Debito di sangue

di JenniferButterflyGirl
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** cap.1 ***
Capitolo 2: *** cap.2 ***
Capitolo 3: *** cap.3 ***
Capitolo 4: *** cap,4 ***
Capitolo 5: *** cap.5 ***
Capitolo 6: *** cap.6 ***
Capitolo 7: *** cap.7 ***
Capitolo 8: *** cap.8 ***
Capitolo 9: *** cap.9 ***
Capitolo 10: *** cap.10 ***
Capitolo 11: *** cap.11 ***
Capitolo 12: *** cap.12 ***
Capitolo 13: *** cap.13 ***
Capitolo 14: *** cap.14 ***



Capitolo 1
*** cap.1 ***


Debito di Sangue

Debito di Sangue
Di JenniferButterflyGirl
Tradotto da freya
Parte 1/13
Paring: Harry/Draco
Sommario: AU. La vita di uno per la vita di un altro, tale è la
legge dei vampiri. Draco Malfoy, un potente vampiro, è venuto a
raccogliere il debito di sangue dovuto a lui da Vernon Dursley. Suo
nipote, Harry Potter, sarà colui che dovrà pagare il prezzo.

Prologo: Il Debito di Sangue di Vernon Dursley.

Appezzamenti di terreno di Dursley, Rectorland Dell'ovest, 4532 S.C.
Draco Malfoy lisciò via alcune ciocche di capelli di un biondo quasi
bianco dai suoi occhi. Lui stava stancandosi del ronzio incessante
di Vernon Dursley. L'uomo sembrava sempre più un maiale, realmente.
I suoi occhi erano tondi e troppo piccoli per la sua faccia. Masse
di carne sporgevano dal colletto dei suoi sgargianti abiti. L'uomo
era biondo, ma non del platino di Draco. I capelli di Dursley
assomigliarono ad un blocco di burro. La pelle dell'uomo era
disuguale.
Vernon Dursley era poco attraente per dire il minimo. Dire il più,
lui era un spreco ambulante di carne umana.
Draco prese un sorso lungo del vino che Dursley gli aveva offerto.
Come una regola generale, il vampiro non aveva gusto per vino. Lui
l'ha preso giusto per essere gentile.
Ora lui non desiderò niente più che gettare il vino nella faccia
dell'uomo.
Draco stava seduto in quella che lui presunse era la sedia più
comoda della famiglia Dursley. Lui era stava quasi affondando nei
cuscini.
La sala parlava di eccessivo cattivo gusto. Draco si sentì male.
"Io non credo che lei sa con chi sta parlando, Dursley", Draco parlò
in modo lento. "Io credo che fossero le mie azioni che l'hanno
tenuto al potere. Lei mi deve un debito. Siccome io lo trovo,
indesiderabile è dire il minimo, il costo deve essere pagato da un
membro della sua famiglia. Tale è un debito di sangue. Anche io non
posso cambiare cose così antiche."
Dursley diede una sdegnosa risata. Lui strofinò insieme le proprie
mani, come se lui stesse pensando. Draco stesso dubitò che Dursley
fosse capace di tale azione.
Poi di nuovo, meditò Draco, le persone possono essere sorprendenti.
"Lei sa, il nipote di mia moglie è stato affidato alla nostra cura",
disse lentamente Dursley. "Io gli darò il ragazzo. Lui è un po'
turbato, ma lui è di famiglia. Io non gli darò mio figlio."
Draco si scosse la testa, come se lui stesse essendo il più paziente
possibile. "Io non voglio suo nipote, Dursley. Io voglio suo figlio.
Quelli erano i termini del nostro accordo. Io voglio suo figlio. Suo
nipote non è caro a lei come suo figlio, come è ovvio. Il punto
saliente di un debito di sangue, Dursley è pagare caramente per lui."
Draco era sicuro che la mente di Dursley stava ronzando di nuovo su
qualche cosa. Lui non stava prestando attenzione, comunque.
Qualche cosa lontano più interessante stava trotterellando
attraverso la via d'accesso.
Un piccolo, ragazzo con capelli neri impaludato in abiti color topo,
era entrato nella stanza. Il ragazzo era piccolo per la sua età e
piuttosto pallido. I suoi piccoli piedi nudi barcollarono sul
pavimento di ciottolo. Draco pensò che il bambino sembrava triste.
Il piccolo ragazzo aveva gli occhi più verdi che Draco mai aveva
visto. Lui sorrise leggermente, furbescamente. Draco poteva
affermare che aveva le giuste potenzialità per essere piuttosto
bello.
Draco aveva vissuto abbastanza a lungo per dire precisamente che
genere di bambini crescerebbe in adulti attraenti. Quasi 300 anni
di vita gli avevano permesso di vedere molte generazioni nascere,
riprodursi e morire.
C'era solo un piccolo punto da chiarire, nella sua mente.
Draco si trovò a chiedersi se questo ragazzo fosse il figlio di
Vernon Dursley. In qualche modo, lo dubitò. Il ragazzo sembrò
aggraziato. Era agile. Luisembrava quasi non fosse di questo mondo.
Dursley, con la sua massa di carne ampia e portamento pesante era
ancorato fermamente alla realtà.
Dursley aggrottò le ciglia. "Ragazzo! Ti avevo detto di stare fuori
di qui! Nient'altro che guai, ecco quello che sei. Solo guai."
Il piccolo ragazzo guardò come se lui capisse appena. Lui alzò
lievemente la sua testa disordinata da un lato, emettendo un con
suono gorgogliante.
"Voglia Mamma e Papà! " disse il bambino, piuttosto rumorosamente.
Draco notò che Dursley diventò di un brillante rosso.
"I tuoi genitori sono morti, ragazzo. Ti dovrai abituare a ciò."
Draco quasi si ritirò alla durezza delle parole di Dursley.
Il bambino guardò come se avesse voglia di piangere. I suoi occhi
verdi colmi di brillanti lacrime.
"Mamma e Papà andati via? " chiese lui tirando su col naso.
Dursley non rispose a questo. Lacrime scesero dagli occhi del
bambino, precipitando sopra le sue guance pallide. Draco sentì pietà
per l'orfano.
"Io non penso, Dursley", disse leggermente Draco, " dovrebbe parlare
con un bambino in quella maniera. Io dubito che lui capisca quello
che lei sta dicendo a lui. Lui non può essere più che due estati in
età."
Vernon rivolse la sua attenzione a Draco, mentre sorridendo
furbescamente leggermente. "Sì, due estati in età. Noi ora l'abbiamo
dal molti mesi. Il suo nome è Harry Potter. Il ragazzo è il bambino
della defunta sorella di mia moglie e suo marito."
Draco accennò col capo leggermente. "Posso incontrare suo figlio,
poi Dursley? " La voce di Draco era mite. "Perché non va recuperarlo
per me? Io guarderò Harry qui."
Draco notò appena quando Vernon Dursley uscì. Lui comprese solamente
che la società nella stanza era migliorato notevolmente.
Il piccolo ragazzo dagli occhi verdi guardò su a Draco curiosamente.
Draco gli fece segno di venire più vicino.
"Vieni qui, Harry. Io non ti farò male", Draco bisbigliò. La sua
voce aveva una qualità ipnotica. Lui desiderò mettere Harry ad agio,
e lo chiamò più vicino.
Gli occhi del ragazzo volsero leggermente su di lui. Lui si avvicinò
a Draco. Draco arrivò in giù ed accarezzò dolcemente i suoi capelli
morbidi, scuri. "Tu sembri essere un piccolo dolce ragazzo. Io mi
chiedo come sei finto qui."
"Sai dove sono Mamma e Papà? " il ragazzo chiese. Draco scosse la
testa e toccò dolcemente la guancia di Harry.
Draco non offrì risposte ad Harry. Draco, onestamente, non sapeva
cosa dirgli.
Un rumore, quasi un grido, trasse Draco dai suoi pensieri. Dursley
rientrò nella stanza, portando qualche cosa che assomigliava più ad
una piccola balena che ad un bambino.
Draco ebbe voglia di gemere. Il ragazzo deve essere il figlio di
Dursley. Lui certamente era grasso, biondo e rumoroso abbastanza per
passare come un Dursley.
Gli occhi di Draco aleggiarono dal bambino strillante al calmo,
quieto ragazzo dagli occhi verdi. Non vi era molta scelta,
realmente. Decise di prendere Harry, anche se lui dubitò che la
perdita di suo nipote provocherebbe a Dursley molto dolore.
Un sospiro molle scappò dalle labbra di Draco. "Suo figlio è
insopportabile. Comunque, io trovo suo nipote alquanto interessante.
Io prenderò Harry per pagare il suo debito di sangue."
Dursley accennò col capo leggermente. "Lo prenderà ora? "
C'era una nota di delizia nella voce di Dursley che disgustò Draco.
Lui non poteva prendere ora il ragazzo.
"No, io ora non lo prenderò. Io verrò per lui quando sarà
maggiorenne", disse Draco.
Il fatto che Vernon Dursley sembrò deluso alle parole di Draco quasi
fece decidere al vampiro biondo di prendere Harry con lui. Lui non
voleva fosse fatto male al ragazzo.
Tale non sarebbe il caso, comunque. Inoltre, lui non desiderava
allevare il bambino.
Quello che lui desiderava era tutta la vita e il fuoco che il
giovane porterebbe a lui.
"Lasci la stanza per un momento, Dursley. Voglio parlare al giovane
Harry da solo", Draco mormorò.
Draco si sorprese a come rapidamente l'uomo porcino ed il grumo di
grasso che passava per un bambino, lasciò la stanza. Draco era con
Harry da solo. Il ragazzo sembrò un po' spaventato. Lui stava
fissando i suoi piccoli piedi nudi. I suoi occhi verdi furono
nascosti dai suoi lunghi capelli.
Draco l'andò a prendere e lo guardò molto attentamente. Quasi
istintivamente, il ragazzo rivolse i suoi occhi a Draco. Draco fece
una pausa per un momento e sorrise come lui abbassò Harry in giù
nella sedia.
Lui era molto lieto della sua scelta.
"Quando sarai più vecchio", disse leggermente Draco, "io ritornerò
per te. Vernon Dursley ha trasferito il suo debito di sangue a te,
bambino."
Harry semplicemente lo fissava. Lui battè le palpebre come un
piccolo gufo. Draco lisciò di nuovo via i capelli dalla fronte di
Harry. Draco mise la sua mano fredda sulla fronte di Harry e mormorò
le parole antiche e notorie del debito di sangue.
"Il tuo sangue per il suo debito. La vita di uno per la vita di un
altro. Legato dal sangue per sempre, ora appartieni a me", Draco
mormorò leggermente.
Lui tirò via la sua mano dalla fronte di Harry. Il bambino ora
mostrava il marchio sagomato in una freccia, distintivo di Zeus.
Anche gli dei riconobbero il debito di sangue. Tutti quelli messi
sotto il debito di sangue portarono tale marchio.
Nessun altro ora lo toccherebbe.
Lieto, Draco mise di nuovo il ragazzo sul pavimento freddo. Harry
rabbrividì leggermente e guardò Draco. Lui toccò la sua fronte con
un piccolo tocco e rise scioccamente.
"Mi sento bene! " Harry strillò. Draco sorrise. Il trasferimento
aveva funzionato.
Il luogo dove lui pose il marchio, formicolerebbe piacevolmente ogni
qualvolta Draco desidererà portare sentimenti di piacere. Brucerebbe
se Draco gli augurasse dispiacere.
Sebbene Draco dubitò che lui mai desidererebbe far male attraverso
il marchio ad Harry Potter. Gli piacque comunque, l'idea di fare il
sentire il ragazzo trascurato protetto.
"Addio, Harry Potter. Io ritornerò quando sarà giunto il momento",
Draco bisbigliò.
E Draco Malfoy svanì.

 

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Capitolo 2
*** cap.2 ***


Blood debt

Blood debt

Di JenniferButterflyGirl

Tradotto da Freya

Parte 2/?

Capitolo Due: L'Ossessione di Draco Malfoy

Possedimenti di terreno dei Dursley, Rectorland Dell'ovest, 4550 S.C.

Draco Malfoy si chinò a raccogliere il dragone dorato caduto a terra e

lo

rimise nella mano di Harry Potter. Guardò calmo il ragazzo.

"Non essere spaventato", gli bisbigliò leggermente. " ti spaventai un

po',

quando eri bambino, ma non ricorderai, immagino. Comunque ora non c?è

nessuna

ragione di esserlo."

Gli occhi di Harry si restrinsero, e le iridi verdi brillarono

pericolosamente.

"Spaventato! Pensa che io sia spaventato? No? Io sono furioso, ecco

quello

che sono! "

Il ragazzo girò gli occhi verso suo zio. Lo sguardo, fisso, era

talmente

violento che avrebbe potuto squagliare l?acciaio. Dursley sembrò

rimpicciolirsi

sulla sua sedia.

"Cos? hai fatto ? " La voce di Harry era ridotta a un bisbiglio

pericoloso.

Draco trovò il tutto piuttosto accattivante.

Harry era un combattente, lo sapeva. Dopo tutto l?aveva osservato per

anni.

L?aveva visto superare gli abusi e la solitudine quando era ancora un

bambinetto.

In quei momenti, Draco aveva voluto solo confortarlo.

L?aveva visto diventare un adolescente, aiutare i mozzi e fare amicizia

con loro. Il suo spirito indipendente aveva reso Draco fiero di lui.

E infine, aveva visto un Harry adulto, con il sogno di andare ad

abitare

nella casa dei genitori. Draco trovò il coraggio di Harry molto

seducente.

E si rattristò ricordandosi di non poter dare a Harry quello che

sembrava

volere più di qualsiasi cosa ?i Possedimenti dei Potter.

Secondo i termini imposti dal debito di sangue, Harry sarebbe dovuto

stare

sotto il suo tetto e sotto la sua totale cura. E Non c'era nulla che

potesse

cambiare in ciò. La tradizione era inattaccabile.

Comunque, Draco sapeva che le persone raramenteriescono a capire

davvero

quello che vogliono. Lui aveva impiegato 300 anni per capirlo. Harry

pensava

di desiderare i Possedimenti Potter, ma Draco dubitava che il moro

sapesse

che cosa comportava la proprietà di un appezzamento di terreno in

rovina.

Sarebbe stata una vita durissima. Invece lui poteva offrirgli un modo

di

vivere prodigo. Il vampiro era sicuro che, col passare del tempo,

Harry

avrebbe imparato a godere della sua situazione.

Inoltre, e di questo era certo, avrebbe reso Harry felice.

Draco sapeva che il suo Harry era coraggioso. E..considerando il suo

futuro,

il suo ardore era sicuramente una benedizione.

"Ragazzo! Tu andrai con questo uomo! Io avevo un debito, e lui ti ha

richiesto

come pagamento. Gli fosti promesso anni fa. Avrei desiderato solamente

che

ti avesse portato via prima", rispose Dursley. La voce era dura. I suoi

occhi, notò Draco, guardavano Harry con disgusto.

Guardarono così sempre Harry, osservò Draco, e se ne sentì disgustato.

"Dursley", mormorò Draco . I suoi occhi d?argento si socchiusero

leggermente.

Aprì le labbra, permettendo all'uomo - e solamente all'uomo, infatti

non

voleva spaventare Harry ? di vedere le brillanti zanne. " sono

decisamente

pericoloso quando mi si irrita. Lei non parlerà di nuovo così ad Harry

in

mia presenza. Suggerisco che mi lasci con suo nipote. Ha fatto

abbastanza

per questa notte."

Vernon Dursley impallidì notevolmente alla vista degli acuminati denti

ed

annuì col capo. In silenzio, lasciò la stanza.

Draco sorrise. Era da solo con Harry, ora. Nella sua mente progettava

questo

momento da anni. Per cementare la relazione basata sulla fiducia che un

debito di sangue richiedeva, Draco sapeva di dover prima guadagnare il

favore

di Harry.

Il fatto che Harry era stato maltrattato durante l? infanzia rendeva il

processo un po' più difficile. Naturalmente, sarebbe stato più facile

se

Harry fosse stato una persona incline a dare fiducia al prossimo. Ma

Draco

sapeva di poter volgere la situazione a suo favore.

"Presumo mi spiegherà il significato di tutto ciò." disse Harry, con

voce

annoiata.

Dopo anni di osservazione, Draco sapeva che il tono annoiato nascondeva

la paura del ragazzo. Era ovvio dal modo in cui si contorcevano le mani

sul suo grembo e in cui la sua voce aveva oscillato quando aveva

parlato.

Draco sorrise tranquillo ad Harry. Voleva mettere Harry a suo agio, se

possibile, senza dover usare le sue abilità ipnotiche.

"Chiaramente." Fu la risposta di Draco. "Molti anni fa, feci un favore

a

tuo zio. Lui stava perdendo il controllo dei suoi possedimenti, ed io

usai

i miei considerevoli collegamenti per assicurargli che la proprietà

rimanesse

nelle sue mani. Al ritorno, tuo zio, aveva un debito con me?un debito

di

sangue. È una tradizione antica fra i vampiri, Harry, proporre servizi

a

creature umane per avere in ritorno un debito di sangue. I termini del

debito

stesso dipendono in gran parte dal vampiro coinvolto."

Draco fece una pausa. Harry accennò col capo, come far capire all?uomo

che

aveva la sua piena attenzione. "Dei vampiri richiedono il sacrificio di

una vita umana. Altri scelgono di avere un servitore. Altri ancora

preferiscono

avere un compagno, qualcuno a cui essere legato, da cui alimentarsi. Il

debito può essere pagato dalla persona che lo fa, ed è la cosa più

onorevole,

oppure il debito può essere pagato da un membro della famiglia. Nel

caso

di tuo zio, lui non scelse di pagare il debito di sangue con se stesso.

"

Draco fece un attimo di pausa, lasciando che le parole affondassero nel

ragazzo di fronte , prima di continuare. "Avevo pensato di prendere suo

figlio per il pagamento del debito, ma poi tu entrasti nella stanza.

Rimasi

incantato. Eri un bambino tristee molto dolce, Harry. Mi sono sentito

sunito

attratto da te, molto più che dai tuoi parenti. Tuo zio si offrì di

darti

a me come pagamento per il debito, ed io decisi di accettare."

Il colore scomparve dalla faccia già pallida di Harry. Draco sorrise

leggermente.

Forse Harry aveva bisogno di un segnale ovvio che non intendeva fargli

del

male. Decise fargli provare sentimenti piacevoli, protettivi,

attraverso

il marchio. Voleva che Harry sentisse precisamente, quanto piacere gli

provocava

la sua presenza.

Dalla bocca di Harry uscì un piccolo,dolce, lamento. Il sentimento che

stava

trasmettendo al ragazzo era caldo, confortante, come l?essere

abbracciato

da un caro amico. Draco aveva sempre provato piacere nel guardare Harry

durante gli intimi momenti di collegamento. Il ragazzo stava provando

un

piacere dolce, vero.

Un leggero rossore colorò le guance di Harry quando i suoi occhi si

aprirono

di nuovo. "Sono spiacente", mormorò il bel giovane. "Solo.... è davvero

difficile spiegare. "

Draco sorrise furbescamente. "No, non lo è. Il marchio che hai sulla

fronte,

Harry - la freccia di Zeus - è il marchio delle persone che cadono

sotto

il potere di un debito di sangue. Noi siamo connessi attraverso lui. Io

posso spedirti i miei sentimenti attraverso il marchio. È stato un

piacere

farlo attraverso gli anni, credimi."

Harry alzò leggermente un sopracciglio, guardando stupito il vampiro

negli

occhi. Draco pensò che Harry intendesse fare una domanda. Aveva di

nuovo

negli occhi quello sguardo d'acciaio, deciso. "Questo debito di sangue,

cosa coinvolge? Sono uno o due anni... o è.... o.... o... mi ucciderà?

"

Un'espressione di paura attraversò la dolce faccia di Harry come le

ultime

parole scapparono dalle sue labbra. Draco rise.

"Per l?Ade, Harry! No!" Esclamò con un largo sorriso Draco, "Come

potrei

ucciderti? Tu sei molto importante per me! Ti ho guardato crescere. Ti

ho

scelto sopra gli altri. Non ti ho provocato mai una volta paura o

terrore,

tramite il nostro collegamento, anche se avrei potuto. Come puoi

pensare

che potrei voler farti del male? Io voglio che il debito sia pagato

attraverso

la tua compagnia - ed il tuo sangue. Tu sarai il mio donatore, sì, ma

io

non ti ucciderò."

"Inoltre", Draco aggiunse con un sorriso quasi seducente,

"l?alimentarmi

può essere una esperienza piuttosto piacevole, specialmente in

considerazione

del tipo di obbligazione che io ho con te. Harry, io non ho mai voluto

niente

più, che te. Per sempre."

Harry Potter non seppe onestamente cosa pensare. Quell?uomo,Draco

Malfoy

aveva detto delle belle cose.

Harry riusciva a ricordare i tempi della sua vita in cui l'unica

compagnia

che aveva erano le sensazioni dategli dalla cicatrice. Durante i tempi

più

bui, c?erano dei formicolii piacevoli, come qualcuno gli stesse

passando

la mano nei capelli, come se volesse pettinarglieli. Poteva avvertire

affetto

e adorazione in quei momenti. Si sentiva protetto.

Comunque, il ragazzo dagli occhi verdi non era un idiota. Non era così

fantasioso

o così stupido da avere fiducia in una persona che richiedeva proprietà

su di lui,come se fosse un animale da compagnia.

Quindi, alla fine del discorso di Draco, Harry naturalmente, rise.

Gettò

di nuovo indietro la testa e rise come un pazzo. Era il modo perfetto

di

alleviare la tensione che aveva accumulato.

Harry aveva già sentito parlare dei debiti di sangue. Erano una forma

rara

ed antica di magia, riservata alle storie fantastiche e ai volumi

proibiti

e polverosi, di quelli che, soolitamente, Harry rubava dalla biblioteca

dei Dursely. Aveva speso molto tempo leggendo sotto gli alberi,

mettendo

foglie attraverso i volumi polverosi, tentando di trovare un

chiarimento

per lo strano marchio impresso sulla fronte. Non aveva mai trovato

nulla.

Tutti i volumi, pensò Harry depresso, non erano riusciti a fargli

scoprire

nulla sulla freccia di Zeus. Apparentemente, quello era un marchio con

cui

era nato.

I parenti di Harry, generalmente, non parlavano di magia,

considerandola

una cosa orribile. Harry era stato punito molte volte per essere stato

trovato

a leggere tali volumi.

Da quello che Harry aveva letto del debito di sangue, solamente i più

potenti

tra i vampiri potevano richiedere un tale impegno. Solamente uno dei

Lord

avrebbe potuto espletare l'incantesimo del debito di sangue su lui.

Nessuno dei dettagli cerimoniali era mai stato descritto in alcun libro

da lui letto. Nulla vi era sulla freccia di Zeus o sull' antico

incantesimo.

Erano, scrisse un autore, un segreto impenetrabile grazie alla volontà

dei

Lord dei vampiri.

Se Draco Malfoy fosse uno dei Lord, era insolito il suo comportamento.

Harry

si chiese, per un momento, se fosse già condannato.

Quindi, rise di nuovo.

Notò che Malfoy sembrava quasi preoccupato. Allungò una mano, come per

toccare

il braccio di Harry.

" Non mi tocchi! " esclamò Harry, tirandosi via dalla presa di Draco.

"Harry", disse piano Draco, "penso che sia meglio se ti calmi."

" Io non mi calmerò! " fu la risposta del giovane . "Non so

precisamente

perché lei abbia questa...questa convinzione di conoscermi, signore.

Sono

rimasto solo presto, avevo appena due estati. La mia famiglia non si è

mai

preoccupata di me, e mio zio ha sempre avuto una gioia particolare nel

maltrattarmi.

Io sono stato bene da solo. E starò bene da solo, nelle mie proprietà.

Quella

casa è tutto ciò che ho ricevuto dai miei genitori, signore. E Non

voglio

mancare alla loro memoria. Non mi importa se lei è un Lord, Draco

Malfoy!

