contenta da quando io e Chuck le avevamo detto che sarebbe stata la madrina della piccola; Aveva acceso la sua modalità "Zia" e aveva costretto Nate a seguirla in giro per negozi per neonati. Era decisa a trovare il perfetto primo regalo per la sua figlioccia. Nate sarebbe stato il padrino insieme a lei, e sembrava anche lui essere entrato nel ruolo. Continuava a fare domande a Chuck, del tipo "Una donna incinta è così intrattabile come dicono?". Che forse stesse cercando, in qualche modo, di prepararsi per quando sarebbe arrivato il suo momento? Mistero.

Lily e Rufus erano entusiasti, Lily in particolare. Aveva deciso di trasformare una delle stanze degli ospiti in una nursery per la piccola, per quando si sarebbe fermata lì a dormire da loro. Trovavo il tutto così dolce da parte sua!

La stanza era stata dipinta con un rosa pastello molto tenue, e una carta da parati a tema floreale. Perfetto per una bambina.

Evelyn si sentiva, in un certo senso, non degna di partecipare alla futura vita della bambina. Riteneva ingiusto il fatto che sua nipote avrebbe dovuto avere una nonna come lei, che tempo prima era stata capace di abbandonare suo figlio. Io e Chuck, tuttavia, volevamo che lei facesse parte della vita della piccola. Evelyn era troppo importante per me e per Chuck, e certamente lo sarebbe stata anche per nostra figlia.

Eleanor e Cyrus stavano considerando l'opzione di ritrasferirsi a New York per stare vicino alla loro nipotina. Avere mia madre intorno, ancora, non sembrava poi così male come lo era anni prima. Realizzai che, in fondo, non mi sarebbe affatto dispiaciuto abitare vicino a lei, nella stessa città. Avrebbe saputo consigliarmi e mia figlia sarebbe cresciuta con tutte quante le nonne, Evelyn ed Eleanor, più una: Lily.

Mio padre e Roman avevano già fatto preparare una stanza per la bambina nella loro villa Parigina. Erano entrambi entusiasti di quel nuovo arrivo, e non vedevano l'ora di essere chiamati "nonni" e di insegnare alla piccola il francese.

Dan, Jenny e Vanessa, non essendoci particolarmente vicini, mantenevano un atteggiamento contento-distaccato. Né io, né Chuck tenevamo particolarmente al fatto che nostra figlia avesse Dan e la sua Brooklynite come zii.

In conclusione, la futura Bass si sarebbe ritrovata con 3 nonne, 4 nonni e parecchii zii acquisiti. Non male per l'Upper East Side, non trovate?

Ma la persona che mi aveva sorpreso più di tutti era, certamente, Chuck.

Non solo era diventato più premuroso, ma avevo scoperto un lato di lui che mai mi sarei aspettata di vedere.

Ovviamente, era sempre il solito Chuck Bass: commentini, battutine con doppi sensi e una libido degna del suo nome.

Ma qualcosa era cambiato. Mi accompagnava a fare shopping nel tempo libero, non si stancava mai di portarmi a fare compere nei negozi per bambini; La sera, prima di andare a letto, amava accarezzare la mia pancia, parlando con la bambina, e mi viziava in una maniera smisurata. Aveva pienamente contribuito all'allestimento della nuersery, e aveva provveduto a rendere la casa a piú sicura, coprendo tutte le prese elettriche più pericolose, mettendo sotto chiave i liquori e gli alcolici. O meglio, assumendo qualcuno perché facesse queste cose.

 

Flashback

Entrai in casa sorridendo, sapendo che avrei trovato Chuck ad aspettarmi, visto che la porta era aperta.
Sobbalzai vedendo un uomo, vestito di nero, che chiaramente non era Chuck, accovacciato davanti al mobile dove tenevamo gli alcolici.

"Mi scusi..." dissi cercando di attirare la sua attenzione. "Mi scusi!" ripetei una seconda volta.

L'uomo si girò e mi sorrise. Con un'espressione perplessa, chiesi "Salve... e lei chi è?"

Proprio in quel momento, Chuck entrò nella sala.

"Hey" disse avvicinandosi sorridendo. Mi diede un leggero bacio sulle labbra.

Mi prese la borsa dalle mani, pensando che fosse pesante e che tenerla in mano avrebbe potuto, in qualche modo, affaticarmi, e l'appoggiò sul tavolino della sala.

L'uomo, nel frattempo, si era girato nuovamente. Chuck mi si avvicinò ancora e mi mise un braccio intorno alla vita.

"Chuck, chi è lui?" gli chiesi indicando l'uomo.

"Lui è Vladimir, il tutto-fare del palazzo. Parla solo russo." mi spiegò.

"E che cosa starebbe facendo Vladimir?"

"Sta mettendo una serratura al mobile degli alcolici."

Lo guardai perplessa.

"Perché?"

"Pensa se la bambina riuscisse ad aprire il mobile e ad aprire una bottiglia. E' troppo pericoloso, non si può rischiare."

"Chuck."

Lui si voltò a guardarmi.

"La bambina non riuscirebbe mai ad aprire il mobile. E certamente non riuscirebbe ad aprire la bottiglia e ubriacarsi."

"E' pur sempre una Bass."

Scossi la testa, divertita.

 

 

Chuck voleva inoltre essere presente ad ogni visita o consulto medico, prendendosi anche un paio di ore libere dal lavoro per accompagnarmi. La prima volta che assistette all'ecografia, pianse. Cercò di non farlo vedere, ma io me ne accorsi subito.

 

Quel giorno, ero appena tornata da una sessione di shopping pomeridiana con Serena. Da una settimana, Chuck aveva insistito affinché mi prendessi gli ultimi due/tre mesi della gravidanza per riposarmi e rilassarmi. Inizialmente, stare a casa a riposarmi era proprio l'ultima cosa che volevo fare. Mi sarei annoiata e basta, mentre al lavoro avrei avuto riunioni e appuntamenti che mi avrebbero tenuta impegnata tutto il giorno, dandomi la possibilità di scaricare le mie frustrazione sulle mie dipendenti.

Chiamatemi sadica.

Con l'aiuto di mia madre, di Evelyn e di Lily, Chuck era riuscito a convincermi e io avevo, così, affidato il lavoro all'Atelier a una delle mie collaboratrici.

Chuck avrebbe, tuttavia, preferito che io rimanessi in casa a guardare la televisione o a leggere, finché non sarebbe arrivato e mi avrebbe portata fuori. Aveva, infatti, paura che potesse succedermi qualcosa senza di lui. Ogni volta che uscivo, mi chiamava ogni dieci minuti per sapere se stavo bene, se avevo bisogno di qualcosa e se ero stanca. Era carino il fatto che si preoccupasse in quel modo per me, ma così avrebbe finito per farmi diventare matta. Mi ci volle tutta la mia forza di persuasione per convincerlo che uscire mi faceva bene. Con riluttanza, alla fine, accettò, ma ad una condizione: Dovevo sempre uscire con qualcuno. Uscire da sola era, infatti, da lui caldamente sconsigliato a causa dei pericoli che potrebbero esserci per strada.

Inutile dire che, talvolta, ridevo a certe sue affermazione. Man mano che passavano i giorni, però, notai che Chuck aveva smesso di preoccuparsi così tanto, e non mi dava più nemmeno la lista delle raccomandazioni quotidiane.

Ottimo istinto di conservazione.

L'avrei ucciso in fretta, se non avesse smesso.

 

Entrata in casa, vidi Chuck seduto sul divano bianco, intento a leggere il New York Times, con un bicchiere di Scotch in mano.

Alzò lo sguardo verso di me, sentendo aprire la porta, e mi fece il suo sorriso.

Ricambiai il sorriso e andai a sedermi accanto a lui.

"Ciao." gli dissi.

"Ciao." mi rispose.

Ci sorridemmo e mi diede un bacio, dolce e delicato. Mi mise un braccio intorno alle spalle e io appoggiai la testa contro la sua spalla.

"Com'è andata oggi? Come ti senti?" mi chiese.

"Oggi è andato tutto bene. Serena mi ha portato da Bendel, come per ricordarmi che non posso più indossare quei vestiti visto, che sono grossa come una balena; ma per il resto, tutto ok."

Chuck sbuffò. Odiava quando mi lamentavo a proposito delle mie attuali dimensioni.

"Sei incinta, Blair. Sarebbe preoccupante se tu non fossi enorme." disse lui.

"Eh, sì, è facile per te. Non sei tu quello che ha acquisito 13 chili negli ultimi 7 mesi."

"Io ti preferisco così, con la mia meravigliosa bambina e i suoi 13 chili nella tua pancia."

Gli presi la mano e gliela strinsi, sorridendo. Sapeva sempre cosa dirmi per farmi stare meglio.

All'improvviso, mi resi conto di una cosa: possibile che non ci avessi pensato prima?

"Perché continuamo a riferirci a lei" dissi accarezzando la mia pancia "come 'alla bambina'? Dovremmo trovarle un nome."

"Hai perfettamente ragione." Disse Chuck bevendo l'ultimo sorso di Scotch dal suo bicchiere e appoggiando quest'ultimo e il giornale sul tavolino davanti a noi.

"Idee?" disse continuando.

"Voglio che la bambina abbia tre nomi." dissi ad un certo punto, stupendomi io stessa delle parole uscite dalla mia bocca.

"Tre nomi?"

"Sì. Io e te ne abbiamo due. Quasi tutto il mondo ne ha due. Diamogliene tre, ha un non so che di regale..."

"Ok, tre nomi siano." mi disse sorridendo.

"Che ne dici di... Audrey?"

"Non chiamerò mia figlia Audrey solo perché è il tuo film preferito, Love." mi disse ridendo.

Sorrisi; Aveva ragione.

"Mhm, hai ragione. E' un bel nome, però."

"Oh, sì, lo è. Ma dimentichi che è anche il secondo nome di Anastasia.*1"

"Ohh, è vero, hai ragione." dissi mordendomi il labbro inferiore.

Mi guardai intorno, cercando l'ispirazione. E mi venne all'improvviso un'idea.

"Charlotte." esclamai.

"Charlotte?" chiese Chuck pensieroso.

"Sì!" dissi sorridendo. "Abbreviato in Charlie."

Charlotte. Charlie. Era perfetto.

"Ohh, sì, Chuck, è perfetto!" dissi contenta.

Chuck mi guardò e rispose: "Mi piace."

"Davvero?"

Lui annuì con il suo sorriso sghembo e io sorrisi felice.

"E come secondo nome.... Evelyn! Charlotte Evelyn..."

Chuck mi guardò, all'improvviso.

"Evelyn?"

Io sorrisi e annuii.

"Ti piace?"

La sua risposta fu un bacio. Mi strinse a sé, cercando di non fare pressione sulla mia enorme pancia. Potevo sentire il suo sorriso attraverso le mie labbra. Ci staccammo dal bacio e dissi "Charlotte Evelyn."

"Terzo nome?" chiesi.

"Elizabeth?"

"Charlotte Evelyn Elizabeth... no, mi piace il nome, ma non suona bene con gli altri due..."

"Victoria?"

"Victoria! Mi è sempre piaciuto quel nome..."

"Charlotte Evelyn Victoria."

"Però... no, non va bene. Victoria è un nome importante, autoritario. Deve essere il primo nome, non l'ultimo." dissi pensierosa.

"Victoria Evelyn Charlotte? Non mi piace come suona."

"No, nemmeno a me..."

Mi guardai nuovamente intorno, e vidi sullo scaffale la coperita di un dvd, 'Il meraviglioso mondo di Amelie'.

Amelie. Charlotte Evelyn Amelie Bass.*2

"Amelie! Chuck, Charlotte Evelyn Amelie Bass!" esclamai sorridente.

Chuck mi guardò ridendo e, annuendo, disse "Mi piace; Charlotte Evelyn Amelie Bass sia."

Lo guardai per qualche secondo e poi lo abbracciai, gettandomi tra le sue braccia.

"I love you." gli sussurrai all'orecchio, sorridente.

"I love you, too. Entrambe."

Sorrisi e lo strinsi ancora più forte a me.

"Nessuno dovrà sapere dei nomi... voglio che siano una sorpresa, soprattutto per Evelyn."

Chuck mi sorrise.

"Dici che ne sarà contenta?"

"Senza dubbio."

Gli sorrisi e lo bacia ancora.

Stando fra e braccia di Chuck, realizzai una piccola grande cosa. La nostra bambina aveva un nome. Sarebbe presto diventata un qualcosa di vero, un qualcosa di reale.

Presto avremmo potuto stringerla fra le braccia, cullarla per farla addormentare, e cantarle canzoni.

Una bambina tutta nostra, una versione di Chuck/Blair in miniatura.

Ma eravamo pronti davvero per tutto questo?

 

 

*1 Il nome dell figlia di Dorota è Anastasia Audrey. Mi piace Audrey come nome, comunque :D
*2 Charlotte Evelyn Amelie Bass. E' da quando ho cominciato a scrivere fan fiction che so il nome della primogenita dei Bass. :D Mi piace un sacco il suono del nome e trovo che anche i nomi stessi siano molto belli! La futura figlia di Chuck e Blair, in qualsiasi modo si chiamerà, sarà semplicemente splendida *-* Looking forward to that moment!

Ringraziamenti:
onda94
: Ma graaaaaazie per la recensione! :D La mia fan numero uno? Ahah, lo prendo come un enorme complimento! Per parlare dei Chair ci sono sempre (; Mi pare di averti già mandato il messaggio con la mia mail, ma sono talmente stordita che potrei anche essermelo sognato XD In tal caso, richiedimelo e ti sarà dato :D Un bacione!
ary_gg
: Contenta che il capitolo ti sia piaciuto e ti ringrazio per la recensione! Mi spiace di non essere riuscita ad aggiornare prima, ma sono appena tornata e avevo bisogno di pensare a qualcosa di decente da scrivere :P Coooomunque, spero ti sia piaciuto anche questo capitolo (: Un bacione!
ele_06
: Ele, ma quanti complimenti! :D Non dovresti, non me li merito più di tanto :P Comunque ti ringrazio infinitamente per la recensione e sono mooooolto contenta che il capitolo ti sia piaciuto. Anche Carter sa che i Chair sono i Chair e non si possono toccare u_u Per quanto riguarda la reazione di Blair, ho sempre pensato che il suo personaggio reagirebbe così ad una situazione del genere. Spero di aver azzeccato :D Grazie, comunque, e un bacione! :D
_Kia_Smile_
: Ciaaaaao! :D No, figurati, non mi da fastidio che mi chiami Tesoro, ahah XD Comunque, grazie per i complimenti e per la recensione, sono contenta che ti sia piaciuto il capitolo *-* Mi spiace di non essere riuscita ad aggiornare prima, ma ho fatto il possibile :P Un bacione!
feffixoxo
: Hey, grazie mille per la recensione! Sono contenta che ti sia piaciuto il capitolo (; Non avrei mai potuto lasciare i Chair in quelle condizioni >.< Ci pensano già gli autori del telefilm a rovinare tutto, se mi ci metto pure io c'è da spararsi XD Un bacione!
Ray08
: Awww, io ADORO quella canzone :D E' la mia suoneria sul cellulare, e la canto tipo 24 ore su 24, ahah! Comunque ti ringrazio per la recensione e mi fa assai piacere sapere che ti è piaciuto il capitolo! Grazie davvero, un bacione!
GiulySister: Grazie, Giuly, per i complimenti! Sono contenta che ti piacciano e grazie mille pure per la recensione! (; Un bacione!
Fiby Cullenina: Non preoccuparti per la vacanza, anch'io non ho potuto aggiornare per questo motivo (; Per il resto, che dire? Sono contentissima che ti siano piaciuti i capitoli e sono pure contenta per il fatto che appoggi la mia decisione di far bisticciare quei due :D Io li adoro quando hanno certi battibecchi :D Grazie per la recensione, lo apprezzo molto! :D Un bacione!
ph1234567: Grazie per il complimento! :D E grazie pure per le recensione! Spero che questo capitolo tu piaccia (; Un bacione! (:
Yahan: Graaaazie! Mi fa sempre piacere sapere che, qualche volta, pure io riesco ad avere buone idee XD Grazie mille per la recensione e i complimenti, sono contenta che ti sia piaciuto il capitolo (; Un bacione!

