La mattina dopo le lezioni sarebbero riprese, ma tornare
alla normalità era impossibile. A colazione,
i gufi recapitarono ai loro padroni giornali sui quali, in
prima pagina, troneggiava la foto del cadavere di Seamus circondato da una
numerosa quantità di Auror intenti a scacciare i giornalisti e a coprire il
corpo del giovane. Gli articoli non riportavano notizie sull’assassino;
dicevano solo che il ragazzo era stato ucciso con numerose ferite provocate da
un’arma contundente e che gli Auror si erano già messi in moto per scovare
l’omicida.
“E’ il minimo che possano fare! Quel bastardo dovrà fare una
visitina ai Dissennatori non appena l’acciuffano!! Ventiquattro volte l’ha
colpito, quello stronzo!! Ventiquattro!!!”esclamò Dean, lanciando il giornale
sul tavolo in malo modo; lui era tra quelli che stavano soffrendo di più.
“Vedrai, sono certo che lo prenderanno.”gli disse Harry
dandogli una pacca sulle spalle, comprensivo.
Le lezioni trascorsero tranquillamente, quasi in modo
soporifero. Durante la cena Hermione volle riesumare ancora una volta la storia
di Seamus.
“Secondo voi chi è stato?”chiese sottovoce, in modo da farsi sentire solo da Angel, Harry e Ron.
“Non ne ho la più pallida idea, Hermione. Potrebbe essere
stato chiunque! Non è difficile accedere ai giardini di Hogwarts! Tu che dici
Ron?…. Ron?” Harry dette una gomitata leggera all’amico.
"E'? Come?"
"Che cos'hai? Sei pallido... Non stai bene?"
"No, no, sto bene, sto bene."
"Sicuro?"chiese Angel scrutandolo scettica.
"Sì, sto bene, mi ero solo... ehm... distratto. Che
cosa dicevate?"
"Lascia perdere. Piuttosto andiamo, abbiamo un sacco di
lezioni per domani."concluse Hermione alzandosi.
Una ragazza si muove silenziosamente per i corridoi bui del
castello di Hogwarts. E’ notte fonda. Sembra quasi che i suoi piedi non
tocchino neppure terra, tanto la sua camminata è felpata. La ragazza giunge davanti ad una classe dalla quale
proviene una fioca luce. Spinge la maniglia ed entra, richiudendo la porta
accuratamente, senza far rumore.
“Oh, sei arrivata! Ma perché ci siamo dovuti incontrare
proprio qui? Non era più comodo se ci vedev……”la vocetta squillante di un
piccolo ragazzino dai capelli color sabbia è interrotta dalla voce appartenente
alla ragazza che sussurra: “Silencio!”
Colin Canon sgrana gli occhi, mentre le parole gli muoiono
in gola. Ride, convinto che tutto ciò sia uno strano scherzo. Ma la sua muta
risata s’interrompe bruscamente quando vede la ragazza estrarre un lungo
pugnale dalla casacca. Colin indietreggia, portando le mani avanti e tentando
di parlare, ma dalla sua bocca non esce un suono. La ragazza col pugnale intanto si avvicina a lui, senza una
parola; basta il suo sguardo per capire le intenzioni che ha. Colin scatta
immediatamente in avanti, nel tentativo di raggiungere la porta, ma la ragazza
lo afferra per un braccio e lo sbatte violentemente contro il muro. Adesso Colin piange. Piange, ma sa già che per
lui c’è ben poco da fare. Tenta con un’ultima muta preghiera e in cambio
ottiene solo una presa ancora più salda e dolorosa sul braccio. La ragazza alza
il pugnale, tenendolo alto, sopra la testa di Colin Canon. Un ultimo sguardo e
poi la mano assassina cala pesantemente sul povero Colin, infierendogli una
profonda ferita ad una spalla. Colin crolla a terra, spalancando la bocca dalla
quale, se non fosse per l’incantesimo, uscirebbe un urlo spaventoso. La ragazza
sorride appena prima di calare nuovamente il pugnale che stavolta ferisce la
povera vittima ad una gamba. Non c’è pietà e la ragazza affonda nuovamente la
lama, una, due, cinque, dieci, volte, fino ad arrivare alla ventesima
pugnalata, quella che lacera il cuore dell’ormai straziato Colin Canon. La
ragazza si ferma, mentre il cadavere che giace ai suoi piedi si contorce in
ultimi spasmi involontari. Abbassa il pugnale e riprende fiato, soddisfatta; il
muro è coperto da schizzi di sangue, mentre sul pavimento si allarga una pozza
scura della medesima sostanza. Sfodera la bacchetta e pronunciando delle
semplice parole, i suoi vestiti, le sue mani e il suo volto si ripuliscono dal
proprio sudore e dal sangue della vittima; esegue lo stesso incantesimo sul
pugnale e se ne va silenziosamente com’era arrivata, chiudendosi la porta alle
spalle
“Rooon!!! Siamo in ritardo!! Sbrigati!”
