Il salvataggio di Renesmee

di Waltdisneydreams
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Immagini capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Il salvataggio di Renesmee

Capitolo 1
Raccontato da Renesmee

Era il mio sesto compleanno, mancava solo un anno e avrei raggiunto la maturità. Ieri zia Alice aveva passato l’intero pomeriggio a decorare il giardino per la mia festa, ovviamente in modo molto esagerato, ma prima di mettersi all’opera, mi aveva portato a comprare un vestito e, mi aveva anche detto che nel gusto del vestire avevo preso tutto da mia madre. Mi ero appena svegliata, oggi avrei finalmente visto i preparativi di zia Alice. Avevo dormito a casa di nonno Carlisle e di nonna Esme. Stavo scendendo le scale quando trovai davanti a me il mio Jacob a braccia aperte ad aspettarmi. Corsi fra le sue braccia e lo strinsi forte a me. 
«Buongiorno mia principessa», mi disse baciandomi sulla fronte.
«Buongiorno», dissi raggiante. Sicuramente la mia parte umana aveva fatto sì che le mie guancie diventassero rosse. Era già passata una settimana da quando mi aveva spiegato che tra me e lui ci fosse l’imprinting, era passata una settimana da quando ci eravamo fidanzati, ma a me sembrava che fosse solo ieri. Forse sembrava strano che una “bambina” di sei anni fosse già fidanzata, ma che c’era di normale in me?! Sentii la porta che si apriva e poi l’odore della scia dei miei genitori.
Mio padre apparve sulla soglia della porta del salotto ed io corsi ad abbracciarlo.
«Papàààààà!!!!».
«Amore!» e detto questo mi prese in braccio. Lo strinsi forte a me e lo sentì sussurrare al mio orecchio: «Ma è mai possibile che ogni volta che vi vedo siete sempre abbracciati? Lo sai che sono geloso!».
«Oh, papà lo sai che io ti voglio tanto, tanto bene», gli sussurrai.
In quell’istante entrò mamma.
«Mammaaaaa!!!», la abbracciai.
«Buongiorno tesoro!», mi salutò lei.
«Bells, Edward», salutò Jacob.
«Ciao Jake», risposero all’unisono.
«Andiamo a cacciare? Stasera ci aspetta una festa stupenda e verrà anche nonno Charlie!», mi disse mamma. Ormai nonno Charlie e nonna Renee sapeva dell’esistenza del mondo dei vampiri e dei licantropi e sapevano chi ero io, ma a loro non importava, per loro qualunque cosa fossi ero sempre la loro nipotina. I miei genitori mi avevano raccontato tutta la loro storia fin dal primo giorno che si sono incontrati e mi hanno raccontato dei Volturi. Perciò sono un po’ preoccupata per Charlie e Renee, ma se vogliono venire a farci visita zia Alice lo vedrà e noi nasconderemo nonno e nonna.
«E nonna Renee??», chiesi.
«Lei viene a trovarci domani, mi dispiace ma non fa in tempo per la festa». «Non fa niente, l’importante è che venga. Allora andiamo a caccia?».
«Certo», rispose papà. Mi girai dietro.
«Jake tu non vieni?».
«No, piccola. Devo andare da Sam, ma al tuo ritorno sarò qui. Promesso».
La promessa mi fece sorridere, ma se pensavo al fatto che durante tutto il tempo della caccia lui non sarebbe stato con me mi metteva tristezza, anche se sapere che al mio ritorno lui sarebbe stato qui ad aspettarmi mi faceva rallegrare.
Annui con la testa e uscii di casa con i miei.
Al nostro ritorno erano tutti a casa.
«Zio Jazz, zia Alice, zia Rose, zio Emmet, nonno Carlisle, nonna Eme», li salutai abbracciando ognuno. 
«Tesoro dopo ti accompagno a cambiarti mentre tua zia Alice finisce di sistemare le ultime cosa», mi disse zia Rose.
«Va bene. Zio Emmet dopo vuoi a rivincita a braccio di ferro?», gli chiesi ironica.
«Cara nipotina, dovresti sapere che ti ho fatto vincere», disse con un sorriso.
«Certo zio», risi.
«Zio Jazz continuiamo l’addestramento dopo?», chiesi supplicante.
Mi piaceva molto allenarmi con zio Jazz, ero sempre allegra in sua presenza e poi era gentile e spiritoso.
«Mi dispiace fare la guasta feste, ma ieri ho passato l’intero pomeriggio ad addobbare il giardino e se fate allenamento, sfasciate tutto quanto», si intromise zia Alice.
«Mi dispiace Nessie, il comandante ha parlato. Domani, prometto!», mi disse con un sorriso zio Jazz ed io gli risposi con un sorriso. Poi mi accorsi che nella camera mancava una persona fondamentale per me.
«Qualcuno ha visto Jake?», chiesi preoccupata.
«No, da quando sei andata a caccia, non è tornato», rispose nonno Carlisle. «Grazie», dissi e andai nella vecchia camera di papà per sentire un po’ di musica misi la mia canzone preferita – Debussy: Claire de lune – mi stesi sul divanetto e il sonno mi travolse. Il vento mi soffio in faccia e sentii l’odore di Jake. Aprii gli occhi all’istante e scesi le scale più veloce che potevo. 
«Jake, Jake, Jake», urlai, gli saltai in braccio e lo strinsi forte.
«Non sei più venuto mi hai fatto preoccupare», gli sussurrai.
«Lo so mi dispiace piccola, ma l’assemblea con Sam è durata più del previsto, ma non potevo mica mancare alla festa della mia principessa».
Lo strinsi più forte.
«Mamma e papà dove sono?», chiesi vedendo che la stanza era vuota.
«Sono andati a prendere i tuoi regali a casa vostra».
«Ma che ore sono?».
«Le 19.10».
«Wow è così tardi, mi devo cambiare. Ma dov’è zia Rose?». La cercai con lo sguardo.
«È in giardino ad aiutare Alice».
«La puoi andare a chiamare? Io non posso uscire fuori in giardino, ordini di zia Alice».
«Si certo. Però prima mi devi promettere una cosa», disse e il tono che usò mi spaventò.
«Sam mi ha detto che il sangue degli animali è avvelenato. Hanno preso il veleno bevendo dall’acqua del fiume. Visto che tu sei per metà umana potrebbero avere alcuni effetti su di te. Quindi attenta a quello che cacci ok?».
«Ok», li risposi.
Jake uscii a chiamare zia Rose e dopo pochi minuti tornò con lei.
«Andiamo a cambiarci?», chiese zia Rose. Annuii. 
Indossai il vestito di seta rosso che mi aveva comprato zia Alice. Scesi le scale e tutte le persone a cui tenevo erano in giardino ad aspettarmi, avrei voluto che fosse venuta anche nonna Renee.
Uscii dalla casa e tutti gli occhi furono puntai su di me, mi sentivo davvero in imbarazzo. Abbracciai ognuno di loro, ma un po’ di più a nonno Charlie perché era da due giorni che non lo vedevo.
Poi il mio sguardo si soffermò sulle decorazioni: luci e nastri da per tutto e fiori sparsi qua e là che profumavano tantissimo.
«Zia Alice è bellissimo, grazie», le dissi e le mi rispose con un sorriso.
Aprii i miei regali e poi passammo alla torta.
«Ricorda di esprimere un desiderio prima di spegnere le candeline», disse nonna Esme.
«Io non desidero niente ho già tutto». 
Era una torta piccola perché la maggior parte della mia famiglia non mangiava. 
«Mi concedi questo ballo?», mi chiese papà porgendomi la mano.
«Certo», gli risposi e ballai con lui. Salii su i suoi piedi e ballammo il walzer. Dopo qualche minuto, Jake prese il posto di mio padre, e quest’ultimo andò a danzare con mia madre.
D’un tratto si sentì il rumore di un piatto che si rompe per terra e tutti gi girammo a guardare zia Alice. Papà, le corse accanto insieme a mamma, facendoci cenno di continuare a ballare.
E quando dovrebbe succedere? Ma sei sicura? Sussurravano i miei genitori ad Alice.
«Jake, secondo te zia cosa ha visto di così allarmante?», chiesi preoccupata.
«Non lo so piccola», disse.
«Aia, Jake aiutami!», urlai senza rendermene conto.
Un dolore improvviso mi assalì. Mi faceva un male tremendo la pancia e non mi sentivo più le gambe e crollai a terra.
«Nessie!», urlarono tutti i presenti.
Jake mi prese in braccio e mi stese sul divano in salotto. Cercavo di trattenere le urla per non far spaventare gli altri, ma il dolore diventava sempre più forte ed intendo, non sapevo per quanto altro tempo sarei riuscita a trattenere le urla.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2

 

Alla fine il dolore si fece sempre più forte e non riuscii a trattenere le urla. Mi sforzavo di non gridare per non far preoccupare la mia famiglia, ma non ci riuscivo.

«Nessie amore dov’è che ti fa male?», mi chiese papà preoccupato. Il dolore non era solo più alla pancia.

«Tutto», riuscii a bisbigliare.