E, suonando ripetitiva,: Grazie a tutti! (L)

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Capitolo 22
*** No, It Isn't ***


AN: Ciao a tutti i miei meravigliosi lettori (: Come state?
Stamattina stavo sistemando la mia stanza, pensando a questa fan fiction, e all'improvviso ho realizzato che la fanfiction è praticamente finita: dopo questo capitolo, ce ne sarà solo un altro, più l'epilogo!
Quasi non ci credo, mi sembra ieri che avevo cominciato a postare ._. Tuttavia, non disperate: ci saranno non uno, ma ben due seguiti a questa storia (senza poi contare le altre fan fiction che ho in mente di postare :D). Dunque, se pensavate di liberarmi di me, vi siete tutti sbagliati! Posso pure immaginare che qualcuno brami di sopprimermi! E' più che comprensibile il fatto che ne abbiate abbastanza di me, ahah!
Comunque, questo capitolo mi ha dato del filo da torcere. Non ho un'idea precisa di quello che sto per scrivere, ma spero comunque che il risultato sia pressoché rispettabile.
Rileggendo i capitoli precedenti, mi sono accorta di aver fatto un pasticcio assurdo con le date! Perdonate la mia incapacità, fare calcoli non mi è mai venuto particolarmente bene! Riassumendo:
- Ai primi di Maggio, Blair scopre di essere incinta di circa 3 mesi.
- La data di concepimento si aggira intorno alla fine di Gennaio, inizi di Febbraio. La nascita è prevista, probabilmente, per la prima settimana di Novembre.
- Il matrimonio: 23/24 maggio.
- Chuck scopre della bambina: prima settimana/seconda settimana di Giugno.
In questo capitolo saremo al 3 di Ottobre, ovvero a circa un mese dalla nascita di Charlotte.
Scusate per i pasticci, i calcoli mi mandano in confusione XD
Ringraziamenti e note aggiuntive in fondo. (:

 

Capitolo 22

No, It Isn't

+ 44

 

Blair's Pov

Eravamo circondate da alberi, in quello che sembrava un parco. Tenevo Charlotte per mano, vicina a me.
Mi guardai attorno, osservando la vegetazione che non mi permetteva di scorgere il cielo. La luce filtrava dal fogliame, conferendo al luogo un aspetto leggermente inquietante. Non avevo mai visto alberi del genere, al Central Park.
Ma ero davvero lì?
Sì, ne ero sicura. Avevo la pura e forte sensazione di avere ragione: quello era, senza dubbio, il Central Park.
Notai qualcosa di strano, in un certo senso sinistro, sugli alberi che ci circondavano e che formavano un cerchio perfetto intorno a noi.
Li contai. Dodici alberi.
Mi avvicinai lentamente a uno di essi, tendendo la mano.
Toccai la corteccia, ancora fresca per l'umidità della notte. L'albero era altissimo, come anche gli altri 11. Era sicuramente un albero secolare.
Notai delle incisioni sul tronco.
Gennaio.
Seguito dai numeri del mese di Gennaio: trentuno numeri.
Passai all'albero accanto, Febbraio.
Il giorno 3, era stato cerchiato.
Cercai di pensare al 3 Febbraio. Cos'era successo quel giorno?
Charlotte mi strinse la mano, io la guardai, e lei mi sorrise, mostrandomi gli unici due dentini che possedeva.
E all'improvviso mi venne in mente: la festa di Nate e Serena; Il giorno in cui io e Chuck avevamo concepito Charlotte.
Il respiro mi si bloccò. Presi Charlotte fra le mie braccia, e proseguii velocemente al prossimo albero.
Marzo, Aprile, Maggio...
Su Maggio erano segnati il giorno in cui avevo scoperto di essere incinta e il giorno della prima ecografia.
Giugno, il giorno in cui Chuck aveva scoperto che aspettavo Charlotte.
Il cuore mi salì in gola. Era come un calendario.
Mi voltai, cercando direttamente il mese di Novembre, il mese in cui la piccola, che ora tenevo in braccio, sarebbe dovuta nascere.
Ma sotto "Novembre", inciso sul tronco, non c'era nulla. Era completamente intonso. Non un giorno, non un segno.
Tornai, allora, indietro ad “Ottobre”.
7.
Era l'unico giorno inciso.
Cosa voleva dire?
Cominciai seriamente a preoccuparmi. Cosa sarebbe successo il 7 Ottobre? Qualcosa di brutto?
Guardai Charlie, che rideva felice, indicando il giorno.
Lei si voltò, e mi guardò con quegli enormi occhi color cioccolato, che aveva sicuramente preso da Chuck.
Orientai nuovamente la mia attenzione sull'albero, e mi avvicinai, in modo da poter sfiorare il tronco umido con le mie dita.
Guardai in alto, e notai che quell'albero era più alto degli altri. E più verde, e più maestoso.
E più bello.
Charlie rise nuovamente, tendendo la mano in avanti, come se, anche lei, volesse toccare il tronco.
Si sporse, e io mi avvicinai al tronco, tenendola stretta tra le mie braccia, per paura che potesse cadermi.
La piccola mi guardò e mi sorrise. Poi guardò ancora il tronco e, con le sue piccole e delicate dita, toccò il numero inciso sulla corteccia.
Questo si illuminò, in modo preoccupante.
Una luce accecante mi fece cadere all'indietro. Strinsi a me la bambina. Ma persi subito dopo i sensi, mentre Charlie rideva.

 

Mi svegliai improvvisamente, ansimando.
Che razza di sogno era?
Tolsi la mia maschera da notte e mi guardai intorno, realizzando che il letto, accanto a me, era vuoto. Lanciai uno sguardo all'orologio sul mio comodino. Le 9 e 03.
Mi passai una mano tra i capelli, per poi legarli con un elastico che tenevo al polso.
Alzandomi a fatica, andai davanti al mio specchio.
Ero all'ottavo mese di gravidanza, ed ero ormai diventata enorme.
Non avrei mai più riavuto la linea che avevo prima della gravidanza.
Un sospiro, un lamento, uscì dalla mia bocca al solo pensiero di come l’essere incinta aveva trasformato il mio corpo.
Avevo sempre caviglie e piedi gonfi, sudavo come un lottatore di sumo, ed ero grossa come una balena.
In otto mesi, avevo preso 13 chili, e, a volte, mi sembrava inaccettabile.
Poi, però, pensavo alla mia bambina. Se mettere su 13 chili (o più) era quello che serviva per averla, bé, quello era un sacrificio che, in fondo, ero pronta a fare.
Mi guardai allo specchio di profilo, accarezzandomi la pancia e sorridendo.
Il sogno di quella notte mi aveva agitata parecchio.
7 Ottobre.
Lanciai uno sguardo al calendario appeso alla parete; Quel giorno era il 3 Ottobre, e al 7 Ottobre mancavano solo 4 giorni.
Cosa sarebbe successo?
Sentii qualcuno avvicinarsi a me.
Chuck.
"Buon giorno." disse  sorridendomi. Mise una mano sulla mia pancia, sopra la mia mano, e mi diede un leggero bacio sulle labbra.
"Buon giorno." gli risposi sorridendo.
Si chinò un po', per essere a livello della mia pancia.
"Come sta la mia Charlotte, stamattina?"
Mi sorrise, sorrise alla pancia, e le diede un bacio.
Quando faceva quei gesti, mi faceva sciogliere.
La bambina, ad un certo punto, scalciò.
Una risatina felice uscì dalla mia bocca.
"Hai sentito?" gli chiesi emozionata.
Ogni volta che Charlotte mi faceva sentire la sua presenza, diventavo la persona più felice del mondo. Quando scalciava, era come se volesse dire che poteva sentirmi. Così almeno la volevo pensare. Anche perché, quando Chuck era con me, questo accadeva molto più spesso.
Lui si mise nuovamente in posizione eretta, mettendo entrambe le mani sulla mia pancia.
E Charlotte scalciò di nuovo.
Osservai il volto di Chuck, il modo in cui un sorriso si formò sulle sue labbra, il modo in cui i suoi occhi brillavano. La dolcezza del suo sguardo.
Sarebbe stato uno splendido padre, non ne avevo dubbi.
Ci guardammo negli occhi, e sorridemmo nuovamente.
I nostri erano sguardi di speranza. Speravamo entrambi di essere buoni genitori, diversi da quelli che avevamo – o, meglio, non avevamo – avuto. Charlie sarebbe stata amata da entrambi, avrebbe avuto l’infanzia che ogni bambino si meritava di avere.
"Direi che sta bene." sentenziò lui con un sorriso.
Mi prese il viso tra le mani e mi baciò nuovamente.
"Tu come stai?" mi chiese.
"Bene..." dissi titubante. Ero ancora scossa dal sogno, ma non volevo tormentare Chuck con una cosa simile. Sembrava già stupido così.
"Blair."
Mi guardò, sapendo che stavo mentendo.
Io osservai nuovamente la mia figura allo specchio.
"Sono una balena." dissi seria.
Lui mi fece il suo sorriso (verbo: to smirk), e poi cominciò a ridere. (verbo: to chuckle)
"Non sei una balena." mi disse, sempre ridendo.
Gli diedi un colpetto sul braccio, al suo tentativo di abbracciarmi, e dissi: "Sì, invece! E so che stai dicendo che non è vero solo perché mi ami!"
"Io, trovo, invece, che la gravidanza ti doni." disse mostrandomi un sorriso sincero. "Inoltre, più tu sei grossa, più la mia bambina è sana."
"Tredici chili, Chuck! Ho messo su 13 chili!"
"Dunque, deduco che la mia bambina sarà perfetta." mi disse sorridendo e dandomi un bacio sulla guancia.
Sbuffai irritata. Tredici chili.
Scossi la testa.
Qualcuno suonò al campanello della porta.
"Chi è a quest'ora?" chiesi.
"Deve essere Nathaniel. Serena andava a fare colazione con sua madre, e lui mi ha chiesto se poteva venire qui a passare un po’ di tempo di qualità con me." rispose lui.
"Ma che carino." dissi sarcastica.
Lui mi fece il suo sorriso, mi diede un bacio sulla guancia ed uscì dalla stanza.

Feci una doccia e indossai uno dei miei vestiti-da-gravidanza preferiti. Sistemai i capelli, e presi il mio cellulare dalla scrivania, senza badare nemmeno al trucco. Era solo Nate.
Li raggiunsi, notando, con grande disappunto, che erano entrambi seduti sul divano, e che stavano giocando alla Wii, come dei bambini.
Nate, da un po’ di tempo a quella parte, era fissato con i videogiochi. Ogni volta che lui e Chuck passavano un po’ di “tempo di qualità” – come amavano chiamarlo – insieme, lui portava con sé la sua Nintendo Wii.
Serena aveva ragione a lamentarsi, era peggio dei bambini.
“’Giorno, Nate” dissi sedendomi su una poltrona accanto a loro.
“Hey, B.” disse con una strana voce, come in automatico.
Guardandolo in faccia, faceva ridere. Aveva gli occhi aperti, incollati allo schermo. Era molto concentrato sul gioco, e dava segno di non voler essere disturbato da nessuno. E, solitamente, lo avrei lasciato giocare in pace, ma, in quel momento, mi sentivo molto Blair Waldorf. E Blair Waldorf amava disturbare per far sì che l’attenzione fosse concentrata su di lei.
“Come mai non sei andato a fare colazione con Lily e Serena? Non ti volevano?” chiesi.
“Mhm.”
Questo fu tutto ciò che ottenni da lui.
Guardai Chuck. Anche lui stava giocando, ma non sembrava così interessato come Nate. Sentendo il mio sguardo addosso, si voltò verso di me e sorrise.
Rimasi a guardarlo e a sorridere per qualche secondo, finché il nostro scambio di sguardi non fu interrotto da Nate.
“Ho vinto, ah!” disse Nate alzandosi dal divano, esultante.
Io scossi la testa.
“E’ solo un gioco, Nathaniel.” Disse divertito Chuck.
“Lo è perché ti ho battuto, man.”
“Vai a far colazione. Te l’ho preparata sul tavolo.” Mi disse Chuck sorridendomi.
Mi alzai e passai davanti a Nate, che stava indicando Chuck, prendendolo in giro perché si era fatto battere da lui.
Presi il New York Times, appoggiato sul tavolino, e lo diedi in testa a Nate.
“Smettila, sembri un bambino.” Esclamai irritata.
“Oh!”, rispose Nate sorpreso.
Chuck rise leggermente.
“Ti consiglio di spegnere la Nintendo Wii, Nathaniel.”
Nate sbuffò, ma finì con lo spegnere la console ugualmente.
Andai al tavolo da pranzo, dove Chuck aveva preparato la colazione. Era più probabile che fosse stata Dorota o la nuova domestica a prepararla, ma volevo dargli la soddisfazione di potermi dire “Ti ho preparato la colazione”. Chuck era, infatti, completamente incapace di cucinare un pasto da solo. Avrebbe imparato, prima o poi.

Mi sedetti e cominciai a mangiare. La gravidanza mi rendeva davvero affamata e, con tutte le cose che avevo cominciato a mangiare che prima non mangiavo, mi stupivo di non essere ingrassata 25 chili, al posto che 13.

Spesso, avevo delle voglie assurde che, se non soddisfacevo, mi rendevano assai triste. Due sere prima, avevo un’incredibile voglia di cioccolato bianco.
Io non mangiavo mai cioccolato, perché faceva ingrassare; ma quella sera ne avevo talmente voglia, che costrinsi Chuck ad andarmelo a comprare all’una di notte.
E lui, da bravo marito qual’era, era corso a prendermelo, per poi lamentarsi tutta la notte, ridendo, di quanto l’avevo fatto correre.

