Harry Potter e la guerra mondiale magica

di mel91
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tutto ebbe inizio così ***
Capitolo 2: *** tante domande e poche risposte ***
Capitolo 3: *** inizia la scuola... quante sorprese e novità! ***
Capitolo 4: *** il passato misterioso di Melanie ***
Capitolo 5: *** ritorni e novità ***
Capitolo 6: *** La prima lezione di Difesa contro le Arti Oscure ***
Capitolo 7: *** Non per il piano... ***



Capitolo 1
*** Tutto ebbe inizio così ***


Harry Potter e la guerra mondiale magica finale

Harry Potter e la guerra mondiale magica

 

 

Cap. 1

Tutto ebbe inizio così

 

La vita è strana.

Questo era il pensiero di un ragazzo moro, con i capelli molto spettinati.

Mi sembra di rivivere l’anno scorso. Quando è morto Sirius…

Quel ragazzo era Harry Potter, diciassettenne, che stava camminando per Privet Drive.

Infatti come un anno prima era morto Sirius Black, pochi mesi prima era morto Silente, il preside di Hogwarts.

Ora non so più cosa fare. Potrei tornare a scuola oppure no. Ormai sono maggiorenne…

Questo pensiero lo colpì: era il giorno del suo diciassettesimo compleanno e lui sapeva cosa significava.

Lì a Privet Drive non aveva più alcuna protezione contro Voldemort.

Strano ma vero, a nessuno dei suoi amici era venuto in mente. Sapeva di essere sorvegliato, ma se era come l’anno prima… doveva cavarsela da sé.

 

In quel momento sentì un rumore alle sue spalle… il rumore di una Materializzazione. Anzi due.

Harry scrutò l’orizzonte, finché non vide tremolare un  cespuglio: vi si avvicinò, ma non aveva fatto neanche due passi che due ombre si alzarono da dietro di esso. 

Si trovò davanti due uomini che, benché incappucciati, riconobbe immediatamente: Macnair e Malfoy.

I capelli biondi del secondo contrastavano nettamente con i capelli scuri del primo.

Due uomini che odiava dal profondo del cuore: uno aveva quasi ucciso un ipprogrifo suo amico, l’altro era in primis il padre del suo acerrimo nemico, in secundis era uno stronzo Mangiamorte. Naturalmente anche Macnair era un Mangiamorte.

I due avevano un ghigno sul volto, un ghigno malefico. Harry non dovette pensare troppo a quale incantesimo volevano lanciargli

O cazzo…

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Grimmauld Place 12

Ron fissava Hermione: non la smetteva di camminare e intanto diceva:

-         Perché Ron? Perché Harry non ha risposto a tutte le lettere che gli abbiamo mandato? Quelli dell’ordine non si preoccupano, dicono che vuole essere lasciato solo…. Io non credo. Secondo me è nei guai e dovremmo andare a trovarlo.

-         Per la barba di Merlino! Oggi è il suo diciassettesimo compleanno!!! Vo…Voldemort lo può colpire!

-         Per tutte le cavallette hai ragione!!!

Hermione e Ron corsero giù per le scale e, appena incontrarono Lupin, gli raccontarono quello che avevano capito.

-         Lo so – rispose – ce lo siamo ricordato anche noi. Abbiamo mandato di corsa Tonks e Moody a Privet Drive, ma non ci hanno ancora risposto.

Hermione impallidì: Harry era nei guai se lo sentiva. Ma cosa poteva fare?  

 

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-         Immobilus!! - urlarono all’unisono i due.

Cosa?? Harry si ritrovò spiazzato. Pensava che quei due fossero venuti lì per ucciderlo, ed invece lo bloccavano?

Questo permise ai due Mangiamorte di riuscire nel loro intento.

Già, pensò Harry, solo Voldemort ha il dovere di uccidermi.

Stava pensando questo che sentì il rumore di una terza Materializzazione. 

Voldemort.

-         Salve Potter. Non si saluta più un vecchio nemico? Ah già, non puoi parlare…. Ragazzi lasciatelo.

-         Cosa, signore? Non dirà sul serio?- chiese Macnair.

-         Oh, invece sì.

Macnair guardò Lucius, che annuì col capo. Abbassarono le bacchette.

Finito l’effetto dell’incantesimo Harry pensò.

O merda… Cosa cazzo faccio?

Harry prese, dalla tasca dei pantaloni, la bacchetta.

-         Avada Kedrava!!

Prima ancora di poter anche lontanamente pensare ad un incantesimo il fascio verde gli era già addosso.

Il tempo rallentò. Harry poté dare uno sguardo a quel fascio mortale che si avvicinava.

Potrei anche morire. Non sono che una nullità.

Invece no. Io devo uccidere Voldemort, la persona che ha ucciso i miei genitori e anche, indirettamente, Sirius e Silente. Lo devo fare per loro, per Hermione, per Ron, per Lupin, e per tutti i miei amici.

 

Cosa faccio?  

Harry sentì uno strano formicolio agli occhi…

Che si tramutò in un lampo.

-         Ahh!! – urlò Voldemort. La maledizione senza perdono era ritornata indietro, tramutata: ora era Vodemort sotto l’effetto dell’incantesimo Immobilus. Si liberò poco dopo e si Smaterializzò.

I due Mangiamorte guardarono impietriti il loro capo andarsene.

Tentarono di lanciare degli incantesimi contro Harry, ma furono bloccati da due persone che Harry conosceva bene: Moody e Tonks. Macnair e Malfoy sparirono subito dopo.

-         Harry stai bene?- domandò Tonks.

Harry però era ancora sbalordito da quello che era successo.

Sono stato io? E se sì, cosa diavolo ho fatto? 

E così svenne.

 

Fine.

Lo so, è un po’ corto. È la mia prima fanfic siate clementi e recensite.

 

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Capitolo 2
*** tante domande e poche risposte ***


Harry Potter e la guerra mondiale magica

Harry Potter e la guerra mondiale magica

 

 

Cap. 2

Tante domande e poche risposte

 

 

-         Harry ? Harry svegliati ti prego!

Harry sentiva una voce. Era familiare…

Chi sei? Come mai non ti vedo? Cos’è quest’oscurità?

Harry infatti si trovava nel buio più completo. Un attimo prima stava per rispondere a Tonks che si sentiva un po’ stanco e poi si era ritrovato nell’oscurità.

Devo fare qualcosa…

-         Guardate, muove la mano!!! – la stessa voce di prima ora era speranzosa, quasi ansiosa.- Harry se riesci a sentirmi stringimi la mano.

Una mano calda ora teneva quella di Harry. Lui si sforzò di obbedire.

-         Bravo, adesso apri gli occhi… No, non ti muovere… rimani disteso.

Harry aprì le palpebre e si ritrovò a fissare i bellissimi occhi marroni della sua migliore amica Hermione, e quelli azzurri del suo migliore amico, Ron Weasley.

-         Harry! Per fortuna ti sei svegliato! Dormi da ben due giorni!!!

-         Cosa… cosa mi è successo? Dove mi trovo?

-         Sei crollato dopo che hai combattuto con Voldemort. Ti hanno portato qui Tonks e Moody. E siamo… siamo a Grimmauld Place. Cosa ti ricordi?

-         L’ultima cosa che ricordo è l’attacco di Voldemort e poi si fa tutto confuso… mi sembra di aver fatto qualcosa con gli occhi, ma non ne sono così sicuro. Cosa ho fatto?

Silenzio.

-         Moody dice di averti visto mandare un lampo di luce dagli occhi contro Vo… Vol.. Voldemort. – rispose Ron. Era la prima volta che pronunciava il nome di Voldemort.

Adesso Harry ricordava. Cosa diavolo ho fatto?

-         Ehm… qualcuno sa cosa ho fatto? Sempre se sono stato io…

-         Dopo che Moody ha raccontato cosa ha visto Lupin si è messo a cercare qualcosa nei libri di Silente.

-         Se ci fosse lui… - disse con malinconia Harry – saprebbe già la risposta.

-         È vero ma non ce la vorrebbe dire- rispose con un sorriso Hermione.

