I fratelli di Haruhi di HachiXHikaru (/viewuser.php?uid=65446)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Nuovi arrivati all'Host Club ***
Capitolo 2: *** L'incontro ***
Capitolo 3: *** Una lunga storia ***
Capitolo 4: *** Decisioni ***
Capitolo 5: *** Una lunga giornata di scuola ***
Capitolo 6: *** Un allegro pic-nic ***
Capitolo 7: *** Otosan ***
Capitolo 8: *** Il ritratto ***
Capitolo 9: *** Karaoke ***
Capitolo 10: *** Malattie di primavera ***
Capitolo 11: *** Summer Holidays (Parte 1) ***
Capitolo 12: *** Summer Holidays (Parte 2) ***
Capitolo 13: *** Kotaro Sasaki ***
Capitolo 14: *** Partenza ***
Capitolo 15: *** Fine? ***
Capitolo 1 *** Nuovi arrivati all'Host Club ***
I fratelli di Haruhi
1. “Nuovi arrivati all’Host Club”
-Sei sicuro che sia di qua? Comincio ad
essere stufa!-
Si lamentò una ragazza dai lunghi
capelli dorati.
-È da più di un’ora che giriamo a
vuoto…-
-Smettila di lamentarti! Non ti
sopporto più! Se non ne avevi voglia, potevi rimanere a casa!-
Rispose un ragazzo dai capelli castani.
-Ma…-
-Guarda siamo arrivati.-
Disse il ragazzo prima che la bionda
potesse ribattere.
-Aula di musica numero 3…sei sicuro
che sia qui?-
Chiese scettica.
-Certo che sono sicuro, ma se non mi
credi apri la porta e controlla di persona!-
La ragazza guardò la maniglia della
porta.
-Devo…devo aprirla io? Perché non la
apri tu?-
-È una maniglia, non morde.-
-Ah ah! Molto spiritoso!-
La ragazza continuò a fissare la
maniglia.
-Ehm…allora io apro…-
Posò la candida mano sul freddo
oggetto e aprì la porta. Lo scenario che si presentò davanti era di
una bellezza indescrivibile. La stanza era piena di tavoli e divani,
dove venivano fatte mettere le clienti che sceglievano il proprio
host che doveva intrattenerle, perché è questo che si faceva nel
famoso Host Club del liceo Ouran. Tutti i presenti si girarono,
curiosi di sapere chi aveva aperto la porta. Tamaki Suou, presidente
dell’Host Club, si avvicinò ai due ragazzi, o meglio, si avvicinò
alla ragazza dai capelli dorati.
-Benvenuta radiosa principessa dai
capelli color del sole, i tuoi occhi…-
-Ehi damerino biondo! Finiscila
subito!-
Lo ammonì il ragazzo dai capelli
castani.
-Perché? È la tua ragazza?-
-Cosa? No lei…-
-Senti, sai dove posso trovare Haruhi
Fujioka?- chiese la ragazza prima che il castano potesse rispondere.
-Come?-
Domandò Tamaki.
-Ti ho chiesto: sai dove posso trovare
Haruhi Fujioka?-
- Haruhi? Bè in questo momento non è
qui, ma tornerà tra poco-
-Ok grazie, allora fino a che non
tornerà, staremo qui, ok Yu?-
-Uffa…va bene va bene…basta
riposarsi un po’-
E così si accomodarono su uno dei
grandi divani. Tamaki guardò i due ragazzi perplesso. Come mai
conoscevano Haruhi? E cosa volevano da lei?
- Ah, senti…-
Improvvisamente una voce lo risvegliò
dai suoi pensieri.
-Ehm…volevo scusarmi per prima, non
mi sono neanche presentata! Io sono Konata Fujioka e quello
scorbutico laggiù è mio fratello Yu.-
-Ah, molto piacere Tamaki Su…-
Il ragazzo guardò la bionda a occhi
sgranati.
-Come hai detto di chiamarti?-
Domandò Tamaki.
-Konata Fujioka. -
-Fu…Fujioka?- Tamaki era ancora più
confuso.
-Sì…sono la sorella di Haruhi, lei
non ti ha mai parlato di me e di Yu?-
-Ehm…veramente no…-
Konata lo guardò con occhi tristi.
-Ah…bè è comprensibile che non
abbia voluto parlare di noi-
La ragazza era sul punto di piangere e
a Tamaki questo dispiaceva.
-Ma…ma forse Haruhi se lo sarà
dimenticato, o non ce l’avrà voluto dire. Sai, non ci racconta
molte cose di sé…-
Konata sorrise.
-Grazie…-
-Konata, vieni servono il tè e i
dolci. Non avevi fame?-
La ragazza, affamata, raggiunse il
fratello che le porse una fetta di torta. Tamaki guardò i due
fratelli. Possibile che fossero parenti di Haruhi? O forse facevano
soltanto finta? Poi ripensò agli occhi tristi di Konata. No, non
potevano aver mentito. Decise di andare a chiedere a Kyoya, il
vicepresidente del club. Lui ne sapeva una più del diavolo.
-Cosa? Fratelli?-
-Sì, volevo sapere se ne eri al
corrente-
-Mmmh…no…Ranka non me ne ha mai
parlato. Perché t’interessa?-
-Ecco vedi…-
Tamaki spiegò tutta la situazione
all’amico occhialuto.
-Ah, capisco…-
Al contrario del biondo, Kyoya non
perse la calma. Poi osservò Konata e Yu. Anche se non avevano
richiesto nessun host, dovevano pure pagare quello che stavano
mangiando. Scribacchiò qualcosa sui suoi fogli.
-Ehi Kyoya, sai forse dove sono quei
diabolici gemelli?-
-Hikaru e Kaoru? Hanno insistito così
tanto, che Haruhi se li è portati con sé-
-COSA? Maledetti…così importuneranno
la mia povera bambina!!!-
Kyoya lasciò Tamaki a discutere da
solo e camminò in direzione di Honey e Mori. Qualcuno doveva
avvertire anche loro della situazione no?
Intanto dei ragazzi stavano parlando
nel corridoio. O meglio, due ragazzi e una ragazza.
-Avete insistito tanto per
accompagnarmi e poi non mi aiutate neanche a portare le buste-
-Su, su Haruhi. Sappiamo tutti che ce
la puoi fare da sola-
La castana mugugnò. Tutti e sei i
ragazzi che facevano parte dell’Host Club, e anche tutti quelli
della scuola, erano dei ricchi scansafatiche. Quelli che conosceva
lei poi erano anche dei donnaioli. Sospirò. Tutta colpa di quel
vaso. Arrivarono davanti alla porta del club.
-Potreste almeno aprire, per piacere?-
Hikaru girò la maniglia.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** L'incontro ***
2. ”L’incontro”
Hikaru girò la maniglia.
-Siamo tornati!!!-
Annunciarono i gemelli Hitachiin. Gli
altri si girarono verso di loro.
-Ci avete messo un bel po’ di tempo-
-Non è colpa nostra, dovete sapere che
Haruhi è lenta a portare le buste-
-Potevate aiutarmi no?-
Detto questo posò le buste che
contenevano il caffè istantaneo per terra e chiese:
-Dove sono le clienti?-
-Bè ecco, le abbiamo mandate via un
po’ prima…-
-Perché? C’è forse qualche
problema?-
La castana guardò con aria
interrogativa Tamaki, che però non rispose subito.
-Il fatto è che hai visite…-
Haruhi continuava a non capire. Visite?
E di chi? Poi vide che Tamaki fece cenno a qualcuno di avvicinarsi.
Una timida figura avanzò, molto lentamente, e dopo poco fu spinta in
avanti da un’altra figura, più alta. Haruhi all’inizio non
riuscì a riconoscere le due figure, poiché stavano in un punto dove
il sole non arrivava del tutto. Infine, quando si avvicinarono di più
a lei, li riconobbe. Non erano cambiati granchè. Erano cresciuti
certo, ma avevano le solite caratteristiche. Konata, i capelli color
del grano erano diventati più lunghi, i suoi occhi azzurro cielo e
quel corpo magro, perfetto. Yu, con i suoi soliti capelli castani
arruffati e i suoi occhi scuri e penetranti. Si era fatto più
robusto e più bello di come se lo ricordava.
-Cosa ci fate voi qui?-
Il tono di Haruhi era freddo e
distaccato, i suoi occhi erano pieni di rabbia. I membri dell’Host
Club erano stupiti. Perché Haruhi aveva reagito in quel modo?
-Perché? Perché siete venuti?-
La biondina avanzò lentamente verso la
sorella.
-Non provare ad avvicinarti…-
Konata sussultò.
-Ma…ma, sorellona, noi siamo venuti a
trovarti…-
-Non m’interessa, ho detto che dovete
andarvene-
Yu guardava impassibile tutta la scena,
i membri dell’Host Club, invece, erano spaventati dalla reazione
della loro amica. In fondo, non l’avevano mai vista in quello
stato. Konata, invece, non s’intimorì.
-Sor…Haruhi…io e Yu siamo venuti
per dirti una cosa che speriamo ti renderà felice-
Haruhi la ascoltò con attenzione.
-Siamo venuti a dirti che, da domani,
faremo parte tutti e tre della stessa scuola. Così potremmo vederci
più spesso, per esempio qui al club oppure…-
Haruhi si lasciò andare un risolino
isterico.
-Mi stai prendendo in giro Konata? Su,
dimmi che è così, perché in questa notizia non ci vedo niente di
buono. Forse ti sei scordata cosa mi avete fatto eh? Bè ti dirò…-
Fece una piccola pausa per asciugarsi
una stupida lacrima.
-…io non l’ho affatto dimenticato.
Se verrete voi, me ne andrò io-
-Ma Haruhi, e il tuo sogno? Getti la
spugna così?-
Questa volta era stato Tamaki a
parlare.
-Sempre meglio che stare con questi
due-
Disse acida la castana. Konata al quel
punto non riuscì a reggere e scappò dalla stanza in lacrime. Yu la
seguì a passo lento, ma si fermò un attimo sulla porta.
-Spero tu sia contenta adesso Haruhi,
non lo sai quanto è sensibile tua sorella?-
-Se l’è cercata lei-
Rispose la castana senza voltarsi. Yu
sbuffò e corse via alla ricerca di Konata. Quando se ne furono
andati Haruhi disse ai membri dell’Host Club.
-Dimenticate quanto è successo oggi-
E prima di andarsene a casa aggiunse.
-Per favore-
E delle calde lacrime iniziarono a
rigarle il volto. I membri rimasero non poco scioccati e non erano
sicuri di poter esaudire la richiesta dell’amica tanto facilmente.
Tamaki si decise, e andò dietro a Haruhi per chiederle ulteriori
spiegazioni. Gli altri cinque membri non lo fermarono, sapevano
quanto era cocciuto. Kaoru sbuffò e disse al gemello.
-Torniamocene a casa-
-Va bene-
E detto ciò si avviarono verso la
porta, quando, ad un certo punto, Hikaru notò qualcosa sul
pavimento. Si chinò e lo prese. Era un fermaglio d’oro bianco.
-Hikaru che stai facendo?-
-Eh?Ah, no, niente…senti Kaoru, tu
avviati che mi sono ricordato di fare una cosa-
- Ma, Hika…-
Non riuscì a finire di pronunciare il
suo nome che il rosso se n’era già andato. Chissà cosa aveva da
fare di così importante, pensò, e si avviò verso l’uscita della
scuola. Intanto Hikaru correva, anche se non sapeva bene dove. Voleva
ritrovare a tutti i costi la proprietaria di quel fermaglio. Per
fortuna il nome era inciso nell’oro bianco: Konata Fujioka.
Ecco a voi i primi due capitoli...spero che la storia v'incuriosisca =D. Cercherò di aggiornare presto, baci! |
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** Una lunga storia ***
3. “Una lunga storia”
Hikaru correva, correva per l’immenso
corridoio dell’Ouran in cerca della proprietaria del fermaglio. Per
fortuna aveva un pretesto per parlarle, per chiederle spiegazioni.
Non si sarebbe fatto scappare quell’occasione. Voleva sapere,
sapere come mai Haruhi, la sua Haruhi, aveva reagito in quel modo.
Era preoccupato, molto preoccupato per la sua amica. Si fermò un
momento per respirare, e finalmente la vide dalla finestra. Konata
Fujioka era seduta sotto un albero del giardino della scuola, ed era
sola. Suo fratello non era con lei. Perfetto. Hikaru si rimise a
correre e raggiunse la sua meta. Si fermò pochi metri più in là e
si guardò intorno. Non c’era nessuno. Si avvicino con calma alla
bionda, la quale non si era accorta della presenza del ragazzo. Aveva
la testa sulle ginocchia e gli occhi chiusi. Le lacrime non
smettevano di scorrere e le bagnavano l’uniforme. Hikaru non si
scompose e le arrivò davanti.
-Ehi tu!-
Konata alzò timidamente la testa e
aprì gli occhi. Riconobbe il ragazzo e si alzò di scatto.
-Ti chiami Konata giusto? Bè, penso
che questo ti appartenga allora-
E le mostrò il fermaglio d’oro
bianco. La ragazza sobbalzò nel vedere il fermaglio nella mano
dell’Hitachiin e si toccò i capelli. Hikaru sorrise.
-Lo vuoi indietro vero?-
Lei annuì con la testa e allungò la
mano verso il piccolo oggetto, ma prontamente il rosso scostò la
mano.
-Ah, non così facilmente! Mi devi
delle spiegazioni per quello che è successo poco fa-
La bionda sgranò gli occhi. Ormai le
lacrime non cadevano più.
-Allora?-
-Ecco vedi, io non so se posso…-
-Vuol dire che non rivuoi il tuo
fermaglio-
-Non ho detto questo…-
-E allora spiegami cosa…-
-Non sono fatti tuoi-
Hikaru s’irrigidì.
-E invece sì! Haruhi è una mia cara
amica e potrò sapere cosa le sta capitando o no?-
Konata sorrise dolcemente e, per un
attimo soltanto, Hikaru arrossì alla vista di quel sorriso tanto
familiare.
-Che bello, Haruhi si è fatta un
amico-
-Non solo uno-
Rispose prontamente il ragazzo e il
volto di lei s’illuminò.
-Da…davvero? Oh, come sono felice per
lei! È una notizia meravigliosa!-
-Quindi se lascerà questa scuola,
dispiacerà a molte persone-
-Ah…scusate! Scusate tanto! Io non…-
Hikaru perse la pazienza.
-Se ti dispiace così tanto, perché tu
e tuo fratello volete a tutti i costi venire qui?-
- È una lunga storia, non credo
t’interessi-
-Invece sì-
-Non sarà piacevole da ascoltare…-
-Non m’interessa-
La bionda sospirò.
-Non credevo che all’Ouran fossero
così testardi…-
Il rosso rise ripensando al lord.
-Oh, non t’immagini quanto-
Lei rise a sua volta. E si guardò
intorno.
-Però non possiamo stare qui-
E detto questo prese Hikaru per mano e
lo trascinò in un posto più isolato. L’Hitachiin si sentiva un
po’ a disagio, però non disse niente, arrossì un poco e basta.
Voleva assolutamente sapere il perché del comportamento di Haruhi,
voleva arrivare in fondo alla faccenda.
Intanto Tamaki stava cercando di
raggiungere Haruhi per chiederle spiegazioni. Anche se non aveva
capito niente della faccenda, voleva a tutti i costi aiutare l’amica.
-Ha…Haruhi aspettami…-
La castana si fermò di scatto, ma non
si girò.
-Ho detto che devi dimenticare la
faccenda Tamaki-
-Ah, bè, sai che non posso esaudire la
tua richiesta-
La ragazza sospirò. Già, lui era
fatto così.
-Che cosa vuoi Tamaki?-
-Aiutarti-
- Non credo ce la
faresti…-
-Ma almeno ci
proverò-
Sospirò di
nuovo. Perché era così testardo? Perché non la lasciava in pace?
Soltanto perché aveva così tanta voglia di aiutare il prossimo.
Sorrise tra sé e si voltò verso il compagno. In effetti, voleva
sfogarsi con qualcuno, e sapeva che Tamaki avrebbe capito.
-E va bene, però
dobbiamo trovare un posto più appartato-
Ci pensò un po’
su, poi lo prese per mano e lo condusse in biblioteca.
Si fermarono
alcuni metri più in là, nascosti da dei cespugli. Prima di iniziare
a parlare Konata chiese a Hikaru di restituirle il fermaglio. Lui
scosse la testa.
-Prima il tuo
racconto-
La bionda sospirò
e iniziò a parlare.
-Come avrai capito Haruhi, Yu ed io
siamo fratelli-
Annuì.
-Però non abitiamo sotto lo stesso
tetto, perché io e Yu siamo stati adottati da un’altra famiglia.
Devi sapere che noi tre ci passiamo soltanto un anno di differenza e,
quando nostra madre era in buona salute, eravamo tutti e cinque una
famiglia molto unita-
Sorrise ripensando a quei bei ricordi.
-Poi, però, nostra madre si ammalò e
non ce la fece a sopravvivere. Nostro padre la prese malissimo e dopo
alcuni giorni si ammalò pure lui. Non pensava di potercela fare ed
eravamo tutti e tre molto piccoli all’epoca, quindi decise di farci
adottare da un’altra famiglia. Fummo molto fortunati, perché si
presentarono due coniugi, che per vari problemi non potevano avere
figli loro. Haruhi non ne fu molto entusiasta, e decise di rimanere
con nostro padre, convinta di poterlo guarire-
Hikaru la interruppe bruscamente.
-Invece tu e Yu avete preso al volo
l’occasione, fregandovene del povero Ranka e Haruhi!-
-Non…non è vero! Non è come pensi!
Noi non volevamo abbandonarli…è solo che…AH! Te lo avevo detto
che non sarebbe stata piacevole da ascoltare! Ma tu no, no! Che
nervi!-
-Ehi ragazzina attenta a come parli!
Potrei farti male, e non m’interessa se sei una femmina!-
-Non credere di potermi fare paura
donnicciola! Guarda che ho solo un anno meno di te!-
Hikaru la guardò perplesso.
-Un anno?-
Lei annuì e scoppiò in una sonora
risata. Hikaru arrossì leggermente.
-Che…che hai da ridere racchia?-
-Ra…racchia? RACCHIA A CHI BRUTTO…-
Ma non riuscì a finire la frase che Yu
aveva raggiunto lei e Hikaru. Aveva corso per tutta la scuola prima
di riuscire a trovare la sorella.
-Konata! Finalmente! Ma come mai te ne
stavi qui?-
-Ah, bè, ecco..-
Poi gli occhi di Yu si posarono su
Hikaru. Rimase a fissarlo e il rosso si sentì non poco imbarazzato
per quel lungo sguardo.
-Che…che c’è?-
Chiese infine. Il castano non rispose
subito.
-Che ci fai tu qui con mia sorella? Che
cosa avevi intenzione di farle in un posto come questo? Hai notato
che molto indifesa eh? Ma io non ti permetterò di farle alcunché!
Brutto…-
-Ehi Yu, calmati, e non correre troppo
con la fantasia, non è come pensi-
Il ragazzo si calmò un pochino.
-E allora cosa stavate facendo voi
due?-
-Te lo spiego dopo, adesso andiamo che
si è fatto tardi!-
E detto questo lo trascinò via. Hikaru
rimase un po’ lì imbambolato e ripensando alle parole di Yu
arrossì. Poi si ricordò di aver lasciato Kaoru da solo e si avviò
verso la loro macchina.
Dall’altra parte della scuola,
Tamaki, ancora scosso dal racconto dell’amica, entrò in macchina e
durante tutto il tempo pensò ad un modo per aiutare i tre fratelli
Fujioka.
Grazie a chi legge e chi commenta^^ e grazie alla cara Elelovett xD.
kiaelilli_chan : grazie del commento^^ spero che continuerai a seguirmi |
Ritorna all'indice
Capitolo 4 *** Decisioni ***
4. “Decisioni”
Haruhi tornò subito a casa dopo la
chiacchierata con il lord. La giornata non era finita nel migliore
dei modi. Inaspettatamente Konata e Yu erano tornati. Perché poi?
Non stavano meglio nella loro grandissima villa? Gettò violentemente
la cartella sul pavimento. Fortunatamente Ranka non era in casa,
altrimenti si sarebbe accorto del suo malumore. Mise su l’acqua per
un tè. Forse, i suoi fratelli erano tornati per formare di nuovo una
famiglia, per stare con lei e Ranka. Poiché il padre stava bene,
potevano tornare ad abitare con loro. Scosse la testa mentre versava
il tè nella tazza. E allora perché non venire prima? Perché
aspettare tanto tempo? Posò violentemente la tazza sul tavolo.
Comunque a lei non importava delle loro ragioni, se ne sarebbe andata
dalla scuola. Molto semplice. Ripensò al discorso che le aveva fatto
Tamaki. Secondo lui era stupido abbandonare un sogno, solamente
perché i due fratelli che aveva amato tanto erano apparsi
improvvisamente. Si diresse verso il lavandino per sciacquare la
tazza. E va bene, non sarebbe scappata. Il suo sogno era troppo
importante per rinunciarci così facilmente. Per Konata e Yu, bè,
bastava cercare di evitarli il più possibile. Sorrise, soddisfatta
della conclusione. Sicuramente non ne avrebbe mai fatto parola con
suo padre, a meno che non fosse stato necessario. Andò in camera
sua, e iniziò a studiare.
Intanto nella residenza Hitachiin
Hikaru e Kaoru stavano giocando con un nuovo videogioco.
-Hikaru, attento, a sinistra!-
-Come? Ah…troppo tardi sono morto,
accidenti!-
Guardò l’orologio.
-Mi sa che è meglio andare a studiare-
Si diressero in silenzio verso la loro
stanza. Kaoru aspettava il momento giusto per chiedere al fratello
una spiegazione a quello che era successo dopo scuola. Sperava che
fosse proprio Hikaru a dire qualcosa su quanto accaduto, ma niente.
Entrarono nella grande camera e a quel punto Kaoru chiese al fratello
delle spiegazioni.
-Allora Hikaru, dove ti eri cacciato,
quando te ne sei scappato all’improvviso?-
-A sbrigare una commissione…-
-Che genere di commissione?-
-Niente di importante…-
Il rosso stava per chiedere altro al
fratello, quando vide che Hikaru stava tenendo in mano qualcosa. Si
avvicinò cercando di capire cosa fosse e il gemello, accorto che
Kaoru stava guardando ciò che teneva in mano e nascose l’oggetto
dietro la schiena. L’altro si stupì del gesto.
-Perché lo hai fatto?-
-Ah…bè…ecco…-
Non capiva neanche lui il motivo di
quel gesto. In fondo, non si erano nascosti mai niente, e poi non era
successo niente di sconvolgente. Si mise a sedere sul letto e aprì
la mano, facendo vedere al gemello il fermaglio d’oro bianco
appartenente a Konata. Kaoru lo osservò per un po’ di tempo e poi
chiese:
-Perché hai il fermaglio della sorella
di Haruhi?-
-Le era caduto quando è scappata dal
club, sono andato a ridarglielo chiedendo prima spiegazioni di quello
che era appena successo, però poi me lo sono scordato-
-E cosa ti ha detto?-
Voleva capirci qualcosa anche lui, in
modo da affrontare meglio la situazione. Hikaru lo osservò per un
momento e poi cominciò a raccontare il passato dei fratelli Fujioka,
di quello che avevano passato e di come si era conclusa la
situazione.
-Ma…ma è terribile…l’hanno
lasciata sola con Ranka…poi sono tornati dopo un bel po’ di
anni…-
Kaoru era sconvolto. Finalmente aveva
capito il perché del comportamento di Haruhi.
-E hanno intenzione di rimanere?-
Hikaru annuì.
-E a quanto ho capito Tamaki e Kyoya si
ritroveranno il maschio nella stessa classe-
-E la biondina…come si
chiama…Konata?-
Hikaru perse un colpo a sentire quel
nome.
-Andrà alle medie, ha un anno meno di
noi-
In quel momento ripensò alla
chiacchierata con lei. Quei suoi occhi azzurri come il cielo, i
capelli color del grano, e quel bellissimo sorriso, così simile a
quello della sorella. Scosse la testa, ma che andava a pensare? Era
soltanto una stupida ragazzina. I suoi pensieri furono interrotti
dalla domanda del fratello.
-La vedremo spesso al club?-
-Non so, probabile…via, andiamo a
studiare!-
Detto ciò aprirono i quaderni.
In un’immensa villa non distante
dall’istituto Ouran due fratelli stavano prendendo il tè.
-Allora Konata, cosa ci facevi con
quello nascosta dietro quei cespugli? Non dirmi che voleva farti
qualcosa…-
La biondina per poco non sputò il tè
che stava bevendo, e per poco non colpì Yu con una sedia.
-Ma che razza di domande fai? Non
voleva farmi assolutamente niente!-
-E allora che voleva?-
Non rispose. Non sapeva se dire una
bugia o la verità, in fondo, non aveva mai mentito a suo fratello.
-Delle spiegazioni per la scenata che
ha fatto Haruhi…-
Il castano si irritò un poco.
-Non sono affari suoi-
-Infatti non volevo rivelargli niente,
ma aveva il mio fermaglio. Me lo avrebbe ridato solo se avessi
parlato-
Yu le guardò i capelli.
-E ora dov’è il fermaglio?-
-Bè, è qui natural…-
Il fratello la guardò spazientito.
-Dimmi che non è vero Konata…-
Lei rispose con una risatina e a quel
punto lui perse la pazienza. Sapeva quanto era sbadata la sorella, ma
perdere il fermaglio!
-Tanto domani lo recupererò…-
Disse cercando di calmarlo.
-Ti accompagnerò anche io…-
-No, no, non è necessario, so
difendermi anche da sola-
Lui sbuffò.
-Ma riuscirai a trovare la classe?-
Lei annuì e fece un bel sorriso al
fratello, poi si diresse nella sua stanza. Si mise a pancia in giù
sul letto e ripensò al rosso che le aveva preso il fermaglio. Teneva
tanto a Haruhi, come aveva affermato, era un suo amico. Probabilmente
erano anche in classe insieme. Affondò la testa nel cuscino. Sperava
che Haruhi non le facesse una sceneggiata. Dopo tutto, era il
fermaglio che le aveva donato la madre, era molto prezioso per loro.
Come aveva potuto dimenticarlo? Tutto perché quel rosso non si
fidava di lei! Non sapeva neanche il suo nome…comunque poco
importava, ora la priorità era riprendere il fermaglio.
Ringrazio chi legge, chi commenta e chi ha messo la storie nelle preferite e nelle seguite (e in quelle da ricordare xD)
shiroganegirl: ti ringrazio tanto^^ e mi spiace che Konata non ti stia molto simpatica...spero che tu possa cambiare idea... :) |
Ritorna all'indice
Capitolo 5 *** Una lunga giornata di scuola ***
5. “Una lunga giornata di scuola”
Era una mattina soleggiata di inizi
maggio e Tamaki si stava preparando per andare a scuola. Si vestì
lentamente e scese svogliato le scale. Non aveva dormito molto quella
notte, nella sua testa vi erano tante domande prive di alcuna
risposta. Forse quel giorno avrebbe visto Haruhi per l’ultima
volta. Scosse la testa per scacciare quello stupido pensiero. No, lei
aveva un sogno, e non avrebbe rinunciato facilmente. Salì sulla
grande limousine diretto a scuola, continuando a chiedersi cosa
sarebbe accaduto quel giorno. Varcò il grande cancello dell’Istituto
Ouran e si diresse in classe. Raggiunse il banco immerso nei suoi
pensieri, senza accorgersi dei saluti dei compagni che lo guardarono
preoccupati, chiunque si sarebbe accorto che Tamaki era strano. Poco
dopo lo raggiunse il suo caro amico Kyoya, che riuscì a destarlo dai
suoi pensieri.
-Sei preoccupato per Haruhi?-
Il biondo annuì. Il moro aveva
azzeccato in pieno il problema, lo conosceva troppo bene.
-Stai tranquillo, non può lasciare la
scuola così facilmente-
Tamaki lo osservò, non molto convinto
della sua affermazione.
