Senz'anima

di Ezrebet
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Bloody Revelation ***
Capitolo 2: *** Fool for Love ***
Capitolo 3: *** Deep Blue ***
Capitolo 4: *** Love hurts ***
Capitolo 5: *** Beneath you ***
Capitolo 6: *** Living on The Edge ***
Capitolo 7: *** Fear ***
Capitolo 8: *** Dead Things ***
Capitolo 9: *** 'til the end of the world ***
Capitolo 10: *** The Gift ***
Capitolo 11: *** Not Fade Away ***
Capitolo 12: *** Shansu ***
Capitolo 13: *** As You Are ***



Capitolo 1
*** Bloody Revelation ***


I

La cripta era distrutta. Si vedeva chiaramente da fuori che dell’arredamento era rimasto ben poco. Più si avvicinava, più le arrivavano zaffate disgustose di un acre odore di bruciato. Oh, lui era in salvo, certo, questo lo sapeva, ma era comunque triste vedere quel disastro. Non era entrata molte volte nell’antro del vampiro, tuttavia sapeva, per i racconti di Dawn, che era confortevole e ben tenuta. E adesso, fine.

“Che cosa vuoi, strega?”.

La voce di Spike la colse di sorpresa. Si fermò di botto sulle scale e si guardò intorno. Non riusciva a capire da dove arrivasse. Poi, distinse la sua sagoma sotto l’albero. Era appoggiato al tronco, fumava una sigaretta. Se ne stava nell’ombra e non era possibile guardarlo in volto. Anche se immaginava la sua espressione. Distaccata e superiore, come al solito.

“Parlarti. Vedere come stai”.

La risata secca di lui la colpì come un proiettile. Forse saliva direttamente dall’inferno.

“E da quando t’interessi a me?”.

“Da quando hai collaborato con noi, quest’estate. Quando Buffy..” non proseguì. Sapeva che non c’era alcun bisogno di specificare. Inoltre, era un periodo troppo triste da rievocare.

Il silenzio di Spike la convinse a riprendere “Abbiamo sentito l’esplosione da casa. Ho capito subito che veniva da qui” aguzzò la vista, tentando di mettere a fuoco la sua espressione, ma niente. Era impossibile. Lo vide gettare a terra la sigaretta e annuire “Oh, è stato un bel botto”.

“Sei ferito?” gli domandò subito.

“No. E anche se lo fossi, la mia carne si rigenera in fretta. E’ una carne fredda e senz’anima, ricordi? Non provo dolore”. Il tono amaro che usò la spiazzò. C’era qualcos’altro nella sua voce, oltre alla solita supponenza, al solito, indisponente sarcasmo?

“E hai un posto, dove ripararti?”.

“Non ho bisogno del rifugio dei viandanti” ringhiò. Ma Tara non si lasciò impressionare e disse “Dovresti farlo, a meno che tu non voglia finire arrostito all’alba”.

Seguì un lungo silenzio. Tara attese un momento, poi fece qualche passo verso di lui ed infine riuscì a guardarlo in faccia. La luce della luna lo rendeva ancora più pallido. Aveva un graffio che gli deturpava la guancia, era evidentemente esausto. In quel momento, pensò che faceva veramente paura. Se non avesse saputo del chip e lo avesse incontrato nella notte, probabilmente sarebbe morta d’infarto. I suoi abiti, spolverino compreso, erano sporchi di polvere e odoravano di bruciato.

“Perché mi stai fissando?”le domandò indispettito, dandole le spalle “So bene come sono ridotto”.

“E come fai a saperlo? Credevo che i vampiri non potessero guardarsi allo specchio” considerò.

Spike sospirò, voltandosi “Ok, basta così. E’ vero, la mia cripta è fuori uso, almeno per un po’, non sono nelle mie condizioni preferite.. ma mi è successo di peggio, nella mia lunga vita. Almeno credo” scacciò un sasso con il piede.

Ma Tara, i cui sensi erano assai allenati a cogliere le sfumature dell’umore, capì che non era proprio così. Lo guardò e sentì un moto di compassione per quell’essere senz’anima. S’infilò le mani nella tasca della giacca e disse “Sono qui per offrirti un rifugio”.

Al suo sguardo interrogativo, precisò “In verità, non sono che un messaggero. E il rifugio non sarà una sistemazione definitiva. Però, sarà abbastanza, finché non rimetterai tutto a posto, qui”.

Spike sembrò riflettere un momento, poi disse “E di chi saresti il messaggero?”.

Lo sguardo che gli rivolse lo lasciò di stucco. No, non era possibile, non dopo stasera..

“E’ Buffy?” le domandò facendo un passo verso di lei. Il suo silenzio, lo spinse a dire “.. dico, è impossibile. Non dopo..” s’interruppe. Tara non sapeva dei suoi incontri con Buffy e forse non era il caso di parlarne.. ma che gliene importava, a questo punto? La Cacciatrice non l’aveva forse piantato in asso tra le macerie della sua dimora, senza pietà?

Tara gli lesse in viso quant’era combattuto, così disse precipitosamente “So tutto, Spike. So che cosa è successo tra te e Buffy in queste settimane e che cosa è successo stasera” lo fissò “Lei me l’ha detto”.

Spike si allontanò un poco dalla ragazza ed assunse un’espressione indecifrabile. Infine, fece, in tono freddo “Ah, sì?  E ti ha mandato a vedere se sono morto? Perché, sai, per lei sarebbe meglio..” la sfidò con lo sguardo “Visto che non riesce ad infilarmi un paletto nel cuore, spera che la luce o il fuoco mettano fine alla mia inutile esistenza”.

Tara corrugò la fronte “Ma ti senti quando parli? Hai capito quel che ti ho detto? Mi ha chiesto di venire qui ad offrirti un rifugio..” ma lui l’interruppe “Oh, no.. magari te l’ha fatto credere, quella stronza. Ti ha mandato a vedere se ero già morto..”.

Intanto, la luce dell’alba stava facendo capolino all’orizzonte. Spike si voltò di scatto “Devo andare”.

Tara si fece coraggio e lo trattenne per un braccio. Magari mi morde, pensò terrorizzata, ma no, non lo farà, ha il chip.

Infatti, il vampiro si limitò a guardarla serio “Vuoi darmi il colpo di grazia? Se mi tieni fermo qui, tra meno di dieci minuti non sarò che un mucchietto di polvere”.

Dopo avergli lanciato uno sguardo di fuoco, lo strattonò “Andiamo. Dov’è la tua macchina? Ha i vetri oscurati, no?” e lo seguì fuori dal cimitero.

II

Entrarono nell’appartamento pochi minuti dopo. Spike notò le serrande abbassate, le pesanti tende alle finestre, le luci soffuse. Tara gli indicò una porta a destra “Quella è la tua camera”.

“Ok. Ok. Per ora il sole non mi ha incenerito, grazie. Ma vuoi spiegarmi?” la fissò teso “Io.. io non capisco”.

“Se è per questo, anch’io fatico a capire le motivazioni di Buffy” lo guardò intensamente “Ti ha piantato in asso, è vero. Ha fatto saltare in aria la tua cripta, è vero. Ha detto che vuole vederti fuori dalla sua vita, è vero. Eppure, la prima cosa che ha fatto, quando è rientrata in casa, è stato convocarmi qui e spiegarmi che cosa voleva  che facessi. Venire alla cripta e portarti al sicuro dai raggi del sole”.

“Vuole uccidermi con le sue mani?” le domandò appoggiandosi alla parete “Se è così, giuro che le darò filo da torcere..”.

“Non dubito affatto che lo faresti. Ma non credo proprio che sarà necessario” si sedette in poltrona “Devo stare qui con te”.

Spike strabuzzò gli occhi “Che cosa? Non ho bisogno di una balia!!”.

“Non lo sono. Ma Buffy mi ha chiesto un favore e io lo farò. Starò qui finché il sole non sarà alto nel cielo e tu non ti sarai addormentato nel tuo bel lettino. Di là”.

Il vampiro decise di non ribattere. Senza dire altro, entrò nella sua nuova camera. Si tolse lo spolverino e si stese sulle lenzuola, ancora frastornato per tutto quanto accaduto quella sera.

Sono così stanco, pensò chiudendo gli occhi, così stanco.

Buffy varcò la soglia dell’appartamento qualche ora più tardi.

Tara le raccontò di quanto accaduto. Guardandola, Tara comprese quanto le era sfuggito nelle settimane precedenti. L’aveva sentita disperata per quanto le stava accadendo, l’aveva vista piangere, convinta com’era di essere diventata una specie di demone amante del vampiro, l’aveva sentita implorare di salvarla da quella degradante situazione.. Ma. Quel che vedeva ora era una donna preoccupata, ansiosa, angosciata per il destino di Spike, il vampiro cattivo che la perseguitava.

Buffy notò lo sguardo dell’amica e la affrontò “Perché mi fissi in questo modo?”.

“Oh, niente. Solo che mi stavo domandando quando lo ammetterai”.

“Ammetterò che cosa?” la incalzò, subito sulla difensiva.

“Di provare dei sentimenti per Spike” le disse sottovoce “E’ così evidente per me, Buffy”.

Buffy la fissò un lungo momento, poi le voltò le spalle “E anche se fosse? Anche se fosse vero che.. che provo qualcosa per lui?” prese fiato “A che cosa mi potrà mai portare questo sentimento? Già una volta.. ho rinunciato per l’assurdità della situazione.. Se accadesse ancora..”  scosse la testa, con voce rotta.

“Stai parlando di Angel. Ma era tutto diverso” le appoggiò le mani sulle spalle “Eri un’altra persona, e lui.. uauh.. lui deve salvare il mondo!” il suo tono era ironico “Figuriamoci se ha tempo per i tuoi sentimenti”.

Buffy sospirò “Mi ha amato molto”.

“Certo. Ma non abbastanza” la costrinse a voltarsi “E qui c’è un.. un uomo che ti ama. E spera”.

“Angel aveva un’anima” disse duramente l’altra “Spike no. E’ un vampiro con un chip che gli impedisce di mordere e fare stragi..”.

Tara la osservò un momento, poi mormorò “No. Non è il chip. Almeno, non più. Avrebbe potuto morderti, in ogni momento, anche stasera, quando l’hai lasciato. Non l’ha fatto..” incontrò i suoi occhi “ E sai perché? Penso che tu lo sappia, ma per sicurezza te lo dico anch’io. Il suo demone si è innamorato di te”.

Buffy spalancò gli occhi, inumiditi dalle lacrime. Non ebbe la forza di dire niente. Solo di coprirsi il volto con le mani, disperata “Ma io.. io come posso? Gliel’ho detto, stanotte. Lo sto usando perché non provo niente per lui..”.

“Hai mentito. Perché hai paura dei tuoi sentimenti. L’intensità è terrificante. Noi umani siamo così piccoli di fronte al mondo delle emozioni che le neghiamo, piuttosto che accoglierle. Buffy” le alzò il volto con la mano “ Hai mentito perché è più facile vederlo andare via che affrontare la paura e i tuoi veri sentimenti”.

L’abbraccio di Tara sciolse l’animo di Buffy, che pianse disperatamente sulla sua spalla.

III

Spike si svegliò di soprassalto. Gli ci volle qualche secondo per ricordare, ma alla fine tutto quanto accaduto la notte precedente gli tornò in mente. E di nuovo quel dolore, sordo, incurabile, in mezzo al petto.

Ricordò anche Tara e quanto gli aveva detto.

E dunque, che cosa doveva aspettarsi?

Guardò la porta chiusa e si domandò se dall’altra parte avrebbe trovato il suo plotone d’esecuzione. Se anche ci fosse stata tutta la gang con pugnali e paletti, li avrebbe affrontati e sconfitti nonostante il chip e poi sarebbe scappato via da Sunnydale. Una vera bocca dell’inferno, per lui.

Si sollevò, prese lo spolverino e si avviò.

Aprì lentamente e con stupore, vide Buffy semisdraiata sul divano, in penombra. Lo stava fissando, seria.

Spike sentì le gambe molli e se avesse avuto un cuore pulsante, sarebbe di certo scoppiato nel suo petto, squarciandolo. Invece, tentando di darsi un contegno, disse, sfoderando il suo tono più strafottente “Credevo proprio che non ti avrei più rivisto, cacciatrice”.

Ma Buffy non raccolse la provocazione. Rimase ferma immobile, a fissarlo.

“Forza, fammi fuori. Provaci, almeno” la provocò ancora “Ma non credere che ti lascerò fare senza combattere..”.

Ma lei non reagiva. Spike si sentì sciocco. Erano secoli che non si sentiva così. Tutte le sue bellicose intenzioni svanirono. Abbassò la guardia e lentamente s’infilò la giacca “Allora.. me ne vado. Grazie per.. per questo” accennò all’appartamento “Ma adesso devo andare. Sunnydale ha chiuso, con me”.

Si diresse alla porta, ma si accorse che lei si era alzata. Si voltò e se la trovò davanti. Non sapeva bene che cosa aspettarsi, né che cosa sarebbe stato giusto dire o fare da parte sua. La realtà era che Buffy l’aveva piantato, qualche ora prima, aveva detto di averlo usato per stare meglio, per sollevarsi dalle responsabilità del suo ruolo, bla bla.. e che ormai non funzionava più. E dunque, che altro c’era da dire?

Così, allargò le braccia “Me ne vado. Hai sentito? Non devi  ammazzarmi. Il chip mi rende innocuo e non andrò per il mondo a fare stragi. Al massimo, ucciderò qualche demone o qualche vampiro fastidioso. Non devi per forza farmi fuori”.

E poi, all’improvviso, Spike se la ritrovò tra le braccia, alla ricerca disperata delle sue labbra. Lo baciò premendo decisa sulla sua bocca, costringendolo a ricambiare quel bacio famelico. Dopo un momento, il vampiro si riprese dalla sorpresa e la allontanò da sé.

“Che stai facendo?” esclamò.

Allora, Buffy finalmente parlò “Non ti permetterò di andartene”.

Spike la scrutò “Vuoi uccidermi? Vuoi che io muoia, qui, subito? Cacciatrice..” ma la voce gli morì in gola quando la guardò negli occhi. Che cosa stava vedendo? La cacciatrice stava combattendo con sé stessa. Perché? Vuoi uccidermi? O vuoi che io vada? O..

“Voglio fare l’amore con te. Qui, subito”.

Spike era troppo sorpreso per reagire. Tutto si era aspettato meno che questo. Buffy si strinse a lui, cercò ancora e ancora la sua bocca, mentre con le mani lo accarezzava ovunque, facendogli perdere il controllo.

“Buffy,, io non..” riuscì a dire prima che la lingua di lei invadesse la sua bocca, provocandogli intense fitte di piacere. Fu allora che Spike la prese in braccio e la spinse contro la parete, costringendola ad aprire le gambe. La accarezzò furiosamente e poi le fu dentro, strappandole un grido improvviso. Anch’egli dovette trattenersi, mentre si spingeva in lei sempre più profondamente, portandola al piacere più intenso, che li travolse poco dopo, lasciandoli spossati.

Con estrema delicatezza, la sollevò ed, entrato in camera, la distese sulle coperte.  Non riusciva a guardarla negli occhi. C’erano cascati di nuovo. Ma la cosa non cambiava la realtà.

Così si allontanò dal letto e disse, appoggiandosi alla parete “Bene. Bel modo di dire addio” sospirò, sentendosi sull’orlo di una crisi di nervi.

Buffy mormorò “Era un modo per dirti che non voglio che te ne vai”.

“Oh, tesoro. Io e te andiamo benissimo a letto, per terra e contro ad una parete. Ma tutto finisce lì. L’hai detto tu, no? Che cosa vuoi pretendere da uno come me?” le lanciò un’occhiata piena di rancore, annebbiata dalle lacrime “Una macchina da sesso. Senz’anima è tutto più facile, anche andarsene senza rimpianti” dovette voltarsi perché lei non vedesse la sua espressione disperata.

“Spike. Non voglio che te ne vai perché.. perché ti amo”. Solo una minima esitazione le spezzò la voce, per la paura di ammetterlo. Adesso, si sentiva così vulnerabile davanti a lui. Attese in silenzio e alla fine lui si voltò, scuotendo la testa “No, no, non c’è bisogno di darmi il contentino. Abbiamo fatto sesso, bene. E ora vado, tolgo il disturbo, per sempre” . Il suo tono tradiva un’emozione profonda, trattenuta a stento.

 Buffy si chiese quante volte l’aveva ridotto così, in quei mesi folli, prima e dopo la sua resurrezione. Si domandò anche, e soprattutto, come aveva potuto ignorare tutta quella sofferenza disperata che adesso era lampante proprio davanti a lei.

Che cos’ho io, al posto dell’anima, si domandò improvvisamente.

E alla fine, che cos’è l’anima se non questa tensione interna, questo grumo interno di paura, desiderio, amore, sofferenza.. Si sollevò a sedere sul materasso, guardandolo dritto negli occhi “Spike, io ti amo. E non te lo dico per farti contento. Lo dico perché è la verità. Pura e semplice. Non voglio che lasci Sunnydale. Non voglio che lasci me”.

Lo sguardo che le rivolse era terrorizzante.

Forse è questo il suo vero demone. La paura di perdere ciò che conta di più. Ed è un demone così dannatamente umano.

Si alzò in piedi e gli andò vicino. Gli accarezzò la guancia, poi gli occhi, i capelli. Lo abbracciò eludendo le sue deboli proteste e lo strinse forte, sentendo d’un tratto un’ondata di tenerezza per il suo vampiro. Lo sapeva con assoluta certezza, l’aveva sempre saputo, che se c’era un’anima al mondo che si sarebbe sacrificata per lei, se necessario,  quella era l’anima di Spike. O qualunque cosa fosse.

Lo tenne stretto, a lungo, in silenzio.

Lo avrebbe fatto ancora e ancora, finché lui non si fosse convinto.

Si appoggiò al suo petto e chiuse gli occhi, immaginando che il suo cuore battesse. Poteva anche sentirlo, in quel momento.

“Buffy, io” ma gli mancò la voce. Le sfiorò i capelli, vi posò un dolce bacio. Da come si erano messe le cose, tutto si era aspettato, meno questo. Era proprio lei che aveva parlato d’amore? La stessa che ventiquattr’ore prima l’aveva fissato gelida,  gettandolo nella disperazione? E adesso, si trovava a corto di parole e di gesti, proprio lui, William The Bloody.

“Dimmi che starai qui con me. Per sempre” la voce di lei gli giungeva appena. Che lei, la Cacciatrice, avesse veramente paura del suo rifiuto?

La staccò leggermente da sé e la scrutò. Lacrime. Paura. Speranza. E stavolta era tutto per lui. Non per Angel, o per chissà chi. Le sue lacrime sono per me.

“Non faccio che dirtelo. Da mesi, ormai” abbozzò un sorriso. Perché adesso lo sapeva, l’aveva capito. L’avevano capito.

La abbracciò stretta e la condusse al letto. Si stese con lei tra le coperte, la prese tra le braccia e la baciò ovunque, piccoli baci lievi sulla pelle della sua Buffy. Ancora e ancora, fino a consumarla. E poi fu sopra di lei, dentro di lei, con una dolcezza fino ad ora mai sperimentata. La guardò negli occhi, fino alla fine, fino a quando poté, fino a quando il suo demone non uscì fuori, sconvolto dal piacere. Allora, nascose il volto nella sua spalla perché lei non vedesse.. Ma fu proprio Buffy a costringerlo a sollevarsi. Lo fissò dritto nelle iridi gialle.

“Io ti amo, Spike. Sai che cosa vuol dire..?” tese il collo “Ecco. Prendi la mia vita”.

Quando il vampiro realizzò quanto gli stava dicendo, tentò di ritrarsi, ma la forza di lei lo costrinse a rimanere fermo. Disse “Fallo, amore mio. Sono io a chiedertelo. Non posso fare di più per dimostrarti quel che sento per te”.

E Spike leccò la sua pelle, prima contro voglia, poi sempre più velocemente ed infine l’azzannò.

Il corpo di Buffy sussultò solo un attimo, poi fu pura estasi…

Rimase a lungo stretto a lei, incapace di muovere un muscolo. Aveva paura di rovinare tutto, se avesse potuto, avrebbe congelato il momento per sempre. E se lei si fosse svegliata e si fosse pentita..

Le guardò le due piccole ferite sul collo, vergognandosi un po’ per essersi lasciato convincere. Aveva fatto piano, per quanto possibile, ed era stato attento. Non c’era una goccia di sangue sulle lenzuola.

“Smetti di arrovellarti” la voce di lei lo riscosse. La guardò sollevarsi su un gomito e sorridergli “Quel che conta è che siamo qui. Che sei qui. A Sunnydale, con me..” si allungò e lo baciò sulla guancia “E’ questo che conta”.

Rimase a fissarla mentre si alzava e si rivestiva. Sussurrò “Starei a guardarti per l’eternità”.

“Perché no?” scherzò, raccogliendo i capelli in una coda “Non potrebbe essere una bella e soddisfacente occupazione per il mio vampiro?”.

Il mio vampiro, ripeté tra sé e sé Spike una volta rimasto solo.

IV

Tara e Buffy s’incontrarono al bar dell’università. Ordinarono un frappé e si sedettero sotto un bell’ombrellone giallo.

“Se tu non mi avessi aperto gli occhi..” disse Buffy con sguardo brillante.

“E’ stato facile. Niente di complicato. Chiunque al mio posto l’avrebbe fatto”.

Si scambiarono un’occhiata eloquente.

“Beh.. forse non Xander.. o il signor Giles.. chissà se Willow..”.

Buffy alzò le spalle “Loro non l’avrebbero fatto. Non mi avrebbero capito così come hai fatto tu”.

“Magari col tempo lo faranno” tentò di confortarla, stringendole una mano.

“Dovranno farlo, perché io amo Spike e starò con lui” disse decisa “Oh, Dio. Stento a credere di essere proprio io a parlare così” sorrise “Ma si è alzata la nebbia dal mio cuore e ora vedo tutto così bene..”.

Tara sospirò “E’ la prima volta, da che sei.. ritornata che ti sento parlare così.. Un po’ di speranza, nella tua voce” sorrise a sua volta “Vedrai che ogni cosa andrà al suo posto”.

Buffy annuì, mescolando distrattamente il frappé “Lo spero. Perché non vorrei dover scegliere tra Spike ed il resto del mio mondo..”.

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Capitolo 2
*** Fool for Love ***


 

I

Willow la fissava da un po’ senza parlare. Buffy non riusciva a capire che cosa le passasse per la testa, ma forse, con un piccolo sforzo, l’avrebbe anche capito. E’ che non voleva proprio farlo. L’idea che lei, la sua migliore amica di sempre, le sbattesse in faccia con la sua logica ferrea, l’assurdità della sua scelta, la spaventava. E sapeva che l’avrebbe fatto, perché Willow agiva sempre pensando alla soluzione migliore, più logica da sostenere.. e di certo, la decisione di tenere Spike vicino per sempre non era una di queste.

“E tu lo ami” sussurrò con espressione seria. Al suo assenso, Willow alzò le spalle dicendo “Che vuoi che ti dica, Buffy. Oh, si, potrei dirti che in questo modo passerai la vita a chiederti se il tuo amore succhia il sangue in giro quando tu non ci sei perché il suo chip è andato in tilt, o forse potrei rammentarti che lui non morirà mai a meno che qualcuno non gli ficchi un paletto nel cuore o gli dia fuoco.. In verità, Buffy, io ti invidio” le prese una mano e la strinse “Ti invidio per il tuo coraggio”.

Buffy spalancò gli occhi, travolta da un immenso senso di gratitudine per quella totale ed altrettanto insperata comprensione. Stava per parlare, ma l’amica riprese “E’ proprio da te scegliere la strada più difficile per il semplice motivo che è la migliore. Che razza di vita sarebbe la tua se rinunciassi a ciò che vuoi e che ti farà felice per sempre?”.

Tutto quello che avrebbe voluto dirle le si spense in gola, mentre la abbracciava stretta.

Fu Willow a staccarsi da lei. La guardò intensamente e disse “E’ il tramonto. Credo che qualcuno ti stia già aspettando.. a proposito, dove sta? La sua cripta è fuori uso, a quanto ho saputo”.

“E’ in un appartamento, in città. Dove stava Riley quando abitava a Sunnydale..”.

“E Riley gli ha prestato casa sua..?” la ragazza strabuzzò gli occhi, ma Buffy scosse la testa “Ma no. Avevo ancora le chiavi e così..”.

Prima di uscire dalla stanza dell’amica, Buffy le disse “Ti prego, non parlarne con nessuno. Non ancora. Ho bisogno di tempo..”. Willow fece un cenno della mano “Non devi neanche dirlo. Sarò la tomba dei tuoi segreti”.

Arrivò all’appartamento mezz’ora dopo. Trovò Spike in piedi, nella penombra della stanza. Gli andò vicino e senza una parola lo abbracciò, lasciandosi cullare da lui. Alzò la testa e lo guardò negli occhi “Vuoi uscire con me?”.

“In pattuglia, vuoi dire? Ma certo. Non c’è niente di meglio che un po’ di esercizio..” la prese per mano e la trascinò verso la porta, ma Buffy lo trattenne “No. Non intendevo in pattuglia. Almeno, non ancora. Guardami” lasciò la presa e fece una piccola giravolta “Che cosa vedi?”.

Spike la osservò un momento, poi disse “Una bellissima ragazza. La mia ragazza..” stava per riprenderla per incontrare le sue labbra, ma lei lo respinse “Avanti.. Non vedi? Guarda! Non vorrai dirmi che sono stata gran parte del pomeriggio davanti allo specchio per niente”.

Così, il vampiro tornò a osservarla e finalmente notò la minigonna scura, il top pieno di lustrini, la giacca di pelle, gli stivali.. Poi, la guardò negli occhi, incerto “Vuoi dire che.. intendi uscire con me? Proprio uscire e andare a..”.

“Non so, a ballare? O a cena fuori, o al cinema.. non so, hai qualcos’altro da proporre?”.

Il silenzio che li avvolse era di pietra. Spike la fissava, improvvisamente muto, Buffy faceva altrettanto, sull’orlo di una crisi. Non aveva messo in conto una reazione di questo genere da parte sua.. ma forse aveva sbagliato, era stata estemporanea, non avrebbe dovuto seguire il suo istinto ma fare qualcosa di più ragionevole. In fondo, solo due sere fa gli aveva dato il benservito..

“Okay” sussurrò Spike “Ok. Usciamo”.

La prese per mano e un attimo dopo erano fuori e passeggiavano in direzione del Bronze.

“Hai pensato che potrebbero esserci i tuoi amici?” le chiese camminandole accanto “ E che avranno sicuramente qualcosa da dire su.. su questa faccenda..” la guardò perplesso “Che potrebbe scapparci una zuffa, o parole grosse, o qualcuno che vuole infilarmi un paletto nel cuore..”.

“Che importa? Tu sei con me” si strinse al suo braccio “E dovranno farci l’abitudine.. e poi” abbassò lo sguardo “Stasera sono andati tutti al cinema a vedere non so che film..” si fermò. Voleva giustificarsi, e così disse “E’ che.. che mi ci vorrà un po’ di tempo a far digerire loro la nostra.. relazione..”.

Sentire dalla sua bocca quelle parole che desiderava da mesi, ormai, fu la sola cosa che colpì Spike. Non gli importava niente di quelli della gang, gli importava di Buffy e lei lo voleva vicino..

La abbracciò stretta e le sussurrò “Andiamo. Non abbiamo tutto il tempo del mondo, dal momento che all’alba potrei trasformarmi in polvere nel vento e diventare del tutto inutile..”.

E ballarono insieme, per gran parte della notte, stringendosi come mai prima. Buffy sembrava fatta apposta per aderire al corpo di lui e lasciarsi cullare dal ritmo sensuale della musica…

II

“Ti dico che erano loro”.

La voce di Anya riempiva la stanza intera. Xander la guardava mezzo addormentato dalla poltrona, incerto se lanciarle un cuscino o una pantofola.. Poi si pentiva subito di quei pensieri.. Alla fine, stavano per sposarsi e avrebbe dovuto essere più gentile, ma certe volte la sua promessa sposa era veramente insopportabile. Non aveva fatto altro che ripetere la stessa solfa, per tutta la strada mentre tornavano a casa dal cinema.

“Quando hai lasciato a casa Dawn, li ho visti. Buffy e Spike, abbracciati vicino all’albero” ripeteva ancora la ragazza, per niente intenzionata ad andare a letto a dormire. Gli si piazzò davanti con le mani sui fianchi, in posizione d’attacco “Tu puoi anche non crederci, ma io so che cosa ho visto!”.

Xander sospirò “Amore, non è che non ti credo.. Davvero. Solo che forse hai visto una cosa per un'altra. C’era buio, eravamo stanchi e di fretta..”. Ma  Anya scuoteva la testa, sempre più arrabbiata “E’ incredibile che proprio tu, l’uomo che ho deciso di sposare, metta in dubbio ciò che ho visto. Erano loro, abbracciati e si baciavano”.

“Avanti, amore, ma ti sembra una cosa possibile?” si alzò in piedi e la prese per le spalle con fare comprensivo “Sappiamo che Spike ha un’ossessione per Buffy, ma lei non cederà mai alle avances di un morto.. o quasi” le sorrise “Lei vuole..impalettarlo!”.

Anya disse “Non voglio insistere oltre con te.. Non mi piace continuare a litigare.. Alla fine, non m’importa niente di quei due” distolse lo sguardo, nervosa “Perciò, credi quello che vuoi, non intendo convincerti” si liberò dalla sua stretta e si diresse in camera da letto “E ora.. cercherò di dimenticare questa tua.. arroganza..!”.

Rimasto solo in soggiorno, Xander sospirò esausto. Era stanco, aveva dormito per tre quarti del film, aveva riaccompagnato a casa tutti quanti e si era dovuto anche sorbire le lamentele di Anya che aveva creduto di vedere Spike avvinghiato a Buffy dietro l’albero del giardino in Ravello Road.. Porca miseria!

A parte il fatto che era una cosa impossibile, c’era anche l’eventualità che i due stessero in pattuglia.. non sarebbe certo stata una novità. Ma abbracciati.. Scosse la testa e raggiunse Anya in camera.

Si stese accanto a lei e l’abbracciò “Tesoro, dormi?”.

