You'll never find nobody better than me

di VanitasLust
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** One. ***
Capitolo 2: *** Two ***
Capitolo 3: *** Three ***
Capitolo 4: *** Four ***



Capitolo 1
*** One. ***


One.

You'll never find nobody better than me


Era incredibilmente buffo come il tempo passasse in fretta, un giorno prima si è bambini, e un momento dopo ci si ritrova adulti, con troppe responsabilità addosso,  con pesi indesiderati insomma.

Roxas era arrivato alla conclusione che la vita faceva schifo, e che crescere era una sensazione totalmente disgustosa oltre che irritante. Suo fratello Sora di qualche anno più grande di Lui non sembrava badare agli aspetti negativi dell’esistenza passiva degl’uomini, per il castano non vi era cosa che lo potesse rendere triste per un lasso di tempo superiore al minuto. Ogni volta che il biondo incrociava quegl’occhi limpidi e brillanti non poteva che restare ammaliato dalla tenacia, dalla forza che albergava in quelle iridi pure e cristalline.

Xion non era della stessa opinione, lei non era mai dell’opinione altrui, riusciva a leggere in lei una rabbia repressa che la portava ad andare contro chiunque, e a dissentire in qualsiasi situazione. Fortunatamente non era un personaggio molto loquace, quindi la maggior parte della volte non esponeva il suo pensiero. Ma riusciva comunque a cogliere l’ostilità celata nello sguardo oscuro. Il biondo , probabilmente, era l’unico in grado di attraversare l’anima eterea di quella ragazza, e non perché fosse meglio degl’altri, ma semplicemente perché riusciva a oltrepassare i limiti che ci vengono imposti da chi abbiamo di fronte.

Riku, Si chiudeva nei suoi silenzi pieni di paranoie e riflessioni su quanto fosse noiosa la vita su quello spunto di terra, su cui vivevano tutti quanti loro, e di come fosse monotona la loro esistenza. Aveva l’impressione di essere imprigionato in un continuo Dejà Vù, la sua mente si era auto convinta che tra un giorno e l’altro non vi fosse differenza. L’unico modo per rendere interessante la sua giornata era chiacchierare continuamente e fino allo stremo con Sora; ovviamente il castano essendo di indole logorroica, parlava per ore appagando il desiderio dell’albino. O per lo meno in parte.

Axel. Il piromane della scuola, cosi lo chiamavano, oltre l’aspetto da delinquente e la corteccia solida che riparava il suo cuore e la mente da intrusioni altrui: era come cera. Si scioglieva da solo, ma poi ritornava a solidificarsi e tornava ad essere freddo e duro come il ghiaccio. L’animo caldo, ma l’aspetto freddo e distaccato, di chi ha deciso che il mondo va ignorato per vivere meglio. Ovviamente le iridi smeraldo evitavano accuratamente quelle adoranti di Roxas, capaci di trafiggerlo e farlo collassare; istintivamente ogni volta che se lo trovava davanti lo evitava con superiorità, ma cosciente della sua inumana paura di bruciarsi.

Kairi e Naminé, erano una l’opposto dell’altra. Nate dalla stesso grembo ma opposte e completamente distanti l’una dall’altra, come il sole e la luna.  Pallida e candida la fragile Naminè, dal cuore di burro e le labbra sottili appena schiuse in un continuo bacio; mentre la sorella solare e aperta, forte come il monsone caparbia e intelligente. Entrambe avevano il dono di quella bellezza eterea e delicata che poche fanciulle ricevevano.


Introduzione alla storia.
Insomma ho delineato i caratteri dei nostri personaggi; vi avviso che questa Fan Fiction è Y A O I, quindi se il genere non vi piace potete lasciare la pagina evitando commenti sgradevoli. Con il prossimo capitolo inizierò il vero e proprio racconto.
Spero che vi piaccia!
Evi ;)
 
 
 

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Capitolo 2
*** Two ***


Roxas scosse nervosamente il corpo del fratello, che pigramente russava occupando il suo letto. Sbuffò sonoramente e poi passò una manina bianca tra le ciocche castane iniziando a tirarle; si poteva definire un passatempo divertente, ma irritante data l’assenza di risposta dell’altro.  Dalle labbra tirare in una smorfia di disperazione partì un gridolino  basso e rabbioso; alla fine deciso, si abbasso sull’orecchio del fratello e ci soffio dentro, rimanendo impassibile quando Sora saltò per aria urlando come un dannato.

