Nessuno.

di Giude
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap. 1 ***
Capitolo 2: *** Cap. 2 ***
Capitolo 3: *** Cap. 3 ***



Capitolo 1
*** Cap. 1 ***


Nessuno cap 1

                                                     Nessuno.





L'aula era ancora vuota.

Sasuke prese un respiro di sollievo. Un profumo di pulito invadeva la stanza. Le finestre spalancate lasciavano libero accesso ai raggi caldi del sole. Scelse il primo banco, proprio di fronte la cattedra, e vi poggiò la borsa.

Un nuovo anno. Una nuova vita.

Si accomodò, aspettando con ansia l'inizio delle lezioni. I banchi erano molti, la lavagna perfettamente lucida.


Qualcuno entrò con foga, distruggendo quell'attimo di pace che a Sasuke tanto piaceva. Odiò il colpevole, senza nemmeno conoscerne il viso. “Buon inizio dell'anno gente!” un gruppo di ragazzine invase l'aula, sparpagliandosi qua e là. Qualcuna ridacchiò, non aspettandosi di trovare qualcuno già lì a quell'orario.

Una di loro, poggiato lo zaino viola su uno degli ultimi banchi, gli si avvicinò sinuosamente, scostandosi una ciocca dorata dal viso. “E tu chi sei?” appoggiò i gomiti sul banco del ragazzo, mettendo in bella vista la mercanzia. “Sasuke Uchiha.” il suo tono era neutro. La fanciulla si voltò verso le altre, lanciando uno sguardo come in segno di sfida. “Sasuke... io sono Ino, vuoi sederti vicino a me?” la sua voce era bassa, elegante. “No, grazie. Preferisco rimanere qui per seguire le lezioni.” la bionda fece una smorfia e si allontanò infastidita. Sasuke si sentì finalmente più tranquillo. Chiuse gli occhi e per qualche secondo riuscì a non pensare a nulla.

Ehi.” qualcuno lo chiamò da dietro. “Ehi!” Sasuke si voltò nervosamente “che vuoi? Vorr...” non riuscì a terminare la frase. Uno sguardo accigliato lo fissava intensamente. La bocca gli rimase semi aperta “Scusa, quella è la mia sedia.” quelle labbra rosee si muovevano sinuosamente, si; ma il moro non riusciva ad afferrare i suoni che emettevano. “Mi senti?!” “Quale sedia, scusa?” Sasuke sembrò fare ritorno da un altro mondo “Quella dove hai poggiato le tue belle chiappette.”. Sasuke osservò la sedia dove si era accomodato “e perché? C'è scritto il tuo nome?” il biondo indicò una scritta sullo schienale dell'oggetto. “Naruto Uzumaki!”


Naruto...


Sasuke prese le sue cose e si spostò nel banco accanto. L'altro si accomodò fiero di sé al primo banco. “Grazie!” gli lanciò un sorrisetto arrogante.






Che mi succede?

Naruto è proprio qui, sotto le mie coperte. Eppure non sento nulla. Come se fosse una persona qualunque.

Sappiamo tutti che Naruto è Naruto. Lo sa pure la portiera.


Naruto. Perché io e te dormiamo nello stesso letto?” una folta testona bionda compare da sotto il lenzuolo. “Sasuke, ti sembrano domande da fare in un momento come questo? Te lo sto succhiando, se non te ne sei accorto.” facendo un lamento quasi di rinuncia, il biondo si butta accanto all'altro, iniziando ad osservare il soffitto con particolare interesse.

Naruto... Rispondimi.” quello sbuffa, voltandosi verso l'amante “Perché stiamo insieme, Sasuke.”

Il tono della sua voce è simile a quello di chi, pur con malavoglia, risponde alle infinite domande che spesso i bambini fanno agli adulti. Un bambino, ecco di chi si occupava Naruto. Una innocente creatura.



Domenica. Forse il giorno che Sasuke odia di più, e che invece Naruto adora. Il pranzo abbondante, le passeggiate, la totale spensieratezza; a Sasuke danno i nervi. Non ha mai capito cosa ci sia da festeggiare nel settimo giorno della settimana. Basterebbe restare a casa a oziare, dormire e forse fare una passeggiata. Ma tutti quei pranzi con la famiglia, dove ogni sorta di cibo fritto o arrostito viene servito con orgoglio da chi l'ha preparato.

Naruto, invece; Naruto è l'esatto opposto di Sasuke. Ama le riunioni familiari, chiacchierare con i più grandi, assecondare nei giochi i più piccini. Tutto ciò lo riempie di gioia.