«Nessie tesoro, non ti preoccupare. Ci pensiamo noi. Tu starai bene, è  una promessa», mi sussurrò mamma all’orecchio. Ma nella sua voce intuivo la paura e la preoccupazione. Nessuno di loro sapeva cosa mi stava accadendo.

All’improvviso il dolore si attenuò. Pian piano scomparve del tutto. Presi un bel respiro e parlai.

«È passato», annunciai e si tranquillizzarono, ma non abbastanza.

«Jake?», lo chiamai. Lui era davanti a me impietrito dalla preoccupazione. Non vi muoveva. D’un tratto mi abbracciò forte e io ricambiai l’abbraccio.

«Sicura di stare bene principessa? Niente dolore? Ne sei sicura?».

«Si, ne sono sicura, stai tranquillo» dissi e lo abbracciai forte a me.

«Si è passata», disse zio Jazz che poteva sentire le mie emozioni. Al suono di quelle parole tutti si tranquillizzarono.

«Piccola mia», dissero all’unisono mia madre e mio padre e mi abbracciarono.

«Ma cosa è successo?», chiese nonno Carlisle.

«Nonno qualunque cosa fosse è passata, state tranquilli», mentre dicevo questo, guardai tutti i presenti negli occhi. Il mio sguardo si soffermò su nonno Charlie, ancora sconvolto. 

«Nonno, non è successo niente. È solo un altro dei misteri del nostro mondo, ma sto bene», gli dissi. Annuì e mi sorrise.

«Se non sbaglio Jake, io stavo ballando con te!» e detto questo lo presi per la mano e lui si lasciò trascinare in giardino. Per il resto della serata, ballai con tutti quanti, ma non mi piacque affatto. Erano ancora preoccupati, quando io avevo detto loro che stavo bene. Non si erano goduti la serata.  

Verso le 22,00 tornai a casa, insieme a mamma, papà e Jake. Ormai i miei genitori si erano abituati al fatto che non si allontanava mai da me.

«Buonanotte mamma, papà» dissi, poi mi avvicinai a Jake.

«Buonanotte Jake», lui si abbassò ed io mi misi in punta di piedi e lo baciai sulla guancia.

«’Notte principessa».

Andai in camera e accesi il notebook che mi aveva regalato papà per il compleanno. Digitai su google: vampiri mezzosangue. Mi comparvero molti titoli, ma quello che mi attirava di più era: vampiri mezzosangue demoni o angeli?  

«Non molti credono nell’esistenza dei vampiri, ma c’è chi afferma di sì, che i vampiri esistono. C’è chi afferma  addirittura che esistono i vampiri mezzosangue, cioè creature metà vampiri e metà umani. Qui sorge la domanda, sono buoni o cattivi?», continuai a leggere, quella parte non mi interessava. Lessi tutta la pagina, ma non trovai niente d’interessante.

Cercai in altri siti, ma nessuno parlava di malattie dei vampiri  mezzosangue. Spesi il computer. Erano successe talmente tante cose quella sera che i miei occhi non riuscivano a rimanere aperti.

Nel pieno della notte mi svegliai. Una piccola fitta mi venne in pancia. Uscii da camera mia in silenzio, cercando di fare meno rumore possibile. Per fortuna i miei erano in camera da letto. Finalmente, senza che nessuno mi scoprisse, riuscii ad uscire di casa.

«Nessie», qualcuno mi chiamò e mi spaventai a morte.

«Jake? Ma che ci fai qui?».

«La domanda giusta è: perché tu non sei nel tuo letto a dormire?».

«Avevo bisogno di una boccata d’aria», gli mentii. Non amavo mentirgli, ma se gli avessi detto la verità si sarebbe di certo preoccupato e non era il caso; era stata solo una piccola fitta e per di più mi era già passata.

«Ora vuoi rispondere tu?».

«I tuoi genitori sono da tuo nonno e mi hanno chiesto di rimanere per controllarti, ma tanto sarei rimasto comunque», disse e accennò un sorriso ed io sorrisi a mia volta.

«Aia, Jake!», mi ritrovai ad urlare per la seconda volta in un giorno. 

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Capitolo 3
*** capitolo 3 ***


Capitolo 3

 

«Nessie! Cos’hai? Nessie rispondimi!» urlava Jake preoccupato. Io volevo rispondergli, lo volevo fare con tutto il cuore, ma il dolore era troppo forte per poter parlare. Mi prese in braccio e iniziò a correre più veloce che poteva verso casa di nonno Carlisle. Quando arrivammo lì, c’erano tutti ad aspettarci fuori la porta di casa. Papà mi prese in braccio e mi adagiò sul divano in salotto. Il dolore, come oggi pomeriggio, si era diffuso in tutto il corpo, sentivo il cuore pulsarmi in gola. Non riuscivo a respirare, era come se l’aria non entrasse nella mia gola, era una sensazione orribile. Infine, come oggi pomeriggio, il dolore svanì all’improvviso. Presi un bel respiro.

«È finita», annunciai e tutti guardarono zio Jazz che confermò ciò che avevo detto.

«Nessie tesoro oggi dormi da nonno Carlisle, perché non vai nella vecchia camera di papà?!», mi disse mamma ed io mi limitai ad annuire.

«Aspetta Nessie vengo con te», disse Jake e al suono di quelle parole mi si stampò in sorriso in viso. Lo aspettai, ferma sulle scale, quando mi raggiunse gli strinsi la mano ed appoggiai la testa al suo braccio. Mentre salivamo udii mamma dire: “riunione in cucina, subito”. Ed io sapevo perfettamente di cosa dovevano parlare e quale sarebbe stato il soggetto della discussione: io.

Entrammo in camera di papà, Jake si sedette per terra e mi fece segno di raggiungerlo. Allargò le braccia ed io mi ci fiondai immediatamente.

«Jake sei più tranquillo ora?».

«Vuoi sapere la verità piccola?! No, non sono per niente tranquillo. Sono preoccupato da morire. È una cosa che ti procura molto dolore e si capisce dalle tue urla. Ed io che non sono capace di aiutarti in nessun modo!», capii dal suo tono di voce che si colpevolizzava, ma non era colpa sua di quello che mi stava succedendo.

«No, Jake, non dire così. Non è colpa tua» detto questo lo baciai sulla guancia e poi ritornai nel suo forte e protettivo abbraccio. Mi addormentai con il viso poggiato sul petto di Jacob, il calore che emanava era meglio di una coperta. Oh il mio Jake, la mia famiglia, come potevo non farli preoccupare?

Tutto d’un tratto mi ritrovai vicino al fiume, ma non aveva più quel colore azzurro, ora era grigio, quasi nero. Davanti a me una bambina. No, non era una bambina, ero io! La Nessie che si trovava dall’altra parte del fiume si era inginocchiata vicino la riva ed ora l’acqua si era fatta del tutto nera. Quando l’acqua divenne di un nero scuro, l’altra Nessie si accasciò per terra, morta.

Mi svegliai di colpo e mi ritrovai rannicchiata al petto di Jake, il quale dormiva beato. Rimasi raggomitolata a lui per altri cinque minuti,  per non interrompere quell’istante così perfetto. Infine mi alzai e non appena arrivai alle scale, una dolce melodia mi invase. La riconobbi subito, era la ninna nanna che papà aveva scritto per mamma. Non appena scesi l’ultimo scalino, mamma si girò verso di me e mi fece cenno di raggiungerla. Mi sedetti in braccio a lei e inizia a suonare insieme a papà. Quando misi le mie dita su i tasti del piano e inizia a suonare la ninna nanna per mamma, papà si girò e mi sorrise. Cambiò melodia e iniziò a suonare la ninna nanna che aveva scritto per me. Continuammo a suonare varie melodie, tra cui anche quella preferita di nonna Esme.

Sentii dei passi che provenivano dal piano di sopra.

«Buongiorno Jake».

«Hey principessa. Buongiorno a tutti».

«Ciao Jake», risposero tutti.

«Nessie ti va di fare un po’ di allenamento?», mi chiese zio Jazz.

«Certo zio» e detto questo lo seguii fuori al giardino.

«Zio, ma che state complottando? Ho visto che hai fatto l’occhiolino a mamma!», lo accusai.

«Non capisco di cosa tu stia parlando», rispose lui calmo. Uffa perché nessuno mi diceva quello che stava succedendo?!!!

Tra una schivata e l’altra riuscivo a sentire qualche parola: caccia, colpa, branco, Sam, fiume.

La parola fiume mi fece ricordare qualcosa…un sogno! L’incubo di ieri notte!

«Zio fermiamoci un attimo, mi sono ricordata una cosa», mentre dicevo questo, Jake uscii di casa.

«Jake, dove stai andando?».

«Riunione, ma torno subito», mi rispose baciandomi la fronte.

«No, aspetta!» al suono di quelle parole si fermò di colpo.

«Che c’è, ti senti male?», chiese preoccupato.

«No, tranquillo, ma ti devo dire una cosa. Mamma, papà!», li chiamai e in meno di un secondo furono vicino a me.

«Ieri notte ho fatto un incubo. Io ero vicino al fiume, che non era più azzurro, ma era grigi scuro. Sull’altra sponda del fiume c’era un’altra Nessie, cioè un’altra me. L’altra me si era inginocchiata vicino al fiume e quando l’acqua è diventata del tutto nera, l’altra me è morta!», dissi disgustata al ricordo di me, chiudere gli occhi per non aprirli più.

