Non per soldi ma per amore

di Betty
(/viewuser.php?uid=73)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


CAPITOLO 1

CAPITOLO 1

 

LONDRA

- Perché era lì? - Si chiedeva il ragazzo mentre osservava la gente intorno a lui che faceva sfoggio della loro ricchezza.

Le donne esibivano diamanti, zaffiri e altre pietre preziose come se non valessero niente e gli uomini si facevano grandi mentre parlavano delle loro speculazioni in borsa.

Perché si era fatto convincere a partecipare a quel ricevimento? Se volevano un po’ di soldi per beneficenza poteva benissimo staccare un assegno e farla finita.

Invece loro avevano insistito perché fosse presente.

"Benjamine! Tesoro, ma dove ti eri cacciato? È da un po’ che ti cerco."

"Mamma sono sempre stato qui, sei tu che sei sparita tra i tuoi amici."

"Non essere così scorbutico! Guarda tutte le ragazze presenti stravedono per te. Sai sono tutte di ottima famiglia e molto belle."

"Adesso ho capito! Mi vuoi trovare una bella moglie ricca e all'altezza dei Price."

"Caro, non è vero. Vorrei solo che tu la smettessi di uscire con insulse modelle e ragazzotte di provincia. Una donna oltre alla bellezza deve avere classe ed educazione per…"

".. diventare la moglie di un Price. Sei incredibile vuoi ancora comandare sulla mia vita. Sono un uomo adulto e so scegliere io chi devo frequentare." Disse duro in ragazzo.

"Ma ormai hai 27 anni è ora che tu metta la testa a posto!" lo contestò la donna.

"Ti ho già detto che non puoi interferire nella mia vita e adesso se vuoi scusarmi vado a prendere una boccata d'aria in giardino."

Benji uscì dalla porta finestra sotto lo sguardo contrariato della madre, iniziò a passeggiare per il giardino perso nei suoi pensieri. Anche lui voleva formare una famiglia, ma non voleva una moglie scelta dai suoi genitori, voleva una donna da amare, una compagna, un'amica.

Purtroppo fino a quel momento non aveva trovato nessuna che gli facesse battere il cuore.

Invidiava la felicità di Holly e Patty, di Julian e Amy, Tom e Faith che si sarebbero sposati tra poco meno di due settimane. Cavolo persino Bruce era riuscito a portare all'altare Evelyn; era contento per loro ma non era giusto, perché lui non si meritava di trovare la sua anima gemella?

"Perché diavolo mi devono obbligare a mettere dei tacchi così alti lo sanno solo loro!" esclamò una ragazza seduta sul bordo della fontana principale del parco.

Questa frase attirò l'attenzione di Benji che stava arrivando alle spalle della ragazza.

"Avrei preferito starmene a casa!"

"A chi lo dici!" disse Benji.

La ragazza spaventata si alzò in piedi mentre osservava Benji dirigersi verso di lei.

"Chi sei?" domandò

"Scusa non volevo spaventarti, stavo passeggiando e ti ho sentita parlare. E visto che pensiamo la stessa cosa.."

"Hai pesato di farti avanti. Non ti credo neanche se mi paghi! Sei sicuramente un altro tizio che hanno scelto i miei genitori per me. Dio quanto li detesto quando fanno così."

Benji rimase un attimo senza parole, la osservò meglio: alta circa un metro e sessanta, capelli neri come la pece raccolti in una elegante pettinatura, l'abito azzurro con il bustino stretto e leggermente attillato sui fianchi, metteva in evidenza un corpo magro e un seno piccolo ma non troppo.

"Allora avevo ragione!"

Benji si riscosse dai suoi pensieri e disse: "Deve esserci un errore, non so neanche chi sei e chi sono i tuoi genitori. Io sono Benji Price."

La ragazza divenne rossa e poi sbiancò di colpo.

"Tutto bene?" chiese Benji.

"Che figura! Io pensavo che tu fossi… insomma i miei mi ossessionano con questa storia del matrimonio. Non pensavo che tu.. Benji Price uno dei più ricchi, non solo per i tuoi, sei anche un bravissimo portiere.. che figura!" terminò la ragazza sedendosi.

"Non ti preoccupare. Anche mia madre mi vuole presentare almeno una mezza dozzina di ragazze di buona famiglia perché ne sposi una."

"Siamo sulla stessa barca. Che stupida non mi sono presentata sono Sharon Newell."

"La contessina Sharon Newell?" disse incredulo il ragazzo.

"Almeno tu risparmiami questo appellativo!"

"Scusa non pensavo che lo odiassi tanto."

"Odiare è il minimo! Mia madre da quando sono nata non fa altro che ripetermi che una contessina non deve fare questo o quello, devi stare composta e sapere come si sta in società! Insomma tutte queste cavolate."

"Vita dura?"

"Da quello che ho sentito anche tu hai dato del filo da torcere ai tuoi." Disse la ragazza con un sorriso.

Benji in quel momento notò gli occhi verdi come il mare, bellissimi. "Diciamo che farli disperare è il mio divertimento quotidiano."

Sharon sorrise nuovamente al ragazzo, era davvero affascinante alto e muscoloso, dava un senso di protezione. Troncò i suoi pensieri e decise che era meglio rientrare.

"E' meglio se rientro, mia madre starà impazzendo a cercarmi."

"Vengo con te. Sono contento di sapere che c'è qualcuno che detesta quanto me queste feste."

"Ma questa è l'ultima volta che mi faccio fregare!" disse la ragazza.

Quando rientrarono nel salone, cercarono di passare inosservati ma la madre di Sharon lì beccò subito.

"Sharon, tesoro. Ma chi è questo bel ragazzo?" chiese la donna.

"Mamma, ti prego lo sai bene che questo è Benji Price." Rispose la ragazza seccata.

"Che stupida, come ho fatto a non accorgermene! Sig. Price è un onore conoscerla. Prima sua madre la stava cercando. Eccola là" disse la donna. "Catherine! Ciao cara come stai?"

"Margaret! Che piacere rivederti." Quando la madre di Benji vide i due ragazzi sorrise compiaciuta.

"Cara non dirmi che questo tesoro è tua figlia?"

"Sì, lei è la mia Sharon. La mia primogenita."

"Sharon, sei bellissima. Vedo che hai conosciuto mio figlio. Spero solo che non sia stato scorbutico come fa sempre."

"Tutt'altro signora Price, è stato molto di compagnia" rispose la ragazza con un sorriso di circostanza.

"Mamma ti ringrazio per il complimento, adesso però vorrei andare.."

".. a ballare? Ottima idea, Sharon sarà una compagna perfetta." Disse Catherine Price.

"Catherine hai ragione. Forza Sharon cosa aspetti! Le tue sorelle hanno già ballato più volte con i loro fidanzati." Disse la signora Newell

"Appunto mamma con i loro fidanzati, io e Benji ci conosciamo da poco più di mezz'ora. E poi lo sai bene che io odio ballare! Adesso se volete scusarmi vado alla toilette!" disse la ragazza.

"Scusala, non so più cosa fare con lei. Ha quasi 25 anni e non ha ancora un marito, le sue sorelle tra poco saranno tutte sposate e lei invece…" disse Margaret a Catherine.

"Cara, come ti capisco. Anche il mio Benjamine non ha nessuna intenzione di sistemarsi."

"Ma per un uomo è diverso. La mia bambina finirà per restare sola."

Benji ascoltò quei discorsi nauseato, Sharon era una bellissima ragazza e voleva vivere la sua vita, come lui. Era sicuro che quella ragazza non sarebbe rimasta sola per sempre.

"Signore se volete scusarmi vorrei andare a casa. Domani avrò una giornata molto faticosa." Disse Benji per congedarsi.

Quando uscì dalla villa dove si teneva il ricevimento respiro a pieni polmoni, finalmente poteva tornarsene a casa.

"Sei riuscito a scappare?" chiese una voce dietro di lui.

"Tu come mai sei ancora qui?" Benji non era sorpreso che la ragazza se ne stesse andando.

"Sto aspettando la mia macchina." Rispose Sharon.

"Tua madre crede che sei in bagno."

"Può credere quello che vuole. Adesso voglio solo andarmene a casa a farmi un bagno caldo" disse alzandosi e raccogliendo da terra le scarpe.

"Pensi di andare in giro a piedi nudi?" chiese il ragazzo divertito.

"No, ecco la mia macchina." Sharon indicò una Audi TT di colore nero.

"Guidi sempre senza scarpe?" gli domandò quando vide la ragazza appoggiare le scarpe sul sedile del passeggero.

"No, metto queste!" rispose mostrandogli un paio di comode tennis "Alla prossima Price!"

"Ciao, vedi di andare piano!" disse ma le sue parole si persero dietro al rombo della macchina che partiva.

Dopo pochi istanti gli portarono la sua auto e Benji si avviò verso l'albergo dove aveva preso alloggio.

Durante il tragitto ripensò a Sharon, chissà se l'avrebbe rivista, quella ragazza aveva un bel caratterino, oltre ad un bel corpo come sarebbe stato stringerla tra le braccia e baciarla? Ma cosa stava pensando, la conosceva da meno di un'ora. La mente gli faceva brutti scherzi e la stanchezza di certo non lo aiutava a ragionare razionalmente.

Però mi piacerebbe conoscerla meglio…

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


CAPITOLO 2

CAPITOLO 2

Sharon correva per la casa in cerca delle chiavi della macchina, dove le aveva messe la sera precedente? Era entrata in casa e come sempre le aveva appoggiate sulla mensola accanto alla porta.

Forse non sarebbe arrivata in ritardo, odiava i ritardatari e quando capitava a lei diventava nervosa.

Lavorava nell'azienda del padre, la Newell Corporation che si occupava di telecomunicazioni, da quasi 3 anni dirigeva l'azienda senza che quasi nessuno lo sapesse, tutti credevano che fosse ancora suo padre a prendere le decisioni fondamentali. Invece il vecchio George Newell aveva affidato tutto nelle mani della figlia, andava in ufficio sempre più raramente ma a nessuno della dirigenza era dispiaciuto quel cambio generazionale.

Sharon aveva portato nuove idee e una ventata di giovinezza e si era guadagnata la fiducia dei suoi collaboratori con non poche difficoltà.

Era contenta del suo lavoro anche se tutto il mondo credeva che fosse suo padre il fautore della restailing dell'azienda. Suo padre egoisticamente si beava di quella pubblicità gratuita e continuava a giocare a golf, o a viaggiare per tutto il mondo.

Quando arrivò in ufficio, la sua segretaria Marta la informò degli appuntamenti della giornata e le ricordò la riunione alle 15 con la Japan Technologic, per studiare una pubblicità adatta per una nuova linea di prodotti.

"Sono stati avvisati White e Pocket?" chiese Sharon

"Sì sig.ra Newell, sono stati avvisati. Mi hanno riferito che hanno già delle proposte interessanti da farle visionare."

"Bene, allora dirgli di venire da me appena possono."

"Va bene"

Anche quel giorno si prospettava lungo e pieno di impegni. Doveva assolutamente ottenere il contratto con il nuovo cliente, dalla Japan Techonologic partiva il suo piano per entrare anche nel mercato asiatico.

Benji stava preparando le valigie per partire per il Giappone, sarebbe tornato a casa qualche giorno prima, così avrebbe trascorso un po’ di tempo con i suoi amici, il suo aereo partiva alle 20. Nel pomeriggio avrebbe dovuto andare al posto del padre ad una riunione per il lancio di un nuovo prodotto. Anche se non voleva a poco a poco era subentrato al padre nell'azienda di famiglia e tra un impegno di campionato e uno di coppa riusciva anche a gestire il patrimonio dei Price.

Aveva trascorso un'intera settimana a Londra, ed erano passati 5 giorni dal ricevimento dove aveva conosciuto Sharon. Ogni tanto la sua immagine gli appariva tra i suoi pensieri, sorrise pensando che sua madre sarebbe stata molto felice di sapere che la contessa Sharon Newell non gli era indifferente.

Guardò l'orologio, si stava facendo tardi l'autista lo stava sicuramente aspettando, prese le valigie e si avviò verso la hall dove l'autista lo aiuto a caricarle in macchina. Non sapeva neanche dove doveva andare, suo padre all'ultimo minuto lo aveva chiamato dicendogli che lo doveva sostituirlo e che l'autista di famiglia lo avrebbe condotto direttamente al luogo dell'incontro.

Sarà la solita rottura pensò mentre sfogliava la documentazione che aveva trovato sul sedile. Dovevano lanciare un nuovo tipo di computer portatile, quella era l'unica cosa che si notava dai documenti. Lesse le caratteristiche principali, e le innovazioni apportate rispetto al modello precedente.

Sperava solo di non dover criticare tutte le proposte che gli venivano fatte, solitamente lui era molto esigente.

Sharon pranzò in ufficio mentre riguardava il lavoro dei suoi migliori pubblicitari, era sicura che il contratto non glielo avrebbe portato via nessuno. Si rilassò un attimo, chiuse gli occhi appoggiandosi alla grande sedia di pelle, aveva bisogno di una vacanza. Sì di una lunga vacanza per rilassarsi completamente, ormai la sua vita era sempre la stessa, lavoro e casa; da quanto tempo non aveva un compagno fisso? Forse 2 anni. Da quando John aveva ammesso che stava con lei solo per i suoi soldi. Dopo di lui aveva solo avuto un paio di brevi relazioni ma senza importanza. Stranamente le venne in mente Benji Price, con il suo sorriso e i suoi occhi neri e profondi. Anche lui cercava l'amore, ne era sicura.

"Dormiamo? Non è da te!" esclamò una voce femminile.

"Stavo solo riflettendo. Cosa ci fai da queste parti?" chiese Sharon alla sorella minore.

"Ho pranzato con mamma e Alexandra qui vicino, così ho pensato di venirti a salutare."

"Elizabeth, non raccontarmi frottole. Ti conosco da 23 anni."

"Cavolo! Perché non mi hai detto che conosci Benji Price?" disse la ragazza.

Sharon sorrise, Elizabeth era una vera patita di calcio anche se sua madre lo ignorava completamente, Alexandra la sua gemella invece era la perfetta contessina. Entrambe era fidanzate e progettavano il matrimonio.

"Liz, guarda che sei fidanzata o ti sei dimenticata del povero Chris?"

"Io mi riferisco a Benji Price il grande portiere. Il migliore, lo sai che in lizza per il pallone d'oro anche quest'anno?"

"Lo sai che a me di calcio non me ne importa granché. Comunque ci siamo conosciuti per caso lì alla festa. E' stata la mamma con sua madre a mettere in piedi chissà cosa. Mi ricordo a malapena la sua faccia."

"Bugiarda!!! Lo so che quel tipo ha fatto colpo, siete fatti l'uno per l'altra. Entrambi ribelli alla famiglia, professionalmente realizzati e belli." Disse Liz con convinzione.

"Bella io? Sono bassa, ho la seconda di seno e i capelli che non si capisce se sono leggermente mossi o se ho preso una scossa. Tu ed Alex invece siete alte, terza abbondante di seno.. insomma siete bellissime." Disse Sharon guardando la sorella negli occhi.

"Non capisco perché ti devi abbattere così. Le tue sono tutte scuse, sei bella ma non vuoi ammetterlo. Non ti accorgi che gli uomini quando passi per strada ti guardano come se volessero mangiarti?"

"Se mai guardano te ed Alex; e Benji Price non lo rivedrò più se non su qualche giornale." Disse Sharon per chiudere il discorso.

"Sharon, prima o poi di renderai conto di quanto sei bella e secondo me Price è fatto per te. Un'ultima cosa poi non ti rompo più. Quando ti deciderai a scaricare papà e a far vedere al mondo che sei tu che guida questo colosso?"

Sharon rimase stupita poi sorrise: "Lo sai bene che molti nostri clienti si affidano solo a papà, anche se parlano con me credono che sia lui a mandare avanti tutto. Ed è per questo che sono ancora con noi. Non posso perderli."

"Ma chi ti dice che li perderai? Da quando qui comandi tu, il fatturato in tre anni si è alzato del 20%, ti sembra poco?"

"Da quando ti interessi all'azienda?" chiese interessata Sharon.

"Non lo so, leggo i resoconti finanziari che tu lasci a papà e gli faccio un breve riassunto. Ma a lui non è che importi."

"Vieni a lavorare con me!" propose Sharon.

"Io.. sei sicura?" chiese incredula la sorella.

"Sono stanca di mandare avanti tutto da sola, puoi iniziare come mia consulente poi con il tempo possiamo vedere."

"Ma non so, cosa diranno Chris e la mamma?"

"Ti importa qualcosa di quello che dice la mamma?"

"No!"

"E Chris non ti ha sempre spinta a fare qualcosa che ti interessava? Penso che sarebbe felicissimo di sapere che hai finalmente trovato la tua strada. Oltre a quella di essere sua moglie."

"Mi piacerebbe tanto! Accetto, però ne parlo con Chris e ci sentiamo" disse Liz abbracciando la sorella.

"Sharon, ti voglio bene! Non ti deluderò!" disse Liz poi uscì correndo voleva dare la bella notizia a Chris.

"Mi sa che riuscirò a fare molto presto quella agognata vacanza!" pensò Sharon con un sorriso.

"Sig. Price, siamo arrivati!" disse l'autista.

Benji scese dalla macchina e si avviò verso l'ascensore presente nei parcheggi sotterranei, salì fino al decimo piano e si avviò verso la segretaria che aveva scorto poco più in là.

"Mi scusi sono Benji Price della Japan Technologic ho un appuntamento.." Benji si sorprese un attimo, con chi diavolo aveva appuntamento? Suo padre non glielo aveva detto.

"Sig. Price la faccio subito accomodare, venga."

Benji venne introdotto in una sala delle riunioni, un'ampia stanza dove c'era un enorme tavolo in legno scuro. Da lì si poteva vedere il Tamigi, era un bello spettacolo.

"Se mi scusa un attimo, vado a chiamare la Sig.ra Newell, lei è in anticipo altrimenti l'avrebbe trovata già qui."

"Grazie!" rispose con un sorriso Benji, vide la segretaria arrossire poi uscì velocemente.

Benji ripensò un attimo a quello che aveva detto la donna, Newell non poteva essere lei che mandava avanti quell'impero, era impossibile. Però dentro di sé sperava che fosse lei, voleva che fosse Sharon.

