What I did for love di crazy640 (/viewuser.php?uid=39055)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Big news ***
Capitolo 2: *** Rimmel ***
Capitolo 3: *** ricomincio da qui ***
Capitolo 4: *** La scelta ***
Capitolo 5: *** La voce del sienzio ***
Capitolo 6: *** Love affair ***
Capitolo 7: *** Breakfast at Potter's ***
Capitolo 8: *** The way we were ***
Capitolo 9: *** It was just sex ***
Capitolo 10: *** I wanna a bad bad romance ***
Capitolo 11: *** Alone ***
Capitolo 12: *** Father and Sons ***
Capitolo 13: *** AVVISO ***
Capitolo 14: *** Alle porte del sogno ***
Capitolo 15: *** Love don't live here anymore ***
Capitolo 16: *** Il più fragile ***
Capitolo 17: *** Last friday night ***
Capitolo 18: *** Glad you came ***
Capitolo 1 *** Big news ***
big news
La partita era finita
da poco. Gli spettatori se ne erano andati quasi tutti,chi felice per la
vittoria della propria squadra sventolando la bandiera e chi,invece,mugugnando fra i denti all'indirizzo
dei propri rivali una promessa
di restituir loro la batosta a breve. Sul campo usato per la partita non era
rimasto nessuno,fatta eccezione per due Maghi no, un
maschio ed una femmina che,con
il compito di rimettere in ordine lo stadio dopo la partita si
stavano dando da fare per
ripulire le varie gradinate dagli inevitabili rifiuti che quella folla
oceanica si era lasciata dietro
di sè. Nei corridoi che collegavano lo stadio agli spogliatoi alcuni tifosi
della squadra vincitrice erano in attesa che i giocatori,che loro consideravano quasi degli
idoli,finissero di fare la doccia ed uscissero fuori,dedicando loro qualche
minuto.
Poco lontano c'era anche un gruppetto di giornalisti
sportivi pronti ad intercettare il primo giocatore disponibile per una breve intervista. Del resto
quel risultato era degno di nota:era da quasi vent'anni che i Cannoni di Chudley
non avevano un campionato così
fortunato. Fin da quando era iniziata la stagione non avevano perso neanche
una partita e,come se questo
non bastasse,erano anche la squadra che aveva subito il minor numero di reti da
parte degli avversari. Ora
che le partite del girone d'andata erano quasi terminate e che i Cannoni erano
saldamente in testa,i tifosi
cominciavano a sperare nella Coppa,anche se scaramanticamente non ne
parlavano mai ad alta voce per
paura di rompere qualche incantesimo favorevole.
La porta dello
spogliatoio si aprì ed il primo ad uscire fu l'annenatore Harris,un uomo di
oltre quarant'anni dai capelli
castani tagliati a spazzola,il viso allungato e magro e un paio di folti
mustacchi che gli incorniciava
la bocca. I giornalisti si
accalcarono tutti su di lui alla ricerca anche della più piccola ed
insignificante delle
notizie:quell'uomo aveva preso la squadra all'inizio di luglio e con i suoi
metodi rudi e sbrigativi era
riuscito a rimettere in sesto i giocatori,psicologicamente e
moralmente. L'allenatore riuscì ad allontanarsi soltanto di un paio di metri
dalla porta dello spogliatoio prima che i giornalisti gli fossero addosso. -Coach Harris un commento sulla
vittoria?-domandò uno dei tanti giornalisti,facendo partire la
piuma d'oca ancor prima che
l'uomo dicesse una sola parola. -E' stata una bella partita,ma avremmo potuto
fare di meglio-commentò questi. -Non è soddisfatto della prova dei suoi
giocatori?-chiese un'altro giornalista. Harris lanciò uno sguardo al gruppo e
si fermò nel centro del corridoio. -Non ho detto questo. Io mi aspetto
sempre il meglio dai miei ragazzi e loro lo sanno...Anche quando giocano al
massimo della forma io chiedo
loro di più-spiegò. -Che ci dice della prestazione di Potter?-chiese una
donna,una delle poche giornaliste sportive del mondo magico. -Credo che si commenti da sola,lei non
crede?-domandò Harris a sua volta,l'accenno di un sorriso sul volto.
Il mormorio alle loro spalle fece capire ai
giornalisti che la porta degli spogliatoi si era aperta
di nuovo;neanche fossero un
blocco unico,si voltarono e lanciarono uno sguardo al corridoio
che avevano lasciato poco
prima,intercettando fra la folla di tifosi il Portiere della squadra e
principale artefice di quella
sfilza di vittorie. Ronald Potter. Dopo essersi congedati dall'allenatore
Harris,si mossero velocemente verso di lui,ben consapevoli che l'uomo non avrebbe provato ad evitarli troppo
impegnato a firmare autografi e a scambiare qualche battuta con i suoi "fans". Era uno dei pochi
giocatori professionisti con cui i tifosi sentivano di avere un confronto
diretto, un vero rapporto di
amicizia,ovviamente nei limiti del possibile:fin dall'inizio della sua
carriera,quando ancora giocava
nelle serie minori,Ronald aveva avuto un atteggiamento
benevolo e socievole verso i
tifosi,considerandoli parte della sua vittoria.
Quando li vide fermarsi tutti intorno a lui,alzò per
qualche istante lo sguardo dalla maglietta con il suo numero che stava autografando e sorrise
loro. -Salve ragazzi,come va?-domandò neanche stesse parlando con un gruppo
di vecchi amici. -Ronald complimenti per la partita di oggi!Hai concesso
soltanto trenta punti alla squadra avversaria-disse uno del gruppo. -Che volete farci...E' il mio
lavoro,no?Se facessi altrimenti mi dimezzerebbero lo
stipendio-commentò lui
scherzoso. Alcuni giornalisti ridacchiarono e Ronald,dopo aver firmato
l'ultimo autografo,salutò i tifosi e si allontanò dalla porta degli spogliatoi. -Stai cercando di
battere qualche record?Credi di riuscire a raggiungere il record di Helmut
York?-si sentì
chiedere. L'uomo alzò le spalle. -Chi può dirlo?Non entro in campo con
quell'idea in mente...Cerco soltanto di non far fare
brutta figura alla
squadra-rispose sincero. Girò un angolo del corridoio e aguzzò la vista
quando vide tre figure ferme alla fine di questo. Spontaneo un sorriso gli
stese le labbra prima che,con un movimento fulmineo di quelli che
usava sul campo,si voltasse
verso i giornalisti e lanciasse loro uno sguardo circolare. -Ragazzi che ne
dite di farmi andare a casa?Inoltre dovete ancora intervistare i miei
compagni...-disse
loro. Nonostante fosse lampante che l'idea non piacesse loro neanche un pò,il
gruppo si arrese e,dopo che i
fotografi ebbero scattato una foto veloce di Ronald,gli voltarono le spalle e se
ne tornarono indietro lungo la
strada da cui erano venuti.
Sollevato di essersi liberato di quella opprimente
compagnia,Ronald tornò a voltarsi e ad incamminarsi verso la fine del corridoio,lo sguardo fisso sulle tre
figure sedutre su una panchina
di pietra:una donna e due bambini. Il primo ad accorgersi del suo arrivo fu
il bambino,che sentendo il rumore dei passi eccheggiare per il corridoio allontanò lo sguardo dal fumetto
che stava leggendo e si alzò in piedi;la donna,intenta ad ascoltare i discorsi della bambina,non si era
accorta del suo arrivo,ma colse
il movimento del figlio e mosse lo sguardo nella stessa direzione,sorridendo
non appena lo vide arrivare
prima di fare un cenno alla bambina che si voltò all'istante verso
di
lui. -Papo!- L'esclamazione,accompagnata dai passi veloci della bambina,lo
fece sorridere;si fermò e aspettò che lei fosse abbastanza vicina da poterla sollevare fra le
braccia. -Ehi fagiolino!Accidenti quanto sei diventata grande,fra un pò non
ce la farò più a prenderti in braccio...-le disse cercando di apparire serio. Ma era un'impresa che
il più delle volte gli riusciva impossibile:ogni volta che guardava sua
figlia,automaticamente sul suo
volto si disegnava quello che i suoi fratelli chiamavano "sorriso
ebete". Charlotte era una
bellissima bambina dagli occhi verdi ed i capelli rossi tipici della famiglia
Weasley che aveva da poco
compiuto cinque anni. Era una bambina spigliata e buffa a cui piaceva,come
tutte le bambine alla sua età, frugare nell'armadio della mamma alla ricerca del vestito più bello o delle
scarpe più alte,in modo da poter essere la più elegante quando nella sua stanza sarebbe stato
offerto il tè ai suoi peluche. Sul viso candido e leggermente spruzzato di
lentiggini di sua figlia si disegnarono due piccole
fossette ai lati delle guance
non appena le labbra della piccola si distesero in un sorriso. -Lo dici tutte
le volte-gli disse. -Perchè è vero...Ora che ne dici di darmi il bacio della
vittoria?-le disse con lo stesso tono di voce di poco prima. Le braccia corte della bambina si
allacciarono attorno al collo di Ronald e,come sempre dopo
una partita,la piccola gli
scoccò un bacio sulla guancia sinistra. Non appena le labbra della figlia
sfiorarono la sua guancia,Ronald sorrise e ricambiò il bacio,
prima di incamminarsi lungo il
corridoio,sistemando la bambina contro il fianco destro e
stringendo con la mano libera
la sacca del Quidditch.
Non dovette fare
che pochi passi prima di raggiungere gli altri due. -Ehi campione!-disse
all'indirizzo del bambino che,ancora accanto alla madre,gli andò
incontro. -Papà sei stato fantastico!Non ho mai visto nessuno fare una parata
come quella che tu hai fatto a
McCallister...Lunedì a scuola i miei amici non faranno altro che parlare di
te!-gli disse euforico. Poche persone avrebbero creduto,a prima vista,che Lowell
fosse suo figlio;dove i suoi capelli erano ribelli e rossi,quelli del bambino erano facilmente governabili e
castani,i suoi occhi erano marroni mentre quelli di Lowell erano grigi,alcune volte quasi
trasparenti. Ma avevano la stessa passione per lo sport,erano entrambi
terribilmente disordinati e a Ronald piaceva passare del tempo con il bambino aiutandolo con i compiti oppure
uscendo insieme per fare una
corsa in bici o andare al cinema. Ronald a quelle parole sorrise e gli passò
una mano fra i capelli prima di portare lo sguardo sulla donna che fino a quel momento era rimasta in
silenzio,ma che non lo aveva perso di vista neanche un'attimo. -Ciao- Sentendo su di sè lo sguardo
attento di sua moglie,Ronald si lasciò scrutare dalla punta dei
piedi fino a quella dei
capelli,finchè i loro occhi non tornarono ad incontrarsi. -E quel livido sul
sopracciglio sinistro?Perchè non te lo sei fatto curare in infermeria?-gli
domandò poi. Lui alzò le
spalle in un gesto noncurante. -Ho pensato che volessi prendertene cura tu-le
rispose sincero. La donna lo fissò per qualche altro secondo prima che le sue
labbra si distendessero in un sorriso. -Sei sempre il solito...-commentò. Ronald sorrise a sua
volta,mise a terra Charlotte e fece il passo che mancava per avvicinarsi a
lei. Come aveva fatto lui
poco prima,Rebecca restò immobile aspettando che fosse Ronald a
raggiungerla e quando furono
uno davanti all'altra alzò una mano verso il suo viso e gli
allontanò alcune ciocche di
capelli in modo che non finissero davanti agli occhi e diede un'altra
occhiata al livido. -Ha un
brutto aspetto-disse poi tornando a guardare il marito-Potresti evitare di farti
massacrare per una partita di
Quidditch?-aggiunse sinceramente preoccupata. -Lo sai come sono fatto:quando
gioco non mi accorgo di nulla,neanche se un bolide mi
colpisce-fece lui passandosi
una mano dietro il collo. Un suono a metà fra il divertito e lo scettico uscì
dalle labbra chiuse di Rebecca. -Mi sei mancata-disse Ronald cambiando
abilmente discorso. Conosceva sua moglie,sapeva che non avrebbe smesso di
preoccuparsi finchè non avesse fatto sparire il livido,ma aveva bisogno di dirle come si era sentito durante
quella settimana di lontananza. -Beh se devo essere sincera tu non è che mi sei mancato
poi così tanto:ho avuto il letto tutto per me,non dovevo litigare per il telecomando...-fece lei. Stanco di
tutti quei discorsi,Ronald portò una mano dietro la schiena della
donna,spingendola contro di sè
e avvicinando contemporaneamente il viso a quello di lei,facendo incontrare le
loro bocche. Sorrise quando
sentì l'istantanea risposta al bacio. Remore della presenza dei bambini si
staccò quasi subito da lei e aprì gli occhi,incontrando
subito i suoi ridenti occhi
grigi. -Uff...Anche tu mi sei mancato,d'accordo?Ora che ne dici di andare a
casa così ti curo quel livido?-
Le luci spente nel portico le fecero capire
che la casa era vuota. Girò la chiave nella serratura e aprì la porta
principale fermandosi nell'ingresso dove restò immobile qualche secondo,ancora
con la porta aperta,in ascolto di possibili rumori dai piani superiori. Non
sarebbe stata la prima volta che dimenticava di accendere le luci di servizio
sul portico. -Sono tornata!-disse a voce alta. Il silenzio che ottenne in
risposta le confermò la sensazione iniziale:suo marito doveva essere ancora al
lavoro. Si voltò e chiuse la porta,accendendo le luci dell'ingresso e quelle
del portico,per poi togliersi il cappotto e posarlo sull'attaccapanni distante
da lei soltanto pochi passi. Dopodichè,prima di posare anche la borsa,la aprì
e ne tirò fuori una cartellina semirigida. Continuando a rigirarla fra le
mani si incamminò verso la cucina,dove accese le luci e lanciò il fascicolo sul
bancone di marmo grigio. Perchè le poche pagine contenute lì dentro le
facevano tanta paura? A venticinque anni Lily Potter Thomas aveva tutto
quello che aveva sempre desiderato dalla vita:il lavoro dei suoi sogni,come
Pozionista presso il Ministero,una famiglia che nonostante gli screzi
dell'adolescenza era sempre pronta ad offrirle aiuto nei momenti di bisogno,ed
un marito che amava come il primo giorno e da cui era ricambiata nella stessa
maniera. Daniel ai suoi occhi era l'uomo perfetto,anche se conosceva
perfettamente tutti i suoi difetti e le sue mancanze:era l'uomo più ordinato e
preciso che avesse mai conosciuto in vita sua,quasi un maniaco
dell'ordine,inoltre,ancora adesso dopo tanti anni c'erano state occasioni in cui
era bastata una parola sbagliata a scatenare una lite,proprio come quando erano
ragazzi.
Ma dopo dieci anni,di cui cinque di
convivenza e tre di matrimonio,entrambi sapevano come comportarsi con l'altro in
modo da non inasprire la situazione. Nella sua vita tutto era perfetto:la sua
famiglia amava Daniel,compreso suo padre che ormai aveva smesso di vederla
sempre come la sua "bambina" e aveva accettato l'idea che si facesse una vita
altrove. Anche Dean Thomas,il padre di Daniel aveva finito per accettarla
nella famiglia,anche grazie all'aiuto di Scott,il suo compagno,che Lily
adorava;ora quello che sia Dean sia sua madre aspettavano con ansia era l'arrivo
di un nipotino. -Tesoro siete sposati da tre anni,non credi che sia arrivata
l'ora di avere un marmocchio che gira per casa?-le aveva chiesto un giorno
Scott. E a quanto sembrava qualcuno aveva ascoltato le loro
richieste.... Lentamente,quasi avesse paura che quel fascicolo le esplodesse
in faccia,Lily si avvicinò al bancone e vi si appoggiò contro aprendo la
cartellina su cui era scritto il suo nome. Era incinta. Ancora non
riusciva a crederci!Eppure aveva le prove lì proprio sotto il naso:le analisi
del sangue e l'ecografia che le avevano fatto quel pomeriggio. Pensare che
tutto era iniziato con un capogiro:qualche giorno prima,mentre era intenta a
preparare una pozione si era dovuta allontanare dal calderone perchè l'effluvio
di rabarbaro le aveva fatto girare la testa. Era la prima volta che le
succedeva una cosa simile:neanche quando si occupava di pozioni più complesse e
pericolose aveva avuto di quei problemi! Così aveva pensato di fare qualche
controllo,certa che si trattasse soltanto di un calo di pressione o di
un'anemia,ma invece aveva dovuto ricredersi. Naturalmente era felice per
quella notizia,ma era piena di dubbi:sarebbe stata all'altezza? Aveva
abbastanza spirito materno per mettere da parte un lavoro che adorava e
dedicarsi completamente ad un'altra persona? E Daniel?Cosa ne avrebbe
pensato?Non avevano mai affrontato quell'argomento e ogni volta che Scott o sua
madre facevano quel tipo di commento lui si limitava a sorridere e ad alzare le
spalle,senza dir nulla. Cosa avrebbe fatto se Daniel non avesse voluto quel
figlio?
-Tesoro?Ci sei?- La voce che arrivò a lei
dal corridoio la riscosse dai suoi pensieri. Chiuse il fascicolo e voltò le
spalle al bancone,quasi a nascondere le prove della sua gravidanza al
marito. -In cucina!-disse a voce abbastanza alta perchè lui la
sentisse. Pochi attimi e lui la raggiunse. -Ehi dov'eri finita?Sono venuto
a prenderti al lavoro,ma mi hanno detto che eri già uscita-le disse andandole
incontro. Dannazione!Possibile che doveva scegliere proprio quel giorno per
fare una cosa carina verso di lei? -Ah,ecco io avevo un paio di commissioni
da fare-disse alzandosi sulle punte per dargli un bacio veloce. Daniel
annuì. Come Lily aveva realizzato il suo sogno di diventare Pozionista,anche
Daniel aveva realizzato il suo:dopo Hogwarts era entrato nell'Accademia per
Auror e ne era uscito due anni dopo con il massimo dei voti e un lavoro
assicurato presso il Ministero. Nel giro di pochi anni era entrato a far
parte di una squadra speciale,di cui facevano parte soltanto i soggetti più
valorosi e competenti;ancora adesso,a distanza di anni,Lily ricordava
l'espressione felice e allo stesso tempo orgogliosa che era dipinta sul volto
dell'uomo quando le aveva fatto quell'annuncio. Soddisfatto dalla risposta
della moglie,Daniel annuì e si avvicinò al frigo per poi tirar fuori una
bottiglietta d'acqua. Lily lo osservò attentamente in quegli attimi di
relativa distrazione,indecisa se mantenere ancora il segreto oppure dire tutto
subito,senza aspettare oltre. Probabilmente quella notizia avrebbe colto di
sorpresa Daniel in entrambi i casi,ma magari se avesse atteso qualche giorno
avrebbe potuto sondare il terreno e cercare di capire che cosa ne pensava il
marito su una possibile gravidanza. E se avesse scoperto che era l'ultimo dei
suoi pensieri?
-Va tutto bene?- L'uomo che si era
accorto di come lo sguardo di Lily non lo avesse abbandonato neanche un
istante,posò la bottiglietta sul mobile più vicino e la fissò di rimando. -Tu
mi ami Dan?-si ritrovò a chiedergli lei. Non sapeva neanche perchè gli aveva
fatto quella domanda...Conosceva la risposta! Eppure aveva bisogno di
sentirselo dire,di avere un'ulteriore rassicurazione,di qualcosa che l'aiutasse
a decidere. Un'espressione sorpresa si disegnò sul viso di Daniel,seguita da
un sorriso. -Ci devo riflettere...-scherzò. -Sìì serio per un
momento!- Lo vide incrociare le braccia all'altezza del petto e rimandarle lo
stesso sguardo serio. -Ora so per certo che c'è qualcosa che non
va-fece. Lily sospirò rumorosamente e si ravviò alcune ciocche di capelli
dietro l'orecchio destro, voltandogli la schiena. Pochi secondi e Daniel fu
dietro di lei,le mani posate su entrambe le spalle con fare rassicurante che
ebbero l'effetto di mandarla ancora più in confusione. -E' successo qualcosa
al lavoro?O ci sono dei problemi con la nostra famiglia?-le chiese cercando di
individuare la radice dell'infelicità della moglie. Lei scosse la testa e
allontanandosi di un altro passo da lui tornò a voltarsi,per poterlo fissare in
volto. Ormai non poteva più rimandare,gli aveva insinuato il dubbio e
conoscendolo sapeva che non sarebbe stato sereno finchè non avesse scoperto cosa
la preoccupava. Alzò gli occhi ad incontrare quelli verdi di suo marito
e,inconsapevolmente,si ritrovò a trattenere il respiro. -Sono
incinta-annunciò. A quell'annuncio gli occhi di Daniel si spalancarono e lei
li vide affondare nei suoi. Cosa aspettarsi ora?
Il silenzio sembrava chiudersi opprimente su
di loro e Lily si ritrovò a cercare qualcos'altro da dirgli,quasi dovesse
confermare le sue parole. -L'ho scoperto questa mattina...Un paio di giorni
fa avevo avuto un malore al lavoro e...-iniziò. -Ti sei sentita male e non mi
hai detto niente?-la interruppe lui sorpreso. -Non credevo fosse nulla di
grave,ho dato la colpa alla pozione che stavo preparando! Però poi dalle
analisi è risultato essere tutt'altra cosa...-aggiunse. Lanciò un'occhiata al
marito e lo scoprì pensieroso:avrebbe dato qualsiasi cosa per sapere cosa gli
passava per la testa in quel momento! Forse aveva bisogno di una piccola
spinta per lasciarsi andare. -Ascolta lo so che non abbiamo mai parlato di
avere un bambino,e che abbiamo sempre riso alle richieste di mia madre e di
Scott,ma ora eccoci qui...Rischiamo di diventare genitori-disse cercando di
apparire più tranquilla di quanto non fosse in realtà. Fortunatamente ottenne
l'effetto desiderato,visto che Daniel sorrise alla sua battuta. Spronata da
quel sorriso,Lily fece un passo verso di lui,senza mai staccare lo sguardo dal
suo. -So che al momento può sembrare una notizia scioccante e sconvolgente,ma
possiamo vederla come un ulteriore prova che siamo destinati a stare
insieme,almeno per un'altra ventina d'anni-commentò scherzosa,cercando di
nascondere sotto l'ironia la sua paura di un rifiuto. Questa volta suo marito
si lasciò andare ad una risatina accennata che la tranquilizzò visibilmente,così
come la rassicurò il braccio che Dan fece scivolare attorno alle sue
spalle. -Io non la definirei scioccante...Direi piuttosto fantastica-disse
poggiando la fronte contro quella di lei e fissandola con uno sguardo
brillante.
La reazione di Lily si fece aspettare
qualche secondo,poi sul suo volto si disegnò un sorriso, luminoso quasi quanto
lo sguardo di Daniel,e le sue braccia scattarono attorno al collo del
marito,nascondendo per qualche attimo il viso nella sua spalla. -Dici sul
serio?-gli domando poi rialzando la testa e tornando a guardarlo. -Stai
scherzando?E' la notizia più bella che ho ricevuto dopo quella dell'ammissione
al gruppo speciale di Auror...Anzi credo che questa la superi
anche!- Sentendosi felice come poche volte nella vita,Lily posò le mani sulle
guance del marito e lo baciò,cercando di trasmettere attraverso quel bacio tutto
l'amore che provava per lui. Come aveva fatto a dubitare anche solo per un
attimo che lui non sarebbe stato felice di quel bambino?Che assurdità! -Da
quanto sei incinta?-le domandò lui poi. -Cinque settimane-gli disse Lily
avvicinandosi al bancone per prendere l'ecografia e mostrargliela. Ben
consapevole che Daniel non avrebbe capito quasi nulla,gli indicò il piccolo
embrione che si era già formato e che con il passare dei mesi sarebbe diventato
il loro bambino. -Cinque settimane...-mormorò ricordando perfettamente dove
si trovavano un mese e mezzo prima. Per festeggiare il compleanno di Ronald e
James,avevano deciso di affittare tutti insieme una casa sulle montagne italiane
e,magari,fare anche un pò di sci. Quello che Dan ricordava maggiormente
però,era il silenzio della loro camera da letto, e la complicità ed intimità che
si era creata fra lui e Lily durante quella settimana. Lily sorrise e
annuì,prima che un'espressione urgente si disegnasse sul suo
volto. -Cosa?-domandò Daniel,anche se un sospetto di cosa si trattasse lo
aveva. Conoscendo sua moglie,c'era un'altra persona da informare subito del
lieto evento. -Devo chiamare Albus!Non posso certo aspettare domani per
dirglielo!-rispose la donna confermando le sue ipotesi.
-Che ci fai al buio?- Tutti si erano
sorpresi quando,al quarto anno di specializzazione Medimagica,Rose Weasley
Potter aveva scelto Pediatria. Suo padre l'aveva sempre immaginata come un
grande chirurgo,mentre sua madre aveva sempre sperato che si specializzasse in
malattie infettive e genetiche. L'unico che non era rimasto sorpreso da
quella scelta era stato suo marito,James Potter. L'unico a capire il vero
motivo che aveva spinto la donna a fare quella scelta. Quando dieci anni
prima avevano scelto di stare insieme,Rose e James avevano ottenuto il benestare
della famiglia,ma ad una condizione:non avrebbero mai dovuto avere
figli. Così i loro sogni di una grande famiglia numerosa,quasi quanto la
stessa famiglia Potter,erano andati in fumo;avevano dovuto dire addio a
Nathan,Hope e Emily,i tre bambini che speravano di avere in futuro e che ormai
nella mente di Rose erano così chiari neanche li avesse già accanto. -La sola
cosa che conta per me è che restiamo insieme-diceva sempre la donna quando James
provava ad affrontare quell'argomento. L'uomo aveva provato a considerare la
situazione da più punti di vista,pensando a cosa sarebbe successo se avessero
trasgredito alla "regola base" che controllava il loro rapporto:cosa avrebbero
potuto fare i loro genitori se,accidentalmente,Rose fosse rimasta
incinta?
L'avrebbero costretta ad abortire?James
avrebbe preferito tagliare tutti i ponti e non incontrare più nessuno di loro
piuttosto che far subire una simile imposizione alla propria
compagna. Avrebbe fatto qualsiasi cosa per proteggere sua moglie ed era per
questo che in tutti quegli anni non aveva mai tentato di "andare a
vedere". Con il passare degli anni i due ragazzi si erano sposati e,mentre
Rose inziava la sua carriera nella Medimagia,James aveva deciso di avventurarsi
nel mondo babbano e di lavorare al fianco di suo padre:lo aveva sempre
affascinato il mondo della radio,soprattutto della "Virgin Radio" in cui era
cresciuto e dove praticamente conosceva tutti,dal primo dirigente fino
all'ultimo inserviente. Così a diciannove anni aveva iniziato uno stage
presso la radio lavorando come segretario personale di uno dei dj della
radio,che lo aveva introdotto ai segreti e all'arte del lavorare con la radio e
con la voce.
Dopo un anno era una delle voci di punta
della "Virgin Radio". Se nella vita professionale le cose andavano a gonfie
vele,in quella privata avevano inziato ad esserci dei problemi. Non c'era
stato mai un segnale chiaro e lampante,ma piccoli segni che lo avevano portato a
capire che qualcosa stava cambiando...E che lui non sapeva come rimediare,come
far tornare le cose a com'erano un tempo. Era stato soltanto nell'ultimo anno
che era apparso chiaro che Rose non era più felice,o almeno non felice come era
un tempo. Forse la presenza quasi costante dei figli di Ronald a casa,e
l'essere circondata da bambini a lavoro non l'aiutava ad allontanare il pensiero
da ciò che a lei era negato. Non che James non si rendesse conto che c'era
qualcosa che non andava,ma non sapeva cosa fare per aiutare sè stesso e la donna
che amava. La sua paura più grande era che un giorno quel figlio mancato
potesse portare Rose ad odiare il loro rapporto,dando la colpa al loro amore per
quell'enorme vuoto nella sua vita.
Quando quella sera era tornato a casa dal
lavoro,aveva trovato la casa avvolta nel buio e nonostante avesse ritenuto
strana la cosa visto che solitamente Rose cercava di tornare a casa sempre prima
di lui,si era incamminato per il corridoio dell'ingresso lasciandosi dietro una
scia di luci accese:quella di servizio fuori dalla porta,quella dell'ingresso e
quella del corridoio. Arrivato nel salotto,accese anche lì la luce,ma
sobbalzò spaventato quando vide una figura ferma seduta su una poltrona. Solo
quando gli occhi si furono ripresi dalla luce si rese conto che quella statua
perfettamente immobile era sua moglie. -Cazzo!Mi hai spaventato...-le disse
posando una mano allo stipite della porta,continuando a fissarla. Come se
soltanto in quel momento Rose si fosse accorta della sua presenza,si voltò verso
di lui;fu grazie a quel movimento che James si accorse del bicchiere che teneva
stretto fra le dita della mano sinistra. Sua moglie non beveva mai,data la
sua minima resistenza all'alcool,quindi vederle quel bicchiere fra le dita gli
fece capire che era successo qualcosa. -Che ci fai al buio?-le domandò
facendo un passo verso di lei. In risposta ricevette soltanto il silenzio più
profondo. -Hai cominciato i festeggiamenti senza di me?-chiese allora
cercando di affrontare la situazione da un altro punto di vista. -Ha chiamato
tua sorella-fece Rose senza guardarlo. -E' successo qualcosa?-le chiese
subito James,l'istinto del "fratello maggiore" che prendeva il sopravvento su
tutto il resto. Finalmente sua moglie si voltò a guardarlo e James si ritrovò
a pensare che avrebbe voluto che non lo avesse fatto:non l'aveva mai vista così
triste. Sembrava che nel suo sguardo ci fosse racchiusa tutta la tristezza
del mondo.... -Lei e Daniel aspettano un bambino-si limitò a dire. L'unica
cosa che seppe fare in risposta a quelle parole fu un breve cenno con la
testa. Alzò una mano fino ai suoi capelli e si grattò la testa,lasciando
cadere di nuovo il silenzio: Rose avrebbe preso quella gravidanza come un
affronto personale,quasi fosse un insulto. Dopo qualche altro istante di
silenzio si ritrovò a sospirare rumorosamente e si staccò dallo stipite della
porta. -Forse dovrei chiamarla per congratularmi con lei...-disse facendo il
gesto di voltarle le spalle. -E' tutto quello che sai dire?-si sentì
chiedere. Fermandosi di nuovo sulla porta,voltato per metà verso il
corridoio,James rialzò lo sguardo verso la donna e incontrò di nuovo quello
sguardo ferito e triste. -Non sei arrabbiato neanche un pò?-domandò ancora
Rose. -Arrabbiato?Perchè mia sorella è rimasta incinta?-le chiese lui a sua
volta. La donna sbuffò e si alzò in piedi,camminando nervosamente per il
piccolo tratto di corridoio vicino alla poltrona. -Lei neanche lo ha cercato
questo figlio!-la sentì commentare. James fece un paio di passi in
avanti,inoltrandosi nel salotto senza però avvicinarsi alla moglie, cercando le
parole giuste per farle capire quanto fossero sbagliate le sue
parole. -Rose...- -No!-lo interruppe lei prima che potesse dire qualsiasi
cosa-Se mi ripeti un'altra volta che noi non possiamo andare avanti così e che
dobbiamo cercare un equilibrio,ti giuro che mi metto ad urlare!-lo
ammonì. -Cosa vuoi che ti dica allora?Cosa vuoi sentirmi dire?-le domandò
stizzito. -Che non è giusto!Che Lily ha sbagliato a sbatterci sotto il naso
la sua felicità!Avrebbe dovuto mostrarsi più rispettosa della nostra situazione
e non comportarsi come se questo fosse il più bel giorno della sua vita! Lei
non lo voleva neanche un figlio!-ripetè ancora ferita.
James sentì i muscoli facciali tendersi in
un espressione tesa,dura,a quelle parole:erano arrivati a quel punto? Davvero
erano arrivati ad essere invidiosi,o meglio,gelosi,della felicità di Lily? La
loro situazione,come la chiamava Rose,non aveva nulla di grave:sapevano fin
dall'inizio qual'era il prezzo da pagare per restare insieme,quindi perchè ora
tutto stava diventando più complicato e tragico? -No,non lo dirò. Sono
felice per Lily e Dan...Forse non è quello che si erano aspettati,ed è vero
anche che non lo hanno cercato,ma sono lo stesso felice per loro! E sono
quasi certo che questo sia il giorno più bello delle loro vite!-le disse con
voce misurata,cercando di farla ragionare. Rose,che non gli aveva staccato
gli occhi di dosso per tutto il tempo,sospirò e incrociò le braccia all'altezza
del petto. -Beh si vede che tu sei più nobile di me- L'aria nella stanza
stava diventando sempre più tesa:aveva bisogno aria fresca. Senza dire
un'altra parola,James si voltò e si avviò verso il corridoio d'ingresso da cui
era venuto poco prima. -Dove vai adesso?-gli giunse la voce di Rose dalla
soglia della porta. -Ho bisogno d'aria-le disse senza voltarsi,mentre
infilava il cappotto. Senza aspettare una sua risposta,afferrò la maniglia e
aprì la porta di casa:aveva bisogno di rumore,di bere qualcosa e di qualcuno con
cui parlare. E sapeva esattamente dove trovare tutte e tre le
cose.
Tutte le mattine,prima di andare a lavoro,Alice
Weasley si fermava nello Starbuck vicino allo studio per prendere un caffè
macchiato e leggere il giornale in pace. Occasionalmente,quando decideva che
poteva fare uno strappo alla dieta che seguiva da quando ne aveva memoria,si
concedeva anche un muffin al cioccolato per avere la carica giusta per
affrontare la giornata. La sua pausa non durava mai più di venti
minuti,giusto il tempo per dare una veloce letta al giornale e controllare che
non ci fossero notizie importanti. Controllava anche le pagine che la maggior
parte della gente considerava superflue,quelle che riportavano gli annunci
mortuari o quelli di fidanzamento,concedendo ai primi un pensiero triste e agli
altri un sorriso d'incoraggiamento. Quindi non c'era niente di solito nei
suoi gesti quella mattina,mentre sfogliava serena il giornale,la schiena
rilassata poggiata contro lo schienale della sedia.
Eppure qualcosa colpì la sua
attenzione. Qualcosa che la bloccò per qualche secondo prima che avesse di
nuovo il controllo dei muscoli; poggiò il giornale sul
tavolino,facendo attenzione a non colpire la tazza vuota,e continuò a
fissare lo sguardo sulla pagina,ritornando a leggere quelle
poche righe che l'avevano tanto colpita.
"Lucas
Zabini e Mandy Greengrass annunciano gioiosi il loro fidanzamento. Dopo ben
dieci anni di vita in comune,la coppia ha finalmente deciso di convolare a
nozze. I due,che si sono conosciuti sui banchi di scuola,hanno capito di non
poter fare a meno dell'altra alla
fine dell'ultimo anno,al momento di separarsi definitivamente. Data
l'importanza della coppia nella società,ci si aspetta che questo sarà un
matrimonio sfarzoso e che farà
parlare anche per gli anni a venire."
Con un gesto distratto Alice chiuse il
giornale,fissando lo sguardo sulla vetrata davanti a sè. Sapeva che sarebbe
successo,prima o poi...Era strano che avessero fatto passare dieci anni
prima di decidersi a sposarsi. Se fosse successo lei lo
avrebbe saputo,in un modo o nell'altro,anzi era strano che Scorpius
non si fosse fatto scappare nulla prima. Sicuramente sarebbe
stato lui il testimone di Luke. Erano felici insieme? Lui era
felice?
A ventiquattro anni,Alice Weasley era ciò
che molte persone definirebbero realizzata:dirigeva,in società
con suo fratello Justin uno studio di architettura,sia per interni che per
esterni,aveva
una famiglia su cui poter contare in ogni
momento,amici fidati e sempre pronti ad esserle
d'aiuto se ne avesse avuto bisogno,e un compagno
che l'amava. Ma questo bastava perchè lei si sentisse davvero
realizzata? Amava il suo lavoro,che le permetteva di esprimere tutta la sua
creatività ed il caos che aveva dentro,e amava la sua
famiglia. Inoltre amava Eric...O almeno provava per lui un sentimento molto
simile all'amore. Dopo quello che era successo con Luke,Alice non aveva mai
provato per nessun'altro la stessa passione,lo stesso
sentimento e la stessa intensità. Come se avesse esaurito con Luke tutto il
suo amore. Eric era il suo compagno da quasi quattro anni ormai e lei era
ogni giorno più grata ai Maghi Riuniti o a chi per loro,per aver permesso che le
loro strade si incontrassero,ma nonostante questo non poteva fare a meno di
chiedersi cosa sarebbe successo se le cose sarebbero andate diversamente. Ora
però tutte quelle domande avevano fine. La notizia del matrimonio di Luke con
quella donna era lì davanti ai suoi occhi,la prova concreta che lui era andato
avanti con la sua vita,che l'aveva dimenticata da tanto tempo e che le sue non
erano state le paranoie di una ragazzina. Quell'annuncio di matrimonio
segnava la fine di un capitolo della vita. Si alzò in piedi abbandonando il
giornale sul tavolino e si avviò verso l'uscita,salutando come ogni mattina le
cameriere del locale. Non avrebbe permesso che il fantasma di Luke le
rovinasse la vita,fosse anche per un altro giorno. Doveva seguire il suo
esempio e dimenticarlo. Niente di più facile...
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Capitolo 2 *** Rimmel ***
Rimmel
Ebbe appena il tempo di sedersi sul divano e di posare la testa
all'indietro sui cuscini in un gesto rilassato che un rumore di passi leggeri
arrivò dal corridoio.
-Si sono addormentati?-
Ronald voltò la testa verso la sua sinistra dove,ferma sull'uscio c'era
Rebecca che gli rivolse un sorriso lieve prima di muoversi verso di
lui.
Osservandola mentre copriva il breve tragitto che li separava,l'uomo si
chiese ancora una volta come era possibile che un uomo come lui,con i suoi tanti
difetti,avesse avuto il privilegio di vivere accanto ad un angelo come sua
moglie.
Sia Ronald che Rebecca erano consapevoli che nessuno,partendo dai loro
genitori ai loro fratelli per finire con i loro amici,aveva creduto che quel
matrimonio fosse destinato a
durare.
C'era chi,come la madre di Ronald, lo aveva considerato un errore,altri
un matrimonio riparatore per regolarizzare il "problemino" della gravidanza,e
altri ancora che nonostante fossero certi del loro amore,avevano paura che
questo non sarebbe bastato a salvare un matrimonio così giovane una volta nato
il bambino.
A distanza di dieci anni e dopo due figli erano felici di aver smentito
tutti loro.
I due erano soliti dire che il loro matrimonio era iniziato realmente
soltanto alla fine di Hogwarts,anche se la loro famiglia si era già formata alla
nascita di Lowell.
Il bambino era nato agli inizi di maggio e Rebecca,spaventata
dall'improvvisa responsabilità, con la scusa di doversi riprendere dalla
gravidanza e dal parto,si era chiusa nel dormitorio femminile di Grifondoro per
giorni senza voler vedere il bambino,ma Ronald non si era lasciato spaventare
dalla prima avversità e, incurante della possibilità che la ragazza gli
lanciasse contro una fattura,era piombato nel dormitorio con Lowell e aveva
aiutato Rebecca ad instaurare un legame con il
figlio.
Sapeva che quel gesto poteva avere anche l'effetto contrario,ma
fortunatamente aveva funzionato.
Durante gli ultimi mesi di scuola,Lowell era stato circondato
dall'affetto dei suoi genitori e dei suoi zii che si erano tutti occupati di
lui,cercando di dare una mano ai due
ragazzi.
Ciò che maggiormente preoccupava Ronald era il futuro:cosa sarebbe
successo una volta usciti da
Hogwarts?
Non potevano tornare a casa visto che sua madre ancora non lo aveva
perdonato per "essersi rovinato la vita",e non potevano chiedere aiuto ai
genitori di Rebecca,quindi cosa avrebbero
fatto?
Un aiuto inaspettato arrivò dal Quidditch:un mese prima della fine della
scuola,la posta del mattino portò una lettera per Ronald da parte degli Owls di
Liverpool.
Un loro talent scout era venuto ad Hogwarts e,dopo averlo visto
giocare,voleva parlare con lui per un'eventuale futuro nella
squadra.
Gli Owls non facevano parte della Major League,ma poteva sempre essere
una opportunità.
-Sono stati loro a cercarti,quindi vuol dire che gli interessi sul serio
e se proprio dovesse andare male,non perderemmo comunque nulla-gli aveva fatto
notare Rebecca cercando di calmarlo durante uno dei suoi soliti attacchi di
panico.
Ronald era andato a quell'incontro confortato dalle parole della moglie e
aveva sostenuto il provino come se fosse ancora sul campo della scuola,senza
grandi preoccupazioni o pressioni.
La risposta al provino era arrivata poche settimane dopo:Ronald era uno
degli Owls.
Da allora la sua strada era stata segnata:dopo gli Owls c'erano stati i
Bushes e i Warriors finchè non aveva ricevuto la chiamata da una squadra di
Major League:i Bears di Londra.
In ognuna di quelle squadre si era fatto onore e si era comportato con
lealtà e spirito sportivo, come tante volte gli aveva detto suo padre,riportando
sempre dei giudizi positivi da parte degli allenatori,dei giornalisti e dei
tifosi,che lo sostenevano ovunque
andasse.
Infine lo scorso anno era arrivata la chiamata che aveva sempre
sognato,ma che non aveva mai osato sperare nonostante giocasse ormai da anni
come professionista:quella da parte dei Cannoni di
Chudley.
Lo zio Ron aveva fatto festa per un giorno intero quando aveva saputo la
notizia!
Ed ora tutti lo indicavano come il principale artefice dell'anno
fortunato della squadra.
Non appena Rebecca fu abbastanza vicino al divano,Ronald allungò un
braccio e strinse le dita attorno al polso più vicino,guidandola finchè lei non
si fu sistemata sulle sue
ginocchia.
-Charlotte si è addormentata fra un racconto e l'altro...Ha avuto una
settimana molto movimentata-commentò con un sorriso divertito,cingendole la vita
con un braccio.
Se in quegli anni la sua carriera era diventata un successo,lo stesso si
poteva dire del suo matrimonio.
Più volte durante un intervista aveva ammesso che doveva gran parte del
suo successo a Rebecca,e non soltanto perchè era grazie a lei che aveva deciso
di andare all'incontro con l'allenatore degli Owls,ma anche perchè ormai da
dieci anni lo sosteneva e supportava, consigliandolo ogni volta che l'uomo
doveva prendere una decisione
importante.
Era stato grazie alla perseveranza e alla pazienza di Rebecca se alla
fine erano riusciti a riallacciare i rapporti con sua madre,e a far si che la
donna conoscesse Lowell.
-Questa è la settimana dei compleanni...Siamo andati a ben quattro feste
di compleanni- confermò la donna accomodandosi meglio sul divano e riuscendo ad
avvicinarsi di più al marito.
-Mi ha portato un pò di
torta?-
-Credevo dovessi mantenere la linea-gli ricordò
Rebecca.
-E io non pensavo avessi di che lamentarti sul mio fisico-rispose
Ronald.
Lei restò qualche istante in silenzio,quasi lo stesse
esaminando:no,effettivamente non aveva proprio niente di cui lamentarsi;Ronald
non era più il ragazzo timido e impacciato che le aveva fatto perdere la testa a
sedici anni,i tratti adolescenziali si erano definiti del tutto lasciando spazio
ad un viso affilato e magro su cui a spiccare più di tutti erano i suoi occhi
castani così profondi da darle l'impressione di potervi leggere
dentro.
E in effetti lei era l'unica ad avere quel
potere...
I suoi capelli rosso fuoco in quei mesi erano lunghi a coprire le
orecchie,quasi fossero una luminosa
corona.
Ed infine il fisico,perfettamente modellato da dieci anni di
allenamenti;anche se erano sposati da più di dieci anni,non c'era volta in
cui,vedendolo a torso nudo,Rebecca non si trovasse con la salivazione azzerata
come le capitava le prime volte che lo vedeva spogliarsi davanti a
lei.
-Sei passabile-commentò ironica,sapendo di
irritarlo.
-Passabile??-si lamentò
Ronald.
Sorridendo divertita,Rebecca si sistemò meglio sulle sue gambe e gli si
premette contro in modo da potergli allacciare un braccio attorno al
collo.
Per un brevissimo istante,il tempo di un incontro di sguardi,Rebecca si
chiese come apparisse ai suoi
occhi.
Sapeva di essere cambiata:le due gravidanze avevano conferito un aspetto
adulto al suo fisico, anche se il seno era rimasto sodo e la sua vita era
tornata stretta subito dopo il parto, soprattutto grazie alla dieta a cui si
sottoponeva subito dopo.
Qualche anno prima,per rinnovare il suo look,si era tinta di capelli di
nero e aveva deciso di lasciarli crescere oltre le spalle,sua lunghezza limite
fin da quando aveva sei anni,ed ora le arrivavano fino a metà
schiena.
-Prima ho fatto una chiacchierata con Lowell,lo sapevi che è
innamorato?-le domandò Ronald, accarezzandole pigramente la
schiena.
-Avevo intuito qualcosa:prima non vedeva l'ora di tornare a casa da
scuola,ora invece ha sempre mille scuse per perdere tempo-commentò
lei.
L'uomo sorrise divertito.
-Mi sembra si chiami Poppy e che è una sua compagna di classe...Forse
avrò la memoria corta,ma io non la ricordo affatto-confessò
poi.
-Non hai la memoria corta!E' che ogni volta che ci sono le recite di
Lowell,la squadra ha gli allenamenti-gli fece notare la
moglie.
-Comunque...-fece lui tagliando corto-Da come ne parlava sembrava davvero
preso...Peccato che nel giro di qualche mese avrà dimenticato tutto-aggiunse
sinceramente rattristato.
Rebecca sorrise e gli passò una mano fra i capelli
folti.
-Da come parli è difficile credere che tu sia un romantico...-disse
prendendolo bonariamente in giro.
Ronald le fece una smorfia che la fece ridere,facendo risuonare la sua
risata per la stanza silenziosa.
-Tu stai bene?-le domandò poi Ronnie serio quando fu tornato il
silenzio.
Lo sguardo fisso nel suo,Rebecca annuì,facendogli scivolare le braccia
attorno alle spalle larghe.
-E' tutto a posto,proprio come avevo
previsto-
Chiaramente sollevato da quelle poche parole,Ronald si lasciò andare ad
un sospiro di sollievo e staccò la schiena dal divano,avvicinandosi maggiormente
a lei.
Poggiò la fronte contro quella di sua moglie e le sfiorò il naso
con la punta del proprio, facendo incontrare di nuovo i loro
sguardi.
-Ora dovremmo dirlo ai ragazzi-
-Credo che Charlotte la prenderà bene,anzi l'aiuterà a superare
la partenza di Lowell per Hogwarts-considerò Rebecca,passando una mano fra i
capelli folti del marito.
Il silenzio rilassato nella stanza venne interrotto da una serie di colpi
sulla porta che li fece sobbalzare
entrambi.
Rebecca alzò la testa,puntando con lo sguardo alla porta oltre il muro e
proprio in quell'istante un altro paio di colpi vennero battuti sulla
porta.
-Chiunque sia finirà per svegliare i bambini!-disse
indispettita,alzandosi in piedi e incamminandosi veloce verso la
porta.
-Lascia vado io!-disse muovendosi accanto a lei e superandola per
arrivare alla porta.
Afferrare la maniglia e aprire la porta fu un unico
gesto.
Quando vide James fermo sugli scalini di pietra grigia,una mano poggiata
contro lo stipite della porta,chiaramente pronto a bussare di nuovo,Ronald si
rabbuiò.
-Hai una vaga idea del casino che stai facendo?-domandò il
rosso,facendosi comunque da parte per farlo
entrare.
-Ho bisogno di parlare con qualcuno...Io e Rose abbiamo
litigato.
Ciao Rebecca-aggiunse poi vedendo la cognata a pochi passi di
distanza.
-Ciao Jimmy,la prossima volta che vuoi venire a farci visita,puoi evitare
di svegliare i ragazzi?-gli domandò mascherando con la cortesia il suo
fastidio.
Il moro annuì meccanicamente prima di tornare a posare lo sguardo sul
fratello.
C'erano tante cose a cui Ronnie aveva pensato in quella settimana di
ritiro,ma sicuramente nessuna riguardava suo
fratello.
Ma era ovvio che fosse
sconvolto...
Con un sospiro rassegnato lanciò uno sguardo di scuse a Rebecca per poi
guardare di nuovo James.
-Va bene,va bene...Andiamocene in
cucina-
-Per oggi è tutto,ci vediamo
giovedì-
Gli studenti che frequentavano il suo corso di Letteratura,e che durante
il passare dei mesi avevano inziato a conoscerlo bene,invece di alzarsi e di
schizzare via verso le altre lezioni,restarono seduti,lo sguardo rivolto verso
la cattedra,in attesa che il professore aggiungesse,come sempre,la postilla
finale.
-Prima di andare,voglio ricordarvi che la consegna dei saggi su "Il
grande Gatsby" è fissata per giovedì,e che la consegna in ritardo influirà sulla
votazione.
Ora potete scappare via-finì con un
sorriso.
Il rumore di sedie trascinate sul pavimento rimbombò nell'aula e
velocemente,più o meno alla spicciolata,tutti i venti studenti che avevano
affollato la stanza in quelle ultime due ore,si avviarono verso la
porta.
-A giovedì professor Potter-lo salutarono alcuni studenti passando
accanto alla cattedra.
Albus alzò lo sguardo dalla cartella ventiquattro ore che si portava
sempre dietro e rispose al saluto con un cenno della testa ed un sorriso
accennato.
Tornò ad abbassare la testa per infilare in borsa l'ultimo dei libri che
si portava sempre dietro,quando una figura si fermò davanti alla
cattedra,frapponendosi fra la finestra e la
scrivania.
-Professore...-si sentì
chiamare.
Al alzò per la seconda volta lo sguardo e posò gli occhi sul volto di Liz
Cooper,una delle sue studenti preferite,fissandola per qualche secondo in
silenzio,prima di rivolgerle un sorriso di
incoraggiamento.
-Posso fare qualcosa per te,Liz?-le domandò
cortese.
Solo quando la ragazza portò le mani sul piano della cattedra,vide che le
dita della mano sinistra erano strette attorno ad un
libro.
Un romanzo che lui conosceva molto
bene.
-Non vorrei sembrarle indiscreta o sfacciata,ma potrebbe...-disse la
ragazza in tono timido.
-Chiedere a Scorpius un autografo?-concluse lui al suo
posto.
Non era la prima volta che gli succedeva,ormai ogni volta che vedeva uno
dei ragazzi con il libro sapeva già cosa
aspettarsi.
Liz annuì.
Per la terza volta in cinque minuti,Albus sorrise e tese una mano per
prendere il libro.
-Da qua,vedrò di riportartelo entro domattina...-le
disse.
Il volto di Liz si aprì in un sorriso euforico,neanche le avesse promesso
una fetta di cielo,e dopo averlo ringraziato ancora una volta,si avviò verso la
porta dell'aula.
Al chiuse la ventiquattro ore e si si voltò,anche lui diretto verso la
porta,quando vide che Liz si era fermata sulla soglia e lo stava osservando di
sottocchi,incerta se parlare o
meno.
-C'è qualcos'altro che posso fare per te?-le domandò lui
educatamente.
-E' lei?-gli domandò la
ragazza.
Al si ritrovò ad incurvare un sopracciglio,sorpreso da quella domanda
inaspettata.
-Come?-
-E' per lei la dedica del libro?-chiarì
Liz.
Leggermente a disagio,Al abbassò lo sguardo e si ritrovò ad accennare
nuovamente un timido sorriso;tanto bastò alla studentessa per trovare conferma
delle sue teorie.
-Lo sapevo!E' davvero un uomo fortunato professore!-commentò la ragazza
prima di decidersi ad uscire in
corridoio.
Colpito da quelle parole,Al restò immobile,a metà strada fra la porta e
la cattedra,non sapendo bene cosa
fare.
Lo sguardo ancora basso si posò prima sulle proprie scarpe per poi
spostarsi sul libro che ancora stringeva nella mano
destra.
Conosceva tutto di quel racconto,ogni parola,ogni frase,ogni
virgola...Anche la dedica.
In fondo era stato grazie a lui se quel libro era stato pubblicato;fosse
stato per Scorpius sarebbe rimasto su uno scaffale di Privet Drive a prendere
polvere.
Ma Al aveva capito fin dalla prima volta in cui aveva letto quelle pagine
che quel libro era destinato a diventare un
capolavoro.
Così nonostante le rimostranze di Scorpius aveva riscritto tutto al
computer e aveva spedito il manoscritto a varie case editrici,sperando di
ottenere almeno una risposta
positiva.
Quello che non si era aspettato era di riceverne ben
quattro!
Per alcune settimane Albus aveva cercato di aiutare Scorpius a
destreggiarsi fra le varie proposte,cercando di decidere quale fosse la
migliore,e alla fine questi aveva
scelto.
Nel giro di tre mesi tutto era stato pronto e,proprio come Albus aveva
immaginato fin dalla prima volta,il romanzo era stato un
successo.
E così era successo per il secondo...Ed il
terzo.
Forse avrebbe dovuto chiedergli una parte dei profitti visto che senza di
lui niente si sarebbe realizzato.
Guardò ancora una volta il romanzo,in versione economica,che aveva fra le
dita,prima di sospirare rumorosamente e decidersi ad uscire dalla
classe.
Aveva un'ora di ricevimento,e l'ultima cosa che voleva era far aspettare
i genitori.
Si incamminò verso la sala d'aspetto,quando sentì una voce alle sue
spalle fare il suo nome.
-Albus!-
Si voltò e fra gli studenti ritardatari che si muovevano frettolosi verso
le classi,scorse Laurie, professore di biologia e suo amico,venirgli incontro
insieme ad uno sconosciuto.
Nel breve tempo che questi impiegarono per andargli incontro,Al scrutò il
nuovo arrivato, come era solito fare con tutti gli uomini che incontrava per la
prima volta:era alto,probabilmente sarebbe stato più alto di lui di una
quarantina di centimetri,con un fisico ben modellato dalla palestra senza essere
eccessivo.
I capelli erano castani e a spazzola,scompigliati ad arte con il gel,il
viso era perfettamente sbarbato e "reduce" da una seduta nel più vicino
solarium,con una fronte alta,incorniciata da due sopracciglia castane
perfettamente incurvate,che facevano da corona a due occhi color cioccolato che
sembrarono attirarlo come due
calamite.
Al distolse lo sguardo da quegli occhi e lo fece scendere verso la curva
perfetta del naso,dalla punta leggermente in su,e sulle labbra sottili e anche
queste perfettamente modellate,neanche fossero state disegnate con una
matita.
Finalmente i due uomini furono davanti a lui e Albus riportò lo sguardo
su Laurie,che dopo uno sfoggio di tanta perfezione gli sembrò terribilmente
scialbo.
-Mi cercavi?-gli chiese sperando di non avere la voce
roca.
-Volevo presentarti il nuovo professore di
Storia...-
-Ah giusto Sandy è andata in maternità-ricordò
Al,annuendo.
-Infatti;comunque lui è Brian
Kinney.
Brian,lui è Albus Potter il nostro professore di Letteratura-disse Laurie
facendo le presentazioni.
Al tornò a guardare Brian,e per mostrarsi gentile,gli tese la
mano.
-Molto piacere-
Sentì lo sguardo veloce con cui Brian lo esaminò da capo a piedi
e,nonostante anche lui avesse fatto lo stesso poco prima,si sentì leggermente
offeso da quell'attenzione.
-Piacere mio.
Mi hanno detto che le nostre aule sono vicine-gli disse stringendogli
saldamente la mano.
-Già...-disse semplicemente Albus non sapendo cos'altro
dire.
-Allora potrò venire da lei se avrò bisogno di aiuto-continuò
Brian.
-Naturalmente...Ora però scusatemi,ma mi aspettano per il ricevimento
insegnanti.
Mi ha fatto davvero piacere conoscerti Brian-ripetè prima di voltarsi e
incamminarsi velocemente lungo il
corridoio.
Sentendo su di sè due occhi attenti che non lo lasciarono finchè non ebbe
voltato l'angolo.
Il velo dell'incoscienza venne squarciato da alcune voci poco lontane dal
divano e,nonostante l'intontimento dovuto al post-sbornia,James capì subito che
stavano parlando di lui.
-Visto così sembra più vecchio di dieci
anni-
-E' tutta colpa delle sei birre che si è scolato ieri sera...Una dopo
l'altra,senza neanche un attimo di respiro-sentì dire da suo
fratello.
-Hai preparato un pò di caffè?Ne avrà un bisogno
disperato-
Il silenzio che seguì gli fece capire che Ronald si era limitato ad
annuire.
Nonostante avesse gli occhi chiusi,ormai era abbastanza lucido da
riuscire a sentire su di sè lo sguardo congiunto dei due,sentendolo quasi
bruciare sulla propria pelle.
Cosa doveva fare?Aprire gli occhi e mettere fine a quella conversazione o
aspettare nella speranza di sentire qualcosa di
interessante?
Ma del resto cosa potevano dire di
nuovo che lui non sapesse già?In fondo stavano parlando della sua
vita...
-Ti ha detto per quale motivo ha litigato con Rose?-chiese poi Rebecca
parlando di nuovo.
In risposta Ronald respirò profondamente e James riuscì a vederlo nella
propria mente scuotere mestamente la
testa.
-No,ma credo di sapere il
motivo...-
Dei passi veloci attraversarono il corridoio e in pochi istanti
arrivarono in salotto.
-Sveglia sveglia!!!!-
La voce piccola di Charlotte gli rimbombò nel cervello,portandolo
involontariamente a corrugare la fronte,prima che il peso leggero della bambina
si fermasse accanto ai suoi piedi sul
divano.
-Charlotte!-la riprese la
madre.
Ormai costretto a svegliarsi,James portò la mano destra al viso e si
strofinò gli occhi,cercando di prepararli all'incontro con il
Sole.
Quando finalmente si decise ad alzare le palpebre,dovette riabbassarle in
fretta ferito dalla luce.
-Ciao zio Jimmy!-lo salutò allegra la bambina,neanche lo vedesse per la
prima volta in dieci anni.
Una volta aperti gli occhi,James si tirò leggermente su sul divanoe
lanciata un occhiata alla nipotina,le sorrise,o almeno
tentò.
-Ehi Cherry...Non sapevo fossi così
mattiniera-
-Fai colazione con me zio James?-gli chiese la bambina,fissandolo con i
suoi stupendi occhi.
-Certo che sì!Perché intanto tu e io non andiamo in cucina a preparare
mentre lo zio e papà tolgono le coperte dal divano?-s'intromise Rebecca parlando
direttamente con la figlia.
Charlotte fissò sua madre per qualche istante,chiaramente indecisa se
restare con il suo zio preferito o se seguire la madre,prima di annuire e
schizzare via dal divano e correre accanto a
lei.
Solo quando le due si furono allontanate,James portò il proprio sguardo a
contatto con quello del fratello.
-Come va la testa?-gli domandò questi facendo il giro del divano e
andando a sedersi sul tavolino di legno proprio di fronte al
fratello.
Il moro si passò una mano fra i capelli arruffati e sospirò:aveva una
banda rock nel cervello!
-Passerà...Scusami se sono piombato qui in quel modo ieri sera-gli disse
poggiando entrambi i gomiti sulle ginocchia e sporgendosi in
avanti.
Ronald scosse la testa.
-Non mi da fastidio,lo sai...Quello che mi preoccupa è che ultimamente le
liti fra te e Rose stanno diventando troppo frequenti-disse cercando di
introdurre il problema principale.
James,lo sguardo basso,quasi si vergognasse di quello che stava
succedendo,intrecciò le dita delle mani al di sopra delle ginocchia e restò
qualche secondo in silenzio.
Come al solito,era andato da suo fratello
i
-Hai saputo di Lily?-si decise poi a
chiedergli.
Ronnie annuì.
Aveva immaginato che fosse quello il motivo della lite,ma ovviamente non
poteva esserne sicuro fino all'
ultimo.
-Sì,Rebecca me lo ha detto ieri sera...A quanto pare i Potter stanno
seguendo l'esempio dei Weasley-tentò di scherzare il
rosso.
James accennò un sorriso che sparì velocemente dal suo
viso.
-L'ha presa tanto male?-gli domandò Ronald tornando
serio.
Con un sospiro rumoroso,James rialzò il viso e incontrò di nuovo gli
occhi di suo fratello, restando in silenzio qualche secondo cercando le parole
adatte per spiegargli la sensazione che aveva colpito Rose a quella
notizia.
-E' già da un pò che le cose non vanno fra di noi,sempre per questa
storia del bambino.
Quando abbiamo deciso di stare insieme,anni fa,eravamo entrambi
consapevoli della rinuncia che stavamo
facendo.
Rose ha costruito la sua carriera su quella
rinuncia!
Però ora,essere circondata tutto il giorno da bambini e da neonati,è
diventata quasi una tortura per lei,come se avesse sempre davanti agli occhi la
prova del suo fallimento...E tu lo sai come la pensa Rose sui
fallimenti!
Ed ora la notizia della gravidanza di
Lily...-
-Per te non deve essere una situazione facile-commentò semplicemente il
fratello,certo che sarebbe bastato quel poco all'altro per continuare nel suo
sfogo.
Un sorriso amaro,infatti,si disegnò sul volto dell'altro,prima che questi
tornasse di nuovo a strofinarsi gli occhi con una
mano.
-A sentire Rose dovrei essere in collera con Lily per la sua
gravidanza.
Ti sembra una cosa ragionevole?So che non lo pensava e che ha detto ciò
che ha detto in un momento di rabbia,ma...-disse bloccandosi a
metà.
-Cosa?-lo esortò ancora
Ronald.
Per qualche secondo ci fu silenzio nella stanza,come se James avesse
bisogno di ritrovare le parole più
adatte.
-Sono stufo di prendermi colpe che non
ho.
Non è stata soltanto una mia scelta quella di dare ascolto ai nostri
genitori,quindi perché ora mi ritrovo ad essere soltanto io il cattivo della
situazione?
Perché sono io il bastardo che non capisce?-domandò sinceramente
confuso.
Ronald guardò il viso stanco di suo fratello e ripensò a quante volte,in
quegli ultimi mesi,avevano già affrontato quel discorso:non sarebbero mai
arrivati ad una soluzione,almeno non finché le cose fossero rimaste
com'erano.
E forse quello era il momento migliore per
cambiarle.
-Sai penso che dopo tutti questi anni sia venuto il momento di fregartene-
James alzò di scatto lo sguardo sul fratello e lo fissò con aria
incredula.
-Hai capito bene-fece Ronald con un leggero cenno del capo,leggermente
divertito nel dover interpretare il ruolo di fratello maggiore,ruolo da sempre
ricoperto da James.
-Ma non possiamo...-balbettò confuso
James.
-Chi l'ha detto?Solo perché tu e Rose non potete effettivamente concepire
un figlio,non vuol dire che non potete valutare altre opzioni:c'è l'adozione,ci
sono le madri in affitto o i padri surrogato,c'è addirittura la fecondazione
eterologa.
Mi chiedo come avete fatto a non pensarci finora...-si ritrovò a
commentare.
Era assurdo pensare che un medico come Rose,si fosse arreso al primo
ostacolo,senza neanche pensare a quello che poteva fare per risolvere il
problema.
Gli occhi di James ora erano più attenti,più reattivi,come se davanti a
sè si fosse aperto un nuovo mondo di cui aveva ignorato fino a quel momento
l'esistenza...e probabilmente era davvero
così.
Per un lungo istante i due fratelli restarono in silenzio,e fu solo
quando lo sguardo di James cercò quello del gemello,che Ronald vide brillarvi
dentro una nuova speranza.
-Credi che funzionerà?-gli domandò James,scoprendosi
fragile.
Ronnie alzò le spalle.
-Chi può dirlo?Ma almeno potrai dire di aver fatto tutti i tentativi
possibili-
Era stata una mattinata particolarmente movimentata,il tempo era passato
senza che lei se ne accorgesse,impegnata com’era con i vari
“clienti”.
Alice aveva passato
un paio d’ore con i Jefferson cercando di soddisfare i gusti della
coppia,adattando i suoi progetti alle idee dei due:;poi era stata la volta di
Samuel Taylor, una specie di artistoide che aveva sentito parlare positivamente
di lei e voleva un consulto per il suo loft.
Soltanto verso le due del pomeriggio riuscì ad avere qualche minuto di
pausa,per rilassarsi sulla sua poltrona e iniziare ad baloccarsi con l’idea
della pausa pranzo.
Chiuse gli occhi,lasciandosi andare ad un sorriso stanco e cercò di
svuotare la mente dal lavoro:aveva davvero bisogno di cinque minuti di
pausa.
Inevitabilmente,i suoi pensieri tornarono alla notizia che aveva dato una scossa alla sua vita:il
matrimonio di Luke.
Aveva giurato a sé stessa di andare avanti,di accantonare per sempre il
suo pensiero e iniziare a vivere la sua vita fingendo che lui non ne avesse mai
fatto parte…ma non era così facile.
Per la seconda volta da quando aveva saputo di quel matrimonio,si ritrovò
a chiedersi:e se le cose fossero andate
diversamente?
Cosa sarebbe successo se al ritorno a scuola Luke si fosse dimostrato
attento e premuroso verso di lei?
Oppure se si fosse ribellato ai suoi genitori che lo volevano invischiato
a forza in quel fidanzamento con la
Greengrass?
La loro storia sarebbe stata simile a quella di Al e
Scorpius?
Luke sarebbe venuto a vivere con lei e la sua famiglia,avrebbe aspettato
che lei terminasse i suoi studi,cominciando gli studi di legge all’ università
della magia,per poi andare a vivere insieme una volta che lei fosse uscita da
Hogwarts.
Si sarebbero sposati oppure avrebbero convissuto?Sicuramente il
matrimonio,Luke non le sembrava tipo da
convivenza.
Avrebbero avuto dei figli,magari non subito,ma con il passare degli anni
lei avrebbe voluto dei figli,un bambino
che fosse esattamente uguale al padre,con i suoi stessi riccioli neri e
magari le fossette sulle guance.
Però ogni volta che immaginava quel futuro non poteva fare a meno di
chiedersi:sarebbero stati felici?
Avrebbero affrontato la vita con positività,convinti ingenuamente che il
loro amore poteva superare tutto,oppure lui avrebbe finito per
odiarla?
Perché era questo che la preoccupava maggiormente,in quell’ipotetico
futuro,ancor più di perdere il suo
amore…
Luke avrebbe finito per odiarla,per incolparla di come la sua vita era
andata a puttane?
Come sempre,su quella domanda senza risposta,Alice riaprì gli occhi e si
fece scappare un sospiro
rassegnato.
Non aveva bisogno di una risposta:le cose erano andate in un altro
modo,le loro strade si erano divise ed ora erano due
estranei.
Due colpi leggeri vennero sferrati sulla porta del suo ufficio facendole
alzare lo sguardo davanti a sé.
-Disturbo?-
Un sorriso le nacque spontaneo quando i suoi occhi incontrarono quelli di
Eric,che nel frattempo si era staccato dalla porta e aveva fatto un paio di
passi nella stanza.
-Sei fortunato,ho un po’ di tempo per te…Sei capitato nell’unico momento
tranquillo della mattina-gli disse continuando a
sorridere.
Non si vergognava di ammettere che Eric era la sua
salvezza.
Se non avesse incontrato lui,sarebbe finita come quelle vecchie zitelle
inacidite che passano la vita a raccontare a chiunque ha la sfortuna di
avvicinarle del loro amore perduto.
Eric aveva ventotto anni, era originario di Sydney e soltanto per una
serie di fortunati eventi le loro strade si erano incontrate:sarebbe bastato che
Alice decidesse di restare ad Hogwarts stringendo i denti,incurante della
relazione fra Luke e Mandy,o che l’estate sette anni prima avesse scelto una
destinazione diversa per le sue vacanze estive da New York,e tutto sarebbe
diverso.
Una volta finiti gli studi a Beau Baton aveva deciso di fare una lunga
vacanza,di staccare il cervello,per decidere cosa fare della sua
vita.
Dopo aver parlato con Justin,si era lasciata convincere ad andare a
passare l’estate a New York ed era stato lì che aveva incontrato
Eric.
L’uomo era un amico di suo fratello,compagni di scuola al corso di
architettura,e nonostante si fossero trovati bene insieme,il suo atteggiamento
verso di lei era ancora troppo fraterno perché potesse nascere
qualcosa.
Senza contare il fatto che le sue ferite non erano ancora del tutto
rimarginate,nonostante fossero passati anni e non avesse più nessuna notizia di
Luke…
Tornata a Londra,Alice aveva seguito dei corsi all’università e alla fine
si era specializzata in arredamento d’interni,proprio quando Justin,stanco di
lavorare per gli altri, era arrivato a Londra con la ferma decisione di aprire
uno studio personale.
I due fratelli si
erano uniti in quell’impresa,unendo il loro talento e i loro soldi e alla fine
erano riusciti a creare la “Lovegood & Johnson Associated”.
Eric era ricomparso nella sua vita la sera dell’inaugurazione dello
studio:per tutta la serata avevano parlato,separandosi soltanto quando la
presenza di Alice era richiesta
altrove.
Da allora avevano iniziato a frequentarsi spesso,andando a pranzo
insieme,o per delle lunghe passeggiate per Saint James Park la domenica
pomeriggio.
E lentamente quell’amicizia si era trasformata in
qualcos’altro…
-Sono abbastanza fortunato da poterti invitare a pranzo?-domandò lui
fermandosi poco distante dalla sua
scrivania.
Alice staccò la schiena dalla poltrona e si sporse in avanti,verso il
mobile,poggiando entrambi i gomiti sul piano della scrivania in un gesto
casuale.
-Dipende da qual è la tua offerta-si divertì a stuzzicarlo
lei.
Eric sorrise,mettendo in mostra i perfetti denti inferiori,e abbassando
per un breve secondo lo sguardo,permettendo così ad Alice di indugiare con lo
sguardo su di lui.
Era davvero bello…Dopo quasi quattro anni,i suoi occhi ancora non si
erano abituati a quella visione.
Eric poteva essere facilmente scambiato per una statua greca,talmente la
sua perfezione:era alto quasi un metro e novanta,un fisico asciutto e
muscoloso,senza però essere eccessivo; i capelli biondo sporco erano tagliati
corti,fino alle orecchie e pettinati all’indietro con il gel,lasciando libere
soltanto alcune ciocche che ricadevano sulla fronte ampia,modellata da due
sopracciglia biondo cenere arcuate perfettamente in modo da concentrare
l’attenzione sugli occhi.
Questi erano verdi,con minuscole pagliuzze dorate che li facevano
risplendere ancora di più.
Il naso era dritto,ma dalla punta all’insù;ed infine le labbra,il cui
labbro inferiore era più carnoso
rispetto al superiore.
-Cosa avevo in mente…Vediamo:avevo pensato di portarti a pranzo
fuori,magari da Danieli’s-le disse rialzando lo sguardo sul
suo.
Alice fece un mugolio di
approvazione.
-Adoro quel posto…-si limitò a
dire.
-Chissà perché lo avevo intuito-la prese bonariamente in giro-Poi che
altro?Abbiamo due possibilità:possiamo pranzare insieme e poi ti riaccompagno
qui…-le disse lasciando apposta la frase a
metà.
-Oppure?-chiese lei tendendosi leggermente verso l’alto,verso di
lui,senza staccare lo sguardo dal
suo.
-Oppure puoi cancellare gli appuntamenti del pomeriggio e passare un po’
di tempo con me,magari facendo un giro in
centro.
In fondo è venerdì,i tuoi clienti capirebbero se dai loro buca-le fece
notare.
Alice sorrise.
-Hai pensato proprio a
tutto-commentò.
-Dovevo avere delle proposte interessanti,altrimenti avresti rifiutato-
le rivelò Eric.
Ancora una volta lei
sorrise.
Se la giornata fosse stata più tranquilla il suo senso del dovere le
avrebbe consigliato di ritornare in ufficio subito dopo pranzo ma,come le aveva
fatto giustamente notare Eric,era venerdì e tutti avrebbero capito se avesse
annullato un appuntamento all’ultimo
minuto.
-Vada per la seconda opzione-disse alzandosi e aggirando la
scrivania.
-Sapevo che ti avrei
convinta…-
-Veramente mi ha convinto il pranzo da Danieli’s…Sto morendo di
fame-ribattè lei prontamente.
Eric ridacchiò e le si avvicinò per darle un veloce bacio,in segno di
saluto.
Sotto le sue labbra,Alice sorrise prima di ricambiare il bacio, dandosi
mentalmente della stupida per i pensieri di pochi minuti
prima.
A che serviva chiedersi come sarebbe stato…Lei aveva già tutto quello che
una donna poteva desiderare.
-Sono tornato!-
Scorpius sentì chiudersi la porta d’ingresso al piano di sotto, seguito
da alcuni rumori indistinti che gli fecero capire che Albus si stava togliendo
la giacca e le scarpe.
Poi si sarebbe guardato intorno per le stanze vuote del piano terra e
avrebbe controllato che tutto fosse in ordine,magari avrebbe anche dato un
occhiata alla posta arrivata quella
mattina.
Dopodiché sarebbe salito al piano di sopra e,dopo essere passato in
camera da letto per togliersi il maglione,sarebbe finalmente andato da lui,nel
suo studio.
Lo schema era sempre lo stesso,da otto anni
ormai.
Inizialmente Scorpius si indispettiva,arrivava anche ad arrabbiarsi per
lo scarso interesse che Al sembrava mostrare verso di lui:non lo vedeva da tutto
il giorno e perdeva tempo con tutte quelle azioni inutili invece che andare
direttamente da lui e salutarlo come si
deve?
Poi,grazie ad alcune frasi che Al aveva detto durante quegli anni, aveva
capito.
Al contrario di lui che passava gran parte della sua giornata chiuso
nello studio a lavorare al computer,Albus aveva a che fare ogni giorno con tante
persone e con i loro problemi:i suoi studenti,i genitori dei ragazzi,addirittura
qualche volta anche i suoi
colleghi.
Quindi quando tornava a casa aveva bisogno di qualche istante da solo per
resettare il cervello da tutto quello che era successo a
scuola.
-Così evito di scaricare su di te le frustrazioni del lavoro più di
quanto già non faccio-gli aveva
detto.
E Scorpius lo aveva
accettato.
In fondo si trattava di un
modo ulteriore per Al di dimostrargli il suo
amore.
Si sporse leggermente sulla sedia per cogliere un’occhiata del corridoio
vuoto prima di tornare a fissare lo schermo davanti a
sé.
Provava sempre una strana eccitazione mentre aspettava di sentire il
rumore dei suoi passi sulle scale,o il suono del suo respiro tranquillo che lo
precedeva lungo il corridoio.
Sapeva che erano piccole abitudini,sapeva anche che probabilmente Albus
non se ne sarebbe mai accorto,ma ogni volta quell’ansia,quel senso di disagio lo
catturavano portandolo a tamburellare nervosamente con i polpastrelli sul
ripiano della scrivania.
Poi finalmente Albus appariva sulla porta e il suo viso si illuminava in
un sorriso,facendo sembrare assurde tutte le preoccupazioni di poco
prima.
In tutta la sua vita Scorpius aveva provato quelle sensazioni soltanto
per lui.
Forse quell’ansia,quel bisogno di contatto era la prova più palese del
suo amore per il compagno.
Erano una coppia da quasi undici anni ormai e,anche se non lo avrebbe mai
ammesso con l’altro,il suo amore per Al non era stato mai minimamente
intaccato.
Certo c’erano stati altri uomini,a volte colleghi a volte gli stessi
fan,che avevano provato a
portarselo a letto,ma nessuno aveva retto il confronto con Albus:l’uomo era
accanto a lui prima del successo,e Scorpius era sicuro che ci sarebbe stato
anche se questo fosse sparito
all’improvviso.
Era l’unica persona che lo conosceva veramente,che sapesse tutti i suoi
pregi e i suoi difetti,capace di interpretare il suo stato d’animo da un’azione
semplice:tante volte non aveva neanche bisogno di aprir bocca che già l’altro
aveva già preceduto la sua
richiesta.
Era la sua musa,il suo consigliere…era l’amore della sua
vita.
Il rumore di passi lo distolse dai suoi pensieri e dopo una veloce
occhiata alla porta,tornò a posare lo sguardo sullo schermo del
computer,assumendo un’aria impegnata e
concentrata.
Nonostante fosse di spalle riuscì a sentire i suoi passi attutititi sul
pavimento,il suo respiro leggero che si avvicinava,finché non ci fu il silenzio
e,senza bisogno di voltarsi Scorpius seppe che Al era fermo sulla porta,intento
ad osservarlo.
Lo faceva tutti i giorni,e tutti i giorni,sotto quella carezza,Scorpius
si scopriva a tremare.
Pochi istanti e due braccia gli scivolarono sulle spalle, circondandole,e
il mento di Al si posò sulla sua spalla
sinistra.
Scorpius alzava una mano e la posava sul braccio di Al più vicino, prima
di voltare leggermente la testa ed incontrare finalmente in quella distanza
ravvicinata i suoi occhi.
Ogni giorno lo vedeva sorridergli e,ogni volta,quasi seguendo un copione
già prestabilito,Scorpius accennava il suo sorriso a metà che sapeva l’altro
amava.
-Bentornato-
E soltanto da quello Scorpius capiva di non aver bisogno di altro.
Salve a tutti!!!!E
BENTORNATIIIIIIIIIIIII!!!!!!!!!!!!!!
Ok,scusate il momento di pazzia,ma ormai con alcuni di voi
ci conosciamo da anni ed è bello ritrovarvi qui per questa nuova
avventura.
Come state?
Che avete fatto in questo periodo di
lontananza?
Innanzitutto vorrei ringraziare coloro che hanno
recensito,messo la storia fra i seguiti e/o preferiti e anche solo chi l'ha
semplicemente letto...GRAZIE!
Spero di meritare la rinnovata
fiducia.
Allora...nuova storia,nuovi
problemi.
Perchè non dovete farvi ingannare dall'inizio tutto rosa e
fiori,quasi tutti,se si escludono Ronald e Rebecca avranno problemi,o nel caso
di James e Rose,cercheranno di appianare le
cose.
Altra cosa:molti di voi mi hanno chiesto perchè ho scelto
un inizio così triste per Jimmy e Rose e il motivo che mi aveva spinta a fare la
scelta che ho fatto nell'ultimo capitolo della storia precedente(alias=niente
figli).
Come era successo in passato per il cancro di Luna in
"Forbidden Passions",anche qui vi dò la stessa risposta:perchè altrimenti come
avremmo incasinato le loro vite?
E credetemi,la decisione di avere un figlio avrà
ripercussioni non soltanto su Rose e James....
Piccola precisazione:forse qualcuna di voi se ne sarà
accorta,ma il nuovo collega di Albus,ha un nome familiare,almeno per chi conosce
il telefilm "Queer as Folk".
Infatti,visto il mio amore x la serie e x il personaggio di
Brian in particolare,ho pensato di trapiantarlo in questa
storia.
Ringrazio ancora tutti coloro che leggeranno e recensiranno
questo capitolo e chiedo scusa per eventuali errori di ortografia o
battitura.
E ora i ringraziamenti:Sweey(Eccomi qui!E' strano che tu nn
abbia visto l'avviso che avevo lasciato alla fine di "Forbidden Passions",e
pensare che lo avevo lasciato apposta x voi...Bah,cmq:Ronald e Rebecca avranno
il ruolo di coppia stabile nella storia,i pilastri che cercheranno di tenere
tutto insieme,c'è bisogno di almeno una coppia solida;forse è vero che è
stupido pensare al primo fidanzatino dopo 10 anni,ma penso che tt noi abbiamo
un'amore lasciato in sospeso,che ci porta a farci mille domande e a chiederci
come sarebbe stato...Ed è proprio questo che Alice e la sua storia
rappresentano),JC(Bentornato!!!Hai ragione,qui la crisi economica nn è stata
avvertita,ma volevo creare un mondo ideale,perfetto,immune da problemi,oltre
naturalmente quelli che i personaggi sono capaci di crearsi da
soli),Sklupin(Invece
vedrai, le cose miglioreranno,almeno per Rose e Jim:sono partiti
talmente male che nn può essere altrimenti...E hai ragione qnd parli di
Beautiful,in una cosa ci assomiglieremo...),Angel_SG(Grazie x i complimenti!Credevi
veramente che avrei lasciato fuori i miei preferiti?Assolutamente no!Anche xkè
ne ho in mente davvero molte per Albus e Scorpius...),Manda(Vedrai già dal prossimo capitolo
inizierai a capire qualcosa nella situazione Rose/James...Per quanto riguarda i
senior,torneranno solo quando il loro intervento sarà necessario,e ti prometto
che in quelle occasioni sapremo anche come è finita fra Ron ed
Herm),Nefene( Nn mi
succede spesso,ma nel caso di Alice,mentre ancora stavo scrivendo l'altra
storia,sapevo già come far concludere la sua relazione con Luke,e quello che
sarebbe successo in qst,anzi è stato per lei che ho cominciato questa nuova
storia...per lei e per la coppia Al/Scorpius),Kikka15(Eh già,Luke alla fine non ha
saputo imporsi ai suoi genitori,ma del resto lo sapevamo che nn era pronto
a voltare le spalle alla fortuna di famiglia...Magari le cose sono cambiate
adesso...),Luthien 241(Yes
I'm back!!!!Ah sì credimi,un pò d'ansia, in senso buono,la
metterà...),Elly(BEh un passo avanti lo abbiamo fatto dalla posizione "Nn possiamo
avere figli e dobbiamo accontentarci di ciò che abbiamo;magari le cose evolvono
ancora,chi lo sa?), GinevraPotter'90(Anche a me piacciono molto Lily e Dan,ma forse è ora di ravvivare
un pò le cose,no?In fondo sono stati in pace per dieci anni...),Lotti_(Meno male ,sono arrivata appena
in tempo!Anche tu eri una di quelle che nn credeva nel matrimonio fra Ronnie e
Rebecca come Ginny?L'idea dell'attico minimal mi piace,ma io li vedo più tipi da
casa tradizionale,molto simile a Grimmuald Place...),Littledraghina(Grazie per i
complimenti!James e Rose si amano ancora,è solo che Rose ha alzato qst muro fra
di loro per via della mancata gravidanza...Devono solo trovare un punto
d'incontro.Ah questo posso assicurartelo fin da ora:prima del matrimonio,se poi
davvero c sarà,Luke e Alice avranno molte occasioni per parlare e per
cambiare le cose...).
Bene per il momento è tutto,io vi saluto e vi do
appuntamento al prox capitolo...
"With a little bit of
luck"
Baci,Eva.
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Capitolo 3 *** ricomincio da qui ***
ricomincio da qui
IL suo deasiderio
maggiore,quando infilò la chiave nella serratura di casa,era farsi una doccia,
prendere un'aspirina per il mal di testa e dormire qualche ora in più per
recuperare il sonno che Charlotte gli aveva così bruscamente
strappato. Voleva accantonare il discorso che aveva avuto con suo
fratello,almeno finchè non avesse riavuto il possesso di tutte le sue cellule
celebrali. Ma naturalmente non fu possibile. Non appena si fu chiuso alle
spalle la porta di casa,un rumore veloce di passi arrivò alle sue
orecchie,seguito pochi attimi dopo dalla comparsa di Rose all'inizio del
corridoio. James,la mano destra ancora stretta attorno al pomello della
porta,le concesse un breve sguardo,prima di muoversi di lato verso
l'attaccapanni per liberarsi del cappotto. Perchè continuava a fissarlo senza
dire niente? Doveva pure aver pensato a qualcosa durante quelle ore passate
da sola! Lo aveva immaginato in un pub con una pinta di birra stretta fra le
dita?Oppure in un night in compagnia di qualche spogliarellista per cercare di
non pensare alla discussione che avevano avuto poco prima? -Credevo fossi al
lavoro-le disse giusto per rompere il silenzio che iniziava a pesargli
addosso. Sentendo altro silenzio in risposta alle sue parole,James si decise
a voltarsi di nuovo verso di lei,e la vide ancora ferma nella stessa posizione
di poco prima,lo sguardo ancora bloccato su di sè. -Dove sei stato?-si decise
a chiedergli Rose. Inconsciamente sapeva che quelle sarebbero state le prime
parole che le avrebbe sentito pronunciare. Un sorriso accennato gli incurvò
gli angoli delle labbra prima che l'uomo abbassasse leggermente la testa e si
muovesse lungo il corridoio diretto verso la cucina. Quando le passò
accanto,sentì su di sè il fuoco prodotto dallo sguardo di Rose,ma si impose di
non alzare gli occhi;entrò in cucina e si diresse verso l'armadietto dei
medicinali poco distante dal frigorifero,prendendo due compresse
d'aspirina. -Stai bene?-gli domandò subito lei,il tono della voce leggermente
professionale. -Soltanto un pò di mal di testa-rispose James senza
voltarsi,aprendo il rubinetto dell'acqua. Fu solo quando ebbe preso le
pasticche e bevuto tutto il bicchiere d'acqua che James si decise a
voltarsi:Rose ora era ferma davanti all'isola di marmo e continuava a
fissarlo,neanche avesse paura di vederlo sparire davanti ai suoi occhi se avesse
perso il contatto visivo. Si accorse delle leggere occhiaie,che facevano da
contorno agli occhi della donna,e dell'espressione stanca e tirata che cercava
in qualche modo di nascondere,e capì che Rose doveva aver passato la notte in
bianco ad aspettarlo. -Ho passato la notte da Ronnie-si decise a
dirle. Almeno così si sarebbe tranquillizzata,avrebbe accantonato il pensiero
di lui insieme alle spogliarelliste...sempre se mai aveva avuto quei
pensieri. La vide annuire lentamente,i palmi di entrambe le mani poggiati sul
marmo freddo. -Avevo bisogno di parlare con qualcuno...qualcuno che mi
capisse-le disse sincero. -Non vedo come lui possa farlo-rispose Rose. -E'
mio fratello-ribattè James come se questo bastasse a spiegare ogni cosa. Il
silenzio tornò di nuovo a cadere fra di loro,mentre entrambi si perdevano dietro
ai propri pensieri,lanciando degli sguardi di soppiatto verso l'altro,sperando
di non essere visti,quasi ci fosse qualcosa di sbagliato in questo. -Ho
bisogno di fare una doccia-annunciò James stanco di quell'aria pesante. Fece
il giro del mobile e si avviò verso la porta:quanto ancora potevano andare
avanti così? Quanto ancora prima di finire ad odiarsi a vicenda? Oppure
erano già arrivati al punto di non ritorno e neanche se ne era
accorto... Spaventato da quel pensiero improvviso,si bloccò a metà strada
e,con i pugni serrati,cercò in un respiro profondo il coraggio per fare quella
domanda vitale per lui e per Rose. -Tu mi ami ancora?- Il rumore dello
scricchiolio della sedia gli fece capire che Rose si era voltata verso di
lui,che lo stava osservando di nuovo,e che probabilmente si stava interrogando
sulla domanda che lui le aveva appena fatto. James tornò a voltarsi verso di
lei ed i loro occhi si incontrarono:perchè un tempo era così facile per lui
leggere in quello sguardo,capire cosa sua moglie stava pensando? Perchè ora
non ne era più capace? -Sì...- Un sospiro di sollievo liberò i polmoni di
James,facendolo tornare indietro verso Rose,finchè non le fu davanti. Per la
prima volta dopo settimane,Rose ebbe uno slancio affettuoso verso di lui:gli
prese una mano nella sua e alzò l'altra fino ad accarezzargli i capelli
spettinati. -Non è cambiato niente...Io sono innamorata di te come quando
eravamo ragazzi,anzi forse di più. E' solo che non riesco a sopportare l'idea
che la nostra vita sia tutta qui. Non fraintendermi,io so che sono fortunata
ad averti,e so anche che se al posto tuo ci fosse stato un altro uomo questo
avrebbe chiesto il divorzio ai primi segni di isteria-disse cercando di
scherzare. James accennò un sorriso e scosse la testa,allacciando un braccio
attorno alla vita di Rose,per sentirla più vicina almeno finchè lei glielo
avrebbe permesso. -Ma con il mio lavoro vedo tante ragazze che restano
incinte per caso,che addirittura sono scontente,o che si lamentano per i chili
presi e della fatica che faranno per tornare in forma dopo il parto...e ogni
volta penso:perchè non posso trovarmi dall'altra parte?- Un sorriso triste
apparve sul volto di Rose,rendendolo ancora più bello agli occhi di
James. -Tante volte mi ritrovo a pensare a come sarebbe questa gravidanza:a
come non avrei paura di ingrassare fino a non riuscire più a vedermi i piedi o
da dover chiedere il tuo aiuto per allacciarmi le scarpe, fare con te il corso
di respirazione lamaze e le ecografie, vedere la tua faccia quando
nascerà. Questo bambino sarebbe una vera e propria prova d'amore...Però poi
ogni volta mi rendo conto che non è possibile- Fu soltanto in quel momento
che James si rese conto che Ronald aveva ragione. Ma soprattutto si rese
conto di volere le stesse identiche cose che Rose aveva appena elencato; fino a
quel momento non ci aveva mai pensato troppo,ben consapevole che quell'argomento
era tabù,che affrontarlo avrebbe peggiorato le cose e avrebbe fatto soffrire
ancora di più Rose,ma ora sentirla parlare di tutte quelle cose futili,eppure
così significative,gli aveva fatto capire che era venuto il momento di cambiare
le cose. E per la prima volta dopo anni,sapeva cosa fare. -Forse una
soluzione ci sarebbe...-
-E così,alla fine,hai
ceduto:ti sposi...- Eh già,aveva ceduto. Del resto dopo dieci anni di
fidanzamento era la cosa più naturale da fare,quello che tutti si aspettavano da
lui. -Beh dopo dieci anni...-si limitò a dire Luke in risposta alla battuta
dell'amico. Dieci anni. Chi l'avrebbe detto che quel fidanzamento sarebbe
durato così a lungo? Certamente non lui,viste le premesse iniziali:quando la
storia fra lui e Mandy era iniziata,Luke l'aveva vissuta inizialmente come
un'imposizione,una forzatura. Era chiaro a tutti,anche alla stessa Mandy che
non era innamorato,che avrebbe fatto qualsiasi cosa per sciogliere quel
matrimonio combinato dalle due famiglie. Alla fine del primo anno covava
segretamente l'idea di scappare via,di andare in qualche paese lontano dove i
suoi genitori non sarebbero riusciti a scovarlo. Ed in parte lo aveva
fatto:aveva scelto un'università lontana dall'Inghilterra dalla sua famiglia e
da Mandy,a Boston,in modo da poter recuperare un pò di quell'adolescenza che
aveva perso per via di quel fidanzamento precoce. Mandy ovviamente non era
stata contenta di quella novità,aveva a sua volta fatto domanda per alcuni
college americani nella speranza di poterlo seguire oltreoceano,ma
fortunatamente era stata accettata ad Oxford e sua madre aveva insistito perchè
lei sfruttasse quell'occasione. I cinque anni dell'università erano trascorsi
troppo in fretta e quando alla fine era tornato a Londra,con una laurea a pieni
voti in legge,tutto sembrava pronto per le sue nozze con Mandy,ma fortunatamente
era riuscito a rimandare di qualche anno la data,proponendo alla donna un
periodo di convivenza,per essere veramente sicuri che sposarsi era la cosa
giusta. Come se avesse qualche altra alternativa... Ma ora erano passati
dieci anni,la casata dei Zabini aspettava da troppo tempo un erede e i suoi
genitori erano stanchi di dar ascolto ai suoi tentativi per racimolare più
tempo. Così l'annuncio ufficiale del fidanzamento era stato fatto,rendendo
pubblica la cosa e dando il via alla giostra dei preparativi. Ecco perchè ora
si trovava lì,nello studio di Scorpius,in veste "ufficiale":doveva chiedere
all'amico se voleva essere il suo testimone. -Scommetto che la tua adorata
sposa è al settimo cielo-commentò ironico il biondo,la schiena rilassata contro
lo schienale della sedia,poco lontano dalla scrivania. Luke sorrise
divertito. -A dire il vero,i preparativi del matrimonio sono l'ultima cosa
che la preoccupa al momento:sta cercando di far liberare non so che prigioniero
politico da una prigione turca. Passa tutto il giorno in ufficio-disse prima
di bere un sorso dal bicchiere di Firewhisky che l'altro gli aveva
versato. Era assurdo pensare che Mandy,la ragazzina rompipalle che tante
volte aveva avuto la tentazione di strozzare con le proprie mani,fosse diventato
un avvocato dei diritti civili, addirittura uno dei più richiesti e
famosi. -Uh che vita interessante...- -Senti che ne dici di sbrigare
subito questa faccenda?-domandò Luke cambiando argomento. -Di che
parli?-chiese l'altro aggrottando un sopracciglio. Che bastardo!Sapeva
benissimo a cosa si riferiva. -Ti andrebbe di farmi da testimone?-gli domandò
Luke,senza troppi giri di parole. Scorpius storse le perfette labbra in una
smorfia d'indecisione,giocherellando per qualche istante con una matita,fino a
quel momento abbandonata sul ripiano della scrivania,e dopo qualche secondo alzò
le spalle. -Ah,non lo so...Che giorno è?Potrei avere degli impegni...- -La
pianti di fare lo stronzo?Accetti o no?-lo rimbeccò il moro. -D'accordo
accetto.Ma il vestito voglio sceglierlo io! Non vorrei mai trovarmi vestito
di bianco o di azzurro neanche fossi il principe delle favole- commentò. Luke
sogghignò e annuì,facendogli quella concessione. -Ok e questa è
andata...Vedrai ti ricambierò il favore alle tue nozze-gli disse quasi
rassicurandolo. Scorpius sbuffò esasperato da quella vecchia
storia. -Ancora?Quante volte devo dirtelo che io non mi sposerò mai?-gli
ricordò. Luke si alzò in piedi e lo fissò per qualche secondo. -Mi domando
come faccia Al a sopportarti ancora dopo tutti questi anni-commentò sorridendo
lievemente il moro. -Che c'entra Albus...Non hai di meglio da fare?-gli
domandò per troncare quel discorso, alzandosi a sua volta. L'altro diede una
veloce occhiata al suo orologio da polso prima di tornare ad incontrare lo
sguardo dell'amico. -In effetti sì. Mandy ha deciso che dobbiamo
ristrutturare la casa prima del matrimonio,e le avevano parlato bene di certi
architetti...- -Sai che certe volte diventi noioso?Deve essere la vicinanza
della tua futura moglie-lo interruppe,soltanto per farlo
indispettire. -Idiota!Comunque sarà meglio che vado,altrimenti arrivo tardi
all'appuntamento-disse voltandogli le spalle e avviandosi verso la porta seguito
da Scorpius. Ma improvvisamente si bloccò sulla soglia,andando quasi a
sbattere contro l'amico,che fece un passo indietro,fissando la sua
schiena. -Stavo per dimenticarmi una cosa...-disse Luke con voce
seria. Anche il suo sguardo era terribilmente serio quando si voltò ed
incontrò gli occhi dell'amico. Con una leggera idea di cosa stava per
arrivare,Scorpius restò in silenzio e aspettò che l'altro parlasse. -E'
probabile che al matrimonio ci siano anche i tuoi genitori-si decise a
dirgli. L'espressione di marmo che si disegnò sul volto di
Scorpius,terribilmente imperturbabile,portò Luke a chiedersi cosa stesse
pensando l'amico in quel momento,quali pensieri si accompagnassero al ricordo
dei suoi genitori. Sapeva bene però che quello era un argomento proibito,che
nessuno apparte forse Albus poteva affrontare. -Oh...Questo è un modo gentile
per dirmi che la tua mogliettina non vuole Al al matrimonio?- gli domandò
cercando come al solito di nascondere le sue vere emozioni. -No,certo che
no!Non glielo permetterei;sai che voglio bene ad Al- -Allora è tutto
apposto...E adesso muovi il culo o farai tardi al tuo appuntamento-gli disse per
chiudere definitivamente l'argomento. I due uomini scesero al piano di sotto
e,dopo che Luke ebbe recuperato il soprabito,si avvicinarono alla
porta. -Allora ci sentiamo-lo salutò Luke. -Mi raccomando,evita di
telefonarmi ogni volta che sei indeciso fra un tipo di carta da parati e
l'altro. Non rientra nei miei doveri di testimone...- Luke accennò un
ultimo sorriso prima di aprire la porta ed uscire in
strada.
Un rumore di sedie smosse vicino a lui portò
Albus ad alzare lo sguardo dal libro che aveva fra le mani posando lo sguardo su
Brian,seduto di fronte a lui. -Posso?-chiese questi,aprendo la lattina di
Pepsi che teneva stretta in una mano. Albus alzò le spalle,mettendo un dito
fra le pagine a mò di segnalibro. Durante la pausa pranzo,al contrario dei
suoi colleghi,Al aveva l'abitudine di sedersi nella mensa dei ragazzi,per farsi
circondare da quell'euforia che era quasi assente durante le lezioni e che
invece era tipica degli adolescenti. Si sistemava in tavolo d'angolo,quasi
sempre con un libro e un panino che si portava da casa,e alternava pagine
scritte alle conversazioni volanti che riusciva a cogliere e che gli strappavano
sempre un sorriso. -Odio il lunedì! Mi porto sempre dietro i postumi del
week-end-disse Brian passandosi una mano fra i capelli spettinati ad arte,la
lattina posata davanti a sè sul tavolo. Al restò in silenzio,non sapendo come
controbattere:i suoi fine settimana erano tranquilli e quasi sempre passati in
famiglia o con Scorpius. -Nottata scatenata?-gli domandò leggermente
curioso. Questa volta fu Brian ad alzare le spalle. -Lo sai,no?Esci con
gli amici promettendo a te stesso che ti limiterai ad un solo locale ad un paio
di Jim Beam e la mattina invece ti ritrovi nel tuo letto,con un tizio di cui non
ricordi il nome accanto a te e senza il più pallido ricordo di cosa sia
successo...Se non fosse per i preservativi usati sul pavimento dubiterei anche
di aver fatto sesso-gli disse terribilmente sincero. Quell'eccesso di
sincerità fece avampare Al:quindi la sua idea non era sbagliata... Lily lo
aveva sempre preso in giro parlando di gay radar e cose simili,ma non era mai
stato veramente convinto dell'esistenza di queste idiozie. Era possibile che
lui fosse l'unico ad essere "sprovvisto" di un gay radar?Del resto l'unica
persona gay che conosceva era Scorpius. -Non dirmi che ti ho messo in
imbarazzo-disse Brian scoccandogli un mezzo sorriso che portò Al a
deglutire. Quell'uomo era dannatamente sexy e pienamente consapevole di
esserlo! -No,no figurati!-si affrettò a smentire. -Ah bene perchè quando
ci siamo presentati l'altra volta mi era sembrato di capire che fossi gay anche
tu...Ora non vorrei aver scandalizzato un etero bigotto parlandogli della mia
vita sessuale di gay scapolo-aggiunse ancora l'altro prima di posare le labbra
sulla lattina e bere un sorso. Un sorriso ironico distese le labbra di
Albus. -E ti sono bastati quei pochi minuti per capirlo? Comunque sì sono
gay,e no non sono bigotto- Brian,la lattina ancora sollevata a
mezz'aria,fissò lo sguardo su di lui e per qualche secondo Al si sentì senza
difese. Che accidenti gli stava succedendo?Non aveva mai reagito così prima
d'ora con nessun'uomo ad eccezione di Scorpius. -Che stai leggendo?-domandò
Brian evitando di rispondere alla sua domanda. Albus abbassò lo sguardo sul
libro poggiato sulle proprie ginocchia per poi tornare a guardare l'uomo davanti
a sè. -"Furore" di Steinbeck. Sono indeciso se
proporlo alla classe o meno-disse poggiando il volume sul tavolo. Brian
allungò una mano fino a prenderlo e osservò per qualche istante la
copertina. -No,troppo vecchio...Nessuno di questi mocciosi proverebbe
dell'empatia per una famiglia di contadini poveri ed affamati-commentò lasciando
cadere il libro. Al lo fissò attento,curioso di avere qualche commento in
più. -Guardali:credi che abbiano mai sofferto per la mancanza di
qualcosa? Sono abituati ad avere tutto e subito,quasi senza dover
chiedere. Per quanto sia un ottimo libro,non lo capirebbero-continuò il
moro. -E allora cosa suggerisci?-gli domandò sinceramente desideroso di
sentire la sua opinione. Le obiezioni che Brian aveva rivolto al testo erano
pertinenti e immediatamente il suo cervello partì alla ricerca di un possibile
libro alternativo da presentare alla classe fra due giorni. Brian alzò le
spalle e restò qualche istante in silenzio. -"Revolutionary
Road". E' tornato di moda grazie al film e soprattutto parla di
coppie in crisi sull'orlo del divorzio, qualcosa che gran parte di questi
ragazzini hanno davvero provato sulla loro pelle- Sorprendentemente Albus si
trovò d'accordo,anzi si rimproverò mentalmente per non avere avuto lui
quell'idea. -Mica male come idea,sai?- -Io non ho mai cattive idee-rispose
l'altro convinto. Nonostante avesse sempre odiato gli sbruffoni e le
persone troppo piene di sè,quelle parole fecero sorridere Al,mentre Brian
allungava una mano di nuovo verso il libro e lo apriva alla prima
pagina. -Hai una penna?-gli chiese guardandolo di sottecchi. Quasi mossa
da volontà propria,la mano di Al si alzò fino al taschino della camicia e ne
estrasse una penna a sfera che porse a Brian,senza neanche chiedergli perchè ne
avesse bisogno. Approfittando dei brevi istanti in cui Brian si concentrò sul
libro,Al fissò il suo volto:era perfetto. Non c'erano occhiaie nè piccole
rughe sotto gli occhi o attorno alle labbra,e la pelle sembrava liscia come
quella di un neonato. Considerato anche il suo fisico,Al pensò che Brian
doveva curare molto la propria persona... Brian rialzò la testa e incontrò i
suoi occhi,che Albus non era riuscito a distogliere in fretta, porgendogli la
penna e facendo scivolare sul tavolo verso di lui il libro. -Ti ho scritto il
mio numero,nel caso avessi bisogno di qualche altro consiglio letterario-gli
disse senza staccare gli occhi dai suoi. Albus sentì di nuovo il proprio
cuore battere forsennatamente contro le costole e,dopo essersi arrovellato
inutilmente alla ricerca di una frase sagace o di spirito con cui rispondere,si
limitò ad annuire,facendo sorridere ancora una volta Brian. Il suono della
campanella arrivò proprio in quel momento e l'uomo si alzò in piedi con un
movimento scattante,la lattina di Pepsi stretta nuovamente fra le dita della
mano sinistra. -E' ora di tornare in trincea! Buona lezione-gli disse per
salutarlo. Al fece un gesto di saluto con il capo e lo osservò
allontanarsi,finchè non lo vide uscire dalla sala mensa. Soltanto allora
prese il libro e lo aprì alla quarta di copertina:c'era il numero di un
cellulare ed una frase lo sorprese e lo fece arrossire.