Lei fece un lieve movimento, così lui continuò “Non è che non ti credo. Forse li hai visti, perché no? Sai che vanno spesso in pattuglia insieme. Magari, nell’ombra, hai pensato di… di vederli abbracciati” l’idea lo fece rabbrividire, ma riprese subito “ Ma è assolutamente impossibile. Buffy non si abbasserebbe a tanto. L’ha fatto una volta, cedendo alle avance di Angel, ma era una cosa diversa. Ed è finita. Lui se ne è andato, per sempre. Perciò..” le baciò una spalla e si sistemò tra le lenzuola “.. perciò dormiamo tranquilli, tesoro..”.

Anya non rispose. Rimase a lungo sveglia, nel buio. Era certa di ciò che aveva visto nell’oscurità, era pur sempre un ex demone e i suoi sensi erano molto allenati. Spike abbracciava teneramente Buffy e la baciava sulle labbra, proprio come nei film hollywoodiani. Ammise a se stessa che era stata una scena.. romantica e coinvolgente, ma pur sempre di una Cacciatrice e di un vampiro sanguinario si trattava.

III

Buffy rientrò quasi all’alba. Scivolò in camera sua dalla finestra, come ai vecchi tempi, e s’infilò velocemente nel letto cercando di far meno rumore possibile. Non voleva svegliare Dawn o Willow e dover dare spiegazioni alla sua sorellina. Prima o poi avrebbe fatto entrare Spike e l’avrebbe accolto nel suo letto, come una donna innamorata deve fare.. Ma era ancora presto.

La mattina dopo trovò Willow e Dawn in cucina, intente a preparare frittelle. Dawn la guardò “A che ora sei rientrata ieri dal giro di pattuglia?”.

Lo sguardo d’intesa che corse tra Buffy e Willow non fu colto dalla ragazza, che si affannava sulla padella, in attesa della risposta. Alla fine, Buffy balbettò “Troppo tardi, in verità.. e stamattina sono a pezzi”.

“Allora siediti, che ti servo una leccornia” esclamò Dawn col sorriso sulle labbra.

Soltanto quando fu uscita per andare a scuola, Willow si avvicinò a Buffy con una tazza di caffè e gliela offrì “Altro che frittelle. Sei distrutta..” le sorrise.

“Sono uscita con ..lui” confessò abbassando lo sguardo “Siamo andati al Bronze ed abbiamo ballato per tutta la notte” sospirò “Mi sembra già un’eternità che non lo vedo”.

Willow la guardava sorpresa. Aveva davanti una Buffy che non incontrava da tempo. Pensò a quando si era innamorata sul serio, di Angel, e ricordò che era quello il suo stato d’animo. Buffy innamorata era dolce e tenera, così diversa dalla dura ed implacabile falciatrice di mostri.

“.. perché allora non vai da lui? Non è il tuo giorno libero dal lavoro?” le suggerì accarezzandole una mano “Chiudi bene le tende.. e stai con lui”.

Buffy le rivolse uno sguardo luminoso “Credi.. che potrò farlo?.. E se Giles mi cercasse per gli allenamenti.. e se Xander mi cercasse..”. Ma Willow alzò le spalle “E io che ci sto a fare, qui? A loro ci penserò io, te lo assicuro, e si dovranno accontentare..”.

Un momento dopo, Buffy era scomparsa su per le scale, a prepararsi.

In quel momento qualcuno bussò alla porta. Willow andò ad aprire e si trovò davanti Tara. Arrossì di colpo, trovandosi improvvisamente senza parole.

“Ciao. Vorrei.. vorrei parlare con Buffy, se è in casa” le chiese allora la ragazza, imbarazzata. Solo allora, Willow riuscì a dire qualcosa “Oh, ma certo.. Vieni”.

Si diressero in sala. Nessuna delle due si sedette, ne mostrò di essere a proprio agio.. Fu Tara, alla fine, a sussurrare “Non.. non ti avrò buttata giù dal letto?”.

“No, no.. stavo facendo colazione. E Buffy.. beh, è andata adesso a vestirsi.. sai è il suo giorno libero e ha deciso di passarlo con…” spalancò gli occhi, mordendosi la lingua. Ma Tara abbozzò un sorrisetto “:. Così te ne ha parlato. Certo. Sei la sua migliore amica”.

Le due ragazze si guardarono un momento, poi Willow riprese “Mi ha raccontato di Spike. E di quanto hai fatto per lei”.

“Niente di speciale. Ho dovuto soltanto parlarle e farla riflettere” scosse la testa “E’ incredibile a dirsi, ma alcune persone hanno l’amore a portata di mano e non se ne rendono conto..” alzò lo sguardo e si trovò a fissare Willow. Le sue ultime parole calzavano anche con la loro situazione..

“Tara, io” iniziò Willow, nervosa, ma quella la fermò “So quel che vuoi dire. Possiamo anche parlarne, ma non ora. Ora sono qui per Buffy. Ha bisogno del mio aiuto. Del nostro aiuto”.

Ad interromperle, fu proprio Buffy che scendeva in quel momento. Le andò incontro e l’abbracciò. L’affetto che aveva per lei, che provava da sempre, era aumentato a dismisura da quando l’aveva soccorsa l’altra notte. Le sorrise “Che bello vederti! Ho tante cose da raccontarti..”.

“Beh, a giudicare dal tuo magnifico aspetto, non fatico ad indovinare che cosa sia accaduto”.

Si sedettero sul divano, sotto lo sguardo serio di Willow. Improvvisamente, si sentiva molto più triste di un minuto prima. Aveva davanti agli occhi l’oggetto del desiderio che tormentava le sue notti da quando era volato via, avrebbe potuto avvicinarsi e prenderla tra le braccia.. ma c’era un muro, tra loro. Incomprensione, paura di illudersi, rancore, rimpianto.. e chi poteva saperlo? Willow sapeva soltanto che stava morendo di desiderio per Tara ed avrebbe dato qualsiasi cosa per averla di nuovo accanto.. Si trovò a pensare che forse, proprio questo era lo stato d’animo che aveva oppresso Spike per tutti quei mesi, quando Buffy lo respingeva, quando se ne è andata, quando lo ignorava.. Si sentì immediatamente vicina al vampiro, in modo totale, e fu uno choc .

Forse avere un’anima significa nient’altro che questo.  Tutto questo dolore, questa paura del futuro senza l’amore.. e la senti, quando una mano d’acciaio la stringe per strappartela via.

“Sono venuta per parlarti, Buffy” fece Tara guardandola seria “Tu mi hai chiesto di indagare sul tuo ritorno e io l’ho fatto, svelandoti che non c’è nulla che non va e che il chip di Spike con te non funzione perché le tue molecole.. beh, ne abbiamo già parlato abbastanza” sorrise “ Ecco. Ho continuato a fare ricerche su quel libro che ho preso al Magic Box e ho trovato un’altra cosa interessante”.

Willow si sedette a sua volta, interessata.. Non sapeva che Tara studiasse da osservatore. Ne aveva la stoffa, a quanto pareva.

“C’è un modo per.. rendere un vampiro umano” fece esitante, come se si aspettasse una valanga di obiezioni. Invece, Buffy continuò a guardarla in silenzio, le braccia incrociate sul petto, come quando si preparava per affrontare un qualche demone perverso sputato fuori dall’inferno. Così, la ragazza continuò, scegliendo bene le parole “Vedi, è la Profezia di Shansu”.

Willow spalancò gli occhi “L’ho già sentita..” guardò Buffy “Angel ne parlava”.

“E’ la ragione di vita di Angel” mormorò Buffy, senza mostrare alcuna emozione.

“Può darsi. Ma l’interpretazione che si da normalmente alla Profezia, secondo me è sbagliata” aggiunse subito Tara “Un vampiro tornerà uomo se salverà molte vite, certo, è vero e molto giusto. Ma non è solo così. L’ho avuta tra le mani in originale, un’antica lingua sumera complicata e intraducibile, però io.. io credo di aver capito altre cose..” prese velocemente dalla borsa un quadernino e lo sfogliò “Ecco qui. Ad un certo punto, il testo dice “La salvezza del genere umano salva la creatura sanguinaria della notte, ma non senza amore. Esso ispirerà le sue azioni e la condurrà al sacrificio. Il premio sarà la vita”..” guardò Buffy “Capisci, Buffy? E’ il sacrificio, la chiave”.

La cacciatrice incontrò finalmente il suo sguardo e disse “Sacrificarsi per salvare. Cioè, Spike dovrebbe sacrificare sé stesso per salvare qualcuno ed avrebbe in cambio la vita?”.

Willow corrugò la fronte “Ma si intende la vita vita o la.. vita eterna dell’anima nell’aldilà?”.

Tara scosse la testa “E’ una cosa impossibile da capire. Almeno da questo testo”.

Buffy si alzò in piedi e si voltò verso la finestra, perdendo lo sguardo oltre i vetri. Era assorta e il sorriso di poco prima era sparito dalle sue labbra. Aveva capito benissimo, forse anche prima di Tara o di Willow. Significava che per Spike l’unica via era la morte per gli altri, e una volta fatto, la sua anima riconquistata sarebbe volata in paradiso, come premio per il suo sacrificio.. Lontano da lei…

“Buffy?” la chiamò Willow.

Lei si girò “Significa che salvare l’anima dannata di Spike vorrà dire perderlo”. La sua voce era un sussurro. Voleva mantenersi seria e analitica, come quando preparava un piano contro i mostri, ma non ci stava riuscendo. La rivelazione di Tara la metteva di fronte alla propria coscienza e a quanto aveva da sempre ispirato la sua missione.

“Buffy, in realtà, Spike potrebbe anche non trovarsi mai nella situazione di sacrificarsi per le anime degli umani.. Per ora, non è mai successo.. sai, la Profezia è solo una possibilità che può verificarsi anche in una dimensione diversa dalla nostra..” fece Tara precipitosamente “Magari, a Spike non accadrà mai. Come del resto non è mai accaduto ad Angel”.

Buffy annuì, ma era più che turbata. Certo, forse a Spike un’eventualità del genere non sarebbe mai capitata.. Si diresse alla porta.

“E ora dove stai andando?” la chiamò Willow preoccupata “Da lui..?”.

Ma lei non rispose. No, non poteva andare da Spike, non adesso. Non sarebbe riuscita a nascondergli quanto aveva scoperto.

IV

Spike era sdraiato sulle coperte ma non dormiva. Non riusciva a prendere sonno. Rivedeva come in un’eterna replica tutto quanto era accaduto con Buffy, da quando era risorta a quando l’aveva piantato, a quando era ritornata tra le sue braccia confessandogli i suoi sentimenti.. ogni volta che ci ripensava, il suo cuore, fermo da un secolo e più, sembrava scoppiargli dentro. Era questo l’amore?

La sensazione di calore che avvertiva, così fuori luogo nel suo corpo freddo, era talmente profonda in lui da scombussolarlo. Stentava a crederci.. Forse era soltanto un’illusione. Eppure, sentiva il fuoco dentro. E non era come quando facevano sesso o lottavano all’ultimo sangue.

Si rigirò nel letto e prese a fissare il soffitto. Forse era il chip che l’aveva ridotto così; acciaio e silicone in grado di modificare i suoi comportamenti e farlo innamorare. Se qualcuno glielo avesse strappato via, magari tutto sarebbe tornato come prima.. La sola idea lo turbò profondamente.

 E’ possibile? Può un congegno elettronico grande come mezza unghia cambiarmi la vita in questo modo?

Gli sembravano così lontani i tempi in cui scorrazzava per l’Europa prima e l’America poi compiendo stragi, torture indicibili, efferatezze di ogni genere.. Non ricordava nemmeno perché lo facesse. Certo, era un vampiro, forte, sanguinario, senza scrupoli.. Ma perché? Aveva paura ad ammettere che era stato sempre e solo per Drucilla. Per leggerle negli occhi l’ammirazione, il desiderio, lo stupore per i suoi atti crudeli. Ma era proprio così. Era stato amore? Rise tra sé, e come poteva essere? Tutta quella morte.. per amore…

Sospirò, chiudendo gli occhi.

Non ci voglio pensare. Non ora, né mai più.

Perché se fosse stato davvero così, la sua vita secolare era tutta sbagliata. E questo lo terrorizzava, quasi quanto i sentimenti che leggeva nello sguardo di Buffy.

 

Grazie per le belle recensioni. Spero di non deludervi con questo nuovo capitolo. Per quanto la sesta stagione di Buffy sia stata terribile, perchè ci ha reso evidente quanto sia doloroso amare qualcuno che non riesce a ricambiare.., è anche la mia preferita per una sorta di transfert che ho avuto con Spike. Qualche volta, nella vita, la sfortuna di amare qualcuno che non ricambia è capitata anche a me ed è stato devastante.. da qui, la necessità di rimettere a posto le cose, forse per una rivalsa "personale".. Per quel che riguarda Tara, ho pensato a lei come messaggero di Buffy perchè è stata la prima con cui Buffy si è confidata e l'unica che, in quella stagione, le è stata davvero vicina..

Buona lettura a tutti!

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Capitolo 3
*** Deep Blue ***


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I

Il cimitero era silenzioso e tranquillo, illuminato dalla fredda luce della luna. La passeggiata di Buffy si stava rivelando quasi piacevole. Era proprio il silenzio ciò di cui aveva più bisogno.

Invece, ecco un movimento furtivo dietro una lapide.. Tutti i suoi sensi scattarono, afferrò saldamente il paletto e si avvicinò a passi prudenti. All’improvviso, dal buio sbucarono tre vampiri minacciosi che la circondarono. La Cacciatrice partì subito all’attacco, colpendo a destra e a manca senza esitazione, riuscendo a incenerirne uno. Ma dietro di lui, ne sbucarono altri due.. Sembravano uscire dal cilindro di un mago. Lei continuava a combattere, ma ogni volta che ne faceva fuori uno, ecco arrivarne altri due…

Ad un tratto, comparve nell’oscurità un’altra figura, che si fiondò al centro del cerchio, proprio accanto a Buffy. Era Spike.

“Dovevi avvertirmi, amore” disse sarcastico iniziando a battersi “Sarei arrivato anche prima”.

Sollevata, la Cacciatrice riprese a combattere con più vigore, più sicura per la presenza di lui. La lotta durò a lungo, ma alla fine ebbero la meglio sulla banda di vampiri.

“Un po’ di sana adrenalina” fece Spike, sedendosi su una lapide. La scrutò “Perché non sei passata a cercarmi prima di venire qui?”.

Sotto il suo sguardo interrogativo, Buffy non trovò le parole giuste. Gli andò davanti e alzò le spalle, tentando di essere convincente “Non lo so. Forse, avevo fretta”.

Lui annuì, sospirando “Una missione in solitaria” le sorrise e tese le braccia “Vieni qui”.

La ragazza si lasciò stringere, affondando il viso nel suo petto. Aspirò il suo profumo e nella sua stretta, si sentì combattuta. L’aveva appena salvata da un’imboscata che l’aveva messa in seria difficoltà.. si sarebbe meritato un po’ di sincerità. Alzò lo sguardo “Spike.. devo parlarti..”.

L’espressione di lui s’indurì immediatamente. Ecco, lo sapeva, stava per dirgli di nuovo che era finita, che si era sbagliata, che per loro non c’era speranza. La scostò appena, in attesa del colpo.

Buffy lo capì e scosse la testa “No” gli accarezzò il viso “No. Non dubitare più di me. Devo dirti una cosa che.. che..” ma Spike la attirò a sé e le chiuse la bocca con un bacio. S’impossessò delle sue labbra come se fosse stata l’ultima volta, lasciandola senza respiro. Poi, la rovesciò sulla lapide e in un momento le fu sopra. La guardò intensamente “Vuoi piantarmi. Se è così dimmelo subito..”.

Ma Buffy scosse ancora la testa “Ti ho detto di no” lo fulminò circondandogli il collo con le braccia “Mai”.

Di nuovo, si baciarono, quasi ferendosi le labbra. Poi, Spike scese a baciarle il collo, il seno, la pelle candida. Buffy si trovò travolta da quella passione e lasciò che lui la prendesse sul freddo marmo della tomba e lasciò che affondasse i canini nel suo collo, laddove le ferite di stavano rimarginando. Lo strinse a sé, ascoltando i suoi gemiti di piacere e sentendo che mai, mai avrebbe potuto rinunciarci..

“Che cosa volevi dirmi, Cacciatrice?” le domandò più tardi. Si erano seduti sotto l’albero e lui stava fumando una sigaretta. Glielo doveva chiedere, anche se la paura lo attanagliava, anche se lei gli aveva appena dimostrato che non se ne voleva andare ancora.. Buffy disse subito “Ecco.. non me lo ricordo più” gli rivolse un sorriso che avrebbe sciolto un iceberg “Ma di certo non era quel che tu hai creduto” lo rimproverò “Proprio non riesci ad avere nessuna fiducia in me”.

Spike allargò le braccia e in tono ironico mormorò “Beh, in fondo sei la prescelta e ammazzi vampiri”.

“Tu non sei un vampiro. Sei il mio vampiro” fece seria, cercando i suoi occhi.

Come al solito, quelle parole gli rimescolavano qualcosa dentro, anche se lui non aveva un’anima né un cuore pulsante. La prese tra le braccia e la baciò tra i capelli “Non sai quanto ti amo” sussurrò.

Buffy non rispose e si abbandonò al suo affetto, decidendo all’istante che quanto aveva scoperto non era così importante in quel momento, e non lo sarebbe mai stato.

II

Giles la guardava colpire ripetutamente il pungiball vigorosamente, con pugni e calci. Era veramente migliorata; era più forte, affidabile, sicura dei propri mezzi. Era veramente diventata la Cacciatrice, l’unica.

“Bene, basta Buffy, per oggi abbiamo lavorato abbastanza. E fra un’ora devi essere al lavoro” le ricordò pulendosi gli occhiali “Volevo parlarti di una cosa”.

La ragazza si voltò verso di lui, asciugandosi il sudore. Per un momento, temette che lui avesse scoperto della sua relazione con Spike, invece Giles disse “Io e te dobbiamo andare via per un po’”.

“E dove?” chiese subito, mentre mille pensieri affollavano la sua mente. Devo lasciare qui Spike, senza me, non lo vedrò per un po’, potrebbe accadergli qualsiasi cosa..

“Nel deserto, mia cara. Due o tre giorni” si sedette in poltrona “E’ il momento del contatto”.

“Il contatto? E che cosa significa?”.

“Viene il momento, nella vita della prescelta, di incontrare il passato. O meglio, le prescelte del passato. Il loro spirito, insomma. Un evento che aumenterà a dismisura il tuo potere e ti donerà altre capacità utili alla Missione” la fissò con sguardo esaltato “Credo che sia giunto il momento per te, Buffy”.

La ragazza era sbalordita. Ne aveva sentito parlare, qualche tempo fa, proprio dall’Osservatore, ma non credeva veramente che sarebbe successo. Fece qualche passo verso Giles, incerta “E lei crede che io sia pronta a questo passo?”.

“Si, senza dubbio. Sei forte, valorosa ed integra” annuì l’uomo.

Il pensiero di Buffy corse a Spike e alla sua relazione con lui. Spike è impuro, è senz’anima.. dov’è la mia integrità? Il fatto che io lo ami, c’entra qualcosa?

“Allora, preparati Buffy. Si parte domani”.

Non appena fu fuori dal magic Box, Buffy corse da Tara, nella biblioteca dell’università. La ragazza la salutò allegramente, ma subito la sua espressione cambiò quando notò il suo affanno. Ascoltò quanto aveva da raccontarle, e poi la condusse fuori, nel parco della scuola.

“Adesso calmati. Ok, devi andare con Giles ad incontrare gli spiriti dei tuoi predecessori..e allora? Qual è il problema?” la fissò, e quella “Come? Io non sono integra.. ho una relazione con un vampiro.. e che vampiro..”.

Buffy era sconvolta oltremodo e Tara, colta di sorpresa, non riusciva a capire che cosa la turbasse.

“Si, ma tu non sei dannata per questo. L’amore vi lega”.

“Ma lui non ha un’anima.. nel senso comune del termine..” obbiettò Buffy con voce tremante.

Tara la guardò dritta negli occhi “Tu lo credi davvero? Credi che non abbia un’anima o qualcosa di simile?”.

“Lui è morto” sussurrò la Cacciatrice, con le lacrime agli occhi “Ed è tutto ciò che combatto..e lo amo.. Non posso andare nel deserto ad incontrare.. degli spiriti puri..” nascose il viso tra le mani “E come lo dirò a Giles?”.

Tara le circondò le spalle con un braccio “Buffy, ascoltami. Non conta chi sia Spike. Tu lo ami. E l’amore è puro. Al di là di tutto. Tu sei pura, quando ami qualcuno.. non c’entra niente chi sia questo qualcuno.. E poi, puoi veramente dire chi sia  Spike?”.

Lo sguardo serio di Tara calmò Buffy, che mormorò “Ma andrò in preda ai sensi di colpa, mi sentirò in difetto..”.

“Mia cara, se si tratta sul serio di spiriti puri di cacciatrici passate, beh, non avranno proprio alcuna difficoltà a leggere nel tuo cuore e a sapere che cosa c’è dentro” le accarezzò il viso “Stai tranquilla Buffy. Tu sei forte e sei nel giusto. Loro lo sapranno”.

Buffy arrivò con un po’ di ritardo al Doublemeat Palace ma nessuno ebbe il coraggio di dirle niente, vista la sua espressione, più cupa che mai.

III

Spike la aspettò per gran parte della notte, poi andò in giro, al cimitero o nei soliti posti che lei frequentava quando andava in pattuglia da sola, ma non la trovò. Allora, andò a casa sua. Salì sull’albero di fronte alla camera di lei e guardò dentro. Tutto buio. Guardò anche in camera di Dawn e Willow. Dawn dormiva tranquillamente, Willow leggeva alla debole luce della abat jour.. ma di Buffy nessuna traccia.

Scese dall’albero e si avviò verso il Bronze, anche se non credeva proprio che se ne sarebbe andata da sola a ballare.. Infatti, non la trovò. In compenso, all’uscita incontrò Anya e Xander.

“Guarda chi c’è” fece Xander “Se cerchi Buffy.. beh, lei non è qui..”.

Anya lo fissò e disse “Magari tu sai meglio di noi dove si trovi la tua.. ragazza”.

Spike la fissò con espressione indecifrabile, mentre Xander la prese per un braccio “Che cosa stai dicendo..”.

Ma lei continuò “Non è così, Spike? Lei è la tua ragazza, vero? E scopate anche, non è così?”.

A quel punto, Xander le tappò la bocca con la mano “Santo cielo! Ancora questa storia” poi si voltò verso il vampiro, che era rimasto imperturbabile “Questa è l’ossessione della mia fidanzata, non farci caso..”.

“Non m’interessa l’ossessione di un ex demone” disse lui tagliente, poi “Dov’è la cacciatrice?”.

“Oh, beh.. non lo so proprio. Magari a dormire? O forse in pattuglia? A lei piace girare sola..”.

“No. Non l’ho trovata da nessuna parte” l’interruppe “Dove si è cacciata?”.

“E chi lo sa.. magari ha un boyfriend, da qualche parte. Oh, scusa, non volevo ferire i tuoi.. sentimenti..” fece ironico Xander “Ma vuoi proprio incontrarla così ti infila subito un bel paletto nel cuore?”.

Ma Spike si stava già allontanando nella notte. Solo allora Anya poté parlare “Perché non mi hai lasciato finire? Sono sicura che avrebbe confessato” lo guardò furiosa.

“Ma che dici. Stavi facendo la figura della pazza. Non che sia una cosa strana, per te” mormorò trascinandola dentro al locale “E adesso, andiamo a bere qualcosa”.

Anya non ribatté. Lei sapeva esattamente che cosa stava succedendo. Quei due non la fregavano.

Spike tornò al cimitero, alla cripta. Si sedette sui gradini e si accese una sigaretta. Buffy sembrava scomparsa sul serio, non era da nessuna parte e ormai non sapeva più dove cercarla. Non  sentiva il suo odore, non trovava neanche una traccia.. Che fatica era stata tacere e non sbattere in faccia a quella stronza di Anya la verità. Sarebbe stato un bello spettacolo.. Xander sarebbe sbiancato, Anya svenuta.. Sorrise amaro, ingannava sé stesso perché in realtà non gli era passato neanche per la testa di farlo. L’aveva promesso a Buffy.

Lanciò lontano la sigaretta. Ma dov’era?

In quel momento, Clem sbucò da dentro la cripta. Si era offerto di aiutarlo a sistemarla e lo faceva durante la notte. Così, Spike non ne fu stupito. Vide che era ricoperto di pittura e sorrise “Hai deciso di imbiancare? Non credo di averlo mai fatto” considerò il vampiro.

Clem alzò le spalle “Trovo che le pareti bianche siano rilassanti” gli si sedette accanto “Ma vedrai che ti piacerà.. Ho visto che hai buttato un sacco di roba..”.

“Certo. Tutto era lesionato.. inutilizzabile” mormorò “Ti ringrazio per il tuo aiuto”.

“Oh, ho tanto di quel tempo libero..” lo guardò meglio “Che c’è? Hai un’aria.. strana.. Il chip?”.

“No..è che..” sospirò, incerto se confidarsi o meno. Alla fine, decise di dirgli tutto. Clem era l’unico amico che aveva in città. Così gli disse di Buffy e del fatto che non la trovava.

Clem alzò le spalle “Beh. Fossi in te non mi preoccuperei. E’ pur sempre una cacciatrice. Avrà qualcosa di importante da fare”.

Spike annuì “Sì. A lei piace fare da sola” si alzò in piedi “E correre rischi, da sola”.

“A quanto ne so, i rischi li corrono quelli che la incontrano” e scosse la testa “E’ un diavolo di donna” guardò Spike “Scusa.. non volevo offendere la tua ragazza..”.

“Non c’è pericolo. Hai ragione. E’ un diavolo di donna.. ma non credo.. non credo che sia la mia ragazza” sussurrò.

“Ma state insieme e lei ti ha dichiarato.. i suoi sentimenti”.

L’obiezione di Clem era ragionevole. Buffy gli aveva detto tutto quello che voleva sentirsi dire da tanto tempo.. e allora perché si sentiva così insicuro, in balia degli eventi, scombussolato? Perché non riusciva a fidarsi delle sue parole e dei suoi gesti?

Clem sorrise “Che ti succede..”.

E Spike gli disse dei suoi dubbi, a mezza voce, come parlando a sé stesso.

Alla fine, l’amico mormorò “Hai paura” al suo sguardo stupito, riprese “Hai paura di perdere tutto quello che hai. E’ l’amore, Spike. Fra gli effetti  secondari che ha, c’è questa paura.. anzi, terrore, di perdere”.

Il vampiro annuì appoggiandosi all’albero.

Ma dove sei, Buffy?

IV

Il fuoco ardeva ed illuminava il piccolo campo che Giles e Buffy avevano creato, sistemando le tende e i sacchi a pelo tra le dune, a ridosso di un terreno roccioso. Se ne stavano lì, avvolti nelle coperte, una tazza di thè in mano..

“Quando sarà il momento?” gli domandò lei ad un tratto rompendo il silenzio.

Giles la guardò “Non è dato di sapere. Dobbiamo stare qui, così indicano le mappe antiche che il Consiglio mi ha dato, ed attendere”.

Buffy annuì “Potrebbe essere anche una lunga attesa, non è così?”.

“Mia cara, non ne ho la minima idea” sorrise “Anche per me è una novità. Tu sei la mia prima, e spero unica, cacciatrice di vampiri”.

Un rumore li fece voltare di scatto. Buffy vide, con la coda dell’occhio, un serpente che strisciava silenzioso verso di loro. Si sollevò cautamente e poi, con uno dei bastoni che avrebbero dovuto alimentare il fuoco, colpì l’animale sulla testa, uccidendolo all’istante.

Giles respirò “Uauh. E chi se ne era accorto” cominciò a pulirsi gli occhiali “Ecco un’altra conferma della tua ottima preparazione…”.

La ragazza tornò a sedersi e mormorò “Lei crede.. che sarò l’unica, per sempre?”.

L’Osservatore la fissò. Sembrava cercare le parole giuste. Alla fine disse “Se intendi se ci sarai sempre e solo tu, tecnicamente parlando non sarà così..” ma lei l’interruppe con un cenno della mano “No, niente giri di parole o ragionamenti complicati. Sarò sempre e solo io?”.

Sotto quello sguardo acceso, Giles non riusciva nemmeno a ragionare. Che cosa doveva dirle? Che lo sarebbe stata fino alla sua morte? Che subito dopo qualcun’altra avrebbe preso il suo posto?

“E’ una cosa tanto terribile da non trovare le parole?”.

“No, Buffy, non è questo. Sono cose complicate anche per me che ho anni di studio alle spalle”.

“Mi dica la verità. Come ha sempre fatto” lo invitò con calma “Non crede che io abbia diritto di sapere quale sarà il mio destino?”.

L’uomo sospirò e si alzò in piedi, in evidente difficoltà. Poi, disse “Ognuno di noi ha un destino. Tutti. Il tuo destino.. beh, è quello di essere una cacciatrice, una persona che lotta contro il male. Più che un destino, è una missione, la missione. Anni fa, a Los Angeles, avresti anche potuto tirarti indietro..” la fissò intensamente “Avresti potuto negare tutto, anche l’evidenza, ed abbracciare la normalità. Ma non l’hai fatto. E sai perché? Perché la tua è una vocazione, perché sei nata per questo” le andò vicino e si abbassò per guardarla bene in viso “Sei una barriera, Buffy. Tra il male e questo mondo. Esso non può passare, finché ci sei tu”.

Buffy mormorò “E sarò sempre l’unica?”.

“No” disse subito Giles, che aveva ormai deciso di dirle tutto “No. Se morrai nella battaglia, al tuo posto sorgerà un’altra prescelta, alla cui morte, lascerà il posto ad un’altra.. E sarà sempre così. E’ sempre stato così”.

“Quindi” riuscì a dire lei, trattenendo le lacrime “Sarò libera soltanto alla mia morte?”.

Giles non rispose. Era troppo penoso dirle la verità. Anche per sé. Che orribile destino era quello dell’Osservatore.. Costretto a vedere la nascita e la morte di un’anima bella..

Dopo un momento di silenzio, Buffy si sollevò, gettò sulla sabbia ciò che era rimasto del suo thè e guardò Giles “Andiamo. E’ il momento..” e l’uomo la seguì verso il terreno roccioso che li circondava.

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Capitolo 4
*** Love hurts ***


 

I

Ritornarono a casa sul far dell’alba. Giles la accompagnò fin dentro casa e poi se ne andò. Buffy, una volta sola, si diresse in cucina ed aprì il frigorifero. Avrebbe voluto addentare subito qualcosa, dopo tre giorni di scatolette.. In quel momento, Dawn comparve sulla soglia, evidentemente strappata ad un sonno profondo. Le andò incontro e l’abbracciò, contenta di rivederla.

