Magic Falls

di Frafra93
(/viewuser.php?uid=109948)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** introduzione ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 - nuova arrivata ***
Capitolo 3: *** capitolo 2 - Notivà ***
Capitolo 4: *** capitolo 3 - nuove conoscenze ***
Capitolo 5: *** capitolo 4 - il passato ritorna ***
Capitolo 6: *** capitolo 5 - sorpresa & paura ***
Capitolo 7: *** capitolo 6 - spiegazioni ***
Capitolo 8: *** capitolo 7 - gita inaspettata ***
Capitolo 9: *** capitolo 8 - ***
Capitolo 10: *** capitolo 9 - facciamo una gita ***
Capitolo 11: *** capitolo 10- Riprendersi ***
Capitolo 12: *** Capitolo- 11 preparativi ***



Capitolo 1
*** introduzione ***


INTRODUZIONE

Francesca

 

 Ciao mi chiamo Francesca e se volete sentire la mia storia prima dovete sapere alcune cose su di me.

Primo, io sono italiana e sono felice di esserlo, secondo, come quasi tutti gli italiani sono romantica, terzo, ma che va al primo posto io vivo praticamente solo di musica – è tutta la mia vita -, quarto, il mio passato non è dei migliori, infatti sono rimasta senza famiglia all’età di 7 anni, e ce ne ho messi altri  per trovare dei genitori che fossero disposti ad adottarmi; quindi ogni volta che qualcuno per prendermi in giro tocca la mia famiglia mi arrabbio e divento un pochettino isterica e furiosa.

I miei genitori biologici sono morti in un incidente d’auto davanti ai miei occhi, infatti nella macchina c’ero anche io e sono stata l’unica a salvarsi.

Nell’incidente sono morti i miei genitori Claudio e Laura e la mia sorellina più piccola Giada di appena 4 anni.

Ora starete pensando “che tragico”, bè a dir la verità si è parecchio tragico, ma seguendo i consigli di mia madre – Tieni alta la testa e va avanti – oppure – sorridi alla vita e la vita ti sorriderà – o ancora – quello che non ti uccide ti rafforza – in qualche modo dovevo capire che non dovevo arrendermi.

I primi tempi, e con primi tempi intento il primo anno, non volevo vedere delle persone a me sconosciute che volevano adottarmi, quindi ero restia ad affezionarmi alle nuove mamme o ai nuovi papà che poi finivano con il non volermi con loro e mi riportavano in orfanotrofio.

A quanto pare ho avuto un infanzia un po’ infelice, ma non mi lamento, in orfanotrofio avevo tanti amici che come me non riuscivano a trovare una famiglia.

Quando i miei erano ancora vivi, e io avevo 5 anni circa, ricordo che mi misero davanti ad un pianoforte e da li iniziò la mia lunga storia d’amore con la musica.

Quando mi sedevo sullo sgabello del pianoforte di mio padre ero talmente felice che mi dimenticavo di tutto e cominciavo a suonare tutte le note che mi ispiravano, anche se alla fine dei conti quello che ne veniva fuori non si poteva definire musica.

Per mia fortuna nell’orfanotrofio dove stavo, “L’orfanotrofio la nuova luna”, c’era un pianoforte, certo di sicuro non era il pianoforte nero a coda di mio padre,  dove potevo suonare e tornare con la mente a quando i miei genitori erano ancora vivi.

Dopo 3 anni tra orfanotrofio e famiglie affidatarie trovai una coppia di adulti pronti ad adottarmi.

Marco e Giulia, così si chiamavano i nuovi genitori, sembravano molto simpatici la prima volta che li ho visti; erano vestiti eleganti ma non troppo, lui sembrava un uomo d’affari e lei una dolce casalinga oppure un insegnante.

Quella nuova famiglia mi piaceva proprio tanto, Giulia non poteva avere figli a cuasa di un incidente ma ne voleva tanto uno.

Nell’identificare il lavoro che svolgevano entrambi avevo fatto centro, Marco, il padre, era uno dei dirigenti di una compagnia internazionale che aveva sedi in tutto il mondo, Giulia, la madre, era un insegnate che però non riusciva trovare un posto fisso.

Io ci misi un po’ ad abituarmi al nuovo ambiente e i miei nuovi genitori non fecero pressioni - del tipo se ti va puoi chiamarci mamma e papà – dopo qualche mese mi ero adattata così tanto bene che tentavo di fare il possibile per non farli arrabbiare e farmi rispedire diretta all’orfanotrofio, non volevo più andarmene da quella famiglia, mi ci trovavo troppo bene.

Per la prima volta da quando i miei genitori erano morti io stavo bene con gli altri e con me stessa senza sentirmi in colpa perché i miei genitori erano morti e io ero ancora viva.

Con il tempo iniziai a chiamare Marco e Giulia papà e mamma, e loro ne furono così contenti che mi regalarono un nuovo pianoforte a coda bianco lucido e una chitarra classica, tutto questo per incoraggiare il mio talento musicale.

Sono passati quasi 7 anni da quando ho lasciato per sempre l’orfanotrofio e la mia vita va benissimo così, certo i miei genitori naturali mi mancano, ma quelli nuovi sono dei bravissimi genitori.

 

Oggi ho 16 anni e ne compio 17 il 29 ottobre.

Come ogni giorno d’estate che si rispetti fa un caldo torrido e io sono nel retro di casa mia a farmi una nuotatina in piscina con la mia migliore amica Anna.

Anna è la ragazza più corteggiata della scuola dove sto, il liceo “ Jacopo da Montagnata” di Montagnana- pensate un po’ che fantasia -  in provincia di Padova.

Anna è una ragazza molto semplice che ride e scherza come se fosse solo una bambina di 10 anni ma invece ha l’intelligenza di una donna di 30, è alta circa 1 e 65 (all’incirca come me), una carnagione chiara, i capelli di color nero inchiostro troppo lisci per essere veri, gli occhi grigi con delle venature verdi ed è magra con le curve nei punti giusti, ha un viso dolce che ispira sempre fiducia in chi la guarda , con il naso un po’ all’ insù  che le dona molto e con un mento dalla curva molto dolce, della labbra rosse di natura (che i ragazzi trovavano molto sexy) e una fronte non troppo alta che dava il giusto spazio ad una frangetta molto carina.

Insomma la ragazza perfetta, carina, simpatica e intelligente; certe volte penso che lei si faccia vedere in giro con me solo perché così fa una figura ancora più bella come se non bastasse già essere ammirata da ogni ragazzo quando passa.

Ma credendo che comunque le voglio troppo bene per arrabbiarmi con lei, e tentando di credere che sono una bella ragazza anche io questo non mi infastidisce.

Mentre nuotiamo nella piscina una affianco all’altra mi fa uno dei suoi soli discorsi:

-tu sei una bellissima ragazza Fra, sei alta quanto me, se non di più,una bella carnagione chiara che, anche se non sembra, ti dona molto, hai dei bellissimi capelli castani che formano dei perfetti ricci a forma di piccoli boccoli,  hai un sorriso bellissimo e sfavillante, una bocca che potrebbe essere fatta di zucchero filato da quanto sembra dolce, un naso dalla curva dolcissima che serve solo a dare ancora più dolcezza la tuo viso, un mento pronunciato ma dall’aria molto dolce, il tuo viso non ha mai imperfezioni, e fra parentesi non so come fai dato che non usi nessun tipo di trattamento, e come se non bastasse hai anche dei bellissimi occhi. Ti rendi conto che i tuoi occhi sono dello stesso colore della Nutella e in più hai delle bellissime pagliuzze dorate che sembrano brillare?-

-si certo e scommetto che potrei diventare la nuova Miss Universo!!!- dissi in tono sarcastico. Anna non si arrese nel temermi testa e continuò il suo discorso come se non avessi aperto bocca.

-Tu non ti rendi conto di quanto sei speciale, hai un talento per la musica che farebbe impallidire persino Mozart, sei una della persone più simpatiche ed intelligenti che io abbia mai conosciuto,e fidati che ne ho conosciute tante di persone, hai un corpo perfetto con tutte le curve al posto giuste e in più sei dolce e trovi sempre il lato buono delle persone. Credimi non c’è ragazza migliore di te. Certo non sei perfetta perché tutti hanno qualche difetto, ma tu sei splendida così.-

- lo so a memoria questo discorso, me lo fai praticamente ogni volta che ci vediamo come fosse automatico, l’unica cosa che cambia dalle altre volte è che non hai elencato i miei difetti, e cioè che sono troppo modesta, che dovrei essere più sicura di me stessa (anche se lo sono già) e che dovrei curarmi di più del mo aspetto esteriore (anche se lo faccio già).-

- vedi lo dici anche tu che queste cose te le ripeto ogni volta che ci vediamo, e tu ancora non ci credi!!!- esclamò lei infine.

Uscendo dalla piscina sentì mio padre rientrare così mi misi addosso l’accappatoio addosso e andai a salutarlo.

Lo accolsi con un grande abbraccio dato che erano 4 giorni che non lo vedevo dato che era andato ad una convention per lavoro.

Lui saluto mia madre e me dicendo- sono tornato a casa tesori miei- e ci abbraccio di nuovo tutte e due.

Anna era dietro di me e si godeva la scena come se fosse un film dove il padre torna a casa dalla sua famiglia dopo tanto tempo e saluto mio padre con un “buongiorno Signor T” ( la “T” deriva dal cognome Terrale che è il cognome di mio padre e che ho avuto anche io quando sono stata adottata).

Quando Anna se ne torno a casa mi padre riunì me e mia madre nel salotto per parlare;

-Giulia, Francesca, ho una notizia da darvi che non è indifferente, vogliono trasferirmi in una nuova sede dove sarò presidente di filiale.-

mia madre iniziò subito a parlare presa dalla felicità che suo marito fosse stato promosso- davvero è una splendida notizia, dobbiamo subito festeggiare, adesso vado di la e preparo una bella torta!- mio padre la fermò prendendola per i polsi prima ancora che potesse alzarsi, ( di solito quando prendeva o mamma o me per i polsi è perché non aveva finito di parlare oppure aveva una brutta notizia da dare) in questo caso sarebbero state entrambe allo stesso tempo.

-Tesoro, aspetta deva ancora finire, purtroppo la sede è lontana da qui, e se non accetto questo posto mi licenzieranno.-

io piano, quasi fossi spaventata dalla domanda chiesi: - quanto lontano?-

mi padre visibilmente impaurito dalla reazione che io e la mamma potevamo avere iniziò a parlare piano.

-Francesca sai che la mia azienda ha sedi in tutto il mondo, e il mio capo ha detto che la filiale dove sarò mandato è a Magic Falls, una cittadina che si trova in Virginia, in America, hanno costruito una nuova sede li e vogliono che ne dia il presidente. Mi dispiace molto per tutto questo ma è l’unico modo per tenermi il lavoro, non vorrei proprio partire ma non posso rifiutare voi sapete quanto ci tengo a  tutto il lavoro che ho fatto per meritarmi la promozione.-

allora io cominciai blaterare. – ma ce ne restiamo poco lì, vero? Uno o due mesi e poi torniamo qui a casa, non è che dobbiamo restare la per sempre, un mese o due e poi torniamo qui giusto in tempo per la scuola,vero? non dovrò cambiare scuola e classe e restare senza amici e sentirmi sola vero papà? Poi torniamo a casa nostra, non possiamo restare la!.-

Mia madre era terrorizzata e non reagiva, come se fosse in una specie di trance, mio padre era terrorizzato, la mia voce era terrorizzata, IO ERO TERRORIZZATA.

Nessuno parlava, nella casa c’era un silenzio di tomba, gli unici segni di vita erano 2 mosche che ronzavano gironzolando per casa e le bistecche che friggevano nella padella.

Tutto d’un tratto mia madre disse: - Francesca so che stai maledicendo il mondo e soprattutto il capo di tuo padre, so che sei sconvolta del fatto che non potrai più vedere i tuoi amici, e io sono sconvolta quanto te, ma tuo padre ha sempre lavorato tanto per far felici tutti e tre, lui ha bisogno del nostro aiuto adesso, vuoi negarglielo?- io mi risvegliai dalla trance che aveva colpito anche me e risposi a mia madre.

-no, hai ragione mamma, papà ha bisogno di noi e di sicuro lui avrà bisogno di noi laggiù. Datemi solo il tempo di avvisare Anna e di impacchettare tutte le mie cose, papà quando si parte? Posso portare anche il mio piano con noi? Mi ci sono affezionata!-

- grazie piccola, certo che avrò bisogno di voi, partiamo tra una settimana. Per quanto riguarda il tuo piano avevo pensato di venderlo e di comprartene un altro ancora più bello quando siamo la, mi dispiace, ma tutti gli altri tuoi strumenti li portiamo via stai tranquilla.-

- va bè, sapevo che era l’unica soluzione ma speravo ne avessi un’altra, vi dispiace se lo vado a suonare un pochino per salutarlo?-

- no tranquilla tesoro vai pure.- rispose mio padre con aria triste.

Io, non sapendo cosa fare (ogni volta che succedeva io salivo le scale e mi dirigevo verso quella che chiamo la sala musica dove c’erano tutti i miei strumenti e dove andavo per sfogarmi) salì le scale e andai un po’ in quella stanza per la musica che mi faceva tornare sempre il buon umore.

Mercoledì 23 giugno, esattamente due giorni dopo la notizia del trasferimento, un uomo quasi completamente calvo con dei folti baffi sopra il labbro superiore e un accenno di barba, viene a casa mia per portarsi via il mio pianoforte a coda bianco lucido che suonavo con tanta passione da più di 6 anni.

In due giorni sono riuscita ad impacchettare tutto, dai vasi di mia madre, ai premi che avevo vinto suonando, a tutti i miei spartiti, tutti i cd, il mio computer portatile, quello di mio padre che usava per lavorare e quello di mia madre, che da brava insegnate di inglese stava scrivendo un romanzo in questa lingua. Tutto le cose che amavo di più erano imballate e rinchiuse al sicuro dentro a dei normali scatoloni marroni che da piccola usavo per giocare.

La casa che amavo era già vuota, dato che tutto il mobilio era stato tolto per venderlo separatamente, mi mette talmente tanta tristezza che non mi sono nemmeno accorda che stavo piangendo.

Mio padre mi cinge le spalle con un braccio e con l’altro prende per mano mia madre, accompagnandoci al taxi che ci porterà all’aeroporto dove prenderemo il volo 643 delle 22.30 che ci porterà all’aeroporto accanto a Magic Falls, la nostra nuova città.

Vedo Anna corrermi incontro con due pacchetti all’incirca della stessa dimensione in mano, e con al polso un altro sacchetto che ha l’aria di pesare,

- Questi sono regali della compagnia, abbiamo messo tutti una quota e siamo riusciti a comprate tutto quello di cui avevi bisogno, siccome vedo che avete fretta che ci metterai un mucchio ad aprire tutti i regali te li dico io, ok?.- senza riuscire a parlare non risposi e così lei inizia a parlare di nuovo.

- in questo pacchetto c’è il cellulare Nokia touch screen che ti piaceva tanto, c’è già una nuova sim inserita e una promozione già attiva che ti permette di parlare gratis con 6 numeri esteri quando vuoi, ho inserito nella promozione il mio numero, quello di Monica, quello di Giacomo, il numero di Giada, quello di Alessadro.tutti i tuoi amici migliori e ho messo anche il numero di casa mia così se non mi trovi al cellulare mi chiami a casa, soltanto stai attenta a quando chiami per i fusi orari di distanza da qui alla tua nuova casa sono parecchi.-

- si, lo so. Sono sei fusi orari di differenza indietro!-

-ok, hai imparato. Il secondo regalo è un macchina fotografica digitale do colr viola come piace a te, così fai un mucchio di foto e poi ce le invi via e-mail!!!!!-

-mio dio, ma quanto avete speso?????-

- non importa, fammi finire!!!!- Anna apre il sacchetto che porta sul polso ed estrae un porta gioie non molte grande che sembra fatto in argento con delle bellissime pietre colorate incastonate, alla luce del sole brilla tantissimo. Anna comincia a descrivere l’oggetto.

- è fatto in argento con pietre di vario tipo incastonate, lo userai per tenerci le tue cose più preziose compreso questo.- Anna apre il portagioie e l’interno è tutto ricoperto di velluto rosso dall’aria molto morbida. All’interno c’era un I-pod color viola splendente. Anna inizio a descrive anche quest’ultimo regalo.

- è un I-pod con 16 Giga di memoria, dentro ci sono già 300 canzoni che ascolterai durante il viaggio.-

Io guardo stupita tutti quei regali mentre Anna li sistema perfettamente tutti nel sacchetto e poi me lo porge, io senza resistere le getto le braccia al collo e le do un abbraccio fortissimo ( forse il più forte che abbia mai dato in vita mia) ed entrambe ci mettiamo a piangere.

Mio padre con molto dispiacere mi stacca da Anna e mi invita a salire nel taxi dato che eravamo già in ritardo così dovetti salutare Anna.

- ci sentiamo, appena arrivo la ti chiamo, sarai sempre la mia migliore amica, non dimenticarmi!!!!!- le urlo.

- non ti dimenticherò, e tu non dimenticare me, devi raccontarmi tutto di quello che ti succede là, hai capito?-

dopo 1 ora e mezza di macchina sono arrivata all’aeroporto aspettai per circa mezzora e poi Sali sull’aereo con la borsa piena di tutti i regali che i miei amici mi avevano appena comprato e alle 22.30 di giovedì 24 giugno sono salita su di un aereo che mi avrebbe portato alla mia nuova casa.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

INTRODUZIONE

Daniel

 

 

E’ il 22 giugno e sono appena tornato nella mia città natale dopo tanto tempo, dove far scomparire tutte le tracce nessuno doveva ricordarsi che esisto ancora.

Ho tantissimi ricordi di questa città, Magic Falls è stata la mia casa, qui è iniziata la mia nuova vita, questo posto è il luogo dove andavo ancora d’accordo con mio fratello Jonathan, quando non c’era quell’ odio reciproco che adesso sembra l’unica cosa che ci accomuna oltre al nostro legame di sangue.

Qui sono cresciuto, qui sono nato, morto e poi rinato con una vita tutta nuova, una vita che mi da sempre qualche problema, non so come descriverla, non ho molte occasioni per farlo, e non ne avrò mai molte.

Devo ammettere che Magic Falls è cambiata parecchio da quando me ne sono andato, ma non ne avevo dubbi, per fortuna la mia vecchia casa vicino al mio bosco preferito è ancora li, non è cambiata di una virgola, la dimora Salvatore è sempre stata molto grande vista da fuori.

Forse casa mia è l’unica cosa che non è cambiata ma dovevo immaginarlo, un liceo molto grande, una piazza molto più curata, una nuova chiesa (quella di prima era stata incendiata), e tutte le case del centro erano nuove di zecca e tutte dipinte di colori tenui, rosa, verde, azzurro, giallo.

L’unica casa che sembrava datata quanto la mia era quella che le era anche più vicina, anche se non aveva l’aria di essere abitata, e nel prato c’era un cartello con scritto venduta, forse avrei avuto dei nuovi vicini.

Busso alla porta di casa mia, e trovo un uomo di circa 30, con i capelli castani scuri, gli occhi marroni chiaro, di carnagione chiara, con la fronte alta e qualche ciuffo di capelli che gli scendevano davanti, il mento marcato e il naso pronunciato. Doveva essere Nicolas, gli avevo parlato al telefono qualche giorno fa per avvisarlo del mio arrivo.

-Ciao Nicolas, come stai?- dico salutando. Lui visibilmente preoccupato mi risponde. – Daniel, vieni dentro subito, cosa pensi di fare qui fuori?- mi fa entrare, mi fa appoggiare le valige, composte da un borsone grande ed un altro più piccolo, e poi inizia a parlare a tono basso ma visibilmente arrabbiato.

 -devi stare attento, sei forte ma non sei indistruttibile, sei fortunato che sta arrivando un temporale, che avresti fatto se non fosse stato quello?-

- rilassati, ti sei dimenticato che ho questo?- rispondo indicando l’anello di famiglia che porto nell’anulare della mano destra.

Nicolas con l’aria molto meno preoccupata e più sollevata riprende a parlare. – ok, hai ragione mi ero dimenticato che hai quell’anello. Sai hanno venduto la casa vicino alla nostra, a quanto pare prima era della famiglia Tenson, quella cha abitava vicino a voi prima, ha perso tutti i loro soldi e hanno dovuto vendere quella bellissima casa, loro se ne sono andati ma fra meno di una settimana arriverà una nuova famiglia, l’agente immobiliare con cui ho parlato qualche giorno fa dice che sono italiani che il marito sarà il presidente della nuova sede dell’azienda pubblicitaria PubblicPeople.

- tanto per sapere, tu sei disposto a dire al liceo della città che a settembre iscriverai tuo nipote Daniel alle lezioni vero? Comunque grazie per queste informazioni.-

- Prego per le informazioni, comunque vuoi davvero tornare a scuola? Insomma potresti farti scoprire, comunque si che posso iscriverti zio Daniel!-

-te l’ho detto un mucchio di volte di non chiamarmi così, non mi piace, io sono giovane, ho solo 17 anni, non ne ho 70!!!!!!-

- comunque, cambiamo discorso, la tua camera è sempre la stessa intatta, tuo fratello Jonathan l’hai più visto?- domanda Nicolas con fare spontaneo. Tanto spontaneo che mi che è venuta voglia di dire la verità su mio fratello per una volta.

