Amore e Tradimento

di HollyIsForLovers
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo I ***
Capitolo 2: *** Capitolo II ***
Capitolo 3: *** Capitolo III ***



Capitolo 1
*** Capitolo I ***


 

Ed ecco che torna, quella passione che ci spinge l’uno contro l’altro,  a scontrarci e farci male ogni volta.
Siamo distesi entrambi sulle mie lenzuola di lino egiziano, incrociate a mano che lui stesso mi aveva regalato.
Ho la casa stracolma dei tuoi regali, maschere nere originali, con particolari in oro, gingilli di ogni epoca, civiltà e paese. Spesso mi capita quando sono sola di guardarmi intorno e vedere il tuo viso in ogni stupido e stupendo dipinto che mi hai regalato, ma che da sola ho dovuto attaccare alle pareti.
Ogni regalo è un senso di colpa in meno, ogni festa comandata che perdeva, ogni vacanza, ogni compleanno.
Tutti quei presenti meravigliosi sono simbolo stupefacente della mia continua e infinita sconfitta.

Ora che siamo stretti, che i nostri corpi sono tanto amalgamati che sfido chiunque a distinguere il mio respiro dal tuo, proprio in questi momenti mi odio di più. Mi odio perché sono ancora qui, appoggiata al tuo petto, a piangere mentre dormi, e asciugare le lacrime prima del tuo risveglio.

Ogni giorno che passo con te è un briciolo di dignità che se ne va, ogni giorno che passo lontano da te è una montagna di felicità che viene a mancare. Sei entrato nella mia vita e come un tornando hai spazzato via tutto, e ogni volta che bussi a quella porta crei nuove macerie, e ogni volta che te ne va inondi di vuoto la mia vita. Come può essere così stupido e incosciente l’amore? Come può provocare tanto male ed essere al contempo così desiderabile? Rispondimi bellissimo uomo coricato tra le mie lenzuola, rispondimi per una volta, sceglimi almeno ora.

A volte quando cammino per strada e invidio le coppie che litigano, mi chiedo cosa ho fatto di male per essermi innamorata di te.  Soprattutto: perché tu lo sei di me? Cosa ti ha fatto credere che potessi amarmi e farmi soffrire a tuo piacimento; lo sai, ne sei consapevole che il cuore che tanto ami, che esclusivamente ti appartiene, si sta sfaldando.

Sento che ti muovi sotto di me, e passo una mano tra i capelli scuri che sono disordinati sul cuscino.
Guardo la tua mascella perfettamente squadrata e immagino sotto le palpebre i tuoi occhi. Se riuscissi a vedermi ora, mi sorrideresti e mi ripeteresti quanto mi ami, e quanto questo momento sia meraviglioso. Ed io lo so che lo pensi davvero, io so che mi ami, ma per quanto riesca a sforzarmi mi chiedo perché non puoi amare solo me?

Come puoi avere un cuore così grande per amare due donne, io ho amato solo una persona in tutta la mia vita, e mi sento tanto piena d’amore da scoppiare.
Lei  non sa di noi, tu l’ami troppo per farla soffrire, sai che ti odierebbe se lo sapesse, che ti lascerebbe e che tu perderesti la donna che ami, la prima donna che ami.

E la seconda forse non ti basterebbe a colmare quel vuoto. Sono questi i dubbi che mi rendono così codarda, il credere di non essere capace di donarti quanto ti meriti. In fondo so che non è vero, ma a volte mi fermo a pensare che io sono solo la ciliegina sulla torta della tua vita perfetta, che non basterei da sola a renderti completo. Ed allora rimango zitta, piango e asciugo le lacrime affinché non tocchino la tua pelle ancora calda.

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Capitolo 2
*** Capitolo II ***


L’altro giorno sono andata allo studio di lei. Tu non lo sai, non ho avuto il coraggio di dirtelo, ho preso un appuntamento ben sei mesi fa, e sono riuscita ad incontrarla.
Molti miei amici, inconsapevoli di tutto mi avevano teso le sue lodi, l’ostetrica migliore di tutta la città.
Quando ero davanti alla porta del suo studio scorsi il cartellino col suo nome sopra Samantha Eddison in Harks.
Sbagliai a bussare e la sbattei provocandomi dolore alle nocche, mi ripetei varie volte che era un segno del destino, che non avrei mai dovuto incontrarla, ma proprio in quel momento essa mi invitò ad entrare.
La voce era proprio come me l’ero immaginata, calda, leggermente più bassa del normale.