"Love will tear us
apart"
Quando all'inizio Alice e Justin avevano fondato
la "Lovegood & Johnson",era stata la fama come architetto di Justin a
procurare i primi clienti. Questi,per cercare di far circolare il nome della
sorella nei salotti giusti,proponeva il suo nome ad ogni cliente con la scusa di
rinnovare anche l'arredamento oltre all'appartamento. Naturalmente all'inizio
erano davvero pochi i clienti che concedevano un appuntamento ad Alice,
permettendole di vedere l'appartamento in ristrutturazione per sentire i suoi
consigli da "esperta". Ma lentamente la fortuna aveva inziato a girare anche
per la ragazza e,dopo un paio di clienti rimasti pienamente soddisfatti,il
telefono aveva iniziato a suonare anche per lei,dando molto lavoro da fare alla
sua segretaria. Ormai la "Lovegood & Johnson"
era sinonimo di eleganza e qualità. In un modo o nell'altro si erano occupati
di tutte le case della City e del centro,lavorando anche per celebrities e per
politici importanti. -Un giorno arriveremo a rimodernare anche Downing
Street-scherzava sempre Justin,sinceramente orgoglioso di sè stesso e di
Alice. Quella giornata per Justin era stata campale:era andato a controllare
i lavori in ben tre appartamenti ed era rimasto più volte bloccato nel
traffico. Doveva decidersi a comprarsi uno scooter! Arrivò in ufficio
quasi di corsa,consapevole di essere in ritardo per un appuntamento e,infatti,
uscito dall'ascensore riuscì a vedere il suo cliente seduto su una delle
poltroncine nere nel corridoio davanti al suo ufficio. -Mr.Johnson!-cercò di
fermarlo la sua segretaria,un braccio in aria perchè si accorgesse subito dei
numerosi messaggi. Justin si fermò giusto il tempo per lasciarle la giacca e
la valigetta,prendere le telefonate e avvisarla di non interromperlo durante la
riunione,per poi ritornare a muoversi verso l'uomo ormai in piedi nel mezzo del
corridoio. Era alto,di colore,vestito con un completo elegante giacca e
cravatta,i capelli neri ricci sistemati all'indietro con il gel,e una leggera
barba che gli copriva il mento e gli zigomi lasciando scoperte le guance. -Mr
Zabini?Mi dispiace di averla fatta aspettare-si scusò subito. L'uomo
indirizzò verso di lui un sorriso cordiale che mise in mostra i denti bianchi
perfetti,prima di tendere la mano verso Justin. -Architetto...Sono qui solo
da cinque minuti,non si preoccupi-lo rassicurò. Justin aprì la porta del suo
ufficio e fece accomodare il suo cliente,indicandogli con la mano destra la
poltrona accanto alla scrivania di vetro e legno. Chiuse la porta alle
proprie spalle e si avviò velocemente verso la scrivania,sedendovisi dietro e
lasciando cadere sul piano di vetro i messaggi. Prese poi il blocco per
appunti che usava sempre durante il primo colloquio con un cliente e, dopo aver
preso una penna dalla tazza,rialzò finalmente lo sguardo sull'uomo di fronte a
sè. -Allora veniamo a noi. Se non ricordo male,lei e la sua fidanzata
state per sposarvi-disse assumendo un tono professionale. L'uomo
annuì. -Esatto. Siamo insieme da diversi anni,e da cinque viviamo
insieme,ma la mia fidanzata ha deciso che vuole rimodernare tutto prima del
nostro matrimonio-disse poi. -Congratulazioni.Ha già qualche idea in
mente?-chiese Justin giocherellando con la penna. Zabini sorrise. -A
sentire Mandy faremmo prima a buttare giù la nostra casa e costruirla da capo
completamente diversa-disse ironico. Justin si unì al sorriso e abbassò lo
sguardo sul blocco ancora bianco. -Perchè non inizia dal raccontarmi com'è
fatta la vostra casa?-gli chiese. Per i successivi venti minuti Zabini elencò
pregi e difetti di ogni stanza della casa,tracciando una perfetta planimetria da
cui Justin poteva partire per iniziare i lavori. Infatti,dopo aver dato una
veloce occhiata al blocco ora pieno di appunti che aveva davanti a sè,Justin
iniziò a proporre le proprie idee,pronto a combinarle insieme ai suggerimenti
del cliente. Dopo quasi un'ora avevano stabilito ogni cosa e,grazie ad
un'occhiata che rubò al proprio cliente, Justin capì che questi era soddisfatto
delle sue idee e del suo lavoro. Si lasciò andare a sua volta contro lo
schienale della sedia e per qualche istante ci fu il silenzio, mentre Zabini si
guardava intorno e osservava l'arredamento dello studio. -Mi piace come ha
arredato questo posto...E' particolare-gli disse tornando a guardare
l'architetto. Justin sorrise:succedeva ogni volta. -Grazie per il
complimento,ma non me lo merito. Non sono stato io ad arredare questo
studio-confessò. -Quindi anche gli architetti hanno i loro guru
artistici-disse ironico,guardandosi ancora attorno. -Beh a dire il vero,è
opera della mia socia;cambia l'arredamento di quest'ufficio più o meno ogni
anno-gli spiegò. Zabini restò in silenzio,annuendo lentamente,lanciando un
altro sguardo attorno a sè. Era quasi cotto:doveva soltanto gettare l'esca
finale. -Se vuole posso chiederle di fare un salto qui per dare un'occhiata
alla sua casa-gli propose. L'uomo alzò le spalle. -Perchè no?- Justin
sorrise e fulmineo alzò il ricevitore del telefono,attivando la linea
interna. Premette un tasto e subito dall'altra parte sentì il segnale di
linea libera. -Pronto?- -Sei occupata?-domandò alla sorella. -Sto
rivedendo alcuni lavori,perchè?-chiese a sua volta Alice. -Ho un cliente che
vorrebbe conoscerti,chiederti un parere sulla sua casa-le spiegò. La sentì
chiaramente sospirare e ci fu qualche istante di silenzio. -Ok arrivo
subito,il tempo di approvare dei bozzetti e sono da te-gli disse riagganciando
l'attimo dopo. -Arriva subito-fece Justin all'indirizzo del suo cliente
posando la cornetta. L'uomo annuì,accavallando le gambe e sistemandosi meglio
sulla sedia. -Quanto crede che dureranno i lavori?-gli domandò. -Credo
all'incirca quattro mesi. So che può essere fastidioso,ma dato che dobbiamo
spostare i tubi dell'acqua e del gas in una nuova stanza e dobbiamo costruire
una camera da letto dal ripostiglio...- -Il tempo non è un problema,anzi non
mi lamenterei se doveste avere bisogno di qualche settimana in più-lo
rassicurò. Justin fece un breve cenno con il capo e annuì. -Per quanto
riguarda la sua arredatrice,invece?E' brava?Si fida di lei?-gli domandò
serio. Un sorriso luminoso apparve sul volto di Justin che non esitò ad
annuire. -Mi creda metterei la mia vita nelle sue mani...Comunque lavoriamo
quasi sempre insieme, e ci siamo occupati di molti appartamenti,quindi non si
faccia sviare dall'arredamento particolare del mio studio-aggiunse
scherzoso. -E' una specie di regalo esclusivo?-chiese con lo stesso tono
scherzoso. -Sì potremmo dire così-rispose lui. Un leggero colpo sulla
porta annunciò l'arrivo di Alice,che aprì la porta subito dopo,entrando con
passo veloce nella stanza. -Ah eccoti!-l'accolse Justin-Ti presento Mr.
Zabini. Mr.Zabini lei è la mia socia Alice Weasley-aggiunse poi facendo le
presentazioni. Con la coda dell'occhio aveva colto il movimento dell'uomo non
appena Alice era entrata nella stanza,ma gli bastò osservare sua sorella per
capire che stava succedendo qualcosa. Improvvisamente era diventata un fascio
di nervi,gli occhi leggermente spalancati in cui riusciva a leggere una chiara
espressione sbalordita. -Alice?- Justin voltò lo sguardo verso il suo
cliente,sorpreso che avesse chiamato per nome sua sorella, e si stupì
maggiormente di trovarlo teso quanto e più di lei. Ma che accidenti stava
succedendo lì? -Non riesco a crederci...Sei davvero tu?-chiese ancora
l'uomo. Justin vide sua sorella respirare profondamente e alzare la testa,in
un gesto che voleva essere fiero. -Ciao Luke-disse con voce
atona. Luke?Perchè quel nome gli era famigliare? -Non immaginavo di
trovarti qui...- Un sorriso amaro ed ironico allo stesso tempo apparve sul
volto di Alice,che fece apparire un'espressione incerta sul volto
dell'uomo. -Quindi sei tu l'arredatrice?-chiese ancora Luke,cercando una
qualsiasi risposta dalla donna. Alice si limitò ad annuire,prima di voltare
lo sguardo verso Justin. -Hai già tracciato la planimetria?-gli domandò
muovendosi veloce verso la scrivania e sistemandosi accanto alla sedia del
fratello. Nonostante non capisse nulla di quello che stava succedendo,Justin
annuì e le mostrò il blocco su cui aveva disegnato i suoi schizzi e preso alcuni
appunti,perchè lei potesse farsi un'idea del lavoro. -Credo che la cosa
migliore sia di lavorare in contemporanea:tu con i lavori di ristrutturazione e
io con l'arredamento. Così l'appartamento sarà pronto per il matrimonio-disse
professionale lo sguardo rivolto al fratello. -Io ho dato un margine di tempo
di quattro mesi,hai bisogno di più tempo?-le domandò questi. Lei alzò le
spalle. -No,non penso. Anzi credo di riuscire a finire anche prima-gli
disse. Justin annuì,cercando di non dare troppo peso allo sguardo attento del
suo cliente che aveva seguito tutto il loro discorso e che soprattutto non si
era allontanato mai da Alice. Alzò velocemente lo sguardo su Zabini e lo vide
ancora in piedi,immobile neanche fosse stato pietrificato,attento ad ogni mossa
e parola di Alice. Chi era quel tipo? Che relazione c'era fra di
loro? Alice si mise di nuovo in posizione eretta e tornò ad incontrare lo
sguardo di Zabini. -Vuoi che sia io la tua arredatrice?-gli domandò
seria. Justin vide Zabini deglutire,prima di
annuire. -Certamente- Alice aggrottò un sopracciglio e ricambiò il suo
sguardo per qualche secondo. -Ne sei davvero sicuro?-gli chiese di
nuovo. -Non ne ho il minimo dubbio-rispose ancora l'uomo con maggiore
sicurezza nella voce. Per qualche secondo ancora i loro sguardi restarono
legati,finchè Alice non annuì di nuovo. -Prima di andartene passa dalla mia
segretaria e fissa un appuntamento. Ora scusatemi,ma devo tornare al
lavoro- E senza aspettare risposta,voltò le spalle ad entrambi e uscì dalla
stanza.
"Patrick compose il numero
e..." Niente. Non riusciva ad andare avanti. Con un
leggero movimento delle punte dei piedi allontanò la sedia girevole dalla
scrivania e si alzò. Lanciò uno sguardo alla piccola finestra del suo
studio,cogliendo un piccolo scorcio della strada secondaria due piani
sotto,mentre un sospiro gli scappava dalle labbra socchiuse senza che se ne
accorgesse. Aveva bisogno di un bicchiere di vino. Con passi
cadenzati,Scorpius uscì dal proprio studio e scese al piano di sotto,ma quando
era a metà strada sulle scale,sentì il rumore della chiave nella
serratura. Quando la porta d'ingresso si aprì su Albus,si trovava sull'ultimo
gradino della scala,e subito il compagno gli indirizzò un sorriso. -Ehi!Che
ci fai qui sotto a quest'ora?-gli domandò sinceramente sorpreso. Fin da
quando aveva preso sul serio il suo "lavoro" di scrittore,Scorpius si era dato
delle regole molto precise per evitare di perdere l'ispirazione o la voglia di
lavorare fra una pausa e l'altra: ogni mattina iniziava a lavorare subito dopo
colazione,non più tardi delle nove e mezza,e continuava fino all'ora di
pranzo,quando si fermava per mangiare velocemente qualcosa e guardare il
notiziario babbano,prima di tornare di sopra e lavorare fino alle sei del
pomeriggio o,alle volte,anche le sette. -Mi sono bloccato-gli spiegò. Il
moro accennò un sorriso e gli si avvicinò per dargli un bacio,da cui si staccò
subito restando però a distanza ravvicinata per osservare i suoi
occhi. -Magari hai bisogno di qualcosa che risvegli la tua creatività-lo
stuzzicò. Scorpius sogghignò e annuì. -Infatti ero sceso a prendere un
bicchiere di vino-disse solo per scatenare la reazione dell'altro. Alzando
gli occhi al cielo in una mossa studiata,Al si allontanò dal biondo e si avviò
verso il soggiorno,posando sul divano il cappotto e la borsa
ventiquattrore. -Vuoi un bicchiere anche tu?-gli domandò Scorpius muovendosi
verso la cucina. -Se non posso avere di meglio!-rispose l'altro facendolo
sorridere. Il biondo ebbe appena il tempo di aprire la bottiglia e di
riempire due bicchieri prima che Albus entrasse in cucina,a piedi scalzi e senza
maglione. Scorpius gli porse il bicchiere e per qualche minuto restarono in
silenzio,bevendo,prima che gli occhi di Al si posassero sul
compagno. -Allora?Che è successo per farti bloccare?-gli domandò poggiando il
bicchiere sul piano della cucina e,con un movimento aggraziato,sedendocisi
accanto. Sapeva che Scorpius non sopportava vederlo seduto lì sopra,come un
uccello,ma ad Al piaceva avere una volta tanto una visione dall'alto delle
cose. -E' passato Luke-disse l'altro per introdurre il discorso. -Sei
riuscito a trascinarlo al lato oscuro?-scherzò Al come faceva ogni volta che
parlavano del migliore amico di Scorpius. Il biondo sorrise e scosse la
testa,le labbra sul bicchiere. -No,è venuto a chiedermi se voglio essere il
suo testimone...Alla fine si sposa-gli spiegò. Al restò in silenzio qualche
istante,il bicchiere a mezz'aria,prima di annuire. -Alla fine ha ceduto anche
lui. Credevo che almeno Luke si sarebbe salvato-commentò prima di bere un
altro sorso dal proprio bicchiere. Scorpius annuì:non aveva mai provato
simpatia per Mandy,neanche quando gli anni di Hogwarts erano finiti e la loro
frequentazione era diventata occasionale. Anche se non ne aveva mai parlato
con l'amico,si era chiesto molte volte,perchè alla fine avesse deciso di cedere
al ricatto morale dei suoi genitori e avesse lasciato Alice,per cui all'inizio
sembrava pronto a combattere contro tutti e tutto. Ma ora,con il senno di
poi,e dopo aver conosciuto e frequentato Eric,era convinto che Alice non ci
avesse rimesso poi molto. -E questo invito è solo per uno?-gli domandò Albus
facendolo ritornare con la mente al presente. Scorpius incontrò il suo
sguardo e scosse la testa. -No,affatto!Luke sa benissimo che senza di te non
andrei mai-gli disse sincero. Al sorrise,piacevolmente colpito da quella
dimostrazione d'amore. -Ma potremmo incontrare i tuoi genitori,giusto?-tentò
quasi certo di aver ragione. -Non sono i miei genitori-ribattè subito
Scorpius. Faceva sempre così le poche volte che affrontavano
quell'argomento. Malfoy senior aveva mantenuto la sua minaccia quando dieci
anni prima la loro relazione era diventata di dominio pubblico:aveva estromesso
Scorpius da tutti gli atti di famiglia,dalla linea di successione,ed era
arrivato anche a vendere la casa che aveva comprato per lui al momento della sua
nascita. La casa che era stata testimone della loro prima
volta... Scorpius aveva cercato di reagire in qualche modo:quando aveva
dovuto scegliere un nome per il suo primo libro,aveva scelto di chiamarsi
Scorpius Hyperion,cancellando il suo cognome,e rendendolo più famoso dello
stesso nome Malfoy. Non parlava mai di quello che provava verso i suoi
genitori,neanche con Albus,ma questi sapeva che,in una certa maniera,il ruolo di
guida e consigliere che fino al momento della separazione era stato ricoperto da
suo padre,era stato diviso fra due persone: Granpa Weasley era diventato la sua
guida,la persona che con i suoi modi allegri e cordiali lo aveva preso sotto la
sua ala protettiva e lo trattava come se fosse uno dei suoi tanti nipoti. La
sua morte era stata molto dura da affrontare per Scorpius,ancor più
dell'abbandono da parte dei propri genitori,e ancora adesso nonostante fossero
passati tre anni,una foto del vecchio era sistemata sulla scrivania nello studio
di Scorpius. L'altra persona che,inaspettatamente,aveva preso a cuore il
futuro del ragazzo era stata Harry. Inizialmente entrambi avevano delle
remore a lasciarsi andare,dovute anche al passato dell'uomo con Draco,ma
velocemente Harry aveva accantonato i suoi preconcetti sul ragazzo, in parte
anche grazie a Ginny e si era comportato con lui neanche fosse un altro dei suoi
figli. -Vuoi andare da solo a questo matrimonio?-gli domandò Albus con voce
seria e partecipe. Le sopracciglia bionde di Scorpius si corrugarono,e questi
scosse la testa. -No,come ti viene in mente? Così gliela darei
vinta!-ribattè. -Amore non si tratta di questo...-cercò di farlo ragionare
l'altro. -Invece si tratta proprio di questo. Lo sanno tutti che siamo una
coppia,quindi che bisogno c'è di nasconderlo? Stiamo insieme da undici anni
e,se non dovesse bastare il fatto che sei l'accompagnatore del testimone dello
sposo,sei stato invitato dallo sposo in persona! Vogliono che mi vergogni di
me,di te,della nostra storia neanche fossimo ancora gli stessi ragazzini di
dieci anni fa. Se non mi sono piegato all'epoca perchè dovrei farlo
adesso?-gli domandò deciso. Albus lo guardò qualche istante senza
parlare,prima di annuire. -Va bene faremo come vuoi tu-disse prima di finire
con un unico sorso il contenuto del suo bicchiere. Dopodichè scese a terra e
posò il bicchiere vuoto nel lavello,avvicinandosi al biondo per dargli un
piccolo bacio sulla tempia destra. Fece per allontanarsi,ma un braccio di
Scorpius lo trattenne. -Te la sentiresti ora di aiutarmi a ritrovare
l'ispirazione?-gli chiese accarezzandogli la schiena con il palmo aperto della
mano. Al accennò un sorriso,ma si scansò dal suo abbraccio. -Mi dispiace
per te,ma hai perso la tua occasione:devo lavorare-disse sciogliendosi
completamente dal suo abbraccio. Scorpius aggrottò la fronte. -Da quando
preferisci il lavoro a me?-gli domandò nascondendo la sorpresa dietro il
disappunto. Albus che lo rifiutava?Che novità era quella? -Da quando devo
leggere un libro in due giorni prima di presentargli ai ragazzi...del resto
anche tu devi lavorare,no?-gli ricordò guardandolo. Scorpius annuì. -Ho
voglia di una sigaretta...Te ne è rimasta qualcuna?-domandò poi
all'altro. -Sono nella valigetta. E cerca di non creare il caos come al
solito-lo ammonì. Scorpius uscì dalla cucina e si recò nel salotto
dove,abbandonata sul divano c'era la ventiquattrore di Al ma,incurante delle
lamentele del compagno,aprì la borsa e ne rovesciò il contenuto sul
divano. Prese il pacchetto di sigarette e ne estrasse una che portò alla
bocca,la accese dopodichè cominiciò a mettere tutto dentro senza ordine. Si
allungò sul divano per prendere un libro che era scivolato avanti e che nella
caduta si era aperto e si accorse della scritta su una delle prime pagine;quella
era davvero una cosa inusuale:da quando lo conosceva,Al non aveva mai osato
rovinare un libro scrivendoci sopra. Non vi scriveva neanche il proprio
nome! Incuriosito,avvicinò il libro e lesse le poche righe in nero,e che
scatenarono subito dentro di lui un miscuglio di sentimenti.
"Love will tear us
apart", "L'amore ci distruggerà".
Vide il numero di telefono e il nome scritto
sopra:Brian. Che cazzo significava? Chi cazzo era
quell'uomo?
Salve a
tutti!!!!E buon fine settimana!
Come
state?
Siamo
ancora all'inizio,ma già si iniziano ad intravedere i primi segni di quello che
succederà nei prox capitoli,fatta eccezione x la storia fra Dan e
Lily.
Chi mi
conosce sa che nn mi piacciono le cose semplici e tranquille,quindi preparatevi
mentalmente.
Ringrazio
tt coloro che leggeranno e recensiranno qst capitolo e chiedo scusa x eventuali
errori di ortografia o battitura.
Ah,dimenticavo:visto che cn alcuni di voi c'è un rapporto che dura da
quasi un paio d'anni ormai,e siamo qs vecchi amici ho pensato:se volete possiamo
approfondire la conoscenza tramite Facebook(io ci sono praticamente ogni
giorno).
Fatemi
sapere se siete interessati!
E ora i
ringraziamenti:Sweey(Fai bene a
sentire puzza d guai...Ma posso dirti che nn sarà tt colpa d Brian.Ahahah hai
proprio ragione,soldi buttati,ma penso che abbia deciso di accantonare quel
pensiero quando i senior hanno stabilito che nn potevano avere figli;i
vecchietti torneranno a breve,tranquilla,cs spiegheremo anche cm è stata la loro
vita finora), Luthien241(E' esattamente cm Brian;diciamo che abbiamo fatto una fusione fra
"Queer as folk" e "Harry Potter";si lo so sn malata...),Lotti_(Tranquilla,presto ti dirò anche
cosa diceva la dedica...Le mareggiate ci saranno,e saranno anche forti,ma del
resto credo sia inevitabile qnd si parla di un amore cm qllo fra Alice e
Luke,che nonostante fosse un amore giovane,era molto forte e profondo,anche se
nn ha saputo resistere al tempo;inoltre hai proprio ragione qnd parli dell'unica
pecca di Eric:peccato che il suo unico difetto sia la sola cosa che lo renderà
imperfetto agli occhi di Alice),JC(Grazie x i complimenti!!Lo sai che i tuoi mi fanno sempre
piacere...Mea culpa:è verò ho cancellato il seguito di "Il pagamento di un
debito";il motivo principale è che nn riuscivo a trovare un senso a tt qlle
storie,ma se devo essere sincera da un pò di tempo sto pensando ad una storia
sequel ma diversa,che riguarda Blaise,Ginny e Harry), Angel_SG(Ti prego riprenditi!!!OK Al è
solo di Scorpius,ma t accorgerai che Scorpius ha le sue colp0e,qnd possiamo dire
che Brian si trova nel posto giusto al momento giusto...Anche io adoro i
casini!!!!!),Johnny(FAi
bene a prevederli,perchè ci saranno molti guai...),Little drachina(Io
credo che certe persone,qnd si vedono vietata una cosa,si chiudono a
riccio,cercando di convincersi che possono vivere lo stesso anche senza di
essa,finchè l'assenza di qlla suddetta cosa ti porta a sentire un senso di
soffocamento...Diciamo che Brian sarà soltanto una parte dei problemi fra
Scorpius e Al,ma che una parte sostanziale l'avrà Scorpius ed un altra persona
che conosceremo a breve...Basta ho già detto
troppo!!!).
Bene per
il momento è tutto,io vi saluto e vi dò appuntamento al prox
capitolo...
"La
scelta"
Baci,Eva.
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Capitolo 4 *** La scelta ***
la scelta
Era letteralmente
scappata via. Era tornata nel suo ufficio soltanto il tempo necessario per
prendere la giacca e la borsa,e poi era uscita di corsa dallo studio neanche avesse una flotta di spie alle
calcagna. Non poteva rischiare di incontrarlo ancora. Aveva lasciato lo
studio e si era messa in macchina,viaggiando a vuoto per le strade della City,
senza un idea precisa di dove
andare:quale posto era abbastanza lontano per Luke? Forse quel posto non
esisteva... Ferma ad un semaforo aveva lanciato un'occhiata allo specchietto
retrovisore e vi aveva trovato i suoi occhi:non più calmi come al solito,ma agitati,con una strana
aureola di insicurezza e paura. E ora che sarebbe successo? Per anni si era fatta mille film
mentali su un suo possibile incontro con Luke:aveva immaginato
mille situazioni,al bar o in un
ristorante,in un museo,o in aereo,addirittura una volta aveva
preso in considerazione la
possibilità di incontrarlo ad un funerale. Ogni volta loro due si
incontravano,si scambiavano delle brevi e telegrafiche informazioni su
come la loro vita era cambiata
in quei dieci anni,e poi tutti e due riprendevano la propria
strada,senza problemi o
rancori. Come due vecchi compagni di college che si incontrano ad un ritrovo
della confraternita. Ma loro non erano due confratelli,non erano neanche due
conoscenti...Loro erano "loro". Non aveva altro modo per esprimere la loro
situazione. Alice sapeva benissimo che Luke si era portato via una parte di
lei,quella che credeva incondizionatamente nell'amore e,forse stupidamente,era certa di aver
avuto lo stesso effetto su di
lui. Magari,nonostante fossero ormai ufficialmente fidanzati,Luke non avrebbe
mai amato la Greengrass come e
quanto aveva amato lei,non era mai stato romantico e tenero quanto lo era
stato in quell'anno e mezzo di
"relazione" o non aveva mai più messo in gioco tanto di sè
stesso come con lei. Era un
pensiero stupido...Lo sapeva benissimo. Ma ugualmente non riusciva a
liberarsene. Inoltre non voleva cedere all'idea che Luke l'avesse
completamente dimenticata e fosse arrivato ad amare la Greengrass,nonostante tutto quello che diceva e
pensava su di lei quando erano
ragazzi. Accettare l'idea che lui fosse felice con un'altra
donna,specialmente quella donna,avrebbe significato perderlo davvero;perdere anche quella piccola
parte di lui che ancora le restava e le faceva compagnia. Come avrebbe fatto a lavorare fianco a
fianco con lui per quattro mesi? Forse era venuto il momento di delegare,di
farsi aiutare dalla sua assistente a svolgere quel lavoro,lasciandole la parte colloquiale,sociale del lavoro,e
occupandosi solo dei progetti. Ma sapeva benissimo che non avrebbe mai
rinunciato alla possibilità di passare del tempo insieme a lui,anche se questo significava soffrire una volta
che tutto fosse finito. Perchè continuava a pensare a Luke? Frustrata dai
suoi stessi pensieri sospirò e lasciò andare indietro la testa fino a posarla
contro il poggiatesta
morbido,una mano sul voltante e l'altra sul cambio. Doveva bloccare i suoi
pensieri... Lo squillo del cellulare la riscosse facendola sobbalzare sul
sedile. Si rizzò a sedere e cercò in giro nella macchina,adocchiando il
telefono sul tappetino del sedile del passeggero. Si allungò verso il sedile e afferrò il cellulare che
continuava a suonare. -Pronto?-disse attivando la comunicazione. -Si può
sapere che fine hai fatto?Sono nel tuo ufficio e tu non ci sei!- La voce di
Justin le arrivò chiara e stentorea nell'orecchio destro,portandola ad
allontanare l'apparecchio di
qualche milimetro per non sentir rimbombare la voce del fratello. -Avevo
bisogno di una boccata d'aria-disse in tono vago.-Ho dimenticato qualche
appuntamento?-gli chiese ben
sapendo che così non era. -Alice...-la richiamò il fratello con aria di
rimprovero. Odiava quando usava quel tono con lei! Neanche fosse ancora la
bambina di dieci anni che gli rubava le chiavi dalla tasca per non
farlo andare via. Ora era
una donna!E anche con tanti problemi... -Justin...-lo prese in giro
rispondendogli con lo stesso tono. Sentì il respiro che il fratello fece
direttamente nel microfono della cornetta e,nonostante il
fastidio sorrise. Era bello
sapere che c'era qualcuno che si preoccupava di lei...Ma che sciocchezze andava
a pensare! -Sto bene
Jus,avevo solo bisogno di uscire un pò dall'ufficio;praticamente passiamo la
nostra vita lì dentro-gli disse
cercando di tranquillizzarlo. -Perchè ho la sensazione che sia successo
qualcosa prima nel mio ufficio?Conoscevi già Mr Zabini?-le domandò, andando chiaramente a tentativi. Alice
si morse il labbro inferiore e restò in silenzio:possibile che fra tutte le
domande di questo mondo Justin
doveva farle proprio quella giusta? -Ali ci sei ancora?-chiese il ragazzo per
invogliarla a parlare. Questa volta fu lei a sbuffare direttamente nel
microfono,prima di allontanarsi i capelli dalla fronte con un gesto nervoso,neanche Justin fosse lì davanti a
lei ad esaminare ogni sua mossa. -Jus sta tranquillo è solo frutto della tua
fantasia troppo fervida. Adesso fammi andare che sono in mezzo al traffico
e,come tu mi insegni,non si può parlare al cellulare e guidare allo stesso tempo. A dopo-disse tutto
d'un fiato prima di chiudere la comunicazione. Lasciò cadere il cellulare di
nuovo sul sedile del passeggero e sbuffò ancora una volta. Perchè non aveva
rivelato a Justin la vera identità di Mr Zabini? Jus sapeva poco della sua
storia con Luke,ma anche lui era stato testimone di alcuni dei suoi
momenti di depressione
acuta. Forse era stata la paura di non vederlo più che l'aveva spinta al
silenzio? Magari parlandone con Justin,suo fratello avrebbe cancellato il
contratto con Luke impedendole di vederlo,di conoscerlo,o anche solo di passare qualche ora con
lui,fosse anche solo per lavoro. Fu quel pensiero che le fece capire che aveva bisogno di
rivederlo:anche solo un'ultima volta soltanto,per essere sicura che lasciarlo dieci anni prima era stata la
cosa migliore. E poter tornare poi alla sua vita una volta per tutte libera
da quel fantasma.
Quando inizialmente
aveva sentito il campanello della porta,Scorpius era rimasto fermo, seduto
alla sua scrivania nello
studio,le mani sollevate sulla tastiera del pc,certo che lo scocciatore che
aveva interrotto il silenzio
che avvolgeva la casa se ne sarebbe andato non ricevendo risposta. Ma quando
alla prima scampanellata,ne erano seguite altre due ravvicinate e più lunghe, si
era visto costretto ad alzarsi
e a scendere al piano di sotto,mormorando sottovoce qualche
improvero all'indirizzo del
misterioso visitatore. -Ah sei tu!-disse aprendo la porta,distendendo subito
le labbra in un sorriso di saluto. Ronald fece un passo verso di lui ed entrò
nell'ingresso,voltandosi per essere faccia a faccia
con Scorpius. -Finalmente!Ma
ci metti sempre così tanto a rispondere?-gli domandò il rosso,un sorriso sulle
labbra piene. -Sai com'è,c'è
gente che lavora...Mica stiamo tutti a svolazzare su una scopa come te!-lo
stuzzicò il biondo chiudendo la
porta. All'orecchio di Scorpius arrivò la risata dell'uomo che lo portò ad
accennare un nuovo sorriso. -Mi offri da bere?-gli domandò Ronald avviandosi
verso il salotto e,allo stesso tempo, spogliandosi del cappotto. -Prego Ronnie fa come se fosse casa tua-lo
prese in giro Scorpius seguendolo a distanza di un passo.
-Grazie è molto carino
da parte tua!- Scorpius scosse la testa,lo stesso sorriso divertito che gli
distendeva le labbra,prima di lasciarsi cadere sul divano,lo sguardo fisso sull'uomo accanto al
mobile dei liquori,tutto concentrato nel versarsi un bicchiere di whiskey. Ci sono delle cose a cui
non si riesce a dare una spiegazione logica,che semplicemente
avvengono. Una di queste era
l'amicizia nata fra Ronald e Scorpius. Nessuno avrebbe mai scommesso un penny
su una loro possibile amicizia,ritenendoli troppo diversi,due poli distanti;eppure i due uomini negli anni
avevano trovato un terreno comune e lentamente avevano posto le basi per una amicizia
sincera. Ronald aveva provato ad accennare a Rebecca cosa lo aveva spinto
inizialmente a cercare di conoscere Scorpius:la consapevolezza che senza le parole del biondo la
sua vita,e quella di Rebecca,sarebbe stata completamente diversa. Era stato grazie al suo
discorso che Ronald aveva trovato il coraggio per farle la proposta di
matrimonio,nonostante la
giovane età e la certezza che ci sarebbero state delle
difficoltà. Inoltre,ciò che lo aveva spinto verso Scorpius era l'evidente
amore che lo legava ad Albus: era qualcosa di completamente diverso da quello che legava lui e Rebecca,così
espansivo e palese, il suo
amore era...impalpabile. Forse era l'unica parola adatta per descriverlo:più
volte gli era capitato di osservare il biondo mentre seguiva con lo sguardo Al che si allontanava,o il
bisogno quasi fisico che aveva di stargli accanto,fosse anche solo semplicemente seduto al suo
fianco,neanche tutto il suo mondo avesse come centro Albus. -Allora?Che ti ha portato fin
qui?-chiese Scorpius intromettendosi nei suoi pensieri. Ronald,bicchiere in
mano,si voltò verso la voce e individuò Scorpius su uno dei divani color
crema e andò a sedersi accanto
a lui. -Avevo bisogno di parlarti di una cosa-gli rispose. Scorpius
corrugò un sopracciglio,limitandosi a fissarlo per qualche secondo. -Perchè
questa conversazione mi sembra familiare?-chiese poi con tono pratico. Ronnie
si concesse qualche istante per bere un sorso dal proprio bicchiere e poi tornò
a fissare l'amico. -Voglio
chiederti una cosa-iniziò. -Se si tratta di un prestito scordatelo!Sei
sicuramente più ricco di me e sono certo che ci saranno altri esponenti della famiglia Potter ben lieti di
aiutarti-lo interruppè subito l'altro. Ronald scosse la testa,un sorriso
divertito sulle labbra. -No,è ovvio che non si tratta di un prestito!- -E
allora?-domandò ancora Scorpius. Il rosso abbassò per una manciata di secondi
la testa e quando tornò ad alzare lo sguardo incontrò subito gli occhi di ghiaccio dell'amico. -Rebecca
ed io avremmo un altro bambino-gli annunciò. Un espressione sorpresa apparve
sul volto del biondo prima che uno dei suoi tipici sorrisi
accennati facesse la sua
comparsa stirandogli le labbra sottili. -Cielo Ronald!Certo che voi Potter
siete peggio dei conigli...Prima tua sorella,adesso tu...-
commentò. Ronald rise
divertito e gli diede una pacca sul ginocchio sinistro,quello più vicino a
sè. Nonostante tutte le sue remore contro i bambini e la famiglia in
generale,Scorpius aveva stabilito fin da subito un forte legame con Lowell,diventando in breve
tempo lo zio preferito del bambino. Era stato il Serperverde a regalare al bambino la sua prima
scopa ed era stato sempre lui che gli aveva fatto fare il suo primo volo,meno spaventato dei genitori che
Lowell non avesse ancora l'età
per certe cose;inoltre idue negli anni avevano sviluppato una specie di
routine:ogni sabato
sera,Scorpius andava a prendere Lowell e insieme andavano al cinema e a
mangiare una pizza,come due
babbani qualunque. L'idea che a settembre il bambino sarebbe partito per il
primo anno ad Hogwarts rendeva tristi entrambi. -Beh congratulazioni Ronald!Ma la vostra è soltanto un'idea
oppure questo bambino esiste già?-gli domandò. Ronald annuì. -Rebecca è incinta di tre mesi;ha
superato la prima fase della gravidanza-gli spiegò. Scorpius
annuì. -Ok,allora non capisco come posso esserti utile visto che non hai
bisogno di aiuto per l'inseminazione- -Idiota!E' un altro il motivo per cui sono
qui...Anche se adesso mi stai facendo venire dei dubbi
in proposito-aggiunse. -Vuoi
piantarla e andare dritto al punto?-lo riprese ancora l'altro. -Vorremmo che
tu fossi il padrino di questo bambino-disse Ronald tutto d'un fiato. Quella
era chiaramente l'ultima cosa che Scorpius si era aspettato. Dal silenzio e
dall'espressione sorpresa che era apparsa sul viso del biondo,Ronald capì che
aveva bisogno di qualche
spiegazione ulteriore,per essere certo che non si trattasse di una
scelta improvvisa. -Ci stavo
pensando da quando ho saputo di questo bambino. So che cercherai in tutti i
modi di tirarti indietro,ma sinceramente non riesco a trovare nessun
candidato al compito migliore
di te. Lowell ti adora,Rebecca crede che saresti perfetto nel ruolo di
padrino,e ad essere sincero lo penso anche io,e in parte sarebbe il nostro modo per ringraziarti-gli
spiegò. Scorpius tornò a cercare lo sguardo del rosso,colpito dalle ultime
parole. -Ringraziarmi per cosa?- Ronald sorrise calorosamente. -Per
avermi aperto gli occhi-disse semplicemente. Scorpius restò ancora in
silenzio dopo quelle parole,e dentro di lui iniziò l'analisi della
situazione per scegliere cosa
era più giusto:voleva bene a Rebecca e Ronald,e si sentiva
onorato per il solo fatto che
gli avessero chiesto di essere il padrino di quel bambino...Ma cosa
sarebbe successo se ci fossero
stati dei cambiamenti? E se in un futuro ipotetico la relazione fra lui e
Albus si fosse interrotta,come avrebbero spiegato al bambino la sua scomparsa. Scosse la testa più
volte. -Forse non è una buona idea Ronnie...-disse. -Per quale
ragione?-domandò l'altro con voce serena. Si era aspettato un possibile
rifiuto?Oppure la sua era stata soltanto una richiesta di facciata
per poi passare al vero
padrino,una volta che lui avesse rifiutato? -Perchè io non sono adatto a
queste cose,neanche mi piacciono i bambini!E poi scusa non
sarebbe più ovvio chiederlo ad
Albus?- -Gliene ho parlato questa mattina per telefono e sembrava entusiasta
all'idea...Anche lui come me sa
che saresti perfetto-fece Ronnie prima di bere un altro sorso dal bicchiere che
aveva passato da una mano
all'altra durante la conversazione. Le sopracciglia di Scorpius si
inarcarono,atteggiando il viso ad un espressione perplessa: Al era
d'accordo nel creare un
ulteriore legame fra lui e la famiglia Potter,come se non bastassero la
convivenza e il fatto che ormai
Mr. e Mrs. Potter lo consideravano alla stregua di un figlio. Quindi tutte
quelle strane sensazioni che lo avevano colto quando aveva visto quella frase ed
il numero di telefono sul quel
libro nella borsa di Al,erano soltanto un parto malato della sua
fantasia? Prima di poter
trovare una risposta a tutte quelle domande che gli frullavano per la testa,il
suono del telefono lo
riscosse. Cercò il portatile in giro per la stanza e,una volta trovatolo,si
alzò dal divano. -Pronto?-disse attivando la comunicazione. -Scorpius,ciao
sono Rose-disse la donna dall'altra parte del filo. Con le spalle leggermente
voltate per non farsi scorgere da Ronald,Scorpius annuì,neanche
Rose fosse davvero lì nella
stanza accanto a lui. -Ciao Rose,come ti va?-le domandò cortese. -Oh il
solito...Ascolta volevamo invitare te e Al a cena a casa nostra domani. Siete
liberi?-domandò parlando velocemente. -Credo di sì,dovrei parlarne con
Al. Facciamo così,lo chiamo e gli parlo di questa cena e poi ti faccio
sapere-le disse sbrigativo almeno quanto lei. -Perfetto!A più tardi-disse riagganciando subito
dopo. Con il portatile in mano si voltò verso Ronald che gli lanciò uno
sguardo curioso. -Allora accetti?-domandò poi. Scorpius si lasciò scappare
un sospiro d'esasperazione e poi alzò le spalle. -Ma sì perchè
no...-rispose. Un sorriso felice apparve sul volto di Ronald che si alzò dal
divano e gli andò vicino per abbracciarlo. Doveva veramente essere al settimo cielo per fare una
cosa simile:in undici anni si erano abbracciati soltanto per delle occasioni particolari o per farsi gli
auguri durante le feste. -Me lo sentivo che avresti accettato-disse
poi. -Guarda che sono sempre in tempo per tirarmi indietro-ribattè
l'altro. Ronnie rise e alzò le mani quasi in un segno di resa. -Allora
sarà meglio che me ne vada ora che sei in questo momento di benevolenza-lo prese
in giro. Gli voltò le spalle
e uscì dal salotto diretto verso la porta di casa,sempre seguito dal
biondo. Forse aveva fatto male ad accettare quell' "incarico",ma per il
momento tanto Scorpius che Ronald erano convinti di aver fatto la cosa
giusta.
Il suono del cellulare lo portò a staccare lo sguardo
dal libro che teneva aperto davanti a sè; infilò un dito fra le pagine a mò di
segnalibro e tirò fuori il cellulare da una delle tasche della
giacca. -Pronto?-disse,la testa leggermente chinata verso il basso per
conquistare un pò di privacy. -Indovina chi è stato qui- Mai,da quando lo
conosceva,Scorpius aveva iniziato una conversazione telefonica dicendo il
proprio nome:sparava subito il motivo per cui lo aveva chiamato,come se avesse
aspettato anche troppo a lungo. -George Clooney ha finalmente capito che sono
l'uomo della sua vita e che senza di me non può vivere ed è venuto a casa nostra
per portarmi via?-gli domandò con serenità,certo che il compagno non si sarebbe
arrabbiato o indispettito. -Continua a sognare! E' venuto Ronald-aggiunse
poi. -Mh mh-si limitò a dire Albus. -Mh mh?E' tutto quello che sai
dire?Stavo per avere un infarto quando se ne è uscito con la sua proposta-gli
disse. -Respira-fece Al cercando di tranquillizzarlo. Quando quella
mattina suo fratello lo aveva chiamato per parlargli della nuova gravidanza di
Rebecca,il suo primo pensiero era stato:possibile che tutti in quella famiglia
sentissero il bisogno di procreare? Perchè tutti dovevano avere un figlio
tranne lui? Poi naturalmente aveva messo da parte quel pensiero egoistico e
cattivo e si era sentito felice per Ronnie e Rebecca. Quando poi aveva saputo
dell'idea dei due di chiedere a Scorpius di fare da padrino al nascituro aveva
subito pensato che fosse una grande idea;qualsiasi cosa dicesse l'uomo,questi
era bravissimo con i bambini e sarebbe stato capace di prendersene perfettamente
cura. Peccato che fosse così testardo nel suo rifiuto di formare una
famiglia... -Perchè hai detto a tuo fratello che sarei perfetto per
questa...questa cosa?-gli domandò Scorpius meno agitato di poco
prima. -Semplicemente perchè lo penso,unito al fatto che questo bambino
sarebbe fortunato ad averti come padrino...Non sono in molti quelli che possono
vantare un legame con uno scrittore famoso come te-lo adulò ben sapendo che
questo avrebbe calmato ulteriormente le ansie dell'uomo. Sentì il respiro
frustrato di Scorpius nel microfono e sorrise. -Amore ascolta,sarai
bravissimo a prenderti cura di questo bambino...Guarda quello che hai fatto in
questi anni con Lowell:nostro nipote ti adora e non si perderebbe i vostri
sabato sera per niente al mondo. C'è quasi da essere gelosi del vostro
legame-gli disse sincero. Ci fu qualche istante di silenzio prima che un
nuovo sospiro arrivasse al suo orecchio attraverso la cornetta. -Mi piace
quando dici nostro...-gli disse Scorpius finalmente con voce serena. Per la
millesima volta,Albus si domandò perchè l'uomo che amava era così testardo da
non voler neanche prendere in considerazione la possibilità di un figlio
loro. Era certo che sarebbe stato un padre fantastico! -Questa sera
abbiamo un invito a cena-gli disse poi Scorpius cambiando argomento. -Da
chi?- -Tuo fratello-rispose l'altro. -Quale dei due?-domandò ancora
Al. -James!Poi un giorno mi spiegherai come faccio a stare con
un'addormentato come te!-lo punzecchiò. Albus sorrise. -Perchè mi
ami-disse semplicemente. Si aspettava il silenzio che arrivò dall'altra
parte:in quel momento immaginò Scorpius sorridere,una mano fra i capelli
biondi,a scompigliarli ancora di più. Quello era il suo modo per dirgli che
lo amava. Tante volte aveva sognato di sentirselo dire di persona,era
arrivato quasi ad agognarlo,ma con il passare degli anni le speranze si erano
affievolite sempre di più. Fino a spegnersi quasi del tutto... Qualcosa di
quadrato e pesante calò sulla sua testa,provocandogli un dolore intenso ma
momentaneo. -Ough!-si lamentò portandosi istintivamente una mano ai capelli
neri. Si mosse sulla sedia per vedere chi gli avesse giocato quel tiro
e,stranamente,non si sorprese quando vide Brian sedersi al tavolo sulla sedia
davanti a lui con aria innocente. -Che succede?-domandò Scorpius dall'altra
parte della cornetta. -Niente...Degli studenti mi sono venuti
addosso. Ascolta ora devo andare;per che ora è la cena?-gli domandò sentendo
su di sè lo sguardo di Brian. -Alle otto- -Perfetto,tornerò a casa in
tempo. A più tardi-disse riagganciando prima che Scorpius avesse il tempo di
salutarlo. -Ehi!Ti ha dato di volta il cervello?-gli domandò dimenticando il
distacco abituale che di solito usava con l'uomo,rimettendo a posto il cellulare
nella tasca. Questi,incurante della sua lamentela,si sistemò sulla
sedia,sporgendosi in avanti con il busto e le braccia,arrivando a incrociarle
sul tavolo a poca distanza dal petto,limitandosi a fissarlo negli occhi per
qualche secondo. -Mi hai mentito-si decise a parlare Brian. Un espressione
confusa si dipinse sul volto di Al,mentre la sua mente passava in rassegna il
precedente colloquio che aveva avuto con l'uomo per individuare la
"bugia". -No,non l'ho fatto-disse sincero. Avevano parlato per poco
tempo,non ne avrebbe avuto il tempo oltre che il motivo. -Non mi hai detto di
avere un compagno-gli fece notare l'altro. A quelle parole le labbra di Albus
si socchiusero e lui annuì lentamente,prima di sistemare la schiena contro la
sedia,più rilassato. -Tu non me lo hai chiesto-gli fece notare. Questa
volta toccò a Brian annuire. -Ti credevo uno spirito libero come me,ed invece
sei anche tu uno di quei gay addomesticati...- commentò incurante della
possibilità che le sue parole infastidissero Albus. -Beh anche io mi sono
goduto la vita prima di sistemarmi-gli fece notare questi. -Ah
davvero?- Al annuì. -Da quanto tempo hai deciso di "sistemarti"?-gli
chiese poi. -Quasi undici anni- Brian si produsse in un mezzo sorriso
divertito,che fece aumentare i battiti del cuore di Albus inspiegabilmente,prima
di scuotere la testa. -Undici anni?E quanti anni hai?Ventotto?-domandò
ancora. -Ventisei-lo corresse. -Beh non mi sembra che tu ti sia lasciato
lo tempo per goderti davvero la vita,anzi sono quasi certo che questo è il primo
ragazzo con cui hai scopato-commentò con aria saputa Brian. Sentendosi
avampare,Al atteggiò il viso ad un espressione di difesa:non poteva certo farsi
psicanalizzare da un tizio che aveva visto soltanto una volta e che lo conosceva
appena! -Perchè invece non parliamo di te?-disse cambiando l'argomento di
conversazione. Brian alzò un sopracciglio e lo fissò muto per qualche
istante,i denti che giocavano con il labbro inferiore. -Quanti anni hai?-gli
domandò Albus. -Uhm avevo ragione,non è così?Comunque...Mi da fastidio
ammetterlo ma ho trent'anni- Al fece per fare una nuova domanda,ma Brian lo
precedette. -La prima volta che ho scopato con un uomo avevo quattordici
anni:si è trattato del mio professore di educazione fisica...Gli ho fatto un
pompino nella doccia dopo la lezione. Dopo di lui ne sono venuti molti
altri,talmente tanti che non mi ricordo nè il numero nè la faccia di tutti
loro-disse sereno,neanche stesse facendo lezione ai suoi studenti. -Non hai
avuto nessuna storia seria in tutti questi anni?-gli domandò curioso,cercando di
non farsi scandalizzare da quella marea di informazioni che Brian gli aveva
riversato addosso. Era inutile fare il moralista...Ed inoltre si scoprì
curioso di sapere di più su di lui. Lo vide prendere il pacchetto di
sigarette dalla tasca dei pantaloni e tirarne fuori una,sistemandola fra le dita
e giocandoci,consapevole che non avrebbe potuto accenderla lì nella mensa
scolastica. -Soltanto uno...Stavo quasi per sposarmi. Però fortunatamente
ci siamo resi conto che stavamo per fare un errore ed ora siamo amici-disse
sempre sincero. -Wow,complimenti!Io non ci riuscirei a restare amico di una
persona che ho amato così tanto-ammise. -E perchè?In fondo hai vissuto anni
della tua vita con lo stesso uomo,e questi ti conosce meglio di chiunque
altro,perchè rovinare tutto soltanto perchè avete scoperto di volere cose
diverse?-gli domandò Brian. Quelle parole si insinuarono nella mente di
Al,portandolo a fare il confronto con la sua storia con Scorpius:anche loro
avevano sempre voluto cose diverse,ma erano riusciti a portare avanti per anni
la loro storia,ma sarebbe stato così per sempre? E in caso di rottura,sarebbe
riuscito a mostrarsi maturo e a mantenere un rapporto di amicizia con il
compagno? -Ma ora torniamo a te...-disse Brian fissandolo con sguardo
intenso. Al riportò la propria attenzione su Brian e ricambiò il suo
sguardo,in attesa che questi gli facesse qualche domanda. -Stai con lo stesso
uomo da undici anni e ancora non ti sei stancato?-gli chiese. Al sorrise e
scosse la testa. -Quest'uomo deve essere un mago del sesso-commentò Brian
facendo ridere l'altro. -Non è per quello...-disse a mezza voce. -Si
certo,come no-ribattè ironico l'altro.-Lui sa che ti ho dato il mio numero?-gli
domandò poi. Il ricordo della frase scritta sulla prima pagina di "Furore"
insieme al numero di Brian,lo portò a sentirsi di nuovo in imbarazzo,come gli
era successo la prima volta. "Love will tear us apart", "L'amore ci
distruggerà". -Perchè mi hai scritto quella frase?-gli domandò a mezza voce
guardandolo di sottocchi. Brian restò in silenzio qualche attimo,limitandosi
a ricambiare il suo sguardo,prima che le sue labbra sottili si distendessero in
un ghigno quasi malefico...e terribilmente sexy. -Perchè è la verità-disse
ambiguo. La mente analitica di Al fece per iniziare una dettagliata analisi
delle sue parole alla ricerca di tutti i possibili significati,ma il suono della
campanella lo interruppe:era ora di riprendere le lezioni. Brian si alzò
e,restando fermo in piedi davanti a lui continuò a fissarlo,osservandolo mentre
si alzava a sua volta e diminuiva la differenza d'altezza fra di loro. -Ci
vediamo in giro...-lo salutò Brian prima di voltargli le spalle e avviarsi verso
l'uscita della mensa. Albus osservò la sua schiena finchè non sparì oltre la
porta e soltanto allora si permise di pensare alla confusione che la presenza di
Brian provocava nella sua mente:perchè reagiva in quel modo ogni volta che era
con lui? Perchè,nonostante avesse capito che Brian lo avesse puntato,non era
affatto infastidito da quell'attenzione,anzi sembrava incoraggiarla? Che
accidenti gli stava succedendo?
Tesa e piena di dubbi,Rose si guardò per l'ennesima volta
nello specchio,controllando che tutto in lei fosse perfetto. A qualche metro
da lei James si accorse di quel nervosismo grazie alla rigidità dei muscoli
della schiena e delle spalle e,senza esitazione,le andò vicino e le circondò la
vita con un braccio,dandole poi un bacio sul fossetta formata dalla fine del
collo e l'inizio della spalla. -Andrà tutto bene vedrai...-disse cercando di
rassicurare entrambi. -Non possiamo saperlo,e se...-iniziò lei facendosi
prendere di nuovo dal panico. -Rose!-la riprese lui. Il silenzio cadde
nella stanza mentre marito e moglie si guardavano l'un l'altra attraverso lo
specchio. Quando,quella mattina di qualche giorno prima si erano decisi a
parlare della gravidanza impossibile,non era stato facile per James esporle le
sue idee:aveva paura di ferire in qualche modo i suoi sentimenti,di fare
promesse che poi avrebbe potuto non mantere. Ma doveva farlo. Per il loro
matrimonio,ma soprattutto per il suo bene e per quello di Rose. Così le aveva
esposto le idee di Ronald sulla possibilità di adottare un bambino o di
rivolgersi ad un utero in affitto. Rose però si era dimostrata subito
contraria ad entrambe le opzioni:voleva avere un figlio, voleva essere lei a
portarlo in grembo per nove mesi,vedere il proprio corpo cambiare. Ma non
voleva farlo senza di lui. -Non possiamo condannarci all'infelicità-le aveva
detto lui cercando di farla ragionare. -E allora cosa vuoi fare?Hai qualche
altra idea?-aveva chiesto lei sfiduciata. Sul momento non gli era venuto in
mente nulla,ma poi un idea aveva preso corpo lentamente nella sua mente. I
suoi genitori avevano detto che erano loro due a non poter avere un figlio
insieme,ma James era certo che non avrebbero avuto obiezioni se avessero chiesto
l'aiuto di un donatore "esterno". Ne aveva parlato con Rose e,nonostante
questa avesse rigettato quasi subito l'idea,era riuscito a convincerla che fosse
l'unico modo per realizzare il loro sogno. -Ma si tratterebbe soltanto del
mio sogno!Che mi dici di te? Sei sicuro che con il passare degli anni questa
scelta non inizierà a pesarti?-gli aveva chiesto lei,preoccupata soprattutto di
questo. James aveva sorriso e le aveva accarezzato i riccioli gonfi che le
circondavano il viso. -Come potrei? Sarebbe nostro figlio,non importa cosa
dice la genetica...Guarda Teddy:non abbiamo lo stesso sangue,però è mio
fratello. Io so che amerò questo bambino per una semplice ragione:è parte di
te-le aveva detto serio. Quelle parole erano riuscite a convincerla:avrebbero
avuto un bambino. Ora tutto quello di cui avevano bisogno era un
donatore. Inizialmente avevano pensato di rivolgersi ad una banca del
seme,scegliere il migliore candidato e procedere con l'inseminazione,ma poi
avevano cambiato idea consapevoli che nessuno dice mai la verità compilando una
scheda per quel genere di cose. -Forse dovremmo chiedere a qualcuno che
conosciamo...-aveva suggerito Rose. Già,ma a chi? Doveva essere qualcuno
che conoscevano bene,di cui si fidavano e che non avrebbe mai rivolto nessuna
pretesa verso il bambino. E improvvisamente Rose si era accorta che il
candidato perfetto era sempre stato davanti ai loro occhi. Ora dovevano solo
sperare che questi accettasse. James le accarezzò un fianco con le dita della
mano sinistra e lei chiuse gli occhi abbandonandosi a quel tocco. -Andrà
tutto bene...Te lo prometto-le sussurrò. Rose sorrise,poggiando la testa
contro la sua spalla. -Tu e le tue promesse che non sai se puoi mantenere-lo
rimproverò a mezza bocca. James sorrise e le diede un altro bacio sul
collo. -Questa farò di tutto per mantenerla-le disse serio. Il suono del
campanello fece riaprire gli occhi a Rose,facendole tornare tutta la tensione
che le attenzioni di James erano riuscite a far sparire. Senza dire una
parola,uscirono dalla camera da letto e scesero al piano di sotto fermandosi
nell'ingresso. La mano stretta attorno alla maniglia,James fece un respiro
profondo,imitato subito da Rose, e aprì la porta su Scorpius e Albus. -Eccoci
qui!-disse Al con un sorriso allegro sulle labbra. Entrò in casa seguito da
Scorpius,e dopo aver concluso la giostra dei saluti,tutti e quattro si diressero
verso il salotto per un aperitivo prima di cena. -Devo proprio ringraziarti
Rose-disse Al. -Per cosa?-chiese lei sedendosi sul divano accanto ad
Albus. -Beh per avermi evitato un altro degli esperimenti culinari di
Scorpius...L'altra volta mi ha costretto a provare la cucina etiope,e ancora non
mi sono ripreso-le disse mettendole una mano sul braccio sinistro. Rose rise
sinceramente divertita,mentre James si avvicinò al divano con un bicchiere in
ogni mano:uno per sè e l'altro per Scorpius. -Ma quanto sei spiritoso
stasera!Perchè invece non racconti di quando sei riuscito a far bruciare anche
il sugo degli spaghetti?O di quella volta che il riso era talmente cotto che
potevamo usarlo come colla per la carta da parati?-lo punzecchiò il
biondo. James e Rose risero all'espressione contrariata che apparve sul viso
di Albus e,per evitare che una parola di troppo da parte di uno o dell'altro
facesse peggiore la situazione,Rose propose ai tre uomini di andare in sala da
pranzo per iniziare la cena. Per la successiva ora e mezza i quattro
parlarono amabilmente,risero e scherzarono;sia Rose che James evitarono
accuratamente di introdurre il discorso principale,il motivo per cui li avevano
invitati lì a cena,per evitare di rovinare l'atmosfera serena che si era
creato. Soltanto a cena conclusa i due si guardarono e silenziosamente
convennero che era arrivato il momento. -Sapete:c'è una cosa di cui volevamo
parlarvi...-disse James parlando con la sua solita voce da "fratello
maggiore". Albus e Scorpius fissarono i due in silenzio,in attesa che o James
o Rose continuassero. -Vedete,abbiamo deciso di avere un figlio-annunciò
James guardando ora l'uno ora l'altro. L'espressione che si dipinse sul volto
di Al e Scorpius fu la stessa:entrambi sapevano del patto che i due avevano
fatto con i propri genitori e quella notizia era incredibile. -Questa è una
bella notizia...-disse Albus parlando per primo. Rose annuì,mentre James le
stringeva la mano sopra il tavolo. -Già lo è-convenne Rose. -Ha ragione
Al,ma sinceramente sono un pò sorpreso dalla novità-disse sincero
Scorpius. Al gli diede un buffetto di nascosto dagli altri due per
rimproverarlo della sua mancata delicatezza,ma gli altri due si limitarono a
sorridere. -Infatti è una cosa che abbiamo deciso da poco...Tutti e due
sapete quello che abbiamo promesso ai nostri genitori-disse ancora Rose. -E
come per tutti questi anni abbiamo mantenuto la parola data,però ora abbiamo
deciso che è arrivato anche il nostro momento-spiegò James. Al sorrise
sinceramente felice per il fratello e la moglie. -Sono d'accordo con voi,anzi
se fossi stato al vostro posto l'avrei fatto già da molto tempo-convenne
Albus. Rose sorrise e lanciò un bacio al moro,felice che almeno quella parte
fosse andata a buon fine. Ora veniva la parte più difficile. -Ecco,però
c'è una cosa che abbiamo deciso...Non sarò io il padre di questo bambino-disse
James. Al corrugò la fronte,di nuovo sorpreso,mentre Scorpius si limitò a
fissare i due in silenzio. -Sai anche tu che mamma e papà non me lo
perdonerebbero mai,sarà già difficile fargli accettare l'idea di questo
bambino-disse James rivolgendosi al fratello. Albus annuì,convenendo con lui
ancora una volta. -E' per questo che abbiamo deciso di chiedere l'aiuto di un
donatore-aggiunse Rose. -Oh,beh mica male come idea...E avete già qualche
idea su chi potrebbe essere?-fece ancora il moro. Rose abbassò lo sguardo e
restò in silenzio,lasciando che fosse James a dare quell'annuncio così
importante e allo stesso tempo così difficile. -Ecco-disse dando poi un colpo
di tosse per schiarirsi la gola-Veramente noi avevamo pensato a
Scorpius-annunciò buttandolo fuori tutto d'un fiato. Gli occhi di Albus si
spalancarono,fissi sul fratello,aspettando da un momento all'altro che James
scoppiasse a ridere e gli dicesse che era stato tutto uno scherzo. Scorpius
del canto suo,aveva allungato la schiena sulla sedia,come se non si stesse
parlando di lui,ma di qualcuno che conosceva soltanto di vista. -Come?-si
decise poi a chiedere. -E' uno scherzo vero?-domandò Albus a mezza
voce. Rose lanciò uno sguardo dispiaciuto al cugino,cercando di fargli capire
che comprendeva perfettamente cosa stava provando,ma distolse lo sguardo
posandolo su Scorpius,imitata da James. -Vorremmo che tu ci aiutassi ad avere
questo bambino-
SAlve a tuttiBenvenuta!!!E buona domenica!!!
Come
state?
Fate
attenzione a questo capitolo,perchè nel questo e nel prossimo si delinera il
corso della ns storia; so che molti di voi si arrabbieranno con Jim e Rose per
la loro proposta,ma in questo frangente hanno deciso di essere egoisti e di
pensare soltanto al proprio bene,senza preoccuparsi di cosa comporterà questa
richiesta per Scorpius e Albus.
Inoltre
nel proximo capitolo ritroveremo anche Lily e Dan,che sono stati messi un pò da
parte,nel loro limbo felice...mica possiamo rendere la loro vita troppo
facile,no?
Ringrazio
tutti coloro che recensiranno e leggeranno questo capitolo e chiedo scusa per
eventuali errori di battitura o di ortografia.
E ora i
ringraziamenti:Sweey(Ti avviso
fin da ora che nei capitoli a venire la tua incolumità psichica sarà messa molto
alla prova,ma credimi lo faccio per il bene di Al e Scorpius xkè così come sono
ora le cose non vanno bene;anke Hermione tornerà,anke se solo di sfuggita nel ns
racconto,per dire cosa le è successo),JC(Già,quando si dice il destino...Si vede che erano destinati ad
incontrarsi di nuovo;no nn hai sbagliato,Allison Fred,George e Luna non sono
ancora comparsi,ma anche loro si faranno vedere quando man mano che la storia
Eric/Alice/Luke andrà avanti),LittleDrachina(Grazie per i
complimenti!Scommeto che qst proposta nn te l'aspettavi...Sembra facile
resistere a Brian!!!!Cmq fidati non sarà soltanto colpa di Albus,anzi alla fine
vi ritroverete a dargli ragione),Misfatta88(Benvenuta!Vedrai ci sarà
molto da risolvere,se mi conosci sai che mi piace parecchio incasinare la vita
dei miei personaggi...),_Lotti(4 mesi da ricordare,credimi!E' più che intraprendente:è il
clasisco tipo che se vuole qualcosa lo prende senza farsi tanti
problemi),Miki90(Grazie
per i complimenti!Eliza in questo momento è a Hogwarts,primo anno),Luthien241(Nn posso farti promesse,ma t
dico solo che Scorpius si meriterà tt qllo che gli succederà),Angel_SG(Era il mio obiettivo!Ti dico
solo che qst sequel è iniziato perchè la loro storia era rimasta in sospeso;ora
che ritornino insieme o meno,il loro amore doveva avere una chiusura migliore di
10 anni prima),Kikka15(Hai
proprio ragione,dopo undici anni avevano bisogno di una bella
shakerata!),Nefene(Beh
loro sono un pò l'esempio x tt gli altri,un bello schiaffo morale per tutti
quelli che nn credevano nel loro amore...A chi nella vita nn è capitato di stare
nella parte di Justin sentirsi un pò il terzo incomodo in una conversazione
chiedendosi "Ma di che accidenti stanno parlando?"Esatto!!!Tu hai centrato
perfettamente il punto focale dei problemi di Al e Scorpius,si partirà proprio
da lì,e qualche accenno già lo abbiamo visto,ma la situazione peggiorerà
sensibilmente).
Bene,per
il momento è tutto,io vi saluto e vi do appuntamento al prox
capitolo...
"Il
silenzio"
Baci,Eva.
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Capitolo 5 *** La voce del sienzio ***
la voce del silenzio
"When
the routine bites hard and ambitions are low And the resentment rides
high but emotions won't grow And we're changing our ways, taking
different roads Then love, love will tear us apart
again"
Le telefonate erano
iniziate,improvvisamente, un paio di settimane prima. Tutte mute. La prima
volta che Lily si era trovata a rispondere ad una telefonata muta aveva pensato
ad un errore,e non aveva preso la cosa molto sul serio. Però si era dovuta
ricredere quasi subito,quando si era trovata a rispondere in una sola giornata a
ben tre telefonate mute e la comprensione per lo sconosciuto sbadato era stata
velocemente sostituita dal desiderio di lanciargli una fattura e dal fastidio
per questo idiota che non aveva altro da fare tutto il giorno che
infastidirla. Alcune volte riusciva a sentire il respiro del suo
interlocutore dall'altra parte della cornetta e questo la portava a fargli
domande,a chiedere ancora più insistentemente chi ci fosse dall'altra
parte,senza mai ottenere risposta. -Forse non è la mia voce che vogliono
sentire...-aveva commentato una volta con Daniel,lasciando che il marito
cogliesse tutti i sottintesi di quella frase. Daniel,però,si era limitato ad
aggrottare le sopracciglia e l'aveva fissata per qualche istante confuso. -E
allora perchè continuano a chiamare qui?-le aveva chiesto infatti. Lily si
era limitata a scuotere la testa,in parte rassicurata da quello sfoggio di
incoscienza:se Dan avesse avuto qualcosa da nascondere avrebbe capito subito a
cosa si riferiva,no? Questo però non spiegava il perpetuarsi delle telefonate
mute:perchè ogni volta che sentivano la sua voce continuavano a restare in
silenzio,o peggio a respirare per qualche secondo nella cornetta prima di
riagganciare? -Che ne dici se chiedo al Ministero di rintracciare la
telefonata?-aveva proposto Daniel notando la preoccupazione che quella
situazione provocava nella moglie. L'ultima cosa che voleva per Lily,ora che
lei era incinta,era che perdesse tempo e salute dietro ad una cosa tanto
insignificante,almeno così la vedeva lui. Ma conoscendola sapeva benissimo
che non avrebbe abbandonato l'argomento finchè non avesse scoperto che cosa si
nascondeva dietro quelle telefonate. -Dovrebbero mettere sotto controllo il
nostro telefono e la cosa nn mi piace per niente...-aveva commentato
Lily. -Però almeno sapremo se dobbiamo preoccuparci o meno per queste
chiamate-aveva cercato di convincerla lui. Lily era rimasta pensierosa per
qualche istante prima di scuotere di nuovo la testa. -Mi sembra una misura
troppo drastica...Io sono ancora convinta che sia uno sbaglio e sono certa che
se ne accorgerà anche il nostro interlocutore misterioso-aveva concluso
poi. Nonostante fosse una donna pratica e con i piedi per terra,certe volte
Luke si ritrovava a dover ammettere che i ragionamenti di sua moglie erano quasi
quelli di una bambina... forse quel lato del carattere doveva averlo ripreso da
sua zia Luna. Le telefonate però erano continuate,anzi ce ne erano state
anche alcune nel pieno della notte che avevano ripetutamente interrotto il sonno
di entrambi. Finchè,un giorno quasi per caso Dan rispose ad una di quelle
telefonate:era arrivato davvero al limite della sopportazione e aveva proprio
voglia di dire quattro paroline al loro "interlocutore
misterioso". -Pronto?-chiese consapevole che non avrebbe ricevuto nessuna
risposta. Rimase perciò spiazzato quando l'interlocutore misterioso
rispose. -Daniel,sei tu?- L'uomo aggrottò le sopracciglia,convinto di aver
già sentito altrove quella voce:in un passato lontano,in un momento che non
riusciva a collocare bene,addirittura su una persona che non aveva neanche una
faccia. -Daniel?-chiese ancora la voce. Fu allora che capì. E quando la
consapevolezza raggiunse il suo cervello,istintivamente la sua mano riportò
violentemente la cornetta al suo posto,quasi a volere con quel gesto cancellare
quelle poche parole ed il suono di quella voce. Una voce che arrivava
direttamente dal suo passato...
Era rimasto in silenzio per tutto il tragitto
e,conoscendolo,lui si era ben guardato dal cercare di avviare una
conversazione. Sapeva che ora il compagno aveva bisogno di silenzio,di tempo
per riflettere,e anche per sbollire la rabbia che sicuramente lo stava rodendo
dentro. E che aveva come unico bersaglio proprio lui. Certo,neanche Rose e
James erano fra le persone che Albus prediligeva in quel momento,ma il vero
colpevole,almeno agli occhi del moro,era Scorpius. Chi l'avrebbe detto che
una banalissima cena si sarebbe conclusa in quel modo? Non aveva avuto il
minimo sospetto quando Rose e James li avevano invitati a cena,ma del resto come
avrebbe potuto immaginare che la vera ragione dell'invito era per fargli quella
proposta assurda? La sua prima reazione alla richiesta di Rose e James era
stata di ridere,una risata ironica e nervosa allo stesso tempo,che nella sua
idea doveva smorzare un pò la tensione che si era creata fra di loro,ma
naturalmente non aveva ottenuto il risultato sperato:marito e moglie erano
rimasti in silenzio a fissarlo,quasi in attesa,mentre Albus si era riempito il
bicchiere fin quasi all'orlo di vino per poi bere un lungo sorso. -State
scherzando?-aveva chiesto alla fine confuso. Non potevano chiedergli una cosa
del genere,non a lui! Tutta la famiglia sapeva come la pensava sui bambini in
generale e sull'argomento figli,quindi perchè caricarlo di quella responsabilità
inutile che non gli avrebbe creato altro che problemi con Al? Nonostante non
avesse ancora posato lo sguardo sul compagno lo sentiva teso,agitato,neanche
fosse una pentola a pressione pronta a far saltare il coperchio per il troppo
vapore. -No-aveva risposto James-Ci abbiamo pensato,ne abbiamo parlato a
lungo. Vorremmo davvero che tu fossi il nostro donatore-aveva
aggiunto. Scorpius aveva aggrottato la fronte,cercando di capire che male
aveva fatto quel giorno per ricevere due proposte assurde prima da Ronald e ora
da James,ed entrambe con argomento i figli,qualcosa che lui abborriva nel
profondo. -Ma perchè?-aveva chiesto,precedendolo,Albus. La voce dell'uomo
era uscita flebile,quasi come non riuscisse a trovare la via d'uscita attraverso
la gola serrata. Il primo istinto di Scorpius era stato di voltarsi,di
lanciargli uno sguardo per rassicurarlo,ma poi aveva pensato che non ce ne era
bisogno:Al lo conosceva,sapeva quale sarebbe stata la sua risposta a
quell'assurdità. Non aveva niente di cui preoccuparsi. James aveva preso
un nuovo respiro e lo aveva fissato per qualche secondo prima di
rispondere. -Entrambi sapete che avere un figlio sarebbe il nostro sogno;anzi
vi confesso che la prima volta che abbiamo pensato ad un futuro insieme,abbiamo
immaginato una famiglia numerosa...Abbiamo scelto i loro nomi fin da quando
avevamo diciasette anni-aveva iniziato. Quel discorso suonò terribilmente
melenso alle orecchie di Scorpius:lui non avrebbe mai fatto una cosa del
genere,ma si sa,al mondo c'è ancora gente che vuole avere dei figli. -Per noi
è stato un colpo sapere che quell'idea non si sarebbe mai realizzata per il veto
imposto dai nostri genitori. Siamo riusciti a cavarcela bene finora,ma ora
non possiamo più:questo desiderio,questo bisogno ci sta logorando e sta
distruggendo il nostro matrimonio,anche contro la nostra volontà-aveva
continuato Rose. Albus aveva sempre amato il fatto che James e Rose si
finissero le frasi a vicenda,lo trovava romantico;ma in quel momento,in quella
particolare situazione,si scoprì a considerarlo irritante. I due avevano
taciuto,quasi non fossero sicuri di chi dovesse prendere la parola fra i due,poi
James si era sporto in avanti sulla tavola,poggiandovi sopra le braccia
incrociate. -Quando abbiamo deciso per il donatore esterno,tu sei stato il
nostro solo e unico candidato. Il motivo?Hai tutto quello che vorremmo vedere
in un figlio. Sei testardo,ma questo ti aiuta a portare avanti le tue idee e
a non arrenderti mai;sei coraggioso,altrimenti non avresti tagliato i contatti
con la tua famiglia a soli diciassette anni,ed è inutile negare che sei anche un
bell'uomo-aveva aggiunto con un lieve sorriso a distendergli le labbra-sei
passionale,simpatico,anche se cerchi sempre di nasconderlo agli altri,ed infine
perchè sappiamo che possiamo fidarci di te-aveva concluso senza staccare mai un
attimo lo sguardo dal volto del biondo. C'era una cosa che però James aveva
dimenticato di menzionare:la sua vanità. Bastavano quattro lusinghe e
Scorpius cadeva letteralmente in brodo di giuggiole,pronto a fare qualsiasi cosa
gli si chiedesse. Chi avrebbe mai pensato che un uomo tanto testardo fosse
così facile da domare? Infatti,alla fine del discorso,Scorpius era rimasto
silenzioso,impegnato a riflettere sulle parole del "cognato",rendendosi conto
che forse la richiesta che gli avevano fatto non era poi così assurda. -Ma
cosa vorreste esattamente da me?-aveva chiesto ai due. Senza che nessuno se
ne accorgesse,Albus aveva chiuso gli occhi,sconfortato. Conosceva troppo bene
il compagno per non riconoscere i segni di cedimento... Leggermente
risollevata da quella domanda,Rose si era sporta a sua volta sul tavolo verso il
biondo e,osservandoli tutti impegnati in quella conversazione,ad Albus
sembrarono due avvoltoi che volando sopra la preda morente. -Semplimente un
campione del tuo sperma-aveva risposto James. -Ah prima però vorremmo essere
sicuri che tu sia sano:sai malattie cardiache,polmonari, Aids...-aveva detto
subito Rose. -L'ultimo esame l'ho fatto due mesi fa:sono sano come un
pesce-aveva ribattuto Scorpius, muovendo lo sguardo da uno all'altra. I due
avevano annuito compiaciuti. -E poi cosa succederà?Cioè voglio dire,se
decidessi di fare questa cosa,avrei qualche obbligo verso il bambino?-aveva
domandato ancora il biondo. Marito e moglie avevano scosso la testa in
maniera quasi simultanea. -Assolutamente...Il padre sarei io e tu non avrai
nessun obbligo in più verso di lui di quanti tu non ne abbia verso Lowell o
Charlotte- Scorpius aveva annuito lentamente,i denti a mordere l'angolo del
labbro inferiore,mentre la sua mente rifletteva velocemente. -E come
spiegheremo questa cosa alla famiglia?-aveva chiesto ricordandosi all'improvviso
l'amore per il "gossip" dei Potter. -Oh tranquillo nessuno saprà niente-lo
aveva rassicurato Rose. -Che intendete fare,nascondere il bambino finchè non
andrà ad Hogwarts?-aveva domandato il biondo accennando un sorriso
ironico. -No,ovviamente no!-aveva ribattuto Rose unendosi al suo
sorriso-Spiegheremo alla famiglia che volevamo avere un figlio e che ci siamo
rivolti ad una banca del seme,visto che non potevamo averlo noi- Albus si era
trattenuto dallo scoppiare a ridere in faccia ai tre,e si era riempito di nuovo
il bicchiere fino all'orlo. Erano diventati idioti tutti e tre
improvvisamente? Credevano davvero di riuscire a farla franca in quel modo
stupido?Se il bambino fosse cresciuto assomigliando sempre di più a Scorpius,i
suoi genitori per primi e poi tutti gli altri non avrebbero impiegato più di due
minuti per trovare il collegamento. -E se il bambino mi assomigliasse?-aveva
chiesto ancora Scorpius. -Questi sono tutti problemi che affronteremo in
seguito...-aveva risposto James-la cosa più importante è sapere se sei disposto
a darci una mano- Lo sguardo di Al si era posato sul biondo in attesa di una
risposta,o meglio,di una conferma ai suoi timori. Scorpius era rimasto in
silenzio,lo sguardo fisso sulle proprie mani poggiate sul tavolo,venendo a patti
con quella marea di informazioni e di parole,valutando in quel breve tempo i pro
ed i contro della situazione. Ma alla fine tutto ciò che aveva fatto era
stato sospirare e rialzare lo sguardo su Rose e James. -Ma sì,perchè
no?-aveva detto,dando per la seconda volta quel giorno la stessa risposta. Se
avesse negato quel piccolo aiuto ai due,anche se loro non glielo avessero mai
rinfacciato, avrebbe continuato a chiedersi cosa sarebbe stato se avesse
accettato. Tre reazioni diverse si erano disegnate sul volte dei tre
commensali:il labbro inferiore di Rose aveva tremato,mentre gli occhi le si
riempivano di lacrime,James aveva sfoderato un sorriso a trentadue denti,mentre
Albus si era limitato a chiudere gli occhi. Del resto si era aspettato quella
risposta...Ma questo non voleva dire che facesse meno male. Per il resto
della cena era rimasto in quasi completo mutismo,e lo stesso era successo in
macchina,ma ora erano soltanto loro due in una casa vuota...volente o meno
avrebbe dovuto scambiare qualche parola con Scorpius. -Ti va un ultimo
bicchiere di vino?-chiese il biondo,dopo che ebbero chiuso la porta di casa,
mentre si trovavano ancora nell'ingresso. Albus scosse la testa prima di
avviarsi verso il salotto;accese le luci e si guardò intorno,senza sapere bene
cosa fare o cosa l'avesse spinto ad andare in quella stanza. Aveva solo
voglia di una doccia calda che lo aiutasse a dimenticare quella serata,di una
sigaretta per calmare i nervi e una dormita. Si portò una mano alla tasca
posteriore dei pantaloni,prendendo il pacchetto di sigarette e proprio mentre
portava l'ultima alle labbra,sentì due braccia stringergli la vita. Chiuse
gli occhi,cercando di controllare l'irrefrenabile e nuovo impulso di allontanare
quelle braccia,sentendo una mano infilarsi sotto il maglione rosso a contatto
con la camicia. -Allora che ne diresti di un pò di sesso prima di andare a
dormire?-sentì chiedere da Scorpius, la sua voce ed il suo fiato vicini al suo
orecchio sinistro. Scorpis sapeva che non era questo quello di cui Albus
aveva bisogno,ma lui non era mai stato il tipo d'uomo che si siede accanto al
proprio compagno,tenendogli la mano,per ascoltare tutte le sue
confidenze. Certo,Al era arrabbiato per la storia del donatore,ma parlarne
non sarebbe servito a niente, mentre il sesso invece lo avrebbe aiutato a
scaricare la tensione e la rabbia. Albus restò immobile per pochi
istanti,sentendo la mano di Scorpius salire fino ai suoi capelli e affondarvi
dentro le dita;poi improvvisamente fece un passo avanti,staccandosi dall'amante
e abbassò lo sguardo alla mano che stringeva il pacchetto accartocciato di
sigarette. -Sarà meglio che vada a comprare le sigarette...-mugugnò prima di
voltarsi verso Scorpius. Questi lo guardò sorpreso dalla sua mossa e dalle
sue parole,ma atteggiò subito il volto ad un espressione indifferente. -Le
sigarette?-chiese incapace di trattenersi. Al annuì avviandosi verso la porta
del salotto. -Non me ne è rimasta neanche una,e domattina non voglio perdere
tempo per comprarle-gli disse fermandosi sulla soglia. L'altro annuì,quasi
avesse creduto davvero a quella grande stronzata. -E' davvero questo che
vuoi?-gli domandò ancora. Limitandosi ad annuire,Albus uscì nel corridoio e
prese il cappotto che aveva tolto solo poco prima. Pochi istanti ed era già
fuori casa.
-Hai idea di che ore sono?- Ad essere
sinceri,Alice non aveva la minima idea di che ore fossero a Seattle,ma dal tono
assonato della voce di Fred capì che doveva essere notte fonda,o più
probabilmente le prime ore del mattino. Succedeva sempre così:ogni volta che
si trovava in crisi con il lavoro,o aveva problemi con Eric, alzava la cornetta
e componeva il numero di telefono di Allison,l'unica che a notte fonda o a
mezzogiorno era sempre disposta ad ascoltarla e a darle qualche consiglio per
risolvere le cose. Quindi come poteva esimersi dal chiedere la sua consulenza
ora che tutto rischiava di andare a gambe all'aria? Aveva bisogno di qualcuno
che la svegliasse,che l'aiutasse a smettere di pensare ininterrottamente a Luke
e le ricordasse quanto era fortunata ad avere la vita che stava vivendo fino al
momento dell'incontro con Zabini. -Hai ragione,lo so...Scusami-disse al
fratello,immaginandoselo con la testa appena sollevata dal guanciale,i capelli
disordinati sparati in aria e magari anche il segno del cuscino stampato sulla
guancia sinistra. -Ho bisogno di parlare con Allison...E' importante!-gli
disse per motivare ulteriormente la telefonata. -Quando mai non lo è...-disse
il fratello in un borbottio. Dopodichè Alice sentì dei fruscii e immaginò che
l'uomo stava passando il cordless ad Allison che dormiva alla sua destra. Da
quel pomeriggio di dodici anni prima quando Fred aveva scelto di restare a
Seattle,non c'era stata mai una volta in cui si fosse pentito della sua
scelta. O almeno così aveva raccontato più volte ad Alice. Dopo aver
terminato gli studi presso la scuola di magia americana,frequentata anche da
Allison,Fred si era preso qualche mese di tempo per decidere quale strada
intraprendere,quale carriera scegliere. Per mantenersi,e per non pesare
troppo economicamente su Seamus e Rupert,si era trovato un lavoro come cameriere
in un pub frequentato da maghi;i suoi turni erano quasi sempre quelli serali,il
che significava più mance,ma anche più lavoro. Ogni sera provava il desiderio
di sdoppiarsi in tre per riuscire ad accontentare tutti i clienti,ma nonostante
la fatica,ogni notte tornava a casa soddisfatto:il lavoro era pesante,certo,ma a
lui iniziava a piacere. In meno di un mese era diventato una figura di
riferimento nel locale,ed aveva sviluppato una capacità tipica del lavoro che
gli permetteva di prevedere il drink che gli sarebbe stato chiesto soltanto
guardando in faccia la persona che si sedeva al bancone. I mesi erano passati
velocemente e dopo il primo anno,Fred capì quale sarebbe stata la sua
strada:sarebbe diventato il proprietario di un proprio pub. Ne aveva parlato
con Allison,che alla fine della scuola intendeva andare all'università per
approfondire la sua passione per Cura delle Creature Magiche,e lei lo aveva
sostenuto fin da subito,anzi lo aveva accompagnato più volte alla ricerca del
locale "perfetto". Questi era stato trovato dai due in una ventosa mattina di
marzo,dopo che Fred era stato costretto dalla compagna a fare il giro di tutti i
negozi del centro;improvvisamente Allison si era fermata in mezzo al
marciapiedi,lo sguardo fisso su una vetrina impolverata e sporca. -E'
questo!-aveva detto semplicemente al ragazzo. Il locale,in un'ottima zona
della città,si era rivelato nè troppo piccolo nè troppo grande,capace di
"ospitare" duecento persone nonostante i mobili. Con l'aiuto di una banca e
dei suoi genitori Fred era riuscito a mettere in piedi il proprio locale l'
"Hoover's" e nel giro di qualche mese aveva aperto. Da allora erano passati
nove anni e,nonostante la concorrenza,il locale non aveva mai avuto momenti di
crisi:Fred era riuscito a saldare il proprio debito sia con i suoi genitori che
con la banca e poteva affermare senza paura di smentita che ormai l' "Hoover's"
era diventato un punto fermo di Seattle. -Pronto?- La voce parimenti
assonnata di Allison portò Alice a maledirsi sotto voce per essere stata così
inopportuna. -Sono io-disse semplicemente. -Ti rendi conto che sono le
quattro e mezza di mattina?-le domandò l'amica. -Ho rincontrato
Luke!-spiattellò in un solo fiato. Era certa che al solo sentire il nome
dell'uomo Allison si sarebbe completamente svegliata e le avrebbe dedicato la
propria attenzione. Dall'altra parte della cornetta ci furono alcuni istanti
di silenzio. -Come?-si sentì chiedere proprio quando iniziava a temere che
l'amica si fosse addormentata di nuovo. -Ho incontrato Luke-ripetè ancora
cercando di calmare il battito accellerato del proprio cuore. Ma per quale
accidenti di motivo aveva sempre le stesse reazioni quando pensava a lui? Ci
furono altri fruscii e graffi dentro la cornetta che le fecero immaginare che
Allison si fosse alzata in piedi e stesse uscendo dalla camera da letto per non
disturbare ulteriormente Fred. -Quando è successo?-domandò Allison,con voce
un pò più reattiva. -Due giorni fa- -E tu sei riuscita a stare due giorni
senza chiamarmi?-le domandò leggermente ironica l'altra. -Ho cercato di fare
del mio meglio per calmarmi e rimettere tutto sotto la giusta ottica,ma come
vedi non ci sono riuscita-ribattè scherzosa Alice. -Dove...Come si siete
visti?- -Era nell ufficio di Justin!Ti rendi conto?Fra tutti gli studi di
Londra doveva scegliere proprio il nostro!-esclamò frustrata passandosi una mano
fra i capelli. Allison mugugnò,segno che significava quasi sempre che stava
assimilando la marea di informazioni che Alice le buttava addosso per cercarvi
un senso logico. Forse,pensò Alice,era il caso di rivelarle anche la notizia
del matrimonio. -Si stà per sposare-disse con una voce mesta che non riuscì a
riconoscere come la propria. Ci fu di nuovo silenzio dall'altra parte. -Ho
bisogno di una tazza di caffè-commentò poi l'altra. Alice sbuffò
indispettita. -Ti pare questo il momento per un caffè?-la
rimproverò. -Sono le cinque del mattino,sono al telefono con te per risolvere
questa crisi invece di essere a dormire,e mi chiedi se è il momento per un
caffè?Come minimo me ne serve una caraffa-ribattè decisa Allison. Alice si
lasciò andare contro lo schienale morbido della poltrona:le stava davvero
chiedendo troppo?Magari avrebbe dovuto richiamarla quando sarebbe stata più
"reattiva"? Ma che andava a pensare?Come avrebbe resistito fino al prossimo
cnsulto "psichiatrico"? -Si sposa con lei?-le domandò l'amica interrompendo i
suoi ragionamenti. Alice si limitò a mugugnare. -Beh era il minimo!-la
sentì commentare. -Allie!-la rimproverò Alice sorpresa dalle sue
parole. -Scusami ma è la verità:personalmente mi sarei incazzata ancora di
più sapendo che si sposava con un'altra- Alice si ritrovò ad essere d'accordo
con la cognata:il fatto che sposasse la Greengrass non la infastidiva,in fondo
si trattava soltanto di un epilogo che prima o poi sarebbe arrivato. Ma se
avesse lasciato la donna senza neanche provare a cercarla a ricucire il loro
rapporto, arrivando a sposare un'altra,allora sicuramente avrebbe sofferto di
più...Sarebbe stata la dimostrazione che il loro "grande" amore,alla fine era
soltanto un filarino fra due ragazzini. -Te lo ha detto lui?-le domandò
ancora Allison. Alice scosse la testa,quasi la cognata potesse
vederla. -L'ho saputo tramite l'annuncio sul giornale-le rispose. Allison
mugugnò nella cornetta. -Tipico di lui...Codardo fino in fondo- -No,dai
questo non è vero...Perchè avrebbe dovuto avvertirmi se non ci sentiamo da più
di dieci anni?-ribattè la ragazza. -E questo è proprio tipico di te:sempre
pronto a difenderlo,sempre e comunque-continuò Allison. Alice si morse la
lingua per evitare di ribattere ancora e magari di peggiorare la
situazione. L'amica sospirò nel microfono e Alice si ritrovò a chiedersi cosa
le fosse passato per la mente: la stava considerando la stessa ragazzina di
sempre? Oppure pensava che i tanti anni passati non avevano apportato nessun
cambiamento,che alla fine Luke sarebbe sempre stato la sua nemesi,la sua spina
nel fianco,anche di lì a quarant'anni. -Ok,ora come siete rimasti?-le domandò
Allison intromettendosi nei suoi pensieri. -Abbiamo un accordo di lavoro:lui
ha intenzione di ristrutturare la sua casa prima del matrimonio,quindi
lavoreremo insieme per i prossimi quattro mesi-le spiegò con un tono leggermente
professionale. Per qualche istante ci fu silenzio dall'altra parte,silenzio
che la portò ancora una volta a chiedersi che cosa pensasse Allison di tutta
quella situazione. Poi un pensiero la colpì:per quanto potesse esserle
d'aiuto con i suoi consigli,la cognata non avrebbe mai capito fino in fondo che
cosa si provava ad essere nella sua "situazione". Non aveva mai amato tanto
una persona per poi perderla in favore di un'altra donna;in quel campo lei era
stata fortunata perchè il suo uomo l'aveva scelta,aveva deciso di passare il
resto della sua vita con lei,riuscendo ad annullare tutte le possibili
difficoltà che si frapponevano fra loro. -Tu sei sicura di riuscire a
farcela?-le chiese Allison,intrufolandosi per l'ennesima volta fra i suoi
pensieri. -Sono una professionista non te lo dimenticare...-le disse con un
triste sorriso accennato. -Eric che ne pensa?-le domandò ancora,cogliendola
di sorpresa. -Eric?- -Sì,Eric,il tuo compagno,gli hai parlato di
quest'incarico?Che ne pensa?-ripetè l'altra. Colta in flagrante,Alice si
morse il labbro inferiore,cercando in fretta una scusa decente che non suonasse
banale alle orecchie della sua migliore amica,ma ovviamente,come sempre
succedeva in quei casi,non le venne in mente niente. -Non gliene hai ancora
parlato vero?- -Non ne ho avuto il tempo...E poi non mi sembrava il
caso. Del resto lui non sa quasi niente di Luke,perchè preoccuparlo
inutilmente?-disse Alice, cercando quasi di autoconvincersi. Il silenzio che
ricevette in risposta conteneva più di un rimprovero. -Avanti che c'è
adesso?-le domandò infatti cercando di nascondere la propria
irritazione. -Sai che un rapporto di coppia si basa sulla fiducia?Come credi
si sentirà Eric se venisse a scoprire di Luke?-le domandò. -Non succederà,e
poi non ingigantiamo le cose:non sta succedendo niente fra me e Luke,anzi lo
devo aiutare a ristrutturare il suo nido d'amore!-ribattè ancora
Alice. Allison sospirò rumorosamente facendo fischiare il microfono e ancora
una volta fra le due amiche ci fu silenzio per qualche istante. -Promettimi
solo che starai attenta...Non lasciare che ti faccia male di nuovo-le disse
Allison a mezza voce. Alice chiuse gli occhi si strizzò gli angoli con
l'indice ed il pollice. -Non sono masochista fino a questo punto
tranquilla...Adesso torna a letto,ti ho assillato anche troppo per essere le
prime ore dell'alba- -Va bene. Sta attenta mi raccomando-le disse
ancora. Alice sorrise e annuì. -Buonanotte-la salutò.
Albus battè ripetutamente forti colpi sulla porta di
ferro che aveva davanti. Non aveva la minima idea di cosa ci facesse lì,o di
come avesse fatto ad arrivarci. Una volta uscito di casa era salito in
macchina e aveva vagato a lungo,senza una meta cercando di cancellare dal suo
cervello quello che era successo poche ore prima,sperando invano di zittire le
voci di Rose,James e Scorpius,le loro risate... Sisentiva pieno di rabbia e
allo stesso tempo svuotato da ogni forza:come era potuta succedere una cosa
simile? Perchè non aveva fatto qualcosa per imperdire che quei tre idioti
prendessero una decisione tanto assurda? Sapeva benissimo perchè era rimasto
in silenzio:non voleva essere additato come l'insensibile bastardo che impediva
la realizzazione di un sogno,per quanto questo potesse suonare assurdo. Ma
alla fine riusciva anche a capire,a comprendere i motivi che avevano spinto Rose
e James a prendere una decisione tanto sciocca:del resto non avrebbe fatto anche
lui qualsiasi cosa pur di avere un figlio? La vera ragione per cui era
furioso era il comportamento di Scorpius. Come aveva potuto prendere una
decisione così importante,fare una scelta che avrebbe cambiato la vita di
entrambi senza neanche prendersi del tempo per riflettere,per parlarne con
lui? Cazzo era il suo compagno da undici anni,aveva o no voce in
capitolo? A giudicare dal comportamento di Mr Malfoy la sua opinione valeva
meno di niente. Pieno di rabbia,tristezza e di risentimento,aveva fermato
l'auto in un parcheggio,non sapendo bene cosa fare:doveva tornare a casa? In
quel momento era l'ultima cosa che voleva. Ma dove andare? Era troppo
tardi per presentarsi da Lily e Dan,e poi non se la sentiva di essere sottoposto
al fuoco di domande che sicuramente sua sorella gli avrebbe inflitto;e poi come
avrebbe potuto spiegarle il motivo per cui ce l'aveva con Scorpius? Poi si
era ricordato di un particolare. Aveva preso il cellulare dal cruscotto e
aveva cercato un numero nella rubrica per poi attivare la comunicazione. Era
troppo tardi? Lo avrebbe trovato in compagnia? Proprio mentre stava
decidendosi a riagganciare,aveva sentito una voce dall'altra parte della
cornetta. -Pronto?- Deglutendo nervosamente,aveva chiuso gli occhi qualche
secondo cercando il coraggio di parlare. -Brian,ciao sono Albus- In
lontananza sentiva della musica,ma non eccesivamente alta come sarebbe stata in
una discoteca. -Guarda guarda che sorpresa...-aveva detto Brian. -Spero di
non disturbarti-aveva detto Al memore delle buone maniere. -Affatto,che posso
fare per te?-aveva domandata l'altro. Albus aveva abbassato lo sguardo e
aveva sospirato,poco convinto di quello che stava per chiedere:era davvero la
cosa giusta? -Ho bisogno di un posto dove stare questa notte-gli aveva detto
sincero. Ecco perchè si trovava lì a battere come un forsennato su quella
porta metallica. Brian non aveva fatto domande,gli aveva soltanto dato
l'indirizzo del suo appartamento,in una zona elegante di Londra. Trovandosi
giù al portone aveva fatto per suonare,ma proprio in quel momento era uscito un
azzimato signore con il suo barboncino e lui ne aveva approfittato per
intrufolarsi. Improvvisamente la porta scivolò sui cardini lasciando Albus
interdetto. L'uomo davanti a sè non era Brian:questi era alto quasi quanto
lui,dai biondi capelli lunghi fino alle spalle,il volto magro caratterizzato
dalle labbra carnose e dagli occhi azzurri. -Mi scusi...Spero di non aver
sbagliato appartamento-fece Al mortificato. Il biondo accennò un
sorriso,fulminandolo,e scosse la testa. -Tu sei Albus,vero?-gli domandò con
voce moderata e quasi armoniosa. Al annuì. L'altro si voltò verso
l'interno dell'appartamento,dandogli leggermente le spalle. -Brian è arrivato
il tuo ospite!-disse alzando leggermente la voce. Dopodichè si fece da parte
per far passare Albus,che lo guardò senza capire e ricevette in risposta un
altro sorriso,questa volta chiaramente divertito. Fece due passi in quello
che si rivelò essere un loft e subito il suo sguardo incontrò Brian:l'uomo era
scalzo,indossava un paio di jeans con una camicia bianca completamente
sbottonata che mostrava il petto muscoloso. -Eccoti qui!-lo salutò. -Sono
capitato in un momento inopportuno?-domandò Al sentendosi terribilmente in
imbarazzo. Brian scosse la testa. -Tranquillo,Justin se ne stava
andando-disse lanciando uno sguardo al biondo che era ancora alle spalle di
Al. Al sentì chiaramente la risata accennata che l'uomo si lasciò scappare e
si voltò giusto in tempo per cogliere un'ennesimo sorriso. -Certo...Ci
vediamo domani al bar come al solito. Sempre se ne sarai in grado-aggiunse in
tono malizioso. Al si sentì andare a fuoco per l'imbarazzo:credeva che fosse
lì per fare sesso? Era l'ultima cosa che aveva in mente al momento! Sentì
uno scalpettio e pochi istanti dopo la prota scivolò di nuovo sui
cardini,lasciandolo da solo con Brian. -Non sono venuto per fare sesso con
te!-disse deciso a mettere subito in chiaro le cose. Brian lo fissò per
qualche secondo sorpreso,poi le sue labbra si aprirono ad un ghigno ironico che
fece rabbrividire Al. -Beh peccato!-commentò-Hai intenzione di restare tutto
il tempo con il cappotto indosso?-gli domandò poi prima di avviarsi verso la
cucina. Al non rispose,ma iniziò s spogliarsi,poggiando il cappotto e la
sciarpa sul divano bianco a pochi passi da sè. -Vuoi bere qualcosa?-gli
domandò Brian continuando a dargli le spalle. -Hai qualcosa di forte?-chiese
a sua volta il moro avvicinandosi alla cucina. Brian in silenzio prese due
bicchieri e lì riempì con un liquido ambrato per metà bicchiere,poi si voltò e
posò il bicchiere di Al su tavolo di metallo. Questi osservò il contenuto del
bicchiere con circospezione,per poi stringere le dita attorno al bicchiere e
annusarne l'odore. -Che cos'è?-domandò lanciando uno sguardo a Brian. -Jim
Beam-disse semplicemente l'altro prima di prendere un sorso dal proprio
bicchiere. Al lo fissò qualche altro secondo incerto,per poi portare a sua
volta il bicchiere alle labbra e prendere un sorso. Il liquido forte gli
accarezzò le labbra e la gola,scendendo fin nello stomaco e soltanto allora Al
sentì un piccolo fuoco bruciare dentro di sè. -Tutto bene?Troppo forte per
te-gli domandò Brian guardandolo con uno sguardo divertito. -Affatto!-ribattè
Al,mentendo spudoratamente. L'altro annuì e si mosse verso il
salotto,lasciandosi cadere sul divano bianco,tornando poi a posare lo sguardo
sull'altro. -Allora,qual'è il motivo che ti ha portato qui?-gli domandò prima
di prendere un altro sorso. -Ti dispiace se non ne parliamo?-gli domandò
Al. Aveva bisogno di evadere,di dimenticare i propri problemi,non di passare
tutta la notte a sviscerarli;altrimenti sarebbe andato da Lily! Brian lo
fissò qualche secondo,quasi volesse trapassarlo con i suoi occhi nocciola prima
di sogghignare di nuovo. -Hai litigato con il tuo amante-decretò. Come
accidenti aveva fatto? Sperando di non essere diventato viola e di non
boccheggiare come un pesce rosso,Albus decise di passare all'attacco. -Perchè
invece non mi dici chi era il biondo che mi ha aperto la porta?-gli
domandò. Perchè gli aveva fatto quella domanda?Che diritto aveva di
chiederglielo? -E' Justin. Il mio ex compagno-gli rispose l'altro senza
problemi. -Quello che stavi per sposare?- Brian annuì. -Wow!Dovevate
fare una bella coppia...-commentò ricordando il fascino dell'uomo. Poi
improvvisamente un pensiero lo colse impreparato. -Non è che ho interrotto
qualcosa,vero?-gli domandò fissandolo. L'altro scosse la
testa. -No,tranquillo...Quando hai chiamato avevamo già finito-rispose Brian
terribilmente sincero. Per l'ennesima volta,Albus si sentì andare a
fuoco,odiandosi per quelle reazioni adolescenziali,e si tuffò nel proprio
bicchiere bevendo un lungo sorso. -Che c'è sei in imbarazzo?-gli domandò
Brian prendendolo in giro. Albus scosse la testa. -E' solo che sono
sorpreso:perchè vi siete separati se andate ancora a letto insieme?-gli
domandò. Brian lo fissò sorridendo in modo ironico e malizioso
insieme,facendo accellare i battiti di Albus. -Certe volte sembri uscito da
un libro di favole,sai? Due persone devono stare per forza insieme per
scopare?-gli domandò diretto come al solito. -Beh di norma dovrebbe essere
così-ribattè l'altro. -E dove sta scritto? Io e Justin siamo grandi a
letto,forse siamo i migliori,ma abbiamo troppe differenze,tanti problemi che non
riusciamo a risolvere,quindi perchè rovinarci la vita a vicenda?Siamo amici,
andiamo con chi più ci va,e se qualche volta vogliamo stare insieme non ci
facciamo problemi- -E l'amore?-gli domandò Al fissandolo con occhi
tristi. Brian si accorse del cambiamento nel suo sguardo e si chiese se
avesse a ache fare con il suo discorso o per il motivo che lo aveva portato lì a
quell'ora della sera. -L'amore si è trasformato in amicizia...E' successa la
stessa cosa anche a te Alby?-gli domandò coniando quel soprannome sul
momento. Al non si accorse del nomignolo,lo sguardo fisso sul parquet,mentre
le dita giocherellavano con il bicchiere. -No...E' diventato
indifferenza-disse a mezza voce. L'attimo dopo rialzò lo sguardo incontrando
quello di Brian e accennò un sorriso triste. -E io non me ne sono neanche
accorto-aggiunse. Per qualche istante ci fu silenzio mentre i due uomini
erano impegnati a fissarsi l'un l'altro,poi Brian si passò una mano fra i
capelli,un gesto fatto soltanto per scaricare la tensione. -Se tu fossi mio
Alby l'indifferenza sarebbe l'ultimo sentimento che mi susciteresti- E Al
capì che era vero:gli bastò guardarlo negli occhi.
Salve a
tutti!!!!
Innanzitutto vi chiedo
scusa x il mio ritardo,ma c'è una spiegazione e qst è la + ovvia di tutte,ovvero
il lavoro.
Sto lavorando presso un
asilo dalle 9.30 alle 15.30 tutti i giorni tranne il fine settimana,e a qst si
aggiungono le ripetizioni di inglese e le altre incombenze solite,quindi alle
volte sn tr stanca x mettermi davanti al pc o anke sl x raggruppare le
idee.
Questo spiega anche
perchè da mesi nn riesco a postare il nuovo capitolo di "History reapeting
itself"(è scritto a metà,ma nn ho il tempo x finirlo).
Quindi vi ringrazio
calorosamente x essere così pazienti con me... ^_^
Dunque,so che molti di
voi vorranno uccidermi x qllo che sta succedendo fra Al e Scorpius(e x cm ho in
mente il seguito,credo di dovermi guardare le spalle),ma fidatevi di me...potete
farlo?
Ringrazio tutti coloro
che leggeranno e recensiranno qst capitolo e chiedo scusa per eventuali errori
di battitura o ortografia.
La frasi in corsivo
all'inizio del capitolo è tratta da "Love will tear us
apart" dei Joy Division.
E ora i
ringraziamenti:Sweey(Tanti
auguri!!!!!!Anke se cn tremendo ritardo...Come avevo detto,in qst situzione
Rose e Jim hanno scelto di essere egoisti,in fondo si tratta della loro
vita e di una delle scelte + importante cm coppia,cs x 1 volta hanno pensato di
nn preoccuparsi d cosa avrebbero pensato gli altri...anke se gli altri nn
sapranno molto di qst storia),Loux(Grazie x i complimenti!La mia decisione su Rose e James è
puramente narrativa:fin dalla scorsa fiction avevo in mente qst cena e la scelta
di Scorpius,quindi ho basato le loro scelte x arrivare a qst
momento),Angel_SG(E'
vero..Tutti pazzi x Scorpius!Sappiamo entrambe che se Mr.Kinney decide di
sfoderare tt le sue armi seduttive su Al,il povero Potter nn ha scelta,in fondo
diciamocelo,chi nn vorrebbe essere al suo posto???),JC(E' proprio vero,sembra che nn li
possa vedere,invece sn i mei preferiti...),Little
drachina(Una vagonata d problemi...posso
assicurartelo fin da ora.Anke io lo vedrei bene cm genitore,e in effetti lui ha
tt le carte in regola x essere un fantastico genitore,ma ancora nn lo
sa;come al solito la vita dovrà aiutarlo ad aprire gli occhi),Sbubina(Scusa se ti ho fatto aspettare
tanto,spero che il capitolo sia all'altezza dell'attesa),Lithien241(Eh già proprio il tuo
Scorpius.Ti aspettavi che accettasse?Già ormai mi conosci sai che mi diverto a
seminare zizzania prima di far tornare il "sereno",ma altrimenti sai che
noia?),Elly(Io sn
perfettamente d'accordo cn te sull'amore e sui figli,ma in qst storia i ns eroi
sceglieranno una via un pò anticonvenzionale;del resto c sn tante coppie che
nonostante desiderino tanto un figlio sn costrette a ricorrere a metodi
alternativi),Kikka15(Finora abbiamo visto soltanto la paranoia di Alice,ma siamo
sicuri che Luke sia rimasto del tutto indifferente alla ns
biondina?).
Bene,x il momento è
tutto,io vi saluto e vi do appuntamento al prox appuntamento,ma prima v lascio
una foto di Brian,x farvi capire qnt sia difficile x il ns Potter
resistergli....
http://wwbkd.com/photos/brian-kinney/brian-kinney-suit.jpg
"Love Affair"
Baci,Eva
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Capitolo 6 *** Love affair ***
love affair
"Al nostro "per sempre" E ai nostri "mai" Alle dipendenze
Allo stile che ci rende Noi Io e te Un futuro non c'è Ma
vedrai Ci sarà "
-Pronto,studio "Lovegood
& Johnson"- Una voce impersonale,quasi meccanica aveva risposto alla sua
telefonata,e per qualche istante Luke aveva sentito l'inspiegabile desiderio di
attaccare,neanche fosse ancora un ragazzino o avesse fatto qualcosa di grave,ma
poi dopo aver inghiottito il groppo che si era bloccato al centro della sua
gola,aveva dischiuso le labbra sulla cornetta. -Salve sono Lucas
Zabini,vorrei fissare un appuntamento con Miss Weasley-disse cercando di dare
alla propria voce un tono serio e professionale. -Salve Mr Zabini,vuole
parlare direttamente con Miss Weasley per l'appuntamento o vuole che sia io a
fissarlo?-gli chiese ancora la donna. Luke la immaginò seduta dietro la sua
scrivania di mogano chiaro,magari poco distante dalla porta dell'ufficio di
Alice,un'auricolare all'orecchio e le mani posate sulla tastiera o ferme
sull'agenda in attesa di sapere cosa fare. Parlare direttamente con Alice?Era
una bella tentazione...In fondo non si erano scambiati più di cinquanta parole
l'ultima volta che si erano visti,e voleva che quel velo di affettazione e di
formalità cadesse prima del loro prossimo incontro. Ma non se la sentiva
ancora di parlare direttamente con lei. -No,mi va bene anche lei-disse
passandosi una mano sugli occhi chiusi vergognandosi di quella
debolezza. Perchè quando si trattava di Alice si comportava sempre come il
peggiore dei vigliacchi?? Era colpa della donna oppure erano loro due che
insieme non erano più capaci di rapportarsi? -Le sarei molto grato se
riuscisse a trovarmi un posto oggi stesso-aggiunse poi. Non poteva aspettare
oltre:aveva passato tre giorni d'inferno,pensando soltanto a quei brevi
momenti,alle poche parole che si erano detti e a come si fosse sentito un'idiota
nonostante tutto. Doveva rivederla il prima possibile. -Vediamo un pò...Le
andrebbe bene l'ultimo appuntamento della giornata,magari verso le sette e
mezza?-domandò cortese la segretaria. -Sarebbe perfetto- "Avrò tutto il
tempo di pensare a qualcosa da dire" Ringraziò la segretaria,la salutò e
riagganciò. Guardò l'orologio che aveva al polso destro:le undici. Doveva
trovarsi un diversivo per le prossime otto ore e mezza,altrimenti rischiava di
passare tutto il giorno a camminare per il salotto facendo le prove su ciò che
le avrebbe detto o su ciò che avrebbe fatto quando l'avrebbe
vista. Certamente non poteva occuparsi del suo lavoro,era talmente assente
che non sarebbe riuscito a combinare niente... Dopo un ultimo sguardo
all'orologio,si alzò di scatto dalla poltrona e,dopo aver preso le chiavi di
casa,si avviò verso la porta. Sapeva esattamente dove
andare.
