La promessa dell'orecchino

di iride89
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La promessa dell'orecchino-parte I ***
Capitolo 2: *** La promessa dell'orecchino-parte II ***



Capitolo 1
*** La promessa dell'orecchino-parte I ***


La prima volta che la vidi…me lo ricordo come se fosse stato ieri

La promessa dell’orecchino

 

La prima volta che la vidi…me lo ricordo come se fosse stato ieri.

 

Io e la mamma eravamo andati a salutare Harry, doveva affrontare l’ultima prova del Torneo Tremaghi. Mamma non ci aveva messo molto a convincermi ad accompagnarla, ed è stata una fortuna che io l’abbia seguita, perché là in quella stanza l’ho incontrata e non l’ho più scordata.

 

***

 

La prima volta che lo vidi…mi incuriosì tantissimo.

 

Era venuto nella scuola inglese per salutare il Campione più giovane, quello che ha salvato la mia Gabrielle in fondo al lago. Inizialmente gli lanciavo occhiate sfuggenti, quasi avessi paura che lui si accorgesse di me. Non era da me essere così timida, non avevo avuto mai troppi problemi con i ragazzi, anche grazie al mio leggero fascino di Veela, ma con lui era diverso…lo capii immediatamente.

 

***

 

Lunghi capelli biondi, occhi verde acqua, pelle candida e dolce sorriso. Chi poteva non notare una così perfetta creatura! Avevo letto le lettere che i miei fratelli avevano mandato alla Tana e da quelle avevo appreso, oltre al suo fascino antico, anche che Ron ci aveva provato con lei, ma con scarsi risultati.

Mi convinsi allora che non doveva essere che una petulante ragazzina presuntuosa. E rimasi di quell’idea fin quando non la vidi. Altro che ragazzina, quella era una giovane donna al pieno della sua bellezza. Decisi di non guardarla troppo, infatti dopo la prima occhiata non la degnai più di uno sguardo, anche se sentivo i suoi occhi su di me.

 

***

 

Lunghi capelli rossi, occhi celesti, orecchino a zanna e sorriso seducente. Nel complesso un vero e proprio f… cioè un bel ragazzo! Avrà avuto quattro o cinque anni più di me, ma non riuscivo a staccargli gli occhi di dosso. C’ era una signora accanto, probabilmente la madre a giudicare dal  colore dei capelli. Quei capelli io li avevo già visti…bò non ricordo sarà stato uno dei miei tanti spasimanti.

E, a proposito di spasimanti, anche il tipo che stavo adocchiando ne deve aver avute parecchie. Non era solo bello, era quasi magnetico, appena lo fissavi non riuscivi a guardare altro. Dovevo assolutamente scoprire il suo nome, poi presentarmi e farlo cadere ai miei piedi come tutti gli altri…no questa volta era diverso, mi sentivo attratta non solo fisicamente da lui, era qualcosa di più. Qualcosa che non mi avrebbe fatto usare le mie armi di seduzione, perché io volevo davvero quel ragazzo e volevo che anche lui mi volesse, e non solo per il mio fascino.

 

***

 

Dopo essere usciti dalla stanza, dove finalmente i suoi occhi avrebbero smesso di scrutarmi mettendomi così in agitazione, Harry ci fece fare il giro della scuola. Non che me la fossi dimenticata, ma era bello poter tornare dove avevo trascorso 7 anni di divertimento e studio naturalmente. Ritornammo in Sala Grande per il pranzo e mi ricongiunsi ai miei fratelli. Istintivamente mi guardai attorno e la scorsi mentre si sedeva con la sua famiglia al tavolo dei Corvonero.

I nostri sguardi si incrociarono, e sentii improvvisamente caldo, probabilmente la temperatura di Giugno era più alta del solito. Ci stavamo ancora fissando, le rivolsi un sorriso al quale lei ricambiò e distolsi lo sguardo con sommo dispiacere per rispondere a mia sorella che, a quanto pare, mi stava chiamando da dieci minuti.

