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Lista capitoli: Capitolo 1: *** Tutto ebbe inizio così *** Capitolo 2: *** tante domande e poche risposte *** Capitolo 3: *** inizia la scuola... quante sorprese e novità! *** Capitolo 4: *** il passato misterioso di Melanie *** Capitolo 5: *** ritorni e novità *** Capitolo 6: *** La prima lezione di Difesa contro le Arti Oscure *** Capitolo 7: *** Non per il piano... ***
Questo era il pensiero di un ragazzo moro, con i capelli
molto spettinati.
Mi sembra di rivivere l’anno scorso. Quando è morto Sirius…
Quel ragazzo era Harry Potter, diciassettenne, che stava
camminando per Privet Drive.
Infatti come un anno prima era morto Sirius Black, pochi
mesi prima era morto Silente, il preside di Hogwarts.
Ora non so più cosa fare. Potrei tornare a scuola oppure no. Ormai sono
maggiorenne…
Questo pensiero lo colpì: era il giorno del suo
diciassettesimo compleanno e lui sapeva cosa significava.
Lì a Privet Drive non aveva più alcuna protezione contro
Voldemort.
Strano ma vero, a nessuno dei suoi amici era venuto in
mente. Sapeva di essere sorvegliato, ma se era come l’anno prima… doveva
cavarsela da sé.
In quel momento sentì un rumore alle sue spalle… il rumore
di una Materializzazione. Anzi due.
Harry scrutò l’orizzonte, finché non vide tremolare uncespuglio: vi si avvicinò, ma non aveva fatto
neanche due passi che due ombre si alzarono da dietro di esso.
Si trovò davanti due uomini che, benché incappucciati,
riconobbe immediatamente: Macnair e Malfoy.
I capelli biondi del secondo contrastavano nettamente con i
capelli scuri del primo.
Due uomini che odiava dal profondo del cuore: uno aveva
quasi ucciso un ipprogrifo suo amico, l’altro era in primis il padre del suo
acerrimo nemico, in secundis era uno stronzo Mangiamorte. Naturalmente anche
Macnair era un Mangiamorte.
I due avevano un ghigno sul volto, un ghigno malefico. Harry
non dovette pensare troppo a quale incantesimo volevano lanciargli
Ron fissava Hermione: non la smetteva di camminare e intanto
diceva:
-Perché Ron? Perché Harry non ha risposto a tutte le lettere
che gli abbiamo mandato? Quelli dell’ordine non si preoccupano, dicono che
vuole essere lasciato solo…. Io non credo. Secondo me è nei guai e dovremmo
andare a trovarlo.
-Per la barba di Merlino! Oggi è il suo diciassettesimo
compleanno!!! Vo…Voldemort lo può colpire!
-Per tutte le cavallette hai ragione!!!
Hermione e Ron corsero giù per le scale e, appena
incontrarono Lupin, gli raccontarono quello che avevano capito.
-Lo so – rispose – ce lo siamo ricordato anche noi. Abbiamo
mandato di corsa Tonks e Moody a Privet Drive, ma non ci hanno ancora risposto.
Hermione impallidì: Harry era nei guai se lo sentiva. Ma
cosa poteva fare?
Cosa?? Harry si ritrovò spiazzato. Pensava che quei
due fossero venuti lì per ucciderlo, ed invece lo bloccavano?
Questo permise ai due Mangiamorte di riuscire nel loro
intento.
Già, pensò Harry, solo
Voldemort ha il dovere di uccidermi.
Stava pensando questo che sentì
il rumore di una terza Materializzazione.
Voldemort.
-Salve Potter. Non si saluta più un vecchio nemico? Ah già, non
puoi parlare…. Ragazzi lasciatelo.
-Cosa, signore? Non dirà sul serio?- chiese Macnair.
-Oh, invece sì.
Macnair guardò Lucius, che annuì col capo. Abbassarono le
bacchette.
Finito l’effetto dell’incantesimo Harry pensò.
O merda… Cosa cazzo faccio?
Harry prese, dalla tasca dei pantaloni, la bacchetta.
-Avada Kedrava!!
Prima ancora di poter anche lontanamente pensare ad un
incantesimo il fascio verde gli era già addosso.
Il tempo rallentò. Harry poté dare uno sguardo a quel fascio
mortale che si avvicinava.
Potrei anche morire. Non sono che una nullità.
Invece no. Io devo uccidere Voldemort, la persona che ha
ucciso i miei genitori e anche, indirettamente, Sirius e Silente. Lo devo fare
per loro, per Hermione, per Ron, per Lupin, e per tutti i miei amici.
Cosa faccio?
Harry sentì uno strano formicolio agli occhi…
Che si tramutò in un lampo.
-Ahh!! – urlò Voldemort. La maledizione senza perdono era
ritornata indietro, tramutata: ora era Vodemort sotto l’effetto dell’incantesimo
Immobilus. Si liberò poco dopo e si Smaterializzò.
I due Mangiamorte guardarono impietriti il loro capo
andarsene.
Tentarono di lanciare degli incantesimi contro Harry, ma
furono bloccati da due persone che Harry conosceva bene: Moody e Tonks. Macnair
e Malfoy sparirono subito dopo.
-Harry stai bene?- domandò Tonks.
Harry però era ancora sbalordito da quello che era successo.
Sono stato io? E se sì, cosa diavolo ho fatto?
E così svenne.
Fine.
Lo so, è un po’ corto. È la mia prima fanfic siate clementi
e recensite.
Chi sei? Come mai non ti vedo? Cos’è quest’oscurità?
Harry infatti si trovava nel buio più completo. Un attimo
prima stava per rispondere a Tonks che si sentiva un po’ stanco e poi si era
ritrovato nell’oscurità.
Devo fare qualcosa…
-Guardate, muove la mano!!! – la stessa voce di prima ora era
speranzosa, quasi ansiosa.- Harry se riesci a sentirmi stringimi la mano.
Una mano calda ora teneva quella di Harry. Lui si sforzò di
obbedire.
-Bravo, adesso apri gli occhi… No, non ti muovere… rimani
disteso.
Harry aprì le palpebre e si ritrovò a fissare i bellissimi
occhi marroni della sua migliore amica Hermione, e quelli azzurri del suo
migliore amico, Ron Weasley.
-Harry! Per fortuna ti sei svegliato! Dormi da ben due
giorni!!!
-Cosa… cosa mi è successo? Dove mi trovo?
-Sei crollato dopo che hai combattuto con Voldemort. Ti hanno
portato qui Tonks e Moody. E siamo… siamo a Grimmauld Place. Cosa ti ricordi?
-L’ultima cosa che ricordo è l’attacco di Voldemort e poi si fa
tutto confuso… mi sembra di aver fatto qualcosa con gli occhi, ma non ne sono
così sicuro. Cosa ho fatto?
Silenzio.
-Moody dice di averti visto mandare un lampo di luce dagli
occhi contro Vo… Vol.. Voldemort. – rispose Ron. Era la prima volta che
pronunciava il nome di Voldemort.
Adesso Harry ricordava. Cosa diavolo ho fatto?
-Ehm… qualcuno sa cosa ho fatto? Sempre se sono stato io…
-Dopo che Moody ha raccontato cosa ha visto Lupin si è messo a
cercare qualcosa nei libri di Silente.
-Se ci fosse lui… - disse con malinconia Harry – saprebbe già
la risposta.
-È vero ma non ce la vorrebbe dire- rispose con un sorriso
Hermione.
Di nuovo silenzio. Harry sembrava pensieroso e i suoi due
amici erano preoccupati per lui. Dopotutto aveva fatto una cosa che non aveva
spiegazione, o almeno per ora, neanche nel mondo della magia.
