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di Sugar818
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Piccolo, insignificante segreto ***
Capitolo 3: *** Rissa ***
Capitolo 4: *** L'ultimo annuncio ***
Capitolo 5: *** Disgraziata fortuna. ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


I don’t wanna be in love

,,prologo


''It's a beautiful lie
It's the perfect denial
Such a beautiful lie to believe in
So beautiful, beautiful it makes me..''


La voce di Jared Leto urlava nelle cuffie del mio fidato I-Pod, accompagnata mentalmente  dalla mia, capace di fargli concorrenza sia per potenza che per furia.
Nella mia mente, il nulla.
Non avevo il bisogno di pensare. O forse era un lusso che non potevo permettermi.
 La canzone esprimeva esattamente ciò che da troppo tempo avevo dentro, ma che non potevo assolutamente pronunciare ad alta voce.
Si, una bella bugia. Come la mia vita.
Il mio riflesso mi guardava con espressione indecifrabile dall’altra parte della vetrata dell’ennesimo Hilton Hotel.
Nessuna espressione.
Silenzio.
Un dipendendente della hall, passandomi accanto mi sfiorò la borsa a tracolla, facendo cadere il fascicolo appallottolato per terra.
Lentamente, senza mostrare alcuna espressione, tranne la perenne apatia, lo presi dalle mani dell’uomo, ignorando le sue scuse e il suo luminoso sorriso, e voltandomi nuovamente verso l’immacolata vetrata.
Con tempismo perfetto, la berlina nera costeggiò davanti al lussuoso edificio.
Frettolosamente uscì, come sempre a testa bassa, e, come sempre, ignorando i fotografi accostati ai margini dell’entrata, che scattarono sull’attenti appena aprii la porta.
Le macchine fotografiche furono abbassate subito dopo, quando videro che dalla hall non uscì chi attendevano.
Passai indisturbata fra di loro, mentre mormorii e imprecazioni mi arrivavano alle orecchie.
Loro sarebbero rimasti lì ad aspettare. Impazienti di scorgere una buona volta la chioma dorata di Rachel Gray.
Mentre mi avvicinavo alla macchina, uno di loro, un giovane ragazzo, mi sorrise vedendomi. Lo superai con calma, incurante del suo sguardo insistente, che però fu subito distratto dalle porte che nuovamente si aprivano.
Di nuovo, un falso allarme.
Di nuovo imprecazioni.
Questa volta però, fui io a sorridere, appena salita sui sedili posteriori della berlina.
Lo sguardo fisso sulla parrucca dorata nella mia borsa.


___________________________________________________________


Allors…che dire. Finalmente mi sono decisa a postare una fan fiction. Miracolo.
È una storia spuntata dal nulla mentre mi perdevo come al solito nei miei lunghi viaggi mentali.
Roba da brividi. Ho lanciato l’I-Pod per aria e sono corsa al computer. Ho messo radici lì  fino a tarda notte. E inutilmente aggiungerei, dato la brodaglia che ho il coraggio di chiamare storia. fa acqua da tutte le parti... avanti, indietro, per laterale…ehm…comunque.. Come dicevo, prima di schizzare come al solito, la storia è scritta lasciando correre la mia alquanto bizzarra fantasia.
La trama è un tantino, ino ino, complicata come vi accorgerete nei prossimi capitoli, che spero di scrivere in questi giorni.
Ok. Detto tutto. Penso.
Oh, Gesù. Dunque. Non conosco nessun Robert Pattinson, non ancora, perlomeno. Non so come passi il suo tempo libero, non ho idea di chi sia realmente innamorato....(di me, di me, di me!!!), e non conosco nessun suo amico, apparte il vecchio caro Tom, col quale ho appena finito di chiacchierare amichevolamente al talefono..no, non conosco nemmeno lui, tranquille. Perciò, con questa mia filippica intendo spiegare che ciò che succede qua dentro, si qua dentro(nella mia testa..che pensieri sconci! Scandalo!), avvenimenti o riferimenti a fatti realmente accaduti, ed ogni qualità assegnatogli, sono puramente casuali. Di mia invenzione. Punto. Ora ho veramente finito.

Perciò ora vi lascio in pace, liberi per giudicare, criticare, insultare, o qualunque sia la reazione a questa storia un po’…come dire? Un po’ stramba.
Piuttosto riduttivo direi.
  Tanti cari saluti,

Sugar



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Capitolo 2
*** Piccolo, insignificante segreto ***



Capitolo 1

~ piccolo, insignificante segreto

Mi stavo leggermente innervosendo.
Non che fosse una novità, in queste occasioni, ma stavolta la voglia di prendere quel giornalista a calci nel muso era più forte che mai. Il che era preoccupante.
-Ci sarà qualche tuo collega che non ti va proprio a genio..in fondo, come dire…siamo tutti esseri umani, no?-

Comodamente seduti su poltroncine di pelle beige, nella mia camera d’albergo, io, Leslye e l’essere più squallido che avessi mai conosciuto in tutta la mia esistenza, stavamo parlando tranquillamente, sorseggiando di tanto in tanto il caffè più amaro dell‘intera Los Angeles.
-Come ho detto prima, non ho alcun problema con nessuno. I miei colleghi sono tutti delle persone fantastiche che amano il proprio lav..-
-Eppure, a me risulta che tu abbia avuto una piccola discussione con uno dei nuovi compositori della  tua casa discografica ..-
-È vero , ma la quest..-
-E inoltre in una delle tue ultime interviste hai menzionato qualcosa a proposito dell’incapacità di alcune persone nel tuo staff di Los Angeles…-

Silenzio.
-Se non sbaglio-, continuò l’uomo con una tranquillità allarmante, -Adam Stradey, il giovane compositore in questione, fa parte proprio della sezione musicale di Los Angeles che la casa discografica ha appena rivoluzionato..-
-La questione è diversa. Si è trattata di una piccola incomprensione che è stata immediatamente chiarita…-
-Quindi, è una coincidenza il fatto che siate stati avvistati insieme due giorni fa, davanti all’hotel in cui alloggiavi al momento…-

Stronzo.
-..mentre sembrava stavate litigando furiosamente..?-

Altro che stronzo.
Questo è bastardo forte!

-Io e Adam siamo amici, e qualche volta capita di litig..-
-Eppure fonti certe affermano di avervi sentito litigare in ascensore, per poi smettere misteriosamente appena aperte le porte che davano nella hall…- mi guardò compiaciuto. Con uno di quegli sguardi che ti mandano la bile al cervello. Quell’uomo era nato per fare il giornalista di gossip-spacca-coglioni. Probabilmente aveva preso lezioni dal Diavolo in persona.

Andrew Morton. Giornalista che evidentemente non aveva mai sentito, o perlomeno compreso, la parola “privacy”. Si vedeva chiaramente che amava scrivere, oltre a rompere le scatole e distruggere la vita di molte celebrità con quelle che lui chiamava “verità”, ma che infondo erano solo delle stupide voci infondate.
Biografie su biografie, scritte con ardore piuttosto crudo e spietato in alcuni casi, dalle più acclamate star alle persone più influenti.
Semplicemente, non stava molto simpatico a noi gente dello showbiz.
Chissà perché lo chiamavano Mr Volpe, poi. Il mistero del secolo.
 