Camminava immerso nei suoi pensieri in uno dei
corridoi della scuola quando sentì una voce ripetere più volte il suo
nome. Si voltò e vide,a qualche metro di distanza da sè,Lane Hunter uno dei
suoi studenti del terzo anno più dotati. Albus si fermò al centro del
corridoio e aspettò che il ragazzo lo raggiungesse:da quello che poteva
osservare,Lane era leggermente più basso dei suoi coetanei,ma ugualmente
atletico e robusto;con folti capelli neri che il ragazzo pettinava indietro con
il gel lasciando scoperta la fronte e soprattutto gli occhi azzurri che
spiccavano al centro del viso. -Lane,cosa posso fare per te?-gli chiese
quando il ragazzo fu a due passi da lui,facendo seguire alle parole un
sorriso. -Professore,devo chiederle un favore-disse senza preamboli
fissandolo diretto in volto. Al ricambiò il suo sguardo e restò in
silenzio:quando gli studenti iniziavano un discorso in quel modo,voleva dire
soltanto che non avevano avuto tempo di svolgere i compiti che aveva assegnato
loro e avevano bisogno di più tempo. -Ho bisogno di un altro paio di giorni
per la tesina su "Jane Austen"-confermò infatti il ragazzo. Al abbassò lo
sguardo sulle proprie braccia conserte all'altezza del petto e accennò un nuovo
sorriso. -Sai qual'è la politica scolastica riguardo a questo...Inoltre la
vita di Miss Austen non è poi così difficile da raccontare-gli disse tenendo
sempre lo sguardo basso. Sentì il respiro forte del ragazzo e riportò lo
sguardo su di lui. Lane annuì dandogli ragione. -Lei ha perfettamente
ragione,ma credevo lei potesse aiutarmi vista la mia situazione...-rispose il
ragazzo. Albus restò in silenzio,non sapendo bene come comportarsi,diviso fra
la voglia di aiutare il ragazzo e la consapevolezza di dover applicare le
regole. Alla fine sospirò e fissò istante ancora il ragazzo in silenzio,prima
di dischiudere le labbra. -Ok,facciamo così:tu consegnerai il compito insieme
ai tuoi compagni,l'ultima cosa che voglio è che pensino che faccia dei
favoritismi. Alla fine della lezione,ti riconsegnerò il compito,ma ti
avverto:ti do soltanto due giorni per completarlo,e poi non accetterò scuse-gli
disse con voce decisa. Lane sorrise chiaramente sollevato e annuì in un gesto
quasi militare. -Le prometto che rispetterò i termini. Grazie mille
professor Potter-aggiunse prima di correre via superandolo nel corridoio. Al
si voltò,seguendo con lo sguardo la figura di Lane che correndo sparì
velocemente dalla sua visuale:aveva fatto male ad essere troppo tenero? Ma
del resto come avrebbe potuto mostrarsi impassibile dopo tutto vquello che quel
ragazzo aveva passato negli ultimi mesi? Era già tanto che non avesse
abbandonato la scuola per unirsi ad una banda di sbandati... Prima che il suo
cervello riuscisse a staccarsi da quei pensieri,due braccia caddero quasi a peso
morto sulle sue spalle,portando con sè il peso dell'intero corpo e Al non ebbe
neanche bisogno di guardare alle sue spalle per capire chi fosse. Gli bastò
che l'odore di dopobarba gli accarezzasse le narici per capire di chi si
trattasse. -Stai cercando di sedurmi?-domandò continuando a guardare fisso
davanti a sè. -Ci riuscirei?-chiese la voce calda e sicura di Brian,troppo
vicina al suo orecchio destro. Al sorrise e voltandosi finalmente per
incontrare lo sguardo dell'altro,scosse la testa. -Come immaginavo-commentò
il moro,sistemandoglisi al fianco,lasciandogli però un braccio sulle
spalle. Si incamminarono così fra gli studenti e per qualche secondo
restarono in silenzio:dopo quella sera in cui Albus si era presentato a casa di
Brian in cerca di un posto dove passare la notte, nessuno dei due aveva
affrontato più l'argomento. Brian non gli aveva mai chiesto cosa lo avesse
portato lì quella sera,nè Al ne aveva fatto più parola:quella mattina,dopo
averlo ringraziato per l'ospitalità,si erano salutati serenamente come se fosse
normale per loro separarsi la mattina di buon'ora,e quando si erano rivisti al
lavoro avevano continuato a far finta che non fosse successo niente. La
stessa scena si era ripetuta poco dopo,quado Al era tornato a casa,trovando
Scorpius seduto al tavolo della cucina,con una tazza di caffè davanti a sè ed il
giornale fra le mani:il biondo aveva alzato lo sguardo dal giornale quando aveva
sentito il rumore dei passi che si avvicinavano alla cucina e gli aveva chiesto
dove avesse passato la notte e quando Al aveva risposto che aveva dormito da
Lily,questi gli aveva lanciato uno strano sguardo. Era certo che Scorpius non
gli avesse creduto,ma fino a quel momento non aveva fatto ancora nessuna
domanda,nè aveva cercato di affrontare i loro problemi. Al non aveva la
minima idea di dove quel comportamento li avrebbe portati,nè per quanto tempo
avrebbero potuto continuare così,ma non aveva la minima intenzione di cedere per
primo o di cercare un compromesso. -Sai ho deciso una cosa-gli disse Brian
riscuotendolo. Per tutto il tempo aveva continuato a tenergli il braccio
sulle spalle ed insieme si erano diretti verso l'aula di Albus,fermandosi pochi
passi prima dell'uscio. -Cosa?Di non mischiare più gli alcolici?-fece Al
scherzosamente. -Ormai dovresti conoscermi:sai che questa è una promessa che
non vale la pena fare...Non la manterrei. No,ho deciso che questa sera voglio
farti conoscere i miei amici-gli disse. Al si fermò e,di conseguenza,Brian fu
costretto a fare lo stesso. -Come scusa?-chiese Albus cercando di non
mostrare il sorriso divertito che sentiva premere sulle labbra. Come al
solito quell'uomo cercava sempre un modo nuovo per sfotterlo,e divertirsi alle
sue spalle. Brian,un espressione seria in volto,annuì. -Ti ricordi
Justin?Quello che ti ha aperto la porta? Ecco lui è un gran pettegolo,come
tutti i gay,e non ha perso occasione per raccontare di te ai nostri amici comuni
ed ora questi mi stanno rompendo le palle perchè vogliono conoscerti-spiegò
brevemente Brian. -Voglio conoscere me?-chiese ancora incredulo Albus. -E
chi altri sennò?La fottuta fata turchina?-gli domandò scoccandogli un sorriso
ironico che portò il cuore di Albus a saltare un battito. Il moro restò in
silenzio,incerto sul da farsi:che significato aveva quell'invito? Brian stava
cercando di rimorchiarlo e aveva chiesto l'aiuto dei suoi amici? A
vederlo,però,non sembrava il tipo che aveva bisogno di aiuto per convincere un
uomo a infilarsi nel suo letto. -Ma io e te non stiamo insieme...-gli disse a
mezza voce,come per mettere in chiaro quel punto sia con sè stesso che con
Brian. Questi ghignò maliziosamente e si succhiò il labbro inferiore per
qualche secondo,restando in silenzio,gli occhi fissi su di lui. -Io non sono
un tipo da fidanzati,al contrario di te...-rimarcò-Allora verrai?-gli chiese
senza lasciar liberi gli occhi verdi dell'altro. Albus si passò una mano fra
i capelli,cercando di riflettere velocemente. Era curioso,doveva
ammetterlo:lui non aveva mai avuto una comitiva di amici gay,qualcuno con cui
parlare liberamente senza aver paura che l'interlocutore resti scandalizzato o
imbarazzato per i suoi racconti. Le sue uniche compagnie erano Lily e
Scorpius... Già Scorpius...Che scusa avrebbe trovato?- -E che dico a
Scorpius?-domandò rialzando lo sguardo su Brian ed incontrando di nuovo i suoi
occhi castani. L'altro alzò le spalle. -Dì la scusa più vecchia del
mondo:un impegno di lavoro-gli consigliò. Al annuì e,proprio in quel
momento,il suono della campanella segnò l'inizio delle lezioni. -Allora
verrai?-gli domandò Brian,senza accennare a muoversi. Al gli lanciò uno
sguardo veloce,prima di alzare le spalle:ma si al diavolo! In fondo che c'era
di male in una serata fra "amici"? -D'accordo,mi ha convinto. A che
ora?-gli domandò accennando un sorriso. Brian ricambiò il suo sorriso con uno
dei suoi migliori ghigni maliziosi e gli posò una mano sulla spalla
sinistra. -Ci vediamo alle sette e mezza a casa mia. Non fare
tardi,altrimenti rompono i coglioni a me!-gli disse prima di avviarsi
velocemente dalla parte opposta del corridoio. Al lo fissò qualche
secondo,cercando di mettere a tacere quella vocina fastidiosa che continuava a
chiedergli se aveva fatto la cosa giusta. Per una volta voleva pensare solo a
sè stesso.
Da quando Scorpius aveva deciso di aiutarli nel loro
progetto di avere un bambino erano passati soltanto tre giorni,ma a giudicare
dall'atmosfera rilassata e serena che si respirava fra Rose e James,sembrava che
la crisi fosse passata del tutto. Marito e moglie sembravano essere tornati
due adolescenti:entrambi avevano piccole attenzioni per l'altro,fossero queste
la colazione al letto o un piccolo mazzo di margherite di ritorno dal
lavoro;inoltre avevano smesso di litigare per la minima cosa e grazie a
quest'atmosfera idilliaca anche la loro vita sessuale sembrava godere di nuova
linfa. Sia James che Rose non riuscivano a credere a ciò che sarebbe successo
a breve:l'idea che presto,forse più presto di quanto pensavano,sarebbero
riusciti a realizzare il loro sogno,li rendeva felici ed allegri,quasi
fastidiosi. Furono queste le sensazioni che provò Ronald quando,quel
pomeriggio passò dal fratello preoccupato dal fatto che non aveva sue notizie
dall'ultima volta che gli era piombato a casa completamente
sconvolto. Dovette bussare più volte al campanello e quando finalmente James
gli aprì la porta,Ronald notò che aveva i capelli più sconvolti del solito e che
la camicia era male abbottonata. -Ronald!Che sorpresa-lo salutò il
fratello,facendosi da parte per farlo entrare. -Sono capitato in un brutto
momento?-gli domandò-Magari ho interrotto qualcosa?-aggiunse con un sorrisetto
divertito ad incurvargli le labbra. James scosse la testa,abbassando lo
sguardo come faceva sempre quando era imbarazzato. -No,ma come ti viene in
mente una cosa del genere?-gli domandò voltandosi poi verso Ronald, la mano
destra ancora stretta attorno alla maniglia. -La camicia-gli disse il
fratello,indicandola,cercando di non ridere. James abbassò lo sguardo e non
appena si accorse che i bottoni erano nelle asole sbagliate, portò le mani a
slacciare la camicia. Ronnie,rise e si avviò verso il salotto,seguito ad un
passo dal padrone di casa. -Vedo che le cose vanno molto meglio dall'ultima
volta che ci siamo visti-gli disse sedendosi su uno dei braccioli del
divano. James,che nel frattempo aveva finito di sistemare la camicia,si fermò
a pochi passi da lui e dopo qualche tentennamento,annuì,un grande sorriso ad
accompagnare il gesto. -Diciamo che le cose vanno meglio
ora-confermò. Ronald sorrise. La notizia lo rendeva davvero felice:oltre
ad essere suo fratello,Jim era il suo migliore amico, inoltre voleva bene a Rose
e sapere che non se la stessero passando bene,che il loro matrimonio fosse
infelice,lo rattristava. -Quindi siete riusciti a risolvere quel
problema?-chiese ancora,non sapendo bene quali parole usare. Erano due
adulti,due uomini adulti,ma c'era sempre stato un argomento tabù fra di
loro,ovvero i figli e le gravidanze. Ronald aveva sempre avuto
l'impressione che Jim non lo avesse mai veramente perdonato per averlo tagliato
fuori quando aveva saputo della prima gravidanza di Rebecca:nonostante i
rapporti fra loro fossero tesi e le ripetute motivazioni con cui aveva cercato
di spiegare il suo comportamento,era certo che il fratello gli serbasse ancora
rancore per quella confidenza mancata malgrado gli anni passati. Inoltre
durante quei dieci anni,vista la promessa che Jim e Rose avevano fatto ai loro
genitori,quell'argomento era sempre stato un campo minato. Quindi Ronald si
sorprese non poco quando un sorriso incurvò le labbra di James,prima che questi
si passasse una mano sul retro del collo,poco sotto l'attaccatura dei capelli,in
modo rilassato e sereno. -Diciamo che ci stiamo adoperando per
risolverlo...Avevi ragione tu,sai?-aggiunse puntandogli addosso il suo
sguardo. Ronnie alzò gli occhi ed incontrò quelli del fratello,restando per
qualche secondo interdetto dalle sue parole:in cosa aveva avuto ragione? -In
fondo la soluzione era facile,era proprio lì davanti a noi...Adesso mi chiedo
come abbiamo fatto tutto questo tempo a non vederla-continuò James. Il rosso
annuì,concordando con le sue parole,abbassando lo sguardo. -Beh è un
sollievo-commentò sinceramente sollevato. James,che non aveva mai smesso di
guardare il fratello,alzò un sopracciglio,incuriosito dalle sue parole,ma Ronald
scosse la testa. Lui e Rebecca avevano deciso di parlare della terza
gravidanza a tutti i fratelli alla colazione mensile che si sarebbe svolta di lì
a due giorni. -Per la storia di Lily e tutto il resto...-disse sviando
l'attenzione di James dalle sue parole. Il moro annuì e sorrise
nuovamente. -Hai ragione,ora sarà decisamente tutto più
facile-commentò. Ronald puntò lo sguardo ancora una volta sul volto del
fratello e si domandò dove avesse trovato tutta quella calma e quella pace che
sembrava averlo invaso:pochi giorni fa sembrava pronto a mandare tutto
all'aria,ed ora era lì che sorrideva neanche fosse un cretino. Accennando un
sorrisetto ironico per i suoi stessi pensieri,Ronald si alzò e fece un passo in
avanti verso il fratello. -Sarà meglio che vada...Così potrete riprendere da
dove avete interrotto-aggiunse ironico. James rise e scosse la testa,prima di
poggiargli una mano sulla spalla sinistra e accompagnarlo all'ingresso. -Ci
sarete per la colazione sabato?-domandò Jim,sempre un passo dietro il
fratello. -Sai che Rebecca le adora!Non se ne perderebbe una,anche a costo di
presentarsi con la febbre alta- commentò voltandosi verso il fratello
e,contemporaneamente,stringendo la maniglia della porta d'ingresso nella mano
sinistra. James sorrise. -Allora ci vediamo sabato-
Fin da quando erano bambini,era facile per Scorpius
capire se c'era qualcosa che preoccupava o rattristava Luke. Contrariamente a
quanto si poteva dire di sè,l'amico era facile da decifrare,o almeno così
pensava Scorpius. Non c'era stata volta in cui,guardandolo in faccia,non
aveva capito cosa gli passasse per la testa:riusciva ad individuare il suo stato
d'animo,da un sospiro,addirittura da uno sguardo. Era quel genere di
complicità che ogni amicizia sviluppa con il tempo,grazie a mille segreti
condivisi,ai giorni passati gomito a gomito fra quattro mura e che ti portavano
a considerare l'altro non più come un semplice amico ma quasi come un
fratello. Quando,dopo aver aperto la porta,lo aveva visto entrare a passo di
carica in casa,diretto verso il salotto,aveva capito subito che c'era qualcosa
che non andava. -Che ti è successo?Sei venuto qui a lamentarti della tua
mogliettina?-gli domandò,pregustandosi già gli innumerevoli sfottò che avrebbe
fatto all'indirizzo di Mandy,seguendolo nel salotto. Luke si lasciò cadere a
peso morto e si allentò la cravatta,slacciando i primi due bottoni della
camicia. -Hai qualcosa da bere?-gli domandò senza rispondere alla sua
domanda. -Dipende da quello che vuoi-rispose l'altro,fermo al fianco della
poltrona,lo sguardo in basso verso l'amico. Sicuramente c'etrava una donna:se
fosse stata qualche grana al lavoro non sarebbe stato così nervoso,al contrario
avrebbe cominciato ad imprecare fin dal primo istante in cui metteva piede
dentro casa. -Qualcosa di forte,che mi stordisca-fece Luke. -Non è neanche
l'una del pomeriggio-gli fece notare Scorpius. -Da quando sei diventato così
rompiballe?-lo ribrottò l'altro. -Da quando irrompi in casa mia e mi disturbi
mentre sto lavorando!-rispose l'altro con lo stesso tono. Luke si lasciò
andare ad un suono sarcastico,tornando a guardare davanti a sè. -Ah
già,dimenticavo...Ho interrotto la creazione di un nuovo capolavoro!-lo
schernì. Dopo averlo fulminato con lo sguardo,Scorpius si avvicinò al mobile
dei liquori e prese l'intera bottiglia di scotch,inseme con uno dei perfetti
bicchieri di vetro smerigliato che facevano bella mostra di sè sul mobiletto
e,dopo essere tornato sui propri passi,li lasciò cadere entrambi sulle ginocchia
di Luke. -Affogati!- Luke gli lanciò uno sguardo veloce,prima di posarlo
sulla bottiglia;lentamente riempì per metà il bicchiere e poi dopo aver ripetuto
quel gesto una seconda volta,tornò a guardare l'amico che,immobile neanche una
statua,era seduto rigido sul divano bianco,una sigaretta fra le dita della mano
sinistra. Era veramente incazzato...Forse era meglio cercare di rimediare,se
non voleva essere incenerito sul momento. Posò ai suoi piedi la bottiglia e
si schiarì la gola. -Tu frequenti spesso i Weasley?-gli domandò prendendo
alla larga l'argomento. A quella domanda gli occhi di Scorpius furono subito
su di lui,chiaramente curiosi;visto quello che era successo con Alice in
passato,avevano fatto un muto patto:data la nuova vita di Scorpius con i
Potter,era evidente che la sua strada si sarebbe incrociata con quella di Alice
ma,in tutti quegli anni,aveva sempre evitato di fare il suo nome o anche di
nominarla per caso. Sapeva che anche solo fare il suo nome avrebbe portato a
delle domande,e l'ultima cosa che voleva era essere trascinato di nuovo in
quell'inferno che era stata la relazione fra Luke e Alice negli ultimi
mesi. Scorpius sapeva cosa leggere fra le righe di quella domanda:quanto
spesso gli capitava di incontrare Alice? Non molto spesso,pensò fra sè e
sè. Nonostante fossero cugini,figli di due fratelli,il clan Potter aveva
familiarizzato di più con i figli di Ron ed Hermione,forse anche grazie
all'unione di James e Rose,creando quasi un clan esclusivo che estraniava un pò
gli altri parenti. Naturalmente erano affettuosi con gli altri cugini,ma non
c'era la stessa spigliatezza e intimità. Cosa sapeva di Alice? Che era una
bella donna,questo poteva riconoscerlo anche lui. Inoltre sapeva che era una
professionista affermata nel suo campo e che era felicemente fidanzata da quasi
quattro anni con Eric,che Scorpius riteneva un uomo affidabile simpatico e alla
mano...ma forse questo era meglio non dirlo a Luke,almeno per il
momento. -Certo,è inevitabile!Rose è sposata con James,te lo sei
dimenticato?-gli disse sviando accuratamente l'argomento. Luke
annuì,sporgendosi in avanti quel tanto che bastava per permettergli di posare le
braccia sulle ginocchia. -Già è vero...Ma non ti capita mai di vedere gli
altri parenti?Magari durante le feste...- -Viene al punto Luke-disse diretto
il biondo,fissandolo con i suoi occhi glaciali. Era inutile continuare a
girarci intorno. Luke lo guardò per pochi secondi per poi sospirare:ok forse
era meglio giocare a carte scoperte. -Ti ricordi che l'altro giorno ti ho
detto di avere un'appuntamento con un architetto?-gli disse continuando a
divagare. -Vagamente-fece l'altro. Luke annuì. -Forse ne hai sentito
parlare: si chiamano "Lovegood & Johnson"-gli disse portando di nuovo lo
sguardo sul volto dell'amico per carpire ogni suo cambiamento
d'espressione. Capì subito di aver colpito nel segno:Scorpius si irrigidì e
per un brevissimo istante socchiuse gli occhi,mormorando una bestemmia fra sè e
sè. -Cazzo...- -Già...- -Dannazione!Londra è piena di studi
d'archittettura,possibile che sei andato a scegliere proprio quello più
sbagliato?-fece Scorpius,dopo aver dato un tiro alla sua sigaretta. -Credi
che ci sono andato apposta?Mandy ne aveva sentito parlare da una sua amica e non
ha fatto che rompermi l'anima con questa storia finchè non ho ceduto...-gli
raccontò. -Ti prego risparmiami-commentò il biondo mischiando le parole al
fumo. -Fanculo!- Il silenzio calò fra i due amici,dando ad uno il tempo
per riprendersi dalla novità e all'altro per recuperare il coraggio necessario
per andare avanti con le domande. -L'hai vista?-le domandò Scorpius
precedendolo e sorprendendolo. Luke si limitò ad annuire. -Ho appuntamento
con lei questa sera per discutere i lavori per la casa-gli disse
poi. Scorpius aggrottò un sopracciglio,colpito da quelle
parole. -Come?Credo di non aver capito bene-gli disse puntandogli addosso i
suoi occhi indagatori. Luke,per nulla spaventato,ricambiò il suo sguardo ed
annuì. -Si occuperà dei lavori di ristrutturazione della casa in vista del
matrimonio-confermò. Dalle labbra sottili di Scorpius uscì un suono
ironico. -Ma si può sapere che vi prende a tutti e due?Siete due masochisti
per caso?-gli domandò. Possibile che Luke non vedesse quanto fosse pericolosa
quella situazione?Era davvero così idiota da voler rivivere di nuovo tutti i
problemi,il dolore e la rabbia di dieci anni prima? Oppure l'aveva creata
apposta?Magari,incurante delle consequenze voleva lo stesso passare del tempo
con Alice. Quel pensiero lo colpì neanche un freccia conficcata nel
cervello:possibile che dopo dieci anni... No,impossibile! O sì? -No,non
si tratta di questo...Voglio soltanto passare un pò di tempo con lei,sapere cosa
ha fatto in questi dieci anni-fece l'amico. Era la verità:voleva davvero
quelle cose. Ma c'era qualcosa di impalpabile,qualcosa che ancora non aveva
un nome,che non poteva spiegare all'amico... Voleva essere certo che lei
stesse bene,che la sua vita fosse andata avanti malgrado il modo in cui era
finita la loro storia,che era felice e che...che l'odio non le aveva fatto
dimenticare tutto quello che avevano significato l'uno per l'altra. -Questo
posso dirtelo io-ribattè Scorpius. Magari poteva fare una prova...Vedere le
reazioni di Luke... -La vuoi smettere?Che cazzo ti prende?-gli domandò
infastidito dal comportamento dell'amico. -Vuoi portartela a letto?-gli
domandò senza rispondere alla sua domanda. Luke restò in
silenzio. -Avanti!Vuoi farmi credere che non ci hai ancora fatto un
pensierino...E' da quando aveva tredici anni che speri di scopartela,ora che ne
hai l'occasione approfittane!-lo esortò. -Falla finita!-lo rimbrottò
l'amico. Per quale motivo Scorpius stava cercando di farlo
incazzare? -Perchè scusa?L'hai vista no?E' uno schianto!E' molto meglio di
quando aveva tredici anni,e sicuramente ora ha molta più esperienza,ha avuto
tutto il tempo per imparare-continuò imperterrito il biondo. -La
pianti?-disse infastidito Luke. -Magari se ti giochi le tue carte puoi andare
in buca anche stasera...- -PIANTALA!CHIUDI QUELLA CAZZO DI BOCCA!-scattò Luke
alzandosi in piedi senza neanche accorgersene,lo sguardo fiammeggiante sul volto
dell'amico. Scorpius lo fissò con il suo sguardo inespressivo e,lentamente,un
ghigno ironico distese gli distese le labbra sottili. Proprio come aveva
immaginato. -Dopo tutti questi anni?Wow,questa sì che si chiama
fedeltà-commentò ironico. Luke sostenne il suo sguardo per qualche altro
secondo,poi un sospiro uscì a stento dalle sue labbra strette e,stanco,il moro
chiuse gli occhi. Possibile che non potesse nascondere niente a quel
bastardo?
Durante il tragitto che lo portava a casa dal liceo,Albus
non aveva fatto altro che ripassare la "parte" a memoria per essere pronto
quando si sarebbe trovato di fronte a Scorpius. Gli avrebbe detto che quella
sera avrebbe avuto una cena a casa di Sandy,una cena di lavoro, per aggiornarla
sui nuovi sviluppi e pettegolezzi della scuola. Ma quando era tornato a
casa,aveva trovato il compagno nel suo studio,immerso nel lavoro, e quando si
era affacciato sulla porta della stanza per salutarlo e per informarlo,questi
aveva alzato soltanto pochi istanti la testa dal portatile,giusto il tempo
necessario per registrare l' informazione,prima di ritornare al suo
lavoro. Nonostante fosse rattristato dalla mancanza di interesse che Scorpius
mostrava nei suoi confronti,Al si era riscosso cancellando quei pensieri tristi
dalla mente e si era diretto verso il bagno per fare una doccia veloce. Aveva
deciso che niente doveva rovinargli quella serata speciale e così sarebbe
stato. Sotto la doccia si era ritrovato a pensare che quella sarebbe stata la
prima volta,in tutta la sua vita,che sarebbe uscito con un'intera comitiva di
gay;finora la sua cerchia di amici era stata formata esclusivamente dalla sua
famiglia,dai colleghi del liceo e dai colleghi di Scorpius e nessuno di loro
era,almeno dichiaratamente,gay. Quella sera sarebbe stata la sua "prima
volta" e,malgrado non sapesse cosa aspettarsi,era eccitato per la
novità. Indossò un paio di jeans neri che gli fasciavano perfettamente le
gambe muscolose ed i fianchi,ed una camicia color vinaccia che faceva risaltare
ancora di più il colore della sua pelle pallida. Evitò di perdere tempo
dietro ai suoi capelli e si limitò a spazzolarli un paio di volte prima di
dichiarare persa la battaglia,poi indossò la giacca di pelle nera che Lily e Dan
gli avevano regalato lo scorso natale,prese il portafogli le chiavi di
casa,quelle della macchina, e si avvicinò alla porta di casa. Prima di
aprirla,però si voltò e guardò su verso le scale che collegavano i due piani
della casa. -Sy io vado!-lo salutò. Restò immobile,in completo silenzio,in
attesa di sentire anche il più piccolo rumore:gli sarebbe bastato poco,anche lo
scricchiolio di una delle assi del pavimento per correre di sopra dal compagno e
dimenticarsi dell'appuntamento. Ma tutto quello che sentì fu soltanto il più
assoluto silenzio così,con una smorfia amara ad incorniciargli le labbra,girò la
maniglia e aprì la porta. Non gli ci volle molto per arrivare a casa di
Brian;stupidamente aveva pensato che i due appartamenti fossero distanti l'uno
dall'altro,ma quando fermò la macchina sotto il caseggiato dell'altro si accorse
che non aveva impiegato più di venti minuti ad arrivare. Suonò al campanello
e restò in attesa,la schiena appoggiata al corrimano verde che costeggiava i tre
gradini dell'entrata. -Accidenti tu sì che sai che vuol dire
puntualità!-disse una voce. Albus girò la testa verso la voce e sorrise
vedendo il collega,fermo davanti alla porta. Brian era...sesso
ambulante. Dei jeans neri di pelle gli modellavano il corpo senza lasciare
niente all'immaginazione,anzi facendogli intuire che sotto quei pantaloni non
c'era nessun'intimo,una t-shirt senza maniche bianca faceva capolino fra i tre
bottoni sbottonati di una camicia,sempre bianca. I capelli erano sparati in
aria con il gel ad arte,evitando così che la pettinatura fosse volgare o
infantile. A completare il tutto,un cappotto nero,lungo fino alle ginocchia
che l'uomo aveva lasciato aperto. Immediata arrivò la reazione del corpo di
Al alla vista dell'uomo:il cuore gli schizzò in gola e inziò a battere più
velocemente facendogli sentire i suoi battiti nelle orecchie,i palmi delle mani
divennero umidi e,indipendente dalla sua volontà,un'accenno di erezione fece la
sua comparsa nei boxer. Sotto il suo sguardo,Brian
sogghignò. -Cosa?-chiese Albus,schiarendosi poi la gola quando sentì la voce
uscirgli stridula. -Credevo avessi un marito a casa-disse continuando a
guardarlo. -E' così-confermò lui. -Allora perchè ti sei vestito come il
secondo gay più sexy di tutta Londra?-gli domandò scendendo i gradini e
fermandosi accanto a lui. Al aggrottò la fronte e lo guardò per qualche
secondo. -Perchè il secondo?-gli domandò piccato. Cosa gli mancava per
essere il numero uno? -Beh il più sexy sono io-rispose con voce ovvia
Brian. Al lo fissò per due secondi,prima di far uscire dalle labbra uno
sbuffo divertito e scuotere la testa. -Forza andiamo,altrimenti non la
smetteranno più di rompere le palle-gli disse poi mettendogli un braccio sulle
spalle. Quando quei gesti erano diventati abitudinari,normali fra di
loro? -Vuoi andare con due macchine?-gli chiese fermandosi dopo aver fatto un
passo. L'altro scosse la testa. -No,ma guido io...Non sopporto di stare
dalla parte del passeggero-gli spiegò. Al alzò le spalle prima di dargli le
chiavi della macchina. Per alcuni minuti,dopo aver messo in moto la
macchina,entrambi gli uomini restarono in silenzio:Brian era concentrato sulla
guida e Al era perso dietro i suoi pensieri. Iniziava ad essere agitato per
quello che lo aspettava:non conosceva quelle persone,e se si fosse trovato a
disagio o li avrebbe trovati antipatici? O peggio:e se lui non fosse piaciuto
a loro? -Come sono i tuoi amici?-chiese voltandosi leggermente vero
Brian. -Alieni a tre teste...Che cazzo di domanda è?-fece l'altro
ironico. Al tornò a voltarsi e fissò lo sguardo sulla strada davanti a sè:in
fondo era stupido fargli quella domanda,di lì a poco li avrebbe
conosciuti. -Non siamo un gruppo ben definito,anzi ancora adesso non so dirti
come abbiamo fatto a rimanere amici tanto tempo. Prima ho conosciuto
Micheal:eravamo due ragazzini,dovevamo avere dieci undici anni al massimo-iniziò
a dire Brian cogliendolo di sorpresa. Al tornò a voltarsi verso di lui e lo
fissò. -Poi è arrivata Lindsay,che nonostante sia una lesbica non è niente
male,e pian piano sono arrivati Ted,Emmett,Melanie,che è il marito di
Lindsay. Siamo noi il nucleo,i "fondatori" di questo gruppo,gli ultimi
arrivati sono stati Blake,la mogliettina di Ted,Ben che è sposato con Micheal e
Justin-continuò. -Il tuo quasi marito-commentò accennando un sorriso
Albus. -Semmai moglie!-rettificò Brian lanciandogli uno sguardo veloce prima
di tornare a guardare la strada. Al sorrise. -Cosa sanno di me?Cioè sanno
che...-si ritrovò a chiedere curioso. -Che sei piombato a casa mia all'una di
notte?Sì. Quindi danno per scontato che abbiamo scopato-gli disse. Al si
lasciò cadere all'indietro contro il sedile e gemette sconfortato. -Beh è
normale con la mia reputazione-gli fece notare lui. -Ma io ho un
compagno!-gli ricordò Al. Brian sospirò. Ormai erano arrivati nelle
vicinanze del locale,Brian si accorse di un parcheggio poco distante ed iniziò
le manovre di parcheggio. Solo quando ebbe parcheggiato e spense la
macchina,si decise a voltarsi verso di lui e ad incontrare il suo
sguardo. -Cambia qualcosa?- Dopodichè si voltò e aprì la portiera della
macchina,imitato da un ammutolito Albus. Lo vide fare il giro della macchiana
per venire verso di lui e lo vide tendergli le chiavi,che prese
distrattamente:c'era una domanda che gli frullava per la testa... -Tanto per
sapere:quale sarebbe la tua reputazione?-gli chiese voltando lo sguardo verso
l'amico. Ma non ebbe bisogno di nessuna risposta;gli bastò osservare gli
sguardi che Brian attirò e quanti uomini si voltarono a guardargli il
culo. -Lascia perdere ho capito-mugugnò. Brian ghignò e tornò a posargli
un braccio sulle spalle,stringendolo contro di sè. -Non essere geloso
Alby,stasera sono tutto tuo-gli disse avvicinando le labbra all'orecchio
destro. E quasi volesse avvalorare le sue parole,gli posò un baciò sulla
guancia destra che fece partire un brivido lungo la schiena di Al. Ad un
primo sguardo il locale, il "Revolver" gli sembrò la versione babbana del
"Babylon",ma Al si rese conto di non avere un ampio metro di giudizio,in fondo
quello era soltanto il secondo locale gay in cui andava in tutta la sua
vita. -Ci sei mai stato qui?-gli chiese Brian aprendo la porta ed
entrando. Albus scosse la testa,attirandosi lo sguardo sorpreso
dell'altro. -Te l'ho detto non esco molto la sera-ibattè lui. L'amico
ghignò addentrandosi nel locale. -E' proprio vero che il matrimonio è la
tomba del divertimento-commentò. -Smettila!E poi io non sono sposato!-ribattè
Albus. Perchè aveva sentito il dovere di precisarlo? Un uomo di media
statura,con radi capelli castani passò a pochi metri da loro attirando
l'attenzione di Brian. -Ehi Theodore!- Questi si voltò e individuatili fra
la folla venne loro incontro;per tutto il tempo che impiegarono a fare i pochi
metri che li dividevano,Albus sentì su di sè lo sguardo curioso:era cominciata
l'ispezione. A sua volta Al lanciò uno sguardo veloce al volto dell'uomo
notando gli occhi castani dal taglio orientale,il naso dritto e le labbra
sottili. -Eccovi!Pensavamo aveste deciso di darci buca-disse l'uomo rivolto
verso Brian. -Sai come si dice:prima il dovere e poi il piacere-fece
l'altro. -E da quando tu segui questa filosofia di vita?-gli chiese
l'uomo. -Sta zitto Theodore!-ribattè Brian secco. Per nulla seccato o
offeso,l'uomo si voltò verso Al e gli sorrise,tendendogli la mano
sinistra,libera dalla bottiglia di birra. -Tu devi essere il famoso Albus,io
sono Ted.Piacere-gli disse in tono affabile. Al accennò un sorriso e gli
strinse la mano. -Ti prego chiamami Al.E' un piacere anche per me
conoscerti-gli disse sincero. -Sei da solo?-si intromise Brian guardandosi
intorno fra la folla. -Scherzi?Gli altri sono laggiù-disse indicando un punto
lontano nel locale-Nessuno sarebbe mancato a questa serata-commentò
ironico. Brian gli fece una smorfia. -Davvero molto divertente.Avanti
facci strada-aggiunse poi. Fin da quelle prime battute,Al si accorse che al
contrario di come succedeva fra lui ed i suoi amici,dove c'era un rapporto di
parità,lì era Brian che "aveva il comando",o per lo meno così si poteva dire
nell'amicizia con Ted. Seguirono l'uomo verso un'angolo nascosto del locale
dove,ad un tavolo,cinque uomini e due donne erano impegnati in una rumorosa
chiacchierata. -Guardate chi ho rimorchiato sulla pista-disse Ted al
gruppo. Sette teste si voltarono verso di loro e,quasi subito partì la
giostra dei saluti e degli abbracci:con la cosa dell'occhio,Al registrò il bacio
a fior di labbra che Brian scambiò con un uomo dai capelli neri tagliati a
spazzola,con il biondino che ricordava chiamarsi Justin e con una donna dal
caschetto biondo,limitandosi a salutare gli altri con un cenno della
testa. -Ragazzi lui è Albus-disse poi rivolto a tutto il gruppo
presentandolo. -Accidenti ti ricordi ancora il suo nome-commentò una donna
dai capelli castani che le arrivavano fino alle orecchie. -E' già un grande
passo avanti-fece concorde Ted prima di bere un sorso dalla sua
bottiglia. -Beh non poteva certo dimenticarlo,lavorano nello stesso
liceo-aggiunse l'uomo dai capelli neri a spazzola. Terribilmente
imbarazzato,Al restò in silenzio,non sapendo cosa fare o dire per uscire da
quella situazione di empasse,quando improvvisamente sentì due braccia avvolgere
le sue spalle e un torace posarsi contro la sua schiena. Voltò leggermente la
testa verso sinistra e incontrò due occhi neri che lo fissarono
rassicuranti. -Non dargli ascolto tesoro...Sono solo gelose perchè nessuno di
loro,escluso Justin ovviamente, è riuscito a portarsi a letto Brian-gli disse
scoccandogli un sorriso. Al ricambiò il sorriso. -Io sono Al-gli
disse. -Emmett.Piacere di conoscerti tesoro-tornò a posargli il torace contro
la schiena-loro invece sono Micheal,Ben,Blake,Ted,Lindsay,Melanie e Justin-disse
facendo le presentazioni. -Noi ci siamo già conosciuti-disse il biondo
lanciando uno sguardo divertito verso Brian. -Già...Anzi mi dispiace per
essere piombato da Brian così all'improvviso-fece Al sentendo le guance andare a
fuoco al ricordo di quella sera. Per fortuna le luci del locale mascherarono
l'effetto del suo imbarazzo. Tutti si presentarono e,dopo che Brian e Al si
furono tolti i cappotti,Micheal fu spedito al bancone per prendere una birra ed
un Jim Beam. Quando fu di ritorno Al si era già perfettamente inserito nel
gruppo di amici,dimenticando l'ansia e la paura che l'avevano tenuto in ostaggio
fino a pochi minuti prima di entrare nel locale. Dopo alcuni minuti,aveva
scoperto che mentre Ben e Lindsay erano loro stessi insegnanti,lui universitario
lei di storia dell'arte in un liceo,Melanie era un avvocato;Emmett invece era un
wedding planner piuttosto affermato,così come Justin che,dopo la scuola d'arte
era diventato un artista molto quotato al punto da avere una propria
galleria;Ted invece era un contabile,mentre Blake era un assistente presso un
centro di recupero per alcool e droga,ed infine c'era Micheal che possedeva un
negozio di fumetti. -Brian questo ragazzo è dolcissimo,dove lo hai
scovato?-domandò Lindasy,la donna dai capelli biondi. -Dentro l'uovo di
pasqua.E' la mia sorpresa di quest'anno-rispose l'altro ironico. Melanie
mugugnò. -Tesoro promettimi che non ti lascerai traviare da questo
buzzurro-gli disse posando una mano sul polso sinistro di Al. Il moro sorrise
e scosse la testa. -Non credo sia possibile-fece Al,cercando di difendere
l'amico. -Da quanto lo conosci?-chiese Ted. -Qualche settimana- -Allora
i germi Kinney hanno appena cominciato a fare effetto,fra poco diventerai come
lui...- scherzò Micheal. Al accennò una risata. -Fanculo Mike!Adesso ti ci
metti anche tu?-disse Brian seccato. -Andiamo!Da quando sei diventato
permaloso?-chiese Micheal con un sorriso divertito sulle labbra. -Lo è sempre
stato;altrimenti che "drama queen" sarebbe?-si intromise Melanie. -Meglio
essere una drama queen che un camionista come te-ribattè Brian. Osservandoli
Al capì che quello era un copione già scritto,il loro modo di essere amici e,in
un certo senso,si sentì felice che gli avessero permesso di farne parte,anche
solo per una sera. -Hai detto di essere un professore di
letteratura,vero?-gli chiese Ben facendogli riportare l'attenzione al
gruppo. Al annuì prima di prendere un sorso dalla sua pinta di
Guinness. -Quindi ti capita spesso di avere a che fare con ragazzi svogliati
e totalmente disinteressati a quello che stai dicendo?-gli domandò ancora. Al
sorrise:istantaneo alla memoria gli era tornato il ricordo di quando lui e
Scorpius avevano iniziato le ripetizioni. Era lampante che il giovane Malfoy
non voleva trovarsi lì con lui...Pensare adesso a cosa avevano portato quelle
ripetizioni lo riempiva di tenerezza e allo stesso tempo di
tristezza. Annuì,cercando di liberarsi di quel senso di malinconia. Ben si
voltò verso Micheal e vide che l'uomo aveva seguito la loro
conversazione. -Sarebbe perfetto per Hunter-disse infatti
questi. -Vorreste mandarlo in pasto a quel teppista?-chiese Brian. -Brian
piantala!Hunter non è un teppista,lo sai!E' solo un adolescente!-ribattè Micheal
con fermezza. Al aggrottò la fronte guardando ora Brian ora Micheal. -Chi
è Hunter?-chiese in un momento di silenzio. -Nostro figlio-rispose
Ben. Quelle parole lo colpirono neanche una stilettata. Perchè anche
quando cercava di godersi una tranquilla serata il discorso tornava sempre ai
bambini? -Ha sedici anni ed è un teppista!-commentò Brian. -La vuoi
piantare?-lo rimbrottò di nuovo Micheal-Per te è facile parlare:Gus ha soltanto
quattro anni!Voglio vedere che farai quando sarà grande- -Gli regalerò una
scatola di preservativi e gli parlerò dei piaceri del sesso omosessuale-rispose
pacato Brian. -Sì come no...Credi veramente che te lo lascerei fare?-chiese
Lindsay intromettendosi nel grande discorso. -Non metterti a fare la
bacchettona:i privilegi di avere un padre gay e una madre lesbica sono proprio
questi. Libertà assoluta e mancanza di assurdi stereotipi-commentò Brian
guardando l'amica. Mentre il discorso andava avanti,Al si ritrovò ad essere
sempre più distaccato,quasi un fumo grigio lo stesse avvolgendo separandolo dal
resto della compagnia. Aveva serrato entrambi le mani a pugno e,senza che se
ne accorgesse si era trovato a serrare la mascella cercando di contenere una
rabbia che era nata inaspettatamente. -Scusatemi- Nello stesso istante in
cui quella singola parola uscì dalle sue labbra,schizzò in piedi allontanandosi
velocemente dal tavolo e facendosi largo fra la folla per arrivare
all'uscita. Aprì la porta del locale e si tuffò in strada,facendo qualche
passo verso destra costeggiando ancora il locale,senza neanche guardare dove
stava andando. Cosa c'era di sbagliato in lui? Perchè tutti sulla faccia
della terra,etero e omosessuali sembravano impegnati a ripopolare il mondo e lui
era costretto a restare in un angolo a guardare? Era arrabbiato,no peggio,era
incazzato! Poche volte nella sua vita si era sentito così impotente e
furioso. -Al...- La voce alle sue spalle lo fece voltare e si ritrovò
faccia a faccia con Brian. -Va tutto bene Alby?-gli domandò fissandolo con
aria attenta. Al sbuffò dalle narici e scosse la testa. -No,non va bene
affatto- -Che succede?I ragazzi hanno detto qualcosa che ti ha
infastidito?-gli chiese ancora il moro. Al scosse ancora la testa,prima di
allontanarsi i capelli dalla fronte. -Tu hai un figlio- Brian lo guardò
sorpreso da quelle parole e annuì. -E così anche Ben e
Micheal-continuò. Di nuovo l'altro annuì. Una risata amara uscì dalle
labbra di Al,facendo aggrottare la fronte di Brian. -Tu hai un figlio,Ben e
Micheal hanno un figlio,mia sorella è incinta,mio fratello ha due figli e
probabilmente non si fermerà qui,ed infine il mio amatissimo fratellino...-disse
con la voce più risentita che l'altro gli avesse mai sentito finora-Che ha
rovinato la mia vita-aggiunse a mezza voce. Al fissò per qualche secondo il
marciapiede,non sapendo come gestire la rabbia che sentiva dentro. Quando
rialzò lo sguardo si accorse distrattamente che Brian era più vicino. -Ti si
è risvegliato il desiderio di maternità?-chiese stuzzicandolo
Brian. -Fanculo!- -Magari più tardi.Qual'è il vero problema qui?-domandò
ancora l'uomo. Al sospirò. -Non potresti capire-mormorò. Brian fece un
altro passo e si ritrovò davanti a lui,pochi metri a separarli e,volendo
annullare del tutto quella distanza,allungò un braccio e gli accarezzò i capelli
sconvolti. -Mettimi alla prova- Al fissò i suoi occhi castani qualche
secondo prima di tornare ad abbassare lo sguardo. -Mio fratello ha chiesto al
mio compagno di aiutarlo ad avere un figlio...e lui ha accettato-disse
riassumendo al minimo la storia. -E allora?Qual'è il problema?-gli chiese
Brian cercando di capire cosa infastidisse così tanto Al. -Qual'è il
problema?Vediamo un pò:che lui abbia accettato,che non mi abbia consultato
affatto prima di prendere questa decisione,che da undici anni continui a dirmi
che non vuole fare una famiglia con me,non lo so scegli tu!-disse rialzando la
voce. Brian affondò lo sguardo nei suoi occhi smeraldini e restò qualche
istante in silenzio,prima di poggiare entrambe le braccia sulle spalle del
ragazzo. -E' per questo che hai accettato il mio invito questa sera?Per
ripicca?-gli chiese con voce seria. Al ricambiò il suo sguardo e dopo qualche
incertezza decise di essere sincero. -In parte. L'ho fatto soprattutto
perchè volevo passare una serata senza pensieri,con gente nuova...E poi perchè
mi andava di vederti-aggiunse quasi fosse una motivazione marginale. Sapeva
che non doveva dirlo,che quelle parole potevano essere male interpretate,ma
perchè mentire? Il silenzio che si creò fra di loro sembrò
cristallizzarsi,isolandoli dai passanti,ma durò soltanto pochi secondi prima
che,inaspettatamente,le labbra di Brian si posarono sulle sue.
Salve a
tutti!!!!
Come
state?Mi volete ancora bene dopo questo capitolo?
So che vi
aspettavate di vedere l'incontro fra Luke e Alice,ma ho preferito spostarlo nel
prox capitolo perchè sn ancora indecisa su qllo che succederà fra di loro(ho
varie idee),ma v prometto che l'attesa sarà ripagata...
Nel
frattempo:Albus e Scorpius.
I nostri
sembrano sempre di + due pianeti discordanti,ma l'indifferenza ed il mutismo nn
possono certo durare in eterno,cs sta x arrivare il momento di un
chiarimento,almeno del primo di una lunga serie.
Ringrazio
tutti coloro che leggeranno e recensiranno questo capitolo e chiedo scusa x
eventuali errori di ortografia.
Il titolo
del capitolo è preso da una canzone omonima dei Baustelle,mentre la frase in corsivo è
tratta da "Cin Cin" sempre
dei Baustelle.
E ora i
ringraziamenti:Sweey(Ti fidi
ancora di me,vero?Anke se nn sai tutte le mie intenzioni,sai che questa è solo
la prima fase del processo "Svegliamo Scorpius".Il nostro biondino ha iniziato a
subodorare qlcsa,ma nel prox capitolo c sarà un primo
match...Preparati!),Kikka15(Sono curiosa di sentire la tua idea sulla voce nel telefono!Per
quanto riguarda Al e Scorpius siamo solo all'inizio,ma visti i
presupposti,allora tira davvero aria di tempesta...),Lotti_(Quello che Al sta attraversando
nn è ancora molto chiaro,anche se lui ha cercato di spiegarlo a Brian,ma ha
tutto l'aspetto di un rifiuto,e cm vedremo + avanti si scaglierà nn sl contro
Scorpius;quindi in qst periodo di confusione,è normale che lui veda in Brian la
sola persona "normale" che conosce,indipendentemente dal fatto che Brian stia
cercando di portarselo a letto...P.S.Sai che ormai ho anche io lo stesso
problema?Adoravo "Il Mago di oz" ed ora nn riesco + a guardarlo senza
ridacchiare cm una deficiente!),Angel_SG(Sn contenta di averti risollevato un pò il morale!Nn è contro
Dan,ma è qlcs che lo riguarda personalmente e che ovviamente coinvolgerà anche
Lily;hai ragione:Jim e Rose sn stati davvero ignoranti chiedendo a Sy di essere
il loro donatore senza neanche parlarne prima cn Albus,ma cm ho detto +
volte qst volta hanno deciso di essere egoisti,senza accorgersi di essere
davvero tr egoisti),Luthien241(Eh
già,l'ho scelta apposta cs da far capire ai neofiti cm mai Brian sia "l'uomo che
tutti vogliono".Dai sn curiosa di sapere a chi avevi pensato:chi è x te la voce
nel telefono?),Misfatta88(Si dice che dp la pioggia viene sempre il sereno...uff allora noi
dovremmo aspettare il passaggio dei monsoni prima di rivedere uno spiraglio di
luce fra le nuvole...),Moon9292(Benvenuta!E grazie x i complimenti!Ti prometto che farò del mio
meglio, anxi sn sicura che x cm ho in mente la storia alla fine sarai ancora +
innamorata di qst coppia).
Bene x il
momento è tt,io vi saluto e vi do appuntamento al prox
capitolo...
"Breakfast at Potter's"
Baci,Eva.
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Capitolo 7 *** Breakfast at Potter's ***
Non era la prima volta che le
succedeva. Durante i primi tempi della sua partenza da Hogwarts,tutte le
mattine l'immagine di Luke era davanti ai suoi occhi. Per un brevissimo
istante lo vedeva davanti a sè,mentre era ancora con la testa sul cuscino,quasi
come se lui volesse farle compagnia nonostante la lontananza,anche soltanto per
pochi istanti. Bastava un battito di palpebre per far scomparire la sua
immagine e riportala alla realtà. Non aveva mai immaginato che,dopo sei anni
dall'ultima volta che le era capitato,l'immagine di Luke sarebbe tornata a
"farle visita". Ma non aveva mai neanche creduto di rincontrarlo. Sapeva
che la sua era una convinzione sciocca e quasi infantile,ma del resto vivevano a
Londra,una città con milioni di persone in cui era facile perdersi di vista,come
poteva immaginare che le loro strade si sarebbero incontrate di nuovo? Sbattè
le palpebre e l'immagine di Luke,dell'uomo adulto che poco aveva del ragazzo che
aveva amato,sparì. Con un sospiro Alice si rigirò nel letto,chiedendosi
perchè non era altrettanto facile farlo sparire dalla sua vita. Di certo non
le sarebbe bastato un battito di ciglia...Ma in fondo era quello che
voleva? Ripensò alla serata precedente,ai loro discorsi,al comportamento
dell'uomo e al suo,e si chiese e farlo sparire di nuovo dalla sua vita era
quello che veramente voleva. Luke era fidanzato,stava per sposarsi,e anche
lei aveva accanto un uomo che l'amava e che se solo glielo avesse chiesto
l'avrebbe sposata quello stesso giorno. Ma Eric non sarebbe mai stato
Luke. "Ricordo ancora quali sono le nostre stelle" Non poteva negare che
quelle parole le avevano fatto piacere,che le avevano fatto scendere un brivido
lungo la schiena. Aveva pensato per anni che lui l'avesse rimossa
completamente dalla sua vita,quasi non si fossero mai incontrati,invece quella
frase le aveva dimostrato il contrario. Ma del resto sapevache non poteva
fidarsi delle parole di Luke:già in passato l'avevano fatta sentire al settimo
cielo,facendole toccare una felicità che non aveva mai pensato esistesse per poi
farla scontrare con la realtà. Se una storia è troppo bella per essere
vera,allora non era reale. Abbracciò il cuscino e cercò ancora una volta di
allontanare il pensiero di Luke,di iniziare una nuova giornata come tante altre
prima del loro nuovo incontro. Ma non riusciva a dimenticare la sera
precedente...
Quando aveva sentito bussare alla
porta del suo ufficio non aveva avuto dubbi su chi si
trattasse. -Avanti-aveva detto cercando di dare un tono fermo alla sua
voce. Era stata in tensione tutto il giorno chiedendosi cosa sarebbe successo
una volta che fossero rimasti soli,facendo mille idee e ipotesi che lei stessa
riteneva assurde. Si era imposta di sembrare indifferente,di trattarlo come
uno dei tanti clienti per cui lavorava:era una professionista,una delle migliori
e non poteva permettersi di mostrarsi vulnerabile o impacciata. Era soltanto
lavoro. Restò con lo sguardo sulla porta osservandola mentre si apriva e lui
comparve sulla soglia,poi lanciò un velocissimo sguardo all'orologio che era
sulla sua scrivania:le sette e mezza precise. In perfetto
orario. -Ciao-l'aveva salutata lui,ancora fermo sulla porta,le lunghe braccia
che ricadevano sui fianchi. Alice aveva alzato di nuovo lo sguardo sul suo
viso e immediatamente si era accorta che era in imbarazzo:avrebbe fatto bene a
sfruttare quel vantaggio. -Ciao-aveva detto-Accomodati-aggiunse indicandogli
una delle sedie oltre la scrivania. Nel breve lasso di tempo,pochi
secondi,che servirono a Luke per entrare,chiudere la porta alle proprie spalle e
sedersi sulla sedia,Alice lo scrutò:era cambiato,non era più il ragazzo che
conosceva. Era chiaramente diventato uomo. A giudicare dal taglio elegante
del vestito grigio,aveva mantenuto intatto l'amore per le cose costose ed
eleganti;tutto in lui mostrava un accuratezza nei particolari,a cominciare dalle
unghie curate per finire alla massa di capelli neri ricci tenuti sotto controllo
dal gel. Osservò la barba simmetrica che gli copriva il mento e che si
congiungeva alle basette,la pelle color dell'ebano liscia e senza la minima
imperfezione. Quell'uomo avrebbe fatto invidia a molte molte donne per la sua
bellezza... Soltanto quando si fu seduto di fronte a lei,Alice si azzardò ad
incontrare il suo sguardo:i suoi occhi erano gli stessi,verdi e brillanti come
un tempo. Quante volte quegli occhi l'avevano guardata con amore? Scacciò
quel pensiero dalla sua mente e rimase in silenzio alcuni istanti,non sapendo
bene cosa dire per cominciare il discorso. Luke aveva acavallato le gambe e
si era lasciato andare contro lo schienale della sedia,in attesa. Sarebbero
potuti rimanere in silenzio per ore,lo sapevano entrambi,ma Alice ricordò a sè
stessa di essere una professionista. "E' solo lavoro!"ricordò a sè
stessa. -Credo che le congratulazioni siano d'obbligo-gli disse con voce
calma e controllata. Luke la fissò,chiaramente sorpreso da quella frase,poi
lei lo vide rilassarsi e accennare un sorriso. Uno di quei sorrisi maliziosi
che le aveva indirizzato spesso e che le facevano tremare le gambe. -Non fra
di noi...Sappiamo entrambi che avrei evitato questo matrimonio ancora per molto
tempo se ne avessi avuto l'opportunità-le disse,giocando la carta della
sincerità. Alice restò immobile,in silenzio. -Di solito quando si tratta
di queste cose,i mariti dileguano e lasciano fare tutto alle mogli-gli disse
sinceramente curiosa del perchè fosse lui ad occuparsi della ristrutturazione
della casa. -Oh beh,Mandy non è una donna come tutte le altre...E'
completamente coinvolta nel suo lavoro,da non poter dedicare tempo prezioso a
sciocchezze simili-le spiegò. Mandy...Sentirlo pronunciare il nome di quella
che sarebbe diventata sua moglie di lì a poco le fece uno strano effetto:prima
di allora non lo aveva mai fatto. Ma ora le cose erano diverse...Tutto era
diverso. I loro occhi si incontrarono per qualche secondo,facendo sentire di
nuovo ad Alice quel calore che credeva dimenticato. Soltanto Luke sapeva come
farla sentire a disagio soltanto per uno sguardo... -Avete già in mente
qualche idea?-gli domandò,usando il prurale di proposito per ricordare a sè
stessa per la millesima volta qual'era il motivo che li aveva fatti
rincontrare. Un sorriso accennato le incurvò le labbra per poi sparire
velocemente,quando si accorse di averlo colto di sorpresa ancora una
volta. -No,nessuna-rispose. -Vuoi che ti mostri qualcuno dei miei
lavori,così magari ti fai un idea di come lavoro?-gli domandò allungando
d'istinto la mano sulla scrivania per prendere alcuni dei bozzetti su cui aveva
lavorato quella mattina. Ma si bloccò quando lo vide scuotere la testa. Lo
fissò incredula e questa volta toccò a lui sorridere. -Non importa. Ti
lascio piena libertà-le disse. -Come scusa?- Luke la fissò in
volto,cercando le parole giuste per spiegarle ciò che l'aveva spinto a prendere
quella decisione. -Tu mi conosci,sai quali sono i miei gusti e sono sicuro
che farai un ottimo lavoro-le disse seriamente convinto di quello che
diceva. Alice alzò un sopracciglio,colta del tutto impreparata da quelle
parole. Nessuno dei suoi clienti le aveva mai detto una cosa simile,neanche
Rose le aveva lasciato libertà assoluta quando si era occupata della sua
casa! Perchè? -Hai dimenticato Mandy...E se i miei gusti entrassero in
contrasto con i suoi?So per esperienza che le future spose sanno essere molto
suscettibili-gli fece notare ricordando ad entrambi la presenza di una terza
persona. Dell'eterno terzo incomodo,anche se questa volta la situazione si
era capovolta:ora l'intrusa era lei. Luke le scoccò uno mezzo sorriso ironico
prima di cercare i suoi occhi. -Te l'ho detto,lei non da importanza a queste
cose...E poi io mi fido di te-aggiunse senza allontanare gli occhi dai
suoi. Alice serrò le labbra,quasi volesse impedire a quelle parole di
attecchire dentro di lei e far crescere di nuovo la speranza. Annuì con un
gesto quasi militare e prese fra le mani la propria agenda. -Prima di
prendere qualsiasi decisione devo vedere la casa. Ho dato un'occhiata ai
progetti di Justin...- -Justin?-chiese l'uomo colpito da quel nome. Lei
annuì di nuovo ed alzò gli occhi su di lui;capì subito che quel nome gli era
famigliare,che aveva fatto suonare un allarme nel cervello dell'uomo. In
fondo per mesi lo aveva considerato la sua nemesi,l'amante da
sconfiggere. -Quel Justin?-domandò infatti. Ancora una volta lei annuì:non
gli aveva mai spiegato il vero legame che c'era fra lei e Justin, non ne aveva
avuto il tempo,e non lo avrebbe certamente fatto ora. Poteva credere quello
che voleva,ormai non le interessava più. Ma come aveva fatto a non notare il
collegamento quando li aveva visti nellostesso studio,pochi giorni
prima? -Come ti stavo dicendo,ho visto i progetti di Justin,ma ho bisogno di
vedere com'è realmente la casa,i muri i pavimenti,per sapere come posso
muovermi... Di solito gli appuntamenti li prende la mia segretaria,ma se per
te va bene possiamo fare mercoledì mattina,magari verso le undici-disse
rialzando lo sguardo sul suo viso e accorgendosi che la sua mente era
altrove. -Hai sentito quello che ho detto?- -Perchè lavori con lui?-le
domandò rialzando lo sguardo su di lei. Lei fece uno sbuffo ironico e si
lasciò andare all'indietro sulla sedia. -Perchè non dovrei?-gli domandò lei a
sua volta. Forse non sapeva cosa rispondere o forse non voleva litigare la
prima volta che si rincontravano dopo anni,ma Luke restò in silenzio,così Alice
decise di far cadere l'argomento e tornò a prendere l'agenda. -Allora ti va
bene mercoledì alle undici?-gli chiese di nuovo. L'uomo
annuì. -Quindi...tu e lui avete continuato a vedervi per tutti questi
anni- Alice richiuse l'agenda e lo guardò in silenzio:riusciva quasi a vedere
che collegamenti stava facendo la sua mente in quel momento:lei e Justin
lavoravano insieme,erano insieme dopo tutto questo tempo,quindi dovevano per
forza essere una coppia. -E' un amico di famiglia,era inevitabile-gli disse
senza concedergli altre informazioni. Luke annuì di nuovo,quasi stesse
incamerando le sue parole. -Capisco...-disse a mezza bocca. Dopodichè il
suo sguardo si posò sull'orologio che aveva al polso sinistro e,datogli
un'occhiata veloce,tornò a guardarla. -Beh sarà meglio che vada...Ti ho
trattenuto anche troppo-le disse alzandosi in piedi. Alice seguì il suo
esempio e uscì da dietro la scrivania per accompagnarlo alla porta. -Allora
come funziona,ci vediamo qui oppure direttamente alla casa nuova?-le domandò
stranamente impacciato mentre si avviava verso la porta. Cercando di
trattenere un sorriso divertito Alice lo seguì. -Vediamoci direttamente lì
alle undici...Mi sembra stupido fare avanti e indietro fra lo studio e il tuo
appartamento- Improvvisamente Luke si voltò,cogliendola di sorpresa:ora erano
faccia a faccia e Alice potè vedere chiaramente la confusione che aleggiava sul
volto dell'uomo. Alice,non sapendo cosa dire o cosa fare,restò immobile in
attesa che fosse lui a parlare. Sentiva il suo sguardo fisso su di sè,quasi
volesse marchiarla o farle riprovare di nuovo le sensazioni di un tempo. -Io
non ho dimenticato...-disse poi. Qualsiasi cosa avesse detto sarebbe stata
causa di problemi,lo sapeva,quindi Alice preferì continuare a tacere. Perchè
si divertiva a torturarla?Perchè non poteva comportarsi in modo adulto e maturo
come stava cercando di fare lei fin da quando lui aveva messo piede nel suo
ufficio? Che senso aveva rivangare il loro passato? -Ricordo ancora quali
sono le nostre stelle- Il cuore di Alice perse un battito. Anche lei le
ricordava:riusciva ancora ad individuarle in mezzo alla volta celeste nonostante
la sua scarsa conoscenza di astronomia. Ma riportare a galla quei ricordi non
avrebbe cambiato niente... -Si è fatto tardi,è ora che tu vada-gli disse con
la voce più calma e controllata che riuscì ad avere. Luke la guardò qualche
altro secondo prima di annuire e voltarsi di nuovo verso la porta. -A
mercoledì-la salutò. L'attimo dopo era sparito.
Improvvisamente le
telefonate erano cessate. Al loro posto erano iniziate le lettere. Una al
giorno,alle volte anche due. Tutte indirizzate a Daniel che puntualmente si
rifiutava di aprirle e le bruciava subito dopo aver visto il mittente. Lily
non era mai riuscita ad intercettarne una,anche per colpa dei gufi che le
beccavano le dita ogni volta che tentava di prendere una lettera al posto del
marito. Era stato inutile anche chiedere spiegazioni a Dan:l'unica volta in
cui aveva provato a farlo si era sentita rispondere che erano lettere di un
vecchio compagno di Accademia che lui non aveva intenzione di
rincontrare. Dan non era mai stato capace di mentire,almeno non con
lei,quindi Lily aveva capito subito che quella era una bugia. Così la lite fu
inevitabile quando,si stavano preparando per la colazione da Albus, era stata
recapitata l'ennesima lettera. -Un giorno ti deciderai a dirmi cosa mi
nascondi?-gli chiese lei cercando di non caricare il tono di voce con la rabbia
che provava. Verso Dan,il suo silenzio,quella lettera e anche verso il
dannato gufo che l'aveva consegnata e che ora era appollaiato sul suo armadio in
attesa. Lui aveva bruciato anche quella busta davanti a lei,quasi volesse
dimostrarle che non c'era nessun segreto,e poi aveva alzato lo sguardo su di
lei. -Non ti sto nascondendo nulla- Un suono ironico era uscito dalle
labbra di Lily prima che,con un movimento aggraziato si avvicinasse al comò per
prendere la spazzola. Dallo specchio riusciva a vedere la figura di suo
marito,i suoi occhi fissi su di lei,ma dopo un veloce sguardo allontanò gli
occhi. -Lily...-iniziò Daniel. -Credi che io sia stupida?-gli domandò
voltandosi verso di lui con le spalle rivolte verso il mobile,la spazzola ancora
stretta nella mano sinistra. -Non l'ho mai pensato-rispose lui. -Allora
non trattarmi come se lo fossi. Lo so che sta succedendo qualcosa,lo capirei
anche se non ci fossero le telefonate e le lettere...- -Ti ho spiegato già
che...-ribattè lui. -Cosa?Che sono tutte di un tuo vecchio amico?Beh è
davvero troppo insistente per essere un semplice amico-lo interruppe ancora
Lily. Non le piaceva la piega che stava prendendo quella conversazione,non
era così che si era immaginata quella scena,ma ovviamente non poteva negare che
tutta quell'insistenza,unita alle telefonate mute ogni volta che era lei a
rispondere le avevano fatto venire qualche dubbio,l' avevano portata a farsi
delle domande. Il volto di Daniel si cristallizzò in una smorfia di
rimprovero:era chiaro che avesse capito le insinuazioni nascoste nelle parole
della moglie. -Che vorresti dire con questo?-le domandò infatti con voce
dura. Lily sostenne qualche istante il suo sguardo prima di girarsi
leggermente verso il comò e posarvi sopra la spazzola. Era meglio lasciar
perdere,far cadere l'argomento:avevano un appuntamento con i suoi fratelli e
l'ultima cosa che voleva era far capire a tutti che lei e Daniel erano nel bel
mezzo di una lite. -Sarà meglio andare o rischiamo di...-disse senza
guardarlo. -Che volevi dire?-ripetè con lo stesso tono duro Daniel,muovendosi
verso di lei. Sospirando profondamente Lily alzò la testa e fissò il volto
del marito,sostenendo il suo sguardo. -Quelle lettere sono di una donna,lo
so,è inutile che continuiamo a raccontarci bugie...- -Perchè non me lo
chiedi?-la incalzò Daniel. -E' cominciato tutto quando ti ho detto di essere
incinta...-gli disse ancora lei,in confusione. -Perchè non mi chiedi se preso
dal panico ho iniziato a scopare in giro?-le chiese ancora. Lily lo fissò
qualche secondo in volto senza trovare il coraggio per dare una risposta:saèpeva
che non lo aveva fatto. Conosceva Daniel fin da quando erano ragazzi,era
l'uomo che aveva sposato e il padre di suo figlio...Lo conosceva e sapeva che
non avrebbe mai potuto farle una cosa del genere. Ma non riuscì a
dirglielo. Abbassò lo sguardo e sospirò. -Stiamo facendo tardi...Sai che
Al non sopportase arriviamo in ritardo-gli disse senza guardarlo. Per qualche
minuto sentì ancora su di sè lo sguardo iroso di Daniel,ma l'uomo non disse più
nulla. Si allontanò da lei e le voltò le spalle,uscendo dalla camera da letto
con pochi lunghi passi, lasciandola da sola con le sue paure e le sue
domande.
Non aveva idea di che ore
fossero,ma istintivamente sapeva che era tardi. Si mosse leggermente sul
materasso mandando il braccio a scontrarsi contro un mobile che non ricordava
mai esserci stato. Da quando dormiva a destra? E come mai riusciva a
sentire fin in camera da letto il rumore della caffettiera e delle tazze,quando
la sua cucina era al piano di sotto? Aprì lentamente gli occhi e per qualche
istante la sua vista fu annebbiata:unita alla gola secca e al leggero mal di
testa che gli martellava le tempie,Albus capì che la sera precedente doveva
esserci andato giù pesante con l'alcool. Si strofinò gli occhi con due dita
borbottando,prima di provare di nuovo a mettere a fuoco l'ambiente intorno a
sè. Fu allora che capì di non essere a casa sua. Era nell'appartamento di
Brian. Si mise a sedere lentamente e sotto di sè vide il divano bianco su cui
aveva dormito quella notte:come era arrivato lì? -Guarda guarda chi è tornato
fra noi!-disse la voce di Brian alle sue spalle. Al voltò la testa verso la
voce e lo vide dietro il bancone della cucina,accanto all'angolo cottura, una
tazza di caffè nella mano destra,con indosso soltanto un paio di blue jeans che
avevano visto giorni migliori. -Ciao...come ho fatto ad arrivare fin qui?-gli
domandò passandosi una mano fra i capelli neri sconvolti più del solito. -Ti
ci ho portato io. Ieri sera avevi bevuto troppo e non volevi farti vedere in
quello stato dal tuo maritino...-gli disse,le labbra nascoste da una tazza
rosse. -Non è mio marito-lo corresse automaticamente l'altro. Non riusciva
a ragionare razionalmente però le capacità intellettive per ribattere a quel
commento le aveva trovate subito,eh? Brian alzò le spalle,totalmente
indifferente. -Quello che è...Comunque,le lesbiche si erano offerte di
ospitarti da loro,ma sapevo che ti saresti sentito in imbarazzo una volta
passata la sbronza,così ho pensato di portarti qui visto che non è la priva
volta che ti fermi a dormire-gli spiegò brevemente. Al annuì,la mente lontana
persa dietro il ricordo che si stava facendo spazio velocemente nella sua
mente:un bacio. C'era stato un bacio la sera prima fra lui e Brian...Un bacio
anche parecchio eccitante se non ricordava male. Portò gli occhi confusi ad
incontrare quelli neri dell'uomo e lo fissò qualche secondo:che era successo
quando erano arrivati a casa?Anzi,che era successo dopo quel primo bacio?Perchè
non riusciva a ricordare niente? -Io e te...ecco insomma...abbiamo...è
successo...-gli domandò chiaramente in imbarazzo. Brian ghignò malizioso e
posata la tazza sul piano di marmo grigio del mobile si sporse in avanti su
questo,poggiandovi sopra entrambe gli avambracci. -Non dirmi che non te lo
ricordi...Abbiamo scopato tutta la notte! Hai detto che è stata la scopata
più bella della tua vita-gli disse serio.
Al lo guardò per qualche
secondo,indeciso se credere o meno alle sue parole,prima di scuotere la
testa. -Piantala!-ribattè. Brian ridacchiò e tornò a sistemarsi in
posizione eretta. -Ok,è vero,era una balla…Ti va un po’ di caffè?-gli domandò
cambiando argomento. Caffè:probabilmente lo avrebbe aiutato a
svegliarsi. Annuì e nello stesso tempo,si alzò in piedi,posando sul divano la
coperta che aveva avuto addosso durante la notte. Lo osservò muoversi nella
propria cucina avvicinandosi con passo incerto all’angolo cottura e sedersi ad
uno degli sgabelli accanto al bancone grigio. -Quindi mi hai lasciato dormire
da solo sul divano?-gli domandò riprendendo il discorso principale. Al colse
un sorriso accennato sul volto di Brian,che ora era di nuovo voltato verso di
lui,con una tazza bianca stretta nella mano sinistra. -Non sapevo ci saresti
rimasto così male altrimenti non mi sarei fatto scrupoli-scherzò posando lo
sguardo sul viso del moro. Albus prese un sorso dalla propria tazza e restò
in silenzio ricambiando lo sguardo. C’erano tante cose che voleva
chiedergli,ma stranamente si trovava a proprio agio in quel silenzio,al
contrario dei silenzi che ora sempre più di frequente caratterizzavano la sua
relazione con Scorpius. -Quindi è finito tutto con quel bacio?- gli chiese
curioso. Brian annuì. -Sei voluto tornare dentro per scusarti con gli
altri,e abbiamo ricominciato a bere e a parlare come se non fosse successo
nulla-rispose brevemente Brian. -Mi piacciono i tuoi amici-fece Albus
sincero. L’altro annuì. -Anche tu piaci a loro:Mel e Lindz pensano che
sarai la persona che mi farà mettere la testa a posto,ma non so quanto possono
essere attendibili quelle due…Hanno detto la stessa cosa anche di Justin-gli
disse con altrettanta sincerità. Al sorrise,mettendo giù la tazza,tornando a
fissare gli occhi nocciola dell’uomo. C’era qualcosa in quegli occhi che lo
attirava neanche fossero due calamite,che gli impedivano di togliere lo sguardo
da quello di Brian. Si ritrovò a chiedersi se era l’unico ad incantarsi in
quegli occhi… Il suono del suo cellulare lo riscosse,portandolo a muovere lo
sguardo attorno a sé alla ricerca del telefono. -E’ sul tavolino di fronte al
divano-lo informò Brian. Al si mosse veloce verso il telefono,ma quando vide
il nome sul display si bloccò:Scorpius. Era furioso perché non era tornato a
casa?Era preoccupato per il suo silenzio? Preso un respiro profondo,attivò la
comunicazione. -Ehi-lo salutò cercando di avere un tono casuale. -Hai
dimenticato che oggi c’è la colazione con i tuoi fratelli?-gli domandò Scorpius
con il suo stesso tono di voce. Cazzo! Lo aveva completamente
dimenticato! Oltretutto la colazione doveva essere a casa sua questo
mese,quindi doveva anche sbrigarsi a tornare a casa:Scorpius non sarebbe stato
capace di cucinare qualcosa neanche ne andasse della sua sopravvivenza. -No
certo che no-mentì. -Saranno qui fra un ora-gli ricordò ancora
l’altro. Perché continuava a essere così formale?Perchè non si
incazzava,perché non lo riempiva di domande sulla notte passata fuori? Lui al
suo posto lo avrebbe fatto…Gli avrebbe fatto una sceneggiata lì al telefono
incurante di sembrare patetico o paranoico. Ma sapeva che Scorpius non era
così…. -Me lo ricordo,sarò lì tra poco-lo rassicurò. Chiuse la
comunicazione e tornò a voltarsi verso Brian,che nel frattempo era uscito dalla
cucina e lo aveva raggiunto in salotto. -Devo andare…- -Non mi dire…-fece
l’altro in risposta. Dopo aver infilato il cellulare nella tasca destra dei
jeans,Al si passò tutte e dieci le dita delle mani fra i capelli cercando di
mettere ordine in quel groviglio disordinato che era la sua
capigliatura,accantonando all’istante la speranza di mettervi ordine. -Vuoi
farti una doccia prima di andare?-gli domandò Brian,le mani nelle tasche dei
jeans,lo sguardo fisso su di lui. Al scosse la testa. -Sono in ritardo…Fra
un’ora i miei fratelli si presenteranno a casa mia per la colazione mensile e io
sono qui,invece di essere in cucina a preparare tutto-gli disse. -Non può
pensarci il tuo maritino?-chiese Brian. Un suono beffardo uscì dalle labbra
socchiuse di Al mentre scuoteva la testa. -Scorpius non sa neanche cucinare
un uovo sodo…Mi sono sempre occupato io di queste cose- -Allora in questo mi
assomiglia…Ma io compenso con le mie capacità nascoste-commentò producendosi in
un sorrisetto ironico che contagiò anche Al. Per un istante i due uomini si
fissarono,nel silenzio assoluto del loft finché Al,colto da un imbarazzo
improvviso per ciò che leggeva negli occhi dell’altro abbassò lo sguardo,Brian
ne approfittò per annullare la distanza fra di loro. Senza dire niente e
cogliendolo di sorpresa,Brian affondò tutte e dieci le dita nei capelli neri e
folti di Albus,portandolo ad alzare di nuovo lo sguardo ed incontrando i suoi
occhi nocciola. -Hai intenzione di uscire per strada così?Sembra un cespuglio
di rovi-gli chiese passando le dita fra i capelli sconvolti di Al. Questi
accennò un sorriso e alzò le spalle,ma la sua risposta sarcastica venne messa a
tacere quando sentì le mani dell’uomo scendere lentamente lungo il collo e le
spalle. -Prima mentre stavi dormendo,mi sono accorto che sei l’unico uomo che
ha dormito qui senza prima passare per il mio letto-gli disse con voce
bassa,quasi avesse paura di farsi sentire da qualcuno. Al fu costretto a
deglutire per cercare di ingoiare il nodo che gli stringeva la gola,prima di
poter rispondere. -Non sapevo fosse una tassa obbligatoria…-tentò di
scherzare per liberarsi dal nervosismo. Ma che accidenti gli stava
succedendo? Perché era ancora lì,fra le braccia di Brian,mentre doveva essere
a casa,a preparare per la “colazione dei Potter”? Sarebbe rimasto lì se
avesse potuto?Probabilmente sì. Anzi quasi certamente. Sapeva cosa lo
aspettava quel giorno:James e Rose avrebbero fatto il grande annuncio,avrebbero
comunicato a tutti la loro decisione di avere un figlio,ufficialmente grazie
all’aiuto di un donatore anonimo,e tutti avrebbero iniziato a prodursi in mille
complimenti e felicitazioni. In un’altra situazione sarebbe stato il primo a
commuoversi e a sperticarsi in mille complimenti,ma ora quell’ annuncio
inevitabile rappresentava il segno tangibile che qualcosa nella sua relazione
con Scorpius non andava. Ed era proprio quel qualcosa a spingerlo verso
Brian… -Uhm…Forse. Certamente nessuno si è mai lamentato-gli disse
caricando le parole con chiari doppi sensi. Dopodiché avvicinò il viso a
quello di Al e posò le labbra sulle sue,leggere, allontanandosi subito per
vedere la sua reazione. Completamente stordito da quel gesto,non troppo
inaspettato,Al ricambiò il suo sguardo,sentendo i battiti furiosi del proprio
cuore contro la cassa toracica. Brian lo fissò immobile,aspettando un suo
gesto che lo aiutasse a capire. Gli occhi verdi di Al scapparono al suo
esame,fissando i bottoni centrali della camicia aperta di Brian,cercando allo
stesso tempo di riprendere il controllo sul suo respiro. -Voglio venire a
letto con te-sentì dire da Brian. Quelle parole gli fecero alzare la testa in
maniera tanto repentina che sentì un lieve dolore al collo. -Voglio
scoparti…Penso che saremmo davvero grandi insieme io e te. Credo di averlo
capito fin dalla prima volta che ci siamo visti nel corridoio:quando tu ti sei
voltato sono rimasto a fissare il tuo sedere finché non è sparito e credimi se
ti dico che avevo l’acquolina in bocca-continuò Brian sincero. Al continuò a
restare in silenzio:nessuno gli aveva mai fatto una confessione così
aperta;certo la sua esperienza si riduceva a due uomini,Emmett e poi Scorpius,ma
nessuno dei due erano stati tanto “sfacciati”. Ovviamente sapeva di essere
attraente,anche per via degli sguardi che si sentiva addosso ogni volta che
accompagnava Scorpius ad una delle sue cene di lavoro,ma rispetto al compagno si
era sentito sempre inferiore. Incapace di aprire bocca,continuò a fissare
Brian che trovò nel suo sguardo uno sprone per andare avanti nel
discorso. -So che c’è un altro e,nonostante finora non mi sia mai fregato un
cazzo di queste piccolezze,con te voglio fare le cose per bene:voglio che sia tu
a decidere. Voglio che sia tu a venire da me quando la confusione sarà
passata-aggiunse. -E se io decidessi diversamente?Se scegliessi di restare
con Scorpius?-gli chiese chiaramente agitato. Brian sorrise. -E’ un
rischio che sono pronto a correre…- Al si limitò ad annuire,cercando subito
dopo di prodursi in un sorriso,ma invano. Brian sogghignò divertito e gli
passò di nuovo una mano fra i capelli,prima di posargli le labbra sul collo,poco
distante dal lobo dell’orecchio destro. Sentendo il contatto con le sue
labbra tiepide,Al chiuse gli occhi,sperando che l’altro non sentisse il suono
del suo cuore impazzito. In maniera inconscia strofinò una guancia contro i
capelli castani dell’altro e,prima che se ne rendesse conto,le sue braccia erano
strette attorno alla vita di Brian. L’uomo alzò la testa dal suo collo e
tornò ad incontrare il suo sguardo. Al sapeva che toccava a lui,che era una
sua scelta staccarsi da quell’abbraccio e andarsene o continuare. E dopo un
respiro profondo,prese la sua decisione.
La "Colazione" era diventata
un'appuntamento mensile amato da tutti i fratelli Potter. La vita poteva
essere abbastanza frenetica quando si era un giocatore di Quidditch come
Ronald o una Pozionista ricercata e rispettata da
tutti come Lily,quindi le possibilità di vedersi e passare un pò di tempo insieme si riducevano considerevolmente.Così i
fratelli avevano ideato quel piccolo rituale;era iniziato per caso,come succede
sempre per le cose importanti:un Natale si erano
ritrovati tutti a Privet Drive,in compagnia di mariti mogli e fidanzati e figli,e quando la mattina si erano svegliati si erano
seduti,come tante altrevolte avevano
fatto,attorno al tavolo della cucina per la colazione,e fra una tazza di tè e un
toast con la marmellata di lamponi avevano
iniziato a raccontarsi quello che di importante o significativo era successo nella loro vita. -Dovremmo rifarlo qualche
volta-aveva detto Emy quando alla fine era venuta ora di sparecchiare tutto. Così il mese successivo si erano ritrovati a casa
di Ronald e Rebecca,quello dopo da Rose e James e
così via,incontrandosi ogni mese neanche fosse ancora la mattina di
Natale. L'unica regola di quegli incontri era che non dovevano essere
presenti Lowell e Charlotte:per quanto tutti
amassero i due bambini,erano consapevoli che non sarebbero stati considerati
degli insensibili se lasciavano qualche ora i due
ragazzi dai nonni. Infatti quella mattina Ronald e Rebecca avevano
accompagnato Lowell e Charlotte a Privet Drive
prima di presentarsi,con Hermione e fidanzato al seguito,a casa di Albus e
Scorpius. -Dovevamo portare qualcosa?-chiese Emy guardando
Rebecca. Contrariamente alla zia che da cui aveva preso il nome,che
notoriamente aveva una memoria d'elefante,Hermione Potter era molto smemorata,quasi vivesse
costantemente in un mondo tutto suo. L'ultima
dei Potter era,curiosamente,quella che aveva ripreso di più dal ramo
Weasley:tutti dicevano che aveva ripreso molto
dal carattere della nonna Molly e,da alcune fotografie che aveva visto,Emy aveva scoperto di assomigliarle anche
fisicamente. Nonostante avesse i capelli che le arrivavano a metà
schiena,erano della stessa tonalità della nonna,gli occhi erano della sua stessa sfumatura di azzurro,e anche le
lentiggini sembravano disposte sulle guance nelle
stesse posizioni. Il fisico era allungato,grazie alle lezioni di danza
babbana che sua madre le aveva fatto seguire quando era bambina e che le avevano dato un portamento aggraziato,da
ballerina,e che la facevano tutt'ora camminare
sulle punte. -Stai scherzando?Questo mese tocca ad Al!Io non avrei portato
neanche un cucchiaio-ribattè prontamente
Ronald. Rebecca sorrise e scosse la testa,la porta a bloccare la sua risposta
sarcastica. Scorpius comparve sulla porta e,qualcosa di impercettibile sul
volto dell'uomo,fece capire a Rebecca che c'era
qualcosa che non andava. -Ehi!Finalmente!-li apostrofò facendosi da parte per
farli entrare. Diede un bacio su entrambe le guance a Rebecca e a Emy,strinse
la mano a Roger,il fidanzato di Emy che conosceva
da poco e che ancora non aveva molta confidenza con lui e Albus e si
scambiò un rapido abbraccio con Ronald. -Siamo
i primi?-domandò Ronnie. -No,stiamo ancora aspettando Lily e Dan-rispose
Scorpius avviandosi verso il salotto. -Allora possiamo anche iniziare a
mangiare...Se aspettiamo loro sicuramente moriremo di fame-commentò ancora il rosso. Emy ridacchiò e scosse la
testa. Arrivati in salotto,trovarono James e Rose seduti uno di fronte
all'altro su due distinte poltrone; al loro
arrivo,i due si alzarono e andarono loro incontro per salutarli. -Dov'è
Al?-domandò Scoprius cercando di trattenere un tono sorpreso. -Ha detto che
aveva da fare in cucina-rispose Rose dopo un ultimo bacio a Rebecca. Si
sistemarono sui vari divani e poltrone e pochi minuti dopo anche Al fece il suo
ingresso in cucina. -Ehi finalmente siete
arrivati!-disse salutandoli nello stesso identico modo in cui aveva fatto
Scorpius. Ma il tono con cui Al pronunciò
quelle parole la colpì:come se fosse infastidito dalla loro presenza in casa. Aveva dimenticato il loro appuntamento
mensile? No,impossibile!Albus era il primo ad amare quegli incontri,non ci
avrebbe rinunciato per niente al mondo. Dopo
che l'ebbe salutata,Rebecca spostò più volte lo sguardo da Al a Scorpius notando
sul volto di entrambi le stesse espressioni tese
e nervose;ora era quasi lampante che fosse successo qualcosa fra di loro anche se sapeva che nessuno se ne sarebbe
accorto,nessuno era capace di leggere sul volto
di Scorpius come lei, a parte Albus ovviamente. -Da quanto eravate
qui?-chiese Ronald a James cercando di rompere il silenzio che si era
creato dopo i convenevoli. -Una decina di
minuti...Fosse stato per Rose ci saremmo accampati qui fuori ieri notte per non
correre il rischio di far tardi-disse scherzoso
l'uomo lanciando un sorriso alla moglie. -Ma quanto sei divertente!E' meglio
vivere con l'ansia cronica e fare tutto all'ultimo minuto come fai tu,invece?-gli chiese lei di rimando. Era da tanto
che non battibeccavano così serenamente e bastò sentire quelle poche battute
per far capire a tutti gli altri che finalmente
le cose stavano tornando a posto fra i due. Mentre un sorriso le incorniciava
le labbra per la battuta di Rose,Emy rivolse lo sguardo verso Al che,appogiato ad una parete azzurra,le braccia conserte al
petto sembrava assorto nei suoi pensieri. -Al
va tutto bene?-non riuscì a trattenersi dal chiedergli. L'uomo
sobbalzò,rendendo ancora più evidente il fatto che non stava ascoltando la
conversazione e cercò lo sguardo della sorella
scoccandole un sorriso prima di annuire. -Certo...Ho solo dormito
poco. Ieri sono andato ad una cena con dei colleghi e sono tornato
tardi-spiegò a lei e ai fratelli. -Quindi oggi hai cucinato tu Sy?-chiese
Ronald voltandosi verso il biondo che ormai,dopo dieci anni,considerava alla stregua di un fratello. Rebecca seguì lo sguardo
del marito e si stupì di trovare quelle fiamme silenziose che bruciavano negli occhi di ghiaccio di Scorpius. Non lo
aveva mai visto fissare Albus con quello sguardo. Ma quando Scorpius portò lo
sguardo su Ronald,tutto era tornato alla normalità;addrittura il biondo riuscì a prodursi in un sogghigno. -Ci sono modi
meno faticosi che potrei usare se volessi avvelenarti Ronnie...-gli disse
prendendolo in giro. -Perfetto,allora tutto
come al solito...Ma che fine hanno fatto Lily e Dan?Devono sbrigarsi ad
arrivare perchè io ho fame- -Sai che
novità!Non dovresti stare a dieta?-lo beccò ironico James. -Infatti lo
sono!Ma certamente non saranno le frittelle che mangerò stamattina a rovinarmi
la linea-ribattè il gemello. -Già le
fritelle...Sarà meglio che vada a controllare che tutto procede bene-disse Al
prima di sparire nel corridoio che conduceva alla
cucina. Nonostante non capisse quello che stava succedendo,Rebecca cercò di
distrarre Scorpius parlandogli di Lowell e
Charlotte,almeno fino all'arrivo di Lily e Dan. Finito il rito dei saluti e
dei convenevoli tutti si diressero verso la sala da pranzo,dove Al stava
finendo di portare gli ultimi piatti pieni di
cibo. -Tesoro hai bisogno di una mano?-gli domandò Lily,sporgendosi sulle
punte verso di lui per dargli un bacio sulla
guancia sinistra. -Tranquilla,ho tutto sotto controllo.Devi solo sederti e
mangiare- Tutti si sedettero a tavola e per i primi minuti gli unici rumori
che si sentirono furono lo stridio delle
forchette,lo spostamento dei piatti dei bicchieri e delle caraffe e ovviamente
quello delle mascelle. -Allora come ve la
siete cavata questo mese?-domandò Ronald fra un boccone e l'altro. -Sei tu
quello che ha più cose da raccontare;ultimamente ti abbiamo visto più sui
giornali che di persona-fece Daniel senza
acrimonia. Nessuno dei ragazzi era mai stato geloso o invidioso del successo
che Ronald aveva ottenuto con il
Quidditch:avevano inziato allenandosi insieme nella squadra della scuola,ma poi
le strade si erano divise e nessuno di loro
poteva lamentarsi di cosa era successo nelle loro vite fino a quel momento. Ronald ghignò e mandò giù il boccone che
aveva in bocca prima di rispondergli. -Che vuoi farci...Quando sei un
fuoriclasse come me la stampa ti adora-disse ironico. -Rebecca ma come fai a
sopportarlo ancora?Io lo avrei scaricato già dopo i primi mesi di matrimonio-s'intromise Emy rivolta alla cognata. -Per ogni
volta che mi fa perdere la pazienza deve comprarmi un diamante;quindi non gli
conviene farmi arrabbiare-scherzò Rebecca facendo
ridere gli altri. Il silenzio calò per pochi secondi mentre tutti si
concentravano sul cibo,poi fu ancora Ronald a parlare. -Come vanno le cose al Ministero?-chiese rivolto a
Dan. -Oh al solito. Credo che ormai si diverta di più Lily in mezzo a
tutte le sue pozioni di me- -Potresti andare in pensione-gli suggerì
Rose. -Non lo farebbe mai...Per quanto si lamenti,ama troppo il suo
lavoro-rispose per lui Lily cercando lo sguardo
del marito per un breve istante e gli sorrise amabilmente. Sapeva di aver
esagerato con quella stupida lite di poco prima,causata dalla sua insicurezza e
dalla gelosia. Da quando lo conosceva,Daniel
non aveva mai mostrato di notare le altre donne,anche solo con uno sguardo o aveva fatto qualcosa che potesse
ferirla,quindi doveva chiedergli scusa il prima
possibile. -Se davvero dovessi decidere di mollare il lavoro potresti venire
a lavorare con me in negozio-propose Emy
entusiasta. Per la ragazza lavorare al "Now & Forever" era il sogno
divenuto realtà;era da quando aveva sei anni che
sognava di occuparsi di uno dei negozi della catena e ora che sua madre aveva
mantenuto la promessa e le affidato la gestione
del locale sulla King's Road le sembrava di non aver più sogni nel cassetto. Il suo prossimo sogno,che sperava di
realizzare presto,era andare a vivere con Roger e riuscire ad andar via dalla casa di Privet Drive,dove ormai era rimasta
a vivere da sola con i genitori e dove veniva
ancora trattata come la piccola di casa nonostante i suoi vent'anni. Daniel
sorrise a quella proposta ed annuì. -Lo terrò a mente Emy,grazie-le
disse. Rebecca tornò a guardare Scorpius e Albus,che per tutta la durata di
quello scambio erano rimasti in
silenzio,completamente concentrati sulla loro colazione. -E voi?Come sono
andate le cose questo mese?-chiese ad entrambi. I due alzarono lo sguardo dai
loro piatti e la fissarono quasi in simultanea,restando muti. Era terribile
avere la sua famiglia intorno quando l'unica cosa che voleva era sdraiarsi sul
letto e dormire per evitare di pensare. -Già
Sy,come va il tuo nuovo libro?-chiese James sinceramente curioso. Il biondo
accennò un ghigno e alzò le spalle. -Va-disse semplicemente. -Parla
d'amore come gli altri?-chiese Lily curiosa quanto il fratello. -In
parte...- Ronald accennò una risata. -Scommetto che come al solito è stato
Al ad ispirarti-disse in tono affermativo. -Non credo-commentò Albus a mezza
bocca,ma abbastanza forte da essere sentito dagli altri. Quell'uscita gelò
l'atmosfera gioviale che c'era stata fino a quel momento fra il gruppo e tutti
abbassarono lo sguardo sul proprio
piatto,cercando un nuovo argomento per uscire da quel momento di empasse. Fu James a parlare per primo. -Io e Rose
vorremmo dirvi una cosa-disse facendo alzare lo sguardo di tutti su di
sè. Rose strinse le labbra in tensione e posò la mano sulla sua. -Abbiamo
deciso di avere un bambino-annunciò arrivando subito al nocciolo,senza giri di
parole inutili. Tutti restarono in
silenzio,ammutoliti;l'unico rumore che si sentiva nella stanza era quello della
forchetta di Albus che, incurante della notizia
scioccante,aveva continuato a mangiare. -Cosa?-chiese Emy sorpresa ed
eccitata allo stesso tempo. Rose annuì,confermando le parole del
marito. -Sei incinta?-chiese Rebecca cercando di capire qualcosa di
più. Lei scosse la testa. -Lo sarò presto- -E come farete con...lo
sapete,la storia con mamma e papà-disse Ronald non sapendo bene come tirar fuori quel problema. James sorrise. -Abbiamo
deciso di usare un donatore-spiegò Rose,usando il tono tipicamente
"professionale". Lily sorrise e sbattè le mani per cercare di scaricare
l'euforia. -E' una notizia bellissima!-disse loro-Sono davvero felice per
voi. Se riuscirete al primo tentativo,saremo incinte quasi nello stesso
periodo ed i nostri figli saranno più di semplici
cugini...Saranno quasi fratelli-aggiunse sinceramente felice. Il rumore del
campanello arrivò loro attraverso le risate dei fratelli e Scorpius,grato di
avere una scusa per allontanarsi da quel tavolo e
dalla vicinanza di Albus,che per via dell'argomento trattato si era incupito ancora di più,si alzò e si diresse verso
l'ingresso. -Al non sei contento?Avrai un altro nipotino da
spupazzarti!-disse Lily chiamando in causa il fratello. Lui guardò Rose e le sorrise,o almeno ci provò,cercando di
tenere a freno la rabbia e l'insoddisfazione che
provava dentro. -Non vedo l'ora- Tutti però rimasero sorpresi dal tono
freddo con cui aveva detto quelle parole. -E' per te-disse Scorpius fermo
vicino alla porta rivolto ad Albus. Il rumore dei suoi passi doveva essere
stato attutito dal chiacchiericcio che regnava nella stanza. Al si alzò e posò il tovagliolo sul tavolo,prima di avviarsi
verso la porta della sala da pranzo. -Chi è?-chiese quando fu accanto al
biondo. Ma l'altro si limitò a fissarlo in silenzio,senza rispondere,così Al
proseguì verso l'ingresso. Ormai era chiaro a tutti che c'era qualcosa che
non andava fra i due e questo li sorprendeva non
poco:fin da quando avevano deciso di stare insieme,anche senza essere
appariscenti ed appiccicosi,l'amore che c'era fra
Scorpius e Albus era evidente agli occhi di tutti. Ma ora sembrava quasi che
non sopportassero la vista l'uno dell'altro. Lily cercò le parole per
chiedere a Scorpius se ci fosse qualche problema fra di loro,ben sapendo che una parola sbagliata poteva compromettere
tutto,quando il biondo uscì a sua volta dalla
sala da pranzo lasciandoli soli. I restanti Potter ancora seduti attorno al
tavolo si guardarono l'un l'altro e restarono in silenzio cercando qualcosa da dire,volendo evitare di parlare di quello
che interessava tutti per paura di sembrare
invadenti. -Anche noi abbiamo un'annuncio da fare-disse Ronald lanciando uno
sguardo veloce a Rebecca che sorrise. -Hai
avuto un altro ingaggio milionario?-chiese Lily bevendo un sorso dalla sua tazza
di tè. Rebecca scosse la testa. -Siamo di nuovo incinti-annunciò
poi. Per la stanza si diffusero urla di congratulazioni e giubilio,seguite
poi dal rumore delle sedie trascinate sul
pavimento quando tutti andarono a congratularsi con i due futuri
genitori. -Di quanti mesi sei?-chiese Rose,commossa. -Ho superato il primo
trimestre-rispose Rebecca. -E perchè avete aspettato tutto questo tempo per
dircelo?-domandò Daniel quasi risentito. -Beh questa volta è stata più
difficile delle altre gravidanze e quindi volevamo essere sicuri che
fosse tutto a posto prima di dare
l'annuncio. Non lo abbiamo detto neanche ai bambini...-disse Ronald per
avvalorare le parole della moglie. -Sai come sarà contento Lowell di sapere
che non è ancora andato ad Hogwarts e già state per occupare la sua stanza-scherzò James. Ronald gli tirò il proprio
tovagliolo facendo ridere gli altri,ma un'esclamazione improvvisa proveniente da un'altra parte della casa li fece voltare verso
la porta. -QUINDI HAI PENSATO CHE FRUGARE FRA LE MIE COSE ERA MEGLIO CHE
VENIRE A PARLARE CON ME,O SBAGLIO?- Ronald e
Daniel,che erano con le spalle alla porta,si voltarono,fissando la stessa
espressione sorpresa che c'era sul volto degli
altri il riquadro nero incerti su cosa fare. Non arrivò nessuna risposta
dall'ingresso:il tono di Scorpius fu troppo basso per arrivare fino a
loro. -Sei incredibile...-disse ancora il
moro. Ci fu di nuovo silenzio per alcuni secondi,in cui gli ascoltatori
involontari si guardarono fra di loro. -Non so
di cosa stai parlando- -NON PRENDERMI PER IL CULO!-esplose Scorpius,facendo
arrivare per la prima volta la sua voce fino a
loro. Conoscevano Scorpius,sapevano che non era il tipo da lasciarsi prendere
dalla rabbia in quel modo,soprattutto non con
Albus quindi la loro curiosità e preoccupazione crebbe ancora di
più. -Credete che dovremmo intervenire?-bisbigliò Lily chiaramente
preoccupata. -Sei matta?E far capire loro che abbiamo ascoltato finora tutto
quanto?-le disse in un sussurro Ronald. -E'
vero.Non ero da Sandy ieri sera. Sono uscito con Brian ed i suoi amici...Ho
dormito da lui e quando hai chiamato stamattina ero ancora lì-fece Albus sicero. Lily chiuse gli occhi e si passò una mano
sulla fronte:ma che accidenti prendeva a quell'idiota di suo fratello? Perchè prima di fare qualche cazzata non era andato a
parlare con lei come faceva da una vita? -No-sentirono dire dal moro ad una domanda silenziosa di
Scorpius. -Ma che accidenti succede fra loro?-chiese Rebecca guardando gli
altri. Tutti alzarono le spalle:finora nessuno si era accorto di
niente. -NON ABBIAMO SCOPATO!QUANTE VOLTE ANCORA DEVO RIPETERTELO?-sbottò Al
adirato. Gli ascoltatori abbassarono lo sguardo,leggermente imbarazzati
dall'ultima uscita del mro:tutti i presenti
seduti a quel tavolo avevano una vita sessuale,ma non ne avevano mai parlato con
gli altri,eccezion fatta per Lily ed Al che si
raccontavano tutto senza alcun pudore. -Secondo te è tutta colpa mia quello
che sta succedendo,vero? Secondo te una mattina mi sono svegliato e ho deciso
di guardarmi in giro! Coglione!-ribattè Al con voce alterata. L'attimo
dopo nella sala da pranzo arrivò il rumore di vetri infranti e un rumore
attutito che tutti interpretarono come un
pugno. -Jim fermali!-disse Emy guardando preoccupata il fratello
maggiore. -Sai benissimo che non è colpa mia se preferisco la compagnia degli
altri alla tua! Le cose non vanno più già da tempo... Siamo rimasti
bloccati a dieci anni fa,se non fosse per il fatto di non essere più ad Hogwarts
potrei credere di avere ancora sedici anni e di
dovermi nascondere per via di tuo padre. Sono rimasto in un angolo,ad
aspettare,a guardarti conquistare il tuo successo,felice per te,ma hai idea a quante cose ho dovuto rinunciare per te?-disse Al
in un tono triste che riempì di mestizia le donne
sedute a tavola. Lily non aveva bisogno di interrogarsi tanto per trovare una
risposta alle parole di Al:sapeva che il fratello
sognava dei figli fin dall'infanzia ma che aveva rinunciato a loro pur di stare
con Scorpius. Finora quella rinuncia non
sembrava aver pesato su di lui,ma a sentirlo parlare ora non ne era più tanto sicura. -Ancora la solita storia sì! E sai
anche perchè la tiro fuori!Hai deciso senza di me,come se il mio parere non
contasse nulla,come se fossi soltanto tu a dover
decidere...Come se contassi meno di zero per te! O vogliamo parlare del
matrimonio di Luke e del fatto che vuoi andarci con me solo per far un
dispetto ai tuoi genitori?-disse con voce più
battagliera. La risposta di di Scorpius fu breve e sicuramente sarcastica
perchè Al rispose subito. -E ti pareva che non ero io il
paranoico...-commentò. Ci fu un lungo silenzio che arrivò dall'ingresso e che
fece temere ai fratelli Potter che fosse successo
qualcosa fra i due amanti. Poi la voce di Al tornò ad arrivare fino a
loro. -Ti ho già detto di no- Tutti,nessuno escluso,non ebbero difficoltà
a capire quale fosse stata la domanda di Scorpius. E tutti furono sorpresi
dalle parole seguenti. -Però l'ho baciato.Più
volte-aggiunse. James,preoccupato che la situazione potesse degenerare si
alzò in piedi,fermandosi accanto alla propria
sedia e,con la coda dell'occhio,vide che Ronald aveva fatto lo stesso. -Lui
mi vuole Sy...Davvero...E' un corteggiamento in piena regola e io non so più
cosa fare-gli disse con lo stesso tono
sincero. Ci fu qualche istante di silenzio,in cui il solo rumore nella sala
da pranzo furono i cuori che correvano agitati
nel petto degli ascoltatori astanti. -Sei uno stronzo!Ti meriteresti che lo
facessi davvero- Poi inaspettata arrivò a loro la risposta di
Scorpius. -Non sarebbe la prima volta.Vuoi la mia benedizione?Il mio
permesso? Fallo,non sono mica tua moglie. Scopatelo.Divertitici finchè non
ti passa la voglia-gli disse con voce fredda che fece rabbrividire gli altri Potter. Aveva vissuto talmente tanto tempo con
loro che alle volte dimenticavano che Scorpius era pur sempre un Malfoy e che come tale sapeva far male anche solo con poche
parole. -Era questo che volevi sentirti dire?-chiese ancora a Al con lo
stesso tono di voce. Dopodichè si sentirono dei passi affrettati sulle scale
e poco dopo il rumore di una porta che sbatteva. Qualche istante e un'altra porta,quella di casa,venne
sbattuta con altrettanta violenza.
Aveva avuto il coraggio di presentarsi a casa
sua. Quando Albus la sera prima non era tornato a casa gli aveva dato la
conferma che stava
aspettando:era con quel Brian. Non aveva creduto
neanche per un attimo che fosse davvero da Sandy,lo conosceva troppo bene,ed
inoltre,Albus non sapeva dirgli le bugie.Era un suo limite. E come se tutto
questo non bastasse,quando era tornato a casa,non si era neanche preoccupato di
nascondere il succhiotto che aveva fra la spalla ed il collo. Lo aveva visto
subito,neanche fosse enorme e non piccolo come una moneta da venticinque
cents.
Senza dire niente se ne era andato nel suo studio e lo
aveva lasciato in cucina a preparare per la colazione,scendendone soltanto
all'arrivo di James e Rose. Quando gli altri erano arrivati aveva cercato di
comportarsi normalmente,come se tutto fosse come al solito,ma gli era quasi
impossibile:per la prima volta nella sua vita da quando lo conosceva,era Al ad
essere in torto verso di lui. Era lui a dover riparare,a dover chiedere
scusa,a dover rimettere le cose a posto. E Scorpius gli avrebbe reso le cose
impossibili. Poi l'impensabile. Quel Brian si era presentato davanti casa
sua cercando Al. Quando lo aveva visto aveva sentito il veleno scorrergli
nelle vene insieme al sangue,il desiderio di mandarlo via a male parole
trattenuto a stento,ma non aveva resistito alla curiosità.
Era rimasto a guardare,seminascosto dalle tendine e ad
ogni minuto in più che passava,osservando Al e quell'uomo parlare si trovava a
chiedersi perchè Al stava facendo questo ad entrambi.
Erano felici,vivevano insieme da tanti anni,perchè ora
stava perdendo la testa dietro le stronzate di quel modello
idiota? Improvvisamente,Brian aveva fatto una cosa che lo aveva fatto tremare
di rabbia:aveva alzato una mano e aveva passato una mano fra i capelli di Al,in
un gesto che era sembrato allo stesso tempo confidenziale e
abitudinario. Scorpius aveva dovuto poggiare entrambi i palmi delle mani
contro il muro per cercare di calmarsi,altrimenti avrebbe afferrato le tendine e
le avrebbe fatte in mille pezzi. Finalmente quell'essere se ne era andato e
Al era tornato in casa,per nulla sorpreso di trovarlo accanto alla finestra del
salotto. -Non sapevo di essere anche sorvegliato-gli aveva detto con voce
atona. Scorpius era rimasto in silenzio,cercando di calmarsi certo che in
caso contrario avrebbe rischiato di fargli del male. Ma quando vide che Al
gli aveva già voltato le spalle,fece quasi violenza su sè stesso e
parlò. -Devi essere davvero un pezzo grosso nel tuo liceo se la gente non può
fare a meno di te neanche di domenica-gli aveva detto. Al era tornato a
voltarsi e lo aveva fissato per qualche secondo in silenzio. -Non è un tuo
collega quello?Brian qualcosa?-aveva aggiunto per avvalorare le sue
parole. Il moro aveva aggrottato le sopracciglia. -Come fai a sapere che è
un mio collega?-aveva chiesto sospettoso. Scorpius aveva alzato le
spalle. -Sicuramente me lo avrai detto tu- L'altro scosse la
testa. -Sono sicuro di non averlo fatto-aveva aggiunto facendo un passo verso
di lui. Scorpius aveva cercato in fretta una risposta,maledicendosi
mentalmente per essersi tradito da solo,ma prima che potesse dire qualcosa,la
consapevolezza era apparsa sul viso di Al. -Hai frugato nella mia borsa-aveva
detto. Scorpius restò in silenzio,pensando che ormai sarebbe stato inutile
dire qualsiasi cosa. -Rispondimi!- -E' stato un caso!La tua borsa si è
aperta,uno dei tuoi libri è uscito e sopra c'era il suo nome, così...-aveva
detto Scorpius fissando il volto del compagno. Dovevano scoperchiare tutti i
pentoloni?Beh l'avrebbero fatto! Al non ne sarebbe uscito pulito questa
volta! -QUINDI HAI PENSATO CHE FRUGARE FRA LE MIE COSE ERA MEGLIO CHE VENIRE
A PARLARE CON ME,O SBAGLIO?-era sbottato Al cogliendolo di sorpresa. -Si ho
pensato che fosse meglio così-aveva ammesso per farlo indispettire. -Sei
incredibile...- Scorpius aveva alzato lo sguardo su di lui,fulminandolo con i
suoi occhi grigi. -Almeno io non ho la faccia tosta di tornare a casa con un
succhiotto senza neanche provare a nasconderlo con un incantesimo!-gli aveva
fatto notare con voce gelida. Al aveva provato a sostenere il suo sguardo per
qualche secondo prima di riabbassarlo sulla punta delle proprie scarpre. -Non
so di cosa stai parlando-aveva borbottato vigliaccamente. -NON PRENDERMI PER
IL CULO!-aveva detto facendo esplodere la rabbia che lo rodeva dentro da troppo
tempo. Al aveva rialzato lo sguardo incontrando il suo,ma era restato in
silenzio,dimostrandosi ancora una volta un vigliacco. Perchè non ammetteva
semplicemente la verità?Si era scopato il bellimbusto. Non lo avrebbe
perdonato,ma al posto suo forse avrebbe fatto lo stesso. L'unica cosa che gli
chiedeva era la verità e che la smettesse di comportarsi come un
quindicenne. -E' vero.Non ero da Sandy ieri sera. Sono uscito con Brian ed
i suoi amici...Ho dormito da lui e quando hai chiamato stamattina ero ancora
lì-aveva confessato il moro. Finalmente la verità...dolorosa,infame
verità. -Te lo sei scopato?-gli aveva chiesto. Era assurdo che fosse
proprio lui a dovergli tirare fuori le cose quasi a viva
forza. -No- Doveva credergli? -Dal segno che hai sul collo non si
direbbe-aveva detto ancora,mettendo di nuovo in dubbio le
sue parole. L'unica cosa che voleva era la verità.E
Albus gliela doveva,qualsiasi cosa avesse fatto. -NON ABBIAMO SCOPATO!QUANTE
VOLTE ANCORA DEVO RIPETERTELO?-aveva ripetuto Al
con maggiore foga. Spinto da quel fervore,Scorpius
aveva deciso di lasciar perdere le domande,almeno per il
momento ed era rimasto in silenzio alcuni
istanti,vagando senza meta per la stanza. -Secondo te è tutta colpa mia
quello che sta succedendo,vero? Secondo te una mattina mi sono svegliato e ho
deciso di guardarmi in giro! Coglione!-lo apostrofò Al approfittando del
silenzio. Indispettito dalle sue parole,Scorpius aveva gettato a terra la
prima cosa che gli capitò fra le
mani, per poi dare un pugno sul muro,incurante del
dolore che sentì poi alla mano sinistra. Credeva davvero che gli avrebbe
permesso di fare quel giochetto del cazzo? -Non ti azzardare...-gli aveva
intimato. Ma Al,lo sguardo fisso in quello furioso del compagno,era andato
avanti imperterrito. -Sai benissimo che non è colpa mia se preferisco la
compagnia degli altri alla tua! Le cose non vanno più già da
tempo... Siamo rimasti bloccati a dieci anni fa,se non fosse per il fatto di
non essere più ad Hogwarts potrei credere di avere ancora sedici anni e di
dovermi nascondere per via di tuo padre. Sono rimasto in un angolo,ad
aspettare,a guardarti raggiungere il tuo successo,felice per te,ma hai idea a
quante cose ho dovuto rinunciare per te?- E ti pareva che non si andava a
finire a quel discorso! Era stufo di sentirne parlare... -Ancora...Ancora
con questa storia-aveva detto esasperato. Al lo aveva guardato con furia,con
la stessa rabbia che doveva essere riflessa nei suoi occhi grigi e aveva fatto
due passi andandogli sotto. -Ancora la solita storia sì! E sai anche
perchè la tiro fuori!Hai deciso senza di me,come se il mio parere non contasse
nulla,come se fossi soltanto tu a dover decidere...Come se contassi meno di zero
per te! O vogliamo parlare del matrimonio di Luke e del fatto che vuoi
andarci con me solo per far un dispetto ai tuoi genitori?- Scorpius si era
sempre ritenuto una persona razionale,e sapeva che a mente fredda le parole di
Al gli sarebbero sembrate razionali e sensate,ma ora non ebbero altro effetto
che infastidirlo. -Certe volte vedi cospirazioni anche dove non ci
sono...Tutti ce l'hanno con te-gli aveva detto con cattiveria. Il viso di Al
si era incattivito,ma a Scorpius non era scappato il lampo di tristezza e dolore
che aveva attraversato i suoi occhi. Lo aveva ferito. -E ti pareva che non
ero io il visionario...-aveva commentato. Nella stanza scese il silenzio dopo
tante parole cattive e per alcuni istanti i due uomini si limitarono agli
sguardi. Scorpius guardò di sottocchi l'uomo che amava,che aveva scelto come
compagno di vita ma che ora non riconosceva più. -Ci sei andato a letto?-gli
aveva chiesto per l'ennesima volta. Al aveva alzato di nuovo lo sguardo sul
suo volto e aveva sospirato. -Ti ho già detto di no-aveva risposto con voce
rassegnata. Scorpius aveva annuito,quasi a voler registrare le sue parole con
quel gesto. -Però l'ho baciato.Più volte-aveva aggiunto Al. Sentì il
proprio respiro mozzarsi nel petto. Mille sensazioni si scatenarono dentro di
lui:rabbia,amarezza,dolore e tante altre sensazioni a cui non seppe dare un
nome. L'uomo che amava lo aveva tradito,anche se solo con un bacio. Non
contento di tutto quello che gli aveva fatto finora,Al continuò il suo
stillicidio. -Lui mi vuole Sy...Davvero...E' un corteggiamento in piena
regola e io non so più cosa fare- Era diventato pazzo tutto insieme? Aveva
davvero detto quello che gli aveva sentito dire oppure era solo frutto della sua
fantasia? -Le basi della teoria e della pratica sono sempre le
stesse...-aveva risposto cinicamente. Al lo aveva guardato con i suoi occhi
da cucciolo ferito:ma che cazzo di risposta si aspettava? -Sei uno stronzo!Ti
meriteresti che lo facessi davvero-gli aveva detto poi. Un ghigno apparve sul
volto di Scorpius:eccolo lì. San Albus martire! Il povero uomo che non
veniva mai compreso e che veniva sempre frainteso da tutti! Questa volta non
gli avrebbe reso le cose facili! Voleva mandare a puttane dieci anni di vita
insieme?Che facesse pure! Ma doveva assumersi le sue responsabilità,senza poi
incolpare gli altri! -Non sarebbe la prima volta.Vuoi la mia benedizione?Il
mio permesso? Fallo,non sono mica tua moglie. Scopatelo.Divertitici finchè
non ti passa la voglia-gli aveva detto certo che gli sarebbe bastato per correre
fra le braccia di quel bellimbusto. Con Emmett gli era
bastato... Dopodichè,dopo un ultimo sguardo era uscito dal salotto,salendo i
gradini della scala,incurante della presenza dei Potter in sala da pranzo o
della possibilità che avessero sentito qualcosa,e si rinchiuse in camera da
letto,sbattendo la porta dietro di sè. Tutti sono convinti che i Malfoy sono
pezzi di ghiaccio,insensibili...Niente di più sbagliato. Anche i Malfoy si
lasciano andare al pianto,solo che lo fanno fra mura imperturbate e
insonorizzate. Del resto hanno una reputazione da proteggere...