“E Willow dov’è?” le domandò, sorseggiando un po’ di coca cola.

“Con Tara” le disse con occhi splendenti. Buffy la guardò stupita “Vuoi dire che..”.

Lei annuì “Proprio quello. Sono di nuovo fidanzate”.

La notizia le fece piacere e in fondo in fondo si convinse che era anche merito suo se si erano ritrovate. Questo la portò dritta dritta al pensiero di Spike. E si rattristò subito. Dawn se ne accorse e le chiese “Che succede, Buffy?”.

Lei scosse la testa e sorrise “Niente.. Credo di essere un po’ stanca. Sai, tre giorni interi nel deserto..” si diresse alle scale “Dopo una bella dormita, tutto sarà più luminoso..”.

Ma quando fu a letto, al buio, Spike non lasciò un attimo i suoi pensieri. Prima o poi avrebbe dovuto affrontarlo e dirgli che cosa era successo. Avrebbe dovuto rivelargli della Profezia Shansu e di quanto le era accaduto nel deserto ed aveva cambiato tutto. Giles l’aveva avvisata, prima che il cielo si squarciasse ed una luce accecante invadesse il buio delle dune.

“Vedrai con gli occhi di chi ti ha preceduto. Conoscerai La Prima Cacciatrice e lei ti dirà ciò che conta. Tutto sarà diverso per te da quel momento. Il mondo in bianco e nero sarà pieno di colori e niente sarà più come prima, Buffy”.

E aveva avuto ragione. Niente era più come prima. Si accorse di avere gli occhi umidi.

La mattina dopo fece colazione con Willow e Tara. Era bello rivederle insieme. Le chiesero che cosa le fosse capitato nel deserto, ma Buffy fu evasiva; disse solo di aver visto alcuni spiriti saggi e bla bla..

Fu Tara a chiederle “E quando intendi incontrare Spike? Sai, l’abbiamo visto girare qui intorno, le notti precedenti. Ti cercava. Non gli hai detto che..”. Al suo diniego, riprese “Capisco.. No, non capisco perché non l’hai fatto, ma avrai avuto delle buone ragioni”. Scambiò un’occhiata con Willow e proseguì “Forse non vuoi affrontare il discorso della Profezia”.

Buffy sospirò “E’ vero. A voi non si può nascondere niente, eh?” si appoggiò allo schienale della sedia “Non voglio dirglielo. Non è sicuro che sia così.. Che roba. Dovrei informarlo che per avere un’anima e l’umanità dovrà morire?” le fissò e fece un sorrisetto “No, non lo farò”.

“Quindi.. non lo vuoi più vedere?” le domandò incredula Willow.

“No. Non è solo per questo che.. non posso più vederlo” si alzò e si appoggiò alla parete “Nel deserto. Sono successo cose.. cose che mi hanno..cambiata”.

“Si, una luce accecante, spiriti saggi..” intervenne Tara preoccupata “Che cosa c’entra con Spike e il tuo amore per lui?”.

Buffy scosse la testa “Non so se sono pronta a parlarne..” le guardò e poi disse “Ma con chi altri potrei confidarmi?”.

E così raccontò loro della visione. Il cielo si era squarciato e lei si era ritrovata librata in aria, al cospetto di una schiera di migliaia di donne, ragazze, bambine, che la guardavano serie. Una di loro, che subito aveva individuato come la Prima Cacciatrice, brandiva una lancia e aveva i lunghi capelli neri sormontati da piume dorate. L’aveva fissata a lungo prima di avvicinarsi e dirle “Prescelta. Questa è la tua Missione. Le forze dell’universo ti hanno convocata e tu hai risposto. Il primo passo”.

Poi, l’aveva toccata sulla spalla con la punta della lancia e aveva detto “C’è molto, dentro di te. C’è amore, odio, forza e debolezza.. Sei umana. Devi elevarti e combattere per la tua posizione. Salverai il mondo dalle fauci dell’inferno più e più volte, donna. Ti batterai all’ultimo sangue, cadrai e ti rialzerai senza sosta. E’ la tua scelta”.

Infine, le aveva soffiato polvere d’oro sul capo e aveva detto “Per farlo, cacciatrice, devi guardarti dentro ed estirpare quanto ostacola il tuo animo. Anche se non vorrai farlo, lo farai, perché è questa la tua vocazione. Ciò che non conta, scomparirà dal tuo orizzonte, ciò che conta diverrà parte integrante di te, donna”.

Quando aveva aperto gli occhi, si era trovata tra le braccia di Giles, nel sole accecante del deserto. Lui le stava rinfrescando la fronte con un panno bagnato. Le aveva poi spiegato che per l’intera notte aveva avuto la febbre alta ed aveva delirato per tutto il tempo.

Willow la guardava attenta, fu Tara a dirle “E questo ti spinge a rinunciare a.. all’amore.. anche se imperfetto come quello di Spike e per Spike?”.

Buffy non alzò lo sguardo mentre diceva “Non lo so. Ma questo.. questo sentimento mi ostacola. Mi confonde. Non riesco ad affrontarlo veramente” sospirò “Si, sinceramente, credo sia.. un ostacolo alla mia Missione”.

“Non credo che l’amore possa costituire un ostacolo” fece Willow, scettica “Anche se.. se per un vampiro”.

“E’ l’attaccamento” disse subito la Cacciatrice “L’attaccamento. La cura per una persona. Il mio destino è quello di aver cura dell’umanità intera” le fissò cupa “Non posso .. non posso distrarmi”.

“L’amore non può essere una distrazione” obiettò Tara, cercando la mano di Willow “Nessuno può averti detto questo”.

“Non così esplicitamente” fece lei “Ma io l’ho capito. E non posso ignorare ciò che sento”.

II

La cripta era tornata agibile. Anzi. Clem l’aveva resa molto più accogliente di prima. Spike doveva ammettere che la tinteggiatura delle pareti e le nuove poltrone chiare le davano un aspetto più.. elegante ed arioso. In più, gli aveva rifornito il frigorifero di wiskey, ghiaccio e bibite d’ogni genere.. Si era servito appena entrato. E adesso, sdraiato sul letto, fissava il soffitto. Era triste. E arrabbiato. Se fosse stato completamente in sé, avrebbe già sfondato la porta di Ravello Road e avrebbe torturato qualcuno per farsi dire dov’era finita Buffy.. Forse Anya, che lo tormentava con i suoi sospetti.. Rise tra sé. Altro che sospetti, lei ci vedeva benissimo.. Il suo sguardo si posò sulle chiavi dell’appartamento, sul tavolo. Erano di Buffy e avrebbe dovuto riportargliele.. Ma dove? Aveva scoperto che si era presa alcuni giorni di ferie al Doublemeat e non aveva dormito a casa per alcune notti. Al magic Box non si era vista, né in pattuglia.. E allora, dov’era finita la Cacciatrice..?

Uscì dalla cripta subito dopo il tramonto per il solito giro in cerca di Buffy. Aveva pensato di andare da Tara, l’unica che sapeva di loro due, ma ci aveva rinunciato. Era troppo vicina agli altri della gang e se c’era qualche segreto che lui non poteva sapere.. Con rabbia, lanciò un sasso col piede. Ma come, proprio adesso che tutto stava filando liscio, che lei si era convinta a lasciarsi andare..

“Spike”.

Il vampiro si voltò di scatto e vide Willow. Sembrava abbastanza impaurita, d’altra parte era sola, a quanto gli pareva, di notte, in mezzo al cimitero.

“Non è per te questo posto, strega. Ci sono i vampiri” le disse subito “Torna a casa”.

“Spike” insisté lei facendo un passo avanti “Devo parlarti”.

Spike si lasciò sfuggire un sorrisetto “E di che cosa, di grazia?”.

“Di Buffy. E di te” .

Lo sguardo che le puntò addosso la spaventò. Se non fosse stata certa del chip anti attacco, beh, le sarebbe venuto un colpo. La fissava e non parlava. Poi, d’improvviso, sembrò rilassarsi e disse “Dunque, Buffy ti ha parlato di..” fece un cenno con la mano e al suo silenzio riprese “Beh.. si, va bene, non sono alla sua altezza.. ma non è colpa sua, sono stato io che..” abbassò la testa “Dove si trova, ora?”.

Willow scosse la testa “Lei non verrà a parlarti, così.. ho deciso di agire al suo posto” prese fiato, poi “So che cosa provi per lei e so ciò che lei prova per te. Davvero. Non pensavo proprio di arrivare a dirti questo ma.. Buffy ti ama” tentò un sorriso e notando il suo imbarazzo cambiò argomento “Ma è successo qualcosa”.

Spike alzò di scatto la testa “Sta male? E’.. è in pericolo..?”.

“No. No” lo fermò immediatamente “Però ha fatto il secondo passo”.

“Il secondo passo? Ma che cosa..?” si sentiva confuso e spaesato. Gli sembrava una situazione assurda, lui, Willow, al cimitero..

“Non so come altro dirtelo. E se avessi potuto evitarlo.. Santo cielo, era così tanto tempo che non la vedevo così felice..” gli lanciò un’occhiata piena d’ansia “Mi dispiace tanto”.

“Insomma, strega. Vuoi parlare chiaramente!” la incalzò in tono angosciato.

Willow si appoggiò ad una lapide e attese prima di parlare, come se stesse cercando le parole giuste. Infine disse “Beh. Credo che non vi vedrete più. Intendo, come avete fatto.. finora” specificò “Le cose sono cambiate”.

Spike la fissò “Le cose cambiano velocemente, qui a Sunnydale..” le diede le spalle “Quindi.. sei venuta a dirmi che.. è finita? Di nuovo?”. 

“Buffy non verrà a dirtelo, Spike. E io non dovrei essere qui. Credo che mi taglierebbe la testa, se lo sapesse.. Ma ho sentito il dovere di.. di farlo. Sai.. sono un tipo sentimentale..” si giustificò “Lo spirito delle cacciatrici passate.. o qualcosa del genere.. le ha parlato e le ha svelato il suo destino..”.

Nella mente di Spike ricomparvero le immagini delle cacciatrici che aveva ucciso, di quelle che aveva sfidato nella sua carriera di vampiro sanguinario.. e immaginò che cosa le avessero trasmesso.. Ma poi rifletté. Buffy lo sapeva già, conosceva già il suo passato.. Guardò turbato Willow “Non vuole neanche vedermi per parlare?”. Al suo diniego, mormorò “..di che devo stupirmi..”.

Willow pensò alla Profezia di Shansu, pensò che uno dei motivi di Buffy era la paura di dirgli che era senza speranza.. Ma decise di non dire altro. Chissà se aveva davvero il diritto di interferire in quel modo tra loro due.

 Il vampiro si lasciò cadere sulla poltrona e chiuse gli occhi. Aveva la testa in fiamme, un nodo in gola.. si sentiva incapace di fare o dire qualsiasi cosa. Willow dovette capirlo, perché non disse niente, non tentò neanche di consolarlo. Si sedette sui gradini dell’entrata e rimase a guardarlo, contrita. In un certo senso, lo sentiva vicino. Si stupì di quel pensiero, ma lo stato d’animo che intuiva in lui era lo stesso che aveva investito lei qualche tempo prima, quando Tara l’aveva abbandonata.

III

Con un potente calcio, colpì il vampiro e lo scaraventò a terra, poi lo trafisse in modo fulmineo con il paletto. Infine, si voltò verso destra ed altrettanto rapidamente infilzò la vampira che lo accompagnava. Ecco fatto. Riprese le sue armi, le infilò nella borsa e si diresse verso casa. Per Buffy, una notte solitaria come molte altre.

Poi, ad un tratto, lo sentì. Sentì il suo profumo, la sua presenza.. Si fermò di botto.

“Si, sono qui, Cacciatrice”.

Si voltò. Spike era fermo a pochi metri da lei. La guardava e non sembrava intenzionato a muoversi. Il cuore di Buffy correva impazzito nel petto e i suoi occhi spalancati non si staccavano da quelli di lui.

“Ciao” riuscì a dirgli a malapena. Tentò di recuperare un po’ di controllo, ma non c’era verso. Tremava come una foglia e non di paura..

“Visto che non ti decidevi a farti vedere, eccomi qua” le disse in tono sarcastico “Se maometto non va alla montagna..”.

Buffy si vergognò, improvvisamente. Sono una codarda, disse a sé stessa. Avrei dovuto andare e parlargli..

“C’è qualcosa che devi dirmi, amore?” le domandò continuando con lo stesso tono “Magari che le tue promesse.. non sono poi promesse ma solo parole”.

Aveva tutto il diritto di trattarla in quel modo. Certo, l’aveva piantato ancora e questa volta neanche si era scomodata a parlargli.. “Mi dispiace Spike.. ma.. ma devo andare”. Non ce la faccio.. pensava, girando sui tacchi e cominciando a camminare.

“Oh, povera piccola. Non ce la fai”. Con uno scatto fulmineo le fu davanti, a pochi centimetri. La fissava, il volto più tirato del solito, lo sguardo cupo. Buffy avrebbe di gran lunga preferito il demone dagli occhi gialli.

“Non puoi andartene ora. Adesso è il momento della verità” esclamò Spike “Sei sparita. Puff. Scomparsa. Perché?”. Sebbene sapesse la ragione, perché Willow era stata chiara, Spike voleva che fosse proprio lei a dirglielo, voleva guardarla negli occhi, mentre lo faceva. Voleva capirci qualcosa..

Ma Buffy rimaneva in silenzio, reggendo il suo sguardo. Non lo stava sfidando,  il vampiro se ne accorse immediatamente. Era triste. Profondamente triste.. E questa rivelazione smontò ogni sua velleità bellicosa. Si allontanò un poco e sospirò “Ma che cosa cerco di fare” e fu lui, questa volta, a darle le spalle per andare via.

Buffy strinse i pugni, mentre le lacrime le scorrevano sulle guance. Lacrime di rabbia, frustrazione, tristezza.. mai si era sentita così impotente.. o forse una volta, quando Angel se ne era andato, abbandonandola per sempre. Quest’idea la svegliò di colpo. Non voleva che Spike vivesse nell’incertezza, odiandola per quell’addio senza senso.. come lei aveva fatto per tanto tempo, dopo la partenza del suo primo amore.

Gli corse dietro, chiamandolo. Lui si voltò e quando vide il suo viso congestionato dal pianto, sentì qualcosa spezzarsi dentro. Avrebbe voluto abbracciarla e baciarla, ma non poteva né voleva costringerla a niente..

“Spike” gli disse passandosi le mani sulle guance, freneticamente “Aspetta..”.

“Buffy, lascia stare. Non c’è bisogno. Tu hai deciso e io.. io rispetterò la tua scelta”.

Ma lei scuoteva la testa “No, ascoltami, voglio che tu sappia la ragione del mio comportamento..”.

L’interruppe “La conosco già. Ero venuto qui solo perché.. bah, forse non ci credevo e volevo che tu me lo dicessi in faccia..”. La ragazza era confusa e lui se ne accorse, così confessò “Willow. E’ venuta a dirmi.. del secondo passo..”.

A quelle parole, Buffy si calmò istantaneamente. Si allontanò da lui, mollando la presa.

“Credevo che.. se fossi venuto da te e tu me l’avessi detto in faccia..” lo sguardo di lei lo fermò. E poi “Ma naturalmente, è stata una pessima idea.. come molte delle mie idee” scosse la testa.

Un momento dopo, Buffy fece un passo avanti, gli pose le braccia intorno al collo e lo baciò sulle labbra, stringendolo come a volerlo stritolare. Poi, si staccò e disse “Addio, Spike”.

La guardò allontanarsi nella notte, incapace di muovere un muscolo.

IV

Tara e Willow erano ferme davanti alla porta della camera di Buffy, indecise sul da farsi. Non usciva da lì da quando era rientrata dalla ronda, e tra poco era di nuovo il tramonto. Non aveva mangiato, né bevuto, né era andata a lavorare.. Le due ragazze erano in pena, anche se conoscevano benissimo la ragione di quel comportamento. Anche Dawn era turbata. Sedeva sulle scale, in fondo al corridoio, e le fissava, ad occhi spalancati.

“Dovremmo buttare giù la porta” propose Dawn ad un certo punto.

Willow la fulminò “Ma che dici. Quando uno è triste.. bisogna lasciarlo stare. Per un po’”.

“Perché è triste?” il tono di Dawn era stridulo “Si può sapere? Che cosa è successo veramente nel deserto?”.

Dopo un momento di esitazione, Tara sussurrò “E’ una cosa da Cacciatrice. Un ulteriore passo in vista dell’obbiettivo. C’entra con la sua missione. Tutto qua. Solo che stavolta Buffy ha bisogno di più tempo per metabolizzare le novità” le rivolse un sorriso rassicurante “E’ normale che stia così”.

“Ma non vuole neanche parlarmi” piagnucolò la ragazzina “Sono così preoccupata..”.

“Ok. E’ giusto che tu lo sia. E’ tua sorella e le vuoi bene. Ma tranquillizzati. La sua reazione non ha nulla di strano” la consolò ancora.

In quel momento, la porta si aprì e comparve Buffy. Pallida, con evidenti segni di pianto sul volto, spettinata.. Mormorò “Non dovete angustiarvi per me. Io sto bene. Davvero. Ho solo bisogno di.. di stare un po’ da sola, tutto qui” abbozzò un sorriso, ma alle ragazze parve più che altro una smorfia di dolore.

“Dico sul serio” le rassicurò “Andate. Andate a cenare. Io scenderò dopo..” e si richiuse dentro.

Dawn, che era scattata in piedi, sospirò, incerta su che cosa pensare, mentre Tara e Willow si guardarono, per niente convinte. Tuttavia, in silenzio, raggiunsero Dawn e cominciarono a scendere le scale.

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Capitolo 5
*** Beneath you ***


Grazie a tutti quelli che leggono! Un piccolo post per informarvi che da questo capitolo in poi "rivisito" la 7° stagione, perciò cancellate tutto.. Buona lettura!!!

 

I

Buffy uscì per la ronda insieme a Xander. Si aggirarono a lungo per la città, ma non trovarono vampiri o demoni in agguato. C’era una strana calma, e questo avveniva ormai da qualche notte. Non era mai capitato un così lungo periodo di ronde tranquille, a Sunnydale. E la cosa insospettiva la Cacciatrice.

Mentre passavano davanti al cimitero, Xander disse “Tanto per movimentare la nottata, potremmo andare a trovare Spike. E’ un po’ che non si vede in giro..”.

Buffy non rispose. Stava evitando in ogni modo i dintorni della cripta di lui e così non l’aveva più incontrato. Non che non avesse avuto il desiderio di passare, anche senza entrare o parlargli, ma solo per controllarlo.. ma sapeva che un vampiro come lui poteva sentirla arrivare. Così, si era trattenuta, lottando con il suo istinto. Doveva agire in modo ragionevole e consono al ruolo che il destino le aveva assegnato e nei piani del fato, una relazione tra la cacciatrice in carica e il vampiro non era contemplata.

“E’ strano. Non è venuto più a tormentarti, non è così? Non è che si sia.. come dire.. polverizzato?” fece sarcastico Xander sbirciando oltre il cancello del cimitero “Sarebbe un bel po’ di lavoro in meno per noi”.

Buffy tentò di ignorare quell’ultimo commento e disse “In realtà, non so se te ne sei accorto, amico, ma non c’è lavoro da un po’ di notte. Neanche un vampiretto da strapazzo” si guardò intorno “La cosa è sospetta..”.

“Intendi tipo la quiete.. prima della tempesta?” le domandò perplesso “E’ Giles che è preoccupato?”.

“No. Io, sono preoccupata” ribadì stringendo bene tra le dita il paletto “Questa città è sulla bocca dell’inferno e in questo periodo sembra una località per soggiorni rilassanti”.

Continuarono a girare per le strade per un po’ poi tornarono verso casa. Buffy invitò Xander a prendere una cioccolata calda e quando furono seduti in cucina, lui disse “Però, non stavo scherzando riguardo a Capitan Ossigenato. Sono giorni che non si vede”.

“Forse.. è in vacanza, come tutti gli altri.. demoni di Sunnydale” mormorò tristemente, senza distogliere gli occhi dal suo cioccolato. Il tono non sfuggì a Xander che le domandò “Ti manca?”.

Buffy alzò di scatto la testa “E perché.. dovrebbe?” cercò di apparire sbalordita “No..”.

“Oh, beh, ho sempre sentito dire che in fondo un innamorato alle costole è sempre apprezzato da una ragazza.. anche se nel tuo caso, si tratta di un.. succhiasangue..”.

“Spike non succhia il sangue” disse subito lei “Per lo meno, non quello umano”.

“Già, il chip. Che bella invenzione. Comunque, non stiamo certo male perché lui non sbuca da dietro un angolo con le sue battute al vetriolo” considerò Xander “Sapessi  che cosa si è messa in testa Anya”.

Allo sguardo interrogativo di Buffy, il ragazzo raccontò i sospetti dell’ex demone, facendole l’imitazione. La cacciatrice lo ascoltava, sentendosi sul punto di svenire. Ma perché sto così, pensò. Se anche mi avessero scoperto con lui, che sarebbe successo? Niente, dal momento che è già finita, che mi sono rimangiata in un baleno tutto ciò che gli ho detto. Tutto ciò che di più sincero potevo dirgli.

“Una cosa devo riconoscere a Spike” aggiunse alla fine Xander, che non si era accorto dello stato d’animo di lei “Non ha mai mollato. Ne ha mai tradito la parola. Quel che ha fatto per Dawn quando tu.. beh, quando tu non c’eri.. e la sua collaborazione per tenere a bada i demoni in città..” si alzò e si diresse all’uscita “Questo è un merito che sento di riconoscergli.. Allora, amica mia.. buonanotte. Vado, sennò Anya mi darà per disperso” le lanciò un bacio “Ciao”.

Sì, pensava Buffy, dov’è Spike?

Uscì di nuovo, da sola, e si diresse alla cripta. Si avvicinò incerta alla porta, pensando che se lui fosse stato dentro l’avrebbe di certo sentita e sarebbe uscito. Era già accaduto.. ma non successe. Così, si fece coraggio ed entrò. La porta era aperta e dentro, tutto buio. Si guardò intorno. L’aveva rimessa a posto bene, anzi, era molto più accogliente di prima.. Scese al piano di sotto, ma anche lì non c’era nessuno. Forse era uscito.. Ma già la luce dell’alba faceva capolino all’orizzonte. No, non è possibile, sarebbe stato già al riparo.. Ad un tratto, sentì un rumore di sopra. Impugnò un paletto per prudenza, ma il cuore le scoppiava al pensiero di incontrarlo.. invece, trovò Clem che si toglieva la giacca. Il demone sobbalzò nel vederla.

“Scusa, Clem. Non volevo spaventarti..” gli disse subito “Stavo.. stavo facendo una perlustrazione..”.

“Se cercavi Spike, beh. Qui non c’è” fece lui. Le sembrò un tantino imbarazzato, così gli domandò “No? E dove..?”.

Clem sospirò “Veramente, non so se devo dirtelo..” ma alla fine sospirò “E’ andato via”.

Niente avrebbe potuto colpirla più violentemente. Un pugno nello stomaco.. Se n’era andato via.. Glielo aveva detto, nell’appartamento, che l’avrebbe fatto..

Recuperando un po’ di controllo, riprese “E sai dove è andato?”.

“Mi dispiace, Buffy. Non l’ha detto. Mi ha parlato di un viaggetto per rigenerarsi, sai, da.. quella vostra cosa..” fece un cenno con la mano “Mi ha chiesto di stare qui e prendermi cura della sua cripta..”.

“Tornerà?” incalzò la ragazza, ma Clem scosse la testa “Non lo so. Sai come è enigmatico.. non so proprio che cosa dirti..”.

Quando uscì dalla cripta, Buffy cominciò a correre a perdifiato nella notte, cercando di ignorare la sensazione di abbandono che l’aveva assalita e la disperazione che a malapena la lasciava respirare.

II

“La calma a Sunnydale non è un buon segno” disse Giles che continuava a fare avanti ed indietro intorno al tavolo del Magic Box “Niente affatto. Qui, in tempi normali, le forze del male devono per loro natura combattere all’ultimo sangue con i paladini del bene per conquistare terreno. No, la cosa non mi piace. Oserei dire che mi inquieta”.

Buffy lo osservava a braccia conserte, seduta in un angolo della stanza. L’aveva capito anche prima di lui che stava accadendo qualcosa di strano. Nonostante il suo stato d’animo, tutti i suoi sensi erano all’erta. Mormorò “Che cosa mi devo aspettare? Un attacco in massa dall’inferno?”.

L’osservatore le scoccò un’occhiata contrariata “Non è il caso di fare dello spirito”.

“Non lo sto facendo” disse lei alzando il tono della voce “Ma devo veramente stare ad aspettare che capiti qualcosa di.. irreparabile?”.

“Non ho affatto detto che devi stare ad aspettare che accada..” la guardò meglio “Che c’è, Buffy? Da qualche tempo sei più irritabile del solito” considerò avvicinandosi.

La ragazza alzò il viso, combattiva “Non mi sembra proprio”.

I due si fronteggiarono un lungo momento. Alla fine, Giles le si sedette vicino e le sussurrò, dolcemente “E’ stata l’escursione nel deserto, non è così? Sei cambiata, da allora”.

“Lei stesso mi ha detto che sarebbe successo. Niente sarebbe stato più come prima” gli rispose seria.

“E’ vero. Incontrare tutti quegli spiriti saggi e la prima cacciatrice è senz’altro qualcosa che cambierebbe chiunque.. In che senso ha cambiato le cose, per te?”.

Buffy si alzò in piedi e sembrò cercare le parole. Alla fine lo fissò “Ho capito qual è il mio destino”.

“Però” considerò Giles “Un grande successo.. E posso sapere quale sarebbe?”.

“Il mio destino è la Missione. Niente può distrarmi da esso” fece come se recitasse un testo a memoria “L’attaccamento è un ostacolo da rimuovere”.

L’osservatore ricambiò il suo sguardo per un lungo momento. Sembrò considerare quelle parole, una per volta, poi disse “La solitudine è propria degli eroi. E’ vero. Ma” s’interruppe un momento, poi riprese “Gli esseri umani non possono vivere isolati dal resto del mondo. L’uomo è un animale che vive, si nutre di relazioni. E’ al centro di una ragnatela di rapporti che ne costituiscono l’essenza. Questo vale anche per te”.

Buffy sospirò “Ho degli amici, lei, e devo occuparmi di Dawn, del lavoro..” ma lui la fermò “Si, questa è la dimostrazione che ciò che ti ho detto è vero. Tu sei quel che sei perché hai loro, me, il tuo lavoro. Non puoi né devi isolarti. Sarebbe la tua morte”.

Lei gli diede le spalle e sussurrò “E l’amore?..”.

Giles annuì “Si, anche quello è un tuo diritto”.

“Ma non ho mai avuto fortuna..” sentì le lacrime pungerle gli occhi “Prima Angel, poi Riley.. tutti sembrano fuggire da me..”. Il pensiero di Spike la invase, spargendo sale sulle ferite aperte.

“Forse non erano le persone giuste. Hai diritto all’amore, come tutti, ma ciò non significa che sia semplice trovarlo. Non voglio dirti bugie per tranquillizzarti, Buffy. Ma nella vita nulla è scontato, neanche ciò che ci sembra naturale”.

Una lacrima le scivolò sulla guancia. Prontamente, l’asciugò e tentò di recuperare il controllo. Ma era così difficile ragionare su quelle parole al momento.. Senza voltarsi, disse “Adesso.. devo andare al lavoro. Ci vediamo domani..” ed uscì dal negozio, sotto lo sguardo preoccupato dell’uomo.

III

Willow si svegliò dal trance e puntò un paio d’occhi color della pece su Giles “Sta arrivando”.

L’uomo scattò in piedi “Stai parlando..”.

“Del primo ed unico” lo interruppe, con voce cavernosa “Quello che c’è e sempre è stato. Il Primo”.

Il silenzio nel Magic Box era di tomba. Tara fissava Willow, con aria disperata, Anya e Xander sembravano incollati uno all’altra e Buffy se ne stava in disparte, appoggiata alla parete.

E dunque, questo stava succedendo a Sunnydale. Il Primo si stava risvegliando dagli abissi dell’inferno e stava risalendo la gola sotto i loro piedi, lento ma inesorabile. Questa era la ragione della calma in cui era immersa la città..

“Dal profondo divora” disse ancora Willow, prima di cadere svenuta a terra.

Subito, Tara e Xander la sollevarono e la sdraiarono sul divanetto. I suoi capelli stavano lentamente riprendendo la loro colorazione naturale, le sue gote stavano diventando rosse come prima del trance. Giles, invece, era rimasto fermo, immerso nelle sue considerazioni.

Fu Buffy a rompere il silenzio “Che significa, dal profondo divora?” si guardò intorno “Dobbiamo aspettarci mostri cannibali? Vampiri impazziti?.. Insomma, non capisco e non posso muovermi, se non capisco..” il suo tono era nervoso e tutti la guardarono stupiti.

“Buffy, siamo qui per capire” fece Giles “Willow si è prestata a questo esperimento proprio per dissipare le nostre perplessità..”.

“Dunque, lei adesso saprà spiegarmi perché demoni e mostri sono scomparsi da Sunnydale” lo investì “Avanti, sto aspettando..”.

“In verità. Il Primo dovrebbe attirarli” intervenne Anya.

“Proprio così” le fece eco l’uomo “Dovremmo assistere a eventi malefici, a fatti atroci..ad un continuo attacco delle forze del male.. o così è sempre andata ogni volta”.

“Intende dire che il Primo sta avendo un comportamento.. bizzarro?” fece sarcastica Buffy “Se è così, allora, non sappiamo proprio niente di niente!”.

“Un momento, calma” fece Tara “Non abbiamo ancora fatto le indagini necessarie. Lo studio dei precedenti può sicuramente aiutare”.

In quel momento, Willow si risvegliò e li fissò incerta “Che ho combinato?”.

In breve, le spiegarono, e lei disse “Oh, santo cielo.. Il Primo”.

Buffy li guardò seria, poi si diresse all’uscita “Io farò a modo mio”.

“Ma non hai alcun indizio da cui partire” le ricordò Tara.