- no, è da un po’ di tempo che volevo incontrarlo per fare pace, questa storia dell’odio va avanti da troppo tempo, sono stanco di questo litigio che dura da anni!!!-

-ok, hai provato a chiamarlo, magari ti risponde e viene qui.- consiglia lui tranquillamente. Così rispondo:

-no, non mi risponderebbe, lo farebbe di proposito solo per farmi innervosire ancora di più.- e questa di sicuro è la verità. Poi Nicolas

-ok, comunque io voglio andare a conoscere la famiglia che verrà a stare nella casa accanto, vieni anche tu così diremo subito che sei mio nipote e che stai con me perché i tuoi genitori sono morti.- rispondo all’affermazione di Nicolas un po’ svogliato.

-ok, mi sembra una buona idea, ma non puoi presentarti solo tu, io non ho voglia di uscire.-

-a proposito di questo- disse Nicolas con un sorrisetto un po’ maligno sulla faccia.

- sai, dovresti trovarti una fidanzata!-

-sai che non posso avere una fidanzata, mi piacerebbe, ma non posso averne una, stai tentando di farmi avere un appuntamento al buio? Perché non mi piace.- dico in tono quasi offeso a Nicolas. Lui risponde con aria dispiaciuta.

- senti, so che per te è difficile ma potresti almeno provarci, magari trovi qualcuna che ti piace veramente, non mi va di vederti da solo, sei giovane, sei un bravo ragazzo, sei sempre stato il fratello buono nella famiglia, ai tutta una vita davanti.- e allora io in tono scontroso e scocciato rispondo:

- si esatto ho tutta una vita davanti, perché dovrei pensarci proprio adesso?- allora Nicolas con un tono di voce che sembrava chiedere scusa mi risponde dicendo,

-non intendevo adesso in questo momento, ma ogni tanto pensaci, magari non saresti più solo.- io in tono ancora più scocciato i infastidito dico,

-la mia vita mi va bene già così come sono, o ti sei dimenticato il mio passato, la mia non è una storia bella, e non penso che qualcuno sarebbe mai in grado di capire la mia vita, non penso che qualcuno sarà in grado di capire ME. Solo le persone che mi stanno più vicine sono in grado di capirmi, sei una di quelle persone Nicolas, sei parte della mia famiglia, dovresti essere in grado di capire.-

- Si che ti capisco, o almeno tento. Cambiando il discorso un’altra volta, dov’eri prima? perché non me l’hai ancora detto, cosa hai fatto in questi anni?-

- niente di particolare, sono stato un po’ a Los Angeles, sono stato a Melbourn, poi ho fatto un giro dell’Italia, una vera meraviglia, poi sono tornato di nuovo su questo continente e sono andato in Canada qualche mese. Ho fatto un po’ di tutto.-

- bello, com’era l’Italia? Bella scommetto, quanto vorrei andarci?-

- si fantastica, comunque adesso sono un po’ stanco vorrei andarmi a riposare, ti va se continuiamo a parlare dei miei viaggi domani?-

. o certo vai pure a riposarti, ne parliamo in un altro momento.-

La mia vecchia camera che era rimasta completamente uguale, con la libreria di legno intarsiato e lavorato a mano stile 1800 accanto alla finestra alla destra del letto che dava sul giardino del lato est e da cui si vedeva la casa affianco, il letto a due piazze con le schienale e le gambe lavorate a mano con lo stesso tema della libreria, rivolto verso la parete riempita di quadri tutti disegnati da me molto tempo fa, e l’armadio e il comò che si trovano proprio dove li avevo lasciati, cioè affianco alla porta che si trovava nella parte sinistra della stanza.

Dopo due stressanti giorni in cui ho dovuto raccontare tutti i luoghi che ho visitato nel mio viaggio Nicolas dopo essersi arreso mi lasciò in pace; finalmente ho potuto smettere di parlare, non mi è mai piaciuto parlare della mia vita, così mi sono andato a fare una passeggiatina rigenerante nel bosco che si trovava poco distante da casa e dove c’erano tutte le rovine della vecchia chiesa del 1800 dove io ero entrato più volte, quella che è stata incendiata, nel 1854.

Si, ho avuto sempre un po’ di difficoltà ad ammetterlo da quando il 28 ottobre del 1854 sono stato trasformato, in realtà il processo di trasformazione è più lento e doloroso, bisogna morire con il sangue di un vampiro che scorre nelle tue vene per diventare uno di loro.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 1 - nuova arrivata ***


CAPITOLO UNO

Appena arrivata

 

Francesca era ancora un po’ scombussolata, forse perché aveva appena fatto un volo di 7 ore e perché ha dovuto superare ben 6 fusi orari, ma per il resto stava benissimo, durante il viaggio aveva dormito molto, aveva ascoltato le canzoni che Anna le aveva inserito nel nuovo I-pod, e ha passato un po’ di tenpo cercando di capire come funzionasse il nuovo cellulare High-Tech che le avevano regalato i suoi amici.

Forse era frastornata perché anche se era partita alle 22.30 di giovedì 24 giugno, e aveva affrontato 7 ore di volo e sei fusi orari era arrivata alla sua nuova casa precisamente alle 23.55 di giovedì 24 giugno (compreso il fatto che l’aereo è arrivato con 15 minuti di anticipo e che per arrivare davanti alla sua nuova casa le ci vollero all’incirca 40 minuti di strada in taxi).

Era stremata quindi non fece in tempo a notare il favoloso divano bianco in pelle, per fortuna prima di addormentarcisi sopra ne notò la straordinaria comodità.

I genitori di Francesca portarono dentro le valigie, poi stesero una coperta sopra la figlia completamente addormentata e se ne andarono a dormire anche loro.

Daniel mentre leggeva uno dei suoi libri preferiti (A Christmas Carol di Dickens)  aveva sentito del movimento nella casa vicino alla sua ma non se ne era preoccupato.

Dopo qualche minuto sentendo che ormai era da più di tre settimane che non andava a caccia, che non beveva sangue.

Lui però non era un vampiro qualsiasi, lui non voleva uccidere persone innocenti, non voleva bere sangue umano, quindi si nutriva di animali, di quelli che vivevano nel bosco, quindi prese la giacca usci di casa si guardò intorno e poi si mise a correre verso il bosco velocemente ( la velocità del ragazzo mentre correva era straordinaria, non la si poteva paragonare a quella di nessun altro essere vivente), in pochi minuti arrivò nel fitto della foresta (una persona normale ci avrebbe messo più di mezza giornata di cammino per avvivare fino a li).

Daniel correva ed evitava gli alberi come se fossero gli alberi stessi a spostarsi quando erano al suo cospetto, un cacciatore feroce ma molto aggraziato, un cacciatore che aveva bisogno di nutrirsi, un cacciatore che non aveva bisogno di fucile o di qualunque altro tipo di arma per cacciare, un cacciatore che poteva usare anche solo i suoi sensi e la sua forza incomparabili per vincere contro un animale, anche il più pericoloso.

Dopo essere arrivato nel centro del bosco si fermo e si guardo intorno, poi chiuse gli occhi per localizzare la traccia di una preda usando l’olfatto e l’udito sviluppati, dopo pochi secondi individuò un branco di cervi che stavano riposando a circa 1 chilometro di distanza.

Dopo solo due minuti Daniel arrivò in una piccola radura dove il branco stata riposando, il capo branco, un cervo con corna robuste ed enormi, e con una mole al quanto notevole si alzo e si preparò per attaccare lo sconosciuto che minacciava il suo branco; le gambe dell’animale avevano un’ aria molto possente.

Il cervo iniziò a correre, Daniel si scansò a sinistra appena un attimo prima che il cervo lo investisse, lo afferro con le mani prendendo le gambe anteriori e posteriori, lo immobilizzò a terra e poi con una mano blocco le gambe anteriori e con l’altra il collo del cervo, morse l’animale imbestialito che bramì di dolore e che poi dopo alcuni minuti si accascio a terra completamente senza più opporre resistenza mentre Daniel beveva le ultime gocce del suo sangue.

Daniel, dopo aver bevuto tutto il sangue del cervo si ritenne sazio, prese il corpo del cervo e lo nascose dietro dei cespugli, si tolse qualche filo d’era che era restato attaccato alla giacca o hai jeans e se ne torno a casa alla stessa velocità con cui era arrivato fino a li. Entrò nel bagno vicino alla sua camera, si fece una doccia non troppo lunga e ne uscì vestito con un paio di pantaloni della tuta blu notte e una canotta bianca, prese il libro che stava leggendo prima, si sdraiò sul letto con il busto appoggiato allo schienale del letto e continuò la sua lettura più rilassato di prima.

Lesse quel libro tutta la notte usando come luce la lampada verde smeraldo che stava sul suo comodino, continuò a leggere tutta la notte, in tranquillità e silenzio (i vampiri non hanno bisogno di dormire).

Quando Daniel vide sorgere l’alba si alzo dal suo letto e si avvicino alla sua libreria ed estrasse un vecchio libro che sembrava un manoscritto, era il suo vecchio diario, lo aprì e prese una foto.

La foto raffigurava una ragazza dai capelli castani che formavano dei dolci e piccoli boccoli, con dei lineamenti del viso molto dolci, gli occhi color nocciola con dei riflessi più splendenti (quasi oro), il naso leggermente all’insù che donava al volto della ragazza solo più grazia.

La ragazza faceva un sorriso timido verso l’obbiettivo come se non volesse essere ritratta nella foto perché si vergognava, nel retro della foto c’era una scritta; la scritta diceva Elisabeth 1854.

Daniel continuava a guardarla, la fissava con amarezza, come se fosse la causa di qualcosa di brutto; poi iniziò a pensare a lei, lei era Elisabeth, la ragazza vampira che aveva conquistato il suo cuore, e quello di suo fratello Jonathan.

Daniel e suo fratello erano entrati in competizione proprio perché entrambi innamorati di Elisabeth, lei era innamorata di entrambi, li voleva tutti e due ma naturalmente ai due fratelli Jonathan e Daniel questo non andava bene, solo uno dei due doveva stare con Elisabeth così iniziarono a litigare e da li non smisero più.

Prima dell’arrivo di Elisabeth nelle loro vite Daniel e Jonathan erano molto uniti, sempre insieme, erano ancora dei ragazzi, giocavano a kricket, a carte, facevano tutto insieme, erano inseparabili, Daniel aveva 17 anni e suo fratello Jonathan ne aveva quasi 22.

Daniel amava Elisabeth, ma sembrava che Jonathan la amasse molto di più, la notte del 28 ottobre ( che nella storia di Magic Falls viene chiamata la notte dei vampiri o quella della liberazione) tutti gli uomini delle famiglie che vivevano a Magic Falls iniziarono a dare la caccia a tutti i vampiri che erano in città usando un specie di bussola, creata da uno dei fondatori della cittadina che si chiamava William Geller (un inventore),  che faceva vedere dove si trovava la componente vampirica che si trovava in ogni vampiro.

Li presero tutti, anche Elisabeth, e li rinchiusero nella chiesa a cui poi hanno dato fuoco.

Ogni persona della città per proteggersi dai vampiri e impedire loro di fare del male doveva però portare con se della verbena (l’unica pianta che può indebolire i vampiri), oppure usarla per fare un infuso e berlo.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** capitolo 2 - Notivà ***


CAPITOLO DUE

novità

 

erano le 9 di mattina il sole era già alto e mandava dei tenui raggi di luce attraverso la finestra e poi sul viso di Francesca, lei la sera prima si era addormentata sul comodo divano che stava proprio sotto la finestra del salotto.

La luce sveglio Francesca che si alzò sbadigliando e guardandosi intorno, ci mise un po’ per capire che stava nella nuova casa bellissima e già tutta arredata, sbalordita Francesca iniziò a parlare, aveva il sorriso stampato sulle labbra che partiva da un orecchio e arrivava all’altro mostrando la sua perfetta dentatura brillante a 32 denti.

- wow!!!!!!!!!!!!!! Sono in paradiso??? Questa casa è gigantesca ed è così luminosa!!!!!!-

- tieni- disse sua madre porgendole gentilmente una tazza di caffèlatte. – muoviti a far colazione perché c’è un mucchio di roba da scaricare, dobbiamo lavorare parecchio, in due giorni dobbiamo aver scaricato tutto dal furgone ed aver già sistemato tutto nel giusto ordine.- continuò sua madre bevendo la sua tazza di caffèlatte che aveva quasi finito.

- certo mamma lasciami almeno 5 minuti per fare colazione e altri 10 per abituarmi a questa meravigliosa casa.-

Francesca iniziò a girare per il salotto ammirandone la luminosità, a destra della porta c’era un piccolo salotto con due divanetti il pelle nera, uno di fronte all’altro con al centro un tavolino quadrato in vetro alto circa 1 metro con le gambe nere.

A sinistra della porta invece c’era un altro salotto più grande  con tre divani bianchi a due posti che formavano una platea davanti ad uno splendido caminetto in mattoni di color rosso, ed al centro della platea c’era un altro tavolino in vetro di forma rettangolare con le gambe bianche. Tutto l’entrata principale e i due salotti avevano il pavimento in marmo bianchissimi e lucido.

Attraversando il salotto si arrivava ad una porta scorrevole di vetro colorato che divideva il salotto da una splendida sala da pranzo con in tavolo di legno con decorazioni floreali intagliate sulle gambe e negli angoli, il tavolo riusciva a contenere 10 sedie (2 a capo tavola e 4 per lato) e le pareti e le piastrelle erano di colo avorio, dalla sala da pranzo si poteva poi passare alla cucina che stava al di là di un’ altra porta (questa volta normale) di vetro colorato con lo stesso tema della prima.

Nella cucina c’era il padre di Francy che stava bevendo il suo solito caffè amaro e ristretto.

- ben svegliata piccola!!!- la salutò lui.

-papà, questa casa è una favola- rispose lei ancora con il sorriso stampato sulle labbra e gli occhi che esprimevano puro stupore.

- Non ho mai visto una casa così bella!!!- continuò lei.

- sono sicuro al 100% che il piano di sopra ti piacerà anche di più!!!!- disse lui convinto. Mi avevano mandato un mucchio di foto della casa sia l’interno che l’esterno, non volevo fartele vedere perché desiderava aspettare l’espressione che hai adesso sul viso, è magnifica!!!!!- disse il padre contento e orgoglioso di se stesso, poi continuò a parlare intimando a Francesca di seguirlo facendo un gesto, si diressero verso il salotto.

- tua madre aveva visto le foto e ha scelto lei tutto il mobilio, anche le camere, è orgogliosa del lavoro che ha fatto con tutte le stanze, poi la mia azienda ha pensato a tutto il resto, ha comprato i mobili e li ha sistemati come voleva tua madre.-

Francy e suo padre Marco si ritrovarono davanti ad una sontuosa scalinata larga circa 2 metri e mezzo tutta fatta di marmo color avorio, molto elegante, salirono le scale e arrivarono in cima, il corridoio, che aveva le pareti di un colore celeste chiaro, si divideva in due.

- andiamo prima verso destra, ti mostro prima la camera dei tuoi genitori- disse suo padre con aria molto sicura di se.

Francy apriva tutte le porte che vedeva, aveva visto due camere per gli ospiti (tutte e due a tema dato che avevano un colore prestabilito che poi si vedeva in varie tonalità per gli arredi) aveva visto la camera rossa e quella verde ( sua madre aveva sempre avuto il sogno di fare delle camere che aveva come tema uno stesso colore in tonalità diverse) e aveva superato anche i due bagni che erano collegati uno per ogni camera colorata.

Poi arrivarono all’ultima porta del lato est del corridoio e aprendo la porta vide la camera dei genitori, il pavimento era di parquet lucido, le pareti di colore giallo molto tenue quasi da sembrare bianco, in direzione della porta c’erano 2 finestre molto grandi e rettangolari che donavano molta luce alla stanza.

A sinistra, accanto alla porta c’era un armadio ad ante scorrevoli fatte da specchi e affianco all’armadio c’era un bellissimo letta a baldacchino con un velo giallo chiaro quasi trasparente che scendeva giù molto dolcemente; di fronte al letto c’era un comò che sembrava molto antico e prezioso, aveva un tema floreale disegnato sui lati e sugli angoli ti ogni cassetto, sopra c’era già tutta la collezione di profumi della madre di Francy sistemati perfettamente di modo che si potessero vedere tutti, affianco al comò c’era la porta che dava sul bagno, che era splendido e dello stesso colore della camera.

- io non volevo il letto a baldacchino e soprattutto non giallo, ma a tua madre piaceva così tanto che non sono riuscito a dirle di no, volevo che si trovasse a dormire in una camera che le piacesse dato che doveva andarsene dalla casa dove è cresciuta.- disse il padre di Francy un po’ intristito.

- papò stai tranquillo io e la mamma ce la caveremo egregiamente in questa nuova città- disse Francy per consolare il padre.

- comunque adesso tocca al lato ovest del corridoio piccola mia!!!- disse lui con l’animo sollevato.

Francy e suo padre attraversarono tutto il corridoio percorso prima  e arrivarono all’inizio alla scala, la superarono e entrarono nella prima porta a destra dove suo padre aveva deciso di mettere la sua libreria, c’erano libri sia da una parte sia dall’altra della stanza, i libri di famiglia erano tanti, al centro fra le due pareti piene di libri c’era una porta bianca molto semplice, il padre di Francy la aprì, era lo studio del padre tale e quale a come era nella vecchia casa.

- papà, lo studio è uguale identico a quello della vecchia casa, la scrivania al centro e due poltroncine nere di pelle per gli ospiti davanti ad una poltrona girevole in pelle marrone.

Uscimmo dallo studio e superammo altre due stanze a tema di un colore ( questa volta erano viola e blu) con i rispettivi bagni e arrivammo all’ultima stanza del piano Francy sapeva di quale stanza si trattava.

Suo padre apri la porta di colore viola facendo già una premessa.

- questo volta non avrai una stanza per la musica, ma penso sarai contenta lo stesso.-

Aprì la porta e Francesca entrò con cautela sul pavimento di parquet,liscio e lucido, davanti a lei aveva due grandi finestre con gli infissi bianchi e circondate da un intonaco di un colore molto rilassante, un bel violetto chiaro, le finestre erano coperte da un paio di tendine colorate che facevano entrare nella stanza tantissime luci colorare.

- le tendine si possono alzare e lasciare la luce del sole normale.- aggiunse il padre di Francy. Lei non rispose, era troppo presa a vedere quella meravigliosa stanza che le avevano dato i suoi genitori.

Nello spazio fra le due finestre c’era una piccola libreria di colore nero e di forma quadrata composta da tanti quadrati più piccoli tutti di forma uguale.

- li puoi sistemare tutti i tuoi spartiti in ordine come facevi nella vecchia sala per la musica.- aggiunse di nuovo suo padre.

A destra nell’angolo c’era un scrivania molto spaziosa fatta di legno dal colore molto chiaro  e sopra di essa c’era un piccola lampada bianca. Attaccato al muro di fianco alla scrivania c’era uno scaffale fatto con lo stesso legno della scrivania.

Affianco allo scaffale c’era il mio letto, un bellissimo e grande letto con la struttura a baldacchino con una tenda di colore azzurro che scendeva verso i lati del letto e sfiorava terra.

-papà è fantastico!!!!- disse Francy mentre correva verso il letto e ci si buttava a pesce.

Mentre si rialzava vide il pianoforte che si trovava nell’angolo accanto alle finestre nella parte della stanza sopraelevata di due gradini; il pianoforte era uguale identico a quello che aveva venduto in Italia, bianco lucido, perfetto, provo su a suonare qualche nota e le sembrava di essere tornata nella sua vecchia stanza per la musica dove stava tanto bene.

Il padre le fece cenno di voltarsi e lei lentamente si voltò per riuscire a vedere la cabina di registrazione che si trovava nell’angolo destro della camera dietro la porta, la cabina era fatta completamente in vetro tranne per gli infissi che erano di colore viola acceso. A pochi passi dalla cabina c’era un mixer gigantesco con un mucchio di fili collegati alla cabina e ai microfoni che erano dentro di essa.

- tranquilla, è costruita perfettamente e la userai per incidere i tuoi cd, un mio amico, che abita qui vicino e che ha lavorato con me per parecchie campagne pubblicitarie ti insegnerà ad usarla così ,poi farai da sola. È insonorizzata ed è abbastanza larga per farci stare tutto quello che ti serve. In più questo nuovo piano ha le rotelle così puoi spostarlo e rimetterlo al suo posto quando vuoi. La porta della cabina è abbastanza larga per farci passare il piano.- il padre di Francy, così contento di vedere la figlia sprizzare felicità ed eccitazione da tutti i pori, parlava talmente veloce che Francy riuscì a capire solo la metà di quello che aveva detto il padre.