Nell’altra stanza Lupin cercava disperatamente la risposta
alla domanda che aleggiava nelle menti di chiunque in quella casa:
Cosa era successo ad Harry?
Aveva in mente una possibile risposta, ma gli sembrava così
inverosimile che non ne aveva parlato con nessuno.
Era rimasto molto sconvolto quando Moody e Tonks erano
tornati da Privet Drive con Harry svenuto. Come tutti d’altronde.
Harry era l’unica speranza che il mondo magico avesse contro
Voldemort; e poi c’erano stati troppi lutti negli ultimi tempi.
Negli ultimi tempi, poi, era cambiato anche qualcos’altro in
lui. Adesso sentiva di provare qualcosa di più d’una semplice amicizia per …
-Ciao Lupin! Ti ho portato il caffè, pensavo ti potesse
servire.- disse improvvisamente una voce.
Lupin non dovette neanche girarsi per capire chi era. Un
attimo dopo la voce diceva:
-Opps! Scusa ho fatto cadere un po’ di caffè per terra, stai
attento.- chi poteva essere se non Tonks?
-Grazie Tonks. E non importa per il caffè per terra, tanto
prima o poi andava pulito il pavimento. Adesso ho un motivo in più. – le
rispose con semplicità.
-Bene Signore. Gli uomini hanno aderito con molto piacere al
piano e non vedono l’ora ti usarlo.
-Dì loro di non essere impazienti. Dopotutto, la pazienza è una
virtù dei forti. E solo i forti vincono- ghignò Voi-sapete-chi (l’avevate
capito, no? Nda)
-Ma certo mio Signore.
Harry Potter, pensò
Voldemort presto la tua vita sarà mia! Anche se vorrei aver ascoltato tutta
quella profezia!
-Codaliscia! Cerca di scoprire qualcos’altro su quella
profezia!
Era ancora sconvolto per quello che era successo ma, come era
già successo in tutti gli anni che era ad Hogwarts, sapeva che prima o poi
avrebbe scoperto tutto.
Solo sperava che fosse prima e non poi.
Sperava che Lupin trovasse presto una risposta.
Sperava di vivere un altro anno simile agli altri (perché
aveva deciso di tornare a scuola)… sapeva già, comunque, che non sarebbe stato
uguale perché Silente non c’era più.
Aveva preso però un’altra decisione e così a cena la
comunicò:
-Sentite, vorrei dirvi una cosa…- cominciò Harry. Tutti si
zittirono.
-Ti ascoltiamo Harry – rispose a nome di tutti Lupin.
-Ho deciso di partire. Come vi ho raccontato dopo la morte di
Silente, esistono degli Horcruses (cioè parti dell’anima in cui si è diviso
Voldemort); voi ne avete già trovati e distrutti molti, ma non tutti. Ed io
voglio andare a cercarli. Lo so, vi ho detto che quest’anno sarei tornato a
scuola. E lo farò.. il primo giorno di scuola mi ritroverete sull’espresso come
ogni anno, ma prima d’allora io sarò in giro per trovare gli Horcruses. Nessuno
mi può far cambiare idea, quindi non ci provate; ormai ho preso la mia
decisione.
-Ti capiamo Harry. Ma per te non sarebbe meglio lasciare gli
Horcruses a noi? Comunque se tu hai fatto la tua scelta io ti capisco e non ti
fermerò.- rispose Lupin.
Lui guardava
rattristato Harry, perché sapeva che andandosene non avrebbe avuto sue notizie
fino al primo di settembre. Ma non voleva essere egoista e obbligarlo a
rimanere. Voleva che Harry sentisse di avere almeno un alleato in quella casa.
-Harry se vuoi partire devi portarci con te- disse Ron
-Giusto. Non puoi lasciarci qui.
-E invece lo farò. Non voglio che corriate pericoli e
soprattutto penso che questa sia una cosa che riguarda me e non voi. – aggiunse
quest’ultima frase senza guardarli.
Sapeva che sarebbe stata dura stare senza i suoi amici, ma
non voleva metterli in pericolo. Sapeva che sarebbe stato così portandoseli con
sé.
-Harry!! No, io non lo lascerò partire!- sbuffò la signora
Weasley – Harry non puoi partire. Anche se sei maggiorenne non puoi lasciarci
qui a penare per te. A me sapendoti solo, a rischiare la vita per una cosa che
può fare benissimo l’Ordine, potrebbe venire un attacco di cuore!
-Posso capire cosa pensa signora Weasley, ma quello che mi ha
detto non mi farà cambiare idea. Anzi, non voglio accollare una cosa che ritengo
mia sulle spalle dell’Ordine, che sono già abbastanza cariche! Detto questo me
ne voglio andare a letto.- e si alzò, avviandosi verso la camera.
Nella cucina scese il silenzio..
Intanto Hermione e Ron si mettevano d’accordo per seguire
Harry la mattina dopo, appena partito.
Di certo ebbero una bella sorpresa la mattina dopo, quando…
trovarono il letto vuoto.
Sopra il letto trovarono un biglietto:
Cari Ron e
Hermione,
pensavate
veramente di farmela?
Ieri vi ho letto negli
occhi quello che volevate fare ed allora sono partito presto, all’alba.
Vi lascio questo
biglietto per non preoccuparvi.
Ci rivediamo il
primo settembre alla stazione o sul treno.
Ciao,
Harry James Potter
Fine
Ciao a tutti, ora rispondo alle recensioni
tonkseremus4ever:
grazie mille per i tuoi consigli e per il commento continua a leggere
terry:sono contenta che ti ispiri, grazie anche a te.
A tutti quelli che non vedevano la storia: vi piace adesso?
Capitolo 3 *** inizia la scuola... quante sorprese e novità! ***
Harry Potter e la guerra mondiale magica
Harry Potter e la guerra mondiale magica
Cap. 3
Inizia la scuola… quante sorprese e novità
Era il primo giorno di scuola.
Ron e Hermione non stavano più nella pelle: tra poco
avrebbero rivisto Harry, il loro migliore amico.
Si erano infuriati non poco alla vista del biglietto di
Harry, ma poi avevano capito che, dopotutto, lo aveva scritto Harry e quindi si
erano calmati.
-Oh, Ron, chissà cos’ha fatto in questo tempo, se è cambiato,
se è riuscito a distruggere gli Horcruses, se…
-Hermione controllati! Sembri un’innamorata che aspetta il
ritorno del proprio fidanzato dalla guerra!- Hermione arrossì- Vedrai, sarà
vivo, starà bene….
-Hermione! Ron!- una voce li fece voltare. Sì era proprio lui,
Harry!
Gli corsero incontro:
-Harry!
Harry, come stai?
-Harry! Cosa hai fatto per tutto questo periodo? Mi sei mancato
da morire, amico!
-Ehi, ehi calma… saliamo sul treno o lo perdiamo!
-Giusto, giusto- aggiunse Hermione.
Mio Dio, Harry è tornato.
In fondo in fondo non ci credeva che sarebbe tornato.
Pensava che sarebbe rimasto a combattere là fuori, solo.
Arrivati sul treno Hermione e Ron riuscirono ad evitare i
loro compiti di Prefetto, e si potettero sedere insieme nell’ormai famoso
ultimo vagone.
-Allora Harry. Cosa hai fatto mentre eri via?- lo sollecitò
Ron.
-Nulla…- rispose il moro. Sembrava che non volesse
parlarne.
-Ma come nulla! Scommetto che hai avuto mille avventure
e che non ce le vuoi raccontare!