Io non sarò il suo schiavo! "

Tutta l'ira, la rabbia e l? incertezza di Harry, si avvertivano

chiaramente

nella voce. Il corpo intero del giovane stava tremando. Gli occhi erano

accesi. Improvvisamente si alzò in piedi.

"Se mi vuole scusare, ora devo proprio andare. Ron ed Hermione mi

staranno

aspettando. Sto lasciando questo mucchio desolato di pietre per sempre!

Non ritornerò mai qui! Mai! Dannazione, Dursley! Hai rovinato la mia

vita

per l'ultima volta! " Con quelle parole, piuttosto drammatiche, Harry

camminò

rapidamente verso la porta della sala.

Sapeva comunque, che questa non era la fine della questione. Un Lord

dei

vampiri aveva posto una richiesta su di lui.

Neanche la misericordia degli stessi dei,ora, potreva salvarlo.

Draco Malfoy seguì tranquillamente, con gli occhi, il suo piccolo

debito

di sangue fuori della sala.

Sapeva che Harry non era andato molto lontano. Poteva sentirlo.

E, davvero, trovò Harry molto vicino alla sala, nascosto in un angolo

ombreggiato.

Draco sapeva che gli piaceva nascondercisi quando aveva bisogno di

riflettere.

Gli occhi di Harry erano chiusi. La respirazione rapida.

Draco pensò che era probabile che stesse piangendo. Harry aveva pianto

raramente

nella vita. Era una di quelle anime che sembravano gridare le loro

ferite

sanguinanti al mondo senza bisogno di lacrime.

Questa volta, Draco avrebbe potuto offrire conforto al ragazzo. Lo

scoppio

d? ira nella sala era stato preventivato. Draco sapeva che Harry non

avrebbe

accettato facilmente il fato che lo aspettava. Non era adirato.

Nei giorni in cui era ancora un umano, certamente sarebbe stato

attratto

da Harry; ma, al contrario diadesso, non avrebbe concesso alcuna

comprensione

al ragazzo.

Un più giovane Draco avrebbe preso semplicemente Harry. Dopo tutto, era

un guerriero nella vita precedente. Aveva agito senza alcun pensiero

per

le conseguenze altrui. Probabilmente avrebbe preso Harry e l'avrebbe

legato

ad un palo nella sua tenda.

Ma i secoli l?avevano fatto maturare e ora invece avrebbe corteggiato

il

ragazzo. L?avrebbe vestito bene e gli avrebbe dato un letto comodo. Un

Harry

Potter ben disposto, sarebbe stato molto più dolce e appagante di uno

strillante

e recalcitrante.

Draco gli toccò leggermente il braccio. "Non sono adirato, Harry, ma

dovresti

sapere che dovrai venire con me."

"Dannazione, sono sicuro che mio zio è nella sua stanza che se la ride

adesso.

Finalmente l?ha fatto. Davvero è riuscito nell?impresa di rovinarmi la

vita....

"

Sospirò drammatico. Guardò nuovamente verso Draco. "Mi chiedo perché ci

ho tentato. Tanto sono stato condannato sin dall?inizio?vero?"

Draco mosse la mano su e giù sul braccio di Harry. "Qualunque fossero

le

intenzioni dei Dursleys, voglio che tu sappia che non è mia intenzione

rovinare

la tua vita."

Harry bisbigliò piano,"Per favore, non mi tocchi."

Draco lasciò immediatamente cadere la mano, sebbene continasse a

mantenere

lo sguardo fisso sugli occhi chiusi di Harry. "Hai il permesso di dire

addio

ai tuoi amici, Harry, poi noi andremo via. Puoi venire via con me

tranquillo,

senza far capire ai tuoi zii che ti hanno ferito o posso portarti via

di

forza, inconscio, sulla mia spalla."

Draco sapeva che Harry ora l'avrebbe seguito. Se c'era una cosa che

aveva

imparato dalle sue osservazioni, era l? importanza per Harry Potter del

suo orgoglio.

"Non è giusto, Harry! " Disse Hermione Weasley avvolgendo le sue

braccia

snelle sul collo di Harry. "Veramente non è corretto. Tuo zio non si

preoccupa

affatto per te? Come può condannarti a questo destino? "

"No, Hermione", rispose acido Harry, "Sai perfettamente che mio zio non

mi ama affatto."

Poi rivolse la sua attenzione a Ron Weasley, dando all? uomo dai

capelli

rossi un rapido abbraccio. "Io voglio che tu ed Hermione accettiate il

mio

terreno, Ron. Non voglio che stiate ancora qui in queste condizioni.

Meritate

di meglio. Fate di quel terreno un qualcosa di cui i miei genitori

possano

essere orgogliosi."

Ron sorrise ad Harry e gli diede un altro rapido abbraccio.

"Chiaramente,

amico. Non meriti un destino simile. Giuro che ho voglia di uccidere

Dursley

mentre dorme."

Harry rise, sebbene sentisse il desiderio di piangere. "Probabilmente

hai

ragione. Ma non ne vale la pena. Per l?inferno, ho sempre pensato di

esser

troppo buono lasciando il bastardo sfogarsi sulla mia pelle."

Hermione gli diede un rapido, dolce, bacio sulla guancia. "Penso che

starai

bene, Harry. Dubito che tu l?abbia notato, ma dal modo di guardarti,

non

penso che voglia farti male, Harry."

Harry gettò uno sguardo sulla sua spalla e vide che Draco Malfoy lo

stava

davvero guardandolo dalle ombre. Il vampiro era stato d'accordo a

concedere

ad Harry alcuni minuti per permettergli di salutare i suoi amici da

solo.

Era rimasto sorpreso dall?inaspettata gentilezza. "Cosa intendi,

Signora

Weasley? " chiese Harry alla giovane.

"Bhe? lui ti guarda come se il suo mondo girasse attorno a te. Non puoi

far male a qualcuno che è il tuo mondo, no? Non è importante che lui

sia

un vampiro."

Harry accennò col capo. "Quindi, ehm... suppongo che sia meglio se

vado.

Per favore, prendetevi cura della casa dei miei genitori per me...

visto

che io non posso. "

Poi Harry Potter lasciò i suoi amici e camminò verso l?ombra - verso

Draco

Malfoy, verso il vampiro.

Harry non lasciò che Draco Malfoy lo toccasse, anche se Draco

desiderava

ardentemente avvolgerlo in un confortante abbraccio.

Draco, invece, mandò onde confortanti al giovane, attraverso la freccia

di Zeus sulla fronte. Anche se Harry gli mostrava le spalle, Draco

sapeva

che c'erano calde lacrime sulle sue guance.

 

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Capitolo 3
*** cap.3 ***


DEBITO DI SANGUE

DEBITO DI SANGUE

di JenniferButterflyGirl

tradotto da Freya

beta Rowan_MayFair

pairing Harry/Draco

N17

Cap. 3 La riluttanza di Harry Potter

Se la situazione fosse stata diversa, il viaggio sulla carrozza di Draco Malfoy, sarebbe potuto essere il massimo. L’interno era tappezzato da un ricco velluto verde. I cuscini erano lussuosamente morbidi. E dentro vi era abbastanza spazio perché Harry potesse stendersi, sul morbido sedile di fronte al vampiro, completamente.

Ma Harry resistette alla tentazione. Non voleva che Malfoy pensasse che lui avesse accettato la situazione.

Quest’ ultimo, non distoglieva gli occhi da lui, e ciò stava diventando un poco incomodo per il moretto.

Conscio di aver ancora le tracce di lacrime sul viso, cercò di asciugarsi il volto. Anche se sapeva perfettamente che Malfoy le aveva viste.

Quando si vide offrire un fazzoletto, si spaventò.

Apprensivamente, alzò gli occhi, incontrando quelli di Draco. L’uomo biondo gli sorrise in modo incoraggiante.

“Prendilo, e usalo.” Disse calmo Draco.

Con un cenno di ringraziamento, Harry si asciugò gli occhi. “Ehm...suppongo di doverti ringraziare…” Bisbigliò.

“Non ce né bisogno… Davvero…” Draco fece una pausa, come indeciso se proseguire o no .

Questo confuse Harry. Da quello che aveva capito di lui, Malfoy non era il tipo di persona che aveva tentennamenti. Malfoy sembrava sapere sempre esattamente quello che voleva dire.

“Ti piace la pioggia?” gli bisbigliò Draco. “Hai sempre amato la pioggia. Tutte le giornate di pioggia mi ricordavano te, sai? Sei l’unica persona che conosco che ami la pioggia al punto di uscire sotto essa…” sospirò come immerso nei ricordi.

Harry si chiese come l’uomo potesse essere a conoscenza di questo. Come potesse essere così sicuro che lui amasse davvero la pioggia. Si ricordava perfettamente quando, da piccolo, usciva a giocare nella pioggia.

Come amasse fare lunghe passeggiate sotto la pioggia scrosciante. In un qualche strano modo, gli era più facile pensare, più facile piangere nella pioggia. Le gocce di pioggia che scendevano lungo le sue guance erano come lacrime. Nessuno mai avrebbe potuto rendersi conto che stava realmente piangendo.

Si chiese se Malfoy avesse capito che era quella la vera ragione. Il pensiero l’infastidì più di quello che avrebbe desiderato. Odiava pensare che Malfoy lo conoscesse così bene. Lo faceva sentire nudo. Rabbrividì, e sperò di non mostrare troppo la fragilità delle sue difese. Il nervosismo, gli fece torcere il fazzoletto di seta tra le mani.

Draco, non aveva allontanato lo sguardo da lui per un secondo, e ciò continuava a farlo sentire sempre più a disagio.

Harry strinse gli occhi. “Com’è possibile che tu mi conosca così bene? Parli come se mi conoscessi da molti anni, ma io non ti ho mai visto. È...sconcertante!”

“Io ti ho osservato” Rispose dolcemente. “Ti ho seguito da quando eri un bambino piccolo. Non volevo essere invadente. Volevo solamente sapere come stavi. Ed osservandoti, ho compreso di aver ricevuto molto più di quel che pensavo. Perché più ti guardavo, più mi attaccavo a te…”

Harry alzò un sopracciglio, mordendosi un labbro. “Non ha senso. Parli di preoccuparti per me, di osservarmi, ma mi hai permesso di soffrire. Sfortunatamente per te, io ho un altro sogno. Di cui non ti importa nulla, pur di soddisfare il tuo?”

Draco se ne uscì in una risata, e si sporse per toccare un ginocchio del ragazzo. A tale mossa, Harry si ritirò, e Draco, con un sospiro, lasciò cadere la mano.

“Desidero che tu mi lasci almeno toccarti, Harry. Io non sono tuo zio e non ho intenzione di farti del male. Voglio che il mio tocco, per te, significhi conforto e piacere.” Disse con voce gentile, mite, mentre continuava a guardarlo.

Harry rabbrividì, e strinse al petto le braccia. Odiava sentirsi così...indifeso.

“Stai evitando la mia domanda, Malfoy?” Gli rispose con voce fredda, o almeno cercando di farla sembrare tale.

Draco rise di nuovo. Era una risata asciutta, come quando versando un eccellente liquore in un bicchiere, questo fa tintinnare il ghiaccio. “E va bene, mio caro, se proprio insisti… La tua asserzione che io appartenga alla classe più alta dei Vampiri, è giusta. Io sono un Lord. E proprio per questo non potevo prenderti con me. I Lord hanno molti nemici. La guerra con gli Anziani si è chiusa solo da appena vent’anni. Molte sono le ferite ancora aperte. Rectorland dell’Est e dell’Ovest non sono divenuti improvvisamente amici fraterni. Le leggi dei Lord ad est e le leggi degli Anziani; è solo questione di tempo prima che un nuovo conflitto scoppi. Nella mia posizione, non potevo permettermi di mostrare un possibile punto debole. Ed un bambino, era chiaramente impossibilitato a difendersi.”

Harry assentì col capo. “I miei genitori perirono in quella guerra. Gli anziani proibirono i Libri di Conoscenza proprio dopo quei giorni. Li ritenevano la causa di tali ribellioni.”

Harry odiava la guerra, a causa sua non aveva nessun ricordo dei suoi genitori. Sapeva solamente che vi era stata una scorreria ai possedimenti Potter; nessuno sapeva per quale strano motivo lui, era sopravvissuto. La maggior parte della gente aveva ipotizzato che, essendo ancora così piccolo, i suoi fossero riusciti a nasconderlo in qualche modo, e che lui fosse uscito dal nascondiglio una volta che era tornato il silenzio.

Nessuno aveva voluto caricarsi di una nuova bocca da sfamare, soprattutto in quel periodo così incerto, così, venne spedito dagli unici parenti rimasti: i Dursley.

Sorridendo, Draco osservava l’alternarsi delle emozioni sul volto del giovane. “E tu, Harry, cosa ne pensi? Credi che siano i Libri di Conoscenza la causa della ribellione?”

Harry sentì il suo viso arrossire. La pelle chiara rendeva impossibile non accorgersene, e lui, sentì il suo viso ardere. Harry aveva commesso parecchie infrazioni alla legge, quando iniziò a leggere quei libri, alla ricerca di notizie sul misterioso marchio che ornava la sua fronte.

“Penso..” mormorò Harry “che la conoscenza è solo conoscenza. Non bene o male. E come questa conoscenza viene usata che fa la differenza. Gli Anziani hanno commesso uno sbaglio a proibire la conoscenza del sapere contenuta in quei libri”

Draco non sembrava sorpreso dal modo di pensare del giovane, ed Harry non se ne stupì. Draco era, in fondo, per sua ammissione la persona che lo aveva osservato per anni, era normale che sapesse cosa stesse leggendo.

Il biondo si sporse verso di lui, poggiando i gomiti sulle sue ginocchia. Il suo sguardo d’argento non lasciava il viso di Harry. I raggi lunari, giocavano a creare lampi candidi sulle zanne perlacee di Draco.

“Sai Harry, che simili parole potrebbero portarti nelle prigioni degli Anziani, vero?” Chiese Draco.

Harry avrebbe giurato di aver sentito un che di seducente nel tono basso della voce dell’altro uomo. Fermamente, tentò di annullare tale sensazione.

“Mi piace pensare che gli Anziani non siano intenzionati a soffocare nessun tipo di conoscenza. La loro azione è un atto troppo drastico. Comunque, non sono d’accordo neppure con i Lord, e lei è un Lord. Non ce la vedo a marciare attraverso la sala del consiglio degli Anziani per riportare le mie opinioni!” Rispose Harry, con un poco di sarcasmo nella voce.

Draco si spostò di nuovo, riportandosi in ombra. Ma ancora potevano vedersi i bagliori della luna sulle zanne del vampiro. Ed Harry poteva avvertire ancora gli occhi d’argento che lo osservavano.

“Sei molto intelligente, Harry. Ma per tornare alla tua domanda originaria, sarebbe stato molto pericoloso per me averti al mio fianco. Se gli Anziani sapessero dell’importanza che avevi ed hai per me, saresti diventato immediatamente un bersaglio. Neppure io sarei riuscito a proteggerti continuamente” Mormorò Draco. “Mi permetti, ora, di toccarti?”

“No!” Rispose secco Harry. Non desiderava lasciar perdere l’argomento e, inoltre, non era sicuro che fosse cosa buona permettergli di toccarlo.

“Harry…Harry…Comprendi che i Lord possiedono grandi poteri mentali? Se io voglio toccarti, io lo faccio. E tu, in un modo o nell’altro, sarai d’accordo!” Disse il vampiro biondo, con il tono calmo e tranquillo usato nell’atrio.

Harry non dubitava che Draco sarebbe stato capace di mettere in pratica le sue minacce.

“Se io non mi oppongo...Se io ti permetto di toccarmi, poi mi prometti di non usare i tuoi poteri di controllo?”

Il volto nell’ombra accettò, rispondendo con un cenno del capo. “Non voglio usarli. Non intendo portarti a letto, non ancora almeno. Harry, io voglio solo toccarti. Sono ormai troppi anni che sto aspettando questo momento. Vieni, c’è molto posto accanto a me”

Harry non disse nulla, ma accettò di sedersi accanto a lui, senza però toccarlo. Non desiderava sentire la gamba del vampiro contro la sua, ne avvertire il braccio di lui su di se.

L’incertezza durò un momento. Poi, il braccio di Draco circondò le sue spalle. La mano fredda di Draco prese dimora sul suo braccio, stranamente confortante.

“Io non ti costringerò, Harry” Bisbigliò il vampiro nell’orecchio del giovane. “Ma mi piacerebbe che poggiassi la testa sul mio petto”

Incerti occhi color verde incontrarono la calma degli occhi grigi. Le parole di Hermione ritornarono alla memoria del giovane. Gli occhi di Draco sembravano guardarlo con dolcezza. Chiudendo gli occhi, Harry cercò di non pensare a quello che stava per fare. Rapidamente, prima che l’incertezza prendesse il sopravvento, posò il capo sul freddo petto del vampiro.

Era un’esperienza surreale. Draco Malfoy era, dopotutto, morto. Harry non avvertiva alcun battito.

Stranamente, avvertì una sensazione di calma.

Un bacio gentile, si posò sul suo capo. “Ti ci abituerai, Harry” Bisbigliò Draco, con tono gentile, al suo orecchio. “Ora rilassati, e parla un poco con me”

Harry strofinò la testa sul petto dell’uomo. “Perché stai facendo questo?”

Ci furono parecchi momenti di silenzio, prima di aver risposta.

Draco Malfoy stava finalmente facendo ciò che desiderava da anni. La testa di Harry posava contro il suo petto, e il suo braccio circondava le spalle del giovane. Erano anni che stava aspettando questo momento. E posò un nuovo bacio sul capo di Harry.

Draco pensò attentamente alla domanda. Dalla risposta poteva dipendere lo svolgersi del loro futuro. Questo era un momento critico per la relazione appena iniziata tra loro. Doveva conquistare la fiducia del suo piccolo debito di sangue.

“Questo è ciò che volevo. Io desideravo un compagno, ed un donatore, chiaramente. Il fatto che il debito di sangue da me scelto sia lei - un ragazzo dolce, intelligente, bello e che io trovo molto affascinante - è un beneficio aggiuntivo. L’idea di dover bere sangue da uno dei Dursley, mi faceva rivoltare. L’idea di bere da te, invece, è molto piacevole. Oltre a ciò, l’idea di godere della sua compagnia, è estremamente gradevole!” Fu la risposta di Draco.

Draco poteva sentire Harry tremare leggermente accanto a lui. Strinse gentilmente le spalle col braccio, spostando l’altra mano scese sulle sue ginocchia.

“Stai portandomi a Rectorland Est, vero?” Bisbigliò Harry.

“Si” Fu l’ unica risposta. Non c’era bisogno di negarlo. Stava portandolo via da tutto ciò che conosceva ed amava.

Il silenzio era diventato oppressivo. Draco poteva avvertire il crescente battito del cuore del giovane. Il sangue che, sempre più velocemente, scorreva attraverso le sue vene. Sempre più veloce.

Harry stava diventando sempre più agitato. La respirazioneveloce, causata dalla sempre più crescente paura.

“Io non voglio andarmene!” Gridò improvvisamente. “Per Zeus, mi stai allontanando da tutto! Io non voglio! Non c’è nulla là per me! Per favore, riportami dai Dursley!”

Gridò contorcendosi per scappare alla presa di Draco che si era fatta molto più decisa, costringendolo a rimanere appoggiato a lui contro la sua volontà.

“Pensavo che saremmo rimasti in Rectorland dell’Ovest! Io sono un mortale, Malfoy! Un mortale! Senza la protezione degli Anziani, sono condannato! Ho sentito ciò che accade ai mortali che si avventurano in Rectorland dell’Est! LORO NON RITORNANO, MALFOY! NON RITORNANO MAI!” Gridò in tono isterico.

Draco spedì, attraverso il marchio, onde calmanti, ricevendo un’occhiata gelida da Harry.

“Per l’ inferno, esci dalla mia mente!” Disse a denti stretti, cercando di resistere con scarsi risultati, perlopiù.

“Io ti proteggerò, te lo prometto. Nessuno ti farà del male!” Disse calmo il biondo.

Harry rise, sebbene fosse una risata priva di umorismo. “Per tutti gli Dei, Malfoy. Sembri stranamente ignorante sul tuo paese. È alla base di tutta la sua legge. Solo il Lord dei Lord può garantire la completa sicurezza a quelli che transitano per il paese. È in tutti i Libri di Conoscenza!”

Un sorrisino saputo fece la comparsa sul volto di Draco.

“Sono sorpreso che ancora non ci fossi arrivato…”

“Cosa...che cosa...che cosa... vuoi dire?” Chiese Harry timoroso.

“Chi pensi che io sia, precisamente?” Gli chiese Draco divertito.

Harry rimase silenzioso.

 

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Capitolo 4
*** cap,4 ***


Debito di sangue

Debito di sangue

di JenniferButterflyGirl

tradotto da Freya

beta Rowan_Myflower

parte 4/?

pairing Harry/Draco

 

cap. 4 : La fame di Draco

 

Otto Leghe Est dei Possedimenti dei dursley, Rectorland dell’Ovest, 4550 S.C.

 

Lo sguardo di Harry era fisso sul vampiro biondo, che sorrideva furbescamente, studiando i dettagli del suo viso. Erano, visibili, le zanne. Alla luce della luna, con il viso in ombra, metà illuminato dalla luce dell’astro notturno, sembrava quasi...scellerato. Harry pensò che davvero meritava il suo titolo.

Harry impallidì leggermente, abbassando lo sguardo alle proprie mani. La situazione andava di male in peggio. Non pensava che fosse possibile, ma tantè.

Abbastanza stranamente, harry desiderò poter tornare ai giorni in cui la sua massima preoccupazione era dover superare in astuzia lo sgradevole zio. Quello non richiedeva un grande sforzo. Era stato di gran lunga facile insultare l’uomo senza che lui riuscisse chiaramente a capirlo.

In realtà, nella durata degli anni, era divenuto uno dei suoi hobby favoriti, quello di insultare suo zio.

Ora, Harry desiderò di poter tornare a quei giorni, anche se ciò comportasse il fatto di esser colpito da Vernon Dursley, se ciò significasse liberarsi di Draco Malfoy.

Tuttavia, il marchio impostogli dal vampiro, lo legava. L’Alto Lord, lo dichiarò suo per estinguere il debito di sangue. E lui, non seppe mai di alcun intervento, sia umano che divino, che potesse interferire con tale legame.

Gli Anziani erano in svantaggio con l’Alto Lord, dato che nessuno conosceva il suo vero aspetto. Nessuno, in Rectorland dell’Ovest aveva mai visto il suo volto, almeno dalla fine della Grande Guerra. L’identità del Signore dei Vampiri, era stata ferocemente protetta, e nessuno si riferiva a lui tranne che con il suo titolo.

Inoltre, dopo la Guerra, ci fu un fiorire di dicerie, che il Lord dei Lord era rimasto ucciso, fu quella più gettonata. Certamente, se ciò era verità, i vampiri avrebbero sostituito rapidamente il loro leader. Comunque, quello che accadeva oltre il confine, era un mistero per gli abitanti di Rectorland dell’Ovest. Nulla trapelò sull’eventualità che fosse stato eletto un nuovo leader. Comunque, non sarebbe stato prudente per loro rimanere senza un regnante, soprattutto in un epoca così difficile come l’odierna.

In definitiva, il fatto che il Signore supremo dei vampiri potesse girare così tranquillamente per il regno, senza poter esser riconosciuto, non sorprendeva minimamente Harry.

La serie di eventi che aveva portato Harry a scoprire l’identità del vampiro, definiva perfettamente il tipo di fortuna che perseguitava il giovane.

Il Lorde dei Lord era il più potente di tutti i vampiri di Rectorland dell’Est. Generalmente, il titolo passava di mano grazie ad una battaglia che includeva prove di intelligenza, forza e abilità pura e semplice, o almeno così era descritto in uno dei libri che erano passati nelle sue mani.

La mente di Harry stava girando. Per un momento, il ragazzo si chiese se davvero, forse, le letture fatte erano davvero state un bene.