“Eccomi, Harry, calmati. Andiamo.”
I due ragazzi scesero le scale del dormitorio e raggiunsero
Hermione e Angel che li aspettavano accanto al buco del ritratto.
“Buongiorno ragazzi.”li salutò Angel con un sorriso.
“Ma si può sapere come mai riuscite sempre a fare
tardi?!”esclamò Hermione non appena li vide.
“Buongiorno anche a te Hermione!”sorrise sarcastico Harry,
aprendo il buco del ritratto e avviandosi fuori insieme ai tre amici.
“Nessuno ti ha chiesto di aspettarci!”sbottò Ron.
“D’accordo vorrà dire che la prossima volta col cavolo che
stiamo lì ad aspettarvi!! Vi arrangiate!!”ribattè Hermione.
“E chi si lamenta? Tanto tutte le mattine è sempre la solita
solfa!”
“Eddai Ron, piantala! Sei tu che ci metti un sacco di tempo
per alzarti dal letto! Sei un dormiglione e….”Harry non fece in tempo a finire
la frase che un urlo acuto squarciò l’aria.
I quattro ragazzi si dettero una rapida occhiata e corsero
subito in direzione da dove proveniva l’urlo, subito dietro l’angolo dove si
era già formata una calca di studenti
incuriositi. Una ragazza, probabilmente colei che aveva urlato, stava in
ginocchioni sul pavimento, con una mano sulla bocca e l’altra indicante
l’interno di una classe. Harry, Angel, Ron e Hermione si fecero largo a
gomitate tra gli studenti ,sul cui volto era pietrificata un’espressione d’orrore,
e ciò che videro li paralizzò. Colin Canon giaceva senza vita in un angolo
della stanza, gli occhi sbarrati e coperti in parte da schizzi di sangue: il
corpo devastato da numerose ferite dalle quali era sgorgato una grande quantità
di sangue che aveva macchiato il muro e il pavimento dell’aula. Fortunatamente
qualcuno aveva avuto il buon senso di andare a chiamare i professori, i quali
giunsero in massa, accompagnati dal preside Silente. Gli studenti si scansarono
al loro arrivo offrendogli l’orribile visuale del cadavere del giovane
Grifondoro. Un silenzio innaturale aleggiava nel corridoio. I professori
entrarono dentro l’aula cautamente, alcuni sfoderarono le bacchette, quasi
avessero paura di essere attaccati da un momento all’altro.
Il primo a prendere la parola fu Silente, che ordinò a Gazza
di far allontanare gli studenti che eseguirono l’ordine nel più profondo dei
silenzi. La zona fu subito magicamente sigillata, in modo che nessun studente
potesse accedervi.
“Io….io…non….non posso crederci….”Hermione tremava da capo a
piedi e dovette appoggiarsi al muro prima che le ginocchia le cedessero.
“Colin….Un altro…”anche Harry si appoggiò con le spalle al
muro, una mano sulla bocca., “Un altro assassinio…”
Ron rimase immobile davanti ai tre amici, lo sguardo vitreo
fisso sul pavimento, il volto pallidissimo in netto contrasto con le lentiggini
che spiccavano sul viso.
“….Ron? “chiese Angel, deglutendo.
