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Sette mesi prima, nel prosperoso villaggio di Coco, una
banda di briganti aveva saccheggiato e ucciso molti uomini. Il capo banda, un
uomo viscido di nome Arlong, come pegno per la salvezza dei superstiti, aveva
chiesto cibo, bevande e donne.
Una di queste era la moglie del capo villaggio Genzo e con questa scusante, quasi ogni settimana, i
banditi tornavano e richiedevano le solite condizioni.
L’ agricoltura così
come la manodopera, cominciò a scarseggiare. Lo splendore del villaggio
poco a poco svaniva dando vita a uomini che con le loro famiglie tentavano la
fuga, chi riuscendoci, chi fallendo, intercettati dai banditi. Era diventato un
villaggio ridotto allo stremoe come ultima soluzione, il capo
villaggio, si prefissò di chiamare in aiuto un samurai.
Gli era giunta voce che questo, aveva annientato un intero
esercito con l’ ausilio di una sola spada e non
aveva mai fallito una sola missione.
Quest’ uomo straordinario
proveniva da Wa No Kuni…
La primavera era ormai alla fine…
I fiori di ciliegio facevano cadere i loro rosei petali
sulla strada principale causando così, per chi aveva cuore di fermarsi,
uno spettacolo davvero meraviglioso.
A vederli, la figlia minore del
capo villaggio,era a sedere sulla staccionata della propria abitazione. Aveva
deciso di prendersi qualche minuto di riposo mentre finiva di raccogliere i
mandarini del proprio frutteto per darli infine a quella bestia senza cuore di
Arlong.
Nami, era questo il nome della ragazza, lo odiava
profondamente; non solo aveva avuto la briga di uccidere gli uomini più
validi favorendo così la distruzione del villaggio ma facendo in modo,
che rivolte cittadine fossero impossibili… inoltre, sua madre era
prigioniera…
Non sapeva se fosse viva o meno, ma suo padre, così
come sua sorella Nojiko ci speravano…ancora.
Strinse gli occhi, scendendo poi dalla staccionata dove si
era seduta, per poi tornare a svolgere il suo lavoro.
I mandarini erano la cosa più preziosa che possedeva.
Appartenevano a sua madre e sempre, fin da quando era bambina, l’ aveva
aiutata nella coltura e nel trattamento di questi. Prese tra le mani un
mandarino maturo staccandolo dall’ albero e
depositandolo nella cesta vicino ai piedi.
Un sospiro si affacciò alla sua bocca. Qualche mese
prima, suo padre aveva contattato quel misterioso samurai chiedendogli
aiuto… la sua lettera era giunta al mittente, questo era una cosa sicura
dato che ricevette risposta immediatamente.
L’ unica cosa che la metteva
in dubbio era … quando sarebbe arrivato!? Avrebbe veramente salvato il
villaggio e sua madre!?
La sua attenzione venne a mancare quando vide un uomo
percorrere la strada principale e guardarsi spaesato attorno. Aveva un enorme borsa sulle spalle dall’ aria molto pesante
e al fianco, tre katane…
Sollevò un sopracciglio Nami…chi era!?
Fece cadere nella cesta gli ultimi mandarini e
cominciò a fissarlo… i petali di ciliegio gli cadevano attorno e
qualcuno di questi, si posava sopra la sua testa o sulle spalle che velocemente
con una mano, scacciava via…
Dallo yukata
nero che portava, si poteva intravedere il suo fisico…
Arrossì Nami…bhe, era
passato molto tempo da quando aveva visto uomo così affascinante…
Scosse comunque il volto, dandosi al contempo dei leggeri
colpetti, tornando così alla propria occupazione…
Nel giro però di pochi secondi, la sua testa si volse
in automatico tornando a sbirciare per la via principale l’
uomo, nel caso fosse ancora nei paraggi…
Ah! Eccolo li! Oh si che era nei paraggi…Oh si che lo
poteva vedere perfettamente… e quell’uomo le stava rubando un
mandarino!!!
-HEY!-Gli urlò rossa in volto correndo alla propria
staccionata.-CHE DIAVOLO STA FACENDO!?- Questo si era
arrampicato sulla staccionata per prenderle un mandarino abbastanza
maturo…Sollevò in alto entrambe le sopracciglia quando vide Nami
contrariata e infuriata.
-Mi scusi…-Scese con i piedi tornando a posarsi sul
terreno.-Sono vostri?-
-Cavolo si!-Sbraitò prendendogli di mano il mandarino
che aveva preso.-Sono miei!-
-Vogliate perdonarmi…-Abbassò il volto-Credevo
fossero mandarini cresciuti spontaneamente e non avente proprietario…-
-E da quando dei mandarini oltre una staccionata non sono di
nessuno!?-Lo vide alzare le spalle e abbassare la
testa.
-Sono desolato…-Si scusò-Non
era mia intenzione derubarla…-
-Però l’ ha fatto!- Lo vide alzarsi di scatto e
spalancare gli occhi.
-Ho detto mi dispiace!-Il suo tono pacato mutò
diventando più ostile.-Non l’ ho fatto
apposta!-
-No l’ ha fatto per davvero!-Le fini sopracciglia del
volto, cominciarono a diventare dure…
-Signorina, le ho detto che mi dispiace-Volle
riprovarci-e ora se vuole scusarmi…- Le voltò le spalle prendendo
la borsa poggiata poco prima a terra e caricandosela sulle spalle.
-Aspetti!-Lo fermò afferrandolo per una manica dello yukata.-Lei è un viandante!?-
Nuovamente si voltò verso di lei sbuffando infastidito.
-Mi lasci!-
-Risponda alla mia domanda!-Insistette decisa. L’ uomo, non potè
fare altro che accontentare la sua sete di sapere…
-E allora? Anche se lo fossi?-Storse il naso Nami, lasciandogli
immediatamente la manica e fissandolo negli occhi.
-La volevo solo mettere in guardia dai pericoli!-Lo
avvisò cacciandosi dietro l’ orecchio una lunga ciocca di capelli.-Questo villaggio è sotto l’ assedio di
banditi! Sono molto pericolosi! Le conviene tornare indietro se ha cara la
vita!- Un espressione neutra dopo il suo monito,
continuò a essere stabile sul volto del nuovo arrivato.
Per nulla impressionato, le si avvicinò col volto e
posò entrambe le braccia sulla staccionata. Un sorriso derisorio comparve
sulle sue labbra facendola andare in bestia.
-Uao, grazie della
storia…-Fissò il mandarino che ancora Nami teneva in
mano…-Ora posso averlo se non le dispiace? Non mangio niente da tre
giorni!-
Un grugnito indistinto passò per la gola della rossa.
Caricò il braccio e il mandarino lo colpì in fronte rotolando poi
in modo circolare a terra…
-SOFFOCATEVICI!-
-Padre-Di corsa, dopo quell’ incontro, Nami corse nella capanna di suo
padre.-Padre!-
-Non adesso Nami!-L’ uomo era a vagare nel giardino
cercando di una soluzione a qualcosa che lo preoccupava…
-Che vi succede!?-Non lo aveva mai
visto così preoccupato ultimamente… L’ uomo si fermò
sospirando e spiegando ogni cosa infine, alla figlia.
-è arrivato il samurai di Wa
No Kuni!- Sgranò gli occhi Nami per quella
strabiliante notizia.
-è fantastico!-Esultò, ma quando vide la
reazione negativa del padre, si convinse che qualcosa non andava per il verso
giusto…-Però?-
-Però richiede un compenso…-Liberò
infine la sua preoccupazione.-Inizialmente, aveva
richiesto per ogni testa recisa, la bellezza di almeno 1500 berry…-
Smise di respirare Nami… mille e cinquecento per una sola testa!? L’ esercito di Arlong teneva più di duecento
uomini!
-è una somma troppo alta!-Sbraitò.
-Lo so…-Chiuse gli occhi-E sono riuscito a convincerlo
a scendere di quota si soli 500 offrendogli cibo e sakè
pregiato…-Si portò una mano in fronte massaggiandosela.-Sono sicuro di far diminuire il prezzo
offrendogli…-Esitò a guardare la figlia-Una donna…-Nami fissò il padre.-Solo che…al villaggio
donne bellissime ormai non ce ne sono… le ha prese Arlong…- Quella
frase la preoccupò così come la offese… non c’erano
donne bellissime!? E lei cosa era!?
Aveva delle curve e un seno mozzafiato, capelli ramati lunghissimi e un intelligenza superlativa…
Se era per salvare il villaggio e sua madre…si! Si
sarebbe concessa a quel samurai!
-Padre!-Lo chiamò-Mi offro
io!-
-COSA!?- Nami si strinse nelle
spalle.
-è l’ unica soluzione
no?-Abbassò di poco il volto-Si insomma… non c’è
altra scelto no!?- vide Genzo titubare…
-Nami…-
-State tranquillo!-Le sorrise incoraggiandolo-Tutto si
sistemerà!-Ormai rassegnato per quella scelta, indicò alla figlia
di andare dentro la capanna.
Entrambi entrarono e a Nami… per poco non venne un
infarto…
-Nami-Genzo
la superò-Questo è il prodigioso
samurai di Wa No Kuni…-Glielo
presentò mentre questo, era intento a mangiare… sul tavolo aveva
una fila di scodelle e resti di ossa di qualche animale…
inoltre…vicino a lui, c’era ancora intatto un mandarino…
E quel mandarino lo riconosceva bene…
-Nami ti presento, Roronoa
Zoro…- Sentendosi chiamare in causa, il samurai si voltò e anche
lui sgranò gli occhi a sua volta trovandosi nuovamente di fronte a
quella pazza furiosa incontrata poco prima lungo la strada…
salve a tutti gente, siamo tornate con una nuova storia che
è tutta made in rolo^^ non vi sveliamo nulla perchè sennò non sarebbe figo!
xDcooooomunque, speriamo
che la fic vi piaccia e vi aspettiamo in tanti con i
commenti. altrimenti vi mandiamo bonkure
a predicare la gay way a casa vostra!!!!
Stentava ancora a crederci, quell'accattone il leggendario
samurai che li avrebbe salvati dalla loro triste sorte?
-Padre, è uno scherzo vero?
Non può essere lui la nostra salvezza!-
-Perchè, cos'ha che non
va?- Chiese perplesso Genzo,
vedendo quanto sua figlia fosse scandalizzata.
-Già, cos'ho che non va?- Zoro per sicurezza, si
annusò sotto l'ascella, sollevando un braccio.
-Ecco...- Nami si spiaccicò
la mano sulla faccia, esterrefatta a quella vista. -Ma vi rendete conto? Questo
qui, stava per rubarci un mandarino prima!- Indicò il frutto sul tavolo.
-Quello!!-
Zoro prese in mano il suddetto frutto e cominciò a
sbucciarlo, con calma apparente. -Veramente, me l'hai regalato tu!-
-Nami, non si dicono le bugie.- La
rimproverò suo padre, massaggiandosi le tempie stancamente. Si
accasciò su una sedia vicino a Zoro e cominciò a riflettere.
-Bugie?! Padre, io non dico mai- Il
padre la interruppe guardandola serio, la ragazza allora prese
posto anche lei e mal volentieri cercò di calmarsi.
-Comunque sia,- Cominciò a
dire Genzo, guardando Zoro. -Non ci aspettavamo di
certo un ragazzo. Il samurai che tutti aspettavamo, era un uomo... Stando ai
racconti di tutti.- Si grattò la testa
aspettando la replica di Zoro.
-Ecco si.- Ingoiò tutto
d'un fiato il mandarino appena sbucciato. -Mmm...- Mugugnò dopo averlo gustato. -Complimenti, il
migliore mai assaggiato.-
-E ci credo!!- Protestò
Nami.
-Scusi signorina, potrebbe non interrompermi ogni cinque
minuti?- Chiese il ragazzo con garbo, ma con evidente sarcasmo.
Il viso di Nami diventò rosso dalla rabbia.
-Il samurai di cui tutti parlano,
era mio pare, Ryuma. Purtroppo un mese fa circa
è deceduto...-
E qui Nami non resistette più e si rialzò
dalla sedia, sbattendo le mani sul tavolo. -COSA?!-
Urlò scandalizzata.
-Nami, contegno!- La sgridò
suo padre. Genzo incrociò le braccia,
socchiuse gli occhi e cominciò a riflettere... Arrivò al punto
anche lui. -COSA?!- Ripetè
le stesse azioni della figlia.
Zoro non fu per nulla intimorito dalla reazione dei due, con
calma, si mise a spiegare.
-Già, era vecchio ormai, non era più lui il
samurai di cui tutti parlano già da un po'...-
Incrociò le braccia, poggiando la schiena nello schienale della sedia.
-Praticamente mi ha passato il lavoro! Ecco si,
è andata così. Vi aiuterò io con quell'uomo che vi
tormenta. Beh a patto che io abbia la mia ricompensa.-
Genzo tornò a grattarsi la
testa pensieroso. -Ecco... Se dice che può aiutarci lei, va bene. Ci
sarebbe solo un piccolissimo problema...-
-Quale, piccolissimo problema?-
-Beh... Non sono rimaste donne belle da quando c'è
Arlong... Le ha portate tutte via.- Guardò Nami
e le diede una spintarella verso il samurai. -Però ci sarebbe mia
figlia! E' giovane, carina, molto corteggiata!!-
Nami arrossì a trovarsi così vicino a lui,
esposta al suo sguardo esaminatore.
Zoro difatti la stava guadando da cima a fondo, controllando
che la "merce" fosse di suo gusto.
-Mh...-
Storse il naso. -Nah, non mi ispira. Beh, pazienza, spero di non sapere troppo
presto della vostra morte.- Raccolse veloce le sue
cose ed uscì dalla casa, lasciando Nami e Genzo
esterrefatti.
-Ma dove va?!-Urlò Genzo sbarrando gli occhi.
-TORNI QUI!!- Lei non si
limitò ad urlare e cominciò a riconrrerlo.
Lo raggiunse di corsa e lo strattonò per il braccio
facendolo fermare.
-Si?-Chiese candidamente Zoro girandosi verso la ragazza.
-Ma vi sembra il modo?! Mi avete
palesemente rifiutata!-
-Non siete questo granchè...
Penso sia stata solo un po' di presunzione e orgoglio da padri.-
La ragazza gli diede una manata dietro la nuca.
-Ahi!-
-Io non sarei bella?!-
-Ho visto di meglio, vi basta? E poi siete una ragazzina...Io voglio una donna vera!!-
Era il colmo, non poteva resistere oltre a quelle offese.
Lei una ragazzina?
-Ah si?!- Si aprì il kimono
sopra l'obi facendo mostra del suo florido seno. -E
queste sarebbero da ragazzina?!-
Zoro dal canto suo, rimase imbambolato a guardare quello
spettacolo che la ragazza davanti a lui gli stava
offrendo.-Uhm... Son tutte vostre?-
-Ma certo che si, siete stupido o
cosa?!-
-Uhm... Non lo so... Certo, son due bellissime
argomentazioni. Ci devo pensare.- Girò i tacchi
e continuò per la sua strada, lasciando lì Nami col petto al
vento.
In preda alla rabbia più nera, la ragazza si richiuse
frettolosamente il kimono e lo rincorse.
-Fermatevi! Insomma!-
-Lasciatemi riflettere, suvvia.-
Cammina cammina, arrivarono
all'uscita del villaggio, inoltrandosi nel bosco.
-Ma non ha senso! Tornate a casa mia e
parlate con mio padre!-
-E di cosa, delle vostre...- SI
interruppe avendo sentito qualcosa.
Assottigliò lo sguardo verso i cespugli e gli alberi
che li circondavano.
Nami si avvicinò a lui, vedendo com'era diventato
serio. -Cosa vi è preso?-
-Shh... C'è qualcuno...- Allungò un braccio facendole cenno di
nascondersi dietro di lui. -Si, abbiamo visite.-
Una freccia li passò vicinissima, andandosi a
piantare nel tronco dell'albero dietro Nami. Lei si fece sfuggire un gridolino. -Aiuto, ci ammazzano!-
-Uscite fuori, vigliacchi!!- Zoro
aveva sguainato una delle spade, dopo aver fatto andare Nami dietro la sua schiena.
A quel richiamo, un gruppo di brutti ceffi nascosti in viso
e armati di arco e spade, uscirono allo scoperto.
-Chi siete?- Chiese Zoro sbuffando a quella vista.
-Sono uomini di Arlong.- Disse risentita Nami, riconoscendo
il tatuaggio che ogni uomo aveva sulle spalle scoperte.
-Carini...- Commentò Zoro,
abbassando la spada.
-E tu chi saresti?!- Uno dei brutti
ceffi parlò, rivolgendosi a Zoro.-Non vogliamo
forestieri e intrusi qui!-
-Siete voi gli istrusi, maledetti!!- Urlò Nami in preda alla rabbia per quel
comportamento da sbruffoni.
Quelli per tutta risposta li circondarono sempre di
più, uno di loro si avvicinò a Nami.
-Nessuno ha chiesto il tuo parere, donna!-
Zoro lo stese con un pugno. -Quanta scortesia.-
I compagni dell'uomo rimasto a terra, sguainarono le spade e
si lanciarono su Zoro con l'intenzione di farlo fuori. Il samurai spinse Nami
facendola cadere a terra si, ma fuori pericolo.
Uno ad uno li eliminò, ma ne lasciò uno solo vivo. Questo, giaceva a terra
tremante e disarmato. Era quello che aveva insultato Nami.
-Non fai più tanto lo sbruffone senza compagni e
senza armi eh?- Gli disse Zoro, piantado la spada nel
terreno ad un centimetro dalla mano del bandito. -Adesso torni dal tuo capo e
gli dici di non infastidirmi mai più con voi idioti.-
Ancora non si era alzato.
-VAI!!-Gli urlò Zoro
sguainando l'altra spada come minaccia.
A quel punto, l'uomo fuggì inciampando ogni tre
secondi dalla fretta che aveva di scappare via.
Nami, che era rimasta seduta a terra per tutto il tempo con
le mani sugli occhi, si accorse che lo scontro era finito. -Posso guardare
ora?-
-Sisi, fate pure.- Lui stava
ripulendo la sua spada.
Nami si tolse le mani dagli occhi e si rialzò.
-Ecco, per questi scemi qui, voglio un extra di 4000 Berry.-
Disse Zoro una volta finito, contando i cadaveri.
-Cosa?!- Nami lo afferrò per
il colletto del kimono. -Come potete chiedere una cosa del genere?! Sapete bene che siamo un villaggio povero!- Piano, piano,
lasciò la presa. -E per giunta... Non volete nemmeno me,
quindi non possiamo proprio pagarvi...-
Il samurai sbuffò e le mise una mano sulla testa, la
differenza d'altezza era evidente.
