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Debito di Sangue Di
JenniferButterflyGirl Tradotto da freya Parte 1/13 Paring: Harry/Draco Sommario: AU. La vita
di uno per la vita di un altro, tale è la legge dei vampiri.
Draco Malfoy, un potente vampiro, è venuto a raccogliere il debito
di sangue dovuto a lui da Vernon Dursley. Suo nipote, Harry Potter,
sarà colui che dovrà pagare il prezzo.
Prologo: Il Debito
di Sangue di Vernon Dursley.
Appezzamenti di
terreno di Dursley, Rectorland Dell'ovest, 4532 S.C. Draco Malfoy lisciò
via alcune ciocche di capelli di un biondo quasi bianco dai suoi occhi.
Lui stava stancandosi del ronzio incessante di Vernon Dursley.
L'uomo sembrava sempre più un maiale, realmente. I suoi occhi erano
tondi e troppo piccoli per la sua faccia. Masse di carne sporgevano
dal colletto dei suoi sgargianti abiti. L'uomo era biondo, ma non del
platino di Draco. I capelli di Dursley assomigliarono ad un
blocco di burro. La pelle dell'uomo era disuguale. Vernon Dursley era
poco attraente per dire il minimo. Dire il più, lui era un spreco
ambulante di carne umana. Draco prese un sorso
lungo del vino che Dursley gli aveva offerto. Come una regola
generale, il vampiro non aveva gusto per vino. Lui l'ha preso giusto per
essere gentile. Ora lui non desiderò
niente più che gettare il vino nella faccia dell'uomo. Draco stava seduto in
quella che lui presunse era la sedia più comoda della famiglia
Dursley. Lui era stava quasi affondando nei cuscini. La sala parlava di
eccessivo cattivo gusto. Draco si sentì male. "Io non credo che
lei sa con chi sta parlando, Dursley", Draco parlò in modo lento.
"Io credo che fossero le mie azioni che l'hanno tenuto al potere. Lei
mi deve un debito. Siccome io lo trovo, indesiderabile è dire
il minimo, il costo deve essere pagato da un membro della sua
famiglia. Tale è un debito di sangue. Anche io non posso cambiare cose
così antiche." Dursley diede una
sdegnosa risata. Lui strofinò insieme le proprie mani, come se lui
stesse pensando. Draco stesso dubitò che Dursley fosse capace di tale
azione. Poi di nuovo, meditò
Draco, le persone possono essere sorprendenti. "Lei sa, il
nipote di mia moglie è stato affidato alla nostra cura", disse lentamente
Dursley. "Io gli darò il ragazzo. Lui è un po' turbato, ma lui è di
famiglia. Io non gli darò mio figlio." Draco si scosse la
testa, come se lui stesse essendo il più paziente possibile. "Io
non voglio suo nipote, Dursley. Io voglio suo figlio. Quelli erano i termini
del nostro accordo. Io voglio suo figlio. Suo nipote non è caro a
lei come suo figlio, come è ovvio. Il punto saliente di un debito
di sangue, Dursley è pagare caramente per lui." Draco era sicuro che
la mente di Dursley stava ronzando di nuovo su qualche cosa. Lui non
stava prestando attenzione, comunque. Qualche cosa lontano
più interessante stava trotterellando attraverso la via
d'accesso. Un piccolo, ragazzo
con capelli neri impaludato in abiti color topo, era entrato nella
stanza. Il ragazzo era piccolo per la sua età e piuttosto pallido. I
suoi piccoli piedi nudi barcollarono sul pavimento di ciottolo.
Draco pensò che il bambino sembrava triste. Il piccolo ragazzo
aveva gli occhi più verdi che Draco mai aveva visto. Lui sorrise
leggermente, furbescamente. Draco poteva affermare che aveva le
giuste potenzialità per essere piuttosto bello. Draco aveva vissuto
abbastanza a lungo per dire precisamente che genere di bambini
crescerebbe in adulti attraenti. Quasi 300 anni di vita gli avevano
permesso di vedere molte generazioni nascere, riprodursi e morire. C'era solo un piccolo
punto da chiarire, nella sua mente. Draco si trovò a
chiedersi se questo ragazzo fosse il figlio di Vernon Dursley. In
qualche modo, lo dubitò. Il ragazzo sembrò aggraziato. Era agile.
Luisembrava quasi non fosse di questo mondo. Dursley, con la sua
massa di carne ampia e portamento pesante era ancorato fermamente
alla realtà. Dursley aggrottò le
ciglia. "Ragazzo! Ti avevo detto di stare fuori di qui! Nient'altro
che guai, ecco quello che sei. Solo guai." Il piccolo ragazzo
guardò come se lui capisse appena. Lui alzò lievemente la sua
testa disordinata da un lato, emettendo un con suono gorgogliante. "Voglia Mamma e
Papà! " disse il bambino, piuttosto rumorosamente. Draco notò che Dursley
diventò di un brillante rosso. "I tuoi genitori
sono morti, ragazzo. Ti dovrai abituare a ciò." Draco quasi si ritirò
alla durezza delle parole di Dursley. Il bambino guardò come
se avesse voglia di piangere. I suoi occhi verdi colmi di
brillanti lacrime. "Mamma e Papà
andati via? " chiese lui tirando su col naso. Dursley non rispose a
questo. Lacrime scesero dagli occhi del bambino, precipitando
sopra le sue guance pallide. Draco sentì pietà per l'orfano. "Io non penso,
Dursley", disse leggermente Draco, " dovrebbe parlare con un bambino in
quella maniera. Io dubito che lui capisca quello che lei sta dicendo a
lui. Lui non può essere più che due estati in età." Vernon rivolse la sua
attenzione a Draco, mentre sorridendo furbescamente
leggermente. "Sì, due estati in età. Noi ora l'abbiamo dal molti mesi. Il suo
nome è Harry Potter. Il ragazzo è il bambino della defunta sorella
di mia moglie e suo marito." Draco accennò col capo
leggermente. "Posso incontrare suo figlio, poi Dursley? " La
voce di Draco era mite. "Perché non va recuperarlo per me? Io guarderò
Harry qui." Draco notò appena
quando Vernon Dursley uscì. Lui comprese solamente che la società nella
stanza era migliorato notevolmente. Il piccolo ragazzo
dagli occhi verdi guardò su a Draco curiosamente. Draco gli fece segno
di venire più vicino. "Vieni qui,
Harry. Io non ti farò male", Draco bisbigliò. La sua voce aveva una qualità
ipnotica. Lui desiderò mettere Harry ad agio, e lo chiamò più
vicino. Gli occhi del ragazzo
volsero leggermente su di lui. Lui si avvicinò a Draco. Draco arrivò
in giù ed accarezzò dolcemente i suoi capelli morbidi, scuri.
"Tu sembri essere un piccolo dolce ragazzo. Io mi chiedo come sei finto
qui." "Sai dove sono
Mamma e Papà? " il ragazzo chiese. Draco scosse la testa e toccò
dolcemente la guancia di Harry. Draco non offrì
risposte ad Harry. Draco, onestamente, non sapeva cosa dirgli. Un rumore, quasi un
grido, trasse Draco dai suoi pensieri. Dursley rientrò nella stanza,
portando qualche cosa che assomigliava più ad una piccola balena che
ad un bambino. Draco ebbe voglia di
gemere. Il ragazzo deve essere il figlio di Dursley. Lui
certamente era grasso, biondo e rumoroso abbastanza per passare come un
Dursley. Gli occhi di Draco
aleggiarono dal bambino strillante al calmo, quieto ragazzo dagli
occhi verdi. Non vi era molta scelta, realmente. Decise di
prendere Harry, anche se lui dubitò che la perdita di suo nipote
provocherebbe a Dursley molto dolore. Un sospiro molle
scappò dalle labbra di Draco. "Suo figlio è insopportabile.
Comunque, io trovo suo nipote alquanto interessante. Io prenderò Harry per
pagare il suo debito di sangue." Dursley accennò col
capo leggermente. "Lo prenderà ora? " C'era una nota di
delizia nella voce di Dursley che disgustò Draco. Lui non poteva
prendere ora il ragazzo. "No, io ora non
lo prenderò. Io verrò per lui quando sarà maggiorenne",
disse Draco. Il fatto che Vernon
Dursley sembrò deluso alle parole di Draco quasi fece decidere al
vampiro biondo di prendere Harry con lui. Lui non voleva fosse fatto
male al ragazzo. Tale non sarebbe il
caso, comunque. Inoltre, lui non desiderava allevare il bambino. Quello che lui
desiderava era tutta la vita e il fuoco che il giovane porterebbe a
lui. "Lasci la stanza
per un momento, Dursley. Voglio parlare al giovane Harry da solo",
Draco mormorò. Draco si sorprese a
come rapidamente l'uomo porcino ed il grumo di grasso che passava per
un bambino, lasciò la stanza. Draco era con Harry da solo. Il
ragazzo sembrò un po' spaventato. Lui stava fissando i suoi
piccoli piedi nudi. I suoi occhi verdi furono nascosti dai suoi
lunghi capelli. Draco l'andò a
prendere e lo guardò molto attentamente. Quasi istintivamente, il
ragazzo rivolse i suoi occhi a Draco. Draco fece una pausa per un
momento e sorrise come lui abbassò Harry in giù nella sedia. Lui era molto lieto
della sua scelta. "Quando sarai più
vecchio", disse leggermente Draco, "io ritornerò per te. Vernon Dursley
ha trasferito il suo debito di sangue a te, bambino." Harry semplicemente lo
fissava. Lui battè le palpebre come un piccolo gufo. Draco
lisciò di nuovo via i capelli dalla fronte di Harry. Draco mise la
sua mano fredda sulla fronte di Harry e mormorò le parole antiche e
notorie del debito di sangue. "Il tuo sangue
per il suo debito. La vita di uno per la vita di un altro. Legato dal
sangue per sempre, ora appartieni a me", Draco mormorò leggermente. Lui tirò via la sua
mano dalla fronte di Harry. Il bambino ora mostrava il marchio
sagomato in una freccia, distintivo di Zeus. Anche gli dei
riconobbero il debito di sangue. Tutti quelli messi sotto il debito di
sangue portarono tale marchio. Nessun altro ora lo
toccherebbe. Lieto, Draco mise di
nuovo il ragazzo sul pavimento freddo. Harry rabbrividì leggermente
e guardò Draco. Lui toccò la sua fronte con un piccolo tocco e
rise scioccamente. "Mi sento bene!
" Harry strillò. Draco sorrise. Il trasferimento aveva funzionato. Il luogo dove lui pose
il marchio, formicolerebbe piacevolmente ogni qualvolta Draco
desidererà portare sentimenti di piacere. Brucerebbe se Draco gli augurasse
dispiacere. Sebbene Draco dubitò
che lui mai desidererebbe far male attraverso il marchio ad Harry
Potter. Gli piacque comunque, l'idea di fare il sentire il ragazzo
trascurato protetto. "Addio, Harry
Potter. Io ritornerò quando sarà giunto il momento", Draco bisbigliò. E Draco Malfoy svanì.
Se la situazione fosse stata diversa, il viaggio sulla carrozza di Draco
Malfoy, sarebbe potuto essere il massimo. L’interno era tappezzato da un ricco
velluto verde. I cuscini erano lussuosamente morbidi. E dentro vi era
abbastanza spazio perché Harry potesse stendersi, sul morbido sedile di fronte
al vampiro, completamente.
Ma Harry resistette alla tentazione. Non voleva che Malfoy pensasse che
lui avesse accettato la situazione.
Quest’ ultimo, non distoglieva gli occhi da lui, e ciò stava diventando
un poco incomodo per il moretto.
Conscio di aver ancora le tracce di lacrime sul viso, cercò di asciugarsi
il volto. Anche se sapeva perfettamente che Malfoy le aveva viste.
Quando si vide offrire un fazzoletto, si spaventò.
Apprensivamente, alzò gli occhi, incontrando quelli di Draco. L’uomo
biondo gli sorrise in modo incoraggiante.
“Prendilo, e usalo.” Disse calmo Draco.
Con un cenno di ringraziamento, Harry si asciugò gli occhi.
“Ehm...suppongo di doverti ringraziare…” Bisbigliò.
“Non ce né bisogno… Davvero…” Draco fece una pausa, come indeciso se
proseguire o no .
Questo confuse Harry. Da quello che aveva capito di lui, Malfoy non era
il tipo di persona che aveva tentennamenti. Malfoy sembrava sapere sempre
esattamente quello che voleva dire.
“Ti piace la pioggia?” gli bisbigliò Draco. “Hai sempre amato la pioggia.
Tutte le giornate di pioggia mi ricordavano te, sai? Sei l’unica persona che
conosco che ami la pioggia al punto di uscire sotto essa…” sospirò come immerso
nei ricordi.
Harry si chiese come l’uomo potesse essere a conoscenza di questo. Come
potesse essere così sicuro che lui amasse davvero la pioggia. Si ricordava
perfettamente quando, da piccolo, usciva a giocare nella pioggia.
Come amasse fare lunghe passeggiate sotto la pioggia scrosciante. In un
qualche strano modo, gli era più facile pensare, più facile piangere nella
pioggia. Le gocce di pioggia che scendevano lungo le sue guance erano come
lacrime. Nessuno mai avrebbe potuto rendersi conto che stava realmente
piangendo.
Si chiese se Malfoy avesse capito che era quella la vera ragione. Il
pensiero l’infastidì più di quello che avrebbe desiderato. Odiava pensare che
Malfoy lo conoscesse così bene. Lo faceva sentire nudo. Rabbrividì, e sperò di
non mostrare troppo la fragilità delle sue difese. Il nervosismo, gli fece torcere
il fazzoletto di seta tra le mani.
Draco, non aveva allontanato lo sguardo da lui per un secondo, e ciò
continuava a farlo sentire sempre più a disagio.
Harry strinse gli occhi. “Com’è possibile che tu mi conosca così bene?
Parli come se mi conoscessi da molti anni, ma io non ti ho mai visto.
È...sconcertante!”
“Io ti ho osservato” Rispose dolcemente. “Ti ho seguito da quando eri un
bambino piccolo. Non volevo essere invadente. Volevo solamente sapere come
stavi. Ed osservandoti, ho compreso di aver ricevuto molto più di quel che
pensavo. Perché più ti guardavo, più mi attaccavo a te…”
Harry alzò un sopracciglio, mordendosi un labbro. “Non ha senso. Parli di
preoccuparti per me, di osservarmi, ma mi hai permesso di soffrire.
Sfortunatamente per te, io ho un altro sogno. Di cui non ti importa nulla, pur
di soddisfare il tuo?”
Draco se ne uscì in una risata, e si sporse per toccare un ginocchio del
ragazzo. A tale mossa, Harry si ritirò, e Draco, con un sospiro, lasciò cadere
la mano.
“Desidero che tu mi lasci almeno toccarti, Harry. Io non sono tuo zio e
non ho intenzione di farti del male. Voglio che il mio tocco, per te,
significhi conforto e piacere.” Disse con voce gentile, mite, mentre continuava
a guardarlo.
Harry rabbrividì, e strinse al petto le braccia. Odiava sentirsi
così...indifeso.
“Stai evitando la mia domanda, Malfoy?” Gli rispose con voce fredda, o
almeno cercando di farla sembrare tale.
Draco rise di nuovo. Era una risata asciutta, come quando versando un
eccellente liquore in un bicchiere, questo fa tintinnare il ghiaccio. “E va
bene, mio caro, se proprio insisti… La tua asserzione che io appartenga alla
classe più alta dei Vampiri, è giusta. Io sono un Lord. E proprio per questo
non potevo prenderti con me. I Lord hanno molti nemici. La guerra con gli
Anziani si è chiusa solo da appena vent’anni. Molte sono le ferite ancora
aperte. Rectorland dell’Est e dell’Ovest non sono divenuti improvvisamente
amici fraterni. Le leggi dei Lord ad est e le leggi degli Anziani; è solo
questione di tempo prima che un nuovo conflitto scoppi. Nella mia posizione,
non potevo permettermi di mostrare un possibile punto debole. Ed un bambino,
era chiaramente impossibilitato a difendersi.”
Harry assentì col capo. “I miei genitori perirono in quella guerra. Gli
anziani proibirono i Libri di Conoscenza proprio dopo quei giorni. Li
ritenevano la causa di tali ribellioni.”
Harry odiava la guerra, a causa sua non aveva nessun ricordo dei suoi
genitori. Sapeva solamente che vi era stata una scorreria ai possedimenti
Potter; nessuno sapeva per quale strano motivo lui, era sopravvissuto. La
maggior parte della gente aveva ipotizzato che, essendo ancora così piccolo, i
suoi fossero riusciti a nasconderlo in qualche modo, e che lui fosse uscito dal
nascondiglio una volta che era tornato il silenzio.
Nessuno aveva voluto caricarsi di una nuova bocca da sfamare, soprattutto
in quel periodo così incerto, così, venne spedito dagli unici parenti rimasti:
i Dursley.
Sorridendo, Draco osservava l’alternarsi delle emozioni sul volto del giovane.
“E tu, Harry, cosa ne pensi? Credi che siano i Libri di Conoscenza la causa
della ribellione?”
Harry sentì il suo viso arrossire. La pelle chiara rendeva impossibile
non accorgersene, e lui, sentì il suo viso ardere. Harry aveva commesso
parecchie infrazioni alla legge, quando iniziò a leggere quei libri, alla
ricerca di notizie sul misterioso marchio che ornava la sua fronte.
“Penso..” mormorò Harry “che la conoscenza è solo conoscenza. Non bene o
male. E come questa conoscenza viene usata che fa la differenza. Gli Anziani
hanno commesso uno sbaglio a proibire la conoscenza del sapere contenuta in
quei libri”
Draco non sembrava sorpreso dal modo di pensare del giovane, ed Harry non
se ne stupì. Draco era, in fondo, per sua ammissione la persona che lo aveva
osservato per anni, era normale che sapesse cosa stesse leggendo.
Il biondo si sporse verso di lui, poggiando i gomiti sulle sue ginocchia.
Il suo sguardo d’argento non lasciava il viso di Harry. I raggi lunari,
giocavano a creare lampi candidi sulle zanne perlacee di Draco.
“Sai Harry, che simili parole potrebbero portarti nelle prigioni degli
Anziani, vero?” Chiese Draco.
Harry avrebbe giurato di aver sentito un che di seducente nel tono basso
della voce dell’altro uomo. Fermamente, tentò di annullare tale sensazione.
“Mi piace pensare che gli Anziani non siano intenzionati a soffocare
nessun tipo di conoscenza. La loro azione è un atto troppo drastico. Comunque,
non sono d’accordo neppure con i Lord, e lei è un Lord. Non ce la vedo a
marciare attraverso la sala del consiglio degli Anziani per riportare le mie
opinioni!” Rispose Harry, con un poco di sarcasmo nella voce.
Draco si spostò di nuovo, riportandosi in ombra. Ma ancora potevano
vedersi i bagliori della luna sulle zanne del vampiro. Ed Harry poteva
avvertire ancora gli occhi d’argento che lo osservavano.
“Sei molto intelligente, Harry. Ma per tornare alla tua domanda
originaria, sarebbe stato molto pericoloso per me averti al mio fianco. Se gli
Anziani sapessero dell’importanza che avevi ed hai per me, saresti diventato
immediatamente un bersaglio. Neppure io sarei riuscito a proteggerti
continuamente” Mormorò Draco. “Mi permetti, ora, di toccarti?”
“No!” Rispose secco Harry. Non desiderava lasciar perdere l’argomento e,
inoltre, non era sicuro che fosse cosa buona permettergli di toccarlo.
“Harry…Harry…Comprendi che i Lord possiedono grandi poteri mentali? Se io
voglio toccarti, io lo faccio. E tu, in un modo o nell’altro, sarai d’accordo!”
Disse il vampiro biondo, con il tono calmo e tranquillo usato nell’atrio.
Harry non dubitava che Draco sarebbe stato capace di mettere in pratica
le sue minacce.
“Se io non mi oppongo...Se io ti permetto di toccarmi, poi mi prometti di
non usare i tuoi poteri di controllo?”
Il volto nell’ombra accettò, rispondendo con un cenno del capo. “Non
voglio usarli. Non intendo portarti a letto, non ancora almeno. Harry, io
voglio solo toccarti. Sono ormai troppi anni che sto aspettando questo momento.
Vieni, c’è molto posto accanto a me”
Harry non disse nulla, ma accettò di sedersi accanto a lui, senza però
toccarlo. Non desiderava sentire la gamba del vampiro contro la sua, ne
avvertire il braccio di lui su di se.
L’incertezza durò un momento. Poi, il braccio di Draco circondò le sue
spalle. La mano fredda di Draco prese dimora sul suo braccio, stranamente
confortante.
“Io non ti costringerò, Harry” Bisbigliò il vampiro nell’orecchio del
giovane. “Ma mi piacerebbe che poggiassi la testa sul mio petto”
Incerti occhi color verde incontrarono la calma degli occhi grigi. Le
parole di Hermione ritornarono alla memoria del giovane. Gli occhi di Draco
sembravano guardarlo con dolcezza. Chiudendo gli occhi, Harry cercò di non
pensare a quello che stava per fare. Rapidamente, prima che l’incertezza
prendesse il sopravvento, posò il capo sul freddo petto del vampiro.
Era un’esperienza surreale. Draco Malfoy era, dopotutto, morto. Harry non
avvertiva alcun battito.
Stranamente, avvertì una sensazione di calma.
Un bacio gentile, si posò sul suo capo. “Ti ci abituerai, Harry”
Bisbigliò Draco, con tono gentile, al suo orecchio. “Ora rilassati, e parla un
poco con me”
Harry strofinò la testa sul petto dell’uomo. “Perché stai facendo
questo?”
Ci furono parecchi momenti di silenzio, prima di aver risposta.
