I fratelli di Haruhi

di HachiXHikaru
(/viewuser.php?uid=65446)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Nuovi arrivati all'Host Club ***
Capitolo 2: *** L'incontro ***
Capitolo 3: *** Una lunga storia ***
Capitolo 4: *** Decisioni ***
Capitolo 5: *** Una lunga giornata di scuola ***
Capitolo 6: *** Un allegro pic-nic ***
Capitolo 7: *** Otosan ***
Capitolo 8: *** Il ritratto ***
Capitolo 9: *** Karaoke ***
Capitolo 10: *** Malattie di primavera ***
Capitolo 11: *** Summer Holidays (Parte 1) ***
Capitolo 12: *** Summer Holidays (Parte 2) ***
Capitolo 13: *** Kotaro Sasaki ***
Capitolo 14: *** Partenza ***
Capitolo 15: *** Fine? ***



Capitolo 1
*** Nuovi arrivati all'Host Club ***


I fratelli di Haruhi

1. “Nuovi arrivati all’Host Club”

-Sei sicuro che sia di qua? Comincio ad essere stufa!-

Si lamentò una ragazza dai lunghi capelli dorati.

-È da più di un’ora che giriamo a vuoto…-

-Smettila di lamentarti! Non ti sopporto più! Se non ne avevi voglia, potevi rimanere a casa!-

Rispose un ragazzo dai capelli castani.

-Ma…-

-Guarda siamo arrivati.-

Disse il ragazzo prima che la bionda potesse ribattere.

-Aula di musica numero 3…sei sicuro che sia qui?-

Chiese scettica.

-Certo che sono sicuro, ma se non mi credi apri la porta e controlla di persona!-

La ragazza guardò la maniglia della porta.

-Devo…devo aprirla io? Perché non la apri tu?-

-È una maniglia, non morde.-

-Ah ah! Molto spiritoso!-

La ragazza continuò a fissare la maniglia.

-Ehm…allora io apro…-

Posò la candida mano sul freddo oggetto e aprì la porta. Lo scenario che si presentò davanti era di una bellezza indescrivibile. La stanza era piena di tavoli e divani, dove venivano fatte mettere le clienti che sceglievano il proprio host che doveva intrattenerle, perché è questo che si faceva nel famoso Host Club del liceo Ouran. Tutti i presenti si girarono, curiosi di sapere chi aveva aperto la porta. Tamaki Suou, presidente dell’Host Club, si avvicinò ai due ragazzi, o meglio, si avvicinò alla ragazza dai capelli dorati.

-Benvenuta radiosa principessa dai capelli color del sole, i tuoi occhi…-

-Ehi damerino biondo! Finiscila subito!-

Lo ammonì il ragazzo dai capelli castani.

-Perché? È la tua ragazza?-

-Cosa? No lei…-

-Senti, sai dove posso trovare Haruhi Fujioka?- chiese la ragazza prima che il castano potesse rispondere.

-Come?-

Domandò Tamaki.

-Ti ho chiesto: sai dove posso trovare Haruhi Fujioka?-

- Haruhi? Bè in questo momento non è qui, ma tornerà tra poco-

-Ok grazie, allora fino a che non tornerà, staremo qui, ok Yu?-

-Uffa…va bene va bene…basta riposarsi un po’-

E così si accomodarono su uno dei grandi divani. Tamaki guardò i due ragazzi perplesso. Come mai conoscevano Haruhi? E cosa volevano da lei?

- Ah, senti…-

Improvvisamente una voce lo risvegliò dai suoi pensieri.

-Ehm…volevo scusarmi per prima, non mi sono neanche presentata! Io sono Konata Fujioka e quello scorbutico laggiù è mio fratello Yu.-

-Ah, molto piacere Tamaki Su…-

Il ragazzo guardò la bionda a occhi sgranati.

-Come hai detto di chiamarti?-

Domandò Tamaki.

-Konata Fujioka. -

-Fu…Fujioka?- Tamaki era ancora più confuso.

-Sì…sono la sorella di Haruhi, lei non ti ha mai parlato di me e di Yu?-

-Ehm…veramente no…-

Konata lo guardò con occhi tristi.

-Ah…bè è comprensibile che non abbia voluto parlare di noi-

La ragazza era sul punto di piangere e a Tamaki questo dispiaceva.

-Ma…ma forse Haruhi se lo sarà dimenticato, o non ce l’avrà voluto dire. Sai, non ci racconta molte cose di sé…-

Konata sorrise.

-Grazie…-

-Konata, vieni servono il tè e i dolci. Non avevi fame?-

La ragazza, affamata, raggiunse il fratello che le porse una fetta di torta. Tamaki guardò i due fratelli. Possibile che fossero parenti di Haruhi? O forse facevano soltanto finta? Poi ripensò agli occhi tristi di Konata. No, non potevano aver mentito. Decise di andare a chiedere a Kyoya, il vicepresidente del club. Lui ne sapeva una più del diavolo.

-Cosa? Fratelli?-

-Sì, volevo sapere se ne eri al corrente-

-Mmmh…no…Ranka non me ne ha mai parlato. Perché t’interessa?-

-Ecco vedi…-

Tamaki spiegò tutta la situazione all’amico occhialuto.

-Ah, capisco…-

Al contrario del biondo, Kyoya non perse la calma. Poi osservò Konata e Yu. Anche se non avevano richiesto nessun host, dovevano pure pagare quello che stavano mangiando. Scribacchiò qualcosa sui suoi fogli.

-Ehi Kyoya, sai forse dove sono quei diabolici gemelli?-

-Hikaru e Kaoru? Hanno insistito così tanto, che Haruhi se li è portati con sé-

-COSA? Maledetti…così importuneranno la mia povera bambina!!!-

Kyoya lasciò Tamaki a discutere da solo e camminò in direzione di Honey e Mori. Qualcuno doveva avvertire anche loro della situazione no?

Intanto dei ragazzi stavano parlando nel corridoio. O meglio, due ragazzi e una ragazza.

-Avete insistito tanto per accompagnarmi e poi non mi aiutate neanche a portare le buste-

-Su, su Haruhi. Sappiamo tutti che ce la puoi fare da sola-

La castana mugugnò. Tutti e sei i ragazzi che facevano parte dell’Host Club, e anche tutti quelli della scuola, erano dei ricchi scansafatiche. Quelli che conosceva lei poi erano anche dei donnaioli. Sospirò. Tutta colpa di quel vaso. Arrivarono davanti alla porta del club.

-Potreste almeno aprire, per piacere?-

Hikaru girò la maniglia.


Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** L'incontro ***


2. ”L’incontro”

Hikaru girò la maniglia.

-Siamo tornati!!!-

Annunciarono i gemelli Hitachiin. Gli altri si girarono verso di loro.

-Ci avete messo un bel po’ di tempo-

-Non è colpa nostra, dovete sapere che Haruhi è lenta a portare le buste-

-Potevate aiutarmi no?-

Detto questo posò le buste che contenevano il caffè istantaneo per terra e chiese:

-Dove sono le clienti?-

-Bè ecco, le abbiamo mandate via un po’ prima…-

-Perché? C’è forse qualche problema?-

La castana guardò con aria interrogativa Tamaki, che però non rispose subito.

-Il fatto è che hai visite…-

Haruhi continuava a non capire. Visite? E di chi? Poi vide che Tamaki fece cenno a qualcuno di avvicinarsi. Una timida figura avanzò, molto lentamente, e dopo poco fu spinta in avanti da un’altra figura, più alta. Haruhi all’inizio non riuscì a riconoscere le due figure, poiché stavano in un punto dove il sole non arrivava del tutto. Infine, quando si avvicinarono di più a lei, li riconobbe. Non erano cambiati granchè. Erano cresciuti certo, ma avevano le solite caratteristiche. Konata, i capelli color del grano erano diventati più lunghi, i suoi occhi azzurro cielo e quel corpo magro, perfetto. Yu, con i suoi soliti capelli castani arruffati e i suoi occhi scuri e penetranti. Si era fatto più robusto e più bello di come se lo ricordava.

-Cosa ci fate voi qui?-

Il tono di Haruhi era freddo e distaccato, i suoi occhi erano pieni di rabbia. I membri dell’Host Club erano stupiti. Perché Haruhi aveva reagito in quel modo?

-Perché? Perché siete venuti?-

La biondina avanzò lentamente verso la sorella.

-Non provare ad avvicinarti…-

Konata sussultò.

-Ma…ma, sorellona, noi siamo venuti a trovarti…-

-Non m’interessa, ho detto che dovete andarvene-

Yu guardava impassibile tutta la scena, i membri dell’Host Club, invece, erano spaventati dalla reazione della loro amica. In fondo, non l’avevano mai vista in quello stato. Konata, invece, non s’intimorì.

-Sor…Haruhi…io e Yu siamo venuti per dirti una cosa che speriamo ti renderà felice-

Haruhi la ascoltò con attenzione.

-Siamo venuti a dirti che, da domani, faremo parte tutti e tre della stessa scuola. Così potremmo vederci più spesso, per esempio qui al club oppure…-

Haruhi si lasciò andare un risolino isterico.

-Mi stai prendendo in giro Konata? Su, dimmi che è così, perché in questa notizia non ci vedo niente di buono. Forse ti sei scordata cosa mi avete fatto eh? Bè ti dirò…-

Fece una piccola pausa per asciugarsi una stupida lacrima.

-…io non l’ho affatto dimenticato. Se verrete voi, me ne andrò io-

-Ma Haruhi, e il tuo sogno? Getti la spugna così?-

Questa volta era stato Tamaki a parlare.

-Sempre meglio che stare con questi due-

Disse acida la castana. Konata al quel punto non riuscì a reggere e scappò dalla stanza in lacrime. Yu la seguì a passo lento, ma si fermò un attimo sulla porta.

-Spero tu sia contenta adesso Haruhi, non lo sai quanto è sensibile tua sorella?-

-Se l’è cercata lei-

Rispose la castana senza voltarsi. Yu sbuffò e corse via alla ricerca di Konata. Quando se ne furono andati Haruhi disse ai membri dell’Host Club.

-Dimenticate quanto è successo oggi-

E prima di andarsene a casa aggiunse.

-Per favore-

E delle calde lacrime iniziarono a rigarle il volto. I membri rimasero non poco scioccati e non erano sicuri di poter esaudire la richiesta dell’amica tanto facilmente. Tamaki si decise, e andò dietro a Haruhi per chiederle ulteriori spiegazioni. Gli altri cinque membri non lo fermarono, sapevano quanto era cocciuto. Kaoru sbuffò e disse al gemello.

-Torniamocene a casa-

-Va bene-

E detto ciò si avviarono verso la porta, quando, ad un certo punto, Hikaru notò qualcosa sul pavimento. Si chinò e lo prese. Era un fermaglio d’oro bianco.

-Hikaru che stai facendo?-

-Eh?Ah, no, niente…senti Kaoru, tu avviati che mi sono ricordato di fare una cosa-

- Ma, Hika…-

Non riuscì a finire di pronunciare il suo nome che il rosso se n’era già andato. Chissà cosa aveva da fare di così importante, pensò, e si avviò verso l’uscita della scuola. Intanto Hikaru correva, anche se non sapeva bene dove. Voleva ritrovare a tutti i costi la proprietaria di quel fermaglio. Per fortuna il nome era inciso nell’oro bianco: Konata Fujioka.


Ecco a voi i primi due capitoli...spero che la storia v'incuriosisca =D. Cercherò di aggiornare presto, baci!

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Una lunga storia ***


3. “Una lunga storia”

Hikaru correva, correva per l’immenso corridoio dell’Ouran in cerca della proprietaria del fermaglio. Per fortuna aveva un pretesto per parlarle, per chiederle spiegazioni. Non si sarebbe fatto scappare quell’occasione. Voleva sapere, sapere come mai Haruhi, la sua Haruhi, aveva reagito in quel modo. Era preoccupato, molto preoccupato per la sua amica. Si fermò un momento per respirare, e finalmente la vide dalla finestra. Konata Fujioka era seduta sotto un albero del giardino della scuola, ed era sola. Suo fratello non era con lei. Perfetto. Hikaru si rimise a correre e raggiunse la sua meta. Si fermò pochi metri più in là e si guardò intorno. Non c’era nessuno. Si avvicino con calma alla bionda, la quale non si era accorta della presenza del ragazzo. Aveva la testa sulle ginocchia e gli occhi chiusi. Le lacrime non smettevano di scorrere e le bagnavano l’uniforme. Hikaru non si scompose e le arrivò davanti.

-Ehi tu!-

Konata alzò timidamente la testa e aprì gli occhi. Riconobbe il ragazzo e si alzò di scatto.

-Ti chiami Konata giusto? Bè, penso che questo ti appartenga allora-

E le mostrò il fermaglio d’oro bianco. La ragazza sobbalzò nel vedere il fermaglio nella mano dell’Hitachiin e si toccò i capelli. Hikaru sorrise.

-Lo vuoi indietro vero?-

Lei annuì con la testa e allungò la mano verso il piccolo oggetto, ma prontamente il rosso scostò la mano.

-Ah, non così facilmente! Mi devi delle spiegazioni per quello che è successo poco fa-

La bionda sgranò gli occhi. Ormai le lacrime non cadevano più.

-Allora?-

-Ecco vedi, io non so se posso…-

-Vuol dire che non rivuoi il tuo fermaglio-

-Non ho detto questo…-

-E allora spiegami cosa…-

-Non sono fatti tuoi-

Hikaru s’irrigidì.

-E invece sì! Haruhi è una mia cara amica e potrò sapere cosa le sta capitando o no?-

Konata sorrise dolcemente e, per un attimo soltanto, Hikaru arrossì alla vista di quel sorriso tanto familiare.

-Che bello, Haruhi si è fatta un amico-

-Non solo uno-

Rispose prontamente il ragazzo e il volto di lei s’illuminò.

-Da…davvero? Oh, come sono felice per lei! È una notizia meravigliosa!-

-Quindi se lascerà questa scuola, dispiacerà a molte persone-

-Ah…scusate! Scusate tanto! Io non…-

Hikaru perse la pazienza.

-Se ti dispiace così tanto, perché tu e tuo fratello volete a tutti i costi venire qui?-

- È una lunga storia, non credo t’interessi-

-Invece sì-

-Non sarà piacevole da ascoltare…-

-Non m’interessa-

La bionda sospirò.

-Non credevo che all’Ouran fossero così testardi…-

Il rosso rise ripensando al lord.

-Oh, non t’immagini quanto-

Lei rise a sua volta. E si guardò intorno.

-Però non possiamo stare qui-

E detto questo prese Hikaru per mano e lo trascinò in un posto più isolato. L’Hitachiin si sentiva un po’ a disagio, però non disse niente, arrossì un poco e basta. Voleva assolutamente sapere il perché del comportamento di Haruhi, voleva arrivare in fondo alla faccenda.

Intanto Tamaki stava cercando di raggiungere Haruhi per chiederle spiegazioni. Anche se non aveva capito niente della faccenda, voleva a tutti i costi aiutare l’amica.

-Ha…Haruhi aspettami…-

La castana si fermò di scatto, ma non si girò.

-Ho detto che devi dimenticare la faccenda Tamaki-

-Ah, bè, sai che non posso esaudire la tua richiesta-

La ragazza sospirò. Già, lui era fatto così.

-Che cosa vuoi Tamaki?-

-Aiutarti-

- Non credo ce la faresti…-

-Ma almeno ci proverò-

Sospirò di nuovo. Perché era così testardo? Perché non la lasciava in pace? Soltanto perché aveva così tanta voglia di aiutare il prossimo. Sorrise tra sé e si voltò verso il compagno. In effetti, voleva sfogarsi con qualcuno, e sapeva che Tamaki avrebbe capito.

-E va bene, però dobbiamo trovare un posto più appartato-

Ci pensò un po’ su, poi lo prese per mano e lo condusse in biblioteca.

Si fermarono alcuni metri più in là, nascosti da dei cespugli. Prima di iniziare a parlare Konata chiese a Hikaru di restituirle il fermaglio. Lui scosse la testa.

-Prima il tuo racconto-

La bionda sospirò e iniziò a parlare.

-Come avrai capito Haruhi, Yu ed io siamo fratelli-

Annuì.

-Però non abitiamo sotto lo stesso tetto, perché io e Yu siamo stati adottati da un’altra famiglia. Devi sapere che noi tre ci passiamo soltanto un anno di differenza e, quando nostra madre era in buona salute, eravamo tutti e cinque una famiglia molto unita-

Sorrise ripensando a quei bei ricordi.

-Poi, però, nostra madre si ammalò e non ce la fece a sopravvivere. Nostro padre la prese malissimo e dopo alcuni giorni si ammalò pure lui. Non pensava di potercela fare ed eravamo tutti e tre molto piccoli all’epoca, quindi decise di farci adottare da un’altra famiglia. Fummo molto fortunati, perché si presentarono due coniugi, che per vari problemi non potevano avere figli loro. Haruhi non ne fu molto entusiasta, e decise di rimanere con nostro padre, convinta di poterlo guarire-

Hikaru la interruppe bruscamente.

-Invece tu e Yu avete preso al volo l’occasione, fregandovene del povero Ranka e Haruhi!-

-Non…non è vero! Non è come pensi! Noi non volevamo abbandonarli…è solo che…AH! Te lo avevo detto che non sarebbe stata piacevole da ascoltare! Ma tu no, no! Che nervi!-

-Ehi ragazzina attenta a come parli! Potrei farti male, e non m’interessa se sei una femmina!-

-Non credere di potermi fare paura donnicciola! Guarda che ho solo un anno meno di te!-

Hikaru la guardò perplesso.

-Un anno?-

Lei annuì e scoppiò in una sonora risata. Hikaru arrossì leggermente.

-Che…che hai da ridere racchia?-

-Ra…racchia? RACCHIA A CHI BRUTTO…-

Ma non riuscì a finire la frase che Yu aveva raggiunto lei e Hikaru. Aveva corso per tutta la scuola prima di riuscire a trovare la sorella.

-Konata! Finalmente! Ma come mai te ne stavi qui?-

-Ah, bè, ecco..-

Poi gli occhi di Yu si posarono su Hikaru. Rimase a fissarlo e il rosso si sentì non poco imbarazzato per quel lungo sguardo.

-Che…che c’è?-

Chiese infine. Il castano non rispose subito.

-Che ci fai tu qui con mia sorella? Che cosa avevi intenzione di farle in un posto come questo? Hai notato che molto indifesa eh? Ma io non ti permetterò di farle alcunché! Brutto…-

-Ehi Yu, calmati, e non correre troppo con la fantasia, non è come pensi-

Il ragazzo si calmò un pochino.

-E allora cosa stavate facendo voi due?-

-Te lo spiego dopo, adesso andiamo che si è fatto tardi!-

E detto questo lo trascinò via. Hikaru rimase un po’ lì imbambolato e ripensando alle parole di Yu arrossì. Poi si ricordò di aver lasciato Kaoru da solo e si avviò verso la loro macchina.

Dall’altra parte della scuola, Tamaki, ancora scosso dal racconto dell’amica, entrò in macchina e durante tutto il tempo pensò ad un modo per aiutare i tre fratelli Fujioka.


Grazie a chi legge e chi commenta^^ e grazie alla cara Elelovett xD. kiaelilli_chan : grazie del commento^^ spero che continuerai a seguirmi

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Decisioni ***


4. “Decisioni”

Haruhi tornò subito a casa dopo la chiacchierata con il lord. La giornata non era finita nel migliore dei modi. Inaspettatamente Konata e Yu erano tornati. Perché poi? Non stavano meglio nella loro grandissima villa? Gettò violentemente la cartella sul pavimento. Fortunatamente Ranka non era in casa, altrimenti si sarebbe accorto del suo malumore. Mise su l’acqua per un tè. Forse, i suoi fratelli erano tornati per formare di nuovo una famiglia, per stare con lei e Ranka. Poiché il padre stava bene, potevano tornare ad abitare con loro. Scosse la testa mentre versava il tè nella tazza. E allora perché non venire prima? Perché aspettare tanto tempo? Posò violentemente la tazza sul tavolo. Comunque a lei non importava delle loro ragioni, se ne sarebbe andata dalla scuola. Molto semplice. Ripensò al discorso che le aveva fatto Tamaki. Secondo lui era stupido abbandonare un sogno, solamente perché i due fratelli che aveva amato tanto erano apparsi improvvisamente. Si diresse verso il lavandino per sciacquare la tazza. E va bene, non sarebbe scappata. Il suo sogno era troppo importante per rinunciarci così facilmente. Per Konata e Yu, bè, bastava cercare di evitarli il più possibile. Sorrise, soddisfatta della conclusione. Sicuramente non ne avrebbe mai fatto parola con suo padre, a meno che non fosse stato necessario. Andò in camera sua, e iniziò a studiare.

Intanto nella residenza Hitachiin Hikaru e Kaoru stavano giocando con un nuovo videogioco.

-Hikaru, attento, a sinistra!-

-Come? Ah…troppo tardi sono morto, accidenti!-

Guardò l’orologio.

-Mi sa che è meglio andare a studiare-

Si diressero in silenzio verso la loro stanza. Kaoru aspettava il momento giusto per chiedere al fratello una spiegazione a quello che era successo dopo scuola. Sperava che fosse proprio Hikaru a dire qualcosa su quanto accaduto, ma niente. Entrarono nella grande camera e a quel punto Kaoru chiese al fratello delle spiegazioni.

-Allora Hikaru, dove ti eri cacciato, quando te ne sei scappato all’improvviso?-

-A sbrigare una commissione…-

-Che genere di commissione?-

-Niente di importante…-

Il rosso stava per chiedere altro al fratello, quando vide che Hikaru stava tenendo in mano qualcosa. Si avvicinò cercando di capire cosa fosse e il gemello, accorto che Kaoru stava guardando ciò che teneva in mano e nascose l’oggetto dietro la schiena. L’altro si stupì del gesto.

-Perché lo hai fatto?-

-Ah…bè…ecco…-

Non capiva neanche lui il motivo di quel gesto. In fondo, non si erano nascosti mai niente, e poi non era successo niente di sconvolgente. Si mise a sedere sul letto e aprì la mano, facendo vedere al gemello il fermaglio d’oro bianco appartenente a Konata. Kaoru lo osservò per un po’ di tempo e poi chiese:

-Perché hai il fermaglio della sorella di Haruhi?-

-Le era caduto quando è scappata dal club, sono andato a ridarglielo chiedendo prima spiegazioni di quello che era appena successo, però poi me lo sono scordato-

-E cosa ti ha detto?-

Voleva capirci qualcosa anche lui, in modo da affrontare meglio la situazione. Hikaru lo osservò per un momento e poi cominciò a raccontare il passato dei fratelli Fujioka, di quello che avevano passato e di come si era conclusa la situazione.

-Ma…ma è terribile…l’hanno lasciata sola con Ranka…poi sono tornati dopo un bel po’ di anni…-

Kaoru era sconvolto. Finalmente aveva capito il perché del comportamento di Haruhi.

-E hanno intenzione di rimanere?-

Hikaru annuì.

-E a quanto ho capito Tamaki e Kyoya si ritroveranno il maschio nella stessa classe-

-E la biondina…come si chiama…Konata?-

Hikaru perse un colpo a sentire quel nome.

-Andrà alle medie, ha un anno meno di noi-

In quel momento ripensò alla chiacchierata con lei. Quei suoi occhi azzurri come il cielo, i capelli color del grano, e quel bellissimo sorriso, così simile a quello della sorella. Scosse la testa, ma che andava a pensare? Era soltanto una stupida ragazzina. I suoi pensieri furono interrotti dalla domanda del fratello.

-La vedremo spesso al club?-

-Non so, probabile…via, andiamo a studiare!-

Detto ciò aprirono i quaderni.


In un’immensa villa non distante dall’istituto Ouran due fratelli stavano prendendo il tè.

-Allora Konata, cosa ci facevi con quello nascosta dietro quei cespugli? Non dirmi che voleva farti qualcosa…-

La biondina per poco non sputò il tè che stava bevendo, e per poco non colpì Yu con una sedia.

-Ma che razza di domande fai? Non voleva farmi assolutamente niente!-

-E allora che voleva?-

Non rispose. Non sapeva se dire una bugia o la verità, in fondo, non aveva mai mentito a suo fratello.

-Delle spiegazioni per la scenata che ha fatto Haruhi…-

Il castano si irritò un poco.

-Non sono affari suoi-

-Infatti non volevo rivelargli niente, ma aveva il mio fermaglio. Me lo avrebbe ridato solo se avessi parlato-

Yu le guardò i capelli.

-E ora dov’è il fermaglio?-

-Bè, è qui natural…-

Il fratello la guardò spazientito.

-Dimmi che non è vero Konata…-

Lei rispose con una risatina e a quel punto lui perse la pazienza. Sapeva quanto era sbadata la sorella, ma perdere il fermaglio!

-Tanto domani lo recupererò…-

Disse cercando di calmarlo.

-Ti accompagnerò anche io…-

-No, no, non è necessario, so difendermi anche da sola-

Lui sbuffò.

-Ma riuscirai a trovare la classe?-

Lei annuì e fece un bel sorriso al fratello, poi si diresse nella sua stanza. Si mise a pancia in giù sul letto e ripensò al rosso che le aveva preso il fermaglio. Teneva tanto a Haruhi, come aveva affermato, era un suo amico. Probabilmente erano anche in classe insieme. Affondò la testa nel cuscino. Sperava che Haruhi non le facesse una sceneggiata. Dopo tutto, era il fermaglio che le aveva donato la madre, era molto prezioso per loro. Come aveva potuto dimenticarlo? Tutto perché quel rosso non si fidava di lei! Non sapeva neanche il suo nome…comunque poco importava, ora la priorità era riprendere il fermaglio.


Ringrazio chi legge, chi commenta e chi ha messo la storie nelle preferite e nelle seguite (e in quelle da ricordare xD) shiroganegirl: ti ringrazio tanto^^ e mi spiace che Konata non ti stia molto simpatica...spero che tu possa cambiare idea... :)

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Una lunga giornata di scuola ***


5. “Una lunga giornata di scuola”

Era una mattina soleggiata di inizi maggio e Tamaki si stava preparando per andare a scuola. Si vestì lentamente e scese svogliato le scale. Non aveva dormito molto quella notte, nella sua testa vi erano tante domande prive di alcuna risposta. Forse quel giorno avrebbe visto Haruhi per l’ultima volta. Scosse la testa per scacciare quello stupido pensiero. No, lei aveva un sogno, e non avrebbe rinunciato facilmente. Salì sulla grande limousine diretto a scuola, continuando a chiedersi cosa sarebbe accaduto quel giorno. Varcò il grande cancello dell’Istituto Ouran e si diresse in classe. Raggiunse il banco immerso nei suoi pensieri, senza accorgersi dei saluti dei compagni che lo guardarono preoccupati, chiunque si sarebbe accorto che Tamaki era strano. Poco dopo lo raggiunse il suo caro amico Kyoya, che riuscì a destarlo dai suoi pensieri.

-Sei preoccupato per Haruhi?-

Il biondo annuì. Il moro aveva azzeccato in pieno il problema, lo conosceva troppo bene.

-Stai tranquillo, non può lasciare la scuola così facilmente-

Tamaki lo osservò, non molto convinto della sua affermazione.