-E va bene.-
-E va bene, cosa?-
Zoro sbuffò ancora e le girò le spalle. -E va
bene ti prendo.-
-Non sono un pacco!-
-Non protestate sempre...- Le
afferrò un braccio, portandola sulla strada verso casa.
-Quindi è fatta?!- Chiese
entusiasta, Genzo, una volta che i due tornarono a
casa
-E' fatta si.- Confermò
Nami, massaggiandosi le tempie. Chissà che emicranie, ad evere un marito del genere. Ed era solo l'inizio!
-E come l'hai convinto?-
-Con la mia parlantina.-
-Due gran belle parlantine!- Intervenne Zoro, ricordandosi
all'improvviso delle suddette "parlantine".
Subito, una manata gli arrivò dietro la nuca da parte
di Nami.
-Cretino!!-
Genzo li osservò. -Sembrate
già sposati.-
Ola ^^ Qua è Rolo che
parla! XD siamo tornare io e Hime a riscrivere fan fic insieme! Ci mancavano questi momenti^^ Ad ogni modo, ho
qualcosa da spiegare…come sempre…
Per questa fic, vi anticipo che mi
sono inspirata alle puntate ora in onda di Heros…
ehehe! Si, la tv la mattina
mi fa MOLTO male… Ad ogni modo, seguiamo la “base” per il
resto, ce lo inventiamo come viene! In 2 giorni, abbiamo sfornato 9 capitoli,
ma aspetteremo con la pubblicazione per il semplice fatto che hime la settimana, non è online.
La vedrò solo fine settimana causa università…
Io ho avuto la fortuna di averla il pomeriggio… ma ad
ogni modo, spero che apprezziate ugualmente anche se
andiamo piano…
Ringraziamo: Yuuki // Tsuki // BlackPanter // Nami 19 per aver commentato ilprimo cap
e ringraziamo anche chi ha inserito la fic tra le
preferite ^^
-E’ mio padre
che ha deciso che vi stabilirete da me-Gli volle ricordare mentre
ripercorrevano il viale per tornare alla capanna di Nami. -Certo,-Scosse il capo
Zoro-altrimenti avrei dormito in mezzo alla strada…-Un
ghigno si presentò sul suo volto.-E voi ne sareste stata
felice…- Girò le spalle Nami, torreggiandolo e
prendendolo per un lembo dello yukata. -Senti un
po’…Presuntuoso che non sei altro, ho accettato di
prendervi come marito per salvare il villaggio!-Storse il naso-Voi non
mi piacete!- O almeno, caratterialmente. -Non mi
ignuderò di certo per compiacere i vostri
gusti…-Le prese la mano liberandosi e riprendendo a
camminare. -Siete…-Strinse
i pugni-Un … Un altezzoso!- -Cavolo!-Si
tappò le orecchie-Voi siete sempre a
lamentarvi…-Piegò la testa da una parte-Non mi
conviene prendervi in moglie!- Un moto d’ ira per quanto
sentito, fece salire il sangue e tingere le gote a Nami… -Ormai è
tardi!-Gli urlo. -Lo so-Nuovamente si
fermò e le accarezzò il mento per poi, battere
dei colpetti sotto.-Perciò abituati, mogliettina mia-
Il sole stava ormai
tramontando dando tinte rosse e rosa al cielo… -Ora che ci
penso…-Zoro sistemò la sua roba in un angolo
della stanza.-Potrò mangiare mandarini in eterno!- Entrambe
le sopracciglia di Nami si abbassarono facendole comparire
così un espressione truce. -PREGO!?- -Quel che mio
è tuo…-Iniziò a spiegarle-E quel che
è tuo…- -E’
mio!-Specificò subito lei. -Si, è mio- -No!-Lo
corresse-E’ mio!-Anche il samurai aggrottò la
fronte. -E’ di
entrambi…- -E’ solo mio!- -SIETE UNA TIRCHIA
AVARA!-Grignì-Non era così che volevo mia
moglie…-Si alzò scostando la tendina e uscendo
fuori… Sospirò Nami
mettendosi comoda a sedere… Beh, nemmeno lei aveva sognato
un marito così… Nei suoi sogni, lui era
ricco… Bello come il sole e muscoloso e forte come una
roccia… Voleva che la comprendesse, che la facesse sentire
al sicuro, che l’ avrebbe amata… Cercò di
pensare a quello zotico samurai… Beh, ricco…
Uhm, se pretendeva tali ricchezze, per tutte le sue missioni poi,
sarebbe diventato ricchissimo… Bello? Si, era
piacente… E forte? E muscoloso!? Ok, anche queste erano sue
caratteristiche… La comprendeva!? Uhm, aveva accettato di
sposarla per le sorti del villaggio ergo aveva compreso la sua
preoccupazione e il suo spirito di sacrificio? Forse… Per quanto riguardava la
protezione… -OH AL
DIAVOLO!-Imprecò alzandosi da terra e battendo i piedi. LUI
era il tipico marito che aspettava… Solo una cosa non
andava: il carattere… Lo avrebbe sopportato
col tempo o sarebbe andata a finire ad una clinica per pazzi!? Aspetta… Ma
nel periodo Edo non c’erano cliniche… Andò anche
lei fuori e lo vide sulla staccionata a fissare il sole che moriva tra
gli alberi… Sospirando, gli si accostò e si
arrampicò anche lei a sua volta. -Perché vuoi
tanto una moglie?-Gli domandò così di punto in
bianco. -Una moglie è
l’ ideale… Una persona su cui fai
affidamento… Qualcuno che ti aspetta…-Chiuse gli
occhi.- Inoltre, ancora non è stato proclamato un metodo per
fare bambini senza un essere di sesso opposto…- Gli occhi di
Nami tornarono sottili sottili… -Vuoi un figlio!?- -Certo!-Ridacchiò
lui-Devo tramandare l’ arte della spada.-Ne sfilò
una che teneva attaccata alla cintola.-E’ un dovere della mia
famiglia…- -Perciò,-Volse
il volto da un'altra parte-vuoi un erede- -Prima non pensavo a
queste cose…-Ammise-Ma ora che mio padre è
morto… Ne ho il dovere…-Sospirò.
Rimasero insieme a fissare il tramonto per poi, scendere e andare a
cenare in casa.
Un uomo, sanguinante e
tremante, si presentò dinnanzi al proprio capo… I briganti avevano
occupato il tempio locale, facendo strage dei monaci e usandolo come
propria dimora… -Parla.-Furono le sole
parole dell’ uomo-Perché ci sei solo tu? Dove sono
finiti gli altri!?-Tremante ancor di più, col volto si
schiacciò a terra fino a toccare con la fronte le fredde
assi di legno. -Chiedo
perdono… Ma siamo stati sconfitti…-Un
sopracciglio scattò all’ insù sul volto
di Arlong. -Sconfitti?-Il suo tono
divenne duro-E da chi!?-L’uomo cominciò a piangere. -Da un uomo…
Aveva delle katane… Credo un samurai!-Arlong si
alzò dal suo trono e cominciò a vagare per la
grande stanza in modo circolare. Ai lati, c’erano i suoi tre
soldati più fidati… -Un uomo…- -Si signore!-Gli diede
conferma. -Solo?-Scosse il capo. -Era con una
donna… Ma non ha partecipato allo scontro! Era la figlia del
capo villaggio!-Un sorriso comparve sul volto di Arlong. -Molto bene-Gli
voltò le spalle.-Voi-Indicò i suoi addetti-fatelo
fuori…- -EH!?-Stentò
a crederci l’ uomo. -Sei sordo!?-Lo prese
per i capelli.-Il tuo destino era segnato da quando sei stato
sconfitto-Con uno scatto, gli fece volgere la testa all’
indietro contro il pavimento.-Ubbidite!-Ordinò infine
sparendo dalla stanza. Le urla dell’ uomo si protrassero
all’ interno del tempio ma Arlong non si
fermò… Continuò a camminare andando
verso una porta e aprendola… Scese le scale per
andare nei sotterranei fino a giungere alle prigioni dove teneva
segregate in stato pietoso, le donne del villaggio. -Comandi!-Urlò
l’ uomo di guardia alla vista del suo capo. Con una mossa della
mano, gli fece segno di tacere e si diresse verso il fondo, dove una
donna dai capelli color porpora lo fissava con astio…
Afferrò con una mano una sbarra e si protese per parlare con
lei. -Tua figlia ha fatto una
cosa che non doveva assolutamente fare…-La donna
alzò gli occhi verso di lui, terrorizzata.-E ora, a pagare
le conseguenze, sarai tu…-
-Bagno!?-Ripetè
Nami non appena avevano consumato la cena. -Si bagno.-Si
grattò il collo.-Ne ho
bisogno…-Sbuffò-Sono ricoperto dal sangue di quei
briganti uccisi stamani…-Si alzò in piedi e
uscì fuori. -Ah!-Mise i piatti nel
secchiello, avrebbe pensato dopo a lavarli.-Zoro
aspetta!-Uscì anche lei prendendo dal filo dove stendeva i
vestiti un pezzo di stoffa. -C’è
un posto qua vicino?-Lei annuì. -Si
c’è ma…-Si morse un
labbro.-E’ molto vicino al tempio…- -Tempio?-Annuì. -E’
lì che Arlong insieme alla sua truppa si
annida…-si strinse nelle spalle.-Ci saranno soldati di
guardia…- -Hai un altro metodo
allora?-La vide pensarci per poi, fargli cenno di seguirla sul
retro…
-In effetti questo mi
piace di più!-Ammise Zoro mentre lei, imprecante e con lo
straccio, gli lavava la schiena. Questa cosa, non l’ aveva
senza dubbio prevista… Perché doveva
lavargli la schiena!? Non poteva lavarsela da solo!? L’ acqua nel
pentolone, veniva riscaldata dal fuoco che aveva acceso e quando questa
sarebbe stata pronta, l’ avrebbe gettata in quella
sottospecie di tinozza… La fortuna era che era alta fino al
busto… La sfortuna era che impacciava i movimenti. -Un po’
più in basso…-Aveva sussurrato Zoro gettando da
un lato la testa… Un solo pezzo di stoffa gettato sulle
gambe a coprirgli le vergogne. Digrignò i
denti Nami abbassando la portata e sfregando con quante più
energie aveva in corpo… -Hey!-Protestò
lui-Così fai male- -Sto solo sfregando come
dici tu!- -Si ma fallo non
staccandomi la pelle!-Soffiò. Non rispose più a
nulla Nami, riprendendo così a sfregare e a fissare le
innumerevoli cicatrici sulla schiena che portava Zoro… Molte di queste,
risultavano essere superficiali, altre profonde e di diverse
armi… Socchiuse gli occhi. Sarebbe stato veramente
in grado di salvare il villaggio? Nami sperò
con tutta se stessa di si…
Oh salve gente, siete in
collegamento con Hime :D oggi ci penso io ad aggiornare. Ringraziamo yuukilalla,
Black Panter, Sayury_91, Kikai
Hime, Chidory e Tsukichan per aver commentato lo scorso
capitolo, grazie grazie a tutti quanti! Mi
raccomando, continuate a seguirci oppure stessa minaccia, vi
mandiamo Bonkure a casa! xD
La mattina arrivò inaspettatamente presto, Nami aveva
finito di sbarazzare dove Zoro aveva fatto il bagno ed era crollata sul suo
futon... Nella sua stanza... La stessa stanza di Zoro. Gli aveva steso un futon
dall'altro lato della stanza, il più possibile lontano da lei insomma.
Alzatasi, si stiracchiò per bene e guardò i
raggi del sole entrare dalla stuoia che copriva le finestre.
Un raggio batteva proprio sul viso di Zoro, ma sembrava
dormire così sodo, che sicuramente ciò non lo disturbava... Aveva
il futon aperto sul petto ma chiuso in vita, giaceva scomposto sul futon con
un'intera gamba fuori dalla coperta e un braccio steso sopra la testa.
Andò piano piano verso di
lui e lo osservò attentamente. Sembrava sereno... Russava forte... Come
avrebbe fatto a dormire con quel rumorosissimo uomo per tutta una vita?
Tutta una vita... Accidenti, forse era stata troppo
frettolosa. A Zoro sarebbe convenuto essere un bravo marito, o l'avrebbe
soffocato nel sonno. Poco ma sicuro...
Uscì di corsa appena vide che si stava muovendo nel
sonno, il ragazzo si rigirò fra le coperte continuando a dormire e Nami
andò a lavarsi per cominciare la giornata.
Doveva mettersi a preparare la colazione, a lavare un po' a
casa... Ma per prima cosa, andò all'agrumeto a prendere qualche
mandarino, non c'era niente di meglio che mangiarne qualcuno a colazione o
durante i pasti. Quel gusto dolce e rinfrescante, la
accompagnava dall'infanzia, le ricordava tanti momenti felici.
Appena arrivata all'agrumeto, subito una cosa le
saltò all'occhio: tre fastidiosi bambini che, uno sopra l'altro a
scaletta, tentavano di rubacchiare qualche mandarino dallo stesso albero da cui
tentò Zoro solo giorno prima.
-E voi tre, si può sapere che state facendo?!- Gridò Nami, facendoli spaventare e ruzzolare a
terra.
Per primo si rialzò un bambino biondo con i capelli a
scodella e uno strano sopracciglio a ricciolo.
-Nami-san!!
Luce dei miei occhi!- Il bambino, si inchinò galantemente. -Sei ogni
giorno più bella!-
Il secondo bambino che si alzò, aveva un inusuale naso lungo e i capelli ricci, riccissimi.
-Nami! Non ci picchiare, ti prego!!- Piagnucolando, il bambino riccioluto si inchinò a
terra implorando pietà.
Il terzo bambino, aveva i capelli
corti e neri, una cicatrice sotto l'occhio e un capello di paglia in testa.
-Ehy, Nami! Ci dai un mandarino?-
Erano sempre i soliti, tre piccole pesti che rallegravano il
villaggio in un momento tragico come quello.
Le loro mamme erano state portate via da Arlong, non si
ricevevano notizie di loro da tanto, esattemente come
per la madre di Nami... Tutti erano sulla stessa barca in quel villaggio,
nessuno degli abitanti stava meglio di qualcun altro, vivevano tutti la stessa
situazione terribile di assediati.
-Siete i soliti scemi, bastava chiedere!!-
Nami diede un pugno sulla testa di tutti e tre, facendoli urlare di
dolore.-Avanti, frignoni! Aiutatemi a riempire un cesto, e ve ne do qualcuno
per la colazione! Forse, ve ne do qualcuno,meglio.-
-Posso prenderti in braccio io, bella Nami?- Chiese il
bambino biondo. Per tutta risposta, Nami gli diede un'altra razione di pugni.
-Ma sta zitto, Sanji! Come potresti
prendermi sulle spalle se sei un tappetto?-
Scatenò le risa degli altri due bambini.-Tu
prendi sulle spalle Usopp, io prendo Rufy che
è leggerino! Coraggio ragazzi, al lavoro!-
Detto questo, Nami si portò sulle spalle il bambino
col cappello di paglia e gli altri due, fecero lo stesso.
Usopp e Sanji, raccolsero i
mandarini del ramo più basso, mentre la rossa con Rufy prendeva quelli
sui rami più alti, insieme i quattro stavano facendo un gran chiasso fra
risate, urla e pugni di Nami sulla zucca dei poveri bimbi.
Col risultato che dentro casa... Qualcuno si stava
svegliando... Zoro venne svegliato da quei rumori e cominciò ad aprire
gli occhi, sfregandoseli poi con le mani chiuse a pugno.
Si guardò intorno, alzandosi col busto e non vide
Nami. Evidentemente si era già alzata, sicuramente una delle voci che
venivano da fuori era la sua.
-IDIOTI!!- Si sentì fin
dentro casa.
Sì, sicuramente lei era una delle fonti di quel
disastro. Chiudendosi per bene lo yukata,
uscì anche lui verso l'agrumeto.
§
-Oh, bella Nami! E' vero che quando sarò grande, mi
sposerai? Dimmi di si, ti prego!- Sanji, si
inginocchiò romanticamente davanti a Nami, metetndosi
una mano sul cuore e porgendole con l'altra un mandarino. Nami insieme agli
altri due bimbi, stava mettendo tutti i frutti dentro
al cesto.
La rossa si alzò col busto, si asciugò il
sudore con l'avambraccio e rispose.-Ohceeeeeeerto, Sanji! Quando sarai alto come la punta
dell'albero- Puntò il dito verso un albero altissimo.-pensi
di potercela fare?-
-Certo, Nami-san!- Tutto contento,
Sanji saltellò qua e là mentre raccoglieva i frutti.
Zoro intanto, arrivò
all'agrumeto e si posizionò dietro le spalle di Nami.
-Ehy?- Chiamò lui, vedendo
che non si erano accorti del suo arrivo.
Tutti si girarono verso di lui, i bambini in primis si
misero davanti a Nami, incuriositi dalla presenza del ragazzo. -Salve.- Li salutò lui.
-Toh, ti sei svegliato!- Disse Nami lanciandogli un
mandarino. -Buona colazione!-
-Tutto qua?!-Esclamò deluso
lui.
-Accontentati, ho un sacco di cose da fare...-
Anche se in realtà, preparare la colazione a lui, era una delle cose che
doveva fare.
Beh, problema risolto in un attimo.
Sanji si avvicinò a Zoro con sguardo truce. -Chi o cosa sei tu?!- Chiese il bambino.
Zoro alzò un sopracciglio e lo guardò
stranito. -Zoro Roronoa, e tu?-
-Sanji, il futuro marito di Nami-san!-Disse fiero il biondino, cominciando a perdere
sangue dal naso al pensiero di Nami vestita da sposa.
Il ragazzo cominciò a ridere.-Siamo in due allora!-
-COSA?!-
Nami andò verso di loro, mettendosi fra Zoro e il
bambino. -Zoro, questi bambini sono dei piccoli
ladruncoli che ogni tanto mi aiutano a raccogliere i mandarini.-
Rufy e Usopp annuirono mentre
Sanji ancora metabolizzava la frase di Zoro.
-Quindi sei il marito di Nami! Com'è che ti sei
sposata e non ci hai invitato a pranzo?!- Chiese Rufy
mettendo il muso.
-Non è mio marito, non dire stupidate.- Lo corresse
Nami scocciata.
Zoro ridacchiò, mentre il piccolo biondino tentava di
prendergli a calci le gambe.
-Cos'ha questa pulce?- Chiese a
Nami, facendola avvicinare.
