Una pozione andata a male...

di AlbusSilenteXX
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Esplosioni ***
Capitolo 2: *** Inconveniente ***
Capitolo 3: *** Il riflesso ***
Capitolo 4: *** Nel Reparto Proibito ***
Capitolo 5: *** Una soluzione forse c'è... ***
Capitolo 6: *** Aspettando Privet Drive ***
Capitolo 7: *** Disastri a Privet Drive ***
Capitolo 8: *** Un nuovo arrivato ***
Capitolo 9: *** Tutti in spiaggia! ***
Capitolo 10: *** La pesca e il Surfiddicht ***
Capitolo 11: *** La pioggia ***
Capitolo 12: *** L'addio ***



Capitolo 1
*** Esplosioni ***


- Bene bene bene... eccoci arrivati all'ultima lezione dell'anno, e all'ultima volta che ci rivedremo! - disse Piton più smagliante che mai.

Gli studenti lo guardarono intimoriti. Erano abituati a vederlo sempre scontroso, perfido e di mal umore, poichè costretto ad insegnare a delle teste di legno come loro.

E invece quel giorno, oltre alla perfidia, la sua faccia mostrava gioia pura. Il che lo rendeva ancora più inquietante del solito.

- Se credete che mi dispiaccia anche solo un pochino, temo che dovrò smentirvi. Non che cambi molto il fatto che non vi rivedrò più, visto che l'anno prossimo avrò una nuova classe di deficienti a cui tentare di ficcare nei loro testoni vuoti una scienza ahimè troppo nobile per essere insegnata a cretini qualunque e non a pochi eletti.

Comunque sia...- e Piton sorrise ancora più malvagiamente - Vorrei che comunque vi rimanga, come dire... un 'bel' ricordo di questo corso...-

Tutta la classe trattenne il respiro.

-          Dunque l'ultima lezione dell'anno, sarà dedicata alla pozione di scambio. Dividetevi a coppie. Prima di mostrarvi come prepararla, vi dirò che la pozione di scambio viene usata da due persone che hanno deciso di scambiarsi le sembianze. Una volta preparata, essa va bevuta dopo averla incantata con l'incantesimo di scambio delle personalità, usato da entrambi i maghi che ne vogliono far uso. –

Piton si voltò per scrivere alla lavagna, quando ebbe un ripensamento e si rivtò a fissare gli alunni.

-          ah, dimenticavo… fatta male, la pozione provoca la morte…-

Con un sorriso che metteva in evidenza i suoi trentadue denti gialli, si voltò ancora e prese a scrivere.

-          Ecco perché è così contento!- gemette Ron, guardando cupo il professore che scriveva – oggi ammazzerà tutta la classe! Non sapevo di essermi iscritto a una scuola di magia solo per poi essere condannato a morte l’ultimo anno…-

-          Non dire sciocchezze, Ron!- lo ammonì Hermione – è ovvio che non può essere vero ciò che dice! Piton vuole solo spaventarci!-

Questo non convinse Ron, che comunque ci mise tutto l’impegno per preparare la pozione di scambio.

-          Perfetto -  disse Piton una volta finito di scrivere alla lavagna.

-          Tiger, Goyle…in coppia con Potter e Weasley… - cominciò, con un sorriso compiaciuto.

Harry e Ron si guardarono negli occhi…

-No!-

-E adesso?-

- Non voglio diventare Tiger! – si lamentò Ron, ma Piton lo afferrò dal cappuccio e lo scaraventò di fronte al banco del ragazzo Serpeverde.

- Potter? –

- Sississì vado…-

Harry si sistemò in fretta al primo banco, di fronte a Goyle. Si chiese come ci si sentisse a essere tonti e obesi. E poi immaginò la faccia di Piton gioiosa a vedere un goffo Goyle-Harry trascinarsi per la classe, incapace di fare una somma a mente…

Una volta completate le coppie, Piton si diresse alla cattedra, iniziando a preparare una pozione per  fatti suoi.

Il disastro era che, la pozione andava preparata assieme.

-          Non preoccuparti faccio io!- disse Harry a Goyle quando questo tentò di tagliare un corno di dorso rugoso, facendolo volare a metri di distanza. Lo riprese e lo riportò al tavolo, ma Goyle gli mollò un pugno, grugnendo.

-          So fare, cosa credi!-

Tentò per dieci minuti di tagliarlo, poi, infastidito, lo buttò sano sano nel calderone.

-          Noo!!!-

-          Zitto Potter, so cosa faccio!-

-          Senti, si da il caso che io non voglia morire, nonostante credo sia meglio che assumere le sembianze di una faccia da bufalo come te!-

-          Ma come ti permetti?-

Goyle provò a tirargli un pugno, ma Harry lo scansò…

 

 

‘’la pozione è davvero complicatissima!’’ pensò  Hermione, mentre sudava e tremava, agitava il mestolo nel calderone, sfogliava a più non posso le pagine del libro… lei era in coppia con Neville, per cui, bastava che facesse tutto lei, e sarebbe andato tutto liscio…

Gettò un occhiata agli altri tavoli. Goyle combatteva contro Harry, lanciandogli ingredienti e bilance…

Tiger, nel frattempo, stava al banco con le mani conserte, facendo fare tutto a Ron, che lanciava occhiate preoccupare al tavolo di Hermione…

 

-          Tempo scaduto – disse Piton dopo un’ora.

Tutti lasciarono stare il proprio lavoro. Dalla puzza che c’era nell’aria, si capiva bene che quasi nessuno era riuscito a prepararla correttamente.

Quella di Hermione era violetta e limpida, e probabilmente era stata l’unica a saperla preparare.

Tutti guardavano intimoriti il professore.

-          bene bene bene… vediamo quanti morti avremo oggi… Potter!-

….

-          Potter! Mi hai sentito?-

Harry lasciò andare un attimo la divisa di Goyle. Un’ora dopo era ancora a scannarsi con Goyle. Alla pozione mancava un ultimo ingrediente, ma Goyle sosteneva che doveva essere un etto di peli di naso di troll, Harry era sicurissimo che mancava solo un pezzetto di alga branchia.

-          S-si professore…-

-          Bene, sarai tu il primo a sperimentare la pozione!-

-          Un attimo solo…-

Harry continuò ad agitarsi per spostare Goyle e versare l’algabranchia.

Piton, irritato, si avvicinò al viso di Harry, sovrastando il calderone.

-          10 punti in meno a Grifondoro per aver disobbedito ai mei ordini!-

…. – POOOTTERRR!!!-

Harry sobbalzò.

 

L’ultima cosa che vide fu il volto olivastro di Piton, contorto in un espressione di rabbia.

Poi luci suoni colori esplosioni e fuochi d’artificio.

Quando Harry si era girato, Goyle era riuscito a buttare i peli di naso nel calderone.

E tutto era esploso.

Harry aveva visto il volto di Piton sparire in un fumo nero, per poi vedere scintille di tutti i colori da tutte le parti.

Il corno intero che Goyle aveva buttato nel calderone era volato via, infilandosi in una narice di Tiger.

Poi l’oscurità.

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Capitolo 2
*** Inconveniente ***


-        Ragazzi, è mezzanotte, fuori!- ululò Madama Chips, uscendo  da una porticina sul retro dell'infermeria.

Questa era abbastanza stracolma.

Una quindicina di Grifondoro circondava il letto sul quale, da una settimana, giaceva Harry Potter in coma. Su tutti questi, troneggiava un’alta figura barbuta. Il guardiacaccia Hagrid stava deponendo sul comodino un regalo per Harry, una gabbietta con un piccolo ragno peloso con quindici occhi sgranati.

-        E’ per te Harry!- diceva asciugandosi le lacrime – così ti farà compagnia, mentre noi non ci siamo, qui! E poi, eh, ha appena iniziato a parlare! Ha la stessa voce del padre, magari sentendola ti risvegli dal…dal…-

Incapace di pronunciare l’ultima parola, cacciò un enorme fazzoletto a pallini e si soffiò il naso, spaccando i timpani a tutti.

-        Devo insistere, fuoriii!!!- urlò ancora la Chips, e cacciò tutti via, ritornando poi nel suo studio e chiudendo la luce con un colpo di bacchetta.

Nell’infermeria erano rimaste solo due figure solitarie, illuminate dal riflesso pallido della luna che si alzava a metà cielo oltre la finestra. Harry Potter, che sembrava dormire sereno, circondato dai regali di tutti i suoi amici, e una, nell’ultimo letto, proprio sotto la finestra.

Sembrava, a differenza del primo, un cadavere.

Il viso magrissimo e bianco, il naso adunco, la camicia da notte nera.

Su di esso, vi era appoggiato un crisantemo nero, portato dalla McGranitt in lacrime poche ore prima.

‘’Ho esaminato gli schizzi di pozione sui loro corpi’’ aveva detto Madama Chips una settimana fa poco dopo l’esplosione. ‘’Non so dire di quale strano miscuglio si trattasse, così ho chiamato Silente! Ha detto che si trattava di una pozione di scambio fatta molto male, che se sono vivi, è per miracolo, e che non possiamo sapere, se non al loro risveglio, quali traumi celebrali hanno subito!’’

 

Le ore passavano e il riflesso della luna si allungava nella stanza, finchè non arrivò ad accarezzare le palpebre socchiuse di Harry…

‘’ Ma porc…!’’ bofonchiò questo all’improvviso…

 

Sentiva una luce accecante oltre le palpebre… com’era possibile? Quanto odiava la luce del sole!

Eppure nella sua stanza non c’erano finestre, e per di più si trovava sottoterra!

Spalancò gli occhi e si guardò intorno. Stranamente, vedeva tutto appannato, ma capì che non era nella sua stanza, poiché, a destra e sinistra, vi era una lunga fila di letti.

Poi a stento trattenne un urlo.

Vide se stesso nell’ultimo letto, addormentato, che russava.

 ‘’Ma cos…?!’’

Si guardò le mani. Erano piccole e bianche. Si guardò il petto. Indossava un pigiama rosso e oro…

E poi la verità gli entrò nella mente come acqua gelida …

Guardandosi intorno, vide due comodini ai lati del suo letto. Uno era stracolmo di strane scatole, probabilmente regali. Gettò la mano sull’altro, alla cieca, finchè non trovò un paio di occhiali e li indossò.

Aveva il fiatone come se avesse corso. Si portò una mano alla fronte, tastando sulla pelle, una cicatrice a forma di saetta…

E allora, l’accaduto dell’ultima lezione di Pozioni gli ritornò prepotente nella mente.

Non si era mai trovato in un guaio tanto terribile.

Ma di una cosa era certo!

L’autore di quel disastro, Harry Potter, sarebbe stato duramente punito, una volta sistemato tutto!

 

‘’Basta, ehi, basta, voglio dormire!’’

Harry si svegliò di soprassalto. Qualcuno lo stava schiaffeggiando. Quando vide chi era, urlò, ma questo, o meglio, se stesso, gli tappò la bocca.

‘’Zitto, Potter! Dobbiamo andare via di qui!’’

Lasciò la presa.

‘’Ma… tu! Cioè, io…’’

Non capiva. Un suo sosia lo guardava con furia, una furia, che, ne era certo, sul suo volto non era mai comparsa.

‘’Potter, la tua pozione ci è rimbalzata contro!’’ disse il suo sosia ‘’e ora siamo nei guai! E comunque sia… non osare russare mai più! Severus Piton non russa!’’

Harry non capì al volo.

Poi l’orrore lo invase, e, come prima aveva fatto Severus col suo corpo, prese a tastarsi il viso, dove trovò qualcosa di tremendamente enorme, si sfiorò le labbra, sottilissime, si guardò le mani, lunge, magre, giallastre.

‘’Oddio che schif…!’’

Balbettò, ma l’Harry che aveva di fronte lo prese per un braccio e lo trascinò via, spalancò la porta e lo trasportò lungo i corridoi illuminati dalle torce. La scena sembrava proprio strana.

Harry era più alto, da trasformato, del suo professore, eppure questo, piccolino, magro, lo trascinava senza tregua, con una forza sorprendente.

‘’Professore, ehm, dove stiamo andando?’’

Disse Harry con una voce più profonda della propria.

‘’Taci!’’ disse l’Harry-Piton, quasi ringhiando.

‘’E prega che il mio piano funzioni… altrimenti ti ritroverai morto!’’

Harry tacque e continuò a seguirlo, il cuore che batteva così forte che gli sembrava di sentirlo rimbombare come una bizzarra bomba ad orologeria nei sotterranei deserti e bui del castello.

 

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Capitolo 3
*** Il riflesso ***


Piton, dalle sembianze di Harry, spalancò la porta del suo ufficio.

La scena fu stranissima. Se qualcuno avesse assistito ad essa, avrebbe visto un Harry, rabbioso, intimare ad un Piton leggermente imbambolato ‘’Dentro!’’, aspettare che questo entrasse, e sbattere la porta.