Tra i suoi vari articoli pubblicati su di me, albergava un aula di elettricità. Aveva sempre cercato di trovare qualcosa, un piccolo sbaglio, una piccola macchia nella mia vita. Un nascosto dettaglio.
Ma sfortunatamente per lui, non c’era mai riuscito. Fino a quel momento.
-Ehm… era un semplice litigio fra amici. Capita, no?- risposi, ad un livello piuttosto alto di decibel.
Il suo sopracciglio si alzò sarcasticamente, mentre il suo volto sfoggiava ora un aperto sorriso di cortesia. Falso, di certo. Non poteva mica rivelare il mostro assetato di scandali che imprigionava dentro ogni qualvolta si trovava davanti a telecamere o registratori.
-Ovviamente..- disse con una lentezza da brividi.
-Ora, Rachel, perché non ci parli del tuo nuovo singolo, “Over my soul“? Da quanto hai detto, è una delle canzoni che più ti rappresenta. Ma la domanda è: perché?-
-Beh..diciamo che racconta una parte molto importante della mia vita.- risposi evasiva, mentre lui aggrottava le sopracciglia, chiaramente confuso.
-Una parte della tua vita? Non.. Non mi sembra che possa “raccontare”, dato che è completamente zuppa di paragoni, metafore e frasi alquanto..discordanti fra loro. -ribadì stranito.
Puntai i miei occhi verdi aldilà della finestra della mia camera d’albergo. Il cielo luminoso. Il sole splendente.  
Con la coda dell’occhio potevo scorgere Leslye, rientrata in camera dopo una telefonata, di nuovo seduta sul divano, mentre mi osservava pensierosa.

Cosa avrei potuto rispondere? Cosa dire?
Sicuramente non la verità.
Almeno non tutta. Non potevo lasciar cadere i muri, che imponenti sorgevano in mezzo alla mia vita, facendomi da barriera a ciò che mi circondava. Le mie emozioni. Troppe. Talmente intense da farti morire, dentro. Lentamente, annegando nella più totale disperazione.

-Le parole del testo mi sono venute spontanee. La canzone sembra non avere un senso, è vero. Ma ha senso per me…e per chi vuole veramente capirla.-conclusi sorridendo.
Morton mi osservava accigliato, mentre cercava sicuramente una di quelle domande che non lasciano scampo, ma proprio in quel momento Leslye decise di mettere fine a quel quarto d’ora infernale che era stata l’intervista.

Mi alzai sospirando dalla poltroncina beige. Ero stanca. E non solo per il fatto che mi fossi svegliata alle 4:30 del mattino per prendere l’aereo da Las Vegas, e quindi per aver dormito 3 ore e mezza quella notte.
No. La mia era anche stanchezza mentale. A causa del casino che sembrava regnare sovrano nella mia vita.

-Allora, signorina Gray..ci vedremo alla tua prossima performance. Sarò presente ai MTV Music Award a San Diego, questa settimana. Sono molto curioso di sentirti intonare questa tua misteriosa canzone…chissà che scorgerò qualche cosa sotto le righe.- disse sorridendo furbescamente.
Salutai Morton con estrema gentilezza, rispondendo al suo squallido sorriso e alla sua stretta di mano.



-Vaffanculo, vaffanculo e vaffanculo!!- sbraitai piuttosto furiosa, appena chiusa la porta . La mia gentilezza era andata a fare un bagno nel mar Baltico.

Affondai le mani nella mia disordinata parrucca bionda e me la tirai con forza, facendo rompere tutte le forcine di sicurezza.
Ero seriamente stufa di indossarla. Inoltre la frangetta scalata cominciava a darmi fastidio durante i concerti. Avevo un’incontenibile voglia di buttarla nel cesso.

Essere Rachel Gray era veramente fastidioso. A volte desideravo solamente salire sul palco, buttare via quei capelli finti, afferrare il microfono e cantare tutta la notte per come ero veramente. Libera da ogni pregiudizio, criterio e problema. Libera come l’aria che respiravo. Libera di scatenarmi al ritmo della mia musica, cantando a squarciagola quello che sentivo veramente.
Quello che Caroline Crawford sentiva veramente.
Chi osa, vince. Me l’ero sempre detto.
Ma nella realtà, nella mia realtà… se avessi osato, avrei perso.

Leslye mi venne vicino e mi  guardò preoccupata, alternando gli occhi neri fra la parrucca stritolata nelle mie fragili mani ed il mio viso.
-Cary.. Che ti prende?-  domandò tranquilla la mia fidata manager.
-Quel..damerino schizzato!! Non mi ha dato tregua. Non mi lasciava neanche finire di parlare..Morton diventa più stronzo ogni giorno che passa.- risposi inacidita.
-È un giornalista, Cary.. Sono fatti così. - rispose sospirando. -L’importante è che tu non abbia parlato troppo, soprattutto sulla faccenda di Adam.-
Chiusi gli occhi e mi buttai a peso morto sul divano. Non mi sentivo più braccia e gambe da quanto ero stanca.

Nella suite regnava il silenzio, rotto solo dai fastidiosi tic dell’enorme orologio dorato appeso alla parete sulla mia destra.

-Cary..-mi chiamò sottovoce Leslye, dopo un paio di minuti, come per paura di farsi sentire da quelle quattro mura ingioiellate di quadri e costosi mobili in salotto.
Nel nostro mondo anche i muri avevano orecchie.
-Mmmh…?-
-Non mi avevi detto di aver visto di nuovo Adam questi giorni.- mi disse seriamente preoccupata. Il suo solito tono tranquillo aveva ceduto il posto a quello ansioso.
-È venuto, mi ha trovata e mi ha praticamente uccisa con le parole. Contenta?- risposi sarcastica. Ero nervosa, stanca, ancora arrabbiata per la pessima intervista con Mr Volpe e pure affamata, dopo un pranzo saltato e quel disgustoso caffè.
-Dobbiamo prendere provvedimenti. È la terza volta che succede. Non può continuare a sbraitarti contro..-disse pensierosa.
-E ricorda che è la terza volta che lo vedo da quasi tre anni.- aggiunsi ridendo istericamente.
-Ufffff…- sbuffò -Basta. Quel ragazzo sarà la mia rovina. Devi parlargli e farlo calmare, prima che finiate in prima pagina su “OK“. Subito.-ordinò risoluta.
-Sisi..-bofonchiai io.
-Non c’è tempo da perdere.- insistette.
-Mmh, mmh...-

Sinceramente a quel punto non me ne fregava un beneamato cavolo, dato che ero mezza immersa nel mondo dei sogni. Nel mio mondo. Quello senza confini.

-Cerca di chiamarlo stasera..- disse.
-Mmmh, mmh..-annuii io appisolata sul divano.
-E non….Cary, ma mi ascolti?! Sveglia, caprona!- mi sgridò sonoramente.
Nemmeno due secondi che sentii uno dei tanti giornali del tavolino battere sulla mia fronte. Bofonchiai qualcosa di incoerente mentre sorridevo divertita a occhi chiusi.
Sospirando, Leslye prese posto sul divano, ai miei piedi.

-Cary…devi farlo stare zitto. Se parla..la tua vita è rovinata.- mi disse dolcemente.

Aprii gli occhi di scatto, improvvisamente sveglia e reattiva.

Ma soprattutto ansiosa e impaurita.
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ok. vi prego, state calmi. lo so che più si va avanti e meno si capisce, ma vedrete che col tempo verrà tutto alla luce del sole.
in questo capitolo spuntano fuori alcuni personaggi, come la nostra cara manager, Leslye, e poi, naturalmente, il caro e vecchio volpone, Mr Morton.
quello darà un pò di problemi.
ora vi starete chiedendo:  ma che succede qui? come si chiama la protagonista?!?!
ineffetti la storia è un pochino, ino ino, complicata, ma rettifico: lo capirete presto, anche se la cosa è sottointesa già in questo capitolo.
ok. detttttto tuttttto. credo. ^^
aspetto le vostre opinioni. fanno molto comodo, dato che questa storia è abbastanza ..stramba.
oh. dimenticavo. il punto più importante in effetti: Robert.
beh, si. dove cavolo è finito?
state tranquille, madamigelle...arriverà presto...e anche in maniera piuttosto singolare. XDD

Ora che veramente ho detto tutto, vi lascio in pace.
adioss, girlss!! <3

 Sugar

ele ele: fratellozza!! grazie, sempre gentile tu!! ineffetti non mi ero dilungata stamattina. comunque sono contenta che ti piaccia. hai priprio indovinato: viene dal cuore-manomale non dalla testa, altrimenti sai che casini..!?!?- è una storia ..istintiva. certo che sono stramba forte, eh?! con altre due fan fiction, una delle quali all'ottavo capitolo, mi decido di postare questa, appena scritta. ma vabbeè..tanto ci sei abituata alle mie pazzie. baci

 LilithNoKaze: elee!!! garzie di cuore. mi fa piacere che tu l'abbia apprezzata. molto piacere. e sono contenta che tu sia curiosa di leggere il resto. spero di non deluderti, andando avanti. :) bacioniiii^^

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Capitolo 3
*** Rissa ***


Capitolo 2.