Di nuovo silenzio. Harry sembrava pensieroso e i suoi due amici erano preoccupati per lui. Dopotutto aveva fatto una cosa che non aveva spiegazione, o almeno per ora, neanche nel mondo della magia.

 

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Nell’altra stanza Lupin cercava disperatamente la risposta alla domanda che aleggiava nelle menti di chiunque in quella casa:

Cosa era successo ad Harry?

Aveva in mente una possibile risposta, ma gli sembrava così inverosimile che non ne aveva parlato con nessuno.

Era rimasto molto sconvolto quando Moody e Tonks erano tornati da Privet Drive con Harry svenuto. Come tutti d’altronde.

Harry era l’unica speranza che il mondo magico avesse contro Voldemort; e poi c’erano stati troppi lutti negli ultimi tempi.

Negli ultimi tempi, poi, era cambiato anche qualcos’altro in lui. Adesso sentiva di provare qualcosa di più d’una semplice amicizia per …

-         Ciao Lupin! Ti ho portato il caffè, pensavo ti potesse servire.- disse improvvisamente una voce.

Lupin non dovette neanche girarsi per capire chi era. Un attimo dopo la voce diceva:

-         Opps! Scusa ho fatto cadere un po’ di caffè per terra, stai attento.- chi poteva essere se non Tonks?

-         Grazie Tonks. E non importa per il caffè per terra, tanto prima o poi andava pulito il pavimento. Adesso ho un motivo in più. – le rispose con semplicità.

Lei arrossì.

 

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Intanto, in un’ altra parte del mondo…

 

-         Codaliscia come procede il nostro piano?

-         Bene Signore. Gli uomini hanno aderito con molto piacere al piano e non vedono l’ora ti usarlo.

-         Dì loro di non essere impazienti. Dopotutto, la pazienza è una virtù dei forti. E solo i forti vincono- ghignò Voi-sapete-chi (l’avevate capito, no? Nda)

-         Ma certo mio Signore.

 

 Harry Potter, pensò Voldemort presto la tua vita sarà mia! Anche se vorrei aver ascoltato tutta quella profezia!

 

-         Codaliscia! Cerca di scoprire qualcos’altro su quella profezia!

-         Sicuramente Mio Signore. Non la deluderò.

 

 

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Harry si stava lentamente riprendendo.

Era ancora sconvolto per quello che era successo ma, come era già successo in tutti gli anni che era ad Hogwarts, sapeva che prima o poi avrebbe scoperto tutto.

Solo sperava che fosse prima e non poi.

Sperava che Lupin trovasse presto una risposta.

Sperava di vivere un altro anno simile agli altri (perché aveva deciso di tornare a scuola)… sapeva già, comunque, che non sarebbe stato uguale perché Silente non c’era più.

Aveva preso però un’altra decisione e così a cena la comunicò:

-         Sentite, vorrei dirvi una cosa…- cominciò Harry. Tutti si zittirono.

-         Ti ascoltiamo Harry – rispose a nome di tutti Lupin.

-         Ho deciso di partire. Come vi ho raccontato dopo la morte di Silente, esistono degli Horcruses (cioè parti dell’anima in cui si è diviso Voldemort); voi ne avete già trovati e distrutti molti, ma non tutti. Ed io voglio andare a cercarli. Lo so, vi ho detto che quest’anno sarei tornato a scuola. E lo farò.. il primo giorno di scuola mi ritroverete sull’espresso come ogni anno, ma prima d’allora io sarò in giro per trovare gli Horcruses. Nessuno mi può far cambiare idea, quindi non ci provate; ormai ho preso la mia decisione.

-         Ti capiamo Harry. Ma per te non sarebbe meglio lasciare gli Horcruses a noi? Comunque se tu hai fatto la tua scelta io ti capisco e non ti fermerò.- rispose Lupin.

 Lui guardava rattristato Harry, perché sapeva che andandosene non avrebbe avuto sue notizie fino al primo di settembre. Ma non voleva essere egoista e obbligarlo a rimanere. Voleva che Harry sentisse di avere almeno un alleato in quella casa.

-         Harry se vuoi partire devi portarci con te- disse Ron

-         Giusto. Non puoi lasciarci qui.

-         E invece lo farò. Non voglio che corriate pericoli e soprattutto penso che questa sia una cosa che riguarda me e non voi. – aggiunse quest’ultima frase senza guardarli.

Sapeva che sarebbe stata dura stare senza i suoi amici, ma non voleva metterli in pericolo. Sapeva che sarebbe stato così portandoseli con sé.

-         Harry!! No, io non lo lascerò partire!- sbuffò la signora Weasley – Harry non puoi partire. Anche se sei maggiorenne non puoi lasciarci qui a penare per te. A me sapendoti solo, a rischiare la vita per una cosa che può fare benissimo l’Ordine, potrebbe venire un attacco di cuore!

-         Posso capire cosa pensa signora Weasley, ma quello che mi ha detto non mi farà cambiare idea. Anzi, non voglio accollare una cosa che ritengo mia sulle spalle dell’Ordine, che sono già abbastanza cariche! Detto questo me ne voglio andare a letto.- e si alzò, avviandosi verso la camera.

Nella cucina scese il silenzio..

Intanto Hermione e Ron si mettevano d’accordo per seguire Harry la mattina dopo, appena partito.

Di certo ebbero una bella sorpresa la mattina dopo, quando… trovarono il letto vuoto.

Sopra il letto trovarono un biglietto:

 

Cari Ron e Hermione,

pensavate veramente di farmela?

Ieri vi ho letto negli occhi quello che volevate fare ed allora sono partito presto, all’alba.

Vi lascio questo biglietto per non preoccuparvi.

Ci rivediamo il primo settembre alla stazione o sul treno.

Ciao,

                                                                                    Harry James Potter

 

 

 

 

Fine

 

 

Ciao a tutti, ora rispondo alle recensioni

 

tonkseremus4ever: grazie mille per i tuoi consigli e per il commento continua a leggere

terry:                     sono contenta che ti ispiri, grazie anche a te.

A tutti quelli che non vedevano la storia: vi piace adesso?

 

  

 

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Capitolo 3
*** inizia la scuola... quante sorprese e novità! ***


Harry Potter e la guerra mondiale magica

Harry Potter e la guerra mondiale magica

 

 

Cap. 3

Inizia la scuola… quante sorprese e novità

 

Era il primo giorno di scuola.

Ron e Hermione non stavano più nella pelle: tra poco avrebbero rivisto Harry, il loro migliore amico.

Si erano infuriati non poco alla vista del biglietto di Harry, ma poi avevano capito che, dopotutto, lo aveva scritto Harry e quindi si erano calmati.

-         Oh, Ron, chissà cos’ha fatto in questo tempo, se è cambiato, se è riuscito a distruggere gli Horcruses, se…

-         Hermione controllati! Sembri un’innamorata che aspetta il ritorno del proprio fidanzato dalla guerra!- Hermione arrossì- Vedrai, sarà vivo, starà bene….

-         Hermione! Ron!- una voce li fece voltare. Sì era proprio lui, Harry!

Gli corsero incontro:

-         Harry! Harry, come stai?

-         Harry! Cosa hai fatto per tutto questo periodo? Mi sei mancato da morire, amico!

-         Ehi, ehi calma… saliamo sul treno o lo perdiamo!

-         Giusto, giusto- aggiunse Hermione.

Mio Dio, Harry è tornato.

In fondo in fondo non ci credeva che sarebbe tornato. Pensava che sarebbe rimasto a combattere là fuori, solo.

Arrivati sul treno Hermione e Ron riuscirono ad evitare i loro compiti di Prefetto, e si potettero sedere insieme nell’ormai famoso ultimo vagone.

-         Allora Harry. Cosa hai fatto mentre eri via?- lo sollecitò Ron.

-         Nulla…- rispose il moro. Sembrava che non volesse parlarne.

-         Ma come nulla! Scommetto che hai avuto mille avventure e che non ce le vuoi raccontare!

-         SE VI DICO CHE NON è SUCCESSO NULLA, NON è SUCCESSO NULLA, INTESI? –urlò Harry. A quanto pareva, aveva i nervi a fior di pelle.