Sharon corse verso la sala riunioni, non si aspettava che il cliente fosse in anticipo, cominciava proprio bene. Non si ricordava neanche chi sarebbe venuto, a dire la verità non si era mai premurata di guardare chi fosse il presidente della Japan Technologic. Che stupida.

"Marta come si chiama il signore?"

"Price!"

"Come?" disse Sharon fermandosi all'improvviso.

"Price" ripeté la donna.

"Marta chiama subito White e Pocket poi vai nel mio ufficio a prendere il materiale."

Non può essere lui, ma quanti Price ci sono in giro per il mondo? Magari è suo padre, sarà sicuramente suo padre.

La ragazza fece un respiro ed entrò nella sala "Sig. Price!" disse poi lo vide era lui.

Era lei, sorrise felice di rivederla "Sig.ra Newell o posso chiamarti Sharon?"

"Non pensavo fossi tu" rispose la ragazza.

"Potrei dire la stessa cosa, mio padre all'ultimo minuto mi ha dato questo incarico" e se devo dire la verità lo devo ringraziare pensò Benji.

"Sono contenta di rivederti" disse Sharon con il cuore in gola.

"Anch'io" disse Benji per alcuni istanti restarono a guardarsi senza dire niente, poi furono interrotti da qualcuno che bussava.

"Sig.ra Newell" dissero i due uomini mentre entravano con il materiale occorrente.

"Benji ti presento i signori White e Pocket, loro sono i miei migliori pubblicitari. Sono sicura che non ti deluderanno."

"Ne sono convinto. Quindi possiamo cominciare."

"Sì" disse Sharon indicando a Benji una comoda sedia e sedendosi accanto a lui.

 

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


CAPITOLO 3

CAPITOLO 3

 

I due pubblicitari si alternarono nella spiegazione delle loro idee per la pubblicità del nuovo prodotto, Benji ascoltava tutto con attenzione anche se ogni tanto lo sguardo cadeva sulla donna accanto a lui. Portava un completo giacca e pantalone nero, un paio di scarpe con il tacco bassissimo sempre nere, sotto la giacca si intravedeva una camicia bianca. I capelli erano raccolti in una coda alta, in quel momento si accorse che Sharon stava indossando un paio di occhiali dalla forma rettangolare. Davvero carina anche così pensò Benji poco prima di riportare l'attenzione sull'uomo che stava parlando.

"Quindi noi puntiamo su un pubblico giovane, che cerca un mezzo per lavorare meglio, un computer completo e che possa essere utilizzato anche per lo svago." Concluse White.

Sulla sala calò il silenzio, tutti aspettavano che fosse Benji a parlare.

"Sono molto contento del vostro lavoro, mi convince. Penso che sia la pubblicità adatta per questo prodotto. Però se mi permettete vorrei anche esprimere un paio di mie idee."

"Sei tu il cliente, noi siamo qui per soddisfarti" disse Sharon.

Benji pensò subito che lei avrebbe potuto soddisfarlo senza problemi in un altro modo. Cosa vai a pensare idiota!

"Vorrei che si facesse anche un promo per una fascia d'età un po’ più, come dire… come per mia madre, che vede il computer solo come una macchina che semplifica il lavoro, non pensa che con Internet potrebbe fare acquisti on-line o cose del genere. Insomma penso che questo nuovo prototipo riesca a soddisfare sia i giovani che quelli un po’ più maturi."

"Interessante, potremmo puntare principalmente su una fascia d'età tra i venti e i quaranta, diciamo la fascia dove siamo sicuri ci siano più vendite ma cercando anche di convincere i meno giovani che questo computer è facile da usare anche per chi non lo ha mai utilizzato." Disse Sharon mentre prendeva appunti.

"Quindi approvo queste bozze che mi avete proposto, ma vi chiedo di svilupparne almeno un paio, che soddisfino le esigenze delle persone dai 50 anni in su. Sono sicuro che farete un ottimo lavoro; riuscirete in un mese a prepararmi dei video che potrei visionare?" chiese Benji alla ragazza.

"Certamente. Anzi cercheremo di accorciare i tempi in modo da anticipare il lancio del prodotto sul mercato il prima possibile. Siamo ai primi di settembre, se il prodotto venisse lanciato verso la fine di ottobre sono certa che per la fine dell'anno le vendite saranno altissime."

"Lo spero Sharon, adesso visto che abbiamo finito mi permetti di offrirti un caffè?"

"Noi andiamo, sig. Price è stato un piacere conoscerla." Disse White dando la mano a Benji subito imitato dal collega, salutarono Sharon e uscirono dalla stanza.

"Non mi hai risposto"

"Sei mio ospite, andiamo nel mio ufficio, ci faremo portare lì qualcosa." Disse la ragazza.

Sharon accompagnò il ragazzo nel suo ufficio, la grande scrivania occupava una parete al lato delle grandi vetrate, dalla parte opposta c'era un divano in pelle, una poltrona e un tavolino.

"Vuoi un caffè?" chiese Sharon

"Certo. Nero senza zucchero."

Sharon andò all'interfono e chiese a Marta di farsi portare dal bar un caffè ed un tè caldo, con qualche biscotto.

"Tu niente caffè?"

"Dopo una leggera gastrite sto cercando di smettere. Sai com'è il lavoro è duro specialmente se sei una donna."

"Non dirmi che c'è qualcuno che si fa dei problemi perché sei una donna?" chiese Benji sorpreso.

"Accomodati pure.- Sharon si sedette sulla poltrona mentre Benji si accomodò sul divano ma abbastanza vicino a lei che se avesse allungato la mano avrebbe potuto toccargli le gambe - purtroppo alcuni vecchi clienti di mio padre non vedrebbero di buon occhio il fatto che dirigo io l'azienda."

"E come hai fatto a risolvere il problema?"

"Tutti credono che io sia il braccio destro di mio padre e che sia ancora lui a sovrintendere tutto. Invece il mio vecchio si diverte a viaggiare per il mondo."

"Perché?"

"Scusa?"

"Perché devi fare in modo che sia tuo padre a prendersi il merito delle tue conquiste?"

"Benji lo sai anche tu, il mondo degli affari è spietato, con questa protezione riesco ad impormi meglio con i clienti. Diciamo che è un compromesso."

Benji si stava incuriosendo "Un compromesso? Per lavorare meglio?"

"No. Per lavorare come dico io. Senza che nessuno mi critichi per le mie idee. A suo tempo mio padre è stato un innovatore in questo campo, adesso è il mio turno ma sono una donna e ho bisogno di più tempo per essere accettata."

"Da quanto tempo dirigi l'azienda?"

"Da tre anni ormai. Pensa proprio oggi sono riuscita a convincere mia sorella ad aiutarmi in questo lavoro."

Sentirono bussare, Marta entrò con un vassoio, Sharon le andò incontro prese il vassoio e disse alla donna. "Annulla tutti i miei appuntamenti per questo pomeriggio."

Marta annuì e sorrise, anche lei sarebbe stata volentieri un paio di ore con quel bell'uomo.

Sharon posò tutto sul tavolino e per un attimo il suo sguardo incrociò quello di Benji, erano così vicini che se si fosse allungata un poco avrebbe potuto baciarlo.

Si riscosse dai suoi pensieri e si risedette al suo posto.

"E tu? Da quanto tempo tuo padre ti ha incastrato?"

Benji sorrise: "Se devo dire la verità, mio padre è stato molto astuto. All'inizio mi aveva chiesto di dargli una mano perché lui si sentiva poco bene. Con il passare del tempo mi sono ritrovato a gestire tutto. E se devo dire la verità non mi dispiace, anche se ogni tanto è stressante, tra il calcio e gli affari certi periodi alla sera sono distrutto."

"Mia sorella è una grande appassionata di calcio, mi ha detto che sei candidato al pallone d'oro."

"Nuovamente." Disse Benji con amarezza.

"Ho toccato un tasto dolente?"

"Purtroppo è da quando gioco che sono candidato al pallone d'oro ma non l'ho mai vinto. Ormai non ci spero più."

"Non dirmi che il grande Benji Price si arrende così facilmente." Disse Sharon.

"No, non ti preoccupare. E che sono arrivato ad un punto che il calcio non è più la componente fondamentale della mia vita. Persino Holly lo ha capito prima di me!"

Sharon inarcò un sopracciglio, cercando di capire chi fosse questo Holly, però non fece domande a Benji.

"E tu? Sei tutta lavoro?" chiese il ragazzo.

"Diciamo che la mia vita privata equivale a zero."

"Non hai tempo?"

"Il tempo lo troverei se la persona vale. Ma non ho ancora trovato nessuno."

Sharon non poteva credere che stava parlando ad un perfetto sconosciuto della sua vita privata, ma che vita privata, lei era solo lavoro.

"Sharon? C'è qualcosa che non va?"

"No. E che stavo pensando che sono tre anni che non mi faccio una vacanza. Vivo solo per il lavoro."

Benji osservò la ragazza e la sua mano si alzò per andare a posarsi sulla guancia di Sharon in una timida carezza. Lei non si mosse, continuava a guardarlo non riusciva a staccare il suo sguardo da quello del ragazzo. Benji si avvicinò lentamente e la baciò, era un bacio dolce ma poco dopo si trasformò in un bacio appassionato. Le loro lingue si incontrarono in una danza frenetica ed antica e quando si staccarono respiravano entrambi affannosamente.

"Io.. non ho saputo resistere, sei così bella!"

Sharon rimase di sasso per quella confessione; la trovava bella pensò.

"Lo volevo anch'io" disse dopo qualche istante e non stava mentendo.

Benji si chinò su di lei e la baciò ancora, le sue mani si fecero strada attraverso la giacca, slacciarono i bottoni uno ad uno; la sua mano si poso su un seno, gli stava in una mano.

"Perfetto" esclamò Benji staccandosi dalla bocca della ragazza.

"Cosa?"

"Il tuo seno è perfetto, tu sei perfetta."

Sharon accarezzò il volto del ragazzo, seguì con le dita la mascella, le sopracciglia scure, la linea del naso. Voleva imprimerlo nella mente, voleva ricordarlo.

Lo squillo del telefono ruppe l'incanto, Sharon scosse la testa e come un automa andò a rispondere.

"Dimmi Marta"

"… "

"Dì a mia madre che sono con un cliente e che fra poco esco."

"…"

"Ascoltala un po’ che si lamenta e poi dille che hai una telefonata sull'altra linea. Come al solito. Marta un'ultima cosa, sto uscendo veramente. Per oggi ho finito."

Sharon attaccò e si rivolse all'uomo che le si era affiancato "Che ne dici di una cena a lume di candela a casa mia?" non era mai stata così sfacciata con un uomo, ma doveva ammettere che per Benji ne valeva la pena.

"Dico che è un'ottima idea"

 

Ringrazio le persone che mi hanno recensito e che mi hanno dato dei suggerimenti per migliorarmi Grazie scandros, dopotutto le recensioni servono soprattutto a questo.

 

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


CAPITOLO 4

CAPITOLO 4

Sharon guidava con calma nel traffico della grande metropoli, accanto a lei sedeva Benji e neanche per un attimo aveva smesso di osservarla.

"Se vai avanti così mi consumi!" esclamò la ragazza.

"Cosa?"

"Mi stai fissando da quando siamo partiti. Mi sento un po’ in imbarazzo!"

"Non dovresti, mi piace guardarti."

Era tutto così semplice, troppo semplice. Non illuderti, non puoi permetterti di soffrire. Pensò la ragazza.

Benji vide che Sharon si stava dirigendo verso un quartiere residenziale della capitale inglese, si fermò davanti ad una villetta bianca, circondata da un bel giardino.

"Eccoci!" disse Sharon mentre prendeva il telecomando del cancello.

"Vivi qui da sola?"

"Perché, non venirmi a dire che tu vivi in un monolocale"

"Colpito e affondato!"

La ragazza parcheggiò l'auto in un garage sotterraneo, dove c'era parcheggiata anche una jeep, o meglio un bel freelander della Land Rover.

"Ti tratti bene! Questo è uno dei modelli più costosi"

"E' un regalo di mio padre." Disse con voce piatta la ragazza.

"Non mi sembri molto entusiasta."

"L'unica cosa che sa fare, è fare regali alle sue figlie per fargli vedere quanto le ama. Avrei preferito di più un abbraccio."

"Mi sono ripromesso che se mai avrò dei figli, cercherò di fargli sentire il mio amore per loro. E' brutto sentirsi abbandonati."

"Adesso basta con le paranoie. Cosa ti cucino?" chiese Sharon con un sorriso.

"Non dirmi che sai cucinare?"

"Invece ti sorprenderò! Mi sono impegnata e ho imparato da sola!"

"Il tuo piatto forte?" chiese Benji.

"Faccio un sugo che è la fine del mondo. Adoro la cucina italiana."

"Allora mi faresti un bel piatto di pasta con il tuo sugo?"

"Certo. Fortunatamente l'altro giorno ne ho preparato in quantità industriale." Disse Sharon mentre iniziava a salire verso l'appartamento, Benji si ritrovò in un corridoio che portava a destra ad un ampio salotto, seguì Sharon che si dirigeva verso la stanza che aveva appena intravisto.

"Vuoi fare un giro turistico?"

"Voglio proprio vedere il castello di una contessa."

"Non prendermi in giro. Comunque questo e il salotto, di qui c'è la cucina che poi si collega con la sala da pranzo come il salotto. Invece da questa parte - Sharon si diresse verso il corridoio da dove erano arrivati - ci sono 3 stanze, due per gli ospiti e ogni stanza ha il bagno, oltre al bagno che da sul corridoio, invece quest'ultima è la mia camera."

Benji osservò la stanza di un tenue azzurro, al centro della stanza c'era un grande letto a baldacchino, tutto in ferro battuto. Il ragazzo non si accorse che aveva stretto a sé Sharon, solo quando sentì la sua mano sulla guancia abbassò lo sguardo e incontrò gli occhi verdi della ragazza.

La baciò con passione, mentre le sue mani iniziarono ad accarezzare il collo, via via scendendo verso il seno, i vestiti di entrambi in pochi attimi erano per terra.

Benji sollevò la ragazza tra le braccia e la depose sul letto, indossava reggiseno e mutandine rosa, che contrastavo con la pelle abbronzata.

"Sei bellissima" le disse mentre le mani accarezzavano il seno, Sharon si sollevò leggermente e tolse il reggiseno ormai fastidioso, Benji invece le tolse le mutandine.

I baci di Sharon erano come fuoco sulla pelle del ragazzo che non riusciva più ad aspettare, si tolse i boxer e le si mise sopra.

Sharon baciò quelle labbra così sensuali e allargò un po’ di più le gambe, lo voleva come non le era mai successo.

Benji non aspettò oltre e la penetrò, iniziarono a muoversi beandosi della loro nudità, quando l'orgasmo colse Sharon, la ragazza si strinse di più a lui, poco dopo Benji la seguì.

Giacevano l'uno tra le braccia dell'altro appagati, Benji si era appisolato e Sharon lo guardava.

Sembra un bambino, così tenero. È stato magnifico non avrei mai pensato che poter amare fisicamente così. Sharon, è solo sesso, del sano e puro sesso. Bhe puro mica tanto. Diciamo che mi ha appagata, come non aveva mai fatto nessuno.

Sharon si alzò dal letto ed indossò velocemente una vecchia tuta, non riusciva a stare lì con lui a riposare, era meglio mettersi a lavorare un po’ in cucina.

Benji si svegliò e sentì subito un profumino che invadeva tutta la casa, Sharon non era accanto a lui, guardò l'orologio sul comodino le 19.30, aveva dormito un bel po’. Sorrise ripensando che in quel momento avrebbe dovuto essere in aeroporto, solo, ad aspettare un volo, invece era lì a casa di una delle donne più affascinati con cui aveva avuto a che fare.

Potrei anche innamorarmi di lei. Pensò all'improvviso. Decise di alzarsi, mise boxer e pantaloni, la camicia bianca, ormai stropicciata indossata fuori dai pantaloni, tirò indietro le maniche e allacciò solo qualche bottone.

Si diresse verso la cucina e la vide tra pentole e vapore, indossava una tuta blu, sembrava vecchia, i capelli erano raccolti in una treccia ma qualche ciuffetto le solleticava il collo.

Le andò dietro e la abbracciò, si sentì felice, no, era qualcosa di più.

"Dormiglione, finalmente ti sei svegliato!"

"Sai com'è ormai come dice mia madre sono vecchio e il mio fisico ha bisogno di riposo!" scherzò Benji.

"Allora tra un po’ ti porto all'ospizio. Assaggia" gli disse mentre gli porgeva un cucchiaio di legno.

"Ottimo!"

Sharon sorrise contenta, Benji la fece girare e la baciò dolcemente a fior di labbra.

"C'è qualcosa che non va?" chiese la ragazza mentre osservava gli occhi dell'uomo farsi tristi.

"Devo tornare in Giappone, dei miei amici si sposano. A dire la verità avrei dovuto partire alle 8 di questa sera."

La delusione che il ragazzo lesse negli occhi di Sharon gli fece stringere il cuore.

"Vieni con me!" disse all'improvviso, sorprendendosi di se stesso.

"Cosa?"

"Verresti con me in Giappone."

"Non lo so. Non posso lasciare tutto così all'improvviso, ho delle responsabilità e poi ci conosciamo da meno di una settimana."

Benji rifletté un attimo poi disse: "Hai ragione forse corro un po’ troppo, però mi sento uno stronzo a lasciarti domani dopo quello che è successo."

"Perché ti fai tutti questi scrupoli. Non scappo, se vorrai tornare da me, lo sai dove trovarmi." Disse Sharon triste.

"Io non ti considero un passatempo, io vorrei che tu facessi parte della mia vita. Lo so che è presto dirlo ma voglio rivederti."

"Non so cosa dirti" Digli di sì stupida. Digli che da quando lo hai conosciuto non puoi fare a meno di pensare a lui. Digli che non vorresti mai lasciarlo solo.. i pensieri di Sharon non andavano di pari passo con la sua bocca che restava chiusa.

"Pensaci, ti prego. Non voglio metterti fretta." Benji la abbracciò e Sharon si sentì così al sicuro nelle sue braccia.

"Sharon, forse è meglio se guardi il mangiare non vorrei che si bruciasse"

"Oh diavolo! Hai ragione!" la ragazza si staccò dall'abbraccio e si rimise al lavoro.

"Sei una cuoca eccezionale!"

"E tu sei un adulatore." Sharon si alzò per sparecchiare e Benji la aiutò, in pochi minuti tutto fu riposto nella lavastoviglie.

