Morgan.

di MorganJicarilla
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Primo Paragrafo. ***
Capitolo 2: *** Secondo Paragrafo. ***



Capitolo 1
*** Primo Paragrafo. ***


Nel mondo moderno abbiamo tutto,tranne il tempo per capire chi siamo. Ci scaricano sulla terra e viviamo comandati a bacchetta dalle oche più grandi del pollaio. Così la nostra presenza diventa una piacevole presenza,che scompare dopo poco tempo. Avrei continuato ad indossare la mia salopette preferita,quella rosso sangue:la mia presenza sarebbe stata scandita dai buchi sulla stoffa. Chi muore giovane,chi muore vecchio. Non ha importanza,nessuno di loro ha mai fatto qualcosa per far si che il poco tempo passato nel nostro corpo umano venga ricordata. Sembrano tutti dei turisti dell’universo,ammirano le bellezze in silenzio,come in un museo. Ed io,con la mia salopette rossa,mi sarei distinta tra tutti i turisti? Avrei fatto voltare lo sguardo di chi era rimasto a fissare lo stesso quadro per troppo tempo? Forse,si sarebbero accorti di me solo per il curioso odore di fumo e gelsomino. Lo stesso lieve profumo che cullava le mie idee,fin quando non si sarebbero svegliate con un vagito,reclamando i loro diritti.

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Capitolo 2
*** Secondo Paragrafo. ***


Mia madre era una puttanella rimasta incinta a sedici anni. Una di quelle ragazzine con del marcio nel cervello,quelle che sognano una vita sesso droga e rock ‘n roll. Mio padre non l’ho mai conosciuto. Deve essere stato un bastardo,un bastardo che non accettava le proprie responsabilità. Mia madre credo sia morta,caduta in fiume durante una sbronza,o qualcosa del genere. Nessuno l’ha mai cercata,si sono limitati a chiamare la polizia quando mi hanno vista vagare per i marciapiedi. Avevo fame,ed ero come un randagio pronto a mordere,nessuno voleva avere a che fare con me,e i giornali non erano interessati alla notizia di una tossica scomparsa. Il corpo di mia madre non l’hanno mai ritrovato,ed è meglio così. Lei era una deviata mentale,lo so per certo. Ho ancora le cicatrici di quando piangevo,e le mi spegneva le sue fottute sigarette sulla pelle. Adesso mi hanno classificato come una “ragazza difficile” in uno stupido schedario,mi hanno dato questi fogli ed una matita. Non so perché raccontare il mio passato,ma le notti in questa stanza vuota sono opprimenti. Cosa credono,che anche io sono pazza come mia madre? Si,ero un randagio. Ma non uno di quelli non adatti al branco. Ne sottomessa,ne sottomitrice. Avevo fame,e la fame rende ciechi: porta ai gesti più folli. Mi sarei uccisa,avrei ucciso. Poi mi hanno rinchiuso. Mi hanno rinchiuso fisicamente. E cosa me ne faccio del mio corpo? Le mie idee saranno per sempre libere.

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