- papà, sono così contenta che mi sembra di volare!!!!!- disse lei quasi urlando. Mentre il padre con voce preoccupata le rispondeva da dietro le spalle.- tesoro, tu stai volando!!!!- uscì dalla stanza di Francy velocemente mentre lei disorientata da quello che suo padre aveva detto stava scendendo. Il padre chiamo sua moglie dicendo . – Giulia, tesoro, viene subito, è arrivato il momento!!!!- la moglie dal piano di sotto rispose urlando. – lo avevo visto ieri in aereo!!!!!-.

Il padre di Francy torno dalla figlia e lei impaurita gli chiese: - di cosa stai parlando papà? Qual è il momento che è arrivato? Non ci capisco niente!!!!-

La madre di Francy arrivò di corsa su per le scale con una scatola di cartone in mano e sorridendo felice.

- figliola, Francy, stai tranquilla, è solo che dobbiamo dirti alcune cose.- la madre aprì la scatola e ne tirò fuori un DVD, lo inserì nel lettore e accesero la televisione che mio padre aveva appena portato in camera mia grazie ad un carrellino.

Era un video registrato di mia nonna biologica paterna Greta.

- tesoro della nonna, se vedi questo video vuol dire che sono morta e che in te qualcosa sta cambiando.

Hai sempre visto che io facevo magie e tu sapevi che erano vere, che non erano semplici trucchi di illusionismo, avrei sempre voluto che i tuoi poteri si presentassero quando ero ancora viva affinché io potessi insegnarti quanto sono forte i tuoi poteri, mi dispiace dirtelo così, attraverso un video, ma te sei una strega, una strega potentissima.

Fin da quando eri piccola io sentiva che io te c’era molto più potere di quanto avessi mai potuto immaginare, doveva essere per forza così perché la magia aveva salto una generazione, quella di tuo padre.

Sono contenta che tu abbia trovato questa famiglia che ti vuole bene e che ti aiuterà a crescere i tuoi poteri, probabilmente i tuoi nuovi genitori non te l’hanno detto ma anche Giulia è una strega e ti aiuterà a diventare una brava strega.

Nella scatola ci sono tutti i miei amuleti e tutte le mie pietre, i libri e gli appunti sono stati custoditi da tua madre lei ti dirà dove sono.

Sappi che ti ho sempre voluto tanto bene e spero che tu non ti dimenticherai della tua vecchia nonna morta, sarò sempre nel tuo cuore tesoro.- la voce della nonna dall’inizio alla fine del discorso era dolce e triste alla stesso tempo, la nonna aveva avuto sempre un effetto tranquillante su Francy che reagì stranamente bene a quella sconvolgente notizia.

La madre Giulia si assicurò che Francy ascoltasse prima di parlare e poi iniziò.

- senti Francesca so che dovevo dirtelo prima, ma avevo paura che tu mi iniziassi ad odiare...- Francy la interruppe, - mamma, papà, state tranquilli, vi capisco, se me l’aveste detto anche 2 giorni fa non vi avrei creduto, se fossi stata al posto vostro avrei fatto anche io così.-

-davvero tesoro, non sei arrabbiata?- chiese suo padre stupito.

- no papà, non sono arrabbiata, anzi, ne sono contenta, che questa storia sia una grande responsabilità lo so già, e anche che non dovrò dirlo a nessuno, ma comunque già da tempo mi sentiva strana, non mi sentiva male, ma sentiva che sarebbe succeso qualcosa che doveva cambiare la mia vita!!!!!!- disse Francy molto gentilmente.

- anzi se iniziamo subito a fare pratica ne sarei contenta, tanto mamma, sai che tutte le leggende su streghe e vampiri le so già!!!!- riprese Francy.

- ma certo che iniziamo subito!!!!- disse la madre visibilmente ansiosa di cominciare.

-iniziamo da qualcosa di facile…- cominciò lei. – vediamo se sai far lievitare una piuma!!- disse infine.

Prese una piuma dal cuscino del letto e me la mise in mano poi iniziò a parlarmi più lentamente. – concentrati, non pensare ad altro.- ma Francesca era così veloce che non le diede il tempo di dire altro che la piuma volava già all’atezza di 2 metri dalla mano e iniziava a volteggiare a destra e a sinistra come se fosse telecomandata.

- Mamma, possiamo fare qualcosa di più difficile, mi annoio.- disse Francy con aria speranzosa. Poi continò – magari posso provare a far volare gli spartiti uno alla volta verso la libreria per sistemarli!!- disse, poi aggiunse, - ti prego mamma voglio provarci e se non ci riesco pazienza torna a far levitare la piuma!!!-

- va bene, puoi provarci ma se ti senti anche solo un po’ stanca ti fermi.- risuonò come un ordine alle orecchie di Francesca, e quando succedeva doveva obbedire perché voleva dire che poteva essere pericoloso. – se sforzi troppo e subito i tuoi poteri puoi avere un collasso!- concluse la madre.

Francesca spostò le due scatole di medie grandezza che si trovavano nel corridoio e le aprì togliendo lo scotch che le teneva chiuse.

Iniziò con la scatola dove c’era scritto classica, prese il primo ( era di Vivaldi) puntò il dito indice verso i fogli e loro iniziarono a sollevarsi dolcemente, con il dico li guidò verso la libreria dove caddero dolcemente.

Continuò con il secondo e il terzo e così via, sorridendo e divertendosi sempre di più, senza affaticarsi o annoiarsi.

 

Intanto nella casa affianco Daniel si stava preparando per fare una passeggiata, uscì di casa tranquillo e si incamminò verso la piazza del paese, si fermo per qualche secondo davanti alla nuova casa e la madre di Francy lo guardò fisso negli occhi in modo che capisse che quello non era il posto giusto per uno come lui, non era sicuro per lui fermarsi davanti ad una casa di streghe.

Lui però rispose con un sorriso gentile alle occhiatacce di Giulia( la madre di Francy) e le porse la mano; lei la prese e riuscì a leggere tutto quello che c’era nella sua mente, lei allora si rilassò, prese un respiro profondo e gli sorrise lui ne fu compiaciuto.

- salve, mi chiamo Daniel Salvatore , vivo nella casa affianco con mio, zio Nicolas.- disse il ragazzo con un tono di voce tranquillo e rilassato.- Giulia sorrise e rispose cordialmente – non credo che quello sia davvero tuo zio ma farò finta di crederti. Mi chiamo Giulia Orlando sono venuta qui con la mia famiglia dall’Italia, mio marito marco Terrale è stato trasferito qui dalla sua Azienda. Abbiamo un figlia di nome Francesca.-

- orlando dice, è il nome di una delle famiglie fondatrici della città, me lo ricordo perché era l’unica famiglia oltre alla mia che aveva origini italiane.- disse incuriosito Daniel.

- certo, mio nonno aveva detto di essersi trasferito in Italia dalla’america ma non mi aveva detto che la mia famiglia aveva aiutato a fondare la città! Meglio una cosa in più da sapere.- disse Giulia visibilmente contenta.

- probabilmente mio zio Nicolas verrà a salutarvi più tardi, state attenti perché se incomincia a fare domande non finisce più!- disse sorridendo.

- grazie per la dritta! – rispose Giulia visibilmente soddisfatta.

Daniel si incamminò di nuovo e si diresse verso il centro ( questa volta voleva solo fare una tranquilla passeggiata) arrivò alla piazza con un passo rilassato, senza correre o affrettarsi in circa 20 minuti. Poi contento di essere arrivato fino a li fece un giro passando davanti alle vetrine in cui vedeva il suo riflesso.

Il riflesso di quello che sembrava un ragazzo normale vestito di bermuda e maglietta a maniche corte, do colore rispettivamente blu e azzurri, con la carnagione chiara, un corpo atletico e alto all’incirca 1.80.

Ma lui non era solo questo, aveva la fronte alta, i capelli castani, dei bellissimi occhi di colore verdi intenso, il mento pronunciato ma che i lineamenti del viso rendevano più dolce, le sopracciglia folte ma ben delineate, delle labbra carnose che nascondevano un bellissimo sorriso.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** capitolo 3 - nuove conoscenze ***


CAPITOLO TRE

Nuove conoscenze

 

Pomeriggio inoltrato ( circa le 16.30), il giorno dopo la scoperta dei poteri di Francy, la  madre decise di insegnarle come si leggeva la mente di una persona stringendole la mano, prima fecero delle prove fra loro due, poi chiamarono il padre che stava sistemando gli ultimi trofei di Francesca sul caminetto.

-Papà. Vieni qui 5 minuti, voglio provare a leggerti la mente con una stretta di mano, con la mamma funziona, è la quarta volta che le leggo la mente e mi sto annoiando, pensa sempre le stesse cose!!!- chiese al padre Francy.

- no, stai scherzando vero? Non mi faccio leggere la testa come se fosse un giornale!!!- rispose il padre indignato.

- dai tesoro, anche io ho letto la tua mente la prima volta che ti ho incontrato!!! Forza vieni qui amore!!- disse la madre di Francy amorevolmente.

- che cosa, non me lo avevi mai detto!!! Non è una cosa bella sai!!- disse ancora più indignato il marito. Allora Francy provò a far levitare il padre per portarlo davanti a lei. Dopo pochi secondi papà Marco era davanti a lei con il broncio e Francy fece la faccia da cucciolo a cui nessuno poteva resistere e lui cedette.

- ci riesco, riesco a leggere anche la sua mente!!!!!!- esclamò contenta Francy.

Dopo solo due secondi dalla lettura della mente suonarono alla porta e Giulia disse, - Francesca tieniti pronta, altre menti da leggere!!!!-.

La madre di Francy aprì la porta ed un uomo sui 30 anni, alto circa 1 metro e 80, con i capelli castani, la fronte alta, gli occhi color cioccolato fondente, il mento marcato e il sorriso stampato sulle labbra li salutò. – salve, mi chiamo Nicolas salvatore, sono il vostro nuovo vicino, abito nella casa affianco con mio nipote Daniel. Voi dove essere i Terrale giusto?- e tese la mano in attesa che qualcuno la stringesse.

Giulia fu la prima a presentarsi e a stringergli la mano.

- salve mi chiamo Giulia, questi sono mio marito Marco e mia Figlia Francesca.-

- oh, salve. Piacere di conoscervi- disse Nicolas, con ancora il sorriso stampato sulle labbra. Strinse la mano prima al padre e poi a Francy che fu contenta di sentire i suoi pensieri su quanto stupenda fosse la sua casa.

- oh, aspettate.- disse Nicolas, - c’è anche mio nipote Daniel, possiamo entrare vero?-.

Francy percepiva che quello fuori dalla porta che non voleva entrare era un vampiro, sentiva che doveva stare attenta.

- certo che può entrare, in questa casa non siamo scortesi!- esclamò Giulia tranquilla e sicura di quello che faceva.

Allora francy prese la mano della madre e le fece leggere la frase che aveva in testa “ ma sei diventata pazza, non senti che è un vampiro? Perché lo inviti ad entrare?”  e la madre le rispose con un’altra frase nella mente “l’ho già conosciuto, è innocuo, non si nutre nemmeno di sangue umano”.

- Daniel, entra pure, sei il benvenuto!- Urlò Giulia.

Francesca diede le spalle alla porta, non riusciva a credere che sua madre fosse così irresponsabile da lasciar entrare qualche vampiro nella loro casa, Marco invece non diede segni di disapprovazione, così Daniel entrò.

All’inizio non si accorse di Francy data che gli dava le spalle ma dopo pochi secondi da quando lui entrò in casa lei si girò e mostro tutta la sua bellezza.

Lui fu colto alla sprovvista e la somiglianza con Elisabeth era così tale che iniziò subito a pensare che fosse lei, che si fosse fatta passare per la figlia di una normale famiglia, ma quella ragazza era una strega e quindi era impossibile che fosse lei, non poteva essere Elisabeth.

Eppure era la sua identica copia, come era possibile, no, non poteva essere possibile, i ricordi di Daniel sfrecciavano nel passato per trovare un nesso fra Elisabeth e la ragazza che aveva davanti.

Tutto questo accadeva in pochissimi secondi, dopo qualche minuto di conversazione in piedi per i genitori di Francy, per Nicolas e per lei, e qualche minuto di contemplazione di Francy per Daniel Marco interruppe la conversazione.

– vi va se parliamo da seduti? Si sta più comodi che in piedi?- Francy non aveva mai notato come fosse bravo suo padre con l’inglese americano.

Si sedettero tutti nella platea di divanetti bianchi davanti al caminetto, Marco e Giulia nel divanetto al centro, Nicolas e Daniel in quello di destra e Francy in quello a sinistra ( che era di fronte a quello dove era seduto Daniel).

Francy non si fidava, e lui come se non le bastasse continuava a fissarla stupito, lei continuava a pensare che Daniel avesse appena visto una persona che credeva morta.

- scusate ma cosa sono tutti quei trofei?- chiese Nicolas. – sempre se non sono indiscreto-.

- sono tutti i trofei di concorsi di musica che ha vinto Francesca!- esclamò mio padre con aria gioconda e orgogliosa. Daniel subito dopo aver sentito la notizia fu ancora più sbalordito, e come se fosse contento di aver sentito quella notizia si rilasso da quella tensione che esprimeva con il suo sguardo.

Francy però subito dopo l’esclamazione di suo padre s’intromise, - eccolo che ci risiamo, ogni volta che vengo nominati i trofei che ho vinto se ne vanta, peccato che non se ne ricorda quando sbaglio qualcosa!!-

- è naturale, perché me ne dimentico, e solo quando qualcun altro li nota allora me ne vanto!- rispose ancora orgoglioso Marco.

Cosa che fece un po’ ridere e che mise un’aggiunta di allegria nel volto di Daniel che era di sicuro più sollevato.

- ti dispiacerebbe dirmi che strumento suoni? Sono appassionato di musica classica.- domandò Nicolas. Francy rispose alzandosi in piedi e mostrando ad uno ad uno tutti i premi e per quale motivo l’aveva vinto.

-questo l’ho vinto suonando al pianoforte la Primavera di Vivaldi-, Francy indico un trofeo color argento a forma di nota musicale.

- questo invece l’ho vinto suonando al violino la nona sinfonia di Beethoven- indicando un trofeo a forma di chiave di violino.

- questi tre qui invece li ho vinti ad un concorso per nuovi talenti cantautori.- disse Francy mentre indicava tre premi di color oro splendente a forma di chitarra.

- wow, allora devi essere bravissima!!!!- esclamò con aria serena Daniel.

Furono le prime parole che Francy senti uscire dalle labbra carnose di Daniel che erano così sexy, la sua voce cupa ma leggera allo stesso tempo ti metteva in soggezione ma allo stesso tempo dava la sensazione di calma.

- perché non ci fai sentire qualcosa? Sono curioso!!- disse Daniel molto dolcemente – anch’io sono curioso!!- aggiunse Nicolas speranzoso. – si dai piccola, sono dei nostri nuovi amici!- aggiunse mia padre infine.

Francy non riuscì a dire di no, così si diresse verso la sua camera seguita dai genitori e dagli ospiti, entrata in camera si diresse verso la libreria dove francy il giorno prima aveva sistemato tutti gli spartiti usando la magia.

Aveva attaccato dei cartellini su ogni scaffale: classica italiana, classi straniera, moderna italiana, moderna straniera, inediti italiani, inediti stranieri. Aveva scritto ogni cartellino in inglese per abituarcisi, poi tiro fuori uno spartito dal riquadro inediti stranieri e la appoggiò sul leggio del nuovo piano bianco lucido che aveva trovato nella sua camera il giorno prima.

Dopo essersi seduta inizio a suonare una dolce melodia e poi iniziò a cantare.

 

Se io cedessi nel cielo

Credi che il tempo passerebbe

Perché lo sai che camminerei per miglia e miglia

Solo per vederti stanotte

 

Erano tutti estasiati da quella dolce melodia ma soprattutto da quella dolce voce, Daniel non riusciva a smettere di guardarla, non poteva fare a meno di essere incantato, stregato da una così dolce voce, da una così splendida ragazza, e continuava ad ammirarla in tutta la sua bellezza, in tutta la sua grazia mentre lei era seduta al piano che cantava, che suonava.

 

ci sono sempre periodi come questi
quando penso a te
e mi chiedo se tu pensi mai a me
perchè tutto è così sbagliato
e io faccio parte
della vita nei tuoi preziosi ricordi
perchè io ho bisogno di te

Tutti i pensieri di Daniel erano completamente concentrati nell’ascoltare quella dolce voce, quel dolce canto che poteva farlo sentire più leggero di una piuma, come se stese volando.

Francesca dal canto suo non stava facendo magie, non stava mettendo sotto incantesimo i presenti, ma la sua musica era così travolgente che non potevi fare a meno di stare bene, e la madre lo sapeva, se avesse sentito che stava facendo (anche involontariamente) un incantesimo l’avrebbe fermata all’istante.

Al termine della sua canzone Francy guardò con aria interrogativa i presenti per sapere cosa ne pensavano della sua creazione, Daniel fu il primo a parlare.

- celestiale, questo musica è celestiale, non ho mai sentito nessun’altro cantare così!!!!-

- sono d’accordo anch’io – aggiunse Nicolas sorridendo.

- siamo stati sempre fieri della nostra genetta della musica- commentò il padre alla fine.

Dopo aver sceso le scale guardarono tutti l’orologio appeso al muro vicino alla porta, e si resero tutti conto di quanto fosse tardi, erano rimasti a chiacchierare così tanto tempo che non erano accorati che erano già le 19 e 20. Daniel e Nicolas tornarono a casa loro e la madre si francy andò in cucina ad armeggiare con i fornelli.

Dopo aver cenato con una bistecca e un po’ di insalata, e dopo aver risistemato tutto e lavato i piatti sporchi la madre di francy interruppe il silenzio facendo una proposta che di sicuro Francy avrebbe accettato.

- vi và di andare a fare una passeggiata in giro per la città? Siamo arrivati da più di due giorni e non abbiamo ancora visto niente oltre casa nostra!!- Francy rispose subito con gioia, - certo, non vedevo l’ora!- disse entusiasta.

- mi dispiace ma io devo rivedere i conti della nuova sede e devo anche scrivermi un discorso di presentazione per il primo giorno di lavoro nella nuova sede. Mi dispiace tanto ma non posso domani inizio a lavorare!!!!!- disse amareggiato ma sincero Marco.

- ok.- rispose un po’ delusa Francy dirigendosi verso la porta che la madre Giulia aveva già aperto.

Uscirono di casa e un’arietta fresca le colpì piacevolmente sul viso, la sera era nella nuova città era molto più fresca di quella italiana e Francy e sua madre ne furono compiaciute.

Dirigendosi verso il centro della città Francy e sua madre camminavano tranquille, dopo pochi metri una donno in uniforme le fermò sorridendo.

- voi dovete essere le nuova arrivate. Piacere sono Dana Forbs, il capo della polizia di Magic Falls. Voi dovete essere le donne della famiglia Terrale, giusto?-

- certo, piacere di conoscerla, sono Giulia Orlando, mio nonno viveva qui una volta. Questa è mia figlia Francesca.- disse Giulia cordiale come sempre.

- oh ti prego, non darmi del lei, nessuno mi da del lei tranne quando sono in ufficio.

Piacere di conoscerti Francesca. Davvero fa parte della famiglia Orlando?-

- l’ultima rimasta- aggiunse Giulia tranquillamente, - qui dovrebbero ancora delle vecchie cose di mio nonno che ha lasciato quando se ne è andato!!- disse infine La madre di Francy.

- o a quello si può rimediare, gli ultimi ricordi della famiglia Orlando sono custoditi nella biblioteca comunale, se volete vi accompagno subito, sto facendo una passeggiata distensiva dopo il lavoro!!!!- disse molto volenterosa la signora Forbs.

Cominciarono ad incamminarsi verso la piazza grande e decorata con molti fiori, al centro della piazza c’era un’ area rotonde ricoperta da fiori colorati di diverso tipo, al suo interno c’era una statua di bronzo scuro che doveva rappresentare le famiglie fondatrici della città.

Passandoci davanti il capo della polizia rivolse un invito particolare alla madre di Francy, - Giulia, tu discendi da una della famiglie fondatrici di Magic Falls, e qui noi abbiamo un consiglio formato dai rappresentanti delle famiglie fondatrici.- disse il capo, poi continuò, - questo consiglio da una mano al sindaco, lo aiuta a prendere decisioni difficili e talvolta anche bizzarre. Potresti farne parte, è un diritto che ha ogni famiglia fondatrice, forse anche un dovere in quanto cittadini discendenti dai fondatori.-

- certo lo faccio con piacere, tanto non ho niente da fare dalla mattina alla sera- rispose Giulia tranquilla.

- sai Francesca, io ho una figlia che ha all’incirca la tua età. A che classe ti iscriverai nel liceo della città?-

- mi iscrivo al quarto anno, ho finito il terzo questa estate quando ero ancora in Italia.- rispose tranquillamente Francesca.

- davvero, allora probabilmente sarai in classe con mia figlia Cassidy, anche lei deve fare il quarto anno!- disse contenta la signora Forbs.