~ Rissa

-Un consiglio: fatti revisionare il cervello.-

-Gentile come al solito, Rayan.- risposi piuttosto scocciata.

-Guarda che dico sul serio. Come t’è venuto in mente di farlo entrare in camera tua?! Di sera, poi! Mentre eri sola..- Mi guardò male, rimproverandomi con quegli occhi scuri così simili a quelli di nostra madre. Lo stesso taglio allungato. Ma soprattutto lo stesso colore: marrone scuro, denso, profondo. Caldo.

All’improvviso fermò quell’irritante passo avanti e indietro, che era cominciato più o meno mezz’ora fa. Non si era più fermato. Aveva ascoltato in silenzio il racconto del mio ultimo incontro con Adam. Un silenzio rotto solo dal rumore dei suoi passi, all’inizio leggeri, e via via più frettolosi e pesanti verso la fine,quando ero arrivata alla parte delle minacce.
Si sedette come un fulmine davanti a me, sul divano.
Era furioso, lo sentivo. Furioso con me e con se stesso.
Verso Adam pareva provare qualcos’altro che non potevo definire chiaramente.
Una rabbia omicida, direi.

-Hai 22 anni, Cary..non sei più una bambina.- disse scuotendo la testa.-Non ricordi cosa diceva Mamma quando eri piccola?! “State attenti agli estranei”..beh…la regola vale anche adesso! Estranei, Cary! E lui, ormai è un estraneo per te…per noi.- finì in un sospiro.

Sapevo quanto ci stava male. L’avevo sempre saputo. E mi faceva male.
Sapere che in fondo era colpa mia se lui e Adam avevano rotto il loro rapporto d’amicizia.
Un rapporto profondo che era nato fin dalle scuole elementari.

Adam Stradey e Rayan Crawford. Migliori amici da una vita.
Due dei ragazzi più acclamati della Barners Theatre Company, e in seguito all’OSO, Old Sorting Office Arts Centre insieme a Tom e...Robert.

Scossi frettolosamente la testa, come se potessi scacciare i pensieri che avevano appena fatto capolino nella mia mente.
I pensieri. O per lo meno il pensiero tabù.

Non mi ero resa conto di aver abbassato lo sguardo finchè non rialzai gli occhi incontrando quelli di mio fratello.
Aveva un’aria molto preoccupata.

-Cary..cosa ti ha chiesto esattamente alla fine? In fondo non è un atteggiamento da lui…non si era mai spinto fino a questo.- mi domandò lentamente, nascondendo dietro a quella apparente calma tutto il nervosismo e l’ansia che si erano impossessati di lui.

-Il solito..-sospirai frustrata.-Solo che stavolta lo ha fatto ricattandomi.-
Spostai lo sguardo, nervosa, arrabbiata e in parte impaurita.

Rayan aveva ragione. Adam non si era mai comportato così. Tranne quella maledetta sera, tre anni fa.
Un attimo e i ricordi presero il sopravvento.



Il buio regnava sovrano su Londra, quella sera di fine inverno.
Davanti al Road House, la fila di gente sembrava non finire mai. L’enorme insegna illuminava quasi tutta la strada di fronte. Le persone, stanche e spossate, aspettavano ancora davanti all’entrata con la speranza che da un momento all'altro i buttafuori avrebbero lasciato finalmente libera l’entrata.
Io uscii in fretta, nel freddo serale di febbraio, mentre guardavo l’orologio.
Erano le 23:17 e quei quattro non erano ancora ritornati dentro. Era passata quasi mezz'ora. Ormai dovevano aver finito di parlare di quella cosa tanto misteriosa e segreta di cui ormai tutti erano a conoscenza, e che io sapevo solo da qualche giorno.

Una ragazza. Una ragazza! Ma si poteva litigare così per una semplice ragazza?!?

A quel punto potevo tranquillamente affermare che mio fratello, il mio migliore amico e quei due cretini dei loro seguaci-amici avevano una cosa fuori dal comune: un broccolo per cervello.
Da una parte però ero contenta. Adam era stato meno appiccicoso nelle ultime settimane. Sapeva che non provavo e che non avrei mai potuto provare nulla nei suoi confronti, tranne la semplice amicizia. Aveva cercato tante volte di baciarmi, ma non c’era mai riuscito. Un tempo era piuttosto opprimente. Fastidioso, a volte. Specie quando mi si attacava come una ventosa.
Ma a quanto pare aveva cambiato idea. Per mia fortuna.

La strada era illuminata grazie ad alti lampioni. La lunga fila, dietro di me faceva chiasso.

Brutti cavernicoli deficienti senza un briciolo di serietà. Avrei voluto sparare in testa a tutti e quattro, per poi tritarli a cubetti e darli in pasto agli orsi.

Mi lasciavano da sola nel locale, già stanca dopo la sera precedente di cui non ricordavo nulla per colpa della sbronza più sbronza del secolo, preda di quegli stupidi maniaci alcolizzati dentro il locale, per andare a decidere chi si prenderà cura dell’acclamata donzella, chiunque lei sia.
Appunto. Non sapevo chi fosse. Non me ne avevano fatto parola, fino a qualche giorno prima in cui, per puro caso, avevo sentito il nuovo pettegolezzo da Bill, il batterista della mia band, mentre lo raccontava sottovoce e inspiegabilmente ansioso al nostro bassista, James.
Due frasi in croce, dette di soppiatto e con l’evidente paura di farsi sentire, ma erano bastate a farmi capire la situazione. A parte il fatto di non conoscere il nome della sfortunata ragazza.
Quindi quegli idioti dei miei compagni di scorribande erano in contrasto tra loro, e questo spiegava il loro strano atteggiamento nelle ultime due settimene, per colpa di una ragazza. Quando James, appoggiando uno degli spartiti a terra vicino a lui, mi aveva vista dietro di Bill, confusa e curiosa mentre ascoltavo la notizia, aveva sgranato gli occhi dando un pugno piuttosto forte nello stomaco dell‘amico, nel chiaro intento di farlo tacere.
Non avevano in nessun modo voluto dirmi il nome della famosa ragazza, causa degli starni comportamenti di Rayan, Adam, Tom e soprattutto Robert. Da un paio di settimane a quella parte il mio migliore amico era diventato un po’ strano, nervoso. A volte capitava di sentirlo imprecare sottovoce senza alcun motivo.
La sua allegria, la sua contagiosa simpatia autoironica si era andata a far benedire.

Mi guardavo intorno, sfregandomi le braccia per il freddo, nell’inutile intento di trovarli.
Ma di loro nessuna traccia.
 Mi avviai nuovamente verso l’entrata principale del locale, ma la fila era decisamente aumentata. Se prima ero riuscita ad uscire sbattendo di qua e di là, a quel punto l’unica soluzione per rientrare sarebbe stata passandoci sopra o sotto.
Allora optai per un’altra soluzione, più comoda che mi avrebbe perlomeno fatta arrivare integra nel locale.
Mi incamminai verso il retro del grande palazzo, dove una porta, di solito chiusa, era aperta in serate come questa per far passare i clienti abituali. Seguiva un piccolo corridoio che dava nelle sale da bagno, per poi uscire direttamente nella sala principale del pub. Alla fine del corridoio c’era Rey, un buttafuori amico di mio fratello. Bastava far vedere la stampa sulla mano come lasciapassare.