-Ti voglio ammazzare!! Io devo
sposare Nami-san, non tu!!Addosso ragazzi!!- Richiamati alla riscossa, Usopp e Rufy corsero insieme a Sanji verso il samurai e lo
buttarono a terra.
Cominciarono a morderlo e pizzicarlo, lui urlava e dava
pugni in testa a chi gli capitava sotto tiro, mentre Nami rideva e non aiutava
nessuno.
-Toglimi questi mostri di dosso!!-Protestò
Zoro, chiedendo aiuto.
-Ma non avevi detto di voler dei figli? Allenati, no?- Con
un sorriso, si poggiò il cesto di mandarini pieno sul fianco ed
andò verso casa, lasciando il povero Zoro al suo destino.
Entrando dentro, casa, sentiva ancora le grida strazianti
del samurai. Forse per l'ora di pranzo sarebbe andata a salvarlo.
Ola a tutti! Perché aggiorniamo solo ora!? Mistero della fede!?Na! Ci girava così…
Insomma…domani è anche
il compleanno di Zoruccio…auguri! XD
Ringraziamo chi continua a seguirci e a commentarci!
BlAcK_pAnTeR_94:
Credo che invece il fattore femminile di Bonkure lo
farebbe felice…poi non so…XD si Arlong pagherà per
ciò che ha fatto! E anche noi pagheremo per non aver trasformato la fic in una rossa…
yuukilalla:
Ola! XD oggi aggiorno io *rolo* eccoti il cap che ti avevo promesso che avrei inserito al più
presto! Perdonaci! E mi raccomando! Converti il mondo a zonami!
Sayuri_91:
Nami che lava la schiena a Zoro…se userai l’ immaginazione,
scoprirai che non si limiterà solo a quella… ohohohoho
ma che birboniii <3
Zonami84:
Thanks ^^ e mi raccomando, non strafare leggendo ste boiate…o almeno le mie…quelle di hime sono fantastiche!
Questo cap
era di Hime il prossimo l’è il mio…=_=”
Pubblicitè…le
fu!
Alloraaaaa!
Ci siamo civilizzate…almeno io *rolo*
E abbiamo aperto il nostro angolo delle cazzatine anche su
Facciacu…emh! Faccialibro…
Per chi volesse farsi 2 risate dicendo: ma guarda te ste due cretine…si accomodi! XD
-E così sei
un samurai!-Urlò d’
entusiasmo Rufy alla vista delle Katane che Zoro portava al fianco. -Si- -E ci salverai
allora!?-Chiese conferma speranzoso Usopp.-Da Arlong?-
Zoro annuì. -Sono stato chiamato
apposta per questo-Gli scompigliò i
capelli. -Dubito che un tipo come
te possa battere Arlong!-Lo sfidò
invece Sanji che si era calmato e si era messo a sedere sopra la
staccionata. -Mi hai mai visto
all’ opera?-Domandò con un
sopracciglio alzato il samurai avvicinandosi a lui. -No-Ammise-Ma
dall’ aspetto scialbo che hai, puoi fare ben
poco…-Una venuzza tamburellò sulla fronte di
Zoro… Quel
bambino…lo irritava. -Nami-san è
sprecata per uno come te!-Incrociò le
braccia al petto. -e con un tipo come te
sarebbe buttata via!-Gli fece la linguaccia
andando verso un albero e prendendo un altro mandarino. Vedendolo
rubare, Sanji chiamò in allarme Nami che quando accorse,
vide Zoro conficcare l’ intero mandarino in bocca al biondo
sotto le risa di Rufy e Usopp. -CRETINO!-Sbraitò
prima di dargli un pugno sulla testa e
farlo stramazzare al suolo.-Comunque ragazzi, è ora di
pranzo, sarà il caso che torniate a casa-Si
sistemò meglio il kimono-Vi accompagniamo- -Oh
si!-esultò il biondo-Nami san che viene a casa
mia…che emozione!-Con un solo colpo, Sanji andò a
far compagnia a Zoro per terra…
-Quel
Sanji…-Borbottò Zoro tra se e
se-è noioso!- -è un
bambino…- -Mi ha riempito di
calci-Gli fece vedere una gamba con qualche segnetto
rosa.-è una peste!- -Tutti i bambini sono
così-Scosse le spalle lei continuando
a camminare.-Se ne vorrai uno, fai due conti…- -Io non penso che mio
figlio diventerà
così…-Un sorriso si elargì sul volto
di Nami. -Cosa ti fa pensare che
sarà un maschio?-Zoro
alzò un sopracciglio e le andò vicino poggiando
entrambe le mani sul ventre piatto dell’ amica. Chiuse gli
occhi e si concentrò. -Umh…sii
maschio!- -IMBECILLE!-Nuovamente
venne atterrato. –Ah-si
portò una mano alla fronte.-Ma perché mi sono
cacciata in questo pasticcio!?-si allontanò da lui
lasciandolo perplesso. -Cacciata
!?-Ripetè esterrefatto.-Scusa eh, ma hai fatto
tutto da sola…-Alzò le mani in alto.-Io ho solo
fatto un piacere a tuo padre…-Si mise a braccia conserte
quando la vide puntare due occhi infuocati su di lui. -COME!?- -Bhe si
via…-Nuovamente le si avvicinò-Se non ci
fossi stato io, saresti rimasta zitella a vita…-Le
scostò il colletto del kimono tornando a vedere la
scollatura di Nami.-E queste “argomentazioni
valide” non avrebbero mai visto un uomo…-Quelle
furono le sue ultime parole dato che con un micidiale pugno, la faccia
di Zoro si ritrovò a contatto con la dura corteccia del
ciliegio e i petali grazie a quella scossa, incrementarono la loro
caduta.
-Ho intenzione di
studiare una mossa contro Arlong-Ammise il samurai di
fronte a una ciotola di riso abbondante e di buon sakè. -Che mossa ha intenzione
di apportare?-Domandò Genzo che
ospitava figlia e futuro salvatore per pranzo. -Voglio studiare innanzi
tutto il luogo dove si nasconde e le varie
uscite che ci sono, evitando così fughe da parte degli
uomini che potrebbero nascondersi o attaccare il
villaggio…-Nami si versò da bere e
annuì. -Il vecchio bonzo sa
qualcosa…-Parlò-è
l’ unico che si è salvato…per cui,
conosce ogni luogo del tempio.- -Molto bene-Sorrise
Zoro.-Inoltre, vorrei attaccare quando
sarà notte. Con l’ oscurità dalla mia
parte non si accorgeranno nemmeno dove sono…- -Bhe
cavolo…-Annuì Genzo-Per il momento sembra
fattibile come piano- -E di Arlong?-Volle
informarsi.-Lo devo uccidere?-Nami scosse le spalle. -Mi sembra ovvio no?- -Che so, magari volete
fargliela pagare alla vostra
maniera…-Il capo villaggio scosse il capo. -No-Sospirò-Fallo
fuori, la morte è cio che gli
spetta…-Strinse i pugni e uscì fuori.-Deve pagare
per il male che ha causato…- Zoro fissò
Nami non capendo perché se ne era
andato. -Gli manca la mamma-Si
scusò. -Anche a te?- -Sei in vena di domande
stupide stamani?-Prese la fiaschetta del
Sakè e glielo versò.
-Allora…-I
due stavano facendo ritorno a casa nel
pomeriggio- Gli otto uomini di ieri e fanno 4000 berry…- -Zoro…- -Più…-si
guardò attorno contando
attentamente.-dodici di oggi e fanno 6000 berry…- -Zoro!- -Per un totale fino ad
ora di 10.000 berry!-Esultò
felice-Come cifra non è niente male!-Aprì il
cancelletto e la fece passare. -Stupido ominide!-Lo
insultò-la cifra è troppo
alta!-Poi si indicò in modo insistente-E non conti il fatto
che io-Si portò le mani ai fianchi-Una dolce, invitante e
intelligente quanto bellissima donna ti sia offerta?- -Umh…-La
guardò in modo superficiale grattandosi
il mento e sbuffando.-Con te nel conto…-Tornò a
fissarla-Direi che al momento siete a 8000 berry…-Nami
spalancò la bocca. -EH?!- -Si via, sono stato
generoso-Ridacchiò prendendo dal
frutteto un mandarino. -Generoso un
corno!-Glielo tolse di mano. -Vi ho protetto di
nuovo-Gli fece notare-Sono due volte che vi
salvo…- -Perché vi fa
comodo!-Lo sfidò-Io valgo molto di
più-Si portò una mano dietro ai capelli
elevandoli e cercando di apparire carina. Si avvicinò al
samurai e gli si spiaccicò addosso.-Con me nel pacchetto, il
vostro compenso fino a ora sarebbe di solo una misera cifra di 1000
berry.-Ci pensò-Più vitto e alloggio e inoltre i
miei preziosi mandarini…-contò-Diciamo 100
berry!-Gli diede una pacca sul petto-Che ne dici!?- -che sei pazza!-La
scansò da se. -COSA!?-Mise il
broncio-Eppure è un compenso onesto!- -Pensi di valere
così tanto?-Corrucciò la fronte
fissandola. -Io forse
no!-Sbuffò-Ma i miei mandarini si!- -Oh
fantastico…-Alzò gli occhi al cielo-Nono,
seriamente perché qua si campa solo di questi!- -ecco, per cui dovresti
lavorare gratis…-Gli si mise a
ridere in faccia per quell’ affermazione… ok,
forse così non era un buon modo di convincerlo… -Come vi posso
convincere a far scendere di prezzo?-Un sorrisino si
affacciò sul volto dell’ uomo facendola
arrossire.-Come ho gia detto, vi sposo-Abbassò il volto
verso il terreno-E gia con questo patto, dovresti lavorare a
gratis…- -Un uomo a bisogno di
soldi per campare-Le si fece vicino. -Si ma non esigendo un
tributo così grosso…- -Chiedervi di sposarvi
è un tributo grosso?-Le prese il
mento. -Devo salvare il mio
villaggio e mia madre…-Scosse le
spalle-Se preferisci le megere di mezza età a me, accomodati
pure…-Un brivido passò per la schiena di
Zoro… -Emh…forse
non sei così da buttare…- -STRONZO!-Lo
insultò scostandosi da lui.-Per tua
informazione-Ancheggiò-Io sono sexy- -E io cosa sono?-La
imitò-Anche io sono sexy?- -Tu fai ribrezzo
così!-Lo indicò disgustata. -Eppure ho fatto la
stessa mossa che hai fatto tu!-Le rise dietro. -Io l’ ho
fatta senz’ altro in modo più
suadente-Nuovamente ancheggiò in modo esagerato. -Cioè
così-Imitò la sua mossa muovendo
qua e là il sedere. -NO COSì-Lo
fermò avvicinandosi e facendogli
vedere meglio.-In questo modo…Tà-Tà!- -E questo movimento del
tuo fondoschiena dovrebbe farmi apprezzare di
più la tua persona?- Una coppia di anziani al
tramonto, che passeggiavano tranquilli
tornando verso casa, notarono i due eroi alle prese con quello strano
balletto… -è sarebbe
lui il samurai che ci
proteggerà?-Domandò il marito alla vista di Zoro
che aveva ripreso ad ancheggiare mentre scappava da Nami che ormai,
aveva perso la pazienza. La moglie comunque
alzò le spalle e fissò la
coppia… -Se avessi
vent’ anni di meno, anche io sarei sexy a fare una
cosa del genere…-
Salve gente,
è la Hime che parla! Oggi mi è
girato di aggiornare, come sono magnanima!! (?) Beh si, comunque il
capitolo è della piccola Rolo *-* Un
grazie speciale a tutti coloro che hanno commentato lo scorso capitolo
e a chi ci sta seguendo imperterrito e impaurito dalla minaccia di un
PedoBonkure che suona il campanello ç__ç MA LA MINACCIA E' SEMPRE
VIVA!! Difatti, ecco qui il
minacciosissimo(?) Pedococchino^^ (Fatto
da Rolo per la nostra pagina su Facebook)
-Sai cosa, quando mi pagherete per il mio servizio, mi
comprerò una casa nuova!- Disse Zoro, guardando la stanza
dove lui e Nami cenavano.
Nami prese un po’ di riso con le bacchette e lo
guardò scettica.
-Perché, questa casa non ti piace?-
-Ma è troppo modesta. Non va bene per il futuro eroe di
questo villaggio, non credi?-
Lei mangiò il riso con tutta calma.-E’ casa mia,
sai? Abbiamo questa e non è male.-
Zoro prese un filetto di pesce dal piatto e lo inghiottì
intero.-E’ piccola, andrebbe bene per noi due! Ma ti ricordo
che “pretendo” eredi.- E rimarcò la
parola “pretendere”.
-Eredi? Scusa, non ne volevi solo uno prima? Non sono una fabbrica
io!!- Nami protestò sbattendo la ciotola del riso sul
tavolino.
-Andiamo, a me serve un maschio e poi sicuramente romperai
l’anima per avere una femmina, è risaputo che le
donne sono così!-
Nami decise di non rispondere subito e riprese a mangiare il suo riso,
Zoro invece aveva già finito il suo e spinse la sua ciotola
vuota verso di lei.
La rossa la guardò soltanto, senza fare nulla.
-Allora?- Disse Zoro, vedendo che non recepiva il messaggio.
-Cosa vuoi?-
-Riempila!-
Nami gli strappò la ciotola di mano, dopo aver posato la
sua. –Potevi chiedere e aggiungere anche “per
favore, Nami” !!-
-Ma dai, ti ho spinto la ciotola, era un chiaro segnale!-
-Ma non sono la tua schiava, idiota!!- Gli sbattè di fronte
la ciotola di nuovo piena.
-Nah, sei mia moglie.-
Insieme ripresero a mangiare. –Anche qui ti sbagli, non siamo
ancora sposati!-
-Tsk, dettagli, cara mia, dettagli.-
Finirono il resto della cena in silenzio, silenzio interrotto solo da
qualche screzio sul riempimento della ciotola o sul sakè
finito alla velocità della luce.
Dopo la cena, Nami si mise a rassettare e Zoro andò ad
attenderla nella veranda, sdraiato sul parquet, che guardava il cielo
stellato di quella sera.
-Però non è malaccio qui…- Disse lui,
quando la vide sedersi di fronte a lui.
-Il mio villaggio è bellissimo, razza di capra…
Non hai visto molto certo, ma rimedierò. Dopotutto, dovrai
viverci.-
Lui si mise a ridere e si gratto la fronte con una mano. –Ci
sei nata qui, eh?-
-Si, la casa dove siamo ora è la casa dei miei nonni, i
genitori di mia mamma. Le hanno lasciato la casa per continuare a
coltivare i mandarini ma poi ci siamo trasferiti qui vicino…
Ci sono tornata io un anno fa.-
Zoro si sporse a guardarla in viso, visto che era di spalle. Si
raddrizzò andandole a sedere affianco… Aveva la
faccia triste…
-Quando hanno portato via tua madre?- Le chiese, capendo il motivo di
quella tristezza.
-Uhm, quasi subito… Essendo la moglie del capo villaggio,
è stata fra le prime ad essere prese da Arlong.-
-E tu? Si insomma, non ho ancora visto ragazze della tua età
in giro.-
-Io… Beh, sono ancora qui perché mia madre si
è offerta al posto di me e mia sorella. Arlong ha accettato,
lei è una bellissima donna…-
Lui capì il motivo di tanto odio, oltre che per quello che
faceva al suo villaggio, Nami odiava Arlong per aver rapito sua madre.
Gli si era offerta in sposa per salvare anche lei.
-In effetti… Potrei scontarvi qualche migliaio di
Berry…-
-Ah si?- Chiese stupita Nami. –Dici sul serio?!-
-Sisi, però…-
-Ah, avrei dovuto saperlo, però cosa?!- La rossa si
spiaccicò una mano sulla faccia dalla delusione.
-Mi fai di nuovo vedere il motivo per cui ti sposo?- Puntò
lo sguardo verso il seno di Nami.
Per tutta risposta, Nami arrossì e gli diede un fortissimo
pugno sulla guancia, facendolo sbattere contro la parete.
-Stupida manesca che non sei altro! E sii un po’ femminile,
se non vuoi che cambi idea e mi cerchi un’altra ragazza!-
-E fallo, chi ti ferma! Non ce ne sono altre, ti ricordo!-
-Ah, giusto…- Tornò a sedersi composto, prendendo
a massaggiarsi la guancia, la osservò ancora guardare il
vuoto pensierosa.
-Ehy…- Le toccò una spalla per farla voltare
verso di lui.
-Cosa vuoi ancora?-
-Mica di offenderai per certe cose che ti dico?- Le si fece
più vicino e le circondò le spalle con un braccio.
-Le tu offese non mi tocc… Ma c-che stai facendo?!- Si rise
conto improvvisamente della vicinanza del ragazzo.
-Shh… Ci stanno spiando…- Le sussurrò
all’orecchio, mentre le metteva una mano sulla guancia.
-Chi?- Sporse il viso per guardarsi in giro.
-Non lo so, uomini di Arlong forse… Ma è meglio
fare finta di nulla.-
Le sistemò i capelli dietro all’orecchio e le
poggiò le labbra su una guancia.
-Cosa fai…?- Rimase paralizzata a quel contatto.
-Lasciami fare ti dico…-
Dopo averle di nuovo baciato la guancia e carezzato i capelli,
osò fare un ulteriore passo… La baciò
sulle labbra. Dapprima Nami non rispose, rimase immobile per la
sorpresa… Poi gli posò timidamente una mano
dietro la nuca e cominciò a rispondere al bacio.
Zoro le circondò la vita con un braccio e la
avvicinò ancora a se, l’altra mano
l’aveva sempre posata sul viso di lei.
Dopo qualche minuto che si baciavano, i due si staccarono per poter
riprendere fiato.
-Ci sono ancora?- Chiese Nami dopo un po’.
-Chi?-
-Come chi… Chi ci stava spiando.-
-Ah…- Le stampò un altro bacio sulle labbra.
–Non c’era nessuno.-
Nami sbarrò gli occhi dalla sorpresa. –Mi hai
baciato per niente?!?!-
-Non per niente, l’ho fatto per il gusto di farlo!-
Un boato squarciò il silenzio di quella notte.
§
L’indomani mattina, Zoro e Nami erano di nuovo a casa del
capo villaggio per poter organizzare la rappresaglia contro Arlong.
-Zoro, come mai quella fasciatura?- Chiese Genzo, indicando le fasce
che Zoro aveva intorno alla testa.
-Lo chieda alla sua docile e femminile figlia!-
Sentendosi presa in causa, Nami, che serviva il tè,
guardò truce il ragazzo.
-Nami, non puoi uccidere Zoro prima che ci salvi!- La
rimproverò Genzo facendo “no” con la
testa.