Dopo qualche altro minuto di conversazione e di cammino arrivarono alla biblioteca ed entrarono senza nessun problema, in un cassetto della scrivania della bibliotecaria c’era nascosta una scatola, il capo la porse a Giulia e sorrise, -la teniamo qui perché qualche volta al consiglio ce ne serviamo, ci sono parecchi appunti del vostro antenato Giacomo Orlando, ci sono molto utili per prendere decisioni che possano accordarsi con il passato di Magic Falls-. Spiegò il Capo.

- si certo, per mantenere le tradizioni, capisco- disse comprensiva Giulia prendendo in mano la scatola.

Francy e sua madre uscirono dalla Biblioteca, diedero le spalle alla porta e poi continuarono la loro passeggiata, dopo pochi minuti di tragitto incontrarono una donna e una ragazza che si somigliavano molto, erano madre e figlia di sicuro, entrambe erano di carnagione scura, color cioccolato.

La donna era molto giovanile, con lineamenti marcati e duri, con il mento appuntito, con fronte e gli zigomi alti e dei bellissimi capelli ricci.

La ragazza invece aveva dei lineamenti molto più leggeri, il naso che faceva una curva molto dolce come quella del mento, i capelli molto più lunghi della madre e molto meno ricci.

Francy e sua madre Giulia si avvicinarono, sapevano entrambe di vedere davanti a loro altre due streghe, e le due persone davanti a loro avevano la pensavano nella stessa maniera.

- non penso che serva stringerci la mano comunque..- esordì Giulia porgendo la mano alla donna che le sorrideva compiaciuta.

- no, non serve, ma tanto per essere sicura di non sbagliarmi...- aggiunse la donna porgendo la sua mano e stringendo quella di Giulia delicatamente, - voi dovete essere le nuove arrivate piacere di conoscervi, io sono Jessica e lei è mia figlia Rain- aggiunge molto cordialmente la donna.

Rain (la ragazza) prese subito la mano di Francy ed entrambe per qualche interminabile minuto ebbero una visione di loro che ballavano la nuova canzone di Shakira “waka waka (this time for Africa) “ dedicata ai mondiali che si tenevano quell’estate.

Si sorrisero e si capirono al volo, - amiche per la pelle- disse Francy talmente eccitata che senza rendersene conto saltava, - siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!!!!!!!!!!!!!!!!- rispose Rain urlando e saltando come Francy.

- mi chiamo Francesca ma tu chiamami Francy oppure Fra!!!!!!!!!!!- disse senza smettere di saltare, - ciao Fra, mi chiamo Rain!!!!!!!!!!!!!!!- disse l’altra anch’essa continuando a saltare.

- hanno già fatto amicizia vedo, non hanno perso tempo!!!- disse Jessica ridendo a quello che le due ragazze stavano facendo, - esatto, ma vedo che anche noi andiamo abbastanza d’accordo, e senza aver quasi parlato. io ho sempre fatto fatica a farmi delle nuove amicizie, non perché sia timidi ma perché sono selettiva.- disse sorridendo Giulia.

- oh, quasi dimenticavo, Giulia, il mio nome è Giulia!!!!- disse, - stando a guardare queste due mi sono dimenticata le buone maniere!!! Mi dispiace.- concluse in fine con aria innocente.

- perché non venite a casa nostra qualche volta, magari le ragazze possono provare qualche piccola magia insieme.- disse sottovoce Giulia inquieta che qualcuno la sentisse, - certo, è un’ottima idea, così le ragazze stanno insieme.- rispose tranquilla Jessica.

- siamo diventate migliori amiche, devo farti conoscere cassidy, è pazza almeno quanto me, ti troverai bene di sicuro, vieni ti porto da lei!!!!- disse tutta contenta Rain.

Gli occhi di Rain (marroni all’esterno e verdi all’interno, uguali a quelli si sua madre) brillavano talmente tanto dall’emozione che sembravamo irradiare tutta la piazza.

- mamma  ti prego posso andare? Ti pregooooooo!!!!- chiedeva con la faccia da cucciolo Francy, - ve bene, ma torna a casa prima delle 11!!!!- rispose la madre con aria seria mentre le due ragazze se ne andavano a passo veloce verso una via illuminata completamente da lampioni.

- Cassidy è la figlia del capo della polizia?- chiese curiosa Francy, - si, è un po’ matta ma è una brava ragazza.- rispose Rain poi aggiunse : - a proposito lei non sa che sono una strega, quindi non parlare di cose del genere!!!!-.

Le madri delle ragazze invece si sedettero ad un bar i iniziarono a fare amicizia con più calma delle figlie, senza agitarsi ne urlare, come delle vere signore posate e rilassate, anche se in realtà dentro avevano entrambe l’animo di una teenager.

Rain bussò alla porta della villetta di Cassidy e lei con un sorriso gigantesco le fece entrare, restarono a chiacchierare per un ora di tutto e poi tirarono fuori un argomento che era di sicuro più interessante degli altri. Daniel Salvatore.

- è tornato da pochi giorni, è stato via 3 anni, è così carino!!!!!- continuava a dire Cassidy come se un disco dentro di lei si fosse inceppato, - si è vero, è così sexy!!!- aggiunse Rain, - è il mio nuovo vicino di casa- disse Francy orgogliosa, - è già venuto a conoscere la mia famiglia insieme allo zio- aggiunse infine sempre orgogliosa.

Guardando l’ora Francy si accorse di quanto fosse tardi e del fatto che doveva tornare a casa così salutò di corsa le nuova simpatiche amiche e si risesse verso la piazza per poi imboccare la via di casa.

Mentre attraversava la piazza incontrò Daniel, facendogli un dolce sorriso lo salutò.

- ciao vicino, che ci fai in giro per la strada a questa ora? non sia che potrebbe essere pericoloso? potrebbero esserci delle streghe killer qua in giro!!!!!- con tono sarcastico e scherzoso, si stipi lei stessa di quanto fosse stata diretta e naturale, non le era mai capitato di sentirsi a proprio agio con un ragazzo, men che meno con un vampiro.

- niente, una passeggiata, e tu? Non sai che potrebbero esserci dei vampiri in giro!!!- Daniel però non aveva lo stesso tono di Francy, anzi sembrava veramente preoccupato.

- davvero ci sono altri vampiri oltre a te in città?- chiese preoccupata Francy.

- bè, forse io potrei ucciderti!!!!!!!!!!- disse Daniel ridendo, Francy allora gli saltò sulla schiena per tentare di atterrarlo, per tentare di vendicarsi dello stupido scherzo che le aveva fatto senza riuscirci.

In compenso però trovò un accompagnatore che poteva scortarla fino a casa, così si incamminarono verso casa insieme e tutti e due si sentivano benissimo in compagnia della nuova amica o del nuovo amico.

Arrivati davanti alla casa di Francy si salutarono con un “ci vediamo presto”, Fra si rese conto che aveva stretto tre amicizie in un solo giorno, era un record per lei.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** capitolo 4 - il passato ritorna ***


CAPITOLO QUATTRO

Il passato ritorna

 

 

 

Passava il tempo e Francy e la sua famiglia si ambientavano sempre meglio nella cittadina, suo padre era ammirato dai collaboratori, la madre si era perfettamente ambientata nel consiglio delle famiglie fondatrici e Francy era perfettamente in sintonia con le nuove amiche, soprattutto con Rain con cui provava sempre nuovi incantesimi.

Ormai era diventata forte, aveva fiducia in se stessa e non era mai stata più felice; anche l’amicizia con Daniel la faceva sentire bene, era sempre a suo agio, senza preoccuparsi di nient’altro al di fuori della sua nuova vita da strega e dai suoi nuovi amici.

Le uniche cosa che teneva segrete ai suoi nuovi amici era il suo santuario ( la sua camera) e il suo passato, ma non era l’unica persona che non raccontava il suo passato.

Daniel non le aveva mai parlato di suo fratello Jonathan, ne di Elisabeth, ne di quanto si somigliassero; parlavano di tutto senza problemi e anche Rain talvolta si univa a loro, sempre sorridente e sempre logorroica, tanto da far impazzire anche il calmo e tranquillo Daniel, che non si arrabbiava mai.

Erano diventati più che amici loro tre, forse perché tutti e tre sapevano di custodire un segreto che riguardava la loro natura, quella delle streghe e quella del vampiro.

Fra era riuscita ad imparare alla perfezione come usare la cabina di registrazione che stata in camera sua, aveva già inciso due delle sue canzoni, e si divertiva a registrare sempre cose nuove.

Una sera tornato a casa da una passeggiata con Fra chiamo Nicolas che era ancora in piedi e gli disse, - se non ci sono, se sono fuori casa, e arriva mio fratello Jonathan, non farlo mai entrare, non voglio che resti qui, devo proteggere le persone di questa città!!!!-, era molto serio, come se stesse per succedere qualcosa di grave.

- certo!!!- rispose Nicolas un po’ stupito, poi continuò a parlare, - vuoi proteggere quella ragazza, Francesca, la nostra vicina, ti piace parecchio vero?- disse con aria seria ma tranquilla.

- non voglio che le faccia del male, mi trovo troppo bene con lei per perderla!!!- disse triste Daniel.

Dopo aver parlato con Nicolas, Daniel, si diresse verso la sua camera, si indirizzò verso la libreria alla ricerca di un libro da leggere, si bloccò per un secondo e poi parlò, - non hai un motivo valido per stare qui, vattene!!!!!- urlò in tono serio.

Lui era lì, davanti a lui, completamente uguale a come se lo ricordava, alto cinque centimetri più di lui, magro, atletico, con una giacca in pelle lucida, i capelli di color nero inchiostro, un sorrisetto compiaciuto stampato sulla faccia, come se si aspettasse quella reazione.

Il suo volto aveva lineamenti giovanili, lineamenti che erano duri quando si arrivava alla mascella, ma che terminavano in un mento dalla curvatura dolce, la sua fronte senza rughe era alta e incorniciata da due ciocche nere lucenti di capelli, e le sue labbra erano carnose e sexy come quelle del fratello.

I suoi occhi, non potevano essere più belli, sembravano fatti di cielo, di cielo in primavera velato da una leggerissima e praticamente invisibile nebbia, si vedeva che dentro di lui c’era la voglia di vendetta, di riscatto, glielo si leggeva attraverso gli occhi.

Dopo un interminabile minuto uscirono le prime parole dalla sua bocca, - ciao fratellino, come ti va l’ esistenza?- disse in modo sarcastico, era Jonathan, davanti a Daniel c’era  Jonathan, suo fratello maggiore.

- bene prima che arrivassi tu!!- esclamò Daniel contrariato.

- comunque dovresti migliorare l’accoglienza, dovresti insegnarla anche a Nicolas, non è stato molto scortese!!- disse Jonathan continuando a parlare con voce tranquilla e sempre un po’ sarcastica.

- che gli hai fatto?- urlò Daniel prendendo per il collo suo fratello e sbattendolo contro il muro.

Purtroppo il sangue animale non dava la stessa forza che ne dava il sangue umano, e naturalmente Jonathan si nutriva di quello; in meno di un secondo Daniel era stato sbattuto contro il muro pieno di quadri con una mano di Jonathan stretta sul collo.

Dopo qualche minuto Jonathan lasciò cadere a terra il fratello stremato, dopo pochi secondi Daniel si rimise in piedi e corse giù per le scale per verificare che Nicolas stesse bene. Era in piedi con del ghiaccio sulla testa, balbetto delle scuse mentre Daniel risaliva le scale.

Jonathan era ancora lì con le braccia incrociate appoggiato allo stipite della porta con lo stesso sorriso che aveva sulla faccia quando arrivò.

- scusa per Nicolas, non sono qui per piantare grane, sono qui per altri motivi che adesso non posso dirti!- disse tranquillo e con aria vagamente credibile. –per piacere,  posso stare qui o ti da fastidio???- chiese gentilmente Jonathan.

-si puoi restare, ma niente gente morta, al massimo vai alla banca del sangue dell’ospedale, niente morti!!!!- chiarì Daniel.

Jonathan si ritirò nella sua vecchia camera che si trovava  alla fine del corridoio.

Passarono i giorni, Jonathan non combinava disastri e non si faceva scoprire dalla polizia, e Daniel sembrò sollevato nel vedere, che per una volta, suo fratello non lo metteva in guai o pericoli; però era ancora inquieto a causa del fatto che Jonathan potesse vedere Fra e la sua incredibile somiglianza di Elisabeth.

Senza rendersene conto arrivò il momento di cominciare la scuola e Francy non vedeva l’ora di cominciare: nuovi amici, nuove lezioni, nuovi insegnanti, nuova scuola, era tutto nuovo per lei; ma sapeva che non era da sola, c’erano Rain e Cassidy con lei e c’era anche Daniel.

Daniel nell’ultimo mese era strano e diceva che era meglio se Francy restasse in casa, naturalmente lo faceva perché Jonathan non la vedesse, cosa che prima o poi sarebbe comunque successa dato che abitavano l’uno affianco all’altra.

Ma Francy non ci pensava tanto, sentiva anche lei la presenza di un nuovo vampiro in città e quindi credeva solo che Daniel volesse proteggerla.

Iniziarono le lezioni, il primo giorno fu molto caotico per Francy che non conosceva niente di quel liceo, fu contenta di constatare che il suo armadietto era accanto a quello di Rain e Cassidy, molte delle lezioni che aveva erano insieme a loro e nelle altre c’era sempre Daniel che le si sedeva vicino e le suggeriva le risposte.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** capitolo 5 - sorpresa & paura ***


CAPITOLO CINQUE

Sorpresa & paura

 

 

Era passata una settimana dall’inizio della scuola e Fra si era ambientata perfettamente, Durante l’estate si era impegnata a prendere la patente, ci mise 2 mesi e fu così contenta quando la ricevette.

Per sua sfortuna non aveva comprato un macchina ( la sua macchina dei sogni era una Mini), così tornava a casa a piedi ogni giorno facendo la strada in compagnia con Daniel.

Jonathan vedeva tornare sempre il fratello minore a casa a piedi così un giorno decise di andarlo a prendere a scuola.

Francesca e Daniel stavano uscendo dall’entrata principale della scuola ridendo, e vedendo l’aspetto della ragazza affianco a Daniel rimase scioccato, senza parole, il solito sorrisetto sarcastico che aveva sempre sulla faccia era scomparso.

Daniel vide che suo fratello era lì, alla luce del sole e che era arrabbiato ( Jonathan portava lo stesso anello di famiglia di Daniel), con le braccia conserte appoggiato al cofano della sua Mastang celeste con il tettuccio estraibile nero.

Daniel sussurrò sull’orecchio di Fra: - stai dietro di me, stai tranquilla non succederà niente!!-

Si avvicinarono seri verso la macchina e si fermarono, Jonathan era alquanto arrabbiato.

- non mi avevi raccontato di lei, fratellino!!!- disse con tono serio marcando la parola Fratellino.

- non è come sembra!!- - lei non centra niente con Elisabeth!!!- disse Daniel serio quanto il fratello maggiore.

- scusate ma qualcuno può spiegarmi quello che succede???-, -fratellino??? Elisabeth???- chiese confusa Fra.

- te lo spiego dopo!!- disse Daniel senza nemmeno girarsi.

- va bene, visto che non me lo vuoi dire a voce, me lo dirà la tua testa!!!!- disse contrariata Fra dopo la risposta di Daniel.

- no, no, non farlo!!!!- disse agitato Daniel, - ti spiego tutto fra due minuti, quando siamo da soli.- disse infine Daniel.

- aspetta un momento, legge nel pensiero adesso? Cos’è questa novità??- disse confuso Jonathan.

- è quello che stavo per dirti, lei non è Elisabeth, si chiama Francesca, è una strega!!- disse Daniel in tono molto più calmo.

- si dato che ci sei urlalo ai quattro venti Daniel!!!!- lo sgridò Fra guardandosi in giro per appurare che nessuno avesse sentito quello che aveva detto Daniel.

- scusa, lo detto senza pensarci!!!- disse lui con aria colpevole.

- dai vi dò un passaggio a casa, salite.- disse più sereno Jonathan.

- io non salgo in macchina con gli sconosciuti, soprattutto se sono vampiri!!!!- disse Fra facendo segno di no con la testa.

- Fra, sali, non ti farà del male!!- disse tagliando corto Daniel.

- un secondo…- disse Fra prendendo il polso di Jonathan, lui rimase fermo, confuso da quello che stava facendo Fra.

- cos’è mi hai fatto un incantesimo???- disse Jonathan indignato.

- no, ho solo provato a sentire se i miei sensi di strega mi dicevano di fidarsi- spiegò lei tranquilla salendo in macchina.

Quel gesto fece capire a Daniel e Jonathan che lui aveva superato il test.

- ho superato il test!!!- disse orgoglioso Jonathan mentre saliva nella macchina al posto del guidatore mentre Daniel era già seduto dalla parte de passeggero anteriore.

- non del tutto.- disse Fra tranquilla e sicura di se, - è che ho appena fatto educazione fisica e non aveva voglia di tornare a casa a piedi.- spiegò lei, - i miei sensi dicono che mi posso fidare fino ad un certo punto, superficialmente, poi devo stare attenta!!- concluse infine la ragazza seduta nel posto dietro.

- allora dove abiti?- chiese tranquillo Jonathan.

- dove, presumibilmente, abiti tu- rispose tranquilla Fra.

- che cosa?- chiese sbalordito Jonathan.

- abita nella casa affianco alla nostra- si intromise Daniel.

Dopo dieci minuti di strada in macchina arrivarono nel vialetto di casa Salvatore, scesa dalla macchina Fra salutò i due ragazzi con un sorriso e si diresse verso casa sua.

- Oggi dobbiamo studiare insieme Manzoni per il corso di letteratura italiana, ricordi? Disse Daniel con un tono di voce abbastanza alto perché Fra potesse sentire.

- certo, porto i libri e vengo a casa tua alle 15.00- disse sorridendo Fra.

Daniel no riusciva a capire come il sorriso di Fra potesse mettere tutti di buon umore, anche Jonathan ne era rimasto affascinato, come se non potesse fare a meno di guardarla; Daniel pensava fosse per la somiglianza che c’era tra Fra e Elisabeth, ma non era quello il motivo, Francy aveva conquistato Jonathan grazie al suo sorriso (Elisabeth non sorrideva così, lei aveva un sorriso altezzoso che dimostrava quanto Elisabeth si ritenesse migliore degli altri).

Arrivata a casa fra prese un grande respiro, aveva tenuto i pensieri per se per tutto il tragitto, la voce misteriosa di Jonathan la faceva sentire felice senza sapere perché, quella dolce voce che sembrava una melodia di violini ogni volta che Jonathan parlava la, faceva stare bene.

Dopo pranzo Fra si lavo i denti si pettinò i boccoli e li raccolse in una morbida coda lasciando però fuori qualche ciocca di capelli che le contornava il viso in ogni lato, si guardò allo specchio e disse che per studiare quell’acconciatura andava bene ( le davano fastidio i capelli sciolti quando era impegnata a studiare, le cadevano sulle pagine e la deconcentravano).

Quando mancavano 5 minuti alle 15 uscì di casa e si avviò verso la casa dei Salvatore, avvertiva una strana sensazione nell’aria ma non ci fece caso, sicura che fosse solo la sua immaginazione.

Intanto però sentiva la presenza di un vampiro nella casa, e non era una presenza buona, che non somigliava affatto a quella di Daniel e forse nemmeno a quella di Jonathan, ma di quest’ultima cosa non ne era sicura.

Fra volle verificare quello che sentiva così si avvicino alla porta d’entrata e bussò, nessuno le rispose, dopo qualche minuto di attesa si decise ad entrare, il suo istinto el continuava a ripetere che non doveva entrare, che d’era qualcosa di veramente pericoloso dentro quella casa.

Francy aprì delicatamente la porta che fece un piccolo cigolio iniziale e poi continuò ad aprirsi in silenzio, fra richiuse la porta alle sue spalle e si guardò intorno prima di accorgersi dell’uomo che stava disteso con la faccia a terra.

Fra girò il corpo dell’uomo per vedere se era ancora vivo, girandolo notò che il corpo era quello di Nicolas, sul collo dell’uomo si vedeva molto bene un morso, il morso di un vampiro.

 Cerco Daniel al cellulare che però era staccato, allora cerco di individuare dove fosse con un incantesimo.

 

-Il mio amico vampiro ho bisogno di trovare,

dimmi subito dove lo posso cercare.-

 

pronunciò Fra in tono serio, l’incantesimo dove far vedere nella sua mente dove si trovava l’amico, nella sua mente vide il fitto del bosco, era troppo lontano da lei, dalla casa e Fra sapeva di essere in pericolo lì, sentiva che il vampiro malvagio si stava avvicinando sempre di più a lei.

 

- un altro amico vampiro devo trovare,

uno buono che mi possa aiutare.-

 

pronunciò quasi impaurita Fra, sperava che la presenza pericolosa che sentiva in quella casa non fosse lui, non fosse Jonathan.

Vide che Jonathan si trovava alla banca del sangue di Magic Falls, molto più vicina del bosco, così gli parlò telepaticamente.

“ Jonathan sono Francesca, l’amica di tuo fratello, torna subito a casa tua, c’è un vampiro qui e penso che abbia ucciso Nicolas!!!!”, la voce di Fra, anche se mentale, tremava di paura, ormai sentiva che il vampiro aveva sentito la sua presenza.

