Naruto wa Naruko wo naru yo!

di Shark Attack
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La Vecchia e il suo Intruglio ***
Capitolo 2: *** Convivenza Pericolosa ***
Capitolo 3: *** Le disgrazie vengono sempre in coppia ***



Capitolo 1
*** La Vecchia e il suo Intruglio ***





Naruto wa Naruko wo naru yo!
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1.
La Vecchia e il Suo Intruglio






Camminavano da ore. Nessuno dei due aveva un orologio o aveva controllato la posizione del sole in tutto quel tempo, ma ne erano sicuri: quella stupida missione stava diventando decisamente infinita.
«Ohi, teme...», Naruto si lasciò scivolare lungo il tronco di un albero e si sedette a terra, «Io non ce la faccio più!»
Sasuke lo guardò di sottecchi.
«Dai, una piccola pausa!», lo implorò il compagno congiungendo le mani sopra la testa.
Il moro alzò gli occhi e gli si sedette accanto con un grugnito. Non l'avrebbe mai ammesso, lui, ma una pausa era esattamente ciò che iniziava a desiderare.
Passarono una decina di minuti lì, stravaccati sulle radici, spiluccando le provviste per la missione e scambiandosi un paio di parole ogni tanto.
Ad un certo punto Naruto si stiracchiò e si alzò in piedi. «Secondo te Sakura e Kakashi-sensei saranno già arrivati?»
Sasuke lo guardo di sbieco ed increspò le labbra. «Certo che potevi evitare di provocarmi e di farci dare questa punizione cretina».
L'altro avvicinò minacciosamente il suo viso a quello del compagno, assottigliando lo sguardo. «Guarda che non sono stato io il primo ad alzare le mani!»
«E non sono stato io ad insultare apposta per dare sui nervi!»
«Ma hai iniziato la rissa!»
«Non è vero!»
«Assolutamente! Se no il maestro Kakashi non ci avrebbe mai costretto a raggiungere quello stupido villaggio da soli, noi due!»
Naruto si voltò fingendosi offeso e chiuse gli occhi nella sua tipica espressione volpina.
Udì alle sue spalle il compagno sbuffare sonoramente, per poi raccogliere le sue cose e rimettersi in marcia. «Ehi, teme, aspettami!»
Rapidamente lo imitò e seguì, tenendo il suo passo.

Finalmente il profilo di un villaggio comparve all'orizzonte, come un disegno scuro accostato al tramonto già prossimo a diventare notte.
Sul volto dei due giovani ninja comparvero sorrisi di gioia e soddisfazione per il traguardo raggiunto, mentre le forze tornavano a pervadere i loro corpi li spingevano a correre verso la tanto agognata meta.
«Per prima cosa voglio una bella ciotola di ramen!»
«Tsk... ma non hai proprio altro per la testa?»
Naruto lo ignorò. «E per punizione, me la farò offrire da Kakashi-sensei, non è stato carino spedirci a trovare il villaggio da soli, con quella sua stupida indicazione...»
“Facciamo così: io e Sakura prendiamo il sentiero che va a sud ovest e voi due quello che va a sud est. Vi farà bene passare del tempo da soli!”, aveva detto subito dopo averli divisi nella rissa, “Ci vediamo al villaggio, e se non arrivate entrambi illesi... ci penserò io a rimettervi a posto, intesi?”
Per lo meno avevano seguito quella condizione e non si erano scannati durante il viaggio... non troppo, almeno.
Fermarono simultaneamente la loro corsa non appena ebbero varcato le soglie del paese. Regnava un'aria sospetta, a dir poco da brividi.
Nessuno per strada, case vuote e solamente un paio di finestre malamente illuminate; crepe ovunque e cigolii sospetti.
Sasuke fermò il compagno con un braccio e gli fece cenno di far silenzio. Tornarono cautamente sui loro passi e decisero mutuamente di attendere l'arrivo del sensei e della loro compagna alle porte del villaggio. «Questo posto non m'ispira per niente... anzi, mi fa paura!»
«Parli come una femminuccia...»
«Che stai insinuando?!», Naruto si infervorò, «Guarda che sei tu quello che è tornato indietro per primo!»
«Idiota, questo villaggio urla “trappola” da tutte le parti...»
Il biondino ci rifletté su qualche secondo. «Trappola, dici?»
Sasuke sospirò e gettò un'altra occhiata a quelle case diroccate. «Non è esattamente il posto che ci è stato descritto dall'Hokage...»

Il frinire delle cavallette divennero ben presto l'unico sottofondo di quella serata spettrale.
«Ehi, Sasuke...»
«Che vuoi».
«Che ne dici se... entriamo a controllare?»
«Controllare cosa?»
«Magari sono andati a dormire nella locanda o a mangiare e ci stanno aspettando da qualche parte...»
Sasuke considerò l'ipotesi. Perse qualche secondo a vagliare le possibilità per le quali il maestro si fosse addentrato nel villaggio anche senza aspettare il loro arrivo e quelle che lo vedevano impegnato in qualche incidente che li aveva fatti ritardare così tanto.
«Allora?»
Il moro si alzò e rimise lo zaino in spalla, voltandosi verso l'ingresso del villaggio.
«Stai diventando noioso come Sakura, lo sai?»
Naruto sorrise soddisfatto e si alzò a sua volta.

Camminarono vicini e a testa alta nella strada principale del villaggio, ostentando una certa sicurezza l'uno, mostrando grande impazienza e curiosità nonché fifa l'altro.
«Vuoi smetterla?», sibilò Sasuke mentre gli rifilava una gomitata sulle costole, «Stai attirando l'attenzione, dobe!»
«Ahia, l'attenzione, dici, uh? Ma se c'è a mala pena un gatto, laggiù! Questo villaggio è abbandonato, te lo dico io!»
Oltre ad essere abbandonato, quel villaggio era anche incredibilmente piccolo.
Riuscirono a toccare le mura opposte all'ingresso in nemmeno dieci minuti, stupendosene dal momento che per fare lo stesso a Konoha, con lo stesso passo tranquillo, ci vuole almeno mezz'ora.
Si guardarono attorno, indecisi sul da farsi. «Rifacciamo il giro?», propose Naruto.
«Io di qua, tu di là».
«Cosa?! Vuoi dividerci?»
«Non ti sopporto proprio quando fai la femminuccia...», disse, pronto a schivare il pugno che, come previsto, cercò di colpirlo in testa.
«Non sto facendo la femminuccia, teme!», Naruto alzò sensibilmente il tono della voce, «Se questo villaggio ti fa tanta paura, perché non continuiamo a sondarlo assieme?»
«Non mi fa paura, dobe, però se continuiamo di questo passo non troveremo mai Kakashi e Sakura tra tutte queste case!»
«Bene! Allora torniamo fuori e cerchiamoli domattina!»
Sasuke scosse la testa, incredulo. «Sei tu che hai voluto entrare a cercarli, l'hai già scordato? E ora smettila di piagnucolare e dividiamoci!»