Tu mi avevi parlato spesso di lei, e malvolentieri avevo ascoltato le vostre storie di coppia, proprio come una fidanzata ascolta storcendo il naso le storie del suo lui con l’ex.
Ma per quanto ti avessi potuto ascoltare , non mi ero mai immaginata che lei fosse così.

Appena entrata la scorsi vicino alla finestra, alta, magra, col camice bianco.
Quando si voltò potei notare il seno prosperoso avvolto dal camice che contrastava perfettamente con il ventre piatto. Mentre mi sedevo, ammiravo il suo sorriso, quelle labbra scure, gli occhi verdi  e i capelli rossi lunghi fino alle spalle.
Era meravigliosa, non potei non sorridere a mia volta davanti a tanta grazia e gentilezza.
Mi chiese il motivo del consulto, e io iniziai a giocare con le parole, una dote che avevo imparato da te.
Ella aggrottò la fronte e mi disse di accomodarmi sul lettino posto alle mie spalle.

Io annui, spaventata, ci alzammo contemporaneamente e mi sentì smisuratamente piccola di fronte a lei. Io ero davvero una sua possibile rivale? Davvero tu eri stato capace di notare me, quando ogni notte al tuo fianco avevi  lei?
Mi accomodai, dopo essermi cacciata gonna e collant, sul lettino, quella mi fece appoggiare le gambe negli appositi poggiapiedi. In quella posizione mi sentivo ancora più in difficoltà, ed intanto intravedevo la cornice di legno chiaro appoggiata alla scrivania. Quelle perfette cornici che contengono perfette istantanee di coppie perfette.
-Vuole parlarmi di qualcosa?-.
-Cosa?- chiesi mentre ispiravo profondamente, a causa dell’oggetto gelato che mi infilò tra le cosce.
-Sono consapevole che l’esame è fastidioso quindi se può renderlo più sopportabile, mi racconti qualcosa di lei… cosa fa nella vita?-.
-Sono un’editrice, lavoro per una rivista di moda…- rispondo, paragonando il mio scrivere articoli su scarpe al suo salvare delle vite.
-Ha un marito, un fidanzato?-.
Ed intanto, sento quell’oggetto estraneo andare sempre più giù.
-Un compagno diciamo.. sono quasi 5 anni che ci frequentiamo- ed intanto penso a quella foto.
-5 anni! Non sono pochi, eh! Deve essere una cosa importante…! Mai pensato al matrimonio?-.
-Lui non è un tipo che ama i legami…-.
-Ah questi uomini…! Ma non si preoccupi, alla fine cambiano, mio marito anche era così, ed ora siamo sposati da ben otto anni!-.

Ed in quel momento che il tremore delle mie mani diventa estremamente visibile, tanto che insieme a queste anche le gambe iniziano a muoversi.
-Signornina Adams sta bene?-.
-Sisi- rispondo, celando le lacrime.
-Vuole che interrompiamo l’esame? Posso tranquillamente spostare la visita a domani mattina…-.
Mentre dice ciò, mi libera dell’intruso e io posso riappoggiare le gambe a terra.
-Non si preoccupi, credo di non aver nessun problema..- esclamo mentre poso i collant in borsa  e infilo la gonna.
-Mi scusi per averle fatto perdere tempo dottoressa Harks, mi scusi di tutti..-.
Esco quasi correndo, e mi fiondo per la strada, dimenticandomi completamente dove avevo parcheggiato.
Piova a dirotto, e mi incazzo, e mi odio, perché è riuscita a farmi pena. Lei che lo possiede, che è legata a lui da un patto, da un anello, da una casa, da una vita! Lei fa pena a me, che di lui ho solo stupidi regali e stupide foto.
La odio, odio non essere lei, odio che lei ci sia, ed odio essere me.