-Prima deve estinguere il debito che ha
con noi-
Concluse sorridente e Tamaki sgranò
gli occhi. Nessuno avrebbe creduto a quelle parole. In fondo, Haruhi
poteva benissimo lasciare la scuola senza prima concludere il suo
debito. Kyoya aveva paura che il biondo non ci cascasse.
-Certo! Hai ragione tu, Kyoya! Come ho
potuto non pensarci?-
Come non detto. Tamaki era troppo
stupido e fortunatamente aveva creduto alle sue parole. Così se ne
sarebbe stato buono per un po’ di tempo. Al suono della campanella
entrò l’insegnate che con un sorriso raggiante annunciò un nuovo
compagno. Il biondino all’inizio non prestò attenzione alle parole
dell’insegnate, era felice di sapere che Haruhi non avrebbe potuto
lasciare la scuola facilmente.
-Mi raccomando, trattate bene il vostro
nuovo compagno: Toriyama Yu-
Tamaki si alzò di scatto dalla sedia.
I suoi compagni lo guardarono allibiti non riuscendo a capire cosa
gli passasse per la testa. Kyoya, invece, si chiedeva come potesse
essere amico di quell’idiota.
Yu stava osservando il suo nuovo
compagno biondo, sicuro di averlo già visto da qualche parte, però
non riusciva a ricordarsi dove. Fortunatamente per lui ci pensò il
lord a rinfrescargli la memoria.
-Tu…tu sei il fratello di Haruhi,
quello che ieri è venuto al club assieme alla biondina…-
Il castano sgranò gli occhi. E così
lui era quel dongiovanni che aveva fatto delle moine alla sorella,
come aveva potuto dimenticarsi di lui?
-Bene Suou, noto con piacere che voi
due vi conoscete già…allora Toriyama, puoi andarti a sedere vicino
a lui-
E detto ciò indicò il banco vuoto
alla destra di Tamaki. Yu vi si diresse e prese posto in silenzio,
sotto gli occhi curiosi dei suoi nuovi compagni di classe. Il biondo
si ricompose, prese posto a sua volta e seguì il resto delle lezioni
senza proferire parola.
Finalmente arrivò il suono che
annunciava l’inizio della pausa pranzo. Yu non vedeva l’ora di
uscire da quella classe. Per tutto il tempo si era dovuto sorbire le
strane occhiate del lord, senza sapere cosa gli passasse per la
testa. Non era informato del piano di quest’ultimo di voler far
riappacificare i tre fratelli Fujioka. Si alzò dalla sedia e si
diresse fuori dall’aula, dove trovò Konata, sorridente come suo
solito, che indossava l’uniforme delle medie.
-Ciao fratellone! Ti ho portato il
pranzo-
E detto questo la bionda gli porse il
bento avvolto dal tovagliolo rosso.
-Grazie Konata…pranziamo insieme?-
-Certo, ma prima devo fare una cosa…-
Yu la guardò interrogativo, ma poi
capì, doveva recuperare il fermaglio. In quel momento, un gruppetto
a noi familiare stava passando per il corridoio. Haruhi non aveva per
niente voglia di seguire i gemelli e i senpai a pranzo, in fondo lei
aveva il suo bento, ma quando quei ragazzi si mettevano in testa una
cosa, non rinunciavano facilmente. Così la castana si stava
dirigendo controvoglia verso la mensa della scuola portando il bento
con sé. Mentre Honey discuteva con Mori sui dolci della mensa, lei
vide nel corridoio Yu e Konata. Ecco, la giornata non poteva che
migliorare! Arrestò di scatto il passo, indecisa se proseguire o
tornare indietro, ma poi vide la bionda che le veniva incontro e, con
passo veloce, tornò indietro. Tamaki, senza pensarci due volte,
seguì la castana, e tutti gli altri host fecero lo stesso. Ovvero,
quasi tutti. Infatti, uno dei gemelli, si sentì tirare per la giacca
e non poté seguire il gruppo. Il rosso si girò, per vedere chi lo
aveva trattenuto e si ritrovò davanti Konata Fujioka. La guardò
confuso, non capendo cosa volesse da lui, poi lei parlò.
-Senti, tu hai qualcosa che mi
appartiene e vorrei che me lo restituissi, vedi è molto importante
per me…-
Detto questo allungò la mano verso il
ragazzo, in attesa che le restituisse il fermaglio. Lui la guardò
ancora più confuso, probabilmente aveva sbagliato persona.
-Allora? Non ho tutto questo tempo…ieri
avevi promesso di restituirmi il fermaglio o sbaglio?-
Kaoru aprì la bocca per dire qualcosa,
ma venne interrotto dal fratello.
-Ehi Kaoru! Perché non ti muovi?-
-Ecco vedi…-
Mentre il rosso cercava di rispondere
alla domanda del fratello la ragazza si mise ad osservare la persona
che aveva parlato. Quella voce le era familiare, molto familiare.
Eppure era convinta di averlo fermato. Poi si ricordò. L’altro
giorno Haruhi era entrata al club accompagnata da due ragazzi
identici. Lasciò andare la giacca del ragazzo un po’ imbarazzata,
mentre il gemello di questo si avvicinava.
-Allora Kaoru? Che ti prende perché…-
Ma non riuscì a finire la frase,
perché il suo sguardo si posò sulla biondina. Sapeva già quello
che la ragazza voleva da lui, ma fece finta di niente. Si osservarono
per qualche minuto, poi il ragazzo cominciò a parlare.
-Allora, Konata…cosa vuoi da me?-
La ragazza sbuffò.
-Come se non lo sapessi…rivoglio il
mio fermaglio!-
-Mmmh…ah sì? Peccato, ma ora non ce
l’ho qui con me…-
Kaoru lo guardò stupito. Eppure si
ricordava che il fratello lo aveva portato con sé. Ma forse si
sbagliava.
-Mi…mi stai prendendo in giro…-
Hikaru si voltò e fece per andarsene,
a quel punto la biondina s’irritò.
-Ehi tu! Dove credi di andare? Ehi,
fermati! Dico a te!-
Il rosso si voltò di scatto.
-Guarda che ho un nome, mi chiamo
Hikaru…-
Lei lo osservò, poi sorridendo disse.
-Hikaru…ma che nome è? Non è più
adatto a una ragazza?-
-Parli te…Konata…-
Il sorriso lasciò il viso della
bionda, che puntò i suoi occhi azzurri sul ragazzo.
-Guarda che il mio è un bellissimo
nome…-
-Se, se…-
-Potrei spaccarti la faccia con un solo
pugno-
-Provaci ragazzina-
I due avevano iniziato a bisticciare e
Yu, ormai stufo di osservare la scena, prese la sorella per mano e la
trascinò via, intenzionato a mangiare qualcosa. Konata e Hikaru
rimarono spiazzati da quel gesto, ma mentre era portata via dal
fratello, lei riuscì a fare la linguaccia al rosso. Quando furono
spariti dalla vista dei gemelli Kaoru domandò al fratello perché
avesse detto alla ragazza di non avere il fermaglio, ma lui rispose
semplicemente che lo aveva lasciato a casa. Non era convinto di
quella risposta, ma non aveva voglia di insistere. Si avviarono nella
direzione opposta ai due fratelli per raggiungere gli amici.
Così li aveva incontrati, però non
era riuscita ad affrontarli. Era scappata e quegli stupidi l’avevano
seguita. Ma non avevano niente di meglio da fare? Perché dovevano
ficcare il naso nelle sue faccende personali? Durante il tragitto
verso la classe, Tamaki aveva continuamente ripetuto che lei poteva
contare su tutti loro, che non avrebbero mai abbandonato un’amica
eccetera eccetera. In questo momento si trovavano nella 1^A, anche i
gemelli avevano raggiunto il resto del gruppo. Nell’aula, i ragazzi
si stavano contendendo il bento della castana, che non aveva nessuna
voglia di mangiare. Soltanto una persona non badava al pranzo di
Haruhi, ma se ne stava vicino alla finestra e guardava due fratelli
che stavano mangiando sul giardino della scuola. La ragazza se ne
accorse e si avvicinò a lui, per sapere cosa aveva per la testa.
-Hikaru…-
Sentendo il suo nome il rosso si voltò,
distogliendo lo sguardo dal giardino.
-Hikaru…è forse successo qualcosa?-
Il ragazzo fu sorpreso di quella
domanda, ma cercò di mantenere la calma. Non voleva dirle niente del
fermaglio di Konata.
-No, non è successo niente…noia
mortale, come al solito…se non ci fosse il lord io e Kaoru non
sapremmo come fare…-
La castana sorrise. È vero, loro
adoravano prendere di mira Tamaki.
-Tu invece…come stai? Ancora scossa
per l’arrivo dei tuoi fratelli?-
-Non…non sono scossa…-
-Allora perché oggi sei scappata?-
Haruhi s’irritò di tutte quelle
domande.
-A te cosa può importare di quello che
faccio? Sono solo affari miei!-
E detto questo si diresse verso il suo
banco per ripassare la lezione. Hikaru si rimise a osservare Konata e
Yu alla finestra, e gli scappò un sorriso. Come si assomigliavano
quelle due.
Dopo averla trascinata via dai gemelli,
il fratello l’aveva portata su un prato per poter mangiare in pace
il suo bento. Stranamente la bionda non aveva aperto bocca, se non
per mangiare il proprio pranzo. Era rimasta zitta tutto il tempo con
la faccia imbronciata, perché non era riuscita a concludere niente.
Quell’Hikaru era davvero una seccatura! Che se ne faceva del suo
fermaglio? Aveva iniziato a mangiare con voracità, sotto lo sguardo
stranito del fratello. Stanco di vederla in questo stato, Yu iniziò
a parlare.
-Senti sorellina, non importa per il
fermaglio, lo recupererò io doma…-
-ASSOLUTAMENTE NO!-
Konata cominciò a urlargli contro, ma
il castano mantenne la calma.
-Non fare storie, ricordati che non
sopporto che tu abbia relazioni con dei ragazzi…-
Lei sbuffò. Non lo sopportava quando
faceva così.
-Non ho nessuna relazione fratellone,
voglio solo recuperare il mio fermaglio. È una questione mia, tu non
c’entri nulla…-
-Quando si tratta di ragazzi che hanno
a che fare con te io c’entro sempre-
Ecco. Ora iniziava la sua menata. Non
lo sopportava proprio. La bionda rimase un po’ in silenzio, non
voleva litigare con il fratello.
-Bene, vedo che hai capito
Konata…quindi domani io…-
-Domani IO recupererò il mio
fermaglio-
Il castano sospirò. Sua sorella a
volte sapeva essere una gran seccatura, e poi quel ragazzo non gli
piaceva proprio. Era un playboy, l’avrebbe solamente fatta
soffrire. I fratelli continuarono a mangiare, senza accorgersi, però,
di un certo rosso che li stava guardando dalla finestra con aria
divertita.
Le ultime ore di lezione non erano
passate molto velocemente. Finalmente, però, arrivò il momento
tanto atteso da uno degli host: andare al club. Era uno dei pochi
momenti in cui poteva stare con la sua dolce “figliola”, ovvero
Haruhi. Durante il resto della giornata non la vedeva spesso, perché
in classi diverse, e molte volte era preoccupato di ciò che quei
“maledetti” gemelli potevano farle. Fortunatamente durante le ore
del club poteva controllarli e stare con la castana, quindi durante
il resto della giornata non aspettava altro. Erano tutti riuniti
nell’aula di musica numero 3 e al presidente dell’Host Club era
venuta in mente un’altra stupida idea. Voleva far fare a tutti i
membri del club le pulizie dell’aula, come sostegno ad Haruhi, che
era una povera plebea che non poteva permettersi delle cameriere.
Naturalmente nessuno aveva accettato quest’assurda idea del lord,
quindi lo avevano lasciato solo nella stanza a pulire, visto che
aveva mandato via le cameriere, e ognuno girava per la scuola, in
attesa che l’Host Club aprisse. La castana era andata a comprare
dell’altro caffè istantaneo, che finiva molto velocemente,
affermando di non volere nessuno con sé. Honey e Mori erano in mensa
a mangiare dolci, ovvero, il biondo mangiava, mentre il moro stava lì
a fargli compagnia. Kyoya si stava occupando di alcune spese che il
club portava e i due gemelli giravano per i corridoi della scuola,
senza avere niente da fare.
-Tsk! Certo che il lord ne ha d’idee
strambe, vero Kaoru?-
Il rosso annuì.
-E ora che facciamo? Non c’è niente
d’interessante qui in giro…-
Continuò a lamentarsi Hikaru, mentre
il fratello lo ascoltava distrattamente. La situazione che si era
creata era un po’ assurda e sperava che si risolvesse nel migliore
dei modi. I suoi pensieri, però, furono interrotti da un’improvvisa
emergenza.
-Ehm…Hikaru…devo andare in bagno,
mi aspetti qui vero?-
L’altro sospirò.
-Certo, non ti serve mica l’aiuto…-
Così Kaoru sparì nel corridoio,
lasciando un annoiato Hikaru da solo. Il ragazzo si mise a guardare
fuori dall’enorme finestra. Quel giorno in cielo non c’era
nessuna nuvola e il leggero vento muoveva le foglie in modo
armonioso. Il rosso si accorse che fuori, nel giardino della scuola,
c’era una ragazza a lui molto familiare con indosso l’uniforme
delle medie e con i lunghi capelli dorati che si muovevano al vento.
Chissà che ci faceva lì tutta sola. Mah, non era affar suo.
All’improvviso, però, gli venne in mente come far passare la noia.
A passo svelto si diresse da Konata, facendo attenzione a non farsi
vedere dalla ragazza. Quando la raggiunse, si accorse che non era da
sola, insieme a lei c’era un ragazzo dai capelli castani che non
somigliava neanche lontanamente a Yu. Il rosso decise di nascondersi
dietro una colonna per vedere cosa combinavano quei due. La bionda
cominciò a parlare.
-Quindi…tu saresti Yoshi Rikudo,
quello che mi ha scritto questa lettera d’amore-
Disse al ragazzo mostrando la lettera
che teneva in mano e lui annuì.
-Se non sbaglio tu sei anche un mio
compagno di classe giusto?-
Il ragazzo rispose in modo affermativo
anche a questa domanda. La bionda sospirò.
-Senti, mi dispiace ma…io ho già un
ragazzo-
Hikaru rimase di sasso e con lui anche
il castano che, dopo essersi scusato, se ne andò via. Quando ormai
era lontano Konata si voltò verso il rosso e gli fece cenno di
uscire dal suo nascondiglio. Lui si avviò verso la ragazza, un po’
imbarazzato.
-Ho fatto troppo rumore eh?-
Lei annuì scocciata.
-Si può sapere perché t’interessi
così tanto della mia vita? Sembri mio fratello-
Hikaru non rispose subito. In realtà
non sapeva nemmeno lui perché si trovava lì. Poi, facendo finta di
niente sbuffò.
-Ecco…mi annoiavo, poi ti ho vista
qui, da sola e…ho pensato di farti uno scherzo-
Infondo, ciò che aveva appena detto,
non era del tutto sbagliato. A quel punto però, la ragazza
s’infuriò.
-Mi hai forse preso per un giocattolo?
Sei proprio un bambino…-
L’Hitachiin rimase un po’ male di
quello che la bionda aveva detto, ma si ricompose subito.
-Guarda che io sono più grande di te
ragazzina, e poi io ti faccio quello che mi pare…-
Konata sgranò gli occhi.
-Aiuto! Allora aveva ragione Yu! Tu
vuoi violentarmi!-
-Ehi, ma che cavolo dici? Non
violenterei mai una racchia come te! Non capisco proprio come il tuo
ragazzo ti sopporti!-
-Io non ho nessun ragazzo, scemo!-
A quel punto il cuore di Hikaru perse
un battito. Allora Konata era ancora “disponibile”. Scosse la
testa per scacciare quegli strani pensieri. Ma che gli era preso? Era
solo una stupida ragazzina. Le sorrise e le diede una pacca sulla
testa.
-Guarda che non si dicono le bugie-
Lei sbuffò.
-Era per non farlo soffrire più di
tanto…non potevo certo dirgli “Scusa, ma i ragazzi che dicono di
amare una persona anche se l’hanno appena conosciuta li trovo
insopportabili!” –
-E perché no scusa? Infondo gli dici
il vero…-
-Mpf, tu non capisci niente di
sentimenti…-
Rimasero un po’ in silenzio, infine
il rosso aggiunse:
-Senti, domani puoi venire nella mia
classe e prendere il fermaglio-
La ragazza lo guardò con una faccia
strana. Non si aspettava certo una frase del genere.
-Puoi venire all’ora di pranzo…-
Lei gli annuì. All’improvviso
esclamò:
-Potremmo mangiare tutti insieme, che
ne dici? Preparo io il bento per tutti-
Hikaru osservò la faccia sorridente di
Konata per un po’.
-Va bene, fai come ti pare…-
Non voleva ammetterlo, ma era davvero
felice della proposta della bionda.
-Però per Haruhi non lo fare, se lo
porta sempre da casa…-
-Ok…ah, ma…ora che ci penso…dov’è
il tuo gemello?-
Il rosso sussultò a quella domanda.
-Oh cavolo…mi sono scordato di
Kaoru…-
E detto questo corse via, mentre la
bionda lo salutava con la mano.
-Ciao a domani!-
Lui rispose con un cenno della mano e
se ne andò, lasciando la ragazza da sola. Prima di avviarsi anche
lei alla ricerca del fratello, si toccò la testa nello stesso punto
in cui Hikaru le aveva dato una pacca. Aveva provato una bella
sensazione al tocco del ragazzo. Arrossì dei suoi stessi pensieri.
In fondo era solo uno stupido dongiovanni.
Ringrazio chi segue e chi ha messo la storia nelle preferite e/o seguite^^ |
Ritorna all'indice
Capitolo 6 *** Un allegro pic-nic ***
6. “Un allegro pic-nic”
-COSA?-
-Yu, non urlare! Stanno tutti dormendo
a quest’ora…-
-E perché non ci vai anche tu, scusa?-
-Uffa fratellone! Ma sei sordo? Ti ho
appena detto che non posso, devo preparare i bento per domani-
-Sì, lo avevo capito, ma perché non
ti fai aiutare da qualcuno? Abbiamo un sacco di cameriere!-
La biondina scosse la testa, non voleva
essere aiutata da nessuno, in fondo, era brava a cucinare.
-Posso farcela da sola, non sono mica
impedita!-
Il castano sospirò. Era stanco e non
aveva voglia di continuare a discutere, tanto Konata avrebbe fatto lo
stesso come voleva lei. Si mise a osservare le scatole per il pranzo
che erano sul tavolo. In totale erano otto, e sei erano già state
preparate. Osservò la sorella che preparava gli onigiri tutta
contenta. Non vedeva l’ora di poter pranzare con la sorella per la
prima volta dopo tanto tempo. A lui, invece, questa cosa irritava
molto. Sì, gli faceva piacere mangiare con Haruhi, ma se lei li
aveva evitati in continuazione, stava a significare che non voleva
averci a che fare più niente. Poi, come se questo non bastasse, con
loro avrebbero pranzato anche quei sei donnaioli. Mah, bè, ormai il
danno era fatto e non si poteva tornare più indietro. Avrebbero
mangiato insieme, tutti e nove. All’improvviso, Yu si risvegliò
dai suoi pensieri.
-Konata, domani saremo in nove giusto?-
La ragazza annuì, mentre continuava a
preparare il pranzo per il giorno seguente.
-Ah, fratellone…tranquillo per i
bento, Haruhi se lo prepara per conto suo, come sempre-
Detto questo, finì di preparare i
bento in silenzio, mentre il fratello la osservava, pensando alla
reazione della ragazza dopo aver scoperto con chi avrebbe pranzato.
I gemelli e la castana si trovavano in
classe. Le lezione sarebbero cominciate tra breve e intanto stavano
lì a chiacchierare. Il rosso non aveva ancora detto niente a Haruhi
sulla loro pausa pranzo, perché non sapeva che reazione aspettarsi.
Ne aveva parlato al gemello e lui gli aveva assicurato che ne
avrebbero parlato insieme alla ragazza.
-Haruhi, oggi che programmi hai per il
pranzo?-
-Bè, ho il mio bento, quindi credo che
mangerò in classe…-
-Perché invece non pranziamo tutti
insieme? Fuori, sul prato della scuola-
La ragazza guardò stranita i due
rossi. Avevano portato anche loro un bento? Comunque mangiare
all’aperto non le dispiaceva e non si sarebbe liberata di loro con
un semplice “no”, quindi decise di accettare la proposta dei
gemelli.
-Va bene, pranzerò con voi-
-Perfetto…ah e non ti dispiace se ci
sono anche i tuoi fratelli, vero?-
-Co…come? Konata e Yu mangeranno con
noi?-
Stava iniziando a irritarsi, con tutta
la fatica che aveva fatto per evitarli!
-Bè sì…devo ridare questo a tua
sorella-
Detto ciò tirò fuori dalla tasca il
fermaglio d’oro bianco. La castana guardò l’oggetto, come poteva
averlo lui? Konata non se ne separava mai, era un oggetto troppo
importante.
-Perché ce l’hai tu?-
-Le era caduto quando è venuta a
trovarci al club…-
Haruhi disse soltanto un semplice “ah”
che la campanella suonò. Ognuno si mise al proprio posto e la
lezione cominciò. La castana aveva lo sguardo fisso sul banco e
pensava al suo incontro con i due fratelli. Quando li aveva rivisti
per la prima volta aveva provato tante cose diverse: rabbia, gioia,
dolore, felicità... Però, tra tutti questi sentimenti, aveva
prevalso la rabbia. La seconda volta, nel corridoio, aveva avuto
paura, paura di poter parlare con loro, quindi era scappata via.
Questa volta, invece, non sapeva come comportarsi. In fondo, una
piccola parte di lei voleva rivederli. Per tutto il tempo, continuò
a pensare cosa doveva fare, senza seguire la lezione, ma non era
l’unica. Anche una ragazzina delle medie non riusciva a sentire una
parola di quello che il professore diceva. Era felice, felicissima, e
osservava con impazienza le lancette dell’orologio, in attesa della
tanto agognata pausa pranzo.
Finalmente la campanella suonò e
Konata si diresse impaziente fuori dalla classe, con la busta dei
bento in mano. Durante le lezioni si era ripassata il percorso da
fare per arrivare alla classe della sorella e, zigzagando fra i vari
alunni raggiunse la sua meta: la 1^A. Rimase per un po’ fuori dalla
classe, per riprendere fiato, poi entrò. Nell’aula erano rimasti
solamente i due rossi e la castana seduti ai rispettivi banchi. Fu
Kaoru che la vide per primo e le sorrise gentilmente.
-Ciao Konata-
-Ciao, ehm…Kaoru, giusto?-
Il ragazzo annuì, senza smettere di
sorridere alla ragazza, la quale si sentiva molto imbarazzata. Anche
gli altri due si accorsero della bionda, che si stava avvicinando al
terzetto.
-Ciao Haru-chan…ciao Hikaru-
Il rosso fece un cenno con la testa,
come risposta al saluto della biondina, mentre la castana sussurrò
un debole “ciao” alla sorella.
-Gli altri?-
-Stanno per arrivare, credo, comunque
se vuoi puoi anche sederti…-
Le rispose velocemente Hikaru. Non lo
sapeva neanche lui, ma in quel momento si sentiva un po’ in
imbarazzo. Posò la busta per terra e si mise a sedere anche lei, in
attesa degli altri ragazzi. Nella stanza vi era silenzio, perché
nessuno dei quattro sapeva cosa dire, ma questa pace fu spezzata
dalla voce del lord che, con gli altri, aveva raggiunto gli amici.
-Salve a tutti!-
Esclamò con un sorriso a trentadue
denti. Konata gli aveva sorriso, mentre gli altri non lo avevano
nemmeno considerato. La bionda si alzò per prima e si diresse verso
la porta cercando suo fratello che, stranamente, non tardò ad
arrivare e andò subito dalla sorella. Non gli piaceva quella
situazione, c’erano troppi ragazzi per i suoi gusti.
-Bene, visto che ci siamo tutti
possiamo andare a mangiare-
Aveva affermato un allegro Tamaki
intanto che Haruhi prendeva il suo bento, il quale fu messo nella
busta che aveva portato la ragazza bionda.
-Dammi Konata la porto io-
Ma lei scosse la testa alla proposta di
Yu.
-Posso farcela anche da sola grazie-
Il ragazzo non insistette. Così, i
ragazzi si diressero fuori dal grande edificio per raggiungere il
prato. Si sedettero per terra e la ragazzina diede a ognuno il bento
che lei stessa aveva preparato. Non volendo essere troppo appiccicosa
verso la sorella maggiore decise di non sedersi vicino a lei, ma si
mise tra il fratello e un ragazzo biondo alto quasi quanto lei, lui,
però, frequentava il terzo anno delle superiori. La castana, invece,
era seduta tra il biondo psicopatico, come affermava a volte Yu, e
Hikaru, quello stupido che le aveva preso il suo preziosissimo
fermaglio. Giusto, il fermaglio! Ancora non glielo aveva restituito.
Smise di mangiare e si rivolse al rosso:
-Ora che mi ricordo…-
Lui alzò la testa dal suo bento che,
doveva ammetterlo, era delizioso, e la guardò interrogativo.
-Devi ancora restituirmi il mio
fermaglio-
-Ah, quello…spiacente, l’ho venduto
e non ci ho ricavato quasi nulla-
Il castano lo fulmino con lo sguardo,
invece Konata mantenne la calma.
-Spiritoso…ora ridammelo-
Lui sbuffò e riprese a mangiare il suo
pranzo, sotto gli sguardi di una spazientita biondina.
-Se non me lo restituisci lo prendo io-
Lui sorrise, in segno di sfida.
-Provaci…mocciosa…-
A quel punto la ragazza perse la calma.
Si alzò di scatto e per poco non saltò addosso al rosso. Fu fermata
dal fratello, che la teneva per il polso e dalla voce della sorella
maggiore.
-Konata siediti e tu, Hikaru, ridalle
il fermaglio-
Il ragazzo non poté rifiutare. Lo
sguardo impassibile di Haruhi non ammetteva repliche. Tirò fuori
dalla tasca il fermaglio e lo lanciò alla ragazza, che lo prese al
volo. Improvvisamente, Tamaki, che se n’era stato zitto per tutto
il tempo, cominciò a parlare.
-Allora ragazzi, che ne dite se oggi
andiamo a visitare qualche negozietto plebeo? Potremmo recarci anche
al karaoke, no? L’ultima volta ci siamo divertiti tantissimo!-
Il ragazzo con gli occhiali rispose per
primo.
-Scordatelo io non vengo-
Non aveva più voglia di visitare i
posti dove andavano i ragazzi plebei. Già era una tortura fare uno
stupido pic-nic alla maniera plebea! C’era andato solamente perché
non voleva inimicarsi i due Toriyama, in fondo, facevano parte di una
delle più importanti famiglie che guadagnava sulla produzione di
vestiti e in altri campi molto importanti. La loro amicizia sarebbe
servita e, forse, avrebbero potuto ripagare anche il debito della
sorella.
-Anche noi non possiamo Tama-chan, io
ho gli allenamenti di karate e Takashi di kendo…-
Era stato il senpai biondo a parlare e
quello moro aveva annuito, come da conferma. I due fratelli Fujioka
rimasero un po’ stupiti di quell’affermazione.
-Come? Tu fai karate?-
Era stata Konata a parlare e lui aveva
scosso il capo in segno di assenso.
-Ma è fantastico! Allora potresti
insegnarmi qualche mossa, devi sapere che faccio karate anche io-
Hikaru per poco non soffocò. Faceva
karate? Non se lo sarebbe mai aspettato, era solamente una ragazzina.
-Va bene Kona-chan, e dimmi, ti
piacciono anche i coniglietti?-
Disse mentre le porgeva il suo peluche
rosa. La ragazza osservò il pupazzo, com’era carino!