Mamma, papà e Jake si guardarono l’un l’altro preoccupati, infine tornarono in sé.

«Non ti preoccupare tesoro, era solo un incubo», mi consolò mamma.

«Ora devo proprio andare», disse Jake e mi baciò di nuovo la fronte. 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4

Raccontato da Jacob.

 

Stavo correndo più veloce che potevo. Mi trasformai per usare tutte e quattro le zampe ed andare più veloce. Adoravo trasformarmi in un lupo, tutti i sensi si sviluppavano e mi piaceva sentire il vento in faccia. Ma in quell’istante dovevo pensare solo a correre e arrivare a destinazione il più presto possibile.

C’era qualcosa in Nessie che non andava e di certo non potevo starmene con le mani in mano!

Finalmente raggiunsi alla push. Ero troppo ansioso, qualcuno doveva dirmi che la mia principessa, la mia ragione di vita, non aveva niente di grave.

«Hey Sam!», lo salutai.

«Ciao Jake! Come va?», mi chiese.

«Be’ insomma, stasera Nessie ha avuto un altro attacco», dissi malinconico.

«Mi dispiace. Comunque…abbiamo fatto ciò che ci hai chiesto. Abbiamo prelevato l’acqua dal fiume e l’abbiamo analizzata. Il veleno non è chimico, in realtà nessuno umano avrebbe potuto avvelenare il fiume. Il veleno è “magico”, abbiamo cercati nel libro antico dei Quileute e abbiamo trovato il tipo di veleno».

«Aspetta, aspetta, aspetta…», lo interruppi, poi continuai: «stai dicendo che è stato uno del branco ad avvelenare il fiume?», chiesi confuso, più incazzato che confuso.

«È quello a cui ho pensato, ma tu sei sicuro che Nessie si senta male per questa ragione?», mi chiese.

«Lo scoprirò oggi e se è così trova chi ha avvelenato il fiume. Quando lo trovi chiamami e se succede qualcosa a Nessie provvederò io “all’avvelenatore”», dissi ormai furioso.

«Ok, ora calmati e stammi a sentire. Ci sono due notizie, una buona ed una cattiva. La buona notizia è che c’è un antidoto, la brutta è che è molto difficile trovare gli ingredienti, e c’è un limite di tempo».

«E cioè?».

«Fino a quando il fiume non diventa nero», mi rispose.

Il fiume nero, l’altra Nessie morta. L’incubo di Nessie!!

«Non so il tempo preciso, più o meno una settimana o un po’ di più. È la prima volta che qualcuno adopera questo incantesimo, quindi non so dirti niente di preciso», disse dispiaciuto Sam.

«Grazie Sam, stasera starò con Nessie, domani mattina torno, voglio la lista degli ingredienti. Domani parto alla ricerca degli ingredienti» e detto questo me ne andai. Mi ritrasformai in lupo e anche adesso corsi il più veloce possibile.

«C’è nessuno?», chiesi entrando a casa Cullen.

«Jake siamo in cucina», mi rispose Bells.

Entrai in cucina e qualcosa mi saltò addosso.

Oh, la mia principessa! Spero tanto che stia bene!

Le baciai il collo e la strinsi forte, forte a me.

«Hey principessa», le sussurrai all’orecchio.

«Lo sai Jake ho scritto una ninna nanna per te, come papà ha fatto con mamma», mi disse Nessie. Che dolce, una ninna nanna per me!!

«Me la fai sentire?», chiesi ansioso di ascoltarla.

«Si, ma ho lo spartito a casa mia, lo vado a prendere», disse e come un fulmine scese dalle mie braccia e uscii di casa. Approfittai di quel moment per raccontare a Bells e ad Edward ciò che avevo scoperto.

«Bells, Edward devo dirvi una cosa. Vi ricordate che vi ho raccontato del fiume avvelenato? Be’ Sam lo ha analizzato e ha scoperto che è stato avvelenato magicamente, con un incantesimo scritto nel libro antico dei Quileute. Io non so se è quella la malattia di Nessie, avevo pensato di far prelevare a Carlisle un po’ del suo sangue per analizzarlo e vedere se è quello il problema. Se avessi ragione, e spero proprio di no, domani mattina partirò per cercare gli ingredienti per l’antidoto».

Bella ed Edward si guardarono a vicenda confusi.

«Aspetta, questo vuol dire che è stato uno del branco? Ma, la cosa più importante è: Nessie starà bene dopo aver preso l’antitodo?», chiese Bella a nome di tutte e due.

«Potrebbe essere stato uno del branco, si. Nessie starà bene, se riesco a recuperare gli ingredienti prima che il fiume diventi del tutto nero, ma io ci riuscirò, ci devo riuscire!».

«Jake forse dovrei venire anch’io con te, in due potremmo trovare più velocemente gli ingredienti e salvare Nessie», mi propose Edward.

«No, al fiume è stato avvelenato con un incantesimo dei Quileute, andrò io a cercare gli ingredienti. Se soltanto Bella resterà con Nessie, le penserà che ha qualcosa di grave. Devono esserci entrambi i genitori accanto a lei».

«Sta’ arrivando», annunciò Bells.

«Hey piccola, hai preso lo spartito?».

«Si», rispose con un sorriso stampato in faccia, eccitata.

Andammo al piano, la feci sedere in braccio a me. Non appena le sue dita si posarono su i tasti, una dolce melodia incominciò a invadere tutta la casa. Quella dolce melodia era per me, l’aveva scritta per me!!

Di tanto in tanto, mentre suonava, le baciavo il collo e le accarezzavo i capelli.

«È bellissima, piccola», le dissi quando finì di suonare la ninna nanna e lei mi abbracciò.

«Jake, se non riuscirai a trovare tutti gli ingredienti, io morirò?», mi chiese spaventata.

«Ma tu come fai a sapere degli ingredienti?», chiesi sorpreso e curioso.

«Ho origliato», disse abbassando lo sguardo.

Gli alzai il viso per guardarla negli occhi.

«Non sappiamo ancora se la tua malattia è dovuta al fiume. Ma tu devi stare tranquilla, hai capito?», dissi prendendo il suo viso tra le mani.

Annuì e l’abbracciai.

«Comunque vadano le cose Nessie, tu starai bene, te lo prometto!», le sussurrai all’orecchio.

«Mi fido di te», mi sussurrò.

 

ͦ Angolo risposte recensioni ͦ

ayumi_L: sono contenta che ti sia piaciuto il terzo capitolo, spero ti piaccia anche questo!!...è la prima fan fiction che scrivo, quindi spero che piaccia a chiunque la legga. Ho sempre tifato la coppia Edward e Bella, ma dopo di loro ci sono Nessie e Jake. E visto che solo in Breaking Dawn parlano di Nessie e Jake ho pensato di fare una fan fiction su di loro. Baci <3

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Capitolo 5

 

Si fidava di me, e questo era tutto quello che volevo sapere.

Le sorrisi.

«Mamma, papà, nonno Carlisle!», li chiamò lei e in meno di un secondo furono accanto a noi.

«Nonno sono pronta per il prelievo», disse Nessie alzandosi la manica della maglietta e stendendo il braccio.

«Aspetta e tu come lo sai?», chiese sorpreso Edward.

«Ho origliato», rispose lei.

«Tesoro, ricordati sempre che andrà tutto bene, ok?», sussurrò Edward alla figlia e si piegò per baciarla sulla fronte. Bella la prese in braccio e la tenne stretta a sé per la vita.

«Pronta Nessie?», chiese Carlisle e lei si limitò ad annuire. Le presi la mano e lei la strinse forte.

«Fatto», ci annunciò Carlisle.

«Nessie andrà tutto bene», le disse Carlisle e le baciò la fronte.

«Salve a tutti!!!», disse una voce femminile, proveniente dalla porta di ingresso.

«Scusate il ritardo», continuò la voce, «ma ho perso l’aereo e ne ho dovuto aspettare un altro».

«Nonna!!!», gridò Nessie e corse tra le sue braccia.

«Hey tesoro», le rispose Renee.

Un urlò disumano uscì dalla bocca di Nessie e corsi immediatamente da lei.

«Nessie? Bella cos’ha Nessie?», chiese Renee ignara.

Edward la prese in braccio e la adagiò sul divano. Aspettammo che gli passasse come le altre volte. Trattenni le lacrime, vederla così mi faceva piangere, un’ immagine terrificante per i miei occhi, ma dovevo essere forte per Nessie. Questa volta il dolore scomparve più tardi rispetto le altre volte.

«È finita», ci annunciò. A quelle parole tornai a respirare.

«Scusa per il benvenuto nonna», si scusò Nessie, anche se non doveva scusarsi di niente.

Renee era ancora immobile, accanto a Bells, a fissare la nipote.

«Oddio!», uscì dalle sue labbra.

«Nonna calmati», cercò di tranquillizzarla Nessie.

«Qualcuno mi spiega che cosa è successo?», chiese Renee spaventata e ancora un po’ scossa.