Il ragazzo non rispose, continuò a tenere lo sguardo fisso
sul pavimento.
“E’ sconvolgente, proprio qui a scuola… Non capisco come….
Ehi Ron!"Harry afferrò l’amico esattamente un attimo prima che cadesse a
terra.
"E' svenuto!!"esclamò sorpresa Hermione,
chinandosi immediatamente accanto all'amico.
"Dovremmo portarlo in infermeria!"suggerì Angel.
"Sì, ma Madama Chips sarà sicuramente occupata! Che
facciamo?!"nella voce di Hermione c'era una leggere punta d'isterismo;
vedere il corpo di un loro compagno ridotto in quello stato era stato un
grandissimo shock e adesso veder Ron
svenuto a terra non era proprio d’aiuto.
"Portiamolo lo stesso, staremo noi lì con
lui."concluse Harry.
Hermione e Angel eseguirono un incantesimo di levitazione e
fecero fluttuare il corpo di Ron, anche se con una certa difficoltà, poiché
Hermione tremava ancora.
In infermeria adagiarono Ron su un letto ed tutti e tre si
buttarono a loro volta su una branda, assopendosi, vinti dalle grandi emozioni
degli ultimi minuti.
Quando Harry riaprì gli occhi, ci mise un po’ per capire
dov’era e cos’era successo. Si sentiva la testa indolenzita; si mise seduto e
inforcò gli occhiali, che qualcuno, probabilmente Madama Chips, gli aveva
tolto. Era già buio fuori.
“Ciao.”disse Angel, sedendosi accanto a lui e porgendogli
una tazza di cioccolato caldo.
“Grazie, Ci siamo addormentati di brutto, eh?”disse Harry
prendendo la tazza e bevendo un sorso.
“Mh-mh.”
“Ron e Hermione?”
“Dormono ancora. Deve essere stato un bello shock per loro,
eh?”sospirò Angel.
“E per chi non lo è stato? Ma ci pensi? Colin! Colin, mio
Dio! Ieri era lì che discuteva sulla morte di Seamus e oggi…oggi…Non riesco a
crederci. Ma che diavolo sta succedendo?!”
“Non lo so.”rispose Angel sprofondando il capo nel petto di
Harry, che le cinse le spalle con un braccio.
Un mugolio indefinito provenne dal letto di Ron.
"Ron?"Angel e Harry lo raggiunsero.
"Mmmmh..."
"Come ti senti?"chiese Angel.
Ron si mise seduto. "Bene... Ma... che ore sono?"
"Non lo so. Sei svenuto, ti abbiamo portato qui e ci
siamo addormentati pure noi!"
"Dio mio... non posso crederci...tutto quel
sangue..."
"E' stato terribile."mormorò Hermione, mettendosi
a sedere.
“Ciao Herm.”la salutò Angel con un sorriso.
"I suoi occhi! Li avete visti i suoi occhi?! Dio...
erano così...così….vuoti..."mormorò Ron fissandosi le mani.
"Già... E tutte quelle ferite?! Dannazione, ma chi avrà
fatto una cosa così orrenda?!"esclamò Harry, arrabbiato e costernato allo
stesso tempo.
Gli altri tre ragazzi rimasero in silenzio, non potendo
rispondere al quesito che tutti si ponevano e cui gli Auror cercavano di porre
una soluzione.
Dopo l’omicidio di Colin, la scuola fu messa sotto
controllo; di notte Gazza, Mr Purr, i Prefetti e i professori s’impegnavano a
sostenere turni di sorveglianza, per evitare che gli alunni uscissero dalle
rispettive case e vagassero per i corridoi. La prima pagina di tutti i giornali
era ormai interamente dedicata a questi omicidi; furono fatte ipotesi di tutti
i tipi, dalle più assurde a quelle che potevano essere la realtà. Colin era
stato ucciso con molte coltellate, esattamente come Seamus. Nonostante gli
Auror stessero lavorando duramente, dell’assassino non si aveva il minimo
indizio tranne che fosse qualcuno che aveva facile accesso ad Hogwarts.
“Non posso credere che qui, seduto insieme a noi possa
esserci un assassino!”mormorò Hermione giocando col cibo che aveva nel piatto.
