...And if she decided to change her life?...

di Marti_PenguinOwl
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** AVVISO! ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 15 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


 

Ciao ragazzeee !! Eccomi tornata con una nuova storia … ù.ù !!! Buona lettura !!! =)


 

...Capitolo 1...


 

Lei non era ciò che sembrava. Lei era diversa. Lei non voleva essere quello che era. Lei voleva essere l'opposto. Lei non voleva più uccidere. Lei non voleva più essere un'assassina. Lei voleva essere UMANA. Lei aveva scelto di allearsi con i suoi nemici. Lei aveva scelto di non uccidere più. Lei aveva ucciso. Lei aveva capito che quelle persone non sarebbero mai più tornate. Lei aveva capito cosa la sua natura la portasse a fare. Lei era scappata. Lei era diversa.

Lei era un vampiro...


 

Lei era il vampiro “cattivo”, i vampiri uccidevano senza pietà gli umani per dissetarsi, lei l'aveva fatto.

Lei aveva deciso di entrare a far parte di una comunità dei vampiri “buoni”... Lei che sapeva non avrebbe resistito all'odore del sangue umano. Lei aveva scelto una vita diversa.

Lei era diversa.


 

<------>


 

-Mi avete fatto chiamare?- chiese una ragazza alta, con lunghi capelli castani che le ricadevano dolcemente sulle spalle. Gli occhi di un verde intenso, lo sguardo fiero e deciso. Si muoveva con grazia, come se i suoi piedi accarezzassero il pavimento grigio di quell'ufficio buio.

Un uomo seduto dietro a una scrivania in legno annuì lentamente. Poggiò entrambe le mani sulla scrivania scura e la guardò.

-Katrine ho un compito per te, mi è giunta voce che un gruppo di vampiri sta dando la caccia a uno dei più famosi gruppi rock della Germania. I Tokio Hotel- si fermò e la guardò. I capelli le ondeggiavano lievemente attorno al viso, gli occhi leggermente a mandorla lo scrutavano decisi. Non sembrava aver paura. -Il tuo compito è di proteggere i quattro ragazzi anche a costo della tua vita, avrai a disposizione cinque dei nostri migliori elementi. Tu coordinerai l'operazione e dovranno stare sotto il tuo comando- concluse mestamente. La ragazza non fece una piega, si limitò ad annuire piano.

-Katrine...- si alzò e le si parò davanti, sospirò. -Sei giovane, bella e sei una di loro... quando venisti qui e mi chiedesti di farti entrare nella setta io accettai, in tre anni ci sei stata sempre fedele, a dispetto della tua natura. Io ho deciso di affidarti questa missione. Non deludermi-

-Vi sbagliate... io non sono una di loro. Ho smesso di esserlo quando decisi di scappare tre anni fa- replicò tenendo lo sguardo fisso su quello dell'uomo.

-Bene... partirete tra quattro giorni, puoi andare- Katrine si limitò ad abbassare poco il capo per poi lasciare la stanza.

Si diresse a passo svelto verso la sua camera e vi si fiondò dentro gettandosi sul materasso. Si stese supina e portò le mani dietro la testa.


 

------> Flasch back <------


 

-Questa volta tocca a te Katrine- avevo paura. Una fottutissima paura di non riuscirci. Era la prima che andavo a caccia da sola. Non avevo mai ucciso. Papà mi portava sempre gli uomini già mezzi tramortiti, io bevevo solo il sangue che ne era rimasto. Ma toccava a me.

Mi diressi verso la villetta illuminata. Era un posto isolato, solo questa villette nel raggio di metri. Perfetto.

Entrai dalla finestra e trovai un uomo e una donna seduti su un divano, guardavano la TV abbracciati. Mi fiondai sulla donna e la immobilizzai, affondai i denti nella carne tenera del suo collo mentre l'uomo accanto a lei urlava e cercava di liberare la donna. Ma io ero troppo forte. Lei continuava a dimenarsi fra le mie braccia, mentre io sentivo il sangue scorrermi lungo la gola. Le sue urla mi perforavano le orecchie. Quando la donna smise di dimenarsi capì che era morta e mi lanciai sull'uomo che subito aveva cercato di ferirmi.

I miei denti perforano anche la sua pelle e il sangue caldo cominciò a bagnarmi la gola. Altre urla. Quando anche lui morì, mio padre fece il suo ingresso nella villetta.

-Brava, bel lavoro- si complimentò battendomi una mano sulla spalla. Se ero stata brava perché avevo voglia di piangere? Perché volevo tornare indietro e non uccidere quelle due persone?


 

------> Fine flasch back <------


 

Il ricordo di quella notte le invase la mente e due lacrime le solcarono il viso perfetto. Se solo lei non fosse stata così forte l'uomo avrebbe potuto impedirle di compiere quel massacro.

I vampiri non erano né super-veloci, né estremamente belli o quant'altro... avevano solo una forza soprannaturale che li distingueva dagli umani. Già, lei voleva essere umana ma non lo era.

Avrebbe voluto poter tornare indietro, ma dopo quella notte uccise ancora, forse aveva fatto in tempo ad abbandonare quello stile di vita ma per lei era successo troppo tardi. Se solo lo avesse capito prima, non avrebbe ucciso tutte quelle persone.

Era molto riconoscente a Sim, che l'aveva accolta senza pensarci troppo. Era pronta a cambiare.

Aveva lasciato la sua famiglia in una fredda notte invernale di tre anni prima. Tre anni in cui aveva sofferto per la mancanza di sangue umano. Ma aveva resistito e si sentiva fiera di se stessa.

Un sorriso le illuminò il volto rigato dalle lacrime. E tra questi pensieri si addormentò.


 

..Continua...


 

Ciao ragazze !!! =D

Ok lo so che questa storia è una cagata, ma una mia amica mi ha consigliato di postare (GIADA!!!!) xD

Mi è venuta in mente durante la lezione di grammatica, anche se non c'entra niente!! xD

Spero comunque che almeno un po' carina ci sia!!

Beh, fatemi sapere cosa ne pensateeee !!! =D=D=D

Cia ciao a tutte e RECENSITE !!! Per favore, a voi potrebbe sembrare una cosa da nulla ma a me che mi metto davanti al pc a scrivere e ad esprimere le mie emozioni attraverso la scrittura fa piacere leggere i vostri commenti e pareri!! Quindi per favore recensite !!! =)=)=)

Grazie mille a tutte!! <3

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Ciao a tutte !!! =D eccomi tornata con il 2 capitolo... BUONA LETTURA !!! =)=)


 

...Capitolo 2...


 

Si svegliò urlando, si mise seduta sul letto e si passò una mano sul viso sudato. Quelle immagini continuavano a torturarla. L'immagine di quella notte in cui aveva capito ed era fuggita per sempre.

Sperava di averle accantonate in un angolo remoto del suo passato, e invece ogni tanto ritornavano vivide nella sua mante, come se volessero prenderla in giro. Come se si facessero beffa del suo dolore.

Ma infondo sentiva di meritarselo.

Forse era il fantasma di quella donna che la tormentava, la sua ultima vittima. Rideva del suo soffrire. Voleva vendicarsi.

Senza accorgersene cominciò a piangere. Si alzò e aprì la finestra, l'aria fresca le travolse il viso e chiuse gli occhi a quel contatto. Si sedette sul davanzale e alzò la testa in modo da poter osservare le stelle.


 

 

-Sai... credo che tutte le persone che noi uccidiamo vadano lassù- mi indicò una stella, era grande, luminosa. La più bella di tutte.

-Ma perché noi dobbiamo uccidere per nutrirci?- sorrisi, era così innocente la mia sorellina. Era troppo piccola per capire.

-Perché la nostra natura è questa...- abbassai lo sguardo.

-Non mi piace uccidere...- già, proprio come me... Sospirai e la strinsi a me.


 

 

Sorrise ripensando a quella notte. La sua sorellina le mancava. Avrebbe voluto portarla con sé, ma allora era troppo piccola. Aveva solo sei anni, non poteva strapparla a sua madre. Avrebbe sicuramente sofferto molto di più di lei la lontananza dei genitori e la mancanza di sangue. Lei allora aveva sedici anni.

Erano tre anni che non la vedeva, che non le parlava, che non la stringeva forte come quella notte. Tre anni che non vedeva sua madre. Sua madre... lei l'aveva appoggiata quando aveva deciso di andarsene.

Le mancava. Le chiacchierate con lei, i suoi baci, i suoi abbracci, i suoi ti voglio bene.

Uno spiraglio di luce cominciò a farsi spazio tra il buio.

L'alba.

L'alba di un nuovo giorno. Si asciugo le lacrime e rimase lì seduta ad osservare il sole sorgere.

I deboli raggi del sole appena sorto le riscaldarono debolmente la pelle chiara, si sentì rinata. Si sentì pulita.

Scese dal davanzale e chiuse la finestra, si recò in bagno e si lasciò avvolgere dal calore dell'acqua sulla sua pelle.


 

-'Giorno Katrine-

-'Giorno- rispose.

-Sim ti aspetta nel suo ufficio- annuì e si diresse nell'ufficio di Sim, bussò.

-Oh Katrine! Vieni avanti... devo parlarti...-

Katrine si sedette e aspettò che Sim parlasse.

-Allora, bene... questi sono i quattro ragazzi- le mostrò una foto. -Questo è Bill Kaulitz..- portò l'indice su un ragazzo molto magro, i capelli tirati all'indietro, portava vestiti attillati ed era pesantemente truccato di nero, aveva un pearcing al sopracciglio e un septum al naso. -Il vocalist... lui è il suo gemello... il chitarrista Tom Kaulitz- aveva le treccine nere e una fascia bianca gli ricopriva la fronte, due palline nere gli contornavano le labbra, portava vestiti enormi e un sorriso malizioso gli incorniciava il viso. -E loro sono Georg Listing e Gustav Schafer... rispettivamente il bassista e il batterista- Il primo non aveva pearcing, né treccine. Aveva lunghi capelli lisci e castani e un look molto semplice, basato su una semplice maglietta grigia e un jeans, Gustav invece era biondo, portava una canottiera bianca e pinocchietti neri.

Katrine fu colpita dalla stile insolito di Bill, contrapposto a quello molto semplice di Gustav.

-Bene, con te verranno: Edmund, Ralf, Frans, Achill e Irma- la ragazza annuì. -Hai ancora tre giorni per prepararti... mi raccomando... mi fido di te- lei si alzò e dopo aver abbassato leggermente il capo uscì dalla stanza.

-Ehy Katrine!- si girò e andò incontro a Johanna. Le due si abbracciarono e si sedettero sul muretto.

-Allora, ho saputo della tua missione...- disse Johanna.

-Già...-

-Beh?! Come ti senti?-

-Ho paura...-

-E di cosa?- Johanna si fece triste.

-Di non riuscirci... insomma io non sono una di voi...- Johanna scosse la testa.

-L'hai detto tu che hai smesso di essere quello che eri tre anni fa no?!-

-Si, l'ho detto io... ma vedi, io sono comunque una di loro...-

-Non è vero... tu sei una di noi... una delle migliori...- Katrine abbassò il capo.

-Sim non ti avrebbe scelto altrimenti... sono sicura che porterai a termine questo compito...-

-Grazie Jo...!!- si sporse e la strinse.

-Quando sei giù basta fare un fischio...!- Katrine le sorrise realmente grata.


 

Tre giorni dopo...


 

-Allora ragazzi... loro sono le vostre nuove guardie del corpo... Edmund, Irma, Frans, Achill, Ralf e Katrine- disse David indicandoli.

-Si David ma... perché tutte queste guardie del corpo? Non bastavano Tobi e Saki?- chiese Bill.

-Beh...- David era l'unico a sapere. Era in evidente disagio.

-Ma Bill che te ne frega dai!- esclamò Tom.

-Come non detto...- alzò le mani in segno d'arresa.


 

...Continua...


 

Ciao ragazze, lo so... questo capitolo non è gran chè ma è solamente il secondo!! =)

Ringrazio:


 

Emobilla483: AMICHA !!! xD Waaaaaa sono contenta che ti piace !!! =D=D … ti piacciono i vampiri eh?! =) anche pure a me amicha !!! basta ormai mi sono fissata … xD … Spero ti si piaciuto !!! Ciao ciao amicha alla prossimaaaa !!! Ti voglio un casino di bene !!! <3 =)=)

Giady_crazy_: Giadaaaaaaaaaaaa !!! Waaaa che bellooo mi piacciono i gatti procioni vampiri magici !!! *-* … soprattutto i procioniiii !!! Mi piacciono troppooo !!! Hanno dei musiniii !!! *-* … mi sa che mi sposo con un procioneeeee !!! =D mi fai da testimone?? Eh?? Eh?? xD ciao ciao !!! TVBT !!! <3 =D

ThE_hUmAn_ToRcH_: Davvero ti trasmetto emozioniii??? Waaaaaaaaa non sai quanto mi rendi feliiiceeeeeeee !!! =D=D … sono contenta che ti intrighii !!! =D grazie mille Tinaaaaa !!! Ti voglio beneeee !!! <3

Memy881: Amoree !!! giàààà una vampira... !!! Strano che non hai fatto le tue solite predizioni su quello che deve accadere !!! xD mi mancanoooo !!! xD Spero ti sia piaciutooo !!! Ciao ciao ti amooooooo ! <3


 

Ringrazio anche chi legge in silenzio e chi l'ha messa tra le preferite/seguite... Grazie mille a tutte … e per favore RECENSITE !!! =D

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Buona letturaaaaa !!!

...Capitolo 3...


-Allora, queste sono le vostre stanze- disse David, mostrando ai cinque vampiri delle camere.