 

Harry rivide per l’ennesima volta l’ufficio di Piton

‘’Il mio ufficio!’’ precisò a se stesso con un sorriso.

Seppure in penombra, i barattoli con animali morti erano inquietanti come sempre.

Vide il suo professore, con le sue sembianze, avvicinarsi ad una porta alla destra della scrivania e tentare di aprirla. Poi un urlo che sembrava di una mummia gli ruppe i timpani.

‘’Ahi! Cos’è!’’

‘’Maledizione, Potter! Questi sono gli allarmi delle mie stanze… non mi riconoscono, credono che un intruso si voglia intrufolare… molto bene, entra!’’

Harry aprì la maniglia, e al suo tocco l’allarme cessò.

Entrò dentro e vide una camera da letto.

Al centro vi era un letto a baldacchino, dalle lenzuola scure. Tutto intorno, vi erano file e file di libri. Una grande libreria ricopriva le mura.

‘’Dannazione…’’ balbettò Piton, entrò veloce dentro, e gettò quelle che a Harry parvero delle mutande giallastre buttate sulle lenzuola in un armadio. Non poté fare a meno di notare un lieve rossore sul viso che poche ore prima gli era appartenuto.

‘’Potter, invece di ridacchiare – e sappi che metterò in conto anche questo, una volta tornato me stesso, anche se già il fatto di aver combinato questo guaio, non ti toglie una punizione mortale – aiutami a cercare un paio di libri, ‘’ Atrocis Magie Obscure ‘’ e ‘’ De corpus oscure magie ‘’ .

‘’Ok…’’

Piton cercò nel pigiama rosso e oro la bacchetta di Harry e accese due torce ai lati del letto.

Harry iniziò a leggere i titoli dei libri. Molti erano scritti in antiche rune, e praticamente quasi tutti erano di magia oscura. Anche Harry prese la bacchetta di Piton in una tasca interna e l’accese, per veder meglio i titoli.

Erano passati una decina di minuti, l’Harry dietro di lui aveva accumulato una decina di libri, quando notò qualcosa di strano.

Uno dei libri, molto più piccolo degli altri, era senza titolo.

Diede un’occhiata dietro. Piton, essendo abbastanza basso, si era imposto un incantesimo di lievitazione per scrutare i scaffali più in alto. Era concentratissimo.

Veloce, prese il libretto e lo sfogliò.

Non era carta stampata. Tre quarti del libro erano scritti in una grafia minuta, spigolosa, con inchiostro nero.

Lo richiuse e lo infilò in tasca.

 

‘’Potter, hai trovato i libri che ti ho detto di cercare?’’

Disse l’Harry Potter dietro di se, voltandosi.

‘’N-no…’’

‘’Che incapace!’’ bofonchiò questo. Arrivò dall’altra parte, gli diede uno strattone e lo mandò di lato.

Harry, non sapendo che fare, diede un’occhiata meglio intorno. C’erano due comodini ai lati del letto. Su uno vi era un libro, alcune pergamene e dell’inchiostro.

Sull’altro, solo una cornice. Senza far rumore, si avvicinò ad essa e la prese.

‘’Questa era sua madre?’’ chiese, mostrando il ritratto di una donna dal viso pallido, il naso affilato e i capelli scurissimi racchiusi in una crocchia.

Piton sobbalzò e si girò.

‘’Ma come… brutto bastardo!’’

Gli si avvicinò, gli strappò la cornice di mano e disse:

‘’Fuori di qui Potter!’’

Harry, facendosi piccolo piccolo, scivolò via da quella stanza, e così fece Piton, chiudendosi la porta alle spalle.

‘’Visto che ti piace tanto scherzare Potter, ho un’idea… Visto che i due libri che ti avevo detto di cercare, qui non ci sono, che ne dici di fare una visitina al reparto proibito?’’

L’Harry Potter davanti a se rise nell’oscurità. Un sorriso malvagio.

Harry lo guardò con cura. Era sicuro che il suo volto non aveva mai avuto quel ghigno maligno che ora gli deformava il viso. Desiderò con tutte le sue forze che all’indomani, tutto sarebbe finito. Se non fosse stato per Goyle… o per Piton, che voleva conciarli per le feste, e vi era finito lui stesso per sotto…

‘’Va bene, Piton, vado. Non credo sarà un problema, visto che ho le sue sembianze, non ci saranno problemi ad entrare. Ma lei stia attento ’’ e sorrise ‘’ se qualcuno la trova qui… la manderà di certo a selezionare vermicoli morti nelle casse di Hagrid…’’

E detto questo se la svignò, lasciando un Piton – Harry Potter confuso, da solo nel suo ufficio.

 

Quando la porta si fu chiusa, Piton respirò a fondo.

‘’Non voglio…’’ disse tra se e se.

Doveva trovare al più presto una soluzione. Gli dava un fastidio tremendo, il fatto che Potter vagasse per i sotterranei col suo corpo. Chissà quali guai avrebbe combinato…

Si voltò a guardare i suoi barattoli.

Vide il suo volto, riflesso in un barattolo contenente teste di avvincino.

Quasi gli venne da ridere.

‘’Sembro un angioletto’’ pensò.

Gli occhi verdi ricambiavano il suo sguardo, vivi e luminosi come due lanterne. Erano proprio belli…

Le sue labbra erano dischiuse in un espressione di sorpresa, la cicatrice rossa che troneggiava sulla sua fronte, i capelli sbarazzini.

Li accarezzò ed ebbe un brivido.

Erano soffici, non come i suoi.

Erano ribelli, sparati in aria, non unti e pendenti. Non come i suoi.

Il suo naso non occupava metà della faccia. Non era piccolo, ma ben proporzionato.

Si passò le mani sotto la maglia. Era liscia, giovane.

Il corpo di quel ragazzo era allenato, potente, non come il suo, magro, rachitico, pelle e ossa.

E poi sentì una stretta, dolorosa, allo stomaco, un’emozione intensissima, che faceva quasi male.

Per la prima volta nella sua vita, desiderò essere Harry Potter.

 

 

************ Grazie per le recensioni! Posterò a breve il prossimo capitolo!! ^_^

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Capitolo 4
*** Nel Reparto Proibito ***


Percorrendo i corridoi illuminati dal chiarore lunare, si accorse totalmente di avere le sembianze di Severus Piton, l’uomo che odiava… e rabbrividì.

La sua ombra si stagliava lungo il pavimento e le pareti di pietra, mostrando il mantello svolazzante che indossava al di sopra della camicia da notte grigia, il suo profilo simile ad un uccello, dal lungo becco affilato. Doveva avere proprio un aspetto inquietante, in quella penombra.

Il castello sembrava immerso nel più completo silenzio, un’atmosfera quasi surreale, quando sentì dei passi frenetici lungo il corridoio.

Per un attimo fu tentato di nascondersi dietro l’armatura, ma non fece in tempo: tre ragazzi svoltarono l’angolo: Tiger Goyle e Malfoy.

‘’Professor Piton!’’ esclamò Malfoy non appena lo vide. Era rosso in viso, doveva aver corso.

‘’Malf… Draco!’’ disse Harry, cercando di far mutare il disprezzo nella sua voce in un tono soave. ‘’Come mai in giro, a quest’ora della notte?’’

‘’Stavamo cercando Potter, professore! Nessuno lo trova! Quella stupida della Weasley si è intrufolata in infermeria e non l’ha trovato! Speravamo di… vendicarci… guardi!’’

E Malfoy mostrò il naso di Goyle. A quanto pareva, nessuno era riuscito a togliere il corno che, dopo l’esplosione, gli si era infilato in una narice. E ora, il tutto era ingessato, il che dava a quel ragazzo le sembianze di un grasso rinoceronte.

Harry non poté fare a meno di ridere.

I tre ragazzi lo guardarono sconvolti.

Compreso l’errore, tossicchiò.

‘’E-ehm, dunque, ci ho già pensato io. Potter è in punizione… una punizione tremenda. E ora se non vi dispiace, ho un lavoretto per voi. Seguitemi.’’

 

Soddisfatto, si lasciò seguire dai tre ragazzi, che si guardavano l’un l’altro con sguardo confuso.

 

Una volta entrati nel reparto proibito, ed aver messo i tre serpeverde alla ricerca dei due preziosi libri, si accomodò ad un tavolo e prese il libretto che aveva nascosto nella tasca.

Mentre i ragazzi si adoperavano alla ricerca dei libri, non senza difficoltà, visto che la maggior parte di essi cacciavano aculei, liane e zanne una volta aperti, sfogliò le pagine del libretto senza titolo.

Senza dubbio esso era un diario. Severus Piton faceva a meno di scrivere ‘mio caro diario’, ma ogni due o tre pagine vi erano delle date.

Quel diario doveva essere abbastanza recente.

Prese una pagina a caso e iniziò a leggere.

 

15/03/1991

 

Ormai la situazione è sempre più snervante.

Raptor, a quanto pare, è sempre più deciso a cercare di conquistare la Pietra Filosofale, nonostante sia palese che quei suoi abracadabra da quattro soldi non glielo permetteranno facilmente. Silente mi ha detto di tenerlo d’occhio, ed infatti, questa sera, al calar del sole, l’ho raggiunto nella Foresta Proibita, e gli ho dato un ultimatum: scegliere da che parte stare.

Sono sicuro che non eravamo soli.

I miei poteri mi permettono di percepire la presenza di altre persone, sebbene io non abbia visto nessuno.

Sono sicuro che era Potter, col suo mantello dell’invisibilità, sono sicuro che mi abbia seguito.

Probabilmente, ascoltando la nostra conversazione, avrà pensato che stavo cercando di costringere Raptor a rubare la Pietra per me. Ma, in fondo, è meglio che la pensi in questo modo.

Meglio che mi odi. Più grande sarà l’odio tra di noi, più le nostre anime saranno tenute a distanza. Ed è ciò che voglio.

Il mio odio, per Potter, è totale.

Lui è fuoco e io sono carne. Due cose che non potrebbero mai stare a contatto.

Lui è la forma vivente del mio dolore. E io, in qualche modo, lo voglio distruggere.

Lui è ciò che resta di tutto il male che mi è stato fatto. E’ l’incarnazione del buio più nero della mia anima, ma la mia anima, che da tempo è spezzata, non ne vuole il contatto. La mia anima sanguina, e lui, è la spada che tiene vive le sue cicatrici.

Temevo quel primo settembre.

Guardare con i miei occhi la mia distruzione.

Quando è entrato nella Sala Grande, si l’ho fatto, l’ho guardato. Solo per un attimo. L’ho guardato negli occhi, e ho sentito qualcosa bruciare dentro.

Quegli occhi. Sono la mia maledizione e la mia benedizione.

Caccio fuori tutto l’odio che ho dentro di me, ogni giorno a lezione quando lo vedo, quando lo incontro per i corridoi, quando è in punizione con me.

Metto un muro infinito d’odio tra me e lui. Così che poi possa tagliare una breccia in quel muro, e guardarlo dall’alto della mia protezione, guardarlo negli occhi. Immergere la mia anima in quegli occhi. Sebbene lo faccia per un istante soltanto, perché temo che lui lo possa notare, possa notare che io…

 

Un urlo portò Harry alla realtà. Scoprì che tremava, e mentre notava ciò, assisteva anche alla scena di una mummia che si rotolava per la stanza. Un libro del reparto aveva avvolto Tiger in bende bianche, e questo, soffocante, ululava rotolandosi sul pavimento.

Harry si alzò e con un incantesimo tagliuzzante, salvò Tiger.

Questo, singhiozzando e tossendo,  si accasciò sul pavimento.

Malfoy era terrorizzato, e intanto cercava di scacciare dalla testa un libro fantasma, che sembrava divertirsi molto a stuzzicare la pazienza del ragazzo.

‘’Allora, Malfoy’’ chiese Harry ‘’Dove sono i libri che ti avevo detto di cercare?’’

‘’Eccoli!’’ disse Malfoy indicando un paio di libri abbandonati sul pavimento. Una mano uscita da un altro libro maledetto caduto in terra, stava cercando di raggiungerli.

Harry calpestò la mano e questa si ritrasse, poi prese i due libri.

‘’Molto bene. Malfoy, porta Tiger in infermeria. Ah’’ aggiunse, mentre questi se la davano a gambe ‘’ e 50 punti in meno a Serpeverde.  Malfoy, hai fatto un pessimo lavoro, guarda come è ridotto il Reparto Proibito! Libri a terra da tutte le parti! Appena avete sistemato Tiger, venite qui e rimettete tutto a posto! Gli elfi domestici non possono sempre fare gli schiavi!’’

‘’Ma…’’

Malfoy era senza parole. Probabilmente gli venne qualche dubbio, perché scrutò per bene l’espressione di Piton.

Ma Harry assunse la miglior espressione di disprezzo che gli veniva. Doveva fare molto terrore. I lineamenti e l’aspetto di Piton evidentemente aumentavano la perfidia sul suo volto.