Salve a
tutti!!!!
So che molti di
voi nn si ricorderanno il mio nome,e altr mi avranno inserito nel proprio libro
nero,ma prima che i pochi che ancora mi vogliono bene inizino ad
odiarmi,lasciatemi spiegare il perchè di una assenza così lunga(io che di solito
nn lascio mai passare tanto tempo fra un capitolo e
l'altro).
Dunque:io di
solito scrivo su un portatile e poi qnd devo postare il capitolo completo uso il
pc di casa.
Improvvisamente
mi si è fuso il caricabatterie del portatile e qndi ho dovuto dire addio
temporaneamente al mio pc;così ho pensato di continuare a scrivere sul pc di
casa,ma dp neanche una settimana il mio pc è andato in ferie anche lui x colpa
dei virus e cs ho passato + di due settimane ad attendere che tornasse
dall'assistenza;il tutto unito a febbre e lavoro.
Credo che farò
un bel pellegrinaggio a Lourdes x liberarmi di qst sfiga!
Cmq ora tutto è
rientrato nella norma,sn qui e sn pronta x riprendere cn gli aggiornamenti:voi
come state?Avete sentito la mia mancanza?
Ringrazio tutti
coloro che leggeranno e recensiranno qst capitolo e chiedo scusa x eventuali
errori di battitura e di ortografia.
E ora i
ringraziamenti:Sweey(Che ne
pensi?Lo scontro è stato come te lo immaginavi?Io non credo che Sy sia
indifferente a tutto,piuttosto penso che la sua vita gli piaccia così com'è e
non è disposto a cambiarla,neanche per la persona che ama),Moon9292(Io,qnd si tratta delle
ff,mantengo sempre le promesse!Qndi stai tranquilla,alla fine nn potrai + fare a
meno di Al e Scorpius...Alice e Luke ti sorprenderanno vedrai...),Angel_SG(Non preoccuparti!Recensisci se
e qnd puoi.Ho dovuto inventare l'amicizia tra Sy e Luke di sana pianta xke il
mondo delle amicizie maschili mi è completamente oscuro...spero di esserci
riuscita;fa uno strano effetto vedere il mondo di "QAF" e di "HP" che si
incontrano vero?Ma sn le mie due grandi passioni e non potevo evitare che
succedesse...)Luthien241(Come dimenticarlo?????Non posso dirti niente ma diciamo che nn
hai sbagliato di molto!),Kikka15(Eccoti accontentata!Era quello che ti aspettavi?Scommetto di no x
Dan e Lily,vero?I senior torneranno molto presto,anzi a dire il vero Harry e
Ginny dovevano tornare già in qst capitolo in vesti di baby sitter x Lowell e
Charlotte,ma poi il capitolo sarebbe stato tr lungo,cs ho tagliato la loro
parte,ma t assicuro che manca poco al loro ritorno).
Bene per il
momento io vi saluto e vi do appuntamento al prox
capitolo...
"The way we
were"
Baci
Eva.
|
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Capitolo 8 *** The way we were ***
the way we were
Quando Rose apparve in
cucina quella mattina,James si accorse subito che era di ottimo
umore. Indossava ancora i
pantaloncini rossi short e la leggera magliettina che indossava di solito
come pigiama,e fece i pochi
metri che separavano la porta dal piano cottura quasi saltellando. Seduto al
tavolo con il giornale aperto davanti a sè alla pagina economica e la tazza
stretta nella mano
sinistra,James la seguì con lo sguardo finchè non arrivò a pochi centimetri di
distanza da sè. -Buongiorno
amore-la salutò. Rose gli rivolse un sorriso radioso e gli si
avvicinò,fermandosi alle sue spalle e chinandosi per
scoccargli un bacio sonoro sulle
labbra. Jim premette le labbra una contro l'altra e tornò a guardare sua
moglie,un sorriso altrettanto felice sul volto. -Ora sì che sarà sicuramente un'ottima
giornata-aggiunse. Rose rise e voltandogli le spalle si versò del caffè nella
propria tazza. Cos' era che la rendeva così felice? Nelle ultime settimane
le cose fra loro erano andate sempre migliorando e tutto grazie alla
comune decisione di avere un
figlio. Per la prima volta da mesi,lui e sua moglie avevano ripreso a ridere
e scherzare insieme,arrivando a
prendersi in giro come non facevano più da troppo tempo e finalmente
tutto sembrava essere tornato
alla normalità. Tutto grazie ad una semplice decisione...Chi l'avrebbe mai
detto? -Come mai sei così euforica?Voglio dire,so che è merito della mia
presenza,ma cosa ho fatto più
del solito per rendere la tua vita fantastica e meravigliosa?-le domandò
alzandosi in piedi e voltandosi
verso di lei. Rose rise di nuovo e portò la tazza alle labbra per un breve
sorso. James incrociò le braccia al petto e si concesse uno sguardo alla
moglie:era davvero bella. Lo era sempre stata,ma ora questa nuova speranza,il
sapere che presto sarebbero stati genitori le aveva acceso una luce dentro facendola risplendere e
rendendola radiosa. -Allora?Me lo dici o devo andare per tentativi?-le chiese
ancora. Rose giocherellò qualche secondo con la sua tazza e poi affondò lo
sguardo nel suo. -Sono in ovulazione-gli disse. James la
guardò,leggermente stordito,per qualche secondo. Sapeva esattamente cosa
significavano quelle parole,in fondo viveva da più di dieci anni con
un medico! Il loro sogno era
a portata di mano... -Quindi...lo faremo oggi?-le chiese non sapendo bene
cosa dire. Rose annuì. -Sempre che Scorpius sia disposto a darci una
mano-aggiunse poi con ironia. James accennò un sorriso,ma questo morì subito
facendo tornare sul suo viso quell'espressione sorpresa e preoccupata allo stesso tempo. Sentì i passi di
Rose avvicinarsi e quando tornò di nuovo presente a sè stesso,la vide ferma
davanti a sè. -Va tutto
bene?Sei ancora d'accordo su...-gli domandò titubante. James scosse la testa
e le prese una mano. -Assolutamente. Del resto sono stato io a
proporlo,no? E' solo che non riesco a crederci...Oggi diventerò papà-disse
sinceramente soto schock. Rose sorrise con affetto ed alzò una mano per
accarezzargli i capelli. -Se vogliamo essere pignoli,succederà solo fra nove
mesi...-disse tentando di scherzare. -Dai sai cosa volevo dire!-ribattè
lui. Lei annuì. -Lo so.Ed è da cose come queste che ti amo ogni giorno di
più- James avvicinò il viso a quello di lei e la baciò dolcemente,prima di
accoglierla fra le braccia. -Sarà meglio chiamare Sy-disse poi James
staccandosi da lei quel poco che bastava per incontrare il suo sguardo. Rose annuì e,dopo essersi
sciolta dal suo abbraccio,si avvicinò al mobile della cucina per
prendere il portatile,ma quando
lo ebbe stretto fra le mani,rialzò lo sguardo su James. -Che c'è?-le domandò
lui cogliendo la sua espressione titubante. -Tu credi che sia colpa
nostra?-gli domandò poi. -Di che parli?- -Di tuo fratello e Scorpius.Credi
che c'entriamo qualcosa nei loro litigi?-domandò di nuovo lei. James aggrottò
la fronte,sorpreso dalle sue parole. Era davvero una strana domanda. Non
vedeva nè sentiva Albus dalla famosa colazione:nessuno dei presenti nella sala
da pranzo aveva avuto il
coraggio di intervenire o di andare a parlare con l'uno o con l'altro. Erano
convinti che fossero problemi personali e che si sarebbero risolti
presto. -Come potrebbe essere colpa nostra? Stavano litigando perchè
quell'idiota di mio fratello vuole fare i suoi comodi-rispose lui. -Non
essere così bacchettone!-ribattè lei. -Non lo sono,però non capisco il
comportamento di Al. Ha lottato così tanto per poter stare con Scorpius e
adesso butta tutto al vento?-fece lui spiegandole il suo punto di vista sulla situazione. -E' normale avere
dei problemi in dieci anni di vita insieme...Guarda me e te-gli fece notare
Rose prendendo le parti del
cognato. James annuì,ma Rose capì subito che quella parole non lo avevano
convinto. -Comunque continuo a credere che non sia per colpa nostra se loro
hanno dei problemi. Ora che ne dici di chiamarlo e vedere se è disponibile
già oggi per il deposito?-le domandò cambiando discorso. Rose annuì e premette un tasto per le chiamate
veloci. Quello era un giorno importante per loro e James non avrebbe permesso
a niente e nessuno di rovinarglielo.
"Mio
amato Danny, Questa è l'ennesima lettera che ti scrivo,e inconsciamente so
che anche questa resterà senza risposta. Ma continuo a provare. Perchè
voglio che tu sappia,ho bisogno che tu sappia quello che provo per
te..."Daniel lasciò cadere la lettera sul tavolo davanti a
sè e sospirò,portandosi una mano davanti agli occhi. Quando quelle lettere
avevano iniziato ad arrivare,le aveva bruciate all'istante,subito dopo aver
letto il mittente sulla busta. Poi con il passare delle settimane,la
curiosità aveva prevalso sulla rabbia e,di nascosto da Lily, aveva letto alcuni
stralci di quelle missive giornaliere. Ma non riusciva a superare le prime
righe. Era più forte di lui...A quelle parole d'amore e alle richieste di
perdono,si accavallavano le immagini di tanti anni di solitudine e di
disinteresse,che gli impedivano di continuare. Perchè era tornata nella sua
vita?Perchè proprio ora? Il silenzio che circondava quelle lettere gli aveva
provocato anche problemi con Lily...come se non bastassero i problemi che queste
portavano con sè. Doveva parlargliene. Lo sapeva.E voleva farlo. Però
non sapeva come fare... -Dovete semplicemente sedervi uno di fronte all'altro
e tutto verrà da sè-gli aveva detto suo padre quando era andato da lui per
chiedergli un consiglio. Suo padre la faceva troppo facile...Specialmente
dopo la lite che avevano avuto proprio a causa di quelle lettere. Ancora non
si spiegava quell'esplosione di gelosia da parte di Lily:si conoscevano da
quando erano ragazzi,in tanti anni di convivenza e di matrimonio non c'erano mai
stati segnali o accenni che potessero convalidare la gelosia della donna...Lui
praticamente non aveva occhi che per lei da quando aveva sedici anni! Prese
di nuovo la lettera fra le dita della mano sinistra e si lasciò scappare un
sospiro a metà fra l'esasperato e il depresso. -Dan...- La voce
inaspettata lo portò a voltare la testa verso la porta dove,ferma con una mano
sullo stipite era ferma Lily,uno sguardo preoccupato negli occhi fissi su di
lui. Continuando a tenere la lettera fra le dita,Daniel ricambiò il suo
sguardo,non sapendo cosa dire per interrompere il silenzio che c'era fra di
loro. Sapeva che la minima parola sbagliata avrebbe peggiorato le cose,ma
allo stesso tempo sapeva che doveva affrontare le sue parole. -Ehi...-le
disse non sapendo come continuare,il viso contratto in quello che nelle sue
intenzioni doveva essere un sorriso. Era ancora lì,ferma a pochi metri da
lui,chiaramente indecisa su cosa fare:inventarsi una scusa e scappare al piano
di sopra o fare i pochi metri che li separavano e andare a sedersi accanto a
lui? -Perchè non vieni qui da me?-le disse per aiutarla. Poteva leggere i
suoi pensieri attraverso le espressioni del suo volto...Non gli sarebbe mai
riuscito con un altra donna. Lilly annuì impercettibilmente e si incamminò
verso di lui. Era ormai a due passi di distanza,quando un bisogno immaturo e
inspiegabile di sentirla vicino lo portò ad allungare un braccio e a stringere
le dita della mano destra attorno al suo polso, attirandola verso di sè finchè
non la portò a sedersi sulle proprie ginocchia. Lo sguardo sorpreso che gli
rivolse Lily lo fece sorridere:quasi certamente aveva già tutto il discorso in
mente per farsi perdonare,per rimediare alla scorsa lite,ma ora quello era solo
un dettaglio. Tutto ciò di cui aveva bisogno era lei. Aveva bisogno di
sentirle dire che lo amava,che non le importava dei suoi difetti e delle sue
mancanze...voleva sentirle dire che non se ne sarebbe mai andata. Ne aveva un
bisogno quasi fisico. Senza darle il tempo di capire,poggiò la testa contro
la sua spalla sinistra,nascondendo per pochi istanti il viso nell'incavo fra la
spalla e il collo. -Dan...-disse di nuovo lei,sorpresa da quel gesto
improvviso ed inaspettato. -Ho solo bisogno...ho bisogno di...-ripetè senza
riuscire a finire la frase. Ma Lily non ebbe bisogno di altre parole:pochi
istanti dopo un braccio della donna era attorno alle spalle di Daniel e lo
premeva contro di sè,una guancia contro i suoi capelli dove ogni tanto
depositava qualche bacio veloce. Nessuno dei due seppe quanto tempo restarono
in quella posizione,stretti in quell'abbraccio; soltanto quando capì di essere
più forte,di essere pronto a parlare alla moglie di quello che stava
succedendo,si scostò da lei e rialzò la testa per incontrare il suo
sguardo. Nuovamente inaspettatamente,Lily alzò una mano e gli accarezzò una
guancia,continuando a restare in silenzio. -Va meglio?-gli domandò con uno
sguardo tenero. Daniel annuì. -Vuoi che ti prepari qualcosa di caldo?-gli
domandò facendo salire la mano dalla guancia ai capelli,perdendovisi in
mezzo. Lui scosse la testa,chiudendo gli occhi. Amava quel gesto:non era
niente di particolarmente eccitante o di erotico,ma ogni volta che Lily
affondava le dita fra i suoi capelli,un senso di serenità e di tranquillità lo
avvolgeva. Lo faceva sentire amato e al sicuro neanche fosse ancora un
bambino. Riaprì gli occhi e cercò lo sguardo della moglie. -Devo parlarti
di una cosa-le disse senza giri di parole. -Non sei costretto-lo rassicurò
Lily. Daniel sorrise. Se prima poteva aver avuto qualche dubbio se
parlarle o meno delle lettere,quelle parole glieli avevano spazzati via. -Lo
so- Detto quello,si voltò verso il tavolo per prendere la lettera che vi
giaceva sopra dimenticata,e gliela tese. Lily guardò la lettera
timorosa,quasi con sospetto prima di prenderla fra le mani. L'uomo la osservò
in silenzio mentre i suoi occhi scorrevano le prime righe della lettera avidi,
chiaramente curiosi,prima di scattare di nuovo ad incontrare i suoi guardandolo
sorpresi, increduli. -Dan ma questa...Questa è...-balbettò non riuscendo a
dare un ordine corretto alle parole. Lui annuì. -Una lettera di mia
madre. Una delle tante-confermò. -Cosa?E perchè...Perchè ora?-chiese
ancora lei nervosa. Non parlavano mai di sua madre. Lui non aveva una
madre. La sua famiglia era costituita da suo padre e,negli ultimi dieci
anni,da Scott. Non poteva considerare come sua madre una donna che lo aveva
abbandonato quando era un bambino,che si era completamente disinteressata alla
sua vita nonostante vivessero insieme, che lo riteneva responsabile della china
disastrosa che aveva preso la sua vita. Quella donna era un'estranea ai suoi
occhi. Per questo rispose con un'alzata di spalle,come se la cosa non lo
toccasse affatto. -Non lo so. Sinceramente neanche mi interessa-rispose
con voce atona. Lily lo fissò in volto per qualche istante,cercando qualcosa
che gli permettesse di capire cosa si nascondeva davvero dietro la maschera che
ora bloccava le emozioni del marito. -Lo so,non mi credi-disse Dan
riconoscendo il suo sguardo indagatore. Lei scosse la testa. -No,non è
questo...So che per te è difficile parlare di tua madre...Cioè non ne abbiamo
mai parlato neanche io e te,se escludiamo quell'unica volta ad Hogwarts...Però
questo non significa che non pensi mai a lei,magari anche soltanto un pensiero
di sfuggita,d'improvviso-cercò di spiegargli lei anche se era difficile trovare
le parole adatte per quel discorso così delicato. Lo sguardo di Daniel non
l'aveva abbandonata neanche un'istante,fu solo quando tornò il silenzio che Lily
lo vide abbassare lo sguardo sulle loro ginocchia. -Non ricordo l'ultima
volta che io e mia madre siamo stati insieme. Dovevo essere troppo
piccolo...Il mio primo ricordo felice è mio padre,davanti a me che cerca di
farmi mangiare cantando stonato. Ci credi se ti dico che ho soltanto dei
ricordi sfocati di lei?Potrei averla incontrata tante volte in questi anni,ma
non l'avrei mai riconosciuta-le confessò rialzando gli occhi,infinitamente
tristi. Lily si ritrovò gli occhi umidi nello stesso istante in cui incontrò
il suo sguardo;gli accarezzò il retro del collo,affondando nei capelli
radi,cercando con quel gesto di risollevargli il morale. Si sentiva triste e
inadeguata:lei non poteva aiutarlo;la sua vita era stata completamente
diversa,la sua famiglia era il completo opposto. Sua madre era stata un punto
fermo per lei ed i suoi fratelli,la prima persona a cui rivolgersi quando suo
padre l'asfissiava troppo o quando aveva bisogno di un consiglio. Sentendo le
dita di Lily perdersi nei suoi capelli,un sorriso maliconico apparve sul volto
di Daniel. -Non si può sentire la mancanza di quello che non si ha-disse
interpretando i pensieri che le attraversavano la mente. Lei si avvicinò e
posò le labbra sulla fronte del marito,con tenerezza. -Volevo parlartene-le
disse facendole abbassare gli occhi nei suoi-Però sono andato in paranoia dopo
la prima telefonata...non sapevo davvero che fare. Poi sono cominciate ad
arrivare le lettere e ne ho parlato con mio padre e,naturalmente,lui mi ha detto
di parlarne con te,di spiegarti;poi però c'è stata la lite dell'altro giorno
e...-le spiegò in maniera confusa. Lily scosse la testa,quasi a voler
interrompere quel fiume di parole. -E' colpa mia...Sono stata istintiva e non
ti ho lasciato parlare,sicuramente sarà colpa degli ormoni!-disse Daniel
sorrise e stavolta toccò a lui scuotere la testa. -Non importa. Però c'è
una cosa da chiarire:io non sono mai pensato di andare con un'altra. Tu sei
talmente impegnativa che non ne ho il tempo...-aggiunse in un leggero tono
scherzoso che fece sorridere Lily. -Avevo paura che la notizia del bambino
fosse arrivata troppo presto,che non ti sentissi pronto per questo
cambiamento...-confessò lei poggiando la fronte contro la sua,quasi a volersi
nascondere dal suo sguardo. Daniel allontanò la testa muovendosi poi per
catturare il suo sguardo,finchè non incontrò gli occhi marroni della
moglie. -Non sono il tipo che va nel panico al primo accenno di
cambiamento....Lo sai. Avremo un bambino. E' un grosso cambiamento,è vero
che non lo aspettavamo,e che personalmente non avevo mai pensato che potesse
arrivare così presto,ma te l'ho già detto una volta e non credevo di dovertelo
ripetere...Sapere che avremo un bambino è la notizia più bella che abbia mai
avuto in vita mia. Specialmente perchè sei stata tu a darmela- Lily
sorrise commossa. -Davvero?-chiese. Daniel annuì prima di avvicinare le
labbra a quelle di lei per un bacio lieve,dopodichè tornò a posare la fronte
contro quella di Lily lasciando cadere il silenzio. Restarono abbracciati in
quella strana posizione per un tempo indefinito finchè Lily non rialzò la testa
per cercare lo sguardo del marito,fissandolo con sguardo serio che fece
presagire a Dan quale sarebbe stata la domanda che lei gli avrebbe
posto. -Quindi cosa farai con tua madre?-gli disse infatti. Ancora una
volta lui alzò le spalle. -Niente. Non ho bisogno di una persona così
nella mia vita-rispose con la stessa voce incolore che aveva usato ogni volta
che aveva parlato della madre. Lily lo fissò e capì di dover lasciar cadere
il discorso...Anche se c'erano ancora molte cose da dire.
Ad occhi chiusi,Rebecca si godeva le carezze
lente e pigre che Ronald le stava dispensando. Sdraiata sul corpo nudo del
marito,una guancia premuta contro la sua scapola sinistra,sentiva il suo respiro
caldo sfiorarle una spalla ritmicamente. -Non sei scomoda?-sentì chiedere
all'uomo. Senza sollevare la testa dalla sua scapola,Rebecca sorrise:avrebbe
potuto restare così per delle ore. E Ronald lo sapeva benissimo;sapeva che
amava restare sdraiata su di lui dopo il piacere,quasi a voler rivendicare il
possesso del suo corpo,a ricordare a sè stessa e a Ronald che lui era
Suo. Ancora suo dopo tanti anni e tutti i problemi che avevano dovuto
affrontare all'inizio della loro storia d'amore. Era difficile trovare del
tempo da dedicare a loro due ultimamente,con gli allenamenti di Ronald che lo
portavano a stare lontano da casa per parecchie settimane,e con Lowell e
Charlotte che impegnavano entrambi nel poco tempo che avevano a
disposizione. Ma ogni volta che potevano si ritagliavano delle ore da
dedicare a loro:lasciavano i bambini dai nonni,si concedevano una cenetta,si
godevano il silenzio della loro casa insolitamente vuota e poi...e poi si
lasciavano andare alla fantasia e alla passione. Persa nei suoi pensieri,non
si accorse che le dita della sua mano sinistra avevano iniziato ad accarezzare
leggere un avambraccio di Ronnie,piegato all'altezza del gomito per stringerla
contro di sè,seguendo tutte le linee dei muscoli e delle vene. -Non potrei
avere un cuscino più comodo-rispose continuando nella sua
esplorazione. Sentendo la sua risata,sollevò leggermente la testa dal suo
petto e cercò il suo sguardo trovando due occhi luminosi ad aspettarla. Si
sistemò meglio su Ronald e portò entrambe le braccia contro le spalle del
marito,iniziando a giocare con i suoi capelli spettinati. Un lieve sorriso si
disegnò sulle labbra di Ronnie,portandola a sorridere a sua volta. -Che hai
da sorridere?-gli domandò. -A volte mi dimentico quanto sei buffa-la prese in
giro lui. Rebecca gli fece una smorfia facendolo scoppiare a ridere
fragorosamente mentre l'abbraccio con cui la stringeva si faceva più
stretto. Osservandolo ridere,il pensiero di Rebecca volò alla conversazione
che aveva sentito pochi giorni prima fra Albus e Scorpius,il discorso che
l'aveva turbata più di quanto avesse creduto in un primo momento. Da quanto
tempo i due avevano problemi? Come avevano fatto a non accorgersi di
niente? Al contrario di Jim e Rose,i cui problemi erano diventati palesi man
mano che il tempo passava,quella discussione aveva fatto esplodere tutte le
incomprensioni neanche fosse una bomba H. Se non ce l'avevano fatta loro ci
poteva? Era quella la domanda che la spaventava... La sua famiglia si era
formata grazie a Scorpius,grazie a quel discorso assurdo che aveva fatto a
Ronald...Senza di lui chissà come sarebbero andate le cose! Probabilmente si
sarebbero sposati lo stesso,ma avrebbero aspettato qualche anno e le cose con
Lowell sarebbero state più complicate di come invece erano state... -Non
dirmi che ci stai pensando di nuovo...- Rebecca tornò presente a sè stessa e
riportò lo sguardo in quello di Ronald,lasciandosi scappare un sospiro,prima di
poggiare il mento sullo sterno dell'uomo. -E' incredibile!Hai un uomo nudo
e,se me lo concedi,discretamente desiderabile sotto di te e continui a pensare a
mio fratello e a Scorpius?-disse Ronnie in tono scherzoso. -Lo so,lo so...E'
che non riesco a fare a meno di farmi domande- -Che genere di domande?-chiese
lui curioso. -Che diamine è successo ad Al per farlo rimbecillire
all'improvviso? Voglio dire...E' come se tutto d'un tratto io iniziassi ad
essere insofferente dei tuoi ritiri con la squadra,del poco tempo che passiamo
insieme o di quello che comporta essere la moglie di un giocatore famoso e
accettassi la compagnia del primo arrivato-disse lei seguendo la linea dei suoi
pensieri. Ronald la fulminò con lo sguardo,mostrando tutta la gelosia che
quelle parole scatenavano in lui,ma Rebecca scosse subito la testa. -Sta
tranquillo,era solo un esempio...Anche se ad essere sincera,sarei più serena
sapendo che quelle pazze scatenate delle tue "fan" hanno smesso di fare la posta
allo spogliatoio sperando di beccarti con solo l'asciugamano indosso-gli
confessò sincera. Ancora una volta Ronald rise,più rilassato,accarezzandole
la schiena nuda con entrambe le mani, fermandosi proprio sopra il
fondoschiena. -Vedila così,loro possono solo sperare di vedermi in
asciugamano...Tu hai dato un nome ad ogni mia lentiggine,anche le più
nascoste- Rebecca sorrise maliziosa,pensando a Freddy,l' assurda lentiggine
che Ronnie aveva all'interno della coscia sinistra,proprio a poca distanza
dall'inguine. Poi il sorriso sparì lasciando il posto ad un espressione seria
e pensieriosa. -Credi che sia davvero innamorato di questo tipo?-gli domandò
sinceramente curiosa. Lui sospirò e alzò le spalle per quanto gli permetteva
la posizione. -No,non penso. Anche quando era giovane,quando ancora non
sapevamo nulla della sua storia con Scorpius, Al si è concesso un'avventura con
un altro ragazzo. Non so che fine abbia fatto dopo che loro sono tornati
insieme,però a quanto pare il concetto di fedeltà non si addice a mio fratello
visto che la situazione si ripresenta anche ora ad anni di distanza- -Credi
che dovrei provare a parlare con Scorpius?-gli domandò incerta. Lo vide
mordersi l'interno del labbro inferiore come faceva sempre quando era pensieroso
ed un brivido le scese lungo la schiena;quasi senza pensare,si avvicinò al viso
di Ronald e gli mordicchiò il mento,scivolando poi lungo la mandibola e il
collo,già segnato da alcuni segni rossi. -Così però perdo il filo...-si
lamentò Ronnie stringendo più salda la presa sulla sua schiena. Rebecca
ridacchiò e sollevò di nuovo la testa dal suo collo,fissandolo con due occhi
accesi dalla malizia,prima di muoversi leggermente sul corpo
dell'uomo,scivolando leggermente più in basso facendo così incontrare le loro
intimità. Un ghigno malizioso apparve sulle labbra di Ronald. -Cos'hai in
mente?-le domandò,completamente dimentico del discorso fatto fino a pochi
istanti prima. Le braccia di Rebecca scivolarono lungo le spalle sfiorando i
pettorali e gli addominali con la punta di tutte e dieci le dita,fermandosi
sull'ombelico,iniziando allo stesso tempo a muoversi lentamente su di
lui. -E' da un pò di tempo che non faccio un saluto a Freddy...-gli disse in
tono scherzoso,scendendo con la mano destra fino a stringere le dita attorno al
membro semieretto di Ronald. Lo sentì trattenere il respiro non appena lo
prese fra le mani,per poi rilasciare il fiato tutto insieme insieme ad un gemito
sommesso. Dedicò la sua attenzione all'erezione di Ronald sentendola crescere
ad ogni tocco,facendola scontrare contro il palmo della sua mano,stuzzicando con
il pollice il taglio sulla punta,aumentando e diminuendo la velocità delle
carezze a seconda del respiro dell'uomo. Continuò così finchè Ronald in
quello che,per la sua mente mezza annebbiata dal piacere,ritenne uno sforzo
titanico le allontanò la mano e la portò con le spalle al materasso coprendola
completamente,prendendo il controllo della situazione. Rebecca amava quel
"gioco di ruoli":poteva fargli tutto quello che voleva,accarezzarlo,leccarlo,
succhiarlo fino a farlo arrivare ad un passo dal baratro,fino ad illudersi di
avere per una volta il controllo,ma sapeva che come ogni volta,Ronald avrebbe
deciso per entrambi. Molte donne lo avrebbero trovato snervante,anche
svilente,ma per lei era rassicurante:Ronald sapeva cosa era meglio per
entrambi,cosa avrebbe aumentato il piacere di entrambi,e per lei, cedergli il
comando significava che il meglio doveva ancora arrivare. E anche quella
volta fu così. Quando l'orgasmo passò,lasciandoli sudati e stanchi,chiuse per
qualche minuto gli occhi, cercando in quell'immobilità di riuscire a far tornare
normale il suo respiro. Ronald,la testa sul suo seno e le braccia ai lati
della sua testa era vittima della sua stessa spossatezza:sapeva di doversi
muovere,di dover trovare la forza almeno quel poco che gli avrebbe impedito di
schiacciare Rebecca con il suo peso,ma quell'idea gli sembrava
irrealizzabile. Tutto quello che riuscì a fare fu sollevare leggermente la
testa fissando lo sguardo sul volto della moglie. Gli occhi di Rebecca
incontrarono subito i suoi e per un'istante,perso in cielo in tempesta che erano
gli occhi di sua moglie,Ronald si sentì mancare il fiato. Nessuno,neanche sua
madre,lo aveva mai guardato con tanto amore. Come a voler confermare quello
che era scritto nei suoi occhi,Rebecca sollevò una mano e con gentilezza,gli
allontanò alcune ciocche dal volto. -Sposami- Lo aveva detto seguendo un
pensiero improvviso,di quelli che erano una caratteristica del suo carattere e
che tante volte gli avevano portato fortuna. A quelle parole,Rebecca alzò un
sopracciglio,sul viso un'espressione a metà fra il confuso e il
divertito. -Forse devo essermi persa un passaggio,ma credevo d'averlo già
fatto-rispose poi ironica. Ronald scosse la testa avvicinandosi se possibile
ancora di più a lei. -Sposami di nuovo-le disse sincero. -Stai parlando
sul serio?-chiese ancora lei,questa volta sorpresa. Ronald
annuì,sorridendo. -Il nostro matrimonio non è stato di quelli da favola che
racconto a Charlotte quando le leggo la storia della buonanotte. Abbiamo
dovuto fare le cose di nascosto,senza far sapere niente a nessuno dei nostri
amici o ai nostri genitori...C'erano soltanto tua sorella e i miei
fratelli-iniziò a spiegarle. Si accorse dello sguardo attento che lei gli
stava rivolgendo e,spinto proprio da quello sguardo,continuò a parlare. -Ci
eravamo ripromessi di ripetere le promesse,di fare le cose per bene,ma poi per
colpa del mio lavoro e per tutti i nostri impegni non ci siamo
riusciti. Perchè non farlo adesso? In fondo sarebbe anche un modo perfetto
per festeggiare i nostri dieci anni insieme-continuò sinceramente infervorato
dalla sua idea. -Sono incinta di tre mesi Ronnie...Anche se facessimo tutte
le cose in un paio di mesi avrei una pancia come un cocomero. Magari sarebbe
meglio aspettare dopo la nascita del bambino-gli disse. -Poi vorresti
aspettare ancora per poter perdere i chili di troppo...Che ti importa della
pancia?Anche quando ci siamo sposati la prima volta eri incinta. Vedilo come
un segno del destino:magari anche fra venticinque anni quando festeggeremo le
nozze d'argento avrai una pancia come un cocomero-disse lui sincero. Per lui
non erano mai stati un problema i chili di troppo presi da Rebecca durante la
gravidanza,anzi la trovava anche eccitante con la pancia...Ma forse lui non
faceva testo,per lui era sempre eccitante. Rebecca sorrise alla sua battuta e
per un breve istante allontanò lo sguardo dal suo,fissando i pettorali
dell'uomo. -Allora?Che te ne pare di quest'idea?-le domandò leggermente
timoroso del silenzio che era seguito alla sua domanda-Ti va di sposarmi di
nuovo...Oppure il tempo ti ha fatto rinsavire e hai capito che già la prima
volta era stato un'errore?-le chiese cercando di nascondere il timore dietro lo
scherzo. Possibile che,dopo dieci anni di matrimonio e tre figli,aveva ancora
paura che lei potesse lasciarlo?Che se ne andasse improvvisamente dalla sua
vita? Rebecca tornò ad incontrare i suoi occhi e sorrise,per rassicurarlo
delle paure che lo avevano attanagliato per quei brevi istanti. -Forse questa
lezione non la imparerò mai...Facciamolo! Sposiamoci!- rispose in tono
squillante,il viso illuminato dalla felicità. Ronald sorrise. Era
esattamente la reazione che sperava di ottenere.
L'acqua fredda le faceva,paradossalmente,bruciare
la pelle. Il getto della doccia,proprio sopra la sua testa le gettava l'acqua
addosso neanche una piccola cascata,bagnandole i capelli,le spalle,le braccia e
tutto il corpo. In un giorno qualunque si sarebbe sfregata la pelle con una
spugna e con il bagnoschiuma al cioccolato che tanto piaceva al suo
fidanzato...ma quel pomeriggio non riuscì a muoversi. Immobile sotto la
cipolla della doccia lasciò che il getto freddo le sfrerzasse la pelle,ferendola
ad ogni tocco,quasi un punizione per qualche colpa non espiata. Ed in fondo
lei aveva qualcosa da farsi perdonare... Qualcosa di davvero grave. Come
accidenti era potuto succedere???? La testa poggiata contro le mattonelle
bianche a fiorellini rossi della doccia,chiuse gli occhi,ritornando con la mente
a quello che era successo poche ore prima...Solo sei ore prima era tutto
normale,tutto come al solito. Sapeva come era successo. Aveva voluto fare
la donna adulta e matura,sprezzante del passato e in fondo anche dei sentimenti
e proprio quel suo atteggiamento le si era rivoltato contro. Perchè aveva
dovuto rovinare tutto??? Riaprì gli occhi e lo sguardo le cadde sul seno
destro dove,poco distante dall'aureola,c'era ben evidente il segno di un
morso. Bastò quella vista a farla scoppiare in lacrime. La prova tangibile
del suo errore... Neanche fosse un burattino a cui avevano tagliato i fili,si
accasciò sul pavimento della doccia e piegò le ginocchia contro il petto,la
fronte poggiata contro un braccio. Di nuovo quella sensazione,quel senso di
smarrimento che aveva sperato d'essersi lasciata alle spalle. Tutti gli anni
passati non le avevano insegnato niente? Perchè era ancora lì a
piangere?Perchè non si asciugava le lacrime,usciva dalla doccia e cercava un
modo per rimettere insieme la sua vita? Perchè la cosa che le faceva più
paura non era la consapevolezza di aver fatto un errore,ma la certezza che alla
prossima occasione lo avrebbe fatto di nuovo e ancora e ancora,almeno finchè
avrebbe potuto. E ogni volta avrebbe avuto sempre meno rimorsi.
-Ma dove cazzo eri finito? Hai idea da
quanto tempo ti sto aspettando?- La voce di Scorpius lo assalì non appena
superò il cancello della sua casa,la chiave ancora in mano pronta per essere
infilata nella toppa. Si guardò la mano,sorpreso di trovarla già pronta
all'azione;doveva essere stato un gesto automatico perchè la sua mente era
lontana anni luce da quel posto. Ancora persa dentro una limousine nera dai
vetri oscurati... Dei passi si fecero più vicini e sbattendo le palpebre Luke
tornò presente a sè stesso,guardando l'amico che ora era fermo alla sua
destra. -Beh?Devo ancora aspettare a lungo?-gli domandò
seccato. Distratto,Luke scosse la testa e fece i pochi passi che lo
dividevano dalla porta di casa, infilò la chiave nella serratura e aprì
facendosi da parte per fare entrare l'amico. -La tua dolce metà dov'è?-chiese
Scorpius,dopo aver fatto i primi passi nell ingresso. Non ne aveva la più
pallida idea. E al momento Mandy era l'ultimo dei suoi pensieri. La sua
mente era un ottovolante,anzi peggio! Continuava a pensare a centinaia di
cose diverse,a tutto quello che era successo in poche ore, a come la sua vita
poteva essere cambiata irrimediabilmente... Per un breve istante si chiese se
anche lei fosse confusa quanto lui. Ma in fondo era inevitabile quello che
era successo...Era solo questione di tempo,lo sapevano entrambi. -Si può
sapere che accidenti hai oggi?Sei completamente fuori fase!-lo rimproverò
Scorpius facendolo tornare con i piedi per terra. Lui scosse la testa e lo
seguì,neanche fosse Scorpius il padrone di casa,nel salotto privato,
osservandolo mentre si avvicinava al tavolino dei liquori e si riempiva un
bicchiere con dell'abbondante FireWhiskey. -Quella roba è troppo forte per le
sei del pomeriggio-gli fece notare. Doveva essere successo qualcosa anche al
biondo,altrimenti non ci sarebbe andato così pesante con l'alcool. -Credimi
quando avrò finito di sentire quello che sto per raccontarti sarai tu a versarmi
il prossimo bicchiere-gli disse prima di berne un lungo sorso tutto d'un
fiato. Luke restò in silenzio,sinceramente grato questa volta alla ritrosia
naturale di Scorpius nel confidarsi,per il tempo che gli permetteva di dedicare
ai suoi pensieri confusi. -Oggi sono venuto in un bicchiere-disse il biondo
spiazzandolo e facendogli riportare l'attenzione su di lui. Lo fissò per un
brevissimo istante per poi alzare le spalle. -Ogni coppia ha la sua fantasia
sessuale...-si limitò poi a dire. Scorpius scosse la testa con
violenza. -No,idiota!Ho donato il mio...sperma-era davvera assurda questa
vergogna per le parole-per James e Rose- Ora Luke era davvero confuso. -Il
fratello di Al e sua moglie?E cosa se ne fanno del tuo sperma?-gli chiese
sinceramente curioso. Il biondo abbassò lo sguardo sulle proprie mani,che
reggevano unite il bicchiere,e alzò le spalle. -Fanno un bambino- Gli
occhi di Luke si spalancarono per la sorpresa e l'incredulità:aveva davvero
capito bene? -Cosa?-chiese. -Sì insomma...Loro insieme non possono avere
dei figli e hanno chiesto a me di fare da donatore...- -E perchè proprio a
te?-lo interruppe sempre più incredulo Luke. -Volevano qualcuno di cui
potersi fidare,qualcuno che avrebbe rinunciato ad ogni pretesa di paternità
senza fare storie e sapendo come io come la penso su quest'argomento,hanno
pensato fossi il candidato giusto-riassunse brevemente l'altro. Luke premette
le labbra una contro l'altra e lo fissò. -Quindi tu oggi sei venuto in un
bicchiere per far nascere il loro bambino- Scorpius si limitò ad
annuire. C'era un ultimo tassello da aggiungere al puzzle prima che Luke
potesse dirgli cosa pensava della sua "grande" idea. -Strano che Al te lo
abbia lasciato fare...-commentò in tono casuale. L'espressione che apparve
sul volto dell'altro spiegò meglio di mille discorsi. -Come
immaginavo. Non gliene hai neanche parlato...- -Ma chi sei
tu?Un'indovino?-gli chiese infastidito l'amico. -Quando si tratta di
te,sì. Hai accettato di fare un figlio per il fratello del tuo compagno senza
prima consultarti con lui? E' strano che tu sia ancora vivo,specie visto
quanto è importante per lui il discorso "figli e famiglia"-commentò leggermente
ironico. Scorpius gli lanciò uno sguardo incattivito. -Non è cambiato
niente. Sono passati anni,ma la mia idea non cambia:non avrò mai un figlio nè
voglio una famiglia-disse piegando le dita a mo di virgolette-E poi se c'è
qualcuno che dovrebbe lamentarsi qui sono io!-aggiunse. Pentendosi l'istante
dopo di quello che aveva appena detto. -Che vuoi dire?-chiese infatti
Luke,incuriosito dalle sue parole. Scorpius rialzò lo sguardo ad incontrare
gli occhi del suo migliore amico e ancora una volta a Luke bastò quello sguardo
per capire cosa significava quella frase. Ricordava di aver già visto quegli
occhi,così tristi,una sola volta da quando lo conosceva:quando Albus lo aveva
lasciato per quel ragazzo ai tempi di Hogwarts. -C'è un altro-disse infatti
senza paura di smentita. Come succedeva sempre quando affrontavano discorsi
troppo personali,Scorpius si alzò e gli voltò le spalle,il bicchiere ancora
stretto fra le dita della mano sinistra. In tanti anni di amicizia,Luke non
aveva mai visto l'espressione che si dipingeva sul volto di Scorpius quando
parlava del suo compagno. Sapeva che lo amava,non ne aveva dubbi,e che
stranamente era lui il più geloso o quello con i dubbi maggiori,ma non aveva mai
saputo cosa gli passasse per la mente quando parlava dei loro problemi. E non
riuscì a vederlo neanche questa volta;dovette accontentarsi del racconto che il
biondo gli fece di come le cose fra lui e Albus stessero andando velocemente a
scatafascio,della lite che avevano avuto pochi giorni prima,incuranti delle
orecchie di tutti i fratelli Potter che ascoltavano nella cucina,e di quello che
era successo poche ore prima che sicuramente aveva inferto un ulteriore colpo
alla loro relazione già traballante. Quando finalmente ebbe finito di
parlare,tornò a voltarsi e incontrò lo sguardo dell'amico. -Che ne pensi?-gli
domandò poi,dopo qualche istante di silenzio. L'idea che Luke si era fatto
nella sua mente era mille volte meglio del panorama che Scorpius gli aveva
disegnato con il suo racconto. Per la prima volta da quando si conoscevano,si
trovò ad essere in aperto disaccordo con tutte le scelte dell'amico. -Sei
fortunato di avere Al come compagno. Io al posto suo già ti avrei cacciato di
casa da settimane-gli disse sincero. Il volto perfetto del biondo si corrugò
in un espressione sbigottita. -E' inutile che mi guardi così. Ti stai
comportando come un coglione! Per anni hai detto a quel ragazzo di non volere
figli,di non voler neanche prendere in considerazione l'idea di una famiglia e
poi cosa fai? Ti offri volontario per essere il padre del suo nipotino?-gli
chiese in tono severo. -Non mi sono offerto volontario...-cercò di
controbattere Scorpius. -E che se ne importa!Lo stai facendo comunque!Sai
quanto questo gli dia fastidio o lo faccia stare male ma preferisci far finta di
niente e continui per la tua strada fregandotene altamente di lui,che ha
rinunciato a tutti i suoi sogni per te?-gli domandò ancora chiaramente
infervorato. -Non mi pare di essere da meno quando si parla di
rinunce...Anche io ho rinunciato a molto per stare con lui!-rinfacciò
Scorpius,infastidito dalle parole dell'amico. Parole che sapeva essere
vere. -E questa è la prima volta che ti lamenti di averlo fatto!-gli disse
Luke con lo stesso tono di voce,per poi farsi scappare un sospiro rumoroso,prima
di incenerire l'altro con lo sguardo-Come cazzo ti è venuto di trattarlo in quel
modo?- Neanche lui sapeva darsi una risposta. Era evidente dal suo
volto,dalla tempesta che infuriava nei suoi occhi grigi. Luke si strofinò la
fronte con una mano e restò qualche istante in silenzio,consapevole che in quel
momento Scorpius aveva bisogno di un amico. -Sai che rischi di
perderlo,vero?-gli domandò lanciandogli uno sguardo cauto. Il biondo restò in
silenzio,passandosi le dita della mano libera fra i capelli. -Se quel tizio è
davvero quello che vuole non posso fare niente...-rispose poi a voce talmente
bassa che soltanto il silenzio totale permise a Luke di sentirlo. Ancora una
volta,Luke si trovò ad affrontare un nuovo aspetto di Scorpius che non aveva mai
conosciuto fino a quel momento:la rassegnazione. La rassegnazione a vedersi
portare via la sola persona che avesse mai amato nella sua
vita.
Salve a
tutti!!!
Prima di
tutto:so che tanti di voi saranno confusi dalla composizione del capitolo,ma vi
tranquillizzo subito.
Tutto
verrà chiarito nel prox capitolo;infatti(nella mia mente malata)questo ed il
prox capitolo sn collegati,qs speculari,qs uno il confronto dell'altro,senza uno
non si capisce l'altro,soprattutto per quanto riguarda Luke e la faccenda
Albus/Scorpius(che nn è finita qui!Il bello,o il peggio, deve ancora
arrivare).
Vi avviso
inoltre che il prox capitolo,sarà il 1 capitolo hot,ma OVVIAMENTE nn vi dico x
ql o qnt coppie e sarà il 1 capitolo in cui si faranno vedere i senior...Siete
contenti???
Ringrazio
tutti coloro che leggeranno e recensiranno(nonostante le vacanze)il capitolo e
chiedo scusa x eventuali errori di battitura e/o ortografia.
E ora i
ringraziamenti:Sweey(Ora mi dirai
che il sogno si è trasformato in un incubo...E vedrai nei proximi...Andrà a
finire che mi odierai! XD!Il comportamento di Sy porterà a gravi conseguenze,ma
si farà perdonare;diciamo che è una specie di percorso che il ns deve affrontare
per arrivare alla giusta maturazione xkè cm è adesso è ancora bloccato
all'adolescenza,con tt le sue idee ed i suoi preconcetti!E' ora che si
svegli!),Luthien241(Eh già
sn tornata...Non so se sia un bene xò la mia presenza asfissiante...Il ritorno
di fiamma fra Alice e Luke?Beh che posso dire:bisogna aspettare il prox
capitolo, altrimenti vi rovino la sorpresa),Sbubina(Grazie x i complimenti!!!Io
dico sempre:l'amore smuove anche le montagne...SArà il loro caso?Chi lo
sa!),VictorieBHFS(Grazie x
i complimenti!!!!!!!!!!!!!!!E x i tanti commenti che hai lasciato in giro x i
vari capitoli e x le varie storie!!!!Grazie davvero tanto!!!Se ti ha affascinato
qst saga,perchè nn leggi anche la storia che ho scritto su Draco e Hermione?Io
la considero un pò il mio capolavoro,magari ti piace anche questa...Ora il mega
ringraziamento:Brian per me è l'essere supremo,l'uomo + perfetto che potrà mai
esistere sulla faccia della terra quindi ne parlerò solo e sempre bene.Se vuoi
farti un'idea di chi è davvero Brian guarda il telefilm "Queer as Folk";come hai
visto la storia dell'inseminazione nn sta portando niente di buono e la
situazione x cm è messa può sl peggiorare e x rispondere alla tua domanda ti
chiedo "Chi è che nn vorrebbe Scorpius???"),Angel_SG(Povero pc,e povera testa
martoriati x colpa mia,promettimi che la prossima volta farai qualcosa di
meno estremo;la vera storia tormentata e strappalacrime sarà proprio quelle fra
Alice e Luke,ma credimi sarà anche molto molto hot...Mica possiamo perdere altro
tempo,no?),Kikka15("Il tempo sistema un pò tutte le
cose"...o almeno cs dicono,ma in qst caso c'è qlcn che deve darsi davvero tanto
da fare!Cm vedi,almeno x Dan e Lily ho esaudito i tuoi desideri
^_^),Nefene(Oddio un'altra
chioccia come me!!!!Che bello!!!Ed io che credevo di essere l'unica!!!!I'm
Happy!!!Eva concentrati sul capitolo...Allora:è vero, Albus già una volta si è
lasciato andare alla tentazione e ha lasciato Sy x un altro ragazzo;ma nn
dimentichiamoci che anche quella volta era stato Sy a dargli il "permesso",a
dirgli di andare cn altri,di "esplorare" il panorama gay appena conosciuto,e se
ci pensiamo bene adesso sta facendo esattamente la stessa cosa...Evitando di
lottare per il suo compagno,facendosi da parte,quasi nn gli interessassero le
scelte di Albus o se quegli anni fossero stati dei tappabuchi nell'attesa del
"vero amore"...).
Bene,x il
momento è tutto,io vi saluto e vi do appuntamento al prox
capitolo...
"Heartbreak Hotel"
Baci,Eva
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Capitolo 9 *** It was just sex ***
it was just sex
"Grazie per avermi spezzato il cuore
finalmente la luce riesce a entrare Strano a dirsi ho trovato pace
In questa palude Grazie per avermi spezzato il cuore
finalmente la luce riesce a entrare Strano a dirsi ho trovato pace
In questa palude Grazie per l'invito a... A
dimenticare"
Fu il fastidioso
riflesso di un raggio di sole a svegliarla. Lentamente il suo cervello
abbandonò la rilassatezza e l'oblio che caratterizzava da sempre i suoi sogni e
le fece prendere sempre più coscienza di sè stessa. Era nel suo letto,la
testa sul cuscino,il leggero piumino a coprirle il corpo nudo;accanto a lei,
sdraiato sulla pancia,un braccio sotto il cuscino e l'altro a poca distanza dal
suo volto,Eric dormiva beatamente. Le bastò uno sguardo alla pelle rosea e
perfetta della schiena per capire che anche lui doveva essere nudo sotto le
coperte. Ancora assonnata si concesse un sorriso rilassato. Era bello
svegliarsi in quel modo... Nonostante stessero insieme da quattro anni,e
fossero ufficialmente fidanzati da più di due, lei e Eric continuavano a vivere
ognuno per conto proprio:avevano paura che la quotidianità avrebbe finito per
rovinare il loro rapporto,rendendolo qualcosa di stantio e di
abitudinario. Ma nonostante avessero due case,non avevano mai passato una
notte separati:c'erano settimane intere in cui vivevano nell'appartamento di
Eric e altre in cui si trasferivano da lei, perfettamente felici di questa
sistemazione e incuranti delle battutine che i loro amici e familiari facevano
all'indirizzo di quella loro "scelta di vita". Alice sapeva che la cosa più
saggia da fare,visto che era una giornata lavorativa,sarebbe stato alzarsi,farsi
una doccia e andare a lavoro,ma in quel momento iniziare una nuova giornata era
l'ultimo dei suoi pensieri. Si mosse nel letto avvicinandosi ad
Eric,osservando la completa rilassatezza che coglieva il suo corpo quando questi
dormiva:i capelli gli ricadevano spettinati sul cuscino,coprendogli anche una
guancia,le labbra erano dischiuse in una piccolissima O e sulle guance si
intravedeva un accenno leggero di barba che sarebbe sparita non appena l'uomo si
sarebbe alzato. Nonostante fosse addormentato,i suoi muscoli davano
l'impressione di essere in tensione, scattanti,pronti all'attacco,e riusciva a
vedere la schiena alzarsi ed abbassarsi ritmicamente insieme al respiro. Alzò
una mano e con due dita gli scostò il ciuffo di capelli che era sulla
guancia,facendolo ricadere all'indietro insieme agli altri sul cuscino. Era
davvero bello. Tante volte,agli inizi della loro relazione,gli aveva chiesto
se tanta bellezza non nascondesse qualche magagna,un'insieme di problemi che si
nascondevano dietro quella maschera di perfezione. -Dovrai scoprirlo da te-le
rispondeva sempre con una risata a distendergli le labbra. Ora sapeva che non
era così...Certo,aveva anche lui i suoi difetti,ma era riuscito a farla
innamorare anche di quelli,non lasciandole via di scampo. Si mosse ancora nel
letto,avvicinandosi maggiormente a lui,arrivando proprio accanto al braccio
posato sul cuscino e vi posò un bacio leggero. Doveva lasciarlo dormire o
poteva permettersi di svegliarlo? Indecisa su cosa fare,seguì un pensiero
improvviso e scalcio via il piumino gettandolo quasi a terra,lasciando entrambi
completamente nudi. Generalmente la sua ritrosia nel mostrarsi nuda,le
avrebbe impedito una mossa del genere,ma ora l'unica persona che era nella
stanza con lei era profondamente addormentata, quindi perchè non
approfittarne? Lasciò vagare lo sguardo sulla curva della sua schiena fino ad
arrivare alle colline dei suoi glutei e le piccole fossette sopra di
questi. In punta di dita rifece il percorso che avevano fatto pochi istanti
prima i suoi occhi,scivolando lungo la spina dorsale e sporgendosi verso di
lui,il seno a sfiorargli il braccio poggiato sul cuscino,gli posò un bacio
all'altezza della spalla sinistra poco sotto il tatuaggio che aveva fatto alla
fine del college,come memoria di quegli anni. Lo sentì muoversi leggermente
sotto le sue attenzioni,e voltarsi sul fianco destro,ma uno sguardo al suo volto
la rassicurò:era ancora profondamente addormentato. Poteva
continuare... Non aveva idea di cosa le fosse preso quella mattina,perchè
trovarlo nel letto accanto a lei l'avesse spinta ad essere così provocatoria,ma
si disse che era bello,per una volta decisarsi ad Eric,dimostrargli tutto il suo
amore e quanto fosse importante per lei. Semplicemente seguendo l'istinto
tornò a sdraiarsi accanto a lui,questa volta senza nessuna distanza fra di
loro,una mano abbandonata in modo quasi possessivo sulla natica destra e le
gambe intrecciate a quelle di Eric in modo che la sua intimità sfiorasse una
coscia dell'uomo. Le bastò abbassare lo sguardo verso le loro gambe
intrecciate per capire che il sonno di Eric non era più così profondo,o che
almeno una parte di lui aveva iniziato a risvegliarsi. Quel pensiero la fece
sorridere...Era capace di provocargli certe reazioni anche nel
dormiveglia? Tornò a guardare il suo volto,mentre distrattamente gli
accarezzava la porzione del torace che la nuova posizione le aveva
mostrato,facendo scivolare una mano verso il basso. Aveva superato gli
addominali e le sue dita avevano sfiorato i primi riccioli scuri quando sentì
una risatina arrivare dall'alto. Rialzò lo sguardo e incontrò gli occhi
azzurro cielo del compagno,che la fissavano ridenti. -Credevo stessi
dormendo...-gli disse quasi volesse muovergli un rimprovero. -Infatti era
così. Poi però qualcuno mi ha svegliato.Ti è piaciuto ciò che hai visto?Sono
ancora passabile?-le domandò,la voce ironica. Alice fece una piccola smorfia
facendolo sorridere ancora di più,senza però muoversi dalla posizione in cui si
era sistemata accanto a lui. -A malapena. Fra un pò mi toccherà cominciare
a cercare in giro-lo punzecchiò. -Mh,hai ragione...Del resto farò la stessa
cosa anche io...Credo di aver trovato anche la candidata ideale:hai presente
Doris,la ragazza che lavora da Starbuck?-fece consapevole che avrebbe scatenato
la sua gelosia. Infatti,l'istante dopo,negli occhi grigi della ragazza
saettarono due lampi di rabbia. Gli diede una spinta,facendolo rotolare
spalle al materasso e si issò a sedere,facendo il gesto di scendere dal
letto. Uno scatto veloce e la mano di Eric si strinse attorno al suo polso
più vicino,attirandola di nuovo nel letto e verso di lui. -Caspita come siamo
permalosi la mattina presto...-la prese in giro portandosi di nuovo su di
lei,coprendola quasi interamente con il proprio corpo. Ostinata,Alice
continuò ad evitare lo sguardo dell'uomo,ancora indispettita per quello che Eric
le aveva detto poco prima. Lo sentì buttar fuori una risata,ma continuò
imperterrita ad evitare il suo sguardo. -Visto che abbiamo i mesi
contati,forse sarà il caso di dirti una cosa che avevo in mente già da un pò di
tempo-le disse misterioso. Nonostante la curiosità per le sue parole,Alice
continuò ad evitare il suo sguardo. -Alice...io...ecco...è da un pò di tempo
che penso all'idea di costruire qualcosa con te...qualcosa di
duraturo...che...Per favore puoi guardarmi?Non ce la faccio se continui a fare
quella faccia offesa!-la riprese nel bel mezzo della frase. Quasi dimentica
di ciò che l'aveva fatta arrabbiare,Alice voltò il viso verso di lui e incontrò
i suoi occhi:era teso e spaventato. C'era forse qualcosa che non le aveva
detto? Qualcosa di grave? Però le sue parole dissentivano totalmente dai
suoi timori:come avrebbe potuto dirle che voleva costruire qualcosa insieme se
magari pensava di lasciarla? -Voglio avere un figlio con te- Quell'unica
frase la colpì con la potenza di una palla da baseball in pieno stomaco. Un
figlio? Non erano troppo giovani per pensare ad un figlio insieme? -Eric
io...-disse non sapendo bene come continuare. -Si,lo so...E' un idea
assurda,soprattutto se devi prenderla in considerazione a quest'ora del
mattino,però è già da un pò che ci penso-le disse sincero. Lei restò in
silenzio,aspettando ciò che Eric sicuramente aveva da dirle. -Siamo insieme
da quattro anni,e nonostante all'inizio avessi l'impressione che non saremmo
durati a lungo ora so che mi sbagliavo. Io e te siamo fatti per stare
insieme...So che sei l'unica donna con cui posso pensare di fare questo
passo...-le disse sincero. -E' che non so se sono pronta. Siamo ancora
giovani,e se fosse una scelta affrettata?E se finissimo con il lasciarci?-gli
domandò lei lasciando trasparire nella tono della voce il panico. -Non
cambierebbe nulla.Avremmo sempre qualcosa che ci lega-le disse sicuro. Alice
sospirò,poco convinta,non sapendo cosa dire,abbassando per quanto poteva il
volto. -Ascolta...Perchè non ti prendi del tempo per riflettere?-le propose
Eric comprensivo. In risposta gli arrivò un nuovo sospiro,prima che Alice
alzasse di nuovo la testa verso di lui. -Oppure...-iniziò. -Oppure?-chiese
Eric. -Oppure possiamo lasciare le cose come stanno...Senza però prendere
tutte le precauzioni che prendiamo adesso-gli disse cauta. Eric sorrise,gli
occhi raggianti per quelle poche parole;per manifestare la gioia che quelle
parole gli provocavano,si sporse verso di lei e le posò un bacio a schiocco
sulle labbra. -Sei sicura?-le chiese sollevando il volto quel poco che
bastava per incontrare il suo sguardo. Alice lo fissò e fu lo sguardo nei
suoi occhi a farle capire che doveva essere sincera fino in
fondo. -No. Ancora non so se voglio un bambino. Però magari ci vuole un
pò perchè rimanga incinta e per allora le mie idee saranno cambiate...Voglio
scommettere su noi due e sul nostro futuro-disse sincera. Eric la fissò
qualche istante colpito dalle sue parole per poi riavvicinare il viso al suo e
baciarla di nuovo,questa volta più lento e gentile. -Grazie- Alice accennò
un sorriso. -Per cosa?-gli domandò. -Per essere stata sincera con me...E
per aver scommesso su noi due-
La telefonata arrivò mentre erano entrambi in cucina
a fare colazione. Solitamente si sedevano entrambi al tavolo di mogano,uno di
fronte all'altro due tazze di caffè e una di cereali sistemati davanti a
loro. Scorpius avrebbe letto come ogni mattina il "The Guardian" e Albus
avrebbe giocherellato con i cereali nella sua scodella cercando di non pensare
alla giornata che lo aspettava di lì a poco. Nelle ultime settimane però,i
due uomini avevano cambiato abitudini:mentre Scoprius continuava a consumare la
colazione seduto al suo posto,neanche fosse parte integrante del tavolo,Albus
aveva iniziato a mangiare la sua scodella di cereali in piedi,il fondoschiena
poggiato contro il mobile della cucina,sul cui piano poggiava la tazza di
caffè. E mentre prima c'era uno scambio di battute fra i due,ora il silenzio
regnava sovrano nella stanza. Erano passati pochi giorni dalla lite,ma le
cose non erano migliorate. Quando Scorpius era uscito dalla loro camera da
letto aveva trovato la casa deserta:i Potter, dopo aver ascoltato le loro
urla,sicuramente in imbarazzo si erano dileguati,e non aveva la minima idea di
dove fosse Albus. Forse era corso a mettere in pratica il permesso che gli
aveva dato... Era tornato a casa soltanto la sera,ma non gli aveva fornito
nessuna spiegazione su dove fosse stato o con chi. E lui non gliene aveva
chieste. Da allora era già tanto se si scambiavano una cinquantina di parole
al giorno:complici i loro impegni di lavoro,riuscivano a vedersi poco e anche
quando erano entrambi a casa,erano diventati maestri nell'ignorarsi. A
Scorpius ricordavano i propri genitori... Come cazzo erano arrivati a quel
punto? C'era qualcosa che potesse fare per riparare alla
situazione? Ovviamente c'era. Poteva sbatterlo contro un muro e dirgli che
doveva smetterla di vedere quel Brian,che lui era suo e di nessun'altro...che lo
amava e che non avrebbe permesso a niente e nessuno di rovinare quello che
avevano costruito insieme. Ma poi si rendeva conto che era proprio lui il
principale distruttore della loro coppia. In quei giorni di mutismo,aveva
avuto molto tempo per riflettere e aveva capito il motivo per cui le parole di
Albus gli avevano dato tanto fastidio:poteva fingere quanto voleva con il
compagno,ma ragionando a mente fredda sapeva che tutto ciò che l'altro aveva
detto era vero. Dannatamente vero. A cominciare dal matrimonio per finire
con la storia dell'inseminazione. Ma adesso a cosa serviva
recriminare,ripensare a ciò che era stato già deciso? Non poteva certo andare
da Rose e James e dirgli che si tirava indietro! Aveva fatto una promessa,e
l'avrebbe mantenuta. I Malfoy mantengono sempre le promesse...anche quelli
disconosciuti. Il suono del telefono era arrivato a spezzare il
silenzio,facendoli quasi sobbalzare. Al guardò l'apparecchio appeso al muro,e
dopo aver posato la scodella sul piano della cucina si avviò per andare a
rispondere. -Pronto?- Era voltato di spalle,perciò Scorpius non potè
vedere l'espressione che si disegnò sul suo volto;vide soltanto i muscoli della
schiena irrigidirsi all'istante. -Sì,è qui...Ora te lo passo-disse a mezza
bocca. L'istante dopo,si era voltato verso di lui e gli stava tendendo la
cornetta del telefono. Scorpius si alzò e la prese,sfiorando due dita
dell'altro ancora strette attorno all'apparecchio,ma Al rifuggì a quel contatto
quasi schifato. -Pronto?-disse nell'apparecchio. Gli bastò sentire la voce
di Rose dall'altra parte della cornetta per spiegarsi il comportamento di
Albus;con la cornetta contro l'orecchio destro si voltò verso il compagno e lo
osservò mentre buttava ciò che restava dei suoi cereali nel lavandino per poi
uscire dalla cucina. Tornò a prestare ascolto a ciò che Rose gli stava
dicendo e capì che le cose sarebbero andate di male in peggio:oggi era il
giorno. Sicuramente Al avrebbe fatto i salti di gioia. -Non
preoccuparti,passo questa mattina alla tua clinica per il deposito-le disse
tagliando corto il discorso. Dopodichè la salutò e riagganciò. Per alcuni
istanti rimase immobile,la mano ancora stretta attorno alla cornetta,cercando la
forza per affrontare quello che si sarebbe scatenato non appena fosse uscito da
quella cucina. Fece un respiro profondo e si avviò fuori dalla
cucina,seguendo il corridoio che portava direttamente alla porta
d'ingresso,lanciando un'occhiata nelle varie stanze del pian terreno alla
ricerca del compagno. Che fosse andato via in una delle sue scene da "drama
queen"? Invece lo trovò in salotto,una sigaretta stretta in due dita della
mano destra,di fronte alla finestra che dava sulla strada. Nonostante il suo
viso fosse rivolto alla finestra,Scorpius sapeva benissimo che il panorama era
l'ultima cosa che interessava Al. Lo capiva dal suo sguardo vuoto... Restò
a fissarlo per alcuni secondi e,proprio quando dischiuse le labbra per
parlare,Albus lo precedette. -Credo che le congratulazioni siano
d'obbligo-gli disse con voce spenta. Alzò la testa ed incontrò il suo
sguardo,negli occhi un espressione quasi rassegnata. Scorpius alzò le
spalle,cercando di apparire noncurante,quando l'unica cosa che voleva in quel
momento era fare i pochi passi che lo dividevano da Albus e
abbracciarlo;stringerlo contro di sè e fargli capire che non era cambiato
niente. Che lui era ancora l'unico. Ma ancora una volta vinse il suo
orgoglio. -Era ora!Almeno chiudiamo questa storia-disse alzandole spalle
quasi volesse aggiungere maggiore noncuranza alle sue parole. Albus lo fissò
per pochi secondi,muto,e in quel brevissimo lasso di tempo Scorpius si disse che
avrebbe pagato qualsiasi cifra per sapere che cosa passava per la mente del
compagno. Sperò fino all'ultimo che lui lo rendesse partecipe dei suoi
pensieri,ma Albus tornò ad abbassare lo sguardo,fissando brevemente le proprie
scarpe. -Devo andare al lavoro- In silenzio si mosse per la stanza e
Scorpius lo vide passargli accanto e pensò che non poteva lasciarlo andar via
così. -Ti andrebbe stasera di andare a cena fuori?Magari in uno di quei
ristoranti etnici che ti piacciono tanto-gli disse voltandosi verso il
moro. Albus si fermò sulla soglia,senza voltarsi,un braccio lungo i
fianchi,mentre la mano destra era affondata nella tasca dei
pantaloni. -Potremmo andare da Mr Lui...E' tanto che non ci facciamo
vedere. Starà sentendo la nostra mancanza-aggiunse. Era speranza quella
che sentiva nella sua voce? Da quando si era messo ad elemosinare per uscire
a cena con il proprio fidanzato? Lentamente Justin si voltò e tornò ad
affondare lo sguardo nel suo,le braccia incrociate sul petto,quasi dovesse
difendersi da un possibile attacco del biondo. -Certo!Magari ordiniamo un
paio di quelle birre coreane che ci fanno ubriacare dopo un paio di
bicchieri. E magari una volta tornati a casa possiamo anche farci una scopata
sul divano,scommetto che durante queste settimane d'astinenza ne hai sentito
parecchio la mancanza,ma fortunatamente questa sera possiamo darci alla pazza
gioia-gli disse in tono amaro. Se all'inizio le parole di Albus avevano
riacceso un pò di speranza,il tono della voce e le frasi seguenti gli avevano
fatto capire di essersi fatto un'idea sbagliata. Lo trafisse con uno sguardo
gelido e non si soprese troppo quando ne ricevette uno altrettanto freddo in
risposta. -Ok,ho capito...Piantala con questo sarcasmo del cazzo- Un suono
sarcastico uscì dalle labbra chiuse di Albus,facendo imbestialire ancora di più
Scorpius. -Devo andare al lavoro-ripetè ancora il moro. Tornò a voltargli
le spalle e si avviò verso il corridoio,diretto verso la porta. Scorpius non
seppe spiegarsi cosa lo fece scattare,anche dopo quando ebbe la possibilità di
ripensarci non trovò una motivazione valida. Forse erano state le parole
astiose di Albus,o la consapevolezza che il bisogno di scappare a lavoro
nascondeva soltanto la voglia di correre dal suo nuovo amante,ma improvvisamente
Scorpius scattò:si mosse velocemente coprendo in poche falcate i metri che Al
già aveva fatto e portatosi alle sue spalle,lo afferrò e lo portò spalle al muro
con violenza. Ebbe appena il tempo di prendere nota dell'espressione sorpresa
negli occhi del moro,prima che il suo viso si avvicinasse a quello di Albus e le
sue labbra si posassero violente su quelle del compagno. Con uno strattone
Albus lo allontanò leggermente da sè e ancora una volta,Scorpius si ritrovò
davanti quegli occhi sorpresi e confusi. -Che cazzo ti viene in mente?-gli
domandò non riuscendo a nascondere la sua confusione. Sorprendendo sè stesso
e Albus,il biondo si portò una mano al cavallo dei pantaloni e slacciò il
bottone dei jeans. Dopodichè tornò ad avvicinarsi all'altro,passandogli una
mano sul torace,finendo per afferrare la fibbia della cintura. -Piantala con
queste stronzate!-lo reguardì Al staccando la schiena dal muro,deciso a mettere
fine a quella che considerava una messa in scena. Con la stessa mano posata
sul torace,Scorpius gli diede una lieve spinta e lo riportò spalle al
muro. -Era questo che volevi,no?Una bella scopata per dimenticarci di tutto
il resto-gli disse in tono freddo. -Smettila...Devo andare al lavoro-disse
ancora il moro. Un sorriso fra l'ironico e lo sprezzante apparve sulle labbra
perfette dell'altro mentre la sua mano iniziava a scendere verso il basso;superò
la cintura,seguì il percorso della zip con un dito e si fermò sul cavallo,dove
circondò con una mano l'inguine. -Non ti licenzieranno mica se tardi qualche
minuto...E poi se non ricordo male ti piaceva il sesso pre-scuola-disse
iniziando a muovere la mano su e giù per stimolare l'accenno di erezione che
sentiva sotto il tessuto. Quello era il suo Al:nonostante le tante remore e i
tanti dubbi era sempre pronto a farsi scopare contro un muro e al diavolo il
dovere ed il lavoro! Lo vide mentre cercava di reprimere un gemito,mordendosi
le labbra,e ghignò soddisfatto. Tornò ad avvicinare il viso al suo e gli
sfiorò le labbra in un bacio lieve continuando ad accarezzarlo. -Sy...ti
prego-gli sentì dire. Fu questo a farlo infuriare ancora di più. Ormai
quel bastardo del suo amichetto aveva l'esclusiva? Non poteva più andare a
letto con lui per paura di far arrabbiare il suo amante? Doveva dargli una
lezione! Incurante delle sue parole,gli aprì la cerniera e i
pantaloni,nascondendo i gesti bruschi dietro un bacio che diventò man mano
sempre più violento. Capì chiaramente il momento in cui le difese di Albus
cedettero,in cui si arrese a lui:sentì il respiro rassegnato uscirgli dal naso e
sfiorargli il labbro superiore e l'istante dopo le braccia scattarono attorno ai
suoi fianchi,tirandoselo contro. Tutto questo,invece che renderlo felice,non
fece altro che far montare la rabbia:dov'era finito l'impeto e la passione che
Al aveva sempre avuto verso di lui,che lo aveva portato a fargli un pompino in
un bagno pubblico durante una cena di famiglia? Si strusciò contro di lui
sentendo aumentare la sua erezione e quella del compagno e si lasciò accarezzare
e sbottonare la camicia. Staccò le labbra da quelle del moro e lo morse
leggermente sulla mascella,scendendo verso il collo,per poi risalire verso la
bocca dell'altro. Un ultimo bacio prima di fare uno scatto veloce e voltarlo
di spalle. Prese entrambe le mani di Al e le portò in alto,contro il
muro,sopra la sua testa,facendo poi riscendere le proprie scivolando fra i suoi
capelli,il suo collo e la sua schiena,sentendola inarcare sotto il suo
tocco. Quando le sue mani arrivarono ai jeans,Scorpius bloccò con un
incantesimo non verbale le mani di Al,immobilizzandolo in quella
posizione,neanche fosse una pignatta e,libero nei movimenti,gli abbassò jeans e
boxer in un sol colpo. -Sy...-disse Al leggermente sorpreso. Scorpius non
rispose e,dopo aver finito di slacciare i jeans,si concesse qualche secondo per
guardare le natiche nude ed esposte del compagno,cercando inutilmente di
spegnere i propri pensieri. Era arrivato troppo tardi a reclamare il suo
possesso? Quel corpo era già stato "assaggiato"? Da quando l'uomo della
sua vita aveva smesso di essere suo e considerava il sesso con lui un
obbligo? Beh se quello era un "dovere cognugale",allora ad Albus il piacere
era precluso. Materializzò un profilattico e dopo averlo indossato,si
avvicinò di nuovo ad Albus,i palmi delle mani sul muro,all'altezza della
maniglia della porta e con una sola spinta fu dentro di lui. Sentì il gemito
di dolore provenire dalle labbra del compagno ma non se ne curò;sapeva di
avergli fatto male,ma era niente rispetto a quello che lui stava soffrendo per
colpa di Al. Senza dargli il tempo di abituarsi alla sua presenza,iniziò a
spingere,veloce,con sempre maggiore foga,pensando soltanto al proprio
piacere,rendendosi sordo ai piccoli gemiti che ancora uscivano dalle labbra del
compagno. Poggiò la fronte contro la schiena del moro e chiuse gli
occhi,facendo apparire così davanti ai suoi occhi l'immagine di Al con il suo
amante. Lo vide baciarlo come baciava lui,con quel mezzo sorriso che sembrava
non abbandonare mai le sue labbra,neanche durante il bacio;lo vide mentre con la
lingua percorreva il torace nudo di quell'altro uomo scendendo sempre più in
basso;lo vide masturbarlo e leccarlo...Dio solo sapeva se quel bastardo non
sarebbe andato in paradiso con tutte quelle attenzioni! E infine lo vide
mentre si faceva cavalcare da quel tipo,così diverso da lui,così noncurante dei
bisogni di Al,totalmente menefreghista... Mentre quelle scene scorrevano
davanti ai suoi occhi chiusi,facendogli ribollire il sangue,Scorpius aumentò
sempre di più la velocità delle sue spinte,completamente distaccato da quello
che stava succedendo,totalmente concentrato su sè stesso al punto da non
accorgersi che Albus aveva smesso di lamentarsi e che se ne restava lì fermo
immobile,la testa contro gli avambracci bloccati, in attesa che tutto
finisse. Con un'ultima spinta,Scorpius venne,facendosi scappare un lungo
gemito gutturale. Il suo primo pensiero fu che non avrebbe più dovuto far
passare tre settimane fra una scopata e l'altra:non c'era più abituato! Restò
qualche istante ancora con la testa contro la schiena di Albus per riprendere
fiato,poi riaprì gli occhi e uscì da lui, dandogli le spalle mentre si sistemava
i boxer e i jeans. Soltanto dopo aver tirato su la lampo dei jeans si decise
a sciogliere l'incantesimo non verbale che teneva ancora bloccati i polsi
dell'uomo. Anche Albus evitò di voltarsi mentre si tirava su l'intimo ed i
jeans e sistemava la camicia dentro i pantaloni. Soltanto quando sentì il
rumore della zip Scorpius si rese conto di una cosa:Albus non era venuto. Era
la prima volta che succedeva in dieci anni... Per un'istante si sentì in
colpa,poi però scacciò quel sentimento quasi fosse anche solo un'idiozia
pensarlo:non era quello il suo obiettivo? Si schiarì la gola e lanciò
un'occhiata di sfuggita all'orologio che aveva al polso sinistro. -Farai
tardi al lavoro se non ti sbrighi-gli disse. Senza aspettare una risposta
tornò indietro sui suoi passi e si diresse in cucina. Aveva bisogno di un
caffè.E di una sigaretta.
Avrebbe volentieri fumato una sigaretta in quel
momento! E lei non aveva mai fumato in vita sua! A causa dell'interludio
mattutino aveva fatto tardi in ufficio,ma fortunatamente si era premurata di
avvertire la sua segretaria che,a sua volta,aveva avvertito Mr
Zabini. Neanche dieci minuti dopo Sally,la segretaria,l'aveva richiamata per
avvertirla che Mr Zabini le aveva dato un nuovo luogo
dell'appuntamento. Così,dopo essersi fatta una doccia e essersi resa
presentabile si era smaterializzata poco distante dal luogo
dell'appuntamento...per scoprire che si trattava di uno Starbuck. Ma il loro
non era un appuntamento di lavoro? Era entrata nella caffetteria cercando di
non mostrare il suo nervosismo e si era guardata intorno. -Alice!-si era
sentita chiamare. Aveva guardato verso destra e lo aveva visto:era seduto ad
un tavolo di fronte alla vetrina e davanti a sè aveva un piattino con metà bagel
e una tazza bianca. Gli si avvicinò lentamente,togliendosi i guanti di pelle
nera,e quando gli fu davanti restò i piedi per qualche secondo,osservando il
sorriso che lui le stava indirizzando. -Buongiorno-le disse. Perchè aveva
quel tono affabile neanche fossero grandi amici? Dovevano lavorare insieme
non avrebbero dovuto avere un certo contegno o almeno un tono più
professionale? Non sapeva com'era abituato lui,ma di certo lei non andava a
prendere un caffè con tutti i suoi clienti! -Buongiorno a te.Scusa il
ritardo-gli rispose restando in piedi. Luke scosse la testa,muovendo i suoi
ricci ordinati. -Non preoccuparti,almeno così ho potuto prendermela
comoda. Che ne dici di sederti un minuto mentre finisco la mia tazza di
caffè?-le propose indicandole la sedia di fronte a sè. Alice fu tentata di
dirgli che aveva fretta,che non poteva perdere tempo dietro ai suoi giochetti,ma
ancora adesso c'era qualcosa che la inibiva di fronte a Luke;così scostò
leggermente la sedia da sotto il tavolino e si sedette,posando la borsa a terra
accanto ai suoi piedi. Luke le sorrise e lei allontanò lo sguardo,in quella
che sperò essere un gesto naturale. -Ti va un caffè?-le domando. Alice
scosse la testa,portando di nuovo lo sguardo sull'uomo giusto in tempo per
vederlo spingere il piattino con il bagel verso di lei. -Mi sono preso la
libertà di ordinarti un bagel...Mi ricordo che ti piacevano molto-le disse con
il solito tono affabile. Sorpresa restò a guardarlo per alcuni secondi,quasi
avesse difficoltà a comprendere le sue parole. -Grazie,ma non avresti
dovuto-gli disse poi. Lui,attribuendo le sue parole all'educazione e alla
modestia,le sorrise e alzò le spalle. -Figurati,cosa vuoi che
sia- Restarono in silenzio a fissarsi per quello che a Alice sembrò un tempo
infinito,quando invece furono soltanto pochi secondi,finchè Luke non le sorrise
di nuovo. -Avanti,non vorrai lasciarlo lì...- Alice sospirò,dopodichè
staccò con due dita un pezzo dal bagel portandolo alle labbra,cercando di
ignorare il sorriso soddisfatto che era nato sulle labbra dell'uomo. -Ci sarà
anche la futura sposa con noi?-gli domandò dopo aver ingoiato il boccone. Non
appena sentì parlare della Greengrass,il sorriso di Luke sparì;con grande gioia
di Alice. Si mosse a disagio sulla sedia scuotendo la testa. -No,mi
sembrava di avertelo detto che queste cose sono l'ultimo dei suoi pensieri-le
ricordò. Lei annuì. -Sarà impegnata con la scelta del vestito e tutte le
altre cose che occupano la vita delle future spose-commentò staccando un altro
pezzo dal bagel. -A dire la verità è persa dietro ad uno dei suoi casi
giudiziari...Ha anche provato a coinvolgermi, a rendermi partecipe,ma non le ho
prestato molta attenzione- Quella sì che era una sorpresa! Chi l'avrebbe
detto che quella vipera senza cuore sarebbe diventata un'avvocato? Ma forse
era l'unica carriera pensabile per una come lei. -Accidenti...-si limitò a
commentare. -Beh credo che per te e Justin sia più facile-disse Luke. Lei
lo guardò confusa:cosa c'entrava adesso Justin? -Voglio dire il fatto di
essere partner sia nel lavoro che nella vita...Vi facilita molto le
cose. Almeno vi risparmiate di raccontarvi la vostra giornata perchè sapete
perfettamente cosa è successo all'uno e all'altra-le spiegò. Eccola lì:la
domanda personale. Non poteva neanche dare la colpa a Luke perchè era stata
lei ad iniziare il discorso mettendo in mezzo la Greengrass. Lo stesso però
non sopportava che lui facesse domande sulla sua vita privata,quel piccolo mondo
che si era ricreata con fatica e con sudore dopo la fine della loro
storia. Un sorriso però le nacque spontaneo quando pensò ad una possibile
vita di coppia con Justin:si sarebbero mandati al manicomio dopo neanche una
settimana. Erano troppo simili,due veri Weasley! -Io e Justin non stiamo
insieme-disse pulendosi le mani su un tovagliolo poco distante dal
piattino. Era meglio far luce almeno su quell'aspetto della sua vita vita,e
del resto non le sembrava neanche corretto nei confronti di Angela,la ragazza di
Justin. L'espressione incredula di Luke la fece quasi scoppiare a ridere:non
avrebbe fatto quella faccia neanche se gli avesse appena rivelato di essere sua
madre! -Voi due non...-ripetè senza finire la frase,lo sguardo fisso sul suo
volto. Alice scosse la testa. -Non siamo mai stati insieme. Mi chiedo
perchè tu ti ostini a credere ad una cosa del genere-gli disse sincera. Luke
staccò la schiena dalla sedia e si sporse leggermente sul tavolino,poggiando gli
avambracci sul piano. -Anche tu avresti pensato la stessa cosa al posto
mio...Era presente nella tua vita quando eravamo ragazzi,ora lo ritrovo che
lavorate insieme...E' logico pensare che non vi siate mai lasciati!- Un
sorriso amaro distorse le labbra perfette di Alice:quelle parole si potevano
perfettamente adattare alla relazione fra Luke e la sua futura sposa. Erano
passati dieci anni,ma niente era cambiato. Perchè erano finiti a fare quei
discorsi?Perchè erano lì seduti ad un tavolo di uno Starbuck neanche fossero due
vecchi amici che si rincontrano dopo tanto tempo? Stava cominciando
seriamente a pensare che accettare quell'incarico non era stata una buona
idea! -Ero davvero geloso di lui,sai?-le disse poi staccandola dai suoi
pensieri cupi e facendole portare di nuovo lo sguardo sul suo viso. -Me ne
ero accorta-commentò-Peccato che non ce ne fosse mai stato
motivo-aggiunse. -Soprattutto durante quei mesi in cui sei stata a Seattle e
lui era lì con te...Ah proposito,come sta tua madre?-le domandò cambiando
completamente argomento. Pensando a sua madre,Alice sorrise. Ricordava il
soggiorno a Seattle come il periodo più brutto della sua vita:la possibilità di
perdere sua madre,il punto fermo della sua esistenza,l'aveva portata ad odiare
la città ed i suoi abitanti. Fortunatamente quel soggiorno era finito in modo
positivo,almeno per quanto riguardava la malattia di sua madre e ora non passava
giorno senza che le due donne si sentissero almeno due volte al giorno al
telefono. -Sta bene...Ora è una arzilla pensionata che si gode i suoi
nipotini e fa strani esperimenti-disse sempre sorridendo. Incontrò di nuovo
gli occhi verdi di Luke e li vide sorridenti...Le erano mancati durante tutti
quegli anni... -Mi è sempre stata simpatica tua madre. Anche se l'ho
incontrata in poche occasioni è sempre stata carina e affabile;al contrario di
tuo padre. Ogni volta che mi ha visto sembrava volermi assalire con una
fattura OrcoVolante-aggiunse. -Chissà come mai...-commentò lei a mezza
bocca. Il silenzio calò fra i due,mentre lei si pentiva per aver fatto quel
commento e Luke abbassava lo sguardo sulle proprie mani,quasi dovesse studiare
minuziosamente le proprie unghie. -Alice io vorrei chiederti scusa...-iniziò
poi rompendo il silenzio. -Luke,davvero,non è necessario...-si affrettò a
interromperlo lei. -Invece sì! So di essere fuori tempo massimo,ma voglio
chiederti scusa per il mio comportamento dell'epoca. Forse avrei dovuto
cercarti in questi anni e fare prima questo discorso ma,ancora una volta,ho
lasciato che la mia codardia prendesse il sopravvento. Avrei
dovuto...- -Cosa?Chiedermi scusa per aver scelto lei al posto mio? Oppure
perchè lei è riuscita a conquistare il tuo amore al contrario di me?-gli domandò
secca. Doveva mantenere quel tono duro e distaccato,fargli credere di aver
superato la loro rottura nel momento in cui era partita per la
Francia,altrimenti avrebbe riaperto ferite che non si erano mai chiuse del
tutto. E non poteva permetterselo. Luke scosse la testa. -No,non è
così...Ti sbagli-le disse. -Del resto sapevamo entrambi che la nostra storia
non era destinata a durare:tutte le ragazze di Hogwarts ti mangiavano con gli
occhi,senza dimenticare che i tuoi genitori non mi avrebbero mai accettato come
tua fidanzata ufficiale. Forse è stato meglio così:tu hai trovato la persona
giusta per te e anche io fortunatamente posso dire lo stesso-continuò
interrompendolo di nuovo. Lo sguardo di Luke era di nuovo sulle proprie mani
e,approfittando del silenzio,Alice diede un'occhiata al proprio
orologio:dovevano sbrigarsi altrimenti sarebbe stata arrivata in ritardo agli
altri appuntamenti fissati per quel giorno. Stava per proporgli di avviarsi
verso l'appartamento,quando Luke parlò di nuovo. -Io non sono innamorato di
Mandy-le disse a mezza voce. Alice portò di nuovo lo sguardo su di lui e,in
silenzio,lo fissò. Perchè diavolo stavano affrontando
quell'argomento??? -Te lo ricordi quel disco che mi hai regalato quando sono
venuto a trovarti a Seattle?-le domandò tornando a cercare i suoi occhi-Io lo
ascolto quasi tutte le sere...A dire il vero,ormai è talmente rigato che devo
riuscire ad individuare le parole fra i graffi e i fruscii... Ogni volta che
lo ascolto mi ritorna in mente la sera in cui me lo hai dato,ripenso a quello
che è successo e ogni volta mi chiedo cosa sarebbe successo se avessimo fatto
l'amore quella notte. Magari le cose sarebbero andate diversamente,oppure
avremmo finito lo stesso con il lasciarci, però almeno tutto non sarebbe andato
a puttane in quel modo...- Alice ricambiò il suo sguardo per pochi
istanti,incredula che i suoi pensieri,quelli che la tormentavano da ormai dieci
anni,fossero gli stessi che tormentavano Luke. Perchè aveva accettato quel
lavoro?,si chiese ancora maledicendosi da sola. -Beh non potremmo mai
saperlo,quindi è inutile star qui a rivangare il passato. Che ne dici di
avviarci verso il tuo appartamento?Ci siamo concessi una pausa fin troppo
lunga-gli disse in tono professionale,infilando la mano in tasca per recuperare
i guanti. Luke la vide alzarsi in piedi e l'attimo dopo la imitò. Forse c'era
stato un momento di comunione,forse quell'incontro li aveva aiutati a fare
qualche passo avanti,ma certamente non avrebbe cancellato dieci anni in
un'istante.
Una puttana. Ecco come si sentiva. Come lui
l'aveva fatto sentire. Per la prima volta in dieci anni lo aveva
odiato. Eppure non sapeva non darsi una parte di colpa per quello che era
successo...Era furioso,era incazzato nero per colpa della telefonata di
Rose. Avrebbe dovuto andarsene senza aspettarne la fine,fare una di quelle
che Scorpius chiamava uscite da "drama queen",ma aveva preferito aspettarlo e
vedere ciò che lui gli avrebbe detto, vedere l'espressione del suo
viso. Perchè era rimasto? Perchè non se ne era andato quando lui aveva
proposto quella stronzata della cena da Mr Lui? Aveva capito fin dal primo
bacio che era arrabbiato per quello che gli aveva detto,gli era bastato
guardarlo negli occhi per capirlo,eppure era rimasto...Bel masochista del
cazzo! Aveva fatto cadere le sue resistenze nonostante tutti i suoi dubbi e
le sue remore,nonostante la paura di arrivare al lavoro con qualche livido o con
quell'andatura tipica che gli veniva dopo il sesso con Scorpius,ma si era detto
che ne sarebbe valsa la pena e che avrebbe aiutato a sistemare le cose,almeno in
parte. Non si era preoccupato neanche quando le cose avevano iniziato ad
essere violente,del resto non era la prima volta che i loro amplessi erano al
limite della violenza. Solo quando era stato troppo tardi si era reso conto
di quanto si stesse sbagliando... Abbassò lo sguardo sulle proprie mani
abbandonate in grembo e vide di nuovo i segni violacei: come aveva fatto a
procurarseli? Era bloccato con un incantesimo,non con delle vere
funi. L'unica spiegazione,si disse,era che doveva essersi dimenato talmente
tanto prima di arrendersi da lasciare i segni nonostante l'incantesimo. Come
erano arrivati a quel punto? Quello che era successo quella mattina era il
momento più basso della loro relazione. Mai in dieci anni di convivenza e di
amore,Scorpius si era comportato così,trattandolo come se fosse uno sconosciuto
qualunque che aveva incontrato per caso al "Babylon"...Ma forse anche con
un'estraneo si sarebbe comportato meglio. Quella nonocuranza,quella mancanza
di attenzioni erano rivolte esclusivamente a lui,per fargli capire che era
soltanto colpa sua se erano arrivati a quel punto:se non ci fosse stato
Brian non ci sarebbero stati problemi...se si escludeva la richiesta di Rose e
Jim. Quanto ancora potevano andare avanti in quel modo prima di rendersi
conto che,nonostante tutti i loro sforzi e tutto l'amore che c'era stato fra
loro,ormai era finito tutto? -Ehi!Che ci fai qui tutto solo?- La voce lo
raggiunse cogliendolo di sorpresa,facendolo sobbalzare;il silenzio della sua
aula vuota lo aveva protetto e aveva permesso alla sua mente di vagare per quei
pensieri tristi cedendo all'autocommiserazione. Era certo che nessuno
l'avrebbe disturbato dato che tutti,studenti e professori,erano a pranzo, ma
ovviamente non aveva messo in conto Brian. Restò immobile,continuando a dare
le spalle alla porta e ascoltò il rumore di passi avvicinarsi finchè non vide le
sue scarpe. Alzò lo sguardo meccanicamente e fissò il suo viso.Senza vederlo
realmente. -Ti ho cercato in mensa,ma non ti ho trovato. Che fai ancora
qui in classe?-gli domandò di nuovo. Albus non rispose,limitandosi a
fissarlo. Uno sguardo leggermente preoccupato apparve sul volto del
moro. -Alby?Ci sei?-gli domandò con un tono scherzoso. Fece per avvicinare
una mano alla spalla destra di Albus,ma questo si scansò bruscamente, scattando
all'indietro e alzandosi in piedi. Brian si voltò fissando le spalle
dell'uomo e per alcuni secondi si limitò a fissarlo in silenzio,sorpreso dal suo
gesto. Poi tornò ad avvicinarsi e si portò di nuovo di fronte all'amico:con
le braccia conserte contro il petto,Albus fissava un punto indefinito davanti a
sè. Fu seguendo il suo sguardo che si accorse del livido attorno al polso
destro. In un altro momento se ne sarebbe uscito con una battuta sul sesso,ma
dallo stato in cui si trovava Al e dallo scatto che aveva fatto pochi minuti
prima capì che non era il caso. -Alby che ti è successo al polso?-gli chiese
cercando di non avere un tono duro. In risposta Albus alzò la testa e portò i
loro sguardi ad incontrarsi;fissando quegli occhi verdi Brian si disse che non
vedeva due occhi così tristi da tanto tanto tempo. Senza dire niente,portò un
braccio attorno alle spalle dell'amico e lo spinse verso di sè,stringendolo poi
in un'abbraccio. Albus restò immobile per pochi secondi,rigido fra le sue
braccia,poi poggiò la testa contro la sua spalla destra e gli circondò la vita
con le braccia. Dopo alcuni minuti passati in quel silenzio quasi
innaturale,Brian si accorse che le spalle dell'amico avevano iniziato a muoversi
a scatti contro di lui:stava piangendo. Senza dire nulla,alzò una mano e la
portò dietro il collo,sfiorando con le dita i capelli neri e folti,stringendolo
maggiormente contro di sè nella speranza che quelle piccole attenzioni lo
aiutassero a calmarsi. -Va tutto bene...-gli ripetè più volte,poco sicuro che
l'altro lo sentisse per via dei singhiozzi. Il tempo si allungò,tramutando i
secondi in minuti e i minuti in ore;Brian continuò a rassicurare l'amico e Albus
continuò a piangere,aggrappato alle spalle del moro,quasi avesse bisogno di
un'ancora di salvezza per non finire alla deriva. Se avesse dovuto dare una
spiegazione logica a quelle lacrime,forse Albus non ci sarebbe riuscito. Il
carico eccessivo di tensione che quella giornata si portava dietro? La
consapevolezza di quello che era successo quella mattina che finalmente arrivava
a chiedere il conto? O il fatto che Brian,un amico,lo capisse e lo
confortasse senza bisogno di spiegazioni,come Scorpius,il suo compagno di vita,
non aveva fatto? La curiosità di sapere che cosa era successo a quell'uomo
forte e amabile per ridurlo in quello stato era tanta,ma Brian capì che non era
il momento di fare domande:forse sarebbe stato lo stesso Albus a spiegargli il
motivo della sua tristezza una volta rasserenato. -Disturbo?- La voce
fredda,quasi scostante arrivò dalla porta dell'aula e portò Brian ad alzare lo
sguardo in quella direzione. Una donna di media statura,dai rossi capelli
lunghi,e leggermente paffuta,era ferma sulla soglia, la mano destra posata
contro lo stipite destro della porta. -Sto cercando mio fratello-disse ancora
con lo stesso tono di voce. Era una sua impressione oppure lo stava guardando
con un'espressione cattiva negli occhi? Stava per chiederle chi fosse suo
fratello,ma lo capì sentendo Al raddrizzare la schiena fra le sue braccia e
asciugarsi gli occhi con il dorso della mano sinistra. Doveva essere sua
sorella...Allora forse se lo meritava quello sguardo. Quando fu sicuro di
essere presentabile,Albus sciolse il loro abbraccio e si voltò verso la donna,
fissandola per pochi secondi. -Ciao Lily-la salutò. La ragazza restò in
silenzio e fissò i due uomini con aria di rimprovero. -Brian questa è mia
sorella Lily.Lily questo è Brian,un mio collega-disse ancora Al,facendo le
presentazioni. -Piacere di conoscerti-disse Brian in tono cordiale. -E'
bello poter dare una faccia ad un nome-rispose l'altra con il solito tono
freddo. In un'altra occasione,Brian avrebbe risposto a tono a quella donnina
che non faceva mistero di non sopportarlo,ma sapeva che prima lei e Albus
avrebbero dovuto parlare. Si voltò quindi verso l'amico e,incontrando il suo
sguardo,gli rivolse un sorriso. -Alby io me ne vado a pranzo. Vuoi che ti
porti uno di quei panini gommosi della mensa?-gli chiese in un tono gentile che
non riconobbe. Albus scosse la testa e gli indirizzò un accenno di
sorriso. -Grazie...Non ho fame. Ci vediamo più tardi-gli disse. Brian
annuì e dopo aver fatto un cenno di saluto con il capo anche in direzione della
donna,uscì dalla classe. -Alby?-chiese subito Lily calcando il tono
sarcastico su quell'unica parola. -Non cominciare!-l'avvertì il
ragazzo,infilando entrambe le mani in tasca per nascondere i polsi segnati alla
vista della sorella. L'ultima cosa che voleva era dover discutere con lei di
quello che era successo quella mattina. -Se vuoi posso anche finirla
qui!-ribattè la donna facendo un paio di passi ed entrando
nell'aula. Conosceva abbastanza sua sorella da sapere che naturalmente non
avrebbe lasciato cadere l' argomento. -Però lasciami dire solo un'ultima
cosa-disse infatti lei. Albus restò in silenzio e la fissò. -Dovete essere
davvero in confidenza se avete già i vostri soprannomi da letto-commentò. -Ma
quali soprannomi da letto,piantala!-rispose Al. Fin da quando erano
ragazzi,Lily e Albus si erano sempre raccontati tutto,dai problemi di cuore ad
ogni più strana esperienza sessuale senza pudori e senza censure,ma questa volta
le cose erano diverse:ora per qualche strana ragione Al la vedeva quasi come una
nemica. -Che ci fai qui?Non dovresti essere al lavoro?-le domandò tagliando
corto con i convenevoli, sperando di ridurre al minimo quella visita. Lily
sbottonò il cappotto e si tolse la sciarpa rossa che aveva attorno al
collo. -Ho pensato di venire a vedere come stavi...E' dalla colazione di
famiglia che non ti vedo- -Beh non c'era bisogno di presentarsi qui,avresti
potuto semplicemente telefonare...Comunque va tutto bene,come al solito-rispose
lui appoggiandosi ad un banco della prima fila. Lily lo scrutò con un
espressione che la faceva assomigliare tanto alla loro madre;quasi volesse
leggere dentro di lui per capire se le stava raccontando una
balla. -Davvero?Perchè da come si sono messe le cose quel giorno ho pensato
che...- -E invece ti sbagliavi,va tutto a meraviglia-ribattè ancora
lui. -Vuoi smetterla con questo atteggiamento del cazzo?-esplode
Lily,concedendosi una delle dieci parolacce che dice nel corso dell'intero
anno. -E tu la smetti di starmi addosso?-le chiese di rimando Al,rizzandosi
in piedi e voltandole le spalle. Per alcuni istanti c'è silenzio mentre Lily
osserva la schiena del fratello che per la prima volta nella vita non vuole
renderla partecipe dei suoi problemi;sanno entrambi che prima o poi lo farà
quindi che motivo c'è di fare tanto il sostenuto? -C'è ora ti confidi
soltanto con il tuo amichetto?-gli chiese con un leggero tono risentito. Un
suono insofferente arriva fino alle sue orecchie,stupendola
maggiormente:possibile che la sua presenza era diventata un fastidio per
Albus? -Mi spieghi perchè tutti vedete una minaccia in Brian?-le domandò
Albus tornando a voltarsi verso di lei. -Per tutti intendi Scorpius?- -Non
psicanalizzarmi!-le intimò Al. -Non lo sto facendo!Sto cercando di capire che
cosa è successo a mio fratello! Accidenti non sembri neanche più tu!-aggiunse
seriamente preoccupata. Albus la fissò in silenzio,incerto se dar credito o
meno alle sue parole. -Un minuto prima sei innamorato pazzo di Scorpius,vuoi
vivere il resto della tua vita con lui e non esistono altri uomini all'infuori
di lui;l'attimo dopo baci quest'altro tizio,litigi con Sy e sembra che
tutto,anche la tua famiglia ti dia fastidio-gli fa notare. Uno sguardo
interrogativo appare negli occhi di Albus. -Credi che non me ne sia
accorta? Il giorno della colazione sembrava volessi trovarti mille miglia
lontano da lì. Tu adori le nostre colazioni...-gli disse quasi fosse un
promemoria. Al sospirò forte e abbassò lo sguardo seguendo un pensiero
inaspettato che gli aveva attraversato la mente. -Le cose cambiano-disse
esprimendo ad alta voce quel pensiero. Lily lo guardò con occhi sgranati
dalla sorpresa. Ma chi accidenti era quel fantasma con le sembianze di suo
fratello? -Forse sarà meglio che tu te ne vada Lily...-le disse con voce
incolore. Lily scosse la testa con violenza,quasi a voler rigettare quelle
parole per lei assurde. -Cosa?No! Io non me ne vado da qui finchè non mi
spieghi che cosa sta succedendo!- Albus alzò le spalle,prima di avvicinarsi
alla cattedra e sistemarsi dietro di questa;fra poco la campanella sarebbe
suonata annunciando la ripresa delle lezioni e i suoi studenti sarebbero
rientrati in classe. Doveva farsi trovare preparato. -Puoi restare e
assistere ad una delle mie lezioni,se vuoi,ma non arriverai a capo di nessun
mistero. E sai perchè? Perchè non c'è niente da capire-le disse sollevando
per un'istante gli occhi dai libri che stava sistemando sul piano della cattedra
e guardando gli occhi della sorella. Lily sentì le lacrime salirle e premere
per uscire,ma combattè con tutte le forze per non mettersi a piangere come una
protagonista dei romanzi rosa. -Quindi se vuoi restare,puoi sedersi nel banco
di Peters,prima fila terzo banco sulla destra, altrimenti ti ringrazio per la
visita e ti prometto che ci rivedremo presto-le disse tornando a riabbassare lo
sguardo. Lily continuò a mantenere lo sguardo fisso su suo fratello,il suo
preferito fra i tre,per un altro minuto,sperando con tutta sè stessa che d'un
tratto Al alzasse la testa e scoppiasse a ridere dicendole che era stato tutto
uno scherzo. Ma,quasi si fosse
dimenticato della sua presenza,Al continuò a mettere in ordine i compiti ed i
libri,finchè lei non si decise a voltargli le spalle e ad avviarsi verso la
porta dell'aula.