-         Come NULLA? HARRY SEI STATO VIA UN MESE PER AMOR DEL CIELO. CI HAI FATTO PREOCCUPARE E ADESSO NON CI VUOI DIRE NULLA?- urlò di rimando Hermione. Ron li fissò preoccupato. Non era da loro urlare in quel modo

-         AH, è VERO!! HARRY POTTER PREFERISCE FARE IL RE DELLE SOAP E NON DIRCI NULLA! TANTO LUI è L’EROE DEL MONDO E Può PERMETTERSI DI FAR PREOCCUPARE I SUOI AMICI, CHE PER POCO NON HANNO UN COLPO!- continuò Hermione; dopo questo uscì dalla porta, sbattendosela alle spalle.

 

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Ultimo vagone.

 

-         Ma cosa ti ha preso Harry? Capisco che se non vuoi dircelo, non vuoi dircelo, ma dovevi urlare?

-         Scusa è che non voglio parlarne, ma visto che continuavate ad insistere….. ho fatto male ad arrabbiarmi.

 

Mi sa proprio che non dovevo urlare con Hermione. Ma dopotutto anche lei mi ha urlato contro.

Però lei lo faceva solo perché era preoccupata per me…

-         La vado a cercare. Le devo chiedere scusa. Speriamo che mi perdoni…

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Corridoio.

 

Uhm… Harry deve sempre urlare. Ormai è il suo unico modo di comunicare…

Harry… ma perché mai mi sento così quando penso a lui?

Dopotutto è solo un amico, ma quando penso a lui arrossisco e adesso mi interessa sapere cosa pensa di me.

Forse in questo momento, sta pensando che sono una stupida ed una scocciatrice…

Non mi sarei dovuta comportare in quel modo…

Mmm se ci penso, mi incavolo con me stessa…

Sarà meglio che vada a chiedergli scusa.

 

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punto a metà tra il vagone e dove si era fermata Hermione

 

-         Harry! Ti stavo appunto venendo a cercare. Sai, io non dovevo…- cominciò lei.

-         Lascia perdere, è colpa mia, non dovevo…- la interruppe lui.

Non dovettero continuare. Quello che volevano dirsi ce l’avevano scritto in faccia.

-         Sarà meglio se vi preparate. Ormai manca poco- l’interruppe una voce. Ron.

-         Giusto. Hai ragione.

Qui sta succedendo qualcosa tra i due… pensò Ron Devo scoprire di cosa si tratta

 

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Hogwarts

 

I nostri tre eroi erano appena scesi dalla carrozza trainata dai Threstal, ormai non più temuti da Harry, che si sentirono chiamare:

-         Potter! Weasley! Granger! Nel mio ufficio.- era la McGranitt.

-         Subito professoressa.- i tre si diressero verso l’ufficio.

La McGranitt aveva accettato il posto di direttrice, ma aveva preferito lasciare l’ufficio di Silente vuoto. Era troppo pieno di ricordi per lei (non pensate male!! nda).

-         Cosa vuole?- domandò ansioso Ron.

-         Volevo solo dirvi, cosa che non ho potuto fare per lettera, che siete diventati tutti e tre Caposcuola. Sì, signor Potter anche lei. Se però non se la sente…

Harry capiva cosa volesse dire la direttrice.

Come Silente, anche lei pensava che avesse troppe responsabilità. Non ha tutti i torti.

-         No, professoressa non me la sento.- gli sguardi speranzosi di Hermione e Ron cambiarono, diventando un po’ tristi.

-         Adesso potete andare.

 

Harry uscì dall’ufficio, seguito dagli altri due. Sarebbe stato bello essere Caposcuola. Ma è meglio così.

 

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sala grande

 

Harry era seduto alla lunga tavola dei Grifondoro, in mezzo a Hermione e Ron, immerso nei suoi pensieri.

-         Scusatemi ragazzi. Colgo l’occasione per fare un annuncio. Una ragazza che viene dall’America, si unirà a noi. Il suo nome è Melanie Jones. Vieni avanti Melanie.

Tutti alzarono lo sguardo, e videro una ragazza dai capelli rossi e gli occhi verdi, entrare in sala.

Era vestita come una qualsiasi studentessa del primo anno, e non aveva nessun simbolo sul mantello.

Sembra mia madre, pensò Harry.

-         Melanie ha diciassette anni, e quindi entrerà direttamente dal settimo anno. Ha avuti buonissimi voti nella scuola in cui era, per cui non vedo problemi. Ora le faremo indossare il Cappello Parlante per sapere in quale casa sarà smistata.

Tutti applaudirono fragorosamente: era una vera novità, quella. A quanto pareva, il desiderio di Silente di far rimanere unite le case, con la McGranitt si era propagato anche ad altre scuole.

Melanie si sedette sullo sgabello e, dopo poco, il Cappello urlò:

-         GRIFONDORO!!- il tavolo rosso-oro applaudì.

-         Piacere sono Melanie.- disse la ragazza. Poi, in direzione di Harry, sorridendo e facendo finta di non riconoscerlo – mmm, tu mi sembri qualcuno di familiare…

-         Sì – rispose Harry, anche lui sorridendo- immagino che anche in America si sia sentito parlare di Harry Potter.

-         Certo!

Solo in quel momento Harry notò una strana collana appesa al collo della ragazza.

 

-         Molto bella quella collana Melanie. Ha un qualche significato?

-         Sì. Questo è un simbolo celtico che significa potere. Qui sotto c’è un piccolissimo diamante, che dovrebbe cambiare colore a seconda del momento. Ora è verde, cioè amicizia. Sto facendo amicizia… come se non lo sapessi…- dichiarò con un sorriso lei.

Finita la cena, nel dormitorio di Grifondoro ci fu una sorpresa: il letto di Melanie era stato aggiunto nel dormitorio del gruppo di Hermione.

 

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mattina dopo, sala grande

 

-         Buongiorno ragazzi- disse a voce alta la McGranitt – Weasley, prendi e distribuisci gli orari. Ora devo andare.

-         Ok, professoressa. – cominciò Ron. Poi, guardando l’orario- Nooo, abbiamo Pozioni! Questa sì, che è un’ingiustizia.

-         Dai Ron- disse Melanie – non può essere così strano, come lo dici tu… io ci ho parlato, e come vedi sono ancora viva!

L’umorismo durò poco. Infatti, appena scesi nei sotterranei, trovarono il professore Slughorn sulla porta.

-         Bene, ragazzi, entrate.

-         Sì, professore.

-         Bene – aggiunse lui, una volta che tutti si furono accomodati- come potete notare, da oggi abbiamo una nuova ragazza nella classe: sebbene lei abbia dei bellissimi voti, io desidererei farle un test signorina Jones.

La ragazza annuì. Era preparata; infatti rispose benissimo a tutte le domande che il professore le fece.

Ma come può essere?pensò Harry. Io non conosco la metà di queste cose! Si vede che le hanno già fatte in America.

Ma come diavolo può essere?pensò il professore. Ho chiesto cose che vanno oltre il livello M.A.G.O.!  Forse, e dico forse, le può sapere un insegnante di Pozioni o un Auror. Devo stare più attento a questa ragazza.

-         Molto bene! Adesso passiamo alla pozione….

La lezione di Pozioni passò in fretta, soprattutto perché la maggior parte della lezione era stata occupata dal test di Melanie.

All’ora successiva c’era Trasfigurazione.

-         Allora ragazzi. Siete ormai al settimo anno, perciò dovreste essere tutti capaci di trasformare una vostra piuma d’oca in un serpente. Mi raccomando però state attenti!

-         Sì, professoressa McGranitt.

Naturalmente Hermione ci riuscì al primo tentativi, come anche, sorprendentemente, Neville e Melanie.

Harry ci riuscì al secondo tentativo, mentre Ron ci mise un po’ di più.

 

 

 

 

Fine

Scusate se non rispondo alle recensioni ma sono di fretta. Un grazie comunque a chiunque legge questa ff.   

 

 

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Capitolo 4
*** il passato misterioso di Melanie ***


Harry Potter e la guerra mondiale magica

Harry Potter e la guerra mondiale magica

 

 

Cap. 4

Il passato misterioso di Melanie

 

Rumore di passi.