Naruto maledì il compagno per tutto il tempo della sua ronda. «Ma chi gli ha detto che è lui il capo, ogni volta deve fare di testa sua, quel caprone di un Uchiha! Che nervoso...! Spero proprio di trovarlo io, il maestro, così potrò dire di esser riuscito a fare qualcosa senza il suo aiuto», tirò un calcio ad un sasso, facendolo rotolare per diversi metri, «E chi ha bisogno del suo aiuto, poi! Pallone gonfiato, presuntuoso e...»
Una porta alle sue spalle si aprì lentamente con molti cigolii sinistri. Il ninja si voltò prontamente a controllare, in posizione di difesa.
Comparve una vecchina, alta la metà di lui, piena di rughe e di orecchini, con i capelli raccolti in un enorme chignon e con lunghe collane che le pendevano dal collo.
Teneva un gattino nero in braccio e lo accarezzava continuamente, mentre sorrideva loro serafica. «Ti sei perso, piccolo?»
Naruto sbuffò e si mise diritto, riponendo il kunai. «Non sono piccolo, nonna! Ho dodici anni!»
La vecchina ridacchiò impercettibilmente per quasi un minuto intero, poi lo invitò dentro.
Il biondino rimase impalato in strada per una manciata di secondi, considerando l'ipotesi di farsi dare ospitalità da una sconosciuta o continuare la ricerca del maestro e di Sakura come da accordo con Sasuke.
«Scommetto che hai fame...», gli disse la vecchina dall'interno della casa.
Lo stomaco di Naruto rispose al suo posto. Naruto alzò le spalle ed entrò, sorridente e fiducioso come sempre.
Non appena fu entrato, le sue narici vennero immediatamente colpite dall'inconfondibile profumo di ramen appena fatto. «Spero che ti piaccia», gli disse la signora porgendogli una ciotola ed un paio di bacchette.
A Naruto sembrò di tornare a vivere. «Grazie signora, non immagina che fame che ho...!»
La vecchina ridacchiò ancora. «Si sentivano gli ululati del tuo stomaco fin da fuori il villaggio!»
Lo osservò mentre si buttava a capofitto nel piatto, tirando su gli spaghetti e bevendo il brodo ogni tanto.
«Come mai...», mangiò un pezzo di carne, «...non c'è nessuno nel villaggio?»
«Oh, ma ce n'è di gente, piccolo!»
Naruto si batté il petto e deglutì rumorosamente. «Sta scherzando, vero? Non c'è nessuno! Ah... buonissimo, signora!»
Lei gli prese la ciotola e gliela riempì nuovamente mentre sul viso del ragazzo compariva un sorriso che andava da orecchio a orecchio. «Ce n'è di gente, ce n'è...», ripeté la signora.
Naruto rimase con le bacchette a mezz'aria, mentre gli spaghetti scivolavano di nuovo nel piatto. Sorrise, agitato. «Ma dove le vede?»
La vecchia gli sorrise sorniona e si sedette su una poltroncina logora, col gatto nuovamente in grembo. «Tu e il tuo amico avete già un posto dove dormire?»
Naruto finì anche l'ultima goccia di brodo ed appoggiò la ciotola sul tavolo, finalmente sazio. «Non ancora, ma mi sa che dormiremo all'aperto...»
«Oh no, poveri piccini! Vi prenderete un malanno!»
Il biondino sorrise spavaldo e si gonfiò tronfio. «Ahah, non si preoccupi! Noi siamo ninja valorosi e...»
«Che stai facendo, testa quadra!», udì alle sue spalle.
Si voltò. «Ehi, Sasuke! Vieni dentro, questa gentilissima signora ha ancora un sacco di ramen!»
Il moro rimase sull'uscio scrutando la stanza con sospetto. «Vieni via», intimò all'amico.
«Uh?»
La vecchina assottigliò lo sguardo e sorrise, con una nuova luce negli occhi. «Troppo tardi...»
Naruto si alzò di scatto e raggiunse il compagno di squadra, decisamente allarmato. «“Troppo tardi”? Troppo tardi cosa, che significa??»
«Non è una vecchina qualunque, idiota: è un'esperta di pozioni».
«Cosa?! E tu come lo sai?»
Sasuke sbuffò stizzito. «Razza di testa quadra, ma non li usi gli occhi? Non vedi quante ampolle ha in casa?»
Naruto guardò la stanza come se la vedesse realmente per la prima volta. Deglutì.
«Dannazione...»
La vecchina rise ancora, questa volta con più voce e in maniera molto più agghiacciante.
Sasuke afferrò Naruto per la felpa e lo trascinò fuori da quella casa. «Presto, andiamo via!»
Iniziarono a correre più rapidamente possibile, nell'angosciante sottofondo della risata della vecchia. La loro fuga non finì nemmeno oltre le mura del villaggio, ma proseguì fino a quando entrambi non si fermarono col fiatone, certi di aver messo abbastanza spazio tra loro e la vecchia pazza.
Sasuke afferrò la testa di Naruto e ci premette sopra le dita con molta forza. «Razza di idiota! Chissà in che guaio avremmo potuto cacciarci!»
«Ahia, mi fai maleee!»
Lo lasciò di scatto e si voltò infuriato. «E osavi anche dire di essere un ninja valoroso, tsk! Niente di più patetico...»
«Ehm... Sasuke?»
L'Uchiha lo ignorò, impuntandosi nel dargli le spalle.
«AH! Che succede!»
Il moro alzò gli occhi al cielo e si voltò lentamente, cercando di sembrare il più scocciato possibile.
Ma lo spettacolo che si trovò di fronte lo lasciò decisamente senza parole.
«Che diavolo...?»
I suoi occhi non poterono non notare le nuove forme che riempivano la tuta arancione del suo... compagno... «Ma ti sembra il momento del Sexy no Jutsu, idiota!», gli disse seccato, ma rosso in viso.
Naruto lo guardò sconcertato ed allarmato, tastandosi i lunghi capelli biondi ed il seno florido. «Io non ho fatto nulla... ehi! Torna qui e aiutami a trovare una soluzione!»
«Non ci penso nemmeno. Sei tu che hai mangiato quel ramen, io non c'entro nulla».
Il biondino, anzi, la biondina sollevò un codino con aria schifata. «Oh, lo trovi divertente, vero?»
«Non vedo cosa ci sia di tanto sconvolgente, è una vita che ti trasformi in donna per tutto il villaggio!»
«Sì, ma di solito durava cinque secondi, non così tanto! Ed era diverso...»
Sasuke notò con disgusto che la sua voce stava diventando stridula come quella di tutte le oche che gli venivano dietro. «Hai finito?», gli chiese minaccioso, cercando di contenere i suoi istinti omicidi.
L'altro scosse energicamente la testa. «Assolutamente no!»
«Continua pure a strepitare come una ragazzina, allora», riprese la sua camminata marziale ignorando il biondino, «In fondo ti dona...»
Naruto lo afferrò per il collo della maglietta e gli diede uno scossone. «Non sei per niente spiritoso, Sas'ke!»
Il moro lo squadrò da capo a piedi, trattenendo a fatica un ghigno divertito. «Tu dici, Naruko?»
Rimasero un paio di secondi in totale silenzio, fino a che Sasuke non si accorse di essersi perso nella contemplazione del compagno. Scosse la testa e lo allontanò bruscamente. Non poteva aver pensato realmente che...
«Muoviamoci, testa quadra. Abbiamo perso fin troppo tempo», disse infine, tornando rapidamente sul sentiero.
«E dove stiamo andando, di grazia?»
«Torniamo indietro e prendiamo lo stesso percorso di... ma che stai facendo??», esclamò scandalizzato e rosso in viso sorprendendolo col naso nel collo della felpa.
«Beh, volevo solo ved...»
«Smettila di fare l'idiota e andiamo avanti!», ringhiò Sasuke.
Naruto alzò innocentemente gli occhi azzurri su di lui. Il colorito del compagno divenne ancora più acceso. «Che hai, ora?»
«Secondo te ne ho più di Sakura?»
«Eh?»
«Di tette, intendo. Secon...»
«Io non ti conosco. Addio».
«Uff, come sei scontroso! Ehi, aspetta! Ma perché devi sempre correre?!», piagnucolò.
Sasuke era saltato su un ramo e stava cercando di costeggiare il sentiero attraversando la foresta il più rapidamente possibile, sia per ritrovare il maestro sia per lasciare indietro quel dobe e non sentire più i suoi lamenti da femminuccia. E poi, che razza di domande gli faceva, il cretino? Era ovvio che avesse più seno di Sakura, lei è una tavola e...
Il suo piede mancò di qualche centimetro il ramo e Sasuke rotolò a terra, riuscendo comunque a rialzarsi prima di essere raggiunto dal biondino.
«Stai male, teme? Sei più rosso di un pomod...»
«Sto benissimo, idiota, tu pensa piuttosto a muovere quel tuo stupido corpo e non aprir più bocca!!», gli rispose nervoso come poche volte prima di allora.
E Naruto effettivamente obbedì, in parte perché preoccupato per la salute mentale del compagno ed in parte perché interessato a studiare la dinamica del suo nuovo corpo.
Ad ogni salto non poteva non notare i movimenti del suo seno o il dondolio dei codini e la cosa lo teneva sufficientemente occupato trattenendolo dal fare commenti o battute o domande o qualunque cosa che avrebbe potuto irritare maggiormente l'Uchiha. Perché la sua trasformazione lo stesse mandando tanto in confusione, beh quello Naruto non riusciva proprio a capirlo.
Era già sera quando atterrarono in prossimità del bivio, il punto in cui il Team 7 si è diviso la mattina precedente.
«Forza, riprendiamo», decise Sasuke, dopo aver controllato che non ci fossero ne il maestro ne Sakura nelle vicinanze, magari appostati per spiarli.
«Mi fanno male i piedi», ottenne come unica risposta dal biondino.
Sasuke strinse i pugni e si voltò inspirando profondamente, pronto ad assistere all'ennesima scenata da femminuccia di Naruto. Fu costretto a deglutire e a nascondere il calore che improvvisamente lo pervase quando vide il compagno seduto a terra, a gambe incrociate, con la zip della felpa abbassata e la testa reclinata stancamente di lato.
«Perché non facciamo una pausa?»
«Dobbiamo tornare da Kakashi, idiota!», cercò di ritrovare l'autocontrollo con i suoi soliti toni ruvidi, «Magari riesce a farti tornare lo stesso rospo di sempre...»
Gli occhi azzurri della biondina si assottigliarono maliziosi. «Quindi ora non sono un rospo, giusto?», chiese languido.
Sasuke si morse la lingua e divenne, se possibile, ancora più rosso. Certo che non era più un rospo, dannazione! Ma non l'avrebbe mai ammesso. «Andiamo, idiota!», intimò infine, rituffandosi nella foresta.
Naruto sbuffò e si alzò lentamente, togliendosi la polvere dalla tuta e sistemandosi i codini. Sorrise, soddisfatto di aver punto Sasuke nel vivo della questione e lo seguì, mentre una nuova scintilla iniziava a brillargli negli occhi...