-Ma perché dormono qui?- chiese Bill confuso.
-Eddai Bill! Basta con queste domande... dormono qui punto!- esplose Georg, dopo l'ennesima perplessità del ragazzo. -Ma mi sembra … beh, strano!- si difese.
-Dormono qui... perché... per...- cominciò David.
-Per le stalker...!- venne in suo aiuto Irma.
-Già!-
Bill fece spallucce.
Katrine si ritirò nella sua stanza e si distese sul letto. Guardava il soffitto, lo studiava in tutte le sue sfumature. Individuò due crepe attorno al lampadario, qualche goccia di vernice.
In realtà stava pensando alla sua famiglia. Non aveva mai avuto un bel rapporto con suo padre, ma sua madre la adorava. Non le piaceva che stesse ai comandi di suo padre.
Si era anche ribellata qualche volta per difenderla, ma lei non aveva mai fatto niente. Quando aveva deciso di andarsene, sua madre sembrava contenta della sua scelta.
In quel momento capì che nemmeno sua madre voleva essere un assassina, e aveva anche pensato di scappare insieme a lei e a sua sorella.
Ma poi aveva capito che non se ne sarebbe andata di lì. Le mancava, si maledì più e più volte di non averla convinta a fuggire con lei. Ma ormai era troppo tardi.
Sentì bussare alla porta e rispose con un sussurro. Il volto di Tom fece capolino nella stanza.
-Il pranzo è pronto...- la ragazza annuì e si alzò dal letto per seguirlo al piano di sotto.
Ai suoi occhi si presentò una tavola bandita di tante pietanze. Deglutì rumorosamente e lanciò un'occhiata d'intesa ai suoi compagni. Dovevano mangiare per forza, o i ragazzi avrebbero cominciato a sospettare qualcosa.
Si sedette fra Tom e Irma e allungò la mano verso la forchetta.
-Buon appetito!- esclamò Bill, inforcando della pasta.
Lo stesso fece Katrine e, decisa, portò il cibo alla bocca e ingoiò.
Il pranzo passò tra innocenti domande e il tintinnio delle posate d'acciaio sui piatti di porcellana. Katrine si trovò stranamente a suo agio, era convinta che avrebbe dovuto faticare a sopportare l'odore umano, invece non le era risultato per niente difficile. Forse, i tre anni in completa astinenza erano serviti. All'inizio aveva sofferto molto per la mancanza del sangue, tanto da avere anche delle crisi. Poi pian piano si era abituata e ora era del tutto indifferente. Anche se la tentazione c'era, anche se pochissima, lei la sentiva. Ma non se ne preoccupava più di tanto, sapeva gestirla.
-Bene, David cosa abbiamo per oggi?- chiese Gustav.
-Mmh... un'intervista...- ripose il manager con la bocca piena, sputacchiando. Gustav annuì.

-BILL!!- urlò disperato Tom. -Ti vuoi muovere?! Siamo in ritardo!-
-Arrivo, arrivo!- Bill scese le scale di fretta mentre finiva di arrotolarsi al collo una collana. Arrivato all'ultimo scalino inciampò e cadde, scatenando le risa di tutti.
-Porca troia!- esclamò alzandosi e battendosi le mani sulle ginocchia. Tom non la smetteva di ridere, ed aveva contagiato anche Katrine.
-Basta ragazzi andiamo!- si incamminarono verso la limousine, Tom rideva ancora e dovette asciugarsi le lacrime.
Salirono e i ragazzi si accomodarono. Katrine si trovò di fronte Tom che ancora rideva e non poté trattenere un sorriso. Lo scrutò a fondo disegnando i suoi lineamenti con gli occhi.
La fronte alta e spaziosa, il naso sottile e leggermente all'insù, gli occhi un po' a mandorla, le mani grande e callose, le spalle spaziose, le braccia possenti.
Si stupì della bellezza e del fascino che quel ragazzo emanava. Non appena si rese conto del suo pensiero arrossì violentemente e abbassò lo sguardo sulle sue scarpe.
Avevano cominciato a parlare, sembravano amici da tempo.

L'intervista era durata due ore e, per fortuna, nessun vampiro si era fatto vivo.
Stavano tornando alla sala di registrazione dove vivevano, comodamente seduti in limousine avevano intrapreso una conversazione amichevole a cui tutti partecipavano, tutti tranne Katrine. Lei osservava la pioggia battere sul vetro oscurato dell'auto.
Ad un tratto sentì lo sguardo del chitarrista puntato sul suo corpo, ma non si voltò. Tenne lo sguardo fisso sul vetro finché l'auto non si fermò e i ragazzi scesero.
Il chitarrista continuava ad osservarla. Katrine andò spedita nella sua stanza, infilò le cuffie e continuò ad osservare la pioggia battere sulla finestra.
-Ehy, posso?- si voltò e vide Tom sulla porta. Annuì e si tolse le cuffie, il ragazzo chiuse la porta e si sedette accanto a lei.
-Beh, volevo solo sapere come stavi...-
-Bene, grazie- sorrise.
-Oggi mi sembravi giù... per questo...-
-Ehy, non devi giustificarti... anzi è carino da parte tua chiedermi come sto...- abbassò lo sguardo.
-Posso farti una domanda?-
-Si, certo...-
-Quanti anni hai?-
-Diciotto...-
-E come mai fai questo lavoro?-
-Sono scappata di casa tre anni fa... e sono incappata in questo...- una mezza verità.
-E come mai sei scappata?-
-Beh ecco... io... scusa ma non è un argomento di cui parlo volentieri...- sussurrò.
-Certo, certo... scusa sono stato troppo invadente...-
-Ma no, tranquillo- gli sorrise, e lui ricambiò.
-Ti piace la pioggia?-
-Mi trasmette sicurezza e malinconia... riflette il mio carattere...- il ragazzo annuì.
-E ho paura del buio...- confessò poi con una mezza risate, Tom sorrise.
-Sei una ragazza particolare, lo sai?- lei annuì.

Il buio la sovrastava, la luna quella notte non c'era e il lampione in strada era fulminato. Katrine si portò le coperte fin sopra la testa. Era stupido, ma il buio la terrorizzava. In realtà c'era una spiegazione, ma preferiva non pensarci.
Si strinse di più sotto le coperte, ma si rese conto che non avrebbe dormito per niente.
Si fece coraggio e si alzò, corse in corridoio e si attaccò al muro. Scese lentamente le scale e arrivò, tremante, in cucina.
Accese la luce e si rannicchiò su una sedia. Osservò a lungo la pioggia cadere, fino a quando Tom non entrò nella stanza.
-Katrine! Che ci fai qui?- chiese.
-Ehm... ho... paura...- il chitarrista aggrottò le sopracciglia.
-Oh! Giusto! Tu hai paura del buio...- la ragazza annuì.
Tom si sedette accanto a lei con il bicchiere pieno d'acqua ancora in mano.
-E non riesci a dormire...-
-Già...-
-Mmh...- sorseggiò un po' d'acqua. -Non pensare male... ma vuoi dormire con me?- Katrine si voltò verso di lui.
-Beh... se non è un problema...- il ragazzo sorrise e le prese la mano. La condusse in camera sua e si misero sotto le coperte. Tom le cinse la vita con un braccio e la strinse a se.
Katrine si sentì protetta, sicura. Non avrebbe più voluto abbandonare quel contatto, le mani forti del chitarrista le trasmettevano sicurezza. Si beò del calore e del profumo che il corpo di Tom emanava e si addormentò.
 

...Continua...
 


 

Ok, a me questo capitolo non piace per niente !!! =( Fatemi sapere cosa ne pensate... ringrazio:
 

Giady_crazy_: Waaaaaaaaa ce lo vedo proprio Bill a zappare la terra!! Bill: Mi si è spezzata un unghia ! T.T xD grazie Gia !!! TVBT !!! =D=D
Emobilla483: Amcha!!! Nuoooooooo se ti vai a nascondere in una caverna al buio non posso più rinfacciarti di aver sbagliatooo !!! xD daiii ti difendo ioooooooo !!! ù.ù spero ti sia piaciuto. Ciao ciao TVBT !!! =)=)=)
ThE_hUmAn_ToRcH_: Marty !!! Tranquilla!! Anche se sono le più serie mi fa sempre piacereeeeeeeeeeeee !!! ù.ù spero ti sia piaciutoooo !!! Ti voglio beneeeeee !!! =)=)
Grazie a tutte alla prossima... e recensite ! <3 =)

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Eccomi ragazze...
beh prima di tutto volevo chiarire le cose con
TokioInsane.

Beh, innanzitutto volevo chiederti scusa. Ho controllato ed hai ragione tu. Questa fan fiction mi è venuta in mente a scuola e ne ho parlato con un'amica che si è offerta di aiutarmi, ha scritto un bel pezzo della storia e mi ha dato molte idee, tra cui quella del temporale. Dopo aver ricevuto la tua recensione gliel'ho fatto presente ed effettivamente mi ha detto di aver copiato dalla tua fiction. Riconosco che non ha fatto per niente una cosa bella e se ne è resa conto anche lei. Oltre questo mi ha detto di aver copiato anche altre cose da te e così ho riletto entrambi i testi e ho notato che molte cose sono uguali. L'errore, comunque, non è stato solo suo, ma anche mio che non mi sono accorta delle somiglianze. Quando ho letto il pezzo di capitolo che lei aveva scritto ho avuto la sensazione di averlo già letto, ma non mi è venuto in mente che fosse una tua fan fiction. Avrei dovuto accorgermene, soprattutto perché la tua FF è tra le mie preferite, ma non ci ho fatto caso. Non sto cercando di giustificarmi, perché, voluto o non voluto, è un plagio e se tu non me lo avessi fatto presente io avrei continuato a postare cose TUE. Sono davvero mortificata per quello che è successo. Ti chiedo ancora una volta scusa e provvederò ad eliminare dalla storia questi elementi uguali e a modificare il capitolo 3. Detto questo spero tu non ce l'abbia con me. E' stata una mia svista e ne riconosco l'errore.

 

Detto questo, prego tutte di RILEGGERE IL CAPITOLO 3 in quanto ho apportato delle modifiche. Infine, chiedo scusa a tutte voi di EFP.

...Capitolo 4...
 

Il sole le arrivava sul viso, batteva sulle sue palpebre ancora chiuse. Decise di aprirle e si stiracchiò.

La sua gamba toccò quella di Tom, e solo in quel momento si rese conto della sciocchezza che aveva commesso andando a dormire con lui.
Si era sentita immensamente fragile. Lei non aveva mai avuto paura di niente e di nessuno, fatta eccezione per il buio, e si sentiva terribilmente ridicola.
Sorrise pensando alla sua stupidità e si alzò piano dal letto, facendo attenzione a non svegliare il chitarrista.
-Ehy...- si voltò e vide Tom con gli occhi gonfi leggermente aperti che la osservava. Sbadigliò, e si stiracchiò sospirando e aprendo definitivamente gli occhi. Le sorrise e si alzò a sedere.
-'Giorno...- sorrise Katrine imbarazzata.
-Dormito bene?- si premurò lui. La ragazza annuì.
-Scendi a fare colazione con me?- le chiese alzandosi dal letto molto lentamente, annuì e scesero insieme le scale.
Katrine si sedette, mentre Tom prendeva qualche croissant, del caffè e del latte, il chitarrista le diede le spalle mentre metteva i croissant nel microonde.
-Scusa per stanotte...- esordì all'improvviso Katrine. Tom si voltò e la scrutò curioso.
-Per cosa?- si informò
. -Per aver dormito con te...- spiegò. Lui sorrise e le si sedette di fronte.
-Ma figurati!- Katrine gli sorrise, sinceramente grata.
-Puoi venire da me quando vuoi...- Katrine non riusciva a capire il motivo di questo comportamento da parte di Tom nei suoi confronti. In fondo si conoscevano solo da pochi giorni e avevano parlato solo un paio di volte.
Era sempre stata una ragazza chiusa ed era riconoscente al ragazzo per aver fatto la prima mossa, ma non ne capiva il motivo. Un altra cosa che non capiva era la sensazione di sicurezza che le trasmetteva. Fin da quando i loro sguardi si erano incrociati per la prima volta, Katrine, aveva capito che quel ragazzo era diverso. Poi, quando era andato da lei per parlare, la solitudine in cui era stata chiusa per tutti quegli anni era svanita. Si sentiva bene e a suo agio con lui.
Inspiegabilmente sentiva di potersi fidare, di rivelargli tutto quello che gli passava per la testa, sapeva che se gli avesse detto la verità, lui l'avrebbe accettata. E tutto questo era nuovo per lei. Non aveva mai avuto amici, un po' perché era sempre stata molto riservata, un po' perché gli altri l'avevano sempre vista “diversa”.
Quando viveva con la sua famiglia, tutti la consideravano diversa perché non uccideva quasi mai e quando lo faceva la vedevano distrutta, affranta. Quando era entrata nella setta di Sim tutti la guardavano male perché veniva da una delle famiglie del nemico. Per questo non era abituata all'idea di amare e di essere amata.
A parte Johanna e Sim nessuno le aveva mai rivolto la parola. Ed ora che quello strano ragazza la trattava in quel modo, non riusciva a comprenderne il perché e aveva una fottuta paura di sbagliare e di mandare tutto a puttane.
Temeva di sbagliare perché non sapeva come si facesse a “voler bene”. Aveva ricevuto e dato amore solo a sua madre e alla sua sorellina, ma le veniva spontaneo perché era cresciuta con loro.
-Non mangi?- la voce di Tom la risvegliò da quei tristi pensieri. Sorrise e si portò il croissant caldo alle labbra.
-A cosa pensavi?- chiese all'improvviso. La ragazza alzò lo sguardo sul chitarrista e sorrise tristemente.
-Alla mia famiglia...-
-Oh, scusa non volevo...- lei scosse la testa e gli sorrise, lui ricambiò.
-Cosa si fa oggi?- decise di chiedere Katrine per spezzare il silenzio che si era venuto a creare.
-Dobbiamo parlare con David per le date del nuovo tour- la ragazza annuì.
-'Giorno...- fece capolino Georg.
-'Giorno!- esclamò Tom. Katrine si limitò a sorridergli. Georg prese un croissant e si sedette accanto a Tom. Ad uno ad uno, arrivarono anche gli altri due componenti del gruppo e i compagni di Katrine.
Come al solito si cominciò a parlare del più e del meno come vecchi amici e Katrine era l'unica che non partecipava alla conversazione. Tom se ne accorse e le lanciò un'occhiata dispiaciuta. Lei sorrise e scosse poco la testa come per dirgli di non preoccuparsi.