Paura, tanta paura…

-         Cosa facciamo?- chiese una ragazzina dai capelli rossi, che non doveva avere più di 10 o 11 anni.

-         Tranquilla, Melanie. Ce la caveremo.- le rispose un ragazzo biondo, con gli occhi azzurri.

-         Chi sarà? Cosa vorrà? Perché è venuto qui al campeggio?

-         Non farmi domande a cui non so rispondere, Mel.

-         Ok, scusa.

I due si zittirono. I passi si stavano lentamente avvicinando al loro nascondiglio. Ad un paio di metri da esso, una figura incappucciata, seguita da altre due, gridò:

-         Melanie Jones, stiamo cercando te! Finché non ti troveremo uccideremo tutti quelli che sono qui! È meglio se vieni fuori.

-         Oh, no!- disse la ragazza- mi devo consegnare!

-         Non dirlo neanche per scherzo- le rispose il ragazzo.- Tu rimani qui. Io li distraggo.

Senza aspettare risposta il ragazzo uscì correndo dal nascondiglio.

-         Signore, ce ne sta sfuggendo uno!

-         E allora inseguiamolo!- fu la risposta feroce del capo.

Si allontanarono di corsa, nella direzione in cui era scomparso il ragazzo.

Poco dopo, delle urla inumane raggiunsero le orecchie della ragazza, ma durarono poco. Infatti, pochi secondi dopo, regnava il silenzio.

 

 

-         Noooooooo!- urlò Melanie, svegliandosi. Per fortuna le sue compagne di stanza dormivano della grossa.

Lentamente si alzò dal letto.

Tremante, si infilò la sua vestaglia verde scuro, e senza far rumore scese le scale, fino a ritrovarsi in sale comune.

Continuando a tremare, si sedette nella poltrona più vicina al camino, anche se quest’ultimo era spento.

Erano molto giorni che continuava a fare quel sogno, anche prima di tornare ad Hogwarts. Anzi, quell’incubo.

Lei non sapeva che fine avesse fatto il suo più caro amico d’infanzia, e quasi ragazzo.

L’ultima volta che si erano visti era stata quella notte, quando lui si era sacrificato per salvarla.

Non ci vuole molta fantasia comunque, pensò lei. Ed è stata tutta colpa mia.

Strinse nel palmo della mano la collana, che portava al collo.

La pietra in quel momento era nera, come l’oscurità che l’aveva circondata quella notte maledetta. La collana era stata l’ultimo regalo che le aveva fatto lui. Da allora la portava sempre, perché aveva paura di dimenticare.

E lei non voleva dimenticare.

 

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mattina dopo, sala grande

 

La Sala Grande era quasi vuota.

Poche persone avevano il coraggio di alzarsi presto, anche la mattina della domenica.

Melanie, però, non era una di queste.

-         Ciao Melanie; anche tu ti sei alzata presto?- chiese una voce all’improvviso.

Melanie, che stava ripensando all’incubo che aveva fatto, si spaventò, e si girò con le bacchetta in mano.

Per fortuna, però, la bacchetta rimase sotto il tavolo, evitandole l’imbarazzo di spiegarsi.

-         Oh, Harry, sei tu!

-         Sì, chi credevi fossi?- disse Harry. Poi, guardandola attentamente, continuò- tutto bene? Sembra che tu abbia visto un fantasma.

-         Già, un fantasma…- rispose la ragazza- No, stai tranquillo, tutto bene.

A me non sembra,pensò lui,però facciamo finta di averci creduto.

-         Ehi, oggi si va ad Hogsmeade! Sei contenta? Aspetta,… ce l’hai il permesso?

-         Certo che ce l’ho!- rispose lei. Decise di metter da parte tutti i pensieri brutti, e di pensare solo a divertirsi.- non l’ho mai visitato!

-         Oh, guarda! Arrivano Ron ed Hermione, i soliti ritardatari. Mi sa che non si ricordavano di oggi.

 

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Hogsmeade

 

-         Wow! È davvero bellissimo qui!- esclamò Melanie.

Essendo la prima volta che era ad Hogwarts, non aveva mai visitato Hogsmeade. Così, i suoi amici si divertirono un mondo a farle fare una visita guidata del paese. C’era solo il piccolo problema, che le voci si accavallavano le une sulle altre per dire qualcosa in più su ogni posto.

Harry riuscì a parlare di Mielandia, raccontandole anche del passaggio segreto che da Hogswarts conduceva fino lì; Ron le parlò di Zonko con tutte le cianfrusaglie che c’erano, ed Hermione le raccontò la storia generale di Hogsmeade.

Melanie si trattenne dal ridere, quando Ron, Harry ed Hermione, tentarono di prendere ciascuno la parola per parlarle della Stramberga Strillante, usando tutti le medesime parole:

-         Ed è qui che, quattro anni fa…- s’interruppero perché avevano capito di stare usando le stesse parole.

-         Certo però, che qui non si muore certo di noia!- dichiarò Melanie, felice. Poco dopo si voltò, nervosa.

-         Tutto bene?- le chiese preoccupato Ron, arrossendo.

-         Sì, solo che mi sentivo osservata. – rispose lei- Sono una sciocca, vero?

-         Noo, anche a me fece un po’ impressione la prima volta, non si sa mai quando c’è un troll, o una fatina che ti stanno guardando.

-         Hai ragione Ron.- l’interruppe Harry – Ma stranamente anch’io mi sento osservato.

Non poterono dire altro. Gironzolando per Hogsmeade, erano finiti in una stradina laterale poco trafficata.

In un attimo una decina di figure incappucciate sbucò da ogni parte circondandoli. I ragazzi si schierarono fianco a fianco, le bacchette in mano, pronti al combattimento.

-         Signor Potter, signor Weasley, signorina Granger e signorina…- disse Lucius Malfoy in direzione di Melanie.

-         Jones - rispose lei.

-         Signorina Jones? Melanie Jones?- chiese Lucius, confuso. Si girò verso i suoi compari – quella che…

-         Non dovresti attaccarci, invece di perderti in chiacchiere?- chiese sarcastica, Melanie.

-         Crucio!- rispose Lucuis.

I ragazzi si spostarono. I Mangiamorte si divisero e poco dopo, tra di loro, c’era già, chi immobilizzato e chi legato, che guardava la scena.

Ron si preoccupò un po’ per Melanie: lei non aveva fatto le lezioni dell’ES. Scoprì, comunque, di non doversi preoccupare, lei se la cavava benissimo.

Un Pietrificus Totalus lo colse all’improvviso, immobilizzandolo. Stessa fine toccò a Hermione poco dopo.

-         Harry… che si fa?- chiese Melanie.

-         Mmm.. non lo…- Harry venne interrotto da due Avada Kedrava di Lucius e Macnair.

Stavolta, però, niente lampo…

-         Ahh!!!-  gridò Harry. Le maledizioni che avrebbero dovuto ucciderlo, lo colpirono in modo strano. Cominciò a tremare violentemente, tossendo come se non respirasse.

La collana di Melanie si illuminò improvvisamente, e uno scudo che sembrava di diamante circondò lei, Harry, Hermione e Ron, difendendoli da altri possibili attacchi.

Devo fare qualcosa pensò Melanie Sennò qui non ne usciamo vivi.

Strinse forte la collana. Gli occhi le divennero incolori e recitò strane parole che sembravano greche.

PUFF!

Lucius e Macnair si guardarono intorno confusi.

I quattro erano spariti.

 

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ingresso Hogwarts

 

La McGranitt stava camminando lentamente, discutendo con Madama Chips.

Avevano sentito che c’era stato un attacco ad Hogsmeade; tutti gli studenti erano tornati, tranne quattro: Harry, Melanie, Ron ed Hermione.

Dovevano fare qualc…

PUFF!

Improvvisamente quattro figure erano apparse. Proprio quei quattro!

-         Ragazzi! State bene?- chiesero ansiosi le professoresse.

-         Harry no. lo hanno colpito due Avada Kedrava, che non lo hanno ucciso però…- rispose Melanie, indicando Harry.

Intanto, il ragazzo si stava contorcendo per il dolore. Si sentiva come se avesse tutte le ossa rotte, ma riusciva a muoversi.

