Una nuova speranza (/viewuser.php?uid=73) Lista capitoli: Capitolo 1: *** Capitolo 1 *** Capitolo 2: *** Capitolo 2 *** Capitolo 3: *** Capitolo 3 *** Capitolo 4: *** Capitolo 4 *** Capitolo 5: *** Capitolo 5 *** Capitolo 6: *** Capitolo 6 *** Capitolo 7: *** Capitolo 7 *** Capitolo 8: *** Capitolo 8 *** Capitolo 9: *** Capitolo 9 *** Capitolo 10: *** Capitolo 10 *** Capitolo 11: *** Capitolo 11 *** Capitolo 12: *** Capitolo *** Capitolo 13: *** Capitolo 13 *** Capitolo 14: *** Capitolo 14 *** Capitolo 15: *** Capitolo 15 *** Capitolo 1
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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***
CAPITOLO 2
Il lusso di casa Price era inimitabile, il personale teneva la villa pulita e in ordine ma la stanza di Benji era un vero casino. Vestiti sparsi per terra, giornali con pagine stracciate, vari portacenere pieni di mozziconi di sigaretta. "Ma uno sportivo come te non dovrebbe fumare così tanto" esclamò Eileen. "Fatti gli affari tuoi." "Sempre gentile. Dai ti do una mano a cercare quello che ti serve se no facciamo notte." Disse la ragazza iniziando a spostare qualche giornale. "Lascia stare la mia roba!" disse Benji strappandogli dalle mani il giornale che aveva raccolto. "Che modi sono? Volevo solo aiutarti." Benji la guardò in modo strano poi fece un leggero sorriso "Scusa hai ragione, ma sono molto geloso delle mie cose. Per me la privacy è molto importante." "Non sono una giornalista, volevo solo accelerare le cose. Visto che le cose stanno così, ti aspetto da basso." Eileen uscì dalla stanza e andò in salotto ad aspettare Benji chissà cosa gli prende, in quei giornali deve esserci scritto qualcosa che non vuole che si sappia. Dopotutto non sono affari miei, ma cavolo perché devo essere sempre così curiosa??? "Eccomi, sono pronto" disse Benji scendendo le scale con un borsone sulle spalle. "Bene, allora ci conviene andare subito in aeroporto, pranzeremo là mentre aspettiamo il volo." "E i biglietti?" "Lì ho acquistati stamattina tramite Internet, è tutto a posto." Disse Eileen. "Prima devo comprare un regalo per Ele." "Cosa vorresti prenderle?" "Un carillon, a lei sono sempre piaciuti" rispose Benji con un mezzo sorriso. Eileen si sorprese che Benji ricordasse un dettaglio così insignificante ma ne era contenta, significava che lui voleva veramente bene alla vecchia Ele. "Va bene Price, andiamo a cercare questo carillon." Disse Eileen precedendo il ragazzo verso la macchina.
Benji l'aveva portata in un centro commerciale enorme, lui sicuro di sé era andato verso il negozio dove sapeva che avrebbe trovato ciò che cercava. Eileen lo seguiva cercando di tenere il suo passo. "Non dirmi che adesso hai fretta?" chiese la ragazza. "Non mi piace stare nei luoghi affollati" rispose Benji calandosi di più il cappellino sugli occhi ed entrando velocemente in un negozio. Eileen lo seguì silenziosa e si chiese nuovamente cosa nascondesse quel ragazzo. "Prendo questo!" disse Benji. "Cosa?" Eileen osservò la scatola che gli indicava Benji. La piccola ballerina danzava sulle note di una canzone che Eileen conosceva bene. "E' uguale a quello che tu rompesti l'ultima estate che passasti in Giappone." "Lo so, Ele me lo diceva sempre di non giocare in casa con il pallone.." "Ma tu hai sempre fatto di testa tua! Vedrai sarà felicissima del tuo regalo" "Non è niente in confronto a tutto l'amore che mi ha donato lei." "Lo sapevo che sotto quella scorza c'è ancora il buon vecchio Benji!" disse Eileen con un sorriso. Benji sbuffò e si affrettò a pagare per andarsene da quel posto, qualcuno avrebbe potuto riconoscerlo.