-Prima deve estinguere il debito che ha con noi-

Concluse sorridente e Tamaki sgranò gli occhi. Nessuno avrebbe creduto a quelle parole. In fondo, Haruhi poteva benissimo lasciare la scuola senza prima concludere il suo debito. Kyoya aveva paura che il biondo non ci cascasse.

-Certo! Hai ragione tu, Kyoya! Come ho potuto non pensarci?-

Come non detto. Tamaki era troppo stupido e fortunatamente aveva creduto alle sue parole. Così se ne sarebbe stato buono per un po’ di tempo. Al suono della campanella entrò l’insegnate che con un sorriso raggiante annunciò un nuovo compagno. Il biondino all’inizio non prestò attenzione alle parole dell’insegnate, era felice di sapere che Haruhi non avrebbe potuto lasciare la scuola facilmente.

-Mi raccomando, trattate bene il vostro nuovo compagno: Toriyama Yu-

Tamaki si alzò di scatto dalla sedia. I suoi compagni lo guardarono allibiti non riuscendo a capire cosa gli passasse per la testa. Kyoya, invece, si chiedeva come potesse essere amico di quell’idiota.

Yu stava osservando il suo nuovo compagno biondo, sicuro di averlo già visto da qualche parte, però non riusciva a ricordarsi dove. Fortunatamente per lui ci pensò il lord a rinfrescargli la memoria.

-Tu…tu sei il fratello di Haruhi, quello che ieri è venuto al club assieme alla biondina…-

Il castano sgranò gli occhi. E così lui era quel dongiovanni che aveva fatto delle moine alla sorella, come aveva potuto dimenticarsi di lui?

-Bene Suou, noto con piacere che voi due vi conoscete già…allora Toriyama, puoi andarti a sedere vicino a lui-

E detto ciò indicò il banco vuoto alla destra di Tamaki. Yu vi si diresse e prese posto in silenzio, sotto gli occhi curiosi dei suoi nuovi compagni di classe. Il biondo si ricompose, prese posto a sua volta e seguì il resto delle lezioni senza proferire parola.


Finalmente arrivò il suono che annunciava l’inizio della pausa pranzo. Yu non vedeva l’ora di uscire da quella classe. Per tutto il tempo si era dovuto sorbire le strane occhiate del lord, senza sapere cosa gli passasse per la testa. Non era informato del piano di quest’ultimo di voler far riappacificare i tre fratelli Fujioka. Si alzò dalla sedia e si diresse fuori dall’aula, dove trovò Konata, sorridente come suo solito, che indossava l’uniforme delle medie.

-Ciao fratellone! Ti ho portato il pranzo-

E detto questo la bionda gli porse il bento avvolto dal tovagliolo rosso.

-Grazie Konata…pranziamo insieme?-

-Certo, ma prima devo fare una cosa…-

Yu la guardò interrogativo, ma poi capì, doveva recuperare il fermaglio. In quel momento, un gruppetto a noi familiare stava passando per il corridoio. Haruhi non aveva per niente voglia di seguire i gemelli e i senpai a pranzo, in fondo lei aveva il suo bento, ma quando quei ragazzi si mettevano in testa una cosa, non rinunciavano facilmente. Così la castana si stava dirigendo controvoglia verso la mensa della scuola portando il bento con sé. Mentre Honey discuteva con Mori sui dolci della mensa, lei vide nel corridoio Yu e Konata. Ecco, la giornata non poteva che migliorare! Arrestò di scatto il passo, indecisa se proseguire o tornare indietro, ma poi vide la bionda che le veniva incontro e, con passo veloce, tornò indietro. Tamaki, senza pensarci due volte, seguì la castana, e tutti gli altri host fecero lo stesso. Ovvero, quasi tutti. Infatti, uno dei gemelli, si sentì tirare per la giacca e non poté seguire il gruppo. Il rosso si girò, per vedere chi lo aveva trattenuto e si ritrovò davanti Konata Fujioka. La guardò confuso, non capendo cosa volesse da lui, poi lei parlò.

-Senti, tu hai qualcosa che mi appartiene e vorrei che me lo restituissi, vedi è molto importante per me…-

Detto questo allungò la mano verso il ragazzo, in attesa che le restituisse il fermaglio. Lui la guardò ancora più confuso, probabilmente aveva sbagliato persona.

-Allora? Non ho tutto questo tempo…ieri avevi promesso di restituirmi il fermaglio o sbaglio?-

Kaoru aprì la bocca per dire qualcosa, ma venne interrotto dal fratello.

-Ehi Kaoru! Perché non ti muovi?-

-Ecco vedi…-

Mentre il rosso cercava di rispondere alla domanda del fratello la ragazza si mise ad osservare la persona che aveva parlato. Quella voce le era familiare, molto familiare. Eppure era convinta di averlo fermato. Poi si ricordò. L’altro giorno Haruhi era entrata al club accompagnata da due ragazzi identici. Lasciò andare la giacca del ragazzo un po’ imbarazzata, mentre il gemello di questo si avvicinava.

-Allora Kaoru? Che ti prende perché…-

Ma non riuscì a finire la frase, perché il suo sguardo si posò sulla biondina. Sapeva già quello che la ragazza voleva da lui, ma fece finta di niente. Si osservarono per qualche minuto, poi il ragazzo cominciò a parlare.

-Allora, Konata…cosa vuoi da me?-

La ragazza sbuffò.

-Come se non lo sapessi…rivoglio il mio fermaglio!-

-Mmmh…ah sì? Peccato, ma ora non ce l’ho qui con me…-

Kaoru lo guardò stupito. Eppure si ricordava che il fratello lo aveva portato con sé. Ma forse si sbagliava.

-Mi…mi stai prendendo in giro…-

Hikaru si voltò e fece per andarsene, a quel punto la biondina s’irritò.

-Ehi tu! Dove credi di andare? Ehi, fermati! Dico a te!-

Il rosso si voltò di scatto.

-Guarda che ho un nome, mi chiamo Hikaru…-

Lei lo osservò, poi sorridendo disse.

-Hikaru…ma che nome è? Non è più adatto a una ragazza?-

-Parli te…Konata…-

Il sorriso lasciò il viso della bionda, che puntò i suoi occhi azzurri sul ragazzo.

-Guarda che il mio è un bellissimo nome…-

-Se, se…-

-Potrei spaccarti la faccia con un solo pugno-

-Provaci ragazzina-

I due avevano iniziato a bisticciare e Yu, ormai stufo di osservare la scena, prese la sorella per mano e la trascinò via, intenzionato a mangiare qualcosa. Konata e Hikaru rimarono spiazzati da quel gesto, ma mentre era portata via dal fratello, lei riuscì a fare la linguaccia al rosso. Quando furono spariti dalla vista dei gemelli Kaoru domandò al fratello perché avesse detto alla ragazza di non avere il fermaglio, ma lui rispose semplicemente che lo aveva lasciato a casa. Non era convinto di quella risposta, ma non aveva voglia di insistere. Si avviarono nella direzione opposta ai due fratelli per raggiungere gli amici.


Così li aveva incontrati, però non era riuscita ad affrontarli. Era scappata e quegli stupidi l’avevano seguita. Ma non avevano niente di meglio da fare? Perché dovevano ficcare il naso nelle sue faccende personali? Durante il tragitto verso la classe, Tamaki aveva continuamente ripetuto che lei poteva contare su tutti loro, che non avrebbero mai abbandonato un’amica eccetera eccetera. In questo momento si trovavano nella 1^A, anche i gemelli avevano raggiunto il resto del gruppo. Nell’aula, i ragazzi si stavano contendendo il bento della castana, che non aveva nessuna voglia di mangiare. Soltanto una persona non badava al pranzo di Haruhi, ma se ne stava vicino alla finestra e guardava due fratelli che stavano mangiando sul giardino della scuola. La ragazza se ne accorse e si avvicinò a lui, per sapere cosa aveva per la testa.

-Hikaru…-

Sentendo il suo nome il rosso si voltò, distogliendo lo sguardo dal giardino.

-Hikaru…è forse successo qualcosa?-

Il ragazzo fu sorpreso di quella domanda, ma cercò di mantenere la calma. Non voleva dirle niente del fermaglio di Konata.

-No, non è successo niente…noia mortale, come al solito…se non ci fosse il lord io e Kaoru non sapremmo come fare…-

La castana sorrise. È vero, loro adoravano prendere di mira Tamaki.

-Tu invece…come stai? Ancora scossa per l’arrivo dei tuoi fratelli?-

-Non…non sono scossa…-

-Allora perché oggi sei scappata?-

Haruhi s’irritò di tutte quelle domande.

-A te cosa può importare di quello che faccio? Sono solo affari miei!-

E detto questo si diresse verso il suo banco per ripassare la lezione. Hikaru si rimise a osservare Konata e Yu alla finestra, e gli scappò un sorriso. Come si assomigliavano quelle due.


Dopo averla trascinata via dai gemelli, il fratello l’aveva portata su un prato per poter mangiare in pace il suo bento. Stranamente la bionda non aveva aperto bocca, se non per mangiare il proprio pranzo. Era rimasta zitta tutto il tempo con la faccia imbronciata, perché non era riuscita a concludere niente. Quell’Hikaru era davvero una seccatura! Che se ne faceva del suo fermaglio? Aveva iniziato a mangiare con voracità, sotto lo sguardo stranito del fratello. Stanco di vederla in questo stato, Yu iniziò a parlare.

-Senti sorellina, non importa per il fermaglio, lo recupererò io doma…-

-ASSOLUTAMENTE NO!-

Konata cominciò a urlargli contro, ma il castano mantenne la calma.

-Non fare storie, ricordati che non sopporto che tu abbia relazioni con dei ragazzi…-

Lei sbuffò. Non lo sopportava quando faceva così.

-Non ho nessuna relazione fratellone, voglio solo recuperare il mio fermaglio. È una questione mia, tu non c’entri nulla…-

-Quando si tratta di ragazzi che hanno a che fare con te io c’entro sempre-

Ecco. Ora iniziava la sua menata. Non lo sopportava proprio. La bionda rimase un po’ in silenzio, non voleva litigare con il fratello.

-Bene, vedo che hai capito Konata…quindi domani io…-

-Domani IO recupererò il mio fermaglio-

Il castano sospirò. Sua sorella a volte sapeva essere una gran seccatura, e poi quel ragazzo non gli piaceva proprio. Era un playboy, l’avrebbe solamente fatta soffrire. I fratelli continuarono a mangiare, senza accorgersi, però, di un certo rosso che li stava guardando dalla finestra con aria divertita.


Le ultime ore di lezione non erano passate molto velocemente. Finalmente, però, arrivò il momento tanto atteso da uno degli host: andare al club. Era uno dei pochi momenti in cui poteva stare con la sua dolce “figliola”, ovvero Haruhi. Durante il resto della giornata non la vedeva spesso, perché in classi diverse, e molte volte era preoccupato di ciò che quei “maledetti” gemelli potevano farle. Fortunatamente durante le ore del club poteva controllarli e stare con la castana, quindi durante il resto della giornata non aspettava altro. Erano tutti riuniti nell’aula di musica numero 3 e al presidente dell’Host Club era venuta in mente un’altra stupida idea. Voleva far fare a tutti i membri del club le pulizie dell’aula, come sostegno ad Haruhi, che era una povera plebea che non poteva permettersi delle cameriere. Naturalmente nessuno aveva accettato quest’assurda idea del lord, quindi lo avevano lasciato solo nella stanza a pulire, visto che aveva mandato via le cameriere, e ognuno girava per la scuola, in attesa che l’Host Club aprisse. La castana era andata a comprare dell’altro caffè istantaneo, che finiva molto velocemente, affermando di non volere nessuno con sé. Honey e Mori erano in mensa a mangiare dolci, ovvero, il biondo mangiava, mentre il moro stava lì a fargli compagnia. Kyoya si stava occupando di alcune spese che il club portava e i due gemelli giravano per i corridoi della scuola, senza avere niente da fare.

-Tsk! Certo che il lord ne ha d’idee strambe, vero Kaoru?-

Il rosso annuì.

-E ora che facciamo? Non c’è niente d’interessante qui in giro…-

Continuò a lamentarsi Hikaru, mentre il fratello lo ascoltava distrattamente. La situazione che si era creata era un po’ assurda e sperava che si risolvesse nel migliore dei modi. I suoi pensieri, però, furono interrotti da un’improvvisa emergenza.

-Ehm…Hikaru…devo andare in bagno, mi aspetti qui vero?-

L’altro sospirò.

-Certo, non ti serve mica l’aiuto…-

Così Kaoru sparì nel corridoio, lasciando un annoiato Hikaru da solo. Il ragazzo si mise a guardare fuori dall’enorme finestra. Quel giorno in cielo non c’era nessuna nuvola e il leggero vento muoveva le foglie in modo armonioso. Il rosso si accorse che fuori, nel giardino della scuola, c’era una ragazza a lui molto familiare con indosso l’uniforme delle medie e con i lunghi capelli dorati che si muovevano al vento. Chissà che ci faceva lì tutta sola. Mah, non era affar suo. All’improvviso, però, gli venne in mente come far passare la noia. A passo svelto si diresse da Konata, facendo attenzione a non farsi vedere dalla ragazza. Quando la raggiunse, si accorse che non era da sola, insieme a lei c’era un ragazzo dai capelli castani che non somigliava neanche lontanamente a Yu. Il rosso decise di nascondersi dietro una colonna per vedere cosa combinavano quei due. La bionda cominciò a parlare.

-Quindi…tu saresti Yoshi Rikudo, quello che mi ha scritto questa lettera d’amore-

Disse al ragazzo mostrando la lettera che teneva in mano e lui annuì.

-Se non sbaglio tu sei anche un mio compagno di classe giusto?-

Il ragazzo rispose in modo affermativo anche a questa domanda. La bionda sospirò.

-Senti, mi dispiace ma…io ho già un ragazzo-

Hikaru rimase di sasso e con lui anche il castano che, dopo essersi scusato, se ne andò via. Quando ormai era lontano Konata si voltò verso il rosso e gli fece cenno di uscire dal suo nascondiglio. Lui si avviò verso la ragazza, un po’ imbarazzato.

-Ho fatto troppo rumore eh?-

Lei annuì scocciata.

-Si può sapere perché t’interessi così tanto della mia vita? Sembri mio fratello-

Hikaru non rispose subito. In realtà non sapeva nemmeno lui perché si trovava lì. Poi, facendo finta di niente sbuffò.

-Ecco…mi annoiavo, poi ti ho vista qui, da sola e…ho pensato di farti uno scherzo-

Infondo, ciò che aveva appena detto, non era del tutto sbagliato. A quel punto però, la ragazza s’infuriò.

-Mi hai forse preso per un giocattolo? Sei proprio un bambino…-

L’Hitachiin rimase un po’ male di quello che la bionda aveva detto, ma si ricompose subito.

-Guarda che io sono più grande di te ragazzina, e poi io ti faccio quello che mi pare…-

Konata sgranò gli occhi.

-Aiuto! Allora aveva ragione Yu! Tu vuoi violentarmi!-

-Ehi, ma che cavolo dici? Non violenterei mai una racchia come te! Non capisco proprio come il tuo ragazzo ti sopporti!-

-Io non ho nessun ragazzo, scemo!-

A quel punto il cuore di Hikaru perse un battito. Allora Konata era ancora “disponibile”. Scosse la testa per scacciare quegli strani pensieri. Ma che gli era preso? Era solo una stupida ragazzina. Le sorrise e le diede una pacca sulla testa.

-Guarda che non si dicono le bugie-

Lei sbuffò.

-Era per non farlo soffrire più di tanto…non potevo certo dirgli “Scusa, ma i ragazzi che dicono di amare una persona anche se l’hanno appena conosciuta li trovo insopportabili!” –

-E perché no scusa? Infondo gli dici il vero…-

-Mpf, tu non capisci niente di sentimenti…-

Rimasero un po’ in silenzio, infine il rosso aggiunse:

-Senti, domani puoi venire nella mia classe e prendere il fermaglio-

La ragazza lo guardò con una faccia strana. Non si aspettava certo una frase del genere.

-Puoi venire all’ora di pranzo…-

Lei gli annuì. All’improvviso esclamò:

-Potremmo mangiare tutti insieme, che ne dici? Preparo io il bento per tutti-

Hikaru osservò la faccia sorridente di Konata per un po’.

-Va bene, fai come ti pare…-

Non voleva ammetterlo, ma era davvero felice della proposta della bionda.

-Però per Haruhi non lo fare, se lo porta sempre da casa…-

-Ok…ah, ma…ora che ci penso…dov’è il tuo gemello?-

Il rosso sussultò a quella domanda.

-Oh cavolo…mi sono scordato di Kaoru…-

E detto questo corse via, mentre la bionda lo salutava con la mano.

-Ciao a domani!-

Lui rispose con un cenno della mano e se ne andò, lasciando la ragazza da sola. Prima di avviarsi anche lei alla ricerca del fratello, si toccò la testa nello stesso punto in cui Hikaru le aveva dato una pacca. Aveva provato una bella sensazione al tocco del ragazzo. Arrossì dei suoi stessi pensieri. In fondo era solo uno stupido dongiovanni.


Ringrazio chi segue e chi ha messo la storia nelle preferite e/o seguite^^

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Un allegro pic-nic ***


6. “Un allegro pic-nic”

-COSA?-

-Yu, non urlare! Stanno tutti dormendo a quest’ora…-

-E perché non ci vai anche tu, scusa?-

-Uffa fratellone! Ma sei sordo? Ti ho appena detto che non posso, devo preparare i bento per domani-

-Sì, lo avevo capito, ma perché non ti fai aiutare da qualcuno? Abbiamo un sacco di cameriere!-

La biondina scosse la testa, non voleva essere aiutata da nessuno, in fondo, era brava a cucinare.

-Posso farcela da sola, non sono mica impedita!-

Il castano sospirò. Era stanco e non aveva voglia di continuare a discutere, tanto Konata avrebbe fatto lo stesso come voleva lei. Si mise a osservare le scatole per il pranzo che erano sul tavolo. In totale erano otto, e sei erano già state preparate. Osservò la sorella che preparava gli onigiri tutta contenta. Non vedeva l’ora di poter pranzare con la sorella per la prima volta dopo tanto tempo. A lui, invece, questa cosa irritava molto. Sì, gli faceva piacere mangiare con Haruhi, ma se lei li aveva evitati in continuazione, stava a significare che non voleva averci a che fare più niente. Poi, come se questo non bastasse, con loro avrebbero pranzato anche quei sei donnaioli. Mah, bè, ormai il danno era fatto e non si poteva tornare più indietro. Avrebbero mangiato insieme, tutti e nove. All’improvviso, Yu si risvegliò dai suoi pensieri.

-Konata, domani saremo in nove giusto?-

La ragazza annuì, mentre continuava a preparare il pranzo per il giorno seguente.

-Ah, fratellone…tranquillo per i bento, Haruhi se lo prepara per conto suo, come sempre-

Detto questo, finì di preparare i bento in silenzio, mentre il fratello la osservava, pensando alla reazione della ragazza dopo aver scoperto con chi avrebbe pranzato.


I gemelli e la castana si trovavano in classe. Le lezione sarebbero cominciate tra breve e intanto stavano lì a chiacchierare. Il rosso non aveva ancora detto niente a Haruhi sulla loro pausa pranzo, perché non sapeva che reazione aspettarsi. Ne aveva parlato al gemello e lui gli aveva assicurato che ne avrebbero parlato insieme alla ragazza.

-Haruhi, oggi che programmi hai per il pranzo?-

-Bè, ho il mio bento, quindi credo che mangerò in classe…-

-Perché invece non pranziamo tutti insieme? Fuori, sul prato della scuola-

La ragazza guardò stranita i due rossi. Avevano portato anche loro un bento? Comunque mangiare all’aperto non le dispiaceva e non si sarebbe liberata di loro con un semplice “no”, quindi decise di accettare la proposta dei gemelli.

-Va bene, pranzerò con voi-

-Perfetto…ah e non ti dispiace se ci sono anche i tuoi fratelli, vero?-

-Co…come? Konata e Yu mangeranno con noi?-

Stava iniziando a irritarsi, con tutta la fatica che aveva fatto per evitarli!

-Bè sì…devo ridare questo a tua sorella-

Detto ciò tirò fuori dalla tasca il fermaglio d’oro bianco. La castana guardò l’oggetto, come poteva averlo lui? Konata non se ne separava mai, era un oggetto troppo importante.

-Perché ce l’hai tu?-

-Le era caduto quando è venuta a trovarci al club…-

Haruhi disse soltanto un semplice “ah” che la campanella suonò. Ognuno si mise al proprio posto e la lezione cominciò. La castana aveva lo sguardo fisso sul banco e pensava al suo incontro con i due fratelli. Quando li aveva rivisti per la prima volta aveva provato tante cose diverse: rabbia, gioia, dolore, felicità... Però, tra tutti questi sentimenti, aveva prevalso la rabbia. La seconda volta, nel corridoio, aveva avuto paura, paura di poter parlare con loro, quindi era scappata via. Questa volta, invece, non sapeva come comportarsi. In fondo, una piccola parte di lei voleva rivederli. Per tutto il tempo, continuò a pensare cosa doveva fare, senza seguire la lezione, ma non era l’unica. Anche una ragazzina delle medie non riusciva a sentire una parola di quello che il professore diceva. Era felice, felicissima, e osservava con impazienza le lancette dell’orologio, in attesa della tanto agognata pausa pranzo.


Finalmente la campanella suonò e Konata si diresse impaziente fuori dalla classe, con la busta dei bento in mano. Durante le lezioni si era ripassata il percorso da fare per arrivare alla classe della sorella e, zigzagando fra i vari alunni raggiunse la sua meta: la 1^A. Rimase per un po’ fuori dalla classe, per riprendere fiato, poi entrò. Nell’aula erano rimasti solamente i due rossi e la castana seduti ai rispettivi banchi. Fu Kaoru che la vide per primo e le sorrise gentilmente.

-Ciao Konata-

-Ciao, ehm…Kaoru, giusto?-

Il ragazzo annuì, senza smettere di sorridere alla ragazza, la quale si sentiva molto imbarazzata. Anche gli altri due si accorsero della bionda, che si stava avvicinando al terzetto.

-Ciao Haru-chan…ciao Hikaru-

Il rosso fece un cenno con la testa, come risposta al saluto della biondina, mentre la castana sussurrò un debole “ciao” alla sorella.

-Gli altri?-

-Stanno per arrivare, credo, comunque se vuoi puoi anche sederti…-

Le rispose velocemente Hikaru. Non lo sapeva neanche lui, ma in quel momento si sentiva un po’ in imbarazzo. Posò la busta per terra e si mise a sedere anche lei, in attesa degli altri ragazzi. Nella stanza vi era silenzio, perché nessuno dei quattro sapeva cosa dire, ma questa pace fu spezzata dalla voce del lord che, con gli altri, aveva raggiunto gli amici.

-Salve a tutti!-

Esclamò con un sorriso a trentadue denti. Konata gli aveva sorriso, mentre gli altri non lo avevano nemmeno considerato. La bionda si alzò per prima e si diresse verso la porta cercando suo fratello che, stranamente, non tardò ad arrivare e andò subito dalla sorella. Non gli piaceva quella situazione, c’erano troppi ragazzi per i suoi gusti.

-Bene, visto che ci siamo tutti possiamo andare a mangiare-

Aveva affermato un allegro Tamaki intanto che Haruhi prendeva il suo bento, il quale fu messo nella busta che aveva portato la ragazza bionda.

-Dammi Konata la porto io-

Ma lei scosse la testa alla proposta di Yu.

-Posso farcela anche da sola grazie-

Il ragazzo non insistette. Così, i ragazzi si diressero fuori dal grande edificio per raggiungere il prato. Si sedettero per terra e la ragazzina diede a ognuno il bento che lei stessa aveva preparato. Non volendo essere troppo appiccicosa verso la sorella maggiore decise di non sedersi vicino a lei, ma si mise tra il fratello e un ragazzo biondo alto quasi quanto lei, lui, però, frequentava il terzo anno delle superiori. La castana, invece, era seduta tra il biondo psicopatico, come affermava a volte Yu, e Hikaru, quello stupido che le aveva preso il suo preziosissimo fermaglio. Giusto, il fermaglio! Ancora non glielo aveva restituito. Smise di mangiare e si rivolse al rosso:

-Ora che mi ricordo…-

Lui alzò la testa dal suo bento che, doveva ammetterlo, era delizioso, e la guardò interrogativo.

-Devi ancora restituirmi il mio fermaglio-

-Ah, quello…spiacente, l’ho venduto e non ci ho ricavato quasi nulla-

Il castano lo fulmino con lo sguardo, invece Konata mantenne la calma.

-Spiritoso…ora ridammelo-

Lui sbuffò e riprese a mangiare il suo pranzo, sotto gli sguardi di una spazientita biondina.

-Se non me lo restituisci lo prendo io-

Lui sorrise, in segno di sfida.

-Provaci…mocciosa…-

A quel punto la ragazza perse la calma. Si alzò di scatto e per poco non saltò addosso al rosso. Fu fermata dal fratello, che la teneva per il polso e dalla voce della sorella maggiore.

-Konata siediti e tu, Hikaru, ridalle il fermaglio-

Il ragazzo non poté rifiutare. Lo sguardo impassibile di Haruhi non ammetteva repliche. Tirò fuori dalla tasca il fermaglio e lo lanciò alla ragazza, che lo prese al volo. Improvvisamente, Tamaki, che se n’era stato zitto per tutto il tempo, cominciò a parlare.

-Allora ragazzi, che ne dite se oggi andiamo a visitare qualche negozietto plebeo? Potremmo recarci anche al karaoke, no? L’ultima volta ci siamo divertiti tantissimo!-

Il ragazzo con gli occhiali rispose per primo.

-Scordatelo io non vengo-

Non aveva più voglia di visitare i posti dove andavano i ragazzi plebei. Già era una tortura fare uno stupido pic-nic alla maniera plebea! C’era andato solamente perché non voleva inimicarsi i due Toriyama, in fondo, facevano parte di una delle più importanti famiglie che guadagnava sulla produzione di vestiti e in altri campi molto importanti. La loro amicizia sarebbe servita e, forse, avrebbero potuto ripagare anche il debito della sorella.

-Anche noi non possiamo Tama-chan, io ho gli allenamenti di karate e Takashi di kendo…-

Era stato il senpai biondo a parlare e quello moro aveva annuito, come da conferma. I due fratelli Fujioka rimasero un po’ stupiti di quell’affermazione.

-Come? Tu fai karate?-

Era stata Konata a parlare e lui aveva scosso il capo in segno di assenso.

-Ma è fantastico! Allora potresti insegnarmi qualche mossa, devi sapere che faccio karate anche io-

Hikaru per poco non soffocò. Faceva karate? Non se lo sarebbe mai aspettato, era solamente una ragazzina.

-Va bene Kona-chan, e dimmi, ti piacciono anche i coniglietti?-

Disse mentre le porgeva il suo peluche rosa. La ragazza osservò il pupazzo, com’era carino!

-Ma…ma è bellissimo!-

Il ragazzo sorrise. La bionda gli stava veramente simpatica. Assomigliava moltissimo alla sorella.

-Comunque neanche io posso oggi, ho una specie di…ehm…possiamo definirlo un appuntamento-

Confessò la ragazza.

