Ossequi Monet

di Ossequi_Monet
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Arrivo a Forks ***
Capitolo 2: *** Incontro a scuola ***
Capitolo 3: *** Pomeriggio dai Cullen ***
Capitolo 4: *** Sorprese nel bosco ***
Capitolo 5: *** La verità fa male ***
Capitolo 6: *** Nuovo Inizio ***
Capitolo 7: *** Nel bosco. ***
Capitolo 8: *** Dobbiamo Parlare ***
Capitolo 9: *** Visite da Volterra ***
Capitolo 10: *** Domani sarà! ***
Capitolo 11: *** Il momento della verità ***
Capitolo 12: *** Mai dare torto a Alice ***
Capitolo 13: *** Shoppiiiiing! ***
Capitolo 14: *** La magie et la douleur. ***
Capitolo 15: *** Nuovo potere ***
Capitolo 16: *** Non ero più io. ***
Capitolo 17: *** Non mi avrebbe fermato nessuno.. ***



Capitolo 1
*** Arrivo a Forks ***


Ciao!! Mi chiamo Micaela e questa è la mi storia! *O*
Vi avverto non ho una beta quindi correzioni e rimproveri sono graditi xD
Ansi, se qualcuno si propone a farmi da beta è ancora più gradito!
Questa è la storia di Ossequi(il mio soprannome) Monet , una vampira dell’epoca della rivoluzione francese che arriva a Forks.
Naturalmente incontrerà i Cullen e si innamorerà di qualcuno…
Non vi svelo nient’altro. Mi piacerebbe un piccolo commentino anche per scrivere solo “schifo”. Detto questo vi dico un’ultima cosa:perdonatemi per gli errori che già so che saranno centinaia ma a volte non riesco ad esprimermi come vorrei veramente!! xD
Un besito!!

 
 
* Quelli in corsivo sono i pensieri e tra parentesi trovate chi li ha fatti se non si comprende visto che la nostra dolce Ossequi è una lettrice. A volte troverete anche pensieri che sono “inculcati” nelle menti dalla vampirella tramite il suo dono.
 
 

 

Ossequi Monet
Capitolo 1
Arrivati a Forks

 
 
 

La vita va avanti.

Il problema è che a volte va così veloce che non ci rendiamo conto del tempo che passa.
 
Questa frase avrebbe senso se non avessi davanti a me l’eternità.
Quando ero umana – non che io ricordi ma tenevo un diario sempre ben aggiornato- mi piaceva starmene imbambolata in parchi o aeroporti ad osservare la vita frenetica delle persone.
 
Passatempo stupido.

 

Oggi mi trasferisco, di nuovo. La città si chiama Forks. Ho dovuto lasciare la Francia perché era troppo soleggiata ma ho saputo che qua piove quasi sempre.
 
Dovrò presentarmi di nuovo, ripetere le solete battute.
-Ciao, mi chiamo Ossequi Monet.-
Dovrò sorbirmi le solite battutine stupide a causa del mio nome.

 
-Vengo dalla Francia.-
Dovrò far spiccare l’accento francese anche se posso parlare in perfetto americano. Ma voglio risultare “normale”.
 
-Ho 17 anni-
Bhè di certo non me ne posso uscire con un ehi ciao sono una vampira, ho centosessanta anni e adoro il sangue di alce!
 

Ma la cosa che sono sicura che accadrà saranno i centinaia di ragazzi che verranno a fare i beccamorti per cercare di lusingarmi.
Illusi. Come se io potessi interessarmi a qualcuno di loro.
 
Su Internet ho trovato una villa a Forks e non mi sono lasciata scappare l’occasione di comprarla.
Villa, più che altro assomiglia a un castello ma la cosa non mi disturba.
Non voleva acquistarla nessuno perché pensavano fosse infestata dai fantasmi.
Poveri sciocchi. Ora ad infestarla ci penserà un bella vampira vegetariana.

 
Appena arrivata ho sistemato i bagagli e ho telefonato ad Etienne per farmi portare le mie altre auto.
Sono arrivata con la mia Auto a6 ma non mi andava di lasciare le mie adorate Pagani Zonda e Lamborghini Diablo in mano di Etienne.
Mai fidarsi di un vampiro appassionato di auto sportive.
 
E’ vero la villa aveva un’aria sinistra. Aveva un certo stile gotico e.. si mi piaceva.
 
La scuola, dovevo ripetere per l’ennesima volta la scuola.

Scocciava a tutti farla una volta , pensa a ripeterla per l’eternità.
 
Ma un po’ mi divertivo con il mio potere. La manipolazione mentale è l’ideale per passare il tempo fra gli umani.
Non potevo chiedere miglior potere.
 
A quanto pare da umana ero brava a far cambiare convinzione alla gente. E ora le menti delle persone sono per me come libri aperti. Posso leggere i loro pensieri, se voglio posso far cambiare loro idea, posso far sorgere in loro dubbi, e intrufolare miei pensieri senza che loro se ne accorgano.
 
Nei dintorni di Forks c’è una fitta foresta, questo significa cibo a volontà.
 
Etienne arrivò poco dopo con la mia dolce Pagani. Le fusa del motore mi arrivarono all’orecchio prima che varcasse il vialetto.
- Grazie amico mio- gli dissi con il mio solito ghigno/sorriso terrificante stampato in faccia.
Riesci a mettere paura anche a un vampiro quando ridi.
- E di cosa??- Chiese lui con un sorriso mal celato.
- Del fatto che non ha neanche un graffio-
- A mi ringrazi per questo e non perché ti ho riportato la macchina pagando anche le spese di nave e tutto??
- Di quello non ti devo ringraziare, era di tuo compito visto che le auto le hai scelte te- Etienne mi aveva convinto a  comprare quelle auto io adoravo correre ma è vero anche che per la città non posso mettermi a correre a velocità vampiresca.
Sempre la solita, comunque la Lamborghini la sta riportando Clare. Deve aver avuto qualche problema con il traghetto.
Ma tanto anche se te la riportasse a pezzi Clare la perdoneresti quindi, spero tanto che sia in fiamme.
 
Gli feci vedere nella sua mente me che facevo la linguaccia. Adoravo dare illusioni mentre potevo tranquillamente starmene ferma.
Sfaticata
 
Dopo una risata generale gli feci segno di entrare in casa e ci accomodammo sul divano. Non che fossimo stanchi per saper salvare meglio le apparenze gli atteggiamenti umani erano di routine.
 
- Allora non me lo offri un caffè?? – Oh certo magari corretto al sangue di mucca.
- Che ne dici invece di una bella caccia mattutina? Sono due settimane che non “mangio” – In effetti il colore dei miei occhi si era molto scurito.
- Ci sto ma ti avverto, non vale usare i tuoi trucchetti per prendere l’alce più grande –
- Ci proverò – Ci alzammo e incominciammo a correre verso il bosco.

 
Continua… 

 
 
 
  

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Capitolo 2
*** Incontro a scuola ***


Hola! Mi dispiace di non essere stata abbastanza chiara. Ossequi è stata trasformata all’epoca della rivoluzione francese ma la storia è ambientata ai nostri tempi.
Sono contenta delle vostre recensioni, è vero l’altra storia era lo schifo più completo xD
E la trama era scritta male perché il traduttore si era messo a tradurre da solo la pagina ma ha tradotto l’italiano… in italiano xD
In questo capitolo ci sarà l’arrivo alla scuola.. Besitos !!

 
Ps: Dedicotutta la storia alla mia adorata graceling <3
Pss:  ayumi_L Ti stai proponendo per farmi da beta?? *-* Ne sarei contentissima!! Fammi sapere.
 

 
 

Ossequi Monet
Capitolo 2
Incontro a scuola

 
* Quelli il viola sono i pensieri che ossequi “mette” nella mente delle persone come mezzo di comunicazione.
 
 

 

 
Lunedì, giorno di scuola. Nessun problema con la sete.
Clare era arrivata in tarda serata con la mia diavoletta e è ripartita poco dopo con Etienne.
Andai a farmi una bella doccia e poi mi misi i vestiti che avevo scelto la sera prima.
Un bell’abitino corto che lasciava intravedere il mio tatuaggio il petto, scarpe chiuse con tacco alto e una bella mantella nera sopra, tutto rigorosamente nero.
 
 
L’abbigliamento di una vampira, almeno io potevo vestirmi in quel modo.
Se qualcuno avesse insinuato qualcosa ci avrei messo poco a fargli cambiare idea con il mio dono.
 Presi la mia Audi, di certo non potevo andare a scuola con nessuna delle altre due auto avrebbero attirato troppo l’attenzione.
Appena arrivai a scuola una scia non umana mi arrivò subito alle narici.
Vampiri. In questa scuola c’erano altri vampiri.
Andai dritta in segreteria e la segretaria mi diede i fogli da fari firmare.
La gioventù d’oggi, guarda questa come va vestita scosciata e anche con i trampoli. (segretaria)
Non badai molto ai pensieri della donna ero troppo interessata a sapere di chi fossero le scie.
In prima ora avevo spagnolo. Sicurissima di conoscerlo meglio io che la professoressa.
Due delle scie portavano proprio nella mia aula, bene.
Appena entrata un’ondata di pensieri di adolescenti in piena d’ormoni mi assalì.
Ma che bel bocconcino.
E questa da dove arriva??!!
Le chiederò di uscire e poi la faccio giocare un pochino in sala giochi.
Ragazzini. Ma due pensieri mi colpirono maggiormente.
Deve essere parente ai Cullen, bianca come un lenzuolo, bella e occhi ambrati.
I Cullen, forse erano i nuovi vampiri, e infatti..
Vampira! Fratellino cosa ne pensi? Anzi cosa pensa??
I pensieri appartenevano a un vampiro bruno che assomigliava au orso e vicino a lui c’era… un lettore.
Ripresi i fogli che avevo fatto firmare alla professoressa e mi sedetti nel posto dietro i vampirelli.
 Non riesco a sentire nulla che venga da lei, come è possibile?
Deve avere un qualche scudo.
Il vampiro cui appartenevano questi pensieri si chiamava Edward e quello a lui vicino era suo fratello Emmett.
Facciamo amicizia. Userò il mio potere, voglio parlare con lui.
Ciao.
Ma cosa…  Bhè dovevo spiegarmi.
Dico a te..
Me ??  Aveva capito finalmente.
Gli feci vedere l’immagine di me che scuoto la testa in sogno di assenso e lui ne rimase stupito.
Aspetta un momento.. nome, potere e… anzi, no parliamo a mensa. Siederai al nostro tavolo così potremo presentarci
A mensa. Da qui in poi chiusi la mia mente e ascoltai la lezione. Dover sopportare tutti questi bambocci che pensano cose oscene su di me è veramente ributtante.
Ma da quel che posso sentire anche Edward è preso di mira dalle ragazzine.
Finalmente è arrivata la pausa pranzo.
Nessuno si è azzardato a chiedermi nome e altre informazioni, poco male, ecco a cosa è utile la manipolazione mentale.
Entrata in mensa ho notato subito il tavolo dei vampiri. Erano cinque.
Presi un vassoio con una coca e una mela e dopo aver pagati mi sedetti al tavolo dei miei simili.
- Piacere, sono Ossequi Monet e vengo dalla Francia – Mi ascoltavano interessati.
Piacere Ossequi io sono Edward Cullen e questi sono i miei fratelli.
- Ossequi è una lettrice come me da quel che ho capito ma con alcune diversità suppongo.. – Edward spiegava agli altri ma ad un certo punto la mia mente fu inondata di immagini.
 
C’ero io e la vampira dai capelli corti, Alice si chiamava. Una veggente. Nella visione io lei stavamo provando alcuni abiti in un’enorme camerino. Eravamo amiche si capiva.
 
Quando la visione finì io e lei ci guardammo e due grandi sorrisi comparvero sui nostri volti.
 
- Finalmente Alice avrà qualcun’atro da ossessionare con la moda – Alice fece una linguaccia al fratello.
- Ok volete metterci al corrente della vostra conversazione ??- Emmett voleva spiegazioni ma nel momento preciso in cui stavo per aprire bocca, Alice mi chiamò col pensiero.
Vuoi venire a casa nostra questo pomeriggio??
- Se non disturbo – Alla mia risposta vidi Emmett sgranare gli occhi e fare un’espressione buffissima.
- Penso che per rispondere dovrei sapere la domanda io non ho nessun dono purtroppo- Dopo una risata collettiva, Alice mise al correnti tutti della nostra “conversazione”.
- Sono ancora incuriosito dal tuo potere, non sei una lettrice giusto? (Edward)
. No, io ho la manipolazione della mente per esempio posso far cambiare idea a qualcuno…- detto questo guardai fissa Jasper che da quel che avevo capito era il compagno di Alice.
Dal mio arrivo aveva insinuato che sarei stata un ostacolo.
Misi in lui la convinzione che di me si poteva fidare.
- Capito – Mi disse il biondo con un sorriso sulle labbra.
- Bhè io no – Rosalie Hale, che stava pensando che il mio vestito fosse fuori moda.
- Oh capito, capito – Edward rideva a crepa pelle al sentire i pensieri di Rosalie che sono passati dal Quel vestito è orrendo al Voglio assolutamente quel vestito.
 
- E poi posso leggere nella mente ma posso anche bloccare la mia –
- Ti presenteremo a Carlisle sarà felice di fare la tua conoscenza- Carlisle era come un padre per loro.
 
- Dovremo andare si è fatto tardi- Rosalie ci riportò alla realtà infatti nella mensa non era rimasto più nessuno, solo noi.
 
Ritornai in classe e passai quasi tutto il tempo ad usare il mio dono per togliere le attenzioni su di me.
 
 
Continua…
 
 
 Spero vi sia piaciuto.
Nel prossimo capitolo scriverò del pomeriggio di Ossequi passato a casa Cullen.


Besitos!
  

 

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Capitolo 3
*** Pomeriggio dai Cullen ***


 
 

Ciaooooo !! La ricerca della Beta è conclusa, ci penserà la santa  ayumi_L !!!
 

Se non ci fosse lei! Leggereste spazzatura xD.
 

Spero che la mia storia stai incominciando a ramificare nei vostri cuoricini *-*
 

Ringrazio granchietta  per avermi messo la storia tra i preferiti!
 

Vi lascio  al prossimo capitolo, un bacio a voi e alla mia adorata graceling ! 
 






Ossequi Monet
Capitolo 2

Pomeriggio dai Cullen

 
 
Fra poco sarei andata a casa Cullen. Avvertivo in me una sorta di ansia; ma non dovevo aver timore sarebbe andato tuttobene.
Mi infilai la mia giacca a vento e uscii di casa,salii in macchina. 
 
Dopo cinque minuti scarsi  arrivai nel loro vialetto.
Mi stavano aspettando tutti quanti e dai loro pensieri sentivo che mi aspettavano con molta ansia.
 
Bell’auto Ossequi ! Pensò Edward con un sorriso. Doveva essere un appassionato di auto sportive.
 
Emmett invece sene stava con un’espressione sorniona stampata in faccia mentre abbracciava Rosalie da dietro.
Stava pensando a chi fosse tra noi due il più forte.
 
Gli feci vedere nella sua mente lui che urlava senza un braccio e io che con un soffio spegnevo un accendino.
Immediatamente la sua espressione mutò dal giorno alla notte.
- Peace sorella – Disse alzando le mani al cielo, mentre io e Edward ridevamo della sua reazione.
 
- Piacere io sono Carlisle Cullen, lei è Esme, Mia moglie-
Disse indicandomi la donna cui stringeva dolcemente le spalle con un braccio. Esme con un sorriso incantevole mi accolse.
Aveva un aspetto materno e metteva  molta tranquillità.
- Piacere mio – sembravano una famiglia felice e dovevano esserlo.
 
Dai pensieri di Edward intravedevo un barlume di curiosità.
Non era abituato a una mente muta, così lo lasciai entrare. Dopo aver sondato i miei pensieri, e visto che la sua famiglia mi aveva dato un buona impressione mi ringraziò mentalmente.
 
- Se vogliamo accomodarci- disse Carlisle facendoci segno di entrare.
All’interno trovai anche Alice e Jasper.
Il follettino mi venne subito incontro abbracciandomi come se fossi una vecchia amica invece Jasper si limitò  farmi un cenno con il capo.
 
- Allora Ossequi raccontaci la tua storia – Mi invitò a parlare Carlisle dopo che ci eravamo accomodati tutti sul divano.
 
 
 
- Allora, il mio nome è Ossequi Monet. Sono nata a Parigi il 23 settembre del 1778. Sono morta una notte del 1794.
Fu terribile. Ricordo la trasformazione vividamente come se fosse ieri, ma immagino che nessuno di voi l’abbia dimenticata. – Mentre parlavo notai nei loro volti vedevo comprensione e questo mi incitò  a continuare a parlare.
 
- I miei primi anni da neonata non furono facili ma almeno non dovetti passarli da sola. Con me ci furono Etienne e Clare:
i due miei cari amici. Quando ero umana non sapevo che fossero vampiri.
 Loro sono vegetariani come tutti noi.
La trasformazione avvenne la notte del 15; stavo rientrando a casa da una festa, faceva freddo e dovetti passare per un vicolo buio. Sentivo la paura percuotermi le ossa fin prima di essere in pericolo.
Sentii un rumore e mi girai. Vedovo ombre e sentivo una risata terrificante. Poi uno spostamento d’aria, dopodiché il buio.-
Chiusi gli occhi al ricordo. Le emozioni erano ancora forti e i pensieri di Jasper me lo facevano notare ancora di più.
 
- All'inizio il dolore fu atroce..urlai pregai affinché qualcuno mi finisse.. tutto mi sembrava sfocato, non capivo bene.
Alla fine trasformazione al mio risveglio trovai Clare la compagna di Etienne davanti ai miei occhi.
Lei mi spiegò cosa ero diventata e come.
Ero stata trasformata da un loro amico che però si nutriva di sangue umano, che era venuto a trovarli. La sfortunata ero stata io. –
Un sorriso amaro comparve sulle mie labbra, sollevai un attimo lo sguardo su di loro.
I loro pensieri erano intristiti dal mio racconto e i loro sguardi mostravano tutto il loro dolore
 
- Ma grazie a Clare e Etienne potei passare i miei primi anni da neonata molto più sicura.-
 
- Loro vivono con te? Qui a Forks intendo. -  Esme stava già pensando a…
Ma non feci in tempo a capire i suoi pensieri che una visione di Alice mi Inondò la mente di immagini.
Io sarei venuta ad abitare qui a casa Cullen.
 
- Esme.. – Edward con un sorriso si voltò verso Esme. -Si, Alice l’ha visto-
 
Quel mostriciattolo mi saltò addosso facendomi cadere dalla poltrona.
Dopo una risata generale mi diede un bacio sulla guancia.
- Benvenuta a casa sorellina – e dopo aver sciolto il nostro abbraccio si alzò visto che stavamo ancora per terra.
Poi sparì al piano di sopra. Cercai di capire i suoi pensieri ma stava traducendo una canzone in aramaico antico.
Io e Edward cu guardammo per un momento e poi insieme
- Ha sbagliato la seconda strofa!! -  Gli altri ci guardavano spaesati mentre io e lui ridevamo come cretini.
 
- Qualcuno è così cortese da spiegare per noi ovvero gli stupidi?? – Emmett era rimasto con un’espressione inebetita con la bocca aperta.
- Non lo indovini?? La famiglia si allarga, come se non fossimo già troppi. – Detto questo Rosalie si alzò da Emmett e uscì fuori.
- Non ci fare caso è molto fredda con le persone che nono conosce, non potevi usare il tuo poteruccio un pochino su di lei?? – Emmett, i suoi ragionamenti erano così semplici, sciolti, sembrava la mente di un bambino.
 
- Non posso farmi piacere alle persone a forza –
Da tutti mi vennero una serie di scuse a quanto pare Rosalie aveva un caratteraccio.
- Scusatemima fra poco sarò di turno all’ospedale. – Detto questo diede un lieve bacio sulle labbra della moglie e con un ultimo sguardo mi disse – Saresti ben’accetta- E sorridendo se ne andò di sopra.
 
Esme si mise a mettere a posto la casa anche se non c’era neanche un granello di polvere. Invece Emmett e Jasper uscirono con in mente di fare una lotta con i fiocchi.
E così rimasi sola con Edward.
 
Posso ?? Mi chiedeva il permesso di leggere i miei pensieri come fossero una porta da oltrepassare.
Con un cenno del capo aprii a lui i miei pensieri ripensando a i miei anni precedenti.
 
- Suoni ?? – Mi chiese con un’espressione di meraviglia sul volto.
- Anche te – era un eccellente pianista.
Andammo al piano e suonammo tutta la notte verso le cinque del mattino andai a casa. Dove cambiarmi.
A casa Cullen c’era un atmosfera molto rilassante, credo che mi sarei volentieri trasferita a casa loro.
 
 
Continua 

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Capitolo 4
*** Sorprese nel bosco ***


Ciao !! Mi sto divertendo un casino a scrivere la storia, e mi sto quasi immedesimando.
L’altro giorno a scuola per la fame stavo pensando di addentare la professoressa di lettere ma poi mi sono detta:
- E’ acida come il latte scaduto da tre anni, non vorrei farmi una lavanda gastrica –
C’est la vie.
Vi piace la storia? Fatemelo sapere, ci tengo!
Ringrazio ancora ayumi_L !!! la miadolce Beta! *-*
Vi lascio al capitolo.
 
  






Ossequi Monet

 

Capitolo 3
 

Sorprese nel bosco
 

 
 
 
Dopo una doccia veloce mi vestii. Stavo ripensando alla famiglia Cullen.
 Ognuno di loro aveva sofferto molto nella loro vita ma avevano tutti raggiunto uno stato di felicità con la loro anima gemella.
Tutti tranne uno: Edward.
 
Mente suonavamo si era lasciato scappare alcuni apprezzamenti su di me.
Io verso lui non provavo altro che un’amicizia,
ci poteva anche essere dell’attrazione fisica ma d'altronde, quale vampiro non è attraente?
 
Lui invece diversamente da me, provava un interesse generale.
 
Ci conoscevamo da troppo poco..non potevo giungere a nessuna conclusione.
Finito trucco e parucco presi la mia Audi e andai a scuola.
Ormai nel parcheggio il posto tra l’ M3 di Rosalie e la Volvo di Edward, era il mio.
 
Nella scuola mormoravano voci di tutti i generi.
- Ossequi, Ossequi – Emmett non era capace di fare la persona seria, si era inchinato facendo un gesto di riverenza con la mano. Quella battuta l’avevo sentita un centinaio di volte.
 
- Ossequi Emmett – feci anchio il mio inchino.
Mentre mi chinavo mi scivolò lo scialle facendo intravedere il mio tatuaggio scoperto dalla maglietta scollata.
- E’ un tatuaggio quello che hai sul petto? –
Alice mi si era avvicinata incuriosita.
- Si, è una “x”. E’ posta all’altezza del cuore. L’ho fatto di recente.
Capirono tutti quanto la similitudine.
Emmett si fece scappare alcuni doppi sensi per l’ubicazione del tatuaggio ma…
- Emmett!!!! – Edward stava sbraitando infuriato.
Vi prego non lo dite a Rosalie !!
E sia ma la prossima volta controlla i pensieri!
No, è diverso certe cose non le devi neanche minimamente pensare!  Edward era ancora arrabbiato.
Tutti gli altri erano confusi ma non fecero tante domande conoscendo il soggetto.
A quanto pare Emmett era solito fare doppi sensi e pensieri pervertiti.
Scusalo. Edward si scusava per il comportamento del fratello??
Non ha mica ucciso qualcuno.
- Non so cosa sia successo ma dobbiamo andare alle nostre rispettive lezioni prima che ci diano per dispersi –
 
Dopo questa piccola disquisizione ci incamminammo a passo "semi normale " nell'alula delle nostre lezioni.
 
A mensa “pranzammo” insieme.
Io e Edward avevamo trovato un passatempo.
- Tutti i ragazzi pensano a Ossequi – Edward aveva un sorriso tirato che mi fece ridere.
- E tutte le ragazze pensano a te – era vero. Edward era il ragazzo più ambito dalla scuola.
- Vi va di fare una scommessa?? – Emmett, ogni occasione è buona per fare scommesse.
- Io ci sto – Jasper era sempre suo complice nei loro giochetti senza senso.
- Contateli. Alla fine si saprà chi è il più pensato. Ma non barate! –
- Ossequi, non devi usare il tuo potere! – Mi ammonì Jasper, ma io non avevo la minima intenzione di farlo.
- Da quando iniziamo? – Edward era allettato da questo giochetto infantile.
- Adesso! – Emmett e Jasper stavano già pensando a chi avrebbe vinto.
 