Le date per il nuovo tour furono annunciate e tutti si erano messi al lavoro. I ragazzi lavoravano duramente alle scaletta delle canzoni e facevano prove su prove, con i diversi arrangiamenti live. Stavano progettando il palco, le luci, gli effetti e Bill si era pure impegnato con Dsquared alla realizzazioni degli abiti.
Con il passare dei giorni e delle settimane, i sei vampiri si erano per metà abituati al cibo umano e controllavano costantemente l'abitazione.
Al minimo movimento sospetto si preparavano tutti ad un eventuale duello.
Nel frattempo Tom e Katrine erano diventati buoni amici, ogni sera il chitarrista andava nella stanza della ragazza e rimanevano ore a chiacchierare e spesso si dormivano insieme.
Tom, stranamente, non ci aveva mai provato e non l'aveva mai sfiorata con un solo dito. La vedeva come un'amica, un'amica e basta. La sua migliore amica, e Katrine stava imparando cosa significava avere una persona accanto che ti vuole bene, per la prima volta in vita sua aveva una persona sui cui poter contare sempre e aveva paura di sbagliare. Il suo segreto stava diventando un peso, le era già capitato di volerglielo dire. Aveva anche introdotto il discorso, ma poi la paura che Tom l'abbandonasse per quello che era la assaliva, e quindi preferiva non dire niente.
-Ehy...- Tom entrò nella stanza e si sedette accanto a Katrine.
-Ehy..- gli fece eco.
-Come stai?- chiese premuroso, accarezzandole i capelli.
-Bene... e tu?-
-Agitato...- la ragazza sorrise e si mise seduta per guadarlo negli occhi. Abbassò lo sguardo, rivelando la cortina di tristezza che l'avvolgeva.
-E' successo qualcosa?- si preoccupò il chitarrista. Katrine scosse la testa.
-Ho solo... paura...-
-Di cosa?-
-Di perderti...- alzò lo sguardo e trovò gli occhi nocciola del chitarrista che la scrutavano dubbiosi.
-Perché dovresti perdermi?-
-Non lo so... perché...- sospirò e si avvicinò alla ricerca di un abbraccio. Tom non esitò ad accontentarla e la strinse.
-Non mi perderai- le sussurrò.
-Me lo prometti?-
-Certo...-

...Due mesi dopo...
 

Il rapporto con Tom si era consolidato in quei giorni e a Katrine faceva ancora strano l'idea di avere un amico. Ma nonostante ci fosse lui adesso, Katrine si sentiva comunque sola.
Il tour stava per cominciare e tutti, compreso il chitarrista, erano indaffarati. Fino ad allora Tom e Katrine passavano insieme intere mattinate e interi pomeriggi con fumanti tazze di cioccolate sotto al naso. Ma da quando si era dato il via alla preparazione del tour era più distante.
La sera era stanco e andava a dormire quasi subito e il giorno era sempre impegnato.
La solitudine era tornata, ma sapeva che non appena questo periodo si fosse concluso tutto sarebbe tornato come prima. Il problema era che quando era sola ripensava alle sue vittime e alla sua famiglia.

...Continua...

 

Lo so ragazze, non è gran che... ma come ho detto prima ho dovuto eliminare degli elementi e siccome devo correre a studiare per il compito di domani non ho il tempo per ringraziarvi singolarmente.
-Memy881
-Emobilla483
-ThE_hUmAn_ToRcH_
-Giady_crazy
Grazie mille ragazze !!! =D Ringrazio anche chi legge in silenzio e chi ha messo tra le preferite/seguite. Ciao ciao alla prossima.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Eccomi qua !!!

...Capitolo 5...


Era sera e Katrine si trovava nella sua stanza. Decise di andare a fare una passeggiata in giardino. In pigiama, uscì e si tolse le scarpe per bearsi dell'erba soffice e bagnata sotto i piedi nudi.
Improvvisamente si trovò a pensare a Tom, aveva davvero bisogno di parlare con qualcuno e le venne in mente solo il chitarrista.
Si sedette sull'erba e si strinse le gambe al petto, affondò il viso tra le ginocchia e cominciò a piangere. E come sempre non c'era nessuno che la consolava. Nessuno, e si rese conto di essere davvero sola, sola al mondo. Sola e con un passato da dimenticare. Non voleva essere un vampiro, voleva essere una ragazza normale, magari fan dei Tokio Hotel e con qualche assurdo sogno nel cassetto.
Ciò di cui aveva bisogno in quel momento era un abbraccio, un abbraccio di una persona a cui voleva bene e che le voleva bene. Ma nessuno provava questo sentimento per lei. 
Sentì dei passi sull'erba ma non si mosse. Inaspettatamente si sentì cingere le spalle ed alzò il viso. Incontrò gli occhi nocciola di Tom e si buttò fra le sue braccia senza pensarci un attimo.
Strinse tra le mani la sua maglia e continuò a piangere. Il ragazzo la strinse più forte e poggiò il viso sui suoi capelli.
-Perché piangi?- chiese staccandosi per guardarla negli occhi.
-Perché sono sola- rispose mentre l'ennesima lacrima le solcava la guancia.
-Cosa dici?! Ci sono io e pure Irma, Edmund...- Katrine scosse la testa. -Loro mi odiano...- Tom aggrottò le sopracciglia.
-Perché?-
-Perché io sono diversa da loro...-
-In che senso diversa?-
-Beh loro sono quelli buoni... io sono quella cattiva...-
-Cosa?- domandò il chitarrista sempre più confuso. Katrine si portò le mani alla bocca e si maledisse, lo guardò con gli occhi sgranati.
-N-niente... dimentica ciò che ho detto...-
-Chi sei?- chiese allontanandosi da lei e alzandosi. Poteva leggere il terrore nei suoi occhi.
-Chi sei?!- chiese alzando la voce. La ragazza abbassò lo sguardo.
Ecco, c'era riuscita. Aveva rovinato tutto.
-Chi siete e cosa volete da noi...?-
-Tom...- si alzò e gli andò in contro, ma lui si allontanò ancora di più. -Tom... ascoltami... noi siamo qui per proteggervi, è solo che...-
-Che?- la incitò.
-Che io non...- sospirò. -Lascia stare...- cominciò a correre in camera sua gettandosi ai piedi del letto. Sentì i passi del ragazzo sulle scale e poi i pugni battere sulla porta, questa si aprì lentamente.
-Devi dirmi qualcosa?- disse Tom sedendosi sul letto e invitandola a fare lo stesso. Si sedette anche lei e abbassò lo sguardo sul lembo del copriletto.
-Tom... io... mi dispiace non posso dirtelo...-
-Perché?-
-Perché non dipende solo da me... e ne vale la vostra vita...-
-La nostra vita?!-
-Ti prego, non chiedermi più niente... ti chiedo solo di fidarti di me...- alzò lo sguardo.
-Ti fidi di me?- chiese, Tom annuì e lei sorrise.
-Grazie...-
-Ma un giorno me lo dirai?-
-Forse...-
-Ok, aspetterò... ma cos'è questa storia che ti senti sola?- Katrine sospirò.
-Nessuno mi vuole bene... e sono terribilmente sola...- si lasciò andare.
-Ci sono io... io... t-ti voglio bene...- la mora lo guardò negli occhi.
-Davvero?-
-Certo!- si sporse e l'abbracciò.
-Grazie Tom... credo di volerti bene anch'io...-
-Credi?- lei annuì. -Ok, ok mi basta...- Katrine sorrise e lo strinse più forte riempendosi le narici del suo profumo.
Profumo umano.
-Sai, a volte mi chiedo come tu dovresti proteggere noi... sei così piccola e fragile...-
-E' una delle cose che non posso dirti...- lui annuì.
-Mmh... vuoi dormire con me stasera?-
-Sì...- si misero sotto le coperte, abbracciati.
-Sei la mia prima amica di sesso femminile...- esordì all'improvviso Tom.
-E tu sei il primo amico...- disse Katrine. -E non voglio perderti per nulla al mondo...- continuò.
-Nemmeno io pulce, nemmeno io...- il respiro di Tom cominciò a farsi sempre più regolare, poi Katrine sentì la testa del ragazzo crollare sulla sua e capì che si era addormentato.

-Katrine! Katrine! Vieni presto!- si alzò dal letto e raggiunse Irma in salotto. Trovò anche Edmund, Frans, Achill e Ralf.
-E' successo qualcosa?- chiese, sedendosi accanto a Frans, che subito si alzò.
-Abbiamo avvertito degli strani spostamenti prima...- Katrine aggrottò le sopracciglia.
-Io credo che dovremmo allontanare i ragazzi con una scusa...- esordì Edmund.
-E' una buona idea... secondo me dovremmo dividerci. Tre di noi vanno con i ragazzi e tre restano qui- propose Achill, non distogliendo lo sguardo ostile da Katrine.
-Si, facciamo come dice Achill- approvò la ragazza. I cinque si guardarono negli occhi e si capirono con un solo sguardo.
-Beh, io direi che è meglio se tu rimani qui...- disse Edmund rivolto a Katrine. Lei alzò lo sguardo e corrugò la fronte.
-Perché?-
-Perché tu sei una di loro... per quanto ne sappiamo noi potresti anche rivelare loro dove portiamo i ragazzi...-
-Davvero lo credete?- chiese incredula, annuirono tutti e si rassegnò. Era lei quella che doveva comandare la situazione, ma di fronte a loro non riuscì ad opporsi. Annuì e li guardo con aria di sfida.
-D'accordo, io rimango qui...-
-Bene, allora tu, Irma e Frans rimanete qui e io, Ralf e Achill andiamo...- Katrine annuì ancora e si diresse verso le scale.
-Katrine... cosa diciamo per farli venire con noi?-
-Fate voi...- salì le scale a due a due e si sedette nel letto, facendo attenzione a non svegliare Tom che dormiva beato.
Il fatto che non era riuscita a comandare le dava fastidio, ma non voleva peggiorare ulteriormente la situazione. Si avvicinò al ragazzo e gli sfiorò una guancia.

-Dov'è che andiamo?- chiese di nuovo Georg, confuso.
-Avete preparato le valigie?- chiese David, nella speranza di non dover per forza rispondere alla precedente domanda posta dal bassista.
-Si, ma dove andiamo?!?!-
-In hotel!- rispose. I quattro si guardarono e lo seguirono fuori.
-Ma perché?- chiese Bill che gli trotterellava accanto.
-Perché si! Dai, muovetevi!!-
Scesero anche Edmund, Ralf e Achill e li seguirono, per poi entrare in un altra macchina. Tom si voltò verso Katrine che lo guardava appoggiata alla porta-finestra.
-Tu non vieni?- chiese con tristezza.
-No, resto qui...-
-Oh...- abbassò lo sguardo sulle sue sneaker. -Ti chiamo... ok?- lei annuì e si abbracciarono.
-Mi mancherai...- le sussurrò.
-Anche a me... Ti voglio bene...- disse la ragazza.
-Non più CREDO?- Katrine scosse la testa ridendo.
-No, ne sono certa! Adesso vai! Ciao!- il chitarrista entrò in auto e si voltò un ultima volta, alzò la mano e Katrine ricambiò con un sorriso. Aspettò che la macchina scomparisse e poi entrò in casa.

...Continua...
 


Eccomi qua ragazze !!! Lo so, questo capitolo non è molto lungo... ma sono riuscita a scrivere solo questo... Non ho il tempo di ringraziarvi singolarmente perché c'è mio papà a casa e se mi scopre che posto FF mi uccide... Grazie a:
 

-ThE_hUmAn_ToRcH_
-Giady_crazy_
-TokioInsane (sono davvero felice che abbiamo risolto !!! =D)
- Emobilla483 (amichaaaaaaaa!!!)
Ringrazio anche chi legge in silenzio e chi aggiunge tra le preferite/seguite. Ragazze, scusate davvero tanto !!! Risponderò singolarmente alle recensioni nel prossimo capitolo !!! Ciao a tutte e grazie mille!!! RECENSITE?!?! =)

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Eccomi qua ragazze... scusate il ritardo ma mi ero bloccata … >.< … non è il massimo ma spero vi piaccia... =)
 

...Capitolo 6...
 

-Ci sono novità?- chiese Frans mentre osservava Irma e Katrine concentrate.
-Mmh... no...- rispose Irma. -Tu, Katrine? Insomma sei una di loro forse hai più possibilità di avere visioni sui loro spostamenti, no?-
-Beh, di solito si hanno visioni sui nemici, e i miei nemici naturali siete voi.. quindi no lo so...- la vampira annuì, Katrine corrugo di più la fronte e chiuse gli occhi, cercando di concentrarsi il più possibile.
Intorno a lei solo il buio, strinse ancora di più le palpebre e nel nero si disegnarono piccoli ghirigori colorati. Poi, all'improvviso, una luce bianca sostituì l'oscurità, come un flash. Il bianco divenne denso, due piccolissime nuvole nere cominciarono a farsi strada, si avvolsero su se stesse e formarono due denti affilati. Dai canini l'ombra si estese e andò a formare una bocca spalancata, un viso, gli occhi.
Un ruggito ruppe la quiete di quel bianco accecante, gli occhi divennero rossi e i denti affondarono nel nulla.
Katrine sentì un dolore lancinante alla bocca dello stomaco e urlò. I denti strinsero di più quella densità di luce, attorno al quel viso terrificante cominciarono a formarsi dei cerchi neri che pian piano si allargarono, fino a riempire lo spazio luminoso tranne il viso che lasciò la presa e comincio a indietreggiare e a contorcersi.
Il sangue che colava dalla sua bocca bruciava la sua pelle e lui urlava di dolore. Poi tutto divenne rosso e Katrine spalancò gli occhi.
Ansimava ed era distesa per terra, sopra di lei Irma la osservava preoccupata. Katrine si passò una mano sul viso e si accorse che stava sudando.