Draco Malfoy stava finalmente facendo ciò che desiderava da anni. La
testa di Harry posava contro il suo petto, e il suo braccio circondava le
spalle del giovane. Erano anni che stava aspettando questo momento. E posò un
nuovo bacio sul capo di Harry.
Draco pensò attentamente alla domanda. Dalla risposta poteva dipendere lo
svolgersi del loro futuro. Questo era un momento critico per la relazione
appena iniziata tra loro. Doveva conquistare la fiducia del suo piccolo debito
di sangue.
“Questo è ciò che volevo. Io desideravo un compagno, ed un donatore,
chiaramente. Il fatto che il debito di sangue da me scelto sia lei - un ragazzo
dolce, intelligente, bello e che io trovo molto affascinante - è un beneficio
aggiuntivo. L’idea di dover bere sangue da uno dei Dursley, mi faceva
rivoltare. L’idea di bere da te, invece, è molto piacevole. Oltre a ciò, l’idea
di godere della sua compagnia, è estremamente gradevole!” Fu la risposta di
Draco.
Draco poteva sentire Harry tremare leggermente accanto a lui. Strinse
gentilmente le spalle col braccio, spostando l’altra mano scese sulle sue
ginocchia.
“Stai portandomi a Rectorland Est, vero?” Bisbigliò Harry.
“Si” Fu l’ unica risposta. Non c’era bisogno di negarlo. Stava portandolo
via da tutto ciò che conosceva ed amava.
Il silenzio era diventato oppressivo. Draco poteva avvertire il crescente
battito del cuore del giovane. Il sangue che, sempre più velocemente, scorreva
attraverso le sue vene. Sempre più veloce.
Harry stava diventando sempre più agitato. La respirazioneveloce, causata
dalla sempre più crescente paura.
“Io non voglio andarmene!” Gridò improvvisamente. “Per Zeus, mi stai
allontanando da tutto! Io non voglio! Non c’è nulla là per me! Per favore,
riportami dai Dursley!”
Gridò contorcendosi per scappare alla presa di Draco che si era fatta
molto più decisa, costringendolo a rimanere appoggiato a lui contro la sua
volontà.
“Pensavo che saremmo rimasti in Rectorland dell’Ovest! Io sono un
mortale, Malfoy! Un mortale! Senza la protezione degli Anziani, sono
condannato! Ho sentito ciò che accade ai mortali che si avventurano in
Rectorland dell’Est! LORO NON RITORNANO, MALFOY! NON RITORNANO MAI!” Gridò in
tono isterico.
Draco spedì, attraverso il marchio, onde calmanti, ricevendo un’occhiata
gelida da Harry.
“Per l’ inferno, esci dalla mia mente!” Disse a denti stretti,
cercando di resistere con scarsi risultati, perlopiù.
“Io ti proteggerò, te lo prometto. Nessuno ti farà del male!” Disse calmo
il biondo.
Harry rise, sebbene fosse una risata priva di umorismo. “Per tutti gli
Dei, Malfoy. Sembri stranamente ignorante sul tuo paese. È alla base di tutta
la sua legge. Solo il Lord dei Lord può garantire la completa sicurezza a
quelli che transitano per il paese. È in tutti i Libri di Conoscenza!”
Un sorrisino saputo fece la comparsa sul volto di Draco.
“Sono sorpreso che ancora non ci fossi arrivato…”
“Cosa...che cosa...che cosa... vuoi dire?” Chiese Harry timoroso.
“Chi pensi che io sia, precisamente?” Gli chiese Draco divertito.
Otto Leghe Est dei
Possedimenti dei dursley, Rectorland dell’Ovest, 4550 S.C.
Lo sguardo di Harry era fisso sul vampiro biondo, che
sorrideva furbescamente, studiando i dettagli del suo viso. Erano, visibili, le
zanne. Alla luce della luna, con il viso in ombra, metà illuminato dalla luce
dell’astro notturno, sembrava quasi...scellerato. Harry pensò che davvero
meritava il suo titolo.
Harry impallidì leggermente, abbassando lo sguardo alle
proprie mani. La situazione andava di male in peggio. Non pensava che fosse
possibile, ma tantè.
Abbastanza stranamente, harry desiderò poter tornare ai
giorni in cui la sua massima preoccupazione era dover superare in astuzia lo
sgradevole zio. Quello non richiedeva un grande sforzo. Era stato di gran lunga
facile insultare l’uomo senza che lui riuscisse chiaramente a capirlo.
In realtà, nella durata degli anni, era divenuto uno dei suoi
hobby favoriti, quello di insultare suo zio.
Ora, Harry desiderò di poter tornare a quei giorni, anche se
ciò comportasse il fatto di esser colpito da Vernon Dursley, se ciò
significasse liberarsi di Draco Malfoy.
Tuttavia, il marchio impostogli dal vampiro, lo legava. L’Alto
Lord, lo dichiarò suo per estinguere il debito di sangue. E lui, non seppe mai
di alcun intervento, sia umano che divino, che potesse interferire con tale
legame.
Gli Anziani erano in svantaggio con l’Alto Lord, dato che
nessuno conosceva il suo vero aspetto. Nessuno, in Rectorland dell’Ovest aveva
mai visto il suo volto, almeno dalla fine della Grande Guerra. L’identità del
Signore dei Vampiri, era stata ferocemente protetta, e nessuno si riferiva a
lui tranne che con il suo titolo.
Inoltre, dopo la Guerra, ci fu un fiorire di dicerie, che il
Lord dei Lord era rimasto ucciso, fu quella più gettonata. Certamente, se ciò
era verità, i vampiri avrebbero sostituito rapidamente il loro leader.
Comunque, quello che accadeva oltre il confine, era un mistero per gli abitanti
di Rectorland dell’Ovest. Nulla trapelò sull’eventualità che fosse stato eletto
un nuovo leader. Comunque, non sarebbe stato prudente per loro rimanere senza un
regnante, soprattutto in un epoca così difficile come l’odierna.
In definitiva, il fatto che il Signore supremo dei vampiri
potesse girare così tranquillamente per il regno, senza poter esser
riconosciuto, non sorprendeva minimamente Harry.
La serie di eventi che aveva portato Harry a scoprire
l’identità del vampiro, definiva perfettamente il tipo di fortuna che
perseguitava il giovane.
Il Lorde dei Lord era il più potente di tutti i vampiri di
Rectorland dell’Est. Generalmente, il titolo passava di mano grazie ad una
battaglia che includeva prove di intelligenza, forza e abilità pura e semplice,
o almeno così era descritto in uno dei libri che erano passati nelle sue mani.
La mente di Harry stava girando. Per un momento, il ragazzo
si chiese se davvero, forse, le letture fatte erano davvero state un bene.
Qualche volta, decise, era decisamente meglio non conoscere.
Gli Anziani, erano molti anni che avvertivano la gente del
fatto che l’Alto Lord poteva esser nella stessa loro stanza, la stessa locanda,
lo stesso tempio e nessuno di loro potrebbe accorgersene.
Tali affermazioni, gettarono il sospetto sulla popolazione,
generando in essa un sentimento di paranoia. Come conseguenza della guerra, gli
Anziani proibirono i Libri di Conoscenza, affermando che solo chi era seguace
dell’Alto Lord, poteva desiderare di leggerli.
Harry aveva ignorato il bando, leggendo qualunque cosa
colpisse la sua attenzione.
sembrava, ora, che stesse giungendo il momento di pagare per
tale desiderio di conoscenza. Forse avrebbe dovuto ascoltare gli anziani. Era
evidente che vi era una parte di verità, in ciò che affermavano. Harry, ancora
stava poggiato contro il freddo torace di draco Malfoy.
“Quindi, sei l’Alto Lord.” Disse calmo. “Sei il re di
Rectorland dell’Est. Questo può spiegare molte cose.”
Un piccolo sorriso, fu la risposta che ricevette. Nonostante
le ombre che avviluppavano il volto del vampiro, Harry potè vedere il
scintillio delle zanne perlacee.
“Si, io sono il re.” Fu la risposta di Draco. “Non devi
temere nulla, io non permetterò che tu sia in pericolo quando giungeremo nel
mio regno. I miei sudditi sanno che ciò che mi appartiene non deve essere
toccato. Come regola generale, i mortali non tornano vivi perché io non
desidero che informazioni su di me o il mio regno, possano giungere agli
Anziani. Tuttavia, per quanto riguarda te, è diverso. Tu appartieni a me.”
Lo sguardo di Harry si fece scuro. Odiava trovarsi in quella
situazione. Odiava il fatto che, ancora una volta, lui si trovasse in una
situazione in cui non aveva alcun controllo. “Io non desidero esser considerato
un possesso. Sono già stato costretto ad esser soggetto alla volontà di un uomo
nella mia vita, non desidero ripetere l’esperienza.” Fu la fredda risposta del
giovane.
L’unica risposta di Draco fu un sorriso. ”È diverso, Harry,
se guardi bene alla situazione. Io non sono tuo zio, sai. Le cose saranno molto
diverse tra di noi.”
Harry tentò di farsi beffe di tale asserzione, ma l’effetto
venne vanificato da un enorme sbadiglio. Harry stirò il suo giovane corpo e
sospirò. Era stanco. Era stato un lungo e faticoso giorno per Harry.
Draco sorrise, comprendendo lo stato del ragazzo. “A due
leghe da qui c’è una locanda. Ci fermeremo per la notte.”
Capendo che non era il momento per avviare una discussione,
Harry accennò col capo. Era meglio rimandare a quando fosse meno stanco, per
avere una possibilità di vincere.
Locanda della Botte,
Rectorland Dell’Ovest, 4550 S.C.
Lo sguardo argenteo di Draco Malfoy non abbandonava mai il
giovane. Era affascinato da Harry. Il viso del giovane non nascondeva nessuna
delle emozioni che in esso passavano. Al contrario di ciò che una vita dura di
tre secoli aveva, invece, insegnato al vampiro.
Draco si chiese se lui fosse mai stato così innocente quando
ancora era un mortale. Probabilmente no, fu la risposta che si diede. All’età
di Harry, lui era già da molto un guerriero. Aveva già visto e -causato - la
morte.
No, Draco Malfoy non era mai stato così giovane.
Al momento, Il suo Harry sembrava nervoso. Era seduto
rigidamente sul letto ad una piazza della stanza. Non aveva permesso a se stesso
di mettersi comodo, sedendosi sulla spessa coperta, anche se era evidente che
desiderasse andare a letto. I suoi occhi, sospettosamente, corsero al biondo
vampiro.
Sembrava che il giovane pensasse che Draco Malfoy, fosse ora
pronto per gettarsi su di lui.
Tale pensiero, ragionò Draco, non era poi così distante
dalla verità. Draco doveva alimentarsi. Harry era il suo debito di sangue.
Naturalmente, Harry si aspettava di dover fornire il suo sangue a Draco.
L’Alto Lord, aveva realmente bisogno di sangue. Erano
passati già molti giorni da quando lui si era alimentato di caldo, vivo sangue
mortale. Sentiva che gradualmente, dentro lui stava crescendo il freddo. Stava
cominciando ad avvertire il gelido alito del freddo mortale che colava
attraverso la sua pelle, nelle sue morte ossa. Si sentiva come se stesse
gelando dall’interno.
Harry, con la sua pelle arrossata e calda, il suo alito
dolce, il sangue che scorre nelle sue vene, era un pasto delizioso.
“Harry.” Bisbigliò Draco, spedendo onde di calma, attraverso
il marchio. “Devo alimentarmi, e deve essere da te.”
“No.” Fu il bisbiglio di risposta, i verdi occhi che lo
guardano. “Non puoi. Non lo farò Malfoy. Non voglio che tu mi tocchi.”
A volte, il ragazzo era davvero sciocco, decise Draco.
Sciocco, ma forte e orgoglioso. E Draco l’adorava.
Un nuovo sorriso ironico, fiorì sul volto del biondo. “Di
nuovo, Harry. Sembri pensare che io ti stia dando una scelta in questa
questione. Io sono l’Alto Lord , ed io voglio il tuo sangue. In un modo o
nell’altro, io l’avrò. Posso fare in modo che ciò sia facile per te, e ti posso
promettere che lo godrai. È un’esperienza piacevole. Puoi accettarlo con
grazia, ora, o io userò la forza.”
Draco fece una pausa. “Preferirei che tu accettassi la cosa.
Gradirei mostrarti il piacere che posso darti alimentandomi da te. Comunque,
non esiterò a costringerti.”
Harry chiuse gli occhi, esalando un profondo sospiro. Draco
immaginò che non sarebbe stato possibile per il giovane sembrare più arcigno o
risoluto se lui stesse affrontando l’ascia di un carnefice.
Draco spinse la sua mente in quella del giovane, dandogli un
abbraccio mentale.
Al suo tocco, Harry rabbrividì leggermente. I bei occhi
verdi del giovane si chiusero, e si rilassò visibilmente.
Draco si avvicinò ad Harry. Il giovane sembrava quasi
stordito. Draco si aspettava tale reazione. Lo sistemò dolcemente sul letto,
sedendosi accanto a lui, sul morbido materazzo. Una mano, accarezzo la guancia
di Harry, provocando un brivido al freddo tocco del vampiro.
Un dolce sorriso attraversò il viso di Draco. Finalmente
Harry era suo. Finalmente poteva assaggiare il suo sangue.
Era così caldo, fu il pensiero di Draco. “Resta steso sul
letto.” Bisbigliò il vampiro. “Rilassati. Io mi prenderò cura di te.”
Harry rimase quieto sotto il tocco di Draco, steso sul
materazzo. Le lunghe dita del biondo, accarezzarono le guance del giovane.
Al freddo tocco, rispose un brivido di Harry. Draco,
tuttavia, presto avrebbe ricevuto calore. Il sangue di Harry, avrebbe
provveduto a ciò.
Draco avvertivache
il controllo della sete di sangue, su cui lui aveva lavorato per anni,
allentarsi come si inclinò verso il collo del ragazzo. Il biondo leccò
lentamente, quasi ipnoticamente, il collo di Harry. Avvertiva il palpito della
vena del collo di Harry.
Grazie ai suoi sensi, poteva avvertire ogni singolo battito
del frenetico cuore di Harry. Il giovane stava lamentandosi sotto le cure di
Draco, che continuò a leccare la sua pelle.
Presto, le leccate di Draco divennero dolci baci, sensuali.
Harry nuovamente guaì. Draco sorrise.
Mentre assaltava i sensi fisici di Harry, Draco spedì
piacevoli onde di calore attraverso il marchio.
Era quasi troppo i sensi mortali del giovane, ed Harry
iniziò a tremare.
Poi, le zannedi
Draco scivolarono dolcemente nel collo di Harry, provocandone l’irrigidimento.
Poi, dopo un piccolo lamento, si rilassò, mentre Draco iniziò a suggere
lentamente il rosso liquido.
Il sangue di Harry, sembrò dolce a Draco. Era perfetto. Era
come quando, da giovane, Draco aveva goduto dei dolci. Draco gustò a fondo
l’innocenza e la bellezza del giovane.
Inoltre, mentre si alimentava del sangue del ragazzo, Draco
poteva entrare nella mente di Harry, come Harry poteva vedere la sua. Era una
delle caratteristiche del debito di sangue - l’obbligazione di anima.
Harry Potter si sentiva come se stesse bruciando di un fuoco
inesauribile. Mai si era sentito così rilassato. Sentiva il suo corpo diventare
sempre più debole, ma nonostante tutto, gli sembrava come se potesse,
nonostante tutto, volare.
E poteva vedere cose, cose sorprendenti.
Vedeva un ragazzo biondo, che presumibilmente doveva essere
Draco, vestito con abiti da battaglia di secoli prima. Vide il giovane lanciare
un grido di battaglia ed alzare la spada.
Sapeva che non vi era paura nel ragazzo biondo. Sentiva che
il ragazzo biondo intendeva provare qualcosa. Il ragazzo biondo stava
cavalcando in un villaggio, al comando di altri guerrieri.
Harry vide il giovane uccidere con spietatezza. Lo vide
uccidere gli abitanti del villaggio e soldati nemici. C’era così molto sangue,
dappertutto. Il pensiero di Harry fu che doveva essere mentalmente malato.
C’era, comunque, ancora molto da vedere. Qualunque fosse ciò
che permetteva tutto questo, non intendeva lasciarlo ancora libero.
Harry vide il riflesso del biondo in uno specchio d’acqua,
fissò i grigi occhi crudeli. Vide il ragazzo lasciare cadere la spada
nell’acqua, girarsi e andarsene.
Poi, Harry non vide più nulla. Avvertì solamente le dita di
Draco sulla sua guancia. Sentì le sue labbra sul suo collo. Con un piccolo
brivido, si arrese.
Finalmente, Draco Malfoy, iniziava a scaldarsi. Il freddo
stava abbandonando il suo corpo, rapidamente come l’aveva avvolto.
Anche lui, aveva avuto accesso alla mente di Harry.
Draco vide harry bambino, chiedere dei suoi genitori. Vide
vernon Dursley schiaffeggiare il piccolo harry sulla faccia. Vide Harry
piangere, solitario, nel bosco.
Vide il desiderio di Harry di avere una famiglia. Vide Harry
chiedere ad una stella che qualcuno giungesse a salvarlo.
Vide l’amarezza di Harry crescere. Poi, vide la
determinatezza del giovane. Lo vide progettare un futuro ai possedimenti
paterni.
Come si staccò dal collo del giovane, la ferita si chiuse.
Dolcemente, Draco leccò il punto dove morse, pensando che davvero, il giovane
meritava la sua ammirazione.
Harry si sentiva debole. Come le dita lasciarono le sue
guance spostandosi tra i suoi capelli, gemette leggermente.
“Hai fatto tutto bene, Harry.” Bisbigliò Draco. ”Ora riposa.
Domattina parleremo.”
Harry riuscì solo a fare un cenno col capo. Labbra gentili
si posarono sulla sua fronte. “Tu mi hai dato la vita, Harry.” Disse dolcemente
Draco.
Calde braccia si avvolsero alla vita di Harry. Il giovane
posò la testa contro il solido, ora caldo, torace.
Debito di sangue di
JenniferButterflyGirl
tradotto da Freya
beta Rowan_Mayflower
Cap.5: La sfida di Harry
Potter
Locanda della botte, Rectorland Dell'Ovest, 4550S.C.
Erano passate parecchie ore quando finalmente Harry
Potter si svegliò. Per alcuni momenti, il ragazzo dagli occhi verdi, rimase intontito
e disorientato. Sapeva che qualche cosa era accaduto,
ma i ricordi erano alquanto confusi.
Alzò il capo, sorpreso nell'accorgersi che si trovava contro il torace di Draco
Malfoy. Il biondo vampiro stava dormendo pacatamente. Le guance erano, ora,
leggermente rosate. Sembrava perfettamente rilassato.
’Dannazione’, fu il pensiero di Harry. Il vampiro aveva preso il suo sangue.
L'aveva, più o meno, sedotto. Concesso, prima l'aveva minacciato.
No, decise, non era seduzione. Era forza. Draco l'aveva, dopotutto, minacciato.
Harry si sentì irritato. Naturalmente, trascurò il fatto che
Draco era stato molto gentile con lui. L'aveva tenuto stretto. L'aveva baciato
dolcemente.
Era stato molto accurato nel non provocare nessun dolore ad
Harry. Harry non sapeva cosa pensare. Era tutto molto confuso. Era più facile
ignorare l'affermazione di Draco sulle sue
buone intenzioni. Se accettasse, un mondo nuovo di
problemi si sarebbe presentato nella sua vita. E quello era qualcosa di cui, certamente, non aveva
bisogno. Ne aveva già in abbondanza.
Harry aveva ricordo di pochi istanti, o poco più. poteva
risentire le labbra gentili di Draco contro il suo collo, le sue dita che scorrevano
tra i suoi capelli.
Ricordava perfettamente quello che vide nella mente di Draco --morte
e distruzione. Harry rabbrividì.
Doveva andarsene. Non c'era nessun’alternativa,
realmente. Non poteva restare con quest'uomo, questo
vampiro. Non accettava di essere un giocattolo, fosse pure del Lord dei Lord.
E il Lord, in questo momento stava dormendo. Un sonno
profondo. Senza muoversi minimamente. Harry sorrise. Forse era possibile, per
lui, superare in astuzia il vampiro, camminando semplicemente fuori della porta.
Sarebbe stata una via di fuga inaspettata. Non era sicuro di dove sarebbe
andato da lì. Draco Malfoy, sicuramente, lo avrebbe cercato. Non aveva dubbi su
quello. Draco sembrava essere un tipo possessivo.
Attentamente, Harry, si liberò dal corpo di Draco, cercando di non svegliarlo.
Era bello, non potè fare a meno di notarlo. Aveva labbra piene. Il suo naso era
diritto. Gli occhi, quando non stavano fissandoti gelidi, erano belli.
Harry aveva un colorito pallido, ma Draco sembrava neve nuova. Scuotendo il
capo, nella speranza di scuotersi da dosso lo strano sentimento
che lo aveva avvolto, Harry camminò a carponi fino all'orlo del letto,
silenziosamente. Era abituato ad uscite rapide, silenziose.
Dopotutto, aveva vissuto con i Dursley per anni. Quando i piedi nudi di Harry toccarono il pavimento,
notò le sue scarpe. Si ricordò che la sera prima Draco le aveva tolte. Il giovane
si chiese il perché di tale gentilezza. Le rimise. Si diresse verso la porta,
gettando un’occhiata alle spalle. Draco continuava a dormire. Harry continuò
verso la porta.
Ogni passo, gli dava un brivido. Ogni passo, era un passo
più vicino alla vita che lui aveva desiderato. La visione di un vecchio nei possedimenti
dei Potter, lui e i Weasley, balenò nella sua mente.
Quello era tutto ciò che desiderava. Sapeva che avrebbe potuto esser completamente
felice con una semplice, quieta vita sulla propria terra.