A fine giornata facemmo un resoconto della situazione: i ragazzi superavano le ragazze.
- Allora chi ha vinto? –
Avevo vinto io, indubbiamente.
- E’ stato Edward! – Misi uno dei miei bronci migliori e fui credibile per far sembrare vera la mia affermazione.
E ti hanno anche creduto, poveri allocchi.
Alice sarebbe venuta in macchina con me. Doveva aiutarmi a rifare i bagagli per trasferirmi a casa Cullen.
 
Arrivate a casa la prima cosa che fece Alice fu di andare a vedere il mio guardaroba.
- Oh!! Wahoo! Parigi! La amo! Un giorno andiamo insieme a svaligiare qualche boutique! –
A velocità vampiresca con due ore portammo quasi tutto l’occorrente a casa Cullen.
La mia casa sarebbe rimasta disabitata. Peccato mi piaceva.
 
Quando arrivammo a casa Alice mi fece vedere la mia camera.
- Wow Alice è favolosa! Era questo che mi tenevi nascosto dai tuoi pensieri?-
- Si sciocchina e cosa sennò?? – La sua voce era salita di alcune ottave. Non significava niente di buono.
La camera era graziosa. Alice aveva capito che il mio stile era prevalentemente gotico.
C’era un letto a baldacchino che faceva bella vista di sé in mezzo alla stanza. Era perfetto per leggerci un libro visto che i vampiri non dormono.
I colori dominanti erano il nero e il grigio chiaro e facevano contrasti unici.
Il mobilio era antico stile classico.
 
La camera metteva un senso di tranquillità solo alla vista.
Un’enorme libreria vuota mi chiamava dicendomi – Riempimi!! –
 
Alice mi aiutò a mettere apposto i vestiti e alcuni oggetti a cui ero particolarmente affezionata.
Dopo essermi sistemata sentii il pianoforte che sfollava una melodia romantica.
Edward. Decisi di prendere il mio clarinetto e scesi le scale.
Suoni il clarinetto??
Aprii a lui la mia mente e gli feci vedere la mia esperienza in fatto di musica. Sapevo suonare tutti gli strumenti. Quando si ha un sacco di tempo da fare e non si sa come occuparlo.
Ma meglio di lui non poteva capirlo.
 
- Bhè Emmett e Rose hanno adottato un altro passatempo a differenza di noi due –
 
Risi della sua allusione e incominciai con una scala cromatica che in pochi passaggi si trasformò nel canone di Pachelbel.
Lui mi accompagnò con il piano.
 
A tarda serata andai in camera a fare alcuni compiti di scuola e rimasi in camera.
Verso le ventitré mi sentii chiamare.
Ossequi? Scusa posso? Disturbo?
No dimmi pure.
Ti va di andare a caccia?
Per me va bene mi preparo e scendo.
Mi misi una camicia e dei jeans stetti seguiti da un paio di scarpe da ginnastica e scesi di sotto.
Edward stava ai piedi delle scale con un sorriso stampato in viso.
Sei bellissima anche sportiva.
- Grazie – Dissi con il mio solito sorriso terrificante.
Ma che bel sorriso…pensò con un tono sarcastico.
- Che ne dici di incominciare ad andare in vece di pensare a come mi stanno bene i vestiti?? –
Ero quasi infastidita, non che mi dessero fastidio i complimenti ma non mi andava di andare per le lunghe.
 
Ci avviammo per il bosco.
Sai che sono il più veloce della famiglia?
Mmm vediamo se riesci a prendermi allora. Sapevo per sicuro che avrei vinto. Avrei usato il mio potere,
Troppo facile così. Non riusciresti mai a scapparmi.
Vogliamo vedere?? Facciamo che chi vince decide la penitenza per il perdente!
Si capiva che era allettato dalla cosa così accetto subito.
- Comincia a correre allora, vai bamby scappa dal bel vampiro che ti vuol mangiare! -  Voleva forse provocarmi?
- Oh che paura! Che spavento al cuore!- Dissi con fare teatrale mettendomi le mani al petto e facendo un’espressione traumatizzata.
- Corri…- La trasformazione che fece si notò dal tono di voce, freddo e agghiacciante, il tono del predatore.
Con uno scatto diedi inizio al mio inseguimento.
Era molto veloce, forse anche più di me.
Mica male. Mi sa che la vittoria stavolta dovrò sudarmela.
Era rimasto sorpreso dalla mia velocità. Non gli era mai capitato di incontrare qualcuno in grado di fronteggiarlo.
 
Il primo ostacolo che trovai fu il fiume;feci un balzo aggraziato e due capriole in aria -che mi fecero acquistare maggiore velocità- 
Ora ero in vantaggio! Edward era dietro di me!
Tanto non mi scappi.
Con il mio potere riuscii a fargli credere che stava cadendo nel vuoto mentre oltre passava il fiume e questo lo distrasse per un po’.
 
Non vale, giochi sleale. Non era previsto nei patti.
Quando abbiamo stipulato questo accordo??
Il bosco era riempito dalle nostre risate che aleggiavano tra il fogliame.
Fece due balzi e in un attimo mi arrivò alle spalle, ma proprio nel momento in cui avvicinò le braccia saltai in alto facendogli agguantare il vuoto.
 
Stavamo proseguendo la corsa in aria, sulle cime degli alberi.
 
Con il mio potere riuscii a dargli dei capogiri e deviai verso sinistra.
Dopo due minuti mi accorsi che Edward non c’era più dietro di me ma sapevo bene che era nelle vicinanze. Avvertivo sia la sua scia sia i suoi pensieri.
Stava barando anche lui. Pensava a cose stupide come gatti o cani.
- Dov.. – non feci in tempo a finire la frase che mi ritrovai stesa per terra con lui sopra.
 
Mi morse delicatamente il collo. – Presa –
 
Aveva un’espressione beata. Come un bambino davanti a un regalo il giorno di Natale.
 
- Penitenza?? – Mi ero rassegnata. Avevo perso, era davvero il più veloce.
 
Baciami. Mi stava chiedendo di baciarlo?? Sospettavo che pensasse a me in modo differente dell’amicizia ma non pensavo sarebbe arrivato fino a questo punto.
 
- Cosa c’è? Non vuoi rispettare il patto?? Non sei di parola?? –
 
Stava cercando di farmi sentore in colpa con le accuse.
 
Decisi di pagare la mia pena. Avvicinai le mie labbra alle sue e gli diedi un bacio a fior di labbra e mi staccai poco dopo.
 
Lui ancora sopra di me rimase basito.
 
- E questo lo chiami bacio??- Disse riavvicinando il capo con un sorriso soddisfatto.
 
Appena le nostre bocche si sfiorarono schiusi la bocca e gli diedi un morsicai le labbra facendogli assaporare il mio veleno. Dopodiché sparii.
 
Lo lasciai steso tra il fogliame a ripensare alla corsa.
 
Corsi e corsi per il bosco senza una meta precisa.
 
Ad una certa avvertii dei pensieri cui non conoscevo la mente.
 
Una succhiasangue. Ora la faccio a brandelli!
 
Sentii un movimento di cespugli e subito dopo apparve un enorme lupo con delle zanne agghiaccianti in fuori.
 
Devi morire… immediatamente dopo quei pensieri non molto amichevoli mi si scagliò contro mirando alla mia gola.
 
Non sapevo che essere avevo davanti ma l’istinto mi diceva di difendermi così con un calcio lo lancia verso un albero.
 
Era velocissimo, più di me forse. Dopo un altro attacco arrivò Edward.
- Paul!!!!!- Lo afferrò per la schiena e lo scaraventò via da me.
 
- Fermati razza di cane bastardo! Lasciami il tempo di spiegare-
 
Cosa dovresti spiegarmi succhiasangue?? Lei è una vampira e ha infranto il patto. I confini sono stati varcati!
Stava sputando le parole con rabbia ma non capivo il loro significato.
 
Per calmarlo usai il mio potere e funzionò.
 
- E’ nuova, è nostra ospite. Non sa di voi cani e neanche del patto -
 
 
  Continua....

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Capitolo 5
*** La verità fa male ***


Ciaooooo!! Le recensioni sono aumentate che bello!!
Mi stavo scoraggiando ma grazie a  
ayumi_L  mi sono rimboccata le maniche, O santa Ayumi da Efpfanfic come farei senza di te!
I commenti alle recensioni li metterò alla fine e anche i ringraziamenti.
Un bacio! E un abbraccio per
graceling !!
 

 
 

Ossequi Monet
Capitolo 4
La verità fa male
 

 

 

   
Wow. Forks. Vampiri. Licantropi. Che non erano licantropi.
 
In questa città doveva esserci qualcosa che non andava.
 
Dopo lo scontro con Paul mi erano state spiegata alcune cose.
 
A Forks oltre i vampiri c’erano anche i mutaforma.
 
Potevano trasformarsi in lupi ma non solo quando c’era la luna piena come i figli della luna appunto.
 
Esistevano per combattere i vampiri e per eliminarli, però non attaccavano i Cullen perché si nutrivano di sangue animale.
 
Per una convivenza civile senza scontri era stato creato un patto;  il patto vampiri/lupi.
I lupi abitavano nella riserva e nessun vampiro doveva oltrepassare i loro confine altrimenti il patto si sarebbe infranto.
La violazione del patto avrebbe comportato una guerra immediata. 
 
Eravamo tutti riuniti nel grande salone di casa Cullen e c’era anche il capo alfa. Sam Uley.
Non parlare loro del tuo potere e fa si che anche gli altri lo sappiano. Jasper stava pensando che la mia manipolazione mentale si potesse rivelare utile per riappacificare le cose.
 
Non ditegli del mio potere, tra pochi secondi si risolverà tutto.
Per loro andava bene così iniziai a far cambiare idea a Sam.
Lo stavo facendo ragionare.
Non sarei risultata un problema, il patto non era stato infranto.
 
- Devo dire però che la vampira non era a conoscenza del patto. Quindi.. – Dopo un sospiro si voltò verso Carlisle che era alla sua destra.
- Il patto non è stato violato. Ma non voglio che quel che è successo stanotte si ripeti –
 
Dopo di questo Sam usci e quando fummo certi che era lontano incominciammo a discutere.
- Hai usato il tuo potere? - 
Esme era contenta. Non voleva scatenare una guerra, L’idea di perdere uno solo dei suoi figli la terrorizzava…. Compresa me.
 
Annuii e Emmett mi si avvicinò cingendomi le spalle con un braccio.
- E brava la nostra sorellina- Emmett mi considerava una di casa, una sorella appunto. All’incontrario Rosalie..
- Almeno si è rivelata utile in qualcosa – E se ne andò di sopra a prepararsi.
 
- Non andiamo a scuola oggi?? – Edward si era perso la visione di Alice in cui il sole splendeva su Forks e quindi non riusciva a capire come mai nei progetti di Alice c’era solamente Jasper e lei, lei e Jasper.
 
- Oggi sarà una bella giornata – detto questo prese Jasper per un braccio e si dileguarono in meno di un secondo.
 
Emmett raggiunse Rosalie e Esme e Carlisle.. bhè, anche loro scomparvero.
 
Così nel salone rimanemmo di nuovo soli io e Edward.
 
- Ieri sei scappata – si stava avvicinando verso di me.
- Si, c’era un lupo che non vedeva l’ora di rosicchiarmi non volevo fargli perdere l’opportunità –
 
 Mentre rideva mi sollevò il mento con due dita avvicinando il suo volto al mio.
 
Ma nel momento preciso in cui le nostre bocche si sarebbero dovute sfiorare scomparvi di nuovo.
 
Mi sembrava tutto sbagliato.
 
 L’unico ad avere le cose chiare era Edward
Si vedeva che mi amava veramente all’inverosimile.
Ma io? Lo amavo? No, impossibile.
 
Passai tutto il pomeriggio in camera da sola ascoltando musica.
 
Edward era di sotto che suonava il piano.
Ti va di parlare? Il fatto di non essere ricambiato lo divorava all’interno.
- Perché. – La sua voce era priva di espressione.
Si chiedeva del mio atteggiamento schivo nei suoi confronti.
 
- Edward, non ti sembra di correre un po’ troppo?-
 
- Perché hai ricambiato il mio bacio nel bosco ieri notte? –
 
- Ti ricordo che sono scappata –
 
Si, sei scappata dai tuoi sentimenti , sei scappata dalla verità.
 
- Menti –
 
- Anche te menti, menti a te stessa. –
 
- So bene io quello che provo e non devo rendertene conto a te- Detto questo uscii di casa, non ce la facevo più a sopportare i suoi pensieri.
 
Prima che arrivassi alla porta mi bloccò. – Se quel che dici è vero, aprimi la tua mente, anche solo per un istante –
 
Potevo fidarmi dei miei pensieri? Ero troppo confusa, così liberai il mio braccio dalla sua stretta e corsi via.
 
- No, non mi arrendo – Non ci potevo credere, mi stava inseguendo forse??
Sapevamo entrambi che era più veloce di me.
Usai il mio potere per distrarlo in tutti i modi.
Lasciami in pace.
No, dimmi cosa provi veramente per me e io me ne andrò, me en andrò per sempre.
 
A quelle parole mi fermai, e lui con me.
Avevamo corso tutta al notte quasi, avevamo di sicuro oltrepassato i confini del Canada.
 
Non avendo parole per esprimermi liberai i miei pensieri.
Non volevo che se en andasse, ma non provavo quello che lui provava per me. Lo amavo, ma come una sorella ama suo fratello.
Mentre leggeva i miei pensieri, le sue spalle si curvavano sotto il peso dei miei sentimenti.
Lo avevo ferito e ne ero consapevole, ma doveva sapere.
Era meglio così d'altronde.
 
Sarebbe scappato, andato via, non potevo permetterlo.
Esme non meritava questo.
 
 
- Fallo per Esme, rimani – Detto questo, mi avvicinai a lui.
Gli diedi un bacio a fior di labbra e me ne andai.
 
Pov Edward.
 
Ossequi se ne era andata.
Non mi azzardai a seguirla, i suoi pensieri parlavano chiaro.
 
Lei mi voleva bene.
 
Io la amavo, ero ossessionato da lei.
 
La mia vita senza di lei, stava diventando una notte senza stelle. Vuota.
 
Non mi nutrivo da un mese, dalla notte in cui andammo a caccia insieme.
Volevo andarmene. Non lo facevo solo per la promessa che le avevo fatto.  Fallo per Esme , e per lei non lo avrei fatto.
 
In casa erano tutti preoccupati per me.
Non andavo più a scuola, restavo i giorni in camera sua a guardare le sue foto.
A leggere i suoi libri. A ascoltare i suoi cd.
 
Ma soprattutto chiudevo gli occhi e ispiravo il suo profumo ancora forte nell’aria.
 Mi inebriavo del suo profumo, profumo che deliziava le mie narici e graffiava il mio cuore muto.
 
Sentii bussare alla porta. Era Alice.
- Avanti – Rimase un attimo perplessa. Erano giorni che lei e Esme bussavano continuamente alla porta ma non aprivo a nessuno.
 
Appena entrò nella stanza i suoi occhi si soffermarono a vedere una foto incorniciata alla parete. Erano loro due.
Una sera decidemmo di andare a d una festa a Seattle e si mascherarono da diavolesse.
 
Il suo sguardo si intristì.
Manca tanto anche a me. Si mise sul letto anche lei con me.
Guardavamo entrambi il soffitto in silenzio.
Silenzio vuoto di parole ma carico di significato.
 
Dopo qualche minuto dalla mia destra arrivarono alcuni singhiozzi sommossi. Alice, incapace di piangere stava con le mani davanti al viso scossa continuamente da singhiozzi.
Se avrebbe potuto avrebbe pianto.
 
La abbracciai e le baciai i capelli poi, la mia mente venne inondata di immagini.
 
 Alice stava avendo una visione.
 
Ossequi, era abbracciata ad un ragazzo. Dall’aspetto sembrava un vampiro ma i suoi occhi erano color ghiaccio che davano sull’azzurro. Aveva i capelli biondo cenere.
 
Ma in quel momento non badai molto all’aspetto fisico ma al perché stava abbracciando lei.
 
La visione finì ma giusto il tempo che Alice si voltò verso di me che il suo sguardo si perse di nuovo.
 
Nella visione c’eravamo io e Ossequi.
Ci baciavamo prima dolcemente poi la passione di impossessò di noi.
Lei incominciò a singhiozzare e la visione finì.
 
Cosa voleva significare?
 
Pov Ossequi
 
Ormai erano due mesi che avevo lasciato casa Cullen.
Etienne e Clare erano stati felici di riaccogliermi in casa.
Clare non mi lasciava un secondo da sola.
 
Soffrivo.
 
Soffrivo perché non mi riconoscevo più.
Ma a soffrire so che non ero l’unica. Alice e Esme mi chiamavano tutti i giorni ma io non avevo la forza di rispondere alle loro chiamate.
 
Alice. Lei mi mancava più degl’altri.
Mi mandava mail lunghissime in cui mi raccontava la sua giornata.
 
Naturalmente lei poteva vedermi. Mi raccontava di come le sue giornate si fossero spente dopo la mia fuga.
 
Ma quello che mi faceva stare più male. È quando mi raccontava di Edward.
Non usciva più dalla sua camera, non andava a scuola, non si nutriva, e faceva stare tutti in pensiero.
Povera Esme. Chissà come stava male lei ora, per suo figlio.
 
Sono autolesionista, potrei tornare e tutti sarebbero più felici, ma… c’era un ma.
Edward. Dopo quello che gli avevo fatto voleva ancora vedermi?.
 
Sono stata un mostro, si un mostro, la mia natura ha prevalso sui miei principi e sulla mia etica.
 
Dopo vari giorni passati in solitudine nella mia camera, arriva un messaggio.
L’ennesimo penso, è di Alice, come ci si può sbagliare.
 
Ossequi, la tua vita cambierà.
DEVI  ritornare a Forks, ho avuto una visione.
Non ti preoccupare per Edward.
Se ti dico che è cambiato tutto, devi credermi.
Ti aspettiamo tutti.
                                                          Alice
.

 
 
Cosa poteva significare? La mia vita sarebbe cambiata?
Mi fido di Alice.
In un’ora sono già in cammino.
Prendo ogni mezzo, non posso portare con me un’altra auto.
 
Arrivo a Forks il prima possibile.
Ad aspettarmi c’è Alice che mi corre subito in contro abbarbicandomisi in braccio come una bambina che rivede il suo papà dopo un mese.
 
Ancora con le gambe attorcigliate alla mia vita e le braccia che stringono il collo, vedo i suoi pensieri.
 
Una visione. Io protagonista.
 
 
Continua…..
 
Piaciuto il capitolo??
Ora via con i ringraziamenti.
Ringrazio
ayumi_L  per essere la mia duuulce Beta.
Ringrazio
ayumi_LDiamonds e granchietta per aver messo la mia storia tra le preferite.
 
Ringrazio
x___MoReTtiNa_InNaMorAta___x e ayumi_L per aver messo la mia storia tra le seguite!!!
 
Ma ringrazio tanto anche chi legge solamente. Ma un commentino non mi dispiacerebbe!!
 
Ora… le risposte alle recensioni.

Francy_Clearwater : Sono contenta che ti piaccia.. spero che anche questo capitolo sia di tuo gusto. Baci!! :D
 
 
ayumi_L : Balsamo per le mie orecchie!!! Grassssie *-* !!!!
 
 
BellaEdward13_17_108 : Ma scieeeerto che continuo!!
 
 Grazie ancora!!! 

  

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Capitolo 6
*** Nuovo Inizio ***


Ciao bambolineee!
Come andiamo? Spero bene ^^ Con questo capitolo avremo un nuovo inizio.. non vi dico niente dovrete scoprirlo e ditemi cosa succederà secondo voi nel bosco..
Ringrazio tutti!!!
Ma.. graceling xD che fine hai fatto?? Non recensisci ?! T_T
 
Un bacio alla mia dolce beta!! Ayumi_L e uno anche per Blody_Alice!!
Ciaooo!
<3

 

Ossequi Monet
Capitolo 5
Un nuovo inizio.

 
 
 
 
Alice aveva ragione.
La visione che aveva avuto avrebbe potuto cambiare la mia vita.
 
Io ero abbracciata ad un ragazzo, ma non riuscivo a capire chi fosse.
 
Aveva gli occhi di un colore tra il ghiaccio e il blu. Profondi e espressivi.
 
Sorrideva; era molto felice.
 
Nella visione eravamo distesi su una collina; l’una nelle braccia dell’altro.
 
Poi da una nuvola uscì un raggio di sole.
La mia pelle brillava come un diamante ma lui, invece di scappare  alla rivelazione della mia natura, mi accarezzo il viso.
 
I suoi atteggiamenti erano molto dolci nei miei confronti.
 
Non riuscivo a catalogare il suo posto nella mia vita.
 
Non sapevo neanche quando sarebbe accaduto tutto ciò.
 
La visione finì.
 
Il primo sguardo che incontrai fu quello di Edward.
 
Il suo volto era una maschera di paura. Già; Paura.
 
Paura che un giorno avrebbe perso l’opportunità di avermi sua.
 
Stava stringendo le mani in pugni, così forte che gli si sbiancarono le nocche.
 
Non riuscì a sostenere il mio sguardo, dopo pochi secondi abbassò i suoi occhi color ambra.
 
Un magone mi si incastonò nel petto. Quando sarei riuscita a sollevarlo? Mai forse.
 
Mi avvicinai a lui.
 
Alzo lo sguardo,aveva uno sguardo di sconfitta.
 
Lo abbracciai forte cercando di trasmettergli tutto che potevo dargli.
 
- Scusa, scusa per tutto quanto. Scusami per quello che ho che e che non ho fatto.-
Era restato rigidito dal mio abbraccio poi dopo le mie parole lo ricambiò con forza.
 
Una sua mano mi si infilò nei miei capelli e inspirò dolcemente il mio profumo.
 
-Mi spiace per tutto quello che ho fatto, io non avrei dovuto…Mi sei mancata tanto-
L’amore non si controlla.
 
Aveva ragione, non era colpa di nessuno.
L'amore..lui era il carnefice di tutto..
 
Sciolsi il nostro abbraccio e lo baciai sulla guancia.
 
Alice che stava assistendo alla scena mi rivolse uno sguardo comprensivo e ci invitò ad entrare in macchina.
 
Durante il viaggio né io né Edward proferimmo parola.
 
Non volevo pensare alla visione di Alice.. gli avrei chiesto i particolari durante la caccia.. dovevo stare attenta a non aprire la mia mente..altrimenti Edward mi avrebbe trovato a pensare a quel ragazzo. Non volevo farlo soffrire ancora.
 
 
L’unica che continuava a parlare era Alice. Non smetteva un minuto di raccontare quello che mi ero persa in casa.
 
Edward guidava cercando di concentrare tutti i suoi pensieri sulla strada e sui minimi particolari.
 
Non prestavo molta attenzione a cosa diceva quel mostriciattolo, ormai stava buttando a raffica ogni giornata.
 
- Lo sai che 4 + 2 fa settordici?? –
- No Alice fa 6. – Pensava di fregarmi, era vero che non stavo sentendo le sue domande ma la risposta nella sua mente, quella era chiara.
 
- Si, si non ha funzionato solo perché leggi nella mente come Edward. Lo so che non mi stavi ascoltando.
Ti ho anche detto che sei mancata a Rosalie. –
 
- Davvero?? Ahahahah non ci credo mi state prendendo in giro!-
 
- No credile, ogni volta che Alice aveva una visione su di te era la seconda che correva a sentire come stavi. –  Già, il primo era lui naturalmente.
 
Alice stava ricordando quel periodo.
Edward non usciva dalla mia camera ma quando c’era una visione importante Alice si avvicinava alla porta per fargliela vedere meglio.
 
- Ma se mi odia – Era vero Rosalie è sempre stata glaciale nei miei confronti e spesso anche acida.
 
- Credeva che con te non sarebbe stato libero. Ha pensato che avresti usato il tuo potere per entrare nelle grazie della famiglia. Ma si è ricreduta quando dopo il discorso con Sam non le hai opposto di parlarti in quel modo. –
 
- Io non tolgo la libertà a nessuno. Sono contenta che le cose si sono sistemate tra me e lei, dopo tutto non mi sembra così male.
 
- Non esagerare -  Risposero Edward e Alice all’unisono.
 
Dopo una risata generale entrammo nel vialetto di casa Cullen.
 