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Per prima cosa: TANTI AUGURI RYANFOREVER!! Questa schifezzuola è il tuo regalo di compleanno, contenta? XDD

Seconda cosa: spero vi siate divertiti in compagnia del Team 7! ^^ Lo trovo il momento migliore di tutto il manga, a parte i *rari* momenti di raduno dei due protagonisti nello Shippuden... quanto mi piacevano quei momenti così lieti, allegri e spensierati! *-* Ed ecco perché ho deciso di scriverci su una fic. In realtà volevo semplicemente scrivere una yaoi SasuNaru ma, ahimé, la mia mente è una vera contorsionista e ha deciso di elaborare una trama molto più complessa per arrivare alla coppia... sì, mi sto mordendo le mani anche io. Condivido il vostro dolore per averla letta! XD

Ad eventuali recensioni, compresi gli insulti, risponderò nel mio blog, come ultimamente ho deciso di fare.
Il link, oltre che nella mia pagina, è qui!

Bene, allora... solo pomodori molto maturi, grazie! ^^ O, se avete una pessima mira, anche non troppo molli, che così evito di andare al supermercato! :)


Al prossimo capitolo! (ebbene sì, la fic prosegue! >.<)
Shark


P.S.:
Il titolo dovrebbe significare "Naruto diventa Naruko!", ma sono ancora alle prime armi con il giapponese e se ho sbagliato qualcosa, vi ringrazio in anticipo se me lo fate notare! ^-^

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Capitolo 2
*** Convivenza Pericolosa ***


Oh oh, quante recensioni! Non credevo che questa storiella potesse meritare tanto! ^^ Grazie a tutti, troppo buoni! Spero di farvi ridere anche con questo nuovo capitolo, per tutte le risposte alle vostre parole gentili ecco il link del blog in cui le posto! E ora vi lascio al proseguo delle avventure dei nostri due eroi... alle prese con un problema sempre più “grosso”! XDD





Naruto wa Naruko wo naru yo!
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2.
Convivenza Pericolosa