-Ma…ma è bellissimo!-
Il ragazzo sorrise. La bionda gli stava
veramente simpatica. Assomigliava moltissimo alla sorella.
-Comunque neanche io posso oggi, ho una
specie di…ehm…possiamo definirlo un appuntamento-
Confessò la ragazza.
-Però potremmo vederci tutti insieme
un’altra volta, che ne dite?-
Il lord annuì, contento della proposta
e Haruhi grugnì un “vedremo”. Gli altri annuirono, meno Hikaru,
che si chiedeva con chi poteva vedersi la bionda, forse se n’era
trovato un altro… Decise di non pensarci, tanto a lui non gliene
importava nulla, e quando la campanella suonò si diressero tutti
verso le rispettive classi.
Oramai erano le cinque passate e i due
gemelli stavano varcando il grande cancello per dirigersi verso la
limousine. A scuola erano rimasti solamente i ragazzi dei vari club
sportivi e le rispettive ammiratrici. Mentre stavano uscendo dal
cancello Hikaru sentì delle risatine provenienti da due ragazzi
biondi che stavano a poca distanza da lui. Riconobbe subito uno dei
due: era Konata. Però, il ragazzo biondo non lo aveva mai visto. I
due stavano ancora ridacchiando e non si erano accorti che il rosso
li stava osservando. Cosa avevano da ridere tanto? Kaoru si accorse
che il fratello si era fermato e cercò di capire cosa stava
guardando.
-Ah…c’è Konata…andiamo a
salutarla Hikaru?-
Il rosso come risposta si avviò verso
i due biondi e il gemello lo seguì a ruota. Mentre si avvicinava, i
due smisero di ridacchiare, perché si erano accorti che il ragazzo
li aveva notati. Fu Konata la prima a parlare.
-Ciao Kaoru…ciao Hikaru-
-Ciao Konata, come mai qui?-
-Stavo aspettando mio fratello…-
Intanto che la bionda e Kaoru
parlavano, il suo gemello osservava il biondo che era insieme alla
ragazza. Lei se ne accorse e si affrettò a fare le presentazioni.
-Lui è Kei Adachi…-
Il ragazzo sorrise al rosso che lo
guardava male.
-Tu dovresti essere Hikaru giusto?-
-Tu come fai a sapere chi sono?-
Il biondino si mise a ridere.
-Avevi ragione tu Kona-chan, il ladro
di fermagli non è per niente gentile…-
L’Hitachiin s’irritò. Come poteva
chiamarlo ladro di fermagli?
-Comunque non preoccuparti Kona-chan,
io ti proteggerò sempre, ricordatelo…-
Detto questo, le passò un braccio
intorno alle spalle e la avvicinò a sé.
-Oh grazie Kei-chan, per fortuna che ci
sei tu!-
E si mise a ridere insieme al ragazzo.
Hikaru non ce la faceva a sopportare tutto questo. Chi cavolo era
quel Kei?
-Ma voi due state insieme?-
I due si misero a ridere ancora di più
alla domanda di Kaoru, che li guardò confuso non capendo cosa avesse
detto di tanto buffo. Fu Kei il primo a parlare.
-Mamma mia! Non ridevo così tanto da
un bel po’ di tempo…comunque è impensabile che io mi metta con
questa qui: primo, Yu mi ucciderebbe all’istante e secondo…sono
troppo bello per stare con una come lei-
I due gemelli lo guardarono, pensando
che forse quel ragazzo aveva qualche rotella fuori posto.
-Ma allora come mai mi conosci?-
-Bè perché Kei-chan è il mio
migliore amico, quindi gli racconto tutto quello che mi capita e lui
fa lo stesso con me. Oggi avevamo deciso di uscire insieme, ma poi,
pensando che con Yu ci saremmo divertiti di più, abbiamo deciso di
aspettarlo…-
-…poi abbiamo visto te e tuo fratello
che uscivate da scuola, e Kona-chan mi ha indicato il famoso ladro di
fermagli…-
Hikaru avrebbe voluto strozzarlo. Chi
gli dava il permesso di chiamarlo con quello stupido soprannome? Poi
notò che i due erano vestiti in maniera abbastanza strana. La
biondina indossava dei pantaloncini bianchi, una maglietta a maniche
corte di colore rosa e delle ballerine, il ragazzo, invece, indossava
dei jeans, una maglietta bianca e delle scarpe da ginnastica. Tutto
ciò non si addiceva a dei ragazzi di famiglie importanti. I due
notarono gli strani sguardi del rosso.
-Ehi, cos’hai da guardare? Non dirmi
che vorresti provarci con Kona-chan?-
Il ragazzo arrossì un poco a quella
domanda e la bionda ebbe la stessa reazione.
-Ma…ma che cavolo dici? A me lei non
piace per niente…-
Konata ci rimase un po’ male per
quella risposta, anche se in realtà non sapeva neanche lei il
motivo.
-Solo che…non riesco a capire perché
siate vestiti in questo modo?-
Kei lo guardò interrogativo.
-Cosa vorresti dire scusa? Io mi vesto
così tutti i giorni…-
A quel punto la ragazza decise di
prendere parola.
-Devi sapere che Kei-chan è un normale
ragazzo di città, quello che voi chiamate un plebeo…-
-Ehi Kona-chan non esagerare…-
-Ma è vero Kei-chan…-
Lui sbuffò.
-Comunque al karaoke ci vieni anche tu,
e quello è una cosa da plebei, no?-
-Bè sì ma…-
-Al karaoke? Una volta ci siamo andati
anche noi vero Hikaru?-
Il fratello annuì.
-Una volta dovete venire anche voi con
noi, così sentirete Kona-chan cantare…-
-Perché? È stonata come una campana?-
La ragazza fece la linguaccia a Hikaru
e in quel momento arrivò Yu con il borsone del basket in spalla.
-Ah, Konata, Kei, ma che ci fate qui?-
La sorella gli rispose sorridendo.
-Ti abbiamo aspettato per andare al
karaoke tutti insieme…-
Il castano si voltò verso i due
gemelli.
-E loro?-
-Ci hanno fatto compagnia per un po’…-
Kaoru guardò l’orologio.
-E ora dobbiamo proprio andare…ciao
ragazzi ci si vede-
Detto questo se ne andò seguito dal
gemello che salutò il terzetto con un cenno della mano.
-Certo che quell’Hikaru è davvero
strano…-
-Cosa vorresti dire Kei-chan?-
-Bè, in vita mia, non ho mai
conosciuto un ragazzo che non fosse interessato a te Kona-chan…-
-Ma…ma cosa dici? Non sono mica bella
come te…-
E si misero a ridere. Yu li guardò
scocciato. Possibile che non si stancassero mai? E mentre
percorrevano la strada per il karaoke la bionda chiese al fratello se
il giorno seguente potevano andare a trovare Haruhi e il padre. Il
ragazzo acconsentì con un cenno del capo. D’altro canto, voleva
rivedere anche lui suo padre. In quel preciso momento, i gemelli
ricevettero un messaggio dal lord che li informava che il giorno
seguente sarebbero andati a trovare la sua adorata “figliola”.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 7 *** Otosan ***
nota: Otosan vuol dire padre, papà
7. “Otosan”
Era una calda domenica di maggio e
Konata e Yu si stavano dirigendo verso casa Fujioka. Avevano deciso
che quel giorno avrebbero fatto visita al padre e alla sorella, così,
dopo pranzo, si erano incamminati verso la loro vecchia casa portando
con sé qualche dolcetto. Quel giorno la bionda indossava un vestito
rosa con dei fiorellini bianchi che le arrivava fino al ginocchio,
delle ballerine bianche e, naturalmente, il suo prezioso fermaglio.
Il castano, invece, indossava dei pantaloncini neri lunghi fino al
ginocchio, una maglietta nera con sopra un teschio e un cappellino,
anch’esso nero.
-Spero proprio che la nostra visita
faccia piacere alla sorellona e a papà! Non vedo l’ora di
rivederlo dopo tanto tempo! Chissà se ci riconoscerà, eh Yu?-
-Chi può dirlo…-
-Comunque fratellone, potevi metterti
qualcosa di più allegro! Tutto vestito di nero sembra che tu stia
andando a un funerale-
-Ah…smettila Konata…-
Lei sbuffò. La domenica il fratello
era più pigro del solito! Finalmente arrivarono a destinazione,
salirono le scale e suonarono al campanello.
-Quanti ricordi…-
Yu si limitò ad annuire mostrando un
debole sorriso. La porta si aprì e qualcuno spuntò dall’interno.
Inizialmente non riuscirono a capire se era un uomo o una donna.
Aveva dei lunghi capelli rossi legati in una coda e un po’ di
barba. Credendo di aver sbagliato porta, il castano sbirciò il nome
sul campanello, e su quello c’era scritto proprio “Fujioka”.
-Otosan…-
L’uomo guardò i due interrogativo.
Gli ricordavano qualcuno di molto familiare.
-Ko…Konata? Yu? Siete proprio voi?-
La ragazza sorrise a Ranka e lui,
istintivamente, abbracciò i due ragazzi. Konata e il padre erano sul
punto di piangere, mentre il castano malediceva tutti quei
convenevoli. Il padrone di casa invitò i due figlioli a entrare per
prendere un tè e parlare con calma. Era felicissimo di poter
rivedere i figli. Li fece accomodare nella piccola sala da pranzo,
dove vi era l’altare dedicato alla madre.
-Mamma, siamo tornati a casa…-
Yu osservò la foto della madre.
Sorrideva, e il suo sorriso era simile a quello di Konata e Haruhi.
Ranka servì il tè ai due ragazzi. Si sedettero al tavolino che era
in soggiorno, il padre a capotavola, vicino a lui il castano e infine
la biondina. Ognuno sorseggiò un po’ di tè prima di cominciare a
parlare.
-Ti trovo bene papà, sono molto
contenta, ma dimmi, Haruhi dov’è?-
L’uomo posò la tazza.
-È uscita a fare la spesa…eheh…dovete
sapere che ora vostra sorella si occupa di ogni cosa, non mi fa fare
quasi niente eheh!-
Detto questo guardò sorridente i due
ragazzi. Com’erano cresciuti. Era così felice di poterli rivedere,
aveva tanto atteso questo momento.
-Sono così felice che siate venuti a
trovarmi ragazzi…-
Di risposta i due sorrisero.
-Anche noi papà…ma, come mai
hai…sì…insomma…-
Yu finì la frase della sorella:
-Come mai sei vestito da donna?-
Ranka s’imbarazzo un poco a quella
domanda così diretta. Dopo un breve momento di silenzio, l’uomo si
decise a spiegare tutto ai figli.
-E questo è quanto, spero che non mi
odiate per questo…-
La bionda lo guardò stupita.
-Perché dovremmo odiarti papà?
Finalmente dopo tanto tempo ti rivediamo! Non c’importa niente cosa
sei diventato, per noi rimarrai sempre il nostro papà-
Il castano annuì, come per confermare
ciò che aveva detto la sorella. I tre cominciarono, poi, a
raccontare tutto ciò che era successo loro in tutti questi anni.
-E così ti vedi ancora con il tuo
amichetto d’infanzia Konata?-
-Sì papà, io e Kei ci troviamo quasi
tutti i fine settimana…è divertente passare le giornate in sua
compagnia-
-Mi ricordo che eravate inseparabili
voi due e che combinavate sempre disastri-
La bionda rise.
-Sì papà, ma ora siamo cresciuti, non
siamo più dei bimbetti…-
In quel momento qualcuno suonò il
campanello.
-Dovrebbe essere Haruhi…-
-Vado io ad aprirle!-
Disse la bionda alzandosi e dirigendosi
verso la porta. Stava sfoggiando un sorriso a trentadue denti. Chissà
che reazione avrebbe avuto la sorella. Quando aprì, però, non si
ritrovò davanti la ragazza castana, ma i suoi amici host. Il primo
che notò fra tutti fu uno dei gemelli.
-C…che ci fai TU qui, ladro di
fermagli?-
Chiese puntando il dito contro
l’Hitachiin.
-Siamo venuti a trovare Haruhi…Tu
piuttosto che ci fai qui?-
-Io sono venuta a trovare mia sorella e
mio padre-
In quel momento Yu si stava avvicinando
all’entrata.
-Konata smettila di urlare! Vuoi che ti senta tutto
il quartiere?-
-Ma fratellone…-
-È da maleducati far rimanere degli
ospiti sulla porta di casa-
La bionda sbuffò e fece cenno ai sei
di entrare. Si avviarono verso la sala, dove vi era il padre e si
accomodarono. La ragazza finì tra il fratello e Hikaru.
-Mi spiace per voi ma Haruhi non è qui
al momento-
Il lord rispose sorridendo a Ranka:
-Non si preoccupi, possiamo benissimo
aspettarla qui-
-Allora vado a preparare dell’altro
tè….-
-Fermo papà, vado io-
Disse la ragazza alzandosi di scatto e
dirigendosi verso la cucina.
-Ehi ragazzina-
Si voltò stizzita verso il rosso che
le lanciò un sacchetto con dentro del tè occidentale.
-Usa questo, è un regalino per Haruhi-
Sbuffò.
-Grazie…-
Dopo che lo ebbe preparato, lo servì
ai ragazzi e si sedette di nuovo.
-Allora Konata, lo hai trovato il
fidanzato?-
Per poco la ragazza non si strozzò. Yu
guardò male il padre.
-No…non ce l’ho papà…non sono
questa gran bellezza…-
L’Hitachiin la guardò stupito.
Eppure aveva ricevuto una dichiarazione l’altro giorno. La bionda
si voltò verso il fratello.
-E poi QUALCUNO dice che sono troppo
piccola per queste cose-
Il castano sbuffò.
-Non voglio mica permettere che qualche
maniaco ti si avvicini!-
Lei sospirò e guardò male il
fratello.
-Però a volte sei troppo
possessivo…fortunatamente almeno Kei me lo fai vedere-
-Perché Kei è uno stupido…-
-Non parlare male di lui! È una
persona meravigliosa!-
-Sese…-
-A me quel Kei pare un idiota
qualunque…-
Si voltò verso il rosso che aveva
parlato.
-E tu che ne sai?-
Sorseggiò il tè e non rispose. La
ragazza s’infuriò.
-Non ti permetto di parlar male del mio
miglior amico! Kei è una persona tanto dolce quanto gentile e
simpatica…-
Si fermò. Il ragazzo non la stava
ascoltando, era voltato verso il fratello.
-Ehi, Hikaru! Almeno guardami se ti
parlo!-
Lui si voltò di scatto. Lei arrossì
un poco alla vista di quegli occhi marroni così penetranti.
-Senti io non voglio perdermi in
chiacchiere con te ragazzina, capito?-
-Non chiamarmi ragazzina! Ho un nome!-
-Ma sei pur sempre una ragazzina…-
Continuarono a litigare finché la
porta dell’ingresso si aprì e Haruhi entrò in casa.
-SORELLONA!!!!!-
-HARUHI!!!!!-
La bionda saltò addosso alla sorella,
mentre il lord e i gemelli le andarono in contro. La castana cercò
di capire quello che le stava succedendo. Guardò interrogativa la
sorellina che le si era attaccata al collo.
-Konata? Che ci fai qui?-
La ragazza sciolse quella specie di
abbraccio e sorrise.
-Siamo venuti a trovare te e papà!-
Haruhi si voltò verso Tamaki e lo
guardò scocciata. Dovevano romperle anche di domenica?
-E voi?-
-Anche noi siamo venuti a trovarti!
Abbiamo portato anche delle torte!-
Dissero i due Hitachiin in coro e Honey
mostrò alla ragazza una scatola. Sospirò. Impossibile passare una
normale giornata di vacanza. Si diresse verso la cucina.
-Preparo del tè allora…-
Konata la precedette e le si parò
davanti.
-Non preoccuparti sorellona, lo preparo
io-
La ragazza non ebbe il tempo di
ribattere. Yu la trascinò in soggiorno e la fece sedere al tavolo,
intanto la bionda tagliò i dolci che avevano portato gli host e li
mise in un piatto. Servì il tutto ai ragazzi e si mise a sedere tra
sua sorella e Hikaru. Il rosso la guardò male.
-Spostati ragazzina-
Fece finta di niente e il ragazzo
s’irritò.
-Ehi Konata, levati da qui-
Si voltò e lo guardò con aria
innocente.
-Perché? Io voglio stare accanto a mia
sorella e di sicuro non cederò il posto a te-
Disse facendogli la linguaccia.
-Stupida ragazzina!-
-Konata finiscila…-
-Scemo!-
-Konata…-
-Mocciosetta!-
-VOLETE FINIRLA Sì O NO?-
Si voltarono verso la castana. Si era
arrabbiata.
-Non comportatevi come dei bambini!-
La bionda indicò il rosso e il rosso
indicò la bionda.
-È tutta colpa sua!-
Si colpì la fronte con la mano,
rassegnata, poi si voltò verso il fratello.
-Yu, dì qualcosa anche tu-
-Questa torta è buonissima-
Disse mentre mangiava il dolce con le
fragole. Mitsukuni gli sorrise.
-Sono contento che questi dolci siano
di vostro gradimento!-
Haruhi guardò male il castano.
-Intendevo qualcosa di utile…-
Il ragazzo sorseggiò il suo tè, poi
si rivolse alla sorellina.
-Konata non dovevi dire qualcosa a
Haruhi?-
La castana si volse interrogativa verso
la bionda, la quale diede le spalle al rosso.
-Ah, già…Haru-chan, che ne dici di
venire con me, Kei e Yu al karaoke? Ci divertiremo tantissimo!-
La ragazza guardò la sorella
interrogativa e Tamaki esultò.
-Sì, che bello! Andiamo tutti al
karaoke-
La bionda lo guardò interrogativa.
-Non mi sembra di aver invitato anche
te…-
Il ragazzo si mise in un angolino a
fare cerchietti.
-…però se vuoi venire fai pure-
Gli disse sorridendo. Yu guardò male
la sorella.
-Anzi, se volete venire tutti siete
liberi di farlo, in fondo siete gli amici di Haru-chan…-
La castana sospirò.
-Guarda Konata che non so se…-
-È deciso! Sabato l’Host Club andrà
al karaoke!-
Guardò rassegnata il lord. Quando
aveva un’idea in testa, niente poteva fargliela cambiare. E lei che
voleva studiare…
-Bene, allora è deciso. Sono sicura
che Kei-chan ne sarà felicissimo!-
La bionda era contentissima. Era da
tanto che voleva passare una giornata con la sua sorellona. Yu era un
po’ meno entusiasta. Non sopportava quei dongiovanni. Anche Hikaru
non aveva gradito del tutto l’idea, al contrario degli altri.
Trovava insopportabile quella ragazzina dai capelli biondi.
kya10: ti ringrazio per i complimenti^^ e sì, puoi mettere la fic sulla pagina di facebook :) ah, e se vuoi puoi parlarmi di cosa vorresti scrivere te, cercherò di aiutarti^^ ciao e grazie ancora :) |
Ritorna all'indice
Capitolo 8 *** Il ritratto ***
8. “Il ritratto”
I sette host si ritrovavano al club,
nell’aula di musica numero 3, dopo aver passato una “normale”
giornata di inizio settimana. Avevano pranzato insieme a Konata e Yu
con i bento preparati dalla ragazzina. La biondina e il rosso avevano
litigato, come ogni volta che s’incontravano. Fortunatamente Haruhi
era riuscita a fermarli, sennò avrebbero continuato per tutto il
giorno. Adesso, invece, il lord e compari stavano intrattenendo le
ragazze della scuola. Una tranquilla giornata di metà maggio.
Improvvisamente la porta del club si spalancò e apparve la figura
snella di Konata. Indossava una minigonna bianca e una maglietta a
maniche corte di colore rosa pallido con scollatura a V, ballerine
rosa e una borsa a tracolla di colore rosso chiaro quasi rosa. I
capelli biondi erano legati da un fiocco rosso. Cercò la sorella con
gli occhi e la vide seduta a un tavolo che la stava osservando, come
tutti i presenti del resto. Le andò in contro.
-Konata, cosa ci fai qui?-
Disse la castana guardando
interrogativa la sorella. Lei sobbalzò.
-Bè, ecco…sono venuta a trovarti…-
La squadrò.
-Come mai sei vestita così?-
Si mise a ridere istericamente.
-È successa una cosa molto buffa
oggi…adesso Yu è al club di basket ed io dovevo aspettarlo con
Kei-chan, ma…-
-Il tuo amichetto ti ha dato buca, eh?-
La bionda lanciò un’occhiataccia
all’Hitachiin che si era inserito nel discorso.
-In un certo senso…-
-E perché ora sei qui?-
Si voltò verso la castana.
-Perché pensavo di poter rimanere qui
fino a che Yu non esce dal club…per favore Haru-chan-
Disse facendo occhioni dolci alla
sorella.
-Prometto che non darò fastidio-
Haruhi stava per rispondere qualcosa,
ma Tamaki la precedette spuntando con un sorriso sulle labbra.
-Certo che puoi rimanere! Ogni parente
di Haruhi è ben accetto qui! Non farti tanti problemi e vieni a
trovarci quando vuoi-
La ragazzina sorrise al lord.
-Oh, grazie, grazie, grazie! Signor
Tamaki lei è davvero gentile!-
Il ragazzo si mise una mano dietro la
testa.
-Eh, eh…ma non darmi del signore
Konata, visto che sei sorella di Haruhi, puoi anche chiamarmi papà-
La castana sospirò. Ecco che
cominciava con la storia del papà. Dopo qualche tempo aveva
cominciato a denominarsi suo padre, ma lei ne ha già uno. Adesso
aveva iniziato con Konata.
-Papà?-
Lui le annuì e lei lo guardò
dubbiosa. Lei aveva già un papà, anzi due, però non le dispiaceva
averne un terzo. Gli sorrise, quel ragazzo le stava proprio
simpatico.
-Va bene, papà-
A Tamaki s’illuminarono gli occhi. Lo
aveva chiamato papà. Le saltò addosso abbracciandola e
coccolandola. Nel frattempo Haruhi guardava sorpresa la sorellina.
Come aveva potuto dare ascolto al lord? Anche i due Hitachiin avevano
avuto la stessa reazione della castana. Le clienti, invece,
sembravano apprezzare questa sorta di “amore tra padre e figlia”
e a Kyoya ciò andava più che bene. Honey non badava a loro, perché
stava finendo di mangiare delle torte e Mori era in sua compagnia.
-Konata, perché diavolo lo hai
chiamato così?-
La bionda guardò la sorella
interrogativa.
-Come perché? Non lo chiami così
anche tu?-
-Assolutamente no!-
-E perché?-
-Io un padre già ce l’ho!-
-Vabbè però è divertente…-
La castana sospirò rassegnata. Inutile
discutere. Hikaru sbuffò.
-Sei solo una stupida ragazzina…-
Konata lo guardò irritata.
-Si può sapere perché ce l’hai con
me?-
-Perché dai retta a questo scemo-
Disse indicando il biondo.
-Ehi, non insultarlo! Almeno lui non mi
tratta male come fai tu!-
-Ah, e dimmi, come dovrei trattarti?-
-Con un po’ più di rispetto forse?-
-Konata, Hikaru, finitela subito!-
Il rosso sbuffò.
-Hikaru, Tamaki, tornate a intrattenere
le clienti, abbiamo perso già fin troppo tempo…-
I due obbedirono a Kyoya, mentre Haruhi
indicò alla sorella un tavolino vicino alla finestra, dove poter
stare senza dar noia a nessuno.
-Allora, potrai stare qui finché Yu
non avrà finito gli allenamenti, va bene?-
La bionda annuì.
-Ti prometto che non darò fastidio…-
La castana lasciò la sorella, la quale
si mise a guardare fuori dalla finestra. La vista era stupenda! Si
vedeva il grande giardino della scuola. Prese il blocco da disegni e
la matita dalla borsa. Osservò di nuovo il panorama, poi fece una
smorfia. No, non le andava bene. Si voltò e si mise a osservare la
stanza. Forse poteva fare il ritratto a qualcuno. Guardò la sorella
e scosse il capo. Passò in rassegna gli altri host. Il ragazzo con
gli occhiali lo scartò subito. Le faceva un po’ paura. Forse Honey
e Mori…mmm…no, neanche loro andavano bene! Forse il lord. Provò
a fare uno schizzo, ma non le riuscì molto bene, perché il biondo
si muoveva troppo. Si spostò verso qualche altro soggetto. Poi
qualcosa attirò la sua attenzione. Iniziò a scarabocchiare qualcosa
sul foglio. Sì, era riuscita a trovare qualcuno.
Haruhi poggiò il tè sul tavolino dove
stava la sorellina.
-Konata ti ho portato del tè-
La ragazza non rispose, continuava a
tenere lo sguardo sul foglio e a disegnare.
-Konata…-
La biondina alzò lo sguardo verso la
stanza, poi lo riabbassò continuando a scribacchiare. La castana
s’irritò.
-Ehi Konata! Potresti almeno
rispondermi quando ti parlo-
Ancora nessuna risposta. Era
concentrata su quel pezzo di carta. La castana sospirò. Le sembrava
fosse successo qualcosa di simile quando erano piccole, poco prima
che la loro madre si ammalasse. La bionda aveva quattro anni e lei
cinque. Fuori pioveva, loro erano rimaste dentro casa e, non sapendo
che fare, avevano tirato fuori colori e fogli. Haruhi aveva lasciato
il disegno a metà, perché non aveva molta voglia di finirlo,
Konata, invece, non si era mossa finché non l’aveva finito. La
guardò e sorrise. Osservò il foglio e si avvicinò per sbirciare,
ma nel farlo urtò la sorella che sobbalzò.
-Ah! Haru-chan! Che stavi facendo?-
-Stavo guardando il tuo disegno…-
La ragazzina arrossì imbarazzata e
avvicinò il foglio al petto.
-M…mi dispiace, ma non puoi ancora
vederlo…prima preferirei finirlo-
Disse accennando un sorriso.
-E poi non è niente di che…eheh…-
Si mise a ridere istericamente.
Improvvisamente si sentì una melodia provenire dalla borsa della
bionda. La ragazza estrasse il cellulare e guardò il display.
-Ora devo andare sorellona, Yu starà
uscendo dal club-
La castana annuì. Konata raccolse le
sue cose e si avviò velocemente verso la porta, poi si voltò e fece
un inchino.
-Grazie per avermi permesso di
rimanere…ciao a tutti!-
E se ne andò salutando con la mano.
Haruhi sorrise. Certo che sua sorella era proprio strana.
Il giorno seguente la bionda ritornò
al club annunciando che sarebbe rimasta per tutta la settimana,
perché Kei era impegnato fino al giorno del karaoke.
-Mi spiace dovervi disturbare per tutto
questo tempo…-
Tamaki le sorrise.
-Tranquilla, ti abbiamo già detto che
non dai alcun fastidio…-
La ragazza ringraziò e si risistemò
nello stesso tavolino della volta scorsa. Proseguì il suo disegno e,
come la volta prima, se ne andò quando le squillò il cellulare.
Tutto ciò si ripeté fino a venerdì, quando Konata finì finalmente
il suo disegno. Era al solito tavolino, naturalmente, e posò
soddisfatta il foglio sul tavolo. Si stiracchiò le braccia e
controllò il display del cellulare. Era ancora presto per andare da
Yu. Sorseggiò il tè che le aveva portato la sorella e riprese in
mano il foglio osservando ancora il disegno.
-Tu devi essere la sorellina di Haruhi-
La bionda si voltò verso la ragazza
che aveva parlato. Era Renge, la manager del club.
-Sì, mi chiamo Konata…-
La castana le sorrise.
-Io sono Renge, sai, hai preso molto da
tuo fratello, sei graziosa come lui…-
Sorrise imbarazzata. Già, loro
credevano che Haruhi fosse un maschio.
-Grazie…-
L’attenzione della ragazza si posò
sul foglio. Allungò il braccio e lo tolse di mano alla bionda, che
rimase scioccata da quel gesto. Si mise a osservare il disegno e le
si illuminarono gli occhi. La biondina la guardava imbarazzata.
