Viva la vida - I ruled the world

di Cora911
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** I ***
Capitolo 3: *** II ***
Capitolo 4: *** III ***
Capitolo 5: *** IV ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo
Viva La Vida - I ruled the world


Oh, who would ever want to be king?


I used to rule the world
Seas would rise when I gave the word
Now in the morning I sleep alone
Sweep the streets I used to own
I used to roll the dice
Feel the fear in my enemy’s eyes
Listen as the crowd would sing:
“Now the old king is dead! Long live the king!”
One minute I held the key
Next the walls were closed on me
And I discovered that my castles stand
Upon pillars of salt, pillars of sand
I hear Jerusalem bells are ringing
Roman Cavalry choirs are singing
Be my mirror my sword and shield
My missionaries in a foreign field
For some reason I can not explain
Once you know there was never, never an honest word
That was when I ruled the world
It was the wicked and wild wind
Blew down the doors to let me in.
Shattered windows and the sound of drums
People could not believe what I’d become
Revolutionaries Wait
For my head on a silver plate
Just a puppet on a lonely string
Oh who would ever want to be king?
I hear Jerusalem bells are ringing
Roman Cavalry choirs are singing
Be my mirror my sword and shield
My missionaries in a foreign field
For some reason I can not explain
I know Saint Peter won’t call my name
Never an honest word
And that was when I ruled the world
Hear Jerusalem bells are ringings
Roman Cavalry choirs are singing
Be my mirror my sword and shield
My missionaries in a foreign field
For some reason I can not explain
I know Saint Peter will call my name
Never an honest word
But that was when I ruled the world
Viva la vida - Coldplay

Re Antimo I guardò fuori dalla finestra della sua camera regale, scandagliando con gli occhi il suo regno.
Era stato tutto suo, una volta, ma non poteva fingere con sè stesso ancora per molto. Stava perdendo tutto. Non era un Re.
Suo padre lo era stato, e anche un ottimo Re, ma era morto.
O meglio, lui l'aveva ucciso.
E ora aveva capito il senso delle sue parole, che a quel tempo gli erano sembrate così prive di singificate "Oh, chi mai vorrebbe essere Re?".
Ora capiva. Capiva la paura, la responsabilità, il dovere.
E lui non era portato.
All'inizio aveva amato il potere. Aveva amato avere una ragazza diversa per notte o anche di più, aveva amato le feste, i balli, i privilegi, il potere.
Ora, con i Re del Deserto che si avvicinavano, provava solo un bruciante senso di sconfitta.
Sapeva che il popolo sarebbe stato dalla sua parte incondizionatamente. Sapeva che i rivoluzionari aspettavano la sua testa su un piatto d'argento. Sapeva che avrebbe portato tutto alla rovina.
E per cosa? Per quella ragazza?
Perchè non poteva neanche concepire di non avere qualcosa che desiderasse?
No. Gli occhi azzurro-verde del Re si velarono per un attimo di consapevolezza, facendolo per la prima volta sembrare più maturo dei suoi ventiquattro anni.
Non era per capriccio che non voleva rinunciare a Rebeccah. Lui ne era innamorato.
Scoparsi tutte quelle ragazze ogni sera non avrebbe cambiato la situazione.
E lei, che in quel momento l'aspettava rinchiusa nelle segrete del castello, ricambiava il suo sentimento.
Come mai allora continuava a nasconderlo a sè stesso, a lei e al popolo? Perchè non era in grado di prendersi una responsabilità?
Si tolse la splendida corona d'oro tempestata di gemme e la posò sul comodino di rovere.
Forse non era un buon Re, no. Ma era un uomo innamorato. E sapeva cosa doveva fare.