-Però potremmo vederci tutti insieme un’altra volta, che ne dite?-

Il lord annuì, contento della proposta e Haruhi grugnì un “vedremo”. Gli altri annuirono, meno Hikaru, che si chiedeva con chi poteva vedersi la bionda, forse se n’era trovato un altro… Decise di non pensarci, tanto a lui non gliene importava nulla, e quando la campanella suonò si diressero tutti verso le rispettive classi.


Oramai erano le cinque passate e i due gemelli stavano varcando il grande cancello per dirigersi verso la limousine. A scuola erano rimasti solamente i ragazzi dei vari club sportivi e le rispettive ammiratrici. Mentre stavano uscendo dal cancello Hikaru sentì delle risatine provenienti da due ragazzi biondi che stavano a poca distanza da lui. Riconobbe subito uno dei due: era Konata. Però, il ragazzo biondo non lo aveva mai visto. I due stavano ancora ridacchiando e non si erano accorti che il rosso li stava osservando. Cosa avevano da ridere tanto? Kaoru si accorse che il fratello si era fermato e cercò di capire cosa stava guardando.

-Ah…c’è Konata…andiamo a salutarla Hikaru?-

Il rosso come risposta si avviò verso i due biondi e il gemello lo seguì a ruota. Mentre si avvicinava, i due smisero di ridacchiare, perché si erano accorti che il ragazzo li aveva notati. Fu Konata la prima a parlare.

-Ciao Kaoru…ciao Hikaru-

-Ciao Konata, come mai qui?-

-Stavo aspettando mio fratello…-

Intanto che la bionda e Kaoru parlavano, il suo gemello osservava il biondo che era insieme alla ragazza. Lei se ne accorse e si affrettò a fare le presentazioni.

-Lui è Kei Adachi…-

Il ragazzo sorrise al rosso che lo guardava male.

-Tu dovresti essere Hikaru giusto?-

-Tu come fai a sapere chi sono?-

Il biondino si mise a ridere.

-Avevi ragione tu Kona-chan, il ladro di fermagli non è per niente gentile…-

L’Hitachiin s’irritò. Come poteva chiamarlo ladro di fermagli?

-Comunque non preoccuparti Kona-chan, io ti proteggerò sempre, ricordatelo…-

Detto questo, le passò un braccio intorno alle spalle e la avvicinò a sé.

-Oh grazie Kei-chan, per fortuna che ci sei tu!-

E si mise a ridere insieme al ragazzo. Hikaru non ce la faceva a sopportare tutto questo. Chi cavolo era quel Kei?

-Ma voi due state insieme?-

I due si misero a ridere ancora di più alla domanda di Kaoru, che li guardò confuso non capendo cosa avesse detto di tanto buffo. Fu Kei il primo a parlare.

-Mamma mia! Non ridevo così tanto da un bel po’ di tempo…comunque è impensabile che io mi metta con questa qui: primo, Yu mi ucciderebbe all’istante e secondo…sono troppo bello per stare con una come lei-

I due gemelli lo guardarono, pensando che forse quel ragazzo aveva qualche rotella fuori posto.

-Ma allora come mai mi conosci?-

-Bè perché Kei-chan è il mio migliore amico, quindi gli racconto tutto quello che mi capita e lui fa lo stesso con me. Oggi avevamo deciso di uscire insieme, ma poi, pensando che con Yu ci saremmo divertiti di più, abbiamo deciso di aspettarlo…-

-…poi abbiamo visto te e tuo fratello che uscivate da scuola, e Kona-chan mi ha indicato il famoso ladro di fermagli…-

Hikaru avrebbe voluto strozzarlo. Chi gli dava il permesso di chiamarlo con quello stupido soprannome? Poi notò che i due erano vestiti in maniera abbastanza strana. La biondina indossava dei pantaloncini bianchi, una maglietta a maniche corte di colore rosa e delle ballerine, il ragazzo, invece, indossava dei jeans, una maglietta bianca e delle scarpe da ginnastica. Tutto ciò non si addiceva a dei ragazzi di famiglie importanti. I due notarono gli strani sguardi del rosso.

-Ehi, cos’hai da guardare? Non dirmi che vorresti provarci con Kona-chan?-

Il ragazzo arrossì un poco a quella domanda e la bionda ebbe la stessa reazione.

-Ma…ma che cavolo dici? A me lei non piace per niente…-

Konata ci rimase un po’ male per quella risposta, anche se in realtà non sapeva neanche lei il motivo.

-Solo che…non riesco a capire perché siate vestiti in questo modo?-

Kei lo guardò interrogativo.

-Cosa vorresti dire scusa? Io mi vesto così tutti i giorni…-

A quel punto la ragazza decise di prendere parola.

-Devi sapere che Kei-chan è un normale ragazzo di città, quello che voi chiamate un plebeo…-

-Ehi Kona-chan non esagerare…-

-Ma è vero Kei-chan…-

Lui sbuffò.

-Comunque al karaoke ci vieni anche tu, e quello è una cosa da plebei, no?-

-Bè sì ma…-

-Al karaoke? Una volta ci siamo andati anche noi vero Hikaru?-

Il fratello annuì.

-Una volta dovete venire anche voi con noi, così sentirete Kona-chan cantare…-

-Perché? È stonata come una campana?-

La ragazza fece la linguaccia a Hikaru e in quel momento arrivò Yu con il borsone del basket in spalla.

-Ah, Konata, Kei, ma che ci fate qui?-

La sorella gli rispose sorridendo.

-Ti abbiamo aspettato per andare al karaoke tutti insieme…-

Il castano si voltò verso i due gemelli.

-E loro?-

-Ci hanno fatto compagnia per un po’…-

Kaoru guardò l’orologio.

-E ora dobbiamo proprio andare…ciao ragazzi ci si vede-

Detto questo se ne andò seguito dal gemello che salutò il terzetto con un cenno della mano.

-Certo che quell’Hikaru è davvero strano…-

-Cosa vorresti dire Kei-chan?-

-Bè, in vita mia, non ho mai conosciuto un ragazzo che non fosse interessato a te Kona-chan…-

-Ma…ma cosa dici? Non sono mica bella come te…-

E si misero a ridere. Yu li guardò scocciato. Possibile che non si stancassero mai? E mentre percorrevano la strada per il karaoke la bionda chiese al fratello se il giorno seguente potevano andare a trovare Haruhi e il padre. Il ragazzo acconsentì con un cenno del capo. D’altro canto, voleva rivedere anche lui suo padre. In quel preciso momento, i gemelli ricevettero un messaggio dal lord che li informava che il giorno seguente sarebbero andati a trovare la sua adorata “figliola”.


Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Otosan ***


nota: Otosan vuol dire padre, papà

7. “Otosan”

Era una calda domenica di maggio e Konata e Yu si stavano dirigendo verso casa Fujioka. Avevano deciso che quel giorno avrebbero fatto visita al padre e alla sorella, così, dopo pranzo, si erano incamminati verso la loro vecchia casa portando con sé qualche dolcetto. Quel giorno la bionda indossava un vestito rosa con dei fiorellini bianchi che le arrivava fino al ginocchio, delle ballerine bianche e, naturalmente, il suo prezioso fermaglio. Il castano, invece, indossava dei pantaloncini neri lunghi fino al ginocchio, una maglietta nera con sopra un teschio e un cappellino, anch’esso nero.

-Spero proprio che la nostra visita faccia piacere alla sorellona e a papà! Non vedo l’ora di rivederlo dopo tanto tempo! Chissà se ci riconoscerà, eh Yu?-

-Chi può dirlo…-

-Comunque fratellone, potevi metterti qualcosa di più allegro! Tutto vestito di nero sembra che tu stia andando a un funerale-

-Ah…smettila Konata…-

Lei sbuffò. La domenica il fratello era più pigro del solito! Finalmente arrivarono a destinazione, salirono le scale e suonarono al campanello.

-Quanti ricordi…-

Yu si limitò ad annuire mostrando un debole sorriso. La porta si aprì e qualcuno spuntò dall’interno. Inizialmente non riuscirono a capire se era un uomo o una donna. Aveva dei lunghi capelli rossi legati in una coda e un po’ di barba. Credendo di aver sbagliato porta, il castano sbirciò il nome sul campanello, e su quello c’era scritto proprio “Fujioka”.

-Otosan…-

L’uomo guardò i due interrogativo. Gli ricordavano qualcuno di molto familiare.

-Ko…Konata? Yu? Siete proprio voi?-

La ragazza sorrise a Ranka e lui, istintivamente, abbracciò i due ragazzi. Konata e il padre erano sul punto di piangere, mentre il castano malediceva tutti quei convenevoli. Il padrone di casa invitò i due figlioli a entrare per prendere un tè e parlare con calma. Era felicissimo di poter rivedere i figli. Li fece accomodare nella piccola sala da pranzo, dove vi era l’altare dedicato alla madre.

-Mamma, siamo tornati a casa…-

Yu osservò la foto della madre. Sorrideva, e il suo sorriso era simile a quello di Konata e Haruhi. Ranka servì il tè ai due ragazzi. Si sedettero al tavolino che era in soggiorno, il padre a capotavola, vicino a lui il castano e infine la biondina. Ognuno sorseggiò un po’ di tè prima di cominciare a parlare.

-Ti trovo bene papà, sono molto contenta, ma dimmi, Haruhi dov’è?-

L’uomo posò la tazza.

-È uscita a fare la spesa…eheh…dovete sapere che ora vostra sorella si occupa di ogni cosa, non mi fa fare quasi niente eheh!-

Detto questo guardò sorridente i due ragazzi. Com’erano cresciuti. Era così felice di poterli rivedere, aveva tanto atteso questo momento.

-Sono così felice che siate venuti a trovarmi ragazzi…-

Di risposta i due sorrisero.

-Anche noi papà…ma, come mai hai…sì…insomma…-

Yu finì la frase della sorella:

-Come mai sei vestito da donna?-

Ranka s’imbarazzo un poco a quella domanda così diretta. Dopo un breve momento di silenzio, l’uomo si decise a spiegare tutto ai figli.

-E questo è quanto, spero che non mi odiate per questo…-

La bionda lo guardò stupita.

-Perché dovremmo odiarti papà? Finalmente dopo tanto tempo ti rivediamo! Non c’importa niente cosa sei diventato, per noi rimarrai sempre il nostro papà-

Il castano annuì, come per confermare ciò che aveva detto la sorella. I tre cominciarono, poi, a raccontare tutto ciò che era successo loro in tutti questi anni.

-E così ti vedi ancora con il tuo amichetto d’infanzia Konata?-

-Sì papà, io e Kei ci troviamo quasi tutti i fine settimana…è divertente passare le giornate in sua compagnia-

-Mi ricordo che eravate inseparabili voi due e che combinavate sempre disastri-

La bionda rise.

-Sì papà, ma ora siamo cresciuti, non siamo più dei bimbetti…-

In quel momento qualcuno suonò il campanello.

-Dovrebbe essere Haruhi…-

-Vado io ad aprirle!-

Disse la bionda alzandosi e dirigendosi verso la porta. Stava sfoggiando un sorriso a trentadue denti. Chissà che reazione avrebbe avuto la sorella. Quando aprì, però, non si ritrovò davanti la ragazza castana, ma i suoi amici host. Il primo che notò fra tutti fu uno dei gemelli.

-C…che ci fai TU qui, ladro di fermagli?-

Chiese puntando il dito contro l’Hitachiin.

-Siamo venuti a trovare Haruhi…Tu piuttosto che ci fai qui?-

-Io sono venuta a trovare mia sorella e mio padre-

In quel momento Yu si stava avvicinando all’entrata.
-Konata smettila di urlare! Vuoi che ti senta tutto il quartiere?-

-Ma fratellone…-

-È da maleducati far rimanere degli ospiti sulla porta di casa-

La bionda sbuffò e fece cenno ai sei di entrare. Si avviarono verso la sala, dove vi era il padre e si accomodarono. La ragazza finì tra il fratello e Hikaru.

-Mi spiace per voi ma Haruhi non è qui al momento-

Il lord rispose sorridendo a Ranka:

-Non si preoccupi, possiamo benissimo aspettarla qui-

-Allora vado a preparare dell’altro tè….-

-Fermo papà, vado io-

Disse la ragazza alzandosi di scatto e dirigendosi verso la cucina.

-Ehi ragazzina-

Si voltò stizzita verso il rosso che le lanciò un sacchetto con dentro del tè occidentale.

-Usa questo, è un regalino per Haruhi-

Sbuffò.

-Grazie…-

Dopo che lo ebbe preparato, lo servì ai ragazzi e si sedette di nuovo.

-Allora Konata, lo hai trovato il fidanzato?-

Per poco la ragazza non si strozzò. Yu guardò male il padre.

-No…non ce l’ho papà…non sono questa gran bellezza…-

L’Hitachiin la guardò stupito. Eppure aveva ricevuto una dichiarazione l’altro giorno. La bionda si voltò verso il fratello.

-E poi QUALCUNO dice che sono troppo piccola per queste cose-

Il castano sbuffò.

-Non voglio mica permettere che qualche maniaco ti si avvicini!-

Lei sospirò e guardò male il fratello.

-Però a volte sei troppo possessivo…fortunatamente almeno Kei me lo fai vedere-

-Perché Kei è uno stupido…-

-Non parlare male di lui! È una persona meravigliosa!-

-Sese…-

-A me quel Kei pare un idiota qualunque…-

Si voltò verso il rosso che aveva parlato.

-E tu che ne sai?-

Sorseggiò il tè e non rispose. La ragazza s’infuriò.

-Non ti permetto di parlar male del mio miglior amico! Kei è una persona tanto dolce quanto gentile e simpatica…-

Si fermò. Il ragazzo non la stava ascoltando, era voltato verso il fratello.

-Ehi, Hikaru! Almeno guardami se ti parlo!-

Lui si voltò di scatto. Lei arrossì un poco alla vista di quegli occhi marroni così penetranti.

-Senti io non voglio perdermi in chiacchiere con te ragazzina, capito?-

-Non chiamarmi ragazzina! Ho un nome!-

-Ma sei pur sempre una ragazzina…-

Continuarono a litigare finché la porta dell’ingresso si aprì e Haruhi entrò in casa.

-SORELLONA!!!!!-

-HARUHI!!!!!-

La bionda saltò addosso alla sorella, mentre il lord e i gemelli le andarono in contro. La castana cercò di capire quello che le stava succedendo. Guardò interrogativa la sorellina che le si era attaccata al collo.

-Konata? Che ci fai qui?-

La ragazza sciolse quella specie di abbraccio e sorrise.

-Siamo venuti a trovare te e papà!-

Haruhi si voltò verso Tamaki e lo guardò scocciata. Dovevano romperle anche di domenica?

-E voi?-

-Anche noi siamo venuti a trovarti! Abbiamo portato anche delle torte!-

Dissero i due Hitachiin in coro e Honey mostrò alla ragazza una scatola. Sospirò. Impossibile passare una normale giornata di vacanza. Si diresse verso la cucina.

-Preparo del tè allora…-

Konata la precedette e le si parò davanti.

-Non preoccuparti sorellona, lo preparo io-

La ragazza non ebbe il tempo di ribattere. Yu la trascinò in soggiorno e la fece sedere al tavolo, intanto la bionda tagliò i dolci che avevano portato gli host e li mise in un piatto. Servì il tutto ai ragazzi e si mise a sedere tra sua sorella e Hikaru. Il rosso la guardò male.

-Spostati ragazzina-

Fece finta di niente e il ragazzo s’irritò.

-Ehi Konata, levati da qui-

Si voltò e lo guardò con aria innocente.

-Perché? Io voglio stare accanto a mia sorella e di sicuro non cederò il posto a te-

Disse facendogli la linguaccia.

-Stupida ragazzina!-

-Konata finiscila…-

-Scemo!-

-Konata…-

-Mocciosetta!-

-VOLETE FINIRLA Sì O NO?-

Si voltarono verso la castana. Si era arrabbiata.

-Non comportatevi come dei bambini!-

La bionda indicò il rosso e il rosso indicò la bionda.

-È tutta colpa sua!-

Si colpì la fronte con la mano, rassegnata, poi si voltò verso il fratello.

-Yu, dì qualcosa anche tu-

-Questa torta è buonissima-

Disse mentre mangiava il dolce con le fragole. Mitsukuni gli sorrise.

-Sono contento che questi dolci siano di vostro gradimento!-

Haruhi guardò male il castano.

-Intendevo qualcosa di utile…-

Il ragazzo sorseggiò il suo tè, poi si rivolse alla sorellina.

-Konata non dovevi dire qualcosa a Haruhi?-

La castana si volse interrogativa verso la bionda, la quale diede le spalle al rosso.

-Ah, già…Haru-chan, che ne dici di venire con me, Kei e Yu al karaoke? Ci divertiremo tantissimo!-

La ragazza guardò la sorella interrogativa e Tamaki esultò.

-Sì, che bello! Andiamo tutti al karaoke-

La bionda lo guardò interrogativa.

-Non mi sembra di aver invitato anche te…-

Il ragazzo si mise in un angolino a fare cerchietti.

-…però se vuoi venire fai pure-

Gli disse sorridendo. Yu guardò male la sorella.

-Anzi, se volete venire tutti siete liberi di farlo, in fondo siete gli amici di Haru-chan…-

La castana sospirò.

-Guarda Konata che non so se…-

-È deciso! Sabato l’Host Club andrà al karaoke!-

Guardò rassegnata il lord. Quando aveva un’idea in testa, niente poteva fargliela cambiare. E lei che voleva studiare…

-Bene, allora è deciso. Sono sicura che Kei-chan ne sarà felicissimo!-

La bionda era contentissima. Era da tanto che voleva passare una giornata con la sua sorellona. Yu era un po’ meno entusiasta. Non sopportava quei dongiovanni. Anche Hikaru non aveva gradito del tutto l’idea, al contrario degli altri. Trovava insopportabile quella ragazzina dai capelli biondi.


kya10: ti ringrazio per i complimenti^^ e sì, puoi mettere la fic sulla pagina di facebook :) ah, e se vuoi puoi parlarmi di cosa vorresti scrivere te, cercherò di aiutarti^^ ciao e grazie ancora :)

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Il ritratto ***


8. “Il ritratto”

I sette host si ritrovavano al club, nell’aula di musica numero 3, dopo aver passato una “normale” giornata di inizio settimana. Avevano pranzato insieme a Konata e Yu con i bento preparati dalla ragazzina. La biondina e il rosso avevano litigato, come ogni volta che s’incontravano. Fortunatamente Haruhi era riuscita a fermarli, sennò avrebbero continuato per tutto il giorno. Adesso, invece, il lord e compari stavano intrattenendo le ragazze della scuola. Una tranquilla giornata di metà maggio. Improvvisamente la porta del club si spalancò e apparve la figura snella di Konata. Indossava una minigonna bianca e una maglietta a maniche corte di colore rosa pallido con scollatura a V, ballerine rosa e una borsa a tracolla di colore rosso chiaro quasi rosa. I capelli biondi erano legati da un fiocco rosso. Cercò la sorella con gli occhi e la vide seduta a un tavolo che la stava osservando, come tutti i presenti del resto. Le andò in contro.

-Konata, cosa ci fai qui?-

Disse la castana guardando interrogativa la sorella. Lei sobbalzò.

-Bè, ecco…sono venuta a trovarti…-

La squadrò.

-Come mai sei vestita così?-

Si mise a ridere istericamente.

-È successa una cosa molto buffa oggi…adesso Yu è al club di basket ed io dovevo aspettarlo con Kei-chan, ma…-

-Il tuo amichetto ti ha dato buca, eh?-

La bionda lanciò un’occhiataccia all’Hitachiin che si era inserito nel discorso.

-In un certo senso…-

-E perché ora sei qui?-

Si voltò verso la castana.

-Perché pensavo di poter rimanere qui fino a che Yu non esce dal club…per favore Haru-chan-

Disse facendo occhioni dolci alla sorella.

-Prometto che non darò fastidio-

Haruhi stava per rispondere qualcosa, ma Tamaki la precedette spuntando con un sorriso sulle labbra.

-Certo che puoi rimanere! Ogni parente di Haruhi è ben accetto qui! Non farti tanti problemi e vieni a trovarci quando vuoi-

La ragazzina sorrise al lord.

-Oh, grazie, grazie, grazie! Signor Tamaki lei è davvero gentile!-

Il ragazzo si mise una mano dietro la testa.

-Eh, eh…ma non darmi del signore Konata, visto che sei sorella di Haruhi, puoi anche chiamarmi papà-

La castana sospirò. Ecco che cominciava con la storia del papà. Dopo qualche tempo aveva cominciato a denominarsi suo padre, ma lei ne ha già uno. Adesso aveva iniziato con Konata.

-Papà?-

Lui le annuì e lei lo guardò dubbiosa. Lei aveva già un papà, anzi due, però non le dispiaceva averne un terzo. Gli sorrise, quel ragazzo le stava proprio simpatico.

-Va bene, papà-

A Tamaki s’illuminarono gli occhi. Lo aveva chiamato papà. Le saltò addosso abbracciandola e coccolandola. Nel frattempo Haruhi guardava sorpresa la sorellina. Come aveva potuto dare ascolto al lord? Anche i due Hitachiin avevano avuto la stessa reazione della castana. Le clienti, invece, sembravano apprezzare questa sorta di “amore tra padre e figlia” e a Kyoya ciò andava più che bene. Honey non badava a loro, perché stava finendo di mangiare delle torte e Mori era in sua compagnia.

-Konata, perché diavolo lo hai chiamato così?-

La bionda guardò la sorella interrogativa.

-Come perché? Non lo chiami così anche tu?-

-Assolutamente no!-

-E perché?-

-Io un padre già ce l’ho!-

-Vabbè però è divertente…-

La castana sospirò rassegnata. Inutile discutere. Hikaru sbuffò.

-Sei solo una stupida ragazzina…-

Konata lo guardò irritata.

-Si può sapere perché ce l’hai con me?-

-Perché dai retta a questo scemo-

Disse indicando il biondo.

-Ehi, non insultarlo! Almeno lui non mi tratta male come fai tu!-

-Ah, e dimmi, come dovrei trattarti?-

-Con un po’ più di rispetto forse?-

-Konata, Hikaru, finitela subito!-

Il rosso sbuffò.

-Hikaru, Tamaki, tornate a intrattenere le clienti, abbiamo perso già fin troppo tempo…-

I due obbedirono a Kyoya, mentre Haruhi indicò alla sorella un tavolino vicino alla finestra, dove poter stare senza dar noia a nessuno.

-Allora, potrai stare qui finché Yu non avrà finito gli allenamenti, va bene?-

La bionda annuì.

-Ti prometto che non darò fastidio…-

La castana lasciò la sorella, la quale si mise a guardare fuori dalla finestra. La vista era stupenda! Si vedeva il grande giardino della scuola. Prese il blocco da disegni e la matita dalla borsa. Osservò di nuovo il panorama, poi fece una smorfia. No, non le andava bene. Si voltò e si mise a osservare la stanza. Forse poteva fare il ritratto a qualcuno. Guardò la sorella e scosse il capo. Passò in rassegna gli altri host. Il ragazzo con gli occhiali lo scartò subito. Le faceva un po’ paura. Forse Honey e Mori…mmm…no, neanche loro andavano bene! Forse il lord. Provò a fare uno schizzo, ma non le riuscì molto bene, perché il biondo si muoveva troppo. Si spostò verso qualche altro soggetto. Poi qualcosa attirò la sua attenzione. Iniziò a scarabocchiare qualcosa sul foglio. Sì, era riuscita a trovare qualcuno.


Haruhi poggiò il tè sul tavolino dove stava la sorellina.

-Konata ti ho portato del tè-

La ragazza non rispose, continuava a tenere lo sguardo sul foglio e a disegnare.

-Konata…-

La biondina alzò lo sguardo verso la stanza, poi lo riabbassò continuando a scribacchiare. La castana s’irritò.

-Ehi Konata! Potresti almeno rispondermi quando ti parlo-

Ancora nessuna risposta. Era concentrata su quel pezzo di carta. La castana sospirò. Le sembrava fosse successo qualcosa di simile quando erano piccole, poco prima che la loro madre si ammalasse. La bionda aveva quattro anni e lei cinque. Fuori pioveva, loro erano rimaste dentro casa e, non sapendo che fare, avevano tirato fuori colori e fogli. Haruhi aveva lasciato il disegno a metà, perché non aveva molta voglia di finirlo, Konata, invece, non si era mossa finché non l’aveva finito. La guardò e sorrise. Osservò il foglio e si avvicinò per sbirciare, ma nel farlo urtò la sorella che sobbalzò.

-Ah! Haru-chan! Che stavi facendo?-

-Stavo guardando il tuo disegno…-

La ragazzina arrossì imbarazzata e avvicinò il foglio al petto.

-M…mi dispiace, ma non puoi ancora vederlo…prima preferirei finirlo-

Disse accennando un sorriso.

-E poi non è niente di che…eheh…-

Si mise a ridere istericamente. Improvvisamente si sentì una melodia provenire dalla borsa della bionda. La ragazza estrasse il cellulare e guardò il display.

-Ora devo andare sorellona, Yu starà uscendo dal club-

La castana annuì. Konata raccolse le sue cose e si avviò velocemente verso la porta, poi si voltò e fece un inchino.

-Grazie per avermi permesso di rimanere…ciao a tutti!-

E se ne andò salutando con la mano. Haruhi sorrise. Certo che sua sorella era proprio strana.


Il giorno seguente la bionda ritornò al club annunciando che sarebbe rimasta per tutta la settimana, perché Kei era impegnato fino al giorno del karaoke.

-Mi spiace dovervi disturbare per tutto questo tempo…-

Tamaki le sorrise.

-Tranquilla, ti abbiamo già detto che non dai alcun fastidio…-

La ragazza ringraziò e si risistemò nello stesso tavolino della volta scorsa. Proseguì il suo disegno e, come la volta prima, se ne andò quando le squillò il cellulare. Tutto ciò si ripeté fino a venerdì, quando Konata finì finalmente il suo disegno. Era al solito tavolino, naturalmente, e posò soddisfatta il foglio sul tavolo. Si stiracchiò le braccia e controllò il display del cellulare. Era ancora presto per andare da Yu. Sorseggiò il tè che le aveva portato la sorella e riprese in mano il foglio osservando ancora il disegno.

-Tu devi essere la sorellina di Haruhi-

La bionda si voltò verso la ragazza che aveva parlato. Era Renge, la manager del club.

-Sì, mi chiamo Konata…-

La castana le sorrise.

-Io sono Renge, sai, hai preso molto da tuo fratello, sei graziosa come lui…-

Sorrise imbarazzata. Già, loro credevano che Haruhi fosse un maschio.

-Grazie…-

L’attenzione della ragazza si posò sul foglio. Allungò il braccio e lo tolse di mano alla bionda, che rimase scioccata da quel gesto. Si mise a osservare il disegno e le si illuminarono gli occhi. La biondina la guardava imbarazzata.

-Ehm…non è niente di che…poi non è venuto molto bene..non sono bravissima…-

-Questo disegno è super-stupendo!-

Altre ragazze si avvicinarono incuriosite e Konata avvampò dall’imbarazzo. Qualcuno da lontano osservava la scena.

-Cosa stai guardando Renge?-

-Guardate questo disegno ragazze-

-Oh, ma è stupendo!-

-Vero? Che cosa darei per averlo!-

-Ma non è tuo?-

Scosse la testa e indicò Konata.