Benji si sorprese quando Sharon lo baciò, non voglio pensare a domani, adesso tu sei qui con me ed è questo che conta. Pensò la ragazza.

Lo squillo del telefono lì interruppe, Sharon seppur a malincuore si stacco dal ragazzo.

"Pronto."

"Sono Liz, è successo una cosa a papà!" disse la voce dall'altra parte dell'apparecchio.

"Calmati, cos'è successo a papà!"

"E' stato male al ristorante, è svenuto. Forse è un infarto, noi stiamo andando in ospedale."

"Lo state portando voi?"

"No! Abbiamo chiamato un'ambulanza! Adesso muovi il sedere e raggiungici."

"Arrivo!" disse Sharon poi attaccò.

"Cos'è successo?" chiese Benji preoccupato.

"Mio padre è stato male, pensano che sia un infarto." Rispose la ragazza mentre correva in camera a cambiarsi.

"Ti accompagno" le disse Benji seguendola.

"No, vado da sola"

"Non era un'offerta. È meglio se guido io, tu potresti provocare qualche incidente."

"Vuoi proprio che mia madre ci creda fidanzati?" chiese Sharon sorridendo nonostante la tensione.

"A me non darebbe fastidio. Adesso andiamo." Disse Benji prendendola per mano e scendendo nel garage. Qualche minuto dopo l'Audi nera si dirigeva verso l'ospedale.

 

 

 

 

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


CAPITOLO 5

CAPITOLO 5

Sharon osservava la madre piangere senza ritegno nella sala d'aspetto del pronto soccorso, le sue sorelle anche loro con le lacrime agli occhi cercavano di consolarla.

"Perché non ci dicono niente?" chiese Alex.

"Non vedi che il pronto soccorso è pieno. Se papà era grave l'avevano già visitato e prestato le prime cure." Rispose Sharon.

"Ma non sanno chi è tuo padre? Insomma è un conte, è un Newell!" disse sua madre.

"Mamma qui dentro non conta chi sei, il più grave ha la precedenza."

"Sharon, non capisco perché mi tratti male. Tuo padre potrebbe essere morto!" e scoppiò ancora in lacrime.

Non capiscono che sono preoccupata anch'io! Ma non è il caso di fare queste scene. Pensava Sharon.

Benji che era rimasto da parte fino a quel momento le si avvicinò.

"Lo so che sei preoccupata anche tu."

"Sembra che solo tu lo capisca." Rispose Sharon con un sospiro.

Sharon si girò ancora verso la madre che non smetteva di piangere, le si avvicinò e si inginocchio davanti a lei.

"Mamma, ti prego non piangere. Pensi che a papà faccia piacere vederti così. Adesso vado in accettazione e chiedo se ci sono notizie." La madre annuì mentre soffiava poco elegantemente il naso.

"Sono sicura che non è niente di grave, papà è un orso, niente può abbatterlo."

Margaret sorrise alla figlia maggiore, mentre si asciugava le ultime lacrime; Sharon le sorrise di rimando e andò a cercare qualcuno che le dicesse quali erano le condizioni del padre.

Benji l'aveva seguita con lo sguardo ma non osava muoversi da dove era seduto.

"Sig. Price vorrei ringraziarla per aver accompagnato mia figlia. Sembra che non tenga alla sua famiglia ma non è così."

"Non si preoccupi sig.ra Newell l'ho fatto con piacere." Benji si sentì in imbarazzo sotto lo sguardo indagatore della donna, sembrava che gli chiedesse cosa avesse fatto con sua figlia.

La donna invece non chiese come mai Benji si trovasse a casa di Sharon, ormai la sua bambina era cresciuta doveva lasciarla libera. E poi quell'uomo le piaceva, adesso però doveva pensare al marito.

"Scusi sono Sharon Newell, mio padre è stato portato qui circa un'ora fa e non abbiamo ancora saputo niente."

"Adesso vedo dov'è il medico." Disse l'infermiera. In quel momento arrivò un uomo sulla trentina, alto biondo e con gli occhi verdi, insomma un gran bell'uomo.

"Joan, mi chiameresti i parenti del sig. Newell?"

"Sono la figlia" rispose prontamente Sharon "come sta mio padre?"

"Bene, ha fatto solo una gran bella congestione. Da quello che mi ha detto si è fatto una bella abbuffata."

"Sempre il solito!" esclamò Sharon "Lo dovete ricoverare?"

"Io la manderei a casa. Però deve seguire una dieta più equilibrata e fare un po’ di sport. Suo padre fa una vita un po’ troppo sedentaria."

"La ringrazio. Adesso però devo convincerlo a fare il bravo."

"Si è preso un gran bello spavento, penso che se ci sarà qualcuno a seguirlo, riuscirà anche a perdere un po’ di chili. Tra poco lo dimettiamo."

"La ringrazio dottore" disse Sharon dandogli la mano.

Quando la ragazza tornò dalla madre vide che si era definitivamente calmata.

"Ho parlato con un medico. Papà ha fatto solo un'indigestione, tra poco lo dimettono; però mi ha detto che deve fare una dieta equilibrata e un po’ di sport. Ma ne parliamo con più calma domani."

"Va bene, ma arriva subito?" chiese Margaret.

"Il tempo di sbrigare le pratiche della dimissione."

Dopo pochi minuti un'infermiera accompagnò George Newell dai suoi parenti.

"Come ti senti?" chiese Margaret abbracciandolo.

"Bene. Potrei camminare anche con le mie gambe" rispose l'uomo sorridendo.

"Sig. Newell è la prassi la devo accompagnare fino all'uscita con la sedia a rotelle." Disse l'infermiera.

"Adesso andiamo a casa. Liz vai a prendere la macchina." Disse Sharon.

"Sharon vieni anche tu a casa con noi?" chiese George.

"Sì vengo anch'io."

Benji vide Sharon che si dirigeva verso di lui, mentre la sua famiglia andava verso l'uscita.

"Ho promesso a mio padre che andrò con lui a casa."

"Allora io prendo un taxi e chiederò alloggio ai miei per questa notte, anche perché i miei bagagli sono sulla loro macchina."

"Ti accompagno?"

"No, vai dai tuoi. Ci sentiamo domani?" chiese Benji.

"Ma non devi partire?"

"Sì però prima vengo a salutarti."

"Passa da casa mia, domani è sabato e non vado in ufficio."

Benji le sollevò il viso e la baciò.

"Ti chiamo domani." Disse Benji.

"Aspetta che ti do il numero del mio cellulare." Disse Sharon prendendo carta e penna e scrivendo velocemente.

"Ecco. È meglio se vado."

"Ok." Rispose Benji poi la guardò mentre correva verso l'uscita.

Domani parte. Va in Giappone. Potrei raggiungerlo, che idea stupida, ho l'azienda da portare avanti. Ma vorrei stare con lui. I pensieri di Sharon ruotavano intorno a Benji, fortunatamente c'era poco traffico e in breve tempo arrivò alla casa dei genitori.

"Dov'è papà?" chiese a Liz poco dopo essere entrata nell'ampio salotto.

"E' in camera, la mamma lo ha accompagnato."

"Vado a salutarlo" salì le scale lentamente, era stanca la giornata era stata piena di emozioni. Si avvicinò alla porta socchiusa della camera dei genitori, stava per bussare quando sentì la voce della madre.

"George, ho avuto così paura."

"Margaret, adesso sto bene. Non piangere, lo sai che mi fa male vederti in lacrime!"

Sharon sbirciò dalla fessura rimasta aperta e vide il padre seduto sul letto che abbracciava la moglie con tenerezza.

"Ho pensato che non ti avrei più avuto vicino. Come avrei fatto senza di te?"

"Ma non è successo sono qui e sto bene. Adesso andiamo a dormire sono stanco."

Sharon scostò lo sguardo dalla scena e tornò in corridoio, non aveva mai visto i suoi genitori sotto quell'aspetto. Si amano, non lo lasciano trasparire in pubblico ma si amano veramente.

Sorrise felice e tornò in salotto dalle sorelle, si sedette sulla morbida poltrona davanti al camino acceso.

"Allora?" chiese Liz.

"Cosa?" rispose Sharon.

"Come mai a casa tua c'era Benji Price?" chiese Alex curiosa quanto la sua gemella.

"Mi avvalgo della facoltà di non rispondere!" disse Sharon arrossendo.

"E' arrossita! Abbiamo fatto centro. Dicci cosa c'è tra te e Price?" Liz si stava facendo sempre più insistente.

"Ma fatevi gli affari vostri" rispose Sharon ridendo.

"Dai non puoi nasconderci certe cose. Non ti chiediamo di entrare nei particolari!" Alex la guardò con i suoi occhioni da cerbiatta.

"E' va bene. Tra noi c'è stato qualcosa, ma non è niente di serio."

"Quando vi rivedrete?"

"Sai Alex mi piacerebbe dire domani e dopodomani e via dicendo, ma lui parte per il Giappone"

"E in ogni caso vive ad Amburgo." Aggiunse Liz che sapeva in che squadra giocava.

"Esatto quindi questo complica un po’ le cose." Disse Sharon sospirando. Alex le se avvicinò e la abbracciò. "Non ti preoccupare sorellona. Sono sicura che andrà tutto bene, era da tanto che non vedevamo il tuo sguardo sognante."

"Sarete anche delle pesti ma quando volete sapete davvero essere adorabili!" le parole di Sharon fecero sorridere le due gemelle.

Il silenzio calò nella stanza interrotto solo dallo scoppiettio del fuoco, sarebbe bello se riuscissimo a lavorare tutte e tre insieme pensò Sharon.

"Alex la sai la novità?" chiese la ragazza.

"Che novità?"

"Liz ha accettato di lavorare con me."

"Ah!" fu l'unico commento di Alex ma Sharon notò la delusione sul suo volto.

"Naturalmente anche tu sei ben accetta. Dopotutto è la Newell Corporation tutte e tre abbiamo il diritto e dovere di contribuire alla sua gestione." Aggiunse Sharon.

"Davvero vorresti che venga anch'io? Ma non capisco niente di contabilità o cose del genere." Disse Alex.

"Potresti sempre prenderti cura dei rapporti con i clienti e fornitori. In altre parole organizzare il soggiorno dei nostri clienti e i viaggi all'estero e non dei nostri collaboratori."

"Liz ha ragione di solito seguo tutto io ma non ci riesco più e Liz non ha la pazienza per seguire i capricci dei clienti, tu invece hai la classe e le conoscenze adatte per migliorare questo aspetto. Ricordati che facciamo anche beneficenza ed è meglio che qualcuno della famiglia segua l'iter che fanno i nostri soldi."

"Siete sicure che riuscirò a fare tutto e bene?" chiese Alex incerta.

"Sei perfetta per questo incarico e poi se avrai bisogno di aiuto ci siamo noi." Disse Sharon sorridendo.

"Non sapete quanto mi fate felice. Spero solo di non deludervi."

"Alex, non lo farai; come dice papà, i Newell non deludono mai!" disse Sharon sicura.

 

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


CAPITOLO 6

CAPITOLO 6

La sveglia suonava implacabile, Sharon allungò la mano e la spense.

Aprì gli occhi e si guardò intorno, era nella sua camera a casa dei genitori, si ricordò che la sera prima aveva puntato la sveglia alle 7.30.

La sera prima, diciamo stamattina! Pensò mentre si dirigeva in bagno. Aveva parlato con le sue sorelle fino a tardi, erano anni che non succedeva una cosa del genere.

Quando andò verso la sala da pranzo per fare colazione, vide che il padre era già alzato.

"Ciao, come ti senti?" chiese

"Bene! Ho deciso che devo smetterla di abbuffarmi. Infatti stamattina solo un tè e una brioche."

"Il medico ha detto che dovrai fare anche qualche sport. Tanto per tenerti in forma."

"Oggi stesso andrò dal dott. Carson e mi farò consigliare uno sport adatto a me. A pranzo ci sei? Avrei bisogno di parlare con te e le tue sorelle."

"Potresti dirmi adesso qualcosa."

"No, voglio che siate tutte presenti. Ci sarai?"

"Non lo so. Devo accompagnare un amico in aeroporto ma non so esattamente a che ora parte."

"Fammi sapere, altrimenti rimando tutto durante la cena."

"Ti chiamo appena so qualcosa."

"Va bene, ti lascio mangiare in pace. Se qualcuno avesse bisogno sono nello studio."

"Ok papà" rispose Sharon guardandolo uscire.

Sono le otto, non sarà troppo presto per chiamarla. Ma se dorme ancora avrà il cellulare spento. Ok, adesso la chiamo.

"Ciao sono io"

"Benji, sei mattiniero."

"Anche tu."

"A che ora parti?" Sharon non voleva sentire la risposta ma doveva accettare la realtà.

"Ho l'aereo alle 11."

"Ti accompagno io, se vuoi ti passo a prendere adesso."

"A dire la verità sono fuori la casa dei tuoi!" ammise Benji un po’ imbarazzato.

Sharon si avvicinò alla finestra e vide un taxi parcheggiato fuori dalla cancellata.

"Da quanto tempo sei lì?"

"Diciamo mezz'ora."

"Scendi subito da quel taxi e vieni dentro." Ordinò Sharon dirigendosi verso la porta e uscendo, l'aria fredda della mattina la colpì in pieno facendola rabbrividire. Osservò il ragazzo scendere dal taxi e dirigersi verso il cancello che era stato aperto da Sharon.

Quando furono uno di fronte all'altro, Benji sorrise e la baciò con tenerezza.

"Non dovresti stare fuori al freddo, ti ammalerai!"

"Non è colpa mia se tu sei un po’ matto. Andiamo dentro, hai già fatto colazione?"

"A dire la verità no. Ma non vorrei disturbare."

"Tanto fino alle 9 non vedrai in giro nessuno e mio padre è nello studio."

"Come sta?"

"Bene, ha deciso di mettersi a dieta e fare sport speriamo che non si arrenda subito. Accomodati come vedi puoi abbuffarti come vuoi." Disse Sharon con un sorriso.

"Tu hai già fatto colazione?"

"Sì, mi sono svegliata presto. Quando mi hai chiamato avevo appena finito."

Benji guardò l'orologio "Sono le 8.15 come minimo ti sarai svegliata alle 7.30."

"Infatti non sapevo a che ora mi avresti chiamata allora…"

Benji si sporse verso di lei e le accarezzò il volto, Sharon si rifugiò in quella grande mano non voleva perdere neanche un attimo o un'emozione.

"Tornerò da te, prima di andare in Germania."

"E io sarò qui ad aspettarti." Disse Sharon sorridendo.

"Ieri sera i miei genitori erano a cena con i tuoi."

"Non lo sapevo."

"L'ho scoperto quando sono andato a casa loro."

La sera prima

"Benji cosa ci fai qui? Non dovevi essere su un aereo diretto in Giappone?" chiese il padre del ragazzo.

"C'è stato un piccolo imprevisto e non avevo voglia di tornare in albergo. Voi come mai siete ancora in piedi?"

"Sai eravamo a cena con i Newell e.." Margaret fu interrotta dal figlio.

"Il padre di Sharon è stato male. Lo so già" disse Benji accorgendosi troppo tardi di quello che aveva appena detto.

"Ma come fai a saperlo?" chiese la donna.

Benji non rispose, abbasso lo sguardo per evitare quello indagatore della madre. Perché diavolo non porto il cappellino? Si chiese ricordando che quell'indumento era la sua protezione.

"Eri con la figlia dei Newell? Sharon?"

"Margaret, Benji è grande lascialo vivere come vuole. E anche se era con quella ragazza sono affari suoi."

"Caro ma è fantastico! Io ho faticato tanto per trovargli una moglie altolocata. Lui in poco meno di una settimana si è fidanzato con una contessa. È meraviglioso!"

"Mamma, frena un attimo. Io e Sharon non siamo fidanzati, stiamo bene insieme tutto qui. Non voglio che tu ti faccia strane idee. Quindi ti prego ti tenere questa cosa per te. Non voglio che la stampa mi rompa, lo fa già abbastanza."

Margaret restò un attimo in silenzio "Va bene non dirò niente a nessuno ma mi terrai informata, se insomma, lo sai."

"Va bene mamma, se decido di sposarla e lei accetta sarai la prima a saperlo. Adesso vorrei solo andare a letto, quindi se volete scusarmi vado a dormire."

"Certo vai a riposarti, partirai domani?"

"Sì papà. Domani torno in Giappone."

 

"Così tua madre ti ha fatto l'interrogatorio. E ieri sera erano a cena insieme i nostri genitori. Quindi c'è da aspettarsi che ci rompano le scatole." Disse Sharon tenendo la mano di Benji.

"A noi ci importa qualcosa? Io voglio stare con te, e se i nostri genitori sono contenti non è meglio così?"

"Già ci sono dei lati positivi, avrò la scusa per non andare a tutte quelle feste. Mia madre si sarà placata con la sua missione di trovarmi un marito."

"Mi dispiace andarmene." Disse il ragazzo all'improvviso.

"Benji abbiamo le nostre vite di sempre, dobbiamo solo cercare di conciliare tutto. Il lavoro, gli impegni vari e noi."

"Ci riusciremo."

"Abbracciami, ti prego. Adesso ho solo bisogno di te." disse Sharon rifugiandosi tra le sue braccia.

Benji la strinse a sé, non la avrebbe lasciata andare via da lui.

"Come sono teneri!" esclamò Liz seguendo la scena.

"Non fare casino vuoi che ci scoprano?" le disse Alex.

"Ragazze non è bello spiare."

"Mamma, non dirci che non sei contenta di questa storia."

"Liz, sono contenta per Sharon." Rispose la donna.

"E soprattutto perché si è trovata un bel tipo come Benji Price." Disse Alex.

"Bello, ricco e a quanto vediamo adesso tenero come un orsacchiotto di peluche. E pensare che sembra tanto arrogante." Disse Liz.

"Si stanno alzando! Presto nascondiamoci" disse Alex mentre prendeva per mano la madre e la sorella e correva verso la prima porta seguita dalle due donne.

"Pericolo scampato" disse Liz mentre si appoggiava alla porta.

"Cosa state combinando?" chiese George Newell alle "sue" donne.

"Niente caro, stavamo solo.."

"..spiando Sharon con Benji Price. Sembra proprio che sia amore" disse Liz.

"Liz, un po’ di discrezione!" disse Margaret.

Sentirono bussare e videro entrare Sharon.