Spazio dell'autrice
Ovviamente non mettetevi a cercare un re Antimo I, o una guerra contro i Grandi Re del Deserto.
Tutto ciò è frutto della mia immaginazione, quindi dovrete lavorare di fantasia anche voi :D.
Spero vi piaccia questo mio tentativo di fanfiction, e vi prego di lasciarmi una piccola recensione, giusto per farmi sapere che ne pensate.
Un bacio Cora911

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Capitolo 2
*** I ***


Chapter I
Viva La Vida - I ruled the world


I used to rule the world
Seas would rise when I gave the word


I used to rule the world
Seas would rise when I gave the word
Now in the morning I sleep alone
Sweep the streets I used to own
I used to roll the dice
Feel the fear in my enemy’s eyes
Listen as the crowd would sing:
“Now the old king is dead! Long live the king!”
One minute I held the key
Next the walls were closed on me
And I discovered that my castles stand
Upon pillars of salt, pillars of sand
I hear Jerusalem bells are ringing
Roman Cavalry choirs are singing
Be my mirror my sword and shield
My missionaries in a foreign field
For some reason I can not explain
Once you know there was never, never an honest word
That was when I ruled the world
It was the wicked and wild wind
Blew down the doors to let me in.
Shattered windows and the sound of drums
People could not believe what I’d become
Revolutionaries Wait
For my head on a silver plate
Just a puppet on a lonely string
Oh who would ever want to be king?
I hear Jerusalem bells are ringing
Roman Cavalry choirs are singing
Be my mirror my sword and shield
My missionaries in a foreign field
For some reason I can not explain
I know Saint Peter won’t call my name
Never an honest word
And that was when I ruled the world
Hear Jerusalem bells are ringings
Roman Cavalry choirs are singing
Be my mirror my sword and shield
My missionaries in a foreign field
For some reason I can not explain
I know Saint Peter will call my name
Never an honest word
But that was when I ruled the world
Viva la vida - Coldplay

Il sole creava uno splendido riverbero di luce dorata sulla candida pelle delle ragazza distesa tra le coperte di seta della camera regale.
Re Antimo I la guardava dormire, con il viso appoggiato sul braccio.
Era bellissima, certo, ma stava già pensando a che tipo di ragazza avrebbe voluto la sera dopo.
Lui non era certo uno che si accontentava. E perchè avrebbe dovuto, in fondo? Era il re. Poteva permettersi di avere tutto ciò che voleva.
Ora che ci pensava, iniziava ad avere fame. Le sue fantastiche prestazioni della sera prima avevano attinto a tutte le energie ricavate dalla fantastica cena della festa che aveva organizzato in suo onore.
Se c'era qualcosa che mancava, in lui, era certo la modestia.
Con fare pigro si sporse a suonare la campanella accanto al suo letto, in modo che gli venisse immediatamente servita la colazione.
La ragazza, di cui neanche ricordava il nome, si alzò di soprassalto.
-Ciao...- le sussurrò il Re, guardandola con un sorrisino.
Lei lo guardò con avidità prima di mormorare:-Oh, buongiorno, Sua Altezza.-
Non c'era neanche una punta di ironia nella sua voce. Tutti lo chiamavano così, e le ragazze che gli facevano compagnia la notte non facevano eccezione.
Anche perchè se così fosse stato, in molte avrebbero avuto questo privilegio.
In quel momento un paio di cameriere bussarono con discrezione alla porta, lasciando un enorme vassoio d'argento con la colazione su un tavolo di mogano.
Una delle due, che aveva allietato Antimo solo qualche giorno prima, abbassò lo sguardo con gli occhi pieni di lacrime, e lasciò in fretta la stanza.
Lui alzò gli occhi al cielo: odiava quando si facevano illusioni. Non che gliene fregasse più di tanto, certo.
Si alzò, ancora completamente nudo, e lasciò che la ragazza osservasse il suo splendido corpo statuario mentre si vestiva.
Dopo di che osservò il contenuto del vassoio e fece schioccare la lingua, soddisfatto. C'era tutto quello che amava di più.
Non che i suoi servitori osassero mai fare qualcosa contro il suo volere. Chiunque mai avesse provato a dargli motivo di scontento sarebbe finito immediatamente a marcire nelle segrete, o forse, se l'avesse deluso in un momento di particolare scontento, non avrebbe più rivisto sorgere il sole.
Ma non aveva mai avuto rimpianti. Mai. Quello che Re Antimo I voleva era legge, e ciò che decideva era definitivo.
Ed era così che a lui piaceva. Era divertente, fare il Re.
Tutti facevano ciò che volevi, tutti ti amavano ed ammiravano.
Aveva preso il posto di suo padre in modo magistrale. Nessuno aveva sospettato l'accaduto.
Era bastato versargli del veleno in bocca mentre dormiva. Cicuta. Semplice da procurarsi, ma letale.
Dopo di che era salito al trono, svilendo la figura di suo padre davanti al popolo in modo che nessuno lo rimpiangesse. Dopo di che era diventato sovrano dello splendore dell'impero Romano. L'aveva reso ancora più bello, sfarzoso e suntuoso.
E i cori del popolo, quando lo avevano incoronato, erano stati chiari:-Il vecchio re è morto, lunga vita al Re Antimo!-
Compiaciuto e sazio Antimo scacciò con un gesto la ragazza che, umiliata ma sottomessa, lasciò la stanza.
Prese la splendida corona che lui stesso aveva fatto forgiare dai migliori artigiani dell'Ovest, e se la adagiò sulla testa prima di specchiarsi.
Era assolutamente splendido, con quegli occhi blu verde così penetranti, i capelli neri ribelli e quell'aria aristocratica.
Si affacciò sul balcone della sua stanza e accettò con falsa modestia le esultazioni del popolo.
La sua vita era semplicemente perfetta, e nulla avrebbe mai potuto scalfirlo.