«Mamma perché non ti siedi un po’ sul divano?», disse Bella.

Mi sedetti anch’io facendo salire Nessie sulle mie gambe e abbracciandola.

Edward e Bella rimasero in piedi, abbracciati.

«Nessie ha questi attacchi dal giorno del suo sesto compleanno. Prima che iniziasse la festa, io, Edward e Nessie siamo andati a caccia. Al ritorno Jake ci avvertì di fare attenzione a quel che cacciavamo perché alcuni animali hanno il sangue avvelenato. Si erano avvelenati bevendo l’acqua del fiume che è stata avvelenata a sua volta con un incantesimo scritto nel libro antico dei Quileute, cinque secondi prima che arrivassi tu, Carlisle ha prelevato del sangue a Nessie per esaminarlo e vedere se fosse davvero quello il problema. Se è così, domani Jake partirà per cercare gli ingredienti per l’antitodo», spiegò Bells.

«E ci va solo Jake, perché qualcuno non lo accompagna?», chiese Renee più preoccupata che mai per la salute della nipote.

«Gli ingredienti si trovano nella terra dei Quileute e secondo il patto, noi non possiamo entrarci e poi, non vogliamo che Nessie rimanga in compagnia di un solo genitore», spiegò Edward.

Renee annuì.

«Be’ è da tanto che non vi vedete, scommetto che avrete un sacco di cose da dirvi, quindi io accompagno Nessie a casa, non vi preoccupate restate quanto volete. Rimarrò io con lei», dissi.

Notai che sul viso di Nessie comparve un sorriso, che ne fece nascere uno anche sul mio volto.

Mi cinse il collo ed io la presi in braccio.

«Allora….adesso che si fa?», chiese.

«Che vuoi fare?», chiesi.

«Non lo so», disse lei sbadigliando.

«Ho un’idea».

«Ah sì e quale?», chiese curiosa.

«Che ne dici di dormire?!!», dissi adagiandola sul suo letto.

«No! Non voglio dormire. Dai Jake, non prendiamoci in giro, lo so che il mio sangue si è avvelenato, e lo sai anche tu, solo che non vuoi ammetterlo. Pensi che abbia qualcosa di meno grave, ma non è così! Domani mattina partirai per cercare gli ingredienti e io non ti vedrò per chissà quanti giorni!», disse lei malinconica.

Oh, la mia piccola.

«Piccola, ascoltami. Ok, hai ragione, potresti avere quella malattia ed io non voglio ammetterlo perché ti amo, e non posso vederti così! Anche se la malattia non fosse stata quella, domani mattina sarei partito lo stesso alla ricerca del problema. E ricordati che c’è un limite di tempo, ed io non solo lo rispetterò, lo anticiperò, quindi sarò qui prima di quanto pensi», le dissi.

Mi abbracciò e io gli ricambiai l’abbraccio.

«Ti amo, anch’io Jake», mi sussurrò all’orecchio e quell’affermazione mi fece sorridere.

Mi stesi sul letto e lei si rannicchiò accanto a me, poggiando la testa sul mio petto. Le cinsi le spalle con un braccio e iniziai a disegnare sul suo con la punta delle dita e baciandogli ogni tanto i capelli.

«Mi canti la ninna nanna che hai scritto per me?», le chiesi.

E una dolce melodia incominciò a fare da sotto fondo a quel momento perfetto.

 

Angolo risposte recensioni

 ayumi_L: grazie, a dirla tutta ho iniziato qst fan fiction con solo le idee base in mente, cioè che Nessie si ammalava e Jake doveva andare a cercare gli ingredienti. Il resto della storia la sto inventando mano mano. Spero ti piaccia anke qst capitolo. Baci <3

 

elly_volturi. Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto, in realtà all’iniizo pensavo k sarebbe stato un totale fiasco, sn contenta di vedere k mi sbagliavo, pero k qst capitolo ti sia piaciuto. Baci <3

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Capitolo 6

 

«Jake, svegliati!», disse una voce femminile. Aprii gli occhi e vidi i volti di Edward e Bella.  Mi alzai con attenzione per non svegliare Nessie. Camminammo fino ad arrivare in cucina.

«Allora?», chiesi preoccupato. Ti prego fai che sia qualcosa di meno grave, ti supplico.

«Sei sicuro che vuoi andare da solo, Jake? Non vuoi che ti accompagni?», mi chiese Edward. Oh no, no, no, no, no!!!

«Ne siete sicuri?», chiesi sperando che fosse tutto uno scherzo.

«Carlisle ha avuto i risultati delle analisi sta mattina», rispose malinconica Bells.  Andai vicino al muro e diedi un pugno, si formò una crepa.

«Che succede?», chiese allarmata una voce femminile dietro di me.

Mi girai e corsi a prendere in braccio quella stupenda bambina, che strinsi forte tra le mie braccia.

«Jake mi dici che succede? Aspetta, ce l’ho vero?». Annuii e la strinsi forte a me, poi la lasciai andare dai suoi genitori.

«Mamma, papà», disse e corse fra le loro braccia.

«Oh, tesoro andrà tutto bene», rispose Bells baciando Nessie sui capelli.

«Tesoro, non c’è da preoccuparsi, ok? Starai bene. La nostra famiglia ha affrontato e superato tanto di quelle difficoltà!....Vedrai che ce la caveremo», la consolò Edward accarezzandole la guancia.

«Mamma, papà, vedo la paura e la preoccupazione nei vostri occhi e in quelli di Jake e in quelli degli zii e dei nonni. Dal dolore che provo ho intuito che non è una cosa passeggera e non è una malattia da nulla. Ma non sono triste per quello. Si, certo, saper di poter morire mi mette paura, ma sono più preoccupata per voi. Se io dovessi morire, voi cosa fareste?», chiese lei e quella domanda mi fece incazzare sul serio.

«Non dire mai più una cosa del genere!», urlai e le andai vicino.

«Non ti azzardare mai più! Vuoi una risposta alla tua domanda? Be’ non possiamo dartela perché tu non morirai!», dissi scandendo bene le ultime tre parole.

«Jake», disse lei prendendomi le mani. «Devi prendere in considerazione questa possibilità. Se tu per qualche motivo non arrivassi in tempo, se incontrassi qualche ostacolo durante il percorso o il veleno facesse effetto prima che il fiume diventi nero, io morirei ed io devo sapere cosa faresti se succedesse».

«Nessie tu non morirai».

«E se succedesse?».

«Lo sai che io non posso vivere senza di te», e questa fu la mia risposta alla sua domanda. «Se muori, muoio anch’io. Ti spegni tu, mi spengo anch’io».

«No! Questo non deve succedere. Jake, promettimi, che se io muoio, tu continuerai a vivere la tua vita, in modo sereno. Prometti!», disse con le lacrime agli occhi.

«Non te lo posso promettere piccola», le risposi malinconico.

«Jake. Jake, stammi a sentire. E se fosse il contrario? Se fossi tu quello malato, e se fossi tu che potresti morire da un momento all’altro. E sai che se muori tu, muoio anch’io, come ti sentiresti?», mi disse Nessie ormai piangente.

«Ok, te lo prometto. Ma ora smetti di piangere», le dissi asciugandogli le lacrime con i pollici.

«Mamma, papà, promettete anche voi!», disse avvicinandosi a Bells ed Edward.

«Nessie…», cominciarono a dire all’unisono.

«Vi devo fare lo stesso discorso che ho fatto a Jake?».

«Va bene, promettiamo», risposero.

«Principessa, vieni qui», la chiamai. «Lo sai ora che succede vero?».

«Che te ne vai», rispose lei di nuovo con le lacrime agli occhi.

«Hey, shhh, no, non piangere», la supplicai. «Tornerò più presto di quanto pensi», le sussurrai all’orecchio, poi aggiunsi: «Ti amo, ricordatelo sempre questo. Fammi anche tu una promessa. Non ti devi mai arrendere qualunque cosa succeda».

Mi strinse forte a sé ed io ricambiai l’abbraccio. «Prometto. Ti amo anch’io».

La baciai sulla fronte le accarezzai la guancia e uscii di casa, lasciando la mia vita nelle mani dei suoi genitori.

Mi trasformai in lupo per correre più velocemente. Ultimamente mi trasformavo solo per questo motivo. Finalmente arrivai a la Push.

«Sam, dov’è la lista?», dissi entrando a casa di Sam senza nemmeno salutare. Ogni secondo era prezioso.

«Eccola», disse passandomela.

«A che punto è il fiume?».

«È di un grigio molto, molto chiaro».

Oh merda! Oh merda…..già grigio? Dovevo sbrigarmi!!

«Grazie Sam».

«Fai attenzione». Nemmeno lo salutai che subito uscii da casa di Sam per cercare gli ingredienti.

 

Risposte recensioni

 

 ayumi_L: sono contenta ti sia piaciuto, spero ti piaccia anche questo J <3 baci

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Capitolo 7

 

Ok, il primo ingrediente era la ninfea rosa. Guardai attentamente l’immagine che illustrava il fiore.

Ma certo! Io quel fiore lo avevo già visto! Ma dove?.....Dove?.....Dove??!!