-L’ha fatto lei, è la sorellina di Haruhi-

La guardarono stupite, lei sempre più imbarazzata.

-Non è questa gran bellezza...-

-Invece è stupendo! Me lo venderesti?-

-Come?-

-Anche io vorrei comprartelo!-

-Ma veramente non…-

-Potresti farne anche altri?-

-Ah, ma non è…-

-Cosa succede ragazze?-

La bionda sobbalzò. Non aveva sentito arrivare il rosso.

-Cos’è quel foglio?-

-È un disegno che ha fatto la sorellina di Haruhi-

I gemelli strapparono di mano a Renge il pezzo di carta. Konata avvampò. I due Hitachiin si misero a osservare il disegno. Era un loro ritratto ed era venuto anche molto bene. I loro volti erano vicinissimi e avevano l’espressione tipica che usano con le clienti. Hikaru s’irritò.

-Po…potrei riavere il mio fo…-

-Come ti sei permessa di farci il ritratto senza chiederci il permesso?-

-Ah io veramente…-

-Volevi venderlo a qualche ragazza della scuola?-

-No io…-

-E poi potevi farlo anche un po’ meglio, sembra uno sgorbio-

La bionda aveva le lacrime agli occhi. Prese il disegno e corse via. Kaoru guardò male il fratello.

-Si può sapere perché l’hai fatto?-

-Non voglio essere ritratto senza permesso, e poi poteva farmi un pochino meglio-

-Smettila Hikaru! Il disegno era bellissimo! La verità è che ti diverti a prenderla in giro e a litigare con lei-

Hikaru arrossì.

-Non è affatto vero!-

Intanto la castana si stava avvicinando ai due per sapere dove fosse andata la sorella e, senza volerlo, sentì il loro discorso. I gemelli si accorsero dell’amica.

-Haru…-

-Perché hai trattato così mia sorella?-

-Io…-

-Sei uno stupido Hikaru-

E corse a cercare la sorella. Il rosso la vide allontanarsi, poi la seguì imprecando a bassa voce seguito dal fratello.


Finalmente Haruhi riuscì a trovare la sorellina. Era seduta ai piedi di un albero, le ginocchia al petto e la testa bassa.

-Konata…-

La ragazza alzò lo sguardo.

-Haru-chan, che cosa ci fai tu qui?-

-Sono venuta a cercarti-

-Davvero?-

Annuì. Lo sguardo le si posò sul disegno. Lo prese in mano e lo osservò. Era davvero fatto bene.

-Non devi dar retta a ciò che dice quello stupido di Hikaru-

-Invece lui ha ragione, quel disegno è orribile-

La castana sospirò.

-Non dire così Konata…-

Notò lo sguardo triste della sorella.

-Su, ora fammi uno dei tuoi bellissimi sorrisi, oppure io domani non verrò al karaoke-

La bionda sbuffò. Fece delle smorfie, provando a sorridere, ma in quel momento non le riusciva.

-Sembri una befana-

Le ragazze si voltarono verso chi aveva parlato. I rossi le avevano raggiunte. Konata si voltò dalla parte opposta.

-Tirati su ragazzina, ti si vedono le mutande-

Avvampò e si alzò in piedi di scatto.

-Maniaco!-

-Non è mica colpa mia se tu porti le gonne super-super-corte!-

-Io mi metto quello che mi pare-

E gli fece la linguaccia. Hikaru stette in silenzio e voltò la testa dall’altra parte.

-Scusa…-

Le ragazze lo guardarono stupite.

-Scusa Konata, sono stato troppo duro con te…-

La ragazza lo guardò, poi sorrise, gli andò incontro gli diede una pacca sulla spalla.

-Non importa…maniaco-

-Smettila di chiamarmi maniaco!-

-Maniaco, maniaco!-

-Io ti strozzo Konata-

-Prima devi riuscire a prendermi-

Si mise a correre inseguita dal rosso. Haruhi e Kaoru sorrisero nel guardarli. Sì, quei due si divertivano un mondo a litigare.


Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Karaoke ***


9. “Karaoke”

-Non vedo l’ora di sentir cantare la mia cara Konata!-

-Sicuramente sarà stonata come una campana-

-Dai Hikaru non dire così!-

-Io spero ci siano tantissime torte!-

I sei host si stavano recando a casa di Haruhi, per poi andare al karaoke con l’amica e gli altri. Quando furono davanti all’edificio, scesero dalla limousine e iniziarono a salire le scale. Tamaki suonò il campanello e dopo poco la castana aprì la porta.

-Ah, siete arrivati…-

-Ciao Haruhi!-

Salutarono i ragazzi sorridendo.

-Finalmente! Ce ne avete messo di tempo!-

Il sorriso del rosso scomparve. Konata era spuntata da dietro la sorella e al suo fianco c’era quello scemo di Kei.

-Siamo arrivati prima possibile ragazzina-

Lei sbuffò.

-Bè potevate fare prima…-

Disse guardando male il rosso. La castana sospirò. Ogni momento era buono per litigare.

-Ma ora muoviamoci, visto che ci siamo tutti, possiamo andare al karaoke, eh Kona-chan?-

Domandò Kei introducendosi nel discorso. La ragazza lo guardò e annuì sorridendo, poi si voltò verso Yu, che era seduto al tavolino col padre.

-Andiamo fratellone…-

Il ragazzo si alzò e raggiunse la sorella e gli altri, poi, dopo aver salutato Ranka, uscirono in strada.

-Possiamo prendere la limousine-

Propose il lord indicando la macchina che era parcheggiata di fronte casa Fujioka. La bionda scosse la testa.

-Il locale non è lontano, possiamo andarci a piedi-

Detto ciò si avviò trascinando la sorella per il braccio. Gli altri le seguirono. Kei camminava di fianco alla ragazzina bionda, Yu era stato preso di mira da Tamaki, che aveva iniziato a parlare allegramente con lui, peccato, però, che il castano non lo ascoltasse. I gemelli e gli altri erano dietro la bionda. Il rosso stava osservando i vestiti della ragazzina. Indossava dei jeans corti che le arrivavano sopra il ginocchio, una maglietta a maniche corte a spalle scoperte di colore grigio e delle scarpe da ginnastica. Anche se era maggio, quei vestiti erano fin troppo corti.

-Ehi ragazzina, prenderai freddo vestita in quel modo-

Lei si voltò e gli fece la linguaccia. Hikaru la guardò male.

-Guarda che lui ha ragione, Konata-

La ragazza guardò la sorellona.

-Non preoccuparti Haru-chan, non mi ammalerò mica per così poco-

Poi si voltò verso Kei.

-Non vedo l’ora di arrivare al karaoke!-

-Già, fortunatamente manca poco-

Hikaru volle introdursi nella discussione.

-Anche io sono molto impaziente, voglio sapere quanto è stonata la nostra cara Konata-

Lei si voltò verso il ragazzo.

-Non sono tanto stonata…-

-Tanto no, però…-

Disse Yu e Kei lo guardò mostrando un sorrisino malizioso.

-Ma come Yu? Non sei tu quello che ogni volta che sente la nostra Kona-chan cantare si commuove?-

Il castano sbuffò e i due ragazzini biondi risero.

-Kei-chan spero che ci sia il ragazzo dell’altro giorno, era così carino!-

L’amico rise.

-Kona-chan vuole andare a caccia di ragazzi…-

Lei arrossì.

-Ma che cavolo dici?-

-Sicuramente sarà orribile…-

I ragazzini si voltarono verso il rosso che aveva parlato guardandolo interrogativi.

-Secondo me il ragazzo che tu definisci “così carino” non deve essere questo gran che…-

Kei lo guardò sorridendo.

-Geloso?-

L’Hitachiin arrossì un poco.

-Certo che no, ma credo che per il canone di bellezza della tua amichetta “così carino” voglia dire che non è questo gran che…-

La biondina sorrise. Allora lui credeva che lei non sapesse giudicare la bellezza nei ragazzi.

-Allora tu, Hikaru, puoi essere considerato il più orribile di tutti-

I ragazzi guardarono Konata non capendo cosa volesse dire, poi lei si voltò verso un edificio.

-Ah, siamo arrivati ragazzi!-

Trascinò dentro la sorella per un braccio e gli altri le seguirono. Il rosso stava ripensando alla frase della biondina. La più piccola dei fratelli Fujioka si avvicinò al bancone per sapere dove fosse la sala che aveva prenotato.

-Nome?-

-Fujioka-

La castana la guardò. Perché non aveva prenotato a nome Toriyama? Era il nome della sua nuova famiglia no? Il ragazzo sfogliò il registro, poi alzò la testa verso la bionda.

-Siete nella stanza 7-

La ragazzina ringraziò e condusse gli altri nella stanza per il karaoke. Con Kei stava spesso in quella stanza, era la sua preferita. Aprì la porta ed entrarono. La stanza non era tanto grande, ma era molto accogliente. C’erano un divanetto, un tavolino con sopra un quaderno con i titoli delle canzoni e, naturalmente, il karaoke. I due ragazzini si fiondarono sul divano e iniziarono a sfogliare il quaderno. Haruhi si guardò un po’ intorno.

-Non c’è molto posto a sedere per tutti…-

Yu si avvicinò.

-Tranquilla, tanto la nostra sorellina starà tutto il tempo al microfono-

La castana rise.

-Lo immaginavo-

Il lord si avvicinò alla ragazza dai capelli castani.

-Canterai una canzone con me vero Haruhi?-

-Scordatelo-

Il biondo andò a deprimersi in un angolino.

-Ehm, il fatto è che non sono brava a cantare…-

Il ragazzo la guardò con gli occhi da cucciolo.

-Ah! Non fare così…-

La bionda si avvicinò al lord.

-Se vuoi, poi possiamo cantare una canzone noi due…-

-Davvero?-

Gli sorrise e annuì.

-Magari possiamo cantare tutti e tre…-

Konata si voltò verso la sorella, che le faceva cenno di no.

-Vedremo…-

Il ragazzo si levò dal suo angolino e alzò in alto il pugno.

-Bene, scegliamo una canzone per questo karaoke!-

La bionda lo imitò e così anche Kei.

-Sìììììì!-

Tamaki si mise a sfogliare il quaderno con le canzoni. Haruhi si avvicinò alla sorella.

-Tu cosa canterai Konata?-

-Ah beh, non lo so…-

Kei s’intromise nella discussione.

-Perché non canti il tuo pezzo forte?-

La ragazza ci pensò un po’ su.

-Beh Kei, prima preferivo farne un altro-

-Ti prego Kona-chan…-

La supplicò il ragazzo. Lei sospirò.

-E va bene, però ti avverto, se non mi viene abbastanza bene è colpa tua che non mi hai fatto provare un po’ prima…-

Lui sorrise.

-E poi apprezzerà anche Yu…-

-Stà zitto Kei-

Lo ammonì il castano. Il biondo rise. Intanto Konata si avvicinò al karaoke e prese in mano il microfono. Digitò qualcosa sullo schermo e si schiarì la voce, pronta a cantare.

-E ora, su grande richiesta di Kei…-

Il ragazzo fece segno della vittoria con la mano.

-…”Sakura Kiss” di Kawabe Chieco-

La musica iniziò.


Kei saltò addosso alla sua cara amica.

-Sei fantastica Kona-chan, come sempre del resto! Ti prego sposami!-

Yu lo guardò male e Hikaru fece lo stesso. Quel Kei era insopportabile. Poi il rosso si guardò un po’ in giro. Aveva sete, ma non c’era neanche un po’ di tè.

-Ehi grande cantante famosa-

Konata si voltò verso l’Hitachiin.

-Ho seeeteeeeee-

Lei sbuffò.

-E vatti a prendere una bibita-

-Grazie per la gentilezza…-

Gli fece la linguaccia.

-Kona-chan, anche io ho sete…-

La bionda guardò l’amico.

-Io pure…-

Alla fine Konata e Hikaru andarono a prendere delle bibite per tutti. La ragazza venne divisa con forza dal suo amato microfono e Yu venne trattenuto da Kei, che guardò i due ragazzi allontanarsi sorridente. Il rosso e la bionda camminavano uno accanto all’altra per il corridoio, in cerca di un distributore di bibite.

-Potevo venirci anche da sola…-

Lui sbuffò.

-Non saresti riuscita a portare tutte le bibite, sei solo una ragazzina…-

-E tu sei troppo vecchio…-

-Ma sicuramente più forzuto-

Lei ci pensò un po’ su squadrandolo.

-Non credo-

-Parla miss muscolo…-

Lei rise.

-Che c’è adesso?-

-Non potevi inventare battuta più scema-

Sbuffò. Finalmente trovarono un distributore di bibite e la ragazza si mise a scegliere le varie bevande.

-Allora, io tè verde, Kei e Yu una coca, la sorellona…mmmh…tè verde come me! E il lord…anche lui tè verde! Poi…-

-Non vorrai mica prendere tè verde a tutti?-

Lo guardò interrogativa.

-Ma il tè verde è buono…-

-Non è questo il punto!-

Iniziarono a litigare per decidere cosa prendere da bere agli altri, ma ad un tratto Konata smise di parlare e abbassò la testa. Lui la guardò interrogativo.

-E ora cosa c’è?-

-Perché ogni volta che ci vediamo dobbiamo litigare?-

La biondina sembrava sul punto di piangere.

-Ah…Konata…-

Alzò la testa di scatto.

-Mia sorella non vuole che io litighi con te…e neanche io…-

Hikaru era confuso. Ma che le prendeva così all’improvviso? Le si avvicinò.

-Ok…allora potremo prendere quello che vuoi tu…-

Lo guardò sorridendo e fece il segno della vittoria.

-Ahah, non pensavo sarebbe stato così facile…-

-Come?-

Gli fece la linguaccia.

-Era tutta una fintaaaaaa-

L’Hitachiin era shockato. Quella ragazzina lo aveva preso in giro. La bionda stava prendendo le altre bibite, al tè verde naturalmente, canticchiando. Il rosso la guardava male. Konata prese tutte le bibite e si avviò verso la stanza.

-Fammene portare qualcuna, sono troppe-

Lei scosse la testa.

-Ce la faccio-

Hikaru sbuffò. Era proprio una stupida ragazzina.

-Se poi ti cadono non venire a piangere da me-

-Tranquillo non lo fa…-

La ragazza non riuscì a terminare la frase che inciampò. Fortunatamente il rosso riuscì a prenderla, ma non fu lo stesso per le lattine.

-Nooooooo, le bibite!-

Lui sospirò.

-Te lo avevo detto-

-UFFAAAAAAA!!!-

La ragazzina si inginocchiò ed iniziò a prendere le lattine, il rosso fece lo stesso. In silenzio raccolsero tutte le bibite finché non rimase l’ultima, quella al tè verde. L’Hitachiin allungò la mano per prenderla, ma non si accorse che la bionda stava facendo lo stesso. Le loro mani si sfiorarono e di scatto i due alzarono la testa. Per pochi secondi rimasero a fissarsi. Al rosso parve un’eternità. I loro volti erano vicinissimi.

-Hikaru…-

La ragazzina gli mostro una lattina un po’ ammaccata.

-…questa la bevi tu-

Lui sobbalzò.

-Che?-

-È colpa tua se sono caduta, quindi questa la bevi tu-

Konata si alzò, ma lui rimase immobile.

-Bè, ti muovi?-

-Sì, sì arrivo-

Prese il tè verde che era in terra. Lentamente seguì la ragazza. Cos’era quella strana sensazione che aveva provato poco prima? Avrebbe voluto attirare a sé la ragazza e baciarla. Ma perché? A lui piaceva Haruhi…anche se lei aveva occhi solo per il lord…e poi Konata era così carina…scosse la testa. Ma cosa andava a pensare?

I due ragazzi arrivarono alla loro stanza da karaoke e posarono le lattine sul tavolino. O almeno, quasi tutte.

-Ehi Kona-chan, che ne dici se cantiamo questa?-

Chiese il biondino mostrandole il libretto delle canzoni.

-Ma non l’avevamo già cantata la volta scorsa?-

-Vabbè, ma è quella che preferisco!-

La ragazzina sorrise all’amico.

-Allora va bene Kei-chan, canteremo questa-

I due amici si avvicinarono verso il karaoke. Intanto il rosso stava seduto sul divanetto e fissava la lattina di tè. Per poco non avrebbe toccato la mano di Konata. Arrossì un poco al pensiero.

-Qualcosa non va Hikaru?-

Si voltò verso il gemello.

-No tranquillo…sto bene…-

Kaoru lo fissò non tanto convinto, poi rivolse lo sguardo alla sorellina di Haruhi.

-È davvero brava eh?-

-Sì…-

-Ed è anche molto carina, no?-

Lo guardò interrogativo. Dove voleva andare a parare?

-Kaoru cosa c’è?-

-Bè, magari potresti smetterla di andare dietro ad una ragazza che pensa a un altro e cercarne un’altra…per esempio Konata-

-Kaoru non dire scemenze-

-Ma io lo dico per te!-

Il rosso strinse la lattina tra le mani.

-Non è una decisione tanto facile da prendere…-

-Ma almeno provaci!-

Hikaru decise di finire lì la discussione. Non avrebbe retto un minuto di più. Lui mettersi con Konata. Sbuffò. Che scemenza. Però, non poteva dire di non averci pensato in questi giorni. Scosse la testa. No. Certamente si sbagliava. Guardò la biondina che stava cantando insieme a Kei. Il gemello aveva ragione, ma lui non poteva dimenticare Haruhi tanto facilmente. O forse sì? In fondo lei andava dietro al lord. Stupido! Non poteva mollare tanto facilmente. Per quanto Konata somigliasse alla sorella maggiore, non poteva di certo sostituirla.


-Aaaaaaaah, sono davvero stanca!-

-Ci credo Kona-chan! Hai cantato fino a che non ci hanno cacciato fuori!-

-Non rompere Kei-chan! Pensa piuttosto a portarmi in braccio!-

-Eh? Non se ne parla neanche! Fatti portare da Yu!-

-Ma Yu dice che peso troppo!-

-E come dargli torto? Mangi più dolci te di dieci persone messe insieme!-

-Che antipatico che sei, Kei-chan! Portami in braccio punto e basta!-

-Perché non ti fai portare in braccio dal tuo “paparino”?-

-Perché sennò Yu gli farebbe fare una brutta fine solo per averci pensato!-

-E perché con me sarebbe diverso?-

-Perché tu sei Kei-chan-

-E con ciò?-

-Yu crede che tu sia dell’altra sponda, per questa ti permette di vedermi-

Il ragazzo strabuzzò gli occhi.

-Maledetto Yu!-

Il castano gli lanciò uno sguardo omicida. Konata si avvicinò alla sorella.

-Mi spiace che la serata sia passata così velocemente sorellona-

-Anche a me…-

-Io mi sono divertita tantissimo con voi e spero anche tu Haru-chan-

Le disse sorridendo. La castana sorrise a sua volta.

-Anche io mi sono divertita molto-

La biondina rimase un po’ in silenzio. Si stavano dirigendo tutti verso casa della castana per prendere le limousine e tornare a casa.

-Ah, mi è venuta un’idea!-

Haruhi si voltò verso la sorellina.

-Perché non venite tutti a casa nostra per un pigiama party?-

Hikaru sobbalzò. Yu guardò male la sorella.

-Sicura che non disturbiamo?-

-Non preoccuparti sorellona, tanto Akira e Yoko torneranno domani mattina…-

-Non vedo l’ora di vedere la tua camera!-

S’intromise il lord nella conversazione. Kei sorrise maliziosamente e cinse le spalle dell’amica con un braccio. Il rosso aveva tanta voglia di strangolarlo.

-Vuoi dire che potrò dormire con te Kona-chan?-

La ragazzina annuì.

-Ma non c’è il rischio che il possente Yu mi faccia fuori nel sonno?-

La ragazzina ci pensò un po’ su.

-Se fai attenzione non ti capiterà niente…credo…-

Il ragazzino rise.

-Bene è deciso, tutti dai Toriyama a fare un mega pigiama party!-

La biondina chiamò la limousine per farsi venire a prendere, intanto gli altri stavano avvertendo a casa. Tamaki non vedeva l’ora di stare con le sue adorate “figliole”, Kyoya credeva di poter trarre profitto dall’incontro con i Toriyama, Honey trovava ciò molto divertente e, naturalmente Mori lo seguiva, Kaoru pensava che ciò avrebbe potuto servire a schiarire le idee al fratello e Hikaru, anche se non lo dava a vedere, era molto contento della proposta della ragazzina. Quelli più titubanti erano i maggiori dei Fujioka, Yu non sopportava l’idea di avere così tanti maschi per casa, soprattutto non sopportava l’idea di averli tutti intorno a Konata e Haruhi, la castana, invece, non aveva voglia di farsi trascinare in queste stupidaggini, ma la sorellina non accettava repliche. Così aveva deciso e così avrebbero fatto.


I gemelli varcarono la soglia della villa dei Toriyama e si guardarono intorno.

-Come mai non c’è nessun domestico?-

-Il sabato lasciamo loro la sera libera-

Rispose la bionda mentre si levava le scarpe.

-Ooooh, quindi in casa ci siamo solo noi-

-Esatto Kei-chan-

-Allora diamoci alla pazza gioia!-

-Non provarci nemmeno-

Il ragazzino sbuffò.

-Yu sei un rompiscatole-

Konata prese la sorella maggiore per mano e la condusse verso le scale.

-Vieni Haru-chan, ti faccio vedere la mia stanza e ti do un pigiama per la notte-

-E noi?-

Le domandò il rosso.

-Vi affido a Yu, vi darà lui i pigiami-

I sette ragazzi sentirono un brivido lungo la schiena.


La bionda trascinò Haruhi in camera sua. I muri della stanza erano rosa confetto e anche le coperte e i cuscini del grande letto a baldacchino. Di fronte alla porta c’era una grande finestra che dava sul giardino e a ridosso del muro un grande armadio. Nella parete opposta c’erano la scrivania con la sedia e alcuni libri. Sul letto e sull’armadio vi erano tantissimi peluche. Alcuni erano anche sparsi per la stanza. La ragazzina spalancò le ante dell’enorme armadio e iniziò a frugarci dentro.

-Uffa! Dove l’ho messa?-

La bionda iniziò a lanciare fuori dei vestiti.

-Eppure dovrebbe essere qui…-

-Cosa stai cercando Konata?-

Chiese la castana avvicinandosi alla sorella.

-Una scatola bianca…che dovrebbe trovarsi…ah, eccola qui!-

Disse tirandola fuori. Haruhi poté leggere l’etichetta appiccicata sopra: “Vestiti mamma”. Perse un battito.

-Qui dovrebbero esserci dei pigiami sorellona, quale vuoi?-

-Konata, questi erano della mamma?-

Annuì.

-Papà insistette tanto per farceli avere…-

Aprì l’enorme scatola.

-Allora, io prendo questo!-

Konata mostrò alla sorella un pigiama a due pezzi di colore arancione con la faccia di una scimmietta disegnata sopra. I pantaloncini arrivavano sopra alle ginocchia e la maglietta era a maniche corte con scollatura a V.

-È adorabile non trovi?-

La castana annuì.

-E poi era anche la preferita della mamma…-

La ragazzina tirò fuori un vestitino bianco.

-Che ne dici di indossare questo?-

Lo guardò per un momento e rimase in silenzio.

-Che c’è? Non ti piace?-

Scosse la testa.

-No, no…questo va bene. Grazie Konata-

-Di niente sorellona!-

Dopo essersi messe i rispettivi pigiami, la più piccola delle due decise di andare a vedere cosa avevano combinato gli altri.

-Non credo sia una buona idea…-

-Dai Haru-chan, solo una sbirciatina…e poi ho visto mille volte Yu in mutande!-

-Non è di Yu che mi preoccupo…-

Ma la biondina non sembrò sentirla e aprì la porta della camera del fratello. Dentro vi erano gli otto ragazzi, tutti con il rispettivo pigiama. Anzi, quasi tutti. Hikaru, infatti, aveva indosso solo i pantaloni e stava discutendo con il castano.

-Io non me lo metto quel coso orribile-

-Come sei noioso Hitachiin, abbiamo giocato a morra cinese e tu hai perso, quindi questo lo metti te-

Il rosso sbuffò.

-Quante storie per un pigiama!-

Si voltarono tutti verso la porta. Il ragazzo arrossì.

-Cosa cavolo ci fai qui ragazzina?-

Ma lei parve non sentirlo. Gli si avvicinò e prese il pigiama dalle mani del fratello.

-Vediamo cos’ha di tanto orribile…-

-Ha un disegnino da bimbo delle elementari! È troppo ridicolo!-

Lei osservò l’indumento. Era uguale a quello che indossava lei, solo che era di colore blu. Era quello che la mamma aveva preso per papà.

-Non è affatto ridicolo, vedi? Lo porto pure io!-

Gli disse indicando quello che aveva indosso.

-Ma tu SEI una ragazzina delle elementari-

Lei s’irrigidì.

-Comunque se non lo vuoi mettere non importa-

Lui sbuffò. Non voleva farla arrabbiare.

-E va bene, hai vinto tu Konata-

Detto questo uscì dalla stanza per cambiarsi.


-Yu che diavolo stai facendo?-

-Secondo te? Sto sistemando i materassi, no?-

-Veramente li stai gettando per terra uno a uno-

Sbuffò.

-È uguale-

-La verità è che non hai voglia di spostarli-

-La verità è che sei noiosa-

Gli fece la linguaccia e Haruhi sospirò. Pure col fratello doveva litigare?

-Ti va bene così, principessa?-

-Certo mio schiavetto Yu-

-Bene, allora buonanotte!-

Detto ciò il castano si distese su uno dei quattro materassi. I ragazzi li avevano presi dalle varie stanze vuote. Vicino a lui si mise il lord che, ancora prima di iniziare a parlare, venne zittito dal cuscino di Yu. Honey, Mori e Kyoya andarono su un altro materasso, Kei voleva finire vicino all’amica, ma lei si mise accanto alla sorella che dal lato opposto aveva Hikaru. La ragazzina si attaccò al braccio della castana.

-Buonanotte sorellona!-

-Ehm Konata, puoi lasciarmi il braccio?-

Obbedì, poi guardò male il rosso.

-Và via Hikaru, potresti dar noia alla sorellona-

-Che? Pensa a te piuttosto-

-Come ti permetti? Haru-chan è felice di stare qui con me!-

Intanto la castana si stava spostando per raggiungere Kei e Kaoru in un altro materasso.

-Sorellona dove vai?-

-In un posto più silenzioso-

-Hai visto Hikaru? È colpa tua se si è arrabbiata!-

-Non dire scemenze-

-FINITELA VOI DUE!-

-Ma fratellone…-

-Voglio dormire, quindi ora zitti e fate la nanna da bravi bambini-

La biondina sbuffò. Ora era faccia a faccia con il rosso e, fortunatamente per lui, non riusciva a vedere il lieve rossore che era spuntato sulle guance del ragazzo.

-Allora buonanotte Konata-

Lei rimase in silenzio.

-Sei arrabbiata con me?-

-Che t’importa?-

-Che noiosa…-

Lei abbassò lo sguardo.

-Ci tenevo tanto a dormire con mia sorella…-

Lui fece per alzarsi, ma venne fermato.