Vidi Chuck e Nate entrare nella sala. Chuck si sedette accanto a me e Nate di fronte a noi.
“Allora, Blair, come stai?” chiese Nate.
Lo guardai. Solitamente, si sentiva in imbarazzo a chiedermi come stavo. Forse per il nostro passato? A volte ci pensavo anch’io. Se io e Nate fossimo stati ancora insieme, quella sarebbe stata nostra figlia, molto probabilmente.
Suonava così sbagliato, in quel momento!
“A meraviglia, Nate. Tu?” risposi.
“Non c’è male.”
Chuck mi versò del succo di frutta nel bicchiere e mi sorrise.
“Grazie.” Risposi sorridendo.
“Oh, mi sono dimenticato!” esclamò Nate ad un certo punto.
Sia io che Chuck ci voltammo a guardarlo.
“Grazie a Dio me ne sono ricordato. Serena mi avrebbe ucciso.” Disse ridendo.
“Di cosa stai parlando, Nate?” chiesi.
“Mercoledì 6, tra 3 giorni, Serena ha in mente di organizzare una festa per l’apertura della sua attività. Dovete esserci, non potete mancare.”
Chuck sbuffò, mostrando chiaramente la voglia che aveva di andare ad una festa di Serena.
“Andiamo, ragazzi! Non è niente di movimentato, è per fare pubblicità! E voi sareste perfetti per questo scopo… Chuck Bass e la moglie incinta Blair hanno partecipato al grande evento…” disse Nate, imitando un giornalista.
“Da quando i giornali mi descrivono come la moglie incinta Blair?” chiesi leggermente offesa. Non mi piaceva come suonava.
La mia gravidanza era sempre menzionata nei giornali, ma solitamente scrivevano “Chuck e Blair, in dolce attesa”, o qualcosa di simile.
Chuck Bass e la moglie incinta Blair. Oh, era così brutto! Sembrava che io fossi solo un accessorio.
Sorrisi al ricordo.

“You looked pretty hot on Prince Theodore's arm today.”
“Oh, Is that what I am to you? Just an accessory?”
“Next to him, yes. On me, you'd be so much more.”

“Era per dire, Blair.” Disse Nate roteando gli occhi.
Gli feci una smorfia e continuai a mangiare. A volte Nate mi irritava.
“Allora? Verrete?” chiese ancora il biondo.
“Suppongo di sì.” Dissi sbuffando. “Serena non me lo perdonerebbe mai se mi perdessi un evento simile.”
“Ohh, grazie!” esclamò Nate.
Calò il silenzio, mentre io finivo di mangiare.
Gee, non è strano?” chiese Nate all’improvviso.
Io e Chuck lo guardammo.
“Cosa?” chiese Chuck.
“Voi due state per diventare genitori! Chuck e Blair! Ancora non ci credo.” Disse lui, quasi stupito.
Chuck si volse verso di me e mi sorrise.
“Se io e te non ci fossimo lasciati, la bambina, probabilmente, sarebbe figlia nostra!” continuò Nate.
Il toast con la marmellata che stavo mangiando mi cadde sul piatto e Chuck voltò di scatto la testa verso di lui, con gli occhi che, se avessero potuto, l’avrebbero incenerito.
“Hey, man, scherzavo! Lo sai che sono felice per voi due! E poi, io ho Serena! Era solo un pensiero che mi era venuto in mente guardandovi!”
“Tieniti certi pensieri per te, Nathaniel.” Disse Chuck sibilando.
“Chuck.” gli dissi appoggiandogli una mano sul braccio.
Lui sembrò calmarsi all’improvviso e mi guardò. Io gli sorrisi e gli diedi un bacio sulla guancia.
Poi, guardai Nate.
“Idiota.” Dissi ridendo, gettandogli il toast addosso.
“Blair, sei diventata violenta.” Osservò lui, schivando il pezzo di cibo che gli stava arrivando addosso.
Chuck sorrise compiaciuto.

 

6 Ottobre.  – Blair’s POV


“Ok, spiegami ancora una volta perché stiamo andando a questa festa.” Mi chiese Chuck, seduto sulla limo accanto a me, stringendomi la mano.
“Perché si tratta di Serena, tua sorella e mia migliore amica, nonché futura madrina della bambina.”
“A proposito di madrine, non credo che Nate sia adatto a svolgere il suo compito da padrino.” Disse Chuck.
Io lo guardai e risi. “E’ per ciò che ha detto l'altro giorno?”
Chuck non rispose, sapendo che avevo colto nel segno.
Risi ancora. “Bass, non c’è davvero bisogno di preoccuparsi. E poi, anch’io avevo pensato la stessa cosa.”
Chuck voltò la testa verso di me “Cosa?” chiese leggermente irritato.
“Bé, sì. Fin da quando avevo 13 anni avevo fatto il progetto per la mia vita perfetta, ricordi?”
Lui annuì silenziosamente.
“A quei tempi, pensavo che Nate sarebbe stata la persona con cui avrei coronato tutti i miei sogni.”
Vidi Chuck abbassare lo sguardo leggermente. Gli misi una mano sulla guancia, per far sì che mi guardasse negli occhi.
“Ma le cose cambiano.” Dissi guardandolo. “In meglio.”
Lui sorrise.
“Pensavi davvero che, ora come ora, avrei preferito avere un figlio da Nate?”
Lui alzò le spalle e io risi. “Idiota.” Dissi scuotendo la testa.
Chuck rise e mi mise un braccio intorno alle spalle, in modo che io potessi appoggiare meglio la mia testa sulla sua spalla. Mi baciò la testa, e io mi assopii, tra le sue braccia.

Arrivammo dieci minuti dopo.
Uscimmo dalla limousine mano nella mano, subito attaccati dai flash delle macchine fotografiche di giornalisti e paparazzi, pronti a cogliere i VIP invitati all’evento.
Io e Chuck posammo per qualche foto, per poi dirigerci sorridenti all’interno della sala.
“Hey, B!” mi disse Serena correndomi incontro e abbracciandomi.
"S!" dissi. "Mi stai soffocando!"
"Oh, scusa!" esclamò Serena dispiaciuta.
"Non preoccuparti, va tutto bene." dissi sorridendo. Serena mi sorrise a sua volta e poi diede un bacio sulla guancia a Chuck.
"Hey, Sis, scusa per il ritardo." disse lui.
In verità, aveva fatto apposta ad essere in ritardo. Il suo scopo principale era quello di perdersi il discorso di apertura, perché, secondo lui, era il più noioso. Dunque, mi aveva fatto aspettare quasi mezz'ora, sperando di essere abbastanza in ritardo.
"Oh, non preoccuparti, Chuck! Aspettavamo giusto voi per fare il discorso d'apertura!"
Io sorrisi e mi voltai verso Chuck, dandogli una pacca sulla spalla. "Visto? Aspettavano noi."
Lui chiuse gli occhi sorridendo, per poi riaprirli.
"Splendido." disse.
Serena mi prese sotto braccio e mi condusse al tavolo, urlando a Chuck di seguirci.

Eravamo seduti al tavolo, lo stesso di Nate, Serena, Lily, Rufus e Evelyn. Il tavolo era a forma circolare, e, per vedere meglio il palco, Chuck, Nate e Lily dovettero spostare un poco le loro sedie. Chuck, così, risultava davanti a me, sulla mia destra.
Barbara, la socia in affari di Serena, cominciò a parlare, chiamando poi sul palco Serena.
Vidi Chuck appoggiare il gomito sul bracciolo della sedia, visibilmente annoiato.
Sorridendo, mi sporsi in avanti e gli sussurrai all'orecchio.
"Sai, essendo incinta, potrei stancarmi davvero molto in fretta."
Lo sentii sorridere, e mi mise una mano sulla guancia, la stessa mano del braccio appoggiato al bracciolo.
Voltò la testa verso di me e mi baciò. Ci staccammo, continuando a guardarci negli occhi, sorridendo.
Lo amavo più di me stessa.
Notammo tutti applaudire e ci accorgemmo che Serena aveva finito il suo discorso. Quanto tempo avevamo passato a guardarci?
Serena tornò al tavolo e ci lanciò un'occhiata.
"Hey, voi due! Mi spiegate come fate a guardarvi per 10 minuti senza battere ciglio?" chiese Nate.
"Non pretendiamo che tu possa capire, Nate." dissi io, sbuffando.
Chuck rise, e io ritornai ad una posizione corretta sulla sedia.

La serata fu lenta e, in un certo senso, anche noiosa. Non si fece altro che parlare di affari, di investimenti...
Usando la scusa della stanchezza, io e Chuck riuscemmo ad uscire intorno a mezzanotte.
"Ohh, siamo quasi fuori, non ci credo!" dissi nell'atrio del palazzo.
Chuck mi sorrise e mi prese per mano.
All'improvviso, sentii Charlie scalciare. Mi bloccai subito.
Questa volta era diverso dalle volte precedenti.

 

Chuck's POV

Vidi Blair bloccarsi all'improvviso, con gli occhi chiusi, un'espressione quasi di dolore sul volto.
"Blair." dissi allarmato.
Blair mise una mano sulla sua pancia e riapriì gli occhi. Era quasi piegata in due, probabilmente dal dolore, e usava il mio braccio per mantenere l'equilibrio.
"Chuck" sussurrò, con le lacrime agli occhi. "Chuck, non mi sento bene."
Rimasi bloccato.
Cosa dovevo fare?
Presi il cellulare dalla tasca e chiamai immediatamente Arthur.
"Resisti, ti porto subito in ospedale."
Blair stava ansimando, le lacrime agli occhi.
Tirò su la testa di scatto e mi guardò fisso negli occhi.
"Oddio. No, non è vero. Non può essere, è troppo presto." disse con una risatina isterica, che faceva quando era nervosa.
"Cosa? Blair, cosa succede?" chiesi visibilmente preoccupato.
Ero cresciuto con la paura di aver ucciso mia madre durante il parto. Anche se, alla fine, non si era rivelato vero, avevo il terrore che potesse succedere qualcosa di brutto alla bambina. E, soprattutto, a Blair.
Non me lo sarei mai perdonato se le fosse successo qualcosa di male.
"Mi si sono rotte le acque." disse Blair sussurrando.
Sgranai gli occhi. "Sei sicura?"
"Guarda da te!" urlò irritata.
Guardai e notai che sì, era vero: le si erano rotte le acque.
Ad un certo punto, fece un gemito.
"Dov'è Arthur?!" chiese nervosa.
Chiuse ancora gli occhi.
"Sta arrivando, non preoccuparti." dissi calmo.
"Eh, sì, per te è facile parlare così! Non hai un bambino nell'utero che vuole uscire un mese prima del dovuto!"
La gente si era fermata a guardare. Vidi Serena, Evelyn e Nate venirci incontro.
"B! Che succede, Chuck?" chiese Serena preoccupata avvicinandosi a noi.
"Non lo vedi da sola?!" disse Blair.
"Le si sono rotte le acque." dissi con voce tesa.
"Oh mio Dio!" esclamò Serena.
"Oh mio Dio sì, S! Non è il momento! La bambina doveva nascere tra un mese! Non ho ancora sistemato i suoi vestitini a seconda del colore!" disse Blair cominciando a piangere.
Vidi Arthur con la limousine davanti all'atrio. Misi un braccio intorno alla vita di Blair e cominciammo a camminare verso l'uscita.
All'entrata era pieno di fotografi che cominciarono a scattare foto freneticamente.
"Se non la smettete IMMEDIATAMENTE, vi faccio arrestare." dissi urlando.
Tutti smisero immediatamente di fare foto. Avevano paura di Chuck Bass. E facevano bene.
Aiutai Blair a salire sulla limo ed ordinai ad Arthur: "All'ospedale. Ora!" Non avevo bisogno di specificare quale, lui lo sapeva già.
Partimmo in fretta, lasciandoci tutti alle spalle, compresi Nate e Serena.
Blair mi stava stringendo la mano, e mi stava letteralmente uccidendo.
"Chiama mia madre! Ed Evelyn! Le voglio con me!" mi disse tra un gemito e l'altro.
"Va bene, adesso le chiamo."
"ORA!"
Presi immediatamente il mio cellulare e le chiamai entrambe, informandole di ciò che stava accadendo.
"Arthur, non è che gentilmente potresti andare più velocemente? Non mi va di partorire in questa limo!" disse Blair tesa e arrabbiata allo stesso tempo.
"Pensa se la piccola nascesse qui... Questa limo sarebbe davvero da fare sacra." dissi scherzando.
Lei mi diede un colpo con la borsa e cominciò ad urlare.
"E' tutta colpa tua, BASShole! Se tu non mi avessi SEDOTTO in questa limo anni fa, niente di tutto questo sarebbe successo! Ti odio!"
Le sorrisi.
Sapevo che era il dolore a farla parlare.
"Cosa sorridi a fare, idiota!"
Blair urlò dal dolore, conficcando le sue unghie nella mia pelle.

Arrivammo in ospedale, e fu subito portata nella sua stanza.
Mi fermai un secondo e realizzai il tutto.
Di lì a qualche ora, sarei diventato padre.



 

Note:
Ok, non ho mai assistito ad un parto o cose simili, ma film e telefilm credo siano stati d'esempio :D Non so cosa succeda esattamente, né tantomeno come siano i dolori pre-parto, quindi perdonatemi se ho fatto degli errori!
Per il resto, spero che il capitolo vi sia piaciuto :D
Mi spiace se non è il massimo, ma l'ho scritto di getto adesso :D
Vi metto qui il link del mio Photobucket per vedere le foto collegabili alla fan fiction :D E anche il link del mio Portfolio, dove metto tutto ciò che faccio: lavori con Photoshop, video, fanfiction (in italiano e inglese); E' su ForumFree, quindi se ci siete anche voi lì, mi farebbe piacere se mi scriveste! Ho cercato di mettere delle sezioni anche aperte ai visitatori, quindi, qualora non abbiate voglia di iscrivervi, in teoria sareste in grado di scrivere lo stesso (: Fatemi sapere se funziona!