Il sole è caldo. L'aria profuma di buono.



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Capitolo 2
*** Cap. 2 ***


Nessuno cap 2

                                                                                        Capitolo 2




Ehi.” qualcuno picchiettava col dito sulla spalla di Sasuke. “Ehi!” Sasuke si voltò infastidito. “Ancora tu??” si trovò di fronte una folta chioma bionda. “Ti chiami Sasuke, vero?” mostrò un sorriso infantile. Sasuke se ne innamorò. “Senti, so che sei bravo in matematica!” si accomodò sull'erba del prato, accanto al moro che si spostò di qualche centimetro. “Si. E allora?” faceva finta di essere immerso nella lettura di un testo di italiano. “Non è che potresti aiutarmi con i compiti qualche volta? Non ho bene afferrato gli ultimi argomenti...” il suo tono era quasi supplichevole. Sasuke non poté dire di no. “Fantastico! Allora ci vediamo qui dopo la scuola?” “Puntuale.” Naruto si alzò di scatto e corse via con un'espressione di beatitudine in faccia.


Da soli? Sasuke, che hai fatto...



Qualche ora dopo, Naruto era lì. In volto la stessa espressione con la quale se n'era andato. Si era cambiato, forse al passaggio da casa. Portava una camicia a quadri e un paio di jeans. Molto cool.

Sasuke, ma sei rimasto qui? Non sei tornato a casa per il pranzo?” “Perchè avrei dovuto.” Naruto, a quelle parole, lo guardò con curiosità mischiata a pena per l'amico che era digiuno. Poi il suo volto mutò nuovamente. “Io ho qualcosa nello zaino!” “Naruto.. Non ce n'è bisogno.” Sasuke non capiva tanta preoccupazione. In fondo aveva solo saltato il pranzo per farsi trovare già lì. Il biondo tirò fuori dalla borsa un contenitore pieno di roba. “Ma tu vai in giro con tutto il contenuto del frigorifero??” “Tutto? Questa è la mia merenda!”. Iniziò a imbottire panini con tutto quello che c'era a disposizione. “Prego! Questo è per te!” gli porse un pezzo di filone colmo di formaggi e affettati vari. Sasuke lo osservò nauseato, ma vedendo Naruto che con impazienza attendeva il primo morso dell'amico, lo mangiò. E non era poi tanto male.

In un'ora svuotarono il contenitore.


Era già abbastanza tardi, e non avevano ancora finito di studiare. “Dai Naruto, dobbiamo fare l'ultimo esercizio.” Naruto si era accasciato a terra, beandosi della comodità dell'erba soffice. “Ancora? Basta in mio cervello non regge più!” si lamentava come un bambino, un bambino bellissimo. “Forza, me l'hai chiesto tu di aiutarti in matematica! Non farmi perdere tempo.” Naruto aprì gli occhi, guardandolo con intensità. Sasuke non riuscì a reggere quello sguardo. “Ok allora, finiamo questa matematica!” recuperò il quaderno che per disperazione aveva lanciato via.

Sasuke amò quella sua espressione concentrata. Quel mordicchiare la penna involontariamente. Quelle sue labbra che ne bagnavano l'estremità... era eccitante, evidentemente senza rendersene conto. Notò piacevolmente che la camicia era un po' sbottonata. Si perse tra quei bottoni ancora chiusi. Assaporò con lo sguardo i brandelli di carne scoperti.


Naruto, mi farai diventare matto...

Un'altra settimana è iniziata. Altri cinque giorni senza potersi vedere. Sasuke sta sempre in ansia durante quei periodi. Non gli piace non poter controllare il suo amante. Odia sapere che a lavoro, in compagnia dei suoi colleghi, si diverte. Senza di lui. Si, è geloso cazzo. Tanto da impazzire, da perdere la concentrazione e quasi quasi anche il posto di lavoro. Una rabbia lo invade, diventa scorbutico. Tutto ciò lo spinge a chiamare l'altro ogni ora.

Pronto?”

Ciao Naruto... che stai facendo?”

Arriva uno sbuffo dall'altra parte del telefono.

Sto lavorando, come mezz'ora fa.”

Ah, capisco. Ci sentiamo dopo allora.”


Chiude la chiamata con insoddisfazione. Forse è troppo invadente ed ossessivo, se ne rende conto. Ma se non facesse così, impazzirebbe sul serio.





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Capitolo 3
*** Cap. 3 ***


Nessuno Cap. 3

                                                                                      Capitolo 3



Sasuke sudava. Sudava freddo. Si era ritrovato improvvisamente in una situazione pericolosa, e ciò lo agitava parecchio, eccitandolo al contempo.