-E ora dove vai?-

-A recuperare tua sorella-

-Stupido, così Yu scannerà tutti e due-

Deglutì.

-E allora che pensi di fare?-

-Dormire, ovvio-

Disse chiudendo gli occhi. I due non erano vicini, c’era ancora lo spazio lasciato vuoto dalla castana che li separava. Il ragazzo fissava la biondina. Non riusciva ad addormentarsi, a chiudere gli occhi. Doveva avvicinarsi a lei oppure no? La ragazza si strinse nelle spalle. Aveva freddo. Si avvicinò un poco.

-Ti prendo una coperta?-

-No-

Silenzio.

-Ti faccio così schifo Hitachiin?-

-Che?-

Aprì gli occhi.

-Perché non ti avvicini e mi scaldi te?-

Sussultò. Che le prendeva? Si avvicinò ancora un po’. Lei sbuffò.

-Scemo-

Lo abbracciò. Lui rimase immobile.

-Sei caldo-

La abbracciò.

-E tu sei congelata-

Sorrisero, ma nessuno dei due poteva vedere l’altro. Konata aveva la fronte poggiata al petto di Hikaru. Lui era rosso, rossissimo e il cuore gli batteva forte. Chissà se lei poteva sentirlo. Si addormentarono così, abbracciati.


Hikaru venne svegliato dai raggi del sole che filtravano dalla finestra. Quello scemo di Yu si era scordato di chiudere le tende. Sentì qualcosa premere contro il suo petto. Gli ci volle un po’ per realizzare. Avvampò e rabbrividì di paura allo stesso tempo. Come minimo Yu lo avrebbe ammazzato. Cercò di vedere chi fosse sveglio. Nessuno a parte lui. Bene. Poteva staccarsi dalla ragazza prima di venire scoperto. La guardò. Non ci riusciva, non voleva. Forse poteva svegliarla. No, era così carina addormentata. Lei si strinse più forte. Deglutì. Come aveva fatto a trovarsi in una situazione del genere? La ragazzina aprì lentamente le palpebre. Cosa stava abbracciando? Alzò lentamente la testa. Gli sguardi dei due ragazzi s’incrociarono. Silenzio.

-Ehm…’giorno Konata-

Si ricordò e sussultò. Oddio. Oddio. Oddio, oddio, oddio.

-Che hai?-

-Ni…niente…-

Era diventata rossa. Si staccò velocemente dal ragazzo. Sentiva caldo. Troppo caldo.

-Konata…-

Le si avvicinò.

-C…che stai facendo?-

-Voglio controllare una cosa…-

I loro volti erano vicinissimi.

-Che stai pensando di fare Hitachiin?-

Rabbrividì. Si era svegliato Yu.

-Ehm, ecco…io veramente non…-

-Hikaru mi chiedeva se potevamo andare a mangiare-

Rispose prontamente la bionda.

-A me non pareva che…-

-Non brontolare Yu! Su, andiamo a mangiare tutti insieme-

Prese il fratello per il braccio e lo trascinò in cucina. Gli altri si svegliarono poco dopo a causa della discussione dei tre e raggiunsero i padroni di casa nella cucina. Konata stava finendo di apparecchiare.

-Buongiorno a tutti!-

-‘Giorno-

-Servitevi pure e non fate complimenti-

I dieci ragazzi si sedettero al tavolo e la bionda fece in modo di non essere vicino al rosso. Si mise tra Yu e Kei. Hikaru non riusciva a capire il suo comportamento. Sbuffò. Le donne. Dopo aver finito colazione, gli ospiti ringraziarono e se ne andarono da casa Toriyama.

-Tornate presto a trovarci-

Disse la ragazzina salutando gli amici e la sorella dall’uscio della porta. L’Hitachiin la guardò. Aveva gli occhi lucidi. C’era qualcosa che non andava.

-Konata sei sicura di stare bene?-

-Tu ti preoccupi troppo scemo-

Sbuffò.

-Ci si vede a scuola-

I due fratelli rientrarono in casa.

-Yu, mi gira la testa…-

-Come?-

La ragazza gli svenne addosso.


Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Malattie di primavera ***


10. “Malattie di primavera”

Quando Yu raggiunse il suo banco vi ci sbatté la cartella sopra. Non salutò né Tamaki né Kyoya, non che l’avesse mai fatto prima. Era arrabbiato, molto arrabbiato.

-Qualcosa non va?-

Ecco. Ti pareva che quello scemo del lord non veniva a investigare?

-Non ho nulla-

Stava cominciando a irritarsi. Non poteva sopportare che gli rompessero le scatole, ma d’altro canto lo aveva immaginato. E all’ora di pranzo la situazione sarebbe peggiorata ulteriormente. E tutto perché Konata…ah! Non voleva pensarci. Aveva dovuto lasciarla sola e questo non lo sopportava.

-Yu, è forse successo qualcosa?-

Guardò male il biondo. Perché non la finiva?

-Cosa dovrebbe essere successo?-

-Bè, forse qualcosa che c’entra con Konata?-

I due si voltarono verso il moro. Come faceva a sapere?

-Che ne sai tu…-

-Ti si legge in faccia-

Sbuffò. Il biondo iniziava a non capirci niente.

-È successo qualcosa a Konata?-

-Quella scema si è ammalata-

Tamaki guardò il castano interrogativo.

-E ti scaldi tanto per così poco?-

Yu guardò male il lord.

-“Così poco”?-

-È normale che tu sia preoccupato, ma così esageri-

Il biondo annuì.

-Sei troppo premuroso-

Sbuffò.

-Le sono stato accanto per tutto il tempo a causa della febbre alta e oggi volevo fare lo stesso, ma Akira e Yoko non me lo hanno permesso-

-Ha ancora la febbre alta?-

Scosse la testa.

-No, le è scesa e ora sta un po’ meglio…ma sono preoccupato ugualmente-

-Bene, allora è deciso-

Il castano e il moro guardarono interrogativi il lord.

-Questo pomeriggio andremo a far visita alla piccola Konata!-

-CHEEEEE?-


-Non c’era bisogno, dico davvero…-

Tamaki sorrise all’amico.

-Tranquillo, a noi fa piacere, anche se mi spiace per Kyoya, Honey e Mori che avevano da fare…-

-È a me che non fa piacere…-

Haruhi si avvicinò al fratello.

-Mi spiace Yu, non volevo disturbassero anche loro-

Sospirò.

-Non importa…-

I ragazzi si stavano recando a casa Toriyama per andare a trovare la biondina, ma il castano non era molto entusiasta di ciò. Passi Haruhi che è la loro sorella, ma il lord e i gemelli? Che bisogno avevano di vedere sua sorella? Soprattutto quel maledetto rosso. Quando raggiunsero la villa trovarono un’altra persona davanti alla porta. Precisamente un biondino di loro conoscenza.

-Kei, cosa diavolo ci fai qui?-

Sentendo la voce del castano si girò e gli si attaccò in lacrime al collo.

-Waaaaaaa Yu! Appena ho saputo che la mia adorata Kona-chan stava male sono corso qui! La mia povera piccola! Chissà come deve sentirsi ora tutta sola! Waaaaaaa perché non sei rimasto con lei stupido di uno Yu?!?-

Gli diede un pugno in testa.

-Calmati Kei…e staccati da me!-

Obbedì e si accorse di non essere l’unico visitatore. Yu sbuffò.

-Mi ci mancava solo lui…-


Era distesa a pancia in su sul grande letto a baldacchino. A farle compagnia solo i suoi amati peluche. Sospirò. Si annoiava a morte. Guardò il display del cellulare. Yu sarebbe arrivato a minuti e anche Kei. Lo aveva chiamato perché si sentiva sola. Chissà, forse anche la sua sorellona sarebbe venuta. Si voltò dando le spalle alla porta. No, non lo avrebbe fatto. Era già tanto se aveva acconsentito ai suoi stupidi capricci di sabato. Sentì bussare, ma non si mosse. Non ce la faceva ad andare ad aprire. Si sentiva stanca, anche se non aveva fatto nulla per tutto il giorno. Qualcuno da fuori aprì.

-Ciao Konata-

Sorrise. Era tornato suo fratello. Si voltò verso la porta sorridendo.

-Bentornato frate…-

Strabuzzò gli occhi. Che ci facevano tutti lì?

-Kona-chan!-

Il ragazzino le si avvicinò.

-Come stai? Ero super - preoccupato per te!-

-Ah…non dovevi Kei-chan…ora sto meglio-

-Ora non ti lascerò per un solo istante-

-Come?-

Il castano lo guardò male e il rosso fece lo stesso.

-Sono contenta che tu stia meglio, ma è meglio se per un po’ stai a letto-

La bionda guardò la sorella. Era…era preoccupata per lei?

-Grazie per essere venuta Haru-chan-

Sorrise.

-Vuoi che vada a prenderti dell’acqua?-

Guardò interrogativa l’amico.

-Ah bè…in effetti, mi era venuta una certa sete…-

-Ai tuoi ordini mia cara!-

Disse fiondandosi fuori dalla porta per raggiungere la cucina.

-Ehi, anch’io voglio essere utile alla mia piccola bambina malata!-

Tamaki inseguì il ragazzo.

-Dove state andando voi due? Fermatevi!-

Li rincorse il castano maledicendoli mentalmente. I gemelli e le due sorelle li guardarono allontanarsi allibiti.

-Ma non avete domestici qui? Sono ancora in vacanza?-

-Il fatto è che non voglio disturbarli. Non importa che si preoccupino per me-

A un tratto la ragazzina incrociò lo sguardo di Hikaru. Non aveva ancora detto niente da quando erano arrivati. Chissà cosa gli prendeva? Decise di stuzzicarlo un po’.

-Sei preoccupato per me Hitachiin?-

Sussultò.

-Perché dovrei essere preoccupato?-

-Bè, l’altra notte mi sembravi molto preoccupato o sbaglio?-

Arrossì al solo pensiero del pigiama party, ma cercò di non darlo a vedere.

-Parlando di sabato Konata, io te lo avevo detto che indossavi roba troppo corta-

Sbuffò.

-Ehm Konata…-

-Sì sorellona?-

-Posso sapere che cos’è successo l’altra notte?-

-Ah bè…ecco…-

Non sapeva se raccontare o no di sabato. Ci pensò il rosso a toglierle questo dilemma.

-Niente di speciale Haruhi, quando te ne sei andata, la tua cara sorellina desiderava tanto riaverti con lei e quindi mi sono offerto di fare cambio di posto, perché, sai com’è, io le ragazzine chiassose non le sopporto proprio-

La bionda lo guardò perplessa. E tutto il resto? Possibile che non se lo ricordasse più? Sbuffò. Forse doveva dimenticare anche lei. Si voltò dando le spalle ai tre ragazzi.

-Io dormo, sono stanca-

-Ma se non hai fatto niente tutto il giorno?-

Lo ignorò.

-Se vuoi una sedia sorellona puoi prendere quella della mia scrivania e tu Kaoru puoi rubarne una dalle altre stanze-

-Ed io che faccio sto in piedi?-

Lo guardò innocentemente.

-Oh scusa, mi ero completamente scordata di te…comunque se vuoi, puoi sederti per terra-

Detto questo si girò e chiuse gli occhi. Qualche lacrima cominciò a scendere e si coprì la testa con la coperta. Non voleva farsi vedere in quello stato. La castana si sedette vicino al letto della sorella e con lei anche Kaoru e Hikaru, che si mise per terra.

-Se vuoi ti prendo una sedia-

-Non importa…-

Si sentiva un cretino. Come aveva potuto ferirla così? Ma lei si era davvero sentita ferita? E per cosa poi? Per quello che aveva detto, ovvio…Ma forse era solo la sua immaginazione, forse questo era solo uno dei suoi tanti capricci. Oppure no? Due uragani e un castano entrarono nella stanza, ognuno aveva in mano un bicchiere d’acqua.

-Konata ecco a…-

La castana fece cenno di tacere.

-È stanca, lasciatela riposare…-

Yu guardò per un secondo la sorellina, poi si voltò.

-Ok, allora andiamo a mangiare mi è venuta fame-

Così i ragazzi uscirono dalla stanza.

-Hikaru tu non vieni?-

Scosse la testa.

-Non ho fame Kaoru, quindi rimango qui-

Sorrise e se ne andò chiudendo la porta. Il rosso rimase a sedere per terra e a guardare la ragazza girata di spalle. Quando dormiva era un angioletto. La ragazzina si voltò e lui sussultò. Si era svegliata? No, per fortuna dormiva ancora…Le scostò una ciocca di capelli dal viso.

-Mmmh…sorellona…grazie per essere venuta qui-

La guardò allibito. Parlava nel sonno?

-Yu…smettila di rompere le scatole…-

Rise. Era buffissima.

-Ah…e Hikaru…-

Arrossì. Stava sognando lui?

-Smettila di rompermi le scatole!-

Ecco. Gli prese la mano che era ancora sul suo viso. Lui arrossì ancora di più. Posò la testa sul materasso. I loro volti erano vicinissimi. Rimase ancora a guardarla dormire.


-Dov’è il tuo gemello?-

-È rimasto in camera, perché non aveva fame-

-Che? Vado subito a recuperarlo-

La castana sospirò.

-Lascia perdere Yu, sveglierai Konata-

Sbuffò. Non voleva lasciare sua sorella con quello lì. Mentre i ragazzi stavano per scendere le scale e andare in cucina, Haruhi vide qualcosa che attirò la sua attenzione. Su una delle varie porte del corridoio vi era un cartello con su scritto “Karaoke”. Spinta dalla curiosità la aprì e dentro trovò una stanza quasi uguale a quella di sabato sera, solo più grande.

-È il regalo che hanno fatto Akira e Yoko a Konata quando hanno scoperto la sua passione per la musica, ma lei non vuole usarlo…-

Si voltò verso il fratello.

-Perché? Credevo le piacesse il karaoke-

-Sì, ma lei non sopporta ricevere questi regali super-costosi che crede di non meritare, quindi quando lei e Kei escono usa i soldi che si è guadagnata facendo dei lavoretti a casa-

La ragazza sorrise.

-Bene, ora è meglio se raggiungiamo quei tre, ho paura che mi distruggano la cucina…-

Chiusero la porta e raggiunsero i loro amici.


-Mmmh…Hikaru…-

Sorrise. Parlava ancora nel sonno.

-Hikaru…che ci fai tu sul mio letto?-

Avvampò.

-T…ti sei svegliata?-

Annuì. Sentì la mano molto calda.

-E potresti lasciare la mia mano?-

Obbedì.

-Che stavi facendo?-

-Ehm…ecco…i…io ti stavo guardando dormire…-

Si guardò intorno.

-Dove sono gli altri?-

-Sono scesi a mangiare…Kei ti ha lasciato il bicchiere sul tavolo-

-Haru-chan…-

La guardò interrogativo.

-Perché mia sorella non è qui? Ah, lo sapevo, lo sapevo! Non mi sopporta, non mi sopporta!-

-Non dire così scema, te la vado a chiamare-

Disse alzandosi, ma qualcosa lo bloccò. La ragazza lo teneva per la manica.

-Non…non te ne andare anche tu…-

Si risedette.

-Non voglio rimanere sola…-

Le sorrise.

-Tranquilla ora ci sono io…-

Le accarezzò il volto.

-Non prenderti tanta confidenza Hitachiin-

Sbuffò.

-Come sei noiosa…-

-Tu lo sei di più…-

In quel momento stava così bene, avrebbe voluto rimanere lì con lei per sempre.

-Hikaru…-

-Mmh?-

-Perché non hai detto a mia sorella tutto quello che è successo-

Sussultò.

-Per caso ti sei dimenticato tutto?-

Dimenticare? E come poteva? No, lui voleva solamente tenere quel segreto per sé e non condividerlo con nessuno, solo con lei.

-Ehm…no ecco…pensavo che lo avrebbe detto a Yu e lui si sarebbe arrabbiato-

Sbuffò.

-Guarda che non mi offendo se te lo sei scordato, vuol dire che non t’importava più di tanto…-

-Cosa? No veramente…-

La ragazza scese dal letto.

-E ora dove credi di andare?-

-Da mia sorella-

Si avviò verso la porta barcollando un poco.

-Stupida, è già tanto se ti reggi in piedi. Non crederai di poter scendere le scale?-

-Noioso-

-Konata la febbre non ti è ancora passata, non fare idiozie-

-Non rompere, faccio quello che mi pare-

Sbuffò. La ragazzina si avvicinò alle scale barcollante, il rosso la seguiva.

-So…sorellona…-

Chiamò la bionda, ma la castana non poteva sentirla. Le forze stavano venendo meno, ma lei voleva raggiungere la sorella. Scese il primo scalino.

-Sorellona, Yu…-

Cercò di parlare un po’ più forte. Un ragazzo uscì dalla cucina e la vide.

-Konata? Che ci fai qui? Dovresti essere a letto-

-Kei, ora arrivo da voi…-

-Ehi Hitachiin fermala, dille qualcosa!-

-Ma non mi ascolta!-

-E allora prendila di peso e portala in camera sua-

Arrossì. Era un’idea. Si avvicinò alla ragazzina e la prese per il polso.

-Che fai Hikaru?-

-Ti riporto indietro-

Cercò di fargli mollare la presa. Intanto Kei stava iniziando a salire le scale.

-Kona-chan non fare storie-

-Ma io voglio stare con voi!-

Si dimenò e riuscì a liberarsi dalla presa del rosso, ma perse l’equilibrio e scivolò. Il ragazzo allungò una mano per prenderla ma non ce la fece. La ragazzina vide il volto di Hikaru sfocarsi sempre di più, poi il buio. Prima di svenire sentì qualcosa di caldo che l’afferrava.


Aprì lentamente le palpebre. Era in camera sua. Aveva forse sognato prima? Vicino a lei c’erano Hikaru e Kei che dormivano con la testa poggiata al materasso, i suoi fratelli erano dietro di loro con il lord e Kaoru. Sentì che la mano stava stringendo qualcosa. Si mosse un poco per vedere cosa fosse e nel farlo uno dei due ragazzi si svegliò.

-Konata…-

-Che c’è?-

Il rosso s’irritò.

-Come che c’è? Ma dico sei scema?-

-Perché?-

-Potevi farti male-

Sbuffò.

-È colpa tua se sono caduta o sbaglio?-

-Veramente…-

Il biondino aprì gli occhi e nel vedere l’amica sveglia la abbracciò.

-Oh Kona-chan! Fortuna che c’ero io…-

Guardò male il rosso.

-…perché questo qui non ti avrebbe aiutato-

-Stupido ragazzino…-

-Che hai detto carota?-

-Carota? Io ti spacco la faccia!-

-Provaci-

La castana si mise fra i due.

-Smettetela, siete fastidiosi!-

Si rivolse alla sorellina.

-Chi ti ha dato il permesso di uscire dalla tua camera?-

-Ma Haru-chan…-

-Niente ma! Mi hai fatto preoccupare un sacco lo sai?-

-Scu…scusa-

Sospirò.

-Yu aveva intenzione di far fuori sia Hikaru che Kei, lo sai?-

-Perché?-

-Bè, perché il primo non ti aveva tenuto d’occhio, e il secondo ti aveva preso in braccio-

Rise.

-È sempre il solito…-

-Già…bè Konata, ora devo andare a casa, si è fatto tardi…-

-Già, anch’io…-

-Anche noi dobbiamo andare via Hikaru-

Il ragazzo annuì poco convinto. Non voleva andarsene.

-Io invece ho intenzione di restare tutta la notte, ma che dico? Tutto il tempo necessario alla tua guarigione-

-Non è necessario Kei…-

-Tranquillo Yu-

Lo guardò male.

-Ho detto: NON E’ NECESSARIO KEI!-

Il ragazzo rabbrividì, poi guardò l’amica.

-Mi spiace Kona-chan, tornerò domani, promesso-

Sorrise.

-Ok…-

Così i ragazzi lasciarono la camera della bionda accompagnati da Yu.

-Tu non vai Hikaru?-

Sorrise.

-Andrei se qualcuno mi lasciasse la mano…-

Arrossì e mollò la presa. Che scema!

-Scu…scusa…-

-Tranquilla…bè io vado, ciao!-

Si avvicinò alla porta.

-Aspetta-

Si fermò.

-Domani tornerai?-

Si voltò verso di lei sorridendo e le si avvicinò.

-Forse…-

I loro volti erano vicinissimi.

-Hikaru che…-

-Ssssh…-

Poteva sentire il suo respiro. Lei diventò ancora più rossa. Lui le diede un pizzicotto.

-Ahi!-

Lo guardò male, lui rise.

-Ma che fai?-

-Così impari a non darmi retta-

Gli diede il cuscino in testa e gli fece la linguaccia.

-Ora sparisci-

Obbedì uscendo velocemente dalla porta. Non sapeva cosa gli fosse preso. Perché non l’aveva baciata? Scosse la testa. Perché era uno stupido. Sbuffò e scese raggiungendo il gemello.


Sentiva caldo, molto caldo, e non era colpa della febbre. Il cuore le batteva all’impazzata. Ma cosa le prendeva? Sbuffò. Era colpa di quel rosso, era lui che la faceva stare così. Lo aveva capito dalla serata al karaoke. Già, a lei lui piaceva. Aprì il cassetto del comodino e vi prese il disegno che aveva fatto a lui e al suo gemello. Cavolo se gli piaceva. Ma certamente la cosa non era reciproca, per questo aveva paura di mostrare i suoi veri sentimenti. Portò il disegno al petto e lo strinse,poi diede le spalle alla porta e chiuse gli occhi.


Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Summer Holidays (Parte 1) ***


11. “Summer holidays (parte 1)”

La ragazzina dai lunghi capelli biondi entrò nell’aula di musica numero 3 e si avvicinò alla sorella mostrandole una foto.

-Allora ti piace?-

La guardò interrogativa. La foto raffigurava una villa sul mare.

-Bè sì, è una bella foto-

Sorrise.

-È la mia casa sul mare-

La guardò stupita. Intanto uno dei gemelli assisteva curioso alla scena.

-Che ne dici se quest’estate vieni con me, Yu e Kei nella nostra villa? Ci divertiremo tantissimo!-

-Bè non so…mmh…massì, tanto non avevo altro in programma-

Disse sorridendo e la sorellina la imitò, poi volse lo sguardo verso il rosso.

-E i tuoi amici? Loro vengono?-

-A bè, non so se è il caso…-

Il ragazzo si accorse di Konata e la guardò a sua volta, lei abbassò rossa lo sguardo.

-Tra…tranquilla, tanto abbiamo molto spazio, quindi non c’è problema-

Il lord si avvicinò alle due.

-Mi pare un’idea fantastica Konata-

Sorrise.

-Però credo che Kyoya, Mori e Honey non saranno dei nostri, avevano già altri impegni-

-A…bè mi spiace…-

L’importante, per lei, era che ci fosse il rosso. Già, lei voleva solo questo. Hikaru si avvicinò.

-Dov’è che dovremmo andare noi?-

-A bè, a…avevo pensato che sarebbe stato carino invitarvi tutti al mare da noi…così potremmo stare un’intera settimana insieme…-

-Sai che felicità-

Abbassò lo sguardo.

-Se non vuoi venire basta dirlo-

Si diede subito dello scemo mentalmente. Stava sprecando un’occasione per stare con lei.

-Non ho detto questo-

Alzò lo sguardo fino ad incrociare gli occhi di lui. Erano così belli.

-Bè, allora potremmo incontrarci a casa di Haru-chan la mattina verso le 8?-

I ragazzi annuirono.

-Ok, allora noi ci vediamo domani, la partenza, invece, è fissata per la settimana prossima, ciao!-

Disse uscendo dalla porta del club. Era felice, felicissima. Però con Yu avrebbe dovuto usare una scusa. Rise. Si mise a correre e raggiunse l’amico al portone della scuola. Anche con lui avrebbe dovuto usare una scusa.


Il rosso si avvicinò alla castana.

-Haruhi, posso chiederti una cosa?-

Annuì.

-Potrei avere il numero di cellulare di tua sorella?-


Arrivò a casa e si fiondò in camera. Mancavano tre giorni alla fine della scuola, e fra quattro sarebbe partita per la casa al mare. Doveva trovare dei vestiti adatti. Frugò nell’armadio alla ricerca di qualcosa che la soddisfacesse, ma non trovò molto. Sbuffò. Sarebbe dovuta uscire a fare spese. Improvvisamente le suonò il cellulare. Guardò il numero. Sconosciuto. Rimase a fissare il display. Doveva rispondere oppure no?

-Pronto?-

-Ah, ciao Konata-

Sussultò. Hikaru.

-Hi…Hikaru…?-

-Ho chiesto il tuo numero a Haruhi, spero non ti dispiaccia-

Dispiacerle? No, anzi, era il contrario.

-N…no tranquillo-

Rise.

-Che hai da ridere?-

-Niente, niente…-

Sbuffò.

-Allora Hitachiin, vuoi farmi perdere dell’altro tempo?-

-Perché hai da fare?-

-Devo uscire a comprare delle cose-

-Allora ti accompagno-

-Che?-

-Sarai in dolce compagnia di Kei?-

-No, avevo intenzione di uscire da sola-

-Ok, allora ci si trova tra dieci minuti?-

-Ma mi ascolti quando parlo?-

-Non del tutto-

Sbuffò.

-Comunque io avevo intenzione di andare in un normale centro commerciale-

Rise.

-Non mi spaventa la cosa-

Sospirò.

-Allora tra dieci minuti vicino al karaoke-

-Agli ordini!-

Riattaccò. Il cuore le batteva, le batteva fortissimo. Poteva definire questa uscita come…come un appuntamento? Scosse la testa. Ora doveva trovare qualcosa da mettersi.


Il ragazzo aspettava davanti al grande edificio l’arrivo della biondina. Guardò l’orologio. Era in ritardo. Sbuffò. Chissà perché aveva deciso di uscire con lei. Guardò il cielo. Non sapeva perché, ma lo aveva fatto. In fondo, è quello che voleva. Sorrise. Chissà che scusa aveva inventato Konata. Sicuramente non poteva dire la verità a Yu, sennò l’avrebbe castigata in casa fino alla fine dell’estate. Sentì dei passi e si voltò.

-Scusa per il ritardo, ma ho perso l’autobus…-

-Tranquilla-

La squadrò. Aveva una maglietta rosa, una gonna nera, dei panta-collant neri e delle ballerine nere.

-Ma come ti sei conciata?-

-Che te ne frega?-

-Non voglio che ti ammali di nuovo-

Sbuffò.

-Antipatico-

Si avviò.

-Bè? Non vieni?-

Lo prese per un braccio e lo trascinò con sé. Lui sorrise. Ecco perché l’aveva chiamata.


-Allora Konata, ti muovi sì o no?-

-Uff, arrivo fratellone!-

Lunedì, giorno fissato per la partenza alla casa al mare. Il castano stava aspettando irritato la sorella, che non era ancora pronta. Mancava poco alle 8, e loro non erano ancora usciti di casa. Il ragazzo tirò un sospiro di sollievo vedendo scendere la sorellina dalle scale.

-Finalmente!-

Sbuffò. Non era colpa sua se non sapeva cosa mettere in valigia. Sicuramente avrebbe messo tutto quello che aveva comprato quando era uscita con il rosso. Le scappò un sorrisetto.

-E ora perché ridi?-

-Affari miei!-

Sbuffò. Presero la loro limousine e si diressero verso casa della sorella, per prendere tutti gli altri e dirigersi alla casa al mare.