Qualche volta, decise, era decisamente meglio non conoscere.

Gli Anziani, erano molti anni che avvertivano la gente del fatto che l’Alto Lord poteva esser nella stessa loro stanza, la stessa locanda, lo stesso tempio e nessuno di loro potrebbe accorgersene.

Tali affermazioni, gettarono il sospetto sulla popolazione, generando in essa un sentimento di paranoia. Come conseguenza della guerra, gli Anziani proibirono i Libri di Conoscenza, affermando che solo chi era seguace dell’Alto Lord, poteva desiderare di leggerli.

Harry aveva ignorato il bando, leggendo qualunque cosa colpisse la sua attenzione.

sembrava, ora, che stesse giungendo il momento di pagare per tale desiderio di conoscenza. Forse avrebbe dovuto ascoltare gli anziani. Era evidente che vi era una parte di verità, in ciò che affermavano. Harry, ancora stava poggiato contro il freddo torace di draco Malfoy.

“Quindi, sei l’Alto Lord.” Disse calmo. “Sei il re di Rectorland dell’Est. Questo può spiegare molte cose.”

Un piccolo sorriso, fu la risposta che ricevette. Nonostante le ombre che avviluppavano il volto del vampiro, Harry potè vedere il scintillio delle zanne perlacee.

“Si, io sono il re.” Fu la risposta di Draco. “Non devi temere nulla, io non permetterò che tu sia in pericolo quando giungeremo nel mio regno. I miei sudditi sanno che ciò che mi appartiene non deve essere toccato. Come regola generale, i mortali non tornano vivi perché io non desidero che informazioni su di me o il mio regno, possano giungere agli Anziani. Tuttavia, per quanto riguarda te, è diverso. Tu appartieni a me.”

Lo sguardo di Harry si fece scuro. Odiava trovarsi in quella situazione. Odiava il fatto che, ancora una volta, lui si trovasse in una situazione in cui non aveva alcun controllo. “Io non desidero esser considerato un possesso. Sono già stato costretto ad esser soggetto alla volontà di un uomo nella mia vita, non desidero ripetere l’esperienza.” Fu la fredda risposta del giovane.

L’unica risposta di Draco fu un sorriso. ”È diverso, Harry, se guardi bene alla situazione. Io non sono tuo zio, sai. Le cose saranno molto diverse tra di noi.”

Harry tentò di farsi beffe di tale asserzione, ma l’effetto venne vanificato da un enorme sbadiglio. Harry stirò il suo giovane corpo e sospirò. Era stanco. Era stato un lungo e faticoso giorno per Harry.

Draco sorrise, comprendendo lo stato del ragazzo. “A due leghe da qui c’è una locanda. Ci fermeremo per la notte.”

Capendo che non era il momento per avviare una discussione, Harry accennò col capo. Era meglio rimandare a quando fosse meno stanco, per avere una possibilità di vincere.

 

Locanda della Botte, Rectorland Dell’Ovest, 4550 S.C.

 

Lo sguardo argenteo di Draco Malfoy non abbandonava mai il giovane. Era affascinato da Harry. Il viso del giovane non nascondeva nessuna delle emozioni che in esso passavano. Al contrario di ciò che una vita dura di tre secoli aveva, invece, insegnato al vampiro.

Draco si chiese se lui fosse mai stato così innocente quando ancora era un mortale. Probabilmente no, fu la risposta che si diede. All’età di Harry, lui era già da molto un guerriero. Aveva già visto e -causato - la morte.

No, Draco Malfoy non era mai stato così giovane.

Al momento, Il suo Harry sembrava nervoso. Era seduto rigidamente sul letto ad una piazza della stanza. Non aveva permesso a se stesso di mettersi comodo, sedendosi sulla spessa coperta, anche se era evidente che desiderasse andare a letto. I suoi occhi, sospettosamente, corsero al biondo vampiro.

Sembrava che il giovane pensasse che Draco Malfoy, fosse ora pronto per gettarsi su di lui.

Tale pensiero, ragionò Draco, non era poi così distante dalla verità. Draco doveva alimentarsi. Harry era il suo debito di sangue. Naturalmente, Harry si aspettava di dover fornire il suo sangue a Draco.

L’Alto Lord, aveva realmente bisogno di sangue. Erano passati già molti giorni da quando lui si era alimentato di caldo, vivo sangue mortale. Sentiva che gradualmente, dentro lui stava crescendo il freddo. Stava cominciando ad avvertire il gelido alito del freddo mortale che colava attraverso la sua pelle, nelle sue morte ossa. Si sentiva come se stesse gelando dall’interno.

Harry, con la sua pelle arrossata e calda, il suo alito dolce, il sangue che scorre nelle sue vene, era un pasto delizioso.

“Harry.” Bisbigliò Draco, spedendo onde di calma, attraverso il marchio. “Devo alimentarmi, e deve essere da te.”

“No.” Fu il bisbiglio di risposta, i verdi occhi che lo guardano. “Non puoi. Non lo farò Malfoy. Non voglio che tu mi tocchi.”

A volte, il ragazzo era davvero sciocco, decise Draco. Sciocco, ma forte e orgoglioso. E Draco l’adorava.

Un nuovo sorriso ironico, fiorì sul volto del biondo. “Di nuovo, Harry. Sembri pensare che io ti stia dando una scelta in questa questione. Io sono l’Alto Lord , ed io voglio il tuo sangue. In un modo o nell’altro, io l’avrò. Posso fare in modo che ciò sia facile per te, e ti posso promettere che lo godrai. È un’esperienza piacevole. Puoi accettarlo con grazia, ora, o io userò la forza.”

Draco fece una pausa. “Preferirei che tu accettassi la cosa. Gradirei mostrarti il piacere che posso darti alimentandomi da te. Comunque, non esiterò a costringerti.”

Harry chiuse gli occhi, esalando un profondo sospiro. Draco immaginò che non sarebbe stato possibile per il giovane sembrare più arcigno o risoluto se lui stesse affrontando l’ascia di un carnefice.

Draco spinse la sua mente in quella del giovane, dandogli un abbraccio mentale.

Al suo tocco, Harry rabbrividì leggermente. I bei occhi verdi del giovane si chiusero, e si rilassò visibilmente.

Draco si avvicinò ad Harry. Il giovane sembrava quasi stordito. Draco si aspettava tale reazione. Lo sistemò dolcemente sul letto, sedendosi accanto a lui, sul morbido materazzo. Una mano, accarezzo la guancia di Harry, provocando un brivido al freddo tocco del vampiro.

Un dolce sorriso attraversò il viso di Draco. Finalmente Harry era suo. Finalmente poteva assaggiare il suo sangue.

Era così caldo, fu il pensiero di Draco. “Resta steso sul letto.” Bisbigliò il vampiro. “Rilassati. Io mi prenderò cura di te.”

Harry rimase quieto sotto il tocco di Draco, steso sul materazzo. Le lunghe dita del biondo, accarezzarono le guance del giovane.

Al freddo tocco, rispose un brivido di Harry. Draco, tuttavia, presto avrebbe ricevuto calore. Il sangue di Harry, avrebbe provveduto a ciò.

Draco avvertiva  che il controllo della sete di sangue, su cui lui aveva lavorato per anni, allentarsi come si inclinò verso il collo del ragazzo. Il biondo leccò lentamente, quasi ipnoticamente, il collo di Harry. Avvertiva il palpito della vena del collo di Harry.

Grazie ai suoi sensi, poteva avvertire ogni singolo battito del frenetico cuore di Harry. Il giovane stava lamentandosi sotto le cure di Draco, che continuò a leccare la sua pelle.

Presto, le leccate di Draco divennero dolci baci, sensuali. Harry nuovamente guaì. Draco sorrise.

Mentre assaltava i sensi fisici di Harry, Draco spedì piacevoli onde di calore attraverso il marchio.

Era quasi troppo i sensi mortali del giovane, ed Harry iniziò a tremare.

Poi, le zanne  di Draco scivolarono dolcemente nel collo di Harry, provocandone l’irrigidimento. Poi, dopo un piccolo lamento, si rilassò, mentre Draco iniziò a suggere lentamente il rosso liquido.

Il sangue di Harry, sembrò dolce a Draco. Era perfetto. Era come quando, da giovane, Draco aveva goduto dei dolci. Draco gustò a fondo l’innocenza e la bellezza del giovane.

Inoltre, mentre si alimentava del sangue del ragazzo, Draco poteva entrare nella mente di Harry, come Harry poteva vedere la sua. Era una delle caratteristiche del debito di sangue - l’obbligazione di anima.

Harry Potter si sentiva come se stesse bruciando di un fuoco inesauribile. Mai si era sentito così rilassato. Sentiva il suo corpo diventare sempre più debole, ma nonostante tutto, gli sembrava come se potesse, nonostante tutto, volare.

E poteva vedere cose, cose sorprendenti.

Vedeva un ragazzo biondo, che presumibilmente doveva essere Draco, vestito con abiti da battaglia di secoli prima. Vide il giovane lanciare un grido di battaglia ed alzare la spada.

Sapeva che non vi era paura nel ragazzo biondo. Sentiva che il ragazzo biondo intendeva provare qualcosa. Il ragazzo biondo stava cavalcando in un villaggio, al comando di altri guerrieri.

Harry vide il giovane uccidere con spietatezza. Lo vide uccidere gli abitanti del villaggio e soldati nemici. C’era così molto sangue, dappertutto. Il pensiero di Harry fu che doveva essere mentalmente malato.

C’era, comunque, ancora molto da vedere. Qualunque fosse ciò che permetteva tutto questo, non intendeva lasciarlo ancora libero.

Harry vide il riflesso del biondo in uno specchio d’acqua, fissò i grigi occhi crudeli. Vide il ragazzo lasciare cadere la spada nell’acqua, girarsi e andarsene.

Poi, Harry non vide più nulla. Avvertì solamente le dita di Draco sulla sua guancia. Sentì le sue labbra sul suo collo. Con un piccolo brivido, si arrese.

 

Finalmente, Draco Malfoy, iniziava a scaldarsi. Il freddo stava abbandonando il suo corpo, rapidamente come l’aveva avvolto.

Anche lui, aveva avuto accesso alla mente di Harry.

Draco vide harry bambino, chiedere dei suoi genitori. Vide vernon Dursley schiaffeggiare il piccolo harry sulla faccia. Vide Harry piangere, solitario, nel bosco.

Vide il desiderio di Harry di avere una famiglia. Vide Harry chiedere ad una stella che qualcuno giungesse a salvarlo.

Vide l’amarezza di Harry crescere. Poi, vide la determinatezza del giovane. Lo vide progettare un futuro ai possedimenti paterni.

Come si staccò dal collo del giovane, la ferita si chiuse. Dolcemente, Draco leccò il punto dove morse, pensando che davvero, il giovane meritava la sua ammirazione.

 

 

Harry si sentiva debole. Come le dita lasciarono le sue guance spostandosi tra i suoi capelli, gemette leggermente.

“Hai fatto tutto bene, Harry.” Bisbigliò Draco. ”Ora riposa. Domattina parleremo.”

Harry riuscì solo a fare un cenno col capo. Labbra gentili si posarono sulla sua fronte. “Tu mi hai dato la vita, Harry.” Disse dolcemente Draco.

Calde braccia si avvolsero alla vita di Harry. Il giovane posò la testa contro il solido, ora caldo, torace.

Ora nessuno di loro due aveva freddo.

     

   

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Capitolo 5
*** cap.5 ***


Debito di sangue

Debito di sangue
di JenniferButterflyGirl
tradotto da Freya
beta Rowan_Mayflower


Cap.5: La sfida di Harry Potter

Locanda della botte, Rectorland Dell'Ovest, 4550S.C.

Erano passate parecchie ore quando finalmente Harry Potter si svegliò. Per alcuni momenti, il ragazzo dagli occhi verdi, rimase intontito e disorientato. Sapeva che qualche cosa era accaduto, ma i ricordi erano alquanto confusi.
Alzò il capo, sorpreso nell'accorgersi che si trovava contro il torace di Draco Malfoy. Il biondo vampiro stava dormendo pacatamente. Le guance erano, ora, leggermente rosate. Sembrava perfettamente rilassato.
’Dannazione’, fu
il pensiero di Harry. Il vampiro aveva preso il suo sangue. L'aveva, più o meno, sedotto. Concesso, prima l'aveva minacciato.
No, decise, non era seduzione. Era forza. Draco l'aveva, dopotutto, minacciato. Harry si sentì irritato. Naturalmente, trascurò il fatto che Draco era stato molto gentile con lui. L'aveva tenuto stretto. L'aveva baciato dolcemente.
Era stato molto accurato nel non provocare nessun dolore ad Harry. Harry non sapeva cosa pensare. Era tutto molto confuso. Era più facile ignorare l'affermazione di Draco sulle sue
buone intenzioni. Se accettasse, un mondo nuovo di problemi si sarebbe presentato nella sua vita.
E quello era qualcosa di cui, certamente, non aveva bisogno. Ne aveva già in abbondanza.
Harry aveva ricordo di pochi istanti, o poco più. poteva risentire le labbra gentili di Draco contro il suo collo, le sue dita che scorrevano tra i suoi capelli.
Ricordava perfettamente quello che vide nella mente di Draco --morte e distruzione. Harry rabbrividì.
Doveva andarsene. Non c'era nessun’alternativa, realmente. Non poteva restare con quest'uomo, questo vampiro. Non accettava di essere un giocattolo, fosse pure del Lord dei Lord.
E il Lord, in questo momento stava dormendo. Un sonno profondo. Senza muoversi minimamente. Harry sorrise. Forse era possibile, per lui, superare in astuzia il vampiro, camminando semplicemente fuori della porta. Sarebbe stata una via di fuga inaspettata. Non era sicuro di dove sarebbe andato da lì. Draco Malfoy, sicuramente, lo avrebbe cercato. Non aveva dubbi su quello. Draco sembrava essere un tipo possessivo.
Attentamente, Harry, si liberò dal corpo di Draco, cercando di non svegliarlo. Era bello, non potè fare a meno di notarlo. Aveva labbra piene. Il suo naso era diritto. Gli occhi, quando non stavano fissandoti gelidi, erano belli.
Harry aveva un colorito pallido, ma Draco sembrava neve nuova. Scuotendo il capo, nella speranza di scuotersi da dosso lo strano sentimento che lo aveva avvolto, Harry camminò a carponi fino all'orlo del letto, silenziosamente. Era abituato ad uscite rapide, silenziose.
Dopotutto, aveva vissuto con i Dursley per anni.
Quando i piedi nudi di Harry toccarono il pavimento, notò le sue scarpe. Si ricordò che la sera prima Draco le aveva tolte. Il giovane si chiese il perché di tale gentilezza. Le rimise. Si diresse verso la porta, gettando un’occhiata alle spalle. Draco continuava a dormire. Harry continuò verso la porta.
Ogni passo, gli dava un brivido. Ogni passo, era un passo più vicino alla vita che lui aveva desiderato. La visione di un vecchio nei possedimenti dei Potter, lui e i Weasley, balenò nella sua mente.
Quello era tutto ciò che desiderava. Sapeva che avrebbe potuto esser completamente felice con una semplice, quieta vita sulla propria terra.
La mano del giovane giunse alla porta. Le dita prudevano all'anticipazione della libertà.
Appena fuori dalla porta, avrebbe iniziato a correre. Fuggirebbe nei boschi. Nessuno potrebbe trovarlo là. Forse avrebbero creduto alla sua morte. Quella, forse, era la soluzione migliore.
Cambierebbe il suo nome e fuggirebbe. Il mondo fu, per un momento, completamente pieno di possibilità. Draco non potrebbe trovarlo mai là, pensò Harry. Sarebbe in salvo da quella strana realtà nella quale ora si trovava.
Una mano si posò sulla sua spalla. Harry si voltò.
Occhi verdi incontrarono occhi grigi e calmi.

Draco Malfoy era sicuro che sarebbe successo. Dopotutto, conosceva Harry meglio di quanto lui conoscesse se stesso. Il biondo sorrise. Era stato troppo facile, davvero.Sapeva che Harry avrebbe provato a scappare dopo il cibo. Uno come Harry, qualcuno che era stato ferito dalla vita, probabilmente, sarebbe restato sempre timido verso qualsiasi intimità.
Era più duro diventare intimi che vedere la vita attraverso gli occhi di un altro. Draco non aveva idea di cosa avesse visto il ragazzo. Aveva così tanti demoni nel suo passato.
Comunque, sapeva con esattezza quello che lui aveva visto attraverso gli occhi di Harry. La vita di Harry era stata difficile, forse perfino più difficile di quello che aveva pensato.
Che se ne rendesse conto o no, Harry aveva bisogno di Draco. Aveva bisogno della stabilità, l'adorazione e la protezione che Draco poteva offrirgli.
Comunque, Harry era molto orgoglioso. Sembrava aver imparato ad una età molto giovane a non avere fiducia in nessuno. Era deciso a cambiare ciò.
Spedì sentimenti piacevoli, caldi ad Harry, guardando come il ragazzo rabbrividiva leggermente sotto quell'assalto furioso.
Decise di calmarlo.
"Non sono adirato, Harry, ma mi piacerebbe sapere dove pensavi di andare. Io sono il Lord dei Lord, non è come se sarebbe difficile per me ritrovare il mio debito di sangue disobbediente." Disse il biondo.
La mano sulla spalla scese lungo il braccio, strofinando dolcemente la pelle. Draco non potè non sorridere, solo un poco, quando gli occhi verdi di Harry si restrinsero leggermente.
"Non volevo questo! Non l'ho mai chiesto! Per l'inferno, i miei desideri non hanno importanza per nessuno?" Ringhiò il giovane. "Nulla di ciò che faccio, nulla di ciò che dico, nulla di ciò che desidero può mai essere come voglio io?"
Draco allontanò la mano, guardando attentamente il ragazzo. Sembrava che Harry riuscisse ad aprirsi a lui, anche se per ora solo con la rabbia.
Il biondo decise che fosse meglio restare in silenzio. Un giorno,lui si promise, Harry avrebbe provato per lui amore e fiducia.
"Non ti permetterò di andartene, Harry. Sei mio. So che non vuoi, ma è così. È così da quando tuo zio mi permise di marcarti. Tuttavia, dovresti sapere che io non ti farei mai male. Il desiderio del mio cuore è di farti felice", fu la calma affermazione di Draco.
Per certi aspetti, la loro vita era stata simile. Quando era ancora un mortale, Draco era stato diffidente ed adirato. Colpa del padre. Lucius Malfoy era stato un uomo crudele, ed eccessivamente amante della sua canna.
Draco ricordava che la perdita per il padre era stata minima, dopo che l'uccise. Si, Draco all'età di Harry era adirato. Comunque, per altri aspetti era molto diverso dal ragazzo dagli occhi verdi. Draco non aveva avuto un'ira verbale come Harry. Harry era vivace, pieno di fuoco e temperamento. Draco era stato freddo e mortale. L'aveva usata contro il padre e tutti coloro che aveva ucciso.
Aveva squartato senza pietà i nemici. E, ad un certo punto, aveva sviluppato un certo piacere nello stuprare le vittime, di entrambi i sessi. Molti, avevano considerato la decapitazione per mano di Draco, un atto di misericordia. Dopotutto, era conosciuto per fare molto di peggio.
Harry non era così. Harry era, essenzialmente, buono. Dopo averlo visto con i suoi amici, aveva compreso che il ragazzo poteva essere insolitamente gentile. Aveva molto amore da dare.
Harry era distruttivo solo verso una persona. E, stranamente, non era Vernon Dursley. Mentre Draco distruggeva gli altri per rabbia, Harry tendeva ad essere distruttivo solo verso se stesso.
Gli faceva male al cuore a tali pensieri. Lui non era più l'uomo che era quando ancora era un mortale. Aveva così molto da offrire al ragazzo - conforto, affetto e comprensione. Poteva ammettere, ormai, che lui amava il giovane.
"L'unico modo in cui potrò esser felice è che tutto questo finisca! Per l'inferno! Tutto quello che volevo era esser lasciato in pace!"
Esplose in lacrime rabbiose Harry. "Questo è tutto ciò che io voglio! Non ho famiglia, solamente Ron ed Hermione! Loro sono la mia famiglia! Ed io non posso neppure stare con loro! Avrei potuto esser felice, Draco! Dannazione, perché non mi si permette di esser felice! Parli di farmi felice? Ecco la tua opportunità! Permettimi di andare!"
Draco avvertiva
il respiro affannoso del giovane. Il sangue che aveva arrossato le sue guance. Sembrava che stesse per piangere. I suoi occhi di smeraldo erano lucidi di lacrime non versate.
Draco trattenne il desiderio di abbracciarlo, accontentandosi di prenderne la mano, conducendolo nuovamente verso il letto. Harry non oppose resistenza. Stava, tuttavia, tremando. Sembrava come se stesse per rompersi in mille pezzi. Draco si sedette accanto a lui, guardandolo attentamente. "Ti è stato fatto male prima, Harry. È comprensibile che tu pensi che
qualcuno che non ti renda la tua libertà sia un pericolo. Ma non è così. Le mie intenzioni verso di te sono sempre le stesse. Ti voglio. Io ti voglio, nulla di più o di meno."
"No", mormorò Harry, guardando in giù, verso le proprie mani. Stavano contorcendosi nervosamente nel suo grembo. "Tu vuoi manipolarmi e minacciarmi. Non mi dai una scelta. Nessuno mi ha mai dato una scelta. Neppure tu. Come puoi parlare di me come se mi conoscessi."
Draco posò la propria mano su quella del giovane, notando come fosse più grande. Accarezzò con le dita la carne morbida. Harry sospirò, rilassandosi visibilmente.
"Ti stai dimenticando, Harry", bisbigliò il biondo, "che io ti ho seguito da quando avevi due anni. Ti ho visto crescere. Ho visto la tua vita attraverso te la notte scorsa. ho visto le cose che neppure ai tuoi amici hai detto. Ti conosco. Ed io ti prometto che farò del mio meglio per non farti male. Non sono mai stato molto bravo con le emozioni, neppure quando ero un mortale."
Harry lo beffò un poco. "Anche io ho visto la tua vita, sai Malfoy. Ti ho visto uccidere. Hai ucciso così tante persone. Come puoi, dopo aver ucciso così tante persone, dichiarare di avere intenzioni gentili nei miei confronti?"
La risposta di Draco fu
un sorriso addolorato. "Ho 300 anni, piccolo. Non sono più l'uomo che ero quando ero ancora mortale. Non dico di esser un buon uomo, dico solo di avere intenzioni pure verso di te."
Harry era silenzioso.


Trenta Leghe Dal Confine di Rectorland Est, 4550S.C.

Harry Potter era nuovamente nella carrozza di draco. Stava piovendo fuori, così tenevano le tendine abbassate. Nella carrozza vi era poca luce.
Harry si sentiva come se fosse dentro un bozzolo scuro. Poteva vedere appena Draco, che sedeva davanti a lui. Stavano parlando. Era, stranamente, un momento intimo. Harry, che
non era mai stato intimo con nessuno, trovò quei momenti con Draco, un'esperienza nuova.
Ron e Hermione sapevano che la sua vita non era perfetta. Sapevano che non era mai stato accettato dai Dursley e che lui era orfano.
Conoscevano i fatti, si, ma non sapevano come Harry si sentiva. Draco voleva sapere. Lo spinse dolcemente, e Harry si ritrovò a rispondere.
"Non so come sono morti i miei genitori davvero",disse con tono tranquillo Harry. "Mi trovarono i quello che restava dei possedimenti dei miei. Nessuno seppe spiegarsi come sono riuscito a sopravvivere. Qualche volta, desidero che non fosse successo. Sarebbe stato più facile se io fossi morto con i miei genitori."
"No", fu la risposta calma di Draco. "Solo un nuovo tipo di problemi."
Harry rise, un suono dolce, asciutto. Una mano che passa tra i suoi capelli. "L'unica cosa che so di loro, è che combattevano dalla parte degli Anziani. Non me ne ricordo nemmeno. Qualche volta, ricordo dei capelli rossi o un sorriso. Altre volte, ricordo un uomo che mi assomiglia. Questo è tutto ciò che so."
La voce di Harry era triste. Le sue parole erano quiete. Harry avvertì la stretta della mano di Draco sul suo ginocchio.
"Molte persone buone morirono durante la Guerra, da entrambi i lati", rispose
il biondo. "Direi che, nonostante tutto, tu riesca a ricordarti di loro. E che, sicuramente, ti amarono moltissimo."
Con gli occhi pieni di lacrime, Harry accennò col capo. Nessuno prima, gli aveva parlato così. Nemmeno a Ron ed Hermione, aveva mai raccontato ciò. E Vernon Dursley, avrebbe riso di lui. Draco Malfoy, solamente ascoltò.