“Deve essere qualcuno di Serpeverde! Chi altri potrebbe
essere altrimenti?!”bisbigliò Ron.
“Per quanto ne sappiamo potrebbe essere anche un
professore:”disse calma Angel.
“Piton!”ipotizzò Harry inforcando un cetriolo con troppo
entusiasmo.
“Potrebbe essere chiunque…”si arrese con un sospiro
Hermione.
Don, don, don. Sono
le tre di notte. Una porta scricchiola appena e una figura si unisce al buio
della notte. La ragazza cammina piano, lentamente, respirando a malapena, tanto
è concentrata. I corridoi sembrano deserti. Strano. La vigilanza dov’è andata a
finire? La ragazza continua a muoversi lentamente per il castello di Hogwarts,
protetta dall’oscurità, fin quando non vede un luccichio in lontananza; sembra
si stia avvicinando verso di lei. Ottimo. Si appiattisce contro il muro,
cercando quasi di diventarne parte. Il bagliore si avvicina e la ragazza
capisce immediatamente che colui che lo produce è solo. Poco meno di dieci
passi separano l’ignara vittima dal carnefice. La ragazza sente l’adrenalina
salire, ma non eccessivamente. Tre passi, due, uno. La ragazza sbuca dal suo
nascondiglio alle spalle della vittima e le si avvicina.
Alza il pugnale che stringe nella mano, ma si blocca poco
prima che la lama affondi nel cranio della vittima; ha avvertito dei passi
avvicinarsi. Meglio scappare anziché buttare tutto all’aria. Sarà per un’altra
volta.
Ron si svegliò di scatto, madido di sudore. Non ricordava
cosa aveva sognato, solo che era un sogno orribile, tremendo, impregnato di
sangue. Tremante si risdraiò, richiuse gli occhi, ma non si riaddormentò.
“Buongiorno Ron. Che ci fai già in piedi?”salutò Angel,
sedendosi di fronte al ragazzo al tavolo della Sala Grande.
Ron alzò lo sguardo dal suo piatto; la ragazza indossava la
divisa e aveva raccolto i capelli in una coda di cavallo.
“Buongiorno. Non ho dormito molto bene.”
“Lo vedo dalla tua faccia.”Davanti ad Angel comparve del
succo d’arancia e due fette di toast con della marmellata. Ron non fiatò, si
limitò a giocherellare con la forchetta.
“C’è qualcosa che non va?”
Ron posò la forchetta sospirando.
“Scusa, se non ne vuoi parlare non c’è problema.”Angel
addentò una fetta di toast.
“Ultimamente mi sento un po’…strano. La notte non riesco a
dormire molto bene e mi sento sempre stanco e debole. Faccio sogni strani, non
ricordo di preciso quali, solo che in tutti…. In tutti c’è del sangue.”
“Forse questi omicidi ti hanno scioccato più di quanto tu
non creda.”
Ron annuì lentamente, alzando gli occhi su di lei.
“Può darsi.”
Stettero qualche minuto in silenzio, mangiando la propria
colazione, finchè Angel non scoppiò in una risata sommessa.
“Che c’è?”le chiese Ron.
“No… niente…. E’ solo che pensavo… bè, che tu avessi un
problema con qualche ragazza.”
Ron arrossì, maledicendosi per questo. Ma che diavolo gli
prendeva?! Quando c’era Angel arrossiva per ogni più piccola stupidaggine!
”No, no…”balbettò imbarazzato.
“Quindi non hai problemi con le ragazze?”chiese Angel
lanciandogli un’occhiata penetrante.
“No, cioè sì, cioè… Non lo so!”il volto del ragazzo divenne
ancora più paonazzo; sarebbe voluto fuggire da quel tavolo.
Angel sorrise. “Tutti hanno problemi col sesso opposto.
Soprattutto noi adolescenti.”
“Tu no! Hai un sacco di ragazzi che ti vengono dietro! Le
altre ragazze ti odiano per questo!”esclamò Ron, sorridendo scherzosamente.