-Padre, quest’uomo è insopportabile!-
-Tzè, ha parlato la santarellina!-Rispose Zoro.
-Sta zitto tu!-
-State zitti entrambi e fatemi bere il tè in pace!!- Dopo
aver urlato ciò, Genzo si portò la tazza sotto al
naso per potersi gustare l’aroma del tè fatto da
Nami.
Capitolo 7
-La prego signor samurai-Un uomo anziano si inchinò di
fronte a Zoro.-Ci liberi da Arlong-Zoro sospirò. Ormai erano
ore che gli anziani del villaggio, migrati quella mattina nella capanna
del papà di Nami, continuavano imperterriti a ripetergli la
solita frase.
-Ho detto che lo farò-Rispose portandosi una mano dietro la
testa-Ma come vi ho gia detto, ho intenzione di farlo quando
sarà notte e con la luna piena.-Prese dal tavolino il
bicchierino contenente Sakè.-Alla luna piena mancano ormai
pochi giorni…-bevve guardandoli-Si tratta solo di aspettare.-
-Le nostre donne potrebbero essere in pericolo-Gesticolò
frenetico uno, contrario alla questione del tempo.-Io dico che bisogna
agire immediatamente-
-Avete sopportato sette mesi prima che arrivassi io ad aiutarvi-Scosse
il capo sentendo quelle proteste-Due o tre giorni, così come
una settimana non cambierebbero niente…è meglio
non agire da stupidi, ma pensare bene alla mossa da fare…-
-Roronoa ha ragione-Gli diede corda Genzo-Non possiamo farci prendere
dalla fretta…qui non si tratta solo dell’
incolumità degli ostaggi, ma se agiamo con la fretta, Zoro
potrebbe fallire e il villaggio ne risentirebbe-Gli anziani, sentendo
la spiegazione di Genzo, abbassarono il capo, comprendendo.
-Lei signor samurai…chiede molto come
compenso-Esitò uno a parlare…-è una
cifra spropositata…anche se raccogliessimo i soldi di tutti
i cittadini…-
Alzò gli occhi al cielo il
verde…soldi…soldi e soldi! Ma che doveva fare una
persona per vivere più che rischiare l’ osso del
collo!?
-Chiederò la metà-Offrì loro alzandosi
in piedi.
-Metà?-Tornò alla carica uno-Ma è
ancora troppo…-Smise di parlare alla vista del volto teso di
Zoro. Si avvicinò a lui e lo afferrò per il
kimono.
-La metà che manca è stata saldata da
Nami-Strinse gli occhi-e se sono ancora qua a sentire le vostre
lamentele-Lo liberò-Sappiate che lo faccio per
lei…-Inspirò e dopo aver salutato Genzo,
uscì all’ aria aperta…
La cercò con lo sguardo e la trovò a conversare
con un uomo e una donna a qualche capanna di distanza. Si
guardò intorno e si avvicinò a loro.
-Hai fatto?-Domandò Nami vedendolo gia arrivare.
-Si ho fatto…-Si massaggiò la fronte.
-Zoro, ti presento mia sorella Nojiko-Gli indicò la donna
dall’ azzurra capigliatura e con un espressione dolce in
viso…era molto bella…
-Piacere Samurai-Rise la giovane protendendo una mano in avanti.
-Piacere-Chinò il capo e gliela strinse.
-Questo invece è mio cognato-Indicò un uomo
accanto a lei-Si chiama Ace-
-Ciao-Lo salutò e Zoro fece altrettanto con un gesto della
mano.
-Tra poco diventerò Zia-Indicò il pancione della
sorella.
-Oh!-Zoro sorrise-Dolce attesa!-Nojiko arrossì.
-Una cosa positiva nonostante questo clima di sofferenza.-Si
passò una mano sul pancione.
-In che cosa sperate?-Nojiko ed Ace si guardarono e alzarono le spalle.
-Maschio-Suppose Nojiko.
Femmina-Dichiarò Ace.
-Magari ne fate due al prezzo di uno-Dichiarò Nami.
-Io credo che uno al momento basti-Le diede una pacca sulla spalla la
sorella-Bhe allora ci si vede.-Salutò entrambi prendendo per
mano il marito e tornando nella propria abitazione.
-Che ti hanno detto gli anziani?-Chiese Nami prendendo li vicino, dei
rifornimenti di viveri.
-Le solite cose che mi dici
tu-Sbadigliò-Preghiere…salvataggio…costo
troppo alto…-scosse le spalle.-Ormai è diventata
una noia…-Gli passò in mano un contenitore di
riso.
-Bhe, posso immaginare…-Pagò l’ uomo
prendendo poi, delle verdure.
-La cosa che mi manda in bestia è che nonostante abbia detto
che agirò con la luna piena, loro si ostinano a mandarmi
allo sbaraglio immediatamente-Le prese di mano alcune verdure e
cominciarono ad avviarsi verso casa.
-Sono preoccupati come tutti del resto…-Nami
abbassò gli occhi-Anche loro vogliono che questo incubo
finisca…-Zoro la osservò.
-Lo so…-Le andò vicino.-Ma io non faccio
miracoli…-sospirò-Per queste cose ci vuole
tempo…e agire troppo rapidamente potrebbe portare a
conseguenze spiacevoli…-Sobbalzò quando
sentì la mano di lei posarsi sulla sua guancia.
-Io…-Cominciò a parlare-Credo…di
dovermi scusare per ieri…-Zoro la fissò
allibito.-Per averti picchiato…si
insomma…dovrò farci l’ abitudine no?-Il
samurai si fece comparire un sorriso sulle labbra.
-Sono io che ho mandato avanti troppo in fretta le cose-Le
sussurrò all’ orecchio facendola rabbrividire.-Per
queste cose ci vuole tempo no?- Alzò lo sguardo e
incastonò gli occhi nei suoi…
Arrossì e imbarazzata, fuggì da quello
sguardo…
Riprendendo a camminare però…allungò
una mano e afferrò un suo braccio facendo produrre un
sorriso soddisfatto al samurai…
Nel pomeriggio, come Nami gli aveva promesso il giorno prima, lo
portò dal mistico bonzo per farsi svelare i segreti di quel
luogo.
Abitava fuori dal villaggio in una capanna mal messa e quasi inoltrata
nella foresta…in quanto pace e tranquillità,
quella li non mancava.
-Bonzo?-Urlò Nami guardandosi intorno e chiamandolo.-Sei in
casa!?-Nessuno però rispose e fece sorgere dei
sospetti…
I due si guardarono e Zoro, estrasse la spada avvicinandosi alla porta
di casa. Prese un profondo respiro e con un calcio, l’
aprì rivelando il buio e il nulla all’
interno…
-Dove sarà andato?!-Si grattò la testa
Nami-Eppure lui non esce da qua…-
-Forse sarà andato a fare una
passeggiata…-Provò Zoro rinfoderando la spada.
-No, lo escludo…-
-I banditi?-Scosse la testa.
-Qua è un luogo appartato…non lo troverebbero
facilmente…-si guardò ancora intorno continuando
a chiamarlo…-Venerabile Bonzo!-
Un suono attirò l’ attenzione di Zoro. Si mise
davanti a Nami proteggendola e prendendola per mano.
-C’è qualcuno?!-
-Si-Annuì facendole segno di seguirla. Avanzarono
calpestando il fogliame fino ad arrivare nel retro della
casa…
-Il rumore si fa più forte-Borbottò Nami
stringendosi a Zoro.
-Non temere-Le passò una mano attorno alla vita-ci sono io!-
Acquisendo alla fine un po’ di coraggio, si sporsero per
vedere chi era che produceva quel rumore sinistro…
Caddero ad entrambi le palle degli occhi quando videro un uomo
accovacciato a terra e con le braghe calate…
-Oh salve!-Li salutò alzando una mano.-Ho sentito le vostre
voci ma mi sembrava poco carino chiamarvi in un momento… non
appropriato come questo…- Nami si coprì gli occhi
e Zoro la strattonò tornando davanti alla casa, lasciando il
bonzo a scaricarsi il ventre davanti alla natura…
-Dunque tu sei Zoro-Protese una mano in avanti per poterla
stringere…Zoro guardò bene di non afferrare la
mano dell’ uomo e lo salutò con un sorriso.
-Onorato-
-Venerabile…-Che dopo quella vista…tanto
onorabile non lo era più-Bonzo Brook-Chinò il
capo Nami-Abbiamo bisogno del vostro aiuto…-
-Si…-Brook annuì-Vi
aiuterò…-Sorrise-Ma
prima…-Fissò Nami.-Sareste così
gentile da farmi vedere che cosa nasconde sotto il kimono!?
Yohohoho!-Un pugno violento si scagliò contro il cranio
dell’ uomo mentre Zoro, da una parte fu felice di essere solo
un innocuo spettatore per una volta…
-Bonzo Brook-Nami lo prese per la folta chioma di capelli-Non mi sembra
il caso sa…-
-E poi-Zoro alla fine non resistette-Se proprio ci tiene a saperlo,
Nami li sotto ha due interessanti
“argomentazioni”-Annuì serio
ricordandole.
-Ah!-Brook si riprese-Destrina e Sinistrina!-
-Si proprio così!-Un alone nero si formò alle
loro spalle…
-Voi due…-Li chiamò furente causando una perdita
di respiro ad entrambi.-Avete intenzione di parlare di tette per tutto
il giorno…o volete salvare il villaggio!!?- Zoro
indicò bruscamente Brook.
-è lui che ha iniziato…io ho solo…-
-HAI SOLO MESSO IN MEZZO LE TUE CONOSCIENZE CERTO!-Il pugno tanto
aspettato arrivò come sempre a compimento, percuotendo il
corpo del povero samurai…
Capitolo 8
-Venerabile Brook, possiamo accantonare le idiozie e metterci al
lavoro?- Lo pregò Nami, scansandolo da un nuovo attacco
“mi fai guardare sotto al kimono?”.
Zoro stufo di quella perdita di tempo, gli puntò una spada
alla gola e il bonzo, finalmente si calmò: prese posto sopra
ad un cuscino per terra ed invitò i giovani, a fare
altrettanto.
-Allora, voi due vorreste sapere da me qualcosa su Arlong,
yohohohohohoh!- Si infilò le mani nelle ampie maniche della
veste da monaco, attendendo che cominciassero a parlare.
-Zoro aiuterà il villaggio a sbarazzarci di Arlong, ma
abbiamo bisogno che lei ci faccia conoscere tutte le uscite e i
passaggi per il tempio.-
-Si, prima che i vostri compaesani mi facciano lo scalpo, devo
liberarmi di quell’idiota.-
Brook rimase in silenzio per un attimo, per poi scoppiare in un
“yohohohohohohoh!!”
-Miei cari ragazzi, è presto detto!- Si alzò e si
addentrò in una stanza, per poi uscirne poco dopo con carta,
inchiostro e penna.
-Allora- Disse il monca dopo aver tracciato qualche linea sul foglio.
–Questa è la pianta del tempio, è molto
semplificata ma dovreste capire… -
Nami e Zoro si sporsero a guardare il disegno, il bonzo aveva tracciato
in fretta alcune linee a formare un quadrato e qua e là,
aveva disegnato dei quadrati più piccoli e qualche piccola
linea.
-Qui, si entra dal retro.- Disegnò una
“x” in un punto del foglio. –A
quell’entrata, si arriva passando dalle montagne: Nami,
saprai certamente di quel sentiero che parte dalla sorgente,
basterà passare da lì, yohohohohoho!-
Nami annuì, confermando di conoscere quel sentiero.
-Prima di riuscire a scappare per non farmi ammazzare come i miei
confratelli, ho notato che in quel sentiero Arlong mette ben poca
guardia. A lui interessa la via principale, yohohohohohoh!-
Zoro osservò il foglio. –E’ sicuro
questo passaggio di cui parlate?-
-Ma certo, passate da lì e sarete in fretta al tempio.-
-Zoro pensava di attaccare durante la notte di luna piena, per avere la
luce ma anche il favore delle tenebre… Fa bene?- Chiese
Nami, sperando nella possibile realizzazione del piano del samurai.
-Io penso proprio di si.- Disse Brook, annuendo con fare saccente.
–E adesso… Voglio il pagamento per il mio aiuto!-
-Cosa, un pagamento?- Chiesero in coro i due ragazzi.
-Venerabile Brook, Zoro pretende un ricco pagamento, al momento il
villaggio non dispone di-
Il bonzo la interruppe con il solito
“yohohohohoho!”.
-Io non voglio un pagamento in denaro, non sono che un umile monaco!-
-E allora cosa vuole?- Gli chiese Nami, non capendo.
-Voglio vedere sotto al tuo kimonooooo, yohohohohohohoh!!- Il monaco
ripartì all’assalto, ma gli si parò
davanti Zoro.
-Grazie, venerabile bonzo. Prendiamo la mappa e ce ne andiamo.-
Brook allora gli porse la carta, dopo averla arrotolata.
-Grazie di tutto.- Disse Nami, piegando la schiena in un inchino.
-Arrivederci, ragazzi yohohohohohoh!-
Il bonzo li salutò dalla porta, i due ragazzi andarono via,
mettendosi sul sentiero verso il villaggio.
-Che razza di monaco manico era?!- Chiese Zoro, una volta lontani
dall’abitazione di Brook.
-Oh, sempre stato così… Ma almeno ci ha aiutato!-
Nami aveva preso dal samurai la cartina e la aprì fra le sue
mani.
-Si, so perfettamente dove si trova quel sentiero, di solito quelli del
villaggio non ci passano perché si passa in mezzo ai monti
ed è scomodo. Almeno avrai l’effetto a sorpresa!-
-Già, quello mi servirà molto…-
Nami si fermò, lui se ne accorse e tornò
indietro. –Cosa c’è?-
-Ci andrai da solo, vero?-
-Ma certo!-
Nami produsse una faccia poco convinta.
-Ti aspettavi che mi portassi un aiuto, scusa?-
-No beh… E’ che gli uomini di Arlong sono molti e
poi c’è lui che è… Bello
grosso…-
Zoro capì qual era il punto… Le prese la cartina
di mano, mettendosela poi dentro lo yukata.
-Non hai fiducia in me?- Le chiese avvicinandosi.
-Massì, ne ho! Ma non sarai infallibile, avrai anche tu i
tuoi punti deboli!-
-Già si, non mi piace il formaggio!-
Nami lo spinse via, mettendosi a camminare velocemente.
-Avanti, Nami!- Lui la raggiunse e le prese una mano.
–Andrà tutto bene, lo faccio fuori quel bastardo e
ti dirò di più, non mi farò ammazzare.-
Nami strinse le labbra scettica, ma alla fine lasciò perdere
i suoi pensieri negativi. O meglio, li accantonò per il
momento.
-Vedi, sei talmente preoccupata di rimanere zitella, che ti aggrappi a
me!-
-Finiscila, con o senza di te, non sarei finita zitella!-
-Uhm…- Mormorò pensieroso lui.
-Cosa c’è?-
-No dico, alla fine un po’ di ragione ce l’hai, non
sei malaccio.-
La ragazza arrossì e rivolse lo sguardo al terreno.
–E come mai sei giunto a tale conclusione?-
-Ho visto come ti guardano al villaggio.-
Nami gli diede una manata dietro la nuca. –Devi pensarlo tu
di testa tua, che non sono male!!-
-Eh, mi dessi mai una qualche argomentazione sui cui basarmi!!-
Protestò lui, massaggiandosi la parte lesa.
-Hai rotto con questa cosa delle argomentazioni!- Tornò ad
essere rossa come un peperone. –Insomma, è stata
una cosa fatta senza pensare!!-
Incrociò le braccia al petto, in qualche modo coprendosi il
seno prosperoso.
-Si, d’accordo, però si dia il caso che a me sia
piaciuto tanto! E poi prima o poi le ridovrò vedere, quindi
perché non subito?-
Zoro si avvicinò a lei e le prese le braccia, facendogliele
aprire. –Zoro, siamo in mezzo alla strada!-
Protestò Nami al culmine della vergogna.
-Ma non c’è nessuno…-
-Zoro!!- Gridò la ragazza.
Lui mollò la presa.
-Non mi sembra il luogo!- Si giustificò lei.
-Uhm… Va bene- Le puntò il dito indice contro.
–ma appena troviamo il luogo adatto,ne riparliamo!!-
Nami lo guardò assottigliando gli occhi, si
avvicinò e gli afferrò l’orecchio,
trascinandolo verso un sentiero.
-Ehy, dove stiamo andando!?- Chiese Zoro, con lei che gli tirava
l’orecchio.
-Ti porto a vedere da dove si passa per quel sentiero, idiota! Ti
ricordo che la tua priorità, è salvare il mio
villaggio, non guardarmi il seno tutto il giorno!-
-Okay, non è una priorità, ma è
un’attività interessan…-
-Finiscila!!- Lei lo strattonò di più e insieme,
si addentrarono nel bosco
Il villaggio era circondato da tutte le parti, tolto
l’ingresso principale, da una folta foresta. Alberi alti e
verdi, proteggevano quei piccoli sentierini che portavano verso il
tempio, la sorgente o alle strade più corte per i villaggi
vicini.
Nami e Zoro ne percorrevano uno che di lì a poco, li
avrebbero portati alla sorgente d’acqua completa di cascata.
-Puoi mollarmi l’orecchio, ora!!- Disse Zoro, che ancora
veniva tirato per il padiglione auricolare.
-Ops, scusa!- Nami mollò la presa e vide come si era
arrossato l’orecchio di Zoro.
-La solita manesca…- Lui se lo massaggiò e
cominciò a guardarsi intorno. –Fra quanto
arriviamo?-
-Fra pochissimo, non senti già il rumore della cascata?-
Infatti, in lontananza si sentiva un potente scroscio, il rumore
dell’acqua.
Cammina cammina, arrivarono alla sorgente: un grosso lago colmo
d’acqua, apriva uno spiazzo fra gli alberi, da una parte, una
cascata portava l’acqua al lago direttamente dalla montagna.
-Vieni!- Nami lo prese per mano e lo portò alla riva del
lago.
Affondò una mano nell’acqua e cominciò
a muoverla al suo interno.
-E’ freschissima! Senti!- Invitò anche lui a fare
lo stesso.
Inchinandosi vicino a lei, Zoro mise la sua mano dentro
l’acqua e ne sentì tutta la sua freschezza, come
aveva detto Nami.
-Vero, è bellissima…-
Nami sorrise, poi si ricordò improvvisamente del
perché erano lì. Sollevò lo sguardo
verso la cascata.
-Vedi lì?- Indicò un punto dietro la cascata.