Stavo per svoltare l’angolo quando una voce familiare mi persuase dall’andare avanti.
-..fatto niente. Era solo un bacio, vi dico! Non me la sono mica portata a letto, cazzo!-
Mi pietrificai sul posto. Non avevo mai sentito Adam in preda a una collera simile.
-Non puoi fare di testa tua, Adam.-lo apostrofò Tom, decisamente più calmo, ma con una certa ansia nella voce.
-A letto?!?! Ma certo, come potevi portartela a letto?!?!? In fondo eravate in una camera al buio, al piano di sopra, con la parta chiusa a chiave!!!- sbraitò Rayan, decisamente incazzato.
-Ti ripeto che non volevo farle niente! È lei che si è tolta la maglietta...io non..-
-Bastardo che non sei altro…- lo interruppe una voce a dir poco furiosa, una voce talmente fredda e piena di rabbia repressa che sul momento non potei riconoscerla.
-..gli hai tolto pure la maglia..?!?!?- il tono freddo di prima era esploso in un ringhio alla fine della frase.

Inconsciamente avevo svoltato l’angolo. Davanti a me si presentava una scena a cui mai avrei pensato di assistere.
Robert teneva Adam per il colletto della camicia scura, guardandolo dall’alto in basso con una ferocia capace di farmi gelare il sangue nelle vene.
Era stato lui, prima, a parlare.

Lentamente, senza accorgermene, cominciai ad andargli incontro.
Non avevo mai visto Robert così adirato, mai, in quei sei anni di conoscenza.

E quella vista spezzò qualcosa, dentro di me.
Non capivo perché, ma in quel momento un enorme dolore sbocciò al centro del mio petto. Un dolore atroce, acuto, intenso.
La vista di Robert che difendeva quella semplice ragazza, conosciuta solo qualche giorno addietro, con tanto ardore e determinazione, con il fuoco che inesorabile bruciava nei suoi occhi azzurri, mi fece sentire male.
Le mie guance si bagnarono di lacrime ancora prima degli occhi, spalancati e puntati su quello che sembrava un incubo.
E non capivo perché.

Loro non mi notarono, ero per metà nascosta dietro all’enorme cassonetto grigio, nell’angolo buio.

-Anche se fosse, non è di tua proprietà, Rob…- sibilò Adam dopo almeno un minuto in silenzio, senza scostarsi dalla presa di Robert, continuando a fissarlo negli occhi.-Non è tua…- terminò minacciosamente.

Rayan e Tom spalancarono gli occhi, forse intuendo ciò che di lì a poco successe.

Il pugno di Robert, con sorprendente agilità, colpì Adam in pieno volto, facendolo cadere a terra davanti a se.

A quel punto non ci vidi più dalla rabbia, un rabbia insensata e immotivata. Non sapevo ciò che stavo facendo.
Rapidissima, come solo io sapevo essere, uscì dal buio frapponendomi tra Robert e Adam, a terra con il naso insanguinato.

Appena mi videro, i ragazzi spalancarono gli occhi.  
Tutti tranne Rob. Come mi vide, si rilassò improvvisamente. I suoi occhi erano incatenati ai miei, ma erano imperscrutabili. Un brivido mi percorse la schiena, e stavolta non era il vento la causa.

Adam era come congelato.

 Tom sembrava impaurito, mentre sentivo che Rayan aveva smesso di respirare.

Robert non distoglieva gli occhi dai miei, come incantato. Il suo sguardo trasmetteva qualcosa di troppo intenso, intimo e allo stesso tempo impaziente e sollevato. Sembrava guardarmi dentro.

Il silenzio regnava rotto solo dai nostri respiri.
Non sapevo perché, ma il mio era scandito da una collera mai provata prima. Collera, frustrazione, dolore e delusione. Ma il motivo di tale rabbia mi era oscuro.
Era istintiva.

-Che ha fatto di male se l’ha baciata?!!- domandai quasi urlando a Robert, che non si muoveva davanti a me.

A quelle mie parole si rianimò. Gli occhi si spalansarono e la rabbia sembrò essere sostituita dal dolore e dalla delusione.

Vedevo chiaramente Rayan, alla mia sinistra, e Tom, dietro a Robert, scioccati dalle mie parole. Tom aveva la bocca aperta dallo stupore.
 Io continuavo a guardare lui, che non aveva tolto lo sguardo da me da quando ero comparsa in scena.
Nei suoi occhi sembrava essersi spenta quella scintilla che li caratterizzava, che li distingueva.

-Quindi..tu eri…-cominciò a bassa voce mentre sembrava quasi soffocare.-tu sei d’accordo?- finì un po’ più calmo, cercando evidentemente di riprendere il controllo.

La brezza serale giocava coi  suoi capelli biondo scuro,  facendoli ricadere continuamente sul suo bellissimo volto.
Mi stupì del mio stesso pensiero. Avevo sempre ritenuto Robert un bellissimo ragazzo, ma stavolta quell’aggettivo aveva una sfumatura possessiva, nuova per me.

-Non capisco cosa ci sia di male, se la ragazza l’ha ricambiato.-dissi piuttosto tagliente.
La sua espressione cambiò di nuovo, diventando confusa. L’istante dopo pensierosa e infine stranita.

-Cioè.. vuoi dire che anche se er.... anche se lei era ubriaca, si rendeva conto di quello che faceva? E quindi avrebbe ricambiato lo stesso?-domandò con una strana ansia, appena percepibile.
-Certo…-risposi sicura di me. Non sapevo perché, ma quella ragazza doveva provare qualcosa per Adam. Di sicuro. Doveva stare con Adam. Lei amava Adam. Tutto qui. Semplice.
La cosa importante era che stesse lontana da Rob.

-Anche se fosse stata ubriaca fradicia, nessuna ragazza avrebbe baciato un ragazzo che non gli interessa. In nessun modo.- continuai sicura di me e delle mie bugie.

Lui mi guardò ancora per qualche secondo, poi improvvisamente, chiuse gli occhi.

Quando li riaprì, mi rivolse lo sguardo più intimo e intenso che essere umano non avesse mai fatto fino allora.

-Capito.- disse semplicemente.

Subito dopo, si girò e s’incamminò verso la strada, nel buio. Dietro di lui, solo il silenzio.

Due giorni dopo, partì per gli States.

Nessun saluto da parte sua.




*********************************************************

Ciao!!
Come dire.??! Ah, si.
Cavolo! Non mi sento più le dita.
Comunque non importa. Viva o morta porterò avanti questa fan fiction.
Certo, se non dovesse piacere, me la terrò per me, non c’è problema. ^^
Ora, passiamo a cose serie.
Finalmente Robert è entrato in scena. wooooooowww ;)
Era anche l’ora. Beh. In modo singolare, direi. Ma la storia vuole così.
Ora, siccome mi sono spremuta le meningi per scrivere questo capitolo, aspetto ansiosa i vostri commenti prima di postare il prossimo capitolo, sempre che mi risvegli domattina. Cosa assai incerta dato il sonno che ho. Altro che Bella Addormentata nel bosco. Manco i cannoni servirebbero.
Ehm… pardon. Sono pazza, ma questo già si sa. XDD
Volevo sinceramente ringraziare le persone che hanno messo questa f.f. tra i preferiti e i seguiti.
Ora vi abbandono ai vostri, spero, caldi e dolci giudizi.
Perché, donzelle, se terribili e crudeli fossero, io ne morirei assai…
Io l’avevo detto che non sono normale…XD

Vi saluto, Ragaaaaaaaaa ***

  Sugar

ele ele: fratellozza, grazie!! <3 e vedrai che mi ringrazierai anche tu, domani, dato che finalmente il dio greco, la perfezione in persona ecc, come avevi detto tu...è finalmente sceso in terra. cioè nella fan fiction.
è lo stesso, anche se è un ricordo, no? ^^  basta che ci sia, così che tu ti possa deliziare dellla sua presenza...hihihih

vedrai che gli combino, a Rob!! altro che risse!!! bacion
i, belllllla! <3 <3 <3

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Capitolo 4
*** L'ultimo annuncio ***


Capitolo 3

~ l'ultimo annuncio

Il ritmo della batteria stava lentamente abbassandosi mentre, accompagnato dal timbro della mia voce, andava avanti finendo armoniosamente nel silenzio degli applausi.
Un turbine di sensazioni, la scarica di energia appena bruciata.
L’adrenalina scorreva ancora nelle mie vene, mentre alzavo la mano sinistra per salutare il pubblico davanti a me, tenendo saldo il microfono nella destra.