-SE VI DICO CHE NON è SUCCESSO NULLA, NON è SUCCESSO
NULLA, INTESI? –urlò Harry. A quanto pareva, aveva i nervi a fior di pelle.
-Come NULLA? HARRY SEI STATO VIA UN MESE PER AMOR DEL
CIELO. CI HAI FATTO PREOCCUPARE E ADESSO NON CI VUOI DIRE NULLA?- urlò di
rimando Hermione. Ron li fissò preoccupato. Non era da loro urlare in quel modo
-AH, è VERO!! HARRY POTTER PREFERISCE FARE IL RE DELLE
SOAP E NON DIRCI NULLA! TANTO LUI è L’EROE DEL MONDO E Può PERMETTERSI DI FAR
PREOCCUPARE I SUOI AMICI, CHE PER POCO NON HANNO UN COLPO!- continuò Hermione;
dopo questo uscì dalla porta, sbattendosela alle spalle.
I nostri tre eroi erano
appena scesi dalla carrozza trainata dai Threstal, ormai non più temuti da
Harry, che si sentirono chiamare:
-Potter! Weasley! Granger! Nel mio ufficio.- era la McGranitt.
-Subito professoressa.-
i tre si diressero verso l’ufficio.
La McGranitt aveva
accettato il posto di direttrice, ma aveva preferito lasciare l’ufficio di
Silente vuoto. Era troppo pieno di ricordi per lei (non pensate male!!
nda).
-Cosa vuole?- domandò
ansioso Ron.
-Volevo solo dirvi, cosa
che non ho potuto fare per lettera, che siete diventati tutti e tre Caposcuola.
Sì, signor Potter anche lei. Se però non se la sente…
Harry capiva cosa volesse
dire la direttrice.
Come Silente, anche lei pensava che avesse troppe
responsabilità. Non ha tutti i torti.
-No, professoressa non
me la sento.- gli sguardi speranzosi di Hermione e Ron cambiarono, diventando
un po’ tristi.
-Adesso potete andare.
Harry uscì dall’ufficio,
seguito dagli altri due. Sarebbe stato bello essere Caposcuola. Ma è
meglio così.
Harry
era seduto alla lunga tavola dei Grifondoro, in mezzo a Hermione e Ron, immerso
nei suoi pensieri.
-Scusatemi ragazzi.
Colgo l’occasione per fare un annuncio. Una ragazza che viene dall’America, si
unirà a noi. Il suo nome è Melanie Jones. Vieni avanti Melanie.
Tutti
alzarono lo sguardo, e videro una ragazza dai capelli rossi e gli occhi verdi,
entrare in sala.
Era
vestita come una qualsiasi studentessa del primo anno, e non aveva nessun
simbolo sul mantello.
Sembra mia madre, pensò Harry.
-Melanie ha diciassette
anni, e quindi entrerà direttamente dal settimo anno. Ha avuti buonissimi voti
nella scuola in cui era, per cui non vedo problemi. Ora le faremo indossare il
Cappello Parlante per sapere in quale casa sarà smistata.
Tutti
applaudirono fragorosamente: era una vera novità, quella. A quanto pareva, il
desiderio di Silente di far rimanere unite le case, con la McGranitt si era
propagato anche ad altre scuole.
Melanie
si sedette sullo sgabello e, dopo poco, il Cappello urlò:
-GRIFONDORO!!- il tavolo
rosso-oro applaudì.
-Piacere sono Melanie.-
disse la ragazza. Poi, in direzione di Harry, sorridendo e facendo finta di non
riconoscerlo – mmm, tu mi sembri qualcuno di familiare…
-Sì – rispose Harry,
anche lui sorridendo- immagino che anche in America si sia sentito parlare di
Harry Potter.
-Certo!
Solo
in quel momento Harry notò una strana collana appesa al collo della ragazza.
-Molto bella quella
collana Melanie. Ha un qualche significato?
-Sì. Questo è un simbolo
celtico che significa potere. Qui sotto c’è un piccolissimo diamante, che
dovrebbe cambiare colore a seconda del momento. Ora è verde, cioè amicizia. Sto
facendo amicizia… come se non lo sapessi…- dichiarò con un sorriso lei.
Finita
la cena, nel dormitorio di Grifondoro ci fu una sorpresa: il letto di Melanie
era stato aggiunto nel dormitorio del gruppo di Hermione.
-Buongiorno ragazzi-
disse a voce alta la McGranitt – Weasley, prendi e distribuisci gli orari. Ora
devo andare.
-Ok, professoressa. –
cominciò Ron. Poi, guardando l’orario- Nooo, abbiamo Pozioni! Questa sì, che è
un’ingiustizia.
-Dai Ron- disse Melanie
– non può essere così strano, come lo dici tu… io ci ho parlato, e come vedi
sono ancora viva!
L’umorismo
durò poco. Infatti, appena scesi nei sotterranei, trovarono il professore
Slughorn sulla porta.
-Bene, ragazzi, entrate.
-Sì, professore.
-Bene – aggiunse lui,
una volta che tutti si furono accomodati- come potete notare, da oggi abbiamo
una nuova ragazza nella classe: sebbene lei abbia dei bellissimi voti, io
desidererei farle un test signorina Jones.
La
ragazza annuì. Era preparata; infatti rispose benissimo a tutte le domande che
il professore le fece.
Ma come può essere?pensò Harry. Io non conosco la metà di queste
cose! Si vede che le hanno già fatte in America.
Ma come diavolo può essere?pensò il professore. Ho chiesto cose che vanno
oltre il livello M.A.G.O.!Forse, e
dico forse, le può sapere un insegnante di Pozioni o un Auror. Devo stare più
attento a questa ragazza.
-Molto bene! Adesso
passiamo alla pozione….
La
lezione di Pozioni passò in fretta, soprattutto perché la maggior parte della
lezione era stata occupata dal test di Melanie.
All’ora
successiva c’era Trasfigurazione.
-Allora ragazzi. Siete
ormai al settimo anno, perciò dovreste essere tutti capaci di trasformare una
vostra piuma d’oca in un serpente. Mi raccomando però state attenti!
-Sì, professoressa
McGranitt.
Naturalmente
Hermione ci riuscì al primo tentativi, come anche, sorprendentemente, Neville e
Melanie.
Harry
ci riuscì al secondo tentativo, mentre Ron ci mise un po’ di più.
Fine
Scusate
se non rispondo alle recensioni ma sono di fretta. Un grazie comunque a
chiunque legge questa ff.
Capitolo 4 *** il passato misterioso di Melanie ***
Harry Potter e la guerra mondiale magica
Harry Potter e la guerra mondiale magica
Cap. 4
Il passato misterioso di Melanie
Rumore di passi.
Paura, tanta paura…
-Cosa facciamo?- chiese una ragazzina dai capelli
rossi, che non doveva avere più di 10 o 11 anni.
-Tranquilla, Melanie. Ce la caveremo.- le rispose un
ragazzo biondo, con gli occhi azzurri.
-Chi sarà? Cosa vorrà? Perché è venuto qui al
campeggio?
-Non farmi domande a cui non so rispondere, Mel.
-Ok, scusa.
I due si zittirono. I passi si stavano lentamente avvicinando
al loro nascondiglio. Ad un paio di metri da esso, una figura incappucciata,
seguita da altre due, gridò:
-Melanie Jones, stiamo cercando te! Finché non ti
troveremo uccideremo tutti quelli che sono qui! È meglio se vieni fuori.
-Oh, no!- disse la ragazza- mi devo consegnare!