 

***

 

Non appena entrai nella scuola per il pranzo lo vidi attorniato da una nidiata di ragazzi che avevano lo stesso colore di capelli . Probabilmente i suoi fratelli, fatta eccezione per il Campione di Hogwarts, Harry  Potter, e la sua amichetta, quella che Krum aveva invitato a Ballo e che aveva salvato al lago.

Ad un tratto ci guardammo negli occhi e il tempo letteralmente si fermò. Mi guardava con aria sognante e io feci lo stesso, probabilmente sembravo un idiota. Quando poi mi rivolse il sorriso più dolce che avessi mai visto, il mio cuore saltò qualche battito, ma per cortesia riuscì a ricambiare il gesto uscendo da quello stato di trance.

 

***

 

Mangiai molto poco e subito mia madre mi fu addosso ricordandomi che un’adeguata alimentazione è molto importante. Non avevo voglia di giustificarmi con banali scuse, così mi alzai e andai a farmi una passeggiata nel parco vuoto.

La Sala Grande era gremita di studenti emozionati per l’ultima fase della competizione, mi girai prima di uscire dal portone, ma non riuscì a trovarla, c’erano troppi ragazzi. Ecco una cosa di cui forse non sentivo la mancanza di Hogwarts, il caos del pranzo. Il silenzio delle piramidi è più tranquillizzante… comunque mi decisi ad uscire, in realtà non sapevo bene perché mi fossi girato, probabilmente con la sola speranza che lei mi facesse compagnia. Che idea stupida! Non sapeva nemmeno il mio nome!

 

***

 

Continuavo a fissarlo, tanto che mia madre mi chiese se mi fossi addormentata con gli occhi aperti.

Speravo che lui incrociasse nuovamente il mio sguardo, ma così non fu. Anzi ad un certo punto lo vidi anche alzarsi, pregai che non lasciasse Hogwarts così presto, ma a giudicare dalla sua aria un po’ cupa probabilmente non sarebbe rimasto.

Dovevo assolutamente sapere il suo nome, almeno quello!

Prima di uscire dall’edificio si voltò a guardare la Sala piena zeppa di ragazzi, e se non fosse stato per quel gruppetto di ragazzine perennemente in movimento che si erano sedute proprio di fronte a me, lui mi avrebbe visto. Che sfortuna! Ma non mi potevo arrendere così facilmente!

 

***

 

 

L’aria era fresca  come la sua pelle nivea, l’acqua del lago era trasparente come i suoi occhi e i raggi del sole brillavano e riscaldavano come i suoi capelli e il suo sorriso. Possibile che i miei pensieri andassero sempre a quella ragazza? Come si chiamava?…ah si! Fleur Delacour. Fiore. Già lei era un bellissimo fiore.

Mi sedetti ai piedi di una betulla in riva al lago. Che pace! Sarebbe stato un quadro perfetto, se avessi avuto accanto la persona perfetta per me…chissà se quel Fiore poteva esserlo!

 

 

 

***

 

Lo vidi assorto nei suoi pensieri con lo sguardo rivolto all’orizzonte.

I raggi del sole che riflettevano sull’acqua del lago, vicino al quale lui era seduto, gli illuminavano il volto. Sorrisi vedendo che giocava con una margherita, che quasi inconsciamente aveva raccolto.

Il suo viso era tranquillizzante come la sua figura che si allungava sinuosamente sull’erba. Era uno spettacolo. Nemmeno i fantastici paesaggi della Provenza eguagliavano quella visione, che, strano a dirlo, mi faceva sentire a casa! Per la prima volta l’Inghilterra non mi sembrava un paese freddo e piovoso! Tutto merito di quel ragazzo. Dovevo conoscerlo, ma, forse…no, non c’era tempo per i “se” e per i “ma”, mi ero prefissa lo scopo di parlargli almeno una volta prima che la terza prova cominciasse. E dopo…

 

***

 

Sentii dei passi dietro di me, la tentazione di voltarmi era troppa, ma decisi di resistere, volevo illudermi che la persona dietro di me fosse lei. I passi erano leggeri, probabilmente una studentessa che aveva dimenticato qualcosa.