-Ehm…non è niente di che…poi non è
venuto molto bene..non sono bravissima…-
-Questo disegno è super-stupendo!-
Altre ragazze si avvicinarono
incuriosite e Konata avvampò dall’imbarazzo. Qualcuno da lontano
osservava la scena.
-Cosa stai guardando Renge?-
-Guardate questo disegno ragazze-
-Oh, ma è stupendo!-
-Vero? Che cosa darei per averlo!-
-Ma non è tuo?-
Scosse la testa e indicò Konata.
-L’ha fatto lei, è la sorellina di
Haruhi-
La guardarono stupite, lei sempre più
imbarazzata.
-Non è questa gran bellezza...-
-Invece è stupendo! Me lo venderesti?-
-Come?-
-Anche io vorrei comprartelo!-
-Ma veramente non…-
-Potresti farne anche altri?-
-Ah, ma non è…-
-Cosa succede ragazze?-
La bionda sobbalzò. Non aveva sentito
arrivare il rosso.
-Cos’è quel foglio?-
-È un disegno che ha fatto la
sorellina di Haruhi-
I gemelli strapparono di mano a Renge
il pezzo di carta. Konata avvampò. I due Hitachiin si misero a
osservare il disegno. Era un loro ritratto ed era venuto anche molto
bene. I loro volti erano vicinissimi e avevano l’espressione tipica
che usano con le clienti. Hikaru s’irritò.
-Po…potrei riavere il mio fo…-
-Come ti sei permessa di farci il
ritratto senza chiederci il permesso?-
-Ah io veramente…-
-Volevi venderlo a qualche ragazza
della scuola?-
-No io…-
-E poi potevi farlo anche un po’
meglio, sembra uno sgorbio-
La bionda aveva le lacrime agli occhi.
Prese il disegno e corse via. Kaoru guardò male il fratello.
-Si può sapere perché l’hai fatto?-
-Non voglio essere ritratto senza
permesso, e poi poteva farmi un pochino meglio-
-Smettila Hikaru! Il disegno era
bellissimo! La verità è che ti diverti a prenderla in giro e a
litigare con lei-
Hikaru arrossì.
-Non è affatto vero!-
Intanto la castana si stava avvicinando
ai due per sapere dove fosse andata la sorella e, senza volerlo,
sentì il loro discorso. I gemelli si accorsero dell’amica.
-Haru…-
-Perché hai trattato così mia
sorella?-
-Io…-
-Sei uno stupido Hikaru-
E corse a cercare la sorella. Il rosso
la vide allontanarsi, poi la seguì imprecando a bassa voce seguito
dal fratello.
Finalmente Haruhi riuscì a trovare la
sorellina. Era seduta ai piedi di un albero, le ginocchia al petto e
la testa bassa.
-Konata…-
La ragazza alzò lo sguardo.
-Haru-chan, che cosa ci fai tu qui?-
-Sono venuta a cercarti-
-Davvero?-
Annuì. Lo sguardo le si posò sul
disegno. Lo prese in mano e lo osservò. Era davvero fatto bene.
-Non devi dar retta a ciò che dice
quello stupido di Hikaru-
-Invece lui ha ragione, quel disegno è
orribile-
La castana sospirò.
-Non dire così Konata…-
Notò lo sguardo triste della sorella.
-Su, ora fammi uno dei tuoi bellissimi
sorrisi, oppure io domani non verrò al karaoke-
La bionda sbuffò. Fece delle smorfie,
provando a sorridere, ma in quel momento non le riusciva.
-Sembri una befana-
Le ragazze si voltarono verso chi aveva
parlato. I rossi le avevano raggiunte. Konata si voltò dalla parte
opposta.
-Tirati su ragazzina, ti si vedono le
mutande-
Avvampò e si alzò in piedi di scatto.
-Maniaco!-
-Non è mica colpa mia se tu porti le
gonne super-super-corte!-
-Io mi metto quello che mi pare-
E gli fece la linguaccia. Hikaru stette
in silenzio e voltò la testa dall’altra parte.
-Scusa…-
Le ragazze lo guardarono stupite.
-Scusa Konata, sono stato troppo duro
con te…-
La ragazza lo guardò, poi sorrise, gli
andò incontro gli diede una pacca sulla spalla.
-Non importa…maniaco-
-Smettila di chiamarmi maniaco!-
-Maniaco, maniaco!-
-Io ti strozzo Konata-
-Prima devi riuscire a prendermi-
Si mise a correre inseguita dal rosso.
Haruhi e Kaoru sorrisero nel guardarli. Sì, quei due si divertivano
un mondo a litigare.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 9 *** Karaoke ***
9. “Karaoke”
-Non vedo l’ora di sentir cantare la
mia cara Konata!-
-Sicuramente sarà stonata come una
campana-
-Dai Hikaru non dire così!-
-Io spero ci siano tantissime torte!-
I sei host si stavano recando a casa di
Haruhi, per poi andare al karaoke con l’amica e gli altri. Quando
furono davanti all’edificio, scesero dalla limousine e iniziarono a
salire le scale. Tamaki suonò il campanello e dopo poco la castana
aprì la porta.
-Ah, siete arrivati…-
-Ciao Haruhi!-
Salutarono i ragazzi sorridendo.
-Finalmente! Ce ne avete messo di
tempo!-
Il sorriso del rosso scomparve. Konata
era spuntata da dietro la sorella e al suo fianco c’era quello
scemo di Kei.
-Siamo arrivati prima possibile
ragazzina-
Lei sbuffò.
-Bè potevate fare prima…-
Disse guardando male il rosso. La
castana sospirò. Ogni momento era buono per litigare.
-Ma ora muoviamoci, visto che ci siamo
tutti, possiamo andare al karaoke, eh Kona-chan?-
Domandò Kei introducendosi nel
discorso. La ragazza lo guardò e annuì sorridendo, poi si voltò
verso Yu, che era seduto al tavolino col padre.
-Andiamo fratellone…-
Il ragazzo si alzò e raggiunse la
sorella e gli altri, poi, dopo aver salutato Ranka, uscirono in
strada.
-Possiamo prendere la limousine-
Propose il lord indicando la macchina
che era parcheggiata di fronte casa Fujioka. La bionda scosse la
testa.
-Il locale non è lontano, possiamo
andarci a piedi-
Detto ciò si avviò trascinando la
sorella per il braccio. Gli altri le seguirono. Kei camminava di
fianco alla ragazzina bionda, Yu era stato preso di mira da Tamaki,
che aveva iniziato a parlare allegramente con lui, peccato, però,
che il castano non lo ascoltasse. I gemelli e gli altri erano dietro
la bionda. Il rosso stava osservando i vestiti della ragazzina.
Indossava dei jeans corti che le arrivavano sopra il ginocchio, una
maglietta a maniche corte a spalle scoperte di colore grigio e delle
scarpe da ginnastica. Anche se era maggio, quei vestiti erano fin
troppo corti.
-Ehi ragazzina, prenderai freddo
vestita in quel modo-
Lei si voltò e gli fece la linguaccia.
Hikaru la guardò male.
-Guarda che lui ha ragione, Konata-
La ragazza guardò la sorellona.
-Non preoccuparti Haru-chan, non mi
ammalerò mica per così poco-
Poi si voltò verso Kei.
-Non vedo l’ora di arrivare al
karaoke!-
-Già, fortunatamente manca poco-
Hikaru volle introdursi nella
discussione.
-Anche io sono molto impaziente, voglio
sapere quanto è stonata la nostra cara Konata-
Lei si voltò verso il ragazzo.
-Non sono tanto stonata…-
-Tanto no, però…-
Disse Yu e Kei lo guardò mostrando un
sorrisino malizioso.
-Ma come Yu? Non sei tu quello che ogni
volta che sente la nostra Kona-chan cantare si commuove?-
Il castano sbuffò e i due ragazzini
biondi risero.
-Kei-chan spero che ci sia il ragazzo
dell’altro giorno, era così carino!-
L’amico rise.
-Kona-chan vuole andare a caccia di
ragazzi…-
Lei arrossì.
-Ma che cavolo dici?-
-Sicuramente sarà orribile…-
I ragazzini si voltarono verso il rosso
che aveva parlato guardandolo interrogativi.
-Secondo me il ragazzo che tu definisci
“così carino” non deve essere questo gran che…-
Kei lo guardò sorridendo.
-Geloso?-
L’Hitachiin arrossì un poco.
-Certo che no, ma credo che per il
canone di bellezza della tua amichetta “così carino” voglia dire
che non è questo gran che…-
La biondina sorrise. Allora lui credeva
che lei non sapesse giudicare la bellezza nei ragazzi.
-Allora tu, Hikaru, puoi essere
considerato il più orribile di tutti-
I ragazzi guardarono Konata non capendo
cosa volesse dire, poi lei si voltò verso un edificio.
-Ah, siamo arrivati ragazzi!-
Trascinò dentro la sorella per un
braccio e gli altri le seguirono. Il rosso stava ripensando alla
frase della biondina. La più piccola dei fratelli Fujioka si
avvicinò al bancone per sapere dove fosse la sala che aveva
prenotato.
-Nome?-
-Fujioka-
La castana la guardò. Perché non
aveva prenotato a nome Toriyama? Era il nome della sua nuova famiglia
no? Il ragazzo sfogliò il registro, poi alzò la testa verso la
bionda.
-Siete nella stanza 7-
La ragazzina ringraziò e condusse gli
altri nella stanza per il karaoke. Con Kei stava spesso in quella
stanza, era la sua preferita. Aprì la porta ed entrarono. La stanza
non era tanto grande, ma era molto accogliente. C’erano un
divanetto, un tavolino con sopra un quaderno con i titoli delle
canzoni e, naturalmente, il karaoke. I due ragazzini si fiondarono
sul divano e iniziarono a sfogliare il quaderno. Haruhi si guardò un
po’ intorno.
-Non c’è molto posto a sedere per
tutti…-
Yu si avvicinò.
-Tranquilla, tanto la nostra sorellina
starà tutto il tempo al microfono-
La castana rise.
-Lo immaginavo-
Il lord si avvicinò alla ragazza dai
capelli castani.
-Canterai una canzone con me vero
Haruhi?-
-Scordatelo-
Il biondo andò a deprimersi in un
angolino.
-Ehm, il fatto è che non sono brava a
cantare…-
Il ragazzo la guardò con gli occhi da
cucciolo.
-Ah! Non fare così…-
La bionda si avvicinò al lord.
-Se vuoi, poi possiamo cantare una
canzone noi due…-
-Davvero?-
Gli sorrise e annuì.
-Magari possiamo cantare tutti e tre…-
Konata si voltò verso la sorella, che
le faceva cenno di no.
-Vedremo…-
Il ragazzo si levò dal suo angolino e
alzò in alto il pugno.
-Bene, scegliamo una canzone per questo
karaoke!-
La bionda lo imitò e così anche Kei.
-Sìììììì!-
Tamaki si mise a sfogliare il quaderno
con le canzoni. Haruhi si avvicinò alla sorella.
-Tu cosa canterai Konata?-
-Ah beh, non lo so…-
Kei s’intromise nella discussione.
-Perché non canti il tuo pezzo forte?-
La ragazza ci pensò un po’ su.
-Beh Kei, prima preferivo farne un
altro-
-Ti prego Kona-chan…-
La supplicò il ragazzo. Lei sospirò.
-E va bene, però ti avverto, se non mi
viene abbastanza bene è colpa tua che non mi hai fatto provare un
po’ prima…-
Lui sorrise.
-E poi apprezzerà anche Yu…-
-Stà zitto Kei-
Lo ammonì il castano. Il biondo rise.
Intanto Konata si avvicinò al karaoke e prese in mano il microfono.
Digitò qualcosa sullo schermo e si schiarì la voce, pronta a
cantare.
-E ora, su grande richiesta di Kei…-
Il ragazzo fece segno della vittoria
con la mano.
-…”Sakura Kiss” di Kawabe Chieco-
La musica iniziò.
Kei saltò addosso alla sua cara amica.
-Sei fantastica Kona-chan, come sempre
del resto! Ti prego sposami!-
Yu lo guardò male e Hikaru fece lo
stesso. Quel Kei era insopportabile. Poi il rosso si guardò un po’
in giro. Aveva sete, ma non c’era neanche un po’ di tè.
-Ehi grande cantante famosa-
Konata si voltò verso l’Hitachiin.
-Ho seeeteeeeee-
Lei sbuffò.
-E vatti a prendere una bibita-
-Grazie per la gentilezza…-
Gli fece la linguaccia.
-Kona-chan, anche io ho sete…-
La bionda guardò l’amico.
-Io pure…-
Alla fine Konata e Hikaru andarono a
prendere delle bibite per tutti. La ragazza venne divisa con forza
dal suo amato microfono e Yu venne trattenuto da Kei, che guardò i
due ragazzi allontanarsi sorridente. Il rosso e la bionda camminavano
uno accanto all’altra per il corridoio, in cerca di un distributore
di bibite.
-Potevo venirci anche da sola…-
Lui sbuffò.
-Non saresti riuscita a portare tutte
le bibite, sei solo una ragazzina…-
-E tu sei troppo vecchio…-
-Ma sicuramente più forzuto-
Lei ci pensò un po’ su squadrandolo.
-Non credo-
-Parla miss muscolo…-
Lei rise.
-Che c’è adesso?-
-Non potevi inventare battuta più
scema-
Sbuffò. Finalmente trovarono un
distributore di bibite e la ragazza si mise a scegliere le varie
bevande.
-Allora, io tè verde, Kei e Yu una
coca, la sorellona…mmmh…tè verde come me! E il lord…anche lui
tè verde! Poi…-
-Non vorrai mica prendere tè verde a
tutti?-
Lo guardò interrogativa.
-Ma il tè verde è buono…-
-Non è questo il punto!-
Iniziarono a litigare per decidere cosa
prendere da bere agli altri, ma ad un tratto Konata smise di parlare
e abbassò la testa. Lui la guardò interrogativo.
-E ora cosa c’è?-
-Perché ogni volta che ci vediamo
dobbiamo litigare?-
La biondina sembrava sul punto di
piangere.
-Ah…Konata…-
Alzò la testa di scatto.
-Mia sorella non vuole che io litighi
con te…e neanche io…-
Hikaru era confuso. Ma che le prendeva
così all’improvviso? Le si avvicinò.
-Ok…allora potremo prendere quello
che vuoi tu…-
Lo guardò sorridendo e fece il segno
della vittoria.
-Ahah, non pensavo sarebbe stato così
facile…-
-Come?-
Gli fece la linguaccia.
-Era tutta una fintaaaaaa-
L’Hitachiin era shockato. Quella
ragazzina lo aveva preso in giro. La bionda stava prendendo le altre
bibite, al tè verde naturalmente, canticchiando. Il rosso la
guardava male. Konata prese tutte le bibite e si avviò verso la
stanza.
-Fammene portare qualcuna, sono troppe-
Lei scosse la testa.
-Ce la faccio-
Hikaru sbuffò. Era proprio una stupida
ragazzina.
-Se poi ti cadono non venire a piangere
da me-
-Tranquillo non lo fa…-
La ragazza non riuscì a terminare la
frase che inciampò. Fortunatamente il rosso riuscì a prenderla, ma
non fu lo stesso per le lattine.
-Nooooooo, le bibite!-
Lui sospirò.
-Te lo avevo detto-
-UFFAAAAAAA!!!-
La ragazzina si inginocchiò ed iniziò
a prendere le lattine, il rosso fece lo stesso. In silenzio
raccolsero tutte le bibite finché non rimase l’ultima, quella al
tè verde. L’Hitachiin allungò la mano per prenderla, ma non si
accorse che la bionda stava facendo lo stesso. Le loro mani si
sfiorarono e di scatto i due alzarono la testa. Per pochi secondi
rimasero a fissarsi. Al rosso parve un’eternità. I loro volti
erano vicinissimi.
-Hikaru…-
La ragazzina gli mostro una lattina un
po’ ammaccata.
-…questa la bevi tu-
Lui sobbalzò.
-Che?-
-È colpa tua se sono caduta, quindi
questa la bevi tu-
Konata si alzò, ma lui rimase
immobile.
-Bè, ti muovi?-
-Sì, sì arrivo-
Prese il tè verde che era in terra.
Lentamente seguì la ragazza. Cos’era quella strana sensazione che
aveva provato poco prima? Avrebbe voluto attirare a sé la ragazza e
baciarla. Ma perché? A lui piaceva Haruhi…anche se lei aveva occhi
solo per il lord…e poi Konata era così carina…scosse la testa.
Ma cosa andava a pensare?
I due ragazzi arrivarono alla loro
stanza da karaoke e posarono le lattine sul tavolino. O almeno, quasi
tutte.
-Ehi Kona-chan, che ne dici se cantiamo
questa?-
Chiese il biondino mostrandole il
libretto delle canzoni.
-Ma non l’avevamo già cantata la
volta scorsa?-
-Vabbè, ma è quella che preferisco!-
La ragazzina sorrise all’amico.
-Allora va bene Kei-chan, canteremo
questa-
I due amici si avvicinarono verso il
karaoke. Intanto il rosso stava seduto sul divanetto e fissava la
lattina di tè. Per poco non avrebbe toccato la mano di Konata.
Arrossì un poco al pensiero.
-Qualcosa non va Hikaru?-
Si voltò verso il gemello.
-No tranquillo…sto bene…-
Kaoru lo fissò non tanto convinto, poi
rivolse lo sguardo alla sorellina di Haruhi.
-È davvero brava eh?-
-Sì…-
-Ed è anche molto carina, no?-
Lo guardò interrogativo. Dove voleva
andare a parare?
-Kaoru cosa c’è?-
-Bè, magari potresti smetterla di
andare dietro ad una ragazza che pensa a un altro e cercarne
un’altra…per esempio Konata-
-Kaoru non dire scemenze-
-Ma io lo dico per te!-
Il rosso strinse la lattina tra le
mani.
-Non è una decisione tanto facile da
prendere…-
-Ma almeno provaci!-
Hikaru decise di finire lì la
discussione. Non avrebbe retto un minuto di più. Lui mettersi con
Konata. Sbuffò. Che scemenza. Però, non poteva dire di non averci
pensato in questi giorni. Scosse la testa. No. Certamente si
sbagliava. Guardò la biondina che stava cantando insieme a Kei. Il
gemello aveva ragione, ma lui non poteva dimenticare Haruhi tanto
facilmente. O forse sì? In fondo lei andava dietro al lord. Stupido!
Non poteva mollare tanto facilmente. Per quanto Konata somigliasse
alla sorella maggiore, non poteva di certo sostituirla.
-Aaaaaaaah, sono davvero stanca!-
-Ci credo Kona-chan! Hai cantato fino a
che non ci hanno cacciato fuori!-
-Non rompere Kei-chan! Pensa piuttosto
a portarmi in braccio!-
-Eh? Non se ne parla neanche! Fatti
portare da Yu!-
-Ma Yu dice che peso troppo!-
-E come dargli torto? Mangi più dolci
te di dieci persone messe insieme!-
-Che antipatico che sei, Kei-chan!
Portami in braccio punto e basta!-
-Perché non ti fai portare in braccio
dal tuo “paparino”?-
-Perché sennò Yu gli farebbe fare una
brutta fine solo per averci pensato!-
-E perché con me sarebbe diverso?-
-Perché tu sei Kei-chan-
-E con ciò?-
-Yu crede che tu sia dell’altra
sponda, per questa ti permette di vedermi-
Il ragazzo strabuzzò gli occhi.
-Maledetto Yu!-
Il castano gli lanciò uno sguardo
omicida. Konata si avvicinò alla sorella.
-Mi spiace che la serata sia passata
così velocemente sorellona-
-Anche a me…-
-Io mi sono divertita tantissimo con
voi e spero anche tu Haru-chan-
Le disse sorridendo. La castana sorrise
a sua volta.
-Anche io mi sono divertita molto-
La biondina rimase un po’ in
silenzio. Si stavano dirigendo tutti verso casa della castana per
prendere le limousine e tornare a casa.
-Ah, mi è venuta un’idea!-
Haruhi si voltò verso la sorellina.
-Perché non venite tutti a casa nostra
per un pigiama party?-
Hikaru sobbalzò. Yu guardò male la
sorella.
-Sicura che non disturbiamo?-
-Non preoccuparti sorellona, tanto
Akira e Yoko torneranno domani mattina…-
-Non vedo l’ora di vedere la tua
camera!-
S’intromise il lord nella
conversazione. Kei sorrise maliziosamente e cinse le spalle
dell’amica con un braccio. Il rosso aveva tanta voglia di
strangolarlo.
-Vuoi dire che potrò dormire con te
Kona-chan?-
La ragazzina annuì.
-Ma non c’è il rischio che il
possente Yu mi faccia fuori nel sonno?-
La ragazzina ci pensò un po’ su.
-Se fai attenzione non ti capiterà
niente…credo…-
Il ragazzino rise.
-Bene è deciso, tutti dai Toriyama a
fare un mega pigiama party!-
La biondina chiamò la limousine per
farsi venire a prendere, intanto gli altri stavano avvertendo a casa.
Tamaki non vedeva l’ora di stare con le sue adorate “figliole”,
Kyoya credeva di poter trarre profitto dall’incontro con i
Toriyama, Honey trovava ciò molto divertente e, naturalmente Mori lo
seguiva, Kaoru pensava che ciò avrebbe potuto servire a schiarire le
idee al fratello e Hikaru, anche se non lo dava a vedere, era molto
contento della proposta della ragazzina. Quelli più titubanti erano
i maggiori dei Fujioka, Yu non sopportava l’idea di avere così
tanti maschi per casa, soprattutto non sopportava l’idea di averli
tutti intorno a Konata e Haruhi, la castana, invece, non aveva voglia
di farsi trascinare in queste stupidaggini, ma la sorellina non
accettava repliche. Così aveva deciso e così avrebbero fatto.
I gemelli varcarono la soglia della
villa dei Toriyama e si guardarono intorno.
-Come mai non c’è nessun domestico?-
-Il sabato lasciamo loro la sera
libera-
Rispose la bionda mentre si levava le
scarpe.
-Ooooh, quindi in casa ci siamo solo
noi-
-Esatto Kei-chan-
-Allora diamoci alla pazza gioia!-
-Non provarci nemmeno-
Il ragazzino sbuffò.
-Yu sei un rompiscatole-
Konata prese la sorella maggiore per
mano e la condusse verso le scale.
-Vieni Haru-chan, ti faccio vedere la
mia stanza e ti do un pigiama per la notte-
-E noi?-
Le domandò il rosso.
-Vi affido a Yu, vi darà lui i
pigiami-
I sette ragazzi sentirono un brivido
lungo la schiena.
La bionda trascinò Haruhi in camera
sua. I muri della stanza erano rosa confetto e anche le coperte e i
cuscini del grande letto a baldacchino. Di fronte alla porta c’era
una grande finestra che dava sul giardino e a ridosso del muro un
grande armadio. Nella parete opposta c’erano la scrivania con la
sedia e alcuni libri. Sul letto e sull’armadio vi erano tantissimi
peluche. Alcuni erano anche sparsi per la stanza. La ragazzina
spalancò le ante dell’enorme armadio e iniziò a frugarci dentro.
-Uffa! Dove l’ho messa?-
La bionda iniziò a lanciare fuori dei
vestiti.
-Eppure dovrebbe essere qui…-
-Cosa stai cercando Konata?-
Chiese la castana avvicinandosi alla
sorella.
-Una scatola bianca…che dovrebbe
trovarsi…ah, eccola qui!-
Disse tirandola fuori. Haruhi poté
leggere l’etichetta appiccicata sopra: “Vestiti mamma”. Perse
un battito.
-Qui dovrebbero esserci dei pigiami
sorellona, quale vuoi?-
-Konata, questi erano della mamma?-
Annuì.
-Papà insistette tanto per farceli
avere…-
Aprì l’enorme scatola.
-Allora, io prendo questo!-
Konata mostrò alla sorella un pigiama
a due pezzi di colore arancione con la faccia di una scimmietta
disegnata sopra. I pantaloncini arrivavano sopra alle ginocchia e la
maglietta era a maniche corte con scollatura a V.
-È adorabile non trovi?-
La castana annuì.
-E poi era anche la preferita della
mamma…-
La ragazzina tirò fuori un vestitino
bianco.
-Che ne dici di indossare questo?-
Lo guardò per un momento e rimase in
silenzio.
-Che c’è? Non ti piace?-
Scosse la testa.
-No, no…questo va bene. Grazie
Konata-
-Di niente sorellona!-
Dopo essersi messe i rispettivi
pigiami, la più piccola delle due decise di andare a vedere cosa
avevano combinato gli altri.
-Non credo sia una buona idea…-
-Dai Haru-chan, solo una sbirciatina…e
poi ho visto mille volte Yu in mutande!-
-Non è di Yu che mi preoccupo…-
Ma la biondina non sembrò sentirla e
aprì la porta della camera del fratello. Dentro vi erano gli otto
ragazzi, tutti con il rispettivo pigiama. Anzi, quasi tutti. Hikaru,
infatti, aveva indosso solo i pantaloni e stava discutendo con il
castano.
-Io non me lo metto quel coso orribile-
-Come sei noioso Hitachiin, abbiamo
giocato a morra cinese e tu hai perso, quindi questo lo metti te-
Il rosso sbuffò.
-Quante storie per un pigiama!-
Si voltarono tutti verso la porta. Il
ragazzo arrossì.
-Cosa cavolo ci fai qui ragazzina?-
Ma lei parve non sentirlo. Gli si
avvicinò e prese il pigiama dalle mani del fratello.
-Vediamo cos’ha di tanto orribile…-
-Ha un disegnino da bimbo delle
elementari! È troppo ridicolo!-
Lei osservò l’indumento. Era uguale
a quello che indossava lei, solo che era di colore blu. Era quello
che la mamma aveva preso per papà.
-Non è affatto ridicolo, vedi? Lo
porto pure io!-
Gli disse indicando quello che aveva
indosso.
-Ma tu SEI una ragazzina delle
elementari-
Lei s’irrigidì.
-Comunque se non lo vuoi mettere non
importa-
Lui sbuffò. Non voleva farla
arrabbiare.
-E va bene, hai vinto tu Konata-
Detto questo uscì dalla stanza per
cambiarsi.
-Yu che diavolo stai facendo?-
-Secondo te? Sto sistemando i
materassi, no?-
-Veramente li stai gettando per terra
uno a uno-
Sbuffò.
-È uguale-
-La verità è che non hai voglia di
spostarli-
-La verità è che sei noiosa-
Gli fece la linguaccia e Haruhi
sospirò. Pure col fratello doveva litigare?
-Ti va bene così, principessa?-
-Certo mio schiavetto Yu-
-Bene, allora buonanotte!-
Detto ciò il castano si distese su uno
dei quattro materassi. I ragazzi li avevano presi dalle varie stanze
vuote. Vicino a lui si mise il lord che, ancora prima di iniziare a
parlare, venne zittito dal cuscino di Yu. Honey, Mori e Kyoya
andarono su un altro materasso, Kei voleva finire vicino all’amica,
ma lei si mise accanto alla sorella che dal lato opposto aveva
Hikaru. La ragazzina si attaccò al braccio della castana.
-Buonanotte sorellona!-
-Ehm Konata, puoi lasciarmi il
braccio?-
Obbedì, poi guardò male il rosso.
-Và via Hikaru, potresti dar noia alla
sorellona-
-Che? Pensa a te piuttosto-
-Come ti permetti? Haru-chan è felice
di stare qui con me!-
Intanto la castana si stava spostando
per raggiungere Kei e Kaoru in un altro materasso.
-Sorellona dove vai?-
-In un posto più silenzioso-
-Hai visto Hikaru? È colpa tua se si è
arrabbiata!-
-Non dire scemenze-
-FINITELA VOI DUE!-
-Ma fratellone…-
-Voglio dormire, quindi ora zitti e
fate la nanna da bravi bambini-
La biondina sbuffò. Ora era faccia a
faccia con il rosso e, fortunatamente per lui, non riusciva a vedere
il lieve rossore che era spuntato sulle guance del ragazzo.
-Allora buonanotte Konata-
Lei rimase in silenzio.