–Là dietro c’è il un
sentiero, è molto stretto, in mezzo agli alberi. Ti
porterà dritto dritto al tempio!-
Anche Zoro guardò verso quel punto.
-Uhm… Bene, si vede pochissimo… Spero di non
cadere nel lago mentre lo percorrerò la notte.-
-Ahi, non ci avevo pensato…-
Rimasero in silenzio, a pensare.
Zoro poi, guardò verso Nami che fissava lo specchio
d’acqua, forse nuovamente preoccupata per le sue sorti.
-Ehy, Nami…- La chiamò lui.
-Dimmi?-
Il ragazzo la spinse, facendola cadere dentro l’acqua.
La rossa emerse dall’acqua qualche momento dopo, annaspando e
prendendo aria. –Sei un… SEI UN IDIOTA!!-
Gridò Nami, cercando di restare a galla.
Zoro si mise a ridere, si tolse i sandali e si tuffò anche
lui in acqua vestito.
-Mica ti dispiacerà un bagno?- Le chiese lui, ridendo.
-Scemo, ma ti sembra il modo?! Mi hai fatto bagnare tutto il kimono!-
Nuotando, si avvicinò alla riva, pronta ad uscire, quando
venne raggiunta da Zoro.
-Perché vuoi uscire subito? Dove devo passare me
l’hai fatto vedere, ora rilassati un
po’…- Le prese un braccio, trascinandola verso
l’acqua più alta.
-Tu ti comporti come se non avessi qualcosa d’importante da
fare! Non possiamo stare qui a giocare a schizzarci, mentre
Arlong…-
Il ragazzo la abbracciò. –Andrà tutto
bene, promesso. Non facciamo nulla di male…-
Nami si lasciò andare e si appoggiò a lui,
facendosi mantenere a galla dal ragazzo.
-Nami…?-
-Cosa c’è ancora?-
-Perché non ti levi il kimono, visto che è tutto
bagnato?-
La rossa gli mise le mani sulla testa, spingendolo sotto
l’acqua.
-SEI IL SOLITO SCEMO!!-
Capitolo 9
-Me ne vado!-Mosse le braccia cercando di tornare verso la riva.
-Oh andiamo!-Nuotò lui cercando di riprenderla.-Non fare la
bambina-
-Non voglio stare qua a perdere tempo con un maniaco come te!-Zoro
storse il naso.
-Non sono un maniaco…-La guardò risentito.-E poi
è colpa tua!-
-COLPA MIA!?-
-Si!-Gli si avvicinò-Sei tu che hai aperto il tuo kimono
mostrandomi le tue grazie…-Nami gli fece mostra di due occhi
dolci da cerbiatto.
-Solo per convincerti che non sono da buttare…-
-Serpe che non sei altro-
-Arlong ne ha abbastanza di aspettare!-Una voce gli fece fermare e
sudare freddo…
-Lo so…-Sbuffò uno dei soldati avvicinandosi alla
fonte.-Ma che ci vuoi fare…è il capo!-
-Per di qua!-Zoro la spinse sotto la cascata.
-Ma fa freddo!-
-Vuoi che ci scoprano!?-Le fece mostra di uno sguardo duro.
-Quel samurai…-Uno dei due si avvicinò alla riva
con dei secchi, nel momento stesso in cui i due, si erano rifugiati
sotto la cascata.-Lo dovremmo uccidere…-
-Si dice che ha sterminato un esercito intero…ma
è solo!-Rise il compagno-Che può farci un solo
uomo!?-
-è vero però che ha gia sterminato venti
uomini…-
-Questo è vero…-Annuì mentre gettava
in acqua il primo secchio e lo riempiva.
-Zoro…-Nami si strinse a lui.-Fa freddo…-
-Shh!-Le fece segno di tacere, prendendola tra le braccia e
proteggendola dal getto.
-Non capisco perché…-L’ uomo scosse il
capo mentre porgeva al compagno il secchio pieno-Perché non
attaccare il villaggio!-
-So che il boss ha un piano…-Cominciò a ridere-E
intanto se l’ è svagata con la moglie del capo
villaggio!- Nami sgranò gli occhi a sentire quella
frase…
Non poteva credere sul serio…
-Quella poverina non ha fatto altro che urlare…-Si
unì alle risate l’ altro.-Ben le sta…-
Un singhiozzo scappò a Nami facendo zittire improvvisamente
gli uomini…
-C’è qualcuno!?-Si domandarono tra loro.
-Non lo so…-Estrasse la spada-Andiamo a
controllare…-
-Mi dispiace…-Mormorò Nami portandosi le mani a
tapparsi la bocca.
-CHI C’è LI!?-
-Non fa nulla…-Zoro li ignorò e le
passò una carezza sul volto-Non sarebbero lo stesso rimasti
vivi…-
-Ancora freddo?!-Domandò Zoro mentre portava in spalla Nami.
Non aveva più parlato da quando era partito a far fuori quei
due e vedendola tremare, aveva deciso di caricarsela in spalla e
tornare a casa.
-Uhm-Mormorò lei contro il suo collo, la testa nel suo
incavo.
-Pagheranno per questo Nami…-Le promise serio non smettendo
di camminare.-Nessuno di loro
sopravviverà…-Chiuse gli occhi-Non
avrò pietà…-
La sentì muoversi e si accorse che ancora
tremava…Aumentò così l’
andatura e appena raggiunsero casa, la depositò sul
pavimento.
-Nami-La chiamò-Hai il kimono bagnato…-Si mise a
sedere.-Devi cambiartelo se non vuoi prenderti un
accidente…- La vide alzarsi anche lei in una postura eretta
e lenta, sciolse il nodo della cintura…
Pian piano, la vide calarsi l’ abito rimanendo solo in
mutande…( o almeno…quelle che esistevano in quel
periodo…)
Titubò Zoro, per poi, allungarle un asciugamani, cercando di
guardare altrove.
-D-dovresti asciugarti…-Decise di alzarsi e di andare fuori.
Scostò la tenda e si ritrovò con un sole ormai
spento che dava spazio alla notte… Anche lui…era
fradicio…Decise in barba ai passanti che sarebbero passati
di li, di togliersi anche lui quel capo e di metterlo ad asciugare
…
-Zoro?-Sentì la voce della compagna richiamarlo
dentro… Non appena stese lo yukata, si affacciò e
la vide dentro il futon…i capelli lunghi e mossi, le
incorniciavano il volto…
-Si?- Le si avvicinò e la vide con uno sguardo triste.
-Mia mamma starà bene?-Che doveva fare!? Mentirle!? Strinse
le labbra e nuovamente, si chinò per infonderle una carezza
sul volto.
-La riabbraccerai, vedrai…-Tolse la mano, ma questa, venne
subito riafferrata e stretta tra quelle piccole e morbide di lei.
-Ho freddo…-
-Ti scalderai a momenti…-Le sorrise…ma quando la
vide fare altrettanto ma con un sorrisino poco raccomandabile e la
stretta più forte, gli sorse un dubbio.-Si?-
-Perché non mi riscaldi tu?- Spalancò la bocca a
quella dichiarazione e per poco, non rise incredulo.
-Fino ad un attimo fa mi davi del maniaco!-Le ricordò.
-Le opinioni cambiano…-Cacciò fuori la lingua.
Da quanto non provava un calore così?
Si accoccolò meglio, allungando le gambe e muovendo la
testa…Oh..che tepore…
Quello le piaceva, si ritrovò a pensare Nami; le piaceva
eccome…
-Umh…-Aprì un occhio per capire come mai si
trovasse così bene che quasi ci rimase secca…
Di chi era quel pettorale avanzato!?
Decise di allargare le sue percezioni e captò, di avere due
braccia a circondarle la vita…
Alzò il volto e vide finalmente il volto di
Zoro…questo però, era ancora nel mondo dei
sogni…a bearsi anche lui forse, di quella strana
sensazione…
-Strana sensazione…-Si guardò le spalle nude
rabbrividendo…per la miseria! Non aveva niente!
Sbiacò di colpo cercando di ricordarsi che cosa fosse o non
fosse successo..
Umh, si ricordò di aver avuto freddo…e di aver
invitato Zoro a riscaldarla…MALE!
Con una mano, scese a sfiorarsi il fianco…e lo
trovò coperto sia dalle mani di Zoro che dalle sue
miracoloso mutandine…BENE! Decise così di andare
all’ avventura facendo un ultimo test…
Mosse la mano verso di lui tastando bene e sospirò di
sollievo quando sentì che anche lui, aveva mantenuto il
fundoshi…
-Ma che fai?-Sentì la voce impastata di lui.
-Non guardare!-Lo fermò alzando le mani verso i suoi occhi
per non fargli avere quella meravigliosa visione di lei senza veli.
-Non guardare cosa!?-
-Sono nuda!-Prese un lembo del futon cercando di coprirsi.
-Hai paura che ti sciupo a vederti!?-Ridacchiò lui girandosi
di schiena e lasciandola al suo stato imbarazzato.
-NON GUARDARE!-Lo minacciò alzandosi e correndo alla ricerca
di un cambiò. Afferrò un nuovo kimono con
tonalità rosa e se lo mise
addosso.-Ecco…-Sospirò-Ora pu…-Rimase
impietrita quando l0 vide ammirarla spaparanzato e comodo…da
quando si era alzata.
-Veramente non mi sono perso niente…-Un pugno gli
arrivò fresco fresco quella mattina.
-Ci sono delle cose che non devi mai fare…-Volle mettere in
chiaro mentre entrambi, erano a sedere sulla veranda.
-Non vedo l’ ora di sentirle…-
-Tanto per cominciare NON DEVI GUARDARMI MENTRE MI CAMBIO!-
-Pfff!-Sbuffò lui cacciandosi una mano a sistemarsi i
capelli.-è tutta roba che gia conosco-
-NON LO DEVI FARE!-Gli fece mostra del pugno.
-Ok!-La fece calmare-Ma sei stata tu ti voglio ricordare, a invitarmi
nel tuo letto…-La vide mordersi un labbro…
-Non stavo bene!-
-Eh cavolo!-sorrise Zoro vedendola imbarazzata-Non aspetterò
altro se tutte le volte sei così…-Le prese una
ciocca di capelli e l’ arricciò intorno al suo
dito.-E ringrazia che non abbia approfittato!-Le sbattè gli
occhi a quella uscita.
-Prego!? Approfittato!? Ma se non sai nemmeno cosa fare!-Vide una
venuzza guizzare sopra la sua fronte.
-Io so come farlo…-
-Eh si certamente…-Lo derise.
-Non scherzare con me…-Continuò ad avvolgere il
dito…-Altrimenti quando ci sarà l’
occasione, rovinerò il tutto lasciandoti li a tremare di
rabbia.-
-Se ci sposeremo…-
-Oh si che ti sposerò…-Arrivò fin
sotto l’ orecchio, al capolinea.-E tu non vedi gia
l’ ora…-Le si avvicinò con le labbra.
-Ma per carità-
-L’ altra volta mi hai baciato veramente come una
disperata-La sfottè- Vuoi riprovare l’ ebrezza!?-
-VUOI RIPROVARE UN DOPPIO PUGNO!?-
Capitolo 10
-Stamattina mi hai sfondato il cranio, quando saremo sposati
pretenderò di avere un buongiorno migliore!-
Protestò Zoro, mentre si massaggiava la testa.
Lui e Nami camminavano per il villaggio, Zoro portava un cesto con
dentro verdura e altri generi alimentari, Nami invece ne portava uno
con dei mandarini.
-Ma smettila, la colpa è solo tua! Sei un maniaco
già alle prime luci del mattino!-
-Ma quale maniaco… Sei te che mi sei stata appiccicata tutta
la notte!!- Incrociò le mani e le mise accanto al viso.
–“Zoro, ho tanto freddo!”-
Continuò sbattendo le ciglia.
–“Stringimi forte!”-
-Quanto sei cretino…- Commentò semplicemente lei,
guardando le scarne bancarelle del mercato.
Da quando c’era Arlong, i viveri scarseggiavano e i
commercianti non facevano molti affari, molti usavano il baratto per
pagare, in mancanza di denaro.
-Allora, ci manca ancora…- Nami venne interrotta da un gran
baccano. Verso un agglomerato di case, provenivano urla e lamenti.
-Zoro!-Gridò lei, vedendolo partire in quarta. Corse anche
lei in direzione di quel disastro.
Arrivati, i due videro delle case modeste e al loro interno
completamente messe a soqquadro. –No…-
Mormorò Nami, vedendo quella scena. –NO!!-
La ragazza corse verso un gruppo di persone che piangevano, tra questi,
anche suo padre Genzo.
-Padre!!-Disse Nami, avvicinandosi a lui.
–Cos’è successo?!-
-Non avevano soldi per pagare…- Cominciò a dire
Genzo, indicando delle persone. –Hanno preso i bambini.-
Nami si coprì la bocca con le mani, Zoro le andò
vicino e le mise un braccio attorno alle spalle. Sentendolo
lì, la rossa gli si buttò sul petto a piangere e
lui la abbracciò.
-Ditemi che è successo…- Chiese Zoro a Genzo,
mentre tentava di consolare Nami.
-Gli uomini di Arlong hanno preso Rufy, Usopp e Sanji. Le loro famiglie
non avevano denaro o altro per pagare le tasse…-
-E perché hanno preso i bambini?!- Chiese scandalizzato il
samurai.
-Per… Per venderli…- A rispondere fu Nami,
tirando su col naso.
Zoro non disse altro, solo si ripromise di prepararsi bene al piano.
Adesso la situazione era diventata ancora più delicata.
Genzo mise una mano sulla testa di Nami, per consolarla.
–E’ meglio se la porti a casa, qua dobbiamo
sistemare le cose e devo parlare con le famiglie…-
-Sicuro di non volere aiuto?- Gli chiese Zoro.
-Nono, portala a casa, ormai ci abbiamo fatto l’abitudine.-
Il capo villaggio si congedò e andò verso delle
altre persone, tra cui Ace e Nojiko.
Zoro risollevò il viso di Nami. –Hai sentito tuo
padre? Andiamo a casa, coraggio…-
-No, devo stare qui a dare una mano…- Tentò di
fuggire dall’abbraccio di Zoro, ma lui la prese per le
braccia e la fermò.
-Andiamo a casa ti dico!-
-NO!! Zoro, lasciami!- Piagnucolò lei, tentando ancora di
scappare.
Allora lui le afferrò un braccio e la trascinò
via. – Non ci fai nulla, sono cose che deve sistemare tuo
padre!!-
Nami ricominciò a piangere, appoggiandosi a lui.
–Sono solo dei bambini, come ha potuto?!! Sono dei bambini!!!-
-Shh…- Il samurai la abbracciò nuovamente e le
accarezzò una spalla. –Siamo arrivati,
su…- La fece entrare nel vialetto e poi in casa.
-Vuoi che ti faccia del tè? Magari non viene buono come il
tuo, però è qualcosa di caldo…-
-Mmh… No, lascia perdere…- Nami stava seduta
nella veranda, aveva una coperta sulle spalle e continuava a fissare
l’agrumeto.
Si era fatta sera inoltrata ormai, la rossa non aveva spiccicato parola
da quando Zoro l’aveva riportata a casa, non aveva nemmeno
mangiato.
-Nami… Non mangi da stamattina, e finirà che
quell’agrumeto andrà a fuoco da quanto lo stai
fissando…- Il samurai si sedette vicino a lei.
-Li abbiamo visti lì poco tempo fa…-
Spiegò semplicemente lei.
-Nami… Salverò anche loro, vedrai che non li
è successo nulla.- Le passò un braccio sulle
spalle, avvicinandola a se.
-Perché hai tutta questa fiducia? Vorrei pensarla anche io
come te…-
-Perché so quello che posso fare, vedrai che ce la
farò…-
Lei sbuffò e semplicemente, poggiò il viso sulla
spalla di lui.
I due non parlavano, c’era silenzio, completo
silenzio… Quando all’improvviso, un rumore di
pancia vuota fece ridere Zoro.
-Sei affamata, vero? Vuoi che ti faccio qualcosa?-
-Mi vuoi avvelenare? Passami un mandarino.- Disse lei.
Il samurai si alzò scocciato. –Antipatica!!-
Nami si mise a ridere.
Lui tornò poco dopo con dei mandarini dentro un fazzoletto.
Si sedette nuovamente vicino a lei e si stese il fazzoletto sulle gambe
incrociate.
-Cosa stai facendo?- Gli chiese Nami, vedendo che non le passava i
frutti.
-Sbuccio mandarini, non si vede?- Infatti, ne prese uno e
cominciò a sbucciarlo, buttando la buccia sopra il
fazzoletto.
-Si ma perché non lo fai fare a me?- Lei tentò di
prenderne uno.
-Alt! Ferma, te li sbuccio io ho detto.-
-Ma Zoro…!-
-Molla!!- Indicò il frutto che lei aveva preso.
–Mollaaaa!!-
Nami posò di nuovo il mandarino nel fazzoletto e
cominciò a ridere. –Beh, grazie per la gentilezza!
Anche se un po’ brutale…-
-Che brutale, sei tu che volevi sbucciarti i mandarini quando lo sto
facendo io…- Con un’espressione saccente, il
samurai continuò il suo lavoro.
-Tieni!- Le porse il primo frutto sbucciato, dopo averlo aperto in due.
Nami lo prese sorridendogli e cominciò a mangiarlo.
–Mmmh… Sono insuperabili!-
-Sono discretamente buoni, ssse…-
-Macchè discretamente! I mandarini di mia mamma, sono i
più buoni del mondo!-
Zoro ridacchiò e le scompigliò i capelli.
– Sei di parte!-
-Non sono di parte!- Rispose lei, mettendo il broncio.
–Rimangiatelo! Dì che sono i più buoni,
dillo!!- Gli saltò addosso, buttandolo già con
mandarini, bucce e con tutto.
-I mandarini di Bellmere sono i più buoni!- Nami sopra di
lui, gli saltò sulla pancia per obbligarlo a parlare.
-Ahia!!- Si lamentò Zoro, sentendola sopra lo stomaco.
–Levati di dosso, strega prepotente!!-
-Dillo e ti libero!- Nuovamente, gli diede una botta col sedere sulla
pancia. –Coraggio, lo sai che ho ragione! E poi piacciono
anche a te, su!!-
-Sei pesante, levati!- Le mise le mani sui fianchi.
-Nooo, ti ho detto che devi dire che i mandarini della mia famiglia
sono i più buoni del…!- Distratta dal discorso
che faceva, Nami venne buttata giù da Zoro.
-Cattivo!!- Protestò Nami, mettendosi a sedere.