Il rumore cessò, anche se sentivo che c’era qualcuno alle mie spalle, il suono di un fruscio di una gonna di seta, un profumo di lavanda, un tocco leggero sulla mia spalla destra…

 

***

 

-posso sedermi avec toi?- (1)

Non so nemmeno io dove trovai il coraggio di pronunciare quelle parole, ma lessi stupore nei suoi occhi che si animarono di una luce alquanto strana.

Ricevetti in risposta un sorriso e un cenno del capo che mi invitava a sedermi accanto a lui. Ora pensavo che forse non era stata una bella idea disturbarlo. Cadde il silenzio e la mia agitazione cresceva. Decisi di parlare, almeno per smuovere la situazione di stallo che si era venuta a formare.

-Bellissimo paesaggio, ce n’est pas d’accord? (2) - gli chiesi il più naturalmente possibile.

Lui mi rispose sempre sorridendo con una voce calma e pacifica –già è davvero bellissimo! Piacere il mio nome è Bill Weasley, tu invece sei la Campionessa della scuola francese vero?-

-si, il mio nome è Fleur Delacour. Piacere di conoscerti.-

 

(1)   = con te?

(2)   = non sei d’accordo?

***

 

Non potevo crederci, stavo parlando con la ragazza più bella che avessi mai visto.

Continuavo a sorridere, incapace di contenere la strana gioia che mi aveva invaso. Mi sentivo un cretino e lei sicuramente pensò che avessi un crampo ai muscoli facciali!

Parlava in inglese, ma con un forte accento francese, non che mi dispiacesse, anzi conferiva al linguaggio un’eleganza innata, che solo lei poteva imprimere.

-Il piacere è tutto mio-

Ed ecco che ripiombammo in un silenzio imbarazzante, anche se lei sembrava molto tranquilla io stavo sudando freddo. Non mi era mai capitato di essere così nervoso, solitamente riuscivo a scherzare e a scambiare qualche parolina anche con le ragazze di cui mi ero infatuato. Ma con lei era diverso, forse perché capii che se avessi avuto una storia con lei, ipoteticamente parlando, non sarebbe stato qualcosa di una notte e questo mi faceva un po’ di paura.

-ho sentito che sei stata molto brava, nelle precedenti prove del torneo- speravo che parlando la situazione potesse stabilizzarsi almeno in minima parte dato tutte le emozioni contrastanti che provavo. Lei, dal canto suo, rispose dolcemente cercando di trovare parole semplici con le quali esprimersi –più o meno. Ora però sono ultima-

Emerito idiota, giuro che mi sentivo un deficiente patentato! Parlandole così sembrava che volessi metterla in ridicolo. Cercai di riparare al danno fatto –guarda, che essere ultimi o primi non cambia il valore dimostrato nell’eseguire le prove. Io personalmente non vi ho assistito, ma da come me ne hanno parlato i miei fratelli ed Harry, sei stata molto brava- salvato per il rotto della cuffia!

 

***

 

Che gentile, non c’era né malizia né superbia nelle sue parole, ma impacciata cortesia. Questo mi fece molta tenerezza e gli sorrisi un po’ rossa in viso.

Discorremmo del più e del meno, lui tentava di parlare in modo che comprendessi al meglio ciò che diceva, e io rispondevo con cortesia, ma sapendo di parlare un inglese pessimo, non dal punto di vista grammaticale (per quello avevo ricevuto un’istruzione solida) ma per quanto riguarda la pronuncia e i modi di dire locali ero un po’ impacciata. Lui però non me lo fece pesare.