Flash. Applausi. Urla. Mormorii.

-La mia biondina!- Esclamò Russel Brand ridendo, con il suo solito ironico accento inglese -Rachel Gray, Signori, con “Over my soul”!-

Ero agli MTV Video Music Awards 2010. La mia prima esibizione a questo tipo di evento, sacro per ogni artista dello showbiz.

Lentamente scesi le scalette del palco, attenta a non cadere di fronte a quella miriade di star. Sarebbe stata l’ultima cosa che avrei fatto prima di prendere una pistola e spararmi in testa.

Le luci si abbassarono leggermente, concentrandosi invece sul palco, dandomi modo di passare, seguita da alcune telecamere, tra le interminabili file di vip che curiose mi scrutavano, chi con ovvia curiosità per la rivelazione dell'ultimo anno e mezzo, e chi, colleghi soprattutto, che ostentavano verso Rachel Gray il loro affetto, entusiasmo, educazione o, per alcuni in particolare, semplice indifferenza.

Mi lasciai cadere pesantemente sul sedile rosso vicino a Mandy, la mia migliore amica, mentre lei mi abbracciava calorosamente, emozionata quanto me.

-Sei stata fenomenale.-mi sussurrò all’orecchio.

Gli sorrisi, stringendola a me per quel che potevo, ancor provata dall’emozione della mia prima esibizione agli MTV Music Awards.

-Grazie. Di tutto.-


Mi guardò sorridendo, con la sua tipica espressine da “tu sei scema!”, per poi prestare attenzione al palco, sul quale Russel si stava allegramente sgolando nell’annunciare i prossimi vip che sarebbero saliti sul palco.

-È finalmente arrivato il momento cinema della nostra serata! Perciò, io chiamo qui sul palco il vampiro e il licantropo, e con il vostro permesso, me la svigno con Bella..-continuò scherzando mentre dalla folla si sollevarono applausi e grida- In anteprima internazionale, il trailer di Breaking Down, presentato da Robert Pattinson, Kristen Stewart e Taylor Lautner!- annunciò concitato.

Urla. Grida.
Il suo nome a confondersi con l’aria.

Il dolore nel mio petto.

Mentre lo vidi entrare in scena.
Mentre lo vidi girarsi verso i suoi due amici.
Mentre lo vidi sorridere.

Tre anni. Tre anni che non lo vedevo dal vivo, beandomi inconsciamente della luce dei suoi occhi.
In quel momento lo guardai forse per la prima volta, con la piena consapevolezza di esserne stata, in passato, innamorata.

Mi sforzai di applaudire quando mi accorsi delle telecamere che inquadravano la reazione di alcuni vip, tra cui anche me.

-Che voi siate per il Team Edward o per il Team Jacob, il quarto film della saga di Twilight è arrivato!- urlò Kristen sorridendo.

La folla aumentò il volume, gli applausi si moltiplicarono, ma i miei occhi, fissi, non si staccarono da lui.

-È con questo trailer, in anteprima mondiale..- ed eccola, la sua voce. Mi sorpresi di sorridere. Mi aspettavo solo lacrime.- ..che vogliamo ringraziare in anticipo tutti i fan che ci hanno sostenuto in questi due anni. - finì Robert con un timido sorriso a labbra chiuse.

La sua voce, così calda e armoniosa, non era cambiata nel tempo..il timbro vocale si era indurito ’, aveva perso un po’ dell’accento britannico..ma restava la sua voce, in tutto e per tutto.

-Ed ecco a voi, il Trailer di Breaking Dawn!- Annunciò Taylor girandosi verso lo schermo alle sue spalle, mentre le luci lentamente si affievolivano fino a sparire.

Ero cosciente dell’internazionale successo della Saga, dell’incredibile, ma sempre più in aumento, entusiasmo delle giovani adolescenti innamorate di essa.
Avevo già partecipato ad alcuni aventi in comune con Kristen, Nikky, Ashley, Taylor, perciò conoscevo la portata del fenomeno.
Ma mai avrei creduto di ritrovarmi in mezzo a indefiniti strilli dei miei colleghi di lavoro, quelli che dovrebbero saper gestire la fama, che dovrebbero saper gestire l’entusiasmo..per lo meno in pubblico.
In un pubblico del genere poi.

Non mi sorpresi della faccia da beota di Taylor mentre guardava fisso Paris Hilton che sembrava ballare la conga sul suo seggiolino rosso amarena.

Subito dopo il Trailer, ci fu la pubblicità. Questo ci consentiva più o meno 6-7 minuti di pausa.

Mentre fissavo una figura longilinea, di spalle, che si stava allontanando dal palcoscenico, un tecnico mi si avvicinò imbarazzato.

-Mi scusi, Signorina Gray?- domandò cortese. Sembrava inquieto.
-Si?- lo guardai bene. Dovevo distrarmi. In qualsiasi modo, ma non potevo dare modo ai ricordi di sopraffarmi, proprio quella sera, proprio lì.
Era un ragazzo sulla trentina, castano. Portava la solita apparecchiatura dei tecnici scenografici, gli occhiali e un microfono al lato destro del viso. Inoltre teneva un foglio in mano.

-Mi manda Josh, il mio capo...- cominciò lui.
-Certo, dica.-
-Vede, siamo in un terribile ritardo, più di quanto possiamo permetterci e purtroppo siamo costretti a tagliare alcune presentazioni..-
-Capisco, non c’è problema, davvero..- risposi.
Avevo capito dove voleva arrivare, e stranamente non potevo che esserne contenta.

-Tra le ultime due performances dal vivo e il video di Eminem ci sono rimaste solo due categorie, e lei dovrebbe presentare la penultima insieme a Taylor Lautner, come pianificato e provato..- continuò pratico.
- Si esatto. Se non c’è tempo posso tranquillamente rinunciare, non ci sono problemi.-
-In verità, mi hanno mandato qui perché c’è stata una modifica. Nelle presentazioni delle stars, si cerca di equilibrare la coppia con una di portata giovanile e una internazionale, comprende? Siccome lei è quella di portata internazionale, non possiamo rinunciare ad averla come presentatrice, anche perché non si è presentata nemmeno agli MTV Movies Awards dell’anno scorso, perciò..-

Oh-Oh.

-Russel annuncerà il vincitore della categoria Best Live Act, in fretta senza nessuna battuta d’eccesso..a parte le sue solite uscite, ovvio.-disse sorridendo.
Non risposi al sorriso, perché ero rimasta pietrificata.
-Questo significa che lei, ed ecco qua..-mi porse il foglio che aveva nella mano destra -..annuncerà il vincitore dell’ultima categoria, Best Song, insieme a Robert Pat-

-NO!- forse avevo esagerato nell’alzare la voce, d’altronde non potevo dimenticare di esercitare la professione della cantante, perciò la voce, quando serviva non mancava. O spesso, era di troppo.
E in effetti, tutte le teste che si girarono verso di me, una decina circa, esclusa quella della mia amica, ancora più scioccata di me, avendo capito tutto, e del ragazzo che mi stava di fronte e che in quel momento mi fissava stupito e alquanto perplesso, ne erano la prova concreta.

-Cioè..non c’è bisogno. C’è Meg alla presentazione di quella categoria, no?- risposi cercando di salvare il salvabile. Naturalmente insalvabile.
-La signorina Fox le ha ceduto volentieri il posto, dopo aver parlato con Josh. Aveva già presentato nelle precedenti edizioni a quanto ricordo.- insistette convinto.