Era già notte fonda quando videro delle case in lontananza, questa volta abitate e decisamente più invitanti. Sasuke fece cenno di fermarsi ad osservare da un ramo e frenarono così la loro corsa dopo ore e ore in movimento.
«Sarà quello il villaggio?», pigolò una vocina alla sua destra.
«Siamo in una terra desolata e poco abitata, dobe, quanti villaggi vuoi che ci siano?»
«E io che ne so, cavolo!»
Sasuke inspirò profondamente ed atterrò a qualche metro dall'ingresso principale.
Visti i precedenti, cercò subito un punto in cui appostarsi e controllare la zona, prima di ritrovarsi ancor più inguaiato.
Saltò sulle mura ed osservò attentamente il villaggio: finestre illuminate, gente vivace, ristoranti pieni... sì, quel villaggio non sembrava proprio anormale come il precedente.
La sua attenzione venne catturata da una biondina formosa che passeggiava, anzi no, che saltellava allegramente tra le case. Maledì l'assenza di cervello di quella testa quadra e gli si fiondò al fianco. «Che stai facendo?»
Il sorriso beato della sconosciuta lo colpì come un ceffone. «C... ci conosciamo?»
«Ah, no, io...»
«Sasukeee!», Naruko lo chiamò dall'ingresso del villaggio, agitando le braccia freneticamente... causando un certo movimento anche sul petto.
Il moro era già rosso per l'imbarazzo di aver scambiato una ragazza sconosciuta per quel deficiente del suo compagno, ma dopo aver notato quel “dettaglio” in Naruko non ci fu più un parametro di paragone. Sasuke era decisamente in iperventilazione.
Tornò fuori dal villaggio alla velocità della luce e con il fiato corto.
Trasalì quando Naruto gli posò una mano sulla spalla. «Tutto a posto?», gli chiese.
«Stai lontano da me!», urlò il compagno per tutta risposta, scostandolo bruscamente.
«Ma che ti ho fatto, ora?», la vocina esasperata di Naruko lo fece tremare ancora una volta.
Autocontrollo, si disse. Ci vuole solo... un enorme....enorme... probabilmente ha una quar....NONONO! Autocontrollo, dannazione!
Sasuke scosse la testa e si appoggiò alle mura, decisamente provato.
«Ma si può sapere che hai? Ohi, teme!»
È solo Naruto, continuava a ripetersi il moro in uno strano mantra che desiderava gli invadesse la mente completamente. È solo Naruto ed è solamente trasformato in una donna. Ma è sempre lui, dannata vecchia!, è sempre e solo lui...
«Posso aiutarti?», chiese languida Naruko, ad un centimetro dal suo viso, facendogli venire un altro infarto.
«Ma... che fai?», balbettò il moro cercando di divincolarsi.
«Sembri agitato... »
Deglutì e respirò, calmo. «Non sono assolutamente agitato, idiota. Tu piuttosto! Si può sapere che ti prende?»
Naruko sbatté candidamente gli occhini azzurri. «Perché? Che mi prende?», domandò con innocenza.
Sasuke iniziò a domandarsi seriamente se la trasformazione nel gentil sesso non comprendesse anche il cervello, oltre al fisico.
«Ti stai comportando peggio di Ino e Sakura messe assieme», sputò infine, «Sei patetico».
«Non è vero!», rispose l'altro fingendosi offeso, «Sei tu che sei ammattito! Secondo me anche tu hai preso qualche pozione e...»
«Dovrei essere una testa quadra come te per cadere in una simile trappola!»
«Facciamo il bagno?»
Sasuke si sentì decisamente spiazzato. Aprì la bocca un paio di volte, incapace di pronunciare alcun suono adatto ad una simile richiesta. «Il... bagno?», boccheggiò infine.
Naruko annuì ed alzò un braccio. «Laggiù c'è un fiumiciattolo e sono due giorni che corriamo e basta... dai, dobbiamo rimetterci in forze, no?»
Una vena iniziò a pulsare pericolosamente sulla fronte di Sasuke. «Ma sei scemo o cosa? Ti pare il momento di pensare al bagno??»
«In effetti non sembra che qui abbiano le terme...»
«Mi stai ascoltando?!»
«Uff, mi verranno le vesciche dappertutto! Chissà se Sakura può prestarmi una cremina...»
«Non... non dirai sul serio, vero?»
«Ah!», il suo viso si illuminò all'improvviso, colto da un nuovo pensiero, «Ma non possiamo tornare da Kakashi, ora!»
Sasuke si passò una mano sul volto e confermò l'ipotesi che fino a pochi secondi prima gli sembrava ancora piuttosto improbabile: sì, quello stupido ramen avvelenato lo stava deviando anche nel cervello. Non che ce ne fosse un particolare bisogno.
«E perché non possiamo?», chiese stremato.
«Ha detto che li avremmo dovuti raggiungere illesi, e io non sono esattamente com'ero prima che ci dividessimo!»
Qualche fibra del moro ebbe il coraggio di esultare sentendo che da qualche parte, sotto quei capelli lucenti e sotto quel seno pronunciato, c'era ancora lo stesso Naruto di sempre.
E, tra l'altro, aveva ragione: conoscendo Kakashi-sensei, la punizione per non esser riusciti a tornare seguendo quella condizione sarebbe toccata anche a lui. Sospirò affranto, il maestro aveva sempre fatto pagare a tutti gli allievi le colpe anche di uno solo...
Avrebbe dovuto trovare una soluzione a quel “problema” prima di incrociare il resto del Team. «Ok, testa quadra, vediamo di...»
«Yuuhuu! Sasukeee!», Naruko era entrata nel fiume e si stava agitando per far notare la sua presenza al moro.
L'Uchiha inspirò ancora una volta, strinse i pugni per soffocare gli istinti omicidi che pulsavano sempre più invitanti, e lo raggiunse.
La raggiunse.
Lo.
La.
Sasuke scosse la testa e maledì ancora una volta l'Uzumaki in generale per la confusione che gli stava creando in testa nel cercare a tutti i costi di sostenere la sopravvivenza dello spirito del compagno in quel... corpo.
«Forza, Sasuke! Che aspetti?»
In quel bianco, seducente, formoso, invitante...
«Ma che fai lì impalato? Sei il ninja più lento del mondo, ahahah!»
Naruko si avvicinò alla riva e fece per uscire dall'acqua e sedersi su una roccia, mentre con lo sguardo aveva letteralmente inchiodato il moro su di sé.
Sasuke si voltò di scatto ed incrociò le braccia, stizzito. No, si disse, non avrebbe mai mostrato simili segni di debolezza, mai! Ricordati che quello è Naruto, ricordati che quello è Naruto! Non cascarci, non è una ragazza, non t'interessa, non farti...
Una ciocca bionda gli scivolò sulla spalla. «Ma insomma, adesso mi ignori?»
Il salto che fece per allontanarsi dalla presenza della ragazza fece impallidire rane, grilli, canguri e tutti gli altri animali che per natura fanno balzi sorprendenti. Si appoggiò ad un tronco con la mano sulla fronte per coprire gli occhi nel caso quell'idiota avesse voluto coglierlo ancora di sorpresa. Nuda.
«Non è carino ignorare le ragazze», piagnucolò maliziosa la maledetta, comparendogli nuovamente di fronte.
«Non è carino? Non è carino?!? Te lo dico io cosa è carino, e cioè TE che sparisci dalla mia vista fino a che non ti sei rivestito COMPLETAMENTE e, soprattutto, che smetti di fare la ragazzina in calore!!»
«Veramente, l'unico calore che vedo qui è il tuo».
«E piantala!»
«Va bene, va bene... non c'è bisogno di arrabbiarsi tanto, neanche fossi gay...»
Sasuke inspirò sollevato nel sentire i suoi passi allontanarsi per andare in direzione dei vestiti. Quando udì anche il frusciare dei tessuti e, soprattutto, il rumore della zip che veniva chiusa, il numero delle pulsazioni cardiache tornò a livelli umani e il ragazzo poté finalmente sedersi e godersi il meritato riposo dopo una simile giornataccia.
Scivolò lungo il tronco dell'albero e vi si appoggiò con la schiena, socchiudendo gli occhi per la stanchezza.
Cosa avrebbe potuto dire a Kakashi per discolparsi ed uscire da quella ridicola faccenda? Un semplice “io non c'entro, ha fatto tutto lui” non sarebbe mai bastato. E nemmeno un “colpa mia se lo lascio solo due secondi e mi torna indietro così?”, purtroppo. E il fatto che corrispondessero a verità non avrebbe cambiato nulla.
Lanciò uno sguardo a quell'impiastro e la sua espressione s'indurì nuovamente: possibile che un semplice ramen avvelenato potesse distruggere quel poco di ninja che la testaquadra aveva imparato nella sua inutile vita? Naruko era accucciata sulla riva del fiume e giocava a lanciare i sassolini in acqua, senza entusiasmo.
«Io ho fameeee!», si lamentò in maniera infantile, «Perché non entriamo nel villaggio e mangiamo qualcosa?»
«L'ultima volta che l'hai fatto ci hai cacciati in questo pasticcio, come minimo devi stare in punizione e digiunare», le rispose secco. Ci mancava solo che potesse peggiorare la situazione!
Naruko reclinò la testa all'indietro e lo guardò sottosopra. «Ma se tanto ci penserà già Kakashi-sensei a punirci, perché non possiamo stare tranquilli ora?»
Non era un ragionamento troppo stupido, pensò l'Uchiha. Strano.
«No».
«Uffi, ma perché! Sei crudele!»
«No, sono il capo della “squadra”, se così possiamo chiamare questa situazione...»
La biondina sbuffò sonoramente e lo fulminò, stizzita. «E chi l'ha deciso, scusa?»
«Io, dal momento che tu sei così irresponsabile!», sbottò.
La ragazza si alzò in piedi e si ricompose con grazia, nonché con uno spudoratissimo sorriso stampato in faccia.
Sasuke ebbe un fremito. «Che stai facendo?»
«Il mio stomaco brontola, signor Comandino», soffiò la ragazza superandolo e dirigendosi verso il villaggio, «Per cui non scocciare».
Sasuke si alzò in piedi e la afferrò per un braccio, fermandola. «Ti ho detto di no», scandì severamente.
Ricevette uno sguardo irato come risposta. Naruko lo strattonò e si liberò dalla presa, per poi correre rapida verso il villaggio.