Dieci Leghe Dal confine di Rectorland Est,4550 S.C.

"Chi era il Lord dei Lord prima di te?" chiese Harry.
Draco lo guardò, vedendo gli occhi verdi fissi su di lui. Gli rispose con un sorriso dolce.
"Il suo nome era Lord Voldemort", disse
Draco. "Non siamo sicuri che sia morto davvero. Svanì alla fine della guerra. La maggior parte della gente in Rectorland Est pensava che fosse un leader crudele ma efficiente."
"Ho già sentito quel nome", rispose Harry. "Era lui la causa della Guerra. Dichiarò guerra agli Anziani."
"Si." Assentì
Draco. "La maggior parte dei vampiri, ancora sostengono la sua causa, Harry. Tu non devi temere nulla, perché sanno che sei mio. Comunque molti dei Lord saranno contro di te. Io ti proteggerò, naturalmente, ma tu dovrai stare attento mentre siamo a corte."
Harry sospirò. "Sei sicuro che non puoi lasciarmi andare?" chiese.
"Potevo, Harry", disse astutamente Draco. "Ma, non penso, che ci sia qualsiasi cosa nel mondo che io voglio fare di meno. Credo proprio che ti terrò."



 

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Capitolo 6
*** cap.6 ***


Debito di sangue

Debito di sangue
di JenniferButterflyGirl
tradotto da freya
beta Rowan_Mayflower

cap.6:La corte di Draco Malfoy



Feudo di Malfoy e terre circostanti, Rectorland Est, 4550 S.C.



Harry Potter, uno dei pochi mortali che erano passati attraverso i confini di Rectorland Est, odiò completamente il paese.
Dietro al bell'aspetto - ed era bello, con alte montagne,profonde foreste e laghi più blu che Harry mai aveva visto - Rectorland Est, aveva un orribile segreto, che faceva torcere lo stomaco ad Harry.
I vampiri del paese tenevano schiavi. Schiavi mortali come cibo. Appena attraversato il confine, poteva vedere la differenza. Vampiri - ovviamente si riconoscevano perché erano pallidi come
Draco Malfoy stesso - solitamente avevano uno o più mortali con loro. I mortali, generalmente, erano vestiti bene, ma la loro condizione era ovvia dalle numerose cicatrici sui loro colli e sulle loro braccia.
Harry presumeva che anche sulle gambe, se fosse possibile vederle, ci sarebbero marchi. Ad Harry non piaceva pensare a che cosa altro poteva essere stato morso. Sperò che Draco Malfoy non avesse
l'inclinazione a mordere in quei luoghi.
Dato l'ammontare corrente della sua fortuna, Harry dubitava fortemente che l'augurio si sarebbe avverato. Harry, ora sapeva precisamente perché nessuno mai faceva ritorno dal confine. Venivano venduti ai vampiri come cibo. Ma i vampiri non erano abbastanza misericordiosi per ucciderli, agli occhi di Harry. Loro bevevano solamente. Inconsciamente, la mano di Harry volò alla cicatrice che ora marcava
il suo collo - i due piccoli fori fattigli da Draco Malfoy. Draco, avvertì il disagio di Harry, si spostò leggermente, facendo segno ad Harry di sedere accanto a lui. Harry non aveva idea del perché, ma si mosse, sedendosi accanto a Draco Malfoy.

Come il braccio di Draco si avvolse attorno alle sue spalle, si tese. "Non sono infelici, Harry. Dovresti saperlo. La maggior parte dei vampiri adorano i loro schiavi. E' un poco come la relazione che c'è tra chi ha completato la Cerimonia di Collegamento del tuo paese. I tuoi amici - i Weasley - loro sono molto felici, vero?"
"Pensi che la nostra relazione è come quella?" Fu la dura richiesta. "Non credo. Non ho fiducia in te, e, vedendo il tipo di paese su cui regni, non so se posso. Queste persone meritano la loro libertà, Draco. Meritano di avere le loro proprie vite e i loro desideri, e non di essere sottoposte al tuo sistema di schiavitù, solo perché hanno avuto la sfortuna di attraversare il tuo maledetto confine..."
Draco alzò la mano, facendolo tacere. "Io posso, dolcezza", fu la risposta di Draco, "proprio come se noi due dividessimo quel genere di relazione. Il fatto che tu non hai fiducia in me mi addolora, perché non ho fatto nulla per farti del male. Ho cercato di essere il più delicato possibile nel prendere il tuo sangue. Sono stato gentile e paziente perché tu possa vedere oltre il male che hai ricevuto, vedere ciò che ti sto offrendo. Queste persone, che tu chiami schiavi, Harry, l'hanno già fatto..."
Harry strinse gli occhi. "E che cosa è, dimmi, quello che mi stai offrendo, Malfoy?"
"Il mio amore, il mio affetto, la mia protezione...Tutto, Harry. Ti sto offrendo tutto", fu la risposta di Draco.
Scioccato, Harry volse lo sguardo in su, vedendo gli occhi grigi adoranti del vampiro. La sua mente stava gridandogli che era sbagliato. L'affezione di Draco era sbagliata. Le sue idee erano sbagliate. Quelle persone avrebbero dovute essere libere. Draco gli baciò la fronte.

"Tutto, Harry", fu il bisbiglio di Draco.
Harry sperò che il vampiro lo beffasse, o gli facesse del male. O qualche cosa per cui potesse odiarlo. Ma non lo fece. Harry poteva vedere solo gli occhi di Draco adoranti. Il ragazzo dagli occhi verdi si sentì colpevole.




Draco Malfoy, le mani posate dolcemente sulle spalle del giovane, ed Harry erano davanti ad un grande specchio d'argento. Draco, dietro di lui, guardava attentamente il suo amore dai verdi occhi, che si
esaminava.
Draco poteva vedere il disagio negli occhi di Harry. Non era abituato alle grandi riunioni tenute alla corte di Rectorland Est. Harry odiava le folle, Draco lo sapeva. Non provava gran simpatia per le persone. draco sospettava che essere cresciuto maltrattato dai Dursley, farebbe incomodo chiunque nel trovarsi con gli altri.
La mente di Draco tornò a quando osservava il giovane Harry. Quando lui desiderava pensare, o cercava la solitudine, Harry si recava sempre in un luogo in cui fosse da solo. Draco sospettava che Harry
avesse imparato a contare solo su se stesso. Era una cosa triste, per un bambino, non avere nessuno con cui confidarsi. Draco voleva cambiare ciò. Sapeva che un giorno o l'altro, Harry sarebbe andato da lui quando era spaventato o solitario. Più tempo avrebbero passato insieme, più Harry comprenderà che lui gli voleva bene.
Anche se il ragazzo non lo sapeva ancora, aveva l'eternità per farlo. Il Lord dei Lord non aveva ancora parlato ad Harry di quel particolare effetto del debito di sangue. L'avrebbe fatto, quando Harry fosse stato pronto ad accettarlo. Per ora, Draco avrebbe fatto in modo che Harry si abituasse a Rectorland Est.
Le cose si stavano muovendo per il verso giusto. Da quando Harry aveva accettato di essere il suo `cibo', avevano parlato molto. Nulla di particolarmente importante, ma Harry riusciva sempre a
farlo ridere. Non lo faceva da più di un secolo.
Il verde brillante degli occhi di Harry, scandagliava nervosamente la stanza, fermandosi poi, sulle mani che posavano sulle sue spalle. Draco diede una stretta incoraggiante. Harry sospirò.
"Perché mi sento come un genere di animale domestico viziato?" chiese il ragazzo.
Draco gli aveva dato un nuovo guardaroba. Gli abiti di velluto, neri e verdi, che stava portando ne facevano parte.
"Sembri molto bello, Harry", ridacchiò allegramente Draco. "E penso che sia perché io voglio viziarti." E posò un bacio sui capelli di Harry. "Sei nervoso perchè devi affrontare la corte, dolcezza?"
Il ragazzo dagli occhi verdi sospirò leggermente, come se stesse ponderando la domanda. Con un profondo respiro, rispose, "No."
Draco sapeva che stava mentendo. Il biondo sorrise leggermente. "So quando mi stai mentendo, sai", disse mitemente Draco, facendo scorrere le mani sulle spalle di Harry. "Non devi preoccuparti, è normale. Anche io ero nervoso la prima volta che sono andato a corteggiare come un giovane vampiro. Ci sono ragioni, Harry per cui le persone evitano Rectorland Est. Noi non siamo conosciuti precisamente per la gentilezza dei modi durante il nostro corteggiamento."
"Si", fu
la risposta di Harry. "Posso vedere che ci sono persone che eviterebbero questo luogo, specialmente quelli che sono mortali come me. Non ho visto un singolo mortale, qui, che non sia uno schiavo o un debito di sangue. E' orribile. Nessuno si chieda perché gli Anziani proibirono così molte cose dopo la guerra."
"Harry", bisbigliò Draco. "La maggior parte dei vampiri qui sentono sui loro schiavi, il mio modo di sentire circa te, il mio debito di sangue. Io ti adoro completamente. Abbiamo già avuto questa conversazione, due volte per la precisione. Sono disposto riprendere il discorso tante volte quanto vuoi, ma mi sta stancando. Tu mi dai la vita, ma più importante, arricchisci la mia vita. Ci sono vampiri che non trattano bene i loro mortali, dolcezza. Ma, il fatto che i tuoi parenti trattavano male te, fa di tutti i mortali cattivi?"
Harry sospirò, aveva un punto.
Draco capì di aver fatto in modo che il piccolo ragazzo dai verdi occhi pensasse.
Harry si morse un labbro. "No, suppongo che non lo fa", gli concedè.
"Bene. Ora, andiamo alla festa. Io prenderò il tuo braccio, ed entreremo insieme. Ti presenterò ai miei consulenti. Parleremo e balleremo, come ci si aspetta, e tenteremo di andarcene il più presto possibile", l'istruì attentamente Draco.

Harry seguì il discorso di Draco arcignamente. "Suppongo che sia ormai ora."
Draco accennò col capo, spremendo dolcemente il braccio di Harry. "Non preoccuparti. Io sarò sempre con te."
Harry sospirò
. "Credo che quello sia ciò di cui ho paura, Malfoy."
Draco rise.




"Harry Potter, questo è Severus Snape, il mio Consulente. Severus Snape, questo è il mio debito di sangue, Harry Potter", presentò Draco.
Harry non si sentiva
comodo qui. Circondato da vampiri e sorridenti schiavi mortali. Harry si sentiva come se fosse ammalato. Ma la sua malattia non era causata dalla ragione che si era aspettato.
I mortali, sembravano affettuosi. Harry aveva pochissima esperienza di tocchi affettuosi - solamente il rapido abbraccio ricevuto da Ron ed Hermione, e la sensazione nuova delle mani di Draco sulla sua
pelle. I piccoli sguardi, ed i tocchi dolci sembravano, comunque, affettuosi.
Harry si trovò a provare antipatia. Era molto più facile, per lui, pensare agli schiavi come esseri miseri. Molto più facile, pensare a se stesso come misero. La verità sembrava, in questo caso, essere irrilevante. Le bugie, qualche volta, erano molto più facili.
Harry allungò la mano, che venne afferrata dalla mano pallida, fredda e viscida di un uomo molto poco attraente, con occhi neri ed un naso ad uncino. "Ho sentito parlare molto di lei, Harry", disse l'uomo, con voce vellutata.
Harry notò che l'uomo, non era vestito con gli elaborati abiti del resto della corte. Portava un nero noioso. Sembrava essere una persona piuttosto acida. Harry rabbrividì. Non avrebbe permesso all'uomo di intimidirlo. Non doveva far vedere che aveva debolezze. Draco l'aveva avvertito come la corte potesse essere spietata. Harry, il viso completamente senza espressione, rispose. "Sono sicuro che siano solo esagerazioni, signore."
Draco, che non l'aveva abbandonato un attimo, ridacchiò. Snape non sembrava divertito.
Harry schiarì la gola. "Vedo che non è...accompagnato...da nessuno. Non è d'accordo sullo sfruttamento dei mortali?"
"Penso che ti stia chiedendo perché non hai uno schiavo, Severus", disse Draco, dandogli un occhiata di avvertimento.

Harry decise di non curarsene. Sperò solo di fare una cattiva impressione. Forse, in quel caso, non avrebbe mai dovuto sopportare un altro simile evento.
"Non ho uno schiavo perché devo ancora trovarne uno che mi possa andare bene. Non mi interessano gli uomini, e la maggior parte delle donne sembrano saper solo sorridere affettatamente, come fossero
delle idiote", fu la brusca risposta del vampiro.
"Cos'è questa storia su donne che sorridono affettatamente?" venne un'altra voce.

Harry si volse, vedendo un giovane vampiro, con capelli castani, ricci, che si stava avvicinando. Portava abiti dal colore cremisi. Si rivolse al gruppo dispensando un sorriso.
"Draco, vedo che finalmente hai Harry. Non parlava di nient'altro da almeno una decina d'anni", disse l'uomo, ridendo. "Io sono Blaise Zabini, il Consulente di Guerra di Draco. Ed io, preferisco che le
mie donne siano un poco più animate della maggior parte di queste. Se noti, io sono da solo stasera..."
Blaise Zabini. Harry pensò che era amichevole. I suoi occhi erano gentili, come quelli di Draco. Harry prese la mano offerta da Blaise.
"Comprende che la maggior parte delle donne che possiedono spirito e intelligenza, eviteranno questi confini come la peste", disse
Harry.
Draco rise. Anche Blaise lo fece. Snape sembrò semplicemente irritato.
"Direi che lei abbia ragione, Harry", fu la risposta sorridente di Blaise. L'uomo diresse lo sguardo a Draco. "Avevi ragione su di lui, Draco. E' molto divertente. E sembra capace di affrontare la situazione
molto bene. Decisamente non ha dimostrato paura nel parlare con Severus e gli altri..."
L'attenzione di Blaise si spostò verso Severus. "Spero che non ti offenda, Severus, ma la maggior parte dei presenti è terrorizzata dal tuo portamento severo."
Harry iniziò a ridere, seguito da Blaise. Draco sembrò divertito. Severus aggrottò semplicemente le sopracciglia.
Il resto della serata di Harry, andò nello stesso modo. Fu presentato ai più importanti membri della corte di Draco. Incontrò Teodoro Nott, il miglior amico di Draco e il Consulente delle Riforme.
Incontrò una vampiro donna, molto idiota a suo parere, che sorrideva affettatamente, Viola Parkinson. Harry sperò di non aver il discutibile piacere di un secondo incontro.
Vince Crabbe e Gregory Goyle erano al capo della Guardia di Draco. Harry dubitava altamente che in due facessero l'intelligenza di un ciocco di legno. Ma erano forti, e molto grandi. Harry sospettava
che servissero bene al loro scopo.
Di tutte le nuove conoscenze, Zabini era quella più gradita, e Snape, quella meno. Ora, Harry era seduto sul letto, intento a rimuovere gli abiti color smeraldo. Sotto, portava un semplice camice di seta nera. Con un sospiro, Harry si rilassò contro il letto che divideva con Draco. Si tolse gli stivali di cuoio neri.
Harry avvertì l'arrivo di Draco nella stanza. Il letto affondò leggermente accanto ad Harry, che alzò lo sguardo verso il biondo.
"Stasera ti sei comportato molto bene, Harry", bisbigliò Draco, sorridendo. Le dita fredde dell'uomo spostarono una ciocca di capelli dai suoi occhi. "Sei riuscito a trattenere il tuo temperamento in una situazione che avrebbe spaventato molte persone."
Harry rise con umorismo. "Rifiuto di dare a chiunque l'impressione di potermi terrorizzare."
Draco rimase in silenzio alcuni istanti. "Ti hanno terrorizzato, Harry?"
Harry ci pensò per un momento, traendo poi un sospiro. "Non nel modo che puoi pensare, Draco."
Draco ghignò. "Speravo che mi dicessi qualcosa di simile. Spero che tu non abbia più paura di me." Le dita fredde continuarono a scivolare sul viso del giovane, fino a giungere sul collo, in un moto calmante, ipnotico.
"Hai di nuovo fame, vero?" Bisbigliò Harry. I suoi occhi si annuvolarono leggermente, una mistura di concupiscenza e fosca fame.
"Si", fu la risposta di Draco. Il moto continuò. Draco guardò profondamente negli occhi di Harry, esortando ragazzo a rilassarsi.Harry sospirò.
"Ti alimenterai nuovamente da me?" chiese bisbigliando. La sua voce sembrava leggera, dolce e lontana.

Draco baciò la sua guancia, poi il suo collo e finalmente il suo orecchio. "Si", bisbigliò il biondo nel sensibile orecchio. Harry rabbrividì. Draco continuò a leccare la morbida carne del collo del giovane.
"Non ci bado poi molto, sai", disse
tranquillamente Harry. "E' bello."
Draco sorrise. "Rilassati, allora. Ti prometto che non sentirai dolore."
Harry iniziò a lamentarsi come la mano di Draco, lentamente, cominciò a scorrere su e giù per il suo torace, aprendo dolcemente la tunica di seta nera. Mani fredde accarezzavano la nuda pelle di Harry, che si lamentò rabbrividendo, sentendo come se il suo corpo iniziasse a bruciare.
Un anelito sfuggì alle labbra di Harry, al tocco della fredda mano sulla sua virilità che andava indurendosi, facendolo irrigidire.
"Draco", bisbigliò Harry. "Per favore. Nessuno mai...ha fatto...io...io...Per favore..."
"Shh..." Bisbigliò Draco, le mani che si muovono dolcemente su e giù su di Harry. "Shh...andrà tutto bene. Non farò nulla che non vuoi. Questo terrà la tua mente occupata mentre io mi alimenterò."
Ad Harry non interessavano le parole. Gli sembrava di bruciare. Le sue anche si mossero su e giù contro la mano fredda. Si lamentò, avvertendo le labbra sensibili contro il suo collo. Notò appena, quando le zanne acute di Draco affondarono nel suo collo. Questa volta, Harry non vide nessun ricordo di guerra, nella mente di Draco. Vide solamente se stesso, attraverso gli occhi di Draco, crescere.
Draco aveva detto la verità. Aveva passato anni guardandolo crescere, realmente. Il gesto toccò Harry in un modo che non poteva esprimere. E, chiaramente, lui sentì il piacere. Lo sentì talmente forte, da pensare di morirne.




Draco Malfoy non poteva
credere alla presenza di tale bellezza nel suo letto. Harry stava lamentandosi in una maniera molto erotica, che fece rabbrividire di piacere il vampiro. La sua pelle era così calda! Era come se, sotto le sue fredde mani, vi fosse un fuoco.
Questa volta, Draco, nella mente di Harry vide solamente speranza. Era, comprese Draco, un Harry che ancora non aveva conosciuto. Stava ancora lottando contro di lui, ma presto, avrebbe compreso la
verità. Comprendendo che era lui, la causa di questa nuova speranza, Draco sentì il cuore scaldarsi.
Avendo preso abbastanza sangue dal giovane, Draco estrasse le zanne dal collo di Harry, e leccò leggermente la ferita. Voleva guardare Harry. Voleva vedere il suo viso stravolto dal piacere.
Draco si spostò, così che potesse vedere la faccia del giovane. Aveva gli occhi chiusi. Le sue labbra erano divise. Il respiro pesante.
"Sei bello, dolcezza", bisbigliò Draco. "Rilassati." Harry. Draco era completamente preso dalla sua bellezza.
Harry si lamentò leggermente, quasi addormentato.
Draco lisciò via i capelli dai suoi occhi, tirando il ragazzo nelle sue braccia. Ora, poteva dare al ragazzo un caldo abbraccio ad Harry. Grazie al suo sangue, era di nuovo caldo.
"Dormi con bei sogni, piccolo", bisbigliò Draco.
Harry era già addormentato.


 

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Capitolo 7
*** cap.7 ***


Debito di sangue

Debito di sangue

Di JenniferButterflyGirl

Tradotto da Freya

 

Cap. 7: Il dolore di Harry

 

Feudo dei Malfoy e terre circostanti, Rectorland Est,4550 S.C.

 

Era passata una settimana dalla presentazione di Harry alla corte. Una settimana quieta per Draco Malfoy. Si da quella sera, Harry gli aveva permesso di alimentarsi volentieri dalla propria carne, Draco incominciò pensare che il ragazzo era più aperta alla conversazione – ed all’affezione fisica.

Draco non l’aveva toccato, sessualmente, fin da quando si era alimentato, ma si erano abbracciati, e solitamente, contenevano le mani. Harry, ancora manteneva un poco la distanza, ma sorrideva e scherzava più spesso.

La qual cosa, ragionò Draco, era un buon inizio.

Al momento Draco si stava rilassando nella gran biblioteca del feudo. Harry, con i capelli scuri che precipitavano sugli occhi, era rilassato su uno dei divani di lusso, leggendo un testo, arcaico, che Draco sapeva avrebbe acceso il suo interesse. Draco era seduto sull’altra fine dello stesso divano, rilassato contro i cuscini.

Draco, che non era il tipo dedito alla lettura da almeno un secolo, stava guardandolo, semplicemente.

Draco era affascinato dal torace di Harry, dalla sua pelle rosata. Sapeva che il suo torace non si alzava ed abbassava, anche se Draco non aveva mai smesso l’abitudine di espirare ed inspirare aria. L’aiutava a sembrare più normale, quando viaggiava clandestinamente in Rectorland Dell’Ovest.

Respirare era essenziale per Harry, tuttavia. Il ragazzo era un mortale, morrebbe senza aria.

I suoi occhi analizzarono i libri con un tale fervore appassionato che Draco sapeva che non possedeva più. Quando lui era ancora un giovane mortale, aveva goduto dei libri. I libri erano l’unica cosa che non distruggeva in un’incursione.

La maggior parte della sua estesa biblioteca era, infatti, un risultato delle sue incursioni. Feudi e castelli avevano sempre i libri più affascinanti. La sua biblioteca incluse di tutto: da libri di storia antichi e la magia, a manuali di sesso  orientali.

La raccolta era impressionante, ma raramente, ormai, Draco la toccava. Era contento che ora Harry facesse parte della sua vita. Ed era contento che il ragazzo apprezzasse i libri.

Draco interruppe i suoi pensieri per accorgersi che uno sguardo, verde smeraldo ardente, stava fissandolo attento. Draco fece ad Harry un sorriso.

“Ti piace il libro, dolcezza?” Chiese Draco.

Harry arrossì, come spesso accadeva, quando Draco usava quel particolare tono di voce affettuoso. “E’ affascinante. Amo questo genere di storie. Fornisce molte spiegazioni sulle dogane di questo paese. Immagino che mi sarà utile tale conoscenza.

Draco prese, dolcemente, il libro dal grembo del giovane e lo chiuse, per poi posarlo su di una tavola accanto al divano.

“Per oggi hai letto abbastanza, Harry. Giuro che, se potessi, divoreresti l’intera biblioteca, se potessi,” Draco fece una pausa, studiando il viso rilassato di Harry.

“Mi permetteresti di abbracciarti, Harry?” Gli domandò Draco. Chiedeva sempre. Sapeva che quella piccola accortezza era importante per Harry.