“Se non escono da soli, li vado a stanare io, i mostri” esclamò, sbattendosi la porta alle spalle. Ma una volta fuori, rallentò la corsa e si appoggiò alla parete dell’edificio, cercando di riprendere un respiro regolare. Era tutto troppo grande per lei ed ogni giorno che passava il peso aumentava. Si sentiva sola e nessuno a guardarle le spalle. Prima, c’era Spike.. Quando era in difficoltà lui compariva dal nulla e si batteva allo stremo al suo fianco, anche prima che la loro storia prendesse una piega insostenibile.  Anche quando lei neanche se lo aspettava.. ma se ne era andato, come tante altre creature della notte aveva preso il largo da Sunnydale a causa del Primo..

Si rimise in piedi, qualche minuto dopo, e a passo sicuro si diresse al bar dei demoni, lo stesso luogo dove era andata un po’ di tempo prima con Spike. A quell’ora del pomeriggio era ancora semi deserto, tuttavia c’era qualche avventore al bancone. Non appena Buffy mise piede nel locale tutti i presenti  scattarono, pronti all’attacco. Ma lei disse subito “Voglio delle informazioni e spaccherò la testa a chiunque si rifiuti di collaborare”.

“Questo non è il tuo territorio, Cacciatrice” un demone Artak, completamente ricoperto di borchie e pelle nera le si fece incontro “Non vogliamo noie”.

La ragazza si guardò intorno “Questo posto sembra proprio un mortorio.. Dove sono tutti gli habituè?”.

“Non sono affari che ci riguardano. E che riguardano te”.

“Ti sbagli. E’ una cosa che mi interessa molto. Allora, mi rispondi o devo passare alle maniere forti?” lo fronteggiò minacciosa. Si guardarono un lungo momento, finchè il demone sembrò rinunciare a tenerle testa. E disse “..sono andati via. Tutti”.

“E perché?” lo incalzò, ma lui scosse la testa “Non so dirtelo.. quello che so è che fra poco anche noi ce ne andremo.. vero, ragazzi?” e in men che non si dica, Buffy era sola al centro della stanza. Con lei, era rimasto soltanto il barista, intento a lucidare un bicchiere. Così, gli si avvicinò e chiese “E tu, non hai nessuna informazione per me?” appoggiò i gomiti al banco “Beh.. comunque, versami qualcosa da bere, per favore..”.

Il demone la guardò di sottecchi e sussurrò “Io so perché tutti scappano.. e dovrei andare anch’io..”.

Buffy si fece attenta “Allora…?” lo incalzò.

“Ordine del Primo” fece quello, guardandosi furtivo intorno.

“Ordine?.. Ma come, sta arrivando e non vuole una corte adorante ad attenderlo?” si mostrava sarcastica, ma in realtà tremava, dentro. La cosa era davvero misteriosa e fuori da ogni schema.

Il demone scosse la testa “,, non so altro, cacciatrice.. ma non uccidermi..” lasciò cadere a terra il bicchiere e corse via. Buffy non si mosse neanche. La sua mente aveva già cominciato a fare mille ipotesi. Perché mai il Primo doveva fare piazza pulita prima del suo arrivo? Ordinare ai propri servi di sparire, cacciarli via dalla bocca dell’inferno.. una mossa quanto meno bizzarra.

Un momento dopo, era di nuovo fuori e stava tornando al Magic Box con le notizie raccolte.

IV

Si assicurò che Dawn fosse a letto, poi scese in sala e sollevò il ricevitore. Fece rapidamente un numero, che da sempre conosceva a memoria, e subito qualcuno rispose dall’altra parte. Angel.

“Sono Buffy” disse. Ci aveva pensato per tutto il giorno ed alla fine aveva deciso. Senza chiedere il parere di nessuno, nemmeno di Giles, aveva interpellato l’unico che forse avrebbe potuto aiutarla.

“Sapevo che avresti chiamato” fece lui e la dolcezza della sua voce riempì di lacrime gli occhi della Cacciatrice. Tuttavia, il suo tono rimase fermo “Significa che sai perché ti cerco?”.

“Si. Ho anch’io buone fonti, qui a Los Angeles” . Fu sicura del suo sorrisetto “Comunque, preferisco che tu me lo dica. Hai di certo notizie più fresche”.

In poche parole gli spiegò quanto stava accadendo a Sunnydale. Angel l’ascoltò senza interromperla, poi “Hai bisogno di informazioni o di rinforzi in loco?”.

L’idea di averlo vicino era allettante. Angel era forte, risoluto, senza esitazione.. un valido ed insostituibile collaboratore.. Ora che Spike si era volatilizzato. Disse “Entrambe le cose?”.

“Si può fare. Allora.. Il Primo sta arrivando, questo è certo. E sta facendo il vuoto intorno a sé. Sta cercando un momento di solitudine o si sta liberando di truppe inutili, facendo spazio a soldati ben più armati e pericolosi?”.

Le parole di Angel squarciarono la nebbia. Buffy spalancò gli occhi, sgomenta “Vuoi dire che.. sta per arrivare a Sunnydale un comitato d’accoglienza ben peggiore dei soliti mostri?”.

“E’ un’ipotesi non così assurda, ti pare? Un esercito tanto potente e ingombrante da non tollerare debolezze attorno. Una mossa strategica geniale e spiazzante, per i suoi nemici. Si, credo che sia questa la ragione della fuga di demoni dalla tua bella città”.

Buffy strinse di più il ricevitore “E.. per l’altra questione?”.

“Parli dei rinforzi” al suo silenzio, Angel riprese “Certo. Arrivo in un baleno”.

Per tutto il resto della notte, Buffy vagò per la città, brandendo inutilmente paletti. Non c’era alcun demone da combattere né un vampiro da polverizzare. Niente. Si trovò davanti alla cripta di Spike, la porta era aperta. Si rese conto immediatamente che anche Clem era andato via. Così, scese al piano di sotto e si sdraiò sul letto dalle lenzuola di seta scura. In fondo, in quel modo era come stargli vicino.. Si addormentò poco dopo, scivolando in un sonno tormentato.

Fu la luce proveniente da sopra a svegliarla. Era mattina. Le ci volle qualche minuto per riprendersi, poi schizzò fuori e corse verso casa. Per fortuna, Dawn e le ragazze stavano ancora dormendo..

“L’abitudine di girare sola di notte non la perderai mai”.

La voce di Angel la colse di sorpresa. Si voltò e lo vide, in piedi accanto alla finestra dalle tende tirate. Dopo un primo momento di stupore, gli volò tra le braccia, affondando il viso nel suo petto.

“Sono arrivato appena possibile. E sono entrato da solo. Spero che non te la sia presa” ma lei non disse niente, così continuò “Mi chiedo la ragione della ronda. Ormai, Sunnydale è un posto sicuro. Anche se questo stato di cose durerà ben poco, a occhio e croce”.

“..abitudine..” sorrise lei, abbassando lo sguardo. Non voleva in alcun modo parlargli della sua notte nella cripta deserta..

Ma Angel la fissava. Strinse gli occhi, in un modo che Buffy conosceva bene; la stava studiando. Infine, mormorò “Devi dirmi qualcosa?”.

“Ti ho già detto tutto”.

“Oh, Buffy. Avanti. Ci conosciamo da tempo. E sono abbastanza vecchio da capire quando qualcosa è.. profondamente cambiato” s’infilò le mani in tasca “Sento il suo odore su di te..”.

“Ma di che cosa stai parlando?”.

“Hai l’odore di Spike, addosso” chiarì lui “Che cosa c’è tra voi?”.

La Cacciatrice resse il suo sguardo indagatore,  poi disse “Non sono affari che ti riguardano”.

“Si, se rischiano di interferire con la Missione”.

“Spike non interferirà con la Missione. Non è più a Sunnydale”.

Angel parve stupito “Non è più qui?”.

“Andato. Come tutti gli altri demoni – spazzatura che evidentemente popolavano la bocca dell’inferno”.

I due si guardarono in silenzio, poi Angel riprese “Ma non è precisamente questa la questione, non è così?”.

“Senti. Qualsiasi cosa ci sia stata tra me e Spike, e non dico che ci sia effettivamente stata, è finita. Io sono la prescelta e finchè sarò in carica non c’è niente al mondo che deve distrarmi. E’ chiaro. So ciò che devo fare, ancora meglio so ciò che non devo fare” disse in tono duro “Non devo più rendere conto a nessuno di ciò che sono o agisco, se non a me stessa..” e non sai quanto sia stato doloroso capirlo, avrebbe voluto aggiungere, ma tacque, sperando che lui smettesse di insistere su quell’argomento.

E così fece. Sospirò “Da dove vogliamo iniziare?”.

“Credo sia meglio avvertire Giles del tuo arrivo. Lo chiamo e gli dico di venire qui”.

La gang si riunì a casa di Buffy, dal momento che Angel non poteva muoversi da lì finchè il sole non fosse tramontato, ed accolse Angel come manna dal cielo, vista la situazione. Giles lo ascoltò attentamente e ritenne che l’idea di lui potesse avere un senso. Cominciò così ad organizzare le ricerche, inviando Tara e Willow a prendere alcuni antichi testi al Magic Box e Xander e Anya a pattugliare i bar di ritrovo dei demoni per verificare lo stato di cose.

Lavorarono sui testi fino a sera, dimenticandosi di bere o mangiare. Per Buffy, quella giornata fu eterna. Era stanca, tesa, e si sentiva confusa dalla presenza di Angel e dalle sue intuizioni riguardo la relazione con Spike.. non poteva distrarsi in questo modo dal lavoro…

Uscì solo un momento per prendere un po’ d’aria. Era già buio ed il cielo era pieno di stelle. Si sedette sugli scalini del portico, stretta nella sua giacca, e ripensò alla volta in cui Spike, un anno prima, aveva messo via il fucile e le era stato accanto, a confortarla.. Le sembrava passata un’intera vita da allora.

“Cacciatrice”.

Alzò di scatto la testa e per un momento temette di essere vittima di una allucinazione. Spike era in piedi davanti a lei, che la fissava serio. Non una parola riuscì ad uscirle dalla bocca. Per alcuni attimi, si sentì sospesa al di fuori della realtà.. pensò che la tensione stesse giocandole un brutto scherzo.

Invece, Spike riprese “Cacciatrice, ho sentito la tua presenza alla cripta. Sono andato là, all’alba, e secondo me eri appena uscita..”. Buffy non replicò, e lui “Non voglio sapere la ragione della tua visita, ma ti dirò la ragione della mia. So che sta succedendo qualcosa. Qualcosa di grosso. Mi ha raggiunto dov’ero. Certo, avrei potuto rimanere là, al sicuro, ma poi ho pensato che uno scontro ad alto livello non potevo proprio perdermelo. E così, eccomi qui” allargò le braccia “Pronto a menar le mani su qualche brutto demone e a infilzare con i canini qualche forza malefica”.

Il silenzio di Buffy era impenetrabile. Mai, come in quel momento, si sentì forte. Più di quando lo spirito delle cacciatrici l’aveva accolta nel deserto, più di quando aveva trovato Angel in casa pronto ad aiutarla.. C’era Spike.

Si alzò lentamente e lo fronteggiò “Vuoi dire che sei tornato per combattere al mio fianco?”.

Lui annuì “L’hai detto meglio di quanto avrei mai potuto fare io”.

E senza un’altra parola, entrarono in casa.

Quando Angel vide il suo rivale di sempre, ebbe una reazione ambivalente. Da un lato, dovette frenare l’impulso di colpirlo e stenderlo, dall’altro ringraziò tutte le forze del creato per averlo fatto arrivare.. Spike era forte, si batteva come un leone e non aveva paura di morire in battaglia. Ammetteva, seppure a malincuore, che era la miglior risorsa in campo.

Così, non disse niente. Riprese semplicemente a fare quel che stava facendo. Fu Giles a dire “Oh, Spike. Credevo che anche tu ti fossi dato alla macchia, come molti dei tuoi simili”.

Spike alzò le spalle “Ero in vacanza..” e subito Dawn gli corse incontro, abbracciandolo “E poi, questa ragazzina non potevo proprio deluderla..”.

Nessuno disse altro. Il momento era troppo grave per fare battute.

 

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Capitolo 6
*** Living on The Edge ***


I

“Torno nella mia tana” disse Spike, guardando fuori dalla finestra “E’ ora. E’ quasi l’alba”.

Si diresse alla porta ed uscì. Nessuno lo seguì e d’altronde non se lo era certo aspettato. Era tornato perché il suo sesto senso gli aveva detto che Buffy era in difficoltà e aveva bisogno d’aiuto. Questa certezza aveva annullato all’istante la sua decisione di scappare il più lontano possibile dalla maledetta Sunnydale. Era tornato indietro, guidando la sua vecchia Desoto dai vetri oscurati notte e giorno. Aveva sentito il suo odore nella cripta e quando l’aveva vista davanti a casa, sola e triste, si era sciolto qualcosa dentro di lui. Inutile tentare di combattere quelle sensazioni.. Neanche la presenza del Bel Tenebroso l’aveva scoraggiato. Sapeva che lui c’era, lui c’era sempre quando si trattava di salvare il mondo dal male, ma la cosa, stavolta, non l’aveva nemmeno sfiorato. Non era lui il suo pensiero fisso.

Tornò alla cripta e subito si versò da bere. Angel era il vampiro con l’anima, l’unico che poteva amare veramente Buffy, e l’unico che lei potesse amare in modo totale.. Quell’idea lo spinse ad ingollare l’intero contenuto del bicchiere in un sorso soltanto e a lasciarsi cadere in poltrona, esausto. Che fatica era stata rimanere nella stessa stanza con Buffy, che per ben due volte l’aveva illuso e distrutto.  Aveva messo su la sua faccia più insolente e aveva recitato la parte del solito Spike, spaccone e antipatico, ma mai come quella volta era stato difficile. E poi, gli sguardi delle due streghe.. Lo avevano fissato con compassione.. uno sguardo che nessuno gli aveva mai rivolto, da quando era passato alla sua vita da non morto, ed erano trascorsi 129 anni..

Un rumore alla porta lo fece saltare giù dalla poltrona. Si nascose nel punto più buio della cripta e attese. Buffy di materializzò al centro della stanza e guardava dalla sua parte.

“Voglio parlarti” gli disse subito andandogli più vicino.

Lui si fece vedere “Va bene.. Ma prima, puoi chiudere la porta..?”.

Dopo, il vampiro fece qualche passo avanti e si appoggiò allo schienale della poltrona “Sono tutt’orecchi”.

La Cacciatrice lo guardava seria, le braccia conserte; pensò che fosse adorabile con le treccine.

“Non mi sono comportata bene, con te. Ho fatto marcia indietro senza spiegarti. E’ stata Willow a dirti la verità ma questo non conta. Avrei dovuto essere io a farlo. Perciò, ti chiedo scusa”.

Spike annuì “Ok, va bene. Ma non devi darti tanta pena per me, tesoro. Assorbo i colpi abbastanza bene, per un essere senz’anima”.

Lei gli rivolse un’occhiata cupa “Dico sul serio. Sta succedendo troppo e troppo in fretta. Sono in difficoltà e in certi momenti mi sembra che tutto ciò che faccio non porti a niente..”.

“Ma ora c’è Mister Faccio Tutto Io” la interruppe sarcastico “Dovresti sentirti molto meglio”.

“Se ti riferisci ad Angel.. beh, il suo aiuto è prezioso. E’ vero, non voglio negarlo, sarebbe ingiusto nei suoi confronti. Ma lui non basta, come non basta nessuno degli altri..” sospirò “Ho bisogno di te, Spike”.

Quelle parole fecero scattare qualcosa nel vampiro. Se avesse avuto un’anima, forse quelle parole l’avrebbero riempita. Non riuscì a dirle niente.

“Ho bisogno del tuo aiuto. Che mi copri le spalle, che combatti con me e per me, che arrivi dove io non riesco ad arrivare” continuò Buffy “Ed è qualcosa che non c’entra niente col sesso, con l’amore, con.. con tutto il resto”.

“E’ questo che vuoi da me?” le domandò con voce tremante, mentre si chiedeva se una situazione del genere sarebbe stata sostenibile per lui che la desiderava sempre, ogni momento del giorno e della notte e che non dormiva pensando a lei, al suo corpo, alla sua voce, al suono della sua risata..

Lei annuì, fissandolo ad occhi spalancati.

“E sia” fece lui alla fine, fingendo una freddezza che non provava.

“Ci saranno rischi, pericoli, insidie.. non sappiamo niente dei piano del Primo..”lo avvertì, sentendosi improvvisamente sollevata.

“Non è un problema per me, baby. E’ così che io vivo, sull’orlo del precipizio” le disse abbozzando un sorrisetto.

Lo guardò un attimo poi disse “Ok. Ok, Spike..Ora.. ora vado..” si voltò e raggiunse la porta. Ebbe solo una lieve esitazione, prima di uscire nel sole.

Rimasto solo, Spike si sentì svuotato. Era una sensazione strana, che di solito, tentava di sfuggire annegando tutto nell’alcool, ma stavolta sentiva che neanche quello sarebbe bastato. Glielo aveva promesso e non avrebbe infranto la parola data. Non era cambiato proprio niente per lui, né il ritorno di Angel, né il modo in cui lei lo aveva mollato, né l’arrivo del Primo potevano cambiare la situazione. Ciò che contava di più per William The Bloody, il grande vampiro, era Buffy..

II

Angel era sdraiato nel letto del seminterrato. Buffy lo trovò lì, immerso nella lettura di un vecchio volume proveniente dalla collezione privata di Giles. Lui alzò appena lo sguardo “Ciao”.

“Ciao, Angel” gli sorrise, sedendosi sull’ultimo scalino “Sempre al lavoro, eh?”.

“Tento di rendermi utile” le disse sollevandosi “E tu, dove sei stata?” ma era evidente che, in qualche modo, lui lo sapeva già. Cosi non rispose. Angel sospirò “Proprio non vuoi dirmi niente”.

“Abbiamo già parlato” sussurrò “E poi, non c’è molto da dire”.

“Io credo di sì” la interruppe “Credo che ci sia molto da dire, invece.. Per prima cosa, perché Spike è tornato.. Ero convinto che fosse sparito, come molti altri demoni di Sunnydale..”.

“Non lo so” mentì Buffy, ma lui non ci credette neanche per un attimo “Avanti, perché continui a dire bugie..” le sorrise “Tu sai tutto di Willy. Per qualche ragione, lui si è.. si è affezionato a te. Incredibile. Spike non si è mai affezionato a nessuno, eccetto quella pazza di Drucilla ed è durata per un secolo e più..” la studiò un momento “Ma è ancora più incredibile che tu ti sia affezionata a lui..”.

Buffy abbassò lo sguardo, le guance in fiamme. Angel si alzò e le andò più vicino “Che cosa c’è.. tra te e Spike?”.

Era davvero necessario nascondergli tutto? Che senso avrebbe avuto? Di Angel, in fondo, si era sempre fidata.

“Beh.. sì. Ha un posto nel mio cuore” sussurrò esitante.

Il vampiro sospirò e si appoggiò alla parete, a braccia conserte.

“So della sua ossessione per te. So che è insopportabile quando si mette in testa qualcosa.. La sua idea fissa è che ciò che desidera deve essere suo e basta. Cioè, per lui non esiste la dimensione della scelta altrui. Solo quella della propria..” disse “In qualche modo, ha manipolato la tua mente e ti ha condotto a questi.. questi convincimenti.. ma non è altro che questo.. un convincimento”.

Ma Buffy scuoteva la testa “No. Non dico che non ci abbia provato, ma no. Non è così”.

“Oh, si che è così. Spike non ha un’anima, ricordi? Lui non ha le tue profondità spirituali.. no, lui non è niente. E’ solo polvere”.

“Siamo tutti solo polvere” lo interruppe “Io, tu.. anche se abbiamo una cosa che chiamiamo anima.. ma tu sai che cos’è? L’hai mai vista?”.

“Non si vede. Ma si sente” si toccò il petto “E’ qui. E guida le mie azioni e i miei pensieri. Un vampiro non ha un’anima, è un essere freddo, che dovrebbe essere morto da cent’anni”.

Buffy ripensò a Spike, a quanto aveva condiviso con lui nell’ultimo anno, a ciò che si erano detti mezz’ora prima. Forse era vero, tecnicamente Spike non aveva un’anima ma lei aveva sperimentato qualcosa con lui e non era niente di freddo e inesistente. Aveva sentito che cresceva anche dentro di sé e non era solo desiderio fisico. Era anche quello.. ma sentiva dell’altro. Tara aveva ragione. Lei lo amava e il demone di Spike si era innamorato sul serio..

“Non voglio discutere con te. Ma i sentimenti che ho per lui sono reali. E devo dirti che in fondo.. beh, in fondo non m’importa neanche ciò che lui prova per me o da dove nascono i suoi, di sentimenti” realizzò in quel momento che era esattamente questo ciò che davvero sentiva, nel profondo.

Angel annuì “Quindi, hai già deciso “ la guardò intensamente “L’avevi già fatto, prima che io venissi qui”.

Buffy non si mosse. Non c‘era ragione di parlare, la verità era svelata, tra loro. E anche dentro sé stessa.

III

Erano tutti seduti intorno al tavolo al Magic Box quando Buffy fece il suo ingresso. Dietro di lei, Dawn e Angel. Giles li guardò “Molto bene. Adesso posso informarvi di alcune cose che ho scoperto sulle strategie del primo”. E cominciò a parlare dell’esercito immortale del Primo, composto di antichi vampiri pressochè imbattibili, i Tulaob, antenati dell’odierna razza. Disse che sarebbero usciti dalla bocca dell’inferno, cioè da Sunnydale, da un punto specifico della città dove si trovava certamente un segno  mistico di grande importanza, di cui, purtroppo, non sapeva nulla per il momento.

“Se devo pensare ad un luogo fisico per la bocca dell’inferno, mi viene in mente il vecchio liceo” fece Buffy.

“Vuoi dire le rovine del vecchio liceo. Non è stato più ricostruirto da quando è.. esploso” disse Xander “Sebbene di progetti ne abbiano fatti un quintale..”.

“Bisogna senz’altro cercare là” continuò risoluta la Cacciatrice alzandosi in piedi.

“Vengo con te” disse subito Angel.

“Vorrei accompagnare questa allegra compagnia, se possibile”. La voce di Spike fece voltare tutti verso la porta. Nessuno l’aveva sentito entrare, se ne stava appoggiato allo stipite della porta, con la solita sigaretta accesa tra le labbra.

Nel vederlo, Buffy ebbe un tuffo al cuore. Sapeva che sarebbe venuto.. Angel si mise le mani sui fianchi e con fare serio fece “Il tuo aiuto non è indispensabile”.

“Ah, no? E chi vi vorreste portare? Qualcuno che al primo colpo sviene dalla paura?” lo sfidò insolente “Vuoi rischiare solo perché ti sto antipatico?”.

“Basta così” intervenne Giles “Ogni aiuto è bene accetto in questo frangente. E credo che Buffy sia d’accordo con me” le lanciò un’occhiata “Voi andrete a perlustrare il vecchi liceo e riferirete qualsiasi cosa vedete di.. di anomalo. Io, Tara e Willow continueremo le nostre ricerche, Xander e Anya faranno un giro per la città. Non c’è tempo da perdere..”.

Buffy guardò Dawn “E tu finirai i tuoi compiti..”.

Un momento dopo, erano fuori. Spike camminava alcuni passi avanti ad Angel e Buffy. Nessuno diceva niente, ognuno di loro conosceva a memoria la strada. In men che non si dica, si trovarono davanti all’edificio distrutto. Si fermarono davanti a quella che era stata l’entrata principale. Buffy disse “So che voi vedete molto bene al buio, ma io ho bisogno di questa” e estrasse dalla tasca una pila elettrica“Tanto per  non cadere in qualche trappola mortale”.

Spike ed Angel la precedettero. Si sentiva forte l’odore di bruciato causato dall’esplosione, sebbene fossero passati  anni. Niente era rimasto intatto. Le pareti erano polverizzate e i ruderi ancora in piedi anneriti e crepati. Camminavano cauti, perché il pavimento poteva anche crollare sotto il loro peso.

“Se c’è una porta per l’inferno, deve essere al piano seminterrato” suggerì Spike indicando le scale, la cui ringhiera era stata divelta.

Buffy annuì e cominciò a scendere, piano, facendosi luce con la pila elettrica. Il buio si faceva sempre più denso. Angel le stava appiccicato pronto a sorreggerla al suo primo passo falso.

Si trovarono nel corridoio che conduceva al locale caldaia. Arrivarono davanti alla porta tagliafuoco e fu Spike ad aprirla, gettandola lontano e facendo un fracasso infernale. Il rumore produsse un’ eco sinistra e persistente che fece rabbrividire Buffy.

“Ehi, piccola, siamo solo all’antipasto, temo” le disse Spike che aveva notato la sua istintiva reazione.

All’interno della stanza, trovarono ciò che stavano cercando. Nel mezzo del pavimento, ormai sconnesso, c’era un enorme simbolo arcano, di metallo. Un cerchio del diametro di quasi due metri, al centro del quale c’era una stella a cinque punte su cui c’erano scritti simboli misteriosi.

“Eccola” esclamò Buffy “.. questo è il punto da dove usciranno quei mostri”.

I due vampiri osservarono per qualche secondo il simbolo, poi fu Angel a dire “Sembrano antiche rune. Ma non ne sono sicuro. Deve vederlo Giles”.

“Andiamo a prenderlo” fece subito Buffy dirigendosi all’uscita.

Furono fuori in pochi secondi. Mentre tornavano velocemente al magic Box, Spike non tolse gli occhi di dosso a Buffy. Chissa a che cosa stava pensando.. Era vicino ad Angel, il suo eterno amore immortale, e sembrava piena di forze. Certo, aveva chiesto il suo aiuto. Eppure, se avesse potuto, sarebbe scappato da lì e l’avrebbe lasciata al suo antico rivale. Che s’arrangiassero..

Giles ascoltò il loro resoconto e andò al liceo, accompagnato da Buffy ed Angel. Spike declinò l’invito, sotto lo sguardo cupo della Cacciatrice. Disse senza alzare gli occhi “Non c’è alcun pericolo laggiù. Almeno per stasera. Rimarrò qui a fare la guardia alle streghe..”.

Non appena la porta si richiuse, Tara si rivolse direttamente a Spike “Non pensavamo di rivederti tanto presto”.

“E perché mai?” fece il vampiro, sprofondando in poltrona “Questa è la mia città, mi sono sistemato bene.. Clem mi ha riconsegnato una cripta come nuova..” ma sotto quegli sguardi penetranti, dovette arrendersi “Ok, ok. Non stiamo parlando di quanto sia accogliente Sunnydale” sospirò “Buffy mi ha mollato ancora. E forse avrei dovuto stare alla larga.. ma vedete” cominciò a giocherellare nervosamente con l’accendino “Il fatto che non stiamo più insieme non cambia le cose, per me. Non è che i sentimenti muoiono per.. per questo”.

Willow parve stupita “Non pensavo di sentir dire queste cose da un succhiasangue.. oh, scusa..”.

Lui alzò le spalle “Non mi offendo, strega. Adoro le donne schiette” la guardò “E poi Buffy mi ha chiesto aiuto..”.

“E se lei chiama, tu accorri” intervenne Tara.

“Non posso fare diversamente” confessò “Grande l’amore, eh?”, la voce gli tremò.

Willow stava per ribattere, quando la vetrata esplose e dentro al negozio si catapultarono due orribili creature. Due demoni ringhianti, che si scagliarono subito contro le ragazze che urlarono terrorizzate. Spike scattò in piedi e si mise in mezzo, rispondendo ai colpi dei demoni e schivandone alcuni. Le ragazze si precipitarono dietro al bancone e cominciarono a sfogliare freneticamente un libro di incantesimi alla ricerca di quello giusto, con scarso successo. E intanto Spike continuava a battersi, respingendo l’attacco.

Buffy comparve poco dopo. Subito, si unì al vampiro nella battaglia.

“Ecco i rinforzi” fece ansante Spike.

Lei non gli rispose e mandò al tappeto uno dei due demoni. Si voltò e vide Willow e Tara dietro al bancone impegnate nella ricerca, poi guardò di nuovo Spike e lo vide a terra, in balia del nemico. Il demone, emettendo un orribile suono gutturale, brandiva un paletto. Stava per infilzare Spike. Buffy, senza neanche rifletterci su, si lanciò e s’interpose tra i due “No!” gridò, attirando l’attenzione delle streghe che stavano recitando un incantesimo scaccia demoni. Col proprio corpo, Buffy fece scudo lasciandosi cadere su Spike e proprio mentre il demone stava per colpirla, l’incantesimo sortì il suo effetto perché entrambe quelle orrende creature scomparvero nel nulla.

Allora, Willow corse verso Buffy “Oh, mio Dio. Ti ha ferito?”.

“No..no.. Spike!” lo chiamò subito voltandosi. Faticosamente il vampiro sollevò lo sguardo e si trovò la Cacciatrice tra le braccia, stupito “Ehi..” riuscì a dire, ma la testa gli doleva per il colpo ricevuto.

Nessuno si mosse. E così, un istante dopo, li trovarono Giles e Angel, di ritorno. Giles le corse accanto informandosi di quanto avvenuto e l’aiutò ad alzarsi. Anche Spike si alzò. Angel, scioccato dalla visione di Buffy tra le braccia del rivale, non si mosse.

“Le prometto che metteremo tutto in ordine, signor Giles” sussurrò Buffy.

“Ma che dici..” scosse la testa “Dimmi piuttosto, sei tutta intera?”.

Spike si massaggiava la testa ed intanto tentava di ricostruire quanto accaduto. L’unica cosa che ricordava era l’urlo di Buffy e l’urto del suo corpo, che l’aveva scaraventato contro la parete. Se non fosse intervenuta, a quest’ora di lui non sarebbe rimasta che un po’ di polvere..

Tara lo raggiunse “Forse è meglio che ti siedi. Vediamo questa ferita che hai in testa”.

Spike non si oppose. Mentre lo medicava, gli sussurrò “Lei ti ha salvato la vita”.

“Me la sarei cavata..” tentò di dire. Ma Tara gli batté la mano sulla spalla “Non stavolta. Eri all’angolo. Ma lei non ha permesso che quell’essere mostruoso ti uccidesse” le scappò un sorrisetto “E’ stato uno spettacolo.. romantico..”.

Indispettito, lui si alzò “Basta così” prese la sua giacca “E’ meglio che me ne vada a casa”.

Buffy lo raggiunse fuori dal negozio e lo richiamò. Spike si fermò e senza voltarsi “Che c’è?.. Basta agguati, per stanotte”.

“Ti sei.. ripreso?” gli domandò stringendosi nella giacca “Eri.. eri semisvenuto”.