Ma sì…..lo avevo visto al lago. Si trova al centro esatto del lago da sempre. Per quel che ricordo non si è mai mosso. Mi avviai verso il sentiero e ogni tanto mi fermavo a guardare pianta per pianta, in caso lì da qualche parte ce ne fosse stata una uguale a quelle che cercavo.

«No, così non va. Ci metto il doppio del tempo così, cerchiamone una per volta. Ok, vado prima al lago e poi cerco gli altri ingredienti», dissi fra me e me. Lascai il sentiero e girai a destra.

Eccolo, il lago. Mi avvicinai alla riva.

No, mi ero sbagliato!! Merda il fiore non c’era!!

«Hey lì c’è qualcosa», dissi fra me e me. Strinsi gli occhi per mettere meglio a fuoco. Si eccolo! Al centro del lago una ninfea rosa.

Mi guardai in torno per vedere se ci fosse una barca in modo da arrivare più velocemente al fiore. Non c’era nessuna barca, sarei dovuto andare a nuoto. Mi levai la maglietta e mi tuffai nel lago.

Braccia, braccia, respira. Braccia, braccia, respira. Braccia, braccia, respira. Continuai così finche non raggiunsi il fiore. Eccola, la ninfea rosa, a due millimetri da me. La stavo per prendere quando mi sentii trascinare giù.

Sentii il canto di una voce cristallina. Cercai di risalire in superficie, ma non ci riuscii. Il fiato mancava.

Tutto d’un tratto riuscii di nuovo a respirare e mi ritrovai rinchiuso in una bolla d’aria.

«Uhm finalmente qualcuno di carino. Perché il mio canto non ti affascina?», disse furiosa una voce femminile.

«Chi sei?», chiesi guardandomi intorno. «Fatti vedere!», aggiunsi.

«Rilassati», mi rispose.

«Chi sei?», chiesi di nuovo.

«Scommetto che sei un licantropo, lo sento dal tuo odore, o meglio….dalla tua puzza», disse una figura femminile che improvvisamente apparve davanti a me.

«E scommetto che hai già l’imprinting», continuò, «sennò non avresti resistito al mio canto».

«Una sirena? E da quando esistono le sirene?», chiesi sorpreso.

«Esiste la tua specie, perché nn dovrebbe esistere la mia», mi rispose lei. «Perché mi hai catturato?».

«Io sono Nifiride, protettrice della ninfa rosa», mi spiegò.

«Ma tu non capisci!...A me serve quella ninfea!».

«Scommetto per salvare la tua amata, non sai in quanti sono venuti per questo motivo….e hanno fallito», disse avvicinandosi e girandomi intorno.  «Fallito?».

«Vuoi avere la ninfea?».

«Anche se in cambio dovessi dare la mia vita», le risposi.

«È questo che volevo sapere. Se vuoi la ninfa…uccidimi!».

La guardai incredulo. Oddio come si uccide una sirena?

«Ma io non so niente sulle sirene!».

«Un vantaggio per me», rispose sorridente. «Dove eravamo?», continuò, «Ah si, mi sbaglio o stavi trattenendo il fiato?!» e detto questo la bolla d’aria scomparve e mi ritrovai di nuovo senza fiato. Riuscii a uscire con la testa fuori dall’acqua per prendere un po’ d’aria e infine tornai giù.

Qualcuno mi aggredì da dietro e mi strinse alla gola. Diedi una gomitata a Nifiride e poi un calcio. Allentò la presa abbastanza da sfuggirle. La guardai bene, per cercare di capire quale fosse il suo punto debole.

Si avventò di nuovo su di me ed io mi scansai.

Dopo qualche secondo, capii che era quello che voleva Nifiride. Mi ritrovai intrappolata tra lei ed una scogliera.

Nifiride prese la conchiglia che aveva al collo e la puntò verso di me.

Oddio, ora a che cosa serviva quell’affare?!

Mi bloccò le mani e con la coda mi puntò la conchiglia contro.

Le diedi un calcio, la conchiglia cadde e rimase impigliata ad un’alga.

Sul viso della sirena comparì un’espressione preoccupata.

Ecco il suo punto debole, la conchiglia!!

La raggiunsi e le tirai i capelli. Mi spinse via, la raggiunsi di nuovo e le diedi un calcio alla schiena. Dal dolore si fermò per qualche secondo ed io la sorpassai. Ero quasi arrivato quando qualcuno mi afferrò per il piede. Mi aggrappai ad uno scoglio. La conchiglia era a due passi da me. Cercai di allungarmi il più possibile e sentii i miei muscoli tendersi e farmi male e sentivo l’aria mancare. Sentii i miei muscoli bruciare più che mai, infine dopo qualche sforzo, finalmente riuscii a prendere la conchiglia e la scagliai contro la scogliera, troppo velocemente perché Nifiride potesse fermarmi, e la conchiglia si ruppe in mille pezzi. D’un tratto la sirena che mi teneva per la gamba, si dissolse in polvere.

Mi diedi una spinta col piede per arrivare in superficie e finalmente riuscii di nuovo a respirare. Feci due o tre respiri profondi e infine nuotai a prendere la ninfea rosa. Una volta presa nuotai fino a riva e mi stesi.

«Vampiri, licantropi, ma è mai possibile che esistano tutte le creature mitologiche?»,mi domandai retoricamente.

 

Risposte recensioni

 

 BlackShen: Grazie tante. Di sicuro leggerò una tua fan fiction. Baci.

 

 ayumi_L : Contenta che ti sia piaciuta. Questo è il capitolo 6 è il mio preferito. Spero ti piaccia anke questo. Baci.

Come mi immagino Nifiride    

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Capitolo 8
*** Immagini capitolo 7 ***


come mi immagino Nifiride   ninfea rosa

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 ***


Capitolo 8

 

Mi rialzai. Avevo ripreso abbastanza forza e non c’era tempo da perdere.

Ripresi la maglietta e la lista degli ingredienti. Il prossimo era la passiflora.

Ok, questa non l’avevo mai vista prima d’ora.

Tornai indietro fino al sentiero, non c’era traccia del fiore. Andai dall’altra parte da dove ero venuto. Uffa, piante, piante e solo piante!!

Uh aspetta, eccola!!....No, no è il fiore che cerco. Forse quella!!...No, non è nemmeno quella. Eccola!!...No. Uffa, non la troverò mai!!

Jake, non ti riconosco più. Ti sei arreso? Non puoi arrenderti! Non pensi ha Nessie?!, disse una vocina nella mia testa.

«Hai ragione», dissi a me stesso, «devo pensare a Nessie. C’è la posso fare!», mi incitai.

Cercai la passiflora per qualche altro metro.

Il mio sguardo si posò su qualcosa di rosso in mezzo alle piante. Mi avvicinai e finalmente la riconobbi. Eccola! Si era lei, la passiflora!

Corsi verso di lei, man mano che mi avvicinavo la mettevo sempre più a fuoco. Tutto d’un tratto qualcuno mi saltò addosso e cademmo entrambi per terra. Mi girai per guardare chi fosse.

«Tu non prenderai quel fiore!», disse il ragazzo che mi era saltato addosso.

«E tu saresti?...Oddio no, non dirmelo; un vampiro».

«E tu un licantropo».

Il mio sguardo si posò su un piccolo omino poco distante dal fiore.

«Lui? È il satiro che era a guardia del fiore», mi spiegò il vampiro.

Oddio, ora anche i satiri?!

«Senti, perché non te ne vai e mi lasci prendere il fiore?!», dissi avvicinandomi al vampiro.

«Oh te lo puoi scordare, quel fiore mi serve! Mi aiuterà ad uscire da molti guai».

«Oh no sei tu che te lo scordi! Quel fiore serve a salvare la mia ragazza. Quindi fatti da parte».

Il vampiro avanzò verso di me e mi spinse da parte. Mi trasformai in licantropo e lo graffiai, non abbastanza da ucciderlo.

Mi avventai su di lui, ma all’improvviso me lo ritrovai dietro di me.

Mi girai, ma non abbastanza velocemente. Il vampiro era di nuovo dietro di me e mi strinse la vita. Mi stava stritolando, quando d’un tratto smise.

Guardai davanti a me e vedi il vampiro combattere contro un altro licantropo. Lo guardai meglio. Seth?

Lo aiutai ad uccidere il vampiro. Lui lo bloccò ed io lo feci a pezzi.

«Seth, che cosa ci fai tu qui?».

«Ciao anche a te Jake», mi rispose lui.

«Rispondi alla domanda».

«Ti ho sentito mentre parlavi con Sam. Sapendo che se te lo avessi chiesto, tu non mi avresti consentito di venire con te, ti ho seguito. Ti voglio aiutare, anche a me sta a cuore Nessie», mi spiegò.

«D’accordo…e grazie», gli risposi. Lui mi diede una pacca sulla spalla.

«Di che colore è il fiume?»,chiesi preoccupato.

«Non lo so, seguendoti non ci sono passato davanti».

«Andiamo a controllare», dissi e iniziai a correre in direzione del fiume.

Di tanto in tanto mi fermavo a guardare i fiori e le piante, ma nessuna era quella che cercavo.