Malfoy si girò e scappò via, e così fece Goyle mentre trascinava Tiger.

Soddisfatto, si avviò di nuovo verso i sotterranei.

‘’Però!’’ pensò mentre camminava ‘’Mica male essere Severus Piton…’’

Poi però ricordò cosa aveva letto nel suo diario ed ebbe un brivido.

Non sapeva interpretare ciò che aveva letto, aveva bisogno di rileggerlo una seconda volta. E soprattutto, aveva bisogno di sapere cosa vi era scritto nell’ultima parte…

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Capitolo 5
*** Una soluzione forse c'è... ***


Sono contenta che vi piaccia la storia!!! ^^ Mi sto divertendo un mucchio a scriverla... ed ecco il prossimo capitolo!

In realtà non l'ho ricontrollato, se ci sono errori, modificherò...

Ciaoo!! :***

 

 

**************************

Alla fine, a Piton venne un gran mal di testa.

Potter non tornava, e ciò lo metteva in crisi. Chissà quali diavolerie stava combinando in giro per il castello con il suo corpo. Già avevano abbastanza guai. E poi si sentiva incredibilmente confuso.

Gli venivano stranissime idee per la testa.

Chissà se, adesso che aveva il corpo di Harry Potter, era bravo come lui a volare e giocare a Quidditch. Da giovane non era stato un granché, e tutti lo prendevano in giro per questo. Tranne lei, ovviamente, Lily.

E chissà se Lily, se in quel preciso momento per miracolo fosse ritornata in vita e l’avrebbe visto, li, da solo in quello studio immerso nella penombra, non l’avesse abbracciato e baciato, credendolo suo figlio… come non aveva mai fatto con lui.

Mentre immaginava Lily entrare nel suo studio, dire ‘’Harry’’ e abbracciarlo, immaginando il calore di un abbraccio che non aveva mai ricevuto in vita sua da nessuno, si odiò.

Si chiese cosa gli stava succedendo.

Mai pensieri così sciocchi e infantili gli avevano attraversato la mente.

Forse, per possedere il corpo di Potter, era diventato stupido quanto lui.

Non sapendo cosa fare, uscì dal suo ufficio.

Era a metà dei sotterranei quando sentì delle persone correre nella sua direzione.

‘’Harry!’’ disse la voce di una ragazza.

Piton vide davanti a se l’immagine della giovane Weasley, le guance rosse, doveva aver corso parecchio, i capelli rosso fuoco che svolazzavano sulle sue spalle.

‘’Harry!’’ ripeté ‘’ Lo sapevo che ti avrei trovato qui, Ron non voleva darmi ascolto! Ero sicura che Piton ti avesse trascinato  nei sotterranei, lo so, lo sentivo!’’

Lo abbracciò. Piton non seppe cosa fare.

‘’Volevo venire a trovarti, anche se l’orario delle visite era finito… e non ho trovato ne te ne il Professor Piton… così sono venuta a cercarti… Anche Malfoy ha saputo che siete spariti ed è in cerca… oh, quello stupido… oh Harry!’’

La ragazza parlava velocissimo, e quando smise all’improvviso di parlare, e lo baciò, Piton per qualche secondo non capì cosa stava accadendo.

Poi il calore di quelle labbra sottili e morbide bruciò sulle sue labbra.

E lui si sentì avvampare, mentre la sua confusione aumentava sempre di più, il suo cervello non riusciva a mettere in ordine i pensieri… tutto ciò che stava accadendo era così assurdo che, ne era sicuro, ben presto lo avrebbero portato al San Mungo nel reparto dei malati mentali.

 

…sto baciando una ragazza… è la prima ragazza che bacio! Ma è la prima ragazza che bacio, visto che questo non è il mio corpo? … Ma è la ragazza di Potter! …io non bacio le ragazze, io le rifiuto! …davvero le rifiuto? Nessuna ragazza mi si è mai avvicinata, non posso saperlo… forse una bella non l’avrei rifiutata…

E questa è bella… ma cosa penso… però bacia bene… se non ricambio, si accorgerà dell’accaduto…

 

E ricambiò il bacio. La ragazza si strinse più forte a lui, avvolgendolo tra le sue braccia e i suoi morbidi capelli…

 

‘’Bastardo!’’

L’urlo rimbombò per tutti i sotterranei.

Questa era la scena.

Severus Piton troneggiava alto sulle figure di Ginny ed Harry, un attimo fa avvinghiati.

Puro odio traspariva da ogni poro della pelle, i denti gialli digrignati… sembrava un cane pronto a mordere.

‘’Come ti sei permesso… come hai osato… baciare la mia ragazza!’’

Ginny lo guardava come se fosse un ricoverato da manicomio.

Si mise tra i due, proteggendo col suo corpo Harry.

Il vero Piton, nei panni di Harry, non sapeva proprio cosa fare. Era contento di quel bacio, ma ne era profondamente imbarazzato, e si sentiva proprio come… Harry Potter colto in flagrante, pronto per la più terribile punizione.

Harry, nei panni di Piton, si gettò veloce sul corpo di Harry, spostando di lato Ginny.

E lo iniziò a prendere a pugni.

‘’Potter, fermo!’’ ansimava Piton, cercando di parare i fendenti e contemporaneamente di prendere la bacchetta magica.

Ma ciò dopo un po’ non fu più necessario.

Un urlo, e la figura di Severus Piton era accasciata a terra, gemendo.

Piton, nelle sembianze di Harry, si rialzò.

‘’Te l’avevo detto di stare fermo, Potter. E’ da un paio di anni che soffro del colpo della strega… se mi piego troppo… beh, ecco cosa succede!’’

La scena era alquanto imbarazzante.

Piton vedeva se stesso disteso a terra, che sputava minacce, le vesti scomposte, come un vecchietto caduto in terra e incapace di alzarsi.

‘’Posso sapere cosa sta succedendo?’’

Chiese una voce alta e ferma.

Il baccano aveva svegliato la McGranitt, che era accorsa in vestaglia, nonché studenti di Serpeverde, che guardavano sconcertati il loro Capo K.O. sul pavimento.

Per un attimo ci fu silenzio, rotto solo dai gemiti di dolore del Piton atterra.

Poi iniziarono a parlare tutti contemporaneamente.

Piton: ‘’Ha cercato di baciare la mia ragazza!’’

Ginny: ‘’Il Professor Piton è fuori di testa! Dice che sono la sua rag… oh, Harry ti ha fatto male?’’ e saltò al braccio di Harry Potter, provocando ululati da parte del Piton sul pavimento.

Harry: ‘’C’è stato un malinteso!’’

 

‘’Potter! Cosa hai fatto a Severus Piton? Severus, stai bene?’’ disse di rimando la McGranitt, accorrendo ad aiutare il Professore.

 

Un’ora dopo erano tutti nello studio di Silente, a raccontare lo stato dei fatti. Ginni si teneva a distanza dai due, troppo schifata per abbracciare il vero Harry, con tutti quei capelli unti che aveva in testa, disgustata perché in un certo senso aveva abbracciato e baciato Piton…

‘’ Bene bene bene ‘’ disse Albus pensieroso, guardandosi la punta delle dita.

‘’Preside, conosce qualche rimedio?’’ chiese speranzoso Piton.

‘’ A dire il vero, no ‘’ disse questo guardando prima l’uno e poi l’altro negli occhi.

‘’ Tuttavia, la cosa, da quanto mi dice la mia intuizione, che spesso è molto buono, può andare a posto da sola. ‘’

Tutti si allungarono sulle proprie sedie verso la scrivania del Preside.

Era quasi l’alba, e le prime luci del giorno illuminavano lo studio circolare, i magici oggetti della collezione di Silente, le piume dorate di Fanny la fenice.

‘’Domani tutti gli studenti torneranno a casa, ed è indispensabile che lo faccia anche Harry, per mantenere e rinnovare la protezione che il sangue della madre gli ha dato. Ma chi dei due Harry dovrà tornare a Little Winghing?’’

Harry sperò che la risposta era Severus Piton… un po’ di tortura da parte dei suoi zii gli avrebbe fatto bene, e lui avrebbe potuto trascorrere le vacanze a casa di Ron… anche se il suo aspetto avrebbe fatto paura a tutta la famiglia Weasley…

‘’La risposta è questa: entrambi…’’

Harry e Piton si guardarono negli occhi, scandalizzati. Come avrebbero reagito, i suoi zii, vedendo un mago, simile a Dracula, entrare in casa loro?

‘’…la magia imposta da tua madre, Harry,’’ continuò Silente ‘’ è una delle più potenti in assoluto. E protegge solamente una persona, cioè te, e quindi esigerà, diciamo così, che tu stia in quella casa come persona intera, e non col tuo cervello a gironzolare nel corpo di un altro e il tuo corpo, diciamo così, usato da cervello di un altro’’

A Harry venne mal di testa.

‘’E se la mia supposizione è giusta ‘’ gli occhi di Silente brillarono ‘’ basterà un solo giorno trascorso da entrambi al numero 4 di Privet Dirve. Andrete a dormire la sera, e al mattino vi risveglierete ognuno col proprio corpo.’’ Concluse.

Sembrava molto divertito.

‘’E che cosa diremo ai miei zii, quando vedranno Piton entrare in casa?’’ chiese Harry.

‘’Il Professor Piton, Harry… beh, puoi dire, vediamo un po’, che per la loro sicurezza ho incaricato il nostro migliore Auror per la difesa della casa… dici tutto a nome mio, tua zia capirà Harry.’’

Silente guardò dritto negli occhi Severus Piton, il quale aveva la tipica espressione

di Harry Potter dopo aver ascoltato un discorso di Silente.

 

 

 

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Capitolo 6
*** Aspettando Privet Drive ***


Ma grrrrazieeee x le recensioni!! Non immaginavo vi sarebbe piaciuta così tanto!!! ;P

Ecco the next chapter!!!

A prestooo!!! :***

****************************************

E fu così che Severus Piton, nelle sembianze di Harry Potter, prese il treno di ritorno insieme a tutti gli altri studenti.

L’umore di questi, per la presenza di tanti mocciosi, era sotto terra.

Fu costretto a caricare sul treno il baule e la civetta di Harry, ma, ovviamente, non prese posto insieme ai suoi amici.

Solo questi sapevano del disastro accaduto.

Tutto il resto della scuola era all’oscuro dello scambio delle personalità tra lui e Potter.

Piton percorse rancoroso tutto il treno, fino a che non trovò uno scompartimento vuoto.

Si sentiva strano. Era guardato da tutti.

Non era mai successo in vita sua.

Se qualcuno lo guardava, era per prenderlo in giro e disprezzarlo.

Di solito, soprattutto durante i suoi anni a Hogwarts, lo guardavano come se fosse un dissennatore. Lo scrutavano qualche secondo e poi distoglievano lo sguardo, quasi come se avessero paura che avrebbe potuto succhiar loro via la felicità.

Adesso, invece, tutti lo guardavano con curiosità. Qualcuno gli aveva chiesto come stava, se si era ripreso bene dal coma, cosa era accaduto con Piton quella notte.

Aveva balbettato un ‘tutto bene’ e se l’era svignata. Poi quasi la gabbia della civetta gli era sfuggita da sotto il braccio quando due ragazze del terzo anno gli avevano fatto l’occhiolino.

Finalmente al riparo da tutti, chiuso nel suo scompartimento vuoto, si sentì meno a disagio.

Edvige ululava nella sua gabbia, sembrava non gradire la presenza del padrone, quasi avesse capito che si trattava di qualcun altro.

‘’Maledetta civetta…’’ bofonchiò tappandosi le orecchie ’’…preferivo di gran lunga il mio pipistrello Pissy… se faceva baccano, lo faceva in ultrasuoni, in modo da non dare fastidio nessuno…peccato che sia diventato la cena di Thunder, il gufo di James Potter… lui e i Grifondoro hanno riso per una settimana, alla notizia…’’

Il soliloquio funebre di Piton fu interrotto da una voce soffice e squillante allo stesso tempo.

‘’Mi dispiace molto per il suo Pissy, professor Piton…’’

Piton sobbalzò.

Fuori dallo scompartimento vi era Luna Lovegood, i capelli raccolti in due codini e un sorriso smagliante.

Prima che Piton avesse il tempo di ribattere, aprì lo scompartimento e si sedette di fronte a lui.

‘’…ma non può dare la colpa alla povera Edvige, non le piace essere rinchiusa in gabbia… sarebbe meglio se la lasciamo lib…’’

‘’Libera un corno’’ ululò Piton ‘’Questa cornacchia infernale rimane chiusa in gabbia. Come fa signorina Lovegood a sapere che sono il professo Piton…?’’

Luna sorrise.

‘’Oooh, non ho mai visto Harry così solo, depresso e frustrato, a parlare di animali morti’’ e sorrise ancora di più.