-Sei arrabbiata con me?-
-Che t’importa?-
-Che noiosa…-
Lei abbassò lo sguardo.
-Ci tenevo tanto a dormire con mia
sorella…-
Lui fece per alzarsi, ma venne fermato.
-E ora dove vai?-
-A recuperare tua sorella-
-Stupido, così Yu scannerà tutti e
due-
Deglutì.
-E allora che pensi di fare?-
-Dormire, ovvio-
Disse chiudendo gli occhi. I due non
erano vicini, c’era ancora lo spazio lasciato vuoto dalla castana
che li separava. Il ragazzo fissava la biondina. Non riusciva ad
addormentarsi, a chiudere gli occhi. Doveva avvicinarsi a lei oppure
no? La ragazza si strinse nelle spalle. Aveva freddo. Si avvicinò un
poco.
-Ti prendo una coperta?-
-No-
Silenzio.
-Ti faccio così schifo Hitachiin?-
-Che?-
Aprì gli occhi.
-Perché non ti avvicini e mi scaldi
te?-
Sussultò. Che le prendeva? Si avvicinò
ancora un po’. Lei sbuffò.
-Scemo-
Lo abbracciò. Lui rimase immobile.
-Sei caldo-
La abbracciò.
-E tu sei congelata-
Sorrisero, ma nessuno dei due poteva
vedere l’altro. Konata aveva la fronte poggiata al petto di Hikaru.
Lui era rosso, rossissimo e il cuore gli batteva forte. Chissà se
lei poteva sentirlo. Si addormentarono così, abbracciati.
Hikaru venne svegliato dai raggi del
sole che filtravano dalla finestra. Quello scemo di Yu si era
scordato di chiudere le tende. Sentì qualcosa premere contro il suo
petto. Gli ci volle un po’ per realizzare. Avvampò e rabbrividì
di paura allo stesso tempo. Come minimo Yu lo avrebbe ammazzato.
Cercò di vedere chi fosse sveglio. Nessuno a parte lui. Bene. Poteva
staccarsi dalla ragazza prima di venire scoperto. La guardò. Non ci
riusciva, non voleva. Forse poteva svegliarla. No, era così carina
addormentata. Lei si strinse più forte. Deglutì. Come aveva fatto a
trovarsi in una situazione del genere? La ragazzina aprì lentamente
le palpebre. Cosa stava abbracciando? Alzò lentamente la testa. Gli
sguardi dei due ragazzi s’incrociarono. Silenzio.
-Ehm…’giorno Konata-
Si ricordò e sussultò. Oddio. Oddio.
Oddio, oddio, oddio.
-Che hai?-
-Ni…niente…-
Era diventata rossa. Si staccò
velocemente dal ragazzo. Sentiva caldo. Troppo caldo.
-Konata…-
Le si avvicinò.
-C…che stai facendo?-
-Voglio controllare una cosa…-
I loro volti erano vicinissimi.
-Che stai pensando di fare Hitachiin?-
Rabbrividì. Si era svegliato Yu.
-Ehm, ecco…io veramente non…-
-Hikaru mi chiedeva se potevamo andare
a mangiare-
Rispose prontamente la bionda.
-A me non pareva che…-
-Non brontolare Yu! Su, andiamo a
mangiare tutti insieme-
Prese il fratello per il braccio e lo
trascinò in cucina. Gli altri si svegliarono poco dopo a causa della
discussione dei tre e raggiunsero i padroni di casa nella cucina.
Konata stava finendo di apparecchiare.
-Buongiorno a tutti!-
-‘Giorno-
-Servitevi pure e non fate complimenti-
I dieci ragazzi si sedettero al tavolo
e la bionda fece in modo di non essere vicino al rosso. Si mise tra
Yu e Kei. Hikaru non riusciva a capire il suo comportamento. Sbuffò.
Le donne. Dopo aver finito colazione, gli ospiti ringraziarono e se
ne andarono da casa Toriyama.
-Tornate presto a trovarci-
Disse la ragazzina salutando gli amici
e la sorella dall’uscio della porta. L’Hitachiin la guardò.
Aveva gli occhi lucidi. C’era qualcosa che non andava.
-Konata sei sicura di stare bene?-
-Tu ti preoccupi troppo scemo-
Sbuffò.
-Ci si vede a scuola-
I due fratelli rientrarono in casa.
-Yu, mi gira la testa…-
-Come?-
La ragazza gli svenne addosso.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 10 *** Malattie di primavera ***
10. “Malattie di primavera”
Quando Yu raggiunse il suo banco vi ci
sbatté la cartella sopra. Non salutò né Tamaki né Kyoya, non che
l’avesse mai fatto prima. Era arrabbiato, molto arrabbiato.
-Qualcosa non va?-
Ecco. Ti pareva che quello scemo del
lord non veniva a investigare?
-Non ho nulla-
Stava cominciando a irritarsi. Non
poteva sopportare che gli rompessero le scatole, ma d’altro canto
lo aveva immaginato. E all’ora di pranzo la situazione sarebbe
peggiorata ulteriormente. E tutto perché Konata…ah! Non voleva
pensarci. Aveva dovuto lasciarla sola e questo non lo sopportava.
-Yu, è forse successo qualcosa?-
Guardò male il biondo. Perché non la
finiva?
-Cosa dovrebbe essere successo?-
-Bè, forse qualcosa che c’entra con
Konata?-
I due si voltarono verso il moro. Come
faceva a sapere?
-Che ne sai tu…-
-Ti si legge in faccia-
Sbuffò. Il biondo iniziava a non
capirci niente.
-È successo qualcosa a Konata?-
-Quella scema si è ammalata-
Tamaki guardò il castano
interrogativo.
-E ti scaldi tanto per così poco?-
Yu guardò male il lord.
-“Così poco”?-
-È normale che tu sia preoccupato, ma
così esageri-
Il biondo annuì.
-Sei troppo premuroso-
Sbuffò.
-Le sono stato accanto per tutto il
tempo a causa della febbre alta e oggi volevo fare lo stesso, ma
Akira e Yoko non me lo hanno permesso-
-Ha ancora la febbre alta?-
Scosse la testa.
-No, le è scesa e ora sta un po’
meglio…ma sono preoccupato ugualmente-
-Bene, allora è deciso-
Il castano e il moro guardarono
interrogativi il lord.
-Questo pomeriggio andremo a far visita
alla piccola Konata!-
-CHEEEEE?-
-Non c’era bisogno, dico davvero…-
Tamaki sorrise all’amico.
-Tranquillo, a noi fa piacere, anche se
mi spiace per Kyoya, Honey e Mori che avevano da fare…-
-È a me che non fa piacere…-
Haruhi si avvicinò al fratello.
-Mi spiace Yu, non volevo disturbassero
anche loro-
Sospirò.
-Non importa…-
I ragazzi si stavano recando a casa
Toriyama per andare a trovare la biondina, ma il castano non era
molto entusiasta di ciò. Passi Haruhi che è la loro sorella, ma il
lord e i gemelli? Che bisogno avevano di vedere sua sorella?
Soprattutto quel maledetto rosso. Quando raggiunsero la villa
trovarono un’altra persona davanti alla porta. Precisamente un
biondino di loro conoscenza.
-Kei, cosa diavolo ci fai qui?-
Sentendo la voce del castano si girò e
gli si attaccò in lacrime al collo.
-Waaaaaaa Yu! Appena ho saputo che la
mia adorata Kona-chan stava male sono corso qui! La mia povera
piccola! Chissà come deve sentirsi ora tutta sola! Waaaaaaa perché
non sei rimasto con lei stupido di uno Yu?!?-
Gli diede un pugno in testa.
-Calmati Kei…e staccati da me!-
Obbedì e si accorse di non essere
l’unico visitatore. Yu sbuffò.
-Mi ci mancava solo lui…-
Era distesa a pancia in su sul grande
letto a baldacchino. A farle compagnia solo i suoi amati peluche.
Sospirò. Si annoiava a morte. Guardò il display del cellulare. Yu
sarebbe arrivato a minuti e anche Kei. Lo aveva chiamato perché si
sentiva sola. Chissà, forse anche la sua sorellona sarebbe venuta.
Si voltò dando le spalle alla porta. No, non lo avrebbe fatto. Era
già tanto se aveva acconsentito ai suoi stupidi capricci di sabato.
Sentì bussare, ma non si mosse. Non ce la faceva ad andare ad
aprire. Si sentiva stanca, anche se non aveva fatto nulla per tutto
il giorno. Qualcuno da fuori aprì.
-Ciao Konata-
Sorrise. Era tornato suo fratello. Si
voltò verso la porta sorridendo.
-Bentornato frate…-
Strabuzzò gli occhi. Che ci facevano
tutti lì?
-Kona-chan!-
Il ragazzino le si avvicinò.
-Come stai? Ero super - preoccupato per
te!-
-Ah…non dovevi Kei-chan…ora sto
meglio-
-Ora non ti lascerò per un solo
istante-
-Come?-
Il castano lo guardò male e il rosso
fece lo stesso.
-Sono contenta che tu stia meglio, ma è
meglio se per un po’ stai a letto-
La bionda guardò la sorella. Era…era
preoccupata per lei?
-Grazie per essere venuta Haru-chan-
Sorrise.
-Vuoi che vada a prenderti dell’acqua?-
Guardò interrogativa l’amico.
-Ah bè…in effetti, mi era venuta una
certa sete…-
-Ai tuoi ordini mia cara!-
Disse fiondandosi fuori dalla porta per
raggiungere la cucina.
-Ehi, anch’io voglio essere utile
alla mia piccola bambina malata!-
Tamaki inseguì il ragazzo.
-Dove state andando voi due?
Fermatevi!-
Li rincorse il castano maledicendoli
mentalmente. I gemelli e le due sorelle li guardarono allontanarsi
allibiti.
-Ma non avete domestici qui? Sono
ancora in vacanza?-
-Il fatto è che non voglio
disturbarli. Non importa che si preoccupino per me-
A un tratto la ragazzina incrociò lo
sguardo di Hikaru. Non aveva ancora detto niente da quando erano
arrivati. Chissà cosa gli prendeva? Decise di stuzzicarlo un po’.
-Sei preoccupato per me Hitachiin?-
Sussultò.
-Perché dovrei essere preoccupato?-
-Bè, l’altra notte mi sembravi molto
preoccupato o sbaglio?-
Arrossì al solo pensiero del pigiama
party, ma cercò di non darlo a vedere.
-Parlando di sabato Konata, io te lo
avevo detto che indossavi roba troppo corta-
Sbuffò.
-Ehm Konata…-
-Sì sorellona?-
-Posso sapere che cos’è successo
l’altra notte?-
-Ah bè…ecco…-
Non sapeva se raccontare o no di
sabato. Ci pensò il rosso a toglierle questo dilemma.
-Niente di speciale Haruhi, quando te
ne sei andata, la tua cara sorellina desiderava tanto riaverti con
lei e quindi mi sono offerto di fare cambio di posto, perché, sai
com’è, io le ragazzine chiassose non le sopporto proprio-
La bionda lo guardò perplessa. E tutto
il resto? Possibile che non se lo ricordasse più? Sbuffò. Forse
doveva dimenticare anche lei. Si voltò dando le spalle ai tre
ragazzi.
-Io dormo, sono stanca-
-Ma se non hai fatto niente tutto il
giorno?-
Lo ignorò.
-Se vuoi una sedia sorellona puoi
prendere quella della mia scrivania e tu Kaoru puoi rubarne una dalle
altre stanze-
-Ed io che faccio sto in piedi?-
Lo guardò innocentemente.
-Oh scusa, mi ero completamente
scordata di te…comunque se vuoi, puoi sederti per terra-
Detto questo si girò e chiuse gli
occhi. Qualche lacrima cominciò a scendere e si coprì la testa con
la coperta. Non voleva farsi vedere in quello stato. La castana si
sedette vicino al letto della sorella e con lei anche Kaoru e Hikaru,
che si mise per terra.
-Se vuoi ti prendo una sedia-
-Non importa…-
Si sentiva un cretino. Come aveva
potuto ferirla così? Ma lei si era davvero sentita ferita? E per
cosa poi? Per quello che aveva detto, ovvio…Ma forse era solo la
sua immaginazione, forse questo era solo uno dei suoi tanti capricci.
Oppure no? Due uragani e un castano entrarono nella stanza, ognuno
aveva in mano un bicchiere d’acqua.
-Konata ecco a…-
La castana fece cenno di tacere.
-È stanca, lasciatela riposare…-
Yu guardò per un secondo la sorellina,
poi si voltò.
-Ok, allora andiamo a mangiare mi è
venuta fame-
Così i ragazzi uscirono dalla stanza.
-Hikaru tu non vieni?-
Scosse la testa.
-Non ho fame Kaoru, quindi rimango qui-
Sorrise e se ne andò chiudendo la
porta. Il rosso rimase a sedere per terra e a guardare la ragazza
girata di spalle. Quando dormiva era un angioletto. La ragazzina si
voltò e lui sussultò. Si era svegliata? No, per fortuna dormiva
ancora…Le scostò una ciocca di capelli dal viso.
-Mmmh…sorellona…grazie per essere
venuta qui-
La guardò allibito. Parlava nel sonno?
-Yu…smettila di rompere le scatole…-
Rise. Era buffissima.
-Ah…e Hikaru…-
Arrossì. Stava sognando lui?
-Smettila di rompermi le scatole!-
Ecco. Gli prese la mano che era ancora
sul suo viso. Lui arrossì ancora di più. Posò la testa sul
materasso. I loro volti erano vicinissimi. Rimase ancora a guardarla
dormire.
-Dov’è il tuo gemello?-
-È rimasto in camera, perché non
aveva fame-
-Che? Vado subito a recuperarlo-
La castana sospirò.
-Lascia perdere Yu, sveglierai Konata-
Sbuffò. Non voleva lasciare sua
sorella con quello lì. Mentre i ragazzi stavano per scendere le
scale e andare in cucina, Haruhi vide qualcosa che attirò la sua
attenzione. Su una delle varie porte del corridoio vi era un cartello
con su scritto “Karaoke”. Spinta dalla curiosità la aprì e
dentro trovò una stanza quasi uguale a quella di sabato sera, solo
più grande.
-È il regalo che hanno fatto Akira e
Yoko a Konata quando hanno scoperto la sua passione per la musica, ma
lei non vuole usarlo…-
Si voltò verso il fratello.
-Perché? Credevo le piacesse il
karaoke-
-Sì, ma lei non sopporta ricevere
questi regali super-costosi che crede di non meritare, quindi quando
lei e Kei escono usa i soldi che si è guadagnata facendo dei
lavoretti a casa-
La ragazza sorrise.
-Bene, ora è meglio se raggiungiamo
quei tre, ho paura che mi distruggano la cucina…-
Chiusero la porta e raggiunsero i loro
amici.
-Mmmh…Hikaru…-
Sorrise. Parlava ancora nel sonno.
-Hikaru…che ci fai tu sul mio letto?-
Avvampò.
-T…ti sei svegliata?-
Annuì. Sentì la mano molto calda.
-E potresti lasciare la mia mano?-
Obbedì.
-Che stavi facendo?-
-Ehm…ecco…i…io ti stavo guardando
dormire…-
Si guardò intorno.
-Dove sono gli altri?-
-Sono scesi a mangiare…Kei ti ha
lasciato il bicchiere sul tavolo-
-Haru-chan…-
La guardò interrogativo.
-Perché mia sorella non è qui? Ah, lo
sapevo, lo sapevo! Non mi sopporta, non mi sopporta!-
-Non dire così scema, te la vado a
chiamare-
Disse alzandosi, ma qualcosa lo bloccò.
La ragazza lo teneva per la manica.
-Non…non te ne andare anche tu…-
Si risedette.
-Non voglio rimanere sola…-
Le sorrise.
-Tranquilla ora ci sono io…-
Le accarezzò il volto.
-Non prenderti tanta confidenza
Hitachiin-
Sbuffò.
-Come sei noiosa…-
-Tu lo sei di più…-
In quel momento stava così bene,
avrebbe voluto rimanere lì con lei per sempre.
-Hikaru…-
-Mmh?-
-Perché non hai detto a mia sorella
tutto quello che è successo-
Sussultò.
-Per caso ti sei dimenticato tutto?-
Dimenticare? E come poteva? No, lui
voleva solamente tenere quel segreto per sé e non condividerlo con
nessuno, solo con lei.
-Ehm…no ecco…pensavo che lo avrebbe
detto a Yu e lui si sarebbe arrabbiato-
Sbuffò.
-Guarda che non mi offendo se te lo sei
scordato, vuol dire che non t’importava più di tanto…-
-Cosa? No veramente…-
La ragazza scese dal letto.
-E ora dove credi di andare?-
-Da mia sorella-
Si avviò verso la porta barcollando un
poco.
-Stupida, è già tanto se ti reggi in
piedi. Non crederai di poter scendere le scale?-
-Noioso-
-Konata la febbre non ti è ancora
passata, non fare idiozie-
-Non rompere, faccio quello che mi
pare-
Sbuffò. La ragazzina si avvicinò alle
scale barcollante, il rosso la seguiva.
-So…sorellona…-
Chiamò la bionda, ma la castana non
poteva sentirla. Le forze stavano venendo meno, ma lei voleva
raggiungere la sorella. Scese il primo scalino.
-Sorellona, Yu…-
Cercò di parlare un po’ più forte.
Un ragazzo uscì dalla cucina e la vide.
-Konata? Che ci fai qui? Dovresti
essere a letto-
-Kei, ora arrivo da voi…-
-Ehi Hitachiin fermala, dille
qualcosa!-
-Ma non mi ascolta!-
-E allora prendila di peso e portala in
camera sua-
Arrossì. Era un’idea. Si avvicinò
alla ragazzina e la prese per il polso.
-Che fai Hikaru?-
-Ti riporto indietro-
Cercò di fargli mollare la presa.
Intanto Kei stava iniziando a salire le scale.
-Kona-chan non fare storie-
-Ma io voglio stare con voi!-
Si dimenò e riuscì a liberarsi dalla
presa del rosso, ma perse l’equilibrio e scivolò. Il ragazzo
allungò una mano per prenderla ma non ce la fece. La ragazzina vide
il volto di Hikaru sfocarsi sempre di più, poi il buio. Prima di
svenire sentì qualcosa di caldo che l’afferrava.
Aprì lentamente le palpebre. Era in
camera sua. Aveva forse sognato prima? Vicino a lei c’erano Hikaru
e Kei che dormivano con la testa poggiata al materasso, i suoi
fratelli erano dietro di loro con il lord e Kaoru. Sentì che la mano
stava stringendo qualcosa. Si mosse un poco per vedere cosa fosse e
nel farlo uno dei due ragazzi si svegliò.
-Konata…-
-Che c’è?-
Il rosso s’irritò.
-Come che c’è? Ma dico sei scema?-
-Perché?-
-Potevi farti male-
Sbuffò.
-È colpa tua se sono caduta o
sbaglio?-
-Veramente…-
Il biondino aprì gli occhi e nel
vedere l’amica sveglia la abbracciò.
-Oh Kona-chan! Fortuna che c’ero io…-
Guardò male il rosso.
-…perché questo qui non ti avrebbe
aiutato-
-Stupido ragazzino…-
-Che hai detto carota?-
-Carota? Io ti spacco la faccia!-
-Provaci-
La castana si mise fra i due.
-Smettetela, siete fastidiosi!-
Si rivolse alla sorellina.
-Chi ti ha dato il permesso di uscire
dalla tua camera?-
-Ma Haru-chan…-
-Niente ma! Mi hai fatto preoccupare un
sacco lo sai?-
-Scu…scusa-
Sospirò.
-Yu aveva intenzione di far fuori sia
Hikaru che Kei, lo sai?-
-Perché?-
-Bè, perché il primo non ti aveva
tenuto d’occhio, e il secondo ti aveva preso in braccio-
Rise.
-È sempre il solito…-
-Già…bè Konata, ora devo andare a
casa, si è fatto tardi…-
-Già, anch’io…-
-Anche noi dobbiamo andare via Hikaru-
Il ragazzo annuì poco convinto. Non
voleva andarsene.
-Io invece ho intenzione di restare
tutta la notte, ma che dico? Tutto il tempo necessario alla tua
guarigione-
-Non è necessario Kei…-
-Tranquillo Yu-
Lo guardò male.
-Ho detto: NON E’ NECESSARIO KEI!-
Il ragazzo rabbrividì, poi guardò
l’amica.
-Mi spiace Kona-chan, tornerò domani,
promesso-
Sorrise.
-Ok…-
Così i ragazzi lasciarono la camera
della bionda accompagnati da Yu.
-Tu non vai Hikaru?-
Sorrise.
-Andrei se qualcuno mi lasciasse la
mano…-
Arrossì e mollò la presa. Che scema!
-Scu…scusa…-
-Tranquilla…bè io vado, ciao!-
Si avvicinò alla porta.
-Aspetta-
Si fermò.
-Domani tornerai?-
Si voltò verso di lei sorridendo e le
si avvicinò.
-Forse…-
I loro volti erano vicinissimi.
-Hikaru che…-
-Ssssh…-
Poteva sentire il suo respiro. Lei
diventò ancora più rossa. Lui le diede un pizzicotto.
-Ahi!-
Lo guardò male, lui rise.
-Ma che fai?-
-Così impari a non darmi retta-
Gli diede il cuscino in testa e gli
fece la linguaccia.
-Ora sparisci-
Obbedì uscendo velocemente dalla
porta. Non sapeva cosa gli fosse preso. Perché non l’aveva
baciata? Scosse la testa. Perché era uno stupido. Sbuffò e scese
raggiungendo il gemello.
Sentiva caldo, molto caldo, e non era
colpa della febbre. Il cuore le batteva all’impazzata. Ma cosa le
prendeva? Sbuffò. Era colpa di quel rosso, era lui che la faceva
stare così. Lo aveva capito dalla serata al karaoke. Già, a lei lui
piaceva. Aprì il cassetto del comodino e vi prese il disegno che
aveva fatto a lui e al suo gemello. Cavolo se gli piaceva. Ma
certamente la cosa non era reciproca, per questo aveva paura di
mostrare i suoi veri sentimenti. Portò il disegno al petto e lo
strinse,poi diede le spalle alla porta e chiuse gli occhi.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 11 *** Summer Holidays (Parte 1) ***
11. “Summer holidays (parte 1)”
La ragazzina dai lunghi capelli biondi
entrò nell’aula di musica numero 3 e si avvicinò alla sorella
mostrandole una foto.
-Allora ti piace?-
La guardò interrogativa. La foto
raffigurava una villa sul mare.
-Bè sì, è una bella foto-
Sorrise.
-È la mia casa sul mare-
La guardò stupita. Intanto uno dei
gemelli assisteva curioso alla scena.
-Che ne dici se quest’estate vieni
con me, Yu e Kei nella nostra villa? Ci divertiremo tantissimo!-
-Bè non so…mmh…massì, tanto non
avevo altro in programma-
Disse sorridendo e la sorellina la
imitò, poi volse lo sguardo verso il rosso.
-E i tuoi amici? Loro vengono?-
-A bè, non so se è il caso…-
Il ragazzo si accorse di Konata e la
guardò a sua volta, lei abbassò rossa lo sguardo.
-Tra…tranquilla, tanto abbiamo molto
spazio, quindi non c’è problema-
Il lord si avvicinò alle due.
-Mi pare un’idea fantastica Konata-
Sorrise.
-Però credo che Kyoya, Mori e Honey
non saranno dei nostri, avevano già altri impegni-
-A…bè mi spiace…-
L’importante, per lei, era che ci
fosse il rosso. Già, lei voleva solo questo. Hikaru si avvicinò.
-Dov’è che dovremmo andare noi?-
-A bè, a…avevo pensato che sarebbe
stato carino invitarvi tutti al mare da noi…così potremmo stare
un’intera settimana insieme…-
-Sai che felicità-
Abbassò lo sguardo.
-Se non vuoi venire basta dirlo-
Si diede subito dello scemo
mentalmente. Stava sprecando un’occasione per stare con lei.
-Non ho detto questo-
Alzò lo sguardo fino ad incrociare gli
occhi di lui. Erano così belli.
-Bè, allora potremmo incontrarci a
casa di Haru-chan la mattina verso le 8?-
I ragazzi annuirono.
-Ok, allora noi ci vediamo domani, la
partenza, invece, è fissata per la settimana prossima, ciao!-
Disse uscendo dalla porta del club. Era
felice, felicissima. Però con Yu avrebbe dovuto usare una scusa.
Rise. Si mise a correre e raggiunse l’amico al portone della
scuola. Anche con lui avrebbe dovuto usare una scusa.
Il rosso si avvicinò alla castana.
-Haruhi, posso chiederti una cosa?-
Annuì.
-Potrei avere il numero di cellulare di
tua sorella?-
Arrivò a casa e si fiondò in camera.
Mancavano tre giorni alla fine della scuola, e fra quattro sarebbe
partita per la casa al mare. Doveva trovare dei vestiti adatti. Frugò
nell’armadio alla ricerca di qualcosa che la soddisfacesse, ma non
trovò molto. Sbuffò. Sarebbe dovuta uscire a fare spese.
Improvvisamente le suonò il cellulare. Guardò il numero.
Sconosciuto. Rimase a fissare il display. Doveva rispondere oppure
no?
-Pronto?-
-Ah, ciao Konata-
Sussultò. Hikaru.
-Hi…Hikaru…?-
-Ho chiesto il tuo numero a Haruhi,
spero non ti dispiaccia-
Dispiacerle? No, anzi, era il
contrario.
-N…no tranquillo-
Rise.
-Che hai da ridere?-
-Niente, niente…-
Sbuffò.
-Allora Hitachiin, vuoi farmi perdere
dell’altro tempo?-
-Perché hai da fare?-
-Devo uscire a comprare delle cose-
-Allora ti accompagno-
-Che?-
-Sarai in dolce compagnia di Kei?-
-No, avevo intenzione di uscire da
sola-
-Ok, allora ci si trova tra dieci
minuti?-
-Ma mi ascolti quando parlo?-
-Non del tutto-
Sbuffò.
-Comunque io avevo intenzione di andare
in un normale centro commerciale-
Rise.
-Non mi spaventa la cosa-
Sospirò.
-Allora tra dieci minuti vicino al
karaoke-
-Agli ordini!-
Riattaccò. Il cuore le batteva, le
batteva fortissimo. Poteva definire questa uscita come…come un
appuntamento? Scosse la testa. Ora doveva trovare qualcosa da
mettersi.
Il ragazzo aspettava davanti al grande
edificio l’arrivo della biondina. Guardò l’orologio. Era in
ritardo. Sbuffò. Chissà perché aveva deciso di uscire con lei.
Guardò il cielo. Non sapeva perché, ma lo aveva fatto. In fondo, è
quello che voleva. Sorrise. Chissà che scusa aveva inventato Konata.
Sicuramente non poteva dire la verità a Yu, sennò l’avrebbe
castigata in casa fino alla fine dell’estate. Sentì dei passi e si
voltò.
-Scusa per il ritardo, ma ho perso
l’autobus…-
-Tranquilla-
La squadrò. Aveva una maglietta rosa,
una gonna nera, dei panta-collant neri e delle ballerine nere.
-Ma come ti sei conciata?-
-Che te ne frega?-
-Non voglio che ti ammali di nuovo-
Sbuffò.
-Antipatico-
Si avviò.
-Bè? Non vieni?-
Lo prese per un braccio e lo trascinò
con sé. Lui sorrise. Ecco perché l’aveva chiamata.
-Allora Konata, ti muovi sì o no?-
-Uff, arrivo fratellone!-
Lunedì, giorno fissato per la partenza
alla casa al mare. Il castano stava aspettando irritato la sorella,
che non era ancora pronta. Mancava poco alle 8, e loro non erano
ancora usciti di casa. Il ragazzo tirò un sospiro di sollievo
vedendo scendere la sorellina dalle scale.
-Finalmente!-
Sbuffò. Non era colpa sua se non
sapeva cosa mettere in valigia. Sicuramente avrebbe messo tutto
quello che aveva comprato quando era uscita con il rosso. Le scappò
un sorrisetto.