Era una pazzia. Il rumore dei sospiri,dei baci e
dei gemiti occupava tutto lo spazio del sedile posteriore della limo. Solo un
vetro a dividerli dall'autista della limousine. Seduta cavalcioni sulle sue
gambe,il viso nascosto nell'incavo fra la spalla e il collo,Alice si morse un
labbro cercando di trattenere l'ennesimo gemito che le mani di Luke le avevano
strappato. Ormai era quasi certa che l'autista fosse a conoscenza di quello
che stava succedendo lì dietro, ma l'ultima cosa che voleva era fargli sentire
uno spettacolo in piena regola. Una mano di Luke coprì completamente il suo
seno sinistro,coperto soltanto dal reggiseno,e iniziò a titillare il capezzolo
turgido. Alice alzò la testa dal suo nascondiglio e la gettò
all'indietro,lasciandosi andare alle scosse di piacere che quel semplice gesto
le aveva provocato. Con l'ultimo barlume di lucidità si chiese per l'ennesima
volta come fossero passati dal parlare dei lavori da fare per ristrutturare
l'appartamento di Luke a baciarsi in maniera così forsennata. -Ti do un passaggio fino allo
studio
-le aveva detto in tono gentile. Inizialmente era
stata sul punto di rifiutare,ma si era resa conto che facendolo sarebbe arrivata
più in ritardo di quanto già non fosse,così lo aveva ringraziato ed era salita
in macchina con lui. E poi? Era quel passaggio che le mancava...Dal
momento in cui erano entrati in macchina a quando avevano iniziato a
baciarsi. La sua memoria faceva cilecca,e sicuramente le carezze di Luke in
quel momento non l'aiutavano a ricordare! Le sue dita corsero veloci sulla
camicia di Luke,sfilandogli del tutto la cravatta già allentata e aprendogli uno
dopo l'altro i bottoni della camicia,facendogli scivolare poi le dita sul torace
nudo. Affondando con una mano nei suoi capelli,Luke l'attirò di nuovo verso
di sè,richiamando le sue labbra,leccandole con la punta della propria lingua
prima di affondarla nella sua bocca, accolto quasi con gioia dalla donna,che
ricambiò con la stessa intensità il bacio,allacciandogli le braccia al
collo. Le loro lingue si rincorsero,si intrecciarono l'un l'altra quasi fosse
una corsa e il premio finale fosse il loro respiro. Per stuzzicarlo,Alice gli
morse il labbro inferiore,e sorrise compiaciuta quando sentì scendere entrambe
le mani di Luke lungo la sua schiena,fermarsi al limite del sedere,e premerla
ancora di più contro di lui,quasi volesse farla diventare una parte di
sè. Staccò le labbra dalle sue e tornò a reclinare la testa
all'indietro,lasciando il collo scoperto alle labbra di Luke,che colsero
l'occasione e seguirono il percorso segnato:le morse delicatamente il lobo
destro,le succhiò la parte sensibile poco sotto l'orecchio facendola
gemere,scese lungo il collo alternando baci e morsi,e stuzzicò con i denti la
clavicola,prima di tuffarsi nell'incavo dei seni per stuzzicare i capezzoli
ancora coperti dal tessuto del reggiseno. Quasi boccheggiante,Alice strinse
le dita fra i riccioli neri dell'uomo,cercando di ricordare a sè stessa che
doveva controllarsi perchè i suoi gemiti sarebbero stati sentiti anche da una
terza persona. Ma non riuscì a controllarsi quando le labbra di Luke
scansarono il reggiseno e circondarono un capezzolo con le labbra,iniziando a
succhiarlo e a mordicchiarlo. Tirando i riccioli,Alice riuscì a riportare il
viso di Luke alla sua altezza,facendo incontrare così nuovamente le loro labbra
per un nuovo bacio appassionato. Lasciandosi trasportare dal bacio,la ragazza
iniziò a muoversi,strusciando ritmicamente la propria intimità contro il bacino
di Luke,sentendo aumentare l'erezione dell'uomo contro la sua coscia. Le mani
di Luke si posarono entrambe sulle sue cosce,muovendosi avanti ed indietro sulle
autoreggenti nere,quasi fosse indeciso se strapparle o meno,poi salirono verso
la sua gonna,già leggermente sollevata e,con un gesto deciso,la sollevò ancora
di più,scoprendo gli slip blu notte coordinati con il reggiseno. Alice aprì
gli occhi e fissò per un'istante quelli verdi di Luke:cos'era quella sensazione
che sentiva dentro? Paura? Vergogna? Odio? Inaspettatamente Luke le
sorrise e le diede un bacio leggero,a fior di labbra,quasi avesse capito quello
che le si agitava dentro. Timida,per la prima volta da quando si erano
rincontrati,Alice ricambiò il sorriso,prima di portare le mani alla cintura dei
suoi jeans e aprirla,scendendo poi ai bottoni. Quando ebbe aperto tutti i
bottoni,si fece strada fra il tessuto dei boxer e circondò l'erezione con tutte
e cinque le dita,portando Luke a reclinare la testa all'indietro e a gemere per
il piacere. Iniziò a muovere la mano,prima lentamente,poi con sempre maggiore
velocità,sfiorando con il pollice il taglio sulla punta,spargendo le prime gocce
di sperma su tutta la lunghezza e tenendo occupata anche la bocca di Luke con la
propria. Fu lui ad allontanarle la mano quando capì di non poter più
sopportare oltre:era finito il tempo dei preliminari. Alice si sollevò
leggermente sulle ginocchia e gli permise di sfilarle gli slip,attorcigliandoli
attorno alle caviglie,e l'attimo dopo l'erezione di Luke venne liberata
completamente dai boxer. Ancora sollevata,Alice aiutò Luke a penetrarla così
quando tornò ad abbassarsi,Luke si sentì sprofondare lentamente sempre più
dentro di lei. Un profondo gemito soddisfatto uscì dalle labbra di
entrambi;Alice aveva posato la fronte contro la spalla sinistra di Luke mentre
l'uomo si era lasciato andare contro il poggiatesta del sedile. Dopo
un'istante in cui rimasero immobili per adattare il proprio corpo a quello
dell'altro,Alice iniziò a muoversi,roteando i fianchi. L'attimo dopo,le mani
di Luke furono su di lei per aiutarla ad impartire il ritmo giusto per entrambi
che in breve tempo li lasciò senza fiato per il piacere. Continuando a
muoversi,Alice cercò qualcosa a cui aggrapparsi,quasi avesse paura di cadere,
così affondò le unghie nel sedile di pelle nera dietro di sè,mentre Luke tornò a
sollevare la testa,poggiandola sul seno scoperto della donna,quasi volesse
nascondere i propri gemiti. Il piacere arrivò come un'onda che si infrange
sulla rena,colpendo prima Alice che si irrigidì su Luke lasciandosi scappare un
mugolio soddisfatto,che sarebbe stato un urlo se la donna non si fosse morsa le
labbra. E poi l'onda scosse anche Luke svuotandolo completamente di ogni
pensiero,sensazione o respiro e facendolo ricadere senza forza su di
Alice. La ragazza non seppe dire quanto tempo rimasero fermi uno
abbandonato contro l'altra,uno dentro l'altra,cercando di far tornare normale il
respiro;fu soltanto quando dall'interfono dell'auto arrivò a loro la voce
dell'autista che capirono di dover tornare alla realtà. -Siamo arrivati allo
studio Lovegood & Johnson,signore-l'informò l'uomo. I due si guardarono
e,senza parole,inziarono a rivestirsi. Alice tornò a sedersi sul sedile
soltanto quando ebbe sistemato i propri slip e la gonna fu tornata al suo
posto,ed evitò di guardare Luke finchè non lo vide chiudere l'ultimo bottone
della camicia. Raccolse la sua borsa e il cappotto,che non ricordava di aver
tolto,e portò la mano alla maniglia della portiera. -Alice,io...-la richiamò
Luke. -No...-disse lei,voltandosi verso di lui. Luke ricambiò il suo
sguardo,trovandovi lo stesso imbarazzo per quello che era appena successo. Ma
neanche la più piccola traccia di pentimento. -Ti faccio chiamare dalla mia
segretaria per fissare un nuovo appuntamento-gli disse in tono formale. Luke
annuì,consapevole che al momento era tutto quello che Alice si aspettava da
lui. Dopodichè la osservò aprire
la portiera,uscire dalla macchina e sparire dalla sua vista.
La chiacchierata con Luke gli aveva aperto gli
occhi. Gli aveva fatto capire,come se ce ne fosse bisogno,che il suo
comportamento di quella mattina era stato pessimo e che doveva scusarsi con
Albus il prima possibile se non voleva peggiorare ancora di più le cose. Se
non voleva perderlo... Quel giorno non era riuscito a lavorare,così dopo
essere rincasato dalla visita a Luke si era sistemato in salotto,aspettando il
suo ritorno. Le cinque,l'orario in cui Albus rincasava abitualmente erano
arrivate e passate. Le sei. Le sette. Alla fine,alle sette e
mezza,quando nella sua mente si stavano già disegnando gli scenari
peggiori,aveva sentito girare la chiave nella serratura. Era scattato in
piedi indeciso se andare da lui e accoglierlo o restare lì e dargli il benvenuto
nel salotto. Magari doveva andare in cucina e versargli un bicchiere di
vino? La sua mente era stata richiamata alla realtà quando aveva sentito
Albus conversare con una voce a lui sconosciuta:avevano ospiti proprio quella
sera? Si era affacciato in corridoio e aveva visto Albus in compagnia di un
ragazzo,non poteva avere più di sedici anni,alto quasi quanto Al,dai capelli
neri,uno zainetto sulle spalle e una borsa stretta nella mano
sinistra. -Ah,sei qui- Scoprius portò la propria attenzione su Albus e si
stupì nel vedere l'espressione vuota degli occhi del compagno. -Ciao-lo salutò con un
sorriso. Al
si voltò verso il ragazzo e gli sorrise.Il sorriso che avrebbe dovuto essere
indirizzato a lui. -Lane,lui è il mio
compagno Scorpius Hyperion. Scorpius lui è un mio studente Lane Hunter-disse
facendo le presentazione. Il biondo ricordando le buone maniere,sorrise al
ragazzo e gli tese una mano. -Piacere di conoscerti ragazzo-gli disse
affabile. -Piacere mio,signore...Sono un suo grande ammiratore,ho letto tutti
i suoi libri. Quando il professor Potter mi
ha detto che mi avreste ospitato per qualche giorno non potevo credere alle
mie orecchie-gli disse entusiasta stringendogli la mano in una stretta
salda. Sorpreso dalle parole del ragazzo,Scorpius spostò lo sguardo su
Albus che lo ricambiò con indifferenza. -Lane si fermerà qualche giorno da
noi-lo informò per poi voltarsi di nuovo verso il ragazzo- Vieni Lane ti faccio
vedere dov'è la tua stanza- Il ragazzo annuì con un sorriso e si avviò verso
la scala. -Al,prima che tu vada di sopra posso parlarti un secondo?-gli
chiese Scorpius indicando il salotto. Il moro lo fissò per qualche istante
prima di tornare a guardare il ragazzo. -Comincia a salire:prima porta a
sinistra-gli disse. Lane fece un nuovo cenno con il capo e,dopo aver
sistemato lo zaino sulle spalle,si avviò. I due uomini entrarono nel salotto
e,mentre Scorpius si avvicinò al divano,Albus restò fermo accanto alla
parete. -Cosa c'è?-gli chiese il moro. Scorpius si voltò e lo guardò
neanche avesse di fronte una persona estranea:possibile che avesse dato
ospitalità a quel ragazzo senza neanche prima consultarlo? -Perchè non mi hai
detto che quel ragazzo sarebbe venuto a stare da noi?-gli domandò. Al alzò le
spalle. -Non pensavo di doverlo fare...-rispose. Un'espressione sorpresa
si dipinse sul volto del biondo. -Del resto tu non mi informi di tutte le
decisioni che prendi,giusto?-aggiunse. Eccola lì la stoccata per la sua
stupida decisione di aiutare Jim e Rose. -E per quanto resterà?-gli domandò
ancora cercando di non pensare al tono freddo e distaccato che l'uomo stava
usando con lui fin da quando era rincasato. -Fin quando sarà necessario,la
sua situazione non è delle più facili-gli disse senza dargli tante
spiegazioni. Albus restò a fissarlo in silenzio,in attesa che lui dicesse
altro,poi si staccò dalla parete e alzò di nuovo le spalle. -Devo andare di
sopra ad aiutare Lane-gli disse voltandogli le spalle. Scorpius si passò una
mano fra i corti capelli biondi e sospirò. -Al!Riguardo a questa
mattina...-gli disse cercando le parole adatte per chiedergli scusa. -Ho
deciso che da questa sera dormirò nella camera degli ospiti-lo interruppe il
moro. Quelle parole fecero scendere un brivido freddo lungo la schiena di
Scorpius:Albus aveva sempre detto di avere difficoltà a dormire lontano da
lui,che ormai si era talmente abituato a sentire il suo respiro che aveva
imparato a respirare in sincrono. Se ora voleva dormire in un'altra
stanza,voleva dire che era davvero arrabbiato con lui...o peggio ancora
ferito. Si schiarì la gola e affondò le mani in tasca. -Fa come vuoi...Se
questo è quello che desideri-gli disse con voce indifferente. Anche se
continuava a dargli le spalle,Albus annuì e l'attimo dopo uscì dalla stanza
diretto verso il piano superiore. Rimasto solo,Scorpius si disse che ormai
era troppo tardi...Lo stava perdendo. E la colpa era
soltanto sua.
Salve a
tutti!!!E buone vacanze!!!
C'è
ancora qualcuno o siete tutti spalmati al sole sulle
spiagge?
La
sottoscritta è tornata da un viaggio all'estero e risente ancora di quello che
io chiamo l'effetto "Costa Crociere",avete presente quella depressione che vi
viene quando tornate a casa e avreste voglia di essere ancora nel luogo di
vacanza?
Ok
straparlo lo so...
Passiamo
al capitolo:come vi avevo annunciato la scorsa volta,il capitolo passato e
questo sono complementari e scommetto che molti dubbi vi si sono chiariti
leggendo qste righe.
Inizio
con il chiedere scusa a chi si aspettava il ritorno dei senior,annunciato nello
scorso chap,ma mentre scrivevo mi sono resa conto che il capitolo stava venendo
fuori bello lungo e che se avrei finito per renderlo davvero interminabile se
avessi aggiunto anche quel pezzo,così ho deciso di rimandarlo al prox
capitolo...Vi prometto solennemente che qst volta ci
saranno!
Inoltre
avviso fin da ora tutte le amanti di Albus e Scorpius che nel prox
capitolo la situazione fra i due, arrivata chiaramente ad un punto di
rottura,arriverà una svolta.
E
scopriremo qualcosa di più su Lane Hunter...
Ora bsta
parlare,altrimenti dico troppo!
La frase
in corsivo è tratta da "Alle porte del sogno" di Irene Grandi.
Ringrazio tutti coloro che leggeranno e recensiranno questo capitolo e
chiedo scusa x eventuali errori di ortografia o battitura.
E ora i
ringraziamenti:Luthien241(Dici
che era un pò telefonata la storia della mamma di Daniel?Eh già era
inevitabile,del resto lo aspettavamo da 10 anni,era ora di far felici anche
loro...),Hale_y(Benvenuta!E grazie x i complimenti!Al e SCorpius sono anche i
miei preferiti,perchè nessuno aveva mai pensato di metterli insieme,li sento
davvero miei,peccando forse di egocentrismo;per il momento Al e Brian sono
soltanto amici,xkè è indiscutibile che Al ami Scorpius,ma dopo quello che è
successo in questo capitolo, il ns Al si è sentito tradito proprio dall'uomo
verso cui riversava la maggior fiducia e amore...Infine per rispondere alla tua
domanda:devo essere sincera,non ho la + pallida idea di quanti capitoli manchino
alla fine della storia;come al solito so cosa succederà e come finiranno tt le
storie dei vari personaggi,ma non so qnt ci vorrà per portare a termine il
viaggio),Angel_SG(I tuoi
dubbi si sono chiariti?O se ne sono aggiunti di altri?Cominciamo da Jim e
Rose:alla fine penso sia giusto e sano che una coppia pensi a sè stessa e a ciò
che è bene per sè stessa,altrimenti non riuscirebbero mai a progredire,ma
non quando provoca dolore ad altre persone,come in questo caso;il divertente è
stato immaginare le reazioni degli altri fratelli alla scoperta del
"donatore"...Ronnie e Rebecca:sei stata l'unica a parlare di loro nella tua
recensione;so che qst è la coppia + tranquilla di tutta la storia,quella che si
vede meno di tutte per il momento,ma mi sembrava carino di far vivere
loro un'emozione e confermare allo stesso tempo il loro amore...Lily e
Daniel:non c'è proprio pace per la povera Lily:prima suo fratello e poi suo
marito,meno male che è una Weasley-Potter!Altrimenti sarebbe crollata sotto il
peso di tanti sconvolgimenti emotivi! X il momento,per quanto riguarda la mamma
di Dan,posso solo dirti che nonostante le sue parole definitive,la questione è
ben lontana dall'essere conclusa...Alice e Luke:festeggio per essere riuscita
nel mio intento nel farti amare qst coppia ^_^ e aspetto i tuoi commenti sulla
loro "prima volta"...Ed infine Albus e Scorpius:il nostro Sy è un pò tontolone
nelle questioni d'amore:sta soffrendo ma si farebbe tagliare la mano con cui usa
la bacchetta pur di non ammettere di aver sbagliato,e sopporterebbe torture
peggiori pur di non dover chiedere scusa ad Al per il suo comportamento delle
ultime settimane;del canto suo Albus cerca altrove quella sicurezza che finora
aveva avuto nel suo rapporto con Scorpius e che improvvisamente è venuta a
mancare...Che pasticcio questi due!E il brutto è che siamo solo
all'inizio!),Kikka15(Ho
appagato la tua curiosità?Dimmi tutto ciò che pensi,sono curiosa...Anche a me
piacciono molto Luke e Scorpius:ai miei occhi,Luke è la parte razionale di Sy,la
guida che lo riporta sulla retta via ogni volta che si smarrisce;sono il modello
di amicizia che tutti vorremmo avere,o almeno io vorrei avere...),VictorieBHFS(Povera cagnolina,chiedile
scusa da parte mia! Ho letto il tuo commento sulla storia fra Draco e Herm e ti
ringrazio,sei davvero tr buona con me!Una volta,in un telefilm,ho sentito che
gli uomini migliori sono come le cabine telefoniche:sempre occupate. Quindi se
già un'altra/o l'ha occupata vuol dire che vale davvero la pena lottare x
averlo.Questo è un pò il riassunto del triangolo Brian/Albus/Scorpius:nonostante
Brian sia pienamente consapevole che c'è un' altra persona nella vita di Al,ha
deciso di andare avanti con il suo corteggiamento,perchè ha capito che il ns Al
ne vale la pena e che se mai dovesse cedere e diventare suo,sarebbe davvero la
cosa migliore che gli potesse capitare nella vita),Lumamo64(Attenzione:per ora,nonostante
i baci sporadici,fra Brian e Albus non è successo niente;xkè nonostante tutta
l'insoddisfazione e la rabbia che Al prova verso il compagno,sotto sotto è
ancora innamorato di lui e vorrebbe solo che lui prendesse in maggiore
considerazione i suoi bisogni e i suoi desideri come lui ha sempre fatto...In
fondo non è una richiesta tanto assurda in un rapporto di coppia,no?Il rapporto
fra i due arriverà ad una svolta già dal prox capitolo,ma ci vorrà un pò prima
che tutto si risolva,quindi mi dispiace,ma ci sarà ancora un pò da
soffrire),Bellezza88(Per
una volta siamo riusciti ad aggiornare prima delle tre settimane!HURRAY!!!Pensi
ancora che Scorpius sia un poverello?).
Bene per
il momento è tutto,io vi saluto e vi do appuntamento al prox
capitolo...
"I want
a bad bad romance"
Baci,Eva
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Capitolo 10 *** I wanna a bad bad romance ***
I wanna a bad bad romance
"Se tu mi
fossi ancora accanto questa vita non sarebbe di cemento, e se sfiorassi la
mia pelle potrei fermarmi a guardare le stelle, ma adesso tu non sei qui
con me, tu non sei accanto a me, e tutto il resto non conta, adesso tu
non sei qui con me, tu non sei accanto a me nel dolore e nel
pianto. Non dirmi che è un sogno proibito averti qui, che il tempo
cancella i nostri ricordi. Non mi lasciare mai, ti prego, non mi lasciare
mai, ma chissà dove sarai, in quale parte del mondo."
-Dimmi che mi ami...Ho bisogno di
sentirtelo dire almeno una volta- Lo guardava con quello sguardo,implorante
ma con ancora qualche barlume della rabbia che lo aveva animato fino a pochi
attimi prima. Sarebbe stato facile dirgli quello che voleva sentirsi dire,in
fondo non era neanche una richiesta assurda. Lo amava,lo aveva sempre
amato,lo amava anche ora che le cose fra loro erano incasinate e senza una
possibile risoluzione. Ma sapeva che non sarebbe cambiato niente. Lui se
ne sarebbe andato lo stesso... La sua valigia era pronta,richiusa sul
letto,lo stavano aspettando al piano di sotto,e certamente i loro problemi non
sarebbero spariti grazie ad un semplice "ti amo". Quindi atteggiò il viso con
il suo miglior ghigno sprezzante e,cercando di non far trasparire il tumulto che
si agitava dentro di lui,lasciò uscire un suono ironico dalle labbra
dischiuse. -Appunto-commentò l'altro come se non si fosse aspettato neanche
un istante qualcosa di diverso-Non ti smentisci mai...- Lo vide superarlo a
passi veloci e,incapace di guardarlo andare via,chiuse gli occhi. Pochi
istanti e nelle sue orecchie rimbombò il suono della porta d'ingresso che si
chiudeva alle spalle del suo compagno. Era finita...Questa volta era davvero
finito tutto.
Fino a sei mesi prima la
sua vita era stata simile a quella di ogni altro adolescente. Aveva una
famiglia,un padre e una madre,una casa con il giardino piena di tutti i confort
necessari e aveva anche un cane labrador,Sparky. Era sempre stato uno
studente modesto,che riusciva a raggiungere le A nelle materie più difficili
soltanto impegnandosi gli ultimi giorni prima di un test o un
interrogazione. Aveva una cerchia d'amici che vivevano tutti nel suo stesso
quartiere e che lo conoscevano fin da quando era bambino,tutti con le sue stesse
passioni. Sapeva che poteva esserci altro,di più,ma non gli era mai mancato
nulla e se si fermava a riflettere poteva definire felice la sua vita. Questo
fino a sei mesi prima. Prima che quella macchina non era andata contro la
Mini dei suoi genitori accartocciandola e rendendola quasi irriconoscibile. E
uccidendo i suoi genitori. Da quel momento tutto era cambiato. Sapeva di
avere una zia,zia Odette,la sorella di suo padre,ma l'ultima volta che l'aveva
vista la donna gli aveva fatto capire di non essere la persona adatta ad
occuparsi di un adolescente e, soprattutto,di non voler rinunciare alla sua vita
com'era per lui. Ma che non aveva esitato un istante a vendere la sua casa
per intascarsi i soldi della vendita. Con la rinuncia di sua zia a prendersi
cura di lui,erano entrati in gioco i servizi sociali e era iniziata la giostra
delle famiglie. Ne aveva conosciute tre ed in ognuna c'era sempre stato
qualcosa che aveva interrotto l'idillio della prima settimana. Lane sapeva
che in parte era colpa sua. Non riusciva ancora ad accettare la morte dei
suoi genitori,l'idea che loro non ci fossero più,e questo lo rendeva astioso e
completamente refrattario ad ogni tentativo delle famiglie affidatarie di
avvicinarsi a lui. Come poteva affezionarsi a loro,anche solo pensare
all'idea di una nuova famiglia,quando ancora aveva davanti agli occhi e nella
mente i ricordi della sua vita passata? La risata di sua madre,i sabato
pomeriggio passati seduto in poltrona accanto a suo padre per guardare le
partite del Liverpool alla televisione,i pomeriggi che aveva passato ad
addestrare Sparky nel loro giardino...Adesso gli mancavano anche i litigi che
aveva avuto con i suoi genitori per i brutti voti o per il loro rifiuto di
comprargli una Vespa. Quella vita era stata reale fino a pochi mesi prima,era
innaturale dimenticarsene così presto! In breve ognuna di quelle famiglie
aveva rinunciato a lui e,dalla terza,era stato proprio Lane a scappare incapace
di sopportare l'idea di dover sopportare un nuovo trasloco e tutta la trafila
che una nuova famiglia affidataria portava con sè. Aveva lasciato tutti i
libri nel suo armadietto a scuola e,dopo aver individuato quello più vicino alla
scuola,aveva iniziato a dormire in uno dei rifugi per senzatetto. Ogni sera
si metteva in fila alle cinque e mezzo per essere sicuro di riuscire ad ottenere
uno dei duecento letti disponibili,dopodichè iniziava a studiare,finchè non
veniva servita la cena,e poi riprendeva a studiare finchè non veniva spenta la
luce. Erano quasi due mesi che faceva quella vita e non aveva idea di cosa ne
sarebbe stato di lui una volta arrivate le vacanze di Natale,ma aveva deciso di
non pensarci:ormai viveva la vita giorno per giorno,senza fare troppi
progetti. Finchè un giorno,proprio mentre era in fila come al solito al
rifugio,era arrivato il suo salvatore...
Erano passate due settimane da quando Scorpius aveva
fatto il suo deposito alla clinica. Quello stesso giorno Rose,accompagnata da
James,aveva fatto l'inseminazione;le erano stati impiantati quattro dei suoi
ovuli già fecondati con il seme di Scorpius per avere la certezza che di almeno
uno riuscisse l'impianto. Cooper Black,uno dei colleghi di Rose e considerato
dagli adetti ai lavori il "guru della fertilità",si era occupato personalmente
della sua procedura per essere certo che tutto andasse secondo i
piani. -Adesso dobbiamo solo aspettare qualche giorno-le aveva detto una
volta terminata l'inseminazione. Nei due giorni successivi Rose era rimasta a
casa,sdraiata sul letto quasi sempre con le gambe alzate perchè in una rivista
specializzata aveva letto che quella posizione aumentava le possibilità di un
successo. Quando il ciclo mestruale,sempre puntuale tutti i mesi fin da
quando aveva sedici anni,le era saltato aveva visto concretizzarsi le sue
speranze,e nei giorni successivi le aveva viste consolidarsi sempre di più man
mano che il ritardo aumentava. -Credi che sia il caso di fare un test di
gravidanza?-aveva chiesto a James,incapace di resistere un altro giorno di più
in quella incertezza. Il marito l'aveva esortata a fare il test,anzi era
stato proprio lui ad andarlo a comprare in farmacia,facendosi consigliare dalla
commessa su quale fosse il più affidabile,incurante dei sorrisi ironici e delle
occhiatine divertite che gli lanciavano gli altri uomini presenti nella
farmacia. Del resto aveva seguito con trepidazione e ansia il processo di
inseminazione e aveva cercato di rendersi utile il più possibile in quei giorni
in cui la moglie era costretta al letto,sempre più partecipe man mano che i
giorni passavano. Sapeva bene che un'ennesimo insuccesso avrebbe fatto a
pezzi sua moglie,sapeva anche che doveva mostrarsi forte per affrontare
quell'eventualità,ma con il passare dei giorni anche le sue speranze aumentavano
e diventavano reali:finalmente ce l'avevano fatta? Era rimasto in attesa
appoggiato alla parete accanto alla porta chiusa del bagno mentre Rose faceva il
test e mai come quella volta gli era sembrato che il tempo si dilatesse,quasi
volesse farlo penare ancora e ancora. Quando finalmente la porta del bagno si
era aperta,lui si era rizzato in piedi e aveva fissato gli occhi sul volto di
Rose:i suoi occhi erano rossi e ancora umidi,segno che aveva pianto e pensando
subito al peggio,James sospirò. -Tesoro vedrai la prossima volta andrà
meglio...-gli disse cercando le parole più giuste per risollevare il morale
della moglie. Rose aveva tirato su con il naso e si era staccata dalla soglia
della porta avvicinandosi a lui;senza parlare gli aveva teso il test di
gravidanza che stringeva nella mano sinistra e James,dopo averlo preso in una
mano aveva dato un'occhiata al bastoncino. Solo allora si era accorto delle
due linee rosa racchiuse nel piccolo cerchio bianco:aveva letto le spiegazioni
del test mentre era ancora in farmacia,ma in quel momento non riusciva a
ricordare cosa significassero quelle due linee. -E' positivo...-aveva detto
Rose. James aveva alzato lo sguardo su di lei,la fronte corrucciata:ora lei
stava sorridendo,anche se i suoi occhi erano resi di nuovo lucidi dalle
lacrime. -Sono incinta-aveva ripetuto ancora,aggiungendo un sorriso. Quel
sorriso aveva sbloccato tutte le emozioni che James aveva bloccate in pieno
petto e,con un sospiro liberatorio,le si era avvicinato e l'aveva stretta fra le
braccia,premendola contro di sè,posandole baci fra i capelli,nelle orecchie il
pianto di Rose,questa volta di gioia. Finalmente erano riusciti a realizzare
il loro sogno. Quella sera erano usciti a festeggiare e la mattina dopo erano
tornati alla clinica per una visita ginecologica per essere sicuri che tutto
fosse a posto. Ora che avevano la certezza di aspettare un bambino,restava
soltanto una cosa da fare:dare la notizia ai loro genitori. Avevano discusso
a lungo su quale fosse il modo giusto per fare l'annuncio,avevano fatto anche le
prove del discorso che avrebbero fatto loro,cercando le parole giuste o
l'intonazione più adatta all'occasione,convenendo alla fine che in qualsiasi
modo avrebbero dato loro la notizia avrebbero dovuto lo stesso affrontare molte
domande e,quasi certamente,la rabbia del padre di Rose. Inizialmente avevano
deciso di parlare separatamente con le due coppie di genitori,ma alla fine
avevano deciso di invitare tutti e quattro a cena certi che non sarebbero
riusciti a fare lo stesso discorso e ad affrontare per due volte di seguito
quello che ne sarebbe venuto. Ovviamente entrambe le coppie di genitori
avevano accettato. Alla cena sarebbe stata presente anche Eliza,la
sorellastra di Rose a cui,sperando in un'aiuto,la donna aveva dato la notizia in
anteprima a lei e ad Hugo chiedendo il loro appoggio nel caso i loro genitori si
fossero mostrati più testardi del solito ed entrambi si erano mostrati
disponibili ad aiutarla. La sera della cena Rose fece in modo che tutto fosse
anche più perfetto del solito,la sua ossessione per la perfezione raggiunse
livelli mai immaginati fino a quel momento:preparò ai quattro adulti la propria
pietanza preferita e come dessert un tiramisù al caffè. -Se continui così ti
farai venire un'infarto-l'ammonì James osservandola mentre andava avanti e
indietro dalla cucina alla sala da pranzo per controllare per l'ennesima volta
che tutto fosse in ordine. Rose sospirò e si fermò in mezzo alla
stanza,lanciandogli uno sguardo. -Come credi che la prenderanno?-gli
domandò. Se lo erano chiesti tante volte,senza mai trovare una
risposta:sapevano che quello che avrebbe fatto maggiore resistenza sarebbe stato
Ronald,il padre di Rose,ma le reazioni degli altri tre erano un mistero. La
donna si avvicinò al marito e gli si fermò davanti,portando entrambe le mani
all'altezza del colletto per sistemargli il nodo della cravatta,come faceva
sempre,facendolo sorridere. -Sei bellissima-le disse fissandola in
volto. Lei sorrise e allontanò le mani dal colletto facendo scivolare i palmi
sul torace. -E' merito della gravidanza-scherzò. James avvicinò il viso e
gli posò un bacio lieve a fior di labbra,mentre il suono del campanello
rieccheggiava per la casa. Dalla scampanellata entrambi capirono che si
trattava di Eliza. Fin da quando era bambina,Eliza aveva preso l'abitudine di
suonare una prima volta al campanello,brevemente,per poi suonare altre due volte
più a lungo. -Vado io-disse James dopo aver dato un ultimo bacio veloce alla
donna. Mentre lui si avviava verso la porta,Rose ritornò a guardarsi intorno
nella sala da pranzo controllando che tutto fosse in ordine. -Ecco il nostro
papà!!!-le arrivò la voce allegra di sua sorella,facendola sorridere. -Ehi
mostricciattolo!-la salutò di rimando James. Se fosse riuscita a mantenere
quel segreto per un paio d'ore sarebbe stato davvero un miracolo! Sentì il
rumore dei tacchi venire verso di lei e si voltò verso la porta per
accoglierla,sorridendo non appena la vide comparire alla fine del
corridoio. Nessuno avrebbe mai sospettato,ad un primo sguardo,che ci fosse un
legame di parentela così stretto fra lei ed Eliza:dove Rose,aveva i boccoli
castani di sua madre,Eliza aveva una cascata di capelli biondi lisci come la
seta,dove una aveva il naso dritto dei Weasley,l'altra aveva un naso leggermente
a patata,ma con la punta all'insù. Avevano però lo stesso fisico longilineo,e
la stessa eleganza innata che le permetteva di essere elegante anche se
indossavano un paio di jeans ed una t-shirt. Rose la osservò mentre le veniva
incontro,con la sua falcata sicura nonostante la sua giovane età,e sorrise
vedendo i palloncini che teneva stretti nella mano sinistra. -Eccola qui!La
mamma più bella di tutta la città!-disse sorridendo felice e
abbracciandola. Rose rise e si lasciò abbracciare dalla bambina,lanciando un
occhiata alla porta dove erano comparsi James ed Hugo. -Questi li abbiamo
presi io ed Hugo-disse Eliza sciogliendo l'abbraccio e mostrandole i
palloncini-visto che non sappiamo ancora se sarà un maschio o una femmina
abbiamo pensato di prenderli entrambi-le spiegò. Rose sorrise e prese i due
palloncini entrambi grigi e con la scritta "E' un maschio" e "E' una femmina" su
entrambi i lati. -Io non c'entro niente,è stata una sua idea:mi ha fatto una
testa così finchè non ho acconsentito a comprargli-commentò Hugo avvicinandosi
alla sorella e dandole un bacio sulla guancia sinistra. -Sarà meglio
nasconderli prima che arrivino mamma e papà-fece Rose. -Dalli a me,li porto
di sopra-disse James prendendo i palloncini dalla mano della moglie e avviandosi
verso le scale. I tre fratelli si sedettero sul divano nel salotto
e,sollecitata da Hugo,Rose raccontò loro come e quando avevano deciso di avere
quel bambino. Quando James tornò in salotto si sistemò sul bracciolo del
divano proprio accanto a Rose,che ne approfittò per posare una mano sul suo
ginocchio in un gesto rassicurante. -L'idea di diventare zio mi piace...E
conoscendo mamma credo che appena lo saprà scoppierà in lacrime per la
felicità. Il suo primo nipotino...-disse ironico. -E anche ultimo se tu
continui così!-ribattè Rose rimarcando ancora una volta quanto lo stile di vita
del fratello non le andasse a genio. Come tutti i maschi Weasley della
famiglia,Hugo era un uomo affascinante e molto corteggiato dalle donne,al punto
da potersi permettere di cambiare "fidanzata" ogni due-tre
settimane. -Andiamo ho venticinque anni...Vuoi davvero che mi trovi una
ragazza e che mi sposi?- -E' il mio sogno più grande!-rispose lei
sincera. -Io posso fare la damigella al tuo matrimonio?-chiese Eliza
guardando il fratello. Hugo sorrise e le scompigliò i capelli. -Va bene,ma
forse avrai cambiato idea per quando davvero mi sposerò...-l'ammonì. Eliza
fece per ribattere,ma il suono del campanello fece morire la sua
risposta. Tutti e quattro guardarono il corridoio che conduceva alla porta di
casa,quasi aspettandosi che da un momento all'altro un pazzo furioso con
un'ascia irrompesse in casa. -E' ora-mormorò Rose alzandosi. James la
imitò e dopo averla presa per mano si avviarono insieme ad accogliere i loro
genitori. Alla soglia dei cinquant'anni,il mitico Harry Potter era un
tranquillo signore che si doveva la serenità della sua "vecchiaia";da tempo
aveva diradato i suoi impegni alla radio,lasciando il controllo a James e
ritagliandosi un ruolo dietro le quinte prefendo passare il tempo con Ginny e
con i suoi nipotini. Lui e Ginny avevano preso l'abitudine di fare viaggi
all'estero per scoprire quella parte di mondo che non avevano mai visto e per
rinforzare,anche se non ce ne era bisogno,il legame che c'era fra di
loro. Ovviamente non era più l'uomo dal fisico scolpito e "perfetto",ma un
tranquillo signore di mezz'età che era sceso a patti con il passare del
tempo,con i capelli bianchi che ormai erano più predominanti di quelli neri,e
con una pancetta che non voleva saperne di andare via nonostante tutto quello
che aveva provato per sconfiggerla. Ma,come sempre,aveva accanto Ginny che
dopo quasi trent'anni non si era ancora stancata di ripetergli quanto lui fosse
bello ai suoi occhi,capelli bianchi e pancetta compresa. Anche la donna ormai
non era più quella di un tempo:nonostante il fisico sembrava quello di una donna
più giovane di dieci anni,sul viso erano ormai evidenti le rughe attorno agli
occhi e alla bocca;inoltre la lunga capigliatura fulva era stata accorciata fino
alle spalle per combattere i capelli bianchi che,nonostante le
tinture,spuntavano più numerosi che mai. La cena trascorse serenamente:James
e Rose lasciarono che fossero i loro genitori a parlare, facendosi raccontare
cosa era successo nelle loro vite in quelle settimane che non si erano visti,
convinti che era meglio metterli a loro agio e di buon'umore prima di fare il
grande annuncio. Osservando i propri genitori e la loro ritrovata armonia che
traspariva da ogni gesto,Rose sorrise:pochi avrebbero detto che una coppia così
serena fosse stata ad un passo dal lasciarsi. C'erano stati dei momenti in
cui aveva creduto davvero che la sua famiglia fosse destinata a rompersi,anche
quando suo padre era tornato a casa con la piccola Eliza,la viva testimonianza
del tradimento di suo padre. Ma inaspettatamente era stato proprio grazie
alla piccola Eliza che i due si erano riavvicinati:con il passare del tempo
Hermione aveva finito per affezionarsi alla neonata,finendo per amarla quasi
fosse figlia sua. E questo aveva riportato a galla l'amore di Ron per la
donna,amore che in fondo era sempre stato lì sotto la superficie in attesa di
essere riscoperto e per riconquistarla di nuovo e vincere la sua fiducia,aveva
iniziato a corteggiarla. Un vero corteggiamento,come non aveva mai fatto
quando erano ragazzi,portandole quasi ogni giorno un mazzo di rose bianche o
portandola fuori a cena o anche solo per una passeggiata. Lentamente Hermione
aveva vinto le proprie resistenze:avevano ripreso a parlare,a confidarsi,
avevano parlato di Cassie e di cosa aveva spinto Ron a cercare attenzioni da
un'altra donna. Avevano anche ripreso a litigare,ma questo invece che
destabilizzarli aveva rafforzato il loro rapporto:lo avevano sempre fatto,era
una parte fondamentale della loro coppia e dopo uno di questi litigi erano
finiti a letto insieme. Per la prima volta dopo quasi un anno.E dopo quella
volta tutto era velocemente ritornato come un tempo fra di loro. -Tesoro
questa cena è stata fantastica!Dovremmo fare più spesso queste cene-disse Ron
alla figlia rivolgendole un sorriso. Rose ricambiò il sorriso prima di
cercare lo sguardo di James:era arrivato il momento. James prese la mano di
Rose nella sua e guardò i quattro adulti seduti attorno al tavolo;sarebbe
toccato a lui aprire il discorso,lo sapeva,ma non aveva la minima idea di cosa
dire. Prese un respiro profondo e si schiarì la gola. -Veramente c'è un
motivo se questa sera la cucina di Rose è migliore del solito...-iniziò
attirando l'attenzione dell'intera tavolata su di sè. Sentì Rose aumentare la
stretta e questo lo rassicurò:qualsiasi cosa avessero potuto dire,loro sarebbero
andati avanti per la loro strada. Lo avevano già fatto in passato,potevano
farlo anche ora. -Questa sera vi abbiamo invitato qui perchè dobbiamo dirvi
una cosa...qualcosa di importante...-aggiunse. -E' successo qualcosa di
grave?-domandò subito suo padre,pensando come al suo solito sempre al lato
negativo della vita. I due ragazzi scossero la testa. -No...Anzi qualcosa
è successa,però è una cosa bellissima...-lo rassicurò James con un accenno di
sorriso. -Meravigliosa-convenne Rose. I quattro adulti li fissarono per
qualche istante in silenzio e,prima che Rose potesse dar loro la
notizia,Hermione si portò entrambe le mani alla bocca e cacciò un piccolo urlo
sorpreso. -Oh mio dio!-esclamò-Sei incinta!- I due ragazzi restarono in
silenzio,quattro paia di occhi fissi nuovamente su di loro,e dopo un secondo che
sembrò infinitamente lungo,Rose annuì. -Sì,aspettiamo un bambino-confermò
chiaramente felice. Felice come se sentisse la notizia per la prima
volta,Eliza battè le mani euforica facendo sorridere James Rose e Hugo. -E'
una bellissima notizia sorella,mi ci vedo a fare lo zio... Inoltre ho sentito
che gli uomini con i bambini fanno più colpo sulle
donne-aggiunse. -Scordatelo!Non ti darò mio figlio per aiutarti a
rimorchiare-rispose James trattenendo a stento un sorriso. Hugo sbuffò in
modo teatrale,prima di riportare lo sguardo sui quattro adulti che fino a quel
momento erano rimasti in silenzio. -Mamma papà va tutto bene?-domandò James
ai propri genitori. Harry lanciò un'occhiata alla moglie,cogliendo i suoi
occhi lucidi,per poi tornare a guardare il figlio:personalmente sapeva che quel
momento prima o poi sarebbe arrivato. I ragazzi si amavano,in quegli anni lo
avevano dimostrato e presto o tardi avrebbero deciso di essere una vera
famiglia;c'era però l'eco lontano di quella promessa che avevano fatto loro
quando avevano deciso di stare insieme,possibile che fossero stati così
avventati da fregarsene delle conseguenze? -Sinceramente sono un pò
combattuto James. L'arrivo di un nuovo nipotino mi rende felice,sai quanto io
ami i bambini...E lo stesso vale per tua madre-si affrettò ad
aggiungere. -Esatto-convenne lei. -Però mi chiedo se non siete spaventati
dalle possibili conseguenze-continuò Harry. -Conseguenze?-chiese Hugo
guardando suo zio. -Tua sorella e James ci hanno fatto una promessa:ci
avevano promesso che non avrebbero mai avuto figli. Mai-si intromise Hermione
parlando direttamente con il figlio. Hugo aggrottò la fronte e guardò sua
sorella,sorpreso per quella novità:non aveva mai saputo di quella "condizione" e
si stupì che Rose non gli avesse mai detto nulla. -Cosa?E per quale stupida
ragione?-domandò tornando a guardare sua madre. -Per evitare che vengano
fuori dei mostri.Hai dimenticato che tua sorella e James sono cugini?-rispose
Ron. -Non puoi pensare una cosa del genere sul serio!-ribattè ancora Hugo
incredulo. -E' genetica Hugo! Piuttosto io mi meraviglio di
te,Rose. Sei un medico,accidenti!Dovresti sapere come vanno certe cose,a
quali rischi andate incontro... Come hai potuto fregartene e decidere di avere
lo stesso un figlio?- -Papà...-iniziò la donna. -Ci avevate fatto una
promessa,accidenti!Possibile che fosse soltanto una scusa per ottenere quello
che volevate? Possibile che non possiamo più fidarci di te?-le domandò
ancora. -Vuoi ascoltarmi dannazione??-lo interruppe Rose alzando la
voce. Ron guardò sua figlia stizzito per il suo tono di voce e,a braccia
conserte contro il petto neanche fosse ancora un bambino,la fissò con uno
sguardo truce. Rose sospirò cercando di calmarsi chiudendo per qualche
secondo gli occhi,grata a James che le aveva messo un braccio sulle spalle per
farle sentire la sua vicinanza. Quando riaprì gli occhi li fissò direttamente
in quelli del padre,quasi ci fosse soltanto lui nella stanza. -Dieci anni fa
quando abbiamo accettato di non avere figli,stavamo dicendo la verità. E per
qualche anno questa decisione non è stato un peso,però poi man mano che il tempo
passava ho iniziato a stare male-confessò Rose. -Male?Che vuoi dire
tesoro?-chiese subito Hermione preoccupata. -Era diventato sempre più
difficile per me fare il mio lavoro,occuparmi di pazienti che non facevano che
lamentarsi dei chili di troppo o delle ragazzine che restavano incinte per
sbaglio. Ero sempre più scostante,acida e ero arrivata ad essere gelosa e
invidiosa della gravidanza di Lily-raccontò loro vergognandosi delle sue stesse
parole. -Oh tesoro...-disse Ginny sinceramente dispiaciuta per
lei. -Abbiamo avuto seri problemi per questo mio comportamento,ad un certo
punto ho avuto paura che fossimo sul punto di lasciarci,poi un giorno,dopo
l'ennesima lite,James è tornato a casa e mi ha fatto una proposta:avere un
figlio con l'aiuto di un donatore- Tutti e quattro gli adulti aggrottarono la
fronte a quelle parole,sinceramente sorpresi:Harry e Ron guardarono James che
sereno continuava a poggiare il braccio sulle spalle della moglie per mostrarle
il suo sostegno. -Un donatore?-chiese Hermione,come al solito la prima a
riscotersi dai momenti più imbarazzanti. Rose annuì. -Visto che eravamo io
e lui il problema,magari se uno di noi si tirava indietro avremmo potuto
raggiungere il nostro scopo. Così ne abbiamo parlato a lungo e una volta
presa la decisione,siamo andati alla banca del seme della mia clinica e abbiampo
passato un pò di tempo a studiare le schede dei vari donatori cercando il più
adatto. E alla fine abbiamo fatto l'inseminazione-concluse. -Quindi non
sarai tu il padre di questo bambino-disse Hugo,quasi volesse essere certo di
aver capito bene. -Non biologicamente-confermò James. -Però almeno così
evitiamo di mettere al mondo dei mostri-disse Rose usando le parole che suo
padre aveva detto poco prima. Ron sospirò e abbassò per qualche secondo la
testa. -Tesoro scusami...Sono state le parole meno indicate...Sai che sono
contento di diventare nonno,ma l'idea che possa succederti qualcosa...-farfugliò
cercando di riparare al danno fatto. Rose arricciò le labbra e alzò le
spalle. -Come hai detto tu papà,erano le parole sbagliate- -Basta con
questi discorsi tristi...Non posso ancora crederci,la mia bambina aspetta un
figlio...Oh tesoro,vieni qui facci abbracciare-disse Hermione cercando di
smorzare l'atmosfera creata dall'uscita sconveniente di Ron. L'attimo dopo lo
sguardo della ragazza si spostò sulla madre e sulla suocera che,in piedi,stavano
venendo verso di lei per abbracciarla,entrambe con gli occhi lucidi. Rose
sorrise e si lasciò abbracciare,ma per un breve istante un pensiero le
attraversò la mente:sarebbero state altrettanto felici se avessero saputo chi
era realmente il donatore?
Passarono due settimane prima che Alice e Luke si
rincontrassero. La ragazza fece di tutto per evitare di incontrarlo. Si
gettò a capofitto nel lavoro,occupando le sue giornate con mille appuntamenti e
restando a lavorare in ufficio fino a tardi,cercando di allontanare la mente da
quello che era successo l'ultima volta che lei e Luke si erano visti. Più
volte l'uomo aveva cercato di mettersi in contatto con lei,ma ogni volta aveva
trovato l'ostacolo della sua segretaria o,se la contattava al cellulare,del
nastro registrato della segreteria telefonica. Non poteva incontrarlo di
nuovo,almeno finchè non avesse capito come evitare di ricadere
nell'errore. Come aveva potuto finire a fare sesso in una limousine senza
neanche preoccuparsi della presenza dell'autista,o della possibilità che
qualcuno li fermasse e scoprisse che cosa stava succedendo. Come aveva potuto
buttare all'aria tutti i suoi principi,tutto quello che le aveva permesso di
andare avanti in quegli anni senza Luke e gettarsi fra le sue braccia senza un
briciolo di rimorso? Era questa la cosa che non riusciva a perdonarsi:sapere
che non rimpiangeva quello che aveva fatto. Le era piaciuto,e anche
tanto... Non sapeva spiegarsi se era per colpa della paura di essere
scoperti,o delle aspettative riposte in tutti quegli anni nel sesso con Luke,ma
nonostante fossero passate due settimane,quasi ogni sera prima di addormentarsi
il ricordo di quegli attimi rubati tornava a farle visita. E l'unico modo per
allontanarli,per evitare che mettessero radici dentro di lei era fare l'amore
con Eric. Fortunatamente l'uomo attribuiva questa sua improvvisa ninfomania
al loro desiderio di avere un bambino e non si lamentava. Ma nonostante
volesse rimandare il loro prossimo incontro il più a lungo possibile,sapeva allo
stesso tempo di non poter evitare Luke ancora a lungo:doveva mostrargli i
progressi che aveva fatto,fargli esaminare le varie tonalità di tessuto o di
pittura che aveva intenzione di usare per la sua casa. Magari avrebbe
aspettato qualche altro giorno e poi lo avrebbe contattato... Il suo
proposito però andò disatteso quando,un mercoledì mattina,la sua segretaria la
informò della presenza di Luke in ufficio. Per circa trenta secondi Alice fu
tentata di negarsi,di smaterializzarsi il più lontano possibile da
quell'ufficio,poi però si rimproverò da sola,ricordando a sè stessa che era un
professionista e che,se avesse mantenuto a distanza Luke e lo avesse trattato
con freddezza,tutto sarebbe andato per il meglio. In una mezz'ora sarebbe
riuscita a sbrigare quell'appuntamento e a liberarsi di lui. -Fallo
entrare-disse alla segretaria. Ebbe appena il tempo di controllare di essere
in ordine che sentì il lieve bussare alla porta accompagnato dalla figura di
Luke sulla soglia del suo ufficio. -Guarda guarda chi si vede!-commentò
lui,una mano sulla maniglia. -Accomodati-gli disse in tono
professionale. Ricordati:quest'appuntamento deve durare mezz'ora e non devi
lasciare spazio a nessuna considerazione personale. Devi parlare solo di
lavoro! Lo vide entrare nella stanza e chiudersi la porta alle spalle,fare
altri quattro passi e fermarsi accanto alla sedia di fronte alla
scrivania. Alice fissò il suo volto,dall'espressione chiaramente
interrogativa,e per qualche istante restò in silenzio,poi sospirò e abbassò lo
sguardo sulle carte che erano sparpagliate sul piano della scrivania. -Stavo
per chiamarti...I progetti di cui abbiamo parlato nel nostro ultimo incontro
sono andati avanti e volevo sottoporti alcuni campioni per avere la tua
approvazione....Sono da qualche parte qui intorno-disse iniziando a cercare fra
i fogli. -E' tutto quello che hai da dirmi?-si sentì chiedere. Restò
immobile,i palmi di entrambe le mani posate sul piano della scrivania e per una
frazione di secondo non potè evitare di pensare quanto fosse assurda quella
situazione:di solito erano gli uomini quelli che si mostravano scostanti ed
evasivi dopo il sesso. Ma il loro era un caso particolare e lei era obbligata
a comportarsi in quel modo,per quanto poco le piacesse vestire i panni della
bastarda. Rialzò la testa e incontrò lo sguardo di Luke che la guardava
sorpreso e incredulo. -Andiamo a letto insieme per la prima volta dopodichè
tu sparisci nel nulla per due settimane. Ti sembra un comportamento
maturo?-le domandò lui. -Ti aspettavi una valanga di telefonate e di
messaggi?O preferivi gli appostamenti sotto il tuo ufficio?-gli domandò
poggiandosi con entrambe le braccia al piano della scrivania e sporgendosi in
avanti. -Quindi questo silenzio sarebbe normale per te?-le domandò ancora
Luke sempre più confuso dal comportamento e dalle parole di Alice. Aveva
passato due settimane d'inferno:per la prima volta in dieci anni aveva ripreso
ad aspettare con ansia una telefonata,a controllare il cellulare nella speranza
di un messaggio e man mano che i giorni passavano sempre accompagnati da quel
fastidioso silenzio aveva iniziato ad irritarsi. Possibile che fosse l'unico
a credere che quello che era successo fra loro era stato speciale, che era stato
un segno? Si era fatto tutto un film in testa mentre invece per Alice era
stata soltanto una scopata? Finchè non aveva capito che se voleva smuovere le
acque doveva essere lui a fare il primo passo. La donna sospirò. -Ok,sarò
la prima a dirlo così almeno ti evito l'imbarazzo. Quello che è successo è
stato un errore...Tu stai per sposarti e io sto con qualcuno quindi non mi
sembra il caso di impelagarci in qualcosa di complicato e senza alcun
fondamento-disse. Ci credeva davvero a quello che stava dicendo?No,neanche un
pò! Il suo cuore aveva preso a battere più veloce non appena Luke era
comparso sulla porta,e il suo profumo le riportava alla memoria immagini di
quello che era successo nella limousine. Ma non poteva,non doveva lasciare
che quelle emozioni avessero la meglio sulla sua ragione. -E' così che la
pensi?-le domandò Luke. Alice annuì. -Ora vediamo di metterci al
lavoro-disse alzandosi in piedi e voltandogli le spalle per raggiungere la
libreria dove erano catalogati tutti i suoi progetti. Fu un'istante,quasi non
sentì i passi dietro di sè,ma improvvisamente si ritrovò spalle al muro, il viso
di Luke ad una minima distanza dal suo,il corpo premuto contro quello di lei e
la mano destra serrata attorno al suo polso. -Ora che hai detto la tua,sta a
sentire me-le disse. Era così vicino che le soffiò il fiato sulle
labbra. Doveva assolutamente togliersi da quella situazione prima che fosse
troppo tardi,ma ciò nonostante portò li sguardo in quello di Luke e restò in
attesa. -Sono due settimane che ogni mattina mi sveglio con un'erezione per
colpa tua...Ogni notte sogno noi due che scopiamo in una posizione o in un posto
o in una situazione diversa. Era da quando avevo sedici anni che non mi
capitava di fare tanti sogni erotici-le disse serio. -Beh sono lusingata,ma
non vedo proprio cosa fare per...-lo interruppe Alice cercando un modo per
tagliare quel discorso. -Vuoi chiudere la bocca?-la zittì lui premendo nello
stesso tempo il proprio corpo contro quello di Alice,una mano sul fianco
sinistro ed il viso talmente vicino a quello di lei da far sfiorare le punte dei
loro nasi. Per un interminabile istante ci fu silenzio e i due si limitarono
a guardarsi,poi seguendo il proprio istinto,Luke sporse le labbra in
avanti,sfiorando quelle di Alice leggermente;lei chiuse gli occhi e trattenne il
fiato per qualche secondo,mentre le labbra di Luke l'accarezzavano
ancora. -No...No Luke non possiamo-lo bloccò Alice aggrappandosi a quello
scampolo di lucidità che ancora le restava. -Alice,ascolta,lo so. Lo so
che non possiamo,ma io voglio farlo. Quello che è successo non è stato uno
sbaglio...Lo sappiamo entrambi che prima o poi sarebbe successo...Voglio vivere
quello che ci hanno tolto quando eravamo ragazzi,fanculo tutti! Fanculo
Mandy,fanculo il tuo fidanzato! Abbiamo quattro mesi,solo quattro mesi prima
che io sia costretto a sposare Mandy,e sicuramente non voglio sprecarli a
parlare di case e di quale tipo di parquet mettere in salotto-le disse
tremendamente sincero. Alice si specchiò negli occhi verdi dell'uomo e lo
fissò in silenzio per qualche istante. Quattro mesi di "loro" e poi sarebbe
finito tutto,questa volta per sempre. Sarebbe stata capace di risanare le
ferite una volta finito tutto? No,probabilmente sarebbe caduta in pezzi
ancora una volta,ma non poteva rinunciare a quell'occasione. Mosse lievemente
il viso e andò incontro a quello di Luke,posando le labbra su quelle di lui,
chiudendo gli occhi nell'istante in cui sentì la morbidezza delle labbra
dell'uomo sotto le sue. Non poteva rinunciare a quello che aveva sperato di
avere durante tutti quegli anni.
Doveva essere solo per qualche giorno. Invece
quel piccolo parassita si era sistemato a casa sua e non sembrava intenzionato
ad andarsene,almeno non a breve. Erano passate due settimane e niente era
cambiato. La novità più eclatante era stata la notizia della gravidanza di
Rose che,naturalmente aveva reso ancora più nero l'umore di Albus e aveva
diminuito ancora di più le loro conversazioni. Ormai si limitavano a dirsi
soltanto l'essenziale:se c'era bisogno di comprare qualcosa,se durante la loro
assenza c'erano state telefonate o messaggi per l'altro. Avevano preso anche
a mangiare ad orari diversi:Albus e quel piccolo Oliver Twist cenavano insieme e
si raccontavano la loro giornata parlando di quello che era successo a scuola e
lui, con la scusa del lavoro a cui Al non aveva creduto neanche per
un'istante,mangiava da solo. Ormai sembravano quasi due coinquilini invece
che due amanti... Era evidente che Albus ce l'aveva ancora con lui,non ne
faceva mistero,ma non gli aveva neanche dato la possibilità di scusarsi e
Scorpius,dopo il primo tentativo andato a vuoto,aveva rinunciato. Sapeva di
dover fare di più,ma era difficile per lui chiedere scusa e soprattutto
ammettere di aver torto. Così la sua frustrazione si era trasformata in
risentimento verso Lane,che si era piazzato dentro casa e non sembrava
intenzionato ad andarsene a breve. Nonostante quello che gli aveva detto il
primo giorno,Albus non gli aveva dato nessuna spiegazione sul perchè quel
ragazzo si trovasse lì,e lui non aveva più fatto domande, convinto che toccasse
ad Al dargli delle spiegazioni. Il ragazzo era educato,gentile e chiaramente
intimorito dal suo essere una "star",ma riusciva comunque a dargli sui
nervi,fosse anche per un bicchiere sporco lasciato fuori dal lavello. E
questo sicuramente non lo aiutava a migliorare la situazione con
Albus,chiaramente perso per quel ragazzo:aveva mille attenzioni per Lane,cercava
di metterlo il più possibile a suo agio e di non farlo sentire di troppo o un
ospite. Perchè ci teneva tanto a quel ragazzo? Quel pomeriggio,dopo ore
passate nel suo studio a lavorare,aveva deciso di prendersi una pausa. Il
rumore della musica lo raggiunse fin da quando aprì la porta dello
studio:probabilmente il ragazzino si era piazzato in salotto ad ascoltare la
musica. E poi non doveva considerarlo una seccatura? Scese le scale
sentendo sempre più forte il rumore della musica chiedendosi perchè,sentendolo
arrivare non avesse almeno abbassato il volume,ma soltanto quando arrivò alla
fine della scala capì il motivo. Lane era seduto sul divano,la schiena contro
i cuscini,completamente coperto da una ragazza che gli era seduta sopra e che
sembrava volesse staccargli le labbra per la voracità del bacio. Adirato per
lo spettacolo che si era presentato davanti ai suoi occhi,Scorpius attraversò il
salotto,i passi attuttiti dalla folta moquette, e si avvicinò allo stereo
spegnendolo del tutto. Colpiti dall'improvviso silenzio,i due ragazzi si
separarono e Scorpius vide chiaramente l'espressione d'imbarazzo sul volto di
entrambi. -Disturbo?-domandò con voce secca. La ragazza,una moretta con la
coda di cavallo,scese dalle gambe di Lane,mostrando così la camicia del ragazzo
leggermente sbottonata,e iniziò a richiudere i libri di scuola che fino a quel
momento erano abbandonati sul tavolo di vetro di fronte al
divano. -N-no...Stavamo studiando...-disse Lane mettendosi a sedere
composto. -Non sapevo si studiasse anche anatomia nel vostro liceo-commentò
con lo stesso tono di voce il biondo. La ragazza si alzò,i libri contro il
petto,quasi volesse proteggersi da qualsiasi affronto fisico Scorpius potesse
mai farle,e fissò ora il biondo ora Lane. -Io...Io devo andare-disse con voce
flebile. Lane si decise ad alzarsi dal divano e uscì dal salotto per
accompagnarla alla porta;con lentezza,Scorpius gli andò dietro e si fermò sulla
porta,per ricordare ad entrambi la sua presenza e per velocizzare il momento dei
saluti. Quando la porta si fu chiusa dietro la ragazza senza nome,Lane si
voltò verso di lui e fece per parlare,ma Scorpius lo bloccò. -Chiariamo
subito una cosa. Questa è la prima ed ultima volta che vedo uno spettacolo
simile sul mio divano-gli disse con voce seria. -Non stavamo facendo niente
giuro-si difese Lane. -Avevi la sua lingua in gola,non credo si possa
definire niente-ribattè Scorpius. Lane abbassò la testa sotto il suo sguardo
e restò in silenzio. -Ascolta non so che legame ci sia fra te e Albus,o cosa
ti abbia detto lui,ma in questa casa ci sono delle regole e certamente non puoi
infrangerle solo perchè ti fa comodo. Non puoi portare qui le tue amiche e
usare questa casa come scannatoio- -Avevo il permesso del professor Potter!E'
stato lui a proporci di studiare qui-gli disse il ragazzo-Giuro che non era mia
intenzione mancarle di rispetto...Forse saremmo dovuti andare nella mia stanza
invece di restare in salotto-aggiunse Lane. -Forse allora non mi sono
spiegato:questa casa non è il tuo scannatoio privato. Va a scopare da qualche
altra parte-gli disse duramente. Gli lanciò un'ultima occhiata,incurante
dello sguardo rabbioso che gli stava lanciando il ragazzo per poi voltargli le
spalle,diretto verso la cucina:aveva bisogno di un bicchiere di vino per
rilassarsi. Tutta quella situazione lo aveva innervosito ancora di
più. -Non puoi dirmi cosa fare-gli disse Lane,dimentico del tono formale che
aveva usato sempre con lui Quelle parole lo portarono a bloccarsi nel mezzo
del corridoio e a voltarsi di nuovo verso il ragazzo,incontrando ancora il suo
sguardo,arrabbiato quasi quanto il suo. -Come scusa?-gli domandò. -Non hai
nessun diritto di dirmi cosa fare,non sei nessuno-gli disse ancora. Un ghigno
maligno si dipinse sul volto di Scorpius,mentre l'uomo faceva un passo avanti
verso il ragazzo. -Ti sbagli. Sei a casa mia,quindi ho tutto il diritto di
dirti quello che puoi o non puoi fare e se la cosa non ti va bene puoi anche
prendere le tue cose e andartene. Non ti tratterrò certo con la forza-gli
disse con la stessa malignità che pervadeva lo sguardo. Sapeva benissimo che
non era lui il destinatario della sua rabbia,che quel ragazzino non aveva
nessuna colpa,ma aveva raggiunto il limite di sopportazione,avevano preteso
troppo da lui e ora stava davvero per esplodere. Lane gli lanciò un'ultimo
sguardo furioso prima di correre su per le scale. Pochi istanti e sentì
sbattere la porta della sua stanza. Tornò a voltarsi e si avviò verso la
cucina,verso il tanto desiderato bicchiere di vino..O forse aveva bisogno di
qualcosa di più forte? Sovrappensiero si versò da bere,mentre la sua mente
rifletteva sulle stranezze della vita:come cazzo era finito a fare il genitore
di un adolescente quando il suo ultimo desiderio era avere una famiglia e dei
marmocchi? Tutte quelle responsabilità,quei problemi...Ma perchè la gente li
desiderava così ardentemente? Sentì la chiave girare nella porta di casa
ma,come purtroppo era diventata abitudine non si preoccupò di andare nel suo
studio tanto Albus non sarebbe passato a salutarlo come faceva un tempo. Con
il bicchiere stretto fra le dita della mano sinistra,si smaterializzò in camera
da letto:non voleva vederlo;altrimenti avrebbe dovuto spiegargli perchè il suo
"pupillo" era chiuso in camera con il muso lungo. Si avvicinò alla finestra,e
fissò il panorama anonimo che gli rimandavano i vetri:perchè tutto sembrava aver
perso ogni interesse? Quella situazione con Albus gli complicava le cose
anche sul lavoro:erano settimane che non riusciva a scrivere qualcosa di decente
e lui era sempre stato uno scrittore soddisfatto del suo lavoro. Che cazzo
gli stava succedendo? Si passò una mano fra i capelli biondi e sospirò prima
di posare il bicchiere sul cornicione della finestra per recuperare il pacchetto
di sigarette dalla tasca di un paio di jeans. L'accese e tirò una lunga
boccata facendo alzare delle volute di fumo azzurrino nella stanza;doveva aprire
le finestre,altrimenti la camera avrebbe iniziato a puzzare di fumo,e ad Albus
dava fastidio la puzza di fumo in camera da letto....Ma Albus non dormiva con
lui da settimane. Quindi poteva anche fumare con la finestra chiusa. La
porta della stanza si aprì all'improvviso e,dopo l'incertezza legata alla
sorpresa,Scorpius ricambiò lo sguardo che Albus gli lanciava dalla
soglia. Capì immediatamente che era contrariato. -Mi spieghi perchè Lane
sta facendo le valigie?-gli domandò con una voce che tentava di mantenere
calma. Scorpius alzò le spalle e portò di nuovo la sigaretta alle
labbra. -Ti ha raccontato cosa ha fatto?-gli chiese a sua volta. -Mi ha
solo detto che tu gli hai fatto una lezione di morale e che lo hai invitato
velatamente ad andarsene-rispose l'altro-E' vero?-gli domandò. Il biondo
ghignò. -Lo facevo più stupido il ragazzino...-commentò a mezza bocca. -E'
vero o no?-gli chiese ancora il moro,chiaramente poco incline al
sarcasmo. -Non ti ha raccontato che l'ho trovato in pieni preliminari con una
ragazza sul divano del nostro salotto,vero?- L'espressione confusa che
apparve sul volto di Albus gli fece capire qual'era la risposta. -Chiaramente
no...Gli ho soltanto detto che non poteva fare i cazzi suoi in casa nostra e che
se la pensava così poteva benissimo andarsene-concluse. L'espressione di poco
prima era sparita,lasciando il posto ad uno sguardo deluso. -E ora che c'è?Ho
sbagliato a parlare in quel modo al tuo pupillo?-gli domandò incurante del tono
canzonatorio. -Tu non capisci vero?-gli domandò Albus. -Che
cosa?- L'ultima volta che aveva visto uno sguardo così deluso era stato dieci
anni prima,quando aveva detto addio a suo padre e alla sua famiglia. Per
quale motivo Albus lo stava guardando in quel modo,neanche gli avesse ucciso il
suo cucciolo preferito? Infastidito da quella sensazione di disagio,Scorpius
dette un'altra boccata alla sigaretta e alzò le spalle,rintanandosi come sempre
nella sua solita difesa:l'attacco. -Allora cosa ha deciso di fare il nostro
giovane?Resta o se ne va?-gli domandò. Dopo un altro istante di
silenzio,Albus entrò nella stanza e si avvicinò all'armadio,tendendo un braccio
verso l'alto per prendere una valigia che vi era sistemata in cima. -Ce stai
facendo?-domandò Scorpius osservando con un sopracciglio alzato i movimenti
dell'altro. -Me ne vado-disse il moro senza guardarlo,aprendo nel contempo le
ante dell'armadio. Quelle parole ebbero l'effetto di un pugno in pieno
stomaco,mozzando il respiro di Scorpius:se ne andava?E per quale ragione? Non
poteva andarsene...Non senza aver prima cercato di chiarire quello che stava
succedendo fra di loro,non senza aver almeno provato a recuperare... Non
poteva perderlo... -Che significa che te ne vai?Andiamo...Soltanto perchè ho
trattato male il tuo pupillo?-gli domandò cercando sinceramente di
capire. Albus gli lanciò un'occhiata adirata mentre,grazie ad un gesto della
bacchetta,gran parte della sua roba si sistemava ordinatamente dentro la valigia
blu notte aperta sul letto. -Smettila di guardarmi così cazzo!PARLAMI!-sbottò
il biondo,stanco di quegli sguardi da vittima sacrificale. -Cosa vuoi
sentirti dire?EH?-gli domandò l'altro alzando per un istante lo sguardo verso di
lui- Che l'idea di restare in questa casa da solo con te mi fa paura?Che non
riesco più a fidarmi di te?Che sono talmente arrabbiato con te che non riesco
neanche a ricordare quanto ti ho amato?E' questo che volevi sentirti dire?-gli
domandò alzando pian piano la voce ad ogni domanda. Nonostante quelle parole
gli lasciassero ferite invisibili sulla pelle,Scorpius cercò di non darlo a
vedere. Deglutì con difficoltà mantenendo sempre lo sguardo fisso su
Albus. -Quanto mi hai amato?-gli domandò cercando di mantenere la voce
ferma. Albus,incurante dei vestiti che gli volavano intorno,abbassò lo
sguardo e fissò la moquette nocciola che copriva il pavimento. -Non sai più
se sei innamorato di me?-lo incalzò. Il moro sospirò e lasciò scorrere le
dita della mano sinistra fra i capelli spettinati. -So che ho paura di
te...Dopo l'ultima volta ho paura di lasciarti avvicinare a me,ho il terrore che
se ti permettessi di venirmi vicino mi tratteresti di nuovo con la stessa
indifferenza,con la stessa noncuranza che hai mostrato l'ultima volta. Non ti
sei neanche accorto che per giorni ho dovuto nascondere i polsi perchè erano
pieni di lividi...-gli disse cercando i suoi occhi. Scorpius allontanò lo
sguardo:se ne era accorto. Ma cosa avrebbe potuto fare?Ormai c'era una
voragine fra di loro e le parole di Al glielo stavano confermando. Tornò a
guardare il suo volto e lo vide deglutire. -Quando dieci anni fa abbiamo
deciso di stare insieme,mi sono ripetuto più volte che non mi importava se avrei
dovuto aspettare anni prima di sentirti dire che mi amavi,perchè sapevo che
prima o poi ce l'avrei fatta a tirarti fuori quelle tre parole,e poi lo
vedevo,era evidente che mi amavi-continuò il moro. -E ora non è più così?-gli
domandò Scorpius cercando di controllare la rabbia. Come si permetteva di
mettere in dubbio i suoi sentimenti,di parlare al posto suo? Albus non aveva
la minima idea di quello che provava! -Sei davvero ridicolo-aggiunse non
riuscendo a trattenersi. -Per stare insieme due persone devono volere le
stesse cose,devono avere un progetto comune. Mentre per noi non è così:sai
benissimo che il mio sogno più grande sarebbe avere una famiglia con te,ma ti
rifiuti categoricamente di prendere in considerazione anche solo l'idea di un
figlio. Questo è amore secondo te?-gli domandò,nuovamente
alterato,Albus. -Io sono fatto così,non posso certo cambiare per te!- Al
scosse la testa sconsolato. -Lo vedi?Che senso ha portare avanti questa
storia se nessuno dei due è disposto a rinunciare a ciò che desidera? Io
voglio una famiglia e tu vuoi la tua indipendenza...Non potremmo mai far
combaciare queste due cose- Per alcuni secondi il silenzio calò nella stanza
mentre Scorpius osservava la valigia ormai terminata sul letto:ormai era
questione di minuti,presto lui se ne sarebbe andato. -Ti rendi conto che in
dieci anni non mi hai mai detto ti amo?-ripetè ancora il moro. -Sentirtelo
dire adesso cambierebbe qualcosa?Ti farebbe disfare le valigie e ti farebbe
passare la paura che hai di me?-gli domandò razionale come sempre
Scorpius. -Almeno saprei che non ho speso dieci anni della mia vita
invano...-commentò Albus. Possibile che fosse arrivato al punto da mettere in
discussione tutto,anche l'amore che li univa? -Dimmi che mi ami...Ho bisogno
di sentirtelo dire almeno una volta- Lo guardava con quello
sguardo,implorante ma con ancora qualche barlume della rabbia che lo aveva
animato fino a pochi attimi prima. Sarebbe stato facile dirgli quello che
voleva sentirsi dire,in fondo non era neanche una richiesta assurda. Lo
amava,lo aveva sempre amato,lo amava anche ora che le cose fra loro erano
incasinate e senza una possibile risoluzione. Ma sapeva che non sarebbe
cambiato niente. Lui se ne sarebbe andato lo stesso... La sua valigia era
pronta,richiusa sul letto,lo stavano aspettando al piano di sotto,e certamente i
loro problemi non sarebbero spariti grazie ad un semplice "ti amo". Quindi
atteggiò il viso con il suo miglior ghigno sprezzante e,cercando di non far
trasparire il tumulto che si agitava dentro di lui,lasciò uscire un suono
ironico dalle labbra dischiuse. -Appunto-commentò l'altro come se non si
fosse aspettato neanche un istante qualcosa di diverso-Non ti smentisci
mai...- Lo vide superarlo a passi veloci e,incapace di guardarlo andare
via,chiuse gli occhi. Pochi istanti e nelle sue orecchie rimbombò il suono
della porta d'ingresso che si chiudeva alle spalle del suo compagno. Era
finita...Questa volta era davvero finito tutto.
Salve a
tutti!!!
Alzi la
mano chi alla fine di questo capitolo mi odia.
Giù le
mani.Ora alzi le mani chi,vedendo l'introduzione,ha scorso velocemente il
capitolo cercando il pezzo a cui si riferiva la parte in
corsivo.
Vi avevo
avvertito nello scorso capitolo che saremmo arrivati ad una svolta importante in
qst aggiornamento e come promesso,eccolo qui.
La
Golden Couple,si è separata.Ovviamente la scusa dei preliminari di Lane sul
divano è soltanto il pretesto per nascondere invece i reali motivi di questa
separazione.
Ora le
strade di Albus e Scorpius si divideranno e saranno molto dissimili,come mai
avremmo pensato.
Ma in
ogni viaggio ci sono sempre delle fermate durante il percorso prima
dell'arrivo.
Chiedo
scusa x non aver inserito Daniel e Lily in qst capitolo,ma il pezzo di Rose
e James mi ha occupato davvero molto spazio e,se devo essere sincera,è stato
anche molto difficile da scrivere...Cmq siete stati contenti del ritorno dei
senior?
Ringrazio tutti coloro che leggeranno e recensiranno questo capitolo e
chiedo scusa x eventuali errori di ortografia e
battitura.
La frase
in corsivo ad inizio capitolo è tratta da "In qualche parte
del mondo"di Antonello
Venditti.
Prima
dei ringraziamenti piccolo spazio reclame:per tutte le amanti della coppia
Albus-Scorpius vi consiglio di leggere "21
Kisses" scritto dalla cara e vecchia Nefene,chedopo
tutti qst anni ancora recensisce le mie storie e sopporta le pazzie della mia
mente.
E' una
breve drabble,ma merita davvero.Quindi accorrete numerosi!
E ora i
ringraziamenti:Angel_SG(Prima di
tutto chiariamo una cosa:io adoro i commenti chilometrici!Più sono lunghi + mi
piacciono,vuol dire che davvero quello che scrivo t ha colpito.Quindi non
trattenerti.ORa passiamo al capitolo:anche a me piacciono molto Alice e
Luke;tutti noi abbiamo quell'amore che non è mai andato in porto,che ancora
adesso dopo anni ci porta a chiederci cosa sarebbe successo "se..."e loro
rappresentano proprio questo,anche se il loro finale non è ancora chiaro,almeno
nella mia testa XD!Voglio spezzare una lancia a favore del povero Al:so che il
comportamento che ha avuto con Lily non è stato dei migliori,specie visto il
rapporto di stretta confidenza che li lega fin da quando erano bambini,ma c'è
una spiegazione del perchè si è comportato così, e andando avanti con i
capitoli si scoprirà;parlando dei due "testoni",posso dirti che Scorpius in
questo momento è tutto orgoglio,lo dimostra il fatto che non ha chiesto scusa
neanche per quello che ha fatto nel chap precedente;inoltre è vero che Al è
cambiato,sta maturando moltissimo,è ancora molto cambierà prima della fine della
storia,ma nn è un cambiamento in negativo,ha raggiunto la consapevolezza che non
vuole + mettere da parte i suoi sogni e i suoi desideri per qlcn altro,anke se
qst è l'amore della sua vita),Kikka15(La loro storia non aveva lieto fine proprio perchè nella mia
testa stava prendendo forma questa nuova saga,quindi invece di finire con il
tradizionale "e vissero x sempre felici e contenti",ho pensato che fosse meglio
farli maturare prima,far capire ad entrambi cosa volessero...Anke se a distanza
di 10 anni,ancora nn lo hanno capito!XD Sbagliando si impara...Ma non
quando sei un Malfoy fin nel midollo...),Hale_y(E invece lo ha fatto
davvero...Più che l'orgoglio in questa occasione è scesa in campo la gelosia,che
è ancora peggio...Lily ha capito che c'è qualcosa che nn va,ed era andata
proprio a parlarci per cavarglielo fuori anche con la forza,ma ha trovato
davanti un muro e,dato che era la prima volta nella vita che le succedeva,si è
trovata spiazzata;inoltre anche Lily aveva bisogno di qlcn con cui parlare con
la faccenda della mamma di Daniel e la gravidanza,ma si è trovata
sola),Bellezza88(Hanno
entrambi caratteri molto forti e,mentre prima qst li aiutava ed era considerato
da entrambi un pregio della loro relazione,ora è un'ostacolo;se devo essere
sincera nn ho ancora preso una decisione su cosa succederà fra Luke e Alice:le
mie idee cambiano da un giorno all'altro e nn ho ancora fatto la scelta
definitiva),Nefene(Il
capitolo era pronto qst mattina,proprio qnd hai scritto la 2 recensione,ma
alcuni problemi di linea mi hanno obbligato a rimandare ad oggi pomeriggio...Sai
che anche io cm te vado a rileggermi i momenti felici della Golden Couple?Specie
qnd dovevo scrivere della rottura,cs almeno mi ritiravo su il morale =) Hai
inquadrato perfettamente i sentimenti di Al dopo l'ultima esperienza cn Scorpius
e lo dimostra il fatto che ora nn riesce + a fidarsi di lui...Alle volte sn
proprio i "se" ed i "ma" a determinare il corso di una vita,quindi quando hai
una seconda occasione è matematico che fai di tutto per cercare dove t avrebbero
portato le scelte opposte),VictorieBFHS(Ti è arrivata la mia email con gli auguri per il compleanno????In
caso contrario AUGURIIIIIIIIII!!!!Anche se in ritardo XD!Non penso assolutamente
che tu sia una bimbaminkia,tranquilla,anzi se vuoi io sono su Facebook,possiamo
diventare "amiche" anke lì.Ora il capitolo:per la svolta positiva fra Al e
Scorpius, hai visto anche tu,bisognerà aspettare un bel pò,ma nn
disperare...Anche il futuro di Alice e Luke è incerto:nn ho ancora deciso che
fine dare alla loro storia;Spero di non aver riportato alla memoria brutti
ricordi con il segmento fra Lily e Albus,nn era mia intenzione,ma ti assicuro
che,come è successo nella realtà così succederà nella storia...Un pò tr
criptica???),Sweey(Bentornata!!Passate bene le vacanze estive?Ti prego nn
abbandonarmi proprio ora,e neanche nei capitoli successivi!Siamo completamente
d'accordo,Rose e James stanno antipatici anche a me:x il loro desiderio di avere
un figlio sn passati sopra a tutti,neanche fossero 2 schiacciasassi!Non vedo
l'ora che il rimorso x le loro colpe cada su di loro...ahahah(risata
malefica)...Il problema di Scorpius è che,nonostante si fosse mostrato maturo +
degli altri a 17 anni,non ha continuato il suo percorso di
maturazione,bloccandosi lì quasi avesse fatto lo sforzo massimo a lui
consentito.Dovrà fare un lungo lavoro su sè stesso e scendere a patti con ciò
che credeva importante e con cosa vuole davvero prima di poter mettere la parola
"e vissero felici e contenti" su qst storia).
Bene x
il momento è tutto,ma prima devo avvisarvi:nn so se sarò in grado di postare 1
capitolo nelle prox 2 settimane in quanto il 4 settembre mi trasferisco a Londra
e in qst giorni,oltre a lavorare,devo preparare tt per il trasloco,cs mi sa che
mi resta poco tempo per scrivere.
Così
molto probabilmente il prox capitolo che posterò verrà direttamente dalla
Swinging London <3
Ok x ora
è tutto e vi do appuntamento al prox capitolo...
"Slinding Doors"
Baci,Eva
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Capitolo 11 *** Alone ***
Alone
Era finita. Dopo dieci
anni tutto quello che aveva sperato,tutto quello che aveva dato un senso alla
sua vita si era trasformato in
un mucchietto di cenere. E' questo il destino dei grandi amori? Ma allora
dov'era il tanto abusato "vissero per sempre felici e contenti?" Tutte quelle
storie del principe che salva la principessa,la porta nel suo castello per una
vita lunga e piena di amore,che
fine avevano fatto? Ma lui non era una principessa,e certamente Scorpius non
era uno di quei principi da favola...anche se scioccamente per anni gli aveva fatto ricoprire quel
ruolo. Non aveva fatto niente per fermarlo,per fargli cambiare idea... Era
rimasto fermo immobile davanti a lui,fissandolo mentre preparava le
valigie,senza capire che sarebbe
bastato davvero poco,un piccolo gesto,per fargli capire che c'era ancora una
speranza. Sarebbero bastate
tre parole per convincerlo a restare al suo fianco e a lottare ancora per la
loro coppia. Per convincerlo
a combattere quella paura che lo attanagliava ormai ogni volta che lo vedeva
avvicinarsi e che lo portava a
farsi domande mai fatte in anni di vita in comune:come si
comporterà questa volta? Sarà
Scorpius,l'uomo che amo e che rispetto,o questa nuova persona che ha le sue
fattezze ma è il suo
opposto? Ma aveva ricevuto soltanto il silenzio... Aveva preso la sua
valigia e,insieme a Lane,si era chiuso la porta di casa alle spalle. Quella
casa che aveva scelto,comprato e arredato insieme a Scorpius,quella che nella
sua mente aveva sempre chiamato
"il loro nido d'amore". Ed ora era lì,in mezzo ad una strada,a pochi metri
dalla sua vecchia casa,con una sigaretta fra le dita e lo sguardo che vagava da una parte all'altra alla
ricerca di una soluzione. Non aveva la minima idea di dove andare. Un
albergo?Poteva essere una soluzione per quella notte,ma poi? Se le cose
fossero state diverse avrebbe chiesto ospitalità a Lily,ma ora le avrebbe dovuto
dare troppe spiegazioni e in
cuor suo sapeva che non era il momento adatto. Inoltre vivere ventiquattro
ore al giorno con due piccioncini che aspettano il loro primo figlio
era l'ultima cosa che gli ci
voleva al momento. Poi,grazie allo sguardo preoccupato di Lane che sentiva
fisso su di sè,aveva capito di dover reagire:quel ragazzo ne aveva già passate troppe per dover sopportare
anche i suoi problemi personali. Gli aveva offerto ospitalità ed ora lo costringeva di nuovo
in mezzo ad una strada. Doveva fare assolutamente qualcosa. Aveva gettato
a terra il mozzicone di sigaretta,tirato fuori il cellulare da una tasca dei
jeans e aveva cercato un nuomero
fra le chiamate veloci,attivando la comunicazione. -Pronto?-aveva risposto la
voce dopo due squilli. -L'ho lasciato-aveva detto senza preamboli
inutili. Nell'era multimediale non servivano,specie quando si ha una suoneria
personalizzata per ogni numero
in rubrica. -Accidenti!Credevo che questo giorno non sarebbe mai
arrivato.Dove sei?-gli aveva chiesto Brian. -A neanche dieci metri da casa...Sto pensando a quale albergo
sia meglio per me e per Lane-gli
aveva risposto cercando di fare dell'ironia. -Chiama un taxi e venite qui.Vi
aspetto in meno di venti minuti-gli aveva detto il moro,quasi
fosse
un'ordine. -Brian...-aveva cercato di ribattere Albus. -Alby non fare lo
stronzo.Muovete il culo e venite qui-aveva detto prima di chiudere la
comunicazione. E così avevano
fatto. Quando la porta di ferro era scivolata sui cardini facendo apparire la
figura di Brian,Albus si era
sentito sollevato:almeno non era completamente solo in questa valle di
dolore. Sapeva benissimo che Brian era interessato a lui,che voleva
portarselo a letto,non era idiota fino a questo punto,ma allo stesso tempo Brian sapeva che per il momento
non poteva avere più di
un'amicizia. E stranamente si accontentava di questo. Lane lo aveva
seguito docilmente nel loft,leggermente frastornato dal passare
dall'appartamento di un
professore all'altro, e per un breve istante Albus si era chiesto che
cosa pensasse il ragazzo di
quella situazione,se si sentisse in colpa per quello che era
successo,o se invece progettasse
di scappare di nuovo alla prima occasione. In fondo quando lo aveva
incontrato alla fila per il ricovero gli aveva offerto un tetto sulla
testa,e invece ora,erano in due
alla ricerca di un posto dove dormire. Ma che gli era saltato in
mente? Fosse stata una donna avrebbe potuto dire che aveva difeso suo
figlio...se si escludeva il fatto che Lane non era suo figlio. Cazzo aveva una tale confusione in
testa! -Come potete vedere non abbiamo molte stanze a disposizione,essendo
questo un loft,così dovremo
adattarci...Lane?-disse Brian strappandolo dai suoi mesti pensieri e portandolo
a fissare il ragazzo. -Sì
professore?-chiese prontamente Lane. -Tu dovrai accontentarti del divano-gli
disse-Tu invece Alby,avrai l'immenso dispiacere di dormire nel mio letto...Se non ti da fastidio la mia
presenza...-aggiunse in tono ironico. Albus scosse la testa,in modo quasi
catatonico. Non si accorse dell'occhiata che Brian gli stava dando,il mondo
in cui lo studiava per cercare di capire i suoi veri sentimenti. -Bene,orache abbiamo sistemato tutto
possiamo anche andare a dormire tutti quanti...Sembra
strano a dirsi,ma domani
dobbiano andare a scuola tutti e tre-ricordò neanche fosse un
genitore premuroso. Dopo
un'ultima occhiata preoccupata,Albus diede la buonanotte a Lane che gli rispose
in tono mesto. Doveva trovare
una soluzione il prima possibile.... Prese la sua valigia e si avviò verso il
letto di Brian,piazzato al centro del loft,sopra due scalini
di legno,e coperto da una parete
di vetro che lo isolava dal resto della "casa". -Forza Alby...E' stata una
giornata faticosa-gli disse iniziando a scoprire il letto dalla sua
parte. Albus annuì automaticamente e,senza neanche togliersi le scarpe,si
lasciò cadere sul letto,il viso
abbandonato sul cuscino soffice. Sentì Brian far scorrere la parete di vetro
e pochi attimi dopo sdraiarsi accanto a lui,senza parlare. Aveva capito che non aveva la forza per fare o
dire nulla...Era devastato. E solo. Per la prima volta in dieci anni,era
davvero solo,senza niente per cui lottare. Inoltre un pensiero più triste si
faceva strada dentro di lui:l'idea di aver fallito. Di non essere riuscito
nell'unica cosa davvero importante per lui,l'unica che dava un senso alla
sua vita. Non capì di aver
iniziato a piangere finchè non sentì il cuscino sotto la sua guancia bagnato e
il braccio forte e rassicurante
di Brian attorno alla vita. Istintivamente si rigirò nel letto e,incontrato
il suo sguardo,continuò a piangere senza pudore, raggomitolandosi accanto all'amico. Mentre una mano gli
accarezzava rassicurante la schiena,Brian con tono sommesso continuava
a ripetere poche parole che
Albus afferrava a sprazzi fra i singhiozzi. -Andrà tutto bene...Te lo
prometto-
Eccitata per quello che sarebbe successo di
lì a poco,Lily continuava a muoversi sul suo sedile, guardando
ora davanti a sè ora nel finestrino laterale,quasi avesse bisogno di imprimersi
nella mente ogni piccolo particolare di quella giornata. -La
vuoi smettere?Mi distrai!-la rimproverò per l'ennesima volta Daniel. Lily si
voltò verso di lui e gli sorrise. -Scusa scusa scusa...E' che non vedo
l'ora!Tu non sei curioso neanche un pò?-gli domandò con la voce
da bambina che faceva sempre ogni qual volta doveva farsi perdonare
qualcosa. Daniel sorrise. Era curioso di vedere il loro
bambino? Assolutamente sì. Aveva aspettato quel giorno per tutta la
settimana e,ora mentre si dirigevano in macchina all'ospedale
per l'appuntamento con Rose,riusciva a stento a trattenersi. Conosceva sua
moglie e sapeva che se avesse lasciato trasparire la sua eccitazione o la
preoccupazione che aveva per quell'appuntamento,le avrebbe
rovinato tutto facendola preoccupare insieme a lui...e questa
era l'ultima cosa di cui aveva bisogno una donna incinta. -Certo che sono
curioso,ma non per questo posso perdere il controllo della macchina-le fece
notare. Lily incrociò le braccia contro il petto e prese a
fissare davanti a sè come faceva sempre quando sapeva che lui
aveva ragione,neanche fosse ancora una bambina. -Secondo te sarà un maschio o
una femmina?-gli domandò dopo qualche secondo di silenzio. Daniel
sorrise:fosse stato per lui avrebbe voluto due gemelli,magari un maschio ed una
femmina. Essendo figlio unico non aveva mai saputo cosa
fosse la condivisione con un fratello o una sorella,e non
voleva che lo stesso succedesse a suo figlio. Inoltre,avendo vissuto a
stretto contatto tutti quegli anni con Ronald e James,sapeva che il
rapporto fra due gemelli poteva essere una delle cose più belle
al mondo. -Non ho preferenze,ma se dovessi scegliere per forza,credo che
vorrei una femmina-disse sincero. Lily sorrise. -Ti piace
l'idea di essere l'unico maschio di casa,non è così?-gli chiese lei sorridendo
ironica. Dan le restituì il sorrise e scosse leggermente la
testa,intravedendo in lontananza la struttura
dell'ospedale. -A sentire Ronald le bambine sono quelle che
si attaccano di più al papà-le spiegò. -E da quando mio fratello può essere
considerato un guru di queste cose?-gli domandò lei di
rimando. -Da quando ha avuto un bambino a diciasette
anni- Lily mugugnò,in quel suo modo ancora un pò da bambina e giocherellò per
qualche istante con la cintura di sicurezza,slacciandola
l'attimo stesso in cui Daniel iniziò la manovra di
parcheggio. Dopo aver spento la macchina e azionato
l'antifurto,Daniel scese dall'auto e fece il giro per essere
vicino a Lily,prendendole la mano prima di entrare nell'ospedale. Ora
iniziava ad essere davvero nervoso...E la cosa divertente era che tutta l'ansia
e i timori che avevano colpito Lily fino a neanche cinque
minuti prima,sembravano spariti. A vederla ora sembrava l'immagine della
calma e della serenità. Seguendo le istruzioni dell'infermiera alla
reception,attraversarono un lungo corridoio fino ad arrivare ad una porta
bianca,simile a tante altre con una targa color ottone
sopra. "Dott.Leslie Peterwood" Lily bussò due
volte senza timore e,senza neanche aver aspettato una risposta dall'interno aprì
la porta. La dottoressa Peterwood,una donna di mezza età con i capelli
castani ordinatamente sistemati dietro le orecchie sorrise loro non appena li
vide apparire sulla porta. -Posso esservi utile?-chiese con voce
affabile. -Avremmo un appuntamento per un'ecografia.Thomas-disse Lily in tono
pratico. La donna sorrise e annuì,senza neanche aver controllato sulla
propria agenda se le affermazioni di Lily erano corrette. -Accomodatevi
prego-disse loro,alzandosi in piedi e continuando a sorridere. Lily rispose
al sorriso,mentre Daniel sentì i propri muscoli facciali rifiutarsi di obbedire
al suo comando. La dottoressa Peterwood,con gesti pratici,uscì da dietro la
scrivania e indicò loro un angolo dello studio dove era sistemato un lettino con
lo schienale leggermente rialzato e tutta l'apparecchiatura per
l'ecografia. Lily si sdraiò sul lettino e lanciò un piccolo sorriso a Daniel
che,nervoso,si limitò a prenderle la mano senza fare o dire nulla. -Alzi
leggermente la maglia-disse la dottoressa Peterwood in tono
professionale. Ancora una volta la rossa eseguì gli ordini della dottoressa e
non riuscì a trattenere un nuovo sorriso,questa volta pieno di
aspettativa,quando la vide avvicinarsi a lei con in mano la
bacchetta. -Ok,siete pronti?-chiese ai due guardando ora l'una ora
l'altro. Era pronto? Daniel non capiva l'ansia che lo aveva colto
all'improvviso,quella voglia di trascinare Lily fuori dallo studio medico il più
in fretta possibile,ma alla fine riuscì a fare un cenno d'assenso con il
capo. E alla fine fu felice di non aver ceduto a quella paura
irrazionale. Quando grazie all'incantesimo apparvero le prime immagini del
suo bambino,si ritrovò a stringere più forte la mano di Lily e con un sorriso
idiota sul volto. La dottoressa Peterwood mostrò loro le mani e le gambe del
bimbo e i primi lineamenti del viso che andavano formandosi e,ovviamente,fece
ascoltare loro il battito del cuore. -Si riesce già a vedere se è maschio o
femmina?-domandò curioso e eccitato Daniel. Lily sorrise e scosse leggermente
la testa,chiaramente divertita dal marito,ma tornò a voltarsi verso la
dottoressa ugualmente curiosa. -Possiamo provare...-disse la donna. Con
alcune torsioni del polso,mosse la bacchetta sul ventre di Lily,concentrata
sull'immagine del bambino,ma alla fine scosse la testa. -Purtroppo non vuole
mostrarsi...Ma lo scopriremo sicuramente nella prossima ecografia-disse quasi a
volerli rassicurare. Lily annuì,voltandosi verso Daniel e sorridendo quando
vide l'espressione leggermente delusa sul volto del marito.
Dopo alcune domande sullo stato di salute di
Lily,la dottoressa spense l'apparecchio avvicinandosi di nuovo alla sua
scrivania per fissare un nuovo appuntamento di lì a due mesi. Daniel e Lily
la ringraziarono più volte e fu solo quando furono fuori nel corridoio,la donna
si lasciò andare ad una risata. -Che hai da ridere?-le domandò Dan inarcando
un sopracciglio. -E' solo che eri così buffo!Avresti dovuto vedere la tua
faccia quando ci hanno detto che dovremmo aspettare altri due mesi per sapere il
sesso-gli disse ridacchiando. -Ahah sei davvero divertente!-commentò
sarcastico lui continuando a camminare. Lily gli si avvicinò e mise il
braccio sotto il suo,sorridendo. -A me non da fastidio l'attesa,non sapere se
avremo un maschio o una femmina fino al parto-disse. -Lo dici solo perchè non
siamo riusciti a scoprirlo-ribattè Dan mentre uscivano dalle porte a vetro
scorrevoli e si dirigevano verso il parcheggio. Lei scosse la
testa. -No,dico sul serio.L'importante è sapere che è sano e sta bene.Il
resto non mi interessa-gli disse sincera. Dan restò in silenzio mentre si
fermavano davanti alla loro auto e ne disattivava l'antifurto. -Forse hai
ragione-le concesse mentre si lasciava cadere sul sedile del
guidatore. Rimasero in silenzio durante tutto il viaggio di ritorno a
casa,entrambi immersi nei propri pensieri. Era piacevole essere fianco a
fianco e non dover perdere tempo in stupide chiacchiere senza senso. Del
resto Daniel non aveva bisogno di parole per capire cosa stava passando per la
mente di sua moglie. -Stai pensando ad Albus,vero?-le domandò in tono
sicuro. Lily restò in silenzio,lo sguardo fisso davanti a sè,e le braccia
abbandonate sul ventre. -E' così evidente?-gli domandò. -No,ma io ti
conosco-rispose. Dopo che i due fratelli avevano avuto la loro
discussione,Daniel aveva provato più volte a convincere Lily a mettere da parte
l'orgoglio e fare un nuovo tentativo con Albus,ma lei era stata
irremovibile. -Non sono certo io quella che deve scusarsi!E' stato lui che mi
ha risposto male e mi ha detto di andarmene-aveva risposto lei,cercando di
nascondere dietro alla rabbia il dolore che quelle parole portavano con
sè. L'uomo aveva lasciato cadere l'argomento,ben consapevole che insistere
ulteriormente avrebbe prodotto l'effetto contrario,ma sapeva bene che ogni
giorno di più sua moglie sentiva la mancanza di Albus. -Perchè non lo
chiami?Sono sicuro che sarebbe felice di sapere le novità sul bambino-le
disse. Lily sospirò per poi alzare le spalle. -Vorrei avere la tua
sicurezza...-disse in tono melanconico,prima di ricadere nel mutismo. Fu
solo quando furono in prossimità della loro casa che Lily si riscosse dal suo
silenzio e fissò un punto davanti a sè. -Chi è quella donna?- Daniel
guardò nella sua direzione e vide una donna ferma davanti al cancello della loro
casa,appoggiata con la schiena ad una macchina. Ad entrambi fu chiaro che
stava aspettando loro quando la videro rizzarsi in piedi e fissare la loro auto
con lo sguardo mentre le passavano accanto in cerca di un parcheggio. -Non ne
ho la minima idea-disse Dan,iniziando la manovra di parcheggio. Scesero
dall'auto e,sempre con lo sguardo fisso sulla donna,si avviarono verso
casa. La sconosciuta indossava un maglione a collo alto,un paio di jeans blu
marine e un paio di scarpe con il tacco basso. I capelli biondi erano
raccolti in un nodo alla sommità della testa e il viso,leggermente gonfio,aveva
la sua principale attrattiva negli occhi azzurri dal taglio orientale. -Posso
esserle utile?-le domandò Daniel quando furono a pochi passi da lei. La donna
restò in silenzio per qualche istante,lo sguardo fisso sul volto di Daniel,prima
di dischiudere le labbra leggermente carnose. -Daniel?Sei
tu?-
-Quindi fammi capire se ho capito bene:ha rotto
con il suo uomo e tu lo hai ospitato nel tuo loft. Lo hai consolato tutta la
notte,ma non te lo sei scopato- Brian ricambiò lo sguardo della sua migliore
amica per qualche secondo prima di annuire. Sapeva che Lindsay era allibita
da quello che lei stessa aveva appena detto e,muovendo lo sguardo attorno alla
tavolata ed notando lo stesso sguardo allibito nei suoi amici,si ritrovò a
pensare che forse non era stata una buon'idea parlare di quello che era successo
il giorno prima,ma annuì ugualmente. -Potreste per favore togliervi
quell'aria sorpresa del cazzo dalla faccia?-domandò con il suo solito tono
infastidito. Abituati da anni a quel tono di voce,i suoi amici si limitarono
a scuotere la testa prima di tornare ognuno alla propria colazione. Quella
notte aveva dormito sì e no tre ore,passando il resto della nottata a consolare
Albus e ad ascoltarlo mentre si lamentava del proprio ex compagno e,quando
quella mattina era arrivato al solito bar dove si incontravano sempre per la
colazione,la sua faccia sbattuta aveva provocato le inevitabili risatine e i
commenti leggermente invidiosi di Ted ed Emmett. Ciò che lo aveva spinto a
raccontare quello che era successo era stata la consapevolezza di aver fatto una
buona azione,la prima da anni,e il desiderio di vantarsene. -Scusa è che non
credevamo sarebbe mai arrivato questo giorno...-commentò Micheal. -Quale
giorno?-chiese Brian in tono secco. -Il giorno in cui ti sarebbe cresciuto il
cuore-disse Melanie,ironica come solo lei sapeva fare. Brian forzò le labbra
in un sorriso. -Peccato che tu non abbia avuto la stessa fortuna con il tuo
pene-disse rivolto alla donna. Melanie,stizzita,portò alle labbra la propria
tazza di caffè,evitando di rispondere,consapevole che se lo avesse fatto sarebbe
nata una lunga ed inutile discussione. -Perchè ti stai dando tanto da fare
per Albus?-gli domandò Lindsay. -Oh andiamo così mi fai sembrare un
mostro-ribattè lui. -Brian credimi,io sono la prima ad essere felice se lo
sei anche tu,ma sinceramente non capisco-gli disse la donna. -E per quale
accidenti di motivo?- -Perchè è la prima volta da anni che permetti ad un
uomo di dormire a casa tua-rispose Micheal. -Questo non è vero!-si voltò poi
verso Justin-Tu puoi confermarlo!-disse al biondo. Justin sospirò
divertito,le labbra inarcate in un lieve sorriso. -Hai forse dimenticato
quanto è stato difficile convincerti a lasciarmi stare da te? E comunque io
ero passato prima dal tuo letto-gli fece notare Justin. Sul volto di Brian si
dipinse un'espressione seccata. -Justin ha ragione...Con Albus,se ho capito
bene,non hai fatto nessun tentativo per scopartelo-disse Micheal. -Veramente
di tentativi ce ne sono stati molti,ma non ho voluto insistere visto che lui
stava con un altro uomo-spiegò loro. Ora i volti dei suoi amici erano,se
possibile,ancora più allibiti. -E ora cosa c'è?-domandò loro veramente
seccato. -Chi diavolo sei tu?Dov'è finito il vero Brian Kinney?-domandò Ted
incredulo. Brian scosse la testa e si portò la tazza alle labbra per un lungo
sorso. -Ted ha ragione!Ti sei sempre portato a letto tutti quelli che
attiravano la tua attenzione...-fece Emmett. -Intendi tutta la popolazione
gay di Londra?-s'intromise Melanie. -Non tutti amano rinchiudersi in un
rapporto noioso e convenzionale-rimarcò Brian. Melanie fece per rispondergli
a tono,ma Lindsay la bloccò. -Finitela voi due!Comunque Emmett ha ragione:te
ne sei sempre fregato della situazione sentimentale delle tue conquiste,ti sei
portato a letto uomini di ogni genere,partendo dal prete per finire al padre di
famiglia. Perchè Albus è diverso?-domandò poi rivolta all'uomo. Brian alzò
le spalle. Non ne aveva la minima idea. Sapeva che i suoi amici avevano
ragione,ma sinceramente non sapeva spiegare il motivo che l'aveva spinto a
comportarsi in quel modo:aveva trovato attraente Albus fin dal primo sguardo che
gli aveva lanciato,quel giorno nel corridoio del liceo,ma istintivamente aveva
capito che non era pronto. Soltanto in seguito aveva scoperto che aveva un
compagno,ma non era stato questo a bloccarlo:era la consapevolezza che se avesse
cercato di portarselo a letto subito,appena conosciuto,avrebbe incontrato un
rifiuto netto. E questa era la cosa che,un edonista come lui,temeva di
più. -Ma Albus lo sa che vuoi scopartelo?-domandò Micheal nel suo modo
ingenuo e leggermente patetico. -Certo che lo sa!Gliel'ho detto chiaro e
tondo...-ribattè Brian. -E lui?-chiese Melanie. Brian alzò lo sguardo
sulla donna,fissandola con aria interrogativa. -Lui vuole venire a letto con
te?-si spiegò questa. -Ovvio!Ma sono domande da farsi?-disse quasi
offeso. -Non è così ovvio!E' l'unico che finora non ha accettato le tue
avances...- -Questo non è vero!Credimi le mie attenzioni non lo hanno
lasciato indifferente-ribattè l'uomo quasi volesse proteggere il suo
onore. -Come fai a dirlo?-domandò Lindsay. Brian si lasciò scappare un
suono ironico dalle labbra semichiuse. -Ah forse perchè gli si è rizzato
quando l'ho baciato?-domandò poi a sua volta. -Tutto qui?-domandò
Emmett-Soltanto perchè gli si è agitato il pacco regalo,non vuol dire
niente!Devi scartarlo per sapere cosa c'è dentro-aggiunse. ^_^ -E questo che cazzo significa?- -Significa che un
erezione non prova niente.Un bacio fa eccitare chiunque...-disse Melanie. -Se
mai mi capitasse di baciarti non mi si rizzerebbe di certo-ribattè ancora il
moro. Melanie sospirò seccata e lasciò cadere l'argomento. -Per quanto hai
intenzione di ospitarlo?-domandò Justin fissandolo negli occhi. Justin era
uno dei pochi eletti che riusciva a comprendere le vere ragioni che si
nascondevano dietro il gesto di Brian,anche se non avrebbe mai potuto esprimerle
ad alta voce,almeno non in presenza dell'interessato. Brian alzò di nuovo le
spalle. -Non lo so. Ho chiamato tua madre e gli ho chiesto di trovare un
appartamento ammobiliato per Albus e Lane. Finchè non troverà qualcosa
staranno da me-rispose ricambiando lo sguardo del biondo. Era una
sistemazione temporanea,lo sapeva bene...L'unica speranza che aveva era di
riuscire ad ottenere qualche risultato prima del loro
trasferimento.
-E così volete risposarvi di nuovo- Ronald
annuì,lasciandosi andare all'indietro contro lo schienale della sedia. -Che
vuoi farci sono un uomo romantico...-commentò in tono scherzoso. James
sorrise e scosse leggermente la testa indugiando per qualche istante con lo
sguardo sul fratello. Quando lo aveva visto comparire sulla porta del suo
ufficio,vista la poca assiduità che aveva Ronald con quel posto,aveva temuto che
fosse successo qualcosa. Lo aveva fatto entrare,accomodare su una delle
poltrone davanti alla scrivania e solo quando avevano esaurito i
convenevoli,Ronnie gli aveva spiegato cosa lo aveva portato lì. -Sai che Rose
ti ucciderà per questa tua idea,vero?-gli disse senza allontanare lo sguardo dal
suo volto. Il fratello gli rilanciò un'occhiata perplessa che lo fecero
sorridere:ovviamente non ci aveva pensato. -Avete deciso di rinnovare le
promesse di matrimonio proprio adesso che lei è incinta. Non farà che
lamentarsi che il vestito le starà male,che sarà grassa,e tante altre cose
così-lo mise in guardia. Ronald rise e scosse la testa. -Idiota!Devo forse
ricordarti che anche la sposa è incinta?-gli domandò. -Ecco apposta!Non
sarebbe stato meglio rimandare il tutto a nascite avvenute?-gli
chiese curioso. Era una bella idea quella di rinnovare i voti
nuziali,specialmente se a farlo erano due personecome Ronald e Rebecca che si
amavano da quando avevano sedici anni,ma che divertimento c'era a dare il
proprio appoggio subito senza far penare almeno un pò il proprio
fratello? -Mi spieghi perchè hai sempre questo insano bisogno di rompere le
palle?Abbiamo deciso così e così sarà!Punto! Se ti fa troppa fatica venire al
matrimonio,resta a casa a vedere la partita dei Cannoni-gli disse Ronald senza
la minima traccia di acrimonia nella voce. Le labbra di James si incurvarono
all'insù e,dopo un brevissimo silenzio,il moro sospirò. -Va bene,ma sia
chiaro lo faccio solo per te-gli disse in rono magnanimo. Ronald lo guardò e
non riuscì a trattenere un sorriso divertito. Sorriso che sparì pochi istanti
dopo. -Che devo fare con Al e Scorpius?-gli domandò. L'espressione seria
che era apparsa sul volto di Ronnie si "impossessò" del viso di James portandolo
ad abbassare lo sguardo. Non vedevano la coppia dal giorno della
colazione. James poteva dire a sè stesso che era stato un periodo
impegnato,con la storia del bambino e tutto il resto,ma sapeva benissimo che
erano bugie:li stava evitando. Anche se Rose continuava a dirgli che era
impossibile,James sentiva che era colpa loro se Albus e Scorpius avevano dei
problemi:certo,magari non erano stati loro a spingere Al fra le braccia di un
altro uomo,ma James sentiva di non aver fatto tutto il possibile per aiutare suo
fratello. Avrebbe dovuto sedersi ad un tavolo con Al e lasciarlo sfogare,o se
questi non avesse voluto, costringerlo a parlare,cercare insieme una soluzione
al problema,fare qualcosa perchè la situazione non precipitasse come era
successo la mattina della colazione. Ma mentre quel pensiero gli attraversava
la mente,un altro arrivò quasi subitaneo:Albus non si sarebbe mai confidato con
lui,e James avrebbe fatto non poca fatica a convincerlo a parlare. Erano
fratelli,è vero,ma fin da quando erano ragazzi,non c'era mai stata molta
complicità fra di loro:qualsiasi problema o segreto Albus avesse avuto lo aveva
sempre confidato a Lily,e per James c'era sempre stato Ronald. Intromettersi
ora,dopo ventisei anni,era assurdo ed inutile. James sospirò leggermente
frustrato e si passò una mano fra i capelli. -Non lo so. Sono sicuro che
gli farebbe piacere sapere del vostro matrimonio,inoltre vuole molto bene a
Rebecca-aggiunse come postilla finale. -E Scorpius?Devo invitare anche
lui? Magari lo invito e Al si presenta con qualcun'altro...- -Tu sei
sicuro che loro si sono lasciati?-gli chiese James curioso. Ronald scosse la
testa. -No,è solo una mia impressione. Del resto,se le cose sono rimaste
come tre settimane fa,allora tanto vale che si lascino-commentò Ronald. James
annuì lentamente,concorde con il gemello. -Ho un'idea:va da Scorpius e
parlane prima con lui.Così potrai capire come stanno le cose fra di loro e se
davvero sono irreparabili- Questa volta toccò a Ronnie annuire. -Però c'è
una cosa che mi chiedo...-disse il rosso,lo sguardo perso nel vuoto. Lo
sguardo di James restò sul volto del fratello finchè gli occhi marroni di questi
non incontrarono i suoi. -Se davvero Al e Scorpius si sono lasciati,che ne
sarà di Scorpius? Sono dieci anni che fa parte della nostra famiglia,che ne
sarà di lui?-gli domandò. Lo sguardo perplesso che James gli rimandò gli fece
capire che,per una volta,neanche lui aveva la risposta.