La mano del giovane giunse alla porta. Le dita prudevano all'anticipazione
della libertà.
Appena fuori dalla porta, avrebbe iniziato a correre.
Fuggirebbe nei boschi. Nessuno potrebbe trovarlo là. Forse avrebbero creduto
alla sua morte. Quella, forse, era la soluzione migliore.
Cambierebbe il suo nome e fuggirebbe. Il mondo fu, per un momento, completamente
pieno di possibilità. Draco non potrebbe trovarlo mai là,
pensò Harry. Sarebbe in salvo da quella strana realtà nella quale ora si
trovava.
Una mano si posò sulla sua spalla. Harry si voltò.
Occhi verdi incontrarono occhi grigi e calmi.
Draco Malfoy era sicuro che sarebbe successo. Dopotutto, conosceva Harry meglio
di quanto lui conoscesse se stesso. Il
biondo sorrise. Era stato troppo facile, davvero.Sapeva
che Harry avrebbe provato a scappare dopo il cibo. Uno come Harry, qualcuno che
era stato ferito dalla vita, probabilmente, sarebbe restato sempre timido verso
qualsiasi intimità.
Era più duro diventare intimi che vedere la vita attraverso gli occhi di un
altro. Draco non aveva idea di cosa avesse visto il ragazzo.
Aveva così tanti demoni nel suo passato. Comunque, sapeva con esattezza quello che lui aveva
visto attraverso gli occhi di Harry. La vita di Harry era stata difficile,
forse perfino più difficile di quello che aveva
pensato. Che se ne rendesse conto o no, Harry aveva bisogno di Draco.
Aveva bisogno della stabilità, l'adorazione e la protezione che Draco poteva
offrirgli. Comunque, Harry era molto orgoglioso. Sembrava aver
imparato ad una età molto giovane a non avere fiducia
in nessuno. Era deciso a cambiare ciò.
Spedì sentimenti piacevoli, caldi ad Harry, guardando
come il ragazzo rabbrividiva leggermente sotto quell'assalto furioso.
Decise di calmarlo.
"Non sono adirato, Harry, ma mi piacerebbe sapere
dove pensavi di andare. Io sono il Lord dei Lord, non è come se sarebbe
difficile per me ritrovare il mio debito di sangue disobbediente." Disse il biondo. La mano sulla spalla scese lungo il braccio, strofinando
dolcemente la pelle. Draco non potè non sorridere, solo un poco, quando
gli occhi verdi di Harry si restrinsero leggermente.
"Non volevo questo! Non l'ho mai chiesto! Per l'inferno, i miei desideri
non hanno importanza per nessuno?" Ringhiò il giovane.
"Nulla di ciò che faccio, nulla di ciò che dico, nulla di ciò che desidero
può mai essere come voglio io?"
Draco allontanò la mano, guardando attentamente il ragazzo. Sembrava che Harry
riuscisse ad aprirsi a lui, anche se per ora solo con la rabbia.
Il biondo decise che fosse meglio restare in silenzio.
Un giorno,lui si promise, Harry avrebbe provato per
lui amore e fiducia.
"Non ti permetterò di andartene, Harry. Sei mio. So che non vuoi, ma è
così. È così da quando tuo zio mi permise di marcarti.
Tuttavia, dovresti sapere che io non ti farei mai male. Il desiderio del mio cuore
è di farti felice", fu la calma affermazione di
Draco.
Per certi aspetti, la loro vita era stata simile. Quando
era ancora un mortale, Draco era stato diffidente ed adirato. Colpa del padre. Lucius
Malfoy era stato un uomo crudele, ed eccessivamente amante della sua canna.
Draco ricordava che la perdita per il padre era stata minima, dopo che l'uccise. Si, Draco all'età di Harry era adirato. Comunque, per altri aspetti era molto diverso dal ragazzo
dagli occhi verdi. Draco non aveva avuto un'ira verbale come Harry. Harry era vivace,
pieno di fuoco e temperamento. Draco era stato freddo e mortale. L'aveva usata
contro il padre e tutti coloro che aveva ucciso.
Aveva squartato senza pietà i nemici. E, ad un certo punto, aveva sviluppato un
certo piacere nello stuprare le vittime, di entrambi i
sessi. Molti, avevano considerato la decapitazione per mano di Draco, un atto
di misericordia. Dopotutto, era conosciuto per fare molto di peggio.
Harry non era così. Harry era, essenzialmente, buono. Dopo averlo visto con i
suoi amici, aveva compreso che il ragazzo poteva
essere insolitamente gentile. Aveva molto amore da dare.
Harry era distruttivo solo verso una persona. E,
stranamente, non era Vernon Dursley. Mentre Draco
distruggeva gli altri per rabbia, Harry tendeva ad essere distruttivo solo
verso se stesso.
Gli faceva male al cuore a tali pensieri. Lui non era più l'uomo che era quando ancora era un mortale. Aveva così molto da
offrire al ragazzo - conforto, affetto e comprensione. Poteva ammettere, ormai,
che lui amava il giovane.
"L'unico modo in cui potrò esser felice è che tutto questo finisca! Per
l'inferno! Tutto quello che volevo era esser lasciato in pace!"
Esplose in lacrime rabbiose Harry. "Questo è tutto ciò che io voglio! Non
ho famiglia, solamente Ron ed Hermione! Loro sono la mia famiglia! Ed io non posso neppure stare con loro! Avrei potuto esser felice,
Draco! Dannazione, perché non mi si permette di esser felice! Parli di farmi
felice? Ecco la tua opportunità! Permettimi di andare!"
Draco avvertiva il respiro affannoso del giovane. Il
sangue che aveva arrossato le sue guance. Sembrava che stesse per
piangere. I suoi occhi di smeraldo erano lucidi di lacrime non versate.
Draco trattenne il desiderio di abbracciarlo, accontentandosi di prenderne la
mano, conducendolo nuovamente verso il letto. Harry non oppose resistenza.
Stava, tuttavia, tremando. Sembrava come se stesse per rompersi in mille pezzi.
Draco si sedette accanto a lui, guardandolo attentamente. "Ti è stato
fatto male prima, Harry. È comprensibile che tu pensi che
qualcuno che non ti renda la tua libertà sia un pericolo. Ma
non è così. Le mie intenzioni verso di te sono sempre le stesse. Ti voglio. Io
ti voglio, nulla di più o di meno."
"No", mormorò Harry, guardando in giù, verso
le proprie mani. Stavano contorcendosi nervosamente nel suo grembo. "Tu
vuoi manipolarmi e minacciarmi. Non mi dai una scelta. Nessuno mi ha mai dato
una scelta. Neppure tu. Come puoi parlare di me come se mi conoscessi."
Draco posò la propria mano su quella del giovane, notando come fosse più
grande. Accarezzò con le dita la carne morbida. Harry sospirò, rilassandosi
visibilmente.
"Ti stai dimenticando, Harry", bisbigliò il biondo, "che io ti ho seguito da quando avevi due anni. Ti ho visto crescere.
Ho visto la tua vita attraverso te la notte scorsa. ho
visto le cose che neppure ai tuoi amici hai detto. Ti conosco. Ed io ti prometto che farò del mio meglio per non farti
male. Non sono mai stato molto bravo con le emozioni, neppure
quando ero un mortale."
Harry lo beffò un poco. "Anche io ho visto la tua
vita, sai Malfoy. Ti ho visto uccidere. Hai ucciso così tante persone. Come puoi, dopo aver ucciso così tante persone, dichiarare di avere intenzioni
gentili nei miei confronti?"
La risposta di Draco fu un sorriso addolorato. "Ho 300 anni, piccolo.
Non sono più l'uomo che ero quando ero ancora mortale.
Non dico di esser un buon uomo, dico solo di avere intenzioni pure verso di
te."
Harry era silenzioso.
Trenta Leghe Dal Confine di Rectorland Est, 4550S.C.
Harry Potter era nuovamente nella carrozza di draco. Stava piovendo fuori, così tenevano le tendine abbassate.
Nella carrozza vi era poca luce.
Harry si sentiva come se fosse dentro un bozzolo scuro. Poteva vedere appena
Draco, che sedeva davanti a lui. Stavano parlando. Era, stranamente, un momento
intimo. Harry, che
non era mai stato intimo con nessuno, trovò quei momenti con Draco, un'esperienza
nuova.
Ron e Hermione sapevano che la sua vita non era perfetta. Sapevano che non era
mai stato accettato dai Dursley e che lui era orfano.
Conoscevano i fatti, si, ma non sapevano come Harry si sentiva. Draco voleva
sapere. Lo spinse dolcemente, e Harry si ritrovò a rispondere.
"Non so come sono morti i miei genitori davvero",disse
con tono tranquillo Harry. "Mi trovarono i quello
che restava dei possedimenti dei miei. Nessuno seppe spiegarsi come sono riuscito a sopravvivere. Qualche volta, desidero che
non fosse successo. Sarebbe stato più facile se io
fossi morto con i miei genitori."
"No", fu la risposta calma di Draco.
"Solo un nuovo tipo di problemi."
Harry rise, un suono dolce, asciutto. Una mano che passa tra
i suoi capelli. "L'unica cosa che so di loro, è che combattevano dalla
parte degli Anziani. Non me ne ricordo nemmeno. Qualche volta, ricordo dei
capelli rossi o un sorriso. Altre volte, ricordo un uomo che
mi assomiglia. Questo è tutto ciò che so."
La voce di Harry era triste. Le sue parole erano quiete.
Harry avvertì la stretta della mano di Draco sul suo
ginocchio.
"Molte persone buone morirono durante la Guerra, da entrambi i lati",
rispose il biondo. "Direi che, nonostante
tutto, tu riesca a ricordarti di loro. E che,
sicuramente, ti amarono moltissimo."
Con gli occhi pieni di lacrime, Harry accennò col capo. Nessuno prima, gli
aveva parlato così. Nemmeno a Ron ed Hermione, aveva mai raccontato ciò. E Vernon Dursley, avrebbe riso di lui. Draco Malfoy,
solamente ascoltò.
Dieci Leghe Dal confine di Rectorland Est,4550 S.C.
"Chi era il Lord dei Lord prima di te?" chiese Harry.
Draco lo guardò, vedendo gli occhi verdi fissi su di lui. Gli rispose con un sorriso dolce.
"Il suo nome era Lord Voldemort", disse Draco. "Non siamo
sicuri che sia morto davvero. Svanì alla fine della guerra. La maggior parte della
gente in Rectorland Est pensava che fosse un leader crudele
ma efficiente."
"Ho già sentito quel nome", rispose Harry. "Era lui la causa
della Guerra. Dichiarò guerra agli Anziani."
"Si." Assentì Draco. "La maggior parte dei vampiri, ancora
sostengono la sua causa, Harry. Tu non devi temere nulla, perché sanno che sei
mio. Comunque molti dei Lord saranno contro di te. Io ti
proteggerò, naturalmente, ma tu dovrai stare attento mentre
siamo a corte."
Harry sospirò. "Sei sicuro che non puoi lasciarmi andare?" chiese.
"Potevo, Harry", disse astutamente Draco.
"Ma, non penso, che ci sia qualsiasi cosa nel
mondo che io voglio fare di meno. Credo proprio che ti terrò."
Debito di sangue di
JenniferButterflyGirl
tradotto da freya beta Rowan_Mayflower
cap.6:La
corte di Draco Malfoy
Feudo di Malfoy e terre circostanti, Rectorland Est, 4550 S.C.
Harry Potter, uno dei pochi mortali che erano passati attraverso i confini di
Rectorland Est, odiò completamente il paese.
Dietro al bell'aspetto - ed era bello, con alte montagne,profonde
foreste e laghi più blu che Harry mai aveva visto - Rectorland Est, aveva un
orribile segreto, che faceva torcere lo stomaco ad Harry.
I vampiri del paese tenevano schiavi. Schiavi mortali come
cibo. Appena attraversato il confine, poteva
vedere la differenza. Vampiri - ovviamente si riconoscevano perché erano
pallidi come
Draco Malfoy stesso - solitamente avevano uno o più mortali con loro. I mortali,
generalmente, erano vestiti bene, ma la loro condizione era ovvia dalle
numerose cicatrici sui loro colli e sulle loro braccia.
Harry presumeva che anche sulle gambe, se fosse possibile vederle, ci sarebbero
marchi. Ad Harry non piaceva pensare a che cosa altro
poteva essere stato morso. Sperò che Draco Malfoy non avesse
l'inclinazione a mordere in quei luoghi.
Dato l'ammontare corrente della sua fortuna, Harry dubitava fortemente che
l'augurio si sarebbe avverato. Harry, ora sapeva precisamente perché nessuno
mai faceva ritorno dal confine. Venivano venduti ai
vampiri come cibo. Ma i vampiri non erano abbastanza misericordiosi per ucciderli, agli occhi di Harry. Loro bevevano solamente.
Inconsciamente, la mano di Harry volò alla cicatrice che ora marcava
il suo collo - i due piccoli fori fattigli da Draco Malfoy. Draco, avvertì il
disagio di Harry, si spostò leggermente, facendo segno ad
Harry di sedere accanto a lui. Harry non aveva idea del perché, ma si mosse,
sedendosi accanto a Draco Malfoy.
Come il braccio di
Draco si avvolse attorno alle sue spalle, si tese.
"Non sono infelici, Harry. Dovresti saperlo. La maggior parte dei vampiri adorano i loro schiavi. E' un poco come la relazione che c'è
tra chi ha completato la Cerimonia di Collegamento del tuo paese. I tuoi amici
- i Weasley - loro sono molto felici, vero?"
"Pensi che la nostra relazione è come quella?" Fu la dura richiesta.
"Non credo. Non ho fiducia in te, e, vedendo il tipo di paese su cui
regni, non so se posso. Queste persone meritano la loro libertà, Draco.
Meritano di avere le loro proprie vite e i loro
desideri, e non di essere sottoposte al tuo sistema di schiavitù, solo perché
hanno avuto la sfortuna di attraversare il tuo maledetto confine..."
Draco alzò la mano, facendolo tacere. "Io posso, dolcezza", fu la
risposta di Draco, "proprio come se noi due dividessimo quel genere di
relazione. Il fatto che tu non hai fiducia in me mi
addolora, perché non ho fatto nulla per farti del male. Ho cercato di essere il
più delicato possibile nel prendere il tuo sangue. Sono stato gentile e
paziente perché tu possa vedere oltre il male che hai ricevuto, vedere ciò che
ti sto offrendo. Queste persone, che tu chiami schiavi, Harry, l'hanno già
fatto..."
Harry strinse gli occhi. "E
che cosa è, dimmi, quello che mi stai offrendo, Malfoy?"
"Il mio amore, il mio affetto, la mia protezione...Tutto, Harry. Ti sto
offrendo tutto", fu la risposta di Draco.
Scioccato, Harry volse lo sguardo in su, vedendo gli
occhi grigi adoranti del vampiro. La sua mente stava gridandogli che era sbagliato. L'affezione di Draco era sbagliata. Le sue
idee erano sbagliate. Quelle persone avrebbero dovute
essere libere. Draco gli baciò la fronte.
"Tutto,
Harry", fu il bisbiglio di Draco.
Harry sperò che il vampiro lo beffasse, o gli facesse
del male. O qualche cosa per cui potesse odiarlo. Ma non lo fece. Harry poteva vedere solo gli occhi di Draco
adoranti. Il ragazzo dagli occhi verdi si sentì colpevole.
Draco Malfoy, le mani posate dolcemente sulle spalle del giovane, ed Harry
erano davanti ad un grande specchio d'argento. Draco, dietro di lui, guardava
attentamente il suo amore dai verdi occhi, che si
esaminava.
Draco poteva vedere il disagio negli occhi di Harry. Non era abituato alle
grandi riunioni tenute alla corte di Rectorland Est. Harry odiava
le folle, Draco lo sapeva. Non provava gran simpatia per le persone. draco sospettava che essere cresciuto maltrattato dai
Dursley, farebbe incomodo chiunque nel trovarsi con gli altri.
La mente di Draco tornò a quando osservava il giovane
Harry. Quando lui desiderava pensare, o cercava la
solitudine, Harry si recava sempre in un luogo in cui fosse da solo. Draco
sospettava che Harry avesse imparato a contare solo su se stesso. Era una
cosa triste, per un bambino, non avere nessuno con cui confidarsi. Draco voleva
cambiare ciò. Sapeva che un giorno o l'altro, Harry sarebbe andato da lui quando era spaventato o solitario. Più tempo avrebbero passato insieme, più Harry comprenderà che lui gli
voleva bene. Anche se il ragazzo non lo sapeva ancora, aveva
l'eternità per farlo. Il Lord dei Lord non aveva ancora parlato ad Harry di quel particolare effetto del debito di sangue.
L'avrebbe fatto, quando Harry fosse stato pronto ad accettarlo. Per ora, Draco
avrebbe fatto in modo che Harry si abituasse a Rectorland Est.
Le cose si stavano muovendo per il verso giusto. Da
quando Harry aveva accettato di essere il suo `cibo',
avevano parlato molto. Nulla di particolarmente importante,
ma Harry riusciva sempre a
farlo ridere. Non lo faceva da più di un secolo.
Il verde brillante degli occhi di Harry, scandagliava nervosamente la stanza,
fermandosi poi, sulle mani che posavano sulle sue spalle. Draco diede una
stretta incoraggiante. Harry sospirò.
"Perché mi sento come un genere di animale
domestico viziato?" chiese il ragazzo.
Draco gli aveva dato un nuovo guardaroba. Gli abiti di velluto, neri e verdi,
che stava portando ne facevano parte.
"Sembri molto bello, Harry", ridacchiò allegramente Draco. "E
penso che sia perché io voglio viziarti."E posò un bacio sui capelli di Harry. "Sei nervoso
perchè devi affrontare la corte, dolcezza?"
Il ragazzo dagli occhi verdi sospirò leggermente, come se stesse ponderando la
domanda. Con un profondo respiro, rispose, "No."
Draco sapeva che stava mentendo. Il biondo sorrise
leggermente. "So quando mi stai mentendo,
sai", disse mitemente Draco, facendo scorrere le mani sulle spalle di
Harry. "Non devi preoccuparti, è normale. Anche io ero nervoso la prima volta che sono andato a corteggiare
come un giovane vampiro. Ci sono ragioni, Harry per cui
le persone evitano Rectorland Est. Noi non siamo conosciuti precisamente
per la gentilezza dei modi durante il nostro corteggiamento."
"Si", fu la risposta di Harry. "Posso vedere che ci sono persone
che eviterebbero questo luogo, specialmente quelli che sono mortali come me.
Non ho visto un singolo mortale, qui, che non sia uno
schiavo o un debito di sangue. E' orribile. Nessuno si chieda perché gli Anziani
proibirono così molte cose dopo la guerra."
"Harry", bisbigliò Draco. "La maggior parte dei vampiri qui sentono sui loro schiavi, il mio modo di sentire circa te,
il mio debito di sangue. Io ti adoro completamente. Abbiamo già avuto questa conversazione,
due volte per la precisione. Sono disposto riprendere il discorso tante volte
quanto vuoi, ma mi sta stancando. Tu mi dai la vita,
ma più importante, arricchisci la mia vita. Ci sono vampiri che non trattano
bene i loro mortali, dolcezza. Ma,
il fatto che i tuoi parenti trattavano male te, fa di tutti i mortali cattivi?"
Harry sospirò, aveva un punto.
Draco capì di aver fatto in modo che il piccolo ragazzo dai verdi occhi
pensasse.
Harry si morse un labbro. "No, suppongo che non lo fa", gli concedè.
"Bene. Ora, andiamo alla festa. Io prenderò il tuo braccio, ed entreremo
insieme. Ti presenterò ai miei consulenti. Parleremo e balleremo, come ci si
aspetta, e tenteremo di andarcene il più presto possibile", l'istruì attentamente Draco.
Harry seguì il discorso di Draco arcignamente. "Suppongo che sia ormai
ora."
Draco accennò col capo, spremendo dolcemente il braccio di Harry. "Non
preoccuparti. Io sarò sempre con te."
Harry sospirò. "Credo che quello sia ciò di cui ho paura, Malfoy."
Draco rise.
"Harry Potter, questo è Severus Snape, il mio Consulente. Severus Snape,
questo è il mio debito di sangue, Harry Potter", presentò
Draco.
Harry non si sentiva comodo qui. Circondato da vampiri e sorridenti schiavi
mortali. Harry si sentiva come se fosse ammalato. Ma
la sua malattia non era causata dalla ragione che si era aspettato.
I mortali, sembravano affettuosi. Harry aveva pochissima esperienza di tocchi
affettuosi - solamente il rapido abbraccio ricevuto da Ron ed Hermione, e la
sensazione nuova delle mani di Draco sulla sua
pelle. I piccoli sguardi, ed i tocchi dolci sembravano, comunque,
affettuosi.
Harry si trovò a provare antipatia. Era molto più facile, per lui, pensare agli
schiavi come esseri miseri. Molto più facile, pensare a se
stesso come misero. La verità sembrava, in questo caso, essere irrilevante.
Le bugie, qualche volta, erano molto più facili.
Harry allungò la mano, che venne afferrata dalla mano
pallida, fredda e viscida di un uomo molto poco attraente, con occhi neri ed un
naso ad uncino. "Ho sentito parlare molto di lei, Harry", disse l'uomo,
con voce vellutata.
Harry notò che l'uomo, non era vestito con gli elaborati abiti del resto della
corte. Portava un nero noioso. Sembrava essere una persona piuttosto acida.
Harry rabbrividì. Non avrebbe permesso all'uomo di intimidirlo. Non doveva far
vedere che aveva debolezze. Draco l'aveva avvertito come la
corte potesse essere spietata. Harry, il viso completamente senza
espressione, rispose. "Sono sicuro che siano solo esagerazioni, signore."
Draco, che non l'aveva abbandonato un attimo, ridacchiò. Snape non sembrava divertito.