All’improvviso ebbe una visione orribile di 5 corpi senza vita tutti uccisi da un vampiro, Fra non ebbe il tempo di rendersi conto di dove fossero i corpi, il vampiro era davanti a lei, che era ancora rannicchiata vicino al corpo del povero Nicolas.

Il vampiro aveva la faccia ricoperta di sangue, gli occhi neri come il petrolio, i capelli biondi e lo sguardo da assassino stampato sulla faccia.

- ciao dolcezza, che ci fai qui tutta sola???- la sua voce emanava malvagità.

Fra non rispose, era completamente immobilizzata dalla paura, non riusciva a muoversi, poi come sconfitta chinò la testa e chiuse gli occhi.

Fra sentì un leggero movimento e quando alzò la testa Jonathan era affianco a lei con un paletto di legno in mano e lo sguardo di sfida sulla faccia.

- alzati e mettiti dietro di me.- disse Jonathan serio, fra ubbidì senza parlare e si mise dietro di lui.

- che ci fai qui????- ringhiò Jonathan allo sconosciuto, - come, si salutano così i vecchi amici?- chiese sarcastico l’altro.

- tu non sei mio amico, Joe!!!!- rispose Jonathan infastidito.

- sono venuto a darti una notizia, so dove si trova il libro di appunti di quella strega, di Katerina.- disse tranquillo camminando verso Fra e Jonathan, che aveva teneva il paletto puntato contro l’ospite indesiderato, tanto che entrambi indietreggiarono.

- dov’è?- chiese Jonathan con voce roca.

- ce l’ha una strega che vive in questa città, che fa parte di una delle famiglie fondatrici mi sembra.- disse lo sconosciuto di nome Joe, poi continuò dicendo: - puoi aprire la cella adesso, puoi liberare la tua Elisabeth e tutti gli altri!!!! Non vedo l’ora che questa città venga sterminata, non mi è mai andata a genio.- poi sorrise.

- grazie per l’informazione, ora te ne puoi andare.- disse svelto Jonathan ancora con il paletto ancora puntato contro l’uomo.

Fra seguiva il discorso confusa e teneva gli occhi puntati verso l’uomo da dietro la schiena di Jonathan, non riusciva a capire cosa stessero dicendo, cella, strega, incantesimi, libro di appunti, non riusciva a carpire il senso di quelle cose.

L’uomo scoccò un occhiata alle spalle di Jonathan e vide Fra confusa e ancora impaurita, poi si avviò verso la porta dicendo allegramente: - mi sono fatto parecchi spuntini ma mi manca ancora il dolce!!!!-, afferrò il braccio di Fra e se la portò tra le braccia stritolandola, poi la morse e lei per liberarsi tento la magia che le aveva insegnato sua madre il giorno prima, fece provare delle fitte di dolore alla testa al vampiro che la mollò, Fra però aveva già perso molto sangue.

Nel momento in cui l’uomo cadde a terra Daniel entrò e prese Fra in braccio per proteggerla, per aiutarla; nello stesso momento Jonathan conficcò il paletto, che aveva in mano, nel cuore del vampiro, per ucciderlo; il vampiri morì e il suo corpo divenne di un color grigio cenere.

Daniel tentò di risvegliare Fra, ma lei non rispondeva, Daniel era nel panico, non voleva perdere Francy, si era affezionato troppo a lei.

- bisogna farle bere un po’ di sangue di vampiro.- consigliò Jonathan svelto mentre si mordeva il polso prima di metterlo fra le labbra di Fra.

Dopo pochi secondi Fra si riprese, era scossa e aveva il collo e le lebbra ricoperte di sangue, la paura era ancora presente nei suoi occhi, mentre incrociava quelli di Daniel e quelli Jonathan che avevano entrambi l’aria preoccupata.

Fra tentò di temersi a sedere, ma non ci riusciva da sola così Daniel che le teneva la testa dolcemente con una mano la aiutò a tirarsi su reggendola.

- ti senti un po’ meglio?- chiese dolcemente Daniel avendo paura di turbarla.

- ehm, penso di si- rispose incerta Fra che si guardava intorno, vedendo il vampiro con il paletto conficcato sul petto vicino al corpo di Nicolas senza vita.

- Nicolas è morto, ce ne sono altri di morti, ho avuto delle visioni pochi secondi prima che arrivassi tu.- disse Fra, ancora scombussolata, guardando Jonathan che stava davanti a lei con il polso insanguinato.

- che ti è successo?- chiese confusa Fra a Jonathan.

- niente di grave, avevi bisogno di sangue di vampiro per guarire e così te ne ho fatto bere qualche goccia del mio.- disse Jonathan calmo e con voce zuccherosa per non turbare Fra.

- sono tutta sporca di sangue, non posso tornare a casa così, mia madre ti ucciderebbe!!!!- disse Fra preoccupata guardando Daniel.

- tranquilla, adesso ti accompagno nel bagno al piano di sopra, mentre Jonathan entra dalla finestra laterale della tua camera e ti va a prendere dei vestiti puliti.- disse Daniel guardando Jonathan con uno sguardo interrogativo.

- c’è un piccolo problemino, io sono senza invito a casa di Francesca, non posso entrare!!!- disse con aria di scuse Jonathan.

- ok, allora ci vado io.- disse Daniel sconsolato.

Jonathan prese il posto di Daniel per reggere la schiena di Fra, lei notò che il contatto con le braccia di Jonathan era meraviglioso, come se stesse su di un letto di petali di fiori.

- ce la fai ad alzarti?- chiese Jonathan premuroso.

- ci provo.- rispose Fra mentre Jonathan la aiutava ad alzarsi.

Dopo pochi secondi le gambe di Fra cedettero e lei rischiò di cadere mentre Jonathan la prendeva al volo fra le braccia forti e delicate.

- a quanto pare no.- disse lui sorridendo e prendendo in braccio Fra.

Fra tento di mettere le braccia intorno al collo di Jonathan per reggersi, ma il morso che aveva ricevuto si trovava fra il colo e la spalla e le provocò una fitta di dolore che le fece uscire un gemito dalla bocca.

- ferma, ti farà male per qualche ora e poi passerà.- disse lui portandola su per le scale come se fra le braccia avesse solo un fiore leggerissimo.

- comunque, non chiamarmi Francesca.- disse lei per cambiare discorso, - chiamami Fra o Francy, ma non con il mio nome intero.- concluse lei con la voce più serena e non più impastata di paura.

- perché? Non ti piace il tuo nome?- chiese Jonathan curioso e sorridendo.

- si che mi piace il mio nome, penso che sia uno dei più bei nomi che esistono, ma è troppo lungo, se qualcuno ha un bisogno immediato di me è meglio se chiama FRA invece che FRANCESCA!!!!!!!!!!- rispose Fra serena.

- va bene, se lo dici tu!!!- disse Jonathan accomodante mentre la rimetteva in piedi davanti alla porta del bagno.

- siamo arrivati a destinazione.- disse sorridendo Jonathan, - ecco qui i vestiti!!!!- esordì Daniel porgendo i vestiti puliti a Fra.

Fra entrò in bagno, raccolse i capelli più in alto di come stavano prima e dopo essersi tolta i vesti sporchi si infilò nella doccia.

Intanto alla porta di sotto suonarono il campanello, Daniel e Jonathan si guardarono stupiti e pensarono che fosse la madre di Fra, Daniel scese e aprì la porta, con grande sollievo vide che era Rain.

- dov’è?- disse Rain nervosa, - cosa è successo? Sta bene, vero?- disse sempre più nel panico non vedendo Fra.

- ho avuto una visione dove era ricoperta di sangue!!!!- disse sempre più agitata, - Fra sta bene, vero? Ti sei preso cura di lei? non l’hai uccisa, giusto????-, la voce di Rain era sempre più impaurita.

Daniel mise le sua mani sopra le spalle di Rain che tremava, - sta bene, si sta facendo una doccia al piano di sopra, mio fratello Jonathan è fuori dal bagno pronto ad aiutarla se ha bisogno.- disse con voce tranquillizzante.

Rain allora si tranquillizzò e fece un sorriso a Daniel che le rispose nello stesso modo, Rain aveva preso una bella cotta per Daniel, e a lui piacevano le sue attenzioni, lo facevano sentire bene.

Dopo due minuti Rain era davanti alla porta del bagno dove Fra si stava facendo la doccia, in attesa che lei uscisse per abbracciarla.

Qualche minuto dopo Fra uscì dal bagno tranquilla, ancora molto stanca, ma abbastanza serena, sul suo viso però c’era ancora un po’ di terrore, - mio dio, sai che colpo che mi hai fatto prendere quando ho avuto quella visione, pensavo fossi morta!!!!- la rimproverò Rain buttandole le braccia al collo e facendole emettere un piccolo gemito di dolore.

- tranquilla è solo la ferita del morso, mi passerà.- disse Fra rassicurando l’amica, - anzi forse puoi fare qualcosa per aiutarmi.- disse ancora Fra mentre si appoggiava al muro e scivolava giù lentamente.

Vedendo quello che stava succedendo Jonathan prese di nuovo Fra in braccio, - non sei ancora in grado di stare in piedi per più di 2 minuti!!!! Deve avertene tolto parecchio di sangue quel bastardo!!!!!- disse in tono sarcastico il ragazzo.

Si diressero tutti verso il salotto, poi Jonathan stese delicatamente fra sul divano più grande.

- Rain, mi potresti fare un favore?- chiese speranzosa Fra all’amica.

- certo che ti aiuto, che ti serve?- rispose servile Rain.

- devi fare l’incantesimo che ti ho insegnato quattro giorni fa, quello per nascondere le ferite.-

- non sono sicura di riuscirci, è difficile!- rispose preoccupata Rain.

- ce la fai di sicuro, mi serve il tuo aiuto, se mia madre vede il morso non mi farà più uscire di casa e se la prenderà a morte con Daniel e Jonathan che non centrano niente!!!!!-, - ti pregooooooooo!!!!- disse Fra facendo la faccia da cucciolo che funzionava sempre.

- non hai forza per stare in piedi, ma la faccia da cucciolo però riesci a farla!!!!- disse ridendo Rain.

- metti la mano sulla ferita e poi dì : non voglio vedere la ferita, fai finta che sia già guarita.- disse Fra ricordando all’amica come si faceva.

Quando Rain appoggiò la mano sul punto in cui era stata morsa Fra trattenne il respiro per non parlare, dopo pochi secondi Rain iniziò l’incantesimo, si concentrò e ripete le parole che le aveva suggerito Fra.

 

-non voglio vedere la ferita,

fai finta che sia già guarita.-

 

Dalla mano di Rain si sprigiono una piccola luce che ricoprì il punto in cui Fra era stata morsa, dopo pochi secondi la piccola luce si spense e Rain tolse la mano mentre i due fratelli assistevano alla scena in silenzio.

La ferita era scomparsa e Fra se ne accorse con gioia mentre Rain le mostrava il lavoro fatto con uno specchietto che teneva nella borsa, Fra si sentì subito meglio nel vedere che la ferita non si vedeva più anche se faceva ancora male.

Erano le 6 del pomeriggio e Fra si sentiva già meglio, riusciva a stare in piedi e a camminare senza che le sue gambe cedessero-

- vi va di fare una cenetta tutti insieme qui??- propose Jonathan sorridendo, - possiamo concludere questa esperienza meglio di come è cominciata!!!!- aggiunse sarcastico alla fine.

- per me non c’è problema.- rispose tranquilla Fra, - così recupero un po’ di forze per non far insospettire mia madre.- spiegò la ragazza.

- per me non c’è problema, tanto sono a casa mia!!- disse Daniel sorridendo, - per me è ok, devo solo avvertire mia madre!!!- rispose Rain.

Dopo aver avvisato le madri le ragazze si sedettero di nuovo sul divano mentre i due fratelli Salvatore andarono a fare la spesa, tornati a casa si misero ai fornelli, le ragazze continuavano a chiacchierare mentre i ragazzi sgobbavano in cucina.

Il risultato della cena era un piatto di pasta al pomodoro, un po’ di insalata e una torta che Fra aveva fatto comparire grazie ad un incantesimo.

- l’ho visto fare a mia madre quando eravamo ancora in Italia, li per li non ci avevo fatto caso ma poi, dopo aver scoperto di essere una strega ho collegato tutto!- spiegò Fra, ridendo mentre gli altri la guardavano perplessi.

La serata era stata bellissima per tutti, Fra vide quanto Daniel si sentisse a suo agio con Rain e quanto Rain fosse contenta di essere lì; e Fra era contenta di quanto si trovasse bene con i suoi nuovi amici.

Un solo interrogativo le rimaneva calcato in testa, quello che riguardava il discorso ta Jonathan e il vampiro che l’aveva morsa quel pomeriggio, la cella, l’incantesimo, il libro di appunti, ma soprattutto Elisabeth.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** capitolo 6 - spiegazioni ***


CAPITOLO SEI

Spiegazioni

 

Era passata più di una settimana da quando Fra era stata morsa dal vampiro e il dolore era ormai passato, ma quell’ evento però la portava a fare sogni strani, come delle visioni in cui tanti vampiri sconosciuti tentavano di distruggere la città.

Non sapeva per quale motivo facesse questi sogni e quindi non ne aveva parlato con nessuno: c’era un’altra cosa che preoccupava Fra, il discorso che Jonathan aveva avuto con il vampiro che poi aveva ucciso, le parole cruciali di quel discorso le ronzavano in testo giorno e notte, così decise che quando Daniel non fosse stato in casa doveva andare a parlare con Jonathan.

Il giorno dopo Fra vide, dalla finestra di camera sua, che Daniel che si stava allontanando dalla sua casa, erano le nove di sera, Fra ne approfittò per andare a parlare con Jonathan.

Fra uscì di casa alla svelta e arrivò davanti alla porta di casa Salvatore dopo pochi secondi, bussò alla porta e sentì una voce dall’interno, - ti sei dimenticato le chiavi?- chiese Jonathan aprendo la porta, -oh, ma che sorpresa, la mia streghetta preferita!!!!!- disse con un sorriso un po’ sarcastico stampato sulle labbra.

- ciao, dobbiamo parlare!!- disse seria Fra spingendo con una mano Jonathan verso l’interno.

- spara!!!!!- rispose Jonathan sorridendo come se quello di Fra fosse uno scherzo.

- non è uno scherzo, quindi togliti quel sorriso dalla faccia e siediti!!!!- disse ancora in tono serio Fra indicando un l’indice della mano prima il viso di Jonathan e poi il divano dove si sedettero entrambi.

- ok, che vuoi sapere?- chiese Jonathan tornato serio e senza un minimo accento di sarcasmo nella sua voce.

- di che cosa stavate parlando tu e quel vampiro che mi ha attaccato? Cos’è questo storia della cella, della strega del libro, di Elisabeth?- chiese Fra a Jonathan guardandolo negli occhi, - sai che se non parli le risposte te le tirerò fuori con i miei poteri, potrei leggerti nella mente, oppure torturarti fino a che non risponderai alle mie domande!!!- disse Fra con aria cattiva.

Lei sentiva che in quel discorso si celava qualcosa di pericoloso, sapeva che c’era qualcosa di gravemente negativo in quello che voleva Jonathan.

- è una storia parecchio lunga da raccontare!!- si difese Jonathan sembrando vagamente sincero.

- allora raccontala.-, - dicci perché sei tornato in città.- la voce di Daniel li fece scattare, lui era appoggiato allo stipite della porta che divideva l’entrata della casa dal salotto.

- ok, ve la racconto, ma dovete stare calmi.-

- ok, stiamo calmi, ora sputa il rospo!- disse svelta Fra.

- tu la sai la storia, quella della città, vero?- chiese Jonathan a Fra, - si che la so, l’ho letta e poi me l’ha raccontata anche tuo fratello.- disse seria Fra.

- quando chiusero tutti i vampiri, compresa Elisabeth, dentro la vecchia chiesa, domandai alla strega del luogo se poteva in qualche modo salvare Elisabeth dalla morte.- disse Jonathan assorto nei suoi ricordi. – continua.- lo incitò Daniel incuriosito.

- la strega fece un incantesimo che inventò lei, costruì una cella sotterranea nella chiesa e ci rinchiuse Elasabeth per salvarla, in cambio dovevo proteggere la famiglia della strega e assicurarmi che potesse avere una discendenza.- concluse la storia Jonathan.

- e questo che vuol dire?- chiese confusa Fra, - la vuole riportare indietro.- rispose Daniel con la faccia sbalordita dalla storia, - perché proprio adesso?- chiese Daniel ancora sconvolto,- non potevo liberare Elisabeth senza l’incantesimo, dovevo prima trovare il libro dove era scritto l’incantesimo.-, - adesso l’ho trovato e ho anche la strega che può farlo.- spiegò Jonathan guardando Fra negli occhi.

- no, non pensare nemmeno che metta un vampiro in libertà come se fosse solo un povero cucciolo sperduto!!!- disse Fra alzandosi in piedi e dirigendosi verso l’uscita.

- se non lo fai ucciderò tua madre!!!!- urlò Jonathan contro Fra tanto da farla bloccare, Fra si girò di scatto, si avvicinò a passo svelto verso Jonathan e gli arrivò talmente vicino da poter sentire il suo dolce profumo.

Fra si concentrò e dopo solo due secondi Jonathan cominciò ad urlare di dolore mettendosi le mani sulle tempie, dopo qualche secondo Fra smise di farlo stare male.

- questo è solo un assaggio di quello che posso farti se solo provi a toccare le persona a cui voglio bene!!!!- disse quasi urlando Fra che guardava Jonathan mentre si rialzava da terra stremato.

- Fra, dagli una possibilità, fai uscire Elisabeth, almeno poi si leverà di torno da qui e se ne andranno via insieme.- chiese Daniel tranquillo.

- fammi vedere questo libro di appunti, vediamo cosa c’è scritto.- disse accomodante Fra allungando la mano aperta.

Jonathan prese un piccolo libricino che stava nella tasca interna della sua giacca i pelle nera, - tieni, stai attenta è scritta in una lingua che non capisco.- disse Jonathan porgendo il libro nella mano di Fra, che si sedette e si mise a sfogliare le pagine del vecchio libro.

- certo che non la capisci, questa è una lingua inventata dalle streghe, sanno come leggerla solo dopo che hanno scoperto i loro poteri, tu non sei una strega, non saresti riuscito a tradurre queste scritture neanche dopo mille anni.- disse con aria saccente Fra.

- questo non è un punto a favore di Jonathan, e neanche questo è un punto a favore di Jonathan.- disse Fra mentre leggeva, poi spiegò le sue affermazioni – non ce la faccio da sola, mi servirebbe una mano ma di sicuro non c’è nessuno che me la darebbe, e poi, questa tua amata Elisabeth non è da sola in quella cella.-.

- come non è da sola, chi c’è con lei?- disse preoccupato Jonathan.

- il fatto è che, l’unico modo, che la strega aveva, per far si che l’incantesimo funzionasse, era quello di rinchiudere la sotto tutti i vampiri che stavano dentro la chiesa.- concluse Fra chiudendo il libro.

- posso far uscire solo Elisabeth e possiamo lasciare gli altri vampiri la dentro, si può fare.-

- è troppo rischioso e poi non sono in grado di farlo da sola, non posso farlo Jonathan.- disse Fra amareggiata, voleva davvero aiutare Jonathan anche se sapeva che faceva il carino con lei perché aveva bisogno di una strega.

- lo faccio io con te Fra!!!- disse una voce squillante che stava proprio accanto a Daniel, Rain era lì con il suo solito sorriso sul volto.

- dobbiamo aspettare il solstizio d’inverno per farlo, è scritto sul libro, ma a me non va, e troppo rischioso.- disse Fra ritornata seria.

- ti prego Fra, ho bisogno del tuo aiuto, e ho bisogno di Elisabeth, mi manca troppo.- disse Jonathan pregando fra in ginocchio.

-ok, il 20 Dicembre a mezza notte faremo l’incantesimo per riportarti la tua Elisabeth.- disse Fra triste. Fra provava qualcosa di intenso per Jonathan, non sapeva come spiegarselo, in così poco tempo innamorarsi di un vampiro, che per giunta voleva solo usarla per riavere la sua vecchia ragazza.

- dato che io e Rain dobbiamo tirarla fuori da la sotto, posso almeno sapere come è fatta questa Elisabeth?- chiese Fra, - no, non è una buona idea.- disse svelto e preoccupato Daniel, - massi fratellino, falle vedere com’è la ragazza che ti piaceva tanto e che volevi rubarmi.- disse Jonathan ripreso il suo solito tono sarcastico.

- no, non è giusto, lei non può vederla.- disse Daniel contro il fratello.

- perché non posso vederla? È un mio diritto dato che devo tirarla fuori da là!-

- no, non sarebbe una cosa giusta.- ripete Daniel.

- va bene, allora gliela faccio vedere io.- disse Jonathan sorridendo ed estraendo una foto dal portafoglio che aveva in tasca.