«Osa combinare qualche pasticcio, tu osa soltanto dire una parola di troppo o...»
«Sì, mamma...»
«Non scherzare, dobe, cerca di non peggiorare la situazione».
Naruko gli sorrise radiosa. «Cosa vuoi che succeda, andiamo solamente a mettere qualcosa sotto i denti!»
E così dicendo si avvicinò saltellando ad un ristorante che poteva soddisfare anche le loro tasche. Sasuke inspirò a fondo e pregò tutti gli dei che conosceva, e anche quelli di cui non ricordava il nome, affinché non venisse visto da qualcuno che conosceva e che poi lo avrebbe annoiato in futuro rivangando la sua “uscita con Naruko”.
Come Naruko stessa gli aveva fatto capire che intendeva quella sera con lui.
Prese posto al tavolo il più lontano possibile da lei e continuò a guardarsi attorno per tutto il tempo, cercando di non attirare troppo l'attenzione.
«Ohhh ma tu guarda! Quante varietà di ramen che hanno qui! Non è meraviglioso?»
Rettifica: cercando di sparire mentre la biondina attirava irrimediabilmente l'attenzione di mezzo villaggio.
«Puoi abbassare il volume, oca?», sibilò innervosito mentre cercava di allungare il menù per nascondersi meglio. Data la sfiga di quel giorno, le probabilità che Kakashi e Sakura fossero nei paraggi potevano essere altissime.
«Cameriereeee!», Sasuke non aveva mai avuto così tanta voglia di uccidere qualcuno, «Noi siamo pronti, possiamo ordinare?»
Nemmeno il calcione che le rifilò da sotto il tavolo riuscì a migliorare la situazione.
Naruko lo guardò stupita. «Ma insomma, non ti puoi rilassare nemmeno a cena?»
«Questa non doveva essere nemmeno una cena, noi dovremmo essere fuori dal villaggio ad aspettare il maestro o al massimo in giro a cercarlo, non» «Bla, bla, bla», gli fece il verso, «Credo che tutta questa serietà ti stia facendo male, sai?»
Un ringhio minaccioso gli nacque nel petto. «Non credo sia quello a farmi male...»
Molti imbarazzi, battibecchi, calci ed occhiatacce dopo, arrivò il momento di pagare il conto, con gran gioia di uno e dispiacere dell'altra.
«Ops, temo di non avere un soldo», pigolò innocentemente Naruko.
Sasuke strinse un pugno sotto il tavolo e si ripeté mentalmente, ancora una volta, di inspirare a fondo e di trattenersi dal staccargli la testa.
«Vero che offri la cena?»
«No».
«Che scortesia verso una povera fanciulla!»
«Non sei una povera fanciulla, piantala con questa sceneggiata!»
«Signori?», il cameriere cercò di intromettersi nel battibecco, indicando insistentemente il conto, «Non importa chi dei due, ma dovete pagare».
Sasuke maledì per la millesima volta quella vecchia e il suo intruglio e si scusò con il cameriere, allungando un braccio verso il fogliettino del totale.
1030 ryo.
Lesse più volte la cifra per esserne sicuro, ma nemmeno stropicciarsi gli occhi servì a far cambiare forma a quei simboli. Erano proprio 1030 ryo. Uno sproposito.
Alzò lo sguardo su Naruko, intenta ad ammirare beatamente le farfalle di una stampa appesa alla parete, e poi sul cameriere, il quale stava iniziando ad intuire il motivo di quell'attesa.
«Potete sempre ripagare il debito in altre maniere, se non avete denaro...», sghignazzò nell'indicare la cucina.


«Assolutamente no, mi rifiuto!»
«Per favore, signore, siamo in missione per conto di Konoha, non potete farci pagare dopo aver preso la ricompensa?»
«Non funziona così, signorina, qui il conto va saldato subito, o si va a pulire i piatti».
«Beh, se è solo questo...»
«Non hai capito, testaquadra! Io non accetterò mai di fare lo sguattero per colpa tua!»
«Se preferite, siamo a corto di camerieri... ecco, tenete!»
«Non cambia nulla, riprendetevele!, io non»


«Oh, Sasuke, guarda che divise carine! Non trovi che ci stiano benissimo?»



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Capitolo 3
*** Le disgrazie vengono sempre in coppia ***


Spazio NdA
Sono leggermente in ritardo. Leggermente, eh.
Oddio, diciamo che... sì, sono imperdonabile. Ryanforever, puoi ancora sopportare di leggere quest'autrice degenere che ti dedica una fic per il compleanno e la conclude quasi 4 mesi più tardi? ^^”
A mia discolpa, posso solo dire che il mio genere tipico è l'esatto opposto del comico e che, quindi, ho bisogno di più tempo per creare un capitolo divertente rispetto ad uno drammatico.
Spero che questa fic vi faccia ridere o almeno sorridere ancora una volta, in quest'ultimo capitoletto! Riusciranno Sasuke e Naruto/Naruko a sopravvivere alla loro convivenza? E cosa succederà quando torneranno da Kakashi-sensei?
Naruto tornerà normale?
Come si evolverà il suo rapporto con Sasuke?
Uhuhuh... leggete e lo scoprirete! :D
Grazie a chiunque abbia seguito questa fic scriteriata, soprattutto grazie se vi ha fatto ridere o almeno sorridere, se vi è piaciuta tanto da lasciare una recensione o abbastanza da farvela mettere nei preferiti! ^^
Alla prossima, ciao!
Shark