"Papà guarda che io esco" disse mentre entrava. "Cosa ci fate tutte qui?" chiese vedendo la madre e le sorelle.

"Siamo venute a vedere come stava papà!" rispose prontamente Alex.

"ok. Allora io esco." Disse Sharon.

"Fai la brava!" disse Margaret.

Sharon annuì e chiuse la porta della biblioteca dietro di sé.

"Tutto bene?" chiese Benji vedendo la sua faccia assorta.

"Sì, credo. C'erano lì anche mia madre e le mie sorelle e sembravano.. non so come spiegarti."

"Come se avessero spiato qualcuno e aveva cercato di nascondersi?"

"Sì! Ma…."

"..le ho viste che sono arrivate e si sono nascoste dietro la porta. Per non disturbarci!" disse Benji

"Ma guarda te che stronze!!"

"Non prendertela anche tu avresti fatto la stessa cosa. Andiamo" disse prendendola per mano.

"Non è vero! Io non spio le persone." Protestò Sharon seguendolo.

"Se lo dici tu!"

"Forza salì in macchina, guarda che ti faccio arrivare all'aeroporto a piedi se continui così" disse Sharon salendo al posto di guida.

"Ci vuole circa mezz'ora ad arrivare all'aeroporto, abbiamo ancora tempo." Disse Benji.

"Purtroppo il traffico di Londra, il sabato mattina non risparmia nessuno. Sono quasi le nove, se siamo fortunati per le dieci arriviamo."

"Allora andiamo." Disse Benji con un sospiro, non voleva partire, non subito dopo aver trovato lei.

Tornerà me lo ha promesso.

"Tutto bene?"

"Sì, mi era solo entrato qualcosa nell'occhio!" rispose Sharon poi avviò la macchina e si diresse verso l'aeroporto.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


CAPITOLO 7

CAPITOLO 7

Ringrazio Luxi, Sweetchiara, Scandros e Meiko per le loro recensioni. Mi fanno molto felice. Vi ringrazio anche perché scrivete veramente bene e grazie a voi, per un po’, dimentico tutto il resto del mondo e i miei piccoli e grandi problemi.

Vorrei ricordare i ragazzi morti a Nassiriyah, so che può sembrare fuori luogo, ma ammetto che ho pianto per loro e per il coraggio che hanno avuto di vivere ogni giorno compiendo al meglio la loro missione di PACE.

Vorrei tanto che un giorno i miei figli, se mai dovessi averne, non vivano dei momenti come quelli che stiamo vivendo noi.

 

"Eccoci qui." Disse Sharon, erano davanti al check-in, ancora pochi passi e lui sarebbe partito.

"Manca ancora qualche minuto." Disse Benji, avevano trovato un traffico pazzesco e in quel momento mancava poco all'imbarco.

"Quanto starai via?" strano non glielo aveva chiesto.

"Un paio di settimane, ma cercherò di rientrare appena posso."

"Tutti i passeggeri del volo 745 delle ore 11.00 della Japan Airlines diretto a Tokyo sono pregati di presentarsi all'imbarco. Ripeto tutti i passeggeri del volo 745 delle ore 11.00 della Japan Airlines diretto a Tokyo sono pregati di presentarsi all'imbarco."

"E' il mio volo!"

Sharon lo abbracciò e gli disse: "Ricordati che dovunque sarai, io sarò sempre accanto a te"

Benji non aveva parole, la baciò per dimostrarle quello che non riusciva a dire. Poi a malincuore si staccò dalla ragazza e si incamminò verso la hostess che aveva guardato tutta la scena commossa.

Si girò un'ultima volta e le sorrise.

Se ne andato ma torna, te lo ha promesso. Adesso devi solo continuare a vivere la tua vita. E se non dovesse tornare da me, cosa faccio? Cavolo lo conosco da una settimana e mi è entrato dentro. Cosa devo fare? Perché soffro così tanto?

"Sharon! Sharon!"

"Sì mamma dicevi?" rispose la ragazza.

"Va tutto bene?"

"Certo, adesso andiamo a pranzare o papà ha il coraggio di mangiarsi il tavolo."

Durante tutto il pranzo Sharon non disse una parola, tutti la osservavano curiosi, sapevano che Benji era partito ma non pensavano che lei sarebbe stata male fino a questo punto.

"Ragazze adesso che abbiamo gli stomaci pieni dobbiamo parlare di cose serie!" disse George.

"Ovvero?" chiese Sharon risvegliandosi finalmente dal suo stato comatoso.

"E' ora di sistemare le cose in azienda. Ho deciso di ritirarmi ufficialmente e passare le consegne a te Sharon. Dirò anche che in questi ultimi anni sei stata tu a dirigere la Newell Corporation."

"Ma.." Obiettò Sharon.

"Lasciami finire di parlare. Ieri sera vi ho sentito mentre parlavate tutte e tre, finalmente siete riuscite a capire che siete tutte importanti per l'azienda. Ormai non c'è più bisogno di me, le mie ragazze sapranno tenere alto il nome dei Newell." Concluse George osservando la reazione delle sue donne.

"Sei sicuro di questa scelta? Alcuni nostri clienti potrebbero sentirsi traditi dal fatto che ti credevano ancora al comando della ditta." Disse Sharon.

"Se non mi sbaglio, negli ultimi tre anni non ci sono state lamentele per ogni lavoro svolto. Se ti riferisci a quei matusa di Hudson, Nottigam e Carlin ci parlerò personalmente"

"George sei davvero sicuro di questa scelta?" chiese nuovamente Margaret.

"Cara, in tutti questi anni ti ho sempre trascurato, ma adesso voglio rifarmi al primo posto delle mie priorità ci sarà la mia famiglia."

"Poi la dieta e lo sport" disse Liz.

"Naturalmente sarai sempre ben accetto in ditta se vorrai darci una mano" disse Sharon.

"Penso che potrei dare una mano ad Alex se vuole sapere un po’ dove sono andati a finire i nostri soldi dati in beneficenza. Sono andato molte volte di persona a controllare che non venissero sprecati." Disse George.

"Quando darai l'annuncio?" chiese Margaret.

"Alla cena annuale per la fondazione. Cioè il 31 ottobre, quindi mia cara Alex hai un mese e mezzo per organizzare tutto. Naturalmente con l'aiuto di tutti noi."

"Speriamo di riuscirci." Si augurò Alex.

"Sig. Price desidera qualcos'altro?" chiese la hostess.

"No, la ringrazio."

"Mi scusi se la disturbo, ma mio figlio è un grande appassionato di calcio e.."

Benji sorrise "Mi dia pure un pezzo di carta e le farò l'autografo."

La hostess prese dalla tasca della giacca una figurina di Benji "Il mio Steve pretende che porti tutte le figurine dei calciatori di calcio con me. Così se capitasse l'occasione."

"Suo figlio è molto furbo. Si merita anche una bella dedica." Disse Benji prendendo la figurina e iniziando a scrivere.

"La ringrazio, non sa che gioia per Steve."

"Quanti anni ha?"

"Sei"

"Gioca a calcio?"

Il viso della donna si rabbuiò "Purtroppo no. Non può"

"Perché?"

"Non può camminare, è su una sedia a rotelle da sempre." Disse la donna con le lacrime agli occhi.

"Non c'è soluzione?"

"Ci sarebbe un medico in America che potrebbe operarlo ma ci vogliono molti soldi. Sia io che mio marito stiamo cercando di trovare una soluzione ma.."

"Kate, vieni ho bisogno di una mano!" disse un'altra hostess alla donna.

"Mi scusi se l'ho disturbata e ancora grazie." Disse la donna prima di andarsene.

Benji si accomodò meglio sul sedile e chiuse gli occhi. Io sono stato così fortunato, invece quel bambino non può neanche camminare. E ce ne sono tanti come lui, una volta Holly mi ha detto che non potevo aiutare tutte le persone di questo mondo in una volta sola, ma una alla volta. Penso che adesso devo aiutare qualcuno.

Quando arrivarono a Tokyo Benji decise che appena sbarcati avrebbe parlato con Kate, la hostess. La aspettò all'uscita quando la vide però notò che lo sguardo della donna si indirizzò alle sue spalle.

"Mamma!"

"Tesoro, mi hai fatto una bellissima sorpresa." Disse la donna abbracciando il figlio.

"Non ha voluto sentire ragioni, voleva per forza venirti a prendere" disse un uomo alle spalle della carrozzina.

"Jim non potevate farmi una sorpresa più bella, lo sapete che mi siete mancati? Steve ho una sorpresa per te. Guarda chi c'era sull'aereo e cosa mi ha dato."

Il bambino prese la figurina tra le mani e sorrise incredulo: "Mamma, non ci posso credere. Insomma un autografo di Benji Price Ad un piccolo campione. Non ci posso credere!" ripeté il bambino.

Benji aveva assistito a tutta la scena e si fece avanti sorridendo. "Scusate non vorrei disturbarvi ma volevo salutare suo figlio" disse rivolto a Kate.

Steve non riusciva a credere ai suoi occhi, il mitico Benji Price era davanti a lui. Si stava abbassando davanti a lui.

"Piacere Steve, giusto?"

"Steve Sanders" disse il bambino mentre stringeva la mano dell'uomo.

"Ho saputo che sei un patito di calcio"

"Lei è bravissimo, nessuno la può battere."

"Ti ringrazio ma cosa ne dici se ci diamo del tu. Se no mi fai sentire troppo vecchio."

"Va bene, vuole, vuoi venire a cena da noi?"

"Steve, il sig. Price sarà stanco del viaggio." Lo riprese la madre.

"Non sono stanco, ma non vorrei disturbare, sai la tua mamma ha lavorato sodo."

"Lo so, lo fanno per me mamma e papà, perché devono guadagnare i soldi per farmi operare." Disse il bambino lasciando spiazzato Benji.

"Hai dei bravi genitori. Sei molto fortunato." Disse Benji

"Lo so. Adesso andiamo voglio farti vedere la mia stanza." Disse il bambino mentre prendeva la mano di Benji.

"Sig. Price non è obbligato" disse Jim Sanders.

"Lo faccio con piacere."

"Steve ti piacerebbe conoscere un po’ dei miei amici?" chiese Benji appena finita la cena.

"Tipo Oliver Hutton, Tom Becker.."

"Esatto. In questi giorni dobbiamo incontrarci se ti fa piacere ti porto con me."

"Davvero! Ma è fantastico!" disse il bambino gettando le braccia al collo di Benji.

Kate e Jim guardavano la scena commossi, erano contenti per il figlio non lo avevano mai visto così felice.

"Benji fai tutto questo perché hai pietà di me?" chiese all'improvviso Steve.

"Non ho pietà di te. Ti ammiro e ti voglio aiutare. Ma perché mi hai fatto questa domanda?"

"Perché i bambini del quartiere dicono che hanno pietà di me. Perché non cammino."

Kate si commosse aveva sempre cercato di difendere il figlio da certi commenti ma non ci era riuscita.

"Steve è ora di andare a letto. Saluta il sig. Price." Disse la donna.

"Ciao Benji, tornerai a trovarmi?"

"Certo campione e poi ti devo far conoscere i miei amici!"

Kate accompagnò il figlio nella sua stanza, quando tornò vide Jim e Benji che parlavano di calcio.

"Si è addormentato come un sasso. È stata una magnifica serata per lui."

"Parlatemi un po’ di questa operazione" disse Benji ai genitori di Steve spiazzandoli.

"Il suo problema è che ha una specie di trauma da schiacciamento dalla nascita. I nervi sono compressi dalla colonna e non trasmettono gli impulsi di movimento alle gambe.* In America esattamente a New York c'è un medico che ha già fatto altri interventi per casi come quello di Steve. Il problema è che il costo è molto alto, per non contare le spese per rimanere là, sia per l'operazione sia per la riabilitazione."

"Sig. Sanders, vi voglio aiutare. Permettetemi di pagare le spese per l'operazione e per il vostro soggiorno a New York."

"Non vogliamo la carità" disse l'uomo.

"Non vi faccio la carità! Vi faccio beneficenza fatelo per Steve, per dargli una possibilità."

"Perché fa questo per noi?" chiese Kate.

"Io non ho mai avuto una famiglia vera. Certo ho i soldi ma non ho mai avuto l'affetto dei miei genitori. Per questo ho deciso di aiutare i bambini meno fortunati. Io per colpa dei soldi ho perso la mia infanzia felice, mi piacerebbe poterla far vivere ad altri bambini grazie ai miei soldi."

"Non so cosa dire" disse Jim.

"Mi dica di sì. Che vi farete aiutare, che mi permetterete di aiutare Steve."

"Non potremo mai ringraziarla abbastanza." Disse Kate.

"Quando sarò vecchio Steve mi regalerà una sua figurina con dedica."

* non ne so molto di medicina quindi vi prego di accettare la spiegazione che vi ho dato come causa della paralisi di Steve

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


CAPITOLO 8

CAPITOLO 8

Il telefono suonò nuovamente, oggi non c'è un attimo di pace pensò Sharon.

"Pronto?"

"Sig.ra Newell?"

"Sì chi parla?"

"Diciamo un suo grande ammiratore"

"Ma chi diavolo è.. Benji???"

"Pensavo che non mi avresti mai riconosciuto" disse il ragazzo.

"Come hai fatto a convincere Marta a passarti la linea diretta?"

"Sono molto persuasivo. Lo sai che mi manchi?"

"Anche tu. Come va lì in Giappone?"

"Bene, il volo è stato perfetto e il tempo è ancora bello."

"Qui invece fa già freddo." Sharon avrebbe voluto dirgli tante cose ma non riusciva ad esprimersi.

"Vorrei essere lì per scaldarti."

"Se potessi ti raggiungerei!"

"Sei piena di lavoro?" chiese Benji.

"Certo sto lavorando anche per te, o non ti ricordi?" disse Sharon con un sorriso.

"Stai sorridendo. Mi piace quando sorridi"

"Come hai fatto a capirlo?"

"Sarò telepatico! Ritornando a prima, hai così tanto lavoro?"

"Abbastanza, ed ho anche una novità!"

"Racconta."

"Mio padre ha deciso di passare ufficialmente a me il comando dell'azienda. E le mie sorelle hanno deciso di lavorare con me. Non è fantastico?"

"E' meraviglioso. A quando le consegne dei poteri?"

"Per la festa annuale della fondazione, il 31 ottobre. Tu ci sarai, insomma per farmi da accompagnatore." Chiese timidamente la ragazza.

"Certo che ci sarò, cavolo sarò il tuo schiavo per tutta la serata. Non capita a tutti di diventare presidente della Newell Corporation."

"Guarda che ti prendo in parola. Preparati al peggio."

"Non vorrei tenerti troppo occupata, se vuoi chiamarmi ho lasciato i numeri alla tua segretaria."

"Tu non mi disturbi mai."

"Ci sentiamo."

"Va bene, ciao" ti voglio bene pensò Sharon mentre attaccava, quella frase però non era ancora il momento di dirla.

"Marta mi puoi portare i numeri di telefono del Sig. Price?"

La voce della segretaria arrivò nitida dall'interfono. "Arrivo subito!"

"Benji! Sei tra di noi o su un altro pianeta?" chiese Tom all'amico.

"Scusate ero soprappensiero."

"E' a causa di quella telefonata urgente che dovevi fare?" chiese Bruce.

"Sì, è tutto a posto."

"Tu ci stai nascondendo qualcosa!" esclamò Holly.

"Era una telefonata di lavoro, adesso mi occupò degli affari di mio padre." Disse Benji

"Alla fine hai capitolato."

"Tom, quel vecchio mi ha incastrato per bene. Ma non né voglio parlare. Tu sei pronto per il grande passo?"

"Certo, mai stato più sicuro!"

"Tom, stai attento che quando ti mettono l'anello al dito le donne pensano di averti in pugno." Disse Bruce prima di ingurgitare metà dell'enorme panino che aveva in mano.

"Evelyn ti mette sotto?" chiese Benji divertito.

"No, quando mai. Sono io che mi offro volontario per darle una mano nelle pulizie."

"Stai scherzando?" chiese Benji.

"La gravidanza procede bene, ma il medico le ha detto di stare in assoluto riposo, perché nei primi mesi ha avuto delle perdite. Quindi nel giro di poche settimane sono diventato un casalingo perfetto!"

"Bravo il nostro Bruce! Ma sia Eve che il bambino stanno bene?" chiese Benji.

"Sì è sotto stretto controllo, ma ancora per poco, ormai è al settimo mese."

"Bruce diventa padre, Tom si sposa. E tu Benji non hai delle novità da raccontarci?" chiese Holly.

"Nessuna" mentì il ragazzo.

"Sicuro?"

"Holly la pianti? Sei diventato troppo curioso deve essere l'influenza di Patty."

"Benji tu non li leggi i giornali?" chiese Tom.

"Solo quelli seri"

"Allora te lo diciamo noi, è uscita in questi giorni la notizia che tu ti saresti fidanzato con la modella Stella McCain. E lei conferma tutto! " Disse Tom.

"Cosa?"

"E su tutti i giornali scandalistici d'Europa e naturalmente anche qui da noi le copertine non si sono sprecate." Continuò Tom.

"Ma io quella vipera la strozzo! Come si permette? Io la denuncio, le rovino la carriera, farò in modo che non sfili più per nessuno!"

"Benji calmati di solito queste cose ti lasciano indifferente!" esclamò Bruce sorpreso.

"Prima sì ma adesso c'è.."

"Chi c'è?" chiesero all'unisono i tre amici.

"Che curiosi, devo fare una telefonata. Torno subito." Disse Benji mentre si alzava.

"Poi ci racconti qualcosa?" chiese Bruce.

Benji sbuffò per rispondere al ragazzo.

"C'è sotto una donna" disse Tom

"Non ci posso credere!" esclamò Bruce.

"Prima o poi anche lui doveva innamorarsi."

"Non riesco a credere che una donna riesca a sopportarlo!" continuò Bruce.

"A parlato san Bruce!"

"Tom che fai sfotti?? "

"Noooo. Quando mai!" rispose Tom con la faccia da angioletto

"Marta, sono Benji Price. Potrei parlare con la sig.ra Newell?"

"Sig. Price! In questo momento è impegnata, non potrebbe richiamare più tardi?"

"E' una cosa importantissima, la prego."

"Provo a sentire se la Sig.ra può parlare."

"Grazie Marta! Lei è un tesoro!"

"sig. Price, così mi mette in imbarazzo! Se attende un attimo in linea…"

"Aspetto. Grazie."