Fra vide una ragazza bellissima e sorridente che aveva gli stessi suoi capelli e gli stessi suoi occhi, lo stesso mento, lo stesso naso e gli stesi lineamenti; per Fra fu come vedere una sua foto, ma questa era in bianco e nero e la ragazza portava un vestito che si poteva indossare solo nell’Ottocento. Sul bordo della foto c’era scritto Elisabeth 1854.

Fra non parlò, era ferma immobile, la foto le scivolò dalle mani, e prima ancora che cadesse a terra lei era già scappata via da quella casa e correva verso il bosco, era notte e ormai erano quasi le undici di sera, ora in cui doveva essere già a casa, scostava i rami degli alberi con la magia prima di passarci affianco, correva e non si fermava.

Fra correva e correva, e mentre correva piangeva a dirotto pensando che il suo migliore amico, e una delle persone a cui teneva di più, si era avvicinato a lei solo perché era la copia della sua ex ragazza.

poi, Fra, sconvolta smise di correre, si fermò e riprese fiato. Mentre riprendeva fiato sentì che qualcuno alle sua spalle la afferrava, poi quell’ombra scura lanciò Fra verso un albero e lei perse i sensi.

Quell’uomo era un vampiro dato che scaglio Fra addosso ad un albero che era a 5 metri di distanza da lei, poi mentre lei era svenuta la prese di peso e uscì dall’altra parte del bosco, tutto questo in pochi minuti.

Jonathan stava seguendo le tracce di Fra ma poi le perse trovandone delle altre di vampiro, allora tornò verso casa e prese la macchina, arrivò nel punto in cui il vampiro e Fra erano usciti dal bosco, proprio nella parte opposta a dove c’era la casa dei Salvatore.

Jonathan guidava con il finestrino aperto per sentire la scia di odore lasciata dal vampiro, in quel momento Jonathan si trovava su una strada completamente deserta, continuando a guidare sempre nella stessa direzione e sempre più veloce.

Jonathan era veramente preoccupato, non lo era mai stato tanto in vita sua, non riusciva a pensare di poter perdere Fra, non sapeva perché ma lui aveva bisogno di lei, e non per liberare Elisabeth dall’incantesimo ma perché non riusciva a fare a meno di pensare che lei doveva restare viva.

Forse Jonathan si era affezionato a Fra, alla sua voce angelica sia quando parlava che quando cantava, oppure si era affezionato al fatto che ogni pomeriggio trovava il tempo per suonare e lui aspettava tutto il giorno che arrivasse quel momento per sentirla cantare, per sentirla comporre bellissime note.

Continuando a guidare notò che c’era una strana ombra sul bordo della strada, avvicinandosi ancora notò che un uomo vestito di nero ed un cappuccio in testa porta una ragazza con una felpa rossa che aveva visto addosso a Fra proprio quella sera.

Fra si dimenava, si era risvegliata e continuava a dimenarsi, ma l’uomo, che la porta sulla spalla come se fosse un sacco di patate, al minimo movimento la stringeva ancora di più e le faceva male.

Non poteva urlare, l’estraneo l’aveva imbavagliata, non sapeva più cosa fare, alzò la testa e vide due fari di auto che si avvicinavano sempre di più, ma anche l’uomo aveva notato la macchina in avvicinamento e così getto a terra Fra, facendole sbattere la testa contro il duro asfalto, e scappò via alla velocità della luce.

L’ultima cosa che vide Fra fu Jonathan scendere dalla sua auto, e poi tutto si fece buio.

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** capitolo 7 - gita inaspettata ***


CAPITOLO SETTE

Gita inaspettata

 

 

La mattina dopo Fra si svegliò nella macchina di Jonathan, che stava guidando, - ben svegliata!! ha dormito bene?- chiese Jonathan sorridente.

Fra aveva ancora la testa che le girava e non capiva cosa le stava succedendo, non riusciva a capire chi fosse stato lo sconosciuto che l’aveva presa e legata e che poi era scappato.

- dove siamo?- chiese spaventata e frastornata Fra, - bevi un po’ di caffè, ti sentirai meglio.- disse Jonathan cercando di rassicurare Fra, ma non ci riusciva.

- dove siamo?- chiese un po’ più decisa Fra, - chi era quell’ uomo che mi voleva portare via? Che cosa è successo?- chiese Fra impaurita.

- dove siamo?- chiese di nuovo Fra, quasi sull’orlo dell’isteria,- dimmi subito dove siamo!- disse Fra.

- siamo in Georgia, devo fare una cosa e tu mi sembravi la compagnia migliore.- disse calmo Jonathan, la sua voce era seria.

- in Georgia? Io devo tornare subito a casa, devo andare a scuola e mi madre mi ucciderà se non mi vede tornare a casa!!!!- disse Fra preoccupata.

Come se fosse stato premeditato il cellulare di Fra iniziò a suonare e nel display appari la scritta mamma, Fra aprì la chiamata e non diede il tempo alla madre di sgradirla, - scusa se non ti ho detto niente, sono andata a dormire a casa di Rain, e adesso sto andando direttamente a scuola, ci sentiamo più tardi ciao mamma!- chiuse la chiamata e appoggiò il cellulare sulle ginocchia.

Poi Fra prese il bicchiere gigante di caffè e le bevve tutto, fino all’ultima goccia, subito dopo si senti meglio, e si calmò.

- puoi accostare un attimo? Mi serve un po’ d’aria fresca.- chiese gentilmente Fra a Jonathan

- certo, senza problemi!!!- rispose rilassato Jonathan.

Uscirono entrambi dalla macchina e Fra si appoggiò ad essa mentre prendeva una boccata d’aria guardando un prato gigantesco.

Il telefono suonò di nuovo, Fra sapeva che non era sua madre, era lui Daniel, l’ultima persona con cui voleva parlare.

- rispondo io.- disse Jonathan tranquillo.

- ciao Fratellino- disse Jonathan

- dov’è lei, le vuoi fare del male, non te lo permetterò, se vuoi farla soffrire guarda che ti distruggo.- disse Daniel arrabbiato.

- no, a quello c’hai già pensato tu non parlando di Elisabeth con lei.-

- voglio parlarle, dalle il telefono, falla parlare- disse Daniel esasperato.

Fra fece cenno di no con la testa quando Jonathan le offrì il cellulare.

- lei in questo momento non ti vuole parlare.- disse Jonathan al telefono, e poi riattaccò.

Risalirono in macchina entrambi e ripreso il viaggio, Fra prese dalla borsa l’I-pod e si mise gli auricolari nelle orecchie, la musica era alta e non sentiva quello che le succedeva intorno, poi Jonathan molto delicatamente le tolse l’auricolare più vicino dalle orecchie.

- so che non vorresti essere qui con me, e ne prendo atto, ma devi far sbollire la rabbia, e io devo andare in un posto qui vicino, quindi ho pensato di allontanarti un po’ dai tuoi pensieri.- disse Jonathan in tono di scuse.

- ok, stacco la spina per qualche ora, poi torniamo a casa e ricomincia tutto, ci sto.- rispose Fra.

Arrivarono davanti ad un pub mal ridotto, il nome scritto sopra l’entrata diceva Da Sue,Jonathan e Fra entrarono senza problemi, anche se lei non era maggiorenne, poi si sedettero al banco e una donna sulla quarantina tenne gli occhi fissi su Jonathan con lo sguardo stupito.

Corse verso Jonathan, scavalcò il bancone saltandolo e saltò addosso a Jonathan come una scimmia, mentre gli stampava un bacio molto lungo e passionale sulle labbra, a vedere quella scena Fra rimase stupita (stupita di essere gelosa), poi Jonathan la rimise al suo posto la donne e si risedette accanto a Fra.

- mio dio, è dai tempi del college che non ti vedo, quanto tempo è passato!- disse lsa donna.

- aspetta aspetta, tu andavi al college? Non ci credo!!!- disse stupita Fra.

- ci andavo solo per rimorchiare, niente di che. Allora Sue ci porti qualcosa da mangiare, è ora di pranzo ormai!!!- disse ridendo Jonathan.

- certo, comunque tu devi essere la sua nuova ragazza, attenta perché ti spezzerà il cuore come ha fatto con me!!!- disse Sue sorridendo.

- qualcosa mi dice che tu tieni il suo segreto e lei tiene il tuo vero?- disse Fra sorridendo.

- certo, lei è un amica.-

- certo, un amica che tiene rancore dentro di se e che non vede l’ora di liberarlo!!-

- che dici?-

- se fossi in te starei particolarmente attenta!!!! Le ho letto la mente, ti odia per quello che fai fatto.- disse seria fra guardando la donna che preparava due piatti con patatine e hamburger.

- che cosa avrei fatto?- chiese Jonathan curioso.

- qualcosa di male di sicuro.- disse schietta Fra prima che Sue arrivasse con i due piatti colmi.

- comunque rilassati, la tengo d’occhio se riesco, per adesso non farà niente di male.- riprese a parlare Fra quando Sue se era andata.

- comunque dovresti rilassarti anche tu, sei così dura, così acida, devi divertirti!!- disse Jonathan sorridendo.

- ok.- rispose Fra, - Sue dammi una birra!- disse a voce alta mentre Sue portava due birre, una a Fra e una  Jonathan.

Dopo aver finito di mangiare la barista diede inizio ad una gara per chi beveva di più senza crollare.

Fra era ubriaca ma si vede che era brava a reggere l’alcool perché non barcollava, e si stava divertendo da pazzi.

- stai bene?- le chiese Jonathan

- sto benissimo, mi sto divertendo e mi sono sciolta come hai chiesto tu!!!-

- ok, ma così è troppo, vieni, andiamo a prendere una boccata d’aria.- disse Jonathan prendendola lievemente per un braccio.

Dopo essere usciti Fra iniziò a tremare, faceva freddo e lei era senza felpa, - resta qui vado a prendertela dentro.-,

mentre Jonathan prendeva la felpa di Fra Sue lo fermò per un braccio e gli disse in tono serio e vendicativo: - troppo tardi!-

Fra fuori aspettando Jonathan e la sua felpa guardò l’ora sul display del cellulare, erano le sette di sera, come era possibile che fosse stava chiusa dentro quel bar così tanto tempo?

Pochi secondi dopo aver guardato l’ora Fra fu presa di spalle da una persona, non era la stessa dell’altra note, dalla stazza della persona doveva essere una ragazza, la prese e la legò ad un palo in un vicolo cieco nel retro del pub.

Jonathan trovò a terra il cellulare di Fra, poi seguì le sue tracce e la sentì urlare, - vattene, Jonathan vattene, stai lontano da qui!!!- lei urlava disperata, Jonathan però non le diede ascolto, corse verso Fra e la slegò dalle corde, subito dopo una ragazza bionda con i capelli legati e gli occhi neri iniziarono a colpire violentemente Jonathan fino a farlo cadere a terra, lei era molto forte, quasi più forte di Jonathan.

Fra iniziò a gridarle contro di smetterla di picchiere Jonathan, poi la ragazza si voltò versi Fra, - sai che cosa ha fatto questo bastardo, ha ucciso il mio ragazzo, lui era andato da lui per dargli delle informazioni e lui dopo aver saputo quello che gli serviva lo ha ucciso!!!!!!-

Fra ripensò allo sconosciuto che aveva tentato di ucciderla, che le aveva morso il collo.

- senti, Jonathan ha ucciso il tuo fidanzato solo perché lui aveva tentato di uccidere me, è stata solo un’azione di difesa.- disse fra con molta paura nella voce e mostrandogli il segno del morso.

-non mi interessa.- disse la ragazza.

Riprese a picchiare Jonathan e dopo poco prese una tanica e iniziò a bagnare Jonathan con della benzina, poi tirò fuori dalla sua tasca una piccola scatola di fiammiferi.

- ti prego non farlo, ti prego, non servirebbe a niente uccidere lui, non riporterai in vita la persona cha ami così, ti prego non farlo!!!!!!- la voce di Fra era spezzato e sull’orlo del pianto.

La ragazza la guardò e poi disse, -hai ragione, lui non avrebbe voluto vendetta, in qualsiasi caso, scusa strega per questa scena.- poi se ne andò di corsa.

Fra corse da Jonathan che era ancora per terra dolorante, lo aiutò a rimettersi in piedi e dopo pochi secondi di cammino Jonathan era ritornato in forma e in forze, l’unica cosa che non era come prima erano i vestiti fradici di benzina.

Dopo aver fatto un incantesimo tutti e due si ritrovarono addosso con dei vesti puliti, sono risaliti in macchina e Jonathan guidò verso casa.

-perché proprio io? Perché hai scelto me come compagnia?-

- perché sembra strano a dirsi ma sei brava a fare compagnia.-

- lo sai che ti ho salvato la vita stasera, vero? Adesso siamo pari!-

- no, non siamo pari, tu me l’hai salvato prima che mi facessi del male veramente.-

Fra e Jonathan continuarono così fino a quando non furono a pochi minuti da casa poi Fra interruppe il silenzio,- era questo che dovevi fare oggi? Tentare di farti uccidere?- chiese sarcasticamente Fra, mentre Jonathan accostava la macchina sul ciglio della strada.

- no, non dovevo farmi pestare, oggi volevo fare questo…-, si avvicinò verso Fra lentamente, coprendo però in pochi secondi la distanza che c’era tra loro, poi i nasi dei due ragazzi si toccarono, Fra tratteneva il respiro e L’alito profumato di Jonathan le inondava le narici.

Le labbra di Jonathan si appoggiarono con prepotenza a quelle di Fra, che erano serrate, facendole aprire lentamente, le mani circondavano il viso di fra che aveva gli occhi chiusi.

Quel bacio non finiva mai, Jonathan continuava a tenere fra le mani il volto di Fra e lei avvicinava sempre di più il suo corpo verso quello di Jonathan fino a che non riuscì a mettere le braccia intorno a lui.

Le loro labbra si muovevano lentamente, ma con molta passione, come se fosse l’unica cosa che entrambi desideravano, Jonathan però mugugnò qualcosa e poi si ritrossa, - che cosa…- chiese Fra stordita.

Poi, Fra, guardandolo bene, notò che i suoi occhi erano cerchiati di nero, intorno ai suoi occhi azzurri si erano formate delle venature, Jonathan si era trasformato durante il bacio.

- non posso, scusa, non voglio farti del male, forse è meglio se ti riporto a casa e poi ti lascio in pace…-

- Jonathan, che diavolo stai dicendo?-

- è meglio che io ti lasci in pace, per la tua salute, per la tua incolumità.-

-so a che cosa stia pensando, io voglio aiutarti a ritrovare la tua Elisabeth, ci siamo baciati solo perché sono la sua copia.-

- ma tu…-

- facciamo finta che quel bacio non sia mai successo, ok?-

- tu non capisci, mi piaci veramente, sei la prima persona che mi piace sul serio da quando sono stato con Elisabeth, io prima mi sono trasformato perché volevo bere il tuo sangue!!!-

- non importa, è come se non fosse successo niente, ok? Forse è meglio così.-

- si, ok, ti riporto a casa adesso.- disse Jonathan amareggiato.

Dopo essere arrivata a casa e aver subito la ramanzina drammatica di sua madre, Fra, salì in camera sua, si fece una doccia e indosso il pigiama, poi si sdraiò a letto e ripensò a quel fantastico bacio che però non aveva un futuro, ripensò a Jonathan e al fatto che era sconvolto da quello che gli era successo e al fatto che lei ed Elisabeth erano due gocce d’acqua, poi si addormentò.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** capitolo 8 - ***


CAPITOLO OTTO

La festa

 

Quella mattina Fra si svegliò di buon umore, era passato parecchio tempo dalla gita in Georgia, non aveva più parlato del bacio ( non con Jonathan almeno), ma Rain aveva avuto una visione, l’aveva visto e quindi era inutile per fra nascondere ciò che era successo.

Ne aveva fatto parola anche con Daniel, dopo aver fatto pace, ma non si rivelò una buona idea, infatti Daniel poi divenne molto più acido e scontroso, ma dopo qualche giorno gli passò tutto.

Quel giorno era un giorno speciale, il 29 ottobre, il giorno del suo compleanno, il giorno in cui tutti sono obbligati ad essere buoni con te, la madre di Fra le aveva dato il permesso di fare una festa a casa sua.

Rain aveva predisposto tutto, niente poteva sconvolgere la giornata perfetta che aveva organizzato Rain, neanche la bomba atomica poteva fermarla, era completamente concentrata sulla festa, sulle bibite, ma soprattutto sul look.

Per Fra era strano vedere Rain che si impegnava nel scegliere vestiti, trucco, e qualsiasi cosa le potesse passare per la testa che riguardasse la moda, Rain era sempre stata una ragazza tranquilla a cui non importava cosa pensava la gente.

- allora, è tutto pronto, questa sera tutti quelli della nostra classe verranno alla festa e tu quando tutto sarà pronto scenderai dalla gigantesche scalinate di casa tua per arrivare nell’atrio dove ci saranno un mucchio di ragazzi carini che avranno occhi solo per te.- rain parlava talmente veloce da mangiarsi le parole, Fra per riuscire a seguire il discorso doveva impegnarsi a leggerle la mente.

-ok, ok, calmati, è solo una festa per il mio compleanno, non è una cena con il presidente degli Stati Uniti.- disse Fra tentando di fermare il fiume in piena di parole che uscivano dalla bocca di Rain.

- è il tuo compleanno, non sei eccitata????-

-si che sono eccitata, ma non è una cosa che capita solo una volta nella vita.-

-ok, va bene, forse sto esagerando un po’, ma sarà una festa grandiosa e voglio prendermene il merito.-

- certo che te ne prenderai il merito, questo è logico!!!!- disse infine Fra abbracciando l’amica.

Daniel arrivava verso le ragazze con un piccolo pacchetto in una mano e il vassoio del pranzo nell’altra, sorrideva e camminava abbastanza velocemente.

- questo è per te.- disse Daniel sorridente mentre porgeva la scatolina rossa che aveva in mano verso Fra.

- in teoria dovevo dartelo stasera ma poi ho pensato che questa sera ci sarebbero state troppe persone.- aggiunse il ragazzo.

Fra aprì la scatolina e dentro ci trovò un medaglione d’argento con una piccolo pietra di colore rosso al centro, il medaglione si poteva aprire, dentro c’era una piccola foto di Fra con Daniel e Rain; sull’altro lato c’era uno spazio vuoto.

- potresti metterci la foto di qualcun altro dei tuoi amici.- disse Daniel.

Fra chiuse il medaglione e sul retro del medaglione c’era scritto, “ amici del cuore per sempre”, Fra si commosse talmente tanto che non riusciva a smettere di piangere, poi abbracciò Daniel e Rain.

Le lezioni erano finite e Fra e Rain andarono a casa di Fra per prepararsi alla grandiosa festa di compleanno, alle nove la festa sarebbe cominciata, la festa più bella dell’anno secondo quanto pensava Rain.

Ormai era arrivato il momento di scendere quelle scale e ritrovarsi tra un mucchio di ragazzi pronti per fare baldoria, mia madre apriva la porta di continuo e sorrideva dicendo “ tranquilli poi io e mio marito ce ne andiamo!!!”.

Rain era splendida nel vestito che aveva comprato per l’occasione ma Fra la superava, il regalo dei suoi genitori era stato un vestito che sua madre aveva comprato per l’occasione.

Il vestito di Fra era blu notte brillantinato, senza spalline, che finiva sopra al ginocchio con delle piccole frange, a vederla era proprio uno spettacolo.

Alle 20.30 come stabilito dal programma di Rain le due ragazze scesero la grande scalinata di marmo bianco dove alla fine le aspettava Daniel sorridente, che le prese entrambe sotto braccio e si incamminarono verso il centro dell’entrata della casa che era diventata la pista da ballo.

Vicino alla porta c’era anche Jonathan con il suo solito sorriso compiaciuto sulla faccia che aspettava solo di vedere qualcuno fare brutta figura, poi però vide quanto era bella Fra si incantò e la sua faccia si immobilizzò.

- mi sembrava strano imbucarmi alla tua festa senza portarti niente.- disse ancora visibilmente frastornato dopo aver ripreso il controllo del suo corpo.

Ma nel momento in cui Jonathan stava per dare il pacchetto a Fra una mano leggera prese Fra per un braccio e la portò via verso i primi scalini delle scale.

- ragazzi, prima di andare via io e mio marito volevamo mostrare a nostra figlia il suo regalo, lo facciamo adesso perché qui ci sono tutti i suoi amici e mi sembrava giusto che fosse in compagnia.-

Poi Giulia prese di nuovo per mano sua figlia e la portò fuori senza nemmeno farle indossare il cappotto, Fra iniziò a rabbrividire ma poi Jonathan che era dietro di lei si tolse la giacca e gliela sistemò sulle spalle.

Il padre di Fra teneva il lembo di un grande telo nero dall’aria leggera che stava proprio sopra a qualcosa di molto grande, poi quando vide che la gran parte della gente era uscita tirò a se il lenzuolo nero che nascondeva un’auto.

Una bellissima e lucente Mini nera con il tettuccio e il cofano colorati con scacchiere a quadrati bianchi e viola, la macchini che Fra aveva sempre desiderato, quella che aveva sempre voluto, era davanti a lei.