L'aeroporto era come al solito gremito di gente, aveva pranzato da McDonald e siccome ai bagni del fast-food c'era una fila chilometrica, Eileen decise di andare a cercare una altro bagno. "Benji non scappare! Non so se riuscirei a trovarti ancora!" "Tu mi devi ancora spiegare come hai fatto a scovarmi in quel bar." "Dopo, adesso ho un bisogno impellente da soddisfare" disse la ragazza correndo via. Per fortuna che questo bagno era libero. Adesso torno da Benji e cerco di sapere un po’ cosa gli è successo in tutti questi anni. Lo so sono troppo curiosa ma cosa ci posso fare. Pensava Eileen mentre si dirigeva verso il fast-food, un ragazzino che correva la urtò e per poco non cadde, mentre si guardava in giro per vedere dov'era quella peste, la sua attenzione fu attirata da alcuni giornali che mostravano la foto di Benji in copertina. Benji Price si ritira!! Era il titolo scritto a grandi lettere. Eileen acquistò la rivista e andò a leggere l'articolo. Il noto portiere Benji Price soprannominato SGGK, si ritira dal calcio. Non è stata data nessuna spiegazione di questa decisione. Price un paio di mesi fa aveva avuto un incidente stradale dove si era leggermente ferito, tutti escludono che il ritiro dai campi sia dovuto all'incidente. Il portiere si è blindato nella sua villa e si rifiuta di parlare con i giornalisti, è un vero peccato che un giovane di 27 anni, nel pieno della sua carriera si ritiri così senza motivazioni valide. "Ecco perché è così strano!" disse Eileen a bassa voce, poi buttò la rivista in un cestino e si affrettò a tornare da Benji. "Cavoli ce ne hai messo di tempo!" esclamò Benji vedendola finalmente tornare. "C'era un po’ di fila anche lì, sai noi donne come siamo!" "Lunghe e stressanti" "Grazie per il complimento. Raccontami un po’, cosa hai fatto in tutti questi anni?" "Niente di eccezionale, ho giocato per l'Amburgo" "Tutto qui? Non aggiungi negli aneddoti sulle tue partite o altre cose simili?" "Eileen, non sono dell'umore giusto per parlare di calcio. Perché non mi dici di te?! Chiese Benji per sviare il discorso. "Vediamo, sono laureata in economia e commercio, specializzata in strategia di investimento. Lavoro per una delle tante aziende di tuo padre." "Quale delle tante?" "La Price Investements, sono il vice direttore. In poche parole aiuto gli altri ad investire i loro soldi dove è più redditizio." Disse Eileen. "Come hai fatto ad ottenere delle ferie da quel tiranno di mio padre?" "Ho quasi tre mesi di ferie arretrate e poi con l'ultimo affare ho fatto guadagnare all'azienda un milione di dollari." "Caspita! Come ci sei riuscita?" chiese Benji sempre più interessato. "Diciamo che è stata fortuna, sono riuscita a sapere in anticipo di una fusione tra due compagnie assicurative, ho saputo giocare bene le mie carte e il gioco è fatto." "Mio padre sarà contento come una pasqua. Cosa gli hai chiesto come gratifica?" "Il 5% del profitto e le mie ferie retribuite per stare accanto a Ele." "E mio padre come ha reagito?" "Benji, tuo padre non può rischiare che io vada alla concorrenza, in un solo anno con me ha guadagnato un bel po’ di soldi. Mi ha concesso tutto senza battere ciglio." "Incredibile! Dovrei sposarti solo per il fatto che gli tieni testa." Disse Benji. "Sai anche quando eravamo piccoli mi hai detto che mi avresti sposato." "E avremmo vissuto felici e contenti per tutta la vita." Aggiunse Benji "Peccato che non è sempre così bella la realtà, vorrei tanto tornare indietro a quando eravamo piccoli ed ingenui." "Ed Ele che ci preparava il budino al cioccolato e i biscotti" aggiunse Benji. "Bei tempi, il nostro problema maggiore era cosa avremmo mangiato a pranzo o a cena!" Benji osservò la ragazza sorridere dolcemente "Sei diventata una donna bellissima." Eileen arrossì vistosamente "Grazie." Rispose