Nessuno. di Giude (/viewuser.php?uid=102505)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap. 1 ***
Capitolo 2: *** Cap. 2 ***
Capitolo 3: *** Cap. 3 ***
Capitolo 1 *** Cap. 1 ***
Nessuno cap 1
Nessuno.
L'aula
era ancora vuota.
Sasuke
prese un respiro di sollievo. Un profumo di pulito invadeva la
stanza. Le finestre spalancate lasciavano libero accesso ai raggi
caldi del sole. Scelse il primo banco, proprio di fronte la cattedra,
e vi poggiò la borsa.
Un
nuovo anno. Una nuova vita.
Si
accomodò, aspettando con ansia l'inizio delle lezioni. I banchi
erano molti, la lavagna perfettamente lucida.
Qualcuno
entrò con foga, distruggendo quell'attimo di pace che a Sasuke tanto
piaceva. Odiò il colpevole, senza nemmeno conoscerne il viso. “Buon
inizio dell'anno gente!” un gruppo di ragazzine invase l'aula,
sparpagliandosi qua e là. Qualcuna ridacchiò, non aspettandosi di
trovare qualcuno già lì a quell'orario.
Una
di loro, poggiato lo zaino viola su uno degli ultimi banchi, gli si
avvicinò sinuosamente, scostandosi una ciocca dorata dal viso. “E
tu chi sei?” appoggiò i gomiti sul banco del ragazzo, mettendo in
bella vista la mercanzia. “Sasuke Uchiha.” il suo tono era
neutro. La fanciulla si voltò verso le altre, lanciando uno sguardo
come in segno di sfida. “Sasuke... io sono Ino, vuoi sederti vicino
a me?” la sua voce era bassa, elegante. “No, grazie. Preferisco
rimanere qui per seguire le lezioni.” la bionda fece una smorfia e
si allontanò infastidita. Sasuke si sentì finalmente più
tranquillo. Chiuse gli occhi e per qualche secondo riuscì a non
pensare a nulla.
“Ehi.”
qualcuno lo chiamò da dietro. “Ehi!” Sasuke si voltò
nervosamente “che vuoi? Vorr...” non riuscì a terminare la
frase. Uno sguardo accigliato lo fissava intensamente. La bocca gli
rimase semi aperta “Scusa, quella è la mia sedia.” quelle labbra
rosee si muovevano sinuosamente, si; ma il moro non riusciva ad
afferrare i suoni che emettevano. “Mi senti?!” “Quale sedia,
scusa?” Sasuke sembrò fare ritorno da un altro mondo “Quella
dove hai poggiato le tue belle chiappette.”. Sasuke osservò la
sedia dove si era accomodato “e perché? C'è scritto il tuo nome?”
il biondo indicò una scritta sullo schienale dell'oggetto. “Naruto
Uzumaki!”
Naruto...
Sasuke
prese le sue cose e si spostò nel banco accanto. L'altro si accomodò
fiero di sé al primo banco. “Grazie!” gli lanciò un sorrisetto
arrogante.
Che
mi succede?
Naruto
è proprio qui, sotto le mie coperte. Eppure non sento nulla. Come se
fosse una persona qualunque.
Sappiamo
tutti che Naruto è Naruto. Lo sa pure la portiera.
“Naruto.
Perché io e te dormiamo nello stesso letto?” una folta testona
bionda compare da sotto il lenzuolo. “Sasuke, ti sembrano domande
da fare in un momento come questo? Te lo sto succhiando, se non te ne
sei accorto.” facendo un lamento quasi di rinuncia, il biondo si
butta accanto all'altro, iniziando ad osservare il soffitto con
particolare interesse.
“Naruto...
Rispondimi.” quello sbuffa, voltandosi verso l'amante “Perché
stiamo insieme, Sasuke.”
Il
tono della sua voce è simile a quello di chi, pur con malavoglia,
risponde alle infinite domande che spesso i bambini fanno agli
adulti. Un bambino, ecco di chi si occupava Naruto. Una innocente
creatura.
Domenica.
Forse il giorno che Sasuke odia di più, e che invece Naruto adora.
Il pranzo abbondante, le passeggiate, la totale spensieratezza; a
Sasuke danno i nervi. Non ha mai capito cosa ci sia da festeggiare
nel settimo giorno della settimana. Basterebbe restare a casa a
oziare, dormire e forse fare una passeggiata. Ma tutti quei pranzi
con la famiglia, dove ogni sorta di cibo fritto o arrostito viene
servito con orgoglio da chi l'ha preparato.
Naruto,
invece; Naruto è l'esatto opposto di Sasuke. Ama le riunioni
familiari, chiacchierare con i più grandi, assecondare nei giochi i
più piccini. Tutto ciò lo riempie di gioia.