“ Mi Mangeranno! I ravioli mi mangeranno!”  Borbottò il più grande osservando ad occhi sbarrati la figura sfuocata di Roxas.
“ Ma magari. “ Rispose sarcasticamente il biondo, scendendo dal letto e sistemandosi malamente la cravatta della divisa. Di quell’orribile divisa, di quella maledetta scuola. Ogni mattina, quando sentiva la sveglia disturbare il suo sonno si chiedeva perché. Perché esisteva la scuola?.
"Muoviti Sora, dobbiamo andare a scuola, o i Ravioli ti mangeranno sul serio. " Biascicò mentre cercava di non impiccarsi col cravattino.
La scuola era utile per conoscere gente, per il resto ci si poteva arrangiare da soli; se si voleva restare ignoranti, lo si poteva fare anche  stando su un banco.  Questa era l’opinione del piccolo biondino, che corrucciato osservava il suo viso candido riflesso nello specchio. Le ciocche bionde disordinate, le iridi chiare e acquose, la pelle lattea e lineamenti dolci un poco infantili. Le sue riflessioni vennero però interrotte da Sora, che piazzatosi dietro di Lui lo fissava  insistentemente, con aria poco sveglia.

Doveva ammetterlo, suo fratello aveva dei problemi mentali.


Sospirò rassegnato e spinse il castano dentro il bagno,  poi lo osservò rivestirsi ed inciampare nei suoi stessi pantaloni, rischiando un trauma cranico contro il lavandino. Non poteva negare di voler bene al fratello, ma talvolta gli sembrava che i ruoli si invertissero, e che quello maggiore con più responsabilità fosse Lui. Non gli dispiaceva quella soddisfazione che illuminava gl’occhi dei suoi genitori, ma avrebbe almeno per una volta levarsi dalle palle il peso dell’essere considerati adulti.

Dopo circa 20 minuti riuscirono finalmente ad abbandonare casa e si avviarono verso la scuola, lungo il tragitto incontrarono anche Le gemelle.  Due delicatissime ragazze dotate di una bellezza ammaliante, quella che colpiva più Roxas era la bionda, Naminè, con quel suo corpo fragile, gl’occhioni azzurri  e una dolcezza palpabile. Sora aveva una cotta per Kairi, dico aveva perché col tempo quei sentimenti infantili si erano prosciugati, lasciando posto ad altro.
“ Buongiorno ragazze. “ Mugugnò Sora tra uno sbadiglio e l’altro, mentre Roxas si limitava ad un cenno annoiato con la Testa; in lontananza poteva scorgere il testino nero di Xion, troppo occupata ad ascoltare la sua musica per accorgersi di loro.
Scosse la testa rassegnato, prima di voltarsi ad osservare una macchia rossa oltre la strada.

“ Perche scuoti il capo? “ La voce della bionda arrivò a malapena alle sue orecchie. Ogni sforzo per conversare  era inutile, dato non la stava ascoltando. Le iridi chiare erano occupate a fissare l’altro capo della strada, dove camminava Lui.

Davanti ai suoi occhi innocenti Axel appariva come una specie di Dio, non che lo fosse, ma lo adorava come tale.

Amava quel modo di camminare a testa alta, la forza con cui superava gl’ostacoli o chiunque gli si parasse davanti. Le iridi smeraldo, il sorriso tentatore, i capelli fiammeggianti, il corpo scultoreo e perfino i tatuaggi posti appena sotto l’occhio. Possiamo dire Che Roxas non riusciva a trovare un difetto fisico in lui,  era la perfezione fatta a persona; ma non teneva conto della personalità e del divario che regnava tra loro.
Non ricordava precisamente quando fosse iniziata quella fissazione per il rosso. Forse la mattina che aveva visto il suo profilo illuminato dai primi raggi del sole, mentre leggeva un libro e fumava tranquillamente in biblioteca. Forse quando quel azzurro limpido si era mischiato in un verde profondo, capace di intrappolare. Ogni volta che i loro sguardi si incrociavano il biondo si perdeva miseramente in un labirinto senza uscita.
Non che gli dispiacesse restarvi imprigionato.