imbarazzata. "Sei tutta rossa, non dirmi che nessuno ti ha mai fatto un complimento." "Sì, ma tu l'hai detto con il cuore." Disse Eileen. "Sembra che sia importante per te." "Sei un amico, sono cresciuta con te, aspettavo con ansia il momento in cui sarei venuta a casa. Sono legata a te da tanti ricordi, forse sono una stupida ma tu per me sei ancora importante." "Non mi sono fatto sentire per anni." Disse Benji. "E' vero io e te non ci siamo più sentiti ma ogni Natale, ogni compleanno mandi dei fiori e un biglietto di auguri ad Ele. È lei che ci unisce." Benji osservava la ragazza, mentre parlava ogni tanto gesticolava. "Non hai perso il vizio" "Che vizio?" "Di gesticolare, lo fai di meno ma non riesci a controllarti sempre." "Non ci posso credere, non ti ricordi quello che hai fatto ieri sera ma di questo mio difetto sì" "Si da il caso che ieri sera ero ubriaco fradicio, mentre da bambino non avevo ancora intrapreso questa strada." "Dovresti anche smettere, avrai un fegato grosso come un macigno fra qualche anno se continui così." "Che menagramo!" "Benji bevendo non si risolvono i problemi, qualsiasi essi siano." "Grazie per la predica, mamma Eileen. Ma sì da il caso che decido io della mia vita e di come voglio viverla." Benji si alzò e prendendo la sua valigia uscì dal fast-food "Dove vai?" gli urlò Eileen mentre lo rincorreva. "Alle partenze e se ti azzardi a rompermi ancora con certi discorsi paternalistici, ti assicuro che in Giappone ci arrivi a calci nel sedere!" la minacciò Benji. "Sei sempre più dispotico, sembri quasi tuo padre!" "Non osare paragonarmi a lui se no.." "Se no cosa fai? Prima però devi prendermi!" disse Eileen sorpassandolo correndo. Benji scosse la testa e la rincorse, per un po’ sarebbe tornato ancora bambino. |
Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***
CAPITOLO 3 Benji osservava Eileen che dormiva al suo fianco, erano sull'aereo da meno di un ora e lei si era addormentata subito come un sasso. Effettivamente era arrivata in Germania il giorno prima e in poco più di 24 ore era riuscita a convincerlo a seguirla. Se la ricordava ancora bambina, con i capelli perennemente raccolti e quei grandi occhioni sempre pieni di curiosità, era carina già da allora ma adesso guardandola meglio a mente lucida era davvero bella. I jeans accentuavano la vita stretta e le gambe slanciate, il maglione che indossava era piuttosto grande ma non celava le sue curve, improvvisamente alzò una mano e le accarezzò la guancia. Benji chiuse gli occhi e sentì che l'angoscia che lo invadeva da tempo stava sparendo, strinse la mano destra della ragazza e si assopì anche lui. La velocità della macchina lo stava spaventando, si tenne al sedile dell'auto e cercò di mantenere il suo sangue freddo. "Rallenta, finiremo fuori strada!" disse alla ragazza al suo fianco. "Price, non dirmi che hai paura! L'uomo di ghiaccio sta forse provando qualche sentimento?" "Sally, ci ammazziamo" urlò Benji mentre la ragazza prendeva una curva male finendo nell'altra corsia. "Hai paura? Sono contenta! Stai provando quello che provo io, ogni giorno! Voi mi avete violentato!" "Io non c'ero quella sera!! Maledizione sono stati gli altri, perché vuoi dare la colpa a me?" "Perché se tu ci fossi stato non sarebbe andata così! Però a te non ti è mai importato niente di me." "Sally, fermati che ne parliamo con calma!" La ragazza piangeva disperata "No, io ti ho amato tanto, io ti amo. Ma tu non lo hai mai capito!!" "Sally fermati, ti prego." Urlò nuovamente Benji mentre l'auto finiva nell'altra corsia, in quel momento stava arrivando un'altra auto nel senso opposto. Benji prese il volante e lo girò violentemente a destra, evitò l'altra auto ma lo spostamento così improvviso e la velocità fecero ribaltare la macchina, una due, tre volte. Benji