Spazio dell'autrice Ecco a voi il secondo capitolo! Grazie molte a Delilah, che ha commentato e mi ha fatto molto piacere. Grazie a karlettasckr che mi ha messo tra le seguite, e anche a tutti quelli che leggono, anche se gradirei un commentino, anche se è una critica. Ci vediamo al prossimo capitolo!
Come al solito, ditemi la vostra!

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Capitolo 3
*** II ***


Chapter II
Viva La Vida - I ruled the world


It was the wicked and wild wind
Blew down the doors to let me in.


I used to rule the world
Seas would rise when I gave the word
Now in the morning I sleep alone
Sweep the streets I used to own
I used to roll the dice
Feel the fear in my enemy’s eyes
Listen as the crowd would sing:
“Now the old king is dead! Long live the king!”
One minute I held the key
Next the walls were closed on me
And I discovered that my castles stand
Upon pillars of salt, pillars of sand
I hear Jerusalem bells are ringing
Roman Cavalry choirs are singing
Be my mirror my sword and shield
My missionaries in a foreign field
For some reason I can not explain
Once you know there was never, never an honest word
That was when I ruled the world
It was the wicked and wild wind
Blew down the doors to let me in.
Shattered windows and the sound of drums
People could not believe what I’d become
Revolutionaries Wait
For my head on a silver plate
Just a puppet on a lonely string
Oh who would ever want to be king?
I hear Jerusalem bells are ringing
Roman Cavalry choirs are singing
Be my mirror my sword and shield
My missionaries in a foreign field
For some reason I can not explain
I know Saint Peter won’t call my name
Never an honest word
And that was when I ruled the world
Hear Jerusalem bells are ringings
Roman Cavalry choirs are singing
Be my mirror my sword and shield
My missionaries in a foreign field
For some reason I can not explain
I know Saint Peter will call my name
Never an honest word
But that was when I ruled the world
Viva la vida - Coldplay