Harry schiarì la gola. "Vedo che non è...accompagnato...da nessuno. Non è
d'accordo sullo sfruttamento dei mortali?"
"Penso che ti stia chiedendo perché non hai uno schiavo, Severus", disse
Draco, dandogli un occhiata di avvertimento.
Harry decise di non
curarsene. Sperò solo di fare una cattiva impressione. Forse, in quel caso, non
avrebbe mai dovuto sopportare un altro simile evento.
"Non ho uno schiavo perché devo ancora trovarne uno che mi possa andare
bene. Non mi interessano gli uomini, e la maggior
parte delle donne sembrano saper solo sorridere affettatamente, come fossero
delle idiote", fu la brusca risposta del vampiro.
"Cos'è questa storia su donne che sorridono affettatamente?" venne un'altra
voce.
Harry si volse, vedendo
un giovane vampiro, con capelli castani, ricci, che si stava avvicinando. Portava
abiti dal colore cremisi. Si rivolse al gruppo dispensando un sorriso.
"Draco, vedo che finalmente hai Harry. Non parlava di nient'altro
da almeno una decina d'anni", disse l'uomo, ridendo. "Io sono
Blaise Zabini, il Consulente di Guerra di Draco. Ed
io, preferisco che le
mie donne siano un poco più animate della maggior parte di queste. Se noti, io sono da solo stasera..."
Blaise Zabini. Harry pensò che era amichevole. I suoi
occhi erano gentili, come quelli di Draco. Harry prese la
mano offerta da Blaise.
"Comprende che la maggior parte delle donne che possiedono spirito e intelligenza,
eviteranno questi confini come la peste", disse Harry.
Draco rise. Anche Blaise lo fece. Snape sembrò
semplicemente irritato.
"Direi che lei abbia ragione, Harry", fu la
risposta sorridente di Blaise. L'uomo diresse lo sguardo a Draco. "Avevi
ragione su di lui, Draco. E' molto divertente. E
sembra capace di affrontare la situazione
molto bene. Decisamente non ha dimostrato paura nel
parlare con Severus e gli altri..."
L'attenzione di Blaise si spostò verso Severus. "Spero che non ti offenda,
Severus, ma la maggior parte dei presenti è terrorizzata dal tuo portamento
severo."
Harry iniziò a ridere, seguito da Blaise. Draco sembrò divertito. Severus
aggrottò semplicemente le sopracciglia.
Il resto della serata di Harry, andò nello stesso modo. Fu presentato ai più
importanti membri della corte di Draco. Incontrò Teodoro Nott, il miglior amico
di Draco e il Consulente delle Riforme. Incontrò una vampiro donna, molto idiota a suo parere,
che sorrideva affettatamente, Viola Parkinson. Harry sperò di non aver il discutibile
piacere di un secondo incontro.
Vince Crabbe e Gregory Goyle erano al capo della
Guardia di Draco. Harry dubitava altamente che in due facessero l'intelligenza
di un ciocco di legno. Ma erano forti, e molto grandi.
Harry sospettava
che servissero bene al loro scopo.
Di tutte le nuove conoscenze, Zabini era quella più gradita, e Snape, quella
meno. Ora, Harry era seduto sul letto, intento a rimuovere gli abiti color smeraldo.
Sotto, portava un semplice camice di seta nera. Con un sospiro, Harry si
rilassò contro il letto che divideva con Draco. Si tolse gli
stivali di cuoio neri.
Harry avvertì l'arrivo di Draco nella stanza. Il letto affondò leggermente
accanto ad Harry, che alzò lo sguardo verso il biondo.
"Stasera ti sei comportato molto bene, Harry", bisbigliò Draco, sorridendo.
Le dita fredde dell'uomo spostarono una ciocca di capelli dai suoi occhi.
"Sei riuscito a trattenere il tuo temperamento in una situazione che
avrebbe spaventato molte persone."
Harry rise con umorismo. "Rifiuto di dare a chiunque l'impressione di
potermi terrorizzare."
Draco rimase in silenzio alcuni istanti. "Ti hanno terrorizzato, Harry?"
Harry ci pensò per un momento, traendo poi un sospiro. "Non nel modo che
puoi pensare, Draco."
Draco ghignò. "Speravo che mi dicessi qualcosa di simile. Spero che tu non
abbia più paura di me." Le dita fredde continuarono a scivolare sul viso
del giovane, fino a giungere sul collo, in un moto calmante, ipnotico.
"Hai di nuovo fame, vero?" Bisbigliò Harry.
I suoi occhi si annuvolarono leggermente, una mistura di concupiscenza e fosca
fame.
"Si", fu la risposta di Draco. Il moto continuò. Draco guardò profondamente
negli occhi di Harry, esortando ragazzo a rilassarsi.Harry
sospirò.
"Ti alimenterai nuovamente da me?" chiese bisbigliando. La sua voce sembrava
leggera, dolce e lontana.
Draco baciò la sua
guancia, poi il suo collo e finalmente il suo orecchio.
"Si", bisbigliò il biondo nel sensibile orecchio.
Harry rabbrividì. Draco continuò a leccare la morbida carne
del collo del giovane.
"Non ci bado poi molto, sai", disse tranquillamente Harry. "E'
bello."
Draco sorrise. "Rilassati, allora. Ti prometto che non sentirai dolore."
Harry iniziò a lamentarsi come la mano di Draco,
lentamente, cominciò a scorrere su e giù per il suo torace, aprendo dolcemente la
tunica di seta nera. Mani fredde accarezzavano la nuda pelle di Harry, che si
lamentò rabbrividendo, sentendo come se il suo corpo iniziasse a bruciare.
Un anelito sfuggì alle labbra di Harry, al tocco della fredda mano sulla sua
virilità che andava indurendosi, facendolo irrigidire.
"Draco", bisbigliò Harry. "Per favore. Nessuno mai...ha fatto...io...io...Per favore..."
"Shh..." Bisbigliò Draco, le mani che si muovono
dolcemente su e giù su di Harry. "Shh...andrà tutto bene. Non farò nulla
che non vuoi. Questo terrà la tua mente occupata mentre
io mi alimenterò."
Ad Harry non interessavano le parole. Gli sembrava di bruciare. Le sue anche si
mossero su e giù contro la mano fredda. Si lamentò, avvertendo le labbra
sensibili contro il suo collo. Notò appena, quando le zanne acute di Draco
affondarono nel suo collo. Questa volta, Harry non vide nessun ricordo di guerra,
nella mente di Draco. Vide solamente se stesso, attraverso gli occhi di Draco, crescere.
Draco aveva detto la verità. Aveva passato anni
guardandolo crescere, realmente. Il gesto toccò Harry in un modo che non poteva
esprimere. E, chiaramente, lui sentì il piacere. Lo sentì talmente forte, da pensare di morirne.
Draco Malfoy non poteva credere alla presenza di tale bellezza nel suo
letto. Harry stava lamentandosi in una maniera molto erotica, che fece
rabbrividire di piacere il vampiro. La sua pelle era così calda! Era come se,
sotto le sue fredde mani, vi fosse un fuoco.
Questa volta, Draco, nella mente di Harry vide solamente speranza. Era, comprese
Draco, un Harry che ancora non aveva conosciuto. Stava ancora
lottando contro di lui, ma presto, avrebbe compreso la
verità. Comprendendo che era lui, la causa di questa nuova speranza, Draco
sentì il cuore scaldarsi.
Avendo preso abbastanza sangue dal giovane, Draco estrasse le zanne dal collo
di Harry, e leccò leggermente la ferita. Voleva guardare Harry. Voleva vedere
il suo viso stravolto dal piacere.
Draco si spostò, così che potesse vedere la faccia del giovane. Aveva gli occhi
chiusi. Le sue labbra erano divise. Il respiro pesante.
"Sei bello, dolcezza", bisbigliò Draco. "Rilassati." Harry.
Draco era completamente preso dalla sua bellezza.
Harry si lamentò leggermente, quasi addormentato.
Draco lisciò via i capelli dai suoi occhi, tirando il ragazzo nelle sue braccia. Ora, poteva dare al ragazzo un caldo abbraccio ad Harry. Grazie al suo sangue, era di nuovo caldo.
"Dormi con bei sogni, piccolo", bisbigliò Draco.
Harry era già addormentato.
Feudo
dei Malfoy e terre circostanti, Rectorland Est,4550 S.C.
Era
passata una settimana dalla presentazione di Harry alla corte. Una settimana quieta
per Draco Malfoy. Si da quella sera, Harry gli aveva
permesso di alimentarsi volentieri dalla propria carne, Draco incominciò pensare
che il ragazzo era più aperta alla conversazione – ed all’affezione fisica.
Draco
non l’aveva toccato, sessualmente, fin da quando si
era alimentato, ma si erano abbracciati, e solitamente, contenevano le mani. Harry,
ancora manteneva un poco la distanza, ma sorrideva e scherzava più spesso.
La
qual cosa, ragionò Draco, era un buon inizio.
Al
momento Draco si stava rilassando nella gran biblioteca del feudo. Harry, con i
capelli scuri che precipitavano sugli occhi, era rilassato su uno dei divani di
lusso, leggendo un testo, arcaico, che Draco sapeva avrebbe
acceso il suo interesse. Draco era seduto sull’altra fine dello stesso
divano, rilassato contro i cuscini.
Draco,
che non era il tipo dedito alla lettura da almeno un secolo, stava guardandolo,
semplicemente.
Draco
era affascinato dal torace di Harry, dalla sua pelle rosata. Sapeva che il suo
torace non si alzava ed abbassava, anche se Draco non aveva mai smesso l’abitudine
di espirare ed inspirare aria. L’aiutava a sembrare più normale, quando
viaggiava clandestinamente in Rectorland Dell’Ovest.
Respirare
era essenziale per Harry, tuttavia. Il ragazzo era un
mortale, morrebbe senza aria.
I
suoi occhi analizzarono i libri con un tale fervore appassionato che Draco sapeva
che non possedeva più. Quando lui era ancora un
giovane mortale, aveva goduto dei libri. I libri erano l’unica cosa che non
distruggeva in un’incursione.
La
maggior parte della sua estesa biblioteca era, infatti, un risultato delle sue
incursioni. Feudi e castelli avevano sempre i libri più affascinanti. La sua
biblioteca incluse di tutto: da libri di storia antichi e la magia, a manuali
di sessoorientali.
La
raccolta era impressionante, ma raramente, ormai, Draco la
toccava. Era contento che ora Harry facesse parte della sua vita. Ed era contento che il ragazzo apprezzasse i libri.
Draco
interruppe i suoi pensieri per accorgersi che uno sguardo, verde smeraldo
ardente, stava fissandolo attento. Draco fece ad Harry
un sorriso.
“Ti
piace il libro, dolcezza?” Chiese Draco.
Harry
arrossì, come spesso accadeva, quando Draco usava quel particolare tono di voce
affettuoso. “E’ affascinante. Amo questo genere di storie. Fornisce molte
spiegazioni sulle dogane di questo paese. Immagino che mi sarà utile tale conoscenza.”
Draco
prese, dolcemente, il libro dal grembo del giovane e lo chiuse, per poi posarlo
su di una tavola accanto al divano.
“Per
oggi hai letto abbastanza, Harry. Giuro che, se potessi, divoreresti l’intera biblioteca,
se potessi,” Draco fece una pausa, studiando il viso
rilassato di Harry.
“Mi
permetteresti di abbracciarti, Harry?” Gli domandò Draco. Chiedeva sempre.
Sapeva che quella piccola accortezza era importante per Harry.
Il
ragazzo accennò col capo, spostandosi in modo che la sua testa venisse a trovarsi
contro il petto di Draco. Il braccio di Draco si avvolse attorno a lui, spremendolo
leggermente. “Non avrei mai pensato che mi sarei sentito così comodo con te,” bisbigliò Harry, contro il petto del biondo.
Draco
rise, una mano che percorreva i capelli neri e disordinati di Harry. “Ho sempre
sperato che lo fossi. Ho immaginato momenti simili per molti anni, Harry. Eri
il più dolce bambino che ho mai visto. Sapevo che saresti stato così – molto speciale.”
Harry
rise leggermente. “Se io sono così speciale come tu
dici, dubito che i miei parenti mi avrebbero trattato come facevano.”
Draco
pensò per un momento, prima di posare un bacio dolce sui capelli scuri del giovane.
“I tuoi parenti, Harry, sono degli assoluti idioti. Ti prometto che pagheranno
per il modo in cui ti hanno trattato.”
Harry
accennò col capo, ancora contro il torace di Draco, senza dir nulla. Passarono
i successivi minuti in silenzio amichevole, che entrambi goderono molto.
Draco
sentì la porta aprirsi.
“Milord?” Draco sapeva che la voce apparteneva a Goyle.
Draco
diede a Harry un altro bacio rapido sulla fronte. “Si?” Chiese
calmo.
“Milord,” cominciò Goyle, “alcuni seguaci rinnegati di Lord
Voldemort, hanno fatto scorrerie nell’appezzamento di terreno di uno dei suoi
vecchi nemici -- crediamo che sia probabile si tratti della vecchia tenuta dei
Potter. Hanno attraversato il confine in Rectorland dell’Ovest. Hanno rapito
due donne mortali che abbiamo recuperato. Le abbiamo portate con noi. Suppongo
che accadrà il solito con loro. Anche i razziatori sono qui, se desidera
interrogarli.”
Draco
poteva avvertire Harry che si irrigidiva. Dolcemente,
spremette la spalla del ragazzo, per poi alzarsi. “Verrò subito, Goyle.
Teneteli nella Sala. Non permettere di entrare a nessuno. Chiama Blaise e
Severus. Ci incontreremo lì tra un quarto d’ora. Fa in
modo che nessuno sappia della loro presenza fino ad ordine contrario. Niente
servitori nella Sala. Nessuna guardia, omesse quelle che furono coinvolte nella
cattura.”
Goyle
accennò col capo ed andò via, silenziosamente, com’era entrato. Draco si volse
verso Harry. La faccia del ragazzo era bianca come neve nuova. I suoi occhi
erano polle verdi, sgranate. Sembrava agitato.
“Ron
ed Hermione…” Bisbigliò debolmente Harry. “Io li mandai in quel luogo maledetto,
Draco. Quei razziatori stavano cercando me…”
Harry
Potter non poteva credere a ciò che l’uomo stava dicendo. Qualcuno aveva fatto
una scorreria nella tenuta dei Potter – la sua casa atavica.
Harry
aveva, in parole povere, spedito Ron ed Hermione – e quasi sicuramente la
piccola Ginny, sorella di Ron – diritti alla morte.
Sefossero stati loro i
mortali menzionati da Goyle, probabilmente, avrebbero dovuto affrontare il suo
stesso fato – la schiavitù.
Anche
se, doveva ammettere che Draco era stato gentile con
lui, realmente.
I
Weasley erano innocenti di qualsiasi colpa i seguaci di Voldemort ritenevano
colpevole Harry. Era lui quello che loro cercavano. Volevano vendetta per la caduta
di Voldemort.
In
momenti simili, Harry desiderò di essere stato vecchio abbastanza per ricordare precisamente quello che accadde quella sera. Nessuno
seppe. Voldemort, semplicemente, scomparve dopo aver attaccato la tenuta dei
Potter. Lasciò anche i corpi di James e Lily Potter nelle rovine.
Per
quello che sapeva Harry, questo Lord Voldemort, poteva ancora essere vivo.
Harry
rabbrividì. “Lascerai i mortali ritornare in Rectorland Dell’Ovest, vero? Se…Se hanno attaccato…Se loro hanno attaccato la tenuta dei
Potter…Allora…Loro sono i miei amici, Draco. Io…Io voglio che siano felici.”
Draco
fece a Harry un sorriso gentile. Harry poteva vedere calore nei suoi occhi. Mani
gentili toccarono la sua guancia. “ora dobbiamo andare nella Sala, Harry. Tutto
andrà bene. Mi assicurerò che lo sia.”
Harry
si accorse che Draco aveva evitato completamente la sua domanda.
Draco
Malfoy si avvicinò alla grande porta di legno che
immetteva alla Sala. Avvertiva gli occhi verdi di Harry che l’osservavano.
Draco
avvertì chiaramente un peso posarsi sul petto. Non poteva lasciare tornare i
mortali in Rectorland Dell’Ovest. Sarebbe troppo rischioso fare una cosa del
genere. Ma, poiché si trattasse degli amici di Harry,
decise di occuparsi personalmente della cosa.
Certamente,
se queste persone erano amiche di Harry, dovevano avere molte buone qualità. Ron
e Hermione Weasley erano abbastanza attraenti, anche. Draco farebbe in modo che
fossero affidati a qualcuno che sapeva avrebbe avuto cura di loro.
Potevano,
come desiderava Harry, esser felici.
Draco
si fermò alla porta, girandosi a guardare Harry. Molto dolcemente, Draco
intrecciò le dita con quelle del giovane. “Qualunque cosa accada,” bisbigliò Draco, “voglio che tu sappia che farò quello
che è migliore per tutte le persone coinvolte, capisci?”
Harry
fece di sì col capo, in silenzio. Draco si chiese se dovesse farlo aspettare in
biblioteca. Ma decise di no.
Se questi erano gli amici di Harry, il ragazzo aveva il diritto di sapere quello
che accadeva.
“Non
esiterò a difendere coloro che amo, Draco,” disse
freddamente Harry. I suoi occhi di smeraldo, erano duri come acciaio.
“Neanche
io, Harry. Quello è il motivo per cui sto tenendoti
con me”,fu la risposta bisbigliata di Draco.
Draco
aprì la porta, avanzando con Harry accanto a lui.
Harry
Potter ansò quando varcò la porta. Crebbe e Goyle
erano affianco di due donne che sembravano parecchio
malmesse. Harry vide capelli castani cespugliosi e lunghi, ricci rossi.
“Hermione!
Ginny!” Harry si liberò della presa di Draco. Poteva avvertire chiaramente il
martellio del suo cuore. Draco lasciò libera la sua
mano e Harry corse verso di loro, spingendo via le guardie.
Doveva
arrivare a Hermione e Ginny. Si fermò brevemente, anelando, in piedi di fronte
a loro. Erano entrambe parecchio malridotte. Hermione sembrava avesse pianto.
Ginny guardava come sempre – una rossa dal temperamento fiammeggiante. Gli
ricordava così tanto Ron.
Dove
era Ron? Harry guardò attorno a se, cercando il suo prediletto amico. Ma non era là.
Harry
osservò appena una mano che si posò sulla sua spalla. Harry si volse per un
momento. Draco era accanto a lui. Harry non disse nulla, rivolgendo nuovamente
la sua attenzione verso i suoi amici.
“Ginny,
Hermione”, bisbigliò piano. “Che cosa è accaduto? Dov’è Ron?” La sua voce suonava strangolata. Harry sapeva di
esser sull’orlo delle lacrime. Tuttavia, non avrebbe pianto. Non qui, di fronte
alle guardie e davanti a Draco.
Harry
poteva sentire dei passi dietro di lui. Sapeva che erano Snape e Blaise. Non si
volse per vederli. Aspettò una risposta dalle due donne.
“Harry”,
bisbigliò Hermione, “Harry. Sono così felice di vederti. Sembri star bene…”
Harry
si accigliò. “Che cosa è accaduto?” La sua attenzione
si rivolse verso Ginny. Lei alzò il viso, orgogliosamente, come se fosse al di sopra dell’intera situazione, anche se era solo la figlia
di un contadino.
“Ginny,
dimmi. Qualcuno! Dannazione, qualcuno mi parli! Ditemi
che cosa accadde!” Intimò Harry, quasi gridando. La mano sulla sua spalla strinse,
rassicurante.
“Calmati,
Harry”, bisbigliò una voce calma al suo orecchio. Sapeva che si trattava di Draco ma Harry l’ignorò.
“Dimmi
quello che accadde.” La sua voce era dura. Ginny puntò i suoi occhi marroni sull’amico, un piccolo sorriso triste sul viso.
“Mi
sei mancato, Harry…la tenuta…è perduto. I seguaci di
Voldemort…Loro…Loro…” La voce di Ginny ruppe. Tirò su col naso. Poi si fermò.
Harry sapeva che la ragazza non avrebbe permesso a nessuno di vederla piangere.
Hermione
intervenne, dopo aver preso un profondo respiro. “Si tratta di Ron, Harry. Ron
è morto. Mio marito è morto…”
Le
ultime sillabe tremolarono e lacrime minacciarono di scendere dai suoi occhi. Harry
si liberò dalla presa di Draco, e l’abbracciò. Harry sentì Ginny avvolgere le
braccia su entrambi.
“Questo
è colpa mia”, bisbigliò Harry, tentando di nascondere le lacrime. “E’ tutto
colpa mia. Prometto che vi farò tornare a casa sane e
salve. Fosse l’ultima cosa che faccio.”
Draco
Malfoy guardò la scena con calma, provando, però, dolore. Sapeva che Harry
stava soffrendo.
Sapeva
anche che Harry, nel dolore, si era rivolto a loro, ignorandolo.
Forse
non era equo, dire così. Loro conoscevano Ron, lui no. Harry aveva una lunga amicizia con queste donne.
Erano, dopo tutto, la moglie e la piccola sorella del suo
più buon amico.
Amico che ora era morto. Draco poteva quasi sentire il dolore di Harry.
Draco
si volse verso i suoi amici. Blaise e Severus erano arrivati giusto in tempo, sembrava.
Draco
fece loro cenno di seguirlo in un angolo. Era evidente che, Harry, non desiderasse
averlo vicino, al momento. Stava condividendo il dolore con chi conosceva Ron.
La presenza di Draco, ora, non offrirebbe conforto, sopratutto considerando ciò
che stava per fare.
“Sono
contento di vedervi entrambi”, mormorò Draco. “Questo sarà...un tempo molto
difficile... per tutti loro.”