Passò così buona parte del pomeriggio e io mi divertii tantissimo, Bill, ora conoscevo finalmente il suo nome, era molto simpatico e avevamo molti punti in comune. A entrambi, strano ma vero, piaceva tantissimo l’Egitto, argomento sul quale ci soffermammo parecchio. Ma la ciliegina sulla torta fu quando commentai il suo orecchino, che mi piaceva davvero tanto.

 

***

 

-è molto bello il tuo orecchino-

La sentii pronunciare quelle parole e subito scoppiai a ridere. Lei inizialmente mi guardò meravigliandosi del mio strano comportamento, ma ridacchiò anche lei, probabilmente contagiata dalla mia ilarità. Dopo esserci ripresi, lei si fece seria e mi rivolse una domanda –perché abbiamo riso? Ho detto qualcosa di sbagliato?-

Che scemo, poteva aver pensato che stavo ridendo di lei –no,no, ho riso perché tu sei l’unica persona a cui piace il mio orecchino. Mia madre continua a dirmi che sembro un selvaggio proveniente da una tribù e il mio capo mi ha detto che se non me lo tolgo a lavoro mi rinchiude in una piramide!- e qui scoppiai nuovamente a ridere sostenuto anche dalla sua risata.

Che calda che era la sua risata! Mi sentivo in pace con me stesso!

-scusa, ma perché hai riso, all’inizio se non sapevi perché ridevi?- le chiesi così su due piedi.

- parce que …- (3)

 

(3) = perchè

***

 

-BILL! BILL! DOVE TI SEI CACCIATO? BIIIILL!!!!!-

La voce della signora che era con lui quella mattina raggiunse il nostro rifugio. Gli rivolsi un’occhiata interrogativa. Perché non rispondeva? Lui capì e urlò di rimando –UN ATTIMO MAMMA, ARRIVO SUBITO!-

Sembrava dispiaciuto di doversene andare, e anche a me provocò quella reazione.

I suoi occhi si spensero ma poi sorrise divertito e mi disse alzandosi in piedi –Ascolta Fleur…– com’era melodioso il mio nome uscito dalle sue labbra –…se ne uscirai indenne da questo torneo, ti regalerò il mio orecchino, contenta?-

Risi divertita a quella proposta e senza neanche rendermene conto, si chinò e mi baciò delicatamente la guancia infilando la margherita con cui aveva giocato per tutto il tempo fra i miei capelli. Arrossii di colpo, ma sorrisi raggiante a quel gesto. Mi salutò e se ne andò tranquillamente con le mani in tasca, ignorando le urla di quella buffa donna dai capelli rossi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** La promessa dell'orecchino-parte II ***


Quello fu il nostro unico incontro

Scusatemi tantissimissimo per il ritardo, ma mia cugina, che mi ha tradotto le poche parole in francese, ha avuto molto da fare. Cmq spero che anche questo secondo capitolo vi piaccia!

Quindi buona lettura!

 

 

 

La Promessa dell’orecchino - II parte

 

 

Quello fu il nostro unico incontro.

È passato un anno, ma non me la sono mai scordata né lei né quella promessa che ancora ci tiene uniti. Ora lavoro a Londra, ho chiesto il trasferimento per essere più vicino all’Ordine della Fenice e alla mia famiglia. Ho una gran voglia di rivederla. Chissà se si ricorda ancora di me?

-ehi Weasley…- il mio capo entra nel mio ufficio con la sua solita fretta -…ti ricordi che oggi viene quella nuova collega?- e senza aspettare una mia risposta prosegue –mi raccomando è straniera, se non erro finlandese, tu che sei il più giovane della nostra sezione, falle gli onori di casa, anche perché da quanto ho capito non parla un “h” in inglese! Bene, dato che hai capito tutto, ci vediamo ora ho una riunione- fa per uscire quando si blocca –ah si! Mi sono dimenticato di dirti che arriverà alle 18:00, quindi fatti trovare pronto, e che ne so, invitala a cena e falle fare il giro della città! Buona serata Weasley!-

Perfetto, ora mi tocca anche fare da balia a una ragazza finlandese…e invitarla pure a cena, m’immagino già l’interessantissima conversazione che avremo, lei che parla finlandese e non capisce nulla di inglese e io che parlo inglese e non capisco nulla di finlandese. Proprio un’entusiasmante serata!