Le luci al neon saettavano da una parte
all'altra nel locale. Erano anni che non metteva piede in un locale gay,una
delle ultime volte era stato lì con Albus...Ricordava che avevano fatto anche
una scommessa su chi avrebbe attirato maggiormente l'attenzione. Ora non
ricordava chi dei due avesse vinto quella scommessa,ma ciò che era ben stampato
nella sua memoria era il ritorno a casa,loro due soltanto,la notte passata a
fare sesso... Doveva smetterla di pensare a lui!Se ne era andato,lo aveva
lasciato! Visto quanto stava soffrendo,la cosa più logica sarebbe stato
chiamarlo e dirgli quello che voleva sentirsi dire:che lo amava e che sentiva la
sua mancanza. Che era anche disposto ad accettare la presenza di Lane in casa
loro se questo serviva a farlo tornare a casa e far tornare l'armonia fra di
loro. Ma era ben consapevole che non lo avrebbe fatto...Avrebbe dovuto
mettere da parte l'orgoglio. Dieci anni di vita in comune potevano anche aver
smussato alcuni aspetti del suo carattere,ma era comunque un Malfoy! Ecco
perchè era lì:per dimostrare a sè stesso e,soprattutto,ad Albus che poteva
andare avanti. Non lo voleva più? Voleva scoparsi il suo amico professore
al suo posto?Bene,facesse pure! Avrebbe trovato un sostituto già alla fine
della prima canzone! Si portò al centro della pista e,a torso nudo,inziò a
ballare,ondeggiando i fianchi al ritmo della musica;non passò molto tempo prima
che due uomini,che finora avevano ballato fra di loro alla sua destra,si
accorgessero di lui e gli si avvicinassero. Scorpius chiuse gli occhi e finse
di ignorarli,quasi non li vedesse anche se erano ad un palmo dal suo naso e
continuò a ballare;pochi attimi e sentì due mani posarsi sui suoi fianchi,prima
che un torace tonico e muscoloso si poggiasse contro la sua schiena seguendo il
suo ritmo. Mosse leggermente la testa all'indietro e aprì gli occhi
incontrando due occhi verdi che gli sorrisero ridenti e a cui rispose allo
stesso modo. L'uomo che lo teneva stretto per i fianchi non aveva più di
venticinque anni,il fisico era perfettamente curato,dai capelli neri a spazzola
ai muscoli non esageratamente gonfi;gli occhi erano verdi,più lucidi del dovuto
forse per colpa di qualche pasticca,ma per qualche strana ragione a Scorpius
ricordarono gli occhi di Albus. -Sono Marvin-si presentò lo
sconosciuto. Scorpius accennò un ghigno. -Scorpius- Marvin ricambiò il
sorriso e ricominciò a muoversi al ritmo della musica,costringendo Scorpius a
fare lo stesso. Non passò molto,però,che quel sorriso si rafforzasse sulle
sue labbra acquistando sempre più forza grazie ad un unico pensiero:non erano
passate neanche ventiquattro ore e lui già aveva trovato un rimpiazzo. Al
diavolo Albus e l'amore! Finchè avesse saputo far venire un erezione ad un
estreaneo soltanto agitando i fianchi,non aveva bisogno di lui! Neanche se
era l'amore della sua vita...
Salve a
tutti!!!!
E
benvenuti a Londra!!!!!
Chiedo
scusa se queste settimane sono stata un pò latitante,ma il trasloco porta cn sè
un bel pò di cambiamenti:bisogna adattarsi ad una nuova casa,ad una nuova
città,ad una nuova lingua,ed anche se il capitolo era pronto x metà non avevo
mai tempo per terminarlo xkè la sera ero talmente stanca kè il massimo che
potevo fare era guardare un pò d tv cn il portatile o collegarmi un pò su
FB.
Cmq ora
siamo qui.
Come
annunciato le strade della Golden Couple si sn separate:c'è chi va per locali e
chi,nei proximi capitoli,proverà l'esperienza che ha sempre
desiderato.
Inoltre
vi annuncio che c sarà un ritorno...
Chiedo
scusa a chi sperava di vedere Luke e Alice,ma x loro ho in mente qualcosa d
diverso...e bisognerà aspettare il proximo capitolo per scoprire di cosa
parlo... sì lo so,sono cattiva!(Ma spero mi vogliate bene lo
stesso)
In
questo capitolo devo ringraziare una persona in particolare:il mio amico
Giacomo,che mi ha concesso i diritti su una sua "perla di saggezza" affinchè
potessi usarla in un dialogo,anche se dovrò pagare le royalties in Harper's
Bazaar vita natural durante(attendo un commento prima
possibile).
Ringrazio tutti coloro che leggeranno e recensiranno questo capitolo e
chiedo scusa per eventuali errori di ortografia e/o
battitura.
Il
titolo del capitolo è preso da una canzone omonima delle Hearts,anche se io preferisco la
versione di Glee.
E ora i
ringraziamenti:Sweey(Sono
contenta che tu approvi le mie scelte.Separarsi non è mai facile,specie quando
ci si ama ancora,ma alle volte è l'unica soluzione per smuovere le acque...Forse
in qst capitolo Scorpius ha dimostrato ancora di più la sua idiozia e la sua
testardaggine;sembra quasi che ammettere il suo amore x Albus sia quasi
ammettere la propria condanna a morte...Valli a capire qst uomini!Tu + di tutti
sai qnt ami qst coppia,credo che abbiano superato anche George e Luna,quindi non
potrei mai far loro del male intenzionalmente,senza poi un "tornaconto"
finale...bisogna solo avere un pò di pazienza),Kikka15(Come vedi,eccomi qui!Come potri
dimenticarmi di voi????Credo che a qst punto sia impossibile che le cose tornino
come prima,ci sn solo 2 possibilità:o tutto si risolve x il meglio,ma c'è un
miglioramento,oppure la Golden Couple si dice addio per sempre ed ognuno va per
la sua strada;visto che Al ha sempre avuto chiaro in mente di volere solo Sy,è
il ns biondino che deve capire cosa vuole,anzi cosa è disposto a cambiare x
riavere il proprio compagno...Luke,Luke Luke...Eh già,non possiamo certo
definirlo un cuor di leone...E' vero,è evidente che è innamorato di Alice ancora
adesso dopo 10 anni,ma come ha detto lui stesso una volta a Scorpius "non tutti
hanno il coraggio di mandare al diavolo la propria famiglia"...Però mi
conosci,sai che mi piace incasinare le cose,magari in qst 4 mesi succede qlcs
che cambia le carte in tavola,chi lo sà?),Hale_y(In qst momento Sy è nello stadio
della negazione:sto bene anche senza di lui!Scorpius è una di quelle persone che
non ammetterebbero di aver torto neanche con una pistola puntata alla
tempia...irritanti,vero?Sono d'accordo con te su quello che hai detto di Rose e
James,e ti dico un'altra cosa:preparati xkè,in un futuro prossimo,c ritroveremo
a considerare Rose ancora + insopportabile(anke se ora c sembra
impossibile)),Luthien241(Sei la benvenuta qnd vuoi!E fai bene a sperare nel happy
ending...ma nn farmi dire niente di + sennò va a finire ke spoilero!Lo so è un
colpo al cuore anche x me,e pensa che io le devo anche scrivere qst cose!Ma
certe volte non si può fare altrimenti...Grazie x i complimenti!),VeroGranger(Grazie x i complimenti e
grazie x aver consigliato le mie storie alla tua amica!Esatto,Eliza ha dieci
anni,come passa in fretta il tempo,eh?A quella cena è andata cn il fratello su
richiesta di Rose xkè i due fratelli erano stati informati in anticipo della
gravidanza in modo da poter essere da supporto con Hermione e Ron,che
naturalmente all'inizio non hanno preso molto bene la notizia;Inizialmente Albus
doveva essere un medico,almeno nelle mie idee,poi però andando avanti con
"Forbidden Passions",mi
sono accorta che ad Al si adattava meglio il ruolo di insegnante e cs gli ho
cambiato professione;I genitori di Lane,come raccontato all'inizio dello scorso
capitolo,sono morti in un incidente stradale sei mesi prima del momento in cui
Albus lo ospita a casa sua),Angel_SG(Grazie x i complimenti!Sn contenta che t piacciano i casini,xkè
cn me nn mancano mai...Nn te lo aspettavi un Hugo Weasley davvero nel pieno del
suo charme Weasley eh?Ho pensato che ha ripopolare la terra di bambini dai
capelli rossi ce ne erano già in troppi,cs gli ho lasciato la libertà di
divertirsi e fare il farfallone in giro;Luke e Alice...beh tu mi conosci...ti
sei mai annoiata leggendo le mie storie?Non puoi capire qnt è stato difficile
scrivere l'addio fra Al e Sy,ho dovuto fermarmi 3 o 4 volte...Io sn una persona
cm Al,bisognosa di sentirsi dire "ti amo" dalla persona che ama;se qst persona,x
10 anni nn ti da nessun segno del suo amore,ti impedisce di avere un figlio,e
intanto lo fa con tua cognata,tutto ciò in cui credevi inizia a scricchiolare,a
vacillare,portandoti a credere che alla fine eri l'unico che aveva creduto
realmente in qst relazione...Se poi ci aggiungiamo anche gli attacchi da parte
di un altro spasimante,è normale che tutto va in crisi!Grazie ancora x i
complimenti!),VictorieBHFS(Come va la dipendenza da QAF?Sempre in astinenza?Se sogni Brian
tutte le notti,tranquilla,è perfettamente normale =) Ora facciamo le persone
serie!Come va con la scuola?Hai già ripreso il tran tran lezioni-compiti?Credo
che Sy sappia che Albus è l'uomo della sua vita,è solo che non vuole
ammetterlo,gli da fastidio la coercizione:il dover essere costretto ad ammettere
i propri sentimenti,quando per lui sono evidenti,quasi palesi...La sua presenza
al suo fianco x 10 anni dimostra qnt sono forti i suoi sentimenti x il
moretto,almeno qst è la sua idea,ma nn ha capito che alle volte anche sentirsi
dire "ti amo" aiuta!E parecchio!Lasciami dire che la tua mente contorta nn
va tanto lontano dalla realtà....Ma nn posso dire molto...Xò sono curiosa di
sapere che t sei immaginata x i capitoli successivi;Eh già la scelta del
donatore è stata del tutto sbagliata,voglio proprio vedere che faccia faranno
gli altri fratelli alla notizia!Un bacio!).
Bene x
il momento è tutto,io vi saluto e vi do appuntamento al prox
capitolo...
"One
fine day"
Baci,Eva.
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Capitolo 12 *** Father and Sons ***
father and sons
Nella stanza si sentiva soltanto il
rumore dei loro respiri affannati. L'ufficio aveva una parete completamente
occupata da una enorme finestra che sfruttando i raggi solari riduceva al minimo
il consumo d'energia elettrica,ma tutto era immerso nella penombra a causa del
sole che,in quel momento,sembrava impegnato in una gara a nascondino con le
nuvole nere cariche di pioggia. Contro quella finestra c'era lei. I palmi
di entrambi le mani poggiati contro il vetro liscio e freddo,le braccia tese,la
camicia color crema sbottonata che le scivolava dalle spalle mettendo in mostra
il reggiseno bianco perla,la schiena inarcata all'indietro per poter entrare in
contatto con il torace di lui. La gonna era sul pavimento,tolta chissà quando
e già dimenticata. Si mosse all'indietro scivolando contro di lui per poter
poggiare la testa contro la sua spalla sinistra,chiudendo gli occhi non appena
l'aroma del suo dopobarba le stuzzicò le narici. Tutta quella situazione era
assurda! Se lo era ripetuta tante volte nella sua testa,mentre ripensava a
quello che stava succedendo fra loro,oppure mentre si rigirava nel letto la
notte non riuscendo a dormire,ma nonostante sapesse di doverci dare un taglio
non poteva fare altrimenti. Ogni volta che si presentava l'occasione,ovvero
due volte la settimana,si ritrovavano lì,insieme. E ogni volta riusciva a
perdere completamente la testa... Dischiuse gli occhi e,nel riflesso del
vetro perfetto,vide la sua immagine:vide i suoi capelli spettinati,vide il modo
scomposto in cui la camicia le ricadeva sulle spalle,vide i segni rossi che
sempre più spesso si ritrovava sul collo alla fine di quegli incontri e,in un
breve istante di lucidità ,si meravigliò di quel riflesso:quella non era
lei. Lei non perdeva mai il controllo in quel modo,senza pensare alle
conseguenze,o alle persone che avrebbe ferito con i suoi comportamenti... Che
le stava succedendo? Quasi si fosse accorto che la sua attenzione era
distante,lontana da quella stanza e soprattutto da lui,l'uomo la fece voltare e
bloccò il suo sguardo con il proprio,reclamandola. Lei doveva essere
sua. Non doveva avere nessun'altro pensiero,non doveva dedicare la sua
attenzione a nient'altro che a lui. La reclamava,voleva la sua
totale,completa attenzione e devozione durante le poche occasioni che avevano di
stare insieme;non poteva permettersi di dividerla con qualcosa o
qualcun'altro...Non più di quanto già facesse. Quando a mente lucida si
ricordava di questo pensiero,si dava del pazzo,dell'illuso:sapeva benissimo che
quella era una situazione temporanea,che presto le loro strade si sarebbero
separate ed entrambi sarebbero tornati alle loro vite. Ma era come se in quei
momenti non volesse accettarlo...Come se volesse illudersi che in quei momenti
lei fosse davvero sua. Per un lungo istante i loro occhi si fissarono:lei gli
permise di leggervi dentro,di capire cosa l'allontanava da lui,cosa la
tormentava. Ma fu un'istante;l'attimo dopo lui era già scappato a quello
sguardo,chinandosi verso di lei e posando le labbra sulle sue,impetuose,quasi
crudeli. Sentì le sue braccia stringersi attorno alle sue spalle
e,approfondendo maggiormente il bacio, sfiorandole con la punta della lingua il
palato prima di intrecciarsi a quella di lei. Lei lo sentì sporgersi contro
di sè,il torace contro il proprio seno,le mani che le accarezzavano i fianchi
con la punta dei polpastrelli,scivolando verso le cosce. Fu uno scatto
veloce,ed improvvisamente,lei si ritrovò sollevata a mezz'aria,le gambe
abbandonate contro i suoi fianchi possenti. Le ci volle un secondo per
riprendersi dalla sorpresa e avvolgere le cosce attorno alla vita di
lui,aumentando anche la stretta delle braccia attorno alle
spalle. Velocemente lui si fece strada dentro di lei,iniziando quella danza
di cui entrambi avevano imparato ogni passo alla perfezione e che li rendeva
quasi un corpo solo,con una sincronia che univa i loro respiri e che faceva
dimenticare l'imbarazzo per i forti gemiti che eccheggiavano nella
stanza. Quando,raggiunto il piacere,lei si accasciò fra le braccia
dell'uomo,lui la lasciò riposare contro il suo petto,ascoltando il rumore del
suo cuore concitato che batteva feroce contro le costole, consapevole che quel
breve momento di intimità sarebbe durato poco. Per un breve istante,Alice
lasciò vagare le dita fra i riccioli neri di Luke,il mento poggiato sulla spalla
sinistra,gli occhi chiusi,le labbra leggermente dischiuse da cui usciva il
respiro leggermente affannoso. Le piaceva l'odore della sua pelle...Quel
particolare miscuglio di dopobarba muschiato e di vaniglia. Fin da quando
erano ragazzi aveva amato quei riccioli neri così fitti eppuri così ordinati in
cui le piaceva affondare le dita,provando a districarli. Probabilmente anche
Mandy li amava,pensò... Pensare a lei la riportava sempre alla realtà,le
ricordava il suo ruolo in quella storia:lei era l'altra. Sentendo irrigidirsi
i muscoli della schiena,Luke capì che il "loro" momento era
finito. Infatti,un istante dopo,Alice si rizzò e sciolse il loro
abbraccio,iniziando a cercare i propri slip sul pavimento,evitando in quel modo
di incontrare lo sguardo dell'uomo. Per evitarle inutili imbarazzi,Luke le
voltò le spalle e iniziò a sua volta a vestirsi,restando in silenzio. Fu
soltando quando la vide superarlo per avvicinarsi alla scrivania,dove era la sua
gonna,che decise di rompere il silenzio. -E' davvero un bel modo di passare
la pausa pranzo-commentò abbottonandosi la camicia. Alice si lasciò scappare
un suono sarcastico fra le labbra semichiuse. Luke la osservò mentre tirava
su la lampo della gonna e la sistemava in modo che non si formassero
pieghe. -Va tutto bene?-le domandò,anche se era consapevole che quella era
l'ultima domanda da farle,almeno in quel momento. Alice si limitò ad annuire
prima di voltare lo sguardo verso la poltrona su cui aveva abbandonato la
ventiquattrore con dentro i progetti per la ristrutturazione dell'appartamento
di Luke e Mandy. -Che ne dici se ora ci concentriamo sul lavoro?-gli domandò
evitando ancora di incontrare il suo sguardo. Luke la vide avvicinarsi alla
poltrona e le si avvicinò poggiandole entrambe le mani sui fianchi, bloccandola
prima che lei si chinasse per prendere la valigia. La sentì sospirare,quasi
rassegnata,e lentamente la fece voltare. I loro sguardi si incontrarono e
ancora una volta lui riuscì a leggere tutto quello che si agitava dentro di
lei. -Smettila di colpevolizzarti. Se vuoi dare la colpa a qualcuno per
quello che sta succedendo dalla a me:sono io l'adulto fra di noi,puoi sempre
dire che ti ho circuito e che non hai saputo resistermi-le disse,un sorriso
ammiccante sulle labbra,cercando di aiutarla ad allontanare i cattivi
pensieri. Alice scosse la testa. -Sì invece!- -No,ti sbagli!Per caso
caso hai dimenticato che ho ventitre anni? Sono maggiorenne da un bel pò ed
il fatto che vado a letto con un ventiseienne non frega a nessuno,neanche se
questo non è il mio fidanzato. Comunque non è questo che mi irrita-gli disse
allontanando di nuovo lo sguardo. Luke la fissò per qualche istante in
silenzio,prima di lasciar andare un sospiro. -E allora cos'è?- Alice tornò
a rialzare lo sguardo incontrando i suoi occhi verdi. -E' che nonostante so
che è sbagliato e che Eric mi farebbe felice se mai dovessi sposarlo...non provo
il minimo rimorso per quello che è appena successo-
-Lane,il pranzo è pronto!- Era
passato quasi un mese da quando Lane era entrato nella sua vita,ma Albus non si
era ancora abituato del tutto a quella novità. Gli faceva ancora uno strano
effetto chiamare il ragazzo in sala da pranzo per mangiare insieme e discutere
di quello che li aspettava,o di quello che era successo durante la
giornata. Fissando la scodella di cereali davanti ad una sedia vuota,Albus si
domandò se anche per il ragazzo era lo stesso,se anche lui si sentiva sollevato
e sereno per quella nuova vita che stavano vivendo insieme. Non ne avevano
mai parlato,ma era certo che Lane gli fosse grato per quello che stava facendo
per lui,ed era convinto che si sentisse in una minima parte responsabile per
quello che era successo con Scorpius. Chiuse gli occhi quando nella sua mente
si materializzò l'immagine che accompagnava da sempre quel nome,cercando di
combattere con il dolore fisico che la lontananza gli provocava. Gli
mancava.... Era assurdo,no? Era stato lui a fare le valigie e ad
andarsene,ma non poteva negare a sè stesso di sentire disperatamente la sua
mancanza. Gli mancava tutto di Scorpius:dalle piccole cose,come il rumore dei
tasti della tastiera che picchiettava quasi con cattiveria,al modo che aveva di
sorridergli,di guardarlo,e di amarlo... Amore? Forse lui aveva scambiato
per amore quello che era sempre stato solo ed esclusivamente pure interesse
fisico. Per un'istante si chiese come Scorpius stesse vivendo quel
cambiamento:erano passate due settimane da quando aveva fatto la valigia e se ne
era andato...Da quando lo aveva implorato inutilmente, di dirgli che lo
amava... Non era più tornato a casa,neanche per prendere le cose che vi aveva
lasciato nella fretta di andar via. Aveva comprato un nuovo spazzolino,un
nuovo pigiama,e anche dei nuovi vestiti per sostituire tutto quello che erano
ancora in "ostaggio" nella sua vecchia casa...Nella sua vecchia vita. Non
c'era stata nessun tentativo da parte del biondo di contattarlo,di parlargli,di
farlo ragionare. Magari era davvero tutto finito già da tempo e lui non se ne
era neanche accorto. -Va tutto bene?- La voce di Lane lo riportò alla
realtà,facendogli riaprire gli occhi e portando lo sguardo sul
ragazzo,accennando un sorriso quando incontrò i suoi occhi. -Tutto
bene. Sbrigati o si raffredda-disse sedendosi a sua volta. -Hai cucinato
tu?-gli chiese il ragazzo,prendendolo bonariamente in giro,la forchetta nella
mano sinistra. -Non mi sembravi tanto insoddisfatto dalla mia cucina!-rimarcò
Al,un espressione incredula sul volto. Il ragazzo sorrise divertito e iniziò
a mangiare. Albus si concesse un ultimo sguardo al ragazzo seduto accanto a
lui e si sorprese pensando a quanto velocemente la sua vita era cambiata in
quelle due settimane:grazie all'intervento della mamma di Justin,Jennifer,era
riuscito a trovare un appartamento nel giro di pochi giorni. Certo non era
una reggia,e doveva convivere con i mobili che il proprietario aveva lasciato,ma
per lui e Lane era grande abbastanza. Per alcuni minuti nella stanza regnò il
silenzio mentre i due uomini erano occupati con il pranzo,ma inaspettatamente il
silenzio venne rotto dal suono del cellulare di Albus. L'uomo mosse lo
sguardo verso il mobile dove aveva lasciato il telefono e restò immobile per
qualche secondo:chi era? Era possibile che Scorpius avesse cambiato
idea,avesse messo da parte il suo orgoglio e si fosse deciso a fare il primo
passo? -Non rispondi?-gli domandò Lane,alternando lo sguardo fra lui ed il
telefono. L'uomo sospirò,quasi rassegnato,e poi si alzò in piedi,raggiungendo
il cellulare in pochi passi. -Pronto?-disse in tono quasi sospeso,non sapendo
cosa aspettarsi dalla persona che era dall'altra parte. -Albus tesoro sono
io.Sono la mamma- La voce di sua madre,invece che calmarlo e rassicurarlo
come faceva sempre,lo agitò portandolo a deglutire
nervosamente. -Mamma...Ciao. Che bello sentirti-le disse abbassando lo
sguardo sui propri piedi. Sentendo su di sè lo sguardo di Lane,ma allo stesso
tempo non riuscì a distogliere la sua mente da quello strano presentimento che
lo aveva colto nel preciso istante in cui aveva sentito la voce della
madre. -Come mai quell'aria sorpresa?Non ti aspettavi la mia telefonata?-gli
domandò la donna. -In effetti no...E' successo qualcosa?-le chiese a sua
volta. -Deve essere successo qualcosa perchè una madre telefoni al proprio
figlio?- Pessima domanda! Al si sfregò la fronte con la mano libera e
chiuse gli occhi per un'istante. -Hai ragione,scusa. Come state tu e
papà?-le domandò cambiando argomento,nella speranza che la donna dimenticasse il
suo commento poco carino. -Stiamo bene...Passiamo il tempo fra Lowell e
Charlotte e ogni tanto ci domandiamo che fine abbia fatto il nostro
terzogenito. Perchè è passato così tanto tempo dall'ultima volta che abbiamo
visto te e Scorpius?- Al prese un profondo respiro e serrò maggiormente la
presa attorno al cellulare,interrogandosi su cosa era più giusto fare:doveva
tacere oppure doveva dire la verità,almeno a sua madre? Sapeva che se le
avesse detto che lui e Scorpius si erano lasciati avrebbe dato il via ad un
interminabile fila di domande,ma sapeva che se avesse taciuto avrebbe corso il
rischio di incorrere in un invito a Privet Drive,invito che non avrebbe potuto
rifiutare. Così decise per il male minore. -Io e Scorpius ci siamo presi
una pausa di riflessione-disse cercando di mantenere un tono il più possibile
calmo e neutale. Ora lo sguardo di Lane pesava su di lui neanche fosse un
incudine. Dall'altra parte della cornetta arrivò il silenzio più profondo:gli
era successo poche volte nella sua vita di ridurre sua madre al mutismo più
totale. Nel bene e nel male. -Mamma ci sei ancora?-chiese leggermente
preoccupato. -Quando è successo?Perchè?Cosa è successo?-lo interrogò a
raffica la donna. Prima che Al avesse il tempo di decidere a quale domanda
rispondere per prima,sua madre parlò di nuovo. -Lascia perdere!Non possiamo
avere questa conversazione per telefono. Vengo lì e ne parliamo con
calma-disse in tono risoluto. Ecco,quello era un altro
problema. -Mamma...Io non abito più nella casa che dividevo con Scorpius-le
disse a mezza voce. -Si può sapere che aspettavi a dirmelo?Dammi
l'indirizzo!-disse in tono di rimprovero,lo stesso che usava quando era un
bambino. -Davvero non è il caso-tentò ancora lui. -Albus Severus
Potter,dammi l'indirizzo del tuo nuovo appartamento!-disse sua madre con voce
che non ammetteva repliche. Rassegnato,Al le diede il nuovo indirizzo e,senza
aggiungere altro,chiuse la comunicazione:si aspettava di vederla arrivare lì in
meno di dieci minuti. Quando sua madre usava il suo nome completo non c'era
niente o nessuno che poteva fermarla. Aprì gli occhi,che aveva tenuto chiusi
per quasi tutta la telefonata,e incontrò lo sguardo di Lane,che non lo aveva
abbandonato un'istante,scoprendolo preoccupato e,in un certo senso,
comprensivo. -Mia madre sarà qui da un momento all'altro-disse
semplicemente. -Vuoi che vada a fare un giro e vi lasci soli?-gli domandò il
ragazzo. Al scosse il capo;non ne avrebbero avuto il tempo,e poi forse era
meglio dare tutte le spiegazioni una volta soltanto. Il campanello suonò
cinque minuti dopo.Albus non aveva nessun dubbio su chi ci fosse dall'altra
parte. Aprì la porta e scoprì inaspettatamente di avere un altro ospite,oltre
sua madre:suo padre. -Mamma.Papà...Vedo che le notizie corrono veloci-disse
facendosi da parte per far entrare i suoi genitori. Non aveva ancora chiuso
la porta di casa che già la voce di Ginevra Weasley Potter rieccheggiava per il
corridoio dell'ingresso. -Si può sapere che cosa ti è passato per la
testa?Prendere una de....- Il silenzio improvviso fece capire al ragazzo che
sua madre era arrivata in salotto e vi aveva trovato Lane. Raggiunse i suoi
genitori e per evitare inutili imbarazzi si sistemò fra Lane ed i suoi pronto a
fare le presentazioni. -Mamma,papà questo è Lane Hunter.Lane questi sono i
miei genitori- -Molto lieto-disse Lane educatamente. -Piacere nostro
Lane-rispose Harry Potter,incapace di allontanare quell'espressione titubante
dalla faccia. -Lane è uno dei miei studenti e...-disse ancora Albus. -E
ora se ne va nella sua stanza a studiare così voi potrete parlare di lui senza
problemi-lo interruppe il ragazzo,lanciandogli poi un sorriso ironico che
contagiò anche Al,risollevandogli per pochi istanti il morale. I tre adulti
aspettarono in silenzio che Lane fosse uscito dal salotto e quando giunse fino a
loro il rumore della porta,Al sentì su di sè lo sguardo di entrambi i suoi
genitori. E per una volta,quel peso,quell'ansia si trasformò in rabbia. La
stessa che lo animava da settimane. -Cosa c'è?Le storie d'amore finiscono non
ve lo hanno mai detto?- Suo padre fece per parlare,quasi certamente per
riprenderlo per il tono che aveva usato,ma sua madre lo bloccò,mettendogli una
mano sul braccio destro,tornando poi a cercare il suo sguardo. -Perchè non ce
lo hai detto?-gli chiese con voce calma. Al alzò le spalle. -Sinceramente
non ci ho pensato...Ero talmente occupato a cercare di capire quello che stava
succedendo per potermi occupare d'altro. Non lo sa nessuno-aggiunse quasi
volesse riparare un torto. -Ma cosa è successo?Voglio dire,eravate così
felici...-chiese ancora sua madre,sinceramente confusa. Un sorriso
leggermente amaro apparve sulle labbra di Al,mentre l'uomo si sedeva su una
delle sedie libere attorno al tavolo,alzando poi di nuovo le spalle. -No,non
lo eravamo. Era già da un pò che non le cose non andavano,ma sapete come sono
fatto,cerco sempre di rimediare,spero sempre che se mi impegno tutto si
sistemerà. Però questa volta non ha funzionato...Così me ne sono
andato-disse,odiando il velo di tristezza che accompagnò quelle parole. -E'
davvero tutto finito fra di voi?- Al guardò sua madre e sorrise:la donna
aveva espresso a voce una domanda che lui si era posto mille volte nella sua
testa in quelle due settimane. -Non lo so- Nella stanza scese il silenzio
per alcuni istanti,mentre i tre adulti si lanciavano sguardi furtivi a vicenda
non sapendo come introdurre il discorso successivo. Come Albus si era
aspettato,toccò a suo padre farlo. -Chi è Lane?- Al sospirò e rialzando lo
sguardo sui suoi genitori raccontò brevemente la storia di Lane e il motivo che
lo aveva spinto ad ospitarlo,prima nella casa che divideva con Scorpius,e poi in
questa. -Quando l'ho visto lì in mezzo a quei barboni,fare la fila per un
posto dove dormire,mi è sembrato così indifeso...Ho sentito che dovevo fare
qualcosa per aiutarlo-disse cercando di spiegare loro cosa lo aveva spinto a
comportarsi in quel modo. Sua madre annuì velocemente. -Hai fatto la cosa
giusta...-gli disse suo padre,dandogli la sua benedizione. Al sorrise. -So
che è una situazione temporanea,ma vorrei dare un pò di tranquillità a quel
ragazzo dopo tutto quello che ha passato-aggiunse. Ginny Potter sorrise
e,alzandosi in piedi,gli andò vicino per posargli un bacio fra i capelli
arruffati,incontrando l'istante dopo i suoi occhi,fissandolo attentamente per un
lungo momento. -E' una cosa bellissima quella che stai facendo tesoro...Ma
prima di crearti una nuova vita, assicurati di aver completamente chiuso con la
vecchia. Sei davvero convinto che fra te e Scorpius sia tutto finito?-gli
domandò con voce dolce. Al restò in silenzio,non sapendo come
rispondere. Era impensabile raccontare a sua madre il vero motivo che lo
aveva separato da Sy... Deglutì nervosamente e distolse lo sguardo da quello
della madre. -Io e Scorpius vogliamo delle cose diverse...-disse sperando che
quello bastasse a soddisfare la curiosità della madre. Sentì il sorriso di
sua madre e rialzò lo sguardo sul volto della donna. -Due persone che si
amano trovano sempre il modo di venirsi incontro-fece la donna,da inguardibile
romantica qual'era. Ecco appunto,due persone
innamorate...
Si chiamava Nigella Folk. Il suo nome ovviamente
non aveva detto niente nè a Lily nè a Daniel,e per un lungo istante entrambi si
erano chiesti se la donna non avesse sbagliato persona,finchè lei non si era
presentata. Lì sulla soglia della loro porta aveva spiegato ad entrambi che
era la sponsor della madre di Daniel,e che aveva bisogno di parlare con
l'uomo. Lily si era voltata verso il marito e aveva scorto all'istante il
cambiamento d'espressione sul suo volto:la felicità che aveva accompagnato quel
giorno era sparita,lasciando il posto alla frustrazione e alla rabbia. Era
riuscita anche ad immaginare cosa stava pensando Dan in quel momento:perchè
quella donna riesce sempre a rovinare la mia vita? -Ho bisogno di parlarti
per un paio di minuti-aveva detto la donna alternando lo sguardo fra Daniel e
Lily. Fosse stato per Daniel sarebbero rimasti sulla porta di casa finchè la
donna non se ne fosse andata,così Lily prese in mano la situazione. Aveva
preso le chiavi che suo marito stringeva nella mano sinistra e aveva aperto la
porta,fermandosi nell'ingresso. -Si accomodi-aveva detto alla
donna. Questa le aveva rivolto un sorriso di ringraziamento e l'aveva seguita
nel salotto,a sua volta seguita da Daniel che,dopo essersi chiuso la porta alle
spalle,le aveva seguite in salotto. -Posso offrirle qualcosa?Un tè o un
caffè?-aveva chiesto educatamente Lily. Nigella aveva scosso la
testa. Lily aveva lanciato uno sguardo a Daniel e gli si era
avvicinata,sedendosi sul bracciolo destro della poltrona su cui si era lasciato
cadere e gli prese una mano. Per alcuni istanti i tre erano rimasti in
silenzio,imbarazzati ma consapevoli che quella conversazione doveva avere
luogo. -Mi scusi...Lei ha detto di essere uno sponsor:che cosa significa
esattamente?-aveva chiesto Lily iniziando la conversazione. Voleva quella
donna il prima possibile fuori di casa;non aveva niente contro di lei,ma la sua
sola presenza turbava Daniel e questa era l'ultima cosa che Lily voleva. -Uno
sponsor è una specie di angelo custode per coloro che frequentano gli alcolisti
anonimi-aveva spiegato la donna in tono quasi professionale-Ex alcolisti che
sanno cosa significa combattere contro questa "malattia" e sanno come aiutare le
persone che sono affidate loro-aggiunse. -Quindi anche lei è...-aveva chiesto
ancora la rossa,senza concludere la frase. Nigella annuì. -Un ex
alcolista.Sobria da ben ventiquattro anni-aveva risposto la donna,chiaramente
soddisfatta di sè stessa. -Perchè è venuta qui?-aveva domandato Daniel
parlando per la prima volta. Lo sguardo di Nigella si era posato sull'uomo
e,dopo un breve istante,le sue labbra si erano distese in quello che voleva
essere un sorriso comprensivo. -Avevo bisogno di parlare con te- -E' stata
quella donna a mandarla?-aveva chiesto ancora Dan. Nigella annuì. -Sono
qui per conto di tua madre-aveva confermato. -Per quale motivo?- -Ha
provato a scriverti,a telefonarti,ma mi ha detto di non aver ricevuto nessuna
risposta- -Mi sembra chiaro che non volevo parlarle.Credeva che mandarla qui
avrebbe funzionato?-aveva risposto l'uomo. Nigella era rimasta in silenzio
per un breve istante. -Tua madre ha davvero bisogno di parlare con te-aveva
detto poi. -Perchè?Si è ricordata improvvisamente della mia esistenza?-aveva
chiesto Daniel amaramente. Lily gli si era avvicinata cercando di fargli
sentire maggiormente la sua presenza,non sapendo come affrontare quella
situazione,per lei così inusuale e insidiosa. -Fa parte del programma di
recupero. Dobbiamo chiedere perdono alle persone che abbiamo ferito per poter
iniziare un nuovo percorso di vita-gli aveva spiegato pazientemente. Lily
aveva osservato l'espressione incredula sul volto di suo marito e l'aveva visto
corrugare le sopracciglia. -Perdono?Crede che bastino poche parole per
cancellare anni di silenzio e di abbandono?-aveva chiesto Daniel alla
donna. Nigella aveva fatto per ribattere alle sue parole,ma Dan non glielo
aveva permesso. -Ha una vaga idea di tutto quello che ho dovuto
sopportare?-le aveva chiesto con voce risentita. -Io e tua madre abbiamo
parlato molto del vostro rapporto...-aveva iniziato la donna,con il solito tono
di voce professionale che sia Daniel che Lily stavano iniziando ad
odiare. -Io e quella donna non abbiamo nessun rapporto-aveva ribattuto secco
l'uomo. -Ascolta io capisco il tuo risentimento,ma tua madre sta davvero
cercando di rimediare ai suoi errori. E' sobria da sei mesi e segue tutte le
regole del programma. Non vuole mettere una pietra sul passato,ma vuole fare
il primo passo per ricominciare-disse la donna in modo combattivo. Daniel la
aveva fissata in silenzio,una smorfia di disappunto sul viso. -Se
davvero,come hai detto tu non avete nessun rapporto,allora questa è una buona
occasione per capire,per fare domande rimandate troppo a lungo e magari per
iniziare a costruire qualcosa- Il silenzio era calato di nuovo nella
stanza;in imbarazzo Lily si era limitata a tenere la mano del marito senza dire
nulla,senza esprimere la propria opinione,certa che quella fosse una questione
che la riguardava soltanto relativamente. Se Dan voleva chiudere
definitivamente con sua madre lei non poteva far niente...Sapeva quanto aveva
sofferto a causa della donna,anche se lui non gliene aveva mai parlato,e proprio
per questo non lo avrebbe mai costretto a fare qualcosa che lo faceva
soffrire. -Va bene- Quelle due parole avevano spezzato il
silenzio,cogliendo di sorpresa entrambe le donne. Lilly guardò suo marito con
aria sorpresa e vide un espressione indefinibile sul suo volto. -Sei
sicuro?-non era riuscita a fare a meno di chiedergli. L'uomo le aveva posato
una mano sul ginocchio più vicino e gliel'aveva accarezzato,incontrando per
un'istante il suo sguardo. In quello sguardo Lily aveva visto determinazione
e pena,risolutezza e bisogno di conforto,e per un' istante le sembrò di avere di
fronte il ragazzo che aveva incontrato dieci anni prima,smarrito e confuso
nonostante le arie da sbruffone,e non l'uomo forte e sicuro che era suo
marito. Daniel era tornato a posare lo sguardo su Nigella Folk. -Soltanto
un'incontro,ma voglio essere certo di potermene andare quando voglio:se quello
che sentirò diventerà assurdo voglio prendere la porta ed andarmene senza che
qualcuno cerchi di trattenermi-aveva detto deciso. Nigella aveva
annuito. -Posso assicurartelo fin da ora-gli aveva garantito. L'istante
dopo Daniel avrebbe voluto rimangiarsi tutto,dire che aveva cambiato idea,che
era sbagliato... Chi è l'idiota che abbraccia i suoi incubi invece di
scappare lontano da loro?
La sua vita nelle ultime due settimane era stata un
susseguirsi di notti. Era diventato un abitante delle tenebre. Non
ricordava l'ultima volta che era riuscito a svegliarsi prima delle due del
pomeriggio e,soprattutto senza quel mal di testa lancinante e la bocca
impastata. La sua vita nelle ultime due settimane era stata un susseguirsi di
volti. Di corpi. Di sconosciuti. Tutto pur di non pensare. La sua
vita aveva subito un cambiamento drastico improvviso e lui aveva reagito
nell'unico modo che conosceva:mentendo. Mascherando il dolore,la
solitudine,il bisogno. Il silenzio che avvolgeva la sua casa era
insopportabile,quasi assordante e,mentre prima era rassicurante,ora aveva
bisogno di rumore:musica,risate,chiacchiere inutili. Tutto pur di non dover
sopportare il silenzio. Non era più tornato. Aveva sperato di vederlo
tornare anche solo per prendere le ultime cose che si era lasciato dietro nella
fretta di andarsene,di lasciarlo,ma Albus non era più tornato. C'erano notti
in cui,quando lo sconosciuto di turno se ne era andato,aveva bisogno dell'odore
di Al per addormentarsi,aveva bisogno di illudersi,di credere che fosse ancora
tutto come prima. Sentiva la sua mancanza quasi in modo fisico,neanche gli
avessero conficcato degli spilli sotto la pelle che dolevano ogni volta che la
sua mente si concentrava sul pensiero del compagno. Lo rivoleva indietro,di
nuovo accanto a sè,ma era consapevole di aver combinato troppe cazzate da poter
essere perdonate con un semplice "mi dispiace". Senza dimenticare che ora
c'era quell'ape fastidiosa che ronzava attorno ad Al! Non che la cosa lo
preoccupasse più di tanto,poteva liberarsi di lui facilmente,ma anche qui il
problema era che non sapeva da dove iniziare. Non sapeva più cosa fare:aveva
perso Al,non si sedeva al computer da settimane,tutto il suo mondo sembrava
essere svanito in un enorme buco nero...Non aveva più niente. Doveva
ricominciare da zero a ricostruire sè stesso?A cosa serviva? Per quale
motivo? Rimettere insieme i pezzi per permettere a qualcun'altro coglione di
farlo a pezzi ancora e ancora? Ma lui non voleva nessun'altro... Per lui
esisteva soltanto un uomo nella sua vita. La spinta a reagire arrivò una
mattina....In una forma che mai si sarebbe aspettato. Sentendo il
ripetuto scampanellio si era trascinato fuori dal letto e giù per le
scale,combattendo contro la luce del sole che gli feriva gli occhi. -Sto
arrivando cazzo!-disse a chiunque ci fosse dietro la porta,incurante di apparire
volgare. Finalmente si era trovato davanti alla porta e afferrata la maniglia
con la mano sinistra aveva lottato un pò per riuscire a girarla nel senso
giusto,ma una volta aperta la porta,il senso di confusione che gli avvolgeva la
testa,rendendo tutto ovattato,sparì. Tutto era perfettamente
lucido. Guardò la persona ferma davanti a lui e il suo primo pensiero fu che
doveva essere un sogno:sì probabilmente era così;era ancora a letto e quello era
soltanto un sogno. Un'incubo. L'uomo una versione invecchiata di sè
stesso,ricambiò il suo sguardo,aspettando "educatamente" che fosse Scorpius il
primo a parlare,entrambe le mani posate sul pomello del bastone da passeggio e
la schiena drittta in modo quasi militare. -E tu che cazzo ci fai qui?-si
decise a parlare Scorpius,incurante di come sarebbe suonata quella prima
frase. Draco Lucius Malfoy arricciò la punta del naso,quasi le sue narici
fossero state infastidite da un cattivo odore e atteggiò le labbra sottili in un
ghigno. Non c'era il minimo calore in quel sorriso.Era solo un gesto di
cortesia verso un estraneo. -Non mi fai entrare?-
Salve a
tutti!!!!
Come
vanno le cose?Sentivate la mia mancanza???
Lo so vi
ho fatto aspettare un pò,ma il lavoro mi impegna un
casino...Sorry!
Allora,capitolo incentrato principalmente sul rapporto
genitori-figli,parecchio incasinato nella maggior parte dei casi,escluso
ovviamente quello fra Al ed i suoi genitori.
Vi è
piaciuta la sorpresa finale?Il buon vecchio Draco Malfoy è tornato per una
piccola "comparsata"!!
Il loro
incontro verrà raccontato nel prox capitolo e posso dirvi già che destabilizzerà
parecchio il ns Scorpius...
Ringrazio
tutti coloro che leggeranno e recensiranno questo capitolo,e chiedo scusa per
eventuali errori di ortografia o battitura.
Il titolo
del capitolo è preso da una canzone omonima di Cat
Steven.
E ora i
ringraziamenti:Kikka15(Eh
già...Era ora altrimenti sarebbero diventati noiosi,non credi?E poi mi
conosci,le cose tranquille non mi piacciono! :) ...Per certe cose ti riferisci
ai baci con Brian,vero?Beh credimi se tu conoscessi Brian capiresti che è
davvero impossibile resistergli!Cmq fidati il nostro Scorpius è in viaggio,ha
capito che nn sa stare senza Al,ma l'orgoglio lo blocca ancora;ha
solo bisogno di una spinta.Tranquilla io amo le recensioni lunghe,quindi
puoi dilungarti quanto vuoi!),VeroGranger(Grazie per i complimenti!Beh veramente anche io ho dovuto
abbandonare qualche ff xkè nn riuscivo a portarle avanti o perchè erano
diventate tr complicate...),Luthien241(Lo so!Ma ti prometto che mi farò perdonare per tutta la tristezza
e tutto quello che ho fatto passare a quei due "poveri" ragazzi!Londra è
fantastica e io la amo ogni giorno di +...Ma tranquilla non potrei mai
dimenticarmi di voi!),Angel_SG(E' sentimento comune voler uccidere Scorpius,ma se lo uccidete
come fa a rimettere a posto le cose??Lasciatelo vivo please!Il pezzo di Mel e
Brian è frutto di attento studio,traduzione ore spese a guardare e riguardare
"QAF" fino ad imparare le battute a memoria...Ahahahahah Ormai mi conosci
bene!Come vedi abbiamo costruito un piccolo problema anche per Lily e Dan,quindi
ora stiamo a vedere che succede)Hale_y(In effetti...Sembra che sia regredito con gli anni,invece di
maturare!Il bello di tutta la faccenda è che Al non lo ha neanche tradito,sta
soffrendo le pene dell'inferno e i gemelli si permettono anche di
giudicare...Bah certe volte i fratelli sono davvero inutili!Beh diciamo che
James sa di avere un pò di colpa in quello che è successo,ecco perchè non ci
prova neanche a capire...Per quanto riguarda Ronnie,lui sarà l unico dei tre che
farà un tentativo),Lumamo64(Beh se la guardi dal punto di vista dei fratelli Potter è il
contrario:San Malfoy e Diavolo Potter,quindi come vedi la situazione è
soggettiva... Anke se x come si sono messe le cose,Sy ha fatto un pò il
diavoletto...),VictorieBHFS(Veramente se ci pensi bene in quel frammento era la
reincarnazione di Justin...Cmq se mai dovesse decidersi ad andare in giro per
locali,sono sicura che Sy porterebbe via lo scettro a Brian senza il minimo
sforzo!Meno male che lui voglia soltanto Albus ^_^...A me piacciono i tuoi
monologhi,sei una delle poche con cui posso parlare e che capisce veramente
quello che sto dicendo!!!Un bacio!!),Juliets(Benvenuta e grazie per i complimenti!E per l'enorme
recensione,l'ho adorata!Allora procediamo per coppie,ok?Harry/Ginny: anke io ho
avuto la stessa idea su Ginny,ha l'istinto materno che sprizza da tutti i
pori,ma allo stesso tempo è una guerriera;fin da quando era bambina sapeva di
voler Harry,di voler costruire qualcosa con lui,ma sapeva che non sarebbe stato
facile,così ha aspettato,e aspettato e alla fine ha tirato fuori gli artigli nel
momento giusto.Harry magari è diventato più italiano che inglese nel suo
rapporto con i figli,specie con Lily.Luna/George:Lo so,è una mia creazione...Ho
sempre pensato che George dopo la morte del fratello fosse spezzato,una persona
diversa da quella che c'è nei libri della Row e quindi aveva bisogno di qualcuno
che lo aiutasse a rinascere.E' vero la storia del cancro è stata terribile(da
leggere e da scrivere),ma volevo qualcosa che spiegasse quanto forte fosse il
loro amore,e che lo rafforzasse. Ron/Hermione:Molti sono rimasti male per la
storia con Cassie,e non ne capisco il motivo.Perchè diamo per scontato che la
loro storia d'amore sia meravigliosa e a lieto fine soltanto perchè hanno
impiegato 7 anni a mettersi insieme?Le storie d'amore finiscono e si formano
nuove famiglie...Cmq alla fine tutto è andato apposto e i nostri hanno
ricostruito una famiglia.Seamus/Rupert/Dean:Eh,lo so Dean non è uno dei
personaggi migliori di quella storia...Diciamo però che si è un pò riscattato
con la scena del fast food e del rapporto con Daniel...Anke a me piacciono molto
Seas e Rupert,la storia ed i loro problemi li rendono veri;Ora i
juniors:Jim/Rose:eh già dicono così ed il tempo ha dimostrato che avevano
ragione:si amano e ora vogliono avere un figlio...anke se hanno DAVVERO scelto
la persona sbagliata a cui rivolgersi!Rebecca/Ronald:nella mia mente
loro sono Nathan ed Haley di "One Tree
Hill",nn so se li conosci;inoltre insieme a Al e Sy,sempre nella
mia mente contorta,sono il simbolo del vero amore:quello che è successo loro lo dimostra...Lily/Daniel:E' vero,lì
Harry ha sbagliato,e anke di grosso!Ma come abbiamo detto prima è un
padre molto apprensivo ed orgoglioso che non sa riconoscere i propri errori neanche quando
sn grossi cm 1 casa!Alison/Fred:Anke loro torneranno presto,specialmente in relazione alla
storia fra Alice e Luke;Hugo:beh,si è parlato tanto di questo fascino Weasley,almeno
uno doveva portare alta la bandiera,non pensi? :) ;Alice/Luke:la loro è la storia
+ complicata,almeno x come la vedo io:il loro amore nn ha avuto una
vera fine,bloccato dalla paura,dai pregiudizi e dalla codardia di Luke;non so se questa
volta c sarà un lieto fine,ma volevo dare un giusto seguito a
qst coppia,senza dover restare cn il dubbio,con il tanto odiato
"e se...";E x finire loro:la Golden Couple:Albus era tutto tranne che stupido,credimi!Anke
se le cose fra loro nn sono sempre state facili,e qllo ke
sta succedendo ne è un esempio,lui sa cosa vuole,lo ha bene in mente:vuole
solo Scorpius,ma vuole delle certezze,qualcosa di vero...E la cosa triste/bella è che
Sy vuole le stesse cose...Tranquilla,tutto avrà la giusta
fine),Sweey(Lo so,nn è uno dei periodi più
allegri,almeno x Al e Scorpius,lo so...Ma tu fidati di me!Lo sai che la mia
mente malata e contorta agisce in questo modo per un motivo preciso,quindi sta
tranquilla e fidati della mia mente contorta!).
Bene x il momento è tutto,io
vi saluto e vi do appuntamento al prox capitolo...
"Quello che
voglio"
Baci,Eva.
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Capitolo 13 *** AVVISO ***
AVVISO
AVVISO
Salve a
tutti!!!!!
So che
probabilmente aprendo l'aggiornamente vi aspettavate il nuovo capitolo,ma
purtroppo il capitolo non è ancora pronto.
Nonostante
siano passati quasi due mesi dall'ultimo aggiornamento,ho avuto poco tempo per
scrivere,colpa anche del lavoro,indi il capitolo è ancora a
metà.
Ma
prometto che mi metterò d'impegno,sfidando le ore tarde ed il sonno per postarlo
il prima possibile.
Intanto,per dimostrarvi la mia buona volontà e il mio affetto x voi vi
lascio un piccolo spoiler...
"-Ho capito che non sono disposto a rinunciare a
te. L'ho sempre saputo,ma ora la consapevolezza mi ha colpito chiara e
forte. Tu sei l'uomo che voglio nella mia vita e farò tutto ciò che posso per
riaverti indietro. Io senza di te non funziono:da quando te ne sei andato non
ho più scritto una riga del nuovo manoscritto,la casa è un disastro e anche io
senza di te mi lascio andare. Tu dai un senso alla mia vita...So di non
avertelo mai detto,ma in fondo l'hai sempre
saputo-
Ah,dimenticavo:il prossim capitolo,si intitolerà "Alle porte del
sogno"...
Baci,Eva
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Capitolo 14 *** Alle porte del sogno ***
alle porte del sogno
Un perfetto sconosciuto gli aprì la porta lasciandolo
interdetto. Seguendo un impulso,guardò il numero accanto alla porta,quasi a
sincerarsi di non aver sbagliato casa,ma dovette ricredersi quando vide che era
tutto come lo ricordava. Eccezion fatta per l'estraneo. -Posso
aiutarti?-gli domandò,forse intuendo il suo senso di smarrimento. L'uomo,non
più vecchio dei trent'anni,aveva la sua stessa altezza,capelli neri arruffati e
sparati in aria,e due occhi marroni che lo fissavano con aria
interrogativa. Improvvisamente l'estraneo gli sembrò terribilmente
familiare:era qualcuno che già conosceva? Lo aveva incontrato da qualche altra
parte? Poi capì. Quell'uomo assomigliava in maniera impressionante ad
Albus. Se non gli avesse parlato in quel tono circospetto,avrebbe potuto
anche credere che fosse Al. L'estraneo lo stava ancora fissando,aspettando
una risposta. -Sto cercando Scorpius-disse riprendendosi dopo l'iniziale
attimo di stupore. L'altro aggrottò la fronte,come se nn fosse sicuro di chi
stesse parlando. -Ah,vuoi dire il biondo che abita qui?-chiese poi. Quella
situazione stava diventando sempre più stana:chi era quel tipo? Annuì e restò
in silenzio,osservandolo mentre questi si voltava verso l'ingresso. -Ehi è
arrivato il mio sostituto!- Questa volta fu il turno di Ronald di aggrottare
la fronte:sostituto per cosa? Dei passi strascicati arrivarono dall'interno e
pochi attimi dopo Scorpius apparve sulla porta...o almeno qualcuno che
assomigliava terribilmente a Scorpius,ma che per qualche strana ragione sembrava
un'estraneo. Chi era quell'uomo con i capelli sporchi,le occhiaie e gli occhi
rossi,reduce chiaramente da una notte di bagordi e,anche se non gli piaceva
ammetterlo,di sesso sfrenato. L'uomo che conosceva lui non si sarebbe
mostrato ad un estraneo in quello stato,non con la sua vanità. Per un secondo
Ronald si chiese se non fosse finito in una specie di dimensione parallela dove
i loro sosia vivevano una vita parallela. Non appena si accorse della sua
presenza,Scorpius irrigidì la schiena e cercò di recuperare un pò del contegno
che lo caratterizzava. -Ronald...Ciao-disse in imbarazzo. Era la prima
volta da quando lo consceva che lo vedeva in quello stato,era un esperienza
quasi scioccante! -Ciao Scorpius...Scusa se sono passato senza
avvertirti...-si scusò sentendo di aver oltrepassato un territorio
proibito. -No,non importa...-mugugnò il biondo. -Sì,tanto io stavo andando
via-s'intromise l'estraneo. -Allora perchè sei ancora qui?-gli chiese
Scorpius senza neanche guardarlo. Con un sorriso stizzito a contrarre le
labbra sottili,l'uomo prese la giacca dal corridoio e,senza salutare,oltrepassò
Ronald e fece i tre gradini che lo separavano dalla strada. Il rosso tornò a
voltarsi verso Scorpius e lo vide scuotere la testa. -Dai vieni dentro-disse
questi facendosi da parte. Sentendosi in imbarazzo come mai prima in
compagnia dell'uomo,Ronnie si addentrò nella casa che conosceva perfettamente e
da cui era "fuggito" con gli altri poche settimane prima,dopo essere stato
testimone di una lite fra i padroni di casa. Si avviò spedito nel salotto
bloccandosi sulla soglia quando vide il caos che regnava nella stanza:cartoni di
pizza da asporto e confezioni di cibo cinese take-away coprivano il tavolino di
cristallo sistemato fra il divano e il televisore,fazzoletti usati erano
abbandonati sul pavimento e,vista la presenza dell'estraneo in casa fino a pochi
minuti prima nn aveva il minimo dubbio a cosa fossero serviti;una coperta ed un
cuscino erano sistemati disordinatamente sul divano,a formare un letto di
fortuna e sulle due poltrone erano stati gettati alla rinfusa dei
vestiti. -Scusa il disordine...-disse Scorpius sedendosi sul
divano. -Accidenti!C'è stata una festa e non sono stato invitato?-domandò
cercando di nascondere dietro il tono scherzoso la sua sorpresa. Scorpius
scosse la testa e si lasciò cadere sul divano;Ronald lo imitò e andò a sedersi
su una poltrona,quella meno ingombra di vestiti,lasciando cadere il
silenzio. Ora che era lì,ora che vedeva lo stato in cui era Scorpius e la
casa non aveva la minima idea su come iniziare il discorso che lo aveva portato
lì. -Allora,che posso fare per te?-gli domandò il biondo puntando su di lui i
suoi occhi color ghiaccio. Ronnie si passò una mano fra i capelli,in
imbarazzo come mai nella sua vita. -Oh,ecco io ero venuto qui per parlarti di
una cosa...A dire il vero,vorrei chiederti un favore...-disse. Scorpius
annuì,perfettamente sicuro di sè. Possibile che non si accorga del caos che
ha intorno?Come fa ad essere tanto tranquillo? Magari è talmente abituato a
questa baraonda da non farci neanche più caso... Conoscendo suo fratello e la
sua "mania" per l'ordine,Ronald dubitava che Albus avrebbe permesso un tale
sfacello in casa sua,quindi la domanda tornò ancora una volta a farsi strada
nella sua mente:dov'era Albus? -Ah,allora...Come sai Rebecca è
incinta...-disse prendendo il discorso alla lontana non sapendo bene come
cominciare. Il biondo annuì,sempre in silenzio,ma Ronald si accorse che
qualcosa era impercettibilmente cambiato in lui:la sua postura era diventata
rigida e tutto il suo volto sembrava trasmettere una tensione
inaspettata. -Ci sono dei problemi con il bambino?-gli chiese poi. Ronald
scosse subito la testa. -No,tranquillo,è tutto a posto. Solo che
ritrovarci adesso,con un nuovo bambino in arrivo ci ha fatto diventare
sentimentali...-cercò di spiegargli. -Più sentimentali del solito?Soltanto a
guardarvi si rischia la carie!-commentò l'altro sarcastico e pungente come al
suo solito. L'altro sorrise e alzò le spalle:non era la prima volta che
Scorpius lo prendeva in giro in quel modo,ormai si era abituato alle
battutine. -Molto divertente...Comunque:il motivo per cui sono qui è perchè
voglio chiederti una cosa-gli disse serio. Scorpius annuì e si sistemò meglio
sul divano,la schiena contro la spalliera. -Sputa fuori!Ma sappi che se si
tratta di un prestito,non posso fare molto...-lo avvisò. Ronald lo fissò
sorpreso per qualche secondo,poi scosse la testa accenando un
sorriso. -Cosa?No,no! No,volevo chiederti se volevi essere il mio
testimone di nozze-riuscì finalmente a dirgli. Scorpius lo fissò sorpreso e
Ronald decise di spiegargli la situazione per aiutarlo a capire la sua
richiesta. -Io e Rebecca abbiamo deciso di rinnovare le promesse di
matrimonio e vorrei che tu fossi il mio testimone di nozze-aggiunse. Il
silenzio seguì quelle parole;Ronald vedeva chiaramente la sorpresa dipinta sul
volto dell'altro. -Perchè proprio io?-gli domandò Scorpius,dopo un lungo
attimo,ancora incredulo. -Perchè avresti dovuto essere tu il mio testimone
già la prima volta- -Che vuoi dire?-chiese confuso il biondo. Ronald
sorrise. -E' stato grazie a te se dieci anni fa io e Rebecca ci siamo
sposati. Forse non te lo ricordi nemmeno,ma quello che mi hai detto sulla
famiglia mi ha fatto riflettere,portandomi a prendere quella scelta. Avrei
voluto chiederti di essere il mio testimone già all'epoca,ma purtroppo non è
stato possibile. Così ora voglio riparare...Del resto sarai anche il padrino
del bambino che Rebecca aspetta-aggiunse come se quelle parole avvalorassero
maggiormente la sua tesi. Ma capì subito di aver,in qualche modo, detto la
cosa sbagliata:la schiena di Scorpius si irrigidì ancora di più, staccandosi del
tutto dallo schienale del divano,il viso contratto in un'espressione di disagio,
che Ronald non riusciva a spiegarsi. -Ecco,a proposito di
questo...-disse,allontanando alcune ciocche bionde dalla fronte-Magari dovresti
riconsiderare la tua scelta- Ronnie aggrottò la fronte,colpito da quelle
parole,prima di scuotere la testa. -Per quale motivo?-gli chiese-Hai cambiato
idea?- Scorpius scosse la testa. -No,anzi sarei felice di essere il
padrino di questo bambino,ma...-disse interrompendosi a metà frase per
stropicciarsi gli occhi con due dita-Ma forse non sono la persona più
adatta-concluse. -Perchè no?- L'altro si lasciò andare ad un profondo
sospiro. Che accidenti stava succedendo lì?Perchè aveva la sensazione che
Scorpius gli stesse nascondendo qualcosa? Approfittando dell'istante di
silenzio,Ronald si guardò di nuovo attorno sorprendendosi nuovamente per il caos
che regnava in casa,e capì che se voleva delle risposte,doveva fare all'uomo la
domanda che lo assillava da quando era entrato lì dentro. -Dov' è
Al?-chiese. Il biondo incontrò il suo sguardo. -Non è qui...-si limitò a
rispondere. A Ronald non servirono altre parole per capire quello che era
successo. Gli bastò ricordare la discussione a cui era stato testimone in
quella casa e le parole che aveva ascoltato. -Quando è successo?-gli chiese
cauto,certo che la rottura fosse avvenuta di recente. -Un mese e mezzo
fa- -Cosa?E quando pensavate di dircelo?-gli domandò sorpreso. -Il più
tardi possibile,se devo essere sincero. Non volevamo che la famiglia si
intromettesse...Ma due giorni fa mi ha chiamato tua madre per chiedermi se avevo
bisogno di qualcosa,se una sera volevo andare a cena da loro... Dal suo tono di
voce ho capito che tuo fratello deve averle detto qualcosa-gli spiegò. Ronald
lo guardò sorpreso e leggermente ferito. -Credevo fossimo amici- A quelle
parole Scorpius sogghignò. -Lo siamo.Ma prima di tutto,tu sei il fratello di
Albus. E sarebbe stato strano per me venire a parlare con te di quello che
stava succedendo...-gli fece notare. -Affatto!Se mio fratello si comporta da
coglione non ho nessuna remora ad ammetterlo. C'entra un altro uomo
vero?-chiese sicuro di aver compreso il problema. Scorpius restò in
silenzio,lo sguardo rivolto verso il basso,come se non sapesse quali fossero i
suoi veri problemi con Albus. -Le cose sono molto più complicate...-si limitò
a dire. Il silenzio calò nella stanza facendo capire al rosso che non avrebbe
avuto nessuna spiegazione in più,portandolo a passarsi una mano fra i capelli
folti. Era la prima volta che vedeva Scorpius così afflitto:anche quando
aveva tagliato i ponti con i suoi genitori il suo volto non aveva mai perso
l'espressione battagliera che lo contraddistingueva,che portava tutti a credere
che qualsiasi cosa gli sarebbe successa lui sarebbe sopravvissuto. Possibile
che tutta quella forza venisse da Albus? -Che hai intenzione di fare ora?-gli
chiese cauto Ronald,rompendo il silenzio. Scorpius alzò le spalle,in un gesto
che voleva apparire noncurante. -Cercherò di adattarmi alla mia nuova
vita...Del resto non è poi così male,mi poteva capitare di peggio-commentò alla
fine cercando di scherzare. Il rosso inarcò un
sopracciglio,sorpreso. -Vuoi dire che non farai niente per risolvere la
situazione fra di voi?- Un suono ironico uscì dalle labbra strette di
Scorpius,prima che un ghigno le inarcasse. -Credimi non c'è niente che io
posso fare...Io non posso dare a tuo fratello ciò che desidera, quindi è meglio
per tutti e due se le nostre strade si separino. E' già tanto se siamo
rimasti insieme tutti questi anni-aggiunse. -Stronzate!-esclamò Ronald
attirando su di sè uno sguardo incredulo. Credeva veramente a tutte quelle
cazzate che stava sparando? Lui le ascoltava e le giudicava soltanto parole
vuote,degli scudi dietro cui si nascondeva per evitare di affrontare una verità
spiacevole. -Come scusa?-chiese Scorpius. -Stronzate! Non ci credo
neanche per un istante a questa marea di bugie. Credi che se Rebecca mi
lasciasse io me ne andrei in giro a scopare con tutte le donne che incontro?-gli
domandò. Il biondo scosse la testa. -Non è la stessa cosa...-ribattè
l'altro. -Invece sì! Sarei ridotto un rottame,peggio di te- Scorpius lo
fissò in silenzio,sicuro che Ronnie non avesse ancora concluso. -Stiamo
parlando d'amore. Perchè tu ami Albus,così come io amo Rebecca. Ti conosco
da undici anni ormai e,credimi,non c'è mai stato un istante in cui ho dubitato
del tuo amore per per mio fratello. Voglio dire...E' lampante,è chiaro a
tutti!-gli disse. -Ok ora non esagerare-ribattè Scorpius,infastidito. Non
erano le sue parole ad infastidirlo,ma il fatto che ciò che era evidente a
tutti,lampante a detta di Ronald,era così difficile da capire per l'uomo che
amava. Un sorriso ironico distese le labbra dell'amico. -Non è faticoso
continuare questa recita?Non sarebbe più semplice ammettere con te stesso e con
Al il fatto che siete destinati a stare insieme?-gli domandò. -Tutti questi
anni insieme a Rebecca ti hanno rammollito...-lo prese in giro l'altro. -Vuoi
piantarla?-lo bacchettò il rosso. -Insomma che ti aspetti che faccia? Che
strisci ai suoi piedi chiedendogli di tornare con me perchè senza di lui la mia
vita non ha senso?Non cambierebbe niente. Ho combinato talmente tanti casini
che se ora mi presentassi da tuo fratello,lui mi chiuderebbe la porta in
faccia-chiese Scorpius,leggermente esasperato. Per alcuni istanti l'altro
restò in silenzio,chiedendosi se per caso la causa di tutto non fosse un
tradimento,ma osservando Scorpius lasciarsi andare contro lo schienale del
divano senza forze quasi avesse appena combattuto una battaglia all'ultimo
sangue decise di tenere per sè le sue domande. -Ok,scusami. Però lasciami
dire un'ultima cosa...Anzi due-si corresse prima di accennare un
sorriso. L'altro fece un cenno con il capo senza parlare. -La prima è che
non importa quello che è successo o succederà fra te e mio fratello,tu per me
farai sempre parte della famiglia Potter. La mia porta sarà sempre aperta per
te e per questo rinnovo la mia proposta di essere il mio testimone-gli disse in
voce serio. Capì che quelle parole lo avevano piacevolmente colpito,ma lo
conosceva troppo bene da sapere che non avrebbe fatto nessun
commento. Scorpius si limitò ad annuire. -Infine vorrei darti un
consiglio:prenditi un pò di tempo per pensare a cosa vuoi dalla tua vita. Ti
conosco abbastanza da sapere che questa non è la vita che avresti scelto,anche
se stai facendo di tutto per convincere te stesso e me del contrario. Trova
ciò che rende la tua vita completa-gli disse cercando le parole più adatte per
spiegargli quel concetto che aveva ben chiaro in mente. Scorpius ricambiò il
suo sguardo in silenzio:c'era una sola cosa che rendeva la sua vita
"completa". La sola ed unica.
Inaugurare la nuova casa con una cena. Era stata
un idea di Emmett,ma lui l'aveva approvata all'istante e anche gli altri si
erano dimostrati favorevoli all'idea,mossi
specialmente dalla prospettiva di cibo e alcool gratis. -Non capisco perchè
ti sbatti tanto per questa banda di sfaticati...Io al posto tuo non lo
farei-aveva commentato Brian quando lo aveva
visto indaffarato per via dei preparativi. Quel commento lo aveva fatto
sorridere e,come ogni volta,gli aveva ricordato Scorpius. Era assurdo quanto
i due uomini si somigliassero:esteticamente erano uno l'opposto dell'altro,
ma caratterialmente erano identici;lo stesso
umorismo,lo stesso sarcasmo dietro cui si nascondevano i veri sentimenti. Era passato più di un mese da quando
lui e Scorpius avevano preso strade diverse,ma non c'era stato giorno senza che l'uomo,quello che aveva creduto sarebbe
stato il compagno di una vita,gli tornava in
mente anche solo per un pensiero fugace. Il problema era che gli mancava la
sua vecchia vita,ma allo stesso tempo amava i cambiamenti che erano avvenuti negli ultimi due mesi:amava ogni giorno di
più avere Lane in giro per casa,la sua presenza
era uno stimolo continuo,il ragazzo aveva iniziato ad abituarsi alla loro convivenza,e si avvicinava a quel figlio che non
avrebbe mai avuto. Amava il nuovo gruppo di amici che ormai riempivano le sue
giornate e che aveva conosciuto grazie a
Brian:adesso gli era quasi impossibile pensare di terminare la giornata senza
aver passato almeno un'ora al telefono con Emmett
e con Melanie. Anche la presenza di Brian al suo fianco era piacevole:era
consapevole che sarebbe caduto a pezzi se fosse
stato completamente solo ad affrontare la rottura. Certo,Brian voleva
portarlo a letto,e stava cercando in tutti i modi di raggiungere il suo
scopo,ma era abbastanza intelligente da sapere
che prima di riuscirci avrebbe dovuto dissipare
del tutto l'ombra ingombrante di Scorpius. Gli mancava la sua vecchia vita
con Scorpius...Sentiva la mancanza delle piccole cose,come trovarlo nel suo studio immerso nel lavoro,o almeno così
voleva dargli ad intendere,quando tornava da
scuola,o il modo in cui si accocolavano sul divano la sera quando guardavano la
televisione. O il modo in cui facevano
l'amore...Quello era il ricordo che più gli faceva male,perchè ogni volta gli tornava alla mente il ricordo dell'ultima volta che
erano stati insieme. Sicuramente non uno dei suoi preferiti. Forse era
destino che la sua storia con Scorpius si interrompesse così bruscamente,o che
Brian nella sua vita,fatto sta che doveva
dimenticare. E una festa per la nuova casa era il modo migliore per
farlo. Si era dato da fare tutto il giorno in cucina perchè tutto fosse
perfetto,sotto lo sguardo divertito di Brian
che,ogni volta che gli aveva chiesto un parere,si era limitato a scuotere la
testa divertito,accompagnando il gesto con un
ghigno ironico. -Non c'era davvero bisogno di darti tanto da fare:non
capirebbero la differenza fra del cibo commestibile e del cibo surgelato-commentò. -Scommetto che al posto
mio gli avresti rifilato tutti cibi precotti-ribattè Albus tirando fuori dal
frigo il tiramisù. Bria scosse di nuovo la
testa,bevendo un sorso di vino bianco dal suo bicchiere. -Errore.Li avrei
portati a cena fuori in uno dei ristoranti più costosi della città- I primi
ospiti ad arrivare furono Emmett e Ted,con una pianta grassa come regalo per la
casa. -Congratulazioni per la nuova casa tesoro.Questa è per te-gli disse
Emmett tendendo il vaso verso di lui. -Se ti
piace è un idea di entrambi,altrimenti la colpa è solo sua-fece Ted sporgendosi
oltre la spalla destra dell'amico. Albus
sorrise e scosse la testa. -Assolutamente!E' perfetta...Richiede anche poche
attenzioni!-aggiunse per avvalorare le sue parole. Emmett si illuminò in un sorriso radioso e si diresse verso il
soggiorno seguito da Ted e dal padrone di
casa. In rapida successione arrivarono poi Justin,Micheal e Ben,con Hunter il
ragazzo che avevano adottato da qualche anno,e
Lindsay e Melanie. Tutti con un regalo per Albus. -Perchè io non ricevo
mai regali quando vi invito a cena?Io sono sempre generoso con voi altri!-si lamentò Brian. -Devo ricordarti cosa ci hai
regalato la prima volta che ti abbiamo invitato nella nostra nuova casa?-gli chiese Micheal,il bicchiere colmo a
mezz'aria. -Che c'è di male nel regalare uno sling*?E' un regalo utile per
una coppia che mette su casa!-commentò
l'altro. Albus ridacchiò,mentre Ben e Melanie scossero la testa. -Sei
senza speranze!-si lasciò scappare Lindsay. Si sedettero a tavola dopo poco e
l'atmosfera continuò ad essere piacevole come lo era stata fino a quel momento. -Allora Albus...Non ti sei ancora
stancato del nostro amico?-gli chiese Lindsay fra un boccone di arrosto e l'altro. Al rise. -Suona un pò strano detto
dalla madre di suo figlio,non trovi?-le fece notare lui. Lindsay
sorrise. -Credimi non c'è nessuno che ami Brian più di me...a parte forse
Justin...Però credimi è faticoso stare insieme a
lui!- -Ti ringrazio Lindz!Posso sempre aspettarmi una buona parola da
te-commentò Brian sarcastico-Ricordami di fare il
discorso al tuo prossimo matrimonio- -E tu ricordami di fare la tua elegia al
tuo funerale-s'intromise Melanie. Questa volta toccò a Michael sogghignare
divertito. -Ma voi due fate sempre così?-chiese al guardando ora uno ora
l'altra. -Assolutamente-fece Brian. -Non potrebbe essere
diversamente-rispose Melanie. -Prima era anche peggio!-commentò
Justin,portando Al a posare lo sguardo su di lui-Quando ho conosciuto Brian era un miracolo se non finivano per litigare
furiosamente ogni volta che erano nella stessa
stanza;ora fortunatamente si limitano a beccarsi a vicenda- Il suono del
campanello arrivò fino alla sala da pranzo. -Lascia vado io!Ho dimenticato di
prendere il cellulare dal cappotto-disse Micheal ad Albus alzandosi in piedi. Il moro lo ringraziò con un sorriso
tornando a sedersi. -Perchè non parliamo di cose serie invece?Come vanno le
cose fra voi piccioncini?-domandò Emmett in
quello che voleva essere un tono dolce,ma risultò invece essere mellifluo. -E
tu perchè non ti fai i cazzi tuoi?-gli domandò di rimando Brian. -Perchè è
risaputo che i tuoi sono da sempre più interessanti-rispose l'altro senza la
minima esitazione provocando l'ilarità
generale. Proprio in quel momento Michael tornò nella sala da pranzo,uno
sguardo incredulo sul volto. -Amore va tutto bene?-gli domandò
Ben,leggermente preoccupato. -Scorpius Hyperion è qui fuori!-rispose Micheal
eccitato,cercando allo stesso tempo di non alzare
troppo la voce. Quelle parole provocarono una diversa gamma di reazioni:il
sorriso sparì dal volto di Albus,sostituito dal
panico e tutti i presenti,eccetto Brian,si lasciarono andare alla stessa
eccitazione che aveva preso Micheal. -Chi è
Scorpius Hyperion?-chiese Brian,non capendo il perchè di tanto trambusto. -Ma
tu dove vivi?-gli domandò Melanie seccata. -Scorpius Hyperion è uno fra i più
giovani scrittori ad aver vinto il Booker Prize-rispose Ben. -Ah...-commentò
Brian lasciando intendere che non aveva la minima idea di chi stessero
parlando-E cosa ci fa qui?-chiese
ancora. -Cosa vuoi che ci faccia?Vuole parlare con Albus!-ribattè
Micheal. Brian si voltò a guardare l'uomo,imitato dagli altri,e finalmente
capì:capì che lo Scorpius di Albus e quello
Scorpius Hyperion erano la stessa persona. -Cosa ha detto?-chiese Al senza
nessuna particolare inflessione nella voce. -Vorrebbe parlarti-rispose
Micheal. L'eccitazione che c'era stata fino a poco prima era sparita:tutti si
erano resi conto che c'era qualcosa di diverso,di
non detto,che aveva cambiato l'andamento della serata. Albus restò in
silenzio pochi secondi prima di annuire. -Lo hai fatto entrare?-chiese
ancora. -Veramente ha preferito aspettare di fuori- Ancora una volta Albus
annuì,prima di alzarsi lentamente in piedi. -Stai bene?-gli domandò
Brian,incerto se andare o meno con lui. Per la terza volta Albus annuì,ma
tutti si accorsero dell'espressione seria del suo volto e della tensione che gli attraversava le spalle. -Scusatemi...Torno
subito-disse prima di uscire dalla sala da pranzo a passi moderati. Il gruppo
di amici restò in silenzio finchè non arrivò a loro il rumore della porta che si
chiudeva. -Quindi Al e Scorpius
Hyperion...-commentò Ted,ancora incredulo. -Così sembra-si limitò a dire
Brian. Ted si lasciò andare ad un lungo fischio. Un rumore portò Brian ad
alzare lo sguardo e a corrugare la fronte quando vide Emmett in piedi diretto verso la finestra. -Emmett che diamine stai
facendo?-domandò cercando di non farsi prendere dalla rabbia. -Non mi
ricapiterà più nella vita di vedere uno dei miei scrittori preferiti così da
vicino!-rispose l'altro fermandosi accanto alla
finestra. L'attimo dopo tutti,nessuno escluso,avevano seguito l'esempio
dell'uomo. -E' ancora più bello che sulla quarta di copertina-si lasciò
scappare Ted. -Credete che sia inopportuno chiedergli l'autografo?-chiese
Micheal. -Cristo santo sembrate una massa di tredicenni!-commentò Brian
disgustato. Ciononostante anche lui si avvicinò alla finestra e fissò il suo
"rivale" in amore:era biondo,al punto che i suoi
capelli sembravano quasi pallidi,leggermente più basso di lui ma comunque
sempre più alto di Al,aveva anche un bel
fisico,ma nient'altro. Non sapeva davvero spiegarsi perchè Albus soffriva le
pene dell'inferno per colpa sua. -Credete che sia lui?-sentì chiedere da
Melanie. -Se così fosse sarebbe la cosa più romantica che mi sia capitata di
vedere in vita mia-commentò Lindsay. -E adesso
di che cazzo state parlando?-chiese Brian,sempre più confuso. -"Alla mia
musa,al mio sogno infinito,al mago che con un gesto ha dato un senso alla mia
vita"-enunciò Emmett a memoria. -Albus deve saperci proprio fare se lo
chiama addirittura sogno infinito-commentò sarcastico Ted. Con quelle parole
che gli ronzavano in testa,Brian si sporse ancora di più verso la finestra,
aprendola leggermente e puntando lo sguardo su Albus. Osservò il modo nervoso
in cui si toccava sempre i capelli,i muscoli tesi quasi dovesse saltare addosso
all'uomo da un momento all'altro,ma soprattutto si accorse del suo sguardo...E
capì di non avere molte speranze. Albus non l'aveva mai guardato con
quell'intensità,con quel bisogno d'amore e quella passione nascosta. -Tu sei
l'uomo che voglio nella mia vita e farò tutto ciò che posso per riaverti
indietro. Io senza di te non funziono:da quando te ne sei andato non ho più
scritto una riga del nuovo manoscritto,la casa è un disastro e anche io senza di
te mi lascio andare. Tu dai un senso alla mia vita...So di non avertelo mai
detto,ma in fondo l'hai sempre saputo-sentirono dire da Scorpius Hyperione,a
quelle parole,Emmett sospirò. -Cavolo,ci sa proprio fare-commentò
estasiato. -E' uno scrittore!E' normale che sappia giocare con le
parole-ribattè seccato Brian. Sentì su di sè il peso di uno sguardo e,con un
leggero movimento della testa,incontrò gli occhi di Justin rifuggendo a quel
contatto quasi all'istante:Justin era l'unico che sapesse leggere dietro le sue
bugie. E lui in questo momento non poteva affrontare ciò che stava cercando
disperatamente di nascondere a sè stesso. Ascoltarono il resto della
conversazione in silenzio,attenti a non perdersi neanche una parola e,quando fu
chiaro che Al sarebbe tornato presto,chiusero la finestra e si sedettero a
tavola,iniziando anche una conversazione di comodo perchè Albus non si sentisse
in imbarazzo al suo rientro. Quando finalmente l'uomo rientrò,Brian si alzò
in piedi e gli andò incontro. -Ce l'hai fatta a tornare!Non azzardati più a
lasciarmi da solo con loro un'altra volta,questa è la tua cena non la mia-gli
disse,quasi non fosse successo nulla. Albus lo guardò qualche istante in
silenzio prima si sollevarsi leggermente sulle punte e posare le labbra sulle
sue in un bacio del tutto inaspettato. Brian,nonostante la sorpresa,rispose
al bacio,cercando di non dare ascolto alle voci nella sua testa che si
domandavano il perchè di quel gesto. -Quando avete finito di limonare che ne
dite di tornare a tavola?Non abbiamo ancora avuto il dolce!-si lamentò
Melanie. Albus spostò il peso del corpo sui talloni staccandosi così da
Brian,le labbra premute una sull'altra, e quando i loro sguardi si incontrarono
di nuovo,gli rivolse un piccolo sorriso. Un sorriso che non fece altro che
aumentare la confusione nella testa di Brian. Doveva aspettarsi qualcos'altro
quella sera oltre la visita inaspettata?
Non era stato difficile trovare il suo nuovo
indirizzo. Non aveva dovuto impegnarsi tanto:era bastata una telefonata e
aveva ottenuto ciò che cercava. Era certo che,nonostante le loro buone
intenzioni e i loro sforzi,Mr e Mrs Potter erano al corrente della loro
rottura,quindi era bastato contattare loro per avere qualche
informazione. Ovviamente Mrs Potter aveva cercato di indagare sui motivi
della loro rottura,come certamente aveva già fatto con Albus,ma lui non aveva
ceduto:erano grandi abbastanza da risolvere le cose da soli. E anche da
rovinarsi la vita. Ronald aveva ragione. Aveva riflettuto a lungo sulle
sue parole,interrogandosi su cosa voleva veramente dalla vita e la risposta ogni
volta era sempre la stessa. Voleva Albus. Avrebbe potuto passare il resto
della vita passando da un uomo all'altro senza il minimo problema,vivendo
soltanto di sesso occasionale e delle emozioni temporanee che questo sapeva
donare,ma non sarebbe stato abbastanza. Lui aveva fatto una scelta,tanto
tempo prima,e non se ne era mai pentito;era ancora fermamente convinto che Albus
fosse l'uomo della sua vita. Certo,avrebbe dovuto fare molta strada per
riconquistarlo,per fare ammenda a tutti gli errori commessi nell'ultimo
periodo,però era pronto a tutto pur di riaverlo indietro. Ecco perchè era
lì,a fissare quella porta sconosciuta,cercando il coraggio di fare i tre gradini
che lo separavano da Albus. "Adesso o mai più"si disse cercando di ritrovare
un pò dell'antico coraggio. Affondò le mani nelle tasche del cappotto di lana
e,dopo aver preso un respiro profondo,salì i tre gradini e senza esitazione
suonò al campanello. L'attesa durò solo pochi secondi ma gli sembrò
un'eternità:aveva in mente un discorso serio, conciso,che avrebbe fatto capire
all'altro quanto sentiva la sua mancanza,e sperava con tutto il cuore di non
dimenticarlo,o che tutto non prendesse la piega sbagliata. Finalmente la
porta si aprì e un'uomo di media altezza con i capelli neri apparve sulla
soglia. Scorpius lo guardò con aria sorpresa:chi accidenti era questo
tipo? -Posso aiutarla?-domandò l'uomo con tono benevolo ed un sorriso lieve
sul viso. Il biondo di riscosse velocemente e atteggiò il viso alla sua
miglior faccia distaccata. -Sto cercando Albus Potter,mi hanno detto che
abita qui-disse con voce calma e misurata. Se voleva davvero dimostrare ad Al
di essere cambiato non doveva saltare alle conclusioni e quindi evitare di
aggredire quell'estraneo soltanto per il semplice fatto di essere lì,a casa di
Al,a quell'ora tarda. L'uomo annuì. -Sì,ha avuto l'informazione
giusta. Vuole entrare?-gli domandò facendosi da parte allo stesso
tempo. Scorpius scosse la testa:non era una buona idea. -Le dispiacerebbe
dirgli che Scorpius vuole vederlo?- Preferiva congelarsi piuttosto che
entrare lì dentro. -Glielo chiamo subito-gli disse con lo stesso tono
benevolo che aveva usato per tutto il tempo prima di richiudere la
porta. Scorpius sospirò,scese uno scalino,e si appoggiò al corrimano in ferro
nero che costeggiava i gradini. Inevitabilmente la sua mente ritornò
all'ultimo incontro avuto con suo "padre",alle parole che si erano
detti. "Questa è la tua ultima possibilità,se non torni indietro adesso non
ti cercherò più" Tornare indietro...Rinnegare tutto di sè stesso,tutto ciò
che era successo in quegli ultimi dieci anni...Rinnegare la sua vita con
Albus. Aveva fatto tanti errori e tante cose erano cambiate,soprattutto
nell'ultimo periodo. Ma c'era una cosa di cui era certo:tornare indietro
avrebbe significato annullarsi,sottomettersi alla volontà di suo padre perdendo
completamente coscienza di sè stesso. Aveva fatto scelte difficili per essere
l'uomo che era ora e non intendeva buttare tutto all'aria. La porta si aprì
di nuovo e questa volta sulla soglia apparve lui. Era leggermente dimagrito
nelle ultime settimane,ed il viso era coperto da una barba leggera,ma i capelli
erano selvaggi ed incontrollati come al solito e i suoi occhi,quegli occhi che
sembravano leggergli dentro ogni volta,lo fissavano con aria
sorpresa. -Ciao-gli disse rivolgendogli un leggero sorriso. -Ciao-rispose
Al chiudendosi la porta alle spalle. Per alcuni istanti Scorpius si limitò a
fissarlo,accorgendosi solo in quel momento quanto gli fosse mancato:avrebbe
voluto salire l'ultimo gradino e fare qualcosa di istintivo,di totalmente
impulsivo,abbracciarlo,magari baciarlo...Ma sapeva che avrebbe ottenuto
l'effetto opposto. -Scusa se ti ho disturbato-gli disse,le buone maniere
radicate nel profondo di sè. Al scosse la testa. -Non
preoccuparti...-rispose l'altro. Al biondo bastò guardarlo per capire che era
soltanto una frase di circostanza e,per l'ennesima volta,si maledisse per aver
rovinato tutto. -A cosa devo la tua visita?-gli chiese Albus dopo un lungo
silenzio. Per un attimo Scorpius si chiese se fosse davvero curioso di
saperlo oppure se fosse soltanto ansioso di tornare dai suoi ospiti,ma poi
decise che non gli importava:era venuto il momento della verità. -Speravo che
almeno una volta tornassi a casa per prendere il resto delle tue
cose...-iniziò. -Non ne ho bisogno...Però se vuoi liberartene,puoi sempre
portarle dai miei genitori-lo interruppe prontamente Albus. Scorpius scosse
la testa. -No,non voglio liberarmene. Anzi vorrei che anche il resto della
tua roba tornasse a casa-gli disse abbassando lo sguardo. Sentì forte su di
sè lo sguardo di Al e,dopo pochi istanti,rialzò la testa affondando gli occhi in
quelli dell'uomo. -Voglio che torni a casa...Mi manchi-gli disse sincero come
mai prima. Albus alzò la mano sinistra,affondando le dita nei capelli folti e
allontanò lo sguardo dal suo. Era in imbarazzo?Quel pensiero fece sorridere
Scorpius:se era in imbarazzo per quella piccola confessione,cosa avrebbe fatto
alla fine del suo discorso? -Non posso tornare a casa-gli disse senza
guardarlo. -Lo so. So di avere fatto tante cazzate nell'ultimo
periodo,cominciando dalla storia con Rose e James per finire con Lane. Sono
andato avanti per la mia strada senza fermarmi a riflettere se le mie azioni
potessero avere delle ripercussioni su di te. Sono arrivato al punto da
frugare fra le tue cose e a metterti nella condizione di essere spaventato da
me...E forse per questo non riuscirò mai a farmi perdonare- Gli occhi di
Albus erano di nuovi fissi nei suoi,illuminati da una nuova luce:Scorpius sapeva
che non sarebbe bastato così poco per fargli cambiare idea,ma Albus era
chiaramente intrigato da quella sincerità,così nuova e inconsueta per
lui. Forse era la prima volta,in dieci anni,che si permettava di essere così
sincero con lui. -Quando te ne sei andato Draco Malfoy è venuto a farmi
visita-gli disse,ansioso di condividere quell'incontro con lui. Al aggrottò
la fronte. -Cosa è venuto a fare?-gli domandò con voce
preoccupata. Scorpius ghignò. -E' venuto a dirmi che,ora che la nostra
storia era finita,era disposto a riaccettarmi in famiglia...Magari avrei anche
trovato una ragazza di buona famiglia adatta a me-gli disse. Suo malgrado
Albus sorrise. -Cosa gli hai risposto?-chiese curioso. -Che le ragazze di
buona famiglia non sanno fare un pompino come te-disse ghignando
soddisfatto. Il moro si unì al sorriso e scosse la testa. -Mi è mancato il
tuo sorriso-gli disse sincero. Quasi all'istante,il sorriso sulle labbra di
Al svanì. Scorpius sospirò facendo uscire una piccola nuvola di condensa
bianca e si preparò alla seconda parte del discorso. -Ho capito che non sono
disposto a rinunciare a te. L'ho sempre saputo,ma ora la consapevolezza mi ha
colpito chiara e forte. Da quando te ne sei andato non sono più entrato nella
nostra camera da letto;mi sembra quasi non riconoscerla più. Tu sei l'uomo
che voglio nella mia vita e farò tutto ciò che posso per riaverti
indietro. Io senza di te non funziono:da quando te ne sei andato non ho più
scritto una riga del nuovo manoscritto,la casa è un disastro e anche io senza di
te mi lascio andare. Tu dai un senso alla mia vita...So di non avertelo mai
detto,ma in fondo l'hai sempre saputo-gli disse con voce ferma e
decisa. L'espressione colpita sul volto di Al gli fece capire che non si era
aspettato quel discorso. -Sy che stai dicendo?-gli chiese cercando di dare un
senso alle sue parole. -Se non fosse stato per te io ora sarei come mio
padre,un uomo triste ed arrabbiato con il mondo intero,che spreca la sua vita
tra una storia e l'altra...E fidati so di cosa sto parlando-gli disse seguendo
un pensiero volante. Gli occhi di Albus erano fissi su di lui,poteva quasi
sentirli bruciare sulla sua pelle...Avrebbe fatto qualsiasi cosa perchè quei
bellissimi occhi lo guardassero come un tempo,come avevano fatto in tutti quegli
anni. -Sai come sono fatto,cerco sempre di dimostrare che non ho bisogno di
nessuno,che posso farcela da solo...Così quando te ne sei andato ho provato a
dimenticarti, girando per i locali e scopando con il primo uomo che si mostrava
interessato-gli confessò. -Oh...-gli sentì dire. -Ma alla fine mi
ritrovavo a letto sempre con uomini che erano la tua
fotocopia-concluse. Albus incrociò le braccia al petto,una nuova espressione
dura sul volto. -Ecco perchè sono qui- -Perchè questi tizi non erano bravi
a letto?-domandò il moro in tono aspro. Scorpius aggrottò la fronte,sorpreso
dalle parole e dal tono di voce,prima di scuotere la testa. -No,non è per
questo...Ma che ti prende?-gli chiese accorgendosi del cambiamento avvenuto
nell'altro. Albus scosse la testa e sospirò. -Perchè sei venuto
qui,eh?- Questa volta fu il viso di Scorpius ad atteggiarsi in un'espressione
stupita. -Che vuol dire?Ti ho detto perchè sono venuto
qui!Perchè...- -Perchè non potevi fare a meno di me,giusto?Eppure mi sembra
che non ti è stato tanto difficile trovare della compagnia-gli fece notare
Al. Scorpius aprì leggermente la bocca,sempre più sorpreso. -Stai dicendo
sul serio?-gli chiese. Il moro non si degnò neanche di
rispondergli,portandolo a scuotere la testa. Quella situazione era davvero
assurda! -Devo ricordarti per caso che sei tu quello che vive con un altro da
settimane?-gli fece poi notare. -Io non vivo con nessuno...escluso Lane
ovviamente-rispose Al,con il tono battagliero tipico dei Potter che Scorpius
trovava terribilmente irritante. -Quel Brian te lo sei dimenticato?- Al
restò in silenzio qualche secondo,permettendogli così di calmarsi:perchè la
conversazione aveva preso quella piega? Era andato lì per mostrargli il suo
amore,non per finire di nuovo a litigare con le bacchette puntate uno contro
l'altro. -Non che la cosa ti riguardi,ma io non vivo con Brian...E non ci
sono mai andato a letto- Quelle parole lo portarono ad alzare di nuovo lo
sguardo su Al,trovandolo di nuovo imbarazzato per quella
confessione. Possibile che quella fosse la verità? -E ora vorrei tanto
averlo fatto,così almeno avrei qualcosa da usare,qualcosa che mi metta in pari
con i tuoi tanti amanti!-gli disse chiaramente ferito. Scorpius fece per
salire il gradino che lo separava dal moro,ma Al si addossò alla porta. -Devo
tornare dentro dai miei ospiti-gli disse voltandogli le
spalle. -Aspetta,aspetta un attimo- -Che c'è ancora?-chiese Al restando di
spalle. Scorpius sospirò:adesso o mai più. -Credevo che il mio discorso ci
avrebbe aiutato a risolvere i nostri problemi,ma a quanto pare li ha solo
peggiorati. Forse ora mi odi ancora più di prima,ma non mi importa. Sai
perchè? Perchè io non mi arrendo...Farò tutto ciò che posso per
riaverti. Io...Io ti amo- Ecco lo aveva detto ad alta voce. Quello che
aveva sempre soltanto osato pensare,o ammettere solo con Luke,ora era stato
detto al diretto interessato. Albus si voltò e,in silenzio,lo fissò
scioccato. Scorpius sorrise e annuì. -Ti amo Potter,e magari ultimamente
non sono stato capace di dimostrartelo,ma io sono innamorato di te fin da quando
abbiamo sedici anni. L'ho capito quando sono rimasto tutta la notte accanto
al tuo letto in infermeria dopo che ti eri quasi rotto la testa per colpa di
Lily...-gli confessò,mai così sincero. Al,le guance rosse per l'imbarazzo e
l'emozione,rimase in silenzio,incapace di muoversi o di parlare. -E so che
anche tu ami me... Quindi,anche se dovessi metterci vent'anni per farmi
perdonare non mi interessa,ti rivoglio nella mia vita-concluse portando il viso
pericolosamente vicino a quello di Al. Sarebbe bastato un piccolo ulteriore
movimento e le loro labbra si sarebbero sfiorate:poteva già sentire il calore
del suo respiro,l'odore della sua pelle. I loro occhi si incontrarono e
l'istante dopo Scorpius si allontanò:non avevano più sedici anni ed Albus non
era più il ragazzino confuso che "subisce" le avances del ragazzo più
esperto. Erano adulti e quella non era la cosa giusta da fare...almeno non in
quel momento. Scorpius si allontanò e scese di nuovo il gradino. -Ora sarà
meglio se torni dai tuoi ospiti...Chiedi scusa loro da parte mia per averti
trattenuto così a lungo. E non dimenticare quello che ti ho detto-gli disse
prima di scendere in strada e sorridergli,accennandogli un cenno di
saluto. Man mano che si allontanava,il sorriso di Scorpius si fece più
vivido:non era andato tutto come aveva immaginato,ma non era andata neanche
male.... Forse c'era ancora una speranza.
*Sling:giocattolo erotico
Salve a tutti!!!C'è
nessuno????
Questa volta sono davvero
imperdonabile,lo so,quindi non mi stupirei se vi foste stufati di aspettare i
miei comodi e avete abbandonato la ff.
Innanzitutto BUON
2011!!!!!!!!!!!!!!
Cavolo sn passati 3 anni da
quando ho iniziato a scrivere...E' iniziato tutto da un'idea avuta prima di
addormentarmi,chi l'avrebbe mai detto che sarebbe andata così???
^_^
Allora,veniamo al capitolo(anke
xkè sto diventando melensa e noiosa!):CE L'ABBIAMO FATTA!!!!
Abbiamo cavato di
bocca a Scorpius tre parole che sembravano bloccate lì,impossibili da fare
uscire.HURRAY!!!!
Come avete visto in questo
capitolo ci sono solo Scorpius e Albus;inizialmente c'erano anke le altre
coppie,ma il capitolo ha subito talmente tante modifiche nel corso del tempo che
alla fine sono rimasti solo loro.Ma tranquilli,le altre coppie torneranno tutte
dal prox capirolo.
Ah,dimenticavo:nel prox
capitolo scopriremo anche cosa si sono detti Scorpius e Draco Malfoy(qui ne
abbiamo avuto solo un accenno,e chiedo scusa a tutte quelle che speravano in un
riavvicinamento).
A questo proposito,volevo
ringraziare Vittoria x il suo SUPER-IMMENSO consiglio! <3
Ringrazio tutti coloro che
leggeranno e recensiranno e chiedo scusa x eventuali errori di battitura
e/ortografia.
E ora i ringraziamenti:Sweey(Questa volta ho fatto + tardi
io!ahahaha Cmq...Io l'avevo detto che la Golden Couple avrebbe preso strade
diverse,ma nessuno mi crede!Credo che paradossalmente più delle parole di Ronnie
sia stato l'incontro con suo padre a farlo riflettere sulla sua vita:lo specchio
di sè stesso,ciò che sarebbe diventato se Albus non fosse stato al suo fianco
durante tutti quegli anni),Hale_y(Mhhh ricordati che stiamo parlando di Draco Malfoy...Se vuoi
vedere un Draco buono nelle mie ff devi leggere "Il pagamento di un debito",lì è
davvero buono!Ma solo lì...Nel prox capitolo si scoprirà cosa è successo per
intero,intanto il piccolo spoiler non lascia sperare in bene!Nn lasciarti
ingannare dalle apparenze!Nonostante la grande svolta di questo capitolo,siamo
solo a metà strada:nn si può risolvere tt dicendo "ti amo",lo si deve
dimostrare,soprattutto in questo caso),Luthien241(Grazie x la fiducia!Ti ho
risollevato un pò il morale con questo capitolo,almeno un poco poco?Sai mi hanno
fatto spesso questa domanda e l'unica risposta che riesco a trovare è che il mio
gay radar funziona soltanto con le yaoi!XD),VeroGranger(Grazie x i
complimenti!),Juliets(Ginny ha unito i superpoteri di Supermama con quelli da
strega...C'è da averne quasi paura!Ahaha Anche io amo alla follia One Tree Hill
e fin dalla 1 serie sn innamorata di Nathan ed Haley,quindi quando ho iniziato a
pensare a Ronald e Rebecca il collegamento è stato immediato!^_^),Kikka15(La svolta arriverà tranquilla!E
sarà talmente grande da sconvolgere sia Alice che Luke,mettendoli di fronte ad
una scelta definitiva.Una di quelle svolte x cui sono famosa!Di una madre
abbiamo bisogno tutti,è vero,però Daniel in qst momento è ancora tr ferito per
capirlo,o anche solo concepire l'idea di avere un qualche rapporto con sua
madre;bisognerà aspettare l'evolversi degli eventi...In questo momento,nn so se
te ne sei accorta,Albus nn ha nessun contatto con la propria famiglia,quindi è
un miracolo che abbia deciso di confidarsi con la madre,quasi volesse ricordare
a sè stesso di essere ancora un membro della famiglia Potter;dal canto suo
Scorpius fa quello che può per scacciare il dolore,lo sappiamo che gli uomini
qnd si tratta di queste cose cercano sempre delle scorciatoie o dei modi facili
per dimenticare ed evitare di affrontare la realtà),VictorieBHFS(Concordo con te!PEr me
sarebbe un sogno se realmente Brian fosse uno dei personaggi di HP,ma poi nn
amerei così alla follia Draco Malfoy o Ronald Weasley,avrei occhi solo x
Brian...Uff!E' davvero difficile!Evviva ho trovato qualcuno con la mente malata
come la mia!!!!Credevo di essere sola come la particella di sodio dell'acqua
Lete!XD).
Bene per il momento è tutto,io
vi ringrazio e vi do appuntamento al prox capitolo(Prometto che cercherò di
postare il prima possibile!)...
"I want you,I want you so
bad!"
Baci,Eva
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Capitolo 15 *** Love don't live here anymore ***
love don't live here anymore
"But it's too
late to say you're sorry
How should I
know why should I care"
Harry e Ginevra Potter
non erano mai stati persone che amavano la mondanità e gli eventi
pubblici. Questo lo sapevano
tutti,amici parenti e semplici conoscenti. Ma tutti,sapevano anche che c'era
una cosa che i due non mancavano mai di celebrare:il loro
anniversario di matrimonio. E
quell'anno sarebbe caduto il trentesimo anniversario;come al solito marito e
moglie avevano pensato di
celebrarlo da soli,magari concedendosi una vacanza in un paese
straniero. Sfortunatamente qualcuno non era dello stesso parere:per
l'occasione speciale,Hermione era convinta che dovessero fare le cose in grande almeno per una
volta. -Trent'anni di matrimonio non si festeggiano tanto spesso,specialmente
di questi tempi-aveva detto loro
per convincerli. -Soprattutto se la sposa è mia sorella-aveva commentato Ron
ironico come al suo solito. Ginny aveva guardato il fratello con uno sguardo
di rimprovero,pronta a dirgliene quattro come quando erano ragazzi,ma Hermione si era prontamente
intromessa per evitare che la situazione degenerasse:era assurdo come certe cose restassero sempre le
stesse;nonostante Ginny e Ronald
avessero rispettivamente quarantacinque e quarantasei anni il loro
battibeccare era lo stesso di
quando erano ragazzi. E,come al solito,toccava ad Hermione e ad Harry il
compito di sedare gli animi prima che fosse troppo tardi. Alla fine,anche per allontanare da loro la
pressante insistenza di Hermione,Harry e Ginny avevano accettato:avrebbero dato un grande party per il loro
anniversario,ma erano riusciti a strappare alla donna la promessa che gli unici invitati sarebbero stati i
membri della famiglia. Naturalmente al momento di spedire gli inviti si era
presentato il "problema" Scorpius. -Credi che dovremmo invitarlo?-aveva
chiesto Harry perplesso. -Non essere sciocco!Certo che lo inviteremo!-aveva
ribattuto la moglie senza la minima esitazione. -Non credi che dovremmo almeno discuterne prima?- -Che
c'è da discutere?Quel ragazzo ha vissuto con noi negli ultimi dieci anni,siamo
la cosa più vicina ad una
famiglia che ha...E' quasi un altro figlio per noi-aveva risposto la
donna. -Ma Albus E' nostro figlio,e loro non sono più una coppia. Non
pensi che possa infastidirsi nel trovarlo alla festa per il nostro
anniversario?-le fece notare lui. Ginny lo aveva guardato per qualche istante,un espressione
chiaramente sorpresa sul volto. -Fammi capire:adesso non siamo più padroni di
invitare chi vogliamo alle nostre feste?E' la nostra festa Harry!-gli aveva ricordato. Harry aveva
annuito. -Non fraintendermi,anche io vorrei che Scorpius fosse presente,gli
voglio bene quanto gliene vuoi
tu,e spero sinceramente che i ragazzi ritornino insieme. Però non credi che
la presenza di Scorpius alla festa potrebbe essere interpretata come un
tradimento da nostro figlio?Come
se stessimo prendendo le parti di Scorpius invece che le
sue?- Ginny scosse la
testa. -So che nostro figlio è abbastanza intelligente da capire...Sarebbe
strano il contrario. Anzi peggio sarebbe meschino:abbandonare Scorpius
soltanto perchè lui e Albus si sono lasciati- Per l'ennesima volta,Harry annuì. -Sei consapevole vero
che c'è la possibilità che Al si presenti alla festa con qualcun'altro?-le
domandò poi dopo un lungo
momento di silenzio. Ginny,immersa nei propri pensieri,si morse il labbro
inferiore,per poi annuire a sua volta. -In quel caso Scorpius avrà bisogno di
tutto il nostro appoggio...-si limitò a dire.
Al contrario dei suoi
genitori,Albus non ebbe il minimo dubbio sulla presenza di Scorpius alla
festa. Conosceva i suoi genitori,sapeva quanto volevano bene
a Scorpius e non aveva dubitato neanche per un'istante che
potessero escluderlo da un' "evento" così importante. Ormai faceva parte
della famiglia,avrebbe potuto vederla in quell'ottica,ma sapeva benissimo
che i suoi genitori non si erano ancora arresi alla fine della
loro relazione:erano ancora convinti che una maggiore vicinanza
avrebbe riportato il sereno fra i due ragazzi. Albus imputava quella visione
così romantica dell'amore al rapporto che c'era sempre stato fra
i suoi genitori;nonostante avessero dovuto superare molti
ostacoli prima del matrimonio,una volta sposati,la loro vita di
coppia era stata serena,senza il minimo problema. Quindi erano mentalmente
limitati,almeno da quel punto di vista... Beh,ora avrebbero dovuto scontrarsi
con la realtà:quando aveva ricevuto l' invito alla festa
speditogli dalla zia Hermione,aveva subito chiamato i suoi
genitori per infomarli che sarebbe stato presente,ma che non si
sarebbe presentato da solo. -Vuoi portare con te Lane?-gli aveva chiesto sua
madre cercando di non mostrare troppa curiosità. -Sì,ma non
soltanto lui-si era limitato a rispondere l'uomo. -Ah...- Quello era stato
l'unico commento di sua madre;Albus era certo che avrebbe avuto molto da
dire al riguardo,ma lui era stato abbastanza veloce da
concludere la telefonata prima che la donna potesse riprendersi
dallo stupore. Ironicamente,lo stesso stupore si era dipinto sul volto di
Brian quando lo aveva informato della festa. -Che vuol dire
siamo invitati ad una festa dei tuoi genitori?-gli aveva chiesto,guardandolo
perplesso. Albus aveva sorriso ironico. -Non mi sembra un
concetto tanto difficile da capire...I miei genitori danno una festa per il
loro anniversario di matrimonio e,dato che sono il loro
terzogenito,sono costretto ad andare e tu con me- -Vuoi
portarmi a conoscere la tua famiglia?-gli aveva chiesto l'altro mentre un ghigno
sarcastico si disegnava sulle sue labbra sottili. -Credimi
ne farei a meno volentieri anch'io,ma corro il rischio di essere
disconosciuto. Non credevo fosse un gran problema per te...-aveva poi
aggiunto fermandosi a riflettere sulla reticenza
dell'altro. Magari l'uomo aveva già altri progetti per quel giorno,o più
semplicemente non voleva trovarsi bloccato in qualcosa che ai
suoi occhi aveva l'aspetto di una presentazione ufficiale. -Non sei obbligato
a venire se non vuoi...-si era ritrovato a dire subito dopo,quasi volesse
rimangiarsi le parole appena dette-Ho solo dato per scontato
che volessi esserci anche tu-aveva concluso dandogli le
spalle. Brian si era alzato in piedi e,con quel passo felino che era una sua
caratteristica,gli si era avvicinato in modo da poter stringere
il braccio destro attorno ai fianchi di Al,attirandolo poi
contro di sè. -Mi presenterai come il tuo ragazzo?-gli aveva
chiesto con un filo di ironia nella voce. Al aveva mosso la testa sulla sua
spalla quel tanto che bastava per incontrare il suo sguardo. -No pensavo di
dire a tutti che sei il ragazzo che mi scopo al momento...Che te ne pare come
presentazione?-gli aveva chiesto con la stessa ironia. Brian
gli aveva rivolto uno dei suoi sorrisi a metà,prima di premere le labbra una
contro l'altra. -Decisamente meglio...Del resto è la verità,no?- Albus era
rimasto a fissarlo in silenzio per qualche istante,prima di avvicinare il viso
al suo in modo da sfiorare le labbra di Brian. Già,era la
verità...
