You and Me.

di exel
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** c o m e . b a c k ***
Capitolo 2: *** i l . c i e l o . c o n . u n . d i t o ***



Capitolo 1
*** c o m e . b a c k ***


[ New York ]

« Virginia! »
La voce di Jack si alzò rumorosa e alta per il corridoio dell’Università. Un ragazzo vestito alla moda si faceva largo per raggiungere la ragazza appena chiamata. Jack teneva sotto braccio la sua borsa, più quella di Virginia. Quella che rispose al richiamo fu una ragazza dai capelli castani, abbastanza magra e alta. Dei vestiti semplici, abitudine del tempo.
« Che c’è? » chiese, gentile, sorridendo. Si fermò per aspettare l’amico.
« Avevi dimenticato la borsa! » rispose lui, allungandola tenendola per il manico.
« Oh, grazie. » sussurrò lei, imbarazzata. Le capitava spesso di dimenticarsi le cose in giro, e Jack le correva sempre dietro.
« Sta attenta la prossima volta. »
« Ci proverò. »
« Devo andare ora, o perderò la metro. » la salutò con un cenno della mano, accompagnato da un sorriso.
« Ciao Jack. » lei rispose con un sorriso di circostanza.
« Ciao Virgi. »
Il ragazzo non ci mise tanto a voltarsi, per avviarsi infine da dov’era venuto, verso l’uscita dell’università. Virginia rimase in silenzio, da sola, sistemandosi la borsa a tracolla. Alzò gli occhi all’orologio appeso sul muro, guardando l’ora. Qualche attimo, prima di incamminarsi per andarsene verso casa.

[ Detroit ]

Una moto scorrazzava per la strada principale diretta verso il pub serale. In sella una figura magrolina che pareva una ragazza, a guardarla bene. Moto nera, dalle fiamme dipinte sopra. Lei indossava un giubbotto di pelle, catene e borchie ovunque. Capelli lunghi e neri spuntavano dal casco. Sterzò, per infine fermarsi davanti alla porta del Locale. Alcuni ragazzi si voltarono a guardarla, in silenzio, prima di tornare a parlocchiare fra loro.
Uno si fece avanti. Stesso abbigliamento della ragazza. Solo senza giubbotto di pelle.
« Era ora! E’ tre ore che t’aspetto AJ!» esordì, fermandosi vicino alla moto.
La ragazza scese, osservandolo da dietro il vetrino del casco. Prima di sfilarlo dalla testa, dando un colpo ai capelli scuri.
« Le donne si possono permettere il ritardo. » gli fece la linguaccia.
« Sì sì, sempre così te. » sbuffò lui.
« Stai calmo Ren. Mica ci rubano il posto, sai. » infilò il casco nel bauletto, per poi seguire il ragazzo verso l’entrata.
AJ diede un ultima occhiata al cielo, prima di entrare in silenzio.

[ New York ]

*Driiin. Driiiin. Driiiiin.*
Il suono della sveglia si sentì prepotente nel silenzio del mattino. Virginia alzò una mano per infine calarla poco delicatamente sulla sveglia, spegnendo l’orrendo rumore. Si alzò a sedere, stropicciandosi gli occhi.
« Le 6.00 » sussurrò, sbirciando l’orologio.
Sbadigliò ancora una volta, prima di alzarsi del tutto. Non ci mise molto a lavarsi e vestirsi. Inforcò la borsa e una fetta di pane, uscendo di casa.


[ Detroit ]

*Didididii. Didididii. Dididiii.*
Una mano svelta diede un colpo secco alla sveglia, buttandola nel caos del terreno. AJ si rigirava nel letto, con poca voglia di alzarsi. Dopo di che, ben 10 minuti più tardi, si alzò a sedere. Si stropicciò gli occhi, dando una sbirciata alla sveglia ormai al suolo.
Le 8.45, solo due ore prima era andata a letto. Sbarrò gli occhi.
« Cazzo! Sono in ritardo! » quasi urlò, alzandosi di fretta e furia dal letto, per inforcare i vestiti neri, e la borsa scura. Le chiavi della moto. Uscì anche lei di casa, di tutta fretta.

[ New York ]

Virginia prese posto in classe, verso le 10. Il professore era orrendamente in ritardo, e lei era andata al bar dell’Università insieme a Jack. Sbuffò, posando i libri sul banco. Poi, si sistemò al meglio per sbirciare fuori dalla finestra. Sebbene il professore parlasse, lei quasi non sentiva niente.
Poi un rumore di motore.
Lei lo conosceva bene, alzò appena la testa per vedere meglio. In effetti una moto si fermò di botto sul giardino davanti alla scuola. L’unica cosa che pensò fu “Ah, studente in ritardo!”.

AJ parcheggiò a malo modo la moto, scendendo di fretta e furia. Aprì il bauletto prendendo la borsa verde scura, gettandola per terra. Sfilò il casco velocemente, ficcandolo dove prima v’era la borsa. Infilò le chiavi in tasca, e, correndo, entrò all’Università.