-Non dirlo neanche per scherzo- le rispose il
ragazzo.- Tu rimani qui. Io li distraggo.
Senza aspettare risposta il ragazzo uscì correndo dal
nascondiglio.
-Signore, ce ne sta sfuggendo uno!
-E allora inseguiamolo!- fu la risposta feroce del
capo.
Si allontanarono di corsa, nella direzione in cui era
scomparso il ragazzo.
Poco dopo, delle urla inumane raggiunsero le orecchie
della ragazza, ma durarono poco. Infatti, pochi secondi dopo, regnava il
silenzio.
-Noooooooo!- urlò Melanie, svegliandosi. Per fortuna le sue
compagne di stanza dormivano della grossa.
Lentamente si alzò dal letto.
Tremante, si infilò la sua vestaglia verde scuro, e senza
far rumore scese le scale, fino a ritrovarsi in sale comune.
Continuando a tremare, si sedette nella poltrona più vicina
al camino, anche se quest’ultimo era spento.
Erano molto giorni che continuava a fare quel sogno, anche
prima di tornare ad Hogwarts. Anzi, quell’incubo.
Lei non sapeva che fine avesse fatto il suo più caro amico
d’infanzia, e quasi ragazzo.
L’ultima volta che si erano visti era stata quella notte,
quando lui si era sacrificato per salvarla.
Non ci vuole molta fantasia comunque, pensò lei. Ed
è stata tutta colpa mia.
Strinse nel palmo della mano la collana, che portava al
collo.
La pietra in quel momento era nera, come l’oscurità che
l’aveva circondata quella notte maledetta. La collana era stata l’ultimo regalo
che le aveva fatto lui. Da allora la portava sempre, perché aveva paura di
dimenticare.
Essendo la prima volta che era ad Hogwarts, non aveva mai
visitato Hogsmeade. Così, i suoi amici si divertirono un mondo a farle fare una
visita guidata del paese. C’era solo il piccolo problema, che le voci si
accavallavano le une sulle altre per dire qualcosa in più su ogni posto.
Harry riuscì a parlare di Mielandia, raccontandole anche del
passaggio segreto che da Hogswarts conduceva fino lì; Ron le parlò di Zonko con
tutte le cianfrusaglie che c’erano, ed Hermione le raccontò la storia generale
di Hogsmeade.
Melanie si trattenne dal ridere, quando Ron, Harry ed
Hermione, tentarono di prendere ciascuno la parola per parlarle della Stramberga
Strillante, usando tutti le medesime parole:
-Ed è qui che, quattro anni fa…- s’interruppero perché avevano
capito di stare usando le stesse parole.
-Certo però, che qui non si muore certo di noia!- dichiarò
Melanie, felice. Poco dopo si voltò, nervosa.
-Tutto bene?- le chiese preoccupato Ron, arrossendo.
-Sì, solo che mi sentivo osservata. – rispose lei- Sono una
sciocca, vero?
-Noo, anche a me fece un po’ impressione la prima volta, non si
sa mai quando c’è un troll, o una fatina che ti stanno guardando.
-Hai ragione Ron.- l’interruppe Harry – Ma stranamente anch’io
mi sento osservato.
Non poterono dire altro. Gironzolando per Hogsmeade, erano
finiti in una stradina laterale poco trafficata.
In un attimo una decina di figure incappucciate sbucò da
ogni parte circondandoli. I ragazzi si schierarono fianco a fianco, le
bacchette in mano, pronti al combattimento.
-Signor Potter, signor Weasley, signorina Granger e signorina…-
disse Lucius Malfoy in direzione di Melanie.
-Jones - rispose lei.
-Signorina Jones? Melanie Jones?- chiese Lucius, confuso. Si
girò verso i suoi compari – quella che…
-Non dovresti attaccarci, invece di perderti in chiacchiere?-
chiese sarcastica, Melanie.
-Crucio!- rispose Lucuis.
I ragazzi si spostarono. I Mangiamorte si divisero e poco
dopo, tra di loro, c’era già, chi immobilizzato e chi legato, che guardava la
scena.
Ron si preoccupò un po’ per Melanie: lei non aveva fatto le
lezioni dell’ES. Scoprì, comunque, di non doversi preoccupare, lei se la cavava
benissimo.
Un Pietrificus Totalus lo colse all’improvviso, immobilizzandolo.
Stessa fine toccò a Hermione poco dopo.
-Harry… che si fa?- chiese Melanie.
-Mmm.. non lo…- Harry venne interrotto da due Avada Kedrava di
Lucius e Macnair.
Stavolta, però, niente lampo…
-Ahh!!!-gridò Harry. Le maledizioni che
avrebbero dovuto ucciderlo, lo colpirono in modo strano. Cominciò a tremare violentemente,
tossendo come se non respirasse.
La collana di Melanie si illuminò improvvisamente, e uno
scudo che sembrava di diamante circondò lei, Harry, Hermione e Ron,
difendendoli da altri possibili attacchi.
Devo fare qualcosa pensò Melanie Sennò qui non ne
usciamo vivi.
Strinse forte la collana. Gli occhi le divennero incolori e
recitò strane parole che sembravano greche.
La McGranitt stava camminando
lentamente, discutendo con Madama Chips.
Avevano sentito che c’era stato un
attacco ad Hogsmeade; tutti gli studenti erano tornati, tranne quattro: Harry,
Melanie, Ron ed Hermione.
Dovevano fare qualc…
PUFF!
Improvvisamente quattro figure
erano apparse. Proprio quei quattro!
-Ragazzi! State bene?- chiesero ansiosi le professoresse.
-Harry no. lo hanno colpito due Avada Kedrava, che non
lo hanno ucciso però…- rispose Melanie, indicando Harry.
Intanto, il ragazzo si stava
contorcendo per il dolore. Si sentiva come se avesse tutte le ossa rotte, ma
riusciva a muoversi.
Madama Chips lo smaterializzò nell’infermeria,
mentre la McGranitt ascoltava il resoconto di quello che era successo da
Hermione.
-… e dopo che avevano colpito Harry, Melanie ha fatto qualcosa
di strano, creando uno scudo per proteggerci dalle Maledizioni Senza Perdono. E
poi ci ha Smaterializzato qui… Ma questo è impossibile!- continuò Hermione.
-Signorina Jones. Può spiegare quello che è successo?
-Glielo posso spiegare dopo o domani?- chiese lei- Mi sento un
po’ stanca e vorrei vedere come sta Harry.
Harry per favore non mi lasciare. Sei il mio migliore amico o forse…qualcosa
di più pensava intanto Hermione. Non puoi
morire chiaro? Non puoi farlo!
Ron, Hermione e Melanie si avviarono verso l’infermeria. I primi
due guardavano impauriti Melanie. Aveva fatto cose impossibili!però non le
chiedevano nulla. Era loro amica e avrebbero aspettato finché non si fosse sentita
in grado di raccontarglielo.
Arrivati all’infermeria, videro Harry disteso su di un letto,
senza contorcersi.
-Mi ha dato dei tranquillanti, ma mi servono solo per non
sentire dolore.- spiegò loro.
-Ti devo ringraziare Melanie. Mi hai salvato la vita.-
continuò.
C’eravamo anche noi Harry. Potresti ricordartelo pensò
Hermione.
Restarono nell’infermeria finché
Harry non si addormentò.
Prima che potessero dire qualsiasi
cosa, la McGranitt entrò di corsa nella stanza.
-Melanie?- disse.
-Sì?- chiese l’altra.
-C’è una persona che vuole vederti.
Chi poteva mai essere? Nessuno sarebbe
venuto a trovarla, ora che era ad Hogwarts.