–Tanto sarà il tuo destino, sai? Quando tutta
questa storia finirà, tu in quanto mio marito mi aiuterai
con i mandarini!!-
-Che? Io sono un samurai, non un fruttivendolo!!- Protestò
Zoro, anche lui messosi a sedere. –Mi sono allenato tutta la
vita per farlo, pensi che mi metta a fare altro così?-
Nami mugugnò pensierosa. –Continuerai a fare il
samurai anche dopo sposati… A viaggiare per il paese ,
andando dove ti chiedono aiuto?-
-Mi sembra ovvio!-
-E non ti stabilirai qui?!-
-Ma certo che lo farò… A dir la
verità, all’inizio volevo portarti al mio
villaggio natale, ma sei troppo attaccata a questo posto. Ti
ammazzerei.-
Nami rimase in silenzio per un attimo… Poi si
avvicinò al samurai e lo abbracciò da dietro.
–Grazie…-
I due dopo cena, decisero di passeggiare vicino alla casa per prendere
un po’ d’aria e farsi due passi. Nami era appesa al
braccio di Zoro avvolta in una mantellina per proteggersi dal freddo.
-Sembra tutto così tranquillo…-
Mormorò Nami, sospirando in direzione di Zoro.
-Già, domani cosa farai?-
-Penso che andrò a casa di Nojiko… Sai, mio
cognato è il fratello di Rufy…-
-Ah si?!-
-Sì, ci sarei andata già oggi a trovarli, ma
qualcuno mi ha portato via di peso!!- Gli diede un pizzicotto sul
fianco.
-Perché non hai visto come eri messa…-
Nuovamente lei sospirò al ricordo, appoggiandosi al braccio
di lui.
-Guarda…- Le disse lui. –La luna è
quasi piena, ci vorrà ancora qualche giorno.- Le
indicò la luna.
-Già, manca poco ormai…-
Capitolo 11
Tornando a casa, Nami notò un cambiamento nei confronti di
Zoro.
Dopo aver esaminato la luna, era diventato più
silenzioso…pensieroso…e infine, muto si era
racchiuso in se stesso. Preparava il tutto per andare a dormire ma il
samurai, era tornato in veranda a smussare e lucidare le sue
katane…
Evidentemente, non era l’ unica impaziente di far fuori
Arlong dopo le sue malefatte…
-Zoro-Lo chiamò sbucando da dietro di lui e mettendogli una
mano sulla spalla.-Vieni…andiamo a dormire…-
Non le rispose…rimase a compiere il suo lavoro, concentrato
come quando combatteva…magari stava pensando a una strategia
o forse, cercava nei suoi ricordi, di vivere nella mente la
battaglia…
In silenzio, si mise a sedere accanto a lui, cercando il suo sguardo
che dopo poco, non tardò ad arrivare.
-Si?-
Nami sbuffò alzando le spalle.
-Il futon è pronto-Lo avvertì.
-Ok…-Lo vide sospirare e passarsi una mano tra i
capelli…Posò tutto quanto alla sua destra,
riponendo nei rispettivi foderi le proprie katane e prendendosi qualche
attimo per ammirare nuovamente la luna…
-Manca poco-Sentì la sua voce Nami ricordargli il monito di
poco prima.
-Si…-Abbassò il volto, quasi impaurita per
quell’ imminente momento…
-Eppure…sembra che il tempo non passi mai…-Lo
vide stringere le nocche delle mani.-La fretta è cattiva
consigliera è vero…ma…non voglio
più che succedono altri fatti come quelli di
oggi…-socchiuse gli occhi respirando in modo
incostante…
-Se solo potessi…andrei ora…-
-NO!-Lo afferrò tempestiva per un braccio facendolo
sbalordire per quel gesto. Sbattè ripetutamente le
palpebre…era esterrefatto. Un altro nel villaggio, lo
avrebbe mandato senza problemi a morire come un
cane…nonostante lei soffrisse
però…teneva a lui!?
-No cosa?-Mormorò divertito da quel gesto, piegando da un
lato la testa. Lei arrossì e tornò a guardarlo
negli occhi.
-Non andare…-
-Non sarebbe però una cattiva
idea…-Valutò.
-è una pessima idea…-Rispose decisa-Non farti
guidare in modo imprudente dalla rabbia…-Smise di parlare
quando il samurai le accarezzò una guancia.-Zoro non
andare…-
-Non andrò se è questo che
vorrai…-Nuovamente sorrise-Però…-Si
avvicinò al suo orecchio-Dovresti convincermi…-
Rimase a bocca spalancata la rossa, valutando la sua frase. Presa in
contropiede, non seppe nemmeno lei come reagire…
-Vuoi…?-Domandò prendendo le mani di Roronoa e
poggiandole sopra al proprio seno. Lui arrossì
immediatamente e ritrasse le mani quasi scosttato.
-Cavolo Nami!-La sua voce era diventata instabile-Era una
battuta…-
La faccia della ragazza divenne di svariate colorature e sfumature del
rosso…ok…con quel gesto, nuovamente aveva dato
conferma di volersi concedere a lui…Che stupida!
-Però se proprio vuoi…-Provò
nuovamente Zoro a muovere una mano verso di lei.
Stranamente però, appena sfiorò la stoffa del suo
Kimono, nessun pugno partì a colpirlo…
Volse gli occhi verso il suo viso e lo vide indifeso…con la
luce della luna però, appariva ancora più bello
di quanto gia non fosse. Venne colto da un brivido lungo la schiena a
quella visione…
-Sei proprio sicura…-Domandò fermando la sua mano
e il suo avanzare a pochi centimetri da lei.-Di accettare di diventare
mia moglie?-Parve riscuotersi con quella frase Nami, il quale
finalmente, fece partire un pugno al diretto interessato.
-Ma sei idiota o che cosa!? Che domande ti metti a fare?-
-Rispondi seriamente-Parlò serio chiedendole la massima
sincerità. La vide sbuffare e scuotere di poco il capo.
-Abbiamo accordato così no?-
-Se non avessimo accordato niente…-Parlò per
ipotesi.-Mi sposeresti lo stesso?- Dilatò i suoi occhi
Nami… per tutta quella vicenda…avevano avuto la
certezza che sarebbero diventati marito e moglie…ma se Zoro
avesse trovato qualcun’ altra ragazza nel villaggio? Quella
certezza sarebbe svanita…
E le sue litigate, i suoi urli, le risate…tutto sarebbe
svanito…e tutto sarebbe ritornato vuoto.
Una stretta al petto provò per quei pensieri…
Zoro…era la sua certezza per quell’ attimo buio
che Arlong aveva creato…
Le mancò il fiato, capendo finalmente che cosa era e come
era importante Zoro per lei…
-Si…-Rispose infine guardandolo
stupita.-Si!-Ripetè felice-Si!- Sentendo la risposta
positiva di lei, allargò le braccia e la accolse
avvolgendola al riparo…
-Diciamo che il destino…-Borbottò lui contro i
suoi capelli-Ci ha un po’ facilitato il
tutto…-glieli accarezzò.-Eri tu che
cercavo…- Strinse maggiormente la presa su di lui a quelle
parole, sapendo che anche lui, ricambiava le sue certezze.
-Ho gia detto che il futon e pronto?-Sorrise lei sentendolo sogghignare
a sua volta.-Non mi ricordo-Sollevò il volto.
-Allora te lo ricordo io…-Si offrì lui scendendo
sulle sue labbra assaporandole…La afferrò con
entrambe le mani, portandone una sotto le sue gambe e una a reggerle la
schiena, alzandosi e andando nell’ altra stanza…
Si svegliò lui sentendo alcune voci urlare fuori di
casa…Aprì un occhio per cercare di capire che
cosa stava accadendo. Si smosse e percepì il calore di Nami
tra lei proprie braccia…i capelli di lei, spettinati a
ornarle il corpo nudo e il respiro piccolo e costante, segno che ancora
dormiva…
Le spostò una ciocca, scendendo sulla sua fronte a posarle
un bacio dopo la notte che avevano passato e rimpossessatosi dei
vestiti, andò fuori a curiosare su cosa era accaduto.
Il cielo pigro, stava salutando i colori scuri della notte segno che
era mattina presto. Un uomo passò accanto alla recinzione e
con un braccio, lo afferrò chiedendogli spiegazione.
-Arlong-Spiegò-I suoi uomini hanno ucciso i
saggi…e ferito il capo
villaggio…-Dilatò gli occhi per quella notizia
Zoro.
-Sta bene!?-
-Il medico lo sta curando…-Zoro abbandonò la
presa appena vide Nojiko corrergli incontro.
-è terribile…-La vide con le lacrime agli
occhi.-Io…Ace è a portare i corpi lontano da
tutti insieme ad altri uomini…-Vedendola così
triste, le posò una mano sulla spalla.
-Nojiko …resta con Nami…-La pregò-Sta
ancora dormendo…stalle vicino…Io vado a vedere la
situazione…-
Quando arrivò al villaggio, trovò la capanna del
padre di Nami completamente bruciata… Poco distante, altre
case erano state saccheggiate e distrutte a qualche corpo degli uomini
che giorni prima lo aizzavano ad andare a combattere, erano a terra
sanguinanti…
Strinse i pugni andando a passo diretto verso la casa del dottore a
vedere come stava Genzo…
Trovò il dottore che cercava di allontanare delle persone
chiedendo di concedere al capo villaggio riposo…Appena vide
Zoro però, questi li fece segno di seguirlo e lo condusse
dentro casa.
-Genzo desidera parlare con te…-Lo avvertì.
-Come sta!?-Volle però informarsi…
-è messo male-Lo avvertì-Lo hanno colpito in
diversi punti…non so se ce la
farà…-Sospirò-Io ho fatto il
possibile…-Gli diede una pacca.-Ora va…-
Si mosse infine il samurai andando nella stanza in cui riposava
Genzo…
Era coperto di bende imbevute di sangue e non aveva una bella
cera…
-Genzo-Lo chiamò quando lo vide accorgersi della sua
presenza.
-Zoro-Alzò una mano richiamandolo.-Li hanno uccisi
tutti…-
-Ho visto…io…-Sentì una morsa al petto
dal dispiacere… voleva evitare che morti e rapimenti
aumentassero e continuassero e invece…e invece ecco! Proprio
sotto al suo naso...
Proprio quando tutto sembrava così vicino al mutare...Ora
che aveva scoperto il sentimento che nutriva per Nami…
-Io…-
-Non è colpa tua…-
-SI INVECE!-Urlò in preda alla rabbia e al rimorso.-Sono io
che dovevo proteggervi…voi mi avete assunto e
invece… la gente sparisce…muore…viene
ferita e io…-Si lasciò cadere in ginocchio a
terra.-E io non sto facendo niente…-Cominciò a
dare dei pugni al terreno per la frustrazione…
Non era così che doveva andare…non era
così!
-Non è vero che non hai fatto
niente…-Sentì la sua mano posarsi sopra la sua
testa…-Hai ridato il sorriso a mia figlia…la
voglia di vivere…di sperare…-Lo vide
sorridere.-Se questo tu lo chiami niente, allora si, che
sarà tutto vano…-Al solo sentire quelle parole,
il samurai non riuscì più a sopportare
nient’ altro e scoppiò a piangere…
Capitolo 12
Nel frattempo, nella casa di Nami, lei stava cominciando a
svegliarsi… Stiracchiandosi, si rigirò nel futon
ancora ad occhi chiusi. Sorrise e stese un braccio in direzione della
parte di Zoro.
-Mmmh… Zoro?- Si accorse che il samurai non era
lì con lei ed aprì gli occhi, alzandosi
all’improvviso col busto. –Zoro? Ma dove sei
finito?!- Si alzò dal futon e cominciò a
rivestirsi, raccogliendo il suo kimono e il resto degli abiti da terra.
Si rivestì di tutta fretta e sistemandosi i capelli i una
treccia, girovagò per casa alla ricerca del samurai.
–Zoro? Ehy?!- Continuò a chiamare.
Sorridendo, le venne in mente che magari era all’agrumeto a
raccoglierle qualche mandarino per colazione… Corse verso
l’agrumeto, ma nemmeno lì c’era traccia
di Zoro.
Solo in quel momento, si rese conto che nell’aria
c’era un acre odore di bruciato… Annusò
ancora una volta e poi si rese conto di ciò che era
successo: avevano dato fuoco alle case.
Senza pensarci un attimo, corse in direzione del villaggio.
Vi arrivò poco dopo col cuore in gola e il respiro mozzato,
quello che aveva temuto era davvero successo. La sua casa…
La casa dove abitava suo padre, completamente bruciata.
Si avvicinò alle macerie dove alcune persone trafficavano
con detriti e legna bruciata.-Dov’è mio padre?!-
Chiese disperata, ad una donna che aiutava.
-L’hanno portato dal medico!- Rispose lei in lacrime.
–Il samurai è con lui!-
Ecco dov’era finito Zoro. Senza ringraziare, corse dal medico
per vedere come stava suo padre. Se stava lì, forse non era
morto… Preferì non pensarci.
-Padre!!- Gridò Nami, irrompendo nella capanna del medico
del villaggio. Nella stanza all’ingresso, sua sorella Nojiko
piangeva sulla spalla di Ace, entrambi stavano seduti in delle sedie.
-Nojiko, dov’è papà?- Chiese Nami,
inginocchiandosi verso di lei.
La sorella, le rivolse lo sguardo e tra le lacrime, le
accarezzò una guancia. –E’ dentro con
Zoro, sta tranquilla…-
La rossa poggiò il viso nelle gambe di Nojiko e
cominciò a piangere, subito sentì la mano della
sorella accarezzarle la testa in un moto consolatorio.
-Stavo andando da te per svegliarti, ma ho preferito aspettarti
qui… Zoro mi aveva detto di stare con te.-
-Zoro è dentro?-Disse Nami fra le lacrime.
-Si… Nostro padre ha chiesto di lui…-
-Nami!- Zoro, accortosi della presenza della rossa, uscì
dalla stanza e la vide che piangeva per terra.
Le andò vicino e le prese il viso fra le mani.
-Pensavo fossi ancora a casa… Anzi, lo speravo…-
La abbracciò, facendola appoggiare al suo petto.
-Ho sentito odore di bruciato…- Sussurrò Nami,
tirando su col naso. Si aggrappò a lui e diede nuovamente
sfogo alle lacrime.
-Vieni, vieni…- La fece alzare, sorreggendola per la vita.
–Andiamo fuori, ti dirò tutto.-
Insieme, uscirono dalla casa del dottore.
Zoro la condusse verso una panchina e la fece sedere.
-Dimmi cos’è successo, avanti!- Chiese impaziente
Nami.
Il samurai prese un profondo respiro e le prese le mani fra le sue.
–Gli uomini di Arlong… Stanotte sono venuti al
villaggio, hanno ucciso gli anziani e hanno bruciata la casa di tuo
padre… Ferendolo gravemente.-
La rossa aprì la bocca incredula.
–P-papà… Ma allora sta male!!-
-Si riprenderà, è forte e ha bisogno di vedere la
sua famiglia stare bene. Terrà duro, Nami.-
La ragazza riprese a piangere ed abbracciò Zoro, buttandogli
le braccia al collo.
-Nami…- Lui le passò le mani sulla schiena.
–E’ tutta colpa mia… Mi dispiace da
morire!-
Lei lo guardò incredula. –Cosa? No, no! Non
è colpa tua tu… Tu devi solo aspettare il momento
giusto per fargliela pagare!- Gli carezzò il viso.
–Non puoi… Non puoi rischiare la tua vita solo
perché ti senti in colpa! Non voglio!!- Lo
abbracciò nuovamente.
-Ma la gente continua a morire e io non sto facendo nulla…-
Disse in un sospiro lui.
Non sapendo cosa rispondere, lei continuò a piangere e a
stringerlo. Aveva una voglia matta di vedere Arlong morire, di vederlo
pagare per tutte le malefatte che stava compiendo nel suo adorato
villaggio, alle persone che conosceva da quando era nata.
Ma un altro pensiero le ottenebrava la mente, quello di Zoro che doveva
salvare il suo villaggio. Prima non le importava, non le interessavano
le sorti del samurai, le bastava che il suo villaggio fosse salvo.
Però, quei giorni passati con lui… E i sentimenti
scambiati durante quella notte poi…
Non avrebbe sopportato di perderlo, ora come ora.
-Zoro…- Sussurrò Nami, dopo aver calmato il
pianto.
-Dimmi…-
-Voglio vedere papà, fammi andare da lui.-
Pensandoci per un attimo, decise che lei ne aveva tutti i diritti.
Prendendole la mano, la fece alzare ed insieme tornarono dentro la casa
del dottore.
-Padre, come vi sentite?- Nami era inginocchiata accanto a suo padre,
gli teneva una mano fasciata fra le sue. Zoro ed Ace stavano sulla
porta, Nojiko era seduta su una sedia, non poteva stare inginocchiata
per il pancione.
-Eh, un po’ incriccato!- L’uomo si
sforzò di ridere per non farla preoccupare.
-Qualcuno sta già ricominciando a ricostruire casa nostra,
sai? I nostri compaesani sono sempre gentili con noi!- Disse Nojiko.
-Oh, benissimo, sennò dove vado quando mi sarò
ripreso?-
Tutti nella stanza risero, rincuorati dal fatto che l’uomo
avesse ancora voglia di ridere e scherzare.
-Ma dai, ce ne sono di posti!- Disse Nami, ricordandogli
l’esistenza della casa dei nonni. –Anche se Zoro ha
deciso di andare ad abitare in una casa più grande!!-
-Beh ti ho detto il motivo!!- Ribatté lui, arrossendo
leggermente. –Serve spazio per i bambini.-
Anche Nami arrossì come un peperone, a quella sua
affermazione.
Nojiko invece ridacchiò e si mise una mano sul pancione.
–E così, volete subito degli eredi! Non sapevo che
volessi diventare mamma così presto!- Diede una pacca sulla
spalla di sua sorella.
-E’ questo scemo che li vuole subito!- Indicò Zoro
per togliersi dall’imbarazzo. –Lui e la sua stupida
idea di tramandare l’arte della spada!-
-Non è stupida!!-
-Beh non è una cattiva idea, tua sorella mi sta per dare un
nipotino, quindi perché tu non dovresti fare lo stesso?-
Disse Genzo riflettendoci su.
-Padre, non lo incoraggiate! Altrimenti penserà che le
avrà sempre vinte!!-
Tutti insieme risero.
Ace guardò fuori dalla finestra, si stava facendo
già buio. La giornata era trascorsa in fretta…
-Si sta facendo tardi, Nojiko. Meglio se ti porto a casa,
resterò io qua con tuo padre.-
Nojiko gli porse una mano che il marito prese subito, la
aiutò ad alzarsi, mentre lei si reggeva i fianchi.