I pensieri mi arrivarono prima che potessi scorgere la casa.
Esme e Carlisle erano contentissimi di riavermi in casa.
Esme era ansiosa stava smaniando.
 
Era vero. Avevo un’altra famiglia qui, che mi amava come una figlia vera.
 
Fui sorpresa di sentire della tensione anche in Rosalie. Allora era vero. Ero mancata anche a lei.
 
Appena scesi dalla macchina avvertii nei pensieri di Emmett qualche scherzo diretto a me…. Che stupido, si era forse dimenticato che ero una lettrice come Edward?
 
Che ci puoi fare, lui la parte da bambino la deve fare sempre.
Edward rideva sotto i baffi,era curioso di vedere come sarebbe andata a finire. 
Poi arrivò una visione di Alice.
 
Mmm per Emmett andava a finire proprio male…
 
- Ahahahah ecco i vostri sguardi di intesa. Si è fatto scoprire in anticipo? Che cretino!! – Alice stava rotolando per le risate!
 
Entrai in casa e prima che Emmett potesse farmi cadere io mi scansai facendolo sbattere contro il muro che si sbriciolò sotto la sua mole.
 
Una risata mi scappò ma prima che potessi ridere diressi lo sguardo verso Esme.
Di sicuro l’avrebbe ucciso se non gli avesse voluto così bene.
 
Ma il muro era l’ultimo dei suoi pensieri perché appena mi girai verso di lei, mi corso incontro e mi abbracciò.
 
Aveva gli occhi di un ambra fuso, vedevo le sue guancie solcate da lacrime invisibili, lacrime di gioia.
 
Si avvicinò anche Carlisle che poggiandomi una mano sulla spalla mi diede il benvenuto.
 
Inaspettatamente si avvicinò anche Rosalie e mi sorrise.
Wow. Rosalie che mi sorrideva.
 
Dopo poco arrivò anche Jasper.
 
- E’ così bello stare qui dentro, c’è una serenità collettiva.
E’ rilassante, è tanto che in casa regna un’atmosfera così bella. – Mi sorrise e mi abbracciò poi si diresse vicino a Alice.
 
-Io proporrei una bella caccia collettiva per festeggiare!-Disse
Jasper. Era un ottima idea come avrebbero potuto festeggiare sennò un gruppo di vampiri?
Ma con lo champagne!! Mi girai verso Edward e scoppiammo a ridere.
 
-E ricominciano questi de a fare battutine “mentali- Emmett che faceva le virgolette con le dite era così buffo che mi fece ridere ancora di più – che capite solo voi-
 
Esme stata adorando nel vero senso della parola suo figlio Edward.
Era tanto che non lo vedeva ridere felice.
Rivolse un sorriso, a suo figlio, che fece comparire sul suo viso delle fossette dolcissime.
 
Edward rispose con il suo sorriso sghembo che tanto mi attraeva a lui.
 
Mi persi nella contemplazione del suo viso e distolsi lo sguardo solo quando si girò verso di me.
 
Non facemmo in tempo a capirci che Emmett ci interruppe.
 
- Una caccia è quello che ci vuole, guardate Ossequi e Edward hanno delle occhiaie che sembrano morti ! ahahah –
 
Certe battute solo lui poteva farle.
 
- E’ quasi mezzanotte, io devo andare che stanotte sono di turno. – Carlisle dopo aver dato un bacio alla moglie si avvicinò a me.
 
- Siamo veramente felici. – Mi baciò la fronte e andò in garage.
 
- Certe bravate ve le lascio, io sono una donna seria sa! Che vi credete!- Esme dopo un sorriso ed un gesto con la mano si liquidò , andando a sistemare dei vasi in cucina già perfetti.
 
- Andiamo, sarà una notte lunga e  divertente!-
Emmett e Rosalie si presero per mano e uscirono perdendosi per il bosco lasciando solo delle risate aleggiare per l’aria.
 
Jasper prese Alice e se la mise su una spalla.
Come erano carini!
Anche loro si persero tra le risate e foglie che volavano.
 
In casa rimanemmo solo noi.
Edward si avvicinò alla porta e da bravo cavaliere mi fece un cenno con la mano insieme un inchino invitandomi ad uscire.
 
- Merci-   Arrivata alla porta feci un inchino prendendo la mia gonna per i lembi, e lo ringrazia in perfetto accento francese.
 
- Il francese mi è sempre piaciuto –
- Come si dice… è una lingua romantica! – mi sorrise.
 
- Pronti… partenza.. via! – Ma con una mia visione lo feci cadere per terra-
 
Risi come una matta.
- A sì,  stiamo messi così?? Ti faccio vedere io! –
 
Detto questo mi sollevò di peso e corse verso il bosco.
 
Continua …

 
 
Ringrazio di cuore Blody_Alice. Grazie!! I tuoi incoraggiamenti sonocosìappaganti!Anchio ti voglio bene!!
Lo so anche secondo me Edward e Ossequi facevano una bella coppia ma… quel ragazzo misterioso è … non te lo dico!!
Ahahahah dai non sono cattiva è che non ti voglio rovinare la sorpresa!
Baci!
 
 
Santa
ayumi_L?? Grazie ancoraaa!!!! Come farei senza di te??
La mia dooolce Beta *-*!!
Il prossimo capitolo è dedicato a te!!
Sorpresaaa!!
Tanti baciiii!! <3
 
La storia è preferita da:

Blody_Alice
Diamonds
granchietta
 
Grazie!!
 
Seguita da:
 

ayumi_L
Blody_Alice
cesarina89
x___MoReTtiNa_InNaMorAta___x
 
Grazieeee!!
 
 
 

Ragazze mi saprete dire come si mettono le foto??
Perché ho delle dolci sorpresine per voi ^^ 

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Capitolo 7
*** Nel bosco. ***


Ciaoooo! Eccomi qui con il 7°capitoloooo! L’attesa scena hot .. ho dovuto alzre il rating ihihi.
Spero vi piaccia, rispondo a fine pagina alle vostre recensioni.
Baciiiiii!!
<3

 
 

Capitolo 7
Ossequi Monet
Nel bosco.

 
 

 

Correvamo, correvamo ridevamo come matti fino a che non fiutammo insieme un odore irresistibile… un puma.
 
Lui si bloccò immediatamente e io ne approfittai per scendere.
 
La fiera stava dietro ad un cespuglio, la gola incominciò ad infiammarsi ad entrambi, d'altronde era quasi in mese che non ci nutrivamo.
 
Mi girai subito dalla parte opposta, un gesto che mi costò un notevole sforzo.
 
- Vai, io vado a cercare qualche alce. –
 
Edward aveva gli occhi infiammati dalla sete. Erano diventati pozze di petrolio, da come erano profondi sembrava che da un momento all’altro sarebbe colato via.
 
All’inizio sembrava non aver capito le mie parole.
Possiamo sempre cacciare insieme…
Non è prudente, è tanto che non ci nutriamo.
 
Non avrei mai voluto che una caccia diventasse una zuffa tra vampiri.
 
Sì girò di scatto verso di me, aveva lo sguardo del predatore.
Si avvicinò e mi prese per mano. Sfoderò un sorriso spettacolare.
Lasciava intravedere i suoi canini perfettamente bianchi e con il chiaro della luna era uno spettacolo allucinante.
 
Mi rivenne in mente il ragazzo della visione di Alice e immediatamente chiusi la mia mente a Edward.
 
Perché ero attratta da Edward se nella visione ero destinata a stare con un ragazzo di cui neanche conoscevo le origini?
 
Scacciai quei pensieri e dopo riaver chiuso il mio scudo mentale, chiusi gli occhi e mi lascai andare..
Ossequi ora non c'era più se ne era andata.
 
Al suo posto c’era una vampira assetata di sangue.
 
Mano nella mano ci avvicinammo alla preda.
Appena ci vide si mise subito in difesa.
Povera. Non aveva scampo.
 
Involontariamente un ruggito mi scappò dal petto e l’animale rispose con un altro scoprendo i denti per impaurirmi.
 
Edward scoppiò in una risata che aveva un suono raccapricciante, il puma si girò verso di lui e gli si scagliò contro.
 
Era una lotta non alla pari, La bestia nono l’avrebbe capito fino all’ultimo suo respiro.
 
Avremmo dovuto porre fino alla sua vita ma ogni buon senso in noi se ne era andato via, rimpiazzato dall’orrore dei mostri che eravamo.
 
Giocammo con quell’animale fino allo sfinimento.
- Ma che bel micino che abbiamo, vuoi le coccole?? – Mi fiondai sull’animale che in risposta mi artigliò la schiena ma l’unica cosa che si lacerò fu il mio vestito.
 
Edward non resisteva più, lo sentivo dai suoi pensieri.
 
- Prego, serviti pure -  Si avvicinò mordendo il puma direttamente alla giugulare dove il flusso del sangue era maggiore.
 
Il profumo del sangue mi mandò in estasi e morsi la bestia dall’altra parte del collo.
 
Sentivo l’animale annaspare in cerca d’aria e artigliare i nostri corpi per salvarsi.
 
In poco dissanguammo l’animale.
 
Edward si staccò per primo per lasciarmi finire.
 
Quando alzai la testa dal puma era in piedi davanti a me.
Il mio corpo era schiacciato dall’animale.
 
Lo scansai e mi misi in piedi. Il suo volto alla luce della luna era spettacolare.
Si avvicinò a me ancora con l’aria del predatore. Avevamo ancora una sete logorante che non ci permetteva di riflettere lucidamente.
 
Si avvicinò baciandomi una guancia poi leccò l’angolo della mia bocca dove scorreva un rivolo di sangue.
 
Era sbagliato, ma in quel momento nono ero in me.
Invece di respingerlo, intrecciai le dita nei suoi capelli favolosamente e perennemente in disordine apprendendo il bacio.
 
Fu fin da subito un bacio passionale, venivamo guidati dalla lussuria, la passione.
Almeno in me, mi sarei pentita l’indomani del mio gesto.
 
Non volevo far soffrire Edward ancora di più.
 
Nei suoi pensieri la sete era sparita, ora l’unica cosa che occupava la sua mente ero io.
 
Le nostre mani scorrevano veloci sui nostri corpi.
I nostri vestiti erano stracciati dalle numerose artigliate ricevute.
 
Mi sentii trascinare a velocità sovrumana e mi ritrovai schiacciata ad un albero dal corpo di Edward.
 
I suoi baci lasciavano scie bollenti sul mio collo.
Sentivo la sua eccitazione crescere e farsi sentire.
 
Mentre ci baciavamo cercava di stringerci sempre di più, sentivo la sua eccitazione premere contro i resti del mio vestito, tantè che mi scappò una risata.
 
- Bhè, non sarò umano ma sono un uomo – La sua voce era arrochita e grave, quasi un ruggito. Tutto dannatamente sexy.
 
I nostri movimenti da passionali divennero violenti. Ci graffiavamo quasi per bisogno di sfogare una rabbia immotivata.
 
Presa dalla passione gli diedi un morso sul collo.
Un ruggito uscì dal suo petto, aveva sicuramente provato dolore ma in quel momento era l’ultima delle sensazioni che avrei voluto dargli.
 
- Che fai mordi? Cattivella … ti dovrai far perdonare per questo sai?? –
Feci uno sguardo malizioso e poi abbassai lo sguardo sembrando dispiaciuta.
 
Con un gesto alacre mi strappò il resto del vestito e incominciò a mordermi il collo senza però farmi male.
 
Alzò lo sguardo su di me e mi disse due parole che mi restituirono tutta la lucidità persa.
 
- Ti amo –
 
Mi bloccai immediatamente. Cosa stavo facendo?
Immediatamente capii lo sbaglio che stavo per commettere. Mi scansai da Edward.
 
Lui rimase in piedi con uno sguardo confuso.
 
- Scusa, scusami davvero io non so cosa stavo per fare – Ero stata una stupida, stavo per cascarci di nuovo. L’avrei solamente illuso.
Crollai per terra.
 
Si avvicinò a me e si sedette al mio fianco.
- Lo so – Lo so che non mi ami. Volevo solo godermi quest’attimo.
Non ti preoccupare per me, l’ho capito bene stavolta.
Ci siamo lascati prendere dalla passione e non sono riuscito a fermarmi.
 
- Dammi tempo – Erano le uniche parole che mi sembravano giuste.
Dovevo aspettare, magari un giorno avrei trovato in Edward l’amore.
 
Poggiai la fronte sulla sua spalla e mi accolse in un abraccio.
 
Restammo così per una quarantina di minuti fino a ché non vedemmo il cielo schiarirsi.
 
Mi diede una mano per alzarmi, come se ce ne fosse bisogno, e ci incamminammo a casa.
Erano ritornati tutti. Esme preparava caffè che nessuno avrebbe bevuto.
 
Emmett e Rosalie erano in camera a… “coccolarsi”.
Jasper leggeva una nuova edizione di storia del Texas seduto sul divano con la testa di Alice posata sulle gambe.
 
Alice sapeva tutto. Quando arrivammo al divano Edward mi diede un bacio su una tempia e si andò a fare una doccia.
 
Mi aveva lasciato la sua camicia visto che del mio vestito non rimaneva nulla.
Alice si alzò in piedi e prendendomi per mano mi portò di fuori.
 
- Lo sai che un giorno arriverà quel ragazzo – Il ragazzo della visione era ancora un incognita.
Prevedendo ciò che avrei risposto mi precedette.
 
- Edward soffrirà di più se deciderai di troncare quando entrambi avrete costruito qualcosa insieme, se la cosa finisse ora, forse se ne farà una ragione -
 
- Io provo qualcosa per lui – Cosa?
- Amore? – Poteva davvero essere quello ?
 
Jasper si avvicinò a noi e mi posò una mano sulla spalla.
- Io sento la verità, in te c’è una confusione talmente confusa che confondi per fino me. – .
Oh, si adesso avevo capito tutto.
Almeno lui riusciva ad essere sarcastico.
 
Annuii con il capo e entrai in casa. Per le scale incontrai Emmett che scendeva giù.
 
- Wow con chi hai fatto a botte, con il mio fratellino ? Se non sbaglio sei uscita di casa con un bel vestitino … non è la camicia di Edward questa?? Mmm e io che pensavo che stavate cenando… –
Ok, dai pensieri aveva azzeccato anche se aveva aggiunto qualcosa che non avevamo portato a termine per nostra fortuna.
 
- Sì papà, la prossima volta porterò lo spray al pepe – Feci una linguaccia e andai sopra.
 
Mi feci una doccia e misi dei vestiti puliti per poi scendere di sotto vestita truccata e pettinata.
 
Scesa giù vidi Edward che con una mano si massaggiava il collo e Emmett vicino a lui sbragato dalle risate.
 
Mi avvicinai a lui per scansargli la mano dal collo e vidi il segno del mio morso.
 
- Scusa… fa tanto male? – Il veleno di un vampira faceva molto male.
Almeno per qualche ora avrebbe sentito un pizzicorio.
 
- Ai ai, la signorina morde! Per cosa l’avevi scambiato, per un cervo ?-
Emmett continuava a ridere, i suoi pensieri erano abbastanza irritanti.
Mi girai verso di lui e gli ruggii a due centimetri dalla faccia.
 
- Lui l’ho morso, te ti sbrano! – Non lo sopportavo più ! Stavo per andare in escandescenza!
 
- Vuoi fare a botte eh ? – E ci giocava anche !
- Zitta iena non mi và di sorbirmi Rosalie dopo –
 
Detto questo me ne andai in cucina a dare una mano ad Esme.
 
 
Continua…
 
Ecco le risposte alle vostre recensioni ^^ :
 
ayumi_L Mia dolce Betinaa!!! Grazie ^^!
Questo capitolo l’ho pubblicato prima della fine correzione ma nn volevo far aspetare tropo.. scusa!!.
Ma alla fine è dedicato a te quindi mi sono fatta perdonare no?! Ihihi
E’ si le svolte ci sono state e come!
Baci!!
 
 
FranciWhitlock  Ti ringrazio! Si soffrirà un po.. ma.. non ti dico nient’altro sennò rovino qualcosa!!! Però sappi che c’è un ma!
Sììì jasperine for ever!!
 
 
 Blody_Alice Ma amore mio non ne avevo dubbi!! Brava …fai bene!!
Più che boom, fa scintille! Ahahh
Eheh nel bosco … cosa ne pensi??
Baci ci sentiamo su fb
 
Dark night Ciao!! Mi fa piacere invece che recensisci, tanti leggono ma non lo fanno(ma non fa niente.. anche se una recensione non ammazza nessuno xD)
Sono contenta che ti piaccia la mia storia… Mike dici??.. mmm non lo so!! Cosa vuoi che ne sappia io?? Ihihihi
Poi una cosa non ho capito… cosa centra Bella??
Baci!
 
 
 
  

 

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Capitolo 8
*** Dobbiamo Parlare ***


Ciaooooo!! Tutti interi o siete scappati? Spero che mi seguiate ancora! Grazie delle vostre recensioni !! Sono sempre ben gradite!
Spero che anche questo capitolo vi piaccia.
Un bacione enorme a
ayumi_L … La mia Betina!! ^^
 

 

Ossequi Monet
Capitolo 8
Dobbiamo parlare
 

 
 

 

- Dobbiamo parlare – Giusto, dovevo parlare con Edward e chiarire. Per aiutarmi in questo liberai la mia mente. Ci accomodammo sul divano della sala.
 
Prima o poi sarebbe arrivato un ragazzo che avrebbe stravolto la mia vita.
Edward mi amava all’inverosimile ma io avevo le idee confuse non sapevo cosa provavo per lui.
.
Un vampiro può avere le idee confuse?? Il potere di Jasper parlava chiaro, io provavo un enorme affetto ma non era amore.
 
- Non starò male – Edward godeva di questa nostra costante vicinanza, delle nostre chiacchierate.
Dalla caccia nel bosco che era sfociata in qualcos’altro passarono due mesi, nei quali io e Edward sembravamo una felice coppietta.
 
Non starai male? Te che sei pronto a condannarti a vita per il più piccolo errore?
 

Poi lessi i suoi pensieri…. Lui sperava che le visioni di sua sorella potessero cambiare. Sperava che un giorno mi sarei completamente innamorata di lui.
 
Poteva accadere… poteva.
 
Ultimamente nelle visioni di Alice c’eravamo solo io ed Edward per quello lui continuava a voler intensificare il nostro rapporto.
 
- Non mi sarei mai aspettato di dover dire questo ma… io ora con te sento di vivere veramente… se quel ragazzo arriverà o no non voglio saperlo, ora voglio vivere la vita che mi si prospetta. –
 
- Se un giorno la visione di Alice si avvererà … -
 
- Mi farò da parte e ognuno andrà per la sua strada . –
 
Non mi andava di continuare a parlare del futuro… le visioni di Aly stavano sfumando e io stavo bene con Edward.
 
Sorrisi..con quel sorriso che dedicavo solo a lui. Non era il mio solito ghigno malefico ma un sorriso carico di spensieratezza.
 
Gli diedi un leggero bacio a stampo e mi alzai dal divano.
- Che ne dici di fare una passeggiata per Port Angeles? Magari passiamo in libreria.-
 
- Solo se prometti che non svaligerai tutti i negozi – mi chiede con un espressione preoccupata sul volto.
 
Mi avvicinai a lui che stava ancora seduto sul divano gli diedi un bacio dolce. Le nostre bocche si schiusero per lasciar danzare le lingue, lo afferrai per il colletto della camicia e lo feci alzare dal divano.
Nel mentre stava per approfondire il bacio indietreggiai con la testa liberando le nostre bocche con uno schiocco.
 
- Magari solo qualcuno – Con uno sguardo birichino andai di sopra a cambiarmi.
 
Indossai una giacca stile anni sessanta con sotto un bel vestito sbarazzino. Infilai dei leggins e dei stivali con tacco vertiginoso.
Tutto rigorosamente nero.
Annodai un foulard alla gola e Edward entrò nella stanza.
 
Da una settimana condividevamo la stanza da letto, anche se dormire era l’unica cosa che non avremo mai fatto lì dentro.
 
Fece l’indifferente e cominciò a sbottonarsi la camicia. Non riuscivo a non guardarlo.
 
- Vedessi la tua faccia… mi guardi come se volessi mangiarmi… -
- Bhè già ti ho morso quindi – Mi distraeva troppo. Volevo uscire quindi era meglio allontanarsi.
 
Entrai in bagno e incominciai a truccarmi, Ombretto nero e mascara fittissimo. Un bel rossetto rosso contornata da una matita antracite.
Tutto faceva spiccare la mia pelle cerea.
 
Uscita dal bagno Edward mi aspettava alla porta.
 
Mi avvicinai a prendendogli una mano ci incamminammo alla mia Pagani Zonda.
 
In poco arrivammo a Port Angeles.
 
Faceva freddo, non che potessimo risentirne ma la gente si stringeva nei cappotti. Umani, fragili e sensibili.
 
Passeggiando per il corso incontrammo delle ragazze della scuola.
Jessica e Angela.
 
- Ciao ragazzi! – Jessica si sbracciava per farsi notare come se i suoi pensieri non fossero talmente sgradevoli da essere notati.
 
Ci girammo e le salutammo con una mano. Ma che fortuna, ci venivano incontro.
 
Wow, Jessica ha il catalogo “ cento e più modi per uccidere Ossequi e rubargli il fidanzato” dovresti stare all’erta.
 
Se provasse ad investirmi con la macchina sarei solo dispiaciuta per l’auto, certo che di fantasia ne ha tanta.
 
- Ciao Jess, Angy – Angela mi sembrava diversa, non era come Jessica lei non era invidiosa, provava più una contentezza per me. Era una brava ragazza.
 
- Noi stavamo andando a prendere una cioccolata calda venite con noi?-
 
Oh si amore una cioccolata calda ci riscalderà da questo freddo
 
Spiritoso
 
- Ci dispiace molto ma stavamo andando da Victoria’s secret e fra poco chiuderà quindi – Non era mio solito lanciare frecciatine alla gente ma a volte ci vuole!!.
 Ohh Victoria’s secret… il capo meno costoso costa sui 6oo dollari.
 
- Ok allora noi andiamo, ci vediamo a scuola! –
Bella scusa.
 
- Ti piacerebbe, noi da V ci andiamo veramente!- E preso per una manica del giacchetto lo trascinai via.
 
- Più passa il tempo, più credo che te e Alice siate sorelle o qualcosa del genere.- Ridacchiai e entrammo nel negozio.
 
Comprai un completino nero pieno di pizzi che Edward apprezzò molto e uscimmo dal negozio.
 
Camminammo una decina di metri e ci sentimmo chiamare da una voce anziana.
 
- Ma che bella coppietta, vi andrebbe di posare per un ritratto?-
 
Poggiato ad una panchina con tutto il materiale c’era un uomo sulla settantina con baffi e occhiali.
 
- Ma certo –
 
- Io mi chiamo Forest e voi? –
- Io sono Edward e lei è Ossequi. – Quell’uomo stava intere serate, al freddo e al gelo, ad aspettare che qualcuno si fermasse pur di guadagnare il pane.
 
- Mettetevi vicino quell’albero, in una ventina di minuti avrò finito –
 
Edward mi abbracciò da dietro e con la testa leggermente inclinata mi appoggiai alla sua spalla.
Nei pensieri di quell’uomo ci stava rivolgendo tutti i pregi immaginabili. Avevano un animo gentile. Mi faceva quasi pena.
 
- Ecco a voi, il ritratto è completato anche se neanche una fotografia riuscirebbe a dimostrare la vostra bellezza.
 
Istintivamente mi uscì il mio solito ghigno/sorriso e ne rimase affascinato.
Edward stava contemplando il disegno e dai suoi pensieri vidi che era bellissimo.
 
- Giovane ditemi fate la modella? –
 
- No, come mai questa domanda? –
 
Mi guardò bene un attimo e poi si rivolse di nuovo a me:
- Siete un fiore bellissimo, starei le ore a dipingere le vostre espressioni, non mi era mai capitata una ragazza talmente bella da rimanerne così estasiato, Edward, sei veramente fortunato. –
 
- L’ho sempre detto che non merito cotanta bellezza –
 
-Voi in che giorni siete in città? – Volevo aiutare quell’uomo. Il pomeriggio non  aveva quasi mai niente da fare quindi tanto valeva passarlo a posare per i suoi ritratti.
 
- Sto qui quasi tutte le sere a parte il venerdì, vi andrebbe di posare per me? –
 
- Ne sarei onerata!- Avrei fatto un opera di bene.
 