O merda sono già le 17:55…meglio sistemare questo caos se no chi lo sente il capo!

 

***

 

Ho una tremenda paura…sono qui di fronte alla porte dell’ufficio nel quale dovrò lavorare per i prossimi anni e non so cosa dire. Forse sarebbe meglio una frase tipo “Piacere di conoscervi, il mio nome è Fleur Delacour, spero che lavoreremo bene insieme” no, troppo banale, mi sento una cretina.  Forse sarebbe meglio…chi se ne frega, mi inventerò qualcosa sul momento e poi comunque dovrebbe esserci il mio datore di lavoro che mi spiegherà un po’ la situazione! Ma sì, me la caverò!

 

***

 

Le 18:00. È  ora. Speriamo almeno che sia carina, altrimenti sai che noia. Bè intanto che l’aspetto meglio finire questa relazione.

 

***

 

Nella Sala Centrale non c’è nessuno, probabilmente il Direttore mi starà aspettando nel suo ufficio.

Faccio per dirigermi verso la porta con su scritto DIRETTORE quando un’altra porta con un’altra scritta cattura la mia attenzione. Non è possibile, non ci credo, sto sognando, non può essere lui…lui lavora in Egitto, il possessore di quell’ufficio sarà un altro Bill Weasley…ma quanti Bill Weasley ci possono essere? Non penso che qualcuno si arrabbierà se do un occhiata!

 

***

 

Sento la mia porta che si apre, mi giro per accogliere la mia futura collega quando sbarro gli occhi e spalanco la bocca dalla sorpresa…non lei…non può essere lei!

 

***

 

Lui…giuro che mai e poi mai mi sarei aspettata di poter trovare lui! Mi meraviglio a tal punto che la borsetta mi cade, gli occhi sgranati per lo stupore e il mio corpo rigido come marmo non se lo sogna nemmeno di compiere movimenti coordinati.

 

***

 

Aspetta, calma Bill, allora ripensa a ciò che è successo…la tua nuova collega entra…la tua nuova collega non è finlandese ma francese…la tua nuova collega non è una semplice francese ma è lei…tu ti ritrovi con un’espressione idiota e stupida sulla faccia. Meglio ricomporsi. Tento di dire qualcosa, ma non ci riesco i miei occhi si sono incollati alla sua figura. Solo un anno è passato, lei è uguale, ma nello stesso tempo diversa da allora.

 

***

 

O mio Dio, questa si che è una sorpresa! È tutto l’anno che penso a lui, che lo sogno, che spero di rivederlo, e ora che ce l’ho d’avanti faccio una faccia da pesce lesso! Non avrei mai pensato di rivederlo. Però se lui lavora nell’ufficio a cui sono stata assegnata…noi lavoreremo insieme! Che bello, potrò vederlo tutti i giorni! Meglio di quanto avessi sperato.

Certo che lui non è per niente cambiato fatta eccezione per qualche particolare.

 

***

 

Stessi capelli d’oro, stessi occhi d’acqua, stessa pelle di neve, stesse labbra di rosa e stesso corpo da favola! Anche se sembra più una donna, la sua espressione è più matura ma ugualmente dolce. È ancora più bella! Riesco in qualche modo a cambiare espressione e sorrido raggiante, alzandomi in piedi per accoglierla. Mi piacerebbe abbracciarla come se fosse un peluche da coccolare, ma cerco di trattenermi e le tendo una mano, sperando che lei sia felice di avermi come collega di lavoro.