Entrò nell’ufficio della
McGranitt. Una figura coperta da un mantello era seduta davanti alla scrivania.
Per paura che la Preside si fosse fatta ingannare, Melanie tirò fuori la
bacchetta.
-Come puoi puntarmi la bacchetta contro? Non eravamo amici?-
disse la figura ridendo.
Oddio… quella voce era molto, troppo simile a quella di…
I suoi pensieri furono interrotti dalla
figura che si tolse il cappuccio.
-Nathan…- disse lei.
Le gambe le cedettero…
Fine.
Allora che ne dite, vi piace?
Le rispose alle recensioni:
Gima grazie! Sto cercando di migliorare come ti sembra?
Marta90 no, non centra nulla, comunque ecco un nuovo cap.
Fancescagrazie!
Emmavado
avanti!
Claudiasto
cercando di descrivere di più.
Marco non voglio mettere particolari
inutili! Metto solo le cose che voglio
tonkseremus4ever si, vanno
bene i consigli, però! Vi avevo chiesto di essere clementi
terryscusami, ma ginny e draco
arriveranno presto!
Le gambe le cedettero… per fortuna, però, Nate (si legge
“Neit” nda) la prese al volo.
-Nate… che ci fai qui? Come fai ad essere vivo? Ti credevo
morto…- le lacrime impedirono a Melanie di continuare.
-Vi lascio soli. Avete molto da dirvi- dichiarò la McGranitt,
uscendo.
-Mel, devi capirmi. Sono dovuto scappare, e dopo mi è stato
ordinato di interrompere i contatti col passato. Dovevo farmi credere morto.
-Ma le urla… quella sera…
-Ti spiegherò tutto.
Senza aspettare risposta Nate uscì correndo dal
nascondiglio.
--Signore, ce ne sta sfuggendo uno!
--E allora inseguiamolo!- fu la risposta feroce del capo.
Si allontanarono di corsa, nella direzione in cui era
scomparso.
Nathan stava correndo con tutte le sue forze. Per
fortuna, si allenava sempre con Melanie, la mattina presto, ed ora sapeva
correre 10 Km senza arrancare. Non ci fu bisogno, comunque, di correrli tutti.
Un’ ombra gli si parò davanti: era un Lupo Mannaro!!
Il Lupo cominciò ad “urlare” e a dimenarsi.
Nate respirò profondamente. Tirò fuori la bacchetta, e
prima che il Lupo potesse attaccarlo, gridò:
-Immobilus Lupestrus!- era l’Immobilus avanzato per
poter fermare i Lupi.
Il Lupo si immobilizzò. Le urla cessarono. Nate si
nascose. Era finita.
-E questo è tutto quel che è successo.- disse Nate.
-Come hai potuto farmi questo? Io ho pianto per te, mi sono
disperata, non mangiavo, non dormivo, perché pensavo a te, che eri morto! Ed
invece eri vivo, nascosto in un qualche posto… volevo morire!- ribatté Melanie.
-Ma… non è colpa mia! Mi avevano proibito di contattare
chiunque! E poi se io fossi tornato mi avresti fatto comunque questa scenata!
Io pensavo che fossimo qualcosa di più che due amici e che mi avresti capito!-
dichiarò lui.
-Io pensavo che
fossimo qualcosa di più che due amici e che mi avresti capito!- dichiarò lui.
-Avevi detto che mi avresti chiamata! Che l’avresti fatto per
dimostrarmi il tuo amore, dicendomi quello che non eri riuscito a dirmi - stava
dicendo una rossa, rivolta ad un biondo- tutta l’estate, sono rimasta accanto
al telefono, per aspettare la tua chiamata.
Gli
occhi azzurri di lei fissavano rabbiosi quelli grigi di lui (ma chi saranno
mai? nda).
Era
esasperata: dopotutto lui le aveva promesso di amarla! Dopo aver disertato dai
Mangiamorte, era subito andato da lei, per dirle che l’amava, che lei era la
sua unica ragione di vita….
-Lo so, è che mia madre mi ha sorvegliato, e dopo che ho
lasciato i Mangiamorte per poco non mi ha ucciso!- ribatté lui.
-Oh… scusa amore!- disse Ginny.- È che ero preoccupata! E
quando sono preoccupata divento isterica. Perché…. Insomma tuavevi detto che mi avresti chiamata, non lo
hai fatto, io mi sono preoccupata, poi ti vedo arrivare a scuola senza
problemi… quindi ho pensato che in realtà non mi amassi.
-Sciocchina! Lo so Ginny - rispose con un sorriso Draco - Ormai
ti conosco. Tutto come prima?
-Ma certo!
Così
i due si presero per mano e continuarono la loro passeggiata al chiaro di luna.
-Certo che siamo più di due amici!- replicò lei- è che avresti
potuto mandarmi un qualsiasi messaggio! Un indizio! Qualcosa come…. Aspetta!
Sei tu che hai lanciato quel sasso contro la mia finestra quest’estate! Con
quel biglietto…
Melanie stava leggendo un libro, distesa sul letto.
Era un libro di Matthew Reilly, intitolato Tempio
(leggetelo, è formidabile! Nda)
CLUNCK!
Un forte rumore la richiamò. Proveniva dalla finestra.
Melanie si avvicinò lentamente la aprì. Un sasso entrò in
quel preciso istante; c’era un biglietto legato:
Ti veglierò
per sempre.
Ma chi diavolo…? Pensò lei… Forse…
-Sì. Sono stato io.
-Io… - Melanie era senza parole. Aveva sempre sperato che fosse
suo, il biglietto, e ora non riusciva a crederci- ti chiedo scusa Nate. Hai
ragione tu. Grazie!
Melanie si slanciò su Nathan, abbracciandolo. Era
contentissima che fosse vivo.
-Melanie… se ti fa piacere, ecco… vorresti che riprendessimo il
nostro rapporto da dove lo abbiamo lasciato?
-Certo!
Qualcuno bussò alla porta. Un attimo dopo la McGranitt si
affacciava nella stanza.
-Penso che vogliate saperlo: Harry si è svegliato.
-Harry! – stava urlando Hermione, mentre piangeva e abbracciava
Harry, quando Melanie e Nathan entrarono.
-Hermione mi stai strozzando!- tentava di dirle Harry, invano.-
oh, ciao Melanie… chi è il tuo amico?
Il nuovo entrato aveva sortito uno strano effetto: Hermione
aveva mollato Harry, e questo era un bene, ma Ron era improvvisamente scattato.
-Salve, il mio nome è Nathan Pike, e sono il…. ragazzo di Mel.-
a questa parole Ron si rabbuiò.
-Cosa? Mel non sapevo che avevi il ragazzo.
-Bhè, lo credevo morto!
-COSA? Racconta un po’.
Così Mel dovette raccontare tutto, compreso quella notte di
6 anni prima.
-Come mai volevano ucciderti?
La risposta fu sconvolgente:
-A causa di una profezia che recita così:
Ecco colei che aiuterà colui che può sconfiggere l’Oscuro Signore
Ella è nata all’albeggiare del
sesto mese di 11 anni fa
Avrà il Segno e la potenza di
un Drago
Avrà l’aiuto di uomini
dall’animo buono e coraggioso
Ella è la Prescelta
-Wow… allora tu sei legata in un qualche modo ad Harry? –
chiese Hermione, sospettosa.
-Sì, ma di sicuro non sentimentalmente..- rispose, schioccando
un’occhiata a Hermione e a Nathan.
-Ehi, io ora divento geloso…- continuò sullo stesso tono Nate.
-Stai tranquillo, sei solo tu al centro dei miei pensieri,
amore.