- Onore mio, che ne dici se ci vediamo in questo posto anche domani?-
Era estasiato, dipingere era la sua vocazione, una passione.
Edward prese in mano il disegno per guardarlo
 
- Per me va bene. –
Chissà se posso tenere il disegno… magari se non chiedo loro del denaro… ma dovrò pur mangiare stasera..
 
- Il disegno può tenerselo se vuole, tanto ci vedremo molte altre volte –
 
Edward passami il disegno
Me lo porse e dalla tasca presi una fascetta di banconote. Le misi sotto l’elastico del disegno senza farmi vedere da Forest e baciai l’angolo dove c’era scritto il mio nome accanto quello di Edward lasciando lo stampo con il mio rossetto.
 
L’uomo rise, ci salutammo e ci augurò buona serata.
Appena ci incamminammo si accorse delle banconote.
- Ma, cosa.. aspettate!! Ehi voi! –
E ci corse incontro.
- Mi dispiace ma io... non posso accettarli –
 
- Li prenda come un regalo. – Edward gli richiuse la mano dove porgeva il denaro e abbracciandomi mi portò verso la macchina.
 
Avevamo reso felice una persona e la cosa mi rendeva molto contenta.
In macchina ci scambiammo un bacio appassionato e partimmo per casa.
 
In casa ognuno era sparito, gli unici che stavano in giro erano Esme e Carlisle che si coccolavano sul divano.
Erano teneri, ce li vedevo nella parte del padre e della madre.
Erano semplicemente abbracciati con le mano intrecciate.
 
Li salutammo e andammo in camera.
 
- Domani ti accompagno io a Port Angeles –
- Che c’è, hai paura che mi rapiscano??-
- Bhè si, alla fine, poveri briganti… -
 
Stavamo abbracciati sul letto, quando sentimmo i pensieri di Alice avvicinarsi.
 
A giorni sarebbe arrivata una lettera di Aro.
 
Risposte alle vostre recensioni ^^:
 
ayumi_L Mia salvatriceeee *-* Si l’entusiasmo lo devo trovare, non mi piacerebbe trovarmi senza testa xD
Sempre i tuoi complimenti… sento che sono i più sentiti visto che sei tu la prima che legge le mie storie!
La tua storia è bellissima! Consiglio a tutti di leggerla, ho lasciato una recensione.
Il rating andava alsato per non scandalizzare qualcuno!
Baci!!
La tua Ossequi <3

 
 
Dark night Non ti preoccupare hai ragione c’è sempre Bella di mezzo!!Ecco qui il new cappy fammi sapere se è di tuo gradimento! Spero di sì!!
Posta presto a fear of you che muoio dalla curiosità di sapere il continuo!!
Baci
Io amo Jasper Hale. ^^
 
Blody_Alice Ehi tesorooo!! Visto che posto prima o poi??
Allora ti è piaciuto il chappy… il ragazzo arriverà, mi dispiace ma nn mi piacciono le classiche storie tradizionali xD
Ehehehhe proprio tosto!!
Baci <3
 
http://images.askmen.com/top_10/dating/top-10-sexy-vampires_10.jpg
 
  

 

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Capitolo 9
*** Visite da Volterra ***


 
Ciao!! Okkei riponete le asce e le spade, non ho potuto postare prima perché io e la mia beta abbiamo un terribile antagonista.. il suo computer! Ihihi lei mi inviava il capitolo corretto e io non lo ricevevo xD
Ma alla fine ha vinto Ossequi! Ho visto che avete recensito in pochi, come mai??
*me occhi bamby che prega per ottenere più recensioni*
Godetevi il capitolo Baciii.
P.S Ho scritto una O-S rossa su Bella e Edward leggetevela se vi và!
 

 

Ossequi Monet
Capitolo 9
Visite da Volterra
 

 

 
 
Istantaneamenteci irrigidimmo entrambi. Una lettera da Volterra, cosa avrebbe potuto significare?
 
Alice in meno di un secondo arrivò all’ingresso di casa e corremmo subito verso di lei.
- Cosa significa?- Io e Edward stavamo sondando la visione di Alice più volte.
 
Appena Alice cercò di spiegarci la zittimmo. – Alice non parlare, pensa …no anzi guarda le decisioni di Aro. – Edward parlava così velocemente che un umano non avrebbe sicuramente capito.
 
Vedemmo Alice spostare lo sguardo velocemente poi i suoi occhi si spensero.
 
Una nuova visione.
 
Arrivarono Rosalie e Emmett.
 
- Cosa sta succedendo?- Emmett non capiva il perché della nostra agitazione.
 
- Sta succedendo che.. – Alice, Alice..
 
- Guarda e Zitta! – Rispondemmo io e Edward all’unisono.
Emmett rise ma lo fulminai con lo sguardo.
 
Alice si perse di nuovo con lo guardo.
 
- Una lettera?? – Ossequi, la lettera è indirizzata a noi!
No aspetta…
 
La visione cambiò. Aro smise di scrivere. Scrisse su un foglio il nome di Carlisle e incominciò a parlare.
 
“Mia cara Alice, non spreco neanche il tempo di scrivere, so che stai guardando le mie decisioni.” Furbo il vampiro.
 
- Che non sia mai! Gli si potrebbe consumare una mano! – come faceva Edward a trovare il lato comico della situazione??
 
“ So che in casa vostra c’è una mia cara vecchia conoscenza”
- Spiegami velocemente- Edward mi guardava pieno di interrogativi.
- Non c’è tempo, alla fine ti spiegherò tutto-
 
“ Nella nostra reggia è arrivata una creatura molto interessante, ma vorrei che la vediate con i vostri occhi. Si rifiuta di vivere con noi per via della nostra dieta.”
 
- Andasse al sodo – Odiavo tutte quelle circonlocuzioni.
 
- Ma mi spiegate quello che sta succedendo?- Emmett venne di nuovo azzittito da un gesto della mia mano.
 
- E va bene tanto siete sempre voi quelli che capiscono tutto- Gli ruggii in faccia e Rosalie lo portò fuori per braccetto.
 
Alleluia..
 
“ Il mio amico verrà a stare con voi per un anno, a conoscere la vostra dieta e a cercare di seguirla ma poi verrà con me. Sarà una specie di vacanza… Porta i miei saluti a Carlisle.”
 
Chiusi subito la mia mente. I Volturi mi portavano a ricordi del passato che non volevo far conoscere ad Edward.
 
Edward se ne accorse e si voltò verso di me. Fortunatamente una’altra visione distolse la sua concentrazione da me.
 
“ Ah Ossequi, che piacere poterti salutare, il nostro amico verrà in città tra una settimana. Sarà Demetri ad accompagnarlo.. ha insistito tanto.
Ti manda un bacio. Au revoir!”
 
Alice che per tutto il tempo era restata in piedi con la bocca semi aperta e in stato di trance si riprese e mi guardò.
 
- Demetri?- Sia Alice che Edward non capivano il collegamento con me e quel segugio.
 
Sospirai e decisi che dovevo raccontare tutto per capire meglio al situazione.
 
- E’ una storia lunga sarà meglio sederci.-
 
Chi è curioso di sapere cosa sta succedendo?
 
Emmett che ricevette subito il mio pensiero scattò al mio fianco con la curiosità di un bambino davanti ad un gioco nuovo.
 
- Allora?? C’è una lettera da Demetri?? Ma cosa centrano i Volturi?-
- Ha capito tutto il genio, Emm stai zitto e ascolta- Alice mi invitò a continuare.
 
Volevo sfuggire nel raccontare la mia relazione precedente con Demetri e quindi cambiai discorso.
-Allora Emm, riceveremo visite da…- Ma Edward mi interruppe subito.
- No prima spiegami perché quel sanguinario dovrebbe mandarti un bacio- Edward aveva un cipiglio in mezzo agli occhi e non se ne sarebbe andato finché non avrei raccontato ciò che voleva sapere.
 
Sospirai di nuovo e mi feci coraggio.
- Correva l’anno 1803… l’anno in cui feci conoscenza dei Volturi.-
 
- Come?- dannazione alla stupida curiosità di Emmett!
 
- Clare e Etienne vennero chiamati come testimoni ad una solita impresa dei Volturi e Aro lesse di me. - Spostai lo sguardo sulla vetrata come per cercare di rimembrare meglio ma quegl’anni erano fervidi nella mia memoria come se fosse ieri.
Edward vedendo la mia espressione mi incitò ad aprire la mia mente.
 
Credimi… è meglio per te non “vedere” tutto..
 
Un’aria di sgomento avvolse i suoi lineamenti e poi sprofondò nella sedia.
 
- Aro era molto incuriosito dal mio potere-
- Sempre il solito!! Collezionista dei miei stivali-
Lessi nei pensieri di Alice; Edward e la sorella erano stati più volte invitati da Aro ad entrare a far parte della loro guardia.. 
- Ero molto attratta dalla loro conoscenza del mondo, in quel palazzo c’era di tutto. I mille tesori che non si sono mai ritrovati, i gioielli persi della regina, quadri di inestimabile valore, restai a Volterra per parecchi anni-
Più rivangavo quel ricordi più la mia voce assumeva un tono di pesantezza.
Non nella guardia spero. Emmett mi sopravvalutava. Ma tutti si chiedevano la stessa domanda alla fine.
 
- Ciò nonostante io non entrai mai a far parte della guardia.. rifiutai a prescindere, ero ancora molto sensibile al sangue umano e ogni volta che a reggia c’era un “banchetto” soffrivo come non mai.
Aro tuttavia tentò più volte di persuadermi, come dopotutto aveva tentato di fare con Carlisle. Una volta mi costrinse ad assistere ad un loro pasto. Il ricordo quel giorno mi fa ancora bruciare le narici dell’odore del sangue.
Era tarda mattinata e Heidi aveva portato delle povere vittime, del tutto  ignare della loro fine che avrebbero fatto entrando in quella sala. Stavo per andarmene quando sentii tutti i pensieri dei vampiri assetati nella mia mente. Era troppo, le porte erano state già chiuse così andai a rifugiarmi nell’angolo più lontano della stanza.
Stavo al buio schiacciata contro il muro, le mani strette a coppa alla gola. Trattenere il respiro era inutile, la stanza era satura di quell’invitante fragranza.
Ero una neonata ancora e non sapevo gestirmi bene …io…- Incominciai a parlare velocemente, deliravo.
Avvertii una mano fredda posarsi su una mia spalla. Alice.
 
Non è stata colpa tua..siamo caduti tutti almeno una volta nella tentazione.
 
Si avvicinò anche Rosalie. Aveva ascoltato tutto ma era rimasta in disparte. Io la stimavo all’inverosimile, lei non aveva mai assaggiato neanche una goccia di sangue umano.
Si sedé in braccio ad Emmett e mi stupì quando col pensieri mi incitò a continuare.
 
Esaminai velocemente i volti dei miei ascoltatori e mi soffermai su quello di Edward. Stava ricordando le innumerevoli volte che aveva ceduto al sangue umano. Cercava di darmi coraggio.
 
- Continuavo a schiacciarmi sempre di più verso il pavimento, avrei desiderato sparire…. Un vampiro mi si avvicinò-
 
- Demetri - Alice aveva collegato giustamente. Vidi Edward stringere i pugni fino a far sbiancare le nocche.
 
- Mi si avvicinò, io non riuscivo a muovermi, cercavo di rimanere immobile perché ero sicura che il minimo movimento mi avrebbe portato a perdere lucidità, facendomi uccidere qualche povera creatura.
Avevo avvertito la presenza di Demetri ,dai suoi pensieri, avvicinarsi ma sussultai comunque quando una sua mano mi toccò i capelli.
Non volli muovermi, continuavo a schiacciarmi contro il pavimento, ormai ero completamente a terra,ero diventata tutt’uno con il pavimento.
Il vampiro mi parlò..”perché lo fai?, perché non ti permetti di essere ciò che sei veramente..”
Non volevo ricominciare a respirare così parlai attraverso il mio potere. Lui già lo conosceva, Aro aveva parlato a tutti di me, vantandosi come se fossi un trofeo.
 
Perché non ho desiderato io di essere ciò che sono, quelle sono solo povere vittime, innocenti… io non voglio essere un assassina. La mia dannazione non potrà essere scontata salvando vite umane ma la mia etica mi impedisce di uccidere.
 
“ Sarebbe tutto più facile, più naturale…” stava cercando di persuadermi e io stupidamente stavo abboccando all’amo…. Una via di non ritorno.
 
“Prova almeno, solo se conoscerai bene le due alternative potrai scegliere.” Da lì finii di sperare. Demtri mi aiutò ad alzarmi e piano ci avvicinammo all’unica donna che era rimasta a terra svenuta. Demetri mi incitò a morderla e io lo feci. Mi nutrii di lei … -
 
Mi misi le mano in faccia a coprirmi in viso. Nei loro pensieri c’erano solo parole confortanti, ma sbagliavano avrebbero dovuto provare almeno un po’ ripugnanza verso me.
 
Prima di mordere quella povera donna una frase rivolsi verso l’alto.
Se puoi, perdona ciò che sto per fare, perché non so cosa sto facendo.
 

Ma ormai la mia speranza era morta insieme alla povera donna.
La mia anima era dannata. Dannata per sempre.
 

 
Ma ormai la mia speranza era morta insieme alla povera donna.
La mia anima era dannata.
 
- OK....Ma cosa centra il fatto che Demetri ti manda un bacio?- Edward parlava ad occhi chiusi con un tono di voce forzatamente gentile.
 
 
- Lui si confidò con me, io da quel giorno non toccai più sangue umano ma cercai di far assaggiare a lui quello animale. Naturalmente non passò mai alla dieta vegetariana, per lui era una via di non ritorno il sangue umano-
Venni interrotta da uno scatto repentino di Edward.
Aprì di scatto gli occhi guardandomi con aria scioccata :
- Come hai potuto stare con un mostro del genere… un assassino… uno della guardia dei Volturi.. –
 
Aveva ragione, i membri della guardia sono degli assassini. Ma Demetri era diverso da loro.
 
 
- Lui non voleva veramente stare la, aveva deciso di fuggire con me ma sfortunatamente Aro ,dopo che aveva ascoltato una nostra discussione tramite e pensieri di Alec, ci fece ridurre da Chelsea quasi degli estranei.
Lui si sentiva un estraneo.. era strato strappato dalla sua famiglia e per forza maggiore  aveva dovuto accettare la sua nuova vita. Ma tutto questo più di un secolo fa, ormai tra noi non c’è neanche più un amicizia.-
 
Edward sprizzava gelosia da tutti i pori:
- Un amore non si scorda per un vampiro- Questo temevo si più.
 
- Non ho mai menzionato un amore tra me e lui- C’era stata della forte passione ma niente più. Il rapporto che avevo con Edward superava il mio precedente con Demetri.
 
 

  • Tutti pazzi per Ossequi! Ma ritornando al discorso precedente… che lettera deve mandare Aro?-  chiese Emmett
Scossi la testa con fare di desolazione e incominciai a spiegare.
 
- In pratica Aro vuole far conoscere la nostra dieta ad una nuova creatura. Ma non ci ha detto di più. Dobbiamo avvisare Carlisle dell’arrivo di D… ehm dei Volturi con quest’individuo. – Nemmeno mi azzardavo a  nominare Demetri .
 
- Sarà meglio avvertire il branco dell’arrivo di due vampiri. Non vorrei che ci fossero di nuovo sconvenevoli con Sam – Alice aveva ragione. Dopo l’incidente con Paul bisognava stare sempre all’erta.
 
Alice andò verso il telefono per avvertire il branco. Rosalie e Emmett andarono con la Volvo di Edward ad avvisare Carlisle. Restammo solo io e Edward.
 
Mi avvicinai a lui e  mi sedetti sulle sue gambe. Teneva ancora i nervi tesi. Gli diedi un bacio leggero sul naso, poi scesi verso la bocca.
Ricambiò il mio bacio dapprima dolcemente poi sempre più con ardore.
Mi prese in braccio e mi portò in camera da letto.
 
I suoi moti erano bruschi. Mi toccava come se avesse il bisogno di marcare la proprietà privata.
 
Le nostre lingue danzavano in un ballo antico che ci combinava in un unico essere. Restammo in camera per ore ad amarci passionalmente.
Scendemmo per sapere come l’aveva presa Carlisle. In salone stavano discutendo tutti, eravamo così impegnanti che non ceravamo accordi della discussione.
Carlisle era arrivato e stava discutendo insieme agli altri..ma appena mi vide rivolse tutta l’attenzione su di me.. 
 
 
- Buonasera, mi è giunta voce che a breve arriveranno visite da Volterra.
Mi hanno spiegato la storia certo che Aro è sempre il solito…-
La discussione poi si spostò su argomenti più concreti..io gli rispondevo ad alta voce per far capire a tutti cosa stava succedendo..
 
- Sì-
-Ma certo! Che non lo conosciamo! Aha!-
- Anche a me!-
- Il quadro d’entrata era magnifico.-
 
- Rincominciano questi! Rose andiamo a divertirci tanto qua giusto Edward e  Alice possono capirci qualcosa- E se ne andarono.
Esme lavava i sottovasi in veranda e la conversazione si espanse anche a Edward, Alice e Jasper.
 
Stavamo allegramente parlando quando una visione ci inondò la mente.
 
Io e Edward ci voltammo verso di Alice che stava sconcertata con la bocca in una “o” precisa.
Edward sorrise verso il pavimento e uscì di casa.
 
Continua…
 
Spazio risposte alle recensioni ^^ :
 
ayumi_L  Sempre la prima a recensire! Grazie! Mon petit betine xD Ahahahh abbiamo fatto un casino per pubblicare questo capitolo xD
Grazie ancora di tutto.
Ti voglio bene.. tanto tanto <3
La tua Ossequi Monet
P.S dove prendo spunto da Goya ?? xD
 

Dark night  Ma io non ti posso dire nulla!!! Ihihi curiosona! =P Ossequi è come per dire “con riverenza”  manifesta cortesia e ora si usa sempre meno LMa io ancora lo uso xD 

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Capitolo 10
*** Domani sarà! ***


Ciaoo! Mazza, sempre tanti a recensire! Anzi, troppi! XD
Mi avete abbandonato ? Ma io ci spero, e poi ci siete sempre voi mie
ayumi_L e Dark night !! Mi consolo con voi, questo capitolo sarà… leggetelo!
 
 
 

Ossequi Monet
Capitolo 10
Domani sarà.

 

 
Edward sorrise verso il pavimento e uscì di casa.
La visione di Alice si sarebbe avverata ma non volevo che Edward soffrisse on quel modo. Mi rivennero in mente la nostra discussione:
 
“- Se un giorno la visione di Alice si avvererà … - “
 
“- Mi farò da parte e ognuno andrà per la sua strada . –“

 
Le visioni però hanno un grande limite, dipendono dalle nostre decisioni.
I pensieri di Edward erano lontani, chilometri forse, se stava correndo al massimo neanche volendo sarei riuscita a raggiungerlo.
 
Mi precipitai nel bosco correndo come non avevo mai fatto.
 
Dall’avvicinarsi del pensieri capii che stava andando con un ritmo comodo.
 
Ad un tratto si fermò e rintracciando il luogo dove era situato lo raggiunsi.
 
- Non te ne andare, le visioni cambiano in base alle nostre decisioni….-
Si girò verso di me e il vidi il suo volto dai lineamenti tormentati.
 
- La visione parla chiaro…- Si era già rassegnato.
 
- Fra quattro giorni arriveranno, voglio presentarmi come tua compagna. La cosa potrebbe cambiare le cose, sai bene che per te provo molto più di un affetto.-
- Ma non è amore- Aveva ragione ma con il tempo tutto sarebbe potuto cambiare..
 
- Resta con me – Volevo fermamente che lui restasse. Ormai stare con Edward era per me come indispensabile. Mi avvicinai a lui che stava con il capo chinato osservando le formiche che portavano provviste.
 
Appoggiai una mano sulla sua e avvicinai il mio viso ad una sua spalla.
Con lui era tutto così spontaneo, mi faceva sentire bene, rilassata.
Passavo con lui tutte le giornate, le nottate, parlavamo per ore e ormai anche il sesso era diventato una cosa secondaria. Noi avevamo fame di conoscerci.
 
Restava ancora con lo sguardo rivolto verso il basso.
 
-  Edward Anthony Cullen cerchi forse di mancarmi di rispetto? Trovi delle formiche più interessanti di me? – Per spezzare quel momento melodrammatico decisi di andare sullo scherzo e così con un fare teatrale mi portai le mani alla bocca aperta e feci un passo indietro.
 
Si girò verso di me finalmente con un sorriso.
- Sì, si cambia pure discorso-
Si avvicinò e mi diede un bacio leggero sul naso.
 
- Mi mancherà tutto questo- E intanto lasciava dei leggeri baci sulle mie guancie, sulla fronte, fino a salire verso i miei capelli ribelli.
 
- Perché dovrebbe mancarti? Chi ti priverebbe mai di tutto ciò? Io… sento di doverti dire che cosa provo per te … io ti voglio bene ma non è quel “ti voglio bene” che si dice agli amici.- Io che non trovavo le parole adatte?? Non ero io…
 
- E’ un ti voglio bene fortificato e un ti amo indebolito- Sfoderò uno dei suoi sorrisi sghembi da svenimento i mi baciò le labbra dolcemente.
 
- Ti amo – Ormai ero abituata a sentirmelo dire da lui. I primi tempi mi faceva effetto ma ora capivo che per lui era vitale farmelo sapere ogni seconde che passava. Un altro bacio…
 
- Ti amo – Una altro bacio.. più passionale.
 
La mia mente rimaneva chiusa , i miei pensieri erano troppo compromettenti. Avevo idee strane. Sentivo il bisogno di dirgli ti amo ma nello stesso momento ero cosciente che non era vero.
 
Volevo renderlo partecipe dei miei sentimenti e così decisi di sbrigliare i miei pensieri contorti.
 
Mentre scendeva sul mio collo per lasciare scie di baci incandescenti mi decisi.
Alzai la testa verso di lui per far incontrare i nostri sguardi.
 
L’ambra dei suoi occhi si era scurita per il desiderio. Ormai era piombo fuso. Aprii la mia mente e sul suo viso vidi finalmente la felicità.
 
- Non devi dire niente…- stava ridendo come un bambino, mi prese entrambe le mani e mi abbracciò teneramente.
 
Nessuno avrebbe potuto rovinarci quel momento di felicità….
 
- Piccioncini onniscienti?? Dobbiamo parlare con il branco per dirgli che arrivano delle sanguisughe!!- Emmett strillava come se fosse al mercato. Più passava il tempo e più avevo voglia di smembrarlo.
 
Scattai con il viso nella sua direzione velenosa.
Appena lo vidi sbucare da un albero mia scagliai contro di lui. Nonostante la sua altezza lo presi per i capelli e lo sbattei per terra.
 
Edward intanto rideva come un matto
 
Emmett era irritato ma prese al volo l’occasione per fare un po’ lo sbruffone. Non aveva mai vinto contro di Edward e la causa era il suo potere.
Io che avevo poteri più potenti di mi sarei fatta battere? Non credo proprio.
 
Per distrarlo incominciai a urlargli con i pensieri e infilargli nel cervello acuti da far invidia ad un soprano.
 
Ogni urlo gli faceva chiudere gli occhi facendogli apparire un’espressione di dolore.
 
Edward rimase sorpreso, non sapeva che con il mio potere potevo causare dolore. Era in pena per il fratello così la smisi con gli urli.
 
- Tutto qui quello che sai fare, vampiro dei miei tacchi?- Sbuffò pesantemente e mi corse incontro, gli feci credere di trovarmi a sinistra così si spostò e con un calcio lo presi in pieno stomaco facendolo sbalzare di parecchi metri.
 
- Ti arrendi?- Saremo potuti andare avanti per ore. Emmett non aveva strategia, agiva per forza bruta.
 
- Mai!- e sorridendo mi prese per il collo. Lo lascai fare ma appena strinse la morsa ai suoi occhi mi feci credere un rogo in fiamme.
Emmett si rotolava per terra e io e Edward ridevamo.
 
A fine visione Emmett trovò me e il fratello sbragati dalle risate. Stava ancora per terra così mi avvicinai e gli diedi la mano per aiutarlo ad alzarsi.
- Pace fratello.- Ma neanche feci in tempo a percepire i suoi pensieri che mi ritrovai per terra al suo fianco.
 
- ma guarda te! Questo bevi sangue a tradimento!- Ridemmo tutti e tonammo un attimo seri grazie ai pensieri di Emmett.
 
- Fra un po’ arriveranno i Volturi e dobbiamo avvertire il branco-
 
Senza controbattere ci incamminammo verso casa ad aspettare che Carlisle staccasse dall’ospedale.
 