Naruto era lì, a suo completa disposizione. Quelle natiche sode lo attiravano, quasi lo invitassero a profanare l'incavo caldo e accogliente. Lo osservava, ammirava estasiato quella creatura divina.

Eppure qualcosa lo tratteneva. Sensi di colpa, forse. Non avrebbe mai potuto commettere lo stesso errore una seconda volta. Anche se...

Sasuke, tutto ok?” l'amico gli si era avvicinato, incuriosito da quel suo sguardo perso nel vuoto. “Eh? Ah, si. Tutto ok Naruto.” sorrise appena. “Perchè non ti cambi? Sei tutto sudato!”


Quei boxer blu gli stanno divinamente...


Sasuke??” Naruto, infastidito da tale indifferenza, gli lanciò dell'acqua addosso, bagnandolo quasi del tutto. “Ma che diavolo fai??” Sasuke si alzò di scatto, come svegliato improvvisamente da un lungo sonno. “Ora sarai costretto a cambiarti!” Naruto aveva il suo solito sorriso impertinente stampato in faccia.


Cazzo non posso cambiarmi davanti a lui... Se ne accorgerebbe!


Non è il caso, Naruto. Dai usciamo da qui” fece per prendere il borsone da terra, ma qualcosa lo trattenne. Girandosi, notò che la mano del biondo lo aveva afferrato per il polso. “Devo per forza cambiarti io, Sasuke?” il suo tono era serio, autoritario. Sasuke lo fissò dritto negli occhi, e per un breve attimo si perse dentro quell'oceano. “Naruto...” mollò il borsone a terra e, toltosi con foga la maglietta, sbatté contro gli armadietti l'amico. Gli morse il collo con violenza. “Sasuke...” Sasuke non sentiva niente, in quel momento; era troppo concentrato sulla gola del biondo. “Sasuke!” venne spinto via con violenza “Ma si può sapere che cazzo stai facendo?!” quegli occhi azzurro cielo erano spalancati e colmi di terrore e stupore “Cosa...?” Sasuke non capiva, lo guardava senza riuscire a capire le sue parole. “Ma che avevi capito?? Ti ho detto di spogliarti perchè potresti ammalarti se esci tutto bagnato!” Sasuke lo fissava immobile. Quelle parole lo fecero sprofondare sotto terra. Adesso desiderava solo sparire per sempre. “Meglio che vada... Ci vediamo domani a scuola.” sparì dietro la porta bianca, e con lui anche la sua reputazione. Aveva rovinato tutto già in partenza. Avrebbe dovuto cambiare nuovamente scuola.


La mattina dopo non ce la fece a presentarsi alle lezioni. Non aveva il coraggio di guardare Naruto in faccia.


Avrà già raccontato l'accaduto a mezza scuola... Bravo Sasuke.


Tanti sacrifici inutili.





Anche questa settimana è finalmente passata. Arrivato il fine settimana, Sasuke si sente finalmente libero di poter respirare. Il suo Naruto sarà sotto stretto controllo, solo loro due rintanati in casa. È emozionato, Sasuke, come sempre. Sono passati tre anni, si; eppure quello che prova non si è mai spento, anzi ha l'impressione che diventi sempre più potente e maniacale. Sasuke è troppo possessivo, se ne rende conto. Ma ha paura. Ha paura di perdere la cosa più importante della sua vita, l'unica forse. È innamorato, Sasuke, perdutamente.


Questa settimana è purtroppo giunta al termine. Naruto guarda con nervosismo l'orologio appeso sopra il bancone del bar. Tra pochi minuti finirà il suo turno, dovrà prendere la metro e andare a casa, dove Sasuke lo aspetta. Passeranno il week end in casa, a bere, fumare e scopare. Pensando a ciò, Naruto si sente qualcosa allo stomaco, come quando si va a scuola la mattina, e magari hai qualche interrogazione o verifica scritta. Vorrebbe non andarci oggi. Almeno per oggi. Vorrebbe uscire con i suoi colleghi, che lo invitano sempre per una bevuta dopo il lavoro. E invece no; lui deve andare a fare la spesa, e poi deve preparare la cena per loro due, affinché per Sasuke sia l'ennesima serata perfetta. Tre anni, sono passati. E da tre anni, ogni sabato e domenica, loro due rimangono nascosti nel loro mondo. Hanno paura forse? Naruto no. Forse è Sasuke che si vergogna di quello che è, di quello che sono.

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