Dopo qualche istante la voce di Sharon fece sussultare il ragazzo.

"Benji cosa succede?" chiese preoccupata.

"Niente di particolare, dovevo solo dirti una cosa. Ti prego di ascoltarmi"

"Va bene!" disse Sharon mentre Liz e Alex la guardavano curiose.

"Sui giornali scandalistici è uscita la notizia che io sarei fidanzato con una modella. Ma non è vero! Sono tutte palle che quella lì mette in giro per farsi pubblicità. Giuro che la querelo per diffamazione!"

"Mi hai chiamato per questo?" chiese Sharon.

"Sì, io non volevo che venissi a sapere dai giornali cose non vere. Circa un anno fa ho avuto una breve relazione con Stella McCain, ma non è stato niente di importante. Non è stato niente in confronto a quello che c'è tra noi."

Sharon rimase colpita dalle parole del ragazzo, sorrise felice. "Sono felice che mi hai chiamata, stai tranquillo che non crederò ad una sola parola di quello che dicono i giornali."

"Grazie! Pensavo che magari ci avresti creduto. In fondo non sappiamo niente l'uno dell'altra, insomma della nostra vita privata e cose del genere.." Benji era diventato rosso perché capì che se avesse continuato a parlare avrebbe detto qualche strafalcione.

"Io una cosa la so"

"Cosa?"

"Che non vedo l'ora di rivederti e…"

"..poterti stringere tra le braccia" continuò Benji per lei.

"Giusto! Adesso devo andare."

"Scusa se ti ho interrotto ma dovevo."

"Grazie per avermi interrotto, ci sentiamo ciao."

"Ciao" Amore disse Benji pochi attimi dopo aver attaccato.

"Chi è la Sig.ra Newell?" chiese Bruce facendo spaventare Benji.

"Ma ti sembra il caso di spaventarmi! Adesso siete diventati anche degli spioni?"

"No, abbiamo pagato e uscendo ti abbiamo sentito" disse Holly guardandosi le scarpe.

"Bugiardo, non sai mentirmi. Perché se dicessi la verità mi guarderesti in faccia!"

"Cavoli, vogliamo solo sapere se hai una donna o no!" disse Tom schietto.

"Sì ho una donna, ma per adesso non vi dico di più."

"Perché?" chiese Bruce

"Perché per me è una cosa seria ma devo vedere lei, ci frequentiamo da poco."

"Quanto poco?" chiese Tom.

"Poco, non stiamo a quantificare, ok?"

"Va bene, adesso però andiamo che le ragazze ci aspettano" disse Holly.

"Perché ti ha chiamato?" chiese Liz.

"Dice che dei giornali scandalistici hanno dato la notizia che lui si è fidanzato con una modella. Voleva assicurarmi che non era vero."

"Chi sarebbe questa modella?" chiese Alex

"Stella McCain!"

"Orca, è una delle modelle più quotate del momento." Esclamò Alex.

"Soprattutto grazie alla pubblicità dei suoi flirt!" aggiunse Liz.

"Lasciamo da parte questa qui e torniamo a lavorare." Disse Sharon.

"Non sei preoccupata?"

"Alex, perché dovrei essere preoccupata. Benji mi ha chiamata e mi ha spiegato tutto. Se voglio una relazione seria devo fidarmi di lui."

"Allora è una cosa seria veramente! È meraviglioso!" esclamò Liz.

Sharon arrossì perché quella parole le erano scappate, non voleva dirle veramente. O meglio avrebbe voluto tenere quei pensieri per se stessa.

"Bisogna festeggiare. Andiamo a cena insieme stasera?" propose Alex.

"Dove?"

"Dove ci portava papà quelle poche volte che usciva con noi?" chiese di nuovo Alex.

"Da McDonald's!" esclamarono Sharon e Liz insieme.

"Io ci sto e tu Liz?" chiese Sharon.

"Come rinunciare ad un enorme McRoyal Deluxe?"

"Adesso torniamo a lavorare, se non dobbiamo restare qui fino a tardi! E allora addio Mc!"

"Allora vediamo di sbrigarci!" esclamò Alex felice.

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


CAPITOLO 9

CAPITOLO 9

"Sei bellissima Faith!" esclamò Patty mentre osservava l'amica con l'abito da sposa.

"Dici?" rispose poco convinta la ragazza.

"Sei un incanto! Tom come minimo quando ti vede sviene" disse Evelyn sorridendo e cercando di alzarsi faticosamente dalla poltrona di casa sua.

Non usciva spesso e per quello che Faith e Patty aveva deciso di andare da lei per l'ultima prova prima del grande giorno.

Patty corse accanto all'amica per aiutarla "Lo sai che quando ci siamo qui noi, ti aiutiamo!"

"Sono incinta, non invalida."

"Eve lo sappiamo, però lo sai anche tu che non devi sforzarti o rischi di partorire prima." La ammonì Faith.

"Va bene! Avete sempre ragione voi. Anche Bruce non mi fa alzare un bicchiere. Però è diventato un ottimo uomo di casa!"

"Allora ce lo presti come tutto fare?" chiese Patty.

"Certo se no che amica sarei!!" rispose Eve.

"Stanno arrivando i ragazzi, vado a cambiarmi" disse Faith vedendo la macchina di Holly fermarsi davanti alla villetta.

"Eve siamo a casa!" disse Bruce entrando "Come stai?"

"Bene, dopotutto non faccio niente come devo stare?"

"Dai manca ancora poco" la consolò Bruce.

"Eve, ci voleva proprio una gravidanza per far sgobbare Bruce!" esclamò Benji.

"Benji quando sei arrivato?" chiese Patty abbracciandolo.

"Ieri pomeriggio. Non vedo la futura sig.ra Becker"

"Eccomi, non potevo farmi vedere in abito da sposa!" disse Faith mentre usciva dalla camera del bambino.

"Sei bellissima, anzi siete tutte bellissime!"

"Price, sputa il rospo. C'è di mezzo una donna? Non sarà quella modella?" chiese Patty.

"Perché pensi che ci sia una donna?"

"Sei meno scorbutico. È Stella McCain?"

"No Patty, sto frequentando una persona, ma non è Stella. Vuole solo farsi pubblicità ma saprò fargliela pagare" disse Benji con un sorriso.

"Brutta cosa la vedetta." Disse Eve.

"Diciamo che questa volta quella vipera si è spinta un po’ troppo in là! Ma cambiamo discorso, avete preparato tutto, insomma abiti, cerimonia, viaggio di nozze…"

"A dire la verità non faremo il viaggio di nozze, Tom ha delle partite importanti. Resteremo a Parigi, dopotutto è la città degli innamorati." Disse Faith.

"Cosa? Non se ne parla nemmeno. Dove volete andare? Messico, New York, Hawaii?"

"Benji non possiamo accettare!" protestò Tom.

"Invece accetterete! Se no mi offendo!" disse Benji.

"Se la metti su questo piano, vanno bene le Hawaii"

"Faith ma.." disse Tom.

"Scusa è un regalo non vorrai offendere Benji?" disse candidamente la ragazza.

"Tom, questa donna ne sa molto più di te. Adesso chiamo e organizzo tutto." Disse Benji.

"Vedi di non chiamare la sig.ra Newell!" esclamò Bruce.

"Spiritoso" fu la risposta di Benji.

"Chi è la sig.ra Newell?" chiese Patty.

"Deve essere la nuova fiamma di Benji. Sembra proprio che questa volta sia quella giusta." Disse Holly a bassa voce.

"Hutton, ti ho sentito. Patty ti ha influenzato più di quanto credevo!"

"Cosa vuoi dire Benji Price? Che io sarei una pettegola?" sbraitò Patty

"No Patty, solo curiosa."

"Così va meglio" disse la ragazza calmandosi.

"Scusa amore, vorresti dire che io sono un pettegolo." Chiese Holly.

"No!! Ma cosa vai a pensare!"

"Va bene, come al solito hai ragione tu!"

Sharon osservava il paesaggio dalle vetrate del suo ufficio, i giorni passavano lenti, le notti ancora di più. Sentiva Benji anche più volte al giorno anche solo per un breve saluto.

Oggi i tuoi amici si sposano, tornerai presto? Ormai è più di una settimana che sei partito. Pensava, il bussare della porta la distrasse dai suoi pensieri.

"Sharon, posso rubarti un minuto?" chiese Alex facendo spuntare la testa dalla porta.

"Certo. Dimmi pure."

"Volevo consultare anche con te la lista degli invitati. Papà ha già dato il suo pieno consenso."

"Leggi pure."

"Non vuoi guardarla tu?"

"No, oggi mi fanno male gli occhi, sarà la stanchezza."

"E' per quello che porti gli occhiali, pensavo che stavi leggendo qualcosa di impegnativo"

"Avrei bisogno di una bella vacanza" disse Sharon.

"Mari esotici, caldo e un bell'uomo al tuo fianco." Disse Alex

"Sbaglio o è la stessa frase che hai detto quando sei partita con Nick per la vostra prima romantica vacanza?"

"Sì e ti assicuro che è stato magnifico."

"Come ha preso il fatto che sei venuta a lavorare qui?"

"Bene, mi ha detto che era sicuro che prima o poi anch'io sarei entrata a far parte dell'azienda. E da quello che ho capito anche Chris ha appoggiato in pieno Liz."

"Quanti anni sono che state insieme? Quattro se non mi sbaglio."

"Giusto. Però non abbiamo intenzione di sposarci come dice la mamma."

"Come? Raccontami un po’." Disse Sharon interessata

"Io e Nick abbiamo acquistato un appartamento e vorremmo andare a convivere."

"La piccola Alex ce la fatta sotto al naso! Dove hai preso i soldi per pagare la tua quota?" chiese Sharon curiosa.

"Dal mio fondo fiduciario. Ma adesso con lo stipendio potrò rimetterci i soldi che ho prelevato."

"Senza contare che avrai anche una percentuale sul reddito di fine anno" aggiunse Sharon.

"Stai dicendo che riprenderò presto quei soldi?"

"Credo di sì, ma quello è il minore dei mali. Una casa è sempre un ottimo investimento. Quando lo dirai alla mamma?"

"Non lo so. Insomma come la prenderà, si aspetta tanto da noi. Cioè…"

"Ho capito, ma sono sicura che accetterà la situazione. Ti terrà il broncio per un po’, però sei la sua preferita quindi non ti preoccupare." Disse sorridendo Sharon.

"Sei sicura?"

"Sicurissima e poi lo sai che puoi sempre contare su di me."

In quel momento Liz irruppe nella stanza.

"Le buone maniere le hai lasciate a casa?" chiese Sharon ironica.

"Ragazze non potete immaginarvi cosa mi è capitato!"

"Siamo tutte orecchie" disse Alex.

"Oggi mi sono trovata con Chris a pranzo, perché mi doveva parlare. Mi ha detto che è contento che lavoro, che ha visto questa decisione come un passo verso la maturità e altre cavolate del genere.."

"Liz, perché devi sempre offenderlo?" chiese Sharon.

"Non lo sto offendendo, cavolo ci ha messo mezz'ora a farmi il suo discorso e dopo vari giri di parole mi ha dato questo!" disse mostrando sull'anulare della mano sinistra un anello in oro giallo piuttosto consistente con al centro un rubino molto grosso.

"E' l'anello di famiglia! Mi ha chiesto di sposarlo!!!"

"E tu cos'hai risposto?"

"Alex ma che domande fai? Ho detto sì!! Sono stata per sei anni la fidanzata di Chris e tra un anno sarò la sig.ra Burton! Oh dio devo dirlo alla mamma prima che la chiami la mamma di Chris. Devo andare!"

"Liz, non possiamo abbracciare la futura sposa?" chiese Sharon.

"Oh sì certo"

"Siamo veramente contente per te. Mi dispiace un po’ per Chris, sei una testa matta." Disse Alex.

"Perché non lo conosci come lo conosco io. Adesso vado, ciao!"

Alex sorrise felice "Perché sorridi così?" chiese Sharon

"La mamma non voleva un matrimonio? E lo avrà. Non pensi che sarà più accondiscendente verso i miei progetti di convivenza?"

"Ottima argomentazione, vedi però di trovare l'occasione giusta per sprezzarle il cuore"

"Sharon, non me ne vado in un altro paese"

"Ti assicuro che ti dirà esattamente così"

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


CAPITOLO 10

CAPITOLO 10

"Perché? Perché mi devi spezzare il cuore. Tua sorella mi ha detto che si sposa e tu vieni qui da me a dirmi così!" disse Margaret Newell alla figlia.

Alex guardò Sharon che tratteneva a stento le risate.

"Dimmi cosa cerchi di ottenere andando a vivere con Nicholas?"

"Niente mamma, solo che non vogliamo sposarci, tutto qui!" rispose Alex dolcemente.

"Alexandra Newell non ti permetterò di rovinare il buon nome della famiglia!"

A quel punto intervenne Sharon. "Mamma, sbaglio o anche la figlia della duchessa Clarion è andata a convivere con il fidanzato? Ormai sono più di due anni che vivono insieme e non si sono ancora sposati."

"E' vero ma io vorrei che vi sposaste, sapete sono pur sempre una madre."

"Mamma non ho detto che io e Nick non ci sposeremo mai. Vogliamo solo decidere con più calma. Tu e sua madre ci state opprimendo con questa storia!" Alex si stava arrabbiando.

"Io non pensavo che ti desse così fastidio il fatto che si parlasse di matrimonio. - la donna tirò un sospiro - non sono contenta della tua scelta ma non ti ostacolerò."

"Mamma grazie! Sei la migliore. Ti piacerebbe visitare il nostro appartamento?"

"Sì, quando vuoi." Rispose Margaret.

"Andiamoci subito!" disse Alex trascinando la madre fuori di casa.

"Ma devo cambiarmi e pettinarmi" protestò la donna.

"Mamma sei sempre bella e perfetta, vai con Alex." Disse Sharon.

"Tu non vieni?"

"No, Alex sarà per un'altra volta. Sono stanca voglio andare a casa a riposare."

"Va bene. Noi andiamo ciao"

"Ciao" disse Sharon poi andò alla ricerca del cappotto e della borsa, finalmente sarebbe andata a casa. Da sola pensò tristemente.

Osservò la casa buia e decise di aspettare, sarebbe arrivata prima o poi. Non vedeva l'ora di stringerla tra le braccia, di baciarla. L'aveva sognata ogni notte, il suo corpo, le sue labbra su di lui, sarebbe stata ancora sua.

Osservò la macchina arrivare e fermarsi davanti al cancello, lui si avvicinò e bussò al finestrino.

Sharon guardò spaventa l'uomo vestito di scuro fuori dalla sua macchina, le spalle larghe i capelli scuri spettinati e un sorriso disegnato sulle labbra.

"Benji" aprì la portiera velocemente e si buttò tra le braccia dell'uomo.

"Non pensavo che mi avresti riservato un'accoglienza così bella!" disse ridendo.

"Mi sei mancato"

"Anche tu. Non sai quanto." Benji osservò il viso della ragazza proteso verso il suo e la baciò con passione.

"Andiamo dentro sarai stanco del viaggio- disse Sharon salendo in macchina - ma non si sposavano oggi i tuoi amici?"

"Con i vari fusi orari ti posso solo dire che sono partito appena la festa era finita."

Sharon sorrise felice è tornato per me! Solo per me!

Pochi minuti dopo erano nella stanza da letto di Sharon, avevano bisogno l'uno dell'altra, i baci appassionati valsero più di mille parole. Le carezze dolci e audaci allo stesso tempo portarono i due amanti verso l'unione dei loro corpi.

Erano una sola persona.

La guardava dormire, i capelli corvini sparsi sul cuscino, il profilo delicato che si stagliava contro il bianco delle lenzuola. Benji la abbracciò da dietro, la strinse in un gesto di possesso, nel sonno Sharon si strinse di più a lui.

"Non ti lascerò mai" le sussurrò il ragazzo poi si addormentò anche lui.

 

"Domani è il grande giorno!" esclamò felice Liz.

"Speriamo che vada tutto bene" disse Alex preoccupata.

"Tranquilla, hai ricontrollato tutto non so quante volte. Quest'anno sarà una festa memorabile" disse Sharon.

"Anche le foto che faranno i giornalisti saranno memorabili. Sharon Newell e Benji Price insieme!!!"

"Liz piantala, siamo solo una normalissima coppia."

"La nostra Sharon arrossisce ancora"

"Liz smettila di prenderla in giro."

"Grazie Alex" Sharon sorrise felice.

Era la loro prima uscita mondana, da quando era tornato dal Giappone Benji non si era più allontanato da lei. E adesso avrebbero finalmente detto al mondo intero che stavano insieme.

"Chissà i giornali cosa diranno, se non sbaglio quella McCain continua a tenere la sua posizione." Disse Liz.

"Già. Comincia ad irritarmi questa storia, per non parlare della raffica di querele che Benji le ha già fatto. Ma quella non demorde."

"Secondo me dovresti sbattergli in faccia che Benji è solo tuo. E quale migliore occasione se non domani sera. Tu sarai la regina della festa, il nuovo presidente e per di più con un compagno come lui."

"Alex ha ragione! Il vestito però non c'è lo hai ancora fatto vedere." Disse Liz.

"Curiose! Per farvi contente ve lo faccio vedere."

Sharon andò nel bagno del suo ufficio è torno con un porta abiti, quando aprì la zip si notò subito il colore nero.

"Perché proprio nero?"

"Alex, devo avere un minimo di serietà!" disse Sharon mostrando definitivamente l'abito. Era semplice ma sexy, il corpino nero aveva una scollatura quadrata e le spalline erano sottili, dei fili argentati lo percorrevano sulla parte anteriore per poi diradarsi verso la gonna e formavano strani disegni. La gonna leggermente svasata terminava con un taglio strano, cioè a sinistra arrivava fino al ginocchio mentre a destra poco più giù.

"metterà in evidenza i tuoi punti forti! Decoltè, vita stretta e gambe da urlo."

"Liz, devo apparire seria! Da stasera diventerò la presidente!" disse Sharon.

"Ammettilo che hai una voglia matta di urlare al mondo che sei felice."

"Alex, sapessi quanto ho aspettato questo giorno, sono così euforica che mi metterei a saltare"

"Perché non lo fai, anzi saltiamo tutte e tre come quando eravamo bambine." Disse Liz prendendo la mano delle due sorelle. Insieme iniziarono a saltare e ridere felici come bambine.

"Allora presidentessa è pronta a fare il suo grande esordio?" chiese Benji mentre sedeva accanto a lei nella limosine.