Ringraziamenti:
ary_gg: Contenta che il capitolo ti sia piaciuto e contenta che tu abbia finito gli esami :D Goditi le tue meritate vacanze (; Nome impegnativo, sì! Ma sono i Bass, bisognava aspettarsi una cosa del genere :D Grazie per la recensione! (:
feffixoxo: Pianto?? Ohh, allora deduco che ti sia piaciuto :P E spero ti sia piaciuto anche questo! :D Grazie per la recensione, lo apprezzo molto! :D
Ray08: Ti sono mancata! Anche tu, tutte voi mi siete mancate! ;D Lasciare l'Inghilterra è stato davvero un brutto colpo, lo ammetto :S Sono contenta che ti sia piaciuto il nome e spero ti piaccia anche questo capitolo! :D Grazie per la recensione, mi fa sempre piacere leggere le tue (come anche quelle degli altri, ovvio :D) :D!
FibyCullenina: Sono contenta di esserti mancata, davvero! Mi siete mancate anche voi! :D E sono contenta che ti sia mancata la mia fanfiction, lo aspprezzo un sacco! *-* Ti ringrazio moltissimo per la recensione, è bellissima! Sono felice che ti piaccia il suo nome, anch'io lo trovo regale, ahah! Grazie davvero (:
ph1234567: Come ti capisco... quel finale era obrobrioso! Spero anch'io nella quarta, anche se il mio rapporto con GG si è, in un certo senso, incrinato ): Grazie per la recensione, comunque, sono contenta che ti piaccia! (; Aspetto di sapere se ti è piaciuto pure questo capitolo!
ele_06: Ele, hai trovato pure il tempo per recensire! :D Grazie! Sono contenta che ti sia piaciuto, le tue recensioni sono sempre così positive! (: Puoi anche criticare, eh, non mi arrabbio mica! :D Grazie mille per la recensione e divertiti, mi raccomando! ;D
_Kis_Smile__: Awww, grazie per la tua recensione! Adorabile! *-* Sono contenta che ti sia piaciuto! *-* In un certo senso, anch'io avevo pensato che il mio Chuck è troppo OOC... però sta per diventare padre! Concediamogli questo... non lo so, addolcimento? XD Grazie ancora per la recensione, un bacione!
onda94: Ahah, ok! La mia mail: carol_ale@hotmail.it (:

Grazie mille a tutti, un bacione! :D

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Capitolo 23
*** Gives You Hell ***


AN: Ciao a tutti! :D Vorrei scusarmi per avervi fatto attendere così tanto, ma ho avuto un terribile problema nel pensare a questo ultimo capitolo. Ho già in mente l'Epilogo, ma di questo 23esimo so davvero poco e niente :S
Mi vorrei scusare, ma proprio non sono riuscita a pensare a niente di interessante XD Dunque, biasimate me, ovviamente, per la mala riuscita di questo 23esimo pezzo di storia! Ci saranno vari POVs in questo capitolo, e sarà piuttosto lungo; Spero, comunque, vi piacerà!
Non-so-ancora-bene-quando, posterò l'epilogo, che segnerà la conclusione di questa storia. Ci sarà un salto temporale di circa un anno.
Avviso, inoltre, che, dopo l'epilogo, ci sarà una specie di capitolo, come dei titoli di coda, dove darò note aggiuntive alla storia, risponderò alle recensioni e darò anticipazioni relative al sequel.
Un bacione a tutti e ringraziamenti in fondo!
(:

 

Capitolo 23

Gives You Hell

The All-American Rejects

 

Chuck's POV
Ero lì, immobile, nel bel mezzo del corridoio. Sentivo voci intorno a me, un telefono che squillava, gente che si lamentava. Un aprirsi di porte frenetico, la serena di un'ambulanza, il pianto di qualcuno.
"Chuck!"
Sentii qualcuno chiamarmi. Ma non riuscii a voltarmi.
Avevo paura.
Sentii qualcuno prendermi il braccio, stringerlo. Mi voltai appena, apatico, guardando negli occhi il mio interlocutore. Serena.
"Chuck, cosa fai qui? Vai da Blair!" mi disse lei.
Un groppo alla gola m'impediva di respirare, di parlare, di pensare.
Serena mi guardò attenta, cercando di mascherare il suo spavento.
"Chuck! Va tutto bene?"
Chiusi gli occhi e sospirai, cercando di dirle esattamente cosa c'era che non andava in me. Volevo dirle perché non ero accanto a Blair, a stringerle la mano, a dirle che andrà tutto bene.
Li riaprii lentamente, tornando a guardare dritto davanti a me, fissando la porta attraverso la quale Blair era stata portata via.
Sentii qualcun altro avvicinarsi a me.
"Serena, cosa succede?" chiese una voce. Mia madre.
Vidi, con la coda dell'occhio, Serena scuotere la testa in silenzio.
"Charles" disse mia madre mettendomi una mano sulla spalla. "Charles, cosa succede?"
La guardai.
Fino a qualche anno fa, ero convinto di aver ucciso mia madre nascendo. Credevo di essere la causa della sua morte, la causa della sua ingiusta e inutile morte, come mio padre amava ricordarmi. Eppure, era lì. Mia madre era lì, e mi stava guardando con gli occhi dello stesso colore dei miei, che esprimevano preoccupazione e timore.
"Ho paura." ammisi abbassando lo sguardo.
"Charles, è normale avere paura. Fidati, io lo so bene! E Blair, probabilmente, sarà terrorizzata ora. Vai da lei, ha davvero bisogno di te."
"Non sono ancora passati nove mesi. Ne manca uno." dissi come ignorando le parole che mia madre aveva appena detto, nonostante le avessi sentite benissimo.
"Charles..-"
"E' all'ottavo mese. Avevo ancora un mese per prepararmi. E ora? Quanto ho? Qualche ora?"
Cominciai ad agitarmi, respirando a fatica, con gli occhi che mi pungevano.
Dove diavolo era andato a finire Chuck Bass? Chuck Bass non piangeva mai.
Pensai a Blair, e mi si strinse il cuore.
"Vai da Blair, ora." disse mia madre autoritaria. "E' da sola, ora, e ha bisogno di te. Pensi che lei sia pronta? Che non abbia le tue stesse paure? Probabilmente è più preoccupata di te, preoccupata di aver fatto qualcosa di male da aver indotto un parto prematuro."
Mi passai una mano tra i capelli e sospirai. Aveva ragione, Blair aveva bisogno di me.
"Grazie."
Mia madre annui sorridendo, stringendomi la spalla per darmi conforto. Le sorrisi e cominciai a camminare, attraversando le porta dove Blair era scomparsa attimi prima.
Appena entrato, fui attaccato da un'infermiera.
"E lei chi è? Non può stare qui."
"Io sono Chuck Bass, e, attualmente, posso stare qui quanto voglio, visto le ingenti somme di denaro che dono annualmente a questo ospedale." risposi irritato. "Ora, se non le dispiace, dovrei trovare mia moglie."
"Oh." disse la donna leggermente intimorita. "Oh, ehm... certo, Mr Bass. Mi segua."
Mi condusse per un lungo corridoio, fino ad una specie di segreteria.
"Stacy, sapresti dirmi il numero di stanza di Mrs Bass?"
"107"*1 rispose una vecchia signora al bancone.
"E' privata?" chiesi.
"Sì, esattamente come l'ha chiesta."
"Ottimo."
"Venga, mi segua." disse l'infermiera.
A pochi metri dalla stanza di Blair, la sentii urlare dal dolore.
Mi affrettai ad entrare nella stanza, e la vidi, già cambiata nella camicia da ospedale, stringere il lenzuolo, con gli occhi chiusi e le sopracciglia inarcate.
Il medico accanto a lei stava scrivendo qualcosa sulla cartella, mentre osservava i monitor.
"Non potete darle qualcosa per alleviare il dolore?" chiesi autoritario.
Odiavo vederla in quello stato.
"Non è possibile, mi spiace. La temperatura corporea è troppo alta, sarebbe un pericolo eseguirla."
"Ahh, tu!" urlò furiosa Blair fissandomi. "Si può sapere dove diavolo eri finito? Pensavi di scappare?"
Nella mia vita, non ho quasi mai avuto paura. Chuck Bass non provava mai paura... credo.
Eppure, in quel momento, guardando Blair arrabbiata, l'unica parola che mi veniva in mente, capace di esplicare ciò che provavo, era proprio quella: paura.
Mi avvicinai a lei, facendole il mio sorriso.
"Scappare?" chiesi innocente. "Mai."
Le sorrisi ancora, andando accanto a lei e prendendola per mano.
Lei mi guardò. E, per un attimo, temetti per la mia vita.
"Cosa diavolo ci trovi di divertente, eh? ME LO SPIEGHI?!"
"Nulla." ribattei in fretta.
"Trovo tu sia bellissima." continuai.
"Bellissima?! Chuck Bass, smettila immediatamente di prendermi in giro! E' chiaro? Non è il momento!"
Stava praticamente urlando.
Il medico mi guardò.
"E' sicuro che non si può fare l'epidurale?" tentai ancora.
"Mi spiace, davvero, ma non vorrei rischiare di danneggiare in alcun modo la salute di sua moglie o della bambina. Mrs Bass, sarò di ritorno tra 10 minuti per controllare come va."
Detto questo, uscì dalla stanza.
"Idiota." bofonchiò Blair, prima di emettere un altro urlo di dolore.
"E' tutta colpa tua!" esclamò ancora. "Tutta, tutta, tutta colpa TUA! Dovresti esserci tu qui al mio posto."
Dalla rabbia, era passata al pianto.
"Fa male, Chuck. E il dottore dice che ci vorranno ancora ore prima del parto."
La guardai preoccupato, mentre piangeva.
"Ho paura, Bass." disse guardandomi negli occhi, con voce tremolante e con una lacrima che le rigava il volto.
Sospirai e mi sedetti sul letto accanto a lei, abbracciandola, e appoggiando la schiena contro i cuscini.
"Anche io." ammisi sussurrando, dandole un bacio sulla testa.
"Chuck Bass che ha paura?" disse lei cercando di ridere.
Roteai gli occhi sorridendo e stringendola ancora di più a me.
"Cosa ha detto il dottore a proposito del parto prematuro?" chiesi.
"Oh, quello è un idiota."
Risi.
"No, è vero. Mi ha detto 'Sono cose che capitano'. 'Sono cose che capitano' lo dici quando dimentichi a casa l'ombrello e comincia a piovere, o magari quando abbini per sbaglio un viola ametista con un lavanda, non quando stai per partorire un mese prima della data stabilita!"
Mi strinse la mano talmente forte che mi sembrò di perdere le dita.
Strinse i denti, e, al posto del solito urlo, le uscì un gemito.
"Almeno la bambina sta bene." disse lei rilassandosi un attimo, chiudendo gli occhi esasperata. "Spero che il dolore non continui a peggiorare."
"Lo spero anch'io. Stavi per staccarmi le dita..."
Non fece in tempo a ribattere che Eleanor Waldorf entrò nella stanza.
"Oh mio Dio, Blair, stai bene?" chiese correndo accanto a Blair.
"Più o meno." disse Blair con un piccolo sorriso. "Cosa ci fai qui? Pensavo saresti venuta per la nascita della bambina."
"Sia io che Cyrus avevamo degli affari da svolgere qui. E poi, ho splendide notizie! Ma, a quanto pare, voi ne avete di migliori." disse avvicinandosi e facendoci l'occhiolino.
"Che genere di notizie?"
"Ricordate il vostro servizio fotografico?"
Ah.

Flashback
"Waldorf, rilassati." dissi ad una Blair Waldorf - ora Bass - impegnata a sistemare la tavola.
"Non ho tempo, Chuck." rispose lei.
"E' solo tua madre con suo marito." dissi semplicemente, scuotendo la testa.
"Non è solo mia madre." puntualizzò. "E' Eleanor Waldorf. La perfetta Eleanor Waldorf, che avrà sicuramente qualcosa da dire su come sono vestita, su come sono ingrassata, sui miei capelli non abbastanza curati. Non è solo mia madre."
Mi alzai sospirando dal divano e la raggiunsi.
"Lascia." dissi prendendole una forchetta dalle mani.
"Elda è completamente uscita di senno. Ha messo due cucchiaini per il dolce e solo un coltello."
"Lascia, ho detto."
Lei sospirò, e si lasciò condurre sul divano.
Ci sedemmo insieme e le cinsi le spalle con il mio braccio. Appoggiò la testa contro di me e mi prese una mano.
"Blair, è tutto perfetto. E poi, ripeto: è solo tua madre. Se ti fa stare meglio, possiamo dirle che sono stato io a preparare. Non avrà nulla da dire, sicuramente."
Blair sembrò pensarci su per un attimo, per poi rispondermi allegra "Oh, sì, è meglio, grazie. Non capisco perché non sia arrabbiata con te. Mi hai fatto perdere la verginità, lasciare con Nate, mi hai lasciata un numero incalcolabile di volte, mi hai venduta a tuo zio, ti sei fatto tua sorella acquisita, nonché la persona che odio di più al mondo, sei t-"
"Ok, ho capito." dissi bloccandola, roteando gli occhi. Odiavo sentirla elencare tutti gli errori che avevo fatto con lei. Sapevo che erano accaduti davvero, ma mi ero ripromesso di lasciarli completamente alle spalle.
"Il punto è: perché non ti odia?"
"Vorresti che mi odiasse?" chiesi alzando un sopracciglio.
"Mhm, no, credo di no."
"E poi, tu non mi odi, Waldorf. Evidentemente, come noi Bass siamo destinati ad adorare voi Waldorf, voi Waldorf siete destinate ad adorare noi Bass." le dissi sorridendo.
"Oh, peccato. Già speravo di metterti contro nostra figlia." disse scherzando.
Cominciammo a ridere e mi avvicinai a lei per baciarla. Proprio mentre le nostre labbra erano a pochi millimetri di distanza, qualcuno suonò il campanello.
Eleanor Waldorf e suo marito Cyrus.
"Oh, Blair, Cara, ti trovo benissimo!" disse abbracciando Blair.
Venne poi da me e, sorridendomi, mi abbracciò. Fortunatamente, fu un abbraccio veloce e indolore. Mi sentivo a disagio così a contatto con altre persone.
Purtroppo, non potei dire la stessa cosa di Cyrus. Lui era solito stringermi in un abbraccio soffocante, che spesso mi vedevo costretto a ricambiare.
Mi piaceva Cyrus, era simpatico, ma quando cercavo di scansarmi dalla sua stretta e lui mi diceva "Not enought", a volte, lo odiavo profondamente.
E quella, era una di quelle volte.
"Not enought." disse il mio 'patrigno' stringendomi nuovamente in un abbraccio soffocante.
Simulai una risata, e gli diedi dei colpetti sulla schiena amichevolmente.
Vidi Blair sorridere amabilmente.
Finalmente Cyrus si scansò e, prendendo Eleanor a braccetto, cominciò a fare un tour della casa. L'ennesimo, dato che, ogni volta che venivano a farci visita, sentivano il bisogno di visitare l'intera abitazione.
Blair mi si avvicinò, facendo il suo solito sorriso da Queen B.
"Resisti, Bass. Se farai il bravo, avrai una ricompensa alla fine della serata."
"Che tipo di ricompensa?"
Blair mi prese il viso tra le mani e mi baciò. "Mah, chi lo sa?"
Sorrise ancora e andò incontro ai suoi genitori.
La serata sarebbe stata incredibilmente lunga.