Axel dal suo canto aveva notato gli sguardi timidi del ragazzo, ma era impaurito dal rimanerne invischiato in quelle iridi chiare e quiete come quelle di un lago. Aveva paura di affogarvi dentro.Essere spaventati è concesso anche ai più forti. Ma gli piaceva guardarlo, voltarsi e vedere il viso imporporato nascondersi immediatamente e fuggire. Gli piaceva da morire, e come.

Una presenza indesiderata alle sue spalle lo distrasse dalla sua adorazione mattutina, Riku e la sua faccia di bronzo era arrivato. Sora naturalmente gli saltellava attorno come un bambino, e non si faceva troppi problemi a prenderlo per mano e a tirarlo a destra e a sinistra come una bambola. Era chiaro, che a Roxas l’argenteo NON piaceva, anzi gli stava simpatico solo quando non c’era.
“ Ciao Roxas. “ Dalle sue spalle provenì la sua voce bassa. Naturalmente Il biondo si voltò di riflesso, ma invece di salutarlo proferì una maledizione e tornò a concentrarsi su Axel, che, sfortuna vuole, era sparito.
“ Roxy saluta Riku! Non fare il moccioso  o non ti vorrò più beneeeee” Piagnucolò Sora alle sue spalle, mentre si stringeva al collo dell’amico e si lasciava pigramente trascinare in giro. Roxas si voltò disgustato e guardò prima il fratello e poi L’albino. “ Devo proprio?. Se devo essere sincero, l’unico momento in cui lo saluterei è quando se ne va. Almeno non sono costretto a sopportare la sua irritante presenza. “  Il biondo la trovava una meravigliosa risposta, ma per buon cuore, borbottò un ciao e riprese a camminare.

La scuola, le lezioni erano qualcosa di poco appassionante, amava studiare intendiamoci, ma voleva farlo a modo suo e con le materie che decideva Lui; mentre invece era costretto a sopportare  Pence e Hayner ad economia domestica, capaci solo di infarinarlo come una pizza. Oppure quell’imbranata di Olette che a pittura, lo aveva ricoperto di inchiostro, sotto le risate di tutti.  I suo compagni di classe non lo amavano, e lui non amava loro. Il biondo troppo silenzioso e gli altri troppo chiacchieroni.
Fortunatamente alle 13 la campanella suonava e ognuno andava dove voleva, chi a casa a mangiare e chi a scuola per studiare; naturalmente il biondo faceva parte dell’ultima categoria. Non che gli piacesse saltare il pranzo, ma perché era l’unico modo per vedere Axel da vicino.

Ogni pomeriggio alle 14, il rosso entrava in biblioteca  e si sedeva accanto alla finestra, Roxas non mancava mai.  Occupava il posto più vicino e svolgeva i suoi compiti, intanto godendo della compagnia dell’altro. Non parlavano, non si conoscevano, ma il biondo doveva vederlo. Axel  era divertito da quegl’incontri, e prima o poi avrebbe rotto il ghiaccio che li separava, magari proprio quel giorno,  e magari proprio quando avrebbe incrociato le occhiate furtive del ragazzo; avrebbe parlato per la prima volta.  Magari dopo, o meglio ora?.

Non cè tempo, per chi vuol tempo.

“Roxas. Giusto?.” Chiese il rosso, poggiando il libro sul tavolo e sedendosi accanto al biondo, che lo guardava con occhi sognanti ma spaventati al tempo stesso.

“ Io sono Axel, piacere. “

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Capitolo 3
*** Three ***


Non saprei.
Non saprei elencare la quantità di emozioni che passarono negl' occhi chiari del biondo, ne indicarne la durata o indicare di che tipo fossero. Certo, la sorpresa era evidente, quasi tanto da portare il ragazzo al rischio di un attacco di pianto isterico, ma no.
Si limitò a sbattere le palpebre e districare lo sguardo da quello tentatore del rosso, per poi spostare il viso imporporato dall'imbarazzo che era sceso tra i due. Solamente quando riprese un contegno Roxas si voltò con un timido sorriso, e si ripromise di non balbettare vergognosamente, anche perchè gli capitava spesso quando si parlava di coluio che si trovava a pochi centimetri dalla sua figura.