La villa che i Toriyama regalarono ai due fratelli era proprio di fronte al mare. Aveva molte stanze per i vari ospiti, una grande cucina e un salone per i pasti. Vi era anche una veranda da cui si poteva vedere il mare. Il posto preferito dalla biondina, perché di notte poteva ammirare le stelle.

-Woooooow, che villa enorme!-

-Non esagerare Kei-chan, non è poi così grande…-

Rise.

-Certo, certo…-

-Forza, ora bisogna portare dentro i bagagli!-

Il rosso la guardò sorpreso.

-Perché? Non ci sono i domestici?-

-No-

-EEEEEH?-

-Che c’è di male? Così saremmo solo noi-

Si voltò verso la sorellona.

-E poi sarà divertente preparare noi il pranzo-

Il lord s’illuminò.

-Cioè, faremo come i veri plebei!-

-Se vuoi metterla su questo piano…sì-

Guardò i gemelli.

-Bene ragazzi, preparate a calarvi nelle vesti di Haruhi!-

Lo guardarono in malo modo.

-Come fa la cosa ad entusiasmarti tanto?-

Il biondo non rispose, ma aiutò Konata a portare dentro i bagagli. Yu si avvicinò alla sorella.

-Spero che la cosa non ti dia troppo fastidio-

Scosse la testa.

-Tranquillo sono abituata alle stranezze di Tamaki…-

Fece una pausa.

-…e poi, sarà divertente preparare noi il pranzo-

Sorrise.

-Se è così che la pensi…-

Le mollò la sua borsa.

-…porteresti dentro anche la mia di borsa?-

Sbuffò e si allontanò lasciando la borsa per terra.

-Yu, sei un fannullone-

Rise e s’incamminò con la sorella e con gli altri dentro la grande villa.


-Allora che ne dici di andare in spiaggia?-

La castana annuì.

-Però Konata, non mi va di mettere il costume…-

-Che c’è, ti vergogni?-

-A bè ecco…-

Non poteva dirle che pensava che il lord fosse un pervertito…

-Allora ti posso prestare questo vesti…-

-Non importa andrò vestita così-

Alzò le spalle.

-Va bene…-

Le due sorelle avevano la stanza insieme. Dentro c’era un armadio, una scrivania, un letto singolo e uno matrimoniale. I due gemelli stavano in una stanza con due letti singoli e Kei e Yu avevano una stanza con il lord con un letto matrimoniale ed uno singolo.

-Ti piace questo?-

Chiese la ragazzina mostrandole un bikini rosa. L’altra annuì.

-Ok, allora mi cambio e si va in spiaggia-

La castana sorrise. Le piaceva vedere la sorellina così felice. Insieme si avviarono verso la spiaggia, dove gli altri avevano posizionato tre ombrelloni e i rispettivi asciugamani. Quando le ragazze arrivarono erano tutti in acqua.

-Ehi Kona-chan, l’acqua è bellissima! Entra anche tu-

-Arrivo Kei-chan-

Detto questo lasciò cadere il suo asciugamano e corse verso l’acqua. Rabbrividì.

-È fredda!-

Il rosso rise.

-Eddai buttati anche tu!-

Hikaru le andò addosso facendola cadere in acqua. Alla ragazza parve che la stesse abbracciando. Tutti e due finirono sott’acqua.

-Waaaa Kona-chan!-

I due riemersero. Yu e Kei guardarono male il rosso.

-Stupido, perché volevi affogarmi?-

Rise.

-Come sei noiosa-

-Ah sì? Ora te la faccio vedere io!-

-Provaci!-

I due iniziarono a rincorrersi nell’acqua sotto lo sguardo irritato del castano che decise di andare dalla sorella. Non voleva guardare quei due. Quando lo vide Haruhi sorrise.

-Quei due sono incorreggibili-

Sbuffò.

-Sei forse geloso Yu?-

Si sdraiò bagnato sull’asciugamano e rispose sbuffando alla domanda della sorella. La castana si mise a ridere.

-E ora perché ridi?-

Indicò davanti a sé.

-Guarda quelli-

Il ragazzo si voltò. Hikaru era inseguito da Konata e Kei che cercavano di farlo andare sott’acqua e il lord che voleva unirsi anche lui a quel gioco plebeo.

-Hanno l’aria di divertirsi molto vero?-

La ragazza annuì all’affermazione di Kaoru. Quei due si stavano divertendo un mondo.


La biondina puntò il dito verso l’amico.

-Allora io ti sfido ad una partita di pallavolo-

-D’accordo Kona-chan, così capirai che io sono il migliore!-

Yu sospirò.

-Com’è che siamo arrivati a questo?-

-Bè, Kei non ne vuol sapere di lavare i piatti, così Konata lo ha sfidato…-

-Ma non si stancano mai?-

Haruhi scosse la testa.

-Evidentemente no-

Il ragazzo si avviò verso la grande casa.

-Io vado a fare un riposino, a dopo-

-Ah Yu aspetta-

La sorella lo seguì dentro casa seguita da Tamaki.

-Bene Kei-chan, possiamo iniziare-

-Aspetta, scegliamo prima il compagno di squadra-

Lo guardò interrogativa.

-Non giochiamo solo noi due?-

-Se devo lavare i piatti non voglio farlo da solo-

Si voltò verso i due gemelli.

-Bene, chi vuole andare in squadra con il grande Kei si faccia avanti!-

Kaoru si avvicinò al ragazzino.

-Vengo io in squadra con te-

Si voltò verso il gemello.

-Hikaru è una schiappa-

Lo guardò male e andò dalla sua compagna di squadra, che in quel momento stava morendo di vergogna. Deglutì. Non doveva darlo a vedere.

-Bene, cominciamo-


La ragazzina passò la spugnetta sul piatto e la diede al rosso. Lui sbuffò.

-Lavare i piatti è noioso-

-Non ti lamentare Hikaru, è colpa tua se abbiamo perso-

La guardò.

-E perché sarebbe colpa mia?-

-Bè perché non la smettevi di guardarmi il sedere-

Sbuffò.

-Almeno ce lo avessi il sedere-

-Che stai insinuando Hitachiin?-

Si voltò dalla parte opposta.

-Niente, niente…-

-E così stavi guardando il culo a mia sorella-

I due rabbrividirono. Perché Yu doveva comparire sempre così all’improvviso?

-Se ho appena detto che non ce l’ha…-

-Mmmh…bè, comunque sta attento a quel che fai…-

-E cosa dovrei fare?-

Il castano guardò male il ragazzo che gli dava le spalle. Non lo sopportava.

-Bè, fratellone, che ne dici di andare a dormire? Oggi ci siamo stancati molto…-

Annuì e se ne andò. La ragazzina sospirò, poi guardò Hikaru.

-Se vuoi andare anche tu…-

Scosse la testa.

-Tanto abbiamo quasi finito-

I due ripresero a lavare i piatti in silenzio. Quando il rosso finì di asciugare l’ultimo piatto si diressero verso le loro camere salutandosi con un “Buonanotte”, ma la voglia di stare insieme non era ancora passata.


Il rumore del mare era quasi impercettibile. La luna circondata di stelle si rispecchiava in quell’acqua resa scura dalla notte. La bionda ammirava tutto ciò dalla veranda. Non riusciva ad addormentarsi, quindi era andata ad ammirare le stelle e la luna. Erano bellissime. Si scostò una ciocca di capelli dal viso e sorrise. Mancava solo una cosa per rendere tutto ancora più bello…

-Non riesci a dormire?-

Sobbalzò e si voltò verso chi aveva appena parlato.

-Bè ecco…-

Si mise vicino a lei.

-Anche io non riesco a chiudere occhio-

Arrossì. Non si aspettava di vederlo spuntare proprio in quel momento.

-È bellissima vero?-

-Eh?-

-La luna, scema!-

-Ah! Sì…-

Rimasero in silenzio. Il rosso ammirava il cielo, la bionda si guardava i piedi. Era nervosa. Nervosissima. Le stavano tremando le gambe. Cercò di mantenere la calma.

-Hikaru…-

Si voltò verso di lei.

-…prova a prendermi!-

-Eh?-

Konata sorrise e si mise a correre.

-Se ce la fai riceverai un premio-

Sorrise e cominciò a rincorrerla.

-Però, mia cara, il premio lo scelgo io-

Correvano. Correvano facendo il giro della grande villa. La bionda era felice, super felice.

-Ahah, sei lento Hitachiin!-

-Ah sì?-

Stavano per raggiungere la metà esatta del percorso. Il rosso fece uno scatto in avanti e riuscì a prenderle il polso.

-Presa!-

-Ah!-

Si fermarono e presero fiato. La ragazzina si poggiò con le spalle al muro della villa. Hikaru non l’aveva ancora lasciata andare.

-Puoi lasciarmi il polso adesso-

Sorrise e si mise di fronte a lei.

-E chi mi dice che non scapperai di nuovo?-

Le si avvicinò e lei arrossì.

-Hi…Hikaru che vuoi fare?-

-Semplicemente avere il mio premio…-

Divenne bordò. Il ragazzo si avvicinò ancora di più a lei. Chiusero gli occhi. Le loro labbra stavano per sfiorarsi. Questo sarebbe stato il loro primo bacio.


-Che diavolo stavate facendo là fuori a quest’ora di notte?-

La castana sbadigliò. Accidenti a Yu. Li aveva svegliati non appena aveva visto Hikaru e Konata fuori dalla finestra di camera sua. Ora i due erano seduti di fronte al Toriyama che aveva cominciato il suo interrogatorio. Lei con lo sguardo basso, lui che guardava male il castano.

-Che noioso che sei…-

-Non parlarmi con questo tono Hitachiin!-

La bionda si fissava le ginocchia. Perché era arrivato Yu?

-Fortuna che vi ho visto, sennò chissà che facevi alla mia sorellina-

Strinse i pugni. Perché Yu li aveva interrotti?

-Sei troppo possessivo mio caro!-

E come se non bastasse, doveva pure arrabbiarsi con lei. Perché?

-Fa silenzio! So io cosa è giusto per mia sorella-

Sbuffò. No. No, non lo sapeva! Voleva solo allontanarla da tutta la specie maschile!

-Ma perché le vieti ogni cosa?-

Già, era così. E lei non poteva più sopportarlo. Non più!

-Perché voglio proteggerla!-

-No…-

Guardarono la biondina.

-No, no, no, no!-

Alzò la testa e incrociò lo sguardo del fratello. Lui sussultò. La sorellina aveva le lacrime agli occhi.

-Konata…-

-Basta Yu! Non ti sopporto più! Sei noioso sai?-

-Ma che…-

Si alzò di scatto dalla sedia.

-Tu non capisci nulla!-

Si mise a correre nella direzione della sua stanza.

-Konata aspetta!-

Haruhi la seguì. Il castano, invece, rimase immobile. Kei gli si avvicinò.

-Yu…-

-Andiamo a dormire-

-Ma…e Konata?-

-Ho detto che andiamo a dormire-

Annuì, anche se non era molto convinto, e seguì l’amico in camera. Il lord fece lo stesso.

-Hikaru…andiamo anche noi…-

Il rosso annuì.

-Ora dovrai raccontarmi tutto-


Era seduta sul letto e teneva il cuscino stretto al petto. Stava per ricevere il suo primo bacio da Hikaru, però suo fratello aveva rovinato tutto. Bussarono alla porta.

-Và via Yu!-

Si aprì.

-Ho detto che te ne devi andare!-

Lanciò il cuscino verso la persona che era entrata.

-Ah Konata, non sono Yu!-

-Waaaa, scusa sorellonaaaaa!-

Si sedette vicino alla sorellina e sospirò.

-Tranquilla…-

Si voltò verso di lei.

-…si può sapere che stavi facendo con Hikaru?-

Arrossì.

-Ni…niente…di che…-

-Konata….-

-Il fatto è che lui mi piace, mi piace molto…-

Sorrise.

-Anche tu piaci molto a lui…-

-Già, ma mi sa che dopo stasera non mi vorrà più vedere…tutta colpa di quel rompi-Yu!-

La bionda si sdraiò sul letto.

-In effetti questa volta poteva starsene buono…-

-Non potrò mai avere un ragazzo…-

-Su Konata, non fare così…-

Sospirò.

-Tu non lo sai sorellona, ma tutti i ragazzi che mi si avvicinavano venivano allontanati da quello scemo di nostro fratello!-

Rise e la bionda la guardò male.

-Non c’è niente da ridere!-

-Scusa…-

Rimase in silenzio a guardare il soffitto, poi si voltò verso la castana.

-Secondo te adesso Hikaru non ne vorrà sapere più niente di me?-

-Non lo so, ma se tu gli piaci veramente sono sicura che non lo farà-

Sorrise.

-Se lo dici tu sorellona…ah, ora andiamo a dormire, sono super-stanca!-

Sbadigliò.

-A chi lo dici…-

Le due sorelle si coricarono nel letto matrimoniale e spensero la luce della stanza.

-Buonanotte sorellona…-

-Buonanotte-

Haruhi chiuse gli occhi.

-Sorellona…-

-Mmh?-

-Io non ricordo molto della mamma, però penso che tu abbia il suo stesso profumo…-

-Ora dormi Konata…-

-Va bene…-

Chiuse gli occhi sperando di poter sognare il momento che quello stupido di suo fratello aveva interrotto.


Mattina nella casa al mare dei Toriyama. Haruhi stava finendo di prepararsi in camera sua e Konata stava ancora dormendo. Bussarono alla porta e la ragazza andò ad aprire.

-Ciao-

Sorrise.

-Ciao-

-Ecco, io…-

-Konata sta ancora dormendo-

-Allora passo dopo…-

Scosse la testa e gli fece cenno di entrare. Un po’ titubante varcò la soglia.

-Sei qui per la storia di ieri sera?-

Annuì.

-Puoi aspettare che si svegli se vuoi…-

-D’accordo-

Si sedette sul letto e guardò la ragazzina addormentata. Sorrise. Haruhi fece per uscire dalla porta.

-Dove vai?-

-Vi lascio parlare da soli…-

Disse chiudendosi la porta alle spalle. Il ragazzo tornò a guardare la bionda e le accarezzò i capelli. Lei, al contatto di lui, si mosse un poco. Aprì lentamente gli occhi.

-Mmh…ma chi…?-

Alzò lo sguardo e sussultò. Che ci faceva lui lì?

-‘Giorno…-

Si mise a sedere sul letto.

-Tu…tu che ci fai qui?-

Sorrise.

-Se Yu ti vede sei morto!-

-Non mi fa paura-

Sbuffò.

-Sei forse preoccupata per me?-

Arrossì.

-Chi, io? E perché dovrei?-

Rise. La bionda abbassò lo sguardo.

-Perché sei tornato?-

La guardò interrogativo.

-Dopo ieri sera credevo che non volessi avere più niente a che fare con me…-

-Stupida…-

Lo guardò negli occhi.

-E tu più di me, Hikaru…-

Le mise una mano sotto il mento e sorrise.

-E adesso che vuoi fare?-

Avvicinò il suo viso a quello della ragazza.

-Voglio solo continuare quello che è stato interrotto ieri…-

-Ma…-

-Ssssh…-

Il rosso azzerò le distanze. Chiuse gli occhi. Finalmente il loro primo bacio. Le loro labbra rimasero unite per qualche secondo, poi lei lo scostò delicatamente.

-Ecco, hai ricevuto il tuo premio. Ora puoi anche andare-

Rise e si riavvicinò.

-Scema…-

-Hikaru, non possiamo! Se mio fratello ci scopre ti ammazza!-

-E noi faremo in modo che lui non lo scopra…-

Sorrise.

-Sembri molto sicuro di te Hitachiin-

-Lo so-

Ed unirono le loro labbra in un secondo, indimenticabile bacio.


-Come mai Konata non è qui?-

-È voluta restare in camera…-

Yu rimase un attimo in silenzio.

-Forse dovrei andare a parlarle…-

-NO!-

Il ragazzo guardò interrogativo la sorella e il rosso.

-Ehm…perché non la lasci un po’ in pace?-

Haruhi annuì.

-È vero, Yu, falla calmare un pochino…-

Kei si guardò intorno.

-Ehi Kaoru, e tuo fratello dov’è?-

La castana maledisse mentalmente lo stupido amico della sua sorellina.

-Non si sentiva molto bene e quindi…-

-Non è che mi state nascondendo qualcosa?-

La ragazza cominciò a ridere istericamente.

-Certo che no fratellone…-

Sospirò.

-Vabbè, anche se fosse non devo immischiarmi giusto?-

Il biondino lo guardò allibito. Non era da lui non impicciarsi della vita della sorella. Il ragazzo si accorse dello sguardo di Kei.

-Non fare quella faccia scemo! E poi Konata ha ragione…è normale che ora non mi sopporti…-

La castana sorrise.

-Sono sicura che presto le passerà…bè, ora che ne dite di andare in spiaggia?-

I ragazzi annuirono e si avviarono tutti verso la veranda che dava sul mare, ma una voce li fermò.

-Ehi aspettateci! Veniamo anche noi-

Kei si voltò.

-Kona-chan!-

Poi vide il ragazzo dietro di lei e sorrise maliziosamente.

-Ah, e Hikaru…che ci fate voi due insieme?-

Il rosso lo guardò male.

-Cosa dovremmo fare? Vi seguiamo in spiaggia no?-

La bionda vide il fratello girato di spalle. Stranamente non aveva ancora brontolato.

-Non intendevo questo…-

La bionda si mise a ridere capendo cosa stava insinuando l’amico.

-Non essere stupido Kei-chan! Cosa potrei fare io con questo?-

Chiese indicando il ragazzo accanto a lei. Yu si voltò verso la sorellina.

-Non fa per me, no, no!-

Il castano sorrise e il rosso sbuffò.

-E poi sono troppo giovane per avere un ragazzo, giusto fratellone?-

Si mise a ridere.

-Lo sapevo che la mia cara sorellina era una persona ragionevole! Bene, ora andiamo tutti a farci un bel bagno!-

Kei e Konata esultarono e seguirono il ragazzo. Kaoru si avvicinò al gemello.

-Ma che le è preso?-

-Niente, niente…fa tutto parte del piano-

Rise.

-E Yu c’è cascato come un pollo, eh?-

Annuì. E così era cominciata la loro segreta storia d’amore. Sorrise e si avviò verso la spiaggia, pensando agli scherzi da fare alla biondina.


-Non capisco perché dobbiamo ancora lavare i piatti…-

-Stupido, perché abbiamo perso la partita, no?-

Sbuffò.

-E comunque non lamentarti, perché è tutta colpa tua!-

La guardò male.

-Non rompere ragazzina-

-Io ti rompo quanto mi pare-

Disse mentre gli faceva la linguaccia. Yu rise. Era felicissimo che sua sorella non avesse combinato niente con quello.

-Che hai da ridere tu?-

Gli chiese la sorella.

-Niente, niente…ahah-

Al rosso scappò un sorrisetto. Com’era stupido!

-Via io vado a dormire, tanto qui non ho niente da fare…-

E lasciò i due ragazzi da soli senza smettere di ridere. Hikaru lo seguì con lo sguardo.

-Se n’è andato?-

Sussurrò Konata senza voltarsi. Lui sorrise e annuì, poi avvicinò il suo viso a quello della ragazza, ma lei rimase immobile.

-Bè?-

-Finisci di asciugare i piatti pigrone!-

Sbuffò e riprese ad asciugare i piatti che lei lavava.

-Sei noiosa-

-E tu impaziente-

Incrociò le braccia e lei si voltò a guardarlo interrogativa.

-Che diavolo stai facendo?-

-Niente…-

Sospirò e si avvicinò al ragazzo.

-Sei proprio un bambino capriccioso, sai?-

Rimase in silenzio e lei rise. Gli prese il volto tra le mani e si mise in punta di piedi stampandogli un bacio sulle labbra. Si staccarono.

-Ora riprendi a lavorare, o non finiremo più-

Si mise sull’attenti e sorrise.

-Sissignora!-


Kaoru bussò alla porta della camera delle due sorelle e la maggiore delle due gli aprì.

-Ah, ciao Kaoru-

-Ciao, senti, non trovo mio fratello, per caso è qui?-

Scosse la testa.

-Forse starà ancora lavando i piatti-

Rise.

-Mi sa che hai ragione…bè, ora vado a dormire, dì a quello scemo di non fare troppo casino-

-D’accordo, buonanotte-

-‘Notte-

Chiuse la porta e sorrise. Chissà quando sarebbe tornata Konata…forse non tanto presto. Sperava solo che Yu non li beccasse, sennò sarebbe successo il finimondo. Forse avrebbe rinchiuso la sorellina a vita proibendole ogni tipo di contatto umano. Scosse la testa. Non poteva essere così crudele…o forse sì? Sentì bussare ancora alla porta e andò ad aprirla.

-Ah, Haru-chan…-

Sbirciò all’interno della stanza.

-…Kona-chan sta ancora lavando i piatti?-

-S…sì…-

Oddio, se lui scopriva tutto era un guaio. Avrebbe detto tutto a Yu.

-Allora vado da lei…-

Fece per andarsene, cavolo! Lo fermò tenendogli il polso, lui si voltò interrogativo.

-Pe…perché non la aspetti qui?-

Annuì poco convinto e si sedette sul letto.

-Dove vai Haru-chan?-

Chiese alla ragazza che stava cercando di andarsene.

-Mi…mi è venuta sete e…e quindi vado un attimo in cucina…tu però aspetta qui, ok?-

Non ebbe neanche il tempo di dire “Ok” che la ragazza se l’era svignata. Si sdraiò sul letto pensando allo strano comportamento della ragazza. Forse gli stava nascondendo qualcosa. No, perché avrebbe dovuto? Forse stava coprendo sua sorella minore. E perché? Strinse i pugni pensando all’Hitachiin. No, non potevano essere fidanzati. Lui non era il suo tipo, non era fatto per lei. E lei era troppo carina, troppo simpatica, troppo…era troppo per lui! Già, lei non poteva stare con nessuno…solo lui aveva il diritto di starle accanto. Lui. Il suo migliore amico e quello che per primo aveva cercato di dichiararsi a lei, ma senza risultato a causa di quel noioso di Yu. Sorrise. Già, quell’Hitachiin non aveva speranze con lei. Nessuna. Si rimise a sedere sul letto e aspettò sorridente l’arrivo della sua cara amica.


Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Summer Holidays (Parte 2) ***


12. “Summer holidays (parte2)”

A passo svelto la castana si diresse verso la cucina. Accidenti! Ma che cavolo voleva quello scemo da sua sorella? Se per colpa sua si fosse scoperto tutto…scosse la testa per scacciare via quegli stupidi pensieri. Fece capolino dalla porta della cucina. Sperava di trovarli ancora lì…tirò un sospiro di sollievo. Erano ancora lì. Konata era seduta sopra il ragazzo e aveva la fronte contro quella di lui.

-Sei un imbranato che non sa nemmeno asciugare bene due piatti-

Sbuffò.

-E tu una ragazzina che non riesce neanche a riempire un costume-

-Maniaco, guardi solo questo!-

Rise.

-Ehm…Konata-

Si voltarono verso la ragazza. Non l’avevano sentita entrare.

-In camera c’è Kei…ha detto che voleva parlare con te…-

Sussultò.

-Ho inventato una scusa e sono venuta a cercarti, ora però è meglio se vai da lui-

Annuì e scese dal ragazzo che la teneva per il polso. Non voleva farla andare via.

-Non resti ancora un pochino?-

-Ma non hai sentito mia sorella? Devo andare… -

La lasciò andare e lei gli diede un bacio sulla fronte. Sbuffò e tirandola a sé le diede un dolce bacio sulle labbra. Haruhi sorrise. E dire che prima non si sopportavano. La biondina uscì di fretta dalla stanza per raggiungere l’amico. Chissà cosa voleva da lei…appena arrivata davanti alla porta della sua camera la aprì e sorridente salutò il biondino.

-Kona-chan!-

-La sorellona mi ha detto che mi volevi…-

Fece una giravolta e si indicò il volto con un dito.

-…e quindi eccomi qui!-

Rise e le fece segno di sedersi vicino a lui sul letto. Lei si mise alla destra di lui.

-Volevo chiederti il perché del tuo strano comportamento-

S’irrigidì.

-Strano comportamento?-

-Non è che quell’Hikaru ti piace?-

Sobbalzò. Aveva colto nel segno. Non credeva Kei così perspicace. Deglutì.

-M…ma che vai a pensare Kei-chan…-

Tirò un sospiro di sollievo e sorrise.

-Meglio così…-

Lo guardò interrogativa, lui se ne accorse e arrossì un poco.

-B…bè…dicevo per te…una come te non può stare con uno come lui…e…e poi c’è Yu…già Yu…lui non lo permetterebbe mai…-

Abbassò la testa.

-Già…-

-E nemmeno io lo permetterei-

Alzò la testa di scatto e incrociò gli occhi dell’amico.

-Kona-chan, tu sai già quello che provo per te…-

-Kei, mi avevi detto che non t’importava più!-

-Bè, ho mentito…ma solo per poterti stare accanto…io non voglio perderti Kona-chan!-

Abbassò lo sguardo. Perché i sentimenti di Kei dovevano risvegliarsi in quel preciso momento? Non poteva starsene buono fino alla fine dei suoi giorni? Lui sospirò.

-Kona-chan, io lo so che per te sono e sarò sempre un amico, però ci tenevo tu sapessi tutto ciò…io non voglio che tu ti dimentichi di me!-

-Stupido! Come potrei mai dimenticarmi di te?-

Sorrise.

-Grazie…-

-Figurati…ah, ma tutto continuerà a essere come era sempre stato?-

Annuì.

-So che non potrei mai diventare il tuo ragazzo, perché tu hai…-

La porta si aprì e la castana entrò.

-Ah scusate, ho interrotto qualcosa?-

Il biondo scosse la testa.

-No niente…ora si è fatto tardi, devo andare ‘notte!-

-Sta attento a non svegliare Yu, ok?-

Uscì e le due sorelle rimasero da sole. Konata si sdraiò sul letto e la castana le si mise accanto, seduta sul letto. La biondina sospirò.

-Perché tutte a me?-

-È successo forse qualcosa?-

Rimase in silenzio. Doveva dirglielo oppure no?

-Kei è venuto per dichiararsi…-

Strabuzzò gli occhi.

-…di nuovo-

-Come di nuovo?-

Si mise il cuscino sulla faccia.

-Aaah, è una storia troppo complicata!-

-Konata…-

-Per me Kei è solo un amico, un fratello…non lo voglio come ragazzo!-

Sospirò.

-Ma tu ce l’hai già un ragazzo…-

Arrossì.

-Appunto, ma a lui non posso dirlo!-

Rimase un po’ in silenzio, poi rise.

-Hai ragione, è proprio una situazione complicata-

Le tirò il cuscino.

-Non c’è niente da ridere-

La ragazza venne colpita in pieno viso.

-Ah, sorellona…-

Sorrise.

-Vuoi la guerra?-

-Eh?-

Colpì la sorellina col cuscino.

-E guerra sia!-

-Aaah! Sorellona così non vale!-

Prese un altro cuscino ed iniziarono a colpirsi a vicenda. Sembravano due ragazzine.

-Ah, da quanto non mi divertivo così con la mia sorellona?-

Sorrise.