Severus
accennò col capo. “Posso capirlo. Questo vuol annunciare che non siamo,
completamente, liberi da Voldemort. Non intendo essere allarmista Draco, ma
credo che il tuo debito di sangue abbia più segreti di quello che tu pensi.”
Draco
fece cenno di si col capo. “Sono d’accordo. Chiunque sia
che ha attaccato i possedimenti dei Potter, era in
cerca di Harry. Probabilmente hanno razziato il luogo per rabbia, quando non
hanno trovato il ragazzo. Ma non arriveranno a lui.
Giuro che non lo permetterò.”
Blaise,
intervenne, la voce calma. “E’ un peccato, sai. Mi piace Harry, davvero. E’ un
pò chiacchierone, ma non in modo dannoso. Mi chiedo, però, chi è la piccola
testa rossa? Visto come si comporta? E’ una donna di spirito...”
Notando
l’interesse di Blaise, Draco sorrise. La situazione stava risultando
ideale. Blaise, tratterrebbe bene una donna mortale, Draco lo sapeva.
“Sarebbe
ideale, Blaise”, bisbigliò Draco, “se tu la prendi come tua. I nostri costumi affermano
che qualsiasi mortale che passa per questo reame, sia possesso di un vampiro.
Li prenderei entrambi –solo per proteggerli, sia chiaro- ma Harry ora richiede la mia piena attenzione. Tu la tratteresti bene.
Harry...Harry non la prenderebbe bene se dovessero
essere messe all’asta, lo sai. Dubito che sarà d’accordo comunque.”
Blaise
accennò col capo, un piccolo sorriso che attraversava la sua faccia.”Sarebbe un
onore. Giuro che non te ne pentirai.”
Severus
sogghignò sarcasticamente, guardando verso Draco. “Non mi piace Harry, Draco.
Penso che sia un piccolo bastardo arrogante. Tuttavia, prenderò l’altra. E’
abbastanza attraente, e non sembra agitarsi troppo sul suo aspetto. Non
sopporto le donne che lo fanno.”
Draco
nascose un riso soffocato. Severus era duro, si, ma Draco conosceva bene l’uomo.
Era capace di grande cura, nel suo proprio modo. Non avrebbe fatto male alla ragazza.
“E’
appena rimasta vedova, Severus. Ho fiducia che non gli provocherai
dolore non necessario”, l’avvertì calmo Draco.
Severus
scosse la testa. “Nonostante quello che pensi, non mi
piace versare sale nelle ferite di qualcuno che ha avuto tale perdita. Non la
costringerei.”
Le
donne sarebbero sicure con Blaise e Severus. Era molto meglio così che una
vendita all’asta. Dato che sia Blaise che Severus
avevano i propri appartamenti nel feudo, Harry poteva incontrare i propri
amici.
Non
ci sarebbero visite frequenti, tuttavia. Harry doveva prima collegare con Draco.
Doveva essere lui, la persona da cui Harry correva con le sue speranze, paure e
sogni.
“E’
ora. Hermione e Ginny, come li ha chiamati Harry, hanno bisogno di riposo. Tratteremo più tardi, col problema di Voldemort”, disse
Draco.
“Non
puoi, Draco!” Gridò Harry Potter, la faccia livida per la rabbia. Occhi
stretti, quasi ringhiando. Si parò d’innanzi a Hermione e Ginny, un’ira
criminale che colmava il suo cuore.
“Non
puoi, Draco! Dovrai uccidermi prima, te lo giuro!
Loro...loro non poseranno un dito sulle ragazze! Permettigli di tornare a casa!
Dannazione, non condannarle al mio fato!” Harry poteva sentire la sua voce
tremare.
Desiderava
piangere. Voleva gridare. Voleva il controllo della sua vita. Ma, non poteva gridare, piangere. Draco sembrava avere il
controllo su tutto. La situazione era senza speranza. Harry fece l’unica cosa
che poteva fare –perdere il suo temperamento.
Harry
avvertì la mano di Hermione sulla sua spalla. Sentì la sua voce, calma,
nell’orecchio. “Harry”, disse dolcemente, “attento.”
Harry, quasi l’ignorò. Questo era tra lui e Draco.
Anche
Blaise e Severus sembravano sorpresi alla rabbia di Harry. Crabbe e Goyle erano
in piedi, in un lato, come ordinatogli da Draco, impediti ad intervenire, nessuna
questione come grande era lo scoppio d’ira del giovane.
“Non
sto condannandoli a qualsiasi cosa”, fu la calma replica
di Draco. “E’ il nostro costume che i mortali che vagano nel nostro reame, vengano dati a vampiri. E’ la volontà del fato, dice una
delle nostre tradizioni più antiche, che portano qui i mortali. Ci sono ragioni
perché questo succede, Harry. Non sto vendendole all’asta. Le sto consegnando
alla cura dei miei consulenti più fidati. Ti avevo assicurato che avrei fatto
del mio meglio per tutti quelli che erano coinvolti, e credo che l’abbia fatto.”
Harry
si sentì come se la sua rabbia lo stesse bruciando, da dentro a fuori. Si sentì
come se fosse sul fuoco. Odiava quella sensazione. Odiava non riuscire a controllare
il suo temperamento. Odiava avere simili scoppi di rabbia.
Era
incredibile. Era adirato con se stesso per essere così debole. Era adirato con
i suoi genitori e Ron per essere morti. Era adirato con suo zio per essere
coinvolto con Draco Malfoy. Era adirato con Draco per chiedergli qualcosa che
non era sicuro lui poteva dargli.
“Che tu sia dannato, Malfoy! Che tu
sia dannato nella più oscura buca dell’inferno! Permettigli di tornare a casa,
dannazione! Lei ha perso suo marito...e Ginny ha perso
suo fratello. Vuoi aumentare il loro dolore? Come osi fargli questo! COME OSI
FAR QUESTO A ME!”
Harry
non poteva più fermarsi. Attaccò Draco. Draco, però, era più forte,
e prese Harry per la vita. Harry lottò contro il biondo, ottenendo solo
che lo stringesse più forte.
Harry
guardò Draco alzare la mano. La guardia si avvicinò. Severus e Blaise avevano
seguito l’alterco. Hermione e Ginny si tenevano per mano. A Harry non interessava
di avere pubblico.
Tutto
quello che voleva era far male a Draco. Cominciò a colpirlo sul petto con i
pugni, gridando. “Perché?!?! Perché
mi fai questo? Perché, devono morire tutti?”
Draco
gli afferrò le mani, intrappolandolo efficacemente contro di se.
“Crabbe,
Goyle, prendete le guardie e andatevene. Severus, Blaise per favore, scortate
le signore alle loro nuove dimore. Ho bisogno di restare solo con lui...” La
voce di Draco era calma.
Harry,
semplicemente, guardava il pavimento. Sentì i loro passi allontanarsi. Poi,
sentì la porta chiudersi dietro a loro.
Era
nuovamente solo con Draco.
Draco
lo rilasciò. “Harry, mi spiace...” cominciò.
Harry,
però, non stava ascoltandolo. Harry fece l’unica cosa che poteva
quando provava dolore. Corse.
Draco
lo trovò un’ora più tardi. Il ragazzo era fuori nei giardini, seduto su di una
panca in pietra. Stava lanciando pietre in un piccolo stagno.
La
sua faccia era macchiata da lacrime.
Draco
si sedette accanto a lui, posando una mano sul suo ginocchio.
“Ho
fatto tutto ciò che potevo. Capisco che stai provando
dolore. Sa Zeus che vorrei poterti consolare, ma tu
non me lo permetterai, perché non permetti a nessuno di avvicinarsi a te”,
disse Draco, più dolcemente che poteva.
Harry
non lo negò. Harry alzò gli occhi verdi, pieni di lacrime, per incontrare il
suo sguardo.
“E’
stato il primo che sia mai stato gentile con me”, bisbigliò Harry. “Ora se n’è
andato, ed è colpa mia. Io l’ho mandato là. Io li mandai tutti là.”
Il
cuore di Draco doleva. Harry era così addolorato. La morte del suo amico, sembrava
che stesse uccidendolo per il dolore. Draco desiderava poterlo abbracciare, ma
sapeva che Harry, ora, non avrebbe apprezzato il gesto.
“La
mia offerta è ancora valida, Harry”, disse con tono dolce. “Voglio ancora darti
tutto. Voglio che tu sappia che niente di tutto ciò è colpa tua. Se accetti, se
decidi di accettare la mia offerta, sarò nelle nostre camere.”
Draco
si alzò, contenendo ancora il viso di Harry tra le mani, in modo che potessero
guardarsi negli occhi. “Non ho mai fatto nulla, da che ti ho incontrato, che
non fosse per te. Voglio che tu lo sappia.”
E Draco
lo lasciò nuovamente in pace.
Harry
poteva vedere la figura scura di Severus Snape attraverso la finestra. Aveva
trovato l’appartamento privato di Snape.
Ora,
avrebbe potuto liberare Hermione. Poi, libererebbe Ginny, e potrebbero lasciare
per sempre questo luogo. Forse, potevano ancora essere felici.
Harry
bussò alla finestra, come faceva sempre, quando voleva visitare Hermione e Ron.
Era un segnale che lei avrebbe capito.
Fu
uno shock, quando fu Severus Snape che, invece, aprì
la finestra.
“Potter?”
Bisbigliò sorpreso il più vecchio uomo. “Per il nome d’Ade,
che sta facendo qui?”
“Sono
venuto a trovare Hermione, signore.” Fu la risposta,
onesta, di Harry. Non aveva nessuna ragione di mentire. Lo riteneva, inoltre,
imprudente. Ron era morto. La sua vita era rovinata. Non pensava che avesse più
nulla da perdere.
Severus
sopirò. “Sta dormendo, ora. Suppongo che sia normale, dopo tutto
ciò che ha passato. Se la vuole visitare, deve tornare
in un migliore momento. Perché, non è col Lord,
Potter?”
Harry
rifletté per un momento. Nuovamente, decise di rispondere con onestà. “Voglio
andarmene, ecco perché. Voglio andare a casa.”
Severus
sorrise sarcasticamente. “Da quello che so su di lei –e mi creda,
Draco mi ha detto tutto ciò che sa di lei- Draco Malfoy la tratta meglio di
chiunque ci sia a casa sua. Se lei non lo vede, poi è
un idiota. Vedendo come sta restando davanti alla mia finestra, tentando di
portare via una ragazza che sta male, da un luogo sicuro, direi
che, definitivamente, lei sia un idiota. Buonanotte, Potter. Se non se ne va
via entro pochi secondi, chiamerò le guardie.”
La
finestra si chiuse in faccia al giovane.
Ci
volle molto più tempo, per trovare le stanze di Blaise Zabini. A Harry piaceva
Blaise. Forse, potrebbe far capire le sue ragioni a Blaise.
Harry
pensava che non sarebbe stato capace di ferirlo per liberare Ginny.
Decidendo
d’essere franco nell’intenzione di liberare Ginny, Harry bussò semplicemente
alla porta. Con dispiacere, fu Blaise che aprì.
“Harry?”
Chiese, in tono tranquillo. “Che cosa stai facendo
qui? E’ tardi. Ginny sta già dormendo.”
Con
voce ferma, rispose, “Devo riportarla a casa.”
Blaise
sembrava interessato. “Ora è nella sua nuova casa, Harry. Vuoi che ti riaccompagni
alle tue stanze? So che hai avuto un giorno molto cattivo, oggi...Perché non
torni da Draco?”
Harry
avvertiva l’ira che si riaccendeva. Non voleva tornare da Draco. Perché tutti affermavano che doveva tornare da lui?
Osservando
che Harry non rispondeva, Blaise sospirò, congiungendolo oltre la soglia, che
chiuse dietro di se.
“So
che pensi che dovresti attaccarti all’orgoglio, Harry, ma Draco non vuole che
ti faccia male. Quando ho affermato che Draco non ha
parlato d’altro per una decade, intendevo realmente quello. Tu non te ne sei
accorto, perché non lo conoscevi prima, ma ora è molto più felice. Ora è più gentile.
Tu sei buono per lui. E se sarai onesto con te stesso,
penso che comprenderesti che lui è buono per te”, concluse Blaise, posando una
mano sulla sua spalla, come farebbe un amico.
Harry
volse lo sguardo a terra. “Tutti dicono così. Anche prima che me n’andassi...Prima
che...Quando Ron era ancora vivo...Hermione vide
Draco...Lei disse che tutto sarebbe andato bene. Tutti sembrano pensarlo...Anche
Snape.”
Blaise
sorrise. “Nonostante quello che tu pensi, non stanno tentando
tutti di farti male. Snape è un bastardo, si, ma è onesto. Hermione è uno dei
tuoi migliori amici. E io, Harry conosco molto bene
Draco. Prendi il mio consiglio, come quello di un nuovo amico. Torna da Draco.
Vuole solo aiutarti a superare questo momento.”
Harry
sospirò. “Per favore, sii buono con lei...” La sua voce, era solo un bisbiglio
rotto.
“Non
ho mai pensato”, disse Blaise, con un sorriso gentile, “di fare diversamente. Non
preoccuparti.”
Harry
si volse, percorse il portico e si allontanò.
Harry
era nervoso, quando bussò alla porta delle camere di Draco.
La
porta si aprì piano. Draco era dietro di lei, sembrando stranamente vulnerabile,
vestito di nero. Harry non sapeva cosa dire, e volse lo sguardo verso terra.
“Speravo
che venissi, stasera”, disse Draco. “Comprendi che, venendo qui
stasera, hai accettato la mia offerta? Io voglio darti tutto, ma tu devi fare
altrettanto. Devi essere aperto. Devi parlare, e devi
avere fiducia...”
Harry
fece di si col capo. Tentò di parlare, dire qualcosa,
ma non riuscì. Draco sembrò capire. Offrì la sua mano a Harry, che l’accettò.
“Se
entri qui, mi stai dando il permesso di prenderti
completamente, stasera. Io voglio tutto. Voglio il tuo dolore. Voglio la tua
anima. Voglio la tua mente, e voglio il tuo corpo. Se
entri, stai dicendo che proverai le cose al mio modo,
solo per stanotte. Puoi essere d’accordo su questo?”
Harry
accettò. “Io posso...” Harry si sentiva a pezzi, dolorante
e con le lacrime che colavano sul viso. Non era sicuro di aver la forza per
stare in piedi da solo. Osservando la sua debolezza, Draco avvolse Harry con le
braccia, offrendogli sicurezza.
“Mi
dispiace, Harry. Mi dispiace così tanto”, bisbigliò il vampiro. “Ora vieni. Mi
prenderò cura di te.”
Harry
avanzò oltre la soglia. Stasera, avrebbe preso quello che Draco doveva offrire.
Feudo Malfoy e terre
circostanti, Rectorland Est, 4550 S.C.
Draco
condusse dolcemente Harry nelle camere che dividevano. Chiuse, leggermente,
dietro di se la porta. Harry stava tremando nelle braccia del biondo. Draco si
chiese per quale motivo stesse provando così tanta
paura.
Non
aveva certo intenzione di far male a Harry. Onestamente, non pensava che
neppure potesse. Voleva solo fare in modo che il ragazzo si sentisse bene. Concesso,
lui esigeva alcune cose da Harry, ma erano cose facili
da dare, una volta che Harry capiva la profondità dei suoi sentimenti. Voleva solo
la sua fiducia. Desiderava solo che si sentisse comodo e rilassato nelle sue
braccia.
Draco voleva
che Harry si sentisse in pace.
“Stai
tremando, Harry”, bisbigliò Draco, avvolgendo le braccia più strette attorno al
suo amore dagli occhi verdi. “Sei sicuro? Non ti farò male. Per favore, non
aver paura...”
Il viso
macchiato di lacrime di Harry, guardò su. I suoi occhi verdi s’incontrarono con
quelli di Draco. Il viso delicato, i bei lineamenti tristi.
In quel
momento, Draco pensò che avrebbe fatto qualsiasi cosa perché il ragazzo sorridesse.
Era ciò che Draco aveva voluto, fin da quando
considerò Harry un piccolo bambino solitario ancora ai primi passi.
Harry
non disse niente. Nuove lacrime, scesero dagli occhi del giovane. Draco baciò
la fronte di Harry. Poi le guance.
Finalmente,
baciò le labbra di Harry. Draco le carezzò leggermente, sapendo che le sue
labbra erano fredde. Sapeva che il suo tocco era freddo. Non si alimentava da
circa una settimana. Era ora di alimentarsi nuovamente, o diverrebbe
presto debole. Aveva bisogno del calore di Harry.
Eppure, al momento, non stava pensando a questo. La sua mente era
tutta per Harry. Draco spostò le labbra su quelle piene di Harry, attentamente.
Le leccò, facendo si che, timidamente, si aprissero.
Draco strinse la sua presa, tenendo Harry come se fosse la cosa più preziosa di
tutto Rectorland Est.
Le braccia
di Harry si avvolsero attorno a Draco apprensivamente, in un modo che fece
stringere il cuore al biondo. Le labbra di Draco si allontanarono da Harry.
“Vieni”, bisbigliò lui. “Va tutto bene. Sono qui.”
Harry lo
abbracciò strettamente. Sospirò, seppellendo il viso contro il collo di Draco.
“Ho provato a liberare Hermione e Ginny...” Bisbigliò
Harry.
Draco
ridacchiò, un brontolio profondo che proveniva dal suo petto. “Com’è finita la
questione?”
Draco, pensava di aver un’idea di come la scena potesse esser
andata. Poteva immaginare come reagirebbe Severus al presentarsi di Harry, che
esigeva la liberazione dell’amica. Severus aveva carattere aspro. E’ probabile
che sia stato parecchio divertente. Comunque, Draco si
fece un appunto mentale di parlare con Severus sull’usare la sua lingua
tagliente con Harry, nel futuro. Il ragazzo aveva già sopportato abbastanza.
“Non
molto bene. Snape ha affermato che ero un idiota. Blaise è sembrato
preoccupato. Non capisco il motivo di tale preoccupazione. Mi ha detto di tornare
da te, come Snape. Era...strano”, mormorò, piano,
Harry. Spostò la testa, posandola sul suo petto. Un sorriso strano, sereno,
apparve sulle labbra di Draco. Si sentiva meravigliosamente. Harry era posato
contro di lui. Stava cercando conforto da lui.
“Perché strano, Harry?” Bisbigliò Draco, facendo scorrere la
mano attraverso i capelli del moro. “E’ la stessa obbligazione esistente fra
noi, secondo le tradizioni di Rectorland Est. Tu sei mio. Il mio lavoro è
proteggerti ed aiutarti quando sei addolorato, come ora. Non posso ridarti il
tuo amico, Harry. Se potessi, lo farei. Neppure il
Lord dei Lord ha quel potere. Ma,
io sono qui. Farò tutto quello che posso per te, tutto
quello che mi permetterai di fare.”
Harry
accennò col capo, la testa che si mosse contro il petto di Draco. “Grazie. So
di non esser stato gentile con te, Draco. Sei stato molto paziente con me.”
Il
biondo pigiò le labbra sui morbidi capelli di Harry. “Tu lo vali. Vali tutto.”
Draco
guidò dolcemente Harry al letto che dividevano. Harry permise a Draco di
posarlo sul materasso. Draco si posò accanto a Harry, lasciando scorrere la
mano sulla guancia bagnata di Harry. Con il pollice, asciugò una lacrima sotto
l’occhio di Harry, asciugando lacrime disperse.
“Stasera,
sarà completo”, mormorò Draco, mentre la sua mano continuava l’ipnotica carezza.”Sto
aspettando questo momento da anni, piccolo.”
Guardando
gli occhi di Harry chiudersi, un leggero, calmo, sorriso sul suo volto, Draco avvertì
la pace del giovane. Questo, era ciò che voleva.
Quando stasera, Harry, sarà suo, lo sarà per l’eternità. Non
invecchierebbe. Non cambierebbe. Vivrebbe per sempre, una meraviglia umana.
Diversamente da Draco, Harry non sarebbe toccato dalla morte. Vivrebbe come il
suo adorato debito di sangue, il suo partner di cibo,
semplicemente. Se ne assicurerebbero i suoi poteri.
Harry sarebbe immortale e mortale.
Harry
non sapeva nulla di questo. Glielo avrebbe detto al tempo debito. Aveva già
sofferto abbastanza. La pace evidente sul suo viso, era troppo preziosa, per rovinarla.
Draco pigiò dolcemente le labbra sulla guancia di Harry.
Gli
occhi di Harry si aprirono leggermente, dando a Draco uno sguardo fosco.
“perché mi vuoi così tanto, Draco?”
Draco
sorrise, adagiato accanto a Harry. Un braccio attorno alla vita snella del
ragazzo, mentre l’altra mano, continuava a lisciare, pigramente, la sua
guancia, cullandolo. Draco voleva che fosse rilassato. Spinse una piccola
quantità del potere nella mente di Harry. Era meglio che il ragazzo non si
sentisse troppo in vena di chiacchiere. Draco non desiderava fargli male più
del necessario.
“Semplicemente
ti voglio. Ti trovo molto affascinante”, bisbigliò
Draco. “Amo la tua forza, e la tua fragilità. Amo il
tuo desiderio di ricevere amore, e il rifiuto di permettere a chiunque di
venirti vicino. Amo come ti perdi nei miei libri. Semplicemente, ti adoro,
Harry, anche quando sei difficile ed indisciplinato.”
Harry
sorrise, inclinandosi verso Draco, accettando il tocco calmante dell’uomo.
“Suppongo che tu abbia di nuovo fame...”
Draco
ridacchiò, facendo scorrere un dito snello sulle labbra rosate di Harry.
“Morendo di fame, davvero, ma non nel modo che pensi tu. Voglio molto più del
tuo sangue, stasera.”
Harry
Potter guardò attentamente Draco. Non temeva il vampiro biondo, non ora. Non poteva
temerlo realmente. Draco era, stanotte, troppo gentile.