“Sai, a volte non è come sembra… Magari alcuni di quei
ragazzi mi vengono dietro, ma non mi conoscono neppure… Lo fanno così per
scherzare. Sono attratti da una persona che non esiste.” Angel s’incupì per un
solo istante, ma Ron lo notò immediatamente.
“Qualcuno ti ha fatto soffrire?”chiese piano Ron.
“Nessuno d’importante.”tagliò corto la ragazza.
“Bè, in ogni caso rimane il fatto che tu hai molto successo
con i ragazzi:”
“Perché, tu non hai successo con le ragazze?”.
“Oh, sì! L’hanno scorso mi hanno eletto Mister
Hogwarts!”disse ironicamente Ron e Angel scoppiò a ridere.
“No, sul serio, le ragazze fuggono davanti a me come io
fuggo davanti ai ragni.”
“Bè…. Allora le studentesse di questa scuola sono matte.”
Ron la fissò stupito, ma non ebbe il tempo di rispondere
niente, perché la voce squillante di Hermione li interruppe.
“Ron! Angel! Ben alzati! Mattiniero stamattina, eh Ron?”
Quella sera stessa Ron rimase alzato fino a tardi; temeva di
fare di nuovo quei sogni inquietanti che da qualche tempo lo tormentavano e
inoltre voleva riflettere e non c’era modo migliore di farlo che quello di
starsene da solo davanti al caminetto scoppiettante.
Era così assorto nei suoi pensieri che non si accorse dei
passi attutiti dietro di lui.
“Come mai ancora sveglio?”
Ron alzò lo sguardo e fu stupito di trovarsi davanti Angel,
in camicia da notte per giunta.
“Potrei farti la stessa domanda.”
Angel lo guardò sorpresa per un secondo prima di rispondere.
“Io non riuscivo a dormire.”rispose racchiudendosi nelle
spalle, mentre si andava a sedere accanto a Ron.
“Non hai freddo?”
“No.”
“Come è possibile?! Quella camicia da notte non…ehm… copre
molto…. E per giunta sei pure scalza! Siamo in pieno inverno!”
Angel indossava una camicia da notte di seta color panna
che, effettivamente era molto corta.
“In Germania d’inverno fa molto più freddo.”disse Angel,
circondandosi le gambe nude con le braccia.”Perché sei ancora qui?”gli
richiese.
Ron sospirò e attese un attimo prima di parlare.
“Ho paura.”sussurrò.
“Di cosa?”disse piano Angel, guardandolo seria.
“Di fare di nuovo quei sogni.”
Angel lo fissò a lungo, mentre lui aveva lo sguardo perso
nelle fiamme del fuoco.
“Ron…”
Il ragazzo distolse lo sguardo dal camino e guardò Angel; la
stanza era buia e il fuoco si rifletteva sulla pelle scura della ragazza,
illuminandole a tratti il viso.
“E’ da poco che ti conosco, è vero, ma… bè…mi sembri un
ragazzo fantastico. Non posso far sparire i tuoi incubi, ma posso solo dirti
che io ci sono sempre per te. Perciò se hai bisogno di parlare, sfogarti….io
sono qui. Sempre. Pensa a questo prima di dormire. Pensa a Hermione a Harry, a
tutti i tuoi amici. Vedrai che ti sentirai meglio.”Angel gli sorrise e si
accoccolò sul suo petto; Ron s’irrigidì, arrossendo furiosamente.
“Sto così bene insieme a te, Ron…”mormorò Angel, con la voce
assonnata.
“Anch’io Angel….Devo ammettere che sei la ragazza più
incredibile che io abbia mai conosciuto…Non so come dirtelo, ma…tu… mi piaci
molto….”Il ragazzo serrò gli occhi, aspettandosi che la ragazza si tirasse su
di scatto da lui o che si mettesse a ridere,o che gli tirasse uno schiaffo,ma
invece non accadde niente.
Ron riaprì gli occhi e vide che si era addormentata; tirò un
sospiro di sollievo, poi strinse la ragazza forte a sé, inalando il suo profumo
inebriante.