Entrammo in sala e Emmett andò a giocare alla play- station. Decisione molto adulta da parte sua.
 
Io e Edward preferimmo aspettare in cucina. Nessuno parlava.
 
Promettimi che mi resterai accanto quando arriveranno.
- Io ci sarò finché tu lo vorrai- E un sorriso tirato apparve a deturpare il suo viso angelico. Gli accarezzai una guancia e cercai di confortarlo con un dolce sorriso.
 
- Esme ha già chiamato per avvertire il branco?- Di certo non potevamo entrare nel loro territorio senza avvertire.
 
- Sì ha già chiamato stamattina. Andremo da loro stasera io, te Carlisle, Emmett e Jasper. Sarai indispensabile per influenzare le loro decisioni.-
 
Detto questo arrivò anche e Jazz.
 
- Lavoreremo di squadra. Te Edward scandaglierai i loro pensieri e grazie a Ossequi riferirai a me su chi dovrò lavorare con le emozioni. Ossequi, non ti soffermare per capire i loro pensieri, cerca più che altro di convincerli.- Jasper era il solito stratega per lui tutto si basava su una strategia, d'altronde il suo periodo in battaglia ha cambiato radicalmente il suo modo di ragionare.
 
Dopo un ora di silenzio arrivò Carlisle che senza dire nulla ci fece un cenno della testa e andammo fuori lo spiazzale.
 
Sbrigati fannullone!
 
Ecco salvo la partita e arrivo. Edward scosse la testa rassegnato e alzò lo sguardo verso l’alto.
 
Quando ci raggiunse anche Emmett ci avviammo verso il confine.
Dopo pochi secondi il fetore dei lupi mi riempì le narici facendomi storcere il naso.
 
In poco arrivammo a La Push e trovammo tutti ad aspettarci.
 
- Buonasera- Carlisle era sempre il più cortese, ma sembra che i lupi abbiamo l’ignoranza nel sangue.
 
Alcuni di loro ci accolsero con un grugnito, chi con un’alzata di testa e l’unico che parlò fu Sam il capo branco.
 
- Buonasera- Senza un sorriso…
 
Se ride gli cascano i denti. Emmett non è il momento di fare lo stupido!
 
- Vorremmo avvisarvi che tra giorni alcuni vampiri verranno a farci visita e non seguono la nostra dieta.
 
- Sono degli assassini!- Un ragazzo si intromise ma venne subito azzittiti da un movimento di Sam.
 
Jasper concentrati su Sam, tranquillizzalo ma soprattutto fallo diventare più ospitale.
Dammi una mano!
Vediamo…
 

- Basterà che non caccino nei dintorni e un sorriso apparve sul volto di Sam sbalordendo tutti – D'altronde  se non cacciano qui dovranno farlo da qualche parte..-
 
Tutti rimasero a bocca aperta. Smentivo i complimenti di Carlisle e Emmett ma mi sbalordivano i pensieri di Edward.
 
Ossequi vedi quel ragazzo che sembra quasi un ragazzino? Ascolta bene i suoi pensieri. Edward stava quasi ridendo.
 
Il ragazzo si chiamava Seth e stava cercando in tutti i modi di nascondere i propri pensieri per Edward.
 
Quella vampira è proprio carina, peccato che è una succhiasangue… mannaggia ma cosa vado a pensare? Ora che mi trasformerò sentiranno tutti i miei pensieri sono proprio un demente!
 
- Bene, vi prometto che non succederanno disguidi, buona serata!-
Detto questo Carlisle ci fece un cenno con la testa e ci girammo tutti quanti tranne Edward che fulminò con lo sguardo il ragazzo che pensava a me che abbassò subito la testa in imbarazzo.
 
Appena attraversato il confine io e Edward ci fermammo per sbellicarci dalle risate e anche gli altri tre si fermarono non capendo le nostre rise.
 
- Anche i licantropi!! Ahahah sei una calamita! Peggio di Heidi!.- Edward non provava gelosia stavolta perché sapeva che non sarei mai caduta così in basso da mettermi con un lupo.
 
- Aspettate forse ho capito qualcosa, il più giovane era attratto da Ossequi non è vero? Edward l’hai fatto persino arrossire quando l’hai fulminato con lo sguardo! Ahahah - Jazz aveva capito grazie al suo potere.
 
Carlisle si limitò ad una leggera risata che mascherò subito e Emmett incominciò a prendere il giro Edward.
 
Tornati a casa riportammo l’esito alla famiglia. Esme mi diede dei biscotti da portare a Forest. Sarei dovuta andare a posare per lui oggi.
 
Naturalmente con me venne anche Edward. E quando mi lasciava da sola?
 
Parcheggiammo e andammo all’albero dove di solito ritraeva il vecchio.
Lo trovammo lì a fumare una sigaretta e a mostrare alcuni ritratti a un giovane.
 
Gli sorridemmo e lui di rimando, il ragazzo comprò un disegno che raffigurava una albero innevano e se ne andò pagando.
 
- Ragazzi! Non so come ringraziarvi, avete cambiato la mia vita!- Si riferiva al denaro che glia avevamo domato quella sera.
 
- Non c’è di che – E gli porsi i biscotti.
 
- Li ha fatti mia madre, sono buonissimi – Ne prese subito uno e dove averlo mangiato si complimentò.
 
- Allora … vi và di sedervi su questa panchina?- E ci indicò i posti a sedere.
 
- Certo- Ci sedemmo e mentre lui preparava il materiale incominciammo a parlare del più e del meno.
 
Quelle somma gli aveva veramente cambiato la vita, aveva comprato colori a olio e avevo incominciato a farci un ritratto a colori.
 
Quando si accese l’ennesima sigaretta mi chiese:
- Voi fumate?- Prima di essere trasformata fumavo e penso che la nicotina non avrebbe fatto male ad un vampiro.
 
- Sì – Edward rimase scioccato dalla mia scelta ma giunse alle mie stesse conclusioni.
 
Forest mi offrì una sigaretta e incominciò ad apportare modifiche prima di passare al colore. Vedevamo l’immagine nei suoi pensieri ma rimanemmo ugualmente stupidi a lavoro finito.
 
Edward mi cingeva la vita con braccio portandomi ad appoggiare la testa su una sua spalla e il fumo della sigaretta aleggiava intorno ai nostri visi.
 
- Vi piace?- Sembrava un bimbo che chiedeva se era andato bene ad una recita.
 
- Ma è fantastico! Che ne dici di un buon caffè per riscaldare le ossa?-
Avevo fumato, un caffè non mi avrebbe di certo ucciso.
 
Gli offrimmo un caffè continuando a parlare e quando fu l’ora di andare via un ragazzo si soffermò a guardare il ritratto mio e di Edward.
 
Fece molto complimenti a Forest e comprò il disegno per bene 5oo dollari.
 
Forest rideva felice e prima che ce ne andassimo ci abbracciò.
 
Sentivo che Edward era teso per l’arrivo dei Volturi, Sapeva che con Demetri e qualcun altro della guardia sarebbe arrivato quel ragazzo tanto misterioso.
 
Gli presi la mano e quando scendemmo dall’auto ci baciammo.
 
Finalmente mi ricongiungevo con le sue labbra tanto bramate. Ancora nell’auto incominciammo a chiamarci a vicenda.
 
Scese con le labbra al lobo del mio orecchio per sussurrarmi parole dolci.
Mi intrufolai con la mano sotto il suo giubbetto e mi aiutò a levarlo. Ci baciavamo ci accarezzavamo e la voglia di sentirlo in me cresceva.
Intanto mi aveva sfilato la camicia e stava maneggiando con il mio reggiseno mentre io gli lasciavo baci dalla mascella fino al petto perfetto.
 
Quando ormai eravamo entrambi svestiti sentimmo Alice entrare in garage. Mai un attimo di intimità! Ce l’avevano tutti con noi per la miseria? Avevo voglia di uccidere quel folletto saltellante con le mie mani.
Ci coprimmo e cercammo di riacquistare lucidità per captare i suoi pensieri. Brutte notizie.
 
Continua…
 
Recensioni ^^:
 
ayumi_L Detto bene, finalmente!Xd Io non mi ricordo di aver scritto una cosa cn quel titolo. Ma vabbè che ye fa! Sono contenta che ti piaccia anche questo di capitolo!
Sarai sempre la prima a leggere tutto! Senza di te sarei perdutaaa. Tutti quanti mandiamo un bacio alla mia betinaaaa!! 3
 
 
 
Dark night Ciao! Sono contenta che ti piaccia! Eddino gelosone che ringhia pure! Mmm arrapante! Ahahahah XD Non vorrei dire cavolate ma.. Ossequi è italiano e non francese XD
Mi fai sempre ridere.. o magari è… bho! Aahhahahahh Il ragazzo sarà! Lo vedrai nel prossimo capitolo dove si spiegarà quai tutto!
Baciiii 

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Capitolo 11
*** Il momento della verità ***


 
    Ma ciao! Come state? Vi sono mancata?? >Spero di sì!
Come regalo di natale vi faccio questo bel cap.
Spero vi piaccia. Non mi demoralizzo, mi bastano quelle due persone( anime pie) che mi recensiscono!
Vi amo di bene
Baciiii

  

Capitolo 11
Ossequi Monet
Il momento della verità

 

 
Brutte notizie…
 
- Domani sera… saranno in quattro. Demetri, Jane , Alec e  il ragazzo.- Tutto ciò non combaciava… sarebbero dovuti arrivare tra tre giorni. Anche Edward aveva il mio stesso interrogativo nella mente.
 
- Hanno deciso di affrettare le cose – Alice avevo una smorfia sul viso tra lo sgomento e la ripugnanza.
 
Intanto io ed Edward eravamo scesi dal auto.
- Loro lo sanno?-
- Si, li ho già avvertiti -  Alice annuì e ci lasciò soli andando di sopra.
 
Alzai lo sguardo verso Edward e incatenammo i nostri sguardi.
Mi prese la mano e mentalmente mi chiese di andare sopra.
 
Quando entrammo in sala Rose, Esme e Alice ci guardavano interrogativi per chiederci un opinione. Fu Edward a parlare.
 
- Domani arriveranno, aggi siamo ancora liberi, comportiamoci come se nulla fosse. Fanno un bel film in televisione- E un sorriso apparve sul suo volto.
 
Gli altri con sguardo stupito si misero al divano seguiti da noi.
Io e Edward continuammo a discutere mentalmente.
 
Allora, mi hanno detto che domani qualcuno arriva. Si sentiva che era in lui un aria di sofferenza.
Sì, e pensa rimarrà anche a vivere con noi questo qualcuno. Quella che stavamo facendo era una bambinata.
Wow chissà come è!
Vogliamo continuare  a fare i bambini o vogliamo affrontare i fatti a testa alta? Domani arriveranno ci presenteremo, e si presenterà anche lui.
E come ti presenterai?
Ossequi Monet, ho centosessanta anni e vengo dalla Francia. Sono nuova tra i Cullen e lui è Edward Cullen il mio compagno, Edward vuoi presentarti?
Mia compagna? Questa cosa mi piace molto… L’avevo fatto felice con ciò che avevo detto.
 
- Allora ti piace film? – A Rosalie non era sfuggita la nostra “discussione”.
- Oh si molto anche a Edward non è vero?- E scoppiammo tutti a ridere. Ma non era una risata gioviale e felice ma una risata che cercava di alleggerire la tensione.
 
- Gli uomini di casa? – Naturalmente Esme si riferiva e Emm e Jazz visto che Carlisle faceva il suo turno all’ospedale.
 
Fu Alice a rispondere:
- A caccia- Non avevamo niente da fare…
 
- Che ne dite di andare a caccia anche noi?- Io e Edward avevamo parlato in coro. Ci guardammo e sorridemmo.
 
- Perché no, andiamo! Però io mi cambio di certo così non posso venire! – Rosalie temeva per le sue Manolo.
 
- Tra dieci minuti tutti qui – Detto questo Alice andò di sopra a cambiarsi e noi la seguimmo.
 
 
 
Quando io ed Edward scendemmo ci stavano aspettando tutti quanti.
 
Incominciammo ad addentrarci nella boscaglia e nel preciso momento in cui avvertii una scia mi fermai e gli altri con me.
 
Chiusi gli occhi e mi inebriai di quel profumo, la gola mi si incendiò e riconobbi un branco di cervi non troppo lontani.
 
Un ringhio partì dal petto di Rosalie e si fiondò nella direzione del pasto.
 
La seguimmo correndo presi dal’ingordigia di prenderci il più grosso.
 
Alice arrivò prima di tutti e fu lei a dissanguare il primo nonché il capo branco. Continuammo per due ore e quando fummo sazi ci fermammo.
 
Gli altri ritornarono in casa mentre io e Edward ci fermammo nel bosco sotto le stelle.
 
Ci sdraiammo sul fogliame e allungai una mano sul suo volto perfetto.
 
Incominciammo a baciarci. Le sue labbra erano tiepide per la precedente caccia e sapevano ancora di dolce. Esplorammo le nostre bocche come a voler ricordarle a memoria.
 
La sua vicinanza mi dava i capogiri. Mi sentivo ubriacata dal suo profumo.
 
Come ogni notte ormai vedemmo il sole sorgere e mi persi nello spettacolo che avevo accanto. Edward che risplendeva dando ai suoi occhi una luce particolare. Fece il suo sorriso sghembo e si al<ò aspettando che feci le stessa cosa.
 
Appena in piedi mi prese in braccio e dandomi un bacio sul naso mi portò in casa.
 
In salotto c’erano Jazz e Emm che guardavano il Telegiornale.
Ci salutammo e andai a farmi una doccia. Poco dopo entrò pure Edward ma lo cacciai subito. Volevo fare la doccia e con lui penso che sarebbe stata l’ultima cosa che avrei fatto.
 
Mi sciacquai bene e mi asciugai per poi andare a vestirmi. Intanto Ed si stava spogliando davanti a me cercando di provocarmi, quando si tolse i boxer un ringhio malizioso mi partì dal petto e addio buoni propositi di vestirmi.
 
Finalmente nessuno avrebbe potuto impedirci di amarci. Cercai subito le sue labbra mentre una mia mano vagava sui suoi addominali.
Lui finì di strapparmi i vestiti restanti lasciandomi nuda come lui in quel momento.
 
Scese verso il mio ventre, leccava, baciava e mordeva ogni centimetro di pelle che incontravano le sue labbra.
 
Mi mandava in estasi. Ad ogni suo passaggio  avvertivo mille scosse di piacere che si diffondevano dal mio basso ventre fino alla punta delle dita.
 
Risalì lentamente e con una spinta gentile mi fece stendere su letto. Portai la gamba destra a cingerli la vita e intanto un ringhio partì dal suo petto facendomi bagnare ancora di più.
 
Avevamo il cervello scollegato, aeravamo solo io e lui basta, niente scassatori e niente impegni. Ossequi e Edward.
Queste furono le mie ultime parole…
 
- Coniglietti! A scuolaaa!!- Emmett aveva spalancato la porta e continuava a fissarci.
Ma allora volevo proprio morire!.
Edward mi buttò il giubbotto addosso per cercare almeno di coprire il più e ancora nudo si buttò addosso al fratello.
 
Per una volta non sarei sembrata io la maniaca omicida!
 
Il resto della mattina scorse lento. Entrammo in seconda ora e ci subimmo ancora tutti i stupidi pensieri delle adolescenti gelose.
 
- Vogliono ucciderti tutte!- Edward se la rideva come un bambino!
 
- Ci riuscissero! Sarei la prima ad ingaggiarle! Ma poi ti avverto, te le lascio tutte a te!- Aveva sbiancato teatralmente e aveva concluso che era meglio continuare a farle scaldare a ogni nostro bacio a mensa, cosa che si divertiva a fare.
 
Ritornammo a casa e ci preparammo tutti per l’arrivo dei nostri “ospiti”.
 
Alice era scossa ripetitivamente da visioni, segno che erano vicini.
 
Verso le 20:10 ci riunimmo tutti quanti in salone, avevamo sentito dei passi nella foresta non umani.
 
Carlisle fu il primo ad alzarsi quando vide un ombra davanti alla porta.
 
In pochi istanti li vedemmo chiaramente. Erano in quattro come nella visione. Demetri, Jane, Alec e il ragazzo.
 
Carlisle aprì la porta.
- Benvenuti!- e gli sorrise con modi gentili.
 
- Salve Carlisle, Aro ti porta i suoi saluti, non ci soffermeremo molto, domani abbiamo una missione, chiediamo un’altra volta conferma se potete ospitare il nostro amico.- E detto questo, Demetri indicò il ragazzo che abbassò lo sguardo imbarazzato. Ma una cosa mi colpì. Era arrossito.
 
Aveva una strana fragranza. Nelle sue vene scorreva sangue senza ombra di dubbio, lo si capiva dal suo cuore che pompava come un forsennato.
 
Distolsi lo sguardo da lui ricordandomi le visioni di Alice.
Demetri cerco dietro la persona di Carlisle il mio sguardo.
 
- Accomodatevi – Carlisle gli fece largo ed entrarono.
 
Jane e Alec non parlavano ma non avevano neanche l’intenzione di farlo.
La bionda mi metteva paura con quel suo sguardo glaciale in un viso da bambina. Alec sembrava più rilassato, d'altronde con il suo potere stava in una campana di vetro.
 
Demetri mi sorrise e fece per venirmi in contro ma si bloccò quando una mano di Edward mi cinse le spalle attirandomi a lui.
 
Rimase un po’ stupito ma poi si avvicinò ancora. Mi staccai leggermente da lui per andare in contro a Demetri ma Edward strinse la presa.
 
Edward, non fare mosse azzardate voglio solo salutarlo.
 
Annuì preoccupato e di malavoglia mi lasciò andare.
 
Mi avvicinai al vampiro e gli baciai una guancia.
 
- Quanto tempo! Vedo che hai rimediato in mia assenza- e puntò con la testa Edward che ruggì per gelosia.
 
Demetri rise e avvicinandosi gli diede una pacca sulla spalla ma invece di rassicurarlo non fece altro che peggiorare la situazione.
 
Demtri stava ricordando i nostri anni passati insieme e quando arrivò ai ricordi piccanti Edward si avventò sul suo collo cercando di strozzarlo.
 
Accadde tutto velocemente. Vidi Demetri piegato in due per terra con nessuno che lo toccava.
 
Mi girai verso Jane e la trovai sorridente. Quando si accorse di tutti gli sguardi rivolti a lei lasciò in pace il vampiro che si rialzò avvicinandosi ad Alec.
Jane si avvicinò a Carlisle e si scusò.
 
- Allora, il ragazzo può rimanere con voi?-
 
- Verrà trattato come un figlio. – E il ragazzo rialzò la testa con un leggero sorriso sulle labbra.
 
- Allora tutto è in ordine, mi scuso ancora per l’incoerenza di Demetri, Il nostro signore chiamerà fra tre giorni per definire il tempo di scadenza del soggiorno, arrivederci è stato un piacere.-
 
In nostro signore!! Ma come è diligente la bimba! (Jasper)
 
Io e Edward trattenemmo a stento un sorrisetto e stranamente notammo che anche il ragazzo rise.
 
Non riuscivo a leggergli la mente, aveva uno scudo anche lui.
 
I vampiri si congedarono e il ragazzo rimase in piedi senza dire nulla.
 
- Allora figliolo, io mi chiamo Carlisle e Cullen e questa è la mia famiglia. Lei è Esme, mia moglie- e lei si avvinò facendole un sorriso materno a cui il ragazzo si rabbuiò un po’ ma tralasciammo il fatto.
Rialzò di poco la testa e sospirando come per scacciare brutti pensieri si presentò:
- Io mi chiamo Gioele Varsalona e vengo da Roma - era la prima volta che apriva bocca. La sua voce era gentile e dolce, quasi femminile al sentirla un formicolio si impossessò del mio cuore muto.
 
Edward mi guardò strano e distolsi lo sguardo.
 
- Loro sono Alice e Jasper – E indicò la coppia seduta sul divano.
 
- Rosalie e Emmett – Indicò anche loro, Emmett si avvicinò e gli diede una pacca sulla spalla facendolo cadere. Tutti lo guardammo preoccupati, Emmett non aveva usato molta forza. Emmett gli offrì una mano per rialzarsi e si scusò.
 
- No scusate me è che non mangio da due giorni e mi sono indebolito un po’, colpa anche del fatto che non sono forte come voi di mio –
 
Edward si avvicinò e gli mise una mano sulla spalla:
- Piacere, Edward e lei è la mia compagna, Ossequi visto che è tanto che non ti nutri perché non andiamo tutti a caccia e dopo ti presenti?-
 
Non me la aspettavo tutta questa accoglienza da parte di Edward, infondo nelle visioni di Alice io mi sarei dovuta innamorare di lui.
 
- Ecco come avete capito io non sono un vampiro comune, la mia storia è molto lunga – Carlisle fece segno di accomodarsi e ci sedemmo tutti sul divano mentre lui si mise davanti a noi su una poltrona.
 
 
Continua…
 
 
 
Recensioni! :
 

ayumi_L Sono fortunata ad avere delle lettrice come voi! Grazie mi scaldate il cuore!
Grazie, sarò più spensierata. La mia dooooolce betina!! Te si che non mi abbandonerai!
Ti voglio bene <3
Baciii la tua Ossequi Monet
 

Dark night Giulyyyy Io l’albero l’ho fatto fare a mio nonno, odio lo spirito del natale è troppo…bho! E’ troppo nataloso| ihihi
Scusa non volevo offenderti! Lo dicevo scherzando!! Mi perdoni vero?? * me fa occhioni da gatto con gli stivali di shrek*
Fammi sapere!! Baciiii Ti voglio bene!
Ossequi moneeeet! <3
 
  

 

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Capitolo 12
*** Mai dare torto a Alice ***


Ciaoo! Si avvicina natale *-* E io vi faccio questo bel capitolino per regalo.
Spero vi piaccia io mi ci sono impegnata, scopriremo di questo ragazzo e del suo passato triste =(
Ringrazio chi ha recensito nel capitolo precedente.
Buona lettura e buone feste! <3
 

 
 
 
 

Capitolo 12
Ossequi Monet
Mai dare torto ad Alice
 

 

 

    - Mia madre era una mezza vampira – Ne avevo conosciute a Parigi ma dall’espressione degl’altri capii che ero l’unica così mi affrettai a spiegare:
 

 
- Una mezza vampira non è altro che un ibrido nato da un uomo vampiro e una donna umana – Il ragazzo si girò verso di me e si soffermò a contemplare il mio viso ammaliato. I suoi occhi mi incatenarono erano come calamite. Erano di un color ghiaccio, un colore morto ma se li guardavi oltre alla prima impressione avevano il potere da  scaldarmi l’anima.
 
Edward mi guardava con occhi allucinati ma io non riuscivo a staccarmi da quegl’occhi magici.
 
Edward si schiarì la voce irritato e sia io che il ragazzo distogliemmo lo sguardo, fu Jasper a parlare.
 
- Sei affamato se vuoi andiamo a caccia, e poi.. ecco non vorrei sembrare scortese ma è tanto che non vado a caccia e te hai proprio un buon odore-
 
E inghiotti un fiotto di veleno, era vero quel ragazzo aveva un odore persino più buono di quello umano.
 
Gioele si raggelò e balbettando si affrettò a dire :
- Sì, sarà meglio – Fece un mezzo sorriso e si alzò in piedi insieme ad Carlisle Rosalie Jasper e Esme e guardando un ultima volta verso di me se ne andò verso la porta.
 
Sprofondai nel divano e Edward mi guardò con sguardo triste.
 
- Non lo conosci da pochi minuti e già te ne sei innamorata.-
Cercai di obbiettare ma mi serro le labbra con un dito.
 
- Si vede dal modo in cui lo guardi, ti sei persa nei suoi occhi e anche lui era attratto da te. – Neanche me guardi in quel modo. Era vero. Con quel
Ragazzo avevo un inspiegabile alchimia.
 
Non dissi niente socchiusi gli occhi e cercai un abbraccio da parte di Edward che non tarò a ricambiare.
 
Cercai di cambiare discorso.
 
- Da domani Esme saprà a chi cucinare.- Il ragazzo non poteva nutrirsi solo di sangue, sapevo molto della sua natura anche se non ero sicura che fosse un mezzo vampiro non avevo ascoltato tutta la sua storia.
 
- Come?- Edward non capiva. Sorrisi leggermente e mi apprestai a rispondere.
 