Sora passava intere ore a prenderlo per i fondelli, quando vedeva Roxas concentrato su qualcosa in particolare, che si trattasse di un libro od un disegno, si avvicinava furtivamente all'orecchio del biondo e sussurrava appena il nome dell'unico punto debole che aveva. Axel. Naturalmente la reazione era di una panico particolarmente divertente, visto dal punto di vista del castano, mentre il biondo riusciva unicamente a borbottare un do-do-d-dove?? rischiando poi di inciampare e distruggere qualsiasi cosa avesse accanto.

" Si giusto Roxas. " Mugugnò allungando poi la mano per stringere quella del rosso. Naturalmente, il sangue tornò a colorire le guance, e istintivamente si morsicò un labbro. Axel che si disturbava a cogliere ogni dettaglio della scena, rideva divertito dentro sé, ma al tempo stesso rimaneva affascinato da cotanta innocenza e tenerezza.

" Sai... Non è la prima volta che ci vediamo vero?. Ho come l'impressione .. " Il rosso mosse leggermente la testa, e corrucciò le labbra appena. La mano sotto il mento e lo sguardo pensieroso, quasi assente fece incuriosire Roxas. In realtà non afferrava cosa volesse dire Axel. " Bhe Hai capito. " Borbotto schiudendo le labbra in un sorriso e tornando a dedicare tutta la sua attenzione al biondo, che attonito lo fissava leggermente sconvolto.
Però doveva ammetterlo era divertente.

" Sinceramente non ho capito, ma comunque è vero.. Ti vedo spesso fare la mia stessa strada quando vengo a scuola. Dico la mattina.. E bhe, poi sei sempre in.. " Si bloccò . Aveva forse parlato troppo?. Aveva appena espressamente fatto capire che era uno stalker?. Panico.
" Poi mi vedi sempre in biblioteca. " Concluse l'altro al posto suo, mantenendo un ghigno divertito sul volto spigoloso.
" La biblioteca è un luogo che mi piace particolarmente. Di solito a parte te non viene mai nessuno a quest'ora, è molto quieto come luogo, inoltre nessuno mi disturba. " Buttò Lì, sedendosi sulla sedia rivolta all'incontrario. Roxas titubante sulle prime, si chiuse in un silenzio pieno di paranoie. Sinceramente avrebbe dovuto sfruttare l'occasione invece di stare i a mordicchiarsi ossessivamente la pelle dell labbro inferiore; cosi rialzò il viso incrociando le iridi vivaci del compagno. " Non ti posso dare torto, è molto bello. Si beh.. Almeno qui non cè mio fratello a fare casino. " Concluse per poi annuire.

Quando la conversazione termina e cade il silenzio non è mai bello, ci si sente un pò merde, un pò imbarazzati, e sinceramente non si sà mai cosa fare. Il biondo oltre a stringere nervoso la penna bic, non riusciva a far altro.
" Roxas. " A fatica ritornò al presente e si voltò verso il rosso, e con un breve cenno della testa fece capire che era attento.
" Io ti piaccio vero? ".

Ora; perché Axel lo chiese non ci è dato saperlo, la mente umana è contorta, insensata, difficile da comprendere. Spesso non siamo lucidi quando diciamo determinate cose, ma lui lo era per certo. E aveva ottenuto la risposta che tanto desiderava, nel momento in cui la pelle rosea del biondo era diventata di un viola prugna. Si, lo appagava sapere che poteva avere qualcosa tutto per se, e sfruttalo a pieno. Era fantastico, era bello.
Sentirsi amati non è forse una sensazione decisamente piacevole?.

Come già detto, la reazione del piccolo fu platealmente imbarazzante. Avrebbe volentieri preso una padella e se la sarebbe picchiata in testa fino alla morte certa, oppure si sarebbe semplicemente lanciato dal 5° piano e spiaccicato come marmellata.
Ma perché negare poi?. Coprirsi il viso con le mani non avrebbe cambiato le cose, ma cosi magari ci avrebbe rimesso comunque la faccia!