Non importa cosa dicono. Non importa mai.
Ci sarà sempre qualcuno che ti disprezza, che ti odia, che ti vuole vedere morto.
E Antimo aveva due modi di superare le critiche e le urla di scherno dei rivoluzionari: se era di buon umore scoccava loro uno splendido sorriso prima di crogiolarsi nell'amore che il popolo nutriva nei suoi confronti, se invece era stata una giornata particolarmente pesante si accontentava di vedere le loro teste su un piatto d'argento.
Ormai tutti erano abituati al fatto che la loro vita e le loro leggi dipendevano dall'umore del sovrano al suo risveglio, e non se ne facevano più un problema.
Certo, quando il padre di cinque figli si vedeva negare un po' di cibo in più perchè il Re aveva avuto una notte meno lieta del solito la sua cieca fiducia in Antimo vacillava, per poi ristabilirsi non appena, dopo una bella notte di sesso, il Re aumentava la razione del pane alle famiglie numerose.
Quella mattina Re Antimo era di animo buono.
La ragazza della sera prima si era rivelata una splendida sorpresa e il sole brillava nel cielo, forse un po' troppo caldo, ma assolutamente perfetto per la nuova piscina all'aperto.
L'incombenza più gravosa che doveva affrontare quel giorno era solo quella di trovare qualcuno con cui condividere quel piacevole momento di freschezza, e non era nulla di particolarmente difficile, visto che qualunque ragazza del regno avrebbe fatto pazzie per un solo secondo in sua compagnia.
Antimo si sedette mollemente sul trono, con la pesante corona leggermente sbilenca sulla testa.
C'era solo una cosa che ancora lo separava dall'acqua trasparente, cioè il ricevimento dei sudditi, e lui intendeva sbrigarsela al più presto.
Avrebbe concesso tutto quello che gli chiedevano, chiaramente, e poi si sarebbe goduto il meritato refrigerio.
Guardò il cielo turchese intenso fuori da un'alta finestra decorata a sbalzo e provò ad estraniarsi un attimo, ad immaginarsi già immerso fino alla vita sottile e muscolosa nell'acqua.
Che tipo di ragazza avrebbe voluto al suo fianco, questa volta? Una focosa come quella di ieri sera, o forse una gattina timida tutta da scoprire?
Era così immerso in questi eccitanti pensieri che quasi non si accorse della porta che si apriva e si richiudeva, lasciando entrare qualcuno.
Alzò lo sguardo, pronto ad accogliere il solito popolano disperato in vena di preghiere, e rimase sorpreso quando, al posto di un cencioso vecchio, vide vicino alla porta il ciambellano di corte, totalmente inatteso.
-Sire.- disse, parandosi davanti a lui dopo essersi debitamente inchinato fino a che il suo naso non aveva quasi toccato l'immaccolato pavimento di marmo-Ho pregato le persone presenti di ripassare domani. è appena arrivato un ambasciatore Spartano(*) con un dono per lei da parte del re di Sparta in persona.-
Atimo battè le mani, entusiasta:-Cos'è questa volta? Oro, spezie, gioielli o tessuti?- domandò.
-Veramente...- esitò un secondo -Nulla di tutto ciò. Anzi, è un regalo abbastanza insolito, per loro.-
A quel punto il Re era al limite della curiosità. Il ciambellano, ben addestrato a indovinare gli stati d'animo del sovrano e di far fronte a tutte le sue esigenze (sapeva bene che era meglio non portare mai il Re all'esasperazione, nemmeno nel caso della curiosità per un dono inaspettato) si fece da parte e fece entrare due guardie.
Una delle due stringeva tra le mani una corda che trascinava dietro con evidente fatica, e Antimo pensò subito ad uno splendido animale esotico.
Cosa poteva essere, uno splendido Giaguaro, o una tigre?
Forse un leone o una tigre albina come quella dell'altra volta! Certamente doveva essere qualcosa di molto prezioso, considerando le occhiatine avide che l'altra guardia lanciava all'animale che stava per fare il suo ingresso.
Sempre più impaziente Antimo dimenticò il rigido contegno regale e si sporse in avanti per vedere meglio.
Ad un tratto si udì inconfondibilmente un verso, e Antimo fu certo che si trattasse di uno splendido esemplare di un raro animale africano.
Fu per questo che rimase sbalordito quando, facendo resistenza alla guardia come un animale recalcitrante, fece la sua apparizione nella stanza la più bella ragazza che il Re avesse mai visto.

Spazio autrice: Ho aspettato le 25 visite per aggiungere un secondo capitolo, e ora eccolo qui!
Ringrazio tantissimo come sempre Elleh, D e l i l a h e _passing wind_ per aver commentato, che è la cosa che mi fa più piacere, ringrazio anche D e l i l a h, Elleh, _passing wind_ (ancora xD) e karlettasckr che l'hanno inserita tra le seguite.
Spero di trovare altri commenti in questo capitolo!
Un bacio!!