 

***

 

Stessi capelli di rame, stessi occhi di cielo, stesso sorriso seducente e stesso orecchino a zanna che io adoro! Chissà se si ricorda ancora della nostra promessa, probabilmente no. È uguale a un anno fa, ma sembra ancora più uomo, è cresciuto in fatto di muscoli, non eccessivamente  tanto quanto basta per piacere ad ogni ragazza. Nel complesso è diventato più sexy!

Mi sorride e io non posso fare a meno di sorridere di rimando, mi sembra di essere in paradiso, non servono parole fra noi! Mi tende una mano che io accetto con piacere, anche se in cuor mio un po’ delusa che non abbia scelto una forma più confidenziale di saluto. Ma che sto a pensare! Dopotutto ci siamo visti solo una volta, perché dopo quello che è successo a Harry e all’altro Campione di Hogwarts, non abbiamo più avuto occasione di incontrarci.

 

***

 

Lei sorride e il tempo si è letteralmente fermato. Mi decido a parlare, altrimenti finirà che ci fissiamo per tutta la sera negli occhi, anche se a me non dispiacerebbe affatto.

-Che piacere rivederti Fleur, come stai?-

Lei si riscuote da uno stato di trance, raccoglie elegantemente la borsetta caduta e mi risponde dolcemente come ha sempre fatto con il suo accento francese –Bien, merci, (1) anche io sono felicissima di rivederti Bill. Tu invece come stai?-

 

(1)= Bene, grazie

 

***

 

-Benissimo e ora che ti ho rivista lo sono ancora di più!-

Che carino, non pensavo gli facesse così piacere vedermi. È anche arrossito! E io ho fatto la stessa cosa! Per non essere scortese comincio e parlare –Excuse moi (2) se sono entrata nel tuo ufficio senza bussare, pensavo non ci fosse nessuno! Sono venuta per conoscere il Direttore di questo ufficio nel quale comincerò a lavorare da domani. Quindi ora è meglio che vada…-non riesco neanche a finire la frase che lui me ferma prendendomi il braccio che lascia subito imbarazzato, come me, e dicendo

-il capo ora è a una riunione di lavoro, ha chiesto a me di mostrarti l’ufficio e accoglierti in questo reparto. Spero non ti dispiaccia!-

Altro che dispiacermi…

 

(2) = Scusami

***

 

-certo che non mi dispiace, anzi mi fa molto piacere.-

Non riesco ancora a crederci. Le sorrido ancora un po’ rosso in viso, non mi era mai successo di provare dei brividi così violenti solo per aver stretto il braccio nudo di una ragazza.

Comincio così ad illustrarle il lavoro, lo stabile, a metterla in guardia sui colleghi più antipatici e insegnandole a fare il caffè con la strana macchinetta del nostro ufficio. Lei ascolta attenta e ride quando faccio qualche battutina sul capo.

 

***

 

-bene, dato che ti ho illustrato il nostro operato e la nostra base operativa, che ne dici di andare a cena?- io mi stupisco moltissimo e il cuore comincia a battere più velocemente. Vedendo la mia espressione lui aggiunge –se hai altri impegni o non ne hai voglia, possiamo fare a meno, non sei obbligata!- lui è un po’ dispiaciuto nel pronunciare queste parole, ma io sorrido allegra e smentisco –non ho nessun impegno e mi piacerebbe moltissimo venire a cena avec toi (3) ! Sono solo stupita! La tua ragazza probabilmente si arrabbierà se non passi la serata con lei!-  Tipica tattica femminile, ma che funziona sempre. L’ho usata molte volte. Ora la bomba è lanciata, la risposta distruggerà il mio cuore o ne rimarrà indenne riuscendo a disinnescarla?