-Si, ma…mi dispiace!- colpo di genio. -Io non so la parte.- affermai sicura sorridendo, mentre disinvolta facevo spallucce.
Lo avevo sempre saputo che i veri geni non avevano bisogno del 10 a matematica, andava bene anche il 9.
-Non si preoccupi, la parte è relativamente semplice.- mi rassicurò sorridendo.
-Ma..- cercai una scusa, una qualunque del mio vasto repertorio, ma non me ne venne in mente nessuna.
-Ah, si..il Signor Pattinson ha detto che è disponibile per provare 5 minuti prima dell’andata in scena…e con questo, credo sia tutto. Ha ancora..-guardò l’orologio ignorando la mia espressione terrorizzata. Una visita dall’oculista, oppure ero migliorata nella recitazione. -..3-4 minuti circa, prima dell’inizio dello show, e altri 21, 22 prima di salire sul palco.- mi guardò gentile.
Io lo guardavo.
In agonia.
-Buona fortuna, e scusi il disturbo. Per qualunque problema, c‘è Josh. -mi ricordò sorridendomi, mentre si voltava sparendo dalla mia vista.

Merda.



-Cary?-

-Cary?!-

-Sveglia idiota!!- sbraitò sottovoce Mandy.
-Eh?- risposi, risvegliandomi dal tepore.
Mi ero incantata a fissare quel foglio, che fermo se ne stava tra le mie mani. Inconscio di avermi provocato un attacco di panico in piena regola.

Non avevo seguito granché lo show, per imparare 6-7 righe di quello che sarebbe stato un disastro in piena regola.

-Che c’è?- chiesi scocciata, mentre Beyoncè urlava al mondo intero la sua passione per la danza.-Sto ripassando, non vedi?-

Ero letteralmente terrorizzata. Tramavo. Ma non riuscivo a capire..perché?

Perché lo avrei rivisto? Perché avevo timore che mi scoprisse, e quindi paura della sua reazione?
O semplicemente..avevo i brividi, nel sapere di averlo vicino dopo tanto tempo?
No. Io lo avevo dimenticato. Di questo ero certa.

-Sisi, faccio finta di crederti..-rispose, sarcastica. -Fatto sta che dovresti andare.- concluse sospirando preoccupata.
-Hem..io non so se è una buona idea..-dissi aguzzando lo sguardo verso l’uscita di sicurezza posta alla destra della sala.
-Non lo è, infatti, ma è l’unica.- disse lei.
-Questo lo dici tu.- ribadii voltandomi nuovamente verso di lei e alzando un sopracciglio.-Fatto sta..- la citai -che quella porta là in fondo ha un non so che di misterioso che mi attira. Urgentemente. E tu sai che non so dire di no ai richiami d’urgen..ahhh.- finii dolorosamente perplessa dopo il pugno nello stomaco di quella che si spacciava per mia sorella “non di sangue ma di scelta“.

Perché dopo aver sgranato i suoi piccoli occhi marroni chiaro, più o meno verso “dire di no”, avevo visto quegli stessi occhi attraversati da una strana luce, come un lampo.
Panico.
Dopo il suo attacco, però, si era rannicchiata su se stessa, voltando il viso dall’altra parte e lasciando che i lunghi capelli castani lo ricoprissero completamente.

-Ma che cavolo..?-

-Scusate?-

Oh-oh.



Perché, quando mi serve un bazuka, mi devo accontentare di un misero cazzotto?





*************************************************

Hem.
Va bene, lo ammetto, sono in ritardo, ma ho una scusa!
Sono in punizione. Senza colpa d’altronde, lo ammettono perfino loro, ma dicono che il computer mi distrae dagli studi, e siccome soffro di emicrania, e sono rimasta indietro a scuola, vogliono aiutarmi.
Come?
Togliendomi computer cellulare tutto tutttoooo!!!
I miei libri, la mia musica!
Dio solo sa la fatica nel scrivere questo capitolo.

Bè, ce l’ho fatta, no?

So che le cose appaiono ancora poco chiare, ma col tempo tutto verrà alla luce del sole.
Prometto. Giuro.
Ok, ora non esageriamo, toh.

Cary si trova in un bel guaio, ora. Perché sicuramente avrete intuito di chi è la voce che ha interrotto il giocoso discorso tra lei e la sua amica. Eh, già.

Cosa farà?
No, non ve lo dico.

Per chi fosse interessato o in qualche modo affezzionato, ai personaggi originali di questa storia, prego leggere sotto.

Pagina Facebook di Caroline/Rachel.


Ora, ragazze, la bomba è in mano vostra. Aspetto le vostre opinioni, e soprattutto…non è colpa mia se lo show è in ritardo! XD

Un bacio,


Sugar


Sfosfy4ever: Scusa, scusa, scusa, scusa!!! Mi dispiace tanto di aver tardato nel postare, ma non avevo avuto proprio modo fino ad oggi. Ti ringrazio davvero per ciò che hai detto. Mi fa veramente piacere che la storia ti coinvolga così tanto. Il tuo entusiasmo è contagioso! Per quanto riguarda la ragazza, hai ragione. Era lei quella sera..ma naturalmente non ricorda nulla, complice la sbronza! Si, infatti, non si sono più visti, purtroppo. Lei è andata aventi con la sua vita, diventando ciò che è adesso. Avrai capito che Cary, è Rachel sotto mentite spoglie. Ma prima o poi dovevano rincontrarsi di nuovo non credi? Lavorano nel mondo dello spettacolo entrambi, insomma..okok, non divaghiamo. ^^
Prometto che non farò più così tardi! Parola di scout!
A presto, spero! Un bacio!
Cery.

dodd.: Eh? Ti fo dannare? Ma..lo devo prendere come un complimento? XD
Grazie mille! Sei troppo gentile..ed esagerata, su! Come volevi, la reazione di Robert è vicina vicina!! Ti prego, però…non mi strangolare!! Con il Marshmellow poi!! Lo adoro!!
Sei troppo forte! Un bacio!
Cery

Alice1993: Grazie mille, sei molto gentile.. Sono contenta che ti piaccia! Stai tranquilla, la tua curiosità sarò ripagata! E scusa il ritardo!! ^^
Un bacio.

Kritz: Chiaraaaa!!! Sisi! Finalmente è arrivatooo!! S’innalzi il coro dell’alleluia!! Era anche l’ora, insomma..Ora si vede che la sfiga non è cieca come la fortuna!
Grazie per i complimenti! Sei molto gentile. Vedrai che stavolta non dovrai aspettare un mese e mezzo, su!!
Un bacione grande grande!
Cery











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Capitolo 5
*** Disgraziata fortuna. ***


 ~ disgraziata fortuna.


Oh merda. 

Lentamente, fissando rigorosamente il pavimento, mi voltai di due millimetri verso di lui.
Perché era lui. Lo vedevo per metà, nascosta per bene dalla mia frangetta color oro.
Era venuto a chiamarmi per provare, non c’era ombra di dubbio. Non lo avevo visto alzarsi. Certo, era seduto due file dietro di me, ma..
Dio.

- Si? -, cercai di risultare il più naturale possibile, ma l’emozione sembrava stringermi il cuore in una morsa soffocante.
Usa la voce di Rachel, Cary, usa la voce di Rachel.

- Rachel, giusto? Piacere, Robert. -, affermò sorridendo, lo intuivo dalla sua voce. Era più calda, più morbida, rispetto al tipico timbro da palco, freddo e distaccato.
Non sembrava curarsi delle poche persone curiose che ci guardavano, dello show che continuava, dell’anormalità della situazione. Forse, perché non lo sapeva. Forse, perché ignorarlo sarebbe stato più facile.
No, questo valeva per me, solo per me.
E mi offrì la mano.

La mano…
La mano…
La mano, cazzo, la mano!

- Hem.. -
Oh dio. Dov’è finita la mano? Sta aspettando la mia mano!
Cercai di riprendere quel briciolo di controllo che ormai sapevo scappato alle Hawaii in preda ad un’estasi mistica, ma non mi diedi per vinta, e, mezza accecata della frangia, con un coraggio da leoni, forte e fiera di essere me stessa, gli porsi la mano destra, o per meglio dire due dita.

Mi aspettavo di incontrare la sua calda mano, ma, per la fretta e l’incontrollabile tremolio dettato dal nervosismo  mi schiantai inevitabilmente contro la cinghia dei pantaloni. Dei suoi pantaloni.