Eravamo a tavola: Blair ed io da un lato, Eleanor e Cyrus dall'altro. Dopo un'ora di conversazione su bambini, infanzia e i colori adatti per l'abbigliamento di una bambina, il discorso si era lentamente trasportato sul lavoro.
Cyrus raccontava sempre delle sue vicende con GaGa, così come lui la chiamava amichevolmente, e amava ascoltare novità e storie sul mio lavoro.
Eleanor, ad un certo punto, attirò la nostra attenzione.
"Ho una proposta molto allettante." disse.
"Oh, sì, lo è davvero." esclamò Cyrus.
"Dunque, a Parigi la Waldorf Design, come ben sai, va a meraviglia." disse rivolta a Blair. "Tuttavia, sentivo che le mancava qualcosa, sai, un qualcosa di importante..." continuò.
Blair annuì fingendosi interessata.
"E poi ho pensato a te, che sei incinta."
Oh, sagace. E' solo da 6 mesi che è incinta.
"Deve essere difficile per una Waldorf trovare vestiti decenti in gravidanza!"
"Un po'. Ma Chanel e Prada stanno ampliando la loro collezione prémaman, a quanto mi ha detto la direttrice di Vogue."
"Sì, ma entrambi hanno perso parecchio negli ultimi anni..."
"Suppongo di sì."
"Dunque, ho pensato di creare io una collezione prémaman! Solo vestiti di classe, adatti ad una Waldorf."
"Oh... wow, mamma, complimenti." disse Blair, falsa-entusiasta.
"Ma c'è un problema."
"Ah sì?"
"Sì."
Silenzio.
"E quale sarebbe?" chiese Blair.
"Non riesco a trovare nessuna ragazza adatta a pubblicizzare la collezione."
"Ma è pieno di belle ragazze che sarebbero perfette per la pubblicità. Soprattutto francesi. E bionde." disse guardandomi e sorridendo alla QueenBee.
Roteai gli occhi.
"Non voglio una ragazza qualunque. Voglio che sia davvero incinta, non voglio una falsa." disse Eleanor.
Blair mi guardò esasperata.
"Cos'hai in mente, mamma?" chiese rassegnata.
"Ohh, sono così contenta che tu me l'abbia chiesto!" esclamò entusiasta. "Vorrei che fossi tu a rappresentare la mia linea!"
"Oh, non saprei. L'ultima volta hai scelto Serena al mio posto." disse acida.
"Tesoro, lo sai che non è stata colpa mia."
"Sì, ovvio." disse Blair roteando gli occhi.
"Blair, cara, secondo me sarebbe un'ottima opportunità." intervenne Cyrus.
Presi il mio bicchiere di vino. Almeno avrei fatto qualcosa, non volevo entrare nel discorso.
"E poi, non saresti da sola, cara." continuò Eleanor. "Charles poserebbe insieme a te."
Il vino mi andò di traverso, e cominciai a tossire.
Blair cominciò a darmi dei colpetti sulla schiena, per aiutarmi a riprendermi.
"Cosa ne dici, Blair cara?" chiese Eleanor.
"Oh, non saprei. Cosa ne dici, Charles?" disse facendomi il suo solito sorriso.
Guardai la coppia davanti a me, basito.
Chuck Bass che posa per un servizio fotografico? Per una collezione prémaman?!
"Oh, io-" iniziai.
"Pensa al tuo lavoro, Charles. Quanta pubblicità faresti per il tuo hotel! Charles e Blair Bass, i nuovi volti per la Waldorf Design." disse Cyrus, facendo gesti con le mani come per indicarmi i titoli in prima pagina di un giornale.
"Non sono fotogenico." risposi.
"Oh, ma piantala, Bass. Sei venuto meglio di me nelle foto del matrimonio." disse Blair.
La guardai. Dalla faccia che faceva, capii che aveva voglia di farlo.
"Non è vero. Eri splendida nelle foto del matrimonio." dissi deciso.
"Charles ha ragione, Blair cara. Ma anche tu hai ragione: Charles era splendido nelle foto del matrimonio!" puntualizzò Eleanor.
Blair mi si avvicinò all'orecchio sorridendo e, facendo in modo che né Eleanor né Cyrus la sentissero, mi sussurrò. "Se accetti, potrai avere una doppia ricompensa, e una di quelle sarà, diciamo... anticipata. Potresti riceverla tra... dieci minuti? Credo di dovermi rinfrescare il trucco."
Sorrisi.*2
"Ok, va bene." dissi sospirando.
"Meraviglioso!" esclamò Eleanor battendo le mani. "Saranno degli scatti perfetti! Tu e Blair siete così in sintonia, le foto saranno splendide!"
Meraviglioso. Sicuro.
Se non altro, avrei avuto una doppia ricompensa.
End Flashback


"Come dimenticarlo." dissi sarcastico.
Blair mi diede una gomitata. "Oh!" dissi per la sorpresa e per il dolore.
"Non posso averti fatto del male. Vogliamo fare scambio?" mi chiese irritata.
Quegli sbalzi d'umore mi avrebbero fatto impazzire.
"No, va bene, chiedo umilmente perdono." le risposi.
"Smettila di prendermi in giro!" sbottò lei.
"Ok, ok, va bene, Blair cara." disse Eleanor. "Guarda cos'ho qui."
Tirò fuori dalla sua borsa una busta, tendendola verso di me.
La presi in mano e la diedi a Blair. Magari le avrebbe fatto piacere.
"Ohh." sussurrò Blair guardando le foto.
Le vidi anch'io con lei: erano bellissime.
"Perfette, vero?" disse Eleanor sorridendoci.
"Sì... sì, lo sono!"
Lacrime cominiciarono a bagnarle il volto, facendole colare il trucco. Le presi il viso tra le mani e la baciai, cercando di asciugarle le lacrime.
Lei rise e mi fece vedere una foto in particolare.
"Questa la voglio in sala." disse.
"Certo, possiamo metterle ovunque tu voglia."
"Possiamo tenerle, mamma?" chiese ad Eleanor.
"Oh, certamente, Tesoro! Queste sono per voi, volevo che le vedeste prima che venissero mostrate in tutta la Francia e l'America!"
Blair mi strinse ancora la mano, chiudendo in fretta gli occhi, soffocando il solito gemito di dolore.
"Va tutto bene?" chiese Eleanor.
"America?" chiese Blair ignorando la domanda della madre.
"Oh, bé, sì. E' di questo che volevo parlarvi... Vedete, con l'arrivo della bambina, mi sono resa conto che sto per diventare nonna e che, stando a Parigi, non sarei in grado di vedere la mia nipotina tutte le volte che voglio. Voglio che sappia che esisto, non voglio essere una nonna-fantasma, che non è mai andata a vedere le recite scolastiche o che non ha mai portato la nipote al parco. Voglio esserci. Per voi, e per la bambina. Così, ho deciso di ri-trasferirmi qui a New York. Ci vorrà un po', ho ancora qualche conto in sospeso, in Francia, ma in un anno sarò qui per voi."
Vidi Blair sorridere felice e sorrisi anch'io con lei.
"Di conseguenza," continuò Eleanor. "La Waldorf Design tornerà più unita che mai! Non preoccuparti Blair" disse vedendo l'espressione improvvisamente infelice di Blair "non lavoreremo insieme. Tu continuerai ad occuparti della linea "giovani" e "classica", io seguirò quella per prémaman, bambini e signore di una certa età. Come me." disse sospirando.
Eleanor Waldorf di nuovo in città?
Che qualcuno ci aiuti.


Serena's POV
Erano passate ore da quando Blair era stata portata in ospedale. Erano quasi le cinque del mattino, e, ancora, non eravamo stati capaci di vederla.
Chuck ed Eleanor uscirono dalla porta, visibilmente stravolti.
"Hey, che succede?" chiesi.
"Cosa fate qui? Andate a casa a riposare." disse Eleanor preoccupata a me e Nate.
"Non ho intenzione di andare a casa quando la mia migliore amica sta per partorire." dissi decisa. "Che succede? Blair sta bene?" continuai.
Chuck chiuse gli occhi, per poi riaprirli sospirando. "Sì, sta bene. Ma il dolore la sta uccidendo. E sta uccidendo anche me." disse mostrandomi la mano, bendata.
"OMG, cos'è successo?" chiese Nate a Chuck, venendo accanto a me cingendomi la vita con il braccio.
"Blair." rispose lui semplicemente.
"E' stata Blair?!" chiesi stupita.
"Sì. Mi ha stretto la mano troppo forte." disse lui.
"Non ti facevo così debole, mate." disse Nate ridendo.
"Io non lo trovo così divertente, Nathaniel. Perché non vai tu a tenerle la mano?" chiese Chuck visibilmente irritato.
Calò il silenzio, che fu poco dopo interrotto da Evelyn.
"Ecco i caffé." annunciò. "Oh, li ho presi anche per voi." dissi a Eleanor e Chuck.
"Grazie, Evelyn cara." disse Eleanor sorridendo.
Chuck sospirò e mormorò un "grazie", sedendosi in una delle sedie lì accanto.
Evelyn si sedette accanto a lui, prendendogli la mano fasciata.
"Blair?" chiese.
Chuck annuì, appoggiando, sfinito, la testa sulla spalla di sua madre.
Sorrisi. Era strano vedere Chuck Bass comportarsi in quel modo con qualcuno che non fosse Blair Waldorf. Ero contenta per lui, ero contenta che avesse ritrovato sua madre.
Guardai Eleanor. "Come sta Blair?"
"Oh, è finalmente riuscita ad addormentarsi. Ma con il fatto che non sono stati in grao di farle l'epidurale, si sveglia in continuazione." rispose lei.
"Come mai non le hanno fatto l'epidurale?" chiese Nate.
"Temperatura troppo elevata." anticipò Chuck.
"Possiamo vederla?" chiesi incerta.
"Non adesso, Serena cara, lasciamola riposare un poco." rispose Eleanor.
Annuii e andai a sedermi con Nate accanto a Chuck.
"Come ci si sente? Stai per diventare padre." chiese Nate a Chuck.
Quest'ultimo si voltò lentamente verso di lui e rispose. "Stanco. E leggermente infastidito da una serie di domande idiote."
"Oh, scusa. Non te la prendere." rispose Nate.
Chuck sospirò e rispose "Scusami, Nathaniel. Sono solo stanco."
"Vado un secondo fuori. Mi accompagni?" chiese mio marito al suo migliore amico. (E' così strano dire 'mio marito'!)
Chuck annuì e, insieme, si alzarono e si diressero verso l'uscita.
Posai una mano sulla mia pancia.
"Chissà quando toccherà a noi." pensai felice.

Nate's POV
"Serena aspetta un bambino." rivelai non appena varcammo l'uscita.
Chuck si voltò verso di me e sorrise. "Il matrimonio, la gravidanza... Che c'è, Nathaniel, state cercando di imitare me e Blair? Senza offesa, ma non credo sia possibile."
Roteai gli occhi. Il solito Chuck Bass.
"Ah-ah, divertente." risposi sarcastico. "Non sono pronto."
"E chi lo è? Inoltre, tu sei molto più 'materiale da genitore' di me; tu e Blair avevate già deciso quanti figli avreste avuto, l'idea di diventare padre è da un po' che devi averla in mente."
sospirai. "Non è la stessa cosa, Chuck. Sapevo che io e Blair non saremmo mai arrivati a tanto. E poi, non ho mai davvero pensato all'idea di diventare padre. Sta succedendo tutto così in fretta, io e Serena ci siamo appena sposati!"
"Mi stai parlando di cose accadute troppo in fretta?" chiese sarcastico. "Ti ricordo che, quando io e Blair ci siamo sposati, lei era già incinta. E adesso che siamo sposati da neanche 5 mesi, lei sta per partorire. In anticipo."
Chuck aveva ragione, e lo ammiravo per questo. Aveva abbracciato l'idea di diventare padre con ottimismo e tranquillità.
"Se fossi in te, starei impazzendo. Non saprei nemmeno da che parte girarmi."
Vidi Chuck roteare gli occhi e ridere. Sapevo che stava pensando qualcosa di poco carino riguardo alla mia intelligenza. Ma lasciai perdere, ormai ci ero abituato.
Osservai il mio migliore amico, con il papillon slacciato, la giacca dello smoking spiegazzata, le mani in tasca, i capelli arruffati.
"Chuck, non sembri tu." dissi ridendo.
"Non dormo da quasi 24 ore Nathaniel, ovvio che non sembro io."
"Come ti senti?" chiesi serio.
"Ho paura, credo. Non sono pronto per questo. Io ho davvero il diritto di dire 'E' troppo presto'."
"Lo so." risposi semplicemente.
"Ma Blair è felice. E, per me, è tutto ciò che conta. Farei qualsiasi cosa per lei."
Sorrisi; quello era il motivo per cui Chuck e Blair erano, in un modo semplice e contorto allo stesso tempo, una coppia perfetta.
"Sapete già come la chiamerete?" chiesi innocentemente. Era da mesi che Serena cercava di scoprirlo.
"Sì. Ma non sperare di scoprirlo prima degli altri. E so che questa 'missione' ti è stata affidata da Serena, non credere che non sappia che la mia sorellina sta cercando, in ogni modo, di scoprire il nome della bambina." disse roteando gli occhi.
"Non è vero. Era una mia pura e semplice curiosità." dissi mentendo.
"Oh, per favore, Nathaniel. Ci conosciamo da 20 anni e credi ancora di riuscire ad imbrogliami? I'm Chuck Bass, pensavo l'avessi capito."
Ridemmo insieme, come ai vecchi tempi, finché la voce di Serena non ci interruppe.
"Chuck! Blair si è svegliata, ti sta cercando!" urlò Serena per farsi sentire.
Chuck sospirò nuovamente. "Sto cominciando a sospirare troppe volte, non credi?"
"Decisamente." risposi ridendo.
E, insieme, tornammo all'interno dell’ospedale.


Chuck's POV
Varcammo nuovamente le porte dell'ospedale, capitanati da una Serena fin troppo allegra, per quell'ora di notte.
"Hai trovato il fumo che nascondevo nella giacca?" chiesi ad una sorridente e quasi saltellante Serena.
"Cosa?! No!" rispose indignata.
"Hai, allora, trovato la fischetta di Scotch?"
"Chuck, no! Hey, non dovresti avere con te certe cose! Stai per avere un bambino! Cosa succederebbe se trovasse la tua fischetta o il tuo fumo?"
"Sarebbe battezzata come Bass." risposi semplicemente, sorridendo.
Serena roteò gli occhi, ed entrò nella stanza di Blair.
"Hey, B!" esclamò raggiante.
"Perché fa così, ha trovato il tuo fumo?" chiese irritata Blair.
Sorrisi compiaciuto: lei sì che era Blair Waldorf.
"No! Ragazzi, perché pensate che mi sia fatta qualcosa?" chiese quasi offesa Serena.
"Perché non c'è ALCUN motivo per essere felici in questo preciso momento, Serena!" disse urlando Blair, un po' per il dolore, un po' per il fastidio che la sua migliore amica le procurava.
"Perché no, B? Stai per avere un bambino, è splendido!"
"Splendido non è l'aggettivo che userei in questo preciso momento per descrivere la situazione." rispose sorridendo acida.
Serena continuò a sorridere come un'ebete.
"Cos'hai, Serena?!" esclamò Blair esasperata.
"Sono solo felice, B! Sono felice per il fatto che stai per avere la tua splendida... come hai detto che la chiamerete?" chiese innocentemente.
"Oh, no, non pensare di approfittarti di me solo perché sto soffrendo, S. Non verrai mai a sapere il nome della bambina prima del tempo debito!" urlò ancora, di dolore.
"Fa tanto male?" chiese Serena preoccupata.
"Oh, un po'. Vuoi provare?" chiese Blair sarcastica, stringendo le lenzuola.
"Tanto lo farà tra qualche mese." disse Nate senza pensarci.
Sia io che Serena lo fulminammo con lo sguardo.
"Cosa?! Sei incinta?" chiese stupita Blair a Serena.
"Sì!" esclamò Serena felice.
"Che c'è, state cercando di imitare me e Chuck?" chiese Blair.
Risi, pensando al fatto che Blair avesse detto le mie stesse identiche parole.
"OMG, ma cosa avete voi due che non va?" chiese Nate roteando gli occhi a me e Blair.
"Perché?" chiese Blair tutt'altro che divertita.
"Perché Chuck mi ha fatto la tua stessa identica domanda dieci minuti fa. Voi due siete perversi." rispose Nathaniel.
"Oh, sì, lo siamo. Anche perché tu e Serena non riuscireste mai ad imitare me e Chuck." disse soffocando un altro urlo di dolore.
"Grazie al cielo." mormorò Nate.
"Ti ho sentito, sai?!" sbottò Blair.
"Dico solo che di Blair & Chuck ne bastano due." ribatté Nate.
"Concordo!" disse Serena.
"Ovvio che concordi, Serena, tu e Nate condividete lo stesso cervello."
Io cominciai a ridere, guardando Nate e Serena scambiarsi uno sguardo perplesso.
Ad un certo punto, entrò il dottore in camera.
"Allora, come andiamo?" chiese sorridente.
"Oh, non so, lei cosa dice?!" chiese Blair irritata e sarcastica.
"Mhm... Volevo dirle che prenderà il mio posto la sua dottoressa. Sarà lei ad assisterla al parto."
"Grazie al cielo!" sbottò Blair.
"Mrs Robson si sta cambiando, sarà da lei tra 5 minuti."
"Meno." disse la dottoressa di Blair entrando nella stanza.
"Mrs Bass, Mr Bass." disse salutandoci con un cenno del capo.
"Salve, Mrs Robson."
L'altro dottore uscì.
"Direi che i vostri amici dovrebbero uscire ora." disse sorridendo rivolta a Serena e Nate. "Non credo vogliano assistere ad uno spettacolo simile."
Nate e Serena ci salutarono e, mano nella mano, uscirono in fretta dalla stanza.
"Idioti." mormorò Blair.
"Allora, Blair, come andiamo?"
"Fa male, Katie." disse con la voce di una bambina.
Katie Robson cominciò a sfogliare la cartella clinica di Blair, soffermandosi sugli appunti presi dal nuovo dottore.
"Vedo che non hanno potuto somministrarti l'epidurale a causa dell'alta temperatura." osservò.
Blair annuì.
"In effetti, è stato meglio così. E' rischioso procedere con l'epidurale quando la temperatura corporea è elevata.
"Ma io sto benissimo, dolore a parte! Non mi sento la febbre!"
"Il problema, Blair, è che l'epidurale fa alzare la temperatura, ed essendo già tu di... 37 gradi e 9, con l'epidurale diventeresti quasi 40, e direi che non è un rischio da correre."
Andai vicino a Blair, prendendole una mano.
"No! Non voglio farti ancora del male." disse lei quasi piangendo.
"Non preoccuparti, resisterò." le risposi sorridendo.
"Dunque, direi che ci siamo quasi. Manca poco, la dilatazione è quasi completa."
Blair urlò ancora di dolore.
"E, a quanto vedo, le contrazioni sono sempre più ravvicinate. Suppongo che, in meno di un'ora, sarete in grado di vedere la vostra bambina." Sorrise e uscì dalla stanza.
"Un'ora." sospirò Blair. "Ci credi, Chuck?"
"No." dissi sorridendo.
"Mi chiami Evelyn? Vorrei vederla un secondo."
"Certo." E, dandole un bacio, sulla fronte, uscii dalla stanza.