- Non ne sono sicura che sia un mezzo vampiro. Il suo sangue ha un odore diverso dalla mia amica, ma so che quelli come lui si avvicinano più agli umani che ai vampiri. Mangia, beve dorme e ha funzioni fisiologiche come qualsiasi umano. Con alcune differenze che stanno nella forza, il fatto che si nutre avvolte di sangue e in alcuni casi in poteri extra.-
 
Parlammo per un oretta della natura di Gioele fino a che rientrarono dalla caccia. Troppo presto.
 
La prima ad entrare fu Esme aveva un aria contenta e felice fu seguita a ruota da Carlisle e Gioele che parlavano della sua natura.
 
Gioele aveva un espressione distrutta. Aveva sonno i suoi capelli erano scompigliati e i suoi occhi leggermente rossi dal sonno.
 
- Mi scuso ma devo dormire, non sono come voi. Avete un letto qui?-
Va bene che era una casa di vampiri ma con Alice in casa non si può non avere un arredamento impeccabile.
 
- Puoi andare della mia camera- Ma appena Carlisle finì la frase scese Alice con un mazzo di chiavi.
 
- Terzo piano, quarta porta a sinistra. Sapevo che saresti venuto e ho preparato la stanza, spero solo che ti piaccia. Buonanotte.- Sfoderò un sorriso dei suoi e lanciandogli le chiavi sparì al piano di sopra.
Il ragazzo era troppo stanco e non le prese la volo ma le afferrò Emmett che intanto gli si era avvicinato.
 
- Vai a dormire che è meglio.- Gli sorrise ridandogli la chiave e andò in camera dove lo aspettava Rosalie.
 
- Grazie, Buonanotte!- E scomparì trascinando i piedi per le scale.
 
Decidemmo di andare anche noi in camera nostra dopo aver lasciato Esme e Carlisle in cucina. Esme voleva preparare dei dolci per la colazione. Era felicissima che qualcuno avrebbe mangiato le sue leccornie.
 
Ci stendemmo sul letto e incominciammo a  baciarci ma una scia di immagini ci inondò la mente. Pensammo ad Alice ma sentimmo che stava con Jasper e era troppo distratta per avere visioni.
 
Così ci concentrammo meglio. Edward non capiva ancora ma avevo un vaga idea…
 
- Edward! Gioele!- Era lui, non pensava ma sognava, i suoi sogni erano scoperti, liberi privi di scudi.
 
- Ma non sono pensieri, assomigliano più a visioni..-  Edward stava cercando di capire ciò che avevo già avevo assimilato.
 
- Sta sognando… non sono sogni tranquilli- Stava avendo degli incubi. Sta sognando di una donna che viene rincorsa, lui viene tenuto stretto per le braccia da una guardia dei Volturi… mentre osservavamo i suoi pensieri sentivamo il suo respiro diventare sempre più affannato..fino a che la donna fu uccisa e dal terzo piano arrivò un urlo di dolore.
 
Carlisle corse nella camera di Gioele mentre io ed Edward rimanevamo abbracciati consapevoli di quello che era successo. Sentimmo la conversazione e la spiegazione di un brutto sogno che non stette a spiegare. Poi Carlisle uscì dalla sua stanza e scese a dar una mano a Esme e a rassicurarla.
 
- Non ha avuto un infanzia felice.- Dal suo sogno si capiva che i Volturi avevano ucciso la madre.
 
- Infanzia? Vuoi dire che Gioele cresce come qualsiasi umano?-
 
- Di solito la crescita di un mezzo vampiro è molto precoce e si ferma raggiunta la ventina apparente d’anni, ma ti ho già detto che sono sicura che non è un mezzo vampiro ma ci và molto vicino.-
 
Non volevo parlare più di questo così nascosi il viso all’incavo del collo di Edward e lasciai un bacio. Lui mi strinse e lasciò scivolare una sua mano su in mio fianco.
 
Con un dito mi alzò la testa ad incatenare i nostri sguardi e mi sorrise.
 
Mi diede un leggero bacio a fior di labbra e mi disse quelle parole che sono sicura non avrebbe mai smesso di ripetermi.
 
- Ti amo –
 
Ci lasciammo prendere dalla passione. Mi persi in lui e Edward in me. La camera si riempì dei nostri sospiri e dei nostri gemiti testimoni della nostra passione.
 
Esploravo con le mani il suo torace freddo che a contatto con le mie mano sembrava prendere a fuoco.
 
Dopo avermi baciato il seno entrò in me dolcemente per poi aumentare il ritmo delle spinte facendomi buttare la testa all’indietro per il piacere.
 
Era indescrivibile, sentivo il calore irradiarsi dal mio basso ventre e quando raggiunse la radice dei miei capelli venimmo entrambi con in bocca il nome dell’altro.
 
Era mattina e dovevamo alzarci per andare a scuola, quando scendemmo trovammo Gioele al tavolo della cucina con Esme che lo guardava estasiata mentre mangiava.
 
- Signora Cullen la sua cucina è qualcosa di unico! Non avevo mai mangiato cose così deliziose!-
 
Esme sorrideva felice.
 
Poco dopo arrivò Carlisle e ci salutò con un cenno del capo.
 
- Edward sarebbe meglio non andare a scuola, stavo pensando di partire in Alaska da Tania per il periodo in cui Gioele rimarrà con noi.-
 
Entrò Rosalie in cucina e con un espressione allucinata incominciò ad urlare:
- Carlisle dovremo ripartire? E ricostruire tutto daccapo? Poi magari l’hanno prossimo cambieremo ancora posto! Io stavo per diplomarmi di nuovo! Non capisco perché per un ragazzino dobbiamo lasciare Forks!-
 
Carlisle ammonì la figlia per il comportamento ma continuò deciso per le sue convinzioni. Al sentire urlare Rosalie si era riunita tutta casa Cullen.
 
Gioele aveva un espressione mortificata e non sapeva che dire.
Provava a scusarsi ma Carlisle era deciso a partire.
 
- Ho parlato con Aro e mi ha detto che hai dei poteri emergenti e vorrei parlarne con Eleazar - Annuii e guardai meglio il ragazzo.
 
Dovremmo dirglielo che abbiamo ascoltato i pensieri dei suoi sogni?
Non credo sia in caso.. non erano neanche bei sogni, potrebbe imbarazzarsi.
 
Edward annuì e andò di sopra a preparare i bagagli come tutti noi.
 
Alice ad una certa si illuminò esclamando:
- Ma te non hai ne vestiti ne accessori!- E detto questo prese il ragazzo per braccetto, gli mise il cappotto e la sciarpa come fosse un bambino e prendendomi dall’altro braccio uscimmo fuori.
 
Afferrai a mia volta Edward e ci ritrovammo dentro la Volvo con Alice che guidava a 2oo all’ora verso le boutique di Seattle.
 
Nel viaggio trovai l’opportunità per chiedere alcune cose a Gioele.
 
- Gioele scusa posso farti una domanda?-  Mi girai verso il sedile posteriore dove sedeva con Edward e annuendo mi rispose:
 
- Certo anche due!- E si accese in un bellissimo sorriso.
 
- Tua madre era una mezza vampira…- Lo vidi rabbuiarsi e solo io ed Edward sapevamo il significato del suo gesto. Avrei dovuto mettere fine al mio interrogatorio ma la curiosità era molta.
- La mia amica aveva un odore diverso dal tuo, il tuo sangue assomiglia molto si più a quello umano che a quello vampiro come mai?- A dire la verità il suo sangue aveva un odore molto più buono di quello umano. Era riuscito ad accendere la sete che di solito riuscivo a domare.
 
Fece un sorriso tirato e si affrettò a rispondermi:
- Mio padre era un semplice umano e quindi la maggio parte dei geni è umana, era un umano speciale, aveva dei poteri molto forti. Poteri a livello mentale. Aro insiste che li ho ereditati tutti e sono tutti sopiti in me. Fino ad ora si è manifestata solo la telecinesi. – Rimasi in po’ sbigottita e sorridendomi alzò la mano sinistra e incominciò a girarla come in una danza
 
- Guarda i ciondoli di Alice- Incrucciò di poco le sopracciglia e mi girai a vedere le ciondoli di Alice. All’inizio tremarono ma poi incominciarono a vorticare facendo una ruota intorno al polso della vampira.
 
Alice si perse a vedere il moto dei suoi bracciali e rise estasiata.
 
Poi Gioele sbuffò e si massaggiò una tempia smettendo di far girare i braccialetti.
 
- Scusate è che mi stanca molto usare i miei poteri-
 
- Non devi scusarti, sei bravissimo!- Alice era rimasta colpita con gli occhi che gli brillavano per la gioia.
 
- Posso sapere quali sono i vostri poteri?- Aveva un faccia da cucciolo quando chiedeva le cose. A questo mio pensiero Edward incominciò ad innervosirsi e chiusi la mia mente.
 
- Certo, io sono una veggente. Posso vedere cose che accadranno in futuro ma in base alle decisioni delle persone. Io ti avevo visto arrivare.-
Alice sorrise dallo specchietto e sentimmo Gioele soffiare uno “waaao”.
 
- Io sono un lettore, posso leggere i pensieri della gente- Disse Edward girandosi verso del ragazzo.
Vedemmo Gioele sbiancare.
 
- C.c.ioè t…t…tutu le..leggi i m..miei p..pensieri??- Aveva spalancato gli occhi e anche la bocca.
 
Mi arrivarono i pensieri di Edward.Non dirgli che con lui non funziona aspetta un attimo…
 
 
- Certo, e anche Ossequi può farlo..- Edward aveva assunto una faccia tra l’arrabbiato e il colpevolizzante.
 
Gioele spalancò ancora di più la bocca se possibile e incominciò a balbettare sillabe senza senso…
 
 
Pov Gioele
 
Ok sono fritto, ce lo sapevo io che era una trappola, mi stanno portando lontano per uccidermi.
 
Eppure mi sembrava un bravo ragazzo, ma dopo che ha letto tutti i miei pensieri sono sicuro che la mia ora è finita.
 
Peccato, non ho visto neanche Cuba! E’ da quando ho visto Ossequi che non le ho tolto gli occhi di dosso e penso di aver fatto fil mentali su di lei meritevoli di oscar.
 
Se Edward è il ragazzo non può che non strapparmi la testa a morsi.
 
Non capisco perché Ossequi non abbia detto niente , eppure la mia immaginazione è molto colorita! Neppure una smorfia.
 
Dopo questo ragionamento mi ricordo che ho la bocca ancora aperta e la chiudo si colpo facendo ridere Alice.
 
Mi metto una mano davanti agl’occhi e balbetto la mia ultima frase forse:
- Datemi cinque minuti- Vedo Alice che ormai sta ridendo come una pazza ma non ne capisco il motivo.
 
Incomincio a chiedere scusa mentalmente a Edward e mi soffermo per discutere con Ossequi.
Scusa, io non volevo è che hai un effetto ipnotico su di me, non so spiegarti e come se quando i nostri sguardi si incatenano dei fili di acciaio mi legassero a te. Non so spiegarmi bene, mi dispiace.
 
E’ stato bello conoscerti, anche se di te so poco più del nome.
 
Levo la mano da davanti agli’occhi e sospiro.
- Ok sono pronto- Ormai so che la mia ora è suonata mi preparo e allungo le braccia intorno le gambe.
 
- Per cosa scusa?- Quella voce angelica e argentina la riconoscerei tra mille, è lei la donna che mi fa perdere il senso della realtà. E anche se so che pagherò anche per quest’ultimi pensieri sono felice di farli.
 
- Per essere ucciso..-
     

 

Continua…
 
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Recensioniiii ^^:
 

 ellesse POVERINO IL NONNINO INCRICCATO! Il mio è un giovanotto! Ascolta la musica house e balla pure!
Spero che questo capitolo ti piaccia, la persona strana incomincia a farsi conoscere sempre di più.
Bacioni aspetto che tu recensisca <3

ayumi_L E grazie di cosa io ti ringrazierò a vitata! Se lo faresti come lavoro sono sicura che saresti bravissima! Grazie per i tuoi complimenti! I vampiri sono mooolto possessivi e quindi penso che la reazione anche se è esagerata sia giustificata dalla sua natura. Ci sentiamo presto
Bacii
La tua Ossequi Monet
 

BallerineNere Che bello! Mi fa piacere che ci sia qualcuno apparte le mie fidate ragazze che recensisce.
Vorrei essere Ossequi anche io!
Ha una fortuna stratosferica!
Grazie mille per aver recensito!
Bacissimi.
Ossequi Monet. 

 

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Capitolo 13
*** Shoppiiiiing! ***


Heiiiii! Ma ciao! Come avete passato le feste? Io a casa….=( … davanti al Diario del Vampiro =). Chi di voi l’ha letto?
Il questo capitolo quelle pazze di Alice e Ossequi portano quel poraccio di Gioele a fare shopping. Si scoprirà anche perché Gioele pensava di dover morire …
Grazie per la ricomparsa Blooooo!
Risponderò alle recensioni con il nuovo metodo =)
Recensite in tantiiiii <3
 
http://blingee.com/blingee/view/120182547-Amy-lee-e-Steven-mcQuuen"  
 

Capitoli 13
Ossequi Monet
Shoppiiiing!

 

 
Lo dico sussurrando ma appena abbasso la testa trovo tutti a ridere come cretini. Alice ha addirittura fermato la macchina per il gran ridere.
 
Edward rideva a più non posso e dopo avermi messo una mano sulla spalla incominciò a parlare a fatica per le risate:
 
- Per morire? E chi dovrebbe ucciderti?- Ma allora…
 
- Voi non leggete i miei pensieri!- Non c’era altra spiegazione, se avessero realmente letto i miei pensieri Edward mi avrebbe staccato la testa all’istante.
 
- Ma certo che si, solo che i tuoi ci sono oscurati, la tua natura deve avere una specie di protezione dai nostri poteri.- Mi disse Ossequi; che fortuna che il loro potere non funzionasse su di me!! 
 
 
Pov Ossequi
 
Chissà a che cosa pensava. Se è arrivato a pensare che lo avremmo ucciso!
 
- Perché a cosa pensavi?- Edward aveva smesso di ridere e si era fatto serio facendo spaventare Gioele.
 
- Ma nooo a niente!- E una risata isterica usci dalle sue labbra.
 
- Bando alle ciance siamo arrivati!!- Alice stava parcheggiando e stava già pensando ai mille negozi che avrebbe visitato.
 
- Shopping!!!!- Io e Alice stavamo ridendo e urlando, adoravamo fare shopping.
 
Gioele ridendo chiese a Edward:
- Ma fanno sempre così?- E Edward aveva risposto con un espressione tragica annuendo con la testa.
 
- Vi ricordo che domani partiamo quindi va bene fare il guardaroba a Gioele ma non comprate duecento abiti anche per voi!- Si era aiutato muovendo le mani per esprimere il concetto e sembrava molto più buffo che autoritario.
 
Edward che conosceva le nostre abitudini ci stava rimproverando.
 
- Si si, come dici te…- Alice e io già stavamo pensando all’ultima collezione di Burberry.
 
Trascinammo Gioele per tutti i negozi e comprammo vestiti per un esercito.
 
- Ma io sono uno solo!- Si lamentava ma più continuava con le lamentele più ci incitava a comprare scarpe, cinture, camice e prodotti per il corpo.
 
- Alice guarda questa camicia! Spiccherà con il colore dei suoi occhi!-
Usavamo Gioele come una bambola da vestire.
 
- Scusate .. io non ho denaro.. chi pagherà tutta questa roba?- Aveva un espressione mortificata.
 
- Tu non ti preoccupare per il denaro, pagherò io!- Sul suo viso comparve un espressione buffissima che fece ridere me e Alice.
 
- Solo la camicia che mi avete fatto indossare costa 7oo dollari, e avete praticamente già portato alla cassa metà piano-
 
-Ma che mi fai i conti in tasca! Ci sono cose che non si possono avere per tutto il resto c’è MasterCard!- Detto questo io e Alice prendemmo per le braccia Gioele ridendo come bambine e lo portammo al piano superiore dove c’era l’intimo.
 
Appena salimmo vedemmo Gioele diventare rosso come un semaforo acceso.
Edward salvalo tu!
 
- Ci penso io a salvare questo giovanotto! Voi andate a dare un occhiata al piano superiore,mi pare di aver sentito qualche pensiero che parlava di una certa nuova collezione Prima Classe… - Edward con un sorriso trovò la scusa per farci scappare al piano superiore.
 
- Alice laaaaaaa! – E con l’entusiasmo di “questa è sparta!” Ci buttammo nella mischia di ragazzine che cercavano di arraffare le ultime borse.
 
Alla fine riuscimmo a prenderne due per miracolo. Non usavamo la forza per non fare del male a quelle scimmie urlanti ma era molto difficile visto che ti si buttavano letteralmente addosso!
 
- La bionda che mi ha tirato una gomitata tra le costole deve avere qualche slogatura! Guardala è viola in faccia!- Fece cenno verso una ragazza che si massaggiava il gomito sinistro e che boccheggiava con gli occhi lucidi.
 
Sentimmo una voce all’altoparlante che annunciava un fatto che ci era passato di mente… Natale!
 
Come abbiamo potuto dimenticarci del Natale!
- Alice.. pensi a quello che penso io?- La guardai con occhi allucinati e lei aveva la mia stessa espressione.
 
- Non qua! Internet!- E incominciammo a snocciolare una lista di siti dove comprare albero, decorazioni , regali e addobbi vari.
 
Appena arrivammo alla Volvo mi misi una mano in faccia e guardai Alice con un espressione colpevolizzante.
 
- Oddio!- Urlammo insieme e ci dirigemmo verso il centro commerciale per recuperare Edward e Gioele.
 
Li rintracciai con il mio potere. Stavano seduti a un bar. Edward parlava della famiglia in generale e Gioele stava accendendo una sigaretta.
 
- Scusateci è che eravamo moooolto distratte e ci siamo leggermente dimenticate che esistevate- Alice con un espressione sbarazzina si era seduta al tavolino seguita da me.
 
- Fumi?- Chiusi la mia mente. Vedere Gioele che fumava era uno spettacolo per gl’occhi. Quando sputava il fumo socchiudeva leggermente gli occhi  incorniciati da profonde occhiaie con fare esperto e maturo.
 
- Già, quando stavo a Volterra mi era proibito; ma Felix per scommessa fumò un pacchetto di sigarette e così trovai sempre le mie sigarette sotto tiro- Disse alzando la sigaretta che teneva tra l’indice e il medio della mano destra.
 
- Ossequi anche è una fumatrice- Disse Edward ricordando la sera passata da Forest…. Forest! Avrei dovuto avvertirlo che partivo!
Ricordami di avvisare Forest della nostra partenza!
Edward mi fece un cenno con il capo.
 
Alice girò la testa verso di me con fare interrogativo.
 
- B’è quando ero umana ero una fumatrice, anche se a Parigi girava più l’oppio che il tabacco –Parlai piano in modo che sentissero solo loro.
 
- Non sei mai stata una brava ragazza!- Edward con fare sarcastico scosse la testa.
 
Gioele intanto sbadigliava.
- Sonno?- Sembrava distrutto io e Edward eravamo a conoscenza della sua nottataccia.
 
- E’ stata una giornata stressante, ma più che altro avrei una certa fame.. ritorno subito!- Disse alzandosi  e dirigendosi verso il bar.
 
- Sai che vi dico? Che da oggi riinizio a fumare!- Ed entrai anch’io percomprare le sigarette. Una vampira che fuma, che barzelletta!
 
Alla cassa incontrai Gioele e pagai il suo panino e tre pacchetti di Marlboro Touch.
- Hai pagato te i vestiti? La commessa mi ha detto che era tutto apposto-
Aveva un espressione imbarazzata  gesticolava continuamente con le mani.
 

 

  • La commessa ha fatto il suo dovere- E sorridendogli lo spinsi dolcemente di fuori dove ci aspettavano gli altri ancora seduti.

Ci sedemmo insieme e cercammo di capire cosa stavano dicendo Alice e Edward.
 
Io con il mio potere potei risalire ai loro pensieri.

 

  • E quindi chi le porta la mia Pagani Zonda e la mia Lamborghini Diablo?- Chi le avrebbe portate? Non se ne parlava di lascarle da sole a casa.
  • Ma allora è vero che leggi nella mente!- Gioele mi aveva puntato un dito contro e aveva spalancato occhi e bocca.

Lo guardai un attimo ma poi mi rigirai e pensai a cosa mooolto più serie.
Incominciai a farmi schemi mentali per chi avrebbe portato le auto.
 
EmmettàIl suo fuori strada
Rosalieàla sa M3
Carlisleàla sua Mercedes
Aliceàla sua Porsche
Edwardàla sua Volvo
OssequiàAudi A6
JasperàPagani Zonda
EsmeàAston Martin Vanquish
 
Chi avrebbe portato la mia Diavoletta fino a Denali? Subito dopo compresi che le mie ipotesi era un po’ sbagliate..Edward non avrebbe mai affidato a nessuno la sua Aston Martin, quindi Esme avrebbe guidato la Volvo.
 
Edward stava ascoltando i miei pensieri e stava ragionando anche lui

 

  • Ecco doc’è il guaio di avere 9 auto!- non trovavo soluzione.

 
Vedemmo Alice che spalancava gli occhi e io e Edward dopo aver letto i suoi pensieri assumemmo la stessa espressione.

 

  • E la ducati di Jasper?- Ah! Quella fantastica Ducati che era proibito anche guardarla troppo. Quanto mi sarebbe piaciuto guidarla!

Ma quella non è un problema! La mettiamo nel fuori strada di Emmett!- Edward si pensava di aver risolto subito…
 

  • Si cos’ ammazza prima te che hai sparato l’idea e poi da fuoco a Emmett che guida l’auto!- Alice conosceva bene il suo compagno.

 
 

 

  • Mi spiegate di cosa diamine state parlando?- Aveva tutte le ragioni, Gioele non aveva i nostri poteri.

 
 

  • Stavamo discutendo del trasporto delle nostre autovetture- Gioele fece un espressione di chi ha capito tutto.

 
 

  •  
  • B’è che ci vorrà! Siate in otto quante macchine avrete?- Alice rise con quella sua risata cristallina e accavallando le gambe lasciate scoperte dalla gonna incominciò a snocciolare le auto di casa Cullen.

 
 

  • - E fin qui non c’è problema, poi c’è la signorina qui accanto che di problemi ne ha ben tre.- Alice dirigendo la mano con cui aveva enfatizzato il discorso verso di me mi incitò a delucidare i miei problemi.

 
Guardai prima Gioele che mi fece preoccupare un pochino.

 

  • Stai bene?- Mi stavo incominciando a preoccupare. Non dava segni di vita.

Edward gli agitò una mano davanti agl’occhi, ma niente.
Aveva la bocca spalancata, gli occhi persi a guardare il portacenere e le sopracciglia alzate. Non poter leggere i suoi pensieri era frustrante.
 
Quando Edward gli scosse leggermente le spalle si riprese e dopo aver preso una lunga boccata d’aria incominciò a parlare.

 

  • Dov’è!- >Disse tutto d’un fiato guardando Alice che si perse in una visione per cercare di capire a cosa alludeva Gioele.

Io e Edward scoppiammo a ridere insieme per la comicità della situazione.
 

 

  • E tu saresti caduto in choc solamente per la mia auto?- Edward era letteralmente piegato in due per le risate.

 
 

  • Ma che vi ridete! Io sogno di vedere una Vanquish da quando sono bambino!- E con una faccia offesa riprese a mangiare il suo panino.

 
 

Io e Edward ci girammo preoccupati verso Alice che era persa in una visione ma non facemmo in tempo a capire la situazione che tutto accadde velocemente. 
 

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Capitolo 14
*** La magie et la douleur. ***


Ciao splendori! Come state? Finalmente vi spiegherò quello che stava vedendo Alice nella visione.
Grazie per le recensioni, grazie di cuore!
Spero che continuiate a seguirmi.
Un bacio dalla vostra Ossequi Monet!
 
 
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Ossequi Monet
Capitolo 14
 La magie et la douleur.
 
 
 

Io e Edward ci girammo preoccupati verso Alice che era persa in una visione ma non facemmo in tempo a capire la situazione che tutto accadde velocemente.
 
Un cameriere  intruppò per caso un passante ma proprio nel momento in cui sarebbe dovuto cadere su Gioele finì agonizzante per terra.
 
 Vedemmo una scarica elettrica percorrergli il braccio e anche io provai dolore.
Tutti si alzarono e Gioele che non aveva ancora capito che la scossa era provenuta da lui si chinò per dare una mano al cameriere.
 

 

  • Non mi toccare!- Il ragazzo indietreggiò carponi con una faccia impaurita.