-No Ace, torna a casa anche tu.- Disse Nami. –Resto io qua
con papà, ci vediamo domani mattina.-
-Ma Nami, sarai stanca!- Provò a dire Nojiko.
-Non preoccupatevi, resto io qua con lei.- Zoro andò a
sedersi vicino a Nami.
Ace e Nojiko si guardarono e lei annuì col capo, rassegnata.
–Va bene,- Disse lei. –ci vediamo domani mattina!-
I due salutarono Genzo e si congedarono dalla casa del dottore.
-Ah, Zoro! Vado a prendere qualcosa da mangiare… Padre,
volete qualcosa?-
-Non preoccuparti per me, io mangerò la sbobba che mi
darà l’aiutante del dottore.-
Nami ridacchiò.-Va bene, Zoro, tu?-
-Quello che prendi per te, andrà bene anche per me.-
Nami annuì ed uscì dalla stanza, lasciando i due
da soli.
Fuori faceva freschino, era una serata piuttosto umida. Nami si
strofinò le mani sulle braccia, per farsi caldo. Andava
verso un venditore a prendere qualcosa di caldo da mangiare,
l’unico ancora aperto che riusciva a sopravvivere.
Prima di arrivarci, sentì un rumore provenire da un vicolo.
Incuriosita, andò verso quel vicolo e vi
entrò…
All’improvviso, sentì un forte dolore dietro la
nuca e poi, il buio…
Capitolo 13
-Nami ci sta impiegando molto…-Notò Zoro
guardando fuori dalla finestra il cielo che si stava scurendo.
-è strano…-Mormorò Genzo accorgendosi
anche lui, che ormai doveva gia essere tornata…-Zoro, lascia
perdere me e va a vedere…-Lo spadaccino sorrise e si
alzò andando verso la porta.-Sono sicuro che è
indecisa su cosa prendere…-
-Torno subito-
Uscì dalla casa del medico e cercò con lo sguardo
quella testolina rossa se era nei paraggi. Vide due uomini parlare tra
di loro e si avvicinò a essi.
-Avete visto Nami?-Domandò loro speranzoso, e in risposta,
gli indicarono una via, che andava vino casa. Li ringraziò e
cominciò a correre per raggiungerla…
Forse era andata all’ agrumeto…
Aumentò il passo non vedendola ancora…una strana
sensazione si fece spazio…una paura…
-Fumo!?-Notò aggrottando le sopracciglia una nube in
lontananza…Non volle crederci…
-NAMI!!!-Urlò riprendendo a correre e giungendo
infine a casa…
Rimase sbalordito…
I mandarini che Nami teneva terribilmente..stavano andando in
fiamme…così come la casa…tutto cio che
possedeva…e lei!?
-E con questo-Un uomo di Arlong accostò una fiammella a uno
degli alberi-Dovrebbe andare…-
-Dici?-Domandò un altro uomo imitandolo nel compiere
l’ azione.
-Arlong ci ha ordinato di dare fuoco alla catapecchia…-
Smise di parlare non appena si accorse della presenza di
Zoro…-è IL SAMURAI!-Gridò avvertendo
l’ altro gettando la fiaccola ed estraendo la spada. Con una
mossa, Zoro la sguainò e disarmò l’
avversario.
-La pagherai!-Urlò l’ altro correndo in aiuto del
compagno che però, fu meno fortunato dato che al posto di
disarmalo, lo trapassò con la katana…
-irhh-Biascicò l’ uomo rimasto in vita quando
Zoro, lo afferrò per i capelli.
-DOV’è NAMI!?-
-Non è qua…-Parlò impaurito il
sottoposto non guardando Zoro negli occhi.
-E dov’è!?-Lo strattonò
infuriato-DOV’è !?-Gettò la katana e lo
colpì con un pugno-DOVE L’ AVETE PORTATA!?-
Indietreggiò l’ uomo impaurito da quella furia che
il samurai si stava rivelando.
-Al tempio…-Svelò-Arlong l’ ha fatta
rapire…-
-Hanno rapito Nami-Spiegò Zoro di fronte a
Genzo…Quella giornata non sarebbe finita presto.
-Quel maledetto…-Cercò di alzarsi-La mia
bambina…-
-Stai fermo!-Lo pregò il medico spintonandolo a rimettersi
supino.-Non puoi fare nulla in queste condizioni!-
-Ma Nami…-
-A Nami ci penserò io-Promise Zoro stupendo entrambi-Non
aspetterò il calare della luna
piena…questo… Arlong non lo doveva
fare…-Si mosse per andare fuori ma venne fermato da Genzo,
che con le ultime forze, aveva provato a rialzarsi.
-Zoro…-Lo afferrò per un braccio.-Arlong si
aspetterà che andrai al tempio a salvarla…-
-Che mi aspetti allora! Dato che per lui porterò la
morte…-Genzo sospirò.
-La fretta è cattiva consigliera-Lo ammonì.
-Lo so però…-Si morse un labbro…-Nami
vale più della mia stessa vita…e saperla nelle
mani di quel bastardo…-Chiuse gli
occhi-Inoltre…la sua casa…i
mandarini…-Sentì la presa dell’ uomo
farsi più forte.
-Supererà queste cose…se sarai con
lei…-Lo fissò dritto negli occhi, elargendo una
silenziosa promessa…-E adesso va…-
-Lasciatemi!-Urlò Nami scalciando e gridando-Ho detto
lasciatemi!-I tre uomini che la sostenevano, la scaraventarono con
forza, hai piedi di Arlong…
Gli si mozzò il fiato a vederlo…eccolo
li…l’ uomo che voleva uccidere!
-Ecco la piccola guastafeste…-Mosse una mano prendendole il
volto in una mano.-Benvenuta nella mia dimora…-Nami
digrignò i denti, cercando di non perdere la sua
aggressività. Non si sarebbe piegata a quell’ uomo!
-Con te in pugno zuccherino, il villaggio sarà presto mio lo
sai?-Rise in modo sguaiato.
-No che non lo sarà!-Lo smentì alzandosi in piedi
e divincolandosi dalla sua presa.
-Stai pensando che il tuo prode samurai possa fare qualcosa!?-
Nuovamente la sua risata si espanse per la sala. –Non hai
capito!? È stato tutto architettato!-La volle informare
tornando comodo a sedere.-Sapevamo che il punto debole di quel samurai
eri tu…ma sei anche il punto debole del capo
villaggio…e per adesso l’ unica zanzara
fastidiosa…è quell’ uomo!- Fece
schioccare de dita dando l’ ordine ai propri sottoposti di
condurla nei sotterranei.
-Con quello spadaccino fuori dai piedi e tuo padre in fin di
vita…presto il villaggio di Coco sarà mio!-
La condussero dopo quella dichiarazione nei sotterranei…era
buio li e la luce, così come il calore, filtrava
poco…
Vedeva delle sagome indistinte oltre delle sbarre ma non riusciva ad
avere il tempo di comprendere chi fossero…
-Nami!?-Una voce familiare la fece voltare.
-è NAMI!?-Un'altra voce squillò di
felicità.
-SEI TU NAMI!?-
-Ragazzi!-Sentì le lacrime agli occhi a sentire le voci di
quelle tre pesti di Rufy Sanji e Usopp.-State bene!?-
-Una meraviglia amore mio!!!-Squillò Sanji-Non ci
piegherà quel tiranno!-
-Ma se ti ha picchiato come un moccioso quando ti ha
catturato…-Gli fece notare Rufy.
-CHIUDI QUELLA BOCCA!-Gracchiò di rimando il biondo dandogli
un calcione in testa.
-Avanti!-Uno dei sottoposti la spintònò-Non
perdere tempo…-
-TRATTA BENE LA MIA NAMI-SAN!-Si lamentò Sanji aggrappandosi
alle sbarre.
-Sanji ti prego!-Lo pregò Nami, spaventata nel vederlo farsi
male… Continuando a camminare infine,
con malagrazia venne gettata in una cella umida e quasi del tutto priva
di luce…
-Nami?-Una nuova voce la fece voltare in direzione della
fonte…
-Mamma?!-
-Sei tu piccola mia!?-Sentì gli occhi riempirsi di
lacrime…si! Era lei! Si tuffò contro di lei non
appena la donna si alzò da terra e l’
abbracciò come non le capitava da molto tempo…
-Mamma…-Mugugnò Nami tra le lacrime…
sei viva…-Bellemere le passò qualche carezza
sulla testa.
-Si…-ammise-è stata
dura…ma…sono ancora qua….-Con un
bracciò, abbandonò la stretta alla figlia e Nami,
comprese che qualcosa non andava…
-Il tuo braccio…-Notò poco dopo che non aveva un
bell’ aspetto…-che ti hanno fatto!?-La donna
scosse le spalle.
-Non è successo niente…-Le sorrise per
rassicurarla…-piuttosto…-Le passò una
carezza sul volto-Come hanno fatto a
catturarti…?-Sospirò Nami e mettendosi composta a
sedere e asciugandosi le lacrime cominciò a narrare i fatti
che si erano susseguiti in quei giorni…
-Zoro hai detto?-
-Si…-Arrossì.
-E così sarebbe il tuo futuro marito…-Nami
annuì.
-Si…esatto-Una mano della madre si posò su quelle
della figlia.
-E dimmi… lo ami?-Perse qualche battito
Nami…cavolo…chiuse gli occhi.
-Si…ma sono preoccupata per lui!-Ricordandosi i discorsi
avvenuti quel pomeriggio, era sicura che Zoro, non avrebbe aspettato la
luna piena. Ne aveva la certezza che sarebbe venuto a
salvarla…a salvare tutti loro e a fargliela pagare a quello
spregevole di Arlong.
-C’è molto putiferio fuori-le indicò di
ascoltare-Credo che lo aspettino…-
-Zoro passerà per una strada dove non lo
noteranno…potrà contare sul fattore
sorpresa…-
-ECCOLO!-Una voce le fece fermare.
-è il samurai!-Ne gridò un'altra.-CI STA
ATTACCANDOO!-
-è Zoro!-Nami si alzò in piedi-Zoro è
qui!-
-E dalla posizione in cui siamo…-Sospirò
Bellmere-Penso che non sia passato dalla scorciatoia…-
-EH!?-Rimase scandalizzata la rossa ma poi, ci pensò
su…Zoro era infuriato, poco ma sicuro…e voleva
uccidere tutti…
Per cui, al diavolo l’ elemento sorpresa…
Forse era un azzardo bello e buono…
Inspirò profondamente e prendendo tra le mani le sbarre che
della prigione, cominciò a pregare per lui…
Capitolo 14
Zoro avanzava verso il tempio a grandi falcate, il pensiero di salvare
Nami lo faceva sragionare, non poteva aspettare la luna piena,
figuriamoci ricordarsi di passare per la scorciatoia indicata dal
monaco Brook.
Camminava con una spada sguainata e la mano libera pronta a prendere le
altre due, con quell’unica spada aveva già
eliminato alcune guardie che aveva incontrato lungo la via.
Arrivato davanti al tempio, piantò la spada nel terreno e
prese aria nei polmoni per urlare. –ARLONG!!-
Subito un altro manipolo di guardie uscì dal tempio e si
precipitò fuori, dove stava Zoro. Gli uomini di Arlong si
armarono, pronti a battersi per il loro signore.
Zoro li guardò uno per uno con la rabbia negli occhi, li
avrebbe uccisi uno per uno, l’avrebbero pagata per il male
commesso per colpa di Arlong.
Poi, qualcuno di loro, poteva essere fra quelli che avevano rapito
Nami… Nuovamente la rabbia aumentò in lui e senza
pensarci un attimo, riprese la spada piantata a terra, ne
sguainò una seconda e uccise tutti gli uomini di Arlong
corsi fuori.
Ne lasciò solo uno vivo, ma in cattive condizioni.
-Dimmi dov’è!- Gli ordinò lui,
puntandoli la lama alla gola.
-C-chi? A-Arlong?- Chiede la guardia terrorizzata. –Sta
dentro! Ti porterò da lui…-
Zoro avvicinò ancora di più la lama.
–NO!! Lui lo troverò dopo… Dimmi
dov’è la figlia del capo villaggio!-
Comprendendo la domanda del samurai, la guardia si alzò
svelta ed entrò, aspettandosi che lui lo seguisse. Ma
entrati dentro al tempio, la guardia gridò per chiedere
aiuto, facendo accorrere altri dei suoi compagni.
Zoro, per niente spaventato, piantò la spada nello stomaco
del traditore in preda al nervoso.
-Mi sa che avrò un bel daffare, prima di arrivare a quel
bastardo…- Mugugnò Zoro, prima di correre a
sbaragliare le inutili difese di Arlong.
Atterrò un nemico con poca fatica. –Ah si, e a
Nami.-
-Quanto ci mette quello lì?!- Si lamentò Nami,
andando avanti e indietro nella cella. –Che gli sia successo
qualcosa?!- Si fermò all’improvviso, mettendosi le
mani sulla bocca.
-Mannò, su!- Le disse Bellmere. –Dagli il tempo di
arrivare!-
Nami riprese ad andare avanti e indietro.
-Tzè, quel buzzurro non è in grado di salvare la
mia Nami-san!- Commentò Sanji dall’altra cella.
–Se solo potessi uscire, vi libererei tutti io!-
-Ah, ma smettila Sanji!!- Gli gridò Usopp isterico.
–Moriremo tutti! Adesso Arlong verrà qui e ci
ucciderà tutti!!- Impaurito e in lacrime, andò a
rannicchiarsi in un angolino della cella.
Rufy invece, non aveva perso il suo solito sorriso. –Ragazzi!
Non perdiamo la speranza, presto il marito di Nami arriverà
qui e ci salverà tutti!- Ridacchiò.
-NON E’ SUO MARITO!!- Gli gridò Sanji,
atterrandolo con un calcio. Fra i due cominciò la rissa,
Usopp non sapendo che fare, rimase nel suo angolino a frignare e
gridare “Moriremo tutti!”
-Finitela, scemi!!- Gli sgridò Nami dalla sua cella.
–Stiamo per morire tutti e voi fate questo baccano!!-
-Nami!!- La rimproverò Bellmere, per la sua affermazione.
-Oh, scusami mamma.- Le disse Nami, voltandosi verso di lei.
–Insomma, piantatela e basta!!-
All’improvviso, un rumore li fece smettere tutti di urlare e
picchiarsi. Qualcuno stava arrivando, sentivano grida e rumori di armi
che sbattevano fra loro.
-Zoro…- Mormorò la rossa, sentendo che stava
arrivando il samurai.
-E levatevi di torno, idioti!!- E di fatti, la voce di Zoro
arrivò fino a loro.
-Arriva!!- Gridò felice Nami, la sua speranza si
rinnovò e anche quella degli altri prigionieri.
Due guardie caddero morte davanti ai loro occhi, subito dopo, il
samurai fece la sua trionfale entrata.
-Trovata!!- Disse lui, vedendo Nami dentro la cella. Vide anche i
bambini lì vicino e un’altra donna, ma a questo ci
avrebbe pensato dopo.
Con un colpo di spada, tranciò le sbarre e produsse
un’apertura abbastanza grande per farlo entrare.
-Non ci hai messo tanto!- Gli disse Nami, buttandosi fra le sue
braccia. Subito lui la strinse, dopo aver rimesso nei foderi le spade.
-Ma! Poco fa avevi detto che ci stava mettendo troppo!- Disse Rufy, non
capendoci più nulla.
-Oh, sta zitto Rufy!- Lo rimproverò Usopp, uscito dal suo
angolino sicuro.
I due rimasero abbracciati ancora per qualche attimo, poi lei lo
guardò bene mettendogli le mani sul viso. –Non sei
ferito, vero?- Lo guardò attentamente, studiandolo.
-Sto bene, se ho sangue addosso non è mio.- Zoro la
baciò e stringendosi di più, i due si scordarono
di tutto e si persero nel loro bacio.
-Eh-ehm…- Tossicchiò Bellmere, per farli
ricordare che lei era là.
Nami e Zoro si staccarono e lei arrossì.
–Ehm… Madre, questo è Zoro Roronoa, il
samurai assunto da papà.-
-Nonché suo futuro sposo… Finalmente la vedo!-
Bellmere sorrise. –Piacere mio, samurai! Adesso, hai qualche
idea per farci uscire di qui?-
-Oh, pronto gente?! Fatemi uscire dalla cella e vi porto io fuori di
qui sani salvi!- Disse Sanji, sentendosi ignorato.
–Sarò io, l’eroe che porterà
in salvo la dolce Nami-san!-
-Gnegnegne, taci, moccioso!- Lo zittì Zoro.
–Là fuori è pieno di guardie,ne ho
eliminati un po’ ma spuntano fuori come funghi!-
Abbracciò Nami per la vita. –Prima penso a farvi
uscire e poi mi occupo di Arlong…-
Nami sussultò e gli prese una mano. –Lo vuoi
affrontare da solo?-
-Vedi altri qui?-
-Io ti posso aiutare!!-
-Sei scema? Appena vi faccio uscire di qui, tu torni subito al
villaggio con tua madre e i bambini!!- Le disse scandalizzato lui.
-Ma come faccio a tornare a casa con te qui da solo?! Hai visto quanti
sono gli uomini di Arlong, l’hai detto tu stesso
che…-
Zoro la interruppe. –Sei maestra di spada tu? Sei esperta in
qualche arte marziale? NO! Come puoi aiutarmi? L’unica cosa
puoi fare per aiutarmi, è tornare a casa e stare al sicuro.
–Le prese il viso fra le mani, raccogliendole le lacrime che
la stavano scendendo dagli occhi. –Ti prego, Nami…
Voglio che tu ti salvi…-
-Nami…- Bellmere le posò una mano sulla spalla.
–Zoro ha ragione, dobbiamo andare via… Pensa ai
bambini, devono tornare a casa!-
La rossa si voltò a guardare i tre bambini che, curiosi,
guardavano la scena con la testa ficcata fra le sbarre.
-E’ vero… Dobbiamo scappare…-
Mormorò rassegnata. –Promettimi che non ti fai
ammazzare!- Chiese a Zoro.
Lui le sorrise e le posò le labbra sulle sue.
–Secondo te, mi faccio ammazzare da queste mammolette?-
Riuscì a farla ridere e le diede un altro bacio.
–Adesso, troviamo un modo per farvi uscire…-
-Aspettate, ci sono anche tutte le donne del villaggio da liberare!
Sono in un’altra cella, ma non so dove!- Disse Bellmere.