Blair's POV
Chuck uscii dalla sua stanza, il suo profumo ancora nell'aria. Un'altra doglia arrivò, facendomi urlare.
Mi sembrava di morire. Fin dall'inizio della gravidanza, avevo deciso che avrei fatto l'epidurale. Avrei provato le gioie del parto senza dolore.
Quella notte, ero riuscita a chiudere occhio solo per 20 minuti. Ero sfinita, non ce la facevo più.
Non c'era un modo più semplice per partorire che non implicasse il tagliarmi la pancia o il farmi patire le pene dell'inferno? Evidentemente no.
Vidi Evelyn entrare nella stanza sorridendo, e avvicinarsi al mio letto. Mi accarezzò la testa con fare materno e, dolcemente, mi chiese "Come stai?"
"Evelyn, sono stanca. E fa male."
Evelyn rise leggermente, prendendo posto nella sedia accanto a me.
"Voglio raccontarti una storia." disse lei.
Annuii, come per dirle di procedere.
"Era il 19 maggio del 1991. Io e Bart stavamo passeggiando in riva al mare, la mattina presto. Stavamo parlando dei nostri progetti futuri, della casa dove saremmo andati ad abitare, dei posti che avremmo potuto visitare insieme al nostro, non ancora nato, bambino. Ad un certo punto, cominciai ad avvertire dei fortissimi dolori alla pancia. Bart mi portò immediatamente all'ospedale, minacciando di farlo chiudere se non mi avessero curata immediatamente. Venni portata in una stanza. Avevo la febbre alta, e il bambino era tachicardico. Mi dissero che avrei dovuto partorire non appena le contrazioni si sarebbero fatte più ravvicinate. Nel caso qualcosa non fosse andato come previsto, avrebbero operato."
Ero completamente nel discorso di Evelyn, la mia attenzione completamente catturata dalle sue parole.
"Dovetti aspettare quasi 48 ore. Fu un parto lungo, difficile, e molto, molto, doloroso. Ma quando vidi il mio bambino, capii che ne era valsa la pena." disse Evelyn sorridendo. "Adesso fa male, Blair. E, ti posso assicurare, al momento del parto sarà ancora peggio. Ma resisti. Quando vedrai la tua bambina, capirai tutto. Vuoi un consiglio?"
"Certo." risposi annuendo.
"Osserva il volto di Chuck, una volta che avrà preso in braccio la bambina. Quella sì che è davvero una delle sette meraviglie del mondo."
Sorrisi, ma venni bloccata dal dolore.
"Ti lascio un po' da sola ora."
Annuii, respirando profondamente: sentivo che il momento stava arrivando.
"Mi chiami Chuck, per favore?" chiesi.
"Certo, tesoro."
Mi sorrise un'ultima volta ed uscii.

Erano passate quasi due ore. Il dolore stava diventando davvero insostenibile e, secondo la dottoressa, si trattava di meno di un'ora.
Chuck era seduto sulla sedia accanto a me, addormentato. Non me l'ero sentita di svegliarlo, sembrava così sfinito...
Avevo contrazioni ogni due minuti, e la dottoressa mi stava preparando per il parto.
Chuck si svegliò di scatto, non appena mi sentì urlare.

 

Chuck's POV
La sentii urlare e mi alzai di scatto. Non potevo credere di essermi addormentato!
"Waldorf, scusami, non volevo addormentarmi." dissi prendendole la mano.
"Non fa niente!" disse lei tra le grida.
"Mr Bass, la stiamo portando in sala parto. Deve prepararsi per assistere."
Guardai la dottoressa, in panico. Prepararmi per far nascere mia figlia?
"Mr Bass, faccia in fretta." disse dandomi un camice.
Indossai l'orrendo camice ospedaliero in fretta, tornando il più in fretta possibile al fianco di Blair.
Le diedi la mano, quella non ferita, e cominciai a seguire le infermiere, che stavano portando la barella in sala parto.
Quello che accadde dopo fu tutto molto frenetico.
"Ok, Blair, quanto senti una contrazione, comincia a spingere. Chiaro?" disse Katie Robson.
"Sì." disse Blair tra le grida e il pianto.
"Coraggio, Blair, ce la puoi fare!" disse la dottoressa.
Vidi Blair, sforzarsi di spingere, le lacrime che le scendevano sul viso.
"Waldorf, respira." le dissi agitato.
"Respira?! Respira?!? Sto per far uscire una palla da bowling dal mio corpo e tu mi dici di respirare?! Ti odio! E' tutta colpa tua!"
"Continua così, Blair."
"E' colpa tua se mi trovo in questa dannatissima situazione!" urlò Blair stringendomi la mano e urlando.
"Ti odio, ti odio, ti odio, ti odio!" continuò.
"Odiami, ma stai facendo un ottimo lavoro."
Blair gridò ancora.
"Vedo la testa!" annunciò la dottoressa.
"Non ce la faccio. Chuck, non ce la faccio." disse piangendo disperata. "Non uscirà mai di lì!"
"Waldorf, mi prendi in giro? E' di te che stiamo parlando, non c'è niente che tu non possa fare." dissi accarezzandole la testa.
"Questa è la tua battuta!" ribatté lei irritata.
"Spingi, Blair!" ordinò la dottoressa.
Blair gridò ancora.
"Vorrei che ci fossi tu al mio posto!" urlò lei.
"La prossima volta, Waldorf, la prossima volta." risposi cercando di non lamentarmi per la mano, che stava per essere letteralmente distrutta.
"Prossima volta?!"
Blair urlò. "Non ci sarà un prossima volta! Hai capito, Bass? Niente prossima volta! Ahh!" disse urlando.
"La testa è fuori, Blair, un ultimo sforzo."
"Non ce la faccio." disse Blair singhiozzando.
"Blair, guardami." le ordinai.
Lei mi guardò piangendo.
"Un ultimo sforzo e poi avrai la tua Charlotte tutta per te."
Gridò ancora.
"Ultimo sforzo, Blair, ancora una spinta."
Blair spinse con tutta la forza che possedeva e, insieme a lei, mi ritrovai anch'io a gridare.
"Congratulazioni, è una femmina!"
Blair rise felice, con le lacrime agli occhi, guardando la bambina.
"Vuole tagliare il cordone ombelicale?" mi chiese la dottoressa.
"Io-" comincia.
"Fallo, Chuck." disse tra la risata e il pianto.
Vidi la mia bambina e tagliai il cordone ombelicale. Rimasi come pietrificato.
"Congratulazioni, papà." disse Blair ridendo.
Da quel momento in poi, sarei stato padre per tutto il resto della mia vita.
Mi voltai verso Blair, pronto per risponderle: la trovai profondamente addormentata.
Le diedi un bacio sulla fronte e sorrisi.

Ero davanti alla vetrata della nursery dell’ospedale. Osservavo Charlotte, la più bella tra tutte, dormire nel lettino centrale. La bambina più bella, era ovvio che venisse messa al centro.
Non avevo ancora avuto il coraggio di entrare, di prenderla in braccio.
Vidi qualcuno avvicinarsi a me, mia madre.
“Charlotte” sussurrò. “E’ un nome splendido.”
“Charlotte Evelyn Amelie Bass.”
Mia madre si voltò verso di me, guardandomi a bocca aperta.
“Charles, non avresti dovuto.” disse lei.
"L'ha scelto Blair." dissi sorridendo.
"Sono felice. Sono felice di essere qui con te a condividere questo momento; sono felice di essere qui con te e Blair e, in modo più particolare, sono felice di vedere la splendida persona che sei diventata."
"Grazie, mamma."
Lei mi sorrise e mi strinse in un abbraccio.
"L'hai già presa in braccio? mi chiese.
"Oh, no. Voglio che sia Blair la prima a farlo.
"Bene, perché voglio essere IO la prima farlo." disse Blair, arrivando all'improvviso da dietro l'angolo.

Il suo sorriso illuminava l'intero corridoio. Indossava una camicia da notte pulita e una vestaglia coordinata, i capelli color cioccolato lasciati sciolti. Ai piedi aveva delle ciabatte da camera, perfettamente coordinate all'abbigliamento e, nonostante avesse due profonde occhiaie, non potei che trovarla bellissima.

"Cosa fai tu qui? Devi riposare." le dissi andandole incontro.
"No, sono stanca di riposare. Voglio vederla." mi guardò negli occhi sorridendo.
Capivo cosa voleva dire.

Blair's POV
"Vi lascio." disse Evelyn sorridendo, mettendo una mano sulla spalla di Chuck.
"Congratulazioni, Blair; è splendida."
Le sorrisi e lei se andò.
Chuck mi prese per mano e mi portò davanti alla grande vetrata.
La riconobbi subito.
"OMG" sussurrai.
"Già."
Sentii qualcosa sulla mano di Chuck e la tirai su per vedere. Quella mano era, infatti, quella che gli avevo "distrutto".
"Fa tanto male?" chiesi preoccupata.
"No, non più."
Ci sorridemmo a videnda e tornammo a concentrarci sulla bambina.
"E' splendida." dissi sorridendo.
"Come te."
Appoggiai la testa sulla spalla di Chuck e lui mi mise un braccio intorno alle spalle, baciandomi sulla fronte.
Un'infermiera si avvicinò al lettino della piccola.
Entrambi scattammo alla vista della nostra Charlotte presa in braccio da qualcuno.
La donna uscii dalla nursery con la bambina in braccio e ci sorrise.
"Mr e Mrs Bass?" chiese.
Entrambi annuimmo, gli occhi fissi sulla bambina.
"Ecco." disse l'infermiera porgendomi Charlie.
La presi tra le mie braccia, e tutto ebbe finalmente un senso.
"Ciao..." dissi ridendo alla piccola creatura tra le mie braccia. Le diedi un bacio sulla fronte e sorrisi.
Era perfetta. Ed era la copia esatta di Chuck.
Mi voltai verso Chuck, che ci stava guardando sorridendo, come non l'avevo mai visto fare prima.
Gli sorrisi e feci come per dargli la bambina.
"E' meglio di no." disse lui allontanandosi di un passo.
"Perché no?" chiesi fingendomi dispiaciuta. Come se lui non se ne accorgesse.
"Ho paura di farle del male. Non ho mai tenuto in braccio un bambino."
"Ricordati di sorreggerle la testa. Questo è l'importante." dissi sorridendo mentre gli mettevo la bambina tra le braccia.
"Oh!" disse lui non appena Charlotte fu in braccio a lui.
Mi appoggiai al suo braccio, guardandolo in viso, come Evelyn mi aveva suggerito di fare.

I suoi lineamenti si erano addolciti, il suo sorriso era puro e semplice, non il solito sorriso alla Chuck Bass. Gli occhi brillavano ed erano come catturati da Charlotte.
"E' bellissima." disse ridendo, quasi stupito.
"Ovvio che lo è. Ti aspettavi qualcosa di diverso da noi?"
Lui mi sorrise e tornò a guardare la bambina.
"E' uguale a te." disse.
"Oh, smettila, Bass. Sappiamo entrambi che è esattamente la tua copia. Anche a poche ore dalla nascita." dissi roteando gli occhi.
Se adesso gli assomigliava così tanto, chissà quando sarebbe cresciuta.
Chuck rise. "Avrà i tuoi capelli, me lo sento. E anche i tuoi occhi."
"Speriamo abbia anche il mio carattere."
"Ahh, no." dissentì Chuck. "Lei è una Bass. Ce l'ha nel sangue."
Risi e continuai a guardare padre e figlia per qualche istante.
Quella sì che era una delle sette meraviglie del mondo.

Eravamo in camera di Blair, entrambi stesi sul suo letto; la bambina era in braccio a Blair e ci stava guardando curiosa.
Io e Blair avevamo parlato per ore a proposito di cosa avrebbe preso da noi, arrivando al risultato che, secondo noi, Charlotte sarebbe, alla fine, stata il perfetto mix di entrambi.
Bussarono alla porta e Serena, Nate, Eleanor, Evelyn, Lily e Cyrus entrarono.
"Ohhh, ma è bellissima, B!" disse Serena correndo vicino a Blair per guardare meglio Charlotte.
"Grazie, Sis." le risposi sarcastico.
Lei mi schioccò uno sguardo e continuò a guardare la bambina.
"Posso prenderla?" chiese sorridente a me e Blair.
"Sì. Ma fai attenzione." disse Blair preoccupata.
Serena prese la bambina in braccio e, sorridendo, la portò vicino a Nate.
"E' perfetta." disse Serena.
"Oh, sì, lo è. Dieci dita alle mani, dieci dita ai piedi." dissi.
Tutti cominciarono a ridere e io mi alzai dal letto, per andare ad abbracciare le tre nonne e, sfortunatamente, anche Cyrus, che mi trattenne nel'abbraccio per più di due minuti.
Mi avvicinai a Nate, che mi mise una mano sulla spalla e mi disse "Congratulazioni, mate."
Gli sorrisi e risposi "Grazie".