-E ora perché ridi?-
-Affari miei!-
Sbuffò. Presero la loro limousine e si
diressero verso casa della sorella, per prendere tutti gli altri e
dirigersi alla casa al mare.
La villa che i Toriyama regalarono ai
due fratelli era proprio di fronte al mare. Aveva molte stanze per i
vari ospiti, una grande cucina e un salone per i pasti. Vi era anche
una veranda da cui si poteva vedere il mare. Il posto preferito dalla
biondina, perché di notte poteva ammirare le stelle.
-Woooooow, che villa enorme!-
-Non esagerare Kei-chan, non è poi
così grande…-
Rise.
-Certo, certo…-
-Forza, ora bisogna portare dentro i
bagagli!-
Il rosso la guardò sorpreso.
-Perché? Non ci sono i domestici?-
-No-
-EEEEEH?-
-Che c’è di male? Così saremmo solo
noi-
Si voltò verso la sorellona.
-E poi sarà divertente preparare noi
il pranzo-
Il lord s’illuminò.
-Cioè, faremo come i veri plebei!-
-Se vuoi metterla su questo piano…sì-
Guardò i gemelli.
-Bene ragazzi, preparate a calarvi
nelle vesti di Haruhi!-
Lo guardarono in malo modo.
-Come fa la cosa ad entusiasmarti
tanto?-
Il biondo non rispose, ma aiutò Konata
a portare dentro i bagagli. Yu si avvicinò alla sorella.
-Spero che la cosa non ti dia troppo
fastidio-
Scosse la testa.
-Tranquillo sono abituata alle
stranezze di Tamaki…-
Fece una pausa.
-…e poi, sarà divertente preparare
noi il pranzo-
Sorrise.
-Se è così che la pensi…-
Le mollò la sua borsa.
-…porteresti dentro anche la mia di
borsa?-
Sbuffò e si allontanò lasciando la
borsa per terra.
-Yu, sei un fannullone-
Rise e s’incamminò con la sorella e
con gli altri dentro la grande villa.
-Allora che ne dici di andare in
spiaggia?-
La castana annuì.
-Però Konata, non mi va di mettere il
costume…-
-Che c’è, ti vergogni?-
-A bè ecco…-
Non poteva dirle che pensava che il
lord fosse un pervertito…
-Allora ti posso prestare questo
vesti…-
-Non importa andrò vestita così-
Alzò le spalle.
-Va bene…-
Le due sorelle avevano la stanza
insieme. Dentro c’era un armadio, una scrivania, un letto singolo e
uno matrimoniale. I due gemelli stavano in una stanza con due letti
singoli e Kei e Yu avevano una stanza con il lord con un letto
matrimoniale ed uno singolo.
-Ti piace questo?-
Chiese la ragazzina mostrandole un
bikini rosa. L’altra annuì.
-Ok, allora mi cambio e si va in
spiaggia-
La castana sorrise. Le piaceva vedere
la sorellina così felice. Insieme si avviarono verso la spiaggia,
dove gli altri avevano posizionato tre ombrelloni e i rispettivi
asciugamani. Quando le ragazze arrivarono erano tutti in acqua.
-Ehi Kona-chan, l’acqua è
bellissima! Entra anche tu-
-Arrivo Kei-chan-
Detto questo lasciò cadere il suo
asciugamano e corse verso l’acqua. Rabbrividì.
-È fredda!-
Il rosso rise.
-Eddai buttati anche tu!-
Hikaru le andò addosso facendola
cadere in acqua. Alla ragazza parve che la stesse abbracciando. Tutti
e due finirono sott’acqua.
-Waaaa Kona-chan!-
I due riemersero. Yu e Kei guardarono
male il rosso.
-Stupido, perché volevi affogarmi?-
Rise.
-Come sei noiosa-
-Ah sì? Ora te la faccio vedere io!-
-Provaci!-
I due iniziarono a rincorrersi
nell’acqua sotto lo sguardo irritato del castano che decise di
andare dalla sorella. Non voleva guardare quei due. Quando lo vide
Haruhi sorrise.
-Quei due sono incorreggibili-
Sbuffò.
-Sei forse geloso Yu?-
Si sdraiò bagnato sull’asciugamano e
rispose sbuffando alla domanda della sorella. La castana si mise a
ridere.
-E ora perché ridi?-
Indicò davanti a sé.
-Guarda quelli-
Il ragazzo si voltò. Hikaru era
inseguito da Konata e Kei che cercavano di farlo andare sott’acqua
e il lord che voleva unirsi anche lui a quel gioco plebeo.
-Hanno l’aria di divertirsi molto
vero?-
La ragazza annuì all’affermazione di
Kaoru. Quei due si stavano divertendo un mondo.
La biondina puntò il dito verso
l’amico.
-Allora io ti sfido ad una partita di
pallavolo-
-D’accordo Kona-chan, così capirai
che io sono il migliore!-
Yu sospirò.
-Com’è che siamo arrivati a questo?-
-Bè, Kei non ne vuol sapere di lavare
i piatti, così Konata lo ha sfidato…-
-Ma non si stancano mai?-
Haruhi scosse la testa.
-Evidentemente no-
Il ragazzo si avviò verso la grande
casa.
-Io vado a fare un riposino, a dopo-
-Ah Yu aspetta-
La sorella lo seguì dentro casa
seguita da Tamaki.
-Bene Kei-chan, possiamo iniziare-
-Aspetta, scegliamo prima il compagno
di squadra-
Lo guardò interrogativa.
-Non giochiamo solo noi due?-
-Se devo lavare i piatti non voglio
farlo da solo-
Si voltò verso i due gemelli.
-Bene, chi vuole andare in squadra con
il grande Kei si faccia avanti!-
Kaoru si avvicinò al ragazzino.
-Vengo io in squadra con te-
Si voltò verso il gemello.
-Hikaru è una schiappa-
Lo guardò male e andò dalla sua
compagna di squadra, che in quel momento stava morendo di vergogna.
Deglutì. Non doveva darlo a vedere.
-Bene, cominciamo-
La ragazzina passò la spugnetta sul
piatto e la diede al rosso. Lui sbuffò.
-Lavare i piatti è noioso-
-Non ti lamentare Hikaru, è colpa tua
se abbiamo perso-
La guardò.
-E perché sarebbe colpa mia?-
-Bè perché non la smettevi di
guardarmi il sedere-
Sbuffò.
-Almeno ce lo avessi il sedere-
-Che stai insinuando Hitachiin?-
Si voltò dalla parte opposta.
-Niente, niente…-
-E così stavi guardando il culo a mia
sorella-
I due rabbrividirono. Perché Yu doveva
comparire sempre così all’improvviso?
-Se ho appena detto che non ce l’ha…-
-Mmmh…bè, comunque sta attento a
quel che fai…-
-E cosa dovrei fare?-
Il castano guardò male il ragazzo che
gli dava le spalle. Non lo sopportava.
-Bè, fratellone, che ne dici di andare
a dormire? Oggi ci siamo stancati molto…-
Annuì e se ne andò. La ragazzina
sospirò, poi guardò Hikaru.
-Se vuoi andare anche tu…-
Scosse la testa.
-Tanto abbiamo quasi finito-
I due ripresero a lavare i piatti in
silenzio. Quando il rosso finì di asciugare l’ultimo piatto si
diressero verso le loro camere salutandosi con un “Buonanotte”,
ma la voglia di stare insieme non era ancora passata.
Il rumore del mare era quasi
impercettibile. La luna circondata di stelle si rispecchiava in
quell’acqua resa scura dalla notte. La bionda ammirava tutto ciò
dalla veranda. Non riusciva ad addormentarsi, quindi era andata ad
ammirare le stelle e la luna. Erano bellissime. Si scostò una ciocca
di capelli dal viso e sorrise. Mancava solo una cosa per rendere
tutto ancora più bello…
-Non riesci a dormire?-
Sobbalzò e si voltò verso chi aveva
appena parlato.
-Bè ecco…-
Si mise vicino a lei.
-Anche io non riesco a chiudere occhio-
Arrossì. Non si aspettava di vederlo
spuntare proprio in quel momento.
-È bellissima vero?-
-Eh?-
-La luna, scema!-
-Ah! Sì…-
Rimasero in silenzio. Il rosso ammirava
il cielo, la bionda si guardava i piedi. Era nervosa. Nervosissima.
Le stavano tremando le gambe. Cercò di mantenere la calma.
-Hikaru…-
Si voltò verso di lei.
-…prova a prendermi!-
-Eh?-
Konata sorrise e si mise a correre.
-Se ce la fai riceverai un premio-
Sorrise e cominciò a rincorrerla.
-Però, mia cara, il premio lo scelgo
io-
Correvano. Correvano facendo il giro
della grande villa. La bionda era felice, super felice.
-Ahah, sei lento Hitachiin!-
-Ah sì?-
Stavano per raggiungere la metà esatta
del percorso. Il rosso fece uno scatto in avanti e riuscì a
prenderle il polso.
-Presa!-
-Ah!-
Si fermarono e presero fiato. La
ragazzina si poggiò con le spalle al muro della villa. Hikaru non
l’aveva ancora lasciata andare.
-Puoi lasciarmi il polso adesso-
Sorrise e si mise di fronte a lei.
-E chi mi dice che non scapperai di
nuovo?-
Le si avvicinò e lei arrossì.
-Hi…Hikaru che vuoi fare?-
-Semplicemente avere il mio premio…-
Divenne bordò. Il ragazzo si avvicinò
ancora di più a lei. Chiusero gli occhi. Le loro labbra stavano per
sfiorarsi. Questo sarebbe stato il loro primo bacio.
-Che diavolo stavate facendo là fuori
a quest’ora di notte?-
La castana sbadigliò. Accidenti a Yu.
Li aveva svegliati non appena aveva visto Hikaru e Konata fuori dalla
finestra di camera sua. Ora i due erano seduti di fronte al Toriyama
che aveva cominciato il suo interrogatorio. Lei con lo sguardo basso,
lui che guardava male il castano.
-Che noioso che sei…-
-Non parlarmi con questo tono
Hitachiin!-
La bionda si fissava le ginocchia.
Perché era arrivato Yu?
-Fortuna che vi ho visto, sennò chissà
che facevi alla mia sorellina-
Strinse i pugni. Perché Yu li aveva
interrotti?
-Sei troppo possessivo mio caro!-
E come se non bastasse, doveva pure
arrabbiarsi con lei. Perché?
-Fa silenzio! So io cosa è giusto per
mia sorella-
Sbuffò. No. No, non lo sapeva! Voleva
solo allontanarla da tutta la specie maschile!
-Ma perché le vieti ogni cosa?-
Già, era così. E lei non poteva più
sopportarlo. Non più!
-Perché voglio proteggerla!-
-No…-
Guardarono la biondina.
-No, no, no, no!-
Alzò la testa e incrociò lo sguardo
del fratello. Lui sussultò. La sorellina aveva le lacrime agli
occhi.
-Konata…-
-Basta Yu! Non ti sopporto più! Sei
noioso sai?-
-Ma che…-
Si alzò di scatto dalla sedia.
-Tu non capisci nulla!-
Si mise a correre nella direzione della
sua stanza.
-Konata aspetta!-
Haruhi la seguì. Il castano, invece,
rimase immobile. Kei gli si avvicinò.
-Yu…-
-Andiamo a dormire-
-Ma…e Konata?-
-Ho detto che andiamo a dormire-
Annuì, anche se non era molto
convinto, e seguì l’amico in camera. Il lord fece lo stesso.
-Hikaru…andiamo anche noi…-
Il rosso annuì.
-Ora dovrai raccontarmi tutto-
Era seduta sul letto e teneva il
cuscino stretto al petto. Stava per ricevere il suo primo bacio da
Hikaru, però suo fratello aveva rovinato tutto. Bussarono alla
porta.
-Và via Yu!-
Si aprì.
-Ho detto che te ne devi andare!-
Lanciò il cuscino verso la persona che
era entrata.
-Ah Konata, non sono Yu!-
-Waaaa, scusa sorellonaaaaa!-
Si sedette vicino alla sorellina e
sospirò.
-Tranquilla…-
Si voltò verso di lei.
-…si può sapere che stavi facendo
con Hikaru?-
Arrossì.
-Ni…niente…di che…-
-Konata….-
-Il fatto è che lui mi piace, mi piace
molto…-
Sorrise.
-Anche tu piaci molto a lui…-
-Già, ma mi sa che dopo stasera non mi
vorrà più vedere…tutta colpa di quel rompi-Yu!-
La bionda si sdraiò sul letto.
-In effetti questa volta poteva
starsene buono…-
-Non potrò mai avere un ragazzo…-
-Su Konata, non fare così…-
Sospirò.
-Tu non lo sai sorellona, ma tutti i
ragazzi che mi si avvicinavano venivano allontanati da quello scemo
di nostro fratello!-
Rise e la bionda la guardò male.
-Non c’è niente da ridere!-
-Scusa…-
Rimase in silenzio a guardare il
soffitto, poi si voltò verso la castana.
-Secondo te adesso Hikaru non ne vorrà
sapere più niente di me?-
-Non lo so, ma se tu gli piaci
veramente sono sicura che non lo farà-
Sorrise.
-Se lo dici tu sorellona…ah, ora
andiamo a dormire, sono super-stanca!-
Sbadigliò.
-A chi lo dici…-
Le due sorelle si coricarono nel letto
matrimoniale e spensero la luce della stanza.
-Buonanotte sorellona…-
-Buonanotte-
Haruhi chiuse gli occhi.
-Sorellona…-
-Mmh?-
-Io non ricordo molto della mamma, però
penso che tu abbia il suo stesso profumo…-
-Ora dormi Konata…-
-Va bene…-
Chiuse gli occhi sperando di poter
sognare il momento che quello stupido di suo fratello aveva
interrotto.
Mattina nella casa al mare dei
Toriyama. Haruhi stava finendo di prepararsi in camera sua e Konata
stava ancora dormendo. Bussarono alla porta e la ragazza andò ad
aprire.
-Ciao-
Sorrise.
-Ciao-
-Ecco, io…-
-Konata sta ancora dormendo-
-Allora passo dopo…-
Scosse la testa e gli fece cenno di
entrare. Un po’ titubante varcò la soglia.
-Sei qui per la storia di ieri sera?-
Annuì.
-Puoi aspettare che si svegli se vuoi…-
-D’accordo-
Si sedette sul letto e guardò la
ragazzina addormentata. Sorrise. Haruhi fece per uscire dalla porta.
-Dove vai?-
-Vi lascio parlare da soli…-
Disse chiudendosi la porta alle spalle.
Il ragazzo tornò a guardare la bionda e le accarezzò i capelli.
Lei, al contatto di lui, si mosse un poco. Aprì lentamente gli
occhi.
-Mmh…ma chi…?-
Alzò lo sguardo e sussultò. Che ci
faceva lui lì?
-‘Giorno…-
Si mise a sedere sul letto.
-Tu…tu che ci fai qui?-
Sorrise.
-Se Yu ti vede sei morto!-
-Non mi fa paura-
Sbuffò.
-Sei forse preoccupata per me?-
Arrossì.
-Chi, io? E perché dovrei?-
Rise. La bionda abbassò lo sguardo.
-Perché sei tornato?-
La guardò interrogativo.
-Dopo ieri sera credevo che non volessi
avere più niente a che fare con me…-
-Stupida…-
Lo guardò negli occhi.
-E tu più di me, Hikaru…-
Le mise una mano sotto il mento e
sorrise.
-E adesso che vuoi fare?-
Avvicinò il suo viso a quello della
ragazza.
-Voglio solo continuare quello che è
stato interrotto ieri…-
-Ma…-
-Ssssh…-
Il rosso azzerò le distanze. Chiuse
gli occhi. Finalmente il loro primo bacio. Le loro labbra rimasero
unite per qualche secondo, poi lei lo scostò delicatamente.
-Ecco, hai ricevuto il tuo premio. Ora
puoi anche andare-
Rise e si riavvicinò.
-Scema…-
-Hikaru, non possiamo! Se mio fratello
ci scopre ti ammazza!-
-E noi faremo in modo che lui non lo
scopra…-
Sorrise.
-Sembri molto sicuro di te Hitachiin-
-Lo so-
Ed unirono le loro labbra in un
secondo, indimenticabile bacio.
-Come mai Konata non è qui?-
-È voluta restare in camera…-
Yu rimase un attimo in silenzio.
-Forse dovrei andare a parlarle…-
-NO!-
Il ragazzo guardò interrogativo la
sorella e il rosso.
-Ehm…perché non la lasci un po’ in
pace?-
Haruhi annuì.
-È vero, Yu, falla calmare un
pochino…-
Kei si guardò intorno.
-Ehi Kaoru, e tuo fratello dov’è?-
La castana maledisse mentalmente lo
stupido amico della sua sorellina.
-Non si sentiva molto bene e quindi…-
-Non è che mi state nascondendo
qualcosa?-
La ragazza cominciò a ridere
istericamente.
-Certo che no fratellone…-
Sospirò.
-Vabbè, anche se fosse non devo
immischiarmi giusto?-
Il biondino lo guardò allibito. Non
era da lui non impicciarsi della vita della sorella. Il ragazzo si
accorse dello sguardo di Kei.
-Non fare quella faccia scemo! E poi
Konata ha ragione…è normale che ora non mi sopporti…-
La castana sorrise.
-Sono sicura che presto le passerà…bè,
ora che ne dite di andare in spiaggia?-
I ragazzi annuirono e si avviarono
tutti verso la veranda che dava sul mare, ma una voce li fermò.
-Ehi aspettateci! Veniamo anche noi-
Kei si voltò.
-Kona-chan!-
Poi vide il ragazzo dietro di lei e
sorrise maliziosamente.
-Ah, e Hikaru…che ci fate voi due
insieme?-
Il rosso lo guardò male.
-Cosa dovremmo fare? Vi seguiamo in
spiaggia no?-
La bionda vide il fratello girato di
spalle. Stranamente non aveva ancora brontolato.
-Non intendevo questo…-
La bionda si mise a ridere capendo cosa
stava insinuando l’amico.
-Non essere stupido Kei-chan! Cosa
potrei fare io con questo?-
Chiese indicando il ragazzo accanto a
lei. Yu si voltò verso la sorellina.
-Non fa per me, no, no!-
Il castano sorrise e il rosso sbuffò.
-E poi sono troppo giovane per avere un
ragazzo, giusto fratellone?-
Si mise a ridere.
-Lo sapevo che la mia cara sorellina
era una persona ragionevole! Bene, ora andiamo tutti a farci un bel
bagno!-
Kei e Konata esultarono e seguirono il
ragazzo. Kaoru si avvicinò al gemello.
-Ma che le è preso?-
-Niente, niente…fa tutto parte del
piano-
Rise.
-E Yu c’è cascato come un pollo,
eh?-
Annuì. E così era cominciata la loro
segreta storia d’amore. Sorrise e si avviò verso la spiaggia,
pensando agli scherzi da fare alla biondina.
-Non capisco perché dobbiamo ancora
lavare i piatti…-
-Stupido, perché abbiamo perso la
partita, no?-
Sbuffò.
-E comunque non lamentarti, perché è
tutta colpa tua!-
La guardò male.
-Non rompere ragazzina-
-Io ti rompo quanto mi pare-
Disse mentre gli faceva la linguaccia.
Yu rise. Era felicissimo che sua sorella non avesse combinato niente
con quello.
-Che hai da ridere tu?-
Gli chiese la sorella.
-Niente, niente…ahah-
Al rosso scappò un sorrisetto. Com’era
stupido!
-Via io vado a dormire, tanto qui non
ho niente da fare…-
E lasciò i due ragazzi da soli senza
smettere di ridere. Hikaru lo seguì con lo sguardo.
-Se n’è andato?-
Sussurrò Konata senza voltarsi. Lui
sorrise e annuì, poi avvicinò il suo viso a quello della ragazza,
ma lei rimase immobile.
-Bè?-
-Finisci di asciugare i piatti
pigrone!-
Sbuffò e riprese ad asciugare i piatti
che lei lavava.
-Sei noiosa-
-E tu impaziente-
Incrociò le braccia e lei si voltò a
guardarlo interrogativa.
-Che diavolo stai facendo?-
-Niente…-
Sospirò e si avvicinò al ragazzo.
-Sei proprio un bambino capriccioso,
sai?-
Rimase in silenzio e lei rise. Gli
prese il volto tra le mani e si mise in punta di piedi stampandogli
un bacio sulle labbra. Si staccarono.
-Ora riprendi a lavorare, o non
finiremo più-
Si mise sull’attenti e sorrise.
-Sissignora!-
Kaoru bussò alla porta della camera
delle due sorelle e la maggiore delle due gli aprì.
-Ah, ciao Kaoru-
-Ciao, senti, non trovo mio fratello,
per caso è qui?-
Scosse la testa.
-Forse starà ancora lavando i piatti-
Rise.
-Mi sa che hai ragione…bè, ora vado
a dormire, dì a quello scemo di non fare troppo casino-
-D’accordo, buonanotte-
-‘Notte-
Chiuse la porta e sorrise. Chissà
quando sarebbe tornata Konata…forse non tanto presto. Sperava solo
che Yu non li beccasse, sennò sarebbe successo il finimondo. Forse
avrebbe rinchiuso la sorellina a vita proibendole ogni tipo di
contatto umano. Scosse la testa. Non poteva essere così crudele…o
forse sì? Sentì bussare ancora alla porta e andò ad aprirla.
-Ah, Haru-chan…-
Sbirciò all’interno della stanza.
-…Kona-chan sta ancora lavando i
piatti?-
-S…sì…-
Oddio, se lui scopriva tutto era un
guaio. Avrebbe detto tutto a Yu.
-Allora vado da lei…-
Fece per andarsene, cavolo! Lo fermò
tenendogli il polso, lui si voltò interrogativo.
-Pe…perché non la aspetti qui?-
Annuì poco convinto e si sedette sul
letto.
-Dove vai Haru-chan?-
Chiese alla ragazza che stava cercando
di andarsene.
-Mi…mi è venuta sete e…e quindi
vado un attimo in cucina…tu però aspetta qui, ok?-
Non ebbe neanche il tempo di dire “Ok”
che la ragazza se l’era svignata. Si sdraiò sul letto pensando
allo strano comportamento della ragazza. Forse gli stava nascondendo
qualcosa. No, perché avrebbe dovuto? Forse stava coprendo sua
sorella minore. E perché? Strinse i pugni pensando all’Hitachiin.
No, non potevano essere fidanzati. Lui non era il suo tipo, non era
fatto per lei. E lei era troppo carina, troppo simpatica, troppo…era
troppo per lui! Già, lei non poteva stare con nessuno…solo lui
aveva il diritto di starle accanto. Lui. Il suo migliore amico e
quello che per primo aveva cercato di dichiararsi a lei, ma senza
risultato a causa di quel noioso di Yu. Sorrise. Già,
quell’Hitachiin non aveva speranze con lei. Nessuna. Si rimise a
sedere sul letto e aspettò sorridente l’arrivo della sua cara
amica.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 12 *** Summer Holidays (Parte 2) ***
12. “Summer holidays (parte2)”
A passo svelto la castana si diresse
verso la cucina. Accidenti! Ma che cavolo voleva quello scemo da sua
sorella? Se per colpa sua si fosse scoperto tutto…scosse la testa
per scacciare via quegli stupidi pensieri. Fece capolino dalla porta
della cucina. Sperava di trovarli ancora lì…tirò un sospiro di
sollievo. Erano ancora lì. Konata era seduta sopra il ragazzo e
aveva la fronte contro quella di lui.
-Sei un imbranato che non sa nemmeno
asciugare bene due piatti-
Sbuffò.
-E tu una ragazzina che non riesce
neanche a riempire un costume-
-Maniaco, guardi solo questo!-
Rise.
-Ehm…Konata-
Si voltarono verso la ragazza. Non
l’avevano sentita entrare.
-In camera c’è Kei…ha detto che
voleva parlare con te…-
Sussultò.
-Ho inventato una scusa e sono venuta a
cercarti, ora però è meglio se vai da lui-
Annuì e scese dal ragazzo che la
teneva per il polso. Non voleva farla andare via.
-Non resti ancora un pochino?-
-Ma non hai sentito mia sorella? Devo
andare… -
La lasciò andare e lei gli diede un
bacio sulla fronte. Sbuffò e tirandola a sé le diede un dolce bacio
sulle labbra. Haruhi sorrise. E dire che prima non si sopportavano.
La biondina uscì di fretta dalla stanza per raggiungere l’amico.
Chissà cosa voleva da lei…appena arrivata davanti alla porta della
sua camera la aprì e sorridente salutò il biondino.
-Kona-chan!-
-La sorellona mi ha detto che mi
volevi…-
Fece una giravolta e si indicò il
volto con un dito.
-…e quindi eccomi qui!-
Rise e le fece segno di sedersi vicino
a lui sul letto. Lei si mise alla destra di lui.
-Volevo chiederti il perché del tuo
strano comportamento-
S’irrigidì.
-Strano comportamento?-
-Non è che quell’Hikaru ti piace?-
Sobbalzò. Aveva colto nel segno. Non
credeva Kei così perspicace. Deglutì.
-M…ma che vai a pensare Kei-chan…-
Tirò un sospiro di sollievo e sorrise.
-Meglio così…-
Lo guardò interrogativa, lui se ne
accorse e arrossì un poco.
-B…bè…dicevo per te…una come te
non può stare con uno come lui…e…e poi c’è Yu…già Yu…lui
non lo permetterebbe mai…-
Abbassò la testa.
-Già…-
-E nemmeno io lo permetterei-
Alzò la testa di scatto e incrociò
gli occhi dell’amico.
-Kona-chan, tu sai già quello che
provo per te…-
-Kei, mi avevi detto che non
t’importava più!-
-Bè, ho mentito…ma solo per poterti
stare accanto…io non voglio perderti Kona-chan!-
Abbassò lo sguardo. Perché i
sentimenti di Kei dovevano risvegliarsi in quel preciso momento? Non
poteva starsene buono fino alla fine dei suoi giorni? Lui sospirò.
-Kona-chan, io lo so che per te sono e
sarò sempre un amico, però ci tenevo tu sapessi tutto ciò…io non
voglio che tu ti dimentichi di me!-
-Stupido! Come potrei mai dimenticarmi
di te?-
Sorrise.
-Grazie…-
-Figurati…ah, ma tutto continuerà a
essere come era sempre stato?-
Annuì.
-So che non potrei mai diventare il tuo
ragazzo, perché tu hai…-
La porta si aprì e la castana entrò.
-Ah scusate, ho interrotto qualcosa?-
Il biondo scosse la testa.
-No niente…ora si è fatto tardi,
devo andare ‘notte!-
-Sta attento a non svegliare Yu, ok?-
Uscì e le due sorelle rimasero da
sole. Konata si sdraiò sul letto e la castana le si mise accanto,
seduta sul letto. La biondina sospirò.
-Perché tutte a me?-
-È successo forse qualcosa?-
Rimase in silenzio. Doveva dirglielo
oppure no?
-Kei è venuto per dichiararsi…-
Strabuzzò gli occhi.
-…di nuovo-
-Come di nuovo?-
Si mise il cuscino sulla faccia.
-Aaah, è una storia troppo
complicata!-
-Konata…-
-Per me Kei è solo un amico, un
fratello…non lo voglio come ragazzo!-
Sospirò.
-Ma tu ce l’hai già un ragazzo…-
Arrossì.
-Appunto, ma a lui non posso dirlo!-
Rimase un po’ in silenzio, poi rise.
-Hai ragione, è proprio una situazione
complicata-
Le tirò il cuscino.
-Non c’è niente da ridere-
La ragazza venne colpita in pieno viso.
-Ah, sorellona…-
Sorrise.
-Vuoi la guerra?-
-Eh?-
Colpì la sorellina col cuscino.
-E guerra sia!-
-Aaah! Sorellona così non vale!-
Prese un altro cuscino ed iniziarono a
colpirsi a vicenda. Sembravano due ragazzine.