-Ti ho vista un po’ giù e volevo tirarti su di morale-

-Grazie…comunque, io voglio continuare a stare con Hikaru-

Abbassò la testa.

-Mi spiace solo per Kei-

Le accarezzò la testa.

-Vedrai che capirà…-

La ragazzina rimase in silenzio. Si sentiva in colpa, perché non aveva detto tutta la verità a Haruhi. Non le aveva detto perché lei aveva rifiutato inizialmente la proposta dell’amico. Già, se non ci fosse stato lui, forse, qualche anno fa, lei si sarebbe messa con Kei…


-Ehi Konata, sbrigati!-

-Un momento fratellone, devo controllare di aver preso tutto-

Sbuffò.

-È da più di mezz’ora che controlli-

Gli fece la linguaccia.

-Antipatico-

La loro settimana di vacanza era finita e i ragazzi si prepararono a tornare a casa. Presero la limousine dei Toriyama e si diressero verso casa. La bionda si era messa tra la sorellona e l’amico e il rosso le stava di fronte. Durante tutto il tragitto il telefono dei due ragazzi non smise di squillare.


La ragazzina varcò la soglia di casa.

-Casa dolce casa!-

-Ehi Konata-

Si voltò verso il fratello.

-Con chi stavi messaggiando tutto il tempo?-

-Eh? Messaggiando?-

Annuì.

-Ma che dici fratellone! Stavo solo facendo un giochino al cellulare…-

La fissò.

-Se non mi credi, chiedilo a Haru-chan!-

Prese le borse.

-Ora vado a sistemare tutto in camera mia, se mi vuoi sono lì, ok?-

Rimase in silenzio.

-Ti prometto che non scapperò dalla finestra con nessun ragazzo-

Sorrise e guardò la sorellina salire le scale, poi prese anche lui le sue borse e andò a riordinare tutto.


Entrò e chiuse la porta dietro di sé fissandosi i piedi. Non sopportava mentire a Yu, però…scosse la testa. Ora era meglio non pensarci, piuttosto doveva trovare una scusa per domani. Hikaru le aveva chiesto di uscire. Aprì la valigia e l’armadio e tirò fuori i vari vestiti. Poteva dirgli che usciva con Kei…mmmh…e se poi il biondo si presentava a casa sua chiedendo di lei? No, meglio di no! Poteva dire che andava a trovare la sorellona. Sorrise. Sì, lei l’avrebbe sicuramente coperta. Rise. Tutto ciò era davvero divertente, da un certo punto di vista. Le piaceva l’idea della storia d’amore segreta. Però, prima o poi, avrebbe dovuto raccontarlo a Yoko e Akira, così forse avrebbero lasciato perdere l’accordo con i Sa…

-Konata posso entrare?-

-Ah, sì certo-

Il fratello entrò.

-Visto che non sono scappata?-

Rise.

-Senti, hanno chiamato Yoko e Akira-

-Ti hanno detto quando ritornano?-

Annuì.

-Ma ripartiranno subito e…-

Guardò il fratello interrogativa.

-E io dovrò ripartire con loro…-


Il ragazzo era poggiato al muretto vicino alla fermata dell’autobus e la stava aspettando. Era in ritardo, come al solito. Sbuffò e si sistemò il cappellino da baseball. Quel giorno faceva particolarmente caldo. Sorrise. Chissà come si era vestita…

-Hikaru, chiedo perdono!-

La guardò male.

-Stavo per andarmene sai?-

Bugiardo, non l’avrebbe mai fatto.

-Bè, che vuoi fare?-

Ci pensò un po’ su.

-Non so, di solito sei tu quella con lei idee brillanti-

Rise e lo prese per mano.

-Allora facciamo un giro per il parco-

Lo guardò.

-Non ci sei mai stato vero?-

Scosse la testa e si fece condurre dalla ragazzina verso il viale alberato. Era davvero bello essere lì con lei. Nel parco c’erano altre coppiette, bambini e anziani, che li guardavano sorridenti pensandoli come due fidanzatini. Arrossì. In effetti loro erano due fidanzatini. Spostò lo sguardo verso la bionda, che stava cercando invano una panchina vuota. Il vestitino color pesca ondeggiava ad ogni suo movimento. Sbuffò. Erano tutte occupate da piccioncini innamorati o vecchie pettegole. Si diresse verso il laghetto che si trovava al centro del parco e sorrise. Accelerò il passo per non farsi sfuggire quella panchina. Si sedette insieme al rosso, senza lasciargli la mano.

-Allora che ne pensi? Ti piace?-

Annuì, poi notò che la ragazzina stava guardando con desiderio il gelato di un bambino.

-Ne vuoi uno anche tu?-

-Eh?-

-Vuoi un gelato?-

Il suo volto si illuminò e fece cenno di sì con la testa. Lui si guardò intorno, poi si avviò verso un chioschetto non poco lontano. Lei rimase lì ad aspettarlo. Era nervosa, molto nervosa. Non era mai un uscita con un ragazzo che non fosse Kei. L’Hitachiin tornò con due coni in mano e ne diede uno alla bionda.

-Grazie-

Sorrise e lei arrossì. Era davvero carino! Leccò il gelato con avidità.

-Ah, che buono!-

-Dici? I nostri chef ne preparano di migliori-

Lo guardò male e lui rise, poi le prese la mano sinistra, quella che non teneva il cono. Lei avvampò.

-C…che fai?-

Si avvicinò di più a lei.

-Niente…-

Unirono le loro labbra in un bacio, poi Konata si guardò la mano destra.

-Ah, accidenti!-

Il gelato si era sciolto e ora le stava colando sulle dita. Lasciò la mano del rosso e prese il cono con la sinistra.

-Hai mica un fazzoletto?-

Chiese imbarazzatissima. Lui scosse la testa, poi le prese la mano sporca e l’avvicinò alla bocca.

-Hi…Hikaru…ma che cavolo fai?!?-

Gli mollò un ceffone.

-Ahi! Volevo solo pulirti, scema!-

-Potevi trovare altri modi no?-

Sbuffò.

-Che noio…-

Ma non riuscì a finire la frase, perché la ragazza lo aveva spinto in un cespuglio dietro la panchina.

-Ehi, scema che…-

-Ciao Kei-chan-

Il rosso si zittì di colpo e si nascose meglio. Accidenti!

-Kona-chan!-

Il biondino si avvicinò all’amica.

-Come mai da queste parti?-

-Sta…stavo facendo un giro…-

Si guardò intorno.

-Tutta sola? Potevi chiamarmi, ti avrei fatto compagnia-

Scosse la testa.

-Tranquillo, volevo stare un po’ da sola…e…e poi tra poco vado dalla sorellona…-

-Allora ti accompagno-

-No, non importa…davvero…-

Il ragazzo abbassò lo sguardo.

-Ti comporti così per quello che ti ho detto l’altro giorno?-

-Ma no, Kei-chan…volevo stare un po’ da sola prima di andare da Haru-chan…-

La guardò non molto convinto della spiegazione, poi le guardò la mano sporca e il gelato ormai immangiabile. Le si avvicinò e tirò fuori un fazzoletto.

-Sei davvero sbadata Kona-chan-

Lo prese dopo aver gettato il cono.

-Grazie…-

Sorrise.

-Ora è meglio che vada…salutami Haru-chan, ok?-

Annuì.

-Ah, Kei-chan-

Si voltò e la ragazzina gli diede un bacio sulla guancia, lui arrossì.

-Grazie ancora…per tutto-

-D…di niente Kona-chan…o…ora vado eh? C…ciao!-

La bionda rimase a fissare l’amico che si allontanava, quando non lo vide più disse a Hikaru di uscire dal nascondiglio. Lui si alzò e si pulì i vestiti, mentre si avvicinava alla ragazza.

-Fortuna che non ci ha scoperto-

-Già…Konata?-

Si voltò verso di lui.

-Cosa ti avrebbe detto Kei?-

-Ah, bè…mi ha detto che gli piaccio…niente di cui preoccuparsi-

-COME?-

Lo guardò interrogativa.

-Che hai da urlare?-

-Il tuo amico Kei si è dichiarato a te?-

-Sì, ma non è la prima volta…-

Strabuzzò gli occhi. Non poteva crederci.

-E poi non devi preoccuparti, lui sa che noi non potremmo mai fidanzarci, perché…-

Ma si bloccò. Scema! Stava dicendo troppo.

-Perché?-

-Perché…perché sì, punto e basta!-

-Konata cosa mi stai nascondendo?-

Ma lei non parve ascoltarlo. Lo prese per mano e lo condusse verso il laghetto.

-Konata, mi vuoi rispondere?-

-Ah, guarda che bello!-

-Kona…-

-Ora che siamo fidanzati dovremmo trovarci dei soprannomi-

Arrossì.

-Che?-

-Cucciolotto…gattino…mmh…e poi che altro?-

Avvampò.

-Per favore smettila, è imbarazzante!-

Rise, poi si ricordò di una cosa.

-Che fai in questi due giorni? Oggi e domani intendo…-

-No, non ho da fare nulla-

Lo abbracciò.

-Bene!-

-M…ma come mai questa do…-

-Sarò sola in casa fino a domani e avevo pensato di stare con te…-

Rimase in silenzio, così lei si staccò da lui.

-Non ti piace la mia idea?-

Sorrise.

-Al contrario…sono molto contento della proposta-

La ragazzina esultò e lo portò via per mano.


-Sei sicura che non ci sia nessuno?-

Chiese per l’ennesima volta il rosso, lei sospirò.

-Sicura-

-E se Yu spunta all’improvviso? Che si fa?-

-Hikaru, stai calmo! Mio fratello è partito mentre io stavo venendo all’appuntamento-

Si guardò un po’ intorno e poi decise di varcare la soglia di casa Toriyama.

-Bè, che si fa?-

-Non lo so…tu che vuoi fare?-

Ci pensò un po’ su.

-Vorrei sentirti cantare-

Rise.

-Ma non mi trovavi stonata?-

Arrossì un poco.

-Bè…ecco…-

-Comunque se vuoi possiamo andare al karaoke dell’altra volta, penso sia aperto oggi…-

La guardò interrogativo.

-Non usi quello che hai qui?-

-Eh?-

-Quello che ti hanno regalato Yoko e Akira…-

-Ah…-

E così lo aveva visto.

-Non mi va di usarlo…-

-Perché? È tuo no?-

Abbassò la testa.

-Non me lo sono meritato…Yoko e Akira lo hanno comprato solo perché a me piace cantare…-

-Non credi che loro ci siano rimasti male?-

Alzò la testa incrociando il suo sguardo.

-Bè, quando mi chiedono di cantargli qualcosa lo uso, ma…-

-Se non vuoi cantare per me basta dirlo…-

Ma cosa diceva quello scemo? Lei voleva cantare solo per lui, ma…

-Vieni andiamo-

-Dove?-

-Nella stanza del karaoke-

Sorrise.

-Sai Hikaru…nemmeno Kei era mai riuscito a convincermi…-

Già, non lo aveva mai fatto per Kei, ma…ma con il rosso era diverso.


Il ragazzo si mise a sedere sul divanetto, mentre la biondina accendeva il tutto.

-Bè, cosa vuoi cantarmi?-

-Sono indecisa tra due brani…-

-Bè, scegli quello che ti piace di più-

-Ma li adoro tutti e due!-

Sbuffò.

-Che noiosa…-

-Trovato!-

Selezionò il brano sul display.

-Ed ecco a voi “One in a million” di Miley Cyrus!-

-Riuscirai a cantare in inglese?-

Gli fece la linguaccia e cominciò a cantare.


La musica finì, e la ragazzina aspettò con ansia un commento dal rosso. Lui rimase in silenzio a guardarla.

-Bè?-

Chiese scocciata.

-Ho fatto così schifo?-

-Eh? Ma se sei stata bravissima!-

-E allora perché rimanevi zitto?-

-Dovevo forse saltarti addosso e urlarti di sposarmi?-

Non rispose. Aveva ragione lui. Abbassò la testa.

-Scusa…-

-Non devi scusarti…sai, eri così bella quando cantavi-

Alzò la testa, rossa come un peperone. Lui le era di fronte.

-Il tuo amichetto non ti ha mai detto nulla del genere?-

Scosse la testa, lui sorrise.

-Bene-

La baciò.

-La canzone era dedicata a me vero?-

-No, era dedicata a Kei-

Strabuzzò gli occhi e lei rise.

-Certo che era per te scemo!-

Continuarono a ridere e a scherzare per tutto il tempo finché non arrivò l’ora di andare a dormire. Konata portò il ragazzo nella sua stanza e gli diede uno dei pigiami di Yu. Il ragazzo fissò il grande letto della bionda. Arrossì.

-Dormiremo lì tutti e due?-

-Bè sì…in fondo abbiamo già dormito insieme, no?-

Disse arrossendo anche lei.

-Sennò puoi andare in camera di Yu…-

-No, no…m…mi va bene…davvero-

-Quando viene Kei…-

-Konata-

La fermò. Non aveva voglia di sentir parlare di quello scemo.

-Domani a che ora torna Yu?-

-All’ora di pranzo-

La guardò un po’ deluso.

-Quindi non potremmo stare insieme domani pomeriggio-

Rise.

-Non ti stanchi mai eh?-

-Di stare con te no-

Arrossì. Non si aspettava una risposta del genere. Prese il suo pigiama e guardò il ragazzo.

-Esci che devo cambiarmi-

Sorrise malizioso.

-Non ti cambi qui davanti a me?-

Avvampò.

-Smettila di dire queste cavolate!-

E lo spinse fuori chiudendo la porta. Rimase ferma a fissare davanti a sé cercando di rallentare i battiti del suo cuore. Quel giorno si era divertita tantissimo con lui, neanche con Kei era mai stata così bene. Però a volte diceva delle cose davvero idiote. Sorrise. E a volte cose davvero dolci.


I due ragazzi erano seduti sul grande letto e si tenevano per mano. Nessuno diceva una parola. Finalmente la ragazzina si decise a parlare.

-Do…dormiamo?-

Annuì. Com’era carina quando era imbarazzata! Gli lasciò la mano e s’infilò nel letto, lui la imitò. Si sdraiarono accanto e la biondina gli si accoccolò al petto.

-Konata, mi fai caldo-

Sbuffò.

-Antipatico!-

Si voltò allontanandosi un po’ dal ragazzo.

-Perché te ne vai?-

-Me lo hai chiesto tu no?-

Gli rispose senza neanche voltarsi.

-Eddai non ti arrabbiare…-

Le si avvicinò e la cinse da dietro con il braccio. Avvampò. Le scostò i capelli dal collo e lo baciò. La ragazzina si voltò verso di lui appoggiando la fronte a quella del ragazzo. Sorrise. Gli diede un tenero bacio sulle labbra.

-Ora sei soddisfatto mio caro?-

Rise.

-No-

Le diede un altro bacio e poi un altro ancora. Continuarono così, finché, stanchi, non si addormentarono.


Hikaru si svegliò infastidito dal rumore del cellulare. Il giorno prima aveva attivato la sveglia per non rischiare di alzarsi tardi. Guardò la ragazzina accanto a lui. Dormiva come un ghiro. Sorrise e le scostò una ciocca di capelli dal viso. Lei aprì lentamente gli occhi e fissò il ragazzo.

-Hikaru ma che…-

-Dobbiamo alzarci Konata-

Lo guardò interrogativa, poi si voltò dalla parte opposta.

-Ancora cinque minuti…-

-Non fare la scema!-

-Ma ho sonno!-

Sbuffò.

-Allora userò le maniere forti-

-Eh? Ma…ma che fai? Mettimi giù!-

L’aveva presa in collo e stava scendendo le scale per portarla in cucina.

-Siamo arrivati-

Mise giù la biondina che sbuffò.

-Bè, cosa c’è da mangiare?-

Gli fece la linguaccia.

-Per te nulla!-

Konata si avvicinò al tavolo, dove sopra era posta una torta al cioccolato coperta da una teca di vetro.

-Sai, questa l’avevo preparata per il mio ragazzo…-

Disse senza neanche voltarsi. Il rosso arrossì un poco.

-Davvero?-

Si voltò e lo guardò con aria da furbetta.

-Già…spero proprio che Kei-chan l’apprezzi-

-Che?-

Rise e lo indicò.

-Che faccia buffa!-

Così, continuando a stuzzicarsi a vicenda i due ragazzi fecero colazione e, dopo essersi preparati, uscirono di casa. Konata aveva deciso di accompagnarlo per un pezzo di strada.

-Ora è meglio che torni indietro…se Yu è arrivato mi starà cercando-

Annuì.

-Allora ti chiamo-

La baciò.

-Va bene…ciao Hika-chan!-


Tornò a casa di fretta. Probabilmente Yu era già tornato. Aprì la porta di casa e vide le sue valigie vicino alle scale. Sentì la voce del fratello provenire dal soggiorno, così decise di raggiungerlo.

-Yu, ben tornato a casa!-

Disse saltandogli al collo.

-Allora com’è anda…Yu, tutto ok?-

Il fratello aveva una strana espressione sul volto. Sembrava…triste.

-Yu è successo qualcosa? Yu?-

-Konata…perdonami, non ho potuto fare nulla! Perdonami…-

-Ma…ma che dici?-

-È…è lui! È tornato! E io non ho potuto fare nulla per impedirlo!-

Lo guardò confusa. Lui?

-Yu ma di chi stai parlando?-

-Di me mia cara…-

Sussultò. Conosceva quella voce. Si voltò a guardare chi aveva parlato. Il ragazzo dai capelli corvini stava sorridendo. Le si avvicinò e le baciò la mano.

-Da quanto tempo Konata…-

-Sasaki…-


LalaSatalinDeviluke : Grazie mille per il commento^^ ed ecco a te un altro capitolo xD, ciao!

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Kotaro Sasaki ***


13. “Kotaro Sasaki”

Hikaru riprovò per l’ennesima volta a chiamare Konata sul cellulare, e per l’ennesima volta partiva la segreteria. Sbuffò e lasciò cadere noncurante il telefonino sul letto. Dopo che aveva dormito a casa sua non l’aveva più vista. Ma dove cavolo era finita? Gli aveva mandato solo un ultimo messaggio, poi più niente. Lo rilesse per l’ennesima volta.

Ciao Hikaru, senti…per un po’ di tempo avrò da

sbrigare delle faccende, quindi se non mi faccio sentire e se non ti rispondo

non preoccuparti, sto bene…kiss!

Faccende? Che tipo di faccende? Domani sarebbe ricominciata la scuola, così, forse, l’avrebbe vista. Almeno sperava…

-Hikaru?-

Si voltò verso il gemello.

-Va tutto bene?-

-Certo? Non vedi?-

Rispose sarcastico.

-Non dovresti farti tanti problemi…Konata ha detto che non ti devi preoccupare-

-Come faccio a non preoccuparmi? Non la vedo da quasi un mese!-

Sorrise.

-Ti manca eh?-

-Da morire…-

-Ma tanto domani la vedrai, no?-

Annuì senza convinzione. C’era qualcosa che non gli tornava…non era possibile che Yu avesse scoperto tutto! Anche se questa era la prima idea che gli era venuta in mente…ah! Gli era venuto mal di testa! Come tutte le volte che ci pensava del resto…massì! Domani l’avrebbe rivista a scuola e avrebbe parlato con lei. Sì, avrebbe fatto così.


-Yu…-

Il castano si voltò verso la sorellina.

-Forse è meglio se domani resto a casa-

La guardò interrogativo.

-Ma avevi detto che non vedevi l’ora di tornare a scuola…di poter rivedere tua sorella…-

-Bè ho cambiato idea-

Il ragazzo fissò la sorella che si dirigeva nella sua stanza indeciso se seguirla oppure no. In quell’ultimo mese era stata strana, ma lui non capiva perché. Certo, Kotaro era riapparso all’improvviso, ma c’era dell’altro e lui voleva scoprire cosa. La seguì, ma lei gli sbatté la porta in faccia prima che lui potesse entrare.

-Konata…-

Silenzio. Il ragazzo rimase un momento immobile, indeciso se entrare o meno. Girò la maniglia e entrò. La sorellina era seduta sul letto con le ginocchia all’altezza del mento e la fronte poggiata su di esso. Le si mise accanto.

-Konata che ti succede?-

-Niente-

-Konata…-

Alzò la testa di scatto e guardò il fratello.

-Yu…io…io ti devo chiedere scusa-

La guardò interrogativo.

-Ci sono delle cose che non ti ho detto…delle cose molto importanti, almeno per me…delle cose che…-

-Konata, arriva al punto!-

Lei arrossì un poco.

-Non è così semplice!-

Rimase in silenzio per un po’, cercando le parole giuste.

-Tempo fa Kei si è dichiarato a me-

Strabuzzò gli occhi.

-Che cosa?!?-

-Ma io ho rifiutato…-

Tirò un sospiro di sollievo.

-Ma avrei accettato volentieri…se solo non ci fosse stato quel Sasaki!-

Yu era ancora sbigottito.

-Q…quindi se non ci fosse stato il fidanzamento tra te e quello lì tu ora staresti con…con Kei?-

Annuì.

-Allora devo ringraziare il caro Kotaro…-

Lo guardò male.

-Preferisci lui a Kei?-

-Preferisco TUTTI a Kei-

Sbuffò.

-Allora ti piacerà la seconda cosa che ho da dirti-

La guardò un po’ preoccupato.

-Io e Hikaru stiamo insieme-

-CHEEEEEEEEEEEEE?-

No. Non poteva essere. Sicuramente si trattava di un incubo.

-Qu…quindi è per questo che non sei mai uscita in questi giorni? Perché non volevi che il tuo…fidanzato ti vedesse con Sasaki-

Disse pronunciando la parola “fidanzato” con una certa riluttanza.

-Sì, ed è per questo che non voglio andare a scuola! So già che quel damerino non mi lascerà in pace e non voglio che Hikaru si arrabbi con me-

Aveva gli occhi lucidi, così Yu le passò un braccio intorno alla vita e la tirò a sé.

-Non fare così sorellina…non voglio vederti piangere…-

-Quindi non sei arrabbiato perché ho un fidanzato?-

Sorrise.

-Prima o poi doveva succedere, no?-

Gli diede un bacio sulla guancia.

-Grazie Yu…-

-Comunque credo che l’Hitachiin sia già arrabbiato…non ti ha vista per un mese…-

Poggiò la testa sulla spalla del fratello.

-È che non so se dirgli tutto o meno…non so come la prenderà…forse è meglio se dico a Akira e Yoko che non voglio questo fidanzamento e la finiamo lì-

-Ma sarà davvero così semplice? Insomma Konata, prima avevi detto che era tutto ok e ora invece…-

-Prima mi avevano solo chiesto se mi piaceva un ragazzino di una foto e io ho risposto sì! Non conoscevo Sasaki per poterlo giudicare davvero…-

Sospirò. Che situazione complicata.

-Se dirai a Yoko e Akira quello che provi scommetto che scioglieranno il fidanzamento-

-Lo spero…-

Qualcuno bussò alla porta e Konata si alzò in piedi. Quando disse che poteva entrare il moro fece capolino dalla porta.

-Sasaki…-

Il ragazzo sospirò.

-Non smetterò mai di ripetertelo Konata…chiamami Kotaro…-

Sbuffò.

-Desideri qualcosa?-

-Come siamo scontrose! Volevo solo sapere a che ora ci porterà la limousine a scuola domani-

-Non andremo a scuola domani-

-Ah no?-

Scosse il capo.

-Io e te restiamo a casa Sa…Kotaro…-

-Come mai?-

-B…bè…ecco…-

Che scusa poteva inventarsi? Non poteva certo dirgli di Hikaru…

-Mia sorella vuole trovarsi subito a casa quando arriveranno i tuoi genitori-

Rispose prontamente il castano. Il moro lo guardò e annuì.

-Capisco…-

Poi fissò di nuovo la ragazza bionda e le sorrise.

-Allora domani potremmo passare del tempo insieme mia cara…-

-Non vedo l’ora…-

Disse ironica. Lui le si avvicinò e le baciò la guancia, poi uscì dalla stanza. La ragazzina fece la linguaccia alla porta ormai chiusa.


Il ragazzo era seduto su uno dei divani del club e si mordeva nervosamente le unghie. Ogni cinque secondi lanciava occhiate alla porta, nella speranza che una ragazza dai capelli biondi la aprisse. Il gemello al suo fianco lo guardava preoccupato.

-Hikaru forse è già tornata a casa-

-Perché? Perché se n’è andata subito? Di solito passa sempre dal club…e poi perché non ha pranzato con noi oggi, eh? E poi sei sicuro che sia venuta a scuola? Secondo me è rimasta a casa…forse non sta bene…forse le è successo qualcosa…forse…-

-Hikaru smettila! Se proprio vuoi sapere qualcosa perché non vai a casa sua?-

Silenzio.

-Non dirmi che non ci avevi pensato?-

-Ah bè ecco…ero così preoccupato che…-

Sospirò.

-Idiota-

Guardò male il gemello.

-Anche tu potevi dirmelo però!-

-Credevo c’avessi pensato…-

Il rosso si alzò e si diresse verso la porta, ma nello stesso istante un ragazzino biondo la aprì sbattendola sul naso al povero Hitachiin.

-Ehi, sta attento idiota!-

I due ragazzi incrociarono lo sguardo.

-Kei, cosa diavolo ci fai tu qui?-

-Sto cercando Kona-chan-

Lo guardò interrogativo.

-Quindi nemmeno tu sai dov’è?-

Scosse la testa.

-È da quasi un mese che non la vedo più…non mi risponde al telefono e quando sono andato a casa sua mi hanno detto che non c’era…-

Rimase in silenzio per un po’.

-Speravo di poterla trovare qui…-

Hikaru scosse la testa.

-Nemmeno io ne so più niente dal pomeriggio che abbiamo passato insieme…-

Strabuzzò gli occhi.

-Tu e Kona-chan siete usciti insieme?-

-Bè sì siamo fid…-

Si tappò la bocca. Oddio aveva parlato troppo. Ora doveva inventarsi qualcosa per le mille domande del ragazzo. Ma cosa poteva dirgli? Mentre cercava di creare una scusa plausibile notò che il biondo non aveva ancora aperto bocca, ma se ne stava immobile a fissarlo ancora confuso.

-Kei cos’hai?-

Mosse la bocca come per dire qualcosa, ma non si sentì alcun suono. Come poteva quello stare con la sua Kona-chan? Doveva essere una bugia…sicuramente era una bugia. Lui…lui non poteva averla…assolutamente no!

-Tu e Kona-chan non potete essere fidanzati!-

Lo guardò interrogativo.

-A lei non può piacere uno come te!-

Lo guardò male.

-Perché?-

-Perché sì! Lei si merita di meglio-

-Di meglio cioè te?-

-Esattamente!-

Gli scappò un sorrisetto.

-Sbaglio o quando tu lei hai detto che ti piaceva lei ti ha respinto?-

Lo guardò sconcertato. Perché lui lo sapeva? Solo la bionda ne era al corrente…

-Senti Kei, io e Konata stiamo insieme-

-Smettila di dire scemenze!-

-Non credermi se vuoi, ma è la verità-

Lo sorpassò trovandosi nel corridoio.

-Ora vado a cercare Yu…se è a scuola mi dirà dov’è Konata…-

Il biondo guardò il ragazzo che gli dava le spalle.