«Oh no», dissi guardando il fiume. «Non è possibile che sia già grigio!!», urlai e diedi un calcio ad in albero.

«Jake fammi vedere la lista», mi disse Seth ed io gliela passai.

«Ma io questa la conosco!», urlò ed io corsi subito vicino a lui.

«Quale?».

«La ginseng», mi rispose.

«E dove si trova?».

«È difficile da spiegare, ma l’importante è che io sappia la strada», disse Seth con un sorriso. Anche sul mio volto comparve un semi-sorriso, ero troppo nervoso per sorridere del tutto.

«Bene andiamo», dissi trascinando con me Seth.

«Jake», mi chiamò e si fermò di colpo.

«Che c’è?».

«È quasi buio, non dovremo riposare?».

«Ogni minuto è prezioso», gli risposi frettoloso.

«Ma se non riposi, poi ti mancheranno le forze e non ce la farai a trovare tutti gli altri ingredienti», mi rispose.

«E va bene», rinunciai.

Ci stendemmo per terra e ci addormentammo.

All’improvviso mi ritrovai a casa Cullen, davanti a me, la cosa più bella che esistesse al mondo.

«Nessie!», la chiamai e lei corse fra le mie braccia.

«Jake! Sei tornato», disse e mi baciò la guancia.

«Ma tu stai bene!», dissi entusiasta e l’abbracciai forte a me.

«Mi sei mancato tanto», mi sussurrò all’orecchio.

«Anche tu piccola, non sai quanto».

D’un tratto una voce interruppe quel momento perfetto.

«Jake sveglia. Jake sveglia», continuava a ripetere Seth.

Mi svegliai, triste del fatto che avessi solo sognato.

«Andiamo», dissi a Seth e partimmo alla ricerca di quest’altro ingrediente.

 

Risposte recensioni

 

 noe_princi89 : Grazie. Spero ti piaccia anche questo capitolo. Baci <3

 

 ayumi_L: si anke a me piace molto la ninfea. La sirena non l’ho disegnata io, magari sapessi disegnare così!!......l’ho trovata su internet, ma è proprio così che me la immagino. Spero ti piaccia questo capitolo. Baci 

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Capitolo 10
*** Capitolo 9 ***


Capitolo 9

 

«Jake ho portato uno zainetto dove poter mettere gli ingredienti», mi disse Seth e mi passò lo zaino. Lo presi e ci misi dentro gli ingredienti.

Nella mia mente c’era impressa un’immagine: Nessie. Chissà quante volte il dolore l’ha sopraffatta e la fatta urlare da quando sono partito. Era una cosa a cui non volevo pensare. Solo l’idea che lei stava soffrendo, faceva star male anche me. Mi mancava così tanti!

La mia mente tornò al sogno che avevo fatto quella notte. Un sogno così bello non lo avevo mai fatto. Nessie tra le mie braccia, e stava bene!

Poi la mia mente tornò alla malattia provocata da un incantesimo Quileute.

Passai in rassegna tutti i componenti del branco. Chiunque sia stato, del branco o meno, passerà un brutto guaio quando torno, per aver fatto ammalare Nessie. Paul, Leah, Jared, Quil, Sam…non poteva essere stato nessuno di loro. La maggior parte del branco ha l’imprinting quindi sa cosa significa se qualcuno fa del male alla tua unica ragione di vita. Quindi l’ ultima opzione che rimaneva era che qualcuno si fosse intrufolato nella nostra terra, che abbia trovato il libro e che abbia copiato l’incantesimo su un foglio. Era un’ipotesi, ma molto poco probabile visto che l’antico libro Quileute è sigillato. Rinunciai a capire chi potesse essere stato e mi concentrai sulla mia missione.

«Seth ci vuole ancora molto?», chiesi.

«Dovremmo arrivare tra cinque – dieci minuti».

Annuisco.

Guardai per l’ennesima volta le foto degli ingredienti per cercare di ricordare se ne conoscevo qualcuno, ma niente.  

«Da quant’è che Nessie sta male?», chiese Seth interrompendo il silenzio.

Presi un bel respiro. Non volevo ricordare la prima volta che il dolore fece urlare Nessie, ma non volevo far offendere Seth rimanendo in silenzio.

«Il giorno del suo sesto compleanno. Pensavamo fosse una cosa passeggerà, ma giorno dopo giorno il dolore ritornava sempre. Carlisle ha analizzato il sangue di Nessie e Sam l’acqua del fiume ed il resto già lo sai».

«Sai chi è stato?».

«Per la fortuna della persona che ha avvelenato il fiume, no, non so chi sia stato!».

«Sono sicuro che andrà tutto bene», disse per consolarmi.

Gli sorrisi, anche se quel sorriso non si rifletteva nei miei occhi.

«Deve andare tutto bene!», bisbigliai.

«Hey Jake, siamo arrivati», annunciò Seth.

Alzai lo sguardo e vidi la pianta. Notai che ci trovavamo sulla montagna opposta a quella in cui si erano accampati Bells e Edward, mentre nella radura si svolgeva la battaglia contro i neovampiri.

Vidi Seth che correva verso la pianta, ma io lo trattenni per un braccio.

«Cosa c’è Jake?», disse voltandosi verso di me.

«Sirena, satiro…..quale creatura ci sarà ora?».

Mi avvicinai con cautela e non vidi nessuno. Mi inginocchiai per prendere il fiore, ma le mie mani non rispondevano i comandi. Provai a muoverle e ci riuscivo, ma quando provavo a prendere la pianta si bloccavano.

Improvvisamente davanti a me comparve un esserino piccolo che era grande quanto un mio dito.

«E tu saresti?», gli chiesi.

«Sono un folletto. Il mio nome è Boggart e sono il guardiano di questa pianta».

Ok…sirene, satiri, folletti….cosa ancora mi aspetterà??!!

Seth si avvicinò per vedere con chi stavo parlando.

«Posso prendere la pianta?», gli domandai sperando che ameno lui mi facesse questo favore.

«Prima devi battermi», disse e sparì come un fulmine.

Era un essere buffo e grottesco, veloce e sfuggente, piccolo e agile, ma anche un turbine di vento, un misterioso burlone.

Era talmente veloce che sembrava invisibile.

Mentre il folletto era impegnato a correre per non farsi catturare. Riprovai a prendere la pianta, ma fui graffiato al polso.

Il folletto si fermò e riuscii a vederlo di nuovo.

«Ah, ah, ah….stai attento! Uffa, così non mi diverto, andrò più lento».

Il folletto ricominciò a correre, ma questa volta riuscivo a scorgerlo.

Seth si mise al mio fianco. Iniziammo a comportarci come se stessimo giocando al gioco delle talpe, ma questa volta al posto della talpa abbiamo un folletto e al posto del martello i piedi.

Il folletto andava troppo veloce per poterlo schiacciare, così io e Seth inventammo un piano.

Seth si inginocchio per cercare di prendere il fiore e mentre il folletto era troppo occupato a pensare a cosa stessa facendo Seth per darmi retta, lo uccisi.

Seth prese la pianta e la mise nello zainetto..

Non mi piaceva affatto uccidere tutte quelle creature magiche, ma erano loro a mettersi in mezzo e ad intralciare il mio percorso. Presi la lista per vedere quale fosse il prossimo ingrediente.

 

Risposte recensioni

 

 noe_princi89 e ayumi_L: rispondo ad entrambe in uno stesso commento xk mi avete scritto + o – la stessa cosa. vi posso dire solo k Seth è importate….non vedo l’ora di scrivere la fine del fan fiction qnd finalmente nessie e jake si rincontreranno, ma sarà troppo tardi? O forse no? forse la situazione si capovolgerà!! O forse no!!...Baci.

 

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Capitolo 11
*** Capitolo 10 ***


Capitolo 10

 

«E anche questa è fatta!», dice Seth entusiasta.

Gli feci un semi-sorriso come risposta. Anche se avevamo sconfitto il folletto rimanevano altri due ingredienti e di conseguenza altre due creature da uccidere.

Sembrava che la missione non finisse mai. Quand’è che finalmente avrei rivisto la mia principessa? Mi mancava tanto. Non averla vista per due giorni interi mi aveva fatto cadere in una depressione totale, ma dovevo resistere, non dovevo arrendermi. Più energia ci mettevo, prima trovavo gli ingredienti e prima rivedevo Nessie.

Presi la lista. Il prossimo ingrediente era la salvia.

«Seth, l’hai mai vista?», chiesi speranzoso.

Guarda l’immagine e fa cenno di diniego. Ok, allora avremmo dovuto tenere gli occhi aperti.

«Ma certo!», urlò improvvisamente Seth. Mi girai verso di lui.

«Che cosa?», chiesi curioso.

«Si, l’ho già vista. Seguimi», disse Seth e indicò la strada.

«Allora, chi è che preparerà la pozione?», chiese Seth curioso.

Aspettai un po’ prima di rispondere. «Mio padre», dissi infine.

«Ne è capace?».

«Non so, penso di si. Nulla è certo», dissi amareggiato.

Mio padre avrebbe preparato l’antitodo, e se poi non ci fosse riuscito? Forse lo dovrei far preparare da Sam, ma d’altronde lui come può saperlo. Forse dovrei farlo preparare ad un altro anziano.