*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*



Naruto wa Naruko wo naru yo!
=>.<=

3.
Le disgrazie vengono sempre in coppia






A Sasuke non piacevano quelle divise, anzi, le odiava.
Le odiava quanto odiava suo fratello, quanto odiava le ochette con la voce stridula che le venivano dietro per tutta Konoha, la mancanza di pomodori in casa e dormire in stanza con Naruto ad ogni missione.
Di più, le detestava.
O meglio, detestava la sua: troppo lunga per la sua altezza, con il gilet sgualcito e parecchie chiazze di sudore ovunque, per non parlare -ovviamente- dell'odore.
Ma ciò che detestava di più, era la divisa che era stata rifilata a lui, all'idiota in gonnella: Naruto.
Naruko, anzi.
Eccola lì, tutta allegra e saltellante per il locale, a scodinzolare tra i clienti mentre i piatti finivano regolarmente a terra perché lei era troppo impegnata a fare la svaporata (che poi lo fosse realmente, non importava molto a Sasuke) per occuparsi realmente del lavoro di cameriera che era riuscita a rimediare.
«Smettila di rompere tutto o non ci lasceranno mai andare!», le sibilò velenoso ad un orecchio mentre uscivano dalla cucina con nuove ordinazioni da consegnare.
Ancora non poteva credere di essersi ridotto a fare da cameriere, lui! Un cameriere!
Per un ristorantucolo in un paesello sperduto!
E con Kakashi e Sakura in arrivo per iniziare la missione!
Dannata vecchia!
«Ehi, ragazzo!», tuonò il proprietario del locale, «Meno chiacchiere e più vassoi!»
Sasuke fu sul punto di attivare lo sharingan e dimostrare il suo valore da ninja per rimettere quell'omuncolo al proprio posto, dinanzi ad un Uchiha, ma fu distratto da Naruko.
Chinata a raccogliere la sua cuffietta.
Il moro non si era mai accorto di quanto lunghe ed affusolate fossero le sue gambe... e non sembravano nemmeno le gambe di un, per quanto incapace, ninja... solo...
«Allora, sei sordo?!»
Di nuovo quello strozzino sgradevole.
Sasuke sbuffò e scacciò dalla mente quegli stupidi pensieri che lo stavano torturando, con immagini poco nobili sul suo compagno di team.
Che diamine!, si disse, perché a volte mi scordo che quello è Naruto?
Non avrebbe mai dovuto cadere in un tranello simile... quello era il demonio, messo apposta al suo fianco per testare il suo sangue freddo e la sua pazienza. In fondo era questo lo scopo del...
«Maestro Kakashi!», trillò allarmata Naruko correndo alle sue spalle.
«Sì, lui... co...cosa?», borbottò Sasuke sprofondato nel panico.
La manina affusolata superò la sua spalla e indicò la vetrata del locale, dove Kakashi e Sakura stavano tranquillamente passeggiando per strada.
«Oh porca...»
«Muoversi, hop!», si intromise ancora una volta il proprietario del negozio, «I clienti non si servono mica da soli!»
Sasuke lo fulminò con lo sguardo. Il suo tipico sguardo da “fosse per me, non ci sarebbero più clienti, in questa bettola”.
«Sasuke-kun...», pigolò Naruko, ancora nascosta alle sue spalle. Il ragazzo si voltò e incrociò l'ansia che stava velando l'azzurro dei suoi occhi e non pensò più al loro debito o al fatto che quella ragazzina irritante lo stesse snervando da due giorni.
«Muoviti», la prese per il polso e la trascinò sul retro del locale, attraversando le cucine e gli spogliatoi del personale.
Sotto lo sguardo attonito di tutti i presenti, i due sfrecciarono fuori dalla porta di servizio più rapidamente che poterono, accompagnati dalle urla disumane che il proprietario stava rivolgendo loro. «Qualcuno li fermi!», urlava paonazzo in volto, ma Sasuke aveva ben pensato di mostrare il suo sharingan a tutti per farsi largo, e nessuno aveva intenzione di metterlo alla prova.
Appena usciti dal locale, Sasuke fece cenno a Naruko di nascondersi dietro la cisterna sul tetto mentre lui si appostava per scoprire da che parte fossero andati il maestro e la loro compagna di squadra.
Naruko obbedì e saettò nel nascondiglio indicato, accucciandosi il più possibile, con gli occhi fissi sulla schiena del suo compagno.
Lo vide appiattirsi contro il muro e setacciare furtivo l'area in cerca di capelli grigi o rosa, vestiti rossi o giacche da jonin. Lo seguì con lo sguardo anche quando attraversò la strada e si appostò dietro una giara, per osservare la zona da un'altra visuale.
La biondina si sistemò meglio: quella posizione le stava facendo venire i crampi e, probabilmente, le si vedevano le mutandine.
Si chinò in avanti per tirare la gonnellina più in giù quando li notò.
«Sas...!», si fermò appena in tempo, fortunatamente Sakura e il maestro non sentirono il suo mezzo grido. Però nemmeno Sasuke.
«Oh, cavoli... Sa-su-keee!», sussurrò mentre agitava un braccio nella sua direzione, nervosa come mai prima di allora perché stava cercando di farsi notare da un ragazzo e di passare inosservata a due persone a pochi metri di distanza da quel ragazzo.
Si guardò attorno e trovò un manicotto in ferro, probabilmente un vecchio ricambio della cisterna: se lo rigirò fra le dita, chiuse un occhio, prese la mira e...
CRASH!!!
Sasuke aveva recepito il messaggio. Purtroppo anche la vetrata alle sue spalle...
«Ma sei idiota?!?», le soffiò lui alle spalle, raggiungendola in un istante.
«Guarda laggiù, dovevo avvisarti!»
Il moro seguì l'indice della ragazza e li vide. Naruko era stata utile?
«Beh», però gli scocciava ammetterlo, «B...», ma avrebbe dovuto dire qualcosa, in fondo lui stava per essere scoperto, «Buo...», sì ma non era colpa sua se in quel momento stava pattugliando l'altro lato dell'isolato!, «Ok, usciamo che ne ho abbastanza di stare qui», disse infine.
Lei sorrise mesta e lo seguì tra i tetti.


«Maestro?»
«Uh?»
«Non crede che... beh, io dico, Sasuke avrebbe già dovuto essere qui, non trova?»
«Sì, beh», Kakashi scorse con la coda dell'occhio un paio di sagome alle sue spalle, «Anche Naruto, giusto?»
«Oh, sì! Certo, anche lui!», asserì imbarazzata Sakura. Eh già, c'era anche quella testaquadra... ma se non c'era Sasuke, non le importava niente degli altri.
Kakashi le mise una mano sulla testa e la indirizzò verso un negozio di medicinali.
«Su, andiamo ora! Credo che ci servirà un unguento speciale, per completare questa missione...»