(*) Le incongruenze storiche sono da perdonare e classificare come licenza poetica :D
(**) A presto l'immagine del capitolo II, scusate ma ero a casa del mio ragazzo e non avevo immagini di Gaspard xD

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Capitolo 4
*** III ***


Chapter III
Viva La Vida - I ruled the world


Once you know there was never,
never an honest word


I used to rule the world
Seas would rise when I gave the word
Now in the morning I sleep alone
Sweep the streets I used to own
I used to roll the dice
Feel the fear in my enemy’s eyes
Listen as the crowd would sing:
“Now the old king is dead! Long live the king!”
One minute I held the key
Next the walls were closed on me
And I discovered that my castles stand
Upon pillars of salt, pillars of sand
I hear Jerusalem bells are ringing
Roman Cavalry choirs are singing
Be my mirror my sword and shield
My missionaries in a foreign field
For some reason I can not explain
Once you know there was never, never an honest word
That was when I ruled the world
It was the wicked and wild wind
Blew down the doors to let me in.
Shattered windows and the sound of drums
People could not believe what I’d become
Revolutionaries Wait
For my head on a silver plate
Just a puppet on a lonely string
Oh who would ever want to be king?
I hear Jerusalem bells are ringing
Roman Cavalry choirs are singing
Be my mirror my sword and shield
My missionaries in a foreign field
For some reason I can not explain
I know Saint Peter won’t call my name
Never an honest word
And that was when I ruled the world
Hear Jerusalem bells are ringings
Roman Cavalry choirs are singing
Be my mirror my sword and shield
My missionaries in a foreign field
For some reason I can not explain
I know Saint Peter will call my name
Never an honest word
But that was when I ruled the world
Viva la vida - Coldplay

Lo stupore iniziale del Re fu ben presto soppiantato da un bel sorriso soddisfatto che andava da un orecchio all'altro.
Sembrava dunque che non si sarebbe dovuto affaccendare a cercare qualcuna tra le cortigiane che non l'avesse già annoiato.
La ragazza aveva la pelle abbronzata di una schiava, i lunghi capelli castani e ribelli spettinati e gli occhi neri contratti in un'espressione d'odio feroce.
C'era qualcosa nei suoi tratti marcati che era quasi regale, specialmente nell'arco sprezzante delle sue sopracciglia nere e perfette, e anche nel fisico pieno e formoso, eppure gli abiti erano quelli che avrebbe indossato una qualunque schiava persiana.
-Posso dunque dire al re Spartano che il dono è stato gradito?- domandò il Ciambellano.
-Certamente. Mandategli due armature d'oro massiccio e uno stallone. Ma ora, lasciatemi solo con la ragazza.-
Con un profondo inchino il Ciambellano e le guardie lasciarono la stanza mentre il Re scendeva dal trono.
-Allora...Parli la mia lingua?- domandò lentamente, premurandosi di scandire le parole.
Lei continuò a guardarlo con odio ma non rispose.
Antimo decise di fare un ultimo tentativo:-Tu parli latino? Sai parlare?- domandò ancora più piano, mimando le parole con le mani.
-Parlo perfettamente la tua lignua, razza di idiota!- ribatté lei con rabbia, accompagnandosi con una smorfia sprezzante.
Mai il Re si era sentito apostrofare in quel modo, e rimase interdetto per un istante.
Nonostante questo attimo di incertezza Antimo si riprese subito:-Come ti permetti, schiava? Io sono il Re!- detto questo, o meglio, esclamato questo, afferrò l'inizio della fune, e con uno strattone di cui solo un abile cavallerizzo sarebbe stato capace la attirò a sè, strappandole un'esclamazione di dolore mentre la cima le tagliava la carne dei polsi.
-Ora verrai con me nei miei appartamenti, e vedi di camminare come si deve, o sarò costretto a trascinarti.- le disse dolcemente l'imperatore strattonandola un'ultima volta a mo' di dimostrazione.
Lei cacciò uno strillo, ma lo seguì dolcimente, sempre con la solita smorfia d'odio in viso.
Antimo richiuse alle sue spalle la porta dei suoi enormi appartamenti, interamente rivestiti d'oro e di sete preziose.
Da quando aveva soppiantato il vecchio Re, Suo padre, l'arredamento frugale delle stanze regali era stato sostituito in tutta fretta: il giovane e viziato Re non avrebbe certo potuto dormire senza le sue splendide statue di bronzo o senza le lenzuola di seta, dopotutto!
Con un'altra abile mossa la ragazza si ritrovò buttata sul letto e legata alla testiera.
-Devi avere rispetto del Re, sai?- le domandò Antimo, salendo sopra di lei.
-Da dove vengo io i Re il rispetto non lo chiedono, ma lo guadagnano.- sibilò lei, voltando il viso in modo che Antimo non potesse vederle gli occhi.
Lui le prese il mento con le mani e la voltò verso di lui:-Ma ora sei a Roma, e il rispetto per il Re è preteso. Come ti chiami, schiava?-
-Mi chiamo Rebecca Javah, e non sono una schiava, men che meno per te.-
Il Re sorrise, e senza più proferir parola le cacciò la lingua in bocca.
Per un attimo sembrò che Rebecca si fosse arresa, ma quell'attimo di esitazione le servì solo per raccimolare le energie per serrare i denti sulla lingua del Re, che cacciò un urlo di dolore.
-Questa me la paghi!- urlò, mollandole una sberla in pieno di viso.
Per un attimo i suoi occhi si fecero spiritati, ma il l'Imperatore riprese subito il controllo.
-Molto bene.- disse, furente -Se non vuoi imparare il rispetto con le buone, lo farai con le cattive.-
Con una mossa decisa la rovesciò sulla schiena, e le strappò la veste.
-Inizia ad implorare pietà!- disse, afferrando la frusta di saggina.