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Capitolo 3
*** Capitolo III ***


 
Con oggi sono precisamente 5 anni che ci frequentiamo.
Questo stesso giorno 5 anni fa, l’uomo che ora accende le candele sul mio tavolo, si trovava presso il giornale dove lavoro a compiere la sua attività di pubblicitario. Lo vidi entrare e lo seguii con lo sguardo, abbassando gli occhi quando notavo che lui faceva altrettanto. Ci baciammo la sera stessa, a casa mia, prima che lui tornasse per cena.
Quella notte sapevo che lui era sposato, come lo so tuttora, ma allora avevo quella speranza che mi sussurrava all’orecchio che le cose sarebbero cambiate, che io non mi sarei mai innamorata dell’uomo di un’altra, o che lui l’altra l’avrebbe abbandonata.

Quando ho capito che la nostra storia non avrebbe mai subito una svolta, non so… So solo che un giorno mi svegliai, e quella speranza era sparita, l’avevo soffocata con la mia rassegnazione, l’avevo cancellata via con la mia paura.
La paura di perderlo, che deriva dall’essere tristemente consapevole che nessuno mi avrebbe amato come lui mi ama, che non m avrebbe sorriso con gli stessi occhi.
 
Questa sera ha preparato per noi una cena di ben tre portate.
Ci sediamo nel  piccolo e quadrato  tavolo della mia cucina, e mentre assaporo le linguine al pesto lo guardo, sorseggiare il vino rosso appena stappato.
Non riesco a non sorridere mentre lo guardo, non riesco a fermare quella sensazione di tranquillità e di pace che mi investe come un treno per alcuni secondi prima di rigettarmi nella realtà. La realtà stasera è più fredda del marmo, più dura del ferro, e fa male sentirla sulla mia pelle, prima riscaldata dalla finzione, nella quale lui mi avvolge.

-Dobbiamo festeggiare..-esclama d’un tratto alzando il bicchiere di cristallo, facente parte dell’unico servizio “buono” di casa mia.
Io lo imito, prima di ingoiare il boccone, sto per rispondere quando ad un tratto sento un’ulteriore forte sensazione fuoriuscire dal mio petto, salire su per la gola, e non riuscendo a fermarla la sputo fuori dalle mie labbra, prima che esse si bagnassero di vino.
-Cosa dovremmo festeggiare? 5 anni di cosa? Di bugie a tua moglie? Della mia solitudine con te? Spiegami, cosa stiamo facendo!? -
Mentre sbatto il pugno sul tavolo rimango basita da me stessa, non riesco  a credere di averlo finalmente detto, ho gli occhi ancora asciutti, anche se sono consapevole del rossore delle gote.
-Selene, su finiscila adesso.. sai com’è la situazione…-.
-No, non lo so! Illuminami, che vuoi da me?-.
-Io ti amo…-.
Mi ritrovo in piedi, con lui dall’altra parte del tavolo che allunga le braccia verso di me.
-Come posso continuare a crederci? Come posso continuare a credere che l’amore sia tutta questa sofferenza?-.
-Non posso dirglielo, mi lascerebbe…-.
-E che ti lasci! Che scopra finalmente a chi appartiene quel nome che ha inciso sulla fede! Che sappia che il suo bel maritino si scopa un’altra donna! E che forse non è poi così perfetto come crede..-.
Non lo sento emettere fiato, non smetto di guardarlo negli occhi, mi concentro sulle pupille nere, per evitare di passare lo sguardo sul suo volto, perché so che cederei, anche solo il guardare l’iride, il verde smeraldo che continua a brillare nonostante tutto, mi farebbe rimangiare ogni parola.
-Ora calmati… ti prego, ascoltami..-.
-Credo di essere stanca di ascoltarti, sono stufa dei tuoi “devo andare” e dei tuoi “non posso”… vattene-.
-Aspetta adesso, non essere ridicola-.
-Vattene, se davvero mi ami come dici, esci da questa casa…-.
Sono proprio io a dire queste cose? Sono proprio io a pronunciare queste parole? Chi è che parla, perché non sta zitta! Perché dice all’uomo che amo di uscire dalla mia vita? Perché?
Ho gli occhi appannati, sento la porta sbattere ma non allontano lo sguardo dalla parete bianca, da dove prima c’erano le sue iridi verdi.

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