"Sarai la donna di Londra più ammirata da domani" disse Chris "Naturalmente dopo la mia Liz"

"Bravo vedo che sei riuscito a correggere il tiro in tempo!" disse Liz al fidanzato.

"Attenzione la ragazza è nervosa" disse ridendo Alex.

"Perché tu non lo sei?" le chiese Nick.

"Non vedi che mi tremano le gambe! Da domani tutta Londra saprà che Sharon comanderà l'azienda e noi saremo le vicepresidenti."

"Alex, noi tre guideremo l'azienda, tutte allo stesso livello" la corresse Sharon.

"Ma tu sei quella con più esperienza e più inventiva di noi" le disse Liz.

In quel momento la macchina si fermò davanti all'hotel Savoy, lì si sarebbe svolto il ricevimento, la sala dei congressi era quasi gremita di collaboratori, clienti, fornitori e personaggi dell'alta società londinese.

"Ragazze siete pronte a far morire di invidia tutte le altre donne presenti in sala?" chiese Chris mentre la porta veniva aperta e una mano si offrì di aiutare le signore a scendere.

"Ragazze andate prima voi. Lo sapete che io non ci tengo a fare le entrate trionfali" disse Sharon.

"Stai tranquilla, andrà tutto bene" le disse Benji, Sharon sorrise ma si sentiva troppo nervosa. Osservò le sorelle e i rispettivi accompagnatori scendere poi toccò a lei Forza, non sei sola! Pensò mille flash la accolsero mentre scendeva elegantemente dalla limosine, quando Benji le si mise al fianco e le prese la mano i fotografi per poco non li accecarono.

"Andiamo, penso che abbia fatto colpo. Soprattutto le tue gambe"

"Benji! Cerca di fare il serio!" gli disse Sharon ma rideva felice.

Le sue sorelle e i fidanzati li aspettarono e quando entrarono nella sala, tutti si voltarono ad osservarli. Gli uomini con interesse e le donne con un po’ di invidia.

"Ragazze!"

"Papà, cosa ne pensi?" chiese Alex.

"Tutto perfetto, tesoro. Io non avrei saputo fare di meglio. Siete le più belle di tutte. Anche se vostra madre è molto meglio!" disse George vedendo la moglie arrivare.

"Caro, sei sempre il solito adulatore. Ma questa sera gli occhi sono tutti per le mie ragazze. Siete stupende, bambine mie. Anche voi però non siete da meno." Disse Margaret rivolta ai tre ragazzi.

"Margaret naturalmente hanno preso tutto da te."

"Papà non è che hai combinato qualcosa e vuoi farti perdonare dalla mamma?" chiese Liz.

"Non posso neanche fare i complimenti a mia moglie?"

Furono distolti dalla loro discussione da un forte vociare che si avvicinava al salone.

"Cosa succede?" chiese Margaret.

Quando videro Mike Finnegan, un ricco e vecchio banchiere entrare con al braccio una donna alta e magra, capirono il perché di tanta confusione.

La bellissima donna accanto a quell'uomo basso e brutto era Stella McCain, la modella più famosa del momento.

La donna appena vide Benji si avvicinò a lui.

"Benji caro"

"Sig. McCain per lei sono il sig. Price."

"Ma perché fai così?" chiese Stella mentre iniziava ad innervosirsi, infatti tutti i presenti li stavano osservando.

"Le presento la mia fidanzata.."

"Sarebbe questa qui. Piuttosto scialba." Disse guardando Sharon.

"Le stavo dicendo che questa è Sharon Newell, la contessa Sharon Newell"

Stella arrossì, avrebbero potuto buttala fuori dalla festa per aver offeso uno degli organizzatori.

"Io.. non sapevo.." cercò di giustificarsi.

"Non si preoccupi Sig.ra McCain, non mi offendo tanto facilmente. Adesso se mi vuole scusare devo salutare delle persone e presentare loro il sig. Price."

Sharon vide il volto della donna tingersi di rosso, gli occhi sembravano di fuoco. Ma non le importava erano uno a zero per lei. Benji era suo e di nessun'altra.

Ringrazio luxy che mi commenta ogni capitolo. Sei bravissima! Grazie anche a Meiko vi consiglio di leggere la sua Fanfic. Per tutti li altri lettori mi farebbe piacere ricevere un po’ più recensioni, per capire se la mia fanfic piace solo a pochi o è il contrario.

Baci Betty

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


CAPITOLO 11

CAPITOLO 11

A parte la breve e spiacevole discussione con Stella McCain, la serata per Sharon si stava svolgendo al meglio.

Benji le aveva riferito che parecchi uomini aveva fatto molti apprezzamenti su di lei e le sue sorelle, però invece di infastidirla come al solito la consapevolezza che piaceva la faceva sentire forte. Forte nei confronti dei clienti che avrebbero protestato da lì a poco, nei confronti di quell'odiosa della McCain. Era forte, lo era sempre stata e Benji glielo aveva fatto capire.

"Un penny per i tuoi pensieri" le disse Benji un orecchio.

Sharon sorrise "Stavo pensando alla faccia di quei vecchi bavosi all'annuncio che farà mio padre."

"Io invece stavo pensando a quanto sei bella stasera. Sai sono un po’ geloso, tutti gli uomini ti guardano come se volessero saltarti addosso"

"Esagerato. Cosa dovrei dire io che ho sentito le amiche di mia madre che dicevano diciamola tutta, quel Price ha proprio un bel fondo schiena!"

"Davvero?? Ho un bel fondo schiena?"

"Accettabile" rispose Sharon

"Vorrà dire che mi offrirò alle amiche ti tua madre, sanno sicuramente apprezzare le belle cose quando le vedono!" disse fintamente indignato Benji.

Sharon scoppiò a ridere attirando l'attenzione dei tavoli vicini.

"Cosa avranno tanto da divertirsi" disse stizzita Stella a Mike Finnegan.

"Cara, perché te la prendi tanto? Lasciali stare, tu sei mille volte più bella di quella Sharon.

"Allora perché Price sta con lei e non con me?"

"Non lo so, questo me lo devi dire tu"

Stella arrossì, cosa che le capitava raramente e ripensò al periodo che era stata con Benji, era stato solo sesso ma lei si era innamorata, almeno le piaceva lui e cosa rappresentava.

"Sono innamorata di lui" disse

"Di lui o dei suoi soldi?" chiese senza tatto Finnegan.

"Lui e i soldi sono strettamente correlati!" rispose la donna con noncuranza.

Come ogni anno dopo la cena, c'era il discorso di George Newell, ovvero del presidente.

"Signore e signori. Sono felice che abbiate partecipato a quella che ormai è una tradizione per la nostra azienda.

Come ben sapete ogni anno il presidente tiene il solito discorso di ringraziamento, questa volta però sarà diverso.

È da diverso tempo che io non mi occupo più dall'azienda, ormai sono tre anni che mia figlia Sharon ha preso il mio posto. - in sala iniziò ad alzarsi un brusio - vi prego di farmi finire, grazie.

Vi dicevo che è mia figlia a dirigere l'azienda da ben tre anni e come ho costatato ha lavorato e sta lavorando meglio di come avrei fatto io.

Negli ultimi tempi anche le mie figlie minori, Alexandra ed Elizabeth stanno collaborando per migliorare tutti i vari aspetti della Newell Corporation.

Quindi, da questa sera, passo i poteri di presidente a mia figlia Sharon Newell, Liz ed Alex saranno le nuove vicepresidenti."

Nella sala si alzò un gran trambusto, George Newell invitò le figlie sul piccolo palco allestito per l'occasione.

"Signori vi prego di non parlare tutti insieme, se vorrete farci delle domande saremo felici di rispondervi." Disse George cercando di riportare un po’ di silenzio.

Il primo a parlare fu Carl Hudson uno dei primi clienti della Newell Corporation.

"George, mi stai dicendo che per tre anni è stata tua figlia a gestire tutto."

"Sì Carl." George si aspettava un attacco in grande stile.

"E io che pensavo che quelle idee geniali venissero da te. In effetti mi sembrava un po’ strano. Non per offenderti George."

"Nessuna offesa."

"Io non ho nessuna obbiezione a questo cambio generazionale. Avessi io qualcuno che gestisse così bene i miei affari!"

Sharon sorrise se Hudson era con lei anche Nottigam e Carlin era di parere favorevole.

"Lei sig. Newell ha quindi preso in giro tutti i suoi collaboratori" disse Mike Finnegan.

"Mio padre non ha preso in giro nessuno, per i primi tempi mi ha seguito nel lavoro poi sono riuscita a gestire tutto da sola. Ma mio padre ha sempre supervisionato i bilanci mensili.."

"..quanti anni ha?" chiese Finnegan interrompendola.

"Non lo sa che non si chiede mai l'età di una donna?" rispose prontamente Liz.

"Mi sembrate tutte e tre molto giovani." Continuò l'uomo imperterrito.

"Sig. Finnegan, qui non stiamo parlando di età, stiamo parlando della mia capacità di condurre la Newell Corporation. Negli ultimi 3 anni, sotto la mia guida i profitti sono saliti del 30%, ho creato posti di lavoro per quasi 1.000 persone ed ho diversificato i vari servizi che offriamo.

Penso di non essermela cavata tanto male." Disse Sharon con sicurezza.

Benji sorrise, lo aveva rimesso al suo posto.

"Ragazzi la nostra Sharon lo sta facendo a pezzi!" disse Nick.

"Speriamo solo che Liz non cominci ad offenderlo pubblicamente" disse Chris preoccupato.

"Ne sarebbe capace?" chiese Benji.

"Purtroppo sì, è abbastanza impulsiva" rispose Chris.

"Sig. Finnegan, se vuole mostriamo a lei e a tutti i presenti il bilancio dell'anno scorso e quello dell'ultimo trimestre appena trascorso. E vedrete le sostanziali differenze positive che ci sono tra di essi." Disse Liz.

"Sono davvero curioso, ci farà lei da cicerone?"

"Certo! Dopotutto mi occupo di questo."

Liz fece abbassare le luci e sulla parete dietro di loro si focalizzò il bilancio dell'azienda, Liz iniziò a spiegare punto per punto tutte le voci e facendo una comparazione con il bilancio dell'ultimo trimestre.

Evidenziò il calo dei costi e l'aumento dei ricavi e altre differenze più o meno importanti.

"E' soddisfatto delle spiegazioni Sig. Finnegan?" chiese George alla fine della presentazione.

"Certo. Speriamo solo che l'andamento positivo continui ancora."

"Non si preoccupi sia noi che i nostri collaboratori cerchiamo ogni giorno di migliorare i nostri servizi, tenendo il passo con il mercato mondiale. I miei designer e pubblicitari sono i più bravi che può trovare sul mercato." Disse Sharon.

"Le credo sig.ra Newell. Fate anche beneficenza?"

Intervenne Alex "Certo, ogni anno destiniamo una quota di profitti per sostenere ospedali, associazioni benefiche. Entro l'anno prossimo abbiamo in programma di istituire una borsa di studio, per ragazzi con poche possibilità economiche ma grandi doti, che vorranno continuare a studiare. I parametri per l'accoglimento delle domande non sono ancora stati definiti, ma sono sicura che entro la fine del prossimo anno potremo consegnare le prime borse di studio intestate a Edward Newell."

"Ottime idee, mi auguro che riuscire ad attuarle tutte."

"L'anno prossimo, sarà ancora invitato a questa festa e le mostreremo che abbiamo raggiunto tutti i nostri obiettivi." Disse Sharon facendo capire che il discorso con quell'uomo poteva considerarsi concluso.

"Quel pallone gonfiato chi diavolo si crede di essere? Con quello lì non lavoreremo mai!" disse Sharon stizzita alla fine della festa, se n'erano andati tutti e solo la loro famiglia era rimasta ancora un po’.

"Sharon non ti arrabbiare sei stata meravigliosa! Lo hai tenuto a bada e poi sia Liz che Alex lo ha lasciato di stucco." Disse Chris.

"Le mie amiche hanno apprezzato molto le idee di Alex per la beneficenza e hanno dato il loro pieno appoggio.

"Certo volte per conquistare un cliente, bisogna prima passare dalla moglie" disse George.

"Papà, chi ti ha messo in testa queste cose?" chiese Liz.

"Mio padre e dovete ammettere che aveva pienamente ragione!"

"Adesso è meglio andarcene a casa è stata una giornata lunga e faticosa. Meno male che domani è sabato." Disse Margaret.

"Non vedo l'ora di leggere i giornali di domani" disse Liz.

"Ci sentiamo domani per commentare" disse Sharon. "Noi prendiamo un taxi".

"Va bene, buona notte piccola" disse George.

"Buona notte" rispose all'unisono Benji e Sharon.

"Finalmente a casa! Sono esausta"

"Che ne dici di un bel bagno caldo?"

"Ma sono le tre del mattino!"

"Ci penso io. Facciamo un bel bagno rilassante insieme!"

"Ecco! Hai un secondo fine! Ma ti avverto che sono distrutta"

"Nessun secondo fine, ci rilassiamo, ti faccio un bel massaggio e poi vediamo!" disse Benji con un sorriso.

"Come posso dire di no ad uno dei tuoi massaggi?"

"Vado a preparare tutto." Disse Benji correndo verso il bagno.

Sharon intanto si tolse i vestiti e si sdraiò sul letto, voleva riposare un attimo, solo un attimo.

Benji la trovò addormentata con addosso solo l'intimo, era bella da mozzare il fiato. Le andò vicino e le accarezzò il volto.

Sei così bella e non te ne rendi neanche conto. Stasera ogni uomo della sala avrebbe voluto essere al mio posto. Ogni volta che mi sfiori, che mi sorridi o che mi guardi il mio cuore sussulta. Sarò innamorato? Forse sì. No senza forse, lo sono. Sono innamorata di questa splendida creatura, bella, forte ma anche tenera ed appassionata.

Amo il tuo viso, il tuo corpo, il tuo carattere, ti amo perché sei tu.

"Ti amo" le sussurrò dolcemente.

Sharon ancora nel dormiveglia rispose automaticamente senza rendersene conto.

"Ti amo anch'io Benji" poi si accoccolò contro il ragazzo sprofondando nel sonno.

Ha detto che mi ama, mi ama! Ti vorrei svegliare per baciarti e dirtelo mille volte che ti amo. Forse non ti sei resa conto di avermelo detto ma riuscirò a fartelo dire quando sarai ben sveglia, quando te lo dirò anch'io. Per oggi ho già avuto abbastanza, il tuo amore e te, davanti a tutto il mondo.

Ringrazio tutti quelli che mi hanno recensito, non sapete che emozione sapere che ci sono tante persone a cui piace il mio lavoro. Vi consiglio di leggere di storie di Meiko e Luxy sono davvero bellissime, grazie ragazze!

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


CAPITOLO 12

CAPITOLO 12

Natale era alle porte e il lavoro assorbiva totalmente Sharon, il lancio del nuovo prodotto della Japan Techonologic era stato un successo. Il padre di Benji aveva chiamato personalmente Sharon per congratularsi dell'ottimo lavoro.

Adesso aveva avuto altre domande da grandi aziende asiatiche, tutte in cerca di ottima pubblicità per i loro prodotti.

Con tutto questo lavoro sto trascurando un po’ Benji, chissà come se la passa ad Amburgo.

Il ragazzo, infatti, doveva giocare alcune importanti partite ed era dovuto tornare in Germania, ma tra due giorni torna da me. Pensò felice Sharon.

"Sig.ra Newell che il sig. Price per lei" disse Marta all'interfono.

"Fallo entrare!" cosa ci faceva lì il padre di Benji? Si chiese curiosa.

Sharon si aspettava di vedere il viso leggermente rugoso dell'uomo, invece il suo sguardo si scontrò con quello di Benji.

"Cosa ci fai qui?"

"Io torno prima per te e questa è l'accoglienza?"

"Scusa" disse Sharon mentre lo abbracciava "Hai fatto faville! Sei stato bravissimo!"

"Hai seguito le partite?"

"Dal primo all'ultimo minuto!"

"Sono stato il migliore vero?"

"Sei il solito narcisista! Comunque sei stato il più bravo"

Benji le sorrise prima di baciarla "Che ne dici di uscire a cena questa sera? Vorrei presentarti dei miei amici"

"Quindi sei tornato per loro e non per me!" disse fintamente offesa Sharon.

"Diciamo che è stata una fortunata coincidenza"

"E chi sarebbero? "

"Tom e Faith, ti ricordi sono andato al loro matrimonio qualche mese fa."

"Sarà un piacere conoscerli. Adesso però ce ne andiamo a casa, negli ultimi giorni ho lavorato anche troppo"

"Agli ordini capo! Se vuoi ti prendo in braccio e ti portò alla macchina."

"Meglio di no! Qui credono che ti comando a bacchetta e così confermerai i loro sospetti!"

"Cosa! Guarda che l'uomo sono io! Sono io che comando!" protestò Benji.

"Guarda che non siamo nel medioevo! Però lo sai che nel mio cuore comandi solo tu!" disse Sharon prendendolo per mano.

Benji la guardò sorridendo non capisco perché non me lo dici, perché non mi dici che mi ami? È passato del tempo da quando me lo hai detto durante il sonno. Vorrei sentirlo ancora dalle tue labbra. Io non ho il coraggio di dirlo per primo, ho paura! Sì ho paura che sia stato tutto un sogno e che tu non hai mai detto quello che ho sentito quella sera.

"Benji va tutto bene?" chiese Faith vedendo il ragazzo soprappensiero.

"Sì, stavo solo pensando dove portarvi a cena" mentì il ragazzo.

"Sicuro?" chiese Sharon.

"Certo. Adesso andiamo prima di passare a prendere Tom e Faith voglio coccolarti per un po’"

Cosa pensi? Ogni tanto ti vedo con lo sguardo perso, vorrei che mi facessi partecipe dei tuoi pensieri, dei tuoi problemi se ne hai. Ti amo ma non ho il coraggio di dirtelo, adesso stiamo bene così perché rovinare le cose?

"Sharon sappiamo che sei una donna in carriera, di cosa ti occupi?" chiese Faith curiosa.

Si trovavano in un grazioso ristorante del centro e i quattro ragazzi conversavano amabilmente, Sharon era subito entrata in sintonia con Tom e Faith.

"Mi occupo di telecomunicazioni, pubblicità, strategie di marketing e di altre cose correlate a questi aspetti."

