La regina indomita

di Diana924
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 parte ***
Capitolo 2: *** 2 parte ***
Capitolo 3: *** 3 parte ***
Capitolo 4: *** Conclusioni ***



Capitolo 1
*** 1 parte ***


Sto per morire, ma non posso morire, non ora. Eppure è così, io, Jeanne d’Albret, regina di Navarra, sto per morire. Non ora, non ora che devo impedire il matrimonio di mio figlio, non ora. Ho dato il mio assenso, ma mi hanno costretto, e se fossi una semplice dama me lo rimangerei.

Sono nata a Saint Germain, il 7 gennaio 1528, un anno dopo che i soldati di Carlo V depredarono la corrotta Roma e il giorno dopo l’Epifania.

Mia madre era Margherita di Valois, nel mio destino le Margherite sembrano ripetersi, sorella del re di Francia, mio zio Francesco I.

Mio padre era Enrico d’Albret, re di Navarra, morto diciassette anni fa.  Mio padre viveva presso il re di Francia, e con lui era stato fatto prigioniero dopo la battaglia di Pavia. Diversamente da mio zio che era  stato portato a Madrid lui era rimasto a Pavia

Ma mio padre, con un’evasione rimasta celebre, tornò in Francia.

Quando il re riottenne la libertà decise di premiarlo, con un matrimonio. Scelse come sua sposa sua sorella, mia madre Margherita, già vedova del duca d’Alençon.

Sperava che non nascessero figli, perché mia madre era avanti con gli anni, così si sarebbe preso la Navarra, o quella parte che Ferdinando d’Aragona non si era ancora annesso.

Ma invece nacqui io, nel 1527, e mio fratello tre anni dopo. Io mi chiamavo come mio nonno Jean III d’Albret. La successione appariva scura.

Ma il giorno di Natale del 1530, mio fratello morì, lasciandomi unica erede del regno di Navarra. Questo non era un problema, avrei ereditato e regnato sulla Navarra, mi serviva solo un marito.

E la corte di Francia, dove vivevo con mia madre, era piena di duchi e principi.

Mia madre simpatizzava per le idee nuove, le idee di Lutero. E le insegnò a me. Ma lei era un’intellettuale, e le viveva come un’attitudine, mentre per me erano uno stile di vita e una missione da compiere.

Quando avevo sei anni mia madre aveva realizzato un’illustrazione di una messa papista. Io, giustamente sdegnata rifeci il disegno, solo che feci i vescovi e i preti con delle teste di volpi.

Ma la corte dei Valois non mi piaceva, e cercavo di stare il più possibile in Navarra, a Pau, la nostra capitale.

Poi, quando ebbi dodici anni venni promessa e sposai Antonio di Borbone, primo principe del sangue, che aveva dieci anni più di me.

Io avanzavo, nel mio abito coperto di gemme e altri preziosi, stupendo ma pesantissimo. Facevo fatica, e non lo nascondevo.

Mio zio, che se n’era reso conto, e fece una cosa che ci lasciò tutti a bocca aperta.

Chiamò Anne de Montmorency, il suo connestabile, il compare di mio cugino il Delfino Enrico, e gli ordinò di reggermi lo strascico.

A un conestabile di Francia, eroe delle battaglie italiane, l’unico che lo aveva assistito durante la prigionia a Madrid, fu dato il compito di un domestico, di un valletto.

Il connestabile obbedì, non avrebbe potuto fare altrimenti, ma poi disse: <>, e lasciò la corte. Sarebbe tornato solo otto anni dopo, alla morte di mio zio, che con quel gesto gli aveva manifestato il suo sfavore.

Fu allora, nel 1548, che sposai Antonio, e lui divenne re consorte di Navarra.

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Capitolo 2
*** 2 parte ***


Da lui ho avuto cinque figli, ma solo due, Enrico e Caterina, sono ancora vivi; e Enrico si sta per sposare, anche se contro il mio volere, anche ora che io sto per morire. Avvelenata.

Io ormai mi ero convertita al calvinismo, e mia madre era morta.

La corte dei Valois non mi piaceva, e a differenza di mio marito iniziaì a stare sempre più spesso in Navarra, per prepararmi al mio ruolo di regina.

Negli anni, anche grazie al fatto che a corte pochi si ricordavano di noi, eclissati da quei fanatici papisti dei Guisa, riuscì in ciò che mi ero prefissata.

Mi tenevo in contatto epistolare con il grande Calvino, e con Teodoro Beza, il suo luogotenente, che vivevano in Svizzera.

Furono loro a incoraggiarmi nel fare ciò che dovevo fare.

Imposi il calvinismo come religione di Stato nel mio regno, alla morte di mio padre Enrico, che era morto nel 1555, e bandì il cattolicesimo.                                                                                                                                                                                       Ma Non potei evitare che i miei figli crescessero nella decadente, papista e viziosa corte dei Valois.

Mi raccontarono che il re Enrico II, suo zio, gli aveva chiesto se volesse essere suo figlio; al che lui rispose : << Mon père c’est le seigneur roi qui est là >>. E mio cugino gli chiese, se allora volesse essere suo genero, visto che non voleva essere suo figlio, e lui rispose di si.