-Ah, da quanto non mi divertivo così
con la mia sorellona?-
Sorrise.
-Ti ho vista un po’ giù e volevo
tirarti su di morale-
-Grazie…comunque, io voglio
continuare a stare con Hikaru-
Abbassò la testa.
-Mi spiace solo per Kei-
Le accarezzò la testa.
-Vedrai che capirà…-
La ragazzina rimase in silenzio. Si
sentiva in colpa, perché non aveva detto tutta la verità a Haruhi.
Non le aveva detto perché lei aveva rifiutato inizialmente la
proposta dell’amico. Già, se non ci fosse stato lui, forse,
qualche anno fa, lei si sarebbe messa con Kei…
-Ehi Konata, sbrigati!-
-Un momento fratellone, devo
controllare di aver preso tutto-
Sbuffò.
-È da più di mezz’ora che
controlli-
Gli fece la linguaccia.
-Antipatico-
La loro settimana di vacanza era finita
e i ragazzi si prepararono a tornare a casa. Presero la limousine dei
Toriyama e si diressero verso casa. La bionda si era messa tra la
sorellona e l’amico e il rosso le stava di fronte. Durante tutto il
tragitto il telefono dei due ragazzi non smise di squillare.
La ragazzina varcò la soglia di casa.
-Casa dolce casa!-
-Ehi Konata-
Si voltò verso il fratello.
-Con chi stavi messaggiando tutto il
tempo?-
-Eh? Messaggiando?-
Annuì.
-Ma che dici fratellone! Stavo solo
facendo un giochino al cellulare…-
La fissò.
-Se non mi credi, chiedilo a
Haru-chan!-
Prese le borse.
-Ora vado a sistemare tutto in camera
mia, se mi vuoi sono lì, ok?-
Rimase in silenzio.
-Ti prometto che non scapperò dalla
finestra con nessun ragazzo-
Sorrise e guardò la sorellina salire
le scale, poi prese anche lui le sue borse e andò a riordinare
tutto.
Entrò e chiuse la porta dietro di sé
fissandosi i piedi. Non sopportava mentire a Yu, però…scosse la
testa. Ora era meglio non pensarci, piuttosto doveva trovare una
scusa per domani. Hikaru le aveva chiesto di uscire. Aprì la valigia
e l’armadio e tirò fuori i vari vestiti. Poteva dirgli che usciva
con Kei…mmmh…e se poi il biondo si presentava a casa sua
chiedendo di lei? No, meglio di no! Poteva dire che andava a trovare
la sorellona. Sorrise. Sì, lei l’avrebbe sicuramente coperta.
Rise. Tutto ciò era davvero divertente, da un certo punto di vista.
Le piaceva l’idea della storia d’amore segreta. Però, prima o
poi, avrebbe dovuto raccontarlo a Yoko e Akira, così forse avrebbero
lasciato perdere l’accordo con i Sa…
-Konata posso entrare?-
-Ah, sì certo-
Il fratello entrò.
-Visto che non sono scappata?-
Rise.
-Senti, hanno chiamato Yoko e Akira-
-Ti hanno detto quando ritornano?-
Annuì.
-Ma ripartiranno subito e…-
Guardò il fratello interrogativa.
-E io dovrò ripartire con loro…-
Il ragazzo era poggiato al muretto
vicino alla fermata dell’autobus e la stava aspettando. Era in
ritardo, come al solito. Sbuffò e si sistemò il cappellino da
baseball. Quel giorno faceva particolarmente caldo. Sorrise. Chissà
come si era vestita…
-Hikaru, chiedo perdono!-
La guardò male.
-Stavo per andarmene sai?-
Bugiardo, non l’avrebbe mai fatto.
-Bè, che vuoi fare?-
Ci pensò un po’ su.
-Non so, di solito sei tu quella con
lei idee brillanti-
Rise e lo prese per mano.
-Allora facciamo un giro per il parco-
Lo guardò.
-Non ci sei mai stato vero?-
Scosse la testa e si fece condurre
dalla ragazzina verso il viale alberato. Era davvero bello essere lì
con lei. Nel parco c’erano altre coppiette, bambini e anziani, che
li guardavano sorridenti pensandoli come due fidanzatini. Arrossì.
In effetti loro erano due fidanzatini. Spostò lo sguardo verso la
bionda, che stava cercando invano una panchina vuota. Il vestitino
color pesca ondeggiava ad ogni suo movimento. Sbuffò. Erano tutte
occupate da piccioncini innamorati o vecchie pettegole. Si diresse
verso il laghetto che si trovava al centro del parco e sorrise.
Accelerò il passo per non farsi sfuggire quella panchina. Si sedette
insieme al rosso, senza lasciargli la mano.
-Allora che ne pensi? Ti piace?-
Annuì, poi notò che la ragazzina
stava guardando con desiderio il gelato di un bambino.
-Ne vuoi uno anche tu?-
-Eh?-
-Vuoi un gelato?-
Il suo volto si illuminò e fece cenno
di sì con la testa. Lui si guardò intorno, poi si avviò verso un
chioschetto non poco lontano. Lei rimase lì ad aspettarlo. Era
nervosa, molto nervosa. Non era mai un uscita con un ragazzo che non
fosse Kei. L’Hitachiin tornò con due coni in mano e ne diede uno
alla bionda.
-Grazie-
Sorrise e lei arrossì. Era davvero
carino! Leccò il gelato con avidità.
-Ah, che buono!-
-Dici? I nostri chef ne preparano di
migliori-
Lo guardò male e lui rise, poi le
prese la mano sinistra, quella che non teneva il cono. Lei avvampò.
-C…che fai?-
Si avvicinò di più a lei.
-Niente…-
Unirono le loro labbra in un bacio, poi
Konata si guardò la mano destra.
-Ah, accidenti!-
Il gelato si era sciolto e ora le stava
colando sulle dita. Lasciò la mano del rosso e prese il cono con la
sinistra.
-Hai mica un fazzoletto?-
Chiese imbarazzatissima. Lui scosse la
testa, poi le prese la mano sporca e l’avvicinò alla bocca.
-Hi…Hikaru…ma che cavolo fai?!?-
Gli mollò un ceffone.
-Ahi! Volevo solo pulirti, scema!-
-Potevi trovare altri modi no?-
Sbuffò.
-Che noio…-
Ma non riuscì a finire la frase,
perché la ragazza lo aveva spinto in un cespuglio dietro la
panchina.
-Ehi, scema che…-
-Ciao Kei-chan-
Il rosso si zittì di colpo e si
nascose meglio. Accidenti!
-Kona-chan!-
Il biondino si avvicinò all’amica.
-Come mai da queste parti?-
-Sta…stavo facendo un giro…-
Si guardò intorno.
-Tutta sola? Potevi chiamarmi, ti avrei
fatto compagnia-
Scosse la testa.
-Tranquillo, volevo stare un po’ da
sola…e…e poi tra poco vado dalla sorellona…-
-Allora ti accompagno-
-No, non importa…davvero…-
Il ragazzo abbassò lo sguardo.
-Ti comporti così per quello che ti ho
detto l’altro giorno?-
-Ma no, Kei-chan…volevo stare un po’
da sola prima di andare da Haru-chan…-
La guardò non molto convinto della
spiegazione, poi le guardò la mano sporca e il gelato ormai
immangiabile. Le si avvicinò e tirò fuori un fazzoletto.
-Sei davvero sbadata Kona-chan-
Lo prese dopo aver gettato il cono.
-Grazie…-
Sorrise.
-Ora è meglio che vada…salutami
Haru-chan, ok?-
Annuì.
-Ah, Kei-chan-
Si voltò e la ragazzina gli diede un
bacio sulla guancia, lui arrossì.
-Grazie ancora…per tutto-
-D…di niente Kona-chan…o…ora vado
eh? C…ciao!-
La bionda rimase a fissare l’amico
che si allontanava, quando non lo vide più disse a Hikaru di uscire
dal nascondiglio. Lui si alzò e si pulì i vestiti, mentre si
avvicinava alla ragazza.
-Fortuna che non ci ha scoperto-
-Già…Konata?-
Si voltò verso di lui.
-Cosa ti avrebbe detto Kei?-
-Ah, bè…mi ha detto che gli
piaccio…niente di cui preoccuparsi-
-COME?-
Lo guardò interrogativa.
-Che hai da urlare?-
-Il tuo amico Kei si è dichiarato a
te?-
-Sì, ma non è la prima volta…-
Strabuzzò gli occhi. Non poteva
crederci.
-E poi non devi preoccuparti, lui sa
che noi non potremmo mai fidanzarci, perché…-
Ma si bloccò. Scema! Stava dicendo
troppo.
-Perché?-
-Perché…perché sì, punto e basta!-
-Konata cosa mi stai nascondendo?-
Ma lei non parve ascoltarlo. Lo prese
per mano e lo condusse verso il laghetto.
-Konata, mi vuoi rispondere?-
-Ah, guarda che bello!-
-Kona…-
-Ora che siamo fidanzati dovremmo
trovarci dei soprannomi-
Arrossì.
-Che?-
-Cucciolotto…gattino…mmh…e poi
che altro?-
Avvampò.
-Per favore smettila, è imbarazzante!-
Rise, poi si ricordò di una cosa.
-Che fai in questi due giorni? Oggi e
domani intendo…-
-No, non ho da fare nulla-
Lo abbracciò.
-Bene!-
-M…ma come mai questa do…-
-Sarò sola in casa fino a domani e
avevo pensato di stare con te…-
Rimase in silenzio, così lei si staccò
da lui.
-Non ti piace la mia idea?-
Sorrise.
-Al contrario…sono molto contento
della proposta-
La ragazzina esultò e lo portò via
per mano.
-Sei sicura che non ci sia nessuno?-
Chiese per l’ennesima volta il rosso,
lei sospirò.
-Sicura-
-E se Yu spunta all’improvviso? Che
si fa?-
-Hikaru, stai calmo! Mio fratello è
partito mentre io stavo venendo all’appuntamento-
Si guardò un po’ intorno e poi
decise di varcare la soglia di casa Toriyama.
-Bè, che si fa?-
-Non lo so…tu che vuoi fare?-
Ci pensò un po’ su.
-Vorrei sentirti cantare-
Rise.
-Ma non mi trovavi stonata?-
Arrossì un poco.
-Bè…ecco…-
-Comunque se vuoi possiamo andare al
karaoke dell’altra volta, penso sia aperto oggi…-
La guardò interrogativo.
-Non usi quello che hai qui?-
-Eh?-
-Quello che ti hanno regalato Yoko e
Akira…-
-Ah…-
E così lo aveva visto.
-Non mi va di usarlo…-
-Perché? È tuo no?-
Abbassò la testa.
-Non me lo sono meritato…Yoko e Akira
lo hanno comprato solo perché a me piace cantare…-
-Non credi che loro ci siano rimasti
male?-
Alzò la testa incrociando il suo
sguardo.
-Bè, quando mi chiedono di cantargli
qualcosa lo uso, ma…-
-Se non vuoi cantare per me basta
dirlo…-
Ma cosa diceva quello scemo? Lei voleva
cantare solo per lui, ma…
-Vieni andiamo-
-Dove?-
-Nella stanza del karaoke-
Sorrise.
-Sai Hikaru…nemmeno Kei era mai
riuscito a convincermi…-
Già, non lo aveva mai fatto per Kei,
ma…ma con il rosso era diverso.
Il ragazzo si mise a sedere sul
divanetto, mentre la biondina accendeva il tutto.
-Bè, cosa vuoi cantarmi?-
-Sono indecisa tra due brani…-
-Bè, scegli quello che ti piace di
più-
-Ma li adoro tutti e due!-
Sbuffò.
-Che noiosa…-
-Trovato!-
Selezionò il brano sul display.
-Ed ecco a voi “One in a million”
di Miley Cyrus!-
-Riuscirai a cantare in inglese?-
Gli fece la linguaccia e cominciò a
cantare.
La musica finì, e la ragazzina aspettò
con ansia un commento dal rosso. Lui rimase in silenzio a guardarla.
-Bè?-
Chiese scocciata.
-Ho fatto così schifo?-
-Eh? Ma se sei stata bravissima!-
-E allora perché rimanevi zitto?-
-Dovevo forse saltarti addosso e
urlarti di sposarmi?-
Non rispose. Aveva ragione lui. Abbassò
la testa.
-Scusa…-
-Non devi scusarti…sai, eri così
bella quando cantavi-
Alzò la testa, rossa come un peperone.
Lui le era di fronte.
-Il tuo amichetto non ti ha mai detto
nulla del genere?-
Scosse la testa, lui sorrise.
-Bene-
La baciò.
-La canzone era dedicata a me vero?-
-No, era dedicata a Kei-
Strabuzzò gli occhi e lei rise.
-Certo che era per te scemo!-
Continuarono a ridere e a scherzare per
tutto il tempo finché non arrivò l’ora di andare a dormire.
Konata portò il ragazzo nella sua stanza e gli diede uno dei pigiami
di Yu. Il ragazzo fissò il grande letto della bionda. Arrossì.
-Dormiremo lì tutti e due?-
-Bè sì…in fondo abbiamo già
dormito insieme, no?-
Disse arrossendo anche lei.
-Sennò puoi andare in camera di Yu…-
-No, no…m…mi va bene…davvero-
-Quando viene Kei…-
-Konata-
La fermò. Non aveva voglia di sentir
parlare di quello scemo.
-Domani a che ora torna Yu?-
-All’ora di pranzo-
La guardò un po’ deluso.
-Quindi non potremmo stare insieme
domani pomeriggio-
Rise.
-Non ti stanchi mai eh?-
-Di stare con te no-
Arrossì. Non si aspettava una risposta
del genere. Prese il suo pigiama e guardò il ragazzo.
-Esci che devo cambiarmi-
Sorrise malizioso.
-Non ti cambi qui davanti a me?-
Avvampò.
-Smettila di dire queste cavolate!-
E lo spinse fuori chiudendo la porta.
Rimase ferma a fissare davanti a sé cercando di rallentare i battiti
del suo cuore. Quel giorno si era divertita tantissimo con lui,
neanche con Kei era mai stata così bene. Però a volte diceva delle
cose davvero idiote. Sorrise. E a volte cose davvero dolci.
I due ragazzi erano seduti sul grande
letto e si tenevano per mano. Nessuno diceva una parola. Finalmente
la ragazzina si decise a parlare.
-Do…dormiamo?-
Annuì. Com’era carina quando era
imbarazzata! Gli lasciò la mano e s’infilò nel letto, lui la
imitò. Si sdraiarono accanto e la biondina gli si accoccolò al
petto.
-Konata, mi fai caldo-
Sbuffò.
-Antipatico!-
Si voltò allontanandosi un po’ dal
ragazzo.
-Perché te ne vai?-
-Me lo hai chiesto tu no?-
Gli rispose senza neanche voltarsi.
-Eddai non ti arrabbiare…-
Le si avvicinò e la cinse da dietro
con il braccio. Avvampò. Le scostò i capelli dal collo e lo baciò.
La ragazzina si voltò verso di lui appoggiando la fronte a quella
del ragazzo. Sorrise. Gli diede un tenero bacio sulle labbra.
-Ora sei soddisfatto mio caro?-
Rise.
-No-
Le diede un altro bacio e poi un altro
ancora. Continuarono così, finché, stanchi, non si addormentarono.
Hikaru si svegliò infastidito dal
rumore del cellulare. Il giorno prima aveva attivato la sveglia per
non rischiare di alzarsi tardi. Guardò la ragazzina accanto a lui.
Dormiva come un ghiro. Sorrise e le scostò una ciocca di capelli dal
viso. Lei aprì lentamente gli occhi e fissò il ragazzo.
-Hikaru ma che…-
-Dobbiamo alzarci Konata-
Lo guardò interrogativa, poi si voltò
dalla parte opposta.
-Ancora cinque minuti…-
-Non fare la scema!-
-Ma ho sonno!-
Sbuffò.
-Allora userò le maniere forti-
-Eh? Ma…ma che fai? Mettimi giù!-
L’aveva presa in collo e stava
scendendo le scale per portarla in cucina.
-Siamo arrivati-
Mise giù la biondina che sbuffò.
-Bè, cosa c’è da mangiare?-
Gli fece la linguaccia.
-Per te nulla!-
Konata si avvicinò al tavolo, dove
sopra era posta una torta al cioccolato coperta da una teca di vetro.
-Sai, questa l’avevo preparata per il
mio ragazzo…-
Disse senza neanche voltarsi. Il rosso
arrossì un poco.
-Davvero?-
Si voltò e lo guardò con aria da
furbetta.
-Già…spero proprio che Kei-chan
l’apprezzi-
-Che?-
Rise e lo indicò.
-Che faccia buffa!-
Così, continuando a stuzzicarsi a
vicenda i due ragazzi fecero colazione e, dopo essersi preparati,
uscirono di casa. Konata aveva deciso di accompagnarlo per un pezzo
di strada.
-Ora è meglio che torni indietro…se
Yu è arrivato mi starà cercando-
Annuì.
-Allora ti chiamo-
La baciò.
-Va bene…ciao Hika-chan!-
Tornò a casa di fretta. Probabilmente
Yu era già tornato. Aprì la porta di casa e vide le sue valigie
vicino alle scale. Sentì la voce del fratello provenire dal
soggiorno, così decise di raggiungerlo.
-Yu, ben tornato a casa!-
Disse saltandogli al collo.
-Allora com’è anda…Yu, tutto ok?-
Il fratello aveva una strana
espressione sul volto. Sembrava…triste.
-Yu è successo qualcosa? Yu?-
-Konata…perdonami, non ho potuto fare
nulla! Perdonami…-
-Ma…ma che dici?-
-È…è lui! È tornato! E io non ho
potuto fare nulla per impedirlo!-
Lo guardò confusa. Lui?
-Yu ma di chi stai parlando?-
-Di me mia cara…-
Sussultò. Conosceva quella voce. Si
voltò a guardare chi aveva parlato. Il ragazzo dai capelli corvini
stava sorridendo. Le si avvicinò e le baciò la mano.
-Da quanto tempo Konata…-
-Sasaki…-
LalaSatalinDeviluke : Grazie mille per il commento^^ ed ecco a te un altro capitolo xD, ciao! |
Ritorna all'indice
Capitolo 13 *** Kotaro Sasaki ***
13. “Kotaro Sasaki”
Hikaru riprovò per l’ennesima volta
a chiamare Konata sul cellulare, e per l’ennesima volta partiva la
segreteria. Sbuffò e lasciò cadere noncurante il telefonino sul
letto. Dopo che aveva dormito a casa sua non l’aveva più vista. Ma
dove cavolo era finita? Gli aveva mandato solo un ultimo messaggio,
poi più niente. Lo rilesse per l’ennesima volta.
Ciao Hikaru, senti…per
un po’ di tempo avrò da
sbrigare delle
faccende, quindi se non mi faccio sentire e se non ti rispondo
non preoccuparti, sto
bene…kiss!
Faccende? Che tipo di faccende? Domani
sarebbe ricominciata la scuola, così, forse, l’avrebbe vista.
Almeno sperava…
-Hikaru?-
Si voltò verso il gemello.
-Va tutto bene?-
-Certo? Non vedi?-
Rispose sarcastico.
-Non dovresti farti tanti
problemi…Konata ha detto che non ti devi preoccupare-
-Come faccio a non preoccuparmi? Non la
vedo da quasi un mese!-
Sorrise.
-Ti manca eh?-
-Da morire…-
-Ma tanto domani la vedrai, no?-
Annuì senza convinzione. C’era
qualcosa che non gli tornava…non era possibile che Yu avesse
scoperto tutto! Anche se questa era la prima idea che gli era venuta
in mente…ah! Gli era venuto mal di testa! Come tutte le volte che
ci pensava del resto…massì! Domani l’avrebbe rivista a scuola e
avrebbe parlato con lei. Sì, avrebbe fatto così.
-Yu…-
Il castano si voltò verso la
sorellina.
-Forse è meglio se domani resto a
casa-
La guardò interrogativo.
-Ma avevi detto che non vedevi l’ora
di tornare a scuola…di poter rivedere tua sorella…-
-Bè ho cambiato idea-
Il ragazzo fissò la sorella che si
dirigeva nella sua stanza indeciso se seguirla oppure no. In
quell’ultimo mese era stata strana, ma lui non capiva perché.
Certo, Kotaro era riapparso all’improvviso, ma c’era dell’altro
e lui voleva scoprire cosa. La seguì, ma lei gli sbatté la porta in
faccia prima che lui potesse entrare.
-Konata…-
Silenzio. Il ragazzo rimase un momento
immobile, indeciso se entrare o meno. Girò la maniglia e entrò. La
sorellina era seduta sul letto con le ginocchia all’altezza del
mento e la fronte poggiata su di esso. Le si mise accanto.
-Konata che ti succede?-
-Niente-
-Konata…-
Alzò la testa di scatto e guardò il
fratello.
-Yu…io…io ti devo chiedere scusa-
La guardò interrogativo.
-Ci sono delle cose che non ti ho
detto…delle cose molto importanti, almeno per me…delle cose che…-
-Konata, arriva al punto!-
Lei arrossì un poco.
-Non è così semplice!-
Rimase in silenzio per un po’,
cercando le parole giuste.
-Tempo fa Kei si è dichiarato a me-
Strabuzzò gli occhi.
-Che cosa?!?-
-Ma io ho rifiutato…-
Tirò un sospiro di sollievo.
-Ma avrei accettato volentieri…se
solo non ci fosse stato quel Sasaki!-
Yu era ancora sbigottito.
-Q…quindi se non ci fosse stato il
fidanzamento tra te e quello lì tu ora staresti con…con Kei?-
Annuì.
-Allora devo ringraziare il caro
Kotaro…-
Lo guardò male.
-Preferisci lui a Kei?-
-Preferisco TUTTI a Kei-
Sbuffò.
-Allora ti piacerà la seconda cosa che
ho da dirti-
La guardò un po’ preoccupato.
-Io e Hikaru stiamo insieme-
-CHEEEEEEEEEEEEE?-
No. Non poteva essere. Sicuramente si
trattava di un incubo.
-Qu…quindi è per questo che non sei
mai uscita in questi giorni? Perché non volevi che il tuo…fidanzato
ti vedesse con Sasaki-
Disse pronunciando la parola
“fidanzato” con una certa riluttanza.
-Sì, ed è per questo che non voglio
andare a scuola! So già che quel damerino non mi lascerà in pace e
non voglio che Hikaru si arrabbi con me-
Aveva gli occhi lucidi, così Yu le
passò un braccio intorno alla vita e la tirò a sé.
-Non fare così sorellina…non voglio
vederti piangere…-
-Quindi non sei arrabbiato perché ho
un fidanzato?-
Sorrise.
-Prima o poi doveva succedere, no?-
Gli diede un bacio sulla guancia.
-Grazie Yu…-
-Comunque credo che l’Hitachiin sia
già arrabbiato…non ti ha vista per un mese…-
Poggiò la testa sulla spalla del
fratello.
-È che non so se dirgli tutto o
meno…non so come la prenderà…forse è meglio se dico a Akira e
Yoko che non voglio questo fidanzamento e la finiamo lì-
-Ma sarà davvero così semplice?
Insomma Konata, prima avevi detto che era tutto ok e ora invece…-
-Prima mi avevano solo chiesto se mi
piaceva un ragazzino di una foto e io ho risposto sì! Non conoscevo
Sasaki per poterlo giudicare davvero…-
Sospirò. Che situazione complicata.
-Se dirai a Yoko e Akira quello che
provi scommetto che scioglieranno il fidanzamento-
-Lo spero…-
Qualcuno bussò alla porta e Konata si
alzò in piedi. Quando disse che poteva entrare il moro fece capolino
dalla porta.
-Sasaki…-
Il ragazzo sospirò.
-Non smetterò mai di ripetertelo
Konata…chiamami Kotaro…-
Sbuffò.
-Desideri qualcosa?-
-Come siamo scontrose! Volevo solo
sapere a che ora ci porterà la limousine a scuola domani-
-Non andremo a scuola domani-
-Ah no?-
Scosse il capo.
-Io e te restiamo a casa Sa…Kotaro…-
-Come mai?-
-B…bè…ecco…-
Che scusa poteva inventarsi? Non poteva
certo dirgli di Hikaru…
-Mia sorella vuole trovarsi subito a
casa quando arriveranno i tuoi genitori-
Rispose prontamente il castano. Il moro
lo guardò e annuì.
-Capisco…-
Poi fissò di nuovo la ragazza bionda
e le sorrise.
-Allora domani potremmo passare del
tempo insieme mia cara…-
-Non vedo l’ora…-
Disse ironica. Lui le si avvicinò e le
baciò la guancia, poi uscì dalla stanza. La ragazzina fece la
linguaccia alla porta ormai chiusa.
Il ragazzo era seduto su uno dei divani
del club e si mordeva nervosamente le unghie. Ogni cinque secondi
lanciava occhiate alla porta, nella speranza che una ragazza dai
capelli biondi la aprisse. Il gemello al suo fianco lo guardava
preoccupato.
-Hikaru forse è già tornata a casa-
-Perché? Perché se n’è andata
subito? Di solito passa sempre dal club…e poi perché non ha
pranzato con noi oggi, eh? E poi sei sicuro che sia venuta a scuola?
Secondo me è rimasta a casa…forse non sta bene…forse le è
successo qualcosa…forse…-
-Hikaru smettila! Se proprio vuoi
sapere qualcosa perché non vai a casa sua?-
Silenzio.
-Non dirmi che non ci avevi pensato?-
-Ah bè ecco…ero così preoccupato
che…-
Sospirò.
-Idiota-
Guardò male il gemello.
-Anche tu potevi dirmelo però!-
-Credevo c’avessi pensato…-
Il rosso si alzò e si diresse verso la
porta, ma nello stesso istante un ragazzino biondo la aprì
sbattendola sul naso al povero Hitachiin.
-Ehi, sta attento idiota!-
I due ragazzi incrociarono lo sguardo.
-Kei, cosa diavolo ci fai tu qui?-
-Sto cercando Kona-chan-
Lo guardò interrogativo.
-Quindi nemmeno tu sai dov’è?-
Scosse la testa.
-È da quasi un mese che non la vedo
più…non mi risponde al telefono e quando sono andato a casa sua mi
hanno detto che non c’era…-
Rimase in silenzio per un po’.
-Speravo di poterla trovare qui…-
Hikaru scosse la testa.
-Nemmeno io ne so più niente dal
pomeriggio che abbiamo passato insieme…-
Strabuzzò gli occhi.
-Tu e Kona-chan siete usciti insieme?-
-Bè sì siamo fid…-
Si tappò la bocca. Oddio aveva parlato
troppo. Ora doveva inventarsi qualcosa per le mille domande del
ragazzo. Ma cosa poteva dirgli? Mentre cercava di creare una scusa
plausibile notò che il biondo non aveva ancora aperto bocca, ma se
ne stava immobile a fissarlo ancora confuso.
-Kei cos’hai?-
Mosse la bocca come per dire qualcosa,
ma non si sentì alcun suono. Come poteva quello stare con la sua
Kona-chan? Doveva essere una bugia…sicuramente era una bugia.
Lui…lui non poteva averla…assolutamente no!
-Tu e Kona-chan non potete essere
fidanzati!-
Lo guardò interrogativo.
-A lei non può piacere uno come te!-
Lo guardò male.
-Perché?-
-Perché sì! Lei si merita di meglio-
-Di meglio cioè te?-
-Esattamente!-
Gli scappò un sorrisetto.
-Sbaglio o quando tu lei hai detto che
ti piaceva lei ti ha respinto?-
Lo guardò sconcertato. Perché lui lo
sapeva? Solo la bionda ne era al corrente…
-Senti Kei, io e Konata stiamo insieme-
-Smettila di dire scemenze!-
-Non credermi se vuoi, ma è la verità-
Lo sorpassò trovandosi nel corridoio.
-Ora vado a cercare Yu…se è a scuola
mi dirà dov’è Konata…-
Il biondo guardò il ragazzo che gli
dava le spalle.