"Cavoli devi essere un pezzo grosso nella ditta dove lavori."

"Non ve lo detto? Sharon è la presidente della Newell Corporation, su padre le ha da poco passato il testimone ma sono anni che lei manda avanti l'azienda" disse Benji orgoglioso.

"Tom, ma ti rendi conto che abbiamo davanti a noi la persona che manda avanti uno dei colossi aziendali europei più stimato in tutto il mondo" disse Faith dando una pacca abbastanza forte sulla spalla del povero Tom.

"Amore, capisco il tuo entusiasmo ma non distruggermi."

Faith non fece neanche caso all'affermazione del marito e continuò a parlare con Sharon.

"La mia casa editrice a Parigi si è affidata molte volte a voi per la pubblicità"

"Lavori per Le Garden ?" chiese Sharon.

"Sì, scrivo favole per bambini, sono laureata in lettere e questa passione mi è nata per caso!"

"Mi devi far avere qualche tuo libro, mi sa che se andiamo avanti di questo passo sarò presto zia."

"Non vorresti essere prima una madre?" chiese Faith.

"Faith, non sono affari tuoi!" la riprese Tom sperando che la moglie non avesse offeso la loro nuova amica

"Non ti preoccupare, non mi sono offesa per la domanda. Se vuoi sapere la verità non ci ho mai pensato."

Benji osservava Sharon curioso, anche lui non aveva mai pensato ad avere dei figli.

"Diventare madre è la cosa più bella ed esaltante di questo mondo" disse Faith.

"Allora avete già dei figli?" chiese Sharon.

"Mio figlio Alex è morto alcuni anni fa, prima che conoscessi Tom."

Sharon arrossì "Scusa non volevo rivangare il passato, ma da come parlavi.."

"Sharon non ti angosciare, mio figlio mi manca ma so che sta bene dov'è adesso. Sarà un ottimo angelo custode anche per nostro figlio." Faith prese la mano di Tom.

"Vuoi dire che…" disse Benji interrotto subito da Tom.

"Che tra sette mesi diventerò padre"

"Bisogna festeggiare alla grande!" disse Benji "Non avete perso tempo!"

"Caro Benji, purtroppo si vive una volta sola. Bisogna sfruttare ogni momento che passiamo insieme alla persona che amiamo." Disse Faith sorridendo, aveva capito da subito che quei due si amavano ma non volevano ammetterlo. Per paura. E lei li capiva, li capiva perfettamente.

"Visto che sei qui, domani potrei portarti in un paio di negozi a fare acquisti per te e il piccolo" disse Sharon.

"E' un'ottima idea! Così lasciamo questi due a parlare di calcio e dei bei vecchi tempi."

"Faith siamo così prevedibili?" chiese Tom.

"Sono tua moglie, ormai ti conosco troppo bene."

"Sono simpatici" disse Faith mentre tornavano verso casa.

"Tom è un caro amico e Faith ha un carattere a cui è impossibile resistere"

"Sono d’accordo. Sai io non ho delle vere amiche, sono tutti dei conoscenti e spero che con Faith le cose vadano bene. Anche se abita in Francia non vorrei perdere i contatti."

"Mi fa piacere che usciate insieme, presto ti farò conoscere anche gli altri miei amici e rispettive mogli o fidanzate. Ti assicuro che ti troverai benissimo."

"Vedremo a tempo debito, adesso però voglio pensare solo a noi due" disse Faith con un sorriso che presagiva solo qualcosa di buono.

 

"Quindi tra te e Benji è stato colpo di fulmine." Concluse Faith dopo aver ascoltato Sharon che raccontava di come si fossero conosciuti lei e Benji.

"Sì più o meno. L'importante è che stiamo bene insieme."

"E che vi amate!" aggiunse Faith.

Sharon cambiò improvvisamente espressione e si strinse di più nel suo cappotto di lana.

"Non dirmi che non gli hai mai detto che lo ami"

"A dire la verità no."

"Ma lo vedrebbe anche un cieco che vi amate!!!" continuò Faith.

"Io non so se lui mi vuole semplicemente bene o mi ama"

"Ti ama. Solo che siete due caproni e avete paura di dirvelo. Sharon anch'io ci sono passata quando ho incontrato Tom ho fatto di tutto per allontanarlo da me. Non volevo amare o meglio avevo paura di amarlo e di non essere ricambiata. Ho sprecato un bel po’ di tempo, non farlo anche tu, di a Benji che lo ami. Vedrai come ti sentirai bene dopo, anche perché lui ti dirà che ti ama anche lui eccetera eccetera."

"Sei così sicura di quello che dici."

"Non conosco benissimo Benji ma Tom sì, e lo sai cosa mi ha detto ieri sera? È proprio andato, questa volta Benji si è innamorato veramente."

"Speriamo che sia così" disse Sharon.

"Certo che è così, fidati di me." Le rispose sicura Faith.

"Sono qui perché il Manchester United mi ha proposto un ingaggio." Disse Tom all'amico seduto di fronte a lui; erano in un bar a sorseggiare un caffè caldo.

"E' meraviglioso, sei già andato a parlare con i dirigenti?"

"No, aspetto che venga anche tu."

"Cosa?" chiese Benji stupito.

"Loro hanno bisogno anche di un nuovo portiere. Sapendo che sono un tuo vecchio amico mi hanno chiesto se avevi qualche intenzione di cambiare un po’. Insomma vogliono che ti convinca ad accettare il loro ingaggio."

"Perché non mi hanno chiamato direttamente?"

"Lo hanno fatto ma gli è stato risposto che eri irreperibile. Se non mi sbaglio, adesso vivi principalmente qui a Londra e se non ho capito male a casa di Sharon." Disse Tom

"Giusto!"

"E tu hai per caso avvertito qualcuno di questo tuo trasferimento?"

"A dire la verità no!"

"Visto, quindi io ti propongo l'ingaggio da parte loro. Se accetterai potrai stare più vicino a Faith senza rinunciare al calcio."

"E il Manchester non è una squadra da poco. Quando devi andare a parlarci?" chiese Benji

"Lunedì, io penso di accettare la proposta, anche Faith è d’accordo. E se vuoi sapere la verità mi piacerebbe giocare ancora con te."

"Ci penserò e poi ne voglio parlare anche con Sharon."

"E' una cosa seria tra di voi."

"Penso di sì" disse Benji.

"Vivete insieme, siete praticamente sposati e mi dici che pensi di sì?"

"Insomma lei non ha mai detto esplicitamente che mi ama. Credo che me lo faccia capire ma vorrei sentirglielo dire."

"E tu glielo hai mai detto?"

Benji arrossì e fece il gesto automatico di abbassarsi il cappellino che però non aveva. "A dire la verità no!"

"Non dirmi che il grande SGGK ha paura di dire una parola così semplice."

"Non ho paura e solo che.. insomma sì ho paura che lei non mi ami."

"Benji solo tu non ti sei accorto che quella ragazza ti dimostra in tutti i modi che ti ama. Quando ti guarda gli occhi le si illuminano e il suo sorriso, è inutile che te lo descriva tu lo conosci meglio di me. Se vuoi un consiglio, dille che la ami, solo così sarete completi."

"Grazie Tom, sei un vero amico." Disse Benji, quella sera avrebbe saputo se Sharon lo amava, doveva saperlo.

 

Mi scuso per il ritardo con cui pubblico questo capitolo. Purtroppo l'ispirazione mi era sparita nel nulla. Ringrazio ancora tutte le persone che mi recensiscono, specialmente chi mi fa vedere i miei errori! Dopotutto anche questo è un modo per migliorare. Mi raccomando leggere le storie di Luxy e Meiko sono bellissime. Al prossimo capitolo Betty.

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


CAPITOLO 13

CAPITOLO 13

 

Benji passeggiava avanti ed indietro per la stanza parlando ad alta voce.

"Sharon, lo so che è poco che ci conosciamo e che stiamo insieme ma io….ma io… insomma. Maledizione! Se non riesco a dirlo quando sono qui da solo, come farò davanti a lei?"

il ragazzo respirò cercando di rilassarsi e ricomincio a parlare, non si era accorto che Sharon era rientrata e lo stava osservando divertita.

"Ecco, Sharon ci conosciamo da poco ma stiamo molto bene insieme, insomma volevo dirti che.. che .. cavoli!!! È così difficile dire che la amo!!!" disse il ragazzo arrabbiato.

"Oh Benji ti amo anch'io!" disse Sharon correndogli tra le braccia.

Il ragazzo rimase un attimo frastornato "Da quanto tempo eri lì ad ascoltarmi?"

"Meno di due minuti." Rispose Sharon alzando il volto verso di lui.

"Allora hai sentito il mio patetico modo di cercare di dirti quanto sei importante per me."

"Non eri patetico, avevi paura come me! Ma adesso mi sento così bene, credevo che tu mi volessi semplicemente bene."

Benji sorrise e le posò un bacio a fior di labbra "Come potrei non amarti, sono pazzo di te, del tuo modo di essere, del modo in cui mi fai sentire completo e amato. Ti amo Sharon Newell è questa la pura e semplice verità!"

"Ti amo anch'io, con tutta me stessa" rispose sorridendo la ragazza.

Benji la prese in braccio e la portò verso la stanza da letto, iniziò a spogliarla lentamente e baciava ogni centimetro della pelle che scopriva mano a mano. Sharon era in balia del ragazzo, le sue carezze e i suoi baci la facevano impazzire.

"Benji.."

"Sharon lasciati amare, abbandonati a me."

E la ragazza lo fece, si unì al suo uomo e divennero una persona sola, un solo amore.

 

Faith batté il piede per terra impaziente, Sharon era ormai chiusa in bagno da dieci minuti e non si decideva ad uscire.

"Sharon me la sto facendo addosso. Forse ti sei scordata che sono incinta e ogni dieci minuti devo andare in bagno."

Faith bussò numerose volte poi iniziò a preoccuparsi "Sharon non scherzare aprimi la porta, Sharon!!" urlò la ragazza.

Non ricevendo ancora risposta ed essendo la porta chiusa a chiave, Faith corse in giardino a cercare Tom e Benji, i due avevano approfittato di quella bella giornata di fine gennaio per sistemare un po’ il giardino della nuova casa di Faith e Tom.

Tom vide correre la moglie a perdifiato verso di lui "Faith non dovresti correre così!"

"Sharon - disse ansimando - Sharon è in bagno da 10 minuti e non mi risponde, è chiusa dentro!"

Benji e Tom corsero subito verso la casa, la porta del bagno era effettivamente chiusa a chiave e Sharon non rispondeva. Benji la buttò giù con una spallata e la vide.

Riversa per terra, i pantaloni macchiati di sangue, la abbracciò e la scosse contemporaneamente mentre Tom chiamava il pronto intervento.

"Sharon , amore svegliati, cos'hai ti prego, apri gli occhi" disse Benji disperatamente ma la ragazza rimase inerte

"Oh mio Dio!" Esclamò Faith vedendo la ragazza.

"Faith vai di la, adesso arriva l'ambulanza" disse Benji vedendo la ragazza impallidire visibilmente.

"Benji, io… io resto, lei ha bisogno di me." Disse Faith lottando contro il senso di svenimento che la stava investendo.

"L'ambulanza sta arrivando!" disse Tom.

"Speriamo che facciano presto." Si augurò Benji.

Quando aprì gli occhi la luce del sole le diede fastidio dove sono? Si chiese e cercò di muoversi ma i suoi muscoli si rifiutavano di collaborare.

"Sharon, non ti agitare"

"Faith, dove sono" riuscì a dire con fatica Sharon.

"In ospedale, sei svenuta a casa e ti abbiamo portato qui."

Sharon spalancò gli occhi e ricordò il dolore tremendo alla pancia, quelle fitte così dolorose e il sangue e poi il buio totale.

"Cosa mi è successo?"

"Benji sta parlando con il dottore, sarà qui fra poco. Adesso cerca solo di riposare un po’, io sono qui accanto a te se hai bisogno."

Sharon annui e chiuse gli occhi, era stanchissima ed aveva paura.

"Lei è il fidanzato di Sharon Newell?" chiese il medico a Benji.

"Sì, sono Benji Price, cosa le è successo?"

"Ha avuto una gravidanza extra uterina, è stato quello che ha provocato sia il sanguinamento che il conseguente svenimento. Suppongo che lei non sapesse niente di questa gravidanza" aggiunse il medico vedendo la faccia stupita di Benji.

"No, io non sapevo. Ma Sharon sta bene, insomma ci sono state delle conseguenze?"

"Purtroppo quando abbiamo effettuato il raschiamento, abbiamo constatato che le ovaie sono state compromesse seriamente."

"Sharon potrà avere altri figli sì o no?"

"Ha una possibilità su dieci di poter rimanere incinta di nuovo." Disse il medico.

"Così poco?" chiese Benji.

"E' già fortunata che ha ancora quest'unica possibilità, naturalmente se vorrà avere dei figli ci sono anche dei metodi alternativi come l'inseminazione artificiale."

Benji era sconvolto, come avrebbe fatto a dire a Sharon che molto probabilmente non avrebbe mai potuto avere dei figli? Non se la sentiva.

"Dottore, potrebbe dirglielo lei a Sharon. Io non… non ci riesco."

"Certo, se vuole andiamo subito da lei, così vediamo se si è svegliata."

Benji seguì il dottore mestamente, quando entrarono nella stanza avrebbe voluto urlare dal dolore, per Sharon, per lui. Non avrebbero potuto avere dei figli.

"Sig.ra Newell? Sono il dottor Ross."

Benji si sedette accanto a Sharon e le prese la mano, Faith era uscita dalla stanza per lasciare loro un po’ di privacy.

"Dottore, cosa mi è accaduto?"

"Ha avuto una gravidanza extra uterina"

"Ero incinta? Io non mi ero accorta, insomma sono stata così presa il lavoro e.."

"Amore calmati, ti prego" le disse Benji accarezzandole i capelli.

"Ha avuto un aborto spontaneo - continuò il medico - però il feto, non essendo collocato nell'utero, ha provocato dei danni. Le ovaie sono state danneggiate."

"Dottore mi sta dicendo che non potrò più avere dei figli?" chiese Sharon.

"Ha un possibilità su dieci di rimanere nuovamente incinta."

"Non potrò avere dei figli" disse Sharon mentre calde lacrime iniziavano a solcare il viso.

"Sig.ra Newell, non è detto e poi ci sono altri metodi per…"

"Mi scusi ma vorrei che mi lasciasse sola" disse Sharon interrompendolo.

"Come vuole, per qualsiasi problema non esiti a chiamarmi." Disse il medico prima di uscire.

Benji asciugò le lacrime della ragazza che però non accennavano a smettere.

"Sharon, l'importante è che stai bene" disse Benji cercando di consolarla.

"Benji, non sto bene. Ho perso nostro figlio e non potrò averne altri. Non potrò darti dei figli"

"L'unica cosa che voglio sei tu"

"Lo dici adesso, ma quando vedrai i tuoi amici, vedrai Tom con in braccio suo figlio, rimpiangerai il fatto di non poterne avere."

"Sharon ma cosa stai dicendo? Sei impazzita."

"Sono una donna a metà non capisci, non potrò avere dei figli, non potrò darti dei figli. Non sono più una donna" urlò Sharon in preda ad una crisi isterica.

"Calmati amore!" disse Benji abbracciandola forte e sentendo le lacrime della ragazza sul suo volto, pianse anche lui.

"Benji come sta?" chiese Faith appena il ragazzo uscì dalla stanza.

"Adesso dorme, è sfinita. Ha pianto tutte le sue lacrime per quel bambino che ha perso e per quelli che non potrà più avere." Disse stancamente.

"E tu come stai?" chiese Tom facendo sedere l'amico sulla sua sedia.

"Non lo so. Da una parte sono contento che Sharon stia bene, ma dall'altra ho perso un figlio anch'io, prima ancora di sapere della sua esistenza."

"Ma in qualche modo potrete avere dei figli o no?" disse Tom.

"Ha pochissime probabilità di poter rimanere incinta ancora. E poi da come ha parlato ho l'impressione che non vorrà tentare altri metodi."

"Benji vado un po’ da lei, così tu e Tom potete andare a bere un caffè"

"Faith non sforzati troppo. Insomma nel tuo stato."

"Benji sono stata seduta più oggi che in una settimana, non ti preoccupare per me. Adesso andate a prendere una boccata d'aria."

Faith entrò nella camera e vide che Sharon era sveglia.

"Ciao, come ti senti?"

"Uno schifo."

"Risposta molto eloquente. Non hai voglia di parlare un po’?"

"Faith, voglio stare da sola."

"Non ti fa bene isolarti."

"Cosa ne sai tu cosa mi fa bene? Io al contrario di te, non potrò avere dei figli, non potrò dire all'uomo che amo che diventerà padre." Disse Sharon.

"So cosa vuol dire perdere un figlio, ti capisco più di quanto tu creda. Ti sto solo dicendo di non arrenderti, hai sempre delle speranze anche se sono poche ma devi tentare."

"Dio ha voluto che non diventassi madre, si capisce che non mi riteneva in grado di svolgere questo ruolo. Quindi non ho nessuna intenzione di sfidare la sorte."

"Dio, la sorte, ma di cosa parli? Sei tu che costruisci il tuo futuro, con le tue azioni e anche con un po’ di fortuna. Perché devi arrenderti prima di avere provato." Chiese Faith.

"Non voglio morire lentamente ogni volta che guardo un test di gravidanza negativo. Sarebbe penoso per me e per Benji. Lui si merita dei figli e io non potrò dargliene."

"Lui ti ama e vuole stare con te, indipendentemente dal fatto che tu possa avere dei figli o meno. Cerca di capire questa cosa. Rifletti un attimo, vale davvero la pena buttare via il vostro amore in questo modo?"

Sharon non rispose si limitò a seguire con lo sguardo Faith che usciva dalla camera. Si accorse che stava piangendo solo quando sentì il sapore salato delle lacrime sulle labbra, cosa doveva fare? Benji si meritava tutto dalla vita anche dei figli, ma lasciarlo per lei significare morire.

Pianse senza vergogna ne ritegno, continuò a piangere anche quando le braccia forti di Benji la strinsero e la sua voce arrivò fino nel suo profondo.

"Piangi Sharon, butta fuori tutto il tuo dolore. Ricordati che non ti lascerò mai sola, mai."