Si avvicinò, la sfiorò girandoci attorno, aprì la portiera, salì, guardò l’interno e c’era tutto, il lettore cd, il navigatore, non mancava niente, poi scese e corse ad abbracciare i genitori urlando di gioia, i genitori l’abbracciarono e poi la diressero verso i suoi amici.

Tornati dentro Fra si tolse la giacca di Jonathan che aveva ancora addosso e gliela porse mostrando un sorriso a 32 denti che diceva grazie, poi si voltò e si diresse verso gli invitati, ma Jonathan prendendole la mano la fermò.

- so che adesso non faccio più una bella figura come potevo farla prima ma questo è comunque per te.- disse sorridendo Jonathan e porgendo a Fra una scatolina rettangolare.

Fra aveva al collo il medaglione che le aveva regalato Daniel e al polso l’orologio che le aveva regalato Rain ( doveva simboleggiare la puntualità che Fra non aveva mai); Fra aprì la scatolina e dentro c’era una braccialetto dall’aria molto preziosa che aveva 5 gemme incastonate.

-è in oro bianco, e le pietre sono dei diamanti blu.- spiegò Jonathan come se fosse una cosa da niente.

- mi dai questo regalo come se non fosse niente.- disse stupita Fra dopo essere restata per qualche minuto con la bocca aperta.

- è della mia famiglia da quando è stata fondata, l’ ha fatto mio pade con le sue mani, era bravo, io lo regalo a te perchè voglio fare belle figura.-

- ti rendi conto di quanto dovrebbe valere!!!!- diceva Fra ancora sconvolta.

- promettimi solo che te lo metterai sempre, non solo nelle occasioni speciali, in teoria ha dei poteri magici di protezione.- disse tranquillo Jonathan.

- ok, ma ho paura di perderlo. Grazie, è straordinario.- disse Fra.

- aspetta ti aiuto a metterlo, si intona perfettamente al tuo vestito.- disse Jonathan felice di veder lo stupore negli occhi di Fra.

- e tu che pensavi che non avresti fatto belle figura dopo la macchina!!!!- disse Fra mentre le mani delicate di Jonathan le accarezzavano la pelle mentre le agganciava il bracciale con diamanti blu che brillavano.

Fra continuava a guardarsi il polso stupita, poi si risvegliò da coma causato dalla vista dei diamanti sul suo polso e alzò la testa verso Jonathan per dargli un piccolo bacio sulla guancia.

Fra camminò svelta verso Rain ( le scarpe con il tacco, nere in vernice, le impedivano di correre) prendendola per un braccio e costringendola a guardare il suo polso, Rain distolse lo sguardo da Daniel che stava parlando con lei per vedere il bracciale con i diamanti blu che le aveva regalato Jonathan.

Daniel, lo vide e capì subito che il regalo glielo aveva fatto Jonathan, poi disse, -ti sta bene, dovresti portarlo tutti i giorni, un’amica di famiglia aveva fatto un incantesimo su quel bracciale, dovrebbe proteggere la persona che lo indossa.-

- si l’ha detto anche Jonathan, e a dire il vero, sento che ha una sua forza, è bellissimo!!!- disse Fra sorridendo.

Iniziarono tutti a ballare, alcuni ragazzi bevevano un drink leggermente alcolico e invece alcuni bevevano un energy drink al gusto di frutta, Fra prese una bottiglia di Bacardi Freezer al Lime mentre Rain ne aveva una all’arancia.

Mentre le due ragazze stavano per brindare si aggiunse anche Daniel con una bottiglia di Bacardi Freezer alla pesca.- a Fra e a noi.- disse rain alzando la sua bottiglia che poi si incontrò con quella di Fra e di Daniel.

Era quasi la mezzanotte, Fra chiese al Dj di mettere un lento per far ballare Rain e Daniel, che continuavano a parlare tra loro come se tutti gli altri non esistessero, dopo aver sentit l’inizio della canzone “ Innocence” di Avril Lavigne spinse Daniel e rain verso il centro dove si era formato un cerchio dove si poteva ballare.

- ti va di ballare? Non fa bene stare ferma al proprio compleanno.- disse Jonathan sorridendo dolcemente a Fra e porgendole la mano.

Fra prese la sua mano e si diressero verso il centro, fra mise le sue braccia attorno al collo di Jonathan e lui mise le sue mani sulla vita di fra, iniziarono a ballare e Fra era un po’ imbarazzata, acnhe se aveva le scarpe era sempre molto più bassa di Jonathan.

Jonathan guardava Fra dolcemente, non distoglieva lo sguardo da lei, Fra invece era un po’ a disagio e quindi non se la sentiva di guardalo negli occhi, sapeva che se li avrebbe guardati si sarebbe persa in essi.

Al termine della canzone fra si guardò attorno e notò che Daniel e Rain si stavano baciando dolcemente, poi Jonathan diede un piccolo bacio sulla guancia a Fra che nessuno notò.

Tutti i ragazzi continuarono a ballare per altre due ore, poi tutti i ragazzi iniziarono ad andare a casa, il salotto era coperto di macerie ma sicuramente più pulito rispetto alle previsioni della madre di Fra che disse, puliamo domani.

Alla fine seduti sui divani del salotto erano rimasti solo Fra, Rain, Daniel e Jonathan, Daniel e Jonathan erano seduti su un divano mentre Raine Fra occupavano gli altri due stando sdraiate senza le scarpe che facevano male.

- io vado a letto, ho troppo sonno.- disse Rain totalmente esausta.

- aspetta, ti accompagno a casa io.- disse prontamente Daniel.

- tranquillo, lei dorme qui questa sera, sennò sua madre la sgrida!!!- rispose fra anch’essa esausta.

Rain diede un baciò sulla guancia a Daniele e salutò Fra e Jonathan con un cenno della mano senza aprire bocca, nello stesso momento in cui sulla faccia di fra apparì un gigantesco sbadiglio.

- forse è meglio se vado a letto anche io.- disse Fra; Jonathan e Daniel si alzarono e si avviarono verso la porta, Daniel la aprì e Fra poi la serrò con tutti i luchetti, si assicurò che tutte le finestre o le vie di entrata fossero chiuse e con le scarpe in mano si diresse verso la sua camera, indossò il pigiama e poi si fiondò sul letto dove Rain era addormentata.

 



Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** capitolo 9 - facciamo una gita ***


CAPITOLO NOVE

Facciamo una gita

 

La mattina dopo la festa Fra era piena di energie, Rain non riusciva a capire da dove potevano provenire, ma dopo un lungo caffè preparato da Giulia anche Rain si era rianimata.

- perché voi ragazze non andate a fare un gita oggi? Potreste andare al mare, avete anche la macchina.- propose la madre di Fra.

- perché no, possiamo portare Daniel e Jonathan!!- rispose Rain eccitata

-ok, va bene, così provo la mia bellissima macchina nuova!!!!- disse correndo in camera per prepararsi.

Quando fu in camera Fra prese il telefono e chiamò Daniel che rispose sorridendo mentre stava seduto comodamente sul suo divano.

- Rain e io andiamo a fare un gita, e lei vuole anche te e Jonathan.- disse mentre si cambiava, aveva messo in viva voce, al quel punto entrò Rain.

- hai chiamato i ragazzi?- disse Rain mentre metteva sottosopra l’armadio di Fra.

- si, sono al telefono con Daniel proprio adesso, è in viva voce!!!!!- disse scontrosa Fra.

- la smetti di tirare fuori dall’armadio tutti i miei vestiti!!!!!- aggiunse Fra contrariata.

- ragazze state bene?.- chiese preoccupato Daniel

- non mi avevi detto che poteva sentirci.-  rispose rain

- il concetto di “sono al telefono con Daniel proprio adesso, è in viva voce” per te è estraneo, vero?- disse Fra ridendo

- non l’hai detto!!!!!- rispose Rain.

- si l’ha detto!- disse Daniel parlando dal cellulare.

- è una congiura contro di me!!!- concluse in fine Rain vestendosi.

- si, siamo tutti contro di te, ora rimetti tutti i miei vestiti nel mio armadio, per favore.- disse Fra sottolineando MIEI E MIO.

- ok, dico a Jonathan di prepararsi e arriviamo.- concluse la telefonata Daniel riattaccando il telefono.

- dai sbrigati, quanto ti ci vuole per metterti una felpa e un paio di jeans?- disse fra uscendo dalla camera e dirigendosi verso il bagno per prepararsi.

- voglio essere almeno carina, visto che viene anche Daniel.- rispose Rain.

Pronte per partire Fra e Rain presero il cestino dove Giulia aveva messo il pranzo a pick-nick che aveva preparato, Fra lo preso e lo carico nel bagagliaio della sua macchina nuova, si sentiva ancora l’odore di auto nuova.

-questo è per l’interno dell’auto, è un profumo.- disse Marco, il padre di Fra, porgendole una boccetta trasparente con un liquido giallo dentro, in quel momento arrivarono i due fratelli Salvatore.

- ce l’hai il bracciale addosso?- disse Jonathan, quella frase sembrò quasi un saluto.

- si ce l’ho.- disse fra fiera mostrando il polso, - e ho anche il medaglione!- concluse in fine mostrando il medaglione che si era infilato sotto la felpa.

Pronti per partire aprirono gli sportelli, Fra si sedette al posto di guida pensando che Rain si sarebbe seduta affianco a lei, mentre invece si sedette dietro con Daniel, così in posto del passeggero accanto a Fra lo occupò Jonathan.

- qual è la meta?- chiese curioso Daniel, poi aggiunse, -visto che ci avete rapito voglio almeno sapere qual è la destinazione.- disse sarcastico.

- bè, dato che insinui che sei stato rapito, non sarebbe un’ idea da buon rapitore dire qal’è la destinazione, no??- rispose sarcastica Fra.

- bè, fratellino, non ha tutti i torti, e ringrazia che è buona e non ti ha bendato.- si intromise con il suo solito tono sarcastico Jonathan.

- giusto, Rain procedi!- disse contenta Fra, - grazie per l’idea!- concluse infine.

Dopo qualche minuto Fra accese la radio e la sintonizzo sul lettore CD, dentro ce n’era già uno, così per curiosità iniziarono ad ascoltarlo, un mix di canzoni, di tutti gli artisti che piacevano a Fra: Beyoncè, Alicia Keys, Avril Lavigne, ma anche Laura Pausini, Giorgia.

Fra iniziò subito a cantare una canzone di Luara Pausini, la solitudine, poi Giorgia, gocce di memoria, poi Beyoncè, Halo e listen, insomma tutte le canzoni che le piacevano.

- comunque, stiamo andando in posto che ho scoperto con mio padre, non è molto lontano, fra 30 minuti dovremmo esserci, è in un piccolo bosco, me ne sono subito innamorata.- disse Fra diretta alle altre persone in macchina.

- ma dovevamo andare in spiaggia.- replicò delusa Rain.

- ci andremo quando farà un pochino meno freddo, non mi piace il mare con il freddo, mi intristisce.- rispose Fra tentando di consolare Rain, ma ci stava già pensando Daniel.

- le smancerie, le potete fare quando siete fuori dalla mia macchina?- disse scocciata Fra.

- perché ce l’hai con loro?- chiese curioso Jonathan

-perché quando le mie amiche si trovano il fidanzato si dimenticano di me.-

-dai, non essere così pessimista!- disse Jonathan con tono consolatorio.

-oh, è andata anche peggio una volta, me l’ha addirittura fregato il fidanzato!- concluse Fra

- no, non mi dimenticherò di te, certo che certe volte sei proprio scema!!!!- disse Rain ridendo

- secondo te, io riesco a perdere il gusto di copiare i compiti da te che li copi da Daniel?- disse sarcasticamente Rain

-bè, adesso andrai direttamente alla fonte spero.- rispose fra

-stai scherzando, è troppo bello farti innervosire mentre copio da te!!- continuò Rain

- a nessuno importa se a me da fastidio che voi due ragazze mi rubiate i compiti?- disse Daniel indignato.

-smettila, neanche te ne accorgi che copio, leggo le risposte nella testa e poi le riformulo.- rispose Fra ridendo.

- ma bene, quella che sembra una tranquilla ragazza invece è un’ imbrogliona sfegatata.- disse Jonathan sorpreso.

- comunque a chi può interessare siamo arrivati!- disse Fra parcheggiando in uno spiazzo quasi vuoto.

Tutti e quattro uscirono dall’auto e fra aprì il bagagliaio per prendere il cestino che Giulia aveva preparato, Jonathan lo tolse dalla mano di Fra per non farle fare sforzi.

- pesa, ce ne ha messo di cibo tua madre!- disse Jonathan mentre fra chiudeva la macchina e si dirigeva verso un piccolo boschetto non molto lontano dalla macchina.

-ha messo da mangiare anche per te e Daniel, pensava che forse volevate fare compagnia a Rain e me senza uccidere qualcuno!!!- rispose Fra tranquilla.

- Jonathan, non ti sembra di essere in un posto familiare??- chiese Daniel

- si, è il parco dove venivamo a giocare, e dove abbiamo incontrato…- Jonathan si bloccò per paura che Fra avesse una reazione sbagliata.

- ehi, non dovete bloccarvi quando dovete dire il nome di Elisabeth.- disse Fra tranquillizzando i due ragazzi.

- beh, se conoscete il posto allora non serve che vi spieghi la strada.- concluse Fra.

Arrivati ad una piccola radura, posizionarono il cestino e tutte le altre cose sotto un albero, erano le 11 di mattina, era ancora presto per pranzare, così Jonathan prese la palla e iniziò giocare, poi si unirono le ragazze e poi Daniel.

Giocarono così tanto che non si resero conto che era già passata più di un’ora, se ne accorsero quando le ragazze sentirono di avere fame.

Mentre pranzavano un uomo si avvicinò sorpreso, aveva la fronte alta e capelli mossi e castani, alto quanto Jonathan e con spalle grandi, mento pronunciato e lineamenti del viso duri, ma il sorriso che mostrava ai ragazzi faceva capire solo che adorava i giovani e che era una brava persona.

- salve professor Robin, che ci fa da queste parti?- Fra saluto l’uomo tranquillamente.

Lui era il professore di storia del liceo di Magic Falls dove studiavano Fra, Rain e Daniel, era stato sposato con una donna che poi è morta uccisa da un vampiro, sua moglie era appassionata di vampiri, e aveva sempre voluto andare a vivere a Magic Falls, perché le interessava la sua storia.

- sono venuto a fare un giretto, ci vengo ogni tanto, era il posto preferito di mia moglie.- rispose il professor Robin.

- voi che ci fate qui?- chiese l’uomo.

- facciamo un piccola gita rilassante.- rispose Rain sorridendo come sempre.

- vuole qualcosa da mangiare? Si può servire se vuole, mia madre ha preparato abbastanza cibo per nutrire un esercito!!- disse gentilmente Fra.

- davvero molto gentile, grazie.- disse Robin sorridendo e prendendo un panino fatto da Giulia.

- allora ragazze come vanno i vostri incantesimi?- chiese estremamente a suo agio Robin

- come scusi?- chiese sbalordita Fra

- datemi pure del tu, io conosco il vostro segreto, e conosco anche quello dei vostri due amici. State tranquilli, io sono muto come una tomba.- rispose Robin

- lei sa che siamo streghe?- chiese agitata Rain

-si, e so che Daniel e suo Fratello sono vampiri. Da quando sono arrivato ho sempre nutrito dei sospetti così vi ho tenuto d’occhio, mi volevo solo assicurare che foste delle persone tranquille, che non fanno del male alla gente.- rispose Robin.

-ok, allora deve sapere una cosa, io le ho letto la mente la prima volta che l’ho, scusa, che ti ho incontrato, lo faccio con tutti.- disse svelta Fra correggendosi nel dare del lei a Robin, - lo faccio per precauzione, di solito leggo solo se fidarmi o no, ma in te avevo sentito qualcosa di strano così ho indagato più a fondo. Mi dispiace.- concluse Fra.

- è un ottima tecnica, una precauzione, bene.- rispose Robin.

- certo, un po’ mi dispiace perché conosci la mia vita, ma pazienza.- aggiunse il professore.

- comunque, le garantisco e non racconto mai a nessuno quello che leggo.- disse Fra in tono di scuse.

-tranne a me, ma lei non lo sa, ho letto la mente di Francesca così tante volte che solo a pensarci mi viene da urlare di terrore.- disse Rain.

- oh, grazie, se volevi sapere del mio passato potevi chiedermelo, non mi piace parlarne, ma sei la mia migliore amica!- disse Fra scocciata.

- ci credo che non ti piace parlarne, 45 minuti chiusa in una macchina con i cadaveri delle tua famiglia prima famiglia non è proprio un bel ricordo.- disse Rain triste.

- si, e tu spiattellalo ai quattro venti, così me lo fai ricordare!!!!!- rispose arrabbiata Fra

-davvero ti è successo questo?- chiese Robin preoccupato, mentre Daniel e Jonathan erano rimasti a bocca aperta.

-si, quando avevo 7 anni, i miei genitori e mia sorella minore, sono morti tutti e tre sul colpo, sono stata in cura da uno psichiatra per 7 anni, il dottore dice che per una bambina della mia età ero estremamente forte.- rispose scocciata Fra.

- mi dispiace davvero tanto, sul tuo fascicolo a scuola non c’era.- disse Robin.

- si, i miei genitori hanno fatto il possibile per proteggermi da quei ricordi, non volevano che la gente mi guardasse in modo diverso a causa del mio passato.- disse Fra concludendo.

- ti posso capire, anche Laura, mia moglie era la mia famiglia, quando è morta ero distrutto.- disse Robin tristemente.

-bè, io sto bene, e adesso se non vi dispiace metto un po’ di musica per cambiare questa strana atmosfera da cimitero.- disse sorridendo Fra, accese il lettore CD e alzò il volume per sentire la canzone di Avril Lavigne Girlfriend.

Poi prese la palla e iniziò a giocare con Rain, cantando ad alta voce e palleggiando la palla verso l’amica, poi si unirono anche i ragazzi.

Il professor Robin si sedette vicino ad un albero di fronte ai ragazzi e iniziò a leggere un libro, poi d’un tratto Fra vide una donna che si avvicinava e la palla le cadette davanti.

Gli occhi di Fra erano spalancati dal terrore, non muoveva un solo muscolo, ferma immobile, mentre Rain cercava di capire cosa avesse, poi guardò la donna e il suo volto le era familiare.

La donna dimostrava 35 circa, aveva i capelli castani ondulati lunghi fino alle spalle, il suo viso sembrava molto dolce ma la sua espressione era molto tese e dura, era alta all’incirca quanto Rain, e nei suoi occhi si poteva vedere solo odio.

Rain avvertì subito che non ci si poteva fidare di quella donna, di quella vampira, era malvagia, si diresse verso Jonathan e lo salutò.

-ciao Jon, come sta il mio vampiro preferito?- disse con fare molto sensuale.

Al quel punto Robin alzò lo sguardo e vide sua moglie, la donna che aveva visto morire per opera di un vampiro, quel vampiro era Jonathan, Robin pensava che Jonathan avesse ucciso sua moglie il giorno in cui lo trovò al bere il sangue di sua moglie, invece l’aveva trasformata.

Fra era ancora immobile, con gli occhi spalancati e la bocca serrata, Rain non riusciva a capire dove avesse visto il volto di quella donna, poi decise di leggere la mente di Fra per capire cosa le stava succedendo e poi collegò tutto.

Quella era sua madre, la madre biologica di Fra, quella che la figlia pensava morta invece era viva, era diventata una vampira, tutto aveva un senso, Fra era sconvolta perché aveva visto di nuovo la sua vera madre.

-Fra, respira, so che è uno shock, ma respira, non farti prendere dal panico.- disse Rain con voce tranquillizzante.

- che cosa le succede?- chiese Daniel a Rain, così lei mise una mano sulla fronte di Fra e l’altra s quella di Daniel e dopo pochi secondi lui capì ogni cosa.

- che cosa ci fai qui?- Jonathan aveva un tono minaccioso.

- è così che saluti le tue vecchie fiamme? Insomma, mi hai trasformata tu!- disse la donna con fare accattivante

-Laura, sei viva, quanto ti ho cercata, non ne hai idea.- disse Robin

- lasciami stare James, me ne sono andata perché non ti amavo più, te l’ho detto, la vita con te non mi dava abbastanza soddisfazione.- disse schietta Laura.

-tu non hai mai amato nessuno.- la voce di Fra tremava, era inquieta.

Fra si era ripresa e aveva letto la mente della donna, Laura si era salvata dall’incidente, non era morta, era solo svenuta, ma quando si era ripresa non ha più voluto stare con sua figlia ed era scappata, poi si era sposata con il professor Robin per poi scappare di nuovo e farsi trasformare in una vampira come aveva sempre desiderato.

- e tu chi sei per parlare con me?- chiese Laura fissando Fra

-non mi riconosci?- chiese Fra con un po’ più di sicurezza.

- no, chi sei?- chiese innervosita Laura.

- è da parecchio che non ci vediamo, è da quando mi hai lasciata sola a 7 anni che non mi vedi, mi chiamo Francesca. Questo nome ti dice qualcosa?-

-aspetta, tu dovresti essere mia figlia, dai, non pensavo saresti diventata una stupida strega. Pensavo che non sarebbe successo.- disse sarcastica Laura.