-Qui state diventando matti!- sussurrò Ron. Era arrabbiato
perché nel gruppo si stavano delle coppie: Hermione-Harry e Melanie-Nathan. Lui
(indovinate un po’?) si era innamorato di Melanie, ma ora che questo suo
“fidanzato” era tornato… Gli sembrava strano: proprio ora che Harry era stato
attaccato, questo Nathan rientrava in scena? Deve essere una spia…
come vi sembra?
a me piace da impazzire!!!
adesso vedrete come Ron, innamorato di Melanie, darà del
filo da torcere ai due piccioncini!
e come vi è sembrata la profezia su Mel? abbastanza
intrigante non è vero?
ora le risposte:
Claudia: grazie!Kiss a te
terry: ma no! Non era Harry il suo
ragazzo! lo descrivi biondo appunto x questo! Era Nate! E cmq eccoti i tuoi piccioncini
emma: la continuerò certo! E la curiosità sta a base
dell’intelligenza, non dimenticarlo!
Marco: sennò che mistero è?
ginny88: spero che ti piaccia l’entrata in
scena di d\g ( e nn è dolce e gabbana, chiaro?)
Capitolo 6 *** La prima lezione di Difesa contro le Arti Oscure ***
Harry Potter e la guerra mondiale magica
Cap. 6
La prima lezione di Difesa contro le Arti Oscure
-E allora tu saresti tutto quello che dice questa profezia?-
chiese Hermione.
-Sì. Sono nata il 1 giugno di 17 anni fa. Quando è stata
formulata la profezia io ne avevo 11. Poi ho il Segno: qui sulla schiena- si
indicò la scapola sinistra. – È come la mia collana *. Ce l’ho dalla nascita.
-Wow! Mi piacerebbe vedere il tatuaggio, anche se so com’è
fatto.- disse Harry. Poi si rese conto di quello che significava e arrossì.
Gli altri scoppiarono a ridere, tranne Nate, che fece finta
di tirargli un pugno.
-Non ci provare con la mia ragazza chiaro? Tieniti la tua!
-E chi mai sarebbe la mia ragazza?- chiese Harry confuso.
Hermione si girò, per non farsi vedere arrossire.
-Ma come… pensavo che tu e lei…- disse l’altro, indicando ora
Harry, ora Hermione- steste insie…- Melanie tirò una pacca sulla spalla di
Nate. In che altro modo avrebbe potuto fargli capire di stare zitto?
Sia Harry che Hermione arrossirono, poi si guardarono per un
secondo, solo per poter distogliere lo sguardo subito dopo.
-Wow! Melanie, è una storia veramente interessante – disse Ron.
Forse cercava di tirare fuori d’impaccio i suoi amici, ma Nathan non pensava
fosse così.
Lo squadrò, cercando di capire che fine avesse quel ragazzo.
Tutto quello che ne ricavò, fu un’occhiataccia da parte
dell’altro.
-Ah, è vero!- gridò ad un tratto Hermione- Mi sono appena
ricordata di dirvi che è arrivato il nuovo insegnante di Difesa contro le Arti
Oscure! Si chiama William… William…
ah sì, William Race. Domani c’è la sua prima lezione, con la nostra
classe. La McGranitt dice che è stata fortunata che lui abbia detto di sì. Si
dice che sia veramente in gamba!
-Speriamo che duri tutto l’anno! Sennò gli esami ne
risentiranno…- disse Harry, sorridendo verso Hermione.
-Già, proprio così. – rispose lei- Ma Harry ti rimetterai in
tempo per le lezioni di domani?
-Certo, Madama Chips dice che dovrei restare sotto osservazione,
ma quale è meglio di quella dei propri amici?
il giorno dopo, aula di Difesa
contro le Arti Oscure
Un uomo sulla trentina, biondo con
gli occhi azzurri e con gli occhiali, era vicino alla cattedra, quando gli
studenti entrarono. Fece un sorriso incoraggiante a tutti quelli che entrarono,
cosa che spinse Harry, con accanto Hermione, e Melanie, con accanto Nathan, ad
andare in prima fila. Ron invece, si sistemò accanto a Seamus, nell’ultima. Lo
sguardo dell’insegnante era penetrante, sembrava leggerti nella mente. Harry
sentì uno strano formicolio alle tempie, come quando si fa la TAC.
-Buongiorno, ragazzi.- cominciò il professore- Mi chiamo
William Race, ma potrete chiamarmi Will, se vorrete. Siete al vostro ultimo
anno, molto importante per tutti voi. Non solo per le vostre future carriere,
ma anche perché dall’anno prossimo entrerete nel mondo degli adulti, e con la
minaccia che c’è in questo momento, voi vi ritroverete in un futuro ben
difficile.- i Serpeverde(che avrebbero fatto coppia con i Grifondoro per le
lezioni di Difesa)guardarono con astio
Draco. Da quando aveva lasciato i Mangiamorte, non era molto benvoluto tra suoi
compagni di casa.- Ma passiamo ad un argomento che riguarda questa materia:
quanti di voi sanno evocare un Patronus? Uno corporeo, naturalmente.
Le mani dei Grifondoro, che
avevano partecipato all’ES, si alzarono di scatto, insieme a quelle di Melanie
e Nathan. Le mani dei Serpeverde invece rimasero ben inchiodate sui banchi.
-Umh… vedo che buona parte della classe è già preparata…
comunque oggi faremo una lezione pratica per approfondire l’argomento.
Un brusio di contentezza si
diffuse nell’aula: le lezioni pratiche erano sempre le più divertenti e le più
facili (per un gruppo in particolare…nda).
Con un cenno della bacchetta, il
professor Race, spostò i banchi e mostrò una scatola.
-Naturalmente non ci eserciteremo con un Dissenatore vero, ma
con un Molliccio. La cosa che dovete fare voi è di pensare intensamente ad un
pensiero felice, il più felice che avete, e dire l’incantesimo Expecto
Patronum. Non penso che voi Serpeverde riuscirete subito a far uscire dalla
bacchetta, qualcosa di più che un po’ di nebbiolina…- continuò il professore,
scatenando delle risate di Seamus, Dean e Ron – Quindi io seguirò più voi, che
gli altri ragazzi. Non vi dispiace vero?
-Certo che no professore.- fu la risposta di tutti.
-Bene, allora cominciamo.
Per Harry non fu difficile pensare
a qualcosa di felice: guardando il professore rimproverare Draco perché non
provava neppure a lanciare l’incantesimo, disse subito la formula, ed il
maestoso cervo di sempre apparve, rendendolo ancora più felice. Anche se sapeva
della storia di Ginny e Draco, ancora non gli perdonava tutto quello che era
successo negli anni passati, in particolare il fatto che avesse il compito di
uccidere Silente. Girò la testa e vide i Patronus dei suoi amici, a partire
dalla marmotta (era una marmotta vero?) di Hermione fino ad un maestoso
Ipprogrifo di…
ASPETTA UN ATTIMO! Di chi è
l’Ippogrifo?
-Oh, Harry… Vedo che ti piace il mio Patronus - disse una voce
dolce, ma decisa; una voce conosceva dall’inizio dell’anno scolastico.
-È tuo, Melanie? Bellissimo!
-Harry cosa dici del mio?- chiese Nathan, leggermente
infastidito da quell’amicizia tra la sua ragazza e Harry.
Ma cosa vado a pensare? Melanie è innamorata di me,
e poi si vede lontano un miglio che Harry è interessato a Hermione… peccato che
lui non sappia di essere corrisposto!