Il ragazzo accennò col capo, spostandosi in modo che la sua testa venisse a trovarsi contro il petto di Draco. Il braccio di Draco si avvolse attorno a lui, spremendolo leggermente. “Non avrei mai pensato che mi sarei sentito così comodo con te,” bisbigliò Harry, contro il petto del biondo.

Draco rise, una mano che percorreva i capelli neri e disordinati di Harry. “Ho sempre sperato che lo fossi. Ho immaginato momenti simili per molti anni, Harry. Eri il più dolce bambino che ho mai visto. Sapevo che saresti stato così – molto speciale.

Harry rise leggermente. “Se io sono così speciale come tu dici, dubito che i miei parenti mi avrebbero trattato come facevano.”

Draco pensò per un momento, prima di posare un bacio dolce sui capelli scuri del giovane. “I tuoi parenti, Harry, sono degli assoluti idioti. Ti prometto che pagheranno per il modo in cui ti hanno trattato.

Harry accennò col capo, ancora contro il torace di Draco, senza dir nulla. Passarono i successivi minuti in silenzio amichevole, che entrambi goderono molto.

Draco sentì la porta aprirsi.

Milord?” Draco sapeva che la voce apparteneva a Goyle.

Draco diede a Harry un altro bacio rapido sulla fronte. “Si?” Chiese calmo.

“Milord,” cominciò Goyle, “alcuni seguaci rinnegati di Lord Voldemort, hanno fatto scorrerie nell’appezzamento di terreno di uno dei suoi vecchi nemici -- crediamo che sia probabile si tratti della vecchia tenuta dei Potter. Hanno attraversato il confine in Rectorland dell’Ovest. Hanno rapito due donne mortali che abbiamo recuperato. Le abbiamo portate con noi. Suppongo che accadrà il solito con loro. Anche i razziatori sono qui, se desidera interrogarli.

Draco poteva avvertire Harry che si irrigidiva. Dolcemente, spremette la spalla del ragazzo, per poi alzarsi. “Verrò subito, Goyle. Teneteli nella Sala. Non permettere di entrare a nessuno. Chiama Blaise e Severus. Ci incontreremo lì tra un quarto d’ora. Fa in modo che nessuno sappia della loro presenza fino ad ordine contrario. Niente servitori nella Sala. Nessuna guardia, omesse quelle che furono coinvolte nella cattura.

Goyle accennò col capo ed andò via, silenziosamente, com’era entrato. Draco si volse verso Harry. La faccia del ragazzo era bianca come neve nuova. I suoi occhi erano polle verdi, sgranate. Sembrava agitato.

“Ron ed Hermione…” Bisbigliò debolmente Harry. “Io li mandai in quel luogo maledetto, Draco. Quei razziatori stavano cercando me…”

 

 

Harry Potter non poteva credere a ciò che l’uomo stava dicendo. Qualcuno aveva fatto una scorreria nella tenuta dei Potter – la sua casa atavica.

Harry aveva, in parole povere, spedito Ron ed Hermione – e quasi sicuramente la piccola Ginny, sorella di Ron – diritti alla morte.

Se  fossero stati loro i mortali menzionati da Goyle, probabilmente, avrebbero dovuto affrontare il suo stesso fato – la schiavitù.

Anche se, doveva ammettere che Draco era stato gentile con lui, realmente.

I Weasley erano innocenti di qualsiasi colpa i seguaci di Voldemort ritenevano colpevole Harry. Era lui quello che loro cercavano. Volevano vendetta per la caduta di Voldemort.

In momenti simili, Harry desiderò di essere stato vecchio abbastanza per ricordare precisamente quello che accadde quella sera. Nessuno seppe. Voldemort, semplicemente, scomparve dopo aver attaccato la tenuta dei Potter. Lasciò anche i corpi di James e Lily Potter nelle rovine.

Per quello che sapeva Harry, questo Lord Voldemort, poteva ancora essere vivo.

Harry rabbrividì. “Lascerai i mortali ritornare in Rectorland Dell’Ovest, vero? Se…Se hanno attaccato…Se loro hanno attaccato la tenuta dei Potter…Allora…Loro sono i miei amici, Draco. Io…Io voglio che siano felici.”

Draco fece a Harry un sorriso gentile. Harry poteva vedere calore nei suoi occhi. Mani gentili toccarono la sua guancia. “ora dobbiamo andare nella Sala, Harry. Tutto andrà bene. Mi assicurerò che lo sia.”

Harry si accorse che Draco aveva evitato completamente la sua domanda.

 

 

Draco Malfoy si avvicinò alla grande porta di legno che immetteva alla Sala. Avvertiva gli occhi verdi di Harry che l’osservavano.

Draco avvertì chiaramente un peso posarsi sul petto. Non poteva lasciare tornare i mortali in Rectorland Dell’Ovest. Sarebbe troppo rischioso fare una cosa del genere. Ma, poiché si trattasse degli amici di Harry, decise di occuparsi personalmente della cosa.

Certamente, se queste persone erano amiche di Harry, dovevano avere molte buone qualità. Ron e Hermione Weasley erano abbastanza attraenti, anche. Draco farebbe in modo che fossero affidati a qualcuno che sapeva avrebbe avuto cura di loro.

Potevano, come desiderava Harry, esser felici.

Draco si fermò alla porta, girandosi a guardare Harry. Molto dolcemente, Draco intrecciò le dita con quelle del giovane. “Qualunque cosa accada,” bisbigliò Draco, “voglio che tu sappia che farò quello che è migliore per tutte le persone coinvolte, capisci?”

Harry fece di sì col capo, in silenzio. Draco si chiese se dovesse farlo aspettare in biblioteca. Ma decise di no. Se questi erano gli amici di Harry, il ragazzo aveva il diritto di sapere quello che accadeva.

“Non esiterò a difendere coloro che amo, Draco,” disse freddamente Harry. I suoi occhi di smeraldo, erano duri come acciaio.

“Neanche io, Harry. Quello è il motivo per cui sto tenendoti con me”,fu la risposta bisbigliata di Draco.

Draco aprì la porta, avanzando con Harry accanto a lui.

 

 

Harry Potter ansò quando varcò la porta. Crebbe e Goyle erano affianco di due donne che sembravano parecchio malmesse. Harry vide capelli castani cespugliosi e lunghi, ricci rossi.

“Hermione! Ginny!” Harry si liberò della presa di Draco. Poteva avvertire chiaramente il martellio del suo cuore. Draco lasciò libera la sua mano e Harry corse verso di loro, spingendo via le guardie.

Doveva arrivare a Hermione e Ginny. Si fermò brevemente, anelando, in piedi di fronte a loro. Erano entrambe parecchio malridotte. Hermione sembrava avesse pianto. Ginny guardava come sempre – una rossa dal temperamento fiammeggiante. Gli ricordava così tanto Ron.

Dove era Ron? Harry guardò attorno a se, cercando il suo prediletto amico. Ma non era là.

Harry osservò appena una mano che si posò sulla sua spalla. Harry si volse per un momento. Draco era accanto a lui. Harry non disse nulla, rivolgendo nuovamente la sua attenzione verso i suoi amici.

“Ginny, Hermione”, bisbigliò piano. “Che cosa è accaduto? Dov’è Ron?” La sua voce suonava strangolata. Harry sapeva di esser sull’orlo delle lacrime. Tuttavia, non avrebbe pianto. Non qui, di fronte alle guardie e davanti a Draco.

Harry poteva sentire dei passi dietro di lui. Sapeva che erano Snape e Blaise. Non si volse per vederli. Aspettò una risposta dalle due donne.

“Harry”, bisbigliò Hermione, “Harry. Sono così felice di vederti. Sembri star bene…”

Harry si accigliò. “Che cosa è accaduto?” La sua attenzione si rivolse verso Ginny. Lei alzò il viso, orgogliosamente, come se fosse al di sopra dell’intera situazione, anche se era solo la figlia di un contadino.

“Ginny, dimmi. Qualcuno! Dannazione, qualcuno mi parli! Ditemi che cosa accadde!” Intimò Harry, quasi gridando. La mano sulla sua spalla strinse, rassicurante.

“Calmati, Harry”, bisbigliò una voce calma al suo orecchio. Sapeva che si trattava di Draco ma Harry l’ignorò.

“Dimmi quello che accadde.” La sua voce era dura. Ginny puntò i suoi occhi marroni sull’amico, un piccolo sorriso triste sul viso.

“Mi sei mancato, Harry…la tenuta…è perduto. I seguaci di Voldemort…Loro…Loro…” La voce di Ginny ruppe. Tirò su col naso. Poi si fermò. Harry sapeva che la ragazza non avrebbe permesso a nessuno di vederla piangere.

Hermione intervenne, dopo aver preso un profondo respiro. “Si tratta di Ron, Harry. Ron è morto. Mio marito è morto…”

Le ultime sillabe tremolarono e lacrime minacciarono di scendere dai suoi occhi. Harry si liberò dalla presa di Draco, e l’abbracciò. Harry sentì Ginny avvolgere le braccia su entrambi.

“Questo è colpa mia”, bisbigliò Harry, tentando di nascondere le lacrime. “E’ tutto colpa mia. Prometto che vi farò tornare a casa sane e salve. Fosse l’ultima cosa che faccio.”

 

 

Draco Malfoy guardò la scena con calma, provando, però, dolore. Sapeva che Harry stava soffrendo.

Sapeva anche che Harry, nel dolore, si era rivolto a loro, ignorandolo.

Forse non era equo, dire così. Loro conoscevano Ron, lui no. Harry aveva una lunga amicizia con queste donne. Erano, dopo tutto, la moglie e la piccola sorella         del suo più buon amico.

Amico che ora era morto. Draco poteva quasi sentire il dolore di Harry.

Draco si volse verso i suoi amici. Blaise e Severus erano arrivati giusto in tempo, sembrava.  

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Capitolo 8
*** cap.8 ***


Debito di sangue

Debito di sangue

di JenniferButterflyGirl

tradotto da Freya

 

Cap.8: Il dolore di Harry 2°parte

 

Draco fece loro cenno di seguirlo in un angolo. Era evidente che, Harry, non desiderasse averlo vicino, al momento. Stava condividendo il dolore con chi conosceva Ron. La presenza di Draco, ora, non offrirebbe conforto, sopratutto considerando ciò che stava per fare.

“Sono contento di vedervi entrambi”, mormorò Draco. “Questo sarà...un tempo molto difficile... per tutti loro.

Severus accennò col capo. “Posso capirlo. Questo vuol annunciare che non siamo, completamente, liberi da Voldemort. Non intendo essere allarmista Draco, ma credo che il tuo debito di sangue abbia più segreti di quello che tu pensi.

Draco fece cenno di si col capo. “Sono d’accordo. Chiunque sia che ha attaccato i possedimenti dei Potter, era in cerca di Harry. Probabilmente hanno razziato il luogo per rabbia, quando non hanno trovato il ragazzo. Ma non arriveranno a lui. Giuro che non lo permetterò.”

Blaise, intervenne, la voce calma. “E’ un peccato, sai. Mi piace Harry, davvero. E’ un pò chiacchierone, ma non in modo dannoso. Mi chiedo, però, chi è la piccola testa rossa? Visto come si comporta? E’ una donna di spirito...

Notando l’interesse di Blaise, Draco sorrise. La situazione stava risultando ideale. Blaise, tratterrebbe bene una donna mortale, Draco lo sapeva.

“Sarebbe ideale, Blaise”, bisbigliò Draco, “se tu la prendi come tua. I nostri costumi affermano che qualsiasi mortale che passa per questo reame, sia possesso di un vampiro. Li prenderei entrambi –solo per proteggerli, sia chiaro­- ma Harry ora richiede la mia piena attenzione. Tu la tratteresti bene. Harry...Harry non la prenderebbe bene se dovessero essere messe all’asta, lo sai. Dubito che sarà d’accordo comunque.”

Blaise accennò col capo, un piccolo sorriso che attraversava la sua faccia.”Sarebbe un onore. Giuro che non te ne pentirai.

Severus sogghignò sarcasticamente, guardando verso Draco. “Non mi piace Harry, Draco. Penso che sia un piccolo bastardo arrogante. Tuttavia, prenderò l’altra. E’ abbastanza attraente, e non sembra agitarsi troppo sul suo aspetto. Non sopporto le donne che lo fanno.

Draco nascose un riso soffocato. Severus era duro, si, ma Draco conosceva bene l’uomo. Era capace di grande cura, nel suo proprio modo. Non avrebbe fatto male alla ragazza.

“E’ appena rimasta vedova, Severus. Ho fiducia che non gli provocherai dolore non necessario”, l’avvertì calmo Draco.

Severus scosse la testa. “Nonostante quello che pensi, non mi piace versare sale nelle ferite di qualcuno che ha avuto tale perdita. Non la costringerei.”

Le donne sarebbero sicure con Blaise e Severus. Era molto meglio così che una vendita all’asta. Dato che sia Blaise che Severus avevano i propri appartamenti nel feudo, Harry poteva incontrare i propri amici.

Non ci sarebbero visite frequenti, tuttavia. Harry doveva prima collegare con Draco. Doveva essere lui, la persona da cui Harry correva con le sue speranze, paure e sogni.  

“E’ ora. Hermione e Ginny, come li ha chiamati Harry, hanno bisogno di riposo. Tratteremo più tardi, col problema di Voldemort”, disse Draco.

 

 

“Non puoi, Draco!” Gridò Harry Potter, la faccia livida per la rabbia. Occhi stretti, quasi ringhiando. Si parò d’innanzi a Hermione e Ginny, un’ira criminale che colmava il suo cuore.

“Non puoi, Draco! Dovrai uccidermi prima, te lo giuro! Loro...loro non poseranno un dito sulle ragazze! Permettigli di tornare a casa! Dannazione, non condannarle al mio fato!” Harry poteva sentire la sua voce tremare.

Desiderava piangere. Voleva gridare. Voleva il controllo della sua vita. Ma, non poteva gridare, piangere. Draco sembrava avere il controllo su tutto. La situazione era senza speranza. Harry fece l’unica cosa che poteva fare –perdere il suo temperamento.

Harry avvertì la mano di Hermione sulla sua spalla. Sentì la sua voce, calma, nell’orecchio. “Harry”, disse dolcemente, “attento.

Harry, quasi l’ignorò. Questo era tra lui e Draco.

Anche Blaise e Severus sembravano sorpresi alla rabbia di Harry. Crabbe e Goyle erano in piedi, in un lato, come ordinatogli da Draco, impediti ad intervenire, nessuna questione come grande era lo scoppio d’ira del giovane.

“Non sto condannandoli a qualsiasi cosa”, fu la calma replica di Draco. “E’ il nostro costume che i mortali che vagano nel nostro reame, vengano dati a vampiri. E’ la volontà del fato, dice una delle nostre tradizioni più antiche, che portano qui i mortali. Ci sono ragioni perché questo succede, Harry. Non sto vendendole all’asta. Le sto consegnando alla cura dei miei consulenti più fidati. Ti avevo assicurato che avrei fatto del mio meglio per tutti quelli che erano coinvolti, e credo che l’abbia fatto.

Harry si sentì come se la sua rabbia lo stesse bruciando, da dentro a fuori. Si sentì come se fosse sul fuoco. Odiava quella sensazione. Odiava non riuscire a controllare il suo temperamento. Odiava avere simili scoppi di rabbia.

Era incredibile. Era adirato con se stesso per essere così debole. Era adirato con i suoi genitori e Ron per essere morti. Era adirato con suo zio per essere coinvolto con Draco Malfoy. Era adirato con Draco per chiedergli qualcosa che non era sicuro lui poteva dargli.

Che tu sia dannato, Malfoy! Che tu sia dannato nella più oscura buca dell’inferno! Permettigli di tornare a casa, dannazione! Lei ha perso suo marito...e Ginny ha perso suo fratello. Vuoi aumentare il loro dolore? Come osi fargli questo! COME OSI FAR QUESTO A ME!”

Harry non poteva più fermarsi. Attaccò Draco. Draco, però, era più forte, e prese Harry per la vita. Harry lottò contro il biondo, ottenendo solo che lo stringesse più forte.

Harry guardò Draco alzare la mano. La guardia si avvicinò. Severus e Blaise avevano seguito l’alterco. Hermione e Ginny si tenevano per mano. A Harry non interessava di avere pubblico.

Tutto quello che voleva era far male a Draco. Cominciò a colpirlo sul petto con i pugni, gridando. “Perché?!?! Perché mi fai questo? Perché, devono morire tutti?”

Draco gli afferrò le mani, intrappolandolo efficacemente contro di se.

“Crabbe, Goyle, prendete le guardie e andatevene. Severus, Blaise per favore, scortate le signore alle loro nuove dimore. Ho bisogno di restare solo con lui...” La voce di Draco era calma.

Harry, semplicemente, guardava il pavimento. Sentì i loro passi allontanarsi. Poi, sentì la porta chiudersi dietro a loro.

Era nuovamente solo con Draco.

Draco lo rilasciò. “Harry, mi spiace...” cominciò.

Harry, però, non stava ascoltandolo. Harry fece l’unica cosa che poteva quando provava dolore. Corse.

 

 

Draco lo trovò un’ora più tardi. Il ragazzo era fuori nei giardini, seduto su di una panca in pietra. Stava lanciando pietre in un piccolo stagno.

La sua faccia era macchiata da lacrime.

Draco si sedette accanto a lui, posando una mano sul suo ginocchio.

“Ho fatto tutto ciò che potevo. Capisco che stai provando dolore. Sa Zeus che vorrei poterti consolare, ma tu non me lo permetterai, perché non permetti a nessuno di avvicinarsi a te”, disse Draco, più dolcemente che poteva.

Harry non lo negò. Harry alzò gli occhi verdi, pieni di lacrime, per incontrare il suo sguardo.

“E’ stato il primo che sia mai stato gentile con me”, bisbigliò Harry. “Ora se n’è andato, ed è colpa mia. Io l’ho mandato là. Io li mandai tutti là.”

Il cuore di Draco doleva. Harry era così addolorato. La morte del suo amico, sembrava che stesse uccidendolo per il dolore. Draco desiderava poterlo abbracciare, ma sapeva che Harry, ora, non avrebbe apprezzato il gesto.

“La mia offerta è ancora valida, Harry”, disse con tono dolce. “Voglio ancora darti tutto. Voglio che tu sappia che niente di tutto ciò è colpa tua. Se accetti, se decidi di accettare la mia offerta, sarò nelle nostre camere.

Draco si alzò, contenendo ancora il viso di Harry tra le mani, in modo che potessero guardarsi negli occhi. “Non ho mai fatto nulla, da che ti ho incontrato, che non fosse per te. Voglio che tu lo sappia.”

E Draco lo lasciò nuovamente in pace.

 

 

Harry poteva vedere la figura scura di Severus Snape attraverso la finestra. Aveva trovato l’appartamento privato di Snape.

Ora, avrebbe potuto liberare Hermione. Poi, libererebbe Ginny, e potrebbero lasciare per sempre questo luogo. Forse, potevano ancora essere felici.

Harry bussò alla finestra, come faceva sempre, quando voleva visitare Hermione e Ron. Era un segnale che lei avrebbe capito.

Fu uno shock, quando fu Severus Snape che, invece, aprì la finestra.

“Potter?” Bisbigliò sorpreso il più vecchio uomo. “Per il nome d’Ade, che sta facendo qui?”

“Sono venuto a trovare Hermione, signore. Fu la risposta, onesta, di Harry. Non aveva nessuna ragione di mentire. Lo riteneva, inoltre, imprudente. Ron era morto. La sua vita era rovinata. Non pensava che avesse più nulla da perdere.

Severus sopirò. “Sta dormendo, ora. Suppongo che sia normale, dopo tutto ciò che ha passato. Se la vuole visitare, deve tornare in un migliore momento. Perché, non è col Lord, Potter?”

Harry rifletté per un momento. Nuovamente, decise di rispondere con onestà. “Voglio andarmene, ecco perché. Voglio andare a casa.”

Severus sorrise sarcasticamente. “Da quello che so su di lei –e mi creda, Draco mi ha detto tutto ciò che sa di lei- Draco Malfoy la tratta meglio di chiunque ci sia a casa sua. Se lei non lo vede, poi è un idiota. Vedendo come sta restando davanti alla mia finestra, tentando di portare via una ragazza che sta male, da un luogo sicuro, direi che, definitivamente, lei sia un idiota. Buonanotte, Potter. Se non se ne va via entro pochi secondi, chiamerò le guardie.

La finestra si chiuse in faccia al giovane.

 

 

Ci volle molto più tempo, per trovare le stanze di Blaise Zabini. A Harry piaceva Blaise. Forse, potrebbe far capire le sue ragioni a Blaise.

Harry pensava che non sarebbe stato capace di ferirlo per liberare Ginny.

Decidendo d’essere franco nell’intenzione di liberare Ginny, Harry bussò semplicemente alla porta. Con dispiacere, fu Blaise che aprì.

“Harry?” Chiese, in tono tranquillo. “Che cosa stai facendo qui? E’ tardi. Ginny sta già dormendo.”

Con voce ferma, rispose, “Devo riportarla a casa.

Blaise sembrava interessato. “Ora è nella sua nuova casa, Harry. Vuoi che ti riaccompagni alle tue stanze? So che hai avuto un giorno molto cattivo, oggi...Perché non torni da Draco?”

Harry avvertiva l’ira che si riaccendeva. Non voleva tornare da Draco. Perché tutti affermavano che doveva tornare da lui?

Osservando che Harry non rispondeva, Blaise sospirò, congiungendolo oltre la soglia, che chiuse dietro di se.

“So che pensi che dovresti attaccarti all’orgoglio, Harry, ma Draco non vuole che ti faccia male. Quando ho affermato che Draco non ha parlato d’altro per una decade, intendevo realmente quello. Tu non te ne sei accorto, perché non lo conoscevi prima, ma ora è molto più felice. Ora è più gentile. Tu sei buono per lui. E se sarai onesto con te stesso, penso che comprenderesti che lui è buono per te”, concluse Blaise, posando una mano sulla sua spalla, come farebbe un amico.

Harry volse lo sguardo a terra. “Tutti dicono così. Anche prima che me n’andassi...Prima che...Quando Ron era ancora vivo...Hermione vide Draco...Lei disse che tutto sarebbe andato bene. Tutti sembrano pensarlo...Anche Snape.”

Blaise sorrise. “Nonostante quello che tu pensi, non stanno tentando tutti di farti male. Snape è un bastardo, si, ma è onesto. Hermione è uno dei tuoi migliori amici. E io, Harry conosco molto bene Draco. Prendi il mio consiglio, come quello di un nuovo amico. Torna da Draco. Vuole solo aiutarti a superare questo momento.

Harry sospirò. “Per favore, sii buono con lei...” La sua voce, era solo un bisbiglio rotto.

“Non ho mai pensato”, disse Blaise, con un sorriso gentile, “di fare diversamente. Non preoccuparti.”

Harry si volse, percorse il portico e si allontanò.

 

 

Harry era nervoso, quando bussò alla porta delle camere di Draco.

La porta si aprì piano. Draco era dietro di lei, sembrando stranamente vulnerabile, vestito di nero. Harry non sapeva cosa dire, e volse lo sguardo verso terra.

“Speravo che venissi, stasera”, disse Draco. “Comprendi che, venendo qui stasera, hai accettato la mia offerta? Io voglio darti tutto, ma tu devi fare altrettanto. Devi essere aperto. Devi parlare, e devi avere fiducia...”

Harry fece di si col capo. Tentò di parlare, dire qualcosa, ma non riuscì. Draco sembrò capire. Offrì la sua mano a Harry, che l’accettò.

“Se entri qui, mi stai dando il permesso di prenderti completamente, stasera. Io voglio tutto. Voglio il tuo dolore. Voglio la tua anima. Voglio la tua mente, e voglio il tuo corpo. Se entri, stai dicendo che proverai le cose al mio modo, solo per stanotte. Puoi essere d’accordo su questo?”

Harry accettò. “Io posso...” Harry si sentiva a pezzi, dolorante e con le lacrime che colavano sul viso. Non era sicuro di aver la forza per stare in piedi da solo. Osservando la sua debolezza, Draco avvolse Harry con le braccia, offrendogli sicurezza.