- stupida stregha? No, non sono una stupida strega.- disse Fra avvicinandosi a Laura, - le stupide streghe non fanno questo!-.

appena completò la frase Laura si piegò in due dal dolore mentre teneva le mani sulla testa, poi si calmò, e si rimise in piedi.

-Fra, che diavolo fai, lasciala stare!- disse Jonathan urlando contro la ragazza, gli occhi di Jonathan erano neri, come quella sera in macchina quando si erano baciati, lo sguardo di Jonathan sembrava quello di un assassino, Fra si spavento tanto da indietreggiare tanto da sistemarsi dietro la schiena di Daniel.

Robin si alzò in piedi e si sistemò accanto a Fra e Rain in modo protettivo.

Poi Jonathan prese Laura con se e se ne andarono via attraverso il bosco.



Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** capitolo 10- Riprendersi ***


CAPITOLO DIECI

Riprendersi

 

 

Fra era sconvolta, non riusciva a credere a quello che aveva visto e sentito, sua madre era viva, si era dimenticata di sua figlia e si era risposata, poi ha fatto di tutto per trasformarsi in un vampiro, non riusciva  a reggersi in piedi.

Diede la chiavi della macchina in mano a Daniel, che le accettò senza fiatare, e si diressero verso casa, Fra non parlava, ascoltava solo la musica del suo I-pod, non vedeva l’ora di tornare a casa per suonare il piano e togliere tutti i pensieri che le passavano per la testa in quel momento.

Tornati a casa Fra prese la sua borsa e il cestino del pranzo, li appoggio sul tavolo della cucina appena entrata in casa e corse verso la sua camera, Daniele e Rain si fermarono con i genitori di Fra in cucina per spiegare loro quello che era successo.

Poi i ragazzi si indirizzarono verso la camera di Fra e restarono li con lei in lacrime seduta davanti al piano, con la testa fra le mani, senza parlare, senza muoversi, piangeva e basta.

Rain si trattenne a casa di Fra fino alle 10.30 di sera, poi dovette tornare a casa, era troppo stanca, Daniel si trattenne fino a mezzanotte, poi Giulia lo mandò a casa sua dicendo, -le serve tempo.-

All’incirca un’ora dopo che Daniel se ne era andato da casa di Fra, lei iniziò a suonare, continuò tutta la notte, Daniel dalla casa affianco ascoltava ogni nota, ogni singola e triste nota che Fra suonava.

La mattina dopo Fra suonava ancora e Daniel prima di andare a scuola paso a salutarla, ma lei era troppo occupata a suonare per parlare, non aveva mangiato niente la sera, e non aveva ancora fatto colazione, non si muoveva dal piano.

Continuava a suonare e se era strettamente necessario si alzava e si muoveva ma grazie ai suoi poteri continuava a suonare, non fece colazione e non pranzò.

All’incirca verso le 5 di pomeriggio smise di suonare, Daniel non sentì più la musica che proveniva dalla casa affianco e decise di andare subito a controllare se Fra stava bene, entrò nella stanza e la vide seduta sul letto rannicchiata.

- stai meglio? Ti serve qualcosa?- domandava Daniel preoccupato

- no, mi sento sola.- disse Fra con voce flebile, agli occhi di Daniel Fra sembrava un piccolo cucciolo appena nato che si era già smarrito e che non trovava sua madre.

Era così debole e fragile che Daniel non se la sentì di parlare, aveva paura di ferirla, l’unica cosa che fece fu mettere le sua braccia intorno alla ragazza e abbracciarla forte, Daniel sentiva che doveva proteggerla, che non doveva permette a nessuno di farla soffrire.

Mentre Daniel stava ancora abbracciando Fra, Rain entrò nella stanza, vide i due ragazzi abbracciati e si bloccò, Fra vide l’amica immobile sulla porta e si sentì in colpa così si scostò da Daniel con molta fatica e corse verso l’amica.

- non è colpa di Daniel, sono io che avevo bisogno di qualcuno affianco.- disse Fra quasi sull’orlo del pianto.

-perché non mi hai chiamato?- chiese Rain quasi offesa per quello che aveva visto.

- non ti ho chiamata perché non volevo disturbarti, volevo che stessi tranquilla e non ti preoccupassi.- disse Fra ancora più addolorata.

- ti sei resa conto che stai male o no?- disse Rain con fare un po’ aggressivo.

- lo so, come pensi che dovrei stare? Secondo te dovrei essere felice?-

- non ti reggi nemmeno in piedi, tua madre ha detto che da quando sei tornata a casa dalla gita non hai ancora mangiato!!!-

-lo so, non me la sento di mangiare.- Fra parlava sempre più piano

- no, adesso tu scendi in cucina e mangi, vuoi svenire…- Rain era infuriata, ma Daniel mentre lei parlava la interruppe.

-Rain, smettila di urlare, è già fragile di suo se continui a sgridarla si sentirà ancora peggio!!!!- Daniel era alterato, e preoccupato per la reazione che Fra avrebbe avuto a quelle urla.

- smettetela di litigare per colpa mia, state troppo bene insieme per litigare adesso.- Fra si sentiva colpevole del litigio e la sua voce esprimeva perfettamente quello che provava.

- Rain, pensi sempre di essere del centro dell’attenzione? Adesso smettiamola di parlare e andiamo giù a mangiare.- disse Rain molto più calma e con un po’ di buon sarcasmo che fece ridere Fra.

-dai forza, andiamo a mangiare o sverrai dalla fame!!!!- esortò Rain.

Come se avesse avuto una visione, Fra si senti girare la testa e due secondi dopo stava cadendo a terra priva di sensi, Daniel fu abbastanza svelto da prenderla prima che Fra battesse la testa sul pavimento poi la sdraiò lentamente sul letto mentre Rain andò a chiamare la madre di Fra, Giulia corse subito, portando con se della acqua fresca e degli stracci.

Bagnò tre fazzoletti, due li mise suoi polsi e uno sulla fronte, era successo qualche altra volta che Fra svenisse e i tre fazzoletti l’avevano sempre fatta stare meglio, dopo qualche minuto Fra riaprì gli occhi e vide i volti sollevati della madre, di Rain e di Daniel.

-mamma, ho un po’ di fame.- disse Fra ancora stanca.

- ti vado a preparare un piatto di tortellini in brodo, quelli ti tirano sempre su di morale.- disse Giulia mentre usciva dalla stanza velocemente.

Dopo dieci minuti tornava su con una pentola in mano e con 3 piatti 3 cucchiai in volo sopra la sua testa, come se niente fosse i piatti si posizionarono davanti ai tre ragazzi sbalorditi con i cucchiai affianco, i ragazzi presero i piatti in mano ridendo divertiti.

-che c’è ragazzi? Sono una strega, e non mi serve il permesso di mia madre per usare i miei poteri!!!!- disse Giulia versando i tortellini in brodo nei piatti.

-ora assaggiate e ditemi cosa ne pensate.- disse Giulia dopo aver servito i ragazzi.

Ormai era passato un po’ di tempo, erano quasi le sette di sera, e i ragazzi volevano fare compagnia a Fra mentre mangiava così iniziarono a mangiare.

- sono buonissimi signora!!!!- disse Daniel sbalordito.

- non chiamarmi signora, ho un nome, è Giulia!!!!- disse lei quasi offesa, ma grata del complimento.

- straordinari, mai assaggiati di così buoni!!!- disse Rain estasiata.

- grazie tesoro.- disse Giulia grata.

-mamma, sono fatti in casa, non serviva!!!- disse Fra.

- volevo farti stare meglio, e nei supermercati non ci sono gli stessi che ci sono in italia!!!- disse Giulia come scusa.

-bè, su questo hai ragione!!!- disse Fra molto più tranquilla.

Dopo aver passato la serata in casa con gli amici Fra andò a dormire e passò tutta la notte e quasi tutta la mattina a dormire malamente a causa di tutti gli incubi su sua madre e su Jonathan di cui si era fidata.

Passarono i giorni e Fra si sentiva sempre meglio e la notte dormiva sempre di più, dopo tre giorni di riposo tornò a scuola molto più stabile e tranquilla e molto meno stanca.

Passarono le settimane, e iniziò ad esserci molto più freddo, era ormai la fine di Novembre, Daniel non ebbe nessuna informazione su Jonathan e questo gli fece pensare che come ogni volta che lo incontrava poi spariva nel nulla.

Fra non sapeva se tenere il bracciale di diamanti blu, che le aveva regalato Jonathan, oppure toglierlo e darlo a qualcun altro.

Daniel diceva che quel bracciale proteggeva da qualsiasi cosa, e che per i vampiri diventava impossibile usare il loro potere di persuasione sulla persona che portava quel bracciale.

Fra sentiva che sarebbe successo qualcosa di brutto, lo sentiva nell’aria, i suoi poteri erano in allerta, sarebbe successo qualcosa di cui qualche persona si sarebbe pentita, al telegiornale dicevano di stani morti, pochissimi morti, ma tutti morti a causa di attacchi di animali, tutti morti per dissanguamento.

Il consiglio della famiglie fondatrici sapeva cosa significavano quei morti, vampiri, ma non si preoccupavano, non erano tanti i morti, solo tre per ora, se fossero aumentati avrebbero dato l’allarme.

Fra stava meglio e gli incubi erano sempre meno, e lasciavano Fra dormire più tranquilla.

 



Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Capitolo- 11 preparativi ***


CAPITOLO UNDICI
preparativi
 
Ormai era dicembre, Fra si sentiva sollevata e triste allo stesso tempo, era contenta del fatto che Jonathan se ne era andato e con lui il suo desiderio di riaprire la cella mistica, dove erano richiusi circa una ventina di vampiri, ma era triste perché le mancava la sua voce sarcastica che la prendeva lievemente in giro.
Tutta la città si stava preparando alle feste, il padre di Fra aveva preso un bellissimo albero alto all’incirca 2 metri e mezzo da addobbare e mettere in salotto, la madre di Fra aveva invitato Daniel a festeggiare con loro il Natale visto che con lui non c’era nessuno.
La madre di Fra organizzava le feste con molto anticipo, per esempio, una tradizione italiana di famiglia era quella di preparare l’albero l’8 dicembre, che in Italia era festa nazionale, Fra si era sempre divertita a fare l’albero, e quell’anno c’era anche Daniel che le dava una mano.
Giovedì 16 dicembre a casa di Daniel arrivarono due sorprese, Fra e Rain erano con lui in casa, stavano studiando per il compito di storia, quando bussarono alla porta, Fra si offrì di andare ad aprire e davanti a lei vide una ragazza bionda, alta quanto Fra, con i capelli lunghi e lisci, e gli occhi marroni da cerbiatta.
Il suo volto sembrava quello di una ragazza innocente, lineamenti del viso leggere, sorriso dolce e ingenuo e trucco lieve che le donava solo un po’ di colorito sulle guance.
- ho sbagliato casa?- chiese la ragazza imbarazzata.
- dipende da chi cerchi.- rispose Fra con lo sguardo indagatore.
A quel punto da dietro Fra si sentirono altri passi, per prima arrivò Rain, sentiva che lei era una vampira, come l’aveva sentito prima Fra, nessuna delle due si muoveva  mentre la ragazza da fuori cercava di vedere se c’era qualcun altro oltre a loro all’interno della casa, il loro profumo di umane nascondeva gli altri all’interno.
-tranquille ragazze, lei è apposto.- disse Daniel, si sentiva dalla voce del ragazzo che era felice di vedere quella ragazza.
-Daniel, sei tu?- chiese la ragazza con il sorriso compiaciuto sulle labbra.
-si, Rain, Fra, fatela entrare è una mia vecchia amica.-
Fra e Rain si guardarono negli occhi, poi si girarono verso Daniel alle loro spalle e infine si spostarono per lasciare passare la ragazza misteriosa.
La ragazza corse a braccia aperte verso Daniel e gli saltò addosso avvinghiandosi a lui come una scimmia, ridendo baciandolo sulle guance e sulla fronte, Rain divenne rossa, Fra pensava che stesse per scoppiare, poi la ragazza bionda iniziò a staccarsi da Daniel e a levitare in aria, Rain la guardava concentrata e la mano che prima era appoggiata al suo fianco era aperta con il palmo rivolto all’insù.
Fra rideva a crepapelle, Daniel e la ragazza non avevano notato l’espressione di Rain, e nemmeno la sua mano tesa e ferma immobile.
-ok, Rain basta, penso abbiano capito, mettila giù!!!!!!- disse Fra tra le risate.
- Rain, forza, mettila giù!!!!- Fra continuava a parlare con tono di comprensione, capiva quello che aveva in mente Rain.
- Rain, non è una buona idea.-
- trasportarla fino al bidone dell’immondizia non è una cosa bella!!!!! Forza, mettila giù.-
-vuole davvero buttarla in un bidone dell’immondizia????- la voce di Daniel era preoccupata.
- adesso vuole teletrasportarla in Cina, questa ha idee parecchio strane!!!!!- disse Fra sbalordita.
- dovreste leggerle la mente!!!! È incredibile!!!!- Fra continuava a parlare come se nulla fosse mentre la ragazza bionda stava ancora per aria.
- ok, ora basta, non puoi metterla sopra una pizza e farla mangiare agli zombie!!!! Ora prendo io il controllo!!!- disse scocciata Fra.
Si concentrò e riuscì a sottrarre la ragazza ai raggi di energia magica di rain per portarla tra i suoi e rimetterla a terra, poi si mise difronte a Rain e tutte e due iniziarono a ridere.
- guarda che potrei trovare offensiva la tua ultima idea!!!!- disse Fra ridendo.
- quale? Quella della pizza???? Un grande colpo di genio vero?- rispose Rain tra le risate.
-ehi!! Ti ricordo che sono italiana!!!- disse Fra offesa poi continuò.
-e poi, se metti quella sopra la pizza diventa indigesta, anche per il più orribile degli zombie!!!!!!!- concluse ridendo talmente tanto da non respirare.
La ragazza bionda guardava Rain e Fra stupita e schifata, mentre Daniel sorrideva tentando di non ridere, le conosceva e sapeva che era normale per loro fare battute del genere, era uno dei motivi per cui si era affezionato a loro, Rain e Fra avevano la voglia di scherzare che non aveva lui a causa della sua malinconia.
-ok ragazze, vi presento Jessica.- disse Daniel che con una mano indicava la ragazza bionda.
- Jessica, loro sono Fra e Rain.- disse indicando prima l’una e poi l’altra.
-Fra è la mia vicina di casa e Rain la mia fidanzata.- Daniel finì di spiegare chi erano le due ragazze.
- cioè vuoi dire che queste due pazze scatenate sono tue amiche???- l’espressione di Jessica era un po’ schifata.
- si, c’è qualcosa che non ti piace?- Rain rispose con ostilità.
Daniel le si avvicinò e le sussurrò qualcosa all’orecchio, Fra ruotò gli occhi mentre parlavano, si capiva che Fra aveva letto la mente di Daniel per capire cosa le stesse dicendo.
-i due piccioncini sdolcinati sono pregati di amoreggiare solo quando sapete di essere soli!!!!!- Fra era scocciata.
-ripeto perché forse non hai capito, tu vai in giro con queste pazzoidi?- Jessica aveva la stessa identica espressione di prima.
-si, te l’ho detto, Rain è la mia ragazza e Fra è una mia amica.- disse Daniel mentre stringeva Rain tra le braccia con fare protettivo.
-proteggila pure sai!!!!! Tanto ci sono io che faccio da antipasto!!!!!- Fra leggeva la mente di Daniel per riuscire ad avere informazioni su Jessica ma non riusciva ad oltrepassare i mille pensieri che gironzolavano in testa a Daniel.
-va bene, passo alle maniere forti.- disse Fra dicisa.
Si avvicinò a Jessica e le prese la mano, la strise e dopo un secondo un sorriso le si sistemò al posto del broncio, un sorriso a 32 denti.
- Rain, è innocua, non farebbe del male ad una mosca, a meno che quella mosca non la attacchi!!!- disse fra girandosi verso i due amici.
-davvero????- chiese Rain stupita.
-si, e oltre a questo ci trova simpatiche e non pazzoidi!!!!!- spiegò Fra.
Rain si avvicinò a Jessica e le prese la mano, quando si voltò verso Fra aveva lo stesso sorriso che aveva l’amica, Daniel si mise a ridere e Jessica si sentì molto più sollevata.
-cos’è un test quello di prendere la mano?-chiese curiosa Jessica.
-all’incirca, le streghe lo usano per sapere se si possono fidare o no di un vampiro.- rispose Rain tornata seria.
- in realtà è più complicato.- disse Fra, poi prese una pausa.
- le streghe prendendo la mano di un vampiro gli leggono la mente e dai suoi pensieri, dai suoi ricordi capiscono se si possono fidare.- aggiunse Fra.
-ma noi tentiamo di usarlo il meno possibile. Il contatto diretto è più difficile se non è il vampiro che offre la mano da stringere, ci espone a pericoli.- disse Fra.
- ma poi quando abbiamo letto per la prima volta i pensieri di un vampiro ci riusciamo sempre e con meno fatica.- aggiunse Rain.
- ma se un’altra persona conosce il vampiro non ci avviciniamo, leggiamo la mente di chi lo conosce così poi abbiamo dei ricordi chiave che ci permettono di leggere anche la mente del vampiro che non conosciamo.- concluse Fra.
-è complicato al massimo da spiegare e da comprendere, ma è facile da fare.- spiegò Rain a Daniel e Jessica che erano frastornati.
-per esempio, quando ho visto per la prima volta Jonathan, ho letto prima i tuoi pensieri e poi ho letto i suoi, la stretta di mano che gli ho dato alla fine era solo un verifica.- Fra parlando si sentiva un’esperta, come se fosse una delle poche persone a conoscenza di questo fatto e  lo stesse esponendo a degli studenti che dovevano imparare da lei.
-bè Jessica, che ci fai qui?- chiese Daniel curioso.
-volevo passare il Natale con te, pensavo ti saresti sentito solo.- disse Jessica sorridendo.
-in realtà, i genitori di Fra mi hanno invitato a casa loro quasi tutti i giorni per non farmi sentire solo.-
-allora io non servo.- Jessica era un po’ delusa.
-no, tu servi a casa mia, il cenone di Natale lo passiamo tutti insieme, la mia famiglia, quella di Rain e Daniel, tu puoi unirti a noi. Mia madre ne sarà felice.- si intromise Fra sorridendo a Jessica.
-davvero, non è che darò fastidio? Insomma, vampiri e streghe allo steso tavolo??? Non è strano???- chiese curiosa Jessica.
- mia madre e quella di Rain saranno contente, e a mio padre basta festeggiare Natale in compagnia, nessun problema.- rispose Fra
- quindi tuo padre non sa che sei una strega.-
-certo che lo sa, è affascinato da streghe, vampiri e cose del genere.- rispose tranquilla Fra.
- anzi, adesso andiamo a casa mia e ti presento i miei!!!- disse Fra prendendo Jessica per un polso e trainandola verso l’ingresso.
-vieni, sono simpatici!!!!!- continuò Fra.
- e come facciamo per il compito?- chiese preoccupata Rain.
.semplice, leggiamo i pensieri del professore, tanto il professor Robin non se ne accorge.
- Robin conosce i vostri poteri, sa che potreste usarli.- disse Daniel ridendo.
-allora leggeremo i tuoi di pensieri, tanto tu c’eri durante la seconda guerra mondiale!!!!!- concluse Fra ridendo davanti alla porta di casa sua.
- oh cavolo, ho lasciato le chiavi in casa.- disse Fra cercando nella tasca del cappotto.
Poi suonò il campanello, aprì suo padre e Fra sorrise, -già a casa papà??- chiese stupita Fra.
-certo tesoro, te l’avevo detto che oggi facevo l’orario corto.- rispose marco.
- ciao ragazzi, come sta andando lo studio??- chiese il padre di Fra.
-bene, bene, Jessica, hai il permesso di entrare.- disse svelta Fra.
-uuuhhhh, un’altra amica non umana, te ne troverai mai una normale???- disse Marco ridendo.
-sta scherzando, tranquilla, tenta di fare colpo sui miei amici così.- disse Fra facendo finta di ridere alla battuta di suo padre.
-mammaaaa, c’è una persona che ti voglio presentare!!!!!- disse Fra urlando.
Dalla cucina si sentirono della padella sbattere e dopo due secondi Giulia era davanti a Fra, con un espressione indagatrice, Fra fece un cenno a Jessica che avanzò tranquilla, poi tese la mano a Giulia che la prese dolcemente e che la rilasciò dopo due secondi contenta e serena.
- benvenuta in casa nostra, vuoi restare per cena?- domandò Giulia senza problemi.
-gentile da parte vostra signora, grazie.- rispose Jessica lusingata.
-dammi del tu, mi chiamo Giulia, piacere di conoscerti.-
-il piacere è tutto mio, io sono Jessica.-
-mamma, ho invitato Jessica a Natale, era venuta per fare compagnia a Daniel, ho pensato fosse un buona idea che venisse anche lei.- aggiunse Fra sorridente.
 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=571358