" Pe-Perchè? " Mugugnò a fatica, con un tono terribilmente stridulo. Axel rise e scosse la testa, facendo dondolare le ciocche fiammeggianti. " Perché lo vedo come mi guardi, e spero di non sbagliarmi, ma da come lo fai sembra che tu voglia mangiarmi. " Si tirò leggermente su e rivolse lo sguardo alla finestra. " Mi guardi la mattina, mi guardi all'intervallo, mi guardi ad ogni cambio d'ora. E poi vieni in biblioteca tutti i giorni. Spero vivamente di piacerti, amo avere il tuo sguardo addosso in un certo senso. " Aggiunse prima di tornare a concentrarsi sul biondino. " Comprendi? ".

Se Axel lo voleva era capace di ridurti ad un ameba solo con il potere della sincerità e spietatezza delle sue parole, umiliava, ma poi sembrava compiacersi della cosa. Secondo la mente di Roxas, tutto ciò era parecchio illogico, profondamente illogico. Ma il limite tra Logico e illogico non era poci cosi tanto spesso, anzi, si rompeva facilmente la barriera tra i due. Certo, dipende anche dai punti di vista. E al biondo, non fregava nulla di quanto fosse fuori dal comune Axel, probabilmente gli sarebbe andato bene anche se affetto da demenza.

Come un fulmine un pensiero balenò nella mente del più giovane, era abbastanza sveglio da riuscire ad evadere la domanda e a ribaltare le cose. " Se hai notato le mie apparenti occhiate, vuol dire che anche tu ti sei messo ad osservarmi. Dovrei dedurre forse che ti interesso?. " Disse riprendendo la facciata calma che portava spesso addosso. Spostò lo sguardo fintamente sereno su quello ora pensieroso del rosso, aveva ottenuto l'effetto desiderato. Forse.
Axel dopo qualche secondo scoppiò in una crudele risata e picchiò leggermente la mano sul tavolo, mentre con l'altra scompigliava i morbidi capelli di Roxas. " Ti piacerebbe eh Biondino? " Sussurrò appena al suo orecchio prima di essere spinto via bruscamente, e rimanere impalato ad osservare la schiena di quel ragazzino scomparire dietro l'uscita.

 
" Moccioso, io non avevo finito di parlare. "
Urlò al fantasma di Roxas, rovesciando poi la sedia su cui era rimasto seduto fino a poco prima, ad ammirare ciò che gli piaceva di più della sua fragile esistenza.
Axel ne era ormai cosciente, l'unico ostacolo che non poteva abbattere era proprio Lui, il ragazzo dai teneri e tondi occhi azzurri.


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Grazie per le recensioni, siete molto carine, mi fà molto piacere!!!!
Mi serve qualcuno che mi dica dove sbaglio, o che comunque mi consigli in modo oggettivo!
Chiedo venia per la volta scorsa che non ho ringraziato, ho messo su il capitolo e ciao ninetta, mi è venuto in mente dopo -
Ora vado a letto. Un bacio a chi mi segue u.u
LOL-

 

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Capitolo 4
*** Four ***


Axel si era bruciato l’unica chance che gli era stata concessa. Cazzata. Il rosso sapeva benissimo che ne avrebbe avute altre, ma fustigarsi psicologicamente sarebbe stata una bella idea data la stronzata fatta, non che fosse solo colpa sua: Roxas poteva aspettare almeno un secondo. Sarebbe bastato un veloce minuto per dirgli  quelle poche parole che magari avrebbero accorciato la distanza tra loro, e invece no, era volata via lontano.
 
Il biondo che  ormai senza fiato per la corsa, si era steso sul prato del giardino di casa, in attesa che il battito cardiaco decelerasse, e che la testa smettesse di pulsare in modo maledettamente fastidioso. A tenerlo impegnato nell’attesa, c’era il pensiero di Axel, delle sue labbra, e di quel sorriso da bastardo coi fiochi. Ma anche della faccia da culo che si ritrovava per rispondere con quelle parole. Roxas aveva provato a fregarlo, ma era rimasto invischiato nelle sue stesse parole. Era quasi divertente.
 