 

(3) = con te

 

***

 

-nessuna ragazza! Tu piuttosto…-

vedo i suoi occhi che brillano più luminosi che mai e risponde con il sorriso stampato sulle labbra   nul garcon (4)- e poi inspiegabilmente scoppia a ridere. Chi capisce le donne è bravo! Scoppio anch’io a ridere contagiato dalla sua ilarità.

-bene allora andiamo! Cosa ti piacerebbe fare? Stasera sono ai suoi ordini, madmoiselle! (5)-

-molto bene comandante- risponde divertita prima di continuare –proporrei una visitina alla Londra babbana , è da molto tempo che non ci vado-

Lei sta aspettando una risposta che io sono restio a darle. La paura di un attacco da parte dei Mangiamorte è forte, ma per renderla felice accetto.

 

(4)= nessun ragazzo

(5)= signorina

 

***

 

- d’accordo, come vuoi tu.-

Ci smaterializziamo riapparendo in mezzo al Parco di Londra per non essere visti dai babbani. Io non vedo niente e lui mi prende la mano per guidarmi su un vialetto che conduce all’uscita.

Ecco che i brividi corrono sulla schiena, le gote si arrossano e i battiti cardiaci aumentano. Lui non mi ha ancora lasciato la mano e di questo ne sono felice.

Decidiamo di andare a mangiare in un ristorantino poco conosciuto. Meglio così potrò godermelo il più possibile. Discorriamo del più e del meno, dell’attuale situazione nel mondo magico (e lui qui è un po’ evasivo) e di ciò che abbiamo fatto nell’anno in cui non ci siamo visti.

È solo la seconda volta che lo incontro in tutta la mia vita, ma mi sembra di conoscerlo da sempre.

Rido alle sue battute e lui sorride alle mie esclamazioni.

Si comporta e parla da vero gentiluomo, come se fossimo al nostro primo appuntamento e lui tentasse di conquistarmi.

 

***

 

Ci conosciamo sempre di più. Ogni parola che dice è musica per le mie orecchie e il suo profumo è inebriante, faccio fatica a rimanere seduto e a non saltarle addosso!

Trascorriamo un’allegra cena e io le propongo di fare una passeggiata.

Lei accetta.

Mi piacerebbe tantissimo prenderla ancora per mano, o meglio, passarle un braccio sulle spalle e stringerla  a me…non voglio che se ne vada mai più. Quando realizzo ciò che ho appena pensato mi stupisco…non è che mi sono innamorato? Nooo, che stupidaggini…non la conosco da molto…sarebbe un errore…eppure sento che il mio cuore batte solo per lei…mi passa accanto una sventola e io nemmeno me ne accorgo…o mio dio mi sono innamorato!…già ma lei?

 

***

 

Lo vedo un po’ pensieroso e gli chiedo se va tutto bene.

-non preoccuparti ero solo soprappensiero!- sorride e alza lo sguardo verso il cielo.

Io faccio lo stesso, le stelle sono infinite come il manto nero della notte che le avvolge amorevolmente…è uno spettacolo mozzafiato!

Si alza una brezza leggera e io rabbrividisco. È vero che siamo a Giugno, ma mi sono dimenticata che L’Inghilterra è un po’ più fredda della Francia! Lui se ne accorge.

 

***

 

-hai freddo? Aspetta, ti do la mia giacca…- ci fermiamo e lei mi lancia un’occhiata stupita, non si sarà aspettata un gesto così gentile da me…ok, sono un deficiente unico! Ho capito perché mi guardava così…mi sono dimenticato la giacca in ufficio! Arrossisco per la gaff, ma lei scoppia a ridere e io faccio lo stesso per sdrammatizzare.

La vedo avvicinarsi e mi prende la mano per poi rincamminarsi con me accanto. È leggermente rossa con gli occhi abbassati e un timido sorriso che io ricambio con gioia.

 

***

 

Non pensavo che sarei stata così coraggiosa da prendergli la mano e avvicinarmi così tanto…non con lui almeno! Alzo il viso con la paura che lui mi possa rifiutare, ma il suo sguardo contraddice i miei pensieri e di questo ne sono felice.