Madama Chips lo smaterializzò nell’infermeria, mentre la McGranitt ascoltava il resoconto di quello che era successo da Hermione.

-         … e dopo che avevano colpito Harry, Melanie ha fatto qualcosa di strano, creando uno scudo per proteggerci dalle Maledizioni Senza Perdono. E poi ci ha Smaterializzato qui… Ma questo è impossibile!- continuò Hermione.

-         Signorina Jones. Può spiegare quello che è successo?

-         Glielo posso spiegare dopo o domani?- chiese lei- Mi sento un po’ stanca e vorrei vedere come sta Harry.

Harry per favore non mi lasciare. Sei il mio migliore amico o forse…qualcosa di più pensava intanto Hermione. Non puoi morire chiaro? Non puoi farlo!

Ron, Hermione e Melanie si avviarono verso l’infermeria. I primi due guardavano impauriti Melanie. Aveva fatto cose impossibili!però non le chiedevano nulla. Era loro amica e avrebbero aspettato finché non si fosse sentita in grado di raccontarglielo.

 

Arrivati all’infermeria, videro Harry disteso su di un letto, senza contorcersi.

-         Mi ha dato dei tranquillanti, ma mi servono solo per non sentire dolore.- spiegò loro.

-         Ti devo ringraziare Melanie. Mi hai salvato la vita.- continuò.

C’eravamo anche noi Harry. Potresti ricordartelo pensò Hermione.

Restarono nell’infermeria finché Harry non si addormentò.

Prima che potessero dire qualsiasi cosa, la McGranitt entrò di corsa nella stanza.

-         Melanie?- disse.

-         Sì?- chiese l’altra.

-         C’è una persona che vuole vederti.

Chi poteva mai essere? Nessuno sarebbe venuto a trovarla, ora che era ad Hogwarts.

 

Entrò nell’ufficio della McGranitt. Una figura coperta da un mantello era seduta davanti alla scrivania. Per paura che la Preside si fosse fatta ingannare, Melanie tirò fuori la bacchetta.

-         Come puoi puntarmi la bacchetta contro? Non eravamo amici?- disse la figura ridendo.

Oddio… quella voce era molto, troppo simile a quella di…

I suoi pensieri furono interrotti dalla figura che si tolse il cappuccio.

-         Nathan…- disse lei.

Le gambe le cedettero…

 

Fine.

 

Allora che ne dite, vi piace?

Le rispose alle recensioni:

 

Gima                        grazie! Sto cercando di migliorare come ti sembra?

Marta90                   no, non centra nulla, comunque ecco un nuovo cap.

Fancesca                 grazie!

Emma                      vado avanti!

Claudia                    sto cercando di descrivere di più.

Marco                      non voglio mettere particolari inutili! Metto solo le cose che voglio

tonkseremus4ever si, vanno bene i consigli, però! Vi avevo chiesto di essere clementi

terry                        scusami, ma ginny e draco arriveranno presto!

 

Ciao e a presto

Mel91

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Capitolo 5
*** ritorni e novità ***


Harry Potter e la guerra mondiale magica

Harry Potter e la guerra mondiale magica

 

 

Cap. 5

Ritorni e novità

 

Le gambe le cedettero… per fortuna, però, Nate (si legge “Neit” nda) la prese al volo.

-         Nate… che ci fai qui? Come fai ad essere vivo? Ti credevo morto…- le lacrime impedirono a Melanie di continuare.

-         Vi lascio soli. Avete molto da dirvi- dichiarò la McGranitt, uscendo.

-         Mel, devi capirmi. Sono dovuto scappare, e dopo mi è stato ordinato di interrompere i contatti col passato. Dovevo farmi credere morto.

-         Ma le urla… quella sera…

-         Ti spiegherò tutto.

 

Senza aspettare risposta Nate uscì correndo dal nascondiglio.

-         -         Signore, ce ne sta sfuggendo uno!

-         -         E allora inseguiamolo!- fu la risposta feroce del capo.

Si allontanarono di corsa, nella direzione in cui era scomparso.

Nathan stava correndo con tutte le sue forze. Per fortuna, si allenava sempre con Melanie, la mattina presto, ed ora sapeva correre 10 Km senza arrancare. Non ci fu bisogno, comunque, di correrli tutti. Un’ ombra gli si parò davanti: era un Lupo Mannaro!!

Il Lupo cominciò ad “urlare” e a dimenarsi.

Nate respirò profondamente. Tirò fuori la bacchetta, e prima che il Lupo potesse attaccarlo, gridò:

-         Immobilus Lupestrus!- era l’Immobilus avanzato per poter fermare i Lupi.

Il Lupo si immobilizzò. Le urla cessarono. Nate si nascose. Era finita.

 

-         E questo è tutto quel che è successo.- disse Nate.

-         Come hai potuto farmi questo? Io ho pianto per te, mi sono disperata, non mangiavo, non dormivo, perché pensavo a te, che eri morto! Ed invece eri vivo, nascosto in un qualche posto… volevo morire!- ribatté Melanie.

-         Ma… non è colpa mia! Mi avevano proibito di contattare chiunque! E poi se io fossi tornato mi avresti fatto comunque questa scenata! Io pensavo che fossimo qualcosa di più che due amici e che mi avresti capito!- dichiarò lui.

 

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cortile

      -     Io pensavo che fossimo qualcosa di più che due amici e che mi avresti capito!- dichiarò lui.

-         Avevi detto che mi avresti chiamata! Che l’avresti fatto per dimostrarmi il tuo amore, dicendomi quello che non eri riuscito a dirmi - stava dicendo una rossa, rivolta ad un biondo- tutta l’estate, sono rimasta accanto al telefono, per aspettare la tua chiamata.

Gli occhi azzurri di lei fissavano rabbiosi quelli grigi di lui (ma chi saranno mai? nda).

Era esasperata: dopotutto lui le aveva promesso di amarla! Dopo aver disertato dai Mangiamorte, era subito andato da lei, per dirle che l’amava, che lei era la sua unica ragione di vita….

-         Lo so, è che mia madre mi ha sorvegliato, e dopo che ho lasciato i Mangiamorte per poco non mi ha ucciso!- ribatté lui.

-         Oh… scusa amore!- disse Ginny.- È che ero preoccupata! E quando sono preoccupata divento isterica. Perché…. Insomma tu  avevi detto che mi avresti chiamata, non lo hai fatto, io mi sono preoccupata, poi ti vedo arrivare a scuola senza problemi… quindi ho pensato che in realtà non mi amassi.

-         Sciocchina! Lo so Ginny - rispose con un sorriso Draco - Ormai ti conosco. Tutto come prima?

-         Ma certo!

Così i due si presero per mano e continuarono la loro passeggiata al chiaro di luna.

 

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ufficio della McGranitt

 

-         Certo che siamo più di due amici!- replicò lei- è che avresti potuto mandarmi un qualsiasi messaggio! Un indizio! Qualcosa come…. Aspetta! Sei tu che hai lanciato quel sasso contro la mia finestra quest’estate! Con quel biglietto…

 

Melanie stava leggendo un libro, distesa sul letto.

Era un libro di Matthew Reilly, intitolato Tempio (leggetelo, è formidabile! Nda)

CLUNCK!

Un forte rumore la richiamò. Proveniva dalla finestra.

Melanie si avvicinò lentamente la aprì. Un sasso entrò in quel preciso istante; c’era un biglietto legato:

 

Ti veglierò per sempre.

 

Ma chi diavolo…? Pensò lei… Forse…

 

 

 

-         Sì. Sono stato io.

-         Io… - Melanie era senza parole. Aveva sempre sperato che fosse suo, il biglietto, e ora non riusciva a crederci- ti chiedo scusa Nate. Hai ragione tu. Grazie!

Melanie si slanciò su Nathan, abbracciandolo. Era contentissima che fosse vivo.

-         Melanie… se ti fa piacere, ecco… vorresti che riprendessimo il nostro rapporto da dove lo abbiamo lasciato?

-         Certo!

Qualcuno bussò alla porta. Un attimo dopo la McGranitt si affacciava nella stanza.

-         Penso che vogliate saperlo: Harry si è svegliato.