-Se vuoi puoi venire con me…-
Disse voltandosi, ma Kei abbassò la
testa. Sospirò.
-Scemo…-
Detto ciò si diresse verso la palestra
dove sperava di poter trovare il ragazzo castano. Il ragazzino rimase
qualche momento a fissarlo, poi si decise a seguirlo. Intanto Kaoru,
che aveva assistito alla scena, avvertì gli altri che il gemello non
poteva partecipare alle attività del club quel pomeriggio.
Quando i due raggiunsero il castano lui
si stava allenando ai tiri liberi. Vedendoli chiese all’allenatore
di potersi allontanare un momento, poi si avvicinò ai due ragazzi
sapendo già il motivo della loro visita.
-Se cercate mia sorella è a casa-
Voleva levarseli subito dai piedi. Non
poteva sopportare di ritrovarsi il fidanzato e il pretendente di
sua sorella proprio davanti.
-Yu vuoi spiegarci che è successo?-
-Perché è chiusa in casa?-
-Non sono affari vostri-
I due cercarono di ribattere, ma il
castano li interruppe.
-Konata mi ha detto tutto-
I due deglutirono.
-Il fatto è che mia sorella deve
risolvere una questione a casa e voi due non dovete essere
d’intralcio-
Lo guardarono interrogativi.
-Kei tu ti ricordi di Kotaro vero?-
Il ragazzo si fece scuro in volto.
-Bè, è tornato e tu sai perché-
Trasalì. Hikaru guardò confuso i due.
Ma che stavano blaterando?
-Kotaro?-
-Ma io sapevo che si stava sistemando
tutto, che il fidanzamento era prossimo alla fine…-
-Infatti era così, ma non so perché
Yoko e Akira hanno cambiato idea-
-Potete dire anche a me che sta
succedendo?-
I due rimasero in silenzio, poi il
biondo si decise a parlare.
-Tempo fa, prima che io mi dichiarassi
a Kona-chan, i suoi genitori adottivi le fecero vedere la foto di un
ragazzino chiedendole cosa ne pensava e lei rispose che lo trovava
carino. Così Yoko e Akira organizzarono una specie di incontro tra i
due e li fidanzarono. Inizialmente Kona-chan non si oppose, perché
non ci trovava niente di male e perché non voleva dare un dispiacere
ai genitori…correggimi se sbaglio Yu-
Scosse la testa.
-No, hai detto giusto…-
Il ragazzino continuò, sotto lo
sguardo stupito del rosso.
-Alcuni giorni dopo io mi dichiarai a
lei e lei mi disse che era molto contenta di quello che le avevo
detto, ma che purtroppo a causa di quel Sasaki non poteva stare con
me-
-Cioè lui le piaceva più di te?-
-No, è che in quei giorni lo aveva
conosciuto meglio e aveva scoperto di non sopportarlo, ma non poteva
tirarsi indietro, perché aveva paura di quello che avrebbero potuto
dire Yoko e Akira…-
Yu sbuffò.
-Era troppo devota a quei due…e lo è
ancora adesso purtroppo. Non capisce che loro farebbero qualsiasi
cosa per lei!-
-Bè comunque…dopo un po’ di tempo
si rese conto che non poteva stare con qualcuno che non amava, così
lo disse ai due genitori adottivi…-
-Loro acconsentirono subito a disdire
tutto, però avevano molti impegni di lavoro che non gli permettevano
di poter parlare con i Sasaki e credo che a un certo punto si
scordarono la promessa fatta a mia sorella…per questo siamo
arrivati a ciò-
-Ma lei non può parlare con Akira e
Yoko?-
-Non ne ha l’occasione…infatti
voleva dirgli subito che si era…fidanzata-
Gli era molto difficile pronunciare
quella parola.
-Vado a parlare con lei-
-Ehi aspetta vengo anch’io!-
Così i due se ne andarono prima che Yu
potesse dire qualcosa. Sospirò. Certo che Konata ne combinava di
casini!
La ragazzina era seduta sul letto
tenendo in mano il ritratto fatto ai due gemelli. Era il suo tesoro.
Lo strinse al petto. Sperava le desse la forza per poter dire ai suoi
genitori adottivi cosa provava davvero per Kotaro, ovvero che non lo
sopportava. Sperava le desse la forza per parlar loro di Hikaru, del
suo adorato Hikaru. In questo momento doveva essere super -
preoccupato, perché non l’aveva vista a scuola e anche Kei doveva
essere molto preoccupato. Aaaaaaaaaah! Che situazione complicata!
Qualcuno bussò alla porta.
-Konata, mia cara, i miei sono
arrivati…-
-Arrivo subito-
Mise il disegno nel cassetto del
comodino e uscì dalla stanza, avviandosi in salotto a piccoli passi.
Doveva rimanere calma, tutto si sarebbe presto aggiustato. Già, lo
aveva ripetuto a Yu, ma non ne era molto sicura. Scese le scale e
arrivò in salotto, dove c’erano i suoi genitori e quelli di
Kotaro. Dopo aver salutato si sedette tra il moro e Yoko.
-Cara Konata sei splendida come al
solito-
-Gra…grazie signora Sasaki…-
-Tu e mio figlio siete davvero una
bellissima coppia-
-Lei crede?-
Il ragazzo strinse la mano della bionda
nella sua e lei s’irrigidì. Chi gli dava il permesso di prenderla
per mano? Maledisse mentalmente Yu. Perché non era lì con lei? Lui
e i suoi stupidi allenamenti! Non ce la faceva più a stare in quella
stanza. Sperò che qualcuno entrasse e la portasse via, magari un bel
principe dai capelli rossi…
-Bè, e adesso che si fa?-
Chiese il biondo al ragazzo che stava
fissando il cancello della villa dei Toriyama.
-Entriamo, no?-
-E secondo te ci fanno entrare?-
Sbuffò.
-Allora cosa proponi?-
-Intrufoliamoci di nascosto-
Propose dopo averci pensato un po’
su.
-Ma sei scemo?-
-È l’unico modo per vedere cosa
combinano senza farci scoprire-
-E come pensi di entrare?-
-Mmm…potremmo scavalcare il muro-
Il rosso guardò male il migliore amico
della sua ragazza, poi sospirò e cercarono un modo per passare al di
là del muro. Quando ci riuscirono senza farsi vedere raggiunsero la
finestra del soggiorno e si nascosero tra i cespugli. Hikaru notò
che nella stanza c’erano sei persone: Konata, un ragazzo moro che
le teneva impropriamente la mano, una signora dai lunghi capelli
castani e una dai capelli corvini corti, un signore dai capelli bruni
e uno dai capelli biondi.
-Quei due signori sono i Toriyama,
mentre invece gli altri due sono i Sasaki…e quel verme che sta
vicino a Konata è Kotaro-
Disse indicando prima la signora coi
capelli castani e il biondo, poi gli altri due. Lo sguardo
dell’Hitachiin si posò sul volto della biondina. Aveva gli occhi
spenti e lo sguardo verso il vuoto. Strinse i pugni per poi dirigersi
verso la porta principale. Kei lo bloccò.
-Dove credi di andare?-
-Da Konata, ovvio!-
Il ragazzino non fece in tempo a
ribattere che il rosso era già entrato. Una domestica cercò di
fermarlo.
-Scusi, ma in questo momento i signori
non possono ricevere visite…-
La ignorò e passò avanti, verso il
soggiorno. Akira si voltò verso colui che aveva fatto irruenza nella
stanza.
-E tu chi…-
-Konata!-
La ragazzina si voltò riconoscendo la
voce del nuovo arrivato.
-Hi…Hikaru…cosa…-
Kotaro s’irritò.
-Si può sapere chi sei?-
-Sono il suo ragazzo-
La bionda avvampò. Oddio, e così il
suo principe era arrivato. L’Hitachiin la prese per il braccio
sotto lo sguardo stupito di tutti e la trascinò in giardino.
-Hikaru, come mai sei qui?-
-Come mai? Come mai? Oh, Konata, non
puoi arrivarci da sola?-
Abbassò lo sguardo.
-Perché non mi hai parlato di quello?-
-Io…io non credevo che…-
-Non credevi cosa? Che sarebbe
rispuntato dal nulla?-
-Bè sì, però ora non arrabbiarti
Hika…-
-Invece mi arrabbio! Mi hai fatto
preoccupare sai?-
-Avrei sistemato tutto presto…davvero…-
-Ma se non riesci nemmeno a dire quello
che pensi ai tuoi genitori?-
Alzò la testa per guardarlo. Stava per
piangere, se lo sentiva.
-Sai Konata…io proprio non ti
capisco…-
-Hikaru…-
Lui si voltò, dandole le spalle.
-Adesso torna dal tuo caro Sasaki…ti
starà aspettando, no?-
Scoppiò in lacrime e, coprendosi il
viso con le mani, rientrò in casa correndo. Il rosso tirò un pugno
al muro della casa.
-Accidenti…-
Piangeva. Era seduta sul letto e
piangeva. Ora lui l’avrebbe odiata, ma forse era meglio così. Era
stata una stupida, una stupida! Come poteva pensare che sarebbe
andato tutto per il meglio? Stupida, stupida, stupida! Lo aveva perso
e non poteva fare più nulla. Sentì bussare alla porta e sobbalzò.
Chi diavolo poteva essere? Kotaro? Sperava proprio di no. In quel
momento era l’ultima persona che avrebbe voluto vedere…
-Konata…-
Non si mosse. E così gli allenamenti
di basket erano finiti. Lui si sedette accanto a lei.
-Konata, mi hanno detto cosa è
successo…-
Abbracciò il fratello.
-Yu, Yu ti prego aiutami…ti prego…-
Le accarezzò la testa.
-Non fare così…si sistemerà tutto
vedrai…-
-No, no, no! Kotaro vuole che io vada a
vivere con lui-
La strinse più forte a sé.
-Non lo permetterò mai-
Qualcun altro bussò e il castano vide
il rosso fare capolino dalla porta. La bionda alzò la testa per
vedere chi era entrato e quando vide uno dei gemelli sobbalzò. Il
fratello si staccò da lei e si diresse verso la porta, intanto
l’Hitachiin era rimasto immobile a fissare le calde lacrime che
rigavano il bel viso della ragazza. Quando Yu arrivò al fianco del
ragazzo gli disse sottovoce:
-Se provi a farla soffrire giuro che
t’ammazzo-
Deglutì e il castano se ne andò
lasciandoli soli. Finalmente la bionda si decise a parlare.
-Hikaru io…-
-Non devi dire niente-
Si avvicinò a lei e le si mise
accanto.
-Konata sono stato un idiota a
prendermela con te…il fatto è che ero arrabbiato e mi sono sfogato
su di te, scusami…spero tu possa perdonarmi…-
Rimase in silenzio.
-Tu sei troppo importante per me e
avevo paura di…-
-Hikaru non sei tu a doverti scusare,
la colpa è solo mia! Forse è meglio che ti dimentichi di me…-
-Non potrei mai-
Abbassò lo sguardo.
-Non rendermi tutto così difficile!-
Le alzò il viso con la mano e le si
avvicinò.
-Hikaru…io non posso…Kotaro vuole
che io vada a vivere con lui-
Si bloccò e la guardò interrogativo.
-Dice che non vuole che io abiti così
lontana da lui, il mio “fidanzato”…-
-Konata, tu non puoi stare con lui-
-Ma Akira e Yoko vogliono che…-
-E tu cos’è che vuoi?-
Non rispose subito.
-Io voglio stare con te-
Sorrise.
-Allora andrò a parlare io con loro,
anzi prima dirò tutto ai miei e…-
-Hikaru perché fai questo?-
Le diede un bacio.
-Perché ti amo-
Avvampò e, immobile, vide il ragazzo
lasciare la stanza per dirigersi a casa sua. Sorrise. Forse lui
avrebbe sistemato tutto…sì, doveva avere fiducia in lui, nel
ragazzo che amava. Uscì dalla stanza per andare a vedere dove si era
cacciato Yu e nel corridoio vide i suoi genitori adottivi. Quando la
notarono le fecero cenno di avvicinarsi e lei obbedì.
-Konata noi ti dobbiamo parlare-
-A proposito di cosa?-
-A proposito della tua partenza con
Kotaro-
LalaSatalinDeviluke: Grazie mille per il commento :) ecco a te svelato il mistero del..ragazzo misterioso xD |
Ritorna all'indice
Capitolo 14 *** Partenza ***
14. “Partenza”
Quella mattina si alzò prima del
solito, buttò giù dal letto anche il gemello e, dopo essersi
preparati, si diressero a scuola. Purtroppo non aveva potuto parlare
con i suoi genitori quella sera, perché erano via per un viaggio
d’affari, ma sarebbero tornati nel pomeriggio. Kaoru sbadigliò.
Accidenti a Hikaru che lo aveva svegliato così presto. Quando i due
raggiunsero la classe vi trovarono dentro solo la ragazza dai capelli
castani che stava leggendo un libro. Sentendoli entrare alzò la
testa verso di loro.
-Ciao Haru-chan-
-Ciao…come mai qui così presto?-
Il rosso guardò male il gemello.
-Chiedilo a questo qui-
-Scommetto che è per Konata che si è
voluto alzare presto-
Disse la ragazza ridendo, ma il ragazzo
non rispose. Per la verità non li stava ascoltando minimamente.
Guardava in continuazione l’ora sul display del telefonino
chiedendosi se avrebbe dovuto andare nella classe della bionda per
aspettarla. Prima però poteva controllare se era arrivato Yu. Così,
immerso nei suoi pensieri, l’Hitachiin si diresse verso la 2^A, ma
quando fece capolino dalla porta trovò solo alcuni ragazzi che
chiacchieravano tra loro, Kyoya e il lord. Sospirò. Forse aveva
ragione Kaoru…forse si era alzato troppo presto…ma tanto non
avrebbe potuto dormire…
-Ehi Hikaru, che ci fai qui?-
La voce di Tamaki lo risvegliò dai
suoi pensieri.
-Niente…volevo solo vedere se Yu era
arrivato, così sarei andato a trovare Konata…-
-Ah…bè, comunque credo che arriverà
a momenti, non è vero Kyoya?-
Chiese rivolto all’amico dai capelli
scuri. Lui si aggiustò chi occhiali e guardò i ragazzi sulla porta.
-Veramente Yu oggi non verrà-
Il rosso sussultò.
-Perché?-
-Deve accompagnare la sorellina
all’aeroporto-
Il biondo lo guardò interrogativo.
-All’aeroporto? E che ci va a fare
Konata all’aeroporto?-
-Maledizione-
Il lord si voltò verso il rosso che si
era messo a correre.
-Hikaru dove vai?-
Ma il ragazzo non lo ascoltava, pensava
solo a correre. Doveva muoversi se voleva fermarla. Ma perché?
Perché doveva partire? Le aveva assicurato che ci avrebbe pensato
lui, che avrebbe risolto tutto…e allora perché partire lo stesso
con…con quello là? Perché maledizione? Perché? Si fiondò in
classe e avvertì il gemello di coprirlo.
-Ma dove vai?-
-A recuperare Konata-
Si rimise a correre, questa volta verso
l’uscita della scuola e lì vide Kei. Ci mancava solo lui!
-Ehi Hitachiin, perché così di
fretta?-
Cercò di riprendere un po’ di fiato.
-Ko…Konata…l’aeroporto…-
Lo guardò interrogativo non capendo
cosa cercasse di dire.
-Ti spiegherò tutto mentre andiamo-
-Dove?-
-All’aeroporto!-
Così quando arrivò la limousine che
il rosso aveva chiamato i due si diressero dove l’Hitachiin diceva
ci fosse la bionda.
-Allora mi vuoi dire che succede?-
-Konata sta per partire con Sasaki-
-Partire? Per dove?-
-Ieri mi ha detto che lui vuole
portarla nel suo paese, a Hiroshima-
Il biondino perse un colpo.
-No…Kona-chan non potrebbe mai…lei
non mi lascerebbe qui…-
Il ragazzo aveva gli occhi lucidi. Non
poteva credere a quello che gli stava dicendo uno dei gemelli. No,
non poteva. Konata…Konata gli aveva promesso di non lasciarlo
mai…di stargli sempre vicina…glielo aveva promesso…
-Comunque che ci facevi tu alla nostra
scuola?-
-Ero venuto a trovarla, oggi era
sciopero a scuola…-
Guardò fuori dal finestrino. Erano
quasi arrivati.
-Comunque sta tranquillo Kei…-
Lo guardò.
-Non le permetterò mai di partire-
Gli disse con un sorriso e lui sorrise
a sua volta. Era riuscito a tranquillizzarlo facendogli una promessa
che non sapeva se sarebbe stato in grado di mantenere. Accidenti.
Sentì il telefono che stava squillando. Guardò il display sperando
fosse Konata…
-Kaoru…-
-COSA CAVOLO TI E’ SALTATO IN MENTE?-
Allontanò un poco il telefonino
dall’orecchio.
-E non urlare!-
-Hikaru puoi dirmi che significa questa
tua fuga da scuola?-
-Te l’ho detto, voglio andare a
recuperare Konata-
-Ma perché? Dov’è?-
-È all’aeroporto e sta per partire
con quello lì…quel…quel Sasaki!-
Il ragazzo rimase un po’ in silenzio.
-Ti raggiungiamo anche noi-
Sorrise e chiuse la chiamata.
-Che ti ha detto il tuo gemello?-
-Che ci raggiungeranno anche loro-
Konata, sto venendo a prenderti.
-Yu ti vuoi muovere?-
Sbuffò trascinando la valigia con sé.
-Non capisco il perché di questa
fretta-
-Perché l’aereo sta per partire,
forse?-
Raggiunse il ragazzo dai capelli
corvini che era poco più avanti a loro.
-Scusa Kotaro, ma vedi, mio fratello è
un tale pigrone!-
Le sorrise.
-Non importa, tanto siamo ancora in
tempo-
Disse guardando il tabellone delle
partenze. La ragazzina prese il cellulare. Doveva forse avvertire
Hikaru? Rimase immobile a fissare il telefono cercando in lui una
qualche risposta.
-Ehi Konata!-
Lo rimise in tasca e raggiunse i due
ragazzi.
-E poi dici che sono io quello che fa
tardi!-
Così, tutti e tre insieme, si
diressero a fare il check-in.
La limousine li lasciò davanti
all’ingresso e i due scesero velocemente. Chissà se erano ancora
in tempo…
-Ora che hai intenzione di fare
Hikaru?-
Si guardò intorno cercando di scorgere
il volto di Konata, oppure quello di Yu, oppure quello dell’odioso.
-Andiamo a vedere gli orari delle
partenze-
I due ragazzi si avvicinarono a uno dei
vari tabelloni, cercando di scorgere l’orario dell’aereo che
stava per prendere la ragazza dai capelli biondi. Mancava poco per il
decollo. Accidenti! Il rosso si diresse verso una delle entrate e,
sorpassando la fila, cercò di raggiungere i passeggeri del volo per
Hiroshima. Una delle guardie lo bloccò.
-Mi spiace, ma non può saltare la
fila-
-Ma io devo entrare!-
-Ha il biglietto almeno?-
-No, non ce l’ho…ma non devo
partire…devo solo raggiungere la mia ragazza che…-
-Mi spiace, ma non può entrare…-
-Ma io…-
-Se ne vada o sarò costretto a usare
le maniere forti-
Il ragazzo sbuffò. Maledizione,
maledizione. Che fare ora? Che fare?
-Hikaru…-
Si voltò. E così lo avevano
raggiunto, ma tanto ormai era troppo tardi…non ci era riuscito, non
era riuscito a fermarla. Ora lei se n’era andata e non sarebbe
tornata mai più…mai più…si sedette su una delle panchine
dell’aeroporto. Calde lacrime iniziarono a rigargli il volto. Non
era riuscito a proteggere colei che amava, a farla rimanere con
lui…era un incapace! Ecco cos’era! Il gemello gli si sedette
accanto.
-Hikaru…-
-Non sono riuscito a farla rimanere con
me-
-Troveremo un’altra soluzione-
Scosse la testa.
-È troppo tardi ormai…-
Kei abbassò la testa. Aveva ragione il
rosso, era troppo tardi…si mise a piangere anche lui. Non poteva
credere che Konata lo avesse abbandonato, non poteva crederci…lei,
la sua migliore amica…lei, la ragazza che avrebbe sempre amato…lei,
che gli voleva un gran bene…lei, che gli aveva detto che non lo
avrebbe mai lasciato solo…lei, che ora lo aveva abbandonato…
-Che avete da piangere voi due?-
Sussultarono. Quella voce così
familiare, possibile che…
-Bè? Che vi succede?-
-Ko…Kona-chan…se proprio tu?-
Sbuffò.
-No, sono la fata turchina…chi dovrei
essere scusa?-
Il rosso si alzò e si voltò verso di
lei, incredulo. Era…era veramente lì? O lei e suo fratello erano
solo un’allucinazione? Lei nell’incrociare lo sguardo di lui
abbassò gli occhi.
-Konata…-
Sorrise.
-Così mi chiamano-
La abbracciò e lei arrossì.
-Hi…Hikaru che fai?-
La strinse di più a sé.
-Sono così felice di vederti-
Ricambiò l’abbraccio.
-Anche io-
Le alzò il mento con le dita e la
guardò negli occhi, poi avvicinò il viso al suo. Chiusero gli occhi
e cercarono di azzerare le distanze, ma Kei saltò addosso all’amica.
-E a me niente Kona-chan? Mi hai fatto
preoccupare molto, sai?-
Gli sorrise, poi guardò i ragazzi e la
sorella con aria interrogativa.
-Ma, ora che ci penso…che ci fate voi
qui?-
-Bè, Kyoya ci aveva detto che stavi
per partire e così…-
-Partire? E per dove?-
-Come per dove? Non dovevi andare a
Hiroshima con Kotaro?-
-Bè sì, dovevo…ma poi ieri ho
chiarito tutto con Yoko e Akira-
Strabuzzarono gli occhi.
-E allora che ci facevi tu qui?-
-Mi avevano chiesto se potevo
accompagnare Kotaro all’aeroporto…ma non dovevo partire con
lui…non l’avrei mai fatto-
-E io l’ho accompagnata-
Disse il castano e l’Hitachiin
sorrise. Cinse le spalle della bionda con il braccio.
-Così noi potremmo rimanere sempre
insieme?-
Sorrise.
-Così pare-
Yu tossì.
-Non credere di avere campo libero
Hitachiin-
La ragazza guardò male il fratello che
si voltò dalla parte opposta.
-Sono pur sempre tuo fratello
Konata…non posso fare a meno di preoccuparmi per te-
-Lo so…-
Così, tutti insieme, uscirono
dall’aeroporto.
Ed ecco a voi il penultimo chap! Buone feste!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 15 *** Fine? ***
15. “Fine?”
Una ragazzina dai lunghi capelli dorati
si aggirava tra i corridoi dell’Ouran alla ricerca dell’ aula di
musica numero 3. Finalmente la trovò e lentamente aprì la porta. Al
suo interno vide uno spettacolo meraviglioso, come tutte le volte che
vi entrava del resto…Si guardò intorno alla ricerca della sorella
e non si accorse che Tamaki le stava venendo incontro.
-Konata, sei ogni giorno più radiosa-
Sorrise.
-Haru-chan è qui?-
-È uscita un attimo, ma tornerà tra
poco…se vuoi puoi prendere una tazza di tè-
-D’accordo grazie…ah, e Hikaru?-
Le indicò un divanetto dove erano
seduti il rosso e una ragazza dai capelli neri. Sbuffò.
-Vedo che è impegnato…quindi non lo
disturberò…-
Disse alterata e il lord rise. Poi si
diresse verso il suo tavolino, quello vicino alla finestra, cercando
di passare proprio davanti all’Hitachiin. Estrasse il suo blocco da
disegno e si mise a disegnare, ovvero, faceva finta di farlo, infatti
stava controllando le mosse del ragazzo. Vide che stava dicendo
qualcosa alla moretta e si dirigeva verso di lei. Fece finta di
niente.
-Konata, perché non mi hai salutato?-
-Non volevo disturbare te e la tua
amichetta-
Sospirò e si abbassò arrivandole
all’altezza del viso.
-Lo sai che il mio compito è
intrattenere le clienti-
-Bene, e allora fallo-
Le si avvicinò.
-Ma ora ci sei tu…-
-E quindi?-
Sbuffò.
-Noiosa…e quindi sto con te-
-Guarda che non devi sacrificarti solo
perché io sono la tua ragazza…-
Disse dando molta enfasi alla parola.
-Se vuoi fare il dongiovanni con le
altre fallo…non m’interessa-
Si alzò dalla sedia.
-Anzi, sai cosa ti dico?-
Si alzò a sua volta.
-Cosa?-
-Vado a farmi coccolare da Kei-chan-
Strabuzzò gli occhi.
-Che?-
-Hai sentito bene carino…bè, ora vi
saluto…ciao, ciao!-
Disse con un cenno della mano
dirigendosi verso la porta.
-Ehi Konata aspetta! Konata!-
Il lord vide il rosso seguire la
ragazza e sorrise, poi la ragazza mora che si trovava sul divanetto
insieme a Hikaru gli si avvicinò preoccupata.
-Tamaki…quella ragazza è forse la
fidanzata di Hikaru-kun?-
Il biondo annuì.
-Ma non preoccuparti…fanno così
tutti i giorni…-
-Tutti i giorni?-
-Bè, loro si divertono così…-
-Konata aspetta!-
La ragazzina affrettò il passo e
raggiunse l’amico che l’aspettava al cancello della scuola.
-Kei-chaaan!-
-Kona-chaaan!-
Il ragazzino le saltò addosso e
l’Hitachiin sbuffò.
-Staccati dalla mia ragazza-
Gli fece la linguaccia.
-Tu stai con le tue stupide clienti e
Kona-chan sta con me!-
-Giuro che questa volta ti uccido-
-Prova a torcere un capello a Kei-chan
e vedrai che ti faccio-
Il biondo cinse l’amica per le spalle
e l’avvicinò a sé sorridendo.
-Non potrai mai dividere me e
Kona-chan! Lei è la mia più cara amica-
-E tu non potrai mai dividere me e
Konata, perché lei è la mia fidanzata!-
Il ragazzino sbuffò.
-Ancora per poco…presto si accorgerà
che io sono meglio di te!-
-Certo, l’importante è crederci-
-Kei…ne avevamo già parlato…-
-Lo so Kona-chan, ma sei così carina
che è impossibile resisterti-
Arrossì.
-Kei ma che…-
-Questa è la volta buona che ti faccio
fuori essere inutile!-
-Provaci-
In quel momento arrivò Yu che tornava
dall’allenamento accompagnato dalla sorella dai capelli castani.
-Ehi voi che state facendo?-
La biondina abbracciò la sorellona.
-Haru-chan!-
Yu guardò male i due ragazzi. Stavano
discutendo per sua sorella, come tutti i giorni del resto…
-Senti sorellona, che ne dici se ti
accompagno a casa? Così saluto papà!-
Annuì.
-D’accordo…allora andiamo, vieni
Yu?-
Il ragazzo lanciò un’ultima
occhiataccia ai due e seguì le sorelle.
-Ehi, Konata vengo anch’io!-
-Kona-chan aspetta!-
Il castano si voltò verso di loro.
-Cosa volete fare voi due?-
Hikaru non lo calcolò nemmeno e gli
passò davanti raggiungendo la biondina. Kei cercò di imitarlo ma
venne bloccato da Yu.
-Perché fermi me e lui no?-
-A lui ci penso dopo-
Il biondo sbuffò, poi indicò alle
spalle del fratello delle Fujioka.
-Yu guarda! Quel maniaco di un
Hitachiin sta cercando di baciare tua sorella!-
Sussultò.
-Maledetto…-
-Aaaaaaaah, Yu stai fermo!-
Il ragazzino si attaccò al braccio
dell’amica ridendo. Haruhi sospirò. Non poteva più fare la strada
di casa in pace. Sorrise. Come ogni giorno del resto…
Ed ecco qui l'ultimo chappy :) ringrazio tutti coloro che mi hanno seguito fino alla fine e chi ha recensito^^ |
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=573109
|