- Porca oca! -, dissi alzando definitivamente la testa, mentre il mio viso si colorava di rosso.
Ridacchiò imbarazzato, mentre nella mia mente passavano indisturbate varie diapositive sui vari metodi di  suicidio e sugli ingredienti necessari per metterli a punto. Non mi guardava negli occhi, e per questo avrei dovuto ringraziare tutti i santi che conoscevo.
- Dobbiamo andare a provare..si..hem..sai, la presentazione... -, disse sorridendo nervoso, per l’imbarazzo che alleggiava nell’aria, che per quanto mi riguardava, respiravo a fatica.

Abbassai la testa, attenta a non incrociare i suoi occhi, che tanto mi erano mancati. Quel cangiante colore che mi aveva tenuto compagnia nelle più belle ed orribili giornate. Capaci di confondermi, di farmi perdere alla deriva come nessun’altra cosa era mai riuscita a fare, eppur l’unica in grado di riprendermi, tenendomi ancorata a sé.
- Certo, scusami.. -, proferii seria, in tono grave. Sperai solo che non riconoscesse il timbro vocale. Sarebbe stata la fine.
- Comunque sono Rachel, piacere mio. -, proseguii ancora, lugubre. L’unico modo che avevo era di essere l’opposto di ciò che ero stata. Lasciai correre la mancata stretta di mano e lentamente mi alzai dalle comode poltroncine rosse.
Lo osservai di sottecchi, attenta ad ogni sua reazione, che non tardò ad arrivare.
Mi guardava in maniera strana. Non seppi decifrare la sua espressione se non…inquieta?

Che ho fatto, ora? Pensai allarmata.

- Si..ok, andiamo allora. -, Il suo sorriso aveva chiaramente qualcosa che non andava. Era piuttosto teso, e dalla rigidità con cui si voltò verso l’uscita laterale a sinistra, capii che la mia naturalezza non lo aveva ingannato, almeno non del tutto. Era veramente a disagio. La mano destra stava torturando i capelli.

Prima di seguirlo attraverso la fila alla nostra sinistra, incrociai lo sguardo di Mandy. Con gli occhi al cielo scuoteva lentamente la testa. Mi sarebbe tanto piaciuto sapere il perché, ma al momento l’unica parte del mio cervello che era riuscita a rinvenire dalla paralizzazione definitiva, era concentrata su di lui, e sul suo passo disordinato.
Confusa, nervosa e irrequieta più che mai, mi apprestai a seguire Robert, con la futile speranza che, una volta incrociati definitivamente i suoi occhi, la mia debole barriera dorata restasse intatta.







- Eccovi! -, Josh Koultz era piuttosto agitato. Il suo viso arrossato era impregnato di piccole gocce di sudore, che lente colavano giù per la sua guancia non rasata.
Il backstage era sempre stato uno dei luoghi che preferivo. L’agitazione, il nervosismo e la frenesia mischiati all’eccitazione dell’attesa rendevano il posto vivo ed emozionante. Una vera magia per artisti sensibili anche alle più sottili emozioni.
Il disordine, il caos, l’isteria dei responsabili, le urla, la fretta, i ritardi, le imprecazioni degli addetti, le luci, il buio, la musica vicina come non mai, l’aria satura di elettricità. La gioia di aver portato lo spettacolo a termine, dovere e piacere, mentre le urla entusiaste dei fan chiudevano puntualmente la serata. Ti faceva sentire vivo e cosciente di te stesso, sempre.
Metterci piede era sempre stata un’emozione. Inimitabile.
Ma, si sa. Le emozioni umane sono dettate dalle singole situazioni. Le scelte dalle singole emozioni. E le emozioni, influiscono su tutto il resto.
Varcando l’enorme porta grigia, le uniche emozioni che sentivo erano paura e dolore.
Paura per l’inevitabile, per ciò che avevo sfuggito. Paura del destino, che infame, ci riservava infinite sorprese. Paura di me stessa, e delle mie stesse emozioni.
Dolore. Perché lo stavo finalmente guardando negli occhi.

Un istante di distrazione, tutto qui. Semplicemente la mano di Josh che mi indicava, chiedendo al ragazzo al mio fianco se ci fossimo già presentati. La mia stupida curiosità, che peccando d’ingenuità, mi fece scattare e puntare, seppur timidamente, lo sguardo su di lui. E scoprire che lui stava facendo lo stesso, nel medesimo momento, spaccando il secondo, e con esso tutte le mie futili speranze di uscire indenne, almeno superficialmente, da questa situazione.




I walk a lonely road
The only one that I have ever known
Don't know where it goes
But it's home to me and I walk alone

Today is gonna be the day that they're gonna throw it back to you..



La musica, ancora una volta, mi aveva salvato la vita.
Mentre la suoneria del cellulare spezzava l’atmosfera ipnotica che da parte mia si sarebbe senza dubbio creata, e inevitabilmente i Green Day cominciarono a cantare seguiti dagli Oasis in quella che era la mia canzone preferita, la mia mente realizzò all’istante di essere sopraffatta dalla sensazione di disorientamento ed eccitazione, sensazioni che mi avevano solo vagamente sfiorato negli ultimi tre anni.
Il cellulare, nella mia borsetta, squillava da qualche secondo. Fu grazie alla musica che riuscì a spezzare il contatto visivo.
Ma uno sguardo restò puntato su di me.
- Pron..? -
- Ti hanno mai detto che sei un’idiota? -, mi chiese l’inconfondibile voce di Mandy dall’altra parte della linea.
- Si, tu. L’hai fatto prima, e presumo che tu lo stia insinuando anche adesso. -
- Esatto. E questo perché è vero, ricordatelo. Comunque, lasciando perdere la tua anormalità, volevo chiederti una cosa. -
- E lo devi fare proprio adesso? -, risposi a denti stretti.
- Mah..fai come vuoi. -, disse pomposa, - Se ci tieni a collezionare figuracce stasera, la cosa riguarda solo te, è la tua vita, no? -
- Ma che vai farneticando? -, domandai piuttosto confusa.
- Sto parlando del tuo tono di voce da morto in stato di putrefazione! -, chiarì a bassa voce.
- In che senso, scusa? -.
- Ho capito che Robert non deve riconoscere il tuo timbro vocale e tutto, ma almeno evita di parlare come una reduce dal proprio funerale! -, spiegò spazientita.
- Ah. Ecco perché..ok, ho capito. Grazie Ma.. Mamma! Ci vediamo dopo, se riesci a trovarmi. -, Dissi distratta, mentre pensavo alla faccia di Robert, che apparentemente confusa ed infastidita, si poteva scorgere facilmente a pochi metri da me, puntata nella mia direzione.
- Se riesco a trovarti..? No, Cary! No! Hai il dovere di partecipare! Hai anche vinto due premi, non puoi mancare! Li farai incazzare, stavolta, non puoi fare di tes..-
- Si, lo so, ma non mi va. Ci vediamo in macchina, altrimenti a casa mia. Dato che ci vai, chiedi al chitarrista degli Aerosmith di fare un autografo per Ryan se lo becchi. Ciao! -
Riuscì a chiudere a metà del suo grazioso invito verso il paese dei balocchi, appena in tempo, perché Robert si stava avvicinando pericolosamente.
L’aria era tesa, granitica. Respirare non mi era mai sembrato così difficile.
- Sei pronta? Possiamo provare? -, chiese gentilmente.
- Certo. -, evidentemente stavolta la voce non era il mortorio di prima, perché lo vidi sgranare impercettibilmente gli occhi, prima di sorridermi.




Ops.