Piton la guardò sbalordito, pensando che dopo la punizione a Potter, avrebbe come minimo tolto una cinquantina di punti ai Corvonero.

‘’Comunque anche io avevo un pipistrello!’’ continuava Luna.

‘’Non uno normale ovviamente. E’ una razza speciale, conosce i Vampiri della Cornovaglia?’’

‘’Ma non esistono i Vampiri della Corno…’’

‘’Me lo aveva regalato mio papà durante uno sei suoi viaggi in cerca dei Ricciocorni Schiattosi Super Obesi, una specie rarissima… sa che un corno di Ricciocorno Obeso può annullare qualsiasi effetto di pozione ingurgitata da un mago?’’

Piton la guardava sempre più sconvolto.

‘’Beh, professor Piton, adesso devo andare.’’

Luna si alzò e fece per andarsene, ma sulla soglia si voltò un'altra volta.

‘’E stia attento.’’ Disse a voce bassissima ‘’ Ci sono credo una decine di ragazze qui vicino che si stanno chiedendo se venire a conoscerla o no… sa, con quell’aria tenebrosa è molto più sexy di Harry…’’

E se la svignò con un saltello, lasciando Piton a bocca spalancata, sempre più confuso.

Non appena fu sparita, il corridoio del treno davanti il suo scompartimento fu completamente pieno.

‘’O-ops…’’ balbettò Piton, mentre osservava una decina di ragazzine spingersi a vicenda per fare a gara a chi sarebbe entrata per prima nello scompartimento…

 

Mentre il treno procedeva per il suo cammino, diretto a Londra, Harry Potter camminava avanti e indietro per lo studio di Piton, il mantello svolazzante.

‘’Bastardo, bastardo, bastardo… ‘’

Gliela doveva far pagare. Aveva baciato la sua Ginny… quello schifoso… doveva trovare una punizione abbastanza cattiva da fargliela ricordare per tutta la vita.

Ma non gli venne nulla in mente, così iniziò a curiosare in giro. Entrò di nuovo nella stanza di Piton. Aprì l’armadio.

Vi erano una serie di abiti neri tutti uguali, tranne uno, verde scuro, che Harry sapeva che indossava solo durante le partite di Quidditch.

Vi erano anche le mutande giallastre che prima Piton aveva voluto nascondere.

Disgustato, chiuse immediatamente l’armadio. Non era stata un’ottima idea frugare li dentro.

O forse si? Una strana idea gli balenò per la mente.

Poi aprì un'altra porta di fronte al letto, e scoprì che era un bagno.

Curioso, lo osservò. Era piccolino. Vi era giusto un lavandino, un piccolo mobiletto con un piccolissimo specchio sopra di esso e una vasca da bagno, i cui piedi erano a forma di serpente.

Si guardò allo specchio.

‘’Mamma quanto sono brutto…’’ pensò ‘’ forse era meglio non metterlo, lo specchio… come fa Piton a non avere incubi per tutta la notte, dopo che si specchia?’’

Poi pensò che probabilmente Piton non si doveva specchiare molto spesso. Non aveva alcuna cura della sua immagine.

Aprì il mobiletto e trovò uno spazzolino, un dentifricio e una saponetta. Niente shampoo, bagnoschiuma, qualche prodotto per la pelle…

Poi la sua idea prese completamente forma, e alzò la bacchetta.

‘’Accio shampoo, bagnoschiuma, profumi, lamette, forbici……’’

Tutto l’occorrente volò da lui.

‘’Bene bene bene… non potrebbe esserci vendetta migliore di questa…’’

Iniziò a spogliarsi.

Si osservò. Aveva un corpo magrissimo e bianco. Non doveva mai essere stato a mare Piton… una bella abbronzatura gli avrebbe fatto bene… anche una bella depilazione, e una bella improfumata… 

E cominciò l’opera.

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Capitolo 7
*** Disastri a Privet Drive ***


Grazie mille per le recensioni!!! *.*

Ecco il nuovo capitolo, un bacione a tutti!!! ;*

************************************

 

 

 

Finalmente, con uno sbuffo di vapore bianco, il treno si fermò.

‘’Era ora!’’ pensò Severus più nervoso che mai

‘’mocciose impertinenti…puah!’’

E dicendo questo, trascinò pesantemente il baule e la gabbia contenente la civetta infernale.

Lungo il corridoio incontrò anche gli amici di Potter.

‘’Ma perché Harry… ehm cioè Piton ha quell’aria da scannato? Sembra aver fatto una lotta!’’

Disse Ron quando questo non fu più a portata di orecchio.

‘’Non so, Ron… aveva anche qualcosa di rosso in faccia… ma mentre lo osservavo mi ha guardato malissimo e ho lasciato perdere!’’

‘’Rossetto… bleah!’’

Bofonchiò Piton. Si era guardato per un attimo nel vetro di un finestrino e aveva visto la faccia di Potter ricoperta di stampe di baci.

‘’Basta!’’ pensò ‘’è un incubo, voglio tornare nel mio corpo!’’

Quando scese dal treno, riconobbe subito gli zii di Potter. Conosceva molto bene Petunia Evans, e poteva ben dire che negli ultimi anni era diventata ancora più brutta!

Forse preferiva tornare nello scompartimento con tutte le mocciose assatanate…

‘’Ragazzo!’’ Tuonò il grasso marito di Petunia guardandolo come se avesse visto un vermicolo gigante.

‘’Cosa hai fatto la camicia?’’

Piton si guardò la camicia. Era tutta scomposta, per metà sbottonata. E aveva perso anche un paio di bottoni.

‘’E-ehm…’’ Non sapeva proprio come rispondere. Poi ebbe un idea. Quei tipi, in particolare Petunia, non gli stavano particolarmente simpatici. E poi, sarebbe stato Harry Potter solo per un giorno… perché non creare guai e far danni, in modo che avrebbero messo Potter in punizione per tutta l’estate?

‘’Alla mia camicia non so cosa sia successo… ma alla tua zio, direi che se non aggiungi qualche bottone di sicurezza, con tutta quella ciccia, rischi di esplodere peggio di una bomba atomica!’’

E Piton rise.

In un attimo, la faccia dello zio fu viola. Petunia si portò le mani alla bocca.

Ma prima che lo zio potesse ribattere, una civetta planò su di loro e lasciò una lettera sulla testa di Petunia, facendola urlare più che mai.

‘’Tunia, amore, stai tranquilla!’’ diceva lo zio per calmarla.

Intanto Piton prese la lettera che Petunia aveva lanciato a terra e la lesse.

 

Cari zii di Harry Potter,

mi scuso per la mia assenza alla stazione di King’s Cross, ma sono stato molto impegnato in missioni di assoluta segretezza nei pressi di Hogsmade. Al più presto, vi raggiungerò al numero 4 di Privet Drive.

Cordiali saluti,

Severus Piton,

Capo di massima sicurezza dei cittadini

 

Piton si rigirò la lettera tra le mani.

Che ci faceva Potter a Hogsmade col suo corpo? Che stesse combinando qualche guaio?

‘’Tu ragazzo!’’ sputò zio Vernon puntando un grassoccio dito contro di lui ‘’ e quel tuo maledetto piccione viaggiatore! Passerete il resto delle vacanze nel vecchio sgabuzzino! E dimenticati acqua e cibo!! Vediamo come farai lo sbruffone, senza quel pezzo di legno marcio tra le mani!

E il tizio della sicurezza che doveva venire qui da noi in stazione? Che incapaci che siete!’’

Piton gli spiegò il contenuto della lettera.

‘’Meglio così!’’ borbottò tutto nervoso zio Vernon.

Poi lo prese per la camicia e lo trascinò verso l’auto.

‘’Oh mio Dio!!’’ pensò Piton ‘’si mette male… ma per un giorno senza acqua sopravviverò… poi il resto della punizione la sconterà Potter… ahahah!!!’’

 

 

 

E fu così che arrivarono a casa Dursley.

Lo zio lo scortò in casa come se fosse un cane pericoloso e lo rinchiuse nello sgabuzzino.

Piton si sentì strano. Forse non era il caso di esagerare tanto… si ricordò di quando il padre lo metteva in punizione e lo rinchiudeva nel ripostiglio… e non gli rimaneva altro che ammazzare le mosche per tutto il giorno…

Suonò subito il campanello e zia Petunia corse ad aprire.

Piton spiò dalla guardiola del ripostiglio.

Fide Petunia trattenere forte il respiro.

‘’ Ma… ma lei è…?’’

Sembrava incapace di articolare.

‘’E ci credo’’ pensò Piton. Sai che spavento per avermi rivisto dopo tanti anni…

Ma quando Petunia fece entrare il nuovo arrivato, Piton capì che non si era mezza spaventata per averlo rivisto.

Quel tipo aveva ben poco a che fare con Severus Piton.

 

 

Harry Potter sorridente entrò in casa, togliendosi un riccio dalla fronte.

Petunia sembrava sconvolta.

‘’Vedo che apprezza molto il mio nuovo vestito di zecca, signora Vernon!’’ disse Harry compiaciuto.

Si guardò per l’ennesima volta nello specchio d’ingresso.

I capelli di Piton non c’erano più.

Harry li aveva tagliati corti, e per di più li aveva lavati.

E facendolo, aveva scoperto finalmente perché Piton ci tenesse così poco alla pulizia dei capelli.

Aveva dei capelli riccissimi, e appena Harry li aveva messi a contatto con l’acqua, erano schizzati in aria. Una volta asciugati, aveva notato con piacere centinaia di morbidi ricci contornagli la fronte. Poi era andato a Hogsmade, spendendo un casino di soldi.

Si era fatto due lampade, depilato il petto e le gambe, rifatto le sopracciglia, si era comprato il bellissimo vestito che indossava in quel momento, rosso e oro, con fantasia a stelline, che cambiavano colore ogni secondo, assumendo tutti i colori dell’arcobaleno.

Era chiaro che Petunia non aveva mai visto nulla del genere nella sua vita, e che di certo non lo apprezzava.

‘’Bene bene bene’’ disse Harry, entrando in salotto senza essere invitato ‘’Vernon, che piacere conoscerla! Severus Piton!’’

Si presentò Harry abbracciando lo zio.

Aveva le lacrime agli occhi, ma cercava in ogni modo di non ridere.

‘’Grazie!’’ disse, si tolse il mantello a stelline colorate e lo gettò tra le mani dello zio.

‘’Vostro nipote?’’

Zio Vernon sembrava una bomba ad orologeria pronta ad esplodere.

 

Ma non fu lui ad esplodere, bensì il sottoscala.

Piton, evidentemente infuriato dal trattamento che il suo corpo aveva ricevuto, aveva fatto esplodere tutto.

La porta volò nel corridoio e lui arrivò dritto filato in salotto.

‘’Tu!’’ sputacchiò, puntandogli contro la sua stessa bacchetta, che emanava scintille ‘’come hai osato!!’’

‘’Oh no!’’ urlò zio Vernon ‘’ho dimenticato di togliergli la bacchetta!’’ e si gettò senza avvertimenti sul corpo di Harry.

Il vero Harry, nel corpo di Piton, provò una fitta allo stomaco.

‘’Minimo mi avrà rotto tre costole!’’ pensò.

 

‘’Ariaaa’’ pensava Piton, ansimante, dopo che lo zio gli si era catapultato addosso, era inciampato e l’aveva schiacciato con i suoi cento chili.

Quando capì che se non faceva qualcosa entro pochi secondi, sarebbe morto soffocato e schiacciato da quell’elefante, fece un incantesimo di rimpicciolimento.

‘’Finalmente!’’ borbottò steso in terra.

Zio Vernon, grande quanto un uccellino, urlava dal pavimento, correndo in tutte le direzioni.

Piton scoppiò a ridere alla vista dello zio rimpicciolito e ululante, la voce un piacevole cinguettio acuto.

Petunia scoppiò a piangere.

‘’Ma cosa succede qui?’’ chiese una voce, ed entrò nel salotto Dudley!

‘’Fermo Diddyyy!!’’ urlò Petunia disperata, ma fu troppo tardi.

Vernon, arrabbiatissimo, correva avanti e indietro, chiedendo di riportarlo nella sua forma naturale.

Poi vide un gigantesco Dudley entrare nella stanza.

Suo figlio doveva non averlo visto, perché quando lo calpestò, l’enorme suola della scarpa del figlio fu l’ultima cosa che vide.

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Capitolo 8
*** Un nuovo arrivato ***


Tanti tanti grazie x le recensioni!!! ^____^ **********

 

E fu dunque il caos.

Petunia piagnucolava la morte del marito, e Dudley, sconvolto per l’omicidio appena commesso, blaterava: ‘’Scusa, papino! Non ti avevo visto! Non volevo ucciderti!’’

Severus Piton, nelle sembianze di Harry, ridacchiava, pensando che probabilmente avrebbero messo in prigione Potter per l’omicidio dello zio.