-Cosa può significare?- da ore ormai erano tutti e tre seduti che cercavano di interpretare la visione di Katrine.
-Una volta... Mia sorella ha avuto una visione così...- Irma e Katrine si voltarono verso Frans. -Cioè, era abbastanza diversa... una sola cosa è uguale...- continuò, le due vampire lo osservavano curiose. -Il sangue che brucia la carne...- completò.
Si guardarono negli occhi in attesa di un qualche chiarimento da parte del ragazzo.
-Non siamo mai riusciti a capire, ma dopo qualche settimana mio nonno materno uccise mia madre... forse era collegato a questo... non lo so...- concluse.
Le due abbassarono gli occhi e rimuginarono sulla visione e sull'osservazione di Frans.
-Io sono stanco, vado di sopra, notte...-
-Vado anch'io...- lo seguì Irma.
-Notte...- rispose ancora sovrappensiero Katrine. Rimase lì, seduta a quel tavolo a pensare...
A rimuginare su quale legame poteva avere il sangue che bruciava la pelle e un omicidio. L'omicidio poteva essere rappresentato dal sangue, ma perché il sangue bruciava? Non aveva senso... che cosa poteva significare il sangue che brucia?
Gli occhi cominciarono a farsi pesanti e si addormentò sul tavolo.

Una stanza, un uomo.
L'uomo camminava guardingo, rasente al muro. Sembrava terrorizzato.
Uno scalpitio e l'uomo si voltò urlando, i suoi occhi si fecero grandi e prese a tremare. Staccò le mani dal muro e cominciò a correre verso l'uscita di quella stanza, qualcuno dietro lui lo inseguiva.
Uno sparo e l'uomo finì a terra, l'altro uomo dietro di lui si avvicinò e lo osservò con un ghigno soddisfatto dipinto sul volto.
-Perché?- rantolò l'uomo morente. -Sei... mio... fratello...- tossì e sputò un conato di sangue.
-Tradimento- rispose l'altro, il fratello gli prese una mano, sporcandogliela di sangue.
-I-Io... ti vog... glio... b-be...- il petto si fermò, la mano insanguinata allentò la presa e cadde, dall'occhio destro, spalancato, uscì una lacrima.
L'altro uomo urlò e si portò la mano macchiata dal sangue del fratello al petto.
La mano divenne nera e cominciò a bruciare.
I colori cominciarono a farsi sfuocati e il bianco invase la scena.


Katrine si svegliò urlando e si ritrovò in cucina. Il cellulare accanto a lei tremava, lo prese e se lo portò all'orecchio.
*P-pronto? *
*Alla buon'ora! * la voce inconfondibile di Tom le arrivò all'orecchio.
*Scusa, dormivo... *
*E brava dormigliona! *
Katrine alzò lo sguardo sull'orologio da parete e si accorse che effettivamente il sole era sorto da un po'.
*Come va lì? *
*Tutto bene, lo state trattando bene lo studio? *
*Benissimo! Puoi fidarti... *
*Se, veramente mi hai tradito... *
*Cosa? *
*Beh, dici che mi vuoi bene e che non mi vuoi perdere e poi non vieni con me... è un tradimento...*
*Oddio! *
*Che c'è? *
*Niente, scusa devo attaccare... ci sentiamo... ti voglio bene... *
Chiuse la chiamata senza permettere al ragazzo di rispondere e si lanciò su per le scale.
-Irma! Frans!- i due si affacciarono, ognuno dalle proprie stanze e la guardarono confusi.
-Ho capito! Ho capito! La visione! Tradimento! Omicidio! Affetto! Fiducia!- prese ad elencare freneticamente.
-Cosa?- esclamarono all'unisono. Katrine si calmò: -Ho capito cosa significa la visione...-
 

...Continua...
 

Ok, lo so che avevo detto che in questo capitolo rispondevo ma non ce la faccio... >.< ... PROMETTO che rispondo alle recensioni di questo chappy con il nuovo metodo di EFP... Sorry, davvero!!!
Vi ringrazio comunque tutte... =D Alla prossima... =)=)=)=)=)

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Ecco qua, vi anticipo che in questo capitolo succede qualcosa... ;) … Buona lettura...!!

...Capitolo 7...


 

-Ebbene?!- esclamò Frans, in attesa.
-Ho fatto un sogno... in questo sogno un uomo uccideva suo fratello e poi...- si bloccò e preferì non rivelare che aveva parlato con Tom. -Beh, ho riflettuto su quello che ci ha raccontato Frans...-
-Arriva al dunque...- la interruppe Irma.
-Tradimento- concluse. -Qualcuno ci ha traditi...-
-Indovina chi?!- sbottò ironico Frans indicando Katrine.
-Certo che sei proprio idiota!- sbottò quest'ultima. -Ma se la visione l'ho avuta io, cazzo! E poi ero così idiota da dirvelo?!- urlò fuori di sé, sentendosi toccata nel profondo. Irma guardò Frans come per dirgli che la sua teoria era palesemente sbagliata.
-Beh, può essere che vuoi confonderci!- si difese il vampiro. Katrine alzò gli occhi al cielo e sospirò.
-Sentite, a me è stato affidato il compito di proteggere quei quattro ragazzi, e così farò... se volete venire con me bene, altrimenti ciao ciao- concluse.
-Peccato che non sai dove Edmund li ha portati!-
-Frans!- urlò Irma. -Smettila, adesso! Io le credo e vado con lei...-
-Ma...-
-Niente ma! Ciao Frans- le due ragazze presero i cappotti e fecero per uscire dalla porta, quando Frans le fermò.
-Vengo anch'io...-

-Dov'è che sono?- chiese Katrine.
-In questo albergo...- rispose Frans posteggiando la macchina.
-Non ci faranno mai entrare!-
-Beh, proviamo...- Scesero dall'auto e ed entrarono nell'hotel a cinque stelle.
-Mi scusi...- fece Irma all'uomo della reception.
-Dica...- rispose lui sorridendo.
-Alloggiano qui i componenti dei Tokio Hotel?-
-No signorina, mi dispiace-
-Su, avanti! Siamo amici dei ragazzi!-
-Mi dispiace, signorina qui non c'è nessuno...-
Irma provò a convincere l'uomo, ma egli continuava a rispondere negativamente.
-D'accordo!- si arrese Irma, voltò le spalle e uscirono.
-Come facciamo?- chiese Frans.
-Aspettate! Io... ho il numero di Tom!- entrambi guardarono di sottecchi Katrine, lei si affrettò a recuperare il cellulare e ad inoltrare la chiamata. -E' spento...- sospirò sconsolata. -Venite!- esclamò poi, correndo verso l'hotel.

-Ecco la cameriera... vai!- Irma spinse Frans e questo affiancò una cameriera che trasportava un carrello con gli asciugamani puliti.
-Ehm... scusi...-
-Si, dica..-
-Se ti do questi...- estrasse dalla tasca un mazzetto di denaro, di fronte al quale la cameriera sgranò gli occhi. -Se te li do, tu me lo dici in che stanza alloggiano i Tokio Hotel?-
-Non alloggiano più qui...- rispose lei allungando una mano verso il denaro, Frans lo allontanò.
-No?- chiese.
-No, sono stati qui... circa un paio di giorni fa...-
-E ora dove sono?-
-Non lo so...-
-D'accordo, tieni...- le lasciò i soldi e si avvicinò alle due ragazze. Uscirono dall'albergo e si sedettero sul marciapiede.
-Ma certo! E' chiaro!- esplose Irma. -Il traditore è fra di loro, insomma... a noi hanno detto che li portavano qui e poi non è vero...- Katrine lanciò uno sguardo di vittoria a Frans che grugnì.
-Si ma come facciamo a sapere dove li hanno portati?- Solo in quel momento Katrine si ricordò che quella mattina Tom non l'aveva chiamata con il suo cellulare, ma con un altro numero. Si alzò di scatto dal marciapiede, urtando una signora, e prese il cellulare, andò nella lista delle chiamate ricevute ed inoltrò la chiamata.
-Ma se è spento...- cominciò Irma, Katrine la zittì.
*Pronto? *
*Gustav! *
*Katrine? Ciao, Tom mi ha detto di dirti, se avresti chiamato, che ha il cellulare scarico e ha dimenticato il caric... *
*Si, ok tranquillo... ascolta... dove siete? *
*In un appartamento a Lipsia... *
*Dammi l'indirizzo... *
Scrisse l'indirizzo nel cellulare di Irma e ringraziò Gustav, poi chiuse la chiamata.
-Dobbiamo trovare una cartina di Lipsia...-
-Già... mmh proviamo in quel tabacchino..- suggerì Frans, si avviarono e la comprarono. Cominciarono a scrutarla fino a quando non individuarono la via.
-E' questa!- cinguettò Irma.
-Noi siamo... qui...- disse Katrine indicando col dito un punto nella carta. -Praticamente dall'altro lato della città-
Si misero in macchina e partirono. Molte volte sbagliarono strada e dovettero tornare indietro. Ci misero una buona mezz'ora per arrivare e quando finalmente scorsero il palazzo urlarono di gioia. Posteggiarono e scesero velocemente.
-Aspettate!- Katrine e Frans si voltarono verso Irma. -Uno di loro è il traditore, no? Se ci vede arrivare capirà che sappiamo tutto...- Katrine si voltò verso il palazzo e notò che ogni piano aveva una porta-finestra che dava sulla scala antincendio.
-Giusto, Frans... devi fare una cosa: devi entrare tu e poi devi aprirci la finestra che dà sulla scala antincendio...- Frans annuì e si voltò per entrare.
-Quinto piano?-
-Si...- Irma e Katrine cominciarono a salire gli scalini di ferro, facendo un gran rumore, e si appostarono accanto la finestra. Vi sbirciarono dentro e constatarono che si trattava della camera di Georg o di Tom dato che il primo era sdraiato e il secondo suonava la chitarra. Katrine si sentì sollevata non appena li vide vivi.
Qualche minuto dopo Frans entrò nella stanza e si avvicinò alla finestra per aprirla.
-Era ora!- esclamò Irma non appena entrò.
-Che ci fate qui?- chiese Tom incredulo. Katrine, senza pensarci, si buttò tra le sue braccia e lo strinse forte.
-Dio, sei vivo...!- esclamò.
-Dovrei essere morto?- Katrine lo guardò, seria, e si staccò da lui.
-Io controllo la camera di Bill e Gustav... voi quella di David, la cucina, il salone e il bagno...- Frans ed Irma annuirono sotto lo sguardo confuso di Georg e Tom, e uscirono dalla stanza.
-Ma cosa...?-
-Tom, non te lo posso spiegare ora... devi portarmi nella camera di tuo fratello...- poi si voltò verso Georg. -Tu stai qui... non ti muovere...- lui annuì e poi insieme a Tom, uscì dalla stanza. Si avviarono verso un lungo corridoio.
-E' questa- disse Tom, Katrine si voltò verso di lui e lo guardò negli occhi.
-Tom, ascoltami... non appena di dirò di scappare fallo... cerca tuo fratello, Georg, Gustav e David poi cercate Irma e andatevene da qua alla svelta... qualsiasi cosa dovesse succedere devi lasciarmi qui e scappare... tutto chiaro?-
-Lasciarti qui? E poi cosa dovrebbe succedere?-
-Potrei morire...- Tom spalancò gli occhi e la strinse.
-No, no!- cominciò a sussurrare.
-Tom! Devi promettermelo!-
-Ma...-
-Ti prego...-
-D'accordo...- Katrine gli sorrise, poi si voltò verso la porta, dalla cucina sentì l'urlo acuto di Irma e capì che erano lì.
Aprì la porta ed entro con uno scatto, dal soffitto un vampiro la attaccò. Katrine si lanciò verso Tom e lo scaraventò contro la parete.
-Scappa!- urlò. Si lanciò sul nemico e gli morse il collo, questo urlò e solo quando Katrine alzò gli occhi capì di chi si trattava.
-Edmund?- chiese stupita. Lui sorrise e si lanciò addosso a lei, facendola cadere. Prese a picchiarla violentemente, la vampira si liberò e notò Tom che guardava la scena seduto per terra, terrorizzato.
-Scappa, cazzo!- si voltò verso Edmund e lo afferrò per la maglietta, lo scaraventò contro l'armadio, si gettò addosso a lui e cominciò a morderlo, sentiva la pelle Edmund spezzarsi sotto i suoi denti, le sue urla. Lo graffiò in più punti del corpo e gli spezzò le ossa. Edmund urlò e invertì le posizioni, si ritrovò sopra Katrine che si dimenava sotto il suo peso.
I canini del vampiro le trafissero una spalla e un dolore lancinante si fece strada lungo la sua gamba quando le unghie del vampiro ne strapparono via la carne. Katrine continuò a dimenarsi e ad urlare, sentì i colpi e i morsi di Edmund cominciare a divenire più deboli e capì che era stanco.
Doveva attaccarlo in quel moneto che era vulnerabile e lo fece: gli morse la spalla e questo scattò all'indietro, Katrine si avvicinò ansimante e cominciò a picchiarlo, a strappargli la pelle dalle ossa. Ma anche lei era stanca e fece la prima cosa che le venne in mente.
-Irma!- urlò. -Irma!- continuò ad urlare il suo nome e a picchiare Edmund, sentiva dolore in tutto il corpo ed era stremata.
I suoi colpi diventavano sempre più deboli, poi vide entrare nella stanza Frans e si lasciò andare al buio.
 

...Continua...
 


Ok, non ho niente da dire... v.v … vado di fretta... Mi lasciate qualche commentino?!?! Grazie a tutte !!! =D

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Ciao ragazze! Scusate il ritardo, non aggiorno da più di un mese… >.<… Buona lettura! =)

…Capitolo 8…
 


La luce debole della luna aveva da poco sostituito quello del sole, Tom si trovava ancora seduto sul bordo del letto e teneva stretta tra le sue una mano di Katrine. Erano ore ormai che era incosciente, si era rifiutato di lasciarla, anche solo per qualche minuto, da sola. Non era voluto andare dagli altri a farsi dire tutta la verità, voleva che fosse lei a spiegargli tutto. E aspettava, aspettava che i suoi occhi si aprissero, aspettava un suo sorriso. Che non arrivava.
Poggiò la testa sul cuscino e chiuse gli occhi, promettendosi di non addormentarsi, strinse di più la mano della sua migliore amica e si addormentò.