Il
sole è caldo. L'aria profuma di buono.
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Capitolo 2 *** Cap. 2 ***
Nessuno cap 2
Capitolo 2
“Ehi.” qualcuno
picchiettava col dito sulla spalla di Sasuke. “Ehi!” Sasuke si
voltò infastidito. “Ancora tu??” si trovò di fronte una folta
chioma bionda. “Ti chiami Sasuke, vero?” mostrò un sorriso
infantile. Sasuke se ne innamorò. “Senti, so che sei bravo in
matematica!” si accomodò sull'erba del prato, accanto al moro che
si spostò di qualche centimetro. “Si. E allora?” faceva finta di
essere immerso nella lettura di un testo di italiano. “Non è che
potresti aiutarmi con i compiti qualche volta? Non ho bene afferrato
gli ultimi argomenti...” il suo tono era quasi supplichevole.
Sasuke non poté dire di no. “Fantastico! Allora ci vediamo qui
dopo la scuola?” “Puntuale.” Naruto si alzò di scatto e corse
via con un'espressione di beatitudine in faccia.
Da soli? Sasuke, che
hai fatto...
Qualche
ora dopo, Naruto era lì. In volto la stessa espressione con la quale
se n'era andato. Si era cambiato, forse al passaggio da casa. Portava
una camicia a quadri e un paio di jeans. Molto cool.
“Sasuke,
ma sei rimasto qui? Non sei tornato a casa
per il pranzo?” “Perchè avrei dovuto.” Naruto, a quelle
parole, lo guardò con curiosità mischiata a pena per l'amico che
era digiuno. Poi il suo volto mutò nuovamente. “Io ho qualcosa
nello zaino!” “Naruto.. Non ce n'è bisogno.” Sasuke non capiva
tanta preoccupazione. In fondo aveva solo saltato il pranzo per farsi
trovare già lì. Il biondo tirò fuori dalla borsa un contenitore
pieno di roba. “Ma tu vai in giro con tutto il contenuto del
frigorifero??” “Tutto? Questa è la mia merenda!”. Iniziò a
imbottire panini con tutto quello che c'era a disposizione. “Prego!
Questo è per te!” gli porse un pezzo di filone colmo di formaggi e
affettati vari. Sasuke lo osservò nauseato, ma vedendo Naruto che
con impazienza attendeva il primo morso dell'amico, lo mangiò. E non
era poi tanto male.
In
un'ora svuotarono il contenitore.
Era
già abbastanza tardi, e non avevano ancora finito di studiare. “Dai
Naruto, dobbiamo fare l'ultimo esercizio.” Naruto si era accasciato
a terra, beandosi della comodità dell'erba soffice. “Ancora? Basta
in mio cervello non regge più!” si lamentava come un bambino, un
bambino bellissimo. “Forza, me l'hai chiesto tu di aiutarti in
matematica! Non farmi perdere tempo.” Naruto aprì gli occhi,
guardandolo con intensità. Sasuke non riuscì a reggere quello
sguardo. “Ok allora, finiamo questa matematica!” recuperò il
quaderno che per disperazione aveva lanciato via.
Sasuke
amò quella sua espressione concentrata. Quel mordicchiare la penna
involontariamente. Quelle sue labbra che ne bagnavano l'estremità...
era eccitante, evidentemente senza rendersene conto. Notò
piacevolmente che la camicia era un po' sbottonata. Si perse tra quei
bottoni ancora chiusi. Assaporò con lo sguardo i brandelli di carne
scoperti.
Naruto, mi
farai diventare matto...
Un'altra
settimana è iniziata. Altri cinque giorni senza potersi vedere.
Sasuke sta sempre in ansia durante quei periodi. Non gli piace non
poter controllare il suo amante. Odia sapere che a lavoro, in
compagnia dei suoi colleghi, si diverte. Senza di lui. Si, è geloso
cazzo. Tanto da impazzire, da perdere la concentrazione e quasi quasi
anche il posto di lavoro. Una rabbia lo invade, diventa scorbutico.
Tutto ciò lo spinge a chiamare l'altro ogni ora.
“Pronto?”
“Ciao
Naruto... che stai facendo?”
Arriva uno sbuffo dall'altra parte del telefono.
“Sto
lavorando, come mezz'ora fa.”
“Ah,
capisco. Ci sentiamo dopo allora.”
Chiude
la chiamata con insoddisfazione. Forse è troppo invadente ed
ossessivo, se ne rende conto. Ma se non facesse così, impazzirebbe
sul serio.
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Capitolo 3 *** Cap. 3 ***
Nessuno Cap. 3
Capitolo 3
Sasuke
sudava. Sudava freddo. Si era ritrovato improvvisamente in una
situazione pericolosa, e ciò lo agitava parecchio, eccitandolo al
contempo.