Si appoggiarono al tronco di un albero, Sasuke chinato sulle ginocchia e Naruko stravaccata a terra. «Sono stufa di correre a destra e a manca! Quando torno al villaggio voglio fare una settimana di terme!»
«E pensare che tutto questo non sarebbe mai successo se tu, maledetto, non ti fossi fatto abbindolare da quella strega!»
«Oh, uffa!!», lamentò lei, «Ancora con questa storia? Per quanto ancora me la rinfaccerai?»
Sasuke la fulminò con lo sguardo, ma si costrinse a non continuare il battibecco. Non avrebbe cambiato nulla e, di certo, non ne valeva la pena.
Si tolse di dosso quel lurido gilet e sbottonò la camicia. Non appena si accorse di quanto anomalo fosse per lui quel gesto, abituato alla sua maglietta a collo alto e largo, imprecò mentalmente: nella fuga, non si erano ripresi i loro vestiti dallo spogliatoio del personale.
Alzò un piede alla volta per arrotolarsi i pantaloni, decisamente troppo lunghi, e si sistemò la cintura. Dopo due giorni a contatto con quella pazza, non sarebbe stato per niente saggio cambiarsi i pantaloni, o anche solo sfilarli per la notte.
Come fece quel pensiero, si accorse che Naruko era salita su un albero poco distante, a spenzoloni su un ramo abbastanza robusto. Stava osservando il villaggio e aveva una strana espressione in volto.
Triste? Malinconica? Preoccupata?
Sasuke non seppe come interpretarla, ma aveva di meglio a cui pensare.
L'adrenalina dovuta alla presenza del maestro nel villaggio l'aveva fatto piombare nel panico più totale: come avrebbe fatto a far tornare Naruto quello che era prima che venissero scoperti?
Tutto quel che sapeva sulle arti magiche, e non era poco, purtroppo non serviva a granché. D'altronde, è poco utile per un ninja combattente sapere le composizioni di intrugli e cose... da donne.
«Ma certo!», si illuminò. Kakashi non doveva vederli, ma poteva aspettare la notte, intrufolarsi al loro alloggio, prelevare Sakura -non avrebbe mai opposto resistenza- e... e...
L'idea svaporò in una bolla di sapone. Sakura non era molto più brava di lui in unguenti e medicinali vari. Certo, conosceva le erbe, ma non poteva essere molto utile...
Naruko gli piombò di fronte, circondata dalle foglie che aveva spezzato nel salto. «Che vuoi, oca?»
La osservò mordersi il labbro inferiore e inspirare decisa per darsi forza. «Ti prego, Sasuke, fammi tornare com'ero!»
Così era a questo che stava pensando prima?
«Come mai? All'improvviso ti sei stufato di essere una ragazza?»
Le tremavano le dita, abbassò gli occhi e si morse ancora il labbro. Strano, pensò Sasuke, che le è preso?
Fu allora che notò il sangue che le colava lungo la gamba.
«Sei ferita!»
«No!», rispose frettolosamente lei, «... ma... non so che cos'è...»
L'Uchiha la spinse all'indietro e la fece sdraiare. Naruko si tirò su sui gomiti e osservò l'espressione inorridita che gli si stava dipingendo in volto.
Si alzò in piedi come a prendere le distanze da quella sciagura fatta persona e si appoggiò al tronco con un braccio, dandole le spalle.
«Sasuke-kun...?», pigolò dietro di lui, «E' un altro effetto del ramen? Morirò?»
Sospirò e si allontanò.
«Sasuke!!», urlò lei, rialzandosi e inseguendolo, «Tu sai che cosa mi succede? Aiutami, ti prego!»
«Non lo so che cos'hai», tuonò, «Ma tu ora rimani qui e... e io cerco una soluzione».
Naruko si prese un codino fra le dita e lo strinse con forza, disprezzandolo. «Mi dispiace, Sasuke, io... io non volevo! Ma avevo fame e, sai come sono fatto... quando vedo il ramen non capisco più nulla!»
Sasuke si voltò e gli lanciò un sorriso sghembo. «Sì, lo so come sei. E tornerai la stupida testaquadra di sempre, stanne certo. Non ti sopporto proprio in questa forma».
Detto questo, si allontanò rapido come la furia, lasciando il suo compagno di team confuso e spiazzato su un pensiero simile.
Senza accorgersene, Naruko arrossì.


Passarono a malapena una trentina di minuti che Sasuke era già di ritorno. Correva rapido verso il luogo dove aveva lasciato Naruko e aveva portato con sé una signora che sembrava aver capito subito il problema di cui lui chiedeva un rimedio.
Trovò Naruko in lacrime, accucciata tra le radici. Ebbe un moto di gioia, però, vedendo che aveva usato quel lurido e odioso gilet del ristorante come pezza per fermare quel sangue uscito da chissà dove.
La signora le si avvicinò con grazia e le sorrise, amorevole. «Non preoccuparti, bambina, è normale. Capita, è la natura!»
«Ma...»
Sasuke le fece cenno di non protestare e di non rivelare che in realtà non era una donna.
«Capisco. Ma che cos'è?»
«Diciamo che la prima volta può capitare... ma non preoccuparti, non sarà così per sempre!»
«...»
«Beh?»
«... la prima... volta...?»
La signora si voltò a lanciare un'occhiataccia a Sasuke, poi si avvicinò di più a Naruko, fino a sussurrarle nell'orecchio: «La prima volta che si fa s...»
«NO!!», saltò su la bionda, «Noi non abbiamo mica... insomma, no! Cioè, no! Io, lui... NO!»
Entrambi diventarono più rossi di una cassa di pomodori maturi. «Ma... ma che le viene in mente!», balbettò Sasuke imbarazzatissimo, al limite dell'iperventilazione.
Ora l'idea di affidarsi proprio a quella donna iniziava a non essere più tanto brillante.
La signora rimase stupita. «Oh», sospirò, «Ma... ma come! Due ragazzi come voi... giovani, nel bosco, a quest'ora... e con questa gonnelinna!»
Naruko quasi si strappò il grembiule pur di nascondere le gambe. «Non c'entra niente, questa è... è tutto un imprevisto! E... e io sanguino! Mi può aiutare o no?»
Ricevette un sorriso materno e bonario come risposta. «Scusatemi se ho frainteso. Bene, allora la questione è semplice: hai il ciclo.»
«...»
«...?»
«Il ciclo?»
«Sì.»
«...ma di cosa?»
«Mestruale.»
«Eh?»
«Il ciclo mestruale!»
«...»
«...insomma, tua madre non ti ha mai detto nulla?»
«Beh, no, noi...»
«Ah!», la signora si portò le mani alla bocca e arrossì violentemente, «Scusate, non avevo capito!»
I due ragazzi si guardarono confusi, ma se la signora aveva capito...
Certo che Sasuke aveva scelto proprio bene la soccorritrice!
«Bene, allora ho fatto bene a portarmi dietro questi», continuò l'altra, estraendo da una tasca un paio di assorbenti, «Se vuoi ti insegno a metterli.»
Naruko li guardò come se avesse davanti degli scarafaggi gialli e ripugnanti, ma li afferrò lo stesso e annuì come se sapesse di cosa si trattasse. «Grazie», sussurrò impacciata, sotto lo sguardo sconsolato e preoccupato di Sasuke, confuso quanto lui.
Forse un pochino meno. Forse. Probabilmente stava ricordando qualcosa su sua madre, ma non ne era sicuro.
Sbuffò. Sakura sarebbe stata d'aiuto, altro che erbe o unguenti.
La signora si alzò in piedi e si pulì le ginocchia, poi pizzicò amorevolmente le guance a Naruko e si voltò verso Sasuke, con un'espressione seria in volto. «Nel caso invece...», tuffò la mano in tasca e ne estrasse due piccoli pacchettini quadrati, probabilmente contenenti un cerchio di qualcosa, a giudicare dal rilievo, «Beh, se invece è quello che avevo inizialmente pensato, è bene che tu abbia questi.»
Sasuke se li rigirò fra le mani e decise di adottare la tattica esibita poco prima da Naruko: ringraziare e annuire, padroni di una situazione sconosciuta.
«La ringrazio. E' stata... utilissima, davvero.»
«Ma perché non venite al villaggio? Non fa bene dormire qui all'aperto, con gli animali e i ninja di passaggio...»
«Siamo ninja anche noi!», trillò vittoriosa Naruko da dietro un cespuglio, probabilmente ancora con le mutande abbassate.
Sasuke la uccise mentalmente, memore dell'ultima volta che si era vantato di essere un gran ninja. «La ringraziamo della premura, ma siamo abituati, sappiamo come comportarci.»
La signora alzò le spalle e, bofonchiando qualcosa come “non sembrate per niente dei ninja”, si allontanò nella foresta, lasciando i due giovani pieni di domande e imbarazzi.
«Sul serio, ti preferivo prima!», sbuffò esausto l'Uchiha gettandosi di peso sull'erba.
«Anche io», mugolò polemico l'altro, «Che ti credi?»
«Dobbiamo tornare da Kakashi», sentenziò.
«Che cosa?!? Non possiamo!»
«E che altro possiamo fare, uh? Nulla! Non sappiamo nemmeno come gestire un... un...»
«Ciclo», soffiò precisa.
«Sì, quello che è!»
Calarono momenti di silenzio imbarazzante, in cui Naruko si controllava tra le gambe e Sasuke rischiava di saltarle al collo perché smettesse di farlo. «Kami Sama, se tu fossi ancora maschio...!»
Naruko lo guardò innocentemente. «Cosa?»
«Non saremmo mai finiti in questa situazione! Dovevamo solo arrivare a destinazione per un'altra strada, e invece no! Tu ti fai avvelenare, ti bevi il cervello, diventi una ragazzina con le scalmane e ci facciamo ridicolizzare da tutti, sia al villaggio sia fuori!»
La biondina si strinse le gambe al petto e si rigirò un codino distrattamente tra le dita.
«Mi spiace.»
«Fai bene.»
«Quindi... mi preferivi prima?»
Sasuke chiuse gli occhi ed inspirò profondamente. Poi annuì.
«Ti sei trasformato in un incrocio tra Sakura e Ino. Sinceramente, il tuo carattere mi fa irritare quanto il loro, ma... ti preferisco... Naruto
Si ritrovò il compagno di team addosso, in un abbraccio che non era tanto sicuro di voler sciogliere. In fondo, quello era pur sempre Naruto, la sua piaga, quella testaquadra con cui sta convivendo da quasi un anno. Probabilmente era stato egoista a guardare il lato negativo solo dal suo punto di vista...
«Allora è così che è andata!»
Entrambi i ragazzi rabbrividirono all'udire quella voce nel buio della foresta.
Naruko si staccò subito e il suoi occhi azzurri si riempirono di spavento. E panico.
Kakashi Hatake atterrò a pochi metri da loro, le mani in tasca e una buffa espressione divertita sul volto.
«Maestro!», esclamarono in sincrono.
«Già, ben ritrovati!», alzò una mano per salutarli, «Siete arrivati da molto?»
«Questa è la nostra seconda sera qui!», trillò Naruko prontamente e indecisa se saltare in braccio al maestro, personificazione della risoluzione di tutti i loro problemi, o se fuggire in attesa di risolverlo da sola, il problema, prima di ricevere la proverbiale punizione per non essere tornato integro.
Sasuke, al suo fianco, sembrava avesse perso le parole.
«Bene, bene, bene... Naruto! Ti trovo in gran forma!», Kakashi ridacchiò sadico.
«Non è come sembra, io...»
«Sei ragazza da abbastanza tempo per avere “le tue cose”, complimenti...»
I due ragazzi avrebbero voluto sparire, essere sepolti, gettati in mare, qualunque cosa!, pur di non stare lì a subire il terzo grado.
«E tu, Sasuke? Ti dona quella camicia... o dovrei dire... divisa?»
L'Uchiha scattò in piedi. «Lei sapeva tutto!»
«Certamente».
«Quindi per tutto questo tempo...»
«Se si infrange una vetrina in un villaggio pacifico, con un'angolazione piuttosto dubbia, e poi si fugge in pieno giorno...», Kakashi li raggiunse e poggiò le mani in testa ai due, «Ragazzi! Non ho nemmeno avuto bisogno di chiedere in giro o usare lo sharingan! Troppo facile!»
«Ma adesso... lei ha...»
«Sentito tutto? Non proprio, diciamo che mi ha incuriosito la signora che è appena tornata... ma ho seguito i vostri discorsi a sufficienza per sapere cosa vi è successo in questi giorni».
I due non si erano mai sentiti peggio.
Kakashi lanciò un vasetto verso di loro e Naruko lo afferrò al volo. Lo esaminò con cura: terracotta, ben sigillato... a sentire dallo spostamento del peso e dal rumore, al suo interno aveva un liquido.
«Un rimedio per il tuo problema», spiegò il maestro.
«Nel senso che tornerà come prima?»
«Se non ti dispiace».
«No! No, no, cioè...», Sasuke tossicchiò imbarazzato, era stato troppo precipitoso... «Nel senso, è decisamente più utile come ragazzo, che non come frignona petulante».
Mentre loro due parlavano, Naruko ne approfittò per fare qualche passo indietro e si avvicinò ad un albero. I suoi occhi bramavano di vedere il liquido miracoloso e le sue dita tremavano, tanta era l'eccitazione per aprire il coperchio.
«Ehi, aspetta!»
Cosa avrebbe mai potuto fermarlo?
Qualcosa di arancione gli piombò in testa. Se lo tolse di dosso ed ebbe un moto di commozione: la sua tuta!
«Non sarebbe carino se tornassi normale con quella divisa addosso», spiegò Kakashi ghignando, «Però complimenti, ti dona!»
«Maestro!!»
Sasuke si frappose tra loro. Il suo sguardo indicava minacciosamente il vasetto. Un incitamento a tornare a posto.
Naruko si nascose per bene dietro all'albero e, quando fu sicura di non poter essere spiata da quei due, si slacciò i bottoni della divisa e la utilizzò per pulirsi dal sangue rimasto. «Addio, coso mestonale!», ridacchiò nell'infilarsi la sua amata tuta.
Ingurgitò fino all'ultima goccia quell'intruglio amarissimo ed attese che facesse il suo effetto.