Quando Ron si svegliò era mattino ed era solo nella Sala
Comune. Angel non c’era; si chiese se non fosse stato tutto solo un sogno, un
sogno molto bello. Salì in camera, si lavò, indossò abiti puliti e scese nella
Sala Grande per fare colazione.
Quando scesero Hermione e Harry, Angel non era con loro.
Hermione disse che quando si era svegliata non l’aveva trovata. Molto
perplessi, visto che ormai la ragazza era diventata parte integrante del loro
gruppo, Harry e Ron si avviarono a lezione di Divinazione, mentre Hermione
raggiunse l’aula di Aritmazia. Quando alla terza d’ora s’incontrarono di nuovo
nell’aula di Storia della Magia, Angel non si era ancora fatta viva. Ron era
preoccupato e, incoraggiato dagli altri due amici, uscì di nascosto dalla
lezione del professor Ruf per cercare
la ragazza. La cercò per tutto il castello fin quando, soffermatosi a guardare
la neve che cadeva fuori dalla finestra, scorse una piccola figura in riva al
lago.
Corse a perdifiato nei giardini, senza curarsi d’indossare
niente; la riconobbe subito. Angel sedeva su un grande masso proprio sulla riva
del lago, la punta di una scarpa che sfiorava appena il pelo dell’acqua e il
cappuccio del mantello tirato sulla testa.
Ron le si avvicinò in silenzio, quasi temesse di essere di
troppo.
“Angel….?”la chiamò piano.
La ragazza volse il viso verso di lui; aveva le guance
arrossate dal freddo.
Ron si arrampicò sul masso, intirizzito per il freddo,
mentre la neve si posava sui suoi capelli rossi.
“Che è successo?”
“Niente.”rispose tranquilla la ragazza, abbassandosi il
cappuccio.
“E allora perché sei sparita senza dire niente a nessuno,
hai saltato tre ore di lezione e sei qui al freddo?”disse Ron, strofinandosi le
braccia per riscaldarsi.
“Avevo bisogno di riflettere.”
“Riflettere? Perché?”chiese Ron, stupito.
La ragazza tornò a guardare l’acqua del lago per una
manciata di secondi, poi guardò Ron con i suoi occhi magnetici.
“Per fare questo.”
Angel si avvicinò a Ron e lo baciò delicatamente sulle
labbra. Fu un bacio che durò pochi istanti, ma a Ron parve un’eternità. La
ragazza si allontanò dalle labbra di Ron, lo guardò un istante negli occhi, si
alzò e si avviò verso il castello. Ron rimase qualche minuto fermo sul masso,
un dito posato appena sulle labbra, incerto se quello che era accaduto era
frutto della sua mente o no. Si riscosse e con una folle corse raggiunse Angel
poco prima che aprisse il portone del castello, l’afferrò per un polso
costringendola a voltarsi verso di lui e la baciò, stringendola in un abbraccio.
“Ma dove saranno finiti?”esclamò Hermione esasperata, mentre
usciva assieme ad Harry dall’aula di Storia della Magia.
“E che ne so! Ron doveva cercarla e invece adesso dobbiamo
cercare noi lui!”disse Harry un po’ scocciato.
“Senti, andiamo a mangiare, si faranno….”
“Guarda!!”Harry interruppe bruscamente Hermione e le indicò
un punto poco più avanti, un angolo del corridoio che restava un po’ nascosto.
Lì, incuranti del fatto che frotte di studenti stavano passando lanciandoli
occhiate curiose, c’erano Angel e Ron, avvinghiati l’uno all’altra, troppo
presi a baciarsi per accorgersi di Hermione e Harry.
“Santo Cielo!!”ridacchiò Hermione assumendo un’espressione
tra il divertito e lo stupito, portandosi una mano al petto.
“Hermione, a volte mi sembri la copia spudorata della
McGranitt.”la rimproverò Harry, poi, con un mezzo sorrisetto si avvicinò alla
coppia.
“Ecco dove eravate
finiti, eh?!”esclamò facendo sobbalzare Ron.
“Harry!! Ma che modi!”squittì Hermione scoccandogli
un’occhiata poco lusinghiera; Angel scoppiò a ridere, mentre Ron era paonazzo.