Spazio Autrice
Scusate il ritardo, ma avevo scritto per bene tutto il mio bel capitolo e mi si è spento il computer!! Volevo ucciderlo! Comunque, avevo aspettato come al solito le 25 visite e l'unica cosa che mi ha un po' intristito è il fatto che ci fossero solo due commenti!! :( comunque ringrazio moltissimo d e l i l a h e badkaty per i commenti nell'ultimo capitolo, quelli che hanno commentato precedentemente e anche quelli che hanno inserito la storia nelle seguite, che adesso sono 8! Spero che questo capitolo vi piaccia, e questa volta spero in qualche commentino in più! Un bacione dalla vostra Cora

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Capitolo 5
*** IV ***


Chapter III
Viva La Vida - I ruled the world


One minute I held the key
Next the walls were closed on me


I used to rule the world
Seas would rise when I gave the word
Now in the morning I sleep alone
Sweep the streets I used to own
I used to roll the dice
Feel the fear in my enemy’s eyes
Listen as the crowd would sing:
“Now the old king is dead! Long live the king!”
One minute I held the key
Next the walls were closed on me
And I discovered that my castles stand
Upon pillars of salt, pillars of sand
I hear Jerusalem bells are ringing
Roman Cavalry choirs are singing
Be my mirror my sword and shield
My missionaries in a foreign field
For some reason I can not explain
Once you know there was never, never an honest word
That was when I ruled the world
It was the wicked and wild wind
Blew down the doors to let me in.
Shattered windows and the sound of drums
People could not believe what I’d become
Revolutionaries Wait
For my head on a silver plate
Just a puppet on a lonely string
Oh who would ever want to be king?
I hear Jerusalem bells are ringing
Roman Cavalry choirs are singing
Be my mirror my sword and shield
My missionaries in a foreign field
For some reason I can not explain
I know Saint Peter won’t call my name
Never an honest word
And that was when I ruled the world
Hear Jerusalem bells are ringings
Roman Cavalry choirs are singing
Be my mirror my sword and shield
My missionaries in a foreign field
For some reason I can not explain
I know Saint Peter will call my name
Never an honest word
But that was when I ruled the world
Viva la vida - Coldplay