 

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infermeria

 

-         Harry! – stava urlando Hermione, mentre piangeva e abbracciava Harry, quando Melanie e Nathan entrarono.

-         Hermione mi stai strozzando!- tentava di dirle Harry, invano.- oh, ciao Melanie… chi è il tuo amico?

Il nuovo entrato aveva sortito uno strano effetto: Hermione aveva mollato Harry, e questo era un bene, ma Ron era improvvisamente scattato.

-         Salve, il mio nome è Nathan Pike, e sono il…. ragazzo di Mel.- a questa parole Ron si rabbuiò.

-         Cosa? Mel non sapevo che avevi il ragazzo.

-         Bhè, lo credevo morto!

-         COSA? Racconta un po’.

Così Mel dovette raccontare tutto, compreso quella notte di 6 anni prima.

-         Come mai volevano ucciderti?

La risposta fu sconvolgente:

-         A causa di una profezia che recita così:

Ecco colei che aiuterà colui che può sconfiggere l’Oscuro Signore

Ella è nata all’albeggiare del sesto mese di 11 anni fa

Avrà il Segno e la potenza di un Drago

Avrà l’aiuto di uomini dall’animo buono e coraggioso

Ella è la Prescelta

 

-         Wow… allora tu sei legata in un qualche modo ad Harry? – chiese Hermione, sospettosa.

-         Sì, ma di sicuro non sentimentalmente..- rispose, schioccando un’occhiata a Hermione e a Nathan.

-         Ehi, io ora divento geloso…- continuò sullo stesso tono Nate.

-         Stai tranquillo, sei solo tu al centro dei miei pensieri, amore.

-         Qui state diventando matti!- sussurrò Ron. Era arrabbiato perché nel gruppo si stavano delle coppie: Hermione-Harry e Melanie-Nathan. Lui (indovinate un po’?) si era innamorato di Melanie, ma ora che questo suo “fidanzato” era tornato… Gli sembrava strano: proprio ora che Harry era stato attaccato, questo Nathan rientrava in scena? Deve essere una spia…

 

 

 

come vi sembra?

a me piace da impazzire!!!

adesso vedrete come Ron, innamorato di Melanie, darà del filo da torcere ai due piccioncini!

e come vi è sembrata la profezia su Mel? abbastanza intrigante non è vero?

ora le risposte:

 

 

 

Claudia: grazie! Kiss a te

terry: ma no! Non era Harry il suo ragazzo! lo descrivi biondo appunto x questo! Era Nate! E cmq eccoti i tuoi piccioncini

emma: la continuerò certo! E la curiosità sta a base dell’intelligenza, non dimenticarlo!

Marco: sennò che mistero è?

ginny88: spero che ti piaccia l’entrata in scena di d\g ( e nn è dolce e gabbana, chiaro?)

 

 

 

 

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Capitolo 6
*** La prima lezione di Difesa contro le Arti Oscure ***


Harry Potter e la guerra mondiale magica

 

 

Cap. 6

La prima lezione di Difesa contro le Arti Oscure

 

 

 

-         E allora tu saresti tutto quello che dice questa profezia?- chiese Hermione.

-         Sì. Sono nata il 1 giugno di 17 anni fa. Quando è stata formulata la profezia io ne avevo 11. Poi ho il Segno: qui sulla schiena- si indicò la scapola sinistra. – È come la mia collana *. Ce l’ho dalla nascita.

-         Wow! Mi piacerebbe vedere il tatuaggio, anche se so com’è fatto.- disse Harry. Poi si rese conto di quello che significava e arrossì.

Gli altri scoppiarono a ridere, tranne Nate, che fece finta di tirargli un pugno.

-         Non ci provare con la mia ragazza chiaro? Tieniti la tua!

-         E chi mai sarebbe la mia ragazza?- chiese Harry confuso. Hermione si girò, per non farsi vedere arrossire.

-         Ma come… pensavo che tu e lei…- disse l’altro, indicando ora Harry, ora Hermione- steste insie…- Melanie tirò una pacca sulla spalla di Nate. In che altro modo avrebbe potuto fargli capire di stare zitto? 

Sia Harry che Hermione arrossirono, poi si guardarono per un secondo, solo per poter distogliere lo sguardo subito dopo.

-         Wow! Melanie, è una storia veramente interessante – disse Ron. Forse cercava di tirare fuori d’impaccio i suoi amici, ma Nathan non pensava fosse così.

Lo squadrò, cercando di capire che fine avesse quel ragazzo.

Tutto quello che ne ricavò, fu un’occhiataccia da parte dell’altro.

-         Ah, è vero!- gridò ad un tratto Hermione- Mi sono appena ricordata di dirvi che è arrivato il nuovo insegnante di Difesa contro le Arti Oscure! Si chiama William… William… ah sì, William Race. Domani c’è la sua prima lezione, con la nostra classe. La McGranitt dice che è stata fortunata che lui abbia detto di sì. Si dice che sia veramente in gamba!

-         Speriamo che duri tutto l’anno! Sennò gli esami ne risentiranno…- disse Harry, sorridendo verso Hermione.

-         Già, proprio così. – rispose lei- Ma Harry ti rimetterai in tempo per le lezioni di domani?

-         Certo, Madama Chips dice che dovrei restare sotto osservazione, ma quale è meglio di quella dei propri amici?

 

 

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il giorno dopo, aula di Difesa contro le Arti Oscure

 

Un uomo sulla trentina, biondo con gli occhi azzurri e con gli occhiali, era vicino alla cattedra, quando gli studenti entrarono. Fece un sorriso incoraggiante a tutti quelli che entrarono, cosa che spinse Harry, con accanto Hermione, e Melanie, con accanto Nathan, ad andare in prima fila. Ron invece, si sistemò accanto a Seamus, nell’ultima. Lo sguardo dell’insegnante era penetrante, sembrava leggerti nella mente. Harry sentì uno strano formicolio alle tempie, come quando si fa la TAC.

-         Buongiorno, ragazzi.- cominciò il professore- Mi chiamo William Race, ma potrete chiamarmi Will, se vorrete. Siete al vostro ultimo anno, molto importante per tutti voi. Non solo per le vostre future carriere, ma anche perché dall’anno prossimo entrerete nel mondo degli adulti, e con la minaccia che c’è in questo momento, voi vi ritroverete in un futuro ben difficile.- i Serpeverde(che avrebbero fatto coppia con i Grifondoro per le lezioni di Difesa)  guardarono con astio Draco. Da quando aveva lasciato i Mangiamorte, non era molto benvoluto tra suoi compagni di casa.- Ma passiamo ad un argomento che riguarda questa materia: quanti di voi sanno evocare un Patronus? Uno corporeo, naturalmente.

Le mani dei Grifondoro, che avevano partecipato all’ES, si alzarono di scatto, insieme a quelle di Melanie e Nathan. Le mani dei Serpeverde invece rimasero ben inchiodate sui banchi.

-         Umh… vedo che buona parte della classe è già preparata… comunque oggi faremo una lezione pratica per approfondire l’argomento.

Un brusio di contentezza si diffuse nell’aula: le lezioni pratiche erano sempre le più divertenti e le più facili (per un gruppo in particolare…nda).

Con un cenno della bacchetta, il professor Race, spostò i banchi e mostrò una scatola.

-         Naturalmente non ci eserciteremo con un Dissenatore vero, ma con un Molliccio. La cosa che dovete fare voi è di pensare intensamente ad un pensiero felice, il più felice che avete, e dire l’incantesimo Expecto Patronum. Non penso che voi Serpeverde riuscirete subito a far uscire dalla bacchetta, qualcosa di più che un po’ di nebbiolina…- continuò il professore, scatenando delle risate di Seamus, Dean e Ron – Quindi io seguirò più voi, che gli altri ragazzi. Non vi dispiace vero?

-         Certo che no professore.- fu la risposta di tutti.

-         Bene, allora cominciamo.