Non è che non abbia fiducia in mio padre, ma ero troppo ansioso. Insomma, c’era solo e soltanto una possibilità e non doveva essere sprecata. Mi sentivo come un ragazzino che aspetta con ansia il voto di un compito in classe, solo che adesso l’ansia era dieci volte di più e invadeva tutti i pori della mia pelle. Che avrei fatto io senza la mia Nessie?

Scacciai subito quel pensiero dalla mia mente, non dovevo nemmeno permettermi di pensare certe cose! Ma la mia mente non poteva fare a meno di pensarci. E se…..e se……e se….. .

Due orribili parole che mi tormentavano. E se…..niente!!  

Io sono un uomo di parola e avevo promesso a Nessie che sarebbe stata sana e salva.

Non potevo fare a meno di chiedermi e se fossi andato a cacciare con lei, avrei potuto impedire che si ammalasse? Ma ormai non aveva più importanza, ormai non potevo tornare indietro, purtroppo.

Infine mi concentrai sulla mia missione. Pensai a quale creatura potesse essere a proteggere la pianta questa volta. Non pensavo che esistessero tante altre creature oltre ai licantropi e ai vampiri. È incredibile scoprire che quasi tutte le leggende – chiamarle leggende non è più un termine corretto, visto che sono vere – siano vere.

«Quanto manca?», chiesi ansioso di arrivare. Ogni minuto era prezioso.

«Non molto, siamo quasi arrivati», mi rispose.

Seth, chi l’avrebbe mai detto che quel moccioso – nomignolo amichevole – mi sarebbe tornato utile. Gli devo molto. Non dimenticherò che mi ha aiutato in questa missione, come non mi dimenticherò mai che ci aiutato quando i Volturi sono venuti a farci visita sei anni fa. Sono davvero fortunato ad essergli amico.

«Ecco Jake, siamo arrivati! Lo vedi quel fiore arancione laggiù?? Be’ è quello che stiamo cercando», disse e sul mio – e anche sul volto di Seth – comparve un sorriso. Dopo questo mancava solo un ingrediente e infine sarei potuto tornare da Nessie!!

 Allungammo il passo, fino ad arrivare alla pianta.

Ci guardammo intorno, stupiti dal fatto che non ci fosse nessuno a fare da guardia all’ingrediente.

Quando mi chinai per prenderlo, sentii qualcosa che mi toccava sulla spalla. Mi girai e vidi una piccola fatina.

«Ciao», dissi cercando di essere amichevole anche se sapevo come sarebbe andata a finire.

«Ciao», mi rispose lei.

«Posso prendere il fiore?», chiesi gentilmente.

«Prima devi dire qualche parolina…», rispose lei.

«Per favore?».

«Ma no sciocchino!».

Non feci tempo a ritentare che Seth si abbassò accanto a me e guardò la fatina.

«È lei che fa la guardia alla pianta? Be’ allora sarà facile prenderla!», disse Seth ed io non feci tempo a zittirlo.

«Ah si?», disse la fatina infuriata, poi continuò: «Per ottenere quella stupida pianta, bastava farmi un complimento. Ma visto che mi avete insultata la pagherete!», disse e scomparve.

Cercammo di muoverci, ma eravamo paralizzati. D’un tratto, la fata ricomparve.

«Tutta via, tu hai ancora una possibilità», disse indicandomi.

«Promettimi eterno amore e lascerò andare il tuo amico insieme alla pianta».

Ok, la fatina era un po’ fusa!!!

«Mai!», risposi.

Poi mi venne in mente Nessie. Preferivo saperla viva, che morta per causa mia e di una stupida fatina.

«Ok», rinunciai e mi sentii lo sguardo di Seth addosso.

Riuscimmo di nuovo a muoverci. Seth prese la pianta e la mise nello zainetto. Mi fisso e gli feci cenno di proseguire senza di me.

«Che bello ora sei tutto mio», disse la fata entusiasta trascinandomi con sé.

Diedi le spalle a Seth e iniziai a camminare. La fata si posò sulla mia spalla.

Sentii un rumore fortissimo vicino al mio orecchio e mi girai. Vidi Seth, con in mano la fata morta.

«Sapevo che avresti capito», dico sollevato.

«E secondo te io ti lasciavo con la fata sapendo che muori dalla voglia di rivedere Nessie?», mi guardò e sorrise ed io contraccambiai.

 

Risposte recensioni:

 

ayumi_L e noe_princi89 : Spero vi sia piaciuto questo capitolo e spero di aver soddisfatto alcune vostre curiosità, non ho ancora potuto svelare l’identità di colui che ha avvelenato il fiume, ma manca poco. Siete pronte per l’ultimo ingrediente??

Baci. 

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Capitolo 12
*** Capitolo 11 ***


Capitolo 11

 

«Ma che richiesta era quella della fatina?», disse  Seth.

«Non chiederlo a me! Credo che mi volesse solo come oggetto da collezione. Sai in modo da potersi vantare, ma è solo un’ipotesi. Comunque sono felice che ti abbia capito che non facevo sul serio», dissi sollevato.

Presi la lista e mi rallegrai nel vedere che mancava solo un ingrediente.

Un ingrediente e finalmente potevo riavere Nessie fra le mie braccia.

«Prossimo ingrediente?», domandò Seth.

«Rosa Chinensis Viridiflora», dissi, ma non sapevo se l’avevo pronunciato

bene.

«Ok lasciamo a perdere il nome», disse Seth avvicinandosi per vedere la foto.

«Wow una rosa verde, che figo!! La cosa negativa e che non l’ho mai vista in vita mia», disse amareggiato.

«Nemmeno io», dissi, ma non mi persi d’animo. Non potevo arrendermi proprio ora!.....qualche altro piccolo sforzo e Nessie sarebbe stata salva.

«Ci dividiamo?», chiese. Feci cenno di diniego.

«Meglio di no. L’unione fa la forza e sono sempre meglio quattro occhi di due».

Ci incamminammo verso il lago. Avevo già fatto quella strada per andare a prendere il primo ingrediente e non mi era sembrato di scorgere nessuno rosa. Ma visto che stavamo cercando una rosa verde, poteva benissimo confondersi con le altre piante. Ma niente. Non c’era traccia del fiore.

D’un tratto sentii nella mia testa una vocina che mi suggeriva la strada. Seguii il mio istinto e mi incamminai dalla parte da cui ero venuto, poi girai a destra, di nuovo a destra, a sinistra e infine continuai a camminare dritto per qualche altro metro.

La vocina si spense. Davanti a me e a Seth la rosa verde.

Ci avvicinammo, con cautela, ma anche quando ci eravamo inginocchiati non successe nulla.

Presi il fiore e lo posi nello zainetto. Ci alzammo felici di aver preso tutti gli ingredienti e ci avviammo verso casa. D’un tratto mi fermai e mi ritrovai a dire: «Comincia ad andare, ti raggiungo tra poco».

Seth si girò verso di me sorpreso.

«Jake stai bene?», chiese preoccupato.

Mi limitai ad annuire e a fargli cenno di proseguire. Purtroppo mi diede retta.

Mi girai e non vidi nessuno, mi rigirai e vidi una persona.

«Tu chi sei?», chiesi.

«Ciao Jake», rispose lui.

«C..come fai a sapere il mio nome?», chiesi curioso.

«Io conosco tutti, ma nessuno conosce me, almeno non di persona».

Lo guardai meglio e lo riconobbi. Papà mi aveva fatto vedere una sua immagine tempo fa.

«La leggenda della terza moglie…tu sei il marito. Eri il capo branco parecchi secoli fa!», dissi anche se ciò non aveva alcun senso. Come poteva essere ancora vivo?

«Ma io non sono vivo», rispose alla domanda che mi ero posto nella mente. Sa leggere nel pensiero?

«Si, so leggere nel pensiero. E come stavo dicendo prima, io non sono vivo. Sono uno spirito. Da quando sono morto ho sempre vagato nella terra dei Quileute, ho visto la nostra specie evolversi», mi spiegò.

«E perché ora sei davanti a me?», chiesi confuso.

«Vedi Jake…tu hai attirato molto la mia attenzione, ma non in senso positivo. Chi pensi che abbia avvelenato il fiume?».

No, non poteva essere. Perché mai….?

«Per colpa tua Jake. I licantropi sono sempre stati nemici dei vampiri, fino a sei anni fa, quando tu hai rovinato tutto fidanzandoti con una di loro!», disse infuriato, poi aggiunse in tono più calmo: «Così ho pensato che se avessi fatto morire la tua bella, non ci sarebbe stato nessun’altro pericolo di far nascere un ibrido Licantropo - vampiro».

Lui ha osato fare questo a Nessie? E poi perché organizzare tutto ciò a distanza di sei anni?, mi chiesi mentalmente.

«Si e lo rifarei altre mille volte. Comunque ho organizzato tutto questo a distanza di sei anni perché prima non avevo abbastanza potere per creare il veleno. Quindi ho dovuto aspettare per qualche altro anno e appena ho avuto abbastanza energia ho preparato l’incantesimo», rispose calmo.