-Giusto… Va bene, usciamo almeno di qui e poi cerchiamole!-
Dopo aver tagliato le sbarre anche della cella dei bambini, Zoro si
prese Rufy nelle spalle e gli altri due, li afferrò in vita
sollevandoli.
-Mettimi giù, scimmione!!- Gli disse Sanji, dimenandosi.
-Moccioso, non è ora di fare i capricci!! E’ per
fare prima che vi ho presi, state zitti e andiamo!-
Uscirono da quella stanza e cominciarono a cercare le donne del
villaggio.
-Devono essere qua!- Li avvertì Bellmere, indicando
un’altra fila di celle. –Sento sempre delle urla
venire da qui!-
-Bene, vi taglio le sbarre e voi pensate a liberarle… - Fece
scendere i tre bambini e sguainò una spada, pronto.
-E voi… Dove pensate di andare?-
Una voce profonda, li fece voltare.
-Buh!- Arlong, li guardava ghignante.
Capitolo 15
-Arlong!-Gridò Nami con astio alla sua vista. Bene, si disse
mentalmente Zoro, almeno adesso aveva individuato il nemico. Con una
mossa, si pose davanti a lei, difendendola da un probabile
attacco…
Quell’ uomo…non gli piaceva. Aveva l’
aria di essere molto forte e dannatamente abituato a combattere.
-E così sei tu Arlong…-Un ghigno si
delineò sulla sue labbra.
-E tu sei il samurai-Gracchiò dal ridere l’
uomo.-Non dirmi che hai intenzione di uccidermi con quei bastoncini che
ti porti appresso…-
Arlong era quasi il triplo di Zoro, sia in altezza che in
larghezza…
-Si-Estrasse dal fodero la spada di suo padre-Proprio con
queste…-
-Divertente…-Solo in secondo momento il samurai
notò l’ arma che impugnava il
tiranno…un kiribachi… Una potente spada affilata
e con degli spunsoni…
Non poteva combattere con lui in quello spazio
ristretto…avrebbe coinvolto anche gli altri…
-Voglio proprio vedere come farai!-Urlò scasgliandosi
così contro di lui. Estraendo un'altra spada,
intercettò l’ attacco e lo fermò.
-Che potenza!-Mormorò sentendo la pressione che faceva nel
spingerlo indietro.
-Nami vieni qua!-Urlò Bellemere vedendo la figlia alle
spalle dello spadaccino. Corse verso di loro ma inciampò tra
i detriti…Arlong di pregustò la scena…
Una nuova risata fece capolino dalla sua bocca e togliendosi dalla
difesa di Zoro, caricò un attaccò contro la
ragazza.
Si mosse velocissimo Zoro, capendo il suo obbiettivo, nuovamente lo
fermò salvandola.
-Zoro!-Gridò Nami vedendo il samurai in
difficoltà.
-Per favore…scappa!-La supplicò cercando di tener
testa ad Arlong.
-No!-Li contraddisse l’uomo-Nessuno scapperà!
Morirete tutti!-Aumentando la durezza del colpo, fece cascare
all’ indietro Zoro e Nami, a pochi centimetri da lui.
-Arrenditi samurai!-Lo avvertì-Ti prometto una fine
dignitosa…-
-Molto gentile…-digrignò i
denti-Perché io non ti prometto
altrettanto…-Combattendo, cercò di far forza e
piegare quella situazione… a poco a poco, riuscì
a guadagnare terreno mettendosi in ginocchioni e tentando di alzarsi.
-Non te lo ripeterò una seconda volta-Parlò
indirizzato a Nami.-Libera gli altri e poi scappa!-Si rialzò
da terra Nami, aiutata dai bambini. Le lacrime continuarono a scorrere
sul suo viso a sentire quelle parole.
Annuì col capo e prendendoli per mano, corse insieme a sua
madre alla ricerca delle donne.
-Fa attenzione…-
-Presto Nami!-Rufy e Sanji, strattonavano Nami per le mani,
cercando di farla correre più velocemente possibile in quel
labirinto di corridoi…
-HEY VOI!-Urlò una guardia quando finalmente furono arrivati
a destinazione. Sguainò la spada e si avvicinò ai
presenti con aria minacciosa-Come avete fatto a
fuggire!?-Puntò l’ arma contro Nami-La pagherete!-
-Non ci contare panzone!-Gridò Sanji che staccandosi da
Nami, caricò un calcione contro gli stinchi dell’
uomo.
-Bravo Sanji!-Esultò Rufy correndo a disarmarlo e salendogli
sulla pancia.-A te Usop!-Gli passò l’ arma.
-E IO CHE DOVREI FARCI CON QUESTA!?-
-Brutti mocciosi!-Imprecò pieno di rabbia-Vi farò
fuori!-Tentò di rialzarsi da terra, ma appena vide la lama
della katana scintillare davanti ai suoi occhi, rimase muto…
-PORTAMI IMMEDIATAMENTE DAI PRIGIONIERI!-Ordinò Nami
impugnando la spada e con uno sguardo che non ammetteva repliche.
-Non si salveranno!-Rise in modo odioso Arlong-Nessuno si
salverà…e finalmente, conquisterò il
villaggio!-
-Meschino farabutto!-Tolse dal fodero l’ altra katana, una
dall’ elsa bianca e se la portò in bocca. Strinse
le altre due tra le mani e si concentrò contro l’
avversario.
Fino a ora, non l’ aveva nemmeno sfiorato al contrario di
lui, che gli aveva procurato graffi su tutto il corpo.
Un odore di fumo gli giunse alle narici…
Alzò in alto un sopracciglio…che stava
succedendo!?
-Ti distrai facilmente vedo!-Ne approfittò l’ uomo
facendo partire un nuovo colpo che però, procurò
solo uno strappo allo yukata.
L’ aria cominciò a diventare pesante,
così come la visibilità…Stavano dando
fuoco all’ edificio!?
-Rufy testa di tubero!-Lo insultò Sanji vedendo la torcia
che era riposta li vicina, cadere e incendiare ogni cosa.
-Non l’ ho fatto apposta!-Si giustificò il piccolo
soffiando, cercando di spegnere le fiamme.
-MORIREMOOOO!-Usop cominciò a fare avanti e indietro
disperato-Non c’è dubbio! Moriremo-
-FINISCILA PINOCCHIO!-Sanji perse la pazienza. Nami e Bellemere avevano
finalmente trovato la cella e steso il grassone che li aveva condotti
li. Ora tentavano di rompere la serratura e far uscire i prigionieri.
-Non c’è tempo!-Mormorò sconsolata Nami
cercando in ogni modo di rompere quella serratura.-Io non riesco a
tagliare le sbarre come fa Zoro!-
-Perché quello è uno scimmione!-Lo offese Sanji-
Proviamo a tirare tutti insieme, magari si toglie…-
-E perché non proviamo con la chiave…-Propose
Rufy.
-Scemo che non sei altro-Si disperò Usop-Se l’
avessimo a quest’ ora non saremo qua a cercare un modo per
salvare tutti!-
-Ma allora…-Rufy si chino sulla guardia ed
esaminò un mazzo.-Quelle cosa sono!?-
Nami e Bellemere si guardarono in contemporanea, per poi, darsi delle
idiote…
Una nebbia densa aveva cominciato a penetrare e a confondere
le stanze. Ormai nemmeno più vedeva
dove era finito l’ avversario…lo sentiva ridere e
attaccare.
Inoltre, stava faticando anche a respirare…Doveva uscire al
più presto di li…
-Che fai!? Stai fermo!?-Strinse i denti quando sentì la lama
colpirlo alla schiena…
No! Così non poteva continuare…
Di quel passo, Arlong avrebbe vinto e come promesso, avrebbe sterminato
tutti…
Tutti dipendevano da lui…facevano affidamento su di
lui…soprattutto Nami.
Nami…
Sperò che fosse fuggita insieme agli altri e che fosse
salva…
Chiuse gli occhi e abbassò le spade. Cercò di
mettere in pratica cio che suo padre gli aveva insegnato…
Dominare i sensi…
La vista era inutilizzabile con quella coltre e l’ unica cosa
che poteva fare, era concentrarsi sull’ udito.
Isolò tutto quanto e cercò di percepire i passi
di quel farabutto…
Eccolo la…
Stava girando intondo come un animale… sentiva il suo
respiro incostante, accelerato per la paura e per la fatica che provava
a colpirlo con quell’ enorme spada.
Sentì i passi fermarsi, così come il
respiro…ecco!
Quello era il segnale! Nuovamente alle sue spalle!
Sentì lo spostamento d’ aria e fece drizzare in
avanti le Katane provocandogli stupore e ferendolo all’
addome. Zoro sorrise, finalmente il primo colpo!
-Maledetto!-Urlò di rabbia Arlong.-è inutile che
cerchi di opporre resistenza!-Annaspò-Ti
ammazzerò ugualmente!- Nuovamente si concentro e
cercò la sua voce…
-Ne sei sicuro!?-Improvviso e lesto, Zoro attaccò
l’ uomo facendolo sbandare e sbattere contro il muro.
Ormai era alle strette…
Quello, sarebbe stato l’ ultimo colpo!
Ripose le altre Katane nei foderi e tenne in mano solo la spada di suo
padre…
Si concentrò, caricando il colpo di tutto l’ odio
che provava per quell’ uomo…il
disgusto…la rabbia!
-Stai esitando!-Arlong rimpugnò il kiribachi e
sferrò l’ ultimo colpo che era in grado di
dare…
Tempestivo, Zoro lo smorzò, attaccando a sua volta, ma
qualcosa andò storto…
Sentì la lama della spada alzare la gittata e colpirlo al
volto…mentre la sua spada, libera da ogni ostacolo,
penetrava il petto di Arlong.
Sentì l’ urlo straziante di dolore di quel despota
e poi, una risata amara e il silenzio…
Tolse la katana da quel corpo ormai senza vita e la ripose nel
fodero…
Doveva uscire…ormai non ce la faceva
più…e sentiva la ferità dolergli
sempre di più…
Capitolo 16
Era arrivata la stagione della fioritura ormai, i mandarini erano
ricchi di tanti piccoli fiorellini bianchi, che spargevano un dolce
profumo in tutto il villaggio.
Quegli alberi di mandarino non erano alti come gli altri, ma lo stesso
carichi di fiori. Bisognava darli il tempo di crescere, dopotutto,
erano stati piantati solo due anni prima…
-Zoro? Ma dove sei finito, Zoro?!- Chiamo Nami, mentre cercava suo
marito per casa.
Non stava né in veranda, né in cucina o in altre
stanze. Provò ad andare all’agrumeto.
Da quando si erano sposati, e l’aveva aiutata a ripiantare i
mandarini, Zoro passava molto tempo sotto quegli alberi, diceva che si
rilassava e che li ricordavano lei.
-Zoro? Zor…Ah!- Finalmente lo trovò, che come al
solito sonnecchiava allegramente sotto i suoi alberi. Sorridendo
intenerita, andò verso di lui.
Arrivata davanti al samurai sdraiato nel prato, si inchinò
leggermente e con difficoltà, per raccogliere una
foglia… Dopo averla raccolta, cominciò a passarla
sotto al naso di Zoro, infastidendolo nel sonno.
Il poverino, cominciò a muovere il naso, sentendo il
solletico e dopo un sonoro starnuto, si svegliò.
-Guasta feste! Dormivo così bene…-
Mugugnò Zoro, grattandosi il naso.
Nami gli sorrise ingenua. –Non mi posso sedere per terra!-
Disse indicandosi il pancione ingombrante.
-E allora?- Zoro non si mosse di un millimetro.
-Alzatiii! Stanno anche per arrivare i bambini per la lezione di
spada…-
Sbuffando, il ragazzo si alzò e si picchiò il
sedere, per far cadere fogliame e fili d’erba dallo yukata.
–Tzè… Quei tre diventeranno samurai e
io ho i capelli blu…-
-Su, non dire così! Sono stati determinanti due anni fa
contro Arlong!- Nami lo prese a braccetto e insieme, entrarono in casa.
-Bel gruppo di allievi, mi faranno esaurire!- Protestò Zoro,
sedendosi al tavolino.
Nami andò in cucina a fare del tè.
–E’ un allenamento per quando dovrai insegnare a
nostro figlio!- Gli urlò lei dalla cucina.
-Già, spero che sia meno insopportabile di loro…-
-Anche se sarà insopportabile, lo amerai lo stesso
perché è tuo figlio!- La rossa tornò
da lui.
Arrivò vicino al cuscino accanto a Zoro e lo
osservò. Si sporse fino al tavolino, a cui si
appoggiò col braccio e si inchinò, molto, molto
lentamente con le gambe.
-Ahi, ahi, ahi…- Si lamentò lei, mentre manovrava
per sedersi.
Zoro si alzò in un attimo e le andò dietro la
schiena, aiutandola. –Sta attenta, balenottera!-
-Attento a come parli!!- Nami lo fulminò con lo sguardo.
-Dico solo la verità!- Si sedette affianco a lei e le mise
un braccio attorno alla più florida vita. –Ti son
venute su due…Ehm… Argomentazioni…- Le
puntò gli occhi sul seno.
-Il solito maniaco…- Nami gli afferrò un
orecchio. –Tu e le argomentazioni del cavolo! Sei
fissato…-
-Non è colpa mia!- Si lamentò lui, per la presa
su l’orecchio.
Lei si mise a ridere, ricordandosi che era da quando si conoscevano,
che Zoro chiamava il suo seno così, secondo lui era meno
imbarazzante.
Gli carezzò il viso e gli posò un bacio sulla
guancia. Il suo sguardo poi, andò a cadere sulla cicatrice
sull’occhio di Zoro.
La ferita procurata nello scontro contro Arlong, le ricordava sempre
quanto male aveva fatto quell’uomo, sia a lei, che a suo
marito.
-Vai a prendere il tè?- Chiese la rossa, strofinando il viso
contro il collo di lui, come se fosse un gatto.
-Va bene…- Le posò un bacio sulla chioma e si
alzò, andando in cucina a prendere il tè ormai
pronto.
Tornò poco dopo con tazze e tè caldo, che Nami
provvide a riempire.
-Mmmh…- Mugugnò la rossa, sentendo la fragranza
del tè caldo. –Non c’è
tè migliore di quello al mandarino…-
-Già, ormai ne sono dipendente, non riesco a mangiare nessun
altro tipo di stupida frutta, da quando ti ho sposato!-
-E’ la frutta più buona!!- Nami gli
strizzò le guance con una mano e lo baciò.
Zoro posò la sua tazza e prese la rossa fra le braccia,
approfondendo il bacio… Docilmente lei, gli sorrise sulle
labbra e gli posò le mani sul collo.
Non fecero nemmeno in tempo, ad approfondire ancora quel
bacio… Che ad un tratto si sentirono osservati. Smisero di
baciarsi e videro sulla veranda due bambini con la faccia schifata ed
uno con la faccia disperata.
-Chi vi ha detto di entrare?!- Sbraitò Nami imbarazzata.
-Allievi deficienti…- Zoro si schiaffò una mano
sul viso.
-Sei in ritardo!!- Disse Usopp come giustificazione, mentre Rufy
ridacchiava e Sanji rantolava frasi sconnesse, tra cui “la
mia Nami-san”.
-Forza,- Li spinse fuori. –Salutate Nami e andiamo.-
-Ciao Nami!- Dissero Usopp e Rufy in coro.
-Arrivederci, mia amata Nami-san!- Salutò invece Sanji.
I quattro uscirono, lasciando Nami che sorridente, si finiva il suo
tè.
Anche se dall’episodio di Arlong, erano passati due anni, per
Nami quei ricordi erano ancora vivi nella sua memoria. Le sembrava
ancora ieri, quando uno Zoro ferito e stremato, si trascinò
fino al villaggio con l’occhio sanguinante… Poteva
sentire fortissimo nel suo cuore, quel terrore che gli fosse successo
qualcosa, quando ancora non lo vedeva tornare.
Infatti, subito dopo aver liberato le donne del villaggio, Nami,
Bellmere e i bimbi, erano scappati al villaggio, seguendo gli ordini di
Zoro.
Invece lui era tornato, lei gli corse incontro e lo
abbracciò stretto, felice che fosse ancora vivo.
Pochi giorni dopo, erano cominciati i lavori di ricostruzione del
villaggio, dopo i vari incendi e le scorribande. Armati di una nuova
speranza, gli abitanti di Coco si davano aiuti l’un con
l’altro, si facevano coraggio e lavoravano senza sosta giorno
e notte, per riportare il villaggio agli antichi splendori.
Insieme, Zoro e Nami avevano ripiantato i mandarini a casa sua,
facendola molto contenta… Settimane dopo invece, nacque il
bambino di Nojiko ed Ace e dopo di questo… Erano convolati a
giuste nozze.
Sorrise a quel pensiero… Aveva visto Zoro così
imbarazzato, solo quando gli disse di essere incinta.
Si accorse di quanto si fosse fatto tardi a ricordare, quando prese un
altro sorso di tè e lo trovò gelato. Stupita,
guardò alla finestra il buio calare e Zoro tornare a casa
dall’allenamento giornaliero con i bambini.
-Ehy, stai ancora bevendo tè?- Le chiese Zoro, vedendo
ancora la teiera con le tazze.
-Uhm, no, è ancora quello di quando te ne sei andato!-
Il ragazzo rise e le andò vicino, baciandola sulle labbra
come saluto. –Che stavi facendo?-
Nami sorrise. –Ricordavo.-
-E cosa?-
-Che anche se è brutto da dire, una cosa ad Arlong la
devo…- Lo abbracciò e gli diede un bacio.
Lui sorrise capendo.
*Spazio autori* Ecco,
questi sono tutti i capitoli che mancavano per finire questa storia. Il
Samurai di Wa no Kuni, doveva essere la fic che ci avrebbe rilanciato,
dopo un periodo di ritiro (soprattutto da parte mia *Hime*). Abbiamo
adorato questa fic, l'abbiamo scritta in pochi giorni tanta era la
voglia di continuarla, per scoprire noi stessa come sarebbe continuata. Invece non è
stato così. Recentemente
io e Rolo siamo giunte alla conclusione che le motivazioni per scrivere
e pubblicare qui sul fandom... Erano praticamente svanite. Non
c'è più
quell'eccitazione dopo aver postato un capitolo per vedere se piace o
no, non c'è più la voglia di trovare NUOVE IDEE.
Non c'è più la gioia
di scrivere per il pubblico. Quindi questo
è un addio, l'addio di Hime e Rolo ad EFP. Se volete continuare a
seguirci comunque, abbiamo vari spazi sul web i cui link sono riportati
sul nostro profilo in comune. E' stato bellissimo
stare con voi (anche se molti con cui abbiamo cominciato, sono
spariti), grazie a tutti.