 

Blair's POV
"Posso prenderla in braccio?" chiese Nate a me e Chuck.
"Sì, ma fai davvero attenzione, Nathaniel. Sorreggile la testa." disse Chuck preoccupato.
"Così?" chiese Nate mentre cercava maldestramente di tenere in braccio la bambina.
"Nathaniel, la testa, è troppo piccola per tenerla su da sola."
Un Chuck molto agitato guardava spaventato Nate, in preda ad un disperato tentativo di tenere in braccio la bambina. Ad un certo punto, Chuck, esasperato, prese delicatamente la piccola dalle braccia del suo migliore amico, leggermente dispiaciuto per non essere stato in grado di prendere la piccola in braccio.
"Non preoccuparti, hai tempo per imparare." disse Chuck, con gli occhi incollati a quelli della bambina.

 

Passò qualche giorno e io e Chuck fummo in grado di andare a casa con la bambina. I primi giorni (o meglio, mesi) furono terribili, io e Chuck dormivamo a mala pena due ore per notte.
Charlotte Evelyn Amelie Bass era una Bass in tutto e per tutto, a quanto pareva.
Oh, i Bass; la mia maledizione.
Una bella maledizione.

 


*1107: Perché è il nome dell'episodio Victor, Victrola :D 1x07.
*2
Sorriso: Quando, rivolta a Chuck Bass, dico sorriso, intendo il suo solito sorriso. Ripeterlo ogni volta mi sembra una ripetizione inutile :S In inglese, userei il verbo to smirk, che in italiano significa "Sorridere furbescamente, sorrisetto compiaciuto", ma non mi piace il suono di "sorridere furbescamente" in italiano xD Scusate ._.

Note generali: Potrei aver fatto qualche errore medico nel momento del travaglio; vorrei scusarmi a questo proposito, ma non avendo studiato medicina e non essendomi mai trovata in una situazione simile, ho cercato di documentarmi come meglio potevo; spero, comunque, che il risultato non sia stato troppo banale o ridicolo. Non era certamente la mia intenzione!


Ringraziamenti:
feffixoxo: Sono contenta di sapere che avresti afferrato la cosa del 7 ottobre! :D Per quanto riguarda la questione, invece, dell'accessorio, in verità, ho collegato perché sono talmente fissata con i Chair, che so tutte le loro citazioni a memoria XD Potrei recitarti il loro ultimo dialogo nella 2x25, se me lo chiedessi XD Limo, luogo di culto! U_U Ci sta :D Grazie per la recensione! *-*
ary_gg: Figurati, nessun ritardo! IO sono in ritardo! :D Sono contenta che ti sia piaciuto e spero di averti risolto il dubbio Nate-Serena :D Grazie mille per la recensione, un bacione! (:
ph1234567: Ohhh, ti capisco, io non vedo l'ora che quei due abbiano un figlio anche nello show! :D Anche se temo dovremo aspettare secoli -.-" Grazie per la recensione, sono contentissima che ti sia piaciuto! :D xxx!
ele_06: Eeeele, ma io ti adoro, lo sai (: E non sono monotoni le tue recensioni, sono i miei ringraziamenti che sono sempre gli stessi, ahah! XD Mi fa mooolto piacere sapere che ti sia piaciuto il capitolo (: e sono anche contenta di sapere che sei contenta che ti saranno i seguiti! :D (ma che grammatica XD). Un bacione e grazie ancora! :D
Fiby Cullenina: Grazie diecimilamigliardi per la recensione! Sono contenta che ti sia piaciuto il capitolo e sono anche contenta che tu l'abbia trovato divertente! :D Grazie, inoltre, per il "Sei una grande"! *-* Troppo gentile :D Un bacione e spero apprezzerai anche questo capitolo :D

Grazie mille anche ai lettori, a coloro che la seguono e a coloro che l'hanno messa tra i preferiti!
Ci vediamo per l'epilogo!

xoxo, C

 

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Capitolo 24
*** Epilogo - Oh! Forever ***


AN: Eccoci all'epilogo della storia (:
Siamo al Giorno del Ringraziamento, un anno e (circa) un mese dopo la nascita di Charlotte.
GRAZIE a tutti per avermi seguito fino in fondo, faccio fatica ad esprimere quanto vi sia grata (:
Vi comunico che, dopo questo capitolo, ne aggiungerò un altro dove:
• Risponderò alle recensioni; (modificherò la pagina, qualora dovessero esserci ulteriori recensioni dopo la pubblicazione di questo capitolo)
• Farò ringraziamenti vari;
• Vi darò informazioni sul sequel (o sui sequel, dovrei dire. Il terzo però arriverà molto dopo);
• Presenterò alcuni miei progetti (e ho una proposta da farvi :D);
• Varie ed eventuali;
Ringraziamenti in fondo.

 

Capitolo 24

Epilogo

Oh! Forever

 

Blair's POV

"Cosa ne pensi, Charlie?" dissi mostrando a Charlotte due vestiti. "Quale preferisci?"
La bambina, seduta sulla poltrona della cabina armadio, rise e battè le mani felice, muovendo i corti boccoli color cioccolato, come i miei, che le incorniciavano il visino roseo, con le guancie perennemente rosse. Indicò il vestito alla mia destra e disse "Sì."

Aveva imparato a dire qualche parola, tra cui "Mamma", "Papà", "Sì" e "Challi Bass", che era il suo modo di dire "Charlie Bass". La prima volta che pronunciò la parola "mamma", mi vennero le lacrime agli occhi e cominciai a battere le mani entusiasta. Ovviamente, la prima parola da lei pronunciata era stata "papà", parola che esclamò quando Chuck, tornato da un viaggio di lavoro, varcò la porta di casa e trovò Charlie che, seduta sul tappeto della sala, giocava tranquilla. Io e Chuck, pietrificati, ci guardammo negli occhi, ben consapevoli del fatto che quella fosse la sua prima parola in assoluto. Mi sedetti accanto a lei e cominciai ad agire come la perfetta mamma orgogliosa della propria prole, complimentandomi con lei per la sua bravura. Chuck, invece, rimase in piedi davanti a noi, con la bocca semi aperta, e completamente stupito. Erano due le persone in grado di stupire Chuck Bass, e sua figlia di un anno era una di quelle.

"Hai ragione, questo è meglio." annuii sorridendo, mettendo da parte uno dei due vestiti e cominciando ad indossare quello che tenevo in mano.
Scelsi le scarpe e gli accessori, passando un ultimo secondo davanti allo specchio per controllare il trucco, che, ovviamente, era perfetto. Mentre mi stavo sistemando l'ultimo ciuffo di capelli, sentii qualcuno aggrapparsi al mio vestito. Abbassai lo sguardo e sorrisi, vedendo Charlotte che mi sorrideva mostrando i pochi dentini che aveva. Poteva essere più bella?
"Vuoi guardarti anche tu? Sappi che non ne hai bisogno, sei assolutamente perfetta." le dissi prendendola in braccio.
"Siete entrambe assolutamente perfette." precisò Chuck entrando nella stanza e raggiungendoci, accarezzando Charlie e dandomi un bacio sulla testa.
"Anche papà è perfetto, vero Charlie?" chiesi alla bambina, che, in risposta, esclamò un "Sì!".
Io e Chuck ci trovammo come ipnotizzati a quella vista. Charlotte era cresciuta talmente tanto, negli ultimi mesi, che ci spaventava. A volte avremmo voluto che si bloccasse il suo processo di crescita, così da farla rimanere piccola per sempre, così da impedirle di diventare troppo grande per essere presa in braccio. Ma questo era, purtroppo, impossibile.

I primi mesi di vita di Charlie erano stati un inferno. Non dormiva e continuava a piangere, portando all'esasperazione sia me che Chuck. Più di una volta mi ero sentita un fallimento completo come madre, poiché non riuscivo nemmeno a farla calmare, a farla dormire un po' la notte. Chuck si era preso un mese dal lavoro per aiutarmi a casa, non volendo lasciare la bambina in mano ad una tata. Entrambi avevamo deciso all'unanimità di crescere nostra figlia senza l'aiuto di governanti; l'avremmo cresciuta noi, dandole l'affetto che i nostri genitori ci avevano più volte negato quando eravamo piccoli. Non volevamo diventare come loro, che vedevano i loro figli solo la sera tardi, senza mai giocare con loro, senza prestare ascolto a ciò che dicevano. Avevo rinunciato a buona parte del mio lavoro, ma ancora potevo svolgere i miei incarichi da casa. Anche se, per i primi tre mesi, non riuscii nemmeno a toccare il computer per vedere le mail.
Dopo quel periodo buio, dove io e Chuck avevamo temuto di impazzire, Charlotte cominciò a dormire più frequentemente, diventando più "trattabile". Mia madre, ogni volta che ci veniva a trovare, cominciava a ridere, dicendo che Charlie era uguale a me quando avevo la sua età. Mi stupivo di essere sopravvissuta.

Chuck mi mise un braccio intorno alla vita, sussurrandomi nell'orecchio.
"Siete davvero splendide, ma se non vi sbrigate, il nostro 'elegantemente in ritardo', diventerà 'abbiamo perso la cena'." mi disse sorridendo.
"Ma noi siamo pronte." gli risposi sorridendo, guardando come Charlie osservava Chuck, completamente ammaliata.
Uscimmo tutti e tre dalla stanza e ci avviammo verso la sala, dove Elda aveva già tirato fuori le nostre giacche per uscire.
"Ci saranno proprio tutti stasera?" chiesi a Chuck innocentemente, mentre infilavo il cappotto verde scuro a Charlie.
"No, non preoccuparti, Jenny rimarrà da sua madre. Lily mi ha detto che dopo l'arresto, si sente a disagio a presentarsi qui."
"Ci credo, io mi vergognerei se fossi in lei." dissi acida.
"Blair." sospirò Chuck guardandomi, mentre si chiudeva la giacca.
"No, è vero, Chuck. E non cercare di difenderla, perché sai bene che potrei diventare parecchio suscettibile al riguardo. Più quella sta lontana da Manhattan, meglio è. Che vada a spacciare la droga da qualche altra parte."
Finii di sistemarmi la sciarpa dentro il cappotto e, prendendo in braccio Charlie, salutai Elda; ci dirigemmo fuori dall'edificio, dove la limo ci aspettava per condurci a casa di Lily, dove si sarebbe tenuta la solita cena del Ringraziamento. Era, infatti, ormai una tradizione festeggiare quella festività in casa Van der Woodsen, così come era tradizione celebrare il Natale a casa Bass, Capodanno a casa Archibald, Pasqua a casa Waldorf e il 4 Luglio agli Hamptons.
Entrammo nella limo, prima Chuck, poi io e Charlie. La bambina, di solito, veniva sistemata sul suo seggiolino ma, per quella volta, decidemmo di lasciarla libera, in braccio a me.
Voltai Charlotte verso di noi, in modo che potessimo guardarla in faccia.

Charlie era la bambina più bella e allegra che avessi mai visto. Sorrideva e rideva sempre ed era sempre talmente vivace ed energica che, a volte, facevamo fatica a starle dietro. Era tremendamente intelligente e, già alla sua età, presentava una strana passione per la moda. Adorava passare il suo tempo nell'armadio mio e di Chuck, giocando con i miei vecchi cerchietti e con i papillon del padre. Adorava indossare vestitini e voleva essere sempre pettinata come me. Era indubbiamente nostra figlia.

Charlie ci guardava sorridendo, stringendo con la sua piccola manina il mignolo di Chuck. Si voltò verso di me e scosse la testa: segno che il fermaglio che aveva tra i capelli le dava fastidio.
"Vuoi che ti metta a posto il fermaglio?" chiese Chuck.
"Ovvio che no, è compito della mamma." dissi orgogliosa, togliendo delicatamente la molletta con piccoli diamanti dalla sua testolina, per poi rimettergliela proprio come voleva lei.
Mi sfoderò un enorme sorriso e provò ad alzarsi in piedi.
"Tesoro, non credo sia una buona idea qui nella limo." le dissi aiutandola, comunque, a mettersi in piedi.
Lei rise e prese un boccolo dei miei capelli tra le mani. Ci giocò un po', seguendo il giro del ricciolo.
"Sei così una Waldorf, Charlotte Evelyn Amelie Bass." disse Chuck scuotendo la testa.
La bambina rise ancora, disse un "Papà" e si voltò verso il padre, aprendo le braccia e gettandosi al collo, affondando la testa nella spalla di Chuck.
"Suppongo che questa sia la risposta." dissi arrendendomi.
Quando si trattava di Chuck, non potevo vincere. Charlotte era perdutamente innamorata di suo padre, tanto che a volte sembrava preferisse lui a me. Ovviamente, sapevo che non era così, ma il modo in cui lo guardava, mi faceva invidiare la totale ammirazione che la bambina provava nei suoi confronti. E poi, era così bello vedere Chuck con lei!
Chuck la sostenne sotto le ascelle, in modo da aiutarla a stare in piedi. Charlie appoggiò le manine sulle guance di Chuck, avvicinando il viso al suo, in modo da trovarsi a pochi centimetri di distanza.
Si guardavano negli occhi, sorridendo. Il modo in cui Chuck guardava sua figlia era unico, non l'avevo mai visto guardare nessuno così.
Poi, Charlotte diede un bacio sul naso a Chuck, e lui cominciò a ridere.
"Comincio a pensare che ti preferisca a me." dissi fingendomi offesa.
"Sai bene che non è vero." disse senza perdere il contatto visivo con Charlie.
Roteai gli occhi e sorrisi; neanche mi guardava!
"Dici?" chiesi ridendo.
"Certo. E' solo che è per il 50 per cento una Waldorf: è attratta da me, legami chimici."
"Legami chimici, eh?"
Charlie alzò la testolina lentamente e mi guardò, consapevole del fatto che suo padre aveva concentrato un po' della sua attenzione su di me.
Mi sorrise. Ma non il solito sorriso. Mi sfoderò un vero e proprio sorriso alla Chuck Bass. A un anno!
"Chuck." dissi ridendo.
Lui si voltò verso di me, guardandomi.
"Tua figlia mi ha appena fatto il tuo sorriso."
E anche Chuck sfoderò il suo sorriso.
"Due in una sola limo? Non credo di potercela fare."
Charlie aprì un braccio verso di me, come per dirmi di avvicinarmi.
Lo feci e lei strinse me e Chuck in un abbraccio, facendoci ridere. Ci liberammo dalla debole stretta e diedi un bacio sulla guancia della bambina.
"Tu, Charlotte Bass, sei meravigliosa."
Charlie sorrise ancora e si sedette in mezzo a me e Chuck, prendendoci entrambi per mano.