Era stato lui a
fare la prima mossa. A cena conclusa,quando il resto del gruppo se ne era
andato,Albus si era avvicinato a Brian ed era rimasto a fissarlo per qualche
istante,senza dire o fare nulla. -Cosa?-gli aveva chiesto alla fine
Brian,esasperato dal suo sguardo. Sempre in silenzio,Albus si era fatto i
pochi passi che ancora lo separavano dall'uomo e lo aveva baciato,una mano ferma
sul petto del moro all'altezza del cuore,quasi volesse controllargli le
pulsazioni. Per un pò Brian lo aveva lasciato fare,non era la prima volta che
si baciavano o che Albus prendeva l'iniziativa;soltanto quando aveva sentito la
mano destra di Al scendere verso il cavallo dei pantaloni e fermarsi sulla fibia
della cinta,Brian si era allontanato dalle labbra dell'altro e lo aveva
fissato. Albus era rimasto immobile,silenzioso,perfettamente a suo agio sotto
quello sguardo indagatore per alcuni istanti prima di tornare a posare le labbra
su quelle di Brian. L'avevano fatto in sala da pranzo,contro il tavolo ancora
occupato dai piatti usati durante la cena. Albus si era lasciato andare
completamente,svuotando la mente da ogni pensiero e concentrandosi soltanto su
di sè,su Brian e sul momento che stavano vivendo. Non poteva concedersi
l'errore di pensare...Altrimenti le parole che stava cercando di sbattere fuori
dalla sua testa sarebbero tornare prepotentemente a farsi sentire. Quella
sera erano stati a letto insieme altre due volte,ed era stato soltanto quando si
erano ritrovati completamente nudi,uno accanto all'altro nel letto,che Brian gli
aveva fatto la domanda che gli aveva visto chiaramente negli occhi nel momento
in cui aveva iniziato a baciarlo. -Perchè?-gli aveva chiesto. Fingendo una
non-curanza che non provava affatto,Al si era preso il tempo per accendersi una
sigaretta ed aspirare la prima boccata di fumo prima di
rispondere. Perchè? -Non sembrava darti tanto fastidio fino a cinque
minuti fa-gli aveva risposto. -Non sia mai detto che Brian Kinney si tiri
indietro quando c'è l'opportunità di scopare-aveva commentato l'altro rubandogli
la sigaretta dalle dita. Al si era lasciato scappare un sorriso e si era
voltato su un fianco,osservandolo mentre tirava alcune boccate dalla sigaretta
che gli aveva appena rubato. -Proprio non vuoi dirmelo?-gli aveva chiesto
ancora. Albus aveva sospirato. -Cosa c'è da dire?Mi andava di scoparti e
l'ho fatto. Tutto qui-aveva risposto cercando di non usare il tono
sbagliato. Stranamente Brian si era accontentato di quella risposta:aveva
finito la sigaretta e poi si era voltato dall'altra parte addormentandosi nel
giro di pochi minuti. Era stato allora,quando si era ritrovato da solo con i
suoi pensieri,che Albus aveva dovuto fare i conti con sè
stesso. Perchè? Perchè era andato a letto con Brian? Era quasi
inevitabile che succedesse prima o poi ma perchè proprio quella sera? Perchè
scopare con un altro la sera in cui riusciva ad ottenere quello che aveva sempre
desiderato. Rigirandosi nel letto si era ritrovato a sospirare. Gli aveva
detto che lo amava...Si era presentato lì per dirgli che senza di lui non
riusciva a dare un senso alla sua vita e che lo amava. Aveva aspettato dieci
anni per sentirgli dire quelle parole...Dieci anni. Durante tutti gli anni
passati insieme,aveva sempre immaginato l'effetto che avrebbe avuto su di lui
sentire quelle parole:la sensazione di sentirsi completo,di aver trovato il
proprio posto nel mondo semplicemente grazie ad una persona. Invece,quando
finalmente gliele aveva sentite pronunciare,non aveva provato altro che
rabbia. Lo amava ma questo non gli aveva impedito di fare un figlio con
Rose. Lo amava ma nonostante dieci anni di vita insieme sentiva ancora il
bisogno di sbandierare la loro storia davanti ai Malfoy soltanto per farli
incazzare. Lo amava ma non riusciva a capire i suoi bisogni,le sue
necessità. Lo amava ma non appena era stato libero era andato in giro per
locali pronto a scoparsi il primo culo che gli passava davanti,senza neanche
provare a combattere,senza cercare di rimediare a quello che era successo...Si
era arreso. Lo amava...ma questo non gli aveva impedito di fare sesso con lui
in quel modo,quasi fosse una violenza,per dimostrargli la sua
supremazia. Dov'era tutto quest'amore? Era per questo che era andato a
letto con Brian? Per via del suo orgoglio ferito?In parte. Una parte di sè
voleva dimostare all'ex che anche lui era capace di scopare in giro senza farsi
tanti problemi,senza farsi troppe domande. Ed una piccola,minuscola parte di
sè voleva convincersi che quello era un nuovo inizio:il vero inizio della sua
vita senza Scorpius. Aveva chiuso gli occhi e nella mente erano risuonate le
parole che Scorpius gli aveva detto la sera in cui se ne era andato di
casa. "Se ora ti dicessi che ti amo cambierebbe qualcosa?" E per la prima
volta,anche se non aveva mai pensato fosse possibile,si ritrovò a dover dar
ragione a Scorpius. No,non cambiava proprio niente...
-Lily sei pronta?- La rossa arrivò in salotto
con due scarpe distinte nelle mani;le gemelle erano già ai piedi. -Quale è
meglio?-gli aveva chiesto restando a distanza in modo che lui potesse vedere
bene le scarpe. Daniel restò in osservazione per alcuni istanti:una scarpa
era nera,con dei piccoli strass lucenti sulla punta e con il tacco a
spillo;l'altra era rosa,con un tacco decisamente inferiore ed un fiocco sulla
punta. -Sei davvero sicura di voler indossare i tacchi?Ultimamente ti lamenti
anche delle ballerine-le disse pratico come al solito. Da sempre abituata ad
indossare scarpe con tacchi quasi vertiginosi,a causa della gravidanza Lily
aveva dovuto rinunciare a questo "piacere" visto che si sentiva goffa e con la
costante paura di inciampare e cadere. Sbuffando sonoramente,Lily si lasciò
cadere su una poltrona poco distante e si tolse la scarpa nera dal piede
destro. -Senza tacchi mi sento una nana!Il giorno che potrò indossare di
nuovo scarpe con il tacco sarà un giorno felice-commentò. Daniel accennò un
sorriso e scosse la testa,chiaramente divertito.
-Potresti allacciarmi gli ultimi bottoni?-gli
chiese ancora Lily rivolgendogli la schiena e scostando i capelli per
facilitargli il compito. Man mano che chiudeva i bottoni,Daniel osservò come
il vestito rosso si adattava alle curve formose della moglie;aveva sempre amato
il corpo piccolo e minuto di Lily,ma non si vergognava ad ammettere che
apprezzava i cambiamenti che erano avvenuti grazie alla gravidanza:fin da subito
il seno era diventato più florido,i fianchi più rotondi,e la pancia era stata
ben visibile fin dal terzo mese di gravidanza. Dopo aver chiuso l'ultimo
bottone,Daniel lasciò scorrere le braccia attorno ai fianchi di Lily,attirandola
contro di sè,posando una mano sul pancione. -Come sta il mio ometto?E' pronto
per la grande festa?-chiese poggiando il mento sulla spalla sinistra. Non
sapevano ancora il sesso del bambino,ma Daniel era convinto che sarebbe stato un
maschio. Il sorriso soffiato di Lily arrivò alle sue orecchie,ma gli bastò
sentire la tensione che attraversava i muscoli della schiena per capire che cosa
preoccupava sua moglie. -Vedrai andrà tutto bene..Sono sicuro che non appena
ti vedrà Al ti chiederà scusa per quello che è successo l'ultima volta che vi
siete visti. E poi ovviamente passerete tutto il resto della festa a
recuperare il tempo perso dimenticandovi completamente di tutti noi e del motivo
per cui siete lì- Ancora una volta Lily sorrise leggermente. -Lo credi
davvero?-gli domandò timorosa. Era evidente che non volesse riporre troppe
speranze in quelle parole. Quella lontananza prolungata da Albus era qualcosa
di innaturale per lei:sentiva la mancanza del fratello in modo quasi fisico,ma
per colpa dell'orgoglio tipicamente Weasley non avrebbe mai fatto il primo
passo,specialmente visto come era andata l'ultima volta che era andata da
lui. Quando aveva saputo del diverbio fra i due fratelli,il primo pensiero di
Daniel era stato trovare un modo per riportare la pace,ma la moglie gli aveva
proibito categoricamente di intromettersi:era troppo arrabbiata per il
comportamento e gli atteggiamenti sbagliati di Al per pensare di fare pace ed
era profondamente convinta che dovesse essere Albus a scusarsi. Però con il
passare delle settimane era diventato evidente che l'uomo non avrebbe chiamato e
forse proprio questa mancanza di sollecitazione,questo disinteresse verso quella
che era la sua migliore amica,la sua confidente più intima,aveva portato Daniel
a provare un pò di rancore verso il cognato. Rancore che provava ogni volta
che affrontavano quell'argomento,anche di sfuggita,ogni volta che gli occhi di
Lily si adombravano di tristezza per quel fratello che sembrava averla messa da
parte. -Ne sono sicuro-le disse cercando di infondere nella propria voce più
sicurezza di quanto non ne provasse in realtà. Ma in fondo avrebbe fatto
qualsiasi cosa per veder sorridere sua moglie,per ripagarla in qualche modo di
tutto l'appoggio che gli aveva dato in quelle ultime settimane.
Daniel osservò il
palazzo grigio di fronte a sè. Non era la prima volta che passeggiava per la
King's Road,e aveva visto più volte quel palazzo,ma non aveva mai pensato che
all'interno ci fosse un centro di recupero per alcolisti. Proprio lì!In quel
quartiere così elegante! Era rimasto davvero sorpreso quando quella
donna,quella Nigella,gli aveva dato quell'indirizzo:era a pochi passi dal "Now
& Forever". La donna,oltre l'indirizzo,gli aveva fissato una data,un
giorno in cui Judith avrebbe fatto il suo grande discorso davanti ai suoi amici
alcolisti. Judith... Non riusciva a chiamarla in nessun'altro
modo. Quella donna non rappresentava nulla per lui,era un'estranea,per quale
accidenti di ragione era lì? Perchè aveva bisogno di risposte. Quando
aveva parlato con suo padre della sua decisione di partecipare
all'incontro,l'uomo lo aveva fissato per un lungo istante,prima di cacciare un
lungo respiro. -Non condivido la tua scelta,ma posso capire i motivi che ti
spingono ad incontrarla-gli aveva detto poi. Era stato tutto quello che aveva
detto sull'argomento. Del resto non c'era molto da dire:suo padre sapeva che
per anni si era posto delle domande,aveva fatto supposizioni,e non si sarebbe
fatto scappare la possibilità di avere delle vere risposte. -Sei pronto?-gli
domandò Lily alla sua sinistra. Doveva riconoscerlo:sua moglie era
eccezionale. Era consapevole che si sentisse fuori luogo,a disagio in quella
situazione così diversa dalla vita familiare che aveva vissuto,ma era lì,accanto
a lui. Gli era rimasta sempre accanto pronta a confortarlo,ad aiutarlo a
dissipare i suoi dubbi, riuscendo a mettere da parte i propri. Voltò la testa
verso di lei e annuì. Uno di fianco all'altra salirono i pochi gradini che li
separavano dall'entrata e,con un gesto cavalleresco,Daniel aprì la porta a Lily
facendosi poi da parte per farla entrare. Per un attimo Daniel pensò di
essere stato trasportato in uno studio dentistico,tanta era la professionalità
ed austerità che traspariva anche solo dalla reception. Le pareti erano
bianco guscio d'uovo,senza quadri o cartelloni pubblicitari che mostrassero il
lavoro che veniva svolto nella struttura. Tre divani neri senza schienale
erano addossati ad una delle quattro pareti e davano l'impressione di essere
molto scomodi. Piazzata nel centro,proprio di fronte alla porta,c'era una
piccola postazione con computer,telefono e tutto ciò che sarebbe risultato utile
alla donna seduta dietro la scrivania che in quel momento era impegnata a
digitare qualcosa sui tasti del computer. Al suono dei passi alzò lo
sguardo,producendosi subito in un sorriso quando li vide a pochi metri da
sè. -Salve benvenuti alla clinica Margaret Thatcher.Come posso
aiutarvi?-domandò loro,guardando ora l'uno ora l'altra. Margaret
Thatcher?Cos'era la versione britannica della clinica Betty Ford? Lily guardò
la donna incredula,cercando di non far trasparire lo stupore che le sue parole
le provocavano dal suo sguardo. -Siamo qui per prendere parte ad un
meeting. Siamo stati contattati da Nigella Folks-le spiegò Daniel. Era
evidente che volesse mettere in chiaro il prima possibile che non erano lì per
problemi legati all'alcool o ad un altro tipo di dipendenza. La donna sorrise
nuovamente e Lily si chiese come facesse a sorridere in quel modo,senza muovere
realmente nessun muscolo facciale. Dopo un piccolo cenno di assenso,la videro
alzare la cornetta del telefono,che a quanto sembrava era anche interfono,e
restare in silenzio. -Nigella c'è Mr...- -Thomas-si affrettò a sussurrare
Dan. -Thomas per te-ripetè la donna- Dopo qualche secondo di silenzio,la
videro annuire nuovamente,prima di riagganciare la cornetta. -Vi sta
aspettando. Proseguite per il corridoio sulla destra fino alla stanza numero
316-spiegò loro continuando a sorridere in quel modo tutto
particolare. Daniel annuì,neanche fosse tornato un bambino di cinque anni,e
dopo averla ringraziata si mossero verso il corridoio che era stato indicato
loro.
-Questo posto mi mette
i brividi-commentò a mezza bocca Lily. Dan annuì,senza aggiungere
altro. Era la stessa sensazione che provava anche lui,e avrebbe volentieri
voltato le spalle a tutto tornandosene a casa,ma sapeva che sarebbero tornati a
cercarlo. Scappare non aveva senso... Di fronte alla stanza 316 si
fermarono e,dopo essersi lanciati uno sguardo,Daniel bussò alla porta,aprendola
l'attimo dopo. L'attenzione di una decina di persone,riunite in gruppo a poca
distanza da una grande finestra, si concentrò su di loro nello stesso
istante. Leggermente imbarazzati,Daniel e Lily entrarono in quella
stanza,cercando di non dare peso all'attenzione di quegli estranei,la mano di
Daniel stretta saldamente in quella della moglie. Dan si guardò
attorno,cercando l'unico volto conosciuto,quello che li aveva "trascinati" qui
quel giorno e finalmente,la vide avanzare verso di loro,distaccandosi dal resto
del gruppo. -Benvenuti-disse loro,fermandosi a qualche passo di
distanza-Grazie per aver accettato l'invito. La riunione comincerà fra pochi
minuti,nel frattempo posso offrirvi un caffè?-chiese in tono affabile. Lily
scosse la testa,seguita pochi secondi dopo dal marito. Sentiva su di sè lo
sguardo curioso di quegli estranei e la cosa la infastidiva:era certa che
sapessero chi fosse,che sapessero del passato di Daniel e questo la irritava
ancora di più. Chi erano quelle persone per giudicare?Se fossero stati
perfetti,a loro volta non si sarebbero trovati lì,in un centro di recupero per
alcolisti! Daniel la guidò verso una delle tante sedie vuote e,quasi seguendo
il suo esempio,tutti gli altri presenti nella stanza inziarono a muoversi verso
le sedie. Era ora di dare inizio alla seduta... Fu allora che Daniel vide
sua madre. Era stata tutto il tempo insieme agli altri,nel piccolo gruppetto
che li aveva scrutati fin dal loro arrivo,ma soltanto ora aveva la piena
consapevolezza che quell' "estranea" era sua madre. Solo quando l'aveva vista
distaccarsi dal gruppo e restare in piedi. Incontrando il suo sguardo,Daniel
si affrettò ad allontanare il proprio,neanche fosse un bambino colto a fare
qualcosa di sbagliato. Nigella si alzò in piedi,portandosi dietro un piccolo
leggio sistemato nel centro,in modo da essere visibile da tutte le sedie,e
sorrise. -Bentrovati. Come sapete oggi è un giorno speciale. Oggi
festeggiamo i successi dei nostri compagni. Conosciamo la storia di ognuno di
loro,il percorso fatto per arrivare qui e le difficoltà che hanno dovuto
affrontare. Siamo una famiglia-disse regalando al gruppo un sorriso,mentre le
sue parole venivano accolte da mugolii d'apprezzamento e uno sporadico
applauso. Daniel sospirò,già sinceramente pentito di trovarsi lì,e si chiese
quanto tempo ancora sarebbe dovuta durare quella sceneggiata. -Senza
ulteriori attese lascio la parola al primo dei vostri compagni-disse facendo un
cenno ad un nuovo calvo e muscoloso. Questi si alzò e si portò dietro il
leggio e,dopo aver preso un respiro profondo,informò il gruppo di chiamarsi
Ryan,di essere sobrio da quasi quattro mesi e soprattutto di essere molto grato
per aver avuto una seconda opportunità. A causa dell'alcolismo l'uomo aveva
perso la fidanzata,il lavoro e per un lungo periodo si era ritrovato a vivere
per la strada visto che tutti i suoi amici lo avevano abbandonato;ma ora
fortunatamente tutto stava tornando alla normalità. -Certo,che importa se ha
perso tutto ciò che aveva di importante nella vita?-mormorò Daniel,incurante
della possibilità che altre persone potessero sentirlo. Lily lo zittì e posò
una mano sulle sue,proprio nel momento in cui Ryan si congedava dagli altri e
lasciava il suo posto ad una donna dai corti capelli biondi. -Ciao a tutti
sono Judith e sono un alcolista-disse questa con voce moderata. Daniel prese
un respiro profondo,sinceramente sollevato della presenza di Lily al suo fianco
che gli impediva di compiere gesti azzardati. Dal canto suo,Lily stava
osservando attentamente la donna di fronte a loro:sua madre le aveva detto che
un tempo quella era un'attrice famosa e molto bella...Eppure a guardarla adesso
Lily non l'avrebbe mai immaginato. La donna di fronte a loro era in
sovrappeso,aveva il viso leggermente gonfio per via dell'alcool e alcune rughe
si erano formate agli angoli della bocca e degli occhi. Osservò attentamente
quel volto alla ricerca di possibili somiglianze con Daniel e si sorprese quando
si accorse che avevano lo stesso naso e lo stesso taglio degli occhi;per qualche
assurda ragione era rimasta scettica fino a quel momento,quasi si trovassero
davvero di fronte un'estranea. -Sono sobria da sei mesi-stava intanto dicendo
la donna-Sono stata un'alcolista per più di vent'anni. Ho cominciato a bere a
causa della fine del mio matrimonio...dicevo a me stessa che un bicchiere dopo
cena non mi avrebbe fatto male. Poi però i bicchieri sono aumentati,avevo
iniziato a mischiare la vodka con il succo d'arancia per la colazione e il rum
nella Cola che bevevo a pranzo. Alla fine la mia giornata era un susseguirsi
di drink-commentò. Daniel la vide sospirare e si chiese per l'ennesima volta
per quale motivo dovesse essere lì,in mezzo a quegli estranei ad ascoltare tutta
quella storia:quella donna aveva forse dimenticato nel suo delirio alcolico che
anche lui era presente?Che l'aveva vissuta sulla sua pelle? -Ho
figlio,sapete?-disse rivolta al gruppo di persone davanti a sè-Quando ho
iniziato a bere lui non aveva neanche due anni. Anche se mi vergogno ad
ammetterlo è stato anche a causa sua se ho iniziato a bere...Era stato per lui
se io e suo padre ci eravamo sposati e quindi nella mia infelicità lo incolpavo
di quello che stava succedendo...Sono anche arrivata a pensare che la mia vita
sarebbe stata migliore se lui non fosse mai nato- Quelle parole lo ferirono
come una coltellata in pieno petto. Aveva rinunciato da anni alla presenza di
una figura materna nella sua via,ma sentirsi incolpare per i fallimenti di
quella donna era troppo:ma per quale cazzo di motivo era lì? -Ho sentito
abbastanza!-disse inaspettatamente Lily alzandosi in piedi. Daniel si
riscosse dai suoi pensieri e alzò lo sguardo sulla moglie che ricambiò
velocemente lo sguardo prima di voltarsi per prendere il cappotto sulla sedia
accanto alla sua. Nel subbuglio di emozioni che stava provando,Daniel ne
sentì distintamente una predominare sulle altre:gratitudine. Sua moglie aveva
compreso senza bisogno di parole quello che stava provando e aveva preso in mano
le redini della situazione. -C'è qualche problema?-domandò la voce pacata di
Nigella,attrirando l'attenzione di tutto il gruppo su di loro. -Oh nessun
problema,ce ne stiamo andando-rispose Lily alla donna,mentre Daniel si alzava in
piedi. -Posso chiedervi perchè?- Era decisamente la domanda
sbagliata,visto che fece esplodere la rabbia che covava in Lily. -Crede che
resterei un minuto di più a sentire quella donna mentre incolpa mio marito per i
suoi problemi?-gli domandò con voce affilata. -Non è questo che ho
detto...-s'intromise Judith. -Ah no?Ha appena ammesso di aver desiderato che
lui non fosse mai nato! Come si permette?- -Lily-disse Dan cercando di
calmarla. -Ha la minima idea di quello che lui ha passato per colpa
sua?Dell'impatto che la sua assenza ha avuto su di lui?-chiese rivolta alla
donna dietro il leggio. Poi portò il suo sguardo su Nigella. -La prima
cosa che avrebbe dovuto dirgli sarebbero dovute essere parole di scuse per tutti
gli anni di abbandono,per il mefreghismo che ha dimostrato verso di lui,invece è
stata capace di peggiorare le cose. E' per questo che ci ha fatto venire qui
oggi?-domandò allo sponsor. -Oguno affronta la riabilitazione in modo
diverso...- -Lei mi ha promesso che me ne sarei potuto andare in qualsiasi
momento-disse Daniel,parlando per la prima volta,ricordando alla donna la sua
promessa-Non c'è niente che mi trattenga qui-aggiunse. Era evidente che
Nigella volesse dire qualcos'altro per convincere i due a restare,ma era
vincolata dalla sua stessa promessa,quindi fu costretta ad annuire. Daniel
annuì a sua volta e,preceduto da Lily,uscì dalla propria fila dirigendosi verso
l'uscita della sala. Sentiva su di sè lo sguardo di tutti i presenti,compreso
quello più pressante di Judith,ma non aveva nessun'intenzione di voltarsi o di
aggiungere un'altra parola sull'argomento. Quel capitolo della sua vita era
definitivamente finito. Per sempre.
Tutti i membri della famiglia Weasley-Potter
si erano riversati a Privet Drive. Unici assenti,Percy e la sua
famiglia. I primi ad arrivare erano stati,ovviamente,Ron ed Hermione con la
piccola Eliza per poter dare una mano ai due "festeggiati" con gli ultimi
preparativi;poi in rapida successione erano arrivati George e Luna,Ronald e
Rebecca con i bambini ed il resto della famiglia. Con non poche difficoltà i
due erano riuscit a controllare le manie di grandezza di Hermione che,altrimenti
avrebbe trasformato una festa di famiglia in un party hollywoodiano. -Credi
che gli ospiti hanno abbastanza cibo?-chiese Hermione guardando con sguardo
apprensivo il tavolo del buffet. -Herm vuoi calmarti?Va tutto alla perfezione
e poi gli ospiti,come li chiami tu,è la nostra famiglia;se dovesse mancare
qualcosa ce lo direbbero-le disse Ginny sorridendole benevola. -E se non
dicessero nulla per la troppa educazione?-le domandò ancora. Ginny
ridacchiò. -Stiamo parlando dei maschi Weasley...Quando manca il cibo non li
ferma neanche l'educazione-commentò ridacchiando. Hermione sospirò,cercando
di seguire il consiglio dell'amica e iniziare a rilassarsi. Dal canto suo
Ginny,era preoccupata:da un momento all'altro aspettava l'arrivo di Albus e non
sapeva davvero cosa aspettarsi. Scorpius era stato uno dei primi ad
arrivare,portando con sè un mazzo di gigli bianchi e una bottiglia del migliore
Whisky incendiario per i Potter,mescolandosi poi agli altri invitati. Era
certa che almeno Ronald,e quindi Rebecca, fosse a conoscenza della rottura fra
Scorpius e Albus,ma molti avevano avuto dei sospetti quando avevano visto il
biondo presentarsi da solo. Per quanto lo riguardava,Scorpius stava cercando
in tutti i modi di rendersi il più anonimo possibile,di non attirare troppo l'
attenzione degli altri evitando così domande indiscrete e inutili. Nello
stesso istante in cui Albus fosse apparso sulla porta tutti le illazioni e le
supposizioni si sarebbero scatenate,quindi per il momento Scorpius voleva
soltanto godersi la quiete prima della tempesta. -Ehi Scorpius!-si sentì
chiamare. Si voltò e vide James venire verso di lui,un bicchiere di vino
nella mano sinistra. -James!Anche tu qui?Che piacevole coincidenza!-disse
ironico il biondo,strappando un sorriso all'altro. -Che fai qui tutto
solo?Dov'è la tua dolce metà?Non l'ho ancora visto in giro-domandò prima di
portare il bicchiere alle labbra. -Ah ecco...Arriverà più tardi-disse
semplicemente. In fondo era vero,anche se non sapeva quando e con chi si
sarebbe presentato. Aveva un buon presentimento dopo il loro ultimo
incontro:gli aveva dichiarato i suoi sentimenti e gli aveva detto che era pronto
a lottare,ora poteva soltanto aspettare la reazione di Al. Toccava a lui fare
il primo passo questa volta. -Dov'è Rose?-domandò per sviare il discorso da
sè stesso. James voltò leggermente la testa alla sua sinistra e gli indicò un
puto lontano nella stanza dove,insieme ad Emy e Alice,Rose chiacchierava
allegramente. La gravidanza era soltanto all'inizio ma Rose non stava facendo
nulla per cercare di nasconderla,anzi la mostrava orgogliosa. -Sembra
felice-commnetò il biondo,cercando di nascondere il risentimento che
provava. Quella felicità gli era costata cara... -Lo è.Lo siamo. E
dobbiamo tutto a te e ad Albus-disse il moro poggiandogli la mano libera sulla
spalla destra,in un tentativo incerto di mostrargli la sua
gratitudine. Scorpius annuì senza parlare e bevve tutto d'un fiato il
contenuto del suo bicchiere. -Scusami,ma ho bisogno di fare
rifornimento...-gli disse poi alzando il bicchiere vuoto. Dopodichè si
diresse verso il bancone dove erano sistemati tutti gli alcolici e si versò
un'abbondante dose di brandy. -Ehi straniero,come va?-si sentì
apostrofare. Senza voltarsi,si portò di nuovo il bicchiere alle labbra e
bevve un sorso primadi decidersi a rispondere. -Andrebbe meglio se tutti
smettessero di chiedermi come sto-disse poi voltandosi verso Ronnie. Il rosso
annuì. -Ok,messaggio ricevuto.Eravamo solo preoccupati per te...-gli
disse. -Non c'è motivo...Nessuno ancora sa cosa è successo fra me e tuo
fratello e voglio godermi questa tranquillità finchè lui non si farà
vivo- Ancora una volta Ronald annuì,concorde con l'uomo. -Piuttosto,hai
avuto tempo di pensare alla mia proposta?-gli domandò. -Quella assurda
proposta di farti da testimone di nozze?-chiese il biondo di
rimando. -Precisamente- Scorpius accennò un ghigno. -Beh,per quanto
possa sembrare assurdo,visto tutto quello che sta succedendo,ho deciso che
accetterò la tua proposta...Qualcuno deve pur controllare che tu arrivi
all'altare sano e salvo-commentò ironico. Ronald sorrise e lo abbracciò
cercando allo stesso tempo di mostrargli il suo affetto e la sua gratitudine e
di non sembrare troppo smielato. Scorpius era ancora stretto nell'abbraccio
di Ronnie quando si accorse che qualcosa era cambiato;l'atmosfera era
diversa,leggermente tesa,e ancor prima di sciogliersi dall'abbraccio di Ronnie
seppe cosa stava per succedere. La tempesta era arrivata. Ma ciò che vide
non era paragonabile a quello che si era aspettato...
Albus era lì,intento a salutare i propri
genitori;alla sua destra c'era Lane quel piccolo stronzetto che aveva causato
loro non pochi problemi...e accanto a lui c'era lui. La mosca
fastidiosa. Al lo stava presentando proprio in quel momento ai
Potter,apparente senza curarsi degli sguardi attenti e curiosi che erano
concentrati su di lui. Come aveva potuto portarlo lì?Perchè aveva scelto
proprio quel giorno così importante per presentare quella mosca fastidiosa ai
suoi genitori? Voleva umiliarlo davanti a tutti,ecco perchè. Sentiva
accanto a sè la presenza di Ronald,ma il rosso capì che era meglio restare in
silenzio e,senza dire nulla,lo lasciò da solo. Dall'altra parte della
stanza,Albus cercava di controllare il battito impazzito del suo cuore e di non
curarsi minimamente degli sguardi di tutta la famiglia su di sè,su Brian e su
Hunter. Era qualcosa che aveva messo in preventivo quando aveva deciso di
portare i due uomini alla festa. -Piacere di conoscerti Brian-stava dicendo
sua madre,cercando di svolgere al meglio il suo ruolo di padrona di casa
nonostante l'evidente sorpresa. -Piacere mio,signora Potter...Suo figlio mi
ha parlato molto di lei-disse in tono cortese e quasi seducente Brian. Albus
accennò un lieve sorriso,ma lo bloccò prima che fosse visibile a tutti:non aveva
detto una sola parola a Brian sui suoi genitori,era quasi un miracolo se li
aveva nominati qualche volta di sfuggita. Superata la fase dei convenevoli
Albus guidò gli altri due verso il buffet,dove vennero intercettati da
Rose. -Al!Finalmente sei arrivato!-disse la donna sporgendosi verso di lui
per posargli un bacio su entrambe le guance. Era la prima volta che
incontrava Rose da quella famosa colazione di...quanto tempo era passato?Un
mese?Due? Non se ne ricordava neanche più. Vederla così felice,raggiante
per qualcosa che gli aveva rovinato la vita,gli fece assumere un'atteggiamento
distaccato,quasi si trovasse al cospetto di un estranea. -Ciao Rose-la
salutò. -Cielo!E' una vita che non ti vedo...Perchè tu e Scorpius non siete
venuti alla colazione del mese scorso?-gli domandò,continuando a tenere una mano
sulla sua spalla sinistra,ignorando bellamente Brian e Lane. -Non posso
parlare per Scorpius,ma io avevo altri impegni-rispose. Rose aggrottò le
sopracciglia e il moro vide chiaramente che stava per iniziare il tipico
interrogatorio Weasley,ma fortunatamente Brian arrivò a salvarlo. Incurante
di trovarsi in mezzo a molta gente,si avvicinò a Scorpius e gli passò un braccio
attorno alla vita,attirandolo contro di sè,quasi a volerne rivendicare il
possesso. -Non ci hanno ancora presentati,io sono Brian...Un amico di
Alby-disse senza il minimo imbarazzo. Le sopracciglia di Rose si inarcuarono
in un'espressione sorpresa a quelle parole,ma accennò lo stesso un
sorriso. -Salve... Io sono Rose,la cognata di Albus-disse calcando la voce
sull'ultima parola. -Tu sei quella che è rimasta fregata e ha dovuto sposarsi
a sedici anni?-le domandò Brian,con lo stesso sorriso sornione che aveva rivolto
a Ginny. Rose scosse la testa,chiaramente contraria al commento appena fatto
dall'uomo. -No,quella è Rebecca...Lei è sposata con l'altro gemello-rispose
brevemente. -Rose è mia cugina-spiegò Al guardando il moro. Bria la fissò
per qualche secondo prima di annuire. -Ah...Ho capito-disse-Ho bisogno di un
drink,ne vuoi uno anche tu?-domandò poi tornando a guardare Albus. Il moro
annuì. -Lane che accidenti ci fai ancora qui?Forza mescolati alla
folla,magari se sei fortunato trovi anche qualche ragazza da rimorchiare-disse
ancora Brian al ragazzo che fino a quel momento era rimasto in silenzio accanto
a loro. Albus sorrise divertito e tornò ad incontrare lo sguardo di
Rose. -E lui chi è?-gli domandò la donna. -E' Brian-rispose semplicemente
Al. -E' il nuovo giocattolo di Albus-disse una voce alle loro
spalle. Entrambi si voltarono e videro Lily a pochi passi di distanza da
loro,uno sguardo di rimprovero negli occhi che la faceva assomigliare
terribilmente alla madre. -Ciao Lily-la salutò l'uomo. -E' tutto quello
che hai da dire?-domandò la donna,chiaramente alla ricerca della lite. -C'è
un modo diverso per iniziare una conversazione?-le chiese lui di
rimando. Lily si avvicinò ai due e puntò lo sguardo sul fratello. -Non ti
vedo da due mesi e tutto quello che sai dire è "Ciao Lily"?-lo bacchettò la
rossa. Cosa si aspettava da lui?Cosa TUTTI si aspettavano da lui?Dovevano
essere grati del fatto che fosse lì! -Ti trovo bene-le disse evitando di
rispondere alla sua provocazione. -Che ci fa lui qui?-chiese ancora
Lily. -Tu lo conosci?-le domandò Rose. -L'ho visto solo una volta,ma non è
stato un incontro piacevole-commentò acida la donna. -Visto come ti sei
comportata mi sembra strano che sia tu a lamentarti-ribattè secco Albus. Lily
lo guardò scioccata. Albus sospirò e decise che era inutile rimandare ancora
a lungo:era ora di getare la bomba e osservare i danni che avrebbe
creato. -Comunque lui è qui perchè,come hai appena detto tu,è il mio nuovo
giocattolo-rispose. Entrambe le donne lo fissarono incredule. -Non dici
sul serio..-disse Rose. Al annuì. -E Scorpius?- -Fra noi è finita un
paio di mesi fa...Ora ognuno va per la sua strada-commentò ancora il
moro. -Ma che cazzo stai dicendo?-si lasciò scappare Lily chiaramente
confusa. Non riconosceva l'uomo che aveva davanti:non era suo fratello;quello
non era l'amico che le era stato accanto tutta la vita. Quello era
un'estraneo... -Devo farti i disegnini per farti capire?-domandò leggermente
seccato Albus. Si voltò alla ricerca di Brian e del drink che gli aveva
promesso,e si irrigidì quando lo vide parlare con Scorpius. Doveva andare a
controllare che tutto fosse a posto... Senza aggiungere altro lasciò le due
donne e si diresse verso l'angolo più lontano della stanza dove Scorpius e Brian
erano uno di fronte all'altro. -Che fine ha fatto il mio drink?-domandò
rivolto a Brian. L'uomo lo guardò e un lieve sorriso gli incurvò le labbra
sottili. -Ehi Alby!Ero diretto albancone degli alcolici quando ho intravisto
una figura che sembrava familiare,poi mi sono ricordato dove l'avevo visto:è su
tutti quei libri che Mike mi ha regalato nella speranza che li leggessi-disse
tornando a fissare il biondo. Albus restò in silenzio consapevole che la
risposta sbagliata avrebbe scatenato il putiferio. -Peccato non averli qui
con me...Avrei approfittato per farmi fare l'autografo-aggiunse ancora
l'altro. -Mi dispiace non faccio autografi alle puttane...E' una mia
politica-rispose Scorpius in tono gelido. Brian incassò la battuta con un
sorriso acido. -Nah in fondo non è che ci tenessi poi tanto...Non li ho
neanche letti:sai sono convinto che i libri scritti dai padri di famiglia sono
terribilmente noiosi- Scorpius lo fulminò con lo sguardo e Al lo vide
stringere la presa attorno al bicchiere. -Ho fame!-disse poi rivolto ad Albus
prima di allontanarsi. Al incontrò lo sguardo di Scorpius e ancora una volta
sentì mozzarglisi il fiato:gli occhi di ghiaccio lanciavano scintille di rabbia
eppure lui non riusciva a trovare niente di più eccitante di quel
volto. Perchè continuava a cadere vittima del fascino del biondo? Senza
dire niente,vigliaccamente,gli voltò le spalle e si allontanò dal salotto dove
gran parte della famiglia era concentrata. Si fermò in corridoio,la schiena
poggiata contro la parete e chiuse gli occhi,strofinandoli con due dita. Per
quale cazzo di motivo aveva accettato di andare a quella festa? In confronto
era piacevole anche l'idea di essere disconosciuto! Ripensò a Lily,al modo in
cui lo aveva attaccato senza neanche cercare di capire i motivi che si celavano
dietro quella scelta,al modo in cui aveva parlato di Brian neanche fosse il
diavolo in persona arrivato per corrompere la sua anima innocente. Perchè
tutti si sentivano in diritto di giudicare? Non avevano la minima idea di
cosa stava passando lui...Erano solo bravi ad accusarlo e a commiserare il
"povero" Scorpius! Pochi attimi dopo e seppe di non essere più solo. -Non
hai idea di quanto vorrei prenderti a pugni in questo momento- Al riaprì gli
occhi e lentamente portò lo sguardo su Scorpius. Fermo a pochi metri da
lui,le mani ancora strette a pugni,l'uomo lo fissava con lo stesso sguardo
rabbioso che pochi minuti prima aveva indirizzato a Brian. -Lo so-disse non
sapendo come altro rispondere. Prima di dire qualsiasi altra cosa,Scorpius
aprì la porta dello studio di suo padre e vi si infilò dentro,invitandolo
silenziosamente a seguirlo. Silenzioso quanto lui,Albus lo seguì. -Come
cazzo ti è venuto in mente di presentarti qui con quel coglione?Non hai pensato
alla figura che avremmo fatto entrambi?-gli domandò dopo aver richiuso la
porta. -E' questo che ti preoccupa?Il fatto di aver fatto una figura di merda
davanti agli altri?-gli domadò ben sapendo che lo avrebbe fatto
incazzare. -In parte sì!-ammise sincero-Ma come ragioni?Nessuno qui sa che ci
siamo lasciati e tu ti presenti con il tuo boy-toy?- -Avrei dovuto far finta
di niente come stavi facendo tu?-gli chiese di rimando. Scorpius lo fissò per
qualche istante. -Perchè lo hai portato qui?-gli domandò ancora. AL
sospirò. -E' il mio boy-toy...come hai detto tu-si limitò a
rispondere. -Un boy toy non te lo porti alle feste di famiglia!Te lo scopi e
basta!Quindi perchè è qui?-insistette l'altro. -NON LO SO,VA
BENE?- -Stronzate!-ribattè con la stessa veemenza Scorpius. I due si
fissarono per qualche istante nella stanza silenziosa,poi fu ancora una volta
Scorpius a parlare. -Ammettilo che lo hai fatto per sbattermi in faccia che
le cose sono cambiate-gli disse a mezza voce. -E ti serviva trovartelo qui
per capirlo?Credevo fosse ovvio fin da quando me ne ero andato di casa-commentò
l'altro acido. Improvvisamente si sentì afferrare per la camicia e sbattere
contro il muro;Scorpius era contro di lui,e lo bloccava con il proprio
corpo. -Brutto figlio di....Come ti permetti? Come puoi farmi questo dopo
quello che ti ho detto?-gli domandò rabbioso. Al lo spintonò lontano da sè
mentre la stessa rabbia iniziava ad animare anche lui. -Cosa avrei dovuto
fare?Tornare strisciando a te ed implorarmi di perdonarmi? Non sono io
quello in torto!- -Sbaglio o sei tu quello che si sta scopando un
altro?-rimarcò Scorpius. -Non faccio niente che tu non abbia già fatto!-gli
ricordò. -Io non ho mai scopato con lo stesso uomo,eccetto
te-precisò. -Che onore!-disse sarcastico il moro. Ancora una volta scese
il silenzio,mentre i due uomini cercavano di raffreddare gli animi. -Lo
ami?-gli chiese Scorpius,dopo un lungo momento. Non era veramente interessato
alla risposta,sapeva che quella era una domanda davvero pericolosa,ma non aveva
potuto frenarsi. Albus lo guardò di sfuggita prima di lasciarsi andare ad un
sospiro...Dopo tutti gli anni di via in comune,la sincerità gliela
doveva. -No- Senza accorgersene,Scorpius chiuse gli occhi,sollevato da
quella sola parola. -Io ci ho provato,credimi ce la sto mettendo tutta per
innamorarmi di lui,ma non ci riesco-gli disse ancora. -Perchè?-chiese
Scorpius,il fiato bloccato nel petto. Al fece un sorriso amaro. -Perchè
nonostante tutto quello che è successo,sono ancora innamorato di
te-ammise. Scorpius fece un passo verso di lui,ma Albus scosse la
testa. -E in questo momento è l'ultima cosa che vorrei,perchè sono talmente
arrabbiato con te che preferirei passare il resto della mia vita fingendo di
amare lui piuttosto che stare con te-gli disse con voce improvvisamente
triste-Come cazzo hai potuto avere un figlio con Rose?Eh? Sono talmente
incazzato con te che vorrei picchiarti ogni volta che ci vediamo,cercando di
combattere la parte di me che vorrebbe saltarti addosso-gli confessò. Non era
la prima volta che affrontavano quell'argomento,ma mai come quella volta Albus
si era mostrato così vulnerabile. Così sperduto... -Al...- -Mi hai
detto che mi ami. E io non ho sentito niente...Ho sempre immaginato che
sentirtelo dire sarebbe stato il giorno più bello della mia vita,ma non ho
provato niente. Del resto non cambia niente...Tu mi ami,io ti amo ma non
possiamo stare insieme lo stesso-concluse. Scorpius lo fissò incapace di
ribattere...Ma del resto cosa avrebbe potuto dirgli? Ormai le parole non
servivano più a nulla. Se veramente teneva ad Albus ed era intenzionato a
riprenderselo, avrebbe dovuto dimostrarglielo.
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Capitolo 16 *** Il più fragile ***
Il più fragile
-Si
è mai visto un matrimonio dove sia la sposa che le damigelle sono in avanzato
stato di gravidanza?-
Lily
accennò un sorriso e lanciò uno sguardo alla cognata,in piedi sul piedistallo di
fronte allo specchio.
-Credo
sia successa la stessa cosa al matrimonio della zia Luna.
Lei
era incinta di Edward,anche se nessuno lo sapeva,mamma era incinta di Ronnie e
James e la zia Herm aspettava Rose.
Quindi
rilassati…Non è la prima volta-rispose la rossa con voce
serena.
Rebecca
accennò a sua volta un sorriso e si voltò verso l’amica,le dita di una mano che
sfioravano il tessuto leggero del vestito bianco.
-Beh?Che
te ne pare?-le domandò incerta.
Il
sorriso sul volto di Lily si fece più luminoso,lo sguardo fisso
sull’amica.
-Sei
bellissima…-disse semplicemente.
-Davvero?Non
sembro un’enorme meringa?-le domandò ansiosa.
Lily
rise e scosse la testa.
-Come
ti viene in mente?Certo che no!Sei fantastica!Guarda tu stessa…-le disse
indicandole lo specchio.
Rebecca
sospirò e tornò a fissare la propria immagine riflessa: l’immagine che lo
specchio le rimandava era confortante.
Aveva
temuto quel momento per tutta la mattina,arrivando quasi a contare i minuti che
mancavano a quell’appuntamento così spaventoso eppure così
importante.
La
prova finale del vestito da sposa.
Ronald
aveva cercato di rassicurarla,dicendole che sarebbe stata splendida come
sempre,che non aveva nulla di cui preoccuparsi,ma tutto quello che la sua mente
riusciva a immaginare era un’immensa palla di neve luccicante con braccia e
gambe.
Arrivata
al sesto mese di gravidanza,Rebecca Paciock Potter si sentiva enorme come se
tutto il suo corpo fosse stato invaso da una creatura
aliena.
Era
certa che questo bambino sarebbe stato più grande sia di Lowell che di
Charlotte,poteva già sentire la difficoltà con cui si muoveva dentro di
lei,cercando di farsi un po’ di posto nelle sue costole o nella
schiena.
Essere
incinta non era mai stato un problema per lei,aveva amato ogni momento delle due
precedenti gravidanze,ma questa volta non vedeva l’ora che questo bambino
nascesse o la smettesse di muoversi in continuazione.
C’era
una sola cosa che lo calmava:la voce ed il tocco di
Ronald.
In
un modo che rendeva Ronnie pieno d’orgoglio il loro bambino era capace di
riconoscere il suono della voce dell’uomo smettendo di muoversi quasi fosse
all’ascolto e,ogni volta che Ronald le accarezzava la pancia o semplicemente le
posava una mano sul ventre,il bambino tirava un calcio per rendere partecipe il
papà della sua presenza e poi si tranquillizzava…Almeno finchè la mano di Ronnie
era sulla pancia.
-Allora?Qual’è
il verdetto?-le domandò Lily strappandola dai suoi
pensieri.
Rebecca
storse leggermente le labbra chiuse in quella che era la sua caratteristica
espressione pensosa e si disse che,tutto sommato, poteva andare anche
peggio.
-Sì…Credo
che possa andare-si limitò a dire.
Lily
rise e scosse la testa.
-Ormai
quello che è fatto è fatto.
Ti
sposi fra una settimana e non c’è più tempo per ulteriori cambiamenti-le
ricordò.
-Per
te è facile!Sei soltanto la damigella d’onore…Tutti gli occhi saranno puntati
sull’enorme sposa incinta-le fece notare Rebecca scendendo dal piedistallo e
fermandosi a pochi passi da lei.
La
risata di Lily si fece più forte,lasciandola con le lacrime agli
occhi.
Rebecca
la fissò con uno sguardo fermo,uno degli sguardi che usava spesso con Charlotte
quando la bambina si comportava male,e aspettò che l’amica smettesse di
ridere.
-Ok,posso
essere sincera?-le chiese la rossa.
-Se
proprio non puoi farne a meno…-
-Penso
che questo vestito ti stia benissimo e,ammettiamolo,è un grande passo avanti dal
tuo primo vestito da sposa…Se così possiamo chiamarlo.
Credo
che quello che stai facendo sia bellissimo e incredibilmente romantico,quindi mi
stupisce che dietro tutto ciò ci sia quel cavernicolo di mio fratello-disse
ricevendo un sorriso divertito da parte di Rebecca-Ma tutto quello che gli
invitati penseranno quando sabato sarai lì,sull’altare non sarà “Quel vestito la
fa davvero enorme” o “Non sarebbe stato meglio aspettare qualche altro mese e
tornare in forma prima di sposarsi?”…Penseranno al buffet,a quanto è noiosa la
cerimonia…E che non hanno mai visto una sposa più raggiante ed innamorata di
te-le disse concludendo quel lungo e sconclusionato
monologo.
Rebecca
restò in silenzio per alcuni istanti prima di sorridere e andare verso Lily con
le braccia aperte,stringendola in un abbraccio,o quasi,a causa dei due pancioni
prominenti.
-Grazie-
Lily
le passò una mano sulla schiena e si staccò
dall’abbraccio.
-Ok,ora
che ne dici di cambiarti così possiamo andarcene a
pranzo?-
Un’infinita
fila di minuscoli bottoni bianchi,un taxi e quaranta minuti dopo,le due amiche
erano sedute ad un tavolo dei più rinomati ristoranti del mondo
babbano.
Dopo
aver ordinato e in attesa dei loro drink,le due donne si concessero un momento
di silenzio,godendosi gli inaspettati rabbi di sole in quella mattina di
dicembre.
-Sei
davvero convinta di voler risposare mio fratello?-
Rebecca
riaprì gli occhi e sorrise incontrando l’espressione fintamente scettica
dell’altra.
-Non
trovi sia un po’ tardi per tirarsi indietro?Ho appena provato il vestito da
sposa…-le fece notare la mora.
-Che
importa?Potresti sempre tirarti indietro se volessi…Magari puoi scappare il
giorno prima del matrimonio come la zia Luna!-continuò l’altra,chiaramente
divertita da quello scambio di battute.
Rebecca
rise e scosse la testa.
-Credo
che mi atterrò al piano originale,ma grazie per la proposta-rispose
ridacchiando.
Lily
alzò le spalle e bevve un sorso dal proprio bicchiere,prima di tornare a fissare
l’altra donna:Rebecca la conosceva abbastanza da sapere che non aveva ancora
finito.
-Forza,dì
quello che devi dire!-le disse,prendendo a sua volta il
bicchiere.
-Ok…Ma
mi stupisce che dopo dieci anni passati con quell’essere di mio
fratello,conoscendo tutti i suoi vizi e difetti,e non venirmi a dire che non ne
ha,tu decida di ripetere i voti quando la maggior parte dei nostri coetanei
divorzia o si sposa ora per la prima volta-le disse.
Rebecca
sorrise.
Lily
aveva ragione:Ronald non era perfetto,aveva come tutti i suoi difetti,e alle
volte il suo carettere le faceva davvero perdere la pazienza,ma…ma ormai non
riusciva più ad immaginare la propria vita senza lui al suo
fianco.
-Ok
lascia che ti dica come io vedo tuo fratello.
Per
me Ronnie è il ragazzo che ha creato il deserto nel mezzo della torre
d’Astronomia per il nostro primo appuntamento,o che una volta saputo dell’arrivo
di Lowell non ha esitato un’attimo a starmi vicino,nonostante fosse spaventato
come e più di me.
Lo
sapevi che ha pianto quando ha visto Lowell per la prima volta?-le domandò con
un sorriso.
Lily
scosse la testa.
Rebecca
annuì e sorrise ancora di più al ricordo.
-Ha
fatto lo stesso con Charlotte,e sono sicura che farà lo stesso con questo
bambino.
-E’
un padre eccezionale,nonostante il lavoro lo porti lontano da casa troppo
spesso,e questo bambino lo adora senza neanche averlo visto,comincio quasi ad
essere gelosa!-commentò ironica.
Lily
sorrise.
-Se
dieci anni fa mi avessero detto che questa sarebbe stata la mia vita non ci
avrei creduto:avevo intenzione di viaggiare,di studiare Cura delle Creature
Magiche,di godermi la vita almeno fino a quando non avessi compiuto
trent’anni…Eppure non rimpiango neanche un’istante di questi dieci anni,perché
Ronnie ha reso ogni istante,anche quelli più noiosi,quelli che non vale la pena
di ricordare,degni di essere vissuti.
E’
vero,ha anche i suoi lati negativi:certe volte davvero non sopporto quando vuole
fare l’amico di Lowell invece di comportarsi come suo padre,o quando si
indispettisce per una sciocchezza,ma in dieci anni di vita insieme non è passato
un giorno senza che mi sentissi protetta o amata-concluse con voce
serena.
Lily
la fissò per un’istante prima di sospirare.
-Cavolo
fai sembrare mio fratello una persona normale…-commentò,prima di voltarsi verso
il cameriere che si era fermato al loro tavolo con le loro
ordinazioni.
Per
alcuni minuti restarono in silenzio,entrambe impegnate a mangiare il proprio
pranzo,ma Rebecca sapeva che presto Lily avrebbe rotto il silenzio e avrebbe
finalmente parlato dell’argomento che cercava di evitare dall’inizio della
mattina.
E
la rossa non la deluse.
-Hai
notizie di mio fratello?-le domandò,lo sguardo fisso sulla propria
bistecca,quasi volesse farle credere che era stato qualcun altro,un completo
estraneo a farle quella domanda.
Non
ebbe bisogno di chiederle di quale fratello stesse
parlando.
-So
che Ronnie lo ha sentito per telefono un paio di giorni fa…Sai per l’addio al
celibato…-disse alzando per un breve istante lo sguardo sul volt della
rossa.
Lily
annuì,chiaramente insoddisfatta,ma troppo orgogliosa per fare altre
domande.
Negli
ultimi due mesi,dopo la festa per l’anniversario dei Potter, parlare di Albus
era diventato quasi un territorio minato,un argomento tabù che cercavano di
evitare il più possibile.
Rebecca
sapeva che i due fratelli avevano avuto una piccola discussione alla festa e che
Al se ne era andato poco dopo,seguito dai suoi accompagnatori,facendo quasi
perdere le sue tracce per le settimane successive.
Per
la donna quel comportamento era inspiegabile:cosa spingeva un uomo così
attaccato alla famiglia come Albus a tagliare i ponti con tutti i
fratelli?
Inizialmente
aveva creduto che fosse una reazione alla rottura fra lui e Scorpius,ma si era
dovuta ricredere quando aveva visto che Scorpius aveva continuato a mantenere i
rapporti con tutti loro,nonostante non facesse più parte della
famiglia.
Nessuno
sapeva il motivo per cui i due uomini avevano deciso di separarsi dopo dieci
anni;la loro rottura era avvolta nel massimo riservo.
E
l’unico che poteva far luce,continuava a evitare le loro
chiamate.
-So
che inizialmente aveva qualche remora ad accettare per paura di dover assistere
ad uno spogliarello,ma Ronnie l’ha rassicurato e così ha accettato di
partecipare-aggiunse Rebecca.
Lily
si lasciò scappare un sbuffo ironico:come se non avesse mai visto lei o Hermione
nude prima d’ora!
-Sta
ancora con quello lì?-domandò ancora,cercando di mostrarsi completamente
disinteressata.
Rebecca
annuì.
Lily
raddrizzò le spalle e sospirò rumorosamente dal naso.
-Lily…-
-No!Ne
abbiamo già parlato,sai come la penso-la fermò la rossa con voce
dura.
-E’
tuo fratello!E’ il tuo migliore amico e confidente fin da quando eravate
bambini…-tentò lo stesso Rebecca.
-Questo
non gli ha impedito di tagliarmi fuori dalla sua vita,di escludermi neanche
avessi commesso chissà quale colpa!-ribattè Lily in un’impeto di
rabbia.
Rebecca
la vide chiudere gli occhi,la forchetta ancora stretta fra le dita della mano
destra,e respirare profondamente.
-Sai
cosa mi fa più rabbia?E’ che nonostante tutto,io continuo a chiedermi se è colpa
mia,se avrei potuto fare qualcosa,se le cose sarebbero andate diversamente
se…-disse incapace di finire il proprio pensiero.
L’altra
donna restò in silenzio,consapevole che niente di quello che avrebbe detto
avrebbe avuto effetto sull’amica e aspettò a lungo prima di incontrare di nuovo
gli occhi di Lily.
-Allora,abbiamo
progetti per il tuo addio al nubilato?-le domandò la
rossa.
Era
ferita,arrabbiata e delusa,ma non avrebbe permesso ad Albus di rovinarle quella
giornata o i preparativi del matrimonio.
Non
valeva più la pena stare male per lui.
Nello
stesso istante,in uno Starbuck a Chelsea,Albus era seduto ad un tavolino con
Melanie.
Era
ormai diventato un’incontro settimanale in cui i due amici si incontravano per
pranzo o anche soltanto per un caffè e si aggiornavano su quello che era
successo loro durante la settimana.
Albus
si guardò intorno,osservando gli altri comuni avventori del bar e sorrise:era un
soleggiato pomeriggio di dicembre e per la prima volta da mesi,Albus Potter si
sentiva sereno.
-Cos’hai
da sorridere dolcezza?-gli domandò Melanie,osservandolo
curiosa.
Al
portò lo sguardo su di lei e alzò le spalle.
-Niente.Sono
solo felice…-disse sincero.
Melanie
si lasciò andare ad un sorriso malizioso e sollevò la propria tazza di
caffè.
-A
quanto pare questa notte qualcuno ha avuto multipli orgasmi…-commentò prima di
prendere un sorso dalla propria tazza.
Al
rise divertito,stranamente per nulla imbarazzato,e la imitò bevendo un sorso del
proprio cappuccino.
Un
tempo anche il minimo accenno alla sua vita sessuale lo avrebbe fatto andare in
autocombustione,ma ormai era talmente abituato a battutine,frecciatine
sarcastiche o anche a semplici constatazioni che non si scandalizzava più per
nulla.
La
sua vita era davvero cambiata.
E
la cosa che lo stupiva maggiormente era il fatto che,se fino a due mesi prima
continuava a sperare in un cambiamento,in qualcosa che riportasse tutto a
com’era originariamente,ora stava iniziando ad apprezzare a godere la sua nuova
vita senza il minimo rimpianto.
-Cosa
c’è,sei gelosa?Se vuoi posso prestarti Brian per una notte-la stuzzicò
ironico.
La
donna scosse la testa.
-Fidati
sono pienamente soddisfatta senza bisogno del tuo,e soprattutto dell’aiuto di
Brian.
Comunque
non che mi interessi,ma come vanno le cose fra voi due?-aggiunse poi fissando lo
sguardo sul viso dell’uomo.
-Se
non ti interessa allora perché lo chiedi?-fece l’altro chiaramente
divertito.
La
donna si limitò a lanciargli uno sguardo fermo e Al capì che era venuto il
momento di smetterla con le frecciatine.
-Ok,impicciona
che non sei altro!Diciamo che le cose fra me e Brian vanno bene…Non mi
azzarderei a dire che siamo una coppietta felice,conoscendo Brian,però posso
dirti che stiamo bene insieme-le disse.
In
quei mesi Brian era diventato letteralmente la sua ancora di salvezza;Albus
sapeva di aver riposto sull’uomo molte aspettative e che tante volte si era
trovato a rivolgersi a lui anche per il più piccolo
problema.
Sinceramente
si era aspettato che l’uomo lo mandasse a quel paese molto,molto tempo fa,eppure
Brian non sembrava infastidito per quel continuo bisogno di
vicinanza.
-Quindi
si sta comportando bene con te?Voglio dire…-chiese la
donna.
-So
cosa vuoi dire e sì,per quanto ne so,ha smesso di girare per locali e scopare
con il primo ragazzo che gli si presenta davanti-rispose l’altro
interrompendola.
-Wow!Devi
essere davvero una bomba a letto se Brian Kinney ha smesso di scopare in
giro…-commentò Melanie chiaramente divertita dalla
conversazione.
Albus
rise,chiaramente divertito,prima di darle un leggero pugno sulla spalla
destra.
-Ma
cos’è oggi tutto questo interesse per la mia vita sessuale?Hai deciso di passare
all’altra sponda?-le domandò lui ridendo.
La
donna fece per rispondere,ma qualcuno inaspettatamente si avvicinò al tavolo
facendo ombra su di loro e portando entrambi ad alzare la
testa.
-Albus…-
Daniel.
Proprio
quando aveva smesso di prestare attenzione il passato faceva di nuovo capolino
nella sua vita.
Il
moro restò immobile,un’espressione indefinibile sul volto,osservando l’amico che
non vedeva da mesi e che ora era lì fermo davanti a lui quasi come un fantasma
sbucato dal passato.
-Daniel…Ciao…Che
ci fai qui?-disse leggermente in imbarazzo.
Albus
lo vide sorridere,leggermente divertito,prima di muovere la tazza di cartone da
una mano all’altra.
-E’
uno Starbuck Al…-disse come se quella semplice frase potesse spiegare
tutto.
Daniel
era uno dei suoi migliori amici,suo cognato,eppure ora per la prima volta Al si
sentiva in imbarazzo in sua presenza.
Sentendo
la presenza di Melanie accanto a sé,Albus si riscosse dal suo torpore e posò lo
sguardo sull’amica.
-Scusate
che cafone…Dan questa è Melanie Markus,Melanie lui è Daniel Thomas-disse facendo
le presentazioni.
Melanie
tese la mano all’uomo che la strinse senza distogliere lo sguardo dal
moro.
-Hai
un minuto?-gli chiese,passando la tazza bollente da una mano
all’altra.
-Veramente
noi stavamo per andare…-disse cercando di sfuggire
all’inevitabile.
-Al
per favore-disse l’altro con tono risoluto.
Albus
premette le labbra una contro l’altra e si strofinò la fronte con le dita,non
sapendo cosa fare.
-Tesoro,io
devo fare una telefonata importante…Ti aspetto fuori ok?-disse Melanie,decidendo
per lui ed alzandosi in piedi iniziando a raccogliere tutte le sue
cose.
Albus
la osservò salutare ancora una volta Dan prima di avviarsi verso l’uscita del
bar;quando tornò a posare lo sguardo su Daniel,lo trovò già seduto di fronte a
sé.
Cosa
doveva fare ora?Dan si aspettava che fosse lui ad iniziare il
discorso?
Prese
un sorso dal proprio bicchiere e accennò un sorriso verso
l’altro.
-Allora?Come
ti vanno le cose?-tentò,consapevole che quello non era il modo migliore per
affrontare la situazione.
Infatti
Dan aggrottò la fronte,fissandolo incredulo.
-Come
va?Vuoi sapere davvero come va?Vediamo...Le cose al lavoro vanno abbastanza
bene,i Cannoni stanno giocando una stagione fantastica,grazie soprattutto a tuo
fratello,e per la prima volta in quasi undici anni ho incontrato mia madre…Ah e
mia moglie,tua sorella è in piena crisi ormonale per colpa della gravidanza e
sembra più pazza del solito…Ma questo è anche colpa tua-gli chiese avvicinandosi
leggermente a lui sul tavolo.
Albus
abbassò leggermente la testa cercando di rifuggire al suo
sguardo.
-No
in effetti avrei preferito non saperlo…Hai davvero rincontrato tua
madre?-ammise,chiedendo subito dopo,sorpreso dalla novità,cercando allo stesso
tempodi assimilare la valanga di informazioni che gli erano state scaricate
addosso.
Daniel
si limitò ad annuire,senza aggiungere nulla.
Per
alcuni istanti cadde il silenzio,nessuno dei due capace di trovare un modo per
iniziare la conversazione in un modo che non fosse offensivo o la portasse ad
interrompersi ancora prima di iniziare.
-Siamo
amici,vero?-si sentì chiedere improvvisamente Al.
Alzò
lo sguardo e lo fissò scettico.
-Voglio
dire io e te siamo amici?Prima di Lily c’era la nostra amicizia…-disse ancora
Dan cercando di spiegarsi meglio.
-E’
così infatti-lo rassicurò Albus.
-Allora
spiegami perché non sei venuto da me…Perché quando le cose con Scorpius hanno
cominciato ad andare male perché non sei venuto a cercarmi?Avrei potuto
aiutarti!-gli disse,lasciando trasparire leggermente la propria
irritazione.
Al
sospirò e abbassò la testa,posando lo sguardo sul
tavolino.
-E’
complicato…-si limitò a dire.
-Mi
reputo una persona abbastanza intelligente in grado di sbrogliare questo
casino-gli disse con voce serena e il lieve accenno di un sorriso-Cosa è
successo?Ti sei innamorato di un altro uomo?-gli chiese facendo un
tentativo.
Al
scosse la testa.
-No…Magari
fosse così semplice.
Se
avessi perso la testa per un altro uomo,almeno io e Sy ci saremmo lasciati con
la nostra dose di odio e rancore,ma almeno ci sarebbero rimasti i ricordi…così
invece…così invece non è rimasto più niente-disse sinceramente
amareggiato.
Daniel
aggrottò la fronte,confuso,restando in silenzio finchè Albus non incontrò il suo
sguardo.
-Che
vuoi?-gli chiese per esortarlo a continuare.
Albus
fissò lo sguardo sul piano del tavolino fra di loro e restò in silenzio ancora
qualche istante,riflettendo sulle proprie emozioni,rispolverando sentimenti che
aveva deciso di mettere a tacere definitivamente mesi prima per evitare di
soffrire.
-Hai
presente quando ti accorgi di amare qualcuno per la prima volta?-gli chiese
senza chiaramente aspettarsi una risposta-Quando l’amore è all’inizio e ti dici
che faresti di tutto per farlo crescere,per farlo andare avanti…per
proteggerlo.
E’allora
che inizi a fare delle rinunce:cominci a mettere da parte dei piccoli,minuscoli
pezzi di te,perché sai che se vuoi stare in quella relazione devi rinunciare a
qualcosa e poi ti dici che l’altra persona farà lo stesso per
te.
-Ma
poi ti accorgi che non è così;ti accorgi che sei l’unico che sta cambiando,che
sta trasformando sé stesso per il bene della coppia,per quell’amore a cui
credevi tanto e per cui avresti fatto di tutto,anche rinunciare a tutto ciò che
per te era importante.
-Però
continui a dirti che va bene,che tu ami quella persona,che quelle rinunce sono
niente in confronto a quello che ottieni dal vostro
rapporto…
Finchè
un giorno ti svegli e ti accorgi che tutti quegli anni sono passati invano,e che
tutte le rinunce ed i cambiamenti sono stati inutili-concluse riscuotendosi e
portando lo sguardo di nuovo sull’amico.
Daniel
lo osservò attentamente,cercando il significato nascosto fra le sue
parole,finchè il moro non sospirò e non incontrò di nuovo il suo
sguardo.
-Scorpius
sta per avere un figlio-confessò.
A
quelle parole Daniel strabuzzò gli
occhi dalla sorpresa:doveva sicuramente aver capito male.
Era
impossibile dopo tutti gli anni di lotte da parte di Albus per creare una
famiglia,e fermi rifiuti da parte del biondo,che le parti si fossero ribaltate e
che fosse Scorpius ora a giocare la parte del paparino
felice.
-Come
scusa?-gli chiese scettico Dan.
-Ti
prego non farmelo ripetere,non hai idea di quanto sia difficile per me anche
solo dirlo ad altra voce…-gli disse sincero.
-Ma
sei sicuro?-domandò ancora non riuscendo a trattenersi.
Albus
non rispose,limitandosi a lanciargli uno sguardo di fuoco.
-Ok
ok scusa-rispose subito l’altro-E’ solo che mi riesce impossibile da
credere:Scorpius è andato a letto con una donna?-gli
domandò.
-Cosa?NO!Come
ti viene in mente?-gli chiese Al scuotendo la testa
vigoromente.
Daniel
non riuscì a trattenersi dal ridere prima di lanciargli un’occhiata leggermente
divertita.
-Andiamo
Al,lo sai anche tu che è un requisito fondamentale per avere un figlio-gli disse
prendendolo in giro.
Albus
sospirò leggermente frustrato e si strofinò la fronte con le dita di una mano
prima di parlare di nuovo.
-E’
complicato te l’ho detto:Scorpius ha soltanto dato lo sperma,ma non sarà il
padre del bambino…A lui queste cose non interessano-commentò leggermente
acido.
Daniel
annuì,evitando di commentare il tono
di Albus.
-Chi
è la donna?-domandò curioso Daniel.
Capì
però che non avrebbe ottenuto nessuna risposta quando vide Albus scuotere la
testa e bere un sorso dalla sua tazza di caffè.
-E’
soltanto per questo che vi siete lasciati quindi?-
-Non
ti sembra abbastanza?-gli domandò Al,sarcastico-Ho passato dieci anni della mia
vita a sentirmi dire che noi non avremmo mai avuto figli,che lui non adatto a
fare il padre,che dovevamo accontentarci di quello che avevamo…E poi è bastato
che lei gli chiedesse un po’ di sperma-disse alzando leggermente la voce e
facendo voltare le persone ai tavoli vicini-e improvvisamente ha deciso di
essere padre!-
Daniel
lo osservò in silenzio,fissando la lotta interiore che Albus fece con sé stesso
per cercare di recuperare un equilibrio anche precario.
-La
verità è che non voleva avere figli con me…Se ci fossero stati dei figli di
mezzo sarebbe stato più difficile per lui se avessimo deciso di lasciarci,sai
con tutte le stronzate dell’onore che essere un Malfoy si porta dietro,così
invece non c’era nessun legame da rompere…Ho dovuto soltanto chiudere la porta
di casa e andarmene-commentò triste.
Dan
restò in silenzio un altro istante,prima di parlare di
nuovo.
-E’
per questo che ti sei affezionato a quel ragazzo?-gli domandò cominciando a
capire il ruolo che quell’adolescente aveva nella vita di
Albus.
Il
moro annuì.
-Lane
è arrivato nel momento giusto:lui aveva bisogno di me ed io di lui…Ormai si può
dire che siamo una famiglia,alquanto bizzarra lo ammetto,ma una
famiglia-commentò con un leggero sorriso.
-Che
mi dici di quel Brian,invece?-chiese ancora curioso.
Questa
volta Albus alzò le spalle,prima di lasciarsi andare ad un lungo
sospiro.
-Brian
è la mia cura contro la solitudine.
Ogni
volta che i pensieri tornano ad assalirmi lui è lì,pronto a farmi dimenticare
tutto-
Nonostante
non gli fosse chiara la natura del rapporto fra i due uomini,Daniel
annuì.
-Ora
capisco perché ti sei allontanato da noi…-si limitò a
dire.
Albus
si lasciò andare contro lo schienale della sedia e fissò
l’amico.
-La
situazione è davvero complicata Dan…So che può sembrare stupido,ma mi sono
tradito;proprio quando io vedevo svanire per sempre il mio sogno,tutti,da
Rebecca a Lily hanno scoperto di aspettare un bambino e per me è stato
impossibile da accettare...Lo è tutt’ora-ammise.
-Hai
ragione è stupido-confermò l’uomo,ricevendo un’occhiataccia dall’altro-Però
posso capirlo.
So
quanto era importante per te avere una famiglia,e posso giustificare il fatto
che tu ti sia sentito “messo da parte”.
Ma
noi siamo la tua famiglia Albus.Non avresti dovuto escluderci così…Perché non ci
hai detto prima cosa ti stava passando per la testa?-gli
domandò.
Albus
premette le labbra una contro l’altra,consapevole di aver agito in maniera
sbagliata,ma allo stesso tempo di aver fatto la scelta
giusta.
-La
situazione è davvero complicata Daniel…-si limitò a
ripetere.
Dan
annuì e prese un respiro profondo,lasciando che il silenzio cadesse fra di loro
dopo tante parole.
-Come
sta Lily?-domandò Albus,rompendo per primo il silenzio.
Daniel
sorrise leggermente al solo sentire il nome della moglie.
-E’
ingrassata dall’ultima volta che l’hai vista-disse continuando a sorridere-Ogni
giorno si ripromette che starà attenta,che non cederà alle voglie del bambino,ma
puntualmente ogni volta cede e per me poi è uno spasso sentirla lamentarsi dei
vestiti che non le stanno più-confessò sincero.
-E’
davvero così grassa?-chiese curioso.
-Enorme…Ogni
notte mi ruba tutto lo spazio nel letto per riuscire a trovare una posizione che
sia minimamente confortevole,però per me è perfetta-ammise
sincero.
Albus
sorrise,felice per la sorella.
Osservò
Daniel allungarsi sulla sedia e prendere il portafogli dalla tasca dei
pantaloni,aprirlo e tirar fuori un quadrato che spinse verso di lui sul
tavolo.
Albus
allungò lo sguardo e,nello stesso istante in cui i suoi occhi si posarono sulla
foto,sentì le lacrime annebbiargli la vista.
-Ti
presento il tuo nipotino-sentì dire da Daniel.
Albus
osservò la foto animata:era nebulosa e verde come tante istantanee tratte da
ecografie che aveva visto prima d’ora,ma per lui era qualcosa di
meraviglioso;riusciva a vedere la curva della testa muoversi lentamente,le gambe
unite una accanto all’altra,e soltanto per quei pochi tratti si innamorò di quel
bambino,come gli era successo in passato con Lowell e con
Charlotte.
-E’
un maschio?-chiese eccitato,rialzando lo sguardo
sull’amico.
Daniel
annuì,riprendendo la foto.
-Io
l’ho sempre saputo,ma abbiamo avuto la conferma all’ultima
visita-
Albus
rise e si strofinò due dita sull’occhio destro,cercando di scacciare quelle
lacrime fastidiose.
-Lily
sente terribilmente la tua mancanza-disse Dan,attirando nuovamente su di sé lo
sguardo dell’altro-Cerca di mascherarlo con la rabbia,però la conosco abbastanza
da poter dire che le manchi.
Avete
sempre condiviso ogni più piccola esperienza insieme fin da quando eravate
bambini,e adesso che si trova ad affrontare questa gravidanza senza di te si
sente sperduta-
Anche
lui sentiva la sua mancanza.
-Inoltre
è arrabbiata con te perché crede che tu l’abbia sostituita con i tuoi nuovi
amici-continuò Daniel.
Albus
aggrottò la fronte.
-Come
le viene in mente una cosa del genere?Lei è mia
sorella!-ribattè.
L’altro
uomo ridacchiò.
-Fino
a qualche mese fa tua sorella sapeva tutto di te,ogni minimo imbarazzante
particolare della tua vita,ora invece sei diventato un’estraneo per lei;al suo
posto c’è Melanie-gli fece notare facendo un lievissimo cenno con il capo verso
la donna che era in strada.
Albus
si ritrovò senza niente con cui controbattere.
-Ora
devo andare-disse Daniel,alzandosi in piedi-Mi sono trattenuto anche
troppo-
Albus
seguì il suo esempio e si alzò,il tavolino a separare i due
uomini.
-Ora
sta a te decidere Albus;se vuoi tornare a far parte delle nostre vite oppure
continuare la vita vissuta in questi mesi...-gli disse prima di avvicinarsi
all’amico e lo strinse in un abbraccio che Albus ricambiò dopo alcuni
istanti.
Quando
si separarono,Albus gli indirizzò un sorriso lievemente imbarazzato,prima di
salutarlo e osservarlo andare per la propria strada,un solo pensiero che
rimbombava nella sua testa.
E’
complicato.
Era
in anticipo.
Avevano
un appuntamento fra mezz’ora,ma si era liberato prima dai suoi impegni e aveva
pensato di presentarsi prima allo studio con la speranza di convincerla ad
andare a mangiare qualcosa insieme,anche se nutriva scarse speranze che Alice si
sarebbe lasciata portare in un ristorante dove qualcuno dei loro amici avrebbe
potuto vederli.
Era
più di due mesi che continuavano a vedersi di nascosto,nel suo studio o in
quello di Alice,ad orari assurdi,quando tutti gli altri impiegati erano tornati
a casa,soltanto per rubare pochi attimi insieme.
Tante
volte aveva provato a convincerla a vedersi in un motel,ma ogni volta lei aveva
rifiutato,affermando che vedersi in un albergo avrebbe aggiunto altro squallore
ad una storia già abbastanza patetica.
-Io
non la vedrei così tragica…-commentava lui.
-Siamo
due amanti,mica Romeo e Giulietta-rispondeva di rimando
lei.
Quello
che Alice non capiva era che anche Romeo e Giulietta erano amanti,costretti a
nascondere il loro amore per colpa della rivalità delle loro famiglie…Ok forse
il loro caso era leggermente diverso,loro avevano due fidanzati che avrebbero
dato di matto se avrebbero scoperto del loro tradimento,ma potevano quasi
arrischiarsi a considerarsi i nuovi Romeo e Giuliettta.
In
quei due mesi,da quando l’aveva rincontrata,Luke non aveva paura di affermare
che la sua vita era migliorata:era sempre di ottimo umore,vedeva sempre il lato
positivo di ogni situazione,vedere Alice lo aiutava anche a sopportare l’idea
che la data del suo matrimonio era sempre più vicina.
Perché
nonostante i suoi sentimenti per Alice non fossero cambiati,anzi fossero
scoppiati ancora più forti di prima,il suo matrimonio era previsto fra due
mesi,per la stessa data,alla stessa ora.
Alle
volte aveva vergogna di sé
stesso…Ma del resto cosa poteva fare?Alice aveva un compagno che,da quanto aveva
sentito,era perfetto e di cui era molto innamorata,quindi perché avrebbe dovuto
annullare il matrimonio?Soltanto perché era innamorato di lei da quando aveva
sedici anni?
L’amore
non conta per i Purosangue.
Cercando
di allontanare quei pensieri dalla mente,si guardò intorno nello studio deserto
e si fece strada verso l’ufficio di Alice;aveva percorso quei pochi metri
talmente tate volte in quei mesi che ormai poteva arrivare alla porta anche ad
occhi chiusi.
Fermo
davanti alla porta chiusa,strinse le dita della mano destra attorno alla
maniglia e alzò l’altra mano per bussare lievemente, aprendo contemporaneamente
la porta.
Quello
che vide nell’ufficio lo bloccò sulla soglia e fece scorrere una rabbia
irrazionale nella vene:Alice era allungata pigramente sul divano,la schiena
poggiata contro un bracciolo,le scarpe abbandonate sul pavimento,i primi due
bottoni della camicia beige sbottonati.
Accanto
a lei c’era un uomo:chiaramente alto,dai corti capelli biondi,le mani lunghe che
accarezzavano pigramente una gamba di Alice abbandonata sulle proprie gambe e
anche lui aveva i primi bottoni della camicia slacciati e la cravatta
leggermente allentata.
Razionalmente
Luke non seppe spiegarsi cosa lo fece infuriare:forse perché non si aspettava di
trovare Alice in compagnia, o perché non voleva incontrare il suo ragazzo in
nessuna circostanza,o forse era qualcos’altro…
Era
evidente che aveva interrotto un momento di intimità fra i due, non un momento
pre-sesso,ma un vero momento di intimità che soltanto le coppie che stanno
insieme da anni riescono ad acquisire e questo lo faceva infuriare:Alice non si
lasciava mai andare alla tenerezza con lui,non lasciava mai tempo alla dolcezza,
anche subito dopo aver fatto sesso;l’attimo dopo aver recuperato le forze
dall’orgasmo era già in piedi che si vestiva,pronta per mettere fine a
quell’incontro.
Mai
una volta gli aveva permesso di abbracciarla,o semplicemente di accarezzarla
come stava facendo adesso quell’uomo,e questo gli faceva veramente girare le
palle.
-Mr.Zabini…-disse
Alice, chiaramente sorpresa,mettendosi a sedere, lo sguardo fisso su di lui-E’
in anticipo-
Luke
si riscosse dal torpore che sembrava averlo avviluppato e
annuì.
-Mi
scusi se sono venuto senza prima avvertire,ma sono riuscito a liberarmi prima e
ho pensato di anticipare il nostro appuntamento-disseinventando una scusa
patetica su due piedi.
Fosse
stato per lui,le avrebbe fatto passare la notte in quell’ufficio, dimenticando
tutto il resto…Soltanto loro due.
Alice
lo fissò qualche secondo in silenzio,leggendo chiaramente sul suo viso quali
erano le sue reali intenzioni,per poi annuire.
-Eric,ti
ricordi di Mr.Zabini?Ti ho parlato di lui…-disse Alice voltandosi verso l’uomo
seduto accanto a lei.
Il
biondo si alzò in piedi e gli tese la mano che Luke strinse con
riluttanza.
-Eric
Foster,piacere di conoscerla-disse con voce ferma,accompagnata da un altrettanto
ferma stretta di mano.
-Lucas
Zabini,piacere mio-disse quasi mugugnando Luke.
Eric
accennò un sorriso e lanciò un veloce sguardo verso Alice.
-Quindi
è lei che mi ruba della compagnia della mia Alice da quasi due mesi…-disse
ironico.
“Oh
amico,non hai la più pallida idea di quanto questo sia vero”,
pensò Luke limitandosi a sorridere.
-Ok,sarà
meglio che vi lasci lavorare-aggiunse poi Eric, avvicinandosi alla scrivania per
prendere la giacca e fermandosi poi accanto a Alice.
-Ti
aspetto sveglio…-le disse sistemandole una ciocca di capelli dietro l’orecchio
destro.
-Ah
Eric non è necessario…-disse Alice,ignorando bellamente lo sguardo di Luke fisso
su di lei.
Il
biondo alzò le spalle.
-Lo
so.Voglio farlo-rispose semplicemente,strappando un sorriso alla
ragazza.
Si
chinò verso di lei e le diede un bacio veloce;in quei brevi istanti Luke dovette
fare violenza su sé stesso per evitare di assalire Eric.
Come
si permetteva di toccare ciò che era suo?
Poi
la consapevolezza si fece spazio fra la sua gelosia:Alice non era
sua.Apparteneva ad Eric.
Era
lui quello in torto.
Dopo
aver raccolto le sue cose ed averlo salutato un’ultima volta,Eric uscì
dall’ufficio,lasciando i due nel più completo silenzio.
Fu
soltanto quando fu certo che Eric non potesse più sentirli che Luke si decise a
parlare.
-Siete
davvero una bella coppia-commentò non riuscendo a bloccare la vena di sarcasmo
che accompagnò le sue parole.
Alice
sospirò,leggermente infastidita,prima di sistemarsi dietro la propria
scivania;in quei mesi Luke aveva capito che quello era il suo modo per
proteggersi,per evitare qualsiasi contatto non necessario con
lui.
-Per
favore,evita i commenti inutili-gli disse.
-Che
c’è ora non posso neanche esprimere il mio parere?-le domandò fissando il volto
della donna.
-Non
mi sembra che io esprima giudizi su te e la tua compagna-gli fece notare
lei.
Un’altra
cosa che era ormai evidente dopo
tutti quei mesi,era che Alice evitava di pronunciare il nome di Mandy il più
possibile,riferendosi a lei come “la sua compagna”.
-Non
mi sembra che io ti sbatta la sua presenza dritta sotto il naso-ribattè
lui.
Alice
si lasciò scappare un suono ironico dalle labbra serrate.
-Cosa?-
-Questo
tuo comportamento è infantile e del tutto superfluo-gli fece notare
Alice.
Luke
aggrottò la fronte e si avvicinò a lei,fermandosi dall’altra parte della
scrivania.
-Superfluo?Scusami
se non sprizzo gioia da tutti i pori dopo averti visto con il tuo
compagno-ribattè lui.
Alice
alzò la testa e finalmente incontrò i suoi occhi,uno sguardo battagliero pronta
a sfidarlo.
-Beh
almeno ora sai cosa si prova!-gli disse prima di aggirare nuovamente la
scrivania e allontanarsi da lui.
Luke
osservò la sua schiena e prese un respiro profondo,cercando di calmarsi,prima di
parlare ancora.
-Perché
non sei così con me?Credevo che con il tempo fossi cambiata,che non fossi più la
stessa Alice romantica che conoscevo ad Hogwarts,invece prima l’ho vista;era lì
su quel divano…
E’
completamente diversa dall’Alice che ho visto in questi due
mesi.
Perché
non mi permetti di starle accanto?-le domandò non riuscendo a frenare la
curiosità.
-Hai
scoperto tutte queste cose in meno di due minuti?-chiese di rimando Alice,lo
stesso tono suscettibile di poco prima.
-Alice…-
-Cosa
vuoi sentirti dire Luke?
Che
non posso permettermi di essere vulnerabile con te?Che l’ultima volta che ti ho
mostrato la parte romantica di me,tu l’hai minuziosamente fatta a pezzi senza il
minimo scrupolo?-gli disse lasciando andare la propria
rabbia.
-Non
è vero…-tentò miseramente di controbattere lui.
Alice
lo fissò qualche secondo prima di sospirare.
-Tu
non hai la minima idea…-si limitò a dire-Sai che c’è?Forse dovresti
andartene-aggiunse subito dopo,prima di avviarsi verso la
porta.
-Cosa?No,io
no vado da nessuna parte finchè non mi spieghi perché ti comporti così con
me!-ribattè lui alzando la voce.
-Cosa
pretendi?Che mi comporti con te nello stesso modo in cui mi comporto con Eric?Tu
sei lo stesso con me e con lei?-
-Beh
ad essere sinceri,con te sono me stesso-ammise Luke.
-Ah
quale onore!-
Il
silenzio cadde di nuovo fra i due,pieno di parole non dette e domande che
avrebbero riaperte vecchie ferite mai completamente
dimenticate.
Ma
c’era una domanda che Luke non poteva esimersi dal fare,per quanto dolorosa
poteva essere la risposta.
-Lo
ami?-le domandò in un sussurro che non riconobbe come la propria
voce.
Alice
sospirò di nuovo e serrò le labbra,cullandosi per un breve istante nel
silenzio.
-Quando
ho conosciuto Eric ero convinta di non poter più amare.
Credevo
che quello che era successo con te mi avesse danneggiato irreparabilmente e che
fossi incapace di amare qualcun altro.
Lui
ha raccolto i pezzi,li ha rimessi insieme e mi ha aiutato a costruire una nuova
me.
Vuole
costruire una famiglia…E anche se la cosa mi spaventa,mi piace l’idea che veda
un futuro insieme per noi due.
So
che ci sarà sempre se avrò bisogno di lui-gli disse senza
guardarlo.
Improvvisamente
alzò lo sguardo ed incontrò i suoi occhi,fissandoli
intensamente.
-Lo
amo?Sì,non riuscirei mai a stare con una persona per quattro anni,pensare di
costruire una famiglia insieme se non fossi innamorata di
lui.
Ma
se vuoi sapere se lo amo quanto ho amato te,allora la risposta è no-disse
sincera.
Luke
lasciò andare il respiro che inconsciamente aveva trattenuto per tutta la durata
del discorso.
-Credo
che non amerò mai nessuno quanto e come ho amato te-gli confessò
sincera.
Consapevole
di non avere abbastanza coraggio per esprimerlo a voce,Luke restò in
silenzio,nonostante la consapevolezza che anche per lui era lo
stesso.
-E
poi?-
Melanie
alzò le spalle,un bicchiere di vino bianco fra le dita.
-Niente,sono
usciti in strada,si sono salutati e ognuno per la propria strada…Ti aspettavi un
addio strappalacrime?- domandò lei con il suo solito
sarcasmo.
Brian
fece una smorfia di eguale sarcasmo,prima di portare il bicchiere alle
labbra.
Erano
tutti riuniti a cena a casa di Melanie e Lindsay,come facevano almeno una volta
alla settimana da quasi quindici anni,e facendo quasi violenza a sé stessa
Melanie era riuscita a trattenersi dal chiedere a Brian come Albus avesse reagito
all’incontro inaspettato di quella mattina,per poi ricevere in cambio
un’espressione stupita che non appariva spesso sul volto di Brian
Kinney.
Era
apparso evidente che non avesse la più pallida idea di cosa stesse
parlando.
Così
era stata costretta a raccontare di cosa era successo quella mattina,di come lei
e Al erano stati avvicinati da un’estraneo che si era rivelato essere amico di
Al.
Aveva
raccontato loro delle proprie impressioni,della lunga conversazione che aveva
osservato tramite le vetrate dello
Starbuck e di come,ad un occhio esperto,i due fossero sembrati molto in
confidenza.
-Tu
ovviamente non hai idea di chi possa essere questo tipo,vero?-domandò Micheal
lanciando uno sguardo a Brian.
-Ormai
dovresti conoscermi abbastanza bene da sapere che io non chiedo la biografia
completa ai miei amanti-commentò il moro.
-Amanti?Adesso
virresti dirmi che Alby è soltanto un’amante di passaggio per te?-domandò
Lindsay scettica-Scusami tesoro,ma non ti vedevo così coinvolto con qualcuno dai
tempi di Justin-aggiunse.
Brian
si lasciò scappare uno sbuffo ironico,che ovviamente non convinse nessuno dei
suoi amici.
Ma
del resto cos’altro avrebbe dovuto fare?Ammettere che per la seconda volta nella
sua vita era implicato in una relazione dove era lui,Brian Kinney,il Re delle
scopate senza amore,ad essere più coinvolto emotivamente…Come cazzo era
successo?
Come
si era ritrovato dal trascorrere le serate fra vari gay club alla ricerca del
miglior ragazzo in circolazione,almeno per quella sera,a passare le serate a
casa,con un “compagno” ed un’adolescente che stava sempre fra i piedi impedendo
una possibile attività sessuale,senza neanche sentire la mancanza di quello che
aveva perso?
Con
la stessa espressione scettica di poco prima,Brian tracannò il vino che ancora
aveva nel bicchiere,cercando così di evitare lo sguardo di tutti i suoi
amici.
-Ormai
dovresti conoscermi abbastanza bene da sapere che io ho soltanto degli
scopamici-disse poi,dopo aver mandato giù il vino.
Micheal
ridacchiò.
-Quindi
che farai?Gli chiederai qualcosa su questo tizio?-chiese ancora
Lindsay,sinceramente curiosa e allo stesso tempo preoccupata per
l’amico.
Poteva
fare il duro,fingere di non avere sentimenti verso nessuno oltre che sé
stesso,ma lei lo conosceva fin troppo bene per sapere che dietro quella corazza
c’era un’uomo ferito fin troppe volte e che era capace di grandi gesti d’affetto
e d’amore.
-Perché
dovrei?Lui non mi ha chiesto niente sugli uomini che mi sono scopato in
passato,perché dovrei farlo io?-ribattè Brian.
-Non
ti ha chiesto niente perché non gli interessa-s’intromise Justin,un tono fermo
che poco gli si addiceva e che portò tutto il gruppo a fissare lo sguardo su di
lui-Accidenti Brian,ma che cazzo ti succede?
Possibile
che tu sia così cieco?Quel ragazzo è ancora innamorato perso del suo
ex!-
Brian
restò in silenzio,lo sguardo fisso sul biondo che un tempo aveva considerato
l’amore della sua vita,e aspettò che lui continuasse.
-Ha
scopato con te dopo che quel tipo si è presentato a casa sua,non ti sembra un
chiaro gesto di ripicca nei suoi confronti?Un modo per fargli pagare il fatto di
aver scopato in giro?
Ti
ha portato alla festa dei suoi genitori soltanto per far incazzare la sua
famiglia e mi stupisco che tu gliel’abbia permesso perché il Brian Kinney che
conoscevo io non si sarebbe mai fatto prendere per il culo in questo
modo-continuò il ragazzo.
-Tu
ne sai qualcosa,vero?-commentò acido Brian.
-In
effetti sì!Quante volte ho provato a convincerti a venire al compleanno di Molly
o anche soltanto ad un semplice pranzo con mia madre?Mi hai sempre riso in
faccia,perché è così che sei fatto…O almeno eri fatto-disse Justin prima di
lasciarsi scappare una risata amara.
Tutti
i presenti attorno al tavolo restarono in silenzio,consapevoli che una parola
male interpretata poteva scatenare un’eccesso di rabbia da parte di Brian:doveva
essere l’uomo il primo a parlare.
E
dopo un lungo momento,l’uomo prese un lungo respiro e alzò gli occhi sull’ex
amante.
-Perché
sei così certo che Albus tornerà da lui?-gli domandò,incurante delle altre
persone attorno al tavolo.
Fin
dal loro primo incontro,Justin era stato uno dei pochi eletti capace di far
ragionare Brian e,ancora una volta,gli stava mostrando le cose dalla giusta
prospettiva.
Justin
lo fissò un istante,prima di rispondere.
-Cosa
ti ha raccontato Albus della sua storia con quest’uomo?-gli chiese a sua
volta.
Brian
sbuffò,leggermente infastidito.
-Ahh,che
palle…Che erano insieme da dieci anni,che era stato il suo primo amore e che si
erano lasciati perché lui voleva una famiglia e questo tipo invece no-disse
tralasciando i particolari troppo personali.
-Nient’altro?-chiese
Ted,intromettendosi per la prima volta nel discorso.
-Ah
Cristo,no!Nient’altro!Ma perché?-domandò ancora Brian cominciando davvero ad
infastidirsi.
Brian
non ricevette nessuna risposta,ma sentì qualcosa cadere pesantemente sul tavolo
accanto a sè.
Mosse
lo sguardo alla sua destra e vide un libro,poco distante dal suo gomito,e lo
riconobbe:era uno dei libri scritti dall’ex di Alby.
Lo
prese fra le mani e lesse il titolo “Catch
me if I fall”.
-Cosa
dovrei farci con questo?-disse abbracciando in uno sguardo tutti i suoi
amici.
-Il
protagonista di questa storia è Albus-gli disse Ted,cogliendolo di
sorpresa.
Brian
lo fissò in silenzio,in attesa che l’amico aggiungesse qualche altra
informazione e fortunatamente fu accontentato.
-E’
la storia di un’amore adolescenziale fra due ragazzi,cominciato fra i banchi di
scuola,come tanti altri,il protagonista è un ragazzo per bene che viene da una
grande famiglia:padre eroe di guerra,tanti figli,tanto amore…Insomma leggermente
vomitevole.
L’altro
ragazzo invece viene da una
famiglia decisamente più normale,almeno per i nostri tempi,dove la madre ed il
padre si odiano o semplicemente si ignorano-continuò.
-Spiegami
perché questo dovrebbe interessarmi…-disse Brian cercando di mostrarsi
disinteressato,evitando nella sua testa di fare i vari collegamenti con i
racconti di Al e quello che Ted gli aveva appena detto.
Questa
volta fu Ben a rispondergli.
-Perché
questo è il primo libro che Scorpius Hyperion ha scritto ed in ogni intervista,
ha sempre detto che era una storia autobiografica…E poi c’è la dedica-concluse
l’uomo con il solito tono saggio che usava con i propri studenti e che Brian non
sopportava.
Spinto
dalla curiosità,Brian aprì la quarta di copertina e lesse la dedica
all’interno.
“Ad A.
The Real Jack for my Jamie.
Now.Always.Ever.”
Brian
rialzò lo sguardo dal libro,lasciandolo aperto con un dito fra le pagine e si
ritrovò a deglutire a vuoto:aveva una strana sensazione,quelle parole gli
avevano portato alla mente un lontano ricordo,vecchie memorie di un passato che
credeva chiuso per sempre.
Posò
gli occhi su Justin e lo fissò qualche secondo prima che l’altro,conoscendolo
bene come credeva,non aspettò neanche la sua domanda e dischiuse le labbra
carnose per parlare.
-Vuoi
sapere se davvero hai una speranza di portare avanti questa cosa con Albus?Leggi
quel libro…Certamente male non ti fa-
E
per la prima volta dopo tanto tempo,Brian ebbe la sensazione di essere
stato fottuto.E non in un modo
positivo.
Toc Toc....C'è
nessuno?
Sarebbe strano
se ci fosse ancora qualcuno.
Ok,però
nell'assurdo caso che qualcuno dei vecchi lettori di qst pagina,entrando su EFP
e trovando qst FF si fosse scoperto curioso,eccomi qui.
I'M BACK
AGAIN!!!!!!
Scusate lo
sfogo,ma sn davvero felice di essere tornata!!!! ^_^
Cosa è successo
direte voi per stare lontano tutto qst tempo?
Ok,oltre al
lavoro(vivo a Londra e lavoro con una famiglia che aveva una bimba di 5 anni e
che ad aprile ha avuto un nuovo bimbo),si sn aggiunti problemi tecnici al
laptop!
Ho passato
un'agonia tecnica assurda:mesi cercando di capire cs diavolo fosse successo al
mio pc,finchè alla fine a settembre un'anima pia è riuscito a risolvere il
problema(E lo ringrazierò a vita x qst!)
Dunque ora
veniamo al capitolo...Ultimamente ci eravamo concentrati tr su Albus e
Scorpius,lasciando un pò in ombra le altre coppie,così ho deciso di
recuperare,anche se all'appello mancano ancora Rose e James(dovevano essere
presenti,ma poi il capitolo sarebbe stato lunghissimissimo),prometto che saranno
i primi nel prox capitolo.
Inoltre ho
deciso di fare un piccolo salto temporale perchè visto il tempo passato
dall'ultimo aggiornamento sarebbe stato un pò difficile x come mi sn immaginata
la storia.
Ringrazio,questa
volta con tutto il mio cuore e la mia anima,coloro che leggeranno e recensiranno
questo capitolo e chiedo scusa per eventuali errori di battitura ed
ortografia.
E ora i
ringraziamenti:Lotti_(Casa Potter
è sempre in fermento...Credo che nn abbiano mai avuto un giorno di
tranquillità,almeno per quanto riguarda le mie storie,poi ovviamente zia Row è
più tranquilla...Come vedi anche il boy toy sta cominciando ad avere dubbi sul
suo ruolo,anche solo accorgersi di ricoprire quel ruolo per lui è un grande
passo avanti...),Valy-li(Grazie per i complimenti!Come vedi il tuo desiderio è stato
esaudito:Alice e Luke sn tornati,ma anche la loro situazione nn è delle più
felici...Alla faccia di chi dice che l'amante si prende il meglio di ogni
relazione XD),Sweey(Posso
dirti con assoluta certezza che le parole di Albus hanno colpito nel segno e
presto vedremo la reazione che hanno provocato su Sy...Inoltre anche se Brian
farà parte d qst storia ancora x un pò,posso dirti che succederà qualcosa nel
prox capitolo che sicuramente darà una scossa alla situazione),Lumamo64(Scommetto che dp tt qst attesa
mi odi ancora di più...Beh quando una storia finisce si cerca sempre di ferire
l'altro prima e più forte,in modo da soffrire di meno,però posso dirti
che stiamo iniziando la risalita,presto ricominceremo a vedere un pò di
luce in qst complicato rapporto...),Lilotti(Grazie per i complimenti!Anche
io amo Albus e Scorpius,soprattutto perchè sono miei,pochi avevano pensato a
loro come coppia qnd ho cominciato a scrivere su di loro;anche io avevo letto le
percentuali e avevo pensato di rendere la gravidanza un pò complicata,ma sn
combattuta:nn dimenticare che il padre naturale nn è James ma
Scorpius),Thiana(Io sn +
in ritardo di te,quindi siamo pari ^_^...Io amo Queer as Folk,fin dal primo
fotogramma che ho trovato x sbaglio su Youtube,e soprattutto sn innamorata di
Brian,completamente e follementee cn qst piccolo cameo nella FF spero di avergli
fatto giustizia...Lily,secondo me, viene sempre considerata la piccola di
casa Potter,mentre invece nn dimentichiamoci che è figlia del Salvatore del
mondo magico e di una Weasley,quindi è un bel peperino...E' normale che abbia
tirato fuori gli artigli quando ha visto come Daniel reagiva alle parole della
madre),Bess_Black(Eccomi
qui!So di averci messo un pò,ma alla fine ce l'ho fatta! :D Innanzitutto
scusa,sinceramente nn volevo traumatizzarti,spero che la lunga pausa ti abbia
aiutato a riprenderti e soprattutto spero che qst capitolo nn ti faccia lo
stesso effetto...Per qnt riguarda Al e Sy posso dirti che il prox capitolo nn ti
deluderà...Fidati!),VictorieBHFS(Sinceramente?Anche io ti amo! NN scherzo!Mhhh magari ci faccio un
pensiero:magari nel prox capitolo sarà Al a sbattere Sy contro il muro e
baciarlo,che ne dici?Cmq la storia la conosci un pò,spero che il resto sia di
tuo gradimento! Baciiiii! <3 ).
Bene perora è
tutto,io vi saluto e vi do appuntamento al prox capitolo(presto
giuro!!!)
"Last Friday
Night"
Baci,Eva
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Capitolo 17 *** Last friday night ***
last friday night
"In another life, I would be your girl We'd keep all our
promises, be us against the world In another life, I would make you
stay So I don't have to say you were the one that got
away"
Aveva dimenticato cosa si provava.
La sensazione che lo aveva accompagnato per ben dieci anni ogni
mattina.
La percezione che si ha un’istante prima di aprire gli occhi,quando il
sonno sta velocemente abbandonando la mente e le membra,dove un piccolo gesto,ti
fa scontrare con il corpo che dorme accanto a te.
Un corpo che,nonostante sia ancora sia profondamente addormentato,si
muove sotto le lenzuola per farsi più vicino a te.
Aveva dimenticato,ma mai completamente,le emozioni che gli suscitava
anche sentire il respiro di quel corpo addormentato accanto a
sé.
Sapeva che era sbagliato.
Che quello che era successo era stato un’errore sotto talmente tanti
punti di vista che non riusciva a spiegarsi per quale ragione la sera prima gli
fosse sembrato giusto.
Forse per colpa dell’alcool?
No…Aveva bevuto soltanto due birre ed un bicchiere di champagne,e
nonostante fosse leggermente brillo non poteva incolpare
l’acool.
Si mosse nel letto e,per nulla sorpreso della propria completa
nudità,tirò le coperte quasi fin sul mento,cercando di combattere il
freddo.
Per la prima volta in mesi,il suo sguardo si posò sulla figura
addormentata accanto a sé.
Era ancora dannatamente bello:un’angelo maledetto che era e sarebbe
sempre stato la sua personale tentazione.
L’unica a cui non poteva e,forse,non voleva resistere;l’unico fautore
della sua felicità e del suo dolore…
Se quello che insegnava ai ragazzi durante le sue lezioni era
vero,Scorpius Malfoy era la perfetta metà della sua
mela.
I capelli biondi che gli ricadevano scomposti sul cuscino,il lieve
accenno di barba che cominciava ad affacciarsi sulle guance,le labbra
leggermente dischiuse per lasciare uscire il respiro…Nessuno avrebbe creduto che
una persona così angelica potesse essere tanto pungente e
maliziosa.
Cercando di resistere alla tentazione di allontanare una ciocca di
capelli dalla fronte,si ritrovò a pensare a ciò che era stato detto ieri
sera,proprio in quella stanza,preambolo di un’appassionata riconciliazione,o
almeno così era sembrato in quel momento.
Ma,come sempre succedeva in quelle situazioni,la luce del Sole,faceva
vedere le cose da un altro punto di vista:era stata davvero una riconciliazione
o era stato soltanto sesso?
No.
Non poteva definirlo così…Era stato amore.
Malgrado i problemi che c’erano fra di loro,quello che era successo la
sera prima era stato amore,come non lo provava da
mesi.
Era stato decisamente qualcosa di diverso,qualcosa che non era mai
esistito prima di allora nel loro rapporto e l’unica spiegazione che Albus
riusciva a trovare era che l’aver saputo i veri sentimenti di Scorpius,averli
sentiti dalla viva voce dell’interessato,lo aveva liberato di molti freni e
remore.
Ma cosa doveva fare ora?
La notte precedente non aveva cancellato i loro problemi,né aveva
cancellato la presenza di Brian nella sua vita;aveva forse dimostrato che il
legame che univa lui e Scorpius non si sarebbe spezzato in breve tempo,o che
erano entrambi ancora attratti l’uno dall’altra,ma bastava questo per cancellare
tutto il dolore dei mesi passati?
Albus sospirò,riascoltando ancora una volta nella sua testa le parole di
Scorpius e la promessa che era riuscito a strappargli la sera precedente,lo
sguardo ancora fisso sull’uomo addormentato.
Proprio in quel momento,quasi si sentisse osservato,gli occhi di Scorpius
si aprirono,posando uno sguardo annebbiato su di
lui.
E l’istante dopo le labbra sottili si aprirono in un
sorriso.
-Buongiorno…-gli disse con voce ancora
assonnata.
VENTIQUATTRO ORE PRIMA
In quasi dieci anni di carriera Ronald Micheal Weasley era stato
intervistato numerose volte.
Le prime interviste erano state per giornali amatoriali,”altamente”
specializzati,letti probabilmente soltanto da una decina di fan,ma che per
Ronald avevano rappresentato l’inizio della carriera e che era stata la base del
rapporto d’ “amicizia” con i suoi fan.
Con l’aumentare del successo era ovviamente aumentato anche il numero di
interviste e l’importanza dei giornali a cui queste venivano rilasciate;Ronald
non si era mai tirato indietro,qualsiasi giornale gli chiedesse di
intervistarlo,rispondendo alle domande sempre con il solito tono cordiale e
conviviale.
Durante gli anni aveva imparato a conoscere molti dei giornalisti e aveva
sviluppato con loro un rapporto di stima e rispetto reciproco:tutti sapevano che Ronald non
si sarebbe mai tirato indietro a nessuna delle domande,nascondendosi dietro uno
di quei “no comment” che i cronisti tanto odiavano.
C’era una sola cosa che chiedeva in cambio:che ad occuparsi del servizio
fotografico fosse,ogni volta,Rebecca.
Sua moglie aveva sempre avuto una passione per la fotografia,fin da
quando era ragazza,ma con il tempo ciò che era un hobby si era trasformato in un
vero e proprio lavoro a cui lei dedicava ogni momento libero del suo “secondo
lavoro” di madre e moglie,arrivando anche a vincere alcuni
premi.
Ronald era convinto che soltanto lei fosse capace di farlo apparire al
meglio,nascondendo i suoi difetti fisici.
L’intervista di quel giorno era per una buona causa:in occasione del loro
matrimonio,e della popolarità di Ronald avevano deciso di vendere l’esclusiva ad
un giornale,donando l’intero ricavato ad un’associazione che si occupava della
conservazione della memoria storica della Battaglia di
Hogwarts.
Nonostante fossero passati molti anni,era importante che le nuove
generazioni venissero a conoscenza con il loro passato,con le lotte che i loro
genitori o nonni avevano dovuto combattere per conquistare la libertà che ora
tutti godevano.
Tranquillamente seduto su una comoda poltrona,una tazza di succo di zucca
caldo,Ronald si alzò in piedi non appena vide arrivare Alicia Roberts,una
giovane donna di colore dal fisico slanciato,folti capelli neri e occhi neri
penetranti che scrutavano l’intervistato alla ricerca della
“verità”.
-Salve Ronald,scusa se ti ho fatto attendere-gli disse tendendo una mano
verso di lui-E’ un piacere rivederti-aggiunse rivolgendogli un
sorriso.
Ronald le strinse la mano e ricambiò il sorriso,prima di tornare a
sedersi.
-Anche per me Alicia-
La donna si accomodò sulla poltrona di fronte a lui e tirò fuori la
propria piuma ed il blocco per gli appunti prima di tornare a
fissarlo.
-Quand’è stata l’ultima volta che ci siamo incontrati?-gli
domandò.
-Credo sia stato all’incirca un anno fa-rispose Ronald,anche se era certo
che la donna conoscesse già la risposta.