dopo qualche minuto di stordimento uscì strisciando dall'auto, chiamò la ragazza ma non ottenne risposta, si girò per vedere come stava; nell'abitacolo non c'era! Il parabrezza era sfondato, Benji si ricordò che lei non era legata, cercò di portarsi davanti all'auto e la vide riversa per terra in un bagno di sangue, il collo in posizione innaturale. "Sally!" urlò Benji mentre vedeva un uomo che gli si avvicinava correndo. "Stai calmo ragazzo, adesso arriva l'ambulanza" disse l'uomo. "Sally. È morta!" non era una domanda ma una affermazione. L'uomo lo guardò con cordoglio e Benji si accasciò al suolo sfinito. Si riscosse all'improvviso e ci mise qualche istante per capire dov'era, il sudore gli imperlava la fronte e respirava affannosamente. Si girò verso Eileen ma dormiva ancora, meglio così se no avrebbe dovuto darle delle spiegazioni, o meglio avrebbe dovuto inventarsi qualche bugia. Cercò in tasca un fazzoletto per asciugarsi la fronte, ma non lo trovò, allora prese lo zaino di Eileen e lo aprì cercando un fazzoletto di carta. Lo trovò ma vide anche la rivista che la ragazza aveva comprato all'aeroporto. "Ferito leggermente?" pensò amaramente l'uomo toccandosi le gambe. Ormai erano compromesse, nell'incidente si era rotto il femore destro in più punti e il ginocchio sinistro. Non avrebbe giocato mai più, doveva ammetterlo il suo procuratore era stato in gamba a non far trapelare la gravita delle sue ferite. Si era tolto il gesso da qualche giorno e zoppicava leggermente se si sforzava troppo, ma solo un occhio attento avrebbe potuto accorgersi della sua sofferenza. Adesso era indeciso se dire la verità ad Eileen o meno, la ragazza ormai sapeva del suo ritiro dal mondo del calcio. Perché diavolo dovrei dirle i fatti miei, tanto tra qualche giorno tornerò in Germania e non la vedrò mai più! Pensò Benji anche se doveva ammettere che dal giorno prima si sentiva leggermente meglio. Benji cercò di convincersi che non dipendeva da Eileen ma dal fatto che sarebbe tornato a casa, in Giappone. "Benji tutto bene?" chiese la voce della ragazza al suo fianco. "Come?" "Ti ho visto così assorto, c'è qualcosa che non va? E poi guarda come sei sudato, ti senti bene?" disse tutto d'un fiato Eileen. Poi prese il fazzoletto dalle mani di Benji e gli asciugò la fronte per poi posarvi la mano per sentire se avesse la febbre. "Sei caldo ma non scotti, sarà dovuto al fatto che abbiamo fatto tutto di fretta. Cerca di riposarti, ok?" Benji annuì e si posizionò meglio sul sedile, però prima di addormentarsi prese la mano di Eileen tra la sua, così si sentiva più tranquillo.
"Benji svegliati, siamo arrivati!" disse Eileen mentre scuoteva leggermente il ragazzo. Benji aprì gli occhi lentamente e si stirò, aveva dormito molto e si sentiva più rilassato. Si allacciò la cintura di sicurezza in attesa dell'atterraggio, osservò dal finestrino che era notte inoltrata. "Dovremo fermarci a casa mia per stanotte" disse Eileen, sul suo viso trasparivano i segni della stanchezza per il lungo viaggio. "Ho dormito per tutto il tempo, se vuoi prendiamo una macchina a noleggio e guido fino a Fujisawa, tanto non riuscirei a dormire ancora." "Ho la mia auto a casa, passiamo a prenderla e possiamo partire." Disse Eileen sollevata dal fatto che sarebbero arrivati prima da Eleonor. "Allora facciamo così" disse Benji mentre si apprestava ad alzarsi per dirigersi verso l'uscita. L'aeroporto era stranamente gremito di persone, Benji e Eileen faticavano a farsi strada tra la folla, dovettero passare vicino all'ufficio stampa e seppero che stava per arrivare la nazionale di calcio giapponese in trasferta in Corea, per la coppa asiatica che naturalmente aveva vinto. Benji si calò il cappellino sugli occhi e tirò dritto, non si accorse del ragazzo che gli stava correndo verso l'ufficio