Virginia non era riuscita a vedere chi fosse, tuttavia, d’un tratto venne risvegliata da Jack.
« Virgi.. Virgi! » la chiamava. Il professore la stava guardando.
« Mi scusi. » sussurrò lei. Prima di tornare attenta ad ascoltare.
Si aprì di botto la porta dell’aula. Quella che vi entrò subito dopo era AJ. Senza aver bussato, ne chiesto permesso. Gli studenti la guardarono stranamente, mentre il Professore le lanciò un occhiata assassina.
« Buongiorno. Le pare ora di arrivare? » le chiese.
« No. Ma ecco, qualche problema.. io.. » riuscì solo a bisbigliare, stringendo la borsa nelle mani.
Virginia la squadrò da capo a piedi. Non poteva essere lei, no. Non poteva.
« Insomma. Ma lei è la nuova? »
« Sì, sono io. »
« Prenda posto lì » indicò un banco in alto. « E mi dica il suo nome. »
« Alexandra Jolien. » rispose lei, avviandosi dove indicato.
Virginia trasalì. Allora era proprio lei. Non la vedeva da così tanto. In breve riprese la lezione, ed AJ si sentì più a suo agio. Invece Virginia non aspettava altro che parlarle.
La conosceva.


 

 

Questa è per Sweetchiara, una delle mie migliori amiche. Virginia ovviamente è lei, io sono AJ. Spero vivamente le piaccia, e che piaccia a voi. Sono solo due capitoli credo. E spero.

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Capitolo 2
*** i l . c i e l o . c o n . u n . d i t o ***


Quando suonò la campanella Virginia si alzò di botto, inforcando la borsa. Stessa fu la reazione che ebbe AJ. Le due, quasi sincronizzate iniziarono a scendere i gradini che conducevano alla porta dell’aula grande. In breve AJ fu fuori, dato il passo spedito, mentre Virginia rimase un poco indietro.

In cortile AJ stava infilando la borsa nel bauletto, quando Virginia la raggiunse di fretta e furia. AJ in primo momento neanche si accorse di lei, troppo presa dal suo fare.
« Alexandra! » la voce di Virginia richiamò la sua attenzione. Lei, aveva fra le mani il casco, ma si girò comunque.
« ? » Non disse neanche una parola. La sua faccia esprimeva la poca comprensione già di suo.
« Ah dunque… ehm… Ciao. » la salutò con un sorriso, un po’ intimidita dall’aspetto cambiato dell’ex amica.
« Ciao. » rispose lei, tornando a trafficare con il casco.
« Io sono Vi… Io. » si grattò la testa, dondolandosi sulle gambe.
« Anche io sono io. Che vuoi? »

« Potresti accompagnarmi a casa? Ti prego. »
« Non ho un altro casco. » disse, sedendosi sopra. Il casco, ormai in testa.
« Non importa dai! Se fai veloce non ci beccano. »
« Salta su. »
Virginia si sistemò dietro AJ. La borsa in grembo, e le mani strette sul busto della ragazza. Chiuse gli occhi, per paura. AJ mise in modo, sterzò, ed uscì dal cancello dell’Università.

 

Quando Virginia sentì l’aria fermarsi, aprì gli occhi di nuovo.
Si trovò davanti il cancello di casa sua. Sospirò di sollievo, lasciando la morsa che stringeva il busto di AJ.
Quest’ultima l’aiuto a scendere, prima di togliere il casco.
« Ti ringrazio. » un sorriso.
« Di niente…? » in sospeso.
« Virginia. » disse il suo nome, lei, Virginia, osservando AJ.
« Virginia? » in effetti l’aveva già vista.
Piano piano i ricordi vennero a galla, come una ragnatela che si dirama nella mente. All’iniziò la guardò un poco in silenzio, poi, si sforzò di parlare, ma venne superata da Virginia.
« E’ da un poco che non ci vediamo, AJ. » le sorrise di nuovo.

« Non sapevo tu.. tu studiassi qui. »
« Neanche io sapevo tu venissi qui. »
Silenzio. Virginia quasi le saltò al collo. Veloce, come se in un istante tutti i ricordi le furono saltati nel cuore.
« Oh mi sei mancata tanto. Non sai neanche quanto ti ho aspettata! »
« Anche tu Virginia. » sussurrò AJ, ricambiando l’abbraccio.
« Sapevo che prima o poi saresti tornata. »

« Solo per te. Ovvio. »

« Non mi lasciare più. Ti prego… »

« Non lo farò. »

« Perché questa volta voglio venire con te. Fin lassù. »

« Dove le nuvole si toccano con un dito? »

« Esatto. »

Virginia rimase ancora un poco a parlarle, prima di rimontare sulla moto per avviarsi via con lei. Fin lassù, dove il mondo è lontano. Dove ogni cosa è isolata. Solo lei, e la sua amica.

Per sempre, comodamente.

 

 

Lo so che magari non è uno splendore. E’ tardi, ho mal di testa, e non ho molta voglia di scrivere. Ma spero comunque piaccia e sia piaciuta a te, sweetchiara.

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