“ Roxy. Che fai in giardino?”. La voce squillante di Sora, lo fece risvegliare dalla trans in cui era temporaneamente caduto.  Sollevò le palpebre, per incontrare i suoi stessi occhi, nel fratello.

“Faccio una coroncina di margherite, non si vede?”. Rispose rimanendo sull’erba umida, coccolato dagl’ultimi raggi del sole, e dal vento caldo. Qualche secondo dopo, accanto a lui si accomodò il castano, poggiandosi su un fianco per guardarlo.

“ Che c’è fratellino? Sputa il rospo.” Mormorò in modo appena udibile. Chiaramente Roxas non aveva alcuna intenzione di confessarsi apertamente con il fratello, più per timidezza che per paura di un suo giudizio. Non che avesse molto da ribattere dato che era Pienamente a conoscenza della relazione che aveva con  l’albino. Suvvia, era evidente, Sora quando lo vedeva esplodeva d’amore.

“Niente. E poi non credo tu possa aiutarmi.” Borbottò, prima di tirare un lungo sospiro e di richiudere le palpebre, riprendendo a vagare nel buio totale.
“ E’ successo qualcosa?. Forza Roxas, non ti mangio mica.. Non credo tu sia commestibile.. Magari ai ravioli piaceresti comunque.. mmm.” Il castano aveva decisamente problemi mentali. Le sue parole ne erano l’evidente prova, tanto che il biondo scoppio in una fragorosa risata, e tornò a guardare il fratello.

“ Secondo te si combattere contro.. Aspetta non so come spiegare.. Mettiamola cosi, si può smettere di amare ciò che si ama?.” Domandò il più piccolo, cercando di nascondere l’imbarazzo sul viso. Per lui non era facile domandare qualcosa del genere, ma suo fratello avrebbe evitato di indagare oltre e avrebbe semplicemente risposto. Altri invece, per esempio come Xion , la sua migliore amica, avrebbero indagato insistentemente fino all’esaurimento.

Parlando di Xion non c’è molto da dire. Si era trasferita un anno prima nella loro scuola, e aveva fatto immediatamente amicizia con Roxas, non era una chiacchierona, ma era alquanto saggia oltre che dolce. Unico suo difetto è che era molto possessiva,  il ragazzo era intoccabile per gli altri tranne che per Lei; infatti il ragazzo aveva dovuto mentire pateticamente per mascherare la sua cotta per Axel. Probabilmente la mora aveva comunque compreso, ma non sembrava molto felice della cosa.

“No, neanche se ti ci impegni.” Rispose immediatamente il maggiore esibendo uno dei suoi sorrisi da spot pubblicitari.“Forse col tempo, ma finché avrai davanti agl’occhi l’oggetto del tuo amore non potrai comunque fare nulla.” Aggiunse facendo un occhiolino, e poi tirando fuori la linguaccia. Chiaro segno che aveva capito benissimo di cosa, o di chi parlasse il biondo.

Con un occhiata il biondo fulminò il fratello, che immediatamente si alzò, e prese a correre verso il cancelletto da dove stava entrando Riku. Santo Dio, quel ragazzo spuntava nei momenti meno adatti!
Con il suo sorriso Mentadent, i capelli che fanno swish e gl’occhioni da Isidoro. Certo non si poteva negare che fosse bello, e che il castano fosse dannatamente fortunato, guardatelo! E’ un modello, ed è terribilmente affascinate.  Ma a Roxas non importava un bel cavolo di Lui, inoltre il suo istinto lo portava a desiderare una mazza chiodata per rompergli la testa ogni qualvolta quelle zampacce toccavano il suo adorato fratello. Ma il biondo era troppo professionale per cadere in un errore simile.

Le occhiate di Odio profondo erano giù sufficienti.

Ora il biondino dai tondi occhi azzurri si domandava che avrebbe fatto il giorno dopo, mentre osservava l’albino palpare il culo al fratello, con un certo impegno.
 