Naruto
era lì, a suo completa disposizione. Quelle natiche sode lo
attiravano, quasi lo invitassero a profanare l'incavo caldo e
accogliente. Lo osservava, ammirava estasiato quella creatura divina.
Eppure
qualcosa lo tratteneva. Sensi di colpa, forse. Non avrebbe mai potuto
commettere lo stesso errore una seconda volta. Anche se...
“Sasuke,
tutto ok?” l'amico gli si era avvicinato, incuriosito da quel suo
sguardo perso nel vuoto. “Eh? Ah, si. Tutto ok Naruto.” sorrise
appena. “Perchè non ti cambi? Sei tutto sudato!”
Quei boxer
blu gli stanno divinamente...
“Sasuke??”
Naruto, infastidito da tale indifferenza, gli lanciò dell'acqua
addosso, bagnandolo quasi del tutto. “Ma che diavolo fai??”
Sasuke si alzò di scatto, come svegliato improvvisamente da un lungo
sonno. “Ora sarai costretto a cambiarti!” Naruto aveva il suo
solito sorriso impertinente stampato in faccia.
Cazzo non
posso cambiarmi davanti a lui... Se ne accorgerebbe!
“Non
è il caso, Naruto. Dai usciamo da qui” fece per prendere il
borsone da terra, ma qualcosa lo trattenne. Girandosi, notò che la
mano del biondo lo aveva afferrato per il polso. “Devo per forza
cambiarti io, Sasuke?” il suo tono era serio, autoritario. Sasuke
lo fissò dritto negli occhi, e per un breve attimo si perse dentro
quell'oceano. “Naruto...” mollò il borsone a terra e, toltosi
con foga la maglietta, sbatté contro gli armadietti l'amico. Gli
morse il collo con violenza. “Sasuke...” Sasuke non sentiva
niente, in quel momento; era troppo concentrato sulla gola del
biondo. “Sasuke!” venne spinto via con violenza “Ma si può
sapere che cazzo stai facendo?!” quegli occhi azzurro cielo erano
spalancati e colmi di terrore e stupore “Cosa...?” Sasuke non
capiva, lo guardava senza riuscire a capire le sue parole. “Ma che
avevi capito?? Ti ho detto di spogliarti perchè potresti ammalarti
se esci tutto bagnato!” Sasuke lo fissava immobile. Quelle parole
lo fecero sprofondare sotto terra. Adesso desiderava solo sparire per
sempre. “Meglio che vada... Ci vediamo domani a scuola.” sparì
dietro la porta bianca, e con lui anche la sua reputazione. Aveva
rovinato tutto già in partenza. Avrebbe dovuto cambiare nuovamente
scuola.
La
mattina dopo non ce la fece a presentarsi alle lezioni. Non aveva il
coraggio di guardare Naruto in faccia.
Avrà già
raccontato l'accaduto a mezza scuola... Bravo Sasuke.
Tanti
sacrifici inutili.
Anche
questa settimana è finalmente passata. Arrivato il fine settimana,
Sasuke si sente finalmente libero di poter respirare. Il suo Naruto
sarà sotto stretto controllo, solo loro due rintanati in casa. È
emozionato, Sasuke, come sempre. Sono passati tre anni, si; eppure
quello che prova non si è mai spento, anzi ha l'impressione che
diventi sempre più potente e maniacale. Sasuke è troppo possessivo,
se ne rende conto. Ma ha paura. Ha paura di perdere la cosa più
importante della sua vita, l'unica forse. È innamorato, Sasuke,
perdutamente.
Questa
settimana è purtroppo giunta al termine. Naruto guarda con
nervosismo l'orologio appeso sopra il bancone del bar. Tra pochi
minuti finirà il suo turno, dovrà prendere la metro e andare a
casa, dove Sasuke lo aspetta. Passeranno il week end in casa, a bere,
fumare e scopare. Pensando a ciò, Naruto si sente qualcosa allo
stomaco, come quando si va a scuola la mattina, e magari hai qualche
interrogazione o verifica scritta. Vorrebbe non andarci oggi. Almeno
per oggi. Vorrebbe uscire con i suoi colleghi, che lo invitano sempre
per una bevuta dopo il lavoro. E invece no; lui deve andare a fare la
spesa, e poi deve preparare la cena per loro due, affinché per
Sasuke sia l'ennesima serata perfetta. Tre anni, sono passati. E da
tre anni, ogni sabato e domenica, loro due rimangono nascosti nel
loro mondo. Hanno paura forse? Naruto no. Forse è Sasuke che si
vergogna di quello che è, di quello che sono.
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