alle sue spalle e si scontrarono. "Scusi" disse Benji. "Price, Benji Price! Sono Jonh Scarlet del Tokyo Sport. Come mai è qui in Giappone? È guarito?" "Mi lasci andare" disse Benji cercando di scrollarselo di dosso. "Price, è vero che si ritira dal calcio." Quel piccoletto stava facendo un bel casino ed attirò anche gli altri giornalisti. In pochi istanti il nome di Benji si udiva in tutto l'aeroporto, il ragazzo non riusciva più ad venire a capo della situazione. "Signori, calmatevi! Il mio cliente non ha niente da dire! Adesso se ci scusate siamo stanchi del viaggio" disse Eileen prendendo Benji per un braccio e allontanando con forza un paio di giornalisti. Si erano aperti un varco e insieme corsero verso un taxi. "Siamo salvi!" disse Eileen appena il taxi partì. "Che sangue freddo! Avresti dovuto fare l'avvocato!" "Penso che lo farò nella mia vita futura." Rispose ridendo la ragazza. "Lo sai che domani sui giornali, tu sarai la mia nuova fidanzata?" disse Benji. "Sarà contenta Ele, uno dei suoi sogni si avvera." "Cosa vuoi dire?" "Mi ha detto che lei ha sempre sperato che noi due finissimo insieme." "Ti ha detto proprio queste parole?" "Ma no scemo! Questo è stato il mio riassunto." "Tanto lei non leggerà mai quelle riviste, giusto?" "Giusto" rispose Eileen poco convinta. Dopo circa mezz'ora arrivarono davanti al palazzo dove abitava la ragazza. "Ti tratti bene!" esclamò Benji, vedendo che Eileen abitava in uno dei palazzi più lussuosi di Tokyo. "Diciamo che me la cavo, vuoi fare una visita panoramica al mio appartamento e vuoi partire subito?" "Partiamo, Ele ci sta aspettando." "Andiamo" disse Eileen precedendo Benji, all'ingresso il portiere notturno salutò calorosamente la ragazza. "Sig.ra Bristol, finalmente è tornata. Sa abbiamo sentito la sua mancanza." Disse il ragazzo con un sorriso perfetto. "Purtroppo Joe, devo ripartire ancora. Avviseresti da basso di farmi preparare la macchina che tra due minuti sono giù?" "Per lei questo e altro." "Grazie" disse con un sorriso Eileen, il ragazzo arrossì e non riuscì a rispondere. Eileen si diresse verso l'ascensore mentre Benji sorrideva beffardo. "Cosa c'è di così divertente?" "Quel tipo ti stava sbavando letteralmente addosso" "Non esagerare!" "E' la verità, per lei questo e altro, ancora un po’ e si abbassava a baciarti le scarpe" disse Benji. "Sembra che ti dia fastidio" "Non dire cavolate, per me puoi farti adorare anche da una schiera di ragazzini che puzzano ancora di latte." "Ti da fastidio! Lo sapevo solo tu devi essere idolatrato dalle ragazzine." "Ma per favore, non le sopporto. E poi tu ti meriti ammiratori un po’ più maturi." "Tipo te?" chiese Eileen con malizia. "Sì! Ma che cavolo mi fai dire?" chiese Benji ma Eileen era uscita dall'ascensore appena si erano aperte le porte qualche istante prima. "Muoviti! Abbiamo ancora un bel po’ di strada da fare" disse Eileen al ragazzo mentre si avvicinava ad un auto sportiva di lusso. "Hai i gusti raffinati anche quando si parla di auto" disse Benji prendendo le chiavi dalla mano della ragazza. "Chiudi la bocca e guida, prima arriviamo meglio è" disse Eileen cercando di essere dura ma invece fece apparire un dolce sorriso sul volto di Benji.
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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***
CAPITOLO 4 Benji guidava, al suo fianco Eileen dormiva profondamente, sembrava così indifesa e invece quando voleva sapeva essere una vera furia. La ricordava da bambina mentre giocava con lui a calcio, ci metteva tutta la grinta che aveva per cercare di batterlo.
"Benji potresti almeno farmi vincere una volta!" "Eileen quante volte te lo già detto. Le vittorie vanno conquistate!" Lei metteva puntualmente il broncio solo per cercare di intenerirlo, ma senza risultati evidenti.