“Io? Oh, no, Cacciatrice. Mi stavo.. riposando..” precisò voltandosi. Ma quando incontrò i suoi occhi, gli passò la voglia di fare lo spaccone. Sapeva bene che gli aveva salvato la vita. La sua inutile vita da non morto.

“Credo che a questo punto dovrei ringraziarti. Va bene. Grazie. Il tuo intervento ha impedito a quel demone di..” e fece un gesto eloquente. Ma Buffy scuoteva la testa “E’ sciocco da parte tua pensare che stia cercando gratitudine” aggrottò la fronte “..mi interessa sapere come stai”.

Lui allargò le braccia e fece un giro su se stesso “Vedi? Tutto intero. E ora, posso andare? Se si deve scatenare l’apocalisse a Sunnydale, vorrei essere riposato..”.

Ma nessuno dei due si muoveva. In un attimo, Buffy si trovò a combattere con la voglia di volargli tra le braccia, Spike con quella di andare da lei e costringerla a baciarlo, a confessargli che lo voleva ancora, che lo amava.. perché questo le leggeva nello sguardo, nonostante la presenza di Angel e tutto quel casino che era successo tra loro.

Niente di tutto questo avvenne.

“..allora, buonanotte” le disse, spiazzato dal suo silenzio. Riprese a camminare, sentendo lo sguardo di lei su di sé. Se si fosse voltato ancora una volta, Buffy avrebbe visto le sue lacrime e questo non poteva davvero permetterlo.

IV

I demoni del Primo avevano fatto una mossa. Era certo che fossero andati al Magic Box per trovare Buffy e ammazzarla. La Cacciatrice era un baluardo per Sunnydale, tolta di mezzo lei la strada era libera. Giles ne era convinto e mise a parte tutti delle sue conclusioni. Quindi, occorreva difendere Buffy.

“Non sono d’accordo” obbiettò subito la ragazza “A parte il fatto che so difendermi da sola, credo che la cosa più importante sia pensare a come sconfiggere il Primo”.

“Non sarà possibile se ti trova e ti mette al tappeto” considerò Angel “Perciò è bene pensare a un piano per.. tenerti sotto controllo”.

Buffy non parlò più. Non le piaceva la piega presa dalla situazione, ma sembravano tutti d’accordo e non aveva intenzione di discutere con tutti quanti insieme. Xander offrì il suo appartamento, ma l’idea fu scartata, Willow propose un incantesimo di protezione, l’idea piacque e lei cominciò a lavorarci, Angel fece “Dovresti andare a Los Angeles. Toglierti da qui. Una novità che li spiazzerà senz’altro”.

“Non se ne parla nemmeno” il suo tono non ammetteva repliche “Il lavoro di Willow sarà sufficiente e poi qui c’è.. c’è chi mi protegge”.

Angel stava per obbiettare, quando Tara intervenne “Credo.. credo che dovremmo dare ascolto a Buffy. Forse non è il caso che lei si allontani e poi qui ci siamo noi.. a proteggerla”.

Buffy le rivolse uno sguardo di gratitudine.

Fu Giles a rompere il silenzio “Allora Willow, comincia a cercare qualcosa.. Riponiamo molte speranze in te”.

Solo a tarda notte Buffy tornò verso casa insieme ad Angel. Non parlarono molto. Buffy poteva anche capirlo. Sperava che anche lui la comprendesse, almeno un po’. Quando arrivarono a Ravello Road, prima di scendere nel seminterrato, il vampiro le chiese “Quando l’hai scoperto?”.

La ragazza lo fissò un momento poi disse”Non l’ho scoperto. E’ successo e basta. Lui c’è sempre stato. Quando sono tornata dalla morte, beh.. lui mi ha aiutato a vivere ancora. Non se ne è neanche accorto, probabilmente, ma è grazie a lui se non mi sono suicidata..” si appoggiò alla parete “Lo amo. E ho capito che cosa prova per me.. ma questo non basta. Niente basta mai.. La Missione che devo portare avanti non mi consente di innamorarmi di.. di nessuno. Figuriamoci di un vampiro..” gli occhi le si erano riempiti di lacrime “E’ sempre la stessa storia. Come con te. E’ qualcosa di proibito alla Cacciatrice”.

Angel s’infilò le mani in tasca “E dove l’hai imparato?”.

“In mezzo al deserto” sorrise tristemente “L’attaccamento a qualcuno.. è sempre un ostacolo per una come me. Solo la morte mi può liberare..” gli fece un cenno della mano per impedirgli di dire qualcosa “Lascia stare. Sai che è così. L’unica differenza tra me e te è che tu vivrai molto più di me, perché sei quasi immortale”.

Angel sembrò cercare le parole giuste, poi “Buffy.. se le cose non andranno come speriamo..beh, credo che nessuno di noi avrà una seconda occasione..”.

 

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Capitolo 7
*** Fear ***


Ooopss.. avevo dimenticato un capitolo... Sorry.

I

Fu risvegliato da uno scricchiolio. Quando aprì gli occhi, la vide immediatamente. Buffy era in fondo alla stanza e lo guardava seria. Si sollevò lentamente, incerto se dire qualcosa o aspettare che fosse lei a parlare. Ma si decise per primo “Che cosa c’è?” le chiese.

“Avevo bisogno di.. di parlare con qualcuno”.

“Ah. Credevo che casa tua fosse affollata. Anche il seminterrato è occupato”.

Appena l’ebbe detto, si morse la lingua. Diavolo, ma non riesco proprio a dire la cosa giusta..

“Avevo bisogno di parlare con te” riprese Buffy, capendo subito il riferimento ad Angel.

Spike si rigettò sul cuscino “E di che cosa..?”.

“Ma, dell’apocalisse, dell’attacco di ieri sera.. di ciò che possiamo fare” fece Buffy alzando le spalle “Ci sono molte cose da decidere.. e da preparare”.

“E ti sembra il posto giusto, questo, per un brifing?” la canzonò “Non è un luogo abituato a cose serie” allungò un braccio e prese le sigarette dal comodino. Poi, lentamente se ne accese una “Sii sincera”.

La Cacciatrice annuì “Va bene. Ho paura”.

Il tono che aveva usato colpì il vampiro, che le posò gli occhi addosso. Voleva capire.. “Del primo? Via, Buffy, non sarà troppo diverso dall’ultima volta che una forza malefica ha distrutto un po’ di Sunnydale..”.

“Non è del primo, che ho paura. Non solo, almeno” si sedette sul letto e prese a fissare le proprie mani “Ho paura di quello che mi aspetta. Del futuro. Se mai ne avrò uno.. sarà pieno soltanto di.. questo?” alzò di scatto la testa e Spike vide che aveva gli occhi pieni di lacrime. Non era preparato a quella reazione e non seppe che cosa dirle.. rimase ad ascoltarla “Rinunce, sacrifici, solitudine..è solo questo che mi aspetta? Come premio per aver rispettato la mia vocazione avrò la solitudine eterna?”.

“Io non credo che..” ma la voce gli morì in gola. Non c’era niente da dire, nessuna consolazione per lei, ne era consapevole. Non voleva mentirle.

“E’ di questo che ho paura” sussurrò guardandolo.

Spike si sollevò e le si avvicinò. Le accarezzò una spalla “Non devi pensarci adesso. Non puoi sapere che cosa c’è dietro l’angolo.. la vita potrebbe anche sorprenderti” tentò un sorriso. Poi le alzò il viso “Sono un esperto in questi casi”.

“La cosa più dolorosa che ho dovuto fare è stato allontanarmi da te, di nuovo” gli disse e quelle parole arrivarono a Spike con la forza di un pugno nello stomaco. Tremò leggermente. Tolse la mano e annuì “E’ carino che tu lo dica”.

“Lo dico perché è la verità” ribadì Buffy “Non è per farti piacere”.

“Oh, ti credo, non preoccuparti” fece sarcastico.

Lei non colse il suo tono canzonatorio e lo fissò “Spike..io..non ho nessun posto dove andare, dove stare al sicuro..Posso stare qui? Per un po’”.

Quella richiesta lo turbò. Non poteva tenerla così vicino, anche se era per proteggerla, facendo l’indifferente. Non poteva davvero chiedergli una cosa simile. Eppure, lei stava aspettando la sua risposta.

“Buffy  io non.. non so se la mia cripta sia un posto così sicuro. Sono un demone, in fin dei conti..può darsi che il primo venga qua da me..”.

“Io ho già affidato la mia vita al tuo demone”.

Si guardarono.

“Ok, sono io. Sono io che non so se potrò garantirti..”. Buffy si avvicinò di più e lo abbracciò stretto “Non ho dimenticato niente, Spike. Anche se tu lo non lo credi, ho un cuore..” sollevò la testa e gli sfiorò le labbra “Non ho dimenticato niente”.

Risentirla tra le braccia ebbe un effetto immediato su Spike. La strinse a sua volta, quasi soffocandola, e le catturò la bocca in un bacio possessivo.. Si staccò appena per dirle “Fai l’amore con me”.

Vide la guerra negli occhi di Buffy. Gli occhi di cui si era innamorato e per i quali sarebbe morto.

Non gli rispose, ma lasciò che le sfilasse la camicetta e la accarezzasse, con le mani e con le labbra. La attirò più vicina e la fece sdraiare tra le lenzuola, poi la guardò a lungo “Io ti amo. Probabilmente questa sarà l’ultima volta, ma.. ma io..”. Per tutta risposta, Buffy lo abbracciò e cercò ancora il suo bacio.

Spike si prese tutto il tempo, assaggiando con le labbra e la lingua tutta la pelle di lei, baciandola ovunque. Quando fu dentro lei, si mosse piano perché questa volta voleva che lei sentisse tutto il suo amore, tutta l’intensità dei suoi sentimenti. La guardò in viso mentre raggiungeva il massimo piacere e pensò che non aveva mai visto niente di così splendente. E si sentì perso quando Buffy gli porse il collo, senza parlare. Fu allora che il suo demone apparve e lei gli accarezzò il volto, guidandolo. La morse e si nutrì del suo sangue, lasciandosi andare ad una sensazione indimenticabile..

II

“Buffy non è rientrata stanotte”.

Tara lo annunciò sedendosi per fare colazione. Willow spalancò gli occhi “Oh, Dio, non le sarà capitato qualcosa!”.

“Sì, certo. Magari con Spike” le strizzò l’occhi ridendo.

“Vuoi dire che.. insomma, secondo te..”. Al cenno d’assenso di lei scosse la testa “Speriamo che sappia quel che fa”.

“Tesoro. Sai meglio di me che l’amore fa fare cose.. inspiegabili”.

 

L’aveva guardato spalmare la marmellata sul pane, versare il succo nel bicchiere e sistemare tutto nel vassoio che aveva appoggiato sulle coperte. Poi, aveva preparato il caffè e l’aveva zuccherato. Era accaduto tutto in perfetto silenzio. Adesso, era seduto in fondo al letto e la guardava. Buffy aveva sbocconcellato qualcosa e sorseggiato un po’ di succo, cercando di ignorare quello sguardo che non lasciava un momento.

“Ho raccolto i tuoi abiti.. sulla poltrona..” le disse dopo un po’ “E se vuoi farti una doccia..dietro quella parete” le indicò il fondo della stanza “Non è il meglio che c’è in giro, ma..”.

“So dov’è la doccia, Spike” gli sorrise “Non è la prima volta che..”.

Lui fece un cenno con la mano annuendo “Naturalmente”.

Un momento dopo, il vampiro si alzò e si diresse alle scale “Ti aspetto di sopra”.

Buffy si fece la doccia e si rivestì velocemente. Il sole era già alto e doveva sbrigarsi se voleva arrivare in tempo al lavoro. Prese il vassoio e salì. Trovò Spike che leggeva qualcosa seduto. La guardò “Non era necessario che portassi il vassoio.. ho tanto tempo..”.

“No, no. Grazie per.. per la colazione” gli disse “Devo andare altrimenti mi licenzieranno”.

“Ti accompagnerei volentieri ma il sole mi incenerirà se metto un piede fuori” scherzò.

Si guardarono per qualche secondo, poi Buffy si diresse alla porta e quando fu sulla soglia, si voltò ancora “Allora.. ciao. Ci vediamo più tardi.. al Magic Box..”.

Spike annuì senza parlare. Un attimo dopo, era di nuovo solo.

Andò al Doublemeat camminando velocemente, quasi correndo. Non voleva pensarci troppo, a quanto era successo. Ai baci di Spike, certo, ma anche a come si era sentita svegliandosi e trovandolo addormentato, vedendolo prepararle la colazione, e tutto il resto.. Voleva anche ignorare la voglia di piangere che l’aveva assalita, la confusione che aveva in corpo, la voglia di lui che non la lasciava nemmeno respirare.

Oh, Dio, perché era successo ancora? Per quale motivo era tornata da lui.. Si era vero, quello che gli aveva detto era tutto vero.. La paura, la paura del futuro le impediva di  lasciarlo andare, come richiedeva la sua missione. Avrebbe dovuto far finta che tra loro non fosse accaduto niente, o almeno che fosse finita, dimenticata, chiusa in un qualche misterioso cassetto della memoria.. Sarebbe stata la cosa più giusta da fare.

Lavorò senza fermarsi un momento, con un bel sorriso stampato in faccia e una frase pronta per ogni cliente. Era abbastanza facile fingere, in questo caso.

Dawn e Xander passarono a prenderla alle sette in punto. Fuori era già buio e il loro compito era di scortarla fino al Magic Box. Buffy pensò che era carino da parte di tutti preoccuparsi così tanto per lei..

“Preparati, amica mia, perché Willow ha pronto per te un sacro rito imbattibile” fece Xander “E’ stata tutto il pomeriggio a paciugare con certi suoi intrugli ma credo che alla fine il risultato sia degno”.

“Speriamo che io non mi debba cospargere di qualche strana pozione appiccicosa” considerò Buffy “Dopo una giornata così faticosa..”.

“A proposito, sorella. Sei rientrata così tardi ieri notte.. Non capisco come mai le tue ronde siano tanto lunghe, dal momento che Sunnydale dovrebbe essere a secco di mostri..” intervenne Dawn.

“Oh, beh..In verità, è proprio in questi casi che bisogna tenere gli occhi ben aperti. Anche più di prima..”.

“Dunque, sei andata da sola,,” Xander scosse la testa “Ma se il primo ti avesse trovata..”.

“Non ero sola. C’era Spike con me” aggiunse subito.

“Allora..” sbuffò il ragazzo.

Willow fece sedere Buffy dentro ad un cerchio disegnato con una strana polvere rossa. Accese varie candele intorno alla Cacciatrice, poi, ferma davanti a lei, cominciò a recitare una strana ed  incomprensibile nenia, socchiudendo gli occhi. Era veramente spaventosa quando si metteva a fare la strega sul serio..

Non accadde niente di particolare. L’unica cosa che notarono tutti fu che le candele si spensero non appena Willow smise di cantare.

“Ecco fatto” disse subito tornando in sé “Ora cara Buffy sei protetta dagli dei sumerici del fato e della dimora. Non preoccuparti.. i demoni temono certe divinità.. Il primo non potrò controllarlo troppo, ma i suoi eventuali emissari, tipo quelli dell’altra notte, si. Sono disarmati nei tuoi confronti”.

“Grazie” le sorrise alzandosi in piedi “Allora, signor Giles. Abbiamo capito qualcosa del simbolo del portale?”.

Mentre l’Osservatore spiegava il senso di alcune iscrizioni, arrivò Angel e dopo di lui Spike, che rimasero accanto alla porta. Non si rivolsero la parola e chissà se mai più l’avrebbero fatto.

Anche Buffy ebbe una certa difficoltà a rivolgersi ad entrambi. Ciò che era successo durante la notte precedente e la rivelazione che aveva fatto ad Angel la ponevano in una posizione molto scomoda, per i suoi gusti.

“..le rune sembrano indicare un rituale di sangue. Ci vuole il sangue per aprire la porta dell’inferno, ma per ora non ho capito di che sangue si parli. Può essere sangue umano, sangue sacro, sangue di qualche animale.. Non lo capisco, Devo ancora studiare alcuni simboli” si tolse gli occhiali e cominciò a lucidarli “Spero solo di fare in tempo”.

Spike si diresse alla libreria e prese un libro, immergendosi nella lettura. O così voleva far credere. Si sentiva imbarazzato, triste, incapace di reagire. Se fosse stato quello di un tempo, avrebbe lasciato la città, dopo un notte come quella appena trascorsa, ed invece adesso era dominato da sentimenti ingovernabili. Lo strazio di andarsene da lei era ancora più doloroso dello strazio che provava ogni volta che vedeva Buffy e doveva ignorarla.. E poi c’era Angel. Nonostante tutto, era ancora geloso di lui, del loro rapporto, della fiducia completa che la Cacciatrice riponeva in quel vampiro con l’anima che non aveva avuto il fegato di combattere per stare con lei.. Perché, io sto forse combattendo per starle vicino? Sono qui ad aspettare una specie di apocalisse e la guardo mentre scivola via da me e dal mio amore.

Distolse lo sguardo quando li vide uscire insieme dal negozio..

“Buffy.. non credo che questa sia la soluzione..”.

“Angel, ascolta. Ho un incantesimo che mi protegge dai demoni e sono forte, lo sai. Ho bisogno che tu stia a Los Angeles.. Se dovesse succedere qualcosa..e tutto sfuggisse al mio controllo..devi esserci tu a combattere” lo fissò “Lo sai che è così”.

“Non  è Spike la ragione di.. di questa tua volontà, non è così?”.

“No. O forse sì. Sì, qui c’è lui a combattere con me. E’ forte, istintivo, determinato.. e mi ama” aggiunse reggendo il suo sguardo “Mi fido di lui.. so di non sbagliarmi”.

“Ma lui non ha un’anima!” esclamò esasperato Angel.

“Sì, è vero. Non ha un’anima. Non come la intendiamo io e te.. ma ha coraggio e so che mi ama” insistè “E anche se di un amore strano, incompleto.. beh, io gli credo. Gli voglio credere. Gli voglio dare fiducia”.

“Allora.. buona fortuna, Buffy” la salutò con un sorriso, sparendo nella notte.

“Addio, Angel” sussurrò lei, stringendosi nel cappotto.

Rientrò sola, poco dopo. Tutti la guardarono e le chiesero di Angel. “Se ne è andato” rispose sedendosi al tavolo. Spike la fissò cercando inutilmente di incrociare il suo sguardo. Era tristezza? Paura? Che cosa c’era nell’espressione della Cacciatrice? Non riuscì a tollerare oltre la visione di lei in quello stato, così si alzò di scatto e disse “Vado a fare un giro di ronda” attirandosi gli sguardi stupiti dei presenti. Tara e Willow guardarono lui e poi Buffy. Non riuscivano a capire che cosa stesse succedendo..

III

Tara la ascoltava da un’ora buona. Buffy sembrava un fiume in piena. Non piangeva ma tremava in modo incontrollabile e sembrava incapace di smettere. Le stava dicendo di quanto era accaduto in quei due giorni, di quanto fosse spaventata dalla responsabilità che la Prima Cacciatrice le aveva dato, della paura per l’esito incerto della battaglia.. Erano sedute in giardino, incuranti del freddo e dell’oscurità che le avvolgeva. Tara era turbata dalla stato d’animo dell’amica, che sembrava vicina ad un crollo.

“So che non dovrei cercarlo più. So quel che dovrei fare.. ma l’altra notte avevo paura e ho pensato a Spike. Io lo amo” sussurrò guardandola “E sento che anche lui..”.

“Ma certo, Buffy. Anche lui ti ama. Lui, un demone. E’ veramente un caso.. speciale..”.

“Non è un demone” obbiettò la cacciatrice.

“Si che lo è. E’ un vampiro. Tecnicamente, è un demone. Ma Spike è diverso. E’ cambiato. Ti ho già spiegato che cosa credo gli sia accaduto.. Il demone si è innamorato di te”.

“Ma è senz’anima!”.

“Secondo alcuni, anche gli animali non hanno un’anima.. Ci pensi? Esseri che vivono con noi e darebbero la vita per noi” le disse stringendole la mano “Io so che l’intero pianeta ha un’anima e Spike.. anche lui ce l’ha, in qualche modo..Chi può dire che cosa stia davvero succedendo?”.

Buffy pensò un momento, poi disse “Tu credi che dovrei dirgli della Profezia Shansu? Del fatto che dovrebbe morire..”.

Tara sospirò “Se ammettiamo che lui abbia qualcosa tipo anima dentro, beh.. devi far si che eserciti il suo libero arbitrio. La sua morte per gli innocenti gli porterà la vita. Se significa che questo sua specie di spirito potrà trovare la pace.. credo proprio che dovrai parlargli. La scelta spetta a lui”.

Nessuno uscì da casa, quella notte. Buffy si rigirò a lungo nel letto, incapace di prendere sonno.

Spike, dal canto suo, trascorse la nottata fuori da casa sua, appoggiato all’albero. Fumava una sigaretta dopo l’altra e ogni tanto guardava su, verso le finestre della camera di Buffy.

Ho promesso che ti avrei protetto.

Eccomi.

IV

Buffy uscì  dal Doulemeat Palace alle otto. Si avviò verso casa, immersa nei suoi pensieri. Ad un tratto, le si pararono davanti cinque demoni dall’aspetto orrido in posizione d’attacco.

“Mi dispiace, amici, ma non potete toccarmi con le vostre piccole zampette” disse, prima di sferrare due fulminei calci che misero al tappeto un paio di loro. Poi, con uno stupefacente colpo di reni, si lanciò su un altro demone, atterrandolo e voltandosi, sferrò un potente affondo agli altri due, contemporaneamente. Solo allora si prese una pausa e li osservò. A terra svenuti, non sembravano tanto minacciosi. Soliti demoni dalla pelle floscia, orecchie appuntite, una specie di saio ne copriva il corpo dal collo alle zampe.. Scomparirono un attimo dopo e lei si ritrovò sola, nel vicolo silenzioso.

Era già la seconda volta che accadeva e la cosa era inquietante. Li aveva picchiati e messi ko, non erano certo fantasmi. Eppure, scomparivano come ombre.

Riconobbe subito il rumore alle sue spalle. Si voltò “Spike” disse col cuore in tumulto.

Lui si fermò “Avrei voluto intervenire.. ma te la cavavi tanto bene” abbozzò un sorriso.

“Non ti avevo visto.. Mi stai..scortando?”.

“Sì” annuì “Dal lavoro a casa” indicò la strada deserta “Non è prudente che tu vada sola.. anche se sei forte e sai difenderti molto bene”.

Buffy si infilò le mani in tasca e riprese a camminare “Bene..grazie..gentile”.

“Ti devo proteggere, no?” le sussurrò affiancandola “Anche se secondo me ti batti come un leone”.

Arrivarono in silenzio in Ravello Road. Buffy si fermò davanti al cancello “Sono arrivata alla meta”.

“Già..” disse Spike “Ti guarderò entrare e poi me ne andrò..”.

Buffy ebbe una piccola esitazione. Forse era arrivato il momento di svelargli la profezia Shansu. Ma le parole le morirono sulle labbra quando incontrò i suoi occhi.

“..Spike..” sussurrò, ma lui l’aveva già presa fra le braccia ed era vicinissimo. Sentiva il suo profumo avvolgerla. E sentiva sé stessa come cera tra le sue mani.

La attirò a sé “Così non funziona, Buffy..” riuscì a dire con voce tremante fissandola “Io ti amo e mi manchi, sempre, in ogni momento..So che devo proteggerti. Lo farò ma..” appoggiò la fronte a quella di lei “Ma è difficile rispettare la decisione di..” non finì la frase.

Buffy aveva il viso in fiamme  stava lottando col desiderio di baciarlo ed abbandonarsi al desiderio di lui. In questi momenti ciò che la Prima Cacciatrice le aveva chiesto le pareva impossibile da realizzare.

Io amo quest’uomo, pensò tra sé. E si rese conto di aver pensato a lui in quei termini per la prima volta. Un uomo, un semplice uomo che ricambiava i suoi sentimenti …

Gli appoggiò le mani sulle braccia e si allontanò un poco, riprendendo fiato.

“Forse ti ho chiesto troppo..” lo guardò. Spike scosse la testa “No. No. Io ti proteggerò, fino a quando non sarai al sicuro.. finché vorrai tu” le accarezzò il volto.

Lei annuì prendendogli le mani “..sì.. io ho fiducia in te”.

Gli occhi di Spike si spalancarono, come ogni volta che le sentiva dire quelle poche, magiche parole. La guardò entrare in casa, ma invece di tornare alla cripta, si sedette sulle radici dell’albero e rimase lì per tutta la notte.

 

 

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Capitolo 8
*** Dead Things ***


 

I

“Questi demoni sembrano creati dal nulla. Non sono esseri conosciuti, non trovo loro immagini nei testi, né nelle descrizioni più antiche. No. Io credo che il Primo li abbia creati apposta per..Sunnydale. Essi non vivono prima né vivranno dopo” fece Giles che da ore sedeva al tavolo nel negozio.

Buffy annuì “Sì, quadra. E’ questo spiegherebbe il fatto che scompaiano subito dopo essere stati battuti”.

“Già. E il loro aspetto.. banale. Il Primo li ha creati basandosi sull’idea comune che abbiamo dei demoni. Orecchie appuntite, faccia bitorzoluta, saio lungo fino alle caviglie.. Mi viene da pensare che non siano altro che un’emanazione del Primo.. suoi tentacoli”.

“Intende dire che ho affrontato il Primo, stanotte?” Buffy strabuzzò gli occhi “E l’ho battuto..”.

“In un certo senso sì” approvò l’Osservatore “Ma essi non sono che una parte del..tutto..”.

In quel momento arrivarono Tara e Willow, di ritorno dalle lezioni universitarie. Ascoltarono le ultime novità e si dissero d’accordo.

“Anya potrebbe spiegarci  meglio. Forse” fece Giles “In fondo, la sua esperienza demoniaca è antica di secoli..”.

“Oh, si, verrà più tardi.. con Xander” precisò Willow.

Buffy sospirò “Ok.. Ma.. ma non dovremmo agire più in fretta?”.

“Ma come possiamo? Quei demoni appaiono dal niente e posso farlo sempre. Senza preavviso” .

Tara sospirò “C’era un incantesimo, in un vecchio libro che ho letto..e che casualmente ho qui” estrasse dalla capiente borsa un volume dall’aspetto logoro “Scusate, ma l’ho comprato anni fa in un mercatino di zingari, sapete di quelli ambulanti..” lo sfogliò rapidamente “Ecco qui. Si dice di una formula, che dovrebbe costringere l’energia negativa a svelarsi..”.

Willow lesse ed annuì “Non dovrebbe essere complicato da provare. Ma non si può garantire il risultato. In questo modo, almeno i loro attacchi non sarebbero più a sorpresa”.

Giles disse “Benissimo. Cominciate a lavorarci su. Intanto, io e Buffy andremo di là, in palestra.. avrai bisogno di accumulare fiato e resistenza..”.

Lavorarono per tutto il pomeriggio. Buffy cercò di rimanere concentrata, sudò molto, gridò molto e dovette più volte fermarsi per ascoltare i consigli tattici del suo Osservatore. Soltanto al tramonto, la lasciò andare. Nel negozio, le due streghe erano riuscite a tradurre qualche parte della formula e del rituale necessario ad attivare l’incantesimo di rivelazione, ma non erano ancora pronte. Anya e Xander si occupavano della vendita. Dawn, appena arrivata da scuola, stava facendo in compiti in un angolo della stanza. Buffy si rivolse a lei “Mi raccomando, fai tutto e bene.. Xander, la puoi riaccompagnare a casa tu? Io devo andare prima a fare un veloce giro di ronda e poi al Doublemeat. Servizio notturno fino alle due”.

Qualche minuto dopo, era al cimitero, a girare nella calma notturna che da un po’ caratterizzava Sunnydale. Stava all’erta, perché il primo avrebbe potuto attaccarla in ogni momento, ma il suo istinto le diceva che per quella notte non sarebbe accaduto proprio niente. Stava per avviarsi all’uscita quando Spike le comparve davanti.

“Tutto tranquillo” le disse allargando le braccia “Andiamo, ti accompagno”.

Lei non si oppose. Camminarono lentamente per le strade buie della città. C’era poca gente in giro, i negozi erano chiusi, nessun rumore sospetto. Buffy gli raccontò delle ultime scoperte e dell’incantesimo che le streghe stavano preparando.

“Fantastico.. Non ti sorprenderà più alcun demone mentre torni dal lavoro” scherzò, ricordando la sera precedente.

“Già. Ma estenderemo la formula a tutti. Anche a te, in modo che nessuno di noi possa cadere in un agguato” gli disse “Saremo così sempre pronti a reagire..”.

“Funziona anche con i non viventi?” chiese calciando un sassetto “Anche con uno.. senz’anima?”.

Lei annuì “Certo. Willow, se vuole, può farlo funzionare anche con i sassi..” lo fissò fermandosi “Non che tu sia paragonabile a..a..” arrossì di colpo, rendendosi conto di averlo ferito, senza intenzione, con quell’infelice commento.

“Oh, Buffy, lascia stare” Spike fece un sorrisetto “Non mi ha ferito. La schiettezza è una cosa che mi piace di te, perciò.. hai ragione, dal tuo punto di vista non sono molto diverso da un sasso..”.

Lui aveva fatto qualche passo avanti, ma lei si era bloccata e lo fissava. Allora, il vampiro si voltò “E ora che c’è? Che ho detto?” allargò le braccia “..non è così? Io sono un vampiro senz’anima. Non sono certo un sasso, no, ma il fatto che mi manchi l’essenziale, beh.. il mio valore è quello..”.

La Cacciatrice mormorò “Sei crudele”.

Spike spalancò gli occhi “Crudele? Baby, un tempo lo ero eccome. Ero un temibile sanguinario..”scosse la testa “Ma ora. Ora no. Ricordi?” si sfiorò la testa “C’è qualcosa qui dentro che ha cambiato le carte in tavola”.

“Sei crudele con me” precisò “..tu conti molto per me”. Avrebbe voluto dirgli ben altro, ma represse la voglia di dirgli tutto. L’aveva già fatto e senza ottenere niente.

“Non che tu abbia i guanti, nei miei confronti” la fissò piegando un po’ la testa “E poi, la mia era una pura considerazione. Io sono un impuro, lo so, ma la mia considerazione era…”.

“Basta così” lo interruppe riprendendo a camminare “Tu sai che cosa sei per me. Non credo di aver bisogno di ripeterlo.. non voglio farlo..”.