-Oh, sì, è fantastico- continuò Harry, guardando un bellissimo
Unicorno. Lo affascinava il fatto che Nathan e Melanie avessero due Patronus
particolari.
Aveva letto un libro, consigliato da Hermione, in cui si
parlava di Patronus e l’Ippogrifo e l’Unicorno, come la Fenice, erano assai
rari, poiché richiedevano una certa forza d’animo. Di solito si legano a
persone il cui destino è indeciso… Hermione gli aveva consigliato quel libro,
anche perché diceva che i Patronus che hanno a che fare con i familiari, erano
anche più rari degli altri.
-Il tuo sembra “abituato”- ridacchiò Nate- a quanto ho sentito
è dal terzo anno che ci riesci.
-Già, con il professore più in gamba… anche se questo sembra
essere al suo stesso livello.
La lezione continuò senza intoppi, anche se con qualche
colpo di scena: Ron non riusciva a far apparire il suo Patronus, Draco invece
ci riuscì, e il suo Patronus spaventò molte ragazze: era un Basilisco!!
Quando l’ora finì, il professore disse:
-Harry Potter, ti puoi fermare un momento?
-Sì, signore. – Harry fece cenno ai suoi amici di andare
avanti, e quando si ritrovò da solo col prof chiese:
-Voleva qualcosa?
-Solo parlarti Harry; posso darti del tu? E chiamami Will.
-Ma, certo… Will.
Il professore sorrise, nel sentire il tono di Harry: era un
po’ sarcastico, ma al contempo rispettoso.
-Bene Harry. Sono contento di avere te tra i miei studenti… hai
una certa fama…-disse guardandolo negli occhi-non che io ne voglia approfittare, chiaro- continuò.
Sembrava che Harry avesse intenzione di interromperlo,
dicendogli le solite cose sul fatto che lui, la fama, non la cercava di certo!
-Volevo solo farti sapere due cose: primo, se vuoi, hai il permesso
di rifondare il gruppo di difesa che avevi fondato al quinto anno; secondo,
voglio dirti che puoi contare su di me, per qualsiasi cosa: se vuoi sfogarti,
se vuoi parlare di qualsiasi cosa… anche solo per prendere un po’ di tè o succo
di zucca, ok?
-Certo professore! Volevo dire… Certo Will.
Will rispose con un sorriso:
-Adesso vai, o i tuoi amici si preoccuperanno per te.
-Subito.
Harry uscì allegro dall’aula: sentiva di potersi fidare di
quel professore, come si era sempre fidato di Lupin, o di Sirius.(tranne
quando lo credeva un pazzo assassino! Nda)
-Una cosa Harry…
-Sì - rispose lui, rigirandosi verso di lui.
-Volevo dirti che io conoscevo i tuoi genitori, e che sarebbero
senza dubbio fieri di te!
-Grazie… Will. Posso farti un’ultima domanda?
-Certo.
-Quando hai imparato ad essere un Legillimens?
La domanda lasciò di stucco il professore.
-Come fai a sapere che lo sono?
-All’inizio della lezione… ci ha sondato. Ormai ho imparato a
fare l’Occlumante, anche se non avevo capito subito che lo eri.
-Comunque l’ho imparato in questa scuola: allora il mio insegnante
ce lo insegnò; come anche a diventare Animagus…
-Davvero? E potresti insegnarcelo?
-Forse Harry. Ma ora vai, sennò i tuoi amici penseranno che ti
abbia punito.
-Certo.
Harry, contento anche più di prima, uscì velocemente dall’aula.
Come si aspettava, i suoi amici erano lì fuori, ad
aspettarlo. Con loro c’era anche Draco.
-Allora? Che è successo?- chiese quest’ultimo.
-Niente.- rispose misteriosamente il moro, con un sorriso sulle
labbra.
Ciao a tutti! Scusatemi per il ritardo, ma le feste mi hanno
ingolfato!
* la collana è (per chi non riuscisse a vedere l’immagine)
come due simboli dell’euro, con una sola stanghetta, appoggiati sulle loro “schiene”.
Ora le risposte alle recensioni!
Terry e fai
bene ad avere sospetti! Vedrai cosa succederà nel prossimo cap!
Marcogià, la sua sarà una storia a
parte in questa storia.Mi dai una mano
a decidere con chi metterlo?
ginny88 anch’io
odio chi li chiama così! W
Draco/Ginny 4 ever!!!!!!!!!!
Emma Ronald
avrà il suo bel daffare!
Claudia sì, anch’io
sono contenta che si sia svegliato! (dopotutto la scrivo iola storia! ^_^)
All’inizio non sapeva perché, e gli venne in mente che
forse, Voldemort era felice in quel momento.
Non può essere… mi brucerebbe la cicatrice… ma allora cosa…
Un ricordo interruppe il filo di pensieri: ma certo!
Will! Sento di potermi fidare di lui…
Harry si alzò dal letto, andò in bagno e si vestì.
Così, dal nulla, sentì uno strano malessere allo
stomaco…poi dallo stomaco passò alla
testa.
Il dolore era insistente, tipo pulsazione, solo che sembrava
schiacciargli il cranio. Dopo un po’ l’intensità diminuì, e lui poté tirare un
sospiro di sollievo.
Ma che diavolo…?
Visto che, però, ora era più che altro un leggero fastidio,
decise di far finta di nulla.
Si accorse che Ron dormiva ancora della grossa, e lo lasciò
a riposare.
Arrivò in Sala Grande, e sentì un delizioso profumino
nell’aria…
Uhmm… uova e pancetta!
La sua colazione preferita, era lì, sul tavolo.
Melanie, che era lì, lo vide e gli fece cenno riavvicinarsi.
Con pochi passi, era gia lì.
-Stai bene, Harry? Sei così pallido…- chiese Melanie,
apprensiva.
-Sì, tranquilla è solo un po’ di mal di testa.- rispose lui, evasivo.
Non voleva di certo farla preoccupare, e poi aveva fame.
Si era appena seduto al tavolo, che la vista gli si
annebbiò.
Chiuse gli occhi, e quando li riaprì…
Questa non è certo la Sala Grande.
La stanza era buia e tetra. Di certo non traspariva calore
dalle pareti tinte di nero e dalle tende dello stesso colore.
Un po’ di luce filtrava da una tenda non messa troppo bene,
e lasciava intravedere il paesaggio: un bosco molto fitto.
I rami degli alberi sembrava animati, tipo il Platano
Picchiatore.
Spostò il suo sguardo intorno a sé: c’era una decina di
Mangiamorte, riuniti in cerchio. La sua faccia si posò sul primo a destra:
Lucius Malfoy.
In quel momento la cicatrice fu come colpita da una scarica,
ma Harry cercò di soprassedere.
-Allora Lucius - disse Harry/Voldemort con voce roca-
raccontami un po’… i Dissenatori sono dalla nostra parte?
-Ci manca poco per convincerli. Già si considerano in “credito”
per avermi fatto fuggire, quindi dovremo far loro una bella offerta… comunque,
c’è uno di loro Noxus, mi pare si chiami, che è già convinto, e quindi cercherà
di convincere i suoi “simili” .
-Eccellente. – Harry rimase un po’ zitto, poi, come colpito da
una folgorazione, cominciò ad urlare- Codaliscia! Codaliscia vieni qui!
Un uomo piccolo, con i capelli color paglia, si avvicinò.
Tremava tutto, si capiva che aveva paura di quello che gli poteva accadere.
-Si, mio Signore…
-Allora a che punto sei con la profezia?
-Non ho in mano nulla, per ora. Ma stia tranquillo, p-presto le
potrò dire tutto!