 
Io e Edward annuimmo insieme. Lui si occupò di portare via Gioele che con un espressione addolorata si fece accompagnare facilmente. Cinse con un braccio le spalle di Gioele e girando la testa verso di me mi mando un pensiero
Hanno visto tutti, occupatene tu.
 
E così mi chinai verso il ragazzo che era ancora steso per terra.
 
Sarebbe stato un lavoraccio costringere trenta persona che avevano assistito a credere che non fosse accaduto nulla.
 

 

  • Sta bene non è vero?- E afferrando glia la mano che mi aveva avvicinato incatenai il mio sguardo al suo per persuaderlo. Usai il mio potere

 
Dapprima sbatte le ciglia confuso ma poi strinse la mano che gli avevo offerto e si rialzò.
 
-C..certo, credo- Aveva un espressione confusa ma avevo fatto il mio dovere.
 
Inspirai profondamente e mi voltai per guardare tutti i testimoni.
Sfoderai il mio migliore sorriso e incominciai con tono persuasivo.
 
-Il ragazzo sta bene, non è successo niente- E li guardai uno per uno fissando questa convinzione nella loro testa.
Mi girai verso il ragazzo. Gli strinsi la mano e gli sorrisi.
 

 

  • Oh Grazie! Stavo per inciampare!-  E sorridendogli con ancora la mia mano intrecciata nella sua mi girai verso il pubblico ancora imbambolato sotto effetto del mio potere.

 
 

  • Il ragazzo è stato cos’ gentile!- Qualcuno gli sorrise poi tutti ritornarono a svolgere le loro azioni.

 
Lascai la mano del cameriere rivolgendogli uno sguardo imbarazzato e facendo un gesto con il capo ad Alice ci dirigemmo in macchina.
 
Mi preoccupava Alice, non capivo perché non aveva ancora aperto bocca.
Poi lessi i suoi pensieri. Avevo confuso le idee anche a lei per sbaglio.
 
Entrammo in macchina.
 

 

  • Hai cancellato loro la memoria?- Edward non si spiegata il loro radicale cambiamento di pensieri.

 
 

  • Ho soltanto confuso loro un po’ le idee- Alice…

 
Edward guardò la sorella che guardava serena lo scorrere del paesaggio.
Gli restituii l’accaduto dei fatti e si girò a guardarmi confusa.
 
Feci ceno verso Gioele e si girò anche lei a guardarlo.
 
Stava  rigirando la sua mano davanti agl’occhi incredulo.
 

 

  • S..sono stato io?- Non si spiegava l’accaduto.

 
Non feci in tempo a rispondere che Alice gli rispose avendo visto la risposta.
 
E in cosa consistono questi allenamenti?- Nella visione Gioele spiegava che una cosa simile gli era già capitata ma in forma lieve.
A Volterra, Aro gli faceva fare degl’allenamenti per sviluppare le sue potenzialità.
 
Gioele strabuzzò gli occhi sorpreso dal potere di Alice, scosse la testa e rispose con voce pacata.
 

 

  • Mi facevano dire strane cose in lingue antiche e mi facevano fare degli strani esercizi fisici, cose tipo salti in aria e strane peripezie. Avevo imparato a dominare gli elementi. Mentre per usare la telecinesi mi basta immaginare il movimento che voglio creare e copiarlo con le mano o le braccia.

 
 

  • Tuo padre era uno stregone?- Mi girai verso Gioele che stava nei sedili posteriori insieme a Alice. Guardava fuori il finestrino assorto nei suoi pensieri.

 
Vidi la risposta nella mente di Alice.
 
Suo padre era un ribelle e con la magia nera stava cercando di uccidere i Volturi che avevano rapito i suoi genitori.
Ma venne fermato e ucciso.
Mi girai a guardarlo e una lacrima rigò il suo viso.
 
Girandosi verso me e con uno sguardo carico d’odio cominciò a sfogarsi.
 

 

  • Hanno ucciso la mia famiglia per paura! E ora vogliono usarmi per i loro scopi loschi!

A Volterra i miei poteri erano come sopiti, ma ora sento in me una forza che non mi appartiene. Mi piacerebbe proprio far cadere i Volturi, stanno sterminando tutte le famiglie di streghe e stregoni e anche i dominatori degli elementi!- Scosse la testa con un sorriso sarcastico.
 

 

  • Se solo mio padre fosse qui … ora a Volterra ora ci sarebbero meno assassini in giro – E si girò a guardare Alice.

 
Il viaggio proseguì silenziosamente.
 
Arrivammo a casa e parcheggiammo in garage. Gioele sembrava essersi ripreso.
 
Quando uscimmo dalla macchina spalancò gli occhi per la meraviglia.
 
Alice corse su a riferire a Carlisle quanto accaduto e a dare una mano per gli ultimi bagagli.
 
Tutte le compere le avevamo lasciate in negozio. Saremo andati l’indomani prima di partire a  riprenderceli.
 
Rimasi in garage con Edward e Gioele.
 

 

  • Sai guidare?- Edward lanciò un mazzo di chiavi a Gioele che afferrandole le guardò con un sorriso imbarazzato.

 
 

 

  • Purtroppo no, di certo a Volterra era uno degli ultimi obbiettivi di Aro da farmi raggiungere.

Poi si avvicinò ad una macchina coperta da un telo. Aveva riconosciuto l’Aston Martin.
 
Edward annuì con la testa e Gioele la scoprì piano di pochi centimetri e poi fece due passi indietro.
 
Io e Edward ci avvicinammo l’uno all’altra.
 
Il ragazzo chiuse gl’ occhi e dopo aver inspirato profondamente fece un inchino e alzò una mano facendo il gesto di scoprirla.
Sentii un brivido partirmi dal palmo della mano a salire fino al gomito per poi smorzarsi come una miccia interrotta.
 
Edward mi guardò e io rimasi sconcertata, poi ci rigirammo vedendo il velo sollevarsi dalla macchina.
 
Risi come una bambina davanti ad uno spettacolo di magia. Gioele ci diede una rapida occhiata ma poi si rigirò a osservare l’auto come ammaliato.
 
Un leggero vento si alzò dal pavimento del garage scompigliandogli i capelli. Era bellissimo. Edward appena lesse i miei apprezzamenti su Gioele si girò preoccupato a guardarmi ma appena lo abbracciai mi accarezzò una guancia.
 
Sentimmo lo stomaco di Gioele brontolare e immediatamente il vento svanì e ridemmo insieme.
 

 

  • Sarà meglio mettere del carburante nel serbatoio!- Edward mise una mano dietro la schiena di Gioele incitandolo ad andare si sopra per primo.

 
Arrivammo alla porta che conduceva al salone e Gioele prima di aprire la maniglia si girò verso l’auto e con un leggero svolazzo delle dita rimise il velo al suo posto. Edward gli sorrise. Appena gli altri ci sentirono finirono i loro discorsi su quello che era accaduto con quel cameriere
 
Quando arrivammo in salone Esme ci venne incontro con un espressione veramente arrabbiata.
 

 

  • Edward Cullen! Guarda questo ragazzo quanto è stanco!

L’avete fatto scarpinare tutta la mattinata! – E dopo aver fulminato con gli occhi Edward e Alice spinse dolcemente Gioele per le spalle invitandolo  a sedersi.
 
Tutta famiglia Cullen si sedé a tavola. Il tavolo era imbandito per nove anche se l’unico che avrebbe mangiato era Gioele.
 

 

  • Esme! Ma .. non riuscirò a mangiare tutto neanche in una settimana! – E ridemmo per l’espressione di Gioele.

 
 

  • Non devi mangiare tutto, è che non sapevo cosa ti piacesse così ho preparato un po’ di tutto. – e c’era veramente di tutto lì sopra.

 
 
Il ragazzo stava letteralmente divorando il cibo con gl’ occhi.
 
Iniziò prendendo una fiamminga di fettuccine cui nome lessi nella mente di Esme: Fettuccine all’umbra. Erano tutte pietanze italiane.
 
Dopo la seconda forchettata alzò gli occhi quasi lucidi e incominciò a riempire di complimenti.
 
Finita la pasta guardò la bottiglia d’acqua.
 
Carlisle stava per prenderla avendo capito che avesse sete ma io lo bloccai.
Carlisle mi guardò strano ma io gli mandai un messaggio annuendo in direzione di Gioele che mi guardava complice.
Carlisle guarda il ragazzo.
 
 
E sorridendo a Gioele tutta la famiglia si girò a guardare il ragazzo.
 
Alzò le mano all’altezza delle spalle. Stavolta il brivido che provai fù quasi doloroso tantè che balzai dalla sedia.
 

Mi guardarono tutti preoccupati ma con il mio dono li convinsi che non era niente. Chiusi la mia mente a Edward. L’unico che non riuscii a convincere fu Jasper che affinando gli occhi continuava a sentire il dolore che quelle scosse i stavano causando.
 
Mi sistemai sulla sedia e girandomi verso Gioele gli altri si concentrarono su di lui. Jasper continuava a tenermi d’occhio.
 
Con uno scatto della testa svitò il tappo. Un dolore acuto mi colpì alla nuca.
 
Un “ohh “ di stupore uscii dalla bocca di tutti erano come incantati.
 
Persino Rosalie non assunse la sua aria indifferente e arrogante.
 
 Io sentivo il corpo percorso da mille scariche che infuocavano le vene. Jasper con il pensiero si accertava che stessi bene. Come risposta gli mandai un semplice Non so cosa mi stia succedendo ma non è niente di grave. Non servì a rassicurarlo.
Ma dopo le mie lamentele si rigirò anche lui a guardare lo spettacolo del ragazzo.
 
Aspettavamo tutti un altro suo movimento.
 
Incominciò a formulare frasi in una lingua da me sconosciuta in uno svolazzo di parole di cui a stento capivo le parole.
 
Mentre parlava  velocemente l’acqua nella bottiglia si agitava e le scosse ritornavano. Che fossero i suoi poteri a farmi questo? Ma perché solo io? Negl’altri non c’era segno di dolore.
 

Quando incominciò a muovere le braccia l’acqua abbandonò la bottiglia.
 
Faceva degli intrecci con le braccia che ricordavano le danzatrici indiane.
 
L’acqua imitava gli intrecci che Gioele faceva.
 
Esme rideva imbambolata vedendo l’acqua volare sulla sua testa in forme varie da conigli che zampettavano nel nulla e rondini che si intrecciavano in un volo di corteggiamento.
 
Il liquido si trasformò in un grande falco e incominciò a salire su per l’alto soffitto. Non ce la facevo più a stare sul posto il dolore era diventato lancinante. Riusciva a smuovere la mia anima muta.
 
Mi sollevai leggermente ma ogni mio movimento era uno sforzo estremo.
 
Dovevo andarmene. Jasper non aveva tardato a capire quello che mi accadeva.
 
Condivideva parte del mio dolore con lui. Cercava di alleviarmi le sofferenze ma era troppo anche per due.
 
Il falco incominciò a prendere quota e in un tuffo a testa in giù si precipitò nel bicchiere riscuotendo un applauso.
 
Ma dirò molto poco perché proprio nel momento in cui l’acqua riempì il bicchiere sentii mancarmi.
 
Poteva un vampiro svenire?

 
Continua… 

 

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Capitolo 15
*** Nuovo potere ***


 Ciaoo! Scusate l’immenso ritardo dovuto a problemi tecnici.
Dopo un periodo di vacanza è tornata la vostra carissima Ossequi Monet!
La nostra Ossequi è svenuta, e perché?
Lo scoprirete solo leggendo. Recensite in molti!
Un bacio!

http://it.blingee.com/blingee/view/120941313-Ossequi-Monet-e-Gioele" target="_blank" title="Ossequi Monet e Gioele">Ossequi Monet e Gioelehttp://image.blingee.com/images18/content/output/000/000/000/735/693426688_848941.gif" title="Ossequi Monet e Gioele" width="400" />
http://it.blingee.com" target="_blank" title="Editor fotografico online">Editor fotografico online

 
 
                                                                                                                     Ossequi Monet
                                                                                                                     Capitolo 15
                                                                                                                     Nuovo potere
 
 
Pov Gioele.
 
Stavo concentrato su i miei movimenti per far muovere l’acqua.
Quando il falco si tuffò  nel bicchiere applaudirono tutti quanti ma subito dopo si interruppero.
 
Si precipitarono tutti intorno a Ossequi.
 
Stava stesa per terra sembrava … svenuta. Svenuta??
 
Poteva un vampiro svenire? O Mio Dio! La mia Ossequi era a terra. Mi precipitai al fianco di Edward che era quello più vicino alla mia dea.
 
Stavo per impazzire.
 

  • Presto! Portatele dell’acqua! Allontanateci deve prendere aria!-
 
  • Si per i capelli- Ossequi riaprì gli occhi e rispose con tono roco, tutti si rilassarono per il suo umorismo, segno che stava bene.
 
Ma cosa era successo? Una vampira poteva svenire? E soprattutto, perché?  Al ricordo di averla vista sdraiata per terra così inerme.
 
Il cuore mi si era annodato e mi si era accelerato il battito cardiaco. In quei pochi giorni che la conoscevo mi ero reso conto che lei era una sorta di elisir per me. La sua vicinanza mi faceva sentire forte come non mai. Un suo sguardo era capace di farmi perdere la memoria e i suoi sorrisi mi facevano battere il cuore a mille.
 
Da quando stavo a casa Cullen i miei poteri erano come sbocciati.
 
Sbocciati come l’amore per lei.
 
Ma si può amare una persona dopo averla conosciuta solo da due giorni e averci parlato si e no una volta?
Pareva di sì, sentivo un attrazione verso a lei che andava oltre tutto.
 
Pov Ossequi
 
Ora avevo ben capito. La causa dei miei malori era Gioele.
 
Appena usava il suo potere io ne rispondevo. Era come se Jane mi sorridesse.
 
Carlisle mi diede una mano per alzarmi e mi misi seduta.
 

  • Cosa ti è successo?- Ma la voce di Carlisle venne subito interrotta da quella di Edward.
 
  • Stai bene? Ma come è possibile? Ti era mai capitato? Perché mi ha chiuso la mente?-
 
 
Poi Alice si perse in una visione e la mia mente venne inondata di immagini come quella di Edward.
 
Io ci ero già arrivata ma ora anche Alice e Edward ne vennero a conoscenza.
 
Gioele era la causa.
 

  • Tu! Come ti sei permesso? Hai usato i tuoi sporchi trucchetti su di lei? Cosa le hai fatto? Avanti parla!- Edward bloccato per le braccia da Emmett e Jasper si era avventato su Gioele che era inciampato per terra per lo spavento.
 
Sembrava confuso e disorientato. Incominciò a balbettare spaventato come non mai.
 

  • I..io n..on so di c..c..cosa stai parlando. Io n..on ho f..fatto nulla-
 
  • Volete spiegarmi cosa sta succedendo? Edward calmati! Come può centrare Gioele?- Carlisle con il suo tono calmo e risoluto era riuscito a mettere a bada le urla di Alice e Edward. Esme era preoccupata e seduta accanto a me aggrappata a un mio braccio.
 
Alice e Edward incominciarono a parlarsi uno sopra all’altro ma io li interruppi.
 

  • Perché non fate spiegare a me?- Li guardai un po’ arrabbiata e sbuffando annuirono. Intanto Gioele si era rialzato e spostato vicino a Rosalie lontano da Edward che non la smetteva di mandargli sguardi assassini.
 
  • Già stamane quando il i poteri di Gioele si sono presentati ho provato come una scarica, ma leggera. Ora con tutto quest’uso della magia le fitte si sono intensificate. Jasper se en era accorto ma non essendo una vampira non mi ero preoccupata.- Edward fulminò con lo sguardo il fratello che abbassò lo sguardo imbarazzato.
 
  • Ho sentito come una scarica di adrenalina percorrermi la spina dorsale provocandomi dolore. Ma so che Gioele non era intenzionato a farmi male. Ho letto che il vostro amico Eleazar si occupa di riconoscere e saper maneggiare questi poteri. Potremmo parlarne con lui.- E mi girai per guardare negl’occhi Carlisle che dopo aver riflettuto e mostrato le capacità di Eleazar annui.
 
  • Scusa, io non volevo mi dispiace. Da quando sono arrivato in questa casa ho provocato solamente danni. Sarà meglio che io me ne vada- Gioele mortificato si prese tutte le colpe che non gli appartenevano.
 
  • Sono d’accordo- Mi girai inviperita a fulminare la bella vampira a cui apparteneva la voce. Come si permetteva!
 
  • Ahhhh – Rosalie che stava in piedi aveva la schiena piegata in due in una posa innaturale e urlava di dolore. Mi preoccupai e appena mi alzai la vidi cadere per terra boccheggiante.
 
  • Io ti uccido!!!- Emmett era partito questa volta bloccato da Edward Carlisle e Jasper. Pensavano tutti che anche volta centrasse Gioele.
 
Il ragazzo di schiacciò addosso al muro, bloccato. Aveva una confusione terribile. Lo stavamo incolpando di mille cose di cui non era neanche colpevole.
 
Mi frapposi tra lui e Emmett con avvinghiati i tre vampiri.
 

  • Fermo! – E si fermò di un tratto. Ma come era possibile. Un attimo prima avrebbe spallato montagne per vendicarsi su Gioele e ora al mio comando si era bloccato immediatamente.
 
Avrei giurato di non aver usato il mio potere.
 
Rosalie si era ripresa del tutto, sentivo dai suoi pensieri che non provava più dolore. In quell’attimo in cui si era piegata in due sentivo dalla sua mente tutta la sofferenza che aveva provato.
 
Gioele ansimava velocemente apriva e chiudeva la bocca come un pesce fuor d’acqua.
 
Jasper mi si avvicinò e mi mise una mano sulla spalla. Mi incominciò a guardare profondamente negl’occhi poi capii quello che stava facendo. Stava sondando le mie emozioni.
 
Alice era stava in disparte ancora furente ma poi dai suoi pensieri capii che aveva intuito qualcosa. Ma lo nascondeva bene.
 
Si illuminò e correndo vicino a Edward che guardava Emmett scioccato dalla sua calma lo girò per un braccio.
 
Si mise in punta di piedi e lo baciò.
 
Edward l’allontanò non riuscendo a capire. Ma che era diventata matta tutta insieme? Si allontanò da fratello con un’espressione triste. Edward cercava di sondare la mente di Alice ma trovava solamente delusione.
 

  • Voi non state bene! – Esme era scioccata, vedendo la scena.
 
Alice si girò verso il marito e annuì in un cenno silenzioso.
 
Previdi i pensieri di Jasper un secondo prima che il suo pugno arrivò alla guancia di Gioele facendolo cadere per terra.
 
Lo guardai furente e immediatamente urlò e si piegò a terra agonizzante. In quel momento capii. Ero io la causa del dolore di Rosalie e Jasper.
 
Mi ripresi immediatamente  e con occhi allucinati mi schiacciai al muro.
 
Jasper tranquillo si alzò e mi sorrise. Ma erano tutti impazziti?
 
Carlisle corse al telefono per fare una telefonata a Denali. Lo sguardo di Alice guizzava da Edward e Gioele. Lessi i suoi pensieri. Lei e Jasper avevano intuito che ero io a possedere quel potere. Stavano cercando di farlo riaccadere per esserne certi.
 
Alice era delusa perché la mia reazione venne scatenata da Gioele e non da Edward. Nell’istante in cui lessi i suoi pensieri anche Edward ne venne a conoscenza. Mi guardò di sbieco mi fece un sorriso tirato e andò a dare una mano a Carlisle che prendeva alcuni suoi libri per portarli in viaggio.
 
Jasper spiegò tutto a Esme, poi dai pensieri di Carlisle capii che dovevamo partire in quel momento.
 

  • I bagagli li carico io!- Così Rosalie scomparì stando ben attenta a non passarmi vicina.
 
 

  • Io vado a prendere gli acquisti di ieri!- Emmett se ne andò anche lui con il suo pickup.
 
  • Ma andare dove?- A Gioele non aveva spiegato niente nessuno.
 
  • Via.- E lasciandogli un occhiata per vedere se si era ripreso andai in cucina da Edward.
 
Lo abbracciai da dietro ma era teso.
 
Mi sollevai in punta di piedi aiutata dai tacchi. Gli baciai il collo e sembrò sciogliersi sotto le mie labbra.
Gli mordicchiai il lobo dell’orecchio e chiuse gli occhi.
Si girò a velocità vampiresca e incominciò a baciarmi furiosamente.
 

  • Tu sei mia!- E bruscamente mi prese in braccio buttandomi nel vero senso della parola sul tavolo della cucina. Incominciò a mordermi il collo. Era un misto di passione, piacere e dolore che mi mandava in estasi. In pochi secondi ci eravamo dimenticati di tutto il resto. Del fatto che avevo nuovi poteri, che stavamo per partire … tutto era superficiale.
 
Sentivo l’erezione di Edward strusciarmi contro le cosce lasciate nude dal corto vestitino nero. Quando una mia mano si intrufolò sotto la sua cintura un ringhio roco e eccitante uscì dal suo petto come una bolla. Mi strappò le spalline del vestito e lo ridusse in brandelli. Mi guardò famelico mentre io cercavo di mettere mano sulla sua camicia che mi sembrava così d’intralcio.
 
Si impossessò della mia pelle, leccando baciando e mordendo ogni centimetro. Mi morse un capezzolo da sopra il reggiseno e ruggii come una pantera.
 
-Tutto bene?- Ci girammo di corsa verso quella voce famigliare, pura innocente e tanto serafica da sembrare quella di un cherubino. Gioele aveva messo un piede nella cucina.
 
Cercai di coprirmi e in meno di un secondo Edward mi mise addosso la sua camicia mentre si avvicinava pericoloso al ragazzo.
 
Mi sbrigai ad abbottonarla e bloccai Edward per un braccio.
 
-Lei è mia! Capitolo! Solo MIA! – Gli sputò quelle parole intrise di veleno e gelosia.
 
Gioele stava indietreggiando scusandosi e dicendo che non avrebbe mai immaginato di trovarci in quella situazione.
 
Mi venne in mente una cosa che avevo sormontato.
 

  • Forest!- Urlai ricordandomi che dovevamo almeno andarlo a salutare, e magari lasciargli un regalo. Per esempio la mia casa a Forks che avevo comprato appena arrivata.
 
  • Già, dobbiamo andarlo a salutare..- Edward divenne tutt’ad un tratto calmo.Emmett spuntò da dietro alla porta camminando come se niente fosse e facendomi l’occhiolino se ne andò via.
 
 

  • A..avete detto Fo.. forest?- Gioele aveva gli occhi spalancati.
 
  • Si ma cosa ne puoi sapere te che sei qui da pochi giorni??- L’aria arrogante di Edward era tornata.
 
 

  • Abita a Port Angeles ed è un ritrattista?- Aveva indovinato, ma come aveva fatto?
 
  • Si, ma come fai a saperlo?- Già , non ne avevamo mai parlato.
 
  • Quando siamo arrivati a Port Angeles io e i Volturi passavamo per una via e lui voleva fare un ritratto a Jane. Prima si è fatta fare il ritratto e abbiamo conversato poi, quella serpe l’ha attratto dietro un vialetto e …-  Gioele abbassò la testa e bastò per farci capire.
 
Non parlai finché non arrivammo a Denali.
 
 
Continua…

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Capitolo 16
*** Non ero più io. ***


 

 

Holaaa! Come state? Oggi è San Valentino! *_* la festa degl’innamorati. Che fate in questo giorno di festa? Io sto a casa -.-

In questo capitolo assisteremo alle riflessioni di Ossequi e capiremo quanto lei e Gioele sono legati.

 

Ringrazio la mia beta ayumi_L  per l’infinito impegno e l’amicizia che mi ha regalato =/)

Grazie ancora…

 

E poi ringrazio MaryLouise che si è offerta di creare la copertina della storia. A mio parere perfetta e bellissima. Cosa ne pensate?

Grazie mille per l’impegno, la fatica e la passione con cui l’hai creata.

 

 

Ossequi Monet

Capitolo 16

Non ero più io

 

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Il colpo di grazia mi era arrivato con le parole di Gioele.

 

Ma cosa stava succedendo alla mia vita? Cosa? Devo essere dannata per sempre e questo già lo so, ma non basta? No, evidentemente a qualcuno piace farmi soffrire.

 

In Forest avevo trovato una specie di Zio. Andavamo lì quasi tutti i pomeriggi. Parlavamo spesso. Io e Edward lo avevamo aiutato spesso e in molte cose.