“Non so se ne ho un’idea esatta..” la provocò “Una volta dici una cosa, poi ne fai un’altra..”.

Allora, Buffy, con le lacrime trattenute a stento, scostò un poco il foulard che le copriva il collo, esponendo i due segni rossi che stavano rapidamente sbiadendo “Ricordi?”.

Spike ammutolì. Ricordava benissimo come se li era fatti. Riprese a camminarle accanto, in silenzio. Arrivarono davanti al Doublemeat Palace. Buffy si avviò all’entrata, ancora turbata, ma lui la fermò dicendo “Lascia questo lavoro. Hai altro da fare. Io ti posso procurare i soldi che ti servono”.

“No. Non voglio che fai qualcosa di.. di disonesto. E poi, ormai sono abituata” gli sorrise, infilandosi il cappellino dell’uniforme “Non mi sta bene?”.

Sei adorabile, avrebbe voluto dirle, ma tacque e ricambiò il sorriso, salutandola con un breve cenno della mano.

Una volta entrata, Buffy dovette appoggiarsi un momento alla porta per riprendersi.

Te lo dirò, amore mio. Ti dirò della profezia. E ti lascerò scegliere.. pensò, avviandosi allo spogliatoio.

II

“An dan tiketan seme comparè alelale pumetè bis”.

Willow bisbigliò quell’incomprensibile ritornello mentre sedeva a gambe incrociate nel retro del negozio, al centro di una stella a cinque punte costruita con una polevere di drago da sempre custodita in un’ampolla verde proveniente dalla Cina. Alla fine, Anya era riuscita a scovare quel reperto in fondo al magazzino. Si era resa conto di averla messa fuori catalogo vendite da un mese o poco più.. Un paio di candele rosse illuminava il volto pallido di Willow e lasciavano in penombra gli altri presenti, destinatari dell’incantesimo.

C’erano tutti, anche Spike, appoggiato alla parete infondo alla sala.

“An dan tiketan seme comparè alelake pumetè bis”, ripetè Willow in tono più alto e deciso.

Un momento dopo, un vortice di luce si aprì davanti ai suoi occhi e si allargò sulle teste dei presenti. Il tutto durò lo spazio di un attimo, poi.. si ritrovarono tutti al buio. Fu Spike a fare un po’ di luce col suo accendino. Trovò l’interruttore e le lampadine si illuminarono.

Buffy si guardò intorno “Adesso, siamo a posto?”.

Willow alzò le spalle “Così dovrebbe essere..”.

“Allora, possiamo andare a fare la nanna”.

Insieme a Dawn, prese la strada di casa e dietro a loro Spike. Dawn parlò tutto il tempo, raccontando della scuola, della sua fantastica lezione di disegno, del suo talento per le belle arti,eccetera eccetera..

Quando furono davanti al portone, Buffy la spedì a letto, poi si voltò verso Spike “Hai da fare?”.

Stupito, il vampiro scosse la testa, e lei riprese “Vuoi entrare un momento?”.

Spike la seguì in casa. Andarono in cucina e Buffy gli indicò una sedia “Devo parlarti”.

Lui obbedì, in attesa. Non senza esitazione, la ragazza gli disse della scoperta di Tara sulla profezia Shansu, gli raccontò di quanto contasse quella leggenda per Angel, del fatto che non sapevano niente di preciso e di quel che sarebbe successo al vampiro che l’avesse realizzata. Spike la ascoltò in silenzio.

Parlò con calma “Perché me lo stai dicendo ora?”.

“Perché credo che tu abbia.. abbia il diritto di saperlo. Per fare una scelta” lo fissò “Se mai dovessi trovarti in una situazione estrema.. potrai scegliere..Può anche non servirti a niente saperlo. Ma credo sia giusto che tu sappia”.

Spike realizzò subito quanto gli stava dicendo e fu contento di essere seduto. Gli stava dicendo che era degno di scegliere, che non era solo una creatura dominata dall’istinto cieco, ma che avrebbe potuto decidere di sé e degli altri.. Si alzò, la testa in fiamme. Tentò di mantenere un contegno “Allora.. per te..potrebbe accadermi di scegliere..”.

Buffy s’incupì “Credevo fosse già chiaro. Sei tornato a Sunnydale scegliendo la battaglia invece della fuga.. stai sopportando.. questo, per me..” lo fissò “Credi che io abbia ancora dei dubbi in proposito?”.

Non le diede il tempo di finire. La prese tra le braccia e la baciò. Buffy tentò di opporsi, ma poi si abbandonò a quella sensazione conosciuta ed indimenticabile e lo abbracciò a sua volta, aderendo al suo corpo forte e freddo. Lasciò che la sollevasse e la adagiasse sul tavolo. Lo guardò mentre le si sdraiava addosso e le strappava i vestiti, con un desiderio irrefrenabile che la investì come un’onda dell’oceano. Sentì le sue labbra ovunque, le sue dita che raggiungevano i suoi angoli più nascosti, facendola boccheggiare, e quando lo sentì dentro di sé, provò a gridare, ma Spike soffocò il grido con un bacio violento ed invadente, doloroso. Buffy arrivò all’apice del piacere sussurrando il suo nome e guardò negli occhi il demone che l’amava, prima che questi affondasse i canini nel suo collo.

“..potrebbe arrivare Dawn..” gli sussurrò poco dopo all’orecchio. E lui si sollevò, senza guardarla.

“Perdonami Buffy.. ma..” lei gli appoggiò due dita sulle labbra “..è tardi..devo dormire un po’, altrimenti domani sarò uno straccio...”.

“Si..hai ragione..” sussurrò avviandosi alla porta, ma lei lo trattenne “No, stai qui, con me”.

Spike si lasciò condurre su per le scale, nella camera di Buffy, incapace di pensare con lucidità. E dunque, stava capitando sul serio. La sua Buffy lo voleva vicino, in casa sua, nonostante tutto. Si sdraiò sulle coperte, accanto a lei, e dormirono così, abbracciati.

III

Quando la luce la riscegliò, Buffy si trovò sola nel letto. Spike non c’era. E pensò che forse era meglio così. Si sentiva confusa, impaurita, perché stava facendo qualcosa che era contraria alla sua missione, qualcosa di totalmente sbagliato, impuro.  Razionalmente, lo capiva. Era assurdo innamorarsi di un vampiro, per lei che era l’ammazzavampiri prescelta dal Consiglio.. Un vampiro è un essere senz’anima, senza coscienza, incapace di scegliere il bene, alla ricerca di sangue umano, eccetera.. Ma lei sapeva, perché Spike l’aveva dimostrato, che era cambiato. Che quel chip che aveva in testa contro la sua volontà lo aveva cambiato, per sempre. Agiva con coscienza, incapace di nuocere a chicchessia, guardandole le spalle..e dichiarandole i suoi sentimenti senza paura di essere rifiutato..

Scese a fare colazione e trovò Dawn in procinto di uscire.

“Ah, finalmente sorellona. Appena in tempo per salutarci..” le schioccò un bacio sulla guancia “ Hai fatto tardi con Spike? Sembri stanca”.

Buffy cercò in fretta una risposta plausibile “Oh, beh..si, dovevo parlargli della prossima.. battaglia..sai, i demoni del primo..”.

“Ma non dovresti rimanere alzata così tanto..”.

Perché poi continuava a negare ciò che la legava a lui? Vergogna? E perché? Non era forse Spike sempre presente quando c’era da combattere? Non si tirava mai indietro, e questo nonostante la sua presenza fosse a malapena tollerata..

Willow la sorprese seduta a tavola, immersa nei suoi pensieri. La scosse “Ehi.. Buffy. Che cosa succede?”.

La guardò meglio “Stai pensando al primo? Non devi avere paura. Il mio incantesimo di protezione e quello di svelamento ci danno un certo margine di vantaggio..” s’interruppe “Ah. Non è questo. E’ Spike..” sospirò versando un po’ di corn flakes nel latte “Ha dormito qui, stanotte.Non è così?”.

Buffy la fissò “Come..?”.

“Insomma.. siete stati molto discreti, ma io e Tara vi abbiamo sentito salire le scale..ma non devi preoccuparti. Sai come la pensiamo” le strinse una mano, sorridendo “Noi pensiamo che tu sei libera di amarlo, anche se.. se è diverso dagli altri..”.

“Dire diverso è gentile da parte tua. E’ un vampiro” obiettò seria.

“Si..ma sono finiti i tempi in cui si bruciavano le streghe sul rogo” esclamò indispettita Willow “Basta con queste barriere. Le ragioni del cuore devono avere la meglio..”.

“Ma Spike non ha un’anima..”.

“Ha molto più cuore e coraggio di tanti uomini che girano per la strada sotto il sole” considerò la ragazza “Se penso a lui, lo vedo combattere con te, supplicarti di amarlo..beh, lo vedo anche rapirmi per una pozione d’amore..ma è roba antica.. E’ cambiato” la guardò risoluta “E’ evidente per me e per Tara. Ne siamo stupite noi stesse per prima. Ma sappiamo che è così..quindi..hai la nostra benedizione..Tu lo ami, no?”.

Buffy annuì “Credo.. credo di sì..”.

“E allora non devi avere paura di niente” le sorrise, offrendole un biscotto.

Lavorò otto ore filate, fino al tramonto, poi, si diresse alla cripta di Spike. Fece per bussare ma lui comparve subito sulla soglia. Si scostò un poco per farla entrare e chiuse. La abbracciò subito e cercò le sue labbra, frenetico.

Buffy si lasciò stringere e ricambiò quell’impeto.

“Mi sembra sempre che debba essere.. l’ultima volta..” le sussurrò appoggiando la fronte alla sua “ E sono sicuro che prima o poi lo sarà..”.

Ma lei gli mise una mano sulle labbra “No. Non parlare così. Hai.. hai pensato a quel che ti ho detto?”.

“La profezia..” si sciolse dall’abbraccio e si appoggiò alla parete “Si. Capisco il suo fascino, ma fondamentalmente, tesoro, io non ci credo”.

Buffy fece per parlare, ma lui scosse la testa “So che Angel.. insomma, che è la profezia a guidare le sue azioni e che lui è convinto di meritarsi l’umanità..ma io sono molto meno sentimentale. E non credo alle profezie. Soprattutto, quando sono così oscure da interpretare”.

Si guardarono un lungo momento, poi Spike disse “Questo non cambia la mia esistenza.. né ciò che sono”.

Le si avvicinò e la strinse a sé, sollevandola “Quello che mi interessa più di ogni altra cosa è averti qui, con me..”.

Buffy si ritrovò distesa sul letto, in balia delle sue carezze e dei suoi baci, e si sentiva preda del proprio desiderio, che la teneva inchiodata lì, a cercare il suo corpo come un assetato cerca l’oasi nel deserto. E quando fu all’apice del piacere, lo chiamò e lo strinse a sé, incredula per i sentimenti in cui si sentiva immersa.

“Sono più di cent’anni che sono su questa terra, ma mai ho provato..questo..” le sussurrò esitante, mentre la stringeva a sé “E sono sicuro che non proverò mai più sensazioni simili, Buffy” cercò il suo sguardo “Io ti amo. E lo farò per sempre. Lo farò anche se un giorno mi pianterai un paletto nel cuore”.

La Cacciatrice corrugò la fronte “Ma perché dici così.. non ti ho già detto che..”.

Lui l’interruppe “Sì. Ma tu sei la Cacciatrice. Ce l’hai nel sangue.. magari un giorno ti capiterà di..” ma Buffy lo affrontò, cercando di ignorare il peso che aveva sul cuore “Non dire mai più una cosa simile!”.

“Ehi..shh” la attirò a sé, eludendo le sue proteste “Non intendevo farti arrabbiare. Ok..ok, giuro che non ne parlerò mai piu”.

“Io ti proteggerò sempre, Spike” gli sussurrò affondando il viso nel suo petto “Sempre”.

Spike non disse niente. Per la prima volta comprese che come egli stesso sarebbe morto per lei, anche Buffy l’avrebbe fatto, se necessario. Aveva tra le braccia una donna che non avrebbe esitato a morire per lui. Ed era molto di più di quel che in tutta la sua inutile esistenza di vampiro avrebbe mai sperato.

IV

Arrivarono insieme al Magic Box. Durante il percorso, nessun demone si fece vivo. Sunnydale continuava ad essere tranquilla, come addormentata. Buffy si sentiva a disagio. Sapeva che prima o poi sarebbe scoppiata la guerra e che tutto sarebbe cambiato..

“Stasera dirò agli altri di noi due” gli disse all’improvviso, senza guardarlo.

Spike le si parò davanti “No. Non te lo permetterò”.

Lo fissò sbalordita “Ma come? Per quale motivo devo stare zitta? Tu sei importante per me..loro sono i miei amici e lo accetteranno, come hanno fatto Tara e Willow”.

Il vampiro scosse la testa “Ascoltami bene. Non è necessario che tu lo faccia. Io non ho bisogno di queste prove d’amore” fece un sorrisetto “So che cosa provo io e che cosa provi tu. E’ abbastanza..Non voglio che.. che questa cosa ti isoli o che ti deconcentri..” la afferrò per le braccia “Promettimi che non dirai niente”.

Sotto quello sguardo deciso, lei capì di non dover insistere. Si lasciò abbracciare “Quando tutto questo sarà finito, lo faremo..” le sussurrò accarezzandole i capelli “Lo faremo insieme..e se non riusciremo a dirglielo, manderemo loro un bigliettino”.

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Capitolo 9
*** 'til the end of the world ***


 

Buffy guardava i suoi amici di sempre, l’Osservatore, Dawn e Spike, seduto in un angolo del Magic Box e disse in tono grave “Dobbiamo agire subito. Non posso stare qui ad aspettare l’attacco del primo, gli agguati dei suoi demoni fantasma, l’apertura del sigillo al vecchio liceo”.

Giles obbiettò subito “Non credo che abbiamo altra scelta, al momento”.

“Si, invece. Possiamo attaccare”.

Tutti gli occhi si puntarono su di lei, sbalorditi. Nessuno fiatò, e la Cacciatrice riprese “Non possiamo aspettare l’attacco dell’esercito del primo. Non siamo abbastanza, non siamo preparati, non abbiamo armi né piani adeguati. No. Io credo che dobbiamo agire, subito. Attaccare”.

Xander mormorò “Intendi.. aprire il sigillo, in qualche modo, scendere all’inferno e piantargli un paletto nel cuore..?” fece un cenno a Spike “Scusa..ma..”.

“Intendo proprio questo” annuì Buffy, tesa come una corda di violino.

Lo stesso Spike era stupito. Non ne avevano mai parlato e lui non aveva immaginato che Buffy avesse elaborato un piano del genere. Eppure, sentiva che alla fine solo quello potevano fare con le forze che avevano.

“..ma, Buffy, siamo inferiori..lui ha le armate dell’inferno al suo comando..” sussurrò Willow “Cosa possiamo combinare noi..?E’ una missione suidica”.

“Può darsi. Ma dobbiamo correre il rischio. Stare qui, fermi, ad aspettare che lui sia pronto, significa restare qui ad aspettare di morire..” le rispose risoluta “E non è mai stato il mio stile”.

Nessuno disse altro, così Buffy riprese “Dobbiamo studiare un piano, affilare le armi, capire quale può essere una strategia valida..” lasciò scorrere lo sguardo su ognuno di loro “Credete di potermi seguire..?”.

“Forse dovremmo ragionarci un po’ di più..”intervenne Giles andandole vicino “prima di decidere, dovremmo capire che cosa potremmo fare davvero..”.

La Cacciatrice lo fissò “Io so quel che devo fare. Vi sto chiedendo di decidere se state con me o no. Ma non pretendo che lo facciate in questo momento”.

Senza esitazione, si diresse alla porta. Spike la seguì subito. La trovò seduta sul muretto nel retro del negozio, al buio. Le si sedette accanto.

“Sei sicura di volerlo fare?..” sussurrò “Ha pensato a quello che potrebbe succedere a te, a Dawn, ai tuoi amici?”.

Lei alzò la testa e Spike vide che aveva le lacrime agli occhi. La sentì dire, con voce spezzata “Non ho fatto altro. Ho pensato alla fuga, ad un nascondiglio.. e alla fine mi sono trovata al punto di partenza. La mia missione è combattere il male e i suoi emissari e guardami. Sto qua, ad aspettare che da sottoterra arrivi qualcosa di orribile a distruggere il mio mondo..”.

Il vampiro capiva perfettamente il suo tormento. La guardò chiedergli “E tu? Credi che io sia pazza..?” lui scosse la testa “Ma no, no..” lo interruppe “Credi che non abbia pensato anche a te?” spalancò gli occhi “Che farai, Spike?”.

“Oh, Dio, Buffy” le prese una mano “Io starò vicino a te, fino alla fine del mondo”.

II

“Come possiamo aprire il sigillo?” domandò Xander, riunito insieme agli altri nel negozio dove Buffy li aveva lasciati a decidere.

“Un rito di sangue..” fece Giles “Il sangue aprirà la porta, così dicono le rune”.

“C’è un volontario..?” Anya li guardò “Basta legare qualcuno sul soffitto, proprio sopra il sigillo, povocargli varie ferite sul torace, in corrispondenza delle principali vene ed arterie, e lasciare che l’emorragia faccia il resto. Non è tanto difficile..” si guardò intorno e notando gli sguardi, sussurrò “Beh, volevo chiarire alcuni punti forse oscuri..”.

“Un volontario?” mormorò Willow “Credo proprio che non ne troveremo”.

“Questa è solo la prima delle difficoltà” intervenne ancora Giles “Una volta aperto, il sigillo ci porterà direttamente all’inferno, in mezzo al nemico..”.

“A farci ammazzare” disse Anya “Uffa.. non sapete quanto possono essere feroci i Tulaob”.

Tara si alzò “Credo che dovremmo fare qualche ricerca sulle armi che li possono ferire ed uccidere. Non saranno invulnerabili”.

“Certo che no. Ma per ora non ho trovato niente sui testi antichi. Niente di comprensibile..” con un cenno della mano Giles indicò vari libri aperti sul tavolo “Ma sono aperto ad ogni collaborazione”.

Dawn li fissò “..che cosa abbiamo deciso? Siamo con Buffy o la lasciamo al suo destino..” il suo sguardo era pieno di sfida.

Willow le pose una mano sulla spalla “Nessuno di noi vuole abbandonare Buffy. La questione in ballo è un’altra. Possiamo farcela?” le sorrise “Noi siamo con lei, come è sempre stato”.

III

“Ci penso io”.

La voce di Spike tagliò il silenzio. Tutti si voltarono verso di lui. Buffy lo fissò sgomenta “Non è compito tuo. Tocca a me aprire il portale..” ma lo sguardo del vampiro la costrinse a tacere.

“Ci penso io. Recupererò in fretta .. molto più in fretta di quanto ciascuno di voi potrebbe mai fare” disse alzando le spalle “Mi legherete la soprà e mi procurerete una ferita.. funzionerà”.

“Ma che stai dicendo..” sussurrò la Cacciatrice, ma Giles disse “Quel che dice può avere un senso..”.

“Non ne ha per me” sbottò Buffy “La missione è mia. Io devo aprire quel portale. E’ il mio sangue che..”.

“Il tuo compito è di combattere. Devi guidarci..” tentò di dire l’Osservatore “Una volta aperto il portale, libereremo Spike e lui combatterà con noi”.

Buffy guardò ancora Spike. Sapeva che lui voleva farlo. E non ebbe il coraggio di dire altro. Si diresse all’uscita e verso casa. Spike la seguì a breve distanza. Camminarono così, per qualche minuto, poi il vampiro le fu accanto “Non devi preoccuparti per me”.

“..perchè vuoi farlo?” gli domandò cupa, senza fermarsi né guardarlo in faccia “Non serve questo sacrificio. E’ il mio compito. Tu devi cambattere, devi essere con me, devi guardarmi le spalle.. “ sospirò “Mi fido solo di te, della tua forza, per questo..”.

La fermò. Le appoggiò le mani sulle spalle e cercò i suoi occhi. Buffy fu sorpresa di vederlo tranquillo.

“Sentimi bene, cacciatrice. Io sarò con te. Nella battaglia. Ci sarò. Hai capito? Si tratta soltanto di dare un po’ di sangue.. o preferisci che uccida qualcuno dei tuoi amici e lo dissangui?” scherzò. Lei lo guardò, e mormorò “Ma se ti dovesse succedere qualcosa..”.

“Può succedere qualsiasi cosa, Buffy. Non lo sappiamo che cosa ci sia là sotto, né che cosa ci potrà mai venire incontro.. Ma io sono pronto. Non mi sono mai sentito così pronto in tutta la mia vita..” la attirò a sé “E ti sarò accanto, sempre”.

Lei si appoggiò alla sua spalla mormorando “Sai che non ce la faremo tutti..”.

“Ehi..” le sussurrò all’orecchio “Ti prometto che farò di tutto perché nessuno di loro rimanga là sotto” le baciò lievemente la fronte “Anche se mi piacerebbe…” sorrise scherzando.

La condusse verso casa. Quando Buffy fu sulla porta, si voltò “Vieni”.

Spike la seguì col cuore in tumulto e quando furono in camera, la abbracciò stretta “Quello che mi hai dato, in questi giorni, è più di quanto avessi mai sperato in tutta la mia vita..” gli mancò la voce “Non m’importa più di me, della mia inutile esistenza, dell’anima..”.

Buffy gli accarezzò il viso “Tu ce l’hai un’anima..” gli toccò il petto all’altezza del cuore “So che è qui. Io la sento..”.

Non c’era altro da dire. Lui cercò le sue labbra mentre con le mani la accarezzava ovunque, come sempre, come se fosse l’ultima volta. E Buffy lo stringeva forte, sicura che mai più, con nessun altro, avrebbe mai provato quelle sensazioni assolute.

Fu una notte tormentata. Buffy si girò e rigirò nel letto, incapace di prendere sonno o in preda a qualche terribile incubo; Spike le stava accanto, vigile, turbato, l’unica cosa che poteva fare, oltre che a stringerla a sé quando lei sembrava cercare conforto.

L’alba li trovò così. Buffy rannicchiata accanto al vampiro, che fissava il soffitto immerso nei suoi pensieri. Al centro di tutto, non c’era la battaglia, il suo sacrificio di sangue, il futuro.. c’era lei. La sola idea che lei non potesse uscirne salva, libera di vivere la sua vita, lo gettava nell’angoscia, come non gli era mai successo.. O forse si, quando, cento anni prima e più, un medico inamidato gli aveva detto che per sua madre non c’era molto da fare, che la tisi l’avrebbe uccisa in pochi mesi..Ecco, si sentiva così, impotente come allora. Incredibile come fosse ancora viva quella tremenda sensazione dopo un secolo, dopo tutto quanto era accaduto..

“Non vorrei mai più muovermi da qui”. La voce di Buffy lo strappò dai ricordi. La guardò e vide l’ombra di un sorriso su quelle meravigliose labbra. Sorrise anche lui “Allora fallo. Stai qui con me. Io sono bloccato. Il sole è già spuntato”.

“..ma ci sono tante cose da preparare. Devo preparare un piano..”.

“Dobbiamo prepararlo insieme” la corresse subito “Non puoi agire in solitaria, come tuo solito, non stavolta. Prepariamo una strategia d’attacco.. insieme agli altri” sospirò “Anche se le risorse.. sono scarse”.

“Willow è potente” considerò Buffy “La sua magia ci può aiutare..in qualche modo..”.

“Si. Se riesce a controllarla..” le baciò una spalla e la abbracciò “Ma adesso vediamo..” cercò le sue labbra “Di una cosa devi essere certa, tesoro. Io ti starò addosso, sempre..”.

Gli rivolse uno sguardo pieno di gratitudine e disse, a sua volta “Lo farò anch’io, Spike. Sempre”.

IV

Alla fine della riunione, il piano d’attacco era pronto. Quella notte, sarebbero andati, armati fino ai denti, al vecchio liceo. Avrebbero eseguito il rito del sangue su Spike e dopo che il sigillo si fosse aperto, sarebbero scesi sottoterra ad affrontare tutto quanto lì avrebbero trovato. Giles, Anya e Xander sarebbero rimasti nelle retrovie, ad evitare che qualcosa uscisse dalla bocca dell’inferno e a coprire le spalle degli altri, che sarebbero scesi in profondità. Buffy e Spike in prima linea, insieme a Willow e Tara, che avrebbero recitato incantesimi a ripetizione di protezione e d’attacco che avrebbero aiutato i guerrieri. Dawn sarebbe stata insieme a loro, armata di spada e falce.

Un piccolo esercito che, Buffy lo sapeva, avrebbe combinato ben poco.. Tuttavia tenne i suoi dubbi per sé. Si recò al Doublemeat e lavorò come al solito, sebbene la sua testa fosse da tutt’altra parte..

Tara scese in cantina e trovò Spike semisdraiato sulla brandina, sveglio. Gli disse “E’ molto generoso quello che hai deciso di fare”.

Il vampiro annuì “Grazie.. Ma non credo che risolverò la situazione..” la guardò attentamente “Che cosa è successo?..”.

“Niente. Solo che..” si avvicinò un poco ed abbassò il tono di voce “Stanotte ho fatto un sogno”.

“Beh.. almeno qualcuno è riuscito a dormire..”scherzò.

“E’ stato un sogno strano, e ti riguardava. Ascoltami” gli disse seria “C’era una luce, forte, accecante, ti attraversava come una lama..Ma non sembrava che avessi dolore né ti stavi polverizzando..”.

“Era proprio un sogno” fece un sorrisetto ironico, accendendosi una sigaretta.

“Può darsi.. ma ti ho visto lucente e vivo, Spike. Ti ho visto” si sedette vicino a lui “Così, ho pensato alla profezia Shansu”.

“Non è roba per me” fece un cenno con la mano “E’ qualcosa riservato a un altro vampiro, che ha l’anima..”.

“Per quanto ne sappiamo. Spike..io non so che cosa ci aspetta. Ma so che cosa aspetta te. Ne sono quasi certa, mi fido dei miei sogni..” cercò il suo sguardo “Hai coraggio e ami Buffy. Che altre prove vuoi..”.

La fissò incerto. Tara era così seria mentre diceva quelle assurdità che per un momento ebbe la tentazione di crederle. Ho un’anima, come mister Salvo Il Mondo, e questo mi condurrà alla salvezza..

Dopo un momento di silenzio, le mormorò “Ti dirò una cosa, strega. Vorrei tanto che fosse per me, quel destino. Sarebbe un bel traguardo. Più di cent’anni di esistenza su questa terra che non andrebbero sprecati. Una fine gloriosa. Ma in verità, io non me la merito. La amo, è vero. Amo Buffy così tanto che a volte il cuore che non ho batte nel mio petto in modo assordante. Buffo, no? Mi capita, sul serio, e so che farò qualsiasi cosa per lei e.. per quelli che lei ama. Dice di amarmi..ma non è vero, sa chi sono e che cosa ho fatto in tutti questi anni..sa chi sono e sa l’abisso di crudeltà che c’è dentro me. Questa consapevolezza le impedisce di amarmi davvero..”.

Tara lo interruppe “Lei ti ama. Non ho dubbi su questo..”.

“No. Buffy ha un animo puro, eroico.. è troppo più grande di me. Non può amarmi.. anche se lo crede. Ma vedi, questo, adesso, non ha importanza. Io la amo e ci sarò, quando verrà il mio turno..”.

La ragazza non disse altro. Lo fissava, strabiliata. In tutta la sua vita, mai aveva creduto di incontrare una forma d’amore così assoluta e cristallina come quella che aveva davanti. E la cosa più incredibile è che proveniva da un essere tecnicamente impuro, da un vampiro che si era macchiato di orrende nefandezze. Eppure, era sincero.

Si sollevò “..comunque, ho sentito di dovertelo dire. I miei sogni sono strani, Spike, e so riconoscere quando vogliono comunicarmi qualcosa. Ora tu sai.. E ricordati che niente è scritto..anche una profezia può essere interpretata in mille modi..” si diresse all’uscita sotto lo sguardo cupo di lui.

Willow la guardò “Allora, gli hai parlato?”.

“Si..ti assicuro che se non fosse un vampiro, direi che è l’essere con l’animo più nobile che io abbia mai incontrato..” le confidò.

Le due streghe si guardarono, perplesse. Un attimo dopo, erano nuovamente immerse nella lettura del libro degli Incantesimi.

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Capitolo 10
*** The Gift ***


 

I

La luce rossa del tramonto investiva tutti i presenti, creando un’atmosfera irreale. La loro pelle sembrava irradiare energia, le armi, lucenti ed affilate, parevano coperte di sangue, e nell’angolo più buio, Spike era una macchia nera, tesa, il cui sguardo era acceso e duro. Buffy, da quella visuale, sembrava trasfigurata. Era bellissima, pronta a combattere. Lui lo sapeva, aveva visto quella luce nei suoi occhi centinaia di volte, quando aveva provato ad ucciderla, quando aveva combattuto con lei.. Io ti amo.

“Dobbiamo andare. Io non so chi di noi ne uscirà vivo. Non lo so. Per questo adesso voglio dirvi quanto vi amo, vi ho amato e per sempre lo farò. La mia scelta è estrema, ne sono cosciente, ma credo veramente che sia quanto di più giusto possiamo fare ora”. Buffy li guardò prepararsi. Ad un tratto, Spike la prese per un braccio e la condusse in un angolo della stanza. La guardò intensamente e lei ricambiò, incapace di dire qualcosa. Davanti a lui, la decisione che aveva ostentato con gli altri sembrava scomparire.

“Non capiterà niente, a te e agli altri. Buffy” le disse stringendo il suo braccio “Te l’ho detto..Devi fidarti di me”.

Lei annuì. Poi mormorò “Baciami, Spike”.

E lui obbedì, incurante degli sguardi sbigottiti di Xander e Anya. L’ex demone annuì “Te l’avevo detto..”.

Ma Xander non raccolse la provocazione. In quel momento, così teso, non intendeva soffermarsi sulla scoperta che aveva appena fatto. Buffy e Spike, uniti in un bacio appassionato, alla vigilia dell’apocalisse.. ne avrebbero parlato dopo, se ci fosse stato il tempo. Prese Anya per un braccio, dicendo “Andiamo. Dobbiamo finire di prepararci..”.

In quel momento, Dawn scorse qualcosa dietro il vetro del Magic Box. Un movimento. “C’è qualcosa la fuori..” gridò, e subito Buffy le fu accanto “Che cosa hai visto?”.

“Un’ombra..” sussurrò. La Cacciatrice andò all’entrata e spalancò la porta. Non c’era nessuno..Poi guardò in basso e vide una busta. La sollevò con attenzione e la rigirò tra le mani “E questo cos’è?”.