 

 

Ringrazio tutte le persone che mi hanno recensito e un grazie speciale a Luxy e Meiko che mi fanno un bel po’ di pubblicità. Vi consiglio di leggere le loro storie, sono meravigliose. Un bacio Betty

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


CAPITOLO 14

CAPITOLO 14

"Finalmente a casa!" esclamò Benji mentre seguiva Sharon che lentamente osservava l'ambiente, tutto pulito, sembrava che nessuno fosse entrato in casa negli ultimi tre giorni.

Tre giorni durante i quali era stata ricoverata e poi sottoposta ai più disparati esami con lo stesso risultato, non voleva pensarci, non doveva pensarci! Si impose Sharon.

"Tutto bene?" chiese Benji.

"Sono solo un po’ stanca vado a stendermi."

"Hai bisogno una mano?"

"No, faccio da sola. Non ti preoccupare."

Benji osservò la ragazza dirigersi verso la stanza da letto, era così piccola e indifesa. La pelle pallida e lo sguardo spento, con il tempo sarebbe andato tutto a posto, la sua Sharon sarebbe tornata quella di prima.

Ma chi voglio ingannare? Niente sarà più come prima, adesso devo solo aiutarla a superare questo trauma. Non vuole che la accarezzi, ha paura del mio tocco, come mi devo comportare?

"Benji?"

"Sì dimmi."

"Non ho voglia né di vedere né di sentire nessuno."

"Stai tranquilla ci penso io, adesso vai a riposarti."

"Grazie"

"Di niente, se hai bisogno qualcosa, io sono qui, chiamami pure."

Sharon annuì e poi sparì di nuovo in camera, si sedette sul letto e cercò di placare l'ansia che la aveva assalita, cosa starà pensando di me; ho paura di sapere i suoi pensieri, ho paura che mi lasci, il nostro rapporto si sta già deteriorando, lo so, lo sento.

Sharon corse in bagno a piangere sperando che Benji non la sentisse, lui non si meritava di stare con una come lei.

 

 

"Come sta? Perché non vuole vederci?" chiese Liz a Benji.

"Non lo so. Mi ha chiesto di stare da sola, non esce più di casa, si avvicina a me solo se è strettamente necessario, io.. io non so più cosa fare."

Benji era andato a casa dei genitori di Sharon per parlare dello stato della ragazza, aveva bisogno di aiuto e loro erano la sua famiglia.

"Ormai sono tre settimane che è in questo stato, l'unica soluzione sarebbe portarla da uno psicologo" disse Margaret.

"Odio ammeterlo ma sono d’accordo con lei. Sharon ha bisogno di un aiuto vero. Lei sa che noi le vogliamo bene, secondo me detesta se stessa." Disse Benji.

"Continua anche ad inventare scuse per non venire al lavoro. Io e Liz stiamo cercando di fare del nostro meglio però è sempre stata lei a dirigere tutto."

"Tutti vogliamo che la nostra Sharon torni quella di prima ma ci vorrà del tempo. La sua è una ferita profonda da guarire." Aggiunse George.

"Ho già contattato il dottor Harold, mi hanno detto che è uno dei migliori. Ha accettato di vedere Sharon; il problema è convincerla a farsi aiutare."

"Benji lo fai per il suo bene, vedrai che lo capirà"

"Liz lo spero. Altrimenti rischio di perderla per sempre."

 

 

"Benji sei tu?"

"Sì." Disse il ragazzo raggiungendo Sharon in cucina.

"Cos'hai fatto oggi?"

"Sharon ho bisogno di parlarti."

"E' successo qualcosa?"

"No, cioè sì. Insomma non possiamo andare avanti così, sono tre settimane che non esci di casa, hai paura ad avvicinarti a me. Ti stai isolando dal mondo, stai allontanando chi ti vuole bene."

"Non mi sento pronta per tornare al lavoro"

"Non sto parlando solo del lavoro, ti rifiuti di vedere la tua famiglia. Sharon hai bisogno di aiuto, ho già contattato un medico che.."

"Uno strizza cervelli? Si chiama per caso Harold?"

"Sì, ma come fai a saperlo." Chiese stupito il ragazzo.

"Ha chiamato dieci minuti fa per anticipare l'appuntamento. Io l'ho disdetto, non ho bisogno di uno strizza cervelli."

"E' uno psicologo.."

"Non mi interessa, tu non ti devi più permettere di decidere della mia vita, è chiaro?"

"Lo faccio per te!"

"Come fai a sapere cosa è meglio per me? Vattene!"

"Sharon"

"Ti ho detto di andartene.."

Benji le afferrò le braccia e le disse: "Come fai a dire quello che è bene per te stessa. Non ragioni lucidamente! Non riesci nemmeno a sopportare che ti tocchi, dovresti vederti ha gli occhi pieni di orrore. Io ti amo e questo non potrà mai cambiare, ma non posso stare qui a vedere che ti distruggi con le tue stesse mani, non ci riesco."

Benji la lasciò e corse via sotto gli occhi pieni di lacrime di Sharon Sei contenta era questo che volevi, no? Ti ha lasciato, presto si rifarà una nuova vita. Ma allora perché sto così male? Pensò Sharon mentre piangeva rannicchiata per terra.

Benji prese la macchina e partì sgommando, girò per Londra per più di un'ora poi decise di tornare a casa, non l'avrebbe lasciata, doveva lottare per lei e per il loro amore.

Quando rientrò vide che l'auto di Sharon non era in garage, corse velocemente in casa, in camera l'armadio aperto e la maggior parte dei vestiti era sparita.

Vagò per tutta la casa alla ricerca della ragazza, anche se sapeva che se n'era andata. Sul tavolo del salotto, notò una busta e scritto con la sua calligrafia il suo nome, la aprì lentamente con il cuore in gola.

 

Caro Benji, come posso fare a spiegarti quello che provo? Prima quando mi hai stretto così forte, non avevo orrore di te, ma di me stessa.

Sì mi faccio schifo, mi sento sporca dentro per quello che è successo e per quello che non sarò mai in grado di donarti. Un figlio.

Hai ragione a dire che non so quello che è meglio per me, adesso voglio solo andarmene lontano da qui per pensare. Per accettare la verità che non sarò mai madre e per darti il tempo di pensare al nostro rapporto, se davvero vuoi continuare a stare con me.

L'unica cosa che posso dirti adesso è che ti amo, con tutto il mio cuore, questa è la solo certezza che ho in questo momento.

Ti prego perdonami per tutto il male che ti ho fatto.

Sharon

 

"Maledizione!" esclamò Benji e prese il telefono per chiamare a casa dei sig. Newell.

"Pronto?" disse una voce femminile.

"Liz, sono Benji."

"Sono Alex! Comunque è successo qualcosa?"

"Sharon è lì da voi?"

"No, perché?"

"Se ne andata. Rintraccia tutte le persone da cui potrebbe andare, io vado a cercarla. Appena sai qualcosa chiamami sul cellulare."

"Va bene" rispose Alex frastornata.

"Alex è successo qualcosa? Sei pallida." Chiese George alla figlia.

"Sharon è scomparsa!"

"Cosa???"

"Se ne andata. Benji è andato a cercarla e lo dobbiamo fare anche noi. Forza sbrigati, vediamo di trovarla. Chiama anche la mamma e Liz, papà subito, non perderti via." Disse Liz mentre correva a cercare i numeri di telefono che avrebbero potuto servirle.

George rimase in piedi senza muoversi per qualche secondo poi realizzò quello che era successo e afferrò il telefono per avvisare la moglie.

 

Dopo tre ore di ricerche senza risultato, Benji si diresse verso casa Newell.

"L'hai trovata?" chiese subito Liz appena lo vide.

"No, e voi avete scoperto qualcosa?"

"Purtroppo no. Non abbiamo la più pallida idea di dove possa essere." Disse George.

"L'unica cosa da fare è aspettare che ci chiami." Disse Alex.

"Ma neanche per sogno, dobbiamo continuare a cercarla. Potrebbe aver bisogno di noi." Disse Margaret.

"Non c'è un posto particolare che nominava spesso o che le piaceva particolarmente?" chiese Benji

"Non so, ci dobbiamo pensare." Disse Liz.

"Benji resta da noi per stanotte, la camera di Sharon è sempre libera." Disse George.

"Non voglio disturbare, tornerò a casa."

"Non se ne parla è già tardi, per stasera resta qui. E domani quando saremo tutti più rilassati troveremo una situazione." Disse Margaret.

"La mamma ha ragione e poi anche tu fai parte della famiglia, quindi non disturbi mai." Aggiunse Alex.

"Va bene accetto la proposta." Disse Benji con un sorriso.

"Perfetto, do disposizioni per preparare la cena. A stomaco pieno si sta sempre meglio." Disse Margaret dirigendosi verso la cucina.

"Non ti preoccupare Benji, la troveremo presto, ne sono sicura." Disse Liz dando un pacca sulla schiena del ragazzo, che sorrise sollevato, non era solo, aveva una famiglia ad aiutarlo.

 

 

Scozia

Sharon entrò nella piccola casetta rabbrividendo dal freddo, aveva guidato per molte ore ed era tremendamente stanca. Posò a terra le due valigie e aprì le imposte per osservare il mare di notte, finalmente dopo giorni si sentiva rilassata.

Ricordi di quando da bambina riaffiorarono nella sua mente, andava lì con le sorelle tutte le estati, era un luogo speciale per lei, un posto dove non aveva mai sofferto, un posto dove poter guarire le sue ferite.

Scoprì velocemente i mobili dei vari teli che li ricoprivano e si stese sul letto che sapeva di polvere, ma non ci fece caso era talmente stanca che si addormentò completamente vestita.

 

 

Come al solito ringrazio tutte le persone che mi recensiscono, grazie grazie grazie!!!! (Luxy e Meiko in particolare!!)

 

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


CAPITOLO 15

CAPITOLO 15

L'odore del mare e il rumore delle onde che si infrangevano sugli scogli accolse il risveglio di Sharon. La ragazza si guardò un attimo in giro smarrita, poi ricordò, la fuga, il bisogno di stare da sola per capire. Si alzò e si diresse verso il bagno, osservò la sua immagine riflessa allo specchio, si vide, magra e pallida, gli occhi spenti e delle terribili occhiaie. Non c'era traccia della donna forte ed emancipata di un mese prima. Sembro uno zombie! Devo proprio darmi una sistemata. Pensò mentre apriva l'acqua della doccia, si spogliò velocemente e si infilò sotto l'acqua tiepida, dei brividi di freddo le percorsero il corpo, subito placati dall'acqua che si stava facendo più calda . Devo ricominciare a vivere, non posso sprecare tutto quello che ho fatto in questi anni. L'azienda dipende da me. E Benji, come di devo comportare con lui? Lo amo ma non voglio che soffra a causa mia. Il suo stomaco iniziò a gorgogliare, la sera prima non aveva cenato e nella dispensa non c'era niente, doveva andare in paese ad acquistare qualcosa. "Starò qui una settimana al massimo, non posso permettermi di perdere altro tempo" disse ad alta voce, lentamente la vecchia Sharon stava tornando alla vita.

"E così non sai dove possa essere andata" disse Faith a Benji. "Sono passati cinque giorni e non si è neanche fatta sentire, il cellulare è staccato. Sono preoccupato e se le fosse successo qualcosa?" "Benji, non fasciarti la testa prima di averla rotta. La sua famiglia non è riuscita ad aiutarti?" "No, brancoliamo nel buio." "E' impossibile che sia sparita nel nulla, non c'è un posto dove le piaceva stare. Ad esempio dove andava in vacanza quando era piccola, o un posto rilassante come le terme." Disse Faith. "Ci ho pensato anch'io, ho cercato anche i suoi album di foto o dei diari per capire se ci fosse un posto in particolare, ma non ho ricavato niente." "Benji, magari hai tralasciato qualche piccolo indizio, vediamo se io e Tom riusciamo ad aiutarti. Portaci gli album e i diari di quando era ragazzina." "Sono qui" disse prendendoli da uno scaffale del salotto. Faith iniziò a sfogliare l'album, era enorme riguardò più volte le pagine e vide un particolare che forse era sfuggito a Benji. "Guardate qui, in queste foto, sullo sfondo, anche se si intravede, c'è sempre la stessa casa." "E' vero!" esclamò Tom. "Per di più questa casa si rivede anche in altre foto che riguardano le vacanze estive di Sharon, almeno per 5 o 6 anni. Benji passami i diari." Faith sfogliò velocemente le pagine cercando qualche indizio "Sentite qui cosa scrive Qui è tutto così speciale, quasi magico. Mi sembra la mia isola felice lontano dai problemi, lontano da tutto. So che qui potrò venire ogni volta che vorrò starmene da sola." "Faith, mi stai forse dicendo che Sharon si trova in questo posto?" chiese Benji. "Potresti sempre andare a vedere se è lì" rispose la ragazza. "Chiama i genitori di Sharon e chiedigli dove si trova questa casa." Benji prese il telefono e chiamò casa Newell. "Signore sono Benji, forse so dov'è Sharon. Insomma è un ipotesi, comunque dove andavate a fare le vacanze in estate, quando Sharon era ragazzina." "Andavamo in Scozia, possiedo una casa proprio davanti al mare." "Forse potrebbe essere lì, mi può dare l'indicazione esatta del posto?" "Certo" Benji scrisse velocemente quello che gli stava dettando George poi attaccò. "Ragazzi io vado, se ci fosse qualche novità chiamatemi sul cellulare."

"Non ti preoccupare, vai e riportala a casa" disse Faith mentre lo abbracciava. "Grazie ragazzi, non so cosa farei senza di voi" disse Benji mentre uscivano tutti di casa. "Facci sapere qualcosa" gli disse Tom. "Ok!" Tom e Faith guardarono Benji mentre partiva a tutta velocità "Se guida così non ci arriva più in Scozia, perché gli ritirano la patene prima" disse Faith al marito. "Prenderà un taxi, adesso andiamo hai bisogno di riposare" "Non sono malata, sono incinta e riposo quando dico io" disse Faith avviandosi verso la macchina. "Incredibile uno si preoccupa per lei e ha il coraggio di rispondermi così." "Tom adesso parli anche da solo. Dai amore andiamo a casa ho voglia di cucinare" "O di mangiare?" "Bhe anche quello, guarda che il bambino ne ha bisogno" disse Faith con occhioni angelici. "Va bene, dillo anche al ginecologo quando ti farà l'ennesima predica e ti metterà finalmente a dieta." Faith gli fece la linguaccia, poi sorrise dolcemente, in fondo Tom aveva ragione.

 

Benji guidò per tuta la notte, era partito che era pomeriggio inoltrato ed era stanco, ma non aveva intenzione di fermarsi. Verso l'alba però la stanchezza ebbe il sopravvento, così si fermò per dormire un po’. Al suo risveglio il sole splendeva nel cielo, guardò l'orologio erano le nove, era una splendida giornata di inizio marzo, Benji scese dall'auto per sgranchirsi le gambe poi ripartì subito. Non mancava molto al massimo un'ora. Più si avvicina alla sua destinazione, più l'angoscia lo attanagliava e se lei non fosse stata lì, doveva esserci, lo sentiva che si stava avvicinando a lei, ne era certo. Vide la casa in lontananza, posta sul promontorio e rallentò l'andatura dell'auto, si avvicinò lentamente e vide che le imposte erano aperte a dal camino usciva del fumo. "E' qui!" esclamò fermando la macchina e correndo verso la porta di casa, tentò di aprirla ma era chiusa a chiave, girò intorno ad essa e vide l'auto di Sharon parcheggiata sotto una tettoia. Dove sei? Si chiese Benji guardandosi in giro, in lontananza vide qualcuno seduto quasi sul ciglio dello strapiombo, vide dei capelli scuri agitarsi a causa del vento, cominciò a camminare lentamente poi iniziò a correre verso di lei.

Sharon osservò ancora una volta il mare, aveva deciso di tornare a casa, per ricominciare, si era autocommiserata per troppo tempo, adesso era ora di ritornare a vivere. Chissà se Benji mi vorrà ancora? Avrei dovuto capire prima che posso avere comunque dei figli, c'è l'adozione, ci sono tanti bambini bisognosi. Se Benji mi vorrà ancora e se mai dovessimo sposarci, gliene parlerò. Ho una voglia matta di riabbracciarlo, di sentire il profumo del suo dopobarba e la barba che mi graffia il viso. Sharon sorrise a quel pensiero, poi si alzò per tornare a casa a preparare le ultime cose. Quando si girò pensò di avere un miraggio, davanti a lei, a pochi metri di distanza c'era Benji.

Benji la osservò girarsi e vide il suo sguardo pieno di stupore, notò lo scintillio degli occhi, come se stesse per piangere. "Benji, come.. come hai fatto a trovarmi?" "Non lo so neanche io, ma non potevo starmene con le mani in mano." Sharon sorrise poi corse verso di lui e lo abbracciò stretto, il profumo del suo dopobarba la avvolse e iniziò a piangere felice. "Amore, non piangere. Non riuscivo a stare senza di te, senza sapere come stavi, cosa stavi facendo." "Benji, piango perché sono felice. Non mi sarei mai aspettata che saresti venuto fino a qui." "Sarei venuto fino in capo al mondo per cercarti" "Scusami, non volevo farti soffrire. Però avevo bisogno di riflettere.." "Lo so. Adesso che so stai bene, posso anche tornare a casa fino a quando deciderai cosa è meglio per te." disse Benji anche se con fatica. "Non te ne andrai da solo, torno con te. Ho capito che ormai posso solo guardare al futuro e vorrei che nel mio futuro ci fossi tu, sempre se tu mi vuoi ancora." Disse Faith abbassando lo sguardo. "Sharon, io ti pretendo. Non mi importa se non avremo figli, possiamo sempre adottare qualche bambino, possiamo trovare qualche altra soluzione. Ma il nostro amore è più forte di qualsiasi problema, io ti amo Sharon e non posso pensare alla mia vita senza di te." Sharon lo baciò felice stava per parlare ma Benji la precedette: "Se vorrai farti un'altra vacanza da sola, ti prego soltanto di avvisarmi, così non mi farai starai così tanto in pena." "Le mie prossime vacanze saranno solo con te, adesso però voglio farmi perdonare, andiamo a casa, lì si sta molto meglio." "Mi stai proponendo un romantico incontro?" "Romantico e passionale. Mi sei mancato, mi sei mancato tantissimo." "Anche tu amore" disse Benji baciandola con passione.

 

Come al solito ringrazio Luxy e Meiko che mi seguono e recensiscono ogni volta. Grazie!!!

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=5020