«Ce l'hai fatta, mh?»
«Ehi teme! Ti sono mancato? Ahah!»
Un sonoro pugno gli piombò in testa, lasciando un vistoso segno del suo passaggio.
«Ma che ti prende!! Sei scemo?!», si lamentò Naruto massaggiandosi il bernoccolo.
«Sono giorni che aspettavo di tirartelo. Sai com'è... non si picchiano le ragazze».
Entrambi scoppiarono a ridere e si punzecchiarono per tutto il resto del viaggio ma, stranamente, il loro gioco di squadra e l'intesa fra loro erano migliorati.
Kakashi decise che la punizione non sarebbe stata più necessaria, non dopo tutto quello che avevano passato. Ma se non li avesse puniti, avrebbe creato un precedente di insubordinazione, dal momento che le minacce di vendette corporali avrebbero potuto essere messe in discussione!
«Appena tornati a Konoha, vorrete subito ripartire!», annunciò una sera attorno al falò, sotto lo sguardo confuso di Sakura e quelli demoralizzati ed impauriti dei suoi compagni.
«Intende che... vuole punirci lo stesso?»
«Ovvio. Dovete ripagare il debito di quel ristoratore!»
«Bene!», esclamò Naruto, «Allora adesso incassiamo la ricompensa della missione e...»
«E andate a fare i camerieri.»
I due sgranarono gli occhi e si sentirono venir meno.
«Ma... maestro», pigolò la rosa, «Sono tornati senza essersi picchiati! Perché li punisce?»
«Hai ragione, Sakura, non si sono picchiati... ma non si sa mai...»






Anni dopo...







Sasuke Uchiha li osservava attento ed immobile, dall'alto delle rovine del rifugio di Orochimaru. Con il kimono aperto e svolazzante al vento, una mano sulla katana appesa al fianco e lo sguardo gelido, insensibile.
Sakura ebbe un sussulto al sol vederlo da lontano. Si portò le mani sul petto, «Sasuke...», sussurrò al confine tra l'estasi e la sorpresa.
Naruto tese le labbra in un mezzo sorriso, rivedendo il suo compagno ancora tutto intero, dopo quei tre lunghissimi anni di ricerca.
«Cosa siete venuti a fare?», domandò atono l'Uchiha.
Sakura si sporse in avanti. «Ti prego, Sasuke, torna a Konoha con noi!»
«Tranquilla, Sakura», la rassicurò Naruto mentre si avvicinava all'Uchiha, «So io come convincerlo...»





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