Iniziare una giornata con una mensola in faccia, e un enciclopedia da 300 kg sul piede non era il massimo. E mentre Roxas urlava dal dolore, suo fratello si contorceva tra le lenzuola in preda ad una crisi di riso isterico, battendo le mani divertito da quello spettacolino, divertente per uno, e un po’ meno per l’altro.

Arrivare a scuola e ritrovarsi Axel seduto nella sua Classe, sopra il suo banco, era il culmine delle sfighe.

Zoppicava come un dannato, aveva un livido sotto l’occhio oltre alle occhiaie nere che cerchiavano le palpebre. Con quell’umore avrebbe volentieri preso il rosso e lo avrebbe casualmente spinto dalla finestra, per poi sedersi tranquillamente al suo posto, lanciando fulmini e saette a chiunque. Ma ricordiamoci che Roxy era professionale.

“ Buongiorno Roxas.”. Il diavolo dai capelli rossi lo salutò come se gli avvenimenti del giorno prima fossero parte della sua immaginazione, inoltre il tono dal tono di Axel e dal sorriso sgargiante sembrava che i due fossero amici da una vita. Si aspettava forse che da un momento all’altro si sarebbero stretti la mano e presi a pacche sulle spalle? E magari dicendosi  - Vecchio Puttaniere, come va la vita di mare?? –

Sparati Axel.


“ Si buongiorno. Ora scendi dal mio banco o vuoi un invito?.” Il biondo ribatte freddamente. In realtà  stava pregando un Dio disposto a fermargli la circolazione temporaneamente e a non farlo arrossire come un pomodoro. Altrimenti i suoi sforzi per sembrare distaccato e ferito nel profondo sarebbero andati in fumo.

“ Voglio un invito.” Rispose l’altro sarcastico, per poi scendere e far una linguaccia. Naturalmente si avvicinò alla figura fragile di Roxas, e la sovrastò con il suo bel 1.80, capelli non compresi. “ Roxas, ieri io non avevo finito di parlare.” Sibilò appena e con tono preoccupato. Una nota di rammarico rese più scuro il verde dei suoi occhi, solo lì il biondo comprese che era sincero. Ma ancora non capiva perché fosse lì, perché Axel fosse venuto a cercarlo e a parlarci. Il giorno prima si era comportato in modo infantile scappando via, poteva ribattere, invece era fuggito come una bambinetta.

“ Bhe allora dimmelo ora.” Mormorò l’altro imbarazzato, e cercando di sgusciare via dal rosso. Questo per tutta risposta, si avvicinò ancora di più, finché Roxas non tocco con la schiena la fredda parete. Ebbe un sussulto quando il polpastrello del rosso si sfrego leggermente sulle labbra carnose del biondo, dolcemente e con misurata lentezza ne seguì il contorno. Con delicatezza passò poi, la mana sulla pelle candida delle gote imporporate, fino a incontrare le ciocche bionde e scompigliate. Le strinse e ci giocò qualche secondo, prima di tirarle, e riguadagnare l’attenzione del proprietario.

“ Non so sinceramente se tu mi crederai o no, ed è giusto che sia così, ma voglio che tu sappia biondino, che tu mi piaci da impazzire. E che nessuno, che non sia io stesso, potrà più avvicinarsi a te.” Prese poi il mento del biondo e lo sollevò con le dita, la distanza tra loro era minima.

Quasi Invisibile.

“ Got it Memorized?“  
Soffiò appena sulle labbra, prima di sfiorarle leggermente con le sue.

 

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Che fatica °A°
Spero di aver rimediato ai miei errori, e di aver reso più interessante la storia.
Ho aggiunto un tocco di Magico sarcasmo, giusto per far sembrare un pò più antipatici  simpatici i nostri protagonisti.
In realtà sto tipo ridendo per la descrizione di Riku. Io adoro Riku, però mi fa ridere. LOL.
Comunque Rigrazio le mie fan * agita bandierine e non sà perchè*
e di avervi divertito con questo obrobrio capitolo.
ora Vado a fare la piega a Riku. LOL.
* fissa l'albino che la guarda e agita una ascia* O forse no.
Saluti, Sora/Evi.
p.s. Meno male che rileggo quel che scrivo, certe volte metto di quelle cazzate assurde che fan più ridere del risultato finale °A°

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