Per Harry non fu difficile pensare a qualcosa di felice: guardando il professore rimproverare Draco perché non provava neppure a lanciare l’incantesimo, disse subito la formula, ed il maestoso cervo di sempre apparve, rendendolo ancora più felice. Anche se sapeva della storia di Ginny e Draco, ancora non gli perdonava tutto quello che era successo negli anni passati, in particolare il fatto che avesse il compito di uccidere Silente. Girò la testa e vide i Patronus dei suoi amici, a partire dalla marmotta (era una marmotta vero?) di Hermione fino ad un maestoso Ipprogrifo di…

ASPETTA UN ATTIMO! Di chi è l’Ippogrifo?

-         Oh, Harry… Vedo che ti piace il mio Patronus - disse una voce dolce, ma decisa; una voce conosceva dall’inizio dell’anno scolastico.

-         È tuo, Melanie? Bellissimo!

-         Harry cosa dici del mio?- chiese Nathan, leggermente infastidito da quell’amicizia tra la sua ragazza e Harry.

Ma cosa vado a pensare? Melanie è innamorata di me, e poi si vede lontano un miglio che Harry è interessato a Hermione… peccato che lui non sappia di essere corrisposto!

-         Oh, sì, è fantastico- continuò Harry, guardando un bellissimo Unicorno. Lo affascinava il fatto che Nathan e Melanie avessero due Patronus particolari.

Aveva letto un libro, consigliato da Hermione, in cui si parlava di Patronus e l’Ippogrifo e l’Unicorno, come la Fenice, erano assai rari, poiché richiedevano una certa forza d’animo. Di solito si legano a persone il cui destino è indeciso… Hermione gli aveva consigliato quel libro, anche perché diceva che i Patronus che hanno a che fare con i familiari, erano anche più rari degli altri.

-         Il tuo sembra “abituato”- ridacchiò Nate- a quanto ho sentito è dal terzo anno che ci riesci.

-         Già, con il professore più in gamba… anche se questo sembra essere al suo stesso livello.

La lezione continuò senza intoppi, anche se con qualche colpo di scena: Ron non riusciva a far apparire il suo Patronus, Draco invece ci riuscì, e il suo Patronus spaventò molte ragazze: era un Basilisco!!

Quando l’ora finì, il professore disse:

-         Harry Potter, ti puoi fermare un momento?

-         Sì, signore. – Harry fece cenno ai suoi amici di andare avanti, e quando si ritrovò da solo col prof chiese:

-         Voleva qualcosa?

-         Solo parlarti Harry; posso darti del tu? E chiamami Will.

-         Ma, certo… Will.

Il professore sorrise, nel sentire il tono di Harry: era un po’ sarcastico, ma al contempo rispettoso.

-         Bene Harry. Sono contento di avere te tra i miei studenti… hai una certa fama…-disse guardandolo negli occhi-  non che io ne voglia approfittare, chiaro- continuò.

Sembrava che Harry avesse intenzione di interromperlo, dicendogli le solite cose sul fatto che lui, la fama, non la cercava di certo!

-         Volevo solo farti sapere due cose: primo, se vuoi, hai il permesso di rifondare il gruppo di difesa che avevi fondato al quinto anno; secondo, voglio dirti che puoi contare su di me, per qualsiasi cosa: se vuoi sfogarti, se vuoi parlare di qualsiasi cosa… anche solo per prendere un po’ di tè o succo di zucca, ok?

-         Certo professore! Volevo dire… Certo Will.

Will rispose con un sorriso:

-         Adesso vai, o i tuoi amici si preoccuperanno per te.

-         Subito.

Harry uscì allegro dall’aula: sentiva di potersi fidare di quel professore, come si era sempre fidato di Lupin, o di Sirius.(tranne quando lo credeva un pazzo assassino! Nda)

-         Una cosa Harry…

-         Sì - rispose lui, rigirandosi verso di lui.

-         Volevo dirti che io conoscevo i tuoi genitori, e che sarebbero senza dubbio fieri di te!

-         Grazie… Will. Posso farti un’ultima domanda?

-         Certo.

-         Quando hai imparato ad essere un Legillimens?

La domanda lasciò di stucco il professore.

-         Come fai a sapere che lo sono?

-         All’inizio della lezione… ci ha sondato. Ormai ho imparato a fare l’Occlumante, anche se non avevo capito subito che lo eri.

-         Comunque l’ho imparato in questa scuola: allora il mio insegnante ce lo insegnò; come anche a diventare Animagus…

-         Davvero? E potresti insegnarcelo?

-         Forse Harry. Ma ora vai, sennò i tuoi amici penseranno che ti abbia punito.

-         Certo.

Harry, contento anche più di prima, uscì velocemente dall’aula.

Come si aspettava, i suoi amici erano lì fuori, ad aspettarlo. Con loro c’era anche Draco.

-         Allora? Che è successo?- chiese quest’ultimo.

-         Niente.- rispose misteriosamente il moro, con un sorriso sulle labbra.

 

 

Ciao a tutti! Scusatemi per il ritardo, ma le feste mi hanno ingolfato!

* la collana è (per chi non riuscisse a vedere l’immagine) come due simboli dell’euro, con una sola stanghetta, appoggiati sulle loro “schiene”.

Ora le risposte alle recensioni!

 

 

Terry         e fai bene ad avere sospetti! Vedrai cosa succederà nel prossimo cap!

Marco       già, la sua sarà una storia a parte in questa storia.  Mi dai una mano a decidere con chi metterlo?

ginny88    anch’io odio chi li chiama così! W Draco/Ginny 4 ever!!!!!!!!!!

Emma       Ronald avrà il suo bel daffare!

Claudia    sì, anch’io sono contenta che si sia svegliato! (dopotutto la scrivo io  la storia! ^_^)

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 7
*** Non per il piano... ***


Harry Potter e la guerra mondiale magica

Harry Potter e la guerra mondiale magica

 

 

Cap. 7

Non per il piano…

 

 

Harry si risvegliò felice nel suo letto.

All’inizio non sapeva perché, e gli venne in mente che forse, Voldemort era felice in quel momento.

Non può essere… mi brucerebbe la cicatrice… ma allora cosa…

Un ricordo interruppe il filo di pensieri: ma certo! Will! Sento di potermi fidare di lui…

Harry si alzò dal letto, andò in bagno e si vestì.

Così, dal nulla, sentì uno strano malessere allo stomaco…  poi dallo stomaco passò alla testa.

Il dolore era insistente, tipo pulsazione, solo che sembrava schiacciargli il cranio. Dopo un po’ l’intensità diminuì, e lui poté tirare un sospiro di sollievo.

Ma che diavolo…?

Visto che, però, ora era più che altro un leggero fastidio, decise di far finta di nulla.

Si accorse che Ron dormiva ancora della grossa, e lo lasciò a riposare.

Arrivò in Sala Grande, e sentì un delizioso profumino nell’aria…

Uhmm… uova e pancetta!

La sua colazione preferita, era lì, sul tavolo.

Melanie, che era lì, lo vide e gli fece cenno riavvicinarsi.

Con pochi passi, era gia lì.

-         Stai bene, Harry? Sei così pallido…- chiese Melanie, apprensiva.

-         Sì, tranquilla è solo un po’ di mal di testa.- rispose lui, evasivo.

Non voleva di certo farla preoccupare, e poi aveva fame.

Si era appena seduto al tavolo, che la vista gli si annebbiò.

Chiuse gli occhi, e quando li riaprì…

Questa non è certo la Sala Grande.

La stanza era buia e tetra. Di certo non traspariva calore dalle pareti tinte di nero e dalle tende dello stesso colore.

Un po’ di luce filtrava da una tenda non messa troppo bene, e lasciava intravedere il paesaggio: un bosco molto fitto.

I rami degli alberi sembrava animati, tipo il Platano Picchiatore.

Spostò il suo sguardo intorno a sé: c’era una decina di Mangiamorte, riuniti in cerchio. La sua faccia si posò sul primo a destra: Lucius Malfoy.

In quel momento la cicatrice fu come colpita da una scarica, ma Harry cercò di soprassedere.

-         Allora Lucius - disse Harry/Voldemort con voce roca- raccontami un po’… i Dissenatori sono dalla nostra parte?

-         Ci manca poco per convincerli. Già si considerano in “credito” per avermi fatto fuggire, quindi dovremo far loro una bella offerta… comunque, c’è uno di loro Noxus, mi pare si chiami, che è già convinto, e quindi cercherà di convincere i suoi “simili” .