Alicia infatti annuì.
-Giusto…Alla fine del campionato di
Quidditch.
Innanzitutto voglio farti i complimenti per il premio ricevuto lo scorso
settembre come “Miglior Giocatore Dell’Anno”.
Te lo aspettavi?-gli domandò aprendo il quaderno ad una pagina
bianca.
Ronald alzò le spalle.
-Beh che posso dire?Diciamo che ho fatto del mio meglio-commentò con un
sorriso-Ma non sono mai entrato in campo con il proposito di vincere di un
premio.I ragazzi della squadra mi hanno preso in giro per una settimana dopo la
consegna del premio,arrivando addirittura a decorarmi l’armadietto con stelle
dorate e scherzi presi direttamente dal negozio dei miei zii-le
raccontò.
Alicia accennò un sorriso.
-Immagino che un premio così importante abbia un posto speciale nella tua
casa,dove tutti possano vederlo-disse ancora.
-Veramente è su uno scaffale in camera di mio
figlio.
Gli avevo promesso che se avessi vinto,poteva tenerlo in camera sua in
modo da mostrarlo ai suoi amici-le rivelò,strappandole un
sorriso.
-Tuo figlio Lowell,giusto?-domandò Alicia-Se non sbaglio,dovrebbe avere
l’età giusta per essere ammesso ad Hogwarts-
Ronald annuì,non riuscendo a nascondere l’orgoglio istantaneo che provava
al solo pensiero.
-Esatto.Primo anno nella casa dei Grifondoro….E da quanto racconta nelle
lettere ama ogni momento della sua vita lì-riferì.
-Tu e Rebecca dovete sentire molto la sua mancanza-domandò in modo
gentile Alicia.
Ronnie accennò un sorriso,riflettendo sulla
domanda.
-E’ difficile da esprimere:da una parte sono felice che Lowell sia ad
Hogwarts e stia facendo le proprie esperienze,sai bene quanto me che gli anni di
Hogwarts sono quelli che ricordi per il resto della
vita.
Però da un’altra parte,e’ come se ti mancasse una parte di te:tornare a
casa e non trovarlo lì che ti aspetta ansioso di raccontarti la sua giornata,o
sentire la sua risata in un'altra stanza…Sono cose che dai per scontato ma che
ti accorgi ti mancano molto quando non ci sono più-disse in tono serio,prima di
scuotere la testa e sorridere-Scusami,sto diventando sentimentale-le disse
cercando di riportare su un tono più leggero la
conversazione.
Alicia scosse la testa.
-Tranquillo,credo che qualsiasi genitore possa identificarsi nelle tue
parole.
Sarà presente al matrimonio?-gli domandò
poi.
Ronald annuì.
-Lui e Charlotte non possono certo mancare-
-Charlotte è tua figlia;come ti relazioni con lei?E’ stato più facile con
Lowell o con Charlotte?-gli chiese ancora,continuando a prendere appunti senza
sosta.
Ronald sospirò,bevendo un sorso dalla propria tazza e riflettendo sulla
domanda.
-Beh,lei è la mia principessa.
Quando
l’ho vista per la prima volta,appena nata, ho pensato “Lei
è mia.Nessuno potrà portarmela via”.
E la cosa sorprendente è che lei mi adora.Sono il suo eroe
volante.
-Credo che con Charlotte è stato più facile:quando abbiamo avuto Lowell
sia io che Rebecca avevamo diciassette anni,ancora immaturi sotto molti
aspetti,quindi abbiamo fatto tutti gli errori che credo ogni genitore alla prima
esperienza abbia fatto.
Quando è arrivata Charlotte,invece, avevamo ventidue anni,sapevamo cosa
aspettarci-rispose.
-Ed ora tu e Rebecca aspettate un nuovo bambino.Congratulazioni!-disse
Alicia.
Ronald fece un leggero cenno con il capo per accettare le congratulazioni
e sorrise.
-Beh che posso dire?Le prime due volte abbiamo avuto fortuna perché non
riprovarci?-scherzò ridacchiando.
-Sapete già il sesso?-
Ronnie scosse la testa.
-Questa volta abbiamo deciso di aspettare la nascita del bambino,anche se
Rebecca è convinta che sia un altro
maschio-confessò.
-E tu?-chiese la donna,leggermente curiosa.
-Per me è indifferente:sarò al settimo cielo che sia un maschio o una
femmina-disse sincero.
Alicia portò lo sguardo per un’istante sul proprio quaderno controllando
ciò che aveva scritto finora prima di tornare a guardarlo in
volto.
-Tu e Rebecca siete una delle coppie più longeve del mondo dello sport.Da
quanto tempo siete insieme?-gli domandò cambiando
argomento.
-Dieci anni.Ci siamo conosciuti ad Hogwarts-disse con il sorriso che lo
caratterizzava sempre quando parlava di Rebecca.
-E’ stato amore a prima vista?-
Ronald ridacchiò.
-Per me sì.Voglio dire l’hai vista?E’ stupenda!Dieci anni fa era ancora
più bella,letteralmente da togliere il fiato-disse
sincero.
L’attimo dopo si voltò,guardandosi intorno alla ricerca della moglie e
trovandola immersa in una conversazione con uno degli assistenti che l’avevano
aiutata durante il servizio fotografico.
-Rebecca!-la chiamò,facendole poi cenno di
avvicinarsi.
La donna gli andò incontro,uno sguardo sorpreso in volto;di solito
Rebecca preferiva tenersi in disparte mentre Ronald era impegnato con i
giornalisti.
Ronald la fece sedere sulle proprie ginocchia e Rebecca strinse la mano
ad Alicia,che conosceva soltanto di vista.
-Stavo raccontando ad Alicia di quando ci siamo conosciuti-le disse
Ronald,accarezzandole la schiena con la mano
sinistra.
Rebecca sorrise.
-Ti ha raccontato quanto ho dovuto penare perché si accorgesse di
me?-chiese con un sorriso alla donna.
Alicia aggrottò le sopracciglia e scosse la testa,chiaramente intrigata
dal racconto.
-Era convinto che fossi interessata a suo fratello James.Ho dovuto
letteralmente prenderlo a pugni per convincerlo del contrario-continuò la
donna.
-Però mi sono fatto perdonare,ammettilo…-commentò Ronald guardando la
moglie.
Rebecca accennò un sorriso,prima di annuire.
-Beh non è da tutti creare il deserto in una
stanza-ammise.
La giornalista si lasciò andare ad un lieve sorriso,la piuma che scorreva
veloce sulla pagina.
-Non ti facevo così romantico,Ronald…Inoltre mi ha appena detto che ad
Hogwarts eri “bella da togliere il fiato”-le disse,citando le parole
dell’uomo.
Rebecca si voltò verso il marito e si limitò ad alzare le spalle cercando
inutilmente di darsi un tono,prima di tornare a guardare
Alicia.
-Diciamo che anche lui non era da buttare
via…-
Ronald ridacchiò.
-Ed ora state per sposarvi di nuovo.Di chi è stata l’idea?-chiese la
giornalista ad entrambi.
-Mia-disse Ronald-Era da un po’ che ci ripromettevamo di farlo,ma i miei
impegni ci costringevano a rimandare ogni volta,così questa volta approfitteremo
della pausa natalizia-continuò.
-Immagino sia tua anche l’idea di donare tutto al fondo per la
“Conservazione della memoria della Battaglia di Hogwarts”-domandò
Alicia.
-Veramente è stata mia-s’intromise Rebecca-I nostri figli hanno un grande
bagaglio sulle spalle,considerato il padre di Ronnie,eppure qualche volta
dimenticano che anche il loro nonno materno ha preso parte alla Battaglia ed è
stato fra coloro che ha distrutto un Horcrux.
Quindi se è così facile per loro dimenticare,che hanno la possibilità di
frequentare i diretti interessati,immagino quanto possa esserlo per quei ragazzi
che non hanno lo stesso privilegio-spiegò alla donna di fronte a
lei.
-Inoltre vorremmo dare maggior risalto alle vittime,per evitare che
restino soltanto dei nomi su una lapide a cui il passare del tempo nessuno
presta più attenzione-aggiunse Ronald,pensando principalmente a Fred
Weasley,quello zio di cui sentiva sempre parlare ma che non aveva avuto la
possibilità di conoscere.
Alicia annuì,chiaramente colpita dalle parole della coppia,prima di
portare nuovamente lo sguardo sul proprio taccuino e scarabocchiarvi qualcosa
sopra.
-Gira voce che Scorpius Hyperion sarà il tuo testimone di nozze-domandò
poi cambiando completamente argomento.
Ronald annuì.
-Scorpius è un vecchio amico e mi è sembrato naturale chiedergli di farmi
da testimone-confermò.
-Nonostante la relazione fra lui e tuo fratello Albus sia
terminata?-chiese maliziosa Alicia.
Ronald accennò un sorriso:a quanto sembrava le notizie,anche quelle
riguardanti affari di cuore,giravano veloci nel mondo
magico.
-Reputo mio fratello abbastanza intelligente da non prendersela per la
mia scelta-si limitò a rispondere,senza concedere
troppo.
Alicia annuì prima di chiudere il blocco
notes.
-Bene,è tutto per il momento.E’ sempre un piacere parlare con voi-disse
con un sorriso.
-Piacere reciproco-confermò Ronald.
-Ti aspettiamo domenica al matrimonio-s’intromise Rebecca,alzandosi in
piedi,seguita subito dopo dagli altri due.
-Non mancherei per nulla al mondo-rispose Alicia prima di voltar loro le
spalle.
La coppia osservò la giovane donna allontanarsi sempre di più finchè non
raggiunse l’uscita dello studio.
-Credi anche tu che la sua principale occupazione domani sarà cercare
scoop su Al e Scorpius?-domandò Rebecca al marito.
Ronald si limitò ad annuire:aveva sperato che la domanda su Al e la fine
del suo rapporto con Scorpius non arrivasse,ma alla fine naturalmente aveva
dovuto ricredersi.
Portò lo sguardo sulla moglie e sorrise.
-E c’è ancora gente che crede che sia la sposa l’oggetto dell’attenzione
generale durante un matrimonio-commentò ironico.
Rebecca sorrise e gli si avvicinò di un
passo.
-A me basta essere il punto centrale della tua attenzione quel giorno,poi
gli altri sono superflui-
Ronnie accennò un sorriso prima di avvicinare il viso a quello di sua
moglie e baciarla delicamente:se ancora non era riuscito a farle capire che era
il punto focale della sua attenzione da ben dieci anni,allora doveva impegnarsi
di più.
-Sei pronta per l’addio al nubilato?-le chiese poi prendendole una
mano.
-Mh,sai che divertimento!Con tre donne incinte non possiamo né bere nulla
di alcolico né fare niente di spericolato!-ribattè Rebecca,decisamente
scontenta.
-A me sembra perfetto-
L’espressione sul volto della donna gli fece capire che la battuta non
era stata apprezzata.
-Tu invece?Cosa prevede il tuo addio al celibato?-gli chiese di
rimando.
Ronald alzò le spalle.
-Non ne ho la più pallida idea,ha pensato a tutto
James.
Però so che non ci sarà nessuno spogliarello,l’ho promesso ad
Albus-aggiunse.
-Ah,povero…-lo prese in giro Rebecca.
-Mica mi sto lamentando!E poi lo sai che io preferisco farli che
riceverli!-la prese in giro riuscendo questa volta a strapparle una
risata.
-E’ ora che tu vada!-gli disse avvicinandosi di un paio di passi per
salutarlo adeguatamente prima della separazione.
Non era la prima volta che si separavano per lunghi periodi,visti gli
impegni lavorativi di Ronald,ma questa volta tutto aveva un significato
diverso:quando si sarebbero rivisti,sarebbero stati uno di fronte all’altro,su
un altare,con i loro amici e parenti presenti,pronti a giurarsi ancora una volta
amore eterno.
Ronald allacciò le braccia attorno ai fianchi della donna,accarezzando
pigramente la schiena.
-Hai preso tutto quello che ti serve?-gli domandò Rebecca,come faceva
ogni volta.
Ronald annuì.
-Promettimi che farai il bravo-lo ammonì.
Questa volta il rosso sbuffò.
-Non dovrei farti le stesse
raccomandazioni?-
-Te l’ho detto,sarà una cosa talmente tranquilla che finiremo a letto
prima di mezzanotte!C’è anche Charlotte con noi quindi non hai nulla da
temere-gli disse come ulteriore motivazione.
Nonostante fosse poco convinto,Ronald annuì.
Rebecca si sporse contro di lui e lo baciò.
-Ci vediamo domani-la salutò il rosso,camminando al
contrario.
Rebecca accennò di nuovo un sorriso,facendogli un ultimo saluto con la
mano.
-Sarà quella vestita di bianco,puntualmente in
ritardo-
-Ancora non riesco a crederci!-
Rose Weasley-Potter attraversò a grandi passi il salotto e si lasciò
cadere sul divano,incurante del cappotto che ancora aveva indosso e della borsa
che le pendeva da un braccio.
Incapace di contenere l’adrenalina che le scorreva nelle iniziò a far
muovere i piedi sul bordo del divano,neanche fosse ancora un’adolescente felice
per il buon risultato di un test.
James,ugualmente carico di adrenalina,la seguì nel soggiorno, fermandosi
però sulla porta,poggiando una spalla contro lo stipite e osservando la
donna,incapace di trattenere un sorriso:era impossibile riconoscere in
Rose,nella stessa Rose che ora era seduta sul divano, la donna che fino a pochi
mesi prima non riusciva a trovare nulla di buono o di positivo nel loro
matrimonio o nella propria vita.
Era una persona completamente diversa.
Tutto grazie a quella piccola creatura che stava crescendo dentro di
lei…beh ad essere precisi due.
Erano appena tornati dal secondo incontro con la magiginecologa e questa
aveva mostrato loro come,invece di un feto soltanto se ne fossero sviluppati
due,lasciando entrambi allibiti per la scoperta.
La magiginecola aveva attribuito la gravidanza gemellare alla
fecondazione assistita a cui si era sottoposta Rose,spiegandole che avrebbero
potuto svilupparsi fino a otto feti e,a quella notizia,James si era sentito
sollevato che fossero soltanto due:sarebbe stato difficile combattere con due
mini Scorpius per il resto della sua vita,crescerne otto sarebbe stato
impossibile…Specialmente se fossero stati tutti ostinati e orgogliosi come
lui!
Rose alzò lo sguardo dai propri piedi e cercò gli occhi castani del
marito,sorridendogli all’istante.
-Non è la notizia più bella che tu abbia mai ricevuto?-gli domandò con un
sorriso luminoso che contagiò anche lui.
James annuì.
-Una delle migliori-ammise.
La vide corrugare la fronte chiaramente
sorpresa.
-Che notizia ci può essere migliore di
questa?
-Un paio…E tutte riguardano te-le disse
sincero.
Era evidente che avesse dato la risposta giusta,perché l’espressione sul
volto di Rose tornò ad addolcirsi e l’istante dopo la vide fargli posto sul
divano in modo che si sedesse accanto a lei.
Con paio di passi,James fu accanto al divano dove si sdraiò poggiando la
testa sulle gambe della moglie.
-Sei eccitato?-gli domandò Rose,passandogli le dita di una mano fra i
capelli spettinati.
James restò in silenzio qualche istante,considerando la domanda: non era
eccitato,era intrigato dalla sfida che si sarebbe presentata loro fra qualche
mese.
-Sono incuriosito.
Ero pronto all’idea di un bambino,ora ce ne saranno due,quindi bisognerà
cambiare la nostra prospettiva e affrontare tutto da un altro punto di vista:se
prima sapevamo che avremmo dormito poco,ora possiamo dire completamente addio al
sonno…e al sesso-aggiunse guadagnandosi un buffetto dalla donna-Però potremmo
sempre chiedere qualche consiglio ai miei genitori-
-James…-
Fin da subito Rose aveva messo in chiaro le cose:l’ultima cosa che voleva
era coinvolgere i propri genitori o quelli di
James.
Quella sarebbe stata l’unica gravidanza della sua vita,suo padre l’aveva
reso fin troppo chiaro,e voleva che ogni aspetto della vita del bambino fosse
deciso,di comune accordo,da lei e James.
-Tesoro lo so come la pensi-le disse tirandosi a sedere per essere allo
stesso livello della donna-Però questa è un’esperienza completamente nuova per
noi,non pensi sia meglio chiedere aiuto a qualcuno che c’è già
passato?
In fondo non hanno fatto poi un lavoro tanto terribile visto il
sottoscritto…-aggiunse sfoggiando un sorriso a trentadue denti
che,fortunatamente,coinvolse anche Rose.
La riccia restò qualche istante in silenzio e,alla
fine,annuì.
-Ok d’accordo…Ma sia chiaro che è soltanto per questa
volta!-
James sorrise e, presole il viso fra le mani le diede un bacio dolce,ma
che divenne man mano sempre più appassionato.
-Dovremmo cominciare a pensare a dei possibili nomi-disse Rose quando si
furono separati per riprendere fiato e James era tornato di nuovo a posare la
testa sulle sue gambe.
-No non dobbiamo-ribattè lui.
Ancora una volta la fronte di Rose si
corrugò.
-Perché no?-chiese lei sorpresa.
-Noi abbiamo già scelto i nomi dei nostri figli-rispose James,constatando
un dato di fatto.
-Davvero?-domandò Rose sempre più sorpresa.
James annuì.
-Li hai scelti proprio tu-le fece notare,felice per una volta di avere un
vantaggio su Rose.
Non capitava spesso di prenderla così in contropiede…Del resto era sempre
la figlia di Hermione Granger.
-E quando l’avrei fatto?-domandò ancora Rose cercando di mascherare
l’insofferenza che provava verso sé stessa per non riuscire a ricordare qualcosa
di tanto importante.
James accennò un sorriso,per poi premere le labbra una contro l’altra in
quella che doveva essere un’espressione pensosa.
-Mhh fammi pensare…E’ successo qualche tempo
fa.
Eravamo ad una festa e si parlava del più e del meno,parlando in generale
del futuro…ricordo che avevi bevuto qualche bicchiere di troppo-aggiunse
guadagnandosi un buffetto sul capo da Rose,che non riuscì tuttavia a bloccare il
suo sorriso soddisfatto-Comunque,fra risatine e discorsi insensati,ricordo
perfettamente che ad un certo punto hai detto che avremmo avuto tre figli e che
i loro nomi sarebbero stati Emily…-disse rizzandosi a sedere per essere allo
stesso livello della donna,in modo da incontrare i suoi
occhi.
-Nathan…-disse Rose,ricordando finalmente quel discorso pronunciato sotto
i fumi dell’alcool ed il nome dell’unico maschio.
-Ed Hope-concluse James con un grande sorriso sul
volto.
Rose lo fissò qualche secondo in silenzio,chiaramente
incredula.
-Te lo ricordi ancora-gli disse piacevolmente
sorpresa.
James annuì.
-Come avrei potuto dimenticarmi i nomi dei miei futuri figli?E poi visto
lo stato in cui ti trovavi qualcuno dei due doveva ricordarselo-la punzecchiò
ancora una volta.
Rose arricciò le labbra pronta ad una ramanzina,ma James non gliene diede
il tempo,ricominciando a parlare.
-Quindi siamo d’accordo:se sono due femmine Emily e Hope…-disse alzandosi
in piedi,lanciando un’occhiata veloce alla pendola alla
parete.
Era quasi ora del suo appuntamento con Ronald e gli altri per festeggiare
l’addio al celibato di Ronnie e ancora non aveva preparato la
valigia.
-E se invece sono un maschio e una femmina?-gli domandò
Rose.
James sorrise.
-Ovvio,no?Nathan e Hope-disse come se fosse la cosa più
ovvia.
Rose rifletté sulle sue parole per alcuni istanti per poi
sorridere.
Hope.
Speranza.
Quella che quei bambini rappresentavano e che avevano riportato nella
loro vita.
Non era la prima volta che vedeva una copia del “suo” libro in giro per
casa di Brian.
La prima volta che lo aveva visto sul tavolino in salotto si era chiesto
se Micheal non lo avesse dimenticato lì in una delle ultime
visite.
Poi però,inaspettatamente,un pomeriggio durante la pausa pranzo,lo aveva trovato coinvolto nella lettura a
tal punto da non accorgersi della sua presenza finchè non si era trovato in
piedi davanti a lui e,quando aveva allontanato lo sguardo dal libro i suoi occhi
erano sembrati per alcuni istanti sorpresi,quasi increduli che lui potesse
trovarsi realmente lì accanto a lui e non più fra le pagine del
libro.
Albus era consapevole quanto quel libro fosse “pericoloso”:era il primo
che Scorpius avesse mai scritto,quando ancora erano adolescenti e per il biondo
scrivere era una passione e non ancora un “lavoro”.
Era stato lui a spedire quel libro a tutte le possibili case editrici
interessate,affinchè venisse pubblicato,sicuro che la storia era meravigliosa e
degna di essere ascoltata.
Quel libro aveva spalancato a Scorpius le porte del
successo.
Tutto grazie al racconto della loro storia
d’amore.
Come era scritto nella dedica all’inizio del libro lui e Scorpius erano i
veri Jack e Jamie,i veri protagonisti dell’amore tormentato che finisce con un
lieto fine.
Quel libro era la testimonianza di quanto fosse stato forte ed importante
il loro amore e,forse,per Brian poteva far paura confrontarsi con un passato
così ingombrante.
Perché improvvisamente quel libro era a casa di Brian e l’uomo sembrava
così impaziente di leggerne la storia?
Più volte aveva pensato di chiedergli come se lo fosse procurato,ma
sapeva che era una domanda assurda,visto che poteva trovarne una copia in
qualsiasi libreria,inoltre sapeva che fare domande avrebbe portato ad una lunga
conversazione sulla sua storia con Scorpius e quella era decisamente l’ultima
cosa che voleva.
Lui e Brian non parlavano del passato:Albus accettava la presenza di
Justin nella sua vita,nonostante fosse stato talmente importante da arrivare ad
un passo dall’altare,e Brian aveva capito che Scorpius era un argomento talmente
delicato da accettare le poche informazioni che Albus gli aveva
dato.
Per questo si ritrovò confuso e sorpreso quando,quella sera lo trovò
ancora una volta seduto sul divano intento a leggere quel
libro.
Visto l’addio al celibato di quella sera aveva chiesto all’uomo di
ospitare Lane per la notte,nonostante l’adolescente avesse ripetutamente
insistito di sapersela cavare benissimo da solo per una
notte.
Il giorno dopo sarebbe stato presente al matrimonio,ma Albus voleva
essere sicuro che non gli succedesse nulla durante quelle poche ore di
lontananza.
Cielo se Lily lo avesse visto lo avrebbe sicuramente preso in giro fino
alla notte dei tempi…o forse sarebbe stata fiera di
lui.
Cercò di scacciare quel pensiero dalla mente entrando
nell’appartamento,seguito da Lane e non appena entrò nel salotto il suo sguardo
cadde sul libro aperto e su una tazza,probabilmente piena di caffè,poggiati sul
tavolino di vetro dinanzi al divano.
-Dove sistemo la mia roba?-domandò Lane,tirando lo zaino più in alto
sulla spalla.
-Nello studio,ti ho sistemato una brandina-disse Brian seguendoli nella
stanza.
Lane sbuffò e si avviò verso lo studio,bofonchiando sull’assurdità di
dover passare la notte su una brandina da campo invece che nella propria camera
con il proprio televisore ed i propri videogiochi.
Brian si avvicinò ad Albus e questi ne approfittò per dargli un bacio
veloce.
-Sei pronto per i bagordi che ti aspettano?-gli domandò il
moro.
Al sbuffò.
-Non credo ci sarà questa grande baldoria…Stiamo parlando di mio
fratello!E’ un personaggio pubblico non può farsi vedere in giro completamente
ubriaco-ragionò Albus.
-Alby lo scopo di un addio al celibato è proprio devastarsi completamente
prima di fare il più grande errore della tua vita-commentò l’altro lasciandosi
cadere sul divano.
Albus ridacchiò.
-Tu che ne sai?Tu e Justin aveva annullato tutto pochi giorni prima del
matrimonio…-gli fece notare,quasi l’altro soffrisse d’amnesia
momentanea.
-Questo non vuol dire che non abbiamo avuto il nostro addio al celibato,e
credimi ho ricordi molto confusi di quella notte.
Riesco a rimettere insieme i pezzi soltanto grazie a quello che mi hanno
raccontato i ragazzi!-aggiunse per avvalorare le sue
parole.
Albus rise e scosse la testa,avviandosi poi verso la cucina per prendere
qualcosa da bere;nel tragitto però,vide Brian prendere di nuovo il libro fra le
mani e scorrere le pagine.
Cercò di frenare il proprio istinto,di mordersi la lingua,consapevole che
parlare non avrebbe portato nulla di buono,ma alla fine dovette dichiarare persa
la battaglia.
-Quel libro ti ha proprio colpito…-si limitò a dire prendendo una
bottiglia d’acqua dal frigo.
Brian alzò lo sguardo verso di lui,un dito ancora fra le pagine e lo
fissò per qualche istante prima di parlare.
-Puoi dirlo forte…Mi ha aperto un mondo-aggiunse
misterioso.
Albus annuì e,deciso a non raccogliere la provocazione,si portò la
bottiglia alle labbra,frenando così la domanda che premeva per
uscire.
-E’ tutto vero quello che c’è scritto qui dentro?-gli domandò
Brian.
-Dove sei arrivato?-gli chiese di rimando Albus cercando di prendere
tempo.
L’altro aprì di nuovo il libro e diede un’occhiata alle pagine,
rinfrescandosi così la memoria.
-Al tuo incidente…Sei davvero caduto da un albero sbattendo la testa?-gli
domandò.
Albus annuì,bevendo un altro sorso.
-E per quale accidenti di motivo eri su un albero?-chiese incredulo
Brian.
Al alzò le spalle.
-E’ scritto nel libro,no?Ero andato a recuperare mia sorella-rispose
cercando di minimizzare uno dei momenti più importanti della sua
vita.
-Quindi anche tutto quello che c’è scritto prima è vero-commentò
l’altro.
Ancora una volta Albus annuì,portando Brian a fare lo
stesso.
-Se questo ti ha sconvolto mi chiedo quale sarà la tua reazione quando
leggerai il resto- disse Albus,posando di nuovo la bottiglia nel
frigorifero.
Brian lo fissò con il suo ghigno caratteristico e scosse la
testa.
-Non sono sconvolto.
Mi chiedo come ho fatto a non capire prima la gravità della
situazione-
Albus aggrottò la fronte,confuso da quelle parole
sibilline.
-Lui è il tuo Justin-disse ancora l’altro certo che sarebbero bastate
quelle poche parole a fare chiarezza.
Non appena quelle parole colpirono il suo cervello,Albus si ritrovò a
scuotere la testa.
-La situazione è completamente diversa…-si limitò a
dire.
-Ah davvero?-fece l’altro chiaramente
scettico.
Albus annuì.
-Per quale motivo?-domandò ancora Brian alzandosi in piedi quasi volesse
intimorirlo con la sua figura.
Albus sbuffò e si passò una mano fra i capelli
arruffati.
Forse per al contrario di Justin,Scorpius non aveva mai fatto il minimo
accenno ad un futuro insieme e a costruire una famiglia;lo dimostrava il modo in
cui si era tirato indietro quando Lane era entrato nelle loro
vite.
-Non lo so,ma fidati:lui non è assolutamente il mio Justin!-rispose con
veemenza,cercando di allontanare i pensieri che si affollavano nella sua
mente.
Ecco perché non voleva affrontare quel discorso!Perchè sapeva che sarebbe
finita in quel modo,che avrebbero finito per litigare per qualcosa senza senso
che non esisteva più!
Ma che continuava ad essere una parte tanto importante di lui da fargli
mancare il fiato ogni volta che il suo pensiero si fissava su
Scorpius.
Quanto ancora sarebbe durata?Per quanto tempo il suo corpo lo avrebbe
tradito in quel modo facendogli provare quelle sensazioni ogni volta che il
pensiero di quel adorabile bastardo gli attraversava la
mente?
Fortunamente Lane scelse proprio quel momento per rientrare nel
salotto,interrompendo così la loro discussione e ricordando ad Albus il motivo
per cui erano lì.
Un veloce sguardo all’orologio da polso gli confermò che doveva
affrettarsi se non voleva arrivare in ritardo.
-Devo andare o farò tardi all’appuntamento-disse prima di voltarsi verso
Lane-Ci vediamo domattina e mi raccomando comportati bene-si raccomando prima di
passargli una mano fra i capelli in un gesto affettuoso che sostituiva un
abbraccio.
-Sicuramente mi comporterò meglio di te-commentò il ragazzo con un
sorriso ironico.
-Questo è certo-ribattè acido Brian.
Albus si voltò verso l’uomo e fece i pochi passi che lo separavano da
lui,poggiando entrambe le mani sui suoi avambracci.
-Te l’ho già chiesto una volta ma mi hai risposto di no,però te lo
richiederò una seconda volta:vieni con me domani al
matrimonio.
Così vedrai tu stesso che ti stai sbagliando,che tutto quello che è
successo,tutto ciò che è scritto in quel libro è nel passato,che non hai nulla
di cui preoccuparti e che se anche Scorpius fosse il mio Justin come dici
tu,questo non significa che in questo momento io non abbia bisogno di
qualcos’altro…Di qualcun altro-concluse senza allontanare lo sguardo dal
suo.
Brian restò in silenzio alcuni istanti,limitandosi a ricambiare il suo
sguardo.
-Tua sorella mi odia-gli disse quasi fosse un motivo abbastanza grande
per rifiutare il suo invito.
Albus accennò un sorriso.
-In questo momento odia anche me…Devono essere gli ormoni della
gravidanza-commentò ironico,cercando di combattere la punta di malinconia che
provava ogni volta che pensava a Lily.
Le sue parole fecero nascere un sorriso sulle labbra sottili di
Brian.
-Promettimi soltanto che ci penserai-insistette
l’altro.
Brian sbuffò e alla fine annuì.
-Che palle!Va bene ci penserò su.
Ora muovi il culo,altrimenti finirai davvero per essere in
ritardo!-
Albus sorrise e,dopo un bacio veloce,un ultimo saluto a Lane e aver
recuperato la sua valigia,corse veloce fuori dalla porta pronto per quella
“serata di bagordi” in famiglia.
Con un rumore secco,Daniel chiuse il trolley in cui era racchiuso tutto
il necessario per il fine settimana.
-Sei sicuro di aver preso tutto?-gli domandò Lily,seduta dall’altro lato
del letto.
Daniel alzò lo sguardo e non potè fare a meno di sorridere quando si
trovò di fronte lo sguardo triste della moglie,neanche stesse preparando la
valigia per un viaggio intercontinentale o per andare in
guerra.
-Non trovi sia una domanda trabocchetto visto che sei stata proprio tu a
prepararla?-le fece notare in tono leggero,cercando di risollevarle il
morale-Inoltre se anche dimentico qualcosa posso sempre telefonarti e chiederti
di portarmela domani in chiese-le fece notare.
-Fammi capire:da quando sono diventata la tua schiava personale?-gli
domandò la rossa aggrottando le sopracciglia.
-Da quando hai deciso di sposarmi,mi sembra ovvio-ribattè lui,
indirizzandole un sorriso smagliante.
Lily lo fissò per qualche istante prima di scuotere la
testa.
-Faccio sempre in tempo a chiedere il divorzio-la sentì bofonchiare
mentre si alzava faticosamente in piedi.
Daniel sorrise e le andò incontro,tenendole entrambe le mani per aiutarla
a tirarsi su,attirandola poi contro di sé.
-Non lo faresti mai…Sei troppo innamorata di me-commentò allacciandole le
braccia attorno alla vita.
-Mh non ne sarei così convinto se fossi in te-ribattè lei soltanto per il
gusto di contraddirlo.
Daniel sorrise di nuovo e,abbassando il volto,iniziò a seguire il profilo
del collo della donna con la punta del naso.
-Ah no?-le domandò sentendo la pelle d’oca provocata da quelle
attenzioni.
Entrambi sapevano che era la verità,e che la cosa era reciproca;inoltre
fin da quando Lily era entrata nel secondo trimestre della gravidanza,sembrava
impossibile restare uno accanto all’altra senza finire a letto
insieme.
Beh,qualche volta non erano neanche riusciti ad arrivarci al
letto…
Lily dava la colpa del fenomeno agli ormoni e aveva giurato che sarebbe
passata presto,ma Daniel non aveva nulla di che’
lamentarsi.
Con le braccia attorno al collo del marito,Lily lasciò vagare una mano
fra i folti capelli neri attirando il suo volto contro di se e incontrando così
le labbra di Daniel con le proprie.
Daniel aumentò l’intensità del bacio e premette maggiormente il corpo di
Lily contro il suo.
-Finirai per fare tardi…-gli fece notare quando Daniel si staccò dalle
sue labbra per iniziare a stuzzicarle il lobo
sinistro.
-Mh dirò che sono tornato indietro perché avevo dimenticato
qualcosa…-farfugliò lui,iniziando a tirare verso l’alto la blusa che Lily aveva
indosso.
La rossa non riuscì a trattenere un sorriso e,completamente dimentica del
buon senso che l’aveva animata pochi attimi prima,lasciò che Daniel le togliesse
la camicia e lo aiutò a fare lo stesso,tornando poi a cercare le sue
labbra,mordicchiando il labbro inferiore.
Camminando ad occhi chiusi,Daniel si avvicinò al letto e l’aiutò a
sdraiarvici sopra,restando poi in piedi davanti a lei,osservandola per qualche
istante.
Come faceva ad essere così bella nonostante gli anni
passati?
Guardandola lì,mentre era distesa sul loro letto,con i capelli
fiammeggianti che si spargevano sul copriletto neanche raggi di sole,i seni
rotondi coperti dal reggiseno e il rigonfiamento che proteggeva il loro
bambino,Daniel si ritrovò a pensare ancora una volta che fosse la donna più
bella che avesse mai visto.
-Sei stupenda-le disse poggiando un ginocchio sul letto,lo sguardo sul
suo volto.
Immediatamente Lily arrossì,neanche fosse la prima volta che ricevesse un
complimento simile,diventando se possibile ancora più bella agli occhi
dell’uomo.
Chinandosi leggermente su di lei,Daniel portò una mano sul fianco
sinistro della donna mentre l’altra andò a posarsi su un ginocchio,ancora
coperto dalla gonna,poi avvicinò il viso al ventre e vi posò un bacio,seguito da
un altro e da un altro ancora.
Sentì le dita di Lily affondare nei suoi capelli,trattenendolo contro di
sé e allo stesso tempo chiedendogli mille altre
attenzioni.
Daniel sorrise e fece scivolare la mano che era ancora poggiata sul
ginocchio sotto le pieghe della gonna,accarezzandole la gamba e la coscia nuda,
sempre più verso l’interno fino ad arrivare all’elastico degli
slip.
Sentì il gemito accennato che Lily si lasciò scappare dalle labbra
socchiuse e riportò di nuovo lo sguardo su di lei,prima di avvicinare il viso al
suo e far incontrare le loro labbra,proprio nello stesso istante in cui le sue
dita ricominciavano ad accarezzare la sua intimità,portando Lily a muoversi
contro di lui per aumentare il massaggio.
-Sei ancora convinta di voler chiedere il divorzio?-le domandò Daniel
malizioso,le labbra ad un soffio da quelle della
moglie.
Lily sbuffò,dopodichè si tirò leggermente a sedere,premendosi
completamente contro di lui,avvicinandosi al suo orecchio
destro.
-Perché invece di queste scemenze non usi la bocca per qualcosa di
meglio?-gli disse,mentre una mano scendeva lentamente verso le gambe muscolose
dell’uomo-Sono certa che potrei trovare un modo o due per
ringraziarti…-aggiunse,mentre le sue dita slacciavano il primo bottone dei
jeans.
Daniel si leccò le labbra e sorrise:come poteva dirle di
no?
La baciò di nuovo,un bacio affamato e pieno di desiderio, affondando le
dita di una mano fra i suoi capelli rossi,sporgendosi poi contro di lei per
riportarla di nuovo sul letto,ma proprio in quel momento una musica ritmata
risuonò nella stanza,rompendo il silenzio.
Lily sospirò sulle labbra del marito e si costrinse ad aprire gli
occhi:Rebecca.
Avrebbe potuto ignorare la chiamata e riprendere da dove avevano
interrotto,ma sapeva benissimo che l’ultima cosa da fare il giorno prima di un
matrimonio era far innervosire la sposa.
Certe volte odiava essere così giudiziosa!Specialmente in momenti come
quello!
-Se non rispondi chiamerà di nuovo,giusto?-domandò Daniel,quasi le avesse
letto nel pensiero.
Lily si limitò ad annuire,gettando l’uomo nello
sconforto.
Quindi,odiando terribilmente la vocina saggia nella sua mente che si
congratulava con lei, si staccò dall’abbraccio e tese il braccio verso il mobile
dove aveva abbandonato il cellulare.
-Pronto?...Si Becca lo so che è
tardi,scusami.
Sono stata trattenuta…Sì sta tranquilla,sarò lì fra dieci
minuti…
A dopo-disse chiudendo velocemente la
telefonata.
Daniel,sdraiato sul proprio lato del letto
sospirò.
-Niente di meglio della famiglia per rovinare momenti come
questo…-commentò.
Lily sorrise,sistemandosi su un fianco,iniziando ad accarezzargli un
braccio.
-Finirai per fare tardi…-gli fece notare.
Daniel sbuffò,chiaramente insoddisfatto,prima di tirarsi a
sedere.
L’attimo dopo era in piedi,alla ricerca della maglia che Lily aveva
gettato da qualche parte nella stanza.
Lily lo osservò dalla sua posizione privilegiata,senza preoccuparsi di
prepararsi a sua volta,e quando lo vide finalmente pronto per uscire,si mise a
sedere e gli tese le braccia.
Daniel sorrise e tornò a sedersi sul letto,accanto a
lei.
-Ci vediamo domattina in chiesa…Cerca di non strapazzarti troppo-si
raccomandò lui.
Lily alzò gli occhi al cielo,chiaramente
divertita.
-Sto andando all’addio al nubilato di una donna incinta,quali rischi vuoi
che corra?-gli ricordò.
Daniel alzò le spalle.
-Non si può mai sapere-le disse accarezzandole il ventre nudo con
delicatezza.
Restarono in silenzio per alcuni istanti,finchè Daniel non riportò lo
sguardo sul viso della moglie,un espressione seria in
volto.
-C’è qualcosa che vuoi che faccia?-domandò sperando di aver detto le
parole giuste.
Lily lo fissò in silenzio qualche secondo prima di capire:stava parlando
di Albus.
Voleva sapere se aveva qualche messaggio per
lui.
Lentamente scosse la testa.
Sapeva che domani,per la prima volta dopo mesi si sarebbero
rincontrati,ma non voleva ancora affrontare quel
problema.
-No,nulla-disse poi,quasi volesse chiarire meglio il
concetto.
Daniel annuì e le diede una bacio dolce prima di alzarsi in
piedi.
-Oh,ricordati che abbiamo un discorso da portare a termine-le disse
riuscendo a strapparle un sorriso.
Dopodiché prese il trolley e si avviò fuori dalla camera da letto,pronto
per la sua notte di follia.
TO BE
CONTINUED…
Salve a tutti!!!!
So di essere davvero imperdonabile,questa volta e che molti
di voi probabilmente mi avranno data per morta o per dispersa,ma come al solito
la colpa è da attribuire al mio caro,amato/odiato laptop:essendo vecchio(ormai
ha qs sei anni),ha sempre qlk problema e non sempre riesco ad aggiustarlo presto
quanto vorrei.
Ecco perchè ci sn stati tanti mesi di silenzio,che sono
pesati da morire anche a me...stare senza scrivere x me sembra
innaturale.
Cmq lasciamo da parte le note dolenti...Quanti di voi hanno
notato qualcosa di diverso all'inizio del
capitolo?
Esatto:la Golden Couple è finita a letto
insieme!!!!
E' proprio vero che ad un addio al celibato può succedere
di tutto...
Cmq quando ho pensato inizialmente a questo capitolo,tanto
tanto tempo fa,tutto l'addio al celibato doveva entrare in un solo capitolo,ma
poi stando tanto tempo senza scrivere le idee si sono accavallate,moltiplicate
ed ecco qui che c'è stata la divisione in due.
Inoltre mi ero resa conto che James e Rose erano assenti da
un pò quindi era giusto dar loro il giusto ritorno,con un pizzico di "Operazione
Nostalgia",come la chiamo io.
Quindi nel prox capitolo scopriremo se davvero è stata una
notte di bagordi cm pensano tutti o meno e soprattutto scopriremo cs ha portato
alla riappacificazione momentanea della Golden
Couple.
Ringrazio tutti coloro che leggeranno e recensiranno questo
capitolo e chiedo scusa per eventuali errori di ortografia e
battitura.
Il titolo è tratto da una canzone omonima di Katy
Perry e la frase iniziale è presa da "The one that
got away" sempre di Katy
Perry.
Prima dei ringraziamenti,piccola postilla
personale:voglio dedicare questo capitolo a Vittoria,per il nostro primo incontro
dopo quattro anni di amicizia! <3
E ora i ringraziamenti:Andocide(Benvenuta!Meno male che il tuo
mouse ha scelto per te! ^_^ Grazie per i complimenti, sono sempre graditi visto
che io mi considero una scribacchina di 3 ordine...Cmq Mandy è stata poco
presente nell'organizzazione d qst matrimonio,ma nn potrà restare nascosta
ancora per molto,ergo ci vorrà ancora un pò prima di vederla sparire dalla
circolazione),Nefene(Spero
di ritrovarti ancora,perchè Albus e Scorpius sono qui a complicarsi la vita come
al loro solito...),Rutix2003(Come vedi ci sn stati altri problemi,povero computer pieno di
acciacchi,ma appena si può si torna a postare e a complicare la vita dei ns
poveri ragazzi XD),Sweey(Finalmente ci sarà un confronto fra Lily e Albus fra un paio di
capitoli,e direi che è anche ora...Ricomporre la coppia Brian/Justin è il mio
sogno da quando ho visto l'ultima putata di QAF,ma forse quello è un compito tr
grande anche per me!),Bess_Black(Grazie x i complimenti,spero la pensi ancora allo stesso modo
nonostante la lunga attesa!XD In effetti scrivere la scena della "violenza",se
cs possiamo chiamarla,su Al è stata difficile da scrivere anche per me,ma era
qualcosa che doveva essere fatto per delineare il punto di rottura definitivo
della coppia),Cicacica(Benvenuta!E grazie x i complimenti!I considero Albus e Scorpius
la mia creatura,perchè nn ho letto nessuna FF italiana su di loro,poi ovviamente
se cerchi sui fandom inglesi e americani ce ne sono molte di più,ma qnd ho
parlato di loro nn attiravano nessuno...Quindi sono i miei bimbi! ^_^ Bando alle
sdolcinatezze!Riguardo alla tua domanda posso dirti che tutta la famiglia
Weasley Potter al completo si ritroverà al matrimonio di Ronnie e
Rebecca,compresi quindi anche Allison Fred e Edward,che ammetto di aver sempre
volutamente lasciato da parte perchè cm Hugo era quello che mi ispirava di meno
XD!Riuscirai a resistere fino al capitolo del matrimonio?),Gin97(Eccoti accontentata!Spero che il
capitolo sia all'altezza delle tue aspettative...Anche io devo ammettere
che,nonostante Albus e Scorpius resteranno per sempre i miei preferiti,Harry e
Ginny occupano un posto speciale nel mio cuore,perchè senza di loro non ci
sarebbe stato "Io e te...per sempre?"),PixieBat
165(Devo confessarti che anche a me James e Rose
danno sui nervi,specialmente per la loro cecità di fronte all'evidente
sofferenza di Albus,ma qualcuno doveva accollarsi il ruolo di "cattivo",no?Per
quanto riguarda Albus non credi si tratti di debolezza,ma di smarrimento
emotivo:per anni il centro del suo mondo è stato Scorpius e la vita che facevano
insieme,quando questo è venuto a mancare si è ritrovato senza nessun
sostegno,in balia delle sue emozioni e del suo dolore...E Brian è sembrata sul
momento la sola persona capace di aiutarlo a fare chiarezza),VictorieBHFS(I ns carissimi amici di
QAF presto daranno un bel pò di filo da torcere al ns Scorpius,specialmente
Brian,ma per ora lasciamo che la GC si goda l'addio al celibato di
Ronald...Daniel,come abbiamo visto anche in qst capitolo è molto innamorato
della moglie,farebbe di tutto per farla star bene,e anche se lei non lo
ammetterebbe neanche sotto tortura in qst momento,per stare bene lei ha bisogno
di Albus,perchè per come la vedo io lui è parte della sua anima...Posso svelarti
un segreto?Ancora nn lo so come andrà a finire la storia fra Alice e Luke... IOI
Ho una mezza idea,ma ancora nn sono sicura che sia quella
giusta!).
Bene per il momento è tutto...Io vi saluto e vi do
appuntamento al prox capitolo
"Give me everything"
Baci,Eva
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Capitolo 18 *** Glad you came ***
glad you came
"Although
it hurts I'll be the first to say that I was wrong Oh,
I know I'm probably much too late To
try and apologize for my mistakes But
I just want you to know I
hope he buys you flowers, I hope he holds your hand Give
you all his hours when he has the chance Take
you to every party cause I remember how much you loved to dance Do
all the things I should have done when I was your
man!"
"Cause
I don't wanna lose you now I'm
lookin' right at the other half of me The
vacancy that sat in my heart Is
a space that now you hold Show
me how to fight for now And
I'll tell you baby, it was easy Comin'
back into you once I figured it out You
were right here all along"
Era
stato suo padre,il famoso Harry Potter, a dargli l’idea.
Quando
aveva lo incontrato per mettersi d’accordo sugli ultimi preparativi del
matrimonio,l’uomo gli aveva chiesto cosa aveva in programma per il proprio addio
al celibato e Ronald aveva dovuto ammettere che non ne aveva
nessuno.
-In
fondo io e Rebecca siamo già sposati,non credi sia stupido fare un’addio al
celibato?-gli aveva domandato.
Suo
padre aveva ridacchiato prima di scuotere la testa.
-Credimi
Ronnie,è una di quelle esperienze fondamentali nella vita di un uomo sposato…Non
sai mai cosa può succedere-aveva commentato.
Ronald
aveva guardato suo padre con uno sguardo curioso negli occhi,ma l’uomo aveva
evitato abilmente di rispondergli trovando un’ottima motivazione per cui fare
quella festa.
-In
fondo neanche quando vi siete sposati la prima volta ne hai avuto uno-
Ecco
perché lui e James erano lì,in una delle suite del Savoy in attesa che il resto
della compagnia arrivasse per cominciare la serata.
-Questo
posto è spettacolare-disse James guardandosi intorno.
La
suite comprendeva sei camere da letto,un salotto,quattro bagni c angolo bar
personale completamente rifornito nell’eventualità che gli ospiti volessero
ubriacarsi senza dover lasciare la suite.
-Non
smetterò mai di ringraziare Scorpius-commentò il rosso guardandosi intorno con
aria incredula.
James
annuì.
Essendo
il loro secondo matrimonio era difficile pensare a dei possibili regali di
nozze,ma ancora una volta Scorpius aveva superato sé stesso,offrendosi di pagare
entrambi gli addii al nubilato e al celibato.
Era
grazie a quei piccoli grandi gesti che i fratelli Potter ricordavano di aver a
che fare con un Malfoy…
Ronnie
si lasciò cadere su un divano e abbandonò la testa contro lo
schienale.
-Sei
pronto per la tua ultima notte da scapolo?-gli domandò James,un sorriso ironico
sul volto.
Il
fratello ridacchiò e annuì lentamente.
-Tu
mi conosci…Sai benissimo che cerco sempre la scusa per essere al centro
dell’attenzione-rispose provocando le risate del moro.
-Il
grande animale delle feste…-lo prese bonariamente in giro, ben consapevole di
quando l’eccessiva attenzione desse fastidio al fratello,ancora un timido
insicuro nonostante tutti i traguardi che era riuscito a raggiungere nella
vita.
James
si avvicinò alla finestra,lanciando uno sguardo alla strada trafficata
sottostante,alle macchine e agli autobus che si muovevano lentamente nelle
corsie;alla gente che si affollava per arrivare in tempo alla stazione di
Charing’s Cross per prendere il proprio treno e ai semplici turisti che
camminavano pigramente cercando di assorbire quanto più possibile del
panorama.
-Gli
altri saranno qui a momenti-commentò senza voltarsi verso
Ronald.
Il
rosso annuì,nonostante l’altro non potesse vederlo.
-Prima
però…-disse riportando l’attenzione del fratello su di sé-Vorrei parlarti
un’attimo-
James
aggrottò la fronte e fece un cenno d’assenso con il capo,andando a sedersi
accanto al rosso.
Quando
lo vide esitare qualche istante si chiese se non ci fosse qualcosa che gli
avesse tenuto nascosto,qualcosa che lo turbava.
-Va
tutto bene?-gli chiese per aiutarlo.
Ronald
annuì e si mosse nervosamente sul divano,cercando una posizione più
comoda.
-Volevo…Volevo
parlarti del matrimonio-iniziò il gemello,muovendo lo sguardo intorno a
sé,cercando di evitare fino all’ultimo istante quello del
fratello.
James
annuì,restando in silenzio,certo che sarebbe bastato quel piccolo gesto per
farlo andare avanti.
-Volevo
essere sicuro che fra noi fosse tutto a posto,che non ci fossero
problemi-aggiunse Ronald.
A
quelle parole James aggrottò la fronte,sinceramente
sorpreso.
-Per
quale motivo dovrebbero esserci problemi?-non riuscì a frenarsi dal
chiedere.
Ronald
cacciò un sospiro esasperato e si decise ad incontrare lo sguardo del
moro,consapevole di non rimandare oltre.
-Perché
ho scelto Scorpius come testimone di nozze.
Quando
io e Rebecca ci siamo sposati la prima volta,la situazione fra di noi non era
delle migliori, ecco perché ho scelto Daniel come testimone…Voglio dire,gli
voglio bene,lo considero un fratello,ma forse in una situazione diversa non
avrei rifatto quella scelta.
Questa
volta invece ho scelto Scorpius…E volevo essere certo che tu non fossi rimasto
deluso-spiegò velocemente,cercando di dare un senso alla marea caotica che erano
i suoi pensieri.
Il
silenzio seguì quell’affermazione,lasciando ai due fratelli il tempo di
scrutarsi,di riflettere su quello che era stato appena detto:nel profondo James
doveva ammettere con sé stesso che quella volta,il compito di testimone sarebbe
toccato a lui.
O
almeno era quello che si aspettava.
Entrambi
erano consapevoli,anche se non ne parlavano mai,che il loro rapporto non era più
tornato come prima dopo la grande lite avuta da adolescenti:ad un occhio esterno
tutto poteva risultare naturale e “normale”,come era sempre stato,ma c’erano
delle piccole sfumature che non erano mai state cancellate del
tutto.
James
conosceva perfettamente il motivo che aveva spinto Ronald a chiedere a Scorpius
di fargli da testimone;non era per riconoscenza come si ostinava a dire,ma
soprattutto per il rapporto d’amicizia che era nato durante quel periodo e che
si era consolidato negli anni,diventando sempre più forte.
Certo,Ronald
era sempre il suo confidente e l’unica persona al mondo,oltre Rose, capace di
capire cosa passava per la sua testa soltanto con uno
sguardo.
Però
non era la stessa cosa per Ronnie:il suo confidente primario ora era diventata
Rebecca e, le rare volte che aveva
bisogno di un parere maschile,il fratello si rivolgeva a
Scorpius.
Sapeva
che quel pensiero era assurdo, perché infantile e stupido,ma certe volte James
non riusciva a frenare la gelosia e l’invidia che quell’intimità gli provocava e
quando quelle sensazioni venivano scacciate via con la forza dal suo animo,tutto
ciò che restava era una grande solitudine.
Per
quel rapporto simbiotico che aveva avuto con Ronald e che da dieci anni era
stato sostituito da un vuoto simulacro.
Era
dunque offeso per non essere stato scelto come testimone?
Sì,probabilmente
sì.
Ma
non avrebbe certo rovinato quel giorno al fratello per colpa della sua gelosia o
della sua insicurezza.
Quindi
atteggiò il volto in un espressione rilassata,un lieve accenno di sorriso sulle
labbra e scosse la testa.
-No!Come
ti viene in mente?So perfettamente per quale motivo lo hai fatto e condivido la
tua scelta-gli disse dandogli una leggera pacca sulla schiena,cercando di
mostrarsi il più rilassato possibile.
-Del
resto se io fossi stato il tuo testimone a quest’ora non saremmo stati
qui!-aggiunse muovendo una mano in aria per indicare l’enorme suite che li
ospitava.
Ronald
lo osservò attentamente,cercando di capire il vero significato nascosto dietro
le sue movenze ed i suoi gesti e fece per parlare,quando la porta della suite si
aprì,portando entrambi i gemelli ad alzare lo sguardo verso
l’entrata.
Albus
infilò la chiave magnetica che gli era stata consegnata alla reception in una
delle tasche dei jeans e fece un passo nella stanza,ma si bloccò sulla porta,la
mano ancora sulla maniglia quando vide i due fratelli sul divano,entrambi con lo
sguardo rivolto verso di lui.
Il
suo primo istinto fu di fare quel passo indietro che gli avrebbe permesso di
richiudersi la porta alle spalle, ed allontanarsi il più in fretta possibile da
quella stanza,dalla sua famiglia e da quello che la serata
prometteva.
Ma
era ben consapevole di non poterlo fare,quindi prese un respiro profondo e
sorrise, per poi fare un altro passo in avanti.
-Ehilà!Mi
hanno detto che c’è una festa qui-disse in tono gioviale.
Entrambi
i gemelli si alzarono in piedi e si mossero verso di lui,felici di rivedere il
fratello dopo tanto tempo;l’ultimo incontro risaliva all’anniversario dei loro
genitori,ma anche da quella festa Albus era stato uno dei primi ad
andarsene,dopo una discussione con Scorpius.
Il
primo a raggiungere Albus fu Ronald,che abbracciò il fratello
calorosamente,stringendolo in una morsa e sollevandolo leggermente da terra:si
era accorto di aver sentito la mancanza del fratello soltanto nell’istante in
cui l’aveva visto comparire sulla soglia.
Come
aveva potuto far passare tutti quei mesi senza mettersi in contatto con
lui?Erano fratelli,accidenti!
-Finalmente
ti sei deciso a farti rivedere!Bastardo!-lo apostrofò
Ronald.
Albus
rise e ricambiò l’abbraccio,dando una pacca sulla schiena larga e muscolosa del
rosso quando questi lo rimise a terra,per poi voltarsi verso James e tendergli
la mano.
A
quel gesto, James restò per un’istante interdetto,ma afferrò ugualmente la mano
del fratello,prima di tirarlo a sé in un abbraccio forse meno impulsivo ma non
per questo meno caloroso.
La
reazione di Albus fu completamente diversa;mentre prima aveva ricambiato
l’abbraccio con ugual calore e affettività,ora restò fermo,impalato,quasi non
sopportasse il tocco del gemello.
James
sciolse l’abbraccio e sorrise al fratello.
-E’bello
rivederti-disse sincero.
Albus
si limitò ad annuire,prima di guardarsi intorno,iniziando poi a gironzolare per
il salotto.
-Questo
posto è fantastico…Magari potremmo restare qui e festeggiare qui il tuo addio al
celibato-propose.
-Non
ci provare!Hai accettato di venire in giro per locali con noi ora non puoi più
tirarti indietro-gli ricordò Ronald.
-Forse
quando l’ho fatto ero ubriaco-commentò sottovoce Albus dando un’occhiata al
panorama.
-Ti
ho sentito!-lo rimproverò il rosso.
-E’
la presenza di Scorpius che ti preoccupa?-domandò James cercando di capire cosa
turbasse il fratello.
Non
lo vedeva da mesi ed ora che era lì davanti ai suoi occhi non poteva negare che
fosse cambiato:fisicamente era lo stesso di sempre,con i capelli sconvolti
ed incontrollabili,o il fisico
longilineo,ma quella dolcezza e “innocenza” che lo aveva sempre caratterizzato
sembrava sparita,quasi nascosta da una corazza.
Era
stata la rottura con Scorpius a provocare quel
cambiamento?
Albus
restò con lo sguardo fisso sulla strada,cercando di non ridere amaramente alle
parole del fratello:se soltanto James avesse saputo…
Rialzò
lo sguardo sui gemelli e alzò le spalle.
-Forse…O
forse sono solo agitato perché il mio fratellone domani si sposa!-aggiunse
cercando di cambiare argomento ed evitare che i due uomini iniziassero ad
esaminare la sua vita sentimentale pezzo pezzo.
Tornò
poi ad avvicinarsi alla porta dove sul pavimento giaceva abbandonato il
borsone,lasciato cadere quando Ronald lo aveva abbracciato,e ne afferrò i
manici.
-Avete
già scelto le vostre stanze?-domandò loro.
-Veramente
ancora non ci avevamo pensato-rispose sinceramente James.
Al
annuì,serrando maggiormente la stretta attorno ai manici.
-Allora
sarà meglio che mi affretti prima che uno di voi si prenda la stanza
migliore!-commentò prima di voltar loro le spalle e avviarsi verso le camere da
letto.
Soltanto
quando il moro fu sparito dietro una delle porte i due gemelli si
fissarono.
-E’
una mia impressione o Al ha qualche problema con te?-domandò Ronald al
fratello.
Dunque
non era stata soltanto una sensazione!pensò James ricambiando lo sguardo che
Ronald gli stava lanciando.
James
alzò le spalle,non sapendo sinceramente cosa dire e riflettè qualche istante
alla ricerca di un qualche motivo per cui il fratello potesse provare del
risentimento verso di lui,ma non trovandone nessuno.
Ancora
una volta la porta della suite si aprì e sulla soglia apparve Scorpius.
Di
nuovo sul volto di Ronald apparve un sorriso di sincero affetto:era veramente
felice che il biondo,nonostante i problemi con Albus ed i momenti imbarazzanti
che sicuramente ci sarebbero stati nel corso della serata,fosse lì a
dimostrargli la sua amicizia e a ricoprire quel ruolo così
importante.
-Ehi
amico!-lo apostrofò.
Scorpius
si richiuse la porta alle spalle.
-La
reception si è appena lamentata con me!-li rimproverò.
James
aggrottò la fronte.
-Ma
se non abbiamo neanche cominciato!-ribattè.
-Appunto!Vi
sembra un addio al celibato questo?-domandò ancora l’uomo con un sorriso ironico
sul volto.
I
due uomini risero.
-Idiota!-lo
apostrofò Ronald.
Scorpius
lasciò il proprio trolley accanto alla porta e andò a sedersi sul divano,di
fronte ai due gemelli che seguirono il suo esempio.
-Ci
siamo soltanto noi?-domandò il biondo ai due.
Ronald
scosse la testa.
-Albus
sta sistemando le sue cose in una delle camere-disse
James.
Sul
volto di Scorpius ci fu un cambiamento impercettibile,una piccola contrazione
della mascella che mostrò come avesse sperato di avere più tempo per prepararsi
a quell’incontro.
E
con perfetto tempismo,Albus scelse quel momento per uscire dalla stanza e
ritornare nel salotto principale.
-Posso
affermare con assoluta certezza di aver scelto la stanza
migliore.
Mi
dispiace per vo…-disse bloccandosi a metà non appena i suoi occhi si posarono su
Scorpius.
L’elettricità
che attraversò la stanza nell’istante in cui i loro sguardi si incontrarono fu
quasi palpabile,un vago ricordo della loro adolescenza e del lontano periodo in
cui si nascondevano da tutti e da sé stessi,talmente forte da mettere in
imbarazzo i gemelli.
Scorpius
distese le labbra sottili in un sorriso,felice di aver Albus così vicino per la
prima volta da mesi senza la presenza di intrusi o “inutili
aggiunte”.
-Ciao
Albus…-lo salutò in tono sereno,lo sguardo su di lui,quasi volesse ubriacarsi
della sua presenza.
Albus
si diede mentalmente dello stupido,cercando di controllare il battito impazzito
del suo cuore e l’assurdo desiderio di corrergli incontro e sedersi sulle sue
ginocchia.
Come
era possibile provare certe sensazioni con un solo sguardo, malgrado tutto il
loro passato?
-Scorpius-disse,cercando
di non lasciar trasparire troppe emozioni nella voce.
Quella
lunga serata era ufficialmente cominciata e lui non aveva la più pallida idea di
come avrebbe fatto ad arrivare alla fine.
Una
volta che anche Daniel si fu unito al gruppo e tutti ebbero avuto modo di
sistemare le proprie cose nelle rispettive stanze, il gruppo si chiuse la porta
della suite alle spalle e si mosse alla volta del bar del Savoy,per un
aperitivo.
Quando
le porte di vetro si aprirono automaticamente al loro passaggio,Ronald non
riuscì a trattenere un fischio di apprezzamento per l’atmosfera raccolta e
sofisticata del locale.
-Accidenti-commentò
piacevolmente colpito,continuando a guardarsi intorno.
I
toni del blu e del bianco la facevano da padrone,cominciando dalla tappezzeria
alle poltrone passando per i bicchieri per finire ai
tappeti.
-Sembra
di essere sul fondo dell’oceano-notò Daniel,provocando un sorriso negli
altri.
Il
gruppo di amici si diresse verso uno dei tanti divani liberi,e pochi istanti
dopo un ragazzo con indosso una camicia nera ed un gilet grigio della stessa
tonalità della cravatta,venne loro incontro.
-Cosa
posso servirvi?-chiese rivolgendosi a James,in tono
professionale.
James
guardò gli altri con aria inquisitiva,prima di concedersi un
sorriso.
-Una
bottiglia di champagne-rispose rivolgendo un sorriso cortese al
cameriere.
Questi
rispose con un cenno del capo e si allontanò in direzione del
bancone.
I
quattro uomini si rilassarono sul comodo divano,guardandosi intorno e osservando
la poca clientela che occupava il locale.
-Questo
posto è davvero di lusso…-commentò Daniel tornando a posare lo sguardo sugli
amici.
-Mi
chiedo allora come mai ci abbiano lasciato entrare-ribattè ironico
Albus,strappando un sorriso agli altri.
-Spero
tu sia consapevole Ronnie che questa è soltanto la prima tappa…-disse Scorpius
guardando l’amico-Ho bisogno di un posto con musica,alcool e rumore e questo bar
non ha nessuna di queste caratteristiche-aggiunse.
Ronald
sorrise e annuì.
-Ok,ok…Possiamo
almeno bere lo champagne?-chiese il rosso in tono ironico.
Scorpius
alzò le spalle.
-Se
proprio dobbiamo-
I
quattro uomini ridacchiarono:nonostante le battute e lo sforzo che tutti stavano
facendo per essere al meglio e non rovinare la serata,c’era sempre quella lieve
sensazione di disagio che aleggiava nell’aria,quasi come se da un momento
all’altro una bomba dovesse esplodere proprio davanti a
loro.
Il
cameriere tornò verso di loro a passo veloce,reggendo in una mano il cestello
con la bottiglia di champagne e quattro bicchieri e un piattino d’argento
nell’altra.
-Ecco
a voi-disse poggiando con leggiadria il cestello sul tavolino di cristallo
sistemato di fronte a loro,e mettendo il piattino a poca distanza,cercando di
essere il più discreto possibile.
Con
altrettanta discrezione,Scorpius prese il conto che vi era sistemato sopra
e,senza neanche darvi uno sguardo,lo sostituì con la propria carta di
credito,restituendo poi il tutto al cameriere che gli sorrise in risposta,prima
di allontanarsi di nuovo verso il bancone.
Quando
il biondo tornò a posare lo sguardo sul gruppo d’amici,si accorse che tutti lo
stavano fissando.
-Cosa?Mi
sembrava di aver già detto che questa sera sareste stati miei ospiti-disse in
risposta ai loro sguardi inquisitori.
Senza
dire nulla,consapevole che sarebbe stato inutile,Ronald scosse la testa,per poi
tirare fuori dal cestello i bicchieri e la bottiglia.
Dopo
aver distribuito i bicchieri ai tre uomini si impegnò nell’apertura della
bottiglia,finchè il tappo non saltò provocando un esultanza
generale.
-Ok,facciamo
un brindisi-disse James sollevando il proprio bicchiere,imitato subito dagli
altri-A Ronald,fortunato bastardo,che domani sia soltanto un ulteriore conferma
di quello che tutti noi già
sappiamo…Che tu e Rebecca siete fatti l’uno per l’altra-disse guardando il
fratello con uno sguardo di sincero affetto.
I
cinque uomini restarono in silenzio per pochi secondi prima di sfiorare i calici
l’uno contro l’altro e portarli
alle labbra,bevendo il contenuto tutto d’un fiato.
Daniel
fu il primo a posare il bicchiere vuoto sul tavolo rivolgendo poi uno sguardo
carico di aspettativa verso gli altri.
-Che
la serata abbia inizio!-
Erano
passate tre ore dal primo brindisi.
La
bottiglia di champagne era finita velocemente,fra brindisi,congratulazioni e
raccomandazioni allo sposo neanche Ronald fosse davvero uno scapolo al suo
giorno di celibato.
Dopo
aver messo la bottiglia di champagne a testa in giù nel cestello del ghiaccio i
cinque uomini si erano alzati e si erano diretti vero l’uscita del longue bar e
dell’albergo,aspettando in gruppetti ordinati che il maître procurasse loro un
taxi che li avrebbe portati al centro,dove secondo James e Daniel avrebbero
trovato dei locali meno chic e più movimentati.
Durante
quei pochi minuti di attesa Ronald aveva avuto modo di osservare come Albus
interagisse maggiormente con lui e Daniel, tenendosi a distanza da Scoprius e
James;se nel primo caso erano ben chiare i motivi che lo portavano ad un tale
comportamento,nel secondo,Ronnie non riuscì a trovare nessuna
spiegazione:possibile che Al nutrisse dell’acrimonia nei confronti del fratello
di cui nessuno era al corrente?
Dopo
un breve viaggio in un taxi troppo affollato,si erano ritrovati sullo Strand in
un locale chiamato “The Coal Hole”;avevano trovato posto ad un tavolo d’angolo e
avevano fatto le loro ordinazioni.
“The
Coal Hole” era un locale che aveva l’altra aspirazione di combinare la “classe”
inglese con la “spontaneità tipica degli americani:ecco allora che gli
arredamenti stile saloon si univano ai camerieri in sparato nero e crestina
bianca, che il cibo e le bevande sul menù prendevano il nome di tutti i
personaggi più famosi della storia anglosassone,anche se si trattava di semplici
hamburger,o che alle pareti fossero dipinte le tipiche bellezze architettoniche
londinesi, Big Ben e London Eye compresi anche se a pochi passi di distanza dal
locale.
L’unica
eccezione che il proprietario del locale si era concesso,era il juxe-box che
faceva bella mostra di sé al centro del locale,fra tavoli e poco distante dalla
pista al momento vuota.
-Questo
è il posto più strano che abbia mai visto…- commentò Daniel guardandosi
intorno.
Scorpius
annuì.
-Il
mio editore mi ci ha portato un giorno per pranzo;voleva mostrarmi quella che
lui ha definito la “stranezza dei babbani”-gli spiegò il biondo.
Il
gruppo sorrise,ma l’arrivo del cameriere li aveva trattenuti dal commentare
ulteriormente.
-Come
sta Lily?-chies James a Daniel-Non la vedo dalla colazione del mese
scorso-
Una
fitta di gelosia attraversò lo stomaco di Albus a quelle
parole.
Era
stata una sua scelta allontanarsi dalla famiglia,crearsi praticamente una nuova
vita che non includeva nessuno dei presenti attorno a quel tavolo,però sapere
che gli altri avevano continuato a vedersi nonostante la sua assenza lo feriva
ugualmente.
“Cosa
ti aspettavi?Che mettessero in pausa la loro vita in attesa del tuo
ritorno?”gli
chiese una vocina acida nella sua testa.
Albus
scosse la testa,cercando di mettere a tacere quei pensieri e tornò a prestare
attenzione a quello che succedeva intorno a sé.
-…Vedrai
tu stesso domani al matrimonio.
Sempre
se allontanerai lo sguardo da Rebecca per più di qualche secondo-concluse in
quell’istante Daniel.
Gli
altri risero e,Albus per non tradirsi,accennò a sua volta una
risata.
-Devo
ammetterlo,Ronnie-disse Scorpius,sistemandosi meglio sul sedile di pelle
rossa-Quando tu e Becca vi siete sposati la prima volta non credevo sareste
durati così a lungo-
Ronald
rise.
-Grazie
della fiducia amico!-commentò alzando il proprio bicchiere verso il
biondo.-Spero che tu abbia qualcosa di meglio per il discorso del testimone di
domani…-aggiunse poi ironico.
-D’accordo
mi sono sbagliato,ma lo sai quanto posso essere cinico!
Io
e Al abbiamo anche fatto una scommessa sulla durata del matrimonio-aggiunse
ancora il biondo.
Nello
stesso istante i due gemelli Potter spalancarono gli occhi e si voltarono a
guardare Albus che,rosso in volto,cercava di concentrare tutto il proprio odio
verso Scorpius nello sguardo che in quel momento stava rivolgendo al
biondo.
Il
primo in tutta la serata.
Sguardo
a cui Scoprius rispose con il suo ghigno a metà…Un tempo Albus sarebbe andato in
brodo di giuggiole per quel sorriso,ma in quel momento avrebbe potuto strozzare
il biondo a mani nude.
-Non
posso credere che mio fratello abbia scommesso sul mio matrimonio!-commentò
Ronald,fortunatamente divertito,riportando l’attenzione di Albus su di
sé.
L’uomo
scosse la testa.
-Infatti
io ho scommesso a favore.
Scorpius
diceva che non sareste durati più di due anni,mentre io invece ero convinto che
ce l’avreste fatta-ribattè,prima di tornare a guardare il biondo seduto
dall’altra parte del tavolo-Anzi,se non ricordo male,non ho mai intascato la
vincita di quella scommessa- disse.
-Oh,ero
convinto di averti ripagato in natura…E con gli interessi- rispose Scorpius
serio.
L’imbarazzo
imporporò di nuovo le guance di Albus,portandolo a chiedersi per l’ennesima
volta se era stata una buona idea partecipare a questa
festa.
-Ho
bisogno di un nuovo drink-disse alzandosi e prendendo il bicchiere
vuoto.
Voltò
le spalle al gruppo e si avviò al bancone di mogano scuro.
Avrebbe
potuto chiamare uno dei camerieri che gironzolavano per il locale e farsi
portare da bere,ma aveva bisogno di silenzio e di stare solo,anche soltanto per
pochi istanti.
-Whiskey
con ghiaccio,per favore-disse al barman,porgendogli il bicchiere
sporco.
Che
accidenti era saltato in testa a Scorpius di raccontare della loro
scommessa?
Era
stato un gioco fra di loro,non se ne ricordava quasi più!
Stava
forse cercando di metterlo in imbarazzo con gli altri?No.
Se
avesse voluto farlo,avrebbe avuto munizioni peggiori di
quella.
Allora
perché uscirsene così?Quello era stata un’idea stupida di due ragazzini idioti…e
innamorati.
Forse
era per questo che lo aveva fatto:per ricordargli che nonostante tutto quello
che era successo,c’era stato un tempo in cui erano stati
Loro.
Loro
contro il Mondo.
Albus
sospirò e si passò una mano fra i capelli,prima di fare un cenno con il capo al
barman per ringraziarlo del nuovo drink.
-Ehi
fratellino!-si sentì apostrofare.
Si
voltò leggermente sulla destra e sorrise trovandosi accanto
Ronald.
-Ehi,sei
venuto a fare rifornimento?-gli domandò indicando il bicchiere vuoto che il
rosso stringeva fra le dita della mano sinistra.
L’altro
annuì,prima di fare la propria ordinazione.
Albus
fece per tornare al tavolo,ma la voce di suo fratello lo
bloccò.
-Come
sta Lane?-
Al
guardò il rosso,leggermente sorpreso che l’altro si ricordasse dell’esistenza
dell’adolescente che lui ormai considerava alla stregua di un
figlio.
-Bene…-disse,tornando
ad avvicinarsi al bancone-E’ leggermente preoccupato per il matrimonio di
domani,però per il resto sta bene-
Ronald
aggrottò le sopracciglia.
-Preoccupato,perché?-
Al
accennò un sorriso.
-L’unica
volta che è stato a contatto con la famiglia Potter alcuni membri non sono stati
così gentili e felici di fare la sua conoscenza-si limitò a dire il
moro.
-Parli
di Lily?-chiese l’altro.
Albus
si limitò ad annuire.
Ronald
posò una mano sul braccio di Albus più vicino a sé e gli diede una stretta
rassicurante.
-Posso
prometterti fin da adesso che tutti faranno del loro meglio per far sentire Lane
a suo agio domani…In fondo fa parte della famiglia,no?-
Al
annuì,grato al fratello per le sue parole.
Il
barman aveva da tempo consegnato nelle mani di Ronald la sua ordinazione,ma il
rosso non sembrava avere fretta di riunirsi al resto del
gruppo.
C’era
ancora una cosa che voleva chiedere al fratello,prima che questo tornasse a
nascondersi dietro la maschera che indossava ormai da mesi,ed aveva la
convinzione di poterlo fare soltanto adesso, ora che erano
soli.
Cercò
gli occhi di Albus e lo fissò per qualche secondo,percependo il disagio
dell’altro.
-Sei
felice Al?-gli domandò infine.
Albus
prese un lungo respiro,trattenendo poi il fiato.
Era
felice? Aveva smesso da tempo di farsi quella domanda.
-Sono
felice per te e Rebecca-gli disse riuscendo a fingere un sorriso alla perfezione
e buttando fuori il fiato.
Ronald
accennò lo stesso sorriso e scosse leggermente la testa.
Era
così difficile parlare di certe cose:loro erano uomini!
Gli
uomini non parlano dei propri sentimenti,lasciano volentieri quel compito alle
donne!
-Non
è quello che ti ho chiesto-gli fece notare il rosso.
Albus
allontanò lo sguardo e lo fissò sulle dita della propria mano destra che
stringevano il bicchiere.
-E’
la sola risposta che posso darti adesso…-gli rispose
sincero.
Ronald
lo fissò per alcuni istanti e poi annuì:era evidente che non sarebbe riuscito ad
ottenere nient’altro.
Lasciò
cadere una mano sulla spalla sinistra del fratello e fece un cenno con il capo
all’indietro,verso il tavolo su cui era seduto il resto del
gruppo.
-Sarà
meglio tornare dagli altri-disse poi avviandosi verso il tavolo,il braccio
ancora abbandonato sulle spalle del fratello.
Al
tavolo gli altri uomini erano impegnati in una fitta conversazione e quando i
due fratelli li raggiunsero,i tre alzarono lo sguardo e risero alla vista del
rosso.
-Che
avete tanto da ridere?-chiese Ronald,riprendendo il proprio posto accanto a
James.
Daniel
scosse la testa.
-Nulla…Stavamo
solo confrontando le nostre esperienze-commentò in modo
criptico.
-Dan
ha appena finito di raccontarci di quella volta ad Hogwarts in cui ha beccato te
e Rebecca a letto insieme-spiegò Scorpius, lasciando da parte la
diplomazia.
Le
guance di Ronald si imporporarono leggermente.
-Prima
ancora era stato il mio turno-disse James-Ti ricordi quella volta che mi sono
smaterializzato in casa vostra,qualche anno fa e trovato te con soltanto i boxer
e…-
-Si,ho
capito!Ho capito…Non c’è bisogno di aggiungere altro-lo interruppe velocemente
il gemello.
-Quella
è stata l’ultima volta che mi sono smaterializzato in casa tua-disse
Jim.
-Beh
almeno quell’esperienza è servita a levarti quel brutto vizio! Mi ti ritrovavo
intorno quando meno me lo aspettavo!-lo rimproverò il
fratello.
Gli
altri risero e per alcuni istanti cadde il silenzio,mentre tutti i presenti
cercavano un argomento di conversazione che fosse altrettanto innocuo per
mantenere alti gli spiriti e per non rovinare la serata.
-Come
va il lavoro Scorpius?-domandò James,voltandosi a guardare il
biondo.
Scorpius
posò il bicchiere ormai vuoto sul tavolo e alzò le spalle.
-Procede-
Albus
osservò l’uomo sinceramente curioso:Scorpius aveva realmente cominciato a
scrivere oppure era una risposta detta per non entrare
nell’argomento?
L’ultima
volta che avevano parlato del suo lavoro,quella lontana sera in cui se lo era
trovato davanti alla porta di casa,Sy gli aveva detto che senza di lui aveva
perso l’ispirazione,che non riusciva più a scrivere.
Possibile
che,nonostante quello che gli aveva detto alla festa dei suoi genitori,avesse
già trovato una nuova musa?
-Sono
già arrivato a metà del mio nuovo libro.
Se
tutto va come spero dovrei riuscire a spedirlo al mio editore in un paio di
mesi-disse ancora il biondo.
-E’
un’altra storia d’amore?-domandò Ronald curioso.
Scorpius mosse leggermente la testa a destra e
poi a sinistra,in modo incerto.
-In
parte…E’ una favola-precisò.
Albus
inarcò leggermente le sopracciglia,stupito.
-Una
favola?E’ qualcosa di completamente nuovo per te-disse parlando direttamente
all’uomo per la prima volta in tutta la serata.
Scorpius
portò gli occhi sul moro e accennò un sorriso a metà.
-Tu
dovresti sapere quanto mi piacciono le sfide-si limitò a
dire.
Albus
fissò gli occhi di ghiaccio dell’altro in silenzio,mentre un’intera
conversazione veniva fatta attraverso lo sguardo.
“Sono qui…Non dimentico ciò che ti ho detto e
promesso”
“Lo
so. Ma ho paura di lasciarti avvicinare a me,perché sei allo stesso tempo la
persona che può guarirmi e distruggermi”
Albus
fu il primo ad abbassare lo sguardo,portandolo sulla propria mano sinistra
stretta attorno al drink.
-Ho
bisogno di fare rifornimento-sentì dire da Scorpius,seguito poco dopo dal rumore
della sedia strusciata sul pavimento.
Il
moro prese un respiro profondo e rialzò lo sguardo guardandosi attorno nel
locale,incurante delle tre paia di occhi che lo osservavano con
moderazione.
-Che
ne dite di scegliere un po’ di musica?-disse senza rivolgersi a nessuno in
particolare prima di alzarsi in piedi e avviarsi verso il
juxe-box.
Arrivato
lì davanti posò una mano sul vetro,gli occhi offuscati incapaci di leggere i
titoli delle canzoni.
Perché
era così difficile?
Avrebbe
desiderato mille volte dare un colpo di spugna e dimenticare gli ultimi dieci
anni della sua vita,dimenticare tutto della sua vita con
Scorpius.
Tutto
pur di non sentire quella fitta al cuore ogni volta che erano nella stessa
stanza.
-Trovato
niente di interessante?-si sentì chiedere.
Quella
voce l’avrebbe riconosciuta anche in una stanza piena di
gente.
-Non
ancora…-gli disse muovendosi leggermente verso destra per fargli posto accanto a
sé-Fa prima tu se vuoi-
Scorpius
poggiò la bottiglia di birra sul juxe-box e diede un occhiata alla lista delle
canzoni,ignorando per tutto il tempo lo sguardo dell’altro su di
sé.
Il
fatto che fosse rimasto accanto a lui era già un buon segno,avrebbe potuto
voltarsi e tornare al tavolo.
-Allora…Una
favola-gli sentì dire.
Scorpius
annuì,impegnato a digitare il numero della canzone che aveva
scelto.
-Con
streghe,principesse in difficoltà e principi senza paura?-gli domandò ancora il
moro.
Non
aveva idea del motivo che lo spingeva a fargli quelle domande, o cosa lo
trattenesse dal tornare al tavolo
dagli altri:forse voleva dimostrare a sé stesso e a Scorpius di essere diventato
immune,che la sua vicinanza non era più un problema per lui, oppure che la
presenza di Brian nella sua vita lo rendeva perfettamente
felice.
La
canzone partì e soltanto allora Scorpius alzò lo sguardo ad incontrare il
suo.
I've got you under my skin. I've got you deep in the heart
of me. So deep in my heart that you're really a part of
me. I've got you under my skin. I'd tried so not to give
in. I said to myself: this affair never will go so well. But
why should I try to resist when, baby, I know so well I've got you
under my skin?
-C’è
una principessa in difficoltà…E c’è un principe.
Come
in tutte le favole,il principe uccide il drago, salva la principessa e ritornano
al castello per vivere insieme felici e contenti.
Però
è una volta tornati al castello che inizia la vera storia:una volta a casa,il
principe incontra il fratello della sua futura sposa.
-E’
amore a prima vista.
Un
solo sguardo basta a far capire ad entrambi che sono fatti l’uno per
l’altro.
Ovviamente
devono nascondersi,perché il Re non capirebbe il loro amore,finirebbe per
condannarli a morte…
I
due amanti sono disposti a tutto,qualsiasi sotterfugio pur di non essere
separati,ma un giorno poco prima delle nozze,la principessa scopre i due
amanti-
Il
silenzio che seguì il racconto di Scorpius portò Albus a riprendersi dal torpore
che lo coglieva ogni volta che ascoltava l’uomo parlare delle sue storie:avrebbe
potuto sentirlo parlare per ore,amava il modo in cui si appassionava per
personaggi immaginari,per quelle che considerava le sue
creature.
Era
bellissima.
Ancora
una volta,Scorpius aveva superato le sue aspettative ed Albus era certo che
leggere il racconto stampato sarebbe stato mille volte meglio del piccolo
riassunto che l’altro gli aveva appena fatto.
-Questo
è tutto quello che ho scritto finora-disse ancora
Scorpius.
-E’
una favola a lieto fine?-gli domandò Al curioso.
Scorpius
alzò le spalle.
-Dipende-
L’altro inarcò le sorpracciglia.
Don't you know, little fool, you never can
win? Use your mentality, wake up to reality. But each time
that I do just the thought of you Makes me stop before I
begin 'Cause I've got you under my skin.
-Tutto
dipende se la mia musa torna da me…-aggiunse.
Albus
si ritrovò a deglutire:non era uno sciocco,era chiaro che l’altro stesse
parlando di lui,però ancora una volta non sapeva cosa fare o cosa
dire.
-Scorpius…-iniziò.
-Sai
che anche questa volta uno dei personaggi è ispirato a te?-continuò l’altro
impedendogli di andare avanti.
Il
moro lo guardò sorpreso e sorrise suo malgrado quando vide l’altro annuire come
ulteriore conferma.
-Fammi
indovinare:il principe senza macchia e senza paura-tentò
ironico.
Scorpius
scosse la testa.
-Assolutamente
no!Credi che avrei lasciato a te il ruolo che è mio di diritto?-commentò con lo
stesso tono divertito il biondo.
Il
sorriso sulle labbra di Albus divenne più grande e annuì, allontanandosi per
un’istante dallo sguardo persistente dell’altro.
-Giusto…Quindi
chi sono?-gli domandò ancora senza guardarlo.
-L’amore
della sua vita-
Quelle
parole costrinsero Albus a rialzare lo sguardo su Scorpius,gli occhi subito
attirati da quelli penetranti dell’uomo.
Approfittando
dell’attimo di smarrimento che sembrava aver colto Albus,Scorpius si portò più
vicino a lui,dimezzando la distanza fra i loro corpi e,forse ancora stordito
dalle sue parole,Albus non fece nessun gesto per allontanarsi da lui o
ristabilire la distanza.
-L’uomo
capace di farlo innamorare a prima vista e per cui l’eroe mette in discussione
tutto ciò in cui aveva creduto fino a quel momento,pronto anche alla morte se
dovessero scoprirli perché vivere senza quell’amore significherebbe ugualmente
la morte.
Credo
sia il ruolo perfetto per te-disse senza abbandonare per un’istante lo sguardo
dell’altro.
Albus
restò in silenzio,il familiare profumo di Scorpius che gli stuzzicava le narici
e gli faceva desiderare di sentire quello stesso odore sui vestiti e sulla
propria pelle.
Cavolo
quanto odiava ammettere quella debolezza,anche se solo con sé
stesso!
Dopo
un silenzio che sembrò interminabile ad entrambi,Albus
sospirò.
-Vorrei
che fosse realmente così-commentò melanconico.
Fu
allora che il tempo si mosse a velocità raddoppiata:incurante delle
conseguenze,Scorpius alzò la mano sinistra e le portò dietro il collo di
Albus,avvicinando il viso al proprio sfiorando così le labbra del
moro.
Fu
un bacio dolce e veloce,un lieve sfioramento di labbra che Scorpius interruppe
subito per poter incontrare di nuovo gli occhi di Albus.
Seduti
al tavolo,Ronald James e Daniel avevano assistito alla scena fin
dall’inizio,osservando il modo non curante in cui Scorpius si era avvicinato
all’altro,prendendolo quasi di sorpresa e iniziando una conversazione muta che
aveva fatto sorridere prima e poi arrossire il moro.
-E’
davvero assurdo…-commentò Daniel allontanando per un’istante lo sguardo dai due
uomini.
-Cosa?-chiese
James guardando velocemente il cognato.
-Che
due persone che sono chiaramente fatte l’uno per l’altra debbano essere stare separate
per colpa della loro testardaggine- disse l’altro,tornando a guardare i
due.
Ronald,che
fino a quel momento era rimasto in silenzio ad osservare la coppia,positivamente
colpito dal comportamento di Scorpius,alzò le spalle.
-Torneranno
insieme-disse constatando un dato di fatto.
-Come
fai ad esserne così sicuro?Hai dimenticato il tipo con cui esce Al?-gli chiese
James.
Proprio
in quel momento,Scorpius si avvicinò all’altro,baciandolo, senza che Albus
facesse nessun accenno a tirarsi indietro.
-Ecco
perché-rispose semplicemente il rosso.
Sinceramente
felice per Albus,James sorrise.
In
quel momento della sua vita tutto era perfetto,lui e Rose si amavano,stavano per
diventare genitori e forse con una visione egoistica delle cose sperava che
anche il resto della famiglia fosse felice come lui;vedere i due uomini fare
quei passi uno verso l’altro,verso l’inevitabile conclusione era ciò che James
desiderava per il fratello.
-Aspettiamo
due gemelli-disse poi improvvisamente,riportando l’attenzione degli altri due
uomini su di sé.
-Come?-chiese
Ronnie,quasi non fosse sicuro di aver capito bene.
Jim
annuì.
-Rose
ed io aspettiamo due gemelli…-disse di nuovo con un sorriso-Non sappiamo ancora
di che sesso saranno,però a quanto pare la tradizione di casa Potter
continuerà-
Ronald,essendo
il più vicino si sporse verso il gemello e gli posò un braccio attorno alle
spalle,sorridendo.
-Congratulazione
Jim!-disse Daniel un sorriso sulle labbra a sua volta.
Inconsapevole
delle supposizioni e celebrazioni degli altri seduti al tavolo e,nonostante la
sorpresa e la breve durata,Albus cercò un contatto con la realtà non appena
sentì le labbra di Scorpius allontanarsi: capì dalla poca distanza fra i loro
corpi di essersi lasciato andare contro l’altro e di aver chiuso gli
occhi,abbandonandosi al momento, soddisfacendo per un’istante un bisogno che si
era negato troppo a lungo.
Riaprì
gli occhi lentamente e trovò ad aspettarlo gli occhi dell’altro,così pieni
di…amore,sincerità,paura di essere respinto ancora un volta, come non li vedeva
da tanto tempo.
Fece
per parlare,per dire qualsiasi cosa che desse la giusta prospettiva al loro
rapporto,rammentando ancora una volta ad entrambi che la loro relazione era
terminata,che c’erano stati dei buoni motivi che avevano portato alla loro
rottura,ma prima che potesse farlo,uno sconosciuto si avvicinò al
juxe-box,portando Scorpius a prenderlo per mano e a guidarlo verso un angolo più
riservato.
Albus
si ritrovò contro una parete,pronto ad un nuovo attacco da parte dell’altro,ma
fu subito chiaro che quella non era l’intenzione di
Scorpius.
-E’
davvero così.
Tu
sei l’amore della mia vita…-gli disse guardandolo dritto negli
occhi.
-Scorpius…-tentò
di bloccarlo Al,ma il biondo alzò una mano per frenare qualsiasi
obiezione.
-Possiamo
parlare?Io e te da soli?
Torniamo
in albergo e parliamo…-gli propose-Prometto che non ti salterò addosso…A meno
che non sia tu a chiedermelo-aggiunse poi con il suo ghigno
malizioso.
Albus
cercò di trattenere un sorriso,ma alla fine dovette arrendersi, firmando così la
sua resa.
Ancora
una volta si lasciò guidare dall’altro verso il bagno degli uomini,e una volta
dentro, i due si smaterializzarono nella stanza d’albergo.
In
confronto con il rumore ed il chiacchiericcio che si erano appena lasciati
dietro,il silenzio della suite fu assordante nei primi istanti,al punto che
Albus si guardò intorno per essere certo di essersi smaterializzato nel posto
giusto.
Dopodichè
posò lo sguardo su Scorpius e lo trovò altrettanto spiazzato:cosa sarebbe
successo ora?
Aveva
promesso che non gli avrebbe fatto nessuna avances, ed era una cosa
positiva,visto che al momento sarebbe bastato un nulla per spingerlo nel letto
di Scorpius.
Fece
un passo tentennante verso uno dei divani nel salotto e vi si lasciò cadere
sopra,i gomiti posati sulle ginocchia e le dita
intrecciate.
Prese
un respiro profondo e portò di nuovo lo sguardo su
Scorpius.
-Ok
parla…-
Scorpius
sostenne lo sguardo dell’altro per alcuni istanti,prima di farlo girare nella
stanza,quasi stesse cercando qualcosa che lo aiutasse ad iniziare quella
conversazione.
Quella
era la sua ultima possibilità,ne era consapevole,e sapeva che se voleva far
ritornare Albus doveva essere sincero fino in fondo.
Prese
un respiro profondo per farsi coraggio e dischiuse le
labbra.
-E’
stata la tua risata-iniziò.
Sentì
lo sguardo penetrante di Albus su di sé,ma decise di non incrociare i suoi
occhi,almeno per il momento;se lo avesse fatto probabilmente il coraggio se ne
sarebbe andato e lui sarebbe tornato a nascondersi dietro la maschera di
menefreghismo e indifferenza che indossava gran parte della
giornata.
-Ad
Hogwarts,qualche mese dopo aver iniziato le nostre lezioni, dopo la famosa festa
nella Casa dei Serpeverde.
Una
mattina ti osservato seduto al tavolo dei Grifondoro, mentre chiacchieravi con
Lily o Rose,non ricordo e improvvisamente tu sei scoppiato a
ridere.
Eri
bellissimo.
-Io
sono rimasto a fissarti,e mi sono ritrovato a pensare… “Voglio essere l’unico
capace di farlo ridere così”.
Quella
è stata la prima cosa che mi ha colpito realmente e mi ha fatto capire che c’era
qualcosa di più oltre alla voglia di portarti a letto.
Certo
poi con il tempo,la lista si è allungata sempre di più,fino al tuo incidente,che
mi ha fatto capire come stavano davvero le cose-
Un
leggero rossore imporporò le guance di Albus,colpito da quella dichiarazione
inaspettata.
Non
sapeva bene cosa aspettarsi,ma certamente non quella dichiarazione a cuore
aperto,come mai aveva sentito prima d’ora fare al biondo.
Deglutì
rumorosamente e si mosse sul divano,cercando una posizione che gli impedisse di
saltare in piedi e gettarsi nelle braccia dell’altro.
-Che
anche tu eri innamorato di me…-disse constatando un dato di
fatto.
Scorpius
alzò finalmente lo sguardo incontrando quello del moro e dopo un breve istante
annuì.
All’epoca
non avevano parlato di sentimenti,troppo spaventati da cosa sarebbe successo se
fossero stati scoperti e dalla grandezza di quegli stessi sentimenti,ma ora era
chiaro che ciò che lì univa era forte allora quasi quanto lo era
adesso.
-Tu
mi conosci meglio di tutti,Al non avevo bisogno di dirti cosa mi passava per la
testa all’epoca,perché nonostante io non lo abbia mai detto,tu hai sempre
saputo.
Io
non avevo mai fatto progetti sul futuro:su di me pesava il nome della mia
famiglia eppure per me quel futuro era un buco nero…E non solo per colpa della
mia famiglia.
Mi
ci vedi con una moglie?-gli domandò accennando un ghigno ironico,che
fortunatamente vide comparire anche sul volto dell’altro.
-Devo
davvero rispondere a questa domanda?-gli domandò Al
ironico.
-Tu
sei stato il solo con cui abbia mai pensato di costruire qualcosa, una vita in
comune…-gli disse ancora,avvicinandosi di un passo all’amante,ma mantenendo
ancora una distanza di sicurezza.
Capì
di aver fatto la mossa giusta quando sentì uno sbuffo ironico uscire dalle
labbra semi-aperte di Albus,in un chiaro segno di
incredulità.
-No-lo
rimproverò,portando il moro ad incontrare i suoi occhi ancora una volta-Non fare
così-
-Scusami
se questa parte mi è un po’ difficile da credere,vista la tua paura verso i
legami di qualsiasi tipo-ribattè l’altro,senza acrimonia.
-Paura
che nonostante tutto ho superato passando gli ultimi dieci anni della mia vita
con te-gli fece notare il biondo-Lo so che questi anni non sono stati sempre
perfetti e che avrei potuto agire in modo diverso in certe
occasioni…-
-Intendi
quando hai deciso di avere un figlio con Rose?-rimarcò Albus
all’istante.
Scorpius
fece per rispondere a tono,ma si bloccò,prese un respiro profondo e si avvicinò
di un altro passo a Albus.
-Qual
è il tuo rapporto con Lane?-gli domandò invece,provocando un’espressione
sorpresa sul volto di Albus.
-Che
vuoi dire?-
-Fin
da quando hai deciso di accoglierlo in casa,tu ti sei comportato con lui
esattamente come farebbe un padre:ti preoccupi che abbia vestiti puliti,che
mangi regolarmente,che faccia i suoi compiti…Insomma tutte quelle cose che
rendono felice un adolescente.
Eppure
non sei suo padre-gli disse.
-Ehi
aspetta un attimo! Non è la stessa cosa!-ribattè subito
Albus.
-E’
esattamente la stessa cosa,non lo capisci?
James
farà tutto quello che tu stai facendo con Lane,sarà un padre vero per quel
bambino.
Sarà
lui a sorbirsi le notti in bianco,i compleanni,i cambi di pannolino e i primi
passi,le liti e le punizioni.
E’
questo che fa di un uomo un padre,a chi importa se la genetica dice il
contrario?-cercò di fargli capire il biondo.
-A
me!Possibile che non capisci?-rispose Albus con uno sguardo ferito negli
occhi.
Scorpius
restò in silenzio,fissando l’uomo in attesa che trovasse il coraggio per
renderlo partecipe dei suoi sentimenti.
Albus
sospirò rumorosamente e si passò una mano fra i capelli, scompigliandoli
maggiormente.
-Tu
sei così testardo certe volte…Se un uomo fosse andato a letto con un’altra donna
mettendola incinta,sicuramente la moglie l’avrebbe
fulminato.
Perché
tu ti ostini a comportarti come se non significasse nulla, mentre per me sembra
la fine di tutto?-gli domandò a bassa voce.
Scorpius
si accovacciò per essere alla stessa altezza di Albus e per incontrare i suoi
occhi.
-Perché
per me la fine di tutto è vivere senza di te.
Soltanto
adesso il nostro appartamento sta riacquistando un aspetto normale,nonostante tu
te ne sia andato da mesi.
E
anche io…-
Albus
lo fissò attentamente,combattuto fra la voglia di fidarsi,il desiderio di
concedere all’uomo un’altra possibilità e la paura di bruciarsi di nuovo,forse
per l’ultima volta.
Abbassò
lo sguardo e cacciò un respiro incerto.
-Tante
cose sono cambiate in questi mesi…-disse.
Scorpius
si chiese se il moro stesse cercando di convincere lui o sé stesso,ma in quelle
parole non potè fare a meno di vedere una piccola speranza;spinto da quel
sentimento,in un gesto agile si sedette accanto al moro,catturando il suo
sguardo.
-Non
possiamo tornare indietro,lo so.
Ritornare
indietro per te significherebbe l’assenza di Lane nella tua vita...Ti lamenti
della tua vita attuale,ma saresti capace di tornare indietro sapendo che quel
ragazzo non farà parte della tua vita?-gli domandò osservandolo
attentamente.
Non
aveva davvero bisogno di una risposta,conosceva perfettamente i sentimenti di
Albus per quel ragazzo e bastò il silenzio per confermare quanto Albus fosse
legato a Lane.
-Come
immaginavo.
Lo
sai che io non sono fatalista,che non credo nelle stronzate babbane del Karma o
del destino,però forse tutto quello che ci è successo in questi mesi era solo
una parte del nostro rapporto-
Albus
aggrottò leggermente le sopracciglia a quelle parole,confuso dal discorso
profondo dell’altro.
-Se
fossimo rimasti insieme,tu avresti continuato a montare il tuo rancore verso di
me,preferendo tenerti tutto dentro piuttosto che scatenare una lite e rovinare
la nostra “unione perfetta”.
Qualche
mese fa eravamo felici,certo,ma ora quella felicità sembra finta…Io davo per
scontato molte cose,e tu non ti sentivi apprezzato,la definiresti una relazione
felice?-gli domandò guardando il compagno.
Albus
scosse la testa.
-Magari
tutto questo sconvolgimento è servito a qualcosa.
Forse
avevamo bisogno di capire quanto eravamo e siamo ancora importanti l’uno per
l’altro…-
-Ehi
parla per te!-ribattè l’altro.
-Ok,IO
avevo bisogno di capire quanto fossi importante per me-rettificò Scorpius
alzando gli occhi al cielo-Va meglio così?-
Albus
cercò di trattenere un sorriso,ma fallì miseramente, prima di tornare
serio.
Avrebbe
voluto sentirsi dire per l’ennesima volta quando Scorpius lo ritenesse
importante,quanto era disposto a cambiare della sua vita per riaverlo
indietro,ma invece non resistette alla tentazione di stuzzicarlo ancora una
volta.
-Dimentichi
che ho un compagno ora…-gli fece notare portando ancora lo sguardo sul
biondo.
Un
suono ironico uscì dalle labbra sottili di Scorpius,seguito da una leggera
risata.
-Un
compagno?
Io
lo definirei più uno scopa-amico-gli disse.
-Brian
mi è stato molto vicino durante questi mesi…-ribattè subito Albus,cercando di
dar merito a Brian e all’aiuto prezioso che aveva ricevuto
dall’uomo.
-Lo
posso solo immaginare-si limitò a dire l’altro con un tono pieno di
sottintesi.
Albus
fece per alzarsi in piedi,chiaramente stizzito,ma Scorpius lo bloccò gentilmente
posandogli una mano sulla coscia sinistra.
-Ok,ok
scusa…Non volevo sminuire il tuo rapporto con il professore- disse concedendosi
poi un istante di silenzio prima di parlare di nuovo- Però onestamente non puoi
dire che lui è il tuo compagno.
E
non perché quel titolo spetta solo a me,ma perché racchiude in sé talmente tanti
significati,tanti momenti condivisi…
Per
meritarsi quel titolo un uomo ha visto il meglio ed il peggio di una persona,è
capace di riconoscere il suo umore anche da una semplice inflessione della
voce,sa quando è meglio lasciarlo sfogare perché ha avuto una brutta giornata al
lavoro,restando in silenzio anche se avrebbe mille obiezioni da fare perché sa
che prima o poi l’altro prenderà fiato e chiederà il suo
parere.
-E’
un percorso ad ostacoli,con piccole conquiste fatte giorno per giorno e tante
incomprensioni, e alcune volte puoi ritrovarti a chiederti che cosa ti è passato
per la testa dieci anni prima quando hai deciso di stare con un uomo che passa
gran parte della domenica in vestaglia,sul divano a guardare la tv-disse con il
fantasma di un sorriso sulle labbra.
-Poi
però ti rendi conto che mentre lui era immerso nei suoi programmi
“intellettuali”,tu sei riuscito a finire il tuo lavoro in tempo e tutta
l’insofferenza provata poco prima viene sostituita dalla gratitudine e dal
sollievo-continuò avvicinando il viso leggermente a quello di
Albus.
Albus
sorrise leggermente a quel ricordo,chiudendo gli occhi non appena la fronte di
Scorpius si posò sulla sua.
-Questo
e molto altro si nasconde dietro una semplice parola,ma soprattutto la consapevolezza
che,nonostante tutte le liti e le distanze,fra dieci anni quella persona farà
parte della tua vita,ne sarà il punto centrale,l’unica per cui faresti di tutto
per renderla felice-gli disse osservando attentamente il volto di
Albus.
Il
moro deglutì rumorosamente,gli occhi ancora chiusi a proteggersi dallo sguardo
di Scorpius.
-E’
questo che provi quando pensi a Brian?-si sentì chiedere.
Quelle
parole costrinsero Albus ad aprire gli occhi,lentamente,con cautela,quasi avesse
paura che la poca luce che illuminava la stanza potesse ferirgli gli
occhi.
I
suoi occhi incontrarono subito le iridi di ghiaccio del biondo e si ritrovò
ancora una volta a deglutire.
Parole
ronzavano nella sua testa rumorosamente,impedendogli di dare una risposta
sensata,una qualsiasi risposta,finchè non si rese conto che in quel momento,dopo
i tanti discorsi e le tante discussioni,le parole erano
inutili.
Vuote.
Doveva
dimostrarlo in un altro modo.
Mosse
leggermente la fronte contro quella di Scorpius,portando i loro visi ancora più
vicini e,nel silenzio della stanza,posò le labbra su quelle del
compagno.
Perché
non avrebbe potuto trovare un'altra parola per definirlo.
Scorpius
rispose al bacio immediatamente,le labbra a sfiorare delicatamente quelle del
moro più volte prima di socchiudere le proprie,e far diventare il bacio più
appassionato.
Una
mano si perse fra i capelli ribelli di Albus,accarezzandoli
lentamente,permettendo alle proprie dita di ricordarne la morbidezza e la
forza.
Senza
interrompere il bacio,Albus si lasciò scivolare all’indietro sul letto,fino a
ritrovarsi con le spalle contro il materasso e il corpo di Scorpius su di
sé.
Per
una volta in molti mesi,Albus lasciò andare la cautela che ormai
contraddistingueva il suo rapporto con Scorpius e si lasciò guidare dalle
sensazioni,dai propri desideri e da quell’amore che aveva cercato tante volte di
reprime,di nascondere,ma che era rimasto sempre lì dentro di sé,alla strenua di
un fuoco perpetuo.
Il
tempo sembrò congelarsi,annullando tutti i rumori e ciò che li circondava: in
quel momento,tutto l’Universo era racchiuso in quella
stanza.
I
vestiti vennero presto gettati sul pavimento,ingombro inutile e
fastidioso,permettendo così ai due amanti di riscoprire il corpo
dell’altro:carezze veloci attraversarono il corpo di Scorpius, agguantando il
sedere sodo,labbra affamate lasciarono segni evidenti sul collo e sul torace di
Albus;segni rossi apparvero sulla schiena di Scorpius,marchi evidenti della
passione.
-S-Scorpius…-
La
voce roca di Albus portò l’uomo ad incontrare il suo sguardo, leggendovi mille
emozioni:passione,desiderio,amore…
Il
biondo avvicinò il viso a quellodel compagno sotto di lui e fece incontrare le
loro labbra in un bacio breve e distratto,spingendo nel contempo i fianchi
contro quelli del moro,facendo scontrare le loro erezioni e provocando una
scarica di piacere in entrambi.
-Dimmi
cosa vuoi Al…-gli disse in un sussurro,quasi avesse paura di essere udito da
orecchie estranee.
Albus
allacciò le braccia attorno alle spalle muscolose dell’altro, nascondendo poi il
viso nell’incavo fra il collo e la spalla, posandovi una scia di piccoli
baci.
-Fa
l’amore con me…-lo sentì dire Scorpius.
Il
ricordo dell’ultima volta che erano stati insieme ritornò alla mente di
Scorpius,riportando con sé l’insicurezza che l’aveva
caratterizzata.
Avrebbe
fatto qualsiasi cosa pur di cancellarne il ricordo…
-Sei
sicuro?-gli domandò felice che la loro posizione non gli permettesse di
incontrare lo sguardo dell’ altro.
Quasi
leggendogli nel pensiero,Albus rialzò la testa e cercò il suo sguardo,accennando
un sorriso.
-Per
favore…-
Scorpius
sorrise a sua volta,prima di ritornare serio.
Nonostante
l’eccitazione e il desiderio del momento,Scorpius era consapevole che dopo
quella notte non sarebbe riuscito a lasciar andare Albus; vederlo tornare dal
professore sarebbe stata la mazzata finale.
Albus
spinse i propri fianchi verso l’alto,facendo scontrare nuovamente le loro
erezioni, mostrando quanto fosse evidente il suo desiderio,ma Scorpius restò
immobile, combattendo la voglia di cedere alla richiesta dal
moro.
-Dopo
questa notte sarai solo mio-gli disse con voce roca, cercando di esprimere il
bisogno che si nascondeva sotto mille altre emozioni-Non ci sarà più nessun
professore, nessuna storia casuale… Soltanto noi due.
Io,
te e Lane-
Albus
lo guardò sinceramente colpito,cercando di non dare a vedere lo sconvolgimento
che quelle parole avevano provocato in lui.
-Promettimelo-ripetè
Scorpius,avvicinando il viso a quello di Albus, le labbra a poca distanza da
quelle del compagno.
Incapace
di far uscire qualsiasi suono dalla gola improvvisamente bloccata,Albus
annuì.
L’attimo
dopo le labbra di Scorpius furono sulle sue e,mentre stupide lacrime si
raggruppavano agli angoli degli occhi,Albus si disse che non c’era nessun altro
posto al mondo dove volesse trovarsi se non lì, fra quelle
braccia.
Finalmente
a casa.
Salve a tutti!
Cosa posso dire...
E' stato un periodo davvero difficile:
problems,problems,problems.
Ho perso il mio lavoro e sono ritornata a Roma,e io e la mia
musa abbiamo litigato per un periodo,però eccomi
qui.
Sempre che qualcuno sia ancora qui a leggere le mie
storie.
Ringrazio tutti coloro che leggeranno questo capitolo e quelli che
lo recensiranno.
Le canzoni utilizzate nel capitolo sono "I've got you under my skin" di Frank
Sinatra, "Glad you Came"
dei The Wanted(o in questo caso Glee version) per il titolo,"Whe I was your man" di Bruno Mars e
"Mirrors" di Justin
Timberlake.
Baci,Eva
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