Aprì le palpebre più volte e si ritrovò immersa nel buio. Le faceva male tutto e cercò di alzarsi ma una fitta alla testa la costrinse a rimettersi sdraiata, solo allora si accorse che qualcosa stringeva la sua mano destra. Voltò piano la testa ma il buio le impediva di vedere qualsiasi cosa. Non capì come fu, ma sapeva che era Tom a stringerle la mano. Si avvicino cauta al corpo dormiente del ragazzo e vi appoggiò una mano, percorse il suo profilo fino a fermarsi sulle treccine e sorrise: aveva ragione. Si avvicinò col busto e posò il capo sul petto del ragazzo, che si alzava e si abbassava regolarmente. I ricordi di quello che era successo qualche ora prima l’assalì improvvisamente e spalanco gli occhi nel buio.
Non sapeva se Tom era a conoscenza di tutta la verità, ma le sembrava strano che lui fosse con lei, su quel letto. Ricordava il suo sguardo terrorizzato fissarla. E allora non capiva perché le stringeva la mano. Sperò con tutto il cuore che l’avrebbe accattata anche da vampiro, ma una parte di lei le diceva che non era così.
Strinse la felpa di Tom tra le mani e fece scendere le lacrime. Cominciò a singhiozzare e sentì la mano di Tom allargare la presa ed alzare piano il capo.
-Ka-Katrine…- sussurrò con voce roca. La ragazza strinse ancora di più la felpa e sentì le mani di Tom cingerle le spalle.
Rimasero così per un paio d’ore, poi Katrine smise di singhiozzare, si mise a sedere e si asciugò gli occhi.
-Scusa- disse poi. Sentì Tom muoversi nel buio ed avvicinarsi a lei.
-Io voglio sapere- Katrine sospirò, poi si mise seduta meglio e prese un grosso respiro.
-D’accordo, è giusto…- preferì non accendere la luce. –Beh, noi siamo dei vampiri… sia noi che quelli che vogliono uccidervi-
-Perché ci vogliono uccidere?-
-Aspetta… noi vampiri siamo divisi in due gruppi, il Clan del Nord, loro, e il Clan del Sud, noi. Ma prima non era così. Stavamo tutti insieme ma poi alcuni decisero di non voler più uccidere e andarono al sud. Non bevvero mai più sangue umano e le generazioni a venire non ne soffrirono perché non ne avevano mai assaggiato. Il Clan del Nord continuava a nutrirsi degli umani, ma col tempo si accorsero che gli umani sospettavano qualcosa e quindi decisero di uccidere gruppi di persone… che so, famiglia, gruppi di amici… in modo da poter sembrare incidenti. E beh, così loro hanno cominciato a “scegliere” le proprie vittime. E… nel vostro caso vengono pagati, con persone umane, da qualcuno per uccidervi. Non sappiamo chi sia, ma siamo qui per proteggervi- silenzio. 
Katrine allungò una mano verso Tom e gli accarezzò il viso.
-Oh, ma… tu una volta mi hai detto che eri quella “cattiva”- disse ad un tratto. La vampira abbassò lo sguardo e ringraziò l’oscurità densa di quella stanza.
-Beh, io sono… del Clan del Nord- disse, sentì Tom allontanarsi, ma lei non si mosse.
-Tu cosa?-
Katrine sospirò e poi gli raccontò tutto.
A fine racconto lo sentì sedersi nuovamente nel letto, si avvicinò e l’abbracciò forte.
-Ti prego non lasciarmi. Non ti farò mai del male- disse con le lacrime agli occhi.
Si era affezionata a Tom più di quanto avrebbe voluto.
Seguirono lunghi minuti di silenzio, poi il ragazzo le baciò la testa.
-Non ho intenzione di lasciarti. Ti voglio bene- Katrine strinse il corpo di Tom fra le braccia e sussurrò: -Anch’io te ne voglio, tanto-
 

…Continua…

Hallo leute!

Bene, questo capitolo non è molto lungo ma a me piace così! ;) Ringrazio:
- Emobilla483
-The_hUmAn_ ToRcH_
-Giady_crazy
Grazie mille, ragazze! =) Scusate, non ho tempo per i ringraziamenti singoli! Ehi, me la lasciate una piccola recensione? Dai! SU! Che vi costa? Fatte felice questa povera ragazza con il sogno di diventare scrittrice! =)=) Ringrazio anche chi legge in silenzio, alla prossima! <3

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Ciao ragazze! =) Ecco il nuovo capitolo, spero vi piaccia… Vi consiglio di leggere il capitolo con Phantomrider in sottofondo, mi ha ispirata…;) Buona lettura!
 

…Capitolo 9…

 
Passarono la notte abbracciati, cullati dalla luce della luna.
Katrine si sentì sollevata, finalmente Tom sapeva e non l’aveva allontanata come lei temeva. Non si era mai trovata in una situazione del genere, non aveva mai voluto bene a nessuno a parte sua madre e sua sorella, e quel sentimento la spaventava. Non sapeva come comportarsi con Tom, per lei era una cosa nuova, non sapeva cosa significasse avere un amico, ed esserlo, non conosceva il mondo umano, i sentimenti, le idee degli umani.
Conosceva solo il suo mondo fatto di sangue.
Non aveva alcuna intenzione di fare del male a Tom ma doveva ammettere che il suo odore la mandava fuori di testa. La tentazione di affondare i denti nella pelle morbida del collo di Tom c’era, se pur poca, e temeva che più gli stava accanto, più quella voglia del suo sangue sarebbe cresciuta. Infondo era un vampiro ed aveva più volte bevuto sangue umano, aveva più volte ucciso per nutrirsi, e l’odore del sangue, di un corpo caldo, la metteva terribilmente in difficoltà.
Si era promessa che non avrebbe mai più ucciso e bevuto sangue umano quand’era scappata di casa, ma se fosse successo?
Se avesse ceduto?
Se avesse ucciso un innocente per placare la sua sete di sangue?
Cosa avrebbe fatto, poi?
Affondò ancor di più la testa nell’incavo del collo di Tom. Pessima mossa, si scoprì a percorrere quello strato di pelle con i canini, in un attimo di smarrimento.
Tom era teso, non sapeva se Katrine avesse brutte intenzioni, era rigido tra le sue braccia, i nervi tesi.
La ragazza continuava a disegnare linee immaginarie sul collo si Tom, ed odorava la sua pelle, sempre più affannosamente. Sentiva che stava per cedere, voleva allontanarsi, ma l’odore del sangue che pulsava nelle vene di Tom glielo impediva. Si diceva che non l’avrebbe ucciso, solo un morso e qualche goccia del suo sangue.
Poteva già sentire il sapore del sangue che le inondava la bocca, che le annullava i sensi, poteva immaginarlo colare lento lungo la gola e placare quella sofferenza, poteva sentire l’urlo atroce di Tom e in un certo qual modo sentì che ne aveva bisogno, sentì che solo stringere tra le braccia il corpo morente del suo migliore amico l’avrebbe appagata.
Cominciò a passare più violentemente i canini sul collo del ragazzo, la voglia di sangue crebbe, la bestia dentro di lei si stava risvegliando.
Sfoderò i canini in un ghigno silenzioso, gli occhi le diventarono rossi e furono attraversati da un lampo di malignità.
Tom si allontanò con uno scatto, la vampira lo guardò in cagnesco, il ragazzo era terrorizzato, non riconosceva più la Katrine di qualche ora prima. Vide solo un mostro nei suoi occhi.
-Katrine…- sussurrò, cercando inutilmente di far ritornare la sua Katrine. I capelli neri le incorniciavano il viso, contratto in una smorfia: i canini brillavano alla luce della luna. –Katrine…- sussurrò nuovamente, quest’ultima si lanciò su di lui e affondò i denti nel collo di Tom.
Il ragazzo non urlò, strinse i denti. Se avesse urlato tutti sarebbero accorsi in suo aiuto e avrebbero ucciso Katrine.
Non voleva che succedesse.
-Katrine… Ti voglio bene…-
 
Finalmente sentì il sangue bagnarle la gola e godeva. Dopo tanti anni poteva sentire l’odore del sangue farsi spazio nelle sue narici ed invaderle il cervello. Il sapore del sangue le riempiva la bocca.
Si sentiva terribilmente bene e non aveva intenzione di smettere.
-Katrine… Ti voglio bene…- a quelle parole una scintilla scattò nel suo cuore.
 
Tom…
 
I suoi occhi tornarono normali, un disgustoso odore di sangue la invase. Guardò il corpo sotto di lei e scoprì con orrore un morso sul collo di Tom, si passò una mano sulla bocca, era coperta di sangue. Tom la guardava terrorizzato, incredulo e deluso.
Si faceva schifo.
Si allontanò velocemente da Tom, teneva gli occhi spalancati fissi su di lui.
 
L’ho fatto… ho bevuto il suo sangue… stavo per ucciderlo…
 
Era semplicemente sconvolta ai limiti del possibile. Si lanciò verso la finestra e scomparve nella notte.
Vagò per le strade di Amburgo per molte ore, sconvolta, delusa e terrorizzata da se stessa.
Mentre voltava in un vicolo adocchiò una fontana, vi si avvicinò e prese a pulirsi la bocca, il viso, le mani violentemente. Voleva a tutti costi cancellare i segni dell’aggressione, voleva a tutti i costi ripulirsi del sangue di Tom.
I sensi di colpa la divoravano e prese ad urlare, frustrata, nella notte.
Pianse, pianse rannicchiata in un angolo della stradina buia, pianse tutte le sue lacrime.
 

…Continua…

 
Ok ragazze, scusate per il capitolo penoso, ma la mia ispirazione è andata a farsi fottere… v.v… Spero comunque che vi sia piaciuto…
Recensioncina? ;D

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Ciao ragazze, mi scuso subito per il capitolo penoso e corto, ma ieri è morta mia nonna e sto a pezzi. Perdonatemi ma non ho molta voglia di scrivere, posto perché ha n secolo che non lo faccio. Cercate di capirmi, prometto che il prossimo capitolo sarà più soddisfacente. Spero comunque che anche solo un po’ vi piaccia. Buona lettura.

 

…Capitolo 10…

 

Tom era ancora immobile, immerso nella semi oscurità della stanza, non riusciva a credere a quello che era appena successo.

Si portò una mano sulla ferita e le sue dita si tinsero subito di rosso, il collo gli faceva male. Si alzò e si specchiò.

Era pallido, il sangue gli ricopriva interamente il collo, il mento ed aveva macchiato parte della maglietta bianca.

In un attimo si rese realmente conto di quello che era successo, e che aveva rischiato di morire.

Si disinfettò la ferita e la bendò, nel farlo i primi raggi del sole si affacciavano deboli sul mondo, Tom pensò subito a Katrine.

Dov’era?

Che faceva?

Si sedette accanto al lavandino e si prese la testa tra le mani, non seppe dopo quanto tempo, ma si addormentò.

 

I primi raggi di sole erano spuntati e Katrine era ancora rannicchiata a piangere.

I sensi di colpa e la consapevolezza che stava per uccidere il suo migliore ed unico amico le attanagliavano lo stomaco e stringevano il cuore in una presa gelida.

Si disse che probabilmente lei non ce l’aveva nemmeno, un cuore.

Capì di averlo perso per sempre, sentiva ancora il sapore del suo sangue in bocca.

Era delizioso.

Pensò di scappare, di andarsene, per non mettere più in pericolo la vita di Tom e quella degli altri ragazzi.

 

-Tom! Vieni a fare colazione?- il ragazzo si svegliò di soprassalto, era rannicchiato a terra ed ancora macchiato di sangue.

-S-si, arrivo- sbadigliò e si alzò, un giramento di testa lo costrinse a tenersi sul lavandino, Era incredibilmente pallido, probabilmente per tutto il sangue che aveva perso.

I segni del morso erano molto più che evidenti sul suo collo, così indossò una tuta pulita e si mise una sciarpa attorno al collo coprendo la ferita.

Si sciacquò la faccia cercando di riprendere un po’ di colore e poi raggiunse gli altri in cucina.

-Buongiorno…- lo salutò Gustav, si limitò a fargli un cenno col capo e poi si sedette accanto a Bill, come sempre.

-Perché quella sciarpa? Hai tutto questo freddo?- chiese Georg.

-Torcicollo.-

-Sei pallidissimo!- continuò il bassista.

-Ho dormito poco.- e lo fulminò con lo sguardo, il bassista riprese a bere dalla sua tazza e non proferì più parola.

-Katrine?- a sentir quel nome il cuore di Tom fece una capriola.

Cosa avrebbe detto?

-Oh, lei… si è ripresa stanotte e mi-mi ha detto che aveva bisogno di “mangiare” per riprendersi…- cercò di essere il più convincente possibile.

-Sarà andata a caccia di qualche animale, allora- concluse Achill. Tom annuì e dopo aver finito di fare colazione decise di salire in camera sua.

Prese la chitarra e cominciò a strimpellare qualcosa, poco dopo qualcuno bussò alla porta.

-Posso?- il viso di Irma fece capolino nella stanza.

-Certo.-

-Non è vero.- affermò decisa la vampira mentre si sedeva accanto a Tom.

-Cosa?-

-Che è andata a caccia.- e gli sfilò la sciarpa. –Lo immaginavo.-

-Non mi ha ucciso.-

-No, ma sarà in preda ai sensi di colpa. Si odierà per sempre.-

-Cosa devo fare?-

-Siete molto amici, no?-

-Si…-

-Fai quello che ti dice di fare il cuore, è un’amica in difficoltà. So che è difficile, so che hai paura che possa ucciderti, ma la conosco, credo si terrà a debita distanza sia da te che dagli altri dopo questo.- ed indicò la ferita. –Non possiamo accusarla, per lei è difficile. Ha bevuto più volte sangue umano.-

-Era così strana. Come se non fosse più lei.-

-Si, l’odore del sangue ci fa perdere noi stessi.-

Per qualche minuto il silenzio regnò nella stanza.

-Non ti ho sentito urlare...-

-Non ho urlato, sapevo che se l’avessi fatto voi l’avreste uccisa.- Irma sorrise.