Rientrò e la consegnò a Giles “Vuole guardare lei?”.

L’Osservatore trovò un medaglione, legato ad una catena d’argento. Un medaglione antico, di metallo scuro, al centro del quale c’era una sfera bianca, opalescente. Lo guardò attentamente “Non so che dire”.

Dentro alla busta, un biglietto. Buffy lo lesse a voce alta “Il medaglione è di un essere dotato di poteri sovrumani, non vivente”. Subito il suo sguardo si posò su Spike “Credo sia per te..”.

Giles sospirò “Ma non sappiamo di che cosa si tratti”.

Willow fece un passo avanti “Io so che cos’è. Il medaglione della vita. Deve indossarlo un non vivente. Sì, aumenterà la forza di Spike, in battaglia.. E’ suo”.

“Ma chi l’ha mandato” si domandò Giles a voce alta.

Intanto, Buffy si era avvicinata a Spike, che era rimasto in silenzio. Gli mise il medaglione al collo e non disse niente. Gli accarezzò una guancia e poi si voltò verso gli altri “Andiamo ad aprire quel maledetto sigillo”.

II

Buffy incise la carne di Spike, legato mani e piedi davanti al sigillo. Lo fece trattenendo a stento le lacrime, col cuore in tumulto e lo stomaco chiuso in una morsa. Perché proprio io.. aveva chiesto a Willow e la strega l’aveva fissata, senza parlare, ma la voce di lei era risuonata perentoria nella sua testa “Perché l’amore salverà il mondo”.

Spike urlò, quando il coltello entrò nella carne viva e il sangue cominciò a scorrere copioso e a scendere, in piccole gocce, sul sigillo, che si illuminò immediatamente. Cominciò ad aprirsi, come un gioco ad incastro.. Buffy sorresse Spike, lo fece sedere e pulì rapidamente la ferita, coprendola con una benda sterile.

“Oh, Dio.. potrai perdonarmi..” gli sussurrò, mentre le lacrime le impedivano di vedere chiaramente davanti a sé. Il vampiro le afferrò le mani e cercò il suo sguardo “Buffy, doveva essere fatto. Capito?..”.

Intanto, un boato riempì lo spazio intorno a loro e una profonda crepa nel terreno si aprì dal sigillo, che venne inghiottito dalla voragine. Al posto del pavimento, nel giro di pochi secondi e sotto i loro occhi sbalorditi, si formò un cratere profondo e minaccioso. Buffy sussurrò “Devo entrare..”.

E si gettò giù, seguita da Spike e Dawn. Atterrarono a due metri di profondità sopra uno sperone. Guardarono in basso e videro orde di demoni in procinto di combattere. Nessuno di loro aveva mai visto niente di simile. Centinaia di Tulaom, mostruosi e minacciosi, che impugnavano asce e spade, guardavano nella loro direzione, pronti a cacciare gli invasori.

“Dunque, è questo. E’ questo l’esercito del Primo” fece Buffy col cuore tremante.

Non ebbero il tempo di riflettere, perché subito il medaglione di Spike si illuminò. Spike rimase senza fiato, gli cadde l’ascia di mano e scomparve il dolore della ferita. Una forza invisibile e potente lo scagliò contro la parete rocciosa e lo immobilizzò lì.

“Buffy” chiamò e lei gli corse vicino. Intanto, spinse Dawn da un lato, perché non vedesse.

“Spike, sono qui, sono qui con te” gli gridò, per sovrastare il rumore dei demoni che risalivano il crepaccio.

“Salva Dawn” le disse, e la Cacciatrice ubbidì. Prese Dawn e la scagliò oltre l’orlo del crepaccio, incurante delle sue resistenze “Vai via, Dawn.. esci di qua..”. poi tornò da Spike. La luce prodotta dal medaglione aumentava a dismisura, mai, nella sua vita di vampiro, aveva mai potuto vedere tutta quella luminosità. Ne fu affascinato.. Buffy disse, frenetica “Andiamo.. lasciamo qui il medaglione e andiamo.. ormai è fatta..”.

Il terremoto stava facendo crollare tutto intorno a loro, la stessa Buffy faticava a stare in equilibrio. I demoni non riuscivano a salire a causa del movimento continuo della terra e cadevano uno sopra all’altro, rovinando in fondo al crepaccio..

“No, Buffy. Non funzionerebbe senza me..” questa consapevolezza li colpì entrambi come un pugno nello stomaco. Lasciò la ragazza senza fiato “No” riuscì a dire scuotendo la testa “No.. andiamo via di qua.. non ti lascio”.

Gli prese una mano e la strinse, incurante delle fiamme che cominciavano a divampare dal corpo del vampiro. Lui si voltò a guardarla. In quel momento, parve ad entrambi che il rumore e la confusione che li circondava smettesse di colpo. C’erano solo loro due. Spike recuperò un po’ di voce “Devi andare, Buffy.. prima che sia tardi..”.

“Ma..io ti amo..non posso..” gli gridò, le lacrime che le inondavano il viso..Eppure, c’era qualcos’altro nel suo sguardo e lui lo vide. C’era amore, certo, ma anche qualcos’altro. La consapevolezza, l’ammirazione, una sconfinata fiducia in lui.. Cent’anni e più di vita per vedere questo..

“Ti amo, Buffy. Sono vissuto  tutti questi anni per arrivare a questo punto, da te, con te.. Avanti” le disse con una calma strana, stonata in quel finimondo “Vai”.

Lei lo fissò ancora e solo una scossa più forte riuscì a staccarla dalla sua mano. Si gettò sulla parete scoscesa e cominciò a salire, scossa dai singhiozzi, la testa che le scoppiava.. Si voltò una volta soltanto, per vedere il fuoco che aveva inghiottito Spike e impediva ai demoni di risalire la bocca dell’inferno..

Corse Buffy, corse fuori dalla vecchia scuola, per la strada che si stava sgretolando sotto i suoi passi veloci, con le orecchie piene del boato e delle urla demoniache, col cuore stretto in una morsa d’acciaio e gli occhi pieni del suo amore.. del suo amore che scompariva.

Giles le andò accanto. Aveva una vistosa ferita sulla fronte. Guardò davanti a sé e si rese conto che Sunnydale, la città sorta sulla bocca dell’inferno, non c’era più. Era crollata, era scomparsa dentro il crepaccio.. Appoggiò una mano sulla spalla della Cacciatrice “Chi..chi ha fatto questo..” domandò col fiato che gli era rimasto.

La voce le tremò mentre diceva “Spike..”.

III

Il pullman trovato da Xander li portò a Cleveland, dove c’era una base del Consiglio degli Osservatori. Il gruppo, malridotto, fu accolto e sistemato in un appartamento. Nessuno disse molto. Si fecero a turno la doccia, si cambiarono i vestiti, e andarono a dormire senza fare veramente un discorso su quanto accaduto.

“Parlerai a Buffy di.. della storia con Spike?” domandò Anya a Xander, quando furono a letto, al buio, incapaci di prendere sonno.

Il ragazzo mormorò “..credo che.. che ormai non abbia più senso.. hai visto che cosa ha fatto il vampiro”.

Anya annuì “Sì. E’ morto per chiudere la bocca dell’inferno” disse con il suo tono risoluto.

“Già..dovrei solo scusarmi con lui, per ciò che ho sempre pensato sul suo conto, se fosse possibile..invece, credo che lo dirò a Buffy” si voltò e l’abbracciò “Anima o no, Spike ci ha salvati tutti”.

Buffy rimase a dormire sul divano, avvolta in una coperta. Aveva il viso arrossato e l’espressione esausta. Nessuno aveva avuto il coraggio di dirle niente. Neanche Tara o Willow, che era profondamente tristi per la morte di Spike. Loro sapevano eppure il dolore che provava la Cacciatrice era irraggiungibile. Erano rimaste in silenzio vicino a lei, sulle poltrone, senza il coraggio di parlarle. In che modo potevano tentare di consolarla? Esisteva un modo per farlo?

Nei giorni successivi, Giles fu impegnato col Consiglio a stendere il rapporto sull’accaduto. La fine di Sunnydale li costringeva a ridisegnare la mappa del mondo, una bocca dell’inferno era stata definitivamente chiusa e questo successo era stato accolto con grande soddisfazione. Giles fu insignito di una medaglia riservata agli Osservatori che ottenevano successi di questo tipo e anche Buffy si meritò un grado in più, fu infatti nominata Gran Cacciatrice. Il consiglio le espresse ufficialmente un grande apprezzamento e le comunicò che poteva scegliere la sua prossima meta. Non era più legata a Sunnydale né a Giles. Poteva scegliere.

Ma Buffy non voleva scegliere. Lo stato d’animo in cui si trovava le impediva di pensare in modo coerente. Riviveva ciò che era accaduto nel crepaccio e si trovava a pensare a ciò che avrebbe potuto fare in quella situazione per salvare Spike.. Mille volte ripensò a quel momento e a come avrebbe potuto comportarsi diversamente, in modo più astuto, rapido, come avrebbe potuto strappare Spike da lì e trascinarlo via, in salvo..

Fu Dawn ad affrontarla, una mattina. Le si sedette davanti e disse “So che stai male. So che ripensi a Spike e al fatto che si sia sacrificato. Gli volevo bene, sai? Mi ha protetto e salvato mille volte e io non l’ho mai dimenticato..Anche questa volta l’ha fatto. Sarà sempre nel mio cuore, per questo” le prese una mano abbozzando un sorriso “Non so che cosa ci fosse tra di voi..o forse lo immagino. Non è questo. Lui si è meritato il nostro amore. Non glielo porterà via nessuno, Buffy..”.

Le parole della sorella sciolsero qualcosa dentro Buffy. Incontrò il suo sguardo e cominciò a piangere, disperatamente. Cercò il suo abbraccio e lei la strinse, commossa.

IV

Il volo per l’Italia sarebbe partito entro due ore.

Buffy e Dawn avevano trascorso intere giornate a comprare abiti nuovi, libri nuovi, valigie, tutto il necessario per iniziare una vita nuova a Roma, dove avevano deciso di vivere. Il Consiglio aveva trovato loro un piccolo appartamento, una scuola per Dawn e un impiego per Buffy; avrebbe lavorato in un ufficio del Consiglio tre volte a settimana e per il resto avrebbe seguito una nuova missione: da Gran Cacciatrice, avrebbe collaborato a cercare le potenziali cacciatrici e avrebbe provveduto ad organizzare il loro addestramento. Willow e Tara avrebbero lavorato con lei, come consulenti per la magia, mentre Anya e Xander si erano già stabiliti a Cleveland, dove Xander aveva iniziato a lavorare in un ditta di costruzione.

Giles era già tornato in Inghilterra, ad insegnare nella scuola del Consiglio, con la promessa di supervisionare il lavoro di Buffy e Willow.

Buffy salì sull’aereo col cuore in tumulto. Lasciare gli Stati Uniti significava chiudere per sempre una parte importante della sua vita. Significava lasciare il suo passato, lasciare Angel, lasciare il luogo che l’aveva privata di così tanto.. la mamma, Spike.. Non aveva più pianto, dopo quella volta con Dawn. Aveva ascoltato le parole di Xander e l’aveva abbracciato, aveva salutato Giles, aveva ringraziato Willow e Tara per il loro appoggio e per quanto l’avevano capita.. Ma basta piangere.

Appoggiò la fronte al finestrino e guardò le nuvole, là sotto. Ormai, l’aeroporto era già lontano.

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Capitolo 11
*** Not Fade Away ***


I

Il telegramma giunse sul suo tavolo in tarda mattinata. La riunione era durata più di quanto avesse preventivato e ora era in ritardo con tutte le altre pratiche. La sua segretaria la seguiva come un’ombra, con una tazza di thè in mano “Buffy, dovresti guardare la mail, è arrivato qualcosa da Shangai, ah, e poi c’è bisogno di prenotare il volo per Parigi, fra due giorni..”.

Buffy sospirò esausta “Va bene, va bene, faremo tutto.. e questo?” prese in mano la busta.

“Ah, si. E’ arrivato mentre eri in riunione.. da Los Angeles”.

Buffy annuì, improvvisamente seria. Da quando Angel e il suo gruppo era deceduto nella battaglia contro i demoni della Wolfram&Hart, il Consiglio aveva istituito a Los Angeles una sede speciale da cui riorganizzare la resistenza e Buffy aveva contribuito, inviando alcune delle potenziali cacciatrici che lei stessa aveva addestrato. La situazione si stava normalizzando, ma era stato molto duro affrontare tutto.

A quasi due anni dalla fine di Sunnydale, anche Angel se ne era andato, polverizzato da un demone in battaglia.. Si era sentita così sola.. E l’accaduto aveva riaperto la ferita nel suo cuore. Aveva rivissuto la morte di Spike e tutto quanto l’aveva preceduta..

Si scosse dai suoi pensieri ed in fretta aprì la busta.

“Situazione d’emergenza. E’ necessaria la tua presenza. Oss. Andrew Drake”.

Il messaggio era davvero criptico. Si sedette e con la linea riservata chiamò l’ufficio da cui era partito il telegramma. Proprio Andrew rispose.

“Cara Buffy, allora il messaggio è giunto..bene” fece subito Andrew, uno dei più giovani osservatori dell’organizzazione. Buffy era ancora incredula che quel tipo, che aveva provocato così tanti guai a Sunnydale alcuni anni prima, fosse cambiato così tanto. Eppure, a detta di tutti, anche di Giles, era proprio un ottimo elemento.

“Che cosa sta succedendo?” gli domandò subito.

“E’ meglio non parlarne al telefono. Vieni, in fretta. Oggi, se possibile”.

“Non puoi neanche accennare qualcosa? Ho una riunione a Parigi fra due giorni, molto importante”.

“Questa faccenda è più importante, Buffy” la interruppe in tono serio “Vieni, subito. Fai le valigie e vola in America, baby.. Sarà proprio bello rivedersi..”.

Così, Buffy tornò a casa e fece le valigie. Lasciò un messaggio a Dawn e si diresse all’aeroporto, dove l’attendeva il jet dell’associazione. Con i potenti mezzi che avevano a disposizione, sarebbe arrivata a Los Angeles nel giro di due ore..

Andrew la accolse sulla pista. Era elegante, ben pettinato, appoggiato ad una bella macchina sportiva. Le andò incontro sorridendo e la abbracciò, lasciandola di stucco “Cara Buffy. Sei bellissima..” la baciò sulla guancia “E hai fatto presto..” le prese la valigia e la condusse alla Porche “Prego, accomodati” le aprì lo sportello e partì.

“Allora, che si dice a Roma? E’ cambiato qualcosa da quando ci vivevo io?”.

“Andrew..è passato meno di un anno..” gli disse.

“Oh, lo so. Che bel periodo è stato..Condividere la casa con te e Dawn è stato molto..” sembrò cercare le parole “Istruttivo..”.

Buffy ricordò improvvisamente la sua abitudine di lasciare in giro calzini, di non lavare le stoviglie, di non rifare il letto.. Si voltò “..Spero che tu abbia una donna di servizio, in casa..”.

Lui le lanciò un’occhiata offesa, ma subito tornò a sorridere “Vuoi fare un giretto sull’oceano?”.

Alla sua occhiata, disse subito “No, va bene. Sarà per un’altra volta..Andiamo in ufficio..”.

Attraversarono il traffico di punta infrangendo alcune regole di circolazione e in men che non si dica imboccarono l’entrata del garage sotterraneo “Eccoci”.

“Andrew, non mi hai detto niente” lo fissò una volta fermi “Perché mi hai fatto volare qui in tutta fretta?”.

Il ragazzo sembrò cercare le parole, poi sussurrò “Ecco. E’ una storia un po’ lunga..e..”.

“Dimmi perché sono qui” lo incalzò.

Sospirando, lui disse “E’ meglio che tu veda”.

II

L’ufficio di Andrew era molto elegante ed aveva un’ampia vista sulla città. Buffy si sedette sulla comoda poltrona di fronte alla scrivania, mentre l’Osservatore le versava un po’ di caffè e glielo porgeva “Hai fame? Ti faccio portare un sandwich” al suo diniego, riprese “Allora, adesso vedrai qualcosa.. qualcosa che potrebbe..boh, sconvolgerti?”.

“Basta con i giochetti” lo interruppe seria “Non ho tutto il tempo del mondo”.

“Ok” disse lui. Toccò alcuni tasti sul tavolo e poi le indicò la parete. Buffy si voltò e il grande schermo alle sue spalle si accese. Vide una spiaggia, il mare, gente che passeggiava sulla sabbia..

“Non dirmi che volevi mostrarmi questo bel paesaggio..” iniziò sarcastica.

“Guarda” la invitò gentilmente.

La telecamera strinse. Vide un uomo, seduto sulla sabbia, i pantaloni arrotolati alle caviglie, una camicia un po’ sgualcita. L’ombra del sole nascondeva il suo volto. Buffy vide che stava guardando il mare, senza mai distogliere lo sguardo. Non si accorse che Andrew la stava fissando. Stava diventando nervosa.

“Allora.. che dovrei vedere..”.

Lo zoom rese più nitida l’immagine. Il cuore di Buffy perse un colpo. Strinse istintivamente i braccioli della poltrona e si schiacciò contro lo schienale, senza fiato. Spalancò gli occhi, tentando di guardare meglio.

“Che cosa vedi, adesso?” le domandò cauto Andrew, che aveva improvvisamente perso la sua aria scherzosa.

I capelli spettinati, chiari, anche se poco curati, il profilo inconfondibile, i suoi occhi azzurri, anche la carnagione era più dorata.. Si alzò e tremante si avvicinò allo schermo. Guardò a lungo l’immagine, poi, turbata, guardò Andrew “Spike..?”.

L’Osservatore annuì “Credo che sia proprio lui”.

“Ma..” balbettò la Cacciatrice girandosi di nuovo verso lo schermo “Ma non è possibile. L’ho visto morire davanti ai miei occhi..” la voce le morì in gola mentre riviveva gli ultimi istanti con lui, nel crepaccio.

Andrew la raggiunse e mormorò “No”.

Buffy si lasciò cadere nella sedia, con gli occhi fissi sul video “Oh, si. Il fuoco..l’ha incenerito..”.

“Ascoltami Buffy, no. Non è morto. O meglio. Sì..insomma” le si sedette davanti, dopo aver spento il video “L’amuleto lo ha salvato. Il medaglione che vi fu recapitato, ricordi?? Il Consiglio decise che, in prospettiva, era il male minore. Accontentare un vampiro in cambio del mondo intero..Fu una decisione combattuta, ma fu quella. Il medaglione l’ha salvato”.

La ragazza lo fissò, confusa “Ma io..io ho visto..” ricordò quando gli aveva stretto la mano infiammata.

“Si, è successo..ma la sua essenza è rimasta imprigionata nella pietra del medaglione”.

“Essenza? Vuoi dire anima? Ma Spike..Spike non aveva un’anima, tecnicamente” sussurrò.

“Nel momento in cui ha deciso di.. di morire là sotto, beh, l’ha riavuta” le disse “Immediatamente”.

Buffy alzò di scatto la testa “La profezia..”.

“Forse. E chi lo sa? Le profezie sono così misteriose..Comunque, è andata così. La sua..anima ritrovata è rimasta dentro il medaglione..E diciannove giorni dopo Spike si è materializzato nell’ufficio di Angel, alla Wolfram&Hart” la informò, osservando la sua espressione. Buffy tentò di dire qualcosa, ma non aveva fiato per articolare alcuna parola. Fissò il ragazzo con aria smarrita.

“Si, non sappiamo chi. Ma qualcuno ha spedito quel medaglione a Angel e puff! Spike si è materializzato davanti al gruppo al completo..beh, ci sono state varie vicissitudini..ma è rimasto a lungo con Angel e ha lavorato con lui. Gli è stato tolto il chip. Ha collaborato con Angel, dotato di anima”.

Buffy riuscì ad alzarsi. Era sconvolta dalla rivelazione di Andrew. Era come se un peso si fosse improvvisamente sollevato dal suo cuore. Trattenendo a stento le lacrime mormorò “E poi..immagino che..che non sia tutto..”.

“No, infatti. Insieme ad Angel ha sfidato gli Anziani della Wolfram&Hart..” la fissò e Buffy capì.

“Dunque” sussurrò “Dunque è..è morto con Angel, in quella battaglia..” cercò i suoi occhi.

“Così credevamo”.

Andrew credette che la Cacciatrice sarebbe svenuta davanti ai suoi occhi. Le andò vicino e la sorresse “Forse è meglio che ti siedi qui..” la condusse al divano e la fece accomodare.

“Ti prego, Andrew, dimmi tutto..” sussurrò cercando di trattenere le lacrime.

III

Nessuno del gruppo di Angel era sopravvissuto alla battaglia con i demoni. Tutti morti. O così avevano creduto. Poi, circa due settimane prima, in seguito ad una segnalazione, alcuni agenti dell’organizzazione si erano recati in un piccolo paese della California, Modesto, e avevano svolto alcune ricerche. L’avevano trovato. Viveva in un bungalow sul mare, che aveva affittato alcuni mesi prima, dopo l’uscita dall’ospedale. Infatti, avevano scoperto che era stato ricoverato in una clinica per vari mesi, dopo che la polizia l’aveva trovato, in fin di vita, in un vicolo a Los Angeles. Dopo un breve periodo di coma, si era risvegliato e piano piano aveva recuperato, fisicamente, anche se non aveva ritrovato i ricordi. Un caso grave di amnesia. Per questo, l’aveva seguito a lungo una psicologa, senza tuttavia risolvere nulla. Sapevano solo che forse era inglese, per via del suo accento, che amava scrivere poesie, che non aveva una famiglia, infatti nessuno l’aveva cercato. Così, una volta dimesso, Spike si era stabilito a Modesto, dove viveva la psicologa, che l’aveva aiutato a trovare un alloggio e un lavoro nel giornale locale. Pare che si occupasse della pagina degli spettacoli.

Buffy aveva ascoltato tutto il resoconto in silenzio, incredula. Quelle verità le piovevano addosso come pietre, scagliate da chissà dove. Ma, nella nebbia che l’avvolgeva, c’era una domanda che le girava in testa..e alla fine chiese ad Andrew “Ma perché..perché quando si è trovato da Angel non è venuto da me?..Angel sapeva dov’ero..”.

Andrew sospirò “Cara. Non appena si è trovato a Los Angeles voleva correre da te..ma poi..qualcosa l’ha frenato..non so che cosa..” infilò le mani in tasca “E poi, in realtà, lui è venuto, una volta, a Roma”.

“Cosa?” gli domandò sbalordita.

“Si. Quando stavo in casa con voi..” abbassò lo sguardo “Quando c’era di mezzo la questione dell’Immortale”.

“Tu..tu l’hai visto..” lo osservò, incerta se colpirlo o dargli la possibilità di spiegarsi.

L’Osservatore annuì “Sì. E’ venuto con Angel, in missione. Ma non.. non hanno voluto incontrarti..Credevano che stessi con l’Immortale. Gliel’ho lasciato credere.. ebbi l’ordine dal.. Consiglio..” sostenne il suo sguardo infuriato “Ma ho pensato che le vostre strade si sarebbero incrociate di nuovo, se fosse stato destino..e così.. ho obbedito”.

Buffy era frastornata. Non si rendeva nemmeno conto di quanto le era stato svelato.. Non era certa di aver capito tutto. Ma di una cosa poteva essere certa..perché l’aveva vista.. Era vivo, Spike era vivo..

Sentì le lacrime pungerle gli occhi. Si voltò e guardò fuori, il sole che inondava la città. Poi, un pensiero la colpì. Guardò di nuovo Andrew “Oh, mio Dio.. Andrew..se è lui..”.

“E’ lui, non c’è alcun dubbio” ribadì il ragazzo.

“..era sulla spiaggia..al sole..” le si seccò la gola. Improvvisamente, una incontrollabile frenesia l’aveva assalita “..questo significa che..”.

“Proprio così, Buffy. Pensiamo che non sia più un vampiro. Un incantesimo o..”.

“O la profezia Shansu” terminò lei.

I due si guardarono. Andrew annuì “Noi crediamo che sia successo. Spike ha guadagnato la sua umanità”.

Buffy smise di combattere con le lacrime e si lasciò andare. L’Osservatore rimase sgomento. In fretta, le porse un fazzoletto “Oh, Dio. Se avessi saputo di questa reazione..accidenti, mi dispiace. Non sapevo che ci tenessi così tanto..” le strinse le spalle e la guardò meglio “Sono un giovane osservatore, lo so, ma credo di aver abbastanza esperienza per capire che..” spalancò gli occhi “Oh, santo cielo. Tu e Spike..” ma lo sguardo di lei lo zittì.

IV

La Porche di Andrew era sparata sulla strada in direzione Modesto.

Non sapeva se era la cosa giusta da fare. Ma era quello che voleva il suo cuore. Andrew non l’aveva ostacolata, anzi. La stava portando da Spike.

Da che erano partiti, non avevano più parlato. Andrew immerso nei suoi pensieri, Buffy sgomenta, incerta, felice. Sì, felice che lui non fosse morto, sparito per sempre..Forse non sarebbe cambiato niente. Ma poi pensò che no, in verità era cambiato tutto. Tutto.

La casa di Spike era un buongalow a pochi metri dal mare. Andrew parcheggiò la macchina ed insieme a lei si avviò. C’erano molte persone che passeggiavano, alcuni facevano il bagno, altre prendevano il sole, ormai al tramonto.. la veranda della casa era in ordine, c’erano dei bei fiori in alcuni vasi, due poltroncine in vimini, la zanzariera a proteggere l’entrata.

Andrew salì i primi gradini, poi si fermò “Tu non vieni?”.

Buffy esitò “Non so..se è il momento..”.

“Vieni” le tese la mano “Non c’è ragione di aver paura..credo che sarà lui a spaventarsi. Ricordi? Non sa niente del suo passato..”.

Lei annuì e fece qualche passo “Si. Si. E’ così”.

In quel momento la porta si aprì e sulla soglia comparve Spike. Il cuore si Buffy si fermò. Era lui, anche se era un po’ abbronzato, indossava dei jeans stinti, una camicia bianca e i capelli erano castani e spettinati. Era proprio Spike. E non era più un vampiro.

“Salve..” li salutò sorridendo “..avete bisogno di qualcosa..?” il suo sguardo si posò su Buffy “Ci conosciamo?”.

Lei si riscosse e abbozzò un sorriso “Non..” ma Andrew intervenne “Io sono Andrew Drake e questa è miss Buffy Summers. Vorremmo parlare con lei, signor ..”.

Spike fece un cenno con la mano “No, niente signor. Mi chiamo James” tese la mano, sorridendo.

Andrew la strinse e quando toccò a Buffy, fece altrettanto, smarrita. Era smarrita, confusa, incredula.. Il tocco della sua mano era reale. Quella stessa mano che bruciava tra le sue nei ricordi che la tormentavano da tanti mesi.

“Sediamoci” li invitò, ma l’Osservatore scosse la testa, abbozzando un sorriso “Preferiremmo fare due passi sulla spiaggia, se non le spiace..”.

Camminarono sulla riva. Buffy era indietro di qualche passo e continuava a guardarlo. Aveva le mani sprofondate nelle tasche, la sua carnagione era diversa, abbronzata, ma era indiscutibilmente Spike. O forse era William, il ragazzo morto cent’anni prima, ucciso dal demone che aveva invaso il suo corpo un’infelice e lontana notte?

“Noi siamo qui in rappresentanza di un’organizzazione che ha sedi in tutto il mondo..James” stava dicendo Andrew, lievemente imbarazzato e con un fare evidentemente cauto “ E siamo venuti a chiederle se vuole collaborare con noi..”.

“Io?” si fermò e lo fissò stupito, anche un po’ divertito “Ma io..beh, lavoro al giornale di qua..” divenne serio “Forse non conoscete la mia storia.. Di che cosa vi occupate?”.

“Mi creda. Noi la conosciamo molto bene” lo interruppe Andrew.

“Sapete del mio..problema, dell’amnesia?” li guardò “Si.. io non so niente di com’ero, di che vita ho condotto prima di..di adesso..Non so nemmeno se ho avuto una vita..” lo disse abbassando lo sguardo “Scusate..ma ne sono uscito da poco tempo..”.

Fu a quel punto che Buffy decise. Spike si meritava molto più di questo, di una vita senza passato, senza radici, senza certezza. Non è nell’oblio che riavrà la sua umanità.

Si avvicinò ai due uomini e disse “Noi sappiamo chi sei”. Andrew si voltò e le pose una mano sul braccio, come per fermarla, ma Buffy scosse la testa “..è giusto così. Spike vorrebbe sapere..”.

Si trovò di fronte a Spike, che appariva sorpreso “Mi conoscete?..Sapete chi..chi sono?”.

La Cacciatrice annuì “Si. Il tuo nome è..William, ma sei conosciuto anche come Spike” gli rivelò, tremante. Mai si era sentita così decisa e vulnerabile allo stesso tempo.

“Buffy, non devi..” fece Andrew.

“Lui deve sapere. Rivoleva la sua umanità, lo so. Rivoleva tutto, anche il rimorso, il rimpianto, il dolore. Voleva essere umano” sussurrò, con la voce rotta dal pianto “E io..voglio che lo sia”.

Sotto lo sguardo turbato di Spike, Andrew annuì “Si, hai ragione. Ma non è questo il posto né il luogo” si rivolse a Spike, mostrando un’autorevolezza che Buffy non gli aveva mai visto “Quindi, ora lei verrà con noi, a Los Angeles e le spiegheremo ogni cosa”.

 

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Capitolo 12
*** Shansu ***


I

Il silenzio, nell’ufficio di Andrew, era assoluto.

Andrew era seduto alla scrivania, Spike di fronte a lui e Buffy in piedi, appoggiata alla vetrata con vista sulla notte di Los Angeles.

Spike stava sfogliando delle carte, e leggeva laddove qualcuno aveva sottolineato con una penna rossa o evidenziato con post it. Sul tavolo, c’era anche il medaglione dal cuore opalescente. Spike lo prese e lo rigirò tra le mani, osservandolo.

Buffy non aveva distolto lo sguardo un secondo. Forse perché aveva paura di svegliarsi da un sogno o di assistere alla reazione di lui di fronte a tutto questo..

Erano chiusi lì dentro da diverse ore. Nessuno li aveva disturbati, ma ovunque nel mondo, nelle varie sedi dell' organizzazione, erano tutti in attesa, quasi in preallarme.