“Vi abbiamo colti in flagrante!”
“Noi…ehm…”Ron era più rosso che mai.
“Non balbettare scuse, amico. E’ troppo tardi!”
“Allora? Raccontami tutto, nei minimi dettagli!!”esclamò
Hermione sdraiandosi supina sul suo letto, mentre Angel s’infilava la camicia
da notte.
“Raccontarti cosa?”chiese Angel con un sorrisetto,
conoscendo già ovviamente la risposta.
“Come cosa?! Ti ho incontrato avvinghiata alle labbra di Ron
e tu mi chiedi cosa?!”strillò
Hermione entusiasta, proprio nello stesso istante in cui Calì e Lavanda
aprivano la porta del dormitorio.
“Ops….”sussurrò
Hermione.
Lavanda e Calì rimasero un attimo impalate sulla soglia
della porta, con un’ espressione meravigliata sul volto che esprimeva
chiaramente il loro pensiero; questo si che era un buon pettegolezzo da
raccontare!
“Bè? Venite dentro e chiudete la porta o avete intenzione di
starvene lì ancora per molto?”disse Angel.
Calì chiuse immediatamente la porta e Angel sbuffò.
“La vostra fama da ochette spettegolatrici vi precede, care
signore, ma non tenterò di nascondere ciò che sto per dire alla mia migliore
amica poiché scommetto che trovereste un modo per origliare la conversazione;
vi avverto solo che se vi azzardate a diffondere voci su quello che sentirete
qui potrei sparpagliare il cassetto della vostra adorata biancheria intima in
giro per tutto il castello.”affermò calma Angel, lisciando le lenzuola del suo
letto e sdraiandosi in modo da poter vedere Hermione in faccia, che in quel
momento stava soffocando un attacco di risatine, sprofondando la testa nel
cuscino.
“Ochetta spettegolatrice sarai tu, smorfiosa!”ribattè
altezzosa Lavanda.
“Come ti pare, non m’interessa.”Angel dette le spalle alle
due ragazze.
“Insomma, mi dici com’è andata?”ripetè Hermione.
“Ok, ok. Non è stato nulla di speciale. Hai visto che
stamattina ero sparita, no? Bè, ero in riva al lago, a riflettere.”
“Immagino su cosa, o meglio su chi!”
Angel le lanciò un cuscino e Hermione scoppiò a ridere
divertita.
“Silenzio!La storia la racconto io. Insomma ero seduta in
riva al lago, tutta incappucciata, quando chi arriva? Ron.”Hermione emise uno
strilletto. “Lui mi chiama e mi chiede se è successo qualcosa, si siede accanto
a me.”
Lavanda e Calì si stavano infilando lentamente il pigiama
nel silenzio più assoluto, con le orecchie ben tese.
“E poi?”chiese avida Hermione.
“Io gli rispondo che non è successo niente. Così lui mi ha
chiesto perché stavo seduta lì e io gli ho risposto che stavo riflettendo. E
poi….”Angel sorrise appena. “…Ron mi ha chiesto perché stavo riflettendo e
io…gli ho detto: per fare questo. E l’ho baciato.”
Hermione si issò sulle ginocchia con un balzo. “L’hai
baciato?!”strillò.
“Sì. Non un bacio approfondito,
naturalmente, solo un piccolo bacio sulle labbra.”disse Angel con un sorriso
che illuminava tutto.
“E poi? E poi? Che è successo, vai avanti!!”
“Me ne sono andata.”
“COSA?!”
”Sì, me ne sono andata e l’ho lasciato lì da solo. Ma prima che entrassi nel
castello, Ron mi afferra per un braccio e….”Angel rise. “Mi ha baciata. E
quello sì che è stato un bacio….”
Hermione saltò addosso alla ragazza, ridendo e
abbracciandola.
“Che romanticoni! Che romanticoni!!! Uaaaa!!! Che bello,
sono commossa!! Siete una coppia stupenda!!!”
“Grazie, Herm. Ron mi piace sul serio…. Penso che sia giusto
per me.”
“Ne sono convinta anch’io.”