Mentre mamma e figlio piagnucolavano più che mai, accanto ad un piccolissimo zio Vernon in miniatura disteso sul pavimento, un gufo entrò per la finestra, gettò una lettera nelle mani di Harry Potter e volò via dalla finestra opposta.

Piton lesse le poche righe, poi si alzò in piedi e iniziò a fare una sottospecie di balletto.

‘’Potter sei nei guai!’’ urlò tutto contento ‘’non hai ancora compiuto 17 anni, e quindi, avendo commesso magia in presenza di babbani, sei stato chiamato ad un udienza!! E quando sapranno che è morto tuo zio… ti incolperanno di omicidio e ti spediranno ad Azkaban!!’’

Piton saltellava tutto contento, mentre a Harry montava la rabbia.

Ora era troppo. Piton aveva baciato la sua ragazza. Gli stampi di baci sul suo volto non erano sfuggiti a Harry, che intuì che probabilmente si era sbaciucchiato tutte le ragazze del treno… e ora voleva farlo rinchiuderlo ad Azkaban, quando in realtà ci sarebbe dovuto andare lui, con tutti i crimini che aveva commesso da Mangiamorte!

Tirò fuori la bacchetta e la puntò verso… se stesso.

‘’E va bene Piton.’’ Sibilò, guardandolo minacciosamente.

Piton sussultò, vedendo sul suo volto tanta ferocia. Era davvero così spaventoso, quando si arrabbiava? Le stelline che cambiavano colore sui suoi vestiti non riuscivano a renderlo meno inquietante.

‘’Io andrò ad Azkaban! Ma almeno, voglio meritarmelo.

AVADA…’’

Ma ad un certo punto, la casa prese fuoco.

Harry vide tutt’intorno fiamme rossastre, che avvolgevano l’intera casa…

Ma c’era qualcosa di strano, le fiamme non emanavano calore…

E poi improvvisamente si spensero, mostrando un nuovo venuto all’interno del salotto.

Albus Silente, in camicia hawaiana, costume a fiorellini, occhiali da sole a mezzaluna, un cappellino a stelline e ciabatte da mare della stessa fantasia sorrideva al centro del salotto.

Al collo gli pendeva una maschera da sub, sotto un braccio aveva un ombrellone multicolor e l’altro braccio sorreggeva palette e secchiello.

‘’Grazie Fanny’’ disse Silente, raccogliendo un piccolo uccellino rosso da terra, tossicchiante. ‘’Appena in tempo’’ sorrise ‘’ appena siamo arrivati qui, ha preso fuoco!’’ e la mise comodamente nel secchiello.

Poi si guardò in torno. Tutti erano senza parole, perfino Petunia aveva smesso di piagnucolare e guardava il nuovo arrivato.

‘’Bene bene bene!’’ disse allegro Silente ‘’Direi che le cose qui non vanno tanto bene, giusto? Mi hanno appena avvisato che Harry dovrà essere convocato ad un udienza!’’ e guardò prima Harry Potter negli occhi, e poi quello vero, nei panni di Piton.

‘’Professore, ehm, c’è un problema!’’ disse Harry ‘’Dudley ha… ehm… calpestato mio zio, è una lunga storia, credo sia morto!’’

Silente guardò verso Petunia, nel punto in cui giaceva il cadavere di Vernon.

Si ci avvicinò, prese la paletta e la agitò.

Evidentemente aveva trasformato la sua bacchetta in una paletta, perché improvvisamente zio Vernon tornò a grandezza naturale.

La cucina sembrò diventare molto più piccola, con quell’ingombrante figura al suo interno.

‘’Cosa diavolo…’’ balbettò improvvisamente zio Vernon.

Petunia lanciò un urlo. Vernon aprì gli occhi, diede un occhiata alla cucina, urlò e si accasciò di nuovo.

‘’Infarto’’ disse Silente. ‘’Possiamo solo curarlo con la cenere di fenice!’’

Harry non sapeva che la cenere di fenice potesse avere certi poteri, ma Silente preparò una piccola pozioncina con la cenere che Fanny, una volta preso fuoco, aveva prodotto, e la versò nella gola di Vernon.

Questo balbettò qualche parola, poi prese a russare rumorosamente.

‘’Perfetto!’’ Silente a quel punto batté le mani.

‘’Veniamo al dunque. Per l’udienza, Harry, tutto sistemato, ho spiegato la situazione ai tipi del ministero. Per quanto riguarda voi due’’ e guardò da Harry a Piton più volte ‘’vedo che passare 24 ore insieme sembra più complicato del previsto. Così mi è venuta una brillante idea. Ce ne andiamo tutti al mare!’’

Silente sorrise più felice che mai.

Nessuno in salotto sembrava condividere il suo entusiasmo.

Petunia guardava sconvolta i tre maghi, bianca in volto, Dudley era schiacciato contro la parete e passo dopo passo tentava di svignarsela senza farsi vedere.

‘’Anche tu, Dudley’’ disse Silente voltandosi ‘’ E’ un ottimo modo per stare tutti insieme, e poi, ho trovato un bel compito per Harry e Severus. Little Winghing è molto famosa per le sue spiagge, ma per noi maghi, lo è anche per l’enorme presenza di Ricciocorni Schiattosi Obesi Subacquei! I quali…’’

‘’Curano il corpo da qualsiasi maledizione o danno provocato da una pozione!’’ disse l’Harry Potter impersonato da Piton.

‘’Me lo ha detto Luna, ma non vorrà credere a certe idiozie…’’

‘’Nel caso la mia teoria non dovesse funzionare, tenteremo con quelli!’’ sorrise Silente. ‘’E tu e Harry vi impegnerete al massimo per pescarne il più possibile! Su forza forza! Mettetevi tutti il costume che partiamo!’’

‘’Si è bevuto il cervello’’ sussurrò Piton, alzandosi sulle punte, a Harry, mentre andavano in corridoio.

Nel frattempo, con un incantesimo locomotore, Silente trasportava il peso morto di Vernon in una camera.

‘’Spero che tutto sia un brutto incubo ‘’ rispose Harry.

Entrambi, sotto shock per tutti quei nuovi eventi, salirono insieme le scale che portavano ai piani superiori.

Harry, nelle sembianze di Piton, aprì una porta.

‘’Questa è camera mia. Una volta i Dursley mi hanno portato a mare con loro un paio di anni fa, pur di non farmi rimanere da solo in casa, per paura che rubassi troppo cibo dal frigo. Quindi dovrei avere un costume da qualche parte… ‘’ Entrò ed aprì un armadio, rovistandovi dentro.

Piton si guardò in torno. Gli ricordava molto camera sua a Spinner’s End. Era un po’ malandata e spoglia, vi erano giusto un letto, un armadio, una scrivania.

‘’Ecco’’ glielo lanciò. ‘’Io ne ho comprato già uno carino a Hogsmade!’’ e sorrise.

‘’Cos’hai fatto Potter?!’’

‘’Ti ho rifatto il guardaroba. Ti ho anche comprato una nuova parrucca, nel caso la nuova capigliatura non ti piacesse, e un nuovo sciampo alla vaniglia. So che ti piace particolarmente ’’

E rise.

E Piton, più sorpreso che mai, rise anche lui. Non gli era mai capitato di ridere così. Come tra amici. Come se tutto il tempo di prima fosse stato cancellato, come se l’odio in quel momento non esistesse, come se fosse un giorno qualsiasi, un semplice ottimo giorno per andare a mare tutti insieme.

Ma subito si riprese.

‘’E va bene Potter’’ disse lui ‘’ ma niente altra roba con stelline colorate, o, appena finito quest’incubo, prenderete fuoco tu, il costume, e il mio nuovo guardaroba a Hogwarts!’’

Harry rise e se la svignò dalla camera.

Ma non prima di avergli detto ‘’Io non mi preoccuperei tanto per il costume Piton!’’ pensando alle ingegnose modifiche che aveva fatto al suo nuovo corpo! xD

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Capitolo 9
*** Tutti in spiaggia! ***


Harry fu il primo a scendere in salotto.

Indossava solamente il suo costume nuovo di zecca. Era il più bello che avesse mai visto. Era come avere le gambe immerse in un acquario.

Pesci di tutti i tipi attraversavano la stoffa.

Mentre un piragna rincorreva due poveri pesci pagliaccio e se li mangiava, Petunia entrò nel salotto. Quando lo vide rimase a bocca aperta.

‘’Severus!’’ balbettò. Harry rimase un po’ sconvolto. Come faceva a sapere il suo nome?

‘’Pe..Petunia!’’

Sua zia arrossì. Notò che stava guardando con un certo interesse i sue nuovi addominali. Harry era andato dall’estetista. In realtà era tutta una magia, ma l’estetista gli aveva assicurato che sarebbero durate 24 ore.

Le lampade, poi, avevano dato il colore giusto.

‘’Da… da quanti anni!’’ disse lei.

Harry rimase sconvolto. Piton e Petunia si conoscevano?! E come? Avrebbe dovuto indagare di più.

‘’Eh si… come stai?’’ disse.

‘’Ehm… bene! Tu?’’

‘’Benissimo, ehm… ti trovo proprio in forma!’’

Petunia arrossì ancora di più. Che avesse un debole per Piton?!

Ma intanto tornò Piton nelle sembianze di Harry, in costume rosso, e Dudley dietro di esso.

‘’Ehi! E smettila di spingermi con la tua pancia lardosa!’’

Disse acidamente Piton.

Dudley iniziò a lamentarsi, ma Piton già non lo ascoltava più.

Gli era calata la mascella, alla vista del… suo nuovo fisico.

Harry gli sorrise.

‘’Bene, siete tutti pronti!’’ Silente era comparso sulla soglia.

‘’Allora, avanti march!!’’

E si misero tutti in cammino.

Piton era dietro tutti, sconvolto. Come avrebbe fatto a riportare il suo corpo allo stato di prima? Era orripilante. Neanche Gilderoy Allock sarebbe stato in grado di arrivare a tanto… e meno male che era ricoverato al san mungo, chissà quali elogi gli avrebbe fatto se lo avesse visto…

Poi notò che Silente aveva recuperato un paio di canne da pesca. Gli si avvicinò, per distrarsi da quell’horror.

‘’Vedo che si è portato dietro anche due canne da pesca!’’ disse Piton.

‘’Oooh si, queste sono per te ed Harry!’’ disse allegro il mago, facendogli l’occhiolino da dietro gli occhiali da sole a mezzaluna.

‘’Vi serviranno per pescare i Ricciocorni Obesi Subacquei! A proposito…’’

Si infilò una mano nella tasca del costume e cacciò altri due paia di occhiali da sole. Uno paio erano a forma di zucca, l’altro di stella.

‘’Meravigliosi!’’ disse Harry a quel punto, e si provò quelli a forma di stella.

‘’Che ne dice, mi donano, signora Petunia?’’

Petunia arrossì di nuovo. ‘’De…decisamente, Severus…’’

Piton si voltò a guardare i due. Sembrava che ci fosse un certo feeling, anche perché avevano iniziato a parlare da un po’.

E il suo corpo, con tutte quelle concerie e pure gli occhiali da sole a forma di stella, era diventato il massimo del disgusto.

Gli montò la rabbia. La sua mente, così perfida e malvagia, doveva subito trovare un piano per farla pagare a Potter. E non solo…

‘’Silente, noi due dobbiamo parlare al più presto, quando il guaio sarà finito!’’ disse Piton.

Questo ancora gli porgeva il paio di occhiali a zucca.

‘’E quindi? Cosa ci dovrei fare con questi occhiali a forma di sottaceto?!’’

Silente rise. ‘’ Questi me li ha forniti il papà della signorina Lovegood, si usano per poter vedere i Ricciocorni Schiattosi, sai che sono invisibili ai nostri occhi…?’’

Piton borbottò qualcosa si incomprensibile. Pure Silente si ci era messo. Si domandò per un istante se non fosse tutto uno scherzo, se per caso Potter e Silente non si fossero messi d’accordo per rovinargli la vita. Poi decise che doveva essere per forza così, perché sentì Potter dire:

‘’Venga pure a trovarmi un pomeriggio quando vuole, signora Petunia. Abito a Spinner’s End, conosce?’’

‘’Certo, Severus, che lo conosco!’’ rispose Petunia quasi sorpresa.

Harry si chiese come faceva a saperlo. Ma comunque, era tutto troppo divertente.

‘’Così potremo prenderci un the insieme… si sentirà sola, ora che suo marito è in convalescenza…’’

‘’Si, povero il mio Vernon… spero non si arrabbierà, visto che lo abbiamo lasciato da solo!!’’

‘’Tranquilla, madame’’ disse Harry, e cacciò un sorriso scintillante. Piton notò, sentendosi mancare, che i suoi denti gialli erano tutti spariti per far posto a denti bianchi e regolari come quelli di un attore televisivo.