Nella stanza del Re tutto taceva, ora.
La luce della luna illuminava trasversalmente lo splendido viso dell'Imperatore, che dormiva serenamente.
Rebecca, invece, guardava la luna con un dolore straziante che le lacerava il corpo e il cuore. Era legata alla spalliera del letto, e non riusciva a dormire per colpa di quelle orrende corde che la scorticavano ad ogni movimento, anche appena accennato.
Chiuse piano gli occhi, e si immaginò nel suo deserto, insieme a suo padre Jamal e a sua madre Jasmine. C'erano anche Tikki e Raul, e i loro cammelli, e tutto il loro popolo che festeggiava la stagione delle pioggie offrendo frutta e pelli agli dei.
Il sogno sembrava così reale che Rebecca non si rese nemmeno conto di essersi addormentata, se non quando qualcuno le sfiorò uno zigomo per svegliarla.
Aprì piano gli occhi neri, che spalancò per la paura non appena si trovò davanti il viso del Re Antimo.
-Buongiorno.- le sussurrò lui con un sorriso.
D'istinto la ragazza si portò le mani al volto, e con grande sorpresa scoprì di avere entrambi i polsi liberi.
-Cosa...- balbettò, confusa.
-Mi dispiace molto per come mi sono comportato ieri sera. Davvero disdicevole. Ti ho portato la colazione per farmi perdonare.- disse Antimo con voce carezzevole, posando accanto a lei un vassoio di frutta fresca e dolci.
Rebecca era così affamata che ignorò la vocina che le imponeva di mantenere la guardia alzata, e fece razzia di tutto ciò che il Re in persona le aveva portato.
-Avevi fame.- constatò Antimo con un sorriso, carezzandole i capelli neri -Ora stai meglio?-
Lei annuì, sempre più spiazzata. Era possibile che ci fossero due gemelli, e che uno dei due, quello buono, fosse venuto a riparare i guai che il fratello più crudele aveva causato?
-Mi dispiace, mi dispiace davvero. Lo so che mi ripeto ma...Fammi vedere la schiena.- i suoi occhi blu esprimevano una disperazione così sincera che la ragazza gli permise senza opporsi di sollevarle la veste.
Il dolore delle frustate bruciava ancora come fuoco, ma non era nulla in confronto alle sofferenze patite la sera prima.
Antimo sospirò, e prese dal cassetto del suo comodino intarsiato una piccola fiala:-Brucerà, ma poi starai meglio. Stringi la mia mano se senti dolore.-
Rebecca afferrò la mano tesa del Re mentre lui le rovesciava il contenuto della fialetta sulla pelle martoriata senza la reale intenzione di stringerla davvero.
Avrebbe fatto come la sera prima: patito in silenzio e a testa alta tutto il dolore che sarebbe venuto.
Eppure, non appena la mistura arrivò alle ferite, un urlo dilaniante le uscì dalla bocca, e le sue unghie si conficcarono con forza nella pelle del Re, che strinse i denti ma non si sottrasse alla stretta.
-Lo so, lo so...- le sussurrò, scostandole i capelli dal volto -Solo qualche istante, ti prego.-
No, no! Non era un dolore che si poteva umanamente sopportare! Le sembrava di essere arsa viva, smembrata, calpestata e frustata allo stesso tempo, sentiva il sapore acre del sangue che le riempiva la bocca e il naso... E poi più nulla. Il dolore sparì, lasciandole solo una strana sensazione di intorpidimento.
-Ok, è finita.- le disse Antimo, carezzandole dolcemente la fronte.
Con un sospiro di sollievo Rebecca si abbandonò tra le lenzuola, e svenne.
Antimo guardò il suo profilo dolce e marcato, le sue labbra piene, le due piccole lacrime che le solcavano il viso e si odiò. Si odiò per averle fatto del male, per aver lasciato che una creatura del genere assaggiasse il dolore e la sofferenza.
Ma si odiò anche per essere così vigliacco e immerito di rispetto. Eppure, come erano venute, quelle sensazioni lo abbandonarono immediatamente, e lui uscì dalla stanza per andare nella stanza della cortigiana bionda del giorno.

Spazio autrice:
Uuuh! grazie, grazie, grazie!! Insomma, 5 commenti, 10 seguite e 1 ricordata!! Uno speciale grazie ai commentatori: badkaty, d e l i l a h, _sam, ellie_sama e kalea. Grazie a tutti coloro che leggono (anche se mi farebbe molto piacere vedere una loro relazioncina xD) e grazie anche a tutti i seguiti/ricordati. Spero che questo capitolo sia di vostro gradimento. Un bacione a tutti!!

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