-Se vuoi puoi venire con me…-

Disse voltandosi, ma Kei abbassò la testa. Sospirò.

-Scemo…-

Detto ciò si diresse verso la palestra dove sperava di poter trovare il ragazzo castano. Il ragazzino rimase qualche momento a fissarlo, poi si decise a seguirlo. Intanto Kaoru, che aveva assistito alla scena, avvertì gli altri che il gemello non poteva partecipare alle attività del club quel pomeriggio.


Quando i due raggiunsero il castano lui si stava allenando ai tiri liberi. Vedendoli chiese all’allenatore di potersi allontanare un momento, poi si avvicinò ai due ragazzi sapendo già il motivo della loro visita.

-Se cercate mia sorella è a casa-

Voleva levarseli subito dai piedi. Non poteva sopportare di ritrovarsi il fidanzato e il pretendente di sua sorella proprio davanti.

-Yu vuoi spiegarci che è successo?-

-Perché è chiusa in casa?-

-Non sono affari vostri-

I due cercarono di ribattere, ma il castano li interruppe.

-Konata mi ha detto tutto-

I due deglutirono.

-Il fatto è che mia sorella deve risolvere una questione a casa e voi due non dovete essere d’intralcio-

Lo guardarono interrogativi.

-Kei tu ti ricordi di Kotaro vero?-

Il ragazzo si fece scuro in volto.

-Bè, è tornato e tu sai perché-

Trasalì. Hikaru guardò confuso i due. Ma che stavano blaterando?

-Kotaro?-

-Ma io sapevo che si stava sistemando tutto, che il fidanzamento era prossimo alla fine…-

-Infatti era così, ma non so perché Yoko e Akira hanno cambiato idea-

-Potete dire anche a me che sta succedendo?-

I due rimasero in silenzio, poi il biondo si decise a parlare.

-Tempo fa, prima che io mi dichiarassi a Kona-chan, i suoi genitori adottivi le fecero vedere la foto di un ragazzino chiedendole cosa ne pensava e lei rispose che lo trovava carino. Così Yoko e Akira organizzarono una specie di incontro tra i due e li fidanzarono. Inizialmente Kona-chan non si oppose, perché non ci trovava niente di male e perché non voleva dare un dispiacere ai genitori…correggimi se sbaglio Yu-

Scosse la testa.

-No, hai detto giusto…-

Il ragazzino continuò, sotto lo sguardo stupito del rosso.

-Alcuni giorni dopo io mi dichiarai a lei e lei mi disse che era molto contenta di quello che le avevo detto, ma che purtroppo a causa di quel Sasaki non poteva stare con me-

-Cioè lui le piaceva più di te?-

-No, è che in quei giorni lo aveva conosciuto meglio e aveva scoperto di non sopportarlo, ma non poteva tirarsi indietro, perché aveva paura di quello che avrebbero potuto dire Yoko e Akira…-

Yu sbuffò.

-Era troppo devota a quei due…e lo è ancora adesso purtroppo. Non capisce che loro farebbero qualsiasi cosa per lei!-

-Bè comunque…dopo un po’ di tempo si rese conto che non poteva stare con qualcuno che non amava, così lo disse ai due genitori adottivi…-

-Loro acconsentirono subito a disdire tutto, però avevano molti impegni di lavoro che non gli permettevano di poter parlare con i Sasaki e credo che a un certo punto si scordarono la promessa fatta a mia sorella…per questo siamo arrivati a ciò-

-Ma lei non può parlare con Akira e Yoko?-

-Non ne ha l’occasione…infatti voleva dirgli subito che si era…fidanzata-

Gli era molto difficile pronunciare quella parola.

-Vado a parlare con lei-

-Ehi aspetta vengo anch’io!-

Così i due se ne andarono prima che Yu potesse dire qualcosa. Sospirò. Certo che Konata ne combinava di casini!


La ragazzina era seduta sul letto tenendo in mano il ritratto fatto ai due gemelli. Era il suo tesoro. Lo strinse al petto. Sperava le desse la forza per poter dire ai suoi genitori adottivi cosa provava davvero per Kotaro, ovvero che non lo sopportava. Sperava le desse la forza per parlar loro di Hikaru, del suo adorato Hikaru. In questo momento doveva essere super - preoccupato, perché non l’aveva vista a scuola e anche Kei doveva essere molto preoccupato. Aaaaaaaaaah! Che situazione complicata! Qualcuno bussò alla porta.

-Konata, mia cara, i miei sono arrivati…-

-Arrivo subito-

Mise il disegno nel cassetto del comodino e uscì dalla stanza, avviandosi in salotto a piccoli passi. Doveva rimanere calma, tutto si sarebbe presto aggiustato. Già, lo aveva ripetuto a Yu, ma non ne era molto sicura. Scese le scale e arrivò in salotto, dove c’erano i suoi genitori e quelli di Kotaro. Dopo aver salutato si sedette tra il moro e Yoko.

-Cara Konata sei splendida come al solito-

-Gra…grazie signora Sasaki…-

-Tu e mio figlio siete davvero una bellissima coppia-

-Lei crede?-

Il ragazzo strinse la mano della bionda nella sua e lei s’irrigidì. Chi gli dava il permesso di prenderla per mano? Maledisse mentalmente Yu. Perché non era lì con lei? Lui e i suoi stupidi allenamenti! Non ce la faceva più a stare in quella stanza. Sperò che qualcuno entrasse e la portasse via, magari un bel principe dai capelli rossi…


-Bè, e adesso che si fa?-

Chiese il biondo al ragazzo che stava fissando il cancello della villa dei Toriyama.

-Entriamo, no?-

-E secondo te ci fanno entrare?-

Sbuffò.

-Allora cosa proponi?-

-Intrufoliamoci di nascosto-

Propose dopo averci pensato un po’ su.

-Ma sei scemo?-

-È l’unico modo per vedere cosa combinano senza farci scoprire-

-E come pensi di entrare?-

-Mmm…potremmo scavalcare il muro-

Il rosso guardò male il migliore amico della sua ragazza, poi sospirò e cercarono un modo per passare al di là del muro. Quando ci riuscirono senza farsi vedere raggiunsero la finestra del soggiorno e si nascosero tra i cespugli. Hikaru notò che nella stanza c’erano sei persone: Konata, un ragazzo moro che le teneva impropriamente la mano, una signora dai lunghi capelli castani e una dai capelli corvini corti, un signore dai capelli bruni e uno dai capelli biondi.

-Quei due signori sono i Toriyama, mentre invece gli altri due sono i Sasaki…e quel verme che sta vicino a Konata è Kotaro-

Disse indicando prima la signora coi capelli castani e il biondo, poi gli altri due. Lo sguardo dell’Hitachiin si posò sul volto della biondina. Aveva gli occhi spenti e lo sguardo verso il vuoto. Strinse i pugni per poi dirigersi verso la porta principale. Kei lo bloccò.

-Dove credi di andare?-

-Da Konata, ovvio!-

Il ragazzino non fece in tempo a ribattere che il rosso era già entrato. Una domestica cercò di fermarlo.

-Scusi, ma in questo momento i signori non possono ricevere visite…-

La ignorò e passò avanti, verso il soggiorno. Akira si voltò verso colui che aveva fatto irruenza nella stanza.

-E tu chi…-

-Konata!-

La ragazzina si voltò riconoscendo la voce del nuovo arrivato.

-Hi…Hikaru…cosa…-

Kotaro s’irritò.

-Si può sapere chi sei?-

-Sono il suo ragazzo-

La bionda avvampò. Oddio, e così il suo principe era arrivato. L’Hitachiin la prese per il braccio sotto lo sguardo stupito di tutti e la trascinò in giardino.

-Hikaru, come mai sei qui?-

-Come mai? Come mai? Oh, Konata, non puoi arrivarci da sola?-

Abbassò lo sguardo.

-Perché non mi hai parlato di quello?-

-Io…io non credevo che…-

-Non credevi cosa? Che sarebbe rispuntato dal nulla?-

-Bè sì, però ora non arrabbiarti Hika…-

-Invece mi arrabbio! Mi hai fatto preoccupare sai?-

-Avrei sistemato tutto presto…davvero…-

-Ma se non riesci nemmeno a dire quello che pensi ai tuoi genitori?-

Alzò la testa per guardarlo. Stava per piangere, se lo sentiva.

-Sai Konata…io proprio non ti capisco…-

-Hikaru…-

Lui si voltò, dandole le spalle.

-Adesso torna dal tuo caro Sasaki…ti starà aspettando, no?-

Scoppiò in lacrime e, coprendosi il viso con le mani, rientrò in casa correndo. Il rosso tirò un pugno al muro della casa.

-Accidenti…-


Piangeva. Era seduta sul letto e piangeva. Ora lui l’avrebbe odiata, ma forse era meglio così. Era stata una stupida, una stupida! Come poteva pensare che sarebbe andato tutto per il meglio? Stupida, stupida, stupida! Lo aveva perso e non poteva fare più nulla. Sentì bussare alla porta e sobbalzò. Chi diavolo poteva essere? Kotaro? Sperava proprio di no. In quel momento era l’ultima persona che avrebbe voluto vedere…

-Konata…-

Non si mosse. E così gli allenamenti di basket erano finiti. Lui si sedette accanto a lei.

-Konata, mi hanno detto cosa è successo…-

Abbracciò il fratello.

-Yu, Yu ti prego aiutami…ti prego…-

Le accarezzò la testa.

-Non fare così…si sistemerà tutto vedrai…-

-No, no, no! Kotaro vuole che io vada a vivere con lui-

La strinse più forte a sé.

-Non lo permetterò mai-

Qualcun altro bussò e il castano vide il rosso fare capolino dalla porta. La bionda alzò la testa per vedere chi era entrato e quando vide uno dei gemelli sobbalzò. Il fratello si staccò da lei e si diresse verso la porta, intanto l’Hitachiin era rimasto immobile a fissare le calde lacrime che rigavano il bel viso della ragazza. Quando Yu arrivò al fianco del ragazzo gli disse sottovoce:

-Se provi a farla soffrire giuro che t’ammazzo-

Deglutì e il castano se ne andò lasciandoli soli. Finalmente la bionda si decise a parlare.

-Hikaru io…-

-Non devi dire niente-

Si avvicinò a lei e le si mise accanto.

-Konata sono stato un idiota a prendermela con te…il fatto è che ero arrabbiato e mi sono sfogato su di te, scusami…spero tu possa perdonarmi…-

Rimase in silenzio.

-Tu sei troppo importante per me e avevo paura di…-

-Hikaru non sei tu a doverti scusare, la colpa è solo mia! Forse è meglio che ti dimentichi di me…-

-Non potrei mai-

Abbassò lo sguardo.

-Non rendermi tutto così difficile!-

Le alzò il viso con la mano e le si avvicinò.

-Hikaru…io non posso…Kotaro vuole che io vada a vivere con lui-

Si bloccò e la guardò interrogativo.

-Dice che non vuole che io abiti così lontana da lui, il mio “fidanzato”…-

-Konata, tu non puoi stare con lui-

-Ma Akira e Yoko vogliono che…-

-E tu cos’è che vuoi?-

Non rispose subito.

-Io voglio stare con te-

Sorrise.

-Allora andrò a parlare io con loro, anzi prima dirò tutto ai miei e…-

-Hikaru perché fai questo?-

Le diede un bacio.

-Perché ti amo-

Avvampò e, immobile, vide il ragazzo lasciare la stanza per dirigersi a casa sua. Sorrise. Forse lui avrebbe sistemato tutto…sì, doveva avere fiducia in lui, nel ragazzo che amava. Uscì dalla stanza per andare a vedere dove si era cacciato Yu e nel corridoio vide i suoi genitori adottivi. Quando la notarono le fecero cenno di avvicinarsi e lei obbedì.

-Konata noi ti dobbiamo parlare-

-A proposito di cosa?-

-A proposito della tua partenza con Kotaro-


LalaSatalinDeviluke: Grazie mille per il commento :) ecco a te svelato il mistero del..ragazzo misterioso xD

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Partenza ***


14. “Partenza”

Quella mattina si alzò prima del solito, buttò giù dal letto anche il gemello e, dopo essersi preparati, si diressero a scuola. Purtroppo non aveva potuto parlare con i suoi genitori quella sera, perché erano via per un viaggio d’affari, ma sarebbero tornati nel pomeriggio. Kaoru sbadigliò. Accidenti a Hikaru che lo aveva svegliato così presto. Quando i due raggiunsero la classe vi trovarono dentro solo la ragazza dai capelli castani che stava leggendo un libro. Sentendoli entrare alzò la testa verso di loro.

-Ciao Haru-chan-

-Ciao…come mai qui così presto?-

Il rosso guardò male il gemello.

-Chiedilo a questo qui-

-Scommetto che è per Konata che si è voluto alzare presto-

Disse la ragazza ridendo, ma il ragazzo non rispose. Per la verità non li stava ascoltando minimamente. Guardava in continuazione l’ora sul display del telefonino chiedendosi se avrebbe dovuto andare nella classe della bionda per aspettarla. Prima però poteva controllare se era arrivato Yu. Così, immerso nei suoi pensieri, l’Hitachiin si diresse verso la 2^A, ma quando fece capolino dalla porta trovò solo alcuni ragazzi che chiacchieravano tra loro, Kyoya e il lord. Sospirò. Forse aveva ragione Kaoru…forse si era alzato troppo presto…ma tanto non avrebbe potuto dormire…

-Ehi Hikaru, che ci fai qui?-

La voce di Tamaki lo risvegliò dai suoi pensieri.

-Niente…volevo solo vedere se Yu era arrivato, così sarei andato a trovare Konata…-

-Ah…bè, comunque credo che arriverà a momenti, non è vero Kyoya?-

Chiese rivolto all’amico dai capelli scuri. Lui si aggiustò chi occhiali e guardò i ragazzi sulla porta.

-Veramente Yu oggi non verrà-

Il rosso sussultò.

-Perché?-

-Deve accompagnare la sorellina all’aeroporto-

Il biondo lo guardò interrogativo.

-All’aeroporto? E che ci va a fare Konata all’aeroporto?-

-Maledizione-

Il lord si voltò verso il rosso che si era messo a correre.

-Hikaru dove vai?-

Ma il ragazzo non lo ascoltava, pensava solo a correre. Doveva muoversi se voleva fermarla. Ma perché? Perché doveva partire? Le aveva assicurato che ci avrebbe pensato lui, che avrebbe risolto tutto…e allora perché partire lo stesso con…con quello là? Perché maledizione? Perché? Si fiondò in classe e avvertì il gemello di coprirlo.

-Ma dove vai?-

-A recuperare Konata-

Si rimise a correre, questa volta verso l’uscita della scuola e lì vide Kei. Ci mancava solo lui!

-Ehi Hitachiin, perché così di fretta?-

Cercò di riprendere un po’ di fiato.

-Ko…Konata…l’aeroporto…-

Lo guardò interrogativo non capendo cosa cercasse di dire.

-Ti spiegherò tutto mentre andiamo-

-Dove?-

-All’aeroporto!-

Così quando arrivò la limousine che il rosso aveva chiamato i due si diressero dove l’Hitachiin diceva ci fosse la bionda.

-Allora mi vuoi dire che succede?-

-Konata sta per partire con Sasaki-

-Partire? Per dove?-

-Ieri mi ha detto che lui vuole portarla nel suo paese, a Hiroshima-

Il biondino perse un colpo.

-No…Kona-chan non potrebbe mai…lei non mi lascerebbe qui…-

Il ragazzo aveva gli occhi lucidi. Non poteva credere a quello che gli stava dicendo uno dei gemelli. No, non poteva. Konata…Konata gli aveva promesso di non lasciarlo mai…di stargli sempre vicina…glielo aveva promesso…

-Comunque che ci facevi tu alla nostra scuola?-

-Ero venuto a trovarla, oggi era sciopero a scuola…-

Guardò fuori dal finestrino. Erano quasi arrivati.

-Comunque sta tranquillo Kei…-

Lo guardò.

-Non le permetterò mai di partire-

Gli disse con un sorriso e lui sorrise a sua volta. Era riuscito a tranquillizzarlo facendogli una promessa che non sapeva se sarebbe stato in grado di mantenere. Accidenti. Sentì il telefono che stava squillando. Guardò il display sperando fosse Konata…

-Kaoru…-

-COSA CAVOLO TI E’ SALTATO IN MENTE?-

Allontanò un poco il telefonino dall’orecchio.

-E non urlare!-

-Hikaru puoi dirmi che significa questa tua fuga da scuola?-

-Te l’ho detto, voglio andare a recuperare Konata-

-Ma perché? Dov’è?-

-È all’aeroporto e sta per partire con quello lì…quel…quel Sasaki!-

Il ragazzo rimase un po’ in silenzio.

-Ti raggiungiamo anche noi-

Sorrise e chiuse la chiamata.

-Che ti ha detto il tuo gemello?-

-Che ci raggiungeranno anche loro-

Konata, sto venendo a prenderti.


-Yu ti vuoi muovere?-

Sbuffò trascinando la valigia con sé.

-Non capisco il perché di questa fretta-

-Perché l’aereo sta per partire, forse?-

Raggiunse il ragazzo dai capelli corvini che era poco più avanti a loro.

-Scusa Kotaro, ma vedi, mio fratello è un tale pigrone!-

Le sorrise.

-Non importa, tanto siamo ancora in tempo-

Disse guardando il tabellone delle partenze. La ragazzina prese il cellulare. Doveva forse avvertire Hikaru? Rimase immobile a fissare il telefono cercando in lui una qualche risposta.

-Ehi Konata!-

Lo rimise in tasca e raggiunse i due ragazzi.

-E poi dici che sono io quello che fa tardi!-

Così, tutti e tre insieme, si diressero a fare il check-in.


La limousine li lasciò davanti all’ingresso e i due scesero velocemente. Chissà se erano ancora in tempo…

-Ora che hai intenzione di fare Hikaru?-

Si guardò intorno cercando di scorgere il volto di Konata, oppure quello di Yu, oppure quello dell’odioso.

-Andiamo a vedere gli orari delle partenze-

I due ragazzi si avvicinarono a uno dei vari tabelloni, cercando di scorgere l’orario dell’aereo che stava per prendere la ragazza dai capelli biondi. Mancava poco per il decollo. Accidenti! Il rosso si diresse verso una delle entrate e, sorpassando la fila, cercò di raggiungere i passeggeri del volo per Hiroshima. Una delle guardie lo bloccò.

-Mi spiace, ma non può saltare la fila-

-Ma io devo entrare!-

-Ha il biglietto almeno?-

-No, non ce l’ho…ma non devo partire…devo solo raggiungere la mia ragazza che…-

-Mi spiace, ma non può entrare…-

-Ma io…-

-Se ne vada o sarò costretto a usare le maniere forti-

Il ragazzo sbuffò. Maledizione, maledizione. Che fare ora? Che fare?

-Hikaru…-

Si voltò. E così lo avevano raggiunto, ma tanto ormai era troppo tardi…non ci era riuscito, non era riuscito a fermarla. Ora lei se n’era andata e non sarebbe tornata mai più…mai più…si sedette su una delle panchine dell’aeroporto. Calde lacrime iniziarono a rigargli il volto. Non era riuscito a proteggere colei che amava, a farla rimanere con lui…era un incapace! Ecco cos’era! Il gemello gli si sedette accanto.

-Hikaru…-

-Non sono riuscito a farla rimanere con me-

-Troveremo un’altra soluzione-

Scosse la testa.

-È troppo tardi ormai…-

Kei abbassò la testa. Aveva ragione il rosso, era troppo tardi…si mise a piangere anche lui. Non poteva credere che Konata lo avesse abbandonato, non poteva crederci…lei, la sua migliore amica…lei, la ragazza che avrebbe sempre amato…lei, che gli voleva un gran bene…lei, che gli aveva detto che non lo avrebbe mai lasciato solo…lei, che ora lo aveva abbandonato…

-Che avete da piangere voi due?-

Sussultarono. Quella voce così familiare, possibile che…

-Bè? Che vi succede?-

-Ko…Kona-chan…se proprio tu?-

Sbuffò.

-No, sono la fata turchina…chi dovrei essere scusa?-

Il rosso si alzò e si voltò verso di lei, incredulo. Era…era veramente lì? O lei e suo fratello erano solo un’allucinazione? Lei nell’incrociare lo sguardo di lui abbassò gli occhi.

-Konata…-

Sorrise.

-Così mi chiamano-

La abbracciò e lei arrossì.

-Hi…Hikaru che fai?-

La strinse di più a sé.

-Sono così felice di vederti-

Ricambiò l’abbraccio.

-Anche io-

Le alzò il mento con le dita e la guardò negli occhi, poi avvicinò il viso al suo. Chiusero gli occhi e cercarono di azzerare le distanze, ma Kei saltò addosso all’amica.

-E a me niente Kona-chan? Mi hai fatto preoccupare molto, sai?-

Gli sorrise, poi guardò i ragazzi e la sorella con aria interrogativa.

-Ma, ora che ci penso…che ci fate voi qui?-

-Bè, Kyoya ci aveva detto che stavi per partire e così…-

-Partire? E per dove?-

-Come per dove? Non dovevi andare a Hiroshima con Kotaro?-

-Bè sì, dovevo…ma poi ieri ho chiarito tutto con Yoko e Akira-

Strabuzzarono gli occhi.

-E allora che ci facevi tu qui?-

-Mi avevano chiesto se potevo accompagnare Kotaro all’aeroporto…ma non dovevo partire con lui…non l’avrei mai fatto-

-E io l’ho accompagnata-

Disse il castano e l’Hitachiin sorrise. Cinse le spalle della bionda con il braccio.

-Così noi potremmo rimanere sempre insieme?-

Sorrise.

-Così pare-

Yu tossì.

-Non credere di avere campo libero Hitachiin-

La ragazza guardò male il fratello che si voltò dalla parte opposta.

-Sono pur sempre tuo fratello Konata…non posso fare a meno di preoccuparmi per te-

-Lo so…-

Così, tutti insieme, uscirono dall’aeroporto.


Ed ecco a voi il penultimo chap! Buone feste!

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Fine? ***


15. “Fine?”

Una ragazzina dai lunghi capelli dorati si aggirava tra i corridoi dell’Ouran alla ricerca dell’ aula di musica numero 3. Finalmente la trovò e lentamente aprì la porta. Al suo interno vide uno spettacolo meraviglioso, come tutte le volte che vi entrava del resto…Si guardò intorno alla ricerca della sorella e non si accorse che Tamaki le stava venendo incontro.

-Konata, sei ogni giorno più radiosa-

Sorrise.

-Haru-chan è qui?-

-È uscita un attimo, ma tornerà tra poco…se vuoi puoi prendere una tazza di tè-

-D’accordo grazie…ah, e Hikaru?-

Le indicò un divanetto dove erano seduti il rosso e una ragazza dai capelli neri. Sbuffò.

-Vedo che è impegnato…quindi non lo disturberò…-

Disse alterata e il lord rise. Poi si diresse verso il suo tavolino, quello vicino alla finestra, cercando di passare proprio davanti all’Hitachiin. Estrasse il suo blocco da disegno e si mise a disegnare, ovvero, faceva finta di farlo, infatti stava controllando le mosse del ragazzo. Vide che stava dicendo qualcosa alla moretta e si dirigeva verso di lei. Fece finta di niente.

-Konata, perché non mi hai salutato?-

-Non volevo disturbare te e la tua amichetta-

Sospirò e si abbassò arrivandole all’altezza del viso.

-Lo sai che il mio compito è intrattenere le clienti-

-Bene, e allora fallo-

Le si avvicinò.

-Ma ora ci sei tu…-

-E quindi?-

Sbuffò.

-Noiosa…e quindi sto con te-

-Guarda che non devi sacrificarti solo perché io sono la tua ragazza…-

Disse dando molta enfasi alla parola.

-Se vuoi fare il dongiovanni con le altre fallo…non m’interessa-

Si alzò dalla sedia.

-Anzi, sai cosa ti dico?-

Si alzò a sua volta.

-Cosa?-

-Vado a farmi coccolare da Kei-chan-

Strabuzzò gli occhi.

-Che?-

-Hai sentito bene carino…bè, ora vi saluto…ciao, ciao!-

Disse con un cenno della mano dirigendosi verso la porta.

-Ehi Konata aspetta! Konata!-

Il lord vide il rosso seguire la ragazza e sorrise, poi la ragazza mora che si trovava sul divanetto insieme a Hikaru gli si avvicinò preoccupata.

-Tamaki…quella ragazza è forse la fidanzata di Hikaru-kun?-

Il biondo annuì.

-Ma non preoccuparti…fanno così tutti i giorni…-

-Tutti i giorni?-

-Bè, loro si divertono così…-


-Konata aspetta!-

La ragazzina affrettò il passo e raggiunse l’amico che l’aspettava al cancello della scuola.

-Kei-chaaan!-

-Kona-chaaan!-

Il ragazzino le saltò addosso e l’Hitachiin sbuffò.

-Staccati dalla mia ragazza-

Gli fece la linguaccia.

-Tu stai con le tue stupide clienti e Kona-chan sta con me!-

-Giuro che questa volta ti uccido-

-Prova a torcere un capello a Kei-chan e vedrai che ti faccio-

Il biondo cinse l’amica per le spalle e l’avvicinò a sé sorridendo.

-Non potrai mai dividere me e Kona-chan! Lei è la mia più cara amica-

-E tu non potrai mai dividere me e Konata, perché lei è la mia fidanzata!-

Il ragazzino sbuffò.

-Ancora per poco…presto si accorgerà che io sono meglio di te!-

-Certo, l’importante è crederci-

-Kei…ne avevamo già parlato…-

-Lo so Kona-chan, ma sei così carina che è impossibile resisterti-

Arrossì.

-Kei ma che…-

-Questa è la volta buona che ti faccio fuori essere inutile!-

-Provaci-

In quel momento arrivò Yu che tornava dall’allenamento accompagnato dalla sorella dai capelli castani.

-Ehi voi che state facendo?-

La biondina abbracciò la sorellona.

-Haru-chan!-

Yu guardò male i due ragazzi. Stavano discutendo per sua sorella, come tutti i giorni del resto…

-Senti sorellona, che ne dici se ti accompagno a casa? Così saluto papà!-

Annuì.

-D’accordo…allora andiamo, vieni Yu?-

Il ragazzo lanciò un’ultima occhiataccia ai due e seguì le sorelle.

-Ehi, Konata vengo anch’io!-

-Kona-chan aspetta!-

Il castano si voltò verso di loro.

-Cosa volete fare voi due?-

Hikaru non lo calcolò nemmeno e gli passò davanti raggiungendo la biondina. Kei cercò di imitarlo ma venne bloccato da Yu.

-Perché fermi me e lui no?-

-A lui ci penso dopo-

Il biondo sbuffò, poi indicò alle spalle del fratello delle Fujioka.

-Yu guarda! Quel maniaco di un Hitachiin sta cercando di baciare tua sorella!-

Sussultò.

-Maledetto…-

-Aaaaaaaah, Yu stai fermo!-

Il ragazzino si attaccò al braccio dell’amica ridendo. Haruhi sospirò. Non poteva più fare la strada di casa in pace. Sorrise. Come ogni giorno del resto…



Ed ecco qui l'ultimo chappy :) ringrazio tutti coloro che mi hanno seguito fino alla fine e chi ha recensito^^

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=573109