‘’… suo marito non si lamenterà’’ continuò Harry ‘’ è in buone mani… se le succederà qualcosa, sarò pronto a proteggerla a costo della mia stessa vita!’’

Questo, per Petunia, era troppo.

Si sentì mancare. Ma come aveva fatto a non accorgersi mai del fascino che quell’uomo emanava?

‘’E ovvio ’’ pensò tra se e se ‘’l’ho conosciuto quando era ancora un bambino… si vede che è cambiato nel corso degli anni… avrà capito che mia sorella non valeva nulla, e che è meglio che sia morta… forse accetterò l’invito, ci prenderemo un the insieme e ci conosceremo meglio… e poi guarda che fisico, che bei capelli curati… mio marito è così sovrappeso che rischia un infarto da un momento all’altro… magari…’’

Poi Petunia si accorse della gravità di quello che aveva pensato.

‘’Petunia, non puoi pensare questo! Tu ami Vernon! Sicuramente Severus ti avrà fatto un incantesimo!! Lui è quello straccione di Spinner’s, ricordi?! Non cedere… Vernon è migliore, non è malato come questi qui, è così… b-bello… e intelligente?!’’

 

Dudley guardava la scena sempre più infastidito.

Quel tipo tutto palestrato stava cercando di sedurre la sua mamma!!!

Ma non gliel’avrebbe mai permesso… doveva escogitare un piano… già, ma quale? L’unica cosa che sapesse fare, era prendere a calci e pugni la gente…

Tuttavia, quelli erano tutti maghi, gli avrebbero di nuovo fatto crescere una coda da maialino!

Ma quel tipo non poteva portarle via sua mamma!

In spiaggia, avrebbe escogitato qualcosa… forse, poteva farlo affogare…

 

Silente sembrava l’unico in pace interiore del gruppo. Fischiettava allegramente, mentre Harry Potter guardava in cagnesco un Piton bello e palestrato, che faceva complimenti a una zia Petunia visibilmente confusa. E Dudley sembrava tramare qualcosa, il viso rosso per la concentrazione, quasi fosse la prima volta che pensava, e ce la stesse mettendo tutta perché riuscisse bene.

Silente alla vista dell’enorme spiaggia di Little Winghing e dei suoi colorati ombrelloni, iniziò a saltellare entusiasta.

‘’Da questa parte, venite!!!’’

Assicurandosi che nessuno lo vedesse, fece comparire cinque asciugamani dalla paletta e un paio di ombrelloni e sedie a sdraio.

‘’Io odio il sole’’ disse Harry Potter, ovvero Piton…

‘’Mi metto qua.’’ E si sedette su una sdraio sotto un ombrellone, borbottando tra se e se.

‘’Oh nooo! Tutto questo sole farà male alla mia delicata pelle!’’ Disse invece Piton, ovvero Harry, e ficcò una mano nella tasca del costume. ‘’ Dov’è che l’avevo messa? Ah ecco, crema solare, Petunia, mi aiuteresti a metterne un po’ sulla schiena…?’’

Petunia balbettò qualcosa, ma nessuno capì cosa.

Poi, sotto lo sguardo insistente di Piton disse a malincuore ‘’e va bene…’’

Per Petunia fu una tortura. Aveva una pelle liscissima e morbidissima, non come quella flaccida di Vernon. E poi delle belle spalle larghe…

Dudley accartocciò rumorosamente la coca-cola che stava bevendo.

Nel frattempo un pallone colpì la testa di Harry Potter.

Un paio di ragazzine, ridacchiando, gli si avvicinarono.

‘’Scusaci!’’ disse una di queste ‘’ci dispiace non l’abbiamo fatto a posta!’’

Piton, nel corpo di Harry Potter, le guardò malissimo.

‘’Vuoi unirti a noi a giocare?’’ chiese l’altra.

‘’No!’’ disse seccamente Piton, e nella sua mente ritornarono le ragazze dello scompartimento che quasi lo avevano violentato.

‘’Ok… comunque belli i tuoi occhiali da sole!’’

E le due scapparono via.

Piton le guardò un po’ sconvolto.

Solo una volta era andato a mare, da sedicenne, costretto da sua madre. Gli era accaduta la stessa cosa. Ma la bambina che aveva lanciato il pallone era scappata via piangendo e gridando ‘’Mamma! Un vampiro mi ha rubato la palla!’’

Sospirò. Se avesse avuto un paio di occhi verdi come quelli di adesso, ciò non sarebbe successo…

‘’Ragazzi!’’ disse Silente in quel momento. Tutti notarono che aveva dietro una spalla, sbucata da chissà dove, un enorme tavola da surf.

‘’Io vado ad allenarmi al mio sport preferito, il Surffiddicht! Vi è un campo per maghi, visibile solo per essi, ovviamente, proprio qui vicino! Potreste accompagnarmi? Nel frattempo che mi alleno, potete pescare un po’ di Ricciocorni!’’

Piton sembrava dispiaciuto di abbandonare Petunia.

Le baciò una mano, disse ‘’a presto, dolcezza!’’ e prese la sua canna da pesca.

Harry fece altrettanto e i tre di avviarono lungo la spiaggia.

 

 

Petunia li guardava allontanarsi.

Che bella schiena che aveva Severus…

Quando era piccolo, le era sembrato così gobbo, e invece era cambiato tutto… e lui era così dolce con lei…

Mentre pensava queste cose, si accorse di essere sola.

‘’Dudley?’’

Chiamò

‘’Dudley!’’

Ma suo figlio era sparito.

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Capitolo 10
*** La pesca e il Surfiddicht ***


Ciao a tutti!!! Ecco il nuovo capitolo, spero vi piaccia! E come sempre un grazie per le belle recensioni!! ^__^

A presto!!! ;***

 

***************************************************************************************************

A dividere il mare della spiaggia di Little Winghing vi era una fila di scogli che si allungava per molti metri nelle acque

‘’ Per di qui!’’ disse allegramente Silente, arrampicandosi sui primi scogli, seguito da Harry e Piton.

Iniziarono a percorrere la barriera, che sembrava quasi infinita.

‘’Guardate ai vostri lati!’’ disse Silente ‘’con i vostri occhiali speciali dovreste iniziare a vedere qualche Ricciocorno!’’

‘’Per tutti i lupi mannari!’’ esclamò Piton ‘’Qua… quanto sono grossi?’’

Harry calò lo sguardo e si sentì subito mancare.

Vi era un gruppo di quattro Ricciocorni Obesi che potevano essere grandi quanto una piccola orca assassina. E pensare che se li era immaginati al massimo come dei piccoli, feroci piragna. Ma almeno i piragna erano grandi quanto un palmo di mano!

Tuttavia, sembravano innocui. Avevano le palpebre semi abbassate, sembravano mezzi assonnati, e nuotavano calmi e indifferenti. Non dovevano essere molto intelligenti.

‘’Quanti ne dovremmo pescare?’’ chiese Piton visibilmente preoccupato.

‘’Oh, mezza dozzina basteranno!’’ disse Silente allegro

‘’Ma… con tutta la massa che hanno, potremmo produrre una quantità di pozione tale da riempire una piscina!’’ esclamò Piton.

‘’Oh no Severus!’’ lo corresse Silente ‘’ciò che ci interessa è il cervello dei Ricciocorni. Purtroppo, non ne sono molto dotati. Comunque… eccoci arrivati!’’ esclamò allegro.

Erano arrivati tutti e tre alla punta della lunga fila di scogli.

Appena misero piede sull’ultima pietra, fu loro visibile un enorme campo sul mare, una specie di recinto, dove vi erano già una decina di giocatori molto presi dal gioco. Questo sembrava molto simile al Quidditch, Harry riconobbe la pluffa, dei battitori che sparavano il bolide contro altri surfisti, ma non vide il cercatore.

Tutti, comunque, dovevano avere la stessa età di Silente.

‘’Bene, ragazzi, è venuto il momento di lasciarvi ai vostri compiti, il boccino mi attende!’’ sorrise Silente, che salì sulla sua tavola da surf.

Harry e Piton lo videro decollare, elevarsi in aria, surfare un po’ di onde, fare un po’ di capriole e tornare ad alta quota, scrutando i cieli.

Intanto, un vecchio mago tirava la pluffa con la propria stampella e segnava un goal.

‘’Ha chiamato l ‘ospizio intero?!’’ si domandò Piton tra se e se. Poi, con un ultimo acido sguardo al campo di Surfidditch,  si allontanò di qualche metro, si sedette e lanciò l’amo nell’acqua.

Harry fece lo stesso, sedendosi di spalle a Piton. Una volta allontanatosi dall’ultima pietra, tornò il silenzio totale.

Harry scoprì che la pesca era la cosa più noiosa del mondo, peggiore delle punizioni di Piton, quando esse consistevano nel catalogare lunghi archivi.

Il branco di Ricciocorni che avevano visto prima sembrava essere scomparso. Dopo mezz’ora, nessuno dei due aveva pescato nulla.

Harry quasi quasi si sarebbe concesso una pausa per andare a provare un po’ il Surfidditch, ma qualcosa gli diceva che Silente l’avrebbe rimproverato e intimato di tornare a lavoro. E poi era indispensabile che trovassero i Ricciocorni. Ne aveva abbastanza di essere Severus Piton. Rise poi all’idea di quanto avrebbe perso i nervi quest’ultimo, una volta tornato nel suo corpo. Avrebbe dovuto aspettare che i suoi capelli crescessero di nuovo, e bere un the con sua zia. Era certo che questa sarebbe andato a trovarlo a Spinner’s End.

Questa parola gli ricordò qualcosa.

Sapeva dell’ubicazione di Piton perché l’aveva letto nel diario. E aveva ancora una parte in sospeso da leggere.

Con un sorriso, estrasse il libricino dal costume, dando un occhiata alle spalle, ma Piton non lo degnava della minima attenzione. Ed iniziò a leggere. Nell’ora seguente, avrebbe scoperto su Piton, più cose che non nei sette anni trascorsi insieme ad Hogwarts…

 

 

Piton guardava le acque immobili. Ogni tanto intravedeva qualche medusa e qualche pesciolino minuscolo, ma di Ricciocorni Obesi neanche l’ombra. Dove si nascondevano?

Iniziò a guardarsi i piedi nudi.

Lo stesso era successo ben venti anni addietro, ma erano piedi scheletrici, e li guardava per la vergogna, perché non voleva guardare in faccia lei, i suoi occhi accusatori…

 

‘’L’hai fatto!’’ stava dicendo Lily, gli occhi posati sull’avambraccio  di Piton ‘’Tu mi disgusti!’’

Piton si mosse le labbra. Non poté impedire che lacrime calde gli percorressero il viso. Nascose con l’altra mano il Marchio e voltò la faccia.

‘’Non capisco perché mi hai portato qui, Severus.’’ Continuò Lily. ‘’Non ci parliamo da due anni. Comunque sia, è l’ultima volta che ci vediamo. La scuola è finita e… e tu tra poco tornerai da Voldemort!’’

‘’Non dire il suo nome!’’ esclamò Piton.

‘’Lo veneri e hai paura del suo nome? Ucciderai per lui, farai in modo da dargli ancora più potere, e ti nascondi dietro un soprannome, non osi guardarlo in faccia?’’

Piton allora si voltò e la guardò.

Era ancora più bella di quando era bambina, gli enormi occhi verdi puntati su di lui, ridotti a fessure,le labbra, leggermente carnose, socchiuse in un espressione di rabbia, la chioma rosso fuoco che le ricadeva sulle spalle.

Era una fonte di luce potente, che a poco a poco eliminava quell’ombra insignificante di Piton.

Il ragazzo, rannicchiato sugli scogli, abbracciandosi le gambe, non sapeva da dove cominciare.

‘’Tu… io… ho saputo che… che tu e Potter state… assieme…’’

Gli sembrò di morire, mentre pronunciava quelle parole.

‘’Potter, quell’arrogante… pieno di se… malvagio…’’

‘’Malvagio?’’ Lily alzò un sopracciglio ‘’ Voldemort ben presto ti chiederà di uccidere, Severus, e questo come lo definiresti? Ti chiederà di uccidere i babbani, e tutti quelli come me…’’

‘’No!’’ esclamò Piton ‘’Io … non ti ucciderei mai!’’

Lily sorrise amaramente.

‘’perché mai, Severus? Sono una sporca mezzosangue. Infetto la vostra razza, la contamino, perché non dovresti toglier di mezzo anche me?’’

Il dolore di Piton aumentava sempre di più.

Si scostò una ciocca di capelli dal viso.

‘’perché ti amo, Lily’’ riuscì a dire, tremando ‘’e la tua vita è la cosa che conta di più per me. Morirei io al posto tuo, ma tu… non puoi morire sei così…’’

Lily lo guardava un po’ scioccata. Piton le sembrava un pazzo delirante.