Nessuno dei due parla, entrambi imbarazzati proseguiamo la nostra camminata…Dio mio anche i ragazzini di 14 anni sono più loquaci di noi in queste situazioni!

Lui sembra intuire ciò che sto pensando e mi racconta del malinteso che aveva avuto sulla nazionalità della nuova collega. Scoppio a ridere pensando di essere stata scambiata per una finlandese!

La situazione sembra ristabilirsi e noi ci stringiamo sempre di più.

 

***

 

Stiamo costeggiando le acque del Tamigi sulle quali si specchiano le mille luci di Londra accompagnate da quelle delle stelle. Ci fermiamo sulla sponda, prendo coraggio e le passo un braccio attorno alle sue spalle. Rimango sulle spine in attesa della sua reazione che non tarda ad arrivare. Si accoccola appoggiando la testa sul mio torace che martella a causa dei battiti accelerati del cuore.

Che pace! Con lei accanto non ricordo nemmeno i problemi che fino a qualche tempo prima mi sembravano così insormontabili.

La scosto leggermente ritrovandoci faccia a faccia.

Le sorrido dolcemente prima di chinarmi e assaggiare le sue labbra. Lei risponde con gioia e scorgo un tenero sorriso delinearsi sul suo viso.

Toccare il cielo con un dito, essere tre metri sopra il cielo, vivere un sogno, essere l’uomo più felice del mondo…tutte espressioni che non rendono fede alle emozioni che io sto provando. È qualcosa di così antico e bello e inebriante…insomma è indescrivibile!

 

***

 

Ci stacchiamo a malincuore, ma per una buona causa…prendere fiato!

Giuro che è stato bellissimo, è come una droga…ora che l’ho provata non riesco più a farne a meno. Bramo e vivo per le sue labbra.

Quando mi ha scostato dal suo abbraccio, prima di baciarmi, avevo temuto il peggio, ma vedendolo con quell’espressione, l’espressione di un angelo, non ho più avuto dubbi. Ci siamo avvicinati e io mi sono stretta a lui…non lo lascerò mai più!

Ecco, ora abbiamo recuperato quel poco d’ossigeno che basta per sopravvivere e ci uniamo ancora, consapevoli di ciò che proviamo.

L’ho sempre sostenuto, a noi non servono tante parole, ci capiamo come se fosse la cosa più naturale del mondo…conosco già ogni sua espressione o occhiata e il rispettivo significato. È un libro aperto per me e io, ne sono sicura, lo sono per lui.

 

***

 

Ci decidiamo a riprendere la nostra camminata, forse finiremo ciò che abbiamo iniziato stasera…non lo so e non m’interessa, ora come ora mi basta averla accanto.

-Senti Fleur ti ricordi della nostra promessa? Quella di un anno fa?-

Lei ride allegra e risponde –Intendi la promessa dell’orecchino?-

 

***

 

Lui risponde di sì, fa per sganciare l’ornamento quando io lo blocco.

-no aspetta, preferisco che lo tenga tu!- lui tenta di ribattere ma io lo fermo –ascolta, se disgraziatamente ci dovessimo nuovamente separare e tu portassi l’orecchino, io avrei una scusa per tornare da te e allora saremmo legati…e poi tu stai da Dio con quello…anzi fammi un’altra promessa, che non te lo toglierai mai fin quando saremo felici insieme!-

-d’accordo- ridiamo mentre illuminati dalle luci di Londra e dalle stelle ci incamminiamo abbracciati e felici per intraprendere una nuova vita insieme.

 

 

 

Ora dei ringraziamenti dovuti vanno a Silverphoenix, Lily Black, Carillon, Gillian e Jillian Grennleaf.

Grazie davvero tanto tanto…spero che vi possa piacere e naturalmente aspetto ancora recensioni!

 

Alla prossima  iride89

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