"A quanto pare tu hai combattuto e hai vinto le tue battaglie. Io invece ho perso per sempre" pensò amareggiato il ragazzo. Quando vide l'uscita per Fujsawa svegliò Eileen. "Siamo già arrivati?" chiese ancora assonnata. "Quasi siamo appena uscita dall'autostrada, appena arriviamo in città mi devi dire dove devo andare." Eileen annuì mentre cercava di sistemarsi i capelli senza però riuscirvi, alla fine si arrese e li legò con un elastico. "Devi girare a destra al prossimo incrocio, poi avanti fino al semaforo e poi a sinistra." Disse Eileen al ragazzo. "Ele si è scelta proprio un bel posto, è uno dei quartieri più belli della città" disse Benji. "A dire la verità ho faticato molto per convincerla a trasferirsi in quell'appartamento. Prima abitava quasi fuori città al quarto piano, senza ascensore. Quando ho capito che non riusciva più a fare tutte quelle scale, le ho cercato questo appartamento con tutti i comfort" "Non pensavo che stesse così male." Disse Benji. "Purtroppo è diventata vecchia, ha quasi ottant'anni. Anche se devo dire che la mente è lucidissima" "Ho sempre pensato che Ele non invecchiasse mai, in tutti gli anni che è stata con me, era sempre la stessa." "E' invecchiata quando ce ne siamo andati tutti e due" disse con rammarico Eileen. Entrambi osservarono il sole sorgere, sapendo che forse quella era l'ultima volta che vedevano la donna che li aveva cresciuti.
"Fai piano, starà dormendo" disse Eileen mentre entrava nell'appartamento. "Aspettiamo che si svegli?" chiese Benji. "No, andiamo da lei e la svegliamo dolcemente." I due ragazzi si diressero verso la camera da letto della donna. Stava dormendo, i capelli bianchi e le rughe del volto dimostravano la sua sofferenza. "Nonna, nonna." Disse Eileen scuotendola dolcemente. Eleonor aprì lentamente gli occhi. "Bambina mia, sei tornata. Lo hai trovato?" chiese la donna ansiosa. "Sì nonna, ti ho portato Benji" rispose la ragazza. Benji si avvicinò al letto, gli faceva male vedere Eleonor così sofferente. "Come sei cresciuto, adesso sei un uomo." Disse la donna. "Ciao Ele, come stai?" "Adesso che ho accanto sia te che Eileen, sto meglio. Siediti qui, sei talmente alto che mi fai venire il torcicollo." Benji sorrise, almeno non aveva perso il suo umorismo. "Dimmi ragazzo, cosa hai combinato in tutti questi anni?" "Ho giocato a calcio." Rispose semplicemente Benji. "Questo lo so, ma non hai una compagna?" A quella domanda Eileen si schiarì la voce e disse: "Vado a preparare un po’ di caffè" poi si diresse verso la cucina. "Cosa ti affligge Benjamine?" "Niente, sono solo preoccupato per te." "Non mentirmi, ricordati ti conosco da quando sei nato" Benji sorrise, un sorrise amaro e triste allo stesso tempo. "Non potrò mai più giocare." "Cosa ti è successo" disse la donna cercando di mettersi a sedere, fu prontamente aiutata da Benji. "Un incidente d'auto. Ho rotto il femore in più punti e il ginocchio. La mia carriera è finita." "Ma sei vivo. Un po’ rotto ma vivo." Disse la donna. "E' vero sono vivo, ma che senso ha adesso la mia vita. Ho vissuto per il calcio, ogni cosa che facevo era in funzione della mia carriera. Adesso non ho niente, non ho più niente!" Eleonor accarezzò la testa di Benji, come faceva quando era bambino per consolarlo. "Hai te stesso Ed è più di quanto puoi desiderare. Ami il calcio, se non puoi più giocare, potresti sempre insegnarlo." "Non lo so se sono pronto per cambiare, non mi sento pronto." "Dai tempo al tempo e vedrai che una mattina ti alzerai e vedrai il mondo in modo diverso." Benji sorrise alla donna, in pochi minuti era riuscita a dargli ancora una speranza, la abbracciò cercando di non farle male. "Grazie Ele"