- Oh! Scusami! Non l’ho fatto apposta, giuro! -.
La situazione stava degenerando. E io non avevo il numero di Superman per il pronto intervento.
 - Tranquilla, non è niente. -, proferì cominciando a guardarsi intorno alla ricerca del suo manager, mentre con la mano destra teneva la manica della camicia grondante di cioccolata calda lontano dai pantaloni.
Che figura da oscar. E non avevo potuto prendere nemmeno un sorso della bevanda, dato l’imprevisto e subitaneo rovesciamento sul completo di Robert appena me l’avevano portata.
- Scusa. Dev.. dev’essere il nervosismo, ecco. -, dissi guardandolo negli occhi per un istante di troppo. Lo vidi distintamente mentre si corrucciava in un’espressione concentrata, studiandomi mentre cercavo di riparare il danno con un fazzolettino preso dalla borsetta.
- Ma tu.. Sei una cantante. Non dovresti sentirti a tuo agio sul palco? -. Aveva cambiato tono di voce, e senza ombra di dubbio argomento, dopo quell’esitazione quasi infinitesimale.
- Beh..si, ma non ci penso più di tanto. Canto. Solo questo. Quando sono sul palco canto e basta, non bado eccessivamente alla folla. Cioè..non ne divento paranoica, proprio perché cantare mi rilassa e mi fa sentire..-, fui interrotta dalla sua mano che sembrava essersi protesa verso il mio viso, e che invece mi passò vicino alla guancia destra.
- Come ti fa sentire? -. Mi stava ancora guardando. Nella sua mano altri fazzoletti e la voce di un uomo che di sfuggita annunciava l’arrivo della camicia di riserva.
- Ah..ecco, rilassata. In armonia col mondo. -, mi allontanai per fargli spazio mentre il suo manager scartava l’involucro della camicia blu notte nuova di zecca vicinissimo a noi. - Ma solo quando canto. -, aggiunsi a bassa voce.
- Solo quando canti. -, mormorò il ragazzo davanti a me, in tono sottile.



- Allora. Sei pronta? -
- Prontissima, grazie. -
Era questione di minuti e ci avrebbero chiamati sul palco.
In situazioni come questa un potere alternativo avrebbe fatto comodo. Che so, magari il teletrasporto. O direttamente l’autodistruzione.
- Ah..ricordati di guardare scettica verso di me, quando ti faccio la battutaccia, ok? -, mi disse un po’ nervoso.
- Sisi, certo. Scettica..si. -. No non ero nervosa. Per niente.
Se solo avesse saputo che il motivo di tale nervosismo era lui, e non tanto il fatto di dover annunciare il vincitore di una categoria davanti a centinaia di divi dello spettacolo di tutto il mondo.
- E ora, gente, l’ultimo premio della serata, il più..-, Russel aveva appena cominciato a parlare del Best Song.
La scenetta. Si, nessun problema. La battutina acida, l’occhiata scettica, la risata finale..
Ero talmente nervosa e percettiva che sentivo ogni suo respiro, movimento, suono. Talmente concentrata su di lui che non mi ero accorta di star lentamente distruggendo il braccialetto al mio polso destro, che, per grazia divina e amore dei cieli, dimostrandomi ancora una volta come la fortuna sia sempre stata dalla mia parte, sempre e comunque, si aprì e mi rimase nella mano destra, tranquillo, dondolando leggermente.
- Accidenti! -,cercai inutilmente di agganciare la sicura di bronzo, ma effettivamente non dovevo essere molto convincente, dato che un attimo dopo Robert pensò bene di intervenire prendendo la mia mano tra le sue per avvicinarla e agganciare quel maledetto inutile accessorio.
- E stasera sono qui con noi, per annunciare il fortunato vincitore, due star dalla portata intern..- Russel continuava, imperterrito.
-Ecco, ci siamo quas..-. Robert si blocco d’improvviso, la mia mano tra le sue, i suoi occhi fissi sul minuscolo tatuaggio a stella posizionato a lato destro del mio polso.
- Oh mio dio..-
Non riuscii a sentire nient’altro che quel sussurro. In una frazione di secondo mi ero già portata avanti a lui, e mentre l’incriminato bracciale toccava il pavimento, tra me e Robert ci fu tempo solo per lo spazio di un istante, uno sguardo.
Tremendamente consapevole.


-..Signori, Robert Pattinson e Rachel Gray! - Russel Brand ebbe appena il tempo di pronunciare la mia sentenza di morte, che il coro degli applausi e flash ci investì ancor prima di aver messo bene i piedi sul palco.








**************************



Sono passati mesi, lo so. Mesi interi.
Non starò qui a giustificarmi, ma le mie scuse ve le devo, per principio.
Quindi, ragazzuole..Mi scuso infinitamente per questo mostruoso ritardo. E so che avete il diritto di prendermi a randellate fino a farmi dimenticare il mio nome, ma pensateci bene prima di saltarmi addosso: poi chi la conclude la storia?
Scherzi a parte, volevo ringraziarvi tutti quanti. Sembra che l’ispirazione sia allergica al tempo libero, dato che appare solo quando di tempo non ne ho. Ma come ho detto una volta, porterò avanti la storia, costi quel che costi.
Come vedete, i nostri protagonisti si sono incontrati. E, ve lo dico in partenza: occhio ai dettagli! La trama si complicherà un po’, dal momento che d’ora in poi entreranno in gioco altri personaggi. Ma non temete: Robert ci sarà costantemente d’ora in poi, anche se devo annunciare una possibile entrata in gioco di Kristen.
Per ultimo: non ho idea di chi potrebbe vincere il premio Best Song quest’anno. Perciò..via con i suggerimenti!
E già che ci sono, ne aprofitto per dirvi che gli aggiornamenti delle altre storie arriveranno presto! Grazie di cuore.

Con affetto,

              Sugar.
 


Lola_: Tesoro, eccolo finalmente! Ci ho messo una vita, ma abbi. Pace. Ho ideato un gran finale, però, eh? Ora vediamo quando pubblico il prossimo!  I love u, darling! I hope you like it! P.s.: No, non mi menare, ti scongiuro!

RiceGrain: Ele, ma tu mi lusinghi! Spero che tu non mi abbia dimenticata già, anche se me lo meriterei. Ho passato tutta l’estate a ispirazione zero, mentre ora sembra volermi violentare, disgraziata lei. Comunque, sei tu il genio non io. E dopo tanto tempo devo anche riprendere a leggere e recensire la tua storiella, perché sono tremendamente indietro, e sono preoccupata per Sugar!
Hem, supplico umilmente perdono! Ma vedrai che col prossimo capitolo mi faccio perdonare di sicuro!
A presto Ele, un bacione.

Sfosfy4ever: Cara, grazie dei complimenti. Sei davvero troppo gentile. Però non esagerare, potrei montarmi la testa!
So di essere stata una strega cattiva, per non aver postato per tutta l’estate. Ma mi farò perdonare, stanne certa!
Beh..ora hai visto le loro reazioni, perciò, che dici?  Ho detto anche troppo in questo capitolo. Mi sono fatta perdonare almeno un po’ per l’assenza? E scusa, se ti faccio soffrire, con questa suspense da brivido, il fatto è che nonostante tutto ti capisco perfettamente! A presto, tesoro!

exceptions: Oddio, grazie. Sei veramente gentile! E non me lo merito, dopo tutto questo tempo. Beh, si. Hai ragione, può sembrare strano, ma la febbre Pattinson non mi ha mai contagiata più di tanto. Era il personaggio che interpretava, ad affascinarmi. Ma ormai continuo la storia, e ci metto dentro il Robert che mi immagino io. Spero ti sia piaciuto, questo capitolo. Finalmente è arrivato. A presto, Ex.

_Miss_: Accidenti se c’hai preso. In pieno. Ormai per te sarebbe inutile leggerla, questa storia! Grazie dei complimenti! Spero che dopo tutto questo tempo la storia t’attizzi lo stesso! Un bacione!

Saruxxa: Oh, cara! Scusa, Eri arrivata nel momento sbagliato, ma spero tu possa perdonarmi per il tempo perso! Di solito, no, non ci metto mesi. Vedrai! Spero che il capitolo ti sia piaciuto! Un bacio!

Dodd: Grazie mille, Dodd. Spero di essermi fatta perdonare, con questo capitolo. No, non sei la prima a chiamarmi Miss Sadica 2010. Evidentemente c’è veramente qualcosa che non va. Un bacio.

Krisz: Cara, scusami! Ci ho messo una vita, ma alla fine ci sono arrivata! E come incontro non è poi così male, no? Dimmi te, poi. A presto! E grazie per i complimenti!




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