Erano le quattro di mattina quando Spike alzò la testa dalle carte e posò gli occhi su Buffy e poi su Andrew. Per una frazione di secondo, la Cacciatrice riconobbe lo sguardo di ghiaccio di William Il Sanguinario, ma fu soltanto un attimo. Spike si accomodò meglio sulla sedia e guardò fisso davanti a sé, le braccia conserte.

“Non riesco a credere..quasi a niente di quanto leggo. Insomma..vampiri, apocalissi, bocche dell’inferno..anime recuperate..” sbuffò “Mio Dio, sono finito in un romanzo dell’orrore?” fece un sorrisetto, ma era chiaramente forzato.

Buffy capì che ciò che più lo sconvolgeva era la sua vera identità, ciò che era stato per più di un secolo, il demone che torturava ed uccideva le sue vittime per il puro piacere di farlo o per nutrirsi e sopravvivere. Lo capiva, certo, ma non riusciva neanche ad immaginare il marasma che lo stava travolgendo.

Tornò al presente quando sentì il suo sguardo su di sé “Tu..sei una Cacciatrice di vampiri. Quella che doveva uccidermi. Una prescelta..E io ho ucciso due di voi..”.

Improvvisamente, Buffy realizzò che lui non ricordava niente e quindi neanche il loro amore, tutto ciò che li aveva uniti, le promesse che si erano fatti reciprocamente.. E non ricordava nemmeno quell’ultimo momento insieme, che era così vivido nella sua memoria.

Spike si alzò dalla sedia, imbarazzato “Ora..ora io non sono più quella cosa..insomma..vivo sulla spiaggia..mi nutro normalmente..ho un’anima perché ho combattuto i demoni e ho salvato il mondo..” balbettò, sotto lo sguardo preoccupato di Andrew.

“Si” confermò Buffy “ Io so che cosa hai passato.. e l’hai fatto due volte. Ho creduto che fosse giusto che tu sapessi tutto..Spike..” s’interruppe e poi riprese “Insomma..tu l’avresti voluto sapere”.

Lui la scrutò “..mi conoscevi bene..”.

Andrew intervenne “Bene. Direi che per stanotte è già troppo. E’ ora di andare a fare una bella dormita” simulò uno sbadiglio “Allora, Buffy, una macchina ti accompagnerà all’hotel dove ti ho prenotato una camera..E lei..e tu, Spike” si corresse “Vuoi tornare a casa o una camera in albergo offerta dall’organizzazione va bene lo stesso?”.

“Ok. Forse è meglio che io rimanga qui. Non credo.. di aver finito di conoscermi” considerò imbarazzato.

“Giusto. Allora, l’automobile vi scorterà all’albergo e ci vediamo domani”.

Il tragitto in macchina fu molto pesante. Erano entrambi seduti dietro; Buffy guardava fuori dal finestrino, frastornata e impaurita, mentre Spike continuava a guardarsi le mani, evitando di alzare lo sguardo. Nessuno dei due disse niente. Scesero nella hall e si diressero all’ascensore, per salire al quinto piano.

Buffy si fermò davanti alla propria camera. Spike si fermò a sua volta “Allora.. buonanotte..Buffy” le disse abbozzando un sorriso “.. anche se è già mattina..”.

Lei annuì “Eh, si.. ti sei portato da leggere..” indicò la cartelletta che stringeva tra le mani.

“Ci sono tante cose che..devo sapere..anche se..” s’interruppe, poi “Anche se non so se voglio sapere proprio tutto. Non penso che sarò fiero di un sacco di cose che ho fatto..se ho capito bene”.

“Spike..cioè, tu, eri un killer, è vero” gli disse “Eri un vampiro, sanguinario e senza scrupoli. Eri un vampiro, senz’anima” la voce le morì in gola “ Ma alla fine..insomma..eri cambiato. Avevi il chip..”non riusciva a non guardarlo. Ricordava il suo sguardo quando la abbracciava e baciava, quando le diceva di amarla..

Si voltò per aprire la porta “Beh, adesso è tardi.. Ne parliamo più tardi, se vuoi”.

Spike rimase ancora un po’ davanti alla sua porta, scombussolato e insicuro, molto più di prima.

II

A svegliarla, fu un leggero bussare alla porta. Si alzò dal letto ed indossò la vestaglia.

Era Spike. Lo trovò ancora vestito sulla soglia.

“Mi chiedevo..se potevamo fare colazione insieme..” le indicò il carrello che aveva accanto “E’ tutto pronto”.

Buffy lo fece entrare. Lo guardò apparecchiare la tavola e ripensò alla mattina che si era svegliata nella sua cripta e lui aveva preparato la colazione. Ma ora non era più la stessa cosa. Aveva davanti un uomo, non un vampiro che nel frigo non aveva altro che sangue e alcool. Spike si accorse del suo sguardo e si bloccò “Ho fatto qualcosa di sbagliato..?Forse volevi stare da sola..”.

Ma lei scosse la testa “No..” gli sorrise “E’ che..sono contenta che tu sia..sia vivo..” riuscì a dire.

La fissò turbato “Beh., è l’ultima cosa che ci si aspetterebbe da una Cacciatrice..” scherzò.

“Tu non eri..oh, si, eri un killer..ma sei cambiato, prima..prima dell’apocalisse”.

“Per il chip” disse serio.

“Anche per quello. Si. Non ti permetteva di colpire né di mordere gli esseri umani e così..” sospirò.

“Un cane rabbioso con una museruola” fece Spike “Ero questo, non è vero?”.

Buffy lo guardò. Aveva un’anima, ma era sempre così istintivo, risoluto, andava dritto al punto. La miglior difesa è l’attacco anche per questo nuovo Spike. Gli sorrise “L’idea era che il tuo comportamento potesse essere modellato e costretto a modificarsi. E credo che l’esperimento sia riuscito. Hai combattuto al mio fianco tante volte, hai difeso Dawn quando io..non c’ero, abbiamo formato una buona squadra, nonostante tutto”.

“..e ho deciso di morire sulla bocca dell’inferno” sorrise sedendosi al tavolo.

“Si, è andata proprio così” fece Buffy, ricordando le ultime ore che avevano passato insieme. Stupita, lo osservò bere il caffè, servirsi di biscotti e marmellata.. Mio Dio, c’era riuscito a diventare un uomo. Il suo pensiero corse ad Angel, morto sul campo.

“Che cosa vuole da me, adesso, l’organizzazione?” le domandò subito dopo.

“Precisamente, non lo so. Ma per come lavoriamo noi, in modo ufficioso, tu saresti un’ottima risorsa, ovunque decidessi di andare”.

“Ma non so combattere, né conosco alcun che sulle scienze occulte”.

“Non si dimentica la tecnica del combattimento” gli rispose, ricordando i loro duelli all’ultimo sangue “Sai combattere, Spike.. va bene se ti chiamo così?”.

“E’ il mio nome” fece lui.

“E’ come andare in bicicletta, credo. Basterà un pò di allenamento, se deciderai di stare con noi”.

Spike appoggiò la tazzina sul tavolo e disse, esitante “Ma da quanto ho letto sono conosciuto. I vampiri mi conoscono. .potrei essere una mina vagante..un facile bersaglio..”.

“Tu non sei più un vampiro. Sei vivo. E sei unico. E’ cambiato tutto” gli rispose decisa. Poi, si alzò “Mi vado a vestire. Andrew si chiederà dove siamo finiti”.

III

Il Consiglio aveva ascoltato attentamente il racconto di Andrew. Tra i consiglieri c’era anche Giles, che rimase profondamente colpito dalle novità. La decisione fu quella di offrire a Spike un ruolo nell’organizzazione e lasciar decidere a Buffy quale fosse la posizione più consona a lui. A questo proposito, Giles fu perplesso e chiese ad Andrew di conferire con lui privatamente. Così, tolta la seduta, si sentirono in video chat.

“Questa è senz’altro una buona notizia ma..” iniziò Giles, ma Andrew intervenne “So quel che c’è stato tra loro, capo. Buffy non ha avuto bisogno di dirmelo, le si leggeva in faccia. Era innamorata del bel vampiro..e credo che anche lui..”.

“La loro relazione era molto complessa. Sai.. ma lui era cambiato e si fidavano, l’uno dell’altra..” considerò Giles “E’ comunque opportuno osservare l’evolvere della situazione..”.

“Ma se anche ci fosse un ritorno di fiamma, chiamiamolo così.. a questo punto, che male ci sarebbe? Lui non è più un vampiro. La profezia Shansu gli ha reso l’anima e non è morto nella lotta con i demoni..”.

“Non hai detto che si è dimenticato tutto?”.

“Certo, l’amnesia lo affligge. Ma l’amore, caro Giles, non è un fatto di cervello..o di memoria..è un’altra cosa, anche se per voi inglesi è dura da capire”.

“Intendi dire che potrebbe ricordare ciò che lo legava a Buffy? Ma non era certo amore..Lui non aveva anima!”.

“Si, si..” fece annoiato “Ma come ha fatto un essere senz’anima a sacrificare sé stesso per salvare il mondo dall’apocalisse targata Sunnydale? Ricordi?”.

In quel momento, Buffy e Spike entrarono nell’ufficio di Andrew ed egli tolse il collegamento istantaneamente. Li guardò. Lei, con jeans e camicetta bianca, era un po’ pallida, forse ancora troppo turbata, mentre lui, vestito più o meno come lei, aveva un’aria pensierosa. Decise di andar loro incontro con un bel sorriso “Ben tornati.. avete già fatto colazione?”.

Buffy annuì “Si… Dobbiamo decidere..”.

“Quanta fretta, cara. E Spike, che cosa dice?” lo guardò.

“Che ho saputo troppo e troppo in fretta..e malgrado questo..vorrei iniziare”.

“Iniziare..cosa?” li fissò sorpreso.

Pochi minuti dopo, Buffy e Spike erano nella palestra attrezzata della sede, in tenuta sportiva. Si fronteggiavano. Lui aveva un’aria un po’ smarrita e lei era tesa. Se lo colpiva troppo forte, magari gli rompeva qualche osso..Decise di essere cauta. Lo colpì senza troppa forza con un pugno sul mento e sebbene sbalordito, Spike si riprese e la colpì a sua volta, evitando l’altro gancio che Buffy fece partire. Subito, la lotta entrò nel vivo. Buffy lo colpì con un fulmineo calcio e lui, per tutta risposta, la trattenne e la rigirò, facendola cadere a terra.

La ragazza si voltò a guardarlo “Ben fatto”. E vide di nuovo quella luce nei suoi occhi, una luce fredda e decisa. C’è ancora William, là dentro, da qualche parte.. Questo pensiero la spinse a rialzarsi e a prendere la rincorsa, per sferrargli un colpo sul fianco che lo fece barcollare. Riuscendo a mantenersi in equilibrio, Spike si voltò di scatto e la colpì sulla schiena con due colpi, in sequenza. Buffy si allontanò rapidamente e disse “Ottimo..” e intanto ricordava quel che lui le diceva sempre, ogni volta che si erano battuti, per strada, in qualche cantina, al Bronze e anche in quella casa abbandonata, dove aveva avuto inizio tutto quanto.. “Vuoi ballare con me, Cacciatrice?..”. Questo ricordo improvviso la fece partire alla carica. Si gettò su di lui, a testa bassa e lo colpì allo stomaco, involontarie lacrime le offuscarono la vista. E Spike la bloccò prendendola per le braccia, facendole fare una piroetta e gettandola a terra, placcandola. Si trovò così sopra di lei, a pochi centimetri dal suo viso.

La fissò. Era evidentemente stupito della propria abilità e anche dei suoi occhi umidi.

“Che cosa.. ti succede?” sussurrò col fiatone. Buffy scosse la testa, senza dire niente.

Un momento dopo, Spike si avvicinò di più e la baciò. Profondamente, come aveva sempre fatto, invadendo la sua bocca senza trovare alcuna resistenza.. Ma ad un tratto, Buffy lo allontanò e si rimise in piedi. Si guardarono per un istante che parve ad entrambi eterno. Poi, fu lei a mormorare “Per oggi..per oggi l’allenamento è finito..” e si diresse alla porta, rifugiandosi nello spogliatoio. Una volta dentro, si appoggiò alla porta e pianse. Era troppo..è quello che voglio? Lo rivoglio per me?

Si gettò sotto la doccia, e vi rimase a lungo. Lasciò che l’acqua calda le scivolasse addosso, mentre ripensava a tutto ciò che aveva condiviso con Spike, ai suoi baci, alle sue carezze.. Si sfiorò le labbra e si rese conto che davvero per lei non era cambiato niente.

Parlare con Dawn fu la cosa più difficile. Trovare le parole per spiegarle quanto accaduto. La ragazza l’ascoltò e poi disse “Sono felice..anche se non riesco ad immaginarmi Spike abbronzato..” considerò e poi venne al punto, con la sua solita franchezza “E fra di voi? Vi siete rimessi insieme?”.

Buffy soffocò un’esclamazione “Ma che cosa dici!” sospirò “Non si ricorda niente..non ricorda quel che..che c’è stato tra noi. E forse è meglio così” non le disse del bacio in palestra, anche perché doveva lei stessa rendersi ancora conto di quanto stava succedendo.

“Magari, questo se lo ricorderà, prima o poi” disse maliziosa.

Andrew la trovò in ufficio “Ehi..allora, come è andata? Come si comporta in palestra il nostro redivivo?”.

“E’ forte. Ha la stessa tecnica, mi ha steso.. tre volte” lo informò imbarazzata “Credo che se dovesse accettare di entrare nell’organizzazione, potrebbe andare bene ovunque e per qualsiasi missione”.

“E dove lo vorresti mandare?” le domandò sedendosi alla scrivania.

“Non lo so.. Decidete voi del Consiglio..”.

L’Osservatore le sorrise “Buffy. So a che cosa stai pensando”.

“No” obbiettò subito “E lascia perdere, Andrew, sennò ti mando ko”.

“Oh, che gentile..comunque, te lo dico seriamente, cacciatrice. Tu lo ami, come allora. Non è così? Guarda, ne sono certo come del sole che sorge ogni mattina” le strizzò l’occhio “E non hai tutti i torti. E’ affascinante, belloccio, si è sacrificato per il mondo intero..Certo, ti comprendo. Quindi..portalo con te”.

“Che cosa? Intendi, a Roma?” scattò in piedi “No. Le cose sono cambiate..per sua fortuna”.

“Buffy. I sentimenti non passano. Quasi mai. La verità del cuore è sempre la stessa. Fidati. Ho una certa esperienza..” sotto il suo sguardo scettico, mormorò “Non esperienza diretta, va bene. Ma so, perché come osservatore è questo il mio compito, so che è così. Se vi amavate prima, vi amerete anche adesso..è fuor di dubbio”.

“Ma non aveva l’anima..” tentò di obiettare.

“Oh, ancora questi discorsi..Ci puoi giurare?” la scrutò “Portalo con te. Magari supererà la sua amnesia e ricorderà ogni cosa. Anche quello che avrebbe voluto scordare e che non è nei nostri archivi..”.

Buffy non replicò. Si immerse nei propri pensieri e rimase lì, mentre Andrew cominciava a lavorare alle sue carte.

IV

Spike era seduto sugli scalini della hall. Buffy capì che la stava aspettando. Le andò incontro. Era così bello, così diverso e sempre uguale..

“Possiamo parlare?” le chiese tenendosi ad una certa distanza.

Queste parole le ricordarono quando lui la inseguiva ogni notte, tentando di parlarle del bacio che si erano scambiati al Bronze.. Non voleva ripetere ancora gli stessi errori di allora. Annuì e lo seguì fuori, nel giardino dell’hotel.

Si fermarono accanto alla fontana e Spike iniziò “Non voglio mentire..Sono confuso” sorrise imbarazzato “E non solo per quello che ho scoperto di me stesso e del mondo che mi circonda..Sono confuso anche da quanto è successo in palestra” la guardò “Ho tentato di convincermi che era il momento che mi ha ingannato..che mi ha spinto ad un’azione..istintiva ed inopportuna..ma non ha funzionato.. Volevo..volevo sapere da te se questo che sento..è reale o sto immaginando ogni cosa..Insomma..ti guardo e..non so” mormorò “Non so se è un fatto di stress..”.

Buffy tremava, dentro. Cercava di mostrarsi fredda e padrona della situazione, ma lui la stava mettendo alle strette. Non sapeva che cosa rispondergli.

“Ti ho visto con le lacrime agli occhi e..non so perché..ma mi è parso naturale..agire” cercava le parole, era evidente. Incrociò ancora i suoi occhi “Che cosa c’era, tra noi? Perché qualsiasi cosa fosse..beh, mi confonde”.

La domanda rimase sospesa tra loro. Lei non voleva rispondere, non poteva rispondere e rovesciargli addosso sentimenti che non ricordava, conflitti che erano scomparsi dalla sua memoria..non poteva farlo.. ma lui riprese “Aiutami a capire, Buffy. Perché ciò che sento è confuso..e da quando ti ho incontrata e ho saputo del mio passato orribile..non so più chi sono io ma tu sei da qualche parte, dentro me..”.

E le parole le uscirono come una valanga. Mantenendo una freddezza che non sapeva di poter sostenere, gli disse del loro rapporto, del sentimento che li aveva uniti, del conflitto che l’aveva portata ad allontanarlo da sé e a ricercarlo.. Alla fine, si sentì meglio. Era come svuotata, leggera, incolpevole. Non era mai stata colpa sua, se si era innamorata dei un vampiro sanguinario, né era sua la responsabilità se, nonostante tutto, lui era riuscito a ricambiarla in modo così totale..

Lo guardò negli occhi. E’ lui, lo vedo, lo riconosco, è Spike..

Spike le si avvicinò e allungò una mano per accarezzarle il viso. Passò la mano intorno al suo collo e la attirò a sé. Cercò le sue labbra, proprio come quella mattina, e la strinse a sé, aderendo completamente al suo corpo. Poi, la guardò ancora. Nei suoi occhi blu, Buffy vide un uragano scatenato. E capì che da qualche parte anche se non a livello di coscienza, lei c’era.. Improvvisamente, sentì il suo desiderio e si lasciò trascinare nell’ombra, a terra, e lasciò che la spogliasse, e la accarezzasse ovunque. Fecero l’amore lì, nel buio del giardino deserto.  

Il silenzio tra loro cadde come una pietra. Spike era abbandonato sul corpo di lei, immobile, Buffy era sconvolta. Voleva alzarsi e scappare via.. Si mosse appena, e lui capì. Si scostò per lasciarla andare. Lei raccolse i propri abiti senza alzare lo sguardo.

“Buffy” la chiamò senza ricevere risposta. Allora le andò accanto e le toccò un braccio “Buffy”. La costrinse a guardarlo “Io..io non so che mi è preso..” ma l’espressione di lei lo ammutolì. Lo fissava disperata, gli occhi gonfi di pianto..Fece per dirle qualcosa, ma lo precedette “Io ti amo” gli disse “E non..non posso continuare a ignorarlo..non posso..”.

Spike non seppe risponderle. La lasciò andare via. E Buffy si rifugiò nella propria camera, chiudendosi dentro. Devo partire, devo tornare a casa. Via di qui.

Andrew la fissava arrabbiato “Non puoi andare via così, senza preavviso, nel bel mezzo di una missione”.

“Questa non è una missione” ribatté “Non è la mia missione. E’ lavoro tuo, qui a Los Angeles” gettava alla rinfusa gli abiti nella valigia “Io ho finito”.

“Dobbiamo ancora decidere per Spike”.

“Può decidere da solo. Per sé” rispose dura “Non è più un vampiro sanguinario, l’hai capito, Osservatore? E’ umano, come me e te, quindi..Ha diritto alla sua scelta”.

Andrew non disse altro. Scoraggiato, si diresse alla porta ma prima di uscire mormorò “Pensaci bene, Buffy. Spike è forte, è sempre stato legato a te, è cambiato..” ma lei non lo ascoltava più. Cercava di riempire la sua valigia senza badare alle lacrime che la accecavano e fu sollevata quando il ragazzo fu uscito.

Dieci minuti dopo, era fuori. Aveva chiamato un taxi, diretto all’aeroporto e fece un viaggio terribile. Avere ritrovato Spike come era accaduto la notte scorsa l’aveva distrutta. Sommersa di ricordi e conscia che per lui non era così.. Non poteva farcela, aveva già sofferto troppo.

Salì sull’aereo col cuore in tumulto. Di nuovo, via da lì, per sempre. Senza Spike.

 

 

 

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Capitolo 13
*** As You Are ***


I

Dawn la guardava dalla sua scrivania. Buffy sentiva quello sguardo su di sé, ma non voleva ricambiarlo. Dawn non aveva capito né approvato e l’aveva espresso più volte, da quando era rientrata da Los Angeles.

Era inutile tentare di spiegarle come si sentiva. Era nel marasma  completo e fare di nuovo l’amore con lui l’aveva confusa ancora di più. Si svegliava di notte e pensava ininterrottamente al nuovo Spike che aveva incontrato e che le piaceva, perché non aveva perso niente di tutto ciò che l’aveva attratta.

Fu Tara a trovarla. La vide entrare nella sede dell’organizzazione dalla telecamera e poco dopo era sulla soglia del suo ufficio.

“Ciao, Buffy” la salutò. Entrò e le si sedette di fronte “Il viaggio in Tibet è stato interessante, ma che fatica.. I monaci sono veramente dei grandi e mi hanno insegnato un sacco di cose..” notando il suo sguardo, disse “Ok. Non sono qui per raccontarti le mie avventure. Sono qui per la faccenda di Spike”.

“E’ già risolta. E’ tornato umano. E’ sopravvissuto alla battaglia con i demoni di Angel e ora lavorerà in America, con Andrew” disse decisa a non dilungarsi sull’argomento.

“Ah, si? Hai già risolto? Bene” la sbirciò “E allora come mai ho ricevuto una telefonata isterica da Andrew? A parte il fatto che  ha anticipato a me e a Willow il rientro, io non ho capito. E’ tornato, Buffy. Ed è umano.. La profezia l’ha cambiato, per sempre..E tu..rinunci, proprio adesso?”.

Buffy la guardò trattenendo le lacrime..Mio Dio, non faceva altro che piangere negli ultimi tempi..

“Vedi? Perché sei scappata via?”.

E si trovò a raccontarle quanto era accaduto, senza omettere niente.  Tara non sembrava sorpresa. Alla fine sussurrò “Spike ha dimenticato tante cose, tutto della sua..vita e forse è stato un bene. Un regalo del fato” sorrise “Ma non ha dimenticato l’amore per te. Le cellule del suo corpo ti hanno riconosciuto, subito.. Tu hai fatto la stessa cosa. Buffy” le strinse una mano “Non tirarti indietro, proprio adesso”.

“Andrew ti ha chiesto di dirmi queste cose?” le domandò con espressione sospettosa.

“No. Mi ha detto di farti ragionare sulla questione e io la intendo così” alzò le spalle “L’amore non si incontra spesso, nella vita. E tu devi prendere questo treno”.

Rimasta sola, Buffy prese il telefono in mano..ma mentre faceva il numero della sede a Los Angeles, si fermò e chiuse. Non era ancora il momento.

II

Willow accolse Spike all’aeroporto. Lo vide scendere dall’aereo dell’organizzazione e rimase senza parole. Credeva di essere preparata, ma si accorse che non era davvero così. La sua carnagione era sana, era vestito con colori chiari, i suoi capelli, adesso di un caldo castano, erano spettinati e gli davano un’aria da ragazzino che le piacque.

Oh, mio Dio, è Spike, è proprio lui, ed è vivo.

Gli andò incontro, sorridendo, e si presentò subito, notando il suo sguardo smarrito.

“Sono Willow. Ciao..noi ci conosciamo ma tu non te lo ricordi..e così..” tese la mano e lui la strinse, imbarazzato “Ah. Mi conoscevi quando..”.

“Si da vari anni. Fin da quando mi hai rapito per un filtro d’amore e hai minacciato di azzannarmi se non te lo preparavo” gli disse. Spike divenne serio all’istante e la ragazza si rese conto di averlo scioccato, probabilmente “Oh. Beh. E’ successo vari anni fa. Non hai più fatto cose simili..Anzi, c’era una certa stima fra noi e abbiamo anche collaborato, contro il male primigenio..” tentò di rassicurarlo. Poi si voltò “Andiamo, l’automobile ci aspetta fuori”.

Durante il viaggio, Willow scoprì che Spike sapeva dai documenti che era una potente strega, amica di Buffy da molto tempo.. La ragazza annuì poi disse “Si. Ma c’è qualcosa che non troverai nei documenti..” e gli raccontò degli ultimi tempi, della piega che aveva preso la loro relazione, della confidenza che c’era tra loro..

“Tu..hai fatto questo..” la fissò, riprendendosi da quel fiume di parole “Non so che cosa dire..Io ero..ero un vampiro sanguinario..senz’anima..” si fermò quando sentì la mano di lei sul braccio “Basta con questa storia. E’ vero, eri un vampiro..ma stavi cambiando. Non so come, ma tu sei cambiato. Amavi Buffy e hai combattuto con noi. Sei morto per salvarci e per salvare il mondo da quei demoni orribili..e l’hai rifatto..” sospirò “Non so davvero come altro dirvelo”.

“Anche a Buffy l’hai detto?” chiese sommessamente.

“Sì. Da allora. Sempre” lo fissò “Ma lei lo sa già..lei ti ama, ti ha sempre amato..Questo non significa che tu debba ricambiarla per forza..Ma se c’è una possibilità..”.

“Io sono innamorato di lei” fece lui e Willow riconobbe Spike in quel tono, quasi capriccioso.

“So che sembra assurdo, ma è così. Santo cielo, non ricordo altro che questo..” continuò scuotendo la testa “Nient’altro. Neanche riesco ad immaginarmi con i denti da vampiro.. mordere gente inerme..” smise di parlare “Ma sento che lei..” abbassò lo sguardo, come cercando le parole “..lei c’era, non so come ha potuto ma..” la guardò ancora, smarrito “..una come lei..come ha fatto a mescolarsi con uno come William il Sanguinario?”.

 “L’amore è una sorta di magia. Un’alchimia. E fra di voi è scattata. Non subito..tu eri..beh..non eri un tipo facile. Certo che no. Avete passato un paio d’anni a tentare di ammazzarvi a vicenda. Roba passata”.

Willow cercò le parole, poi riprese  “Il destino ti ha concesso di dimenticare la crudeltà, Spike. Questa è un’ulteriore occasione. Non perderla.. ora sei libero”.

III

Lo trovò appoggiato alla porta di casa, nel pianerottolo. Lei si fermò sull’ultimo scalino e Spike mormorò “Mi ha aperto un tuo vicino”.

Buffy non si mosse. Poteva ancora voltarsi e scappare, oppure cacciarlo via, oppure..

“Devo parlarti. Posso?” le domandò. E lei ricordò tutte le volte che l’aveva inseguita, nella notte di Sunnydale, prima che lei cedesse, che capisse, che ascoltasse sé stessa.

Annuì. Gli passò accanto, aprì la porta e lo fece entrare. Spike rimase in piedi sulla soglia, imbarazzato. La guardava togliersi la giacca, accendere la luce, dirigersi in cucina.

“Preparo il caffè. Ne vuoi?..” gli domandò. Egli annuì, seguendola.

Era chiaro che non sapeva come iniziare, che parole usare, che cosa dire.. Buffy si appoggiò al tavolo e lo guardò “Spike, dì qualcosa..”.

Ma lui, invece di parlare, le si avvicinò e le prese il viso tra le mani, baciandola. Buffy, colta alla sprovvista, dapprima tentò di opporsi, ma poi cedette a quella frenesia. Lo abbracciò. Spike la sollevò e la strinse di più, adagiandola sul tavolo. In un attimo, fu sopra di lei e la fissava, gli occhi pieni di desiderio.

“Non ho smesso un attimo di pensare a te, in questi giorni. Un solo attimo. So che sei dentro me, lo sento e lo voglio, Buffy” la scrutava e lei poté sentire il suo cuore martellargli nel petto. La cosa la emozionò e le riempì gli occhi di lacrime. Lui riprese “Dimmelo, se è così anche per te” gli tremava la voce “Dimmi che mi ami, nonostante tutto quello che sono stato..”.

Buffy gli appoggiò le mani sulle guance in fiamme e lo guardò, sentendosi improvvisamente al posto giusto, nel momento giusto.. “Io ti amavo già, Spike. Ho visto il tuo cambiamento..già allora. Io ti ho sempre amato..”.

Lui appoggiò la testa sul suo seno, stringendola. Buffy affondò le mani tra i suoi capelli e lo accarezzò. Lo sentì rialzarsi e sentì le sue mani ovunque, la sua bocca ovunque.  Quando fu dentro di lei, non poté fare a meno di gridare e lui spense il grido con un bacio, profondo ed indimenticabile.

IV

Giles ricevette l’invito mentre si riposava in giardino, al debole sole di maggio. Una giornata di sole, finalmente. Se ne stava sulla sua poltrona preferita, un plaid sulle gambe, un libro aperto sulle ginocchia.. Un paradiso, per uno come lui..

La cameriera appoggiò il vassoio del the sul tavolo. Giles notò la lettera. La prese e lesse.

Era un cartoncino bianco, con una cornice dorata che racchiudeva una scritta in corsivetto inglese:

Invito.

 Aprì il biglietto e lesse ad alta voce, “William Shelby e Buffy Ann Summers sono lieti di invitarLa alla cerimonia di nozze che si terrà presso la Chiesa di San Cristoforo a Roma, il dieci di giugno prossimo venturo..” la voce gli mancò. Dovette rileggere un paio di volte.

Oh, mio Dio, e dunque è successo, pensò togliendosi gli occhiali. Era stato Andrew, in verità, a spiegargli come erano andate le cose. Gli aveva aperto gli occhi, sulla relazione tra la cacciatrice e il vampiro.. l’ex vampiro, a questo punto. Andrew era contento che si fossero ritrovati. Adorava il lieto fine, era un sentimentale..

 Pensò che ci sarebbe andato, al matrimonio della sua pupilla. Voleva vedere con i suoi occhi la nuova vita di Buffy. E avrebbe parlato al nuovo Spike..santo cielo, uno Spike umano ed inglese, come era lui.

Ripose il biglietto sul tavolo e cominciò ad assaporare il suo the, come faceva ogni pomeriggio da quando era rientrato in Inghilterra.

 

E questa è la fine. Ringrazio tutti quelli che hanno letto e commentato e anche quelli che non hanno commentato. So che non è andata così, ma in un mondo alternativo, forse..
Grazie a tutti e a presto.
Ezrebet

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