‘’Severus, zitto, adesso ascoltami. Abbiamo preso strade diverse. Tu… mi piacevi… ma come ti ho già detto, i tuoi amici e i tuoi comportamenti mi disgustano. Se tu davvero mi amavi… Avresti scelto me, non loro. I Mangiamorte. E Voldemort! Tu non mi ami, Severus. Ami il potere che un folle promette di darti!’’

‘’No!’’ urlò Severus.

‘’Si invece.’’

‘’Non ti ucciderei mai. Darei la mia stessa vita.’’

‘’Ma ammazzeresti quelle di altri!’’

‘’Per me conti solo tu.’’

‘’Bugiardo!’’

Piton si alzò in piedi, la bacchetta nel pungo. E altrettanto fece lei.

Come erano diversi… lui magro, un po’ gobbo, la pelle grigiastra tirata sulle ossa, i capelli neri e unti che gli nascondevano mezzo viso.

Lei splendente come quella giornata estiva, i capelli rossi che brillavano illuminati dal sole.

Si guardarono per lunghi secondi. Poi Lily urlò.

Piton rimase immobile.

Una cerva splendente si era avvicinata alle spalle di lei e le aveva accarezzato il pungo serrato.

Quando lei se ne accorse, sgranò gli occhi.

‘’U…una cerva! E’ il mio Patronus!’’ balbettò.

‘’E’ il nostro Patronus’’ disse Piton cupo.

Lily guardava la cerva evocata da Severus e il suo volto si addolcì un poco.

‘’Severus’’ disse infine, carezzando la testa argentata della cerva ‘’per qualche motivo le nostre strade si sono divise. Ciò è accaduto, perché entrambi abbiamo fatto le nostre scelte. Non ti dimenticherò. Non lo dimenticherò. Sarai… il mio Severus. Sempre’’

La cerva galoppò in torno ai due, e li osservò mentre Lily stampava un timido bacio sulla guancia del ragazzo.

‘’So che non mi farai mai nulla di male. Buona fortuna’’

E corse via.

Il ragazzo, confuso, guardò la ragazza correre via. Sapeva che quella era l’ultima volta che l’avrebbe rivista.

Si rigirò per potersi sedere a guardare di nuovo il mare ma un rumore lo fece voltare.

Petunia aveva ascoltato tutta la loro conversazione! Era nascosta dietro un enorme scoglio alle sue spalle.

‘’Petunia Evans!’’ sorrise maligno Piton ‘’ancora una volta a fare la spia!’’

‘’Tu!’’ disse una Petunia diciassettenne sbucando da dietro lo scoglio e avvicinandosi ‘’ancora a dar fastidio a mia sorella! Lei ti piace! Ma cosa credevi, che le sarebbe potuto piacere quello straccione rachitico di Spinner’s End?’’

E scoppiò a ridere. Ma ben presto la risata si trasformò in un urlo.

Con un leggero movimento di bacchetta, Piton ordinò alla cerva di galoppare in direzione di Petunia. Questa perse l’equilibrio e cadde in acqua.

‘’Aiuto! Non so nuotare!’’ urlava questa in preda al panico, cercando ti tenersi a galla.

Piton, sopra di lei, la guardò con odio e scherno.

Poi scappò via.

 

Piton si ridestò dai suoi pensieri. Faceva caldissimo ed era tutto sudato, nonché scosso dai ricordi.

Harry, dall’altro lato, provava le stesse emozioni. E così, Piton aveva amato sua madre. La sorpresa, lo shock si impadronì di lui. Piton, il malvagio, il perfido, che trovava sempre una buona scusa per prendere in giro i suoi genitori…

Solo mio padre, si corresse.

Non ci aveva mai fatto caso, ma Piton non aveva fatto altro che ripetere sempre che suo padre era un arrogante presuntuoso… e non si era chiesto perché non se la prendeva tanto anche con sua madre… e adesso la verità…

Ma prima che altri pensieri potessero assalire la sua mente, notò in fondo al mare un enorme Ricciocorno Subacqueo!

‘’Perfetto!’’ pensò, e lanciò la canna da pesca.

 

Dudley era affaticatissimo. Si era tuffato a mare, con la sua mascherina e canna per respirare, e aveva nuotato per un po’. Avrebbe fatto un attentato a quel mago prepotente. L’aveva visto sedersi sugli scogli e lanciare la canna da pesca. Molto bene. Sarebbe sbucato all’improvviso dalle acque e l’avrebbe fatto a polpette. Era o non era campione giovanile di Box?

Finalmente era vicino agli scogli, vedeva l’ombra del mago sopra di lui… tra breve, sarebbe riemerso in superficie…

Ma qualcosa lo tirò fuori molto prima.

 

‘’Piton, ho trovato un Ricciocorno!!’’ esclamò Harry.

L’amo magico si agganciò alla pelle dell’animale e Harry cominciò a tirare.

‘’Ehm… potresti darmi una mano? Pesa un quintale…’’

Piton, dietro di lui si voltò, vide Potter in difficoltà e si apprestò ad aiutarlo. Lo cinse – o meglio, cinse il suo vecchio corpo, o quel che era rimasto di esso – prese anche lui la canna e iniziarono a tirare entrambi.

‘’Evvai!’’ disse Harry quando vide sbucare dalle acque l’enorme Ricciocorno.

Esso volò in aria. Harry e Piton alzarono lo sguardo. L’animale magico stava ricadendo verso di loro a gran velocità.

‘’perché ha una certa somiglianza con mio cugino?’’

Chiese Harry osservando il Ricciocorno.

‘’E’ tuo cugino, idiota!’’ esclamò Piton allarmato ‘’presto scappa!’’

Ma fu troppo tardi. Il ragazzo, dal peso di cento chili, planò su di loro. Entrambi sentirono un grande dolore. Per entrambi, fu buio pesto all’improvviso.

 

                                   

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Capitolo 11
*** La pioggia ***


Ciao!!! Ecco il nuovo capitolo, volevo finire la storia ma non ci sono riuscita, quindi credo che farò al massimo un altro paio di capitoli ancora... spero vi piaccia!!! Ciauuuuuuuuuuuuu xD

***********************************

‘’Eccoti finalmente! Maledetto boccino!’’ pensò Silente.

Era da circa un’ora che surfava le acque del campo da Surfidditch. Il suo avversario, il fantasma di Armando Dippet, l’aveva intravisto già un paio di volte. Stava proprio facendo vecchio, se si pensava che era stato campione nazionale di Surfidditch, quand’era giovane.

Silente si calò gli occhialini da mare a mezzaluna e cominciò la rincorsa. Il boccino deviò prima a destra, poi iniziò a scendere in picchiata, proprio come il suo inseguitore, che si teneva ben stretto alla tavola da surf.

Armando Dippet subito notò che il suo avversario aveva intravisto il boccino, e lo inseguì a bordo della sua tavola da surf fantasma, più veloce che mai.

La tavola di Silente sferzava le acque, finchè il boccino non si immerse in esse, e così anche Silente.

Questo scendeva sempre più in profondità, così Albus decise di attivare i suoi occhialini radar con un colpo di bacchetta.

Era un regalo di Arthur Weasley. Sfruttando la tecnologia babbana e la magia, questi individuavano tutti i pericoli con un bip, nonché oggetti magici proprio come il boccino d’oro che aveva davanti.

‘’Vai!’’ pensò Silente, e la tavola da surf accelerò. Mancava pochissimo, quando ad un certo punto, gli occhialini radar iniziarono a trillare.

‘’Emergenza! Emergenza!’’ dicevano con voce metallica ‘’Branco di Ricciocorni Schiattosi Obesi ore tre!’’

Silente si girò giusto in tempo per vedere una decina di riccio corni nuotare verso di lui, alla propria destra.

Proprio quando sembrava che ce l’avrebbe fatta a prendere il boccino, fu costretto a deviare, perdendolo di vista.

Riemerse dalle acque, respirando l’ossigeno.

‘’Dannazione!’’ pensò. Dippet, essendo un fantasma, aveva superato senza problemi il branco di Ricciocorni, vincendo la partita.

Mentre i suoi compagni esultavano, la mente di Silente ragionava.

Il branco di Ricciocorni si era spostato a nord… Harry e Severus dunque non ne erano riusciti a pescare neanche uno, probabilmente. Si voltò nella loro direzione e vide qualcosa di molto strano. Un bolide doveva essere sfuggito dal campo. Perché in lontananza, vedeva un enorme palla dirigersi sulle teste di Harry e Severus…

‘’Caricaaaaaaaaaa!!!’’

Urlò Silente. La sua tavola sfrecciò in avanti verso il bolide che atterrava sulle teste dei due maghi.

L’aria sferzava forte il viso di Albus, mandandogli i lunghi capelli all’indietro.

‘’SBAM!’’

Il bolide era già atterrato sui due, ma Silente lo colpì con la sua tavola da surf mandandolo lontanissimo, a causa dell’enorme impatto. Il rumore gli disse che non era un bolide di metallo. Sembrava gomma da masticare!

Scivolò giù e si affrettò a vedere come stavano i due.

Piton sembrava svenuto. Aveva un espressione orribile in volto.

Harry sembrava addirittura morto.

Doveva fare qualcosa… Chi avrebbe salvato per primo?

Li guardò. Harry aveva gli occhi chiusi e un’espressione innocente sul volto, il bel corpo bianco disteso sugli scogli.

Piton, dopo le trasformazioni di Harry, sembrava irriconoscibile.

Aveva bei riccioli neri che gli ricadevano sulla fronte. Con i capelli corti, il suo naso sembrava meno enorme. E poi era abbronzato, e… e poi i muscoli furono decisivi per Silente.

Aveva uno dei più bei fisici che aveva mai visto, più belli dei modelli nelle riviste che leggeva. E poi, nel suo corpo vi era Harry Potter. E Harry Potter era più giovane… doveva essere salvato per primo, era più prezioso…

Certo che, se quello stupido di Severus si fosse curato meglio, forse… si, forse non l’avrebbe trattato così male, quel giorno, sulla montagna, con la tempesta, quando gli aveva detto che lo disgustava…

 

 

Piton aveva un gran mal di testa. Dannazione. Quel bufalo del cugino di Potter l’aveva proprio steso. Aveva la schiena a pezzi…

Voleva svegliarsi ma non ci riusciva… poi sognò… sognò che Lily era distesa accanto a lui, sorridente, gli occhi verdi e luminosi che lo osservavano, i lunghi capelli rossi che erano sparsi su di lui… in quel sogno, erano così lunghi da coprirgli tutto il corpo… morbidi e soffici, che gli facevano il solletico un po’ ovunque…

‘’Lily…’’ sussurrò.

Lei sorrise e poi gli diede un bacio.

Ma qualcosa non andava… Lily non aveva la barba…

‘’AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHH!’’

Urlò e si tirò all’indietro all’improvviso, aprendo gli occhi di colpo, e trovandosi Silente di fronte, le labbra ancora socchiuse.

‘’SILENTE! Ma sei pazzo! Eri tu che mi palpavi!’’ disse Piton disgustato.

‘’Severus!’’ disse Silente ‘’Sei… sei tornato nel tuo corpo, è fenomenale!’’

‘’Si… ma tu stavi cercando di baciarmi!’’

Silente rise ‘’Respirazione bocca a bocca mio caro… era indispensabile…’’

‘’Brutto vecchio marpione!’’ balbettò Piton e si ritrasse ancora di più. Silente fece spallucce.

‘’Come vuoi, nega che ti ho salvato la vita… e ora salviamola a Harry!’’

Con la bava alla bocca il Preside si dirigeva verso Harry.

Ma Piton fu più svelto. ‘’Non ci pensare proprio!’’ Afferrò Harry e lo gettò sulla tavola da surf. Poi vi balzò anche lui e con un colpo di tacco la tavola prese quota.

‘’Bye bye vecchiaccio maniaco!’’ lo salutò Piton con aria maligna e i due volarono via tra le nuvole del cielo estivo.

 

Quando furono abbastanza lontani da Silente, Piton accostò verso la costa, vicino ad un piccolo boschetto. Non fu molto bravo, perché la tavola atterrò bruscamente e i due furono sbalzati via.

La schiena di Piton, già aggravata dall’età e dall’ultima trovata di Dudley, urlò di dolore per l’ennesima volta, perché Piton andò a finire sull’unico masso che spuntava dalla radura.

Harry rotolò sotto un grande cedro.

‘’Ma porc…’’ balbettò Piton irato, alzandosi a fatica. Zoppicando, si avvinò a Harry, sempre svenuto, sotto l’albero, e vi si sedette accanto, osservandolo. Era strano ritrovarsi nel proprio corpo. O meglio, di ciò che rimaneva. Si sentiva più alto, proprio come prima, ma aveva la vista offuscata da un mare di riccioli. I suoi odiosi capelli. Aveva passato una vita a sperimentare pozioni liscianti. E quelle buffe addominali… e quello strano colore della pelle… non ammazzava Potter solo perché gli faceva pietà, così piccolo, col sorriso sulle labbra. Si sorprese a fissarlo, e si sorprese ancora di più nel vedere che questo, con i suoi dolci (ma cosa diavolo diceva?!) con i suoi occhi verdi ricambiava.