-Le vuoi bene.-

-Si, tanto.-

-E quindi? Cosa farai?-

-La vado a cercare.- si alzò dal letto, prese dei vestiti e andò in bagno a cambiarsi.

-Se dovesse succedere qualcosa, chiama me. Non la ucciderò.- il ragazzo si limitò ad annuire per poi varcare la soglia di casa.

 

L’aveva cercata dappertutto, e non l’aveva trovata. Aveva paura che se ne fosse andata per sempre, il dubbio lo divorava.

Era l’unica ragazza con cui si era concesso di intraprendere un rapporto d’amicizia e non voleva perderla.

Ma infondo aveva capito che niente sarebbe tornato come prima quando Katrine gli aveva raccontato tutta la verità.

Camminava piano, calciando i ciottoli ai lati della strada, e poi la vide: era rannicchiata a terra, con le ginocchia strette al petto, il viso nascosto tra di esse. Si avvicinò lentamente e poi le poso una mano sulla spalla, piano, come se non le volesse far male.

Katrine alzò di scatto la testa e rimase a fissarlo, incredula.

 

…Continua…

 

Beh, grazie mille a tutte, a chi ha recensito e a chi legge in silenzio. Scusate, non va ringrazio singolarmente perché devo andare a prepararmi per andare al funerale. Spero mi perdonerete, la prossima volta farò i ringraziamenti singoli. Grazie mille a tutte. 

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Ciao ragazze…:) scusate l’assenza ma tra scuola e casini vari non ho avuto né voglia né tempo di scrivere!  Spero il capitolo vi piaccia…Buona lettura! :)
 

…Capitolo 11…
 

Katrine alzò di scatto la testa e rimase a fissarlo, incredula. Era davvero lì? Era davvero andato a cercarla?
Un dolce tepore le calò sul cuore, gli occhi le si riempirono di lacrime.
Lui era lì, per lei.
Ora sapeva che era in grado di fargli del male, voleva stare da lui il più lontano possibile, non voleva più sprofondare nel buio che aveva cercato di allontanare per tutti quegli anni.
Se l’era promesso, non avrebbe mai più bevuto sangue umano. E invece aveva infranto la promessa bevendo quello del suo migliore amico. Si sentiva terribilmente in colpa e si odiava a morte.
Dentro di lei qualcosa si era spezzato, forse la determinazione di poter vivere senza uccidere nessuno.
Ma il calore della mano di Tom sulla spalla, il sorriso che poco dopo le donò, la riportarono alla luce, la fecero tornare a credere nelle sue convinzioni, nella sua determinazione.
Lo guardava, lo guardava e vi vedeva dentro la voglia di ricominciare.
Lo guardava incredula, confusa, alla fine allungò una mano verso di lui. Tom si chinò alla sua altezza, le prese la mano e se la portò sul viso. Il chitarrista chiuse gli occhi e respirò profondamente.
-Dimmi solo perché, e torniamo a casa.- Katrine si stupì nel sentire quelle parole, ritrasse la mano e rimase immobile a fissarlo. Gli occhi nocciola di Tom fissi nelle sue iridi verdi.
-Perché? Io ti ho quasi ucciso.- disse alla fine.
-Già, quasi. Katrine vieni con me, ti prego.- la vampira prese a scuotere la testa energicamente.
-No, no! Io… io potrei farvi del male, io non voglio! Io… io me ne vado… me ne vado lontano, così non potrò farvi del male…- continuava a scuotere la testa e a ripetere che se ne sarebbe andata.
-Tu non vai da nessuna parte. Tu…- Tom sospirò e si portò una mano sul viso. –Ascolta. Tu per me adesso sei tutto! Non puoi chiedermi di lasciarti andare! Tu mi hai salvato la vita una volta e…-
-E la volta successiva stavo per ucciderti!- lo interruppe quasi urlando.
-Che significa?! E’ stato un momento di debolezza! Può capitare a tutti!-
-No invece! Non deve capitare! E non capiterà visto che me ne vado, sarete al sicuro con gli altri.- si alzò e Tom con lei, le si mise davanti intenzionato a non farla passare. La prese per la vita e la costrinse a poggiare la schiena al muro.
-Saresti capace di farmi fare un volo di quindici kilometri con il mignolo, ne sono consapevole. Ascoltami, ti chiedo solo cinque minuti.- sussurrò queste parole a denti stretti, con gli occhi chiusi. Non udendo nessuna risposta e nessun movimento da parte della ragazza, decise di riprendere a parlare. Strinse la presa sui fianchi di Katrine e con una mano le accarezzò quello sinistro. –Prima che arrivassi tu io non sapevo nemmeno che cosa significava avere rapporti con una ragazza che non fossero puramente sessuali. Mi sono affezionato a te, forse troppo, e non ho intenzione di lasciarti andare. Probabilmente lo farai lo stesso visto che sei centocinquanta volte più forte di me, ma devo almeno provarci.- sorrise amaramente. –Quando siete arrivati e ti ho vista così piccola, così magra, così fragile mi sono chiesto come poteva essere che tu saresti stata la nostra nuova Bodyguard. Mi sono chiesto perché una ragazza bella come te avesse scelto un mestiere così maschile. Poi ti ho conosciuta, hai una personalità forte, sei determinata… ho imparato a volerti bene e mi sono promesso che ti avrei protetta anche a costo della mia vita.- fece una pausa, tenendo sempre gli occhi chiusi. –Ieri notte quando mi hai morso io non ho urlato…- Katrine tremò sotto le sue mani. Riprese a parlare in un sussurro. –Non perché non ho sentito dolore, quello era lancinante, ma perché sapevo che se avessi urlato gli altri ti avrebbero uccisa. E non volevo. Me l’era promesso, dovevo proteggerti. Sarei morto se non ti fossi fermata. Ma sarei morto sapendo che tu eri viva. Io ti voglio bene, Katrine. Non me ne frega niente se sei un vampiro. Non mi interessa se fai parte del clan del Nord. Non mi importa se mi hai quasi ucciso. Voglio averti al mio fianco, amica mia. Per sempre. Ti voglio con me. Ti voglio con me se mai mi sposerò. Ti voglio al mio fianco se mai diventerò padre. Ti voglio accanto quando sarò sul punto di morire. Ti voglio con me per sempre.- concluse, poi aprì lentamente gli occhi, Katrine lo guardava con gli occhi spalancati, colmi di lacrime. Si gettò tra le sue braccia e pianse, pianse tutte le lacrime che aveva in corpo, stretta fra le braccia di Tom, del suo amico Tom.
 
Ritornarono a casa che era pomeriggio inoltrato.
-Finalmente! Ma dov’eri finito? Mi ha fatto preoccupare.- disse Bill non appena vide suo fratello e Katrine entrare dalla porta di casa.
-Oh, ecco ci siamo incontrati e abbiamo deciso di fare quattro passi. Tutto qua.- Bill lo guardò con aria interrogativa e cercò di leggergli i pensieri. Gli nascondeva qualcosa, se lo sentiva.
-Tom, vieni con me! Dobbiamo parlare.- afferrò il treccinato per un braccio e lo trascinò in bagno. Chiuse la porta a chiave e fece sedere il gemello sul bordo della vasca da bagno. –Ti piace?- chiese.
-Chi?-
-Katrine!-
-No! Ma come ti viene in mente?!-
-Sei sicuro?-
-Si! Siamo solo buoni amici.-
-Me lo diresti?-
-Che cosa?- rispose Tom al fratello, il quale alzò gli occhi al cielo.
-Mettiamo che ti piace Katrine, me lo diresti?-
-Ma che domande sono? E’ ovvio, sei il mio gemello!-
-Vabbè mica sei obbligato solo perché sono il tuo gemello. E comunque tu mi nascondo qualcosa, e fidati, scoprirò cosa.- se ne andò lasciando un Tom, perplesso e sempre più convinto del fatto che suo fratello fosse matto, seduto sulla vasca da bagno. Quando si convinse che discorsi del genere tra fratelli erano più che normali, si alzò e si diresse in camera sua.
Si lasciò cadere sul letto, era davvero stanco. Era stata una giornata pesante per lui: il morso, la ricerca di Katrine, le aveva aperto il suo cuore ed infine quell’assurdo discorso con Bill.
Alla fine una domanda gli frullava in testa: e se davvero gli piaceva Katrine?
 

…Continua…

 
Ragazze! Ok, lo so che non è lunghissimo ma a me piace così…:) se continuo rischio di scrivere cose senza senso e di rovinare il capitolo, quindi questa puntata di “…And if she decided to change her life?...” termina qui… ù.ù… spero vi sia piaciuto, secondo me mi è uscito proprio bene…:) però voglio sapere anche cosa ne pensate voi! ;)
Grazie mille a chi legge in silenzio, anche se mi farebbe piacere una recensione…:)
Alla prossima! <3
 
Ps: non voglio rovinare la vostra immaginazione, ognuno immagina Katrine a modo suo ed è questo il mio compito… però ci tenevo a farvi vedere come io la immagino, girovagando un po’ su internet ho visto questa foto e ho subito alla nostra vampira…
http://www.60019.it/articoli/image/2010/07-09/20100907-missitalia-verdini3-g.jpg

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Ciao ragazze! Scusate il ritardo, ho avuto un po’ di casini… @.@... Spero vi piaccia!
 