Arrivammo pochi minuti dopo a casa Van der Woodsen. Entrando nell'atrio, tenendo il braccio destro di Chuck, notammo Dan e Vanessa che discutevano animatamente in un angolo. Alzai un sopracciglio nel vedere il modo in cui quella ragazza si era vesita. Indossava un orrendo abito a stampe floreali, con degli stivaletti neri che non erano per niente coordinati al resto dell'abbigliamento. Ma a cosa pensava, mi chiedevo, Vanessa Abrams quando doveva vestirsi?
Poi, guardai Humphrey, con un altrettanto orrendo completo grigio. Quei due si erano totalmente trovati.
Guardai Chuck, nel suo perfetto completo Armani con il papillon verde scuro e fazzoletto coordinato nel taschino. Poi, osservai me e Charlie, che indossavamo entrambe un vestito verde scuro, con il cappotto del medesimo colore. Ovviamente, i vestiti non erano uguali, ma andavano perfettamente d'accordo. Eravamo tutti e tre perfettamente raccordati, come, del resto, era naturale che fossimo. I Bass coordinano sempre i loro colori.
Charlie indicò Dan e sorrise. Quest'ultimo si voltò verso di noi e abbozzò un sorriso, ignorando le nostre facce divertite.
"Hey, Charlie." disse salutando la bambina, che era in braccio a Chuck.
Charlotte sventolò la manina e sorrise ancora.
"Humphrey." disse Chuck salutandolo con un cenno del capo.
Io mi limitai ad alzare le sopracciglia e poi sorridere alla "Queen Bee". Nonostante tutti gli anni passati, e nonostante ormai considerassi Dan Humphrey una specie di famigliare (era, in fondo, il fratellastro di Chuck), ancora non riuscivo a vederlo in buona luce. Forse per il fatto che fosse fratello di quel disastro di Jenny Humphrey, o forse perché avesse provato più volte di riprendersi Serena (invano) mentre lei stava con Nate, ma Dan Humphrey era proprio una di quelle persone che faticavo a tollerare.
Seguii Chuck verso l'ascensore e raggiungemmo l'attico dei Van der Woodsen. Non appena entrammo, mia madre ci venne incontro a braccia aperte.
"Dov'è, dov'è l'ottava meraviglia dell'Universo?" chiese puntando verso Charlie.
La bambina sorrise e stese le braccia verso di lei.
Che ruffiana che era, pensai divertita.
"Ohh, la mia nipotina preferita!" disse Eleanor prendendo Charlotte dalle braccia di Chuck.
"E' la tua unica nipote." precisai sorridendo.
"Che differenza fa? E' sempre la mia preferita." disse dandole un enorme bacio sulla guancia. "Vieni, tesoro, andiamo di là da nonno Harold, Cyrus e Roman. Mamma e papà ti portano sempre in ritardo."
Andò verso il salotto, dove mio padre e Cyrus stavano ridendo come due vecchi compagni di scuola. Avanzammo verso l'interno della casa, cominciando a slacciarci i cappotti.
"Charles, Blair!" esclamò Lily scendendo dalle scale. "Che bello che siete qui! Ma dov'è Charlie?"
Ci abbracciò ed attese una nostra risposta
"Eleanor." rispondemmo io e Chuck all'unisono.
Lily rise e, mettendo una mano sulla spalla di Chuck, disse. "Come biasimarla? Vostra figlia è troppo bella, per non volersela godere un po'!"
Sorridemmo alla gentilezza di Lily, mentre la governante ci toglieva i cappotti.
"B!" esclamò Serena venendomi incontro e stringendomi in un abbraccio soffocante.
"Ciao, S!" le risposi.
"Hey, dov'è Charlie?" chiese lei mentre abbracciava Chuck.
"Ok, Blair, cara, devo dirtelo: quella bambina è un capolavoro." disse Eleanor venendo verso di noi, indicando il salotto, dove Charlotte stava ridendo con Cyrus e i suoi altri due nonni.
"Lo sappiamo." disse Chuck orgoglioso.
"Ha le doti ammaliatrici dei Waldorf, questo è sicuro." esclamò Eleanor entusiasta.
"Serena, credo che Roy abbia fame." disse Nate camminando lentamente, con il piccolo Royal Benjamin Archibald, di 6 mesi circa, tra le mani.
"Ohhhh!" dissi andandogli incontro. "Hey, Roy, sono zia Blair." sussurrai sfiorandogli una guancia con il pollice. "Ma come sei cresciuto..."
Roy fece dei versetti felici e mi sorrise.
Ricambiai il sorriso e mi allontanai, vedendo Serena avvicinarsi per prenderlo in braccio.
"E' cresciuto tanto, vero?" disse sorridendo prendendo Roy in braccio.
"Decisamente! E pensare che l'ho una settimana fa, l'ultima volta."
"Oh, lo stesso per Charlie! Cresce a vista d'occhio, quella bambina. E diventa sempre più bella."
Ci avviammo verso la cucina, dove Serena aveva già preparato la cena per Roy.
Vidi mio padre raggiungermi, con un ampio e luminoso sorriso stampato sul volto. "La mia Blair Bear!"
Ci abbracciammo e lui mi accarezzò la testa.
"Mi sei mancata tanto. E anche Charlie! Sembra ieri che eravamo in ospedale per la sua nascita!"
Annuii, ben consapevole di quello che mio padre intendeva.
"Lo so, crescono in fretta." dissi lanciando uno sguardo a Charlie, ora impegnata con Chuck e Nate.
"Ti va di fare un giro per la casa con me?" chiese mio padre sorridendo.
Quando mi faceva proposte del genere, era perché aveva bisogni di parlarmi di qualcosa. Sapevo che prima o poi questo momento sarebbe arrivato, poiché, ogni volta che veniva a trovarci, ritagliava dieci minuti del suo tempo per parlarmi in privato, lontano da Roman, dagli occhi osservatori di Chuck e dal resto della nostra famiglia.
Lo presi sotto braccio e, insieme, ci dirigemmo verso il corridoio.
"Allora..." cominciò.
"Sì, sto bene, papà." dissi sorridendo, anticipando la domanda di mio padre.
Lui mi guardò, sorrise e riabbassò la testa.
"Mi manchi tanto, sai? Mi manca non poterti vedere ogni giorno." disse lui.
"Oh, anche a me."
Camminammo in silenzio per qualche secondo, fino a quando mio padre non si fermò, voltandosi verso di me.
"Sei felice, Blair Bear?" mi chiese, con lo sguardo carico di preoccupazione. Eppure, sapeva già la risposta.
"Sì."
"Si vede."
Mi sorrise e continuammo il nostro giro come se, invece di trovarci in un appartamento newyorkese, ci fossimo trovati a Parigi, passeggiando accanto alla Tour Eiffel.

 

 

Chuck's POV

Osservavo mia figlia, che stava sostenendo una discussione animata, in una lingua solo da lei comprensibile, con me e Nathaniel. Il modo in cui arricciava il labbro quando si accorgeva che non la stavamo capendo, il modo in cui muoveva la sua testolina per far danzare i corti riccioli castani, il modo in cui sorrideva per far notare a tutti che, sì, i dentini le stavano crescendo, non faceva altro che ricordarmi Blair. Charlie era davvero il perfetto mix di entrambi, sebbene fisicamente (e, talvolta, caratterialmente) avesse caratteristiche riconducibili più a me che a Blair.
Annuivo, sfonderandole il mio sorriso alla Chuck Bass, per darle l'impressione di star ascoltando tutto ciò che diceva.
"Mate, cosa sta dicendo?" chiese Nathaniel perplesso.
"Non ne ho idea."
Scossi la testa sorridendo, continuando ad osservare Charlotte che guardava me e Nathaniel, parlando probabilmente di una questione, ai suoi occhi, di fondamentale importanza.
"E' tua figlia, dovresti capire ciò che ti dice." disse, spero, per prendermi in giro.
Roteai gli occhi per la sua stupidità.
"Tu capisci quello che Roy dice quando fa dei versi?"
Nate mi guardò, con gli occhi persi in un punto non ben definito del mio viso.
"Ok, ho capito." disse alla fine.
"Sì!" esclamò Charlie arrabbiata.
"Scusa, Charlotte, hai ragione."
Le feci il mio sorriso e lei ricambiò, per poi ricominciare a parlare.
"Nate!" chiamò Serena.
"Charlie, devo andare. Scusa." disse Nathaniel alzandosi e dileguandosi, dando prima una carezza sui capelli di mia figlia.
"Zio Nate è stupido, lascialo perdere."
"Stupido." ripeté la bambina.
No, non poteva essere. Tra tutte le parole dette, aveva, giustamente, imparato quella meno consona.
"No, Charlie." le dissi, fingendomi serio.
Charlotte inarcò un sopracciglio. L'avevo appena detta io quella parola, ci arrivava anche lei.
"Papà stupido?"
"Charlotte, è una brutta, brutta parola. Mamma si arrabbierebbe moltissimo, se ti sentisse."
"Mamma stupido?" chiese la bambina, perplessa.
"Mamma, cosa?" chiese Blair, con le mani sui fianchi, venendoci incontro.
"Assolutamente nulla, Waldorf." dissi indifferente, rilassandomi contro lo schienale del divano.
Guardai Charlie, facendole un sorriso complice. Lei ricambiò, per poi voltarsi verso Blair e dirle "Papà stupido."
Chiusi gli occhi per qualche secondo, non volendo nemmeno immaginare la faccia di Blair.
Sentii solo dire "Charlotte Evelyn Amelie Bass, non ascoltare ciò che dice tuo padre. Questa parola non si dice!"
Riaprii gli occhi, vedendo Charlie che mi guardava con i suoi grandi occhioni color cioccolato. La bambina andò verso Blair e alzò le braccia verso di lei.
"Comunque sì, hai ragione, papà lo è." disse Blair roteando gli occhi, prendendo Charlotte in braccio.
Venne vicino a me e mi si sedette accanto, con nostra figlia sul suo grembo.
"E' pronto!" annunciò Rufus, con in mano una grossa pentola.
Evelyn venne verso di noi e prese Charlotte in braccio, dicendo "Ora è il turno della nonna più vecchia, se non vi dispiace." disse ridendo.
Charlie rise felice tra le braccia di Evelyn e ci salutò con la mano.

Chuck and Blair's POV

Osservarono Evelyn andare verso la sala da pranzo con Charlotte, mentre le sussurrava qualcosa nell'orecchio. Chuck mise un braccio intorno alle spalle della moglie, sorridendole.
"Allora, Waldorf, come stai?"
"Quando la smetterai di chiamarmi Waldorf? E' da un po' che sono anch'io una Bass, Bass." disse la ragazza sorridendo.
"Certe abitudini sono dure a morire, suppongo."
Blair roteò gli occhi divertita e appoggiò la testa sulla spalla di Chuck.
"Avresti mai pensato a tutto questo, all'età di 15 anni?" chiese il ragazzo.
"Con tutto questo intendi il fatto che io, Blair Waldorf, sono ora sposata all'età di 25 anni con Chuck Bass, l'ex womanizer dell'isola, con la quale ho una splendida figlia, che non sono stata accettata a Yale e che sono finita a fare il lavoro di mia madre? No, direi che non era, esattamente, ciò che avevo in mente..."
Lui si voltò a guardarla, con una luccichio di timore negli occhi. "Ti penti delle scelte che hai fatto?"
"Mai." ripose lei decisa.
Si sorrisero e lui la baciò delicatamente sulle labbra.
"Quanto pensi potrà durare tutto questo? Non è possibile essere felici così a lungo, vero?"
"Dipende da come la vedi, Waldorf. E dipende da quanto noi ci impegnamo affinché le cose rimangano tali."
"Ma non tutto è prevedibile, non possiamo controllare tutte le cose che ci accadono. Alcuni eventi esulano dalla competenza di Chuck Bass." disse la ragazza roteando, ancora, gli occhi.
"Sì, ma perché preoccuparsi ora?"
"Perché tutto potrebbe cambiare da un momento all'altro, Chuck."
"Questo è chiamato pessimismo."
"No, questa è chiamata realtà."
"Chi dice che questa sia la realtà? E se invece fosse un sogno? Cosa faresti in questo caso?"
"Non può essere un sogno, Chuck."
"Perchè no? Non è tutto come l'avevi sempre sognato?"
"No, è meglio, questo è il problema. Non può durare per sempre."
"Chi lo dice?"
"Chuck Bass."
"Oh, e da quando Chuck Bass controlla sogni e realtà?"
"Da quando il mio sogno coincide esattamente con la realtà."
"Ah, sì? Dunque se tu controlli la realtà, che in fondo coincide con il tuo sogno... Quanto dici durerà tutto questo?" disse con un tono ironico.
"Oh, forever."
Furono interrotti da Eric, che era venuto a chiamarli (come succedeva ogni volta) per mangiare.
La coppia si alzò mano nella mano, avviandosi nella sala da pranzo dove ormai tutti avevano preso posto, parlando con la persona accanto o davanti a loro.

 

Blair's POV

E, stando in mezzo ai miei famigliari, alle persone a cui tenevo di più nella mia vita, mi resi conto che, forse, le parole di Chuck non erano del tutto errate. Non sapevo se questo sogno - o realtà che fosse - sarebbe durato per sempre o sarebbe finito di lì a qualche giorno, ma sapevo che avrei dovuto godermi al massimo la mia vita, senza rimpianti. Perché alla fine, i veri rimpianti, si hanno quando non si vive al massimo, quando si vive senza sfruttare tutte le possibilità e le opportunità che ci vengono date. La mia vita era completamente diversa da quella che avevo pianificato anni prima, ma non poteva essere più bella.
Certo, era ancora difficile credere che tutto quello fosse vero, ma pian piano mi ci stavo abituando. Ogni volta che vedevo Chuck sorridermi o Charlie guardarmi, mi rendevo conto di quanto fortunata ero stata. Non avrei potuto chiedere di meglio.
Misi in bocca un pezzo di tacchino, guardando Serena di fronte a me, che mi fece l'occhiolino. Chuck mi accarezzò la mano da sotto il tavolo, Charlie mi sorrise mostrando i dentini dal seggiolone e mia madre, Evelyn, Lily, mio padre, Roman e Cyrus mi sorrisero tutti.
Se questo era un sogno, mi sarebbe andato bene non svegliarmi mai più.

 


Ok, se devo essere sincera, non sono molto entusiasta di questo capitolo... è da giorni che penso a una conclusione decente per la storia, ma non sono riuscita a farla uscire come volevo. Scusatemi! :S

Ringraziamenti:
ph1234567: Ti ringrazio, sono contenta che ti sia piaciuto! (:
Fiby Cullenina: Se prima non riuscivi a trovarlo, allora temo che con questo tu lo abbia trovato XD Grazie per la recensione e per i complimenti, comunque, sei gentilissima! (: E mi emozioni se dici che sono la tua preferita! *-* Graaaazie! <3
ele_06: Ahah, Ele, scrittrice nata mica tanto XD Sono ovviamente contenta che ti sia piaciuto *-* Grazie mille! :D
feffixoxo: Ahah, io e Josh avremmo delle lunghe chiacchierate da fare... ci sarebbero tante cose da discutere, in modo particolare un finale di stagione a caso! :S Grazie infinite per i complimenti! :D
ary_gg: Grazie, Ary, per la recensione! Sei stata gentilissima! :D Un bacione e mi scuso per l'epilogo, che fa, tipo, schifo ._.

Ringrazio infinitamente tutti, davvero. Non ho parole per descrivere quanto io apprezzi tutto ciò!
E SCUSATEMI PER LO SCHIFO DI EPILOGO!

xoxo, C 

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