Le due ragazze s’infilarono sotto le coperte del grande
letto a baldacchino e si addormentarono strette l’una all’altra, con un sorriso
sulle labbra che faceva fremere d’invidia le altre due occupanti della camera.
La mattina dopo Angel si svegliò un po’ in ritardo e quando
scese nella Sala Grande fu accolta da molti sguardi e risatine da parte delle
ragazze. Quando poi si sedette accanto a Ron un piccolo coro di risatine
scoppiò nella zona dove stavano sedute Calì e Lavanda. Angel guardò Hermione.
“Pare che quelle due non abbiano capito quello che gli hai
detto ieri sera.”disse Hermione,
scuotendo la testa.
“Buongiorno Harry. Buongiorno Ron.”Angel salutò Harry e poi
dette un bacio sulla guancia a Ron, che gongolò per un attimo.
“Tra quanto comincia la lezione?”
“Tra meno di dieci minuti. Conviene sbrigarci.”rispose
Hermione, addentando voracemente la sua fetta di toast.
Angel si ficcò un
pezzo di brioche in bocca, ghignando in direzione di Calì e Lavanda, mentre
Harry la guardava perplesso mentre si domandava che cosa le passasse per la
testa.
La sera il consueto brusio che regnava sovrano durante la
cena, non riuscì a coprire due strilli che riecheggiarono per buona parte del
castello.
Angel, che aspettava quel momento, ridacchiò divertita.
“Ma che diamine succede?”chiese allarmata Hermione.
Improvvisamente Calì e Lavanda entrarono come due furie
nella Sala Grande, strillando e stringendo in mano molte paia di quelle che
sembravano mutandine di pizzo. Subito scoppiarono risatine a tutti i tavoli.
“Daily!!!!!”strillò Lavanda, rossa in faccia.
“Maledetta oca!!! Come ti sei permessa?!”le strillò in
faccia Calì.
“Ragazze, calma. Sapete che se vi arrabbiate vi verranno le
rughe?”sorrise tranquilla Angel.
Calì la fulminò con uno sguardo. “Se vuoi la guerra, te la
darò molto volentieri! Chi ti credi di essere sciacquetta?!”
Ron fece per alzarsi, ma Angel lo precedette.
“ Scommetto che non ti è dispiaciuto poi più di tanto
mostrare le tue mutande a giro.” sibilò Angel, in modo che solo coloro che
erano vicino alle due ragazze sentirono.
Calì la guardò con odio, poi non sapendo più cosa dire, girò
i tacchi e se ne andò.
“Ehi, Lavanda!”urlò un ragazzo dal tavolo di Corvonero.
“Quello è tuo?”urlò indicando un perizoma celeste per terra.
Lavanda divenne paonazza, raccolse in fretta il suo
indumento e scappò via. Angel si rimise a sedere soddisfatta.
“Ma che…? Hai sparso la loro biancheria intima per tutta la
Sala Grande?!”le chiese Ron con un sorrisetto.
“Non per tutta la Sala Grande…. Per tutto il castello.”Harry
scoppiò a ridere, ma Angel guardò Ron. “Ma se ti azzardi anche solo a posarci un occhio sopra, potrei spargere le
pagine delle tue adorate riviste di
Quidditch per tutto il castello.”poi gli si avvicinò ad un orecchio e gli
sussurrò maliziosamente: “Se vuoi vedere della biancheria intima devi solo
chiedermelo….”
Ron arrossì fino la punta delle orecchie e Angel si lasciò
scappare un sorrisetto.
Oddio…sono mezza rinco…ho la febbre, perciò perdonate
eventuali errori… La pazienza è la virtù dei forti!!
Maxime: Grazie!! ^____^
Faith Princi & Elentari: Chiedo scusa se ho ucciso il
vostro Seamus…
P.S.: CHE BELLOOOOOOOOOO!!!! Tra poco esce il quarto film,
con quel figone di Rupert Grint!!!!!!
Lipp Lipp a tutti! Spero tantissimo che la FF continui a
piacervi! Grazie davvero per le recensioni, mi fanno molto piacere, siete
davvero gentili! Ciao ciao!