«Ora scegli, uno dei due deve morire. Tu o la tua bella?».

«Io», risposi all’istante.

«Ne sei sicuro Jake? Quell’ibrido umano – vampiro vale così tanto?».

«Vale molto, molto di più», risposi.

Sbuffò. «D’accordo. Avrei preferito uccidere l’ibrido. Mi è difficile uccidere uno della mia stessa specie, quindi lo farò lealmente. Che ne dici di un combattimento?», mi propose.

Accettai, disposto a tutto pur di rimanere in vita per vedere Nessie un ultima volta.

«Prima però vorresti fare qualche domanda o esprimere un desiderio?», chiese ridendo. Ringhiai e mi scagliai contro quel perfido mostro che aveva osato far ammalare la mia unica ragione di vita.

Si trasformò prima che potessi aggredirlo e mi graffio un braccio. Mi trasformai a mia volta, scagliandomi di nuovo contro di lui. Ma fu di nuovo troppo veloce e mi graffiò la schiena.

Questa volta cambiai strategia e aspettai che fosse lui a scagliarsi contro di me. Ma anche questa volta fu talmente veloce che d’un tratto me lo ritrovi dietro la schiena e me la graffiò di nuovo e caddi per terra. Mi girai con la schiena al suolo, giusto in tempo per vedere una zampata graffiarmi sul petto, più precisamente sul cuore.

Un rivolo di sangue cominciò ad uscire dal graffio.

Il mio peggior nemico – aveva superato anche i vampiri, perché anche per quanto possano essere fastidiosi i succhia sangue (ovviamente non i Cullen)  non hanno mai provato a torcere un capello alla mia piccola – si ritrasformò e cominciò a ridere.

«Se corri velocemente potrai fare ancora in tempo a vedere per un’ultima volta la tua bella, prima che tu muoia dissanguato», disse e scomparve.

Mi trasformai. In forma umana il graffio sembrava anche più grave.

Iniziai a correre veloce, per vedere almeno un’ultima volta la mia principessa. Arrivai a casa Cullen ormai sfinito. Entrai in casa sporcando tutto il pavimento di sangue, ignorando gli sguardi fissi su di me. Vidi Nessie dormiente sul divano, le andai vicino e le baciai la guancia. Infine persi i sensi.

 

Risposte recensioni

 

 ayumi_L e  noe_princi89 : Spero vi piaccia questo capitolo. Il prossimo capitolo sarà l’ultimo, e mi dispiace molto, ma prima o poi doveva finire. Chissà se avrà un lieto fine!? E se Jake avesse perso troppo sangue? Spero di avervi incuriosito…..Baci.

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Capitolo 13
*** Capitolo 12 ***


Capitolo 12

Raccontato da Nessie

 

Mi risvegliai per la prima volta in tre giorni senza alcun dolore. Mi chiedevo come fosse possibile. Poi tutto mi tornò in mente!

Il padre di Jake che portava un intruglio verde, nonno Carlisle che me lo fece bere, mamma e papà finalmente sollevati!

Aspetta un attimo….torniamo un momento indietro…..l’intruglio verde – come lo chiamo io – era la pozione, questo vuol dire che…..Jake è tornato!!

Realizzato ciò, aprii subito gli occhi, aspettando di vedere dinanzi a me il ragazzo più bello del mondo, che amavo  tanto, ma non appena aprii gli occhi vidi solo il soffitto.

«Jake?», chiamai, ma nessuno mi rispose. «Mamma, papà?», li chiamai e si presentarono subito al mio fianco.

«Oh tesoro sei guarita», dissero all’unisono e mi abbracciarono. Ricambiai.

«Dov’è Jake?», chiesi ansiosa di rivederlo.

I miei genitori si guardarono negli occhi. Brutto segno. Perché non mi dicevano quel che era successo?

«Ora ti raccontiamo tutto», rispose papà alla domanda che mi ero posta mentalmente.

Mi sedetti sul divano, loro di sedettero di fronte a me. Sia mamma che papà mi tenevano per mano.

«Vedi Nessie…diciamo che c’è stata qualche complicazione», incominciò a dire papà.

«Ti ricordi della promessa che tu feci fare a Jake? Devi promettere anche tu», intervenne mamma.

«Ma che state dicendo? Non vi seguo….non vorrete mi mica dire che…», non riuscii a finire la frase perché papà mi interruppe.

«No, tesoro, no. Non è morto». Al suono di quelle parole mi sentii più leggera, sollevata.

«Ma amore, potrebbe. Da un momento all’altro potrebbe succedere», continuò papà e tutta quella sensazione di sollievo, era svanita, scomparsa, lasciando il posto ad una sensazione orribile di ansia, preoccupazione, spavento e chi più ne ha più ne metta.

«Dov’è lui?», chiesi senza fiato. Riuscivo a parlare a malapena.

«È nella vecchia camera di papà, tuo nonno sta facendo tutto il possibile per salvarlo», rispose mamma.

Corsi come un fulmine da Jake, ma prima che potessi entrare nella camera e vederlo, un forte odore di sangue mi assalì di colpo. Trattenni il fiato ed entrai.

Strabuzzai gli occhi nel vedere Jake tutto insanguinato, ma soprattutto pallido, troppo pallido. Gli andai vicino e lo toccai, era freddo. Dov’era il mio Jake? Quello caldo e abbronzato sempre sorridente, che mi stringeva tra le sue braccia forti e protettive?!

Non potevo vederlo in quello stato.

«Jake», urlai. Mi dovevo liberare non ce la facevo più. Per qualche ragione sembrava che il mondo non ci volesse vedere insieme, magari perché invidiava il nostro amore.

«Jake», lo chiamai con le lacrime agli occhi e voce tremante.

«Nessie, sono felice che tu sia guarita, però ora esci, lo so quanto ti fa male vedere tutto questo, non infliggerti questo dolore», disse nonno avvicinandosi e baciandomi la fronte.

«No», sussurrai, poi continuai: «voglio restare. Lui ha bisogno di me!».

Mi sedetti accanto a Jake strattonandolo leggermente.

«Jake svegliati, ti prego. Jake ti prego, ti scongiuro. Jake, non lasciarmi», gli dicevo, ma no serviva a nulla. Le lacrime scendevano lungo e le mie guance e cadevano sul petto di Jake.

«Nonno bisogna fare qualcosa, ha il battito molto debole, ha perso molto sangue».

«Lo so piccola», rispose, ma non mi bastava come risposta. Avrei preferito sentire: “Non ti preoccupare Nessie, non è molto grave, si risolverà” .

Il problema era che non era così semplice. Si capiva dall’aspetto di Jake e dal battito del suo cuore, che si faceva sempre più debole man mano che i minuti passavamo.

«Potrei dargli un po’ del mio sangue», proposi, ma nonno fece un cenno di diniego.

«Non avete lo stesso gruppo sanguigno», disse sconfitto, «temo che sia la fine», sospirò e uscì fuori dalla camera.

Mi raggomitolai a Jake e lo baciai sulla fronte, sulle guancia e sul petto.

Sentivo le lacrime bagnarmi il viso e le labbra.

«Ti prego Jake. Jake ti amo, resta con me. Jake non te ne andare», lo supplicai più e più volte, ma n on accadeva nulla.

Il suo battito cardiaco era diventato ancora più debole. Non andava affatto bene! Non ero pronta a dire addio a Jake, non lo sarei stata mai! Il nostro progetto era vivere insieme per l’eternità!

«Jake», urlai strattonandolo. «Jake! Cavolo ho finito con le buone maniere, Jake svegliati! Ti ho detto che devi svegliarti! Jake!!!», urlai, ma era solo fiato sprecato.

Gli baciai il petto, le guance e la fronte. Infine premetti le mie labbra sulle sue. D’un tratto il silenzio scese nella stanza. Anche il debole battito di Jake ora s’era spento. Mi ritrovai rannicchiata ad un corpo freddo ed immobile, ma che continuavo ad amare. Lo strinsi a me e ripresi a piangere, baciandolo e coccolandolo.

Qualcosa mi toccò la schiena. Qualcosa di caldo. Cercai di alzarmi, ma qualcosa non mi permise di muovermi. Guardai di nuovo Jake.

«Dove credi di andare?», sussurrò con voce debole.

Urlai dalla gioia e dalla sorpresa.

«Io? Più tosto tu! Mi hai fatto prendere un infarto», dissi e lo strinsi forte a me, lui ricambiò l’abbraccio.

«Mi sei mancata», mi sussurrò all’orecchio.

«Anche tu, tanto, tanto», sussurrai.

Le sue labbra premettero sulle mie, labbra calde e passionali. Un bacio che mi fece formicolare ogni parte del corpo. Intrecciai le mani nei suoi capelli e lo baciai ancora più intensamente.

Finalmente era arrivato il mio : “E vissero per sempre felici e contenti”, sapendo che sarei rimasta con Jake per l’eternità e che niente e nessuno ci avrebbe separato, mai più.

 

The End

 

Risposte recensioni:

 

ayumi_L: Contenta che ti sia piaciuto, spero che ti piaccia anche questo! La rosa l’ho trovata navigando su internet. Ci sentiamo alla prossima ff. Baci <3!!

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