Eileen era accanto alla porta, aveva sentito tutto, era tornata indietro per chiedere se anche sua nonna volesse il caffè ed aveva ascoltato. Non credeva che fosse così grave la situazione, Benji non avrebbe più potuto giocare a calcio. Si diresse in cucina prima che si accorgessero di lei, perché non glielo aveva detto? Non si vedevano da parecchi anni, ma erano pur sempre amici. Fu distratta dalla voce di Benji alle sue spalle "E' pronto il caffè?" chiese con voce rilassata. "Fra un attimo" "Eileen c'è qualcosa che non va?" "No, sono solo stanca. Tutto lo stress di questi giorni." "Capisco, Ele si è addormentata. È così strano, a sentirla parlare sembra quella di sempre, ma si vede che soffre." "I medici non sono stati molto ottimisti." "Resterò fino alla fine." Disse Benji "Non sei obbligato" "Invece sì, lo sai che lei per me è come una madre. E poi adesso è l'unica cosa importante della mia vita." "Benji io ho letto su un giornale del tuo incidente. Dicono che non ti sei fatto molto male… ma.." "Sono tutte balle inventate dal mio procuratore, che crede ancora che avvenga un miracolo. Ho entrambe le gambe compromesse e non potrò più giocare a calcio." Disse Benji con lo sguardo perso nel vuoto. "Mi dispiace, il tuo sogno.." "E' andato a farsi fottere, come la mia vita." Eileen non sapeva cosa rispondergli, le sue gambe si mossero da sole, si avvicinò a lui e lo abbracciò. Benji rimase un attimo stupido di quel gesto poi ricambio l'abbraccio, ora si sentiva a casa, in quel momento stava finalmente bene.
I due ragazzi decisero di trasferirsi a casa di Ele, Benji avrebbe dormito sul divano mentre Eileen su una branda posta vicino al letto della donna. Nel giro di una settimana Benji riacquistò il sorriso e Eleonor sembrava riprendersi lentamente, non la lasciavano mai sola. "Ragazzi sono così felice che siate qui con me" disse una sera osservando Benji ed Eileen seduti accanto al suo letto. "E noi siamo felici di stare in tua compagnia." Disse Benji prendendole la mano. "Ma voi avete anche la vostra vita, non dovreste stare qui a perdere tempo con me." "Nonna, non dire più così. Io mi sto godendo le mie meritate ferie" "E io avevo proprio bisogno di tornare a casa." Aggiunse Benji. Eleonor sorrise, era pallida come sempre ma si sentiva meglio. "Sono stanca, vi dispiace se dormo un po’" "Figurati nonna, ti sveglio io più tardi per le medicine. Se hai bisogno noi siamo di là" disse Eileen dando un bacio sulla guancia alla donna. "Vi voglio bene" disse la donna. "Anche noi, Ele. Dovresti saperlo" disse Benji, le diede un leggero bacio sulla fronte e seguì Eileen in salotto. La vide armeggiare in cucina, stava mettendo a poste le stoviglie. "Vuoi una mano?" "No, ho quasi finito" "Sembra che Ele stia meglio" disse Benji. "E' vero, domani comunque verrà il dottore per fare un controllo. Benji?" "Dimmi" "Grazie per essere venuto. Per Ele e me era molto importante." "Anche per te?" chiese Benji "Sì, avevo voglia di rivederti, sai è dura vedere quasi tutti i giorni tuo padre e non te. Insomma siete identici! Lui ha un po’ di capelli grigi e qualche ruga, ma nel complesso siete uguali." "Fortunatamente l'aspetto fisico è l'unica cosa in comune che abbiamo!" "Effettivamente tuo padre è un vero despota!" ammise Eileen. "Sono sicuro che tu sai tenergli testa." "Non per vantarmi, ma è così!" disse sorridendo la ragazza. "Dovresti sorridere più spesso, sei molto bella quando sorridi" "Ma mi farei venire quelle inestetiche rughe che tanto affliggono tua madre." "Ecco perché non sorride quasi mai, non ci avevo mai pensato. Ma tu non sorridi per delle rughe?" "Diciamo che ho poche cose per cui sorridere." "Cioè?" "Benji Price ma sei più curioso di una donna!" "Non è vero. Però io ti ho detto il mio segreto, tu dimmi i tuoi" "Non ho segreti, non ho mai avuta una relazione seria, le uniche cose che ho sono il mio lavoro e Eleonor." "Siamo più simili di quanto credessi." Disse Benji. "Può darsi, ma c'è una cosa che ci differenzia" "Illuminami." "Io ho ancora dei sogni."
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