Era
strano, come Draco potesse essere così calmo, così paziente,
amabile eppure austero. Draco non stava facendogli male, eppure Harry sentiva
dolore. Era così facile precipitare nelle forti braccia del freddo vampiro. Era
così facile accettare quelle dita adoranti che percorrevano il suo viso.
Era così
facile cadere sotto il loro calmante, ipnotico, incantesimo. Harry si sentiva
come se stesse galleggiando.
Sapeva
dove era. Sapeva quello che stava accadendo. Sapeva che avrebbe dovuto respingerlo,
ma non poteva. Era come se fosse all’esterno del proprio corpo, guardandosi.
Draco lo
baciò di nuovo. Le labbra erano fredde e morbide contro le sue. Il contrasto
tra le labbra fredde di Draco e le proprie, calde, stava spaventandolo. Gli
sembrava di baciare del marmo o vetro. Le labbra di Draco erano come un’opera
costosa, come se stesse baciando una splendida statua, invece di un innamorato
appassionato.
Mani
fredde scivolavano su e giù lungo il petto di Harry. Harry non aveva notato che
Draco aveva aperto la sua camicia. Harry sentiva come se il suo corpo fosse
consumato da un fuoco freddo. Stava raffreddandolo. Stava gelando il suo
sangue. Harry rabbrividì.
Una
lingua invase la bocca di Harry. Harry gli permise di entrare, pigiando,
timidamente, la propria contro quella di Draco. La
risposta di Draco fu forte, e loro lottarono per il dominio.
Draco
vinse, notò Harry, che squagliò sotto l’assalto furioso, rilassandosi nel
materasso. Harry avvolse le braccia attorno a Draco, lasciando scorrere le mani
sotto i suoi abiti, su e giù per la pelle fredda della
schiena.
Harry
notò appena che era nudo dalla vita in su. La camicia
era stata dimenticata. Draco l’aveva rimossa durante il bacio.
Draco
rimosse la propria camicia. Harry fece correre dolcemente le dita sul suo
petto. Era bianco, freddo e duro. Harry immaginò che fosse intagliato in marmo
o forse, costoso avorio.
“Sei
così freddo e duro”, e arrossì, quando comprese che aveva parlato ad alta voce.
Draco
rise, guardando verso Harry con il sorriso negli occhi, spingendo via i capelli
dalla fronte del moro. Harry, quando le dita toccarono leggermente la freccia
di Zeus sulla sua fronte, si lamentò piano.
“Non
sono così freddo, Harry”, bisbigliò. Harry si meravigliò a tali parole. Draco,
realmente non era così freddo.
Draco
Malfoy lasciò la mano sul petto di Harry, sorridendo. Il cuore del giovane
stava battendo freneticamente. Poteva avvertire l’evidenza di un’erezione
crescente che pigia contro la sua coscia.
Harry
stava godendo tutto questo.
Il cuore
di Draco non batteva. Non poteva. La sua virilità stava crescendo, però. Harry
aveva quell’effetto. Harry, le labbra dischiuse, gli occhi sfocati, la testa
alta. Lui, non avrebbe mai potuto essere nuovamente caldo come il giovane.
Draco
rimosse i pantaloni di Harry. Le sue mani erano gentili. Draco li slegò
lentamente, e dolcemente li fece scivolare dalle anche del ragazzo.
“Voglio
vederti, Harry”, bisbigliò piano. “Non ti ho mai visto bene. Voglio vedere come
sei bello...”
Draco
gemette per il desiderio. Harry era bello. Draco era già duro, le anche che si
contorcevano. Draco lo toccò con dita leggere, fredde. Con un piccolo sorriso,
Draco prese una piccola bottiglia di lubrificante dal
comodino. Harry lo guardò, gli occhi confusi.
“E’
essenza di rosa”, bisbigliò, rauco, Draco. “Sarà più facile per te,
stanotte...”
Harry
accennò col capo, gli occhi verdi che osservavano come Draco rivestisse
le mani col lubrificante dall’odore dolce. Continuando a strofinare piano
Harry, lo preparò con dita gentili, in modo che non gli procurasse dolore.
Le anche
di Harry sgropparono, l’alito rotto. Sentiva il suo corpo bruciare. Draco si aggrappò
al suo calore.
I suoi
pantaloni ormai dimenticati da tempo. Draco non ricordava, quando li avesse
tolti, solo che non li aveva più. Un sorriso aleggiò sul suo viso, mentre si
posò su di Harry. Il ragazzo lo notò appena. Harry stava gemendo, anelando,
muovendosi. Draco pensò che fosse molto bello.
Draco
entrò in Harry, dolcemente. Harry s’inarcò, cercando di soddisfare l’azione di
Draco. Draco s’inclinò in giù, affondando dolcemente le sue zanne nel collo di
Harry, che rilasciò un lamento, per poi aggrapparsi a Draco.
Harry
sapeva dove era. Era nuovamente nella mente di Draco, come sempre succedeva,
quando Draco beveva il suo sangue. Stavano muovendosi insieme, ora. Harry
sentiva il piacere. Era sensuale, vero. Si sentì vivo in un modo che non
avrebbe mai creduto possibile con Draco.
La mente
di Draco conteneva immagini strane quella sera. Draco era un bambino, intento a
guardare il sole andare alla deriva nel cielo. Draco sentì piacere, felicità.
Harry
comprese che lui portò un qualche genere di felicità a Draco.
Draco
stava attraversando i boschi. Aveva esaurito la sua prima vittima. Il mondo
stava nuotando nel colore ed era così vivo.
Harry
comprese che era lui che faceva provare tali sensazioni a Draco, sensazioni vive e brillanti.
Draco
stava nuovamente guardando Harry. Stava guardando Harry come un ragazzo adolescente
e curioso,esplorandosi. Avvertiva piacere nella
curiosità di Harry.
Era
evidente, pensò divertito Harry, che il vampiro l’aveva continuamente guardato.
Non
poteva vedere più nulla, ora. Il suo corpo tremò. Sentì la terra sotto di se,
muoversi. Era bello e sorprendente. Si sentiva come se stesse sciogliendosi
grazie all’uomo che si muoveva sopra di lui.
Anche Draco poteva vedere. Poteva vedere cose. Poteva vedere
Harry. Harry che incontrava il ragazzo dei Weasley -il suo
amico perduto- nel bosco. Draco prese Harry nella sua casa, nel suo cuore. Draco si sentiva come se il suo cuore si fosse
rotto a causa del suo dolore.
Harry
stava guardando le stelle. Draco sapeva che poi, si sentì solitario, Stava
desiderando un compagno. Stava desiderando amore. Draco, in quel momento, giurò
di darglielo.
Con una
scossa tornò al presente, all’adesso. Gli occhi di Harry erano chiusi. Anelante
sotto di lui. Il viso di Harry era lucente di sudore. Draco s’inclinò verso il
suo collo, assaggiando il dolce sangue del suo innamorato.
Ora era
anche più dolce, ora che era vicino al climax. Non era stato così dolce neppure
l’ultima volta in cui lo aveva bevuto. Draco pensò che sarebbe morto dal
piacere.
Draco si
staccò. Il suo corpo ora, era caldo. Aveva avuto abbastanza sangue. Harry gridò
il nome di Draco, che lo seguì nel suo climax.
“Sei
così caldo, ora Draco”, bisbigliò Harry. “Molto caldo.”
Erano
passate molte ore. Il sole stava dipingendo l’orizzonte di porpora. Draco
desiderò di non dover uscire dal letto.
Stava in
un groviglio di lenzuola seriche e coperte di velluto con Harry Potter tra le
sue braccia. Il bel ragazzo era nudo e soddisfatto. Sul suo viso c’era pace,
anche se c’erano tracce di dolore profondo nei suoi occhi.
Draco
era consapevole che vi sarebbe rimasto per molto tempo. Harry aveva perso un
caro amico. Il dolore diminuirebbe con il tempo. Nel frattempo, Draco sarebbe
al suo fianco, aiutandolo ad affrontarlo.
“Quando
ho detto che mi davi la vita, non stavo mentendo”,
bisbigliò Draco, allacciando dolcemente le loro dita. “Ne vuoi parlare, Harry?”
Harry
scosse la testa. “No...solo...Questo è come tratto con la mia vita, Draco. E’
l’unico modo in cui so farlo. Potrei tentare di metterlo in parole, ma non
penso che potrei esprimerlo.”
Draco
sorrise furbescamente. “Possiamo vedere come il tuo modo di
affrontare la vita ti ha portato, Harry. Io ti adoro, ma il tuo
temperamento è orribile...” Disse Draco, ridendo.
Harry
capì che era solo un dolce stuzzicando. “Vivere con i Dursley,
potrebbe causare un simile, orribile, temperamento”, disse Harry, per metà
scherzando. “Suppongo di non aver badato molto. Era la mia prima volta, sai.
Era bello...così...ehm...grazie.”
“Non
devi ringraziarmi”, bisbigliò Draco. “Ho visto come hai incontrato Ron, sai. So
che questo è duro per te. Non ho mai avuto simili amici. Sei stato molto
fortunato. Troveremo i responsabili che fecero questo, Harry. Ti prometto che
pagheranno...”
“Perché mi cercavano, Draco?” La voce di Harry era tremante. “Sai
che era me che volevano. Sapevano che sarei dovuto tornare. Dannazione, Draco,
è probabile che mi avrebbero ucciso, e non so neppure
per quale motivo.”
Draco
sospirò leggermente, rafforzando la presa su di Harry. “Lo scopriremo. Ora,
però, devi riposare. E’ stato un giorno difficile, per te. Puoi dormire, se
vuoi. Io sarò qui, se hai un incubo. Non ti lascio.”
Harry accennò
col capo. “Che cosa faremo ora, Draco? Cosa farai ora...”
“Io
voglio solamente, Harry”, mormorò Draco, irrigando i suoi poteri per cullare
Harry in un sonno libero da sogni, “quello che avevo sempre voluto. Io voglio
te.”
Harry
non rispose. Era addormentato nelle braccia di Draco.
Feudo dei Malfoy e terre circostanti, Rectorland Est, 4550
S.C.
Harry Potter sedeva solo,
nuovamente, accanto allo stagno. I suoi occhi verdi fissi, simili a vetri
ciechi, l’acqua.
Draco Malfoy, Lord dei Lord, lo guardava poco lontano. La maggior parte dei giorni,
Harry era contento della sua vita. Aveva accettato che Ron Weasley era morto e no sarebbe tornato mai più. Sembrava che avesse
accettato, anche, che gli appezzamenti di terreno dei Potter fossero persi per
lui. Per la maggior parte del tempo, sembrava felice –come voleva che fosse
Draco.
Qualche volta, Harry
mostrava verso Draco la vera affezione. Era nei suoi occhi, che accendevano l’intero
volto. L’affezione non appariva mai, quando se l’aspettava Draco.
Draco diede a Harry molti
regali –vestiti nuovi ed eccellenti cioccolatini, soprattutto—ma Harry sembrava
accorgersene appena, quando Draco lo viziava.
L’affezione di Harry si mostrava quando Draco gli dava qualche cosa di cui lui aveva
bisogno –soprattutto amore. Draco aveva l’abitudine di abbracciare Harry da
dietro. Il ragazzo si rilasserebbe contro di Draco, tranquillo. Il gesto
mostrava un livello di fiducia che faceva sobbalzare il cuore di Draco.
Quando Draco disse a Harry come fosse speciale, lui gettò
le sue braccia al collo di Draco, abbracciandolo fortemente. Draco conservava
quei momenti come tesori, amando la sensazione della pelle calda e dei capelli
morbidi di Harry.
I due andrebbero a letto
insieme, e farebbero l’amore appassionatamente. Harry, rilascerebbe suoni
avviluppati e morbidi. Draco sarebbe gentile con lui, perché non potrebbe
vivere col pensiero di fargli del male.
La maggior parte del mese
trascorso –fin dalla notte che le due donne erano
giunte al feudo Malfoy—era stato pacato e calmo. Draco era conscio che ciò era
quello di cui aveva bisogno Harry.
Naturalmente, Draco aveva
tenuto le indagini sull’interesse di Lord Voldemort per il suo debito di
sangue, un segreto. Solamente Severus e Blaise, conoscevano la maggior parte
dei dettagli , e ancora doveva essere scoperto. L’unica
cosa che era conosciuta da tutti, era ciò che già era di dominio pubblico. Lord
Voldemort, aveva ucciso Lily e James Potter, ed era morto nel processo,
lasciando Harry orfano.
C’erano dicerie che sarebbe stato un turbine, non Lord Voldemort, quello che distrussei possedimenti dei Potter. Era una strana
diceria, perché quella notte era stata veramente tranquilla.
Draco sospettava che Harry
stesso stette trattenendo un segreto. C’erano momenti, quando erano insieme, quando
le loro menti erano unite, che Draco potrebbe giurare
di vedere i poteri degli Elementi della Natura, all’interno del ragazzo.
Quando avevano completato l’obbligazione dell’anima, il
sentimento che in Harry ci fosse tale potere, era aumentato. La qualcosa,
ragionò Draco, era normale. Pensandoci, Draco sapeva che qualsiasi cosa fosse,
si sarebbe fortificata grazie all’obbligazione. Solo,
non si era aspettato di trovare nulla di simile.
Vero, Elementali, erano rari
in questi giorni. Discendevano dall’antica linea di Gryffindor stesso. Si
pensava –sebbene anche Draco ammettesse che non si conosceva molto l’eredità di
Lord Voldemort—che lui apparteneva alla linea di Slytherin, e Draco sapeva che era
l’unica altra famiglia che si pensava che avesse prodotto Elementali.
Elementali, però, dovevano
essere addestrati. I più potenti di loro, potrebbero, anche se sporadicamente,
controllare il tempo anche se i loro poteri non erano stati
risvegliati.
Cose come l’obbligazione di anima con un vampiro potevano, naturalmente, risvegliare
tali poteri. Dopo l’obbligazione, diverrebbe solo peggio. I poteri degli elementi
della natura crescerebbero solamente, a meno che, loro
fossero in qualche modo, bloccati.
Il tempo al feudo Malfoy,nel mese precedente, era stato strano. Temporali inaspettati,
infradiciarono la terra. In alcuni momenti estremi, un temporale pericoloso soffiò
a volte sulla terra. Ci furono a volte, scoppi casuali di calore, o freddo.
Draco non parlò mai dei suoi
sospetti a chiunque. La verità sia detta, era preoccupato.
Harry aveva un temperamento...volatile. Harry non sembrava avere l’autocontrollo
necessario a controllare tali poteri.
Anche Severus e Blaise, iniziavano a preoccuparsi. A meno che il mistero del tempo fosse risolto, erano sicuri
che la maggior parte della vita vegetale in Rectorland Est –o almeno quella
circa il feudo dei Malfoy—perirebbe.
Draco era d’accordo con loro.
Prima che l’obbligazione
fosse completata, Draco pensò, c’era stata dell’evidenza.
Episodi sparsi, ma alla nuova conoscenza, avevano senso.
Sembrava piovere, quando il
ragazzo era piangente, quando Harry non desiderava che nessuno si accorgesse di
tali lacrime. Piovve molto sui terreni dei Dursley, quando Harry era piccolo.
Pioveva, quando lo stato d’animo
di Harry era alterato, pensò Draco; gli piacque solo giocare nella pioggia, o
piovve proprio a causa dello stato emotivo di Harry?
Il tempo, come lontano seppe
Draco, non era mai stato cattivo nel compleanno di Harry. Anche
in anni quando i veggenti predissero temporali, Draco non poteva ricordare mai
una volta che piovve durante il suo compleanno.
Poi c’era lo scambio d’informazioni
che avveniva durante il momento in cui si cibava. La maggior parte dei mortali,
non poteva dare o prendere informazioni. Harry poteva.
Durante i momenti i cui si cibava –specialmente recentemente—Draco poteva giurare che
sentiva il turbinare del vento, il potere di un temporale ed il calore del sole
in Harry. Era un’esperienza surreale, come la volta che, quando ancora era un mortale,
aveva visto una tempesta di sabbia nel Medio Oriente.
Era terrorizzante
ma stranamente, era anche sorprendentemente bella.
Harry Potter, aveva molti
segreti che, Draco non pari, con i suoi considerevoli poteri, poteva scoprire.
Era come se una parte del ragazzo fu chiusa a chiave,
e venisse rilasciata solo alla durata corretta.
Draco sospettò che tale
parte segreta, conteneva l’odio per Voldemort.
Draco si liberò dei
pensieri, e decise di guardare di nuovo Harry.
C’erano a volte, giorni come
oggi. C’erano giorni, quando Harry stava seduto, a fissare l’acqua, come se
contenesse le risposte di cui aveva bisogno.
Giorni in cui, Draco
desiderò occuparsi in maniera speciale del suo debito di sangue. Silenziosamente,
il vampiro biondo avanzò dietro a Harry, posando dolcemente le proprie mani
fredde sulle spalle del giovane. Harry, sotto tale tocco, tese per un momento. Altrettanto
rapidamente, rilassò. Harry si era abituato a Draco.
“Quell’acqua
no ti dirà nulla d’importante, Harry”, bisbigliò Draco, abbassandosi sulla
panca, accanto a Harry. Draco posò dolcemente la mano sul ginocchio di Harry.
Draco sapeva che Harry non
era mai stato toccato in maniera affettuosa, quando era un bambino. Intendeva
recuperare le occasioni perdute. Draco lo toccava spesso. Prima che Draco lo
prendesse con se, Harry aveva molti pochi ricordi del semplice tocco di un’altra
persona.
Occhi verdi e simili a
vetro, si posarono su di Draco. Un piccolo sorriso aleggiava attraverso le
caratteristiche di Harry. Harry posò la propria mano su di quella del biondo,
spremendola leggermente.
Draco avvertì la solita sensazione
di felicità che provava, quando Harry lo toccava.
“Stai di nuovo avendo fame,
Draco”, mormorò assentente Harry. “Sei freddo.”
Era facile per Draco,
evitare di rispondere. Non era il momento, per Draco, di preoccuparsi troppo
delle proprie necessità. Ora, Harry veniva prima.
“Potrei entrare nella tua
mente, e scoprire ciò che ti preoccupa. Ma preferirei se fossi tu a dirmelo”, disse piano Draco.
Harry sospirò, un suono
molle, che ricordò a Draco i suoni che il ragazzo emetteva durante il sesso. “Quasi
tutto, suppongo. E’ stato un mese fa, e io ancora non so perché i seguaci di
Lord Voldemort facevano scorrerie nei miei terreni. Non so perché il mio più
buon amico morì, Draco. Tutto quello che io so, è che avevano qualcosa a che
fare con me...”
Mantenendo una facciata
calma, Draco prese un lungo respiro. Non avrebbe abboccato. Avevano avuto già
molte volte tale discussione, ma Harry sembrava
incapace di comprendere.
“Quello che è accaduto al
tuo amico, Harry”, disse lentamente Draco, “non era colpa tua.”
Un piccolo sorriso onorò il
viso di Harry. “Lo sò. Stavo solo pensando. Tutto qui”,
disse.
Harry notò appena la mano di
Draco che si portò al suo mento. Lo fece rapidamente –i riflessi
di vampiro, avevano i loro vantaggi.
Harry distolse lo sguardo.
Draco non glielo permise. Aveva bisogno che Harry volgesse
lo sguardo verso di lui. Aveva bisogno che Harry gli credesse.
“No, Harry”, disse Draco. “Guardami.
E’ l’ultima volta che ti voglio sentire parlare in questo modo, capito? Questo
non è stato colpa tua. Non lo è.”
Harry distolse gli occhi. Non
voleva parlare di questo, non ora. “Per favore, Draco. Lascia
perdere. Mi spiace. Non verrò più qui, se la mia tristezza t’infastidisce.”
Draco strinse la presa. Non
abbastanza da fargli male, ma abbastanza perché, finalmente, i verdi e brillanti
occhi di Harry, incontrassero i suoi. “La tua
malinconia mi fa male solo perché voglio che tu sia felice. Harry,
sei libero di uscire qualsiasi volta che lo desideri. Il mio feudo è la
tua casa. Comunque, quello che mi infastidisce, è il
tuo complesso da martire”, disse Draco.
I verdi occhi di Harry si
restrinsero. Sentì l’ira caratteristica, che cresceva al suo interno. Non gli piaceva,
quando Draco aveva ragione. Era più semplice credere che il
vampiro, qualche volta, non avesse vissuto abbastanza secoli per sapere e
vedere le cose per quello che realmente erano.
Quindi Harry fece, naturalmente, quello che lui faceva
sempre –negò tutto. “Non ho un complesso del martire”, fu la sua risposta.
Harry sapeva che non era una
gran replica. Era duro per lui rispondere all’accusa di Draco. Il vampiro non
desiderava danneggiarlo. Anzi, al contrario aveva solo il suo bene in mente.
Era
difficile, trattare male una simile persona, fu il ragionamento di Harry. Non aveva molta esperienza
nel trattare con persone buone –solamente Draco, Hermione e Ron Weasley. Harry
guardò a terra, prima di volgere lo sguardo nuovamente a Draco.
Quello che Harry vide, lo
scioccò. Non c’era dispiacere sul viso del vampiro. Lui stava sorridendo a
Harry.
“E’ vero, ma non devi
ammetterlo”, disse Draco. “Io voglio solo che tu venga via dall’acqua ed i pensieri
cupi che ti procura, e venire dentro. Sembra che stia per piovere.”
Il tempo tendeva sempre a scurire,
quando Harry era particolarmente malinconico. Come un bambino, Harry si chiese,
se avesse qualche cosa a che fare con lui, o se era il cattivo tempo che
semplicemente lo rendeva depresso.
“Sembra che io pianga sempre
nella pioggia”, mormorò Harry. “Penserai che ci sia qualche cosa di sbagliato
in me. E’ duro trovare qualcosa più patetico che piangere nella pioggia.”