-         Eccellente. – Harry rimase un po’ zitto, poi, come colpito da una folgorazione, cominciò ad urlare- Codaliscia! Codaliscia vieni qui!

Un uomo piccolo, con i capelli color paglia, si avvicinò. Tremava tutto, si capiva che aveva paura di quello che gli poteva accadere.

-         Si, mio Signore…

-         Allora a che punto sei con la profezia?

-         Non ho in mano nulla, per ora. Ma stia tranquillo, p-presto le potrò dire tutto!

-         Sbrigati, però… non posso più aspettare! Non per il piano… se non so cosa dice la profezia, non saprò come disfarmi di Potter! Dovrò occuparmi anche di Silente! Almeno per Potter, vedi di trovarmi qualcosa. Hogwarts mi serve!

Una voce interruppe Voldemort.

-         Harry! Harry svegliati! Non farmi preoccupare!- una voce femminile lo chiamava. Dove sei voce? Per un attimo Harry pensò che fosse di Hermione, ma non era così: era di Melanie.

-         Mel-Melanie.. sei tu?

-         Sì, sì Harry. Su apri gli occhi.

Harry cercò di fare quello che la ragazza aveva detto.

-         No, Harry non muoverti, apri solo gli occhi.

Piano piano Harry li aprì. Stava a contatto con il pavimento, e Melanie era chinata su di lui, con i capelli che gli facevano solletico sul viso (Wow! Certo che è proprio carina Melanie! NdHarry) (Harry! Sei proprio uno stupido, e Hermione! Nda)( non è vero! NdHarry – Sei tu che scrivi queste cose).

-         Stai tranquillo, Neville è andato a chiamare Madama Chips.

-         O-Ok… - Harry si interruppe per colpa del voltastomaco: ora aveva ripreso, e non accennava a diminuire.

-         Prego fate largo!- la voce di Madama Chips, inconfondibile, fece allontanare la piccola folla che si era formata.

-         Signor Potter, come si sente?

-         Sto male… ho la nausea… e non riesco… ad alzarmi in piedi…

Con un incantesimo di Appello, la medimaga fece arrivare una barella, su cui depositò il moro.

-         Aspetti… un attimo…- Harry faceva fatica anche a parlare- Melanie… potresti… avvertire…

-         Tranquillo. – disse l’interessata- avverto io Ron e Hermione.

-         Gra-Grazie.- detto questo, anche le ultime forze lo abbandonarono, e svenne.

La medimaga poté così, sotto lo sguardo attento di tutti, trasportare fuori dalla sala il corpo esanime di Harry.

Melanie, fino a fuori la sala, era rimasta accanto alla barella, ma quando Madama Chips deviò per andare in infermeria, lei volò su per le scale, dirigendosi verso la Sala Comune di Grifondoro.

Appena disse la parola d’ordine (Patronus), e la Signora Grassa si spostò, vide Ron ed Hermione parlare tranquillamente davanti al camino.

-         Ron! Hermione!- gridò verso di loro, impaurita, come per fargli capire cosa era successo.

-         Melanie! Tutto bene? Mi sembri scossa!- le rispose Hermione. Le fecce cenno di sedersi, ma l’altra rifiutò.

-         Non c’è tempo per sedersi! Dovete venire tutti e due, con me, in infermeria…

-         Che c’è in infermeria? Madama Chips vuole che controlliamo qualcosa?- chiese Ron noncurante, pensando che si riferisse ai loro doveri di Caposcuola (eh, già sono diventati Caposcuola. Scusate se non l’avevo detto prima ndA)

-         Vorrai dire chi c’è! C’è Harry!

-         COSA?!? – urlarono i due, ma non ricevettero spiegazioni.

Lei, infatti non aveva risposto, ma si era rigirata di nuovo verso il quadro. I due la seguirono.

Hermione le chiese cosa era successo, e Melanie cercò di spiegarle, ma la sua versione era incompleta: non sapeva cosa Harry avesse visto, ed Hermione chiedeva soprattutto questo.

-         NON LO SO! Hermione, come devo dirtelo?- disse lei, infine, esasperata.

-         Scusami, non volevo urlarti contro… e che sono preoccupata al massimo per Harry…- la voce di Hermione tremava, come anche la sua proprietaria.

Prima che Melanie potesse dire qualsiasi cosa, erano arrivati all’infermeria.

-         Madama, come sta Harry? Per favore ce lo dica! – disse Hermione.

-         Signorina Granger, il signor Potter in questo momento sta riposando.

La Medimaga cercò di allontanare i tre dal letto del malato, ma essi erano molto cocciuti e non si spostarono di un millimetro

-         Non avrei dovuto dimetterlo, l’altro giorno dopo l’attacco – sussurrò allora, cercando di non farsi sentire.

-         Cosa vuol dire?- urlarono i tre ragazzi. Evidentemente l’avevano sentita.

-         Bèh… non era ancora del tutto guarito, ma insisteva che stava bene, e che voi, i suoi amici, lo avreste tenuto d’occhio. A quanto pare si sbagliava.

-         No, Madama…. – una voce interruppe la discussione- non è colpa loro.

Quella voce, così sofferente e flebile, poteva appartenere solo ad una persona, in quella stanza: ad Harry!

-         Harry! – urlarono Hermione, Ron e Melanie.

-         Signor Potter!- gridò Madama Chips.- Adesso deve riposare. Non può permettersi di avere una ricaduta!

-         Ma no! Io… io… sto bene.- cercò di dire lui.

Madama Chips spinse fuori dalla stanza i tre ragazzi, scossi per aver visto il loro amico in quelle condizioni. Poi corse a somministrare ad Harry una pozione calmante. Quando finalmente si addormentò, gli tastò la fronte: bruciava. Evidentemente, la temperatura era molto elevata, perché il ragazzo era scosso da tremiti.

Uscendo per andare dalla Preside, Madama Chips incontrò Melanie, Ron, Hermione, a cui si erano aggiunti Nathan, Ginny e Draco, poiché avevano saputo cosa era accaduto.

-         Signori, restate qui mentre chiamo la Preside, ma non entrate! Il Signor Potter deve riposare, e non so ancora cosa gli è successo, quindi resterà in quarantena.

-         Ci può dire qualcosa, però?

-         No, non so nulla per ora.

I ragazzi si guardarono preoccupati: Harry era in pericolo, cosa potevano fare?

 

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infermeria, qualche minuto dopo

 

Una figura solitaria stava seduta, accanto ad un’altra distesa su un lettino.

Quella figura era una ragazza dai capelli castani e ricci, e i suoi occhi, di solito pieni di felicità, si stavano consumando in lacrime.

Quella ragazza era Hermione, che proprio non riusciva a smettere di piangere, vedendo Harry lì sul letto.

Harry stava avendo un sonno senza sogni, perché erano tutti incubi.

Hermione lo sapeva, perché il suo amato non la smetteva di agitarsi.

Sentì poi qualcuno bussare alla porta: era il segnale che si stava avvicinando qualcuno.

Si affrettò ad uscire e ad unirsi al resto dei ragazzi, mentre il rumore di passi si accentuava.

-         Come sta?- le chiesero.

-         Non posso dirvelo, perché…. Non lo so- rispose lei con semplicità- Anche se dormiva, continuava a rigirarsi nel letto, e poi lanciava dei gemiti, come se lo stessero picchiando.

I passi si avvicinarono ancora di più, fino a rivelarne i proprietari: la professoressa McGranitt, Madama Chips e il professor Race si stavano avvicinando a grande velocità, per poi entrare nell’infermeria, sbattendo la porta.

 

 

Ciao!

Le vostre risposte:

 

marco:     Wow! Non ci avrei mai pensato… mi sa che farò proprio quest’altra coppia!

ginny88:  Non ti preoccupare, basta che recensisci! (di nulla per la recensione!) per quanto riguarda la long-fic devi farla                                                                                                                           assolutamente! Scrivi troppo bene!

Terry :      Draco sta col gruppo perché adesso è un amico di Harry!

Giangia:    grazie per i complimenti! Per quanto riguarda l’insegnante… ho già un’idea!

 

Continuate a recensire mi raccomando!

Mel91

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