“Mi dispiace, Harry. Mi dispiace così tanto”, bisbigliò il vampiro. “Ora vieni. Mi prenderò cura di te.”

Harry avanzò oltre la soglia. Stasera, avrebbe preso quello che Draco doveva offrire.    

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Capitolo 9
*** cap.9 ***


Debito di sangue

Debito di sangue

di JenniferButterflyGirl

tradotto da Freya

 

cap.9: L’amore di Draco Malfoy

 

Feudo Malfoy e terre circostanti, Rectorland Est, 4550 S.C.

 

Draco condusse dolcemente Harry nelle camere che dividevano. Chiuse, leggermente, dietro di se la porta. Harry stava tremando nelle braccia del biondo. Draco si chiese per quale motivo stesse provando così tanta paura.

Non aveva certo intenzione di far male a Harry. Onestamente, non pensava che neppure potesse. Voleva solo fare in modo che il ragazzo si sentisse bene. Concesso, lui esigeva alcune cose da Harry, ma erano cose facili da dare, una volta che Harry capiva la profondità dei suoi sentimenti. Voleva solo la sua fiducia. Desiderava solo che si sentisse comodo e rilassato nelle sue braccia.

Draco voleva che Harry si sentisse in pace.

“Stai tremando, Harry”, bisbigliò Draco, avvolgendo le braccia più strette attorno al suo amore dagli occhi verdi. “Sei sicuro? Non ti farò male. Per favore, non aver paura...

Il viso macchiato di lacrime di Harry, guardò su. I suoi occhi verdi s’incontrarono con quelli di Draco. Il viso delicato, i bei lineamenti tristi.

In quel momento, Draco pensò che avrebbe fatto qualsiasi cosa perché il ragazzo sorridesse. Era ciò che Draco aveva voluto, fin da quando considerò Harry un piccolo bambino solitario ancora ai primi passi.

Harry non disse niente. Nuove lacrime, scesero dagli occhi del giovane. Draco baciò la fronte di Harry. Poi le guance.

Finalmente, baciò le labbra di Harry. Draco le carezzò leggermente, sapendo che le sue labbra erano fredde. Sapeva che il suo tocco era freddo. Non si alimentava da circa una settimana. Era ora di alimentarsi nuovamente, o diverrebbe presto debole. Aveva bisogno del calore di Harry.

Eppure, al momento, non stava pensando a questo. La sua mente era tutta per Harry. Draco spostò le labbra su quelle piene di Harry, attentamente. Le leccò, facendo si che, timidamente, si aprissero. Draco strinse la sua presa, tenendo Harry come se fosse la cosa più preziosa di tutto Rectorland Est.

Le braccia di Harry si avvolsero attorno a Draco apprensivamente, in un modo che fece stringere il cuore al biondo. Le labbra di Draco si allontanarono da Harry. “Vieni”, bisbigliò lui. “Va tutto bene. Sono qui.”

Harry lo abbracciò strettamente. Sospirò, seppellendo il viso contro il collo di Draco. “Ho provato a liberare Hermione e Ginny... Bisbigliò Harry.

Draco ridacchiò, un brontolio profondo che proveniva dal suo petto. “Com’è finita la questione?”

Draco, pensava di aver un’idea di come la scena potesse esser andata. Poteva immaginare come reagirebbe Severus al presentarsi di Harry, che esigeva la liberazione dell’amica. Severus aveva carattere aspro. E’ probabile che sia stato parecchio divertente. Comunque, Draco si fece un appunto mentale di parlare con Severus sull’usare la sua lingua tagliente con Harry, nel futuro. Il ragazzo aveva già sopportato abbastanza.

“Non molto bene. Snape ha affermato che ero un idiota. Blaise è sembrato preoccupato. Non capisco il motivo di tale preoccupazione. Mi ha detto di tornare da te, come Snape. Era...strano”, mormorò, piano, Harry. Spostò la testa, posandola sul suo petto. Un sorriso strano, sereno, apparve sulle labbra di Draco. Si sentiva meravigliosamente. Harry era posato contro di lui. Stava cercando conforto da lui.

Perché strano, Harry?” Bisbigliò Draco, facendo scorrere la mano attraverso i capelli del moro. “E’ la stessa obbligazione esistente fra noi, secondo le tradizioni di Rectorland Est. Tu sei mio. Il mio lavoro è proteggerti ed aiutarti quando sei addolorato, come ora. Non posso ridarti il tuo amico, Harry. Se potessi, lo farei. Neppure il Lord dei Lord ha quel potere. Ma, io sono qui. Farò tutto quello che posso per te, tutto quello che mi permetterai di fare.”

Harry accennò col capo, la testa che si mosse contro il petto di Draco. “Grazie. So di non esser stato gentile con te, Draco. Sei stato molto paziente con me.

Il biondo pigiò le labbra sui morbidi capelli di Harry. “Tu lo vali. Vali tutto.”

Draco guidò dolcemente Harry al letto che dividevano. Harry permise a Draco di posarlo sul materasso. Draco si posò accanto a Harry, lasciando scorrere la mano sulla guancia bagnata di Harry. Con il pollice, asciugò una lacrima sotto l’occhio di Harry, asciugando lacrime disperse.

“Stasera, sarà completo”, mormorò Draco, mentre la sua mano continuava l’ipnotica carezza.”Sto aspettando questo momento da anni, piccolo.

Guardando gli occhi di Harry chiudersi, un leggero, calmo, sorriso sul suo volto, Draco avvertì la pace del giovane. Questo, era ciò che voleva.

Quando stasera, Harry, sarà suo, lo sarà per l’eternità. Non invecchierebbe. Non cambierebbe. Vivrebbe per sempre, una meraviglia umana. Diversamente da Draco, Harry non sarebbe toccato dalla morte. Vivrebbe come il suo adorato debito di sangue, il suo partner di cibo, semplicemente. Se ne assicurerebbero i suoi poteri. Harry sarebbe immortale e mortale.

Harry non sapeva nulla di questo. Glielo avrebbe detto al tempo debito. Aveva già sofferto abbastanza. La pace evidente sul suo viso, era troppo preziosa, per rovinarla. Draco pigiò dolcemente le labbra sulla guancia di Harry.

Gli occhi di Harry si aprirono leggermente, dando a Draco uno sguardo fosco. “perché mi vuoi così tanto, Draco?”

Draco sorrise, adagiato accanto a Harry. Un braccio attorno alla vita snella del ragazzo, mentre l’altra mano, continuava a lisciare, pigramente, la sua guancia, cullandolo. Draco voleva che fosse rilassato. Spinse una piccola quantità del potere nella mente di Harry. Era meglio che il ragazzo non si sentisse troppo in vena di chiacchiere. Draco non desiderava fargli male più del necessario.

“Semplicemente ti voglio. Ti trovo molto affascinante”, bisbigliò Draco. “Amo la tua forza, e la tua fragilità. Amo il tuo desiderio di ricevere amore, e il rifiuto di permettere a chiunque di venirti vicino. Amo come ti perdi nei miei libri. Semplicemente, ti adoro, Harry, anche quando sei difficile ed indisciplinato.

Harry sorrise, inclinandosi verso Draco, accettando il tocco calmante dell’uomo. “Suppongo che tu abbia di nuovo fame...”

Draco ridacchiò, facendo scorrere un dito snello sulle labbra rosate di Harry. “Morendo di fame, davvero, ma non nel modo che pensi tu. Voglio molto più del tuo sangue, stasera.

 

Harry Potter guardò attentamente Draco. Non temeva il vampiro biondo, non ora. Non poteva temerlo realmente. Draco era, stanotte, troppo gentile.

Era strano, come Draco potesse essere così calmo, così paziente, amabile eppure austero. Draco non stava facendogli male, eppure Harry sentiva dolore. Era così facile precipitare nelle forti braccia del freddo vampiro. Era così facile accettare quelle dita adoranti che percorrevano il suo viso.

Era così facile cadere sotto il loro calmante, ipnotico, incantesimo. Harry si sentiva come se stesse galleggiando.

Sapeva dove era. Sapeva quello che stava accadendo. Sapeva che avrebbe dovuto respingerlo, ma non poteva. Era come se fosse all’esterno del proprio corpo, guardandosi.

Draco lo baciò di nuovo. Le labbra erano fredde e morbide contro le sue. Il contrasto tra le labbra fredde di Draco e le proprie, calde, stava spaventandolo. Gli sembrava di baciare del marmo o vetro. Le labbra di Draco erano come un’opera costosa, come se stesse baciando una splendida statua, invece di un innamorato appassionato.

Mani fredde scivolavano su e giù lungo il petto di Harry. Harry non aveva notato che Draco aveva aperto la sua camicia. Harry sentiva come se il suo corpo fosse consumato da un fuoco freddo. Stava raffreddandolo. Stava gelando il suo sangue. Harry rabbrividì.

Una lingua invase la bocca di Harry. Harry gli permise di entrare, pigiando, timidamente, la propria contro quella di Draco. La risposta di Draco fu forte, e loro lottarono per il dominio.

Draco vinse, notò Harry, che squagliò sotto l’assalto furioso, rilassandosi nel materasso. Harry avvolse le braccia attorno a Draco, lasciando scorrere le mani sotto i suoi abiti, su e giù per la pelle fredda della schiena.

Harry notò appena che era nudo dalla vita in su. La camicia era stata dimenticata. Draco l’aveva rimossa durante il bacio.

Draco rimosse la propria camicia. Harry fece correre dolcemente le dita sul suo petto. Era bianco, freddo e duro. Harry immaginò che fosse intagliato in marmo o forse, costoso avorio.

“Sei così freddo e duro”, e arrossì, quando comprese che aveva parlato ad alta voce.

Draco rise, guardando verso Harry con il sorriso negli occhi, spingendo via i capelli dalla fronte del moro. Harry, quando le dita toccarono leggermente la freccia di Zeus sulla sua fronte, si lamentò piano.

“Non sono così freddo, Harry”, bisbigliò. Harry si meravigliò a tali parole. Draco, realmente non era così freddo.

 

Draco Malfoy lasciò la mano sul petto di Harry, sorridendo. Il cuore del giovane stava battendo freneticamente. Poteva avvertire l’evidenza di un’erezione crescente che pigia contro la sua coscia.

Harry stava godendo tutto questo.

Il cuore di Draco non batteva. Non poteva. La sua virilità stava crescendo, però. Harry aveva quell’effetto. Harry, le labbra dischiuse, gli occhi sfocati, la testa alta. Lui, non avrebbe mai potuto essere nuovamente caldo come il giovane.

Draco rimosse i pantaloni di Harry. Le sue mani erano gentili. Draco li slegò lentamente, e dolcemente li fece scivolare dalle anche del ragazzo.

“Voglio vederti, Harry”, bisbigliò piano. “Non ti ho mai visto bene. Voglio vedere come sei bello...”

Draco gemette per il desiderio. Harry era bello. Draco era già duro, le anche che si contorcevano. Draco lo toccò con dita leggere, fredde. Con un piccolo sorriso, Draco prese una piccola bottiglia di lubrificante dal comodino. Harry lo guardò, gli occhi confusi.

“E’ essenza di rosa”, bisbigliò, rauco, Draco. “Sarà più facile per te, stanotte...”

Harry accennò col capo, gli occhi verdi che osservavano come Draco rivestisse le mani col lubrificante dall’odore dolce. Continuando a strofinare piano Harry, lo preparò con dita gentili, in modo che non gli procurasse dolore.

Le anche di Harry sgropparono, l’alito rotto. Sentiva il suo corpo bruciare. Draco si aggrappò al suo calore.

I suoi pantaloni ormai dimenticati da tempo. Draco non ricordava, quando li avesse tolti, solo che non li aveva più. Un sorriso aleggiò sul suo viso, mentre si posò su di Harry. Il ragazzo lo notò appena. Harry stava gemendo, anelando, muovendosi. Draco pensò che fosse molto bello.

Draco entrò in Harry, dolcemente. Harry s’inarcò, cercando di soddisfare l’azione di Draco. Draco s’inclinò in giù, affondando dolcemente le sue zanne nel collo di Harry, che rilasciò un lamento, per poi aggrapparsi a Draco.

 

 

Harry sapeva dove era. Era nuovamente nella mente di Draco, come sempre succedeva, quando Draco beveva il suo sangue. Stavano muovendosi insieme, ora. Harry sentiva il piacere. Era sensuale, vero. Si sentì vivo in un modo che non avrebbe mai creduto possibile con Draco.

La mente di Draco conteneva immagini strane quella sera. Draco era un bambino, intento a guardare il sole andare alla deriva nel cielo. Draco sentì piacere, felicità.

Harry comprese che lui portò un qualche genere di felicità a Draco.

Draco stava attraversando i boschi. Aveva esaurito la sua prima vittima. Il mondo stava nuotando nel colore ed era così vivo.

Harry comprese che era lui che faceva provare tali sensazioni a Draco, sensazioni vive e brillanti.

Draco stava nuovamente guardando Harry. Stava guardando Harry come un ragazzo adolescente e curioso,esplorandosi. Avvertiva piacere nella curiosità di Harry.

Era evidente, pensò divertito Harry, che il vampiro l’aveva continuamente guardato.

Non poteva vedere più nulla, ora. Il suo corpo tremò. Sentì la terra sotto di se, muoversi. Era bello e sorprendente. Si sentiva come se stesse sciogliendosi grazie all’uomo che si muoveva sopra di lui.

 

Anche Draco poteva vedere. Poteva vedere cose. Poteva vedere Harry. Harry che incontrava il ragazzo dei Weasley -il suo amico perduto- nel bosco. Draco prese Harry nella sua casa, nel suo cuore. Draco si sentiva come se il suo cuore si fosse rotto a causa del suo dolore.

Harry stava guardando le stelle. Draco sapeva che poi, si sentì solitario, Stava desiderando un compagno. Stava desiderando amore. Draco, in quel momento, giurò di darglielo.

Con una scossa tornò al presente, all’adesso. Gli occhi di Harry erano chiusi. Anelante sotto di lui. Il viso di Harry era lucente di sudore. Draco s’inclinò verso il suo collo, assaggiando il dolce sangue del suo innamorato.

Ora era anche più dolce, ora che era vicino al climax. Non era stato così dolce neppure l’ultima volta in cui lo aveva bevuto. Draco pensò che sarebbe morto dal piacere.

Draco si staccò. Il suo corpo ora, era caldo. Aveva avuto abbastanza sangue. Harry gridò il nome di Draco, che lo seguì nel suo climax.

 

“Sei così caldo, ora Draco”, bisbigliò Harry. “Molto caldo.”

Erano passate molte ore. Il sole stava dipingendo l’orizzonte di porpora. Draco desiderò di non dover uscire dal letto.

Stava in un groviglio di lenzuola seriche e coperte di velluto con Harry Potter tra le sue braccia. Il bel ragazzo era nudo e soddisfatto. Sul suo viso c’era pace, anche se c’erano tracce di dolore profondo nei suoi occhi.

Draco era consapevole che vi sarebbe rimasto per molto tempo. Harry aveva perso un caro amico. Il dolore diminuirebbe con il tempo. Nel frattempo, Draco sarebbe al suo fianco, aiutandolo ad affrontarlo.

“Quando ho detto che mi davi la vita, non stavo mentendo”, bisbigliò Draco, allacciando dolcemente le loro dita. “Ne vuoi parlare, Harry?”

Harry scosse la testa. “No...solo...Questo è come tratto con la mia vita, Draco. E’ l’unico modo in cui so farlo. Potrei tentare di metterlo in parole, ma non penso che potrei esprimerlo.

Draco sorrise furbescamente. “Possiamo vedere come il tuo modo di affrontare la vita ti ha portato, Harry. Io ti adoro, ma il tuo temperamento è orribile... Disse Draco, ridendo.

Harry capì che era solo un dolce stuzzicando. “Vivere con i Dursley, potrebbe causare un simile, orribile, temperamento”, disse Harry, per metà scherzando. “Suppongo di non aver badato molto. Era la mia prima volta, sai. Era bello...così...ehm...grazie.”

“Non devi ringraziarmi”, bisbigliò Draco. “Ho visto come hai incontrato Ron, sai. So che questo è duro per te. Non ho mai avuto simili amici. Sei stato molto fortunato. Troveremo i responsabili che fecero questo, Harry. Ti prometto che pagheranno...”

Perché mi cercavano, Draco?” La voce di Harry era tremante. “Sai che era me che volevano. Sapevano che sarei dovuto tornare. Dannazione, Draco, è probabile che mi avrebbero ucciso, e non so neppure per quale motivo.”

Draco sospirò leggermente, rafforzando la presa su di Harry. “Lo scopriremo. Ora, però, devi riposare. E’ stato un giorno difficile, per te. Puoi dormire, se vuoi. Io sarò qui, se hai un incubo. Non ti lascio.”

Harry accennò col capo. “Che cosa faremo ora, Draco? Cosa farai ora...”

“Io voglio solamente, Harry”, mormorò Draco, irrigando i suoi poteri per cullare Harry in un sonno libero da sogni, “quello che avevo sempre voluto. Io voglio te.”

Harry non rispose. Era addormentato nelle braccia di Draco.  

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Capitolo 10
*** cap.10 ***


Debito di sangue

Debito di sangue

di JenniferButterflyGirl

tradotto da Freya

 

cap.10: I poteri di Harry 1°parte

 

Feudo dei Malfoy e terre circostanti, Rectorland Est, 4550 S.C.

 

Harry Potter sedeva solo, nuovamente, accanto allo stagno. I suoi occhi verdi fissi, simili a vetri ciechi, l’acqua.

Draco Malfoy, Lord dei Lord, lo guardava poco lontano. La maggior parte dei giorni, Harry era contento della sua vita. Aveva accettato che Ron Weasley era morto e no sarebbe tornato mai più. Sembrava che avesse accettato, anche, che gli appezzamenti di terreno dei Potter fossero persi per lui. Per la maggior parte del tempo, sembrava felice –come voleva che fosse Draco.

Qualche volta, Harry mostrava verso Draco la vera affezione. Era nei suoi occhi, che accendevano l’intero volto. L’affezione non appariva mai, quando se l’aspettava Draco.

Draco diede a Harry molti regali –vestiti nuovi ed eccellenti cioccolatini, soprattutto—ma Harry sembrava accorgersene appena, quando Draco lo viziava.

L’affezione di Harry si mostrava quando Draco gli dava qualche cosa di cui lui aveva bisogno –soprattutto amore. Draco aveva l’abitudine di abbracciare Harry da dietro. Il ragazzo si rilasserebbe contro di Draco, tranquillo. Il gesto mostrava un livello di fiducia che faceva sobbalzare il cuore di Draco.

Quando Draco disse a Harry come fosse speciale, lui gettò le sue braccia al collo di Draco, abbracciandolo fortemente. Draco conservava quei momenti come tesori, amando la sensazione della pelle calda e dei capelli morbidi di Harry.

I due andrebbero a letto insieme, e farebbero l’amore appassionatamente. Harry, rilascerebbe suoni avviluppati e morbidi. Draco sarebbe gentile con lui, perché non potrebbe vivere col pensiero di fargli del male.

La maggior parte del mese trascorso –fin dalla notte che le due donne erano giunte al feudo Malfoy—era stato pacato e calmo. Draco era conscio che ciò era quello di cui aveva bisogno Harry.

Naturalmente, Draco aveva tenuto le indagini sull’interesse di Lord Voldemort per il suo debito di sangue, un segreto. Solamente Severus e Blaise, conoscevano la maggior parte dei dettagli , e ancora doveva essere scoperto. L’unica cosa che era conosciuta da tutti, era ciò che già era di dominio pubblico. Lord Voldemort, aveva ucciso Lily e James Potter, ed era morto nel processo, lasciando Harry orfano.

C’erano dicerie che sarebbe stato un turbine, non Lord Voldemort, quello che distrusse  i possedimenti dei Potter. Era una strana diceria, perché quella notte era stata veramente tranquilla.

Draco sospettava che Harry stesso stette trattenendo un segreto. C’erano momenti, quando erano insieme, quando le loro menti erano unite, che Draco potrebbe giurare di vedere i poteri degli Elementi della Natura, all’interno del ragazzo.

Quando avevano completato l’obbligazione dell’anima, il sentimento che in Harry ci fosse tale potere, era aumentato. La qualcosa, ragionò Draco, era normale. Pensandoci, Draco sapeva che qualsiasi cosa fosse, si sarebbe fortificata grazie all’obbligazione. Solo, non si era aspettato di trovare nulla di simile.

Vero, Elementali, erano rari in questi giorni. Discendevano dall’antica linea di Gryffindor stesso. Si pensava –sebbene anche Draco ammettesse che non si conosceva molto l’eredità di Lord Voldemort—che lui apparteneva alla linea di Slytherin, e Draco sapeva che era l’unica altra famiglia che si pensava che avesse prodotto Elementali.

Elementali, però, dovevano essere addestrati. I più potenti di loro, potrebbero, anche se sporadicamente, controllare il tempo anche se i loro poteri non erano stati risvegliati.

Cose come l’obbligazione di anima con un vampiro potevano, naturalmente, risvegliare tali poteri. Dopo l’obbligazione, diverrebbe solo peggio. I poteri degli elementi della natura crescerebbero solamente, a meno che, loro fossero in qualche modo, bloccati.

Il tempo al feudo Malfoy,nel mese precedente, era stato strano. Temporali inaspettati, infradiciarono la terra. In alcuni momenti estremi, un temporale pericoloso soffiò a volte sulla terra. Ci furono a volte, scoppi casuali di calore, o freddo.

Draco non parlò mai dei suoi sospetti a chiunque. La verità sia detta, era preoccupato. Harry aveva un temperamento...volatile. Harry non sembrava avere l’autocontrollo necessario a controllare tali poteri.

Anche Severus e Blaise, iniziavano a preoccuparsi. A meno che il mistero del tempo fosse risolto, erano sicuri che la maggior parte della vita vegetale in Rectorland Est –o almeno quella circa il feudo dei Malfoy—perirebbe.

Draco era d’accordo con loro.

Prima che l’obbligazione fosse completata, Draco pensò, c’era stata dell’evidenza. Episodi sparsi, ma alla nuova conoscenza, avevano senso.

Sembrava piovere, quando il ragazzo era piangente, quando Harry non desiderava che nessuno si accorgesse di tali lacrime. Piovve molto sui terreni dei Dursley, quando Harry era piccolo.

Pioveva, quando lo stato d’animo di Harry era alterato, pensò Draco; gli piacque solo giocare nella pioggia, o piovve proprio a causa dello stato emotivo di Harry?

Il tempo, come lontano seppe Draco, non era mai stato cattivo nel compleanno di Harry. Anche in anni quando i veggenti predissero temporali, Draco non poteva ricordare mai una volta che piovve durante il suo compleanno.

Poi c’era lo scambio d’informazioni che avveniva durante il momento in cui si cibava. La maggior parte dei mortali, non poteva dare o prendere informazioni. Harry poteva.

Durante i momenti i cui si cibava –specialmente recentemente—Draco poteva giurare che sentiva il turbinare del vento, il potere di un temporale ed il calore del sole in Harry. Era un’esperienza surreale, come la volta che, quando ancora era un mortale, aveva visto una tempesta di sabbia nel Medio Oriente.

Era terrorizzante ma stranamente, era anche sorprendentemente bella.

Harry Potter, aveva molti segreti che, Draco non pari, con i suoi considerevoli poteri, poteva scoprire. Era come se una parte del ragazzo fu chiusa a chiave, e venisse rilasciata solo alla durata corretta.

Draco sospettò che tale parte segreta, conteneva l’odio per Voldemort.

Draco si liberò dei pensieri, e decise di guardare di nuovo Harry.

C’erano a volte, giorni come oggi. C’erano giorni, quando Harry stava seduto, a fissare l’acqua, come se contenesse le risposte di cui aveva bisogno.