…Capitolo 12…

 
Tom andò a parlare con Bill in bagno e Katrine si ritirò nella sua camera. Sul pavimento c’era ancora qualche macchia di sangue che arrivava fin sulle pareti candide. Un conato di vomito le salì su per la gola.
Come ho potuto?
Andò in bagno e prese qualcosa per pulire il muro e il pavimento, le macchie andarono via facilmente, ma sulle pareti bianche rimase un alone arancione che non andava via.
Sembrava voler rimanere per ricordarle per sempre cosa aveva fatto.
Katrine sospirò e si avvicinò alla macchiolina, vi poggiò sopra due dita e la guardò intensamente, come a voler imprimerla per sempre nella sua mente. Annusò l’aria e notò che sapeva ancora di sangue.
Si lasciò scivolare lungo il muro e ripensò a tutte quelle volte che aveva resistito e poi, alla fine, aveva ceduto ugualmente.
-Forse ha ragione Tom, è stato un momento di debolezza. Posso ricominciare.- sussurrò tra sé e sé. Gettò la testa all’indietro appoggiandola al muro ancora macchiato. –Che devo fare?- sentì bussare alla porta e si alzò.
-Posso?- era Irma, Katrine annuì e la vampira fece il suo ingresso nella stanza. –So tutto.- disse subito, la mora alzò gli occhi verdi e incontrò quelli azzurri della bionda. –Mi ha detto tutto Tom prima di venire a cercarti.- si sedette sul letto e fece segno all’amica di fare lo stesso, Katrine si accomodò accanto a lei e la guardò intensamente.
-Oh, vuoi dirmi che me ne devo andare?-
-No.-
-No?- chiese incredula.
-No.- fece una pausa. –Anch’io sono come te.- disse poi, la mora trattenne il fiato. –Solo che ho una storia un po’ diversa.-
-Cioè?-
-Mia madre era una del Clan del Sud e mio padre del Clan del Nord, si conobbero e si innamorarono, ma ovviamente non potevano stare insieme. Così scapparono insieme, e poco dopo mia madre rimase incinta di me. Mio padre continuava a bere sangue umano, mia madre no. Quando nacqui io i miei erano già in crisi, mia madre lo detestava per il fatto che uccideva, mio padre non sopportava che mia madre fosse debole perché non lo faceva. Una sera litigarono pesantemente, mio padre picchiò mia madre che essendo appunto più debole non riuscì a difendersi. Quella notte scappò e tornò dal suo clan. Mi portò con sé, ho bevuto sangue umano misto ad animale in quegli anni, ne avevo sette quando mia madre scappò. Ma lo aveva già bevuto e mi mancava. Anch’io ho dovuto resistere parecchie volte, e ti confesso che ci sono stati momenti in cui ho quasi ucciso persone a me molto care.- nella stanza calò un pesante silenzio.
-E chi sa di questa storia?-
-Nessuno, a parte Sim e te.-
-Capisco.-
-Ascoltami, non sentirti in colpa. Può succedere.-
-L’ho quasi ucciso.-
-Lo so. Ma è nella nostra natura, e quando succede non siamo più noi stessi.- Katrine abbassò lo sguardo.
-Cosa posso fare per non farlo accadere più?-
-Credimi se sapessi come, non mi sarei macchiata di tante colpe.- Irma si alzò e lasciò la stanza, Katrine era più confusa di prima e di certo i sensi di colpa non se n’erano andati. Si alzò di scatto e raggiunse la camera di Tom. Restò per minuti interminabili ferma davanti la porta di legno bianco, poi lentamente, poggiò la mano sulla maniglia d’ottone e l’abbasso. La stanza era illuminata dalla luce che entrava dalla finestra, Tom era seduto sul suo letto con la chitarra in braccio, un foglio pentagrammato, una penna poggiata su di essa e l’aria assorta.
-Tom?- chiese in un sussurro la ragazza. Il chitarrista si riscosse e la guardò sorridendo.
-Katrine.- disse, poi le fece segno di sedersi accanto a lui, la vampira si avvicinò di qualche passo ma non si sedette.
-Io… insomma si, scusa.- sussurrò torturandosi le mani.
-Ti ho già detto che non è successo nulla. Siediti.- Katrine scosse la testa.
-Io ho paura di farti del male, è meglio se ti sto lontana, così almeno sento di meno il tuo odore.- Tom poggiò la chitarra e il foglio sul letto e si alzò, si avvicinò alla ragazza che lo guardava con cipiglio curioso. Quando ormai era a pochi centimetri da lei, allargò le braccia e l’avvolse in una stretta calorosa.
La mora chiuse gli occhi e ricambiò la stretta, si sentiva tremendamente bene tra le sue braccia, sentì le labbra di Tom poggiarsi tra i suoi capelli e accennò un sorriso col viso premuto sulla felpa del ragazzo.
-Io mi fido di te.- le sussurrò poi ad un orecchio.
-Grazie.- gli rispose. –Mmh, hai fame?- disse poi.
-Un po’.- ammise Tom ridacchiando appena e sciogliendo l’abbraccio.
-Cucino io!- esclamò piena di vitalità Katrine, lo prese per mano e lo trascinò in cucina, lo fece sedere e poi cominciò a rovistare alla ricerca di qualcosa da poter cucinare.
-I vampiri sanno cucinare?- chiese Tom curioso.
-A mia mamma piaceva, me l’ha insegnato lei.- poggiò sul bancone una manciata di pomodori. –E’ una cosa che le piaceva cucinare quando mia zia, umana, veniva a trovarci.- disse sorridendo e poi si mise all’opera.
-Quante altre cose non so di te?- indagò Tom.
-Mmh,- rispose. –parecchie.- Tom inarcò un sopracciglio e ridacchiò. –Ad esempio, ho una sorella più piccola.-
-Sì?-
-Sì! E’ dolcissima.- sorrise al ricordo della sua piccola sorellina. –Poi, oh si! Mi piace disegnare e scrivere!- si voltò appena girando il cucchiaio di legno nella pentola.
-E cosa disegni?-
-Beh,- si portò il cucchiaio alle labbra. –mi piaceva disegnare manga, o cose così. Un po’… strane, ecco.-
-E per quanto riguarda la scrittura?-
-Piccole poesie, pensieri...-
-E potrei vedere o leggere qualcosa?- chiese il ragazzo, in quel momento entrarono nella stanza gli altri tre componenti del gruppo e Irma.
-Ah, non so se ho qualcosa. Non lo faccio più da un bel po’. Posso vedere, comunque.- disse mentre trafficava tra i fornelli, Tom sorrise.
-D’accordo. E poi? Che mi dici di te?-
-Confessioni intime?- scherzò Georg, si levò una risata generale.
-Più o meno.- sorrise Tom. –Mi ha detto che un tempo disegnava e scriveva.-
-Davvero?- esclamò Gustav. –E questi capolavori dove sono?-
-Non lo so, dovrei cercarli, ma non sono sicura di averli.-
-Che profumino! Che cucini?- chiese Bill accomodandosi accanto al fratello.
-Una cosa… speciale! Piuttosto, io non ho mai ascoltato una canzone dei Tokio Hotel. Mi fate sentire qualcosa?- chiese sorridendo.
-Nemmeno io vi ho mai ascoltato!- incalzò Irma. –Fateci sentire qualcosa, dai!-
-Certo!- Tom sorrise, poi si alzò e con lui il batterista e il bassista, tornarono poco dopo. Si sedette ed abbracciò la chitarra, lo stesso fece Georg col suo basso, Gustav reggeva in mano due bacchette.
-Non sarà come avere la batteria e tutto il resto, ma ci proviamo!- Irma si sedette sul ripiano della cucina, Katrine continuò ad occuparsi del cibo.
-Monsoon?- chiese Bill, gli altri annuirono. Una melodia cominciò a risuonare nella stanza, Katrine voltata di spalle, se ne beò.
-I’m starring at a broken door , there’s nothin left here anymore my room is cold it’s makin me insane i’ve been waitin here so long but now the moment seems to‘ve come I see the dark clouds comin up again…- Katrine non aveva mai udito voce più dolce e melodiosa di quella di Bill. Smise di rigirare il cucchiaio nella salsa e chiuse gli occhi. La melodia che producevano la chitarra di Tom ed il basso di Georg le entrò dentro e la isolò dal resto del mondo. Tutto scomparve, rimase solo la voce di Bill, quella stupenda melodia e il battere regolare delle bacchette di Gustav.
Si lasciò trasportare da una scia di emozioni uniche e indescrivibili.
-Runnin through the monsoon beyond the world to the end of time where the rain won’t hurt… fighting the storm into the blue and when i lose myself i’ll think of you… together we’ll be running somewhere new through the monsoon… just me and you… a half moon’s fading from my sight
i see your vision in it’s light but now it’s gone and left me so alone i know i have to find you now
can hear your name… i don’t know how… why can’t we make this darkness feel like home… running through the monsoon beyond the world to the end of time where the rain won’t hurt… fighting the storm into the blue and when i lose myself i’ll think of you together we’ll be running somewhere new and nothing can hold me back from you through the monsoon… hey! Hey! I’m fightin all it’s power comin’ in my way let it take me straight to you i’ll be running night and day i’ll be with you soon, just me and you, we’ll be there soon, so soon… running through the monsoon
beyond the world to the end of time where the rain won’t hurt fighting the storm into the blue and when i lose myself i’ll think of you together we’ll be running somewhere new and nothing can hold me back from you through the monsoon… through the monsoon… just me and you… through the… monsoon… just me and you.- la melodia si arrestò, la voce di Bill si spense, Katreine ritornò in sé, aveva ancora il cucchiaio in mano e un sorriso stampato sul volto. Si voltò verso i ragazzi:- Dio, è stupenda!- esclamò.
-Ti piace davvero?- chiese Georg riponendo lo strumento delicatamente sul divano.
-Si! Voglio ascoltare qualcos’altro, in futuro. Cavolo, che peccato non avervi conosciuti prima. Adesso sedetevi che è pronto!- i componenti della band si sedettero a tavola e mangiarono complimentandosi con Katrine, che sorrise felice. Sembrava essere tornato tutto come prima, anzi, forse si era creato anche un rapporto più bello con tutta la band.
 

…Continua…

 
Ciao ragazze! Scusate il ritardo, davvero! Spero che vi piaccia, personalmente non è uno dei miei preferiti, ma mi piace com’è venuto! Mi scuso per eventuali errori di battitura, ma non ho voglia di rileggerlo un’altra volta! xD… Grazie mille a tutte (chi ha recensito e chi non). Spero vi sia piaciuto, alla prossima! Ciao! :)

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


 
Ciao ragazze! :)… Beh, prima di passare al capitolo volevo informarvi che questa FF sta per concludersi… siamo al capitolo 13, credo che non saranno più di 18… forse anche meno. Detto questo… vi lascio leggere! Spero vi piaccia! :)... Buona Pasqua a tutti! :)
 

…Capitolo 13…
 

Erano le tre e mezza di notte, e Katrine era nella sua stanza, immersa nel buio e terrorizzata dalla paura.
-Cazzo!- esclamò a bassa voce. –Che faccio? Mi alzo o non mi alzo?- si guardava intorno con gli occhi spalancati e li faceva vagare per la stanza freneticamente, il minimo rumore e saltava come una molla. –Ok, mi alzo e vado da Tom.- sentì qualcosa scricchiolare e saltò fuori dal letto, si mise a correre nel buio della stanza, trovò la maniglia e l’abbasso, si fiondò fuori dalla stanza e continuando a guardarsi intorno terrorizzata, entrò nella camera di Tom e si buttò sul letto, mentre alcune lacrime facevano capolino sul suo viso.
Il chitarrista si svegliò di colpo e quasi urlò, poi quando si rese conto che Katrine era sul suo letto e piangeva, si alzò e le andò vicino.
-Che è successo?- chiese cingendole le spalle, la ragazza non smise di piangere, così Tom prese ad accarezzarle la schiena scossa dai singhiozzi. –Piccola…- azzardò nuovamente, ma capì che aveva bisogno di sfogarsi col pianto, qualunque cosa fosse successa gli avrebbe spiegato una volta che si sarebbe calmata. Tom restò seduto sul letto accanto a Katrine e non smise nemmeno per un minuto di accarezzarla nel tentativo di farla calmare.
Le posò un bacio tra i capelli e dopo qualche minuto smise di singhiozzare, ma non alzò il viso dal cuscino. Rimasero minuti interminabili in quella posizione, poi lentamente, Katrine alzò il viso per incontrare lo sguardo di Tom, illuminato dalla luce della luna che entrava dalla finestra. Si avvicinò al ragazzo e lo abbracciò, lui la fece distendere con sé sul letto. Katrine teneva il volto nascosto nel suo petto.
-Il buio…- mormorò poi la vampira.
-Il buio?- chiese confuso Tom.
-Ti ricordi? Il buio mi mette paura.-
-Oh… giusto.- le accarezzò i capelli.
-In realtà non è il buio in sé. E quello che è successo…-
-Cos’è successo?-
Katrine, sempre col viso nascosto, sospirò poi parlò:- Avevo circa sette anni, non ero mai stata a caccia con i miei, mi portavano sempre le vittime a casa. Una sera eravamo in salotto, pioveva molto forte, guardavamo la Tv. Sai, anche i vampiri guardano la Tv, e suonarono alla porta, mio padre si alzò e aprì. Erano due umani, chiesero a mio padre se potevano fare una telefonata, l’unico cellulare che avevano era scarico e la macchina non partiva più.- si fermò cercando di non far scendere le lacrime. Tom attese che continuasse, anche se in cuor suo sapeva già come andava a finire quella storia. –Mio padre li fece entrare.- cominciò con voce tremante. –Non appena varcarono la soglia mio padre chiuse la porta. Mia madre si era alzata, io restai ferma sul divano a guardare mio padre. Mia madre si era avvicinata a quei due tizi. Successe tutto molto in fretta, mia madre spense la luce del salone, io avevo paura del buio ero piccola, ma quell’esperienza mi traumatizzò. Nel buio sentì il ghigno famelico di mio padre, sentì il rumore dei denti dei miei genitori conficcarsi nella carne di quelle povere persone. Sentì le loro urla disperate, sentì i loro corpi contorcersi mentre mio padre ne risucchiava il sangue. Sentì la vita abbandonare il corpo di quelle persone.- non aveva quasi più saliva in bocca. Tom la strinse forte al suo petto e Katrine ringraziò il cielo di aver un amico al suo fianco.
-Mi dispiace, piccola.- le sussurrò all’orecchio. –Rimani qua con me?- le chiese poi sorridendo, nella speranza di strapparne uno anche a lei. Ci riuscì e si abbracciarono ancora più forte.
-Mi fai sentire qualcosa?- chiese la ragazza sorridendo.
-Adesso?- Katrine annuì. –Ma è notte! Non chiedermi di svegliare Bill perché è una missione impossibile!- ridacchiarono e lei lo guardo con gli occhi ancora arrossati e il volto bagnato.
-Canti tu.- soffiò.
-Ma io non so cantare!-
-Ti prego!- il chitarrista sbuffò.
-D’accordo, canto solamente però, eh! Che se mi metto a suonare sveglio tutti. E ti canto solo una parte.- Katrine annuì entusiasta, poi si mise seduta a gambe incrociate sul letto, lo stesso fece Tom, si schiarì la voce e cominciò a cantare:- Ich bin da, Ich bin da, wenn Du willst. Ich bin da, ganz egal wo Du bist. Ich bin da, schau in Dich rein dann siehst Du mich. Ich bin da. Wenn Du nach mir greifst dann halt ich Dich. Ich bin da wenn Du willst, ganz egal wo Du bist.- Katrine lo guardava con gli occhi spalancati.
-E’ stupenda! E poi hai una voce molto bella.- Tom sorrise.
-Grazie, ma Bill canta molto meglio di me. Domani te la facciamo sentire tutta, questo era solo il pezzo finale.-
-Non vedo l’ora!- sorrise.
 
-Katrine!- le urla di Irma la fecero svegliare di colpo, scese in fretta le scale e la raggiunse in salotto, seguita dai ragazzi della band.
-Che succede?- chiese.
-Guarda.- la bionda si mosse seguita da tutti gli altri e si fermò davanti la finestra che dava sul giardino, la aprì ed indicò qualcosa sull’asfalto dietro il cancelletto. Katrine si sporse e aggrottò le sopracciglia.
-Ma è sangue?- chiese mentre scrutava la macchia rossastra.
-Si… qualche metro più lontano c’è un cadavere dissanguato.- i presenti si scambiarono occhiate cariche di significato.
–E se fossero qui?- disse Frans.
-Non lo so, ma dobbiamo andare via.- disse Irma.
-Si, hai ragione, non possiamo restare. Magari non sono loro, ma è troppo rischioso restare.- asserì Ralf. Si mossero subito: i ragazzi preparano le valigie con le cose più essenziali mentre i vampiri controllavano che non ci fossero loro simili nei dintorni, non appena furono sicuri che potevano lasciare l’abitazione, si fiondarono nelle auto e partirono.

 

…Continua…

 
Ciao! :)… Questo capitolo era una schifezza totale quando ho cominciato a scriverlo, ma grazie all’aiuto di una mia amica è diventato QUESTO! xD… si capisce che mi ha suggerito la prima parte… perché quella dopo fa schifo…ù.ù… Basta, me ne vado! xD
Grazie mille a tutte! :) **

 

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Capitolo 14
*** AVVISO! ***


...Avviso...


Ciao a tutte ragazze! Allora, con questo avviso non voglio dire che eliminerò la storia o che non la porterò a termine, ma la devo sospendere per un pò! So bene che gli esami di terza media sono una cazzata, ma visto che la sottoscritta non ha fatto un cazzo tutto l'anno, se non studio qualcosa sono nei guai. :3... Inizierò quelli scritti il 14, e dovrei finire con quelli orali il 22, riprenderò a scrivere e a postare finito tutto. Detto questo, auguro buona fortuna a chi come me deve sostenere esami, e un buon fine anno scolastico a tutti gli altri! Ci vediamo a luglio! Grazie mille a tutte! :D 

Marty. 

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Capitolo 15
*** Capitolo 14 ***


Ciao! :D… Sono tornata, si! xDD Ovviamente, questo capitolo è una cagata. Pardon! :(… Credo ci saranno gli ultimi due capitoli, al massimo tre. Beh, buona lettura!
 