-Sbrigati, però… non posso più aspettare! Non per il piano… se non
so cosa dice la profezia, non saprò come disfarmi di Potter! Dovrò occuparmi
anche di Silente! Almeno per Potter, vedi di trovarmi qualcosa. Hogwarts mi
serve!
Una voce interruppe Voldemort.
-Harry! Harry
svegliati! Non farmi preoccupare!- una voce femminile lo chiamava. Dove
sei voce? Per un attimo Harry pensò che fosse di Hermione, ma non era così:
era di Melanie.
-Mel-Melanie.. sei tu?
-Sì, sì Harry. Su apri gli occhi.
Harry cercò di fare quello che la ragazza aveva detto.
-No, Harry non muoverti, apri solo gli occhi.
Piano piano Harry li aprì. Stava a contatto con il
pavimento, e Melanie era chinata su di lui, con i capelli che gli facevano
solletico sul viso (Wow! Certo che è proprio carina Melanie! NdHarry)(Harry!
Sei proprio uno stupido, e Hermione! Nda)( non è vero! NdHarry – Sei tu che
scrivi queste cose).
-Stai tranquillo, Neville è andato a chiamare Madama Chips.
-O-Ok… - Harry si interruppe per colpa del voltastomaco: ora
aveva ripreso, e non accennava a diminuire.
-Prego fate largo!- la voce di Madama Chips, inconfondibile,
fece allontanare la piccola folla che si era formata.
-Signor Potter, come si sente?
-Sto male… ho la nausea… e non riesco… ad alzarmi in piedi…
Con un incantesimo di Appello, la medimaga fece arrivare una
barella, su cui depositò il moro.
-Aspetti… un attimo…- Harry faceva fatica anche a parlare-
Melanie… potresti… avvertire…
-Tranquillo. – disse l’interessata- avverto io Ron e Hermione.
-Gra-Grazie.- detto questo, anche le ultime forze lo
abbandonarono, e svenne.
La medimaga poté così, sotto lo sguardo attento di tutti,
trasportare fuori dalla sala il corpo esanime di Harry.
Melanie, fino a fuori la sala, era rimasta accanto alla
barella, ma quando Madama Chips deviò per andare in infermeria, lei volò su per
le scale, dirigendosi verso la Sala Comune di Grifondoro.
Appena disse la parola d’ordine (Patronus), e la
Signora Grassa si spostò, vide Ron ed Hermione parlare tranquillamente davanti
al camino.
-Ron! Hermione!- gridò verso di loro, impaurita, come per
fargli capire cosa era successo.
-Melanie! Tutto bene? Mi sembri scossa!- le rispose Hermione.
Le fecce cenno di sedersi, ma l’altra rifiutò.
-Non c’è tempo per sedersi! Dovete venire tutti e due, con me,
in infermeria…
-Che c’è in infermeria? Madama Chips vuole che controlliamo
qualcosa?- chiese Ron noncurante, pensando che si riferisse ai loro doveri di
Caposcuola (eh, già sono diventati Caposcuola. Scusate se non l’avevo detto
prima ndA)
-Vorrai dire chi c’è! C’è Harry!
-COSA?!? – urlarono i due, ma non ricevettero spiegazioni.
Lei, infatti non aveva risposto, ma si era rigirata di nuovo
verso il quadro. I due la seguirono.
Hermione le chiese cosa era successo, e Melanie cercò di
spiegarle, ma la sua versione era incompleta: non sapeva cosa Harry avesse
visto, ed Hermione chiedeva soprattutto questo.
-NON LO SO! Hermione, come devo dirtelo?- disse lei, infine,
esasperata.
-Scusami, non volevo urlarti contro… e che sono preoccupata al
massimo per Harry…- la voce di Hermione tremava, come anche la sua
proprietaria.
Prima che Melanie potesse dire qualsiasi cosa, erano
arrivati all’infermeria.
-Madama, come sta Harry? Per favore ce lo dica! – disse
Hermione.
-Signorina Granger, il signor Potter in questo momento sta
riposando.
La Medimaga cercò di allontanare i tre dal letto del malato,
ma essi erano molto cocciuti e non si spostarono di un millimetro
-Non avrei dovuto dimetterlo, l’altro giorno dopo l’attacco –
sussurrò allora, cercando di non farsi sentire.
-Cosa vuol dire?- urlarono i tre ragazzi. Evidentemente
l’avevano sentita.
-Bèh… non era ancora del tutto guarito, ma insisteva che stava
bene, e che voi, i suoi amici, lo avreste tenuto d’occhio. A quanto pare
si sbagliava.
-No, Madama…. – una voce interruppe la discussione- non è colpa
loro.
Quella voce, così sofferente e flebile, poteva appartenere
solo ad una persona, in quella stanza: ad Harry!
-Harry! – urlarono Hermione, Ron e Melanie.
-Signor Potter!- gridò Madama Chips.- Adesso deve riposare. Non
può permettersi di avere una ricaduta!
-Ma no! Io… io… sto bene.- cercò di dire lui.
Madama Chips spinse fuori dalla stanza i tre ragazzi, scossi
per aver visto il loro amico in quelle condizioni. Poi corse a somministrare ad
Harry una pozione calmante. Quando finalmente si addormentò, gli tastò la
fronte: bruciava. Evidentemente, la temperatura era molto elevata, perché il
ragazzo era scosso da tremiti.
Uscendo per andare dalla Preside, Madama Chips incontrò
Melanie, Ron, Hermione, a cui si erano aggiunti Nathan, Ginny e Draco, poiché
avevano saputo cosa era accaduto.
-Signori, restate qui mentre chiamo la Preside, ma non entrate!
Il Signor Potter deve riposare, e non so ancora cosa gli è successo, quindi
resterà in quarantena.
-Ci può dire qualcosa, però?
-No, non so nulla per ora.
I ragazzi si guardarono preoccupati: Harry era in pericolo,
cosa potevano fare?
Una figura solitaria stava seduta, accanto ad un’altra
distesa su un lettino.
Quella figura era una ragazza dai capelli castani e ricci, e
i suoi occhi, di solito pieni di felicità, si stavano consumando in lacrime.
Quella ragazza era Hermione, che proprio non riusciva a
smettere di piangere, vedendo Harry lì sul letto.
Harry stava avendo un sonno senza sogni, perché erano tutti
incubi.
Hermione lo sapeva, perché il suo amato non la smetteva di
agitarsi.
Sentì poi qualcuno bussare alla porta: era il segnale che si
stava avvicinando qualcuno.
Si affrettò ad uscire e ad unirsi al resto dei ragazzi,
mentre il rumore di passi si accentuava.
-Come sta?- le chiesero.
-Non posso dirvelo, perché…. Non lo so- rispose lei con
semplicità- Anche se dormiva, continuava a rigirarsi nel letto, e poi lanciava
dei gemiti, come se lo stessero picchiando.
I passi si avvicinarono ancora di più, fino a rivelarne i
proprietari: la professoressa McGranitt, Madama Chips e il professor Race si
stavano avvicinando a grande velocità, per poi entrare nell’infermeria,
sbattendo la porta.
Ciao!
Le vostre risposte:
marco: Wow! Non ci avrei mai pensato… mi
sa che farò proprio quest’altra coppia!
ginny88: Non ti preoccupare, basta che
recensisci! (di nulla per la recensione!) per quanto riguarda la long-fic devi
farla assolutamente!
Scrivi troppo bene!
Terry : Draco sta
col gruppo perché adesso è un amico di Harry!
Giangia: grazie
per i complimenti! Per quanto riguarda l’insegnante… ho già un’idea!