Giorni in cui, Draco desiderò occuparsi in maniera speciale del suo debito di sangue. Silenziosamente, il vampiro biondo avanzò dietro a Harry, posando dolcemente le proprie mani fredde sulle spalle del giovane. Harry, sotto tale tocco, tese per un momento. Altrettanto rapidamente, rilassò. Harry si era abituato a Draco.

Quell’acqua no ti dirà nulla d’importante, Harry”, bisbigliò Draco, abbassandosi sulla panca, accanto a Harry. Draco posò dolcemente la mano sul ginocchio di Harry.

Draco sapeva che Harry non era mai stato toccato in maniera affettuosa, quando era un bambino. Intendeva recuperare le occasioni perdute. Draco lo toccava spesso. Prima che Draco lo prendesse con se, Harry aveva molti pochi ricordi del semplice tocco di un’altra persona.

Occhi verdi e simili a vetro, si posarono su di Draco. Un piccolo sorriso aleggiava attraverso le caratteristiche di Harry. Harry posò la propria mano su di quella del biondo, spremendola leggermente.

Draco avvertì la solita sensazione di felicità che provava, quando Harry lo toccava.

“Stai di nuovo avendo fame, Draco”, mormorò assentente Harry. “Sei freddo.”

Era facile per Draco, evitare di rispondere. Non era il momento, per Draco, di preoccuparsi troppo delle proprie necessità. Ora, Harry veniva prima.

“Potrei entrare nella tua mente, e scoprire ciò che ti preoccupa. Ma preferirei se fossi tu a dirmelo”, disse piano Draco.

Harry sospirò, un suono molle, che ricordò a Draco i suoni che il ragazzo emetteva durante il sesso. “Quasi tutto, suppongo. E’ stato un mese fa, e io ancora non so perché i seguaci di Lord Voldemort facevano scorrerie nei miei terreni. Non so perché il mio più buon amico morì, Draco. Tutto quello che io so, è che avevano qualcosa a che fare con me...

Mantenendo una facciata calma, Draco prese un lungo respiro. Non avrebbe abboccato. Avevano avuto già molte volte tale discussione, ma Harry sembrava incapace di comprendere.

“Quello che è accaduto al tuo amico, Harry”, disse lentamente Draco, “non era colpa tua.

Un piccolo sorriso onorò il viso di Harry. “Lo sò. Stavo solo pensando. Tutto qui”, disse.

Harry notò appena la mano di Draco che si portò al suo mento. Lo fece rapidamente –i riflessi di vampiro, avevano i loro vantaggi.

Harry distolse lo sguardo. Draco non glielo permise. Aveva bisogno che Harry volgesse lo sguardo verso di lui. Aveva bisogno che Harry gli credesse.

“No, Harry”, disse Draco. “Guardami. E’ l’ultima volta che ti voglio sentire parlare in questo modo, capito? Questo non è stato colpa tua. Non lo è.”

Harry distolse gli occhi. Non voleva parlare di questo, non ora. “Per favore, Draco. Lascia perdere. Mi spiace. Non verrò più qui, se la mia tristezza t’infastidisce.

Draco strinse la presa. Non abbastanza da fargli male, ma abbastanza perché, finalmente, i verdi e brillanti occhi di Harry, incontrassero i suoi. “La tua malinconia mi fa male solo perché voglio che tu sia felice. Harry, sei libero di uscire qualsiasi volta che lo desideri. Il mio feudo è la tua casa. Comunque, quello che mi infastidisce, è il tuo complesso da martire”, disse Draco.

I verdi occhi di Harry si restrinsero. Sentì l’ira caratteristica, che cresceva al suo interno. Non gli piaceva, quando Draco aveva ragione. Era più semplice credere che il vampiro, qualche volta, non avesse vissuto abbastanza secoli per sapere e vedere le cose per quello che realmente erano.   

Quindi Harry fece, naturalmente, quello che lui faceva sempre –negò tutto. “Non ho un complesso del martire”, fu la sua risposta.

Harry sapeva che non era una gran replica. Era duro per lui rispondere all’accusa di Draco. Il vampiro non desiderava danneggiarlo. Anzi, al contrario aveva solo il suo bene in mente.

Era difficile, trattare male una simile persona, fu il ragionamento di Harry. Non aveva molta esperienza nel trattare con persone buone –solamente Draco, Hermione e Ron Weasley. Harry guardò a terra, prima di volgere lo sguardo nuovamente a Draco.

Quello che Harry vide, lo scioccò. Non c’era dispiacere sul viso del vampiro. Lui stava sorridendo a Harry.

“E’ vero, ma non devi ammetterlo”, disse Draco. “Io voglio solo che tu venga via dall’acqua ed i pensieri cupi che ti procura, e venire dentro. Sembra che stia per piovere.”

Il tempo tendeva sempre a scurire, quando Harry era particolarmente malinconico. Come un bambino, Harry si chiese, se avesse qualche cosa a che fare con lui, o se era il cattivo tempo che semplicemente lo rendeva depresso.

“Sembra che io pianga sempre nella pioggia”, mormorò Harry. “Penserai che ci sia qualche cosa di sbagliato in me. E’ duro trovare qualcosa più patetico che piangere nella pioggia.

Draco rise, allacciando le proprie dita con quelle di Harry. “E’ strano che tu menzioni tale cosa. Ogni volta che ti ho visto piangere, stava piovendo. Forse il fato, solo ama giocare con te”, rispose Draco.

Harry rise. Il cielo dietro di loro, schiarì. Harry non lo notò.

Draco, al contrario, lo fece. Prese la mano di Harry. Era ora di parlargli dei suoi sospetti.       

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Capitolo 11
*** cap.11 ***


Debito di sangue

Debito di sangue

di JenniferButterflyGirl

tradotto da Freya

 

Cap.11: I poteri di Harry Potter 2°parte

 

Quando Draco portò Harry nelle loro camere, ci fu poco spazio per le parole.

I due passarono molte ore godendo l’uno dell’altro, nulla di più. Draco era estasiato dal giovane,prendendo il suo dolce sangue, vedendo il temporale che imperversava dentro di lui. Draco aveva l’impressione, molto chiara, che la tempesta in questione, stesse crescendo.

Dopo, Harry dormì per molte ore, Draco lo guardò fino al suo risveglio.

Fuori, il buio era avanzato. I colori brillanti del tramonto gettavano ombre color garofano e porpora sulle tende della lussuosa camera da letto. Draco accarezzò dolcemente il viso di Harry, sorridendo.

Il viso del ragazzo era lo stesso color garofano del tramonto. Draco pensò che fosse davvero molto bello.

“Sei come la terra, Harry”, bisbigliò Draco. “Capelli come limo, gli occhi come l’erba...sei bello, realmente. E sei color rosa come quel tramonto. Perchè stai arrossendo? Ormai dovresti esserti abituato al mio tocco...

Harry gli rispose con un piccolo sorriso. “Onestamente, non lo so. Indovino che qualche volta, ancora m’imbarazzo.”

Draco sorrise leggermente. “Ti ho visto crescere. Non dovresti essere imbarazzato. Voglio conoscerti, e per farlo, devo conoscere anche le cose che ti hanno provocato dolore. E devo farle cessare. Qualcuno deve proteggerti.”

Harry rise di nuovo. Un suono dolce e leggero. La mano di Draco giunse al capo del giovane, iniziando a giocare con i morbidi, ricci scuri, alla nuca di Harry.

“Non mi serve l’aiuto di nessuno, per proteggermi”, fu la replica seria di Harry. “Faccio benissimo da solo, grazie.

Un sorriso gentile attraversò il viso di Draco. “Penso che ti occorra più protezione di quel che pensi, sai Harry? Credo di aver dedotto perché Lord Voldemort ti vuole morto...

Harry si allontanò, bruscamente, da Draco, avvicinando al petto nudo le ginocchia. “Ha a che fare con me, vero?”

Draco, anticipando il movimento di Harry, l’avvolse tra le sue braccia. “Non allontanarti da me così, Harry... lo sgridò calmo. “Non sei da solo, in questa storia...in ogni caso, credo che ci siano abbastanza prove per concludere che tu appartieni agli Elementi della Natura—qualcuno, cioè, che è in grado di comandare il tempo...”

“Tutti i temporali...tutta la pioggia...Tutto... è sempre stato così”, mormorò Harry piano. “Vuoi sostenere che è a causa di ciò che Voldemort mi vuole morto? Ho l’abilità capricciosa di controllare il tempo, e quest’uomo mi vuole morto a causa di questo? Perché? Non mi uccise neppure...uccise i miei genitori...

“I poteri degli Elementi, Harry” disse calmo Draco, continuando ad accarezzare i capelli del giovane, “corrono, in alcune famiglie, molto potenti. E’ risaputo che fa parte dell’eredità della linea di Gryffindor, e si sospetta, anche della linea di Slytherin...Tuo padre, Harry, era uno degli Elementi della Natura, evidentemente.

“E’ risaputo che i raccolti ai Possedimenti Potter, erano sempre perfetti—quella è una delle ragioni per cui mia zia e zio, li detestavano così fortemente. Loro erano più...ehmm...ricchi...Non è rimasto nulla, ora. Ho sentito delle voci, su quello...Pensi... Mormorò Harry.

Se penso che tuo padre controllava il tempo per un migliore raccolto?” Finì Draco. “Penso che sia possibile.”

Harry sospirò, fissando un punto distante, qualcosa che, Draco lo sapeva, solo lui poteva vedere. “Che cosa centra col fatto che Voldemort ha fatto assassinare i miei genitori?”

Draco strinse la sua presa sulle spalle di Harry, che si spostò, facendo però, rimanere la testa contro il petto di Draco. “Tutto. Se le dicerie sono vere, Voldemort è l’ultimo discendente della linea di Slytherin—l’ultimo degli Elementi. Tu, Harry, scommetto che sei l’ultimo dei Gryffindor, l’ultimo vivo—il suo unico eguale...”

Harry scoppiò a ridere. “Draco, io non sono sicuramente dovunque vicino ad essere l’eguale di Voldemort. Il solo pensiero...Draco, Voldemort era il Lord dei Lord! Per l’Inferno, Draco, non sono neppure tuo eguale...

Il sopracciglio di Draco si alzò, lanciando a Harry una strana occhiata. “Questo è abbastanza strano, Harry. Voglio dire, che non ti ho mai considerato meno di me. Mai. Non una volta. C’è molto in te, Harry, moltissimo che io ammiro. Sei coraggioso. Sei sopravvissuto a così molto dolore. Anche se Voldemort è vivo, Harry, avrebbe ragione a temerti...In te, c’è molto più di quello che pensi, Harry James Potter...

Il discorso, si concluse con la mano di Draco che resta sulla guancia del giovane, costringendo Harry a volgere lo sguardo negli occhi del biondo. In loro, Harry vide solo amore ed adorazione. Sul suo volto comparve un sorriso.

“Chiudi gli occhi, Harry” bisbigliò Draco. “Voglio che ti concentri, Harry, sui tuoi sentimenti. Chi, come te, non ha addestramento può entrare in contatto, in questo modo, con i propri poteri degli Elementi. Voglio che ti concentri su qualche cosa, Harry. Pensa a come ti senti, quando ti abbraccio. Pensa al modo in cui ti senti, quando guardi nei miei occhi. Pensa a quanto ti amo, Harry. Pensa a quello.

Gli occhi di Draco si spalancarono. Era gia buio all’esterno, ma la stanza si riempì di luce—come un arcobaleno dai morbidi colori. Entrava dalle finestre, carezzando Harry e Draco, in un gentile bagliore rosato.

Draco incominciò a capire per quale motivo, se facevano l’amore di pomeriggio, apparivano così spesso splendidi tramonti. Dolcemente, Draco accarezzò le braccia di Harry, giungendo al viso.

La luce era splendida, e riempiva la stanza.

“Apri gli occhi, Harry”, disse piano Draco. “Guarda quello che hai fatto...

Gli occhi verdi di Harry si aprirono, spalancandosi alla vista della stanza. Uno scoppio di luce, brillante come mille arcobaleni. “Ho fatto io questo...” Bisbigliò Harry.

Draco fece cenno di sì col capo. “L’hai fatto tu, ed è davvero bello...io ti amo, Harry. Troveremo un modo di controllare i tuoi poteri.

“Penso che dovrò tornare ai possedimenti dei Potter, Draco. Penso che le risposte siano in quella casa. Per quale altro motivo vollero distruggerla?” Mormorò Harry.

Draco non rispose, rimanendo in silenzio, mentre la stanza ritornò scura.

 

“Io devo andarci, Hermione”, disse Harry. “So che le risposte si trovano in quella casa. Zeus! Tutti i vecchi possedimenti, hanno registri famigliari, storie di famiglia. Sono sicuro che troverei registri dei raccolti. Ci deve essere qualcosa, Hermione, lo sò. Forse, mio padre teneva un diario...Forse c’è una soluzione a tutto questo. Ed è nella casa, Hermione, lo sento...”

Harry Potter e Hermione Weasley, stavano camminando attraverso dei giardini, tenendosi amichevolmente per mano. Hermione strinse leggermente la mano di Harry.

“Sono sicura che Draco potrebbe portarti là. Insieme, forse, potreste guardare, no? Si preoccupa così tanto di te, Harry. Non gli piacerebbe che andassi da solo”, rispose Hermione.

Harry si fermò allo stagno—il suo posto preferito di tutti i possedimenti—e si rivolse nuovamente a Hermione. “Non posso farci nulla, Hermione. Devo fare qualcosa, e devo farlo ora. Ho bisogno di sapere, e penso che le risposte si trovino là. Ho bisogno di andarci da solo. Questo è un compito che mi aspetta dalla mia nascita.

Hermione si voltò per un momento, raccogliendo una campanula dal giardino in fiore. L’odorò, inalandone il dolce profumo, prima di volgersi nuovamente verso di Harry. “Harry James Potter! Come osi dire una cosa simile! Ci sono persone che ti amano, Harry. Ti amano! Draco Malfoy, pensa che il sole e la luna sorgano e tramontino sul tuo capo! IO ti amo, Harry! Sei il migliore amico che ho mai avuto. Ginny ti ama! Anche Ron ti amava, Harry. Eri il suo migliore amico. E, odierebbe pensare che hai deciso di portare un simile carico da solo.

Il cielo scurì notevolmente, provocando tremori in Harry. “Hermione, non farlo. Per favore, non menzionare Ron. Non posso controllarlo, Hermione, e diviene sempre peggio. Guarda il cielo...non c’è bisogno che piove di nuovo.

Hermione accennò lentamente col capo. La ragazza sorrise a Harry. “Capisco. Non parleremo di Ron. Sono ancora convinta che dovresti chiedere a Draco di portarti ai possedimenti, però. So che verrebbe con te.

Harry fece cenno di sì col capo. “Ci penserò.

In qualche modo, Hermione, dubitava che Harry davvero mantenesse la promessa. Sperava solo che la tendenza di Harry a contare solo su se stesso, non facesse precipitare le cose con Draco.

Il vampiro biondo, lo sapeva bene Hermione, lo amava profondamente.

 

“Penso che Harry stia macchinando qualcosa, Severus”, mormorò dolcemente. Era seduta su uno dei comodi divani delle stanze di Severus.

Onestamente, la ragazza si sorprese nel sentirsi così comoda in questa casa. Era l’ambiente più bello che avesse mai visto o dove fosse vissuta. Ma Ron non era là. Il suo cuore dolse per un momento, e lei tentò, strenuamente, di spingere via il dolore.

Severus era stato gentile con lei. Poteva, a questo punto, chiedere di più?

Gli occhi neri ed intensi dell’uomo, si alzarono dal suo lavoro. “Realmente? Non riesco ad immaginare quello che starebbe progettando.

“Penso che intenda tentare di recarsi ai possedimenti Potter. Sostiene che le risposte che sta cercando sono là”, rispose Hermione.

Severus sospirò, e si avvicinò alla ragazza, sedendosi accanto a lei, sul divano. Hermione gli sorrise. “Sospetto, Hermione, che le risposte che sta cercando, realmente siano là. Avvertirò Draco. Non vorrei che il ragazzo decidesse di fare qualcosa d’avventato.

Nessuno dei due, sembrò accorgersi che fuori stava nuovamente piovendo.

 

Mentre Draco era in riunione con Blaise Zabini, Harry aveva compresso una piccola borsa. Non intendeva andarsene per molto tempo.

Harry intendeva ritornare. Non intendeva rischiare la collera di Draco andandosene.

Qualcosa, anche se non sapeva che cosa, era ai possedimenti. Harry era sicuro poter trovare là, le sue risposte.

Nonostante tutto, il cuore di Harry si sentiva pesante, nell’andarsene. Però, non poteva sacrificare nessun altro, non dopo la morte di Ron. Non poteva lasciare Draco, Hermione o Ginny, mettersi in pericolo.

Come scalò il muro che lo avrebbe condotto al confine di Rectorland est, cominciò a piovere di nuovo.

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Capitolo 12
*** cap.12 ***


Debito di sangue

Debito di sangue

di JenniferButterflyGirl

tradotto da freya

 

cap.12: Gli Amici di Harry Potter 1°parte

 

Due Leghe Oltre il Confine di Rectorland Dell’Ovest, 4550 S.C.

 

Era stato sorprendentemente facile per Harry lasciare Rectorland Est. Nessuno l’aveva fermato. Infatti, il confine era quasi inesistente. Era una massa d’alberi ed acqua. Un fiume che separava le due terre, e Harry era sempre stato un ottimo nuotatore.

A parte gli abiti bagnati, aveva attraversato illeso il confine. Abbastanza stranamente, stava sperando in qualcosa di più eccitante.

L’intera esperienza era stata abbastanza ottusa. Harry aveva anticipato una feroce lotta con alcune delle guardie di Draco. Pensò che gli avrebbero teso un agguato, costringendolo a contare sulla sua intelligenza per sopravvivere.

La cosa più vicina ad un agguato che aveva esperimentato, era un piccolo coniglio bianco che gli attraversò il cammino. Fuggire stava, sorprendentemente, annoiando.

Afferrando la borsa al torace, Harry ponderò precisamente che cosa lo aveva convinto a lasciare il Feudo di Malfoy senza una mappa. Vero, aveva un’idea molto vaga di dove stava andando. I Possedimenti dei Potter, lo sapeva, era a mezza strada tra il confine con Rectorland Est e i Possedimenti dei Dursley. Se incontrasse suo zio Vernon, Harry capirebbe di esser andato troppo lontano.

Concesso, Harry sperava che non succedesse una cosa simile. Anche se, sarebbe piuttosto piacevole poter insultare ancora l’uomo.

Gli stivali di cuoio marrone di Harry, erano notevolmente silenziosi contro il suolo della foresta. Alcuni ramoscelli si ruppero sotto i suoi passi, ma non fecero abbastanza rumore per far pensare a chiunque che fosse un cervo maschio che stava percorrendo il luogo. Inoltre, essendo coperto da un mantello verde con cappuccio, che lo copriva interamente, riusciva a confondersi bene con i dintorni.

C’erano cose molto più pericolose dei conigli bianchi appostati nel bosco, e Harry lo sapeva perfettamente. L’area era ben conosciuta per la presenza di bande di predoni. Sperò di non aver bisogno di un’arma.

Harry non era sicuro di cosa gli era preso, nel partire dal Feudo senza neppure un pugnale, ma ormai, non c’era nulla da fare.

Ripensando all’intera faccenda, Harry decise che l’intera scappata, era stata progettata poveramente e poveramente eseguita. Era un atto disperato. Draco, lo sapeva Harry, poteva trovarlo facilmente. La sua cicatrice stava formicolando—solo sentimenti piacevoli. Harry sapeva che Draco stava tentando di dirgli che non era adirato.

Harry, onestamente, si aspettava che Draco si presentasse ad ogni minuto. Immaginava che, semplicemente, Draco uscisse da dietro gli alberi, lo sgridasse per la sua follia e l’aiuterebbe a trovare le risposte di cui tanto aveva bisogno.

La luce attorno a Harry cambiò ad un color rosa. Era bello. Harry sapeva che era perché stava pensando a Draco, la qual cosa, per una qualche ragione, faceva il tempo attorno a Harry sempre bello. Una brezza molle agitò il mantello di Harry. Era quasi una carezza. Harry immaginò le mani di Draco che lo toccavano così gentilmente e sospirò. Tirò nuovamente il cappuccio del mantello, lasciando la brezza arruffare i suoi capelli, nel modo in cui spesso lo facevano le dita di Draco.

Gli arcobaleni ritornarono. Era bello. Harry immaginò la foresta coperta di cristalli, che curvavano e riflettevano la luce in colore. Sapeva che però non era Draco. Gli arcobaleni, la luce morbida, la brezza gentile, erano tutte cose che Harry associava con il Lord dei Lord.

Se, un anno fa, qualcuno gli avesse detto che si sarebbe innamorato del Lord dei Lord—il regnante supremo di Rectorland Est—Harry, probabilmente, avrebbe riso.. Era strano, ma a volte, la vita prendeva strane svolte. Harry sospirò, decidendo di allontanare il pensiero di Draco.

Stava alterando il tempo. Tali cambi nell’atmosfera, potevano attirare l’attenzione di Lord Voldemort, o di uno dei suoi seguaci, su dove si trovava Harry. Certamente, era qualcosa che non desiderava succedesse.

 

Feudo di Malfoy e zona circostante, Rectorland Est. 4550 S.C.

 

Draco Malfoy, Lord dei Lord, era estremamente arrabbiato. Questa mattina, aveva quasi attaccato Severus, mentre Blaise sostenne che era preferibile lanciarsi sulla punta di una spada maledendo Ade, per il prode Harry, che possedere la sua idiozia.

Draco, al momento, era adirato, infatti. Non poteva credere che il suo debito di sangue agisse così irresponsabilmente. Perché, in nome d’Ade, Harry se ne andrebbe con solo una borsa? Il ragazzo avrebbe dovuto sapere. Sapere che sarebbe andato con lui. Avrebbe dovuto sapere che l’avrebbe sostenuto e guidato.

Sapere che avrebbe voluto essergli al fianco, mentre affrontava la casa, che non vedeva da più di una decade, per la prima volta. Che gli avrebbe tenuto la mano, asciugando via le lacrime e abbracciato, per tutta la durata del viaggio di ritorno.

Ma, pensò ragionevolmente Draco, prima che irrompesse nella vita di Harry, qualsiasi tipo di appoggio, era praticamente inesistente. Harry non aveva nessuno,così, naturalmente, Harry dipendeva da Harry. Anche ora, sapendo quanto egli si preoccupasse di lui, Harry si rivolse a se stesso, prima di rivolgersi a chiunque altro.

Draco voleva essere la prima persona a cui Harry desiderasse rivolgersi, quando provava dolore. Sapeva che ci sarebbe voluto ancora del tempo così, Draco, radunò una piccola borsa di roba, decidendo di seguire, a piedi, il suo debito di sangue.

A piedi, si muoverebbe più velocemente. Il percorso attraverso i boschi, era molto più corto del percorso carrozzabile.

Era la prima volta, da quando aveva preso la corona di regnante, che Draco Malfoy lasciava il suo feudo senza almeno un cavallo.

 

Due leghe Oltre il Confine di Rectorland Dell’Ovest, 4550 S.C.

 

Sirius Black non poteva credere a quello che stava vedendo. Era come se James fosse tornato a vivere.

Il ragazzo aveva lo stesso portamento spavaldo di James, anche se gli mancava la sua altezza. Aveva i suoi stessi capelli disordinati color dell’ebano, e la sua propensione a mostrare il suo amore verso un’altro essere umano facendo apparire arcobaleni dove lui stava camminando.

Esistevano due possibili spiegazioni per ciò che Sirius Black stava vedendo. La prima, che James Potter, in qualche modo, fosse risorto. L’altra, quella più plausibile, era che Sirius, per la prima volta in vita adulta del giovane, stesse vedendo il suo figlioccio.

Harry, pensò Sirius, guardando intensamente il ragazzo. Doveva essere Harry. Osservò soprapensiero, non accorgendosi della mano che si posava sulla sua spalla. Sirius sobbalzò, spaventato, per poi rilassarsi, un sorriso gentile che appariva sul suo viso.