 

Ed ora… anche lui mi ha abbandonato. La sua vita è stata succhiata da quella arpia di Jane.

 

Scorreva in me la sete di vendetta. Il mio umore era fortemente legato al mio nuovo potere. Che stava incominciando a diventare un peso difficilmente controllabile.

 

Quando Gioele mi disse quelle parole non feci molto. Mandai un messaggio mentale a Edward e la chiusi. Non potevo lasciarmi andare. Non lì.

 

Prendo l’Audi che è stata già caricata e incomincio ad andare. Ho visto la strada nella mente di Carlisle. Ci vediamo a Denali.

 

Andai di sopra e misi il primo vestito che mi capitò. Lungo fino al ginocchio. Nero come la notte, di velluto. Lasciava spalle e quasi interamente la schiena scoperte. Le maniche erano a sbuffo e si aprivano in una campana.

In vestito di una strega. Abbinai degli stivali neri lunghi fino a metà coscia pieni di nastrini anche essi neri.

 

Lasciai un ultimo sguardo alla camera che era stata partecipe delle lunghe notti in cui io e Edward avevamo consumato la nostra lussuria chiamandoci e desiderandoci. Soffiai un bacio verso la finestra e me ne andai chiudendo la porta.

 

Scesi velocemente verso il garage. Incontrai Esme che caricava alcuni bagagli. Non la degnai di uno sguardo, non risposi neanche alle domande che mi fece. Probabilmente non le sentii nemmeno. La mia mente era come avvolta da una patina isolante.

 

Uscii dal garage e premendo l’acceleratore al massimo andai in un posto che avevo scoperto in una serata di caccia.

 

Era una specie di radura, piccolina. L’estate doveva esser ricoperta di fiori. In inverno era un luogo lugubre. Ci si arrivava per una strada strettissima e poi si apriva in uno spiazzo ovale, piano e ricoperto di foglie secche.

 

Parcheggiai sul ciglio della strada e mi incamminai verso quel sentiero.

 

Appena ci arrivai continuai fino al centro. Feci un mezzo giro su me stessa lasciandomi cadere all’indietro.

 

Avevo i capelli sparsi per il prato. Le braccia incrociate in petto e le gambe unite. La posa di un defunto.

 

E in quel momento mi sarebbe piaciuto morire davvero. In fondo avevo vissuto abbastanza fino ad ora.

 

Sentivo i rumori della foresta. Avevo tutti i muscoli irrigiditi dalla paura di far riaccadere ciò che era successo con Jasper e Rosalie, ma ora non c’era nessuno e potevo lasciarmi andare.

 

Sentii come un onda lasciare il mio corpo. Emanavo energia pura.

Ma da dove venisse non ne avevo la più pallida idea.

 

Sentivo come delle scosse percorrermi il corpo, la sensazione che si prova quando mille formiche corrono sul tuo corpo. Ma i brividi erano interni.

 

Presi e rilasciai un lungo respiro e cercai di riordinare le idee.

 

Che io sappia, i vampiri non possono sviluppare poteri dopo la trasformazione. Al massimo possono fortificarli. Tutto era iniziato con l’arrivo di Gioele, la sua presenza aveva fatto sbocciare qualcosa in me sopito da monti anni. Un potere nuovo quello sì. Era inevitabile però che quel mezzo vampiro così speciale aveva scatenato in me anche un nuovo potere che non mi aveva mai toccato. Quello di amare

 

Dovevo stare sempre attenta a non pensare a lui più di tanto. Edward era sempre vigile sui miei pensieri. Non volevo far soffrire Edward ma dall’arrivo di Gioele era come se la mia mente avesse cambiato direzione. Edward contava sempre meno e non volevo farglielo sapere, così le volte in cui ci amavamo passarono a valvola di sfogo per me.

 

Cosa aveva Gioele di tanto alchemico per me? Perché quelle reazione? Era come se fossimo destinati a stare insieme ancor prima che ci conoscessimo.

 

Il sentimento dell’amore l’avevo sentito nelle menti di milioni di persone, e lo sentivo in quella di Edward verso me. Ma ora che sembra toccare me non riesco a riconoscerlo.

 

Eppure non ho mai parlato più di qualche volta con Gioele.

 

A ridestarmi dalle mie riflessioni fu un rombo a fine strada seguito da pensieri molto chiari. Era Alice che aveva avuto una visione su dove mi trovassi. Mi alzai ma invece di andarle incontro cominciai a correre verso un'altra direzione. Non sapevo cosa ci fosse lì ma correvo sempre più veloce. Era la velocità che usavo di solito, correvo al massimo ma sentivo in me come se questo non era il limite. Come andare a 200 quando sai bene che la macchina ti può portare a 300. Così incominciai a scattare più velocemente e mi sorpresi di quanto potevo andare più spedita.

 

Sentivo quelle scosse percorrermi i muscoli e darmi nuova forza. Intravidi che davanti a me il bosco finiva in una scarpata altissima. Non mi sarei fatta niente. I pensieri di Alice erano ormai lontani ma sapevo bene che avrebbe avuto una visione.

 

Non mi sarei fatta niente… Non ci pensai un memento, 100 metri prima dello strapiombo spiccai il volo.  Il volo dell’angelo … o meglio dire il volo del vampiro.

Gambe unite, braccia aperte, petto e testa infuori. Volavo, libera di volare.

 

 

Pov Gioele.

 

Stavo in macchina con Carlisle. Parlavamo tranquilli quando mi mancò il respiro. Per una decina di secondi credetti di morire.

 

 Non ero libero di respirare qualcosa me lo impediva.

 

Poi un tonfo di puro dolore mi ridiede il respiro.

 

Pov Ossequi

 

Quella caduta libera di una decina di secondi mi permise di sentirmi libera senza il peso di tutte quelle preoccupazioni. Tenevo gli occhi chiusi e non avevo la più pallida idea di cosa ci fosse a fine strapiombo.

 

La risposa mi arrivò quando l’acqua mi baciò il viso. Avendo preso velocità nella caduta e così esplorai il fondo del lago. Quando risalii e mi avvicinai a nuoto alla riva mi aspettava Alice.

 

Aveva uno sguardo assassino. Mi issai su e appena mi alzai mi si parò davanti  e mi diede uno schiaffo facendomi voltare la testa dall’altra parte.

 

Si era preparata psicologicamente che la conseguenza sarebbe stata quel dolore atroce che avevo inflitto anche a Jasper e Rosalie ma non fu così.

Non me lo spiegai neanche io.

 

Non c’era da parlare o discutere, Alice mi capiva. Capiva tutta la mia confusione e parlando con Jasper capii anche che tutti i sentimenti per suo fratello stavano sfollando.

 

-      Andiamo prima a casa, ti fai una doccia e ti cambi- Ci prendemmo per mano ed iniziammo a correre. Mi accorsi che dovevo sforzarmi per andare al suo passo. Sapevo correre più velocemente.

 

Arrivate alle nostre rispettive macchine ci incamminammo andare a casa.

 

Non ero più io.

 

Pov Gioele.

 

-      Sta bene? Respira profondamente! Guardami guardami!-

 

Non ci riuscivo, era come se l’ossigeno non mi arrivasse al cervello.

 

Carlisle mi fece una leggera pressione sul petto e inspiegabilmente un fiotto d’acqua uscì dalla mia bocca.

 

Con occhi sgranati guardai la mia camicia bagnata d’acqua. Era acqua di fiume. Lo sentivo dall’odore.

 

Chiusi gli occhi e gettai la testa all’indietro. Faticavo a respirare. Una mano di Carlisle teneva il mio busto in posizione retta. Sbuffai. Ma cosa stava succedendo? Era come se stessi per affogare.

Da dove veniva quell’acqua che avevo appena sputato?

 

-      Tutto apposto?- Carlisle si era preoccupato, non si spiegava neanche lui l’accaduto, ma d'altronde chi poteva?

Annuii non ce la facevo a parlare, mi bruciava troppo la gola.

 

Dopo un controllo finale Carlisle andò a prendermi un cambio di dietro e dopo essermi rivestito ripartimmo.

 

-      Sbrighiamoci ad arrivare a Denali – aveva borbottato sgommando sull’asfalto.

 

Non ero più io.

 

Pov Ossequi.

 

Dopo essermi fatta una doccia mi vestii alla svelta e scesi in salotto dove mi aspettava Alice.

 

-Alice..- Mi avvicinai a lei, c’era una cosa che dovevo fare prima di partire.

 

-      Non voglio che Edward sappia della mia piccola follia, ti dispiacerebbe farti cancellare quel ricordo?- Gli tornò alla mente l’incidente con il cameriere a Seattle e sorridendomi serafica e scuotendo leggermente la testa mi diede l’okay.

 

Chiusi gli occhi, ispirai profondamente e quando li riaprii incominciai la persuasione.

 

-      Gli altri sono già partiti, noi dovevamo prendere gli ultimi bagagli, ora le macchine sono cariche, dobbiamo solo ripartire. Abbiamo passato tutto il tempo a fare i bagagli. Non è successo null’altro –

Mi guardò confusa, gli poggiai una mano sulla spalla, sbatte gli occhi in stato di confusione ma poi dopo avermi guardata bene negl’occhi annuì.

 

Il mio classico ghigno/sorriso comparve sul mio viso e anche Alice si aprì in un tenero sorriso sbarazzino.

 

-      Allora? March! Abbiamo un viaggio da affrontare.-

 

E così ripartimmo come se nulla fosse accaduto. Ora a Denali avrei scoperto qualcosa in più su quello che mi stava accadendo.

 

Continua..

 

Ringrazio chi mi ha messo tra i preferiti come autrice:

ayumi_L 
 
Blody_Alice
 
izabela
 KiSsia
 
pixieandsoilder

 vittorio211195

 

Ringrazio chi ha messo questa storia tra le preferite:

Blody_Alice
cassandra_black
Diamonds
MaryLouise
pulciolotta 90

 

Ringrazio chi ha messo la storia tra le seguite:

 

ayumi_L
Blody_Alice
blondgirl

cesarina89
francesca_sielo
FranciWhitlock
KiSsia
Worleater
x___MoReTtiNa_InNaMorAta___x

 

Ringrazio chi ha messo la storia tra le ricordate:

Blody_Alice
fata93

 

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Capitolo 17
*** Non mi avrebbe fermato nessuno.. ***


Ciao.. * me timida scrive questa introduzione * scusatemi del ritardo! Scusatemi tanto! Questo capitolo non è neanche betato … ma non è colpa della mia fantastica beta eh! Siamo entrambe impegnatissime
La scuola entrambe, la musica da parte mia, gli esami da parte sua, impicci e ca**i vari. Ringrazio chi continua a leggere anche con questi ritardi.
In più sono stata anche male! Ma ho visto che ha compito quasi tutti.. e voi vi siete ammalate? Spero di no, ma quest’anno è stato tragico fin dall’inizio.
Spero che continuiate a leggere =/)
Baci!

 
Capitolo 17
Ossequi Monet
Non mi avrebbe fermato nessuno.

 

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Avevo visto la strada nella mente di Carlisle e Edward così arrivai senza problemi a destinazione.
 
Appena varcai il cancello mi arrivarono voci mentali conosciute e anche di nuove. Aspettavano me. Voci cristalline che erano ben nascoste nelle loro teste, cariche di preoccupazioni ma venivano ben mascherate da sorrisi e risatine argentine.
 
Mi colpì molto la discussione che stavano avendo Carlisle con Eleazar nello studio del secondo.
 
Stavano parlando di me e Gioele ma appena sentirono il motore della mia auto si interruppero e uscirono in salone. A stento riuscivano a trattenere i pensieri data la loro intensità ma riuscivo a captare solo frasi sconnesse.
 
C’erano tutti tranne Jasper e Alice. Alice distava da me pochi chilometri, sarebbe arrivata a momenti. Suppongo che Jasper sia ripartito per prendere la moto.
 
Parcheggiai fuori il viale e scesi. Mi aspettavano tutti in veranda. Era una casa grande e spettacolare come quella a Forks.
 

  • Salve- pronunciai appena mi avvicinai alla scalinata. Dei cordiali sorrisi erano dipinti sui loro volti. Sentivo le persone che non conoscevo studiarmi. Io le conoscevo già come le mie tasche avendo letto di loro nei pensieri dei Cullen.
 
  • Piacere, io sono Tanya e questa è la mia famiglia – Appena finì la frase Edward- che se ne era stato dentro a studiare i pensieri di Carlisle e Eleazar- mi abbracciò di slancio e mi diede un leggero bacio sulle labbra. Sentii Tanya ribollire di rabbia. Dai suoi pensieri capii che aveva un interesse particolare per Edward, supposizione che vennero poi confermate dai pensieri di Edward. Già tempo fa avevo sentito dire di una specie di relazione tra i due ma Edward non aveva mai collaborato molto. Tania restava una succube e come tutti quei vampiri appartenenti alla specie vogliono ottenere la persona che vogliono, e non si arrendono finché non la ottengono.
 
  • Come mai hai tardato?- Era pura preoccupazione in tono in cui Edward mi parlò. Cercava con gli occhi una risposta spogliandomi con lo sguardo e intanto perlustrava la mia mente, ma non avrebbe trovato nulla. Ultimamente il mio potere era aumentato e riuscivo a nascondere i miei pensieri come se nulla fosse.
 
In quel momento arrivò anche Alice, Edward sondò la sua mente e trovò la spiegazione, naturalmente avevamo fatto tardi per i bagagli. Ero riuscita a nasconderli per bene.
 
Carmen, la compagna di Eleazar abbracciò il folletto e gli diede il  benvenuto in spagnolo. Era la sua lingua natale.
 
Avevo ancora lo sguardo di Tanya addosso, cercava di fulminarmi con gli occhi. Se aveva in mente di presentare la sua famiglia non ci riuscì. Sbuffò e se ne andò. Carmen assunse un espressione preoccupata ma si riprese subito, conosceva il carattere della vampira.
 

  • Perdonala, è un po’ suscettibile – Sorrisi a Carmen che si stava avvicinando a me. Mi mise una mano dietro la spalla facendomi staccare da Edward, che con un sorriso tirato si scostò leggermente
 
 

  • Io sono Carmen, e loro sono … - E finendo con un ampio sorriso lasciò la parola alle due vampire davanti a me. Carmen aveva il potere di attaccarti il sorriso. Aveva una bocca carnosa rossa come il fuego.
 
  • Piacere io sono Irina, ma penso tu lo sappia già , Eleazar ci ha detto che hai lo stesso potere di Edward – Era molto bella, aveva dei capelli biondi che le scendevano morbidi dietro alle spalle.
 
In quel momento mi colpirono i pensieri di Eleazar che era rimasto dentro a … studiarmi. Si mi stava studiando. Il suo potere era di riconoscere i poteri, e anche se non poteva leggere nel pensiero incominciarono a fluire in lui delle conoscenze sul mio potere che neanche io sapevo. Era come un aura in completa evoluzione, quando “vide” che i miei poteri aumentavano sempre di più si accigliò facendomi preoccupare.
A ridestarmi dai miei pensieri fu la vampira di nome Kate.
 

  • Piacere, io sono Kate, benvenuta in casa- E mi sorrise, anche lei era molto bella, aveva dei capelli biondo arancio che facevano spiccare il colore dei suoi occhi, testimoni della nostra comune dieta.
 
Sentimmo in rumore di un oggetto di vetro spaccarsi al piano di sopra. Era Tanya che stava sfogando i suoi istinti omicidi su di me. A parte io e Edward che conoscevamo la causa del rumore gli altri rivolsero lo sguardo verso il piano superiore.
 
Edward sbuffò e dopo aver fatto un cenno a Carmen andò sopra.
 
Carmen mi esortò ad entrare. Carlisle mi sorrise, ma con un sorriso tirato e preoccupato. Le sue preoccupazioni erano rivolte a Gioele che leggendo la sua mente scoprii a dormire in una stanza.
 

  • Piacere, sono Eleazar, sei la benvenuta nella casa. Potremo parlare un attimo nel mio studio?- Come se i vampiri nella stanza accanto non avrebbero sentito con l’ostacolo di un muro. Lessi i suoi pensieri, dietro gli avvenimenti sui miei nuovi poteri c’erano strabilianti collegamenti con Gioele. Mi accorsi che riuscivo a leggere non solo i suoi pensieri correnti e attuali ma anche ciò che aveva pensato in passato e messo in una parte lontana nella mente.
Nello stesso momento ne venne a conoscenza anche lui avvertendo la mia aura cambiare si preoccupò ancora di più.
 
Aprii la bocca involontariamente scossa da pensieri continui.
C’era una leggenda, che narrava di un ragazzo discendente da un unione di una mazza vampira ed un mago …
 
Gioele era il figlio di quella medesima unione …
 
Il ragazzo avrebbe acquistato poteri inimmaginabili quando avrebbe trovato la sua anima gemella.
 
Dal nostro incontro i nostri poteri erano cambiai molto …
 
La mente di un vampiro era spartita in una parte razionale e una istintiva . Queste due metà mi si erano accavallate, non riuscivo a capire più niente, non sentivo nessun pensiero ma scrutavo avidamente la mente di Eleazar che stava incominciando a preoccuparsi.
 
Poi due cose successero così velocemente che non capivo neanche quello che facevo. L’istinto stava risvegliando in me solo la belva.
Sentii il rompersi di un vetro e dopo pochi secondi la gola incominciò a bruciarmi.
 
Ma non era quel bruciore che si risolveva con una fuga e dell’aria fresca … quella sete andava soddisfatta.
 
Ossequi mi abbandonò, si risvegliò in me il demone assetato di sangue.
 
Ruggii come una tigre e esponendo i canini mi diressi a d una velocità assurda di sopra.
 
Sentii un urlo di una voce femminile chiamare il mio nome. Io dovevo trovare la mia preda. L’odore del sangue mi bruciava le narici e mi infuocava le vene. Incominciai a salire le scale pregustando la soddisfazione di quel dolce e caldo liquido che mi avrebbe appagata. Arrivai al piano superiore e la vidi … la mia preda.
 
Appena mi vide dimostrò confusione, io a differenza avevo le idee chiarissime. Indietreggiò e capii che il sangue usciva dalla pianta dei suoi piedi, si era tagliato con dei vetri. Mi leccai le labbra con la lingua e la passai sui canini che scintillavano pronti.
 
Appena scattai la mia visuale si puntò solamente sulla preda. Persi la visuale e mi accorsi di ritrovarmi schiacciata per terra con un vampiro biondo sopra di me che mi bloccava.
 
Sentivo nella mia mente come delle punture ma non capivo da dove provenissero, non mi importava niente sarei anche potuta morire ma dovevo soddisfare la sete che mi divorava.
 
Mi immobilizzai e il vampiro sorpreso tentò di allentare la presa ma appena lo fece una piccola vampira mora urlo di nuovo:

  • No Jaspeeeeer!- E appena il vampiro si girò per guardare la vampira urlante io lo sbalzai addosso al muro che si sgretolò.
 
  • Fermatela!- Non mi avrebbe fermato nessuno.. io dovevo soddisfare la sete. Schizzai attraverso le persone che mi si paravano davanti. Altri vampiri si erano posti davanti alla mia preda. Illusi.. non mi avrebbe fermato nessuno.
 
Non sapevo come ma l’istinto mi disse di alzare una mano in loro direzione. Volevo sbalzarli tutti e in corrispondenza del mio pensiero finirono tutti per l’aria. Non mi avrebbe fermato nessuno. La mia preda era lì inerme. Mi avvicinai felina e lo vidi piangere mentre si attaccava al muro, Sentivo l’odore della sua paura farmi impazzire. La gola mi si incendiò quando feci un altro passo. Sentii una mano dietro la mia nuca e dopo un dolore allo stomaco. Qualcuno mi aveva piantato un pugno nel ventre mentre un altro mi reggeva.
 
Incominciai a ridere istericamente, volevano forse farmi male? Vidi la preoccupazione farsi largo nei loro volti.
 

  • Ossequi? Ossequi?- Sentivo che mi scuotevano le spalle e chiamavano il nome di una donna. Smisi di ridere, basta avevo perso abbastanza tempo. Chiusi gli occhi e sorridendo dissi una parola con un sorriso leggero  che mi si fece largo dal mio subconscio.
 
  • Dolore – con voce smielata pronunciai quelle sei lettere e chi mi tratteneva finì inarcato a terra mentre si reggeva la testa. Delle donne strillarono. Non sapevo neanche io quello che facevo ma mi stava facendo raggiungere il mio intento. Avrei ucciso tutti e avrei bevuto fino  a l’ultima goccia di quel sangue che aveva il profumo più invitante che avessi mai sentito.
 
Spostai di nuovo la mia visuale sulla preda. Non era scappata. Stava in piedi, tranquillo mentre sul suo volto scorrevano lacrime.
 

  • Fermi tutti – Un vampiro aveva finalmente fermato tutti quei stupidi tentativi di arrestarmi. Avevano capito che contro di me non c’è nulla. Io sono la morte.
 
  • Ma lo ucciderà!-  e certo, mica volevo giocarci.
 
  • Ho detto fermatevi- E dopo uno scambio di cenni tra loro di sfuggita ripresi a guardare interessata la mia preda. Era ancora in piedi ad aspettare il dolce soffio della morte.
 
Con uno scatto repentino gli fui vicino  e lui sussultò. Di solito le prede scappavano.. non mi voleva far giocare … che cattivo, andava punito.
 
Gli sorrisi maliziosamente, lui non si spaventò alla mostra dei miei canini ma si dipinse sul suo volto un espressione si delusione. Deluso per cosa? Non mi importava tanto stava per morire.
 
Fece un ultimo passo indietro tagliandosi ancora di più con i vetri sparsi per terra. La mia gola si infiammò ancora di più. Ero arrivata al limite, era la sua ora. Stava per suonare e io avrei diretto l’orchestra.
 
Pov Edward.
 
Mentre litigavo con Tania lei buttò un vaso fuori dalla stanza e fece svegliare Gioele che dormiva nella stanza accanto. Stavo controllando anche i pensieri di Ossequi, in quel momento stava apprendendo la notizia.
 
L’ingiusta notizia che lei era destinata a stare con quel ragazzo spuntato dal nulla. Stranamente non provavo il dolore che avrei provato un tempo ma solo un senso di leggera pesantezza in fondo al petto.
 
Le mie riflessioni vennero interrotte da l’odore di sangue fresco che aleggiò nell’aria. L’unico a potersi tagliare era Gioele. Ma non mi faceva tanto effetto, l’odore del suo sangue era poco invitante e mischiato con il dolce profumo di vampiro.
 
Non capii più nulla, i pensieri di Ossequi erano spariti. Non c’era più lei in compagnia di mio padre e Eleazar di sotto … c’era un demone.
Non sentivo più la mente della mia adorata e amata vampira ma una belva assetata di sangue. Uscii dalla stanza e trovai Gioele che cercava di camminare  evitando i vetri. Neanche in una frazione di secondo si materializzò Ossequi, o quello che era diventata alla fine del corridoio.
 

  • Non è più lei!- urlai per avvertire gli altri che c’era la possibilità che gli facesse del male.
Ma cosa stava succedendo? Con l’arrivo di questo Gioele la nostra vita era mutata  in un guaio continuo. Stavo sprofondando in un vortice senza ritorno. Avevo perso la donna che amavo. Neanche nella caccia riusciva a cambiare il suo modo di pensare. Dovevo intervenire, fare qualcosa, cercare di difendere Gioele ma non ci riuscii. Mi impedii di caprie cosa stava succedendo. Guardai con disprezzo la sciai di sangue che stava per terra che non attirava i nostri sensi. Ma per Ossequi era nettare divino.
 
Aprii la stanza accanto e me ne andai mentre sentivo vari pensieri.
 
Ossequi stava attaccando, stava facendo del male a i miei fratelli, avevano scoperto che aveva lo stesso potere di Jane, Stava per uccidere Gioele … tutto mi passò davanti superficialmente. Come se non fosse nulla … ma in fin dei conti, quella non era la mia Ossequi.
 
Non riconosceva neanche noi che le siamo stati accanto, c’era solo la sete di  sangue nella sua mente. Tutto così superficiale … Sarebbe morto un innocente e forse tutta la mia famiglia. Volevo morire anche io.
 
Continua…

 
Ringrazio:
 
ellesse la mia geniaccia che mi parla in dialetto *_* Grazie per continuare a recensire ;) E posta anche te! ^^
 ayumi_L che mi beta, mi sopporta e mi è amica! Grazie d’esistere! <3
MaryLouise la mia sciasciona che mi ha fatto la copertina, mi recensisce e mi scrive originali fantastiche :)

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