Mai, ho dato la mia approvazione, ed ecco la mia ricompensa, la morte, che vergogna, che disonore.

Nel 1560 annunciai la mia conversione, e bandì i cattolici dal mio regno.

Nel 1562 morì mio marito Antonio, e non versai una lacrima, anzi, ne fui felice.

Io lo avevo protetto, lo avevo reso re di Navarra, gli avevo dato dei figli, e lui come mi aveva ripagata? Tradendomi, prendendosi un’amante, generando un bastardo, e infine tornando al cattolicesimo, e divenendo il cane fedele della regina madre, Caterina de’Medici, l’odiosa banchiera papista.

Io ora ero libera di fare ciò che volevo, e lo feci. Trasformai la Navarra in una roccaforte calvinista, e mi trasferì a La Rochelle, da dove governavo e tenevo corte.

Mio marito era morto durante l’assedio di Rouen,e come ultima cosa, tipica di lui, fece venire sia un uno dei nostri pastori che un prete cattolico.

X tracywelsh: grazie per i complimenti... ho avuto difficoltà el documentarmi, ma sono felice che ti paiccia il modo in cui ho reso questa donna eccezionale

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Capitolo 3
*** 3 parte ***


La regina madre e la sua scellerata corte hanno visitato il mio regno, durante un viaggio durato ben due anni, ma non sono riusciti a farmi cambiare idea.

E ora questo matrimonio, come se non lo sapessi.

La giovane Margherita. E’ bella, graziosa, intelligente, ma è il suo animo che mi preoccupa. Conosco che le voci d’incesto, lei e i suoi fratelli. Specialmente quel damerino italiano del duca d’Angiò, che vogliono fare re di Polonia, da quel che ho sentito io, qui, nel mio regno.

Non solo, non solo. Ha avuto una relazione con Enrico di Guisa, lo sanno tutti, lui voleva sposarla. E ora ha rinunciato a lei, solo perché lo ha detto la regina madre. Non mi fido di lei; è infida, tortuosa e machiavellica, un’italiana intrigante.

E i Guisa. Ora si appoggia di nuovo a loro, come prima si appoggiava solo a Coligny. Falsa, donna falsa e bugiarda.

Dice che vuole la pace, ma né lei né i Guisa ci credono. I Guisa, la pace …. la vogliono come vogliono la loro conversione alla fede maomettana.

E io.. ormai che posso fare, i guanti, è colpa loro, dei guanti … io tossisco, io sto male, salvatemi, sono la regina di Navarra, sono Jeanne d’Albret, salvatemi!

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Capitolo 4
*** Conclusioni ***


Jeanne d’Albret, regina di Navarra, madre di Enrico IV, morì a Parigi, il 3 giugno del anno 1572.

Donna determinata e fanatica fu la vera rivale di Caterina de’Medici.

Se la fiorentina era  intrigante e cercava sempre di conciliare le due parti, Jeanne era fanatica e intollerante ai cattolici, che bandì dal suo regno non appena divenne regina di Navarra alla morte del padre Enrico II di Navarra.

Sua madre era Margherita di Valois, conosciuta come la Margherita delle Margherite, autrice dell’Heptameron, una raccolta di novelle sull’esempio del Decamerone di Boccaccio. Sua madre era un’intellettuale, e visse la Riforma come un’inclinazione della mente, diversamente dalla figlia, che già da bambina si fece conoscere per il suo fanatismo.

All’epoca della sua morte, nonostante l’autopsia affermasse che la regina era morta a causa delle febbre, che agì insieme alla tubercolosi di cui era affetta da anni e che il suo polmone destro era ormai atrofizzato; molti ugonotti non vollero credere che la loro regina fosse morta di malattia.

Ed ecco i famosi guanti viola avvelenati, dono di Caterina de’Medici, avvelenati da Ruggeri, il suo avvelenatore e astrologo.

Oggi, dopo diversi studi e infinite ricerche, si può affermare che la voce dei guanti avvelenati è solo una leggenda, un’altra che diffama Caterina de’Medici, ormai reine noire per eccellenza.

Enrico III di Navarra, poi Enrico IV di Francia, sposò Margherita di Valois, e ottenuto l’annullamento sposò Maria de’Medici. Fu ucciso il 10 marzo 1610, da Raivillac, prima della spedizione in Olanda.

Sua sorella, Caterina di Borbone, minore di Enrico di quattro anni, sposò nel 1599 il duca di Lorena, Enrico I di Lorena, che era figlio di una delle figlie di Caterina de’Medici, Claudia di Valois, quindi suo nipote.

Non ebbero figli e lei morì nel 1606, dopodiché il marito sposò Margherita Gonzaga, nipote della regina Maria de’Medici.

Bibliografia:

Benedetta Craveri: Amanti e regine

Jean Orieux: Caterina de’Medici

André Castelot: La regina Margot

Alexander Dumas: La regina Margot

Mariangela Melotti: Caterina de’Medici

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