Era solo Remus. Sirius volse la sua attenzione dal ragazzo a due occhi color dell’ambra, appartenenti al suo innamorato. “E’ Harry”, bisbigliò piano. “Deve essere Harry.”

Sirius guardò gli occhi di Remus allargarsi in stupore. “Sembra così tanto James...mi chiedo quello che stia facendo qui, del tutto da solo, creando arcobaleni attorno a se. Dei, sembra James dopo che incontrò Lily. Pensi che sappia che sta facendolo? Pensi che quei suoi dannati parenti, infastidirono a dirgli quello che davvero è?”

Sirius sospirò pesantemente. L’addolorava pensare a quello che probabilmente Harry aveva sofferto. Sirius sapeva che certi membri della famiglia di Lily—principalmente sua sorella—avevano disapprovato completamente il fatto che si fosse sposata con un Elemento della Natura.

Sirius poteva ricordare Petunia Evans-Dursley che diceva che nulla di buono sarebbe venuto da questo nel giorno del matrimonio della sorella. Sirius ripensò al giorno—e Petunia che decideva di portare il nero del lutto in segno di protesta—cosa completamente idiota da parte sua.

“Ne dubito, Remy, ne dubito fortemente”, mormorò Sirius, tristemente. “Credo che sia ora di presentarci...”

Sirius notò che Remy si attardò un momento. La sua presa sul suo braccio aumentò notevolmente.”Guarda! Oh Dio, Siri! Ha ricevuto la Freccia di Zeus sulla sua fronte!”

Sirius ringhiò, sentendosi particolarmente criminale. La Freccia di Zeuspoteva intendere solo una cosa—qualcuno aveva ricercato un debito di sangue da un Lord. Sirius non si sarebbe meravigliato se Vernon Dursley decidesse di usare Harry in tale modo.

Qualcuno pagherà per questo, se al suo figlioccio fosse fatto del male.

Al momento, tuttavia, il figlioccio di Sirius aveva smesso di creare arcobaleni, e stava camminando, apparentemente inconsapevole di essere osservato. Sirius sorrise dolcemente. Harry era ancora uguale a come era stato da piccolo. Non era consapevole di attirare l’attenzione di chi gli stava attorno. “Fermo là, ragazzo!” Disse Sirius, quasi allegramente. “Mi dispiace informarti che tu, giovane, sei prigioniero dei Marauders!”

 

Nota del traduttore: mi spiace di aver tardato così tanto, ma purtroppo, il lavoro estivo mi sta occupando più tempo di quel che pensavo. Scusate

freya

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Capitolo 13
*** cap.13 ***


Debito di sangue

Debito di sangue

di JenniferButterflyGirl

tradotto da freya

 

cap.13: Gli Amici di Harry Potter 2°parte

 

Harry Potter non poteva credere alla sua fortuna. Con un sospiro, fece l’atto di voltarsi verso gli uomini dietro a lui.

Il più alto, aveva capelli neri, come la notte, e occhi blu-grigi, con un sorriso facile, allegro. Il più piccolo, aveva invece, capelli castani e occhi giallastri, che sembravano fissarlo intensamente.

“Al vostro posto, non perderei tempo a rapirmi, signore. Temo che non valga il vostro tempo. Tendo a provocare problemi, a quelle persone che incontro. Sembra che non riescano mai ad uscire dalla pioggia”, disse Harry.

Sapeva che sul suo viso, era apparso un sorrisetto furbo. Harry non sapeva se gli era possibile controllare i suoi poteri abbastanza per evitare il suo rapimento, ma pensò che un piccolo bluff sulle sue capacità, non avrebbe fatto male.

“Sei uno degli Elementi della Natura, Harry”, disse il moro, con un sorriso. “Chiunque che t’infastidisce, non può scampare al cattivo tempo. Tuo padre, l’usava spesso con me...”

Il più piccolo dei due, accennò col capo, interrompendo l’altro. “Lui, creava anche arcobaleni. Era un vero specialista nell’uso degli elementi. Sospetto che è da lui che hai ricevuto il tuo regalo. La linea di Gryffindor. Non fallisce mai.

Harry restrinse gli occhi. Chi erano questi uomini, e perché sembravano conoscerlo? Perché parlavano di suo padre in tale modo? Perché guardavano verso di lui, sorridendo, come se fosse un loro figlio?

Ancora più importante, se davvero lo conoscevano, come sembrava, dove erano stati per tutta la sua vita?

“Signori, sarebbe meglio se”, disse Harry, tentando di mantenere un tono di voce calmo, “mi diceste che cosa volete precisamente. Attualmente, il mio umore non è dei migliori, ed io sto solo cercando di arrivare a casa mia. Non ho oro con me, e non capisco per quale motivo volete parlare della mia famiglia. Mi addolora parlare di loro, moltissimo.

“Io sono Sirius Black”, disse il moro. “Questo è Remus Lupin. Noi, eravamo amici dei suoi genitori, Harry. Amici molto buoni. Desideriamo solo offrirgli del cibo, conversazione ed un luogo in cui accamparti, dato che si sta facendo alquanto tardi. Quello è tutto. Non abbiamo alcun’intenzione malevola, nei tuoi confronti.

Avvolgendosi ancora di più nel suo mantello, Harry strinse gli occhi. In questo momento, desiderò di avere al suo fianco Draco. Voleva che lo rassicurasse. Desiderava sentire le sue labbra contro la propria guancia. Desiderò che Draco gli dicesse tutto—nessuna questione come tetro potesse sembrare—l’avrebbe affrontato.

Draco non era con lui, principalmente perché Harry aveva deciso di lasciarlo in pace. Era da solo in questo, e questi uomini, stavano offrendogli aiuto.

Uomini che avevano detto di conoscere i suoi genitori. Forse, era possibile che fossero in possesso di informazioni di cui Harry bisognava.

“Verrò con voi”, disse infine, Harry.

Sirius accennò col capo, facendogli segno di seguirlo. “Allora, Harry”, incominciò, in tono tranquillo. “Di chi, precisamente, sei innamorato? Ricordo che tuo padre creava arcobaleni dovunque, dopo aver incontrato tua madre...

Harry arrossì, ma non rispose.

 

 

Era molte ore più tardi, e Harry stava rilassandosi accanto ad un fuoco da bivacco molto caldo. Non erano andati troppo lontani dal luogo del loro incontro. Il campo era comodo, facendolo rilassare. Remus Lupin aveva dato a Harry una coperta, e un pasto caldo. Stavano parlando da parecchio tempo. Harry, ora, era a conoscenza di molto più. Sapeva che apparteneva alla linea di Gryffindor. Sapeva che i due uomini non avevano potuto allevarlo perché stavano nascondendosi dai Mangiamorte rimanenti—nome che Voldemort aveva dato ai suoi seguaci.

Harry capì che non li biasimava per il passato. Quello che era fatto, era fatto.

Al momento, Harry stava considerando l’idea di dormire. Sirius interruppe il suo festeggiamento con una domanda.

“Harry”, gli chiese. “Non ci hai mai detto di chi sei innamorato, o anche, per quale motivo tu sei marchiato con la Freccia di Zeus. I Dursley, ti hanno venduto per un debito di sangue?”

Harry assentì lentamente. “L’hanno fatto. Mio zio mi ha venduto al Lord dei Lord di Rectorland Est, un vampiro chiamato Draco Malfoy.

“Sei fuggito da lui?” Chiese Remus, sembrando alquanto scettico.

Harry accennò col capo, pensando per un momento. “Si. Non è...non è come potete pensare. quello che tutti pensano sui vampiri, ma Draco Malfoy non mi ha mai fatto male. Lui non può. Lui...Lui...Lui...mi ama...”

Sirius sorrise, furbescamente, per un momento, studiando intensamente Harry. Il quale, rabbrividì sotto il suo sguardo attento. “Ti immagini in amore con questo vampiro? Per tutti gli Dei, Harry! Lui ti possiede! Amore o no, pensi realmente di avere una scelta nella questione?”

Harry impallidì, guardando alle sue mani. Draco non aveva mai guardato a lui in tale modo—così—fin dall’inizio. “Draco non mi ha mai impedito di fare le mie scelte. E’ stato gentile con me, quando nessun altro lo è mai stato. Lui...Lui...Lui mi ha abbracciato. Nessuno mi ha mai abbracciato, prima.”

Per un momento, l’attenzione di Harry fu deviata. Avrebbe potuto giurare di vedere qualche cosa muoversi nel bosco, ma lo spinse fuori della sua mente. Forse, era semplice stanchezza. Harry volse nuovamente gli occhi verdi ai suoi compagni.

Sirius sembrava scettico, ma finalmente, accennò col capo quando ricevette un’occhiataccia da Remus. “Molto bene, Harry. Suppongo che ci sia poco da fare ora.

Harry schiarì la gola, desideroso di cambiare argomento. “Sai come posso controllarli? Come controllare i miei poteri?”

“E’ quella la domanda che ti preme, vero Harry?” Mormorò, una voce di seta, al suo orecchio. “Come può controllare i suoi poteri? E amerei sentire quello che questi gentiluomini risponderanno...” Una mano si posò sulla sua spalla. Harry sapeva chi era. Il Lord dei Lord aveva trovato il suo debito di sangue.

Sirius Black e Remus Lupin, sembravano completamente scioccato. Draco, notò Harry, sembrava come sempre elegante. Stava portando il suo solito nero. I suoi bei capelli biondi erano allacciati in modo da lasciare libero il viso. Draco sorrise furbescamente a Harry, sedendosi accanto a lui e mettendo un braccio attorno alle spalle del suo debito di sangue. “Ti avevo detto che non era difficile trovarti. Non sono adirato con te, a proposito, ma è probabile che lo sarò se rifarai di nuovo una cosa simile. Mi presenterai ai tuoi amici?”

Harry alzò lo sguardo. “Sirius, Remus, questo è Draco Malfoy, Lord dei Lord, questo è Sirius Black e Remus Lupin, Conoscevano i miei genitori.

Draco Malfoy, conosceva il peso di quelle parole. La sua presa si strinse, momentaneamente, sulle spalle di Harry. Quasi per istinto, Harry posò la sua testa sulla spalla di Draco. Draco baciò dolcemente le sue tempie.

“Potete realmente dirmi come controllare i miei poteri?” Lo sentì dire Draco dalla sua spalla. Con gli occhi larghi, Remus accennò leggermente col capo. “Si, possiamo. E’ qualcosa piuttosto basilare. Devi solo...trovare un centro. Devi trovare un pensiero, una persona, qualche cosa sul quale puoi concentrarti, per controllare le tue emozioni. Pensa a qualche cosa di calmante, pacato, per te. Pensa a qualcosa che ti fa felice. Poi, mentre lo stai facendo, crea nella tua mente il modello di tempo che desideri vedere. Se le tue emozioni sono pacifiche, poi, Harry, puoi usare la tua mente per controllare il tempo.

Harry accennò col capo, dolcemente. Rivolse lo sguardo fisso su Draco, e Draco si sentì come se stesse precipitando nel bel verde degli occhi di Harry. “ perfettamente a quello che penserò”, mormorò Harry. “Sono sicuro, ora, che il sole splenderà tra pochi minuti.

“Harry”, Draco, sentì mormorare Remus, “é notte. Nemmeno tuo padre, potrebbe fare una cosa simile.

Draco lo sentì appena, però. Era totalmente concentrato su di Harry e la bellezza dei suoi occhi verdi. Harry stava guardandolo da vicino. In più di tre secoli, Draco lo sapeva, nessuno l’aveva mai fissato con tale intensità. Era talmente perso in Harry, da notare appena la luce che scoppiò nella foresta.

   

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Capitolo 14
*** cap.14 ***


Debito di sangue

Debito di sangue

di JenniferButterflyGirl

tradotto da Freya

 

n.t.:appena possibile, trasporterò tutte le traduzioni nell’account dell’autore

freya

 

cap.14: Il potere di Harry Potter

 

La foresta intera arse grazie all’alba prematura. Gli animali notturni che erano già intenti alle loro attività notturne, caddero in confusione. La luce ricoprì tutto, riempiendo il cielo.

Poi, rapidamente come era venuta, l’alba si fermò, ed il sole scomparve nuovamente.

Il far sorgere anzitempo il sole, esaurì Harry. Anche il più forte degli Elementali, non poteva contenere tale oneroso compito per troppo tempo. Harry si accasciò contro Draco, mentre la luce si affievolì.

“Mi sento confuso”, bisbigliò, sbattendo le palpebre. “Penso di aver bisogno di dormire...

Draco, stordito dalla luce balenante nel cielo e la sincera devozione negli occhi di Harry, accennò col capo, e strinse la sua presa sulle sue spalle. “Allora dormi. Ci penso io alla sicurezza.” Poi, inclinandosi ulteriormente contro Harry, Draco posò le labbra contro il suo orecchio, baciandone il delicato guscio e parlò a bassa voce. “Ti avevo detto che Lord Voldemort aveva ragione a temerti, Harry. Tu, Harry, sei molto più forte di lui. Ma io, sono qui, per te. Ti amo.”

Harry assentì col capo. “Ti amo, Draco”, mormorò Harry sonnolentemente.

Draco strofinò dolcemente le spalle di Harry, carezzando la pelle del giovane al ritmo del suo respiro. Quando si fu assicurato che Harry stava dormendo, Draco rivolse la sua attenzione a Sirius Black e Remus Lupin.

“Bene”, disse Draco, furbescamente, “Lord Voldemort, se è là fuori, sa che Harry scoprì i suoi poteri. Dubito che saremo capaci di impedire una guerra ancora per molto.

Draco fu divertito al notare che Sirius Black non sembrava essere molto interessato nel parlare di Lord Voldemort. I suoi occhi, brillanti, scivolavano dalla forma accasciata di Harry, a Draco, per poi tornare indietro nuovamente.

“Le tue intenzioni verso il mio figlioccio, sono onorevoli?” Chiese Sirius, con voce ferma. “Perché se gli farai del male, Malfoy, se lo farai soffrire...te ne farò pentire.

Remus posò una mano sul braccio di Sirius e l’uomo si rilassò notevolmente. Draco sorrise quando osservò l’effetto che, tale azione, aveva su Sirius. Era evidente che i due fossero innamorati.

Draco rivolse nuovamente lo sguardo su di Harry per un attimo. Il ragazzo era arricciato contro Draco, posando la testa sulle spalle di Draco. Questi abbassò le mani, strofinando la schiena di Harry dolcemente. Poi, volse la sua attenzione nuovamente a Sirius, che ancora stava guardando ogni sua mossa.

“Le mie intenzioni verso Harry sono completamente onorevoli. Ammetto che le...circostanze...in cui io acquisii Harry, fossero un poco ombroso. Suo zio, l’ha maltrattato, e molto, ho paura... Draco fece una pausa, pigiando un bacio gentile nella confusione di capelli che si arricciavano sulle tempie di Harry. “L’amo, se è quello che mi stai chiedendo, Black. Harry è un regalo molto prezioso, ed io, ho tutta l’intenzione di proteggere il mio regalo.

Remus, notò Draco, sembrò alquanto sorpreso che un vampiro potesse maneggiare un essere mortale—ed un debito di sangue, per quello—così dolcemente, e sorrise. “Se quello che hai detto dei suoi parenti è vero, e credo che sia così, dato che non abbiamo ragione di presumere il contrario, allora sono contento che ti prenda cura di lui. Ci sarebbe piaciuto allevare Harry, sai, ma non fu possibile.

Continuando i movimenti calmanti delle sue mani contro le spalle e la schiena di Harry, Draco, accennò col capo. “La prima guerra cambiò la faccia della terra. Io ho assunto il potere dopo la scomparsa di Voldemort. Sospetto che i sostenitori d’entrambe le parti, finirono per fuggire per salvare le loro vite. Dubito che Harry vi riterrà colpevoli per quello. Harry non è quel genere di persona. Dubito che sappia realmente odiare, chiunque.

“Mangi...il cibo...Malfoy? Abbiamo una mezza pentola di stufato. Harry ne ha mangiato la maggior parte... Chiese Remus, gentilmente.

Draco scosse il capo. “No, preferisco mangiare altre cose”, e rivolse gli occhi al collo di Harry per un momento, poi alzò lo sguardo, soddisfacendo lo sguardo fisso di Sirius. “Grazie per l’offerta, comunque.”

Facendo una pausa, Draco guardò su, verso Sirius e Remus. “Harry ha menzionato, molte volte, il desiderio di voler ritornare al Possedimento dei Potter. Vuole vedere il luogo, e cercare alcuni documenti che suo padre poteva aver lasciato sulla sua...condizione...sapete se per caso ve ne siano?”

Sirius guardò per un minuto Remus, poi nuovamente Draco. “Non c’è più nulla, Malfoy”, disse piano. “Andato. Alcune settimane fa, un’incursione ha distrutto il luogo. Non c’è più nulla da trovare. Ora è solo un mucchio di pietre.

Draco osservò che la voce di Sirius tremò, all’ultima osservazione. Draco guardò addolorato in giù, verso il compagno addormentato. “Gli e lo dirò domattina”, bisbigliò Draco, abbracciandolo ermeticamente.

Nonostante quello che probabilmente pensate”, Aggiunse Draco, guardando entrambi gli uomini, “volevo che vedesse il luogo. Pensavo che potesse rendergli un poco di pace...

Remus, sorrise quasi gentilmente, a Draco. “Sembra, Malfoy, che tu sia riuscito a farlo. Harry sta gettando arcobaleni tutti i giorni...Sembra davvero così simile a suo padre.

Osservando l’espressione confusa sul volto di Draco, Sirius continuò la spiegazione.

“Quando James incontrò Lily Evans, gettava dappertutto arcobaleni—senza neppure accorgersene. Disse l’uomo.

Remus, che stava frugando attraverso le sue borse, gli offrì una coperta. Draco la prese dall’uomo con gli occhi ambrati, ma, invece di avvolgerlo attorno a lui, l’usò per dare ulteriore calore a Harry. Remus sorrise.

“Gli elementali, sono sottoposti fortemente alle loro emozioni”, disse quietamente Remus. “Le forti emozioni, possono provocare sempre dei cambi nel tempo. Se uno degli elementali della natura—specialmente uno come Harry—potesse imparare a controllare i suoi poteri, è facile che sia più capace di Voldemort.”

“Pensavo che Lord Voldemort fosse uno degli elementi della natura”, bisbigliò Draco.

Remus scosse la testa. “La linea di Slytherin dovette vendere il loro destino all’oscurità, per guadagnare tale potere. Il potere di Harry è puro. E’ un regalo degli dei alla sua famiglia, e nessun altro. Il potere di Harry non è limitato dai confini imposti dall’oscurità. Harry può usare i suoi regali come vuole.

Ora, Draco aveva una più grande comprensione dei fatti. “E’ per quello che i genitori di Harry furono uccisi? Voldemort sapeva che, se il bambino corretto nascesse nella famiglia, tale bambino poteva sconfiggerlo.

Sirius accennò col capo. “Esattamente. Harry è quel bambino, chiaramente. Ecco perché, Voldemort lo volle morto. Ecco perché è così importante che Harry resti vivo.

Cadde il silenzio, l’unico suono nel gruppo era quello dei baci che Draco posava sul viso dell’addormentato Harry.

 

 

L’erede dei Potter, era potente, Voldemort lo sapeva. Due volte aveva tentato di ucciderlo, senza riuscirci. Ora, l’esplosione di luce diurna durante le ore più scure della notte, era una prova che il bambino era consapevole delle sue capacità.

Inoltre, il ragazzo era nella foresta tra Rectorland Est e Rectorland dell’Ovest. Dopo l’attacco fallito nei possedimenti Potter, si era ritirato al sicuro, aspettando che il corpo ferito recuperasse e che l’occasione opportuna per riprendere il suo titolo si presentasse.

Poco rimaneva, ora, del potente Lord Voldemort. Era sottile e debole, un nulla in mantello nero. Il cibo che gli permise di sopravvivere, erano teste di roditori. I suoi sostenitori, erano ancora con lui, forti abbastanza. Gli portarono in regalo ratti e serpenti per alimentarlo. I suoi seguaci più fedeli, stavano cercando un modo per ridargli la sua forza. Erano ormai 20 anni che aspettava per trovare una risposta a questo.

Ma Voldemort, era un vampiro. Aveva l’eternità, e certamente, poteva aspettare un poco ancora. Gli diede il tempo per pianificare la sua vendetta contro Potter. Voldemort era il Lord dei Lord. Voldemort dominerebbe la terra. Due creature, però, erano d’ostacolo ai suoi piani. Doveva distruggerli entrambi; l’usurpatore, Draco Malfoy, e Harry Potter, l’ultimo dei Gryffindor Elementali.

Il mondo, pensò Voldemort, avrebbe imparato presto a temerlo di nuovo.

 

 

Harry si svegliò con l’alba. Era premuto contro Draco, e sospirò, premendo il viso nel torace di Draco. Draco, notò Harry, non aveva una coperta. Harry era caldo, piegato al sicuro dotto due coperte.

Sirius e Remus erano addormentati, inclinati uno contro l’altro, per cercare conforto.

Alzando leggermente la sua testa, Harry volse gli occhi a Draco. Il vampiro era sveglio, guardandolo. “Non hai freddo?” Bisbigliò Harry.

Draco scosse la testa. “No, tu sei abbastanza caldo per entrambi. Un bacio gentile, venne posato sulla fronte del giovane. “Hai dormito bene?”

Sorridendo, Harry accennò col capo. “Molto bene. Sei comodo”, disse con un piccolo sorriso sul volto. “Hai fame, Draco? Non hai mangiato in molti giorni...

“Sono affamato, ma prima dobbiamo parlare di qualcosa. Perchè te ne sei andato senza dirmi nulla? Sarei venuto con te. Non ti avrei impedito di venire a vedere la tua casa ancestrale.”

Harry distolse lo sguardo, vergognoso. Draco gli afferrò il mento, obbligandolo a fissare i suoi occhi. “Rispondimi, Harry.

I brillanti occhi verdi si restrinsero. “Perchè sono pericoloso, Draco! Io sono pericoloso! Ho distrutto l’intero clima attorno al tuo feudo! E se succedesse altro, Draco? Se ti accadesse qualcosa per causa mia?”

La presa di Draco su Harry si intensificò, e Draco attrasse il suo innamorato ancora più vicino al suo corpo. “No, tu non sei pericoloso, Harry. Non lo sei. Insieme, riusciremo a trovare un modo per controllare il tuo potere. Non ti lascerò.

Harry si strinse ancora di più a Draco, sospirando. “ti amo, Draco. Davvero.”

Draco accennò con il capo. “Lo so, prediletto...lo so.”

Due occhi verdi maliziosi, incontrarono lo sguardo fisso di Draco. “Affamato, Draco?” Bisbigliò Harry.

Guardando il dolce aumento e caduta del torace di Harry, il delicato pulsare del sangue attraverso le vene del suo collo, Draco comprese che, in effetti, era davvero molto affamato. stava morendo di fame, davvero. “Marmocchio”, bisbigliò affettuosamente, abbassando le labbra sul collo di Harry.

Draco baciò dolcemente la pelle, trasportando le sue mani per strofinare leggermente contro il membro nei pantaloni di Harry. Draco sentì la pelle calda sotto le sue mani. La virilità di Harry che cresceva contro la mano di Draco, e il quieto lamento di Harry.

“Silenzio”, bisbigliò Draco. “Non vogliamo risvegliare i nostri compagni.”

Harry assentì col capo, anche se Draco dubitò alquanto che avesse capito. Draco continuò con i colpi gentili attraverso la stoffa tesa. Poi, baciò la pelle del collo di Harry, per poi far scivolare le sue zanne nella carne ed assaggiare il dolce, infuocato sangue di Harry. Assaggiava come l’aria dopo un temporale, facendo Draco, chiedersi se il tempo attraversasse il sangue del suo innamorato.

Draco sperò solo che il padrino di Harry continuasse a dormire. Dubitò fortemente che vederlo bere il sangue di Harry, cadesse in alcuna categoria che Sirius Black considerebbe come ‘intenzioni onorevoli’.

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