Draco rise, allacciando le
proprie dita con quelle di Harry. “E’ strano che tu menzioni tale cosa. Ogni
volta che ti ho visto piangere, stava piovendo. Forse il fato, solo ama giocare con te”, rispose Draco.
Harry rise. Il cielo dietro
di loro, schiarì. Harry non lo notò.
Draco, al contrario, lo
fece. Prese la mano di Harry. Era ora di parlargli dei suoi sospetti.
Quando Draco portò Harry
nelle loro camere, ci fu poco spazio per le parole.
I due
passarono molte ore godendo l’uno dell’altro, nulla di più. Draco era estasiato
dal giovane,prendendo il suo dolce sangue, vedendo il
temporale che imperversava dentro di lui. Draco aveva l’impressione, molto
chiara, che la tempesta in questione, stesse
crescendo.
Dopo, Harry
dormì per molte ore, Draco lo guardò fino al suo risveglio.
Fuori, il buio
era avanzato. I colori brillanti del tramonto
gettavano ombre color garofano e porpora sulle tende della lussuosa camera da
letto. Draco accarezzò dolcemente il viso di Harry, sorridendo.
Il viso del
ragazzo era lo stesso color garofano del tramonto. Draco pensò che fosse
davvero molto bello.
“Sei come la
terra, Harry”, bisbigliò Draco. “Capelli come limo, gli occhi come l’erba...sei
bello, realmente. E sei color rosa come quel tramonto.
Perchè stai arrossendo? Ormai dovresti esserti abituato al mio tocco...”
Harry gli
rispose con un piccolo sorriso. “Onestamente, non lo so. Indovino che qualche
volta, ancora m’imbarazzo.”
Draco sorrise
leggermente. “Ti ho visto crescere. Non dovresti essere imbarazzato. Voglio conoscerti,
e per farlo, devo conoscere anche le cose che ti hanno
provocato dolore. E devo farle cessare. Qualcuno deve
proteggerti.”
Harry rise di
nuovo. Un suono dolce e leggero. La mano di Draco giunse al capo del giovane,
iniziando a giocare con i morbidi, ricci scuri, alla nuca di Harry.
“Non mi serve
l’aiuto di nessuno, per proteggermi”, fu la replica seria di Harry. “Faccio
benissimo da solo, grazie.”
Un sorriso
gentile attraversò il viso di Draco. “Penso che ti occorra più protezione di
quel che pensi, sai Harry? Credo di aver dedotto perché Lord Voldemort ti vuole
morto...”
Harry si
allontanò, bruscamente, da Draco, avvicinando al petto nudo le ginocchia. “Ha a
che fare con me, vero?”
Draco,
anticipando il movimento di Harry, l’avvolse tra le sue braccia. “Non
allontanarti da me così, Harry...”lo
sgridò calmo. “Non sei da solo, in questa storia...in ogni caso, credo che ci siano abbastanza prove per concludere che tu appartieni agli
Elementi della Natura—qualcuno, cioè, che è in grado di comandare il tempo...”
“Tutti i
temporali...tutta la pioggia...Tutto... è sempre stato
così”, mormorò Harry piano. “Vuoi sostenere che è a causa di ciò che Voldemort
mi vuole morto? Ho l’abilità capricciosa di controllare il tempo, e quest’uomo mi vuole morto a causa di questo? Perché? Non mi uccise neppure...uccise i miei genitori...”
“I poteri
degli Elementi, Harry” disse calmo Draco, continuando ad
accarezzare i capelli del giovane, “corrono, in alcune famiglie, molto
potenti. E’ risaputo che fa parte dell’eredità della linea di Gryffindor, e si
sospetta, anche della linea di Slytherin...Tuo padre, Harry, era uno degli
Elementi della Natura, evidentemente.”
“E’ risaputo
che i raccolti ai Possedimenti Potter, erano sempre perfetti—quella è una delle
ragioni per cui mia zia e zio, li detestavano così
fortemente. Loro erano più...ehmm...ricchi...Non
è rimasto nulla, ora. Ho sentito delle voci, su quello...Pensi...” Mormorò Harry.
“Se penso che tuo padre controllava il tempo per un migliore
raccolto?” Finì Draco. “Penso che sia possibile.”
Harry sospirò,
fissando un punto distante, qualcosa che, Draco lo sapeva, solo lui poteva vedere.
“Che cosa centra col fatto che Voldemort ha fatto
assassinare i miei genitori?”
Draco strinse
la sua presa sulle spalle di Harry, che si spostò, facendo però, rimanere la
testa contro il petto di Draco. “Tutto. Se le dicerie
sono vere, Voldemort è l’ultimo discendente della linea di Slytherin—l’ultimo
degli Elementi. Tu, Harry, scommetto che sei l’ultimo
dei Gryffindor, l’ultimo vivo—il suo unico eguale...”
Harry scoppiò
a ridere. “Draco, io non sono sicuramente dovunque vicino ad essere l’eguale di
Voldemort. Il solo pensiero...Draco, Voldemort era il Lord dei Lord! Per l’Inferno, Draco, non sono neppure tuo eguale...”
Il
sopracciglio di Draco si alzò, lanciando a Harry una strana occhiata. “Questo è
abbastanza strano, Harry. Voglio dire, che non ti ho mai considerato meno di
me. Mai. Non una volta. C’è molto in te, Harry, moltissimo che io ammiro. Sei
coraggioso. Sei sopravvissuto a così molto dolore. Anche se Voldemort è vivo,
Harry, avrebbe ragione a temerti...In te, c’è molto più di quello che pensi,
Harry James Potter...”
Il discorso,
si concluse con la mano di Draco che resta sulla
guancia del giovane, costringendo Harry a volgere lo sguardo negli occhi del
biondo. In loro, Harry vide solo amore ed adorazione. Sul suo volto comparve un
sorriso.
“Chiudi gli
occhi, Harry” bisbigliò Draco. “Voglio che ti concentri, Harry, sui tuoi
sentimenti. Chi, come te, non ha addestramento può entrare in contatto, in
questo modo, con i propri poteri degli Elementi. Voglio che ti concentri su
qualche cosa, Harry. Pensa a come ti senti, quando ti abbraccio. Pensa al modo
in cui ti senti, quando guardi nei miei occhi. Pensa a quanto ti amo, Harry.
Pensa a quello.”
Gli occhi di
Draco si spalancarono. Era gia buio all’esterno, ma la stanza si riempì di
luce—come un arcobaleno dai morbidi colori. Entrava dalle finestre, carezzando
Harry e Draco, in un gentile bagliore rosato.
Draco
incominciò a capire per quale motivo, se facevano l’amore di pomeriggio,
apparivano così spesso splendidi tramonti. Dolcemente, Draco accarezzò le
braccia di Harry, giungendo al viso.
La luce era
splendida, e riempiva la stanza.
“Apri gli
occhi, Harry”, disse piano Draco. “Guarda quello che hai fatto...”
Gli occhi
verdi di Harry si aprirono, spalancandosi alla vista della stanza. Uno scoppio di luce, brillante come mille arcobaleni. “Ho
fatto io questo...” Bisbigliò Harry.
Draco fece
cenno di sì col capo. “L’hai fatto tu, ed è davvero bello...io ti amo, Harry. Troveremo
un modo di controllare i tuoi poteri.”
“Penso che
dovrò tornare ai possedimenti dei Potter, Draco. Penso che le risposte siano in
quella casa. Per quale altro motivo vollero distruggerla?” Mormorò Harry.
Draco non
rispose, rimanendo in silenzio, mentre la stanza ritornò scura.
“Io devo
andarci, Hermione”, disse Harry. “So che le risposte si trovano in quella casa.
Zeus! Tutti i vecchi possedimenti, hanno registri famigliari, storie di famiglia.
Sono sicuro che troverei registri dei raccolti. Ci deve essere qualcosa,
Hermione, lo sò. Forse, mio padre teneva
un diario...Forse c’è una soluzione a tutto questo. Ed
è nella casa, Hermione, lo sento...”
Harry Potter e
Hermione Weasley, stavano camminando attraverso dei giardini, tenendosi
amichevolmente per mano. Hermione strinse leggermente la mano di Harry.
“Sono sicura
che Draco potrebbe portarti là. Insieme, forse, potreste guardare, no? Si preoccupa
così tanto di te, Harry. Non gli piacerebbe che
andassi da solo”, rispose Hermione.
Harry si fermò
allo stagno—il suo posto preferito di tutti i possedimenti—e si rivolse nuovamente
a Hermione. “Non posso farci nulla, Hermione. Devo fare qualcosa, e devo farlo ora. Ho bisogno di sapere, e penso che le
risposte si trovino là. Ho bisogno di andarci da solo. Questo è un compito che
mi aspetta dalla mia nascita.”
Hermione si
voltò per un momento, raccogliendo una campanula dal giardino in fiore.
L’odorò, inalandone il dolce profumo, prima di volgersi nuovamente verso di
Harry. “Harry James Potter! Come osi dire una cosa simile! Ci sono persone che
ti amano, Harry. Ti amano! Draco Malfoy, pensa che il sole e la luna sorgano e
tramontino sul tuo capo! IO ti amo, Harry! Sei il migliore amico che ho mai
avuto. Ginny ti ama! Anche Ron ti amava, Harry. Eri il
suo migliore amico. E, odierebbe pensare che hai deciso di portare un simile
carico da solo.”
Il cielo scurì
notevolmente, provocando tremori in Harry. “Hermione, non farlo. Per favore,
non menzionare Ron. Non posso controllarlo, Hermione, e diviene sempre peggio.
Guarda il cielo...non c’è bisogno che piove di nuovo.”
Hermione
accennò lentamente col capo. La ragazza sorrise a Harry. “Capisco. Non
parleremo di Ron. Sono ancora convinta che dovresti chiedere a Draco di
portarti ai possedimenti, però. So che verrebbe con te.”
Harry fece
cenno di sì col capo. “Ci penserò.”
In qualche
modo, Hermione, dubitava che Harry davvero mantenesse la promessa. Sperava solo
che la tendenza di Harry a contare solo su se stesso, non facesse precipitare
le cose con Draco.
Il vampiro
biondo, lo sapeva bene Hermione, lo amava profondamente.
“Penso che
Harry stia macchinando qualcosa, Severus”, mormorò dolcemente. Era seduta su
uno dei comodi divani delle stanze di Severus.
Onestamente,
la ragazza si sorprese nel sentirsi così comoda in questa casa. Era l’ambiente
più bello che avesse mai visto o dove fosse vissuta. Ma
Ron non era là. Il suo cuore dolse per un momento, e lei tentò, strenuamente,
di spingere via il dolore.
Severus era
stato gentile con lei. Poteva, a questo punto, chiedere di più?
Gli occhi neri
ed intensi dell’uomo, si alzarono dal suo lavoro. “Realmente? Non riesco ad
immaginare quello che starebbe progettando.”
“Penso che
intenda tentare di recarsi ai possedimenti Potter. Sostiene che le risposte che
sta cercando sono là”, rispose Hermione.
Severus
sospirò, e si avvicinò alla ragazza, sedendosi accanto a lei, sul divano.
Hermione gli sorrise. “Sospetto, Hermione, che le
risposte che sta cercando, realmente siano là. Avvertirò Draco. Non vorrei che
il ragazzo decidesse di fare qualcosa d’avventato.”
Nessuno dei
due, sembrò accorgersi che fuori stava nuovamente piovendo.
Mentre Draco era in
riunione con Blaise Zabini, Harry aveva compresso una piccola borsa. Non
intendeva andarsene per molto tempo.
Harry
intendeva ritornare. Non intendeva rischiare la collera di Draco andandosene.
Qualcosa, anche se non sapeva che cosa, era ai possedimenti. Harry era sicuro poter trovare là, le sue risposte.
Nonostante tutto, il
cuore di Harry si sentiva pesante, nell’andarsene. Però,
non poteva sacrificare nessun altro, non dopo la morte di Ron. Non poteva
lasciare Draco, Hermione o Ginny, mettersi in pericolo.
Come scalò il
muro che lo avrebbe condotto al confine di Rectorland est, cominciò a piovere
di nuovo.
Due Leghe Oltre il Confine di
Rectorland Dell’Ovest, 4550 S.C.
Era
stato sorprendentemente facile per Harry lasciare Rectorland Est. Nessuno
l’aveva fermato. Infatti, il confine era quasi
inesistente. Era una massa d’alberi ed acqua. Un fiume che separava le due
terre, e Harry era sempre stato un ottimo nuotatore.
A
parte gli abiti bagnati, aveva attraversato illeso il confine. Abbastanza stranamente,
stava sperando in qualcosa di più eccitante.
L’intera
esperienza era stata abbastanza ottusa. Harry aveva anticipato una feroce lotta
con alcune delle guardie di Draco. Pensò che gli avrebbero teso un agguato,
costringendolo a contare sulla sua intelligenza per sopravvivere.
La
cosa più vicina ad un agguato che aveva esperimentato, era un piccolo coniglio
bianco che gli attraversò il cammino. Fuggire stava, sorprendentemente, annoiando.
Afferrando
la borsa al torace, Harry ponderò precisamente che cosa lo aveva convinto a
lasciare il Feudo di Malfoy senza una mappa. Vero, aveva un’idea molto vaga di
dove stava andando. I Possedimenti dei Potter, lo sapeva, era
a mezza strada tra il confine con Rectorland Est e i Possedimenti dei Dursley. Se incontrasse suo zio
Vernon, Harry capirebbe di esser andato troppo lontano.
Concesso,
Harry sperava che non succedesse una cosa simile. Anche
se, sarebbe piuttosto piacevole poter insultare ancora l’uomo.
Gli
stivali di cuoio marrone di Harry, erano notevolmente silenziosi contro il
suolo della foresta. Alcuni ramoscelli si ruppero sotto i suoi passi, ma non
fecero abbastanza rumore per far pensare a chiunque
che fosse un cervo maschio che stava percorrendo il luogo. Inoltre, essendo
coperto da un mantello verde con cappuccio, che lo copriva interamente,
riusciva a confondersi bene con i dintorni.
C’erano
cose molto più pericolose dei conigli bianchi
appostati nel bosco, e Harry lo sapeva perfettamente. L’area era ben conosciuta
per la presenza di bande di predoni. Sperò di non aver bisogno di un’arma.
Harry
non era sicuro di cosa gli era preso, nel partire dal Feudo senza neppure un
pugnale, ma ormai, non c’era nulla da fare.
Ripensando
all’intera faccenda, Harry decise che l’intera
scappata, era stata progettata poveramente e poveramente eseguita. Era un atto
disperato. Draco, lo sapeva Harry, poteva trovarlo facilmente. La sua cicatrice
stava formicolando—solo sentimenti piacevoli. Harry sapeva che Draco stava
tentando di dirgli che non era adirato.
Harry,
onestamente, si aspettava che Draco si presentasse ad ogni minuto. Immaginava
che, semplicemente, Draco uscisse da dietro gli alberi, lo sgridasse
per la sua follia e l’aiuterebbe a trovare le risposte di cui tanto aveva
bisogno.
La
luce attorno a Harry cambiò ad un color rosa. Era bello. Harry sapeva che era
perché stava pensando a Draco, la qual cosa, per una qualche ragione, faceva il
tempo attorno a Harry sempre bello. Una brezza molle agitò il mantello di
Harry. Era quasi una carezza. Harry immaginò le mani di Draco che lo toccavano così
gentilmente e sospirò. Tirò nuovamente il cappuccio del mantello, lasciando la
brezza arruffare i suoi capelli, nel modo in cui spesso lo facevano le dita di
Draco.
Gli
arcobaleni ritornarono. Era bello. Harry immaginò la foresta coperta di
cristalli, che curvavano e riflettevano la luce in colore. Sapeva che però non
era Draco. Gli arcobaleni, la luce morbida, la brezza gentile, erano tutte cose
che Harry associava con il Lord dei Lord.
Se,
un anno fa, qualcuno gli avesse detto che si sarebbe
innamorato del Lord dei Lord—il regnante supremo di Rectorland Est—Harry,
probabilmente, avrebbe riso.. Era strano, ma a volte, la vita prendeva strane
svolte. Harry sospirò, decidendo di allontanare il pensiero di Draco.
Stava
alterando il tempo. Tali cambi nell’atmosfera, potevano attirare l’attenzione
di Lord Voldemort, o di uno dei suoi seguaci, su dove si trovava Harry.
Certamente, era qualcosa che non desiderava succedesse.
Feudo di Malfoy e zona
circostante, Rectorland Est. 4550 S.C.
Draco
Malfoy, Lord dei Lord, era estremamente arrabbiato.
Questa mattina, aveva quasi attaccato Severus, mentre Blaise sostenne che era
preferibile lanciarsi sulla punta di una spada maledendo Ade,
per il prode Harry, che possedere la sua idiozia.
Draco,
al momento, era adirato, infatti. Non poteva credere che il suo debito di
sangue agisse così irresponsabilmente. Perché, in nome d’Ade,
Harry se ne andrebbe con solo una borsa? Il ragazzo
avrebbe dovuto sapere. Sapere che sarebbe andato con lui.
Avrebbe dovuto sapere che l’avrebbe sostenuto e guidato.
Sapere che avrebbe voluto essergli al fianco, mentre
affrontava la casa, che non vedeva da più di una decade, per la prima volta. Che gli avrebbe tenuto la
mano, asciugando via le lacrime e abbracciato, per tutta la durata del viaggio
di ritorno.
Ma,
pensò ragionevolmente Draco, prima che irrompesse nella vita di Harry, qualsiasi
tipo di appoggio, era praticamente inesistente. Harry non
aveva nessuno,così, naturalmente, Harry dipendeva da
Harry. Anche ora, sapendo quanto egli si preoccupasse
di lui, Harry si rivolse a se stesso, prima di rivolgersi a chiunque altro.
Draco
voleva essere la prima persona a cui Harry desiderasse
rivolgersi, quando provava dolore. Sapeva che ci sarebbe voluto ancora del tempo
così, Draco, radunò una piccola borsa di roba, decidendo di seguire, a piedi,
il suo debito di sangue.
A
piedi, si muoverebbe più velocemente. Il percorso attraverso i boschi, era
molto più corto del percorso carrozzabile.
Era
la prima volta, da quando aveva preso la corona di
regnante, che Draco Malfoy lasciava il suo feudo senza almeno un cavallo.
Due leghe Oltre il Confine di Rectorland Dell’Ovest, 4550 S.C.
Sirius
Black non poteva credere a quello che stava vedendo. Era
come se James fosse tornato a vivere.
Il
ragazzo aveva lo stesso portamento spavaldo di James, anche se gli mancava la
sua altezza. Aveva i suoi stessi capelli disordinati color dell’ebano, e la sua
propensione a mostrare il suo amore verso un’altro
essere umano facendo apparire arcobaleni dove lui stava camminando.
Esistevano
due possibili spiegazioni per ciò che Sirius Black
stava vedendo. La prima, che James Potter, in qualche modo, fosse risorto. L’altra,
quella più plausibile, era che Sirius, per la prima volta in vita adulta del
giovane, stesse vedendo il suo figlioccio.
Harry,
pensò Sirius, guardando intensamente il ragazzo. Doveva essere Harry. Osservò
soprapensiero, non accorgendosi della mano che si posava sulla sua spalla. Sirius
sobbalzò, spaventato, per poi rilassarsi, un sorriso gentile che appariva sul
suo viso.
Era
solo Remus. Sirius volse la sua attenzione dal ragazzo a due occhi color dell’ambra,
appartenenti al suo innamorato. “E’ Harry”, bisbigliò piano. “Deve essere
Harry.”
Sirius
guardò gli occhi di Remus allargarsi in stupore. “Sembra così
tanto James...mi chiedo quello che stia facendo qui, del tutto da solo,
creando arcobaleni attorno a se. Dei, sembra James
dopo che incontrò Lily. Pensi che sappia che sta facendolo? Pensi che quei suoi
dannati parenti, infastidirono a dirgli quello che
davvero è?”
Sirius
sospirò pesantemente. L’addolorava pensare a quello che probabilmente Harry
aveva sofferto. Sirius sapeva che certi membri della famiglia di Lily—principalmente
sua sorella—avevano disapprovato completamente il fatto che si fosse sposata
con un Elemento della Natura.
Sirius
poteva ricordare Petunia Evans-Dursley che diceva che nulla di buono sarebbe venuto da questo nel
giorno del matrimonio della sorella. Sirius ripensò al
giorno—e Petunia che decideva di portare il nero del lutto in segno di protesta—cosa
completamente idiota da parte sua.
“Ne dubito, Remy, ne dubito
fortemente”, mormorò Sirius, tristemente. “Credo che sia ora di presentarci...”
Sirius
notò che Remy si attardò un momento. La sua presa sul
suo braccio aumentò notevolmente.”Guarda! Oh Dio,
Siri! Ha ricevuto la Freccia di Zeus sulla sua fronte!”
Sirius
ringhiò, sentendosi particolarmente criminale. La Freccia di Zeuspoteva intendere solo una cosa—qualcuno aveva ricercato
un debito di sangue da un Lord. Sirius non si sarebbe meravigliato se Vernon Dursley decidesse di usare Harry in tale modo.
Qualcuno
pagherà per questo, se al suo figlioccio fosse fatto
del male.
Al
momento, tuttavia, il figlioccio di Sirius aveva smesso di creare arcobaleni, e
stava camminando, apparentemente inconsapevole di essere osservato. Sirius sorrise
dolcemente. Harry era ancora uguale a come era stato
da piccolo. Non era consapevole di attirare l’attenzione di chi gli stava
attorno. “Fermo là, ragazzo!” Disse Sirius, quasi allegramente. “Mi dispiace
informarti che tu, giovane, sei prigioniero dei Marauders!”
Nota
del traduttore: mi spiace di aver tardato così tanto,
ma purtroppo, il lavoro estivo mi sta occupando più tempo di quel che pensavo. Scusate
Harry Potter non poteva credere alla sua fortuna. Con un
sospiro, fece l’atto di voltarsi verso gli uomini dietro a lui.