…Capitolo 14…

 
-Dove andiamo?- chiese Frans, alla guida dell’autovettura.
-Ecco, dove andiamo?- gli fece eco Irma.
-Fatemi pensare!- esclamò Ralf, dopo qualche minuto fece un salto sul sedile e disse:-I miei hanno una piccola villetta non molto lontano da qui, ci vanno solo in estate, quindi è perfetto!- annuirono tutti, e Ralf diede le indicazioni a Frans per raggiungere il luogo stabilito.
Tom allungò una mano e strinse quella di Katrine. La vampira si voltò e vide nello sguardo di Tom ciò che avrebbe voluto evitare.
Cosa succederà? Chiedevano i suoi occhi. Katrine sospirò e gli sorrise, sperando di infondergli un po’ di coraggio. Si avvicinò e gli sussurrò:-Non preoccuparti.- lui annuì poco convinto, poi voltò lo sguardo sulla strada. La ragazza sospirò, voleva poter fare qualcosa per tranquillizzarlo, ma la verità era che anche lei aveva paura di quello che sarebbe potuto accadere. Appoggiò la testa sulla sua spalla, e Tom le cinse le spalle con un braccio. Si addormentò.
 
-Ehy, Kat. Svegliati, siamo arrivati.- Katrine aprì gli occhi e trovò Tom che le accarezzava una guancia e le sorrideva. –Buongiorno bell’addormentata!- esclamò ridendo.
-Buonanotte, semmai!- disse guardando il cielo.
-In effetti. Entriamo, dai.- entrarono nella villetta, dove gli altri si erano già messi al lavoro.
-Allora, ci sono solo quattro stanze, quindi io direi: Ralf, Achill e io, Gustav e Frans, Georg e Bill, Katrine e Tom.- disse Irma, contando i presenti, poi gettò un’occhiata a Katrine e le fece l’occhiolino. La vampira sorrise e la ringraziò. Ognuno si diresse nella propria stanza, non appena Katrine entrò nella sua, si gettò sul letto e chiuse gli occhi. Dopo qualche minuto sentì il materasso abbassarsi, e una mano calda accarezzarle il ventre.
-Ma hai ancora sonno?- chiese Tom.
-No. Sono solo preoccupata.- disse sospirando e mettendosi a sedere, la mano di Tom finì sul letto, lei la distese sulla sua gamba e cominciò a giocare con le dita. Il chitarrista fece una leggera pressione con le dita.
-Voi non sapete chi sono?- chiese.
-No, sappiamo solo che qualcuno ha ordinato loro di uccidervi. Ma non sappiamo chi vi voglia morti, idee? Qualcuno con cui avete avuto delle incomprensioni… non so…- il ragazzo si sforzò nel tentativo di ricordare qualcuno a cui avevano fatto un torto, ma non gli venne in mente nessuno.
-No, insomma, non ricordo di aver fatto qualcosa a qualcuno.- Katrine annuì, poi gli prese la mano e lo portò di sotto.
-Beh, novità?- chiese.
-No, non sembra esserci nessuno di pericoloso nei paraggi.- le rispose Irma, che stava controllando la veranda. –Avrete fame? Mi dispiace, ma dovrete accontentarvi di una pizza. Meglio se la vai a prendere, piuttosto di farcela portare. Frans, non si sa mai.- si guardarono, Frans annuì e poi uscì. Si sedettero e cominciarono a parlare.
-Katrine, tu non sai, più o meno, quanti vampiri mandano per una cosa del genere?-
-No, non ne ho idea.- sospirò. Frans tornò, i ragazzi mangiarono ascoltando i discorsi dei cinque vampiri.
-Pensate che sappiano che sono protetti da noi?- chiese Achill.
-Mmh… non so. Però non sono stupidi, credo se lo siano immaginato.- rispose Frans.
-E’ un grosso problema, loro sono più forti di noi.- riprese Achill.
-Si, ma giocano solo di forza.- disse Katrine. –Non sono né agili, né organizzati. Mirano alla forza e alla velocità. Non è difficile abbatterli. Sono molto prevedibili.- scrollò le spalle.
-Non dimentichiamoci che Edmund avrebbe potuto avvertirli.-
-Cazzo, vero! Edmund… chissà cosa sanno di noi.-
-Esatto, potrebbero sapere tutto, mentre noi non sappiamo nulla.- concluse Ralf. Sentirono uno schiocco provenire dalla veranda e si alzarono. Si diressero verso la porta bianca. Katrine in testa, poi Ralf e Irma. Achill si tenne dietro con i ragazzi della band.
 

…Continua…
 

Io ve l’avevo detto che faceva schifo…ù.ù Comunque sia, vi ringrazio! *W*… A chi legge in silenzio, a chi recensisce (ringraziamenti singoli in arrivo…ù.ù) e chi aggiunge tra le preferite/seguite. Bene, Bla Bla finiti! xD… Spero di avervi incuriosite, anche se avrei voluto scrivere di meglio! >.<
Ciao, alla prossima! ;)

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Capitolo 16
*** Capitolo 15 ***


Ciao ragazze! Beh, questo è l’ultimo capitolo. Spero vi piaccia, mi raccomando leggete TUTTO il mio bla, bla, bla sotto, Ci tengo!:D
 

…Capitolo 15…

 
Spalancarono la porta che dava al cortile, ma non vi era nulla. Osservarono lo spazio intorno a loro, ma tutto ciò che videro fu un gatto che rovistava fra i cassonetti dell’immondizia. Katrine tirò un sospiro di sollievo e chiuse la porta della veranda continuando a guardare fuori. Non fece in tempo a voltarsi che si sentì afferrare per le spalle.
-Kate!- urlò Tom, lì Katrine capì che era arrivato il momento. Si abbassò per sfuggire alla presa del vampiro e si voltò. Vide il volto del vampiro contratto, pronto ad attaccarla. Il nemico balzò, lei lo afferrò per le braccia e lo scaraventò sul muro, voltò lo sguardo e vide che Achill stava tenendo i ragazzi lontani. Mentre il vampiro si rialzava, dalla porta ne entrò un altro. Quando si voltò verso di lei, Katrine ebbe un tuffo al cuore.
Quello era suo padre.
Si perse ad osservarlo, e il vampiro le piombò tra capo e collo, mordendola. Katrine non si lasciò sopraffare e si gettò sul suo aggressore. Sapeva che era molto più forte di lei, ma doveva salvare i ragazzi, doveva salvare Tom. Cominciò a graffiarlo e a morderlo, si sentì soddisfatta solo quando sentì le urla di dolore del vampiro perforarle i timpani. Gli stava strappando la pelle dalle ossa, e per quanto poteva farle schifo, continuò a pensare che loro avrebbero fatto lo stesso con Tom, e non poteva permetterlo. Continuò a combattere, mentre lo sguardo terrorizzato del chitarrista si posava su di lei, voleva aiutarla ma Achill gliela impediva.
-Kate! Kate!- urlò disperato. Katrine prese a mordere e a graffiare il vampiro, ma era tutto inutile. Suo padre si avvicinò ai due, e scaraventò il vampiro lontano, poi urlò:-Fermi!- Katrine volse uno sguardo disperato ai compagni. -Oh, oh, oh. Guarda chi si rivede.- sorrise crudele. –Katrine, quanto tempo è passato. Certo che abbandonare noi, per unirti a loro!- disse con disprezzo indicando gli altri. –Sbaglio o sei quella che comanda?-
-Non sbagli.- rispose secca.
-Bene. Allora, adesso ti spiego una cosa. Noi non siamo qui per uccidere loro,- ed indicò la band. –Ma è una vendetta personale, sapevo che Sim avrebbe affidato questo compito a te.- fece una pausa. –Devo ucciderti, Katrine. Era tutto un modo per arrivare a te.-
-NO!- urlò Tom, che si divincolava tra le braccia di Achill.
-E tu chi sei? Il suo ragazzo?- il vampiro scoppiò a ridere. –Oh andiamo, Kat. E’ umano! Mi deludi sempre di più.- scosse la testa. –Dicevo, devo ucciderti. E sai perché?-Katrine rimase immobile. –Perché tu hai disonorato la nostra famiglia! Unendoti a loro, tutti hanno cominciato a deriderci!- quasi urlò. Katrine scoppiò in una risata per niente divertita.
-Uccidimi! Ma non fare del male a loro!-
-Sono solo quattro stupidi umani! Il mio interesse è quello di uccidere te, ma una ricompensa devo pur averla, no?- sorrise. Katrine scattò in avanti e lo gettò a terra, l’altro vampiro accorse in aiuto del suo capo.
-No! Vai via! Io devo ucciderla!- urlò quest’ultimo.
-Uccideresti tua figlia?-
-Tu non sei più mia figlia, da quando te ne sei andata!-
-Consolati, non ti considero mio padre da quando mi hai obbligata ad uccidere.-
-E’ la tua natura.- sorrise beffardo.
-Ti sbagli!- urlò, poi si scagliò su di lui e conficcò le unghia nella sua schiena, facendolo urlare, lui la prese di schiena e la scaraventò a terra. Katrine sentì le ossa spezzarsi. Si alzò e morse il braccio del padre, lui reagì subito e provò a romperle una gamba. Ma Katrine fu più veloce e si allontanò. Tom, dall’altra parte della stanza, urlava e si dimenava mentre Achill lo teneva fermo. Con orrore vide che dalla porta entravano altri vampiri e i suoi compagni se la stavano proprio vedendo brutta.
Il padre la afferrò per una gamba e la costrinse a terra, cominciò a spezzarle le ossa e Katrine urlò con quanto fiato aveva in gola. Avrebbe preferito lasciarsi andare e morire, ma sapeva che se l’avesse fatto, la stessa sorte sarebbe toccata a quei quattro ragazzi a cui tanto si era affezionata. Con un urlo disumano scaraventò suo padre dall’altra parte della stanza e vi si gettò sopra, ferendolo disperatamente. Non seppe perché, ma cominciò a piangere. Sentiva dolore in tutto il corpo, ma tenne duro e continuò a ferire suo padre. Le forze del vampiro andavano affievolendosi sotto le mani di Katrine.
-Chiamate Sim! Sim! Ditegli di mandare qualcuno ad aiutarci!- urlava disperata Irma. A Katrine i suoni cominciarono ad arrivare ovattati, sentiva solo la pelle di suo padre staccarsi dalle ossa, sentiva le sue urla, sentiva Tom che urlava disperato il suo nome, sentiva i suoi singhiozzi. Ma non sentiva la battaglia che infuriava nella villetta. Suo padre ormai non aveva nemmeno più la forza di reagire, ma tentò comunque di liberarsi del peso della ragazza fino alla fine. Poi spirò.
Quando il corpo si immobilizzò, Katrine spalancò li occhi e lo guardò terrorizzata. Nonostante sapesse che se non lo avesse fatto tutte le persone che amava sarebbero morte, si sentiva in colpa. Rotolò accanto al corpo del padre e voltò lo sguardo verso Tom. Era vivo, era questo l’importante. Sorrise, poi voltò lo sguardo sulla porta e vide Sim ed altri sei vampiri entrare e gettarsi sui nemici.
Sentì un urlo lacerante alle sue spalle e si voltò. Il vampiro le fu subito addosso. Katrine non cercò nemmeno di difendersi, si lasciò andare, sperando per Tom.
Gettò un’ultima occhiata al chitarrista e gli sorrise. Sim si gettò sul vampiro e lo allontanò da Katrine. Achill capì che Katrine stava per morire e lasciò la presa su di Tom, il chitarrista si lanciò sulla vampira e le prese una mano.
-Kat, Kat.- la chiamò.
-Tom…- sussurrò lei.
-Non te ne andare. Non lasciarmi!-
-L’importante è che tu stai bene.-
-No! No! Kat!- una lacrima solcò il volto del chitarrista.
-Non piangere…- le sussurrò Katrine, cercò di alzarsi a sedere ma non ci riuscì. Tom si abbassò verso di lei e le baciò la fronte, Katrine chiuse gli occhi e gli accarezzò la guancia. –Ti voglio bene.- gli disse.
-Non andare…- disse disperato il ragazzo, singhiozzando.
-Dimmelo. Un’ultima volta.- biascicò la ragazza.
-Non è l’ultima…-
-Tom, ti prego.- Tom strinse la presa sulla mano di Katrine e avvicinò le labbra al suo orecchio.
-Ti voglio bene, Kat. Sei la cosa più bella che la vita mi abbia regalato.- Katrine sorrise, poi lasciò cadere la testa indietro. Il buio s’impadronì di lei.
 

…Fine…

 
Ciao ragazze! Allora, mi scuso per l’enorme ritardato, ma volevo scrivere questo capitolo con calma. Beh, che dire? Non sono soddisfatta di come ho scritto l’intera storia, ma è stata una bella avventura. Adesso conosco i miei limiti. (:
Magari, fra qualche anno, ci riproverò, e chi lo sa che non venga meglio. Devo comunque ringraziarvi tutte, una per una, perché senza di voi, avrei abbandonato questa storia molto prima. E invece eccomi qui, a mettere la crocetta su “Fine”. Fa un po’ strano, devo ammetterlo. Non è la prima Long Fic che terminò, ma in questa non ci sarà un sequel.
Beh, ringrazio per le recensioni:
memy881; Marti TD; giady_crazy_; _Black_Abyss_; _Catia_; tommolina_483; Nobody Is Perfect; Scricciola 94; Stellina_Star, (scusate ma a lei un ringraziamento particolare…xD Devo ringraziarti moltissimo, essere apprezzata così è davvero un onore. Insomma, essere paragonata addirittura alla Meyer! (: Grazie mille, davvero!); DarkAngel14.
 
Grazie, grazie, grazie!:D
 
Poi, ringrazio chi l’ha messa tra le preferite, ovvero:
Damon4ever; Marti TD; naik; sere_96; Stellina_Star.
 
Un grazie alle dieci persone che l’hanno messa nelle seguite:
ArtKannibal_; Dan; giady_crazy_; HilfMirFliegen_TK; Marti TD; sissy_chan_; tommina25; xEhyLisa; _Black_Abyss_; _FurImmerJetzt_.
 
Grazie anche a:
D o d i, che l’ha messa tra le ricordate.
 
Cosa c’è da dire ancora?
Oh, si. Ho un piccolo favore da chiedervi. Visto che domani è il mio compleanno, che ne dite di farmi un piccolo regalino lasciandomi una recensioncina? (:
Eddai, è l’ultimo capitolo, domani è il mio compleanno… che vi costa rendermi felice? ;)

Basta, ho parlato fin troppo! xDD
Vi ringrazio ancora immensamente! (:
 

Alla prossima!
 

Marty_483_

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