‘’Cosa diavolo c’è da ridere Potter?’’ gli chiese con la sua aria acida, ma soprattutto la sua bellissima voce bassa e ghiacciata.

‘’Niente’’ disse lui semplicemente ‘’E’ solo… molto buffo…’’

‘’Buffo?!’’ ripeté Piton disgustato ‘’Potter, non ti lascio qui a morire solo perché mi fai pietà!’’ e con sorpresa di Piton, Harry continuò a ridere. Piton ne fu irritato ma non disse niente.

Poi iniziò a piovere improvvisamente.

‘’Dannazione!’’ disse Piton ‘’leviamoci da qui… forse casa mia non è distante.’’

Andò a recuperare la tavola da surf. Harry si mise a sedere e si guardò intorno.

‘’Ma allora…’’ disse mentre Piton si calava a prenderla ‘’se casa sua non è distante… vediamo, qui una volta dovrebbe esserci venuto con mia madre… parlava di un grande cedro, e a meno che non mi sbaglio di grosso… ci sono le iniziali dei vostri nomi… ‘’’

Harry si voltò e proprio dietro di lui, sul tronco dell’albero, vi erano una S, una L, e tra di loro il disegno di una cerva, fatto, era palese, con la magia. Proprio in quel punto, i due ragazzi, a quanto scritto nel diario, avevano incontrato una cerva… e Piton l’aveva disegnata sull’albero, visto che aveva tanto colpito Lily.

Piton si immobilizzò, di spalle. ‘’Che… che cosa?!’’

‘’Hai capito bene’’ disse Harry e gli spiegò come aveva rubato il suo diario dalla sua camera da letto.

Piton tremava di rabbia.

Ma aveva iniziato a piovere troppo forte. Per fortuna, i capelli bagnati gli coprivano in parte gli occhi, colmi d’odio.

Prese il ragazzo per un braccio e lo gettò di peso sulla tavola, cercando di fargli più male possibile. Poi salì e insieme volarono in direzione di una piccola città, da cui si intravedeva un enorme ciminiera scura.

 

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Capitolo 12
*** L'addio ***


Eccoci arrivati alla fine! Ringrazio tutti voi per aver seguito questa storia e spero soprattutto che vi siate divertiti!! A presto!!! xDDD ;*

 

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Harry durante il volo si addormentò di nuovo. Piton, una volta atterrati davanti la porta della sua casa, lo prese in braccio e lo portò dentro, distendendolo su un divano. Accese il fuoco nel camino di fronte, asciugò con la magia il corpo bagnato del ragazzo e il proprio, e coprì Potter con una coperta.

Mentre il fuoco scoppiettava allegro andò di sopra e subito iniziò le modifiche del proprio corpo. Si fece ricrescere i capelli e versò un’intera pozione lisciante preparata da lui stesso. Fece scomparire le finte addominali, e ammirò il suo vecchio corpo magro, bianchissimo, un po’ gobbo.

Si tolse quell’orribile costume con i pesciolini e lo fece bruciare con la magia, osservando contento come tutti i pesci nuotavano di qua e di la per sfuggire alla morte.

E indossò una delle sue vesti nere e un mantello che copriva il tutto.

Finalmente, Severus Piton di nuovo.

 

Harry sentiva una piacevole sensazione. Sentiva un dolce tepore pervadergli tutto il corpo. Aprì gli occhi e vide davanti a se un bagliore di fiamme che ardevano in un camino.

Si stiracchiò e si tirò a sedere, notando che stava su un divano. Su un bracciolo, trovò i suoi occhiali e li inforcò.

Si guardò intorno. L’ambiente sembrava essere quello della biblioteca di Hogwarts, intorno a se vedeva scaffali e scaffali di libri. Ciò gli fece venire in mente il libricino che aveva rubato nella camera di Piton. Mise una mano nel costume ma non lo trovò. Poi si ricordò che si trovava nell’altro costume, quello di Severus Piton! Per la prima volta capì di essere tornato nel suo vecchio corpo. Ma come era accaduto? Ripensò agli eventi precedenti. Non avevano pescato neanche un Ricciocorno… o meglio, credevano di averne pescato uno, ma era suo cugino Dudley… che diavolo ci faceva in fondo al mare? E poi gli era caduto su di lui e Piton… forse lo shock aveva fatto tornare tutto come prima…

‘’Potter!’’ disse all’improvviso una familiare voce malefica. Harry si girò e vide Piton, i capelli unti e il volto giallastro, avvolto nel suo mantello nero, guardarlo dall’alto di una rampa di scale. Sembrava un pipistrello pronto a spiccare il volo. E così fece. Aprì le braccia e con un salto volò dritto verso di lui.

Harry si appiattì sul divano, mentre il suo naso quasi sfiorava quello lungo e appuntito di lui, i volti vicinissimi.

‘’E così ti sei appena svegliato… ‘’ disse suadente ‘’ nel caso tu non abbia perso la memoria, vorresti essere tanto gentile da dirmi come mai hai osato rubare dalla mia biblioteca personale?’’

Harry deglutì. Gli occhi neri di Piton emanavano odio.

Era incredibile come tutto, in pochi secondi, era tornato come prima. Sembrava di trovarsi ancora nell’aula di Pozioni, l’ultimo giorno di lezioni, il calderone ancora intatto.

Sembrava che lo scambio di corpi aveva reso Piton più vulnerabile, più ragionevole, più umano. Forse, non trovandosi nel suo corpo orribile, non avendo più come arma quell’espressione brutta e feroce, aveva anche dovuto cambiare atteggiamento. Piton era diventato più basso, più insignificante, dal volto molto più innocente, forse anche con minori capacità magiche.

Harry invece, aveva avuto un corpo brutto da modellare d’accapo. Ma non aveva scelto di renderlo inquietante, di farlo sembrare ancora più brutto e malvagio come aveva fatto il suo proprietario. Bensì, l’aveva migliorato, rendendolo potente da un punto di vista diverso, attraverso la bellezza. E quel corpo poteva ospitare tanta bellezza quanto bruttezza e decadenza. Piton aveva addirittura fatto innamorare Petunia, e – Harry non lo sapeva – Silente! Le personalità opposte di Harry e Piton avevano creato, sulla stessa base, due personaggi differenti.

‘’Ero solo…’’ balbettò Harry intimorito ‘’curioso!’’

‘’Curioso?’’ disse Piton con aria ironica ‘’ … di poter leggere della vita passata del tuo insegnante di Pozioni? E come mai Potter? Credevi che così facendo, avresti potuto ridicolizzarmi in giro?!’’

‘’Oh no ci risiamo!’’ pensò Harry. Si sentì più giovane di due anni, bloccato nell’ufficio di Piton, appena due secondi dopo aver scoperto come suo padre usava ridicolizzare il suo insegnante quando erano giovani. Ma questa volta non si sarebbe fatto gettare contro gli scaffali.

Si liberò dalla presa e si gettò a terra.

‘’Non avevo intenzione di dirlo in giro, e per me lei non è ridicolo!’’ disse, guardandolo male. Piton si voltò velocemente, ma Harry era già in piedi e iniziò a girare intorno al divano.

‘’So che ha amato mia madre, e per me questo significa…’’ lo guardò dritto negli occhi ‘’che lei è una persona molto migliore di ciò che vuol far credere. Io la rispetto, e credo nel dolore che ha provato, quando ha saputo che mia madre era morta. E che se mi ha protetto tutti questi anni, per lei… le devo solo dire grazie…’’

Piton era bianco. Si notava bene che non sapeva esattamente cosa rispondere.

Ma prima che potesse decidere, si sentì un clap clap da qualche parte.

Harry e Piton si guardarono intorno, finchè non videro Silente appollaiato sulla ringhiera del pianerottolo di sopra, le gambe sospese nel vuoto; sembrava un buffo bambino.

‘’Fantastico Harry! Sono commosso!’’ disse sorridente e si asciugò una lacrima.

‘’Preside!’’ disse Piton sconvolto ‘’cosa ci fa li?!’’

‘’Oooh’’ disse Silente ‘’ero venuto a recuperare la mia tavola da surf, quando ho sentito da fuori voi che parlavate e … puf! Mi sono materializzato all’interno!’’

Piton guardava Silente come se questo fosse matto da legare.

‘’Molte bene!’’ disse Silente ‘’ora mi servireste entrambi… c’è un lavoretto da fare…’’

 

Dieci minuti dopo erano in volo tutti e tre sulla tavola da surf. Il cielo era di nuovo sereno, e Silente li riportò sulla spiaggia di Little Winghing. Dall’alto, Piton e Harry subito notarono qualcosa di strano…

‘’Ma è…’’ dissero entrambi.

‘’Un cratere si. ’’ Disse Silente serio. ‘’Dudley.‘’

Atterrarono li vicino. C’era un mucchio di gente che osservava il cratere da impatto, dal raggio di molti metri. Al centro di essi sbucava la testa di Dudley.

Vicino a lui vi era la mamma che piangeva disperata.

Silente spiegò loro come l’aveva fatto volare via venendogli a dosso con la tavola da surf e salvando loro la vita.

‘’Potter, ringraziami per averti evitato una respirazione bocca a bocca da Silente ‘’ sussurrò Piton all’orecchio di Harry.

‘’Cosa?!’’ disse lui sconvolto.

Piton fece una cosa che non aveva mai fatto prima. Gli fece l’occhiolino. Poi si voltò per andare a dare una mano a Silente. Con dei potentissimi incantesimi di lievitazione, fecero uscire Dudley dalla sabbia e lo deposero a terra.

‘’Bene, ho fatto il mio lavoro ’’ disse Piton. Poi tornò a guardare Harry. Harry sapeva che quella era l’ultima volta che si sarebbero rivisti, gli anni di scuola erano finiti, nulla li avrebbe fatti rincontrare.

‘’ Bene Potter. ‘’ disse Piton ‘’ L’incubo è finito. E con esso anche i nostri futuri rapporti. Ti auguro le peggiori sventure. Addio’’

Sebbene i toni erano freddi e ironici, gli poggiò una mano sulla spalla e lo guardò dritto negli occhi verdi.

Harry sorrise.

Piton fece una smorfia di disgusto.

E se ne andò.

Percorse alcuni metri, il mantello svolazzante come sempre, ma poi fu costretto a fermarsi. Petunia era alle sue calcagna, più mielosa che mai.

‘’Grazie Severus, infinite grazie, hai salvato mio figlio… come posso ringraziarti?  Posso portarti una torta di mele domani, alle dieci? Possiamo anche fare un pranzetto insieme, giusto per ringraziarti, che ne pensi?’’

‘’Un passaggio a casa?’’ chiese Silente a Harry.

‘’Grazie mille!’’

Harry salì a bordo della tavola da surf insieme a Silente, e i due partirono. La voce di Piton li accompagnò per un pezzo, finchè non si perse in lontananza.

‘’POOOTTERRRRR!!! Dove scappi!!! Me la pagherai! Giuro che me la pagherai!!!’’

‘’Temo che Severus non scherzi’’ disse Silente allegro ‘’guarda un po’ giù!’’ Harry abbassò lo sguardo e vide con orrore che Vernon aveva raggiunto la sua famiglia sulla spiaggia. Petunia non doveva essersi accorta di lui, perché ancora abbracciava Piton. Poi Vernon staccò un ombrellone dalla spiaggia e prese a rincorrere Piton, dandogli ombrellate in testa.

‘’Sa Preside?’’ disse Harry allegro ‘’questo scambio di corpi mi ha portato molta confusione in testa, ma sono sicuro di una cosa: le punizioni di Piton, almeno per me, non sono finite col terminare della scuola!’’

‘’Concordo pienamente!’’ disse Silente ridendo insieme a Harry. I due, a bordo della tavola volante, furono inghiottiti dalla luce estiva del tramonto.

 

 

 

 

Una mezz'ora dopo, Piton, con la testa piena di bernoccoli e un paio di lividi, solo sulla spiaggia, guardava il punto in cui Potter e Silente erano scomparsi.

''Scappa pure Potter'' disse ad alta voce ''ma io ti avevo avvertito...''

 

 

Nello stesso istante, Harry cercava di suicidarsi gettandosi dalla tavola da surf volante.

''Piiiitonnnnnnnn!'' urlava ''ti pregooo, se puoi ascoltarmi, aiutamiiiii!!'

''Harry, dove cerchi di scappare?!'' diceva Silente, gli occhi che quasi gli uscivano dalle orbite e la bava alla bocca ''Non chiamare ora il tuo nuovo amichetto Severus... abbiamo tante cose da fare insieme.....''

La risata si Silente risuonò tetra nell'oscurità calante.

                                                                                                FINE

 

 

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