Il più alto, aveva capelli neri, come la notte, e occhi blu-grigi, con un sorriso facile, allegro. Il più piccolo,
aveva invece, capelli castani e occhi giallastri, che sembravano fissarlo intensamente.
“Al vostro posto, non perderei tempo a rapirmi, signore. Temo
che non valga il vostro tempo. Tendo a provocare problemi, a quelle persone che
incontro. Sembra che non riescano mai ad uscire dalla pioggia”, disse Harry.
Sapeva che sul suo viso, era apparso un sorrisetto
furbo. Harry non sapeva se gli era possibile controllare i suoi poteri abbastanza
per evitare il suo rapimento, ma pensò che un piccolo
bluff sulle sue capacità, non avrebbe fatto male.
“Sei uno degli Elementi della Natura, Harry”, disse il moro,
con un sorriso. “Chiunque che t’infastidisce, non può scampare al cattivo
tempo. Tuo padre, l’usava spesso con me...”
Il più piccolo dei due, accennò col capo, interrompendo
l’altro. “Lui, creava anche arcobaleni. Era un vero specialista nell’uso degli
elementi. Sospetto che è da lui che hai ricevuto il tuo regalo. La linea di
Gryffindor. Non fallisce mai.”
Harry restrinse gli occhi. Chi erano
questi uomini, e perché sembravano conoscerlo? Perché
parlavano di suo padre in tale modo? Perché guardavano
verso di lui, sorridendo, come se fosse un loro figlio?
Ancora più importante, se davvero lo conoscevano, come sembrava,
dove erano stati per tutta la sua vita?
“Signori, sarebbe meglio se”, disse Harry, tentando di mantenere
un tono di voce calmo, “mi diceste che cosa volete
precisamente. Attualmente, il mio umore non è dei migliori,
ed io sto solo cercando di arrivare a casa mia. Non ho oro con me, e non
capisco per quale motivo volete parlare della mia famiglia. Mi addolora parlare
di loro, moltissimo.”
“Io sono Sirius Black”, disse il moro.
“Questo è Remus Lupin. Noi, eravamo amici dei suoi genitori, Harry. Amici molto
buoni. Desideriamo solo offrirgli del cibo, conversazione ed un luogo in cui accamparti,
dato che si sta facendo alquanto tardi. Quello è tutto. Non abbiamo alcun’intenzione malevola, nei tuoi confronti.”
Avvolgendosi ancora di più nel suo mantello, Harry strinse
gli occhi. In questo momento, desiderò di avere al suo fianco Draco. Voleva che
lo rassicurasse. Desiderava sentire le sue labbra contro la propria guancia.
Desiderò che Draco gli dicesse tutto—nessuna questione come tetro potesse sembrare—l’avrebbe affrontato.
Draco non era con lui, principalmente perché Harry aveva
deciso di lasciarlo in pace. Era da solo in questo, e questi
uomini, stavano offrendogli aiuto.
Uomini che avevano detto di
conoscere i suoi genitori. Forse, era possibile che fossero in
possesso di informazioni di cui Harry bisognava.
“Verrò con voi”, disse infine, Harry.
Sirius accennò col capo, facendogli segno di seguirlo. “Allora,
Harry”, incominciò, in tono tranquillo. “Di chi, precisamente, sei innamorato? Ricordo che tuo padre creava arcobaleni dovunque,
dopo aver incontrato tua madre...”
Harry arrossì, ma non rispose.
Era molte ore più tardi, e Harry
stava rilassandosi accanto ad un fuoco da bivacco molto caldo. Non erano andati
troppo lontani dal luogo del loro incontro. Il campo era comodo, facendolo rilassare.
Remus Lupin aveva dato a Harry una coperta, e un pasto caldo. Stavano parlando
da parecchio tempo. Harry, ora, era a conoscenza di molto più. Sapeva che
apparteneva alla linea di Gryffindor. Sapeva che i due uomini non avevano
potuto allevarlo perché stavano nascondendosi dai Mangiamorte rimanenti—nome
che Voldemort aveva dato ai suoi seguaci.
Harry capì che non li biasimava per il passato. Quello che
era fatto, era fatto.
Al momento, Harry stava considerando l’idea di dormire. Sirius
interruppe il suo festeggiamento con una domanda.
“Harry”, gli chiese. “Non ci hai mai detto di chi sei innamorato,
o anche, per quale motivo tu sei marchiato con la Freccia di Zeus. I Dursley, ti hanno venduto per un debito di sangue?”
Harry assentì lentamente. “L’hanno fatto. Mio zio mi ha
venduto al Lord dei Lord di Rectorland Est, un vampiro chiamato Draco Malfoy.”
“Sei fuggito da lui?” Chiese Remus, sembrando alquanto
scettico.
Harry accennò col capo, pensando per un momento. “Si. Non
è...non è come potete pensare. Sò quello che tutti
pensano sui vampiri, ma Draco Malfoy non mi ha mai fatto male. Lui non può. Lui...Lui...Lui...mi ama...”
Sirius sorrise,
furbescamente, per un momento, studiando intensamente Harry. Il quale, rabbrividì
sotto il suo sguardo attento. “Ti immagini in amore
con questo vampiro? Per tutti gli Dei, Harry! Lui ti possiede! Amore o no,
pensi realmente di avere una scelta nella questione?”
Harry impallidì, guardando alle sue mani. Draco non aveva
mai guardato a lui in tale modo—così—fin dall’inizio. “Draco non mi ha mai impedito
di fare le mie scelte. E’ stato gentile con me, quando nessun altro lo è mai
stato. Lui...Lui...Lui mi ha abbracciato. Nessuno mi
ha mai abbracciato, prima.”
Per un momento, l’attenzione di Harry fu deviata. Avrebbe
potuto giurare di vedere qualche cosa muoversi nel bosco, ma lo spinse fuori della sua mente. Forse, era semplice
stanchezza. Harry volse nuovamente gli occhi verdi ai suoi compagni.
Sirius sembrava scettico, ma finalmente, accennò col capo quando ricevette un’occhiataccia da Remus. “Molto bene,
Harry. Suppongo che ci sia poco da fare ora.”
Harry schiarì la gola, desideroso di cambiare argomento. “Sai
come posso controllarli? Come controllare i miei poteri?”
“E’ quella la domanda che ti preme, vero Harry?” Mormorò,
una voce di seta, al suo orecchio. “Come può controllare i suoi poteri? E
amerei sentire quello che questi gentiluomini risponderanno...”
Una mano si posò sulla sua spalla. Harry sapeva chi era. Il Lord dei Lord aveva trovato il suo debito di sangue.
Sirius Black e Remus Lupin, sembravano
completamente scioccato. Draco, notò Harry, sembrava come sempre elegante. Stava
portando il suo solito nero. I suoi bei capelli biondi erano
allacciati in modo da lasciare libero il viso. Draco sorrise
furbescamente a Harry, sedendosi accanto a lui e mettendo un braccio attorno alle
spalle del suo debito di sangue. “Ti avevo detto
che non era difficile trovarti. Non sono adirato con te, a proposito, ma è probabile
che lo sarò se rifarai di nuovo una cosa simile. Mi presenterai ai tuoi amici?”
Harry alzò lo sguardo. “Sirius, Remus, questo è Draco Malfoy,
Lord dei Lord, questo è Sirius Black e Remus Lupin, Conoscevano i miei genitori.”
Draco Malfoy, conosceva il peso di quelle parole. La sua
presa si strinse, momentaneamente, sulle spalle di Harry. Quasi per istinto,
Harry posò la sua testa sulla spalla di Draco. Draco baciò dolcemente le sue
tempie.
“Potete realmente dirmi come controllare i miei poteri?” Lo
sentì dire Draco dalla sua spalla. Con gli occhi larghi, Remus accennò leggermente
col capo. “Si, possiamo. E’ qualcosa piuttosto basilare. Devi solo...trovare un
centro. Devi trovare un pensiero, una persona, qualche cosa sul quale puoi concentrarti,
per controllare le tue emozioni. Pensa a qualche cosa di calmante, pacato, per te. Pensa a qualcosa che ti fa felice. Poi, mentre
lo stai facendo, crea nella tua mente il modello di tempo che desideri vedere.
Se le tue emozioni sono pacifiche, poi, Harry, puoi usare la tua mente per
controllare il tempo.”
Harry accennò col capo, dolcemente. Rivolse lo sguardo fisso
su Draco, e Draco si sentì come se stesse precipitando nel bel verde degli
occhi di Harry. “Sò perfettamente a quello che penserò”,
mormorò Harry. “Sono sicuro, ora, che il sole splenderà tra pochi minuti.”
“Harry”, Draco, sentì mormorare Remus, “é notte. Nemmeno tuo
padre, potrebbe fare una cosa simile.”
Draco lo sentì appena, però. Era totalmente concentrato su
di Harry e la bellezza dei suoi occhi verdi. Harry stava guardandolo da vicino.
In più di tre secoli, Draco lo sapeva, nessuno l’aveva mai fissato con tale
intensità. Era talmente perso in Harry, da notare appena la luce che scoppiò
nella foresta.
n.t.:appena
possibile, trasporterò tutte le traduzioni nell’account dell’autore
freya
cap.14: Il potere di Harry
Potter
La foresta intera arse
grazie all’alba prematura. Gli animali notturni che erano già intenti alle loro
attività notturne, caddero in confusione. La luce ricoprì tutto, riempiendo il
cielo.
Poi, rapidamente come era venuta, l’alba si fermò, ed il sole scomparve nuovamente.
Il far sorgere anzitempo il
sole, esaurì Harry. Anche il più forte degli
Elementali, non poteva contenere tale oneroso compito per troppo tempo. Harry
si accasciò contro Draco, mentre la luce si affievolì.
“Mi sento confuso”,
bisbigliò, sbattendo le palpebre. “Penso di aver bisogno di dormire...”
Draco, stordito dalla luce
balenante nel cielo e la sincera devozione negli occhi di Harry, accennò col
capo, e strinse la sua presa sulle sue spalle. “Allora
dormi. Ci penso io alla sicurezza.” Poi, inclinandosi ulteriormente contro
Harry, Draco posò le labbra contro il suo orecchio, baciandone il delicato
guscio e parlò a bassa voce. “Ti avevo detto che Lord
Voldemort aveva ragione a temerti, Harry. Tu, Harry, sei
molto più forte di lui. Ma io, sono qui, per
te. Ti amo.”
Harry assentì col capo. “Ti
amo, Draco”, mormorò Harry sonnolentemente.
Draco strofinò dolcemente le
spalle di Harry, carezzando la pelle del giovane al ritmo del suo respiro. Quando si fu assicurato che Harry stava dormendo, Draco rivolse
la sua attenzione a Sirius Black e Remus Lupin.
“Bene”, disse Draco,
furbescamente, “Lord Voldemort, se è là fuori, sa che
Harry scoprì i suoi poteri. Dubito che saremo capaci di impedire una guerra
ancora per molto.”
Draco fu divertito al notare
che Sirius Black non sembrava essere molto interessato
nel parlare di Lord Voldemort. I suoi occhi, brillanti, scivolavano dalla forma
accasciata di Harry, a Draco, per poi tornare indietro nuovamente.
“Le tue intenzioni verso il
mio figlioccio, sono onorevoli?” Chiese Sirius, con voce ferma. “Perché se gli
farai del male, Malfoy, se lo farai soffrire...te ne farò pentire.”
Remus posò una mano sul
braccio di Sirius e l’uomo si rilassò notevolmente. Draco
sorrise quando osservò l’effetto che, tale azione, aveva su Sirius. Era
evidente che i due fossero innamorati.
Draco rivolse nuovamente lo
sguardo su di Harry per un attimo. Il ragazzo era arricciato contro Draco,
posando la testa sulle spalle di Draco. Questi abbassò le mani, strofinando la
schiena di Harry dolcemente. Poi, volse la sua attenzione nuovamente a Sirius,
che ancora stava guardando ogni sua mossa.
“Le mie intenzioni verso
Harry sono completamente onorevoli. Ammetto che le...circostanze...in cui io
acquisii Harry, fossero un poco ombroso. Suo zio, l’ha
maltrattato, e molto, ho paura...” Draco fece una
pausa, pigiando un bacio gentile nella confusione di capelli che si
arricciavano sulle tempie di Harry. “L’amo, se è quello che mi stai chiedendo, Black. Harry è un regalo molto prezioso, ed io, ho tutta
l’intenzione di proteggere il mio regalo.”
Remus, notò Draco, sembrò
alquanto sorpreso che un vampiro potesse maneggiare un
essere mortale—ed un debito di sangue, per quello—così dolcemente, e sorrise.
“Se quello che hai detto dei suoi parenti è vero, e
credo che sia così, dato che non abbiamo ragione di presumere il contrario,
allora sono contento che ti prenda cura di lui. Ci sarebbe piaciuto allevare
Harry, sai, ma non fu possibile.”
Continuando i movimenti
calmanti delle sue mani contro le spalle e la schiena di Harry, Draco, accennò col capo. “La prima guerra cambiò la faccia della
terra. Io ho assunto il potere dopo la scomparsa di Voldemort. Sospetto che i
sostenitori d’entrambe le parti, finirono per fuggire
per salvare le loro vite. Dubito che Harry vi riterrà colpevoli per quello.
Harry non è quel genere di persona. Dubito che sappia realmente odiare, chiunque.”
“Mangi...il cibo...Malfoy?
Abbiamo una mezza pentola di stufato. Harry ne ha mangiato la maggior parte...” Chiese Remus, gentilmente.
Draco scosse il capo. “No,
preferisco mangiare altre cose”, e rivolse gli occhi al collo di Harry per un
momento, poi alzò lo sguardo, soddisfacendo lo sguardo
fisso di Sirius. “Grazie per l’offerta, comunque.”
Facendo una pausa, Draco
guardò su, verso Sirius e Remus. “Harry ha menzionato, molte volte, il
desiderio di voler ritornare al Possedimento dei Potter. Vuole vedere il luogo,
e cercare alcuni documenti che suo padre poteva aver lasciato sulla sua...condizione...sapete se per caso ve ne siano?”
Sirius guardò per un minuto
Remus, poi nuovamente Draco. “Non c’è più nulla, Malfoy”, disse piano. “Andato.
Alcune settimane fa, un’incursione ha distrutto il luogo. Non c’è più nulla da
trovare. Ora è solo un mucchio di pietre.”
Draco osservò che la voce di
Sirius tremò, all’ultima osservazione. Draco guardò addolorato in giù, verso il
compagno addormentato. “Gli e lo dirò domattina”, bisbigliò Draco,
abbracciandolo ermeticamente.
“Nonostante
quello che probabilmente pensate”, Aggiunse Draco, guardando entrambi gli
uomini, “volevo che vedesse il luogo. Pensavo che potesse rendergli un poco di
pace...”
Remus, sorrise quasi
gentilmente, a Draco. “Sembra, Malfoy, che tu sia riuscito
a farlo. Harry sta gettando arcobaleni tutti i giorni...Sembra davvero così
simile a suo padre.”
Osservando l’espressione
confusa sul volto di Draco, Sirius continuò la spiegazione.
“Quando James incontrò Lily Evans, gettava dappertutto arcobaleni—senza neppure
accorgersene.” Disse l’uomo.
Remus, che stava frugando
attraverso le sue borse, gli offrì una coperta. Draco la prese dall’uomo con
gli occhi ambrati, ma, invece di avvolgerlo attorno a lui, l’usò per dare ulteriore calore a Harry. Remus sorrise.
“Gli
elementali, sono sottoposti fortemente alle loro emozioni”, disse quietamente
Remus. “Le forti emozioni,
possono provocare sempre dei cambi nel tempo. Se uno degli elementali della
natura—specialmente uno come Harry—potesse imparare a
controllare i suoi poteri, è facile che sia più capace di Voldemort.”
“Pensavo che Lord Voldemort
fosse uno degli elementi della natura”, bisbigliò Draco.
Remus scosse la testa. “La
linea di Slytherin dovette vendere il loro destino all’oscurità, per guadagnare
tale potere. Il potere di Harry è puro. E’ un regalo degli
dei alla sua famiglia, e nessun altro. Il potere di Harry non è limitato dai
confini imposti dall’oscurità. Harry può usare i suoi regali come vuole.”
Ora, Draco aveva una più grande comprensione dei fatti. “E’ per quello che i genitori
di Harry furono uccisi? Voldemort sapeva che, se il bambino corretto nascesse
nella famiglia, tale bambino poteva sconfiggerlo.”
Sirius accennò col capo.
“Esattamente. Harry è quel bambino, chiaramente. Ecco perché, Voldemort lo
volle morto. Ecco perché è così importante che Harry resti vivo.”
Cadde il silenzio, l’unico
suono nel gruppo era quello dei baci che Draco posava sul viso
dell’addormentato Harry.
L’erede dei Potter, era
potente, Voldemort lo sapeva. Due volte aveva tentato di ucciderlo, senza
riuscirci. Ora, l’esplosione di luce diurna durante le ore più scure della
notte, era una prova che il bambino era consapevole delle sue capacità.
Inoltre, il ragazzo era
nella foresta tra Rectorland Est e Rectorland dell’Ovest. Dopo
l’attacco fallito nei possedimenti Potter, si era ritirato al sicuro, aspettando
che il corpo ferito recuperasse e che l’occasione opportuna per riprendere il
suo titolo si presentasse.
Poco rimaneva, ora, del
potente Lord Voldemort. Era sottile e debole, un nulla in mantello nero. Il
cibo che gli permise di sopravvivere, erano teste di roditori. I suoi
sostenitori, erano ancora con lui, forti abbastanza. Gli portarono in regalo ratti e serpenti per alimentarlo. I suoi seguaci
più fedeli, stavano cercando un modo per ridargli la sua forza. Erano ormai 20
anni che aspettava per trovare una risposta a questo.
Ma Voldemort, era un vampiro. Aveva
l’eternità, e certamente, poteva aspettare un poco ancora. Gli diede il
tempo per pianificare la sua vendetta contro Potter. Voldemort era il Lord dei Lord. Voldemort dominerebbe la terra. Due creature, però,
erano d’ostacolo ai suoi piani. Doveva distruggerli entrambi; l’usurpatore, Draco
Malfoy, e Harry Potter, l’ultimo dei Gryffindor Elementali.
Il mondo, pensò Voldemort,
avrebbe imparato presto a temerlo di nuovo.
Harry si svegliò con l’alba.
Era premuto contro Draco, e sospirò, premendo il viso nel torace di Draco.
Draco, notò Harry, non aveva una coperta. Harry era caldo, piegato al sicuro
dotto due coperte.
Sirius e Remus erano
addormentati, inclinati uno contro l’altro, per cercare conforto.
Alzando leggermente la sua
testa, Harry volse gli occhi a Draco. Il vampiro era sveglio, guardandolo. “Non
hai freddo?” Bisbigliò Harry.
Draco scosse la testa. “No,
tu sei abbastanza caldo per entrambi.” Un bacio gentile,
venne posato sulla fronte del giovane. “Hai dormito
bene?”
Sorridendo, Harry accennò
col capo. “Molto bene. Sei comodo”, disse con un
piccolo sorriso sul volto. “Hai fame, Draco? Non hai mangiato in molti
giorni...”
“Sono affamato, ma prima
dobbiamo parlare di qualcosa. Perchè te ne sei andato senza dirmi nulla? Sarei
venuto con te. Non ti avrei impedito di venire a vedere la tua casa ancestrale.”
Harry distolse lo sguardo,
vergognoso. Draco gli afferrò il mento, obbligandolo a fissare i suoi occhi.
“Rispondimi, Harry.”
I brillanti occhi verdi si
restrinsero. “Perchè sono pericoloso, Draco! Io sono pericoloso! Ho distrutto
l’intero clima attorno al tuo feudo! E se succedesse
altro, Draco? Se ti accadesse qualcosa per causa mia?”
La presa di Draco su Harry si intensificò, e Draco attrasse il suo innamorato ancora
più vicino al suo corpo. “No, tu non sei pericoloso, Harry. Non lo sei.
Insieme, riusciremo a trovare un modo per controllare il tuo potere. Non ti
lascerò.”
Harry si strinse ancora di
più a Draco, sospirando. “ti amo, Draco. Davvero.”
Draco accennò con il capo.
“Lo so, prediletto...lo so.”
Due occhi verdi maliziosi,
incontrarono lo sguardo fisso di Draco. “Affamato, Draco?” Bisbigliò Harry.
Guardando
il dolce aumento e caduta del torace di Harry, il delicato pulsare del sangue
attraverso le vene del suo collo, Draco comprese che, in effetti, era davvero
molto affamato. stava morendo di fame, davvero. “Marmocchio”, bisbigliò
affettuosamente, abbassando le labbra sul collo di Harry.
Draco baciò dolcemente la
pelle, trasportando le sue mani per strofinare leggermente contro il membro nei
pantaloni di Harry. Draco sentì la pelle calda sotto le sue mani. La virilità di Harry che cresceva contro la mano di Draco, e il
quieto lamento di Harry.
“Silenzio”,
bisbigliò Draco. “Non vogliamo risvegliare i nostri compagni.”
Harry assentì col capo,
anche se Draco dubitò alquanto che avesse capito. Draco continuò con i colpi
gentili attraverso la stoffa tesa. Poi, baciò la pelle del collo di Harry, per
poi far scivolare le sue zanne nella carne ed assaggiare il dolce, infuocato
sangue di Harry. Assaggiava come l’aria dopo un temporale, facendo Draco,
chiedersi se il tempo attraversasse il sangue del suo innamorato.
Draco sperò solo che il
padrino di Harry continuasse a dormire. Dubitò fortemente che vederlo bere il
sangue di Harry, cadesse in alcuna categoria che Sirius Black
considerebbe come ‘intenzioni onorevoli’.